Un desiderio per un giorno di tess89 (/viewuser.php?uid=69995)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** Si comincia di mattina ***
Capitolo 3: *** Sorprese ***
Capitolo 4: *** Attenti a cos desidrate!!! ***
Capitolo 5: *** Orsi e vestiti nuovi... per tutti! ***
Capitolo 6: *** Crisi d' identità ***
Capitolo 7: *** Che disastro... ***
Capitolo 8: *** Ironia della sorte ***
Capitolo 9: *** Passioni incomprensibili ***
Capitolo 1 *** Introduzione ***
Signore
e signori! Mi sono stancata di scrivere cose tristi e
malinconiche! Un poco di allegria! Con un pizzico di amore e di follia!
Non significa che mollerò le altre mie storie, ci
mancherebbe ^^”. Ma ho pensato: cosa succederebbe ai nostri
amati vampirelli se per un giorno interminabile un loro desiderio si
realizzasse? Uno e un solo desiderio per un solo giorno... Vedremo cosa
combineranno ^__^! Buona lettura.
Kisses Tess
Introduzione
La notte
era inoltrata. Dalla vetrata del grande salotto penetrava la
luce della luna. Sospirai stancamente. Impossibile ma vero, mi sentivo
spossato come non mai. Con quella giornata terribile anche un vampiro
come me avrebbe desiderato sprofondare su un divano comodo.
Mi girai con lo sguardo rivolto all'interno del salotto. Era un
disastro. Povera Esme, immagino che avremmo dovuto aiutarla a
sistemare.
Ma proprio non ce la facevo e, a dirla tutta, nemmeno lei sembrava
intenzionata a mettersi a lavoro.
Che giornata!
Sperai fortemente che gli effetti di quel disastro incredibile si
fossero dissolti al più presto.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Si comincia di mattina ***
Ho postato subito
il primo capitolo per vedere se poteva interessarvi ^__^!
Buona lettura
Kisses Tess
Capitolo
1
“Si comincia di mattina”
Emmett.
Mi seccava. Mi seccava da morire. Rosalie mi aveva praticamente
costretto a fare il facchino per tutta Seattle alla ricerca dei suoi
adorati vestiti firmati, borsette, scarpe col tacco quindici e compagna
bella.
Amavo Rose profondamente. Ma in momenti come quello mi sarei dato per
latitante.
Ma come non cedere davanti quegli occhi da cerbiattina che mi facevano
impazzire? Inutile negarlo. Rosalie Hale sapeva come comprarmi. Ma
avrei dovuto pensare anch'io a come essere ripagato.
Mi fermai a guardare una vetrina di un negozio di intimo che offriva
merce da definire proibita e fuori commercio. Ma già Rosalie
mi aveva dimostrato molte volte che quelle cose sapeva come indossarle.
Niente, la mia vendetta doveva essere diversa. Rosalie se l'immaginava
che dopo una mattinata in giro per lo shopping avrebbe dovuto fare la
brava mogliettina che adempie ai suoi doveri coniugali. Soprattutto se
aveva molte volte recitato le sue promesse nuziali.
Potevano essere moltiplicati i punti dei doveri coniugali nella lista
di una brava mogliettina qualora quella ti trascini all'altare almeno
una decina di volte in mezzo secolo? Mi augurai di si.
Chi la fa l'aspetti, si dice.
Bella.
Non lo capivo. Proprio non lo sopportavo quando si comportava in quella
maniera. Altro che diciassette anni o centonove, addirittura! Quando
faceva il permaloso, aveva il cervello di un bambino di due anni.
Nemmeno potevo fare il paragone con nostra figlia Renesmee,
perchè lei, a soli pochi mesi di vita, sembrava essere
più matura di lui!
Cosa potevo farci io? Nulla! Sono diventata vampira con annessi e
connessi. Non ha nulla di cui lamentarsi!! E invece che fa? Si lamenta!
Edward era tutta la mia vita, non mi pentirò mai di avere
scelto lui come compagno per l'eternità.
Ma quando è troppo è troppo!
“Non mettermi il broncio, Isabella! Ho ragione e la devi
smettere, di comportarti come una bambina!”Ruggì
lui infuriato. Ci mancava il fumo che usciva dalle narici e un anello
appeso al naso e sarebbe stato un toro perfetto. Attenzione, sarebbe
stato comunque bellissimo...
Ma quando mi chiamava col mio nome per esteso voleva dire che era grave.
“Io bambina?! Ma senti un po' ti pare il caso? Mi sa che il
bambino dei due sei tu!”
Odiavo litigare con lui, ma certe cose se le poteva risparmiare.
Ci trovavamo nella nuova scuola che frequentavamo, nella
città in cui ci eravamo trasferiti.
Ogni tanto tornavamo a Forks per andare a trovare mio padre ma per
questioni logiche avevamo cominciato una nuova vita in un altra
località.
Ovviamente, il primo giorno di scuola, gli occhi di tutti erano puntati
sui nuovi arrivati.
Poteva capitare che qualcuno facesse degli strani pensieri alla vista
di tre belle ragazze.
Che potevo farci io?! Nulla! Ma come lo spiegavo al mio caro maritino
leggi-pensieri un poco geloso?
“Ti ho detto che ti stava mangiando con gli occhi! E per
educazione non ti riferisco che cosa ha pensato!” disse
infine lui. Incrociò le braccia al petto e si diede l'aria
un po' altezzosa. Questo mi fece uscire un poco fuori di senno.
“Senti, lo capisci che non è colpa mia! Blocca un
poco il tuo potere e vedrai che ti calmi! La verità
è che non ti rendi conto di cosa proviamo noi ragazze che
siamo sempre sotto i riflettori di voi maschietti! Vi basta avere una
donna a portata di mano che vi cade sempre l'occhio!!Sai che ti dico mi
piacerebbe che potessi metterti nei panni di una ragazza che deve
subire le radiografie di voi uomini!”
sbottai adirata.
Lo vidi digrignare i denti e dilatare le narici. Di nuovo mi sembrava
di avere davanti un toro.
“E sai che ti dico io? Mi piacerebbe che ti mettessi nei
panni di un ragazzo che deve subire le radigrafie
degli altri uomini
verso propria moglie!”
Mi ero leggermente calmata. Lo sfogo aveva fatto effetto.
“Saresti una bella femminuccia sempre sotto i
riflettori...” dissi sarcastica.
“Saresti un ragazzo con i normali pensierucci che si fanno
questi sbandati nel periodo adolescenziale!”
“Bene.” sbottai irritata.
“Bene!” concluse lui.
E, con i nostri nasini all'insù, procedemmo ognuno verso le
sue lezioni scolastiche.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Sorprese ***
Ecco
a voi un altro capitolo. Spero possa piacervi ^__^!
un solo favore: RECENSITEEEE!
Grazie!
Kisses Tess
Capitolo2
“Sorprese”
Carlisle
Accompagnai la mia cara amica Siobhan alla porta insieme ai suoi
accompagnatori, Liam e Maggie.
La piccola e ricciuta Maggie salutò cordiale la piccola
Renesmee che stava tra le braccia di mia moglie Esme.
“Mi ha fatto davvero piacere che ci siete venuti a
trovare” le dissi gentilmente.
“Mi dispiace di non poter salutare i tuoi ragazzi. Spero si
siano ambientati bene, in questa nuova città.”
disse lei prendendo per mano il suo compagno.
“Me lo auguro. È difficile gestire tutti questi
ragazzi. Mi piacerebbe che ogni loro desiderio venga realizzato
così che possano essere felici.” risposi
sconsolato.
“Mi piacerebbe che fosse così. Chissà
magari riesco a far realizzare questa tua volontà. Devo solo
concentrarmi, no? Vedremo.”
Io e Siobhan scoppiammo a ridere. Nemmeno lei credeva tanto in quella
sua capacità di realizzare le sue volontà se si
concentrava.
La salutai con la mano aspettando che entrassero in macchina e
svoltassero verso la stradina costeggiata dagli alberi.
Chissà. Magari mi aspettava una bella sorpresa.
Edward
Ero furioso. Possibile che non riuscisse a capire?
