Per salvare il futuro

di black dalia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** -Prologo ***
Capitolo 2: *** Cap.1) E' un sogno? ***
Capitolo 3: *** Cap.2) Dal futuro ***
Capitolo 4: *** Cap.3) Compagni da ritrovare ***
Capitolo 5: *** Cap.4) Una misteriosa presenza ***
Capitolo 6: *** Cap.5)A tu per tu ***
Capitolo 7: *** Cap.6) In fondo al cuore ***
Capitolo 8: *** Cap.7) Finiti nei guai ***



Capitolo 1
*** -Prologo ***


PER SALVARE IL FUTURO

 

-Prologo

 

Un uomo guardava il tunnel oscuro che si era aperto di fronte a lui.
Tutt'attorno, le pareti della stanza tremavano leggermente ed, in lontananza, urla mostruose si confondevano con gli spari e le urla degli uomini.
-Quei maledetti sono già arrivati... per fortuna ho finito di evocare il tunnel temporale- disse l'uomo ansimando, guardando l'entrata di quel corridoio oscuro da cui usciva una densa nebbia nera.
-GROOOWWW!- il ruggito del mostro che aveva lasciato di guardia fuori dalla stanza attirò la sua attenzione -maledizione! Come possono essere già qui fuori?- si chiese stringendo i denti -devo andare... altrimenti mi prenderanno- disse avvicinandosi all'entrata del tunnel -GROOOWWW...- il grido morente del mostro lo distrasse facendolo voltare verso la porta e quella, un attimo dopo, venne scardinata da una forte esplosione -BOOOM!- schegge di legno volarono ovunque ed un intenso fumo grigio si levò dall'entrata -DARKAR!- l'uomo sgranò gli occhi al suono del suo nome e guardò la figura che era appena entrata nella stanza -stavolta non puoi sfuggirmi!- nel sentire quelle parole l'uomo rise sguaiatamente -ahahahah! Arrivi troppo tardi! Tu e quei maledetti Seed potrete aver vinto questa battaglia ma io vincerò la guerra! Aspetta e vedrai come tu, i tuoi amici e questo patetico mondo scomparirete!- appena finì di parlare l'uomo saltò nel tunnel non lasciando all'altro il tempo di avvicinarsi a lui -fermo, Darkar!- provò a gridare ma, ormai, era troppo tardi -maledizione!- esclamò stringendo i denti e guardando il tunnel ancora aperto; non poteva lasciarselo sfuggire... non dopo tutto quello che aveva passato per arrivare fin lì.
Fece un paio di passi indietro, prese un respiro profondo, strinse il manico della sua arma nella mano destra, corse e saltò dentro al tunnel -Leon!- fece appena in tempo a sentirsi chiamare prima che tutto divenne oscuro e silenzioso.

 

 

 

 

Ciao a tutti! Mi presento, sono black dalia e questa è la prima storia che scrivo per questo fandom! :D
Questa storia parla dei nostri eroi, dei loro futuri figli e di viaggi nel tempo! Eccitante, non è vero?! XD
Per gli OC farò una selezione in base a quanto mi piaceranno o se saranno adatti alla trama della storia, non importa chi arriva prima sceglierò io chi parteciperà alla storia e chi no.
Se volete potete mandarmi anche due OC (ma devono essere legati in qualche maniera tipo: sono fratelli oppure fidanzati).
Detto questo vi lascio la scheda OC (le voci con l'asterisco sono obbligatorie):

-*Nome:

-*Cognome:

-Soprannome:

-*Età:(min 17 anni, max 23 anni)

-*Genitori:(almeno uno dei genitori deve essere uno dei protagonisti)

-*Rapporto con i genitori:

-Rapporto con i fratelli/sorelle: (se ne hanno, se no potete lasciare perdere)

-*Rapporto con gli amici:

-*Aspetto fisico:

-*Vestiario:

-*Carattere:

-*Storia:(ricordatevi che è un Seed quindi dovrà andare in un Garden)

-*Arma:(potete mettere una sola arma, ad esempio: spada, pugni, fucile, ecc. Potete anche darle un nome, se volete)

-Abilità:(es. usa le magie, ha una mira infallibile, ecc.)

-Fobie:(quello di cui ha paura)

-Altro:(se ha una qualche fissa, un tic oppure qualcosa che fa sempre)

 

Ecco qui! Spero che rispondiate numerosi e se avete delle domande fatemele pure! ^^
Arrivederci al prossimo capitolo!
Saluti e baci da black dalia

 

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Capitolo 2
*** Cap.1) E' un sogno? ***


PER SALVARE IL FUTURO
 

Cap.1) E' un sogno?



Oscurità... tutto quello che vedeva attorno a se era oscurità, nient'altro.
All'improvviso, tutto intorno a lui sembrò schiarirsi, come se si fosse accesa una luce, e vide una figura di spalle, in lontananza, che brillava nell'oscurità di quel luogo.
Dopo un attimo, la figura si girò verso di lui, come se solo allora avesse avvertito la sua presenza: era una ragazza ma, data la lontananza, non riuscì a distinguere i lineamenti del volto: era vestita con una giacca in pelle nera a maniche lunghe con cappuccio, sotto portava una maglia color rosso scarlatto, dei pantaloni in jeans neri con una catena d'oro alla cinta, che pendeva leggermente sul fianco, e calzava delle scarpe sportive anch'esse nere.
La vide iniziare a correre verso di lui e, piano piano, riuscì a distinguere i lineamenti del suo volto e ne rimase scioccato: il suo viso era incredibilmente simile a quello di Rinoa ma con i capelli castani, tagliati molto corti con un singolo ciuffo lungo sul lato destro legato in una treccina con un charms e gli occhi erano color grigio tempesta.
Quando arrivò ad un metro da lui, improvvisamente, l'oscurità attorno a loro prese vita e la intrappolò; la vide sgranare gli occhi e notò che erano pieni di lacrime, la guardò venire circondata dall'oscurità che, come viticci, le si arrampicavano addosso, trattenendola.
Cercò di muoversi per aiutarla ma scoprì che il suo corpo non rispondeva hai suoi comandi; era come pietrificato, costretto a guardare senza poter fare nulla: era frustrante!
Guardò come l'oscurità avvolgeva il suo corpo cercando di trascinarla via: stava piangendo... poteva vedere le lacrime rigarle le guance mentre stendeva un braccio verso di lui, muovendo la bocca come se stesse urlano ma non sentì niente.
Provò di nuovo a muoversi ma senza successo, lei lo guardava: l'espressione sul suo viso era di dolore e disperazione.
-Non... posso... muovermi!- gridò ma la sua voce arrivò stranamente spezzata alle sue orecchie, la vide scuotere la testa, agitata e muovere le labbra ma, ancora, nessun suono arrivò alle sue orecchie.
-Il tuo... nome...- vedendola in preda al panico provò di nuovo a parlare con lei almeno per calmarla -qual'è... il tuo... nome?- dopo la domanda lei lo guardò indecisa, mentre tentava in ogni modo di liberarsi dalla stretta delle tenebre, poi mosse la bocca ma, ancora, non udì alcun suono.
L'oscurità attorno a loro si stava facendo sempre più densa e notò che la ragazza era quasi scomparsa del tutto: poteva vedere solo il suo viso, i suoi occhi grigi che continuavano a guardarlo.
All'improvviso si sentì tirare all'indietro da una forza invisibile -aspetta!- gridò tentando di opporsi a quella forza; lui doveva aiutare quella ragazza! Non poteva lasciarla lì!
-No! Io...- ma non riuscì a finire la frase perché la forza misteriosa che lo stava tirando indietro diede un forte strattone e lui si ritrovò di nuovo nel buio fino a che un lampo di luce non gli fece chiudere gli occhi.


 


 


 

Squall aprì gli occhi di scatto e si ritrovò a fissare il volto di Rinoa che lo guardava con un misto di preoccupazione e sollievo.
-Squall! Per fortuna ti sei svegliato!- esclamò la ragazza sorridendo -quando ho avvertito tutta quella oscurità attorno a te ho avuto paura di essere arrivata troppo tardi!-.
Il ragazzo si mise a sedere sul letto e, solo allora, notò che era nella sua camera e tutt'attorno a lui c'erano i suoi amici che lo guardavano preoccupati.
Si schiarì la gola e si massaggiò le tempie; era così confuso... se ora era sveglio significa che quello che aveva avuto era stato un sogno?
“Ma... quella ragazza... sembrava così reale” pensò -tutto bene, Squall?- era stata Quistis a parlare guardandolo preoccupata -sì... io... credo di sì... che cosa è successo?- chiese alzando lo sguardo su di lei -beh... quando non ti sei presentato in mensa a colazione, ho avuto come il presentimento che qualcosa non andava, così insieme a Quistis sono venuta qui, ho bussato ma tu non hai risposto, ho continuato a chiamarti inutilmente per un paio di minuti, alla fine ho deciso di aprire la porta e tu eri steso sul letto circondato da una specie di nebbia nera, così ho mandato Quistis a chiamare gli altri mentre io usavo la magia per far sparire quella nebbia e farti svegliare... questo è tutto- rispose Rinoa.
Squall abbassò lo sguardo a terra e aggrottò la fronte “così è a causa di quella nebbia se ho avuto quello strano sogno?” pensò -Squall?- sentendosi chiamare rialzò lo sguardo verso Rinoa: si stava mordicchiando il labbro ed aveva la fronte corrugata -chi è Raine?- gli chiese ed il ragazzo la guardò, per un attimo, sbattendo le palpebre sorpreso ma poi rispose -è il nome di mia madre... perché?-
-è che... quando ho iniziato a usare la magia... tu hai parlato nel sonno...- il suo silenzio era un invito a continuare -hai chiamato... tuo padre- a quella rivelazione Squall la guardò scioccato -ho chiamato Laguna?!- chiese quasi disgustato; da quando aveva scoperto che il presidente di Esthar era suo padre non aveva più voluto vedere l'uomo, figurarsi poi se lo chiamava nel sonno.
-Beh... no... non esattamente... continuavi a gridare “papà! Papà!” poi hai detto “no! Non ti muovere... altrimenti potresti attirarli da te!” e poi, poco prima che ti svegliassi hai detto “Raine... il mio nome è Raine”- disse Rinoa guardandolo preoccupata, Squall si accigliò a quelle parole, riabbassando lo sguardo a terra -potrebbe essere quello che ha detto lei...- mormorò a se stesso -lei, chi?- gli chiese Zell che fino a quel momento era stato in silenzio accanto a Selphie.
Squall alzò lo sguardo guardandoli tutti; vedeva che erano preoccupati per lui, sospirò passandosi una mano tra i capelli -ho fatto uno strano sogno... era tutto buio attorno a me e poi, c'era questa ragazza che brillava di luce... non l'avevo mai vista prima ma la sua vista mi ha come... scosso! Ha incominciato a correre verso di me ma poi... è stato come se il buio attorno a noi prendesse vita ed a iniziato ad avvinghiarsi a lei tentando di farla scomparire... ho provato ad aiutarla ma era come se il mio corpo fosse stato pietrificato, non potevo muovermi! Lei cercava di venire da me... muoveva la bocca per parlare ma io non udivo niente... poco prima che il sogno finisse le ho chiesto come si chiamava... lei ha cercato di rispondermi, poi è diventato tutto buio e mi sono svegliato- finito il racconto Squall fissò, di nuovo, il pavimento; non sapeva se quel sogno significasse qualcosa ma era piuttosto preoccupante che Rinoa e Quistis lo avevano trovato avvolto da un velo di oscurità.
-Non so cosa pensare... non ho mai sentito niente del genere- disse Quistis sistemandosi gli occhiali -già... nessuno di noi, nonostante tutto quello che abbiamo passato, ha mai avuto un'esperienza simile- disse Irvine -pensi che potrebbe succedere di nuovo?- chiese Selphie che fino a quel momento era stata fin troppo tranquilla, a quella domanda rispose Rinoa -non lo so ma... io credo che, chiunque abbia fatto questo, era sicuramente una strega- a quella notizia l'intero gruppo s'irrigidì -ne sei sicura?- chiese Squall preoccupato; se c'era una strega di mezzo potevano esserci problemi in vista.
La ragazza lo guardò -sì... quando ho iniziato a usare la magia per scacciare l'oscurità che ti avvolgeva ho avvertito chiaramente un'altra aura magica...- poi appoggiò un dito sul mento, pensierosa -non avevo mai percepito un'aura simile: era... calda, positiva... completamente in contrasto con l'oscurità attorno a te! Per questo ho pensato che, forse, la ragazza che hai visto era una strega che chiedeva aiuto-
-ma perché proprio a Squall?- chiese Zell piegando la testa di lato, Rinoa scosse la testa -non lo so... forse è stato solo un caso che sia entrata nel sogno di Squall...- sospirò, abbassando le spalle -non ho proprio nessuna idea su questo, né sono sicura se possa tornare o no-.
Scese il silenzio mentre tutti pensavano alla faccenda, guardando gli altri Squall si alzò -se per ora non possiamo fare niente e se non c'è nessuna minaccia incombente all'orizzonte allora direi di continuare con i nostri doveri- disse andando verso la porta -sei sicuro?- gli chiese Rinoa preoccupata, lui la guardò -sì... lei non mi ha fatto niente e poi non sappiamo nulla su chi sia, dov'è o cosa fa, quindi continueremo come se non fosse successo nulla e ci penseremo di nuovo se ci saranno sviluppi- il gruppo annuì a questa decisione; dopotutto era vero, ora come ora non potevano fare niente.
Così Squall uscì dalla sua stanza seguito dagli altri solo per sentire gli autoparlanti del Garden venire alla vita diffondendo la voce del preside in tutto l'edificio -ATTENZIONE! A TUTTI I SEED! RECARSI IMMEDIATAMENTE NEL CORTILE DELL'EDIFICIO! SIAMO SOTTO ATTACCO! TUTTI GLI STUDENTI, INVECE, SI RADUNINO NELLA MENSA E RIMANGANO LI FINO A NUOVO ORDINE!-.
Dopo quell'annuncio, Squall e gli altri andarono di filato al cortile del Garden dove trovarono decine di mostri, a loro sconosciuti, che stavano iniziando a distruggere le mura del Garden e molti altri stavano cadendo dal cielo proprio sopra le loro teste.
Squall alzò lo sguardo e sgranò gli occhi quando vide quello che sembrava un'enorme buco nero dalla quale cadevano i mostri -maledizione! Che diamine è quello?!- ringhiò a denti stretti -non ne ho la più pallida idea!- rispose Zell anche lui incredulo -non ho mai visto niente del genere! Come facciamo a eliminarli tutti?!- chiese Selphie tirando fuori i suoi nunchaku -non lo so ma è meglio incominciare!- rispose Irvine caricando il suo fucile ed incominciando a sparare colpendo un paio di mostri che caddero subito a terra morti.
Seguendo l'esempio di Irvine, Selphie, Zell e Quistis si buttarono nella mischia, Squall rimase un attimo indietro con Rinoa -voglio che tu torni dentro e vada in mensa con gli studenti- gli disse spingendola verso la porta d'ingresso -no! So badare a me stessa e voglio lottare!- esclamò Rinoa stringendo i pugni con determinazione, si guardarono per un attimo e, alla fine, Squall si rassegnò -va bene... ma stammi vicino... e chiamami se ti trovi nei guai!- la ragazza gli sorrise facendogli l'occhiolino -non l'ho sempre fatto?- disse e corse verso la battaglia, Squall alzò gli occhi al cielo ma sorrise leggermente alla sua testardaggine e determinazione “beh... è uno dei motivi per cui mi piace” pensò, poi si gettò anche lui nella battaglia con il Gunblade spianato.


 


 


 


 


 


 


 


 


 


