My Lovely Wedding

di xlambertx
(/viewuser.php?uid=936109)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologue; ***
Capitolo 2: *** Save Myself-Ed Sheeran ***
Capitolo 3: *** one; ***
Capitolo 4: *** Centuries-Fall Out Boy ***
Capitolo 5: *** two; ***
Capitolo 6: *** Say You Won't Let Go-James Arthur ***
Capitolo 7: *** three; ***
Capitolo 8: *** Close As Strangers-5 Seconds Of Summer ***
Capitolo 9: *** four; ***
Capitolo 10: *** They Don't Know About Us-One Direction ***
Capitolo 11: *** five; ***
Capitolo 12: *** You Are The Only Exception-Paramore ***
Capitolo 13: *** six; ***
Capitolo 14: *** Something In Your Mouth-Nickelback ***
Capitolo 15: *** seven; ***



Capitolo 1
*** prologue; ***


L'organo inizia a suonare una marcia nuziale proprio mentre le porte della chiesa si spalancano.

Vanessa fa il suo ingresso, sorridente. I capelli neri sono raccolti in una crocchia, un solo ricciolo scende ad accarezzarle la faccia e contrastare con il bianco dell'abito.

Cammina lentamente, verso l'altare. Ad ogni passo sembra sempre più raggiante.

Le sorrido, prendendola per mano quando è abbastanza vicina a me. Ci fissiamo per qualche secondo, prima che il prete prenda la parola.

"Siamo qui riuniti oggi per celebrare l'amore tra due persone" esordisce l'uomo. Io fisso la donna che sto per sposare. Lei mi guarda negli occhi. Sorridiamo.

"E se c'è qualcuno che ritiene che questi due ragazzi non dovrebbero unirsi nel sacro vincolo del matrimonio, parli ora o taccia per sempre" continua.

Per qualche secondo non si sente nessun rumore, poi la porta si spalanca nuovamente, sbattendo forte.

"Io! Io lo penso" grida una voce, affannata. Quella voce affannata.

Mi giro, il tempo sembra rallentare. Poso i miei occhi su di lui, che è piegato sulle ginocchia, tentando di riprendere fiato.

Oh, merda.

 

Hey Everybody!

Come state?

Weeeeell, sto amando scrivere questa storia, e spero che voi la apprezziate altrettanto!

Potete trovarla anche su Wattpad, sul mio primo profilo (@xlambertx) in versione Adommy (Adam Lambert+Tommy Joe Ratliff), e sul secondo profilo (@yvessaintlovis) in versione Larry.

E niente, fatemi sapere cosa ne pensate!

See ya soon!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Save Myself-Ed Sheeran ***


"Davvero, Harry? Sei serio?" esclamò Louis, scandalizzato, trovando un ragazzo strusciarsi sul suo ragazzo.

"Cosa ho fatto, di male?" chiese lui, strascicando le parole. Era ubriaco. Ubriaco marcio.

"Cosa hai fatto di male? Quel ragazzo che ti è addosso ti dice niente?" domandò il più basso, retorico.

"Oh" si sorprese l'altro, come se non l'avesse notato prima. "Tu chi sei?" gli chiese.

"Ethan" mugugnò l'altro, senza fermarsi.

"Diavolo, Harry! Non puoi andare in giro a strusciarti sugli sconosciuti!" sbottò Louis. Sapeva perfettamente che, quando il ragazzo era andato, non capiva più niente. Lo capiva, davvero, ma, andiamo!, un minimo di decenza! Probabilmente non si ricordava nemmeno che loro due stavano insieme, in quel momento.

"Io non stavo facendo niente" biascicò, mentre veniva trascinato via dalla pista.

"Va bene. Mi riconosci, almeno?" gli chiese, spazientito, il biondo.

"Noi due... Io... Non ne sono sicuro" ammise Harry. Il suo ragazzo scoppiò in una risata amara. Era sempre così. Ogni singolo fine settimana. Si ritrovava a dover gestire il riccio, che puntualmente esagerava con i drink e perdeva completamente la ragione. Non ne poteva più.

"Ero il tuo ragazzo. E sai perché non lo sono più? Perché non ti ricordi nemmeno il mio fottuto nome. Perché per l'ennesima volta hai messo l'alcool e quei cazzoni dei tuoi amici davanti a me. Davanti a noi. Per cui no, Harry, non sono più il tuo ragazzo. E tornaci da solo, a casa tua" gridò Louis, un po' per la rabbia, un po' per sovrastare la musica eccessivamente alta. Poi si girò e se ne andò, piantando in asso il ragazzo che amava e lottando per trattenere le lacrime.

Arrivò al loro appartamento, a quello che dal giorno dopo sarebbe stato solo più dell'altro, che le sue guance erano già macchiate. Aprì faticosamente la porta e se la richiuse alle spalle, per poi barcollare fino al letto e rannicchiarcisi sopra. Pianse più forte. Si addormentò.

Fu svegliato la mattina dopo dal suo telefono che squillava insistentemente.

Harry: Chi è il tizio di fianco a me?
Harry: Louis, dove diavolo sei?
Harry: Amore, rispondimi. Mi sto preoccupando.
Harry: Oh merda.
Harry: Dimmi che mi sto immaginando tutto.
Harry: Non può essere successo veramente.
Harry: Rispondimi, cazzo.
Harry: Non può finire così. Noi non possiamo finire così.

Bloccò il telefono, iniziando a raccogliere la sua roba. Prese tutto ciò che aveva e lo buttò nella valigia che tenevano nell'armadio. La riempì completamente, buttandoci dentro indumenti e quant'altro, e la chiuse a fatica.

Iniziò a scendere le scale, tenendola con entrambe le mani fino a quando non scivolò, aprendosi e svuotandosi completamente. Era un imbranato. Non riusciva nemmeno a portare una valigia.

Gli si offuscò la vista, mentre un singhiozzo gli sfuggiva dalla bocca. Non riusciva nemmeno a tenere una valigia, come poteva tenere in piedi una relazione?

Come poteva essere amato dall'uomo della sua vita?

Harry non poteva davvero tenere a lui. Era inutile e imbranato. Non c'era motivo per cui qualcuno dovesse tenere a lui.

Non meritava di essere amato.

