Indagini in casa Durin

di didi_95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Castighi serali ***
Capitolo 2: *** Un indizio ***
Capitolo 3: *** Illustri sospetti ***



Capitolo 1
*** Castighi serali ***


< Ma nooo Fee! L'arco non si tiene così! E' mai possibile che non riesca a fartelo capire in nessun modo? >
La voce acuta del fratello minore risuonò anche troppo potentemente all'orecchio di Fili, che si ritrasse di qualche passo, lasciando il piccolo arco di legno nelle mani di Kili.
< Sai benissimo che non mi piace usare l'arco... le spade sono molto meglio! Specialmente quando ne posso usare due in contemporanea! E smettila di urlare altrimenti mamma ci sentirà; dovremmo essere a letto già da qualche ora... >
Kili sbuffò rumorosamente, alzando gli occhi al cielo.
Fili, senza dargli retta, lo spinse verso il letto vicino al suo.
< Forza, è tardi. >
Ma Kili non era mai stato uno che obbediva alla prima.
< Non ho sonno, Fee! Domani mi devo allenare con Dwalin e se non riesco a tendere bene la corda dell'arco come mi ha mostrato ieri, farò una figuraccia e lui si arrabbierà con me! >
Fili, notando una sincera preoccupazione negli occhi del fratellino, sorrise comprensivo e si sedette sul letto.
< D'accordo, esercitati un altro po' allora; ma sappi che nostra madre è ben più temibile di Dwalin quando si arrabbia... >
Kili inghiottì a vuoto, passandosi una manina nei capelli perennemente scompigliati e acquisendo un'aria abbattuta.
< Ma ti ho visto mentre lo tendevi ieri e mi sembri già molto più bravo di me... credo che tu abbia un talento naturale con l'arco, fratellino. > si affrettò a rincuorarlo Fili.
L'espressione del fratello cambiò all'istante, allargandosi in un grande sorriso.
< Sul serio? >
< Ma certo Kee... quando mai ti dico bugie? >
< Allora te lo faccio vedere una volta sola! E con la freccia che mi ha dato Dwalin! >
Ancora prima di comprendere il significato di quelle parole, Fili vide il fratellino balzare via e recuperare qualcosa di lungo da sotto il letto... una...
-Fili si stropicciò gli occhi sicuro di aver visto male, ma non si era sbagliato- una freccia?!
"Se la mamma lo scopre.." pensò il nanetto biondo, lanciandosi verso il fratello.
Nell'esatto momento in cui Fili afferrò la freccia impugnata dal fratello che emise un prolungato suono infastidito e decisamente troppo alto, nella casa immersa nel buio risuonò un altro tipo di urlo, uno arrabbiato... parecchio arrabbiato.

< FILI! KILI! >

I due nanetti, ancora con entrambe le mani sulla freccia proibita, si guardarono spaventati e sussurrarono nello stesso momento: < ...mamma... >.
Nei pochi secondi che seguirono, la stanza dei due fratelli divenne teatro di un fuggi fuggi generale, ma quando Dìs fece il suo improvviso e temporalesco ingresso, trovò i suoi figli nei loro letti.
< Che c'è mamma? >
Esordì Fili con la voce più assonnata che trovò, cercando di non fissare l'impennaggio bianco della freccia che spuntava da sotto il lettino di Kili.
Tuttavia Dìs non si fece ingannare.
< Cosa ci fate ancora svegli? > tuonò.
< Ehm... noi... noi stavamo... > cominciò Kili non avendo la più pallida idea di che cosa inventare.
< Ve lo dico io cosa stavate facendo! - continuò la nana tirando fuori un barattolo di vetro totalmente vuoto ad eccezione di alcune briciole scure - Avevo fatto questi biscotti per il pranzo di domani! E adesso sono spariti! TUTTI! >
Fili osservò con aria smarrita il barattolo vuoto che fendeva l'aria avanti e indietro, soggetto ai bruschi movimenti di sua madre.
Kili la fissò con aria interrogativa, prima di dire la cosa più sbagliata che potesse uscire dalla sua bocca, sebbene fosse la pura verità.
< Ma non siamo stati noi! >
Fili strinse le spalle, in attesa della bufera che ne sarebbe seguita.
< E lo NEGHI anche??? Bugiardi oltre che disobbedienti! Domani starete in punizione tutto il giorno, niente allenamenti! E mi aiuterete a rifare tutti i biscotti che avete fatto sparire senza ritegno! E se stanotte vi sentite male non venite a piangere da me! A domani! >
E, dopo aver rivolto uno sguardo gelido al figlio maggiore lasciandogli tra le mani il barattolo incriminato, se ne andò sbattendosi la porta alle spalle.

