Un desiderio per un giorno

di tess89
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** Si comincia di mattina ***
Capitolo 3: *** Sorprese ***
Capitolo 4: *** Attenti a cos desidrate!!! ***
Capitolo 5: *** Orsi e vestiti nuovi... per tutti! ***
Capitolo 6: *** Crisi d' identità ***
Capitolo 7: *** Che disastro... ***
Capitolo 8: *** Ironia della sorte ***
Capitolo 9: *** Passioni incomprensibili ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***


Signore e signori! Mi sono stancata di scrivere cose tristi e malinconiche! Un poco di allegria! Con un pizzico di amore e di follia! Non significa che mollerò le altre mie storie, ci mancherebbe ^^”. Ma ho pensato: cosa succederebbe ai nostri amati vampirelli se per un giorno interminabile un loro desiderio si realizzasse? Uno e un solo desiderio per un solo giorno... Vedremo cosa combineranno ^__^! Buona lettura.
Kisses Tess



Introduzione


La notte era inoltrata. Dalla vetrata del grande salotto penetrava la luce della luna. Sospirai stancamente. Impossibile ma vero, mi sentivo spossato come non mai. Con quella giornata terribile anche un vampiro come me avrebbe desiderato sprofondare su un divano comodo.
Mi girai con lo sguardo rivolto all'interno del salotto. Era un disastro. Povera Esme, immagino che avremmo dovuto aiutarla a sistemare.
Ma proprio non ce la facevo e, a dirla tutta, nemmeno lei sembrava intenzionata a mettersi a lavoro.
Che giornata!
Sperai fortemente che gli effetti di quel disastro incredibile si fossero dissolti al più presto.


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Capitolo 2
*** Si comincia di mattina ***


Ho postato subito il primo capitolo per vedere se poteva interessarvi ^__^!
Buona lettura
Kisses Tess



Capitolo 1
“Si comincia di mattina”



Emmett.

Mi seccava. Mi seccava da morire. Rosalie mi aveva praticamente costretto a fare il facchino per tutta Seattle alla ricerca dei suoi adorati vestiti firmati, borsette, scarpe col tacco quindici e compagna bella.
Amavo Rose profondamente. Ma in momenti come quello mi sarei dato per latitante.
Ma come non cedere davanti quegli occhi da cerbiattina che mi facevano impazzire? Inutile negarlo. Rosalie Hale sapeva come comprarmi. Ma avrei dovuto pensare anch'io a come essere ripagato.
Mi fermai a guardare una vetrina di un negozio di intimo che offriva merce da definire proibita e fuori commercio. Ma già Rosalie mi aveva dimostrato molte volte che quelle cose sapeva come indossarle.
Niente, la mia vendetta doveva essere diversa. Rosalie se l'immaginava che dopo una mattinata in giro per lo shopping avrebbe dovuto fare la brava mogliettina che adempie ai suoi doveri coniugali. Soprattutto se aveva molte volte recitato le sue promesse nuziali.
Potevano essere moltiplicati i punti dei doveri coniugali nella lista di una brava mogliettina qualora quella ti trascini all'altare almeno una decina di volte in mezzo secolo? Mi augurai di si.
Chi la fa l'aspetti, si dice.

Bella.

Non lo capivo. Proprio non lo sopportavo quando si comportava in quella maniera. Altro che diciassette anni o centonove, addirittura! Quando faceva il permaloso, aveva il cervello di un bambino di due anni.
Nemmeno potevo fare il paragone con nostra figlia Renesmee, perchè lei, a soli pochi mesi di vita, sembrava essere più matura di lui!
Cosa potevo farci io? Nulla! Sono diventata vampira con annessi e connessi. Non ha nulla di cui lamentarsi!! E invece che fa? Si lamenta!
Edward era tutta la mia vita, non mi pentirò mai di avere scelto lui come compagno per l'eternità.
Ma quando è troppo è troppo!
“Non mettermi il broncio, Isabella! Ho ragione e la devi smettere, di comportarti come una bambina!”Ruggì lui infuriato. Ci mancava il fumo che usciva dalle narici e un anello appeso al naso e sarebbe stato un toro perfetto. Attenzione, sarebbe stato comunque bellissimo...
Ma quando mi chiamava col mio nome per esteso voleva dire che era grave.
“Io bambina?! Ma senti un po' ti pare il caso? Mi sa che il bambino dei due sei tu!”
Odiavo litigare con lui, ma certe cose se le poteva risparmiare.
Ci trovavamo nella nuova scuola che frequentavamo, nella città in cui ci eravamo trasferiti.
Ogni tanto tornavamo a Forks per andare a trovare mio padre ma per questioni logiche avevamo cominciato una nuova vita in un altra località.
Ovviamente, il primo giorno di scuola, gli occhi di tutti erano puntati sui nuovi arrivati.
Poteva capitare che qualcuno facesse degli strani pensieri alla vista di tre belle ragazze.
Che potevo farci io?! Nulla! Ma come lo spiegavo al mio caro maritino leggi-pensieri un poco geloso?
“Ti ho detto che ti stava mangiando con gli occhi! E per educazione non ti riferisco che cosa ha pensato!” disse infine lui. Incrociò le braccia al petto e si diede l'aria un po' altezzosa. Questo mi fece uscire un poco fuori di senno.
“Senti, lo capisci che non è colpa mia! Blocca un poco il tuo potere e vedrai che ti calmi! La verità è che non ti rendi conto di cosa proviamo noi ragazze che siamo sempre sotto i riflettori di voi maschietti! Vi basta avere una donna a portata di mano che vi cade sempre l'occhio!!Sai che ti dico mi piacerebbe che potessi metterti nei panni di una ragazza che deve subire le radiografie di voi uomini!” sbottai adirata.
Lo vidi digrignare i denti e dilatare le narici. Di nuovo mi sembrava di avere davanti un toro.
“E sai che ti dico io? Mi piacerebbe che ti mettessi nei panni di un ragazzo che deve subire le radigrafie degli altri uomini verso propria moglie!”
Mi ero leggermente calmata. Lo sfogo aveva fatto effetto.
“Saresti una bella femminuccia sempre sotto i riflettori...” dissi sarcastica.
“Saresti un ragazzo con i normali pensierucci che si fanno questi sbandati nel periodo adolescenziale!”
“Bene.” sbottai irritata.
“Bene!” concluse lui.
E, con i nostri nasini all'insù, procedemmo ognuno verso le sue lezioni scolastiche.




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Capitolo 3
*** Sorprese ***


Ecco a voi un altro capitolo. Spero possa piacervi ^__^!
un solo favore: RECENSITEEEE!
Grazie!
Kisses Tess


Capitolo2
“Sorprese”

Carlisle

Accompagnai la mia cara amica Siobhan alla porta insieme ai suoi accompagnatori, Liam e Maggie.
La piccola e ricciuta Maggie salutò cordiale la piccola Renesmee che stava tra le braccia di mia moglie Esme.
“Mi ha fatto davvero piacere che ci siete venuti a trovare” le dissi gentilmente.
“Mi dispiace di non poter salutare i tuoi ragazzi. Spero si siano ambientati bene, in questa nuova città.” disse lei prendendo per mano il suo compagno.
“Me lo auguro. È difficile gestire tutti questi ragazzi. Mi piacerebbe che ogni loro desiderio venga realizzato così che possano essere felici.” risposi sconsolato.
“Mi piacerebbe che fosse così. Chissà magari riesco a far realizzare questa tua volontà. Devo solo concentrarmi, no? Vedremo.”
Io e Siobhan scoppiammo a ridere. Nemmeno lei credeva tanto in quella sua capacità di realizzare le sue volontà se si concentrava.
La salutai con la mano aspettando che entrassero in macchina e svoltassero verso la stradina costeggiata dagli alberi.
Chissà. Magari mi aspettava una bella sorpresa.

