Contra viento y marea

di sisterchris88
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


La storia parte dalla puntata 1450/ 51 (attualmente in italia siamo alla 1322) con la trama di Nestor per chi non avesse seguito le puntate spagnole ma desidera leggere comunque la mia storia riassumo brevemente, Nestor è il vero motivo per cui Camila ha accettato di sposarsi per procura con Hernando,voleva scappare da quest'uomo che a Cuba ormai la trattava come un bene suo. Da giovanissima Camila credeva di amarlo ma la sua inesperienza non le ha fatto capire subito che pessima persona era Nestor oltre che assassino. Fu Gabriel Mella migliora amico di Hernando a salvarla aiutandola a scappare e facendola sposare con Hernando, nel momento in cui Hernando e Camila erano più felici Nestor appare a Puente Viejo e si finge cugino di Camila con Hrnando in realtà lui è li per riportarsela via e per scoprire che fine ha fatto sua figlia Belen, che viveva con lui e Camila a Cuba. Nestor minaccerà quotidianamente Camila di fare del male ad Hernando e ci riuscirà anche, sarà lui che provocherà un crollo nelle gallerie dove si lavora ai Manantiales ed Hernando rischierà di morire. Proprio mentre è convalescente Camila capisce che Nestor è disposto a tutto, arriva persino a violentarla pur di ricordarle a chi appartiene, Camila è distrutta e provata ed Hernando è ancora in coma. Solo quando il marito si sveglierà Camila non avrà più scelta perchè Nestor è furioso nonostante i tentativi di nascondere i miglioramenti di Hernando, Nestor vede che il marito di Camila migliora e tenta ancora di ucciderlo per gelosia e ossessione. Camila così decide che per salvare la sua famiglia deve cedere a Nestor e acconsente al suo ricatto. Partirà con lui per Cuba così Hernando e Beatriz vivranno. Camila dirà addio ad Hernando, le parole che leggerete dopo sono proprio della serie, ma nella serie Hernando ferma Nestor rischiando la paralisi io invece ho fatto una scelta diversa che leggerete..... Sono a vostra disposizione per qualunque domanda! Buona lettura spero di avervi spiegato tutto al meglio!

Contra viento y marea
Capitolo 1

 
Era solo da pochi minuti che Rogelia aveva intuito cosa stesse succedendo ai Manantiales, Hernando si era alzato dal suo letto contro ogni divieto medico per andare a cercare Camila. Rogelia non sapeva il motivo ma il ricordo dell’ultima conversazione con il suo signore le aveva portato alla mente un terribile sospetto. Chiamò la guardia civile e corse fuori dove trovò Beatriz e la informò della sua paura. Tornarono dentro e decisero di chiamare subito in paese per chiedere l’aiuto di tutti per ritrovare Hernando, ogni movimento poteva causargli traumi irreparabili ma nonostante questo lui aveva deciso di alzarsi perché sapeva e sentiva dentro il suo cuore che Camila era in pericolo.
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Hernando sentì delle mani sulla sua fronte, ma non riusciva a riprendersi del tutto, molte voci erano intorno a lui ma non ne distingueva nessuna. Ricordava vagamente del suo terribile presagio dopo l’incontro con Rogelia, la certezza che Camila non era andata dalla sarta…ricordò di essersi vestito mentre i dolori lancinanti dalle costole non lo lasciavano respirare del tutto, ma ad ogni fitta gli tornavano in mente le parole di Camila, non era stato un incubo lei era stata lì a dirgli addio.  - Amor mio, devo andarmene, se resto qui metterò la tua vita in pericolo e non posso permettermelo. Quando ti ho conosciuto non pensavo che sarei arrivata ad amarti così tanto.  Però tu a poco a poco hai conquistato il mio cuore.- E il suo dolore fisico non era paragonabile alla fitta al cuore che sentiva ricordando la sua voce e il suo pianto.  - E ora quando eravamo più felici sono obbligata a lasciarti. Sarai la cosa che più ho amato in tutta la mia vita e il ricordo della tua nobiltà e bontà saranno sempre con me. – “Camila” sussurrò appena.  Qualcuno gli prese la mano e fu allora che riuscì ad aprire gli occhi come se improvvisamente quel tocco lo avesse riportato alla coscienza. “Padre sono io Beatriz potete sentirmi?” Hernando aprì gli occhi e guardò sua figlia, poi guardò la stanza in cui si trovava. “Padre sono qui. Il dottore sta arrivando.” Rogelia in lontananza guardava la scena preoccupata. La guardia civile aveva ritrovato Hernando molto lontano dai Manantiales, accasciato in terra e lo aveva riportato indietro ma a tutti era sconosciuto il motivo per cui aveva fatto una tale follia. “Perché Camila non arriva?” chiese Beatriz volandosi verso Matias che si era precipitato ai Manantiales sentendo che Don Hernando era scomparso. Rogelia  non seppe rispondere alla domanda della giovane ragazza.
“Se ne è andata.” Sussurrò Hernando cercando di tirarsi su. Subito tutti si avvicinarono a lui cercando di tenerlo giù sul letto. “Devo andare a cercare Camila.”
“Padre per favore cosa state dicendo?” Beatriz non capiva cosa stesse accadendo e quando Rogelia sembrava sul punto di spiegarle tutto entrò finalmente Lucas per visitare Hernando. Chiese a tutti di uscire lasciando dentro solo la fidata Rogelia.
“Che cosa è successo? Hernando le avevo proibito di alzarsi fino a un mio ordine, vuole forse compromettere la sua guarigione?” Hernando tossiva e si teneva un fianco. Lucas si voltò a guardare la governante.
“Credo sia stato così imprudente perché…Donna Camila è scomparsa. E lui voleva cercarla.” Hernando fece un profondo sospiro mentre Lucas continuava a visitarlo.
“Nestor è con lei.” Disse lentamente Hernando guardandoli entrambi ma in realtà affermandolo semplicemente a se stesso stava cercando di mettere insieme tutti i pezzi di questo assurdo scenario che stava capitando nella sua famiglia. Al sentire il nome del “cugino” di Camila però anche Lucas sbiancò. “Dottore?” Lucas si voltò guardando Rogelia e poi Hernando. “Dottore sapete qualcosa su Nestor?” Lucas ritirò gli strumenti e tornò a guardare Hernando.
“Non so se è la cosa giusta ma…credo che i suoi timori possano essere fondati.” Lucas fece un lungo sospiro.
“Lucas per favore…cosa sta cercando di dirmi?La prego dottore sto immaginando le cose più terribili da quando ho la certezza che Camila se ne sia andata contro la sua volontà.”
“Pochi giorni fa Camila in lacrime è venuta al dispensario, supplicandomi in lacrime di mentire per lei. E la persona a cui dovevamo mentire era Nestor.” Rogelia che li osservava da lontano era alquanto allibita e spaventata. Hernando strinse la mano in un pugno, come aveva potuto essere così cieco? Fece un cennò a Lucas per incitarlo a continuare. “Ho dovuto ammettere davanti a…Nestor che stavate morendo nonostante i piccoli miglioramenti. Camila mi ha supplicato di trovare una qualche finta ragione medica e comunicarle davanti a lui che voi sareste in ogni caso morto. E vi posso assicurare Don Hernando che vostra moglie ne parlava come se fosse stata questione di vita…”
“…o di morte.” Concluse Hernando con l’aria disperata. Il suo dolore più grande non era nel corpo ma nel suo cuore. Fece un profondo respiro. “Lucas ora sono io che devo chiederle una cosa e non accetterò un no per risposta.”
§
La porta della stanza di Camila, dove Hernando stava trascorrendo la convalescenza si aprì: Beatriz rientrò insieme a Matias. Lucas aveva già la sua borsa da medico in mano. Hernando era seduto sul letto la schiena appoggiata su molti cuscini e il volto pieno di dolore.
“Come sta mio padre dottore?” Beatriz ancora allarmata andò ad abbracciarlo cercando di non fargli male, nei suoi occhi tracce di pianto.
“La sua è stata una follia, vostro padre è sopravvissuto per miracolo al crollo della galleria, alzandosi e camminando così tanto ha rischiato che una delle sue costole gli perforasse un polmone ma…non è successo per fortuna.”
“Bene dottore ora non lo lasceremo mai solo non commetterà mai più una simile follia.”Beatriz accarezzava il viso di suo padre guardandolo con aria di rimprovero e  Lucas annuì guardando Hernando.
“Figlia, devo partire.” I suoi occhi erano bagnati dalle lacrime. “Devo…devo trovare Camila.”
“Padre ma cosa dite? Camila è andata sicuramente alla Puebla avrete capito male starà tornando e..”
