As long as i got you | Daddy!Gallavich os series

di jessthesohodoll
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Marry me , Gallagher ***
Capitolo 2: *** Cuddles on a sick day ***
Capitolo 3: *** Don't act like a Milkovich ***
Capitolo 4: *** Happy birthday daddy ***



Capitolo 1
*** Marry me , Gallagher ***


Marry me , Gallagher


Mickey Milkovich e' una di quelle persone a cui potevi letteralmente leggere ogni emozione in faccia. Ecco perché , quando lo videro avere degli atteggiamenti strani, un po' tutta la famiglia si allarmo' .
Mickey poteva giurarlo. Era tutto fatto con un ottima causa.

I
Debbie era riuscita finalmente a ritagliarsi un momento per se' in quella che sembrava un eternita' . Non le serviva molto, a volte anche solo un giro al parco con la piccola Frennie poteva fare al caso suo.
Aveva salutato Neil, impegnato con chissà quale videogioco , aveva vestito bene Frennie avvolgendola in una calda coperta ed era partita alla volta del piccolo parchetto del quartiere.
Tutto sommato sembrava una bella giornata e non voleva di certo sprecarla.
Sulla sua strada passo' davanti a una gioielleria, il che la indusse a fermare il passeggino davanti alla vestina, guardando sognante un paio di orecchini.
"Mickey" Frennie disse gioiosa dal suo passeggino. Molto probabilmente le era caduto il suo pupazzo preferito di Mickey Mouse, o cose simili.
Fu quasi sorpresa , invece, di trovare suo cognato Mickey uscire da quello stesso negozio, una piccola busta di carta colorata bene stretta tra le mani.
"Hey Mick" disse sorpresa Debbie "Che ci fai qui?"
Sulle prime il ragazzo sembro' disorientato , come se non si aspettasse di trovare qualcuno che lo conoscesse in quella parte del quartiere. Si premuro' bene di nascondere la busta di carta alla loro vista, rosso in volto.
"Hey Debs" disse Mickey "State andando al parco?"
"Si, abbiamo un piccolo appuntamento di gioco con Fiona e Liam" disse Debbie "Ma tu che ci fai qui?"
"Passavo da queste parti?" disse Mickey, quasi dubbioso della sua stessa risposta.
"E quindi hai deciso di fare acquisti in una gioielleria?" chiese dubbiosa Debbie.
"Il compleanno di Mandy e' tra poco" cerco' di difendersi Mickey "Volevo essere un bravo fratello"
"E hai comprato dei gioielli all'unica ragazza che non li ha mai portati in vita sua?" chiese invece Debbie , alzando un sopra ciglio.
"Cazzo, ad ogni donna piacciono un paio di orecchini nuovi no?" chiese invece Mickey, un po' alterato.
" Si, credo di si" disse Debbie, anche se era poco convinta. Non sapeva perche' ma voleva dargli il beneficio del dubbio.
"Ora devo tornare al lavoro" disse di fretta Mickey "Ci vediamo domenica al pranzo di famiglia, giusto?"
"Certo" disse Debbie "Aspetta, il compleanno di Mandy e' solo tra tre mesi"
Ma Mickey aveva gia' svoltato l'angolo.
"Frennie" fisse Debbie, spingendo di nuovo il passeggino in direzione del parco "Zio Mickey ci nasconde qualcosa"

II
"No Ian. Non so dove cazzo sia il tuo fottuto libro"
"Hai controllato nel ripiano in alto? Quello sopra il mio letto"
"Si pel di carota, non sono ritardato" disse Mickey frustrato salendo per l'ennesima volta sul vecchio letto di Ian a casa Gallagher.
"Senti, ora devo andare. Ci hanno chiamato per un incidente stradale. Fatti aiutare da qualcuno ok? Di solito e' Fiona quella che trova le cose"
"Ripetimi perché ti sto facendo questo favore?" chiese Mickey in tono annoiato.
"Perché mi ami? E perché stasera saprò come ricompensarti? Dai Mick, ho davvero bisogno di quel libro." disse Ian dall'altro capo del telefono.
"Sara' meglio per te, o il mio cazzo di culo rimarrà chiuso per ferie per un bel po'" disse Mickey, facendo ridere Ian "Dai, vai a salvare qualche vita"
Erano ore che stava cercando quel dannato libro di medicina per Ian, rivoluzionando completamente la sua vecchia camera.
"Che cazzo e' successo?"
Sai Lip che Carl apparirono sulla soglia, guardandosi attorno.
"Finalmente" disse Mickey , ancora sul letto di Ian "Stavo iniziando a crede che questa dannata casa fosse disabitata"
"Mi spieghi perché metti in disordine la nostra camera se hai una casa tutta tua?" chiese invece Lip, inarcando un sopracciglio.
"A Ian serve un dannato libro di medicina per il lavoro" disse Mickey "Sapete dove posso trovarlo?"
"E perché non e' venuto lui a prenderlo?" chiese invece Carl.
"Perché sta lavorando cretino, e gli serve domani" disse Mickey "E' cosi' strano per voi che voglia fare il bravo fidanzato per un volta?"
Entrambe i fratelli Gallagher si sorrisero prima di rispondere.
"Abbiamo sposato tutte le cose che ha lasciato Ian quando se ne andato in quel cassetto" disse Lip, indicando il primo cassetto del mobile accanto al letto di Ian "Volevamo liberare gli scaffali per le nostre cose, visto che viviamo ancora qui"
"Cazzo finalmente" disse Mickey, saltando giù con un balzo.
Mossa azzardata. Si era completamente dimenticato di cosa aveva nella tasca posteriore dei jeans.
"E questo che diamine e'?" disse infatti Lip, prendendo in mano una piccola scatolina di velluto scuro.
Non sapeva nemmeno perché l'aveva ancora con se'. Semplicemente non aveva ancora trovato un nascondiglio adatto, e credeva che portandolo con se' fosse molto più sicuro.
Davvero stupido da parte sua trattare l'anello di fidanzamento per Ian in quel modo.
"Non sono affari vostri" disse Mickey, strappando immediatamente l'anello dalle mani di Lip.
"Hey voglio vedere" disse Lip invece "e' un anello di fidanzamento? Hai comprato un anello per Ian?"
"Non e' assolutamente divertente Philip" disse Mickey arrabbiato.
"Un po' l'ho e'" disse invece Carl, beccandosi un'occhiataccia dal cognato.
"Beh, Mikhailo" disse Lip "Era ora cazzo. Andiamo , per tuo figlio siamo tutti già suoi zii e zie e chiama Ian "Papa". Era ora che tirassi fuori la testa dal culo no? Mio fratello non l'avrebbe mai fatto"
Sembravano seriamente contenti per lui. Forse si sbagliava.
"Che hai in mente?" chiese Lip, offrendogli una sigaretta.
"Non ho molte idee" chiese Mick "Consigli?"
"Niente di fighetto, a Ian farebbe schifo" disse Carl.
"Beh, se conosco bene i Milkovich non e' proprio nelle loro corde" Disse Lip con un ghigno.
"Non mi guardare cosi' cazzo" disse Mickey "Non riesco ancora a credere che mia sorella sia cosi' stupida da rimettersi con te"
"Sono due anni ormai Mick" disse Lip "Accettalo"
Mickey ascolto' i suoi cognati ancora per un po'. Era talmente disperato che avrebbe accettato consigli da chiunque.