Edward

Ero furioso. Possibile che non riuscisse a capire?
Bella era testarda. Lo capivo che non era colpa sua se era bellissima ma detestavo gli occhi e i pensieri di tutti posati su di lei. A Rosalie ed Alice ci avrebbero pensato i miei fratelli, ma d'altronde loro non sapevo cosa frullava nella testa di tutti quegli umani.
Mi appoggiai al tronco di un albero cercando di riprendere controllo.
Chiusi gli occhi respirando lentamente.
Immediatamente notai che c'era qualcosa di strano.
Fui invaso da un calore anormale. Un formicolio mi attraversò la mia pelle fredda e dura.
Mi guardai le mani cercando di capire cosa mi stava succedendo e le vidi assottigliarsi sempre di più.
Le dita si facevano sottili e aggraziate, le unghia si allungavano con la punta arrotondata.
I muscoli delle braccia si intorpidirono e si fecero meno possenti.
Notai che la maglietta cominciava a starmi sempre più larga e anche i pantaloni, pur con la cintura, mi cadevano pesantemente sui fianchi.
I piedi dentro le scarpe navigavano.
“Ma cosa...” Che diamine stava succedendo?!?
Uno strano prurito alla testa mi indusse a grattarmi la testa e rimasi sconvolto.
Mi portai una ciocca di capelli sotto gli occhi e la fissai allibito.
Erano lunghi riccioli ramati.
Mi accorsi solo in quel momento di due rigonfiamenti sul petto.
Mi guardai sempre più scioccato le mani e capii.
Erano mani femminili.

Bella

Guardavo il riflesso nello specchio del bagno. Non era possibile. Non era realmente possibile.
Mi toccai con le mani tremanti lo zigomo scolpito nel mio viso. O il viso riflesso nello specchio, quello non era il mio viso.
Un indice tozzo e maschile toccò la guancia del volto che vedevo nello specchio.
Impossibile.
Schiusi le labbra per lo shock. Quella non ero io eppure ogni gesto che compivo si rifletteva specularmente nello specchio.
Il ragazzo mi ricambiò uno sguardo allibito.
Era un bel volto. Folti capelli neri ricadevano in lunghi ciuffi lisci sugli occhi ambrati. Dietro la nuca si riducevano in una corta capigliatura.
Il naso era dritto e perfetto, le sopracciglia inarcate e folte erano dello stesso nero dei capelli. Le labbra erano piene e rosee.
La carnagione era pallida, segno che ero ancora un vampiro.
I vestiti mi stavano stretti e i jeans risultavano lacerati nelle cuciture laterali. Dalla magliettina aderente spuntavano due braccia muscolose e possenti.
Un unica domanda mi frullava in testa. Ma che diavolo era successo?!?

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Capitolo 4
*** Attenti a cos desidrate!!! ***


Saaaalve! Come va bella gente? Che strano, oggi cambio umore a seconda di quello che scrivo!
Fino a stamattina mi angosciavo dietro Northern Lights ( che strazio ragazzi ma chi me lo fa fare?!?) e adesso invece rido perchè cerco di evolvere questa storiella che spero sia simpatica per tutti!
Comunque credo ci sia stato un po' di confusione... Rispondo:
Per hale1843: No, no! A Edward non si è presentata una tizia e Bella non vede cose inesistenti! Si sono trasformati lui in una ragazza e lei in un ragazzo! Ti ricordi cosa si erano detti nel capitolo precedente? Avevano desiderato l'uno che l'altra potesse mettersi nei propri panni così per capire come si sarebbero sentiti! A volte i propri desideri ci si ritorcono contro...
Per martyswancullen94: Sono contenta che ti piaccia ^^. speravo proprio che risultasse una cosa divertente!
Per cullengirl: L'ho fatto a posta, volevo che si trovassero in dei corpi che loro non conoscevano. Però mi sono immaginata la scena... Io che vedo un'altra me... oddio meglio una sola^^!!! Kisses Tess


Capitolo 3
“Attenti a cosa desiderate!!!”

Alice

Strano che non ci fosse nessuno in casa. I miei passi risuonavano per tutto il salotto bianco e immacolato che Esme puliva e rassettava con tanta cura. Ma dove erano andati a finire tutti?
Punto della situazione: Carlisle è all'ospedale, Edward e Bella sono a scuola, Esme e Nessie sono al supermercato e Rose ed Em sono a fare shopping. E Jasper?
Salii le scale perplessa. Eravamo appena tornati dalla caccia, forse si stava facendo una doccia.
Entrai nella nostra stanza. Uffa, anche io volevo andare a fare shopping, ma Jasper non mi voleva accompagnare e proprio non avevo nessuna intenzione di fare il terzo incomodo tra Rose ed Emmett.
Mi girai verso il mio armadio che riempiva già tutta la stanza dedicata solo a quella funzione.
Oh, quanto desideravo che il mio armadio scoppiasse letteralmente di vestiti...

Edward

La vibrazione del telefonino dalla mia tasca mi ridestò dai miei pensieri allarmati. Nel display apparve il numero di Bella.
Rifiutai la chiamata, non era il caso che mia moglie mi vedesse in quella maniera.
Riposi il cellulare in tasca e cominciai a correre verso casa. Era successo qualcosa, ne ero sicuro.
E poi dovevo cambiarmi, non potevo certo reggermi i pantaloni mentre correvo, come stavo facendo in quel preciso momento!
Ma cosa avrei indossato? Vestiti di Bella! Alice le aveva riempito l'armadio, qualcosa avrei sicuramente trovato!
Oddio, ma come mi ero ridotto...

Bella

Non mi risponde, maledizione!
Riposai il telefonino di nuovo nei jeans attillati, con molta fatica perchè erano ermai come una seconda pelle per quanto mi stavano stretti!
Sbuffai impaziente. Cosa stava succedendo? Perchè mi trovavo nel corpo di un ragazzo?
Sperai che a casa stessero tutti bene. Ma con quale coraggio mi sarei trovata di fronte a tutti.
Già mi immagino le risate di Emmett. Oddio, non voglio tornare a casa!!!

Emmett

Porca miseria! Ma quanta roba aveva preso Rosalie? Ne ero sicuro, la carta di credito che già stava sfoderando davanti la commessa si sarebbe sentita molto più leggera dopo qualche minuto.
Già  mi aspettavo il messaggino nel cellulare dalla banca che mi diceva il saldo... Mi ero fatto quella promozione per vedere quanto spendeva la mia Rose in vestiti. Lei non lo sapeva, ovviamente, ma questo non mi rincuorava.
Ti prego, fa che non le passi la carta, ti prego fa che ci sia un guasto o che risulti in rosso, ti prego, qualunque cosa ma Rosalie non deve poter pagare questo conto così salato...
Biiiiip.
“Signorina mi scusi, ma la carta ha qualche problema.” Fece la commessa.
No, non ci posso credere...
“Come qualche problema?” si allarmò Rosalie.
“Si, non viene rilevato alcun conto. Mi spiace non la posso accettare” le rispose.
“Non è possibile. Riprovi” si adirò Rosalie.
Biiiiip.
“Niente, mi dispiace. Se vuole paga in contanti”
Rosalie alzò un sopracciglio e si avvicinò la borsetta firmata. Io osservavo sempre più curioso la scena.
“Non è possibile...” sussurrò lei.
Apriva e riapriva il borsellino nelle sue mille tasche ma dentro non c'era nemmeno un centesimo.
“No...” gemette la mia Rose. Io mi sentivo leggero e sorridente come una piuma. Che sensazione appagante...
“Tesoro, non è che avresti tu qualcosa da prestarmi?” Non si era mai detto che un Cullen chiede soldi in prestito a qualcuno. Feci spallucce e presi il borsellino dalla tasca dei jeans. Mi dispiaceva vedere Rosalie così triste.
Aprii il mio portafogli e scoppiai a ridere.
“Che c'è da ridere?” si accigliò Rose.
Io non la finivo più di sbellicarmi dalle risate. Non potevo crederci, non era possibile.
Guardavo il mio portafogli e ridevo ancora di più.
Rosalie si adirò. “Da qua” disse scippandomi il borsellino dalle mani. Ridevo ancora e risi di più quando la sentii dire: “È vuoto!”
La vidi rivolgermi uno sguardo micidiale.
“Perchè ridi? Siamo al verde! Cosa ci trovi da ridere?!?”
“Amore...” riuscii a dire tra le risate. “Tesoro... Scusami... Ho desiderato... Non me l'aspettavo! ... Ho desiderato... che non potessi pagare... il conto!”
Fu la mia fine.
“TU!” Sibilò furiosa. “Tu hai desiderato che non potessi pagare il conto!! Tu sei uno stupido imbecille! Sei solo un orso! Un orso senza cervello! No, anzi! Un orso avrebbe più cervello di te! Preferirei un orso a te mille volte! Stupido, idiota!”
E cominciai a sentire un formicolio accompagnato da uno strano calore corrermi lungo tutto il corpo...

