Secrets and truths

di AllisonHermioneEverdeen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo uno ***
Capitolo 3: *** Capitolo due ***
Capitolo 4: *** Capitolo tre ***
Capitolo 5: *** Capitolo quattro ***
Capitolo 6: *** Capitolo cinque ***
Capitolo 7: *** Capitolo sei ***
Capitolo 8: *** Capitolo sette ***
Capitolo 9: *** Capitolo otto ***
Capitolo 10: *** Capitolo nove ***
Capitolo 11: *** Capitolo dieci ***
Capitolo 12: *** Capitolo undici ***
Capitolo 13: *** Capitolo dodici ***
Capitolo 14: *** Capitolo tredici ***
Capitolo 15: *** Capitolo quattordici ***
Capitolo 16: *** Capitolo quindici ***
Capitolo 17: *** Capitolo sedici ***
Capitolo 18: *** Capitolo diciasette ***
Capitolo 19: *** Capitolo diciotto ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo ​

A Charlie piaceva la sua vita a Malibu: le piaceva avere di nuovo un lavoro fisso come giornalista, le piaceva la casa di Tony dove viveva insieme a Pepper, le piaceva scendere in laboratorio e trovare suo padre tutto preso dal lavoro, le piacevano le telefonate serali di Steve o Sam per aggiornarsi sulla ricerca di Bucky... le sembrava che la sua vita avesse preso finalmente il verso giusto.
Pensava a questo quella sera, mentre faceva ricerche su Bucky al computer.
- Ehi Charlie, come vanno le ricerche? - chiese Tony, avvicinandosi.
- Purtroppo fin'ora niente... se c'è qualcosa che sa fare è nascondersi - sospirò la ragazza. Aveva un bel po' di mal di testa, erano ore che stava controllando le telecamere di sicurezza di un'altra, ennesima città con il riconoscimento facciale di James Burnes.
- Sicura che Captain Ghiacciolo non ti sta " spremendo " troppo? Sembri esausta - notò Tony.
- No, sto bene... adesso controllo se c'è qualcosa negli ultimi articoli di giornale - affermò la ragazza. Stark scosse la testa, sospirando: Charlie non avrebbe mai ammesso di essere stanca, era troppo orgogliosa. E poi ci teneva troppo ad aiutare Steve a ritrovare il suo amico.
- Allora ti lascio al tuo lavoro... ma guai se domani mattina ti trovo  di nuovo addormetata sul computer! - disse. Charlie fece il segno dell'attenti, sorridendo.
- Ti preparo un caffè? - chiese Pepper. Ormai gliene preparava tre al giorno!
- Oh si... saresti la mia eroina! - esclamò Charlie.

Fialmente, dopo qualche ora passata davanti al computer, Charlie credeva di aver trovato qualcosa. Il telefono squillò: ottimo tempismo Sam!
- Ehi ciao, com'è il Canada? - lo salutò, rispondendo.
- Troppo grande - rispose stanco Sam. Era una settimana che cercava Bucky lì, senza trovare nulla.
- Io ho trovato qualcosa, ma se non puoi ci faccio una capatina io - disse la ragazza.
- ​ ​Charlie, i patti erano "niente lavoro sul campo " ​- le ricordò Sam. Lei sbuffò.
- Andiamo Sam, sono mesi che cerchiamo il Soldato d'Inverno senza trovare nulla, quasi sicuramente è un altro buco nell'acqua, e finirò solo per farmi una piccola vacanza - disse.
- Meglio non rischiare - ribattè lui.
- Guarda che non sono più sprovveduta come qualche mese fa: ho preso lezioni di autodifesa, ho comprato lo spary al peperoncino e mi sono persino allenata a sparare! Certo, non sono come una spia o un soldato, ma so cavarmela - affermò. Era vero: dopo i fatti di Washington Charlie aveva capito che se voleva uscire indenne ( o quasi ) dagli effetti collaterali di essere figlia di un Avenger doveva imparare a badare a sè stessa... e a fare a botte!
Sentì Sam sospirare dall'altre parte della cornetta.
- Va bene - cedette ( forse aveva influito la sua conoscienza della testardaggine di Charlie: se non le avesse dato il permesso, sarebbe partita ugualmente! ) - Ma se trovi qualcosa mi chiami e aspetti che io e il Capitano arriviamo prima di fare qualunque cosa! - ordinò. Charlie accettò le condizioni.
- Ok, allora ci vediamo a Porto Rico -
 
ANGOLO MALATA DI MENTE
Ed ecco il primo capitolo ( o meglio prologo ) del seguito di Life Unexpected!
Non credevo che sarei arrivata a questo punto! Ho già tutta la storia in testa, perciò non dovrete aspettare molto per i prossimi capitoli!
Spero vi sia piaciuto il prologo.
A presto!
AllisonHermioneEverdeen​
 
 

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Capitolo 2
*** Capitolo uno ***


Capitolo uno

Porto Rico: il luogo perfetto dove andare d'inverno e per gente che non soffre il caldo. Purtroppo, Charlie non era tra una di queste, ed era pieno agosto.
Alla fine era riuscita a convincere suo padre non solo a lasciarla partire, ma persino a offrirle uno dei suoi elicotteri per il viaggio! Certo, i patti includevano di stare almeno a cento metri di distanza da qualunque situazione anche solo lontanamente rischiosa, di chiamarlo tre volte al giorno, di tenersi in contatto con Sam e Steve con una telefonata la mattina ed una la sera e di portarsi lo spray al peperoncino ed una 23 carica sempre appresso. Tra tutte le condizioni, la ragazza non era certa di avere del tempo per le proprie ricerche!
Era riuscita a comprimere tutto ciò di cui aveva bisogno in due bagagli: uno zaino per il portatile e qualche gadget costruito dal padre ( li avevano analizzati uno ad uno per decidere quale portare, Charlie era rimasta meravigliata di quante cose aveva costruito il padre! ), l'altro bagaglio per i vestiti e un rilevatore GPS Stark ( altra condizione dettata da Tony! ).
Charlie scese dall'elicottero, e aveva fatto a malapena tre passi che il cellulare squillò. Sbuffò: era la quinta volta dalla sua partenza da Malibu!
- Si, papà, sto bene, nessun maniaco mi ha attaccata, l'elicottero non è precipitato e nessun assassino ha tentato di spararmi! - esclamò.
- Veramente sono Pepper - disse una voce dall'altra parte. Charlie sorrise: Pepper era diventata una specie di " zia " nella sua vita, se non madre, e le era dispiaciuto partire senza averla salutata.
- Pep! Scusa, credevo fosse di nuovo mio padre! - rispose la ragazza.
- No, non sono tuo padre che, lasciatelo dire, da quando te ne sei andata è ansioso, nervoso e ha persino degli attacchi di panico! - affermò Pepper. Charlie faticava a collegare le parole " nervosismo ", " ansia " e " attacco di panico " a Tony Stark!
- Addirittura?? Ma sono via solo da qualche ora! - esclamò esasperata: essere padre faceva male alla salute di Tony!
- Si, tranquilla, ci sto pensando io, non devi preoccuparti... Anzi, goditi la tua vacanza a Porto Rico! - ribattè Pep. Charlie sorrise: non era esattamente una " vacanza ", ma se non avesse trovato niente avrebbe potuto visitare uno dei piccoli templi " stregati " della città! Aveva letto su internet che i cittadini non ci entravano per paura dei " fantasmi "...
A Charlie erano sempre piaciute queste tipo di storie, fin da piccola, quando le suore raccontavano fiabe del genere per tenere a bada i bambini, nell'orfanotrofio.
- Grazie Pep, lo farò di certo... tu cerca solo di far sopravvivere mio padre fino al mio ritorno! - la salutò, sorridendo.
- Sarà fatto, ma ti avverto, sarà un lavoraccio! - esclamò Pepper. Charlie rise, riattaccando.

L'hotel non era affatto male, suo padre le aveva fatto prenotare bene... E poi era molto vicino ad uno dei templi " stregati " che la attiravano tanto. Purtroppo il caldo era insopportabile, così si cambiò, mettendo un paio di jeans corti e una canottiera bianca. Decise che sarebbe andata a pranzare in uno dei ristorantini della piazza lì vicino, magari avrebbe conosciuto qualcuno di interessante!
Scese le scale dell'hotel, salutando la segretaria, poi uscì, portandosi dietro il cellulare ( suo padre avrebbe dato di matto se avesse mancato una sola chiamata! ), il portafoglio e, come promesso a Tony, spray al peperoncino e la 23 carica.

Il ristorante che trovò era abbastanza economico e si mangiava molto bene, ma non vide nessuno che la interessasse. Si sedette, ordinando da mangiare, e mentre aspettava si guardò attentamente intorno, scarabocchiando il tovagliolo con la penna che si portava sempre dietro ( sia mai una notizia da prima pagina le capitasse davanti all'improvviso! ). Ragionava su dove potreva cercare il Soldato d'Inverno in città: dove si andava a nascondere un assassino super addestrato dell'HYDRA, che non voleva essere trovato da anima viva e che voleva passare inosservato? "Pensa, Charlie, pensa!"
- Mi scusi? - la chiamò una voce. La ragazza alzò lo sguardo: un ragazzo ( anzi, un " uomo-giovane " ) la stava osservando con un'espressione mista a stupore, timore, confusione e curiosità. Charlie non avrebbe mai creduto di vedere tante emozioni in un solo viso!
- Si? - chiese, confusa. Il ragazzo indicò il tovagliolo dove lei stava scarabocchiando, sovrapensiero. Charlie abbassò lo sguardo: aveva disegnato degli strani segni, composti da stanghette e cerchi, che componevano un disegno articolato tutti insieme. Scosse la testa: non si era accorta di star disegnando quegli strani segni... Guardandoli, rabbrividì, presa da una strana inquietitudine.
- Beh? E' solo un disegno - affermò, rialzando lo sguardo. Il ragazzo annuì, senza smettere di scrutarla.
- Ehm... ciao? - cercò di cacciarlo gentilmente Charlie. Lui si scosse, e una ragazza bionda lo raggiunse.
- Hunter, vieni - sussurrò con aria urgente, così, dopo un ultimo sguardo, i due se ne andarono.
L'appetito era passato a Charlie, che mangiò poco. Il disegno e il ragazzo l'avevano inquietata, così decise di tornare all'hotel. Stava per attraversare la piazza, quando vide una persona nel centro di questa. Si bloccò, paralizzata. Come poteva essere lì? Era una coincidenza? Charlie non credeva nelle coincidenze, aveva paura che fosse lì per lei. La donna alzò gli occhi. I loro sguardi si incriociarono, trasparente nel trasparente... Charlie non riusciva a smettere di fissare attonita la figura di sua madre, Crystal.

ANGOLO MALATA DI MENTE
Ed ecco il primo, ufficiale, capitolo! La storia sta cominciando a prendere forma, e si, lo so che mi odiate per avervi lasciato in sospeso, ma serviva un po' di suspence!
Grazie infinite a Rosa_puffetta_stelina per la sua recensione e per i complimenti! Spero che troverai questo seguito all'altezza della prima storia!
Per chi non lo avesse capito ( non per colpa vostra, ma per colpa delle mie " grandi " doti descrittive! ) i segni che disegna Charlie sono gli stessi che disegna Coulson nella seconda stagione, e prima di lui Garret.
Poi, curiosando tra i personaggi Marvel, ho scoperto che un personaggio di nome Crystal esiste effettivamente nel mondo dei fumenti, perciò avvertimento: non è la Crystal della mia storia, la madre di Charlie è una mia invenzione che " incastro " nell'Univerno Marvel ( si spera senza fare casini! ).
E basta, la nota dell'autrice sta diventando anche più lunga del capitolo, perciò " Passo e Chiudo "! Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
A presto
AllisonHermioneEverdeen

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Capitolo 3
*** Capitolo due ***


