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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
UNO
Salve a tutti!
Questo è
un annuncio per tutti quelli che seguivano la mia ff precedente:
AMORI E SEGRETI AD HOGWARTS. La storia è stata sospesa
perché dopo averla riletta ho capito che non mi piaceva come
l'avevo scritta. Essa è infatti frutto di una me ancora
troppo
poco esperta e con capacità narrative ancora non del tutto
sviluppate. Ho deciso quindi di riscriverla da capo, cambiandola (gli
avvenimenti saranno gli stessi che avevo cominciato ad introdurre
nell'altra, quindi tranquille non mando a monte nulla) e allungandola.
Cambierò solamente la parte che riguarda l'innamoramento di
Lily
e James, tagliando alcune scene e aggiungendocene di nuove, mantenendo
però sempre in campo l'idea di Malfoy e Piton che avevo
cominciato a sviluppare nell'altra storia. Spero che questa nuova
fanfiction vi piaccia e se possibile più dell'altra
e spero
anche che non me ne vorrete a male per questa pazzia. Vi assicuro che
tratterò questa nuova versione con maggiore impegno ed
attenzione. Un bacio a tutte quante, buona lettura...
PROLOGO
Lily Evans. Sedici anni. Prefetto.
Lunghi capelli mossi e rossi come la fiamma di una candela.
Grandi occhi verdi scuri come una pozza d'inchiostro.
Studentessa modello al suo sesto anno alla scuola di magia e
stregoneria di Hogwarts, una delle più prestigiose di tutto
il
mondo magico.
Pelle chiarissima, diafana, qualche lentiggine sulle gote di porcellana.
Uno stuolo di ragazzi dietro, senza dimenticarci di...
-Potter, si può sapere cosa stai facendo?-
-Cosa credi che stia facendo?-
-Ah non lo so, non sono io a pedinare la prima persona che mi capita
davanti quando esco di camera la mattina-
-Ma tu non sei la prima persona che mi capita davanti-
Sospiro, alzando gli occhi al cielo.
-Avanti, Potter, sputa: di cosa hai bisogno?-
-Sicura di volerlo sapere?- domanda sfoderando uno dei suoi tipici
sorrisetti sghembi.
Lo odio quando fa così.
Affretto il passo, distanziandomi da lui di qualche metro sperando che
afferri il messaggio.
-Liily? Dove vai?-
Ok, come non detto.
-A lezione Potter, come ogni essere umano qua dentro-
-E c'è bisogno di tutta questa fretta? Rilassati, stai col
ragazzo più bello di tutta la scuola, goditi questi momenti,
Lumacone può aspettare- dice, raggiungendomi.
Questo è davvero troppo.
-Forse non sono stata abbastanza chiara l'ultima volta quando ti ho
detto di lasciarmi
perdere-
-Oh, sei stata chiarissima- esclama lui, sorridendo.
Ok, è piuttosto irritante.
-Bene, ne sono contenta. Allora vedi di collegare le orecchie al
cervello e di allontanarti, non mi piace averti così
appiccicato, mi metti i brividi-
-Wow, addirittura? E che sono?- esclama girandosi a guardarmi sempre
con quel suo sorriso limpido stampato sulle labbra -Sapevo di fare un
certo effetto sulle ragazze, ma non credevo di essere capace
addirittura di farti venire i brividi!-
Alzo gli occhi al cielo, irritata.
-Forse non hai capito, Potter. I brividi mi vengono per il ribrezzo, ed
ora, se non ti dispiace, sparisci!-
-Sì sì dicono tutte così-
-Potter, che cosa precisamente della parola "sparisci" non ti
è chiara?-
-Dai, non essere sempre così acida, che fastidio ti do?-
-Che fastidio mi dai? Intendi oltre al rompermi continuamente le
scatole, pedinarmi, pavoneggiarti come se fossi il leone della savana e
urtarmi i nervi con le tue stupide battutine? Nessuno, immagino-
-E dai, non fare l'esagerata-
-Potter, sto perdendo la pazienza. Quando dico sparisci intendo
sparisci dalla mia vista all'istante o sei nei guai, chiaro?-
-Wow, che caratterino, svegliata male 'sta mattina?-
-Ogni risveglio è un incubo ormai, se so che ti
troverò fuori dal mio dormitorio ad aspettarmi tutte le
mattine-
-Usi parole grosse, non ti rendi conto di quello che dici. Milioni di
ragazze darebbero l'anima per avere il privilegio che hai tu-
-L'unico privilegio che potrei avere in questo momento è il
vederti sparire nel nulla per ritrovarti appeso alla torre di
Grifondoro fino alla fine dell'anno- rispondo, acida.
Apre la bocca per ribattere, ma non gli do neanche il tempo di parlare
che riaffretto il passo e mi allontano. Merlino, quant'è
insopportabile. Possibile che non capisca quanto sia fastidioso?
-Lily!-
Oh, no ti prego, fa che non ricominci!
-Lily aspettami, dai-
Sbuffo, allungando il passo nella speranza di seminarlo.
-Che fai, non ci senti?-
Avanti, Lily, non ci fare caso, ora la smetterà, tu continua
dritta per la tua strada.
-Liliy!-
Grr, accidenti a lui, si deve mettere pure a urlare in mezzo al
corridoio adesso? Che vergogna.
-Lily!-
Ma perché continua? Si diverte?
Mi giro un attimo a guardarlo, furiosa.
-Potter smettila di urlare come una Mandragola, sei irritante-
-Sono costretto a farlo visto che tu non mi senti-
-Solo un sordo non ti sentirebbe, oppure qualcuno provvisto di una
buona dose di volontà, Potter!-
-E allora perché non ti fermi?-
-Semplice, cerco di stare il più lontano possibile da te-
-E perché mai?- esclama lui, e sta volta sembra sinceramente
sorpreso.
Mi risparmio la fatica di rispondergli, anche perché per
colpa
sua sto facendo tardi alla mia lezione di pozioni, e mi rigiro,
riprendendo a correre.
Lo sento dietro di me che affretta il passo per raggiungermi, ma io
sono più veloce di lui e mi fiondo dentro alla seconda aula
sulla destra richiudendomi con un tonfo la porta alle spalle. L'aula
è piena di ragazzi che chiacchierano allegramente, in piedi
o
seduti sui banchi. Segno che il professore non è ancora
entrato.
Sollevata tiro un sospiro di sollievo e raggiungo il banco dove sta
seduta Agata, la mia migliore amica. Un attimo dopo si sente il tonfo
della porta che si riapre e Potter fa il suo trionfale ingresso in
classe guadagnandosi l'approvazione di una miriade di ragazze e il
disappunto da parte mia. C'era bisogno di fare tutto quel baccano?
Sempre il solito.
-Ciao Lily, finalmente sei arrivata- dice la mia compagna di banco
voltandosi a guardarmi.
-Ho avuto un piccolo
contrattempo- rispondo, e so che lei capirà a cosa mi
riferisco.
Poggio la mia borsa sul banco e comincio a tirarne fuori il contenuto
quando sento una presenza raggiungermi alle spalle e non faccio neanche
in tempo a girarmi che già ne riconosco il proprietario.
-Lily, ma che fai scappi?-
Alzo gli occhi al cielo, raddrizzandomi e girandomi a guardarlo con un
sorrisetto poco sincero.
-Sì Potter, scappo. Scappo da te!-
-Da me?- ripete aggrottando le sopracciglia.
Sospiro, chiedendomi per quale motivo gli risulti così
difficile
carpire il significato di un enunciato talmente semplice. Sto per
rispondergli qualcosa di poco carino quando per fortuna entra
il classe il professor Lumacorno levandomi dall'impegno
di spiegare a Potter i più svariati significati della
parola:
"evapora".
-Avanti ragazzi, tornate tutti a posto, su su-
Potter si gira, vede entrare i suoi amici e li raggiunge all'istante,
non senza avermi prima lanciato un sorriso a trentadue denti e avermi
esclamato un -A dopo, Lils- accompagnato da un
occhiolino.
E' fatto così lui, non cambierà mai. Posso pure
passare
il resto della mia vita a ripetergli che non mi interessa e che mi
irrita notevolmente, ma lui non ci farà caso. Certe volte mi
chiedo "ci è o ci fa?".
Seccata tiro la borsa giù dal banco
e prendo il mio libro e il mio quaderno sbattendoli entrambi su di
esso.
Agata al mio fianco soffoca una risatina.
-Che c'è da ridere?- dico
-Niente, figurati- mi risponde continuando a sorridere. Poi aggiunge
-Tu e Potter siete una forza-
Io mi volto lentamente verso di lei.
-Che cosa hai detto?-
sillabo fulminandola con lo sguardo -Non ti ci mettere pure tu sai?-
-Dico sul serio, secondo me stareste un sacco bene insieme-
A quelle parole sento il mio stomaco contrarsi e so di essere
improvvisamente impallidita.
-Non dirlo neanche per scherzo, Ag. Tu mi vuoi morta!- mormoro imitando
la voce di un condannato ad Azkaban.
Lei riscoppia a ridere ed è costretta a coprirsi la bocca
con la mano per non farsi vedere dal professore.
-Silenzio!- la voce
tonante di Lumacorno richiama all'ordine e nell'aula cala un
silenzio di tomba. Io e Agata tratteniamo a stento i sorrisi e apriamo
i libri. Lumacorno comincia la lezione.
-Ohi, prima che tu arrivassi... ho sentito una notizia fantastica!- mi
sussurra Agata da
dietro le pagine del libro. Ha uno sguardo che conosco.
Eccomi qua. Allora
che ne dite
di questo primo capitolo? Molto breve, è vero, conto di
allungarli sempre di più man mano che vado avanti con la
storia.
Per le lettrici che seguivano la mia versione precedente: che ne
pensate di questa? Deluse? Spero di no. Un grazie speciale in anticipo
a tutti quelli che mi leggeranno, recensiranno o -sarebbe bellissimo
*.*- metteranno tra preferiti! Fatemi sapere cosa ne pensate! 1 bacio
la vostra Vale*
|
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Capitolo 2 *** 2 ***
2
Fine della lezione di pozioni. Gli studenti si alzano e cominciano
ad uscire chiacchierando. Sembrano tutti presi da un qualcosa di
eccitante, come se ci fosse una novità... della quale Lilian
Evans, però, non è ancora al corrente. Avrà forse
a che fare con quello che Agata voleva dirmi? Forse... e infatti:
-Allora, ti dicevo- comincia, ma viene immediatamente interrotta dall'esuberante comparsa di...
-Potter, mi spiegheresti perché te ne stai lì impalato a guardarmi come un idiota?- sbotto.
-Ammiro la tua bellezza- risponde lui con sincerità... troppa.
Ma chi si crede di essere?!
-Si dà il caso che la cosa non sia reciproca- rispondo con un
falso sorrisetto -Ed ora, se non ti dispiace stavo parlando con una mia
amica prima che tu arrivassi a disturbarci, quindi prendi e vattene-
-Perché, non posso sentire anch'io?- chiede poggiando una mano sul banco con fare strafottente.
-Purtroppo no, carino. Agata ed io stavamo parlando
di cose nostre e gradiremmo continuare a farlo... da sole!-
-Ah, ho capito- esclama Potter prendendo il suo borsone da terra.
Wow, incredibile. Forse ha capito davvero!
-Non puoi certo dire alla tua amica quanto mi ami se io sono qui. Me ne
vado subito- continua e con uno scatto felino si precipita alla porta.
-Quanto-è-scemo- esclamo. Intanto Sirius e Remus lo seguono e prima di andare si rivolgono a noi:
-Che dire ragazze, l'avete proprio scosso! Ah ah. Ci si vede all'intervallo. Ciaoo-
-Intervallo? Quale intervallo?- domando non credendo alle mie orecchie.
-Ecco è proprio di questo che volevo parlarti! Per noi del
sesto anno è stato inserito un intervallo dopo un tot di ore. In
teoria sarebbe per aiutarci ad anticipare i compiti, ma...-
-Cosa? Dici sul serio?- esclamo -Ma è fantastico!-
-Già, è lo stesso che ho pensato anch'io
quando me l'hanno detto. Non potevo credere alle mie orecchie..-
afferma lei alzandosi e uscendo dalla classe.
E così il fatidico intervallo è arrivato.
Dopo un'ora di Rune e due di Erbologia finalmente esco dalla serra
affollata e mi sento libera di abbandonare la borsa da una parte e di
sedere a rilassarmi su una panchina del cortile. So che dovrei
approfittarne per studiare, ma voglio godermi almeno questo primo
giorno in pace.
-Non è fantastico?- mi chiede Agata raggiante sedendosi accanto a me.
-Eccome, non posso crederci! E' un sogno...- annuisco ridendo, ma la
risata mi muore in gola. Potter si sta avvicinando. Come non detto,
è un... incubo! Con lui ci sono anche Sirius, Remus e Peter.
"Wow, il trio al completo" penso, sarcastica.
-Ciao, Lily! Hai visto? Un intervallo! E chi se lo aspettava? E' uno sballo ve'?-
-Sì Potter, lo era... prima che arrivassi tu-
-Non essere sempre così scontrosa- mi rimprovera lui
-Non prendo ordini da te, Potter-
-Calma
ragazzi- interviene Sirius prima che si scateni una delle solite
liti tra me e quel troglodita -Cerchiamo di non rovinarci questo bel
primo giorno, eh-
Io mi giro e incrocio le braccia al petto, sbuffando.
Ci mancava solo lui. Tra tutti e due non si sa chi è
peggio. L'unica cosa buona che ha fatto quel tizio è stato di
finire a Grifondoro. Anche se continuo ad essere dell'idea che sarebbe
stato molto meglio tra le file di Serpeverde. A quel punto un pensiero
improvviso invade le fila della mia mente, annebbiandola, mentre
un'ondata di sensazioni miste e contrastanti mi scuotono come un mare
in tempesta. " Stupida Mezzosangue..". Un
brivido, e ritorno in me. Mi guardo attorno, un po' scossa. Agata sta parlando con
Sirius e James, mentre Remus si è seduto accanto a me
immergendosi in un libro. Nemmeno me ne ero accorta. Sospiro. Devo
smetterla di restare ancorata al passato. Lui non c'è
più. Mi ha lasciata. Ed io devo andare avanti. Forse se cercassi
di essere più aperta nei confronti della gente che mi
circonda... Magari non sono così male come sembrano, penso
mentre lascio vagare il mio sguardo sul profilo del ragazzo biondo
seduto accanto a me. Ha lo sguardo concentrato nel libro che sta
leggendo, e sembra che non si accorga più di niente. Sorrido,
non pensavo che un Malandrino potesse avere un hobby così "intellettuale". Anche se devo
ammettere che Remus è un po'
diverso dagli altri ragazzi del suo gruppo. E' sempre stato meno
presuntuoso e molto molto più gentile. Non capisco proprio cosa
ci trovi in due tipi come Potter e Sirius. Per non parlare di Peter
Minus. Cosa avranno mai in comune?
-Eh Lily che ne dici?-
-Uhm, cosa?- chiedo, risvegliandomi dai miei pensieri.
-Andiamo a vedere gli allenamenti di James e Sirius questo pomeriggio?- chiede Agata sorridendomi.
Cosa? Non ci penso proprio.