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Capitolo 5
*** Orsi e vestiti nuovi... per tutti! ***


Macciaoo!!! Raga mi sono svegliata ora, che sonno...ma come ogni giorno sono qui a cercare di scrivere qualcosa...*me sbadiglia* Yaohun...
Volevo inserire qualche immagine, ma non ho ben capito come dovrei fare... appena la mia mente si illumina inserisco qualche bel disegno!
Kisses Tess



Capitolo 4
“Orsi e vestiti nuovi...per tutti!”

<
Nessie

Prorpio non lo capivo. Che senso aveva andare a fare la spesa quando in casa non mangiava nessuno? Mi avevano detto che era per le apparenze. Ma cosa erano le apparenze? Perchè non dovevamo far destare sospetti a nessuno? Perchè eravamo diversi?
Ero seduta nel carrello della spesa con la nonna Esme che lo spingeva e ogni tanto si fermava per prendere qualche detersivo o qualche cosa da mangiare, ma credo che non si interessasse molto del cibo.
Ovvio, non l'avrebbe mangiato lei. Solo a me rifilavano quelle schifezze, pappe di bimbo. Ma come facevano i bimbi normali a mangiarle?
Bleah, che schifo...
Ops, ho detto che schifo al cibo. Ora papà si arrabbia... Lui dice che non si dice schifo al cibo... però papà non c'è è a scuola. Non può sapere che l'ho detto! O pensato! Eh eh, ho fatto una marachella e nessuno può rimproverarmi.
Però se le fai da solo le marachelle non ti diverti... Ecco, mi piacerebbe avere un bimbo con cui giocare!

Edward

Correvo verso casa facendo attenzione che non mi vedesse nessuno. Mi ero fatto un ultimo buco alla cintura così che i pantaloni non mi crollassero alle caviglie.
Che situazione imbarazzante...
Raggiunsi la grande casa a limitare del bosco. Non badai nemmeno di vedere se c'era qualcuno. Ero impacciato anche nella corsa, non avevo la stessa velocità di prima.
Mi ritrovai davanti la porta della nostra stanza da letto e senza indugi entrai.
Al posto di dirigermi verso la mia parte d'armadio cercai quella di mia moglie.
Sperai che quella situazione si potesse risolvere al più presto altrimenti Bella mi avrebbe visto per la prima volta vestito con i suoi indumenti.
Presi tra le mani una maglietta e un paio di pantaloni. La gonna non mi sarei azzardato a indossarla.
Poi aprii un cassetto che mai nella mia vita avrei immaginato di dover necessariamente aprire.
“Perdonami, Bella” gemetti prendendo tra le mani un completino intimo a fiocchetti rossi.
Mi diressi orripilato in bagno pronto per indossare quella tortura.

Rosalie

“Non lamentarti!” gridai ad Emmett che strisciava le zampone artigliate alla mia destra.
Lui emise un grugnito degno di un grizzly e tornò col muso sul terreno.
Cosa ci stava succedendo? Il conto bancario in verde, Emmett un orso...
Qualcosa non quadrava...
Attraversavamo il bosco in direzione di casa, sperando che Carlisle sapesse trovare una soluzione a quel pasticcio.
“E corri più veloce, Em!” sbottai seccata. Lui rispose ringhiandomi contro.
Scossi il capo sbuffando. Dio mio, ma che stava capitando?

Jasper

Uscii dalla doccia e mi avvolsi nell'asciugamano. Ne presi un altro per strofinarmi i capelli bagnati e andai verso la camera da letto che dividevo con Alice.
Un rumore strano proveniva dalla camera di Edward e Bella. Ma non erano a scuola?
Mi avvicinai alla loro porta ma un urlo disperato mi richiamò.
“Jas... Jasper! Aiut...”
Alice?!? Che stava succedendo?
Aprii di scatto la porta della camera e mi resi conto che le urla provenivano dalla cabina armadio.
Aprii la porta e...
Venni scaraventato sulla parete opposta da un fiume in piena. Non ebbi nemmeno la possibilità di capire cosa fosse quell'onda anomala. Cercai Alice e la trovai a testa in giù sul letto.
“Tesoro! Alice, che succede? Tutto ok?”
Rideva.
Allarmato mi avvicinai a lei per capire le sue condizioni ma non sembrava avere niente di grave.
“Alice?” Lei rideva sempre di più.
Mi guardai intorno e capii cosa era quell'onda anomala. Vestiti.
La stanza era sommersa di vestiti.
Alice si ricompose e ne prese uno. “Amore, guarda! È gucci!”
E ridendo sprofondò in quel mare...

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Capitolo 6
*** Crisi d' identità ***


Bella gente, buona sera! È tanto che non mi faccio viva, ma adesso sono qui!
Volevo dirvi che mi fa un immenso piacere leggere i vostri commenti! Siete grandi! Grazie!
Ah, una cosa se qualcuno mi dice come aggiungere delle immagini, avrei qualche disegno riguardo questa ff. Non ne ho mai inserito quindi non so come fare e non ho capito molto dalla guida del sito. Help! Anyway...
Buona lettura! Kisses Tess.


Capitolo 6
“Crisi di identità”

Edward

Osservavo la mia immagine riflessa nello specchio del bagno. Dovevo ammetterlo: era stato veramente difficile indossare quel reggiseno, trovare il gancetto giusto, adattare le bretelline, sopportare i ferretti delle coppe... però una cosa era sicura. Ero veramente ben attrezzata... ATTREZZATO!! Non attrezzata! Attrezza...TO!! Oddio, stavo cominciando a ragionare da donna!
Mi coprii in fretta con la maglietta che avevo preso.
Fuori dalla mia camera c'era un trambusto incredibile. Che stava succedendo? Ma soprattutto...
Quante maledette volte me l'ero posta quella maledetta domanda in quella stramaledetta giornata?!?
I rumori nel corridoio non smettevano e sentii le urla soffocate di Alice. Non ci pensai due volte e aprii la porta della camera.