Capitolo due

Crystal sembrava quasi " spaventata " di vederla lì, aveva gli occhi lucidi, lo poteva vedere anche a quella distanza. La donna fece un passo avanti, cauta, verso di lei, e Charlie indietreggiò: c'erano almeno dieci metri di distanza tra le due, ma la ragazza non voleva rischiare. Crystal si fermò, poi distolse lo sguardo dagli occhi della figlia, rompendo l'incanto, guardandosi intorno, e parve spaventata da qualcosa a destra di Charlie. Questa si voltò, tenendo d'occhio la madre con la coda dell'occhio, e vide degli uomini che stavano entrando nella piazzetta. Da come li guardava Crystal, spostando lo sguardo da lei a loro, Charlie non ci mise molto tempo per collegare i pezzi: l'HYDRA. Credeva di averla distrutta a Washington ma, come aveva detto Fury, c'erano ancora delle "teste" in giro. Già una volta sua madre si era alleata con loro per trovarla, Charlie non si stupì più di tanto che fosse ricaduta nelle vecchie abitudini. Rientrò lentamente nel ristorante, cercando di non dare nell'occhio, ma uno degli agenti la vide e la riconobbe ( essere un bersaglio del Soldato d'Inverno doveva averla resa molto popolare tra gli agenti dell'HYDRA! ), così la ragazza si voltò e cominciò a correre veloce verso l'uscita sul retro che aveva adocchiato prima. Sentì di sfuggita Crystal urlare qualcosa agli uomini, poi aprì la porta e corse fuori. Afferrò la pistola che aveva nella borsetta ( grazie papà! ) e la impugnò, continuando a correre. Forse Tony aveva ragione quando per scherzo diceva di doverla segregare in casa: a quanto pare Charlie attirava i guai come una calamita!
Corse per la vicolo, sbucando in una via principale. Non stette molto a guardare da che parte andare: girò a destra, continundo a correre. Arrivò sulla costa e imboccò un sentierino di pietra che portava ad uno dei cosidetti " templi stregati ". Si voltò per vedere se ancora la stavano inseguendo: purtroppo si! Riusciva a vedere gli agenti correre tra la folla, tenendola d'occhio. Uno era già a pochi metri da lei, le sparò due colpi, la ragazza si gettò a terra dietro ad una panchina di pietra, caricando la pistola. Restò in ascolto: silenzio. Si azzardò a gettare uno sguardo sopra la panchina; fece appena in tempo a vedere la figura dei tre agenti che l'avevano seguita, poi dovette rigettarsi a terra, i sibili dei proiettili sopra di lei. Le mani le sudavano: non si sarebbe mai abituata a quelle situazioni! Fece un repiro profondo, si affacciò velocemente e sparò ad uno dei tre... lo colpì! Certo, lo prese al ginocchio, e solo di striscio, ma per lei era una grande soddisfazione vedere che le ore passate a sparare contro degli innocenti barattoli erano servite a qualcosa!
L'agente imprecò, poi caricò anche lui la pistola. Charlie si preparò a sentire gli spari, ma non arrivarono: sentì piuttosto dei gemiti, pugni, calci, urla... Si affacciò: la bionda e quell'uomo che le aveva parlato al ristorante stavano combattendo contro gli uomini dell'HYDRA! Purtroppo il terzo era sfuggito al loro controllo, ed ora incombeva sulla ragazza, pistola in mano. Charlie fece un calcio ruotato ( grazie Soldato d'Inverno! ) e la pistola finì per terra, ma non prima che avesse sparato il suo colpo: l'aveva presa di striscio alla spalla, ma bruciava da impazzire! Senza farsi scoraggiare, l'agente provò a colpirla con un pugno in faccia, ma la ragazza rotolò per terra, evitando per un pelo di essere colpita. Si rialzò, strigendo i denti, il sangue che colava dalla spalla, in posizione di difesa. Ripassò mentalmente tutte le mosse che aveva imparato nelle sue lezioni di autodifesa, ma era difficile mantenere la mente lucida con la ferita che bruciava in quel modo! E sicuramente l'agente era più bravo di lei. Purtroppo i suoi piani in queste situazioni di solito finivano con lei che se la dava a gambe, cosa non possibile in quella situazione.
Riuscì a parare i primi tre colpi ( due pugni ed un calcio ) ma il terzo calcio la colpì alle costole, e fu subito seguito da un pugno all'altezza della gola. Alla ragazza mancò il fiato, boccheggiò, la vista annebbiata ( non sapeva se dalle lacrime o dalla mancanza di ossigeno... probabilmente da entrambe! ) e cadde in ginocchio. Si prese un pugno in faccia che la mandò per terra. Stava giusto pensando: " ecco, è finita ", quando l'agente di fronte a lei gemette e cadde vicino a lei. La vista offuscata della ragazza le impedì di scorgere il suo salvatore, vedeva solo una macchia indistinta che la sovrastava.
- Ehi, respira, forza - la incoraggiò una voce femminile. L'effetto del colpo alla gola stava svanendo, per fortuna, così Charlie riprese fiato, asciugandosi gli occhi e mettendo a fuoco la figura di fronte a lei: era la ragazza bionda che aveva visto di sfuggita al ristorante. La guardava preoccupata, in ginocchio davanti a lei. Appena Charlie fu in grado di articolare delle parole di senso compiuto senza boccheggiare, la ringraziò. La ragazza sorrise, aiutandola ad alzarsi.
- Figurati - disse. Hunter ( così si chiamava l'uomo ) le raggiunse.
- Hei ragazzina, si può sapere perchè degli agenti dell'HYDRA ti stavano alle costole? - chiese, un po' sospettoso. La ragazza li scrutò: sapevano dell'HYDRA?
- Voi... siete ex agenti dello SHIELD? - chiese.
- Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda - la rimbeccò Hunter. Lei sbuffò, incrociando le braccia al petto.
- Sentite, grazie per avermi salvato la vita, davvero, ma io sono venuta qui per una vacanza, e non per raccontare i fatti miei a due sconosciuti incontrati per caso - affermò. Di certo non poteva andare a sbandierare ai quattro venti che suo padre era Tony Stark e che, stando alle parole di sua madre, non era del tutto umana!
- Hei ragazzina, calmati! Siamo dalla stessa parte! - disse Hunter. Lei li scrutò.
- Ma davvero, Mister Muscolo? Scusa se non mi fido sulla parola - ribattè.
- Ok, ok, calmiamoci - intervenne la ragazza bionda.
- Bobbi... - cominciò Hunter, ma un'occhiata della ragazza lo zittì.
- Allora, io mi chiamo Bobbi e lui è Hunter, io sono una ex agente dello SHIELD, lui è un ex mercenario - spiegò Bobbi. Charlie annuì, rilassandosi leggermente. - Tu invece chi sei? - continuò Bobbi.
- Charlotte, ma potete chiamarmi, Charlie... ed ora scusatemi, ma una vacanza mi aspetta - affermò la ragazza. Bobbi la bloccò.
- Ci sono almeno duecento agenti dell'HYDRA a Porto Rico, come pensi di evitarli? - chiese. Charlie la guardò confusa.
- Duecento agenti?? - esclamò. - Come... come lo sai? - chiese poi.
- Perchè sei un loro bersaglio? - insistè Hunter.
- Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda - lo rimbeccò, con un ghigno divertito, Charlie. Si vedeva che lui si trava trattenendo dallo strangolarla. Degli spari risuonarono nell'aria, i tre si voltarono la fine del vialetto: cinque agenti dell'HYDRA stavano correndo verso di loro.
- Adesso si scappa, dopo si litiga! - affermò Bobbi, e i tre si misero a correre. Hunter e Bobbi non capivano come una ragazzina potesse essere così importante per l'HYDRA.. insomma, a guardarla sembrava una semplice ragazza in vacanza a Porto Rico!
- Giù! - ordinò Hunter; i tre si buttarono a terra, rotolando dietro ad un muretto. Sentirono gli agenti dell'HYDRA correre... e superarli. Sospirarono di sollievo, rialzandosi cauti.
- Ok, adesso ci devi delle spiegazioni - affermò Bobbi. Prima che Charlie potesse rispondere qualcosa, il telefono di Hunter squillò. Lui rispose.
- Si?... Si, ha ragione, arriviamo.. c'è stato un... imprevisto... Si, si... eccoci - disse, poi chiuse la chiamata.
- Coulson ci ricorda che siamo qui per un motivo - affermò. Bobbi annuì, voltandosi verso Charlie, ma la ragazza era paralizzata: Hunter aveva detto... Coulson??
- Ti senti bene? - chiese Bobbi.
- Coulson... Coulson è un agente morto... - sussurrò Charlie. Hunter capì di aver appena combinato un casino, ma uno di quelli che è una catastrofe mondiale!
Bobbi lo fulminò con lo sguardo ( o meglio, gli promise una morte lenta e dolorosa! ), poi tornò a rivolgersi a Charlie.
- Facciamo così: vieni con noi, e ti spiegheremo tutto... ma anche tu ricambierai il favore - disse. La ragazza li guardò: non si fidava di loro, ma d'altronde le avevano salvato la vita due volte! E poi, se avevano detto la verità sull'HYDRA, non sarebbe riuscita a tornare all'hotel! " Forza Charlie, prendere o lasciare ". Con un sospiro, annuì.

ANGOLO MALATA DI MENTE
Scusatemi per il ritardo, ho avuto da fare dalla mattina alla sera ( letteralmente! ) e non sono più riuscita a dedicarmi allo scrivere... ma adesso ecco il terzo capitolo, e spero vi piaccia, perchè ci ho messo tre sere a completarlo!
Grazie a Rosa_puffetta_stelina ( alias Rosy ;D ) per la sua recensione, spero di essermi fatta perdonare per il ritardo!
A presto ( stavolta si spera sul serio! )
AllisonHermioneEverdeen

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Capitolo 4
*** Capitolo tre ***


Capitolo tre

Bobbi e Hunter guidarono Charlie dentro uno dei " templi stregati ".
- Vi ripeto che Coulson è morto! Ne sono assolutamente certa! - esclamò per l'ennesima volta Charlie: suo padre le aveva raccontato i fatti di New York, compresa l'uccisione di Coulson da parte di Loki, che li aveva motivati e uniti contro il dio pazzo.
- E' più complicato di così - affermò Bobbi. I tre si trovarono di fronte a due ragazzi che si stavano mettendo delle tute.
- Bobbi, Hunter... chi è lei? - chiese la ragazza. Era carina, con la pelle chiara e i capelli mossi.
- Una insopportabile ragazza che, per qualche strana ragione, è nemica dell'HYDRA - rispose Hunter. Charlie lo fulminò con lo sguardo.
- Sono una ragazza fantastica che ha avuto la sfortuna di essere stata salvata dall'HYDRA da un idiota patentato, ex mercenario, che afferma che una persona assolutamente morta sia ancora viva - ribattè. Bobbi alzò gli occhi al cielo: quei due avevano battibeccato per tutto il tragitto!
- Lascia stare, Simmons - disse. A quel punto Charlie si voltò di scatto a guarardare di nuovo la ragazza, con più attenzione...
- Simmons... tu mi hai fatto l'esame del sangue! - esclamò. La fisica sgranò gli occhi.
- Charlie?? - sussurrò, sorpresa: tutto si aspettava, tranne che trovare la figlia di Stark a Porto Rico!
- Voi due vi... vi... - il ragazzo accanto a Simmons cercò il termine giusto - conoscete? - lo trovò, finalmente.
- Si, beh, di sfuggita - rispose Charlie. Bobbi stava per chiedere maggiori informazioni, ma una voce la interruppe.
- Finalmente siete arrivati! - entrò nel tempio... Coulson. Charlie sgranò gli occhi, rimanendo paralizzata. Improvvisamenrte non si ricordava più come si faceva a respirare...!
- Lei... lei... - boccheggiò. L'agente Coulson la guardò confuso.
- Lei chi è? - chiese l'agente a Bobbi.
- Lei è morto! - riuscì a formulare Charlie.
- Si, lunga storia.. ma potreste dirmi cosa ci fa una civile qui? Stiamo facendo un'operazione delicata! - sembrava nervoso.
- E' la figlia di Stark - rispose Simmons. Silenzio di tomba. Charlie sbuffò: tanta fatica per mantenere il segreto, per niente!
- Stark non ha figli! - esclamò Hunter.
- Già, lo credeva anche lui finchè non ho bussato alla sua porta - scrollò le spalle Charlie. Coulson era rimasto immobile, non aveva spalancato la bocca solo perchè quella parte di sè che, probabilmente, si chiamava " dignità ", lo aveva bloccato. La sua parte professionale stava combattendo contro quella fanboy, che voleva chiedere l'autografo della ragazza. " La missione... il mondo che potrebbe rimanere ditrutto.. ricordi?" gli sussurrò la vocina fastidiosa della coscienza. Al pensiero del mondo distrutto, e di Skye che era ancora in mano all'HYDRA, Coulson si scosse.
- Piacere di conoscerla, signorina Stark, riceverai spiegazioni e tutto ciò di cui avrai bisogno dopo che avremo salvato il mondo... allora, Bobbi, hai detto che l'HYDRA la cerca? - chiese.
- Si - annuì l'agente.
- Allora tu rimarrai con lei, la proteggerrai, Fitz e Simmons scendete nel Tempio, Hunter vieni con me a recuperare Skye... tutto chiaro? - disse. Nessuno ebbe niente da obiettare, anche Charlie capì che era arrivata in un momento molto delicato ( stava facendo esperienza anche con quelli! ).
- Bene, buona fortuna - affermò Coulson, poi lui ed Hunter uscirono, quello che doveva essere Fitz e Simmons si calarono giù per una voragine che Charlie notò solo in quel momento ( prima era troppo shockata dalla vista di Coulson ). Restarono solo lei e Bobbi.
- Ok, spiegati - disse Charlie, incoriciando le braccia. L'agente era un po' arrabbiata per Coulson per averla relegata lì con quella ragazza ( anche se era la figlia di Stark, cavolo!!! ), durante una missione tanto delicata.
- Non ho il permesso di darti informazioni - rispose. Charlie sbuffò.
- Allora ci arriverò da sola - affermò, mettendo in moto il cervello - Coulson è vivo, la rivelazione più scioccante della mia vita... anzi, no, la secon... terza rivelazione più scioccante della mia vita! Tu e Simmons siete ex agenti dello SHIELD, ma siete qui con un ex mercenario e un altro ex agente, immagino, e state facendo una missione, cosa molto da " SHIELD ", ma non ha senso, perchè lo SHIELD è morto, credimi, c'ero! - esclamò la ragazza. Bobbi scosse la testa: quella ragazza era terribile! Poi le sorse una domanda..
- Che significa che " tu c'eri? " - chiese. Charlie interruppe il proprio ragionamento ad alta voce.
- Ah, si, ero a Washington, insieme alla Hill, Captain America, Fury, mio padre, la Vedova Nera e Sam - spiegò.
- Hai combattuto con Captain America e Iron Man per salvarci tutti? - chiese Bobbi, stupita: tutto nello SHIELD sapevano dell'incredibile impresa di Captain America, la Vedova Nera, Iron Man e altri loro alleati. Charlie sorrise.
- Beh, più che altro ho premuto tasti al computer, controllando gli Helicarrier... ma si - rispose, poi sgranò gli occhi. - Fury! Quando l'ho nominato non ti sei neanche scomposta! Sapevi che è vivo! Quindi... - parve seguire un ragionamento tutto suo. - No... l'ha fatto davvero! Ha ricreato lo SHIELD! - esclamò. Bobbi la fissò: " Oh, cavolo! " pensò. Come aveva fatto a sfuggirle quel particolare?? Non fece in tempo a rispondere, perchè tutto cominciò a tremare.

ANGOLO MALATA DI MENTE
Ed ecco il terzo capitolo! Spero vi sia piaciuto! Scusate se lo posto solo ora, ma ho avuto da fare!
Grazie infinite a Rosy per la sua recensione! Scusa per l'attesa!
Grazie a chi legge, mette tra le seguite, preferite o ricordate! Riempite il mio piccolo cuoricino di felicità!
E adesso, un paio di chiarimenti: la storia è ambientata nella seconda stagione di AOS. Poi, le notizie scioccanti che elenca Charlie sono:
1) scoprire che suo padre è Tony Stark/Iron Man
2) scoprire che Fury è vivo
3) appunto, scoprire che Coulson è vivo.
Simmons ce l'ho davvero messa nei primi capitoli di " Life Unexpecet ", per me lei è andata lì e poi all'HUB, dove appunto è scoppiata la " guerra civile ".
A questo punto vi saluto, che le note stanno diventando più lunghe del capitolo!
A presto!
AllisonHermioneEverdeen

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Capitolo 5
*** Capitolo quattro ***


Capitolo quattro

- Cosa sta succedendo? - chiese Charlie, cercando di rimanere in piedi nonostante le scosse.
- Il piano di Coulson sta fallendo! - rispose Bobbi, preoccupata: l'HYDRA era riuscita ad arrivare al Tempio!
- Dobbiamo aiutarlo! - affermò Charlie, poi, prima che Bobbi potesse fermarla, si aggrappò alla corda usata da Fitz e Simmons per calarsi e scese nel Tempio.
- Ferma! E' troppo pericoloso! - cercò di avvertirla Bobbi: ricordava bene cosa era successo a Mack! Svelta, si infilò una delle tute che si erano portati, sbrigandosi a calarsi dietro a quella ragazzina imprudente. Di certo aveva preso l'avventatezza ( e la tendenza ad ignorare gli ordini! ) dal padre!
Vide Charlie atterrare nel Tempio, e si preparò a vederla urlare, contorcersi e attaccarla... ma non successe: il pavimento si illuminò, ma la ragazza si limitò a guardarsi intorno. Bobbi atterrò accanto a lei.
- Ti senti bene? - chiese, cauta. Charlie si voltò a guardarla: era perfettamente normale.
- Si, andiamo! Le scosse hanno un epicentro, dobbiamo raggiungerlo subito! - affermò la ragazza, mettendosi a correre. A Bobbi non rimase che seguirla.
Charlie non conosceva il Tempio, ma quando il pavimento si era illuminato, una sicurezza l'aveva invasa, e adesso stava seguendo uno strano istinto che le indicava la strada giusta. Era come se il Tempio la guidasse... ma verso dove??
Svoltò a destra, trovandosi di fronte alla persona da cui era scappata ben due volte: Crystal... sua madre. La donna era senza tuta, come lei, e come la ragazza non sembrava subire effetti collaterali dal Tempio.
- Allison... - sussurrò, vedendola. Charlie si bloccò; non era pronta ad un incontro con sua madre, non ancora!
- Che cosa ci fai qui? - chiese alla donna. Bobbi non capiva chi fosse Crystal, nè come mai conoscesse Charlie, e neppure perchè aveva chiamato la ragazza " Allison ", ma di una cosa era certa: dovevano sbrigarsi.
- Non abbiamo tempo da perdere! - intimò a Charlie.
- Allison, ci sono molte cose di cui vorrei parlarti, ma questo non è il luogo nè il momento adatto... non entrare in contatto con il Divinatore! Non farlo, o persone come lei - indicò Bobbi - diventeranno il tuo più grande pericolo! Torna in superficie, e scappa più lontano che puoi! -. Charlie la aggirò lentamente.
- Di che cosa stai parlando? - chiese.
- Dammi ascolto - supplicò Crystal, avvicinadosi alla figlia. Charlie indietreggiò.
- Non posso abbandonare queste persone, hanno bisogno di aiuto - affermò e, sotto gli occhi tristi della madre, ricominciò a correre insieme a Bobbi.
- Chi era? - chiese l'agente.
- Non è il momento adatto per parlarne! - affermò la ragazza. Dopo ogni incontro con sua madre si sentiva sempre fragile, ma adesso doveva scacciare quella sensazione: delle persone avevano bisogno di aiuto, non poteva crollare! " Gli Stark non crollano nel momento del bisogno, non si arrendono mai! "
Svoltarono a destra, trovandosi davanti a Coulson che combatteva contro un uomo di pelle scura. Charlie non si fermò, sperando che il " gigante " non si accorgesse di lei: il sesto senso che l'aveva guidata fin là la conduceva dietro ai due, dove una parete di roccia si stava per chiudere. L'uomo di pelle scura la lasciò passare, mettendosi a combattere contro Bobbi. Charlie non aveva molto tempo per pensare a perchè l'uomo aveva fatto passare lei ma non i due agenti: accellerò, sorpassando la parete di roccia un attimo prima che si chiudesse. Insieme a lei era entrato un ragazzo di pelle scura. Nella stanza c'era una donna con un vestito a fiori e una ragazza dai lunghi capelli castani.
- Che ci fai qui, Trip? - chiese la ragazza.
- Ti salvo la vita - rispose lui con fare ovvio. - E lei chi è? - chiese ancora la ragazza, indicando Charlie. Solo allora i presenti si accorsero che c'era anche lei nella stanza.
- Non lo so - rispose Trip. Lo strano oggetto che stava al centro della stanza, sopra una collonnina di pietra, era quello che causava il terremoto!
- Dobbiamo fermare quell'affare! - esclamò Charlie, indicando l'oggetto.
- Non possiamo.. - sussurrò la ragazza. Ai presenti non rimase che stare a guardare: l'oggetto si illuminò, poi si " aprì ", liberando una sabbia che li investì.
- Cosa... ? - sussurrò Charlie, poi vide la sua mano diventare di pietra! - Oh mio Dio! - urlò. Cercò di sgrullarsi quella sabbia, ma anche le gambe stavano diventando di pietra, e via via tutto il corpo; era terrorizzata! L'ultima cosa che vide fu la ragazza accanto a lei tendere, disperata, la mano verso Trip, poi anche il viso divenne di pietra, e fu tutto buio.