-Questo pomeriggio dovrò studiare, cosa che dovrebbero fare anche loro- rispondo, senza mostrare il minimo entusiasmo.
-Ma dai, Evans, sempre col naso chiuso in quei libri polverosi, vieni a
prendere un po' d'aria fresca, divertiti!- esclama Sirius poggiando un
braccio sulla spalla di James.
-No grazie, non ho bisogno di venire a vedervi sfasciarvi la testa per divertirmi- rispondo, secca.
Sirius alza gli occhi al cielo e Potter si avvicina, passandosi una mano fra i capelli.
-Lo so, lo so che il solo pensiero di vedermi esposto ad un tale pericolo ti fa sentire male, Lils, ma..-
-Male? Questo è solo il minimo che potrei augurarti, Potter, ma
non voglio trovarmi sulla scena del delitto quando incanterò la
tua scopa per mandarla a schiantarsi contro una torre-
-Aiah!- esclama Sirius scuotendo la mano all'altezza del petto sghignazzando.
-Lily, ti ho mai detto che sei eccitante quando ti arrabbi?- chiede Potter ghignando come suo solito.
Arrossisco di rabbia e mi alzo di botto dalla panchina, distogliendo Remus dalla sua attenta lettura.
-Sei proprio un'idiota- rispondo, e afferrando la borsa da terra me ne vado senza aggiungere altro.
"Nel 1612 scoppiò la tanto
combattuta rivolta dei Goblin, i quali, volendo ottenere maggiore
terreno per sè, si allearono con i Giganti contro i Maghi e
oltrepassarono.."
-E' stato un peccato non essere andate all'allenamento- sospira Agata affacciata alla finestra.
E' pomeriggio inoltrato, il sole sta già tramontando oltre i monti ritirando le sue rosee dita sottili dal mondo.
-Perché non l'hai fatto? Nessuno te lo impediva- rispondo, continuando a scrivere il mio tema.
-Sì certo, da sola-
Alzo un sopracciglio senza distogliere gli occhi dalla pergamena che sto scribacchiando.
-Un conto era che andassimo in due, così sarebbe sembrato normale..-
-Normale?- ripeto, voltandomi allora a guardarla.
Agata si morde la lingua e arrossisce.
-No, intendevo che.. oh, lascia perdere-
Io sbatto le ciglia, aggrottando la fronte.
Agata fa finta di niente e ritorna a immergersi nella sua silenziosa
contemplazione oltre i vetri. Curiosa, mi alzo e raggiungo la mia amica
alla finestra. Oltre di essa,
sopra al campo da Quiddich sottostante si possono distinguere le figure
dei giocatori che volano a cavallo delle proprie scope. In particolare
due di esse si sfrecciano accanto, incrociandosi, per poi tornare
indietro e battersi il cinque. Mi accorgo dello sguardo di Agata perso
e intenso, distante da quella stanza almeno qualche metro. Riporto lo
sguardo alle due figure che ora si sono divise rivolando a terra, poi
di nuovo su di lei e ancora giù, ad una in particolare. I
ragazzi scendono dalle loro scope e si congratulano a vicenda,
dirigendosi insieme verso gli spogliatoi. Agata sospira e si stacca dal
davanzale, tornando a sedersi sul letto. Io la seguo con lo sguardo e
aggrotto la fronte, mentre un vago sospetto si fa strada nella mia
mente.
-Agata, non è che per caso ti sei presa una cotta per un Malandrino?- chiedo, incrociando le braccia al petto.
Ma lei non risponde e riprende a scrivere il suo tema in silenzio.
-Non hanno speranze-
-Ben detto, Ramoso, siamo troppo forti!-
Alzo gli occhi al cielo, pescando una fetta di pane dal cestino a centro tavola.
-Noi tiferemo per voi- squittisce Peter Minus emergendo per un attimo dalla sua posizione marginale.
-Certo, Peter, e farete bene. Quei fifoni dei Tassorosso si cagheranno in mano appena..-
-Potter! Gradirei che tu moderassi i tuoi termini almeno mentre sto mangiando- esclamo indignata.
-Uh, scusa Lily, me ne ero dimenticato- risponde lui sorridendo dall'altro lato della tavola.
Io lo guardo incredula per un attimo mentre lui ritorna a parlare con i
suoi amici dell'imminente partita Grifondoro-Tassorosso. Un momento, ho
sentito bene? James Potter mi ha davvero chiesto scusa per qualcosa?
Sbatto le ciglia perplessa, poi faccio spallucce e torno a concentrarmi
sul mio piatto. Sarà stato un lapsus, penso. Non si è
neanche accorto di quello che ha detto.
Accanto a me Agata è più silenziosa del solito, e rimesta
senza ingerirne neanche un goccio la ciotola con la zuppa di verdure
che io ho già finito da un bel pezzo.
-Ag?-
Non risponde, lo sguardo fisso davanti a sè, quasi non fosse più presente insieme a me in questo stesso tavolo.
-Ag?-
Niente. Aggrotto le sopracciglia, sempre più scettica.
-Agata, insomma svegliati!- esclamo dandole una gomitata.
In quel momento sembra ridestarsi da un sogno e mentre si guarda
attorno battendo le ciglia spaesata io sospiro scuotendo la testa.
-Pianeta terra chiama Agata, sono Lilian Evans, ti ricordi di me?-
Agata sorride e i suoi occhi tornano per un attimo ad essere chiari e luminosi come sempre.
-Scusa Lily, non ti stavo ascoltando, hai detto qualcosa?-
Sbuffo non riuscendo però a nascondere un sorrisino.
-Niente, Ag. Solo vedi di sbrigarti che il cibo si fredda- dico e torno a riempirmi il piatto di pollo ripieno.
Agata annuisce e riprende a mangiare.
E' sempre più strana, non riesco proprio a capire cos' abbia.
Anche se un mezzo sospetto ce lo avrei.. Di sottecchi lancio una breve
occhiata ai ragazzi che mi stanno seduti di fronte. Potter e
Sirius vicini, come sempre, uno di fronte a me e l'altro di fronte
ad Agata. Accanto a Black, Lupin e vicino a lui Minus. I Malandrini. I
ragazzi più ambiti e invidiati di tutta la scuola. Potter e
Sirius in primis. In sei anni - ma già a partire dal primo - si
sono guadagnati l'ammirazione di tutta la popolazione femminile di
Hogwarts, più l'invidia e l'odio di molti dei ragazzi. Sbuffo,
scettica. Ma cosa ci troveranno in dei tipi come loro? Potter
soprattutto.
Sempre convinto di essere il migliore, si da un sacco di arie
pavoneggiandosi come fosse il dio in terra, e le altre stupide che gli
vanno pure dietro. Per non parlare del modo in cui tratta i ragazzi
più deboli. Sempre pronto a sbeffeggiarli e a deriderli. Un
altro frammento di ricordo si fa spazio nella mia mente, lasciandomi un
brivido lungo la schiena. Chiudo gli occhi e respiro a fondo. Mano a
mano, scaccio via anche quel pensiero, come prima nel cortile, cercando
di non lasciarmi sopraffare dai ricordi. Ma è troppo tardi.
Sento gli angoli degli occhi inumidirsi mentre un morso soffocante mi
attanaglia lo stomaco. Un altro respiro, e cerco di non cedere alle
emozioni. Non qui, non ora, davanti a tutti. Ma non ce la faccio.. le
immagini scorrono veloci nella mia mente, libere da qualsiasi catena,
forti, prepotenti, impetuose. Stringo il tovagliolo abbandonato sulle
mie gambe con le dita, cercando di scaricare su di esso la tensione.
-Lily?- una voce, vicina.
La sento, ma continuo a tenere gli occhi chiusi.
-Lily cos'hai?-
Ancora un ultimo sforzo. Aggrappata a quella voce, a quel minimo
squarcio di presente, caccio via le lacrime e riemergo dal torpore lasciandomi i rimorsi alle
spalle. Riapro gli occhi, guardandomi attorno, scossa.
Potter all'altro lato del tavolo mi guarda con la fronte aggrottata e capisco che deve essere stato lui a chiamarmi.
-Che vuoi?- chiedo, cercando di ridarmi un contegno.
-Mi sembri un po' strana, è tutto a posto?-
-Come se te ne importasse qualcosa. Comunque sì, sto benissimo,
non vedo perché dovrebbe essere altrimenti- rispondo, secca.
Lui mi guarda, poco convinto, e apre la bocca per dire qualcosa. Ma io
non gli do il tempo di pronunciare una sola parola che distolgo
l'attenzione da lui e riprendo a mangiare come se nulla fosse. Agata
accanto a me mi lancia una breve occhiata ma non dice nulla. Sa quando
è il momento di fare domande e quando no. E probabilmente
immagina anche quello che mi è appena successo. Non servono
parole. E' questo il bello della nostra amicizia. Con gli occhi bassi e
l'espressione indifferente finisco il mio pollo senza più
rialzare la testa per parlare con nessuno. Di fronte a me sento lo
sguardo fisso di Potter che continua a scrutarmi diffidente. Ma io
fingo di non accorgermene e dopo un po' lui ci rinuncia.
E' sera inoltrata. Gli studenti dovrebbero già essere tutti
nelle loro camere, ma un giro di controllo per i corridoi è
obbligatorio. Sbuffando, volto l'angolo dell'ultimo isolato e lo
illumino con la lanterna magica che ho in mano. Remus accanto a me gira
un'altra pagina del libro che sta sfogliando da quando abbiamo
cominciato il giro di perlustrazione e mi segue facendo appena
attenzione a dove mette i piedi. Sbuffo.
-Remus, non vorrei interromperti ma gradirei che mi aiutassi a controllare- dico, sbirciando dentro a un'aula deserta.
-Oh, sì scusa. E' che sono arrivato a un punto molto interessante e non riesco a trattenermi-
Sorrido, mentre mi richiudo la porta alle spalle.
-Ti capisco, anche a me succede. Di che libro si tratta?-
-Oh, non credo ti piacerà, è la storia di un naufrago che
rimane intrappolato su un'isola che credeva deserta, quando poi scopre
che è abitata da un gruppo di cannibali-
-E perché non dovrebbe piacermi?- chiedo proseguendo.
-Beh, non è esattamente il vostro genere. Di solito voi ragazze leggete romanzi rosa, o altre sdolcinatezze del genere-
-Chi l'ha detto? Io per esempio quei romanzi non li sopporto. Sono
falsi e molto stupidi, non rispecchiano per nulla la realtà-
rispondo.
-Oh, beh.. la maggior parte..-
-Io non sono la maggior parte- lo interrompo.
Lui non dice niente, ma mi sembra di sentirgli borbottare un "già" a bassa voce.
-Fammi vedere- dico allora girandomi verso di lui.
Remus mi allunga il libro ed io lo prendo in mano, leggendo il titolo in copertina.
-Robinson Crusoe, Daniel Defoe-
-E' uno scrittore babbano- spiega Remus avvicinandosi -Me l'ha regalato mio padre- esita -E' un babbano-
Silenzio.
-Lui... ultimamente è un po' cambiato. Ha cominciato a bere,
spesso litiga con la mamma. Ma ci vuole comunque sempre bene, anche se a
volte sparisce e non si sa dove vada. Credo che questo sia un suo modo per
farsi perdonare..- dice, con un mezzo sorriso.
Io non rispondo.
In quel momento, in quello scuro corridoio mezzo nascosto nella
penombra, la mia mente vola veloce come un lampo ad un frammento di
vita passata, senza che io possa fare niente per fermarla, tornando a
un tempo, un giorno molto lontano.
"Come vanno le cose a casa?"
Sullo sfondo, il rumore di un ruscello che scorre, gorgogliando fra le rocce e il terreno ruvido ricoperto di foglie secche.
Una smorfia. "Bene"
"Non litigano più?"
Il cielo sopra di noi è
sereno, il sole filtra tra i rami spogli che ondeggiano al vento sulle
nostre teste. E' estate e il clima allegro e solare che aleggia
nell'aria non sembra contagiare l'espressione mesta del ragazzo che mi
sta seduto di fronte.
"Oh sì, litigano. Ma fra un po' me ne andrò..."
-Lily?-
Una scossa al braccio mi fa tornare alla realtà, in quel corridoio poco illuminato del secondo piano.
-Scusa, non so neanch'io perché ti ho raccontato tutto questo..- dice, passandosi imbarazzato una mano dietro la nuca.
-Oh, no..- rispondo, risvegliandomi -Che dici, figurati. Mi fa piacere che tu abbia voluto confidarti con me-
-Davvero? Beh.. sai, non mi capita spesso.. di confidarmi. Non sempre mi sento a mio agio a parlare di me-
Sorrido, restituendogli il libro.
-Tranquillo, se hai voglia di farlo, con me puoi parlare-
-Grazie- risponde, riprendendo in mano il volume e infilandoselo nella borsa a tracolla.
-Comunque, conosco quel libro. Anch'io sono...- esito -Anche i miei sono babbani-
-Sì, lo so..-
Silenzio. Distolgo lo sguardo puntandolo davanti a me e Remus lo abbassa, imbarazzato.
Forse sta pensando a ciò che penso io.
-Beh.. mi pare di capire che qui sia tutto a posto giusto?-
Annuisco.
-Bene, allora possiamo tornare- dice, sorridendo esitante.
Annuisco di nuovo, riportando lo sguardo su di lui.
Il suo sorriso è talmente dolce e affabile che ha il potere di contagiarmi.
-Certo, andiamo. Così potrai andare a leggerti il tuo
Robinson Crusoe- dico, avviandomi verso le scale. Remus ride e mi
segue, tastando con la mano la borsa a tracolla dove ha deposto il
libro.
E' strano, non ho mai pensato che un Malandrino potesse essere
così dolce e amichevole. Ho sempre pensato a loro come a un
mucchio di arroganti palloni gonfiati pieni di sè e menefreghisti.
Forse sono sempre stata un po' prevenuta nei loro confronti, fermandomi
solo alle apparenze. Parlare con Remus oggi è stato piacevole.
Ho scoperto cose di lui che non sapevo e visto un lato della sua
personalità che, in un Malandrino, non mi sarei mai aspettata.
Sono contenta che avremo un anno intero di pattuglie serali come
prefetti, per conoscerci. Come ho detto 'sta mattina, forse non sono
così male come sembrano.
Eccezion fatta per Potter, ovviamente.
Salve a tutti!! Ed eccomi qui tornata con il 2° capitolo.
Allora, che ne dite? Vi
piace? Una volta ho letto su internet che Remus Lupin è sempre
stato molto affezionato a Lily Evans, lo dimostra il modo in cui ne
parla ad Harry sul ponte di Hogwarts in "Harry Potter e il prigioniero
di Azkaban". Ho pensato perciò che il ragazzo da giovane avesse
instaurato un buon rapporto con lei, magari grazie alle serate passate
a fare i giri di ronda insieme in qualità di prefetti.