Jasper

Stavo praticamente sdraiato su quel mare di vestiti incapace di riuscire a muovermi. Alice guardava estasiata quei capi di abbigliamento che erano letteralmente schizzati fuori dall'armadio. Tale armadio sembrava che fosse stato investito da un carro armato o qualcosa del genere.
Venni distratto da dei passi in corridoio. Pensavo che non ci fosse nessuno in casa e mi allarmai.
Lasciai stare Alice ai suoi vestiti e mi diressi in corridoio. Davanti a me si parò una ragazza che appena mi vide si coprì il volto con le mani. Mi guardai accigliato notando che avevo solo l'asciugamano addosso (per giunta mezzo caduto).
Tentai di risistemarmi meglio che potevo.
“Chi sei? Che cosa ci fai in casa mia?!” sbraitai impazzito.
“Jazz, non preoccuparti.” mi disse la ragazza visibilmente scossa. “Dov'è Alice? È tutto ok?”
Tenendomi bene l'asciugamano mi posizionai pronto ad attaccare.
Che ci faceva una vampira estranea, a piedi nudi, con i vestiti di Bella, in casa nostra e che conosceva me ed Alice??
“Alice? Vieni credo di dovermi vestire in fretta” sbottai lanciando un'ultima occhiata alla vampira dai capelli ramati. Entrai in camera e più veloce che potei, indossai un paio di jeans.
Alice stava già cercando di capire se l'intrusa era più o meno pericolosa.
Si fronteggiavano nel corridoio come se fosse un campo di battaglia. Mi accostai ad Alice e guardai l'intrusa. Sentivo le sue emozioni agitate, turbate. C'era qualcosa che non andava.
La vidi prendersi una ciocca di capelli boccolosi e rigirarsela tra le dita oppure passarsi la mano tra i capelli. Non so perchè ma quell'atteggiamento mi era familiare e percepii che la ragazza non era una minaccia. Ma lo stesso non mi fidai.
“Vi prego, lo so che non potrete mai credermi. Ma quanto meno, ascoltate. Sono Edward, vostro fratello.”
Sembrava timida e impacciata. Ma non poteva essere mio fratello. Già il fatto che mi stesse mentendo non lasciava dubbi. Non potevamo fidarci.
“No! Ascoltatemi. È così, sono Edward!” Sembrava supplicante. “Non vi sono capitate cose stranissime oggi?”
Alice indietreggiò di un passò e acciglio lo sguardo. Sembrò concentrarsi su qualcosa.
La ragazza la guardò scandalizzata.
“Questo mai! Come puoi solo pensarlo?!”
Alice sgranò gli occhi. Poi sul suo viso da folletto si presentò un ghigno malevolo.
“Grazie” la ragazza fece una smorfia. “Molto gentile da parte tua”
Alice scoppiò a ridere e saltò al suo collo.
“Oh Edward! Fratellino mio. Sono così contenta! Ma ci pensi? Adesso potrai accompagnarmi a fare shopping senza annoiarti!!”
La vampira alzò gli occhi al cielo e ricambiò il suo abbraccio.
Io rimasi sconcertato sul posto finchè non sentii dei passi strascicati al piano inferiore e la voce di Rosalie che gridava.
“Ragazzi siamo a casa. Venite immediatamente giù.”

Bella

Scavalcai la facciata della grande casa per raggiungere la finestra della camera che dividevo con Edward. Forzai la finestra per entrare e mi diressi immediatamente verso la cabina armadio.
Mi tolsi i vestiti ormai lacerati e cercai tra i vestiti di mio marito qualcosa da mettere.
Presi un paio di jeans chiari, la camicia nera nuova e una cintura di pelle nera prima di dirigermi verso il cassetto della biancheria intima. Evitai i boxer con la scritta “Kiss me” che Emmett gli aveva regalato per Natale e indossai gli abiti. Dio, come era strano.
Andai alla scarpiera e recuperai le Hogan nere di Edward e cercai di infilarmele.
“Mamma, mia! Ma che taglia porta, la 37?!?” Abbandonai le scarpe e tornai a piedi nudi nella stanza da letto. Poggiai sul comodino la piccola fede d'oro che si era spezzata in due quando l'anulare sinistro si era gonfiato in maniera impressionante, adattandosi al nuovo corpo che avevo.
Andai alla finestra ancora aperta e saltai giù cercando di raggiungere il salotto.
Vidi delle persone all'interno che stavano discutendo e con loro c'era un enorme orso bruno che teneva mansueto il muso sul pavimento di marmo.
Rosalie si appoggiava all'orso come se fosse lo schienale di un divano.
Quando raggiunsi Alice e Jasper, mi accorsi che parlavano con una ragazza dai lunghissimi capelli color rame che cadevano in leggeri boccoli lungo la schiena.
Non appena quella si girò rimasi di sasso. Era splendida.
Scossi la testa indignata. Mi mettevo pure a guardare le ragazze! Il mondo era crollato.
I presenti si voltarono tutti verso di me, ma nessuno sembrò incredulo di vedermi.
Alice inarcò le sopracciglia rivolgendomi uno sguardo divertito.
“E tu chi saresti? Bella?” Sorrise ancora più divertita della sua battuta ma non appena vide il mio silenzio il suo sorriso le si congelò sulla faccia.
La ragazza sembrò più sconvolta degli altri.
“Bella?!?” Vidi gli sguardi sconvolti di tutti e annuii sommessamente.
La ragazza rossa si appoggiò al divano prima che le gambe le cedessero.

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Capitolo 7
*** Che disastro... ***


Buon giornooooo ^o^!!! Come va? A me tutto bene! Pronti per un nuovo capitolo? Bene!
Buona lettura!
Aggiungo un link per un disegno che ho fatto riguardo questa fan fiction. Spero vi piaccia.
Ne aggiungerò altri in seguito.
Kisses Tess

http://img29.imageshack.us/img29/6334/spa0083.jpg


Capitolo 7
“Che disastro...”

Bene, stavo realmente cominciando a preoccuparmi.
L'orso alla mia destra si riteneva essere Emmett. Anche i suoi pensieri me lo confermavano.
Rosalie sosteneva che il conto in banca dichiarava il rosso. La fugace visione della scena al centro commerciale nei suoi ricordi era alquanto allarmante.
L'armadio di Alice era letteralmente esploso. Jasper aveva sconsigliato a chiunque di cercare di entrare nella loro camera da letto.
E dulcis in fundo, io presentavo delle sembianze femminili e mia moglie delle sembianze maschili.
E nessuno sapeva dirci come poteva essere accaduto tutto questo!
Sospirai confuso e preoccupato. In casa regnava il silenzio. Eravamo tutti in salotto, chi seduto sul divano, chi passeggiava su e giù per la stanza, chi guardava la televisione.
Lanciai uno sguardo al ragazzo seduto nel divano di fronte a me.
Non riuscivo a sentire i suoi pensieri, conferma che fosse Bella. Ma stentavo a crederci!
Era un bellissimo ragazzo con i capelli neri e scombinati che cascavano sulla fronte e sugli occhi dorati.
Lo vedevo con le braccia appoggiate alle ginocchia che guardava il pavimento di marmo bianco senza distogliere lo sguardo.
In tutti i pensieri dei presenti vorticava una sola domanda: quanto ancora dovevamo aspettarci?
Carlisle, Esme e Renesmee non erano ancora tornati. Aspettavamo tutti il rientro di nostro padre per avere una vaga idea di ciò che era successo.
Chissà se lui ci poteva dare una risposta.
L'orso bruno si alzò dalla sua postazione distesa sul pavimento ai piedi di Rosalie, seduta sul divano, e si avvicinò a quest'ultima appoggiando il muso sulle sue gambe. Rose cominciò a carezzargli il pelo folto e lui chiuse gli occhi in piena goduria.
Alice sedeva a gambe incrociate e cercava di pensare come sistemare tutti quei vestiti nella cabina armadio, già pensava di comprare un armadio nuovo.
Un odore acre raggiunse le mie narici. Insopportabile ma ben noto.
Manco il tempo di sentire il rumore di qualcuno che bussava alla porta d'ingresso che avevo già aperto la porta.
“O porca...! O/////O”
“Buongiorno, Jacob.” salutai cordiale.
Mi guardò stralunato.
“E tu chi saresti?” chiese. “Vampira” storse il naso. “Però, che curve... ^////////^ ”
Alzai gli occhi al cielo e mi spostai per lasciarlo entrare.
“Salve, bella gente! ^O^” salutò entrando in casa.
Rosalie si voltò verso di lui. “Bene, ancora ci mancava il secondo sacco di pulci”
Il grizzly alzò il muso dalle sue gambe e le ringhiò. “Zitto tu! >o<” lo rimbeccò lei e lui tornò col muso in terra e lo sguardo da cane bastonato.
Jacob osservò la scena. “E lui, chi è? La vostra cena? ^__^” Chiese rivolto all'orso il quale riprese a ringhiare nei suoi confronti.
Jacob fece spallucce e si rivolse ad Alice che sedeva per terra appoggiata con la schiena al divano.
“Manca un po' di gente. Dove è Nessie? E Bella?”
Alice alzò lo sguardo verso di lui. “Non la vedi? È davanti a te. -__-”
Il licantropo la guardò ancora più stralunato di prima. Il vampiro, o Bella, se avesse potuto si sarebbe nascosto ancora di più tra i cuscini del divano.
Jacob però non gli rivolse nemmeno uno sguardo. “Alice? Che stai dicendo? o.O?”
“Bah, non la vedi? È lì sul divano” Bella si sarebbe sotterrata.
“Devono avere sbattuto la testa tutti quanti! -__-”pensò Jacob allarmato.
“No, Jacob, non abbiamo sbattuto la testa. Alice sta dicendo il vero.” sbottai io.
Jacob inarcò le sopracciglia accigliato. “Wow. Un altro leggi pensieri? O.O”
“Si, ma... -__-” No, era inutile spiegargli la situazione. Mio Dio, che vergogna.
“1, 3, 5, 7, 11, 13, 17, 19...”
“Che c'entrano i numeri primi!?!” >o<
Rimase basito e a bocca aperta a fissarmi. Poi arrossì ripensando agli apprezzamenti di poco prima.
“Si, decisamente fuori luogo!” sbraitai furibondo.
Bella ci guardò senza comprendere. Mi rivolsi a lei.
“Mi trovava una vampira con delle belle curve!! >O<” urlai inviperito.
Jacob cominciò a disegnare dei cerchietti sul pavimento con la punta della scarpa. Bella invece cominciò a ringhiare con  lo sguardo truce stritolando un cuscino.
Bella gelosa di me?!? O.o? Oh cristo santo...