Con questa convinzione raccattò le sue cose, buttandole nuovamente dentro la valigia.

Con questa convinzione si trascinò in macchina e accese il motore.

Con questa convinzione bloccò il numero del suo ex ragazzo, che continuava a tempestarlo di messaggi, mentre guidava senza meta.

Con questa convinzione si addormentò, per la seconda volta di fila, in lacrime, dopo essersi fermato in un parcheggio.

Hey Everybody!

Allora, eccomi di nuovo qua!

Come va?

Qua tutto bene, escluse le due interrogazioni al giorno di oggi, domani e mercoledì che se mi suicido faccio prima.

ANYGAY, spero che questo capitolo vi piaccia e niente, fatemi sapere cosa ne pensate!

All the love, xx

Sara

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** one; ***


I presenti iniziano a vociare, chiedendosi chi possa essere e giudicandolo. Io mi limito a fissarlo.

È cambiato. È cambiato tanto. Eppure, in qualche modo, è rimasto lo stesso.

È ugualmente eccentrico e ugualmente bello. E il suo pessimo tempismo, anche quello non è mutato. Il suo completo leopardato spicca nella marea di noiosi smoking grigi e neri. La corona che ha in testa non gli dona per niente, e in più ha rischiato di cadere quando si è piegato per riprendere fiato, ma è estremamente da lui. Okay, è anche ugualmente esagerato. Noto con piacere che ha smesso di usare quel suo dannato glitter. Meglio così.

Tutti lo fissano, mentre percorre elegantemente la navata centrale. Tutti parlottano, il rumore che producono è assordante per colpa dell’eco.

“Chi è?” sibila Vanessa di fianco a me, confusa.

“L’uomo della mia vita” rispondo, senza pensarci.

Poi mi rendo conto delle parole che sono uscite dalla mia bocca e me la copro con le mani, mentre un sorrisino si affaccia sul volto di Harry, che continua a camminare lentamente verso l'altare.

Oh, merda.

Hey Everybody!

So che ve lo state chiedendo, quindi vi rispondo.

Sì, tutti i capitoli al presente finiranno con "Oh, merda!"

Così come tutte le mie interrogazioni finiscono con un "Oh, merda!".

rip
Anygay, as always spero che il capitolo vi sia piaciuto e niente, fatemi sapere cosa ne pensate!

All the love, xx

Sara

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Centuries-Fall Out Boy ***


I due ragazzi erano sdraiati a letto. Harry ancora dormiva. Louis lo stava guardando, come se fosse la prima volta.

Lo accarezzava, passava le sue dita sottili su ogni parte del petto dell’altro. Avanti e indietro.

Alzò la testa, per tracciare anche il contorno della clavicola su cui era appoggiato, e notò qualcosa di diverso.

Una scritta sottile e nera spiccava, sull’osso sporgente del riccio. La pelle intorno era arrossata e irritata, ma sfumava gradualmente verso un colore più tenue.

La guardò meglio, anche se senza occhiali era difficile, nonostante la calligrafia fosse estremamente simile alla sua. No, aspetta, che diavolo?

Quella era proprio la sua calligrafia! E quella era una L, poi una O, una U...

Il ragazzo scattò verso l’alto, sostenendosi con le braccia e gridò il nome dell’altro.

“Cosa è successo?” borbottò Harry, con la voce impastata dal sonno, stropicciandosi gli occhi.

Louis si incantò per qualche secondo a guardarlo, poi si ricordò qual era il problema.

“Cosa diavolo è questo?” chiese, indicando la scritta.

Harry tentò di guardare verso il dito dell'altro ragazzo senza risultato, ma intuì di cosa Louis stesse parlando. “Oh, un tatuaggio” rispose con semplicità, tornando ad appoggiarsi sul cuscino e coprendosi gli occhi con un avambraccio.

Lui spalancò gli occhi e poi li ruotò verso l’altro. “Non è solo un tatuaggio” proclamò, scimmiottando il tono dell’altro “Ti sei tatuato il mio fottuto nome”.

“Sì. È il tuo nome” concordò il ragazzo, sbirciando da sotto il braccio.

“Sì. È il mio nome. Ci sono due tipi di persone che si tatuano il nome del proprio partner. I pazzi e i vedovi. E i secondi nemmeno sempre” commentò il liscio, mostrando due dita.

“Io non sono pazzo. Ero perfettamente lucido quando ho ordinato al tatuatore di scriverlo. E non ti dirò nemmeno quelle cose sdolcinate come ‘Sono pazzo di te’. Non sono pazzo. E ti amo. Nel pieno delle mie facoltà mentali. Senza nessuna pazzia” spiegò Harry.

“Tu hai qualche rotella fuori posto” sentenziò, incredulo, Louis, scuotendo la testa.

Non aveva senso. Non aveva alcun senso.

“L’ho fatto un po’ più in alto rispetto al cuore per ricordare a me e a te che vieni prima. Che sei più importante. Così, se avrai un’altra crisi, se penserai ancora di essere un disastro, ricorderai che sono stato disposto a scrivermi il tuo nome in un modo indelebile per farti capire che sei molto più che ‘Abbastanza’” aggiunse il ragazzo. Il sorriso si poteva sentire chiaramente dal tono di voce.

“Questo non è normale” commentò ancora il liscio, scosso.

Avrebbe dovuto farlo anche lui? Harry aveva bisogno della dimostrazione tangibile del suo amore?

Si aspettava che anche lui si tatuasse il suo nome?

“Non ti piace?” chiese, un po’ insicuro.

“No, è... Semplicemente bellissimo. È bellissimo, davvero. Ma è per sempre. Rimarrà inciso sulla tua pelle persino quando non lo vorrai più” gli fece notare.

“Ed è per questo che l’ho voluto. È per sempre. Sarai per sempre nel mio cuore e allo stesso tempo sopra di esso” disse il riccio, tirandosi a sedere e avvolgendo le mani del biondo con le proprie.

“E se noi rompessimo? E se fosse colpa mia e tu iniziassi a odiarmi?” ipotizzò Louis, allarmandosi, forse, un po’ troppo.