“No no Beatriz, ascoltami.” Cercò con la mano non fasciata di accarezzare il viso di sua figlia per darle conforto. “Ho ragione di credere che Nestor non sia chi dice di essere e che Camila sia stata portata via contro la sua volontà.” Ad Hernando la sola idea di ammettere tutto questo creava un forte senso di impotenza. “E io…devo trovarla.” Disse infine tra le lacrime.
“Come potete farlo voi padre? Siete ancora così debole e…” Beatriz si voltò guardando Lucas.
“Vostro padre non mi ha dato scelta, questa è una follia io cercherò di scrivere quali sono tutte le cure migliori per affrontare questo lungo viaggio ma…non vi nego che non so come saranno le vostre condizioni Don Hernando quando arriverete. Ma di questo abbiamo già parlato.” Matias che era in disparte si avvicinò ai piedi del letto.
“Lungo? Don Hernando dove credete che l’abbia portata quell’impostore?”
“A Cuba.” Disse Hernando mascherando una fitta di dolore alla spalla.
“PADRE! Voi volete andare a Cuba!! Vi reggete a malapena in piedi! Come potreste anche solo pensare…no padre non potete andare. Non potete. Non voglio perdervi.” Beatriz piangeva e Hernando cercò di trattenerla col braccio ma lei si divincolò e scappo via nella sua stanza, Matias la seguì per cercare di darle conforto.
“Don Hernando siete sicuro?” Lucas glielo chiese un’ultima volta ma le discussioni che avevano avuto prima da soli erano state sufficienti.
“Voi avete fatto il vostro dovere.  Non angustiatevi, è una mia scelta.” Hernando poi ordinò a Rogelia alcune cose prima di organizzare la sua folle partenza per un luogo di cui lui non sapeva assolutamente nulla.
§
Nel cuore della notte mentre tutto era quasi pronto, Hernando stava cercando di camminare nella sua stanza per riuscire ad essere più indipendente, ma ogni piccolo movimento gli costava un’immensa fatica si fermò e notò solo allora sulla sedia un foulard di Camila, lo prese tra le mani e cercò di annusarlo: aveva ancora il suo profumo.  “Amor mio, devo andarmene, se resto qui metterò la tua vita in pericolo e non posso permettermelo. Quando ti ho conosciuto non pensavo che sarei arrivata ad amarti così tanto.  Però tu a poco a poco hai conquistato il mio cuore. E ora quando eravamo più felici sono obbligata a lasciarti. Sarai la cosa che più ho amato in tutta la mia vita e il ricordo della tua nobiltà e bontà saranno sempre con me.  Ti amo tanto, spero che quando ti sveglierai e saprai che me ne sono andata potrai perdonarmi.”
La voce della sua dolce Camila risuonava nella sua testa. In quell’istante di dolore entrò Beatriz. Senza pensarci molto andò ad abbracciare suo padre.
“Padre non posso perdervi, siamo stati insieme per così poco tempo. Anche io voglio aiutare Camila ma se vi succedesse qualcosa, potremmo…forse potremmo…” Hernando le fece un cenno e insieme si sedettero. Uno di fronte all’altra. Hernando prese le mani di sua figlia nelle sue.
“Beatriz, quando ero sotto le macerie della galleria l’unico pensiero che mi ha mantenuto vivo eravate tu e Camila. Rivedere ancora una volta il tuo sorriso, poter abbracciare Camila…Non sto partendo per lasciarti. Non ho nessun intenzione di morire, tesoro mio. Ma Camila ha bisogno di me.” Beatriz si asciugò le lacrime e annuì. “Cosa credete che sia successo padre?”  Hernando scrollò la testa. “Non lo so, figlia mia, so solo che Camila mi ha detto addio credo che quel vile l’abbia costretta…e io inchiodato in quel letto non ho potuto…” La rabbia di Hernando fu palpabile e Beatriz cercò di fermare il tremore delle mani di suo padre.
“Camila avrà una buona spiegazione padre. E se dovete farlo…io vi prometto che resterò qui e penserò a tutto. Non vi deluderò.” Beatriz si inginocchiò per terra abbracciando di nuovo suo padre. “Non potresti mai tesoro mio.”
“Riportatela indietro padre, riportatela indietro.” Ripetè quasi fosse un lamento.
“Non desidero altra cosa. Te lo prometto.” Si strinsero forte uno all’altra e restarono così per il resto della notte.
§
C’era un gran fermento ai Manantiales tutti sembravano avere direttive di Hernando che voleva lasciare la situazione nel miglior modo possibile, ma la sua testa era solo per Camila. Inviò telegrammi grazie all’aiuto di Nicolas ma nessuno sembrava aver visto il nome di Camila al porto. Era o non era un buon segnale? Odiava se stesso per la debolezza che sentiva ma l’incidente l’aveva provato più di quanto pensava. Cercava di parlare poco per risparmiare energie ma ogni cosa sembra costargli il doppio della fatica. Era solo l’alba e per tutta la notte aveva pensato al modo migliore di agire, Beatriz si era addormentata tra le sue braccia ancora spaventata all’idea di separarsi da lui.  Tutto in quella stanza le ricordava lei, le sue carezze, i suoi baci, il suo odore, perché non gli aveva detto la verità? Perché? Tutto lo tormentava.
La porta della stanza si aprì e Hernando con sua sorpresa si trovò davanti Don Anselmo. Dalla sua faccia Hernando capì che il prete sapeva già tutto.
“Per favore padre non iniziate anche voi a dirmi che sono un imprudente e che questo viaggio…” Hernando si fermò Don Anselmo scrollava la testa.
“No Hernando. Pregherò per voi, per questo viaggio ma voi dovete andare. Dovete salvarla da quel mostro.” Hernando sussultò al vedere il volto di Don Anselmo così agitato.
“Don Anselmo…Camila vi ha…? Vi ha detto qualcosa?” Don Anselmo sapeva che non poteva rivelare tutto ad Hernando e non solo per via del segreto della confessione ma anche perché la verità non spettava a lui dirla, avrebbe ferito Hernando nel profondo.
“Nestor voleva farvi del male, Camila…non ha avuto scelta doveva salvarvi. Ma non credevo che…Hernando Camila credeva di avere più tempo l’ultima volta mi disse che Nestor si sarebbe procurato dei passaporti illegalmente con nomi falsi, così che lei non sarebbe stata ricercata per adulterio...” Hernando sentì il mondo crollargli addosso. Tutte le sue paure erano diventate così reali. Sentiva il suo cuore scoppiare perché Camila era in pericolo e lui a malapena riusciva a muoversi.
“Don Anselmo? Chi è quest’uomo? Cosa vuole da lei? E’ in pericolo!!! Ma perché non dirmelo! Perché???” Il tormento nella sua voce. Don Anselmo cercò di avvicinarsi a lui.
“Avete rischiato di morire, e io…io davvero non so dirvi altro. So solo che vostra moglie ha vissuto un inferno…”
“Se le fa del male io…io…” Hernando non si accorse nemmeno che dai suoi occhi stavano sfuggendo delle lacrime di dolore e paura.
“Camila è forte. Ma ha bisogno di voi.” Don Anselmo si limito a dirgli.
“E io di lei! Don Anselmo se le fosse successo qualcosa…io…sono stato così stupido non mi sono accorto di nulla. Dio Mio. Camila…” tra le lacrime e il dolore che sentiva nel corpo Hernando era un uomo distrutto. “Non posso vivere in un mondo senza di lei, padre. La amo con tutto me stesso. E se non fosse per il pensiero di trovarla e salvarla io…”
“Hernando per favore, non abbiamo motivo di credere che le sia successo qualcosa. Pregherò perché tutto vada bene e perché presto possiate essere qui insieme. Però lei deve stare attento…nelle vostre condizioni…” hernando aveva una mano fasciata, la flebo e l’interno petto gli faceva male ma a lui..non importava.
“Sopporterei ogni dolore pur di riaverla con me.” Don Anselmo sussurrò appena lo so.  Non aveva altra scelta, Hernando doveva andare a cercarla ad ogni costo.
§
Lucas tornò molto presto quella mattina a visitare Hernando, lasciò che si preparasse per partire a nulla servirono i suoi vani tentativi di convincerlo ad attendere un altro giorno almeno. Ma lui contava solo i battiti che lo separavano da Camila del resto non gli importava. Quando scese con calma al piano di sotto, Matias, Beatriz, Nicolas e con sua sorpresa Alfonso ed Emilia lo aspettavano.
“Don Hernando” Matias si avvicinò a lui. “Io e mio zio resteremo qui anche la piccola Juanita così Beatriz non si sentirà sola.” Nicolas annuì da lontano.