Jacob

Non ci stavo capendo più nulla. Sul serio! Era un macello! Un orso che mi dissero che era Emmett.
Un vampiro che si trasforma in un orso? Mah...U__U
Edward, a quanto pareva, era quella ragazza dai capelli rossi e ricci, quella vampira mozzafiato.
Eccolo che mi guarda male! Eddina, esci dalla mia testa >O “EDDINA?!? A CHI EDDINA? BRUTTA PALLA DI PELO >O Oh, è incavolato... Preferisci Eddina-puccina?
“NO!” mi sbraitò la rossa. Ok, ok. Il rosso, se no mi uccide.
Il vampiro dai capelli neri, invece, rideva a crepapelle.
“È Bella, idiota” Bè, non capirò come fa ad essere Bella. Né come fa quella ad essere Edward.
Il mondo è pazzo, io l'ho sempre detto!
La porta in quel momento si aprì con uno scatto di chiave ed entrarono Esme Cullen con la mia unica ragione di vita, l'unica cosa sensata e comprensibile in questo disastro, il mio ossigeno, la mia luce e, ammettiamolo, l'unico motivo perchè ero lì in quel momento. Renesmee.
“Jake!!” Mi corse incontro e mi saltò con un balzo al collo.
“Il mio Jake!” cantilenò contenta. “Sei fatto più alto! E io come faccio a giocare con te se tu sei così alto?” Chiese mettendo il broncio.
“Bè, Nessie, lo sai che io cresco molto in fre...” Ma mi bloccai un calore improvviso si fece strada in tutto il mio corpo. Sentii tirare la pelle e i muscoli. Che diamine stava succedendo.
Caddi in terra. La bambina ebbe il tempo di lanciarsi sul pavimento prima che la schiantassi con me a terra. Immaginai di aver sbattuto la testa.
Cominciai a tossire. Avevo prurito alla gola oltre che in tutto il resto del corpo. Avevo capogiri assurdi. Mi sentivo frastornato.
Poi finì.
Respirai profondamente col naso per riprendermi. Sentivo puntati su di me gli occhi di tutti.
Poi Nessie si avvicinò cautamente a me. Era spaventata, incuriosita e che altro?
“Jake?” Chiese titubante.
Mi schiarii la gola per vedere se riuscivo a parlare. Portai la mano davanti la bocca per coprirla mentre tossivo ancora.
Ma la mia mano non era la stessa di qualche minuto fa. La mia mano era piccola e paffuta.
Notai che i vestiti mi stavano enormi e che le persone che erano tutte intorno a me adesso mi sembravano molto più grandi.
“Che succede?” chiesi e per la prima volta sentii la mia voce da quando mi ero sentito male.  “AAAAAAH!” Urlai. “Cos'è questa voce? Perchè... perchè ho... la voce da bambino?”
Tutti si scambiavano sguardi preoccupati. Nessuno sapeva cosa dire.
Alice poi si avvicinò a me e mi prese in braccio.
“Vieni, piccolo Jake. Vediamo se troviamo dei vestiti adatti a te”
Passando per le scale mi vidi riflesso allo specchio.
Appallottolato in una enorme maglietta c'era un bambino di tre anni, con i capelli neri e arruffati e lo sguardo disperato, in braccio alla vampira che in quel momento stava facendo lo slalom attraverso una valanga di vestiti al piano superiore.

Jasper

Non capivo come poteva essere successo. Jacob Black si era trasformato in un bambino proprio davanti i nostri occhi. Eravamo tutti sotto shock. Sentivo le emozioni di tutti i presenti.
Come... Come era successo? L'armadio di Alice, Emmett, la carta di credito di Rosalie, Edward e Bella e adesso Jacob Black! Quale era il meccanismo per cui accadevano queste cose?
Qualcosa non andava per il verso giusto. Ma cosa?!?
Dannazione!
Ma quando sarebbe arrivato Carlisle? Chissà perchè ognuno di noi confidava nella presenza del nostro capo e padre a tutti gli effetti.
Uscii dal salotto dirigendomi in giardino. Che situazione insostenibile.
Cadeva la pioggia. In men che non si dica mi ritrovai con i vestiti zuppi e inzaccherati. Bene! Oltre il danno, la beffa!
E ora che altro sarebbe successo?

Bella

Non riuscivo a crederci. Jake... un bambino! Ma come era successo?!?
Che giornata...
Tutto era andato sotto sopra. Senza un reale motivo tutto era andato a rotoli.
Vidi con la coda dell'occhio Jasper che usciva dal salotto scuotendo il capo. Eravamo tutti preoccupati. Cos'altro sarebbe successo? Non bastava tutto quello che era capitato durante tutta la giornata?
Lanciai un occhiata alla vampira dai capelli rossi a boccoli che diceva di essere Edward.
Bè, come dubitare? Dopo una giornata così crederei anche alle fate, ai folletti, ai draghi e quant'altro.
Però Jacob aveva ragione. Che curve!!! Deglutii a fatica un fiotto di veleno che aveva fatto capolino nella mia bocca. Niente, non potevo farci nulla. Ero un uomo e in quanto tale mi comportavo e ragionavo di conseguenza. Potevo definirmi gay? No, in fondo ero un maschio... Oddio, che vergogna...
Ma tutti i miei pensieri furono attratti da un urlo terrificante proveniente da giardino.
Preoccupati, ci guardammo uno per uno, tutti i presenti. Cosa era successo ancora?!?

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Capitolo 8
*** Ironia della sorte ***


Saaaaaaaaaaaalve a tutti!! Chiedo venia per il ritardo! Ma ora sono qui! Poche parole prima del capitolo. Un grazie infinito per i bellissimi commenti! Mi riempite ogni volta di un immensa felicità! Purtroppo non riesco a rispondere a tutti.
(Unica nota per missele: mi farebbe molto piacere che tu mi faccia un tuo disegno!! Ne aspetto uno al più presto!)
Stavolta non ho potuto fare un disegno per mancanza di tempo. Ma la prossima volta prometto che inserirò un disegno come nel capitolo precedente.
Un immenso bacione a tutti e buona lettura!
Kisses Tess


Capitolo 9
“Ironia della sorte”

