Je t'aime ~ Missing Moments

di SerenaTheGentle
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** First Time ~ Amanda ***
Capitolo 2: *** Quel maledetto gatto! ~ Edmund ***



Capitolo 1
*** First Time ~ Amanda ***



Edmund sarebbe tornato presto ed io avevo poco tempo per sistemare tutto. I piatti erano ancora nel lavandino, la teglia sporca di cioccolata ancora sul tavolino e macchie di crema sulle mattonelle del muro. Diciamo che non era un bello spettacolo.

Ma di certo lo era stata la notte precedente.

Avevo preso l’abitudine di stare spesso in casa sua, all’inizio mi sentivo sempre di troppo e quasi esterna a quel mondo, ma lui non me lo aveva mai fatto pesare. Lavorava tutto il giorno e spesso anche la sera, suo padre gli aveva affidato alcuni casi importanti, avendo molta fiducia in lui, ed Edmund non voleva certo deluderlo.

Ero fiera di lui, finalmente stava ricostruendo qualcosa con suo padre e l’idea che in qualche modo sia stata io a farli rincontrare, mi riempiva di gioia.

Non  mi era ancora chiaro cosa fosse successo quella notte, ma dopo mesi,  rinunciai ad avere una risposta a quella domanda.

Quella sera dovevamo festeggiare il compleanno di Edmund. Certo, avevo già preso parte alla festa in pompa magna organizzata da sua madre, ma quella sera volevo dedicargli tutta me stessa. Sapevo che era la cosa giusta da fare e che gli sarei appartenuta per sempre, anche se fra noi non sarebbe andata. Avevo avuto spesso quel dubbio, la paura che prima o poi Edmund si accorgesse che fra noi era solo il legame creato durante quelle notti e quei giorni, e che alla fine avrebbe visto quante ragazze più belle e colte di me ci sono al mondo, quante opportunità si stava facendo scappare. Lui mi stoppava sempre con un bacio quando iniziavo questo discorso. Diceva che quello che provava era troppo forte per essere scambiato solo per un’infatuazione passeggera. E quel luccichio nei suoi occhi me lo confermava sempre.

Sentii il rumore della serratura della porta e mi misi sull’attenti. Lo stavo aspettando in sala da pranzo, il tavolo era apparecchiato e avevo anche acceso due candele , tanto per creare l’atmosfera giusta. Ero sempre stata una romanticona, ma sapevo anche che Edmund non avrebbe gradito petali di rose dappertutto, quindi mi limitai a qualcosa di classico.

Indossavo un vestito rosso, molto audace da parte mia, ma era stata Alice a consigliarmelo. Eravamo andate in giro per negozi apposta il pomeriggio precedente e avevo trovato il vestito perfetto da abbinare alle scarpe nere con il tacco rosso che avevo già. Mi ero innamorata a prima vista di quel vestito: aveva delle leggere spalline e una scollatura a cuore abbastanza profonda, la gonna cadeva morbida e accentuava le mie forme, senza ingrandirle o sminuirle. Era lungo fino a terra, con uno spacco che andava da metà coscia in giù.

Non era certo il tipo di vestito da indossare per andare a fare la spesa, ma potevo permettermelo e volevo indossarlo per lui.

Non mi ero truccata molto, giusto un filo di mascara e un po’ di gloss. Edmund adorava quello alla ciliegia ed io cercavo di metterlo spesso.

Lo vidi spalancare la bocca, aveva la mascella che toccava terra e un’espressione di lussuria nei suoi occhi.

-Ciao.- mi disse.

-Ciao.- risposi.

 
Wow che conversazione interessante!

Stai zitta, non vedi che sono agitata?!

Sai che roba!
 

-Senta, non vorrei essere inopportuno, ma... sto aspettando la mia ragazza, quindi non credo sia un bene che lei sia qui.- Edmund posò la sua ventiquattrore e si tolse la giacca. Era davvero bello in camicia...

-Beh... sarà solo per pochi minuti, non le ruberò molto tempo.- risposi ammiccando. Con il tempo avevo imparato a flirtare con lui, ed era davvero divertente.

-Allora, per questa volta, posso fare un’eccezione.- ora era davanti a me, con quel sorriso beffardo e la voglia di giocare.

Senza esitare lo baciai. Fu un bacio lento, ma così pieno di necessità di aversi. Ora ero ancora più sicura di quello che volevo fare. Il mio bacio fu ricambiato con più passione e bisogno di essere vicini. Edmund è sempre stato molto rispettoso e non era mai andato oltre al limite massimo concesso, ma adesso, dopo sei mesi circa, ero io a volere di più ed ero pronta.