Bella era testarda. Lo capivo che non era colpa sua se era bellissima
ma detestavo gli occhi e i pensieri di tutti posati su di lei. A
Rosalie ed Alice ci avrebbero pensato i miei fratelli, ma d'altronde
loro non sapevo cosa frullava nella testa di tutti quegli umani.
Mi appoggiai al tronco di un albero cercando di riprendere controllo.
Chiusi gli occhi respirando lentamente.
Immediatamente notai che c'era qualcosa di strano.
Fui invaso da un calore anormale. Un formicolio mi
attraversò la mia pelle fredda e dura.
Mi guardai le mani cercando di capire cosa mi stava succedendo e le
vidi assottigliarsi sempre di più.
Le dita si facevano sottili e aggraziate, le unghia si allungavano con
la punta arrotondata.
I muscoli delle braccia si intorpidirono e si fecero meno possenti.
Notai che la maglietta cominciava a starmi sempre più larga
e anche i pantaloni, pur con la cintura, mi cadevano pesantemente sui
fianchi.
I piedi dentro le scarpe navigavano.
“Ma cosa...” Che diamine stava succedendo?!?
Uno strano prurito alla testa mi indusse a grattarmi la testa e rimasi
sconvolto.
Mi portai una ciocca di capelli sotto gli occhi e la fissai allibito.
Erano lunghi riccioli ramati.
Mi accorsi solo in quel momento di due rigonfiamenti sul petto.
Mi guardai sempre più scioccato le mani e capii.
Erano mani femminili.
Bella
Guardavo il riflesso nello specchio del bagno. Non era possibile. Non
era realmente possibile.
Mi toccai con le mani tremanti lo zigomo scolpito nel mio viso. O il
viso riflesso nello specchio, quello non era il mio viso.
Un indice tozzo e maschile toccò la guancia del volto che
vedevo nello specchio.
Impossibile.
Schiusi le labbra per lo shock. Quella non ero io eppure ogni gesto che
compivo si rifletteva specularmente nello specchio.
Il ragazzo mi ricambiò uno sguardo allibito.
Era un bel volto. Folti capelli neri ricadevano in lunghi ciuffi lisci
sugli occhi ambrati. Dietro la nuca si riducevano in una corta
capigliatura.
Il naso era dritto e perfetto, le sopracciglia inarcate e folte erano
dello stesso nero dei capelli. Le labbra erano piene e rosee.
La carnagione era pallida, segno che ero ancora un vampiro.
I vestiti mi stavano stretti e i jeans risultavano lacerati nelle
cuciture laterali. Dalla magliettina aderente spuntavano due braccia
muscolose e possenti.
Un unica domanda mi frullava in testa. Ma che diavolo era successo?!?
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Attenti a cos desidrate!!! ***
Saaaalve!
Come va bella gente? Che strano, oggi cambio umore a seconda
di quello che scrivo!
Fino a stamattina mi angosciavo dietro Northern Lights ( che strazio
ragazzi ma chi me lo fa fare?!?) e adesso invece rido perchè
cerco di evolvere questa storiella che spero sia simpatica per tutti!
Comunque credo ci sia stato un po' di confusione... Rispondo:
Per hale1843: No, no! A Edward non si è
presentata una tizia
e Bella non vede cose inesistenti! Si sono trasformati lui in una
ragazza e lei in un ragazzo! Ti ricordi cosa si erano detti nel
capitolo precedente? Avevano desiderato l'uno che l'altra potesse
mettersi nei propri panni così per capire come si sarebbero
sentiti! A volte i propri desideri ci si ritorcono contro...
Per martyswancullen94: Sono contenta che ti piaccia
^^. speravo proprio
che risultasse una cosa divertente!
Per cullengirl: L'ho fatto a posta, volevo che si
trovassero in dei
corpi che loro non conoscevano. Però mi sono immaginata la
scena... Io che vedo un'altra me... oddio meglio una sola^^!!!
Kisses Tess
Capitolo
3
“Attenti a cosa desiderate!!!”
Alice
Strano che non ci fosse nessuno in casa. I miei passi risuonavano per
tutto il salotto bianco e immacolato che Esme puliva e rassettava con
tanta cura. Ma dove erano andati a finire tutti?
Punto della situazione: Carlisle è all'ospedale, Edward e
Bella sono a scuola, Esme e Nessie sono al supermercato e Rose ed Em
sono a fare shopping. E Jasper?
Salii le scale perplessa. Eravamo appena tornati dalla caccia, forse si
stava facendo una doccia.
Entrai nella nostra stanza. Uffa, anche io volevo andare a fare
shopping, ma Jasper non mi voleva accompagnare e proprio non avevo
nessuna intenzione di fare il terzo incomodo tra Rose ed Emmett.
Mi girai verso il mio armadio che riempiva già tutta la
stanza dedicata solo a quella funzione.
Oh, quanto desideravo che il mio armadio scoppiasse letteralmente di
vestiti...
Edward
La vibrazione del telefonino dalla mia tasca mi ridestò dai
miei pensieri allarmati. Nel display apparve il numero di Bella.
Rifiutai la chiamata, non era il caso che mia moglie mi vedesse in
quella maniera.
Riposi il cellulare in tasca e cominciai a correre verso casa. Era
successo qualcosa, ne ero sicuro.
E poi dovevo cambiarmi, non potevo certo reggermi i pantaloni mentre
correvo, come stavo facendo in quel preciso momento!
Ma cosa avrei indossato? Vestiti di Bella! Alice le aveva riempito
l'armadio, qualcosa avrei sicuramente trovato!
Oddio, ma come mi ero ridotto...
Bella
Non mi risponde, maledizione!
Riposai il telefonino di nuovo nei jeans attillati, con molta fatica
perchè erano ermai come una seconda pelle per quanto mi
stavano stretti!
Sbuffai impaziente. Cosa stava succedendo? Perchè mi trovavo
nel corpo di un ragazzo?
Sperai che a casa stessero tutti bene. Ma con quale coraggio mi sarei
trovata di fronte a tutti.
Già mi immagino le risate di Emmett. Oddio, non voglio
tornare a casa!!!
Emmett
Porca miseria! Ma quanta roba aveva preso Rosalie? Ne ero sicuro, la
carta di credito che già stava sfoderando davanti la
commessa si sarebbe sentita molto più leggera dopo qualche
minuto.
Già mi aspettavo il messaggino nel cellulare dalla
banca che mi diceva il saldo... Mi ero fatto quella promozione per
vedere quanto spendeva la mia Rose in vestiti. Lei non lo sapeva,
ovviamente, ma questo non mi rincuorava.
Ti prego, fa che non le passi la carta, ti prego fa che ci sia un
guasto o che risulti in rosso, ti prego, qualunque cosa ma Rosalie non
deve poter pagare questo conto così salato...
Biiiiip.
“Signorina mi scusi, ma la carta ha qualche
problema.” Fece la commessa.
No, non ci posso credere...
“Come qualche problema?” si allarmò
Rosalie.
“Si, non viene rilevato alcun conto. Mi spiace non la posso
accettare” le rispose.
“Non è possibile. Riprovi” si
adirò Rosalie.
Biiiiip.
“Niente, mi dispiace. Se vuole paga in contanti”
Rosalie alzò un sopracciglio e si avvicinò la
borsetta firmata. Io osservavo sempre più curioso la scena.
“Non è possibile...” sussurrò
lei.
Apriva e riapriva il borsellino nelle sue mille tasche ma dentro non
c'era nemmeno un centesimo.
“No...” gemette la mia Rose. Io mi sentivo leggero
e sorridente come una piuma. Che sensazione appagante...
“Tesoro, non è che avresti tu qualcosa da
prestarmi?” Non si era mai detto che un Cullen chiede soldi
in prestito a qualcuno. Feci spallucce e presi il borsellino dalla
tasca dei jeans. Mi dispiaceva vedere Rosalie così triste.
Aprii il mio portafogli e scoppiai a ridere.
“Che c'è da ridere?” si
accigliò Rose.
Io non la finivo più di sbellicarmi dalle risate. Non potevo
crederci, non era possibile.
Guardavo il mio portafogli e ridevo ancora di più.
Rosalie si adirò. “Da qua” disse
scippandomi il borsellino dalle mani. Ridevo ancora e risi di
più quando la sentii dire: “È
vuoto!”