Sento uno strano suono... è ovattato ma sembra vicino... all'improvviso, qualcosa di umido mi tocca la guancia destra ed io apro gli occhi, sbattendo le palpebre leggermente confusa; che cos'è stato?
Appena riesco a mettere a fuoco il muso di un cane compare davanti alla mia faccia -che strano sogno- borbotto ancora intontita ma, in quel momento, il cane si avventa su di me iniziando a leccarmi la faccia -fermo! Fermo! Sta buono!- gli dico cercando di allontanarlo, lui smette di leccarmi e mi fissa con la lingua di fuori, scodinzolando felicemente.
-Bleah!- dico schifata, pulendomi la faccia con la manica della mia giacca -ma allora... questo non è un sogno!- mi metto a sedere, alzo lo sguardo e controllo i dintorni; credo di essere in un vicolo dietro a delle case.
Come diamine sono arrivata qui?
Chiudo gli occhi e prendo la testa tra le mani; mi gira terribilmente!
Mi sembra di ricordare... il tunnel dove Darkar è entrato... a quel ricordo spalanco gli occhi -Darkar!- mi guardo attorno freneticamente ma mi calmo quando vedo che non c'è nessuno oltre a me -dove può essere andato?- sospiro passandomi una mano tra i capelli e guardo il cane che si trova di fronte a me -non è che, per caso, hai visto passare un uomo con la carnagione scura e i capelli bianchi?- gli chiedo sorridendo abbattuta, accarezzandogli la testa.
All'improvviso, sento delle urla in lontananza, nell'udirle il cane corre via abbagliando ed io mi alzo in piedi, togliendomi la polvere dai vestiti; che cosa succede?
Decido di andare a vedere mentre raccolgo da terra la mia arma; un piccolo sorriso mi sboccia sulle labbra mentre rinfodero Revolver ed inizio ad avviarmi verso l'uscita del vicolo.
Una volta che mi trovo sulla strada principale mi accorgo di essere arrivata in una città dall'aria familiare -questa città... mi sembra... di esserci già stata- più mi guardo attorno più me ne convinco -chissà se gli altri sono atterrati qui vicino?- chiudo gli occhi e tento di percepire la loro presenza ma non rilevo niente -no... non riesco a sentire neanche...- in quel momento delle urla m'interrompono -AHHHHH! SCAPPATE! UN MOSTRO STA ATTACCANDO LA CITTÀ!- grida un uomo correndo verso di me, dietro di lui una folla di persone fugge urlando.
Sgrano gli occhi a quella notizia; se c'è un mostro devo fare qualcosa... non posso permettere che ci rimettano degli innocenti!
Incomincio a correre nella direzione da cui provengono i ruggiti, con un po' di fatica data la ressa di persone che corre nella direzione opposta alla mia, e quando arrivo sul luogo dei disordini, una piazza al centro della città, vedo il mostro -merda!- sibilo a denti stretti: è un t-rock... uno dei mostri creati da Darkar più difficili da battere a causa dell'enorme stazza, della pelle dura come la roccia e della resistenza agli attacchi magici.
-GROOOWWW!- il suo ruggito mi fa stringere i denti; la mia solita fortuna del cavolo!
-AIUTO! QUALCUNO SALVI LA MIA BAMBINA! VI PREGO, LA MIA PICCOLA!- a quelle urla strazianti, mi volto alla mia destra: c'è una donna, trattenuta da due uomini, che cerca di correre verso il mostro.
Guardo verso l'essere e vedo una bambina, che deve avere più o meno 5 anni, nascosta in un vicoletto tra due case vicino alle zampe del mostro che, per fortuna, non l'ha ancora notata.
-Devo fare qualcosa!- chiudo la mia giacca, mi tiro su il cappuccio in modo da coprirmi parzialmente il volto, sguaino Revolver e mi fiondo contro il mostro; ne ho già abbattuti altri di questi bestioni e so come comportarmi.
Appena mi avvicino, l'enorme essere mi nota e tenta subito di attaccarmi: lo evito e, con precisione, lo colpisco alla mascella; è quello il suo punto debole.
Il mostro ruggisce di dolore e mi sferra altri attacchi alternando morsi a onde d'urto che provoca con le enormi zampe: riesco ad evitarli tenendomi a distanza e, ogni volta che si ferma, lo colpisco sempre nello stesso punto.
Dopo una decina di minuti di attacchi e schivate lo colpisco con un ultimo fendente ed il mostro ruggisce pietosamente prima di cadere a terra, morto.
Prendo un respiro profondo per calmare il battito accelerato del mio cuore e mi avvicino a lui; poggio la punta della lama sul suo corpo, chiudo gli occhi e lascio che la mia magia faccia il resto: in un attimo il corpo del mostro s'illumina e, lentamente, scompare lasciando il posto ad un enorme cespuglio di rose; mi piacciono le rose: hanno un buonissimo profumo.
Finito il compito di far scomparire il corpo del mostro, rinfodero Revolver per poi avvicinarmi al vicolo in cui è nascosta la bambina -puoi uscire ora, piccola... sta tranquilla... il mostro non c'è più- le dico tendendogli la mano, la bimba mi guarda un po' titubante ma, alla fine, esce dal vicoletto e mi prende la mano, le sorrido da sotto il cappuccio, dopo di che ci incamminiamo verso sua madre che, insieme hai due uomini che la trattenevano, mi guarda sconvolta.
Appena la bambina la vede mi lascia la mano e corre verso di lei -mamma!- la donna, a quel richiamo, si riprende subito e, scostatasi dai due uomini, le va incontro abbracciandola strettamente -bambina mia! Stai bene! Come sono felice!- dice mentre piange dalla gioia, poi alza lo sguardo verso di me -ti ringrazio per aver salvato mia figlia! Non so cosa sarebbe successo se non fosse arrivato lei!- scuoto la testa, leggermente imbarazzata -ma no, signora, non mi deve ringraziare... ho fatto quello che avrebbe fatto chiunque nella mia posizione-
-io non ne sarei così sicura... comunque, ti ringrazio di cuore- le sorrido annuendo e le do le spalle iniziando ad allontanarmi; forse è meglio che me ne vada in fretta da qui... non vorrei attirare troppo l'attenzione.
-Ehi, tu! Aspetta!- mi volto e vedo venirmi incontro uno dei due uomini che tenevano la donna -ti ho osservato combattere contro quel mostro... sei uno studente del Garden o magari un Seed, non è vero? So che solo loro sono addestrati a combattere i mostri ed a usare la magia- mi chiede cercando di scrutarmi il viso -no... non sono uno studente del Garden, ne un Seed- gli rispondo tirando ancora un po' più giù il cappuccio -allora... sei una strega?- a quella domanda sgrano gli occhi e indietreggio di un paio di passi; so che molte persone hanno ancora paura delle streghe, per via delle guerre che ci sono state a causa loro, e che farebbero di tutto per fargli del male.
Lui alza le mani -sta tranquilla... non ho intenzione di farti nulla... anche se sei una strega hai abbattuto quel mostro, salvato mia nipote e la città, quindi ti ringrazio per questo- mi dice chinando il capo in segno di rispetto.
Accetto i suoi ringraziamenti ma poi le sue parole di poco prima affondano nella mia mente -ha detto che qui vicino c'è un Garden?! Vuol dire che siamo a Balamb?!- alla mia domanda l'uomo alza un sopracciglio e mi guarda come se avessi due teste -certo... questa è la capitale di Balamb- dice; questa è la capitale?! Com'è possibile?! E' diversa da come me la ricordo! Allora... il tunnel in cui è entrato Darkar era veramente... un tunnel per il passato!
-Devi andare da qualche parte?- mi chiede l'uomo risvegliandomi dai miei pensieri -il Garden... mi può dire che strada devo prendere per arrivare al Garden?- lui mi scruta per un attimo, poi indica alla sua sinistra -da quella parte... esci dalla città e segui il sentiero nella foresta... è inutile che ti dica che da quella parte è pieno di mostri... ma visto come hai sistemato questo penso che tu possa cavartela benissimo- mi dice ed io annuisco in comprensione -la ringrazio- e m'incammino in quella direzione; spero di poter trovare presto gli altri.
-Aspetta!- mi fermo e mi giro di nuovo ma, questa volta, è la donna a cui ho salvato la figlia ad avvicinarsi a me -vorrei sapere il tuo nome- mi dice, la guardo sbattendo le palpebre -perché?-
-voglio sapere a chi devo la salvezza di mia figlia- dice sorridendo, ricambio con un piccolo sorriso -Leon... il mio nome è Leon- poi mi volto e riprendo a camminare.


 


 


 


 


 

Eccomi qui con il primo capitolo e con qualche mistero!
Chi sarà mai la ragazza che è apparsa in sogno a Squall?
Come mai piovono mostri sopra al Garden?
E poi chi è questo misterioso Leon? Lo scoprirete solo leggendo! ;)
Intanto ringrazio tutti quelli che hanno risposto alla mia ricerca di OC! Sono tutti belli e sono sicura che verrà fuori una bella storia grazie al vostro contributo!
Vi aspetto al prossimo capitolo!
Saluti e baci da black dalia

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Capitolo 3
*** Cap.2) Dal futuro ***


PER SALVARE IL FUTURO

 

Cap.2) Dal futuro

 

“Maledizione! Maledizione! Maledizione!” questo è quello che continuo a pensare mentre colpisco un altro mostro che si accascia a terra, stecchito.
“Questo è l'ultimo” penso, riprendendo fiato; non so da quanto tempo siamo in questo stramaledetto tunnel ma ho come l'impressione che non ci sia una via d'uscita.
-Amarant!- sento due voci, che conosco bene, chiamarmi -Ros! Rinoa! Sono qui!- in un attimo la mia migliore amica e mia sorella minore mi raggiungono: Ros ha il fiatone mentre Rinoa sembra fresca come una rosa.
-Sono stufa di questo posto! Abbiamo perso di vista gli altri e ho la netta impressione che quel maledetto stia giocando con noi! Sai tipo: quanto ci metteranno i topi nel labirinto a trovare una via d'uscita?!-
-Ros, piantala con le tue battute da quattro soldi! Non è davvero il momento!- le risponde acida mia sorella.
Sorrido leggermente e scuoto la testa: Ros è fatta così, riesce a fare dell'ironia anche in situazioni come questa mentre Rinoa ha sempre da ridire sul suo comportamento.
All'improvviso, altri mostri ci circondarono -a già, mi dimenticavo degli intrattenitori che ha assoldato... davvero penosi- dice Ros prima di saltare addosso ad uno di loro e stenderlo con un pugno sul cranio; visto come il mostro si è accasciato subito deve averglielo rotto.
-Su questo sono d'accordo- dice mia sorella tagliandone a metà uno col suo gunblade -ma cerchiamo di stare vicini... non mi va di rimanere da sola ad affrontarli tutti!- annuisco in accordo e mi concentro sui nemici di fronte a me iniziando a far roteare i miei Chakra con le dita; Ros ha ragione... sono deboli ma il problema è che sono tanti... troppi... ed ho la netta impressione che questo sia solo uno stratagemma di Darkar per farci dividere e sfiancare per poi mandarci contro uno dei suoi mostri più potenti; sarebbe davvero un piano degno di lui.
Non ho altro tempo per pensare che uno di quegli esseri mi attacca e sono costretto a difendermi “maledizione! Devo trovare un modo per uscire da questo tunnel!” penso mentre lo colpisco.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-Garden di Balamb

 

Squall continuava a menare fendenti a destra e a manca; i mostri che stavano attaccando il Garden erano diversi da qualsiasi altro mostro aveva mai visto ed erano di diverso tipo: alcuni erano grandi la metà di lui, si muovevano eretti su due gambe ed avevano un corpo sottile ma erano molto veloci ed attaccavano con gli artigli affilati come lame, altri camminavano a quattro zampe ed erano enormi come camion, molto forti con una spessa corazza, difficili da eliminare ed avevano già ferito qualche Seed che era stato prontamente portato in infermeria.
In più, per quanti ne venissero uccisi, altri continuavano a cadere da quella specie di buco nero che era apparso in cielo.
Il castano tagliò a metà un altro di quelli più piccoli e, facendo un passo indietro, cozzò contro la schiena di qualcun altro e girò la testa solo per fissare le iridi azzurro ghiaccio di Seifer.
-Cosa c'è? Già stanco, Leonheart?- gli chiese il biondo con un tono canzonatorio, Squall sospirò in risposta pensando che, nonostante tutto quello che aveva passato durante la guerra alla strega, Seifer non era poi cambiato molto: arrogante era, arrogante rimaneva.
-Tornando seri...- continuò il biondo -hai qualche idea su come fermare questa fastidiosa pioggia?- gli chiese -neanche una... tu?-
-se ce l'avessi stai tranquillo che non sarei qui a perdere tempo con questi mostriciattoli- rispose Seifer tagliando a metà uno di quegli esseri.
All'improvviso, si udirono delle grida provenire dall'alto, che sovrastarono i versi dei vari mostri -AHHHHHHH!- tutti alzarono lo sguardo solo per vedere tre figure che cadevano dal buco nero.
Sia Seifer che Squall ebbero solo il tempo di capire che quelle figure erano tre persone che furono costretti a lasciar cadere a terra i loro gunblade per prendere al volo due di esse, che stavano per cascargli addosso ed, appena le afferrarono, notarono che erano due ragazze.
-Oh, Hyne... che volo... grazie di avermi presa!- disse la ragazza dai capelli rossi in braccio a Squall, scuotendo leggermente la testa per riprendersi dalla caduta, ma quando si rese conto da chi era stata afferrata sgranò gli occhi, impallidendo leggermente e guardando il ragazzo come se avesse visto un fantasma -oh, merda...- mormorò a denti stretti -santo cielo! Rin, la prossima volta che andiamo in missione ricordami di portarmi dietro un paracadute!- Squall si girò in modo da vedere la ragazza in braccio a Seifer, che aveva appena parlato, ma appena entrò in vista la rossa che teneva in braccio si agitò -ROS! SCENDI IMMEDIATAMENTE!- gli gridò contro, l'altra la guardò con un'espressione confusa, senza capire il perché di quella reazione, almeno fino a quando non si girò verso Seifer, bloccandosi e ampliando gli occhi -oh!- disse scioccata, poi tornò a concentrarsi sulla rossa -guarda che non l'ho fatto apposta!- le disse agitata e l'altra, in risposta, le ringhiò contro mostrandole i denti, quello fu un avvertimento sufficiente per la biondina che scese immediatamente dalle braccia di Seifer e si allontanò da lui di un paio di metri, alzando le mani nel tentativo di calmare l'altra che, però, scese dalle braccia di Squall e tentò di avventarsi contro di lei.
-Aspetta, Rin! Non l'ho mica fatto apposta a cadergli tra le braccia!- esclamò la biondina scappando dalla rossa che sembrava intenzionata a picchiarla mentre i due ragazzi le guardavano confusi -forse... qualcuno le dovrebbe fermare- disse Seifer che non ci stava capendo un tubo -beh... sembra stiano litigando per te, quindi pensaci tu- gli disse Squall con un sopracciglio alzato ma, in quel momento, uno dei mostri più grandi, che erano caduti dal buco, si lanciò all'attacco delle due ragazze, ignare del pericolo che stavano correndo.
-Ehi! Voi due, attente!- gridò il biondo, scattando verso di loro insieme a Squall ma, un momento prima che il mostro le colpisse, l'essere cadde a terra morto.
Tutti e quattro si bloccarono, rimanendo a fissare il corpo del mostro hai loro piedi, scioccati dall'accaduto, almeno fino a quando qualcuno non saltò sulla schiena dell'essere tirando fuori da dietro la sua testa quelli che sembravano due dischi con degli spuntoni.
Squall e Seifer osservarono il nuovo venuto: era alto più o meno 1.85, aveva un fisico allenato, la carnagione rosea, i tratti del viso erano leggermente affilati, gli occhi color azzurro ghiaccio, i capelli rossi lunghi fino a sotto il sedere e legati in una coda di cavallo bassa con due ciuffi che gli incorniciavano il viso, indossava una maglia blu scuro senza maniche che lasciava la schiena scoperta dalla quale uscivano due ali d'angelo color rosso sangue, portava dei pantaloni neri, calzava degli scarponcini neri con delle borchie d'argento ed indossava dei lunghi guanti neri, senza dita.
-Rinoa! Lascia stare Ros e smettila di fare la bambina! Abbiamo del lavoro da fare qui, quindi muovetevi! Questi mostri non muoiono da soli!- disse il ragazzo con una voce autoritaria e con una punta di rimprovero alle due ragazze.
La rossa, che Squall intuì doveva essere quella chiamata Rinoa, sbuffò seccata incrociando le braccia e borbottando sottovoce -non mi comporto da bambina- ma il ragazzo la sentì comunque tanto che gli rispose -davvero? Non si direbbe- quella frase gli valse un'occhiataccia da parte della ragazza ma lui la ignorò -dobbiamo pensare a questi mostri adesso, dopo potrete litigare quanto volete...- poi si rivolse a Seifer e Squall -per quelli più grandi basta un colpo ben piazzato alla base del cranio come ho fatto io con questo, capito?- e senza aspettare una risposta saltò, scendendo dalla schiena del mostro, per avventarsi contro un altro di quegli esseri facendo roteare con le dita i due strani dischi che aveva come armi.
-Amarant ha ragione! Abbiamo del lavoro da fare, quindi diamoci dentro!- esclamò la biondina, che a quanto aveva capito Squall si chiamava Ros, pompando un pugno in aria e corse anche lei verso dei mostri, non molto lontani, iniziando a combatterli a colpi di arti marziali.
-Mph... come sempre- borbottò la rossa contrariata, alzando gli occhi al cielo, ma estrasse comunque la sua arma, che il castano notò essere un gunblade, e partì anche lei all'attacco.
I due ragazzi, rimasti indietro, si scambiarono uno sguardo confuso -tu hai idea di che diavolo stia succedendo?- chiese Seifer all'altro ma i ruggiti dei mostri che si stavano avvicinando a loro gli fecero alzare di nuovo la guardia -no, ma ho la sensazione che dopo lo scopriremo- rispose Squall mentre colpiva con il suo Revolver un mostro che tentava di attaccarlo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dopo un altro paio d'ore di combattimenti, finalmente la “pioggia di mostri” smise anche se lo strano buco nero non si richiuse, rimanendo lì come a ricordare che il problema non era risolto.
Rinoa dette un calcio al corpo del mostro che aveva appena ucciso -finalmente questi cosi sono finiti! Stavo iniziando a credere che quel bastardo ne avesse una scorta infinita!- disse rifoderando il suo gunblade ed avvicinandosi a Ros che si stava pulendo le mani -sono davvero contenta di essere uscita da quel tunnel... stavo iniziando a diventare claustrofobica lì dentro!- disse la biondina con un sorriso -peccato che Leon non sia qui con noi... avrebbe potuto sicuramente chiudere quel portale per evitare che tutti quei mostri uscissero, così ci saremo risparmiate un bel po' di fatica!- disse alzando lo sguardo verso il buco nero, prima di beccarsi un pugno in testa dalla rossa -AHI! Perché l'hai fatto?!- gli chiese, sfregandosi il punto dolente e guardandola con le lacrime agli occhi -questo è per prima!- le rispose arrabbiata Rinoa incrociando le braccia al petto -ma dai, sul serio?! Ti ho già detto che non l'ho fatto apposta, mi ha preso lui! Cosa volevi? Che mi sfracellassi a terra?!- gli chiese Ros e l'espressione dell'altra ragazza rispondeva chiaramente al suo quesito.
Un colpo di tosse richiamò l'attenzione delle due -scusate... ci potreste dire chi siete, cosa ci fate qui e perché siete cadute da quel buco nero?- gli chiese Squall tenendo alto Revolver; non sapeva chi fossero questi tre stranieri ma non si fidava di loro, sopratutto dopo aver visto che sapevano combattere molto bene.
Le due ragazze lo guardarono, poi si scambiarono uno sguardo d'intesa tra di loro e la biondina esclamò ad alta voce -ehi, Amarant! Direi che la nostra intenzione di passare inosservati sia sfumata ancor prima d'iniziare! Che facciamo?- dopo quella domanda, Squall sentì una voce dietro di lui -per prima cosa... deponiamo le armi- il castano si voltò di scatto e si trovò di fronte il ragazzo, che aveva capito chiamarsi Amarant, con quegli strani dischi tra le mani -poi... vorrei parlare col vostro preside- finì guardandolo e, proprio come aveva detto, depose i due dischi a terra, alzando le mani in segno di resa.
-Ma... stai scherzando?!- gli chiese Rinoa guardandolo sorpresa -no...- rispose tranquillamente il rosso alla ragazza, per poi rivolgersi a Squall -noi non siamo vostri nemici ma dato che dubito del fatto che vi fidereste di noi deponiamo le armi per dimostrarvi che non abbiamo cattive intenzioni-. Le due ragazze lo guardarono senza dire nulla finché Ros non fece spallucce, togliendosi i guanti con gli spuntoni e gettandoli a terra -va bene... visto che non possiamo fare altro- disse alzando anche lei le mani, la rossa la guardò, per un attimo, sorpresa ma alla fine, sbuffando seccata, posò a terra il suo gunblade, alzando le mani, unendosi hai suoi compagni -d'accordo... ma vi avverto: se uno di voi graffia il mio Rebelle giuro che ve ne faccio pentire!- esclamò ringhiando leggermente.
Squall rifoderò il suo gunblade, guardando il ragazzo di fronte a se con un sopracciglio alzato; le sue parole sembravano sincere... e poi, non sapeva perché ma, il suo volto gli era familiare.
-Zell... raccogli le armi... Irvine prendi le due ragazze e seguimi...- disse il castano mentre afferrava il rosso per un braccio -tu vieni con me... andiamo dal preside Kramer così ci direte chi siete e cosa ci fate qui- il ragazzo annuì -va bene... non ho intenzione di oppormi- disse, lasciandosi guidare dal comandante dentro al Garden con Irvine e le due ragazze al seguito.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-Esthar City

