Io e te... bloccati in ascensore!

di Il corsaro nero
(/viewuser.php?uid=1011945)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un ospite indesiderato ***
Capitolo 2: *** Bloccati! ***
Capitolo 3: *** Iniziano i problemi ***
Capitolo 4: *** Primi approcci... ***
Capitolo 5: *** Confessioni ***
Capitolo 6: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Un ospite indesiderato ***


CAPITOLO 1: UN OSPITE INDESIDERATO


“Ho detto di no! Non voglio averlo in casa mia!” “Andiamo, Vegeta. E' solo un ospite... non essere scortese quando arriverà.” “Io faccio quello che mi pare! Non voglio avere quel mollusco che gira per casa!” “Per prima cosa, i molluschi sono i più forti tra tutti gli animali, proprio perché hanno i muscoli al posto della pelle. Seconda cosa, non urlare così forte o svegli Bra. E, terza cosa, sappi che ha un nome molto diverso da -Quel mollusco-” “Non m'interessa come diavolo si chiama! Quello che m'interessa è che non stia in questa casa nemmeno per un minuto!”

Era una domenica pomeriggio e la litigata dei due coniugi della Capsule Corporation si sentiva per tutto il quartiere.

“Non puoi giudicarlo così male. Tu non conosci Yamcha...” stava cercando di dire Bulma ma venne interrotta dal marito: “Lo conosco abbastanza, invece: è debole, uno stupido dongiovanni ed era il tuo ragazzo!” “Proprio perché era il mio ragazzo, lo conosco meglio di te: avrà i suoi difetti ma è un brav'uomo!” “Ti ricordo che l'hai mollato perché faceva gli occhi dolci e sorrideva come un ebete a una tipa da sballo.” “Ormai è acqua passata... e, poi, se non l'avesse fatto, io e te non ci saremmo messi insieme e non sarebbero nati i nostri bei bambini. Non capisco proprio perché tu debba per forza fare tutte queste scene...” “E io, invece, non capisco proprio perché tu l'abbia invitato a star qui per un'intera settimana!” “Te l'ho già spiegato: si è rotta una tubatura dell'acqua e gli si è allagata tutta la casa. Quando ho saputo del problema, per evitare che spendesse soldi per stare in albergo, ho invitato lui e Puar a stare da noi finché il problema non sarà risolto.” “Fatto sta che adesso starà in questa casa per una settimana!” brontolò Vegeta, voltandosi, ma Bulma lo bloccò: “Senti, Vegeta. Cerca di essere almeno educato con Yamcha. Magari, poi scopri che non è così male...” “Ma se non riesco a stare nemmeno un minuto con Kaarot senza essere assalito da voglie omicida...” le ricordò Vegeta allontanandosi nel corridoio.

Mentre camminava in direzione della Gravity room, si mise a riflettere.

Perché diamine Bulma aveva il terribile vizio di invitare a casa sua tutti coloro che avevano dei problemi?!

Ricordava ancora quando lei gli aveva offerto un posto dove stare dicendo che non aveva i soldi per pagarsi un albergo.

Come se un mercenario assassino alieno, principe di un pianeta distrutto da tempo da colui che serviva e a cui si era ribellato, andando anche incontro alla morte, avesse bisogno di un albergo!

Roba da matti!

O meglio... roba da Bulma Brief!

E adesso, come se non bastasse, aveva invitato quella mezza calzetta del suo ex a stare da loro per una settimana!

Che idea balzana!

Se c'era una persona che Vegeta detestava dopo Kaarot, era proprio il precedente ragazzo di Bulma.

Il motivo di ciò, era che Bulma era sua.

Non poteva tollerare, perciò, che lei fosse stata di qualcun altro, anche se all'epoca i due non sapevano della sua esistenza e che quello scemo di Kaarot fosse un alieno.

Il solo pensiero di condividere la casa con quello lì lo faceva stare male.

Se quello voleva approfittare di quella convivenza per riprovarci con la sua Bulma, avrebbe passato in ospedale il resto dei suoi giorni!

Il sayan si fermò di colpo e scoprì di essere arrivato davanti alla “camera” di Yamcha.

Ricordava vagamente che il terrestre aveva vissuto in quella stanza fino alla rottura con Bulma ed essa era rimasta disabitata per anni.

Adesso, però, visto che Yamcha tornava per una settimana, Bulma, con l'aiuto dei robot e di sua madre, che non vedeva l'ora di avere un altro bel giovanotto da tormentare per casa, l'aveva riaperta e rimessa a nuovo.

Nessuno avrebbe mai pensato che fino al giorno prima in quella stanza non ci abitasse nessuno.

Ad un tratto, Vegeta fece un sorriso sadico e aprì la porta della stanza.

Quel babbeo sarebbe arrivato alle diciotto del pomeriggio e lui aveva tutto il tempo per organizzare il suo personale benvenuto a Yamcha.

Un benvenuto molto speciale e, del quale, non si sarebbe mai dimenticato...


La bella macchina rossa oltrepassò l'immenso cancello.

Fece qualche altro metro e poi si fermò.

Da essa, uscirono due persone.

Un gatto blu volante e un uomo dai capelli neri e lunghi col viso segnato da varie cicatrici.

Sulla porta di casa, vi era un gruppo che li aspettava con ansia: un vecchietto con occhiali, camice e folti baffi e un gatto nero sulla spalla, una signora coi capelli biondi sparati in aria, un bambino con i capelli lilla che teneva per mano una bambina dai lunghi capelli neri, uno strano e piccolo essere blu, un cucciolo di cane, una donna con i capelli turchesi che teneva in braccio una bimba, che doveva avere qualche anno, con un ciuffo di capelli dello stesso colore della madre e un uomo che se ne stava in disparte, a braccia incrociate e con un'espressione corrucciata.

Fu la donna con i capelli biondi e vaporosi ad avvicinarsi all'uomo con i capelli neri, urlando: “Yamcha! Quanto tempo! Mi sei mancato molto in tutti questi anni! Potevi venirci a trovare più spesso! Lo sai che sei sempre il benvenuto...” “Errore. Lui non è affatto il benvenuto!” la corresse Vegeta.

Yamcha abbassò lo sguardo, imbarazzato, mentre la signora Brief apriva gli occhi, sorpresa.

Le era capitato solo una volta di aprire gli occhi: quando Bulma le aveva detto che sarebbe andata a conoscere il nipotino Trunks da grande, all'epoca aveva solo sei mesi.

Fu Bulma, con in braccio la piccola Bra, a risolvere la situazione.

Si avvicinò a Yamcha e, mandando un'occhiataccia furente al marito, lo rassicurò: “Non te la prendere Yamcha. Lo sai che Vegeta non sopporta molto gli ospiti.”

L'uomo fece un sorriso forzato poi, un po' timidamente, disse: “Ho paura che il mio arrivo non sia stato preso molto bene. Non sarebbe meglio... ehm... se io e Puar che ne andassimo in...” “Oh, Yamcha! Non preoccuparti, vedrai che ti troverai bene qui!” lo interruppe Bulma, decisa.

Un po' più rassicurato, Yamcha aprì il bagagliaio della macchina e, aiutato da Puar, scaricò i bagagli.

Non serve che tu prenda i bagagli. Se ne possono occupare Trunks, Pilaf, Mai e Shu. Tu sei un ospite e, come tale, devi solo riposare.” lo bloccò Bulma prima che Yamcha e Puar entrassero in casa coi bagagli.

Yamcha tentò di protestare: “Ma Bulma... non ti devi preoccupare... i bagagli posso anche portarli io...” “Sì, Bulma, non ti preoccupare. Sarà anche uno dei guerrieri più scarsi e deboli della Terra ma dovrebbe essere capace di portare delle valigie... a meno che non si sia rammollito del tutto in questi anni di inattività e non riesca nemmeno a sollevarle.” sghignazzò il principe dei sayan.

Purtroppo per lui, Bulma non prese molto bene la battuta.

Vegeta... dì un'altra delle tue e stasera vai a letto senza cena. Lo sai che non scherzo.” gli sibilò, inferocita.

Certe volte, era più spaventosa di Chichi.

Pertanto, Vegeta decise che era meglio piantarla subito.

Nel frattempo, mentre i quattro bambini dello stabile, prendeva le valigie del nuovo arrivato, la signora Brief aveva preso per un braccio Yamcha e l'aveva condotto all'interno della casa, dicendogli: “Ma lo sai Yamcha, che sei diventato più muscoloso in quest'ultimo periodo? Hai frequentato qualche palestra?” “A dire la verità... ho lasciato perdere le arti marziali in questi ultimi anni... ormai, ero solo d'intralcio...” “Davvero? Ma lo sai che le tue cicatrici ti rendono così affascinante?” “D-davvero? Beh, grazie.” “Sai che mi fa piacere che Bulma mi faccia conoscere dei bei ragazzi come te, Goku e Vegeta? Non mi stancherò mai di guardarvi. Comunque, indovina dove starai?” “Non... non saprei...” “Nella stanza dove abitavi tu prima che te ne andassi. Nessuno l'ha più abitata da allora. Io e Bulma l'abbiamo rimessa in sesto. Vedrai, è un autentico capolavoro.” cinguettò la signora mentre il povero Yamcha cercava di sottrarsi alle sue mire rapaci.

Finalmente, il gruppo arrivò davanti alla porta.

Ora apri bene gli occhi, Yamcha. Stai per assistere a un'autentica meravigliaaaaah! Ma cos'è successo qua dentro?!” urlò la signora, sbigottita dallo spettacolo che era apparso aprendo la porta.

Le coperte del letto erano state tolte e strappate in mille pezzi, il cuscino era stato aperto e le piume che un tempo si trovavano al suo interno volavano tranquille per tutta la stanza e sembrava che stesse nevicando, i mobili erano stati rovesciati per terra e, sul muro, era stato scritto con una bomboletta spray rossa: Benvenuto, Yamcha!

Tutti i presenti erano così scossi da non riuscire a parlare.

L'unica che si stava divertendo per quella situazione era la piccola Bra, che, con le sue manine, tentava di afferrare una piuma bianca che volava vicino a lei.

Fu proprio Yamcha l'unico che ebbe la forza di dire: “Forse è meglio se io e Puar andiamo a stare in albergo.” “Ma neanche per sogno, Yamcha! Tu adesso resti qui! A casa mia ci sono molte altre stanze.” “Sì, ma... non credi che abbia provocato un po' troppi disagi?” “Rilassati, Yamcha. Vedrai che andrà tutto bene.” “D'accordo.” “Perfetto. Allora puoi stare nella stanza n°42 della zona est.” “Quella col letto matrimoniale?! Ma non pensi che quella stanza sia un po' troppo grande per me e Puar?” “Proprio per questo la condividerete con Vegeta.”

L'ultima frase di Bulma aveva lasciato tutti senza parole e la risposta di Vegeta non si fece attendere.