III
Finalmente aveva trovato un nascondiglio. Mickey era piuttosto del suo nuovo nascondiglio, visto che Ian considerava il suo cassetto dei calzini "Zona ad alto contagio batteriologico"
Si stava godendo un raro pomeriggio di libertà, senza fidanzato o figlio nei paraggi , quando qualcuno decise di rovinare i suoi piani.
"Ti sei dimenticato di dirmi qualcosa fratellone?"
Fu letteralmente la prima cosa che sua sorella Mandy gli disse appena apri' la porta.
"Buongiorno anche a te Mads, cazzo nemmeno saluti"
"Non girarci attorno, so che intenzioni hai"
"Lip?" chiese Mickey "Quel dannato idiota ti ha detto tutto non e' vero?"
"In realta' e' stata Debbie" disse Mandy "Ma Lip ha confermato quindi ora voglio vedere l'anello"
"Certo, cosi' sara' la prima cosa che dirai a Ian"
"Vuoi una mano in tutto questo o no? Io sono la seconda persona a questo mondo che conosce i gusti di Ian meglio di chiunque altro"
"Seconda?" chiese confuso Mickey "E chi e' la prima?"
"Tu" disse Mandy "Ma in altri campi suppongo" disse poi, con una smorfia.
"L'ho nascosto in camera" disse Mickey sospirando "Mi sono fatto consigliare dalla tizia del negozio, non credo sia male"
Apri' il cassetto, faticando un po' a trovare il paio di calzini neri in qui aveva nascosto l'anello.
"Di certo sara' profumato" disse Mandy, beccandosi un dito medio da parte del fratello.
L'anello era una semplice banda argentata con due piccoli fili, uno oro e l'altro oro rosso.
"Ci ho anche fatto scrivere una cosa" disse Mickey, un po' imbarazzato.
All' interno c'era infatti inciso "Fuck you Gallagher" in caratteri eleganti.
"Romantico" commento' Mandy poco convinta.
"Per noi lo e'" disse Mickey sulla difensiva "Allora che ne pensi?"
"Non credevo fossi in grado di comprare un bel anello per Ian, lo devo ammettere" disse Mandy "E poi secondo me ha anche un bel significato"
"Eh?"
"La banda rossa e' Ian, quella oro sei tu" disse Mandy "Sempre insieme, smielati come sempre"
Mickey sorrise appena, avendo dato un significato tutto nuovo a quell'anello cosi' gia' importante.
"Non posso credere che tu ti stia per sposare" disse Mandy. Era quasi commossa.
"Mi sono gia' sposato una volta, ricordi?" disse Mickey sedendosi sul letto.
"Si, ma non con Ian" disse Mandy sorridendo "Sara' tutto cosi' bello"
Stettero in quella posizione finche' Ian non torno' a casa dal lavoro.
"Che succede?" chiese il rosso confuso "Un momento di tenerezza tra voi due e' qualcosa di raro"
"Ci vogliamo bene" disse Mandy alzandosi di fretta "Accettalo, saro' sempre la prima donna della sua vita"
"Hey, credevo di essere io" disse Ian, fingendosi offeso.
Mandy sorrise al fratello, lasciandoli un bacio sulla guancia , prima di uscire dalla stanza.
"Voi due siete strani" disse Ian, ma se ne dimentico' non appena Mickey lo bacio' con passione.

IV
L'Alibi era insolitamente pieno quel pomeriggio. Mickey aveva avuto a mala pena il tempo per un sigaretta.
Era sempre cosi' da quando Kevin aveva rinnovato l'abbonamento al via cavo e un sacco di ragazzi venivano per vedere le partite dei Cubs, o dei Bulls.
Era talmente preso a spillare birre che neanche si accorse di Svetlana.
"Hai accendino? Io credo di averlo perso"
Aveva gia' una sigaretta tra le labbra, quando gli si presento' davanti al bancone. Si erano fatti la promessa di non fumare con Yev accanto, quindi cercavano di darsi da fare ogni volta che potevano.
"Si, credo di averne uno nella tasca della giacca"
"Grande" disse lei con un sorriso.
Mickey stava quasi per rovesciare la birra che stava spillando quando si ricordo' che cosa aveva preso con se quel pomeriggio.
E Svetlana era forse l'ultima persona che doveva trovare quell'anello.
Corse nel loro piccolo spogliatoio con il fiato corto, la sua ex moglie che lo guardava impassibile con la piccola scatolina di velluto tra le mani.
"E questo che cos'e'?" chiese lei, le lunghe unghie smaltate che reggevano la scatolina.
"Un anello, cosa ti sembra che sia?"
"Per chi essere?"
"Ian"
I due si guardarono per un attimo, in silenzio. Svetlana sembrava quasi arrabbiata, quando apri' la scatolina e si apri' in un ampio sorriso.
Kevin appari' dietro di loro, con aria confusa.
"Ehm, amico. Avete appena divorziato. Non credo sia il momento giusto per chiederle di nuovo di sposarti"
"Non e' per me, cretino" disse lei sorridendo "Bene, tu comprato anello decente. Perche' non hai chiesto aiuto?"
"Perche' avrei dovuto chiederlo a te?" chiese confuso Mickey.
"Quando tu intenzione di spiegare situazione a Yev?"
Cazzo, suo figlio. Si sentiva male al solo pensiero di dover affrontare quel discorso.
Yevgeny era un bambino piuttosto sveglio per avere solo 5 anni. Quando gli aveva spiegato perche' la maggior parte dei bambini non aveva due papa' come lui , l'aveva presa piuttosto bene.
Doveva ancora sapere molte cose, ma ci sarebbero arrivati dietro.
"Non potresti farlo tu?" chiese Mickey "Non so cosa dirgli"
Svetlana lo abbraccio'. Il suo era un abbraccio sincero, Mickey poteva sentirlo
"Certo, faro' mio meglio" disse lei "Tu pensa solo a fare proposta come si deve per pel di carota, ok?"
"Perche' ti porti l'anello con te comunque?" chiese confuso Kevin. "Congratulazioni comunque"
"Volevo passare al Diner da Fiona e chiederle una cosa"
"La mano di Ian?" chiese Kevin ridendo "Sei ancora nel medioevo cazzo"
"Voglio fare le cose come si deve" disse Mickey "E poi e' una usanza ucraina o cose simili"
"Si, anche noi in russia facciamo cosi'" disse Svetlana "Tu su buona strada Mick"
"Ok, tu per oggi hai finito" disse Kevin, prendenogli il grembiule dalle mani.
"Ma il mio turno non e' finito"
"Finisce ora" disse Kevin "Vai a fare questa cazzo di cosa prima che Fiona torni a casa"

V
Mickey entro' nel diner qualche minuto prima dell'ora di chiusura.
Trovo' Fiona intenta a contare qualcosa su un blocco per gli appunti giallo, forse intenta a fare un inventario o cose simili.
"Hey Mickey" disse la ragazza, sorridendo "Sei venuto a prendere una torta alla pesca per Yevy? Quel bambino e' l'unico che mangia quella porcheria"
"No, stasera e' con Svetlana" disse Mickey "Posso parlarti?"
"Certo" disse Fiona "Stiamo chiudendo, non c'e' rimasto molto da fare"
Mickey estrasse l'anello dalla tasca prima di posarlo di fronte a Fiona.
"Cazzo, Carl non stava scherzando allora. Vuoi davvero sposare Ian?"
"Mi sembra la cosa giusta. Voglio legarlo a me per sempre prima che realizzi quanto sia sprecato con me" disse Mickey sorridendo
"Cazzo, sono cosi' felice per voi" disse Fiona "Mi verrebbe da dire che siete ancora troppo giovani secondo me, ma cazzo avete gia' un figlio. Dai, vieni qui" disse, facendo il giro del banco per abbracciarlo.
"Che cosa volevi chiedermi comunque?"
"La mano di Ian" disse Mickey, diventando rosso.
"Che? Sei ancora nel medioevo o cosa?"
"E' un usanza ucraina" disse Mickey "Dovrei farlo con Frank ma col cazzo che affronto questa conversazione con Frank. Tu sei la cosa piu' simile che Ian abbia mai avuto come parente"
"Si Mickey" disse Fiona ridendo "Ti concedo la mano di mio fratello. Hai qualche idea in mente?"
"Un paio, ma ho bisogno del tuo aiuto"

