Estratti di una convivenza (in)civile

di Marauder Juggernaut
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Morso ***
Capitolo 3: *** Accessori ***
Capitolo 4: *** Malattia ***
Capitolo 5: *** Rituale ***
Capitolo 6: *** Ristorante ***
Capitolo 7: *** Ricordi pt. 1 - Primo incontro ***
Capitolo 8: *** Buongiorno ***
Capitolo 9: *** Arte culinaria ***
Capitolo 10: *** Pulizie ***
Capitolo 11: *** Lavoro ***
Capitolo 12: *** Ricordi pt. 2 - Tabacco pressato ***
Capitolo 13: *** Doccia ***
Capitolo 14: *** Difetto ***
Capitolo 15: *** Famiglia ***
Capitolo 16: *** Bucato ***
Capitolo 17: *** Ricordi pt. 3 - Alcol, dolce alcol ***
Capitolo 18: *** Amici ***
Capitolo 19: *** Compagnia ***
Capitolo 20: *** Notte ***
Capitolo 21: *** Settembre ***
Capitolo 22: *** Ricordi pt. 4 - Tracheoscopia ***
Capitolo 23: *** Dichiarazione ***
Capitolo 24: *** Parco ***
Capitolo 25: *** Canzone ***
Capitolo 26: *** Fuori ***
Capitolo 27: *** Ricordi pt. 5 - Una dolorosa cicatrice ***
Capitolo 28: *** Alfa ***
Capitolo 29: *** Ancora ***
Capitolo 30: *** Proposta ***
Capitolo 31: *** Figlio ***
Capitolo 32: *** Ottobre ***
Capitolo 33: *** Ricordi pt. 6 - Consolazione per due ***
Capitolo 34: *** Scuola ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Estratti di una convivenza (in)civile


Prologo

Doflamingo mescolò distratto il caffè che aveva davanti a sé. Crocodile non poteva vedere chiaramente la sua espressione – quei maledetti e assurdi occhiali nascondevano perfettamente la parte più esplicativa del viso – ma era certo che quell’esagerato volatile stesse riflettendo su qualcosa di importante e tre erano i fattori che lo dimostravano: era completamente silenzioso, non sorrideva nel solito modo perverso, aveva versato tre bustine di zucchero in quel caffè, probabilmente senza nemmeno accorgersene.
Il rettile sbuffò, distogliendo lo sguardo per concentrarlo sugli altri clienti di quel caffè: « Hai intenzione di berlo o continui a mescolare? ».
Come risvegliatosi da una trance, Doflamingo smise di rigirare il cucchiaino, ma neanche in quell’occasione bevve l’amaro – anzi ormai dolcissimo – contenuto della tazzina.
Si sporse in avanti su quel tavolino metallico, concentrando tutta l’attenzione sul compagno, sondandolo da capo a piedi, apprezzando non poco il completo elegante con cui il suo Coccodrillo si recava al lavoro.
Alzò lo sguardo sull’altro, facendo spuntare poi quel sorriso che tanto lo caratterizzava: « Crocodile, da quanto tempo stiamo insieme? ».
Il diretto interessato sospirò: poteva dire che quasi odiava ammettere ad alta voce di avere effettivamente una relazione stabile con un individuo eccentrico come Donquijote Doflamingo, ma la realtà dei fatti era quella e alle volte, quando si fermava a riflettere, sorprendeva persino Crocodile stesso.
« Dalla fine dell’università, quindi sei anni ormai… ».
Si domandò silenziosamente il perché di quella domanda che raramente – se non mai – si erano posti a vicenda, ma le risposte che arrivarono alla mente a quel muto quesito erano sempre più improbabili e deleterie. Non tenevano davvero conto del tempo passato insieme: conoscendosi sin dall’infanzia la presenza dell’altro, per quanto fastidiosa, era ormai una prassi e sarebbe parsa strana l’idea di separarsi in quel momento.
Il Fenicottero sogghignò, sorpreso che fosse passato così tanto tempo.
Tornò poi serio, senza smettere di fissare Crocodile; questi, dal canto proprio, quando vedeva una tale espressione sul volto dell’altro, era già conscio che quel dannato volatile avrebbe detto qualcosa che lo avrebbe spiazzato non poco, per stupidità o per ardimento.
« Quando ti decidi a venire a vivere a casa mia, Wani?* ».
Crocodile di certo però non si aspettava sia l’una che l’altro.
« Cosa? ».






Angolo Autrice:
Ciao a tutti ed eccomi con una nuova raccolta su una coppia che essenzialmente adoro ~
Io adoro i membri della flotta dei 7, ma Mihawk, Doffy e Crocodile sono i miei preferiti in assoluto e shippo parecchio gli ultimi due. Perciò eccomi a muoverli nel mondo moderno, portandoli a vivere quella fase complicata e divertente che è la convivenza. Giusto un paio di cose: Crocodile non ha l'uncino in questa fic, ha solo la cicatrice in faccia. Mi è sembrato più normale, ecco; seconda cosa, Doflamingo chiama ogni tanto Crocodile *"Wani" che vuol dire coccodrillo in giapponese. Semplicemente mi piace il suono.
Una raccolta di Fic che prevede diversi temi della convivenza; ho già fatto alcuni capitoli, ma se avete qualche richiesta non esitate a dirmela, tanto è una raccolta che manderò avanti a oltranza.
A presto.
Marauder Juggernaut.

 

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Capitolo 2
*** Morso ***


Morso

Di fronte allo specchio del bagno, Doflamingo studiò attentamente il proprio petto e le spalle abbronzate. La luce al neon dello specchio rendeva la sua pelle più chiara del solito, ma non ci fece troppo caso, più interessato a esaminare i profondi segni di denti che adornavano quella mattina i suoi muscoli; uno in particolare, poco sopra la clavicola, talmente ben delineato da aver inciso un poco la carne. L’epidermide in quel punto sembrava sfumare verso il viola e quando l’uomo la toccò, trasalì appena per il lieve dolore.
Non poté trattenere una risatina divertita di fronte a quel marchio e ai ricordi sconnessi della notte precedente, che si mescolavano e si confondevano a quelli di molte altre nottate passate assieme al suo rettile. Coccodrillo di nome e di fatto, pensava guardando il morso, anche se quella volta ci era andato un po’ più pesante del solito.
L’uomo in questione fece il proprio ingresso nel bagno in quel momento; con volto annoiato, scrutò quel fenicottero ancora mezzo nudo – almeno quanto Crocodile stesso – che rimirava il proprio riflesso. Beh, almeno una piccola parte di esso, che svettava ben visibile vicino alla sua spalla.
Crocodile sorrise soddisfatto, affiancandosi a Doflamingo, aprendo il rubinetto per sciacquarsi il viso, il tutto sotto lo sguardo divertito e il sorriso malizioso del compagno.
« Crocodile? ».
Questi prese un asciugamano pulito per asciugarsi il volto, prima di alzarsi e fronteggiare nuovamente il fenicottero, che nuovamente era andato a toccarsi la clavicola.
Doflamingo sorrise malizioso: « Sai che il morso più potente in natura è quello del coccodrillo? ».
L’altro ghignò ancora, compiaciuto di quella nuova nozione.
« Allora vedi di non dimenticarlo, fenicottero ».
Non si poteva mai sapere cosa avrebbero azzannato quei denti.






Note autrice:
Ed ecco il secondo capitolo! Un grazie sincero a _Sweetness19 e Zomi che hanno commentato lo scorso capitolo e anche ha già cominciato a mettere la storia tra Seguite/ricordate/preferite! A presto.
Marauder Juggernaut.

 

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Capitolo 3
*** Accessori ***


Accessori


Ogni mattina, Donquijote Doflamingo dopo essersi preparato, prima di uscire per andare al lavoro, metteva le chiavi in tasca e indossava quegli sfavillanti occhiali fucsia. Il suo compagno lo guardava con un misto di incredulità ed esasperazione per tale scelta stilistica.
Ogni mattina Crocodile, dopo essersi preparato, prima di uscire per andare al lavoro, metteva le chiavi in tasca e indossava un elegante guanto di pelle nera unicamente alla mano sinistra. Il suo compagno lo guardava con un misto di perplessità e curiosità.
Non era mai stato chiaro chi dei due possedesse l’abitudine più insolita, ma entrambi difendevano a spada tratta la propria opinione che la mania dell’altro fosse più assurda.
 
« Perché continui a indossare quegli occhiali? ».
Un divertito Fenicottero sorrise ampiamente: « Non ti piacciono, Wani? »
« Per nulla ».
Doflamingo scosse le spalle, per nulla toccato dal parere del Rettile. Mise in tasca le chiavi della macchina, prima di voltarsi verso il compagno e guardarlo con aria di sufficienza: « Perché metti sempre il guanto di pelle solo alla mano sinistra? »
Crocodile lo fissò irritato: « Ti dà fastidio? »
« Per nulla. Solo una curiosità ~ » disse l’altro senza togliersi dal volto quel sorriso sornione.
Crocodile si infilò la giacca senza rispondere, superdando il Fenicottero e uscendo di casa. Non se la prese troppo, Doflamingo.
In fondo, non bisogna mai fare domande di cui non si vuole davvero sapere la risposta.





Angolo autrice:
Ed eccomi di ritorno con un nuovo capitolo! Spero che piaccia! Ringrazio sinceramente momoallasecond, Zomi e _Sweetness19 per aver commentato lo scorso capitolo! Detto questo, un giorno o l'altro comincerò una serie sulla coppia Kidd/Law seguendo i prompt di una bellissima challenge indetta sul forum di EFP chiamata Banchetto delle Soulmate AU! Se vi piace il genere vi consiglio di partecipare perché è molto carina! 
A presto!
Marauder Juggernaut

 

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Capitolo 4
*** Malattia ***


Malattia

Avendolo sempre conosciuto così energico e vitale, Crocodile non avrebbe mai pensato di vedere Donquijote Doflamingo steso sotto le coperte, sconfitto da una banale influenza. Quella scena aveva un’aria quasi surreale e mostrava un lato vulnerabile – e umano – del Fenicottero che, pur conoscendolo da anni, il Rettile non aveva quasi mai intravisto.
Ma quella condizione di malattia aveva praticamente dato carta bianca a Doflamingo di far sgobbare come più gli piaceva il compagno costretto ad assisterlo: fosse mai che quel Volatile peggiorasse ulteriormente le proprie condizioni, obbligandolo ad aiutarlo più a lungo.
Quelli erano stati cinque lunghi – lunghissimi – giorni fatti di troppe chiamate e troppe richieste di cui, Crocodile era certo, metà erano solo dei capricci del compagno che si divertiva troppo a vedere quell’orgoglioso Coccodrillo così fedele alle sue parole.  
 
« Wani, potresti vestirti da infermiera ~ » Doflamingo lo prese in giro per l’ennesima volta quando vide il compagno entrare con un piatto di brodo di pollo e un’espressione seccata.
« Scordatelo » affermò perentorio il Coccodrillo mentre posava la pietanza bollente sul comodino, trattenendo a stento un sospiro esasperato. Il Fenicottero sghignazzò sotto le coperte, mentre si tirava a sedere a fatica e faceva gesto un cenno a Crocodile di avvicinarsi.
Sospettoso, l’altro rimase dov’era.
Con un sorriso di scherno,  Doflamingo leccò lentamente le proprie labbra ancora secche: « Wani, controlli se ho la febbre? ».
Il Rettile non ci cascò: « C’è il termometro ».
Il sorriso del Fenicottero si affievolì un poco, prima di tornare smagliante come prima: « Eddai, non sarà mica un problema, vero? » e con un gesto casuale indicò la propria fronte, lasciando comunque intendere che non gli interessava se avesse o meno la febbre, lo scopo era un poco diverso.
Non potendo negarglielo, Crocodile cedette: magari la finiva di fare quei capricci infantili e poi le sue labbra erano in precedenza già finite su parti del corpo del Fenicottero ben più compromettenti della fronte.
Socchiudendo piano gli occhi, Doflamingo godette di quei pochi istanti in cui la bocca fresca del compagno si posò sulla sua fronte accaldata, dandogli una rilassata sensazione di pace.
Crocodile si staccò da lui: « Si è abbassata ».
Non ebbe nemmeno il tempo di reagire che la bocca prepotente del Fenicottero occupò la sua in un bacio tutt’altro che casto. La lingua cercò immediatamente quella del compagno, rendendo ancora più bagnata quell’effusione prima che il Rettile si staccasse infuriato.
« Sarai idiota! Così verrà la febbre anche a me! ».
Senza smettere di sorridere, Doflamingo tornò a stendersi più comodo tra i cuscini.
« E perdermi la possibilità di averti bloccato a letto per una settimana? ~ ».