Fu più difficile del solito non lasciarci prendere dal momento, ma io volevo procedere con calma.

-Ed?- riuscii a dire tra un bacio e l’altro.

-Shh...- mi rispose lui accarezzandomi la guancia sinistra con una mano, mentre con l’altra risaliva la mia coscia lungo la spaccatura del vestito, per intrufolarsi leggermente più su.

-Dovremmo mangiare...- la mia parte risoluta e ragionevole non mi abbandonava mai!

-Dopo...- mi guardò negli occhi e non resistetti un secondo di più. Ero sempre più accaldata ed eccitata dalla situazione, e potevo sentire che anche lui lo era. Molto.

Sentii le sue mani andare alla cerniera del vestito, sulla mia schiena. La zip scese giù lentamente, ma io non me ne accorsi. Ero troppo occupata a sfilare i bottoni dalle asole della camicia.

Ci eravamo già visti ed esplorati in maniera più approfondita, ma quella situazione era ancora più intima di tutte le altre.
 

Andavo a fuoco.

E ti credo...
 

Il mio vestito scivolò sul pavimento, così come la sua camicia. A breve anche le scarpe furono abbandonate sul parquet e la scia degli abiti portò alla stanza di Edmund.
Io indossavo solo le mutandine, ero davanti a lui in tutta la mia semplicità e lui mi guardava come se fossi la ragazza più bella del mondo. Almeno sapevo che per lui lo ero davvero. Mi coprii imbarazzata, mentre lui si avvicinava al letto. Aveva addosso ancora un calzino e l’intimo.

-Non ti coprire... Mai...- mi sussurrò portandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio, per poi prendere le mie mani e lascare dei baci delicati sul dorso.

-Almeno non con me, poi per gli altri è tutto off-limits!- Edmund sapeva come rovinare un momento quasi romantico, ma alla fine non mi era dispiaciuto. Aveva smorzato la tensione e mi aveva fatta ridere, facendomi dimenticare le mie paure e rendendomi più intraprendente.

Ci buttammo sul letto. Entrambi volevamo di più, ma allo stesso tempo andavamo piano. Come quando sei in discesa e freni un po’ per non schiantarti sul fondo...

-Sei sicura?- queste due parole non mi fecero l’effetto che pensavo mi avrebbero fatto: paura e indecisione. No. Ero più che sicura, ero certa di quello che volevo fare.

-Ti amo.- risposi solo. Prima di entrare in me, Edmund mi lasciò un leggero bacio su entrambi gli occhi, sul naso e poi sulle labbra. Un sorriso ci sfiorò le labbra e poi lui mi fece scoprire un mondo nuovo.

All’inizio fece male, molto male. Edmund andava piano, ma il dolore si faceva comunque sentire. Dopo fu un turbinio di emozioni. Mi sentivo appagata e felice. Mi sentivo bene e piena d’amore da dare. 

E’ stato così strano, più che altro per le forti emozioni che ho provato.

Edmund mi sorrise e ci scambiammo un ultimo bacio, debole, ma allo stesso tempo così forte.

-Sai, dopo aver fatto sesso di solito si ha fame...- mi disse dopo qualche minuto Mi alzai leggermente e lo guardai dritto negli occhi.

-Non abbiamo mangiato! Sarai affamato!- mi ero completamente dimenticata della cena! Feci per alzarmi velocemente, ma Edmund mi bloccò tra le sue braccia.

-Ehi, dove vai?! Non ti devi preoccupare... ho assaggiato qualcosa di meglio, ma adesso gradirei davvero quello che mi hai preparato.- mi lasciò una breve scia di baci sul collo, provocandomi dei brividi.

-Pollo al forno...- sussurrai dolcemente, alla ricerca delle sue labbra.

-Al forno…?- non mi stava certo seguendo...


Ti credo! Dopo tutto il tempo che gli hai fatto aspettare!

Ehi, ha aspettato il giusto!


-Con le patate...- la mie mani scompigliarono maggiormente i suoi capelli.

-Sembra buono amore.-

-Allora andiamo a mangiare!- mi alzai di scatto uscendo dal letto e volando verso la cucina.
 

Idiota. Sei nuda.

Oh merda!

Prendi la sua camicia, sta lì per terra!

