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di WhiteRaven_sSR
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** - Prologo - ***
Capitolo 2: *** 1.The black crow ***
Capitolo 3: *** 2.Fragments of the past ***
Capitolo 4: *** 3.A night at the...insitute ***
Capitolo 5: *** 4.Children ***
Capitolo 6: *** 5.Choose your poison ***
Capitolo 7: *** 6.mOBSCENE ***
Capitolo 8: *** 7.When the devil caresses you... ***



Capitolo 1
*** - Prologo - ***


ad
Londra, 2015

Frenesia, traffico, il rumore della metro appena percettibile segnalato dalle vibrazioni del terreno al suo passaggio. Venditori ambulanti di cibo, odore di fritto, negozi gestiti da persone di diverse etnie, città multicuclturale, aperta alle mode e ai cambiamenti.
Londinium”, ecco il suo primo, vero, nome.
Ma al tempo Gilbert Victor Lefevre non era ancora nato. Giovane, l'aspetto di un venticinquenne al massimo, vestito di tutto punto in uno dei propri completi di Armani scuro, come i capelli corvini lucidi al sole di quella serata comune. Ossidiana in filamenti, osava definirli lui stesso, seppur non suonasse poi molto moderno, così come il taglio e la lunghezza appena sopra le spalle. Tuttavia ogni cosa di lui pareva impeccabilmentericonducibile a un nobile del novecento, cappello a cilindro e bastone con pomello a forma di testa di leone, compresi.
Non era un caso che si trovasse a Westminster, passeggiando per una delle strade con un indirizzo ben preciso da raggiungere, una vecchia abitazione di amici. Era stato invitato per prendere parte a una sorta di riunione privata, sebbene a quanto aveva capito dai vari messaggi di fuoco inviatigli da entrambi, sembrava che il Conclave fosse già a conoscenza di ogni cosa.
Nulla di cui sorprendersi, insomma. Non era vissuto per ben centocinquantadue anni per nulla.
Tuttavia la situazione non gli era del tutto chiara per come i due amici erano stati vaghi, quindi non gli restava che raggiungere il luogo d'incontro e ascoltare ciò che avrebbero avuto da dire.
Non impiegò molto a raggiungere l'abitazione, una delle tante della zona, da cui secondo alcune angolazioni era possibile vedere anche il Big Ben, e una volta saliti i pochi scalini presenti, un classico delle abitazioni inglesi, suonò il campanello. Nulla di apparentemente strano nella zona o nell'edificio a schiera, con gli appartamenti uno appiccicato all'altro, a formare una specie di alveare moderno, sebbene gli edifici non lo fossero poi molto. Il problema non era tanto quanto gli appartamenti fossero attacati l'uno all'altro, ma quanto li avessero smatellati e ricostruiti all'interno. Nell'ultimo periodo infatti era stato registrato un aumento della migrazione della popolazione dalla campagna alla città e non solo in Gran Bretagna. Gilbert decisamente non era abituato tutto quel sovraffollamento.
Storse il naso nell'attendere che qualcuno gli aprisse la porta, da cui poco dopo fece capolino un'inserviente, con la classica divisa da cameriera, tanto di grembiulino tipico dei film.
"Posso esserle utile?" fece lei, sorridendo amabilmente.
Se conosceva abbastanza i propri amici, gli sarebbe bastato un unico gesto. Per qualche secondo, dopo essersi assicurato che l'edificio fosse isolato da un incantesimo di protezione, disattivò il glamour che lo rendeva umano agli occhi di chiunque, mostrandosi con il proprio aspetto naturale. La pelle candida tipica della popolazione caucasica, mutò in un rosso Borgogna non troppo acceso e dalla parte alta della fronte, all'attacatura dei capelli, fecero la comparsa due corna di una quindicina di centimetri. Gli occhi verdi, dotati di una sottile eterocromia, poiché il destro verde lime, mentre l'altro verde erba, rimasero a fissare la donna, accompagnati da un lieve sorriso.
"Si accomodi."
Quando lei si fece gentilmente da parte, Gilbert si decise a varcare la soglia, percependo un secondo incentesimo di protezione sulla porta. Potente e sinistro. Ma dai due ragazzi non si sarebbe potuto aspettare altrimenti.
