This is not a game anymore

di AndreMCPro
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Virtual MMO ***
Capitolo 2: *** Questo non è più un gioco ***
Capitolo 3: *** Luna di ghiaccio ***
Capitolo 4: *** Riunione di strategia ***
Capitolo 5: *** Il Signore dei Koboldi ***
Capitolo 6: *** Secondo piano ***
Capitolo 7: *** Nella tana dell'orso ***
Capitolo 8: *** Questione di meriti ***
Capitolo 9: *** Due o tre boss ***
Capitolo 10: *** Fuoco nell'oscurità ***
Capitolo 11: *** Esaltazione ***
Capitolo 12: *** Quest d'indagine ***
Capitolo 13: *** PK ***
Capitolo 14: *** Yuna ***
Capitolo 15: *** Vivi ***
Capitolo 16: *** Get Up ***
Capitolo 17: *** Attrito ***



Capitolo 1
*** Virtual MMO ***


This is not a game anymore
Cap.1 Virtual MMO
 
Tokyo, 6 novembre 2022
“Sword Art Online, Argus, created by Akihiko Kayaba. VR-MMORPG”
Nathan prese in mano la custodia. Il ragazzo era un vero patito dei Virtual Reality, e si era procurato il NerveGear non appena era uscito. Che dire, nulla in confronto erano gli oculus rift o gli altri visori per videogame. Con il NerveGear potevi muoverti, toccare, provare sensazioni come se fossi nel mondo reale. Il tuo cervello funziona come sempre, ma gli impulsi, invece di raggiungere il tuo corpo, vengono immessi in un pc o nella rete. Solo i nervi che regolano i segni vitali vengono lasciati stare. Tutto il resto viene utilizzato per la realtà virtuale. E questo vale anche per l’output.
Tuttavia i giochi per NerveGear fino ad allora rilasciati non erano un granché. Questo invece, sviluppato dallo stesso creatore di quello stupefacente hardware, doveva essere davvero il massimo.
Nathan guardò il prezzo. 80 dollari. Ne aveva portati 120 per sicurezza: di certo non voleva rischiare di perdersi un titolo del genere! Ai negozi c’era una fila interminabile e aveva già rischiato di rimanere senza la sua copia: se fosse stato tre persone più indietro ora non l’avrebbe avuto tra le mani… E adesso non vedeva l’ora di provarlo! Corse alla cassa e pagò, per poi correre a casa. Era talmente emozionato che si dimenticò il resto, ma chi se ne importa: quel gioco valeva anche dieci volte il suo prezzo di lancio!
Si piazzò direttamente davanti al pc, triplo schermo, e avviò l’installazione del client. Ci volle un po’, e nel frattempo il ragazzo decise di prepararsi qualcosa da mangiare. L’installazione sarebbe durata un po’ di tempo e stando a quanto annunciato dalla Argus i server sarebbero stati aperti all’una di pomeriggio. Aveva tutto il tempo di pranzare e prepararsi un panino per cena. Certo, viveva insieme a due coinquilini nel campus della sua università -era al primo anno- ma solo uno di loro, Matthew, aveva acquistato SAO, oltre a lui. Però non era a casa. Peccato. Sarebbe stato bello iniziare un party fin dal primo avvio del gioco.
Preparato il suo panino tornò in camera e controllò. Erano le 12:54, e l’installazione era completata. Avviò il client e si mise il casco indosso, per poi distendersi sul letto. Per i successivi minuti non fece altro che respirare con calma, cercando di placare l’agitazione che aveva in corpo. C’era anche quasi riuscito quando scoccarono le 13:00. E con un fremito di eccitazione, gridò:
 
«Link Start!»
 
Si vide come proiettato in avanti, la sua mente divisa dal suo corpo. Un attimo dopo dei cerchi azzurri effettuarono la calibrazione dei vari sensi.
Touch, Sight: OK.
Hearing, Taste, Smell: OK.
E-mail e Password.
Language: Engish.
Apparve in una stanza grigia. Non vedeva il suo corpo, ma solo delle mani eteree. Davanti a lui il pannello di creazione del personaggio e uno specchio, per vedersi durante la creazione. Poteva infatti muoversi liberamente nella stanza ma non c’era un ologramma esemplificativo. Appena scelse il sesso del suo personaggio gli venne affibbiato un modello base. Iniziò subito a modificarlo, anche perché era troppo basso per i suoi gusti.
Si fece alto, 1 metro e 85, corporatura robusta e pelle chiara. Fece il volto tramite uno scanner facciale, ma poi lo modificò un po’. Poi fece i suoi occhi di un colore rosso acceso, e infine si occupò dei suoi capelli. Tolse subito di mezzo quel suo “rosso Weasley”, come lo chiamava suo padre, fan accanito di Harry Potter, e si fece invece dei capelli corti e neri.
Creazione completata. L’unica cosa rimasta da fare era scegliere un nome. Decise di chiamarsi Axel, come faceva di solito nei Virtual MMO.
Una luce bianca lo avvolse, e un attimo dopo apparve al centro di quella che sembrava una piazza, più precisamente la piazza centrale della Città di Inizio. Era entrato nel mondo di Sword Art Online. Era finalmente ad Aincrad.
 
 
 
«Mi scusi, mi sa indicare un negozio di item?»
«No, mi dispiace» Gli rispose Nathan. Anzi, Axel. «Li sto cercando anche io, a dir la verità»
«Va bene, grazie lo stesso»
Il tipo si allontanò. Axel continuò per la sua strada, completamente spaesato, e un attimo dopo gli venne un’idea veramente troppo scontata, tanto che si rimproverò di non esserci arrivato prima.
Aprì la mappa della città.
Dopo averla aperta distolse lo sguardo, ritrovandosi a camminare verso di lui una ragazza dai lunghi capelli blu scuro, con gli occhi verdi e un sorriso tranquillo. Sembrava molto sicura di dove stava andando, e di certo non aveva paura di perdersi. Lei lo superò, ma lui decise di fermarla.
«Ehi, tu!»
«Sì?» Fece lei voltandosi a guardarlo.
«Dimmi un po’, sei una beta tester?»
«Ci conosciamo?» Ribatté in modo un po’ freddo. Beh, c’era da aspettarselo. Mondo reale o meno, è sempre meglio presentarsi a dovere.
«Scusami, io sono Axel»
«Moonlight, molto piacere» Fece lei sorridendo. «E sì, sono una beta tester»
«Lo immaginavo… ti muovevi con troppa disinvoltura per essere un nuovo player» Affermò il ragazzo ricambiando il sorriso. «Non è che potresti darmi qualche dritta sul gioco? Magari sul combattimento… Sai, io sono nuovo qui ad Aincrad»
«Uhm… beh, perché no? Vieni con me»
 
Si diressero alle pianure fuori città, e si trovarono davanti altri due player che si allenavano con la spada. Uno aveva i capelli neri , mentre l’altro li aveva rossi e indossava una bandana sulla fronte. Stavano attaccando un cinghiale. Moonlight salutò uno dei due.
«Ehi, Kirito!»
Il ragazzo con i capelli neri si voltò, e appena la vide ricambiò il saluto. «Ah, Moonlight! Anche tu sei tornata, vero?»
A quanto pare anche quest’altro ragazzo era un beta tester, solo che a differenza di lei sembrava essere un po’ più piccolo di Axel.
«Che fai?» Chiese la ragazza.
«Insegnavo un po’ di tecniche a questo giocatore. Si chiama Klein. Ah, ora che ci penso… anche quel ragazzo è nuovo?»
«Sì» Rispose Axel, per poi presentarsi.
«Bene, Axel, capiti al momento giusto! Avevo proprio intenzione di spiegare lo Switch»
«Vacci piano, Kirito» Ribatté Moonlight. «Le mie lezioni ancora devono cominciare» E poi si voltò verso Axel. «Intanto sfodera la tua arma»
Lui ubbidì. Era una spada corta e leggera, una lametta di poco conto. Buona per i primi mostri, in ogni caso, ma di certo l‘avrebbe cambiata appena possibile.
«Ora voglio che tu uccida quel mob» E indicò un cinghialetto appena spawnato.
«Uno scherzo!» Rispose lui, per partire alla carica. Inflisse un danno piuttosto basso, forse il 15%. Il cinghiale si voltò e lo fissò furioso.
Si mise in difesa, parando la carica del cinghiale ma perdendo comunque un paio di HP per il colpo. Lo spinse via, e con un altro fendente inflisse ulteriori danni, portandolo a circa il 60% di salute.
«Prova un colpo caricato!» Gli consigliò Kirito. Al che Axel indietreggiò e si preparò a colpire con tutta la sua forza.
Sentì un lieve rumore, come di caricamento, e la sua spada brillò di fucsia. Con un sorriso deciso si gettò in avanti, infliggendo un danno mostruoso alla creatura, che andò ko all’istante ed esplose in schegge azzurre, che despawnarono in pochi secondi.
«Sì!» Esultò Axel. Kirito attirò la sua attenzione.
«Molto bene. Ora però proviamo qualcosa di più complesso. Vieni»
Raggiunsero una zona un po’ più pericolosa. I nemici erano delle mantidi alte fino alle ginocchia dei quattro, e da come aveva detto Moonlight avevano un primo tipo di schema difensivo.
«Quando un nemico ha ormai imparato il tuo schema di attacco o non si riesce a sfondarne la difesa si può ricorrere ad un sistema chiamato Switch. Consiste nello spezzare la guardia all’avversario per poi far infliggere un colpo devastante ad un altro player, così da colpire l’obiettivo prima che si riprenda dal primo attacco. Uno switch eseguito con successo può fare veramente la differenza, durante uno scontro: il giocatore che si tira indietro può approfittarne per curarsi…»
«…e quello nuovo sottopone il nemico ad un nuovo schema d’attacco, ho capito» Concluse Axel.
«Dai, provate uno Switch contro una di quelle mantidi» Li esortò Kirito.
«Certo!» Disse Klein, attaccando uno degli insetti. Quello, vedendosi venire incontro l’uomo, si difese incrociando le falci, per poi colpire l’attaccante con un colpo al petto. Klein perse più o meno una cinquantina di HP, a giudicare dalla sua barra. Dato che al livello 1 tutti i giocatori hanno 250 HP non fu difficile arrivare a questa conclusione.
«Riprovo!» Disse Klein, e attaccò la mantide con un colpo caricato. Probabilmente con una spada migliore sarebbe stato in grado di ucciderlo sul colpo, ma quel coltello ricurvo si limitò a spezzare la guardia del mob.
«Axel, switch! Ora!»
Non se lo fece ripetere. Corse contro l’insetto e lo trafisse in pieno con un attacco caricato. Bastò questo per eliminarlo.
«Ottimo lavoro!» Si congratulò Moonlight. «Per il momento può bastare, non ci sono altre skill speciali sbloccate al livello 1»
«Grazie di tutto, ragazzi. Ci si vede in giro!» Disse Axel, e se ne andò. Ma appena fece per allontanarsi la ragazza attirò la sua attenzione.
«Dimmi un po’, non sei nuovo nei Virtual MMO, vero?»
«Già, è così. Preferisco soprattutto quelli di spada… mi tengono in allenamento, se così possiamo dire» Fece, con un sorriso. Lei lo superò ridendo: «Adiamo, ti faccio fare un giro della città»
 
 
 
Nelle ore successive rimase con Moonlight a parlare del più e del meno, di impressioni nel beta test, di altri giochi, e fecero un giro per i mercatini della città di inizio, dove con i 250 col accumulati Axel prese qualche pozione e comprò un panino al cinghiale. Gli fecero anche uno sconto, visto che fu lui a fornire la carne al cuoco.
Accidenti, però… neanche una sessione di gioco e aveva già tre amici nel suo account… E chi avrebbe mai detto che due sarebbero stati perfino dei beta tester? Quel mondo era fantastico! Avrebbe voluto restare lì per sempre!
In ogni caso il sole stava tramontando, ad Aincrad come, ne era certo, anche nel mondo reale. Aprì il menu, accorgendosi che erano già quasi le cinque e mezza. Doveva immediatamente scollegarsi… Iniziava anche ad avere fame e il panino che aveva mangiato poco prima non aveva aiutato granché, anche se sembrava vero in tutti i sensi. E a tal proposito, solo dopo averlo pensato Axel si accorse del suo gioco di parole. Sorrise e si fermò.
«Scusami, Moonlight, adesso devo andare…»
«Come? Perché?»
«Ecco… inizia ad essere tardi, e…»
Aprì anche lei il menu. «Ah, hai ragione. Devo scollegarmi anche io…» E iniziò a scorrere cercando il tasto di Logout. «Allora ci vediamo più… ehi, ma dove…?»
«Qualche problema?»
«Non trovo più il tasto di logout…»
«Cosa? Ma com’è possibile?»
Anche Axel iniziò a cercare l’opzione. Niente di niente. Sotto alle voci “Settings” ed “Help” c’era solo un pulsante vuoto.
«Senti, io provo a chiamare un amministratore» Disse Moonlight selezionando la voce “Help” e avviando la chiamata. Niente. La linea cadde un paio di minuti dopo con un nulla di fatto.
«E ora che si fa?» Chiese Axel, preoccupato. «Qui la cosa inizia ad essere inquietante…»
«Sono d’accordo, un bug del genere è un vero disastro… Perché non spengono i server? È una soluzione fin troppo stupida, possibile che nessuno…»
Il suono di una campana la zittì. I due, insieme agli altri giocatori attorno a loro, subirono un teletrasporto forzato, e tutto quello che avevano intorno si dissolse alla loro vista in una vampata di luce azzurra.

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Capitolo 2
*** Questo non è più un gioco ***


This is not a game anymore
Cap.2 Questo non è più un gioco
 
Aincrad, piano 1, Città di Inizio. 6 novembre 2022
Riapparvero nella piazza principale della Città d’Inizio. Lì erano già presenti centinaia di giocatori, e il chiasso causato dallo sgomento di tutti era immenso. Axel e Moonlight non poterono fare altro che guardarsi intorno, chiedendosi che senso avesse tutto questo. Poi la campana si quietò, e con essa anche tutti i diecimila giocatori, ormai tutti apparsi nella piazza.
«Guardate! Lassù!» Disse uno, indicando il cielo. Al di sopra di una costruzione nei pressi del campanile centrale lampeggiava un esagono rosso. Su di esso, la scritta “WARNING”.
Un attimo dopo gli esagoni iniziarono ad espandersi, generando una cupola che racchiudeva l’intera piazza. Dalle fessure tra gli esagoni iniziò a filtrare un fluido rosso che, raggruppandosi, formò una figura incappucciata e con il volto coperto. Era il Game Master. Era Akihiko Kayaba.
Kayaba allargò le braccia, e iniziò a parlare: «Miei cari giocatori, benvenuti nel mio mondo Il mio nome è Akihiko Kayaba, e sono l’unico in grado di controllare questa dimensione»
Controllare questa dimensione? Ma di che sta blaterando? Pensò Axel, guardando per un attimo Moonlight al suo fianco. Il suo sguardo era sconcertato, come quello di tutti i player.
Kayaba riprese: «Immagino che ormai avrete notato quasi tutti che l’opzione di Logout è scomparsa dal Main Menu» E per sottolinearlo fece vedere il suo menu di gioco. Neanche lui aveva la possibilità di effettuare il logout. «Sappiate che non dipende da un errore del gioco. Ripeto: non c’è nessun bug nel sistema. È un requisito di Sword Art Online»
Un requisito? Come può essere l’impossibilità di Logout un requisito?
«Non potete disconnettervi di vostra iniziativa. Ed è altrettanto impossibile che altre persone spengano o rimuovano il NerveGear per voi. Perché nel caso ci provassero, un trasmettitore all’interno del NerveGear emetterebbe microonde ad alta potenza che terminerebbero il vostro cervello… e la vostra vita»
No… non può essere… quest’uomo vuole tenerci intrappolati qui per sempre? È assurdo! «Ma quest’uomo è pazzo… Il NerveGear non è in grado di fare una cosa del genere!»
«Temo che invece possa farlo…» Rispose Moonlight. «il trasmettitore è veramente in grado di emettere tali onde, senza una limitazione…»
«No, io non ci voglio credere, è assurdo!»
«Sfortunatamente…» Riprese il Game Master «…si sono già registrati molti casi di parenti e amici di giocatori che, ignorando il mio avvertimento, hanno provato a rimuovere il NerveGear con la forza. Di conseguenza, 213 partecipanti a SAO hanno lasciato per sempre Aincrad, così come il mondo reale»
Apparvero attorno a lui delle schermate. Annunci di notiziari. Allora era vero… 213 persone erano già morte per mano di quel pazzo…
Axel non aveva più neanche la forza per pensare, e guardava esterrefatto Akihiko Kayaba. L’unica cosa che passava per la sua mente era il numero delle vittime.
«Come vedete, i mass media stanno affrontando l’argomento, divulgando informazioni sulle varie vittime. State tranquilli… il pericolo che il NerveGear venga rimosso a forza è già notevolmente ridotto. Mantenete la calma… e impegnatevi a completare il gioco. Ma badate bene: da questo momento nell’MMO non ci sarà più alcuna possibilità di resurrezione»
«Cosa…?» Mormorò Moonlight, d’un tratto allibita.
«Negli istanti in cui gli Hit Points arriveranno a zero il vostro avatar scomparirà per sempre, e al tempo stesso il vostro cervello sarà distrutto dal NerveGear»
«No, un momento… dovremmo completare un RPG senza mai morire?» Iniziò Axel, per poi urlare: «È inconcepibile! Non lo accetto! Non puoi fare una cosa del genere!»
Ma Kayaba andò avanti come se nulla fosse «Esiste un unico modo per riguadagnare la libertà: finire Sword Art Online. Vi trovate al primo livello di Aincrad, il più basso. Superate i labirinti e sconfiggete i boss di ogni piano per passare al successivo. Superato l’ultimo livello, il centesimo, avrete completato il gioco»
Moonlight strinse i pugni, con un’espressione ormai indecifrabile. Al solo pensiero di cosa significasse “completare il gioco”, e sapendo che lei era arrivata a malapena al sesto piano durante i beta test… pensare di superarne ben cento non era possibile.
«E per finire… nel vostro inventario ho depositato un piccolo regalo da parte mia. Prego, controllate»
Tutti aprirono il menu oggetti, terrorizzati all’idea di cosa potesse essere. Anche Moonlight lo fece, sempre con sguardo freddo, così Axel la imitò. Nel suo inventario c’era soltanto un semplice Specchietto. Lo prese in mano.
Un attimo dopo essersi specchiato lo avvolse una luce azzurra, come quella dei teleport, e il suo aspetto, alla fine della trasformazione, era cambiato. L’altezza non era variata, ma la sua corporatura era ora nella media. Aveva riacquistato i suoi capelli arancioni e gli occhi gli erano diventati verdi. Aveva ripreso il suo aspetto… quello che aveva nel mondo reale.
D’istinto si voltò verso Moonlight. I suoi lunghi capelli lisci e blu avevano lasciato spazio a dei capelli mossi, castani, ma pur sempre della stessa lunghezza precedente. Era un po’ più bassa di lui, ora, mentre prima era della sua stessa altezza. Quando anche lei si voltò verso di lui, vide due occhi azzurri che lo fissavano.
«Moonlight…?»
«Sì…» Lei guardò lo specchio e poi lui. «Ma tu chi sei…?»
«Sono io, Axel!»
«Il vero… Axel?»
Quello annuì, per poi tornare a guardare lo specchio. «Ma cosa sta succedendo…?»
«Vi starete chiedendo perché, non è così?» Riprese Kayaba. «Perché Akihiko Kayaba, creatore di Sword Art Online e del NerveGear, ha preso un’iniziativa simile?» E dopo un attimo di silenzio, rispose alla sua stessa domanda. «Il mio obiettivo è stato raggiunto. Ho programmato SAO solo per creare questo mondo e per osservarlo con mia immensa soddisfazione. È così… adesso tutto è compiuto»
«Tu sei un PAZZO!» Gridò qualcuno vicino ad Axel. Conosceva quella voce… era il suo coinquilino Matthew. Allora anche lui aveva loggato, alla fine. Gridò il suo nome, ma non ricevette risposta, perché Kayaba aveva coperto la sua voce.
«Termina qui il tutorial per il lancio ufficiale di Sword Art Online. Auguro buona fortuna a tutti i giocatori»
E la sua figura iniziò ad afflosciarsi, espellendo il materiale, qualunque esso fosse, che teneva in forma quella immensa mantella. La veste glitchò, iniziando a svanire, e un attimo dopo la sua dipartita, svanì anche la cupola rossa. Il silenzio calò nella piazza, e i pensieri ripresero a scorrere nel cervello di Axel.
Quindi è così… questa ora è la realtà, per noi. Ormai questo non è più un gioco… Questo… questo ora è un enorme, colossale incubo…
D’un tratto Moonlight afferrò il suo polso e lo trascinò via dalla piazza, infilandosi in un vicolo.
«Axel» Disse con voce atona. «Dobbiamo andarcene da qui. Dobbiamo raggiungere la prossima città, aumentare di livello… Dobbiamo andarcene. E vorrei che venissi con me»
«No, non posso andarmene così… c’è un mio amico lì, nella piazza, e…»
«Allora vai e trovalo. Ti aspetto all’uscita nord della città» E alzò lo sguardo verso di lui. Si vedeva in lei tutta la paura che avevano trasmesso in lei le affermazioni di Kayaba. La stessa paura che lui provava, ma che faceva di tutto per non dare a vedere. «E ti prego, fa’ presto…»
La ragazza corse via. Axel rimase lì, esterrefatto, sentendo un suo singhiozzo mentre si allontanava. Avrebbe voluto andare da lei, consolarla… ma non poteva lasciare il suo amico da solo. Il un gioco del genere più si è, più facilmente si prosegue.
Tornò tra la folla, gridando il nome di Matthew, e finalmente dopo quasi un quarto d’ora lo trovò. Aveva anche lui il suo aspetto reale: non molto alto, sul metro e 75, corporatura abbastanza robusta, capelli neri ricci e occhi marroni.
«Matthew!»
«Nathan!»
I due i abbracciarono, sfogando l’uno sull’altro tutta la propria paura. Poi si staccarono.
«Matthew vieni con me, c’è…»
«Aspetta» Ribatté quello. «Come ti chiami qui?»
«Axel…»
«Come sempre…»
Un attimo dopo gli arrivò in rapida successione una richiesta di amicizia -il nickname del suo amico era Crow- e una di party. Accettò la prima, ma rifiutò la seconda.
«Perché?»
«Vieni con me, ti ho detto. C’è una persona che ci aspetta»
Raggiunsero Moonlight più in fretta possibile. Lei guardò freddamente il nuovo aggiunto. «E tu sei…?»
«Crow, e tu?»
«Moonlight»
Fu lei a creare il party. Invitò tutti e due, e poi si volò verso la pianura. Attese che le loro barre di salute apparissero sotto la sua, e poi disse loro di seguirla. Ma non fece neanche un passo che si accasciò a terra. Sopra il suo cursore verde una scritta, “Connection lost”, e davanti a lei un conto alla rovescia da 120 minuti.  Axel non osò immaginare cosa potesse accadere se non fosse stata ricollegata al sistema in tempo. Fece per soccorrerla, ma un attimo dopo anche Crow si accasciò. Forse avevano intenzione di spostare i loro corpi? Portarli in strutture ospedaliere? Beh, a ben pensarci non c’era altro modo per tenere in vita i loro corpi reali, visto che non potevano nutrirsi autonomamente. Axel aveva appena pensato questa cosa che anche per lui venne il turno di perdere conoscenza. La sua barra di salute divenne nera, seppur restando piena, e al centro della sua visuale ora del tutto scura apparve lo stesso conto alla rovescia, con al di sopra una semplice frase.
“Attempting reconnection. Please wait”

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Capitolo 3
*** Luna di ghiaccio ***


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Cap.3 Luna di ghiaccio
 
Aincrad, piano 1, Horunka village. 8 novembre 2022
Dopo essersi risvegliati i tre si erano messi in cammino, evitando di discutere della connessione persa, visto che tutti potevano immaginarne la causa. Moonlight era rimasta silenziosa per tutto il viaggio, ignorando ogni tentativo di parlarle e facendo a pezzi ogni mob si mettesse sul loro cammino. Dopo un intero giorno di viaggio si erano fermati alla locanda di Horunka village, dove avevano intenzione di cercare qualche quest interessante. Axel non aveva avuto il coraggio di parlare a Moonlight, tanto era silenziosa, ma era terribilmente preoccupato, così quella mattina decise di prendere iniziativa.
Andò alla sua stanza e bussò.
«Moonlight… sono Axel»
Nessuna risposta.
«Moonlight ti prego, devo parlar…»
Lei aprì la porta. Indossava un pigiama che le copriva praticamente tutto. Se non fosse stato per il viso non avrebbe neppure saputo dire se fosse stata una ragazza o meno. «Che cos vuoi?» Gli chiese freddamente.
«Ecco, è proprio di questo che volevo parlare»
«Non so di che parli» E fece per chiudere la porta. Lui la bloccò con un piede.
«Lo sai benissimo invece. Quando ci siamo incontrati mi sei sembrata una ragazza molto simpatica e amichevole… adesso sei diventata fredda e priva di emozioni. Che cos’hai?»
«Ah, quello…» E lo fece passare. «Non so cosa dirti» E richiuse la porta dietro di lui. Per la prima volta da quando avevano lasciato la città d’inizio lei si permesse di far almeno trasparire sul suo volto la sua preoccupazione, ma non disse altro. Si limitò a sedersi sul letto.
«Anch’io ho paura, non credere che non sia così» Fece Axel fissandola. Lei lo guardò negli occhi tornando quasi apatica.
«Cosa ti fa pensare che io abbia paura?»
«Pensi che sia qualcosa da nascondere? Che sia segno di debolezza?»
«Io non ho paura. Sono solo concentrata sul nostro obiettivo»
«Non mentire a te stessa, ti prego… non ne ricaverai nulla di buono»
«C’è altro di cui volevi parlarmi?» Ribatté lei parlandogli sopra. Lui rimase spiazzato, e rispose con aria triste: «No… nient’altro…»
Si alzò. Andò alla porta, e un attimo dopo sì voltò verso di lei. «Io e Ma… ehm… Crow andiamo dal fabbro a cercare qualche arma. Raggiungici lì se vuoi, sennò ci rivediamo qui»
Uscì dalla stanza. Moonlight rimase a fissare la porta per qualche secondo e poi si gettò sul letto, sfogando le sue lacrime sul cuscino.
 
 
 
«Ma sei sicuro che sia di qua?» Chiese Crow. Non era molto bravo ad orientarsi, ed aveva sempre paura di perdersi. Axel lo rassicurò.
«Non preoccuparti, ho chiesto indicazioni a un NPC»
E infatti pochi minuti dopo raggiunsero il negozio. Il fabbro, un NPC alto e molto robusto, stava forgiando una spada per un ragazzo accanto a loro. Appena ebbe finito portò l’arma, una katana dalla lama verdognola, al suo acquirente.
«Fanno 600 col» Disse l’uomo. Il player pagò, e la spada svanì. Probabilmente ora era nell’inventario del ragazzo.
«Grazie di tutto, arrivederci»
«Dunque, cosa posso fare per voi?» Fece il fabbro voltandosi verso Axel e Crow.
«Io vorrei una spada a una mano e mezza» Disse Axel. Apparve davanti a lui una lista di armi con tanto di statistiche e prezzo.
«Uhm… non c’è altro?» Insistette il ragazzo, poco convinto.
«Beh, potrei in effetti fare di meglio, con il materiale giusto. Una spada con ben 40 punti di attacco! Ma ti avverto, devi avere almeno 15 punti forza per equipaggiarla»
15 punti…? Pensò Axel aprendo il menu Statistiche. Al livello 3 aveva 13 punti in Spade a una mano. Se lo avesse saputo avrebbe messo un paio di punti in più, mentre ora doveva salire al 4 per ottenere il punteggio sufficiente. E non ci era proprio molto vicino, con gli XP.
«Cavolo…»
«Che c’è, non puoi equipaggiarla?»  Chiese Crow.
Scosse la testa. Al diavolo! Sarebbe comunque tornata presto utile. Non ne poteva più di quel pungolo che teneva nel fodero.
«Mi sta bene» Disse. Il fabbro però aggiunse una condizione.
«Purtroppo non ho il materiale per forgiarla. Mi servirebbe un metallo che si può estrarre solo nella miniera al centro della Foresta di Gersiid, poco a nord-ovest da qui. È ormai abbandonata, e il posto non è esattamente ospitale, ma se ve la sentite potete provare a cercare lì. Usate questo» E diede loro un piccone. «Riconoscerete il filone dal caratteristico colore giallo. E mi raccomando, il piccone lo rivoglio indietro, altrimenti me lo pagate»
«Certo, grazie dell’informzione»
E apparve davanti ad Axel la notifica di inizio quest. “Iniziata: Lama Gialla”
«Posso fare altro per voi?»
«Io sarei interessato in qualche pezzo di armatura» Intervenne Crow. E Axel ebbe subito l’impressione che volesse tankarsi il più possibile.
 