Ero uscita in quello stato?

Ebbene si...

Oh mamma!
 

-Vieni o no?- rientrai in camera cercando di essere il più disinvolta possibile. Mi sentivo un pochino indolenzita, ma credo che fosse normale, dopo tutta quell’attività fisica era venuta fame anche a me. Avevo tanta voglia della torta al cioccolato che avevo preparato per l’occasione!

-Vengo vengo e anche dopo. Però prima verrai tu...- Edmund mi guardò maliziosamente ed io ci misi un po’ prima di capire quella frase.

-Edmund!- ero ancora molto inesperta...
 

Non preoccuparti, qualcosa mi dice che lo sarai per poco...

Che?

Fidati!
 

Ridacchiai un po’ al ricordo di quella notte. Quella mattina era andato via presto, mi aveva dato un bacio sulla guancia e mi aveva detto che sarebbe tornato per l’ora di pranzo.

Erano già le tredici, quindi non credo che avrei fatto in tempo a sistemare prima del suo arrivo.

-Amy!- pensi al diavolo e spuntano le corna! –Eccoti qui!-

-Che c’è?-

-Come “che c’è”? voglio vederti nel mio letto il prima possibile, abbiamo tanto da recuperare!- mi guardò maliziosamente, imprigionandomi tra il suo busto e il lavandino.

Questa scena mi ricordò vagamente la casa in montagna e il "viaggio inaspettato" che avevamo fatto insieme.

-Non dire sciocchezze! Devo pulire tutto questo macello!- lo scansai leggermente e ridacchiai un po’.

-Eh no cara... adesso tu ed io andiamo di là e faremo il nostro terzo round!- era così convinto che non potei che mettermi a ridere. Edmund, risentito, mi tirò su a mò di sposa e mi condusse in camera sua.

-Devo dirti una cosa.- era a metà tra il serio e divertito.

-Dimmi...- non era sempre una buona cosa quando diceva così ed io mi stavo già immaginando possibili disastri o tragedie!

-Ieri sera mi sono sbagliato, non abbiamo fatto solo sesso...- oddio! -Abbiamo fatto l’amore.- mi sorrise prima di baciarmi. Cercai di nascondere il più possibile quel sospiro di sollievo!

-Ma adesso direi che possiamo pure togliere questa camicetta, non credo che ti servirà per almeno due ore... – non potei che ridere a quella sua affermazione, ma il mio cuore non aveva dimenticato quello che aveva detto poco prima.



Angolo Autrice
Salve a tutti!!!
Come potete notare sono qui con una raccolta di piccole esperienze e avventure che i nostro amati Edmund e Amanda hanno vissuto!
Spero chee questa racconta possa piacervi!
Un bacio e un abbraccio, 
Serena :)

 

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Capitolo 2
*** Quel maledetto gatto! ~ Edmund ***


Porca miseria che giornata!

No, non siamo partiti con il piede giusto.

Direi di no...

Ho notato.
 

Ora, vi chiederete cosa possa essere successo di così grave, ebbene cari lettori, Amanda ha trovato un gatto l’altro ieri.

Si, una palla di pelo piccolissima e piena di pulci. Okay, in realtà non è piena di pulci, ma poco ci manca. È un maschio, bianco, con delle strisce rossastre qua e là, ha gli occhi uno azzurro e l’altro verde/giallo, manco fosse una serpe, in più non è castrato.

Premetto di non odiare gli animali, ma ne faccio volentieri a meno, credetemi.

Mentre io lo odio con tutto il mio cuore, Amanda lo ama spassionatamente.

Spesso sono davvero geloso di quel ciccione!
 

Accidenti! Ma perché non prende esempio da quel santo gatto di Max?

Max?

Si, il protettore della mia adorabile consorte...

Stai scherzando vero?

Ovvio che scherzo! Odio anche lui! Ma lui c’era già, mica lo posso cacciare, anzi a volte ho paura di lui.

Ah e perché?

Ha proprio quell’atteggiamento che ti rilassa... Il Padrino.

Esagerato!
 

-Amore, non è che per caso hai visto…? – non faccio finire la mia futura moglie e sparo due o tre nomi per quel gattaccio malefico!

-Pena? Reo? Decreto? Comma? Quale ti piace di più? – mi giro verso di lei, intenta ad appoggiare la cesta piena di camice da stirare.

-Non sei molto gentile con lui vedo...- mi apostrofa mettendosi le mani chiuse a pugno sui fianchi e guardandomi seria. Mi viene da ridere, ma mi trattengo.