“Grazie ad entrambi, so che così l’impresa sarà in ottime mani. E anche mia figlia.” Beatriz aveva gli occhi pieni di lacrime e tra le mani stringeva una foto. Andò verso suo padre e gliela diede.  Era un primo piano di Camila, della festa dei 16 anni di Beatriz, quando Hernando la vide si portò una mano al cuore poi la prese delicatamente dalle mani di sua figlia e col pollice ricalcò la figura di sua moglie. Dio se gli mancava accarezzare la sua pelle.
“Ho pensato che se dovete chiedere a qualcuno a cuba, avere una sua foto poteva aiutarvi.” Hernando sorrise nascondendo l’emozione e abbraccio forte sua figlia incurante delle sue ferite.  Poi si rivolse a tutti loro.
“Vi ringrazio, vi invierò telegrammi e vi chiedo di essere discreti non voglio che in paese dicano qualcosa su me o Camila. Potete dire che mi hanno portato in un ospedale della capitale per guarire al meglio e che Camila…è con me.” Disse immaginando quanto sarebbe stato bello se fosse stato davvero così.
“Non preoccupatevi di questo Hernando, andrò tutto bene qui in vostra assenza.” Nicolas si avvicinò dandogli la mano e augurandogli in bocca al lupo.
“Hernando le lascio la sua cartella clinica, la prego di farsi visitare al suo arrivo e di seguire tutte le cure che ho indicato a Rogelia, è molto importante e resti in cabina a letto per tutto il viaggio, è la cosa più importante. Ma Rogelia sapra come costringervi.” Beatriz guardò Lucas perplessa, poi suo padre.
“Si tesoro, Rogelia verrà con me, non posso pensare di fare tutto questo solo. Avrò bisogno di aiuto per le fasciature e…per seguire i consigli del dottor Moliner. Almeno in questo visto che Cuba è una terra di cui non sappiamo molto se non dai racconti di Camila…” Fu in quel momento che Alfonso ed Emilia dopo un cenno di Matias si fecero avanti.
“Hernando forse in questo possiamo aiutarvi noi…” Alfonso fece un cenno a sua moglie e chiesero ad Hernando di sedersi un istante. “Noi possiamo aiutarvi per il vostro arrivo a Cuba Matias, io ed Emilia ne abbiamo parlato per tutta la notte ed è la cosa giusta da fare, voi avete aiutato così tanto mio figlio.”
Hernando sembrava non capire ma lasciò parlare i Castaeda, e in pochi istanti si aprì un nuovo universo di possibilità e di fronte a tante incertezze era la cosa migliore che potesse capitargli.
§
Casilda, Trinidad (Cuba)

Era una splendida giornata di sole a Cuba, Gonzalo e Maria da tempo si erano ormai abituati alla loro nuova vita, Maria aiutava in una scuola per piccoli orfani e Gonzalo aiutava in un piccolo edificio dove le persone più povere avevano bisogno di ogni genere di necessità e spesso insegnava anche lui nella scuola di Maria . La loro vita era semplice ma ricca di gioia e amore, amore portato per lo più da due splendide creature: Esperanza la loro bambina, e Beltran il nipote di Gonzalo che Aurora qualche tempo prima aveva portato a Cuba per farlo crescere felice insieme ad una vera famiglia visto che era rimasto orfano.
Quella sera Gonzalo tornò a casa con una notizia per Maria.
“Tesoro, sono stato in paese e a quanto pare c’è posta per noi.” Disse stringendo un telegramma. Era di certo della famiglia di Maria nessun altro sapeva che loro vivevano a cuba vivi e felici. Lo aprirono per leggerlo insieme, e di fronte alle tante buone notizie restarono colpiti dalla richiesta di Alfonso ed Emilia.
“Questo vuol dire che dovrai andare al porto de l’Avana,  nella capitale? Gonzalo dovrai assentarti molti giorni…” Maria non sembrava contenta ma sapeva che se i suoi genitori avevano rischiato tanto, avevano un valido motivo.
“Potrei partire tra qualche giorno, in fondo il transatlantico non arriverà prima della fine della settimana, e poi non ci vorrà molto per trovare la persona che cerca non credi?” Gonzalo sfiorò con un dito il naso di Maria che sorrise. “O pensi di non riuscire a vivere senza di me, Maria Castagneda?” Maria gli rubò un bacio e gli gettò le braccia al collo.
“Sai che se potessi mai mi separerei da te, ma faremo così, però lo spiegherai tu ad Esperanza.” Gonzalo annuì baciandola ancora. 
Come da accordo alla fine della settimana Gonzalo partì per raggiungere l’Avana che distava a un paio di giorni di viaggio dal paese dove vivevano loro, seguì tutte le indicazioni che Alfonso gli aveva scritto sperando di poter aiutare la sua famiglia almeno questa volta, seppure lontani, uniti.
Passarono i giorni e Maria continuava la sua tranquilla vita, Esperanza cresceva, correva rideva era una bambina curiosa e riempiva di vita la loro casa, Beltran ancora piccolo a poco più di un anno era considerato da tutti il più coccolato, la stessa Esperanza era felice di avere questo cuginetto sempre con se. Da tempo la famiglia Castro aveva come tradizione la passeggiata sulla spiaggia bianca ogni domenica e anche se Gonzalo era assente Maria non voleva che i bambini perdessero questa occasione così portò in braccio Beltran e con un cestino preparo tutto per uno splendido pic nic sulla spiaggia. Dopo aver pranzato coi bambini Maria passeggiava per far addormentare il piccolo di casa mentre Esperanza correva sulla spiaggia entusiasta…
“Mamma!” urlò d’un tratto Esperanza. Maria subito si voltò a guardarla. “guarda!” indicò con un dito la piccolina. Maria si avvicinò e vide una donna sdraiata su una coperta nascosta appena da un po’ di sabbia. Eppure lei e Gonzalo conoscevano quasi tutte le persone che vivevano in quella piccola zona, ma lei aveva un’aria diversa e dal suo aspetto era in cammino da parecchi giorni. Esperanza tirava la gonna di sua madre incuriosita. “Mamma!” In quel momento la donna si alzò di scatto spaventata.
“Mi scusi mi scusi mia figlia…è molto curiosa. E…“ La donna aveva un brutto livido sul collo e uno appena sotto l’occhio. Maria non poté non notarli. Si guardava in giro spaventata ma non c’erano molte altre persone eccetto loro.  “Se volete vi porto dell’acqua vi farebbe bene…” La donna annuì. Esperanza andò con sua madre e presero dell’acqua da portare alla giovane donna della spiaggia, dopo averla aiutata Esperanza le accarezzò la mano teneramente e la donna iniziò a piangere. Era il primo gesto d’affetto che riceveva dopo tanto tempo. Maria riconobbe nei suoi occhi i segni di una persona disperata così si abbassò sedendosi accanto a lei.
“Non ho una casa molto grande, ma se vuole posso offrirle qualcosa da mangiare e un vero letto su cui riposare…e potremmo fare qualcosa anche per quei lividi.” La donna non rispose ma sembrava capire, annuì asciugandosi le lacrime. “Forza…Andiamo tesoro.” Disse Maria rivolta a sua figlia. Si stavano avviando a recuperare le loro cose, quando Esperanza prese per mano la donna sconosciuta.
“Io sono Esperanza…tu…?tu come ti chiami?” Maria era divertita sua figlia aveva poco più di tre anni e non smetteva mai di parlare e fare domande, ma la donna non sembrava infastidita.
“Camila, mi chiamo Camila.” Le rispose rincuorata dalla stretta di mano di quella piccola bimba che non conosceva.
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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Le rivelazioni che leggerete su Camila sono tutte prese dalla serie per chi non avesse visto quelle puntate.
Capitolo 2
Casilda, Trinidad (Cuba)
La casa di Maria e Gonzalo era modesta ma confortevole tra le molte stanze disponibile Maria ne diede una a Camila, le porto qualcosa per cenare e dei vestiti puliti. Quando a sera inoltrata tornò a trovarla i bambini già dormivano, e Camila era seduta sul letto, stringendo qualcosa tra le mani.
“Avete una famiglia meravigliosa.” Gli occhi di Camila erano lucidi per tutto il giorno aveva osservato Maria con Esperanza e Beltran e non poteva non pensare a quando lei avesse sempre sognato una famiglia così. Maria sorrise e notò che stringeva qualcosa tra le mani. Una foto. “L’unica cosa che mi è rimasta.” Camila lasciò che Maria la prendesse e quando la voltò la giovane Castaneda potè vedere ritratti un uomo molto affascinante e una giovane ragazza al suo fianco. Camila si asciugò una lacrime. “Non vi disturberò molto, ve lo prometto.” Maria le strinse una mano.