Poco dopo i due lasciarono l’armeria. Crow era letteralmente al verde, perché si era fatto un full set di armatura pesante con tanto di scudo, e la sua arma ora era una spada lunga a una mano, circa un metro e venti.
«Non avrai esagerato?» Chiese Axel all’amico.
«Se permetti io preferisco non rischiare»
«Bah, come vuoi» Fece per tutta risposta, per poi ritrovarsi Moonlight che usciva in quel momento dalla locanda.
«Ah, Moonlight! Capiti al momento giusto, ho trovato una…»
«Venite» Fece superandoli. Loro rimasero esterrefatti e non poterono fare altro che ubbidire, seguendola fino ad un piccolo vicolo.
«Ascoltate: dobbiamo darci una mossa a raggiungere Tolbana. È la città più vicina al dungeon del boss del primo piano»
«Per poi fare cosa? Farci ammazzare nel dungeon?» Obiettò Axel. «Io dico di restare qualche giorno, invece, per salire un po’ di livello»
«Dobbiamo completare il gioco» Ribatté lei.
«Dobbiamo restare in vita. E quindi livellare» Rispose a tono lui. Crow rimase un attimo a guardarli, e poi si schierò con Axel.
«Io sono d’accordo con lui. Non voglio morire in questo mondo…»
Moonlight sospirò. «Spero abbiate almeno fatto qualche scoperta interessante…»
«Tipo una quest?» Ribatté Axel. La ragazza rimase a guardarlo sorpresa, mentre lui le spiegava la missione.
«Ok, quindi vorreste andare nella foresta a cercare questo materiale?»
«Non è chiaro?» Rispose Axel con un gran sorriso tirando fuori il piccone.
«Lì dimorano mostri di livello 5. Non vi conviene addentrarvici così presto»
«Ma dai! Abbiamo appena scoperto di avere un tank in squadra» Fece il ragazzo con un ghigno.
«Ehi, a che stai pensando?» Chiese Crow preoccupato.
«Niente, non preoccuparti. Sto solo pensando di metterti in prima linea» Rispose l’amico ancora con quel sorriso. Crow deglutì.
«I nemici sono molto forti per il nostro livello. Si tratta di lupi piuttosto grandi e anche alcuni orsi. A volte si trovano anche delle serpi velenose»
«Cavolo…» Mormorò Axel. «Però è l’unico modo per ottenere un’arma decente»
«D’accordo, se siete disposti a rischiare la vita non posso fermarvi. Venite, vi indico il negozio di pozioni»
Andarono con lei e si equipaggiarono anche in quel senso. Poi partirono per la foresta.
Moonlight continuava ad essere silenziosa, ed era spietata contro i mob. Aveva però ceduto il posto in testa al trio a Crow, che parava i colpi nemici, infliggeva un attacco caricato e ordinava uno switch.
Con questo metodo il gruppo guadagnava esperienza in fretta, ma non abbastanza per arrivare al 4.
Ad un certo punto si parò davanti a loro un orso. Quello, invece che caricare e mordere come facevano gli altri animali, saltò di peso addosso a Crow buttandolo a terra. Dopodiché lo graffiò varie volte su petto e braccia prima che Moonlight e Axel lo respingessero con un doppio colpo caricato. I danni avevano portato Crow a pochi HP sopra il 50%. L’orso aveva ancora quasi tre quarti.
«Ve l’avevo detto…» Mormorò la ragazza. Ma Axel si fece avanti e inflisse due profondi tagli tramite una Skill di Spada. Poi con un colpo caricato spinse indietro l’animale, e grido: «Switch! Tutti e due!»
Crow e Moonlight scattarono e inflissero dei devastanti danni all’orso con un doppio colpo caricato. L’animale svanì, e il party ottenne un bell’ammontare di XP, arrivando a pochi punti dal livello 4.
«Ottimo! Ci sono quasi…» Mormorò Axel guardando i suoi punti esperienza. Crow prese una pozione di salute e fece per berla, ma poi si ricordò che un minimo di rigenerazione fuori dal combattimento c’era. Decise di tenerla equipaggiata, in caso di altri orsi, ma in ogni caso preferì non usarla.
Proseguirono senza altri impedimenti. La salute di Crow era quasi al 90% quando raggiunsero la miniera.
«Adesso un consiglio» Disse Moonlight. «Entriamo, prendiamo quello che ci serve e ce ne andiamo»
«Ci sei mai stata in beta?» Chiese Axel.
«Una volta. Sono morta dieci minuti dopo»
«Eri sola?»
«No, mi aveva accompagnata Kirito. Lui mi pare si fosse salvato…»
«Capisco. Beh, io sono d’accordo con te, neanche a me piace molto questo posto…»
Si addentrarono, un tremante Crow in testa al gruppo. Si ritrovarono, più che in una miniera, in una grotta, e ad attenderli un gruppo di due orsi e un cucciolo.
«Oh cavolo…»
Un orso assalì immediatamente Crow, che stavolta rispose con un colpo di scudo che impedì all’animale di abbatterlo. L’altro invece attaccò Moonlight, ma Axel lo intercettò con un fendente caricato squarciandogli il fianco. Moonlight colpì con un doppio affondo al muso, e infine il ragazzo gli mozzò la testa. Eliminato.
L’orso di Crow intanto prendeva a possenti artigliate lo scudo del moro, che però opponeva una forte resistenza e a volte rispondeva con colpi di scudo seguiti da rapidi fendenti. Moonlight giunse all’improvviso con un affondo sul fianco dell’animale. Axel gli salto invece in groppa e cercò di colpirlo, ma quello si alzò su due zampe e lo gettò a terra, per poi buttare giù lo scudo di Crow con l’ennesima artigliata, che gli fece perdere la presa. L’orso stava per morderlo ad un braccio quando Moonlight fece un secondo affondo, stavolta al collo. E anche questo mob era distrutto.
Il cucciolo se la diede a gambe fuori dalla grotta, ma Axel lanciò la sua spada colpendolo in pieno. Avrebbe potuto attirare l’attenzione di altri.
«Wow, bel lavoro…» commentò Crow sgranchendosi un braccio per poi raccogliere il suo scudo. Axel invece andò a prendere la sua spada, e una notifica di livello superato apparve davanti a lui. Prese subito i due punti che gli servivano, e con gli altri aumentò un po’ i riflessi e l’agilità. Iniziò poi a guardarsi in giro.
«Cosa cerchiamo?» Chiese Crow.
«Un filone di minerale giallo» Rispose l’amico. Il moro allora disse: «Eccolo, qui!»
Indicava una parete vicina. Axel prese il piccone e iniziò a scavare, guadagnandoci un item chiamato “Odrum Grezzo”
«E con questo siamo a posto. Andiamocene»
Fece per incamminarsi, ma Moonlight gli passò un cristallo azzurro.
«Che cos’è questo?»
«Cristallo di teleport. Dì solo “Teletrasporto” e il nome della città da raggiungere»
«Va bene» E lo strinse. «Teletrasporto! Horunka village!»
Riapparve alle porte dell’area sicura, e un attimo dopo gli altri lo raggiunsero. Corse subito all’armeria, costringendo gli altri a inseguirlo per le vie della cittadina.
 
«Ah, eccoti di ritorno. Hai il minerale che ti avevo chiesto?»
«Sì…» Ansimò il ragazzo. «Eccolo qui…»
E posò l’item sul bancone. Il fabbro lo prese e sorrise. «Ottimo, adesso lascia fare a me»
E o mise nella forgia, iniziando a lavorare. Ne fece prima un lingotto, e poi con esso forgiò la sua spada. Una spada lunga, come quella di Crow, ma meno spessa e più pesante allo stesso tempo. La roteò un paio di volte, constatando che gli permetteva di essere anche un po’più rapido nei colpi. Si chiamava Odric Sword.
«È perfetta, grazie»
«Di niente. Fanno 400 col. Sai, per la lavorazione e tutto il resto»
«Certo, ecco a lei» E pagò. Tuttavia gli diede 50 col in meno del dovuto, e coprì il costo mancante con la spadina di inizio gioco.
«Grazie di tutto! Arivederci!»
Salutò il fabbro e se ne andò verso la locanda. Il sole iniziava a tramontare, e dopo quella giornata aveva davvero bisogno di riposo. Per la strada trovò Crow e Moonlight appoggiati ad una parete a riprendere fiato.
«Ma… ma quanto… corri…?» Gli chiese la ragazza ansimando. Il moro invece con tutta quella ferraglia sul corpo non riusciva neppure a parlare.
«Scusate, ma non vedevo l’ora di avere questa spada!» Rispose, per poi rinfoderarla e superarli. Moonlight nel rimettersi in posizione eretta abbozzò un mezzo sorriso. Stava iniziando a sciogliersi di nuovo? Axel sperò per il suo bene che fosse così.

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Capitolo 4
*** Riunione di strategia ***


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Cap.4 Riunione di strategia
 
Aincrad, piano 1, Tolbana. 3 dicembre 2022
Axel era al livello 9, come anche Crow. Moonlight era al livello 10. Erano tra i player più forti del gioco, e avevano fatto varie incursioni all’interno della torre del Boss. Ma nessuno, stando a quanto sapevano, aveva ancora trovato la stanza finale.
Quel che era peggio era che ben duemila giocatori avevano già perso la vita. Un giorno Axel era andato al Palazzo di Ferro, dove erano segnati i nomi di tutti i giocatori, e aveva visto centinaia e centinaia di essi sbarrati da delle doppie linee. Istintivamente, non seppe perché, cercò i nomi di Kirito e Klein. Erano vivi, per fortuna, ma poi lui un po’ stupidamente controllò anche se ci fosse il suo nome. Solo quando lo trovò si rese conto che quello che aveva appena fatto non aveva alcun senso logico, a meno che non stesse pensando di essere morto… Una cosa alquanto improbabile, visto che era sicuro di essere vivo e cosciente.
 
Quel giorno si svegliò un po’ tardi. Un ragazzo di nome Diavel aveva chiesto a tutti i player che avevano raggiunto o che erano molto vicini al livello 10 di incontrarsi in un anfiteatro in città. In realtà era la seconda riunione che veniva indetta da quando era stata raggiunta la torre e Axel si chiedeva cosa avesse di così importante da dire…
Riunione o no, si era comunque svegliato tardi e appena aprì il menu per vedere l’orario scattò seduto. Erano quasi le dieci! E Moonlight voleva dare un’occhiata al bosco dietro la torre!
Corse fuori vestendosi e comprò un po’ di pane in tutta fretta. Infine, raggiunse i suoi amici alla porta nord. Moonlight, con la sua corazza azzurra con le spalliere nere, lo fissò con sguardo di rimprovero.
«Alla buon’ora! Sono due ore che siamo qui ad aspettarti»
«Sì, lo so, mi dispiace…» E si passò una mano davanti al volto.
«Dai, andiamo. Prima arriviamo, più tempo avremo di setacciare l‘area» Li esortò Crow. Anche il suo equipaggiamento si era evoluto, e anche lui aveva l’armatura fatta di parti azzurre. Lo scudo era azzurro con uno stemma bianco a forma di luna.  Quanto ad Axel, aveva una corazza con spalline, braccioli e gambali, sempre azzurri. Per la spada aveva deciso di spostarne il fodero dietro la schiena, per un po’ di tempo, ma alla fine l’aveva rimessa alla cintura. Troppo scomodo. Non sapeva come facesse quel Kirito a trovarcisi bene.
Perché già altre volte avevano incontrato Kirito nella torre. Una volta aveva perfino visto una ragazza, incappucciata e con un mantello, combattere al suo fianco. Forse era solo un caso, Kirito aveva già dato più volte l’impressione di essere un solitario, ma forse sentendo che la battaglia era vicina poteva aver cambiato temporaneamente idea.
Ma non era questo l’importante. Al momento il party si stava dirigendo verso il Colle Primo… o almeno così veniva chiamato nella guida distribuita al negozio degli item. Aveva sentito dire che era stata scritta da dei beta tester, e lui non aveva intenzione di dubitarne. In ogni caso, Moonlight non ne aveva mai sentito parlare e voleva esplorarlo per questo.
«Dimmi un po’, Moon…» Fece Crow. «Hai una mezza idea di quello che ci potrebbe essere?»
«A parte lupi, orsi e serpi, intendi?»
«Esatto»
«No, però o chiesto in giro. Sembra che ci sia una specie di costruzione al suo interno, e se abbiamo fortuna riusciremo anche a trovare qualcosa di interessante al suo interno. Chissà, magari una spada migliore di quella che il signorino ha rotto dopo così tanta fatica per trovarla» Aggiunse ghignando. Alludeva ad una spada con 60 punti di attacco che avevano ottenuto da un mob la settimana prima. Axel era riuscito a spaccarla a metà dopo neanche due giorni, cercando di perforare lo scudo di una guardia spawnata nella torre.
«Ehi, non è colpa mia se la sua durabilità era così bassa! Almeno la mia Odric Sword non mi ha mai tradito, finora»
«Sì, sì, mettila come vuoi» Concluse lei accelerando il passo e sorridendo. Ci era voluto quasi un mese, ma ormai la ragazza era tornata quella di sempre, più o meno. Giusto tre giorni prima aveva ammesso a sé stessa e ad Axel il motivo del suo comportamento. La paura di morire è una cosa che nessuno può lasciare da parte lì in SAO. Senza spirito di conservazione i player sarebbero morti già tutti da tempo in qualche dungeon.
Raggiunsero la foresta alle undici circa, e vennero subito attaccati da un orso che soccombette giusto due colpi dopo. Farsi strada per la selva era fin troppo semplice, e tutti ebbero presto un brutto presentimento.
Raggiunsero una rovina al centro della foresta, ma non c’era niente al suo interno. Solo un altare con una fessura, come se fosse un piedistallo per spade. La costruzione era una semplice area piatta e quadrata con quattro colonne agli angoli.
«Che si fa adesso?» Chiese Crow. «Che serva qualcosa da mettere nel piedistallo per triggerare qualcosa?»
«Non credo, la guida ne avrebbe parlato» Rispose Axel avvicinandosi al piedistallo. Appena fu dentro ad una specie di cerchio di roccia una luce si emanò dalla fessura e le colonne spawnarono due Guardiani -mostri un po’ putrefatti con corazze e spade corte- ognuna. In tutto, otto nemici.
Tre degli esseri attaccarono Axel, altri tre Crow e due Moonlight, costringendoli contro il piedistallo. La ragazza parò vari colpi grazie alla sua velocità e riuscì a infliggere una devastante combo a uno dei nemici, finendo però per essere trafitta all’altezza della spalla sinistra dall’altro, al quale mozzò subito la testa per vendetta. Aveva perso un centinaio di HP, e finì quello ferito ma ancora in vita con dei rapidi affondi al petto. Axel invece aveva caricato uno rompendo lo schieramento ed eliminato un altro con una combo di quattro colpi, per poi finire il terzo con un taglio netto a metà del busto.
Crow iniziò la lotta in difesa, cercando una breccia nello schema. Poi spinse con lo scudo uno dei tre, impedendo a quello a sinistra di attaccarlo, e con lo slancio appena ottenuto fece due rapidi squarci al petto di quello a destra, per poi rinchiudersi in difesa. Dopo due o tre altri attacchi rimase contro uno solo, e se ne occupò schiacciandolo a terra con lo scudo e togliendolo poi un attimo prima di trafiggerlo in pieno petto. Spostando la lama dal petto fino alla testa lo eliminò definitivamente.
«Tutto bene, ragazzi?» Chiese Axel. Crow alzò il pollice, Moonlight invece si massaggiò la spalla dove era stata colpita. Se non altro con tutti quegli avversari ora tutti e tre erano di livello 10.
Delle scariche partirono dalla sommità delle colonne e andarono a convergere nella fenditura del piedistallo. Il punto di contatto si alzò lentamente generando una lama blu elettrica nei punti in cui passava. Per la precisione, uno spadone. Ottima come arma, ma solo se si ha già una buona difesa. Perfetta per i tank come Crow, che infatti fu il primo ad avvicinarcisi non appena le scariche svanirono.
«Wow, fantastico!» Disse il moro toccandola. Apparvero le sue statistiche: l’attacco era circa 80, diminuiva l’agilità ma aumentava un po’ anche i punti di difesa. La durabilità sembrava più che buona.
«Questa la prendo io» Fece, afferrandola. Piccolo problema: era fuori dalla sua portata come punti forza, e perciò non riusciva a maneggiarla in modo decente. «Oh, maledizione…»
La disequipaggiò. I tre presero i loro cristalli di teleport, e prima di andare Moonlight dovette per forza fare di nuovo riferimento a quella storia: «Se non altro questa spada ha un proprietario più attento»
«Ehi, la smetti?» La richiamò Axel. Lei scoppiò a ridere, e lui in un attimo fu dimentico di tutto. Rimase a guardarla ridere, e per la prima volta si scoprì a pensare che fosse davvero bella.
Ma non era quello il momento. Scosse rapidamente la testa e si teleportò a Tolbana, dove l’incontro di Diavel stava per iniziare.
 
Appena si sedettero si accorsero che c’era meno gente di quanta si fossero aspettati. Appena 27 persone erano sedute sugli spalti dell’anfiteatro al loro arrivo. Nella zona centrale c’era un uomo con una corazza scura e dai capelli e occhi azzurri che aspettava. Probabilmente era Diavel.
Poco dopo di loro giunse anche Kirito, che si sedette sul gradone più alto. Axel e Moonlight lo salutarono, e lui fece lo stesso.
Pochi minuti dopo il ragazzo al centro batté le mani, attirando l’attenzione.
«Ok! Allora… direi che possiamo dare inizio all’assemblea! Grazie per essere venuti qui oggi in risposta al mio invito. Io mi chiamo Diavel, e il mio mestiere… beh, diciamo che io mi definirei un cavaliere»
Subito i presenti si misero a ridere, dicendo cose come «Cavaliere, certo…» o «Non ci sono le razze in questo gioco!», ma lui di nuovo li richiamò all’ordine con una rivelazione a dir poco scioccante.
«Oggi io e il mio party di gioco abbiamo trovato la stanza del Boss, in cima a quella torre»
«L’ha trovata? Davvero?» Disse Crow, tanta era la sua sorpresa.
«Ora bisogna sconfiggerlo, raggiungere il secondo livello e riferire a chi è in attesa alla Città di Inizio che prima o poi riusciremo a completare questo gioco mortale. È un dovere di tutti coloro che sono qui oggi. Siete d’accordo?»
Axel, Crow e Moonlight annuirono. Gli altri presenti invece ci misero qualche secondo per convenire che era la cosa migliore, e iniziarono a battere le mani.
«Bene. Allora iniziamo subito a predisporre un piano d’attacco. Per prima cosa dividetevi in party da sei giocatori. Una sola squadra non può competere contro un boss finale. Prepareremo un assalto di più gruppi coordinati»
E mentre parlava i gruppi andavano già formandosi. Due giocatori si unirono ad un terzo armato di ascia da guerra, e poi questi tre si avvicinarono ad Axel.
«Ehi, voi tre siete insieme?»
«Sì, siamo un party fin dal primo giorno» Rispose il rosso.
«Bene, allora siamo a posto» Disse quello con l’ascia da guerra. La sua armatura era praticamente inesistente. Era un tipo molto robusto, dai capelli castani e gli occhi marroni. «Io sono Haruo. Loro sono Lars e Thalia»
«Piacere di conoscervi! Io sono Axel, e loro sono Moonlight e Crow»
«Bene, allora» Fece Thalia sorridendo. Capelli biondi lunghi e occhi marroni. Indossava una corazza di acciaio che metteva in risalto le sue forme, contrastanti con il suo corpo piuttosto esile. «Se voi siete già un party possiamo unirci a voi?»
Moonlight ricambiò il sorriso e aprì il Menu. «Certo!»
Invitò i tre in party. Lars fu l’unico a non parlare, e Axel lo guardò attentamente. Aveva gli occhi azzurri e i capelli neri di media lunghezza. Indossava dei guanti neri di pelle, un set di armatura leggera e portava alla schiena una spada corta. Non sapeva perché, ma non gli ispirava molta fiducia.
Quando tutti ebbero formato il proprio party, Diavel riprese: «Bene, avete formato le squadre?»
Ma una voce lo interruppe: «Aspettate un attimo!»
Un uomo piuttosto basso, dai capelli arancioni e con un pizzetto scese a grandi balzi le gradinate, fermandosi al centro. Poco prima non era all’assemblea, quindi probabilmente era appena arrivato.
«Salve, il mio nome è Kibaou» Disse. «C’è una cosa che vorrei dire, prima di iniziare il combattimento…»
E si mise le mani sui fianchi. «Forse qualcuno di voi dovrebbe preoccuparsi di chiedere scusa alle duemila persone che sono morte sin ora!» E puntò il dito verso la platea con fare accusatorio.
«Kibaou, tu…» Iniziò Diavel. «Tu quando dici qualcuno di voi… ti riferisci ai beta tester di questo gioco, vero?»
«Mi sembra ovvio!» Ribatté quello, al che Moonlight strinse con forza i pugni.
«I giocatori beta…» Continuò Kibaou «…quando è iniziato questo maledetto gioco, hanno abbandonato i principianti e sono spariti. Hanno tentato di aggiudicarsi per primi le zone di caccia migliori e le quest più facili pensando solo ad aumentare la propria forza, e di noi hanno fatto finta di non sapere un bel niente»
A quelle parole Axel strinse a sua volta i pugni. Voleva alzarsi in piedi, gridare che non era vero, e che era proprio grazie ad una beta tester se lui e il suo amico erano lì a quella assemblea invece di essere morti per colpa di qualche stupido mob dentro chissà quale dungeon, ma qualcosa non glielo permise. Dopotutto, Moonlight era l’unica beta tester di cui poteva prendere le difese. Non sapeva cosa avessero effettivamente fatto gli altri.
«Sono sicuro che anche qui tra voi si nascondono dei beta tester!» Continuò l’uomo. «Beh, dovranno chiedere perdono in ginocchio e spartire con i presenti l’oro e gli item accumulati! Altrimenti non potremo affidarci gli uni agli altri come compagni di party!»
A quelle parole Axel non ci vide più. Digrignò i denti dalla rabbia e fece per alzarsi, ma Moonlight lo trattenne, facendogli cenno di non farlo. Qualcun altro al posto suo prese la parola.
«Posso parlare?» Fece un uomo alto e robusto, dalla carnagione scura. Si avvicinò a Kibaou, mettendolo in soggezione già soltanto con la sua statura.
«Il mio nome è Agil. In altri parole, Kibaou, stai dicendo che molti principianti sono morti a causa dei beta tester che non si sono presi cura di loro, e che per questo i giocatori beta dovrebbero scusarsi e risarcire tutti?»
Il tono dell’uomo era terribilmente piatto. Kibaou iniziò a sudare freddo, ma rispose comunque: «Sì… sì è così»
Agil prese un libro dalla sua sacca. La guida che veniva distribuita gratuitamente a tutti i player.
«Questa guida di gioco ce l’hai anche tu, vero? La regalavano al negozio degli oggetti»
«Sì, l’ho presa… ma questo che c’entra?»
«A distribuire questa guida sono stati gli ex-beta tester» Poi si voltò verso la platea. «Ascoltate! Tutti abbiamo potuto accedere a queste informazioni, eppure molti giocatori sono morti. Pensavo che in questa riunione avremmo discusso su come sconfiggere il boss, imparando qualcosa di utile proprio dai loro errori»
Tornò a guadare Kibaou che, non sapendo più cosa dire, andò a sedersi con aria scocciata sul gradino più basso dell’anfiteatro. Anche Agil andò quindi al suo posto.
«Bene. Ora possiamo riprendere, vero?» Fece Diavel prendendo anche lui la guida. «Nell’ultima edizione di questa guida sono contenute informazioni utili riguardanti il boss Secondo quanto c’è scritto qui il suo nome è Illfang il Signore dei Koboldi. È protetto da un seguito di sentinelle dette Koboldi delle Rovine. Le sue armi sono un’ascia e un brocchiero. Quando l’ultimo segmento della barra degli HP diventa rosso sostituisce l’ascia con una spada curva chiamata Talwar, e al contempo cambia anche la sequenza di attacco»
Un boss di tutto rispetto, non c’è che dire. Sarà molto difficile sconfiggerlo. Si disse Axel.
«Con questo abbiamo finito. Per quanto riguarda la distribuzione dei premi, i soldi verranno distribuiti fra tutti. I punti esperienza andranno alla squadra che abbatte il boss, e gli oggetti andranno a chi se ne è impadronito. Nessuna obiezione?»
Silenzio.
«Bene. Partiremo domattina alle dieci! L’assemblea è conclusa!»
Tutti si alzarono. Era giunto il momento di iniziare la scalata, e di sconfiggere questo Illfang una volta per tutte. Il gruppo di Axel se ne andò a fare un giro per negozi, coscienti che la giornata successiva sarebbe stata la più impegnativa di tutta la loro vita ad Aincrad.