I due nanetti tirarono un sospiro di sollievo e Kili si precipitò sul letto del fratello, mettendosi a fissare l'arco in modo sconsolato.
< Ora chi glielo spiega a Dwalin che non posso allenarmi? > gemette.
< Fee? >
Kili osservò il fratello, ancora assorto nella contemplazione del barattolo.
Fili spostò finalmente lo sguardo su di lui.
< La domanda non è quella Kee... se io non sono stato e tu nemmeno... chi è stato a mangiarsi questi biscotti? >
A quelle parole la camera cadde nel più completo silenzio.
La mente di Kili cominciò a popolarsi di immagini: la casa immersa nell'oscurità della notte veniva presa d'assalto da mostri di ogni genere che si aggiravano furtivi, attraversando silenziosamente la porta della dispensa ed uscendone con le zampe, le mani... i tentacoli pieni di biscotti.
Oppure potevano essere orchi... quei terribili orchi di cui parlava sempre lo zio Thorin; ma Kili non aveva mai saputo se oltre ad essere crudeli e sanguinari, apprezzassero anche i biscotti.
Si appuntò mentalmente di chiederlo allo zio, non appena lo avesse visto.
Dopo quell'improvviso turbine di pensieri, la stanza gli apparve all'improvviso troppo buia ed il nanetto moro, rabbrividendo, si strinse al fratello.
Fili, ignaro delle oscure preoccupazioni di Kili, si era messo a rimuginare.
< Allora... mamma ha fatto i biscotti questa mattina e li ha messi in dispensa più o meno all'ora di pranzo. Chi è stato in casa nostra dall'ora di pranzo a ora? >
Kili lo guardò confuso.
< Orchi?... > sussurrò.
Fili, notando solo in quel momento la sua aria spaventata, si mise a ridere sommessamente.
< Ma no... stupido! Gli orchi non si azzardano a venire qui... noi nani gli facciamo troppa paura. Deve essere stato qualcuno che conosciamo! >
Kili, palesemente rinfrancato, si grattò la testa.
< Ma oggi è venuta un sacco di gente da noi! C'è stato Bofur, il signor Dwalin, Dori che ha chiesto alla mamma un po' di zucchero... Balin per le nostre lezioni e poi... ah! Bofur anche! >
< Lui lo hai già detto, Kili... > lo interruppe il biondo che si era già fatto una lista mentale dei presenti in casa.
< Giusto... Bhè, se Dori è entrato in dispensa per lo zucchero deve per forza averli presi lui i biscotti no? > continuò il piccolo.
Fili scosse la testa.
< No, non è possibile. C'è stato troppo poco tempo e mamma era nella stanza accanto! E poi te lo immagini il signor Dori che ci ruba i biscotti? Non ne fa mangiare più di due nemmeno a Ori quando vengono a prendere il thè da noi, per non sembrare ingordo! No...lui non può essere stato. >
Kili sbadigliò vistosamente e si accoccolò sul cuscino.
< Bhè... credo proprio che non arriveremo a nulla, e domani ci toccherà scontare una punizione non meritata... >
Fili si distese accanto a lui, seppellendo entrambi nella coperta di lana ed impadronendosi dell'altra metà del cuscino.
< Adesso ci mettiamo a dormire, ma domani si riparte... non mi va di essere accusato ingiustamente, dopo tutto sono il maggiore e la responsabilità è mia. >
< Mmmm... okay. > mormorò Kili, per metà già immerso nel sonno.
Fili gli scompigliò i capelli e sussurrò:
< Da domani, saranno tutti sospettati. >
Poi anche lui chiuse gli occhi, accogliendo il sonno.
Prima di addormentarsi, fece in tempo a sentire la voce preoccupata del fratello che gli chiedeva:
< Posso allenarmi con Dwalin anche se è "sospettato" ? >
< Certo Kili... adesso dormi. > gli rispose con voce impastata.
Il resto della notte passò tranquillamente e la casa rimase immersa nel silenzio.