Ringrazio immensamente le 8 persone che hanno già inserito la mia storia tra preferiti e le 3 che mi hanno recensita:
avril96:
oi, ciaooo! ke bello, leggi anke questa storia!! *.* Sono felice
che tu abbia voluto recensire, e che il cap precedente ti sia piaciuto!
di qst ke mi dici? aspetto di sapere un tuo parere! grazie 1000, 1
bacione ciau*
felpa_fan:
ciaooo!! ke bello, non sai quanto mi ha fatta felice rivedere il tuo
nome fra le recensioni! temevo che avendo cambiato titolo alla storia
nessuna delle vecchie lettrici mi avrebbe più seguita T.T
grazieeee! x quanto riguarda la storia di lily e james nn ti
preoccupare, non la cambio del tutto, voglio solo allungarla un po' e,
come hai detto tu, approfondirla. Quella scena che mi hai detto anche a
me è piaciuta molto, quindi tranquilla, la inserirò di
nuovo! intanto cosa mi dici di questo capitolo? so ke nn succede molto,
ma ogni cosa a suo tempo.. =P fammi sapere, mi raccomando!! 1
bacio ciauu
Pan_Tere94:
una nuova lettrice! ciao Tere, sono felice che il cap precedente ti sia
piaciuto. spero che anke qst nn sia stato da meno. fammi sapere il tuo
parere, anche se negativo, accetto tutte le critiche, purchè
costruttive! 1 bacio a presto (spero) ciao ^^
1 grazie a tutte quante, e mi raccomando recensite!
E ricordate: accetto tutte
le critiche, belle brutte, positive negative, basta che siano
costruttive! Ci tengo molto a conoscere il vostro parere per
correggermi e migliorarmi! Quindi mi raccomando fatemi sapere!!
vi saluto Vale*
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Capitolo 3 *** 3 ***
3
Mi affaccio alla porta sbirciando
discretamente oltre di essa, circospetta. Il corridoio sembra vuoto.
Faccio un passo avanti e dopo aver salutato la Signora Grassa mi avvio
velocemente verso le scale, cercando di passare inosservata. Svolto
l'angolo e scendo il primo scalino in punta di piedi, prima di tirare
un sospiro di sollievo.
-Liily, dove stai andando?-
Sobbalzo. Come non detto.
Sbuffo, rassegnandomi all'idea che neanche 'sta volta sono riuscita a sfuggirgli.
-Ciao bellezza, come va?- dice lui raggiungendomi con un ghigno stampato sulle labbra.
-Mi rifiuto di risponderti- sibilo e scendo le scale seccata.
Lui ridacchia alle mie spalle e mi si affianca senza dar troppo peso al
mio tono scocciato. Accanto a noi passa un gruppo di ragazze con lo
stemma di Grifondoro sulla divisa che si gira verso di noi e sorridendo
saluta:
-Ciao James-
-Salve ragazze- risponde lui con un sorriso che le fa ridacchiare e affrettare il passo soddisfatte.
Sbuffo. Spaccone.
-Che c'è Lily, sei gelosa?-
-Ah, e di chi scusa?- chiedo sarcastica alzando un sopracciglio.
-Di me ovviamente-
-Pf- faccio e mi giro dall'altra parte, non degnandolo di una risposta.
Lo sento ridere ma non gli do la soddisfazione di vedermi arrabbiata.
Indifferenza, questa è la regola numero uno.
Continuiamo a scendere senza più rivolgerci la parola, io che
cerco in tutti i modi di convincermi che lui non esista. A un certo
punto però sento una mano posarsi sulla mia schiena e cinque
secondo dopo mi ritrovo con il braccio di Potter arrotolato alla vita.
In quel momento subisco una miriade di reazioni devastanti tutte
contemporaneamente. Alla prima mi si mozza il respiro, per lo stupore.
Poi sento il sangue affluirmi alla testa e per ultimo lancio un urlo
che credo si ricorderà in tutta Hogwarts come il primo grido in
tutto il mondo magico ad aver superato quello delle mandragore.
-POTTER!!- strillo, catapultandomi a cinque metri di distanza da lui -Sei matto?!? Che cavolo fai?!!-
Lui mi guarda con quel ghigno divertito che gli spunta sempre ogni volta
che mi fa arrabbiare e risponde, trattenendosi chiaramente dallo
scoppiare a ridere.
-Avanti Lily, non ti agitare, era solo un piccolo gesto innocente-
-Innocente?! Potter, d'ora in poi noi due staremo a venti metri di
distanza, limite minimo di sicurezza, mi hai capito bene?!- strepito,
rossa in viso.
-Contaci- fa lui ridacchiando come se la cosa fosse di una comicità palese.
Io arrossisco ancora di più dalla rabbia e dopo avergli lanciato
un'occhiata di fuoco volto i tacchi e me ne vado a passo di marcia il
più lontano possibile da lui.
Maniaco! Penso mentre sbatto i piedi furiosa. Cosa gli fa credere
di potersi comportare in questo modo? Chi pensa di essere? Solo
perché quelle stupide galline senza cervello non fanno che
sospirare ogni volta che lo vedono.. crede di essere il più figo
del mondo e di potersi comportare di conseguenza! Ah, ma se pensa di poter fare con me come fa con loro...
-Lily-
Mi volto, i pugni ancora stretti lungo i fianchi. Agata mi guarda con
un sopracciglio alzato qualche metro più in dietro di me e fa un passo avanti per raggiungermi.
-Oh ciao Ag- la saluto, ricomponendomi.
-Dove andavi così di fretta?-
-Scappavo da Potter, come sempre- rispondo agitando la mano con un gesto vago.
Lei emette una breve risatina e riprende a camminare a fianco a me.
-Anche 'sta volta ti ha beccata, eh?-
-Già. E' incredibile...-
-Beh, che pretendi. Dormite nella stessa casa, è inevitabile incontrarvi-
-Stai pur sicura che troverò il modo- rispondo, aprendo con una mano la porta della Sala Grande.
I tavoli sono già quasi tutti pieni e mentre attraverso la
stanza per andare a sedermi al mio solito posto sento il profumino
inconfondibile del latte e del caffè impregnarmi le narici,
facendomi brontolare lo stomaco.
-Ho una fame che non ti immagini- dico, infilandomi sulla panca di legno che corre lungo tutta la tavolata.
-A chi lo dici, mi sembra di non mangiare da una vita-
-In effetti ieri sera non hai toccato cibo, sapresti spiegarmelo?-
-Oh.. non mi sentivo molto bene.. avevo lo stomaco chiuso...-
Io la guardo scettica, ben sapendo che la sua non è altro che
una scusa, ma proprio in quel momento quattro ragazzi ci raggiungono
alle spalle, seguiti dall'inconfondibile coro di sospiri proveniente da
tutta la popolazione femminile della scuola.
-Buongiorno ragazze- salutano, sedendosi di fronte a noi.
-Buongiorno- rispondo, riempendomi la tazza di caffellatte.
-Dormito bene?- chiede Sirius stravaccandosi sulla panca come suo solito.
-A meraviglia- risponde Agata, sorridendo tranquillamente e prendendo una fetta di pane dal vassoio a centro tavola.
Potter, Minus e Lupin si siedono accanto al ragazzo e cominciano a loro volta a riempirsi i piatti.
-Ciao Remus- dico, sorridendo al ragazzo seduto di fianco a Sirius.
-Ciao Lily, com'è andata la nottata, dopo la ronda?-
-Mi sono riposata- rispondo -E tu? Sei andato avanti col tuo libro?-
-Oh sì, non riuscivo
più a staccarmici! Ma poi qualcuno ha lanciato un incantesimo
alla mia lampada per non farla più accendere...- dice, lanciando
un'occhiataccia ai due Malandrini seduti di fianco a sè.
-Avanti Rem, ti si rovina la pelle
a leggere così fino a tardi- si giustifica Potter accarezzandosi
con un dito il profilo del viso.
-Ma sentitelo, certe volte sei peggio di una ragazza, Potter- intervengo guardandolo con un sopracciglio alzato.
-Avere cura del proprio aspetto
è una prerogativa degna di ogni essere umano. Altrimenti come
farei ad essere così affascinante?-
Sbuffo.
-Credo proprio che tu abbia sbagliato crema di bellezza, allora- rispondo, increspando le labbra in un sorrisetto ironico.
-Divertente.. Ehi che ne dite di uscire oggi?- chiede lui cambiando repentinamente argomento.
-Per andare dove di grazia?- domando
-Fuori, alla foresta-
-E che cosa ci sarà mai di così eccitante nella foresta, me lo spiegheresti?- domando, sarcastica.
-Tante cose, per esempio potremmo..-
-Ag passami un po' di quel latte per favore- dico, non degnandomi neanche di ascoltarlo.
Solo uno stupido non capirebbe che la mia era una domanda retorica.
-Dopo posso dare un'occhiata al tuo
tema?- mi chiede lei consegnandomi la caffettiera -Non sono sicura di
aver scritto bene alcune date-
-Sicuro, io le ho controllate tutte sul libro-
-Grazie Lils, sai quanto sono distratta- risponde lei sorridendo coi suoi caldi occhi dorati da cerbiatta.
-E come se lo so-
-Allora che ne dite?- chiede a quel punto Potter guardandoci sorridente.
-Che ne diciamo di cosa, Potter?-
-Ma come, non mi hai ascoltato?-
-Avrei dovuto?- chiedo, alzando entrambi i sopraccigli.
Lui arriccia la bocca, offeso, ma non si arrende- e quando mai.
-Ho chiesto se vi va di andare alla foresta con noi- ripete.
-Mi pareva di averti già risposto- dico, fredda come al solito.
-E dai, ogni volta che propongo di
fare qualcosa dici sempre di no, si può sapere perché non
ti va mai bene niente?-
-Se tu facessi ogni tanto delle
proposte decenti, Potter, magari avresti più possibilità
di vederle accettate- rispondo, acida.
-E che cosa ci sarebbe di indecente nella mia proposta?-
Alzo gli occhi al cielo, scuotendo rassegnata la testa. E' inutile, io ci rinuncio.
-James, lei è un prefetto- gli ricorda a quel punto Sirius guardandolo storto.
-Ma è anche nostra amica, potrebbe coprirci per una volta-
-Amica? Coprirvi? Potter, resetta il cervello-
-Avanti, solo per questa volta, devi vedere com'è eccitante ogni tanto trasgredire le regole, e poi...-
-James- si intromette a quel punto Remus, vedendomi sul punto di esplodere -Ha ragione lei..-
Io mi giro a guardarlo
riconoscente, ringraziando il cielo che in quel gruppo di matti esista
qualcuno con un po' di buon senso. Potter si gira a guardarlo stralunato,
non potendo credere alle proprie orecchie.
-Sì, insomma.. c'è un motivo se è proibita.. se ti beccano, alla luce del giorno..-
-Avanti Lunastorta, non mi dirai
che adesso ti fai tanti problemi per andarci!- esclama Potter
guardandolo incredulo -Con tutte le volte che..-
-Ssh, zitto!- bisbiglia Sirius rifilandogli una gomitata in pancia.
Potter tossisce e si massaggia il torace con la mano, zittendosi.
-Tutte le volte che cosa?- chiedo, guardandoli sospettosa.
-Oh, niente... intendeva dire, con
tutte le volte che infrangiamo le regole qui a scuola.. una in
più una in meno...- risponde Sirius con aria fin troppo poco
credibile.
-Ah davvero?- chiedo, incrociando
le braccia al petto -Siamo sicuri che non mi state nascondendo
qualcosa? No perché in quel caso voi sapete che cosa sono capace
di fare..-
-Certo, certo, figurati..-
rispondono i due annuendo vigorosamente. Io li guardo truce e non mi
lascio per nulla ingannare dalle loro espressioni innocenti. Se
c'è una cosa che ho imparato in questi sei anni passati a
conoscerli è di non credere mai alle loro espressioni. Il
novantanove per cento delle volte stanno pensando l'esatto contrario di
quello che dicono o vogliono far credere. Volto sospettosa la testa
verso Remus, che mi guarda ora con un sorriso a trentadue denti
stampato sulle labbra, lo stesso che hanno i due ragazzi sedutigli a
fianco.
-Remus Lupin. Mi auguro che tu
conosca sufficientemente le regole di comportamento, in qualità
di prefetto- dico, squadrandolo con le braccia incrociate e la fronte
aggrottata.
-Certo- risponde lui, precipitoso.
-Bene- dico, lanciandogli un'occhiataccia piuttosto eloquente.
Non sono per nulla convinta, e questo loro lo sanno.
Incredibile. Quegli scapestrati
sono riusciti a corrompere persino un prefetto! Rimango dell'idea che
per quanto possano sembrare.. piacevoli, a volte, non cambieranno mai. Inutile sperarci.
-Vedete di non combinarne una delle
vostre, ragazzi, vi tengo d'occhio. E tu, Potter, vedi di non uscirtene
più con proposte del genere in mia presenza o potrebbe essere
l'ultima volta che ti verrà voglia di farlo- decreto,
lanciandogli un'occhiataccia.
-Sì signora- risponde lui, sull'attenti.
Io emetto un verso sdegnoso e concludo il discorso, riprendendo a mangiare senza più rivolgergli la parola.
Staremo a vedere.
-Perché sei sempre così dura con lui?- chiede Agata bisbigliando durante l'ora di storia della magia.
-Devo risponderti?-
-Avanti, lo sappiamo benissimo entrambe che non puoi odiarlo semplicemente perché è
arrogante o strafottente o tutte quelle cose che dici tu-
-Ah non posso?- domando, sarcastica
-Scusa, non sapevo che ci volesse un permesso scritto. Ora che me l'hai fatto presente andrò subito a ritirarlo-
-Non fare la spiritosa, sai a cosa mi riferisco-
-No non lo so- rispondo, secca.
Agata mi guarda un attimo in
silenzio, scrutandomi con i suoi grandi occhi dorati come il miele. Io
mi agito sul posto, infastidita.
-Smettila di fissarmi- bisbiglio -Non riesco a concentrarmi-
Lei mi lancia un'ultima occhiata e poi sospira, tornando a guardare davanti a sè, fingendo di seguire la lezione.
-L'unica cosa che non capisco- dice -è perché tu ce l'abbia tanto con lui, dopo quello che è successo-
Io non rispondo, assottigliando l'udito per cercare di ascoltare il professore.
-Perché sei ancora
così legata a lui? Avevi detto che lo avresti dimenticato,
e allora perché adesso ti comporti così?-
Non rispondo, tenendo lo sguardo dritto davanti a me. Sospira.
-Non puoi avercela con James per quello che ha fatto. Soprattutto considerando quello che lui ha fatto a te. Non puoi...-
-Basta- sibilo, assottigliando gli occhi.
-Non voglio più sentire
niente. Perché mi continui a fare queste domande? La mia vita
non ruota tutta attorno a lui, se detesto James è per altri
motivi, è perché proprio non lo sopporto. Lui non centra
niente, niente-
-Ma...-
-Niente ma. Il discorso è chiuso. Ci credo che poi non ti ricordi niente se non segui mai le lezioni- dico.
Lei mi lancia un'ultima occhiatina
scocciata, trattenendosi chiaramente dall'aggiungere qualcosa ed io
appoggio la testa sul palmo della mano, mettendo così fine al
discorso.
Ma in cuor mio, purtroppo, so che ad avere ragione è lei.
E' pomeriggio, saranno circa le quattro passate.