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Capitolo 5
*** Il Signore dei Koboldi ***


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Cap.5 Il Signore dei Koboldi
 
Aincrad, piano 1, Tolbana. 4 dicembre 2022
Erano le dieci. I 33 player coinvolti nella battaglia contro il boss si erano riunito di nuovo nel piccolo anfiteatro della città. Axel, Moonlight, Crow, Thalia, Lars e Haruo si erano preparati a dovere ed erano in testa al gruppo, dopo Diavel. Il ragazzo aveva chiamato la loro “Squadra C”, per coordinare più agevolmente i comandi. Le squadre erano sei, quindi si andava da A ad F. Diavel era l’unico a non essere in un party.
Partirono, diretti al dungeon del boss. Haruo era un uomo piuttosto amichevole, e iniziò subito una conversazione con Thalia e Crow riguardante le varie esperienze fatte nelle ultime settimane. Thalia invece sembrava piuttosto restia a parlare delle sue avventure, e si limitò a commentare quelle degli altri. Lars invece rimase in silenzio per tutto il tragitto, aumentando la diffidenza di Axel nei suoi confronti, il quale una volta lasciata la zona sicura non lo perdeva d’occhio neanche per un istante.
«Axel?» Lo chiamò Moonlight.
«Mh?» Fece quello senza voltarsi.
«Guardami»
Solo allora il ragazzo si girò.
«Perché continui a fissare quel tipo?» Gli chiese a quel punto.
«Non lo so… Mi sembra…»
«Cosa?»
«Non so come definirlo… è molto silenzioso, non mi piace»
«Ma dai…»Fece lei con un sorriso. «Quando ero io a comportarmi come lui non facevi tutte questi problemi»
«Perché tu avevi cambiato atteggiamento per via della paura… Già avevo conosciuto il tuo vero carattere. Lui invece…» E tornò a fissarlo.
«Ah, come ti pare» Concluse lei. I ragazzi restarono in silenzio finché non arrivarono alla torre, dove gli unici discorsi che fecero furono in merito ai combattimenti e ai nemici che dovevano affrontare.
Per le 12:30 il gruppo di assalto raggiunse la porta del boss. Diavel si piazzò davanti ad essa e piantò la sua spada a terra.
«Ascoltatemi tutti! C’è solo una cosa che voglio dirvi: vinciamo!»
Tutti annuirono, e il ragazzo estrasse la lama dal terreno, per poi spingere la porta.
«Avanti!» Disse. Tutti si riversarono nella sala scarsamente illuminata, e pochi istanti dopo una improvvisa luce illuminò la lunga stanza. Illfang il Signore dei Koboldi spiccò un salto dal suo trono in fondo alla stanza, atterrando davanti ai player. Apparvero accanto al suo corpo ben quattro barre di HP, e il mostro con un possente ruggito evocò tre Koboldi.
«All’attacco!» Ordinò Diavel. Due squadre partirono alla carica, e la Squadra C dovette attendere il suo turno. Poi Diavel ordinò lo switch, e i sei partirono contro Illfang. Axel parò insieme a Crow un colpo di ascia e Haruo inflisse un colpo in pieno fianco al boss, aiutato da Lars e Thalia. Moonlight cercò di trafiggere il boss ma fu costretta a proteggersi dal successivo attacco. Crow venne scaraventato via e perse lo scudo, insieme a trecento HP circa. Diavel ordinò il cambio, giusto in tempo perché Agil e Kibaou potessero tornare a far danni insieme. Kirito, la sua compagna di party e la squadra D si occupavano delle sentinelle, che continuavano a spawnare a intervalli regolari.
La battaglia procedeva bene, grazie agli ordini di Diavel. Le squadre si stavano comportando in modo perfetto, ma Axel e Thalia dovettero restare per un po’ in disparte per curarsi. Moonlight e Crow se la cavavano bene, mentre Haruo si stava pericolosamente avvicinando al livello di HP rosso e si fece indietro. Giusto in tempo per un doppio colpo caricato: Thalia deviò l’ascia del boss e Axel arrivò a menare due fendenti in rapida successione, seguito a ruota da Lars.
Il boss era rimasto con una sola barra di HP. Diavel ancora non si era unito all’attacco, ma la cosa sembrava più che normale, visto che era quello che dava gli ordini. La squadra B fece un ottimo diversivo e permise alla A di attaccare il nemico alle spalle. Sembrava non riuscire più a difendersi. Tuttavia ad un certo punto fece un tremendo ruggito, fermando tutti: era arrivato a salute critica. Barra rossa. Stava per cambiare arma.
Gettò via ascia e brocchiero, prendendo da dietro le spalle un Talwar.
No, un momento. Quella non era una spada curva, come aveva detto Diavel il giorno prima! Non era un Talwar! Ma lui sembrò non accorgersene.
«Indietro!» Gridò il ragazzo, entrando in campo per la prima volta. «Ora tocca a me!»
Parve strano a tutti quest’ordine: il piano non era questo! Diavel levò la sua spada dietro la testa caricando una skill di spada, ma il boss saltò in alto. Molto in alto.
«Fermati!» Gridò Kirito. «Torna indietro, Diavel!»
Troppo tardi. Il boss fece dei rapidissimi salti di colonna in colonna e si schiantò con un fendente dall’alto contro il ragazzo, per pio infliggergli un secondo colpo che lo scaraventò via. Poi atterrò al centro della formazione di player e ruggì. Tutti fecero un passo indietro, mentre Kirito si avvicinava a Diavel. Tirò fuori una pozione, ma Axel vide chiaramente: Diavel lo fermò. Non la volle. Decise di morire.
Perché?
Qualunque fosse il motivo, ora non aveva tempo per pensarci. Il boss fece una spazzata e dovette saltare per evitare la sua arma. Era veloce, molto veloce. Troppo, per alcuni. Crow fu travolto, e in un solo colpo andò a livello HP critico. Moonlight dopo il primo salto ne spiccò un altro per attaccare, ma Thalia la colpì con il suo scudo in pieno volto. Il boss le stava per tagliare la testa, mentre con la botta dello scudo si salvò per un soffio. Axel la prese al volo e la portò in retroguardia.
Un altro ruggito. Il boss fece una nuova spazzata seguita da un fendente obliquo ascendente che fece volare lontano Lars e un altro player, pur senza danni critici. Stava per colpire ancora quando puntò qualcun altro: Kirito e la sua compagna di party.
Skill di spada da entrambe le parti. Il beta tester bloccò il colpo del nemico permettendo alla ragazza di tentare un affondo, ma il boss fu più veloce del previsto e la colpì.
Impressione sbagliata: le aveva solo distrutto il mantello. La ragazza, Dai lunghi capelli arancioni e dagli occhi dello stesso colore, portò a termine la sua skill con un nuovo affondo, facendo volare indietro il nemico.
Il boss tornò alla carica, i due ripeterono l’azione. Ma stavolta quello resistette all’affondo e Kirito fu costretto ad un duello, dal quale subì ben due colpi che lo portarono a metà salute e lo fecero schiantare contro la ragazza. Il boss caricò un fendente dall’alto, ma all’improvviso Agil arrivò con un colpo caricato a difenderli.
Axel, Moonlight e altri player tornarono all’assalto, costringendo il boss sulla difensiva. Il mostro sembrava in difficoltà sotto quell’incessante ammontare di colpi, ma una spazzata improvvisa sbaragliò tutti i presenti, infliggendo ingenti danni a chi non si era riuscito a difendere in tempo.
Spiccò un enorme salto, caricando una skill di spada per eliminare qualcuno dei giocatori, ma mentre precipitava Kirito lo intercettò, colpendolo al fianco e facendolo schiantare a terra.
«Asuna! Insieme, adesso!» Gridò il ragazzo andando verso il nemico. La ragazza che era con lui partì alla carica, e i due inflissero una combo di skill che finirono per devastare la già corta barra del boss. Kirito concluse la battaglia con un fendente che dal fianco del mostro giunse a colpirlo alla testa.
La barra giunse allo zero. Il boss si disgregò in schegge luminose azzurre.
Era finita. Illfang il Signore dei Koboldi era stato sconfitto. La via per il secondo piano era ora accessibile.
Fu una enorme festa tra i giocatori, tutti a gioire della vittoria e degli item accumulati. Agil e Asuna andarono personalmente a congratularsi con il beta tester, trascinando il resto del gruppo in un applauso. Tutti riconobbero i suoi meriti e la sua forza. Tutti… tranne uno.
«Ma perché?» Gridò Kibaou, accasciato a terra. «Per quale motivo hai lasciato morire Diavel?»
«Lasciato morire…?» Ripeté Kirito, senza parole. Ed ha ragione ad essere così sgomento… Axel l’aveva visto, non era stato lui a decidere. Diavel  stesso non aveva voluto quella pozione.
«Esattamente» Rispose l’uomo. «Tu avevi già visto le tecniche di combattimento di quel mostro, non è vero? Se fin dall’inizio avessi condiviso con noi quello che sapevi… Diavel non sarebbe morto!»
Axel non riusciva a capire. Che discorsi erano questi? Come avrebbe potuto Kirito dubitare dei dati forniti dai beta testers se lui stesso era uno di loro? Non era colpa sua se Diavel non si era fatto indietro, se non si era accorto della spada sbagliata. Kirito non aveva fatto in tempo ad avvertirlo, e allora? Come poteva sapere che avrebbe usato un’arma diversa, e soprattutto quale tra le tante esistenti? Quello che Kibaou stava dicendo non aveva senso… Ma la gente aveva già iniziato a mormorare.
«Probabilmente lui è un ex-beta tester!» Gridò un ragazzo. «Ecco perché gli schemi di attacco del boss gli erano familiari! Li conosceva e non ce li ha detto!»
La situazione si stava mettendo male. I giocatori si erano fatti influenzare dalle parole di Kibaou.
«Ce ne sono altri qui, vero?» Aggiunse il tipo. «Avanti, uscite allo scoperto!»
Moonlight guardò l’uomo con odio, mentre la gente si squadrava con sospetto. Complimenti, Kibaou. Sei riuscito a distruggere tutti gli sforzi fatti da Diavel fino a quel momento.
Asuna e Agil erano pronti a prendere le difese di Kirito, ma proprio dal ragazzo provenne una risata agghiacciante.
«Ex-beta tester hai detto? Ti dispiacerebbe non mettermi sullo stesso piano di quel branco di pivelli?»
E si avvicinò al gruppo di players.
«Tra i mille beta tester scelti per questo gioco c’erano quasi solo principianti, che non erano nemmeno in grado di aumentare il loro livello. Al momento attuale voi siete già molto meglio di loro»
Axel non ci capiva più niente. Cosa stava dicendo? Perché si comportava così?
«Io però sono molo diverso da quella gente» E si fermò di fronte a Kibaou. «Durante il beta test ho conquistato livelli che nessun altro era riuscito a raggiungere. Se conoscevo le abilità del boss è perché ho combattuto molti altri mostri che la usavano su piani ben più alti di questo. E ci sono molte altre cose che so. Per questo non mi preoccupo di cercare informatori che mi aiutino»
«Che cosa hai detto…?» Mormorò Kibaou, spiazzato. «Tu non sei un semplice beta tester, sei anche peggio! Tutto questo non è leale, sei un maledetto cheater!»
Tutti iniziarono a mormorare contro di lui, mentre cinque minuti fa lo acclamavano come un eroe.
«Sei un cheater!» Iniziò uno. «Anzi, un beta cheater! Un Beater!»
«Beater, eh?» Fece Kirito appena lo sentì. «È una bella definizione. Mi piace»
Questa affermazione fece calare il silenzio nella sala. Axel ancora non poteva credere che fosse così menefreghista. Non voleva crederci. Davvero era così bastardo che gli piaceva addirittura un nomignolo tanto dispregiativo?
«Già. Potete chiamarmi Beater, così d’ora in poi eviterò di essere paragonato agli altri ex-beta tester»
E si mise una giacca lunga completamente nera. Dopodiché, sotto gli occhi esterrefatti dei presenti, andò verso l’uscita della stanza, verso il secondo piano. Ma Asuna lo richiamò.
«Aspetta… Se non sbaglio durante la battaglia mi hai chiamata per nome, vero?»
«Scusa la troppa confidenza» Rispose lui. «O forse ho sbagliato a pronunciarlo?»
«Come fai a saperlo?»
La risposta era così ovvia che fu strano non vedere Kirito stupito a quella domanda: «Se guardi nel menu vedrai un’altra barra degli HP sotto la tua. Non vedi niente lì affianco?»
Lei si prese qualche momento prima di rispondere. «…Kirito? Vuol dire che è questo il tuo nome?»
«Già, è così»
La ragazza rise: «Vuol dire che è sempre stato scritto lì?»
Il Beater cambiò discorso: «Tu diventerai molto forte, perciò se in futuro qualcuno ti inviterà ad unirti a una gilda… non rifiutare. Ci sono dei limiti impossibili da superare per un giocatore solitario»
«Allora che mi dici di te?»
Kirito aprì il suo menu e premette qualcosa, forse per sciogliere il party con Asuna, e se ne andò senza rispondere. Lei rimase lì per qualche secondo, poi tornò dagli altri.
«È solo un bastardo…» Mormorò Kibaou, per poi gridare: «Un giorno me la pagherai per quello che hai fatto oggi! Mi hai sentito?»
«Sentite…» Iniziò Agil. «…ormai non possiamo farci più niente. Dobbiamo fare quello che abbiamo stabilito con Diavel e proseguire. Qualcuno di voi ha degli amici rimasti nella città di inizio?»
«Io ne ho alcuni» Disse Thalia. «Mando un messaggio e li avverto che il boss è stato distrutto» E mentre lo diceva aprì il main menu e iniziò a scrivere.
«Bene. Tutti coloro che possono facciano lo stesso» Disse Agil. «Ci si vede al prossimo piano!»
Tutti i presenti controllarono se avevano amici nella città di inizio, e poi si diressero, chi da solo, chi con un party, al piano successivo. Un paio di minuti dopo nella stanza rimase solo il party di Axel.
«Dunque…» Iniziò a dire il rosso, avviandosi per primo e cercando di non farsi sentire dagli altri. «…dobbiamo iniziare a chiamare anche te Beater?»
Ovviamente la frase era riferita a Moonlight, che subito reagì affiancandolo e fissandolo con sguardo truce.
«Tu provaci e io ti taglio a fette»

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Capitolo 6
*** Secondo piano ***


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Cap.6 Secondo Piano
 
Aincrad, piano 2, uscita della tana di Illfang. 4 dicembre 2022
«Allora, che volete fare voi?» Chiese Moonlight ad Haruo, Lars e Thalia. Quelli furono chi più chi meno espliciti, ma la risposta fu la stessa per tutti: “resto”.
«Molto bene» Fece la ragazza, per poi aprire il menù e andare sulla funzione “Gilda”.
«Aspetta che stai facendo?» Chiese Crow.
«Abbiamo deciso di formare un gruppo stabile, tanto vale trovarci un nome non credete?»
«Sì, e come ci chiamiamo?» Fece Haruo, poco convinto.
«Che ne dite di “Soldati della Notte?”» Propose subito Thalia.
«No, “Soldati” non mi piace. Che ne dite di “Guerrieri?”» Fece Moonlight.
«Aspettate, ce l’ho!» Intervenne Lars. «Che ne dite di… “Compagnia del Tramonto”?»
«Sì, mettici un anello e ci manca solo un tizio con la barba per fare Gandalf» Ribatté ironico Axel. Tutti scoppiarono a ridere.
«Ok, adesso sul serio…» Fece poi Crow. «Che ne dite di “Paladini della Notte”? Visto che siamo tutti in vena di oscurità…»
Tutti furono d’accordo. Non era qualcosa di esagerato come un esercito, ma neanche un gruppetto unito alla male peggio. “Paladini” era il titolo appropriato.
Moonlight inserì il nome nella casella, e come simbolo creò uno scudo nero con croce bianca con una spada blu bordata di bianco messa in verticale dietro di esso, su sfondo azzurro.
«Bene, Paladini della Notte! Si va a caccia di mostri!»
«Sì!» Gridarono tutti, per poi mettersi in marcia ed uscire dalla grotta n cui si trovavano. Usciti, la prima cosa che notarono fu che erano spuntati fuori su una collina. A nord tutte montagne, vicino a loro una piccola vallata e poi oltre di essa di nuovo montagne. Ma oltre quella seconda chiostra di denti di roccia non si vedevano altri picchi.
Iniziarono a scendere. Nella valle sotto di loro c’era una città di nome Urbus. Stando alle informazioni di Moonlight lì potevano trovare qualche quest interessante da completare.
I mob in quest’area montuosa erano i buoni vecchi orsi, vari insetti come ragni congelanti o anche alcuni rettili. Molto veloci, ma il loro attacco probabilmente non era un granché in fatto di potenza.
Come non detto…
Il primo nemico che si trovarono davanti fu uno di quegli odiosi Koboldi della tana di Illfang. Lo fecero letteralmente a pezzi, ma la lotta attirò l’attenzione di strane lucertole bipedi che si lanciarono contro di loro ad una velocità impressionante. Il loro morso infliggeva fino ad un massimo di 70 HP, quindi non erano un granché, ma colpirli era qualcosa di pressoché impossibile se non ci si concentrava abbastanza.
320 HP ognuno dopo i sei arrivarono alla città, Urbus. Era di medie dimensioni, gli edifici più o meno tutti della stessa altezza eccetto un paio più alti tipo campanili e la locanda, di un solo piano più alta di quelli normali.
Grazie alla sua altezza lievemente maggiore raggiunsero la locanda in fretta, anche se quando entrarono dentro era ormai sera. Affittate le stanze per tutti e sei, Lars, Haruo e Thalia diedero la buonanotte e andarono a dormire. Gli altri invece rimasero ancora un po’ ad aggirarsi per la taverna accanto.
«Una birr, per favore» Chiese Crow. All’inizio pensava che essendo un gioco l’alcol non avesse effetti e aveva esagerato. Invece il software si occupava perfino di produrre un effetto a livello cerebrale molto simile a quello di una sbronza. Da quel primo giorno evitò sempre di esagerare, anche se si trovava in un ambiente virtuale. Ennesima prova che questo universo era più simile alla realtà di quanto ci si potesse mai aspettare
L’NPC prese un boccale e lo riempì andando ad una botte dietro di lui, aprendone il rubinetto. Infine servì il ragazzo.
«Crow…» Iniziò Axel. «Che ne pensi di quelli nuovi?»
«Haruo mi sembra un tipo tranquillo» Rispode il moro. «Con thalia ho avuto modo di passarci un po’ di tempo ed è molto simpatica. Quanto a Lars…»
«…non ti convince, vero?» Concluse l’amico.
«No, in effetti no»
«Eccone un altro» Replicò esasperata Moonlight. «Sempre a giudicare, mai una volta che vi facciate delle domande prima di arrivare alla sentenza»
«Del tipo?» Chiese Crow sorseggiando la birra.
«Del tipo: cosa sapete di lui? Conoscete il suo passato? O il suo carattere?»
«Nemmeno parla! Come faccio a fidarmi di uno che non tenta neppure di socializzare?»
«Magari è un tipo chiuso, e in tal caso sta a noi fare la prima mossa per inserirlo nel gruppo» Ipotizzò Axel.
«Oppure potrebbe anche essergli successo qualcosa. Qualcosa che lo ha spinto ad allontanarsi dagli altri…» Disse Moonlight
«Avete ragione…» Si scusò Crow. «Allora facciamo così: domani vado un po’ in giro con lui e vi faccio sapere»
«Sì, buona idea. Anche io vorrei sapere qualcosa di più su di lui»
Moolight li guardò, soddisfatta per i propri risultati. Il moro, finita la sua birra, posò il boccale sul bancone.
«Allora io vado a dormire. Buonanotte ragazzi»
Axel si fermò un attimo a guardare Moonlight.
«Non vai anche tu?»
«Potrei farti la stessa domanda» Replicò lei con un sorrisino. Axel arrossì, e lei si mise a ridere.
«Senti…» Riprese lei. «Stasera in realtà volevo uscire un po’. Ci sono dei bei locali in centro, che ne dici di venire con me?»
La domanda lasciò spiazzato il ragazzo, che arrossì ancora di più senza accennare ad una risposta.
«Dai… è un po’ triste uscire da soli, non credi?»
«O-ok…» Balbettò lui, per poi sorridere.
Lei ricambiò il sorriso e i due uscirono insieme dalla taverna. Rientrarono alla locanda soltanto a notte fonda.
 
Quando Axel si svegliò, il giorno dopo, si ritrovò senza quasi accorgersene a pensare a Moonlight. Come se ne rese conto scosse la testa e si stropicciò gli occhi, per poi stiracchiarsi. Niente. Il volto sorridente di lei gli era rimasto impresso nella mente come inchiostro sulla carta. Gli piaceva, non c’era nulla da fare. Gli piaceva quella simpatica ragazza dagli occhi azzurri. Ma per quanto fosse non se la sentiva di provarci apertamente con lei. Troppo presto, ecco cosa gli passava per la mente. E poi perché iniziare una relazione se sarà destinata a finire insieme a quel dannato gioco mortale?
Si alzò e si vestì, uscendo dalla stanza e raggiungendo gli altri. Tutta la gilda era lì pronta ad aspettarlo. Mancava solo Moonlight.
«Buongiorno…» Mormorò il ragazzo, ancora mezzo assonnato.
«Finalmente! Che avete fatto ieri sera tu e Moonlight, eh? Vi siete divertiti?»
«Non nel senso che intendi tu» Ribatté secco il ragazzo. «Siamo usciti, nient’altro»
Proprio in quel momento giunse lei, ancora stiracchiandosi. «Buongiorno ragazzi»
Tutti risposero al saluto. Axel però nel vederla abbassò lo sguardo arrossendo e la sua risposta uscì un po’ balbettante. Lei però si comportava come se niente fosse, come se la serata precedente non fosse stata nulla di più che un’uscita tra amici, cosa che in effetti era. Meglio così, si disse il ragazzo, ma questo non cambiava la sensazione di disagio che stava provando.
«Io e Crow abbiamo deciso di dare un’occhiata dal fabbro» Disse subito Lars.
«Io vado a cercare qualche quest in giro per la città» Intervenne Haruo.
«Io vado al negozio degli item a vedere che c’è di nuovo, qui» Aggiunse Thalia.
«Ok allora anche io cerco quest. Sperando di trovare qualcosa di interessante» Disse anche Axel.
«Puoi dare un’occhiata all’armeria» Gli suggerì Moonlight. «Se ben ricordo c’è una quest che aumenta di un po’ la skill di spada, se la si ha equipaggiata»
«Ok, allora ci farò un salto…»
«Oh, io ci andrei subito!» Disse Thalia. «Mi accompagni, Ax?»
«Ehm… Certo!» Fece, un attimo spiazzato per improvvisa domanda. Moonlight la guardò per un attimo male, ma nessuno se ne accorse per quanto rapidamente quell’occhiataccia svanì dal suo volto.
«Allora io cerco altre quest, ho capito. Ci vediamo qui a mezzogiorno?» Domandò la beta tester.
«D’accordo» Risposero tutti, per poi sparpagliarsi per la città.
 
«Scusi ma… COSA?» Gridò Axel sconvolto. La condizione per l’addestramento richiedeva ripulire non una ma ben due tane di orsi. E se Thalia lo avesse accompagnato avrebbe avuto anche lei il suo addestramento.
«Queste sono le condizioni» Rispose l’NPC, un uomo di mezza età con una spada lunga dietro le spalle. «Se non soddisfate i requisiti tentare di addestrarvi sarebbe un suicidio. Per voi»
«Molto bene, accettiamo» Disse Thalia. Axel rimase a bocca aperta, nel panico.
«Perfetto. Ma ricordate, non dovete portare nessun altro con voi in questa lotta. Dovete dare prova della vostra forza»
«Ne daremo prova, maestro»
«Ne sono certo. Buona fortuna, ragazzi»
I due uscirono dalla sala di allenamento. Un attimo dopo Axel, ancora sotto shock, gridò:
«Ma sei fuori di testa? Dovremmo ripulire due tane di orsi DA SOLI?»
«Dai, non sarà difficile. Hai detto che voi tre ne avete sterminata una al livello quattro. Ora siamo tutti al livello dieci, non sarà difficile»
«Io preferirei non morire, grazie»
«Ma dai, che vuoi che sia? Gli orsi sono mob di livello sei. Se fai una somma sarebbero… uhm… due, al massimo tre orsi, quindi… un 18 a 20. Saremmo comunque in vantaggio»
«Sì, certo, peccato che non funzioni così»
«Pessimista»
«Ah adesso io sono pessimista? Scusami se a differenza tua ci tengo alla pelle!»
«Se voi aspettiamo di raggiungere il dodici, va bene?»
«Sarà meglio»
Temeraria, sprezzante di ogni possibile pericolo. Come faceva Crow ad andare d’accordo con questa pazza? Ma soprattutto, come faceva lei ad essere ancora viva con questo atteggiamento senza essere un Tank.
E ci pensò: chi meglio di un Tank può capirla? Qualcuno che si corazza così tanto da essere praticamente immune a qualsivoglia attacco di basso o medio livello. Qualcuno che non ha bisogno di avere paura, dato che la corazza lo protegge. Molto probabilmente viaggiava spesso con dei tank, ma essendo più forte del suo compagno probabilmente ha dovuto abbandonarlo per andare alla riunione di strategia. Era una spiegazione più che plausibile.
Tornarono dagli altri. Moonlight scoccò un’altra occhiataccia a Thalia quando la vide, sempre senza farsi notare. Axel però si allontanò dalla bionda e senza nemmeno rendersene conto si avvicinò all’altra, che parve rilassarsi subito.
«Allora, fatto l’allenamento?» Chiese Crow. La sua corazza sembrava essere più spessa di prima.
«No, abbiamo deciso di aspettare» Rispose Axel. «Sembra che per farlo dovremo devastare completamente da soli due tane di orso. Aspettiamo il livello dodici»
«Meglio» Rispose Monlight. Io ho trovato una quest di cattura. Un ladro ha svaligiato una gioielleria in città. Ci sarà da indagare.
«A me sta bene. Quella che ho trovato io l’ho finita in cinque minuti e mi ha dato duecento miseri col» Disse Haruo. Nessun altro obiettò, quindi Moonlight decise di andare ad accettare quella missione. Ma prima anche loro dovevano fare un po’ di compere.
Mentre erano per negozi Axel si avvicinò a Crow.
«Allora, che mi dici?»
«Uhm… gli ho fatto qualche domanda sul suo silenzio ma non mi ha voluto rispondere. In ogni caso non ha fatto nulla di strano e alla fine abbiamo parlato del più e del meno. È un bravo ragazzo, secondo me»
«Perfetto» Concluse Axel. Lars si voltò come se si fosse accorto che stavano parlando di lui e il rosso gli fece un cenno con la testa sorridendo.