+1
Mickey era nevoso come non era mai stato in vita sua. L'intera famiglia si era radunata sotto le tribune della scuola superiore frequentata da entrambe, dopo che Lip aveva chiesto un favore al vecchio vice preside.
Era il loro posto. L'unico posto dove Mickey avrebbe mai potuto fare una domanda simile all'amore della sua vita.
Anche solo stando li gli venivano in mente un sacco di ricordi, un po' dolci amari, ma pur sempre passi importanti della sua storia con Ian.
Ma stavolta era un uomo libero, non aveva degli orrendi capelli lunghi e la barba incolta. Anzi, si era tagliato i capelli da poco ed era stato dal barbiere forse per la prima volta nella sua vita (Regalo di Svetlana) , aveva una camicia nuova (Regalo di Mandy) e un paio di jeans nuovi (Regalo di Fiona).
"Noi ci nascondiamo qui in giro" disse Mandy, baciandogli la guancia "Siamo tutti con te"
Quasi sobbalzo' quando vide arrivare la macchina. Kevin e Carl sedevano davanti, mentre Lip sedeva a fianco di un bendato Ian.
Lo fecero scendere con non molte cerimonie, e Mickey dovette trattenersi dal ridere quando vide quanto era arrabbiato Ian.
Impreco' contro la macchina che se ne andava per un po', prima di voltarsi finalmente verso di lui.
Si mise a ridere, una delle sue risate limpide che riempiono l'aria. Cazzo, stava per sposare quell'angelo.
"Un cazzo di deja-vu. Ecco cos'era" disse avvicinandosi "Sei scappato di prigione anche stavolta?"
"Non proprio" disse Mickey "Ma mi sto cagando sotto come quella volta"
"Che? Per quale motivo poi?"
"Cazzo, avevo un discorso tutto pronto" disse Mickey.
Ian aspetto paziente , sorridendogli. Non gli stava di certo rendendo le cose facili.
"Non te ne rendi nemmeno conto vero?" disse Mickey "Da quanto ci conosciamo noi?"
"7 anni ormai" disse Ian confuso "Ma se conti solo "Conoscenza" un po' da sempre perche?"
"Ecco appunto. Mi sempre stato tra i piedi Gallagher. Nel bene o nel male, anche quando non volevo. Tu eri li. C'eri sempre. Eri li a rompere i miei piani, cazzo mi hai salvato la vita"
"Dove vuoi arrivare?" chiese Ian sorridendo imbarazzato
"Non mi interrompere. Giuro, mi ero preparato tutto un discorso romantico. Forse e' meglio se vado al sodo" disse Mickey.
Quando si inginocchio' di fronte a lui, Ian lo tiro' su di peso.
"Che credi di fare?" chiese, quasi isterico.
"Chiederti di sposarmi?"
"No Mickey, sul serio" disse Ian "Che cazzo vuoi fare?"
"E lasciami finire." disse lui, strattonandolo appena "Ian Clyton Gallagher. Vuoi la cazzata piu' grande della tua vita? Vuoi sposarmi?"
Ian si mise a piangere, come la maggior parte della sua famiglia aveva predetto. Annui' piano un paio di volte, prima che Mickey si tirasse su.
"E' un si?" chiese sorpreso Mickey.
"E che cazzo" disse Ian "Certo che ti sposo"
L'intera famiglia salto' fuori proprio mentre si stavano baciando. Un po' tutte le ragazze, e sorprendentemente anche Kevin, stavano piangendo.
"Papa, ti sposi con il mio papa'?"
Yev gli guardo' con aria confusa, prima che Ian lo prendesse in braccio, coprendogli il faccino di baci.
"Si piccolo, mi sposo con il tuo papa'"
"Cosi' sarai il mio papa' anche tu? Per davvero?"
"Si piccolo. Saremo una famiglia"
Mickey sorrise, vedendo i suoi ragazzi cosi' uniti. Da quando era diventato cosi' fottutamente fortunato?







Soho Corner :
hellooooo
ho iniziato questa os series perche' non c'e' abbastanza fluff al mondo
e poi, Mickey romantico e' tutto direzione
aspettatevi un sacco di Daddy Gallavich, perche' mi vengono idee per quelle come niente
un bacio
jess

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Capitolo 2
*** Cuddles on a sick day ***


Cuddles on a sick day

 

 

 

Ian aveva una problema. C'erano diversi lati negativi nella sua malattia, e dover prendere quelle dannate pillole per il resto della sua vita ne era solo una piccola parte.

 

Ian adorava il lato “dolce” di Mickey, si sentiva così dannatamente privilegiato anche solo per aver visto suo marito essere un padre adorabile per il loro bambino, o per essere il destinatario dei ben pochi gesti romantici che era in grado di fare.

 

Ma arrivava anche ad odiarlo quando il dannato mostro che abitava nella sua testa lo costringeva a letto.

 

Mickey diventava assurdamente protettivo , quasi al limite del sopportabile. Lo faceva così piccolo e inutile, anche se sapeva che suo marito era mosso dalle migliori delle intenzioni.

 

E non diventava di certo meglio quando si trattava di una semplice influenza.

 

Ian si era rigirato nel letto per praticamente tutta la notte prima di buttare un braccio nel lato di Mickey e non trovarci nessuno.

 

La prima cosa che vide appena sveglio quella mattina fu il viso corrucciato di Mickey che lo guardava dall'alto.

 

“Ciao , sei già in piedi?” chiese Ian. La sua voce sembrava quella di un estraneo persino a lui.

“Dormire accanto a te è come avere un dannato termosifone per tutto il tempo” disse Mickey, sedendosi accanto a lui “Non hai una bella cera, bello”

“Credo che quella signora che mi ha vomitato addosso l'altro giorno abbia colpito nel segno”

“Oppure è stato Yev cazzo. Non l'ha ancora passata” disse Mickey, appoggiando una mano tatuata sulla sua fronte “Tu oggi non vai al lavoro, e ora chiamo Kevin e non ci vado nemmeno io”

“Dai Mik, posso cavarmela anche da solo”

“Sai bene che con la febbre le tue medicine non lavorano come dovrebbero. E noi non vogliamo che accada la stessa cosa dell'altra volta, vero?” disse Mickey alzando un sopracciglio.

 

L'ultima volta che aveva preso l'influenza e Mickey era comunque andato al lavoro, Ian si era inspiegabilmente risvegliato a casa Gallagher.

 

A quanto pare aveva vagato da solo per il quartiere per più di un ora prima che Lip lo trovasse.

 

“Non posso dire niente per convincerti ad andare al lavoro , vero?”

“No, un assoluto cazzo” disse Mickey sorridendo “Vado a chiamare il dottore per farti prescrivere qualcosa. Tu cerca di non scappare ok?”

 

A Ian non rimase molto da fare che tirarsi su le coperte fino alle orecchie.

 

***

 

Deve essersi addormentato per un paio di ore. La testa continuava comunque a fargli male, ora si sentiva pure nauseato.

 

Ian iniziò a valutare se correre in bagno e meno , quando sentì un piccolo corpo caldo nel posto di Mickey.

 

Yev era riuscito ad intrufolarsi nella camera dei suoi papà, ancora in pigiama. Il loro piccoletto si era svegliato qualche notte prima con una febbre altissima e mal di pancia.

 

Ora sembrava quasi guarito, cosa che rendeva la sua permanenza accanto a Ian inaccettabile.

 

“Hey, tu non dovresti stare qui” disse Ian “Dov'è papà?”

“è uscito” disse Yev alzando le spalle “Credo a comprare qualcuna di quella medicine cattive per te”

“E ti ha lasciato qui solo?”

“No, c'è mamma con noi” disse Yev, sorridendo.

“Beh, ti conviene tornare in camera tua. Mamma si arrabbierà con tutti e due se ti vede qui”

 

Ian non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase quando sentì i tacchi di Svetlana sul pavimento di legno della camera da letto, poco prima che le coperte dal lato di Mickey fossero aperte.