 

-Dannazione! Ma è mai possibile che ce li ritroviamo sempre tra i piedi questi cosi?!- gridò infuriato un ragazzo mentre prendeva a pugni un mostro che cercava di morderlo.
-Guarda il lato positivo, Max... almeno siamo usciti da quel tunnel!- esclamò un altro ragazzo mentre infilzava un mostro con una lancia che teneva tra le mani -certo, Ale... come no... è una grande consolazione sapere di essere usciti da quello schifoso tunnel per poi trovarci ad Esthar senza sapere dove diavolo sono finiti gli altri e, sopratutto, circondati da mostri!- gridò Max ancora più adirato mentre stendeva l'ultimo di quegli esseri con un gancio destro.
L'altro ragazzo sospirò pesantemente chiedendosi perché, di tutti i componenti del gruppo, proprio lui si era ritrovato da solo con il moro.
-Ehi! Sta attento!- quell'esclamazione lo risvegliò dai suoi pensieri in tempo per fargli notare che un mostro enorme, dalle sembianze di un drago con due teste, voleva schiacciarlo sotto una delle sue zampe.
Ale lo guardò pietrificato: non avrebbe mai fatto in tempo ad evitarlo ma, per fortuna sua, Max lo spinse via facendolo rotolare sulla strada.
-Lo so che sei abituato a smanettare sui computer, scricciolo... ma ora siamo sul campo e devi stare concentrato sullo scontro... altrimenti qui ci rimetti la pelle!- disse il moro aiutandolo a rialzarsi mentre teneva sott'occhio il mostro; era rimasto l'unico avversario d'affrontare.
-Sì... me lo ricorderò... grazie- disse l'altro ragazzo che dopo essersi pulito i vestiti dalla polvere, raccolse la lancia che gli era caduta e guardò l'enorme drago di fronte a loro, che gli ringhiava contro mostrando due file di denti per bocca.
-Questo sarà un osso duro!- disse Ale deglutendo e stringendo strettamente la sua arma mentre il sudore gli imperlava la fronte -sì... ma possiamo farci dare una mano- disse Max, a quelle parole l'altro ragazzo sgranò gli occhi mentre un brutto presentimento gli fece attorcigliare lo stomaco; aveva la netta impressione di sapere quello che il moro voleva fare.
-Ti prego, Max... dimmi che non vuoi evocare Diablos!- gli chiese con una lieve ansia nella voce, l'altro ragazzo ghignò -è proprio quello a cui stavo pensando, scricciolo-
“ecco... lo sapevo!” pensò il ragazzo disperato -non... non credo che sia una buona idea... fai fatica a controllarti quando lo evochi... e se poi finisce come l'altra volta?- gli chiese con un pizzico di paura nella voce; davvero... lui non voleva che finisse come l'ultima volta.
-Preferisci farti mangiare da lui?- gli chiese indicando il drago con un cenno del capo -non posso sconfiggere quel mostro da solo e tu sei troppo debole ed inesperto nei combattimenti per essermi d'aiuto, quindi come dice il proverbio: quando il gioco si fa duro i duri iniziano a giocare!- esclamò Max ed evocò il Guardian Force.
Ale fece diversi passi indietro quando il diavolo comparve alle spalle del moro “prevedo che finiremo in guai grossi!” pensò il ragazzo mentre guardava Max ed il suo Guardian Force ingaggiare una battaglia col mostro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-Garden di Galbadia

 

-Attento, Dan! Dietro di te!- esclamò una voce femminile ad un ragazzo, il quale si girò appena in tempo per sparare ad un mostro che stava per colpirlo alle spalle.
Il suono dei ruggiti dei mostri quasi sovrastava quello delle urla dei Seed impegnati nella lotta per difendere il loro Garden.
Una giovane ragazza con i capelli biondi stava combattendo affianco ad un ragazzo dai capelli castani; i due si coprivano le spalle a vicenda in modo che non potessero essere attaccati da dietro.
-Prendete questi!- esclamò la ragazza lanciando dei pugnali verso un gruppo di mostri che stava accerchiando dei Seed ed uccidendone tre -Dan! Mi serve una mano per eliminare quel gruppo!- al suo richiamo, il ragazzo dietro di lei si voltò e sparò un colpo verso di loro: quando il proiettile entrò nel corpo di un mostro questo esplose coinvolgendo nell'esplosione anche i suoi compagni vicino a lui.
-Centro perfetto, Dan!- esclamò la ragazza alzando il pollice in segno di vittoria ed il ragazzo sorrise in risposta prima di tornare a sparare agli altri mostri.
Era ormai da un paio d'ore che combattevano, dopo essere riusciti ad uscire dal tunnel temporale, ed iniziavano da essere stanchi.
-Prendi questo!- esclamò la biondina pugnalando al collo l'ultimo mostro e prendendo un respiro di sollievo come lo vide cadere a terra, morto.
Il ragazzo si avvicinò a lei, abbassando il fucile quando vide che non c'erano più pericoli, gli toccò una spalla e la biondina si voltò verso di lui, sorridendo mentre riprendeva fiato -sta tranquillo, Dan... sto bene, sono solo un po' stanca- gli disse ma, in quel preciso attimo, i due vennero circondati dai Seed che gli puntavano i fucili contro -posate le armi a terra e alzate le mani!- gridò quello che doveva essere il comandante del Garden.
I due ragazzi si guardarono prima di posare a terra il fucile e i pugnali ed alzare le mani -ascoltateci...- iniziò la biondina -noi non siamo vostri nemici... il mio nome è Amèlye e questo è un mio compagno Daniel... siamo Seed in missione e veniamo dal Garden di Balamb... dobbiamo immediatamente parlare con il preside Dodonn, è urgente!- il comandante la guardò diffidente, poi ordinò ai suoi sottoposti -prendete le loro armi e perquisiteli... quando avrete finito portateli dal preside, io intanto l'avviserò che la minaccia è stata eliminata- disse l'uomo allontanandosi dal campo di battaglia, tornando nel Garden, lasciando che i suoi sottoposti prendessero in consegna i due ragazzi.
Mentre il gruppetto entrò nel Garden, Dan guardò Lye facendo dei gesti con le mani, quando finì la ragazza annuì convinta -sì, sono sicura che sia la cosa giusta... dopotutto, tu sei cresciuto qui in Galbadia... non dovrebbe essere difficile convincere il preside a darci una mano... così ci sarà più facile trovare gli altri!- il ragazzo la guardò con un sopracciglio alzato gesticolando ancora -se non dovesse credere alla nostra storia...- disse Lye leggermente preoccupata -beh... immagino che... ci toccherà soggiornare nelle prigioni di Galbadia per un po' di tempo!- esclamò la ragazza sorridendo nervosamente e Daniel si sbatté una mano sulla faccia, sospirando esasperato.

 

 

 

 

 

 

 

 

-Garden di Balamb

 

Il preside Kramer stava attualmente squadrando il ragazzo di fronte a lui: dopo che era stato avvertito che i mostri che avevano attaccato il Garden erano stati eliminati, Squall aveva portato nel suo ufficio quel ragazzo e due ragazze, dicendo che il rosso aveva chiesto di parlare con lui, che quei tre erano caduti dal buco nero apparso in cielo e che li avevano aiutati a proteggere il Garden.
Ora, si trovava da solo con il suddetto ragazzo, anche se aveva dei seri dubbi sul fatto che fosse un essere umano dato le due ali che gli spuntavano dalla schiena, mentre tutti gli altri erano fuori dalla porta del suo ufficio e ripensava a quello che gli aveva appena detto.
-Perché dovrei crederti?- gli chiese, alla fine, stanco di pensare a quanto fosse incredibile tutto ciò -perché, signore, è la verità... ma capisco che si un po' difficile da accettare, quindi, mi permetta di darle una prova inconfutabile- detto questo, Amarant prese dalla tasca dei suoi pantaloni un foglio ripiegato e lo porse al preside -questa è una lettera... scritta da lei per lei nel caso in cui le cose fossero andate male e noi avremmo avuto bisogno d'aiuto... in cui spiega tutto quello che le ho detto... in più ci sono scritte alcune cose che solo lei può sapere... per cui dovrebbe essere una prova più che convincente della veridicità delle mie parole- disse il ragazzo quando l'uomo prese il foglio.
Lo guardò aprirlo ed iniziare a leggerlo: in poco tempo la sua espressione mutò da scocciata ad interessata, per poi diventare sorpresa ed infine sconcerto totale -CHE COSA?!- gridò a quel punto mettendo in allarme i Seed la fuori che si precipitarono nell'ufficio temendo che potesse essere successo qualcosa di grave -signore, sta bene?!- chiese Quistis vedendo la faccia che l'uomo stava facendo in quel momento; Kramer non rispose subito alla domanda ma rimase per un po' ad osservare Amarant, scrutandolo con un occhio critico -non ci posso credere...- disse alla fine, quel commento fece alzare un sopracciglio al rosso -non crede ancora a quello che le ho detto?- gli chiese sorpreso -no... dopo questa lettera a quello credo... è alla tua parentela che non credo- rispose il preside, a quella risposta il ragazzo sorrise leggermente -beh, se lo vuole sapere... anche io faccio fatica a crederci... eppure mi ha cresciuto lui- disse Amarant facendo scoppiare a ridere il preside, mentre tutti gli altri lo guardavano confusi -a cosa non riesce a credere?- chiese Quistis, a quella domanda l'uomo fece per rispondere ma Amarant lo interruppe -signore... se permette... vorrei essere io a spiegare la situazione... sopratutto perché ci sono cose che loro non devono sapere!- disse serio, Kramer smise di ridere guardandolo con la stessa serietà -bene... spiega tu... poi vedremo il da farsi- disse l'uomo, il rosso annuì in ringraziamento e si girò verso il gruppetto di Seed -innanzitutto, lasciate che mi presenti: il mio nome è Amarant e per chi di voi se lo sta chiedendo queste ali sono vere e no, io non sono ne una strega, ne un angelo...- disse guardando Zell che aveva aperto bocca per parlare e che la richiuse subito dopo -loro sono mia sorella minore, Rinoa...- indicò la ragazza con i capelli rossi che incrociò le braccia al petto alzando il mento con fare di superiorità -e lei è la mia migliore amica, Ros...- indicò la biondina che salutò sventolando la mano con un grande sorriso -noi siamo Seed provenienti dal Garden di Balamb...-
-ma noi siamo al Garden di Balamb!- esclamò Selphie che si ritrasse subito all'occhiata gelida che gli lanciò Amarant -gradirei non essere interrotto- gli disse con un tono calmo ma freddo e la ragazza annuì velocemente, nascondendosi un po' dietro Irvine -stavo dicendo...- ricominciò il ragazzo, guardandoli tutti -veniamo dal Garden di Balamb del futuro-
-DEL FUTURO?!- esclamò tutto il gruppo, incredulo ed il rosso annuì -sì... noi veniamo da 30 anni nel futuro e siamo qui per compiere una missione: catturare il nostro acerrimo nemico ed evitare che lui possa distruggere il passato per cambiare il corso della storia-.

 

 

 

 

 


Ciao a tutti!
Allora... in questo capitolo presento un po' di personaggi che saranno i protagonisti della mia storia! Ma non ho ancora finito perché nel prossimo capitolo ne presenterò altri!
Come avete letto tre dei ragazzi provenienti dal futuro sono arrivati al Garden di Balamb ed hanno aiutato Squall e la banda ad affrontare i mostri che avevano attaccato il Garden... chissà cosa succederà ora che hanno saputo che questi vengono dal futuro?
E chissà cosa succederà agli altri ragazzi che si trovano ad Esthar e Galbadia... lo scoprirete solo leggendo! XD
Ringrazio ancora tutti coloro che hanno partecipato alla mia ricerca di OC e spero di essere riuscita a rappresentarli bene in questo capitolo! :D
Saluti e baci da black dalia

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Capitolo 4
*** Cap.3) Compagni da ritrovare ***


PER SALVARE IL FUTURO

 

Cap.3) Compagni da ritrovare

 

Un uomo camminava, lentamente, con lo sguardo basso mentre la sua mente ripensava a quello che era successo poche ore prima.
I suoi lunghi capelli bianchi, che gli arrivavano a metà schiena, ondeggiavano leggermente insieme al lungo cappotto grigio scuro mentre camminava meditabondo ed il suo volto, dalla carnagione scura, era contratto in una smorfia.
La stanza in cui si trovava era spoglia ma enorme: con alte pareti di pietra ed un pavimento nero lucido, in cui ti ci potevi specchiare, ed era come circondata da un alone di oscurità che neanche le centinaia di candele che, galleggiando a mezz'aria, illuminavano quel luogo riuscivano a dissipare.
-C'è mancato così poco...- sussurrò l'uomo a se stesso, con una voce profonda -c'ero così vicino... mi mancava così poco per oscurare la sua luce...- strinse il pugno destro, chiuse gli occhi, ed un sorriso di appagamento si dipinse sulle sue labbra.
Continuò a camminare fino ad arrivare alla fine della sala dove, appoggiato alla parete, vi era posto un trono fatto di marmo bianco.
-Potevo quasi sentire tutto il suo calore scomparire... la mia fredda oscurità diventare padrona assoluta di quel corpo...- poi il sorriso si trasformò in una smorfia di disgusto, riaprì gli occhi carichi di rabbia e dette un pugno al muro di fronte a lui, creando un piccolo cratere.
-E, INVECE, NIENTE!- gridò, ritraendo la mano mentre le fiammelle delle candele tremolavano fin quasi a spegnersi: la loro flebile luce si ritrasse alla rabbia del Signore del Caos.
Un attimo dopo, un portale oscuro apparve dietro l'uomo, a qualche metro da lui, e vi uscì un ragazzo: era alto, fisico asciutto e ben allenato, carnagione rosea, viso dai tratti affilati con un mezzo sole tatuato vicino all'occhio sinistro, occhi dall'iride azzurro ghiaccio ma con la sclera nera e corti capelli biondi.
Indossava un cappotto lungo color argento, sotto di esso si poteva vedere una maglia nera, dei pantaloni bianchi, calzava degli stivaletti neri e legato alla cinta teneva un gunblade.
Il ragazzo s'inginocchiò al cospetto dell'uomo, posando a terra il corpo di una persona che, prima, teneva sottobraccio.
-Come lei mi ha ordinato... le ho portato la strega, padrone- disse il biondo con voce atona, l'uomo si girò verso di lui, sogghignando nel vedere la giovane ragazza che il suo servo aveva catturato.
-Ottimo lavoro, Silver- disse avvicinandosi a lui ed esaminando con lo sguardo la preda incosciente: aveva la carnagione rosea, il fisico magro e longilineo con poco seno, il viso dolce con un piccolo neo sotto l'occhio destro, i capelli lunghi, color nocciola e legati in una treccia boccolata che le ricadeva sul davanti, indossava un abito color cielo con spalline lungo fino alle ginocchia, al collo portava un pendente d'argento a forma di goccia, portava orecchini di cristallo, calzava delle ballerine color crema e incastonata al centro del petto si trovava una piccola croce di cristallo.
-Lei sarà molto utile per il mio piano- disse l'uomo, sogghignando compiaciuto -la ringrazio, mio signore- disse il biondo abbassando la testa -per quanto riguarda la Strega dell'Ordine?- a quelle parole il Signore del Caos s'irrigidì e guardò il suo servo con un'occhiata che avrebbe incenerito chiunque.
-Lei... è ancora libera...- disse amaramente: gli dette le spalle e camminò verso il suo trono dove si sedette con posatezza.
-Ho dato a Lucrezia il compito di portarla da me... so che non mi deluderà-
-mi scusi se glielo chiedo, mio signore, ma... perché a lei? Leon è molto più potente di Lucrezia e...-
nel sentire quel nome il Signore del Caos sbatté entrambe le mani sui poggia gomiti e gridò -NON OSARE PRONUNCIARE QUEL NOME IN MIA PRESENZA!- poi con un gesto della mano richiamò una folata di vento che fece sbalzare via Silver, allontanandolo di diversi metri da dov'era, e facendolo sbattere contro la superficie dura della parete.
Dopo quell'esplosione di rabbia, l'uomo si calmò -avevo già detto che nessuno doveva pronunciare quel nome, o sbaglio?- chiese al suo servo, pronunciando quelle parole con una buona dose di veleno nella voce, mentre quest'ultimo si rialzava, facendo una leggera smorfia per il dolore che provava alla schiena, e tornò ad inginocchiarsi di fronte a lui.
-Le chiedo perdono, padrone, è stata una mia dimenticanza... non accadrà più- disse Silver abbassando la testa sottomesso, l'uomo sorrise soddisfatto -meglio per te... comunque... per rispondere alla tua precedente domanda... ho mandato Lucrezia perché è in grado di attirare la Strega dell'Ordine in una trappola-.
L'uomo socchiuse gli occhi ed unì le punte delle dita -ci cadrà come una sciocca ed io avrò la vittoria in pugno- poi sorrise malevolo -la farò cadere nell'oscurità... soffocherò tutta la sua luce... e senza la Strega dell'Ordine tutto il mondo cadrà nelle mie tenebre ed io, Darkar, lo dominerò in eterno!- esclamò e rise: una risata fredda e crudele che rimbombò nella stanza facendo venire i brividi persino all'insensibile Silver.