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Capitolo 7
*** Nella tana dell'orso ***


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Cap.7 Nella tana dell’orso
 
Aincrad, piano 2, Urbus. 8 dicembre 2022
Passati tre giorni i Paladini della Notte erano arrivati al livello 12. Lars aveva trovato una quest interessante fuori città che gli avrebbe permesso di aumentare l’agilità e la Rapier skill. O almeno così aveva detto Moonlight.
Sì, Lars combatteva con un fioretto. Da come aveva detto negli ultimi giorni praticava scherma, ed era quindi abituato a combattere più ad affondi che a fendenti. A quanto pareva però nessun altro sapeva usare armi nella vita reale, eccetto Thalia che disse di avere una vecchia Glock 43… ovviamente con porto d’armi.
In ogni caso, Lars doveva per tale quest superare un piccolo dungeon ricco di trabocchetti, per il cui superamento era necessaria una dose di agilità piuttosto alta, forse rasente quella di un parkourer.
«Sei sicuro di volerti imbucare in un posto del genere?» Chiese Crow.
«Perché no? Sono molto agile nella vita reale, e penso di potercela fare» Rispose Lars.
«Però forse è meglio che tu non vada da solo» Insistette Haruo. «Non sono entrato in un party per vedere uno dei miei compagni morire»
«D’accordo, d’accordo. Potete venire, se proprio ci tenete»
Anche Moonlight si avvicinò: «Vengo anche io, visto che quei due…» E scoccò un’occhiataccia a Thalia e Axel. «…hanno altro da fare»
«È una quest, e richiede che ci andiamo solo noi due! Non vi teniamo in disparte per nostra scelta!» Replicò Thalia. Axel invece abbassò lo sguardo per non incrociare quello di Moonlight. Come al solito, ormai.
«Guardate che io sto partendo» Disse Lars che era già alla porta. Gli altri si affrettarono a seguirlo, e Axel rimase solo con Thalia.
«Dai, non preoccuparti di quello che dice quella pazza. Non andiamo mica a fare chissà cosa!» Disse la bionda. Axel era rosso, con lo sguardo rivolto un po’ verso il basso, e fece per camminare quando lei se ne accorse.
«A-ah, ho capito!» Esclamò lei, per poi rivolgergli uno sguardo malizioso. «Non è che per caso ti piace una di noi due?»
«C-cosa?» Fece lui arrossendo ancora di più. «Ma che ti salta in mente?»
«Non pensare di asconderlo, è più che evidente» Si avvicinò seducente. «Sono forse io?»
Axel divenne rosso fin sopra le orecchie quando si ritrovò bloccato al muro. Lei posò una mano alla parete accanto al ragazzo, e lui deglutì.
«Avanti, dì la verità… Sei attratto da me…»
Avvicinò il suo viso a quello del ragazzo. Lui non sapeva che fare, e all’improvviso ripensò al volto sorridente di Moonlight.
«Smettila!»
La spinse via, rosso come non mai. Era la prima volta che una ragazza gli faceva così, ma sinceramente non era interessato a “proseguire la cosa”. Non con lei.
«D’accordo, d’accordo» Si arrese la bionda. «Magari se ti lascio un po’ di tempo potresti cambiare idea…»
«Scordatelo» Rispose secco lui. «Pensiamo a fare questa dannata quest e torniamo dagli altri»
«Va bene» Fece lei ridendo, e aprì la mappa. «Vieni, faccio strada io»
 
 
 
Giunsero verso mezzogiorno nei pressi di un albero con una strana grotta accanto, dai cui recessi giungevano riflessi ambrati.
«E quello cosa…?»
Uno sciame di api giganti spuntò fuori dalla grotta, attaccando i due. Gli insetti avevano uno schema di attacco molto semplice: Caricavano con il pungiglione, si allontanavano, tornavano all’attacco. L’unico momento in cui si potevano colpire era quando caricavano, ed erano piuttosto veloci quindi non era facile avere il tempismo adatto.
Tuttavia, lo sciame venne sconfitto con relativa facilità e basso dispendio di HP. I ragazzi ottennero della strana carne di ape e un po’ di Nettare di Api delle Montagne, che a quanto pare se usato aumentava leggermente il livello di agilità e di acrobazia per un breve periodo.
«Allora, quanto manca per queste dannate tane?» Chiese Axel.
«Con calma, un centinaio di metri e ci siamo»
«Dai, sbrighiamoci a chiudere questa faccenda»
«Che c’è, adesso non vedi l’ora di combattere?»
«Non vedo l’ora di finire questa quest così la smetterai di provarci con me ogni due secondi. Io non sono interessato a te, è chiaro?»
«Certo, certo…» Concluse lei con un sorrisino malizioso.
Non rispose, accelerando il passo e superandola. Aprì la mappa, così almeno poteva concentrarsi su altro e smettere di pensare al disagio che provava ad avere quella tipa tra i piedi.
Quanto avrebbe dato perché al posto di lei ci fosse stata Moonlight…
Strinse gli occhi per un attimo, non doveva pensarci. Non c’era niente. Non poteva esserci niente.
«Dove vai? La grotta è qui»
Il ragazzo si fermò. Si era distratto, non era da lui… Si voltò e seguì Thalia dentro la tana, dove ad accoglierli c’erano ben tre orsi assetati di sangue.
Il primo si prese un doppio fendente in pieno muso da Axel, per poi venire trafitto al collo. Il secondo attaccò invece Thalia, che schivò la sua carica abbassandosi. Quello aveva saltato per atterrarla, mentre lei in tal modo gli inflisse un profondo squarcio a petto e addome eliminandolo in un colpo solo.
L’ultimo rimasto caricò Axel, per poi tentare di azzannarlo alla gamba. Quello si tirò indietro e fendette colpendolo al muso, ma l’animale si mise su due zampe e riuscì a infliggere al ragazzo profondi graffi al petto. Graffi da più di 600 HP.
Axel oltre a subire il danno cadde a terra. L’orso si avventò su di lui, ma Thalia lo trafisse al fianco affondando la lama fino all’elsa. Mob distrutto. I due avevano sterminato la prima tana.
«Maledizione…» Mormorò Axel alzandosi in piedi. Fece per prendere una pozione ma Thalia attirò la sua attenzione su altro.
«Vieni a vedere…»
Un baule, in fondo alla caverna. Chiuso a chiave.
«Che ce ne facciamo, scusa?» Domandò Axel, Ma Thalia tirò fuori dalla sua sacca un grimaldello.
«C’è anche un’abilità Scassinare?» Chiese incredulo il ragazzo mentre lei iniziava a trafficare con la serratura.
«Anche borseggio, furtività… c’è una skill per ogni cosa, ricordi?»
La ragazza aprì il baule come se niente fosse, lanciando poi ad Axel una pozione di salute da 1000 HP.
«Vedi di non berla tutta, potrebbe servirti dopo»
«O potrebbe servire a te» Ribatté lui bevendo. Non la finì, non gli serviva tutta, ma ne aveva consumata una buona parte.
«Col, col, col… ci sono solo monete qui dentro!» Si lamentò Thalia prendendole. «Neanche un item interessante!»
«E ti lamenti anche? Diamoci una mossa, abbiamo ancora una tana da assalire»
 
Nella successiva lotta le arti finirono per essere invertite: fu Thalia, infatti, a subire un danno non proprio insignificante, e Axel a salvarla dal successivo colpo eliminando l’orso. Missione compiuta. Potevano fare l’allenamento.
Axel si teleportò immediatamente a Urbus, con il preciso obiettivo di allontanarsi da Thalia. Lei lo raggiunse poco dopo, alla sala di allenamento.
«Bene, siete entrambi qui. Ottimo» Disse il maestro. «Dato che vi siete dimostrati degni spadaccini, vi insegnerò una mossa speciale, molto potente. Osservate»
E accanto a lui spawnò un manichino con un indicatore di HP formata da quattro semplici tacche, invece di una barra singola. Il maestro colpì il manichino con una skill di spada e una tacca divenne rossa, per poi tornare progressivamente verde in tre secondi.
«Al vostro livello di abilità non siete in grado di infliggere quattro colpi caricati in meno di tre secondi. Io quindi voglio insegnarvi una skill a quattro attacchi»
Portò la spada in basso a sinistra, all’altezza del ginocchio e la afferrò con due mani. La lama brillò di verde, e un attimo dopo iniziò la sequenza: obliqua ascendente verso destra, obliqua ascendente verso sinistra. Il manichino aveva perso due HP. Poi il maestro prese la spada al contrario e affondò, con una sola mano, al centro della croce di tagli. E infine con l’altra mano diede un forte colpo al pomello della spada, facendo volare indietro il manichino che andò distrutto.
«Questa skill si chiama “Intersection”. Ora provate voi»
Apparvero due manichini davanti ai ragazzi. I due si misero in posizione, ma la skill non si caricava.
«Dopo la prima volta vi verrà naturale… ma adesso dovrete essere concentrati»
Axel imprecò e iniziò la sequenza. Gli uscì bene, ma non fu abbastanza veloce. Al successivo tentativo però sentì la skill attivarsi e la mossa andò a segno alla velocità giusta, facendo a pezzi il manichino. Thalia invece non se ne capacitava.
«Accidenti… come faccio?»
Il ragazzo la guardò. Il terzo colpo, l’affondo, lo faceva con due mani. Glielo fece presente, e al tentativo successivo riuscì a completare la sequenza. Un ulteriore tentativo e la skill si attivò.
«Ottimo lavoro» Disse il maestro. «Il vostro addestramento è concluso. Forse…»
«Come sarebbe “forse”?» Chiese Thalia.
«Questa skill può essere potenziata, ma prima dovrete essere abbastanza forti per farlo. Tornate da me e, se sarete pronti, vi insegnerò una “Intersection” più potente»
«Ci conti» Rispose Axel.
«Bene. Addio, miei allievi. Spero di rivedervi presto»
I due se ne andarono, aspettando gli altri in locanda. Di nuovo Thalia si avvicinò ad Axel con atteggiamento provocante: «Allora, ti va di…»
«No» Rispose secco il ragazzo, andando nella sua stanza. Lei ridacchiò e rimase lì ad aspettare.
«Eccoci di ritorno!» Disse Crow, entrando per primo nella locanda. Dietro di lui, in ordine, Haruo, Moonlight e Lars, quest’ultimo con un mantello blu notte con il bordo inferiore tendente al rosso.
«Ehi ma Axel dov’è?» Chiese Moonlight notando la sua assenza.
«In camera. Credo di non andargli a genio…» Disse Thalia ridacchiando. Moonlight la guardò male e andò alla porta del ragazzo.
«Piuttosto…» Riprese la bionda guardando Lars. «Quel mantello da dove sbuca?».
«Manto di Tramonto» Rispose lui. «È quello che mi migliora skill di Rapier»
«Ah, allora è andata bene anche a voi» Rispose Thalia.
«Che ci avete guadagnato voi?» Chiese Crow, curioso.
«Una nuova skill di spada. Ve la mostriamo nei prossimi giorni»
 
«Ax?» Lo chiamò qualcuno bussando alla porta.
«Chi è?» Chiese lui.
«Sono Moonlight. Siamo tornati»
Axel divenne di colpo rosso e andò alla porta, con le mani che tremavano. Cercò di calmarsi, in modo abbastanza inconcludente, e poi aprì la porta.
«Com’è andata?» Chiese, nel modo più naturale possibile.
«Oh, benissimo!» Disse lei sorridendo. Lui arrossì in maniera più che visibile, ma lei sembrò non accorgersene.
«Dai, vieni giù. Lars ha ottenuto un nuovo item con questa quest»
«D-d’accordo, arrivo…» Mormorò lui. Lei si avviò, mentre lui attese qualche secondo prima di seguirla. Si sentiva quasi bollire per l’imbarazzo.
Scese le scale, raggiungendo il resto della Gilda. Ma prima che potesse dire qualsiasi cosa un ragazzo entrò trafelato, spalancando di colpo la porta.
«Ki-Kibaou e… e Lind… Stanno cercando player per attaccare… il field boss… Hanno in programma un attacco domani…» E riprese fiato, gridando: «Tutti coloro che sono interessati ci raggiungano alla piazza domattina!» E corse via.
«Kibaou…?» Mormorò Haruo, sorpreso. «Un tipo come lui penso potrà anche fare a meno di noi»
«Concordo» Rispose Moonlight.
«Anche io» Fece Axel. Anche Lars e Crow furono d’accordo, e poco dopo anche Thalia convenne che fosse la decisione migliore.
«Lasciamolo pure a marcire con il suo esercito. Dopotutto è quello che merita»

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Capitolo 8
*** Questione di meriti ***


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Cap.8 Questione di meriti
 
Aincrad, piano 2, Tauro.13 dicembre 2022
«Ti vuoi muovere o no?» Gridò Moonlight. Axel era rimasto indietro, era lento a mangiare, e gli altri non avevano molta pazienza quel giorno.
«Sì, ho quasi finito!»
Divorò il resto della colazione e li raggiunse che stavano già uscendo, diretti alla piazza della città per una riunione di strategia. Lind e Kibaou volevano attaccare il boss il giorno dopo e stavano reclutando player. Le notizie fornite dai Beta Testers parlavano di un sub-boss chiamato “Nato il Colonnello Taurino” e il boss principale “Baran il Generale Taurino”, entrambi, com’era anche intuibile dal nome, dalla forma di Minotauri. Entrambi avevano un martello da guerra come arma, e mentre Nato aveva tre barre di HP, Baran ne aveva ben cinque.
«Abbiamo un bel po’ di informazioni, ma mi chiedo se abbiano una qualche abilità speciale…» Mormorò Crow.
«Impatto paralizzante» Disse Moonlight. «È un attacco molto pericoloso… colpisce a terra con il martello e infligge stordimento per tre secondi a chi viene colpito dalle scariche rilasciate dall’arma. Se si viene colpiti una seconda volta entro un dato lasso di tempo si subisce un effetto di paralisi»
«Cavolo…» Mormorò Axel. «Dopo la riunione andiamo a riempirci di pozioni antiparalizzanti»
Moonlight annuì e si girò a guardarlo, e trattenne una risata fermandosi. Anche Axel smise di camminare e la guardò con aria interrogativa. Lei gli porse un fazzoletto e si indicò le labbra. Lui capì e arrossì, prendendo il fazzoletto e iniziando a pulirsi.
«Ecco quello che succede a mettere fretta alla gente…» Borbottò, per poi scuotere per un momento il fazzoletto. Lei se lo riprese sfiorando le sue mani e andò ad una fontana a pulirlo. Lui, ancora più rosso, la aspettò, e poi insieme tornarono nel gruppo.
Superato il breve periodo di imbarazzo di alcuni giorni prima Axel aveva preso coraggio ed era tornato a parlare con Moonlight in maniera disinvolta. Non intendeva provarci con lei e faceva di tutto per evitare situazioni particolari, e neanche lei sembrava volere niente più di una relazione di amicizia. Thalia invece continuava ad assillarlo… anche se meno di quanto aveva fatto cinque giorni prima.
 
 
 
«Ben trovati!» Disse Lind, al centro della poco affollata piazza. Axel non aveva mai sentito il suo nome prima, ma quando lo vide -Capelli castani lunghi e dagli occhi azzurri- lo riconobbe subito come quello che aveva accusato Kirito di nascondere le informazioni su Illfang, il boss del primo piano. E quel decerebrato osava perfino vestirsi come Diavel? Usare un equipaggiamento simile a lui?
«Oggi siamo qui per discutere in merito alla battaglia per il prossimo boss. Come sapete la gilda di Kibaou ha trovato la stanza del boss, e…»
Axel si alzo indignato e si allontanò. Era stata a LORO gilda a trovare la stanza. Avevano divulgato gratuitamente i dati di mappatura, e adesso quei due osavano anche prendersi il merito della scoperta? Era tentato di diventare un player killer solo per uccidere quei due. Non avevano nessun diritto di essere i capi della Prima Linea!
«Che cos’hai?» Gli chiese Moonlight raggiungendolo nel vicolo in cui si era nascosto. Lui sospirò.
«Non voglio… aiutare dei vermi del genere. Non meritano il nostro supporto. Sarebbero dovuti morire loro la settimana scorsa, contro Illfang. Loro, non Diavel!»
Lei abbassò lo sguardo. «Nemmeno a me piace questa situazione… ma dobbiamo farlo per gli altri ottomila sopravvissuti. Per quelli che non hanno la forza di proseguire. Noi possiamo andare avanti, quindi… facciamolo»
Axel strinse i pugni, senza rispondere.
«Ax, per favore. Torniamo alla riunione…»
Il ragazzo annuì seguendola. Quando tornò però si accorse che Thalia e Lars mancavano all’appello. E non era la prima volta che sparivano.
«Dove sono finiti quei due?» Chiese a Crow.
«Non lo so…» Fece lui stranito. «Sinceramente non mi sono neppure accorto che…»
«Si sono alzati da poco. Non hanno voluto dirmi dove andavano…» Rispose Haruo. «A me personalmente la cosa puzza»
«Non saltiamo conclusioni affrettate» Ribatté Crow. Una frase di Lind a voce particolarmente alta attirò l’attenzione dei quattro.
«Bene, allora ci manca solo un gruppo di supporto. Sei giocatori dovrebbero bastare. Qualcuno si fa avanti?»
Moonlight si alzò in piedi.
«Il mio nome è Moonlight. La mia squadra è composta da sei membri. Siamo pronti a renderci utili in questa battaglia»
«Perfetto. Voi sarete la squadra F. Il vostro gruppo ha un nome?»
«Paladini della Notte»
«Ottimo, allora. Siamo a posto. Grazie per la vostra presenza»
Axel si alzò e si diresse ai negozi, ignorando i richiami di Moonlight. Finì per sparire tra la folla, e guarda caso sentì una voce familiare. Avvicinandosi vide un uomo avvolto in una mantella nera che discuteva con Lars e Thalia. L’aveva già visto una volta discutere con i due: era un certo Blower, se ben ricordava.
«Ancora qui?» Fece con aria ostile. L’uomo si voltò, facendo svolazzare la sua mantella, e disse: «Pensateci»
E se ne andò sparendo tra la folla.
«Ma si può sapere cosa vuole?» Sbuffò Axel guardando verso la gente.
«Vuole che entriamo nella sua gilda, i Raepers» Rispose Thalia. «Dice che è tra le più forti»
«E ogni volta torna per questo?»
«Sì, ma io non me ne vado» Disse Lars. «Mi trovo bene qui, non vedo perché dovrei lasciare il gruppo»
«Pienamente d’accordo» Fece Thalia. «Perché andarsene?» Aggiunse facendo un sorrisetto malizioso. Quello la guardò storto, e lei si allontanò ridendo, diretta alla piazza dove si era svolto l’incontro. Lars la seguì, mentre pochi secondi dopo Moonlight raggiungeva Axel.
«Ax che cos’hai?» Gli chiese preoccupata. Lui si limitò a rispondere con il nome di quel player.
«Blower…»
«Ancora? Che voleva?»
«Lars e Thalia. Li vuole nella sua gilda»
La ragazza sospirò. Al che lui aggiunse: «Non andranno con lui. Me l’hanno assicurato»
«Meno male… Con due membri in meno sarebbe un disastro»
«Io non credo, sappiamo cavarcela da soli… però sono comunque nostri amici, ormai»
«Già…»
Rimasero in silenzio per qualche istante, lo sguardo in basso. Poi lei lo fissò.
«Perché ti sei allontanato?»
«Perché… non lo so, non ce la faccio neanche a guardarli, quei due palloni gonfiati, non… Come faccio a combattere al loro fianco se neanche riesco a sopportare la loro presenza?»
«Credimi, con il loro atteggiamento non dureranno molto…» Disse lei. «Dagli ancora un paio di piani e vedrai che fine farà, tutta la loro “importanza”»
Axel sorrise. «Già, e quale modo migliore per farla sfumare di dimostrare a tutti che sono soltanto dei bugiardi?»
«Che hai in mente?» Chiese lei, e il ragazzo aprì la mappa del dungeon per il terzo piano. Le fece cenno di avvicinarsi, e poi le indicò un serie di numeri accanto alla scritta “Mappa completa”. Data e ora di mappatura, cosa che certamente Lind e Kibaou non potevano certo dire di aver concluso prima di loro. Sapeva da fonti certe che non avevano raggiunto neppure il quindicesimo piano del dungeon, e visto che il sistema registra data e ora dell’ottenimento dei dati come momento di completamento potevano usare quell’informazione per smascherarli.
«E… quindi?»
«Chiederò loro data e ora di mappatura, così per curiosità, e poi dirò i miei dati. Addio popolarità quando dimostrerò a tutti che dico il vero»
«Mi piace come idea. Quando vuoi farlo?»
«Subito dopo il boss. Non voglio creare tensioni prima della battaglia, non voglio che ci vadano di mezzo altre persone»
«Sì, è un’ottima…»
Un messaggio interruppe Moonlight. Lo aprì, scoprendo che a mandarlo era stato Haruo, che chiedeva dove fossero e li invitava a raggiungerli alla taverna vicina.
«Dai andiamo, gli altri iniziano a preoccuparsi»
 
 
 
«Ah, finalmente!» Disse Crow. «Iniziavo a pensare che steste facendo chissà cosa…»
I due, appena entrati, arrossirono e si misero ai capi opposti della stanza.
«E dai, Crow, magari stavano parlando di cose importanti» Li difese Haruo.
«Vero» Disse Axel, spiegando la sua idea per affossare Lind e Kibaou.
«Bene, così impareranno a mettersi contro le persone sbagliate» Fece Thalia.
«Ok. Io nel frattempo suggerisco di fare un po’ di allenamento» Propose Lars. «Giusto per tenerci in forma»
«Duello tra noi?»
«Il tank lo prendo io» Disse subito Haruo guardando Crow con aria di sfida.
«Ok ma prima decidiamo il posto…» Li bloccò Moonlight. «Venite, c’è una zona poco trafficata con una piccola arena»
Raggiunsero il luogo. Era una costruzione non molto grande, con sei file di spalti ed uno spiazzo sabbioso come zona di combattimento. Data la sua grandezza era difficile che due coppie di player potessero combattere allo stesso tempo, figurarsi tre. Mentre gli altri decidevano i propri avversari, Haruo e Crow si piazzarono al centro dell’arena, avviando la sfida.
«Perché hai voluto sfidare proprio me?» Chiese Crow mentre il conto alla rovescia scandiva il tempo precedente all’inizio dell’incontro.
«Voglio vedere se l’ascia nuova è abbastanza potente» Rispose l’uomo prendendola da dietro la sua schiena.
«Ah, capisco…» Fece l’altro brandendo la sua spada a due mani. «Allora fatti sotto e vediamo»
La sfida cominciò. Haruo si gettò contro Crow con l’intenzione di schiantare la sua ascia contro di lui, ma quello parò con lo spadone e tentò un attacco rotante.
L’uomo indietreggiò, lasciando al moro la mossa successiva. Quello caricò una skill portando lo spadone all’indietro, per poi menare un rapidissimo fendente obliquo da in alto a destra che finì per cozzare contro l’ascia dell’avversario, il quale con una rotazione inflisse al ragazzo un taglio da oltre 600 HP.
«Però, non è affatto male!» Disse Crow, per poi tornare in posizione. «Forza, un altro colpo e mi hai battuto!»
«Non sfidarmi…» Ghignò Haruo tornando alla carica. Ma stavolta il ragazzo si abbassò per schivare un fendente sinistro e lo colpì al fianco, riducendo i suoi HP in zona gialla con quel solo attacco.
Fine sfida. Vince Crow.
«Mi hai provocato…» Si lamentò Haruo rialzandosi. «Bella mossa, dovevo fare più attenzione»
«Tieni» Fece Crow passandogli una pozione. «Ad occhio e croce ti avrò tolto quasi duemila HP»
«Già, quasi. Mi hai ridoto male…» Rispose quello. «Prossimo?»
A scendere in campo stavolta furono Axel e Lars. I due si squadrarono per tutti i sessanta secondi di attesa, senza dire nulla, e poi si lanciarono l’uno contro l’altro.
Skill di rapier a doppio affondo, schivata perfettamente da Axel che fendette puntando al fianco di Lars, il quale si abbassò per schivarlo e ruotò mirando al petto, colpo che il rosso deviò pur subendo un lieve taglio alla spalla. La lama di Axel cozzò contro la guardia del fioretto avversario, e con una spinta i due si allontanarono.
«Non male…» Concess Axel guardando i suoi HP. Ne aveva persi pochi, ma non aveva intenzione di farsi fregare di nuovo. Certo che però era davvero veloce…
Lars non rispose, assalendo di nuovo il suo avversario con una seconda skill di rapier. Stavolta però Axel attese, e caricò una Intersection.
«Ma che skill è quella…?» Mormorò Crow, che, come tutti gli altri tranne Thalia, non l’aveva mai vista.
Primo affondo di Lars, parato dal primo fendente della skill. Tentò comunque l’altro affondo, ma stavolta la rapier gli volò via. Axel trafisse il ragazzo in pieno stomaco, e infine colpì il pomello della spada con tanta forza da far schiantare Lars contro il muro. HP al di sotto del 30%. L’aveva ridotto davvero male, anche se non a salute rossa. In ogni caso, aveva vinto lui. Toccava a Thalia e Moonlight.
Le due si fissarono. La bionda con un sorriso di sfida, l’altra con qualcosa che sembrava essere rabbia, anche se nessuno sapeva il vero motivo di questa sua antipatia.
Scesero in campo, mettendosi quasi faccia a faccia. Thalia sorrideva. Moolight no.
«Cos’è quella faccia?» Domandò la bionda.
«Lo sai benissimo»
«Certo che lo so» Rispose quella con un sorrisino malizioso. «Ma voglio sentirlo da te»
Moonlight la fissò con occhi di fuoco ed estrasse la spada, indietreggiando. Thalia fece lo stesso ridacchiando divertita.
«Fatti sotto!» La provocò. Moonlight partì alla carica con un fendente obliquo da in basso a destra, ma l’altra si abbassò piegandosi per schivare e la afferrò al braccio, sollevandola poi spingendo in su dallo stomaco e ribaltandola dietro di lei. La ragazza si ritrovò con la schiena a terra senza nemmeno accorgersene.
«Cosa…?»
Thalia si avvicinò con l’intento di trafiggerla, ma lei rotolò di lato e si rimise in piedi, tentando un doppio fendente a croce. Niente da fare. Andò di affondo, puntando al petto, ma quella con una piroetta evitò il colpo e le piantò la lama nel fianco, facendola stramazzare al suolo. Rimase lì per qualche secondo con la mano sulla parte colpita, mentre Thalia si godeva la notifica di vittoria. Perché aveva vinto lei: gli HP di Moonlight erano crollati in zona gialla.
Axel scattò in piedi, come se volesse andare a soccorrerla, ma poi strinse i pugni e si risedette. Era però sulla fila più alta degli spalti, e nessuno l’aveva visto… tranne forse Thalia, che gli rivolse un sorriso malizioso. Lui si sentì avvampare, e ricambiò lo sguardo con la stessa rabbia che aveva Moonlight pochi minuti prima.

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Capitolo 9
*** Due o tre boss ***


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Cap.9 Due o tre boss
 
Aincrad, piano 2, Dungeon del Boss.14 dicembre 2022
Un minotauro con un’ascia da guerra si avvicinò ad Axel. Con una intersection ben assestata il ragazzo lo allontanò, per poi finirlo alla successiva carica del mob.
«Però! Bella skill!» Si complimentò Lind. «Dove l’hai imparata?»
«Urbus» Disse secco il ragazzo, senza aggiungere altro.
«Magari tornerò a dare un’occhiata, in futuro»
Certo, meglio che tornasse subito fuori, almeno ad Axel sarebbe passata quell’irrefrenabile voglia di saltargli addosso.
Il gruppo proseguì fino alla porta del boss. Dietro di essa, Baran e il suo tenente Nato.
«Uomini!» Disse Lind piazzandosi davanti alla porta, come aveva fatto Diavel nel piano precedente. «Siete pronti a fare un altro passo verso la libertà?»
«Sì!» Gridarono tutti eccetto la gilda di Axel.
«Allora entriamo!»
Kibaou spinse la porta, aprendo la strada verso i due boss. La sala era circolare con due troni ai capi opposti, perpendicolarmente ai giocatori. Baran e Nato si alzarono, l’uno con la pelle rossa e l’altro blu, impugnando i loro martelli da guerra.
«Squadre A e D! Attaccare!» Gridò Lind, i due team si lanciarono ognuno al’assalto di un boss, i quali si difendevan egregiamente dagli attacchi dei player. Troppo egregiamente. Chiamò uno switch.
«Squadre C ed E! Switch!»
Il fatto di saltare la squadra D fu dettato probabilmente dall’esigenza di mandare in campo dei tank, in grado di resistere ai colpi. Ma fu un grosso errore. Nonostante Nato stesse subendo danni consistenti, crollando al di sotto della metà con la prima barra, Baran si difese in modo pressoché impeccabile e, con un salto all’indietro, levò alto il suo martello da guerra.
«Indietro, presto!»
Troppo  lenti. I tank subirono due colpi di seguito, rimanendo paralizzati dalla skill e perdendo moti HP. In compenso, il Generale rimase fermo per qualche secondo, e Lind ne approfittò: «Squadra F! Ora!»
Il gruppo di Axel partì all’attacco. Ben sei skill si schiantarono contro il corpo dell’enorme minotauro rosso, tra cui due Intersection che lo fecero quasi volare indietro. La sua furia al ritorno sembrava incontenibile, ma Tra skill più deboli e parate ben assestate il gruppo resistette al colpo, al che Lind decise di lasciarli in campo.
«Squadra C! Switch!»
Il team che combatteva Nato cambiò, e il sub-boss si ritrovò con la prima barra andata. Nella squadra C c’era a quanto pare anche Kirito, e pochi secondi dopo Axel vide anche quella ragazza, Asuna. Nonostante tutto quei due stavano andando avanti assieme? Nonostante il comportamento del ragazzo nella stanza di Illfang?
Una martellata si schiantò a pochissimi centimetri dal ragazzo, e una saetta lo bloccò per un momento. Era stato stordito. Doveva fare più attenzione se voleva evitare la paralisi. In ogni caso solo lui si ritrovò impossibilitato a reagire: Lars e Crow inflissero due potenti colpi al petto del mostro, Moonlight fece una Cross Slashes sul fianco destro e Thalia una Intersection su quello sinistro. Infine, Haruo gli piantò l’ascia nella schiena. E con tutto ciò finì di svuotare la prima barra, intaccando in modo non indifferente la seconda delle cinque.
«Squadre A e D! Switch!»
Un assalto delle nuove squadre ridusse a metà le seconde barre dei boss. Nato sembrò infuriarsi, e picchiò il martello a terra. Lo stesso fece pochi secondi dopo Baran, ma stavolta i sei giocatori si opposero tutti con le proprie skill, respingendo l’attacco. Lind rimase piacevolmente sorpreso dalla cosa.
«Squadra F! Switch!»
Il team tornò all’attacco. Di nuovo doppia intersection, due triple strike, un affondo doppio e un diagonal slash a due mani. Altri tre quarti di barra andati. Approfittando così dei suoi momenti di sgomento, il boss sarebbe andato giù molto in fretta. E così stava facendo, perché ad ogni switch perdeva un mare di HP. Nato però stava diventando sempre più aggressivo da quando la sua ultima barra era diventata gialla, e Baran iniziava a colpire sempre più spesso con il colpo paralizzante.
Nonostante tutto, Nato cedette senza perdite tra i giocatori. E baran si ritrovò da solo con appena qualche HP in più oltre l’ultima barra.
«Forza! Tutti insieme!»
Tutti i player si lanciarono contro Baran, che subì colpi su colpi. Quello però, raggiunto un livello di HP giallo, saltò indietro.
Un pesante colpo scosse la stanza, sorprendendo i giocatori. Essi si voltarono, ritrovandosi davanti un altro enorme minotauro nero con un martello da guerra gigantesco. Sulla sua testa svettava una corona d’argento e platino e, appena sopra, il suo nome: “Asterius il Re Taurino”.
Il panico si diffuse tra le fila dei player mentre accanto al volto del mob apparivano ben sei maledettissime barre di HP. Il minotauro si voltò verso il gruppo di assalto e, assieme a Baran dall’altra parte, caricò i giocatori.
Nel gruppo si fece spazio l’iniziaiva: Kirito, Asuna, Crow e altri due player andarono a contrastare Baran. Axel, Moonlight, Talia, Lars e Haruo, affiancati da Lind e Kibaou, bloccarono l’attacco di Asterius. Il resto del gruppo si assalto si divise infliggendo danni ai due minotauri, puntando a danneggiarli il più possibile. E quando Baran fu a rosso, Crow lo trafisse con il suo spadone e Kirito lo mise definitivamente KO.
I player che nel frattempo stavano lottando con il Re Taurino non se la stavano vedendo bene: gli schemi di attacco del boss erano sconosciuti a tutti, e stavolta sembravano esserlo perfino per Kirito. Non si riusciva a trovare brecce soddisfacenti nella sua difesa, e la prima di quelle sei barre era a malapena scesa a metà. Ma quando Baran fu abbattuto, quello caricò una sfera gialla nella sua bocca che iniziò presto a generare delle saette.
Fece fuoco. La maggior parte dei player vene sbaragliata, e tra questi erano inclusi Kirito, Asuna, Lind, Kibaou, Lars, Crow e Moonlight. E quel che era peggio, i colpiti subirono un effetto di paralisi. Erano atterrati, inermi. E il boss si avvicinava.
Nel momento in cui Asterius levò il martello per colpire Lind e Kibaou un chakram colpì la corona del minotauro facendogli perdere l’equilibrio e impedendogli di mandare a segno l’attacco. A lanciarlo era stato un adolescente dai capelli chiari, basso, che indossava una corazza di bronzo.
«Ci penso io a tenerlo occupato!» Disse recuperando il chakram. «Voi recuperate!»
Così fecero. Passarono due minuti buoni prima che il gruppo di assalto tornasse completamente operativo, ma quello era riuscito a non subire neppure un danno. Però iniziava a stancarsi.
«Squadre A e D!» Gridò Lind. «Switch, subito!»
I due party si lanciarono avanti, attirando l’attenzione del mostro. Tuttavia, Axel notò che dopo tale ordine Lind si era distratto. Era arrivata una ragazza, che aveva iniziato a parlare in maniera concitata con lui. Si avvicinò.
«Che succede?» Chiese, ma subito Lind, notando un caricamento di skill, diede altri ordini.
«Squadre B ed E! Switch! Prepararsi in difesa!»
I player fecero come detto. La skill colpì a spazzare, ma i tank bloccarono con scudi e altri attacchi caricati, subendo pochi danni.
Altra skill, altro ordine: «Nezha, bloccalo! Squadra F: attaccare al massimo della potenza!»
Come ordinato: il ragazzo con il chakram colpì la corona, stordendo il boss, e il team di Axel puntò direttamente al corpo. Mezza barra volò giù come se niente fosse, e poi si ritirarono di nuovo facendo spazio alla squadra D.
 