 

“Ecco dove tu nascosto” urlò la donna “Torna subito in tuo letto. Vuoi ammalarti di nuovo?”

“Ma voglio tenere compagnia a papà” disse Yev “Ti prego mamma”

 

Svetlana sembrò ponderare la cosa per un secondo , spostando appena le coperte per guardare Ian in faccia.

 

“Non è uno dei tuoi giorni brutti, vero?” chiese preoccupata.

“Non mi sento di certo bene” disse Ian, sapendo bene a cosa si riferiva la donna “Ma no, non è uno di quei giorni”

“Meglio così” disse Svetlana soddisfatta.

“No mamma, papà sta davvero male” disse Yev serio “Se fosse uno dei suoi giorni brutti non mi avrebbe nemmeno parlato, vero papà? Il mostro nero del tuo cervello sta bruciando ora, vero?”

 

Ian aveva trovato un modo tutto suo per spiegare il suo problema a Yev. Il bambino aveva sei anni e non faceva altro che piangere quando Ian si rifiutava anche solo di dirgli ciao.

 

Aveva quindi cercato di raccontare il tutto nella maniera più dolce possibile, facendo diventare il suo bipolarismo come un brutto mostro nero che abitava nella sua testa, spiegandogli che le medicine gli servivano per sconfiggerlo.

 

Forse un giorno gli avrebbe spiegato tutti nei minimi dettagli, ma per ora andava bene così.

 

“Esatto ometto” disse Ian sorridendo.

“Va bene” disse Lana, ricoprendoli come si deve “Sono in altra stanza se voi avete bisogno. Ho portato anche vodka scura di mio padre, carotino. Quella fa miracoli per gola” disse poi, con un occhiolino, prima di lasciarli di nuovo soli.

 

***

 

“Ian,Ian” disse una voce famigliare “Andiamo , svegliati”

 

Ian si ritrovò in un letto insolitamente pieno quando si risvegliò dall'ennesimo sonnellino.

 

Ora Yev sedeva composto accanto a lui, mentre la madre lo aiutava a mangiare.

 

Accanto a lui sedevano invece le sue sorelle, mentre Mandy si teneva a debita distanza ai piedi del letto.

 

“Ti voglio bene Ian” disse velocemente “Ma tuo fratello ha promesso di portarmi fuori città per il weekend, non voglio ammalarmi proprio adesso cazzo”

 

“Ragazze non era necessario” disse Ian, mettendosi seduto.

“Zitto e mangia” disse Fiona.

 

Il cibo era praticamente la sua risposta a tutto. Problema emotivi di ogni genere? Fioan si sarebbe di sicuro presentata alla tua porta con una torta al cioccolato. Qualcuno di loro era malato? Potevi contare di avere una ciotola del suo famoso brodo di pollo in meno di cinque minuti, proprio come in quel momento.

 

“Vi ha chiamato Mickey?” chiese sorridente Ian.

“No, l'ho incontrato io in farmacia” disse Debbie “Nemmeno Frennie sta particolarmente bene”

“E dov'è ora?” chiese Ian.

“Aw, a qualcuno manca il maritino?” disse Mandy, facendolo ridere.

“Ogni paziente ha il suo infermiere preferito” disse Ian alzando le spalle.

“Mickey tornato ad Alibi. Kevin aveva bisogno per scaricare carico, io rimasta a casa per prendermi cura di voi quando sono arrivate” disse Svetlana , baciando la fronte del figlio.

“Dovrebbe essere a casa in due ore” aggiunse Debbie “Intando mi ha dato le tue medicine” aggiunse, sventolando un paio di tubi arancioni sotto il suo naso.

 

Ian rise quando notò la pasta a forma di animali dello zoo che galleggiava nel brodo.

 

“Sul serio Fiona?” chiese ridendo.

“L'ho fatta per quest'altro malatino” disse Fiona, arruffando i capelli di Yev “Sono i preferiti di Liam. E poi la facevo anche a te così quando eri piccolo”

“Si, ma ho quasi 30 anni Fi” disse Ian “Credo di essere abbastanza grande per la pasta normale”

“Per me sei sempre il mio fratellino combina guai” disse Fiona, facendolo arrossire.

 

***

 

Era ormai ora di cena quando Mickey si fece vedere di nuovo in giro per casa. Apparì sulla porta con le braccia incrociate, mentre Ian e Yev guardavano un vecchio cartone animato sul computer di Ian.

 

“Hey, coma stanno i miei ragazzi?” chiese sedendosi accanto a Ian.

“Bene, nessuno dei due ha più la febbre” disse Ian sorridendo.

“Mi dispiace essere stato via tutto il giorno” disse Mickey “Ma Kevin era disperato”

“Nessun problema” disse Ian “Abbiamo avuto degli ottimi infermieri”

“Medicine?”

“Prese”

“Ce le ha date mamma. Zia Fiona ha anche portato il suo brodo di pollo. Era buono papà” intervenne Yev “Mamma ha anche dato un liquido strano e puzzolente a papà. L'ha fatto tossire tanto”

“La Vodka di suo padre?” chiese ridendo Mickey.

“è un vero miracolo per la gola”

“Si, e dopo mezza bottiglia sei già sbronzo” disse Mickey ridendo.

 

Ian lo baciò di impeto, lasciandolo un po' stordito. Il sapore di liquore ancora forte sulla sua lingua.

 

“E questo?”

“Mi sei mancato” disse semplicemente Ian.

“Anche tu” disse Mickey accarezzandogli la guancia “Hey, vi devo portare anche la cazzo di cena a letto o siete in grado di venire fino al tavolo della cucina?”

“Si, ma solo se mi porti tu papà”

 

A Mickey non rimase molto altro da fare che sedersi accanto al figlio, lasciare che il bambino gli allacciasse le braccia paffute al collo per poi correre fino alla cucina, le risate di Yev che riempivano tutta la casa.

 

Avere la febbre faceva schifo, ma un po' di coccola rendevano tutto migliore.

 

 

 

 

 

 

 

Soho Corner :

 

eccomi con un altra delle mie pillole di zucchero.

 

Yev è troppo puccioso da scrivere.

 

 

Ci si vede

 

jess

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Capitolo 3
*** Don't act like a Milkovich ***


Don't act lika a Milkovich



Era più forte di lui. Per Mickey Milkovich era impossibile non preoccuparsi per le persone a cui teneva.

 

Era il suo istinto primario.

 

Ian ci era abituato ormai. Gli dava ancora dannatamente sui nervi, ogni tanto, ma non poteva fare a meno di amarlo per questo.

 

Gli altri Gallagher, invece, erano di tutt'altro avviso.

 

#1

 

Fiona era una ragazza tosta. Non si faceva scrupoli a darti un calcio nei cosiddetti se doveva proteggere se stessa o qualcuno a cui teneva.

 

Ma il South side , quando tutti i lampioni sono già accesi ma ogni vicolo rimane sempre dannatamente buio, non era di certo il posto per una ragazza come lei.

 

Così si strizzò per bene nel suo cappotto invernale una volta uscita dal diner. L'aria gelida di Chicago le scombinò i capelli, costringendola ad infilare anche il berretto di lana.

 

Il cuore le si fermò in gola quando notò una macchina procedere a passo d'uomo dietro di lei.

 

Un colpo di clacson la fece voltare del tutto.

 

Pregò di cuor suo non fosse nessuno di pericoloso , mettendo su la sua solita facciata da ragazza del South side.

 

“E che cazzo vuoi?” chiese girandosi, per poi bloccarsi quando riconobbe la persona dietro il volante “Mickey?”

“Sono 10 fottuti metri che ti seguo” disse suo cognato, abbassando il finestrino “Sali”

“Scusa, ma credevo fossi un cazzo di rapinatore o cose simili” disse Fiona “Mi hai spaventata a morte”

“Scusa” disse Mickey ridendo.