Angolo Autrice:
Ed eccomi col nuovo capitolo. L'ho pubblicato un po' in anticipo perché nei prossimi giorni sarò un po' impegnata poiché la maturità si avvicina e le interrogazioni sono all'ordine del giorno.
Detto ciò, grazie a momoallaseconda e a Zomi che hanno commentato lo scorso capitolo! 
Al prima possibile con il prossimo!
Marauder Juggernaut

 

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Capitolo 5
*** Rituale ***


Rituale

Dopo una lunga ed estenuante giornata di lavoro, finita la cena che consumavano insieme – quasi sempre battibeccando – c’era sempre un momento che Crocodile ricercava unicamente per se stesso e per la propria calma.
Quella sera non faceva eccezione. Sul tavolo davanti a lui c’erano unicamente il portasigari e un bicchiere in cristallo contenente un dito di ambrato cognac. Il liquore mandava fievoli bagliori sulla superficie candida del tavolo.
Quella era la parte del giorno che Crocodile preferiva, un rituale che portava avanti sin da quando aveva poco più di vent’anni e aveva appena scoperto il sapore del tabacco arrotolato.
Sigari Dobles, Montecristo. I migliori.
Il modo con cui il Rettile ne tagliava il cappello aveva un ché di venerabile. Ogni azione era ponderata con calma, eppure precisa e sicura, tanto che lo stesso Doflamingo quasi si incantava a guardarlo per alcuni istanti, particolarmente interessato a tale visione.
Crocodile prendeva poi l’accendino cromato che il compagno gli aveva regalato quasi disinteressatamente quando ancora frequentavano entrambi l’università. Al tempo, il Fenicottero non pensava che quell’orgoglioso Coccodrillo l’avrebbe tenuto. In quel periodo però non immaginava nemmeno che la loro relazione sarebbe sbocciata in una convivenza a metà tra il divertente e l’esasperante.
Ancora seduto al tavolo, il coccodrillo portò con eleganza il sigaro tra le labbra sottili, stringendolo con i denti mentre lo accendeva con calma, rigirandolo e inspirandone poi un’ampia boccata.
Espirò una densa nube di fumo che per un istante mostrò a Doflamingo il volto di Crocodile meno nitido, prima che quella si dissolvesse nell’aria ferma della casa.
Quella era la parte preferita della giornata anche per il Fenicottero, che per alcuni momenti si perdeva nella contemplazione del volto rilassato del compagno mentre questi fumava e alternava le boccate a calibrati sorsi di liquore.
Il Coccodrillo era tranquillo, rilassato.
Donquijote sogghignò, prima di avvicinarsi rapidamente e togliere il sigaro dalla bocca di Crocodile, portandoselo alle labbra per aspirare anche lui il tabacco pressato, sotto lo sguardo assassino del Rettile.
Il Fenicottero non amava troppo quella calma.




Angolo Autrice:
Ed ecco un nuovo capitolo un po' in ritardo...
Un grazie a Zomi che ha commentato l'ultimo capitolo1
A presto!
Marauder Juggernaut

 

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Capitolo 6
*** Ristorante ***


Note autrice: Questo capitolo è dedicato a Zomi che commenta ogni volta questa storia; inoltre il prompt me l'ha suggerito lei. Buona lettura, sperando di non essere andata troppo OOC
Marauder Juggernaut



Ristorante

“Classe” era la parola d’ordine per entrambi: erano “di classe” i loro abiti firmati, “di classe” le loro automobili berline, “di classe” il loro atteggiamento distaccato tipico dei giovani imprenditori a cui la fortuna e il successo avevano arriso loro sin da subito.
“Di classe” erano anche i locali che frequentavano, dove il maitre di sala li accoglieva in quegli ambienti luminosi e raffinati.
Quella di uscire la sera per mangiare in un lussuoso ristorante non era un’abitudine, anzi, più un’usanza occasionale che però Crocodile non voleva particolarmente praticare.
Non per gli sguardi curiosi degli altri avventori, non per le sciocche chiacchiere dei camerieri che si scusavano per aver avuto un problema con la preparazione delle pietanze; quanto più per l’esuberanza del proprio partner che non si faceva problemi a sbandierare ai quattro venti l’intimità della loro relazione.
Il Coccodrillo era tutt’altro che un tipo timido, ma certi affari personali voleva tenerli tra le mura del loro grande appartamento.
Il Fenicottero non era dello stesso avviso poiché, dopo la calma delle prime portate, trovava sempre il modo – magari anche involontariamente, ma Crocodile era convinto del contrario – di metterlo sempre a disagio: una battuta spinta detta troppo ad alta voce, un flirt romantico troppo evidente o una proposta indecente non mancava mai.
 
Quella volta però il Rettile era convinto che non ci sarebbe stato alcun intoppo: quella cena era stata tranquilla e posata, il tono era rimasto colloquiale e lo stesso Doflamingo non aveva sorriso in quel suo classico modo fastidioso e inquietante, restando invece calmo, discorrendo senza troppa enfasi. A un occhio esterno sarebbero potuti apparire semplici colleghi di lavoro.
Una cena quasi perfetta e Crocodile soddisfatto assaporava con lentezza quella squisita millefoglie grondante di crema.
Una goccia di quella liquida delizia macchiò maliziosa la candida pelle del mento del Coccodrillo, che fu costretto a posare la forchetta per prendere il tovagliolo.
Ma prima di poter sentire sul proprio viso la soffice consistenza, la stoffa fu intercettata e sostituita dalle morbide labbra del Fenicottero che acchiapparono la goccia di crema in un istante e subito si allontanarono.
Un movimento fluido, repentino da sembrare irreale, ma abbastanza diretto perché i tavoli vicini se ne  accorgessero e li guardassero con un misto di sorpresa e disgusto.
A sentire i primi commenti a bassa voce, la rabbia e la vergogna tinsero di un rosso congestionato gli zigomi del Coccodrillo che guardò furibondo il gongolante Fenicottero che non stava dando la minima importanza alle maldicenze della gente seduta vicino a loro.
« Allora, Wani … prendiamo anche l’ammazzacaffè? ».

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Capitolo 7
*** Ricordi pt. 1 - Primo incontro ***


Ricordi pt. 1 - Primo incontro 


Doflamingo scostò con un unico movimento le lenzuola, mentre si avvicinava di più al corpo nudo del compagno, che si era messo comodo contro la testiera dell’ampio letto per aver più calma per fumarsi il sigaro.
Con un sorriso soddisfatto e sornione, il Fenicottero si accoccolò meglio contro l’ampio petto dell’altro.
« Wani ~ » e il cenno d’assenso dell’altro gli fece capire che lo stava ascoltando « Ti ricordi la prima volta che ci siamo incontrati? ».
 
In quella classe di scuola media, nessuno sembrava particolarmente interessante agli occhi di Crocodile. Tutti bimbetti che si sentivano e si credevano più grandi perché dicevano una parolaccia di più o facevano battute a sfondo sessuale, quando probabilmente non avevano nemmeno idea di come si svolgesse l’atto in sé. Il giovane Coccodrillo non trovava nulla di stimolante in quel gruppo di bambocci che si atteggiavano superiori senza apparente motivo, per poi mettere la coda tra le gambe quando Crocodile li guardava bieco. Tutti lo temevano e notavano in lui una maturità che non si addiceva per nulla a un ragazzino di undici anni, mutuata anche dalla mente brillante che si ritrovava.
L’arrivo di un nuovo studente era ben lontano dal portare una ventata di novità per il Rettile, che già si immaginava l’ennesimo bambino che si fingeva adulto solo con le parole.
Fu di certo sorpreso di vedere quel biondino entrare in classe l’ora dopo l’inizio delle lezioni, vestito con accostamenti improponibili e con un paio di occhiali da sole che non accennava a togliersi nonostante gli inviti della professoressa.
Aveva preso posto vicino a Crocodile, dato l’unico banco vuoto. Entrambi in fondo, vicino alla finestra.
E al Coccodrillo non era piaciuto per niente dal primo sguardo. Aveva letteralmente passato tutte le restanti ore di scuola pressato dalla sensazione di essere osservato; ed era perfettamente conscio che si trattava di quel nuovo compagno di banco, anche se non poteva dirlo con certezza, dato che le lenti viola coprivano i suoi occhi. Ma quel sorriso inquietante parlava da solo.
Alla fine della giornata la dura domanda di Crocodile fu d’obbligo.
« Perché continui a guardarmi? » e si aspettò di tutto, tranne l’effettiva risposta di quello strano Donquijote Doflamingo.
« Con i capelli lunghi sembri una femmina ».
Quel commento, così sicuro e tempestivo, ammutolì per dei lunghi momenti Crocodile che lo fissò stralunato e furibondo, prima di recuperare la parola: « Con quegli occhiali sembri idiota ».
Una rivalità era sancita.
 
Col tempo, Doflamingo avrebbe cambiato idea sui capelli del Coccodrillo.
Perché il Crocodile lo facesse sugli occhiali del Fenicottero, di acqua sotto i ponti ne sarebbe passata tanta e tanta dovrà ancora passarne.




 

Note Autrice:
Ed ecco il nuovo capitolo che è un po' diverso dagli altri. Parla infatti un poco del passato dei due e ho intenzione di aggiungerne altri ogni tanto per parlare di alcuni eventi specifici. Spero che l'idea vi piaccia. Intanto ringrazio momoallaseconda e Zomi che hanno commentato lo scorso capitolo! 
A presto!
Marauder Juggernaut

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Capitolo 8
*** Buongiorno ***


Buongiorno

Ogni mattina, il sole entrava dalle ampie finestre della cucina dell’appartamento e si rifrangeva con una luce abbagliante contro i ripiani immacolati della penisola al centro della stanza.
La cucina era la zona della casa che Doflamingo preferiva: si sentiva nel proprio mondo, senza contare la sua dote culinaria che non poche volte aveva sorpreso uno scettico Rettile.
Il Fenicottero amava stare in cucina, soprattutto nel momento della colazione; adorava gustare il cornetto e sorseggiare il caffè bollente appoggiato al ripiano della penisola, mentre osservava fuori dalla finestra il sole levarsi e colorare di un tenue arancio gli eleganti condomini attorno al loro.
La fragranza di caffè amaro nell’aria era quello che serviva risvegliare i sensi ancora addormentati e sazi della notte precedente. La macchinetta del caffè scattava e avvisava il proprietario che la bevanda era pronta per essere bevuta.
C’era una calma irreale, la mattina; e, per quanto Doflamingo preferisse la calca e il rumore, apprezzava anche quei momenti di assoluta pace e silenzio. Si alzava sempre dieci minuti prima di Crocodile e si godeva quella sensazione piacevole.
Il Fenicottero amava la mattina, appena svegliato, con l’aria frizzante e carica di aspettative per una nuova giornata da trascorrere.
Sorrideva poi, nel sentire la silenziosa e riservata presenza del Coccodrillo entrare in cucina, alle sue spalle, mentre ancora osservava l’alba alzarsi oltre i vetri. Il Volatile gustava soddisfatto quei momenti che sapevano di interessante quotidianità, mentre spingeva di lato sul ripiano  il piattino di ceramica con sopra la brioche per l’altro e ascoltava divertito Crocodile gridare “Inutile affare di plastica” riferito alla macchinetta del caffè.
Si lasciava scappare uno sbuffo divertito, ammutolendosi poi quando notava la gelida occhiata del Rettile, ma senza smettere di sorridere.
Per un altro motivo, poi, Donquijote Doflamingo amava la mattina: non avrebbe mai saputo dire se era il proprio volto o la bocca del Coccodrillo a muoversi per prima, ma era impossibile fermare quel lieve e poi profondo contatto di labbra che cominciava come un casto saluto e terminava come un tiepido augurio di buona giornata. E il Fenicottero tentava ogni mattina di renderlo più lungo possibile, prima di staccarsi un poco a mal in cuore, ma senza perdere lo spiacevole sorriso.
« Buongiorno, Wani ~ »
« Buongiorno, Donquijote… ».
Doflamingo amava la mattina.





Note Autrice:
E anche questo è andato! Credo che l'ooc qui sia sceso a catinelle come la pioggia da me in questi giorni, ma spero comunque che piaccia! Rileggendolo mi è parso un po' confusionario, ma ditemi voi. Detto ciò, ringrazio sinceramente Zomi e Haruko che hanno commentato lo scorso capitolo e mi hanno resa felice coi loro commenti (?)
A presto! 
Marauder Juggernaut

 

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Capitolo 9
*** Arte culinaria ***


Questo capitolo è per Zomi che mi dà ottime idee.


Arte culinaria 

La prima volta che Crocodile aveva visto Doflamingo cucinare, era rimasto sorpreso e interdetto.
Quando il Coccodrillo viveva da solo, mangiava quasi unicamente nella mensa aziendale o con take away e aveva dato praticamente per scontato che per il Fenicottero fosse la stessa cosa.
Vederlo muoversi con tanta maestria ai fornelli le prime volte lo aveva stupito, per poi rendersi conto che l’arte culinaria per Doflamingo oltre a essere una necessità era anche un hobby e un modo per rilassarsi.
Senza contare che non era affatto male: se all’inizio il Rettile era stato sospettoso delle pietanze che il Fenicottero gli porgeva senza togliersi quell’agghiacciante ghigno – sembrava sul serio pianificare un avvelenamento con quel sorriso –, col tempo aveva iniziato ad apprezzare il cibo cucinato da lui, considerando il compagno un maestro. Tale apprezzamento, ovviamente, non era mai uscito esplicitamente dalla bocca di Crocodile, ma la voracità con cui gustava i piatti lasciava non poco soddisfatto Doflamingo, che sempre si dilettava nel cucinargli qualcosa di tipico della sua nazione d’origine, Dressrosa.
Col tempo, il Fenicottero aveva cominciato a capire quali pietanze preferisse il Rettile e si era perfettamente reso conto di quel luccichio tronfio che aleggiava nelle iridi del Coccodrillo quando il Volatile presentava davanti a lui la famosa paella di dressgamberetti.
Nonostante Crocodile non dicesse nulla se non qualche vago apprezzamento, Doflamingo sapeva benissimo che quello era il suo piatto preferito e aveva cominciato a cucinarlo in quelle sere in cui lo vedeva stressato – particolarmente stressato – per il lavoro o per una giornata andata male.
Il Fenicottero notava subito l’arricciarsi delle labbra in un accennato sorriso quando lo squadrava pulire i gamberetti, appoggiato allo stipite della porta della cucina, prima di andarsene da un’altra parte: non voleva dimostrare quanto felice lo rendesse sapere quale cibo avrebbe mangiato. Purtroppo questo particolare non sfuggiva allo sguardo attento di Doflamingo, sebbene spesso velato dalle lenti violacee degli occhiali.
E non scordava mai di farglielo notare quando, a tavola, posava il piatto di fronte a lui.
Era chiara la soddisfazione del Coccodrillo davanti a quel piatto di riso dal tenue colore rosato e dall’intenso profumo di spezie. Ma puntuale come la reazione del Rettile c’era anche quella del Fenicottero che si fermava per un istante a contemplare il volto di Crocodile e poi si piegava su di lui, vicino al suo orecchio, per soffiarvi dentro malizioso: « Mi puoi ringraziare dopo per il mio buongusto e le mie ottime scelte, Wani ~ ».
Si prospettava una notte movimentata.