Esme

Entrando in casa nostra si capiva che c'era una sorta di tacito disagio che accomunava consapevolmente tutti i presenti. Non appena avvertii quel disagio divenne parte di me. Davanti a me si parò una scena incomprensibile. Riconoscevo solo Alice, Rosalie e Jasper. Due perfetti sconosciuti che si lanciavano sguardi e occhiate furtive, sedevano ai due angoli opposti del divano.
Un orso bruno enorme oziava beatamente sul tappeto persiano comprato il mese precedente. Alice teneva tra le braccia un bambino di appena tre anni portandolo al piano superiore. Sul pavimento inoltre giacevano dei vestiti appallottolati, che dall'odore li riconobbi appartenenti al licantropo Jacob Black. Ma di Black nessuna traccia.
Inoltre Nessie avrebbe voluto passare il pomeriggio con i suoi genitori, i quali non erano presenti.
Questa situazione mi allarmò tanto quanto mi fecero ammutolire le espressioni degli attuali abitanti del mio soggiorno.
Preoccupazione.
Tutti guardavano il bambino appena salito tra le braccia di Alice come se fosse stato un alieno. Rosalie non ostentava più la sua indifferenza o la sua superiorità. Era agghiacciata come tutti gli altri. Ma Jasper mi sembrò quello messo peggio di tutti.
Se i presenti erano preoccupati, lui era sul punto di un crollo di nervi. Come se si aspettasse la disgrazia da un  momento all'altro.
Questo mi fece credere che oltre ciò che vedevo c'era molto altro. Quando uscì scuotendo il capo con tutte le sue energie, mi sembrò trascurato e poco curato, come se la giornata lo avesse sfiancato più degli altri. Mi augurai che qualunque cosa fosse successa in casa mia, Jasper potesse trovare sollievo.
Poi Jasper urlò.

Edward

Avevo paura a varcare quella soglia. Il terrore di scoprire che cosa fosse successo per l'ennesima volta in quella terrificante giornata, premeva con tutta la sua potenza.
L'urlo che aveva lanciato qualcuno, presumibilmente Jasper, dal prato antistante la casa, ci aveva congelato tutti quanti sul posto, come tante statue di marmo, un ragguardevole tributo a tutti gli scultori dell'età classica. Chi entrava nel salotto di casa nostra, poteva credere seriamente di essere entrato nella zona dei “marmi di Elgin” nel British Musem, dove sono presenti alcune sculture sottratte al Partenone.
Nonostante la paura folle di avere la conferma che qualcos'altro era accaduto, mi rendevo conto che  non potevamo non verificare.
Emmett, versione orso bruno, cominciò a strisciare il muso sulla porta, cercando in tutti i modi di attirare la nostra attenzione su ciò che dovevamo realmente fare.
Quando con gli artigli lasciò una zampata feroce sulla porta, mi decisi di intervenire.
La porta si aprì e i presenti si affacciarono oltre le mie spalle per vedere. La scena che si parò davanti i nostri occhi fu contemporaneamente ridicola e allarmante.
Jasper era inginocchiato sull'erba del prato intento a dondolare col busto avanti e indietro accompagnando i suoi movimenti con un lamento affranto e disperato.
Già il fatto di vedere Jasper in quelle condizioni era preoccupante. La sua tristezza si propagava attorno a lui come una sfera radioattiva che ci contagiava. Sentii il grizzly uggiolare tristemente sulla soglia.
Jasper, pur avendo sempre manipolato le emozioni altrui, non aveva mai mostrato eccessivamente le proprie. Vederlo così affranto e disperato, in un'altra giornata, mi avrebbe fatto ridere come un deficiente. Quel giorno invece mi preoccupava come avere visto la cosa più pericolosa al mondo.
Non era normale.
Si sentiva nell'aria attorno a noi, come una sfera di disgrazia che avvolgeva le nostre vite.
Alice raggiunse la piccola folla ammutolita davanti la porta. Io cercai di sondare la mente di mio fratello per capire cosa lo angosciava ma trovai stranamente i suoi pensieri intrisi solo di disperazione.
“Jazz! Tesoro... Cosa ti è successo?” L'allarme nella voce di Alice era ben evidente.
Il marito si limitò ad appoggiarsi con la fronte sul suo petto, continuando a dondolarsi su e giù.
“Jasper?” Chiese preoccupata Rosalie.
I singhiozzi continuarono ininterrotti. Quando si tranquillizzò abbastanza da essere capace di parlare si sollevò guardando affranto la moglie.
“Alice...” sussurrò con la voce spezzata.
“Si, Jazz, dimmi tutto” gli rispose lei incoraggiandolo.
“Alice...” Continuò lui. “Alice... io...”
“Calmati tesoro. È tutto a posto. Dimmi cosa ti è successo.”
Lui guardò la moglie. Aveva la perfetta aria da cane bastonato.
Prese un profondo respiro e cercò di mantenere un certo autocontrollo. Mi sembrò la lieve calma prima della bufera.
“Io... io... MI SI E'SPEZZATA UN UNGHIA!!!”
E con il sangue che mi si era congelato nelle vene, io decretai che più in basso di così, potevamo solo raschiare il fondo dal basso verso l'alto. Eravamo più in basso del basso.

Bella

La situazione poteva solo considerarsi disperata. Non c'era altro modo per definirla.
Poteva anche sembrare ridicola. Ma stranamente nessuno aveva la voglia di ridere.
Oltretutto avrei scommesso che il primo che avesse cercato di ridere per la nostra disgrazia avrebbe rischiato di fare il ruolo del combustibile per accendere un fuoco. Un bel falò di primavera.
Il sole stava calando dietro le colline. Aspettavamo tutti Carisle.
I bambini (in quale altra maniera potevamo definirli?) costruivano una torre di carte, già alta quasi un metro, sul pavimento del salotto davanti a noi.
Alice passeggiava su e giù per il salotto. L'orso occupava tutto lo spazio tra divano e televisore per guardare una partita di Baseball. Rosalie osservava la televisione dal divano e con i piedi accarezzava il pelo folto dell'orso sottostante.
Eravamo inoltre riusciti a convincere Jasper ad entrare in casa e la sua disperazione si era repentinamente trasformata in un narcisismo degno di un foto-modello. La sua vanità arrivava al punto che se passava davanti uno specchio, si sbottonava la camicia per contemplare soddisfatto i suoi addominali. Già più di una volta avevo incocciato Edward (versione Barbie) che sbirciava oltre il pilastro del corridoio, nella sua direzione. La mia occhiata nei suoi confronti fu eloquente.
Nessuno riusciva, però, a capire il collegamento tra tutti questi strani avvenimenti. Impossibile che fossero tutti eventi scinti e autonomi tra loro.
Quale era la causa scatenante? C'era una soluzione a tutto questo?
Sospirai con profonda frustrazione.
L'ennesimo urlo da parte di Jasper non sortì l'attenzione desiderata. Durante la serata aveva urlato non solo per un misero unghio scheggiato, ma anche per cose futili come l'accostamento cromatico dei cuscini sul divano, la mia camicia che usciva dai jeans, i peli di Emmett che si disperdevano sul pavimento immacolato, la decoltè sinistra di Rosalie che riportava un leggero graffio vicino al tacco e una delle due codine dei capelli di Renesmee che rispetto all'altra pendeva leggermente più di lato. Immaginate il suo orrore nell'osservare i vestiti presi a casaccio dal mio armadio da parte di Edward e nel vedere la montagna di vestiti disseminata al piano di sopra dall'armadio esploso. O quanto venerava la figura di Alice, elogiandone l'eleganza e il gusto.
Ovviamente quell'ultimo urlo di Jasper non ci fece sobbalzare sul posto come le volte precedenti.
“Ragazzi! No, questa la dovete proprio vedere! Sono scandalizzato, mio Dio!” ancheggiò fino al centro esatto del salotto. Secondo me aveva cominciato a soffrire di megalomania.
“Che succede tesoro?” Chiese Alice con un sorriso leggermente tirato. Evidentemente non si era abituata a quel comportamento di suo marito.
“Bè, cara, non lo vedi tu stessa?”
“Ma di che diamine sta parlando?” chiesi sconvolta ad Edward. Ora con lei... ehm, pardon... lui riuscivamo a parlare un po' più di prima.
Edward si strinse nelle spalle.
Rosalie aveva la faccia perplessa. Emmett non si degnò di alzare il muso dalla partita in televisione.
“Ma non vedete? È evidente!” sbottò lui indignato.
Io mi imposi l'autocontrollo. Dovevamo mostrarci come minimo interessati alle sue opinioni da divo narcisista e megalomane, altrimenti avrebbe usato il suo potere per infervorirci in un entusiasmante discussione sulla moda attuale. Alice, grazie ad una delle sue visioni, scampò miracolosamente ad un incontrollabile entusiasmo nel voler accompagnarlo a “vedere una cosa” in camera da letto. Non volevo immaginare nemmeno lontanamente le performance di Jasper in quelle condizioni. Mi stupivo pure che avesse mantenuto le sue originali tendenze.
Sorridere e annuire.
“Jasper, dicci cosa ti è capitato questa volta” sorriso di circostanza accettabile, stavo migliorando.
“Non l'avete notato?”
“No, se non ci dici di che si tratta”
“Ma... ma... ho i capelli ondulati!”
Ci scambiammo un occhiata preoccupata. Ma la cosa più preoccupante era che Alice si era avvicinata a lui per sfiorargli i capelli con fare emozionato.
“È vero” sussurrò. “Che è successo ai tuoi capelli?”
A me sembrava che Jasper avesse gli stessi capelli di sempre. Avevo le allucinazioni?
“Ma non capite che significa?” Jasper sembrava emozionato come un bimbo il giorno di Natale.
“No. Illuminaci.” sibilò Edward con la sua voce scampanellante e acuta da soprano.
“Io volevo i capelli ondulati e... adesso ce li ho!”
Di nuovo ci scambiammo un occhiata. Che diavolo stava dicendo quel pazzo affemminato?!?
Poi Alice sussultò come in preda ad una rivelazione. “I desideri!”
“Eh??” fu la mia geniale battuta. Ma perfino Emmett con il suo grugnito sembrò dire la stessa cosa.
“Ma certo! È così ovvio!”
“Tanto ovvio che nessuno di noi ha capito qualcosa di tutto questo!” fu la risposta di Rosalie.
“Spiegaci.” Dissi seccamente ad Alice.
“Bè, io volevo che il mio armadio scoppiasse di vestiti e così è successo! E Rosalie mi ha detto che Emmett avrebbe gradito che lei non riuscisse a pagare al centro commerciale! E lei stessa aveva preferito un orso mansueto e ubbidiente rispetto all'esuberante Emmett, non appena le ha rivelato del suo desiderio appena espresso sulla carta di credito!”
“Ma questo non spiega questi due citrulli qui.” Rosalie indicò scettica me ed Edward.
“Bè in realtà, se questa teoria è vera, la nostra situazione è ben spiegabile...” disse imbarazzato Edward.
“E Jacob che c'entra?” Chiesi io.
Tutti gli sguardi si rivolsero ai due bambini nel pavimento. Nessie era felice come una Pasqua nell'avere un compagno di giochi come non lo era mai stata. Situazione giustificabile anche lì.
“E Jasper?” Chiese Alice con una punta di veleno nella voce. “Chi è che l'ha ridotto così?”
improvvisamente vidi Edward voltarsi con l'espressione sconvolta verso Esme.
“Mamma?!?”