STAI SCHERZANDO, BULMA?! IO NON HO NESSUNA VOGLIA DI CONDIVIDERE UNA STANZA CON QUALCUNO! E, POI, TI RICORDO CHE IO HO GIA' UNA STANZA!” urlò, indignato, il principe dei sayan mentre Yamcha si voltava e diceva a Puar: “Puar, ce ne andiamo in albergo.”

Sfortunatamente per lui, Bulma lo afferrò per una spalla, sibilandogli, con la voce più spaventosa che si potesse immaginare: “Yamcha... quando dico che resti qui, voglio dire che resti qui!”

Poi si voltò verso il marito e gli disse: “In quanto a te, mio caro scimmione, condividerai la stanza con Yamcha per una settimana. Chissà, magari imparerai ad aver più rispetto per le cose degli altri!”

Sentendo quelle parole, Vegeta comprese: Bulma aveva capito che il misterioso vandalo della stanza di Yamcha era lui.


Beh... buonanotte Vegeta.” “Chiudi il becco e fila a dormire, terrestre!”

Mentre Yamcha si sdraiava sul letto, cercando di stare il più lontano da Vegeta, il sayan, se ne stava seduto sul letto con le braccia consorte.

Era infuriato: adesso gli toccava dormire con quel rammollito!

Avrebbe voluto far di testa sua, ma ciò avrebbe significato andar incontro alla furia di Bulma e tutti, persino Bra, sapevano che era meglio non scatenarla.

Guardò l'uomo addormentarsi.

Se sperava di aver vinto, si sbagliava di grosso!

Hai vinto solo il primo round, terrestre.” gli sibilò prima di sdraiarsi sul letto e addormentarsi.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Bloccati! ***


CAPITOLO 2: BLOCCATI!


I successivi quattro giorni di convivenza furono, per Yamcha, un vero inferno!

Per Vegeta, infatti, ogni occasione era buona per prenderlo in giro e umiliarlo!

Fortunatamente, gli altri membri della casa sembravano averlo preso in simpatia.

La signora Brief lo viziava come pochi, Trunks lo considerava come il fratello maggiore che non aveva mai avuto e perciò lo invitava spesso a giocare ai videogames assieme a Pilaf, Mai e Shu, e Bulma non solo gli rivolgeva sempre qualche parola gentile ma lo difendeva quando Vegeta lo tormentava, ovvero sempre.

Anche l'ultima arrivata della famiglia, ossia la piccola Bra, sembrava adorarlo, in quando smetteva di piangere quando lo vedeva, ma Yamcha aveva un po' di paura di ciò.

Infatti, prima del suo arrivo, l'unica persona, in tutto lo stabile, con cui Bra smetteva di piangere era suo padre, Vegeta.

Al principe dei sayan non piaceva per niente questa nuova preferenza della figlia.

Bra era la sua principessa e il solo pensiero di doverla condividere con qualcuno che non fosse un membro della sua famiglia lo mandava su tutte le furie.

Se, poi, quel qualcuno era l'ex di sua moglie, apriti cielo!

Non aveva nessuna intenzione di condividere con quello pure la figlia.

Inoltre, l'uomo cercava sempre di dormire il più lontano possibile dal sayan e di svegliarsi per primo.

Non voleva, assolutamente, ripetere l'allucinante risveglio del primo giorno.

Quel mattino, infatti, il primo a svegliarsi era stato proprio Vegeta.

Si era girato sul lato del letto, sperando di vedere il dolce viso della sua Bulma addormentato, e si era ritrovato davanti, il viso sfregiato da varie cicatrici di Yamcha.

Sfortunatamente per Yamcha, Vegeta si era completamente dimenticato che doveva condividere la stanza con lui.

CHE DIAMINE CI FAI IN CAMERA MIA, TERRESTRE?!!?!” aveva urlato, adirato, il sayan.

I poveri Yamcha e Puar avevano fatto un salto in aria per lo spavento.

Quando il terrestre aveva capito il motivo della furia di Vegeta, aveva tentato di spiegargli: “Vegeta, calmati... ti posso spiegare...”

Ma il principe dei sayan non l'aveva lasciato proseguire: “VOLEVI RIPROVARCI CON BULMA, EH?! MA ADESSO TE LA FACCIO VEDERE IO!!!” e gli aveva lanciato un ki blast che aveva colpito una sedia, polverizzandola all'istante.

Yamcha, presto, fuggiamo!!” aveva urlato Puar, sfrecciando verso la porta, seguito a ruota dall'uomo.

Era come quando lui e Puar avevano assistito alla prima trasformazione di Goku in scimmione ma, in quel caso, c'era una differenza sostanziale: non solo Vegeta era in versione umana, ma, cosa davvero preoccupante e spaventosa, era perfettamente padrone di sé stesso.

I due, terrorizzati, erano usciti dalla stanza e per poco non si scontrarono con Bulma, con ancora la vestaglia addosso.

Si può sapere che state combinando?! Vi si sente per tutta la casa! Se proprio dovete allenarvi fatelo nella Gravity room!” aveva protestato la donna.

Appena l'ebbe vista, Vegeta si era calmato all'improvviso.

Aspetta, Bulma. Sistemo quel maniaco pervertito del tuo ex e poi mi calmo.” le aveva detto.

Sentendo quelle parole, Bulma l'aveva fissato allibita.

Ma cosa dici?” gli aveva domandò incredula e Yamcha le aveva spiegato: “Si è dimenticato che dobbiamo condividere la stanza...”

Sentendo le parole di Yamcha, Vegeta si era ricordato, all'istante, tutto quello che era successo il giorno prima: l'arrivo di Yamcha, la distruzione della stanza del terrestre, la punizione di Bulma...

Il sayan stette zitto un attimo e poi aveva detto: “Ah sì, è vero... ora ricordo...”

Per cinque minuti, i quattro presenti erano stati i completo silenzio ma che venne interrotto da Yamcha quando chiese: “Bulma, ti prego, anzi, ti scongiuro... io e Puar possiamo andarcene in albergo?”

Da allora erano passati quattro giorni.

Yamcha non riusciva ad addormentarsi al pensiero di perdere la vita il mattino seguente a causa dell'irascibile padrone di casa.

Fortunatamente, era giovedì.

Ancora tre giorni di tortura, poi sarebbe stato libero... sempre se Vegeta non l'avesse ammazzato prima.

Così quel giovedì pomeriggio, Yamcha si diresse tranquillamente in direzione dell'ascensore.

Doveva andare nella cucina al secondo piano per prendere un bicchiere d'acqua.

Aveva già aperto l'ascensore, quando una voce alle sue spalle lo bloccò: “Fammi salire.”

Era la voce di Vegeta.

Yamcha lo fece passare.

Era meglio non farlo infuriare, in fondo, era stato un mercenario.

Stava per scendere, quando una presa molto forte gli strinse il braccio e la voce di Vegeta si sentì nuovamente: “Dove credi di andare? Tu resti qui!” “E perché scusa? Ci sono altri ascensori...” “Poche storie, terrestre. Vuoi che ti prenda a pugni?”

Yamcha capì che era meglio arrendersi e così tornò nell'ascensore.

Quinto piano.” disse Vegeta appoggiandosi alla parete dell'ascensore a braccia consone.

Ma mi ha preso per un portiere? Si domandò, scandalizzato, Yamcha ma non disse niente in quanto non voleva trovarsi un'altra cicatrice sulla faccia.

L'ascensore cominciò lentamente a salire.

Ad un tratto, quando avevano già superato il terzo piano, l'ascensore si fermò all'improvviso.

E adesso che succede?” domandò, seccato, Vegeta e Yamcha rispose, cliccando senza sosta il tasto che avrebbe portato al quinto piano: “Non ne ho idea...”

Dopo un po', Yamcha smise di toccare il tasto e dichiarò: “Temo che devo premere il tasto dell'allarme. Credo che si sia bloccato.”

Il terrestre cliccò, quindi, il tasto giallo con disegnato una campana.

Un minuto dopo, si sentì la voce di Bulma: “Che succede?” “Bulma, sono Yamcha. L'ascensore si è fermato e, quindi, sono bloccato qui dentro con Vegeta. Puoi farlo ripartire, per favore?” le raccontò Yamcha e la scienziata rispose: “Controllo subito, non muovetevi.” “E chi si muove?” commentò, sarcastico, Vegeta.

Dieci minuti dopo, si sentì la voce della turchina: “Ragazzi, temo che dovrò lavorare un bel po'. Pare che gli ingranaggi dell'ascensore siano parecchio arrugginiti. Mi sa che dovrete restare bloccati un po'...” “Quanto?” domandò, nervoso, Vegeta.

Non gli piaceva affatto quella situazione...

Abbastanza... ma se vuoi chiamo Goku e col teletrasporto...” “PIUTTOSTO RESTO BLOCCATO IN ASCENSORE A VITA!!!” la bloccò, scandalizzato, il sayan.

Non aveva nessuna intenzione di venir salvato da Kaarot.

Tutto, ma non quello.

Yamcha chiese, timidamente, a Bulma: “Puoi chiamare Goku e dirgli di salvare solo me?” “COSI' QUELL'IDIOTA SA CHE SONO BLOCCATO IN ASCENSORE?!” gli urlò Vegeta.

Bulma, sospirò.

Quando si parlava di Goku, Vegeta diventava, se era possibile, ancora più irascibile.

Era più forte di lui.

La donna si stiracchiò un attimo sulla poltrona e poi disse, nel microfono attraverso cui poteva parlare coi due malcapitati: “Sentite... farò del mio meglio per tirarvi fuori da lì il più in fretta possibile, ma mi raccomando, non fate porcherie all'interno dell'ascensore. Se fate le vostre cose lì dentro, le ripulite voi, chiaro?”

I due uomini, annuirono.

Era meglio non scherzare con Bulma.

La scienziata stava per spegnere il microfono che la collegava all'ascensore guasto, mettendo così fine alla conversazione, quando un pensiero le attraversò la testa.

Si avvicinò al microfono e disse: “Ah, un'ultima cosa: Vegeta voglio che quando l'ascensore sia di nuovo in funzione, Yamcha sia ancora vivo. Niente ossa fuori posto, lividi o ferite, altrimenti non usi più la Gravity room per un anno intero! Sono stata abbastanza chiara?” “Trasparente.” sibilò, seccato il marito.

Qualcosa gli diceva già che sarebbe stata una permanenza forzata molto difficile...

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Iniziano i problemi ***


CAPITOLO 3: INIZIANO I PROBLEMI...


Yamcha aprì dolcemente un occhio.

Era ormai da parecchio tempo che lui e Vegeta erano bloccati in ascensore e, senza nemmeno accorgersene, si era addormentato.

Non aveva la più pallida idea di che ore fossero, in quanto aveva lasciato l'orologio da polso in camera sua.

Il terrestre, appena sveglio si mise a battere i denti.

Nell'ascensore faceva molto freddo, in quanto non era previsto che due persone stessero chiuse là dentro.