“Che ci fai qui comunque?”

“Ian mi ha detto che non ti sentivi sicura a tornare a casa da sola da quando mi si è rotta la macchina” disse Mickey “Lo vedo cazzo, girano certi stronzi qui”

“Ed è stato lui a dirti di venire?”

“No, mia spontanea volontà” disse Mickey “Mi interesso anche degli altri Gallagher , ogni tanto”

“Oh, allora mi sento privilegiata” disse Fiona ridendo “Grazie”

 

Fecero il resto del viaggio parlando del più e del meno, arrivando di fronte a casa Gallagher nel giro di 10 minuti.

 

“Grazie ancora Mick” disse Fiona scendendo.

“Aspettami di fronte al diner, quando stacchi domani” disse Mickey “Non voglio che vai in giro da sola con certe facce in giro”

“Oh, ora ho capito quando Ian dice che sei adorabilmente insopportabile quando “Ti comporti da Milkovich””

“E questo che cazzo vuol dire?” chiese Mickey, arrossendo appena.

“Niente” disse Fiona “Dico solo che mio fratello è un uomo fortunato. Dai, torna a casa ora. Hai un marito e un figlio che ti aspettano, non voglio sentirmi in colpa”

“Ok, buona notte” disse Mickey alzando il finestrino.

 

Fiona sorrise appena, rientrando in casa. Suo fratello aveva sposato l'uomo perfetto.

 

Per gli standard dei Milkovich, si intende.

 

#2

 

Debbie non sapeva più dove sbattere la testa. Frenny non smetteva di piangere da tre lunghe ore ormai, era bollente e non si staccava da lei neanche per un minuto.

 

Fortunatamente avere un fratello paramedico poteva tornare utile.

 

Fece squillare il telefono di casa Gallagher-Milkovich per un paio di minuti prima che qualcuno alzasse finalmente la cornetta.

 

“Debs, come butta?”

“Mick? Ti prego , dimmi che Ian non è già andato al lavoro, sono disperata. Ho provato anche al suo telefono ma non risponde”

 

Mickey sembrò ponderare un attimo la cosa prima di rispondere.

 

“No, se è in giro con l'ambulanza lo lascia spento” disse Mickey “Se ne è andato da un paio d'ore. Che succede?”

“Frenny non ne vuole sapere di dormire oggi. Ha la febbre alta ma non riesco ad abbassarla. E continua a toccarsi l'orecchio destro”

“Orecchio destro hai detto?” chiese Mickey preoccupato “Forse ho un'idea su cosa potrebbe essere”

“No, Mick. Non è necessario, la porto dal pediatra”

“Hey, sono un fottuto genitore anche io, ricordi? Avanti, guarda se l'orecchio è rosso e gonfio” disse Mickey.

“Si, lo è” disse Debbie sorpresa “Cosa pensi che sia?”

“Orecchioni” disse Mickey sospirando “Li ha avuti Yev quando era piccolo e riusciva a dormire solo appiccicato a uno di noi o alla borsa del ghiaccio. Aspettami li, io e Yev veniamo a prenderti tra cinque minuti”

“No, non ti devi disturbare” disse Debbie “Posso andare da sola”

“Hey, Ian mi dice sempre che il pronto soccorso è trenta volte più veloce di un dottore normale. Quindi ora ti veniamo a prendere che tu lo voglia o no” disse Mickey risoluto.

“Ora capisco quando Ian dice che “ti comporti come un Milkovich”” disse Debbie ridendo.

“Ancora con questa cazzo di storia?” chiese Mickey “E poi che cazzo significa?”

“E io che cazzo ne so!” disse Debbie “Chiedilo a tuo marito. Ci vediamo tra cinque minuti”

 

Ce ne vollero solo tre prima che Mickey si presentasse a casa sua, e dieci prima che arrivassero al pronto soccorso più vicino.

 

Quando Ian consegnò la cartella clinica dell'ultimo paziente della giornata all'accettazione, li vide allineati in sala d'attesa.

 

“Papà! Io e papà abbiamo fatto i paramedici come te” disse Yev correndogli incontro.

“Oh, chi è questo tesoro?” disse l'infermiera davanti a lui “è il bambino della foto che fai sempre vedere sul tuo telefono?”

“Si, Yev ti presento la mia amica Clara” disse Ian sorridendo “Clara, questo è mio figlio Yevgeny. A quanto pare ha fatto il paramedico oggi. Chi hai aiutato piccolo?”

“Zia Debbie” disse Yev “Debbie ha le orecchie grandi”

“Orecchie grandi?” disse Ian ridendo “Dov'è tuo padre?”

“Yev, non mi scappare così cazzo” correndo verso di loro “Per fortuna hai trovato tuo padre”

“Hey, che ha fatto Frenny?” chiese Ian invece.

“Credo siano orecchioni” disse Mickey “Si dimena come quando Yev li aveva almeno. Le ho portate qui perché mi dici sempre che sono più veloci dei dottori normali”

“In effetti è vero” disse Ian “Era il mio ultimo paziente comunque. Posso dire a Sue di riportare l'ambulanza in centrale e torno a casa con voi”

 

Debbie sembrò sollevata quando lo vide arrivare.

 

“Hey, Debs. Vi hanno già chiamato?”

“Siamo i prossimi” disse. Sembrava distrutta.

“Ok, non ho niente con cui vedere ma posso dare un'occhiata. Falla comunque vedere da un medico, ok?” disse Ian, piegandosi a livello di Frenny “Hey piccola. Puoi fare la brava per lo zia Ian? Ci vorrà solo un secondo”

“Certo” disse Debbie “Mickey crede siano orecchioni”

“Anche secondo me” disse Ian “Brava piccola. Sei stata bravissima. Alla fine qualche cosa l'hai imparata a stare come me Mick” aggiunse, rimettendosi in piedi.

“Vaffanculo” disse Mickey ridendo.

“Mickey in modalità protettiva è agghiacciante comunque” disse Debbie

“Io lo trovo adorabile” disse invece Ian.

 

Mickey alzò un dito medio per entrambe.

 

#3

 

Lavorare all'Alibi aveva i suoi vantaggi. Mickey poteva vedere Yev ogni giorno, anche quando non toccava a lui portarselo a casa, visto che Svetlana era andata ad abitare nell'appartamento sopra l'Alibi e Yev passava quasi tutto il suo tempo libero nel bar insieme ai genitori, zio Kev e zia V.

 

Per un volta aveva la possibilità di avere un lavoro onesto , cosa non così scontata per un Milkovich.

 

Certo, non pagava bene come quando era un pappone, ma se tenersi fuori dai guai significare vedere Yev crescere, se lo sarebbe fatto bastare.

 

Mickey era un tipo relativamente socievole e, anche se alcuni clienti lo mettevano decisamente alla prova, adorava chiacchierare con chiunque si sedesse nello sgabello di fronte a se. (Anche se, quando Ian era nei paraggi, quello sgabello diventava il suo).

 

Beh, c'erano anche i suoi lati negativi.

 

Uno di questi era il suo incredibilmente ubriaco suocero che stava abbandonante sbavando sul suo bancone pulito.

 

Mickey si rifiutava categoricamente di servire Frank più di due birre a sera, dopo un accordo che aveva fatto con gli altri Gallagher , ma di certo non poteva controllare Kevin.

 

“E dai, Mick. Quanto vuoi stia ancora in giro questa vecchia spugna?”

Mickey sospirò pesantemente , quando lo sentì russare.

 

“Lana, quante birre ha bevuto stasera?” chiese, quando vide l'ex moglie passargli accanto.

“Non so. Certo punto io ho perso conto” disse lei, appoggiando l'ennesimo vassoio di bicchieri vuoti sul bancone.