“Non dirlo. Nemmeno per scherzo. Noi, io e te, siamo per sempre. E questo è tutto quello che ti serve per ricordarlo. Sarai incastonato per sempre in me. Nella mia pelle. Nel mio cuore. Smetti di essere pessimista” chiuse il discorso, prima di zittire ogni possibile obbiezione dell’altro con un bacio. Due baci. Anche qualcuno in più.

Loro erano per sempre. Louis si lasciò cullare da questa idea.
Hey Everybody!

E, dunque, eccomi qua.

Allora, c'è una valida spiegazione per il fatto che in questi giorni non ho aggiornato.

Praticamente giovedì mi hanno operata e, una volta tornata a casa, non potevo camminare. 

Il risultato è stato che il computer era sopra e io sotto.

BUUUUT, mi sono vista tutti i Pirati dei Caraibi e praticamente una stagione di Arrow, poi ho iniziato Legion e guardato un po' di Teen Wolf e niente, questi giorni sono stati un po' monotoni ma non così noiosi, ecco.

In ogni caso, fatemi sapere cosa ne pensate!

All the love, xx

Sara

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** two; ***


Lascio il mio sguardo libero di scorrere sui presenti. Vedo le loro facce, cerco di decifrare le loro emozioni. Sono perlopiù confusi, ad alcuni non importa niente, una vecchia signora, probabilmente una lontana parente di Vanessa, osserva schifata il completo di Harry. Due bambini, in seconda fila, continuano imperterriti a farsi i dispetti.

I miei genitori lo guardano, semplicemente sorpresi. Mia madre ci mette qualche attimo a riconoscerlo, probabilmente, perché dopo un po' si porta le mani alla bocca, coprendosela. Poi si alza e corre ad abbracciarlo.

Non ricordavo che avessero un rapporto così stretto.

Anche lui sembra sorpreso, infatti esita un attimo prima di stringere il suo corpo tra le braccia.

"Cosa hai detto, scusa?" chiede, a scoppio ritardato, la donna di fianco a me.

"Niente" tronco il discorso, continuando a tenere gli occhi fissi su Harry.

"Cosa hai detto?" ripete, con voce stridula, Vanessa.

Sta cercando di non urlare, credo, ma non ci sta riuscendo bene.

"Ho detto che lui è l'uomo della mia vita, contenta?" le rispondo, bruscamente, senza staccare gli occhi dai due, che stanno sciogliendo l'abbraccio.

"Non ci speravo più" gli dice mia madre, e lui sorride.

Aspetta, cosa?

L'ha invitato lei?

Oh, merda.

Hey Everybody!

Allora, finita la scuola?

Promossi, bocciati o rimandati?

Avete visto Hit The Floor?

Guardate Hit The Floor!

No, oke, è carina, e ci sono gli Zude.

Merita già solo per gli Zude.

E poi guardate Adam Senn, come potete ignorare la sua bellezza?

vab, comunque, as always fatemi sapere cosa ne pensate e niente, see ya soon!

All the love, xx

Sara

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Say You Won't Let Go-James Arthur ***


Harry era uscito mezz’ora prima, sbattendo la porta.

Era arrabbiato. Sicuramente lo era. E aveva ragione. Louis era certo di essere nel torto. Era certo di essere solamente un errore, in quel momento.

Aveva avuto un’altra delle sue crisi. Le aveva sempre avute, in realtà, ma, poteva giurarlo!, nell’ultimo periodo stavano diminuendo.

Era solo che ogni tanto si guardava allo specchio e non trovava niente di bello in sé. Niente di anche solo vagamente apprezzabile. Non era vittimismo o altro, era solo coscienza del suo essere ripugnante. Era la consapevolezza del suo non essere niente di speciale. Niente di essenziale. Niente di bello.

E non era solo l’aspetto fisico, il problema. Magari! Il fulcro era il suo carattere. Il suo modo di essere. Il problema era che ciò che lo rendeva lui era il problema.

E davvero, provava a non crollare davanti ad Harry. Sapeva che il fatto che pensasse di non essere abbastanza lo infastidiva, perché lui ci provava tutti i giorni, a fargli capire quanto fosse importante.

Lo faceva con le parole. Lo faceva con i piccoli gesti. Lo faceva con quelli più plateali. Lo faceva in tutti i modi che conosceva. Lo faceva e basta. “Sei tutto ciò di cui ho bisogno, e molto di più”, glielo diceva sempre.

Eppure lui non riusciva a capacitarsi di come quelle parole potessero essere la verità. Come poteva essere abbastanza per qualcun altro se non lo era nemmeno per se stesso?

Si accoccolò meglio sul divano su cui era sdraiato , senza smettere di versare lacrime calde. “Non devo piangere” si diceva, mentre continuava a farlo.

Poi era passato un altro po’ di tempo. Il ragazzo non avrebbe saputo dire quanto.

E Harry era rientrato. “Esci” gli aveva ordinato.

Louis aveva pensato che lo stesse cacciando di casa. Era debole, non meritava l’altro ragazzo. Avrebbe capito il perché. Avrebbe accettato la decisione.

Aveva semplicemente annuito, mogio, ma, non appena aveva messo piede fuori di casa, aveva rischiato di inciampare in qualcosa. Una candela.

L’aveva guardata, notando che di fianco ce n’era un’altra. E poi un’altra e un’altra ancora. Si susseguivano, girando intorno alla casa e invitandolo a seguire il percorso che indicavano.

Lo fece, e si ritrovò nel giardino sul retro. Le candele, lì, erano accese, e circondavano una sedia a cui era appoggiata una chitarra.

Il riccio arrivò, in quel momento, e si sedette, prendendo in mano lo strumento.

“Ti ricordi quando hai detto che, se ti fossi messo con un ragazzo, avresti voluto che lui ti facesse una serenata?” gli chiese.

Louis annuì, con le lacrime agli occhi.

“Questa è la mia serenata” affermò il ragazzo, iniziando a suonare.

Il più basso aveva sempre amato la sua voce, e sempre l’avrebbe amata.

Come, d’altronde, avrebbe sempre amato Harry, che, concentratissimo, guardava le corde, pizzicandole dolcemente.

Finì di cantare qualche minuto dopo, poi si avvicinò al più basso, che ormai stava piangendo.

“Voglio stare con te anche quando saremo fantasmi, perché ci sei sempre stato per me quando ne avevo più bisogno” sussurrò Harry, prendendo il viso di Louis tra le mani e tirandolo verso l’alto, prima di unire le loro labbra.