 

 

 

 

 

 

 

 

-Periferia di Esthar City

 

Ale si appoggiò al muro di una casa, piegandosi leggermente in avanti, per riprendere fiato.
Guardò dietro di se, per assicurarsi che non ci fosse nessuno che lo stava inseguendo, ed emise un sospiro di sollievo quando constatò di essere riuscito a scappare alla polizia.
-Giuro... un giorno o l'altro... ucciderò Max! Quel deficiente...- disse a se stesso mentre prendeva dei respiri profondi per riprendersi dalla corsa che aveva appena fatto; lui non era mai stato veloce nel correre.
“Tutta colpa delle mie gambe corte!” pensò, un po' amareggiato dalla sua corporatura esile e dalla bassa statura.
“Perché non assomiglio neanche un po' a papà? Perché ho dovuto prendere tutto da mamma? Manco fossi una ragazza!” pensò con un piccolo broncio, rialzandosi.
Alexander Kinneas, questo era il suo nome completo, era sempre stato piccolo e gracile: aveva un fisico sottile, quasi senza muscoli, la carnagione bianco latte, le labbra sottili, gli occhi grandi color verde foresta, il viso dai lineamenti delicati e femminei che veniva incorniciato da dei capelli neri leggermente ondulati che gli arrivavano quasi alle spalle.
Anche adesso che aveva 18 anni sembrava fosse un ragazzo di 16.
L'unica cosa di cui Ale andava fiero di se stesso era la sua spiccata intelligenza: lui era un genio, non c'erano altre parole per descriverlo.
Fu proprio grazie a questo che diventò vice capo del reparto logistica del Garden di Galbadia alla tenera età di 14 anni, dopo aver preso il diploma da Seed col massimo dei voti nello scritto ed essere passato per miracolo nella prova sul campo.
Poi, all'età di 16 anni, lui e suo fratello Daniel furono inviati come esponenti del Garden di Galbadia per formare la squadra speciale che doveva fermare Darkar.
Lì aveva conosciuto i suoi attuali compagni ed il comandante di allora, Aerus Romanof, lo mise a capo del reparto logistica del Garden di Balamb.
“Ed ora, eccomi qui, da solo, che cerco un modo per ritrovare i miei compagni” pensò il ragazzo, sospirando abbattuto.
Ad un tratto un forte -bip- attirò la sua attenzione: sbatté le palpebre, sorpreso e tirò fuori dalla tasca destra del suo pantalone quello che sembrava un cellulare.
In realtà, quel dispositivo era molto di più che un semplice telefono: aveva varie funzioni, oltre a quella di comunicatore, e tra queste c'era anche un segnalatore che aveva creato lui stesso: consisteva in uno speciale bracciale, da indossare al polso, in grado di monitorare i segni vitali della persona che lo indossava e quando questi erano alterati mandava uno speciale segnale al computer centrale che avvisava che il Seed era in pericolo mostrando il suo stato e l'attuale posizione.
-Un'invenzione molto utile per il nostro lavoro e che potrebbe salvare molte vite- aveva commentato il preside quando gli aveva mostrato il primo prototipo funzionante; quella era stata, sicuramente, l'invenzione di cui andava più fiero.
-Pensavo che si fosse rotto nel tunnel temporale... sembra che stia ricevendo un segnale- mormorò Ale, a se stesso, guardando il dispositivo mentre, premendo dei pulsanti, fece apparire una piccola cartina geografica tridimensionale dell'area.
Il ragazzo sgranò gli occhi quando vide da dove proveniva il segnale -il santuario delle streghe...- mormorò, poi armeggiò ancora con il dispositivo ed altri dati apparvero sullo schermo.
-O no! Proviene dal segnalatore di Myria! E sembra che i segni vitali si siano indeboliti!- esclamò iniziando a preoccuparsi -il santuario delle streghe non è molto lontano da qui... dovrei riuscire a raggiungerlo in poco tempo... sì, ma poi?!- si chiese il ragazzo, quasi sull'orlo di una crisi di nervi -se ci sono dei nemici non potrei fare molto... dannazione! Dove sono gli altri quando ti servono?!- esclamò passandosi una mano tra i capelli.
-Va bene... va bene... ora calmati, Ale... prendi un respiro profondo e rilassati- inspirò ed espirò, riuscendosi a calmare.
-Allora, per prima cosa: smetti di essere pessimista e vai a vedere in che genere di guaio si è cacciata Myria... secondo: dopo aver verificato le sue condizioni trova un modo per riparare il comunicatore così da contattare gli altri e terzo: devo smetterla di parlare a me stesso in terza persona perché è un chiaro sintomo che la mia sanità mentale sta andando a farsi benedire!- esclamò, poi sospirò abbattuto, premendosi una mano sulla fronte -devo smetterla di passare così tanto tempo con Max... la sua follia mi sta contagiando- disse gemendo.
Dopo aver verificato ancora una volta la posizione del segnale, Ale iniziò ad incamminarsi in direzione del santuario delle streghe.
-Non ti preoccupare Myria, sto arrivando... resisti!- mormorò il ragazzo, accelerando un po' il passo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-Garden di Balamb

 

Amarant guardava le otto persone sedute attorno al tavolo della sala riunioni che il preside aveva gentilmente messo loro a disposizione.
Aveva appena finito di spiegare in cosa consisteva la loro missione e le cause che li avevano portati lì ma, gli sembrava, che i sei Seed presenti non fossero molto convinti delle sue parole.
-Allora...- iniziò Quistis -vediamo se abbiamo capito bene... voi siete Seed provenienti da trent'anni nel futuro, la vostra missione consiste nel eliminare una strega di nome Darkar, che è intenzionato a cambiare la storia ma voi non sapete come, e nel tunnel temporale che vi ha portati qui siete stati divisi dai vostri compagni che ora dovete ritrovare prima di andare a cercare la strega... è tutto giusto?- chiese la bionda, sistemandosi gli occhiali -sì, tutto giusto- confermò il rosso.
-Quindi, voi, siete finiti qui per sbaglio?- chiese Irvine, guardando i tre -sì... a quanto pare Darkar aveva più controllo sul tunnel temporale di quello che pensavamo... ci ha diviso e ci stava facendo attaccare dai suoi mostri... se non si fosse aperto quel buco nel tunnel non so come avremo fatto ad uscirne- rispose Amarant chinando leggermente il capo ed aggrottando la fronte; non gli piaceva essere colto alla sprovvista durante una missione... specialmente se l'obbiettivo della missione li voleva morti e sepolti.
-Allora volete che vi aiutiamo a cercare i vostri amici ed a uccidere la strega, giusto?- chiese Squall, con il suo solito tono distaccato, senza mezzi termini.
Amarant lo guardò -sì e no... ci fareste un grande favore se ci aiutaste a trovare i nostri compagni, perché sembra che i nostri sistemi di comunicazione siano stati messi fuori uso nel tunnel temporale e, quindi, non possiamo metterci in contatto gli uni con gli altri ma per quanto riguarda Darkar è meglio se rimanete lontano da lui... non sappiamo quali sono i suoi piani per cambiare la storia e, dato che voi fate parte di questo tempo, se vi succedesse qualcosa potrebbero esserci degli sconvolgimenti che non possiamo immaginare... già il fatto che noi vi stiamo parlano di questo è un grande rischio ma se vi mette in mezzo le cose potrebbe peggiorare ancora di più e noi vogliamo evitarlo-.
-Già! Quando torneremo nel futuro voglio trovarmi ancora una casa in cui vivere- disse Rinoa sarcastica, facendo alzare gli occhi a suo fratello che, però, non disse nulla; dopotutto, anche lui aveva questa paura.
-beh... immagino che, aiutarvi, sia una scelta del preside e, se non sbaglio, lui ha detto che vi avrebbe dato tutto l'appoggio che vi serve, quindi...- disse Zell, grattandosi la testa e lanciando uno sguardo a Kramer che annuì solamente -quindi vi aiuteremo!- esclamò Selphie, balzando in piedi.
-Io avrei una domanda: anche se trovate i vostri compagni come avete intenzione di scoprire dove si trova questo Darkar?- chiese Seifer, comodamente spaparanzato sulla sedia, reclinata all'indietro, con le gambe sul tavolo -hai detto che non sapete in cosa consiste il suo piano e che non vuoi che noi c'impicciamo con lui quindi: aspetterete che lui faccia la prima mossa, sperando che non sia anche l'ultima, oppure avete in mente altro?-.
Amarant guardò il biondo con un sopracciglio alzato “e poi mi sgridava perché mettevo i piedi sul tavolino in salotto quando guardavo la TV... tsk, guarda te!” pensò il rosso, decidendo però di tenere per se quei pensieri.
-Ci penserà Leon a trovarlo!- esclamò Ros, che era seduta affianco al rosso, rispondendo alla domanda di Seifer.
La risposta suscitò varie reazioni: Amarant le lanciò uno sguardo di pura disapprovazione, Rinoa ridacchiò con una mano davanti alla bocca vedendo il fratello in difficoltà e le restanti 8 persone guardarono, confusi, il trio.
-Chi è Leon?- chiese Quistis, alzando un sopracciglio, notando come il rosso stava guardando male la biondina.
-E' una nostra compagna e...- la risposta di Ros alla domanda venne, però, interrotta dalla mano di Amarant che andò a posarsi sulla sua bocca, chiudendogliela efficacemente.
-E' solo una nostra compagna, nient'altro!- esclamò il ragazzo, con un sorriso nervoso, per poi abbassarsi al livello dell'orecchio di Ros per sussurrargli adirato -quante volte ti devo dire di non parlare di lei così alla leggera!-
-mi dispiace- disse la ragazza, con un piccolo broncio, dopo che il rosso le tolse la mano dalla bocca.
Lui sospirò e si massaggiò il ponte del naso; questa missione si stava rivelando più complicata del previsto.
Certo, lui aveva pensato che Darkar li avrebbe attirati in una qualche trappola ma una volta usciti dal tunnel mica quando erano ancora dentro!
E, adesso, si trovavano in questo pasticcio e lui doveva fare in modo che la situazione non peggiorasse anche se si stava rivelando molto più difficile del previsto.
In quel momento, qualcuno aprì la porta della sala riunioni -mi scusi, signor preside...- disse Shu entrando, facendo un cenno di saluto a tutti.
-Cosa c'è?- chiese Kramer -ecco... c'è una chiamata dal preside Dodonn- rispose lei.
-Il preside del Garden di Galbadia? Chissà che vuole?- chiese Irvine, ripensando al vecchio Garden in cui era cresciuto.
-Passamelo qui- disse il preside prendendo il telefono che tenevano nella sala: Shu annuì ed uscì dalla stanza e pochi attimi dopo il telefono squillò.
-Pronto? Dodonn! Come mai questa chiamata?- Kramer ascoltò pazientemente il discorso del collega e poi prese parola -ho capito... posso chiederti di attendere un attimo in linea... devo controllare una cosa- poi allontanò il ricevitore da se e si rivolse ad Amarant -per caso... ci sono un paio di vostri compagni che si chiamano Amèlye e Daniel?- alla pronuncia di quei nomi Ros scattò in piedi -certo! Lye e Dan! Certo che sono nostri compagni!- esclamò la ragazza battendo le mani, con un gran sorriso sul volto e Amarant annuì, confermando quello che aveva detto la biondina. -Bene...- disse Kramer, poi riavvicinò il ricevitore all'orecchio -ascolta, Dodonn: quei due ragazzi dicono la verità... no, non sto scherzando... sì, esatto... lo so che possono sorgere molti problemi ma devono compiere la loro missione... d'accordo... perfetto! Li veniamo a prendere il prima possibile... ti ringrazio... a risentirci- e chiuse la chiamata.
-Bene, ragazzi...- disse il preside guardando i tre provenienti dal futuro -sembra che abbiamo appena trovato due dei vostri compagni-
-evviva!- esclamò Ros, contenta della notizia -come stanno?- chiese Amarant preoccupato per il loro stato di salute; dopotutto era lui che comandava la squadra e il benessere dei suoi sottoposti era la sua priorità.
-Stanno bene... a quanto mi ha detto Dodonn sono solo stanchi a causa dei mostri che hanno dovuto affrontare ma, per il resto, non hanno ferite di alcun genere-
-bene- disse il rosso, annuendo sollevato -quando potremmo andare a prenderli?- chiese Rinoa, spostando una ciocca di capelli rossi dietro l'orecchio -anche subito... dovremmo solo preparare il mezzo di trasporto e potremmo andare- rispose il preside -perfetto!- disse Amarant, alzandosi -allora vorrei iniziare subito in modo da partire il prima possibile!-.
Il preside stava per rispondergli quando la voce urgente di Rinoa richiamò l'attenzione di tutti che, fino a quel momento, era incentrata sul preside.
-Squall! Squall, svegliati! Che cos'hai? Squall!-.
Il gruppo si voltò verso il punto dove il castano era seduto e notarono che il ragazzo era caduto addormentato e, nonostante Rinoa lo stesse scuotendo più forte che poteva, non si svegliava.
-Che cos'è successo?!- gli chiese, immediatamente, Zell arrivando affianco a lei, mentre la mora smise di scuotere il ragazzo.
-Non lo so! Prima ho notato che non riusciva a stare sveglio... l'ho visto chiudere gli occhi ed allora ho pensato che fosse stanco per quello che è successo stamattina ma poi, quando prima ho provato a svegliarlo... non reagiva, allora ho iniziato a scuoterlo più forte ma... niente... non fa neanche un suono!- esclamò Rinoa, visibilmente preoccupata.
Zell aggrottò la fronte ed incominciò, anche lui, a scuoterlo e chiamarlo -Squall! Squall, avanti svegliati!- ma il risultato fu lo stesso: il castano non si svegliò.
-Aspetta, lascia provare me- disse Seifer avvicinandosi e portandosi di fronte al suo rivale: alzò la mano e -SCIAFF!- gli mollò un ceffone.
-Seifer!- gli gridarono Rinoa, Selphie, Irvine e Quistis, fulminandolo con lo sguardo ed il ragazzo alzò le mani in segno di resa -ehi! Come potevo lasciarmi scappare questa opportunità- disse con un sorriso sghembo.
Rinoa stava per gridargli contro, molto probabilmente per riprenderlo, quando Zell disse -non si è svegliato neanche così- nella sua voce si poteva udire una nota di preoccupazione.
Tutti guardarono il biondo e poi Squall che, nonostante il poderoso ceffone dell'ex cavaliere di Artemisia, non aveva mosso un muscolo e neanche fatto un lamento.
In quel momento, però, successe un'altra cosa che preoccupò ancora di più i presenti: una strana nebbia scura iniziò a comparire attorno al corpo del comandante del Garden iniziando ad avvolgerlo.
-Quistis!- esclamò Rinoa senza fiato, con gli occhi sgranati -sì... è come quando lo abbiamo trovato stamattina- disse la bionda aggiustandosi gli occhiali.
-Aspettate! Volete dire che quella strega è tornata?- chiese Selphie preoccupata -credo di sì...- rispose titubante Rinoa, poi avvicinò la mano alla fronte di Squall ma quando stava per toccarlo Amarant le afferrò il braccio e la tirò verso di lui.
-Non toccarlo- le disse con un volto serio, Rinoa lo guardò sorpresa ma, poco dopo, tentò di divincolarsi dalla sua presa.
-Lasciami! Devo aiutarlo!- disse continuando a tirare il braccio tentando di liberarsi dalla presa del rosso ma il ragazzo non la mollò -no! Sta lontana da lui!-.
Il tono in cui Amarant disse quelle parole le fece smettere ogni tentativo di ribellione.
Guardò il rosso, con occhi sgranati, sorpresa che gli avesse appena gridato contro: aveva la fronte aggrottata, il corpo era teso e gli occhi esaminavano con uno sguardo affilato la densa nebbia che, ormai, aveva avvolto quasi completamente il comandate del Garden.
-Allontanatevi da lui... tutti quanti- disse Amarant, continuando a tenere Rinoa senza togliere gli occhi di dosso a Squall.
-Ma...- provò a controbattere Zell -adesso!- gli ordinò il rosso, lanciandogli uno sguardo di ghiaccio: il tatuato non se lo fece ripetere due volte ed insieme agli altri si allontanò di un paio di metri dal castano.
Poi, Amarant spinse Rinoa tra le braccia di Seifer, l'unico che non era indietreggiato tanto quanto gli altri al suo ordine, e gli disse senza dargli neanche un'occhiata -tienila lontano... non deve avvicinarsi finché non lo dico io-.
Il biondo prese la mora prima di guardarlo per un attimo, per poi chiedergli -che sta succedendo?- il rosso non gli rispose, iniziando ad avvicinare con cautela la mano destra alla fronte di Squall.
-Ehi! Non mi piace essere ignorato! Dicci che diamine sta succedendo!- esclamò Seifer, iniziando ad arrabbiarsi.
-Darkar- gli rispose seria Rinoa mentre guardava il fratello, per poi spostare lo sguardo sul biondo -questa è opera di Darkar... per questo vi ha chiesto di stare lontani... è pericoloso-.
-Ma non è pericoloso anche per lui? E, sopratutto, per Squall?- gli chiese Rinoa, preoccupata per il suo cavaliere.
La rossa scosse la testa -non vi preoccupate... Amarant ha, diciamo, una speciale protezione contro questo tipo di magia... per quanto riguarda il musone... beh, mio fratello dovrebbe riuscire a scacciare il po' di oscurità che lo circonda in modo da farlo svegliare-.
Tutti guardarono come il ragazzo toccò la fronte di Squall ed, in quel momento, le sue ali s'illuminarono di una luce bianca, come un raggio di luna.
-Che cos'è?- chiese Selphie timidamente, guardando la scena come ipnotizzata -è la reazione della luce presente in Amarant quando viene a contatto con l'oscurità di Darkar- rispose Ros, incrociando le braccia la petto per poi ridacchiare -è sempre un bello spettacolo, sopratutto perché la sua luce non è così forte da abbagliarti come invece fa quella di Leon-.
Sentendo quelle parole, Amarant disse -Rin, colpiscila- e la rossa fece come gli fu detto, mollando un ceffone dietro la testa della bionda.
-Ahi!- esclamò la suddetta strofinandosi il punto dolente e guardando male la compagna che, solamente, fece spallucce.
-Me l'ha ordinato lui... te l'aveva già detto di non parlare di Leon ma tu sei dura di comprendonio, quindi...- disse tornando a guardare il fratello e notando la sua espressione confusa gli chiese -cosa c'è che non va?-
-non c'è...- rispose lui cautamente -che cosa non c'è?- gli chiese Rinoa aggrottando la fronte, preoccupata: il ragazzo si girò verso gli altri, non togliendo la mano dalla fronte del castano
-il suo spirito... la sua anima non è più nel suo corpo- disse guardandoli tutti -CHE COSA?!- esclamarono gli altri, sconvolti, guardando Squall che sembrava semplicemente dormire.