La vidi rivolgermi uno sguardo micidiale.
“Perchè ridi? Siamo al verde! Cosa ci trovi da
ridere?!?”
“Amore...” riuscii a dire tra le risate.
“Tesoro... Scusami... Ho desiderato... Non me l'aspettavo!
... Ho desiderato... che non potessi pagare... il conto!”
Fu la mia fine.
“TU!” Sibilò furiosa. “Tu hai
desiderato che non potessi pagare il conto!! Tu sei uno stupido
imbecille! Sei solo un orso! Un orso senza cervello! No, anzi! Un orso
avrebbe più cervello di te! Preferirei un orso a te mille
volte! Stupido, idiota!”
E cominciai a sentire un formicolio accompagnato da uno strano calore
corrermi lungo tutto il corpo...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Orsi e vestiti nuovi... per tutti! ***
Macciaoo!!!
Raga mi sono svegliata ora, che sonno...ma come ogni giorno
sono qui a cercare di scrivere qualcosa...*me sbadiglia* Yaohun...
Volevo inserire qualche immagine, ma non ho ben capito come dovrei
fare... appena la mia mente si illumina inserisco qualche bel disegno!
Kisses Tess
Capitolo 4
“Orsi e vestiti nuovi...per tutti!”
<
Nessie
Prorpio non lo capivo. Che senso aveva andare a fare la spesa quando in
casa non mangiava nessuno? Mi avevano detto che era per le apparenze.
Ma cosa erano le apparenze? Perchè non dovevamo far destare
sospetti a nessuno? Perchè eravamo diversi?
Ero seduta nel carrello della spesa con la nonna Esme che lo spingeva e
ogni tanto si fermava per prendere qualche detersivo o qualche cosa da
mangiare, ma credo che non si interessasse molto del cibo.
Ovvio, non l'avrebbe mangiato lei. Solo a me rifilavano quelle
schifezze, pappe di bimbo. Ma come facevano i bimbi normali a
mangiarle?
Bleah, che schifo...
Ops, ho detto che schifo al cibo. Ora papà si arrabbia...
Lui dice che non si dice schifo al cibo... però
papà non c'è è a scuola. Non
può sapere che l'ho detto! O pensato! Eh eh, ho fatto una
marachella e nessuno può rimproverarmi.
Però se le fai da solo le marachelle non ti diverti... Ecco,
mi piacerebbe avere un bimbo con cui giocare!
Edward
Correvo verso casa facendo attenzione che non mi vedesse nessuno. Mi
ero fatto un ultimo buco alla cintura così che i pantaloni
non mi crollassero alle caviglie.
Che situazione imbarazzante...
Raggiunsi la grande casa a limitare del bosco. Non badai nemmeno di
vedere se c'era qualcuno. Ero impacciato anche nella corsa, non avevo
la stessa velocità di prima.
Mi ritrovai davanti la porta della nostra stanza da letto e senza
indugi entrai.
Al posto di dirigermi verso la mia parte d'armadio cercai quella di mia
moglie.
Sperai che quella situazione si potesse risolvere al più
presto altrimenti Bella mi avrebbe visto per la prima volta vestito con
i suoi indumenti.
Presi tra le mani una maglietta e un paio di pantaloni. La gonna non mi
sarei azzardato a indossarla.
Poi aprii un cassetto che mai nella mia vita avrei immaginato di dover
necessariamente aprire.
“Perdonami, Bella” gemetti prendendo tra le mani un
completino intimo a fiocchetti rossi.
Mi diressi orripilato in bagno pronto per indossare quella tortura.
Rosalie
“Non lamentarti!” gridai ad Emmett che strisciava
le zampone artigliate alla mia destra.
Lui emise un grugnito degno di un grizzly e tornò col muso
sul terreno.
Cosa ci stava succedendo? Il conto bancario in verde, Emmett un orso...
Qualcosa non quadrava...
Attraversavamo il bosco in direzione di casa, sperando che Carlisle
sapesse trovare una soluzione a quel pasticcio.
“E corri più veloce, Em!” sbottai
seccata. Lui rispose ringhiandomi contro.
Scossi il capo sbuffando. Dio mio, ma che stava capitando?
Jasper
Uscii dalla doccia e mi avvolsi nell'asciugamano. Ne presi un altro per
strofinarmi i capelli bagnati e andai verso la camera da letto che
dividevo con Alice.
Un rumore strano proveniva dalla camera di Edward e Bella. Ma non erano
a scuola?
Mi avvicinai alla loro porta ma un urlo disperato mi
richiamò.
“Jas... Jasper! Aiut...”
Alice?!? Che stava succedendo?
Aprii di scatto la porta della camera e mi resi conto che le urla
provenivano dalla cabina armadio.
Aprii la porta e...
Venni scaraventato sulla parete opposta da un fiume in piena. Non ebbi
nemmeno la possibilità di capire cosa fosse quell'onda
anomala. Cercai Alice e la trovai a testa in giù sul letto.
“Tesoro! Alice, che succede? Tutto ok?”
Rideva.
Allarmato mi avvicinai a lei per capire le sue condizioni ma non
sembrava avere niente di grave.
“Alice?” Lei rideva sempre di più.
Mi guardai intorno e capii cosa era quell'onda anomala. Vestiti.
La stanza era sommersa di vestiti.
Alice si ricompose e ne prese uno. “Amore, guarda!
È gucci!”
E ridendo sprofondò in quel mare...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Crisi d' identità ***
Bella
gente, buona sera! È tanto che non mi faccio viva, ma
adesso sono qui!
Volevo dirvi che mi fa un immenso piacere leggere i vostri commenti!
Siete grandi! Grazie!
Ah, una cosa se qualcuno mi dice come aggiungere delle immagini, avrei
qualche disegno riguardo questa ff. Non ne ho mai inserito quindi non
so come fare e non ho capito molto dalla guida del sito. Help! Anyway...
Buona lettura! Kisses Tess.
Capitolo 6
“Crisi di identità”
Edward
Osservavo la mia immagine riflessa nello specchio del bagno. Dovevo
ammetterlo: era stato veramente difficile indossare quel reggiseno,
trovare il gancetto giusto, adattare le bretelline, sopportare i
ferretti delle coppe... però una cosa era sicura. Ero
veramente ben attrezzata... ATTREZZATO!! Non attrezzata!
Attrezza...TO!! Oddio, stavo cominciando a ragionare da donna!
Mi coprii in fretta con la maglietta che avevo preso.
Fuori dalla mia camera c'era un trambusto incredibile. Che stava
succedendo? Ma soprattutto...
Quante maledette volte me l'ero posta quella maledetta domanda in
quella stramaledetta giornata?!?
I rumori nel corridoio non smettevano e sentii le urla soffocate di
Alice. Non ci pensai due volte e aprii la porta della camera.
Jasper
Stavo praticamente sdraiato su quel mare di vestiti incapace di
riuscire a muovermi. Alice guardava estasiata quei capi di
abbigliamento che erano letteralmente schizzati fuori dall'armadio.
Tale armadio sembrava che fosse stato investito da un carro armato o
qualcosa del genere.
Venni distratto da dei passi in corridoio. Pensavo che non ci fosse
nessuno in casa e mi allarmai.
Lasciai stare Alice ai suoi vestiti e mi diressi in corridoio. Davanti
a me si parò una ragazza che appena mi vide si
coprì il volto con le mani. Mi guardai accigliato notando
che avevo solo l'asciugamano addosso (per giunta mezzo caduto).
Tentai di risistemarmi meglio che potevo.
“Chi sei? Che cosa ci fai in casa mia?!” sbraitai
impazzito.
“Jazz, non preoccuparti.” mi disse la ragazza
visibilmente scossa. “Dov'è Alice? È
tutto ok?”
Tenendomi bene l'asciugamano mi posizionai pronto ad attaccare.
Che ci faceva una vampira estranea, a piedi nudi, con i vestiti di
Bella, in casa nostra e che conosceva me ed Alice??
“Alice? Vieni credo di dovermi vestire in fretta”
sbottai lanciando un'ultima occhiata alla vampira dai capelli ramati.
Entrai in camera e più veloce che potei, indossai un paio di
jeans.