C’era sempre stato quando ne aveva più bisogno.

Forse meritava davvero di essere amato.
Hey Everybody!

Come state?

Sono l'unica che ha talmente caldo da non avere nemmeno la forza di respirare?

No, scherzi a parte, si può letteralmente morire di caldo?

I don't really think so.

E niente, as always, fatemi sapere cosa ne pensate!

All the love, xx

Sara
 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** three; ***


“Mamma, vieni un attimo qua!” la chiamo. Lei mi guarda e poi scuote la testa.

“Mamma, ti prego!” ripeto, supplicandola.

Posso sentire il suo sbuffo da qua.

Dopo aver chiaramente manifestato il suo disappunto si avvicina a me, mentre Harry rimane fermo, con le braccia incrociate. Inarca un sopracciglio e sporge le labbra, e mi guarda, divertito.

Continuo a guardarlo, forse fermandomi un po’ troppo su quelle labbra, poi mia madre palesa la sua presenza.

“Cosa vuoi?” mi chiede. Sempre così dolce.

Sì, mamma, anche io ti voglio bene.

“Perché lui è qua?” sibilo, facendo un cenno con la testa in direzione di Harry.

“Mi ha scritto una e-mail qualche giorno fa. Mi ha chiesto come stavi e perché non ti eri più fatto sentire” fa spallucce la donna.

“Louis, vuoi spiegarmi?” domanda, ancora, Vanessa.

“È tutto a posto?” si intromette il prete, appoggiando una mano sulla mia spalla e una su quella della mia futura sposa.

“Sì, certo” rispondo io, nello stesso momento in cui Vanessa dice “No, per niente”.

“A chi devo dare ascolto?” chiede ancora l’uomo.

“A me” rispondiamo in coro. Mia madre sorride, e poi “A Dio” sospira.

“Perché ridi?” le chiedo aspramente, ignorando il commento.

“Perché questo matrimonio non s’ha da fare” risponde.

“Signora, le ho sempre portato il massimo rispetto, ma ora vada a farsi fottere” le dice, completamente calma, Vanessa, per poi sollevare il suo abito etereo e uscire lentamente dalla chiesa, dando una spallata ad Harry.

“Che amore” commenta lui, sarcastico, mentre mia mamma annuisce.

Quella che doveva essere mia moglie è davvero uscita dalla chiesa dopo aver mandato a fanculo mia madre?

Oh, merda.
Hey Everybody!

Come va? Tutto bene?

c'è mio padre che va avanti e indietro in camera mia spostando la mia roba e la cosa non mi piace per niente.

anygay, BLAINE HA CHIESTO A KURT DI SPOSARLO

piango

e Zero ha detto a Jude che lui è sempre il suo primo pensiero e poi gli dice che lo ama e aw i miei bambini

E ADAM FOTTUTO LAMBERT HA POSTATO DICENDO CHE IL 30 FA USCIRE QUALCOS A E NON SONO MENTALMENTE STABILE, ORA COME ORA

"You're the most screwed up person I've ever met. And the only person that makes me feel normal"

CRISTO JUDE

Vado a piangere e sclerare da sola, oke

All the love, xx

Sara

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Close As Strangers-5 Seconds Of Summer ***


Erano passati due mesi da quando Louis era partito per il college. Due mesi da quando non vedeva Harry, troppo impegnato a studiare.

Due mesi che non lo baciava, che non sfiorava la sua pelle.

Gli mancava, avrebbe voluto mollare tutto e correre da lui, ma non poteva.

Non aveva un minuto libero.

O almeno, non lo aveva avuto fino a quel momento. Aveva deciso di chiamarlo.

Loro due stavano ancora insieme, nonostante, nell’ultimo periodo, non si fossero sentiti molto. Giusto?

Dopo tre squilli aveva risposto. “Hey” gli aveva detto. Niente di più.

Nessun nomignolo.

Nessuno scherzo.

Niente, se non un “Hey!”.

Il ragazzo aveva ripetuto lo stesso saluto, un po’ demoralizzato.

“Oh Dio, sei tu!” aveva quasi gridato Harry.

“Sono io?” aveva domandato Louis, confuso.

“Sì, ho... Ho preso il telefono senza guardare chi chiamava. Come stai, amore? Come va il college?” gli aveva domandato, entusiasta.

Sul volto del liscio si era dipinto un sorrisino. Non si era completamente dimenticato di lui, allora.

“Va tutto bene, sono solo... Sommerso dallo studio. Letteralmente. Ci sono libri ovunque” mormorò.

“Chi è?” chiese una voce, in sottofondo, dall’altro capo del telefono. “Louis” aveva risposto Harry.

“Chi c’è, lì con te?” domandò il ragazzo, confuso.

“È solo Xander” aveva detto l’altro ragazzo, con calma.

“Xander? Intendi il tuo ex, Xander?” gli aveva chiesto, iniziando ad arrabbiarsi. Quella telefonata stava essendo una montagna russa di emozioni.

“Stiamo facendo un lavoro per la scuola, non preoccuparti” aveva cercato di tranquillizzarlo il suo ragazzo.

“Un lavoro per scuola tipo i nostri ‘lavori per la scuola’? Wow, che ragazzo originale” aveva commentato, sarcastico, appoggiando una mano sul tavolo e iniziando a giocherellare con le dita.

“Oddio, non ci tenevo a conoscere la scusa che usavate per scopare. In ogni caso, no. È un vero lavoro per la scuola. Posso leggerti la ricerca, se vuoi” aveva risposto Xander, più vicino al microfono.

“Ti ho forse chiesto qualcosa? No. Evita di intrometterti, grazie” lo aveva aggredito, il liscio, nervoso.

“Louis” lo aveva ammonito Harry.

“Edward” aveva risposto a tono.

“William” aveva continuato l’altro ragazzo.

“Sai cosa? Mi sembra di parlare con un estraneo. Forse stiamo solo sprecando il nostro tempo. Se sei tanto felice con Xander meglio tornare con lui, mh?” gli aveva detto, arrabbiato.

“Smetti di fare così” aveva risposto, con la voce che gli si era spezzata a metà frase, Harry.

Stava cercando di capire se diceva sul serio, probabilmente.