Si rammentava che poco prima di addormentarsi, il principe dei sayan si era lamentato per il freddo: “Accidenti! Ma non accendono mai il riscaldamento qua dentro?” “Vegeta siamo in un ascensore non in una stanza.” “L'ho capito benissimo, genio! Hai qualche idea per scaldare questo posto?” “Beh, una volta ho letto in un romanzo che degli alpinisti bloccati in montagna da una tormenta si addormentavano vicini per conservare il calore corporeo e non morire congelati.”

Purtroppo, si era accorto di averla detta grossa solo quando aveva finito di pronunciare quelle parole.

Vegeta, infatti, l'aveva guardato malissimo e gli aveva urlato: “AVVICINATI A ME ANCHE SOLO DI UN CENTIMETRO E TI STENDO! PIUTTOSTO CHE DORMIRE ACCANTO A TE PREFERISCO MORIRE CONGELATO!!!”

Della serie: -La mia dignità è più importante della sopravvivenza.-

Così, Yamcha si era acquattato in un angolino dell'ascensore e si era addormentato.

Stava ancora tremando, quando sentì la voce di Vegeta dirgli: “Ce ne hai messo di tempo per svegliarti, rompiscatole.”

Yamcha alzò lo sguardo.

Vegeta era seduto dall'altra parte dell'ascensore a braccia incrociate.

Era nella stessa identica posizione in cui l'aveva visto l'uomo prima di addormentarsi.

Non dirmi che sei rimasto sveglio in quella posizione per tutto questo tempo!” gli domandò, allibito, il terrestre e il sayan rispose: “Ovvio. Non sono mica come te.”

Un po' di tempo dopo, si sentì la voce di Bulma: “Ragazzi, come state?” “Secondo te? In questo stupido ascensore c'è un freddo cane, si sta scomodissimi e quell'idiota di un terrestre russa come un trattore!” protestò Vegeta.

Sentendo quelle parole, Bulma si girò verso Trunks, che era di fianco a lei, e gli sussurrò: “Sta bene ed è in gran forma.”

Trunks le chiese: “Posso parlare con papà, mamma?” “Ma certo, tesoro. Usa il microfono ma fai attenzione a non danneggiarlo. E' l'unico mezzo di comunicazione che abbiamo con quei due.” gli raccomandò la donna, sposandosi dalla sedia e cedendo il posto al figlio.

Papà, ho saputo che sei intrappolato in ascensore assieme a Yamcha.” cominciò il piccolo sayan ma venne, immediatamente, zittito da Vegeta: “Grazie, Trunks. Non me ne ero accorto.” “Comunque, volevo dirti che la mamma e il nonno ci stanno dando dentro e anche io, Pilaf, Mai e Shu diamo una mano appena possibile. Volevo salutarti prima di andare a lezione...” “Ma quale lezione? Non hai lezioni di notte.” “Veramente sono le otto del mattino...”

Vegeta sgranò gli occhi.

Era già passata una notte?!

Perché diavolo Bulma non l'aveva ancora liberato?!

BULMA!! MA CHE STAI COMBINANDO?! PERCHE' DIAMINE SONO ANCORA BLOCCATO QUA DENTRO?!?” urlò il principe dei sayan.

Bulma fece un sospiro e spiegò: “A quanto pare il problema è più grave del previsto e non sarà tanto facile liberarvi. Sono rimasta in piedi fino alle undici per cercare di rimetterlo in funzione ma inutilmente. Quindi ho deciso di andarmene a dormire. Ho cercato di avvisarvi ma ronfavate entrambi come ghiri...”

Yamcha sgranò gli occhi.

Ma allora anche Vegeta si era addormentato ma, molto probabilmente, si era svegliato prima di lui.

Vegeta non rispose ma Yamcha ebbe come l'impressione che fosse arrossito.

Comunque, Trunks, riprese la conversazione: “Papà, sai che tu e Yamcha mancate moltissimo a Bra?” “COSA DIAVOLO INTENDI DIRE?!” chiese, urlando, Vegeta.

Il bambino dai capelli lilla gli raccontò: “Beh... da quando siete chiusi qua dentro sembra triste e quando vi nominiamo si volta di scatto e guarda da tutte le parti come se vi cercasse...” “Starà cercando solo me, sono suo padre!” “Veramente... ha fatto la stessa identica cosa quando abbiamo nominato solo Yamcha.”

Vegeta era paonazzo.

Ci mancava solo che la prima parola di sua figlia fosse Yamcha.

Come si permetteva quello smidollato di rubargli la sua bambina, la sua principessa, la sua Bra?!

Se solo avesse potuto... avrebbe scorticato vivo quel terrestre in quello stupido ascensore guasto ma non poteva farlo, in quanto Bulma gli aveva ordinato di non torcere un capello a Yamcha, sotto la minaccia del divieto a utilizzare la Gravity room per un anno!

Quello era persino peggio di stare bloccato lì dentro assieme a quel babbeo.

Ad ogni modo, Trunks decise di interrompere la conversazione: “Beh, ciao papà. Io me ne vado a lezione. Divertiti.” “Molto spiritoso.” commentò Vegeta.

Ad un tratto, sentì un'altra voce: “Yamcha, tutto a posto?”

Era quello stupido gatto volante di quel terrestre.

Stavolta, fu Yamcha a rispondere: “Sì, Puar, non ti preoccupare. E' come quando eravamo prigionieri di Pilaf in quella cella col soffitto fatto di vetro anti-proiettile. Ti ricordi? Voleva farci morire disidratati in quanto Oolong aveva espresso un desiderio al drago prima di lui... Allora, noi e gli altri non potevamo immaginare che, alla fine, quel nanerottolo blu e i suoi scagnozzi sarebbero tornati bambini e che, in un certo senso, sarebbero diventati nostri alleati...” si mise a raccontare Yamcha e, si mise a pensare ai tempi andati.

Quando lui era uno degli alleati più forti di Goku, quando non sapeva neanche cosa fosse un sayan, quando lui e Bulma erano fidanzati...

A volte, gli sarebbe piaciuto tornare indietro per ricominciare a sognare un futuro solo per loro... ma ormai le cose erano andate così e doveva rassegnarsi.

Bulma, ormai, era di Vegeta.

Purtroppo le sue riflessioni furono interrotte proprio dalla voce del diretto interessato: “Altri? Quali altri?”

Yamcha impallidì.

Vegeta l'avrebbe ammazzato...

Il sayan si mise a battere un piede e ripeté, nervoso: “Allora? Chi c'era assieme a te e a quel gattaccio?”

Il povero terrestre fece un sospiro ed elencò: “Oolong, Goku e... Bulma.”

L'ultimo nome l'aveva sussurrato ma, a quanto pareva, il sayan aveva un udito molto fine, in quanto si mise a strillare, scandalizzato: “TU E BULMA ERAVATE PRIGIONIERI NELLA STESSA STANZA?!” “Beh... non è che potevamo chiedere, come se niente fosse, di cambiare cella...” “SPERO PER TE CHE NON LE HAI FATTO NIENTE APPROFITTANDO DEL FATTO CHE ERAVATE SOLI!!” “Non eravamo proprio soli... c'era anche Goku...” “MA FIGURATI! SCOMMETTO CHE QUEL BABBEO NON CAPIVA NEMMENO LA DIFFERENZA TRA UOMO E DONNA!!”

In effetti, l'unico modo che aveva per capire il sesso di una persona era fare PAT PAT in mezzo alle gambe del diretto interessato. Pensò Bulma, imbarazzata.

Non poteva certo dimenticare cosa combinava Goku da bambino...

Comunque, era meglio bloccare al più presto quella litigata o sarebbe male.

Così, prese il microfono e disse: “Vegeta... ricordati che Yamcha deve uscire vivo e illeso da lì, altrimenti ti puoi scordare la Gravity room.”

Vegeta, sentendo ciò, decise di darsi una calmata.

Non voleva certo rischiare di perdere una delle cose più importanti della sua vita.

Sentendo che era tornata la calma nell'ascensore, Bulma decise di interrompere quella conversazione: “Beh, vado a sistemare l'ascensore, mi raccomando, fate i bravi, soprattutto te, Vegeta.” e spense il microfono.

I due stettero in completo silenzio nei loro rispettivi angoli per cinque minuti oppure per cinque ore, non si riuscì a capire bene, ma, in ogni caso, fu Vegeta a rompere il silenzio: “Ehi, hai qualcosa da mangiare?” “Mi sa di no...” fu la risposta del terrestre e il sayan commentò: “Accidenti, ho così fame che rischio di morire.” “Ma dai, Vegeta... non esagerare...”

GROAAAR

Il lamento dello stomaco di Vegeta fu incredibilmente potente e spaventoso.

Yamcha rimase a bocca aperta: quello era il verso che faceva lo stomaco di un sayan quando voleva essere riempito?!

Sembrava il verso di una tigre enorme.

E non fu il solo nello stabile a sentirlo.

Anche la signora Brief, che in quel momento stava preparando il tè e i pasticcini, in quanto erano quasi le cinque del pomeriggio, lo sentì.

Dev'esserci un gattino intrappolato nel condotto di ventilazione...” si preoccupò la donna, mentre appoggiava il tè e i dolci nel vassoio.

Mentre si dirigeva verso il laboratorio, dove si trovavano il resto degli abitanti della casa, la signora sentì di nuovo i lamenti dello stomaco di Vegeta.

Senti come si dispera, povera bestiola!” si disse la madre di Bulma prima di aprire la porta del laboratorio.

E' l'ora del tè.” cinguettò la donna, entrando nella stanza e appoggiando il vassoio sul tavolo.

Immediatamente, Trunks, Pilaf, Mai,Shu e Puar, smisero di aiutare Bulma e il dottore e fecero razzia dei dolci.

La donna si avvicinò al marito e alla figlia e consigliò: “Sarà meglio se mangiate qualcosa e vi riposiate un po'. Avete mangiato solo un panino a pranzo.” “Mamma, te l'ho già detto. Io non mi fermerò finché quei due non saranno fuori dall'ascensore.” fu la distratta risposta di Bulma.

La signora Brief, allora, si avvicinò al marito e disse: “Quando avremo liberato quei poverini bloccati nell'ascensore, potresti aiutarmi a salvare un gattino?” “Quale gattino, cara?” “C'è un povero micio intrappolato nel condotto di ventilazione. I suoi lamenti si sentono per tutto la casa...”

In quel preciso istante, si sentì un boato più potente degli altri.

Era così forte che le fiale e i vetri del laboratorio tremarono e persino Bulma alzò gli occhi.

E' il gattino. Povero caro, dev'essere proprio spaventato.” dichiarò la signora.

Finalmente, il boato finì e la madre di Bulma esclamò: “Cielo, mi strazia il cuore!” “Ma quale gattino, mamma? Questo è lo stomaco di mio marito e... sta straziando i vetri delle finestre.” borbottò la figlia, indicando le finestre del laboratorio che stavano ancora tremando.