Alice stava già cercando di capire se l'intrusa era
più o meno pericolosa.
Si fronteggiavano nel corridoio come se fosse un campo di battaglia. Mi
accostai ad Alice e guardai l'intrusa. Sentivo le sue emozioni agitate,
turbate. C'era qualcosa che non andava.
La vidi prendersi una ciocca di capelli boccolosi e rigirarsela tra le
dita oppure passarsi la mano tra i capelli. Non so perchè ma
quell'atteggiamento mi era familiare e percepii che la ragazza non era
una minaccia. Ma lo stesso non mi fidai.
“Vi prego, lo so che non potrete mai credermi. Ma quanto
meno, ascoltate. Sono Edward, vostro fratello.”
Sembrava timida e impacciata. Ma non poteva essere mio fratello.
Già il fatto che mi stesse mentendo non lasciava dubbi. Non
potevamo fidarci.
“No! Ascoltatemi. È così, sono
Edward!” Sembrava supplicante. “Non vi sono
capitate cose stranissime oggi?”
Alice indietreggiò di un passò e acciglio lo
sguardo. Sembrò concentrarsi su qualcosa.
La ragazza la guardò scandalizzata.
“Questo mai! Come puoi solo pensarlo?!”
Alice sgranò gli occhi. Poi sul suo viso da folletto si
presentò un ghigno malevolo.
“Grazie” la ragazza fece una smorfia.
“Molto gentile da parte tua”
Alice scoppiò a ridere e saltò al suo collo.
“Oh Edward! Fratellino mio. Sono così contenta! Ma
ci pensi? Adesso potrai accompagnarmi a fare shopping senza
annoiarti!!”
La vampira alzò gli occhi al cielo e ricambiò il
suo abbraccio.
Io rimasi sconcertato sul posto finchè non sentii dei passi
strascicati al piano inferiore e la voce di Rosalie che gridava.
“Ragazzi siamo a casa. Venite immediatamente
giù.”
Bella
Scavalcai la facciata della grande casa per raggiungere la finestra
della camera che dividevo con Edward. Forzai la finestra per entrare e
mi diressi immediatamente verso la cabina armadio.
Mi tolsi i vestiti ormai lacerati e cercai tra i vestiti di mio marito
qualcosa da mettere.
Presi un paio di jeans chiari, la camicia nera nuova e una cintura di
pelle nera prima di dirigermi verso il cassetto della biancheria
intima. Evitai i boxer con la scritta “Kiss me” che
Emmett gli aveva regalato per Natale e indossai gli abiti. Dio, come
era strano.
Andai alla scarpiera e recuperai le Hogan nere di Edward e cercai di
infilarmele.
“Mamma, mia! Ma che taglia porta, la 37?!?”
Abbandonai le scarpe e tornai a piedi nudi nella stanza da letto.
Poggiai sul comodino la piccola fede d'oro che si era spezzata in due
quando l'anulare sinistro si era gonfiato in maniera impressionante,
adattandosi al nuovo corpo che avevo.
Andai alla finestra ancora aperta e saltai giù cercando di
raggiungere il salotto.
Vidi delle persone all'interno che stavano discutendo e con loro c'era
un enorme orso bruno che teneva mansueto il muso sul pavimento di marmo.
Rosalie si appoggiava all'orso come se fosse lo schienale di un divano.
Quando raggiunsi Alice e Jasper, mi accorsi che parlavano con una
ragazza dai lunghissimi capelli color rame che cadevano in leggeri
boccoli lungo la schiena.
Non appena quella si girò rimasi di sasso. Era splendida.
Scossi la testa indignata. Mi mettevo pure a guardare le ragazze! Il
mondo era crollato.
I presenti si voltarono tutti verso di me, ma nessuno sembrò
incredulo di vedermi.
Alice inarcò le sopracciglia rivolgendomi uno sguardo
divertito.
“E tu chi saresti? Bella?” Sorrise ancora
più divertita della sua battuta ma non appena vide il mio
silenzio il suo sorriso le si congelò sulla faccia.
La ragazza sembrò più sconvolta degli altri.
“Bella?!?” Vidi gli sguardi sconvolti di tutti e
annuii sommessamente.
La ragazza rossa si appoggiò al divano prima che le gambe le
cedessero.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Che disastro... ***
Buon
giornooooo ^o^!!! Come va? A me tutto bene! Pronti per un nuovo
capitolo? Bene!
Buona lettura!
Aggiungo un link per un disegno che ho fatto riguardo questa fan
fiction. Spero vi piaccia.
Ne aggiungerò altri in seguito.
Kisses Tess
http://img29.imageshack.us/img29/6334/spa0083.jpg
Capitolo 7
“Che disastro...”
Bene, stavo realmente cominciando a preoccuparmi.
L'orso alla mia destra si riteneva essere Emmett. Anche i suoi pensieri
me lo confermavano.
Rosalie sosteneva che il conto in banca dichiarava il rosso. La fugace
visione della scena al centro commerciale nei suoi ricordi era alquanto
allarmante.
L'armadio di Alice era letteralmente esploso. Jasper aveva sconsigliato
a chiunque di cercare di entrare nella loro camera da letto.
E dulcis in fundo, io presentavo delle sembianze femminili e mia moglie
delle sembianze maschili.
E nessuno sapeva dirci come poteva essere accaduto tutto questo!
Sospirai confuso e preoccupato. In casa regnava il silenzio. Eravamo
tutti in salotto, chi seduto sul divano, chi passeggiava su e
giù per la stanza, chi guardava la televisione.
Lanciai uno sguardo al ragazzo seduto nel divano di fronte a me.
Non riuscivo a sentire i suoi pensieri, conferma che fosse Bella. Ma
stentavo a crederci!
Era un bellissimo ragazzo con i capelli neri e scombinati che cascavano
sulla fronte e sugli occhi dorati.
Lo vedevo con le braccia appoggiate alle ginocchia che guardava il
pavimento di marmo bianco senza distogliere lo sguardo.
In tutti i pensieri dei presenti vorticava una sola domanda: quanto
ancora dovevamo aspettarci?
Carlisle, Esme e Renesmee non erano ancora tornati. Aspettavamo tutti
il rientro di nostro padre per avere una vaga idea di ciò
che era successo.
Chissà se lui ci poteva dare una risposta.
L'orso bruno si alzò dalla sua postazione distesa sul
pavimento ai piedi di Rosalie, seduta sul divano, e si
avvicinò a quest'ultima appoggiando il muso sulle sue gambe.
Rose cominciò a carezzargli il pelo folto e lui chiuse gli
occhi in piena goduria.
Alice sedeva a gambe incrociate e cercava di pensare come sistemare
tutti quei vestiti nella cabina armadio, già pensava di
comprare un armadio nuovo.
Un odore acre raggiunse le mie narici. Insopportabile ma ben noto.
Manco il tempo di sentire il rumore di qualcuno che bussava alla porta
d'ingresso che avevo già aperto la porta.
“O porca...! O/////O”
“Buongiorno, Jacob.” salutai cordiale.
Mi guardò stralunato.
“E tu chi saresti?” chiese.
“Vampira” storse il naso.
“Però, che curve... ^////////^ ”
Alzai gli occhi al cielo e mi spostai per lasciarlo entrare.
“Salve, bella gente! ^O^” salutò
entrando in casa.
Rosalie si voltò verso di lui. “Bene, ancora ci
mancava il secondo sacco di pulci”
Il grizzly alzò il muso dalle sue gambe e le
ringhiò. “Zitto tu! >o<”
lo rimbeccò lei e lui tornò col muso in terra e
lo sguardo da cane bastonato.
Jacob osservò la scena. “E lui, chi è?
La vostra cena? ^__^” Chiese rivolto all'orso il quale
riprese a ringhiare nei suoi confronti.
Jacob fece spallucce e si rivolse ad Alice che sedeva per terra
appoggiata con la schiena al divano.
“Manca un po' di gente. Dove è Nessie? E
Bella?”
Alice alzò lo sguardo verso di lui. “Non la vedi?
È davanti a te. -__-”
Il licantropo la guardò ancora più stralunato di
prima. Il vampiro, o Bella, se avesse potuto si sarebbe nascosto ancora
di più tra i cuscini del divano.