“Nessuno ti obbliga a sopportarmi” aveva sillabato Louis.

“Non c’è un solo motivo per cui dovresti dubitare di me. Non uno solo. Se ti avessi tradito, credi davvero che avrei la forza di parlarti ancora? Credi che, in ogni caso, avrei permesso a Xander di farsi sentire? No. Non avrei fatto nessuna delle due cose. E lo sai anche tu” gli aveva detto, alzando di poco la voce.

“Mi manchi” aveva cambiato discorso il liscio, rendendosi conto che l’altro aveva ragione.

“Anche tu” aveva sospirato l’altro, triste.

“Non ce la faccio più” aveva sussurrato Louis.

Si era sentito un rumore, dall’altra parte della cornetta, e Xander aveva chiesto ad Harry cosa stesse facendo, piuttosto allarmato.

Poi, per qualche minuto, nessuno aveva parlato. Louis si era limitato ad ascoltare, e aveva distinto il rumore dei cassetti aperti e poi sbattuti, delle ante dell’armadio, spalancate e poi sbattute, e di una zip che veniva chiusa.

Poi Harry aveva ripreso il telefono in mano.

“Sto arrivando” aveva detto.

Il ragazzo era rimasto confuso. Cosa avrebbe dovuto significare ‘Sto arrivando’?

Stava per chiederglielo, quando la chiamata venne chiusa.

La risposta arrivò qualche ora dopo, quando qualcuno suonò al campanello.

“Hai ordinato delle pizze?” chiese una voce nota, da dietro a delle scatole di cartone.

“Primo: nessuno consegnerebbe mai del cibo indossando quegli stivaletti. Secondo: che diavolo ci fai qui?” chiese il liscio, incredulo.

“Ti ho detto che sarei arrivato” affermò Harry, passando all’altro i contenitori.

“Sì, ma io non pensavo che...” Louis venne interrotto a metà frase.

“Smetti di non aspettarti niente. E inizia a fidarti di me, invece” lo aveva bloccato Harry, per poi appoggiare le proprie labbra su quelle del suo ragazzo, afferrandogli il volto con le mani. “Allora, mangiamo?” aveva detto, poi.
Hey Everybody!

sto più o meno sclerando perché tra tre giorni esce ToA e fra sei la nuova canzone di Adam Lambert, amore mio

Ho Time For Miracles in loop da mezz'ora, lel

e niente, non so cosa dire

All the love, xx

Sara

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** four; ***


Scendo dall'altare per andare a cercare Vanessa, e mi incammino per la navata, velocemente, cercando di non incrociare nessuno sguardo.

Tento di evitare Harry, ma, quando lo sorpasso, mi afferra per il braccio.

"Non mi saluti nemmeno?" mi chiede, con un sorriso.

"Ciao, Edward, ora, con permesso, vado a cercare mia moglie" lo liquido, staccando la sua mano dal mio arto.

"Non chiamarmi Edward. E non puoi andare da tua moglie, se non hai una moglie" risponde lui, sbottonando la giacca del completo.

"Io ora avrei una moglie, se non fosse per te" ribatto, scuotendo la testa.

"Mh, dubito. La verità sarebbe venuta a galla abbastanza in fretta" dice Harry, aprendo i primi bottoni della camicia bianca che ha sotto il completo e poi scostandone lentamente un lembo.

"Sei ancora sul mio cuore, vedi? E anche dentro. Quindi corrile pure dietro come farebbe un cagnolino ben addestrato, ma ricordati che lei non sarebbe mai disposta a fare quello che ho fatto io" mi sussurra, avvicinando la sua testa alla mia e indicando la scritta sottile che ancora permane sulla sua cassa toracica.

"Correrle dietro come un cagnolino? Intendi quello che facevo con te?" gli chiedo, aspro, tentando di ignorare il mio cuore, che, vedendo la scritta, inizia a battere più forte.

"Dio, quando fai così mi viene voglia di morderti la lingua" sospira lui.

"Non dovrei essere io a mordermela?" chiedo, confuso.

"Oh, a me non dispiacerebbe" ribatte Harry, accompagnando le sue parole con un occhiolino.

Scuoto di nuovo la testa e lo oltrepasso, uscendo dalla chiesa.

Poi mi tornano in mente le sue parole.

La verità sarebbe venuta a galla abbastanza in fretta.

Questo diavolo di matrimonio si sta facendo complicato ancora prima di iniziare.

Oh, merda.

Hey Everybody!

Come state? Tutto bene?

Io giovedì parto per l'Inghilterra quindi

Non aggiornerò finché non torno, I think

Buh, anygay

ho bisogno di gallavich e video gallavich e storie gallavich e piango

e niente, vado a cercarmeli

All the love, xx

Sara

 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** They Don't Know About Us-One Direction ***


Louis entrò in bagno e sospirò. Pochi secondi dopo sentì la porta aprirsi nuovamente e venne sbattuto contro il muro.

Sorrise, sentendo delle labbra soffici appoggiarsi sul suo collo.

"Come va?" gli sussurrò Harry, continuando a baciare la sua pelle.

"Smith è un bastardo. Continua a fare il coglione da quando ci ha beccati negli spogliatoi" commentò il più basso, con gli occhi chiusi.

"Mh" borbottò l'altro baciando, finalmente le sue labbra. Rimasero appiccicati ancora per un po'.

"Fino a quando dovremo fare finta di non sopportarci?" chiese poi Louis.

"Solo fino alla fine della scuola, amore" rispose Harry.

"Non chiamarmi "Amore"" lo rimbrottò il ragazzo, dandogli una leggera spinta.

"E come devo chiamarti? Piccolo?" chiese l'altro.

"Sono più grande di te" ribatté Louis, sbuffando.

"Sì, ma sei basso. Come ti devo chiamare, comunque? Dolcezza? Batuffolino Puccioso?" lo provocò Harry, appoggiando le mani sulla sua vita.

"Sì, simpatico" lo canzonò il liscio, alzando gli occhi al cielo.

"Trottolino? Tesoruccio?" continuò il più alto, sporgendo le labbra e avvicinandosi a lui.

"Zuccherino?" gli sussurrò, poi, nell'orecchio, facendogli venire i brividi.