Bulma sperò di riuscire a risolvere il danno in fretta, soprattutto per Yamcha.

Non c'era niente di peggio che restare bloccati in un ascensore con un sayan tremendo come Vegeta, per giunta anche affamato.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Primi approcci... ***


CAPITOLO 4: PRIMI APPROCCI...


La scienziata dai capelli turchini stava fissando da due ore lo schermo del computer.

Aveva guardato e riguardato quei file ma non c'era niente da fare.

Non riusciva proprio a capire come fare per far funzionare di nuovo l'ascensore in cui Vegeta e Yamcha erano prigionieri da ormai tre giorni.

La donna sentì la porta aprirsi, ma non si girò tanto era immersa nei suoi pensieri.

Bulma...” la fece sussultare la voce del padre.

La scienziata smise di guardare lo schermo e si girò verso il padre, chiedendogli: “Ciao, papà. Come stai?” “Io bene, ma non posso dire la stessa cosa di te: sono tre giorni che mangi poco, dormi ancora meno e non fai una doccia. Non è da te ridurti in questo modo...”

Bulma sospirò e rivelò: “Non posso farci niente, papà. Sono preoccupata per entrambi. Vegeta perché è mio marito e lo amo con tutta me stessa e Yamcha perché è come se fosse mio fratello. E' vero che adesso siamo solo amici ma, prima che arrivasse Vegeta, io e lui eravamo fidanzati. Tutto sommato, il nostro, era un amore grande e sincero e, se non fosse arrivato Vegeta, ci saremmo anche sposati e saremmo stati benissimo insieme, ne sono certa. Non voglio che Vegeta sappia questo perché, già è molto geloso di Yamcha per il fatto che eravamo fidanzati un tempo, se poi sa del nostro bel rapporto che avevamo, lo ucciderebbe seduta stante, infischiandosene delle mie minacce. Vorrei che non fosse così freddo e cinico nei suoi confronti ma che provasse, almeno, a parlargli. Yamcha è un brav'uomo, anche se un po' immaturo. E vorrei che lo capisse anche lui.”

Il dottor Brief lasciò che la figlia si sfogasse.

Tutta quella faccenda la stava proprio distruggendo.

Proprio in quel momento, un lugubre lamento si udì e tutto quanto, persino il dottore e la sedia su cui era seduta Bulma sobbalzarono.

Quando il frastuono terminò, il dottor Brief commentò: “E' la quarta volta, oggi, che sento lo stomaco di Vegeta.” “Per questo devo farli uscire di lì il più in fretta possibile...” “Mi auguro che a Vegeta non venga in mente di mangiarsi Yamcha.” “Tranquillo, papà. In passato ho avuto più volte occasione di aver a che fare con la fame di Goku. A quanto pare, se i sayan non mangiano, perdono tutte le loro energie e non riescono a combattere con tutta la loro potenza. Scommetto che Vegeta non ha nemmeno la forza di alzarsi in piedi.” “Sì, ma temo che se identifica in Yamcha un potenziale e ristoratore pasto, le sue forze torneranno magicamente...”

Bulma, sentendo le parole del padre, sbiancò.

Era vero, Yamcha correva il rischio di diventare il pasto di un sayan.

Decise, però, di mantenere la calma e, mentre continuava a lavorare al computer, chiese, quasi per caso: “Dov'è la mamma?” “A coccolare Bra. A quanto pare, sta diventando sempre più depressa: non mangia più, non dorme... non urla più, persino.”

Bulma sospirò.

Questa situazione, era atroce anche per sua figlia.

Bra era sempre stata legata a suo padre ma, da quando aveva invitato Yamcha in casa loro, la piccola si era affezionata anche a lui.

Bulma sospettava che la bambina avesse trovato qualcosa che quei due avevano in comune... qualcosa che nemmeno lei aveva mai notato...

Un altro lamento dello stomaco di Vegeta si sentì per tutta la casa.

Bulma era, in parte, contenta di sentirli, in quanto erano la prova lampante che Vegeta non avesse ancora mangiato Yamcha, ma non poteva negare che tutti quei boati spaventavano a morte tutti, persino i vicini, che qualche ora prima avevano bussato allo stabile, chiedendo, a nome di tutto il quartiere, se per caso avevano una pantera affamata in casa.

La signora Brief aveva perlustrato tutti i vari condotti di ventilazione della casa in cerca di quel povero gattino intrappolato e c'era voluta tutta la pazienza di Bulma per convincerla che quei lugubri lamenti erano solo lo stomaco di un sayan affamato e, per giunta, prigioniero in un ascensore.

Bulma decise di non perdere altro tempo.

I brontolii dello stomaco di Vegeta erano sempre più potenti e non voleva rischiare di trovare le ossa del suo ex quando avrebbe riattivato l'ascensore.


Un altro, tremendo, brontolio dello stomaco di Vegeta.

Yamcha cominciava a non poterne più.

Nonostante fossero d'aspetto simili ai terrestri, quei sayan erano molto diversi da loro.

Avevano tutti, persino Goku, un qualcosa di... animalesco.

Persino il loro stesso stomaco non era umano.

Quale essere in tutto l'universo possedeva uno stomaco capace di fare un simile baccano e capace di contenere, come se niente fosse, cibo che avrebbe potuto sfamare, per anni interi, un'intera nazione?!

Non era riuscito a chiudere occhio, non tanto per il freddo, ma per i versi da colonna sonora da film horror di quel dannato stomaco.

Quando Bulma avrà fatto partire questo maledetto ascensore, la prima cosa che farò sarà quella di andarmene, assieme a Puar, in albergo! Si lamentò, mentalmente, il terrestre.

C'era una cosa, poi, che cominciava a preoccuparlo seriamente.

Vegeta, da qualche ora, lo stava guardando sorridendo.

Di solito, la gente aveva un'espressione più rassicurante quando sorrideva, ma non Vegeta.

Vegeta sorrideva raramente, e forse era meglio così... anche perché, quel sorriso gli stava facendo venire i brividi.

Ad un tratto, Vegeta gli disse: “Sai Yamcha, mi sembra che tu sia un po' ingrassato.”

Yamcha era stupefatto.

Vegeta gli aveva solo chiesto solo alcune piccole cose per poi era piombato nei suoi famosi mutismi.

E adesso, di punto in bianco, gli diceva che sembrava ingrassato.

Un po' imbarazzato, il terrestre rispose: “Forse un po'... sai, in questi anni di inattività...” “Oh, non ti preoccupare... mi vai benissimo così... anzi, sei perfetto.” lo zittì il principe dei sayan avvicinandosi lentamente a lui e, contemporaneamente, pulendosi con una mano della bava che gli usciva dalla bocca.

In un attimo, Yamcha capì.

Vegeta... ricordati che devo uscire vivo e illeso da qui... altrimenti, Bulma, non solo ti ammazzerà, ma ti toglierà la Gravity room...” tentò di ricordargli Yamcha, indietreggiando, ma il sayan non lo lasciò proseguire.

Si lanciò verso di lui, gridando, come un posseduto: “CIBO! CIBO! CIBO! CIBO!” “AAAARRRGGGHHH!!!” gridò, terrorizzato, Yamcha, tentando di sfuggire a quella furia.

Il Vegeta affamato era persino peggio del Vegeta infuriato o del Vegeta geloso.

Adesso, Vegeta sembrava sul serio trasformato in quel mostruoso gorilla gigante: non solo aveva completamente perso la ragione ma era guidato solo dalla furia... del suo stomaco che voleva essere riempito a tutti i costi.

Le urla di Yamcha le sentì solo la signora Brief, che in quel momento stava innaffiando i fiori del giardino.

Cielo! C'è anche un povero canarino nel condotto di ventilazione. Povero caro, lo tirerò fuori da lì.” disse la signora, abbandonando l'annaffiatoio, e correndo a prendere una scala, pronta a perlustrare i condotti di ventilazione della casa per salvare quel povero canarino.

Nel frattempo, Yamcha si trovava in una situazione disperata: si trovava in un angolo dell'ascensore, senza via di fuga, e Vegeta si stava avvicinando sempre di più, pronto a mangiarselo.

Non voleva certo morire mangiato, gli era già capitato con Majin Bu e non voleva certo ripetere l'esperienza.

Certo, le sfere del drago l'avrebbero riportato in vita, in quando quella non era di certo una morte naturale, ma non ci teneva di certo a crepare.

Ad un tratto un pensiero, che forse poteva salvarlo, gli attraversò la mente.

Ricordò che qualche ora prima di rimanere intrappolato là dentro, la piccola Bra gli aveva dato una caramella.

Grazie al cielo, Vegeta era impegnato nella Gravity room, altrimenti l'avrebbe strangolato all'istante.

Yamcha ricordò anche che non l'aveva mangiata, ma l'aveva distrattamente messa nella tasca della giacca.

Mise velocemente la mano in tasca ed eccola, la sua ancora di salvezza.

Cercando di rimanere calmo, Yamcha gridò: “Invece di mangiarmi, mangiati questa caramella!” e la lanciò.

Vegeta, immediatamente, dimenticò il suo obiettivo e si avventò, come un leone su una gazzella, sulla caramella.

Yamcha pregò che la caramella lo saziasse abbastanza da fargli riprendere il lume della ragione, altrimenti, stavolta l'avrebbe mangiato sul serio.

Ad un tratto, Vegeta si bloccò e Yamcha, intuendo che il sayan avesse finito di mangiare la caramella, cominciò a sudare freddo.

Finalmente, il principe dei sayan si voltò e, guardando Yamcha, disse: “Ehi, tu! Che accidenti ci fai nel mio angolo?!”

Yamcha fece un sospiro di sollievo: per un po' era salvo e tutto grazie a Bra.

Vegeta guardò in basso e vide la carta della caramella che aveva tolto in fretta e furia.

Cosa ci fa qui questa carta?” domandò e Yamcha rispose: “Eri leggermente impazzito per la fame e volevi mangiarmi, allora mi sono ricordato che avevo una caramella in tasca. Te l'ho lanciata e una volta mangiata sei tornato normale.” “Potevi darmela prima, spilorcio!” “Me n'ero dimenticato.”

Yamcha aveva appena finito di dire quelle parole, che si sentì un tonfo molto potente.

Stiamo per uscire?” domandò, speranzoso, Vegeta ma Yamcha disse: “Non credo. Siamo ancora immobili... e poi, questo tonfo mi sembrava più la caduta di una vecchia signora da un condotto di ventilazione.” “Che idiozia! Nessuna vecchia signora sana di mente se ne andrebbe in giro per i condotti di ventilazione senza tenere conto della sua età.”

Nel frattempo, quel tonfo aveva svegliato Bulma e suo padre, che in quel momento stavano schiacciando un pisolino, colti dalla stanchezza.

Non potevano essere Trunks, Pilaf, Mai e Shu, in quanto erano andati a nuotare nella piscina e non poteva nemmeno essere la piccola Bra, che stava dormendo nella sua cameretta assieme a Puar.

Poteva essere stata solo una persona.