ANGOLO MALATA DI MENTE
Ed ecco il quarto capitolo! Finalmente sono riuscita ad aggiornare senza ritardi!
Spero vi sia piaciuto, seppur un po' corto, ma continuarlo era una forzatura.
Grazie infinite a Rosy per il suo commento ( ormai la nota è lo " spazio ringraziamento a Rosy! " ;D )
Grazie a tutti coloro che leggono, seguono, ricordano o preferiscono... Grazie grazie grazie!
A presto con il quinto capitolo!
AHE

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Capitolo 6
*** Capitolo cinque ***


Capitolo cinque

Dentro la pietra, a Charlie sembrava che il suo corpo stesse... cambiando: sentiva come se ogni goccia di sangue, ogni fibra, ogni muscolo, si disintegrasse e ricomponesse. Quando, finalmente, questa sensazione finì, la pietra che l'aveva circondata si sgretolò, liberandola a poco a poco.
Charlie ci mise un po' a mettere a fuoco ( anche gli occhi sembravano diversi, quasi come se adesso ci vedesse " più vividamente " ): vide Trip, l'agente che era entrato insieme a lei, disintegrarsi. Restò agghiacciata a vedere morire un uomo... Avrebbe voluto aiutarlo, ma non poteva fare niente!
Accanto a lei, alla sua destra, anche la ragazza castana fu liberata dalla pietra, che fluttuò intorno a lei. Quando la guardò negli occhi, ne lesse la disperazione. Dalla ragazza cominciarono a liberarsi delle onde sismiche che fecero tremare tutto. Solo allora Charlie si accorse di essere circondata da una strana luce verde, che andava sempre più ad affievolirsi. Le onde sismiche la raggiunsero, ma la sorpassarono lasciandola indenne. Charlie si avvicinò alla ragazza. Non sapeva cosa fare per calmarla, dal momento che anche lei era agitata e, si rese conto solo adesso, tremava.
La ragazza cadde in ginocchio, piangendo per Trip, e Charlie si sentì così inutile... non aveva potuto salvare l'agente, non poteva consolare la ragazza... A cosa era servito il suo intervento?? E cosa diamine era successo quando si era trasformata in pietra?? Perchè lei e la ragazza erano sopravvissute e Trip no? Era perchè, a detta di Crystal, non era " completamente umana"? Allora anche la ragazza non lo era? Domande, domande, solo domande!

Finalmente arrivarono i soccorsi: Bobbi, Coulson, Hunter, Fitz, Simmons e un'altra agente che Charlie non aveva mai visto. Le trovarono tremanti, sconvolte, al centro della distruzione, ma indenni. Coulson si precipitò dalla ragazza castana.
- Ehi Skye, va tutto bene - continuò a sussurrarle. Guardandosi intorno, Charlie desiderò ardentemente che Tony fosse lì, per avere qualcuno che la stringesse a sè e la consolasse. Strano che, dopo tutta la vita che aveva passato a cavarsela da sola, sentisse così tanto il bisogno di suo padre.

Le portarono all'interno della base dello SHIELD, rinchiudendole in quarantena in due stanze divise da un vetro. Dissero che era solo per sicurezza, scadute le 48 ore le avrebbero fatte uscire. Charlie si sentiva persa, circondata da persone che non conosceva, confusa, spaventata, in trappola dentro a quei quattro vetri, come se avesse chissà quale malattia contagiosa.
Non venivano in molti a farle visita, di solito andavano a trovare Skye, poi la salutavano di sfuggita e tornavano a lavoro. Charlie decise di conoscere Skye, in fondo erano dentro quella situazione insieme.
- Ciao - iniziò, con un sorriso. La ragazza si voltò verso di lei, accennando ad un sorriso tirato.
- Ciao... - rispose titubante. Charlie non si scoraggiò.
- Io sono Charlie, ho pensato di presentarci dato che abbiamo rischiato la vita insieme - disse, facendo spuntare un sorriso più sincero sul volto della castana.
- Piacere, sono Skye - rispose questa. Così iniziarono a chiacchierare, più che altro per scacciare la noia di stare in quarantena. Passarono il primo giorno così, a chiacchierare del più e del meno, cercando di non pensare a quello che era successo al Tempio. Charlie scoprì che Skye aveva fatto la cosplayer vestita da " Iron Girl " fuori dalla Stark Tower, una volta, e stette a ridere per mezz'ora per quella scoperta, nonostante Skye ripetesse: " solo una volta! Lo giuro! ". L'aveva sconvolta spiegandole che lei era la figlia di Stark, e aveva dovuto promettere di farli incontrare.
Il secondo giorno passò Bobbi a portare " buste anti-noia ", e per questo le ragazze le furono grate.
Purtroppo il pomeriggio fu molto meno leggero: gli altri membri della squadra di Coulson si misero a litigare sulla morte di Trip. Skye e Charlie si guardarono, tutta la poca allegria che avevano cercato di conquistare con le loro chiacchiere stava svanendo.
- Trip è morto perchè Skye è voluta entrare nel Tempio! - esclamò Mack, il " gigante " che aveva subito il lavaggio del cervello dal Tempio. Charlie scosse la testa: tra membri della stessa squadra non ci si accusava a vicenda!
- E la ragazza? Chi ci assicura che sia davvero la figlia di Stark?? - continuò l'agente May. - Simmons - rispose Coulson, gelido.
- Basta... - sussurrò Skye. Non smettevano di litigare, le voci si accavallavano le une alle altre, e la ragazza sentiva che era colpa sua...
- Basta! - ripetè. Il computer che controllava i suo battiti cardiaci cominciò a dare di matto, e Charlie notò che la lattina che stava sul comodino di Skye tremava. Purtroppo non era nelle condizioni di calmare la ragazza: anche lei si sentiva ribollire il sangue nelle vene, non sopportava di vedere che lo SHIELD ( ciò per cui aveva combattuto a Washington ) fosse ridotto a quella squadra che litigava in quel modo.
- Smettetela! - esclamò. Non la sentirono, continuando il battibecco. Charlie chiuse i pugni.
- Smettetela! - grdò. E improvvisamente smisero. La ragazza rimase sconcertata dal silenzio totale, rendendosi conto che era fin troppo " totale ": non si sentiva l'aria condizionata, nè il computer che controllava i battiti, e neanche il respiro delle persone... Osservando con più attenzione i litiganti, Charlie si accorse che.. erano completamente immobili, fermi nelle posizioni in cui stavano un attimo prima! Spostò lo sguardo all'orologio appeso davanti a lei, fuori dai vetri della quarantena: le lancette erano immobili.
Aveva fermato il tempo.

ANGOLO MALATA DI MENTE ( e " angolo ringraziamento a Rosy per la recensione! " ;D )
Ed ecco il quinto capitolo! Spero vi sia piaciuto!
Grazie a Rosy per la recensione! Non sai quanto mi fai felice con i tuoi commenti!
Grazie anche a tutti i lettori silenziosi, a chi segue, preferisce o ricorda... Grazie mille!
Si iniziano a vedere gli effetti del Divinatore su Charlie... le sorprese non sono finite!
Cosa attenderà alla povera Charlie? Quali sorprese riserva il suo futuro? Come reagirà la squadra alle sue capacità? E suo padre? Cosa sta facendo intanto? E gli altri Avenger?
Chi lo sa... ( io, eh eh, ma sono crudele e non ve lo dico, dovrete aspettare che aggiorno! )
A presto!
AllisonHermioneEverdeen

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Capitolo 7
*** Capitolo sei ***


Capitolo sei

Charlie cominciava a spaventarsi: era in quel limbo in cui il tempo non scorreva da ormai qualche minuto, e non aveva idea di come uscirne! Si guardò intorno, come se la soluzione potesse essere in qualche oggetto della stanza, e lo sguardo le cadde sul suo riflesso sullo specchio: aveva gli occhi verde acceso, luminosi. Spaventata, distolse lo sguardo, soffermandosi su Skye, giusto per essere sicura che la ragazza fosse immobile come tutti gli altri: lo era. Si sedette sul letto, mettendosi le mani fra i capelli. Non voleva rimanere in quel limbo per sempre! Cominciò a salirle il panico.
Poi, finalmente, tutti i rumori tornarono a invaderle la testa, ponendo fine a quel silenzio assordante dove era immersa fino a pochi secondi prima. La ragazza sospirò di sollievo e, tremante, si asciugò la singola lacrima che le era scesa sulla guancia. Non prestò più attenzione alla discussione della squadra, preoccupandosi, invece, di far rallentare il suo cuore impazzito. Poteva fermare il tempo. Non aveva idea di come, nè voleva riprovarci, sperava solo non sarebbe successo mai più. Non sapeva se parlarne o no con gli altri, ma decise di no: suo padre le aveva parlato della " lista dei potenziati " che aveva lo SHIELD, e non voleva finire in qualche gabbia o laboratorio! Per quanto quella fosse brava gente, la paura plasma le persone, come stavano mostrando con quella litigata.
- Charlie.. tutto bene? - le chiese Skye. La ragazza si scosse, rendendosi conto che la discussione era finita, e che tutti gli agenti se ne stavano andando. Fitz, però, la guardava in modo strano.. - Si... tutto bene, mi sono solo distratta - rispose lei, accennando ad un sorriso tirato.
Pensando a Skye, si ricordò di quello che aveva fatto la ragazza al Tempio: era in grado di creare onde sismiche, e non ne aveva parlato alla squadra; doveva essere spaventata anche lei.
Quando anche Fitz uscì dalla stanza, Charlie si avvicinò al vetro che la divideva da Skye: poteva fidarsi di lei, erano in situazioni simili, dovevano aiutarsi a vicenda. La castana si avvicinò, capendo che Charlie voleva dirle qualcosa di importante. - Skye... ho fermato il tempo! - sussurrò nervosa Charlie. Skye sgranò gli occhi. - Intendi.. adesso?? - esclamò. - Si.. durante la discussione, per qualche minuto... Ma Skye, è stato terrificante! Non capivo più come farlo riprendere a scorrere... - la voce le tremò. Skye la guardò: capiva come si sentiva. Erano sole, non sapevano come avrebbero reagito i loro amici, erano spaventate e capirono di poter contare solo su loro due per superare il cambiamento.
Charlie si lasciò scivolare a terra, stringendo le ginocchia al petto. Chissà cosa stava fadendo Tony, e come avrebbe reagito al suo cambiamento...

" Porto Rico, nave in partenza "

La donna salì sul ponte, ringraziando il conducente che aveva accettato di portarla a bordo ( i soldi offerti da lei avevano senza dubbio aiutato! ). Scivolò nell'ombra, poi, silenziosa, raggiunse una figura nascosta.
- Sapevo di trovarti qui, Cal - lo salutò. L'uomo si voltò di scatto, poi riconobbe la donna.
- Ciao, Crystal, a cosa devo questa visita a sorpresa? Vuoi ancora fermare il piano che avevo per mia figlia? - chiese il padre di Skye. Tra i due non scorreva buon sangue.
- Sai bene che è una follia.. ma purtroppo ormai quel che è fatto è fatto - ribattè lei. Cal si raddrizzò.
- Vuoi dire che... la mia Daisy ha compiuto il suo destino? - chiese, trepidante.
- Si, ho incontrato Raina poco fa, me lo ha raccontato lei - rispose Crystal.
- Ma è fantastico!! Adesso sarà spaventata... così sola... nessuno potrà capirla... Avrà bisogno di me! - esclamò Cal, mettendosi quasi a saltare dall'emozione. Crystal strinse i denti: quell'uomo era completamente pazzo, lo sapeva bene, ma era la sua unica possibiltà in quel momento, con l'HYDRA allo sbaraglio dopo la morte di Whitehall.
- Non è tua figlia che mi preoccupa, Cal - lo bloccò. L'uomo la guardò stranito, poi parve capire.
- Sei riuscita a ritrovare Allison! Era il tuo sogno di tutta la vita, ti sentirai contenta adesso! - affermò.
- No, invece, mia figlia è stata sottoposta al Divinatore, e adesso è in mano dello SHIELD, come la tua Daisy! - eclamò Crystal. Cal mostrò un'espressione di disgusto.
- Lo SHIELD, non le aiuterà affatto! Oh, cosa potrebbero fare alla mia bambina... - disgrignò i denti.
- Ti propongo un patto: ci aiutiamo a vicenda per riavere le nostre figlie, così potremo condurle al sicuro - sospirò Crystal. Odiava collaborare di nuovo con quell'uomo, ma non aveva scelta: per il bene della sua Allison. Cal valutò il patto, poi annuì. I due si strinsero la mano. Avrebbero recuperato le loro amate figlie.

