Alla ricerca della felicità

di frencia92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Strane sparizioni ***
Capitolo 2: *** Dov'è Tony? ***
Capitolo 3: *** New York ***
Capitolo 4: *** Momenti di dolore ***
Capitolo 5: *** Istinto ***



Capitolo 1
*** Strane sparizioni ***


Capitolo 1. STRANE SPARIZIONI
 
 
 
 
‘Ding!’
L’ascensore si apre, tre agenti escono con il loro zainetto in spalla, camminando piano verso le loro scrivanie per cominciare una nuova giornata di lavoro.
“Chissà che cosa ci aspetta questa magnifica giornata… omicidio? Suicidio? Scartoffie?”
“Non lo so, Tony… quasi quasi preferisco le scartoffie. Sono giorni che seguiamo casi su casi e ne ho piene le scatole! Perché questa settimana muoiono solo marines?
Sembra che sia scoppiata un’epidemia di marines morti… non ne posso più…”
“Andiamo, Tim… non esagerare! Ci sono settimane che ce ne restiamo chiusi qui dentro a non fare niente e settimane piene di casi. La settimana scorsa l’abbiamo passata con Ducky in obitorio ad aiutarlo a pulire la sala autopsie… preferisco i casi!!”
McGee scuote la testa, sorridendo “Oh, Bishop… ancora non hai visto niente…”
 
All’improvviso in ufficio compare Gibbs, tra le chiacchere i tre non si erano nemmeno accorti del suo arrivo. Accompagnato dal suo solito caffè guarda i suoi agenti mentre prende dalla scrivania pistola e distintivo “Andiamo! Marine morto!”
I tre sbuffano, prendono velocemente la loro roba e seguono il loro capo in ascensore.
 
 
Arrivano in pochi minuti sulla scena del crimine, Ducky e Palmer, arrivati per primi, iniziano subito a fare ipotesi sulla morte del marine, uscito di strada con la sua jeep.
“Ciao, Jethro.”
“Ciao, Ducky. Cosa mi puoi dire?”
“Per ora posso dirti solo che dalla temperatura del fegato è morto all’incirca da quattro ore… non vedo segni particolari. Il trauma che vedi sulla fronte e il sangue al naso sono stati sicuramente causati dall’urto violento contro il volante, l’airbag non si è attivato. Probabilmente non funzionava correttamente. Per i dettagli dovrai aspettare l’autopsia.”
“Ottimo. Grazie Ducky.”
Gibbs segna sul suo block notes ciò che ha appena scoperto da Ducky e raggiunge gli altri.
“Capo? Guarda qui…”
“Hai trovato qualcosa, DiNozzo?”
“Ovviamente… guarda il volante. Si è distrutto nell’impatto. L’airbag non ha funzionato perché manca! È stato tolto, probabilmente dalla vittima stessa… ho scattato un po' di foto per Abby, ma… ho notato l’assenza di tracce di frenata sull’asfalto. Se non ha frenato, è possibile che abbia perso i sensi prima… o potrebbe aver avuto un malore… il Capitano a quanto ho scoperto aveva 67 anni…”
“È possibile… ottimo lavoro. Porta le foto ad Abby, sento McGee e Bishop cos’hanno scoperto dai testimoni.”
Tony sorride.
Gibbs ricambia il suo sorriso mentre lo guarda salire in auto.
Qualcosa sta per cambiare. Il suo istinto, davanti al suo sorriso si è attivato immediatamente.
Decide di rimandare i suoi pensieri per concentrarsi sul caso, altrimenti non sarebbe più riuscito a lavorare bene immerso nei suoi pensieri.
 
Tony passa subito da Abby per informarla sul nuovo caso e per darle le foto appena scattate, in attesa dell’arrivo delle altre prove.
 