“Ho avuto a che fare con molte persone spregevoli nella mia vita e le so riconoscere bene. Nei vostri occhi riconosco solo molto dolore. Camila ditemi, come posso aiutarvi? Chi sono queste persone?” Maria le indicò la foto.
“La mia famiglia. Mio marito e sua figlia alla quale però voglio bene come se fosse mia.” Fece un profondo respiro ripensare a loro le faceva male. Come stava Hernando? Le sue ferite erano finalmente guarite? Avrebbe dato tutto ciò che aveva per sentire di nuovo il suono della sua voce. La dolcezza nel sentirgli pronunciare il suo nome.
“Sono qui a Cuba?” Camila sarcasticamente ripetè “Cuba” sottovoce. “Camila, cosa vi tormenta tanto?”
“Grazie per come vi siete presa cura di ma non…non posso mettervi in pericolo; se vi dicessi anche la seppur minima cosa…” Camila inizò ad agitarsi, allora Maria cercò di calmarla andò a prendere un panno e dell’acqua per pulire i lividi di Camila. Trascorsero vari minuti di silenzio mentre si prendeva cura di lei. Camila non lasciava la presa dalla foto che aveva portato con se.
“Scappate da vostro marito?” Maria scrutò bene negli occhi di Camila e li vide improvvisamente riempirsi di lacrime.
“Solo riabbracciarlo potrebbe porre fine ai miei tormenti.” Maria l’abbracciò forte. E Camila per la prima volta da molti giorni pianse e si lasciò consolare per tutto quello che le stava succedendo.
§
L’Avana, Cuba
Nella lettera di Alfonso, Gonzalo aveva ricevuto ben poche informazioni se non il nome del signor Dos Casas e che necessita di aiuto per un importante questione. Alfonso aveva spiegato a Gonzalo come la famiglia di Hernando gli fosse cara e di trattarli nel modo migliore possibile. Quando finalmente dopo due settimane il transatlantico arrivò Hernando era molto provato ma Rogelia si era accertata che riposasse il più possibile durante il lungo viaggio. Appena arrivati Hernando ringraziò Gonzalo e cercò di spiegargli la situazione, provarono ad informarsi al porto ma Camila e Nestor avevano usato passaporti falsi e non c’era modo di sapere dove fossero. Così Hernando, rifiutando le richieste di Rogelia di farsi vedere da un medico appena arrivato, decise di iniziare a cercarla all’indirizzo dove le scriveva prima che si sposassero per procura. Erano pochissime le probabilità che Camila fosse tornata dalla sua famiglia ma era necessario provare. Era pronto a tutto e Gonzalo capì in poche ore che quell’uomo avrebbe cercato anche fino in capo al mondo pur di ritrovarla.
I giorni passarono, Rogelia, Hernando e Gonzalo avevano delle stanze in un prestigioso Hotel della capitale ogni giorno cercavano nuove piste, ma nessuno sembrava aver visto Camila. Gonzalo aveva chiesto ad alcuni suoi contatti e conoscenti mostrando una foto della donna ma non c’erano riscontri.
Rogelia stava medicando Hernando e bendando le sue costole quando Gonzalo bussò alla sua porta.
“Don Hernando.” Lui accennò a un leggero sorriso. “State bene?” Lui non rispose.
“Gonzalo abbandoniamo le formalità stai facendo per me molto più di tante persone che ho conosciuto in tutta la mia vita. Il contatto di Nicolas ha risposto?” Gonzalo annuì. Hernando sembrò illuminarsi e si alzò di scatto avvertendo una tremenda fitta alla costola, riuscendo a malapena a mascherare sul volto il dolore.
“Indagando nelle compagnie peggiori, sembra che questo Nestor sia tornato ma nel periodo in cui non c’è stato le lotte di potere hanno invertito i ruoli delle bande e pare qualcuno si voglia vendicare di lui. Lo cercano in molti ma nessuno sa dov’è.” 
“E Camila?” sempre lo stesso dolore nel pronunciare il suo nome. Gonzalo scrollò la testa.
“Nessuno parla di una donna al seguito di Nestor. Ma non sono poi molti quelli che dicono di averlo visto, potrebbero mentire nessuno vuole immischiarsi negli affari di queste bande di criminali.” Gonzalo notò la tristezza sul volto di Hernando.
“Dalla servitù della sua casa natale sappiamo che non è mai tornata, in città nessuno sembra averla vista…ora questo…io…io non…” Gonzalo si avvicinò a lui.
“Hernando non è il momento per arrendersi. Alfonso forse non vi avrà raccontato tutta la mia storia ma ho vissuto tormenti e tragedie e pensavo anche io di aver perso tutto, tutto ciò che amavo tutto ciò per cui vivevo. Ma ho lottato con tutto me stesso perché avevo promesso a mia moglie che sarei tornato da lei, niente e nessuno me lo avrebbe impedito. Nemmeno la morte stessa.” Hernando guardava negli occhi di questo ragazzo così giovane e sembrava ritrovarci speranza. “Sento che per voi è lo stesso.”
“Camila è la mia ragione di vita.” Gonzalo gli restituì la foto che gli aveva lasciato. Ed Hernando la fissò a lungo. “Ora riposate, io manderò un telegramma  a mia moglie e domani ricominceremo. Dovessi bussare ad ogni porta dell’intera isola di Cuba.” Gonzalo sorrise e si alzò andando via. Hernando era seduto sul letto col petto fasciato, la mano  e la fronte ancora ferite.
“Sono così preoccupato per lei, Rogelia.” Rogelia conosceva bene tutti i pensieri di Hernando e sperava nel suo cuore che presto tutto si sarebbe risolto.
“Non dimenticate che dona Camila è forte. Molto forte.”
“Io non ne dubito Rogelia, ma è sola. Lei è sola. E Nestor…ucciderei quell’uomo con le mie mani.” Hernando strinse forte i pugni pieno di rabbia.
“Don Hernando riposate. Andrò a inviare il telegramma per la signorina Beatriz sapete che non è tranquilla se non le scriviamo spesso.” Hernando si calmò al sentir parlare di sua figlia e annuì ringraziandola. Rogelia uscì e lui restò solo con le sue paure e i suoi dubbi. E quella foto stretta a se…”Dove sei, amore mio?”
Non poteva sapere che nella stessa isola, Camila dormiva già stringendo al petto la foto di Hernando e Beatriz. La sola cosa che poteva calmarla al pensiero di cosa avrebbe fatto per uscire dalla situazione in cui si era cacciata.
§
“E i bambini?” Gonzalo aveva telefonato a Maria, dopo averla avvisata per lettera di ogni passo della loro ricerca, avevano concordato un giorno e Maria era alla locanda, ignara però che la donna che tanto Gonzalo e Hernando cercavano era proprio al suo fianco con il piccolo Beltran in braccio. Maria fece un cennò a Camila lasciandole la mano di Esperanza e le indicò di uscire in piazza, al termine della telefonata l’avrebbe raggiunta.
“Stanno bene, amore mio, gli manchi come a me. Gonzalo…devo dirti una cosa ho preferito non scrivertelo, c’è una persona che dobbiamo aiutare, l’ho incontrata in spiaggia e…”
“Maria sai benissimo che c’è il rifugio per i poveri in paese…” Maria sorrise fra sé e sé Camila le era sembrata tutto tranne che una persona povera.
“No lei…c’è qualcosa nel suo sguardo Gonzalo, è così disperata. Ho preferito tenerla a casa nostra fino al tuo ritorno sono sicura di scoprire come potremo aiutarla. E…” Gonzalo fermò Maria.
“A casa nostra? Maria…sei sicura che sia prudente? Noi non…”
“Non preoccuparti amore mio, vedessi con quanto amore si occupa di Esperanza e Beltran e poi è sempre con me. E’ solo una persona persa…mi ricorda…un po’ quando io ero senza di te.” Maria si fece improvvisamente seria ricordando il periodo più brutto della sua vita quando aveva creduto di aver perso suo marito per sempre. Gonzalo stava per confortarla con dolci parole d’amore quando vide arrivare Rogelia alla postazione telefonica dell’hotel.
“Tesoro, ne riparleremo al mio ritorno, sii prudente ora devo andare. Ti amo.” Maria lo saluto speranzosa di rivederlo presto. Dall’altra parte invece Gonzalo si ritrovò davanti ad una Rogelia molto preoccupata.