Note Autrice:
Ed eccoci con un nuovo capitolo, un'idea che mi ronzava in testa e che mi è stata consigliata da Zomi (Ricordate che se volete vedere i nostri due cari flottari in qualche situazione quotidiana particolare, non avete fare altro che dirmelo, anche in messaggio privato!).
Spero vi sia piaciuto il capitolo e ringrazio ancora una volta _Haruko e Zomi che hanno recensito lo scorso capitolo!
A presto
Marauder Juggernaut

 

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Capitolo 10
*** Pulizie ***


Questo capitolo è per momoallaseconda 
che mi dà idee interessanti. Spero ti piaccia
 

Pulizie

La colf arrivava il martedì e il venerdì, la mattina, quando entrambi erano al lavoro. Eseguiva in maniera impeccabile le faccende domestiche e i padroni di casa, una volta tornati, notavano distrattamente (ma soddisfatti) che il compito era sempre eseguito in modo ineccepibile: non un granello di polvere o un alone sugli specchi. L’intero appartamento sembrava ogni volta pronto per essere messo su un catalogo di vendita.
Ma due uomini sotto lo stesso tetto, per quanto curati e composti fossero, non sempre potevano mantenere in ordine tutti i locali, specie durante i weekend che passavano completamente a casa.
La pulizia della casa era perciò, volenti o nolenti, diventata parte della loro quotidianità; e non era nemmeno difficile capire chi fosse più maniacale nell’ordine: c’erano situazioni in cui il Fenicottero si trasformava in una fastidiosa mamma chioccia che non faceva altro che rimbeccarlo.
Quando ad esempio il sugo bollente che schizzava fuori dal pentolino che Crocodile stava controllando macchiava il piano cottura di rosso intenso, era un attimo che la voce di Doflamingo giungesse con un fastidioso “Quella lì dopo la si pulisce, vero?”, indicando la macchia. Tanto alla fine lo avrebbe fatto lui.
Fino quasi all’esasperazione del Rettile, che si era quasi convinto a un certo punto che quella del Fenicottero fosse solo una scena per dargli fastidio. Ma il Volatile sembrava anche troppo serio mentre puliva il col detergente delle superfici, dopo il pranzo.
C’erano alcuni lati del carattere di Doflamingo che Crocodile non immaginava nemmeno lontanamente e che la convivenza gli stava facendo scoprire in modo inaspettato, dovendosi ricredere di aver visto tutto di lui in tutti quei lunghi anni di conoscenza.
Una certa maniacalità per la pulizia non se l’era minimamente aspettata, ma se all’inizio lo aveva quasi fatto ridere, ora ne era quasi esausto, soprattutto in giornate come quella quando la numerosa – molto numerosa – famiglia di Doflamingo se ne era andata lasciando un caos totale.
E il Fenicottero ci teneva ad andare a riposare con la casa che fosse quanto meno presentabile, armandosi di detersivi e olio di gomito.
Crocodile gli osservò le spalle, sollevando perplesso il sopracciglio, domandandosi effettivamente da dove venisse quell’ossessione per l’igiene tanto profonda da farlo desistere da una bella dormita con lui nel loro letto matrimoniale, almeno fino al giorno dopo.
Il Coccodrillo si parò davanti al partner, posando la mano sinistra sulla credenza bianca che Doflamingo aveva appena lucidato, chinandosi sul suo orecchio e sussurrandogli parole lascive colme di aspettativa.
Purtroppo l’unica reazione che ottenne fu lo sguardo irritato del Fenicottero che fissava insistentemente le dita di Crocodile che già lasciavano l’alone sudato sulla superficie che aveva appena pulito.
Eccolo di nuovo, quel sorriso di Doflamingo che non prometteva nulla di buono: « Se non la sposti te la taglio, quella mano ».
Il Rettile roteò gli occhi esasperato, spostando la mano, ma avventandosi al contempo sulle labbra del compagno con un bacio vorace: che fosse chiaro allora che, tra le pulizie da fare quella sera, ci fosse da contare anche il bucato delle loro lenzuola.






Angolo Autrice:
In realtà non so come mi sia venuta in mente l'idea di un Doffy maniaco della pulizia, ma quando mi è piombata in testa mi ha fatto ridere, soprattuto le probabili minacce di questi riguardanti arti del coccodrillo che in questo universo ha la fortuna di possedere...
Anche per oggi ringrazio Zomi, _Haruko e momoallaseconda per la recensione dell'ultimo capitolo, ma sarei curiosa di sapere anche il parere di altri lettori!
A presto
Marauder Juggernaut

 

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Capitolo 11
*** Lavoro ***


Lavoro

Crocodile sospirò con soddisfazione quando riuscì a concludere la supervisione dei lavori di un’agenzia di comunicazione per una nuova azienda emergente.
Controllò l’orologio elettronico sulla scrivania immacolata, contento di aver finito quel lavoro prima di mezzogiorno. Fece appena in tempo a controllare l’ora che squillò il telefono lì accanto.
Portò la cornetta all’orecchio mentre con uno sguardo penetrante fissava oltre la porta di vetro perfettamente lucidata: la sua segretaria teneva il telefono tra l’orecchio e la spalla mentre impilava e cambrettava due differenti plichi di fogli.
« Capo, le ricordo che all’una e mezza ha la riunione con il CEO di quella società di cosmetici. » disse Nico Robin pragmatica senza nemmeno alzare gli occhi dal proprio lavoro.
Il Coccodrillo abbassò le palpebre e si massaggiò il ponte del naso: « … È già il giorno di incontrare Emporio Ivankov? ».
La sentì ridere soffusamente, divertita: « Esattamente. Inoltre ha chiamato il signor Donquijote… » fece lei, quasi distrattamente.
Il respiro di Crocodile si bloccò.
« Quale dei due? » domandò ad occhi spalancati, temendo le peggio cose.
« Secondo lei? »
« Cosa gli hai detto? » chiese esausto, lasciandosi andare contro lo schienale della sedia girevole.
« Che era impegnato e per diverse ore difficilmente reperibile. » spiegò pragmatica mentre rispondeva a una mail.
Crocodile la fissò con gratitudine, ma parlandole con il solito tono serio: « Cosa farò quando non ci sarai più, Nico Robin? ».
Lei finalmente si decise a guardarlo con un sorriso divertito: « Mi dovrà pagare la maternità. » spiegò, mentre si accarezzava il pancione di sette mesi.
L’aveva intravisto una volta, il suo compagno: tipo strano, quel Franky…
Non fece nemmeno in tempo a mettere giù la cornetta che immediatamente sentì lo smartphone vibrare nella tasca dei pantaloni. Con un sospiro rassegnato guardò il mittente, non sorprendendosi di vedere quell’assurdo nominativo con cui Doflamingo si era salvato sulla sua rubrica ancora ai tempi del liceo.

 
Joker
“Hai la segretaria più fastidiosa di tutta la città…”
 
“Fa egregiamente il proprio lavoro.”
 
Joker
“…Te la scopi, per caso? Guarda che poi divento geloso ~ ”
 
“Hai smesso di dire fesserie?”
 
Joker
“Quando arrivi a casa scopi me?”
 
“…Ma tu non lavori?!”
 
Joker
“Compravendita delle azioni finita per oggi. E in ogni caso lo prendo per un sì ~”
 
“… Ci penserò.”
 
Crocodile fissò l’emoticon con il sorriso furbo che il compagno gli aveva appena mandato, mentre chiudeva gli occhi ed espirava dalle narici, prima di riprendere il lavoro con la consapevolezza che, sebbene la giornata si presagisse estenuante, anche quella serata si prospettava movimentata.
Stava per rimettersi al computer quando il cellulare vibrò di nuovo.
 

Joker
“Comunque Monet è più simpatica”. 




Angolo Autrice:
Chiedo vivamente scusa per il ritardo, ma la maturità è tosta, ma oggi ho fatto la terza prova, quindi gli scritto sono andati, perciò olé! Immagino non si sia capito, in ogni caso io Crocodile me lo immagino come amministratore delegato di un'azienda di marketing e Doffy come un broker... due lavoretti da niente proprio! XD
Credo in ogni caso che non aggiornerò fino al 7 luglio, data del mio orale ma da quel giorno fino al 16 luglio non ho problemi. Poi di nuovo pausa fino ad agosto causa vacanze. So che non ci tenevate troppo a saperlo, ma se a luglio sparirò in ogni caso sapete perché (tranquille non mi dimentico della storia!). Detto ciò, grazie a Zomi e _Haruko che hanno commentato lo scorso capitolo e a __Page che ha avuto la pazienza di commentare sette dei capitoli precedenti.
Grazie di cuore ragazze!
Al 7 luglio!
Marauder Juggernaut

 

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Capitolo 12
*** Ricordi pt. 2 - Tabacco pressato ***


Note: ritorno da donna ufficialmente libera e matura (ma dove?!) e ringrazio di cuore Zomi che ha commentato lo scorso capitolo e mi ha fatto gli auguri (?) Meriti cose belle.
Marauder Juggernaut



Ricordi pt. 2 – Tabacco pressato
 
Doflamingo, incurante del caldo, appoggiato sul petto di Crocodile, lo osservava fumare sigaro.
Con incredibile calma, allungò la mano con l’intento di prenderlo tra le dita e il Coccodrillo, notando il gesto, glielo passò lui stesso con la medesima flemma.
Il Volatile ne aspirò una lunga boccata prima di soffiare fuori una densa nube. Si perse a guardarla mentre questa si dissolveva.
Sorrise divertito: « Wani, ti ricordi la prima volta che abbiamo fumato una sigaretta? ».
 
All’alba dei quindici anni, Crocodile non riusciva neanche a immaginare (figurarsi capire) cosa Doflamingo ci trovasse in quella stecca cancerogena avvolta da quella sottile cartina bianca.
Il Fenicottero aveva preso con eleganza la sigaretta dal pacchetto e se l’era portata alla bocca con un gesto fluido.
Fuori dai cancelli del liceo, era il primo giorno del secondo anno e diversi studenti che entravano scoccavano loro occhiate infastidite o anche ammirate: già dal primo anno non erano passati inosservati, con quel loro atteggiamento di distaccata superiorità che aveva fatto innervosire i ragazzi e rubato occhiate fuggitive alle ragazze. Sembravano molto più maturi della loro età.
Doflamingo accese la sigaretta con uno scatto dell’accendino, prima di espirare quell’evanescente fumo bianco. Il Coccodrillo lo fissò ancora e poté intuire che anche l’altro lo stava guardando, nonostante non si capisse bene oltre le lenti degli occhiali.
Il Fenicottero gli tese la sigaretta: « Vuoi provare, Wani? ».
Il diretto interessato serrò le labbra, fissando quel rotolo di carta acceso in punta: « No grazie… »
« Eddai, solo un tiro ~ ».
Crocodile non staccò gli occhi dal fumo che si alzava da quella flebile brace. Con un sospiro, prese tra le dita la stecca che Doflamingo gli passava, portandosela alle labbra.
Non sapeva esattamente cosa aspettarsi, di certo non quel calore invadente che gli corse ben oltre la gola a causa di un respiro troppo profondo.
Si tolse il filtro dalle labbra, tossendo stupito e disgustato.
Ignorò completamente la risatina divertita del Volatile, che nascondeva abilmente la volontà di piegarsi in preda a un riso incontrollabile: non avrebbe mai detto che il vecchio conoscente fosse tipo che tossiva per colpa di una boccata di fumo.
« Fa schifo… » disse Crocodile, non nascondendo la propria rabbia, mentre ridava quella cosa infernale all’altro
« Perché non sai godertela, Wani ~ » ribatté Doflamingo, prendendo una boccata e soffiandola in viso a un sempre più irritato Coccodrillo.
 
Sia il Rettile che il Volatile avrebbero, con gli anni, rivisto le proprie idee, cambiando entrambi opinione su quel tabacco pressato e arrotolato.

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Capitolo 13
*** Doccia ***


Doccia

Crocodile non era particolarmente amante dell’acqua.
Preferiva un’escursione in montagna che una giornata al mare e questa sua piccola mania si estendeva anche a eventi più quotidiani, ad esempio preferire alla vasca da bagno la doccia, e anche in questa non restare più dello stretto necessario (per quanto, in alcune stressanti giornate invernali, una doccia bollente fosse per lui un toccasana).
Quei pochi minuti in cui l’unico rumore era il ticchettare dell’acqua erano adatti a schiarire le idee e a restare solo con se stesso.
 
Chiuse gli occhi, facendo scorrere l’acqua tiepida lungo le spalle, lasciando che scivolasse lungo i lombi. Si passò le mani tra i capelli neri, inondando di gocce tutta la cute, permettendosi di sciogliere la tensione accumulata in quei giorni. Assoluto rilassamento.
Stava per insaponare con delicatezza il corpo quando la porta del bagno si spalancò con un movimento ampio e quasi teatrale. Crocodile trasalì e si coprì più per istinto che per vero pudore, un gesto che giudicò poi stupido e inutile, che però non era passato inosservato al Fenicottero che ghignava divertito.
« Wani, lì non c’è nulla che non abbia già visto centinaia di volte… » commentò mentre, ancora con i capelli umidi e con solo un asciugamano in vita, entrava nel bagno.
Il Coccodrillo sospirò, tornando a lavarsi sebbene con un po’ di irritazione.
« Cosa vuoi? ».
Lo sguardo di Doflamingo non si era ancora staccato dal corpo nudo di Crocodile, celato appena dal vetro cosparso di gocce d’acqua, e il Coccodrillo in questione ne era ben consapevole. L’irritazione lasciò spazio a un lieve divertimento. Sollevò l’angolo della bocca, beffardo, ma a differenza delle proprie aspettative, il Fenicottero smise di guardarlo e semplicemente prese il phon da uno dei cassetti del mobile del bagno.
« Asciugarmi i capelli, Wani ~ La doccia l’ho appena fatta, non mi interessa rifarla, anche se ci sei tu sotto ».
Il Rettile lo fissò irritato per l’ultima, prima di girarsi e finire di lavate ogni centimetro di pelle sotto l’acqua tiepida. Sopportava poco certe occasioni mancate.
Doflamingo, dal canto suo, osservò quella reazione capricciosa, sebbene ben mascherata dall’eleganza che pervadeva ogni brano della presenza di Crocodile; e guardandolo, sorrise divertito pronto a giocare in quel modo fastidioso che tanto lo caratterizzava.
« Wani, c’è anche un altro modo per raffreddare quei bollenti spiriti ~ ».
Il Coccodrillo ancora di spalle spalancò gli occhi inorridito dall’idea che gli era balenata in testa. Con uno scatto, si voltò furioso verso Doflamingo.
« Donquijote, non osar- ».
Il Fenicottero girò di scatto la manopola dell’acqua calda del lavandino.