Nda:
Buonsalve a chiunque sia arrivato fino a qui:D
Tornare nella Terra di Mezzo è come tornare a casa ed io non riuscirò mai ad abbandonare i miei nani <3
Perciò nulla... vi rendo nuovamente partecipi dei miei scleri, sperando che possiate sclerare con me :'D
Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto:) i commenti sono sempre ben accetti.
Vi aspetto e alla prossima!
Diletta

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Capitolo 2
*** Un indizio ***



La mattina seguente, quando i nanetti si alzarono, scoprirono che l'arrabbiatura di Dìs non si era affatto esaurita, anzi sembrava fosse appena cominciata.
< Mamma... che c'è per colazione? > mugolò Kili arrampicandosi sul suo sgabello e stropicciandosi freneticamente gli occhi.
Dìs si aggirava per la cucina come un drago in gabbia, sul fuoco erano posate numerose pentole fumanti; solo in quel momento Fili si ricordò che quello di quel giorno non sarebbe stato un pranzo come gli altri, era giorno di riunione: uno dei tre giorni all'anno nei quali lo zio Thorin riuniva tutti i nani importanti per discutere di "cose da adulti", come le chiamava di solito in loro presenza.
Il nanetto biondo sbuffò... la loro indagine non poteva capitare in un giorno peggiore, come il furto del resto...
I biscotti di Dìs erano rinomati nei giorni di riunione e servivano a far passare le pesanti ore di discussioni più velocemente, oltre che a rabbonire i nani più irruenti.
Lo stesso Dwalin, dopo una ventina di quei dolcetti croccanti e colmi di cioccolato, sembrava dimenticare ogni sorta di disputa.
< Questo potrebbe essere un indizio... > mormorò Fili tra sé e sé, mentre prendeva posto accanto al fratello ormai del tutto sveglio.
La tavola era vuota.
< Nulla! Non c'è nulla per colazione! Sono già abbastanza occupata a preparare il pranzo, non vedete? E tra cinque minuti devo uscire per comprare l'occorrente per i biscotti... > aggiunse la nana con una voce che avrebbe fatto concorrenza al gelido vento del nord.
Lo stomaco di Kili emise un sonoro borbottio, provocando un secondo sguardo della madre, ancora più gelido del primo.
Fili si affrettò a sistemare la situazione:
< Non preoccuparti mamma! Penserò io a qualcosa... >
Dìs sembrò rabbonirsi per un momento.
< Quando torno voglio trovarvi qui, pronti per impastare biscotti. Tutto chiaro? >
I fratelli annuirono in silenzio.
In quel momento Thorin fece il suo ingresso nella stanza, ancora un po' assonnato.
Con sguardo interrogativo adocchiò la tavola vuota.
< Niente colazione? > azzardò.
Per tutta risposta Dìs si infilò il mantello ed uscì di casa.
< Ma che ho detto? >
Borbottò il nano, riavviandosi i lunghi capelli scuri con le mani.
Kili si strinse nelle spalle.
< Ho fame zio... >
Thorin lo guardò e sorrise.
< D'accordo piccole pesti! Dato che non ci sono più biscotti, vi preparerò una bella frittata, che ne dite? >
Kili impallidì e abbandonò il capo sul tavolo:
< La frittata la bruci sempre... >
< Vada per pane e marmellata allora... ma non mangiatene troppa come le altre volte, altrimenti vostra madre mi uccide! >
Thorin aveva appena finito di parlare quando vide il nipote più giovane avventarsi sul barattolo di marmellata con il cucchiaio più grande presente in cucina.
Il nano non poté far altro che scuotere la testa.