-Che ne pensi di Rodotà*? – le chiedo prendendo una camicia per appoggiarla sul ferro da stiro.

-Edmund... Non possiamo dare il nome di un avvocato ad un gatto!- la vedo ridere, tenersi la pancia addirittura. È bello sapere di essere presi seriamente. -Perché ce l’hai con lui?- Amy si adagiò tranquillamente accanto a me sul divano, raccogliendo le sue gambe al petto.

Indossava un leggero vestito, una mia vecchia felpa scolorita e i capelli sciolti su una spalla. Ultimamente era sempre più bella e radiosa.

-Io non ce l’ho con lui, ma si dà il caso che tu preferisca stare di più appresso a lui che a me!-

-Oh Santa Peppina! Sei addirittura geloso di un gatto?- mi guardò con stupore, prendendo a raccogliere i capelli in una coda scomposta.

-Per carità, ma anche io ho i miei bisogni!- sono pur sempre il suo futuro marito!

Eravamo fidanzati ufficialmente da cinque mesi e in quei giorni Amanda stava “traslocando definitivamente” a casa mia. Avevo aspettato tanto quel momento, anche se pochi mesi erano bastati per saldare sempre di più quello che c’era stato tra noi. Volevo che fosse mia in ogni senso!
 

Sai, hai una leggera ossessione per l’aggettivo possessivo “mio”.

Ma tu sempre a rompere?

Sono qui per svolgere il mio lavoro!

E prenditi una vacanza!

Non posso! Il mio contratto è full-time!

E avrà una scadenza!

No, io sono onnipresente, anche quando dormi!

Ci rinuncio!
 

-Suvvia non fare il bambino capriccioso!- Amy si alzò dal divano e si avviò in cucina, facendo rumore con i croccantini per attirare quella terribile bestiola! Decisi di seguirla. Era proprio vero, in amore vince chi fugge!

Un miagolio e delle unghie affilate sulla mia gamba mi fecero sussultare! Quell’orrenda creatura!

L’avrei arrostito vivo se aveva anche solo osato bucare i miei pantaloni!

-Oh vieni qui, tesoro!- Amanda si abbassò e il ruffiano andò tra le sue braccia con molto piacere. Vidi la mia ragazza sorridere copiosamente e sistemare il gatto come se fosse un bambino tra le sue braccia. Gli lasciò un piccolo bacio sulla punta del naso e prese a fargli le coccole.

-Tutto ciò è così melenso…- uscita infelice, ma fece sorridere Amanda che mi guardò con tanta gioia negli occhi e per un momento pensai di andare lì e baciarla fino a farle dimenticare quel rompimento di scatole, ma fu lei ad avvicinarsi.

-Se ci baciassimo adesso, faremmo come George Peppard e Audrey Hepburn in “Colazione da Tiffany”, con il gatto senza nome tra di loro.- mi disse lei scherzando. Mi stava provocando.

Lo sapeva che non mi piacevano particolarmente le romanticherie e lo faceva apposta a prendermi in giro!

-Beh, se trovassimo un nome a questo demone potremmo risparmiarci i convenevoli e andare direttamente al dunque!- sapevo essere molto diretto e in quel momento volevo fosse chiaro che non mi sarei mai paragonato a George Peppard in quella scena!

-Cos’hai contro il caro e bel George?- chiese lei e non mi sfuggì un aggettivo di troppo.

-Hai detto “bello”?-

-Teoricamente ho detto “bel”, ma il senso è quello, sì.- mi rispose come se fosse ovvio, ma no. Non lo era.

-Che cosa?- ero veramente indignato! Non poteva fare apprezzamenti su altri uomini!

-Edmund non ti sconvolgere! Ha avuto i suoi tempi d’oro e non puoi non dire che è molto bello in quel film!- la cosa preoccupante era che fosse tremendamente seria!

-E tu lo dici così?-

-Come vuoi che te lo dica?- si prese  un momento per accarezzare quella palla di pelo e poi rialzò lo sguardo su di me.

-Allora? Come vogliamo chiamarlo?- furba. Sempre comodo cambiare argomento...

-Un paio di nomi te li ho proposti!-

-Cerca di fare il serio!- Amy mi guardò esterrefatta e poi si avviò in salotto con il gatto. Ma perché doveva cambiare sempre stanza?!