Note autrice:
Ancora una volta grazie a quella persona dolcissima che è Zomi, che commenta ogni capitolo della raccolta! Ricordo che se avete qualche idea per una flashfic, non esitate a dirmela, anche in messaggio privato! Detto ciò, da domenica parto per un viaggio all'estero e torno per il primo agosto. Non so se riuscirò ad aggiornare, ma almeno ci proverò (?)
Marauder Juggernaut
 

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Capitolo 14
*** Difetto ***


Note autrice: Eccomi di ritorno dalle vacanze! Questo nuovo capitolo è un po' diverso e ho voluto dare una nuova sfumatura ai personaggi, sperando di non essere andata troppo OOC. E mi auguro che vi piaccia! E grazie a momoallaseconda che ha commentato lo scorso capitolo!
A presto.
Marauder Juggernaut.




Difetto

Doflamingo riteneva il proprio amante un bell’uomo. Fisicamente, gli piaceva tutto di lui e Crocodile se ne compiaceva.
Il Fenicottero amava quel corpo tonico e allenato su cui passava assiduamente le mani, e il Coccodrillo godeva soddisfatto; i capelli lunghi e fini in cui intrecciava avidamente le dita e il Rettile sbuffava contento di tale venerazione; gli occhi dorati che fissavano e attraevano il Volatile come fuoco e Crocodile sembrava divertirsi a incenerire Doflamingo con quello sguardo o a farlo bruciare di passione; la cicatrice che attraversava sottile il viso a cui il Fenicottero piaceva ripassare il segno con la lingua quando facevano l’amore e Crocodile che se avesse potuto se la sarebbe strappata dal volto.
La odiava.
Una parte di lui tutt’altro che desiderata.
Doflamingo spesso lo vedeva in bagno mentre si lavava la faccia e osservava quella ferita come se cercasse il modo di cancellarla. Non ne parlava, evitava di cadere sull’argomento di quella linea che, bastarda, divideva il suo viso.
Il Fenicottero non accennava a nessuna parola che la riguardasse in quanto ormai fosse una storia lontana nello spazio e nel tempo, seppellita da altri anni di ricordi. Eppure quando gli capitava di contemplare il suo amante che si guardava allo specchio, smetteva di sorridere nel suo modo furbo e si domandava se le cose fossero potute andare diversamente; se ci sarebbe stato quel futuro per loro se ciò che era successo non fosse mai accaduto.
Poi smetteva di farsi domande che mai avrebbero avuto risposta.
Entrava nel bagno, studiato dallo sguardo attento del suo Rettile, che si stupiva un poco ogni volta di quella serietà.
Doflamingo alzava lentamente la mano e con il pollice sfiorava con inaudita delicatezza quel difetto tanto fragile che sembrava sul punto di aprirsi di nuovo.
Non diceva nulla e semplicemente baciava piano quel Coccodrillo sempre teso e irritato e grato per quel gesto.
Bello.
Per Donquijote Doflamingo, Crocodile sarebbe sempre stato bello.

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Capitolo 15
*** Famiglia ***


Famiglia


Quando il campanello suonò, Crocodile sapeva già chi – cosa – si trovava dietro la porta.
Chiuse gli occhi sospirando esasperato e andò ad aprire, il tutto sotto lo sguardo più che divertito del compagno, che rimescolava la salsa per l’arrosto che avrebbero mangiato a pranzo tutti insieme.
Tutti. Insieme.
Per quanto li conoscesse già da una vita, per Crocodile incontrare tutta riunita la famiglia Donquijote era qualcosa di deleterio per la sua sanità mentale.
Forzò un sorriso mentre andava ad accogliere i primi arrivati.
« Crocodile ».
Data la solita precisione, il Rettile non si sorprese che il primo ad arrivare fosse il cognato.
« Vergo … è una caramella quella che hai sulla faccia? » domandò con la stessa voce seria con cui l’altro lo aveva salutato.
Questi non rispose e si limitò ad entrare in casa quando il Coccodrillo lo fece passare, seguito immediatamente dalla moglie Monet.
Questa sorrise civettuola: « Ti vedo bene, Crocodile ~ Mio fratello? »
« Non me la passo male in effetti … è ai fornelli. »
« Cucina lui? Sugar, vieni! ».
La nipote, stringendo un orsacchiotto, raggiunse in genitori in casa non prima di averlo salutato con un tranquillo “ciao zio”.
« Ci lasci fuori? » una – acutissima – voce lo fermò proprio quando stava per richiudere.
« Sia mai… » sospirò, alzando gli occhi al cielo e facendo entrare nell’ordine: Pica e Diamante (i cugini) e Jora e Trebol (zii? Nemmeno lo ricordava più…).
Trebol si soffiò rumorosamente il naso per poi tendere la mano al Coccodrillo.
« Sempre un piacere rivederti, Crocodile ».
Il rettile guardò l’uomo con fare quasi schifato: « Non posso dire lo stesso… ».
Una risata femminile raggiunse le sue orecchie mentre i due zii entravano in casa: « Tagliente come sempre, vero, Coccodrillo? ».
Violet. Altra cognata. Uno dei pochi componenti della famiglia che Crocodile riusciva ancora a sopportare, insieme a suo marito. Come ad averlo chiamato col pensiero, Rocinante salì dalla tromba delle scale accendendosi una sigaretta, facendo un cenno di saluto al padrone di casa prima di entrare. Parlava poco e questo, agli occhi del Rettile, era un gran punto a favore.
Violet rimase ancora un momento sull’entrata, accanto a Crocodile, sicuramente per aspettare la figlia: « Tieni la porta aperta, ho visto arrivare anche i secondi cugini Seňor Pink, sua moglie Lucian e Gladius ».
L’uomo fece una smorfia, alzando gli occhi al cielo, prima di lanciare uno sguardo in direzione della cucina, dove Doflamingo stava salutando suo fratello: « Meno male che aveva detto solo i parenti stretti… ».
La donna ridacchiò: « Nella famiglia Donquijote sono tutti parenti stretti, a furia di stare con Doffy dovresti averlo capito. »
« Non mi ci abituerò mai… » confessò già esausto mentre teneva la porta aperta alla nipote Baby-Five, la figlia adottiva di Violet e Rocinante, che teneva in braccio quel fagottino di pochi mesi di Dellinger, il figlio del Seňor Pink e Lucian (“Baby, tesoro, non potevi lasciare Dellinger ai suoi genitori?”“Ma loro avevano bisogno di me, mamma!”)
Immediatamente comparvero anche loro, tenendosi a braccetto, seguiti immediatamente da Gladius.
Crocodile lo fissò ironico, osservandolo infagottato in quel lungo pastrano nonostante il caldo: « Di’ un po’, Gladius … vuoi che ti presti anche una delle mie pellicce? ».
Questi non gli rispose, si limitò a fissarlo bieco oltre gli occhiali, prima di raggiungere i due coniugi in casa.
Guardò Violet che ancora lo fissava divertita.
« Non dirmelo: vengono anche Machvise e Lao G… »
« Esattamente. »
« Ricordami che rapporto hanno loro con la famiglia Donquijote. »
« Ti dirò, Crocodile: sono sposata con Rocinante da anni e devo ancora capirlo… » ammise la donna, entrando in casa.
Fantastico.
Quando anche gli ultimi due arrivarono, il Coccodrillo chiuse la porta, appoggiando la testa contro il legno.
Chiuse gli occhi, ascoltando la confusione infernale che arrivava dalla sala da pranzo.
Non ce la poteva fare.
Un’altra risatina arrivò alle sue orecchie, molto vicina.
« Ti vedo già stanco, Wani. Forza, che dobbiamo ancora cominciare ~ ».
Il Rettile squadrò il Fenicottero da capo a piedi.
« Ti ho già detto quanto sopporto poco la tua famiglia? »
« Li conosci da una vita, Wani. »
« Dammi un motivo per arrivare in fondo a questa giornata… ».
Un’altra risatina divertita. Lontano dagli occhi di tutti, Crocodile chiuse gli occhi mentre sentiva il fiato di Doflamingo sul proprio orecchio quando questi si era chinato per sussurrargli maliziose promesse che sarebbero diventate realtà non appena la famiglia Donquijote se ne sarebbe andata.
Un brivido percorse la schiena del Coccodrillo.
Forse ce la poteva fare.





Angolo Autrice:
Ta-daaan! Ed ecco che compaiono (molti) altri personaggi. Il capitolo è più lungo degli altri, ma avevo davvero voglia di introdurre tutta la famiglia Donquijote, perciò eccola qua! Spero di essere riuscita a descrivere al meglio i legami famigliare, ma se così non fosse ditemelo in un commento che vedrò di fare meglio l'albero genealogico che, come avete capito ho un po' modificato per adattarlo alla storia. 
Grazie ancora a quella meravigliosa pulzella di Zomi che ha commentato lo scorso capitolo e ditemi cosa ne pensate di questo! 
A presto
Marauder Juggernaut

 

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Capitolo 16
*** Bucato ***


Bucato

Crocodile squadrò con sospetto e orrore il capo di abbigliamento (precisamente una sua camicia) uscire dal cestello della lavatrice con un colore differente rispetto a quando ci era entrato.
Ne tirò fuori un’altra. E un’altra ancora.
Il cotone, precedentemente bianco, ora era di un tenue colore rosa e la colpevole di tale cambio di pigmentazione era una cravatta rossa, finita chissà come tra il suo bucato di camicie bianche.
Digrignando i denti per il nervosismo, si alzò per uscire dalla lavanderia, urlando un unico nome.
« Donquijote Doflamingo, vieni immediatamente qui! ».
La pazienza del Fenicottero era particolare: poteva durare quasi in eterno per certi aspetti, per altri il vaso traboccava unicamente con una parola. In questo caso, un ordine. Doflamingo detestava che gli si dessero ordini, anche se questi venivano dalla persona con cui aveva una relazione da svariati anni.
Si alzò dalla poltrona su cui si stava concedendo la lettura di un romanzo, sbuffando seccato per quell’interruzione così perentoria.
« Cosa succede or- oh ~ ».
L’espressione seccata del Volatile venne subito sostituita da un sorriso divertito quando vide la cesta del bucato colma di camicie rosa confetto.
Non trattenne una risatina: « Hai cambiato gusti, Wani? ».
Il Coccodrillo in questione lo freddò con un’occhiata: « Cosa ci faceva una tua cravatta nel bucato delle mie camicie?! ». Il Fenicottero non smise di ridere, mentre controllava uno per uno i capi, ormai irrimediabilmente rovinati.
« Su, Wani, non penserai che l’abbia fatto apposta! Ci sarà finita dentro per caso… » tentò di rabbonirlo, ma in vano: quello sguardo truce era ancora sul volto di Crocodile.
Arricciando un angolo della bocca in un sorriso sbieco, Doflamingo prese una delle camicie e la posò sulle spalle del Rettile con un solo sussurro divertito: « Sai, Wani? Il rosa ti dona quasi quanto a me ~ ».





Angolo autrice:
Ed ecco il nuovo capitolo, spero vi piaccia! Come sempre, un grazie sincero a Zomi e a Daughter of God che hanno commentato lo scorso capitolo! A presto! 
Marauder Juggernaut

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Capitolo 17
*** Ricordi pt. 3 - Alcol, dolce alcol ***


Ricordi pt. 3 – Alcol, dolce alcol

Doflamingo passò ancora le mani sulle ampie spalle del partner, azzannando poi ancora le sue labbra sottili. Ma avevano un sapore strano. Mandorle … nocciole … zucchero, alcol…
Il Volatile si staccò per un secondo: « Wani, hai bevuto Baileys a cena coi colleghi? ».
« Sì, perché? ».
Ridacchiò: « Nulla, chiedevo ~ ».
Tornò a baciarlo con la medesima foga.
 
Come due inguaiati, sia Crocodile che Doflamingo corsero a perdifiato fino in fondo alla discesa, mentre le voci rabbiose continuavano a inseguirli. Quando entrambi si resero conto che né grida né persone erano più alle loro calcagna si fermarono in un vicoletto tra due case, quasi completamente buio, poiché la luce dei lampioni della strada non arrivava che parzialmente a illuminare i loro volti ancora rossi per la corsa.
Quando i loro occhi si incontrarono, non seppero trattenere le risate più sguaiate.
Dubitavano che si sarebbe parlato ancora a lungo di due ragazzetti di sedici anni che rubavano Baileys da un negozio fuorimano, mentre tutto il resto della città era fuori a festeggiare capodanno.
Crocodile, cercando di smettere di ridere, prese la bottiglia dalle mani del Fenicottero che rischiava di scolarsela tutta da solo quando la fatica l’avevano fatta in due. Il gusto zuccherino gli cadde nella gola, mentre appoggiava la schiena al muro dell’edificio e cercava di stare in piedi, nonostante fosse pieno come una botte di un mix diverso di alcolici.
I fuochi stavano ancora scoppiando da qualche parte, nonostante l’orologio da polso del Coccodrillo segnassero le due di notte passate.
Il Fenicottero riprese tra le mani il Baileys, anche lui incurante di tutti i cocktail che aveva bevuto in quella discoteca dove avevano dimenticato il gruppo con cui erano usciti.
Non che gliene importasse qualcosa di loro, anzi forse l’unico che si salvava era quel tipo che avevano presentato loro quella sera stessa. Si faceva i fatti propri e l’unica volta che lo avevano visto parlare per più di cinque minuti era stato quando aveva rivolto la parola alla ragazza che tutta la discoteca avrebbe voluto farsi (Boa Hancock, si chiamava, carriera da modella, dicevano) e infilarle la lingua in bocca subito dopo. Di certo si stava divertendo in quel momento.