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti! ^^
Sono tornata con questo succoso nuovo capitolo che, spero, vi ripaghi almeno un po' per tutto il tempo che avete dovuto aspettare.
Purtroppo, l'ho dovuto riscrivere tre o quattro volte perché non mi piaceva come veniva ma, devo ammettere, che il risultato finale mi soddisfa e spero sia così anche per voi!
Finalmente i cattivi sono entrati in scena e, sembra, che stiano facendo qualcosa al povero Squall... ma sarà davvero così?
Lo scoprirete solo nel prossimo capitolo! XD
Ringrazio tutti quelli che mi lasceranno una recensione e anche quelli che leggono solamente!
Ci sentiamo al prossimo capitolo!
Saluti e baci da black dalia

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Capitolo 5
*** Cap.4) Una misteriosa presenza ***


PER SALVARE IL FUTURO

 

Cap.4) Una misteriosa presenza

 

Leon era in guai grossi.
Poche ora prima aveva lasciato la capitale di Balamb e si era addentrata nella foresta per dirigersi al Garden, sperando di trovarci qualcuno dei suoi compagni, ma ora si stava pentendo di quella scelta.
Attualmente, si trovava in una radura circondata da alti alberi, circa al centro della foresta, e stava combattendo da quasi un'ora con un'orda di mostri creati da Darkar grazie alla sua materia oscura.
“Non posso credere che quel maledetto abbia riempito la radura con tutti questi esseri!” pensò infuriata, tranciando la testa di uno di loro col suo gunblade.
-GROOOWWW!- ruggì un mostro, che aveva le dimensioni di un camion, prima di fiondarsi contro di lei con il chiaro intento di travolgerla sotto le sue enormi zampe.
-Maledizione!- esclamò Leon saltando con grande agilità, evitando la creatura, e colpendolo con un ben piazzato proiettile fire nel cranio, facendolo crollare a terra, morto.
“Ma non finiscono mai?!” si chiese esasperata mentre evitava gli artigli di un altro mostro; erano decine ed ogni volta che ne uccideva uno ne comparivano altri due a prendere il suo posto.
“Così non arriverò più al Garden!” pensò infastidita mentre sparava altri proiettili contro un gruppetto di loro, abbattendoli.
-Ora basta, mi avete stancata!- esclamò seccata, abbassando la sua arma: chiuse gli occhi per concentrarsi, raccolse tutta la sua energia e liberò la sua magia.
-LIGHT!- gridò, aprendo le braccia: una potente luce si diffuse tutt'attorno a lei, colpendo i mostri nella radura e facendoli scomparire, rimpiazzati da delle belle piantine di fiori.
Il rilascio di tutta quella magia comportò un notevole sforzo e, dopo essersi assicurata che tutti i mostri fossero spariti e che quindi non c'erano più minacce, si accasciò a terra, ansimando pesantemente.
“Non capisco... anf, anf... come mai faccio così fatica ad usare la mia magia? E' come se... anf, anf... come se qualcosa me la stesse sottraendo” pensò Leon mentre prendeva dei respiri profondi.
In quel momento, la ragazza udì un sibilo che la mise subito in allarme; saltò in piedi e si spostò appena in tempo per evitare che delle lance di ghiaccio la trapassassero.
Sguainò il gunblade e si guardò attorno per cercare il suo avversario.
“C'è una sola persona che conosco che potrebbe fare una cosa del genere” pensò la castana, stringendo la presa su Revolver e gridando -VIENI FUORI, LUCREZIA!-.
L'istante successivo, Leon dovette schivare una decina di lance e pugnali di ghiaccio che si conficcarono nel terreno, nello stesso punto in cui, un attimo prima, si trovava lei.
La ragazza ringhiò, continuando a cercare l'altra strega con lo sguardo “dove sei, maledetta?!” pensò ma, proprio in quel momento, delle schegge di ghiaccio apparvero, sfrecciando verso di lei, ma questa volta, Leon preferì distruggerle col suo gunblade.
-Avanti, Lucrezia! Vieni fuori!- esclamò la castana stringendo i denti -oppure sei così codarda da avere paura di affrontarmi faccia a faccia, eh?- disse, lasciando che un ghigno le si dipingesse sulle labbra -cosa c'è? Darkar non ti ha dato abbastanza potere per affrontarmi? Credevo che il tuo signore fosse “la strega più potente mai esistita”... non sono parole tue?- continuò la ragazza con un tono canzonatorio.
Conosceva bene il carattere di Lucrezia: era una donna maligna, maliziosa, molto orgogliosa e terribilmente fedele a Darkar.
Leon sapeva che la strega elargiva le peggiori punizioni a coloro che mancavano di rispetto al suo signore.
Infatti non ci volle molto che la castana ricevette una risposta: in un attimo il terreno dell'intera radura iniziò a gelarsi e, ben presto, Leon si trovo con le gambe congelate fino al ginocchio, bloccata così al terreno.
-Ahahahahah! Bene, bene... sembra che la Strega dell'Ordine sia caduta nella mia trappola!- disse una voce suadente dietro Leon e, poco dopo, apparve una donna, uscendo da dietro un albero che, fino ad allora, l'aveva nascosta: era di altezza media con un fisico longilineo, il viso ovale, le labbra carnose messe in risalto da un rossetto color rosso vivo, la carnagione alabastrina era in netto contrasto con i suoi capelli nero corvino, mossi e lunghi fino a metà schiena ed aveva gli occhi color nero opale.
Indossava una giacca in pelle, color rosso porpora, con un profonda scollatura che metteva in mostra una parte del suo prosperoso seno, dei pantaloni attillati anch'essi rossi, degli stivali neri che le arrivavano al ginocchio e tra le mani teneva una frusta.
Leon le mostrò i denti, prima di ringhiare -e tu credi che un incantesimo di ghiaccio mi possa fermare?- poi mise le mani sulla sue gambe congelate -fire!- esclamò rilasciando la sua magia: avvertì un lieve calore iniziare a svilupparsi dalle sue mani ma, nel momento stesso in cui lo percepì, il calore scomparve e Leon sentì drenare la sua energia.
-Ma... ma che...?- chiese ansimando e guardandosi le mani -che cosa... mi succede?-
-ahahahahah! Oh, poverina! Hai terminato la tua magia... ahahahahah!- rise Lucrezia avvicinandosi a Leon.
L'altra la guardò da sotto il cappuccio che aveva tirato sulla testa -non ti conviene sottovalutarmi- le disse con un tono minaccioso e cercò di usare il suo gunblade per spaccare il ghiaccio ma la mora districò la frusta dalle sue mani e, con un rapido schiocco, l'avvolse attorno all'arma di Leon tirandogliela via dalle mani con un colpo secco e buttandolo a diversi metri di distanza da loro.
Leon strinse i pugni nel vedere il suo Revolver conficcato nel terreno.
-Oh, non così in fretta, mia cara- disse Lucrezia con un tono dolce ma che, per esperienza della castana, non prometteva mai nulla di buono.
-Ho appena iniziato con te- continuò la mora, rilasciando un'altra magia di ghiaccio che imprigionò anche il busto di Leon, lasciando libera solo la testa.
La ragazza tentò di richiamare ancora la sua magia ma, ogni volta che ci provava, tutto quello che otteneva era solo sentirsi più stanca.
Lucrezia le si avvicinò, sorridendole maliziosamente -è inutile che provi ad usare la magia... non funzionerà- le disse e quel commento fermò i tentativi di Leon, facendola guardare nella sua direzione -che cosa mi hai fatto?- gli chiese, livida di rabbia.
La mora sorrise più marcatamente, avvicinandosi abbastanza da far in modo che il suo corpo fosse appoggiato al ghiaccio in cui era rinchiusa la castana e il viso a pochi centimetri dal suo -ho lanciato sulla radura un incantesimo di assorbimento- le mormorò a fior di labbra e quelle parole bloccarono Leon peggio del ghiaccio in cui era intrappolata.
-Per tutto il tempo in cui hai affrontato quei mostri... l'incantesimo stava assorbendo la tua energia e l'incantesimo di luce che hai scagliato prima ha solo accelerato il processo- disse la mora, allontanandosi dal viso dell'altra, con un sorriso crudele dipinto sul volto.
-Ora, mia cara, sei alla mia completa mercé... ahahahahah! Darkar sarà molto contento di poter vedere chi si nasconde sotto questo cappuccio prima di finirti con le sue mani- disse Lucrezia prendendo tra le dita il mento di Leon.
-Devo ammettere che hai fatto un bel lavoro con l'incantesimo di oscuramento...- disse cercando di scrutargli il viso -non riesco a distinguere i tuoi lineamenti nonostante sia così vicino a te-.
Le lasciò il mento e si allontanò di qualche passo da lei, prima di puntargli il dito indice contro: Leon sgranò gli occhi, avendo intuito le intenzioni dell'altra, e tentò ancora di divincolarsi ma la presa del ghiaccio sul suo corpo era troppo forte e non cedeva di un millimetro.
-Ahahahahah! E' inutile che provi a ribellarti! Sai benissimo che il ghiaccio che creo con la mia magia è molto più resistente di quello che puoi trovare in natura- disse Lucrezia sprezzante, dopo aver osservato il tentativo di ribellione dell'altra -ora... arrenditi al tuo destino... blizzaga!- esclamò lanciando contro la castana la sua magia che la colpì in pieno, creando un leggera nebbia attorno a lei.
Quando la nebbiolina si diradò, Lucrezia esaminò compiaciuta il grosso iceberg che teneva intrappolata Leon: la castana non si muoveva, completamente bloccata all'interno della grossa lastra di giaccio, con la bocca leggermente aperta in un ultimo disperato tentativo di chiedere aiuto.
La mora sorrise maliziosa, toccando con la punta delle dita la superficie di quella prigione gelata -non ti preoccupare, mia cara, non rimarrai qui per molto... quando ti porterò dal mio signore, sarà lui in persona a scongelarti... e a toglierti la vita- sibilò velenosamente la donna, socchiudendo gli occhi e scoppiando, poco dopo, in una risata maligna.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-Garden di Balamb

 

Squall si agitò sulla sedia e sbatté stancamente le palpebre un paio di volte; faceva fatica a rimanere sveglio mentre sentiva il preside parlare al telefono.
Percepiva lo sguardo di Rinoa su di lui: sapeva che era preoccupata per la sua salute ma era contento che non gli si fosse ancora avvicinata per chiedergli se stava male; lui odiava dimostrare qualunque tipo di debolezza, specialmente di fronte ad altre persone.
Scosse la testa per cercare di schiarirsi la mente ma, per quanto ci provasse, la sonnolenza che lo aveva colpito un minuto fa sembrava farsi sempre più pesante ogni attimo che passava.
Strofinò gli occhi con il dorso della mano per cercare di tenerli aperti ma il gesto non ebbe l'effetto sperato, anzi, gli sembrava che ora non riuscisse neanche a riaprirli.
“Forse dovrei tenerli chiusi per un attimo... giusto per riposare... dopotutto, non posso dire di aver dormito bene ieri notte” pensò mentre sentiva la sua coscienza cedere sempre più all'oscurità del sonno.
“Il resto me lo diranno gli altri... quando avranno deciso cosa fare...” fu il suo ultimo pensiero prima di cadere addormentato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sentiva freddo... come se il suo corpo fosse stato immerso nell'acqua ghiacciata: lo sentiva sulla sua pelle, gli faceva rizzare i peli, gli penetrava nelle ossa e nei polmoni come fosse aria gelida.
-Svegliati-.
Udì una voce, sconosciuta.
Un sussurro, forte ma lontano, come se la persona che gli aveva appena parlato fosse distante molti metri da lui.
-Svegliati... alzati... ha bisogno di te!-.
Aggrottò la fronte a quelle parole; perché quella voce gli sembrava familiare?
Chi ha bisogno di me?” pensò mentre cercava di aprire gli occhi per vedere chi lo stava chiamando.
Quando ci riuscì, la prima cosa che notò era che non era più nella sala riunioni del Garden: il luogo in cui si trovava sembrava una stanza.
Poteva vedere il soffitto e le pareti attorno a lui, sentiva il pavimento sotto la sua schiena ma, la cosa che lo fece scattare a sedere, era che tutto era oscurato da una specie di densa nebbia nera.
La vedeva salire dal pavimento, strisciare sulle pareti e vorticare sul soffitto, creando dei piccoli vortici che poi si sfaldavano, ricadendo a terra, facendo così ripetere il processo.
Si alzò e si guardò attorno, guardingo: ad una prima ispezione non sembrava esserci nessuno oltre a lui in quella strana camera.
Dove sono?” si chiese confuso.
-Questa è... una parte... del suo cuore-.
Squall sobbalzò nel risentire quella voce e si guardò attorno per cercare di localizzarne l'origine.
-Dove sei?!- esclamò il castano cercando di prendere il gunblade alla sua cintura solo per scoprire che non c'era -fatti vedere!-.
All'improvviso, comparve una porta, dall'altro lato della stanza rispetto a dove stava lui, si aprì e sulla sua soglia apparve qualcuno.
Squall socchiuse gli occhi, leggermente accecato da tutta quella luce che proveniva da dietro alla figura: non riusciva a distinguerlo bene ma era sicuro che fosse un uomo.
-Chi sei?- gli chiese il castano, aggrottando la fronte, tenendo le distanze da lui; era molto confuso su quello che gli stava accadendo e preferiva tenere le distanze da un possibile nemico.
Dal canto suo, l'uomo non fece un solo passo verso Squall, molto probabilmente percependo il sentimento di diffidenza nei suoi confronti.
-Tu sai chi sono- gli rispose con un sussurro: la sua voce era forte, calma ed un po' ruvida come quella di un uomo maturo.
A quelle parole, Squall restrinse gli occhi ed assottigliò le labbra -non riesco a vederti con quella luce dietro di te... forse, se venissi più avanti...- ma le sue parole vennero interrotte da un grido di dolore, che proveniva da qualche parte dietro l'uomo.
Quel suono allarmò lo sconosciuto -presto! Vieni! Ha bisogno di te!- esclamò allungando la mano verso Squall ma non facendo neanche un passo verso di lui.
-Chi ha bisogno di me?- gli chiese il ragazzo, confuso -e poi, come mi hai portato qui?-
l'uomo scosse la testa in diniego -non ora... non c'è tempo per questo... devi aiutarla! Solo tu puoi farlo! Devi andare da lei, ora!- disse con una chiara urgenza nella voce.
Squall si morse il labbro inferiore ed aggrottò la fronte “come posso fidarmi di lui? Potrebbe essere una trappola” pensò.
-Non è una trappola- disse lo sconosciuto, sorprendendo il castano -ti ho portato qui perché tu sei l'unico che può aiutarla! Dopo ti farò tornare indietro ma, adesso, lei ha bisogno di te!- esclamò tendendo ancora la mano verso di lui -fidati del tuo istinto-.
Squall lo guardò con un'espressione indecisa; non sapeva chi fosse questa persona ma, qualcosa, nel suo cuore gli diceva di afferrare la mano dello straniero.
Alla fine, cedette e prese la mano tesa, percependo una sensazione di familiarità alla sua stretta decisa, ma non prima di dire allo sconosciuto -se mi stai mentendo ti farò pentire di avermi incontrato!- guardando il suo volto, ancora in ombra, con un sguardo di ghiaccio.
A quelle parole l'uomo ridacchiò -è una cosa molto difficile- disse, per poi tirare Squall oltre la porta e nella luce.

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti! (^w^)
Eccomi qui con questo nuovo capitolo che racconta quello che sta succedendo a Leon e quello che è accaduto a Squall: come pensate che se la caveranno i due?
Leon cadrà nelle mani di Darkar? E Squall chi deve salvare?
Lo scoprirete solo continuando a seguire questa storia, naturalmente! ^o^
Ora, siccome un paio di voi mi hanno detto di avere qualche problema a seguire la storia per via dei molti personaggi aggiuntivi ho fatto una lista dei personaggi principali (intendo oltre al nostro gruppetto di Seed preferito): c'è il nome, l'età e da chi è stato creato.
Alcuni di loro non hanno scritto il creatore perché mi sono stati dati dai miei amici che non sono iscritti al sito e preferiscono mantenere l'anonimato ma li ringrazio ogni giorno per la spinta che mi danno nello scrivere questa storia.
Iniziamo dai cattivi:

-Nome: Darkar
-Creato da: la sottoscritta
-Età: sconosciuta

 

-Nome: Lucrezia
-Età: sconosciuta

 

-Nome: Silver
-Età: 23 anni

 

Ed ora, passiamo ai buoni:

-Nome: Leon
-Creata da: la sottoscritta
-Età: 19 anni

 

-Nome: Amarant Almasy
-Creato da: la sottoscritta
-Età: 21 anni

 

-Nome: Rinoa Almasy
-Creata da: wolf19
-Età: 19 anni

 

-Nome: Ros Dincht
-Creata da: dragun95
-Età: 21 anni

 

-Nome: Helen Dincht
-Creata da: grieverwantsahug
-Età: 19 anni

 

-Nome: Maximilian Callagher
-Creato da: Devilangel476
-Età: 23 anni

 

-Nome: Daniel Kinneas
-Età: 22 anni

 

-Nome: Alexander Kinneas
-Età: 18 anni

 

-Nome: Amèlye Trepe
-Creata da: animefans
-Età: 17 anni

 

-Nome: Myria Kramer
-Creata da: whitemushrooms
-Età: 27 anni

 

Spero che questo vi aiuti! ^^
Ringrazio, ancora, coloro che mi hanno lasciato il loro OC e li invito a recensire per dirmi che ne pensano della storia e di come sto usando il loro personaggio.
Ci sentiamo al prossimo capitolo!
Saluti e baci da black dalia

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Capitolo 6
*** Cap.5)A tu per tu ***


PER SALVARE IL FUTURO

 

Cap.5) A tu per tu

 

Il gruppo guardava Amarant, sconvolto; com'era possibile che l'anima di Squall non ci fosse più?
-Vuoi dire che qualcuno gli ha preso l'anima?- chiese, a quel punto, una Rinoa sconvolta ed il rosso aggrottò la fronte -sembra di sì- disse guardando di nuovo il comandante dei Seed che giaceva inerme sulla sedia -ma... com'è possibile?!- chiese Quistis agitata, Amarant sospirò, abbassando la testa -io... non lo so...-
-pensi che sia stato Darkar?- gli chiese Ros preoccupata ed a quelle parole il gruppo di Seed si voltò verso la biondina -volete dire che quel tizio può rubare le anime alla gente come se nulla fosse? E quando volevate dircelo?!- chiese Seifer leggermente agitato -in realtà, Darkar non è in grado di “rubare” le anime delle persone- rispose Rin, facendo le virgolette con le dita, guardando il biondo -lui è in grado di piegare una persona al suo volere usando la sua oscurità per corrompere la sua mente... c'è luce ed oscurità in ogni creatura vivente e lui fa in modo che la sua oscurità prevalga sulla luce e, in questo modo, può controllare la persona e farle fare quello che vuole, anche cose che prima non avrebbe mai fatto- spiegò la rossa con uno sguardo molto serio -quindi... questa non è opera sua?- chiese Selphie titubante -beh...- iniziò Ros, incrociando le braccia la petto e toccandosi il mento pensosa -in realtà lui possiede una spada che ha la capacità di distruggere l'anima di una persona...- questa notizia allarmò l'intero gruppo -ma dovrebbe colpire Squall per tagliargli l'anima e, naturalmente, questo non è successo, quindi... sinceramente credo che lui non centri con quello che sta succedendo- concluse la biondina portando le mani dietro la testa per poi chiedere al rosso -tu che ne pensi, Amarant?-.