“Signore, mi perdoni, ma deve aiutarmi.” Gonzalo le fece cennò di continuare. “Don Hernando è di nuovo uscito solo in cerca di informazioni su donna Camila, e non so neanche se ha con sé il suo bastone. Lui deve riposare! Quando siamo partiti il dottor Moliner è stato categorico, doveva stare il più possibile a letto e non c’è nulla che riesca a fermarlo. Non si è nemmeno fatto visitare all’ospedale locale come aveva promesso alla sua famiglia. Sono preoccupata, è magro, pallido e la notte so che dorme a fatica forse per il dolore che finge di non provare…Dobbiamo costringerlo a riposare.”
Gonzalo aveva capito l’allarmismo di Rogelia e indubbiamente la governante aveva ragione, ma sapeva contro cosa stava lottando Hernando, con le sue paure più grandi di non rivedere più la sua sola ragione di vita. Passò qualche minuto, ma alla fine insieme a Rogelia trovarono un piano per obbligare Hernando a prendersi cura di lui.
§
Fu solo nel tardo pomeriggio di quel giorno che finalmente Hernando tornò in hotel, Rogelia e Gonzalo l’avevano cercato inutilmente per ore, e solo rivederlo aveva riempito di gioia Rogelia. Ma Hernando appariva stanco e sconvolto. Gonzalo lo trovò seduto nella sua stanza mentre Rogelia lo obbligava a mangiare ma lui era reticente e taciturno.
“Hernando, siete stato un pazzo ad uscire solo…” Hernando non rispose. “Avete scoperto qualche nuova informazione?” Ancora silenzio. Gonzalo guardò Rogelia portare via il vassoio, uscì lasciandoli soli. Dopo altri interminabili minuti…Hernando parlò.
“Ho incontrato una cameriera che lavorava nella casa dei genitori di Camila. E sembrava sapere molto su di lei…Mi ha chiesto se fossi pazzo a chiedere di Camila ovunque e io davvero…non capivo. Quando io e Camila abbiamo deciso di sposarci per procura ci siamo scambiati delle lettere ma di lei sapevo così poco…so così poco.” Disse con un tono triste. “Il mio amico Gabriel mi aveva detto solo qualcosa su di lei…quanto fosse bella, piena di vita, una moglie che tutti mi avrebbero invidiato.” Hernando sorrise fra sé e sé al pensiero di Gabriel, ricordò la conversazione con Nicolas quando lui aveva scoperto che Gabriel era il fratellastro di Camila…avrebbe dovuto parlarne subito con sua moglie invece ancora una volta aveva scelto di non farlo di rimandare…e poi era crollata la galleria…lui ferito…e Nestor. Dannato Nestor, pensò. E ora aveva ancora questo terribile dubbio, Camila sapeva di essere la sorella di Gabriel Mella, il suo più caro amico?
Gonzalo riportò Hernando alla realtà. “Hernando cosa vi ha detto? Perché non voleva che chiedevate di Camila?”
“Camila è accusata di omicidio a Cuba.” Gonzalo sbarrò gli occhi sconvolto. Tutto avrebbe pensato tranne che una cosa del genere. “io… io non…” Gonzalo sentì la voce di Hernando tremare, ma Dos Casas prese un lungo respiro e continuò. “Camila andò via dalla casa familiare poco più che ragazzina, Nestor la portò via come una qualunque proprietà così mi ha detto la cameriera. Nessuno la vide più tornare alla casa paterna. Nessuno. Lei andò a servire in varie famiglia e ora lavora in una locanda. Mi disse che poco meno di otto mesi fa ci fu uno scandalo che investì la famiglia Valdesalce…la famiglia di Camila…”
“E lo scandalo era…l’omicidio?”  Hernando annuì.
“Ma non ha nessun senso perché la denuncia fu fatta a nome di Nestor, fu lui a spargere la voce per tutta l’Avana che chiunque gli avrebbe riportato Camila avrebbe ricevuto una lauta ricompensa. Camila non farebbe del male a nessuno…lei è la persona col cuore più generoso che io abbia mai conosciuto.” Hernando tossì più volte e si piegò sotto gli occhi di Gonzalo.
“Hernando so che tutte queste informazioni non hanno alcun senso ora ma forse è così perché avete bisogno di riposare e di capire, io confido in vostra moglie e in voi. Vi ritroverete, ma per farlo dovete stare bene, e voi non state bene.“
“Come potrei smettere di cercarla? La mia vita non ha nessun senso senza Camila.” Hernando cercò di trattenere le lacrime ma tutte le informazioni che aveva avuto lo avevano profondamente sconvolto.
“Avete una sposa che ha bisogno di voi, e una figlia in Spagna. Dovete essere forte per affrontare ciò che sta per venire. La cosa migliore è che ora veniate qualche giorno a casa mia, è lontano da qui ma non molto in un giorno arriveremo con l’auto.” Hernando iniziò a scrollare la testa. “Andremo…” continuò deciso Gonzalo. “Io e Rogelia vi abbiamo visto peggiorare di giorno in giorno. Andremo vi riposerete, un medico vi visiterà, e torneremo qui appena starete meglio. Ve lo prometto.”
“Non posso andarmene via da qui. Camila potrebbe…”
“Non abbiamo la minima idea di dove sia, e non lo dico per ferirvi ma dobbiamo riordinare le idee e forse quello che voleva dirvi la cameriera è che state dando troppo nell’occhio, non possiamo correre rischi con la banda di Nestor. Conoscerete mia moglie, mia figlia…Beltran, i nipoti di Emilia. Vedrete Hernando in pochi giorni starete bene. E troveremo Camila, vi ho promesso che l’avremmo fatto e sarà così.” Hernando dopo vari istanti in silenzio. Annuì. Era vero si sentiva continuamente sul punto di svenire ma più di tutto doveva riordinare tutte le sue idee.
“E’ stata Rogelia vero?” chiese Hernando sorridendo. Gonzalo annuì. “Quante volte sarei stato perduto senza le sue attenzioni.”
“Anche io ho avuto persone che si sono ben prese cure di me, siamo fortunati Hernando!” Gonzalo sorrise uscendo lasciandolo solo Hernando. Quanti dubbi avevano suscitato le ultime vicende in lui, ma nulla mutava la sola certezza della sua vita: l’avrebbe riportata a casa a qualunque costo e non aveva intenzione di fermarsi davanti a niente e nessuno.
§
Fu solo qualche giorno dopo che Maria ricevette la lettera di Gonzalo sul suo ritorno imminente con Hernando, ne era felice ma sapeva che l’arrivo poteva essere quel giorno stesso perché le missive viaggiavano lentamente a Cuba, e l’Avana non era poi così distante da casa loro. Camila era pronta per andare alla scuola del paese, le piaceva aiutare Maria e i bambini e soprattutto la teneva occupata. Si sentiva meno in debito nei confronti di Maria e della sua famiglia.
“Forse è meglio se questa sera lascio casa tua, Maria.” Camila rispose così quando Maria la informò del ritorno di suo marito e di un ospite.
“Non se ne parla Camila, la casa non è grande ma ci sono stanze a sufficienza inoltre voglio aiutarti anche se ancora tu…” Camila abbassò lo sguardo; ogni volta che Maria tentava di indagare lei si chiudeva, come se fosse un riccio impaurito, così anche questa volta lei lasciò correre. “Tu resti qui.” Le disse sorridendo dandogli la torta che avevano preparato per i bambini a scuola. Camila sorrise e uscì accompagnata da Esperanza. C’era una solta di pace nella routine che viveva da quando era con Maria e i bambini. Pensava sempre a Hernando e Beatriz ma saperli in salvo lontano da Nestor le bastava. La tormentava però l’immagine di Hernando distrutto per il suo abbandono…o forse se ne sarebbe fatto una ragione?
“Camila, andiamo in spiaggia oggi?” chiese Esperanza che saltellava al suo fianco, allontanandola dai suoi triste pensieri. Lei sorrise dicendole di si, dopo la scuola senz’altro sarebbero andati in spiaggia.
§
Era passata da poco l’ora della merenda, Esperanza era tornata dalla passeggiata sulla spiaggia, Camila aveva preferito restare qualche istante in più adorava il tramonto, quando poco dopo Maria adagiò Beltran nella sua culla, corse alla porta sentendo dei rumori, Gonzalo era finalmente a casa! Si gettò tra le sue braccia felice, le erano sembrate interminabili quelle settimane. Lo baciò curandosi ben poco delle persone che lo accompagnavano. Quando si ricompose e si voltò a guardare bene gli ospiti, Maria divenne improvvisamente pallida. Era lui. L’uomo della foto di Camila. Era davvero lui…la donna che lui cercava…l’uomo che poteva porre fine ai tormenti di Camila…Gonzalo osservò sua moglie diventare improvvisamente taciturna.