Non male quel tipo. Com’è che si chiamava poi? Saul, Raul, Drakul…
Doflamingo ridacchiò, buttando giù un altro sorso.
« Buon anno, Wani! Altri 365 giorni assieme! ».
Crocodile esalò un respiro che si condensò immediatamente: « Che meraviglia… » commentò sarcastico.
« Fatti i buoni propositi, Coccodrillo? »
« Starti il più lontano possibile conta? » domandò riprendendosi la bottiglia.
Il Volatile rise ancora: « Non avresti dovuto dirmelo, perché sai che adesso ti starò ancora più -» si bloccò proprio quando si rese conto che era talmente vicino a lui che poteva vedere le sue labbra sottili ancora bagnate dal dolce alcol del liquore. Così morbide, così invitanti…
« Cosa diavolo vorresti fare? » la voce del Rettile fu un fulmine a ciel sereno che lo fermò appena in tempo che si rendesse conto che stava sul serio per posare le labbra sulle sue.
« Sono completamente ubriaco, Wani ~ ».
Salvo appena in tempo.
 
Sempre. Avrebbe negato sempre di non essere stato poi così sbronzo quella notte.






Angolo autrice:
Che sia chiaro: io con questa storia non sto minimamente incitando al furto (ma che stiamo,scherziamo?)

Detto ciò, ecco la terza parte dei ricordi! Spero che vi sia piaciuta! Dunque, osservando l'andazzo di questa raccolta ho preso una decisione: credo che la farò andare avanti ancora a lungo, vorrei arrivare intorno ai 40/45 capitoli in totale. Inutile, questa coppia mi sta prendendo troppo e li adoro sempre di più! Intanto grazie alle tre donzelle Daugther of God, Zomi e little_coffin che hanno recensito lo scorso capitolo.
A presto.
Marauder Juggernaut

 

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Capitolo 18
*** Amici ***


Note autrice: le metto qua all'inizio questa volta, perché è un giorno particolare. Spero vi piaccia anche questo capitolo, non vi anticipo nulla, ma non è presente niente di ecclatante, al massimo la comparsa di nuovi personaggi. Ringrazio Zomi gentil pulzella che ha commentato anche lo scorso capitolo e non se ne perde uno, grazie davvero! Detto ciò, di solito invito molto blandamente a lasciarmi una recensione (anche perché è vietato da regolamento obbligare qualcuno a commentare la storia, "minacciando" magari di non continuarla se non raggiunge un numero prestabilito di recensioni a capitolo), ma questa volta vorrei chiedere: un parere anche in privato a questa raccolta che mi sta piacendo molto scrivere e vorrei avere l'opinione di chi magari segue la raccolta dall'inizio, ma non ha mai detto nulla.
Detto questo, torno a festeggiare il mio invecchiamento! 
M.J.



Amici

Dopo aver preso posto sulla sedia accanto a Doflamingo, Crocodile si protese in avanti sul tavolo, facendo un cenno a Paula di portare altri due bicchieri di prosecco per sé e il compagno. Il Fenicottero si rilassò meglio contro lo schienale di ferro battuto, intrecciando le mani dietro la nuca mentre fissava oltre gli occhiali color glicine il loro amico: Drakul stava facendo ondeggiare il vino nel proprio calice, annoiato, trovando quasi più interessanti le onde che si formavano sul vetro piuttosto che i presenti. Questo era quello che sarebbe parso a occhio esterno, ma ormai si conoscevano tutti da troppo tempo per non capire che in realtà quel Falco non stava aspettando altro che si mettessero comodi.
Doflamingo sollevò impercettibilmente il sopracciglio biondo: « E tua moglie? ».
Mihawk lo squadrò col suo sguardo penetrante: « Aveva un ultimo servizio fotografico … sarà qui a momenti… » spiegò pragmatico, posando il bicchiere.
« E il tuo fidanzato? » domandò il Fenicottero sorridendo malizioso, scherzo che l’altro dissipò con una nuova occhiata gelida. Doflamingo aveva sempre pensato che Drakul e Shanks sarebbero stati una coppia più affiatata di quanto lo fossero lui e il suo Wani. L’unico ostacolo, la loro –presunta, come sosteneva il Fenicottero- eterosessualità. Una presa in giro che continuava dal liceo.
« E un bicchiere di vino per una signora non l’avete ordinato? Voi uomini siete tutti uguali… » tre teste si voltarono verso l’entrata del bar a sentire quella voce vellutata e sprezzante.
Mihawk ghignò: « Sono certo che la signora è grande abbastanza per ordinarselo… ». Forse era per questo che Hancock aveva sposato Drakul dopo anni di tira e molla: era uno dei pochi uomini che le tenesse testa e non crollasse subito ai suoi piedi per una richiesta fatta.
Crocodile si guardò in giro mentre la donna prendeva posto accanto al marito: « Quindi ora mancano solo il Rosso e compagna… »
« Chi ci nomina in vano? » domandò Shanks fintamente oltraggiato mentre teneva la porta aperta a Makino che avanzava lentamente quasi sostenendo il pancione di sette mesi.
Hancock l’aiutò a sedersi mentre il Rosso si sistemò al suo fianco dopo aver ordinato il vino per sé e un bicchiere d’acqua per la moglie.
Il Coccodrillo fissò il partner che se ne stava insolitamente tranquillo a osservare il gruppo di amici: almeno aveva la certezza quasi matematica che non lo avrebbe messo in imbarazzo a quella cena.
Forse.  

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Capitolo 19
*** Compagnia ***


Compagnia


La pioggia battente colpiva con un rumore ritmico il cemento del marciapiede, implacabile. Con uno sbuffo infastidito, Doflamingo chiuse l’ombrello nell’atrio delle scale del condominio, lamentandosi mentalmente che nonostante fosse stato coperto, quella stoffa impermeabile era servita a ben poco. Si tolse la giacca fradicia mentre era in ascensore, ansioso di entrare in casa e farsi una doccia calda che con la giusta compagnia sarebbe potuta diventare ancora più bollente.
Come aveva sospettato, a giudicare dalla giacca appesa all’attaccapanni, Crocodile era in casa; e dai rumori, probabilmente nello studio.
Quando il Fenicottero entrò nella stanza, si sarebbe aspettato di tutto; di certo non di vedere il compagno chinato su una tonda, fradicia e tremante palla di pelo dalla coda arricciata.
A Doflamingo ci vollero alcuni secondi per collegare l’idea del partner, così duro e serio, alla persona chinata ad asciugare quel carlino bagnato; e anche quando ci riuscì, lo sconcerto non fu inferiore a quello iniziale.
« Quello è un cane. »
« Ottima capacità di osservazione, Donquijote ». Quella risposta sarcastica confermò al Volatile che la persona che aveva davanti era ancora il suo Rettile e non qualcuno che aveva preso le sue sembianze.
« Hai intenzione di tenerlo, magari? »
« Perché no… »
« Non ti bastava Das Bornes? » domandò sarcastico il Fenicottero, senza staccare gli occhi dal cane che lo fissava con i suoi grandi occhi, agitando la coda arricciata. Crocodile gli lanciò un’occhiata tagliente che gli intimava che non avrebbe tollerato altre battute sul fidato collega visto come un cagnolino fedele.
Il Coccodrillo incrociò le braccia al petto: « Però in effetti sarebbe un bell’impegno per me prendermi cura di due bestie in questa casa… ».
Il carlino intanto zampettò verso Doflamingo, andando a poggiare una zampa sulla sua gamba, alla ricerca di coccole; gesto vano, perché il Fenicottero non fece altro che scostare la gamba, facendo una smorfia. Non che andasse pazzo per i cani…
« Giusto per curiosità, dove lo hai preso? ». Il Coccodrillo parve irrigidire le spalle per un istante, prima di distogliere lo sguardo e bofonchiare: « L’ho trovato sotto la pioggia… ».
A quelle parole, il solito e conosciuto sorriso di Doflamingo si fece strada sul suo volto nuovamente divertito. Sapeva esattamente che ciò che stava per dire avrebbe irritato non poco il partner: « Ho sempre saputo che avevi un cuore d’oro, Wani ~ ».
Bastava solo che non desse più attenzione a quel cane che a lui.






Angolo autrice:
La cover del capitolo 860 mi dà le idee che mi mancano. 
Ringrazio Annapis, la cara Zomi e little_coffin che hanno commentato lo scorso capitolo! Ci vediamo presto.
Marauder Juggernaut

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Capitolo 20
*** Notte ***


Notte

« Me lo dai il bacio della buonanotte, Wani? ~ ».
La prima volta che Doflamingo aveva detto una cosa simile, la seconda o la terza notte della loro convivenza, lo aveva fatto quasi per scherzo; l’intenzione iniziale era quella di irritare ancora un poco il suo Coccodrillo prima di dormire, in attesa di un nuovo giorno di vita quotidiana passata assieme. All’inizio non si era minimamente aspettato che rispondesse con un impeto tale da spezzare il fiato.
Ormai era un’abitudine che entrambi avrebbero faticato a perdere.
 
Doflamingo tornò dal bagno, appoggiandosi pochi istanti allo stipite della porta per osservare Crocodile. Prima di dormire, il Rettile era solito leggere alcune pagine di un libro che poi posava con cura sul comodino prima di mettersi a dormire. Gli occhiali rettangolari gli incorniciavano elegantemente gli occhi, dandogli un aspetto ancora più interessante di quanto già non fosse. Il Fenicottero si era sorpreso non poco la prima volta che il compagno li aveva indossati e dopo alcuni istanti di stupore, glieli aveva rapidamente tolti per poi baciarlo, farfugliando qualcosa riguardo il professore che doveva dare una punizione allo studente per il suo comportamento.
Dopo aver controllato in cucina che Laassiù dormisse nella sua cuccia, Volatile si distese sul lato sinistro del letto mentre l’altro richiudeva il libro e posava gli occhiali. Doflamingo arricciò l’angolo delle labbra quando vide Crocodile chinarsi per dargli un lento e bagnato bacio, salvo poi staccarsi dalle sue labbra per mettersi a dormire. Capriccioso, il Fenicottero lo trattenne fermo sul suo petto, passandogli un braccio dietro la schiena.
« Ma io non ho ancora sonno, Wani ~ ».





Note autrice:
Ed ecco il nuovo capitolo! Per informazione, Laassiù, per chi non lo sapesse, è il cane/fucile di mr 4, ex sottoposto di Crocodile. In questo caso il nuovo carlino. E nulla, ecco cosa accade in quell'appartamento prima di andare a dormire ... "dormire".
Un grazie ancora a Zomi per la recensione e per il link che mi ha mandato che mi ha dato grandi idee per futuri capitoli!
A presto!
Marauder Juggernaut

 

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Capitolo 21
*** Settembre ***


Settembre

C’era freddo per essere solo il 5 settembre.
L’aria della sera era un sospiro gelido che si insinuava dispettoso oltre i bordi delle lenzuola, ma nessuno dei due era intenzionato ad alzarsi da quel letto ormai bollente che già da un paio ore avevano occupato, insaziabili. La schiena di Crocodile era cosparsa di graffi, le spalle di Doflamingo coperte di morsi e nessuno dei due era stanco. Stavano facendo solo una pausa in quel momento, mentre il Coccodrillo riprendeva fiato adagiato sul petto dell’altro, con il suo braccio a circondargli le spalle per tenerselo più vicino. Mentalmente, ripercorse tutti gli avvenimenti di quella lunga, intensa giornata, dalla mattina quando il Fenicottero lo aveva portato in un centro benessere con il solito ghigno e la scusa “Ti vedo un po’ stressato, Wani. Devi rilassarti”. Con una tale calma, il Rettile aveva persino superato l’irritazione di dover restare anche troppo nelle vasche d’acqua. Se n’erano andati all’ora di cena, quando il Fenicottero si era diretto al ristorante e Crocodile era talmente rilassato che avrebbe sopportato ogni situazione maliziosa in cui il Doflamingo l’avrebbe fatto piombare; cosa che non avvenne affatto e il Rettile era certo che il motivo di tale comportamento era la ricorrenza di quel giorno. Forse un po’ gli era dispiaciuto che Doflamingo non avesse fatto nulla. Quando poi il compagno lo aveva accompagnato a letto con un bottiglia di vino e due calici, aveva capito che la giornata doveva concludersi in bellezza e questo rendeva il Coccodrillo davvero soddisfatto.
Guardò l’orologio: erano le 23.58.
« Ricordati di questi momenti, Wani, quando sarai talmente vecchio che si alzerà solo col viagra… ».
Il Coccodrillo lo fissò, alzando il sopracciglio: « Ti dovrò sopportare ancora per tanto tempo? ».
« Non dire così, che con me ti diverti parecchio ~ … È un capello bianco, quello? » una battuta che stavolta costò al Fenicottero un nuovo morso sulla clavicola; Doflamingo minimizzò con una risatina, alzando il mento al compagno per regalargli un ennesimo, intenso bacio, prima di guardare a sua volta la sveglia.
23.59. Poteva dirlo ancora una volta.
« Buon compleanno, Wani ».