Jacob però non gli rivolse nemmeno uno sguardo.
“Alice? Che stai dicendo? o.O?”
“Bah, non la vedi? È lì sul
divano” Bella si sarebbe sotterrata.
“Devono avere sbattuto la testa tutti quanti!
-__-”pensò Jacob allarmato.
“No, Jacob, non abbiamo sbattuto la testa. Alice sta dicendo
il vero.” sbottai io.
Jacob inarcò le sopracciglia accigliato. “Wow.
Un
altro leggi pensieri? O.O”
“Si, ma... -__-” No, era inutile
spiegargli la
situazione. Mio Dio, che vergogna.
“1, 3, 5, 7, 11, 13, 17, 19...”
“Che c'entrano i numeri primi!?!”
>o<
Rimase basito e a bocca aperta a fissarmi. Poi arrossì
ripensando agli apprezzamenti di poco prima.
“Si, decisamente fuori luogo!” sbraitai furibondo.
Bella ci guardò senza comprendere. Mi rivolsi a lei.
“Mi trovava una vampira con delle belle curve!!
>O<” urlai inviperito.
Jacob cominciò a disegnare dei cerchietti sul pavimento con
la punta della scarpa. Bella invece cominciò a ringhiare
con lo sguardo truce stritolando un cuscino.
Bella gelosa di me?!? O.o? Oh cristo santo...
Jacob
Non ci stavo capendo più nulla. Sul serio! Era un macello!
Un orso che mi dissero che era Emmett.
Un vampiro che si trasforma in un orso? Mah...U__U
Edward, a quanto pareva, era quella ragazza dai capelli rossi e ricci,
quella vampira mozzafiato.
Eccolo che mi guarda male! Eddina, esci dalla mia testa
>O
“EDDINA?!? A CHI EDDINA? BRUTTA PALLA DI PELO
>O
Oh, è incavolato... Preferisci Eddina-puccina?
“NO!” mi sbraitò la rossa. Ok, ok. Il
rosso, se no mi uccide.
Il vampiro dai capelli neri, invece, rideva a crepapelle.
“È Bella, idiota” Bè, non
capirò come fa ad essere Bella. Né come fa quella
ad essere Edward.
Il mondo è pazzo, io l'ho sempre detto!
La porta in quel momento si aprì con uno scatto di chiave ed
entrarono Esme Cullen con la mia unica ragione di vita, l'unica cosa
sensata e comprensibile in questo disastro, il mio ossigeno, la mia
luce e, ammettiamolo, l'unico motivo perchè ero
lì in quel momento. Renesmee.
“Jake!!” Mi corse incontro e mi saltò
con un balzo al collo.
“Il mio Jake!” cantilenò contenta.
“Sei fatto più alto! E io come faccio a giocare
con te se tu sei così alto?” Chiese mettendo il
broncio.
“Bè, Nessie, lo sai che io cresco molto in
fre...” Ma mi bloccai un calore improvviso si fece strada in
tutto il mio corpo. Sentii tirare la pelle e i muscoli. Che diamine
stava succedendo.
Caddi in terra. La bambina ebbe il tempo di lanciarsi sul pavimento
prima che la schiantassi con me a terra. Immaginai di aver sbattuto la
testa.
Cominciai a tossire. Avevo prurito alla gola oltre che in tutto il
resto del corpo. Avevo capogiri assurdi. Mi sentivo frastornato.
Poi finì.
Respirai profondamente col naso per riprendermi. Sentivo puntati su di
me gli occhi di tutti.
Poi Nessie si avvicinò cautamente a me. Era spaventata,
incuriosita e che altro?
“Jake?” Chiese titubante.
Mi schiarii la gola per vedere se riuscivo a parlare. Portai la mano
davanti la bocca per coprirla mentre tossivo ancora.
Ma la mia mano non era la stessa di qualche minuto fa. La mia mano era
piccola e paffuta.
Notai che i vestiti mi stavano enormi e che le persone che erano tutte
intorno a me adesso mi sembravano molto più grandi.
“Che succede?” chiesi e per la prima volta sentii
la mia voce da quando mi ero sentito male.
“AAAAAAH!” Urlai. “Cos'è
questa voce? Perchè... perchè ho... la voce da
bambino?”
Tutti si scambiavano sguardi preoccupati. Nessuno sapeva cosa dire.
Alice poi si avvicinò a me e mi prese in braccio.
“Vieni, piccolo Jake. Vediamo se troviamo dei vestiti adatti
a te”
Passando per le scale mi vidi riflesso allo specchio.
Appallottolato in una enorme maglietta c'era un bambino di tre anni,
con i capelli neri e arruffati e lo sguardo disperato, in braccio alla
vampira che in quel momento stava facendo lo slalom attraverso una
valanga di vestiti al piano superiore.
Jasper
Non capivo come poteva essere successo. Jacob Black si era trasformato
in un bambino proprio davanti i nostri occhi. Eravamo tutti sotto
shock. Sentivo le emozioni di tutti i presenti.
Come... Come era successo? L'armadio di Alice, Emmett, la carta di
credito di Rosalie, Edward e Bella e adesso Jacob Black! Quale era il
meccanismo per cui accadevano queste cose?
Qualcosa non andava per il verso giusto. Ma cosa?!?
Dannazione!
Ma quando sarebbe arrivato Carlisle? Chissà
perchè ognuno di noi confidava nella presenza del nostro
capo e padre a tutti gli effetti.
Uscii dal salotto dirigendomi in giardino. Che situazione
insostenibile.
Cadeva la pioggia. In men che non si dica mi ritrovai con i vestiti
zuppi e inzaccherati. Bene! Oltre il danno, la beffa!
E ora che altro sarebbe successo?
Bella
Non riuscivo a crederci. Jake... un bambino! Ma come era successo?!?
Che giornata...
Tutto era andato sotto sopra. Senza un reale motivo tutto era andato a
rotoli.
Vidi con la coda dell'occhio Jasper che usciva dal salotto scuotendo il
capo. Eravamo tutti preoccupati. Cos'altro sarebbe successo? Non
bastava tutto quello che era capitato durante tutta la giornata?
Lanciai un occhiata alla vampira dai capelli rossi a boccoli che diceva
di essere Edward.
Bè, come dubitare? Dopo una giornata così
crederei anche alle fate, ai folletti, ai draghi e quant'altro.
Però Jacob aveva ragione. Che curve!!! Deglutii a fatica un
fiotto di veleno che aveva fatto capolino nella mia bocca. Niente, non
potevo farci nulla. Ero un uomo e in quanto tale mi comportavo e
ragionavo di conseguenza. Potevo definirmi gay? No, in fondo ero un
maschio... Oddio, che vergogna...
Ma tutti i miei pensieri furono attratti da un urlo terrificante
proveniente da giardino.
Preoccupati, ci guardammo uno per uno, tutti i presenti. Cosa era
successo ancora?!?
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Ironia della sorte ***
Saaaaaaaaaaaalve
a tutti!! Chiedo venia per il ritardo! Ma ora sono
qui! Poche parole prima del capitolo. Un grazie infinito per i
bellissimi commenti! Mi riempite ogni volta di un immensa
felicità! Purtroppo non riesco a rispondere a tutti.
(Unica nota per missele: mi farebbe molto piacere
che tu mi faccia un
tuo disegno!! Ne aspetto uno al più presto!)
Stavolta non ho potuto fare un disegno per mancanza di tempo. Ma la
prossima volta prometto che inserirò un disegno come nel
capitolo precedente.
Un immenso bacione a tutti e buona lettura!
Kisses Tess
Capitolo 9
“Ironia della sorte”
Esme
Entrando in casa nostra si capiva che c'era una sorta di tacito disagio
che accomunava consapevolmente tutti i presenti. Non appena avvertii
quel disagio divenne parte di me. Davanti a me si parò una
scena incomprensibile. Riconoscevo solo Alice, Rosalie e Jasper. Due
perfetti sconosciuti che si lanciavano sguardi e occhiate furtive,
sedevano ai due angoli opposti del divano.
Un orso bruno enorme oziava beatamente sul tappeto persiano comprato il
mese precedente. Alice teneva tra le braccia un bambino di appena tre
anni portandolo al piano superiore. Sul pavimento inoltre giacevano dei
vestiti appallottolati, che dall'odore li riconobbi appartenenti al
licantropo Jacob Black. Ma di Black nessuna traccia.