 

 

 

 

 

 

 

-Pov. Amarant

 

Sto per rispondere alla domanda di Ros quando, all'improvviso, avverto un'angosciante sensazione di terrore che mi scorre, gelida come ghiaccio, lungo la spina dorsale.
Tolgo la mano dalla fronte di Squall e scatto in piedi; il mio corpo si tende come una corda di violino, il respiro si fa superficiale e scostante mentre dei flash mi passano davanti agli occhi: dei mostri, una radura ed una persona.
In un attimo capisco quello che sta succedendo e prima che qualcuno possa chiedere qualcosa il mio istinto mi fa scattare; devo correre fuori dal Garden ed arrivare da lei il prima possibile!
-Ehi! Amarant, aspetta!- sento la voce di mia sorella dietro di me mentre esco dalla porta della sala riunioni ma non mi fermo anzi aumento il passo; devo arrivare da lei il prima possibile! E' in pericolo ed io sia dannato se lascerò che Lucrezia le faccia ancora del male!
Ho quasi raggiunto l'uscita: sorpasso un paio di Seed che camminano per i corridoi, facendoli sobbalzare per lo spavento, e varco l'uscita spalancando le porte: appena sono fuori apro subito dopo le ali e, facendo un balzo, spicco il volo, sbattendole il più velocemente possibile per salire di quota e mi dirigo verso il luogo in cui dovrebbe, secondo la mia visione, trovarsi lei.
Resisti Leon, sto arrivando!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-Ma che diamine è preso al vostro amico?- chiese Irvine alle due ragazze mentre guardava il rosso volare via: avevano inseguito Amarant fino all'uscita del Garden per sapere che diamine gli fosse preso ma l'alato era volato via prima che potessero fermarlo.
-Wow! E' incredibile! Guardate com'è veloce!- esclamò Selphie stupita, guardando come il ragazzo si allontanava in direzione della foresta -certo, cosa credevi... che le avesse solo di bellezza le ali?- gli chiese Rinoa con un sopracciglio alzato ed una punta di sarcasmo nella voce -Rin...- intervenne Ros, guardando nella direzione in cui era volato il loro compagno -tu sai che Amarant si comporta così solo se...- la rossa annuì -solo se Leon è in guai grossi... sì, lo so- finì la ragazza, guardando il cielo, dove il fratello era ormai sparito, preoccupata.
-Scusate...- intervenne Quistis sistemandosi gli occhiali -se non mi sbaglio avete detto che questa vostra compagna, Leon, è una strega... questo significa che lui è... il suo cavaliere?-
a quella domanda le due ragazze si scambiarono un'occhiata, prima che la biondina decise di parlare -beh... sì... sì, lo è- ma subito dopo aggiunse -vi prego, non ditegli che ve l'abbiamo confermato! Tecnicamente, noi non dovremmo essere qui, quindi non possiamo parlare di quello che succede nel nostro tempo, il che comprende la relazione tra Amarant e Leon- ma, subito dopo aver detto questo, la biondina aggiunse subito, imbarazzata -non che loro due abbiano una relazione sono solo...- ma venne interrotta dalla mano di Rin che le tappò, efficacemente, la bocca -Ros continua così e, quando quei due torneranno, ti prenderanno entrambi a calci- disse guardando la biondina con un sopracciglio alzato; entrambe conoscevano bene i caratteri dei due “piccioncini” e sapevano che preferivano tenere la cosa segreta sopratutto per evitare problemi derivanti dai loro “status”.
Ros annuì e la rossa le tolse la mano da davanti alla bocca -oh, ma non vi dovete preoccupare... sapete anche la nostra Rinoa è una strega e lei e Squall si frequentano da un anno ormai- disse Selphie allegramente -a proposito di Rinoa... dov'è?- chiese Zell e tutto il gruppo si guardò attorno, notando solo allora che la mora non era con loro.
-Sarà rimasta con Squall- concluse Quistis; a quelle parole Rin e Ros si scambiarono un'occhiata -è meglio se torniamo dentro a controllarla... non so perché ma ho un brutto presentimento- disse seria la rossa, iniziando ad incamminarsi per rientrare nell'edificio -sì- concordò la biondina, seguendola, così come gli altri.
Purtroppo, il presentimento di Rin si avverò perché, quando rientrarono nella sala riunioni, trovarono la mora accasciata sul pavimento, priva di sensi.
-Rinoa!- esclamò Quistis vedendo l'amica a terra, fiondandosi al suo fianco per controllarle i segni vitali -come sta?- chiese Zell preoccupato come tutti gli altri -sta bene- rispose la bionda, rilasciando un sospiro di sollievo -sembra che sia solo svenuta- disse guardandola -io non credo che sia svenuta... credo che abbia fatto una magia- disse, all'improvviso, Ros ed a quelle parole, tutti si voltarono verso di lei: stava osservando Squall con occhio critico.
-Cosa te lo fa credere?- gli chiese Irvine, guardandola curioso e la biondina si voltò verso di loro indicando il volto del comandante -ha gli occhi aperti- rispose, semplicemente, facendo notare agli altri che il ragazzo aveva le palpebre alzate ed uno sguardo vacuo.
-Credo che abbia fatto una magia che le permettesse di scoprire che fine a fatto l'anima di Squall ed il risultato è che la sua anima ha lasciato il corpo per cercarlo- finì Ros battendo il pugno sulla mano aperta; a quelle parole i cinque Seed ed il preside si schiaffarono una mano sulla fronte -sì... penso che questa sarebbe proprio una cosa che farebbe- disse Seifer sospirando -e, adesso, che facciamo?- chiese Zell incrociando le braccia al petto -non possiamo fare nulla- rispose Rinoa guardando i due corpi addormentati -dovremmo aspettare che Amarant torni con Leon... lei, poi, saprà cosa fare-
“almeno spero” pensò la rossa, tra se e se, scura in volto.
-Va bene... in questo caso... chi vuole mangiare? Mezzogiorno è passato da un pezzo ed io sto morendo di fame!- esclamò Zell mettendosi una mano sulla pancia, in risposta alla domanda del biondino sette stomaci brontolarono facendo arrossire i loro proprietari -va bene... vai a prendere da mangiare Zell ma portalo qui... è meglio che gli studenti non sappiano che abbiamo gente che viene dal futuro in visita- gli ordinò Quistis -e porta anche Irvine e Seifer con te-
-ehi! Perché anche io?- gli domando il biondo un po' seccato -con un paio di mani in più Zell non dovrà fare due viaggi per portare qui tutti i vassoi, no?- gli rispose la bionda con uno sguardo di sufficienza; Seifer sbuffò ma non ebbe obbiezioni ed uscì, insieme agli altri due, per dirigersi alla mensa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-Pov. Squall

 

Apro gli occhi quando mi accorgo che l'intensità della luce è diminuita.
Sbatto un paio di volte le palpebre per permettere hai miei occhi di adeguarsi al cambio di luminosità, dopo di che, mi guardo attorno, un po' confuso; mi trovo in, quella che sembra essere, una distesa di ghiaccio: il terreno è congelato ed enormi lastre di ghiaccio spuntano da esso.
Aggrotto la fronte a questo curioso paesaggio; come ho fatto a finire da una stanza buia ad una landa gelida?
-Ti senti bene?- chiede una voce che riconosco subito; sgrano gli occhi e mi guardo attorno in cerca dell'uomo che mi ha trascinato oltre quella porta ma non vidi nessuno.
-Sono qui- dice, di nuovo, la voce ed una piccola sfera di luce appare di fronte a me e la guardo leggermente scioccato; di tutte le cose che ho visto nella mia vita mi mancava solo una sfera di luce parlante!
Sento un sospiro proveniente da quella... “cosa” -sì, lo so... ammetto che sono un po' ridicolo così ma rimanere nella mia forma integrale mi costa un sacco di energia ed, al momento, preferisco preservarla- dice -quindi... tu sei l'uomo di prima?- gli chiedo, un po' scioccato nel pensare che quella che prima era una persona ora è solo un globulo di luce.
-Sì, sono io- ammise mettendosi a fluttuare al livello del mio sguardo -mi dispiace se ti ho trascinato qui in quel modo ma non avevo scelta- dice con un tono di scuse -perché?- gli chiedo incuriosito -prima hai detto che serviva il mio aiuto a qualcuno... chi è questa persona?-
-è qualcuno che hai già conosciuto e aiutato- mi risponde lui, allontanandosi un po' da me -a proposito... mi dispiace se la prima volta ti ho portato via senza avvisarti ma era una emergenza... se fosse rimasta ancora nel tunnel Darkar l'avrebbe sicuramente uccisa... quel bastardo aveva formulato bene il suo piano- riesco a percepire una nota di rabbia nella voce ma le sue parole mi fanno sgranare gli occhi; il tunnel... allora quello che ho avuto non è stato un sogno!
-Aspetta un attimo!- esclamo avvicinandomi a lui -mi stai dicendo che quella ragazza del mio sogno è reale? E che quello non era un sogno?- gli chiedo sentendo aumentare la rabbia dentro di me -già, proprio così! Ho dovuto portarti da lei...- ma io lo interrompo -perché?!- gli chiedo stringendo i pugni e digrignando i denti -perché diavolo ce l'hai con me? Che cos'ho a che fare con lei? Neanche la conosco!- esclamo guardandolo con uno sguardo che avrebbe già fatto scappare un uomo normale: lui si ferma, fluttuando a poca distanza da me, e sospira -non lo hai ancora capito?-
-capito cosa?- gli chiedo, incrociando le braccia al petto, sentendo la frustrazione aumentare -chi è quella ragazza- dice lui, scuoto la testa -mi ha solo detto di chiamarsi Raine...-
-come tua madre- m'interrompe lui ed io lo guardo, scioccato dal fatto che conoscesse questo particolare della mia vita.
-Mia madre è morta- dico, lanciandogli uno sguardo di fuoco -lo so- risponde lui con un altro sospiro, scuoto ancora le testa e gli chiedo -che cosa dovrebbe significare?-
-non ti sembrava familiare quella ragazza?- mi chiede lui ed io aggrotto la fronte ripensando alla figura del sogno; in effetti il suo viso era molto simile a quello di Rinoa ma i suoi occhi ed i suoi capelli erano molto diversi.
-Il suo viso somigliava molto quello di Rinoa, no?- dice lui: a quella domanda trattengo il respiro -come fai a sapere di Rinoa?- gli chiedo, socchiudendo gli occhi, indagatore e lui ridacchia -oh... io so tutto di te, Squall- mi risponde, fluttuando leggermente verso di me come se mi volesse guardare negli occhi, se avesse degli occhi.
-davvero non riesci a mettere insieme le cose?- mi chiede -tu sogni una ragazza, che si chiama Raine e somiglia a Rinoa, in un tunnel... quella stessa mattina, incontri dei ragazzi che vengono dal futuro dopo aver viaggiato in un tunnel temporale... ora io sono qui e ti parlo di due persone a te care come se le conoscessi e tu, davvero, non riesci a mettere insieme le cose?- lo guardo con un'espressione vuota ed un leggero tic all'occhio destro; no! Non riesco a vedere il nesso, ok? Perché le persone non possono parlare chiaro una volta tanto?! E' chiedere troppo parlare in modo semplice, senza se e senza ma? A quanto pare sì.
Lui sospira per l'ennesima volta -Hyne... non so se chiamarti ingenuo o stupido...-
-EHI!- esclamo, offeso dalla sua insinuazione sulla mia scarsa capacità di elaborare le informazioni.
-Non mi ricordavo di essere così- l'ultima frase mi blocca in bocca l'insulto che stavo per gridargli contro -cosa vuol dire: non mi ricordavo di essere così?- gli chiedo cautamente; questa situazione si fa sempre più strana ogni attimo che passa.
-Semplice... ora ti faccio vedere... ma dopo ti toccherà aiutarmi perché, come ho detto prima, rimanere nella mia forma integra mi costa un sacco di energia- dice lui; sto per chiedergli che cosa intende dire ma lui inizia a brillare sempre più intensamente, tanto che sono costretto a proteggermi gli occhi con un braccio per evitare di essere accecato.
Un attimo dopo, la luce svanisce ed una voce profonda mi parla -ecco cosa volevo dire- sposto il braccio da davanti agli occhi solo per trovare, di fronte a me, un uomo: è qualche centimetro più alto di me, ha un fisico più robusto con le spalle un po' più larghe delle mie, il viso di un uomo di mezz'età ma con poche rughe, i capelli castani lunghi fino alle spalle con un accenno di grigio sulle tempie, gli occhi color tempesta ed una cicatrice sul viso esattamente nello stesso punto dov'è la mia.
Lo continuo a guardare, senza parole -non è possibile... tu non puoi essere...- dico a bassa voce con gli occhi sgranati e la bocca leggermente aperta in stupore -...te- l'uomo di fronte a me finisce la frase -sì, esatto... io sono te... trent'anni più grande- dice con un tono calmo e composto.
A quelle parole, indietreggio di un paio di passi; non ci posso credere! Davanti a me... c'è il me stesso... del futuro!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lucrezia guardò soddisfatta il blocco di ghiaccio in cui era rinchiusa Leon; la donna era entusiasta di essere riuscita nella sua impresa.
“Sicuramente, il padrone sarà soddisfatto del mio successo!” pensò mentre, usando la magia, richiamò un paio di mostri ed aprì un portale oscuro.
-Bene, forza voi! Prendete la “statua” e portatela attraverso il portale!- ordinò ai mostri che, subito, si diressero verso il blocco di ghiaccio per adempiere agli ordini: i due mostri si misero hai lati e lo sollevarono, iniziando poi a muoversi verso il portale.
-Ahahahahah! Quando sarai al cospetto del padrone mi divertirò molto a vederti morire!- disse la mora accarezzando il blocco di ghiaccio, sogghignando soddisfatta ma, un attimo dopo, uno dei due mostri che reggeva il blocco venne colpito da un cerchio rotante e cadde a terra, morto.
-Non cantare vittoria, Lucrezia!- esclamò una voce ed, un secondo dopo, anche l'altro mostro fece la fine del primo.
La donna si guardò attorno, evitando i cerchi mentre tornavano da colui che li aveva lanciati -Amarant!- esclamò la mora ringhiando, non appena vide il ragazzo che scendeva in picchiata verso di lei: lo schivò, spostandosi di lato con una capriola, e fu costretta ad allontanarsi dal blocco di ghiaccio mentre il rosso ci atterrava accanto.
-Leon!- esclamò Amarant non appena vide in che stato si trovava la sua compagna; si voltò furente verso Lucrezia, disegnando le sue armi contro di lei -liberala! Adesso!- esclamò il ragazzo digrignando i denti mentre spalancava le ali per sembrare più grande e minaccioso.
-Ahahahahah! Non ci penso nemmeno! Il mio compito è di portarla dal mio signore...- poi la donna districò la frusta da attorno alla sua vita e la fece schioccare in aria -e tu sei l'unica cosa che si frappone tra il fallimento e la riuscita della mia missione!- poi schioccò le dita ed una decina di mostri apparvero, accerchiando il rosso -ti eliminerò e porterò la tua strega ed il tuo cadavere dal mio signore! Sarà veramente contento di vedere il cadavere del capo dei suoi nemici, ahahahahah!- la donna rise sguaiatamente mentre Amarant strinse i denti -questo è tutto da vedere! Non mi dovresti sottovalutare, Lucrezia... non sono diventato il comandate del Garden di Balamb per niente!- esclamò mentre faceva roteare i suoi Chakra tra le dita e si portava in posizione difensiva -allora mostrami cosa sai fare senza i tuoi amici, comandante- disse la mora sorridendo sadica -ATTACCATE!- gridò ed i suoi mostri si scagliarono contro il rosso -FATEVI SOTTO!- gridò Amarant, iniziando a combattere.