Note autrice:
Per chi non lo sapesse, il 5 settembre è davvero la data del compleanno di Crocodile, scelta dai fan. Avrò riscritto questo capitolo almeno tre volte perché non mi convinceva e spero che stavolta il risultato sia buono. Ditemi cosa ne pensate!
Un grazie ancora a Zomi per aver commentato lo scorso capitolo!
A presto
Marauder Juggernaut

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Capitolo 22
*** Ricordi pt. 4 - Tracheoscopia ***


Ricordi pt 4 – Tracheoscopia  

Le dita di Doflamingo camminarono provocanti lungo tutta la schiena scoperta del Rettile, arrivando alla nuca dove poi si infilarono tra la chioma corvina, cominciando un massaggio lento e stimolante che ridestò l’altro dal dormiveglia in cui si era assopito. Il Coccodrillo lo fissò, prima di protendersi verso il Fenicottero per reclamare un nuovo bacio.
« Sei stanco, Wani? ».
« No. Non ancora ~ » disse con un sorriso malizioso, baciandolo ancora.
 
Le labbra di Crocodile erano morbide, sottili, invitanti. Maliziose promesse e fantasie di paradiso e oblio, sarebbero state in grado di scivolare sul suo corpo come un dito sul velluto. Il suo profumo era intenso, un aroma di tabacco soffocato dal più insistente odore del dopobarba che aveva cominciato a usare dopo essersi raso con cura le guance. A passarci con la mano si sarebbe sentito sulla sua pelle la ruvida e mascolina consistenza della ricrescita, una carezza dura e forse fastidiosa, per alcuni. Di certo non per Doflamingo.
La lingua del Coccodrillo, poi, viva, guizzante e umida, sarebbe stata un gioco da intrattenere con la sua, per affondare in quella bocca calda e approfondire ancora un poco quel bacio passionale.

Lo desiderava, lo voleva, era suo…
Il Fenicottero chiuse con un po’ troppa irruenza l’anta del proprio armadietto; certe dosi di irritazione non erano facili da nascondere, nemmeno per lui e per la sua faccia di bronzo. Se ne andò, cercando di non dare troppo peso alla coppia poco distante da lui.
Il Coccodrillo nemmeno se ne accorse, troppo impegnato a stare addossato al corpo di quella ragazza, stringendole con voglia i glutei sodi, facendole la tracheoscopia con la lingua, come la definiva un Volatile geloso.

 
Doflamingo avrebbe per sempre odiato il ricordo e l’idea che i primi focosi baci Crocodile non li avesse dati a lui.

 


Note autrice:
Credo che sia abbastanza chiaro dopo la lettura del capitolo cosa sia la tracheoscopia. Allora, piccolo annuncio: sabato comincerò ufficialmente la mia carriera di studentessa universitaria fuori sede. Purtroppo un computer tutto mio che mi posso portare dietro devo ancora comprarlo, perciò per un po' di tempo non mi vedrete aggiornare, lo farò unicamente sabato e domenica quando torno a casa. Poi avrò un computer tutto mio e quindi tutto normale. Se mi vedete sparire semplicemente è perché non ho fisicamente il mezzo per pubblicare (?).
Detto ciò, un grosso grazie a Zomi e momoallaseconda per aver commentato lo scorso capitolo!
Vorrei dire "a presto" ma credo che ci sentiremo sabato prossimo ^^'
Marauder Juggernaut

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Capitolo 23
*** Dichiarazione ***


Dichiarazione

Con fare irritato, Crocodile sbuffò sonoramente dalle narici.
Doflamingo sapeva perfettamente cosa significava quel segnale, aveva avuto anni a disposizione per capirlo: il Rettile si stava spazientendo e quando lo faceva poi tendeva ad arrabbiarsi sul serio.
« Donquijote Doflamingo, vieni immediatamente qui e dammi una mano! ».
Ma anche il Fenicottero era inamovibile nelle proprie decisioni e se si era messo in testa che una cosa non l’avrebbe fatta, si sarebbero potuti smuovere mari e monti e non avrebbe cambiato idea.
Infatti, la sua voce seccata arrivò fino alle orecchie del Coccodrillo, in piedi vicino al tavolo della cucina: « Te lo scordi, Crocodile. Ho di meglio da fare ». Era raro che lo chiamasse col suo nome e, quando avveniva, significava che nemmeno il volatile era particolarmente ben disposto.
« Secondo te io no? Pensi che io viva per fare questo?! » sbottò rabbioso, prima di buttarsi a sedere su una sedia, massaggiandosi con calma le tempie.
Doflamingo lo trovò nella medesima posizione, quando finalmente si decise di raggiungerlo in cucina. Rimase appoggiato allo stipite della porta, contemplando quel Coccodrillo esausto che sospirava in cerca delle parole giuste.
La voce del Rettile si fece profonda: « Doflamingo, ti ricordi cosa mi avevi giurato quando ho cominciato a vivere qui? » domandò serio, senza però guardare il Fenicottero.
Questi chiuse gli occhi, ricordando perfettamene le parole che aveva pronunciato quando quella discussione era venuta fuori per la prima volta: « Sì. Ti avevo detto che non ti avrei lasciato da solo a risolvere certe situazioni… »
« -che non mi avresti lasciato da solo a risolvere certe situazioni… » conclusero la frase nel medesimo momento. Crocodile alzò le iridi dorate e incrociò lo sguardo del compagno. Il Volatile, con un sospiro, si arrese. Prese posto accanto al Coccodrillo che lo fissava con un sorriso mesto ma vittorioso.
« Donquijote, so che è una cosa noiosa e irritante, ma te lo scordi che io rimanga qui a fare la dichiarazione dei redditi da solo. Forza, prendi il tuo plico e aiutami ».








Angolo Autrice:
I miei genitori mi danno inconsapevolmente delle idee...
Un grazie sincero a bad dragon95 e a Zomi che hanno commentato lo scorso capitolo.
A presto
Marauder Juggernaut

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Capitolo 24
*** Parco ***


Note autrice: Il motivo della prensenza dell'altra "coppia", (per quanto piccola e appena accennata) è per colpa (o grazie a) bad dragon95, che se sta leggendo questa raccolta sappia che questo capitolo glielo dedico.
 

Parco

Crocodile si accomodò sulla panchina, accanto al compagno, mentre Laassiù, ormai libero dal giogo del guinzaglio, annusava l’erba attorno, poco distante dai padroni.
Con un cenno del capo, Doflamingo indicò una coppia di persone di fronte a loro, distante qualche decina di metri, che come loro aveva avuto l’idea di portare il cane in quel parco, per farlo correre e sfogarsi. Con l’unica differenza che quell’animale, a differenza di Laassiù, era probabilmente un rottweiler. Questo, con impeto, saltava addosso all’uomo che stava in piedi, poggiando le zampe anteriori sul suo petto e godendosi le carezze forti e rudi del padrone, mentre l’altro uomo li guardava tranquillo e divertito dalla panchina poco distante.
« Credo che quei due abitino nel nostro palazzo, Wani, qualche piano sotto di noi. » disse il Fenicottero con noncuranza, mentre il Rettile scrollava le spalle: i pettegolezzi li aveva sempre lasciati al compagno, a lui non erano mai interessati.
« Mi pare che uno sia un professore universitario. L’altro un poliziotto o un militare… » continuò il Volatile, agitando il piede per allontanare il carlino che sembrava sul punto di trovare vicino alla sua scarpa il luogo perfetto per orinare, nonostante tutto lo spazio disponibile.
« Prof universitario? » chiese conferma Crocodile, non veramente interessato.
« Già, di fisica ».
Calò un silenzio tranquillo tra i due, mentre entrambi osservavano distratti i movimenti di Laassiù che aveva ripreso la propria esplorazione.
« Quel cane è troppo viziato. » Crocodile ruppe il silenzio improvvisamente quando si accorse che il rottweiler aveva perso l’interesse per il padrone, trovandolo invece nel carlino, di cui si era accorto della presenza.
« Dici? » domandò Doflamingo, osservando i due cani annusarsi circospetti e vedendo quello più grosso digrignare i denti.
« Mh-mh. » affermò il Rettile mentre Laassiù, per nulla intimorito, morse con forza il muso all’altro cane, che scappò, spaventato e dolorante, dal suo padrone interdetto e palesemente irritato da quella piccola vicenda.
Il Volatile ridacchiò, chinandosi per dare una  carezza sul capo di Laassiù che aveva cominciato a scavare per terra: « Tutto i suoi padroni ~ ».
Crocodile si alzò con uno sbuffo divertito, facendo un breve fischio per richiamare il cagnolino, pronto ad andarsene seguito dal compagno.
In lontananza, non poterono non udire il disappunto degli altri due.
« Sakazuki-kun, ti avevo detto che avevi viziato troppo quel cane..! »
« Fa’ silenzio! ».




Note autrice: 
E scopri che uno dei tuoi docenti universitari aderisce allo sciopero perciò fino al 27 settembre torno a casa il mercoledì. E in ogni caso è arrivato anche il mio computer quindi da oggi in poi nessun problema per gli aggiornamenti.
Parlando del capitolo, ecco i nostri cari Doffy e Croco in un'attività molto più tranquilla e meno maliziosa del solito... cavolo, 'sti due non possono chiavare sempre! (o forse sì?)
Se vi state domandando perché Kizaru e Akainu, ripeto che il motivo è la donzella citata sopra. Se vi state domandando perché Kizaru è un prof universitario di fisica è perché "la velocità aumenta il peso". (?)
Un grazie sincero a Zomi che ha commentato lo scorso capitolo e a presto!
Marauder Juggernaut

 

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Capitolo 25
*** Canzone ***


Canzone

Crocodile alzò il sopracciglio, gettando un occhio verso il salotto: la scena che si presentò era rimasta invariata nell’ultima ora.
Doflamingo se ne stava sdraiato sulla poltrona, con le lunghe gambe impunemente distese sul tavolino, la testa appoggiata allo schienale e il volto coperto da un romanzo.
Il Coccodrilo sospirò esasperato, entrando in sala: a volte era frustrante dover condividere il proprio compagno con l’altra partner fissa che il suddetto possedeva, la melodrammaticità.
Il Fenicottero non doveva darsi all’economia, doveva fare teatro. Le reazioni da attore consumato potevano essere registrate su una pellicola, adatte com’erano a un film muto.
Dal giradischi usciva soave una canzone che il Rettile conosceva bene. Quel 33 giri in vinile prendeva posto sotto la testina di lettura solo quando il Volatile aveva una giornata no, che fosse per lavoro o salute. Gliela aveva detto, qualche ora prima, che gli era andata male la giocata in borsa quella mattina e Crocodile era dunque certo che, tornato a casa, lo avrebbe visto spaparanzato in salotto a piangersi addosso.
Così era stato, come da copione. Che più che piangersi addosso – il Coccodrillo ne era certo – era un momento per rimettere insieme le idee e poter rifarsi la volta successiva.
Gli tolse dal volto il libro, sbuffando: « Musil? Sei serio? » domandò il Rettile, abbastanza scocciato da quella teatralità.
Con un lieve movimento della puntina, il disco concluse “The world we knew”, facendo cominciare quella successiva.
« Il titolo di quel romanzo descrive alla perfezione la mia situazione attuale, Wani… » affermò il Fenicottero con voce piatta, non sembrando particolarmente toccato.
Con uno sbuffo, Crocodile posò “L’uomo senza qualità” sul tavolino, poco distante dai piedi del compagno.
« Sono certo che crescerai anche tu, prima o poi, Donquijote. L’avrai capito ormai che in casa nostra i soldi non sono un problema… » affermò il Coccodrillo, ormai spazientito per tale atteggiamento. La sua voce venne accompagnata in sottofondo da quella della cantante che usciva dal giradischi.
L’iride chiara di Doflamingo saettò sull’altro, accompagnata da un sorriso divertito: « Sai Wani? Sono mesi che conviviamo e questa è la prima volta che ti riferisci a questo appartamento come “casa nostra” ⁓ ».
« E allora? ».
« Nulla, mi piace ⁓ ».
Crocodile sospirò una risata stanca, prima di uscire dalla stanza, canticchiando le parole della canzone che anche Doflamingo stava intonando a voce un po’ più alta. 

We drop into
A quiet little place
And have a drink or two
And then I go
And spoil it all
By saying something stupid
Like I love you
 



Angolo autrice
Capitolo ideato, scritto e pubblicato di corsa. Un grazie a Zomi per aver recensito lo scorso capitolo!
Per chi invece se lo domandasse, le canzoni sono di Sinatra e il perché ve lo spiegherò nel prossimo capitolo!
A presto.
Marauder Juggernaut

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Capitolo 26
*** Fuori ***


Fuori

Non c’erano urla.
Quelle c’erano state prima. Prima, quando gli insulti peggiori erano usciti dalle loro bocche; prima, quando i loro occhi erano diventati nient’altro che profondi pozzi di rabbia; prima, quando i loro sibili non erano che velenosi strali che speravano facessero più male possibile all’altro.
Adesso c’era solo un’innaturale calma, tesa e densa da poter tagliare con un coltello.
Doflamingo era seduto al tavolo, si stava massaggiando il ponte del naso senza avere il coraggio di guardare il Coccodrillo in piedi davanti a lui, col volto livido e tirato.
Questi digrignava i denti come il più feroce degli animali, come se fosse sul punto di azzannare la gola dell’altro. Mai come in quel momento della sua vita aveva desiderato fargli male … forse una volta, tanti anni prima
Non poteva.
In quel momento Crocodile aveva solo voglia di un buon sigaro, del fumo grave che gli entrava in bocca e usciva portando con sé quel peso che sentiva nello stomaco, facendolo volare via, lontano.
Gli occhi del Volatile non avevano ancora il coraggio di guardarlo, ma il Rettile lo sapeva: seppur raramente, a volte il Fenicottero era davvero un codardo, che capiva dopo il vero peso delle parole che diceva.
Che pessimo difetto.
Oltre la finestra, le nubi si fecero ancora più scure e minacciose. L’animo di entrambi, in quel momento, era probabilmente di quel colore.
Doflamingo aprì la bocca per provare a parlare, richiudendola subito dopo per ponderare ancora meglio le parole di quanto già non avesse fatto fino a quel momento.
Ma era tardi.
Il Rettile gli diede le spalle.
« Crocodile, io… ».
« Tranquillo, Doflamingo, so già dov’è la porta… ».
Quando uscì di casa, la cicatrice sul volto cominciò a dolergli incredibilmente.
E iniziò a piovere.