Qualche minuto dopo, alzando lo sguardo dalla sua tazza di latte fumante ed emergendo dai vari problemi della riunione imminente, Thorin si rese conto dell'innaturale atmosfera che lo circondava: nessuna fetta di pane per terra o per aria, nessuna risata sguaiata, nessuna ansia per l'allenamento... nulla, solo silenzio.
E sua sorella non era nemmeno nei paraggi!
"C'è qualcosa che non quadra..." pensò, scuotendo la testa.
Iniziò schiarendosi la voce e notando con disappunto che, al rumore improvviso, entrambi i nanetti avevano alzato la testa allarmati; la cosa sembrava seria.
< Allora ragazzi... che programmi avete per oggi? > disse con il tono più pacato che trovò.
< Oh zio, non sai cosa ci è successo ieri! Eravamo in camera e poi la mamm... AHI! >
Kili si zittì all'improvviso, cominciando a massaggiarsi la caviglia destra.
Il fratello prese il suo posto.
< Tutto come al solito, zio Thorin... stavamo per andare agli allenamenti, vero Kee? Per Mahal siamo anche in ritardo! Ciao zio, grazie della colazione! >
Così dicendo, Fili agguantò la manica destra del fratello e lo trascinò fuori dalla porta.
Thorin, rimasto solo ed esterrefatto nella grande cucina vuota, si passò una mano tra i capelli; poi, come parlando a sé stesso, sussurrò con lo sguardo rivolto alle braci del camino:
< Non so nemmeno perché mi stupisco... io e Frerin eravamo identici. >
E l'unica cosa che si lasciò sfuggire quando Kili rientrò velocemente in cucina per recuperare le sue fette di pane e marmellata sul tavolo, fu un largo sorriso, uno di quelli rari, che riservava solo a quelle due piccole pesti che aveva come nipoti.
Dopo qualche secondo, il pensiero della riunione gli ricadde sulle spalle come un macigno... che cosa avrebbe fatto?
Avrebbe esposto ad i suoi compagni più cari le preoccupazioni che lo avevano turbato in quegli ultimi mesi?
Avrebbe osato rivelare il profondo desiderio che aveva nel cuore?
Sospirò pesantemente ed il suo sguardo tornò a perdersi tra le braci.

< Ma cosa ti è preso, me lo dici? Stavi per dirgli tutto! >
Il sole era già alto, ma il fiato dei due fratelli continuava a condensarsi in piccole nuvolette bianche; Kili guardò il cielo, presto avrebbe nevicato.
< Ma Fee! Me lo hai sempre detto tu che non si devono dire le bugie! E tu ne hai detta una enorme allo zio Thorin... >
Il biondo scosse la testa e sorrise.
< Scommetto che si è già dimenticato quello che gli ho detto. C'è la riunione oggi, non ricordi? Ha ben altro per la testa. E adesso sta' fermo mentre ti abbottono o prenderai un malanno. >
< Fee...? >
Il tono di voce del fratellino lo bloccò mentre stava cercando di eliminare le innumerevoli briciole di pane che gli erano rimaste impigliate nei capelli, era il tono che Kili riservava alle "cose da adulti", le cose che non capiva, quelle che lo spaventavano.
Lo guardò negli occhi.
< Dimmi. >
< Credi che accadrà questa volta? Lo zio Thorin parlerà agli altri di quella cosa? >
Fili abbassò lo sguardo; aveva creduto che Kili se ne fosse dimenticato... o almeno lo aveva sperato, ma il fratellino era più acuto di quanto non dimostrasse.
Odiava parlare di ciò che non riusciva a comprendere a pieno, ma l'unica cosa che avrebbe potuto fare con Kili era minimizzare.
Così sorrise e disse: < Ma non sai nemmeno di che si tratta Kee... >
Il nanetto moro aggrottò la fronte:
< So che fa star male la mamma e questo mi basta! >
Fili sorrise.
< Sono sicuro che lo zio Thorin non vorrebbe mai far soffrire la mamma... ma adesso basta, abbiamo cose più importanti a cui pensare. >
Così dicendo, sollevò il barattolo dei biscotti davanti agli occhi del fratello.
< Mentre facevamo colazione ho scoperto una cosa! >
< Cosa? > proruppe Kili con lo sguardo pieno di curiosità.
Il biondo, rallegrandosi per averlo distolto dal vero problema della giornata, sorrise e svitò il tappo del barattolo, indicandone il bordo.
< La vedi quella? >
Kili ci mise un dito sopra e lo ritirò immediatamente con aria schifata.
< E' appiccicosa! >
< Esatto fratello... è resina. Adesso abbiamo un indizio. >