Laciò che la donna gli facesse strada per il secondo piano, dando un'occhiata fugace in giro, in quel caos di stili e cianfrusaglie. Anni e anni passati a raccattare cose. Se non altro sembrava tutto pulito. Caotico e sconclusionato, ma perfettamente pulito. Se al secondo piano era possibile trovare un vaso Ming accanto a una maschera Maori, man mno che salivano al secondo piano, l'appartamento si faceva sempre più inglese. La carta da parati a fiori, forse degli anni venti, forse di prima ancora, iniziava ad essere presente per i corridoi del secondo piano, diviso in tante piccole stanze, di cui molto probabilmente una era il bagno e una una camera da letto, andando per esclusione. Tuttavia l'interno sembrava più grande di quanto si potesse pensare e stranamente non era dovuto a un incantesimo. Semplice progettazione di interni, suppose il moro.
Sul lato destro infatti, dopo un minuscolo corridoio stretto a angusto con numerose porte, vi era presente l'ennesima di esse, a cui la domestica posò la mano sul pomello tondo. Si fissarono entrambi per qualche secondo, che al ragazzo parve un'eternità, prima che la donna bussasse alla porta con la mano libera. Dall'interno si udì solo un “fallo entrare”, poi di nuovo silenzio.
Quando la porta gli venne aperta, l'odore della stanza investì Gilbert con quella nota tipicamente floreale della lavanda, lasciando spazio a un arredamento molto diverso rispetto al piano inferiore. Sul lato opposto della stanza rispetto a dove si trovava, il camino acceso era sovrastato da un gande specchio dalla cornice dorata, in stile romantico, dalla quale era possibile osservare il riflesso di tutta la stanza. Di fronte al camino due poltrone e un divano dalla tappezzeria a righe posti le une di fianco all'altro in modo che tutti i presenti si potessero vedere in viso, una volta seduti, attorno a un tavolino basso in legno dello stesso periodo. Il grande tappeto sul fondo impediva che i passi risuonassero per la maggior parte della stanza e diversi quadri attaccati alla parete facevano in modo che i presenti non si sentissero soli. Come se fosse servito a qualcosa. Lo attirò particolarmente il ritratto di una giovane donna dai capelli ramati, le iridi chiare fisse verso il pittore al momento della creazione, in un sorriso innocente dalle labbra rosee e tiepide. Doveva appartenere all'epoca pre-rivoluzione. Epoca che lui non aveva visto, con proprio enorme rammarico.
"Sei in ritardo."
"Ne dubito."
La voce proveniva da una delle poltrone, rivolta verso il camino per far sì che la figura ora seduta gli desse quasi le spalle. Dallo schienale era visibile solo parte di una manica, con tanto di braccio, certo, la mano a sorreggere un bicchiere di scotch con ghiaccio. Lui gli aveva rivolto la parola e Gilbert si era limitato a rispondere alla svelta. Tuttavia sapeva bene a chi apparteneva quella voce.
Non gli fu difficile riconoscerlo infatti quando la poltrona venne voltata nella sua direzione per magia, levitando a un paio di centimetri da terra per non rovinare il tappeto.
Un sorriso si dipinse sul volto del moro, gli occhi verdi rivolti al viso dell'amico dalla carnagione abbronzata, visibilmente non europeo.
"Sapevo che saresti venuto." aggiuse l'altro, accennando al posto sul divanetto di fronte a lui, come a invitarlo a sedersi.
Gilbert non si fece pregare due volte, sorridendo rilassato nell'annuire e prendere posto dove dall'altro indicato. Il glamour non attivo lo mostrava per ciò che era: uno stregone antico quasi quanto la civiltà stessa, apparentemente mezzo albino, data la carnagione più scura degli europei, i capelli quasi bianchi e due occhi rossi e brillanti come rubini. Nulla a che vedere con l'albinismo vero e proprio, quello era solo il suo aspetto demoniaco. Colore della pelle a parte. La sua particolarità infatti non stava tanto nel colore, quanto nella presenza di squame più scure in alcune zone. Di quelle visibili, che Gilbert sapesse, aveva notato solo il lato destro del collo, appena sotto all'orecchio. Forse perché lo aveva sempre visto vestito di diversi strati, ma come biasimarlo visto il clima caldo in cui era cresciuto. Avrebbe pure potuto usare un incantesimo, nulla di più facile, ma sia lui che l'altro amico del moro avevano un modo tutto loro di vivere.