"Sono uno peggio dell'altro" Louis scosse la testa. Harry ridacchiò, rubandogli un altro bacio.

"Non sono poi così terribili" scherzò il ragazzo.

"Non sono poi così terribili? Non sei poi così sano di mente, allora. Stai scherzando? Nessuna persona con un minimo di amor proprio si farebbe mai chiamare "Trottolino" o "Batuffolino Puccioso"!" esclamò il più basso, mimando le virgolette con le dita "E io un po' di amor proprio lo ho, quindi non osare più ripetere quelle parole, nemmeno per scherzo"

"Occhi Da Cucciolo?" tentò ancora il più alto.

"Non ho gli occhi da cucciolo" rispose l'altro.

"Oh, sì che li hai" insistette Harry, mettendogli un dito nel'occhio.

"Ma sei cretino?" gridò Louis, portando le mani a coprirselo "Porca quella gran puttana della mia ex, che cazzo ti salta in mente?"

"Diventi volgare quando hai male, dovrò punirti per questo" lo sfotté il più alto, con un sorrisetto. "In ogni caso hai ragione, la tua ex è una zoccola. Felice che tu te ne sia accorto. Il cazzo è meglio, amico. Ricordatelo sempre"

""Amico" ci chiami tua madre" gli rispose il liscio, ancora dolorante.

"Devo rientrare, se no la Benedict mi pianta una scenata assurda. Vieni da me, dopo scuola?" chiese Harry, lasciando un ultimo bacio sulle labbra di Louis, prima di borbottare un "Lo prendo per un sì" e uscire.

Il ragazzo scosse la testa, allontanando le mani dall'occhio e sorridendo. Quel ragazzo era un disastro. Ed era fantastico.

Harry. Era. Fantastico.

Sospirò, contento, lasciando a sua volta il bagno.

Sì, Harry era decisamente fantastico.

Hey Everybody!

aiut, aggiornando così spesso non so mai cosa dire negli spazi autrice

non che aggiorni in modo regolare, ma quelle volte in cui faccio tipo due aggiornamenti in due giorni mi lasciano davvero spiazzata, bc non so cosa scrivere qua

CHE DISAGIO, OKE

i'm abbastanza in ansia ma vab

e poi mi sa che mi tocca andare quindi niente, as always fatemi sapere cosa ne pensate

pace, amore e sesso gay

Alt er love

Sara

 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** five; ***


Vanessa è seduta sulla scalinata, fuori dalla chiesa, in lacrime.

“Tua madre mi odia” dice, quando mi avvicino a lei e le appoggio una mano sulla spalla.

“Sono piuttosto sicuro che sia così” concordo, sorridendo. “Ma c’è qualcuno che mia madre non odia?”

“Sembra andare piuttosto d’accordo con quel tipo” risponde, tirando su con il naso.

“Oh, dovevi vederla quando stavamo insieme. Lo criticava, faceva domande scomode, lo insultava quando non c’era. Non so quando siano diventati tanto amici” la correggo.

“Il nemico del tuo nemico è tuo amico. Evidentemente io sono il nemico” si asciuga una lacrima, cercando di non rovinare il trucco che, sorprendentemente, è ancora intatto.

“Questo non riguarda mia madre. E non riguarda Harry. Riguarda me e te. E quello che c’è tra noi. Quindi ora torneremo lì dentro e ci sposeremo. E saremo felici. Okay?”

Lei annuisce, guardandomi e la aiuto ad alzarsi.

Stiamo per tornare dentro quando un ragazzo, appoggiato alla porta ci ferma.

“Gideon non vi sposerà” ci informa, per poi tornare tranquillamente dentro.


Sì ma che merda.
Hey Everybody!

Allooooooora

E così io domani parto per Londra, due settimane di pessimo cibo, camminate infinite e in teoria cose divertenti

Buh, speriamo

I MAY NOT EVER GET MY SHIT TOGETHER, BUT AIN'T NOBODY GONNA LOVE YOU BETTER

adoroooooo

#thissagio

Anygay, as always fatemi sapere cosa ne pensate e niente, see ya quando torno

Alt er love

Sara

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** You Are The Only Exception-Paramore ***


“Io e il mio ragazzo avremmo prenotato per due” esordì Harry, facendosi notare da uno dei camerieri.

“Certo, il nome?” chiese il ragazzo.

“Styles” rispose il riccio, con un sorriso.

Il cameriere annuì e fece strada mentre “Il tuo ragazzo? Non credevo fossi fidanzato” sussurrava, incredulo, Louis.

“Ho sentito che fanno uno sconto alle coppie, oggi scopriremo se è vero” rispose, allo stesso volume, il più alto, proprio quando raggiunsero il tavolo.

Harry ringraziò il cameriere, per poi prendere una sedia e spostarla leggermente, mentre il liscio si dirigeva verso l’altra.

“Idiota, qua ti dovevi sedere tu” lo prese in giro, esasperato, il riccio, prendendo posto a sua volta.

“Credevo che l’avessi spostata per sederti tu” si scusò Louis, con un’alzata di spalle.

“Questo è quello che succede quando uno vuole fare il romantico” sbuffò l’altro, mentre arrivavano i menù.

I due ordinarono e poi calò un silenzio imbarazzante.

“Quindi questo è un appuntamento?” chiese Louis, tentando di rompere il ghiaccio.

“Mi sei sembrato piuttosto schifato quando ti ho definito il mio ragazzo, quindi se non vuoi che lo sia può non esserlo” rispose semplicemente Harry, sorridendogli.

“Schifato? Non mi fa schifo l’idea di essere il tuo ragazzo. Cioè, non mi fa schifo l’idea di avere un ragazzo, anche se può sembrare da come mi comporto. E non mi fai schifo tu. Anzi, penso probabilmente di avere paura, perché tu sei bello e forse mi piaci e non mi era mai piaciuto un ragazzo prima e questo è strano e nuovo e sono confuso” farfugliò Louis, inciampando sulle parole e arrossendo, mentre contemplava quanto fosse bella la tovaglia e quanto sarebbe voluto affogare in essa e scomparire per sempre dalla faccia della Terra.

Harry ridacchiò, e poi respirò a fondo.

“William, tu mi piaci. È inutile negarlo. E...” iniziò il ragazzo, venendo interrotto dal più basso.