NdA
Buonasera! Ecco il secondo capitolo, spero vi sia piaciuto. Breve ma intenso, diciamola così ;')
Mi scuso se non pubblicherò ad intervalli regolari, ma la sessione estiva ha già cominciato a rosicchiarmi l'esistenza ahaha
Un ringraziamento ricco di cuori <3 alle mie indomite lettrici che non hanno esitato a lasciarmi un commentino<3 : Tielyannawen, leila91 e ThorinOakenshield.
Grazie anche a tutti coloro che leggono in silenzio :D
Finiti i ringraziamenti e le genuflessioni vi auguro un buon weekend e vi saluto!
Alla prossima
Diletta

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Capitolo 3
*** Illustri sospetti ***



ILLUSTRI SOSPETTI

Nella radura usata per gli allenamenti si sentivano risuonare potenti colpi d'ascia e l'eco secca e cadenzata rimbalzava tra le colline come un sordo rintocco nel freddo silenzio mattiniero. Era proprio una delle atmosfere che Dwalin amava di più, dopo il suono delle armi ben usate in battaglia.
Erano ormai più di due ore che si allenava in attesa dei nipoti di Thorin ed il sudore gli scivolava copiosamente lungo la schiena ed il torace scoperti, nonostante il freddo e la neve imminente; non avrebbe dovuto iniziare così presto, ma quella mattina era diverso... era giorno di riunione e riunione uguale nervi da sfogare... e poiché la locanda era chiusa, una bella nana di passaggio non poteva essere una soluzione, rimaneva dunque solo la sua ascia.
Si sarebbe parlato di Moria, di orchi, di amministrazione locale, di commercio... ma non era quello a preoccuparlo.
Il tema che tutti temevano era la Montagna Solitaria e la guerra che ne sarebbe derivata.
Thorin stava scomodo nei Monti Azzurri, era impossibile non notarlo e ad ogni anno che passava la sua irrequietezza andava peggiorando.
Le parole non dette, gli sguardi che il suo condottiero nonché migliore amico lanciava intorno a sé come una bestia in gabbia, facevano pensare ad un'imminente rottura della situazione di pace apparente durata appena pochi anni.
Thorin avrebbe parlato e lo avrebbe fatto presto.
"Potrebbe farlo oggi" pensò, scandendo la frase con un colpo più forte degli altri che decapitò un manichino in fieno con due lunghe orecchie a punta, originariamente destinato a Fili e Kili.
Imprecò sottovoce, avrebbe dovuto costruirne un altro.
Era forse la prima volta in vita sua che non desiderava una guerra... l'ultima era ancora troppo vivida nei ricordi di tutti e troppo sanguinosa.
C'era bisogno di tempo... tempo per dimenticare gli amici, i figli, i fratelli, i padri morti trucidati davanti all'ingresso di Moria.
Oh, l'avrebbero pagata per quelle morti... e cara.
Ma non ora, non ancora.
Mentre si chinava per raccogliere il fieno sparso sull'erba, gli venne in mente l'unica cosa positiva di quella giornata a parte gli allenamenti.
Il pensiero piacevole fu talmente fugace che scomparve quasi ancor prima di essere formulato razionalmente, nemmeno il tempo di un sorriso.
Si ritrovò a scuotere la testa come scacciando qualcosa di fastidioso ed indesiderato.
Certi pensieri non avrebbero nemmeno dovuto passargli per l'anticamera del cervello e la giornata sarebbe stata in ogni caso, definitivamente, orrendamente brutta.
La presenza di una singola persona non avrebbe certo cambiato le cose...
O no?

Qualche minuto dopo il suo stomaco si fece sentire, in fondo era dalla sera prima che non mangiava... Il pranzo sarebbe stato ottimo e abbondante, per non parlare dei dolci, tuttavia il nano decise di non lasciare lo stomaco ulteriormente a secco e si infilò in tasca la mano sinistra, traendone un piccolo involto e portandoselo alla bocca.