ANGOLO MALATA DI MENTE
Ed eccomi qui con il sesto capitolo! Spero vi sia piaciuto, anche se è solo di passaggio ed è più un capitolo che analizza le emozioni dei personaggi. Credo serva, a questo punto, far vedere come si sentono Charlie e Crystal.
Grazie a tutti coloro che leggono, seguono, preferiscono e ricordano!
A presto con il settimo capitolo!
AllisonHermioneEverdeen
P.S. Spero ti stia divertendo, in vacanza, Rosy! XD

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Capitolo 8
*** Capitolo sette ***


Capitolo sette

- E' solo per sicurezza, siete state esposte alla stessa cosa che ha trasformato Raina, vogliamo essere sicuri che state bene - affermò Simmons, prendendo a Charlie e Skye un campione di sangue. Charlie era nervosa: aveva paura di cosa la fisica avrebbe trovato nel suo sangue; ricordava bene le parole di sua madre, per non parlare della sensazione sentita quando era diventata di pietra...
Scambiò uno sguardo nervoso con Skye: non potevano fare nulla, se non aspettare i risultati, sperando che andasse tutto bene.

Charlie si stava riposando un po' quando la svegliarono. Aprì gli occhi, agitata, e vide Simmons che la guardava dispiaciuta, ma anche... spaventata. Si mise a sedere sul letto. - Cosa... cosa è successo? - chiese, timorosa della risposta.
- Ho analizzato il tuo sangue... è pieno di cromosomi in più, è completamente diverso da come era prima - spiegò la fisica. Charlie incassò la notizia: allora sua madre aveva ragione, lei non... non era del tutto umana! Si accorse che le stavano salendo le lacrime agli occhi, ma si impose di non piangere.
- Mi dispiace Charlie, sei stata sottoposta alla stessa cosa che ha cambiato Raina, sappiamo che non è colpa tua e che volevi solo aiutarci, Bobbi ci ha raccontato com'è andata - disse Simmons. Sembrava davvero dispiaciuta.
- Avete già parlato con mio padre? A quest'ora sarà preoccupatissimo - sussurrò Charlie.
Aveva bisogno di vederlo, di parlarci, delle sue battute terribili che le facevano sempre spuntare un sorriso... La fisica abbassò gli occhi.
- No, non gli abbiamo ancora parlato... Sai, Charlie, mentre eri in quarantena è successa una cosa a tuo padre... lui... - non sapeva come dirglielo.
- Cosa è successo Simmons? Cosa è successo a mio padre?? - esclamò la ragazza, balzando in piedi.
- E' scomparso dopo l'esplosione della sua casa a Malibu - sussurrò in risposta Simmons. Charlie si sentì mancare, le gambe le cedettero e fu costretta a sedersi a letto per non cadere a terra. Suo padre, Tony Stark, scomparso... La sua casa a Malibu, distrutta... Si passò una mano fra i capelli.
- Devo andare a cercarlo.. io... devo chiamare Pepper... - cominciò a balbettare.
- Ancora non puoi uscire, dobbiamo fare gli ultimi test - replicò Simmons. Charlie alzò gli occhi, stralunata.
- Io devo uscire! Adesso!! Simmons, tu non capisci... mio padre... io devo trovarlo! - esclamò. Si rese conto di essersi messa ad urlare.
- Charlie, ragiona, sei cambiata, non sappiamo se sei pericolosa, non lo sai neanche tu! Potresti peggiorare le cose, invece che aiutare tuo padre! - tentò di farla ragionare Simmons. Charlie diede un calcio al comodino, frustata. Perchè Simmons non capiva che doveva aiutare suo padre, perchè non capiva?? Guardò la fisica che la fissava preoccupata dall'altre parte del vetro, e desiderò ardentemente di uscire da quella gabbia, di essere fuori dalla quarantena, libera di aiutare suo padre. Si sentì sopraffarre da una sensazione di potenza, avvertì l'energia che le scorreva nelle vene. Una luce verde, la stessa che l'aveva circondata al Tempio, la avvolse, e improvvisamente la ragazza si ritrovò al di là del vetro, a fissare Simmons che la guardava spaventata, incredula e preoccupata. La luce verde svanì, lasciando Charlie confusa e disorientata. Come aveva fatto ad uscire?
Si guardò intorno: Skye dormiva nella stanza di vetro, Simmons la fissava, incredula, ma per il resto la stanza era vuota.
- Tu... ti sei teletrasportata - riuscì ad articolare Simmons. In risposta ricevette solo uno sguardo disorientato.
Charlie si stava riprendendo dalla sorpesa, e capì che quella era la sua occasione: per fuggire, per aiutare suo padre. Indietreggiò.
- Io devo aiutarlo, Simmons, per favore, non provate a fermarmi - affermò. La fisica capì le sue intenzioni troppo tardi: Charlie si era già voltata, correndo verso l'uscita.
La ragazza capì che era un suicidio appena messo piede fuori dalla stanza: non aveva idea di dove si trovava, non aveva idea della planimetria dell'edificio, perciò non poteva trovare l'uscita, non aveva idea di come aveva fatto a teletrasportarsi, quindi riprovarci era a dir poco impossibile. Per di più si rese conto di star lasciando Skye sola e impaurita. Continuò a correre, pur non sapendo dove stava andando. Aveva appena svoltato quando si accese l'allarme: Simmons doveva aver avvertito tutti della sua tentata fuga/suicidio. Se suo padre fosse stato lì, l'avrebbe presa in giro per i suoi piani impulsivi. Ma suo padre non era lì, era scomparso e creduto morto ( Charlie l'aveva letto nello sguardo di Simmons ).
Svoltò a destra, trovandosi di fronte a Bobbi... e ad una pistola puntata contro. Si bloccò, guardando l'agente negli occhi.
- Charlie, devi calmarti, se esci dalla base dello SHIELD sarai in pericolo, o ti sei dimenticata dell'HYDRA? - cercò di farla ragionare Bobbi.
- No che non me sono dimenticata! - esclamò la ragazza - Ma mio padre è scomparso, ho bisogno di chiamare Pepper e ritrovarlo... e voi volete tenermi richiusa in quarantena! -.
- Dal momento che ormai sei uscita, sembra piuttosto inutile - ironizzò una voce dietro di lei. La ragazza si voltò: Hunter.
- Che intendi dire, Mister Muscolo, che non mi rinchiuderete per paura di ciò che posso fare? - replicò Charlie.
- Andiamo Charlie, anche tu sei spaventata! - affermò Bobbi. Charlie strinse i pugni: l'agente aveva ragione: non sapeva controllarsi, non sapeva come aveva " attivato " il teletrasporto, era a dir poco terrorizzata di poter fermare di nuovo il tempo e non riuscire più a riattivarlo... Non era esattamente tranquilla e in pace con sè stessa. Ma non poteva soffermarsi troppo su di sè, non mentre suo padre era chissà dove, sperduto! Si voltò di scatto verso Hunter, dandogli un calcio nelle " parti basse ", poi corse.
Uno sparo, il proiettile la colpì alla spalla, ma non fece male. Quando la vista le si appannò, Charlie capì: sedativo. Mentre sveniva si diede della stupida per aver pensato di poter scappare con Bobbi armata alle spalle. Il buio la accolse.

Quando si svegliò, era piuttosto intontita. Avete in mente quando vi svegliate la mattina, e per i primi attimi siete assolutamente in pace con voi stessi, perchè ancora mezzi intontiti dal sonno? Ecco, per i primi cinque secondi Charlie si sentì così, in pace. Ma poi i cinque secondi passarono, e i ricordi di ciò che era successo le invasero la mente, così scattò a sedere.
- Ehi, calma - le intimò una voce. La ragazza si guardò intorno: era in una stanza dalle pareti bianche, simile a quella dove si era svegliata dopo essere stata rapita da Crystal, ma questa volta lo stemma che vide al muro era quello dello SHIELD. Nella stanza c'erano Coulson, Simmons, Bobbi e Hunter.
- Ben svegliata - sorrise Simmons, ma si vedeva che era nervosa.
- Non sono in quarantena - notò Charlie, sollevata.
- Ormai sarebbe stato inutile, abbiamo visto che gli effetti del Divinatore si sono limitati a te e Raina, perciò non sei "contagiosa" - spiegò Simmons.
- E Skye? - chiese Charlie, preoccupata per la ragazza.
- Oh, abbiamo analizzato il suo DNA, è tutto normale - sorrise Simmons. " Com'è possibile? " si chiese la ragazza, ma evitò di esporre i suoi dubbi. Se Skye non aveva parlato degli effetti collaterali che il Divinatore aveva avuto su di lei, non toccava certo a Charlie informare gli altri.
- La tua tentata fuga è stata un'azione stupida e avventata, te ne rendi conto? - chiese Coulson, guardandola negli occhi. Lei sospirò, annuendo: era vero, era stata sconsiderata, ma se si parlava di suo padre lei... perdeva la testa. Incredibile considerando che lo conosceva solo da un anno e mezzo.
- Ma capiamo le tue ragioni - continuò l'agente. Charlie lo guardò stupita.
- Mi aiuterete? - chiese.
- Beh, prima dobbiamo capire come funzionano i tuoi poteri, dovrai imparare a controllarli e, dal momento che non sono nocivi per chi ti sta intorno, potrai farlo qui - cominciò a spiegare Coulson - Se imparerai, potremo dedicarci alla ricerca di tuo padre... Tony Stark - completò. Gli suonava ancora strano pensare che quella ragazzina era figlia di Iron Man!
Charlie valutò le condizioni, ma sapeva che era il massimo che lo SHIELD potesse fare. Si alzò in piedi, un'espressione determinata in volto.
- Ci sto -.

ANGOLO MALATA DI MENTE
Ed ecco il settimo capitolo! Come al solito, spero vi sia piaciuto! ( Ormai sarò divenata noiosa a forza di ripeterlo! ). E' più lungo degli altri, ma tagliarlo prima era una forzatura, perciò ve lo dovete sorbire tutto!
Se ve lo state chiedendo, i poteri di Charlie finiscono qui, non ho intenzione di renderla una super-eroina che può fare tutto, perciò potrà " solo " controllare il tempo e teletrasportarsi. Direi che non c'è da lamentarsi!
Si, ho messo Iron Man in questa fanfiction, perchè andiamo, tenere una Stark al di fuori delle vicende di Tony sarebbe insensato!
A presto allora, con l'ottavo capitolo!
AllisonHermioneEverdeen

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Capitolo 9
*** Capitolo otto ***


Capitolo otto

- Di nuovo - ordinò Hunter, seduto su una comoda sedia. Charlie, in piedi davanti a lui, sbuffò. Erano in quella stanza vuota e spoglia da quattro ore, la ragazza cominciava ad essere stanca, ma non l'avrebbe mai ammesso!
- Sai, quando ho accettato di farmi addestrare dallo SHIELD, di certo non immaginavo che per voi " addestrare " significa farmi fissare il vuoto nella speranza che riesca a teletrasportarmi, sotto la tua attenta supervisione, Mister Muscolo - esclamò Charlie, fulminando con gli occhi Hunter, che posò a terra la rivista che stava guardando.
- Hai accettato le nostre condizioni, ora ti tocca fare quello che diciamo - ribattè, incrociando le braccia al petto. Quella ragazzina era davvero insopportabile! Charlie sbuffò di nuovo.
- Potrei essere a fare qualcosa di molto più utile, per esempio cercare mio padre - affermò.
- Te l'ho già detto, ce ne stiamo occupando noi, purtroppo adesso la priorità è l'HYDRA - rispose Hunter. Charlie si fece più attenta, captando nell'aria odore di " informazioni interessanti ".
- Ah si? E come mai? Voglio dire, non per vantarmi, ma mio padre è un Avenger, non dovrebbe essere una priorità assoluta? - chiese con nonchalance.
- Non ora, dobbiamo sfruttare il disorientamento dell'HYDRA per la morte di... - Hunter si bloccò, rendendosi conto che stava condividendo informazioni segrete con una ragazzina. - Stai cercando di estorcermi informazioni? - chiese, alzandosi in piedi.
- Non mi azzarderei mai - alzò gli occhi al cielo Charlie. Hunter scosse la testa.
- Non ti fidi dello SHIELD? - insinuò. La ragazza si appropriò della sedia su cui era seduto poco prima lui.
- L'ultima volta che mi sono fidata dello SHIELD si è rivelato tutto fasullo, perdonami se ho qualche rimostranza a fidarmi di voi - rispose. Hunter stava per ribattere, ma la porta della stanza si aprì: era l'agente May.
- C'è un'emergenza - affermò.

- Non puoi ascoltare informazioni segrete - disse Hunter, fermando Charlie davanti alla porta della " sala riunioni ".
- Ma davvero? E la morte di Coulson? E' un'informazione libera? - ribattè piccata la ragazza. Non aveva intenzione di essere lasciata all'oscuro di qualcosa di importante.
- Quello è stato un errore - affermò Hunter.
- Già, un tuo errore, giusto per chiarire, e credo che non vogliate si sappia in giro... - disse Charlie. L'agente la guardò sconcertato.
- E' una minaccia? - chiese.
- Più un ricatto - ribattè Charlie, con un sorriso angelico in volto. Ad Hunter non restò che aprire la porta, facendola entrare.
Appena dentro Charlie si precipitò da Coulson.
- Notizie di mio padre? - chiese.
- Non ancora, mi dispiace ma al momento la priorità è... -
- L'HYDRA, lo so, lo so... - sbuffò la ragazza. Non capiva come potevano starsene lì tranquilli quando suo padre - Iron Man! - era scomparso. - Quando potrò sentire Pepper? - insistè Charlie.
- Quando saprai controllarti - rispose Coulson. - Come procede l'addestramento? - chiese poi ad Hunter.
- Non bene, non è riuscita a spostarsi neanche di un millimetro - rispose l'agente. Charlie sbuffò.
- Se mi assegnaste qualcuno di più competente di Mister Muscolo i risultati migliorebbero! - affermò. Bobbi guardò divertita quei due fulminarsi con lo sguardo a vicenda.
- Mi dispiace, il tuo AS è e rimarrà Hunter - replicò Coulson, distruggendo le speranze dei due.
- Adesso passiamo alle cose importanti... Signorina Stark, sono costretto a chiederle di uscire - affermò l'agente. Charlie incrociò le braccia al petto.
- Coulson, signore... dice che dirà a suo padre che è vivo se la cacciamo - sospira Hunter, guardando la ragazza in cagnesco. Coulson guarda la ragazza, poi l'agente.
- Facciamo così: se vuoi essere informata di notizie riguardanti tuo padre, allora deve accettare di non partecipare alle nostre riunioni - la guardò negli occhi. Charlie sbuffò, alzando gli occhi al cielo.
- Sa, agente Coulson, è bravo con i ricatti, meglio di altri... suoi agenti - affermò Charlie, guardando con nonchalance Hunter. Questo si dovette trattenere dallo strangolarla. Bobbi gli mise una mano sulla spalla, calmandolo.
- Accetto le condizioni - cominciò Charlie - Ma - aggiunse - Solo se mi fa usare un computer, nel frattempo -. La ragazza incrociò le braccia al petto, metre Coulson ponderava le condizoni. Alla fine annuì, sospirando.
- Va bene, nella stanza accanto ci sono i computer, puoi accedere solo ad uno - spiegò. Così Charlie uscì dalla stanza trionfante, sotto lo sguardo irritato di Hunter, curioso di Coulson e divertito di Bobbi.

ANGOLO MALATA DI MENTE
Ed ecco l'ottavo capitolo! Si, lo so, è in ritardo, ma sono state delle giornate interminabili.... Capitemi!
Allora, questo è solo un capitolo di passaggio, ma spero sia lo stesso interessante! Mi sono divertita parecchio a far interagire Charlie ed Hunter, ma no, se lo sospettavate non li farò innamorare, sarà più un rapporto " fratello maggiore-sorellina ".
Grazie a Rosy che, anche da una candida spiaggia bianca al mare, è passata a leggere e recensire. Grazie!
Grazie a tutti coloro che seguono, preferiscono, ricordano o anche solo leggono.
A presto con il prossimo capitolo!
AllisonHermioneEverdeen

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Capitolo 10
*** Capitolo nove ***


Capitolo nove

Compromessi. Strappi alla regola. Charlie era bravissima ad ottenerli! Sorrise soddisfatta sedendosi davanti ad uno dei tanti computer, sgranchendosi le dita.
- Vediamo un po' dove ti sei cacciato... - sussurrò.