Il faticosissimo combattimento proseguì, e la salute di Asterius raggiunse il livello rosso. Il boss dunque impazzì, caricando una skill che non aveva mai usato prima, nel tentativo di sorprendere i giocatori. Ma Lind, forte delle informazioni portare dalla ragazza, ordinò la ritirata.
Tutti si fecero indietro, lasciando che la Detonazione Paralizzante si schiantasse in un’area vuota. Solo un piccolo gruppo di player restò vicino, evitando le saette che si sprigionarono dalla zona d’impatto. E tra quelli c’era Kirito.
Lui e Asuna saltarono, correndo lungo il braccio del boss e colpendo la corona. Asuna saltò giù, mentre Kirito, lanciandosi oltre le spalle del minotauro, piantò la spada all’altezza delle scapole e tirò in basso, approfittando del suo peso e trascinando lentamente la barra di salute verso lo zero. Quando giunse in fondo, Asterius il Re Taurino andò in mille pezzi, scomponendosi in schegge azzurre.
«Ce l’abbiamo fatta!»
Un grido di gioia si levò dal gruppo festante. I boss del secondo piano erano stati sconfitti. La scalata verso la cima di Aincrad poteva proseguire.
Axel guardò Lind, e poi osservò il gruppo. Nessuna perdita sotto il suo comando. Nessuno era morto. Il ragazzo era indeciso, ora: è vero, aveva mentito sulla mappatura del labirinto… ma in quanto a capacità di comando era veramente molto abile. Era davvero giusto screditarlo?
Abbassò lo sguardo, soppesando la situazione. Se lo avesse accusato pubblicamente non sarebbe stato meglio di lui e Kibaou quando hanno preso a discriminare i beta testers, al primo piano. Perciò decise di fare altro. Gli si avvicinò.
«Ehi Lind… posso farti una domanda?»
«Certo, amico. Dimmi»
«Tu che livello sei?»
«Dodici, perché?» Fece lui sorpreso. Axel cambiò argomento.
«Sei davvero bravo come leader» E se ne andò sorridendo verso il primo piano. Non sarebbe durato. Buon leader, ma pessimo a livellare. Tanto valeva lasciare che il tempo lo scartasse dalla prima linea.
 
Uscita nella enorme foresta che li attendeva al terzo piano, la Gilda dei Paladini della Notte trovò davanti a sé Kirito. Il ragazzo sembrava quasi lì per aspettarli.
«Kirito…» Salutò Axel procedendo senza fermarsi. Gli altri fecero lo stesso, ma il beater li richiamò.
«Siete molto bravi, sapete?»
I sei si fermarono. Axel tornò un attimo indietro. Per quanto avrebbe voluto parlare normalmente con lui, il pensiero del suo comportamento dopo la sconfitta di Illfang continuava a tormentarlo.
«Perché ci dici questo?»
«Ehi, tranquillo, sto dicendo solo quello che penso. Vi ho visti durante la lotta, e mi siete parsi ottimi giocatori»
«Scusa…» Mormorò Axel. «Ma non credo di riuscire a fidarmi completamente di te dopo quello che hai fatto nel primo labirinto»
«Mh… immagino tu voglia sapere perché mi sono comportato così…»
«Esatto»
Il beater lo guardò per un momento. «No, non credo che te lo dirò»
«Come sarebbe?»
«Non credo tu possa capire»
«Ehi, io non sono un essere meschino come quel Kibaou!» Aprì il menu. «E se vuoi te lo dimostro!»
«Ax che vuoi fare?» Chiesero i suoi amici vedendo che armeggiava con la schermata. Quello senza rispondere inviò al beta tester una richiesta di duello. Kirito guardò la notifica, sorpreso.
«Sicuro di quello che stai facendo? Che livello sei?» Gli chiese.
«Quindici. Tu non puoi di certo essere lontano»
«Hai ragione, in effetti siamo alla pari. Accetto»
Confermò premendo il pulsante blu sulla notifica. Apparve il solito timer di sessanta secondi.
«Se vinco io mi spiegherai il perché del tuo comportamento» Disse Axel sguainando la spada.
«D’accordo… se proprio ci tieni»
Si misero in posizione. A fine attesa Axel preparò una Intersection, il cui primo fendente fu bloccato da un affondo caricato di Kirito. Il rosso però aveva la possibilità di continuare la skill e tentò il secondo fendente, ma il beta tester lo bloccò con la spada. Rimasero lì per qualche secondo a spade incrociate, poi si spinsero via allontanandosi.
«Come avevo detto. Te la cavi bene» Si complimentò il beater. Axel roteò la spada sorridendo.
«Anche tu»
Ingaggiarono un rapido corpo a corpo fatti sia di skill che di attacchi semplici. Nessuno dei due sembrava riuscire a prevalere, ma forse era solo perché nessuno dei due si impegnava al massimo. Axel fece ad un certo punto una Cross Slashes, ritrovandosi nella stessa situazione precedente, ma poi Kirito sorprese il ragazzo con una rotazione a 360 gradi che gli inflisse un primo fendente che spezzò la sua guardia facendogli volare via la spada e un secondo che lo colpì diagonalmente in pieno petto, sbilanciandolo. Axel si ritrovò con gli HP rasenti il giallo, quindi ancora in gioco, ma quando tento di prendere la spada per ricominciare a combattere Kirito raccolse un sasso e colpì il ragazzo con un lancio caricato, giusto per chiudere l’incontro senza infliggergli troppi danni.
«Oh, maledizione…» Mormorò Axel, crollato a terra per il colpo. Raccolse la spada e la rinfoderò mentre si rialzava. Il beta tester rimase lì ad attendere, e il rosso si voltò verso di lui.
«Va bene, non importa. Dopotutto…»
«Ho fatto quello che dovevo»
«Come?»
«Mi sono addossato la colpa della morte di Diavel e ho attirato su di me tutto l’odio verso i beta testers. L’ho fatto perché altrimenti i beta sarebbero stati sempre discriminati, i loro aiuti sarebbero stati rifiutati… e molta gente sarebbe morta a causa di questa totale diffidenza»
«Oh… adesso capisco…» Mormorò Axel. «Scusami se dubitavo di te…»
«Non devi preoccuparti. Suscitare diffidenza era il mio obiettivo. Ma sono felice di vedere che ci sono persne in grado di capire» Concluse sorridendo. «Ci vediamo, Ax. Auguro il meglio a te e ai tuoi amici»
Il ragazzo si allontanò di corsa. Moonlight si avvicinò ad Axel.
«Che diavolo ti è saltato in mente? Kirito è stato il giocatore più forte di tutto il beta test! Credevi davvero di avere una possibilità?»
«In realtà sì… siamo dello stesso livello, e anche io sono molto forte»
«Potrei batterti anche io, senza battere ciglio»
«Ho notato» Fece ironico lui, alludendo alla battaglia del giorno prima con Thalia. La ragzza divenne rossa e si allontanò.
«Andiamo, ragazzi. Raggiungiamo la prossima città» Disse Axel seguendo la direzione presa da Kirito e che, certamente, li avrebbe almeno portati in un posto dove passare la notte.

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Capitolo 10
*** Fuoco nell'oscurità ***


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Cap.10 Fuoco nell’oscurità
 
Aincrad, piano 25, Catena di Headfall.18 febbraio 2023
Horizontal square, primo colpo. Il Troll delle Caverne cercò di colpire Axel con i suoi artigli ma quello si abbassò fendendo una seconda volta. L’essere cadde in ginocchio colpito alla gamba e tento un graffio dal basso, ma Axel saltò con un avvitamento e colpì alla testa. Infine con un ultimo giro inflisse l’ultimo colpo. Il quadrato di luce formato dai fendenti del ragazzo andò di colpo a dissolversi, infliggendo ulteriori danni al Troll e mettendolo KO.
«Alle spalle!» Gridò poi a Thalia. Lei, che stava combattendo con un orso umanoide armato di mazza, si abbassò di colpo e tagliò le gambe al troll dietro di lei. Il rosso spiccò un salto e piantò la sua spada nel petto dell’essere mentre Thalia riprendeva la lotta con il suo avversario.
Moonlight era occupata con un altro Troll, in fondo al gruppo. Questo però aveva un’ascia in pietra abbastanza pesante e lei per colpire era costretta ad usare delle skill. Crow giunse in soccorso parando un colpo con il suo scudo e la ragazza ne approfittò per piantare la spada nell’addome del mob, trascinandola poi in alto tagliando quasi fino alla testa. Concluse il lavoro con un fendente a rotazione.
Lars e Haruo si spalleggiavano per difendersi da due lucertole umanoidi armate di spada corta. I loro attacchi erano rapidissimi, ma la salute era scarsa. Il problema era che il numero nemico impediva ai due ogni tipo di contrattacco. Al salvataggio giunsero Crow e Axel, che ne misero fuori gioco uno e distrassero un altro, permettendo ai due compagni di party di liberarsi.
A fine battaglia i sei si accasciarono, poggiati sulla parete del monte. Haruo e Lars erano a salute gialla, e lo era anche Axel. Moonlight c’era appena sopra, e Thalia invece era quasi ad HP rossi. Solo Crow era in buone condizioni, con quasi il 75% di HP.
«Maledizione…» Mormorò Axel. «Questi mob sono peggio del previsto…»
«E siamo a neanche due chilometri dalla città da cui siamo partiti…» Fece notare Haruo. Thalia invece prese subito una pozione da 5000HP e la bevve tutta d’un fiato. Gli altri usarono pozioni più deboli per rimettersi in forze,
«Questo piano è un inferno» Sentenziò Moonlight guardandosi intorno. «Dunque… adesso per proseguire dobbiamo prendere quel sentiero lì» E indicò una strada che andava via via a restringersi portando a trovarsi tra una parete ed uno strapiombo.
«Stai scherzando?» Fece Crow posando le armi. Lui con tutta la sua armatura non era proprio il massimo in fatto di equilibrio.
«Avete sentito quello che ha detto quell’NPC, la strada è questa. E poi non ci sono bivi»
Il tank sbuffò ma non fece altri commenti. Il gruppo proseguì, dunque, fortunatamente senza altre sorprese. Dopo una ventina di metri il percorso tornò a scendere e ad allargarsi, e Thalia si avvicinò ad Axel.
«Allora, ieri sera com’è andata con quella Yomi?» Gli chiese.
«Non sono più uscito, ieri»
«Ma dai, perché?» Fece lei, quasi con disappunto.
«Dovresti saperlo» E rivolse un’occhiata a Moonlight in testa al gruppo.
«Se fosse davvero così cosa aspetti a…»
«No, Thalia. Non lo farò»
«Fai come ti pare» E andò vicino agli altri. Axel rimase a guardare la bionda per un momento. Perché non le aveva risposto? Poteva benissimo dirle quello che pensava, ma non aveva voluto dirlo. Forse stava solo mentendo a se stesso… forse aveva solo paura di dirlo a Moonlight e si stava inventando scuse assurde.
Ma no, a cosa serviva iniziare una relazione in un mondo fittizio? Quanto poteva durare? Forse un anno? Poi il gioco sarebbe stato completato, e loro due non si sarebbero mai più rivisti. Quindi perché soffrire?
Un messaggio da Thalia: “Diglielo”
Rispose all’istante “Smettila”, e la ragazza le inviò uno smile con l’occhiolino. Alzò lo sguardo e le rivolse uno sguardo furente mentre lei rideva.
 
Passò mezza giornata, e preso si ritrovarono all’entrata di una grotta. Sembrava essere l’unica via per raggiungere la città successiva, ma c’era anche un NPC all’entrata attrezzato da minatore.
«Scusi signore, questa è l’unica via per raggiungere Orhitas?» Chiese Axel.
«Purtroppo sì, ragazzi» Rispose quello. «Ma una frana ha bloccato la grotta principale e le caverne secondarie oltre che poco illuminate sono piene di mostri. Stiamo cercando di liberare la strada ma ci vorrà del tempo. Almeno una settimana»
«Non possiamo aspettare tutto questo tempo» Disse Moonlight aprendo l’inventario. «E non siamo in grado di affrontare molte altre creature. C’è un modo in cui potremmo aiutarvi?»
«Temo di no, a meno che non abbiate un po’ di polvere di Astaldio.
«In pratica polvere da sparo…» Mormorò Crow. «Una bomba spazzerebbe via tutte le rocce, se ben piazzata»
«Sì ma non ne abbiamo» Rispose Lars. «E l’Astaldio si trova al piano 16»
«Vero… quindi che si fa?»
«Tocca tornare indietro, temo» Rispose Axel. «E la prossima volta equipaggiarci meglio per fronteggiare i mob»
«Concordo. Torniamo indietro» Concluse Moonlight prendendo il suo cristallo di teleport. E in quel preciso istante giunsero Kibaou e una quarantina dei suoi.
«Scusate…» Fece passando oltre. Non degnò l’NPC di uno sguardo e puntò dritto alle caverne infestate da mostri.
«Quel tipo si farà ammazzare…» Mormorò Haruo, e poi i sei amici si teleportarono alla città di Headfall.
 
Tornati in città i sei decisero subito di andare ad equipaggiarsi per il viaggio del giorno dopo. Mentre andavano in giro per negozi Axel notò una persona, circondata da tre altri player vestiti in modo abbastanza simile. Lo richiamò.
«Ehi Klein!»
«Guarda un po’ chi si vede!» Fece quello notando il gruppo tra le vie del mercato. «È da una vita che non ci vediamo. Come stai?»
«Bene, tutto ok. Tu?»
«Alla grande! Io e i miei amici ci stiamo impegnando per arrivare in prima linea. Voi?»
«Noi siamo appena tornati da una spedizione inconcludente. I mob di quest’area sono veramente forti, perfino per noi livelli 32»
«Dai, non possono essere così terribili…»
«Vai fuori e vedi con i tuoi occhi. Kayaba si è rifatto della bassa difficoltà del ventiquattresimo piano rendendo questo pezzo del 25 qualcosa di folle»
«Va bene, daremo un’occhiata dopo esserci equipaggiati al meglio. Stammi bene»
«Anche tu» Rispose. I due si allontanarono, e Axel tornò dai suoi.
 
Il giorno dopo, verso mezzogiorno, i Paladini della Notte iniziarono la loro esplorazione della grotta. I nemici non differivano molto da quelli che già conoscevano: lucertole, troll, rettiliani… nulla di speciale, almeno finché non attaccavano in gruppo. Tuttavia i sei fecero non troppa fatica, raggiungendo presto una grossa stanza circolare all’apparenza senza altre uscite.
«Ok, e adesso?» Chiese Crow.
«L’NPC ha detto che questa era l’unica strada…» Fece Haruo, confuso.
«Sì ok ma io non vedo nessuna strada» Ribattè il tank stizzito. Non aveva colto il tono confuso nella voce dell’amico.
«Ragazzi, stiamo calmi» Li richiamò Moonlight avvicinandosi al centro. All’improvviso una roccia si mosse, mostrandosi come quello che era in realtà: la testa di un drago marrone.
La creatura aprì i suoi occhi verdi chiaro e guardò i sei per un momento mentre gli appariva sulla testa un cursore rosso e accanto ad essa tre barre di HP. Era un Field Boss, e si chiamava “Yolvulok Fuoco dell’oscurità”.
Come previsto dal nome, il drago sputò subito fiamme contro Moonlight, e quella dovete schivare in fretta per non essere arsa viva. La fiammata raggiunse perfino Crow, poco dietro di lei, ma quello grazie al suo grosso scudo riuscì a proteggersi dalla vampa di fuoco.
«Addosso!» Gridò la ragazza, vedendo che il drago si alzava per attaccare corpo a corpo. L’essere non era molto grande: era piccolo quanto bastava per camminare indisturbato per la grotta. Quando si alzò i sei videro che il passaggio per uscire di lì era proprio dietro di lui. Bisognava eliminarlo per proseguire.
I sei si lanciarono contro il drago. Axel puntò al petto con una Intersection mentre Crow contrastava le possenti zanne della creatura con la sua spada a due mani. Anche Moonlight e Haruo tennero occupate le mascelle del boss, mentre Thalia e Lars davano man forte ad Axel nell’infliggere danni.
La prima carica apportò al mostro mezza barra di danno. L’essere si ritirò un attimo indietro e caricò le fiamme, ma stavolta Crow si fece avanti.
«A cuccia!» Gridò, e fendette contro il suo muso zittendolo. I ragazzi attaccarono nuovamente, facendo crollare la salute del boss al di sotto della prima barra.
Il drago cacciò un forte ruggito e spalancò le ali, allontanando i sei e provocando una pioggia di rocce. Nessuna si schiantò sui player, fortunatamente, ma subito dopo la fine della frana il mostro soffiò di nuovo.
Crow si piazzò nuovamente dietro lo scudo, con gli altri dietro di lui. Quando tornarono all’assalto però, lo schema di attacco era cambiato: Yolvulok ora oltre che con zanne colpiva, quando poteva, anche con ali e artigli. Compirlo ai fianchi era praticamente diventato impossibile, mentre colpire davanti tra soffi di fuoco e morsi era davvero dura. Tuttavia con un buon schema di attacco i Paladini della Notte riuscirono a portare la salute fino all’ultima barra e a fare anche più danni, raggiungendo il livello giallo. Ma di nuovo, lo schema di attacco cambiò.
Il drago si piazzò con il fianco contro la parete, iniziando ad usare anche la coda come arma. Axel puntò ad essa cercando di bloccarla, mentre Lars e Moonlight tentavano un attacco dal lato, evitando l’ala che immancabilmente andava a spingerli via infliggendo danni non indifferenti. Gli altri invece provavano a colpire il muso o il petto, ma il nemico era strenuamente in difesa e non si riusciva ad apportargli il minimo danno. Al contrario, Lars e Thalia furono buttati via da un colpo d’ala, Axel subì una colpo di coda e Haruo e Moonlight dovettero ripararsi per l’ennesima volta dietro Crow, il cui scudo iniziava a surriscaldarsi e lui perdeva pian piano HP nel tenerlo impugnato.
«Ehi!» Chiamò qualcuno dall’entrata. «Serve una mano?»
Axel alzò lo sguardo. C’era un ragazzo dai capelli castani e occhi verdi, forse ventenne, che impugnava una spada lunga ed uno scudo rotondo. Aveva gli HP bassi, molto bassi, eppure il suo sorriso sprizzava di una gioia selvaggia.
«Vattene! Non sei in condizione di…» Ma prima che Axel potesse concludere il ragazzo si lanciò contro il drago. Il rettile se ne accorse e diresse la sua fiamma contro di lui, e quello non fece in tempo a difendersi.
«NO!» Gridarono i sei vedendolo scomparire tra le fiamme, ma quello ne saltò fuori, gli HP a malapena al 5%, e con una skill di spada tranciò il collo del boss azzerandone gli HP in un batter d’occhio. La sua potenza era impressionante: per infliggere il danno che aveva inferto lui sarebbero dovuti andare a segno almeno tre dei loro migliori colpi.
Il boss esplose, e il ragazzo prese una pozione per curarsi. I sei si rialzarono guardandolo esterrefatti.
«Ehm… ragazzi… tutto ok?» Chiese quello, un po’ intimidito dai loro sguardi
«Tu chi sei…?» Mormorò Axel. «Come hai fatto a infliggere tutti quei danni in un colpo solo?»
«Oh, è questo il punto…» Fece il ragazzo, per poi presentarsi. «Molto piacere, io sono Daisuke. Voi?»
«Noi siamo i Paladini della Notte…» E indicò i vari player della gilda. «Moonlight, Crow, Lars, Thalia, Haruo e io, Axel»
«I Paladini della Notte… credo di averne sentito parlare»
«Seconda domanda» Gli ricordò Moonlight.
«Ah, scusate. Ho un’abilità speciale che mi permette di potenziare i miei attacchi contro avversari non-player. In pratica più danni subisco più il mio livello di attacco aumenta»
«Ma che razza di abilità è?»
«Venite, raggiungiamo Orhitas e vi spiego»
Uscirono dalle grotte, ritrovandosi in una larga vallata con una città in lontananza. Vicino a loro c’era il passaggio bloccato che i minatori stavano aspettando per riaprire. I sette fecero per andare verso la cittadina quando una violenta esplosione li fece quasi cadere.
Guardarono il passaggio: il punto in cui prima c’era roccia franata era ora avvolto da una larga nube polverosa. Da in mezzo ad essa iniziarono a delinearsi sei figure che, uscite fuori, si mostrarono come la gilda di Klein.
«Ma cosa… Axel?» Chiese sorpreso l’uomo. «Credevo tu e i tuoi foste già ad Orhitas da un pezzo… che ci fate ancora qui?»
Axel si alzò, ancora scosso, e iniziò a balbettare una risposta: «N-noi… vedi…» Si schiarì la voce. «Abbiamo avuto un piccolo contrattempo… sai… un field boss non è facile da sconfiggere»
«Un field boss? In quelle grotte? Com’era?»
«Con calma amico… Prima raggiungiamo la città, e poi ti spiegheremo tutto nei dettagli»

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Capitolo 11
*** Esaltazione ***


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Cap.11 Esaltazione
 
Aincrad, piano 25, Orhitas.18 febbraio 2023
«Esaltazione, hai detto?» Chiese Axel. «Non ne ho mai sentito parlare… come l’hai ottenuta?»
«Sai che non ne ho la più pallida idea?» Rispose Daisuke. «Ce l’ho da… una settimana circa. Mi è apparsa senza preavviso, e me ne sono accorto solo un paio di giorni fa»
«Che strano…» Mormorò Moonlight. «Una skill in grado di potenziare l’attacco a mano a mano che si subiscono danni…»
«Credo che con “Esaltazione” si riferisca a quella di una battaglia… l’adrenalina, insomma» Riprese il ragazzo. «Avrebbe senso»
«Sì, però non capisco… è abbastanza ingiusto dal mio punto di vista» Fece Haruo
«Io non credo. Il mio guadagno di XP diminuisce di pari passo con l’aumento della potenza, e in più vi ricordo che in caso di PvP non ha alcun effetto»
«Vero, in tal caso si può anche capire»
«La tua skill ha altri effetti?» Chiese Thalia curiosa.
«Non che io sappia»
«Ok… beh… è una cosa molto strana. Non avevo mai sentito parlare di skill così particolari. Se permetti, ti consiglierei di non farti vedere troppo in giro con la tua skill attiva»
«Ok, messaggio ricevuto»
«E il field boss?» Chiese poi Klein rivolgendosi ad Axel. «Com’era? Raccontate un po’!»
«Beh… era un drago. Un drago marrone alto più o meno come due persone. Aveva tre barre di HP, ma era davvero forte…»
E iniziò a raccontare l’intera battaglia, compreso il momento in cui era arrivato Daisuke e di come questo li aveva salvati da morte certa, compreso il danno che il ragazzo si era fatto infliggere.
«Ma non faceva male?»
«No, non fa’ male. Siamo in un gioco…»
«Vero, ma da quando abbiamo lasciato la città di inizio si è attivato un output di dolore» Rispose Axel. «Non è ai livelli di ferite reali, ma quando subisci danni lo senti…»
«Seriamente? Beh… non so che dirvi. Forse è un effetto extra di Esaltazione… non ci avevo fatto caso»
Axel sospirò. «Senti, questo piano non è l’ideale per andare in giro da soli. Ti va di unirti a noi almeno finché non ce ne andiamo da qui?»
«Uhm… perché no? Potrebbe essere divertente» Rispose Daisuke con un largo sorriso.
 