“Hei, Abby!! Ho qualcosa per te!!”
“Cosa?! Il mio Caf-Pow?”
“No… mi dispiace. Sono foto della scena del crimine del nuovo caso che stiamo seguendo… il Caf-Pow te lo porta tra poco Gibbs. Io devo correre alla mia scrivania a scoprire qualcosa sulla vita del nostro Capitano morto… anche se credo sarà un caso veloce, credo sia stato un banale incidente.”
“Se non hai il mio Caf-Pow non mi servi a niente… vai pure a fare il tuo lavoro, altrimenti Gibbs te le suona! Se scopro qualcosa ti chiamo subito…”
Tony le si avvicina lasciandole un bacio sulla guancia, poi torna in ufficio.
 
Gibbs, Bishop e McGee ricompaiono in ufficio, si dispongono subito davanti al mega schermo, in attesa degli aggiornamenti di Tony.
Si alza dalla sua poltrona e raggiunge i colleghi.
“Bentornati! Quello che vedete allo schermo è… il Capitano Marlon, 67 anni, vedovo da 7 anni dopo essere stato sposato per 30. Ha due figlie, Jenny e Clara Marlon, gemelle di 27 anni. Jenny insegna ad una scuola elementare a Santa Monica mentre Clara insegue la carriera del padre, è una giovane soldatessa, distaccata a Quantico.”
Il telefono di Tony squilla alla sua scrivania.
Lascia che i colleghi parlino tra loro del caso mentre si affretta a rispondere “Agente Speciale DiNozzo…”
“McGee… controlla i conti bancari e assicurazioni del Capitano poi senti se Abby ha finito con le foto, Bishop… tu e Tony controllate la casa dell’uomo e contattate le figlie…”
Gibbs si gira verso la scrivania di Tony.
La sedia gira da sola velocemente ma di Tony nemmeno l’ombra.
Si guarda intorno spaesato, non si era nemmeno accorto che Tony era andato via.
L’istinto torna prepotente a farsi sentire, strizza gli occhi mentre osserva basito la sua scrivania vuota, si avvicina osservando la cornetta del telefono penzolare dalla scrivania.
“Ehm… Capo? Dov’è andato Tony?!”
Gibbs guarda McGee senza risposte da dargli.
 

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Capitolo 2
*** Dov'è Tony? ***


Capitolo 2. DOV’È TONY?
 
 
 
 
Rimane fermo ad osservare la sedia girare sempre più piano mentre i suoi sottoposti se ne vanno per seguire il caso come richiesto.
Non sa cosa sia successo ma deve scoprirlo.
Per tutta la mattinata, dopo che Tony sen era andato dalla scena del crimine, aveva avuto uno strano presentimento, come se il suo istinto gli avesse urlato di stare attento a qualcosa.
Si guarda intorno per capire se l’ambiente circostante possa indicargli qualcosa, non ricevendo alcun tipo di segnale decide di seguire l’istinto.
Corre in ascensore e va da Abby.
 
 
“Ciao, Abs…”
“Gibbs! Non ti aspettavo così presto!! Ehm… dov’è il mio Caf Pow…?!”
Gibbs la guarda perplesso “Cosa? Il Caf Pow?”
“Si, Gibbs… Tony mi aveva detto che saresti passato a portarmelo…”
“Ehm… mi dispiace. Mi sono completamente dimenticato ma ho una cosa super urgente da farti fare… è importante.”
Abby lo guarda negli occhi, legge un’irrequieta preoccupazione che da molto tempo non vedeva. Senza perdere altro tempo si volta veloce verso il suo fidato computer, togliendo di fretta la schermata sul caso.
“Dimmi tutto… cosa devo fare?!”
“Digita il numero di cellulare di Tony… so cosa stai per chiedermi ma ora non farmi domande, ho bisogno di risposte, subito.”
“Mi… metto subito al lavoro… spero che non l’abbia spento altrimenti farei fatica a trovarlo… mentre cerco… raccontami perché sto cercando Tony?”
“Ancora non lo so…”
“Come? Spiegati…”
“Stavamo guardando sul monitor le informazioni sul caso, quando… improvvisamente è scomparso. Non ho nemmeno sentito mentre andava via… è tutta la mattina che sento che qualcosa non va e Tony che se ne va nel bel mezzo di un caso conferma le mie preoccupazioni.”
Il computer di Abby suona ma lei rimane subito delusa “Oh, Gibbs… è spento e dal segnale del GPS che sto ricevendo sembra che non si sia mosso dai parcheggi… e non mi sembra normale…”
In pochi secondi si collega alle immagini delle telecamere di sicurezza dove nota perfettamente il cellulare gettato a terra accanto al posto auto deserto di Tony.
“Oh… credi che sia successo qualcosa al parcheggio? Che sia stato rapito?”
“No… no, è andato via in modo strano. Non credo aspettasse qualcuno ed è difficile che sia stato rapito… credo che stia bene. Senti, Abs… per cortesia controlla le telecamere fuori dal Quartier Generale e prova a rintracciare la sua auto. Segui anche il nostro caso ma stai attenta a non dire una sola parola agli altri… non devono preoccuparsi.”
“Certo, Capo… come vuoi. Stai allerta comunque… se trovo qualcosa ti chiamo immediatamente.”
Gibbs sorride di sbieco, le si avvicina lasciandole un leggero bacio di ringraziamento sulla fronte.
“Presto ti porterò anche il tuo Caf Pow. Promesso.”
 