Sto seduta sul mio letto con le gambe incrociate, un libro di
incantesimi sotto il naso e una matita infilata tra i capelli. Agata mi
sta ripetendo la lezione per il giorno dopo, visto che probabilmente
sarà una delle prossime interrogate. Il sole è ancora
alto nel cielo anche se le giornate si stanno via via accorciando
sempre di più. Mi passo distratta una mano fra i capelli per
portarmeli dietro l'orecchio, annuendo stancamente ad Agata, quando
sento un rumore di voci provenirmi attutito in
lontananza. Con un gesto faccio cenno ad Agata di tacere, aguzzando
l'orecchio. Un altro rumore, altre voci. Mi pare di conoscerle fin
troppo bene. Storcendo la bocca mi tolgo la matita dai capelli e mi
alzo, prendendo la bacchetta dal comodino.
-Dove vai?- chiede Agata guardandomi dal letto in cui sta seduta con gli appunti sparsi sulla coperta di fronte a sè.
-Tu aspettami qui, torno subito. Devo controllare una cosa- dico, precipitandomi alla porta.
Lei non dice nulla e rimane sbigottita a guardarmi volare giù
dalle scale con la bacchetta nascosta dietro la schiena. Quando arrivo
più o meno a metà gradinata rallento, abbassandomi un po'
con fare circospetto, mentre due figure si dirigono svelte e non troppo
silenziose verso l'uscita. Scuoto la testa, seccata. Come non detto.
I due Malandrini si avvicinano alla porta, uno con una mappa in mano e
l'altro con uno zaino in spalla. Guardandosi attorno un'ultima volta
poggiano la mano sulla maniglia e fanno per aprirla quando io decido di
porre fine a quella pagliacciata.
-Che cosa credete di fare?- domando, guardandoli accigliata dall'ultimo
gradino della scala. I due sobbalzano all'unisono e lentamente si
voltano, stampandosi sul viso un largo sorrisetto innocente.
-Liily, ma che... sorpresa!- esclama Potter passandosi una mano dietro la schiena, nascondendomi la mappa.
-Già, direi proprio una bella sorpresa. Dove stavate andando?- domando avvicinandomi.
-Noi? Da nessuna parte. Dove stavamo andando? Andavamo.. a studiare in
cortile. Sai, all'aria aperta... ci godiamo queste ultime giornate di
sole- risponde mentre l'amico, a fianco, annuisce vigorosamente.
-Ah davvero? E scommetto che quello zaino sia stracolmo di libri di scuola, giusto?-
-Esatto, abbiamo deciso di fare un ripasso generale-
-Sul serio? Ma che bravi- dico, accorciando sempre di più le
distanze fra me e i due furfanti. I due indietreggiano di un passo,
guardandomi visibilmente agitati. E' chiaro che loro non la danno a
bere a me quanto io non la dia a loro.
-Potter, che cosa nascondi dietro la schiena?- domando, avvicinandomi a lui.
-Niente- risponde, indietreggiando ancora. Io sorrido, per nulla
ingannata. Incredibile come certe cose non cambino mai. Quante volte ci
saremo scambiati quest'ultima battuta negli ultimi tempi?
-Avanti Potter, smettila di fingere, non sono così stupida come credi sai?-
-Io non penso che tu sia stupida- risponde lui facendo qualche passo
indietro, seguito da Sirius che intanto si è tolto lo zaino,
cominciandolo ad aprire.
-Allora smettila di trattarmi come tale-
-Non mi permetterei mai di
farlo, lo sai- risponde lui, accostandosi
all'amico. In quel momento succedono tante cose tutte
contemporaneamente. La prima è che Sirius tira fuori dallo zaino
un lungo mantello antico che conosco fin troppo bene; la seconda
è che James ne afferra un lembo e se lo passa sopra la testa
mentre io, con gli occhi sgranati mi getto su di lui per impedirgli di
nascondersi e Sirius butta a terra lo zaino, prendendo anche lui un
lembo e coprendosi velocemente sotto il mantello trascinandosi dietro
l'amico. In un attimo, mi ritrovo da sola nella stanza, con
davanti solo aria.
-Potter!- ringhio -Esci fuori immediatamente o te ne farò pentire-
Sento la sua risata a un metro da me, pericolosamente vicina alla porta.
-Come dicevo, non mi permetterei mai di trattarti come una stupida, ma certe volte è purtroppo necessario!-
-Grr, aspetta che ti acchiappo..- esclamo estraendo la bacchetta da
dietro la schiena e scagliando uno schiantesimo nella direzione in cui
ero certa ci fosse lui. Li sento lanciare un urlo divertito, mentre
l'incantesimo si schianta contro il muro, staccandone appena un po'
l'intonaco.
-Mancati!- esclamano, sghignazzando.
Io ribollo dalla rabbia e scaglio un altro incantesimo in direzione
delle voci. Ancora una volta lo evitano, ma nel farlo si scontrano per
un attimo con l'orologio a pendolo accostato alla parete. Ghignando,
miro in quella direzione e sta volta emettono un urlo di sorpresa,
precipitandosi via con un rapido spostamento d'aria.
-Di striscio, la prossima volta potrebbe essere fatale- esclamo,
puntando già nel punto dove immagino debbano essere adesso. Per
fortuna ho un buonissimo intuito.
Con un colpo secco li sento cadere a terra, mentre dal nulla spuntano
due paia di scarpe marroni che si agitano frenetiche nel tentativo di
rimettersi presto in piedi. Sogghigno, soddisfatta, e mi lancio in
quella direzione.
-Cavolo, Evans, sei bestiale!- esclama la voce di Sirius mentre si
rimette in piedi con un balzo, di nuovo nascosto dal mantello.
-Lo prenderò come un complimento- rispondo, afferrando
repentinamente il gruppo d'aria dove so essere nascosto Potter. E
infatti, la mia mano si richiude su un qualcosa di solido. Sorrido
soddisfatta.
-Presi!-
-Non credo proprio- esclama lui, strattonandomi. Ma io non mi faccio
disarcionare tanto facilmente. Ora che li ho trovati, non li
mollerò più tanto presto.
-Avanti Potter non fare il bambino, togliti quel maledetto mantello e fatti vedere!-
-Neanche per sogno- risponde lui dimenandosi.
-Idiota- sibilo, stringendo la stretta
-Vorrà dire che te lo toglierò io- dico allora, tirando.
Lo sento digrignare i denti nel tentativo di liberarsi, percependo le sue
dita invisibili spingere sotto le mie per cercare di allentare la stretta mentre
Sirius, accanto a lui, mi afferra per la vita tirandomi via.
-Black, toglimi le mani di dosso o te le taglio!- strillo, cercando con una mano di liberarmi da lui.
-Pardon, Evans, ma a mali estremi estremi rimedi-
-Vedo che un po' di cultura ce l'hai anche tu, ma 'sta volta non ti
servirà, Black, sono un prefetto e in quanto tale sono pronta
per qualsiasi aggressione!- esclamo, liberandomi con uno strattone
dalla sua stretta. Purtroppo quel movimento un po' troppo brusco mi
porta a perdere l'equilibrio, sbilanciandomi indietro e facendomi
cadere a terra, trascinandomi dietro Potter e il suo stupido mantello.
-Ah!- esclamo, battendo la schiena per terra e sentendo un peso enorme
piombarmi molto poco delicatamente addosso. Fra le dita stringo ancora
il mantello dell'invisibilità che ora giace a terra accanto a
me, mentre a pochi centimetri dal mio viso Potter sogghigna decisamente
divertito. Arrossisco, sentendo il sangue salirmi velocemente alla
testa.
-Potter, che cavolo stai facendo, levati subito!- esclamo, tirandogli un pugno sul torace.
Lui ridacchia, osservandomi dai quei pochi centimetri che ci separano senza accennare a spostarsi.
-Mi sembrava di averti pregato di starmi a venti metri di distanza!!- strepito, per nulla contagiata dal suo buon'umore.
-Non è colpa mia se mi hai trascinato giù con te, sai-
protesta lui -E poi, io non mi trovo poi così male- aggiunge
sorridendo malizioso.
Io arrossisco ancora di più, rendendomi conto della situazione
decisamente poco conveniente in cui ci troviamo e lo spingo via da me
furiosa.
-Levati! Levati levati levati!- strillo, picchiandolo sul petto.
-Ehi, stai calma, ora mi tolgo ora mi tolgo- fa lui fermandomi i polsi
e spostandosi da sopra di me. Io mi alzo di scatto allontanandomi
velocemente da lui.
-Voi due siete obbligati a restare entro queste mura fino a nuovo
ordine, non vi azzardate a uscire o veramente ve la farò pagare
cara, sono stata chiara?- esclamo, il respiro leggermente affannato, il viso rosso per l'imbarazzo.
-Ok ok, come vuoi tu Evans,
basta che non ci scuoti più come un sacco di patate- risponde
Sirius, stirandosi con le mani la maglietta.
Io mi astengo dal rispondere
qualsiasi cosa e mi volto, risalendo veloce le scale per allontanarmi
il più possibile da Potter.
-Eih Lily- lo sento dire, prima che io sparisca in cima alla scalinata.
-E' questa una delle cose che mi piacciono di te, l'aggressività-
Io fingo di non aver sentito e me ne vado, sentendolo ridacchiare alle mie spalle.
Decisamente, ci sono un
mucchio di cose che non sopporto di James Potter. Ma la più
eclatante di tutte forse è questa: la sincerità.
Salve a tutti! Ecco qui il 3° capitolo di questa fic.
So che la parte centrale [dove parlano Lily ed Agata durante la
lezione] potrà non sembrare molto chiara.. spero che abbiate
capito che i lui oggetto della conversazione siano due. Ma non preoccupatevi, si spiegherà tutto meglio con il procedere della storia.
Ringrazio immensamente le tre che hanno recensito il capitolo precedente:
avril96
lizzyejane
Pan_Tere94
e i 13 che hanno inserito la mia storia fra i preferiti! Grazie!!
Fatemi sapere cosa ne pensate di questo nuovo capitolo, mi raccomando!
Accetto tutte le critiche i consigli e, ovviamente, anche i
complimenti^^
1 bacione a tutte
la vostra Vale*
|
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Capitolo 4 *** 4 ***
4
-"Ti chiamerò Venerdì"-*
Sospiro, mentre Remus rialza la testa dal libro e lo richiude con un piccolo tonfo.
-Fine lettura- esordisce sorridendomi mentre io scendo dal muretto con un salto.
-Già, che ore sono?- chiedo sgranchendomi le gambe. Dietro di
noi, sopra al cortile, la luna splende candida nel cielo ammantato di
blu.
Remus scuote la manica della felpa e assottiglia la vista per leggere
nell'ovale dell'orologio da polso che porta al braccio sinistro.
-Quasi mezza notte. Credo sia ora di andare-
-Uhm, credo anch'io. Altrimenti domani chi si alza-
-Eh sì-
-E non ti azzardare ad andare avanti senza di me!- esclamo ammonendolo con l'indice.
-Uh uh- fa lui sorridendo sarcastico e cominciando ad andare avanti.
-Ehi, guarda che è inutile che continui perché tanto io
ti farò rileggere dal punto in cui siamo rimasti insieme!-
puntualizzo raggiungendolo da dietro e prendendo a camminargli a fianco.
-Per me non è un problema- risponde lui voltandosi a sorridermi.
Io gli faccio la linguaccia e affretto il passo, superandolo.
Lui emette una breve risatina e continua a camminarmi dietro, accarezzando la copertina del libro che porta in mano.
Svoltiamo l'angolo che porta dal cortile all'interno della scuola e
saliamo le scale in silenzio, dandoci un'ultima occhiata intorno per
assicurarci che non ci sia nessuno a gironzolare di nascosto per le
aule. Evitiamo di controllare il primo e il secondo piano come abbiamo
già fatto prima e proseguiamo spediti per il terzo. Remus
riprende a camminarmi a fianco, rimuginando fra se in silenzio. Io,
assonnata, mi porto una mano alla bocca sbadigliando e chiudo un attimo
gli occhi, con un sospiro.
-Perché lo detesti tanto?- chiede lui di punto in bianco girandosi a guardarmi.
-Chi?-
-James. Non è così male-
-Ah- sbuffo con un gesto annoiato della mano.
-Dico sul serio, è simpatico-
-Non credo che la tua parola sia di grande affidamento- rispondo continuando a camminare.
-Perché?-
-Sei suo amico, ovvio. L'hai coperto oggi quando voleva scappare fuori con Sirius, figurati se..-
-Coperto?!-
-Beh, di certo non glie lo hai impedito- faccio io lanciandogli un'occhiataccia.
-Volevano solo uscire a studiare- risponde lui serafico.
-Sì come no..-
Svoltiamo l'angolo e ci dirigiamo spediti verso il ritratto della signora grassa.
-Dico sul serio- continua lui imperterrito -Anche se è un po'..
egocentrico, e arrogante.. è simpatico. Te ne accorgi se lo
conosci meglio-
-Sei anni mi sono decisamente bastati per capire di che pasta sia fatto. Ti sembrano pochi?-
-Forse non sono abbastanza-
-Già, sono troppi-
Remus fa per ribattere ma in quel momento la dama del quadro parla, chiedendo la parola d'ordine.
-Succo di zucca- rispondo decisa, dopodiché il vano si apre, scoprendo l'entrata.
Uno alla volta lo oltrepassiamo e ci ritroviamo
immediatamente nella calda e accogliente sala comune di Grigondoro.
-Beh, ci vediamo domani- dico a quel punto girandomi a guardarlo con un sorriso.
Remus mi guarda in silenzio, imbronciato perché come
sempre sono riuscita ad impedirgli di dire quello che voleva dire. Io me ne accorgo e trattengo a stento una risata.
-'nottee- dico, cominciando a salire le scale che portano al mio dormitorio.
-Buonanotte. E comunque lo sai che ho ragione io- dice lui
da sotto, continuando a guardarmi salire le scale dalla sala comune.
-A domani, Remus- rispondo, fingendo di non aver sentito la sua
ultima affermazione, e sparisco dietro la porta dei dormitori.
Il mattino seguente mi sveglio come al solito con il rumore della doccia
accesa del bagno e le chiacchiere frenetiche delle mie compagne di
stanza che si districano tra trucchi e vestiti per riuscire a
prepararsi in tempo. La finestra è aperta, le tende scostate e
il sole butta libero i suoi caldi raggi luminosi all'interno del
dormitorio, illuminandone il pavimento e le pareti.
-Ti sei svegliata eh- dice la voce di Agata mentre la mia migliore
amica mi passa velocemente davanti per andare a pescare qualcosa
dall'armadio.
-Uhm, che ore sono?- biascico alzandomi a sedere e stropicciandomi gli occhi.
-Quasi le otto. Hai quindici minuti di tempo, pensi di farcela?-
Non rispondo, e con uno sforzo disumano mi alzo in piedi, affondando i piedi nelle pantofole.
-Chi c'è in bagno?-
-Leslie, ma ha quasi finito-
-Grazie al cielo- commento, e comincio a radunare i vestiti per indossarli.