 

 

 

 

 

 

 

 

Eccomi tornata, gente! XD
Sono dispiaciuta che i miei aggiornamenti siano così lenti ma con un'altra storia da scrivere e l'ispirazione che va e viene non posso fare di meglio; perdonatemi T.T
Allora, per alzata di mano, voglio sapere quanti di voi si aspettavano che Amarant era il cavaliere di Leon ed il nuovo comandante del Garden?
Beh, spero di avervi sorpresi con questa rivelazione! ^^
In più, ci avete azzeccato, era veramente Squall l'uomo del capitolo precedente; spero che vi sia piaciuto anche come i due si sono incontrati e spero di non aver fatto lo Squall giovane troppo ingenuo ma mi piaceva l'idea dello Squall grande che diceva che non si ricordava di essere così! Spero di avervi fatto divertire! XD
Nel prossimo capitolo scoprirete cos'è successo a Rinoa e se Amarant riuscirà a scamparla contro Lucrezia.
Saluti e baci da black dalia

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Capitolo 7
*** Cap.6) In fondo al cuore ***


PER SALVARE IL FUTURO

 

Cap.6) In fondo al cuore

 

Squall continuava a guardare il se stesso del futuro con un'espressione di shock totale: com'era possibile una cosa del genere?
Come aveva fatto a portarlo qui?
Cosa stava succedendo veramente?
-So che sei confuso, adesso...- iniziò il vecchio Squall -confuso è dire poco- lo interruppe il più giovane; a quelle parole, l'altro sorrise leggermente e chiuse gli occhi -ti posso spiegare tutto- disse riaprendo gli occhi e fissandoli in quelli del suo io più giovane -ma... devi farmi una promessa- lo Squall giovane lo guardò con un sopracciglio alzato -una promessa?- il più grande annuì -non dovrai dire a nessuno quello che sto per raccontarti, ok?- gli chiese -perché?- chiese il giovane, confuso da questa richiesta, ma l'altro scosse la testa -promettimelo e basta- i due si guardarono negli occhi, quasi come per cercare di scoprire le intenzioni dell'altro, finché lo Squall giovane non sospirò, massaggiandosi il ponte del naso, facendo scivolare le dita sulla cicatrice -d'accordo... te lo prometto, non dirò niente a nessuno ma, adesso, dimmi che diamine sta succedendo!- l'altro Squall annuì -d'accordo... ma è meglio se ti siedi perché quello che ti sto per raccontare potrebbe scioccarti parecchio- gli disse e si accomodò per terra, sul ghiaccio, seguito subito dallo Squall giovane che, con sua grande sorpresa, notò che non provava freddo sedendosi su quella superficie che doveva essere gelida; notando la sua espressione, il più grande gli spiegò -sei un'anima... non puoi avvertire la temperatura delle cose- a quelle parole il più giovane lo guardò, soppesando la sua risposta -dove siamo?- gli chiese -nel cuore di Raine- gli rispose lui, facendogli sgranare gli occhi -che cosa vuoi dire?!- esclamò guardandosi attorno; come poteva, quel luogo desolato, essere l'interno di un cuore?
A quella reazione, il più grande, sorrise leggermente -il cuore non è solo un muscolo... è anche il luogo dove si trova la nostra anima- disse facendo tornare l'attenzione dell'altro su di se -questo luogo... può essere visto solo da un'altra anima- gli spiegò -anche se, di solito, non appare come una distesa ghiacciata-
-allora... se questo è il cuore di Raine, tu cosa ci fai qui?- gli chiese lo Squall giovane, ovviamente confuso, e l'altro sospirò, lasciando che un espressione di tristezza gli si disegnasse sul volto -è una lunga storia... che inizierà tra 24 anni...- disse il più grande iniziando a raccontare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nello stesso momento in cui Squall stava parlando con il se stesso più vecchio, dalla parte opposta a dove si trovava lui, Rinoa stava camminando tra le lastre di ghiaccio cercando, ovunque il suo sguardo si posasse, il suo cavaliere.
-SQUALL! SQUALL, MI SENTI?!- gridò la ragazza con tutto il fiato che aveva nei polmoni; non sapeva esattamente da quanto tempo si trovava in quello strano luogo ma, ogni minuto che passava, si scopriva sempre più stanca di quella landa desolata.
“Uff, ma dove può essere?” si chiese la mora guardandosi attorno, sconsolata: in quel momento, con la coda dell'occhio, intravide una figura, alla sua destra, a qualche metro da lei.
Si girò di scatto, pensando ad un possibile nemico, ma quello che vide la stupì: una giovane donna, che levitava a qualche centimetro da terra e sembrava avvolta in un'aura di luce, si stava dirigendo verso una strana struttura di ghiaccio lontana da loro che, fino ad allora, la mora non aveva neanche notato.
Rinoa osservò, attentamente, la sconosciuta: era alta più o meno quanto lei, la corporatura sottile, aveva la carnagione rosea, il viso ovale, le labbra lunghe e sottili, gli occhi grandi color azzurro cielo incorniciati da lunghe ciglia nere, i capelli lunghi, mossi color del grano, indossava un abito bianco in stile impero cinto alla vita con una cintura in cuoio e calzava dei sandali.
La vista di quella donna le trasmise uno strano senso di pace: si sentì come rinfrancata, senza paura, come se sapesse di non dover temere nulla da lei.
In quel momento, la sconosciuta si fermò, si voltò e la fissò con un'espressione dolce: alzò il braccio e le porse la mano -vieni da me...- Rinoa avvertì una voce sussurrarle nell'orecchio; era melodiosa come il canto di un uccellino.
La mora ampliò gli occhi quando capì che la voce che sentiva proveniva dalla donna di fronte a lei; questa le sorrise e piegò leggermente la testa di lato -non temere... non ti farò alcun male... so perché sei qui- a quelle parole Rinoa fece un passo verso di lei, chiedendole -davvero? Allora sai dove posso trovare Squall?- la donna annuì -lui è qui per una missione importante... non ha molto tempo... ma tu lo puoi aiutare-
-davvero?! Che cosa devo fare?- gli chiese Riona, preoccupata “questa missione potrebbe anche essere pericolosa! Farò qualunque cosa per aiutarlo! Non voglio rischiare di perderlo” pensò, annuendo a se stessa e stringendo le mani al petto.
-Vieni con me... ti spiegherò tutto appena saremo arrivate- le rispose la donna -arrivate dove?- le chiese la mora prendendole la mano che le stava porgendo -alla cupola di ghiaccio che la sta imprigionando... sai, sono contenta che tu sia arrivata... in due sarà più facile aprire un varco per entrare- le rispose la bionda sorridendo ed, in un attimo, le due donne si trovarono di fronte ad una gigantesca cupola di ghiaccio.
-Ma... ma come hai fatto?!- le chiese Rinoa scioccata “quella strana struttura di ghiaccio era così lontana da noi” pensò la mora; la donna le sorrise -qui è facile spostarsi velocemente: ti basta pensare a dove vuoi essere ed, in un attimo, ti trovi lì- le spiegò, dopo di che si girò verso la cupola -ora dobbiamo concentrarci...- ma venne interrotta da Rinoa -aspetta!-
-cosa c'è?-
-è che... non so neanche il tuo nome...- disse la mora, un po' imbarazzata -oh, giusto! Che maniere... non mi sono neanche presentata: il mio nome è Annika e tu sei Rinoa, giusto?-
-sì... come lo fa a sapere?- gli chiese la mora, guardandola sia stupita che curiosa, la bionda ridacchiò dolcemente -oh, so molte cose su di te e Squall ma, adesso, non abbiamo tempo per parlarne... dobbiamo aprire un varco nel ghiaccio altrimenti il tuo cavaliere non potrà entrare ed è di vitale importanza che la sua missione riesca... non so per quanto tempo ancora Amarant riuscirà a tenere Lucrezia lontano da lei- disse la donna poggiando le mani sul ghiaccio per poi richiamare la magia del fuoco.
“Amarant? Non è uno di quei ragazzi venuti dal futuro? Che cosa centra con tutto questo?” si chiese Rinoa, aggrottando la fronte, pensierosa -scusa, ma dovresti darmi una mano, non ce la posso fare da sola- il richiamo soffice di Annika riportò la mora alla realtà -oh, sì, scusa- e si affrettò a poggiare le mani sul ghiaccio, vicino a quelle della bionda, per poi richiamare la sua magia.
“Mi chiedo che cosa si trovi qui dentro e cosa Squall debba fare per poter tornare indietro?- si chiese Rinoa preoccupata, pensando al suo cavaliere.
Non sapeva esattamente da quanto tempo stava usando la magia per rompere la cupola di ghiaccio ma, all'improvviso, Annika parlò -ci siamo quasi... ancora un po' e ce l'avremo fatta!- disse con una nota di sollievo nella voce e Rinoa non poté fare a meno che essere d'accordo con lei; l'utilizzo prolungato della magia richiedeva un bel po' di energie e lei era stanca morta.
In quel momento, avvertì che la parete della cupola, sotto le sue mani, si stava crepando -presto, allontanati! Sta per crollare!- esclamò la bionda accanto a lei facendo, subito dopo, un salto indietro, copiata da Rinoa, per mettersi al sicuro: un attimo dopo la parete crollò rivelando, quella che sembrava, un'entrata.
-Bene! Ce l'abbiamo fatta!- esclamò Annika saltando dalla gioia con un gran sorriso e Rinoa guardò il loro operato con un'espressione di soddisfazione dipinta sul volto che, però, mutò subito in curiosità quando una strana luce, molto simile a quella che emanava Annika, iniziò a riversarsi dall'apertura.
Rinoa iniziò ad incamminarsi verso la luce, non sapendo esattamente quello che le stava succedendo: si sentiva attratta da essa, come se ci fosse una vocina nella parte posteriore della sua testa che la chiamava e le intimava di avvicinarsi.
Vedendo la reazione della mora, Annika si precipitò subito di fronte a lei per fermarla -no! Non puoi andare!- esclamò afferrandola per le spalle per impedirle di proseguire -perché no?- le chiese Rinoa che sembrava essere caduta in trance; voleva sentire il calore di quella luce, assaporare il grande potere che sembrava emanare.
-Perché sei una strega! Questo è un meccanismo di difesa per evitare che un'altra strega manipoli la Strega dell'Ordine: se ti avvicini alla luce, la tua anima finirà per bruciare e scomparirà ed il tuo corpo rimarrà come un guscio vuoto!- esclamò la biondina cercando di tenere l'altra lontano dall'entrata -è la stessa cosa anche per me! Anch'io sono una strega ed è per questo che non posso avvicinarmi alla sua anima, altrimenti verrò bruciata... è per questo che avevamo bisogno di Squall: lui è un cavaliere e non possiede alcun potere magico per questo è l'unico che può svegliarla prima che sia troppo tardi... ma, adesso, fermati!- esclamò Annika mentre continuava a cercare di trattenere Rinoa ma la mora era fisicamente più forte di lei e la luce continuava ad attirarla.
“E' così bella... come può qualcosa di così bello farmi del male?” si chiese quando ormai era arrivata alla soglia dell'entrata mentre la bionda, disperatamente, cercava una soluzione “dannazione! Non avrei mai immaginato che la luce avrebbe avuto un effetto simile su di lei!” pensò guardando la mora alzare la mano ormai vicinissima a toccare uno dei raggi -NO!- gridò disperatamente con gli occhi sgranati dalla paura -Rinoa!- esclamò un'altra voce alle sue spalle ed, in un attimo, entrambe le ragazze furono allontanate dall'entrata e dalla luce.
La bionda si ritrovò col sedere a terra, un po' confusa da quanto era appena successo, ma appena alzò lo sguardo capì che cosa, o per meglio dire chi, le aveva salvate da una fine tragica: Squall teneva stretta Rinoa tra le braccia mentre la ragazza scuoteva la testa per riprendersi.
-Rinoa, stai bene?- gli chiese il ragazzo allontanandola un po' da se per poterla guardare in viso -sì... io... sto bene...- rispose lei, sbattendo le palpebre ed alzando lo sguardo per fissare i suoi occhi in quelli di lui -Squall, sei tu!- esclamò rendendosi conto, solo allora, di chi aveva davanti: lo abbracciò di slancio ed il castano sospirò, sollevato che la sua strega stesse bene.
Annika, che si era appena rialzata, li guardava con un sorriso dolce e leggermente divertito “sono proprio carini insieme” pensò, rimembrando tutte le storie che Squall le aveva raccontato su loro due “si vede che sono fatti l'uno per l'altra”.
Appena Rinoa lasciò il collo del ragazzo lui le chiese, guardandola riprovevole -che cosa ci fai qui? Come ci sei arrivata?-
-beh... ero preoccupata per te e così ho usato una magia che mi permettesse di trovare la tua anima e... sono finita qui- gli rispose lei abbassando lo sguardo, dispiaciuta; sapeva che era arrabbiato perché aveva fatto le cose senza pensare alle conseguenze ma, sorprendendola, Squall non la sgridò, passandosi solo una mano tra i capelli e sospirando -che cosa devo fare con te?- si chiese sussurrando per poi accarezzarle il viso in uno strano, per lui, gesto d'affetto -per fortuna che stai bene...-
-ehm, scusate se v'interrompo...- disse una voce attirando la loro attenzione e Squall guardò la bionda, notandola per la prima volta -oh, scusa...- disse il ragazzo -tu... sei Annuka, giusto?- gli chiese e la donna annuì -ti ha già detto tutto, vero?- gli chiese lei ed, a quella domanda, il viso di Squall s'incupì, annuendo poco dopo -bene...- annuì Annika guardandolo con un sorriso compassionevole; doveva essere stato difficile per lui fare i conti con tutto quello che gli aveva detto il suo sé più vecchio.
“Oppure non ci ha ancora fatto i conti preferendo mettere da parte tutto fino a quando non saranno usciti di qui” pensò la bionda, annuendo a se stessa “probabilmente, ha fatto così”; conosceva abbastanza bene Squall da prevedere le sue reazioni.
“Immagino che il suo sé più giovane non sia così diverso” pensò, guardandolo parlare con Rinoa -di chi state parlando? E, cosa devi fare?- chiese la mora al suo cavaliere, guardando prima l'altra ragazza e poi lui -devo aiutare una persona e, tranquilla, non sarà una cosa pericolosa- gli rispose Squall, tenendole le spalle nel tentativo di calmarla: Rinoa lo guardò con occhio critico stando bene attenta alla sua espressione; non sembrava che gli stesse mentendo.
La mora sospirò, visibilmente rilassata -allora... la persona in questione si trova in quella cupola?- chiese, tornando a guardare la struttura -sì, dovrebbe essere lì ed è meglio che vada subito perché, da quanto mi ha detto, non è rimasto molto tempo- rispose Squall spostando lo sguardo sulla cupola che si stagliava a qualche metro da loro.
-Vai pure... noi ti aspettiamo qui- disse Annika, avvicinandosi alla coppia e prendendo la mano di Rinoa per staccarla dal suo cavaliere; non voleva essere invadente, né mettere fretta a nessuno ma non avevano più tempo.
Capendo il messaggio dietro il suo gesto, Squall annuì e si voltò, dirigendosi verso l'entrata della cupola che le due streghe avevano creato.
Una volta arrivato davanti, prese un respiro profondo ed entrò nell'apertura, lasciando che i raggi di luce lo toccassero e, con suo grande sollievo, non successe nulla; dopo quello che aveva detto Annika aveva paura che la luce lo bruciasse, distruggendo, così, la sua anima.
Continuò a camminare, penetrando sempre più nella struttura finché, da fuori, non ci fu più alcuna traccia di lui.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pov. Amarant

 

“Dannazione! Quella maledetta non vuole cedere!” pensò mentre schivo, per l'ennesima volta, la frusta di Lucrezia che crea una piccola buca nel punto in cui ha colpito la terra dove, fino ad un attimo prima, stavano i miei piedi.
Non so esattamente da quanto tempo stiamo andando avanti in questo modo: mi ci sono voluti appena una decina di minuti per eliminare i mostri che quella strega aveva evocato ma, dopo averlo fatto, mi sono trovato a combattere proprio contro di lei e, devo a malincuore ammettere, che quell'arpia è molto abile nell'usare quella sua stramaledetta frusta.
All'inizio dello scontro avevo pensato di continuare con gli attacchi aerei lanciando i miei Chakra ma, poco dopo, ho capito che, una strategia del genere, era inutile contro di lei: le bastava evocare un Reflex e le mie armi gli rimbalzavano contro senza farle neanche un graffio così sono dovuto ricorrere allo scontro frontale, tornando a terra, ma anche questa tattica si sta rivelando difficile: è molto abile a schivare e sa usare la sua frusta in modi davvero ingegnosi per parare e ribattere hai miei attacchi.
Così, eccoci qui, fermi a riprendere fiato mentre ci studiamo a vicenda perché, se lei ha reso le cose difficili a me, non si può dire che io non le abbia rese difficili a lei: all'inizio, dopo che avevo eliminato i suoi mostri, mi aveva iniziato ad attaccare con la magia ma, molto probabilmente, si era dimenticata che, essendo il cavaliere di una strega, sono altamente addestrato ad evitare ed annullare gli attacchi magici.
Mi sono allenato per due anni con Leon ed è stata un'esperienza veramente massacrante, all'inizio, sopratutto perché a lei non importava di farmi male o no, in compenso ora gli attacchi magici mi fanno un baffo.
Così, dopo aver urlato volgarità perché non riusciva a colpirmi, è ricorsa alla sua frusta sfruttando egregiamente la sua flessuosità e manovrabilità, riuscendo anche ad infliggermi un paio di colpi, anche se sono riuscito a diminuire il danno che mi hanno procurato, fortunatamente.
-Non ti sei ancora stancato di proteggere quella nullità?- mi chiede Lucrezia stringendo tra le mani la frusta, facendo un cenno con la testa al blocco di ghiaccio dov'era intrappolata Leon -sai... ho sempre pensato che sei troppo abile per essere il cavaliere di una morta che cammina- sbuffo seccato alle sue parole, assottigliando lo sguardo -allora rispondi a questa domanda: se Leon è davvero una nullità come dici tu allora perché Darkar, il tuo “grande signore”, non l'ha mai voluta affrontare di persona? Me lo sai dire?- gli chiedo sarcastico con una punta di veleno nella voce; era vero però, il “Signore del Caos”, come si fa chiamare lui, non si è mai avvicinato a Leon preferendo mandarle contro i suoi mostri.
A quelle parole, vedo Lucrezia inviperirsi, stringere i denti e spuntando con rabbia -non osare deridere il mio signore! Lui vi spazzerà via tutti e governerà il mondo! Dovete solo stare a vedere!- gridò districando la sua frusta per provare ad attaccarmi nuovamente: mi preparo a parare o schivare il suo colpo ma, in quel momento, una luce inizia a fuoriuscire dal blocco di ghiaccio che è dietro di me, fermando ogni nostro movimento.
Sento la magia della Luce dentro di me avvertire il richiamo e le mie ali iniziano a brillare: mi giro verso il blocco di ghiaccio e vedo il corpo di Leon che diventa via, via sempre più luminoso mentre il ghiaccio in cui è intrappolata inizia a creparsi.
-Che cosa?!- sento la voce di Lucrezia fare, sconcertata, quella domanda per poi dire -no! Non è possibile! L'incantesimo di assorbimento dovrebbe averle tolto tutta la magia! Com'è possibile che si stia liberando!?- a quelle parole, mi volto verso di lei, appena in tempo per vederla evocare un portale oscuro nella quale si butta un attimo prima che il ghiaccio, che teneva imprigionata la mia strega, si frantumasse ed una luce accecante pervadesse tutto attorno a me.