Angolo autrice:
Gente, questo capitolo era da tantissimo tempo che lo volevo scrivere. Perché in una relazione non è sempre rosa e fiori, soprattutto per due maschi alfa come loro. I prossimi tre capitolo saranno più o meno collegati tra loro, immaginateli come non tanto distanti tra loro nel tempo.
Un grazie a Zomi per aver recensito lo scorso capitolo e a presto!
Marauder Juggernaut.

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Capitolo 27
*** Ricordi pt. 5 - Una dolorosa cicatrice ***


Note autrice: Vorre un attimo l'attenzione di voi lettori. Questo è il capitolo su cui ho più dubbi di tutta la raccolta. Sia perché racchiude tematiche delicate, sia perché ho voluto rendere i protagonisti più "umani". Io vorrei davvero sapere la vostra opinione più sincera a riguardo, se non vi piace l'idea mettete pure un commento negativo. Ho cercato di essere meno "brutale" di quanto volessi all'inizio, ma non so se sono riuscita ad essere abbastanza delicata. In ogni caso, qui i protagonisti hanno 19 anni. Ditemi sul serio! Comunque, ringrazio sia Zomi che _Dreamer97 per aver commentato lo scorso capitolo.
Marauder Juggernaut




Ricordi pt. 5 – Una dolorosa cicatrice

Con passo pesante, Doflamingo si trascinò in camera. La mano, abbandonata lungo il proprio fianco, stringeva quasi inerte il cellulare. Si lasciò cadere sul letto, che gli parve improvvisamente troppo grande, nonostante ci avesse sempre dormito da solo non più di pochi mesi prima. Un rapido zampettare lo raggiunse: con un balzo, Laassiù riuscì a raggiungere il materasso e ad andare a leccare la mano del padrone abbattuto. Con un sorriso appena accennato, gli concesse una carezza.
Lo smartphone vibrò. Non fece in tempo a fare il primo squillo che il Fenicottero aveva già risposto.
« Cosa è successo? » la voce profonda del Falco lo fece quasi sorridere. Lui sapeva. Quando Doflamingo lo chiamava significava che c’era un vero problema. E appena Drakul aveva visto la chiamata persa, aveva ritelefonato immediatamente.
Il Fenicottero sembrò ridere isterico: « Falchetto, avevi ragione: a volte dovrei davvero tenere a freno la lingua… ».
Sentì un sospiro oltre la cornetta: « Gli hai ricordato di nuovo la storia della cicatrice? »
 
Doflamingo teneva stretta tra le mani una lattina di gatorade. Tormentava l’alluminio tra le dita, senza avere il coraggio di guardare in faccia il Coccodrillo steso nel letto d’ospedale. Una lunga garza gli fasciava il volto all’altezza degli zigomi. Il candore era macchiato da gocce carminio. Il suo braccio sinistro era bloccato in un gesso, insieme all’annuncio del medico che gli diceva che purtroppo c’era la possibilità che non sarebbe più stato in grado di usarlo liberamente come prima.
« Perché? » la voce di Crocodile fratturò il silenzio teso. Il Fenicottero alzò la testa per guardarlo, non capendo veramente la sua domanda.
« Donquijote, quando sei dentro a una rissa, io non ci penso due volte a spalleggiarti… ». E quando lo faceva, era impossibile che non ne uscissero vincitori.
« Però non è normale che tu sia coinvolto così spesso… » la sua voce quasi tremava. Non stava guardando l’amico nemmeno per un secondo. Per quanto forte e attaccabrighe, Doflamingo non era così stupido da cominciarne tante.
« Perciò dimmi » la rabbia nella sua voce era palpabile « perché cazzo mi ritrovo in ogni scazzottata sempre peggio, perché cazzo ci siamo dentro così spesso, perché cazzo un coltello mi ha attraversato la faccia, per quale cazzo di motivo ora ho la vita rovinata! ».
« Perché sono un fottuto frocio, Crocodile ».
Calò il gelo. La sua voce era seria come non l’aveva mai sentita.
« Perché è divertente scoprire che il ricco Donquijote Doflamingo, il tipo che mette soggezione a tutti in realtà si diverte a succhiare cazzi ». E non serviva davvero continuare oltre il discorso perché la gente sapeva essere bastarda quando voleva.
Ma non Crocodile. Crocodile non disse nulla sulle preferenze dell’amico, sebbene avesse un atroce dubbio che lo corrodesse con un dolore più forte di quello dello sfregio sulla faccia.
« Vuoi dire che io ti… »
« Da più tempo di quanto immagini, Crocodile ».
Il dubbio si dissolse, corrodendogli l’animo come acido.
« Io non resterò qui ancora a lungo, Doflamingo ».
« So avere pazienza ».
« Esci fuori, Doflamingo. Lasciami solo. Devo schiarirmi le idee ».
 
Gli sarebbero serviti quattro lunghi anni.

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Capitolo 28
*** Alfa ***


Alfa

Il telefono era adagiato sul bancone dello Spider Cafè e Crocodile fissò per un istante, ignorandolo poi completamente. Il locale doveva essere chiuso quel giorno, ma Paula era sempre presente per sistemare alcune cose in quel bar e, conoscendo quel Coccodrillo da una vita – e avendo anche lavorato per lui per un periodo – non poteva non farlo entrare. Soprattutto quando era ridotto in quelle condizioni.
Il cellulare era completamente silenzioso, ma al Rettile in realtà interessava unicamente il whisky che ancora occupava il suo bicchiere.
Paula avrebbe dovuto finire l’inventario, ma non riusciva a distogliere gli occhi dalla scena che aveva davanti. Struggente e patetica assieme.
E lei non aveva la minima intenzione di continuare a guardare il suo ex boss in quelle condizioni.
Sospirò: « Non hai intenzione di chiamarlo? ».
Crocodile le lanciò un’occhiata che avrebbe fatto tremare anche i muri, ma i due si conoscevano da troppo tempo perché Paula ne fosse davvero del tutto intimorita.
« Non puoi ignorarlo per sempre… ».
« Il mio appartamento ce l’ho ancora, quindi sì. » disse solamente, freddo come il ghiaccio.
Forse era davvero stupida come idea: lui e il Fenicottero stavano insieme da quasi sei anni, sapevano il meglio e il peggio l’uno dell’altro, eppure a volte bastava un litigio per capire che forse il “peggio” non lo conoscevano ancora del tutto.
« Starai scherzando spero! » esclamò la donna, ma Crocodile la ignorò completamente, spingendo verso di lei il bicchiere perché lo riempisse ancora.
La verità era che lui e Doflamingo erano due maschi alfa. Riconoscevano il valore l’uno dell’altro, la loro era una continua sfida per dimostrare la superiorità reciprocamente, ma la loro testardaggine non aveva confini quando erano convinti di aver ragione. Chiamare per primi avrebbe significato mettersi dalla parte del torto e Crocodile aveva la convinzione che per entrambi l’amor proprio fosse anteposto a quello per l’altro. Per questo era davvero dubbioso quando tutto era cominciato, per questo era sorpreso che fossero andati avanti così a lungo. Ma la verità era che era sempre stato il Coccodrillo a darsi il torto, anche nelle piccole cose, perché quella convivenza andasse avanti in modo civile. Ma a tutto c’era un limite e Crocodile aveva raggiunto il proprio.
Il cellulare vibrò e venne notificato un messaggio whatsapp.
« Non rispondi? » indagò Paula, riempiendogli finalmente il bicchiere.
Il Rettile scosse la testa: probabilmente era un collega di lavoro…

 
Joker:
"Crocodile, dobbiamo parlare."

 
"Per sentirmi dire ancora che mi sono meritato ciò che mi è capitato? Te lo scordi, Doflamingo."
 
Joker:
"Mi dispiace Crocodile, per ciò che ho detto. Torna."

 
Al Coccodrillo si seccò la gola.
Forse, il suo ultimo ragionamento era sbagliato…







Angolo autrice:
Questo capitolo è uscito un po' in ritardo, ma vi assicuro che è stato un parto. Spero vi piaccia.
Un grande grazie a Zomi e a lilibera111 per aver commentato lo scorso capitolo e a Vegethia che ha commentato il capitolo 23!
A presto
Marauder Juggernaut.

 

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Capitolo 29
*** Ancora ***


Ancora

Il Coccodrillo era immobile, di fronte a lui, fermo sulla porta di casa, come se fosse pronto ad andarsene alla prima parola sbagliata. In realtà sarebbe basta anche una virgola fuori posto per farlo uscire ancora, per questo – forse per la prima volta in vita sua – il Fenicottero non sapeva davvero cosa dire. Il silenzio era fitto come nebbia e nessuno dei due sembrava intenzionato a spezzarlo.
Le iridi chiare di Doflamingo erano specchi della sua stanchezza. Il solito ghigno che spesso prendeva luogo sul suo volto era totalmente assente. Strinse a pugno le dita, mentre un sbuffo di aria usciva dalla sua bocca, forse ennesime parole che non sarebbe riuscito a dire. Probabilmente di parole non ce n’era davvero bisogno. Le frasi più importanti, quelle che contavano, erano già state dette. A unanime opinione, forzare ulteriormente l’orgoglio che entrambi si erano giocati – Doflamingo chinando la testa e chiedendo scusa, Crocodile correndo subito a casa non appena il Volatile lo aveva chiamato – non fosse la mossa migliore. Ma una volta sola non bastava per dimostrare che il loro egocentrismo era solo in secondo piano rispetto alla relazione che da anni volevano – tentavano – di tenere in piedi.
Il Fenicottero fece un passo in avanti, senza ancora dire una parola.
Forse davvero servivano in quel momento e ancora Doflamingo aveva paura di sbagliare di nuovo.
E il Rettile capì, intuì queste sue indecisioni. Quel passo iniziale, doveva farlo lui.
Tirò fuori il cellulare, il tutto sotto lo sguardo attendo del Volatile.
« “Mi dispiace Crocodile, per ciò che ho detto. Torna” … non sono parole che ho sentito molto spesso dette da te… ».
« Questa volta erano obbligatorie ».
E le labbra del Rettile avevano ancora il medesimo sapore.






Angolo autrice:
Ci ho messo parecchio a fare questo capitolo, ma ammetto che era difficile chiudere in modo discreto.
Ringrazio lilibera111 _Kalika_ e Zomi per le recensioni allo scorso capitolo!
A presto!

Marauder Juggernaut
 

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Capitolo 30
*** Proposta ***


Proposta

Doflamingo li aveva osservati e avrebbe potuto continuare per tutta la giornata.
Violet aveva avuto un contrattempo e, non riuscendo a trovare nessuno, aveva contattato esasperata il cognato perché potesse restare insieme a Baby-5 per un po’ di tempo. E il Fenicottero avrebbe fatto di tutto per la famiglia, soprattutto se si trattava di una simile sciocchezza. Non aveva però sottolineato che quel giorno lui non sarebbe stato a casa sempre, a differenza di Crocodile.
Vedere il Rettile dapprima davvero irritato cambiare completamente atteggiamento quando era arrivata la giovane Baby non aveva prezzo. All’inizio rigido e impacciato per gli strani comportamenti della dodicenne, era diventato sempre più rilassato, fino a ritrovarsi a farle compagnia mentre guardavano un film scelto da lei: rivedere un cult come Blade Runner aveva favorito non poco l’umore di Crocodile, senza contare i popcorn dolci che aveva preparato per la ragazzina durante la visione.
Quando era rientrato, Doflamingo lo aveva visto mentre prendeva tra le braccia Baby addormentata e la posava comoda sul divano, con dolcezza, e la copriva con una coperta. E il Fenicottero non poté non notare quel sorriso accennato e intenerito sul viso del Coccodrillo.
Il Rettile in questione si voltò verso la porta del salotto, solo per squadrare con un sopracciglio sollevato il Volatile ancora appoggiato allo stipite della porta, con le braccia incrociate. Ma non lo guardava più: fissava intensamente per terra, con gli occhi assorti in chissà quale pensiero.
Un pensiero a cui volle dare voce solo pochi secondi dopo e Crocodile sentì il cuore mancargli un battito quando l’altro lo scrutò con quelle iridi chiare e intensissime, la stessa profondità e serietà che aveva usato quando gli doveva dire o chiedere qualcosa di davvero importante in passato.
Quando gli aveva chiesto di iniziare la loro relazione.
Quando gli aveva chiesto di iniziare quella convivenza.
Qualsiasi cosa Doflamingo gli stesse per chiedere, Crocodile era consapevole che avrebbe completamente cambiato la loro esistenza. E lui non avrebbe saputo dire di no.
« Crocodile … vorresti essere padre? »







Angolo autrice:
ho riflettuto davvero tanto se mettere questo capitolo adesso o dopo. Ed eccolo qui!
Un grazie a Zomi che ha commentato lo scorso capitolo e giuro che ora rispondo a tutti. Mi ricordo anche che tempo fa un'utente aveva commentato che si immaginava Crocodile e Doffy come genitori ... beh, dal prossimo capitolo, magari!
A presto
Marauder Juggernaut