 
 
«Attento!» Gridò Axel a Daisuke, ma quello non fece in tempo a reagire e subì un fendente alla spalla. I suoi HP crollarono a livello giallo ma quello, approfittando dello slancio datogli dal fendente del troll, fece una rotazione tagliandolo in due, a metà del busto, e facendolo così fuori in un solo colpo.
«Per la miseria…» Mormorò il ragazzo, sorpreso. Va bene la potenza aumentata ma una one-hit kill non se la aspettava.
«Ax!» Lo chiamò in aiuto Moonlight. Era accerchiata da ben tre troll, e aveva subito già alcuni danni. Senza pensarci due volte il rosso corse in suo aiuto e piantò la sua lama nella schiena di uno dei tre mob, per poi girare la lama nella ferita distruggendolo. Moonlight iniziò poi un horizontal square su uno degli altri due mentre Axel si occupava dell’ultimo rimasto.
«Molto bene. Ce la stiamo cavando in maniera esemplare, voi che ne dite?» Fece Crow. Axel lo guardò male.
«Non portare sfiga, ok?» Gli rispose.
«Ho solo detto che FINORA stiamo andan…»
«Giù!»
Al richiamo di Daisuke tutti si abbassarono. Sentirono solo il rumore di una ferita, e poi si videro passare sopra la testa una lucertola umanoide con uno squarcio sul petto… che esplose in schegge quando era esattamente sopra di loro.
«Wow, grazie amico…» Disse Haruo. «Iniziamo ad essere un po’ troppo in debito con te» Scherzò poi.
«Accetto solo contanti, niente carte di credito» Ribatté Daisuke, per poi scoppiare a ridere insieme agli altri.
«Ragazzi…» Li richiamò Thalia quando tornarono abbastanza seri da darle retta. «…avete visto dove siamo?»
E indicò qualcosa quasi esattamente sopra di loro. Quando gli altri alzarono lo sguardo si resero conto di essere appena sotto la torre del Labirinto. Non se ne erano accorti prima perché tra canyon, scarpate e grotte erano praticamente impossibilitati a vedere altro che non fosse la strada da seguire.
«Beh, già che siamo qui potremmo anche dare una piccola occhiata, che ne dite?» Propose Moonlight. Tutti accettarono senza farselo dire due volte. Solo Lars dovette pensarci un momento, ma poi si disse pronto anche lui.
«Bene, allora andiamo!» Disse Daisuke allegro aprendo la fila. Gli altri lo seguirono senza aggiungere altro.
 
Nel salire i ragazzi si ritrovarono ad attraversare sale,corridoi, ponti sospesi nel vuoto… il tutto senza che si trovassero di fronte neppure un mob. Erano sempre in attesa di un attacco improvviso, di un agguato, ma questo non avveniva mai. Sembrava quasi che fosse già passato qualcuno. E anche da poco, visto che i mostri non avevano fatto neppure in tempo a respawnare. Ma se qualcuno era stato lì da poco… perché non avevano incontrato nessuno?
«Ragazzi, ho un brutto presentimento…» Disse Axel. «Moon, hai qualche informazione sul boss?»
«No purtroppo» Rispose lei. «Gli informatori dicono che ha tre barre di HP, ma non si sa nient’altro»
«Maledizione… siamo già al diciottesimo livello del labirinto. Altre due rampe di scale e…»
«Quello che mi chiedo è perché non abbiamo visto nessuno scendere» Fece Haruo. «E le risposte sono due. O si sono teleportati, il che non sarebbe poi tanto strano, se non fosse per il fatto che i mob respawnano all’istante se i player che li hanno uccisi lasciano l’area. Quindi non resta che una risposta…»
«Stanno puntando al boss! Ma chi…» E in quel momento al rosso venne in mente il gruppo che li aveva sorpassati alle caverne. «Kibaou… Presto, sbrighiamoci!»
I sette corsero lungo tutti i restanti due livelli del labirinto e giunsero alla porta del boss. Aperta. Il gruppo di Kibaou all’interno era formato da venticinque giocatori, mentre Axel avrebbe giurato che quando li aveva visti alla grotta fossero all’incirca una quarantina.
All’altra parte della stanza, un Mezzodrago. Ma letteralmente: un essere umanoide da circa tre metri di altezza, con la pelle tutta ricoperta di squame, una coda con la punta a mazza e una spada di roccia tra le mani. Aveva una barra di HP, ed era al di sopra del 50%. E stranamente, la barra non era verde, ma blu.
Il boss, che, a detta del suo cursore, si chiamava “The Half Dragon”, caricò una skill. Axel, vedendo che i player non riuscivano più nemmeno a difendersi, decise di intervenire e affondò nel fianco del mostro, per poi fendere orizzontalmente. Il boss si rivolse quindi verso di lui, solo per prendersi due affondi in pieno petto da arte di Lars.
«Thalia, Crow! Switch!» Gridò Moonlight dalle retrovie, per poi partire insieme ai due chiamati. Insieme i tre iniziarono a tempestare il boss di colpi ma quello ruggì così forte da infliggere a tutti i presenti un lieve danno. Tutti subirono il dolrealle orecchie tranne Daisuke, che si fece avanti.
«Indietro! Qui ci penso io!»
Ingaggiò un feroce corpo a corpo con il mezzodrago, che più danni infliggeva al player più gli diventava difficile colpirlo nuovamente. Alla fine, con gli HP gialli, Daisuke affondò la sua spada nello stomaco del mostro, per poi girarla nella ferita ed infine estrarla.
Gli HP del boss erano anch’essi scesi a giallo durante il duello, e quando giunsero al rosso il boss crollò in ginocchio. La barra divenne viola, e lo stesso colore avvolse il mostro, che si stava lentamente rimettendo in piedi.
«Ma cosa…?» Mormorò Daisuke allontanandosi. Gli altri rimasero a fissare il mostro che, messosi in piedi, fece un possente ruggito spalancando due enormi ali. E la sua salute risalì di colpo fino a riempire ben due barre.
«Oh mio dio…» Mormorò Axel. Un boss in grado di rigenerarsi… in venticinque piani non avevano mai visto nulla del genere.
Il mostro ruggì ancora, stavolta rivolgendosi ai player più vicini –Daisuke e Crow. Menò una possente artigliata contro lo scudo del tank, e poi fendette contro Daisuke, che si abbassò schivando il colpo e mise la spada in mezzo, così da deviare la traiettoria della lama in modo che non colpisse altri. Haruo si lanciò contro il boss colpendo il fianco scoperto con la sua ascia da guerra, e così il mezzo drago decise di cambiare strategia. E si alzò in volo.
«Oh merda…» Imprecò Crow guardando il mostro che volava e si avvicinava al soffitto roccioso della stanza per staccare una stalattite. «Adesso che si fa?»
«Lasciate fare a me» Disse Crw. In quel preciso istante il boss lanciò contro di loro una enorme stalattite che, a sorpresa, Crow colpì dal basso con lo scudo, facendola letteralmente girare in direzione del mittente.
«Ax!»
Il ragazzo capì, e sferrò contro la parte piana della punta rocciosa una Intersection. Il colpo finale fece patire la stalattite ad una velocità impressionante, e questa finì per conficcarsi nel petto del mostro, che perse quota fino ad atterrare.
In un attimo Daisuke gli fu addosso. Il boss non aveva ancora estratto la punta dalla ferita perciò trafisse Daisuke con la sua spada di pietra. Quello non fece niente per difendersi, e lasciò che la sua salute crollasse al livello rosso.
Intervenne Thalia, che con un affondo in pieno volto fece volare via il boss. Daisuke trattene la spada in modo da disarmare il nemico, e poi se la tolse dal corpo. Era a malapena a 90 HP, e per un livello 34 era poco più di un centesimo degli HP totali.
Corse contro il boss, che aveva ancora poco più di una barra di salute. Si stava rialzando. Brandendo la spada del boss con due mani gli inflisse un devastante affondo nel petto. Estrasse la spada, constatando soddisfatto di avergli tolto una intera barra, e affondò di nuovo. Il boss esplose in schegge azzurre. Lo avevano sconfitto.
Anzi, Daisuke lo aveva sconfitto. Era tutto merito suo. I sei amici esultarono insieme a lui per la vittoria, mentre il gruppo di Kibaou, rimasto per tutto il tempo in disparte, se la diede a gambe per l’entrata del labirinto, stranamente non intenzionata a proseguire la scalata.
«Che strano…» Fece Haruo notando la cosa. «Pensavo che fosse seriamente intenzionato ad andare fino in fondo, nonostante tutto…»
«Forse aver perso metà del gruppo gli ha fatto capire che per lui è ora di cambiare aria» Rispose Moonlight. «La prima linea non è una posizione da occupare alla leggera. Spero sinceramene che l’abbia capito»
Axel sorrise, vedendo che la porta in fondo alla sala si stava aprendo.
«Andiamo, ragazzi. Il piano 26 ci attende»
 
«Grazie di tutto, ragazzi» Disse Daisuke quando furono usciti nella vallata all’esterno della sala del boss. «È stato bello viaggiare insieme a voi, ma… credo che sia giunto il momento di salutarci»
Moonlight annuì e gli tese la mano. «Grazie per averci accompagnati fin qui»
«Ah, di nulla. Mi sono divertito un mondo!» Sorrise stringendole la mano. «Spero di rivedervi!»
E se ne andò. Tutti gli altri lo salutarono, e quando quello fu sparito in lontananza i Paladini della Notte si diressero verso la città successiva.

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Capitolo 12
*** Quest d'indagine ***


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Cap.12 Quest di indagine

 
Aincrad, piano 29. Dheran, 23 agosto 2023
Un uomo dal volto coperto stava in piedi in un vicolo. L’impugnatura della sua spada si vedeva a malapena sotto la lunga cappa nera che arrivava fino alle caviglie, dove spuntavano due scarpe grigie scuro. Attendeva qualcuno, e sembrava anche molto impaziente.
Pochi minuti dopo giunse una donna, capelli biondi e occhi marroni. Si voltò per un momento, assicurandosi di non essere seguita.
«Ah, finalmente! Pensavo non saresti più venuta»
«Abbiamo avuto dei problemi, ci abbiamo messo più tempo del previsto»
«Ok. Hai portato quello che ti ho chiesto?»
Lei gli lanciò due lingotti di un metallo molto chiaro «Due lingotti di Argentium, eccoli qui»
«Bene» Fece quello prendendoli al volo e inserendoli nel suo inventario. «Ora, Thalia, per entrare nella nostra gilda dovrai fare soltanto un’ultima cosa…»
 
 
 
«Ragazzi ci siamo?» Chiese Moonlight avvicinandosi al resto del gruppo.
«Certo, ci siamo tutti…» Rispose Axel. «No aspetta, siamo in cinque… Dov’è Thalia?»
«Oh, è vero» Fece Haruo. «È uscita poco fa, ha detto che sarebbe stata occupata tutta la giornata»
«Uff… che nervi. È la terza volta in una settimana…»
«Magari si sta vedendo con qualcuno» Azzardò Axel.
«Può darsi… però proprio oggi doveva assentarsi?»
«Perché, che succede oggi?» Chiese Crow.
«Abbiamo una quest molto interessante. Sembra che al fabbro della città sia stata rubata un’arma»
«Oh, capisco, una di quelle quest di indagine. Ricompensa?»
«Lingotti di vario tipo. Alcuni neppure si possono trovare sui piani che abbiamo raggiunto finora»
«Ottimo allora. Diamoci da fare»
Andarono dal fabbro, a chiedere altre informazioni riguardanti il caso. Moonlight insistette per entrare nel luogo in cui si trovava la spada rubata.
«Era qui nel deposito, dentro una cassa chiusa a chiave» Spiegò l’NPC, guidandoli all’interno del negozio. I cinque trovarono il lucchetto della cassa distrutto.
«Ok, credo che chiunque abbia preso la spada abbia una skill di scassinare molto bassa» Osservò Crow.
«Io credo invece altro» Fece Lars accovacciandosi davanti al lucchetto e imitando il gesto di un graffio. In effetti, c’erano dei graffi sul ferro, perfettamente compatibili con un segno di artigli.
«Dici che è stato un mob? È assurdo…» Esclamò Crow.
«Già, più probabile che sia stato qualcuno con uno di quei guanti artigliati…»
«Forse Gard, il fabbro di Ragos, ne sa qualcosa» Azzardò l’NPC. «Sembra che lui venda anche questo tipo di armi»
«E Ragos dov’è?» Chiese Axel.
«È a nord di qui, oltre le colline di Blackwood. Se è stato lui sarò felice di contribuire al suo fallimento!»
«Non corriamo troppo, ce ne occuperemo noi» Lo tenne a freno Haruo. «Le faremo sapere»
«Grazie. Mi raccomando, quella spada è il mio capolavoro…»
 
«Bene, ora dobbiamo solo raggiungere la prossima città» Disse Moonlight. «E credo…» Aprì la mappa. «Sì, Ragos è la più vicina al Labirinto. Superare la foresta che ricopre le colline non sarà una passeggiata»
«Mi sembrava strano che dessero merce così rara come ricompensa di quest. Ci doveva essere per forza di mezzo un pericolo» Aggiunse Haruo.
«Allora domani partiamo?» Chiese Crow. Alla risposta affermativa degli altri aggiunse «Avverto Thalia» e le mandò un messaggio privato.
“Ok, nessun problema” Rispose lei. O non si stava vedendo con nessuno, o forse contava di rincontrare quel qualcuno dopo il viaggio, una volta sbloccato il teletrasporto per Ragos.
«Però…» Iniziò Axel. «Sono molto pochi i player che hanno raggiunto la prossima città, finora. Non credi sia un po’ prematuro partire adesso?»
«Mi prendi in giro?» Ribatté Moonlight. «Sono quasi due settimane che stiamo su questo piano. Siamo rimasti anche più del dovuto»
«Oh… è vero, scusami. È solo che… Questa città iniziava a piacermi»
«Vedi di non affezionarti troppo a questo mondo, amico» Fece Crow partendo in direzione della locanda.
 
 
 
«Maledizione, questa foresta è infinita…» Fece Moonlight menando un fendente contro dell’erba alta. Almeno altri due del gruppo la stavano imitando, poco dietro.
Si sentì un clangore in retroguardia. Crow aveva bloccato l’attacco di una mantide gigante. Axel e Lars colpirono insieme sui due lati, colpi che non andarono a buon fine perché furono parati, ma Crow ora era libero di colpire al petto della creatura, e lo fece senza esitazioni.
«Mi sono stancato di questo posto…» Mormorò il tank. «E sto anche morendo di caldo…»
Gli rispose Axel: «Noi stiamo bene. Magari puoi toglierti qualche pezzo di…»
«Shh!» Intimò loro Moonlight. Quelli la guardarono straniti, ma un attimo dopo sentirono un rumore di foglie. Tutti presero a guardarsi attorno, cercando di capire da dove provenisse, ed un attimo dopo si sentì un rametto spezzato. Lars lanciò immediatamente un pugnale in quella direzione, ma l’unica cosa che colpì fu il tronco di un albero.
«Non mi piace per niente…» Mormorò Axel. «Direi di andarcene, e in fretta»
«Con piacere…» Mormorò Crow accelerando. Ci vollero alcuni minuti prima che uscissero dalla foresta, ma quando lo fecero si ritrovarono in una pianura, a qualche centinaio di metri dalla città. A sinistra, montagne. A destra, ancora pianura. E oltre la città, il dungeon per il trentesimo piano.
«Okay, quello non è il posto che vorrei raggiungere al momento» Disse Crow.
«Parla per te!» Rispose Axel, di qualche livello più alto.
«Ragazzi, anche se fosse non è per quello che siamo qui» Li richiamò Moonlight. «Diamoci una mossa e finiamo questa missione»
«Ok» Disse Axel prendendo la testa del gruppo e aprendo il menù delle quest. «Zona nord della città… vicino all’uscita per il dungeon, guarda caso»
«È anche vicino alla locanda?» Chiese Crow.
«Non lo so, falla finita»
Ripresero a camminare. Thalia nel frattempo si guardò intorno, puntando lo sguardo verso la pianura -dove notò alcune dolci colline- e poi verso i monti, sorridendo.
«Forse è la volta buona…» Mormorò. Haruo la sentì, ma non capì cosa aveva detto. Si avvicinò.
«Hai detto qualcosa?» Le chiese. Lui lo guardò. «No, niente. Stavo pensando a voce alta»
«Posso sapere cosa?»
«No, sono… questioni personali» E distolse un attimo lo sguardo mostrando un lieve disagio. Così Haruo decise di lasciarla stare.
 
 
 
La città era molto accogliente. Gli edifici erano edificati prevalentemente in mattoni e pietra, e le strade erano piuttosto affollate. Come Crow sperava, sulla strada per l’armeria c’era la locanda… strano che non avesse chiesto di fermarcisi, ma meglio così. Per una buona volta stava facendo il serio… forse.
«Salve! Cosa posso fare per voi?» Chiese il fabbro quando li vide entrare.
«Stiamo cercando Gard» Esordì Axel. «È lei?»
«Sì, perché?»
«Ieri c’è stato un furto all’armeria di Dheran. Sembra sia stata usata un’arma proveniente dalla sua armeria»
«Oh… Beh, io ieri non ho lasciato la città. Però… come fate a dire che arriva da qui?»
«È stato usato un guanto artigliato. E sappiamo che su questo piano li fa’solo lei»
«Sì, forse li farò solo io, ma di certo chiunque in questa città può venire a comprarli e utilizzarne uno»
«Già, e a tal proposito vorremmo chiederle se ne ha venduti ultimamente» Intervenne Moonlight.
«Uhm…» Prese un registro e ne sfogliò le pagine. «Sì, tre giorni fa. Ne ho vendute una decina di paia a due stranieri… Avevano dei vestiti strani e quando sono usciti se ne sono andati in due direzioni diverse»
«Vestiti strani?»
«Sì, era vestito completamente di marrone e aveva un mantello di pelle d’orso»
«Oh okay. Grazie dell’informazione»
«Di nulla. Non vorrei che tutto questo screditasse la mia armeria»
I sei uscirono dal negozio e, accorgendosi che il sole stava calando, si diressero verso la locanda.
«Ma perché hanno fatto tutti gli NPC così attaccati ai soldi?» Si domandò Axel.
«Sono commercianti» Rispose Thalia. «Che ti aspettavi?»
«Non hai tutti i torti… ma lo trovo comunque esagerato»
«Piuttosto…» Iniziò la bionda. «Crow, tu…?»
Si voltò a cercarlo, ma non lo vide.
«Ehi, ma dov’è Crow?»
«Eh?» Fece Axel voltandosi e guardando il gruppo. In effetti il tank era sparito. Gli pareva strano che l’amico non avesse fino ad allora fatto commenti.
«Dove diavolo è, adesso?» Gridò furioso.
«Anche Haruo è sparito» Fece notare Lars.
«Ah… ok» Fece Axel calmandosi e aprendo la mappa. «Di qua»
Nessuno fece domande. Conoscendo quei due, tutti avevano capito al volo dove erano finiti.
O meglio, dove si erano fermati.
 
«Grazie per averci avvertiti» Esordì Moonlight entrando nella locanda. I due erano proprio dove previsto… lì al bancone.
«Non li avevi avvertiti?» Domandò Haruo al suo compagno di bevute, sorpreso.
«Ehm…» Mormorò quello. «Volevo farlo… poi però…»
«Senti, lasciamo perdere ok?» Lo zittì Axel. «Abbiamo trovato informazioni. Sembra che l’ultima volta che hanno venduto quel tipo di armi siano state comprate da dei tipi con dei mantelli di pelle d’orso»
«Pelle d’orso?» Ripeté Crow. «Interessante…»
«Abbiamo fatto qualche domanda mentre tornavamo, dopo… esserci accorti della vostra assenza» E li guardò male. «Abbiamo fatto qualche domanda in giro, e abbiamo scoperto che si tratta di un gruppo di criminali di bassa lega chiamato “Gli Artiglii dell’Orso”. Nessuno sa con certezza dove si trovi il loro accampamento, ma sembra che tutti i loro membri escano dalla città dalla porta est»
«Okay» Fece Crow. «Quindi immagino che adesso…» Aprì il menù e notò che era sera. «No… domani… andremo a dare un’occhiata, vero?»
«Esattamente» Rispose Moonlight.
«Ottimo. Non vedo l’ora!» Esclamò Haruo alzandosi.
«Però…» Azzardò Thalia. «Non potrebbero andare a est per ingannare chi indaga su di loro? Magari il loro covo è a ovest, in realtà. Li avrebbero già catturati se fossero così prevedibili»
«Uhm… non credo» Rispose Moonlight. «Dopotutto è solo una quest. Sono NPC, non player»
«Ok, ma tutti gli NPC che abbiamo visto finora hanno una intelligenza artificiale molto ben congegnata»
«Ok, ok. Se qualcuno vuole accompagnarti domani vai pure a controllare»
«Bene» Fece la bionda. «Lars?»
Quello annuì senza dire altro.
«Vengo anche io, dai» Si offrì Haruo.
«Uhm… okay» Fece lei. «Allora noi domani ci facciamo un giro per le montagne»
«D’accordo, ma se non trovate niente non dite che non ve l’ho detto» E si allontanò, seguita subito da Axel. Thalia li guardò allontanarsi, e poi scoccò una rapida occhiata ai suoi compagni di viaggio per il giorno dopo, facendo uno strano sorriso.

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Capitolo 13
*** PK ***


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Cap.13 PK
 
Aincrad, piano 29. Ragos, 25 agosto 2023
«Okay, allora. Se siamo pronti possiamo andare» Disse Moonlight. I due gruppi decisi la sera prima si divisero. «E vedete di venire a darci una mano, se non trovate niente»
«Lo stesso voi» Rispose a tono Thalia, per poi chiedere a Lars e Haruo: «Andiamo?»
I due annuirono e la seguirono in direzione ovest. Moonlight, Axel e Crow andarono invece verso est.
«Non ne posso più» Esordì Moonlight. «Non solo si assenta in continuazione, adesso pretende anche di comandare»
«Non vorrei dire niente ma in quanto leader della gilda puoi benissimo cacciarla» Rispose Axel.
«Le darò un’ultima possibilità. Ma se continua lo faccio»
«E se avesse ragione lei?» Azzardò Crow. I due lo guardarono male, al che lui si fece piccolo e aggiunse: «Come non detto…»
I tre si diressero verso le colline, oltre le quali, seguendo le informazioni che avevano raccolto doveva esserci il covo della banda di NPC “Gli Artigli dell’Orso”.
In effetti, oltre le colline –le quali erano più vicine alla città di quanto sembravano- trovarono l’ennesima foresta. Era piuttosto piccola, ma volendo ci entravano almeno quattro o cinque accampamenti da trenta persone.
«Dici che è lì?» Chiese Axel.
«Non possiamo fare altro che controllare, no?» Rispose Moonlight avviandosi verso la selva.
 
 
 
«Lars, giù!» Gridò Haruo caricando nella sua direzione. Appena quello si abbassò l’uomo menò un fendente con la sua ascia da guerra che impattò con violenza sul petto di un troll, infliggendo un danno enorme e sbalzandolo indietro. Thalia si avventò dunque sul mob con una Interception, mettendolo ko.
«Maledizione… ci sono troppi mob qui per i miei gusti» Disse Haruo. Era da quando si erano inoltrati nella valle che combattevano mostri di vario tipo, ma dopo mezz’ora non avevano ancora trovato niente. «Sei sicura che stiamo andando nella direzione giusta?»
«Proseguiamo di qua, manca poco» Disse seguendo a ritroso un piccolo ruscello.
«Come fai a dirlo?» Chiese Lars, scettico.
«Fidatevi di me, ormai ci siamo»
«Non all’accampamento, questo è certo» Ribatté Haruo. «È troppo stretto qui per montare anche solo una tenda»
Thalia non rispose, continuando ad inoltrarsi nella ormai stretta vallata. Gli altri non poterono fare altro che proseguire assieme a lei, raggiungendo pochi minuti dopo una nicchia scolpita nella roccia sulla parete di fine valle. L’acqua, invece di formare una cascata e cadere dall’alto, usciva dalla roccia sotto la nicchia formando un laghetto profondo al massimo dieci centimetri. Nella nicchia, invece, c’era una cassa. Haruo ci si avvicinò.
«Complimenti, abbiamo sbagliato direzione»  Fece l’uomo. «Se non altro abbiamo comunque trovato qualcosa»
Aprì la cassa e fece per guardare dentro, ma una improvvisa fitta alla spalla lo fece crollare a terra. Accanto alla sua barra di hp un simbolo di paralisi.
 
 
 
«Bingo…» Mormorò Moonlight accovacciandosi dietro un cespuglio. Davanti a loro c’era l’Accampamento degli Artigli dell’Orso.
Non era niente di speciale, erano una quindicina di NPC vestiti con delle pelli d’orso che vivevano in delle tende marrone chiaro nella radura. L’accampamento era strutturato ai lati di un semplice percorso rettilineo.
Tutti gli NPC, tuttavia, avevano il cursore arancione, come fossero dei PK. Unica cosa che li distingueva da un player? Avevano i loro nomi al di sopra del cursore, cosa che i player non hanno.
«Avverto gli altri» Disse Axel aprendo il menù e cercando tra le funzioni di Gilda.
«Okay, direi di aspettare il loro arrivo, che ne dite?» Propose Crow. «Più siamo, me…»
«Andiamo a ovest. Ora» Lo interruppe Axel.
«Cosa?»
«Prendete»
Passò loro delle pozioni di velocità.
«Ma che succede?»
«Gli altri sono in pericolo» E corse via seguito dagli altri due.
 
 
«Che diavolo…?» Fece Haruo guardandosi intorno. Il problema era che riusciva solo girare la testa e faticava a anche a farlo. Tuttavia riuscì a girarsi abbastanza da vedere, qualche metro dietro di lui e nelle sue stesse condizioni, Lars. Aveva una puntina di ferro conficcata nella scapola. Probabilmente la aveva anche lui ed era quello a infliggere loro la paralisi. Ma Thalia?
La ragazza lo superò e prese un lingotto viola dalla cassa.
«Thalia…? Che stai… facendo...?»
«Mi dispiace, ragazzi…» Disse la bionda estraendo la spada. «Ma è  così  che funziona» E si avvicinò ad Haruo. «Kill or be killed. Spero capirai»
«No, aspetta…»
La ragazza lo trafisse alla schiena, e alla paralisi si aggiunse un effetto di veleno. Estrasse quasi subito la lama, ma la salute, proprio a causa del veleno, continuò a scendere. Ormai era sotto la metà.
«Sai, Haruo… mi stavi simpatico. Stavo pensando di risparmiarti, ma… beh, non dovevi offrirti volontario per questa “spedizione”»
«Sei una lurida pu…»
Thalia affondò di nuovo, impedendogli di concludere azzerando i suoi HP. L’uomo svanì in una nube di cristalli. Era morto.
E ora toccava a Lars.
«Come spiegherai tutto questo, eh?» Gridò, sperando di guadagnare tempo. «Hai il cursore arancione, ora! Non puoi nascondere quello che hai fatto!»
«Certo che no, ma… ricordi Blower?»
«Quel tizio che cercava di farci entrare nella sua gilda?»
«Esatto. Sai, è una gilda di PK… E ho deciso di accettare»
«Cosa…?»
La ragazza lo trafisse alla spalla, infliggendogli un danno di oltre 3000 HP.
«S-sei… una sporca traditrice…»
«Che ci vuoi fare? Ognuno fa quel che può per sopravvivere»
Estrasse la lama e la puntò al petto, ma un colpo improvviso e molto violento alla schiena la fece schiantare contro la parete facendole perdere il 30% degli HP. Moonlight e Axel erano arrivati appena in tempo.
«E io che credevo volessi prendere il controllo del gruppo…» Disse Moon guardandola furiosa. «Dovevo immaginarlo che le tue intenzioni erano ben peggiori!»
E caricò la binda con furia indicibile. Thalia però riuscì a schivare l’affondo e le inflisse una ferita al fianco. Intervenne quindi Axel tentando una Horizontal Square, ma quella schivò il primo colpo, parò il secondo e impedì al rosso di continuare con un affondo alla spalla. Prima che i due potessero aggredirla di nuovo lei lanciò due punte paralizzanti, facendoli stramazzare inermi al suolo.
«Ci avete provato, ragazzi, ma purtroppo per voi non siete stati abbastanza furbi»
La ragazza roteò la spada  e si preparò a colpire, ma l’arma le cadde di mano un attimo prima di vibrare il colpo. Una lama spuntava dal suo petto.
«No…» Mormorò Lars. Thalia guardò esterrefatta l’arma che trapassava il suo corpo, riducendo anche molto rapidamente i suoi HP: 60%, 50%, 40%.
Al’improvviso la ragazza reagì, tentando con un gesto disperato di colpire Lars con una gomitata. Ma quello la bloccò con la spalla e gridò ancora.
«NO!»
Ruotò la lama nella ferita, svuotando la barra della bionda a velocità doppia. Bastarono un paio di secondi per azzerare completamente i suoi HP.
 