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao!
Eccomi con il sesto capitolo di questa storia! ^^
Ed ecco che nuove domande sorgono: cosa ci farà Squall nel cuore di Raine? Come ci sarà arrivato? Cosa si sono detti i due Squall? Chi è Annika?
Mi dispiace per voi ma rimarranno domande senza risposta per diversi capitoli (sì, lo so, sono cattiva >:3).
Ringrazio tutti quelli che recensiscono la mia storia e quelli che l'hanno messa tra le preferite/seguite/ricordate: vi ringrazio per sopportare i miei immensi ritardi nell'aggiornare questa storia! Vi voglio un mondo di bene! XD
Ci sentiamo al prossimo capitolo!
Saluti e baci da black dalia

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Capitolo 8
*** Cap.7) Finiti nei guai ***


PER SALVARE IL FUTURO

 

Cap.7) Finiti nei guai

 

-Così, hai fallito la tua missione... mi hai profondamente deluso, Lucrezia-.
Le parole, piene di rabbia, che Darkar stava “sputando” addosso alla mora le facevano più male di una pugnalata al petto; odiava deludere il suo signore, l'uomo che l'aveva salvata da quel disgustoso scienziato e le aveva dato uno scopo nella vita.
-Le chiedo perdono, non succederà mai più- disse la donna, inginocchiata hai suoi piedi, con un tono di voce rotto.
Darkar le lanciò una occhiata gelida, seduto sul suo trono, mantenendo un'espressione glaciale nonostante la rabbia che provava.
-Certo che non succederà mai più- disse alzandosi ed avvicinandosi a lei, piegandosi per prenderle il mento con una mano e farle alzare il viso in modo che i loro sguardi s'incontrassero: Lucrezia trattenne il respiro in soggezione quando fissò le iridi dorate del suo signore; le trovava splendide, tutto di lui le incuteva rispetto, soggezione ed adorazione.
-Perché se succedesse ancora...- disse l'uomo spostando la sua mano fino a circondare il collo della mora, iniziando a stringerlo -ti ucciderò senza alcun ripensamento- sibilò Darkar continuando a stringere, sempre più forte, facendole ampliare gli occhi ma non facendo nulla per fermarlo.
-Sei la mia sottoposta più valente e fedele, sarebbe un vero peccato se dovessi ucciderti così, non trovi?- gli chiese Darkar con un tono di voce mellifluo e Lucrezia non poté far altro che annuire perché la presa dell'uomo era così forte da non permetterle di fare un suono.
-Bene- disse Darkar prima di lasciare la presa, permettendole così di tornare a respirare -d'ora in avanti vedi di fare più attenzione quando ti affido un incarico, specie se così importante, sono stato chiaro?- e Lucrezia rispose tossendo mentre rispendeva fiato -certo, mio signore... come le ho detto... non accadrà mai più-
-lo spero per te- disse l'uomo dandogli le spalle, dirigendosi verso il suo trono e sedendosi con posatezza -ed ora va a controllare come si stanno svolgendo le cose alla prigione del deserto... Silver non dovrebbe aver avuto problemi nel prendere il controllo di quel posto ma non voglio che ci siano altre sorprese, chiaro?- gli chiese scrutandola con occhi critico -certo, mio signore... vado subito a controllare- rispose Lucrezia chinando il capo: si alzò, evocò un portale oscuro e vi entrò, sparendo alla vista.
Quando il portale si chiuse una voce si propagò nella stanza -non la passerai liscia, Darkar!- l'uomo si voltò per guardare la sua prigioniera che era incatenata ad una parete, con dei braccialetti di Odino legati hai polsi, e senza possibilità di fuga.
La ragazza si agitò tentando, per l'ennesima volta da quando aveva ripreso conoscenza, di liberarsi da quelle catene facendole tintinnare tra loro.
-Non so quale sia il tuo piano ma sta pur certo che i miei compagni ti fermeranno! Non riuscirai a sfuggirgli!- esclamò la castana con un'espressione decisa.
A quelle parole, il Signore del Caos iniziò a ridere mentre le ombre che oscuravano la stanza si mossero andando ad accerchiare la giovane che cercò di rannicchiarsi più vicino alla parete per allontanarsi dal potere oscuro che la circondava.
-Ah ah ah ah, sciocca ragazzina! Pensi davvero che mi possano fermare?!- gli chiese l'albino alzandosi dal suo trono ed avvicinandosi a lei: le afferrò il mento con la mano destra e la costrinse a fissarlo negli occhi cosa che la ragazza non si rifiutò di fare; lo odiava con tutta se stessa per aver cercato di danneggiare la sua famiglia ed i suoi amici più di una volta e, anche se ora era sua prigioniera, non aveva paura di lui.
-Fin'ora i tuoi compagni sono stati fortunati ma la loro fine è vicina- disse sorridendole lascivo -non credo proprio!- ribatté la castana scostando il viso per allontanare la mano -appena scopriranno che mi hai catturata verranno a cercarmi e, quando ti troveranno, non potrai più scappare da Leon, così avrai quel che meriti!-.
A quelle parole, l'espressione di Darkar mutò in una smorfia di rabbia -come osi pronunciare quel nome davanti a me!- esclamò per poi alzare una mano pronto a darle uno schiaffo ma, nel momento in cui stava per abbassarla, si bloccò ed il suo viso cambiò espressione: la ragazza lo guardò con occhi sgranati quando si mise a ridere.
-Ah ah ah ah, ma certo! E' così semplice!- disse l'albino continuando a ridere -perché affannarsi a cercare di prendere quello che voglio quando possono portarlo loro da me!- detto questo tornò a guardare la castana che lo osservava con un'espressione scioccata: allungò la mano verso di lei e le strappò dal collo il ciondolo d'argento che portava.
-Grazie per avermi dato l'idea, ragazzina- gli disse mostrandole il pendaglio che le aveva appena tolto -sono sicuro che tua sorella ed i tuoi amici farebbero di tutto per riaverti, giusto? Anche entrare nella tana del lupo di loro spontanea volontà- e si girò, ridacchiando tra se, tornandosene a sedere sul suo trono per ordire chissà quali trame.
Un'espressione di orrore si dipinse sul viso della castana mentre lo guardava allontanarsi “no! Che cosa ho fatto?! Ros, sorella mia… amici... mi dispiace… vi ho messi in un grosso guaio” pensò piegando lentamente la testa in avanti, chiudendo gli occhi mentre una lacrima solitaria le scivolò lungo la guancia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-Santuario delle Streghe, Estar

 

Miriam gemette, aprendo lentamente gli occhi: all'inizio la sua visuale risultò sfuocata ma, lentamente, iniziò via via a farsi sempre più nitida fino a quando non si accorse di stare fissando un soffitto a volta di colore bianco.
Appena tentò di alzare la testa percepì un forte dolore che si irradiava da dietro la nuca e delle forti vertigini la colpirono facendola gemere dal dolore.
Subito dopo, un paio di mani la bloccarono mentre una voce gentile le parlò.
-Ferma, non devi alzarti! Hai preso un brutto colpo alla testa e potresti avere un trauma cranico, quindi è meglio che stai giù!-.
La mora riconobbe immediatamente il possessore della voce -Alexander, sei tu?- chiese, ancora un po' stordita, girando lo sguardo verso la sua destra per vedere il giovane ragazzo che le sorrideva pacatamente.
-Chi altri, nel nostro gruppo, ha tali conoscenze in medicina da sapere cos'è un trauma cranico?- gli chiese lui, ironico.
Miriam ridacchiò tranquillamente ma si bloccò quando ricordò come si era procurata quella ferita: immediatamente, cercò di nuovo di alzarsi ma Ale la spinse di nuovo giù, guardandola preoccupato.
-Che cosa credi di fare?! Ti ho appena detto di non muoverti...- ma venne interrotto dalla donna che esclamò disperata -Silver ha rapito Helen! Dobbiamo avvisare gli altri! Non c'è tempo da perdere!-.
A quelle parole il ragazzo sgranò gli occhi, impallidendo.
-Come: Silver ha rapito Helly?! Ma non è possibile! Lui non è qui... non può essere...- farneticò il ragazzo iniziando a farsi prendere dal panico.
-Ed invece è qui! Eravamo appena uscite dal tunnel temporale quando è apparso dietro di me, mi ha colpito facendomi finire contro una parete e poi si è avventato contro Helen!- esclamò Miriam mettendosi una mano sulla fronte imperlata di sudore mentre il dolore alla testa le faceva salire la nausea.
-L'ultima cosa che ricordo prima di perdere i sensi è lui che la portava via in un tunnel oscuro- tolse la mano da davanti agli occhi, guardando Ale che sembrava un fantasma -dobbiamo avvisare gli altri!- esclamò la mora, per poi guardarsi attorno in cerca di una figura familiare -dov'è Amarant? E Ros? So che si preoccuperà da morire quando...-
-non ci sono- la risposta tranquilla di Ale bloccò la mora peggio di un pugno nello stomaco: guardò il ragazzo con un'espressione di shock.
-Cosa vuoi dire che non ci sono?- gli chiese con voce traballante -vuol dire che non so dove si trovino- rispose lui -nel tunnel siamo stati tutti divisi e quando siamo usciti... io mi sono trovato con Max ma...- si passò una mano sul viso nel tentativo di calmarsi -diciamo che abbiamo avuto dei problemi e siamo stati separati-
-allora come hai fatto a trovarmi?- gli chiese Miriam guardandolo confusa: il ragazzo prese un respiro profondo ed indicò il bracciale che la donna portava al polso destro.
La mora alzò il braccio, guardando il piccolo gingillo che gli era stato dato in dotazione all'inizio di quella missione.
-Pensavo che si fosse rotto nel tunnel- dichiarò sorpresa, Ale annuì in accordo -lo pensavo pure io visto che non riuscivo a rintracciare i segnali degli altri ma, a quanto pare, il tuo funziona ancora... oppure è una questione di distanze: non riesco a tracciare i segnali degli altri bracciali perché sono troppo lontani da dove mi trovo io-.
Miriam sospirò, delusa -in entrambi i casi... noi, qui, siamo soli-
-già, e con te in queste condizioni non possiamo fare molto... a meno che...- s'interruppe Ale, alzando gli occhi al cielo e poggiando un dito sul mento.
La mora conosceva bene il significato di quella posa: al genio del loro gruppo stava per venire un'idea.
-Se non sbaglio in questo santuario ci venivano congelate le streghe, giusto?- chiese il ragazzo alla donna che annuì facendo una smorfia -sì, ma questo come ci può aiutare?- gli chiese confusa ma Ale non le rispose dandogli le spalle ed iniziando ad armeggiare con lo zaino che aveva li affianco, tirando fuori il suo cellulare ed aprendolo.
-Forse, nella sala d’ibernazione, c'è qualche macchinario da cui posso prendere i pezzi che mi servono per aumentare la portata del segnale della radiotrasmittente... in questo modo potrei essere in grado di mettermi in contatto con qualcuno degli altri tramite il bracciale!- esclamò mentre iniziava a scollegare e ricollegare vari circuiti del suo telefono.
-aspetta, ma... pensavo che quei bracciali servissero solo per segnalare la propria posizione e stato di salute alla centrale operativa- disse Miriam guardandolo confusa -sì, ma non quello che ho dato a Leon!- esclamò Ale agitato estraendo dallo zaino un set di piccoli attrezzi. -Vedi, quando Amarant è riuscito a convincere Leon ad entrare in squadra ho dovuto apportare delle modifiche al suo bracciale: siccome non voleva far sapere a nessuno i suoi spostamenti ho dovuto togliere la funzione di rintracciabilità ma visto che Amarant non era d'accordo con questo, e dato che quei due quando litigano sono peggio di Ros e Rinoa, ho fatto da intermediario proponendo che nel bracciale di Leon ci fosse una ricetrasmittente… in questo modo, nel caso ci fossero stati problemi, lei avrebbe potuto avvisarci dandoci la sua posizione o, in caso contrario, noi chiamarla e chiederle dove si trovava-.
Miriam guardò sorpresa il ragazzo -e sei riuscito a convincerla?-
-beh... diciamo che ha accettato solo se poteva decidere lei quando accendere la ricetrasmittente- rispose lui -quindi, può anche darsi che sia spenta- disse Miriam preoccupata ma Ale scosse la testa -no, Amarant le ha fatto promettere che avrebbe tenuto la ricetrasmittente accesa in ogni missione e tu sai che Leon mantiene sempre le promesse-.
La mora sorrise lievemente a quel pensiero veritiero; la ragazza, nonostante il suo carattere per certi versi freddo e distaccato, teneva molto alla propria parola.
Ale si alzò, voltandosi verso Miriam -tu rimani qui mentre vado a controllare le altre stanze-
-come se potessi andare da qualche parte- ribatté la donna con una lieve punta di sarcasmo nella voce che fece arrossire lievemente il ragazzo.
-Spero di trovare quello che cerco, dopo di che, cercherò di mettermi in contatto con Leon- disse Ale iniziando a dirigersi verso la porta che conduceva al corridoio: si girò quando vi arrivò e guardò Miriam con indecisione -se succede qualcosa urla ed io arriverò subito, ok?- la mora annuì e con questa ultima rassicurazione il ragazzo aprì la porta ed uscì dalla sala.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-Centrale di polizia, Estar City

 

Max stava camminando, più che altro trascinato, da due degli agenti che lo avevano arrestato, in uno dei corridoi della centrale di polizia.
-Certo che siete proprio degli stronzi! E' questo il ringraziamento che mi date per aver evitato che la vostra città venisse distrutta da un mostro?! Certo che avete un bel modo di ringraziare la gente!- gridò il moro, dimenandosi, cercando di sgusciare via dalla presa ferrea delle due guardie.
-No! Questo è il nostro modo di punire chi prende a pugni dei nostri colleghi, delinquente!- lo rimbeccò uno dei due agenti strattonandogli il braccio nel tentativo di farlo smettere di contorcersi -e per quel che ne sappiamo potresti aver fatto entrare tu quel mostro in città, quindi non pensare di uscire da qui tanto presto!- gli disse l'altra guardia che aveva un occhio nero, segno che il moro si era degnamente difeso dall'assalto della polizia quando avevano provato ad ammanettarlo.
-Ugh! Maledetti! Lasciatemi! Ho una missione da compiere! Non sapete con chi avete a che fare!- gridò Max divincolandosi maggiormente: all'improvviso, una scarica di corrente attraversò il suo corpo ed il ragazzo si trovò, in un attimo, a terra con la sensazione di avere decine di aghi che lo pungevano in varie parti del corpo.
-Bastardo- ansimò quando, alzando leggermente la testa, si rese conto che il terzo poliziotto che li stava scortando aveva un teaser in mano e lo aveva appena usato su di lui.
-Ump, così impari a stare buono- disse la guardia, poi si rivolse hai suoi due colleghi -mettetelo con gli altri, sono sicuro che il ragazzo si divertirà molto nella cella comune- disse ridacchiando sadicamente mentre gli altri due poliziotti presero Max e, rialzandolo, lo condussero verso una grande cella.
Quando questa venne aperta, il moro vi fu spinto dentro con poco garbo, rischiando quasi di cadere di nuovo a terra, dopo di che la porta venne richiusa ma non prima che una delle due guardie gli augurasse un -buona fortuna- grondante di sarcasmo.
Max si massaggiò il fianco destro, dov'era stato colpito dal teaser, ed alzò lo sguardo verso gli altri occupanti della cella.
“Ce né davvero per tutti i gusti” pensò il moro squadrando con lo sguardo tutte le brutte facce che, ora, lo stavano fissando in un modo che non gli piaceva per niente.
Fece una smorfia quando vide il più grosso di loro, che era circa il doppio della sua corporatura, alzarsi e dirigersi verso di lui.
-Bene, bene, cosa abbiamo qui?- disse l’uomo osservando attentamente il moro -un ragazzino che vuole fare la parte del duro?- disse l’uomo sghignazzando -dimmi, bambino, dov’è la tua mamma?- e si mise a ridere seguito a ruota dagli altri ma la risata gli morì in gola quando Max gli mollò un pugno alla bocca dello stomaco che lo fece piegare in due dal dolore.
Il ragazzo gli sorrise malizioso come gli afferrò i corti capelli neri tenuti indietro da un chilo di gel -vedi…- gli disse scuotendo la testa, guardandolo come fosse un’idiota -questo è un errore che quelli come te fanno in continuazione…- poi gli rivolse uno sguardo che avrebbe potuto bruciare un buco nel suo cranio -prendermi per il culo quando sono di cattivo umore- e, detto questo, gli mollò un gancio destro, sorridendo sadicamente al suono della rottura di un osso.
L’omone cadde indietro con un grido di dolore ed i suoi compagni lo circondarono subito chiedendogli come stava.
Appena l’altro riuscì a rimettersi seduto, Max poté ammirare il suo lavoro: il naso sanguinava e così la bocca, spostata in uno strano angolo, mentre un paio di denti giacevano per terra.
Il ragazzo sorrise sadicamente; doveva ammettere che si sentiva meglio ora.
-Ammazzate quel bastardo!- gridò l’uomo che aveva colpito, sputando un po’ di sangue nel processo, mentre gli altri teppisti iniziarono ad avvicinarsi a lui con il chiaro intento di vendicarsi dell’affronto subito dal loro capo.
Max sbuffò, sgranchendosi le spalle e facendo schioccare le mani si mise in posizione di guardia.
-Vi avverto ragazzi: se iniziate una lotta con me non ne uscirete interi-
-vaffanculo, moccioso!- gridò uno di loro lanciandosi verso di lui e come Max lo schivò, colpendolo di seguito con una serie di pugni ben assestati pensò, sorridendo cinicamente, che, almeno, avrebbe avuto l’opportunità di scaricare un po’ di rabbia.

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti!
Scusate la lunga assenza ma ho un brutto caso di blocco dello scrittore e questo capitolo non mi ha facilitato le cose.
All’inizio lo aveva pensato in maniera diversa (infatti doveva contenere anche il risveglio di Squall e Rinoa e l’arrivo di Amarant e Leon al Garden) ma dato che dopo tutto questo tempo non riuscivo a cavarne un ragno dal buco ho deciso di tagliare l’ultima parte (che proprio non mi veniva) e di pubblicarlo così.
Non so proprio quando riuscirò a pubblicare il nuovo capitolo anche se spero di fare prima di questo; mi odio quando non sono in grado di mantenere le scadenze che mi prefiggo.
Comunque, abbiamo visto come se la passano gli altri ragazzi e, direi, che alcuni se la stanno vedendo brutta (vedi Helen) mentre altri cercano un modo per mettersi in contatto tra di loro (vedi Ale).
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e vi chiedo ancora scusa per tutto il tempo che ci ho messo per pubblicarlo T_T
Ci sentiamo il più presto possibile!
Saluti e baci da black dalia

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