Quella mattina la sala grande è agitata da un gran fermento,
perché la prossima uscita ad Hogsmeade si avvicina e tutti si
preoccupano di organizzare la giornata o di cercare qualcuno da
accompagnare o da cui farsi accompagnare. Io e le mie amiche ci
dirigiamo svelte verso il nostro tavolo dove già ci aspettano i
ragazzi. Inevitabilmente punto lo sguardo su Potter, il quale sta
seduto vicino a Sirius, come al solito. Strano che non mi abbia
aspettata fuori dal varco come sempre, tanto per innervosirmi come ogni
mattina. Non che mi dispiaccia, s'intende. Anzi.
-Buongiorno ragazze- salutano appena ci vedono arrivare.
-'Giorno-
Io e Agata ci sediamo di fronte a loro, come di consueto, mentre le nostre compagne raggiungono i loro rispettivi amici.
-Uova al bacon, wow- esclama Sirius avventandosi sul piatto.
Io mi sistemo per bene sulla panca e poggio la borsa dei libri sulle
gambe. Quando poi alzo lo sguardo di fronte a me scopro Potter che mi
sta guardando. Per qualche lunghissimo istante rimango immobile a
ricambiare lo sguardo. Poi, come un fulmine, il ricordo del pomeriggio
precedente mi torna alla mente ed io riabbasso subito lo sguardo,
arrossendo. Diavolo, ci mancava solo questa. Lo vedo sorridere sotto i
baffi e prendere la forchetta con la mano per cominciare a mangiare. Ma
che cosa si ride? Ci manca solo che pensi che mi sia presa una cotta
per lui! Stizzita, lo imito all'istante, sforzandomi di ignorarlo e di
posare il meno possibile il mio sguardo su di lui.
-Domani c'è la partita- annuncia Sirius dopo un po' pescando una pagnotta dal cestino di vimini.
-Già, paura?- chiede Agata
-Una cifra. Ma loro, mica noi- risponde lui sorridendo.
Agata ricambia il sorriso e mi pare di scorgere un qualcosa di diverso
in lei. Un cambiamento. Ma non riesco a capire di che cosa si tratti.
-Ci verrete a vedere?- chiede allora Potter giocherellando con gli angoli del tovagliolo poggiato sul tavolo.
-Ma certo, vero Lily?-
A quel punto Potter sposta gli occhi su di me e mi guarda, in attesa della risposta.
-Non lo so, devo vedere- rispondo, evitando di guardarlo.
-E dai Evans, facci questo piacere- esclama Sirius di fronte a me allargando le braccia in segno di protesta
-Scommetto che riuscirete a giocare benissimo anche senza di me- rispondo.
-Non tutti- fa lui di rimando, prima di venire colpito al fianco
da una gomitata proveniente da chissà chi. Io rialzo lo sguardo
e me lo guardo stranita, non capendo a cosa si riferisca. Accanto a lui
Potter abbassa lo sguardo e riprende a mangiare senza dire una parola.
Osservo la sua espressione. Sembra quasi.. triste? No, impossibile.
La giornata di lezioni passa piatta e scorrevole, così che mi
ritrovo all'ultima ora senza neanche essermene resa conto. L'aula di
pozioni si riempe velocemente degli studenti del sesto anno, mentre
Lumacorno ci aspetta già davanti alla cattedra con il suo
solito sorrisetto snervante stampato sulle labbra. Non lo sopporto.
Soprattutto da quando ha fondato quel suo stupidissimo club per
celebrità, in cui sono invitati a partecipare solamente gli
alunni "migliori". Aggettivo che attribuisce più che altro ai
più ricchi, belli e famosi della scuola. Patetico. E, cosa
ancora peggiore, mi è giunta voce che voglia invitare a farne
parte anche me, dicendo che sono un'alunna modello e che nella sua
materia faccio scintille. Per carità, se solo me lo chiedesse
penso che non riuscirei a resistere abbastanza prima di scoppiargli a
ridere in faccia, il che non sarebbe propriamente educato. Spero solo
che cambi idea, o che trovi qualche altra oca sgallettata di quelle che
pagherebbero oro per entrarne a far parte, solo per il gusto di dirlo
alle amiche e di farsi riconoscere come "quella del lumaclub".
Appena ogni studente si è sistemato al proprio posto con il
proprio calderone accanto, Lumacorno fa un passo avanti staccandosi
dalla cattedra cui era appoggiato e ci guarda coi suoi occhietti grigi
che brillano come ogni volta che deve dire qualcosa, e vuol far credere
che sia una novità o un qualcosa di particolarmente eccitante.
-Bene ragazzi- comincia, sfregandosi le mani -Oggi faremo un po' di esercitazione.
Lavorerete a coppie, e quella che finirà per prima
la pozione otterrà il voto più alto. Se fatta bene, ovviamente-
aggiunge, ammiccando.
Io alzo impercettibilmente gli occhi al cielo mentre lui comincia a nominare i primi accoppiamenti.
-Eden, Taylor-
-Lewis, Swan-
-Flitt, Nott-
-Evans... Potter-
Eeh?!
James si gira subito a guardarmi con un sorrisetto sghembo stampato
sulle labbra sottili ed io sbuffo, scuotendo la testa. E ti pareva?!
Con tutti gli studenti rimasti proprio con me doveva metterlo, no? Mi
pare ovvio.
Potter si alza dal suo banco e mi si avvicina con la sua solita
andatura sciolta e disinvolta mentre io fingo di non vederlo, girando
la testa di lato.
-Ciao Lily- saluta, fermandomisi davanti.
-Potter- dico, con un cenno della testa.
Lui ghigna e si appoggia coi gomiti sul banco, potendomi così guardare alla stessa altezza dei miei occhi.
-Si lavora insieme oggi- dice a pochi centimetri dal mio viso
-Che emozione- rispondo, alzando le sopracciglia.
Lui sorride e continua a fissarmi con i suoi scurissimi occhi castani
finché Lumacorno non finisce di accoppiare gli studenti e non dà
il via alla lezione. Io mi alzo, spostando la sedia con un gesto secco
e comincio ad aprire il libro alla pagina assegnata. James mi guarda in
silenzio, senza fare nulla. Quando leggo il titolo della pozione e gli
ingredienti necessari mi avvio senza fiatare verso l'armadietto delle
scorte, per prendere tutto l'occorrente. Una volta tornata in banco,
senza dire una parola, sistemo tutti gli ingredienti sopra al tavolo e
accendo il fuoco sotto al calderone con un colpo di bacchetta. Mentre
faccio questo, Potter continua a fissarmi in silenzio, seguendo ogni
mio movimento con lo sguardo. Io faccio finta di nulla, continuando il
mio lavoro che come vedete "di coppia" ha ben poco, e cerco di
concentrarmi il più possibile sulle istruzioni. Ma non è
facile, con una paio di occhi insistenti che ti fissano costantemente e
ininterrottamente qualsiasi cosa tu faccia. Sbilancio il peso del corpo su
un piede e poi su un altro, infastidita. Ma perché non la
smette?! Ok lo ammetto. Mi sento a disagio. Odio essere fissata. Mi fa
sentire sotto esame, e improvvisamente ogni movimento mi sembra
sbagliato, troppo veloce, troppo accentuato. Che cosa avrà poi
da guardare? Pensi a lavorare, piuttosto. Non sarebbe male se dicesse:
ti aiuto? posso fare qualcosa? Ma forse è chiedere troppo. Stizzita,
getto dell'erba azzurra dentro al calderone e impugno il mestolo per
mescolare. L'orologio appeso alla parete segna l'una e dieci. Bene,
cinque minuti di pausa e poi potrò continuare. Nel frattempo
preparo gli altri ingredienti. Distogliendo lo sguardo dalla pozione
tiro fuori il resto del materiale dai barattolini e comincio a
prepararlo. Accanto a me, la figura del ragazzo rimane immobile, mentre
con la coda dell'occhio vedo che ha ancora gli occhi fissi sul mio viso.
-Che hai da guardare?- sibilo all'improvviso, spazzando via dal banco la polvere in eccesso.
-Niente- risponde, continuando però a fissarmi.
-E allora vedi di darti una mossa o il voto me lo prendo solo io- ribatto, pulendomi le mani sulla divisa.
-Ok- fa lui, e con un unico gesto afferra il libro con una mano e se lo porta davanti, strusciandolo sul banco.
-Sono già arrivata al punto 2- gli dico -Continua. Vediamo cosa sai fare-
Lui rialza il viso dal testo che sta leggendo e punta i suoi scurissimi occhi castani sui miei.
-Cos'è una sfida?- domanda, con un sopracciglio alzato.
-Può darsi- rispondo sogghignando.
Lui accetta la risposta con un ghigno e con gli occhi finisce di leggere il resto delle istruzioni.
-Benissimo- dice poi allontanandosi dal tomo, e fa un passo verso il tavolo per esaminare la situazione.
Io lo guardo in silenzio appoggiandomi al banco dietro, mentre lui si
porta una mano sotto al mento e pensa. Poi prende una manciata di
bacche rosse e le butta nel pentolone, aspettando qualche secondo per
vedere che non scoppi nulla. Quando dalla pozione escono poche bolle di
vapore e la superficie assume un rassicurante colorito vermiglio,
sorride compiaciuto e torna davanti al tavolo per continuare. Io lo
guardo in silenzio mentre lui fruga fra i barattoli, legge le etichette
e sbircia nei sacchetti, permettendomi di esaminarlo con calma ora che
lui non si accorge che lo sto guardando. Ha i corti capelli castani
tutti spettinati, ma che, nel loro disordine, riescono ad assumere una
piega non del tutto trasandata, e, lo devo ammettere, non male.
Comincio a sospettare che li spettini con le mani di proposito, per farli
apparire così disordinatamente a posto.
Scivolo con gli occhi sul profilo del suo viso, seguendone i
lineamenti non troppo marcati, ma longilinei e regolari. Il suo volto
sembra a tratti quello di un ragazzino troppo cresciuto, e a tratti
quello di un ragazzo che si finge bambino. Quell'aria malandrina che lo
accompagna sempre ne illumina lo sguardo, facendolo apparire
perennemente provocatorio e smaliziato, mentre le labbra sottili
incorniciano un sorriso perfetto che per anni ha fatto andare in
iperventilazione milioni di studentesse di tutte le età. Inutile
negarlo, è un gran bel ragazzo. Se non fosse per il suo
caratteraccio... A quel pensiero mi risveglio del tutto dalle mie
fantasie illecite e mi riporto bruscamente coi piedi per terra,
nell'aula di pozioni, con davanti il ragazzo più strafottente,
egocentrico ed arrogante che io abbia mai conosciuto. Il ragazzo in
questione ha appena finito di rimestare la pozione e appoggia il manico
del mestolo sul bordo del calderone, girandosi a guardarmi.
-Beh?- chiede, incrociando le braccia al petto e squadrandomi con
quegli occhietti compiaciuti e il solito sopracciglio bruno alzato.
-Beh cosa?-
-Hai finito di fissarmi?-
Io me lo guardo per una frazione di secondo in silenzio, senza sapere cosa dire, dopodiché esclamo un:
-Cosa?-
Lui sorride, compiaciuto, e si avvicina di un passo.
-Ho detto, hai finito di mangiarmi con gli occhi, Lilian Evans?- soffia
ad un centimetro dal mio orecchio, fermandomisi di fianco.
Io trattengo il respiro, senza sapere perché il sentire il suo
fiato caldo accarezzarmi la pelle mi abbia provocato un'improvvisa
scossa elettrica attraverso la schiena.
-Io non ti stavo fissando- riesco solo a dire, mantenendo a fatica un tono di voce normale e controllato.
-Ah no?- continua lui, ridacchiando
-No- ribadisco, secca.
Lui sogghigna, divertito, e mi si allontana di un passo, tornando a guardarmi in faccia.
-Benissimo. Sarà stata una mia impressione- dice,
dopodiché torna davanti al tavolo e prende una manciata di
foglie secche, l'ultimo ingrediente, prima di buttarlo nel calderone e
portare a termine la preparazione della pozione.
-Fatto- dice poi, voltandosi a guardarmi.
Lumacorno, che proprio in quel momento stava passando a fare un giro di
perlustrazione per i banchi, lo sente, e corre subito a vedere il
risultato.
-Benissimo!- esclama quando butta l'occhio dentro al nostro calderone e
vede il liquido color lilla giacere perfettamente amalgamato al suo
interno -Ottimo lavoro, signor Potter e signorina Evans. Trenta punti in
più a Grifondoro!-
A quel punto dalla stanza si alza un urlo concitato da parte dei nostri
compagni di casa e uno di sconfitta da parte degli altri studenti.
Potter sorride, continuando a guardarmi con i suoi
scurissimi occhi castani, mentre io ricambio lo sguardo, in silenzio,
senza muovermi.
In quel momento si sentono le prime sedie strusciare sul pavimento
mentre uno ad uno gli studenti raccolgono le loro cose e si avviano
fuori dalla classe, salutando il professore. Potter si spazzola le
mani, prende la sua borsa dal banco e si allontana dal calderone ancora
fumante.
-Ci vediamo dopo, Lily- saluta con un ghigno soddisfatto, prima di uscire dalla classe.
Agata mi raggiunge da uno dei primi banchi accompagnata da alcune nostre compagne e mi guarda con un sorrisetto sulle labbra.
-Allora Lily, alla fine non è così male lavorare con James- dice, scrutando la mia espressione.
-Già.. non così male- rispondo prendendo la mia borsa e avviandomi con lei verso la porta.
-Ho visto che siete riusciti a lavorare insieme senza prendervi a
fatture, è un passo avanti- continua, camminandomi a fianco.
-Si è comportato meno peggio del solito- affermo, con un mezzo sorrisetto sulle labbra.
-Hai un'espressione strana- commenta lei guardandomi in faccia -Rimasta affascinata dalle sue doti culinarie?-
-Direi piuttosto scioccata dal fatto che sia riuscito a stare davanti a
un calderone per più di due minuti senza far esplodere l'aula
intera- rispondo sarcastica, prima di uscire dalla porta seguita
dalle risate della mia migliore amica.
Quel pomeriggio io e Agata decidiamo di uscire a studiare in cortile,
per goderci questi ultimi giorni di sole prima che inizi l'inverno.
Così, borsa in spalla e qualche libro in mano, attraversiamo i
lunghi corridoi porticati che circondano il cortile e ci dirigiamo
sicure verso l'unica panchina ombreggiata che si trova sotto a un alto
salice piangente. Il sole splende alto nel cielo azzurrino e
l'atmosfera è pacifica e serena, proprio come dovrebbe essere
una giornata estiva. Devo dire che mi mancano le giornate soleggiate,
in cui anche se il sole picchia cocente c'è sempre un po'
d'arietta tiepida pronta a rinfrescarti e a permetterti di uscire a fare
passeggiate, pic-nic e gite al mare. Adoro l'estate, stare sdraiata in
spiaggia a prendere il sole, tuffarmi nell'acqua limpida dell'oceano e
uscire la sera con gli amici a gironzolare per la città. Adoro
questo sole che illumina ogni cosa facendola apparire più bella,
più viva, più allegra. Spero che quest'inverno non
arriverà troppo presto.
Una volta sedute comodamente all'ombra dell'albero apriamo le nostre borse e tiriamo fuori tutto il necessario.
-Con che cominciamo?- domanda Agata poggiandosi i libri sulle gambe.