Esce dal laboratorio per raggiungere la sua scrivania.
Arriva in ufficio trovando McGee e Bishop alle loro scrivanie.
“Capo… ho dato un’occhiata ai conti bancari del Capitano Marlon. Un paio di mesi fa ha intestato alle figlie tutti i soldi del suo conto in caso di morte improvvisa.
Inoltre, controllando la sua assicurazione, ho scoperto che le figlie prenderanno centomila dollari a testa, compresi i trecentomila dollari ricevuti dalla morte della madre.
Secondo Ducky non ci sono segni che possano far sospettare un omicidio e i tecnici che hanno controllato l’auto del Capitano non hanno trovato segni di manomissione.
Sembrerebbe un semplice incidente…”
“Ottimo lavoro. Bishop? Hai trovato le figlie?”
“Certamente. Loro non sapevano nulla del padre, non lo sentivano da circa un mese. Dalla morte della madre ha cominciato a soffrire di attacchi d’ansia. Uno di questi gli ha provocato un infarto circa due anni fa. Da quello che mi hanno detto, il Capitano non sembrava stare male nell’ultimo periodo. Era in pensione e spesso si trovava con vecchi amici per andare a pesca.”
Gibbs rimane in silenzio quel poco che basta a far capire ai due agenti che qualcosa non va.
Si voltano entrambi a guardare la scrivania di Tony.
”Capo… dov’è Tony?”
 












Buongiorno a tutti... si fa per dire...!!
Oggi è una brutta giornata. Nella notte ho potuto vedere la 13x24, finale di stagione in cui Tony (il mio cucciolone) sen'è andato. Pessima cosa.
Ancor peggio è il fatto che hanno fatto morire Ziva senza fargliela nemmeno incontrare e senza lottare... e gli ha lasciato UNA FIGLIA!!!!😰💕
Devo ammettere la mia sorpresa... qualcuno ci aveva beccato e l'aveva già scritto in qualche ff moooooolto tempo fa.
Adesso che so il finale, penserete voi, smetterò di scrivere questa storia? NEGATIVO.
Ma vi prego... se avete delle buone idee da scrivere per favore SCRIVETELE!!!
NON ABBANDONATE LE STORIE SOLO PERCHÈ TIVA NON ESISTERÀ MAI O PERCHÈ IL FINALE VI HA DELUSO!!!
Detto ciò... vi è piaciuto questo capitolo?
Lo so, la sto tirando per le lunghe ma dal prossimo capitolo sapremo dov'è Tony... 😄
A presto!!!
Baci, frencia92

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Capitolo 3
*** New York ***


Capitolo 3. NEW YORK




Gibbs non risponde. Non ha risposte da dare.
McGee capisce la situazione e torna a concentrarsi sul caso “Vado da Ducky. Forse ha finito l’autopsia e può darmi qualche informazione in più. Poi… cercherò Tony.”
McGee, seguito da una confusa Bishop, scende da Ducky per informarsi sugli sviluppi del caso mentre Gibbs rimane immobile, al suo posto. Come se sapesse che stanno cambiando le cose, sta succedendo qualcosa ma lui deve rimanere li, in quel punto preciso.
Osserva immobile la scrivania vuota di Tony, convinto che presto lo rivedrà e solo allora riuscirà a vedere la realtà delle cose.