"E' sempre un piacere, Salem. Dov'è tuo fratello?" chiese quindi il giovane stregone al compagno, che semplicemente si limitò ad indicare il soffitto con noncuranza, sbuffando seccato.
Ed eccolo lì il secondo amico, nonché gemello di Salem, benché in comune non avessero nulla salvo l'aspetto. Appeso al soffitto come un vampiro, sfidando la forza di gravità con la magia, gambe e braccia a sostenersi per dare un effetto volutamente terrificante, volta la testa verso il basso quando viene indicato dal fratello, facendo saettare fuori la lingua da serpe, color argento. Probabilmente mamma o papà erano un demone dai tratti di serpente, era ciò che Gilbert aveva sempre pensato, ma non aveva mai saputo nulla sulle loro origini familiari.
"Dannato babbeo, perché gli hai detto dov'ero?!"
"Ti avrebbe visto comunque..."
"Invece no!"
"E invece si..."
Sempre divertente vederli battibeccare come due bambini dell'asilo, ma in fondo per Gilbert era una cosa normale. Gli doveva tutto, specie a Salem con le sue idee straordinarie e quella calma ostentata in ogni gesto o parola. L'altro, a differenza sua, sembrava un tornado perenne, costantemente in cerca di attentioni e divertimento. Tuttavia quella diveristà e quel modo di porsi di uno o dell'altro, Gilbert era riuscito a capirla solo in parte.
Ricordava ancora le giornate passate con loro a farsi insegnare i trucchi più semplici, quando ancora era un bambino. Doveva essere stato circa il 1870 o giù di lì, anno più, anno meno. Solo un bambino, ma già uno stregone. Non è una condizione che si ottiene la loro, ci si nasce e basta. E se non s'impara in fretta a utilizzare il glamour, gli umani sanno essere duri e meschini.
La mente lo riportò al presente quando Ash, questo il nome dell'altro gemello, scese dal soffitto con un sonoro tonfo sul pavimento, fortunatamente coperto dal tappeto.
"Fà più piano o distruggerai la casa!" sbraitò Salem, alterato, sebbene sapesse controllarsi.
L'altro gli rispose con una linguaccia: "Se avessi voluto distruggere casa, mi sarebbe bastato schioccare le dita!" Sistemandosi la felpa con cappuccio.
Anche nell'abbigliamento i due tendevano a contraddistinguersi: mentre Salem indossava un completo simile a quello di Gilbert, di un color grigio chiaro, ricamato, abbinato a scure scarpe laccate, Ash era più un tipo da jeans strappati e maglietta, con tanto di scarpe da ginnastica. Quindi mentre uno poteva sembrare avesse una ventina d'anni, all'altro glie ne si sarebbe dati attorno ai diciotto. Ma non erano sempre stati così.
Londinium”. Loro c'erano quando i romani avevano ribattezzato la città in quel modo. E da parecchio tempo, anche.
"Quindi cosa ci porta a questa riunione dei tempi andati, se posso chiederlo?" esordì Gilbert, nel vedere i due continuare a battibeccare.
Mentre Salem sospirò, in attesa di colmare i dubbi dell'amico, Ash prese posto accanto a lui sul divano, alla ricerca di qualcosa di divertente da fare, che il più delle volte consisteva ad infastidire gli altri, con o senza magia.
"C'è stato un omicidio a Hyde Park qualche giorno fa." Salem si fece serio, riprendendo poco dopo "La vittima è stata ridotta male, c'erano parti del corpo mancanti e diversi simboli..."
"E mi avete fatto venire da Parigi per un Mondano morto?"
"Non si tratta di un Mondano...ma di un Nephilim."
Calò il silenzio per qualche istante. I Mondani, ovvero le persone comuni, senza magia o capacità particolari dovute al sangue, non erano affar loro. Ma se si trattava di un Nephilim morto, era tutta un'altra storia.
"Non avete pensato a un demone?"