“Cazzo, lo sapete che non deve bere più di due birre a sera” disse Mickey “Non so per qualche stra cazzo di motivo, ma i suoi figli vogliono averlo tra i piedi ancora per un pò”

 

Riempì un bicchiere di acqua fredda, gettandoglielo in faccia con poche cerimonie.

 

“Eh che cazzo!” urlò Frank “Un povero vecchio non può nemmeno dormire in pace adesso?”

“Non sul mio bancone pulito, ubriacone” disse Mickey “Andiamo, ti riporto a casa”

“Oh, e in quale mi depositi stasera? Non voglio venire a casa con te, sono ancora traumatizzato dall'ultima volta”

“Che cazzo è successo?” chiese divertito Kevin.

“Niente. Sostiene di aver sentito me e Ian fare sesso in camera nostra, anche se era mezzo svenuto sul mio divano e col cazzo che mi viene duro se so che c'è lui a sbavare sul mio divano”

“Ha un senso” disse Kevin “Nemmeno io ce la farei se ci fosse la mamma di Veronica a dormire sul nostro divano”

“Piccolo, hai letteralmente fatto sesso con mia madre” disse Veronica “Davvero ti sconvolgerebbe così tanto?”

“Tuo marito piccolo pudico” sentenziò Svetlana “Si vergogna a farlo con due nello stesso momento”

“Ok, perché ora la mia vita sessuale è il fulcro della conversazione?” chiese Kevin “Non stavamo parlando della disastrata vita matrimoniale di Mickey”

“Non è per niente disastrata, credimi” disse Frank inorridito “Io so cosa ho sentito. Sentire mio figlio fare certi suoni mi ha sconvolto la vita”

“In altre circostanze direi che quei suoni mi rendono particolarmente orgoglioso” disse Mickey con un ghigno “Scommetto che nemmeno quel cazzo di pompiere l'ha mai fatto sentire come lo faccio sentire io”

“Io d'accordo con Frank ora” disse Svetlana con una smorfia “Non ho bisogno di certe immagini”

“Credo che il tuo adorato suocerino sia appena collassato giù dallo sgabello” disse Kevin, guardando oltre il bancone.

“Lascialo dormire” disse Veronica “Due ore alla chiusura. Dopo puoi portalo a casa”

 

Quando bussò alla porta di casa Gallagher, Fiona alzò gli occhi al cielo quando aprì la porta.

 

“No, io non me lo prendo” disse Fiona

“Lo sai cosa dice di aver sentito dopo l'ultima volta” disse Mickey “Io non lo prendo”

“Lip?”

“Mandy mi ucciderebbe” disse Mickey “E poi ucciderebbe Lip per avere un padre così di merda”

“Mi farebbe un favore” disse Fiona “Va bene, lascialo sul divano”

 

Carl li osservò dalla cucina con una tazza di cereali in mano.

 

“Un Milkovich che si comporta come un Milkovich” disse “Classico”

 

#4

 

Le Stazioni di Polizia gli mettevano sempre una certa ansia. Non importava se Mickey era un uomo pulito da più di tre anni ormai, se avesse scontato il suo debito con la legge e se in casa sua non fosse nascosto nemmeno un misero grammo di cocaina.

Si avvicinò al bancone dell'accettazione con uno sguardo inquieto, adocchiando il giovane ufficiale dietro il bancone con aria torva.

 

“Mickey Gallagher-Milkovich” disse “Sono stato contattato da uno sbirro, c'è qualche problema?”

“Si” disse il giovane “Abbiamo arrestato suo cognato, Carl Gallagher giusto?”

 

Carl era totalmente cambiato da quando si era diplomato alla scuola militare. Non si era più messo nei guai, e ora era un giovane cadetto pronto per entrare nell'aeronautica militare.

 

Sentire che era stato arrestato aveva un po' sorpreso Mickey. Non era da lui, non dal nuovo Carl per lo meno.

 

Stava quasi per arrabbiarsi con il povero poliziotto , quando una voce non molto famigliare lo chiamò.

 

“Mickey?”

 

Non vedeva quel poliziotto da secoli, ma non gli ci volle molto per riconoscerlo. Era lo stesso poliziotto che gli aveva risparmiato l'arresto la sera del suo coming-out, dopo la scazzottata con Terry.

 

“Steven giusto?” disse infatti Mickey “Il marito di Carlos”

“In carne ed ossa” disse il poliziotto “Come stai figliolo?”

“Me la cavo bene” disse Mickey onestamente “Sto lontano dai guai. Faccio il papà e il marito a tempo pieno mentre servo qualche birra all'Alibi”

“Sono contento di sentirlo” disse Steven “Davvero. Non immagini quanto. Ma credo tu voglia che io arrivi al sodo giusto? Bene, non è successo nulla di allarmante con tuo cognato. Abbiamo dovuto trattenere Carl in via precauzionale”

“Che significa?”

“C'è stato un grosso incidente sull'interstatale 23” disse con calma Steve “Tuo cognato stava tornando a casa dal campo militare, quando è rimasto incastrato in un maxi tamponamento. Un tipo grande e grosso sostiene che fosse tutta colpa sua, nonostante Carl fosse tra le ultime macchine ad essere state coinvolte. Praticamente stava quasi per ucciderlo. Tuo marito era sul posto a prendersi cura dei feriti e ci ha chiesto di chiamarti”

“Quindi non si è messo nei guai?” chiese Mickey, visibilmente più calmo

“No, per quel che ne so il Carl Gallagher che è nella nostra infermeria ora non assomiglia per niente al piccolo ribelle che abbiamo mandato in riformatorio. Ma nemmeno tu assomigli più a quello che eri dopo tutto”

 

Aprendo la porta dell'infermeria, Carl se ne stava beatamente sdraiato mentre una avvenente ragazza gli curava qualche contusione sulla fronte.

 

“Oh Mick, non sono mai stato così dispiaciuto di vederti” disse infatti Carl “Sto piuttosto bene qui, puoi passarmi a prendere tra qualche ora”

“Chiedile il numero, deficente” disse Mickey sospirando “Andiamo, tuo fratello stacca prima per venire a vedere come stai e ci vuole trovare a casa”

“Credevo venisse a prendermi lui infatti”

“Si, grazie tante Mickey per esserti preso cura di me. Come fai con ogni singolo membro di questa cazzo di famiglia” disse Mickey cantilenando un po'.

“Ho capito” disse Carl esasperato “Mi dispiace Cindy. Ma il mio invito per il ballo è sempre aperto vero?”

“Certo Carl” disse la ragazza ridendo “Ti chiamo più tardi”

“Dio, se avessi saputo che diventare un militare ti faceva conquistare così tante ragazze, mi sarei arruolato prima. Ora capisco perché mio fratello ha mollato”

“Zitto e cammina tu. Farai venire un infarto a tua sorella prima o poi” disse Mickey, prendendolo per un braccio “Non so come ringraziarti Steve”

“Finché vi terrete entrambe fuori dai guai , io sono già a posto così” disse Steve ridendo.

“Facciamo che se vieni a trovarmi all'Alibi, c'è una birra gratis per te e il tuo compagno di pattuglia. Anche tuo marito se vuoi”

“Ci conto allora” disse Steve salutandoli.

 

“Hey, non mi sono messo nei guai ok?” disse Carl “Fiona è arrabbiata con me”

“No, solo molto preoccupata. Andiamo prima che le cresca un qualche capello bianco”

“Grazie Mick” disse Carl “Non sei così male quando ti comporti da Milkovich”

“Siete la mia famiglia no?”

 

Dopo tutto, quello strano modo di dire, non era poi così male.

 

 

#5

 

Erano le due del mattino. Chi cavolo stava bussando alla porta con tutto la forza che aveva in corpo?

 

Per fortuna Mickey era solo in casa, altrimenti qualcuno si sarebbe arrabbiato pesantemente.

 

Ian era fuori per il turno di notte, Yev con Svetlana e Mickey se ne stava quasi per andare a letto quando sentì qualcuno sbattere la sua dannata porta.