Il telefono alla sua scrivania inizia a squillare insistentemente.
Sa già chi lo sta chiamando.
Si avvicina alla sua scrivania e risponde “Gibbs…”
“Devi venire subito da me. So dov’è Tony!”
Gibbs sospira sollevato “Arrivo immediatamente”
Chiude la chiamata e corre verso l’ascensore.

“Abs… dov’è?” esce dall’ascensore velocemente mentre si avvicina alla scienziata, impegnata al computer.
“Io… non capisco. Perché è li?!”
“Abby, parla con me… cos’hai scoperto?”
“Io… io non so esattamente cos’ho trovato… ho cercato qualsiasi contatto elettronico.
Sono riuscita a risalire al GPS dell’auto di Tony… è stato davvero molto difficile… credo che abbia fatto qualunque cosa per non farsi trovare…
È parcheggiato davanti al Lenox Hill Hospital, un ospedale di New York.
Non so altro ma credo che questo basti per trovarlo.”
Gibbs rimane pietrificato davanti allo schermo del pc che segnala il GPS dell’auto di Tony. 
“Grazie dell’aiuto, Abs” si avvicina a lei e le lascia un bacio sulla fronte “Cancella la ricerca. Gli altri non devono saperlo. Prima voglio scoprire cosa sta succedendo.”
“Va bene. Trovalo e fammi sapere.”
Gibbs sorride alla ragazza e se ne va.



Il silenzio riempie lo spazio e la mente di Gibbs mentre sfreccia con la sua auto verso l’ospedale. 
Un silenzio pieno di tormento.
Cosa diavolo è successo? Perché Tony è in ospedale? Perché non gli ha detto niente e non si è fatto rintracciare?
La sua mente si affolla di pensieri, ben presto scacciati via dalla scritta ‘Ospedale’ sul cartello in strada. Cerca velocemente un parcheggio libero vicino all’entrata e in un istante si ritrova nella sala d’aspetto.
Un’infermiera gli passa distrattamente accanto e lui la ferma.
“Mi perdoni… sono l’agente speciale Leroy Jethro Gibbs…” le mostra il distintivo “sto cercando Anthony DiNozzo.”
“Oh… mi scusi agente ma non posso darle alcuna informazione sui nostri pazienti… a meno che non abbia con se un mandato.”
“Mi perdoni… potrebbe solamente dirmi in quale reparto si trova?”
“Beh… non dovrei ma… mi sembra alquanto disperato. Il Signor DiNozzo si trova nel reparto di Terapia Intensiva…”

Rimane immobile a guardare la donna, con un cenno la ringrazia e comincia a correre verso il reparto indicato.
Affaticato sale velocemente le scale saltando tre scalini alla volta fino ad arrivare all’entrata.

Si ferma un secondo per tornare a respirare, poi apre la porta, alla ricerca del suo agente.











Heilà!! C'è nessuno?!?
Rieccomi qui con un nuovo capitolo...
Ho voluto creare un pò di suspance... per questo vi svelerò tutto al prossimo capitolo!!
Se questo capitolo vi è piaciuto e volete farmelo sapere scrivetemi pure... anche se non vi è piaciuto o se avete qualche suggerimento.
Non vi mordo mica se mi scrivete due parole!!!!!
Detto questo...beh... buone vacanze a tutti e a presto!!!
Baci, frencia92

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Capitolo 4
*** Momenti di dolore ***


Capitolo 4. MOMENTI DI DOLORE






Apre quella porta trattenendo il respiro, in attesa di spiegazioni alle sue innumerevoli domande.
Non fa altro che pensare.
Cosa sta succedendo? E perché nessuno mi vuole dare uno straccio di spiegazione?

Con lo sguardo, mentre cammina perplesso nel corridoio del reparto, cerca visi famigliari.