Ash soffiò una risata, tornando a ridacchiare tra sé e sé nella sua follia. Altra cosa che Gilbert non aveva mai capito appieno.
"Non si tratta di un demone, o almeno non di uno purosangue. Sul corpo sono state trovate evidenti tracce di magia."
"Un Seelie?"
A quel punto Ash scoppiò a ridere, con conseguente “tch” seccato da parte del gemello. Fu quindi lo stesso Ash prendere parola, quasi con le lacrime agli occhi.
"Proprio non capisci, eh?" disse, asciugandosi un occhio con il dorso dell'indice. "Ogni stregone lascia una traccia magica di sé, così come ognuno di noi può avere i propri incantesimi personalizzati o dei “marchi” che lo caratterizzano. E' perfettamente normale, come marchi di fabbrica o semplicemente una firma. Dovresti saperlo."
A Gilbert parve divertito, ma non afferrò subito le sue parole. D'altra parte in centocinquant'anni di vita, passati per lo più a studiare e osservare il mondo, non si era mai posto il problema. Soprattutto non avendo mai avuto a che fare con Shadowhunters in modo diretto. Qualche contatto c'era stato e aveva preparato diverse pozioni per loro, ma mai cose complicate. Aveva sentito di stregoni ingaggiati per malefici, così come era diventato famoso Magnus Bane per la questione di memoria riguardante Clary Fairchild, ma per arrivare al suo livello ne sarebbe dovuta passare ancora di acqua sotto i ponti. Dire che lo ammirava era poco. Sebbene avesse sempre avuto a portata di mano i gemelli, ben più vecchi, ma decisamente indisposti ad avere a che fare con altri dal punto di vista...pratico. Dei controsensi viventi, in un certo senso, ma ci sarebbe da parlarne per ore.
"Sì, ne ho sentito parlare. O meglio, capisco a cosa vi state riferendo, ma non il nesso logico." risprese il moro, spostando lo sguardo prima su uno, poi sull'altro, in attesa di delucidazioni.
Mentre Salem sembrò fissarlo per diversi secondi, a metà tra il perplesso e il perso con la mente chissà dove, Ash emise un risolino a metà tra l'isterico e il “ti sto prendendo in giro” non espresso a voce alta. Chiunque poteva vedere quanto fosse impaziente. Mise una mano sulla bocca per non far vedere a Gilbert cosa stesse mimando con le labbra, lasciandosi scappare dei “diglielo” sussurrati di proposito, al fratello. Come se lo stesso Gilbert non stesse notando il suo dito a indicarlo palesemente. Si divertiva con poco, il gemello pazzo.
Un sospiro.
"Diciamo che il marchio sembra appartenga a uno dei nostri amici più intimi, se così si può dire. Forse “amici” ora è un po' troppo. Beh, non ha importanza, a parer nostro è una persona che conosciamo piuttosto bene, ma vorremmo evitare caos con il Conclave." riprese Salem, portandosi con il busto in avanti, i gomiti appoggiati alle gambe. Da quella posizione Gilbert potè notare una cravatta rossa sulla camicia bianca, a cui non aveva fatto caso prima, nella penombra della stanza.
"Un amico? Di chi si tratta?"
"BOOOOOOOM!"
Urlo improvviso di Ash mentre si alzava in piedi, saltando sul posto come fosse a un rave party. Per poco Gilbert non fece un infarto, spostandosi a lato del divano, guardandolo con due occhi quasi fuori dalle orbite, il respiro affannoso. A differenza sua, l'altro sembrava perfettamente calmo e socciato.
"Prima o poi ti rinchiudo da qualche parte, fratello caro. In uno zoo. In uno zoo per scimmie ammaestrate."
La sua pazienza aveva un limite, ma quel limite Gilbert non lo aveva mai visto superato. Si ricompose quindi sul divano, una mano portata al petto come a tranquillizzarsi mentre il “fratello sano” compiva un gesto rotatorio del polso, per far comparire un gomitolo di lana rosa poco sopra alla propria mano, in levitazione.
"Tieni, vai a giocare." disse poi rivolto al fratello, lanciandolo per la stanza. Inutile dire che Ash gli corse dietro come un micetto domestico nel vederlo rotolare amabilmente in quel modo. Cosa ci fosse nella sua testa, nessuno lo sapeva.