- Signore, pensa sia saggio affidare un nostro computer a quella ragazzina? Non dimentichi che è una Stark - disse l'agente May a Coulson quando la riunione finì.
- Come dimenticarlo? - scosse la testa lui - Comunque voglio portarla a fidarsi di noi, e per farlo prima dobbiamo concederle un po' di fiducia anche noi... Ma adesso basta parlare di Charlie: abbiamo un'asgardiana da recuperare - affermò. La risposta non aveva convinto May, ma Coulson aveva ragione: prima dovevano occuparsi di Sif e del suo nuovo amico, poi avrebbero pensato a Charlie.

Niente. In due ore di ricerche niente! Charlie sbuffò, trattenendosi dal dare un calcio a quel dannato computer. A pensarci, però, era logico: suo padre era stato attaccato a casa sua da un terrorista, adesso non voleva farsi trovare. L'unica soluzione era contattare Pepper, che poteva sapere qualcosa. Si guardò intorno: una telecamera davanti a lei nell'angolo destro ed una nel corridoio dietro di lei che girava. In pratica, era fuori discussione fare qualcosa senza essere scoperta. Si alzò, passandosi una mano tra i capelli. Doveva trovare suo padre. Non poteva abbandonarlo! Si torturò le dita, pensando ad una possibile soluzione, ma non le venne in mente niente... Trattenne un urlo: suo padre aveva bisogno di lei, maledizione!
Una fitta improvvisa alla testa le appannò la vista. Un fischio le risuonò nelle orecchie, insistente, sempre più forte... Charlie si portò le mani alle orecchie, ma non sembrava finire... Cosa diamine stava succedendo??
" Allison, ascoltami, c'è poco tempo " il fischio si tramutò in una voce, una voce che lei conosceva fin troppo bene...
- Crystal... lasciami in pace! - esclamò la ragazza. Un'altra fitta alla testa la fece cadere in ginocchio.
" Mi dispiace per il dolore, passerà, dovevo cominicare con te e non c'era altro modo.. Ascoltami, per favore: non sei al sicuro lì, so che lo SHIELD sta indagando su un combattimento tra un'asgardiana e un Kree, e loro ti riconosceranno! " cominciò a scpiegare la voce. Era difficile seguire la spiegazione di Crystal con quelle continue fitte e il fischio che si alternava alla sua voce.
- Cosa cerchi di dirmi? - boccheggiò la ragazza.
" Cerco di dirti che devi scappare, uscire dalla base dello SHIELD, loro non sono e non saranno mai tuoi amici! " esclamò Crystal. La vista di Charlie era sempre più appannata.
- No... io non scapperò - affermò, anche se con fatica - E per la cronaca - aggiunse, costringendosi a mantenere la voce ferma - Papà è scomparso, ti importa qualcosa di lui? - chiese con disprezzo. Stavolta nella sua testa risuonò una risata amara, che fu ancora più dolorosa del fischio.
" A Tony Stark non è mai importato neanche il mio nome, non ho nessuna responsabilità verso di lui... Ma tu, Allison, sei innocente, sei solo vittima della tua natura, ma questo loro non lo capiranno... la paura plasma le persone, Allison, ricordalo sempre... " e così la comunicazione si chiuse. Charlie però non si sentì meglio: le pulsava la testa, e togliendo le mani dalle orecchie vide che erano sporche di sangue.
- Charlie! - la chiamò una voce: Simmons. - Cosa è successo?? Sai bene?? - chiese la fisica.
- Io... - sussurrò la ragazza, poi il buio la inghiottì.

ANGOLO MALATA DI MENTE
Ed ecco il nuovo capitolo! Si, è un po' corto, ma lo sapete, allungarlo era una forzatura.
Si ha il primo contatto tra Crystal e Charlie dopo la trasformazione! E si, è leggermente doloroso per la nostra Charlie. Poverina, mai un attimo di pace! ( Si, lo so che sono io l'autrice! ) .
Presto scopriremo il piano di Crystal per la figlia! Cosa porterà la sua alleanza con Cal? E Charlie, si fiderà dello SHIELD o darà retta a sua madre?
E Tony? Sarà ritrovato?
Presto avrete le vostre rispste, abbiate fiducia!
Grazie a tutti i lettori, a chi segue, ricorda o preferisce. Grazie infinite!
A presto con il prossimo capitolo!
AllisonHermioneEverdeen

11

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Capitolo 11
*** Capitolo dieci ***


Capitolo dieci

Era stesa su qualcosa di morbido. C'era una fastidiosa luce bianca nella stanza, che penetrava attraverso le palpebre chiuse. Aveva una flebo attaccata al braccio. Sentiva dei movimenti sopra di sè. Poco lontano c'erano delle voci.
Charlie, finalmente, riuscì ad aprire gli occhi. Le ci volle qualche secondo prima di ricordare cosa era successo: Crystal, sua madre, l'aveva contattata molto dolorasamente...
Si guardò intorno: era stesa in un lettino in una stanza dalle pareti bianche, davanti a lei c'era una tenda ( rigorosamente bianca ) e sopra di lei, a controllare le sue funzioni vitali, c'era un medico.
- Si è svegliata! - disse questo appena la vide aprire gli occhi.
- Oh, finalmente! Cominciavamo a temere il peggio! - esclamò Simmons, facendo scorrere la tenda ed entrando, seguita da Fitz, Hunter, Coulson e May. Charlie si mise a sedere con fatica; aveva un mal di testa martellante.
- Allora, come stai? - chiese Coulson.
- Io... più o meno bene, signore - rispose la ragazza.
- Bene, perchè ci servirebero delle spiegazioni - disse l'agente May. Charlie si accorse che la stavano fissando tutti. Ecco, era arrivato il momento: fidarsi, o ascoltare sua madre e non fidarsi? Charlie aveva passato tutta la sua vita a ripetersi di non fidarsi di nessuno: era sola, abbandonata dai propri genitori. Così, la ragazza era cresciuta diffidente e imparando a cavarsela da sola; poi era arrivato Tony, e il loro rapporto era nato così naturale che, senza neanche accorgersene, aveva iniziato a fidarsi di lui. Adesso però era diverso: poteva davvero fidarsi dello SHIELD? Poteva davvero credere che i loro ideali fossero giusti? Poteva davvero credere che l'avrebbero aiutata?
Guardò uno ad uno gli agenti che aveva davanti: Simmons, la fisica, ispirava fiducia solo a guardarla, e per Fitz era lo stesso, May era quella che ispirava meno fiducia, ma Charlie aveva capito che era così fredda e distaccata per qualcosa accaduta nel suo passato, poi c'era Hunter, un uomo irritante peggio di suo padre, ma le aveva salvato la vita, e infine Coulson. Sembrava uno di cui potersi fidare, ma aveva già mentito a tutti gli Avengers sulla sua morte, era davvero così degno di fiducia?
Alla fine, Charlie decise: ci sarebbe fidata solo per avere un po' d'aiuto, ma avrebbe tenuto gli occhi aperti.
- Allora, cosa è successo, perchè se svenuta? - chiese Hunter. Charlie sospirò.
- Per... mia madre - rispose infine. - Si chiama Crystal, ha collaborato con l'HYDRA per trovarmi l'anno scorso, ed è ricaduta nelle sue vecchie abitudini anche quest anno... Mi ha detto che non è del tutto umana, e per questo neanche io, ma mi sono rifiutata di seguirla... ieri mi ha contattata, non so come, ma non è stato piacevole - vuotò il sacco la ragazza. Si sentì un po' più leggera dopo averlo fatto. Alla sua spiegazione seguì un attimo di silenzio.
- Tua madre... - sussurrò Simmons.
- Può darsi che ti abbia contattata attraverso delle... delle... capacità fuori dal comune, se è vero che non è... non è... umana - ipotizzò Fitz.
- Perchè non ce ne hai parlato prima? - chiese Coulson.
- Non mi fidavo di voi - rispose secca la ragazza.
- E adesso ti fidi? - chiese Hunter, assottigliando gli occhi.
- Sto decidendo - rispose Charlie, incrociando le braccia al petto.
- Ok, dobbiamo risolvere questo problema: non possiamo rischiare che tua madre ti metta fuori gioco quando vuole - affermò May.
- Faremo così: Fotz, occupati di trovare una soluzione al problema di Charlie, Simmons, vedi di aprire quel baule che abbiamo trovato nelle mani del Kree, May, io, te ed Hunter andremo con Lady Sif a interrogarlo... forza, a lavoro - ordinò Coulson. Ognuno andò ad eseguire gli ordini, così Fitz e Charlie rimasero soli.
- Ce la fai a... camminare? - chiese lui.
- Certo, arrivo - rispose lei, togliendosi la flebo. Si incamminarono verso il laboratorio.
- Cosa è successo? - chiese alla fine Charlie, che non riusciva più a trattenere la sua curiosità. - Cosa intendi? - ribattè Fitz, confuso.
- Hai subito dei danni cerebrali per i quali hai dovuto imparare ad usare una parte fin'ora inutilizzata del cervello per la comunicazione... Cosa è successo? - chiese ancora la ragazza. Fitz abbassò gli occhi.
- Scusa, non sei obbligato a rispondere - disse Charlie, notando il disagio che si era creato. - E'... una storia lunga - affermò lui. Arrivarono al laboratorio. Charlie entrò, esasiata, guardandosi intorno: non era come " l'officina " di suo padre, ma in quel posto si sentiva l'odore di innovazione e di scoperte; quasi quasi la ragazza si sentiva a casa... Anche se non era mai stata un genio come suo padre, era molto intelligente e lo aveva aiutato qualche volta nelle sue invenzioni.
- E' bellissimo qui... sai, una volta devo invitarti alla AVENGERS Tower, settore ricerca... è il paradiso - disse Charlie, sorridendo a Fitz. Lui annuì, sorridendo timido: era strano avere di fronte a sè la figlia di Iron Man, e non riusciva a immaginare come fosse andare addirittura a casa di Tony Stark! Sarebbe stato un sogno! Anche se, con l'HYDRA, Skye, il Kree e tutti i problemi che dovevano affrontare ogni giorno, Fitz non credeva che avrebbe trovato tempo libero per accettare l'invito di Charlie.
- Mettiamoci al lavoro - disse solo. La ragazza annuì, seguendolo al suo bancone. - La comunciazione di tua madre deve essere avvenuta a livello... neurale... - cominciò a ragionare Fitz.
- Credo sia più a livello uditivo... era come se mi parlasse, ma dato che non era accanto a me ha " forzato " l'udito, rischiando di danneggiarlo... - disse Charlie. Fitz si illuminò.
- Giusto... credo di aver la... soluzione per te! - affermò, mettendosi a lavoro.

Era da un'ora che Charlie e Fitz stavano lavorando sull'apparecchio per aiutare la ragazza: una specie di auricolari che dovevano respingere le comunicazioni a distanza di Crystal. Fitz aveva avuto modo di vedere che la ragazza era molto sveglia ed intelligente, così, invece di lavorare da solo, si era ritrovato a lavorare insieme a lei, e stavano facendo un ottimo lavoro!
Stava sorridendo per una battuta di Charlie ( ne sparava tante! ) quando tutto cominciò a tremare. Charlie e Fitz si scambiarono uno sguardo preoccuato, e si resero conto che entrambi sapevano cos'era la causa del terremoto, anzi, chi era: Skye.

ANGOLO MALATA DI MENTE
Ed ecco il nuovo capitolo! Spero vi piaccia!
Nel prossimo ci sarà un po' d'azione, per ora volevo far interagire Charlie con i vari membri della squadra, e la scelta è ricaduta su Fitz, che adoro, così come Simmons!
Grazie mille a Rosy per la recensione, e tranquilla, non importa il ritardo!
A presto!
AllisonHermioneEverdeen

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Capitolo 12
*** Capitolo undici ***


Capitolo undici


Fitz e Charlie corsero verso la sala dove si trovavano Skye, May, Coulson, Sif e il Kree. Se Skye si era agitata tanto da creare un terremoto, i due " turisti " c'entravano sicuramente!
Quando Fitz e Charlie arrivarono, trovarono Skye circondata da vetri rotti, May e Coulson davanti a lei per proteggerla, Sif e il Kree che cercavano di far capire ai due agenti che Skye era pericolosa e non poteva rimanere sulla Terra. Perchè il terremoto non bastava rendere chiaro quanto era potente, ovviamente!
- Coulson, nessuno dice che Skye l'ha scelto, ma lei è pericolosa! - affermò Sif. " Non sanno di me " pensò Charlie " Posso sfruttarlo a mio vantaggio ".
- Fitz, quando Skye comincia a scappare io li distraggo, rallentandoli, tu pensa a proteggere Skye - sussurrò.
- Charlie, non sai controllare i tuoi poteri - le fece notare lui.
- C'è sempre una prima volta per imparare... e poi ho anche questa - e mostrò la pistola che si era presa dal laboratorio. Fitz scosse la testa.
- Ti serve un piano d'attacco - affermò.
- Io ho un piano - ribattè Charlie, vedendo che Skye si stava per mettere a correre - ... attacco! - esclamò, sollevando la pistola e sparando a Sif, colpendo l'armatura, poi sparò anche al Kree, colpendolo, ma non gli fece assolutamente nulla!
- Idee? - chiede a Coulson, rimasto anche lui ad intrattenere i due turisti. L'agente non rispose, si mise a sparare contro i due che avanzanvano. Charlie lo imitò, ma vide che non sortiva alcun effetto. Cambiò tattica: impugnò la pistola e la lanciò in faccia a Sif. La guerriera, colta di sorpresa, non riuscì a schivarla, ma il colpo in testa non la rallentò più di tanto. Intanto il Kree aveva raggiunto Coulson e Charlie, così afferrò la ragazza e la buttò dall'altra parte della stanza ( e stavolta sarebbe stato un miracolo se non si fosse rotta niente! ) poi si occupò di Coulson. " Ok, superpoteri? Se ci siete, questo sarebbe un buon momento per venire fuori! " pensò Charlie. Niente. Avrebbe dovuto immaginarlo! Si rialzò con fatica, e miracolosamente vide di avere ancora tutte le ossa a posto. Certo, era piena di lividi, graffi e contusioni, ma sarebbe sopravissuta! Prese il bicchiere di vetro dal tavolo, sfruttando il fatto che il Kree era distratto con Coulson ( Sif era partita all'inseguimento di Skye ) corse verso di lui, gli si arrampicò sulla schiena e gli ruppe il bicchiere in faccia. Risultato? Un Kree dolorante molto arrabbiato, una Charlie molto dolorante sbattuta per terra e un Coulson a corto di pallottole. Non era esattamente il risultato che Charlie sperava di ottenere... ma si sarebbe accontentata!
Evitò per un pelo un pugno dal Kree, rotolando per terra, e si rialzò svelta, togliendo di mano a Coulson la pistola ormai inutile e sbattendola in faccia al Kree, prima di darsela a gambe: 1) il Kree di certo ora non ci sarebbe andato piano con lei, 2) Sif era alle calcagna di Skye, se voleva aiutare la sua nuova amica doveva fermarla! Aveva lasciato Coulson solo contro il Kree, ma l'aveva già aiutato un bel po' a rallentarlo, e poi lui era un agente! Se la sarebbe cavata!
Per la strada incontrò Bobbi ed Hunter.
- Il Kree è di là - affermò, ansimante, indicando da dove era venuta. Bobbi la fermò.
- Ehi Charlie, sei ferita - le fece notare, preoccupata. La ragazza fece un gesto con la mano, come a dire che non era importante.
- Dove è andata Skye? - chiese invece.
- Di là, giu per le scale dietro la porta in fondo, a sinistra - spiegò Bobbi. Charlie annuì, riprendendo a correre, ma Hunter la bloccò.
- Hei ragazzina, finirai spappolata contro quella Asgardiana - affermò. Charlie lo guardò divertita.
- Sei forse preoccupato, Mister Muscolo? - chiese - Comunque, forse è meglio se ti preoccupi per te: sta arrivando un Kree molto incavolato - affermò e, prima che Hunter potesse ribattere qualcosa, si liberò dalla sua presa e riprese a correre. Hunter guardò Bobbi, che scrollò le spalle, scuotendo la testa.
- Stark - affermò.