“Hernando questa è mia moglie Maria Castagneda figlia di Alfonso e Emilia come ben sapete, Maria lui è il signor Hernando dos Casa e la sua governante, Rogelia.” Gonzalo li indicò entrambi. Hernando si appoggiava a Rogelia e al bastone, il viaggio in auto non l’aveva aiutato stare per molte ore seduto aveva compromesso ancora una volta la guarigione delle sue costole schiacciate. Così Rogelia si scusò e chiese di fargli vedere la stanza dove Don Hernando potesse riposare. Mentre Gonzalo li accompagnava, Maria andò a prendere un bicchiere d’acqua e si sedette al tavolo del suo soggiorno.
“Non è possibile…” Gonzalo tornò baciandole la fronte.
“Cosa non è posssibile, amore mio?” Gonzalo si verso da bere stanco dal viaggio. Maria si alzò di scatto guardandolo.
“io so dov’è sua moglie!” Gonzalo per poco non si strozzò. “Si Gonzalo! La storia che mi hai raccontato io non potevo saperlo ma…è Camila vero? Il nome della moglie di Don Hernando è Camila?”
Gonzalo annuì ancora più sconvolto. “E’ lei la donna che ho trovato in spiaggia e ho portato qui…la donna che ti dicevo…”
“Maria non può essere andiamo è una follia, come è possibile!”
“Non lo so Gonzalo, ma Camila ha una foto io, io ho visto la foto di don Hernando con sua figlia. E’ lui…” Gonzalo consapevole che forse finalmente poteva esserci un po’ di speranza per Hernando chiese a Maria di seguirlo andarono subito nella stanza dove Hernando stava tentando di riposare. Bussarono ed entrarono incapaci di trovare il modo di spiegare ad Hernando cosa stava succedendo.
“Hernando potete darmi la foto di vostra moglie per un istante.” Hernando non capiva perché Gonzalo gli aveva fatto una richiesta simile ma fece un cennò a Rogelia. La governante prese la foto e la diede a Gonzalao, lui si voltò per farla vedere a  Maria. “E’ lei, tesoro?”
“Potete spiegarmi cosa sta succedendo? Lei? Lei chi?” Hernando attonito li guardava.
Maria si asciugò quasi una lacrima commossa al pensiero di tutto il dolore che aveva letto negli occhi di Camila in quei giorni.
“Don Hernando, vostra moglie..vostra moglie è sulla spiaggia poco distante da casa nostra. Io…non so come…” Ma non ci fu tempo per molte parole o sorrisi o abbracci. Rogelia gettò per terra la camicia che reggeva e si portò le mani sul volto in lacrime. Hernando dimenticò il bastone, dimenticò la stanchezza che sentiva, o il dolore delle costole…Camila era a pochi passi da lui e non ci sarebbe stata persona o dolore che l’avrebbe fermato. Nulla. Corse, corse più veloce che potè , con tutte le sue forze…finchè arrivato all’inizio della spiaggia la vide, di spalle, seduta quasi vicino all’acqua, era così bella che faceva male guardarla. Era lì. L’aveva trovata. E ogni passo lento verso di lei era la certezza che finalmente il suo cuore riprendeva a battere.
§
Camila andava quasi tutti i giorni a guardare il tramonto, adorava la pace e la serenità di quel momento. Stare con Esperanza e Beltran le aveva ricordato con quanto desiderio avrebbe voluto avere dei bambini da Hernando. Quanti progetti lei aveva nel suo cuore per loro prima dell’arrivo…no, no non voleva rovinare questo momento con il pensiero di quel mostro. Chiuse gli occhi immaginando di essere ancora a Puente Viejo, di risvegliarsi tra le braccia di Hernando, erano state così poche le volte in cui il calore del suo abbraccio era stato il suo buongiorno, gli mancava ogni cosa di lui, il suo sorriso, la sua dolcezza, il modo in cui dolcemente le sfiorava ogni centimetro di pelle. L’aveva amato come mai avrebbe creduto e l’avrebbe amato per sempre. Nel mondo in cui si rifugiava quando il dolore era opprimente, lì avevano un bellissimo bambino, un bambino che ave a reso Beatriz felice ma ancora di più Hernando dandogli una nuova possibilità di essere padre. Solo in quel modo trovava la forza di andare avanti lì a Cuba, ma cosa avrebbe dato per un’ultimo bacio, un’ultima carezza. La brezza dell’oceano le fece rabbrividire la pelle. Sperava solo che in fondo al suo cuore Hernando sapesse o col tempo imparasse a capire che il suo non era stato un abbandono ma un sacrificio d’amore, senza Hernando la sua vita non aveva senso. Lui l’aveva salvata da Nestor senza nemmeno saperlo, lui l’aveva aiutata ad andare via dall’incubo più grande della sua vita… Lui…E mai avrebbe potuto dirgli grazie per questo. Se solo…

Camila.”   

Camila sbarrò gli occhi. C’erano infiniti suoni al mondo, e moltissime persone l’avevano chiamata per nome, ma solo lui aveva quella voce, il modo in cui diceva il suo nome, che ogni volta la faceva rabbrividire. Si voltò e lui era lì. Davanti a lei. Era forse il suo mondo diventato improvvisamente reale?
Hernando si gettò in ginocchio vicino a lei e l’abbracciò forte a se. “Dio mio Camila, dimmi che stai bene. Ti prego.” Camila non riusciva a parlare si rifugio nella sua spalla e iniziò a piangere senza potersi fermare. Lui si allontanò per guardarla bene negli occhi, le sue mani stringevano le sue guance, entrambi increduli e in lacrime.
“Sei proprio tu?” disse a bassa voce Camila commossa. Lui sorrise e la strinse di nuovo a sé aveva bisogno di sentire che era lì che era lei, che stava bene e per nulla al mondo l’avrebbe lasciata andare. “Credevo di averti perso per sempre.”
“Mai amore mio, mai. Lotterò sempre per tornare da te, non riuscirai a liberarti di me.” rispose Hernando cercando di sorridere. Camila allora notò che Hernando faceva molta fatica a respirare, e lui stesso iniziò a tossire.
“Hernando, stai bene? Che ti succede?” Hernando sorrise guardandola e accarezzandole il viso.
“Non potrei stare meglio, mia moglie è con me. Tutto il resto non ha alcuna importanza.” Hernando senza quasi accorgersene appoggiò il suo peso su Camila. Le forze davvero lo stavano abbandonando il viaggio, le ricerche l’arrivo a casa di Gonzalo, la corsa. “Non preoccuparti Camila, ho attraversato un oceano per riaverti, non sarà…” non riuscì a finire la frase perché Hernando perse i sensi davanti a lei, Camila iniziò a cullarlo sul suo petto cercando di aiutarsi per non farlo cadere. Gridò aiuto e sapeva che Gonzalo l’avrebbe sentita la casa era poco distante… Non poteva fare altro che stringerlo al suo petto, aveva davvero attraversato un oceano per venire da lei anche se lei l’aveva lasciato andare?

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3
Casilda, Trinidad (Cuba)

Camila era rimasta nella stanza dove Hernando dormiva, da quando si era sentito male sulla spiaggia erano passate varie ore. Gonzalo aveva chiamato il dottore del paese e lui stesso si meravigliò di come Hernando avesse affrontato un viaggio tanto difficile con delle ferite ancora da guarire. La sola cosa che raccomandò e di non farlo muovere per una settimana così da permettere alle sue costole di guarire completamente senza compromettere i suoi polmoni. Ma Hernando non aveva ripreso conoscenza, il dottore assicura che era solo dovuto all’infinito sforzo che il suo corpo aveva affrontato e Camila così sperava. Era lì al suo fianco, gli accarezzava dolcemente la guancia e stringeva al suo petto la sua mano. Aveva attraversato un oceano per cercarla e la sola idea del dolore che aveva provato la commuoveva.
“Dona Camila, la cena è pronta il signor Gonzalo e la signora Maria la stanno aspettando.” Camila si voltò a guardare la sua dolce e buona Rogelia e sorrise.
“Si scusi con loro da parte mia, mi basterà un piatto caldo qui non ho nessuna intenzione di andarmene.” Si voltò a riguardare Hernando.
“Permettetemi, avete bisogno anche voi di riposare il signore sta bene avete sentito il dottore.” A Camila era mancata la calma e la tranquillità con cui Rogelia si prendeva cura di tutto spesso anche di lei.
“Lo so, ma non voglio lasciarlo solo nemmeno un istante.” Rogelia annuì andando verso la porta. “Grazie.” Camila si alzò andando verso la governante e prendendole le mani. “Grazie per esservi presa cura di lui, so che mai avreste acconsentito a questo viaggio ma pur di non lasciarlo solo…avete obbedito.”