“Non chiamarmi William” lo fulminò con lo sguardo.

“Okay, William” lo provocò, punzecchiandogli il braccio con i denti della forchetta. L’altro sbuffò.

“In ogni caso, avevo un discorso bellissimo preparato e tu non mi hai lasciato finire. Ora taci e ascoltami. Allora Willliam, io mi sento profondamente attratto da te e...” venne interrotto ancora una volta.

“Louis. O Lou. Non William” ripeté il ragazzo.

“Okay, Louis O Lou non William. Come vuoi” si arrese, alzando le mani.

“Perfetto, ora puoi continuare” concordò il liscio, con un sorriso.

“Non vedo perché negare l’evidenza. E tu hai appena detto che questo è un appuntamento. Più o meno. Quindi, ho una domanda molto importante. E te la farò più tardi, perché quello è il nostro cibo” ridacchiò furbescamente Harry.

L’altro sbuffò e poi prese il piatto che il cameriere, ormai arrivato al tavolo, gli tendeva.

“Mi metti ansia” borbottò.

“Ah, sì?” chiese l’altro, facendo una piccola pallina con la mollica del pane e lanciandogliela addosso.

“Smettila, non vedi che ci stanno guardando tutti male?” lo rimproverò Louis, ricevendo in risposta un’altra pallina.

“Sei peggio di un bambino” sbuffò, qualche minuto dopo, vedendo che il ragazzo si era spalmato in faccia metà del sugo che condiva i suoi spaghetti.

In risposta ottenne, di nuovo, una pallina di mollica, che gli si appiccicò sulla fronte.

Decise che non avrebbe più detto niente fino alla fine della cena.

---

Quando Harry ebbe finito di il suo piatto si avventò su ciò che restava del pane, tentando di dargli la forma di un qualcosa di sconosciuto.

Poi guardò soddisfatto la sua creazione e la coprì con l’altra mano. “Okay, è arrivato il momento” sentenziò, prendendo un profondo respiro, e poi mostrando al liscio ciò che teneva in mano.

“Cosa dovrebbe essere?” chiese lui.

“Louis William Tomlinson, vuoi essere il mio ragazzo?” domandò, solennemente, alzando quello che doveva sembrare un anello fatto di mollica.

“E tu vuoi smettere di usare il mio secondo nome? C’è un motivo se obbligo tutti a chiamarmi Louis” lo riprese, scuotendo la testa.

“Oh, Mio Dio! Certo che voglio essere il tuo ragazzo, idiota” gli rispose poi, realizzando quello che l’altro gli aveva chiesto.
 
Hey Everybody!

I know, I know, sono sparita dalla faccia della Terra e in realtà no, ero soltanto in Inghilterra ma vab

Tra l'altro, mercoledì parto per Roma

:)

Anygay, abbiamo oggi un capitolo molto stupido ma fluffoso e aw

Che cosa carina

Anygay, as always, fatemi sapere cosa ne pensate e fatemi un fischio se sapete perché il padre di Jimmy/Steve che scopa con Ian nella terza stagione di Shameless poi ha un appuntamento con Kurt nella sesta stagione di Glee.

:D

sono molto confusa

All The Love, xx

Sara

 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** six; ***


"Tua madre mi ha mandato la playlist che avevate intenzione di suonare al ricevimento per e-mail" dice Harry, raggiungendomi, mentre io sono ancora lì, impalato, fuori dalla chiesa.

"E allora?" chiedo. Non vedo dove voglia andare a parare.

"C'è You & I" risponde semplicemente.

Oh. Ecco dove voleva andare a parare.

Annuisco.

"E entrambi sappiamo che You & I è una canzone che io ho scritto per te e che quindi è una delle nostre canzoni" continua.

Annuisco di nuovo.

Per un lungo periodo della mia vita avevo immaginato che avrei vissuto quel momento insieme a lui. Avrebbero suonato proprio quella canzone, mentre io camminavo per raggiungerlo all'altare.

Poi le cose erano andate come erano andate e le nostre strade si erano separate, ma quando mi era stato chiesto se avessi qualche richiesta particolare sulle canzoni da suonare non avevo potuto fare a meno di inserire quella.

"Perché usi una delle nostre canzoni se stai sposando un'altra persona?" chiede, calcando il tono sul "nostre".

"Perché non sono andato completamente avanti. Perché tu sei stata la prima persona che ho veramente amato. Perché sei stato il mio punto di riferimento e il mio appiglio per così tanto tempo, e perché quando ci siamo lasciati ho dovuto imparare a stare in piedi solo con le mie gambe. Perché mi hai ferito, perché io ho ferito te e perché nonostante tutto, nonostante lei, nonostante il matrimonio, continuo ad amarti. E non va bene, Harry. Non va per niente bene" gli rispondo, voltandomi verso di lui e incrociando il suo sguardo.

Ho gli occhi lucidi, me ne accorgo solo quando le sue pupille iniziano a sfocare.

"Ho capito solo quando te ne sei andato di quanto fossi andato oltre il limite. E non le faccio più, sai, quelle cose tipo ubriacarmi ogni santo weekend. Non le faccio più" mi spiega, sussurrando. Si era avvicinato e mi aveva preso le mani prima di pronunciare flebilmente quelle parole.

Era bastato quel gesto a darmi i brividi.

"Sono contento che tu stia meglio" gli dico, con lo stesso tono.

Scoppia in una risata amara.

"Cristo, Louis. Io non sto meglio. Non sto nemmeno bene. Vedo il tuo nome su di me ogni santo giorno e non faccio che pensare a quanto poco sarebbe bastato a farti rimanere. Non faccio che pensare a quanto stupido sia stato e a quanto stupido io sia ancora. Perché non riesco a dimenticarti, e non per il tatuaggio. Non riesco perché non voglio farlo, non riesco perché sei l'unica persona che riesce a riempire le mie giornate. Dio, questo è stucchevole. Però oggi, persino vedendoti all'altare con un'altra persona, tutto ciò a cui riesco a pensare è quello che ancora sento per te. E fa male sapere che tu con lei stai abbastanza bene da accettare di passarci il resto della vita, nonostante io sappia benissimo che non potete sposarvi. Fa male sapere che tu sei disposto a passare l'eternità legato a qualcuno che non sono io" la voce gli si spezza, ogni tanto.