Mamma, cosa stai combinando?” domandò assonnata Bulma, uscendo dal laboratorio.

Vide sua madre per terra, circondata da una nuvola di polvere, e in alto il condotto di ventilazione aperto.

Non ci mise molto a capire cosa fosse successo.

Mamma, non dirmi che stai ancora cercando il gattino nel condotto di ventilazione. Ti ho già detto che è solo lo stomaco di Vegeta.” protestò la donna e la donna, mentre si rialzava, disse: “Ma io non stavo cercando un gattino, Bulma. Stavo cercando un canarino.” “Un canarino? E cosa ci fa un canarino nel condotto di ventilazione?” “Questo non lo so, cara. Ho sentito i suoi lamenti nel condotto e mi sono precipitata a salvarlo.”

Bulma impallidì.

Se per sua madre lo stomaco di Vegeta equivaleva al verso di un gattino allora significava che il canarino doveva trattarsi di Yamcha.

Ma non poteva trattarsi del suo stomaco, in quanto doveva aver fame da molto tempo e non l'aveva mai sentito prima.

E se...

La donna si fiondò di nuovo nel laboratorio, prese il microfono, lo accese e urlò: “YAMCHA!! CI SEI? E' TUTTO A POSTO?” “Sì, Bulma. Non ti preoccupare, siamo a posto.”

La voce di Yamcha la rilassò.

Suo marito non aveva ancora mangiato Yamcha.

Ma allora... cos'era lo strano rumore che sua madre aveva sentito?

Senti, Yamcha... mia madre ha sentito uno strano rumore... è successo qualcosa?” “Non preoccuparti. Ero solo io. Mi sono addormentato un attimo e poi, senza accorgermene, sono caduto di faccia sul pavimento e, per il dolore, ho urlato. Mi dispiace di aver spaventato tua madre.”

Vegeta non credeva alle sue orecchie: nonostante lo avesse preso in giro, umiliato e persino tentato di mangiarselo, Yamcha aveva impedito a Bulma di venire a sapere del fatto che era accaduto prima.

Perciò, quando la moglie spense il microfono, Vegeta gli domandò, esterrefatto: “Perché non hai detto la verità a Bulma?” “Perché non volevo essere responsabile di un suicidio.” fu la risposta del terrestre.

In effetti, senza la Gravity room per Vegeta sarebbe stato come morire, ma ciò non giustificava un salvataggio da parte di Yamcha.

Piantala di fare lo stupido! Dimmi per quale motivo mi hai salvato dalla furia di Bulma!” “Volevo salvarti dalla furia di Bulma. E, poi, non credo che ti sarebbe piaciuto finire nei guai per aver tentato di mangiarmi.”

Quel dannato terrestre sembrava conoscerlo troppo bene.

Ma come accidenti faceva?

Comunque...” continuò Yamcha “Io conosco abbastanza Bulma e so che quando si mette in testa una cosa non esiste niente capace di farle cambiare idea.” “Puoi dirlo forte! Una volta mi ha costretto a cambiarmi d'abito perché diceva che la mia tuta era da buttare...” “Beato te! A me mi ha costretto a tagliarmi i capelli.” “Sul serio?!” “Certo. Quando ho conosciuto Goku li avevo lunghi e folti ma poi Bulma mi ha detto che dovevo assolutamente averli corti. Diceva che in città tenerli lunghi era fuori moda.”

Vegeta, senza nemmeno accorgersene, si mise a ridere a crepapelle.

Ma allora Bulma aveva fatto passare dei momentacci anche a quel terrestre.

Quando si rese conto di ciò che aveva appena fatto, arrossì e disse: “Beh... con i capelli lunghi o corti tu sei sempre ridicolo.” “Adesso me lo scrivo da qualche parte...” rispose il terrestre e si accucciò nel suo angolo.

Inaspettatamente, Vegeta si avvicinò a lui e si sedette di fianco a lui.

Che cosa fai?” gli domandò, incredulo, Yamcha e Vegeta rispose: “Hai detto che dormendo vicini si evita di disperdere il calore corporeo, vero?” “Certo... ma non capisco perché...” “Ho un debito con te e se dormi ancora con il freddo che c'è qua dentro rischi di crepare. Perciò non voglio assolutamente che Bulma dia la colpa della tua morte a me e, in più, non amo avere debiti. Solo per questo sonno dormiremo vicini, intesi?!” “Beh... grazie.” “Non ringraziarmi, terrestre. Se fosse per me potresti tranquillamente morire congelato!” fu l'ultima risposta del principe dei sayan, prima che entrambi si addormentassero.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Confessioni ***


CAPITOLO 5: CONFESSIONI


Quando Yamcha riaprì gli occhi, non riuscì a capire quanto tempo era passato di preciso.

Il terrestre girò un attimo la testa e fu molto sorpreso quando scoprì che c'era Vegeta di fianco a lui.

Ma poi, l'uomo si ricordò del salvataggio compiuto verso il sayan.

Decise di allontanarsi, non tanto perché ormai era sveglio ma perché non voleva correre il rischio che Vegeta venisse un altro attacco da “Amnesia totale per aver dormito”.

Non ci teneva proprio a ripetere quell'esperienza allucinante.

Yamcha si mise dall'altra parte dell'ascensore e aspettò che il principe dei sayan si risvegliasse.

Mentre aspettava, notò che quando dormiva, Vegeta assumeva un'espressione calma, rilassata e tranquilla.

Sembrava così... dolce e vulnerabile... proprio come un bambino.

Cerca sempre di essere il più forte di tutti... ma in realtà è fragile... come tutti... meditò Yamcha.

Dopo un po', Vegeta si risvegliò.

Dopo aver fatto un grosso sbadiglio, si accorse che Yamcha lo stava fissando e protestò: “Ehi, smidollato. Smettila subito di fissarmi! Non sono mica un fenomeno da baraccone!”

E' di nuovo lui... pensò Yamcha.

Del Vegeta bambino non c'era più alcuna traccia... a quanto pareva quella versione di Vegeta appariva solo quando lui dormiva.

Nel frattempo, il sayan si era messo a lamentarsi: “Siamo bloccati qua dentro da giorni! Sono indietro con gli allenamenti! E' tutta colpa tua, terrestre!” “Ma cosa dici? Io volevo andare al secondo piano per prendere un bicchiere d'acqua. Sei stato tu ad insistere affinché ti conducessi al quinto.” “Poche storie. Tu mi porti sfortuna e basta! Da quando sei arrivato non me ne va giusta una e, in più, hai invaso, senza troppi problemi, casa mia!” “Come se avessi avuto scelta!”

Le ultime parole di Yamcha fecero voltare Vegeta.

Non era possibile... ma allora...

E' stata Bulma a costringerti a venire qui per una settimana?!” domandò, allibito, Vegeta e Yamcha rispose con un semplice: “Ebbene sì.” mentre con la mente tornava agli eventi avvenuti la domenica mattina scorsa...


Yamcha stava sistemando l'ultima valigia nella macchina nuova.

Qualche ora prima, era scoppiato un tubo dell'acqua con il risultato che adesso tutta la sua splendida casa era allagata.

Ci sarebbe voluta un'intera settimana perché l'idraulico rimettesse tutto quanto a posto ma non si lamentava.

Aveva deciso di andare, assieme a Puar, in un bel albergo a tre stelle della Città dell'Est e di farsi una bella vacanza.

Certo, il soggiorno sarebbe costato un po' ma i soldi, grazie al suo lavoro di giocatore di baseball, non gli mancavano di certo.

Eh sì... sarebbe stata proprio una vacanza rilassante e indimenticabile...

Yamcha!”

Una voce femminile interruppe bruscamente i suoi sogni di riposo.

L'uomo si girò per vedere chi fosse la misteriosa intrusa ma, prima ancora di concentrarsi troppo sul viso, i capelli turchini gli fecero capire al volo chi era.

Bulma.” le rispose il terrestre.

La scienziata dai capelli turchini, che un tempo era stata la sua fidanzata, si avvicinò a lui con un gran sorriso sulle labbra.

Cosa ci fai nella Città del Centro?” le domandò l'uomo e Bulma rispose: “Affari. Ho concluso un affare di importanza rilevante per la mia agenzia. Ho finito da poco e ho pensato di venirti a salutare.” “Beh... grazie. Mi fa piacere che tu sia passata a salutare me e Puar.”

Mentre Yamcha parlava, Bulma si accorse che il bagagliaio dell'auto era aperto e pieno di bagagli.

Curiosa come solo lei sapeva essere, domandò: “Stavi per partire?” “Sì, io e Puar stiamo un'intera settimana in un albergo della Città dell'Est.” “Vi fate una vacanza?” “Non proprio...” “Cosa intendi dire?” “Una tubatura dell'acqua si è rotta e il risultato è che casa mia è tutta allagata e inutilizzabile per un po'. Comunque, ci vediamo, Bulma. Mi ha fatto molto piacere vederti.” cercò di concludere il terrestre, prima di entrare in macchina.

Ma prima che riuscisse a chiudere la portiera, Bulma lo bloccò: “Aspetta, Yamcha. Ho trovato una soluzione che ti piacerà di sicuro.” “E cioè?” “Puoi stare a casa mia. Pensa, un sacco di comfort da hotel a cinque stelle gratis e, poi, mia madre non vedrà l'ora di aver un altro bell'uomo in giro per casa.” “Non ne dubito... ma, vedi, Bulma... io avrei bisogno di assoluto riposo... ordini del medico e dell'allenatore... quest'ultimo periodo è stato molto stressante per me e occorre che stacchi un po' la spina...” “Allora non c'è nessun problema! Non esiste posto migliore della Capsule Corporation per rilassarsi: ristoratore con un sacco di cibi raffinati, piscine olimpiche, sale giochi... vedrai, è molto meglio di un albergo a tre stelle.” “E Vegeta? Lo sai che non gradisce molto gli ospiti...” “Oh, non preoccuparti. Sarà felicissimo di ospitarti.”

Yamcha stava per ribattere, ma lo sguardo inferocito di Bulma lo fece desistere dai suoi propositi.

Sarebbe andato alla Capsule Corporation, era un ordine.

Ah, un'altra cosa...” disse, all'improvviso, Bulma “Dovrei andare a fare shopping e avrei bisogno di un aiutante...”

Yamcha sbiancò.

Sapeva già dove Bulma sarebbe andata a parare.

Ti prego, Bulma. No.” protestò il terrestre ma la scienziata lo afferrò per un braccio e lo spinse fuori dall'auto.

Suvvia, Yamcha. Ho già Vegeta che fa tutte queste scenette. Portare le borse piene di vestiti di una signora è un ottimo allenamento per potenziare i muscoli, non credi?” “Ma io non mi alleno più da un pezzo!” “Meglio! Un piccolo allenamento ogni tanto non fa male, sai, brutto pigrone?”