Passa distrattamente accanto ad una stanza.
L’intuito lo blocca all’istante, facendolo indietreggiare per affacciarsi al vetro della porta.
Sbigottito ed incredulo sgrana gli occhi.
Preoccupato nel vedere quella straziante e dolorosa scena apre piano la porta, facendo meno rumore possibile.
Vede Tony semiaddormentato su una poltroncina, coricato a letto, in apparente fin di vita DiNozzo Senior giace immobile, gli occhi chiusi e il viso pallido catturano immediatamente l’attenzione di Gibbs.
Entra nella stanza senza fare il minimo rumore e si avvicina leggero a Tony.
Gli appoggia delicatamente la mano sulla spalla, ridestandolo da macabri pensieri.
Si guardano intensamente negli occhi, capendosi immediatamente.
Tony si alza piano ed esce dalla stanza, immediatamente seguito da Gibbs.

“Ehi… te ne sei andato senza salutarmi…” Gibbs sussurra per non innervosire il suo distratto agente.
“Io… non volevo darti preoccupazioni inutili… mi dispiace.”
“Nessun problema, ma potevi chiamare!
Cosa succede qui? Perché tuo padre è qui?”
Tony abbassa lo sguardo cercando di trattenere le poche lacrime rimaste da versare.
“Senior… ha avuto un grave infarto. È rimasto sveglio appena il tempo di farci due parole appena sono arrivato… poi...”
Le lacrime ricominciano a scorrere a fiumi. Gibbs, sentendosi impotente di fronte ad un trauma simile, cerca di confortarlo avvolgendolo nel piú caldo abbraccio che può offrirgli.
“Hei, Tony… va tutto bene. Tuo padre non è piú il giovanotto di una volta… è normale che abbia questi problemi. Devi ritrovare un po' di fiducia. Devi combattere per lui ora. Non abbatterti, ti prego!”
Tony annuisce tra le sue braccia, capisce che sta cercando di aiutarlo.

“Grazie, Capo…”
“Anthony… ti vedo pallido. Hai mangiato di recente?”
“Io… non ho nemmeno pensato di mangiare… non ho molta fame…”
“Ascolta. Hai bisogno di riprenderti un attimo. Tuo padre di certo non scapperà da qui e se succede qualcosa i medici sanno come e dove cercarti, perciò ora noi due ci prendiamo una pausa e ci mangiamo qualcosa. Cosa ne dici?”
Tony lo guarda confuso “Ehm… è una richiesta o un ordine?”
Gibbs sorride alla sua precisazione “Beh… diciamo che è un ordine… ma te lo chiedo lo stesso!”
Tony sospira rassegnato “Ok…”

Gibbs, momentaneamente soddisfatto, gli mette un braccio sulla spalla e lo accompagna fuori, con la speranza che si riprenda abbastanza per farsi raccontare tutto.

 

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Capitolo 5
*** Istinto ***


Capitolo 5. ISTINTO





Escono dall’ospedale e a piedi raggiungono un ristorante poco affollato li vicino.

Durante il tragitto Gibbs osserva Tony, crollato nel silenzio più totale. Lo vede pallido e leggermente instabile, sia fisicamente che mentalmente. Lo osserva fissare il vuoto, lo vede seriamente sconvolto, impotente difronte ai tragici fatti recenti. 
Entrano nel locale e si siedono ad un tavolo appartato.