“Non l’ho fatto solo per questo, l’ho fatto anche per voi dona Camila. Io ricordo quanta angoscia avevate negli occhi negli ultimi tempi ai Manantiales…Quell’uomo…” Camila fece un cenno con la testa a Rogelia, non voleva parlarne.  “Non sarebbe mai guarito senza di voi.” Camila abbracciò Rogelia in lacrime e la lasciò uscire. Tornò al fianco di Hernando adagiandosi lentamente al suo fianco.
“Amore mio, svegliati ti prego.” Gli diede un bacio sulla guancia e restò lì ad ascoltare il suo respiro, la sola cosa di cui aveva bisogno.
§
Maria e Gonzalo riempivano di attenzioni Camila e con molta discrezione cercavano di non riempirla di domande sapevano che non era il momento per farlo. La sola cosa che importava a tutti era che Hernando si svegliasse. Così Maria e Gonzalo cercarono di riprendere la loro vita di ogni giorno ben felici del prezioso aiuto di Rogelia che era entusiasta di occuparsi della casa e dei piccoli di casa.
Passarono due giorni, di veglia e di silenzio in cui Camila non abbandonava il letto di Hernando, sfinita quella notte si appoggio sulla per riposarsi un po’, ogni giorno si sentiva sempre più stanca ma non voleva andare nella sua stanza così si adattava pur di continuare ad occuparsi dell’uomo che amava. Hernando aprì lentamente gli occhi sentendo un leggero fastidio al dorso, la fasciatura nuova era ben stretta, voleva muoversi ma quando aprì completamente gli occhi vide tutto ciò di cui aveva bisogno e restò lì a guardarla. I meravigliosi capelli di Camila, la sua pelle così delicata, le sue labbra che tanto amava, le mani che tante volte avevano toccato il suo corpo, era lì. Era davvero lì. L’aveva ritrovata. Si sentiva fortunato e terrorizzato allo stesso tempo. Sapeva che appena lei si fosse svegliata dovevano affrontare tutte le conversazioni nascoste fin ora. E non era pronto. Sarebbe stato tutto così semplice se il loro passato non fosse sempre sul punto di distruggerli.  Continuava a fissarla incapace di smettere. L’amava, Dio se l’amava, era come se improvvisamente il suo cuore avesse ripreso a battere, e il respiro di Camila scandiva ogni battito.
La fissò per quasi un’ora quando Camila girandosi sulla sedia e aprendo gli occhi finalmente incrociò il suo sguardo. Camila pensò di sognare, ma quando Hernando le sorrise dolcemente capì che non era un sogno. Si avvicinò a lui tanto da prendergli le mani quasi incapace di toccarlo di più per paura di fargli del male.
“Non ricordavo quanto eri bella, ogni mio ricordo non ti rende giustizia.” Camila voleva stringerlo a sé ma era come immobile capace solo di piangere. “Non mi romperò se mi abbracci…” Camila rise e lentamente si adagiò su lui abbracciandolo. “Stai bene?” Hernando le sussurrò nell’orecchio non poteva vedere gli occhi di Camila ma lei continuava a piangere.
“Dovrei chiederlo io a te, Hernando come ti è venuto in mente di venire qui…” si staccò di lui con un’aria di rimprovero ma anche di disperazione. “Se fossi morto…Sei completamente pazzo.”
“Camila…Ho sentito tutto.” Camila restò pietrificata. Sapeva a cosa si riferiva, a quando gli aveva detto addio a Puente Viejo convinta che lui non potesse sentirla.  “E sarei andato ancora più lontano pur di riaverti…e di capire.” Sapevano entrambi che il momento della verità sarebbe arrivato ma Camila si sentì quasi soffocare ripensò a tutte le minacce di Nestor, a come lui voleva porre fine alla vita di Hernando…Camila si portò una mano sul petto come se le mancasse il respiro, ma in realtà il ricordo più atroce delle mani di Nestor sul suo corpo la stava straziando. Si alzò e uscì di scatto in lacrime…correndo fino a raggiungere la spiaggia per cercare di respirare di nuovo e di capire come raccontare ad Hernando tutti gli orrori, le bugie…e i sacrifici.
Hernando restò immobile, sapeva che non sarebbe stato facile sua moglie gli nascondeva qualcosa di tremendo e lo poteva vedere nei suoi occhi quanto tormento aveva. Avrebbe voluto proteggerla da tutto anche da se stessa. Ma sapeva che era difficile farlo. Solo insieme potevano superare questa ennesima prova, avrebbe aspettato tutto il tempo di cui Camila avesse avuto bisogno, avrebbe rispettato il suo silenzio anche se il non sapere lo uccideva, tutto pur di rivederla sorridente come l’aveva conosciuta…la sua testarda Camila, che non si era mai arresa con lui. Avrebbe fatto lo stesso. Senza dubbio. Per lei.
§
Anche se era tardi la notizia del risveglio di Hernando si era sparsa nella casa, i bambini già dormivano ma Gonzalo e Maria si alzarono felici di poter vedere i miglioramenti che stava facendo.
“Con tutte le cure che Camila vi ha dato in queste ore non poteva essere altrimenti.” Maria sorrise avviandosi verso la porta con Gonzalo. “E dove è andata ora?” Hernando sorrise appena. Gonzalo fece cenno a Maria di uscire e di lasciarlo riposare. Rogelia si avvicinò a Don Hernando chiedendo se avesse bisogno di qualcosa ma lui scrollò la testa.
“Avete visto Camila, Rogelia?” Lei risposte di non averla vista in casa e uscì lasciando Hernando pensieroso. Ma la sua pena per sapere di Camila durò poco quando ormai l’intera casa dormiva lei entro nella stanza senza dire nulla, andò a sdraiarsi sul letto accanto ad Hernando e lo fissò a lungo senza parlare. Lui le baciò la fronte appoggiandosi dolcemente a lei.
“Sei al sicuro, amore mio.” Camila chiuse gli occhi e si addormentò. E per la prima volta da quando quella storia terribile era incominciata…Camila non fece incubi quella notte.
§
Quando Hernando si svegliò la mattina dopo, Camila era già entrata con il vassoio della colazione, si era cambiata indossava uno splendido vestito bianco che la rendeva radiosa. La guardò a lungo lei non sapeva che lui era sveglio…così Hernando decise di dimostrarle che non era più sola.
“Quando Gabriel mi parlò per la prima volta di te mi sembrò una follia la sola idea di risposarmi, avevo amato molto Manuela ma la sua perdita e quella di Damian erano state insopportabili, non provavo nulla da molto tempo l’unica gioia della mia vita era vedere Beatriz da lontano alcune volte, Gabriel faceva in modo di portarla a Madrid e io da lontano nel cafè con lui la guardavo e fu in uno di quei momenti che mi parlo di te.” Camila si fermò dando le spalle a Hernando. “Insisteva, insisteva così tanto su quanto fossi bella e premurosa, diceva che io ero troppo burbero per chiunque ma non per te perché eri la persona più ostinata che avesse mai conosciuto. Ora so perché ci teneva così tanto…Perché non eri solo una conoscente Camila.” Lei si volto a guardarlo completamente assorta nel suo racconto. “So che è tuo fratello. Non è così? Ho ricordato tutte le nostre conversazioni su di te e ora tutto ha un senso…” Camila si avvicinò sedendosi sulla sedia accanto al letto di Hernando e lasciando stare la colazione.
“Come….?” Ma Hernando le prese la mano. “Posso spiegarti.”
“Sono pronto ad ascoltarti Camila, niente più bugie.” Camila annuì perdendosi nei meravigliosi occhi di suo marito.
“Gabriel Mella era mio fratello da parte di padre. Nessuno doveva saperlo lui non mi riconobbe la cosa avrebbe gettato scandalo sulla sua famiglia.” Hernando emise un lunghissimo sospiro sapeva che ciò che gli aveva detto Nicolas era vero ma sentirlo da Camila gli aveva provocato un vero shock. Gabriel il migliore amico che avesse mai avuto, la persona alla quale aveva affidato la vita di Beatriz. “Gabriel lo scoprì e da subito fu un appoggio per me. Si comportò come un vero fratello con me, era come se fossi davvero la piccolina di casa per lui. Finchè un giorno non si trasferì in Spagna e io dovetti continuare la mia vita qui senza lui…” un velo di tristezza apparve sul viso di Camila.
“Gabriel non mi aveva mai accennato ad una sorella…” Camila si asciugò una lacrima.
“Ci scrivemmo ma non molto e non fu facile per me, fu solo dopo molti anni quando capì che qualcosa non andava nella mia vita che lui tornò per aiutarmi. Per salvarmi…” Improvvisamente Hernando si fece  serio.