< Che mangi zio Dwalin? >
La vocina di Kili alle sue spalle gli fece cadere la colazione.
Chinandosi borbottando per raccoglierla si trovò di fronte due giovani visi sospettosi, quello di Fili che scrutava quasi deluso la fetta di pane nero che giaceva sull'erba e quello di Kili che invece lo fissava come se si fosse tagliato a zero la barba.
< E' pane non vedete? > sbuffò irritato; non era mai riuscito a capire i nanetti ed a volte, dubitava quasi di esserlo stato lui stesso.
< E' solo pane Fee... > bisbigliò Kili al fratello.
< Lo vedo. > gli rispose il biondo, aggiungendo qualcosa di sussurrato che Dwalin non capì.
< Siete in ritardo per gli allenamenti! E dove sono le vostre armi? > sentenziò allora con la voce più burbera che trovò.
< Siamo venuti a dirtelo in realtà... - sospirò Fili, non abbandonando lo sguardo indagatore con il quale era arrivato - La mamma ci ha detto di restare a casa per aiutarla a cucinare, non potremo allenarci. >
Dwalin distolse lo sguardo:
< Ah... beh, se vostra madre ha detto così... capisco che abbia bisogno di aiuto per oggi. Andate pure, ci rifaremo domani. >
Sentenziò, battendo pesantemente una mano tatuata sulla spalla del maggiore.

Fili aggrottò la fronte... era strano un assenso così immediato da parte di Dwalin, ma d'altronde quando si parlava di Dìs, il nano si comportava sempre in modo strano.
Quando lo aveva visto di spalle mangiare qualcosa era stato sicuro che si trattasse di un biscotto al cioccolato, e invece no... solo pane.
L'indagine non cominciava per niente bene.
Prese per mano Kili e, dopo aver salutato Dwalin, si avviò nuovamente verso casa, il morale un po' più basso.
La voce del fratellino lo sorprese mentre era immerso nei pensieri:
< Fee... che hai sulla spalla? >
Gli occhi del biondo si illuminarono.
< E' resina!! Come quella sul barattolo! > esclamò, ripulendosi la camicia.
< Pensi quello che penso io? > chiese rivolto a Kili.
Il piccolo lo guardò male.
< Ti sei mangiato tutti quei biscotti senza di me! Come hai potuto non svegliarmi!!! > piagnucolò mettendo il broncio.
Fili scoppiò a ridere:
< Ma no, testone che non sei altro! Dwalin mi ha appena toccato sulla spalla, esattamente in questo punto, non ricordi? >
Kili fece tanto d'occhi.
< Lo zio Dwalin... è venuto in casa nostra di notte a mangiarsi i biscotti? >
< Non possiamo esserne certi... magari è una coincidenza, o magari c'entra davvero qualcosa. > rispose Fili con aria assorta.
< E poi non è detto che lo abbia fatto di notte... Fa sempre avanti e indietro da casa nostra! > aggiunse.
< Che facciamo ora? > si sentì domandare.
< Adesso andiamo a casa, mamma sta per tornare; per il resto... lasciamici pensare. >

In quello stesso momento Dwalin era in cammino verso casa, pensando ad un veloce e tonificante bagno nel torrente prima del pranzo.
Doveva perfino ripulirsi bene le mani, da quando aveva spaccato la legna con Thorin  il giorno prima, continuavano ad essere appiccicose di resina.
Ancora affamato, entrò in casa mettendosi in bocca un piccolo biscotto scuro e gustoso.




NdA
Lo so, il ritardo è gigante! E per giumta il capitolo è notevolmente breve!
Saprò migliorare prometto :D Breve o no, spero che vi sia piaciuto lo stesso... Abbiamo un sospettato!
Sarà anche lui vittima di un malinteso oppure è proprio il colpevole?
Chissà xD
Un bacio a tutte quante le mie recensiste: affezionate e nuove :) <3
Detto ciò alla prossima! Ci rivediamo nei commenti <3
Buon weekend!
Sperando che il vostro non sia di studio ossessivo come lo sarà il mio
:****
Diletta

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