-Io direi Storia della Magia che è più pesante- propongo -Poi proviamo incantesimi-
-Buona idea- concorda, e sfila il libro giusto dalla pila che ha sulle ginocchia -Pagina?-
-Centottantasette- rispondo, sfogliando il tomo.
E cominciamo a studiare insieme, ripetendo a turni, aiutandoci a
vicenda quando non ricordiamo qualche data o nome precisi. Dopo circa
un'ora di guerre, goblin, maghi e rivolte, chiudiamo i libri con un
sospiro e buttiamo la testa all'indietro, appoggiandola al bordo della
panchina di ferro.
-Finalmente- sospira Agata chiudendo gli occhi.
Io mi accarezzo i capelli con le dita sovrappensiero, fissando un punto
imprecisato davanti a me. Ad un tratto Agata si volta a guardarmi,
tenendosi il viso sulla mano con il braccio piegato e poggiato sul
bordo della panchina, e resta a fissarmi per una lunga manciata di
secondi.
Io resto impassibile, ben sapendo che qualunque cosa voglia dirmi o chiedermi, non resisterà a lungo. E ho ragione.
-Lily- dice, scrutandomi coi suoi caldi occhi color miele.
Poi fa un sospiro, abbassa gli occhi, e parla.
-Mi piace Sirius-
Credo che la mia faccia in questo momento sia paragonabile a quella che
avevo a undici anni quando ho visto per la prima volta Nick quasi senza
testa con la testa piegata di lato.
-Ah..- dico.
A dire il vero, se proprio devo essere sincera, un po' lo avevo sospettato.
Già da quando aveva insistito tanto ad andare all'allenamento di
James e Sirius, ed era rimasta tutto il pomeriggio con gli occhi fissi
sul campo a vederli giocare. Certo, sentirselo dire e averne la
certezza è un'altra cosa.
-Bene-
Lei sorride.
-Avanti Lily, non c'è bisogno che fingi. So benissimo cosa pensi di lui-
-Più o meno lo stesso che penso di Potter- affermo -Anche se forse per Sirius nutro un po' più d'ammirazione-
-Ah sì? Come mai?-
-Beh, lui almeno ha avuto il coraggio di andare contro la sua stessa
famiglia per non compiere le loro stesse azioni. Se n'è
infischiato delle loro convinzioni e ha avuto la maturità di
scegliere da solo la propria strada, quella giusta-
-Già... è stato coraggioso..-
Per i quindici secondi che seguono nessuna delle due dice più
nulla, ognuna persa nei propri pensieri. Poi, Agata riprende la parola
-Comunque non ho intenzione di strisciargli ai piedi come una povera sciocca- afferma, altezzosa.
-Ah no?-
-Certo che no. Non mi comporterò nella stessa maniera di quelle
galline starnazzanti che gli vanno dietro come api appresso al miele.
Sarà lui a venire da me. Come si dice, chi mi ama mi segua-
-Ehm, non credo che centri molto in questo momento- dico, portandomi una mano alla bocca per non ridere.
-Ah.. beh, comunque mi hai capita- risponde lei, convinta.
-Sìsì, certo-
Lei annuisce, decisa, e poi prende a rigirarsi una ciocca di capelli
ricci fra le dita, sovrappensiero. Io me la guardo in silenzio, con un
sorriso sulle labbra, intenerita. Quando si mette qualcosa in testa,
difficilmente molla prima di averla ottenuta. Chissà, magari
riuscirà veramente a far innamorare Sirius di sè. Anche se ne
dubito. Non che Agata non sia carina, anzi. Ma non è lei il
problema. Il punto è che se c'è una cosa che hanno in
comune lui e James, oltre all'arroganza e alla strafottenza, quella
è sicuramente l'indole malcelata ad essere un po'.. come dire.. farfalloni.
Cambiare ragazza con la stessa facilità con cui si cambiano
pantaloni due volte la settimana ne è la dimostrazione. Pare che
non siano capaci di innamorarsi veramente di nessuna, e per loro avere
una ragazza è come aver appena vinto un premio ad una gara. Se
la portano a spasso per qualche giorno, mostrandola a tutti,
dopodiché si stancano e partono già alla ricerca di una
nuova sfida. Senza ovviamente curarsi dei sentimenti delle povere illuse
che puntualmente cascano nelle loro trappole. Ingenue..
-Farò come te- dice a quel punto Agata interrompendo il silenzio.
Io mi giro a guardarla con un sopracciglio alzato, senza capire a cosa si riferisca.
-Sì, insomma... come te con Potter. Beh, non proprio, ovviamente
non gli urlerò contro ogni volta che cercherà di
avvicinarmi- ridacchia.
-Che cosa c'entro io e soprattutto cosa c'entra Potter?- domando aggrottando la fronte.
-Beh... si vede lontano un miglio che tu gli piaci. E in fondo in fondo lo so che piace anche a te..-
Che cosa?! Questa proprio mi mancava!
-Agata sei impazzita? Non bastano tutti gli insulti che gli faccio
volare dietro ogni volta che parliamo? Cosa devo fare per convincervi
che non mi piace? Ucciderlo?!-
Agata ridacchia, guardandomi come se sapesse qualcosa che io non so e si stesse divertendo a prendermi in giro.
-Avanti Lils, ammettilo... non puoi negare che un po' ti piaccia-
-Ma che diavolo stai dicendo?- esclamo, non potendo credere alle mie orecchie. Adesso ci si deve mettere pure lei? Pazzesco!
-Per tua informazione, nel caso la cosa ti fosse sfuggita, non riesco
ad avere quel ragazzino vicino per più di cinque secondi senza
cominciare ad avere l'orticaria, e questo anche prima che apra bocca,
dopodiché è la fine-
Lei ride, mentre io la fulmino con lo sguardo, incrociando le braccia al petto.
-Che cosa hai da ridere?- esclamo, stizzita.
-Avanti, Lils ammettilo-
-Ammettere cosa?-
-Che è carino-
-Senti tu, non dicevi che ti piaceva Sirius?-
-Certo- risponde -Ma non si può dire che anche James non sia
bello. Lo sono entrambi, anzi, più che belli direi proprio da
stupro!-
-Agata!- esclamo, non credendo alle mie orecchie
-Eddai Lils non fare la finta tonta, non puoi dire che non sia vero!-
-Ok ok saranno pure carini e tutto quello che ti pare, ma non conta solo quello-
-Quindi ammetti che James non ti dispiaccia, fisicamente parlando-
-Diciamo che è passabile- rispondo, evasiva -E comunque ogni
minimo briciolo di fascino presente in quell'individuo viene
puntualmente soffocato dalla sua arroganza, dalla sua strafottenza e
dal suo essere pieno di sé come un pallone. Senza contare che
è insopportabile, antipatico, stupido, infantile e tremendamente
snervante-
-Dici così solo perché te ne vuoi convincere, non lo pensi davvero-
-Che cosa te lo dice?-
-Intuizione- fa lei, serafica.
Io me la guardo con un sopracciglio alzato, scettica.
-Intuizione dici eh? Intuizione del cavolo, ti ricordo che a Divinazione hai meno di me-
-Che centra? Qui non si tratta di foglie rinsecchite ne di the ammuffito. Qui si tratta di te-
-E quindi?-
-E quindi io ti conosco abbastanza da poter dire che quella che stai usando è tutta strategia-
-Eh?-
-Esatto. Continui a ripeterti che è sciocco e insopportabile
solo perché te ne vuoi convincere, perché in fondo ti
piace e non lo vuoi ammettere e cerchi di costruirti una corazza per
non farlo avvicinare perché hai paura di soffrire-
Io me la guardo per qualche secondo a bocca aperta, senza sapere cosa
dire, le palpebre che si abbassano e si rialzano un paio di volte
mentre i miei occhi increduli la fissano come se fosse diventata
matta. Dopodiché mi riprendo, scuoto la testa, apro un libro e
mi trattengo dallo scoppiare a ridere.
-Ag, torna a studiare va- le dico, prima di immergermi nella lettura.
* non
sono propriamente sicura che la frase del libro originale fosse proprio
questa, ma facciamo finta che sia così, chiudiamo un occhio e
andiamo avanti, ok? =P
Buongiorno gente!! Come va?? Che bello, è iniziata la primavera *-*
Sole sole sole sole soleeee =P ok, non ci fate caso, sono matta.
Ma io adoro la primaveraaaaa <3
Beh,
tornando a noi... ecco a voi il 4° capitolo di questa ff, dove ho
voluto inserire in modo un po' più esplicito i pensieri di Lily
riguardo a James. Come avrete capito, il ragazzo non è che le
faccia proprio schifo, fisicamente parlando =P l'unica cosa che non
sopporta di lui è il carattere esageratamente sicuro di
sè e gonfiato come un pallone da festa. Se solo fosse un po' più.. un po' meno...
Ringrazio
di cuore tutte quelle che mi hanno recensita nel capitolo precedente,
sono felicissima che la mia storia piaccia e che quelle che leggevano
la vecchia abbiano deciso di seguire anche questa ^^ Grazie! Spero che
anche questo capitolo vi sia piaciuto, e spero che mi farete sapere i
vostri pareri.
Intanto
ringrazio anticipatamente tutti quelli che leggeranno, recensiranno o
metteranno fra preferiti la mia storia. Fatemi sapere!!
1 bacio a tutti quanti! ciauuuu
la vostra vale*
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Capitolo 5 *** 5 ***
5
Il mattino successivo comincia con
un gran temporale.
Io mi sveglio all'improvviso con un tuono più forte degli altri e
quando apro gli occhi scopro tutte le mie compagne agitarsi frenetiche
per la stanza.
Assonnata, sposto gli occhi sulla sveglia poggiata sul comodino e
sbircio l'orario segnato in rosso sul mini display illuminato. Le sette
e mezza. Ora di alzarsi, penso, chiudendo gli occhi e stiracchiandomi.
Fuori, la pioggia comincia a picchiettare freneticamente sul vetro trasparente della finestra.
Quando esco dalla mia sala comune passando attraverso il quadro della
signora grassa non ho neanche bisogno di guardarmi attorno per evitare
Potter perché ho già avuto la sfortuna di incontrarlo in
sala, insieme ai suoi amici, che mi aspettava.
-Buongiorno Lily- esclama appena mi vede scendere le scale, sorridendo.
Io alzo gli occhi al cielo, facendo un gran respiro.
-Buongiorno Potter- rispondo, seguita da Agata e dalle mie compagne di
stanza, che non mancano di bisbigliare fra loro come ogni volta che
vedono i Malandrini e, soprattutto, ogni volta che vedono i Malandrini
parlare con noi.
Remus sta appoggiato al divano rosso ed ha, come da copione, il naso affondato in un libro.
-Ehi, tu- esclamo scendendo l'ultimo scalino -Non vale, stai andando avanti-
Remus alza lo sguardo dal tomo e mi guarda sorridente.
-Tranquilla, sto rileggendo il capitolo di ieri sera-
Io lo guardo scettica, con un mezzo sorrisetto sulle labbra e mi avvio fuori dalla
sala dopo le mie compagne. Agata, dietro di me, mi segue in silenzio,
subito imitata dai quattro Malandrini che imprecano infastiditi contro
il tempo. A quel punto ho un'illuminazione.
-Ehi, ma non dovreste avere la partita voi oggi?- domando, girandomi appena a guardarli.
-Dici bene- risponde Potter, che non so come è finito al mio
fianco, appena un passo dietro di me -Infatti se non smette dovremo
rimandare-
-Che tragedia- sbuffo, tornando a guardare davanti a me.
-Lo è- fa lui di rimando, affiancandomi -Ero partito con l'idea
di non fare nulla tutto il pomeriggio, ora mi toccherà studiare-
-Davvero una tragedia- ripeto, sarcastica.
Lui abbozza un sorriso, dopodiché mi si fa più vicino, arrivando a sfiorarmi l'orecchio con il viso.
-Magari, potresti aiutarmi a rendere questo pomeriggio meno noioso-
sussurra a bassa voce, sfiorandomi la schiena con il suo torace.
-E come dovrei fare, sentiamo?- domando, scettica, tentando di non fare
caso - almeno per il momento - al fatto che mi stia così vicino
-Beh- fa lui ghignando -Potresti venire a trovarmi in camera, troveremmo di sicuro qualcosa di divertente da fare-
Arrossisco, scostandomi velocemente da lui.
-Nei tuoi sogni Potter- rispondo affrettando il passo.
Lo sento ridacchiare alle mie spalle, mentre mi segue insieme agli
altri ed io tiro lunghi respiri, per calmare i battiti frenetici del
mio cuore che hanno cominciato a dare di matto.
Ma che diamine mi prende?!
Quella mattina la sala è invasa dal vociare agitato degli
studenti che guardano preoccupati il temporale imperversare oltre i
vetri delle finestre, e sperano che per il pomeriggio torni il bel
tempo. Agata ed io ci sediamo al nostro solito posto, con davanti i
ragazzi, e cominciamo a mangiare.
Di fronte a me sento due paia di
occhi insistenti martellarmi fastidiosamente sulla fronte. Non alzo lo
sguardo per controllare, sono quasi sicura di sapere a chi
appartengano. Nervosa, stringo con le dita il tovagliolo bianco
poggiato sulle gambe. Diamine. Non capisco perché mi stia
innervosendo così tanto. E' Potter, per Merlino. Quell'idiota di
Potter. Dovrei essermi abituata ai suoi modi di fare. Perché
tutto d'un tratto mi rendono così nervosa? Forse sta esagerando.
Dovrei dirgliene quattro. Va bene fingere indifferenza. Ma a tutto
c'è un limite. E lui lo sta superando.
Quel giorno abbiamo due ore di Incantesimi, una di Divinazione e una di
Rune. Dopodiché, c'è la pausa preclusa agli alunni del
sesto e settimo anno in cui ogni studente dovrebbe avvantaggiarsi con i
compiti e studiare in vista dell'esame, mentre invece preferisce
spaparanzarsi su qualche panchina in cortile o rifugiarsi in camera e
in aule vuote a pomiciare indisturbato.
Io e Agata usciamo in cortile
con la borsa dei libri in mano, decise a studiare, e adocchiamo subito
la nostra panchina abituale sotto il salice, dirigendoci immediatamente
in quella direzione. Per fortuna il temporale ha smesso, almeno
momentaneamente, di imperversare sopra la scuola, così che
possiamo restare all'aperto senza fracicarci e goderci persino
qualche timido raggio di sole che spunta di tanto in tanto fra le
nuvole.
Dopo soli cinque minuti veniamo raggiunte da un
gruppo chiassoso di ragazzi i quali, anche senza alzare gli
occhi e guardarli, sono molto facilmente riconoscibili dalle
chiacchiere idiote e dal modo decisamente poco normale in cui decine e
decine
di ragazze si sono voltate contemporaneamente con gli occhi fissi nella
nostra direzione.
-Salve ragazze, che fate?- chiedono appena ci raggiungono, poggiandosi sui braccioli della panchina.
-Cosa potremmo mai star facendo con dei libri sotto il naso e una pergamena in mano?- domando sarcastica, senza guardarli.
-Potreste starli per chiudere e venire con noi a divertirvi, per
esempio- risponde Sirius sfoderando uno dei suoi soliti sorrisi
caccia-sospiri.
Non so perché, ma ogni volta che dalla sua bocca esce la parola 'divertirsi' non riesco a non pensare male.