 

“Mickey? So che almeno tu ci sei. Ti prego, aprimi”

 

Lip. Ovviamente era il suo cazzo di cognato.

 

Mickey aprì controvoglia la porta, aspettandosi un Lip Gallagher in evidente stato di ubriachezza , ma fu piacevolmente sorpreso quando lo trovò piuttosto sobrio e evidentemente sotto shock.

 

“Che cazzo succede?” chiese, le sopracciglia alzate quasi fino ai capelli.

“Tu.....tua sorella.....noi....”

“Dio, Lip. Sei sicuro di non aver bevuto?”

“Sono piuttosto sobrio. Posso entrare?”

 

Mickey si spostò appena dalla porta, lasciando che Lip passasse oltre la soglia e si adagiasse sul suo divano con ben poca grazia.

 

Sembrava un cerbiatto spaventato.

 

“Ok, si può sapere che succede?”

“Non sapevo dove altro andare” ammise Lip “Anzi, speravo ci fosse Ian ma ha il turno di notte , giusto? Non voglio andare a casa di Fiona, mi farebbe mille domande. All'Alibi finirei per bere, e sono già piuttosto fuori così”

“Ok, ma sto seriamente per incazzarmi. Che cazzo hai fatto a mia sorella?”

“Io? Niente! Lo giuro Mick. Non ho fatto niente....noi....lei è......Cazzo, non ci credo”

“Lip, ti decidi a dirmi che succede? Sto perdendo la pazienza e ho sonno,cazzo”

“Mandy è....noi saremo”

“Cosa? Mandy è morta? Voi sarete picchiati da qualcuno? che cazzo mi vuoi dire Lip?” chiese Mickey, visibilmente alterato.

“Mandy è....inc...”

“Incinta?” chiese Mickey sorpreso.

 

Lip si limitò solo ad annuire, visibilmente scosso.

 

Mandy e Lip erano tornati insieme da due anni ormai. Non che la cosa gli andasse a genio, ma chiunque era meglio di Kegnatta per sua sorella.

 

“E tu sei scappato così? L'hai lasciata solo la sera stessa in cui ti ha dato la cazzo di notizia?”

“Sono entrato nel panico, ok? Insomma, è una cosa grossa cazzo”

“Lo credo. È dannatamente grossa. Diventerò zio, cazzo”

“Mick, tu sei già zio. Ti dimentichi di Frenny?”

“Si, ma è diverso. Questa volta è mia sorella quella incinta. Avanti, ti riaccompagno a casa”

“Non so se ce la faccio”

“A tornare a casa? È semplice! Devi muovere le tue cazzo di gambe verso la mia auto e aspettare finché non arriviamo davanti al tuo palazzo”

“No. Dico il padre” disse Lip “E se divento come Frank? Non voglio essere un padre come lui, Mick”

“Accetta un consiglio da uno che ha passato i primi anni di vita di suo figlio come fuggitivo in terra straniera” disse Mickey “Tu farai molto meglio di me”

“Anche tu non sei così male come padre Mick” disse Lip “Dovresti darti più credito”

“Visto, ci vuole veramente poco ad essere meglio di Frank. Andiamo, ancora cinque minuti e mia sorella cambia la serratura. E se anche solo ti azzardi a diventare come lui, ci sono 3 Milkovich che non vedono l'ora di farsi una chiacchierata con te” disse Mickey, scrocchiandosi le mani.

“Ho ricevuto il messaggio” disse Lip “Sconto famiglia”

“Non quando si tratta di mia sorella”

 

Quando arrivarono, Mandy era seduta sugli scalini. Sembrava ancora più piccola di quanto ricordasse, e dire che stava per diventare madre.

 

“Ti ho riportato il cucciolo smarrito” disse Mickey sorridendo.

“Mi dispiace piccola” disse Lip “Sono entrato nel panico”

“Non fa niente” disse Mandy “Avevo paura non volessi più aver a che fare con me”

“No, cazzo no” disse Lip “Lo sai quanto ti amo. E che non ho avuto il miglior esempio di padre crescendo”

“Io mi sento di troppo qui, e sto morendo di sonno”disse Mickey “Congratulazioni sorellina”

“Grazie Mick” disse Mandy “Per tutto”

“Hey, che fratello sono se non posso comportarmi come un Milkovich con una Milkovich” disse Mickey.

 

Se non potevi batterli, era meglio unirsi a loro no?

 

 

 

 

+1

 

Quella era la prima volta che venivano chiamati dal preside. Trattandosi di un Milkovich, era piuttosto normale.

 

Ma Yev non era mai stato richiamato , e Ian e Mickey furono sorpresi quando trovarono anche Fiona seduta sulle scomode sedie del corridoio della scuola che frequentavano Yev e Liam.

 

“Hey, anche Liam è stato richiamato?” chiese incredulo Ian.

“Si, ed ha pure un occhio nero” disse Fiona sospirando “Yev, non è messo di certo meglio”

 

Liam era un bambino di 12 anni piuttosto tranquillo, per la sua età. Molti pensavano fosse per la droga che aveva inalato da piccolo, ma era semplicemente un po' più lento rispetto ai suoi coetanei.

 

I Bulli adoravano questo genere di cose.

 

Non era la prima volta che Fiona veniva chiamata perché qualcuno aveva picchiato Liam, ma di certo era la prima volta in cui veniva coinvolto anche Yev.

 

“Signora Gallagher. Signori . Sono pronta a ricevervi” disse la preside, la signora Williams.

 

Yev e Liam se ne stavano seduti uno a fianco all'altro. Liam aveva una occhio gonfio e pesto, Yev un labbro aperto e sanguinante.

 

“Che è successo, signora Williams?” chiese Fiona, sedendosi accanto a Liam.

“è successo uno spiacevole incidente oggi. Purtroppo è accaduto di nuovo”

“Non capisco. Avevate detto che vi sareste occupati di Billy , ma questi episodi continuano ad accadere. Credo di dover trasferire mio fratello a questo punto” disse Fiona.

“No, zia Fi ti prego” disse Yev. Stava quasi piangendo “Ci penso io a proteggere Liam. Non ho paura di Billy”

“Si, ma cosa centri tu allora. Si può sapere?” chiese Ian.

“E qui entra in gioco questo piccolo monello” disse seria la signora Williams “Penso siate consapevoli che in questa scuola non tolleriamo la violenza, ne tanto meno le percosse”

“Scusi, la fermo subito” disse Mickey “Lo so Ian, avevo promesso di fare il buono, ma non me ne frega un cazzo. Yev ha protetto Liam da questo Billy , giusto?”

“Per la precisione gli ha rotto un braccio” disse la preside, seria

“Quindi volete punire mio figlio perché voi non siete in grado di punire come si deve un dannato bullo che tormenta Liam?” chiese Mickey, ormai incontenibile.

“Deve capire, signor Gallagher – Milkovich , che Billy è un bambino con seri problemi comportamentali. Purtroppo non possiamo fare molto”

“A me sembra che sia piuttosto sano” disse invece Fiona “Prende in giro Liam dal primo giorno di scuola, non ha nemmeno una cazzo di insegnante di sostegno eppure continuano a dire che è problematico quasi quanto Liam. Ora è pure arrivato a picchiarlo, e voi volete punire mio nipote al suo posto”

“Non credo di capire” disse la preside

“Oh, io credo di si” disse Fiona “Scommetto che capirà quando faremo rapporto al provveditorato”

“Non è colpa nostra, signora Gallagher” disse la preside “Ho avuto molti dei suoi fratelli , signor Gallagher-Milkovich , sappiamo tutti che cattivo sangue non mente”

“No, ora parlo io” disse Ian furioso “Che cosa vorrebbe dire? Mio figlio è intervenuto dove voi avete fallito miseramente in tutti questi anni, e ora volete pure punirlo invece che punire questo Billy. E per di più come scusa crede che giocare la carta de “I Milkovich sono tutti uguali” possa bastare. Sa una cosa, ne ho sposato uno e sono dannatamente fiero di aver aggiunto quel cognome al mio. Lei non ne sa un cazzo di questa famiglia”

“Billy viene da una famiglia piuttosto travagliata” tentò di difendersi la preside

“La so già la storia” disse Fiona “Credo anche che suo padre fosse un socio del tuo Mick”

“Oh, Melona? Tony Melona?”