Charlie seguì le indicazioni di Bobbi, scendendo di corsa le scale. Arrivata alla stanza, rimase un attimo sconcertata ad osservare la asgardiana cercare di infrangere un... muro... olografico??
Si riprese in fretta, corse verso l'asgardiana e le saltò addosso, stringendo le braccia attorno al suo collo. Sif si liberò di lei, buttandola per terra, e d'istinto mosse la sua lancia per trafiggerla. Anche se avesse cercato di fermarsi, accorgendosi che stava per infilzare una ragazzina, a quel punto non ci sarebbe riuscita, ma non ce ne fu bisogno: l'adrenalina e il panico della ragazza la invasero, attivando quell'energia che ormai stava iniziando a conoscere, e un attimo dopo Charlie era sparita, per poi ricomparire in fondo alla stanza, ansante, con gli occhi spalancati e il fiato corto. La luce verde che la circondava sempre quando usava i suoi poteri svanì lentamente, sotto gli occhi stupefatti di Sif.
- Anche tu...! - esclamò la guerriera, guardando stupita la ragazzina.
- Non sono del tutto umana? Già.. per mia fortuna! - esclamò Charlie, rialzandosi.
- Lascia stare Skye - ordinò sentendo l'energia scorrere dentro di lei. In quel momento, sentiva che aveva il pieno controllo, si sentiva potente... viva. Non sentiva più dolore, solo quell'energia che scorreva dentro di lei.
Sif osservò quella ragazzina a cui si erano accesi gli occhi di un verde brillante, poi si riprese, scuotendo la testa.
- E' pericolosa... entrambe lo siete - affermò. Roteò la lancia e abbattè il muro olografico. Subito, Charlie si teletrasportò davanti alla sua amica, ma fu inutile: Skye si sparò da sola con " l'arma della buonanotte ", svenendo. A questa scena Lady Sif rimase ferma, stupita.
- Si è sparata da sola - sussurrò. Coulson, appena arrivato, rispose qualcosa, ma Charlie non lo sentì: l'energia stava svanendo, e tutto il dolore che aveva placato tornò tutto insieme, sommergendola. Fece appena in tempo a pensare " non di nuovo! ", che il buio la inghiottì.

ANGOLO MALATA DI MENTE
Ed eccomi qui! Buone notizie: sono in un posto dove c'è internet! E ci rimassò per un bel po', così potrò riprendere ad aggiornare!
So di avervi fatto aspettare tanto, perciò ecco un capitolo più lungo del solito!
Spero vi piaccia!
A presto
AllisonHermioneEverdeen

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Capitolo 13
*** Capitolo dodici ***


Capitolo dodici


Quando si svegliò, Charlie si trovava nel letto dell'infermeria. Sulla sedia accanto al letto c'era Skye, addormetata, e dietro al telo gli altri membri della squadra stavano dicutendo. La ragazza si sentiva troppo stanca per ascoltarli. Provò a mettersi seduta, e con fatica ci riescì.
- No! Ferma! - la riprese Simmons, entrando. - Devi riposare, sei stata priva di sensi per 24 ore! Hai due costole incrinate, varie contusioni, un trauma cranico e dei tagli sulle mani - spiegò la fisica, guardandola con severità. - Accidenti... sono ridotta peggio di quando ho combattuto contro il Soldato d'Inverno - sussurrò Charlie: aveva la gola secca. Simmons la guardò con gli occhi sgranati; aprì la bocca per chiedere qualcosa, ma poi la richiuse, scuotendo la testa: ormai si era rassegnata all'idea che Charlotte Stark era una calamita per i guai.
Skye si svegliò, sbadigliando, e Charlie la guardò, felice di vedere che stava bene.
- Ciao - le sorrise. Skye ricambiò.
- Bentornata tra i vivi - le disse. Il telo venne aperto, rivelando Hunter, Bobbi e Mack.
- Wow, tutti al mio capezzale... mi sento commossa - ironizzò Charlie, quasi stupita da quanta gente si preoccupava per lei: fino a pochi anni prima, nessuno si preoccupava di come stava, figurarsi presentarsi al suo capezzale!
Hunter alzò gli occhi al cielo.
- Sei testarda peggio di un mulo, te lo hanno mai detto? - disse, riferendosi a quando era scappata per combattere contro Lady Sif.
- Non in faccia... perchè, girano voci? - ribattè lei, sorridendo sarcastica. Hunter scosse la testa.
- Il Kree? L'asgardiana? Dove sono i due turisti? - chiese Charlie.
- Tutto a posto, il Kree ha la memoria cancellata e Lady Sif ha deciso di lasciarvi qui sulla Terra, a nostro rischio e pericolo - rispose Bobbi. La ragazza sospirò di sollievo, cosa che le provocò una fitta di dolore.
- Ok, dobbiamo lasciarla riposare, deve ancora riprendersi - affermò Simmons, guardando tutti con rimprovero.
- Ehi Simmons, tranquilla... ho dormito per 24 ore, adesso ho voglia di stare sveglia - la fermò Charlie. La fisica sospirò: era inutile provare a combattere contro la testardaggine della ragazza, purtroppo!
- Vado a prenderti un bicchiere d'acqua - disse solo. Una volta che se ne fu andata Charlie fece la domanda che le premeva di più:
- Mio padre? Abbiamo notizie di lui? -. Mack, Bobbi ed Hunter si guardarono, e Charlie sospirò.
- Se state pensando di proteggermi da qualche orribile verità, risparmiatevi: non finisce mai bene - affermò, guardandoli negli occhi.
- Potremmo avere qualche notizia... - sospirò Mack, e Charlie tese le orecchie - sappiamo che è vivo: ha lasciato un messaggio alla sua assistente bionda... come si chiama... -
- Pepper - sorrise mesta Charlie: le mancava.
- Si, lei: siamo riusciti ad intercettare il messaggio... scoprendo che tuo padre è ancora vivo - spiegò. Charlie sospirò di sollievo, lasciandosi andare ad un sorriso: suo padre era vivo, ora ne era certa!
- Però.. - riprese Mack - Non sappiamo dove sia... e se noi siamo riusciti a capire che è vivo, quanto credi che ci vorrà prima che anche il terrorista Mandarino, che ha tentato di ucciderlo, lo scopra? - fece notare. Charlie tornò tesa: quasi sicuramente Mandarino lo sapeva già... doveva fare qualcosa per aiutare suo padre!
- Se mi date un computer posso risalire al luogo da cui ha mandato il messaggio... così potrò aiutarlo! - affermò.
- Hei ragazzina, calma - la bloccò Hunter - Nelle tue condizioni non puoi aiutare proprio nessuno -.
- Ma... -
- Niente ma, Hunter ha ragione - affermò Bobbi. Tutti si voltarono a guardarla sconcertati, e lei alzò gli occhi al cielo. - Si, ho appena dato ragione ad Hunter, e godetevi il momento, perchè non capiterà mai più - disse. Charlie scosse la testa, lasciandosi scappare un sorriso divertito.
- Quando starai meglio vedremo come aiutare tuo padre.. Tony Stark.. Per ora devi rimanere a letto - ordinò Hunter. Charlie lo guardò sorpresa, divertita e un po' scettica: Mister Muscolo si preoccupava per lei? Era già la seconda volta!
- Era forse preoccupazione quella? - chiede. Hunter scrolla le spalle.
- Non farci l'abitudine - ribattè.
- Adesso purtroppo abbiamo cose più importanti di cui occuparci - li interruppe Simmons, tornando con una bottiglietta d'acqua e porgendola a Charlie, che se la scolò tutta d'un fiato. La gola la rigraziò molto!
- Intendi quanto posso essere pericolosa per voi? - entrò nella discussione Skye, che fino a quel momento era rimasta seduta in silenzio ad ascoltare.
- No, Skye, assolutamente no! - esclamò Simmons. Skye si alzò, un sorriso amaro in volto. - Andiamo Simmons, vi ho sentiti ieri sera - affermò, per poi scuotere la testa ed andarsene. Nella stanza calò il silenzio.
- Ok - lo ruppe Charlie - cosa avete fatto ieri sera? -. Li guardò con rimprovero. I quattro sembrarono un po' imbarazzati.
- Skye ci ha sentiti discutere con Fitz... volevamo solo dire che avrebbe dovuto dirci cosa sapeva Skye, perchè così avremmo potuto proteggere noi stessi da lei - spiegò Mack, dato che nessuno si faceva avanti. Charlie fece un respiro profondo: poteva solo immaginare come si sentisse Skye! Lei conosceva appena quella squadra, ma per Skye erano la sua famiglia, doveva sentirsi tradita, non accettata... e per qualcosa, tra l'altro, di cui non era affatto responsabile!
- Siete degli idioti - affermò serafica la ragazza, scuotendo la testa.
- Come?? - esclamò Hunter, offeso. Charlie lo guardò con rimprovero.
- Skye, come me, non ha chiesto mai questo, lei non voleva " cambiare ", e quando è successo... aveva il terrore che, scoprendolo, non l'avreste accettata... Et voila! E' esattamente ciò che è successo... No, state in silenzio ed ascoltate, perchè anche se non era vostra intenzione, questo è ciò che è sembrato - affermò Charlie, facendo sentire un po' tutti colpevoli. - Perciò, adesso muoveveti e andate a chiarire - completò la ragazza. Gli altri rimasero immobili, e Charlie alzò gli occhi al cielo.
- Guardate che intendo adesso! Subito! Muovete i vostri raffinati fondoschiena e andate a spiegarle! - esclamò.
- Ehi! - replicò ancora Hunter, ma un'occhiata di Charlie lo zittì. Quella ragazzina faceva paura certe volte!
- Adesso! - ripetè di nuovo la ragazza, e finalmente i quattro agenti si mossero, riconoscendo che quell'irritante ragazzina aveva ragione.
Charlie li guardò andare soddisfatta: forse non poteva muoversi da quel maledetto letto dell'infermeria per un po', ma avrebbe sempre trovato il modo di aiutare un'amica!

ANGOLO MALATA DI MENTE
Ed eccomi qui con il dodicesimo capitolo!
Mi stanno venendo un po' più lunghi, spero sia un bene, e anche se questo era solo di passaggio spero vi sia piaciuto!
Purtroppo sono stata impegnata ieri, e ho potuto postare solo adesso!
Grazie a tutti i lettori silenziosi ( e tranquilli, se provate a lasciare un commento la tastiera non vi morde! ) e a tutti coloro che seguono, preferiscono o ricordano!
Grazie grazie grazie!
A presto!
AllisonHermioneEverdeen

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Capitolo 14
*** Capitolo tredici ***


Capitolo tredici


I tre giorni passati in infermeria furono terribili per Charlie: lei odiava stare ferma in un posto, senza poter aiutare, senza agire... Era una tortura!
Per fortuna Bobbi il terzo giorno le portò il computer, così potè mettersi a lavoro per cercare suo padre. Le mancava tantissimo, non sopportava di saperlo disperso e in pericolo!
Hunter, Bobbi, Mack, Fitz, Simmons e Skye le facevano delle visite sporadiche, e Charlie era felicissima di sentire che la situazione tesa tra i membri della squadra per il " cambiamento " di Skye stava migliorando; si erano chiariti, sotto consiglio ( ordine! ) di Charlie, e questo la rendeva davvero felice, facendola sentire un po' meno inutile.

- Uffa! - esclamò, sbuffando, trattenendosi a stento dal buttare per terra il computer. Hunter, che era venuto a farle visita, la guardò divertito.
- Problemi con il computer ragazzina? - chiese, sedendosi. Lei lo fulminò con lo sguardo ( rettifico: lo uccise con lo sguardo! ).
- Non riesco a trovare mio padre - sibilò tra i denti, spostando il suo odio al computer che teneva in mano. Hunter scosse la testa, divertito, ma anche rattristato dal fatto che Charlie, dopo un'intera giornata di ricerche, ancora non era riuscita a trovare suo padre.
- Non avevi detto di essere un bravo hacker? - le chiede. Lei sbuffa di nuovo.
- Prima cosa: io sono un ottimo hacker, non solo " bravo! " - affermò, drizzandosi. Hunter dovette trattenere una risata.
- Secondo: pare che papà abbia installato un sistema di protezione, che impedisce a chiunque di trovarlo.. anche a me - sospirò, lasciandosi cadere sdraiata sul letto. Ad Hunter fece quasi pena: stanca, pallida, con due occhiaie terrificanti che risaltavano incredibilmente sotto gli occhi chiari... Non le faceva affatto bene non sapere dove si trovava - e come stava - Tony Stark. Ne avrebbe parlato con Coulson, magari poteva aiutarla.

Quando anche Hunter se ne fu andato ( l'ultimo a farle visita ) era ormai notte. L'agente l'aveva aiutata come poteva, il che alla fine era stare ad ascolatare le spiegazioni di Charlie, insieme a qualche imprecazione e alcuni epiteti con cui aveva chiamato il computer che Hunter faticava a ripetere... !
Charlie provò a stendersi sul letto e risallarsi un po', ma non era affatto facile: era preoccupata per suo padre, in ansia per sua madre, fremeva dalla voglia di scendere da quel dannato letto e di andare a vedere come stesse Skye. Alla fine si arrese, riaprendo gli occhi e prendendo il computer, preparandosi ad un'altra ( ennesima ) notte in bianco.

La mattina dopo i membri della squadra apparivano nervosi, la guardano in ansia quando credevano che non lo notasse, bisbigliavano tra di loro... Alla fine la ragazza non lo resse più.
- Ok, cosa è successo? - chiese a Fitz, che era venuto a farle visita. Lui sobbalzò, poi si guardò nervosamente intorno, come se sperasse succedesse qualcosa che lo esonerasse dal rispondere. Purtroppo per lui, non accadde nulla.
- Niente - rispose, ma non avrebbe convinto neanche un bambino di tre anni! Infatti Charlie lo guardò, scettica, e Fitz sospirò.
- Cal e... tua madre - esordì, e già a quelle parole la ragazza si irrigidì - Stanno architettando qualcosa: dei dotati pericolosi sono scomparsi - spiegò. Charlie rimase in silenzio, passandosi una mano fra i capelli: sua madre, Crystal, stava di nuovo facendo le alleanze sbagliate, sicura di proteggerla. Proprio non lo capiva cosa passava nella testa di quella donna!
Bobbi arrivò di corsa, preoccupata, e non ci volle molto a Charlie per capire: Crystal aveva fatto al sua mossa; in altre parole, stavano per arrivare nuovi guai.