Inoltre Nessie avrebbe voluto passare il pomeriggio con i suoi
genitori, i quali non erano presenti.
Questa situazione mi allarmò tanto quanto mi fecero
ammutolire le espressioni degli attuali abitanti del mio soggiorno.
Preoccupazione.
Tutti guardavano il bambino appena salito tra le braccia di Alice come
se fosse stato un alieno. Rosalie non ostentava più la sua
indifferenza o la sua superiorità. Era agghiacciata come
tutti gli altri. Ma Jasper mi sembrò quello messo peggio di
tutti.
Se i presenti erano preoccupati, lui era sul punto di un crollo di
nervi. Come se si aspettasse la disgrazia da un momento
all'altro.
Questo mi fece credere che oltre ciò che vedevo c'era molto
altro. Quando uscì scuotendo il capo con tutte le sue
energie, mi sembrò trascurato e poco curato, come se la
giornata lo avesse sfiancato più degli altri. Mi augurai che
qualunque cosa fosse successa in casa mia, Jasper potesse trovare
sollievo.
Poi Jasper urlò.
Edward
Avevo paura a varcare quella soglia. Il terrore di scoprire che cosa
fosse successo per l'ennesima volta in quella terrificante giornata,
premeva con tutta la sua potenza.
L'urlo che aveva lanciato qualcuno, presumibilmente Jasper, dal prato
antistante la casa, ci aveva congelato tutti quanti sul posto, come
tante statue di marmo, un ragguardevole tributo a tutti gli scultori
dell'età classica. Chi entrava nel salotto di casa nostra,
poteva credere seriamente di essere entrato nella zona dei
“marmi di Elgin” nel British Musem, dove sono
presenti alcune sculture sottratte al Partenone.
Nonostante la paura folle di avere la conferma che qualcos'altro era
accaduto, mi rendevo conto che non potevamo non verificare.
Emmett, versione orso bruno, cominciò a strisciare il muso
sulla porta, cercando in tutti i modi di attirare la nostra attenzione
su ciò che dovevamo realmente fare.
Quando con gli artigli lasciò una zampata feroce sulla
porta, mi decisi di intervenire.
La porta si aprì e i presenti si affacciarono oltre le mie
spalle per vedere. La scena che si parò davanti i nostri
occhi fu contemporaneamente ridicola e allarmante.
Jasper era inginocchiato sull'erba del prato intento a dondolare col
busto avanti e indietro accompagnando i suoi movimenti con un lamento
affranto e disperato.
Già il fatto di vedere Jasper in quelle condizioni era
preoccupante. La sua tristezza si propagava attorno a lui come una
sfera radioattiva che ci contagiava. Sentii il grizzly uggiolare
tristemente sulla soglia.
Jasper, pur avendo sempre manipolato le emozioni altrui, non aveva mai
mostrato eccessivamente le proprie. Vederlo così affranto e
disperato, in un'altra giornata, mi avrebbe fatto ridere come un
deficiente. Quel giorno invece mi preoccupava come avere visto la cosa
più pericolosa al mondo.
Non era normale.
Si sentiva nell'aria attorno a noi, come una sfera di disgrazia che
avvolgeva le nostre vite.
Alice raggiunse la piccola folla ammutolita davanti la porta. Io cercai
di sondare la mente di mio fratello per capire cosa lo angosciava ma
trovai stranamente i suoi pensieri intrisi solo di disperazione.
“Jazz! Tesoro... Cosa ti è successo?”
L'allarme nella voce di Alice era ben evidente.
Il marito si limitò ad appoggiarsi con la fronte sul suo
petto, continuando a dondolarsi su e giù.
“Jasper?” Chiese preoccupata Rosalie.
I singhiozzi continuarono ininterrotti. Quando si
tranquillizzò abbastanza da essere capace di parlare si
sollevò guardando affranto la moglie.
“Alice...” sussurrò con la voce spezzata.
“Si, Jazz, dimmi tutto” gli rispose lei
incoraggiandolo.
“Alice...” Continuò lui.
“Alice... io...”
“Calmati tesoro. È tutto a posto. Dimmi cosa ti
è successo.”
Lui guardò la moglie. Aveva la perfetta aria da cane
bastonato.
Prese un profondo respiro e cercò di mantenere un certo
autocontrollo. Mi sembrò la lieve calma prima della bufera.
“Io... io... MI SI E'SPEZZATA UN UNGHIA!!!”
E con il sangue che mi si era congelato nelle vene, io decretai che
più in basso di così, potevamo solo raschiare il
fondo dal basso verso l'alto. Eravamo più in basso del basso.
Bella
La situazione poteva solo considerarsi disperata. Non c'era altro modo
per definirla.
Poteva anche sembrare ridicola. Ma stranamente nessuno aveva la voglia
di ridere.
Oltretutto avrei scommesso che il primo che avesse cercato di ridere
per la nostra disgrazia avrebbe rischiato di fare il ruolo del
combustibile per accendere un fuoco. Un bel falò di
primavera.
Il sole stava calando dietro le colline. Aspettavamo tutti Carisle.
I bambini (in quale altra maniera potevamo definirli?) costruivano una
torre di carte, già alta quasi un metro, sul pavimento del
salotto davanti a noi.
Alice passeggiava su e giù per il salotto. L'orso occupava
tutto lo spazio tra divano e televisore per guardare una partita di
Baseball. Rosalie osservava la televisione dal divano e con i piedi
accarezzava il pelo folto dell'orso sottostante.
Eravamo inoltre riusciti a convincere Jasper ad entrare in casa e la
sua disperazione si era repentinamente trasformata in un narcisismo
degno di un foto-modello. La sua vanità arrivava al punto
che se passava davanti uno specchio, si sbottonava la camicia per
contemplare soddisfatto i suoi addominali. Già
più di una volta avevo incocciato Edward (versione Barbie)
che sbirciava oltre il pilastro del corridoio, nella sua direzione. La
mia occhiata nei suoi confronti fu eloquente.
Nessuno riusciva, però, a capire il collegamento tra tutti
questi strani avvenimenti. Impossibile che fossero tutti eventi scinti
e autonomi tra loro.
Quale era la causa scatenante? C'era una soluzione a tutto questo?
Sospirai con profonda frustrazione.
L'ennesimo urlo da parte di Jasper non sortì l'attenzione
desiderata. Durante la serata aveva urlato non solo per un misero
unghio scheggiato, ma anche per cose futili come l'accostamento
cromatico dei cuscini sul divano, la mia camicia che usciva dai jeans,
i peli di Emmett che si disperdevano sul pavimento immacolato, la
decoltè sinistra di Rosalie che riportava un leggero graffio
vicino al tacco e una delle due codine dei capelli di Renesmee che
rispetto all'altra pendeva leggermente più di lato.
Immaginate il suo orrore nell'osservare i vestiti presi a casaccio dal
mio armadio da parte di Edward e nel vedere la montagna di vestiti
disseminata al piano di sopra dall'armadio esploso. O quanto venerava
la figura di Alice, elogiandone l'eleganza e il gusto.
Ovviamente quell'ultimo urlo di Jasper non ci fece sobbalzare sul posto
come le volte precedenti.
“Ragazzi! No, questa la dovete proprio vedere! Sono
scandalizzato, mio Dio!” ancheggiò fino al centro
esatto del salotto. Secondo me aveva cominciato a soffrire di
megalomania.
“Che succede tesoro?” Chiese Alice con un sorriso
leggermente tirato. Evidentemente non si era abituata a quel
comportamento di suo marito.
“Bè, cara, non lo vedi tu stessa?”
“Ma di che diamine sta parlando?” chiesi sconvolta
ad Edward. Ora con lei... ehm, pardon... lui riuscivamo a parlare un
po' più di prima.
Edward si strinse nelle spalle.
Rosalie aveva la faccia perplessa. Emmett non si degnò di
alzare il muso dalla partita in televisione.
“Ma non vedete? È evidente!”
sbottò lui indignato.