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Capitolo 9
*** Passioni incomprensibili ***


Saaaaaaaaaaalve gente! Quanto tempo! Ma è bello essere di nuovo qui! Ecco per voi un nuovo capitolo spero vi piaccia! Baci Tess
P.S.  Recensiteee!!



Capitolo 10
“Passioni incomprensibili”

Edward

Un disastro, non c'era altro modo per definire la situazione. Però vedevo il mondo da un'altra prospettiva. Jasper versione sex-simbol era affascinante. Certo, egocentrico e vanitoso che al confronto Rosalie era innocente come un agnellino, ma senza dubbio non mi dispiaceva osservare gli addominali scolpiti che spiccavano ogni qual volta si ammirava allo specchio. Le occhiate di Alice e di Bella ( oddio, non potevo realmente credere che quel ragazzo fosse lei!) mi riprendevano ogni volta.
Uffa! Che potevo farci? Ormai ero una donna... Caspita!
Osservai Il ragazzo bruno seduto sul divano. Mi guardava anche lui. L'attrazione tra noi due era palpabile. Mi faceva impressione. I miei istinti mi attiravano come una calamita verso di lui ma la mente mi riportava alla realtà ricordandomi che era una donna anche lei. Non fisicamente, certo.
Ma che potevo fare?! Mi tentava con quelle labbra rosee e piene malgrado i lineamenti virili.
Nella mia testa si formarono i ricordi dei momenti vissuti insieme a Bella. Potenti.
Il suo corpo stretto nel mio, il respiro irregolare, i baci...
Basta! Non era Bella! Era un ragazzo e basta! Ma con quella camicia sbottonata nei primi tre bottoni che scoprivano il petto liscio e bianco...
Scossi la testa mentre mi torcevo le mani tentando di frenare la passione che mi attanagliava nel vederlo così. D'altronde non è l'uomo a fare il primo passo, in genere?
Ma quella era mia moglie!! E l'uomo ero io non lei! Quale primo passo dovevo fare?
Che confusione...
Improvvisamente Jasper mi affiancò e mi carezzò il volto.
“Sento le tue emozioni...” Sussurrò. “Provaci.” Mi sorrise e mi strinse l'occhiolino.
Inarcai le sopracciglia profondamente preoccupato. Sarei arrossito violentemente se fosse stato possibile.
Lanciai un'occhiata al ragazzo... Bella...
Sospirai afflitto.
“Lei sente lo stesso.” Concluse accarezzandomi ancora.
Due ringhi profondi e irritati ci raggiunsero dal salotto.
Incontrai prima gli occhi di Alice. Dai suoi pensieri giungevano tutte le possibili torture nei miei confronti se Jasper non si fosse allontanato immediatamente.
Da Bella invece non veniva nulla ma il suo sguardo era lo stesso di quello di Alice. Era gelosa.
Chinai il capo imbarazzato. Volevo che finisse. Volevo che Bella e io tornassimo normali. Le avrei dimostrato quanto mi era mancata.
Poi pensai sinceramente che mi stavo sbagliando.
Non mi ero innamorato solo della bellezza di Bella, ma di Bella come animo, come gentilezza, come intelligenza, come ingenuità e altruismo.
Amavo Bella perchè era lei e basta. Non mi importava del resto.
Con passo cauto e con il suo sguardo intenso addosso, mi avvicinai a lei.