“Si, è quello il nome” ammise la preside

“E lei ha paragonato la mia famiglia con un dannato Melona?” chiese furioso Mickey

“Sentite. In questi casi sarebbe prevista la sospensione” ammise la preside “Posso accontentarmi di un tema di due pagine su come sia sbagliato picchiare le persone, se me lo consegni per venerdì Yev”

“Si signora, sarà fatto”

“Devi ringraziare i tuoi genitori e tua zia” disse la preside “Ora uscite di qui prima che ci ripensi”

“Oh e la dovremmo pure ringraziare?” chiese Mickey furioso “Non so da dove cazzo venga lei, con il suo vestito firmato e l'aria da snob, ma nel South side abbiamo tutti famiglie disastrate. Che le piaccia, oppure no. I Milkovich sono così, noi proteggiamo la famiglia, e anche i Gallagher i lo fanno”

 

Una volta usciti dall'ufficio, Yev guardò triste i suoi papà.

 

“Sono in punizione?” chiese, triste.

“Credo di si, piccolo” disse Ian, prendendolo in braccio “Dovrai fare il tema come ti ha detto la preside, ma io e papà ti aiuteremo”

“Si, ma ora questa zia vuole offrirvi un gelato” disse invece Fiona “Te lo sei meritato per aver difeso Yev”

“Si comporta da Milkovich , ed è ancora così piccolo” disse Mickey “Posso sentirmi un po' orgoglioso?”

“Tale padre, tale figlio” disse Ian sorridendo, baciandolo lievemente sulle labbra.

 

 

 

 

Soho Corner:

 

 

DIO CHE PARTO. E dire che non riesco nemmeno a pubblicare la seconda fic che pronta per oggi

 

in quante seguono “Io prima di te” delle mie lettrici?

 

Praticamente ho scritto il primo capitolo di una long su di loro, su Will e Louisa.

 

Si, a quanto pare riesco a scrivere anche di coppie Het ogni tanto . A questo punto, la pubblico o venerdì o domenica

 

 

ditemi cosa ne pensate. Protectiv!Mickey è tipo la mia cosa preferita

 

un bacio

 

jess

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Happy birthday daddy ***


Happy birthday Daddy

 

 

A quanto pare, quando si diventa genitori, si sviluppa una sorta di strano sesto senso per questo tipo di cose. Come la naturale sensazione di essere fissati, anche se si sta ancora dormendo.

 

Mickey grugnì un paio di volte nel sonno, rigirandosi nel letto mentre quella strana sensazione non accennava ad andarsene.

 

A un certo punto cedette, aprendo un occhio per volta.

 

Si, il suo sesto senso aveva colpito ancora.

 

Yev era seduto nel letto dal lato di Ian, ancora vestito con il suo pigiama preferito di spiderman , e ora lo fissava come un dannato stalker.

 

“Buon compleanno papà” urlò il bambino non appena lo vide sveglio.

“Gesù” disse Mickey seccato “Che cazzo di ore sono?”

“8 del mattino” disse Yev.

 

Erano le nove. Era evidente che Yev dovesse ancora lavorare un po' sulla sua conoscenza dell'orologio.

 

Per fortuna era domenica, e non aveva nessun turno da fare al bar.

 

“Sei stato li a fissarmi per tutto il tempo?” chiese Mickey ridacchiando.

“Non ti svegliavi mai” disse Yev “Oh, devo andare”

 

Corse fuori in un lampo.

 

Mickey se ne stesse sotto le coperte ancora un po'. Era il suo cazzo di compleanno dopo tutto, si poteva permettere di essere un po' pigro almeno per oggi.

 

Ripensò a quando l'unica persona a ricordarsi del suo compleanno era sua sorella Mandy e costringeva gli altri fratelli a comprargli un regalo anche se non avevano soldi e tanto meno voglia di farlo.

 

Ripensò al primo compleanno con Ian e a come quella dannata checca se ne fosse completamente dimenticato, venendo a lanciare dei dannati sassolini alla sua finestra pur di fargliela aprire per chiedere perdono.

 

Ora quel danno pel di carota era suo marito, e ancora non ci poteva credere.

 

Cavolo, Mickey Milkovich con un lavoro onesto , con un figlio e un dannato marito, non si era di certo mai visto.

 

Quasi non si sorprese nel vedere il suo telefono illuminarsi dal comodino con l'ennesimo messaggio.

 

Quando lo prese in mano, ce ne erano già una trentina.

 

Molti clienti del bar, qualche vecchio “amico” e, sopratutto, la sua chiassosa famiglia.

 

Era sempre così da quando aveva avuto la “sfortuna” di incrociare la sua strada con i Gallagher.

 

Buon compleanno fratello” scrisse Mandy “Spero che il tuo caro maritino sappia fare dei pancakes buoni almeno quanto i miei”

 

Fiona gli ricordò l'invito a cena per quella sera, insieme a tutta la famiglia mentre Debbie gli aveva mandato come suo solito un numero imprecisato di emoticons.

 

Carl si era, come sempre, aggregato agli auguri delle sorelle , mentre Lip si era limitato a un semplice “auguri cognato” con faccina annessa.

 

Si, non si sentiva più così solo come un tempo.

 

Kevin gli ricordò del suo enorme “regalo” che lo aspettava al bar.

 

è bruno e invecchiato, dentro a qualcosa di legno. Lo porto stasera a cena ;)” gli scrisse.

 

Persino Svetlana si era ricordata di fargli gli auguri.

 

Auguri Mickey” scrisse “Spero figlio non svegliato tu all'alba per festeggiare

 

Suddetto figlio ripiombò sul letto in un baleno, mentre sulla porta c'era l'unica persona che poteva rendere quel compleanno migliore.

 

Vestito con solo un paio di pantaloni della tuta e una vecchia maglietta, Ian si avvicinò con un vassioi pieno di pancakes , uova e pancetta.

 

“Auguri amore” disse, baciandolo lievemente sulle labbra.

“Speravo in qualcosa di più spinto, ma credo che dovrò accontentarmi”

“Si, almeno finché questa dannata pulce d'acqua sarà ancora nei paraggi” disse Ian , solleticando il fianco di Yev “E poi abbiamo sempre stasera”

“Kev mi ha promesso una botticella di quel wisky invecchiato che tiene al bar per le “occasioni speciali” disse Mickey “Quindi sarò piuttosto ubriaco stasera, Gallagher”

“Dai papà” disse impaziente Yev “Apri il regalo”

“Che avevo detto?” disse Ian “Prima colazione e poi i regali”

“Hey ,va bene” disse Mickey “Ma non dovevate prendermi niente”

“Non essere sciocco papà” disse Yev “Tutti devono avere almeno un regalo da aprire per il proprio compleanno”

 

Nella piccola scatola scura c'era un orologio, uno di quelli costosi su cui Mickey aveva segretamente sperato da almeno cinque compleanni.

 

“Ian” disse però, cercando di suonare arrabbiato “Questo cazzo di orologio costa troppo per noi”

“Hey, è la tua festa” disse Ian sulla difensiva “Lo volevi, e ogni tanto mi piace viziarti. In più il tuo vecchio orologio non funziona più dopo quella rissa al bar”

“Si ma...”

“Niente ma” disse Ian “Un regalo è un regalo. Avanti, mangia la tua colazione prima che si freddi mentre io vesto questa scimmietta”

 

Mickey ubbidì senza fiatare. Buon fottuto compleanno a lui.

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