Thalia svanì in schegge azzurre. Lars sgranò di colpo gli occhi cadendo in ginocchio. La spada tintinnava a terra mentre il ragazzo realizzava… qualcosa di indicibile.
Aveva ucciso.
«Cos’ho… fatto…?» Mormorò guardandosi le mani. Aveva ucciso una persona. E a differenza del cursore verde che ancora lo identificava… la sua coscienza si era macchiata in maniera orribile. Aveva salvato i suoi amici, certo… ma a quale prezzo?
Axel e Moonlight rimasero a guardare il loro amico in ginocchio, a terra, con le mani tra i capelli. Aveva ucciso per loro, e ora non riusciva a darsi pace.
In quel momento giunse Crow, affaticato, rimasto indietro per il peso dell’armatura.
«Che cosa… Che cosa è successo…?» Chiese ansimante.
«PK» Mormorò Axel. E allo sguardo interrogativo di Crow aggiunse: «Thalia. Ha ucciso Haruo»
«Cosa…?»
«è così…» Rispose Moonlight. «E Lars ha… reagito. Per salvarci»
«L’ha…» Iniziò Crow, e prima che concludesse la domanda Axel annuì in risposta. Il moro ormai era accasciato a terra e piangeva, sotto shock.
«Dai… andiamocene…» Mormorò Crow aiutandolo ad alzarsi. Quello si asciugò le lacrime e si lasciò quasi trascinare fino in città.
 
 
 
Passarono cinque giorni.
Dopo l’accaduto Moonlight decise di abbandonare la missione. Due membri… Avevano perso ben due membri. Certo, uno di loro era quella sporca traditrice, ma due membri in meno in una squadra piccola come la loro facevano la differenza.
E ora erano rimasti in quattro. Con Lars però che neppure accennava ad uscire dalla sua stanza di locanda. Avevano deciso di andarsene dalla città. Il boss era stato distrutto giusto due giorni dopo l’accaduto. E proprio ora che potevano… lui non voleva più muoversi.
 
Bussarono alla sua porta. Lui non rispose. Sapeva che prima o poi, chiunque fosse, si sarebbe stancato e l’avrebbe lasciato in pace.
Bussarono di nuovo. «Lars, sono Axel. Ci sei?»
Quello aprì il menù. 19:23. Cinque minuti e se ne sarebbe andato, ne era certo. Il rosso, però, continuò a chiamarlo per oltre cinque minuti. Oltre dieci. Superò anche il quarto d’ora, e resistette finché non fu lui a stancarsi di sentirlo e decise di aprire. Tuttavia quando aprì Lars rimase a guardare l’amico con sguardo indecifrabile, senza dire una parola. Senza neppure invitarlo dentro.
«Come stai…?» Mormorò Axel. Lars si tolse dalla porta e si sedette sul letto. Muto, impassibile.
«Lars…?»
«Sono morti, Axel. Morti…»
«Lo so…» Mormorò quello stringendo i pugni. «Haruo non c’è più, e nemmeno Thalia. Anche se lei doveva… essere fermata…»
«Tu non puoi capirmi. Nessuno può capire quello che provo»
«Perché non provi a spiegarmi?»
«A cosa servirebbe?  È morta ormai… parlarne non cambierà le cose»
Le lacrime bagnarono il volto del ragazzo. Axel rimase quasi paralizzato.
«Ma… ma di chi stai parlando?»
«Di Yuna…»
«Yuna?»
«Sì… Mia sorella…»

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Capitolo 14
*** Yuna ***


This is not a game anymore
Cap.14 Yuna
 
Casa di Lars e Yuna, 6 novembre 2022
«Ecco qui, Yuna. Buon compleanno!»
Lucas porse alla ragazza un piccolo pacchetto regalo. Lei lo prese e lo scartò subito. Era una copia di Sword Art Online, il nuovo Virtual MMORPG della Argus. Gli occhi verdi della ragazza brillarono al vedere la custodia, e un attimo dopo quella abbracciò forte il fratello ripetendo una infinita serie di “grazie”.
«Di niente» Rispose lui sorridendo. «Dopotutto non era giusto che comprassi una copia solo per me e lasciassi te fuori, no?»
«Vuol dire che poi ci colleghiamo insieme, giusto fratellone?» Chiese eccitatissima all’idea.
«Certo!»
La ragazza corse felicissima in camera ad installare il client, cosa che Lucas aveva già fatto per sé. Yuna, sua sorella minore, era una dolcissima ragazza di sedici anni –appena compiuti, bionda, esile e dagli occhi verdi.
Nonostante fosse una gamer e anche molto attraente non aveva mai avuto una storia, più che altro perché tutti coloro che ci avevano provato con lei erano stati categoricamente rifiutati… nonostante sembrasse comportarsi da bambina era più matura e seria di quanto chiunque potesse aspettarsi.
Quanto a Lucas… beh…  era il classico gamer asociale. Ok, no, un gruppo di amici lo aveva, ma si vedevano raramente e lui finiva per passare la maggior parte del suo tempo a casa con la sorella o con i videogiochi.
Non che le cose si escludessero a vicenda, anzi.
«Fratellone!» Lo chiamò all’improvviso la bionda.
«Che succede?» Chiese. Forse aveva problemi con l’installazione?
«Vieni un attimo!»
La raggiunse. La ragazza aveva in mano il libretto di istruzioni.
«Qua dice che i server vengono aperti all’una di pomeriggio»
«Ehm… sì, perché?»
«Beh, sono quasi le tre…»
«Lo so ma se la fila era lunga non potevo farci niente…»
«Oh, ok… Comunque spero davvero che sia bello come si dice»
«Anche io. Però già il fatto che sia stato creato da Kayaba in persona promette molto bene»
«Già»
Rimase ancora qualche secondo a leggere il libretto, poi lo chiuse e scoccò uno sguardo al pc. Il client non era neppure a 5%
«Va bene, mentre installa vado a farmi una doccia»
«Ok» Rispose il fratello. «Ti aspetto» E si mise a giocare a qualcos’altro… anche se la tentazione di andare in camera sua e loggare era forte.
 
Passò quasi un’ora. Yuna ebbe tutto il tempo perfino di asciugarsi i capelli prima che l’installazione fosse completata.
«Allora?» Chiese la ragazza tornando in camera. Il fratello semplicemente stava giocando ad un vecchio RPG sul secondo schermo del computer. Lo chiuse, e nel mentre indicò lo schermo con l’installer ancora aperto. 98%
«Io vado. Come vuoi chiamarti?»
«Maya, tu?»
«Lo sai come mi chiamo io di solito» ribatté lui mentre usciva.
«Okay. A dopo, Lars» rispose la bionda sorridendo. E lui ricambio.
 
Link start!
Lars vagava per la piazza della città di inizio, guardando una schermata con su scritti i nomi degli ultimi 100 giocatori che avevano effettuato il login.
Vide all’improvviso apparire il nome “Maya”, che però scorse in pochi secondi fino a metà della lista. Prese subito a guardarsi attorno, per poi ricordarsi che come l’aveva cambiato lui poteva anche lei aver modificato il suo aspetto. Così decise di cercarla nella lista player e inviarle una richiesta di amicizia. Appena quella la accettò lui aprì la mappa e corse a cercarla.
 
«…sorellina?»
Quando la raggiunse si ritrovò davanti uno spettacolo che non si sarebbe mai aspettato:
La ragazza sembrava una ventenne, con occhi azzurri e capelli rosso fuoco con le punte gialle, e dalle forme piuttosto accentuate. Vestiva con una maglia verde scuro che si allargava lievemente sotto, terminando in una gonna piuttosto corta e lasciando così le gambe scoperte. Quando si accorse di quel “dettaglio” distolse immediatamente lo sguardo, in imbarazzo.
-Ehm… tu sei?»
«Lars…»
«Fratellone!»
La ragazza gli saltò addosso, abbracciandolo felicissima. Lui invece rimase totalmente imbarazzato. Si era fatta un avatar dannatamente sexy.
«…come ti sei conciata?» le chiese, rifiutandosi di fissare lo sguardo su di lei.
«Oh… dici che ho un po’ esagerato?»
«Un po’, dici? Sembri una ventenne con un vestito sexy…»
«Oh…» fece lei rendendosi conto della cosa «…dici che devo cambiarmi?»
«Direi proprio di sì. Vieni, c’è un negozio di vestiti da questa parte»
Raggiunsero  il negozio. Il cambio di vestiti non fu molto… Maya aggiunse solo delle calze opache per coprire le gambe, ma la cosa migliorò comunque l’aspetto della ragazza, che sembrava già molto più sobrio.
«Come va ora?» chiese lei uscendo dal camerino.
«Meglio» disse semplicemente il fratello. Già che riuscisse a guardarla senza sentirsi in imbarazzo era buon segno.
«Ok, che ore sono?» Chiese ancora. Lars aprì il menu e lesse: le cinque e un quarto.
«Uhm… che ne dici, ci scolleghiamo?» propose la ragazza. «Potrebbero arrivare ospiti a momenti»
«Vero. Dai, stacchiamo»
Aprirono entrambi il menu e andarono a cercare il pulsante di logout. Ma nessuno dei due lo trovò.
«Fratellone…»
«Anche tu non hai il logout, vero?»
«COSA? N-nemmeno tu…?»
«Ma che diavolo succede…?» mormorò il ragazzo cercando di premere il tassello bianco dove sarebbe dovuto esserci il pulsante di logout. Nulla da fare.
«Adesso che facciamo…? Non possiamo restare in questo gioco per tutta la serata…»
Le campane suonarono, e una luce azzurra avvolse i due. Yuna scattò ad abbracciare il fratello, spaventata, mentre venivano entrambi teleportati nella piazza centrale della Città d’Inizio.
Quando apparvero la piazza era gremita di gente, con rade luci azzurre che segnalavano l’arrivo di altri player. Lars strinse la sorella guardandosi intorno, quando all’improvviso un grido attirò l’attenzione di tutti i player su un esagono rosso lampeggiante.
Pochi secondi dopo l’esagono si era moltiplicato fino a ricoprire l’intera piazza, e Akihiko Kayaba stava prendendo il suo posto davanti ai diecimila spettatori.
«Miei cari giocatori, benvenuti nel mio mondo Il mio nome è Akihiko Kayaba, e sono l’unico in grado di controllare questa dimensione. Immagino che ormai avrete notato quasi tutti che l’opzione di Logout è scomparsa dal Main Menu. Sappiate che non dipende da un errore del gioco. Ripeto: non c’è nessun bug nel sistema. È un requisito di Sword Art Online»
«Cosa…?» mormorò Yuna, terrorizzata. Lars continuò a guardare sconcertato il Game Master, senza dire una parola.
«Non potete disconnettervi di vostra iniziativa. Ed è altrettanto impossibile che altre persone spengano o rimuovano il NerveGear per voi. Perché nel caso ci provassero, un trasmettitore all’interno del NerveGear emetterebbe microonde ad alta potenza che terminerebbero il vostro cervello… e la vostra vita»
«No, non ci credo, NO!»
Yuna si divincolò dall’abbraccio del fratello, correndo verso il bordo della piazza, ma si ritrovò a schiantarsi contro una barriera. Lars la raggiunse e la abbracciò nuovamente, cercando di calmarla.
«Sfortunatamente…» Riprese il Game Master «…si sono già registrati molti casi di parenti e amici di giocatori che, ignorando il mio avvertimento, hanno provato a rimuovere il NerveGear con la forza. Di conseguenza, 213 partecipanti a SAO hanno lasciato per sempre Aincrad, così come il mondo reale»
Apparvero attorno a lui delle schermate. Annunci di notiziari, ai quali solo Lars, dei due, rivolse allibito lo sguardo.
«Come vedete, i mass media stanno affrontando l’argomento, divulgando informazioni sulle varie vittime. State tranquilli… il pericolo che il NerveGear venga rimosso a forza è già notevolmente ridotto. Mantenete la calma… e impegnatevi a completare il gioco. Ma badate bene: da questo momento nell’MMO non ci sarà più alcuna possibilità di resurrezione»
Lars sbarro gli occhi paralizzato.
«Negli istanti in cui gli Hit Points arriveranno a zero il vostro avatar scomparirà per sempre, e al tempo stesso il vostro cervello sarà distrutto dal NerveGear. Esiste un unico modo per riguadagnare la libertà: finire Sword Art Online. Vi trovate al primo livello di Aincrad, il più basso. Superate i labirinti e sconfiggete i boss di ogni piano per passare al successivo. Superato l’ultimo livello, il centesimo, avrete completato il gioco»
Un RPG.  Senza morire. Cento piani… Come è possibile anche solo pensarlo? Si disse Lars. Sentì Yuna tremare, così la strinse cercando di calmarla, ma era tutto inutile.
«E per finire… nel vostro inventario ho depositato un piccolo regalo da parte mia. Prego, controllate»
«Come…?»
Aprì l’inventario. Pochi secondi e anche la tremante Yuna lo fece, ma temendo cosa potesse esserci preferì attendere il fratello.
Era solo uno specchietto… uno specchietto che, una volta preso in mano, riportò entrambi alle loro sembianze reali, cioè lei bionda e occhi verdi, lui capelli neri e occhi azzurri.
«Che diavolo significa…?» Si chiese Lars guardandosi allo specchio. Ma Kayaba gli parlò sopra:
«Vi starete chiedendo perché, non è così? Perché Akihiko Kayaba, creatore di Sword Art Online e del NerveGear, ha preso un’iniziativa simile? Il mio obiettivo è stato raggiunto. Ho programmato SAO solo per creare questo mondo e per osservarlo con mia immensa soddisfazione. È così… adesso tutto è compiuto»
«Termina qui il tutorial per il lancio ufficiale di Sword Art Online. Auguro buona fortuna a tutti i giocatori»
E la figura svanì, seguita poi in ordine dalla cupola rossa e dalla barriera attorno alla piazza. Yuna si guardò per un momento intorno, poi volse lo sguardo al fratello e scoppiò a piangere, gettandosi sul suo petto. Lars le carezzò i capelli stringendola e le disse:
«Stai tranquilla, sorellina… ci sono io qui. Non ti abbandonerò mai…»
«È una promessa…»

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Capitolo 15
*** Vivi ***


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Cap.15 “Vivi”
 
Aincrad, piano 1. Città d’Inizio, 10  novembre 2022
«Yuna…?» Chiamo piano Lars bussando alla porta della sua stanza.
«No, io di qui non mi muovo…»
«Non possiamo restare qui per sempre» Insistette Lars. «Dobbiamo muoverci… siamo a corto di soldi…»
«Non voglio uscire, no…» Mormorò la ragazza. Lars sentì dei passi e poi un tonfo sulle coperte.
«…ti prego…»
«NO!» Gridò lei. Lui sussultò, non aspettandosi una reazione del genere. Poggiò la testa sul legno della porta.
«Ti prego…» «Lasciami stare»
Lars rimase per qualche altro momento davanti la porta, poi se ne andò. Yuna, invece, scoppiò a piangere. Perché faceva così? Aveva paura, sì, ma… perché trattava suo fratello in quel modo? Erano sempre stati così uniti… e ora che dovevano esserlo più che mai, lei rifiutava il suo aiuto.
Che senso aveva tutto questo?
Si alzò, asciugandosi le lacrime, e iniziò a vagare per il menu, cercando i suoi vestiti da battaglia… che più che altro erano delle spalline, una pettorina in cuoio e qualche fascetta di cuoio per la minigonna, per poi uscire fuori a cercare Lucas. O forse doveva chiamarlo Lars…? Ah, chi se ne importa.
«Hey, fratellone…» Mormorò appena lo vide.
«Oh… ciao Yu… Maya…»
«Scusami per prima…»
«Non fa niente… ti capisco» Rispose lui sorridendo e abbracciandola. «È normale… Anche io darei qualsiasi cosa per non stare in questa situazione… Ma ormai siamo qui. Che possiamo fare se non provare a fare qualcosa?»
«È vero...» Mormorò la ragazza. «Però…»
«Ho già un’idea» Disse aprendo la mappa. «Tutti gli altri player si sono diretti qui a Horunka Village. Noi potremmo andare da quest’altra parte… Lastis è un po’ più lontano ma in due possiamo farcela senza grossi problemi»
«Sei sicuro…?»
«Andrà tutto bene, sorellina. Fidati di me» La rassicurò carezzandole la schiena. Lei sorrise un po’ e si fece forza, per poi seguirlo per le vie del mercato.
«Cosa stai cercando?» Chiese lei.
«Pozioni… le ho quasi finite. E di certo non voglio rimanere senza, soprattutto se ci sei anche te»
«Oh, capito» Fece lei sorridendo. Lars fu felice di vedere il suo sereno sorriso tornare sul suo volto. E giurò a sé stesso che avrebbe fatto di tutto per evitare che lo perdesse di nuovo.
 
 
 
«Lucas!» Gridò Yuna. Lars si voltò di colpo e la vide alle prese con tre mantidi che le avevano già inflitto una cinquantina di punti danno. Il ragazzo caricò senza pensarci due volte e spezzò la guardia ad una, per poi tagliarla in due e procedere con le altre. Poi si voltò verso la sorella.
«Stai bene?»
«Sì…» Mormorò lei massaggiandosi il braccio, sul quale c’era un graffio rosso che andava lentamente svanendo. «Guarirà in fretta, non preoccuparti» E gli sorrise. Lui la guardò un attimo preoccupato, ma poi decise che potevano proseguire. Vagavano per quella foresta da quasi tre ore e ancora non erano riusciti anche solo a capire dove potesse essere l’uscita. Sembrava un labirinto.
«Fratellone… sei sicuro che sia la strada giusta?» Mormorò Yuna. Per quanto cercasse di sorridere e di essere solare come sempre, si capiva lontano un miglio che quella foresta la inquietava tantissimo.
«La mappa indica di qua»
«Uhm…» Fece abbassando un po’ lo sguardo e aprendo anche lei la mappa. «Però siamo ancora lontani dall’uscita… In teoria a quest’ora dovremmo essere in vista della pianura…»
«Lo so, e neanch’io voglio dormire qui… ma ho l’impressione che se torniamo indietro non faremo altro che perderci»
«Ammettilo che ci siamo già persi!» Sbottò la ragazza, di colpo.
«Cosa? No! Stiamo andando nella direzione giusta!»
«Abbiamo fatto centinaia di curve e incontrato tre sentieri bloccati! E la mappa non indica la direzione in cui stiamo guardando!»
«Ma possiamo vedere la direzione che stiamo prendendo se guardiamo i nostri spostamenti, ed è quella giusta»
«Non lo è»
«Si invece»
«No!»
Gli corse affianco e premette un pulsante. La mappa ruotò di 90 gradi. Ora non stavano più andando verso l’alto, secondo la mappa, ma verso destra.
«Uhh…» Fece il ragazzo, imbarazzato.
«Hai dimenticato di resettare la rotazione della mappa sul nord…» Lo rimproverò Yuna passando davanti e imboccando al primo bivio la strada di sinistra, per poi chiamarlo sorridendo: «Dai, andiamo!»
 
Ci misero nemmeno un’ora ad uscire, ritrovandosi davanti una vasta pianura circondata da colline. In fondo ad essa li attendeva la città di Lastis.
«Wow, siamo già fuori?» Si chiese sorpreso Lars, ammirando il cielo pomeridiano.
«Una volta che andiamo nella direzione giusta…» Ribatté divertita la sorella. «Lo so che sei preoccupato per me, fratellone, ma cerca di non distrarti così…» E sorrise. Lars prese la testa del duo e proseguì imbarazzato, con Yuna che ridacchiava dietro di lui.
All’improvviso però il ragazzo si fermò di colpo sbarrando gli occhi. Senza pensarci due volte si gettò tra la sorella e un orso in piena carica che gli squarciò il petto con un graffio da oltre 150 HP che lo buttò a terra.
«Lucas!» Gridò Yuna estraendo la spada e attaccando l’orso, ma quello subì pochissimi danni dai suoi fendenti. Lars si rialzò dolorante e parò un graffio diretto alla sorella, facendo indietreggiare l’animale, per poi colpire con un affondo caricato e due fendenti sul fianco, per poi piantare la lama dentro di esso. L’orso a quel punto cercò di divincolarsi dal colpo, subendo danni su tempo abbastanza ingenti da eliminarlo in una decina di secondi.
«Fratellone, stai bene?!» Gridò la ragazza avvicinandosi a lui per esaminare le ferite. Quello non aveva perso neppure il 20% della sua salute, ma aveva un debuff, “sanguinare”, che lo rallentava e faceva sentire debole… oltre a qualche punto di anno extra ogni cinque secondi. Lei prese delle bende e le utilizzò su di lui, facendo sparire il debuff, per poi passargli una pozione da 200 HP.
«Grazie…» Fece Lars rilassando i muscoli e stiracchiandsi. «Ora andiamocene da qui, prima che ne arrivino altri»
«Sì»
Corsero via allontanandosi dalla foresta. Quando furono ad almeno duecento metri si voltarono, vedendo altri tre orsi che cercavano qualcosa nella zona dove i due erano prima. Probabilmente cercavano loro. O l’orso ucciso. Qualunque fosse la risposta, i due fratelli non avevano intenzione di rischiare la vita per scoprirla e si diressero più velocemente possibile alla nuova città.
 
 
 
Come previsto da Lars la città ospitava pochi player, molti di livello 4 o 5. Lars rientrava in questo range, ma Yuna era solo livello 2. Aveva bisogno di una sessione di allenamento, e in fretta, quindi Lars decise che il giorno dopo sarebbero andati in giro per la collina ad est. Ma per quella sera preferì cercare di rilassarsi… e magari aiutare anche sua sorella a farlo, ma lei si chiuse in camera e due minuti dopo già non rispondeva più, per quanto era piena di sonno.
La mattina dopo fu lei a svegliarsi per prima e fece un giro per negozi e tornando alla locanda prima che il fratello uscisse dalla sua stanza. Si incontrarono nel corridoio, e Lars subito notò qualcosa di diverso.
«Buongiorno, Yuna!» E fissò lo sguardo su un orecchino d’argento. «E quello?»
«Oh, stamattina sono andata… a…»
«…fare compere, giusto?»
«Già…» Fece lei abbassando colpevole lo sguardo.
«Ti sta bene» Disse Lars sorridendole.
«N-non sei arrabbiato…? È solo un vanity item…»
«…che può sempre essere migliorato per ottenere qualche bonus» Concluse lui. «E poi… mi sarei potuto arrabbiare solo se ti fosse stato male»
A quel punto lei sorrise raggiante e lo abbracciò forte. «Ti adoro, fratellone!»
«Anch’io» Rispose lui ricambiando la stretta. Poi la lasciò andare e le disse il programma che aveva per la giornata.
«Yuna… quella dove siamo ora è una zona da livello 4. Tu invece sei di livello 2. Sai che vuol dire?»
«Che non devo andare in giro da sola…?»
«Non fuori città… E che oggi dobbiamo fare un giro per le colline a cercare nemici. Devi salire di livello il prima possibile»
«Ok…» Rispose lei carezzandosi un braccio preoccupata.
«Hey, stai tranquilla» La rassicurò carezzandole la testa. «Ci sono io con te»
«…ok» Fece Yuna, per poi sorridere.
«Dai, vieni» Fece puntando all’uscita della locanda. «Andiamo a procurarci qualche arma migliore»
 
Passò la giornata. Lars e Yuna rimasero in giro per le colline per vario tempo, e lei, con l’aiuto del fratello, raggiunse il terzo livello senza correre troppi rischi.
«Sì!» Esultò la ragazza quando ottenne la notifica di livello aumentato.
«Perfetto, per oggi può bastare. Torniamo?»
«No, mi sta piacendo! Andiamo per di là!» Fece indicando verso nord-ovest.
«Sei sicura?»
Lei annuì.
«Va bene» Rispose lui sorridendo. Le fece strada in quella direzione sconfiggendo alcuni cinghiali e qualche lupo, per poi trovarsi davanti una piccola rovina.
«E questa che cos’è?» Si chiese Yuna avvicinandosi.
«Yu fermati, sei ancora di livello basso…»
«Solo un’occhiata, non tocco nulla…»
«…va bene…» E la seguì per accertarsi che non si attivasse nulla di strano.
«Sembra una piccola cappella…» Fece la ragazza guardando la costruzione. In effetti era un massimo di cinque metri di raggio con una piccola cupoletta, ma alcune colonne semidistrutte attorno suggerivano che la costruzione un tempo era ben più grande.
«Non entrare, Yuna…» Fece vedendo che ci si avvicinava.
«No, non entro, tran…» Click.
Yuna aveva appena superato le colonne che una luce le avvolse. Dalla piccola cappella uscirono quattro scheletri corazzati e armati di ascia da battaglia. I mostri caricarono immediatamente la ragazza senza dare a nessuno dei due fratelli il tempo di realizzare cosa stava accadendo. Quando Lars reagì Yuna era già a meno di 700 HP ed era stesa a terra.
«Lasciatela in pace!»
A scudo levato, Lars si schiantò contro due dei quattro scheletri e ingaggiò con loro battaglia. Yuna si rialzò approfittando del momento di sgomento degli altri due e prese a lottare con loro. Tuttavia, se il ragazzo era capace di tenere testa ai suoi avversari, sua sorella subiva colpi su colpi. E quando lui vide la sua barra diventare gialla…
«NO!»
Spacco la testa di uno dei due scheletri con una Skill di spada, per poi fiondarsi contro quelli che lottavano con Yuna per attirare la loro attenzione, ma gli arrivò un fendente alla schiena che lo fece crollare a terra. 670 HP per lui. Era ancora a barra verde. Ma Yuna…
«Aaah!»
La ragazza fu sbalzata a terra. La barra arrivò a rosso a causa di quel colpo caricato. Lars balzò di nuovo in piedi e fendette contro il suo avversario, eliminandolo, per poi cercare di nuovo di salvare Yuna. Caricò ancora. Stavolta riuscì a colpire uno dei mob e inchiodarlo ad una colonna, dove poi lo trafisse facendolo fuori, ma ce n’era ancora uno che si avvicinava minaccioso a Yuna. Lo scheletro impugnò la spada con entrambe le mani e si preparò a trafiggerla al petto, dato che era ancora a terra.
«NOOOOOOOOOO!»
La spada si piantò nel petto della ragazza nel preciso istante in cui Lars tagliò la testa al non-morto. Ma la barra di lei crollò lo stesso.
«Yuna, resisti!» Le disse prendendo una pozione e avvicinandogliela alle labbra, ma in quell’istante la barra si svuotò del tutto, svanendo. «Yuna!» La strinse forte. »Non mi lasciare, ti prego!»
«Fratellone…»
Il ragazzo sciolse l’abbraccio e la guardò negli occhi. Stava sorridendo.
«Mi dispiace…» Gli disse facendo un sorriso mesto.
«Avevo promesso di… proteggerti…» Mormorò con le lacrime agli occhi.
«è tutto ok…» E posò una mano sulla guancia di lui. «Hai fatto quello che potevi… Ora però… Pensa a te stesso…»
Gli asciugò una prima lacrima con il pollice, carezzandogli la guancia. Lui la guardava, cosciente che di ì a poco lei sarebbe svanita dalla sua vita… e che non poteva farci niente.
«Fai un’ultima cosa per me, Lucas…» E gli fece il più grande e sereno sorriso che gli avesse mai fatto in tutta la sua vita «V… vivi…»
Il suo avatar si dissolse in una miriade di schegge azzurre, mentre le braccia del ragazzo si ritrovavano a stringere il nulla. Scoppiò in pianto, maledicendo tutto. Quel gioco, Kayaba stesso e il giorno in cui aveva comprato quelle due dannate copie.  E di lì giunse a maledire se’ stesso. Le aveva promesso che l’avrebbe protetta, che non avrebbe mai permesso che le succedesse qualcosa… ma aveva fallito, così… neanche un mese e quella che fino allora era la persona più importante in tutta la sua vita era scomparsa per sempre, e non l’avrebbe mai più rivista.
Perché, si chiese. Perché tutto questo? Che senso ha questa carneficina? Ma purtroppo non c’era risposta. E stando a quanto aveva detto Kayaba il primo giorno… non ce n’era mai stata una.
Dopo oltre dieci minuti Lars riaprì piano gli occhi lucidi, trovandosi davanti l’orecchino comprato da Yuna quella mattina. Lo raccolse e lo mise nell’inventario, per poi asciugarsi le lacrime. Tremava, e a fatica si tratteneva dal piangere ancora… ma Yuna gli aveva fatto una richiesta. Vivere. Uscire da quel mondo, almeno lui. E se questo era il suo ultimo desiderio… lui avrebbe fatto di tutto per esaudirlo.