Appoggio la testa sulla sua spalla, cercando di trattenere le lacrime.

È legale presentarsi al matrimonio del proprio ex e dirgli tutto ciò che si è sempre voluto sentir dire?

Una goccia scende dal mio occhio destro, poi un'altra e un'altra ancora. Iniziano a cadere, calde, bagnandogli quell'orrenda stoffa che ha addosso.

"Non piangere" mi sussurra "Non piangere che se piangi tu poi piango anche io"

Ma io continuo, sulla sua spalla. E inizia anche lui, dopo qualche secondo.

Singhiozza piano."Ai matrimoni si dovrebbe piangere per la gioia" dice ancora.

Scuoto la testa. Le mie lacrime non sono di gioia. E le sue nemmeno.

Lo sappiamo entrambi.

Poi, all'improvviso, stacca le mani dalle mie, portandole sulle mie guance, e mi afferra il viso.

E appoggia le labbra sulle mie.

Per un momento torno il ragazzo che ero con lui, quello fragile e insicuro che aveva un'unica certezza, il sentimento che provava per Harry.

Poi l'idillio si rompe, quando la voce di Vanessa mi grida di andare a farmi fottere.

Oh, merda.

Hey Everybody!

cristo quanto ho sclerato scrivendo questo capitolo

allora, facciamo il punto della situazione

manca qualche capitolo, credo quattro, e altrettanti flashback

devo controllare meglio, ma probably tolgo un capitolo e un flashback quindi verrebbero a essere tre e tre più epilogo.

sto davvero adorando scrivere questa storia e fare capitoli di questa lunghezza, già

e niente, as always fatemi sapere cosa ne pensate

All the love, xx

Sara

 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Something In Your Mouth-Nickelback ***


“Come mai tutto solo, rubacuori?” chiese Harry, sedendosi di fianco a Louis.

“La mia ragazza, be’, ex ragazza, mi ha lasciato stamattina, dopo avermi confessato i suoi numerosi tradimenti, e ora è qua con il suo attuale ragazzo, quel bellissimo pel di carota con la faccia da pipistrello e il fisico da sollevatore di polemiche” sbuffò il biondo.

“Disse il culturista” scherzò l’altro, venendo prontamente fulminato con lo sguardo da Louis. “Errore mio, indelicato” si scusò.

Il più basso annuì.

“Sai che c’è? Fottitene. Prendiamo del punch e poi balliamo” propose, entusiasta, Harry, alzandosi di scatto e trascinando l’altro con sé.

“Devo ballare con te? Non voglio che la gente mi creda gay” ribatté Louis, versando del punch in due bicchieri e passandone uno al riccio.

“Non vuoi che la gente, per una volta abbia ragione?” gli chiese l’altro, mentre il deejay alzava il volume della musica.

“Cosa?” domandò Louis, prendendo un sorso della bevanda.

“Niente, sciogliti!” gridò Harry, mettendogli le braccia intorno al collo e iniziando a ondeggiare a ritmo.

“Perché lo fai?” urlò il più basso, un po’ riluttante.

“Perché faccio cosa?” gridò l’altro, in risposta.

“Perché continui a provarci con me se ti ho già rifiutato più di una volta?” spiegò il ragazzo.

“Perché vedo come mi guardi mentre tenti di rifiutarmi. Gli occhi non mentono e tu mi vuoi almeno quanto io voglio te” rispose il più alto avvicinandosi. Poi “Continua a bere, sei molto più carino quando hai qualcosa in bocca” gli sussurrò maliziosamente nell’orecchio.
 
Hey Everybody!

ALLORA, ho iniziato Supernatural e awaw, sto aspettando i Destiel

+ho scoperto di dover shippare Thiam e niente, li shipperò

+Tv Time mi sta salvando la vita, grazie infinite a chiunque abbia inventato quell'app

+non fatemi pensare alla scuola, vi prego

+come al solito non ho niente da dire quindi, as always, fatemi sapere cosa ne pensate e niente, see ya soon

All the love, xx

Sara
 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** seven; ***


"Non doveva andare così" sussurro sul petto di Harry.

Lui mi accarezza la schiena, dolcemente.

"Era tutto programmato. Doveva andare tutto liscio. A quest'ora la cerimonia sarebbe finita e noi avremmo fatto le foto e poi ci sarebbe stato il ricevimento" continuo.

"Non sarebbe successo. Anche se non fossi venuto oggi, tutto questo non sarebbe successo" mi dice.

"E invece sì. Sarebbe andato tutto liscio. Avrei vissuto una vita normale. Lei ci sarebbe sempre stata per me e viceversa. Avremmo avuto dei figli, o qualcosa del genere. E, guardandomi indietro, avrei rimpianto molte cose, ma sarebbe andato bene così" giocherello con un lembo del suo completo.

"Non sarebbe stato quello che volevi" la sua voce è morbida, come un balsamo.

"No, ma sarebbe stata la cosa migliore per tutti" rispondo.

"Non per te. E... E neanche per me" dice lui.

"Devo andarla a cercare. Devo dirle qualcosa, cercare di farmi perdonare" decido, staccandomi da lui e andando verso la chiesa.

"Aspetta" mi ferma, a voce troppo alta.

"Devo trovarla, deve perdonarmi" ripeto a me stesso.

"Non vi sareste potuti sposare comunque. Non sarebbe finita bene in ogni caso" mi dice, avvicinandosi di nuovo e prendendomi la mano.

"Perché?" gli chiedo.

"Perché tu sei già sposato. Con me" sussurra.

Io sbarro gli occhi.

Che cazzo?

Hey Everybody!

Duh, duh, duh

COLPO DI SCENA, BUM!

no, oke, lol

venerdì ho latino, voglio morire

:D

e niente, as always fatemi sapere cosa ne pensate

E SE DOVETE GUARDARE TROLLS GUARDATELO IN INGLESE PERCHÉ TOTAL ECLIPSE OF THE HEART IN ITALIANO È UNA MARTELLATA NEI GENITALI

detto questo, pace, amore e sesso gayo

(QUANTO SONO CARINI SAM SMITH E BRANDON FLYNN?

I ALREADY SHIP THEM A LOT)

Alt er love

Sara

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3668679