Il gatto guerriero che attentava alle gambe altrui si appisolò sul grembo di Amanda, mentre lei prendeva a controllare il telefono.

-Sto cercando dei nomi online.- mi annunciò una volta seduto sul divano accanto a lei.

-Stupendo.- presi del tempo per guardare quella rottura di scatole, poi decisi che ne avevo abbastanza.

Presi il telefono dalle mani di Amy e lo appoggiai sul tavolino.

-Dobbiamo scegliere un nome che ci ricordi il perché l’abbiamo chiamato così, non trovi?-

-Wow. Perché tutto questo interessamento per il gatto adesso?-


Ehi. È malizia quella?

Direi di si...


-Sai, hai ragione. Il caro e vecchio George ne ha viste delle belle, ma in quel film è davvero in forma smagliante!- Amanda rise e poi mi baciò.

-Sai, sei davvero adorabile quando fai così!- mi disse staccandosi un attimo, per poi rifiondarsi sulle mie labbra.

-Adorabile?- Amanda sorrise sulle mie labbra e poi prese a baciarmi il collo, lasciandoci dei piccoli baci, proseguendo in basso verso il mento.

Piccola manipolatrice.

-E se lo chiamassimo George? - le proposi ulteriormente, andando a passare una mano tra i suoi capelli setosi.

-Non c'è George senza Fred! - Amanda si ritrasse per un attimo ed io non capii.

-Cosa? - di che stava parlando?!

-Ed, Fred e George Waesley! "Harry Potter" ti dice niente? - non era possibile. 

-Non fare come Honor per favore! - l'argomento "Harry Potter" era sempre stato spinoso per noi.

Non che non mi piacessero i libri, ma semplicemente...

-Non hai mai letto "Harry Potter"! Onta e vergogna! Come hai potuto?! - Amy era esterrefatta. 

Ora stai a vedere che inizia a ridere.

Una ridarella improvvisa proveniente alla mia sinistra svegliò la palla di pelo sul grembo di Amanda.

-Scusami, seriamente, ma - altre risate di cuore - non ce la faccio! - okay, perderemo Amanda tra qualche minuto.

-E' bello quando ti capiscono. - il mio commento sarcastico fece ridere Amanda sempre di più e in quel momento non potei che ammirare la sua bellezza.


Ma potevo eccitarmi al solo vederla ridere?

Questo è preoccupante...

Magari dovrei preoccuparmi del contrario no?


-Ma perchè? - mi chiese lei, giustamente.

-Ho visto i film, doveva bastare ed avanzare! - 

-Non puoi averlo detto sul serio! - Amanda era sbalordita e non in senso postitivo. Da una parte mi stavo divertendo! -Lo sai vero che te li farò leggere? - mi guardò seria sostenendo il mio sguardo impaurito.

-Che cosa??? - 

-Passerai al lato oscuro della forza senza neanche accorgertene! - la mia futura consorte scoppiò a ridere, probabilmente la mia faccia doveva essere davvero divertente in quel momento, ma io ero su un altro mondo in quel momento, molto più piacevole di Hogwarts!

Amanda si protese verso di me, senza smettere di sorridere, mi baciò con passione. un iniziale bacio a stampo che diede inizio ad una sequenza di effusioni poco caste.

Stavo già fantasticando su cosa le avrei fatto di lì a poco, dentro la nostra camera, possibilmente stesi sul letto e...

Una cosa pesante e incredibilmente troppo pelosa, atterrò sulle mie gambe, per poi scattare sulle gambe di Amanda e andarsene.

Lo dicevo io. È pazzo.

-Cosa sta facendo? – chiesi alla mia ragazza titubante e preoccupato per la mia incolumità.

-Credo si stia ambientando, è normale quando sono così piccoli. – ci girammo per vedere che fine aveva quell’orribile bestiaccia ed eccola là, a rompere le palle a Max. Quel vecchio gatto doveva avere una pazienza infinita e sono sicuro che, come me, odia il nanerottolo.

-Che ne pensi di “Rottura” come nome? È appropriato... – proposi ad Amanda, ma lei si girò con sguardo rassegnato e face per alzarsi.

Cosa? Eh no cara!

-Dove credi di andare furbacchiona? – le chiesi trattenendola per un polso. Lei mi sorrise maliziosamente e si posizionò a cavalcioni sulle mie gambe.

Ah però. Allora voleva vedermi morto!