Così, Bulma trascinò Yamcha verso il centro commerciale più vicino mentre il poveretto immaginava l'atroce mattinata che avrebbe passato nel tenere le mille spese della donna e il soggiorno, che indovinava già che sarebbe stato pessimo, a casa dell'amica.


Vegeta aveva gli occhi sgranati nel sentire quella storia.

Non si sarebbe mai immaginato che Bulma potesse essere così schiavista, anche se aveva già questo vago sospetto da anni.

Quando, finalmente, Bulma finì di fare shopping...” continuò il terrestre “Mi diede appuntamento alle diciotto del pomeriggio alla Capsule Corporation. E, prima di andarsene, m'intimò, anche, di presentarmi, altrimenti avrebbe mandato te a cercarmi. Ero così distrutto che ci volle quel che restava della mattina e un bel po' del pomeriggio affinché mi riprendessi.”

Vegeta ebbe per un secondo un po' di rimorso.

Sapeva quanto era tremenda Bulma quando faceva shopping.

Non avrebbe augurato nemmeno a Kaarot di farle da aiutante per le compere.

Ma il ricordo di Bra, la sua principessa, che si divertiva anche con quello stupido, gli fece svanire immediatamente il rimorso.

Beh, direi che ti sei trovato anche bene, qui. Mio figlio ti stima, mia figlia ti adora... e Bulma ti difende sempre!” dichiarò il sayan, incrociando le braccia.

Yamcha lo fissò un attimo, poi esclamò: “Ho capito!” “Cosa?” “Tu sei geloso di me.” “MA CHE DICI?! NON E' AFFATTO VERO!!” “Allora perché stai urlando?”

Vegeta fece una smorfia.

Quel dannato terrestre lo stava facendo impazzire.

E so, anche, perché lo sei: perché io ero il ragazzo di Bulma.” “Io non sono geloso di te. Io ti odio per questo. E' diverso.” concluse Vegeta e Yamcha, sospirando, disse: “Non devi preoccuparti per me e Bulma. Siamo stati fidanzati, è vero, ma ora siamo solo amici.” “Questa bufala puoi raccontarla a Bulma ma non a me. Io so che tu ami ancora Bulma e vuoi rimetterti con lei!” “Ma se ho fatto in modo che mi mollasse, così da fidanzarsi con te!” sbottò Yamcha, ma appena si rese conto di quanto aveva appena detto, sbiancò e si tappò subito la bocca.

Vegeta lo fissava allibito.

Hai fatto... cosa?!” gli domandò il principe dei sayan e il terrestre, tentò di riparare al danno: “E-era tutto uno scherzo, Vegeta. Non è affatto vero...”

Ma Vegeta sfrecciò verso di lui e lo sbatté contro il muro dell'ascensore, sibilandogli nell'orecchio: “Ascolta attentamente, terrestre, perché non amo ripetere le cose: o mi dici subito cosa significhi questa storia oppure ti prenderò a pugni fino a farti tirare fuori la verità, infischiandomene altamente di quello che ha detto Bulma. In ogni caso, scoprirò tutto. Sta a te decidere se vuoi conservare le ossa.”

Yamcha capì che non era il caso di scherzare con Vegeta o sarebbe finito male.

Così, si arrese: “Va bene, Vegeta. Se mi molli ti racconto tutto.”

Quando il sayan lo mollò, il terrestre si sedette sul pavimento e cominciò: “Tutto è cominciato quando è arrivato il Trunks del futuro: capì subito che era tuo figlio. Aveva la tua stessa espressione e poi era capace di trasformarsi in Supersayan. Quando si seppe che veniva dal futuro non dovetti far altro che fare due più due. Se fosse stato il figlio di Goku, mica ce l'avrebbe tenuto nascosto. E poi lui e Chichi avevano i capelli neri. All'epoca non sapevo dell'esistenza di tuo fratello ma in quel momento, l'unico sayan vivo, a parte Goku, eri tu.”

Vegeta si sentì un completo idiota.

In effetti, l'unico sayan ancora vivo, oltre a Goku, Gohan e Tarble, che all'epoca credeva morto, era lui... e proprio lui stesso l'aveva fatto notare.

La cosa peggiore, però, era che il terrestre se n'era accorto al primo incontro con Trunks mentre lui aveva dovuto aspettare che Piccolo si lasciasse fuggire che il ragazzo in questione si chiamava Trunks.

Si sedette di fianco a Yamcha e gli chiese: “Come hai fatto a capire che la madre di Trunks era Bulma? Per via del colore dei capelli? Dal logo della Capsule Corporation che aveva sulla giacca?” “A dire il vero, è stato ancora più facile: prima di andarsene per allenarsi, Goku ha augurato a Bulma di partorire un bel bambino.”

Se Vegeta non fosse stato già seduto, sarebbe di sicuro caduto per terra.

Kaarot era ancora più stupido del previsto.

Forse era il numero uno dell'universo ma era, anche, il numero uno degli idioti.

Ma cosa aveva quello al posto del cervello, le rondini?

All'inizio” continuò Yamcha “Pensai che il ragazzo venuto dal futuro avesse raccontato a Goku che io e Bulma ci saremmo finalmente sposati e avremmo avuto un figlio. Ma, poi, osservai i vostri litigi e i vostri piccoli gesti d'affetto e capì. La madre di quel ragazzo venuto dal futuro era Bulma. Capì, anche, che ero di troppo. Voi due vi amavate e io ero il terzo incomodo. Pertanto, decisi che era il momento di farmi da parte e di affidare Bulma a te.”

Vegeta non riusciva a credere alle sue orecchie.

Quel terrestre era anche riuscito a capire che lui e Bulma si amavano prima ancora che lo capissero loro.

Ma cos'era, un indovino?

Perché, allora, hai fatto gli occhi dolci a una bionda da sballo? Non potevi, semplicemente, mollarla?” gli domandò, incuriosito, Vegeta e Yamcha raccontò: “Perché conosco Bulma. Se l'avessi mollata si sarebbe sentita inutile e brutta. Incapace di soddisfare un uomo. Certo, alla fine avrebbe superato ciò, in fondo lei è Bulma Brief, ma non avrebbe più avuto fiducia in sé stessa. Non avrebbe più avuto il coraggio di buttarsi in una nuova relazione. Lei è fatta così: può sembrare forte ma, in realtà, è fragile, proprio come te. Però, Bulma non mi avrebbe mai mollato per mettersi con te. Per lei sarebbe stato un gesto meschino mollare l'uomo con cui aveva condiviso metà della sua vita per un altro. Perché mi mollasse, dovevo far leva sulla sua gelosia. Pertanto, l'unica cosa che potevo fare, era fare il dongiovanni con qualche bella ragazza, in modo che lei mi mollasse per la rabbia. In questo modo, non solo lei non avrebbe perso la fiducia in sé stessa ma, in più, avrebbe avuto un motivo in più per iniziare la sua storia con te.”

Vegeta lo fissava allibito.

Quel terrestre da quattro soldi aveva fatto tutto questo... per loro?

Non riusciva a crederci.

Forse, l'ex di sua moglie non era poi così male... forse.

Chi era la bionda a cui hai fatto gli occhi dolci?” buttò lì per caso e Yamcha rispose: “Puar.” “Quel gatto volante?! Bulma non è mica così scema!” “Puar ha la capacità di mutare le sue sembianze per quanto vuole. Anche Oolong ha questa caratteristica, anche se l'effetto dura solo cinque minuti e lui, poi, è costretto a riposarsi per un minuto, in quanto venne cacciato dalla scuola di trasformazione che frequentava assieme a Puar. Io e lui abbiamo fatto le prove per un mese, assieme a Oolong, che interpretava il ruolo di Bulma, in modo che fosse tutto perfetto e realistico. Non immagini che faticata...”

Addirittura le prove!

Quel terrestre aveva fatto tanto per lui e Bulma... e lui gli aveva fatto passare una settimana d'inferno!

Se l'avesse saputo prima...

Adesso che aveva scoperto la verità... si sentiva quasi in colpa per tutto.

Perché hai fatto tutto questo per noi? Tu amavi Bulma eppure hai fatto in modo che noi due stessimo insieme, perché?” gli domandò, nervoso.

Doveva assolutamente sapere.

Yamcha fece un lungo sospiro prima di rispondere: “Perché io amavo Bulma e l'unica cosa che volevo era che lei fosse felice. Ormai, io non potevo più renderla felice. Io sono il passato di Bulma e tu il suo futuro.”

Vegeta si mise a paragonare l'amore che lui e Yamcha avevano provato per Bulma: il suo era un amore passionale, molto possessivo, Bulma doveva essere sua, mentre quello di Yamcha era stato più calmo e generoso, ma non per questo meno forte.

Due modi diversi di amare... ma simili allo stesso tempo.

Per Bulma avrebbe fatto di tutto... era persino morto, sacrificandosi per lei e Trunks... ma non sarebbe mai stato in grado di affidarla a un altro... anche perché avrebbe disintegrato immediatamente chiunque ci avesse provato con lei.

Fino ad allora, credeva che esistesse solo un determinato tipo di amore, ovvero il suo, ma grazie a quella chiacchierata imprevista con Yamcha aveva capito che esistevano mille sfumature dell'amore... proprio come la guerra.

In fondo, l'amore e la guerra erano molto simili...

Però, hai rinunciato all'amore per Bulma...” gli fece notare Vegeta, con una delicatezza che neanche lui sapeva di possedere.

Yamcha fece un sorriso triste e mormorò: “Era destino, Vegeta. Io le sono stato accanto per metà della sua vita, l'ho protetta il più possibile con le mie sole forze... e l'ho amata con tutto me stesso. Quando ci siamo messi insieme, speravo che ci sposassimo... ma era destinata a te. Non sono triste perché immagino che se Bulma ha trovato l'uomo della sua vita, anche per me esisterà, da qualche parte nell'universo, la donna della mia vita. Una volta, sentì una leggenda che diceva che ogni vero amore era scritto nelle stelle. Così, quando mi sento triste e solo, guardo le stelle e spero che la mia anima gemella, dovunque si trovi, le stia guardando. Quando sono lì, solo e sul terrazzo di casa mia, cerco di immaginarmela e sogno che cosa faremmo noi due insieme. La porterai al cinema, al ristorante, al mare... dovunque voglia. Noi due. Solo noi due. E se la Terra venisse minacciata da tremendi pericoli... io sarò accanto a voi sayan. So che il mio aiuto non varrà granché ma dovrò essere lì.. E poi, quando troverò la mia amata... vorrei essere come te.” “In che senso, terrestre?” “Nel senso che voglio proteggerla come tu proteggesti in passato Bulma e Trunks... e a come ti sacrificasti per loro. Quel tuo gesto... mi rese felice perché avevo avuto ragione... avevo affidato Bulma a una persona che l'amava e che l'avrebbe sempre protetta. Io vorrei diventare, proprio come te, un grande guerriero terreste e sacrificarmi per lei se fosse necessario. Quando la troverò, cercherò sempre di comportarmi come te... e di essere al tuo livello.”