-Non credo che sia una buona idea- rispondo -Anche perché ho
come l'impressione che il divertirsi per voi non includa fare qualcosa
di lecito o quantomeno entro le regole-
-Davvero diamo quest'impressione?- domanda Sirius sbattendo le ciglia
in quella che secondo lui dovrebbe essere un'espressione limpida e
innocente.
-Davvero- rispondo, squadrandolo scettica.
-Oh.. beh, ci dispiace. Non sapevamo che fare una partita a carte fosse
un qualcosa di illecito. Poveri noi, siamo proprio dei mascalzoni- dice,
scuotendo la testa serio e facendo schioccare la lingua in segno di
disapprovazione.
-Giocare a carte?- chiedo, alzando un sopracciglio.
-Sì, e chi perde offre il gelato a tutti alla prossima uscita ad Hogsmeade- risponde Potter, sorridendo.
Uhm, interessante.
-Che dici, Lils?- domanda Agata guardandomi -Accettiamo la sfida?-
Io fingo di pensarci un pochetto, portandomi una mano sotto al mento.
-Mah.. si potrebbe anche fare- rispondo infine, chiudendo il libro con un tonfo.
-Grande Evans! Allora non sei proprio il topo da biblioteca che vuoi far credere!-
-Per tua informazione, Black, io studio quando devo studiare, quel
tanto che mi basta per non finire le ultime due settimane prima degli
esami rinchiusa in camera nel panico più totale senza neanche
sapere dove andare a cercare i libri!- rispondo, lanciando
un'occhiataccia abbastanza eloquente a lui e a Potter, che ridacchiano
imbarazzati
-Per il resto sono un essere umano esattamente come voi e anch'io amo divertirmi, di quando in quando-
Agata sorride, divertita dalla mia espressione risoluta.
-Come Lunastorta!- esclama allora Sirius ridendo.
-Come chi?- ripeto aggrottando la fronte.
-Ehm ehm.. no niente- tossicchia imbarazzato James dando una spinta
all'amico -Intende dire Remus. Come Remus. Anche lui è uno
studioso. Ma quando si tratta di divertirsi non si tira mai indietro!-
Remus sorride e mi lancia un'occhiatina accondiscendente, come a voler dire che
insieme a quei due scalmati non potrebbe fare altrimenti.
-Beh, vogliamo muoverci?- esclama a quel punto Sirius indietreggiando in direzione degli archi.
Agata mi guarda. Poi sorride, si alza e lo raggiunge.
Io faccio altrettanto, infilando libro e pergamena in borsa.
Dopotutto, non mi fa male divertimi un po', ogni tanto.
Non posso crederci. Mi hanno stracciata!
A me! Campionessa di scopa,
poker, scala quaranta e briscola, temuta da
tutti i miei parenti, zii, nonni, cugini e compagni! Conosciuta come la
miglior giocatrice di tutta la famiglia, l'orgoglio degli Evans quando
si tratta di riunirsi a Natale, Capodanno e Pasqua per delle amichevoli
sfide fra amici. Inaudito!
Anche se devo ammettere che le carte dei
maghi sono ben diverse dalle nostre e che certe volte fatico ancora a
ritrovarmi con certe regole, troppo abituata a quelle babbane. Al goblin e all'elfo
ancora ancora sono riuscita a cavarmela. Ma quando hanno tirato fuori
quelle da Supermago è stata la fine. Potter poi è stato
senza pietà. Per non parlare di Agata! Non posso crederci, era
una bestia! Vabbè che lei ci giocava già da bambina...
Una volta terminate tutte le partite si è dichiarata la
vincitrice del torneo e nessuno ha osato contraddirla.
-Certo, non mi aspettavo che fossi così brava- ha detto Sirius
una volta messe via le carte per una pausa -E' la prima volta che vengo
battuto da una ragazza, incredibile!-
-Modesto, il ragazzo- ho ribattuto ridacchiando, sistemandomi meglio
sul divano della nostra sala comune, con le ginocchia piegate.
-Lascialo parlare- ha detto Agata, sorridendo superiore -Fanno sempre così una volta che li straccio-
A quelle parole tutti sono scoppiati a ridere ed io non ho potuto
trattenermi dal pensare che, dopotutto, passare un po' di tempo con i
ragazzi non è male. Forse dovrei ricredermi, sono sempre stata
un po' prevenuta nei loro confronti. Tutto sommato sanno essere divertenti,
simpatici e anche di buona compagnia. Magari si potrebbe fare
più spesso, questa cosa di passare del tempo insieme.
Sorrido,
mentre esco dalla sala comune attraverso il varco nel quadro, diretta
in sala grande per il pranzo.
Fuori, il cielo si è schiarito e
le nuvole grigie hanno cominciato a diradarsi, lasciando libero il sole
di illuminare timidamente la scuola e la foresta circostante. Credo
proprio che non ci sarà bisogno di rimandare la partita, questo
pomeriggio. E infatti...
Appena mettiamo piede in sala un gruppo di ragazzi ci viene incontro,
fermandoci in mezzo alla folla che si riversa affamata verso i propri
tavoli e prendendo James e Sirius in ostaggio.
-La partita si fa!!- esclamano, esaltati
-Silente ha detto che il temporale è passato e che nel pomeriggio ci sarà il sole-
-Fantastico!- esclamano i due Malandrini sorridendosi.
Gli altri annuiscono, eccitati, cominciando a incoraggiarli e a battere le mani in segno di approvazione.
Loro sorridono, soddisfatti e si guardano attorno compiaciuti, battendo
il cinque ai ragazzi e occhieggiando verso le ragazze che li guardano
adoranti.
Io alzo gli occhi al cielo, stizzita.
Come non detto. Sempre i soliti palloni gonfiati. Altro che simpatici e divertenti...
Ammetto che a volte basta davvero poco per farmi saltare la mosca al
naso. Soprattutto quando c'è di mezzo Potter. Ma loro pure
potrebbero evitare di pavoneggiarsi così insistentemente
davanti a tutti, no? Sbuffo. Inutile sperarci, non cambieranno mai.
Il pranzo
trascorre tra le chiacchiere concitate degli studenti che non fanno
altro che parlare della partita. Quidditch Quidditch e ancora
Quidditch. Sirius e Potter seguitano a vantarsi per tutta l'ora e a promettere di
essere clementi, perché non vogliono ferire il povero orgoglio
dei loro avversari stracciandoli nei primi cinque minuti. Si
rilasseranno, riposando comodamente sulle loro scope, e appena
James ne avrà voglia si guarderà attorno e metterà
fine alla partita acchiappando il boccino con un dito.
Io me li guardo con un sopracciglio alzato, incredula. Piuttosto
sconcertante come l'ego di quei due individui stia pericolosamente
sovrastando la loro stessa immagine. Pazzesco.
Appena usciamo dalla sala dei banchetti per tornarcene nei dormitori
troviamo un altro numeroso gruppo di Grifondoro ad aspettarci, il quale
acchiappa i due giocatori per la divisa e li acclama, battendo loro
pacche amichevoli sulle spalle e incoraggiandoli. Come se ne avessero
bisogno... penso, scuotendo la testa seccata. E' inutile. Rinuncio a capirli.
I due si guardano attorno
sorridendo e tranquillizzano tutti dicendo le solite cose, ossia che la
partita non durerà più di mezz'ora perché saranno
loro a farla finire prima e bla bla bla. Piuttosto noiosi, dopo un po'.
-Forza andiamo- dico, prendendo Agata per un braccio e allontanandomi dalla folla.
Lei mi segue, sorridendo. Probabilmente è elettrizzata come
tutti gli altri dall'imminente evento, e spera come loro che sia la
nostra casa a vincere. Si è sempre interessata al Quiddich, non
si è mai persa una partita e ha sempre tifato per la nostra
casa. Le piace sul serio, non finge come le altre solo per il gusto di
farsi notare dai ragazzi. Una volta è stata capace di
raccontarmi l'intera replica della finale Grifondoro-Serpeverde nei
minimi dettagli, e dovevate vedere come le brillavano gli occhi!
Spaventoso.
A me, sinceramente, non me ne importa un fico
secco. Non ne capisco molto e sicuramente non ho intenzione di
sfiatarmi per fare il tifo a Potter. Anzi, se vincessero i
Tassorosso, per una buona volta, sarebbe
anche meglio. Così la smetterebbe di pavoneggiarsi come
un gallo nel pollaio e proverebbe per la prima volta in vita sua cosa
significhi perdere.
-Ehi Lily!- chiama lui proprio in quel momento sbucando dalla folla che lo circonda.
-Ci verrai a vedermi vero?-
-Tutto è possibile Potter- rispondo evasiva -Anche che nevichi ad Agosto-
E detto questo mi allontano spedita dal corridoio lasciandolo attorniato dai suoi amatissimi fans.
-Come sto?-
-Bene-
-Sicura?-
-Sì-
-E me lo dici con quella faccia?!- esclama incrociando le braccia al petto, imbronciata.
Sospiro, alzando gli occhi su di lei.
Indossa una felpa col cappuccio rossa, la sciarpa rossa-oro legata al
collo e una spilla col simbolo del Grifondoro messa in bella mostra
all'altezza del cuore. Si è anche truccata.
-Ag, è una partita, non una sfilata di moda-
-Sì, ma è la partita della nostra casa, in cui giocheranno i nostri compagni, e che sarà vinta dai nostri amici, ricordi?-
-A parte il fatto che non sta scritto da nessuna parte che saranno loro
a vincere. E poi non capisco che cosa centri tu con questo. O hai forse
deciso di trasformarti in una delle ragazze pon-pon?-
-Dio mio quanto sei cinica-
-E tu esagerata-
-Ok, perfetto. Sono esagerata. Ma almeno io non rifiuto ogni tentativo
dei ragazzi di coinvolgerci nel loro mondo, tappandomi in camera
con la scusa di studiare!-
-Prima di tutto non è vero che rifiuto ogni tentativo dei ragazzi di coinvolgermi..-
-Sto parlando di James e Sirius-
-Beh loro sono un caso a parte. E poi non capisco che cosa ci trovi di
tanto esaltante in una partita di Quidditch. Se vinceranno bene,
altrimenti amen. Il risultato, credimi, si sentirà chiarissimo
fin da qui-
-Stai scherzando vero?- chiede lei strabuzzando gli occhi -Stai forse
dicendo che non ti interessa minimamente assistere alla partita della
nostra casa? Sostenendola, incoraggiandola, pregando che vinca?-
Io alzo un sopracciglio scettica, e la risposta credo che sia abbastanza evidente.
-Mio dio- esclama lei afferrandomi per un braccio -Dobbiamo assolutamente rimediare-
E così mi ritrovo qui, seduta fra gli spalti dello stadio,
nell'ala sud completamente occupata dagli stendardi rosso oro. Attorno
a noi la gente è super elettrizzata e molti esibiscono
orgogliosi la propria sciarpa bicolore sopra la testa, in attesa che
entrino i giocatori. Dopo soli pochi minuti il cronista annuncia
la loro entrata in campo e dalle due porte opposte di esso
cominciano a uscire i ragazzi vestiti delle loro divise, scope in mano
e occhi che mandano scintille.
Agata, seduta di fianco a me, si sporge dal bordo del corrimano per guardare meglio.
-Ag, stai attenta che caschi- dico, acchiappandola per la divisa.
-Aspetta, aspetta... eccoli! Coraggio ragazzi, siete i migliori!!- grida, sbracciandosi come una pazza.
Io alzo gli occhi al cielo rassegnata, e sbuffo.
-Speriamo solo che si sbrighino- mormoro tra me, guardando le due file
di giocatori fermarsi, e i due capo squadra stringersi la mano. Agata
si risiede e noto che anche lei stringe la sciarpa coi colori della
nostra casa fra le mani.
-E quella?- chiedo indicandola con un dito.
-Un portafortuna- risponde lei sorridendo, dopodiché torna a concentrasi sull'inizio della partita.
I primi dieci minuti sono i meno tesi, i giocatori volteggiano sulle
loro scope distribuendosi sul campo, e si passano la palla buttandola
a turno negli anelli. Potter, perfettamente in equilibrio sulla sua Nimbus,
osserva la scena dall'alto, godendosi lo spettacolo. Quando i
Tassorosso segnano il quinto punto contro gli otto dei Grifondoro,
decide finalmente di cominciare a giocare e, voltandosi, fa scorrere
gli occhi sullo spazio attorno a sé, assottigliando la vista.
-Eccolo- sussurra a quel punto Agata toccandomi un braccio -Questo
è il momento che tutti aspettano fin da inizio partita-
Io me la guardo scettica, alzando un sopracciglio bruno.
-Ah sì?-
Annuisce -Adesso sta cercando il boccino-
Nello stadio cala improvvisamente un silenzio surreale. Sembra che
tutti si siano accorti delle intenzioni del cercatore e trattengano il
fiato in attesa di un suo movimento. Io mi guardo attorno scettica,
squadrando quei visi spiritati, gli occhi fissi sulla figura di Potter
sospesa per aria, come se da lui dipendesse il destino
dell'umanità. Sbuffo, scuotendo la testa.
Ancora mi sto chiedendo cosa ci faccia qui.
Avrei fatto molto meglio a restarmene in camera a studiare, impiegando
tutto questo tempo in qualcosa di realmente costruttivo. Agata accanto
a me non sembra pensarla allo stesso modo. Anzi, fra tutti i presenti,
credo che la più presa sia lei. Proprio non la capisco. Sapevo
che le piaceva il Quidditch. Ma non credevo ne fosse una tifosa
sfegatata. Non fino a questo punto. Le sue dita stringono
spasmodicamente la sciarpa portafortuna, mentre gli occhi rimangono
fissi su James, senza mai batter ciglio, e sembra stia sul punto di
non respirare più.
-Ag..-
-Ssh, zitta zitta- fa lei agitandomi la mano davanti.
-Ag, io..-
-Zitta!- esclama, stridula.
Io me la guardo scioccata e decido che quello è il momento di farla finita.
-Senti io me ne torno in camera..-
Lei scuote la testa, sporgendosi in avanti senza rispondere.
-Oh, al diavolo!- esclamo e, alzandomi, mi allontano dagli spalti passando
davanti a una miriade di spettatori che non mancano di lanciarmi dietro
fatture innominabili per il solo fatto di aver coperto loro la visuale
per una frazione di secondo. Roba da matti!
Una volta lasciati gli
spalti mi dirigo a passo di marcia giù per le scale, maledicendo
me stessa quando ho permesso ad Agata di trascinarmi in quel covo di
allucinati. Non potevi neanche parlare che ti assalivano! Pazzesco. Che
cosa ci sia di tanto eccitante poi, non l'ho mica capito. Basta, la mia
idea sul Quidditch rimane sempre la stessa, checché ne dicano
Agata, Sirius o Potter. Una perdita di tempo. Solo una gran perdita di
tempo.