ANGOLO MALATA DI MENTE
Ed ecco il tredicesimo capitolo!
Grazie di cuore a Rosy per essere passata a commentare! Non preoccuparti del ritardo!
Grazie a tutti i lettori, ai sette che seguono e i tre hanno messo la storia tra le preferite.. Grazie infinite!
A presto con il nuovo capitolo ( che non sarà affatto tranquillo, come potete immaginare! )
AllisonHermioneEverdeen

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Capitolo 15
*** Capitolo quattordici ***


Capitolo quattordici



- Devo venire con voi - affermò Charlie, seduta sul letto, le braccia incrociate e lo sguardo deciso. Bobbi scosse la testa.
- Assolutamente no! E' troppo rischioso per una ragazzina - disse.
- Sono stata braccata per due anni da il Soldato d'Inverno, sono fuggita e mi sono unita a Captain America, la Vedova Nera e Falcoln, ho combatutto a Washington con loro, mio padre e l'agente Hill, davvero credi che la scusa delle ragazzina regga? - ribattè. Arrivò anche Hunter, mentre Bobbi cercava qualcoasa da ribattere.
- Devi ancora guarire - disse infine. Charlie si staccò, quasi con rabbia, la flebo dal braccio, alzandosi in piedi senza barcollare.
- Sto bene - affermò. - E sono anche stufa di stare qui a non fare niente! Vi ricordo che c'è mia madre in quello stadio! E finchè non mi vedrà non se ne andrà! -.
- Non possiamo portarti con noi in quanto non sei un agente, ragazzina - replicò Hunter.
- L'ultima volta che mio padre mi ha vietato di venire con lui, era a Washington, e indovinate un po'? Ho trovato lo stesso il modo di seguirli - affermò Charlie. Fitz sospirò.
- Va bene, ma dobbiamo mettere.... mettere a punto un piano per non farti correre... correre... rischi - affermò. Quando era nervoso era più difficile per lui trovare le parole. Hunter e Bobbi avrebbero voluto convincere Charlie a rimanere lì, non si era ancora ristabilita, ma cominciavano a conoscere fin troppo bene la sua testardaggine, e non avevano tempo per discutere con lei: Cal e Crystal li stavano aspettando allo stadio, con tanti bei nuovi amici dotati!

- E' un piano stupido - affermò Hunter. Charlie sbuffò.
- Funzionerà - replicò, fiduciosa.
- No, è stupido, moriremo tutti - disse convinto Hunter. Charlie guardò Bobbi in cerca d'aiuto, ma la ragazza alzò gli occhi al cielo, come a dire: " orami ci sono abitutata ".
Si stavano allacciando le cinture, pronti a partire, quando arrivarono May e Skye.
- Cosa ci fate qui? Skye deve rimanere alla base! - esclamò Bobbi.
- Anche la ragazzina - fece notare May - e comunque abbiamo un piano -.
- Se è stupido come il nostro, avremo buone probabilità di morire tutti insieme - affermò Hunter. E con questo buono augurio, decollarono.

ANGOLO MALATA DI MENTE
Chi non muore si rivede!
Scusate tantissimo per il ritardo, ma in questo periodo non posso riguardare gli episodi, perciò mi trovo in difficoltà a scrivere, sopratutto per questa puntata che non mi ricordo molto bene. Ma non volevo farvi aspettare troppo, così ho pubblicato un capitolo di " prologo all'azione " ! Spero vi sia piaciuto!
Grazie infinite a Rosy per la recensione! Scusa, scusa e ancora scusa per il ritardo, so che detesti i miei ritardi!
Grazie a chi segue, preferisce o ricorda!
Grazie anche a chi legge, " rimanendo nell'ombra "!
A presto con il prossimo capitolo!
AllisonHermioneEverdeen

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Capitolo 16
*** Capitolo quindici ***


Capitolo quindici


- Tutto chiaro? - chiede May scrutando i presenti. Charlie ed Hunter, gli unici seduti, annuiscono, Skye e Bobbi fanno un cenno affermativo con la testa.
- Allora andiamo! - e May e Bobbi corrono fuori. Charlie trova insopportabile sentire il combattimento in corso e starsene lì a non fare niente... " Attieniti al piano... hanno bisogno di te tra un po'... attieniti al piano... " continua a ripetersi. Una fitta improvvisa alla testa la fa sobbalzare.
- Ehi ragazzina tutto a posto? - le chiede Hunter. Charlie stringe i pugni: sua madre sa che è qui, ha usato i suoi poteri e l'ha indivuata!
- Niente va bene! - esclama seccata Charlie, poi corre fuori. Hunter e Skye sono talmente spiazzati dall'avventatezza del gesto che reagiscono con un attimo di ritardo.
Charlie non ha intenzione di portare Crystal dritta dritta dai suoi amici... ha intenzione di parlarle e chiudere questa storia per sempre!
Hunter ordina a Skye di rimanere nel jet, poi corre fuori in cerca di Charlie.
La ragazza è arrivata al lato più buio del campo da football dove si sta tenendo la battaglia, poco lontano vede May, Coulson e Bobbi combattere contro tre strani e inquietanti individui: una donna con dei rasoi al posto delle unghie, un uomo dalla superforza e un altro che quando urla crea un'onda sonica. Di Crystal nessuna traccia...
- Sapevo che saresti venuta, Allison - una voce la fa voltare di scatto. Ed eccola lì, davanti a lei, con quell'espressione di profonda tristezza... ma c'è qualcosa di nuovo nello sguardo della donna: una grande determinazione.
- Ti ho già detto che mi chiamo Charlotte - afferma freddamente Charlie. La donna fa un sorriso triste, poi prova a fare un passo avanti. Charlie indietreggia.
- So che non ti fidi di me - dice fermandosi - Ma solo io posso aiutarti... lo SHIELD sa fare solo danni a quelli come noi -.
- Quelli... come noi? Ce ne sono... altri? - chiede Charlie, presa alla sprovvista, non riuscendo a nascondere la sospresa. Crystal sorride, annuendo.
- Si... c'è un luogo per coloro che sono cambiati... ti ci porterò, potrai imparare a controllarti e ricominciare a vivere una vita normale! - fa un passo avanti Crystal. Questa volta Charlie non si muove, troppo sorpresa: se impara a controllare i suoi poteri può usarli a fin di bene, tornare a Malibu, aiutare suo padre... suo padre... " Papà è scomparso, lo SHIELD mi sta aiutando a ritrovarlo, se me ne vado non lo ritroverò mai! ". Prima che Charlie possa rispondere a sua madre, uno sparo risuona nell'aria: è arrivato Hunter, sta sparando contro Crystal che ormai è a meno di due metri da Charlie. La donna sospira voltandosi, e la pallottola destinata a lei rallenta, curva e torna al mittente.
- HUNTER!!! - grida Charlie, nel panico. Accade tutto in un millesimo di secondo: Crystal si volta verso di lei, la pallottola è a pochi centimetri da Hunter... il grido di Charlie risuona ancora nell'aria mentre una luce verde invade Charlie, per poi uscire dal suo petto e invadere il campo di football. E tutto si blocca: il combattimento nel centro del prato, Crystal che sta guardando preoccupata Charlie, la pallottola destinata ad Hunter... Tutto è immobile, tranne Charlie. Ha di nuovo fermato il tempo. Subito la ragazza corre verso Hunter e prende la pallottola in mano, buttandola per terra. Sospira di sollievo, il cuore che batte ancora all'impazzata per il colpo che le è preso. Fa un respiro profondo, e il tempo riprende a scorrere. Crystal si guarda intorno cercando la figlia, Hunter si tocca il petto, sorpreso di essere ancora vivo, e il combattimento nel mezzo del campo riprende.
- Allison... - sussurra senza parole. Charlie la guarda con un misto di paura e sfida.
- Se tutti quelli con capacità speciali sono come te... preferisco rimanere sola - afferma con durezza. E Crystal capisce di aver fatto una cavolata rischiando di uccidere un agente. Non si era accorta di quanto sua figlia si fosse affezionata allo SHIELD... non riesce a crederci: lo SHIELD che tanto odia le sta portando via anche sua figlia!
Charlie le dà le spalle e comincia a tornare indietro con Hunter, che la sta ancora guardando sbalordito.
- So dove si trova Tony Stark - la blocca la voce di Crystal. Charlie rimane paralizzata.
- Cosa.. cosa hai detto? - chiede senza fiato girandosi verso la madre.
- So dove si trova Tony Stark.. se acconsentirai a venire con me ti aiuterò a salvarlo - afferma, capendo di avere il coltello dalla parte del manico.
- Ragazzina, lo SHIELD ti aiuterà, lo troveremo... non puoi fidarti di lei - le dice Hunter.
- Prendere o lasciare Allison - insiste Crystal. Charlie sente che deve andare con lei.. vuole ritrovare suo padre... ha bisogno di ritrovarlo, non ce la fa' più senza di lui! Quando si volta a guardare Hunter negli occhi l'agente capisce di aver perso: lei ha già deciso.
- Non puoi farlo ragazzina! - esclama.
- Mi dispiace Mister Muscolo, ma la mia priorità è mio padre - sussurra con un sorriso ironicamente triste la ragazza. Poi si volta verso Crystal e comincia ad andarle incontro. Hunter sta per correre in avanti per fermarla, ma un improvviso terremoto lo fa cadere per terra.
- Skye... - sussurra Charlie, preoccupata per l'amica. Anche lei è finita per terra.
- GORDON! - esclama Crystal. E' il momento propizio, non può lasciarselo sfuggire! Un attimo dopo appare un uomo... senza occhi!!
- Porta mia figlia nell'Aldilà, poi prendi Cal e andiamocene! - dice Crystal. L'uomo senza occhi tira su Charlie e, prima che la ragazza capisca cosa sta succedendo, i due scompaiono in una luce blu. Il tempo che impiega Hunter ad alzarsi e l'uomo torna, prende Cal e Crystal e riscompare. Hunter corre dal resto della squadra. Coulson e May sono chinati da Skye, riversa a terra con degli strani ematomi sulle braccia. Bobbi appena vede Hunter gli va incontro.
- Dov'è Charlie? Dov'è la ragazzina? - chiede guardandosi intorno. Adesso tutti stanno fissano Hunter.
- L'ha presa... l'uomo che si teletrasporta l'ha presa - .

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Capitolo 17
*** Capitolo sedici ***


Capitolo sedici


Charlie era furiosa: per prima cosa, Crystal non l'aveva portata da suo padre, ma in un luogo che, seppur meraviglioso, era sperduto chissà dove. In più, la ragazza aveva passato gli ultimi due giorni stesa su un lettino, più addormentata che sveglia, perchè gli abitanti dell'allegra cittadina del nulla la stava aiutando a far accettare al proprio corpo la mutazione genetica. Quando finalmente la mattina del terzo giorno le fu permesso di alzarsi, Charlie si infuriò di nuovo perchè sua madre non si vedeva da nessuna parte, e che lei sapesse solo Crystal sapeva dove si trovava Tony.
- La vedrai molto presto - le promise il ragazzo che le era stato assegnato.
- Ma davvero? - disse sarcastica Charlie, girandosi a guardarlo: era alto, con i capelli neri e la pelle abbronzata. - Si degnerà addirittura di dirmi dove sono? E perchè non sono da mio padre? - chiese, arrabbiata. Era al limite.
- Non hai bisogno di lei per questo - affermò il ragazzo, poi le indicò la porta - Vieni qui fuori, ti spiegherò tutto - . Charlie lo seguì all'aperto, il vento fresco la fece rinascere. Si sentì subito meglio.
- Allora? Dove sono? Perchè mi avete portata qui e non da mio padre? - chiese subito la ragazza.
- Questo luogo si chiama " Aldilà"... è il posto più sicuro per noi, per te.. qui impariamo a controllarci - spiegò il ragazzo, e il suo tono pacato rassicurò un po' Charlie.
- Quindi mia madre mi ha portata qui così posso imparare a controllarmi? - incrociò le braccia al petto la ragazza, faticando ad immaginare Crystal fare qualcosa di così gentile e utile.
- Esatto - affermò il ragazzo.
- Senti - disse Charlie - ho un mucchio di tempo per imparare a controllarmi, ma mio padre ha bisogno di me adesso -. Il ragazzo annuì.
- E ti porteremo da lui... ma è essenziale che prima impari a controllare i tuoi nuovi poteri, a conviverci, a controllarli.. o saranno loro a controllare te, e non serve che ti dica che catastrofe sarebbe - le fece notare, e Charlie lo odiò per quanta ragione aveva. Sbuffò e si sedette per terra a braccia incrociate.
- Ok, cominciamo - affermò. Il ragazzo rimase un attimo spaesato.
- Va.. va bene - si riprese. - Comunque io sono Jack - si presentò.
- Charlie - ricambiò la ragazza alzandosi. Jack sorrise.
- Lo so... tua madre ci ha parlato molto di te - affermò. Fu il turno di Charlie ad essere spaesata.
- Davvero? - chiese.
- Si, ti vuole molto bene - rispose il ragazzo. Charlie sospirò, poi scosse la testa e decise di non pensare a Crystal.

Passarono tutto il pomeriggio insieme, con Jack che invitava Charlie a chiudere gli occhi e trovare il suo potere dentro di lei. La sera, finalmente, la ragazza aveva capito come teletrasportarsi a comando. Beh, più o meno... Una volta era finita sul tetto della casa di fronte a loro, quando avrebbe dovuto spostarsi solo di qualche metro, ma questi erano dettagli!
A fine giornata, Charlie era sfinita e aveva un mal di testa martellante, ma era piena di soddisfazione. Per non parlare del fatto che era ben determinata a imparare in fretta ad usare i suoi poteri per andare a salvare suo padre! Stava facedo tutto questo per lui, ne sentiva la mancanza ogni giorno di più, ma sapere di star facendo qualcosa che le avrebbe permesso di aiutarlo la faceva sentire molto meglio.