Gibbs silenziosamente continua ad osservare l’amico, Tony cerca inutilmente di smettere di pensare, tiene lo sguardo basso per non far intuire a Gibbs i suoi dolorosi pensieri.
Vedendolo un po' in difficoltà, Gibbs cerca di conversare “Tony… parla con me. Raccontami tutto quello che succede, dimmi come ti senti…”
Tony respira profondamente e solleva lo sguardo su quello di Gibbs.
“Era con degli amici, stavano giocando al Country Club preferito da mio padre, quando… ha iniziato a sentire delle fitte al petto e insensibilità al braccio sinistro.
I suoi amici hanno capito immediatamente la gravità della situazione, per fortuna uno di loro è un medico in pensione. Lo hanno soccorso tempestivamente portandolo in ospedale. Era in condizioni critiche ma era ancora cosciente, ha chiesto a Jerry di chiamarmi.
Jerry è un mio vecchio amico del liceo, siamo rimasti in contatto e papà lo sapeva.
Mi ha chiamato in ufficio. Mi ha chiesto di partire subito ed è quello che ho fatto.”
“Perché non mi hai detto niente? Perché non ti volevi far trovare?”
“Io… avevo bisogno di rimanere solo. Non volevo preoccupare nessuno. Non posso tornare ora, devo rimanere qui con mio padre.”
“Non voglio che torni, anzi… rimarrò qui con te. McGee e Bishop stanno chiudendo il caso. Mentre venivo qui mi hanno aggiornato. Sembra che la tua intuizione fosse giusta, ha avuto un malore prima di uscire di strada, è un banale incidente.”
“Loro… lo sanno?”
“Che sei qui? No. Solo Abby sa che sei qui, le ho chiesto aiuto per rintracciare il GPS della tua auto. McGee ha iniziato a farmi domande ma ha capito che non era il caso. Bishop non si è esposta ma credo sia altrettanto preoccupata.”
Accanto a loro compare una giovane cameriera “Buongiorno e benvenuti! Volete ordinare?”
Tony risponde subito con un “No, grazie!” ma Gibbs lo frena subito “Si! Prendiamo due caffè e per lui un sandwich di pollo…”
Un po' confusa segna l’ordinazione e se ne va sfoggiando un sorriso.
Tony, leggermente alterato, osserva il leggero sorriso sul volto del suo capo “Avevo detto di no!”
“Devi mangiare, devi rimanere vigile e sveglio. Tuo padre non vorrebbe sapere che ti fai del male perché ti preoccupi per lui…”
“Non… non è per questo… non ho fame. Non riesco a mangiare, solo sentire l’odore di cibo mi da la nausea.”
“Mangia senza respirare, no?!”
Ridono entrambi della battuta inconsueta di Gibbs.
“Finalmente un sorriso!! Per favore, cerca di mangiare qualcosa. Sei davvero pallido. Non farmi preoccupare…”
“Ok. Ci provo ma non ti prometto niente.”
Gibbs sorride soddisfatto mentre osserva la cameriera portare l’ordinazione.
“Ecco qui! Due caffè e il sandwich. Buona giornata!”
Appoggia le tazze e il piatto e se ne va.
“Ora vedi di mangiare…”
Tony sospira pesantemente e comincia a mangiare sforzandosi di non vomitare. Gibbs riconosce lo sforzo che sta facendo per lui e lo apprezza. Lo osserva felice e soddisfatto mentre sorseggia il suo caffè.


“Hai preso una stanza in albergo?”
“No… resto con mio padre… questo sandwich dopotutto non è male!”
“Vuoi restare a dormire su quella poltrona scomoda?”
“Si. Finché mio padre non starà meglio resterò li. Tu devi tornare… a Washington. Devi tornare al lavoro.”
“Tornerò al lavoro quando starai meglio e sarà tutto finito. Torneremo insieme.”
Tony addenta l’ultimo boccone e finisce il suo caffè.
Si alza velocemente lasciando dei soldi sul tavolo e, seguito da Gibbs, esce in fretta dal locale.



“Hei, Tony!! Non correre!!”
“Devo tornare. Adesso.”
Gibbs capisce al volo. Istinto.
S’incamminano verso l’ospedale quasi di corsa, Tony sembra particolarmente agitato.
Arrivano in Terapia Intensiva dove incontrano il medico di Senior.
“Signor DiNozzo… stavo per contattarla. Suo padre ha avuto un leggero malore. Al momento non è sveglio, non si è mai svegliato da quando è uscito. Lo abbiamo rianimato immediatamente senza problemi ma il suo cuore è molto debole. Potrebbe non farcela la prossima volta.”
“Grazie di cuore, Dottore.”
Le lacrime tornano copiose a segnare il suo viso tornato immediatamente pallido.
Gibbs capisce il suo dolore e lo abbraccia con affetto.

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