Vegeta ascoltava, allibito ed estasiato.

Non si sarebbe mai aspettato che il terrestre avesse un lato nascosto così maturo e sensibile, aveva sempre pensato che fosse solo un debole terrestre da quattro soldi, sciocco e anche dongiovanni.

Invece, Yamcha aveva delle sfumature, proprio come l'amore, la guerra, Bulma... e, persino, lui stesso.

Vegeta non ebbe il tempo di dirgli niente che, improvvisamente, l'ascensore iniziò a tremare.

E adesso che succede, il terremoto?!” protestò il sayan, cercando di mantenere l'equilibrio, imitato in contemporanea da Yamcha.

Ad un tratto, però, si sentì un DING e l'ascensore smise di tremare.

Contemporaneamente, la parete dove i due malcapitati era seduti si spostò e i due caddero all'indietro.

BEN ARRIVATI!!!” parecchie voci si sentirono in contemporanea e il sayan e il terrestre alzarono lo sguardo per tentare di capire cosa stesse succedendo.

In alto, c'erano un viso sorridente e provato, circondato da corti capelli turchini, che disse semplicemente: “Scusate il ritardo, ragazzi. Ci ho messo un po' a riparare il guasto...”

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Epilogo ***


CAPITOLO 6: EPILOGO


Ci vollero cinque minuti buoni perché Vegeta e Yamcha capissero di essere, finalmente, liberi.

Davanti a loro, c'erano i membri della famiglia Brief assieme a Puar, Pilaf, Mai e Shu.

I due fecero appena in tempo ad alzarsi in piedi che qualcosa, o meglio qualcuno, sfrecciò davanti ai due, chiedendo, con una voce acuta pari a quella di una bambina: “Come state, poveri cari? Sarete affamati. E poi, come siete freddi. Adesso vi preparo una bella tazza di latte caldo e vi do una grande e calda coperta, così non vi ammalate.” “Mamma, lasciali in pace.” disse, esasperata, Bulma.

Certe volte, sua madre era più appiccicosa della colla.

Ma era proprio sicura che lei e Tights non fossero, in realtà, delle figlie adottive?

Anche un'altra femmina era al settimo cielo di vedere i due ex prigionieri dell'ascensore di nuovo liberi.

La piccola Bra, tenuta in braccio dal nonnino, tendeva le sue piccole manine verso i due.

Ad un tratto, una piccola vocina femminile si sentì per tutta la stanza: “Vegetamcha.”

Calò un silenzio di tomba nella stanza e Yamcha, più veloce della luce, corse a nascondersi dietro a Bulma, l'unica in grado di tener testa al principe dei sayan.

Non aveva alcuna intenzione di morire, non adesso che era riuscito a uscire, in qualche modo, incolume da quell'ascensore infernale.

I successivi secondi furono molto tesi, in quanto tutti, tranne, ovviamente, Bra, che continuava a dire Vegetamcha, come se niente fosse, temevano una tremenda scenata da parte di Vegeta, ma alla fine, il principe dei sayan sospirò e disse soltanto: “Beh... almeno ci sono anch'io nella prima parola di mia figlia.”

Yamcha tirò un sospiro di sollievo mentre Bulma lo guardava incredula.

Se questa scena fosse avvenuta prima del blocco in ascensore, probabilmente Vegeta avrebbe tentato di scorticare vivo Yamcha e lei avrebbe fatto una faticaccia per tenerlo buono.

Evidentemente, era successo qualcosa in quei quattro giorni in ascensore, qualcosa che aveva reso il rapporto tra Vegeta e Yamcha più... accettabile.

In quel momento, la voce, o meglio il ringhio, di una vecchia conoscenza si diffuse nella stanza.

La signora Brief, sentendolo, esclamò: “Cielo! Ma è il povero gattino... e proviene dallo stomaco di Vegeta. Non ti sarai mica mangiato quel povero tesoro?” “SE AVESSI MANGIATO UN POVERO GATTINO NON MORIREI MICA DI FAME!!! E', POI, QUESTO E' SEMPRE STATO IL BRONTOLIO DEL MIO STOMACO!!!” protestò, scandalizzato, Vegeta mentre Yamcha confermava: “Le assicuro, signora, che ha ragione. Dopo essere rimasto bloccato per dei giorni in un ascensore assieme a un sayan riconoscerei il brontolio del suo stomaco ovunque.”

Bulma ridacchiò a quelle parole, poi annunciò: “Ok, voi due correte subito a farvi una bella doccia. Puzzate da morire. Quando vi sarete lavati, andrete subito in cucina dove vi aspetta una bella cenetta per festeggiare.” “Buona idea, però... per quale motivo festeggiamo?” domandò Yamcha e la risposta di Bulma non si fece attendere: “Ma per la vostra liberazione, ovviamente. Ma anche perché oggi è l'ultimo giorno.” “L'ultimo giorno?” “Certo, oggi è domenica. Mi ha chiamato l'idraulico e mi ha avvisato che è tutto a posto. Domani, Yamcha può tornare a casa.”

L'unica cosa che i due riuscirono a dire fu: “Oh.”

In fondo, questa improvvisa separazione dispiaceva un po' ad entrambi.

Non avevano fatto in tempo a conoscersi a fondo che dovevano già salutarsi.

Ma a Vegeta venne in mente un altro particolare: se era rimasto bloccato in ascensore giovedì e oggi era domenica... significava che lui e Yamcha erano rimasti bloccati in ascensore quattro giorni.

QUATTRO GIORNI?!?!

Quattro giorni bloccato in ascensore quando avrebbe potuto usarli per allenarsi... che spreco!

Ma, ormai, il danno era fatto e bisognava rassegnarsi... voleva dire che si sarebbe allenato il quadruplo per recuperare il tempo perso.

Così, seguì Yamcha in direzione del bagno.

Bulma li guardò un po', prima scendere al terzo piano.

La giovane donna si sedette su una poltrona e si mise a riflettere: doveva essere accaduto qualcosa tra i due, durante il loro -soggiorno- in ascensore.

Qualcosa che li aveva fatti andare più d'accordo... forse avevano scoperto di avere qualcosa in comune... comunque, era certa che non l'avrebbe mai saputo... e, forse, era meglio così.

Un'ora dopo, un robot di servizio le si avvicinò e l'avvisò che la cena era pronta.

Bulma sorrise e si diresse verso il terzo piano.

I suoi genitori, i suoi figli, Puar, Pilaf, Mai e Shu erano già lì ad aspettarla.

Mancavano solo gli ospiti d'onore.

Finalmente, un quarto d'ora dopo, i due arrivarono.

Indossavano entrambi una camicia blu, quella di Yamcha, però, aveva le maniche corte mentre quella di Vegeta lunghe, e i pantaloni gialli.

Appena Bra li vide, batté le mani tutta contenta.

Le erano mancati proprio tanto...

I due fecero per sedersi quando l'urlo della bambina spezzò la quiete che regnava nella sala da pranzo.

Su, su. Non piangere, piccola mia. Cosa c'è?” le domandò, cullandola, Bulma ma Bra non aveva alcuna intenzione di smettere.

Forse ho capito! Vegeta, tienimi la bambina.” disse Bulma, dando la figlia in braccio al padre.

Immediatamente, Bra smise di piangere e sorrise alla vista del burbero e sorpreso padre.

Le sei mancato troppo quand'eri prigioniero in ascensore. Perciò, teme che se ti allontani da lei sparirai di nuovo.” spiegò Bulma, contenta del fatto che la sua teoria si fosse rivelata giusta, ma la stessa cosa non si poteva dire di Vegeta.

Certo, il principe dei sayan l'adorava e, in più, era gelosissimo della figlia, forse più di Bulma, ma in quel momento voleva solo mangiare e tenere in braccio una bambina che gli avrebbe, di sicuro, sporcato la maglietta pulita nel vano tentativo di mangiare non l'entusiasmava per niente.

Urgeva trovare, e alla svelta, anche, un sostituto e, per sua fortuna e sfortuna per l'altro, aveva già in mente chi.

Yamcha, tienimela tu!” ordinò al terrestre passandogli la figlia.

Cosa? E perché proprio io, scusa? Vuole te.” protestò il terrestre ma il sayan lo zittì: “Sei simpatico a mia figlia e, poi, le sarai mancato quand'eri bloccato in ascensore con me. Sarà felice di stare con te. E, poi, lei vorrà più te che me.” Accetta questa cosa solo quando gli fa comodo. Notò, senza speranza, Yamcha.

Dopo aver detto quelle parole, Vegeta si voltò e fece per allontanarsi, quando una presa piuttosto forte lo prese per la manica della camicia, fermandolo all'istante.

All'inizio, pensò che fosse Yamcha ad averlo fermato, e si voltò furioso, pronto a suonargliele e a coprirlo d'insulti, magari moderando il linguaggio e la forza, dopotutto aveva la sua principessa, ma appena vide colui che aveva osato fermarlo rimase senza parole.

Era la sua piccola Bra che aveva preso con una manina la manica della sua camicia mentre con l'altra mano teneva la camicia di Yamcha.

Vedendo questa scena, Bulma si mise a sghignazzare: “Io credo che vi voglia entrambi.”

Vegeta era rosso in viso per la vergogna, ma, in fondo in fondo, quella situazione non gli dispiaceva troppo.

Almeno la sua Bra aveva dimostrato di aver ereditato la sua forza...


Buonanotte, Vegeta.” “ 'Notte.”

Yamcha si addormentò subito.

Dopo tre notti passate in uno scomodo e freddo ascensore, un bel letto caldo e morbido era proprio quello che ci voleva.

Vegeta, al contrario, non riuscì ad addormentarsi.

Domani, Yamcha se ne sarebbe tornato a casa sua e, in quell'ultima notte insieme, sentiva un senso di vuoto logorargli l'anima.

Quella settimana in cui Yamcha era stato ospite in casa sua era stata molto movimentata e unica.

Non l'avrebbe mai ammesso a nessuno, ma avere qualcuno con cui litigare e passare un po' di tempo insieme era stata, in un certo senso, indimenticabile.

Aveva pochi e sfocati ricordi della sua infanzia quando Freezer non esisteva.

Ricordava la luce, l'allegria, le liti e le sue avventure con gli amici, i giochi, le marachelle e le successive punizioni dei suoi genitori, anche, se a dire la verità, era sua madre che gliele dava di più... ma poi, quella dannata e stupida lucertola era apparsa e, in lampo, la luce, la gioia e i colori erano stati risucchiati in un vortice buio.

In una spirale infernale di violenza e follia omicida.

Con Freezer, era dovuto crescere in fretta, in quanto nella sua fredda e lugubre base, non c'era posto per l'innocenza e l'amicizia ma solo per esseri spietati e crudeli.

Ripensò a Radish, un suo vecchio commilitone.

Anche lui, un tempo, era un bambino vivace e allegro, anche se un po' timido, in questo Gohan aveva ereditato da lui, ma la permanenza in quel posto l'aveva trasformato in un mercenario spietato e aggressivo, pronto a tutto pur di raggiungere i suoi scopi.