-Ed, ho tante cose da fare sai? Devo ancora finire di sistemare quelle camicie e poi tua madre viene a prendermi per andare a provare l’abito. – ogni tanto la mia futura sposa si interrompeva per lasciare un bacio qua e là sul mio viso. Le sue mani imprigionavano le mie guance ed io percorrevo il suo corpo con avidità, cercando di imprimere il sapore della sua pelle sulla mia pelle, come avevo fatto per così tante notti dalla nostra prima volta. Le sue gambe scoperte stavano riaccendendo in me desideri non molto sopiti e le nostre labbra a contatto accendevano in me un grande fuoco.

Mentre mi godevo quel momento di estasi, Amanda mi morse il labbro, ma non fu uno di quei morsi delicati e sensuali, no. Era stato un morso involontario e dettato dall’istinto di sopravvivenza.

-Ahi – esclamai, ma mi resi conto che anche Amanda aveva pronunciato la mia stessa lamentela.

-Il gattino è saltato sulla mia schiena, l’avrà presa per vimini! Mi ha sgraffiata tutta! – Amy si lamenò un pò, andando a tastare i punti dolenti, così l'avvolsi in un abbraccio e le passai le mani sulla schiena per diminuire il dolore, mentre lei riprese a baciarmi, passando la sua lingua sul labbro sanguinante.

Un tempo mi avrebbe fatto senso una cosa del genere, ma con Amy ogni cosa assumeva una sfumatura diversa, con lei quel gesto era così eccitante.

Decisi che quel salotto era un campo di battaglia e che non avrei mai potuto restare solo con la mia adorata consorte con quella specie di Attila reincarnato in gatto.

-Che ne dici di “Attila”? – le chiesi mentre mi tiravo su e la tenevo saldamente a me. Lei avvolse le sue gambe attorno al mio corpo, assumendo una posizione a koala. Purtroppo o per fortuna la sua espressione non assomigliava affatto a quella di un koala, dolce e docile, ma più ad una tigre, feroce e maestosa.

Se non l’avessi avuta subito sarei impazzito. Mi stavo avviando verso la camera da letto con estrema urgenza.

-Non mi sembra una cattiva idea, visto la sua inesistente pietà nei nostri confronti. – Amanda rideva felice, mentre apriva la porta di camera nostra senza mai staccarsi da me.

Arrivati davanti al letto, la adagiai lentamente, riprendendo a baciarla. In pochi secondi il suo vestito era già a disperso da qualche parte in mezzo alla stanza, mentre la mia camicia stava per essere lanciata da qualche parte, ma Amanda ci metteva così tanto, bottone dopo bottone, lentamente, mi stava esasperando.

Un “miao” piccolo e acuto mi fece alzare gli occhi al cielo e mi abbandonai di peso sopra il corpo della mia ragazza senza vergogna, mentre lei rideva della mia reazione.

Povero me.

-Edmund, alzati! – mi ordinò lei.


Non si sarebbe mossa! Quel pomeriggio non l’avrei fatta uscire dalla stanza!

Eh ma come sei rude e possessivo!


La colpa è di quel gatto!

Seh vabbe!
 

-Assolutamente no tesoro, che ci sia quel gatto oppure no, io e te faremo l’am...-

-Se ti sposti un secondo, posso risolvere la situazione, tesoro. - mi aveva fatto il verso! Piccola impertinente!

Mi spostai di malavoglia, mentre lei prendeva Attila tra le mani e lo adagiava fuori dalla porta della nostra stanza. Io dal letto stavo ammirando la piena visuale del sul corpo, ancora fasciato dalla biancheria intima. Da qui si gode di una bella vista dopotutto.

-Bene Attila, da adesso ti chiamerai così. La mamma e il papà saranno impegnati per un po' di tempo okay, quindi non rompere! – Amanda chiuse la porta con fermezza e poi si girò verso il sottoscritto.

Si tolse anche gli ultimi indumenti per poi chiedere dove fossimo rimasti.

Ah, caro Attila! Non vedrai la mamma per molto – no che dico! – moltissimo tempo!


Angolo Autrice
Allora? Che ne pensate di questa versione di Edmund? I due futuri sposi se la stanno cavando bene nonostante qualche intoppo!
Attila a parte e lacunose e vergoognose mancanze di Edmund in campo "Harry Potter", Amanda riesce ad amarlo e ridere delle sue mancanze senza fargliele pesare!

*Precisazioni*

Stefano Rodotà (Cosenza30 maggio 1933) è un giuristapolitico e accademico italiano.
 

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