“Nestor.” Camila rabbrividì a sentire Hernando pronunciare quel nome. 
“Mi parlò spesso di te di quanto eri nobile, onesto, trovò in te la soluzione di ogni mio problema, sposandomi per procura. ”
“Eri così disperata?” Camila non riuscì a trattanere le lacrime, annuì.
“Gabriel era sicuro che tu saresti stato la mia salvezza e io avrei potuto aiutarti a curare le tue ferite…così accettai perché lui era stato l’unico in tutta la mia vita che si era preso cura di me. E così attraversai l’oceano per venire da te. Come tu hai fatto ora.” Hernando le asciugò con il pollice le lacrime.
“Perché non me l’hai detto Camila? Perché non dirmi di Gabriel? ” Camila sapeva che Hernando era molto turbato dalle sue rivelazioni.
“Hernando, quando ci siamo conosciuti tu eri…non sapevo nulla di te se non quello che ci eravamo scritti nelle lettere. Eri così cupo, imperturbabile, non ho potuto….voluto farlo. Volevo proteggere il mio passato, o forse semplicemente volevo cancellare un incubo che avevo vissuto, ricominciando con te.”
“Camila, ma io e te abbiamo imparato ad amarci, avresti dovuto dirmelo. So che non sono stato un marito facile all’inizio ma…” Camila si ritrovò ancora una volta a piangere e strinse forte la mano di Hernando sul suo petto.
“Ti prego Hernando perdonami.” Diede un bacio sulla mano di suo marito.
“Camila tu non sei sola, non devi affrontare tutto da sola. Non c’è bisogno di alcun perdono, ma ti supplico amore mio devi lasciarmi entrare in questo passato che tanto ti terrorizza.  So che sono stato il primo a non farlo ma tu non hai smesso un solo giorno di lottare contro la mia corazza. E io farò lo stesso. Insisterò finchè non capirai che io sono con te, che nulla del tuo passato può spaventarmi. Io ti amo Camila, e tutto ciò che hai vissuto ti ha resa ciò che sei ora e io sono fiero di avere al mio fianco una donna meravigliosa come te…”
“Hernando io non…Io volevo solo proteggerti.”
“Permettemi che sia io a proteggerti ora, non devi scappare, tantomeno da me. Ricordi la nostra promessa? Contro tutto e tutti, insieme saremo felici.” Camila si alzò allontanandosi da lui andando verso la finestra,
“Ho creduto di averti perso per sempre.” Hernando poteva vedere i singhiozzi guardando la schiena di Camila e odiava restare immobile in quel letto. “Il giorno che ho lasciato i Manantiales pensavo di essere morta. Non provavo alcun dolore, nessuno. Lasciare te è stato più doloroso di qualunque cosa mi abbia mai fatto Nestor.”
“Ma io sono qui ora, e tu sei con me. Guardami Camila.” Lei lentamente si voltò a guardarlo.
“Ti amo così tanto…” Camila si lasciò sfuggire quasi in un sussurrò. Poi andò da lui e lo baciò a lungo con disperazione e passione ed Hernando la strinse a se accarezzandole la schiena dolcemente.
“Sono qui, e non ti lascio.” Hernando la baciò ancora continuando a ripeterglielo.
“Ora più che mai sono sicura che Gabriel aveva ragione, forse siamo davvero fatti l’uno per l’altra e forse davvero tu sarai la mia salvezza.” Camila sfiorò dolcemente la guancia di suo marito.
“Tu sei stata la mia, hai portato luce dove c’era solo oscurità.” Hernando la baciò appena lentamente. Così stretta a lui Camila si sentiva più forte.
“Lui ti ha costretto a partire vero?” Hernando con il suo sguardo la stava supplicando di dirgli la verità aveva bisogno di mettere a tacere tutti i suoi dubbi.
“Voleva uccidervi tutti, per vendicarsi di me.” Camila posò la mano sul petto di Hernando ricordando il suo terribile incidente nella galleria. “E’ stato lui a provocare quel dannato incidente. Lì ebbi la prova che mai si sarebbe fermato nemmeno questa volta.”
“Maledetto” disse Hernando furioso.
“Ricordi quando ti dissi che dopo che partì Gabriel non fu facile? Ero solo una ragazzina e non c’era più nessuno a proteggermi. Quando conobbi Nestor lui era un uomo e non so come riuscì a conquistarmi, ero così stupida non sapevo nulla di questa vita, per qualche tempo sembrava tutto perfetto o forse io lo credevo. ” Hernando era disgustato al solo sentirla parlare di lui, ma Camila gli stava aprendo il suo cuore e lui non poteva tirarsi indietro. “Un giorno per caso scoprì che era sposato, e che era un assassino che aveva legami con la gente peggiore di Cuba e io provai a liberarmi di lui ma non trovai modo. Ero sola e chiunque aveva paura di lui. Tutto divenne un incubo, ogni ora di ogni giorno. Fu quando Nestor uccise sua moglie, la madre di sua figlia, che capì che un giorno avrei potuto fare la stessa fine. In fondo ero una sua proprietà e prima o poi a nulla sarei servita.” Camila aveva continuato il racconto con una calma raggelante. Fissava il vuoto mentre descriveva ad Hernando gli anni bui a Cuba. “Gabriel lo scoprì e lì decise di aiutarmi.”
“Portandoti da me. E scappando da lui.” Camila annuì.
“Ma prima di andare via riuscì a simulare la morte della figlia di Nestor, la piccola Belen. Lei rimase nella casa con me dopo la morte di sua madre e non potevo permettere che lei come me crescesse in quell’inferno. E nel peggiore dei casi se Nestor avesse sbagliato qualcosa nei suoi terribili affari poteva ritorcersi tutto su di lei. Belen meritava di più. Con l’aiuto di un amica e di Gabriel ingannai Nestor e gli feci credere di averla uccisa.” Hernando capì improvvisamente le parole di quella donna che incontrò a L’Avana.
“Per questo è venuto a cercarti ha scoperto che dov’eri e voleva riavere…”
“…sua figlia si. Io mi sono imbarcata per venire da te molto in fretta dovevo fuggire il prima possibile e con me anche lei. Quando Nestor è apparso a Puente Viejo non potevo credere ai miei occhi…Il passato era tornato per distruggere…la cosa più bella che avevo.” Solo dicendo questo Camila smise di guardare per terra e si mise a guardare Hernando. “Voleva togliere a me ciò che lui era convinto io avessi tolto a lui…e lui quasi ci è riuscito…“
“No, no. Camila Ascoltami non è riuscito in nulla. Sono vivo e tu sei tra le mie braccia.”
“Non finirà mai Hernando…”
“Perché dici questo Camila?” Hernando era allarmato guardando Camila improvvisamente nervosa e triste. “E’ questo il motivo per cui sei arrivata fin qui, trovando per caso Maria e Gonzalo?” lei annuì.
“Mi ha riportato nella stessa terribile casa dove coi suoi uomini era impossibile uscire e lui…” Camila sentiva che non sarebbe mai riuscita a dire certe cose ad Hernando il solo pensiero le spezzava il cuore. “Mi starà cercando ancora. Non finirà davvero, sarà un incubo…per sempre.”
“Camila come sei arrivata da l’Avana fin qui?” Camila aveva un valido motivo che l’aveva spinta a fare tutto questo ma non aveva le forze per continuare a parlare si sentiva così esausta.
“Ti avevo perso, e non m’importa di me. Non ti avrei rivisto ed ero pronta a vivere il resto della mia vita nell’oblio ma poi…qualcosa…Io…sono fuggita. Conosco bene quel posto e non sono più una ragazzina. Sono fuggita e sono arrivata fin qui. Ma lui verrà. Lui mi troverà sempre. Mi perseguiterà per il resto della vita.” Camila iniziò a singhiozzare ed Hernando allora la adagiò su di se lasciandola piangere a dirotto senza più farle domande cullandola come una bambina. Aveva sopportato così tanto e così sola. Si, la sua Camila era forte, ma tutti prima o poi si spezzano. Il dolore che le leggeva negli occhi, vederlo, sentirlo, era insopportabile. Non era stato capace di proteggere la persona che più amava al mondo. L’avrebbe ucciso con le sue stesse mani solo per il fatto di averla fatta soffrire.
“Va’ tutto bene amore mio, Nessuno ti farà del male finchè resterai tra le mie braccia te lo prometto.” Camila continuò a piangere avvolta nell’abbraccio della persona che più amava al mondo, sua salvezza, suo marito, sua ancora nel dolore, ciò che l’aveva tenuta a galla era lui, per lui aveva lottato e per lui continuava a vivere e per la speranza che un giorno il presente e il futuro sarebbero stati liberi dalle nubi del passato..

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