Non gliene faceva una colpa: qualunque bambino, anche se buono e puro di cuore, si trasformava in un uomo cattivo e senza scrupoli lì dentro.

Quella base, infatti, aveva il terribile potere di risvegliare la forza sopita del male in chiunque.

Radish non aveva avuto la sua stessa fortuna: era morto, ucciso da Piccolo e dal suo stesso fratello, e non era riuscito a uscire da quell'incubo.

Quando, poi, era arrivato sulla Terra, Bulma lo aveva salvato da sé stesso, facendogli riscoprire, pian piano, le piccole gioie della vita.

Non l'aveva mai ringraziata per averlo salvato, ma era sicuro che Bulma avesse capito tutto.

Bastava uno sguardo per capirsi.

Da quando aveva capito, ciò era avvenuto dopo la faccenda di Majin Bu, che esisteva un modo per uscire da quel tunnel in cui era finito da bambino, Vegeta combatteva con tutte le sue forze per salvarsi.

Ma non combatteva solo per lui: lo faceva anche per Radish, che non era riuscito a uscire.

A volte, mentre si allenava, giurava di sentire la voce del sayan: “Non smettere mai di combattere, Vegeta. Lotta per salvarti e non arrenderti.”

Durante quest'ultima settimana, Yamcha era riuscito a farlo tornare vivo dopo tanto tempo.

Sarebbe stato un po' un dispiacere lasciarlo andare via e lasciare che tutto tornasse alla normalità.

E qualcosa gli diceva che non sarebbe stato il solo a sentirne la mancanza: oltre a Bra, anche Trunks, perché, finalmente, aveva una specie di fratello maggiore, e la signora Brief, in quanto desiderava ardentemente nuovi bei ragazzi da corteggiare e coccolare in giro per la casa, avrebbero sentito la sua mancanza...

Ad un tratto, un'idea balenò in testa a Vegeta che, senza neppure rendersene conto, si mise a sorridere.

In punta di piedi, non tanto per svegliare Yamcha, in quanto dormiva della grossa da qualche ora e sospettava che nemmeno i cannoni l'avrebbero svegliato, ma per non svegliare il sacco di pulci volante, si alzò dal letto e, silenzioso come pochi, volò via nella notte.


Il grande orologio della sala da pranzo indicava le sette.

Vi erano solo Vegeta, Bulma, Trunks, Pilaf, Mai, Shu, Yamcha e Puar.

Il gruppo stava facendo colazione in completo silenzio.

Quando Yamcha avrebbe finito di mangiare, lui e Puar sarebbero tornati a casa loro.

All'appello mancavano solo il Dottor Brief, impegnato in qualche nuova invenzione, e la signora Brief, che si stava godendo il sonno di bellezza e si sarebbe svegliata solo a mezzogiorno, ogni giorno, infatti, la signora dormiva senza sosta dalle nove di sera a mezzogiorno e non c'era verso di svegliarla prima di quell'ora.

Pertanto, potevi fare tutto il baccano che volevi, tanto lei non si sarebbe mai svegliata.

Quando alla piccola Bra, dormiva tranquilla nella culla della sua cameretta e Bulma era sollevata da ciò, almeno la bimba non si sarebbe messa a piangere e a strillare per tentare di trattenere Yamcha.

C'era così silenzio che non si sentiva volare una mosca ma, ad un tratto, si sentì il telefono squillare.

Bulma si alzò, dicendo soltanto un distratto: “Vado io.”

La donna prese la cornetta e chiese: “Pronto?” “Buongiorno, signora. Potrei parlare col signor Yamcha, per favore?” chiese una voce maschile.

Non si preoccupi, parli pure a me.” “Bene, sono l'idraulico che si è occupato di riparare la tubatura rotta che aveva allagato la casa del signore.” “Ah... è forse successo qualcosa?” “Ecco... vede, signora... ieri sera era tutto a posto ma stamattina, quando sono venuto a dare un'ultima occhiata, ho trovato davanti un incredibile macello.” “Gli si è allagata di nuovo?” “Magari. Pare che un cataclisma si è abbattuta su essa: le finestre sono tutte rotte, il tetto è completamente sfasciato e tutte le apparecchiature elettriche sono andate in corto circuito. Andrò ad analizzare il generatore principale e le farò sapere. Per favore, avvisi il signor Yamcha che per oggi non può tornare a casa. Arrivederci.” “Arrivederci.”

Bulma tornò in sala da pranzo e disse, con un sorriso gigantesco sulle labbra: “Yamcha, ho una splendida sorpresa per te: starai ancora un po' con noi... ma dov'è finito?!”

Yamcha, infatti, era svanito, e con lui anche Puar.

Lui e Puar sono andati in bagno.” spiegò Pilaf mentre inzuppava un biscotto nel suo latte caldo.

Bulma guardò il marito e ordinò: “Presto, Vegeta! Corriamo all'ingresso! Forse, possiamo ancora intercettarlo!”

Infatti, Yamcha e Puar stavano correndo come dei pazzi verso l'uscita del palazzo.

Avevano oltrepassato il giardino dello stabile, saltando di qua e di là, per evitare di pestare i mille animali dei genitori di Bulma.

Finalmente, videro l'uscita che equivaleva alla salvezza.

Yamcha non ce l'avrebbe fatta a reggere un'altra giornata là dentro.

Era stressato: avrebbe voluto andarsene in albergo per rilassarsi e, invece, era stato catapultato in una specie di film horror.

Doveva, assolutamente, staccare la spina e riposarsi e la famiglia di Bulma gli avrebbe dato di tutto tranne quello.

Ad un tratto, una figura senza volto, i capelli biondi sparati da tutte le parti, con conservati qua e là qualche bigodino gigante rosa e con un lungo abito svolazzante bianco sbarrò loro la strada, posizionandosi proprio davanti alla porta.

UN FANTASMA!” urlò Puar, terrorizzato, ma il fantasma rispose: “Un fantasma? Davvero?! Dimmi dov'è, Puar. Magari è un bel fustacchione come Yamcha e Vegeta.”

Yamcha sgranò gli occhi.

In tutto lo stabile, c'era solo una persona che sarebbe morta dalla voglia di vedere un fantasma nella speranza che fosse un bel fustacchione... una persona che, in effetti, poteva conciarsi in quella maniera...

Signora Brief, è per caso lei?” domandò, un po' timidamente, Yamcha e la donna rispose: “Ma certo, caro. Forse, non mi hai riconosciuta per via della maschera di bellezza. Ma tesoro, io sono una donna e il mio bel visino ha bisogno di molte cure, non lo sapevi?” “No... però mi sorprende trovarla qui... di solito, lei dorme fino a mezzogiorno...” “Te lo ricordi ancora? Ma che caro ragazzo. Non so che mi è successo, ma oggi, stranamente, mi sono svegliata prima e pensa che non mi è mai successo!” “Non ne dubito... però, io dovrei uscire... sa devo tornarmene a casa...” “Ma come? Di già? Ma, tesoro, sei sempre di fretta. Scommetto che non hai fatto una colazione come si deve! La colazione è molto importante, devo ricordarlo sempre a te e a quel bel tenebroso di Vegeta? Su, andiamo in sala da pranzo, che ti preparo una ricca e sana colazione.”

E, prima che Yamcha potesse protestare, la vecchia signora lo afferrò per un braccio e lo trascinò verso la sala da pranzo.

Ormai, non c'era più nulla da fare... era di nuovo prigioniero.

Fu all'inizio delle scale, che i due trovarono Bulma e Vegeta.

La scienziata, all'inizio, fu molto sorpresa di trovare il suo ex tornare di sua spontanea volontà ma si spaventò a morte vedendo la cosa appiccicata al braccio di Yamcha.

E QUELLO COS'E'?!” urlò spaventata mentre il marito le rispondeva con un semplice: “Tua madre.”

Bulma restò a bocca aperta.

Ma sua madre non doveva dormire a quell'ora e poi... COSA CI FACEVA CONCIATA IN QUELLA MANIERA?!

Sembrava il mostro senza faccia di un film horror.

Comunque, chiese alla cosa: “Mamma, ma sei tu?” “Certo, cara.” “Ma come ti sei conciata?!” “Tesoro, te ne intendi di macchinari ma non te ne intendi di ragazzi. Non lo sai, sciocchina, che le maschere di bellezze impediscono il formarsi delle rughe? Dovresti prendere esempio dalla tua cara mammina. In questo modo, il tuo viso sarà così bello che il nostro bel Vegeta non potrà resisterti.” “MAMMA!!!”

Che situazione imbarazzante.

Ma la signora Brief, come al solito, non aveva alcuna intenzione di tacere: “Suvvia, Bulma, non fare quella faccia o ti verranno le rughe sulla fronte.” “GRRR...!!!” “Comunque, che ne dite di andar a far colazione? Noi e questo povero tesoro di Yamcha. Scommetto che non ha nemmeno fatto colazione.” “Prima, però, vatti a cambiare, mamma! Non vorrai mica spaventare a morte tutti?”

Dopo che la famiglia Brief ebbe finito di far colazione, squillò di nuovo il telefono.

Bulma lo prese al volo e scoprì che era di nuovo l'idraulico.

Ho appena finito d'ispezionare il generatore principale... non mi crederà mai...” “Parli pure e non si preoccupi. Ne ho viste così tante nella mia vita che non mi sorprendo più di nulla. Che è successo?” “Sembra che qualcuno gli abbia dato un pugno ma sufficiente a disintegrarlo completamente! Non so proprio chi sia quest'uomo dalla forza sovrumana...” “Io, invece, credo di saperlo...” rispose Bulma, guardando adirata la schiena del marito.

Vegeta si meritava proprio una bella lezione e lei sapeva già come punirlo...

Quando finì la telefonata, Bulma si diresse verso il salotto e dichiarò, con finta noncuranza: “Oggi ci sono i saldi, sapete?”

Mentre Yamcha sbiancava, Vegeta fece le spallucce e disse: “Ti accompagnerà Yamcha.” “A dire il vero, Vegeta, vorrei che venissi anche tu.”

A quelle parole, pure Vegeta sbiancò: “Per quale motivo?” “Con i saldi posso comprare molte più cose rispetto allo shopping ordinario, quindi ho bisogno di più manodopera. Un vecchio bandito e un principe di guerrieri sono i facchini migliori del mondo, non credete?”

I due uomini si guardarono negli occhi.

Sapevano già che sarebbe stata una giornataccia...

Vegeta... cosa facciamo?” domandò Yamcha e Vegeta rispose: “Vedi, Yamcha... ci sono volte in cui bisogna affrontare con coraggio i pericoli... e altre in cui è meglio... SCAPPARE!!!” e si mise correre verso la porta, seguito da Yamcha.

Bulma lanciò soltanto un: “EHI!!” prima di lanciarsi all'inseguimento dei due.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3668244