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Capitolo 31
*** Figlio ***


Figlio

Crocodile picchiettò le dita sul ginocchio come un pianista inquieto. Si guardava attorno con apparente calma, ma Doflamingo, seduto accanto a lui su quella scomoda sedia da sala d’attesa, sapeva che era agitato, molto agitato. In realtà lo era anche lui, ma dietro il suo sorrisetto da circostanza si notava meno.
Guardò la donna che se ne stava seduta dietro il computer, a battere sulla tastiera per inserire le informazioni contenute nei documenti che i due avevano dato appena entrati.
Il Fenicottero sbuffò: e dire che pensava che il suo Rettile avrebbe rifiutato appena sentita quella proposta, magari condendo il tutto con qualche insulto; invece aveva acconsentito.
E immediatamente, appena era arrivata la conferma che si poteva procedere all’adozione, erano cominciati i lavori per sistemare la stanza degli ospiti per renderla meno spartana e più adatta a un bambino. Maschio, perché con una femmina non avrebbe saputo trattare, aveva detto Crocodile; in età scolare, così non sarebbe sussistito il problema che uno dei due dovesse restare a casa con un neonato, aveva detto Doflamingo. E lo avevano trovato.
Una donna più anziana li venne a chiamare, indicando loro la via ai dormitori.
« Non immaginavo che qualcuno avrebbe voluto quella piccola peste… ha sette anni ed è un diavolo con gli altri bambini… » ammise, mentre accendeva una sigaretta, in barba alla legge sui luoghi pubblici.
« Sapremo trattarci, signora Caramell, non si deve preoccupare di questo ⁓ » la tranquillizzò Doflamingo con un sorriso quasi malevolo, camminando a fianco del compagno.
« Me lo auguro per voi… » disse lei, prima di tirare fuori un sorriso mieloso e aprire la porta di una stanza.
Si rivolse al bambino ben vestito che stava seduto su un letto senza lenzuola; con lo sguardo cupo e freddo squadrò i tre adulti.
« Allora, vuoi conoscere i tuoi genitori? Eccoli qua! » disse prima di rivolgere un cenno di saluto per lasciare sola la neo famiglia.
Il bambino li guardò ancora: « Siete due uomini » disse semplicemente, senza una vera inflessione nella voce.
Il Volatile annuì, chinandosi alla sua altezza: « Proprio così, spero che non ti dia fastidio la cosa, Law… »
Il bambino alzò le spalle: « Mi basta andare lontano da quella strega… ».
Doflamingo ridacchiò, prima di voltarsi verso il Coccodrillo che stava prendendo la valigia del figlio.
« Mi assomiglia  ⁓ ».
Un brivido gelido attraversò la schiena del Rettile.
« Mi auguro di no ».







Angolo autrice:
ed ecco presentato il figlio della nostra coppia. Quanti se lo aspettavano? Piccolo spoiler per la comparsa di un personaggio non ancora apparso nell'anime, ma non è nulla di che, come vedete. So che un'adozione non si fa in quattro e quattr'otto, ma lasciatemi la licenza, suvvia. Ringrazio come sempre Zomi e anche _Kalika_ che hanno commentato lo scorso capitolo!
A presto

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Capitolo 32
*** Ottobre ***


Ottobre

« Non immaginavo che Law arrivasse prima di oggi … i piani che avevo in testa all’inizio erano un po’ diversi. » disse come se cercasse una giustificazione a quella situazione.
Il rumore metallico delle catene di traino iniziò a sferragliare.
« Non ti devi giustificare, Wani, non mi sto affatto lamentando ⁓ » disse semplicemente il Fenicottero, mentre lanciava un’occhiata a Law, seduto al posto a fianco che dondolava le gambe come se niente fosse e niente sarebbe successo.
Forse Crocodile diceva troppe volte “sì”, anche quando ne andava della sua salute. Ma in fondo bisognava cercare un’attività adatta a quella che ormai era una famiglia, non più solo una coppia che si sarebbe fatta andare bene una cena in un lussuoso ristorante.
La proposta era stata avanzata da Law; Doflamingo aveva accettato fin troppo entusiasta e con uno sguardo divertito aveva sfidato Crocodile a rifiutare; trovandosi in minoranza, il Rettile non aveva potuto tirarsi indietro.
E in quel momento era lì, a sentire la verticalità farsi sempre più evidente, con quelle costrizioni a serrargli il petto e a mozzargli il respiro. In realtà al Coccodrillo mancava il nesso tra il fatto di aver acconsentito di andare al parco di divertimenti di Sabaody e quello di salire su tutte le attrazioni che gli altri due volevano provare. Si domandò perché Law non poteva essere accompagnato solo da Doflamingo. Ma era anche vero che non voleva fare la figura del codardo, cosa che il Fenicottero gli avrebbe ricordato per tutta la vita.
I sedili dello Space Vertigo si arrestarono in cima e la voce elettronica cominciò il countdown per la caduta.
8 … 7 … 6
Il Volatile guardò il compagno, con un gran sorriso divertito: « Qualcosa da dichiarare prima di morire d’infarto? ⁓ ».
Nonostante Crocodile sentisse l’impellente bisogno di sussurrargli un “crepa”, le parole che gli uscirono furono ben diverse: « Auguri, Donquijote … ».
5 … 4
I sedili caddero di colpo.







Angolo autrice:
e tanti auguri al nostro Fenicottero di fiducia! In ogni caso, per chi non lo sapesse, lo Space Vertigo è un'attrazione di Gardaland che consiste in una colonna d'acciaio a cui sono attaccate quattro file di sedili. Le file vengono portate in alto e lasciate cadere all'improvviso per dare la sensazione di cadere nel vuoto. Di solito c'è un countdown che viene fatta da una voce elettronica, ma molte volte non viene rispettato, quindi può capitare che i sedili vengano lasciati andare quando magari mancano ancora 5 secondi alla fine. In realtà Law che ha sette anni sarebbe troppo basso per salire, ma per stavola ssshhh.
Un grazie a Zomi e Leggo93 che hanno commentato lo scorso capitolo!
A presto!
Marauder Juggernaut

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Capitolo 33
*** Ricordi pt. 6 - Consolazione per due ***


Note autrice: a volte ritornano. Figuratevi se abbandono questa storia dopo essere andata così avanti! Un grazie a TheElviaBB che ha commentato alcuni capitoli! In fondo, le promesse per l'anno nuovo!
M.J.



Ricordi pt. 6 - Consolazione per due 

Doflamingo accarezzò piano la schiena nuda del partner. Dormiva e non aveva la minima intenzione di svegliarlo. Era così tranquillo e beato che sembrava addirittura innocente. Sentì la voglia sempre più grande di baciargli o mordergli una spalla, ma si limitò unicamente a immaginarsi tali risvolti. Semplicemente, si distese nuovamente accanto a lui e si riaddormentò.
 
Il Fenicottero si rimise a sedere sul bordo del materasso, massaggiandosi gli occhi, sentendo tutte le spalle indolenzite. Le mosse un poco mentre lanciava alcune occhiate al corpo del ragazzo accanto a lui: non riusciva a vederne gli occhi, ma probabilmente era sveglio e si stava semplicemente rilassando. Le spalle e il torace si alzavano e si abbassavano al ritmo del respiro quieto. Doflamingo sorrise amaro prima di vagliare con lo sguardo il pavimento della stanza alla ricerca dei propri boxer.
« Già te ne vai? ». La voce strascicata e un poco assonnata dell’altro attirò l’attenzione del Volatile, ma questi non si voltò. « Non voglio restare più del dovuto. » rispose solamente; il Doflamingo di una volta non avrebbe risposto così: così pacato, calmo, educato, corretto…
Il ragazzo accanto a lui lo squadrò qualche secondo, mettendosi poi a sedere e passandosi la mano tra i capelli neri.
« Sai » disse ironico « potrei andare all’anagrafe e cambiare il mio nome con quello del Rettile… ». Drakul fissò Doflamingo con quelle sue iridi dorate colme di sarcasmo. Il Fenicottero alzò un sopracciglio: « Come io potrei andare a tingermi i capelli di rosso… ».
Il Falco sbuffò una risata e si passò una mano sul volto: « Staresti malissimo… » commentò.
« Per quanto ancora la portiamo avanti questa storia, Doflamingo? ».
Quella situazione in cui si erano infilati faceva schifo a tutti e due: un consolarsi a vicenda per dei sentimenti non corrisposti. Da entrambe le parti.
« La finiamo anche domani… » mentì il Fenicottero, privo di qualsiasi vena di malizia. Era solo molto stanco.
« Non ne saresti in grado. »
« Hai ragione ».
Doflamingo scrutò l’amico, pensieroso: « Perché no con Hancock? ». Mihawk sembrò tendersi per un istante, prima di rilassare le spalle: « Vai a capire cos’ha in testa quella là… » disse solo, riferendosi a quel tira e molla che stavano portando avanti da troppo tempo per poter essere sopportato o preso più sul serio.
Il cellulare del Falco vibrò; lo recuperò dal comodino, spalancando gli occhi a leggere il mittente.
« Forse la tua attesa è finita, Fenicottero… ».
Doflaimingo lo guardò confuso.
« Crocodile è tornato a Sabaody… ».
 
Dopo quattro lunghi anni.








 
Buoni propositi per il 2018
Ohilà, salve! Sfrutto questo spazio in fondo alla mia storia per varie cose. Innanzitutto, rinnovo per l'ultima volta gli auguri di buone feste a tutti. In secondo luogo, come si evince dal titoletto, sono qui per fare i buoni propositi ... lo so, lo so, di solito i buoni propositi poi non si mantengono. Io ce l'ho fatta un anno solo, ma vi assicuro che poi mi sono sentita una persona migliore! Ma, se per i buoni propositi di vita sono così così, vedrò di mantenere quelli di scrittura e in una parte mi servirà il vostro consiglio. Cominciamo! Perciò nei primi mesi del 2018 sicuramente troverete:
Anordinary family: 5 oneshots AU, nessuna coppia, sulla vita quotidiana della famiglia che mi ha più intrippato in questo periodo;
La bilancia e le stelle - La vera storia del Marauder: AU fantasy di mia invenzione, shounen-ai, dove i protagonisti diventeranno i personaggi di OP. E poi scoprite da dove viene il mio Nickname senza senso.

E qui adesso, mi serve il vostro aiuto per decidere a quale dare vita prima, dato che non le pubblicherò subito entrambe. Ditemelo in MP.
The Masquerade: AU Vampiri - basata più o meno sull'omonimo GDR, tranquilli non vampiri Twilight - un po' tutti i personaggi e tutti i tipi di coppia. Storia di clan e di dominio sul territorio, di eterna guerra con i mutaforma lupini, di faide e vendette. 
Bittersweet sibling love: AU moderna. Da quando è morta Charlotte Linlin, uno degli amministratori di un'importantissima società, l'intera famiglia è stata estromessa dalla direzione perché nessuno dei suoi figli è legittimo. Il malcontendo della famiglia si è ridimensionato in uno scandalo e ora la via per avvocati per risistemare le cose è lunga e costosa; per quanto i soldi ci siano, è pur sempre difficile quando si è in quattordici. Ma la cosa importante è restare uniti.

Ditemi voi, ora chiudo prima che questa cosa diventi più lunga del capitolo!

 

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Capitolo 34
*** Scuola ***


Note autrice: Ciao, sono Marauder Juggernaut e non mi ricordo più come si scrive qualcosa. Ho impiegato tre anni a ritrovare la voglia di riprendere in mano tutto questo e temo che suddetta voglia non rimanga ancora a lungo...
Ma se vi piace, buona lettura.
M.J.




Scuola
 
Crocodile incrociò le braccia al petto, cercando di ignorare tutte le occhiatine che le giovani madri lì attorno gli lanciavano. Finse di non notare tutti gli sguardi delle donne che scorrevano dai bicipiti che tiravano il cotone della camicia ai pantaloni che gli fasciavano divinamente il fondoschiena.
Era solo il quinto giorno che Law aveva cominciato la nuova scuola e già quel sensuale interrogatorio silenzioso era diventato irritante. Non capiva cosa ci fosse di così strano nel vedere un padre che attendeva l’uscita da scuola del figlio. Già stava cercando di capire che dinamiche frullassero in testa a quelle pettegole: forse pensavano che fosse la “moglie” che lavorava e lui che badava alle faccende domestiche, oppure che fosse single. Come potessero anche solo immaginare una cosa del genere era un mistero, visto come suscitava l’interesse delle donne con la semplice presenza.
La campanella di fine scuola suonò per fortuna del Coccodrillo, che pregò davvero che Law facesse in fretta ad uscire: prima tornavano alla macchina e meglio era. La macchina era un’ottima scappatoia: da quel giorno in avanti avrebbe parcheggiato poco distante dai cancelli della scuola e aspettato il figlio in macchina per evitare tutti quegli occhi indiscreti.
I bambini cominciarono a uscire lentamente e il Coccodrillo ringraziò il cielo che Law fosse tra i primi, così non si sarebbe dovuto sorbire ulteriormente sguardi poco innocenti.
Tutto accadde così velocemente: mentre Law si stava avvicinando a lui con la solita aria annoiata che lo contraddistingueva, una donna alta e magra e dai tratti quasi equini di avvicinò con un sorriso zuccheroso.
«Lei è il padre di questo bambino?» ma prima che Crocodile potesse ribattere ironico per la stupida ovvietà detta, un braccio muscoloso si avvinghiò al suo collo e alle sue spalle e una voce fin troppo conosciuta rispose al posto suo.
«Sì, siamo i padri di questo bambino» confermò sicuro Doflamingo, trascinando Crocodile contro la sua bocca per un bacio tutt’altro che casto che, sentendo i gemiti sconvolti, scandalizzò tutte le madri presenti e fece allontanare quella che si era avvicinata.
«Ehw, dovete farlo proprio qui?» protestò Law che li aveva raggiunti e Crocodile, ormai sazio di quel bacio, si allontanò dal compagno per prendere lo zaino del figlio e dargli ragione: non era il caso, anche se di certo aveva stroncato sul nascere ogni tentativo di avance.
Crocodile si mise la cartella in spalla. «Perché sei qui?» domandò Crocodile squadrandolo da capo a piedi.
Doflamingo fece le spallucce: «Ho staccato prima dal lavoro … allora, Law» disse rivolgendosi al figlio «ti va di andare a prendere un gelato?».
Il bambino annuì serio. «Basta che non facciate più quella cosa…».
Povero ingenuo.

 

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