Bella

La guardavo avvicinarsi. Il mio corpo era scosso da tremori impensabili. La volevo, troppo.
Non potevo negarlo. Odiavo se guardava Jasper. Odiavo se non guardava me.
Lei era Edward. L'uomo che avevo sposato con tutto l'amore di cui il mio cuore era capace.
Poteva essere possibile, pur in una situazione come questa?
Che cosa assurda. E dovevo ammettere che quella mia magliettina gli stava decisamente bene!
Merda! No, Bella. Non lasciarti trascinare in questa situazione già imbarazzante di suo!
Oddio, ma perchè si deve avvicinare così? Si rende conto che è una tentazione solo a guardarla??
Cristo santo, non può venire così vicino, no!
Respira, Bella, rilassati. Tanto verrà per chiederti una cosa innocua, non ti scaldare tanto. Vorrà chiederti che... che pensa che sia una bella giornata, sì, sì. ... Sì?
“Ehm... Bella?”
“Si, Edward?” Deglutii rumorosamente. Meno male che non sono più capace di arrossire.
“Ehm, pensavo se...” Dimmi che pensi sia una bella giornata, ti prego, ti prego, nulla di più, nulla di più...
“Se...?” Lo incoraggiai allarmata e contemporaneamente desiderosa di sentire ancora il suono melodioso della sua voce.
“Se... ti andava di venire a caccia con me.” Disse con una piccola ruga tra le sopracciglia.
Avrei voluto morire così, senza dubbio. Stava in piedi di fronte a me e io le facevo praticamente la radiografia con lo sguardo. Di nuovo deglutii, il pomo di Adamo che mi saltellava nella gola.
Avrei voluto toccarla per capire se fosse reale, oppure no. Dio mio, qualcuno venga a darmi una mano!
Jasper si avvicinò leggermente, con il suo – ormai accertato e stabilito – passo di danza.
Vidi Edward che inarcava leggermente le sopracciglia prima di girarsi poco verso di lui con aria perplessa. “Che...”
Ma non ebbe il tempo di dire altro che me lo ritrovai tra le braccia. Jasper l'aveva spinta su di me. Finimmo entrambi, in un groviglio di braccia e gambe, distesi sul divano.
Non svegliatemi, vi prego, sono in paradiso...
L'uomo dentro di me esultò, fece qualche capriola all'indietro col salto mortale triplo e poi sospirò di meraviglia. La donna invece era più irritata e imbarazzata che altro.
Ci guardammo per un istante infinito negli occhi, oro nell'oro.
Poteva essere possibile? Rimasi immobile, senza respirare, senza parlare.
Poi finalmente lei... (cavolo, di nuovo!) lui si alzò.
Stavo con sguardo vacuo perso nel vuoto. Mille domande mi frullavano in testa. Per la prima volta dopo qualche mese dalla mia trasformazione, aveva bisogno di aria.
“Va bene, andiamo a caccia.” Dissi quasi senza pensarci.
Sotto lo sguardo allibito dei presenti uscimmo nel grande giardino. L'aria pura mi rilassò ma non aiutò a mantenere a mente lucida. Il mondo si stava rovesciando.
Correvamo nella foresta silenziosa. Non avevo sete ma sentivo che era il momento giusto per andare a caccia. Abbondare non fa mai male.
Vidi di sbieco una chioma color bronzo alla mia sinistra, ferma, aveva lasciato che la superassi.
“Edward, che succede?” Chiesi allarmata.
Chinò il capo. Sembrava non riuscisse a parlare.
“Edward?”
Sorrise malinconico. “ Che situazione imbarazzante...” Disse infine.
“A chi lo dici!” Dissi anch'io con un sorrisetto. Lei mi guardò leggermente colpita.
“Che c'è?” chiesi.
Si morse il labbro inferiore. “Ricordi quando mi rimproveravi che abbagliavo le persone?” Non capivo. “Di che parli?”
“Già, forse ti viene difficile ricordare. Eri umana” Sospirò e tentò di riprovarci. “Eravamo in un ristorante a Port Angeles. Mi avevi rimproverato di aver tentato di colpire la cameriera” Sorrise ai suoi pensieri.
Vaghi ricordi si insinuarono nella mia mente. Quasi per chiedere conferma tolsi lo scudo per mostrarglieli.
Una sala piena di tavoli, un separè con un tavolo appartato; il suo sorriso, abbagliante, folgorante, splendido.
“Si...” Disse lui infine contento che avevo ricordato.
“Non ti rendevi conto di aver abbacinato quella povera cameriera!” Dissi stizzita.
Sospirò. “Ora capisco come ti sentivi...”
“Che vuoi dire?” Domandai perplessa. Inoltre ero anche attratta da lui. Volevo andare ad abbracciarlo e stringerlo amorevolmente.
Sorrise. “Io ti abbagliavo, vero?”
“Decisamente...” Risposi guardando altrove.
“Ecco, tu ora abbagli me” Tornai a guardarlo. Non poteva averlo detto. Era la mia immaginazione. Lui provava quello che provavo io? Attrazione pura, folgorante e potente?
Potevamo guardarci dentro la nostra anima, senza guardare i nostri corpi, così cambiati e innaturali?
Provai a immaginare di avere davanti Edward. Bello come un dio pagano della bellezza.
Spettacolo irreale di magnificenza. Tolsi nuovamente lo scudo per mostrargli i miei pensieri. Lo sentii sorridere, pur avendo gli occhi chiusi.
Mi avvicinai lentamente e lui fece lo stesso. Così, con gli occhi chiusi, immersi nei nostri ricordi.
Finchè le mie labbra toccarono le sue.


Carlisle

Ovviamente non potevo provare stanchezza, ma ciondolavo in una sorta di cattivo presentimento.
Sarà stata una botta di pessimismo.
Parcheggiai la Mercedes nel garage, il resto della famiglia era a casa. Lo notai dalla fila di macchine posteggiate accanto alla mia. Non ne mancava una.
Sorrisi mentre scendevo dalla macchina con la ventiquattro ore in mano.
Respirai l'aria intorno. Aria di casa. La mia famiglia era a già riunita. Trovai anche l'odore di Jacob Black, probabilmente in soggiorno. Le scie di Edward e Bella scivolavano lontano nel bosco, probabilmente a caccia. Strano, la loro ultima caccia era stata due giorni prima. Mi strinsi nelle spalle e mi inoltrai nel portico d'ingresso.
La porta si aprì ancor prima di toccare la maniglia.
La facia preoccupata di mia moglie oltre la soglia mi fece allarmare tremendamente.
“Che succede?” Chiesi.
“Guarda tu stesso” rispose lei con aria afflitta.
Già nella mia testa prevedevo quale sorta di terapia medica dovessi proporre a qualcuno. Chi stava male? Fortunatamente avevo tutto il mio occorrente.
Ma ciò che mi si parò davanti non era quello che mi aspettavo.
“Che cosa è successo?” Ero sbalordito, incapace di realizzare se ciò che stavo guardando fosse vero oppure era solo un brutto scherzo della mia immaginazione.
Jasper indossava una camicia rosa e si rimirava allo specchio aggiustandosi i capelli.
Rosalie accarezzava il pelo folto di un orso bruno accucciato sul pavimento davanti a lei. Renesmee giocava con un bambino piccolo e dalla pelle abbronzata. Esme guardava stravolta i presenti. Alice era al piano di sopra, trafficava con alcuni vestiti, dal rumore mi sembravano una montagna, molti più del solito.
Edward e Bella, come previsto, non erano presenti.
Alice da sopra scattò in un secondo fino al mio fianco. “Ciao, papà!” Trillò contenta.
“Qualcuno vuole spiegarmi qualcosa?”
“Oh, sì scusa. Dunque Ognuno di noi, non sapendolo ha espresso un desiderio e quello si è avverato inspiegabilmente! Io ho desiderato una montagna di vestiti, infatti ti consiglio di non salire di sopra; Nessie ha chiesto un amichetto, infatti il cane sta facendo il suo dovere di animale da compagnia” Guardai allarmato il bambino che giocava con Nessie.
“Buona sera, dottor Cullen!” Mi salutò con la manina paffuta e abbronzata. Nessie gli sventolò un giocattolo sotto il naso per attirare la sua attenzione.
“Jake, Jake! Guarda che bella questa bambola! Me l'ha regalata la zia Alice!” strillò sorridendo.
I bambini tornarono a giocare.
Guardai allarmato Alice. “Stai scherzando, spero”
“No, purtroppo no. Ma c'è chi se lapassa peggio. Jasper si crede un sex-simbol e Emmett sputerà palle di pelo per le prossime due settimane.”
“Palle di pelo?”
Mi indicò l'orso bruno ai piedi di Rose.
“Quello è Emmett?!” L'orso mi fissò e mugolò piano sul suo posto prima di riposare di nuovo il muso in terra.
Dovetti aspettare un minuto per riprendermi. “E Edward e Bella?”
“Oh, loro sono i più comici.” Perse per un momento lo sguardo. “Ah. Stanno venendo. Arriveranno tra cinque... quattro... tre... due... uno...”
La porta alle mie spalle si aprì. Un vampiro dai capelli bruni e gli occhi d'oro, e un'altra dalla folta chioma familiarmente bronzea, fecero la loro apparizione nell'ingresso.
“Ciao, papà” Sussurrò la rossa.
“Buona sera, Carlisle.” Disse Il vampiro.
Scossi la testa. “Qualcuno vuole dirmi che diamine succede???”
Jasper si voltò verso di me. “E dai papino caro. Ogni tanto una scossa non ci fa mica male.”
Si animò i capelli con un frullo di dita e svolazzò al fianco di Alice facendole l'occhiolino.
Si decisamente. Qualcosa non andava. E il mio presentimento era azzeccato.



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