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Capitolo 18
*** Capitolo diciasette ***


Capitolo diciasette


Correva veloce, i polmoni a fuoco e il respiro corto. Inciampò per terra, cosa che le salvò la vita: il colpo le passò sopra la testa smuovendole i capelli.
- Avevi detto niente colpi alla testa! - protestò Charlie, ma la sua voce si spense nel rumore sordo dell'ennesimo colpo. Trattenendo la voglia di strangolare il suo " amico ", la ragazza rotolò per terra e si concesse un paio di secondi per riprendere fiato.
- Conosci le regole: niente pause! - la riprese la voce quasi divertita di Jack.
- Avevi detto che sarebbe durato due ore, non tre! - lo riprese lei seccata. In risposta dovette teletrasportarsi a tre metri di distanza per evitare un altro colpo.
- Stai migliorando - ghignò. Charlie dovette trattenere tutti gli epiteti leggermente poco delicati che le stavano venendo in mente.
- Va bene, per oggi basta così - affermò una voce alle loro spalle. Jack atterrò, ripiegando le sue ali nere e spegnendo le mani infuocate. Charlie si alzò da terra, riprendendo fiato.
- Va bene Crystal - sorrise Jack. Charlie vitò lo sguardo di sua madre mentre le passava accanto.
- Allison... - la richiamò la donna. La ragazza sospirò e si bloccò.
- Cosa c'è? - chiese, cercando di contenere l'irritazione. Non poteva farci niente: non sapeva se sarebbe mai riuscita a perdonare sua madre per tutto quello che aveva fatto.
- Si tratta di tuo padre... crediamo di averlo localizzato -. Quelle semplici parole mutarono Charlie: la ragazza si voltò di scatto, agitata ed emozionata.
- Dov'è? - chiese subito, gli occhi accesi di speranza e preoccupazione.
- Si trovava fino a pochi giorni fa in una cittadina del Tennesse, ma non abbiamo sicurezze sulla sua posizione attuale - rispose Crystal.
- Bene... dov'è Gordon? Non c'è tempo da perdere... - disse Charlie, la sua mente che lavorava già ad un modo per arrivare da suo padre e aiutarlo. Tremava d'emozione: l'avrebbe rivisto! Avrebbe rivisto suo padre!
- Aspetta! - la riprese Crystal - Non puoi andare adesso: sei stanca dopo l'allenamento, e quella cittadina potrebbe non essere sicura -. Charlie indurì lo sguardo.
- Ascoltami bene - scandì - E' un mese che non ho notizie di mio padre, l'ultima cosa che so è che qualcuno ha bombardato casa nostra a Malibu, e papà è riuscito a salvarsi per miracolo e salvare Pepper... ho trovato lo SHIELD, che però aveva " altre priorità " più importanti di Tony Stark, perciò non ho potuto trovarlo, poi mi hai portata qui nell'Aldilà, sostendendo che non potevo andare da papà finchè non imparavo a controllarmi... Sono due settimane che mi trovo qui, ho assunto il completo controllo delle mie capacità e non ho nessuna intenzione di perdere la prima traccia che ho di papà da un mese perchè " potrebbe essere rischioso " - completò. Jack era rimasto senza parole, chiedendosi da quanto tempo Charlie si tenesse dentro quelle parole, invece Crystal sembrava ferita.
- Ti impegni molto per salvare un uomo a cui non interessa nessuno - sibilò.
- Quell'uomo si chiama Tony Stark, è mio padre ed ha un grande cuore - ribattè Charlie assottigliando gli occhi.
- Al tuo caro paparino non è importato neanche sapere come si chiamava la donna con cui è andato a letto! - esclamò Crystal. Charlie sospirò, reprimendo la rabbia che la scuoteva: mettersi ad urlare non era la soluzione adatta per aiutare suo padre.
- Non sto dicendo che non abbia difetti - affermò il più tranquillamente possibile - Ma solo perchè è stato ingiusto con te, non significa che è una cattiva persona! Sai cos'è cattivo? Abbandonare tua figlia al primo orfanotrofio che incontri! -. Niente, alla fine la voce era sfuggita al suo controllo, arrivando a livelli allarmanti.
- Allison... - cercò di spiegarsi Crystal.
- Il mio nome è Charlotte! - esclamò la ragazza, poi si voltò e se ne andò, furente.
Jack rimase un attimo lì impalato, non sapendo cosa fare. Alla fine sopsirò e corse dietro a Charlie.

La trovò con le ginocchia strette al petto davanti al bellissimo panorama dei monti. Tirava su con il naso e cercava di nascondere le lacrime.
- Se provi a dire che sono stata ingiusta ti dò un pugno - lo minacciò quando si sedette accanto a lei. Jack reprimette un sorriso: nel corso di due settimane aveva imparato a conoscere Charlie, con il suo caratterino, la sua determinazione, il suo orgoglio ma anche il grande cuore. La loro amicizia era nata da tutte le ore che passavano insieme ad allenarsi e le serate passate a mangiare la pizza davanti alla tv, fingendo di essere due semplici amici che si divertivano a commentare film scadenti, e non due Inumani che dovevano imparare a controllare i loro poteri per evitare di ferire gli altri.
- D'accordo, non te lo dirò - disse Jack - Ma credo che tua madre sia rimasta molto segnata dal rifiuto di Tony -.
- Non è una scusa - sibilò Charlie, asciugandosi l'ennesima lacrima sfuggente.
- Hai ragione, ha sbagliato ad abbandonarti, ha sbagliato ad unirsi all'HYDRA, ma quando si è accorta dei propri errori, ha tentato di rimediare - le fece notare. Charlie sbuffò.
- Certo, diciotto anni dopo si è accorta che aveva fatto una stronzata ed ha tentato di rimediare... indovina come? Rapendomi mentre ero ferita - disse.
- Si, beh, non è esattamente la madre modello - concesse Jack - Ma chi lo è? Lei ti ama, e forse l'ha capito troppo tardi, ma adesso è qui, per te, vuole aiutarti e rimediare gli errori del passato... vuole recuperare il tempo perduto... Tu puoi non volerne sapere niente di lei... ma pensa questo: tra cinquant'anni, quando ti guarderai indietro, sei sicura che non rimpangerai questa scelta? Puoi continuare ad odiarla, oppure concederle un'occasione e riavere la madre che hai tanto voluto - . Charlie tirò su con il naso per l'ultima volta.
- Ti odio - sbuffò. Jack sorrise.
- E' un si? - chiese.
- Un " ci penserò " - lo corresse la ragazza, poi si strofinò la faccia e si rialzò - Ma solo dopo aver riavuto mio padre - . Jack sospirò: era più testarda di un mulo!
- D'accordo... andiamo a cercare Gordon - .

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Capitolo 19
*** Capitolo diciotto ***


Capitolo diciotto



- Charlie! -
L'abbraccio le mozzò il fiato, ma sarebbe morta per soffocamento piuttosto che scioglierlo. Suo padre era lì, stava bene, e la stava stringendo come se temesse di vederla scomparire da un momento all'altro.
- Stai bene? Dove sei stata? Sei sparita per settimane! - appena sciolto l'abbraccio cominciò a farle il terzo grado.
- Io... ehm... a Porto Rico sono successe molte cose, ma ne avremmo modo di parlare in un altro momento, - rispose tesa - Piuttosto, tu cosa ci fai in un ristorante nel Tennesse? -
- Cerco informazioni su Mandarino, - rispose Tony facendo un cenno alla donna bionda di fronte a lui.
- Charlie, Gordon se n'è andato, abbiamo mezz'ora -. Jack li raggiunse.
- Questo chi è? - chiese subito Stark squadrando il ragazzo, diffidente.
- Lui è un mio amico, - rispose Charlie, sperando che il padre non avrebbe confuso "amico" con... "amiiicooo". Ma questi non fece in tempo a rispondere: una donna li raggiunse e subito sbattè Tony sul tavolo mettendogli le manette.
- Ehi! - protestò Charlie - Che sta facendo? -
- Che succede qui? - arrivò subito lo sceriffo.
- Sceriffo, vero? -. La donna gli si avvicinò buttando a terra Tony. Charlie lo raggiunse subito. Stark le fece cenno di guardare nella tasca del giubbotto, ma prima che la ragazza potesse fare qualcosa Jack la strattonò per un braccio indicandole la mano della donna: sembrava quasi stesse per andare a fuoco!
- Homeland Security - si presentò questa - Siamo a posto? -. Jack e Charlie si scambiarono uno sguardo: col cavolo che quella lavorava per la Homeland Security!
- No, non siamo "a posto"! - ribattè lo sceriffo - Ho bisogno di più informazioni -
- Beh... - si avvicinò a lui la donna - Non volevo arrivare a questo, ma a volte le buone maniere non bastano -. E gli diede un pugno con la mano infuocata. Lo sceriffo gridò di dolore. Charlie e Jack non doverono neanche scambiarsi uno sguardo: Jack spiegò le sue ali nere, nascoste nella schiena, e Charlie si teletrasportò davanti all'uomo e diede un pugno in faccia alla donna, poi scomparve con lo sceriffo teletrasportandolo al sicuro. Quando tornò all'interno del ristorante, Jack stava combattendo contro la donna, ma mentre Charlie correva dal padre, il ragazzo gridò di dolore: la donna gli aveva dato un pugno sull'ala destra, dove alcune piume si erano bruciate.
- Jack! - gridò Charlie, terrorizzata. Aiutò suo padre ad alzarsi, poi corse contro la donna, pronta ad affrontarla. Schivò un pugno, riuscì ad assestarle un calcio niente male, scomparve appena in tempo per evitare il contrattacco e riapparve alle spalle della donna, colpendola con un pugno sulla nuca. Però non ebbe l'effetto sperato: la pelle della donna sembrava di fuoco, Charlie nel colpirla si scottò e ritirò subito la mano con un grido di dolore. La donna non perse tempo: la afferrò e scaraventò contro le vetrate, mandandola in strada.
- Charlie! - gridarono Jack e Tony insieme, per poi precipitarsi ad aiutarla. Tony, però, dovette fermarsi a metà strada: Miss Fiamme cercava lui, non sua figlia, quindi non poteva precipitarsi ad aiutare Charlie. Al contrario, doveva correre nella direzione opposta, spegnere il carattere di fuoco di quella pazzoide e solo allora andare dalla figlia.
Jack, quindi, si ritrovò al fianco di Charlie da solo.
- Tutto bene? - chiese preoccupato. La ragazza si sollavò da terra con un lamento: aveva qualche graffio dovuto ai vetri e la botta sulla schiena le aveva mozzato il fiato per qualche secondo, ma era viva, e adesso anche arrabbiata nera!
- Dov'è mio padre? - chiese immediatamente.
- Sta distraendo la donna: sono appena entrati in quella casa-. Charlie non se lo fece ripetere due volte: si mise in piedi (un po' barcollante, ma si sarebbe ristabilita presto) e cominciò a correre verso la casa.
- Charlie, aspetta! - provò a fermarla Jack - Quella donna è pericolosa! -
- Ha rovinato la mia rimpatriata! - ribattè la ragazza - Perciò adesso rovinerò la sua faccia! -. E Jack capì che non sarebbe riuscito a fermarla.

Nella casa, Stark non se la stava cavando tanto bene: prima di tutto aveva appena scoperto che non era solo una la persona che cercava di ucciderlo, ma due, e poi stava cominciando a pensare che combattere con le manette non fosse proprio "il top" per riuscire a sconfiggere una psicopatica dal carattere bollente.

A metà strada verso il negozio, Charlie dovette lanciarsi dietro un'auto per evitare delle pallottole. Jack la raggiunse subito.
- Ci penso io, - disse - tu vai! -. La ragazza non se lo fece ripetere due volte: scomparve sotto gli occhi del ragazzo e riapparve nella casa dove la donna e suo padre stavano combattendo: lei aveva le mani infuocate sul viso di Stark e si stava preparando ad ucciderlo.
Charlie si teletrasportò accanto ai due e diede un pugno in faccia alla donna, ignorando il bruciore delle dita a contatto con la pelle di quella donna. Doveva ammettere di essere abbastanza compaciuta dello scricchiolio del naso della psicopatica, che barcollò all'indietro, stordita.
- Togli le tue luride manacce da mio padre, strega! - esclamò Charlie. A Tony spuntò un mezzo sorriso sul volto: quella sì che era sua figlia!
La ragazza si sbrigò a raggiungerlo e liberarlo dalle manette con le chiavi che Stark aveva rubato alla donna.
- Come la battiamo? - chiese Charlie. Tony adocchiò una tanica di benzina vicino all'entrata.
- Le piace il fuoco, - disse - le facciamo un bel regalo? -. Charlie seguì il suo sguardo e capì al volo. Sorrise e si teletrasportò accanto alla tanica, l'aprì e ne versò il contenuto sul pavimento. Intanto Tony era balzato dall'altra parte del bancone e aveva arraffato un accendino. Un attimo dopo Charlie si era teletrasportata accanto a lui, che sobbalzò per la sorpresa.
- Poi mi spiegherai queste tue nuove... caratteristiche, - affermò. Charlie gli sorrise e scomparve di nuovo, stavolta portandosi dietro l'accendino.
Il fuoco attecchì subito, perciò la ragazza si teletrasportò accanto al padre, lo afferrò e un attimo dopo i due erano in strada.
- Credi che il fuoco basterà? - chiese Charlie.
- Direi di si: ho aperto le valvole del gas della cucina - rispose noncurante Tony. Charlie scoppiò a ridere mentre la casa esplodeva. Per fortuna erano riparati dietro un'auto ed erano distanti dall'esplosione!
Quando della casa era rimasto solo un vago ricordo, padre e figlia si alzarono da terra. Charlie l'avrebbe volentieri abbracciato per poi riempirlo di domande, ma in quel momento Jack fu scaraventato accanto a loro. Il ragazzo si rialzò da terra a fatica e ritirò le ali.
- E' troppo forte! - esclamò. Charlie e Tony si voltarono: un uomo (quello che aveva sparato a Charlie) sorrideva come un pazzo. Stava ai piedi della struttura che sorreggeva il bacino d'acqua della città. Allungò una mano e l'acciaio cominciò a fondersi sotto le sue dita.
- Non so voi, - disse Charlie - Ma io direi di darsela a gambe -
- Mai stato tanto d'accordo! - affermò Tony. - Andiamo! - esclamò Jack. I tre girarono i tacchi e corsero dalla parte opposta di quel pazzoide. Purtroppo si trovarono davanti ad un cancello; prima che uno dei tre potesse fare qualcosa, la struttura che sorreggeva il bacino cedette e l'acqua indondò tutto, investendoli con un'onda terrificante. Charlie non capiva più niente: sopra, sotto, sopra, sotto...
Finalmente riuscì a riemergere dall'acqua, trovandosi sdraiata sull'erba di un giardino. Tossì e si mise in piedi, tremando come una foglia. Guardandosi intorno, vide che suo padre era bloccato dalle macerie a pochi metri di lei.
- Papà... - biascicò.
- Charlie! Come stai? - chiese subito Tony. Ma la ragazza non ebbe modo di rispondere: qualcuno la afferrò da dietro e un attimo dopo una mano incandescente le sfiorava la gola.
- Ehilà, Stark! - disse l'uomo che la tratteneva - Questa è la tua amata figlioletta? Ma che momento commovente! -.
- Lasciala andare, bastardo magmatico! - esclamò Tony. Sua figlia non si toccava, punto.
- Oh, adesso che me l'hai ordinato lo farò di sicuro! - ribattè beffardo l'uomo. Charlie si sarebbe smaterializzata, ma non riusciva a concentrarsi con quella mano incandescente e pochi centimetri dalla gola.
- Cosa diamine vuoi? - chiese allora Tony. Charlie cercò di comunicargli con lo sguardo che NON DOVEVA ASSOLUTAMENTE cadere nei ricatti dell'uomo.
- Ucciderti, - rispose semplicemente questi - Ma prima posso sempre divertirmi uccidendo tua figlia -. Charlie vide un movimento con la coda dell'occhio e sorrise.
- Sai cos'altro è divertente? - chiese.
- Cosa? - fece l'uomo vagamente seccato.
- La tua faccia dopo che il mio amico ti avrà steso -. BAM!
Adesso Charlie era libera e l'uomo steso a terra, la bocca semiaperta e la pelle tornata normale: Jack l'aveva colpito anche più forte del necessario!
- Grazie! - lo abbracciò Charlie.
- Dovere, - rispose alla stretta il ragazzo, sorridendo.
- Hem, hem, hem -. I due ragazzi si staccarono imbarazzati sotto lo sguardo di Tony.
- Primo, - disse questo - Non puoi toccare mia figlia senza un permesso scritto firmato da me -. Charlie guardò Jack, imbarazzata. - Secondo, - continuò imperterrito Stark - Non che non ti sia grato per aver salvato Charlie, ma potresti liberarmi? Mi si sta addormentando la gamba -.

ANGOLO MALATA DI MENTE (che è così in ritardo che pensa vi siate dimenticati di lei)
Lo so, lo so: è cambiato Papa, capitale, ciclo stagionale e modo di contare il tempo, ma sono tornata.
Spero davvero che non siate scomparsi tutti, anche se credo sia poco probabile...
Questo capitolo è più lungo degli altri, e finalmente il nostro Tony Stark è tornato!
Giuro che aggiornerò il prima possibile per farmi perdonare!
A presto
AllisonHermioneEverdeen

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