Io mi imposi l'autocontrollo. Dovevamo mostrarci come minimo
interessati alle sue opinioni da divo narcisista e megalomane,
altrimenti avrebbe usato il suo potere per infervorirci in un
entusiasmante discussione sulla moda attuale. Alice, grazie ad una
delle sue visioni, scampò miracolosamente ad un
incontrollabile entusiasmo nel voler accompagnarlo a “vedere
una cosa” in camera da letto. Non volevo immaginare nemmeno
lontanamente le performance di Jasper in quelle condizioni. Mi stupivo
pure che avesse mantenuto le sue originali tendenze.
Sorridere e annuire.
“Jasper, dicci cosa ti è capitato questa
volta” sorriso di circostanza accettabile, stavo migliorando.
“Non l'avete notato?”
“No, se non ci dici di che si tratta”
“Ma... ma... ho i capelli ondulati!”
Ci scambiammo un occhiata preoccupata. Ma la cosa più
preoccupante era che Alice si era avvicinata a lui per sfiorargli i
capelli con fare emozionato.
“È vero” sussurrò.
“Che è successo ai tuoi capelli?”
A me sembrava che Jasper avesse gli stessi capelli di sempre. Avevo le
allucinazioni?
“Ma non capite che significa?” Jasper sembrava
emozionato come un bimbo il giorno di Natale.
“No. Illuminaci.” sibilò Edward con la
sua voce scampanellante e acuta da soprano.
“Io volevo i capelli ondulati e... adesso ce li ho!”
Di nuovo ci scambiammo un occhiata. Che diavolo stava dicendo quel
pazzo affemminato?!?
Poi Alice sussultò come in preda ad una rivelazione.
“I desideri!”
“Eh??” fu la mia geniale battuta. Ma perfino Emmett
con il suo grugnito sembrò dire la stessa cosa.
“Ma certo! È così ovvio!”
“Tanto ovvio che nessuno di noi ha capito qualcosa di tutto
questo!” fu la risposta di Rosalie.
“Spiegaci.” Dissi seccamente ad Alice.
“Bè, io volevo che il mio armadio scoppiasse di
vestiti e così è successo! E Rosalie mi ha detto
che Emmett avrebbe gradito che lei non riuscisse a pagare al centro
commerciale! E lei stessa aveva preferito un orso mansueto e ubbidiente
rispetto all'esuberante Emmett, non appena le ha rivelato del suo
desiderio appena espresso sulla carta di credito!”
“Ma questo non spiega questi due citrulli qui.”
Rosalie indicò scettica me ed Edward.
“Bè in realtà, se questa teoria
è vera, la nostra situazione è ben
spiegabile...” disse imbarazzato Edward.
“E Jacob che c'entra?” Chiesi io.
Tutti gli sguardi si rivolsero ai due bambini nel pavimento. Nessie era
felice come una Pasqua nell'avere un compagno di giochi come non lo era
mai stata. Situazione giustificabile anche lì.
“E Jasper?” Chiese Alice con una punta di veleno
nella voce. “Chi è che l'ha ridotto
così?”
improvvisamente vidi Edward voltarsi con l'espressione sconvolta verso
Esme.
“Mamma?!?”
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** Passioni incomprensibili ***
Saaaaaaaaaaalve
gente! Quanto tempo! Ma è bello essere di
nuovo qui! Ecco per voi un nuovo capitolo spero vi piaccia! Baci Tess
P.S. Recensiteee!!
Capitolo 10
“Passioni incomprensibili”
Edward
Un disastro, non c'era altro modo per definire la situazione.
Però vedevo il mondo da un'altra prospettiva. Jasper
versione sex-simbol era affascinante. Certo, egocentrico e vanitoso che
al confronto Rosalie era innocente come un agnellino, ma senza dubbio
non mi dispiaceva osservare gli addominali scolpiti che spiccavano ogni
qual volta si ammirava allo specchio. Le occhiate di Alice e di Bella (
oddio, non potevo realmente credere che quel ragazzo fosse lei!) mi
riprendevano ogni volta.
Uffa! Che potevo farci? Ormai ero una donna... Caspita!
Osservai Il ragazzo bruno seduto sul divano. Mi guardava anche lui.
L'attrazione tra noi due era palpabile. Mi faceva impressione. I miei
istinti mi attiravano come una calamita verso di lui ma la mente mi
riportava alla realtà ricordandomi che era una donna anche
lei. Non fisicamente, certo.
Ma che potevo fare?! Mi tentava con quelle labbra rosee e piene
malgrado i lineamenti virili.
Nella mia testa si formarono i ricordi dei momenti vissuti insieme a
Bella. Potenti.
Il suo corpo stretto nel mio, il respiro irregolare, i baci...
Basta! Non era Bella! Era un ragazzo e basta! Ma con quella camicia
sbottonata nei primi tre bottoni che scoprivano il petto liscio e
bianco...
Scossi la testa mentre mi torcevo le mani tentando di frenare la
passione che mi attanagliava nel vederlo così. D'altronde
non è l'uomo a fare il primo passo, in genere?
Ma quella era mia moglie!! E l'uomo ero io non lei! Quale primo passo
dovevo fare?
Che confusione...
Improvvisamente Jasper mi affiancò e mi carezzò
il volto.
“Sento le tue emozioni...” Sussurrò.
“Provaci.” Mi sorrise e mi strinse l'occhiolino.
Inarcai le sopracciglia profondamente preoccupato. Sarei arrossito
violentemente se fosse stato possibile.
Lanciai un'occhiata al ragazzo... Bella...
Sospirai afflitto.
“Lei sente lo stesso.” Concluse accarezzandomi
ancora.
Due ringhi profondi e irritati ci raggiunsero dal salotto.
Incontrai prima gli occhi di Alice. Dai suoi pensieri giungevano tutte
le possibili torture nei miei confronti se Jasper non si fosse
allontanato immediatamente.
Da Bella invece non veniva nulla ma il suo sguardo era lo stesso di
quello di Alice. Era gelosa.
Chinai il capo imbarazzato. Volevo che finisse. Volevo che Bella e io
tornassimo normali. Le avrei dimostrato quanto mi era mancata.
Poi pensai sinceramente che mi stavo sbagliando.
Non mi ero innamorato solo della bellezza di Bella, ma di Bella come
animo, come gentilezza, come intelligenza, come ingenuità e
altruismo.
Amavo Bella perchè era lei e basta. Non mi importava del
resto.
Con passo cauto e con il suo sguardo intenso addosso, mi avvicinai a
lei.
Bella
La guardavo avvicinarsi. Il mio corpo era scosso da tremori
impensabili. La volevo, troppo.
Non potevo negarlo. Odiavo se guardava Jasper. Odiavo se non guardava
me.
Lei era Edward. L'uomo che avevo sposato con tutto l'amore di cui il
mio cuore era capace.
Poteva essere possibile, pur in una situazione come questa?
Che cosa assurda. E dovevo ammettere che quella mia magliettina gli
stava decisamente bene!
Merda! No, Bella. Non lasciarti trascinare in questa situazione
già imbarazzante di suo!
Oddio, ma perchè si deve avvicinare così? Si
rende conto che è una tentazione solo a guardarla??
Cristo santo, non può venire così vicino, no!
Respira, Bella, rilassati. Tanto verrà per chiederti una
cosa innocua, non ti scaldare tanto. Vorrà chiederti che...
che pensa che sia una bella giornata, sì, sì. ...
Sì?
“Ehm... Bella?”
“Si, Edward?” Deglutii rumorosamente. Meno male che
non sono più capace di arrossire.
“Ehm, pensavo se...” Dimmi che pensi sia una bella
giornata, ti prego, ti prego, nulla di più, nulla di
più...
“Se...?” Lo incoraggiai allarmata e
contemporaneamente desiderosa di sentire ancora il suono melodioso
della sua voce.
“Se... ti andava di venire a caccia con me.” Disse
con una piccola ruga tra le sopracciglia.
Avrei voluto morire così, senza dubbio. Stava in piedi di
fronte a me e io le facevo praticamente la radiografia con lo sguardo.
Di nuovo deglutii, il pomo di Adamo che mi saltellava nella gola.
Avrei voluto toccarla per capire se fosse reale, oppure no. Dio mio,
qualcuno venga a darmi una mano!