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Capitolo 16
*** Get Up ***


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Cap.16 Get up
 
Aincrad, piano 29. Ragos, 30 agosto 2023
«Quindi… è così…» Mormorò Axel.
«Si- Rispose Lars. «Non ce la faccio… troppe persone a cui tengo sono morte… non credo di poterlo sopportare ancora…»
«Sei… sei davvero sicuro di volerlo fare?»
«Voglio dire… cosa vene fate di uno come me nel team? Non riesco a portare a termine nulla di buono… Avevo promesso di proteggere mia sorella e ora è morta… una persona che credevo essere mia amica ci ha traditi tutti… e a causa di questo anche un altro del party è morto… e… non voglio… non voglio deludere mia sorella ancora una volta… Mi ha chiesto di restare in vita. E così farò»
«Per prima cosa… Uno come te è prezioso per noi… e sei nostro amico, non vogliamo perderti. Secondo poi… sei sicuro che sia questo ciò che tua sorella vorrebbe?»
«Di che diamine stai parlando? È stata lei stessa a dirmelo, pensi che io non ci senta o cosa?» Si irritò Lars.
«No, questo lo so» Rispose con calma Axel «Ma c’è una differenza tra il “vivere” a cui sto pensando io e quello a cui pensi tu. Guardati… pensi che tua sorella volesse che ti isolassi da tutto e tutti? O che cercassi di andare avanti… e provare anche ad essere felice? Perché questa è la differenza tra vivere e sopravvivere. E sicuramente, se ci pensi bene, sarai capace di capire quale delle due voleva tua sorella per te»
Lars abbassò lo sguardo. Non sapeva cosa rispondere, si sentiva… confuso. E un po’ si vergognava di non aver provato a vedere le parole di Yuna anche da quel punto di vista. E più ci pensava, più si sentiva un vigliacco.
«Non voglio costringerti, sia chiaro» Concluse Axel alzandosi. «Dico solo… pensaci bene»
E se ne andò. Al che Lars si lasciò cadere sul letto, abbandonandosi ai suoi pensieri.
 
«Allora, Ax?» Gli chiese Moonlight quando quello scese le scale della locanda.
«Gli ho parlato… spero di essere riuscito a farlo ragionare…»
«Come stava?» Domandò Crow.
«Male… spero si riprenda presto. Comunque diamogli un’altra nottata per pensarci su... poi si vedrà»
«A proposito di nottata…» Fece Moonlight, al che Crow le parlò sopra: «Io credo che andrò a dormire. A domani!- E li lasciò soli. Lei ridacchiò, facendo arrossire appena Axel.
«Dicevo… ti va di uscire un po’?» Riprese la ragazza. Lui già si aspettava quella richiesta, e sorridente decise di andare con lei. Come sempre non aveva alcuna particolare intenzione con lei, e sembrava che i suoi sforzi per accantonare i sentimenti stessero funzionando… forse. Quando lei però si cambiò mettendosi un vestito più elegante lui rimase come paralizzato dalla sua bellezza. Ma per fortuna si riprese prima che potesse dare troppa importanza alla cosa. Tuttavia il vestito blu e lungo fino appena sopra le ginocchia che portava la rendeva ai suoi occhi semplicemente stupenda, e la tentazione di lasciarsi andare e provarci con lei era davvero forte.
Quasi si chiese perfino se fosse lei quella che ci stava provando, quella sera.
 
 
 
La mattina dopo Lars si alzò per primo. Prese le sue armi, uscì dalla locanda e si diresse verso i negozi. Si trovò di fronte un uomo incappucciato, con una mantella nera a coprirlo. RImase a fissarlo finché quello non si girò e gli sorrise, facendogli quindi capire che si trattava di Blower.
«Salve, Lars, è da tanto che non ci si vede»
«Tu, lurido bastardo…»
«Ognuno fa le sue scelte, dico bene? Ah, come va con Thalia?» Chiese ghignando. Al che Lars gli saltò addosso a spada tratta, ma Blower parò e lo respinse.
«Quanto sei impulsivo… lo sai vero che le città sono aree no-PvP, vero?»
«A causa tua il nostro gruppo ha perso due membri!»
«Oh davvero? Allora Tahlia dopotutto è riuscita in qualcosa, prima di farsi ammazzare. Oh beh. Era troppo sicura di sé  in ogni caso. Non sarebbe durata un granché»
«Sei solo un viscido verme…»
«Forse hai ragione. O forse no, chi può dirlo?» Ed estrasse un Cristallo di Teleport. «Ora scusa, ma ho degli affari che mi aspettano. Teletrasporto! Dheran!» E svanì avvolto da una luce azzurra.
«Fermo!» Gridò cercando di fermarlo, ma reagì troppo tardi. Rimase ancora qualche istante a fissare il punto dove si trovava l’uomo un attimo prima e mormorò: «Giuro che un giorno te la farò pagare…»
 
Axel si alzò e scese a fare colazione. Poi si diresse subito verso la stanza di Lars e bussò, ma una piccola notifica di “stanza libera” apparse sopra la sua mano. Lars aveva disdetto direttamente l’affitto della stanza.
«Che diavolo ha in mente…?»
«Hey!» Lo salutò una voce allegra, per poi venire abbracciato da dietro. Arrossì, riconoscendo che la voce era di Moonlight.
Lei sciolse subito l’abbraccio. «Che fai?»
«Stavo cercando Lars ma sembra abbia lasciato la locanda…» e aprì il menù Gilda. Lars c’era ancora. «Controllo dov’è»
«Se avesse deciso di non ascoltarti…?»
«No, è al mercato. Lascio un messaggio a Crow e andiamo a prenderlo?»
«Va bene» rispose lei. I due dunque uscirono, rimanendo in silenzio per un po’.
«Senti, Ax…» Iniziò Moonlight, arrossendo subito. «Riguardo a ieri sera…»
Nella mente di Axel apparve un flash di lei un po’ brilla che si addormentava tra le sue braccia. Non era ubriaca, no. Era solo… stanca, era piuttosto tardi. E l’alcol le aveva conciliato il sonno, a quanto pareva.
«Volevo…» Riprese lei  «…volevo scusarmi… non è da me esagerare con gli alcolici, mi dispiace se ti ho dato… qualche problema…» E abbassò lo sguardo arrossendo ancora di più
«N-non importa…» Rispose lui arrossendo a sua volta. Pensò rapidamente ad un altro argomento. «Ho sentito un paio di player parlare stamattina… sembra che al prima linea si sia data da fare e abbia già superato il piano 30»
«Wow, davvero?»
«Si, si stanno dando una mossa. E a quanto pare c’è una gilda… i… Cavalieri del Sangue… che si sta facendo notare non poco»
«Si li ho notati, c’era quella ragazza amica di Kirito…»
«Non credo siano più molto amici… comunque si, lei è la seconda in capo. Quell’Heatcliff non si fa mai vedere»
«Che strano… Oh hey, Lars!»
Il ragazzo stava per passare oltre di loro, ma sentendosi chiamato si fermò. «Ah, eccovi, stavo giusto tornando alla locanda»
«Come mai qui?» Chiese Axel.
«Mi stavo… preparando. Per partire»
«Te ne vai…?»
«Non dalla gilda se è quello che pensi. Voglio solo lasciare questo piano il prima possibile»
«Oh, si, ti capisco… allora sarà meglio svegliare Crow. Ah, Lars…» E gli sorrise. «Sono felice che tu abbia deciso»
Di colpo Lars abbracciò l’amico, accennando un lieve sorriso. Sciolse dunque l’abbraccio. «Grazie. Avevi ragione…»
«Di niente… siamo qui per questo» E gli sorrise ancora. «Dai, ora andiamo. Abbiamo un tank da svegliare se vogliamo metterci in marcia»
 
Axel bussò alla porta di Crow.
«Hey, sveglia! Oggi si parte!»
«Cinque minuti…» Si sentì mugulare da dietro la porta.
«No, adesso! Datti una mossa!»
«Lars…?»
«Lui resta con noi, non preoccuparti. Ora DATTI UNA MOSSA»
«Si, si…»
Passò mezz’ora quando Crow uscì dalla stanza.
«Era ora!» Fece Axel. «Ti sei riaddormentato, vero?»
«No, stavo cercando le mie cose»
«Ti prego, dimmi che non hai sparso il tuo inventario in tutti i mobili della stanza…» Fece Moonlight poggiandosi la mano sulla faccia.
«Uhh…»
«Lasciamo perdere…» Tagliò corto Axel. «Vogliamo provare ad arrivare al prossimo piano prima di domani?»
«Io ci sto» Disse subito Lars.
«Anche io» Rispose anche Crow.
«Bene, allora… dato che siamo… in quattro… temo dovremo andare più piano del normale…»
«Non sarà un problema… ce la caveremo»
«Dunque, sono le dieci…» Disse Axel. «Ho comprato la mappa del Dungeon. Se ci avviamo subito potremmo superarlo in tempo»
«Allora andiamo, forza» Replicò Lars. Sembrava davvero impaziente. Ma nessuno disse nulla al riguardo e i quattro partirono per il Dungeon. Ma per la strada…
«Salve a tutti!» Disse una voce. Un gruppo di sei giocatori rossi li accerchiarono, e da dietro un albero per la strada sbucò Blower, incappucciato come sempre.
«Tu…» Ringhiò Axel mettendo mano alla spada.
«Woah, sei davvero impaziente di farmi fuori, non è vero?»
«Tu che dici?» Rispose quello mentre la spada, ancora nel fodero, iniziava ad emanare una luce bianca.
«Hai imparato la withdraw, niente male!»
«Che cosa vuoi?» Chiese Lars con voce atona.
«Credo che tu ci possa arrivare da solo, Lars. In fondo è la stessa cosa che voleva Thalia»
«Ucciderci?»
«Beh… diciamo piuttosto… “diventare più forti”»
«Ci sono i mob per questo, sai?»
«Voi date molti più EXP» Ghignò quello. Scagliò contro i quattro dei dardi avvelenati, che tutti pararono con la propria arma tranne Axel. Quello infatti invece che mettersi in difesa distrusse il dardo con la sua skill, che combinò poi con una horizontal square per ottenere danni extra. Il primo colpo, vibrato proprio contro Blower, fu talmente violento da fargli volare via la spada. Il secondo colpo che il PK subì fu un fendente all’altezza dei reni, ma il terzo attacco venne schivato e l’uomo si diede alla fuga usando un cristallo di teleport.
«SEI UN VIGLIACCO!» Gridò il ragazzo, ma subito una cross slashes lo distrasse dalla sua furia e lo riportò a concentrarsi sul combattimento in corso.
Appena il loro leader aveva scagliato quei dardi i player rossi si erano lanciati contro i Paladini della Notte. Crow si parò dietro lo scudo e respinse via i suoi due avversari. Lars invece schivò un affondo e un up-left slash per poi mandare a segno una quadruple pain. I quattro affondi lasciarono la vittima immobilizzata, e con un fendente gettò l’avversario a terra, lasciandolo ad HP gialli.
Moonlight si ritrovò invece con un solo avversario, un tank. La ragazza fu spietata e mise a segno una successione devastante di colpi, ma quello subiva addirittura meno danni di Crow. Cercò dunque di mirare alla testa, sperando di fare ulteriori danni, ma quello la sorprese con un fendente caricato da sopra la testa che le tolse non pochi HP. Riuscì a parare appena in tempo un secondo fendente, stavolta orizzontale, e respinse la lama nemica per poi affondare alla testa. La spada si fermò sbattendo sull’elmo, ma mise il nemico in uno stato di confusione per qualche istante, abbastanza perché lei lo trafiggesse al petto. Non lo uccise, però: si limito a farlo scendere ad HP rossi.
Di colpo i due avversari di Crow vennero sbaragliati da una Cyclone. Il tank aveva preso a roteare su se’ stesso, e una volta allontanati i due nemici portò lo spadone sopra la testa.
«Landslide!» gridò il moro, per poi schiantare con forza la lama a terra esattamente tra i due avversari, ancora impegnati a rialzarsi. Un’onda d’urto a corto raggio si propagò dalla zona di impatto infliggendo ingenti danni ai due, che vennero gettati nuovamente a terra. Alla vista di quella skill e delle loro barre di hp, piuttosto vicine al livello critico, se la diedero a gambe. Lo stesso fecero gli altri due feriti, e al vedersi rimasti due contro quattro, anche i rimanenti PK si ritirarono senza pensarci due volte.
«Che gli serva di lezione…» Ringhiò Lars.
«State tutti bene, ragazzi?» Chiese Moonlight.
«Si, tutto ok» Rispose Axel. Lo stesso dissero gli altri. A quanto pare lei era stata l’unica a subire danni oltre il 20% di hp.
«La prossima volta lo faccio fuori» Disse secco il rosso. Moonlight lo guardò preoccupata, ma non disse nulla. Si limitò a bere una pozione di cura, e poi finalmente i quattro si misero in marcia per il piano successivo. Se volevano tornare in prima linea in fretta dovevano darsi una mossa.
 

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Capitolo 17
*** Attrito ***


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Cap.17 Attrito
 
Aincrad, piano 35,Misha.2 Ottobre 2023
«Wow, questa città è spettacolare!» Esclamò Crow guardandosi intorno. Misha era una town dallo stile europeo medievale. I tetti rossi degli edifici facevano contrasto con il bianco delle pareti, il che insieme alla pietra suo pavimento delle strade, illuminata dalle lampade appese sopra le porte, dava alla cittadina un aspetto caldo e accogliente in quel piano dal tema prevalentemente invernale. Una folata di vento soffiò contro i Paladini della Notte, e Crow, in testa al quartetto, si strinse nelle spalle. Lars sembrò non reagire ma accettò di buon grado l’offerta del tank di raggiungere una taverna il prima possibile. E mentre Axel reagiva come Crow alla fredda brezza, Moonlight gli si strinse al braccio tremando leggermente, al che lui arrossì di colpo.
«F-fa freddo…» Mormorò la ragazza.
«Tieni…» Fece lui togliendosi la sciarpa rossa e mettendola attorno al collo di lei.
«Ma…» Fece lei per protestare, ma Axel glielo impedì:
«Tu ne hai più bisogno di me. Io il freddo lo reggo abbastanza bene»
Lei lo guardò negli occhi, e lui distolse per un istante lo sguardo. Stava mentendo, forse aveva anche più freddo di lei. Ma al notare quel dettaglio arrossì di colpo e cercò di cambiare argomento.
«A-allora… Hey!» Si rivolse gridando agli altri e facendo un passo verso di loro. «Ci volete aspettare o no?»
Nessuna risposta. I due girarono l’angolo e li mollarono lì.
«Ma tu guarda che idioti…»
«Lascia stare, cerchiamo un posto dove scaldarci…» Le suggerì lui. Anche se suonava più come una richiesta implorante. Lei arrossì di nuovo ma ridacchiò, per poi afferrare la sua mano e portarlo verso una locanda vicina.
 
«Ehilà!» Li accolse una voce non appena Crow e Lars entrarono nella taverna.
«Klein! Ma tu guarda chi si rivede!» Salutò il primo sorridendo al samurai.
Quello si alzò e lo raggiunse. «Mi chiedevo che fine aveste fatto, non vi ho più visti in prima linea per tutto il mese»
«Abbiamo avuto alcune… difficoltà a recuperare…» E scuri il volto. Lars rispose per lui: «Abbiamo perso due membri…»
«Cosa…?» Fece lui, come sotto shock. E a quel punto guardò la porta. Poi di nuovo loro. «Dove sono Thalia e Moonlight?» Ovviamente, le ragazze sono le più importanti, giusto? Ma al nome di Thalia Lars si irrigidì.
«Thalia era una PK… e ha ucciso Haruo» Spiegò Crow. «Lars l’ha… fermata…»
«Oh… quindi…»
«Ax e Moon stanno bene, si trovano… uhh… in realtà li abbiamo mollati all’entrata della città»
«Staranno cercando una locanda» Intervenne Lars.
«Se non stanno facendo altro…» Ridacchiò Crow. Lars lo guardò con disappunto.
«Capisco, capisco» Fece Klein con un occhiolino.
«Non stanno insieme» Puntualizzò Lars.
«Secondo me ci sono molto vicini però» Ribatté Crow, per poi ordinare un boccale di birra.
 
«Hey Ax…»  Iniziò Moonlight. «Ultimamente tu e Crow siete un po’… assenti… Non voglio impicciarmi dei vostri affari, però…»
«Sei preoccupata, si, lo capisco… Hai paura che succeda di nuovo quello che… beh…»
«Si…»
«Non ti preoccupare, Crow cerca di tenermi distratto. Dice che passo troppo tempo in giro a livellare e non penso a divertirmi. Ma non credo capisca che io mi diverto a livellare»
«Magari domani ti accompagno io. Siamo vicini al Dungeon, in un’oretta siamo lì e ci alleniamo per bene»
«Oh, mi sta bene!» Ripose Axel sorridendo. Però prima dovremmo ripresentarci alla Prima Linea o non ci faranno neppure avvicinare»
«Sempre se siamo ancora nei requisiti. Certo, siamo di un livello superiore alla media, ma non è altissimo»
«Motivo in più per cui abbiamo bisogno di livellare. Male che vada possiamo chiedere qualche consiglio a Kirito»
«Non sarebbe male come idea. Ah, una locanda!»
Appena lo disse Moonlight prese la mano di Axel e lo trascinò dentro per poi subito lasciarla. A quanto pareva quell’edificio aveva anche una piccola taverna, e i due ne approfittarono per sedersi ad un tavolo.
«Okay, prossima priorità: comprare vesti più calde» Esordì immediatamente Axel.
«Pienamente d’accordo» Rispose Moonlight guardandosi le ginocchia. Le gambe, a parte delle leggere calze blu fin sopra le ginocchia, erano praticamente scoperte per colpa del vestito con minigonna che portava fin da inizio gioco.
Ad essere sinceri, solo Lars e Crow si erano cambiati da quando avevano iniziato la partita. Lars perché aveva trovato il mantello che aumenta l’agilità, Crow perché è un tank e quindi cambia sempre armatura.
«Hey Moon…»
Quella alzò lo sguardo «Si?»
«Hai mai pensato a… questo mondo?»
«Cosa intendi?»
«Non è un luogo facile in cui stare…»
«Lo so… ma dove vuoi arrivare esatta-»
«Però è molto bello»
Ci furono alcuni attimi di silenzio prima che Moonlight rispondesse.
«Per quanto io odi ammetterlo, non posso neanche negarlo…»
«Ma per quanto si potrebbe desiderarlo… non possiamo restare qui»
«È il motivo per cui esiste la prima linea»
«Lo so. Ma… non credo sia neppure giusto dedicarsi esclusivamente ad essa. Voglio dire… è vero. Non apparteniamo a questo mondo, però ora siamo suoi abitanti. Che ci piaccia o meno. Non ci farebbe male apprezzare un pochino quello che abbiamo intorno. Crow…»
«Lo so, sia lui che Lars vogliono mantenersi più distaccati possibile. Ma anche secondo me un po’ sbagliano. E poi non c’è bisogno che tu dica queste cose a me» E gli fece un sorriso inclinando appena la testa «Già apprezzo ogni giorno quello che questo mondo mi ha dato»
Axel arrossì al sorriso, chiedendosi a cosa si riferisse, e guardò verso la finestra. Aveva iniziato a nevicare e un gruppetto di player stava camminando per la strada subito fuori. Pochi minuti dopo essi entrarono nella locanda e si guardarono intorno. Erano quattro ragazzi ed una ragazza, i cui vestiti avevano il verde come colore ricorrente. Lei sembrava essere il tank della squadra, mentre quello in testa pareva essere uno sweeper con stocco.
Uno dei ragazzi in mezzo vide Axel e Moonlight e li fece notare al capo, che subito lanciò delle monete al locandiere e si diresse da loro.
«Bene bene bene, i Paladini della Notte si sono degnati di farsi rivedere! Da quanto tempo siete spariti, un mese? Due?»
«Non sono affari tuoi» Rispose Axel. «Piuttosto, dato che ci conoscete… chi sareste voi, invece?»
«Noi siamo il Veleno della Vipera. Nonché nuova squadra di punta della prima linea»
«Cult…» Mormorò la ragazza, ma il suo capo alzò la mano per zittirla. «Non mi interrompere, Sandstorm. Non vedi che sto parlando?»
La ragazza fece un passo indietro e distolse lo sguardo mordendosi il labbro. Cult si rivolse di nuovo ad Ax e Moon.
«Vedete, da quando è giunta la notizia della vostra scomparsa molte squadre si sono fatte avanti per prendere il vostro posto. Il team che avrebbe vinto un torneo avrebbe fatto parte della prima linea. Ed eccoci qui»
«C’è sempre posto per nuovi membri nella Prima Linea» Ribatté Axel. «Se hanno fatto questo processo di selezione vuol dire che eravate tutti sottolivellati»
«Ci sottovaluti? Tsk. Non credo affatto che voi siate ancora al pari con il livello attuale»
«Livello?»
«46»
«43»
«44» Aggiunse Moonlight.
«Troppo basso, vedo» Ghignò la Vipera.
«Troppo sicuro di te, vedo» Risposero i due Paladini all’unisono.
«Tre livelli valgono tanto qui ad Aincrad»
«Meno di quanto credi» Rispose Moon.
«Perché non me lo dimostrate?»
«Cult…» Disse di nuovo la tank. Ma Cult la guardò malissimo. «Ti ho detto. Di non. Interrompermi. Sono stato chiaro?»
«Chiarissimo» Rispose lei aprendo il menù di gioco.
«Cosa stai facendo?»
«Mi sono stufata di stare qui, me ne-» Ma un istante dopo lui le afferrò il braccio. «Tu non vai da nessuna parte finché non lo decido io»
Axel e Moonlight si alzarono in piedi. «Lasciala stare» Disse secca lei.
«Altrimenti?» Rispose lui ancora tenendola stretta per il braccio.
Una withdraw da Axel lo fece cadere all’indietro. Niente danno agli HP essendo una town area, ma se non altro liberò la ragazza, che premette immediatamente il pulsante per abbandonare la gilda.
«Adesso basta! Non vi permetterò di…» E vide la ormai non più sua tank mettersi dietro i due Paladini.
«…sei una traditrice!»
«E tu sei solo uno stronzo!» Rispose l’altra.
«Domani in piazza. Tutti e tre. Questa me la pagherete!» E se ne andò furioso, seguito dalla rimanenza del suo team.
«Sarà stupendo vederti fatto a pezzi!» Rispose Sandstorm.
I due Paladini la guardarono un attimo.
«Uhm… quindi… cosa esattamente è appena successo?» Le chiese Axel.
«Si tratta… di un mio ex. Sono stata invitata nel gruppo da uno dei suoi senza sapere che lui fosse il capo, ed eccomi qua. Mi dispiace di avervi tirati in mezzo…»
«Non preoccuparti, lo avrei sfidato comunque. Avrò un motivo in più per sfogarmi su di lui domani»
«Tu che farai, invece?» Le chiese Moonlight.
«Ehm… so che è un po’ improvviso ma… posso entrare nella vostra Gilda?»
«C-come?» Balbettò sorpreso Axel.
«Lo so, lo so… Troppo improvviso… Beh… Qualsiasi Gilda è meglio di quella di prima, e i Paladini della Notte sono sempre stati un gruppo di punta nella prima linea… Speravo che… si insomma…»
La sua voce calò fino al silenzio. I due Paladini si guardarono l’un l’altro, poi guardarono lei.
«Abbiamo già un tank… però…» Esordì Moon.
«…però è anche vero che siamo un po’ a corto di membri» Concluse Axel. Al che l’amica andò subito ad invitare Sandstorm nella Gilda.
«Grazie!» Disse lei abbracciandoli. «Grazie davvero!» Accettò l’invito subito dopo aver sciolto l’abbraccio. «Uhm… però aspetta, i Paladini della Notte non erano sei? Qui oltre a me…» E alzò lo sguardo dalla lista membri, notando lo sguardo rabbuiato dei due. «Che… è successo agli altri due?»
Axel le spiegò l’accaduto con Thalia. Moonlight si sedette con lo sguardo basso.
«Oh… mi… Mi dispiace…»
«Non preoccuparti… Ora dobbiamo soltanto pensare a presentarti agli altri e a fare a pezzi quelle vipere di poco fa» Le disse Axel.
«Ah, e a cambiare colore a quella tunica» Aggiunse Moonlight porgendole una fiala di colorante blu notte.
 
«Hey ragazzi!» Esordì Axel entrando nella taverna. Crow e Lars si voltarono verso la porta.
«Ah finalmente!» Rispose il tank. «Iniziavamo a preoccuparci»
«Noto» fece Moonlight fissando i boccali di birra. «A parte che siete stati voi ad abbandonarci appena entrati in città»
«Calmi, calmi…» Li fermò Axel ridacchiando. «Ragazzi… vorremmo presentarvi una nuova amica»
All’entrata di Sandstorm, che salutava imbarazzata gli altri due, Lars si alzò a guardarla per un momento. Lei si bloccò di colpo.
«Uhh…» Fece Axel guardando l’amico. Quello gli andò addosso all’improvviso e lo bloccò al muro, facendo alzare anche Crow e lasciando gli altri interdetti per la reazione, e attirando anche l’attenzione di molti dei presenti. «Hai aggiunto una perfetta sconosciuta al gruppo senza NEANCHE DIRCI NIENTE? MA CHE TI PASSA PER IL CERVELLO?»
Moonlight cercò di intervenire: «Lars calm-»
«NO!» Gridò. «Non ci sto ok? Non ho intenzione di lavorare con persone di cui non so nulla e non so neppure se posso fidarmi. Come ti aspetti che facciamo…» La lieve pressione di una spada sul petto lo zittì.
«Lasciami andare» Disse Axel, serissimo. «Non mi costringere a liberarmi con la forza»
«Ax che ti prende…?» Mormorò sorpresa Moonlight.
«Non mi piace essere sbattuto sulle pareti, mettiamola così. Lars, se hai qualche obiezione da fare puoi benissimo farla anche senza aggredire la gente, così ne parliamo in maniera civile e ti posso spiegare cosa è successo. Ok? E ora lasciami»
All’aumentare della pressione Lars mollò la presa, indietreggiando.
«Bene» Disse Axel rinfoderando la spada, per poi spiegare come era andata. Non tenne per se’ neanche la parte della sfida lanciata da Cult.
«Fai come ti pare» Commentò Lars alla fine della storia. «Io non verrò con voi alla piazza»
«Tua scelta» Gli rispose Axel. «Crow?»
«Io vengo» Disse lui.
«D’accordo. Lars…» Lo richiamò, prima che uscisse dalla taverna.
«Cosa c’è, adesso?»
«Dovresti evitare di scattare in quel modo»
Quello se ne andò senza rispondere. Solo allora Sandstorm ritrovò il coraggio di avvicinarsi.
«Mi dispiace, è colpa mia… se avressi saputo che avrei causato così tanti problemi…»
«Ah, non preoccuparti, gli passerà» La rassicurò Crow. «Immagino Ax e Moon ti abbiano spiegato cosa è successo…» Lei annuì. «Beh, Lars è quelo che l’ha presa… un po’ peggio di tutti. Tutti ci siamo rimasti molto male ma lui… sembra come cambiato, in certi aspetti…»
«Oh… Mi dispiace davvero per quello che vi è successo…»
«Pensarci troppo farà solo più male. È dura da accettare, ma è vero…» Le rispose Axel. «Per adesso concentriamoci sulla sfida di domani» E ordinò qualcosa da bere.

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