Stizzita per essermi lasciata convincere ad arrivare fin lì mi
allontano dallo stadio il più velocemente possibile, sbuffando
continuamente e soffiandomi via dagli occhi un paio di ciocche di
capelli che mi ricadono puntualmente davanti. Una volta entrata a
scuola salgo le scale e mi dirigo nella biblioteca che grazie alla
partita è quasi del tutto vuota. Sbuffando passo attraverso gli
innumerevoli scaffali stracolmi di libri e ne afferro uno al volo,
andandomi a sedere ad un tavolo sotto ad una delle tante finestre che
danno sul campo. Il sole è alto nel cielo, e mi chiedo come
possa essere così forte e luminoso, se solo questa mattina si
riusciva a malapena a scorgerne la luce. Bah.
Con un gesto scocciato della mano apro il libro che ho davanti agli
occhi e cerco la pagina giusta, mentre fuori dalla finestra la partita
continua e si alzano a intervalli irregolari grida di disapprovazione e
urli di incoraggiamento.
Scorro concentrata con gli occhi sulla prima frase, cercando di capirci
qualcosa, quando dal campo sottostante si leva un grido di
esclamazione, seguito da fischi e altre voci sparse, che mi fa perdere
il filo del discorso. Stizzita, mi
sistemo meglio sulla sedia, provando a ricominciare. Ma proprio quando
finisco di leggere il primo paragrafo e inizio con il secondo, un altro
boato, più forte del precedente, mi induce a sobbalzare, facendomi perdere l'attenzione.
Scocciata, mi affaccio alla finestra, cercando di capire per quale
motivo quegli idioti stiano facendo tanto baccano. Vedo James e il
cercatore di Tassorosso sfrecciare l'uno a fianco all'altro puntando
nella stessa direzione e capisco che entrambi hanno individuato il
boccino.
Pare che il signorino mi-sveglio-quando-voglio-e-vinco abbia qualche difficoltà. Ghigno, senza accorgermene. Poi indietreggio, prendo il libro e la borsa e torno indietro.
-Porto questo in camera, glie lo restituisco appena finisco- dico alla bibliotecaria, uscendo dalla stanza.
Inutile continuare a studiare lì, non combinerei niente. La
finestra è troppo vicina al campo e il rumore arriva troppo
nitido. Mi chiedo chi sia quell'idiota che ha progettato il palazzo.
Costruire una biblioteca a così stretta vicinanza da un campo.
Bah.
In camera mi tuffo sul letto, togliendomi al volo la mantellina nera.
Gambe incrociate, matita fra i capelli e libro sotto al naso comincio a
studiare, finalmente lontana da urli e schiamazzi. Sono le quattro
del pomeriggio e il tempo sembra volare in un attimo, come se un paio
di ali passeggere gli si fossero attaccate addosso e lo avessero
portato via. Quando rialzo lo sguardo dal libro è già
passata un'ora e il sole arancione splende luminoso oltre la finestra,
buttando i suoi tenui raggi luminosi dentro la stanza.
Chiudo il libro con un tonfo, stirando la schiena e sbadigliando.
Poi sbuffo, sentendomi le gambe pizzicare a causa della posizione in
cui le ho costrette per tutto il tempo, schiacciate da un grosso libro
di Incantesimi, e decido che è il caso di sgranchirle.
Con un salto, balzo giù dal letto, prendo il libro dalla coperta e mi sfilo la matita multi funzione dai capelli.
Andiamo a riportare questo piccolo a casa, penso, mentre mi avvio alla porta aggiustandomi la divisa.
Chissà se la partita è finita. Non ho più sentito
niente da quando sono salita in dormitorio, a parte pochi ronzii
lontani e indistinti. In dormitorio non è ancora rientrato nessuno.
Forse stanno agli sgoccioli.
Scendo le scale con una piccola corsetta, chiedendomi quanto
manchi ancora prima che il solito boato esploda nel campo, facendo
tremare i vetri e le pareti della scuola, quando all'improvviso sento
il fischio dell'arbitro, risuonare stridente per una lunga manciata di
secondi.
Mi blocco, fermandomi proprio all'imboccatura del piano terra,
e aspetto. Uno, due, tre...
SBOOOOOOOOOO!
Strizzo un attimo gli occhi, mentre il silenzio immacolato del
corridoio viene violentemente spazzato via dal grido di vittoria, che da qui non
riesco a capire a chi si riferisca.
In un attimo tutti gli spettatori si alzano in piedi, gridando,
fischiando e sventolando con passione la propria sciarpa, pieni di
gioia e di soddisfazione. Lo so, perché è uno spettacolo
a cui ho avuto la sfortuna di assistere, qualche anno fa, quando,
ancora ignara, mi ero lasciata convincere da Agata ad assistere ad una
partita intera di Grifondoro-Corvonero, l'ultima dell'anno. Ero rimasta
letteralmente scioccata, mentre attorno a me sembrava essersi scatenata
la fine del mondo ed i miei compagni, quelli che conoscevo da sempre,
che frequentavano le mie stesse lezioni, che uscivano la mattina dal
dormitorio insieme a me, venivano improvvisamente sostituiti da una
massa di alieni impazziti e assatanati. Quel giorno, avevo seriamente
temuto per la mia incolumità, se non fosse stato per i
professori che erano presto intervenuti a ristabilire un po' d'ordine.
Scuoto la testa, aspettando che il volume delle urla si abbassi, e
riprendo a camminare verso la biblioteca.
Non ci metto molto a capire
chi abbia vinto, mentre, consegnando il libro alla bibliotecaria, sento
le voci dei tifosi gridare tutti in coro un nome. Madame Pince aggrotta la fronte, irritata da tutto quel frastuono che
disturba inevitabilmente la quiete pacifica della biblioteca, mentre io
scuoto la testa, rassegnata, con un mezzo sorriso sulle labbra.
Quando esco, ravvivandomi con una mano i capelli e stringendo con
l'altra il manico della borsa, scorgo i primi studenti sbucare
dall'imboccatura del corridoio, camminare velocemente di spalle e
battere fragorosamente le mani, riempendo l'aria di fischi, grida,
incitazioni e inni di vittoria.
Mi blocco, aspettando di vedere l'orda di gente
festante riversarsi nel corridoio, mentre le persone, pressate e
schiacciate le une contro le altre, tengono tutte le mani
alzate, come a voler sostenere qualcosa.
E infatti, dopo soli pochi secondi, la figura scapigliata di James e il
suo inconfondibile sorriso euforico spuntano sorretti da migliaia di
mani, mentre davanti, dietro e tutt'attorno decine di ragazzi e ragazze
applaudono urlando, correndo per non restare indietro e seguendo a
ruota la banda.
Sopra tutti, James sorride e alza le braccia in segno di vittoria, intervallando i cinque dati ai compagni di squadra alle risposte ai commenti eccitati e su di giri del resto della scuola.
Fra di loro, in prima fila, scorgo la chioma ricciuta di Agata,
che accompagna affiancata da Sirius e dal resto dei Malandrini
quell'allegra parata, scherzando e ridendo come tutto il resto
della compagnia.
Nel frattempo, dalla massa informe di gente urlante si alza un nuovo
coro, se possibile ancora più convinto dei precedenti, che
comincia a cantare:
-Potter! Potter! Potter è il migliore!
Potter! Potter! Grifone dentro al cuore!-
Mi sposto di lato, schiacciandomi con le spalle alle parete, mentre
l'orda di gente comincia a spingersi avanti, camminando compatta e
continuando a cantare, a squarciagola, il nome di James.
Questo, continuando a sorridere, si volta a destra e a sinistra per
rispondere alle pacche dei compagni e alle loro parole piene di
ammirazione, finché a un certo punto, alzando gli occhi davanti
a sé, mi vede.
Il suo sguardo si illumina all'improvviso e il suo viso prende vita
come se fosse stato improvvisamente alimentato dalla fiammella di un
fuoco, mentre punta i suoi scurissimi occhi castani nei miei,
guardandomi oltre le file e file di gente che ci dividono.
-Lily!- esclama, sorridendo raggiante
-Ho vinto!- e la sua voce entusiasta sembra quella di un bambino alla
sua prima partita, quando corre dalla mamma per farle vedere il premio.
-Sì Potter, ho sentito- rispondo, guardandolo avvicinarsi sospinto dalle braccia dei compagni.
E il suo sguardo si rabbuglia, mentre tutta l'allegria e l'euforia che
lo avevano animato fino a cinque secondi prima sembrano svanire tutto
d'un tratto, come sotto l'effetto di una nuvola passeggera.
-Tu non c'eri- dice, continuando a fissarmi, e qualcosa nel suo tono di voce mi fa capire che è deluso.
-Io.. dovevo studiare- sussurro, con un fil di voce.
Lui non risponde, ma continua a fissarmi serio, mentre i suoi
sostenitori mi raggiungono e mi passano accanto, senza degnarmi di uno
sguardo.
Io riabbasso subito gli occhi, inspiegabilmente a disagio, e mi volto.
Sento il suo sguardo puntato alle mie spalle, mentre poggio la mano
sulla tracolla, e lo ignoro, facendo un passo avanti e allontanandomi
velocemente lungo la fine del corridoio.
-Perché te ne sei andata?- bisbiglia Agata al mio fianco
sbirciando l'espressione del ragazzo che ci sta seduto di fronte, di
sottecchi.
-Avevo da studiare, Ag, te l'ho già detto- rispondo, mantenendo gli occhi sulla minestra che sto mangiando.
-Sì ma potevi anche aspettare, no?- insiste, sempre bisbigliando -Che ti costava?-
-Perché avrei dovuto rimanere? Non ci capisco niente di Quidditch e manco m'interessa- ribatto, secca.
Lei mi fulmina, inchiodandomi con quegli occhi chiari come il miele che ha, e con cui spera di farmi vacillare.
-Non sei stata carina, lui ci teneva-
-Tzè- sbuffo indifferente, servendomi un altro mestolo di zuppa.
Agata accanto a me scuote la testa, sospirando, e riprende a mangiare.
Alzo per un attimo gli occhi dal mio piatto, per posarlo sul viso di
James, serio, che rimesta svogliatamente la propria porzione
sovrappensiero.
Ad un certo punto, la sua testa si alza, e i suoi occhi incontrano i
miei. Restiamo a fissarci, entrambi con il cucchiaio di minestra nel
piatto e a me sembra di scorgere durezza nel suo sguardo, come se
pensasse a qualcosa di particolarmente triste che lo fa star male. Non
voglio pensare che quel qualcosa sia io, per il semplice fatto di non
essere rimasta a guardare la sua stupida partita. Agata si sbaglia.
C'erano altre migliaia di ragazze sedute lì a fare il tifo per
lui. Cosa vuoi che glie ne importi se fra loro non c'ero io?
Eppure, dallo sguardo che mi lancia, tutte queste considerazioni
sembrano vacillare, smosse dall'occhiata delusa e mortificata che
sembra volermi imprimere a fuoco sulla fronte.
Riabbasso lo sguardo, scossa, e mi agito sulla sedia. Sento ancora i
suoi occhi fissi su di me mentre fingo di non accorgermene, finendo la
minestra di verdure che ho nel piatto.
Poi anche lui torna a mangiare, rigirandosi ed io gli lancio una rapida occhiata mentre prendo il pane.
E' tornato a rimestare la zuppa, senza dare segni di volerla mangiare,
gli occhi cupi abbassati e i lineamenti del viso induriti.
Inspiegabilmente, sento l'impulso di chiamarlo e chiedergli cos'abbia,
ma poi mi trattengo. Problemi suoi. Avrà sicuramente a che fare
coi suoi amici, o con qualche compagno. Di cosa mi preoccupo? Di certo,
io sono l'ultimo dei suoi problemi.
Una volta terminata la cena si alza senza aspettare nessuno e se ne va, allontanandosi velocemente dalla sala.
I ragazzi si lanciano una breve occhiata interrogativa, segno che anche loro si devono essere accorti di qualcosa che non va.
-Beh, noi andiamo- dicono, alzandosi a loro volta
-Credo che James sia stanco per la partita e abbia voglia di riposare.
E anch'io, lo devo ammettere, non sono da meno- aggiunge Sirius, poi ci
lascia un sorriso e ci fa un segno col capo -Buona notte ragazze, a
domani-
-Notte- rispondiamo, vedendoli allontanarsi.
Poi, ci alziamo anche noi.
-Hai visto?- chiede Agata, lanciandomi un'occhiataccia.
-Cosa?-
-Fai la finta tonta. E' chiaro che ci è rimasto male-
Io roteo gli occhi, affrettando il passo.
-Smettila- dico, e mi avvio in silenzio verso l'uscita.
Dentro di me però, sento nascere la sensazione inspiegabile di
colpa, anche se obbiettivamente non ho fatto niente. Che Agata abbia
ragione? Che sia veramente colpa mia se James sta così? Non ci
credo. Eppure... ripenso al suo sguardo afflitto, alla sua espressione
quando mi ha vista nel corridoio, e poi io me ne sono andata via
correndo. No, impossibile. Non può essere per quello. Per quella
stupida partita. Mi porto una ciocca di capelli dietro all'orecchio e
comincio a giocherellare con la punta, mordendomi il labbro. E se
fosse vero? Ma insomma, contava davvero così tanto per lui?
Ehm, ehm... ciaaao.
=P ok, sono in immenso ritardo. scusate scusate!
mi
dispiace, ma tra scuola e altro... ho dovuto studiare più del
solito x cercare di recuperare matematica, la quale comunque mi
lascerà una bella sorpresina a fine anno, quando mi farà
l'occhiolino dai quadri appesi alla parete, con sotto la scritta: rimandata. T.T oooh, povera me
ma non vi sto ad annoiare ulteriormente con le mie disgrazie, piuttosto, passo ai ringraziamenti:
avril96:
ciao! tranquilla, l'importante è che hai lasciato un segno del
tuo passaggio^^ sono felice che la storia ti piaccia, e spero che
questo capitolo non sia stato da meno. aspetto di sapere il tuo parere,
mi raccomando! bacioni =)
cullen
isabella: oi! scusa, mi dispiace, non ho aggiornato presto come mi
avevi chiesto =( ma le scuse le trovi già sopra, e ti
assicuro che sono tutte vere - purtroppo - T.T spero cmq che il
capitolo ti sia piaciuto, anche se piuttosto in ritardo e spero che
continuerai a lasciarmi le tue impressioni. ci conto! 1 bacio
ed ora connettiamoci con... CHI L'HA VISTO?
dove sono finite Lilly 94, lizzyejane, Pan_Tere94 e felpa_fan?? nooo non mi abbandonateeee T.T
me
tapina, cosa vi è successo?? ci siete ancora? se sì
fatemi un fischio oppure ricorrete ai segnali di fumo, ma fatevi
sentire! ok, smetto di fare la scema. xD, non ci fate caso, certe volte
il caldo da alla testa.
Spero
che recensirete ancora la mia storia, che continuerete a seguirla, e
che mi farete sapere cosa ne pensate. accetto commenti di tutti i
tipi, anche le critiche purché costruttive!
Ringrazio tutte quelle che hanno aggiunto tra preferiti e/o seguite e spero di non deludervi.
Inoltre
vi prometto che d'ora in poi aggiornerò con + frequenza, dato
che la scuola sta ormai finendo e avrò molto + tempo per
dedicarmi alle mie storie.
Ora
vi lascio, nella speranza di trovare presto i vostri pareri, le vostre
impressioni e tutte le considerazioni che vi andrà di fare.
a presto, spero. 1 bacio vale*
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