Jasper si avvicinò leggermente, con il suo – ormai
accertato e stabilito – passo di danza.
Vidi Edward che inarcava leggermente le sopracciglia prima di girarsi
poco verso di lui con aria perplessa. “Che...”
Ma non ebbe il tempo di dire altro che me lo ritrovai tra le braccia.
Jasper l'aveva spinta su di me. Finimmo entrambi, in un groviglio di
braccia e gambe, distesi sul divano.
Non svegliatemi, vi prego, sono in paradiso...
L'uomo dentro di me esultò, fece qualche capriola
all'indietro col salto mortale triplo e poi sospirò di
meraviglia. La donna invece era più irritata e imbarazzata
che altro.
Ci guardammo per un istante infinito negli occhi, oro nell'oro.
Poteva essere possibile? Rimasi immobile, senza respirare, senza
parlare.
Poi finalmente lei... (cavolo, di nuovo!) lui si alzò.
Stavo con sguardo vacuo perso nel vuoto. Mille domande mi frullavano in
testa. Per la prima volta dopo qualche mese dalla mia trasformazione,
aveva bisogno di aria.
“Va bene, andiamo a caccia.” Dissi quasi senza
pensarci.
Sotto lo sguardo allibito dei presenti uscimmo nel grande giardino.
L'aria pura mi rilassò ma non aiutò a mantenere a
mente lucida. Il mondo si stava rovesciando.
Correvamo nella foresta silenziosa. Non avevo sete ma sentivo che era
il momento giusto per andare a caccia. Abbondare non fa mai male.
Vidi di sbieco una chioma color bronzo alla mia sinistra, ferma, aveva
lasciato che la superassi.
“Edward, che succede?” Chiesi allarmata.
Chinò il capo. Sembrava non riuscisse a parlare.
“Edward?”
Sorrise malinconico. “ Che situazione
imbarazzante...” Disse infine.
“A chi lo dici!” Dissi anch'io con un sorrisetto.
Lei mi guardò leggermente colpita.
“Che c'è?” chiesi.
Si morse il labbro inferiore. “Ricordi quando mi rimproveravi
che abbagliavo le persone?” Non capivo. “Di che
parli?”
“Già, forse ti viene difficile ricordare. Eri
umana” Sospirò e tentò di riprovarci.
“Eravamo in un ristorante a Port Angeles. Mi avevi
rimproverato di aver tentato di colpire la cameriera” Sorrise
ai suoi pensieri.
Vaghi ricordi si insinuarono nella mia mente. Quasi per chiedere
conferma tolsi lo scudo per mostrarglieli.
Una sala piena di tavoli, un separè con un tavolo appartato;
il suo sorriso, abbagliante, folgorante, splendido.
“Si...” Disse lui infine contento che avevo
ricordato.
“Non ti rendevi conto di aver abbacinato quella povera
cameriera!” Dissi stizzita.
Sospirò. “Ora capisco come ti sentivi...”
“Che vuoi dire?” Domandai perplessa. Inoltre ero
anche attratta da lui. Volevo andare ad abbracciarlo e stringerlo
amorevolmente.
Sorrise. “Io ti abbagliavo, vero?”
“Decisamente...” Risposi guardando altrove.
“Ecco, tu ora abbagli me” Tornai a guardarlo. Non
poteva averlo detto. Era la mia immaginazione. Lui provava quello che
provavo io? Attrazione pura, folgorante e potente?
Potevamo guardarci dentro la nostra anima, senza guardare i nostri
corpi, così cambiati e innaturali?
Provai a immaginare di avere davanti Edward. Bello come un dio pagano
della bellezza.
Spettacolo irreale di magnificenza. Tolsi nuovamente lo scudo per
mostrargli i miei pensieri. Lo sentii sorridere, pur avendo gli occhi
chiusi.
Mi avvicinai lentamente e lui fece lo stesso. Così, con gli
occhi chiusi, immersi nei nostri ricordi.
Finchè le mie labbra toccarono le sue.
Carlisle
Ovviamente non potevo provare stanchezza, ma ciondolavo in una sorta di
cattivo presentimento.
Sarà stata una botta di pessimismo.
Parcheggiai la Mercedes nel garage, il resto della famiglia era a casa.
Lo notai dalla fila di macchine posteggiate accanto alla mia. Non ne
mancava una.
Sorrisi mentre scendevo dalla macchina con la ventiquattro ore in mano.
Respirai l'aria intorno. Aria di casa. La mia famiglia era a
già riunita. Trovai anche l'odore di Jacob Black,
probabilmente in soggiorno. Le scie di Edward e Bella scivolavano
lontano nel bosco, probabilmente a caccia. Strano, la loro ultima
caccia era stata due giorni prima. Mi strinsi nelle spalle e mi
inoltrai nel portico d'ingresso.
La porta si aprì ancor prima di toccare la maniglia.
La facia preoccupata di mia moglie oltre la soglia mi fece allarmare
tremendamente.
“Che succede?” Chiesi.
“Guarda tu stesso” rispose lei con aria afflitta.
Già nella mia testa prevedevo quale sorta di terapia medica
dovessi proporre a qualcuno. Chi stava male? Fortunatamente avevo tutto
il mio occorrente.
Ma ciò che mi si parò davanti non era quello che
mi aspettavo.
“Che cosa è successo?” Ero sbalordito,
incapace di realizzare se ciò che stavo guardando fosse vero
oppure era solo un brutto scherzo della mia immaginazione.
Jasper indossava una camicia rosa e si rimirava allo specchio
aggiustandosi i capelli.
Rosalie accarezzava il pelo folto di un orso bruno accucciato sul
pavimento davanti a lei. Renesmee giocava con un bambino piccolo e
dalla pelle abbronzata. Esme guardava stravolta i presenti. Alice era
al piano di sopra, trafficava con alcuni vestiti, dal rumore mi
sembravano una montagna, molti più del solito.
Edward e Bella, come previsto, non erano presenti.
Alice da sopra scattò in un secondo fino al mio fianco.
“Ciao, papà!” Trillò contenta.
“Qualcuno vuole spiegarmi qualcosa?”
“Oh, sì scusa. Dunque Ognuno di noi, non sapendolo
ha espresso un desiderio e quello si è avverato
inspiegabilmente! Io ho desiderato una montagna di vestiti, infatti ti
consiglio di non salire di sopra; Nessie ha chiesto un amichetto,
infatti il cane sta facendo il suo dovere di animale da
compagnia” Guardai allarmato il bambino che giocava con
Nessie.
“Buona sera, dottor Cullen!” Mi salutò
con la manina paffuta e abbronzata. Nessie gli sventolò un
giocattolo sotto il naso per attirare la sua attenzione.
“Jake, Jake! Guarda che bella questa bambola! Me l'ha
regalata la zia Alice!” strillò sorridendo.
I bambini tornarono a giocare.
Guardai allarmato Alice. “Stai scherzando, spero”
“No, purtroppo no. Ma c'è chi se lapassa peggio.
Jasper si crede un sex-simbol e Emmett sputerà palle di pelo
per le prossime due settimane.”
“Palle di pelo?”
Mi indicò l'orso bruno ai piedi di Rose.
“Quello è Emmett?!” L'orso mi
fissò e mugolò piano sul suo posto prima di
riposare di nuovo il muso in terra.
Dovetti aspettare un minuto per riprendermi. “E Edward e
Bella?”
“Oh, loro sono i più comici.” Perse per
un momento lo sguardo. “Ah. Stanno venendo. Arriveranno tra
cinque... quattro... tre... due... uno...”
La porta alle mie spalle si aprì. Un vampiro dai capelli
bruni e gli occhi d'oro, e un'altra dalla folta chioma familiarmente
bronzea, fecero la loro apparizione nell'ingresso.
“Ciao, papà” Sussurrò la
rossa.
“Buona sera, Carlisle.” Disse Il vampiro.
Scossi la testa. “Qualcuno vuole dirmi che diamine
succede???”
Jasper si voltò verso di me. “E dai papino caro.
Ogni tanto una scossa non ci fa mica male.”
Si animò i capelli con un frullo di dita e
svolazzò al fianco di Alice facendole l'occhiolino.
Si decisamente. Qualcosa non andava. E il mio presentimento era
azzeccato.
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=367116
|