Gilbert parve perplesso. Lo ricordava strano, ma non tanto folle. O forse semplicemente i propri ricordi di bambino erano piuttosto scarsi al riguardo. Insomma, giocava più volentieri assieme agli altri bambini, piuttosto che con loro due, ben poco inclini a certe cose. Salem si era sempre occupato della parte pratica delle cose, ma in quanto a gestione, aveva dovuto affidare gran parte delle sue proprietà ad altri, o non sarebbe mai riuscito a gestirle da solo. Questo era stato il caso della Casa di Magia in Francia, quella che aveva accolto lo stesso Gilbert e altri stregoni abbandonati come lui. Segrete ai Nephilim e al resto dei Nascosti, erano tutte protette a dovere da incantesimi lanciati personalmente dai gemelli. Introvabili, inviolabili, infrangibili. Riservati di loro, non c'era di cui stupirsi se entrambi fossero pressochè invisibili all'interno della società.
Perfino il Labirinto a Spirale li aveva fatti chiamare, a quanto aveva sentito, ma loro non avevano risposto. Andavano dove volevano, facevano ciò che l'istinto, il cuore o forse l'anima stessa gli diceva di fare, seppur senza infrangere le leggi del Conclave.
Gli Accordi erano stati stesi per garantire la pace tra le razze, oltre che per la protezione dei Mondani da parte dei Nephilim, loro si erano semplicemente informati e adeguati. Silenziosi, introvabili, invisibili. Nessuno era stato capace di trovarli se non fossero stati loro a volerlo. Come in quel caso.
"Abbiamo un nome." riprese quindi Salem, ricomponendosi sulla poltrona, tornando a osservare l'ospite, mentre il fratello giocava a terra col gomitolo.
"E sarebbe?"
"Non credo tu lo conosca, ma in ogni caso sta venendo qui."
"Ora?"
"Sì, ora. Ha aperto un portale da Dio solo sa dove, gli ho dato il nulla osta per uscire direttamente al piano di sotto, dato che era già stato qui in precedenza."
Gilbert parve sorpreso dalla notizia. Forse più preoccupato, con tanto di sopracciglia inarcate per lo scetticismo. Si fidava di loro e sapere che fossero stregoni anctichi lo faceva sentire al sicuro, ma invitare un assassino direttamente in casa gli parve un po' troppo anche per loro. Sospirò sconsolato, chiedendosi chi si sarebbe dovuto aspettare entrasse dalla porta da lì a qualche minuto. L'agitazione era palpabile, sebbene come detto in precedenza, si fidasse dei gemelli. Pregò solo che non si trattasse di qualche squilibrato. Non poteva certo sapere che ci sarebbe stato di che divertirsi.





Questi quattro personaggi appaertengono alla sottoscritta, gradirei che non infrangeste il  copyright e non li riutilizzaste nelle vostre storie, salvo permesso.
L'opera originale "Shadowhunters" e personaggi annessi, sono di proprietà di Cassandra Clare. Ogni riferimento a luoghi, fatti e persone è puramente casuale, mi scuso in caso di omonimia.

Per chi volesse, sono stati realizzati dei chibi dei personaggi, anch'essi di mia proprietà, li potete trovare qui.

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Capitolo 2
*** 1.The black crow ***


Un rumore improvviso ruppe il silenzio creatosi per qualche frazione di secondo all'interno della stanza. Un rumore sordo e breve, come di un mobile che cade a terra, un tavolo rovesciato o qualcosa di simile. O almeno questo è ciò che pensò Gilbert nell'udirlo, dato l'enorme quantitativo di oggetti presenti al piano inferiore. Era talmente pieno di cianfrusaglie per quanto aveva potuto constatare, che non si sarebbe stupito di sentire qualcuno tirare quattro parolacce per esserci inciampato. Tipico, lui si stesso si sarebbe trattenuto a forza.
Salem non proferì parola, limitandosi a sorridere, mentre Ash sembrava troppo preso dal proprio gomitolo, neanche fosse un micio domestico, per accorgersi dell'accaduto. A Gilbert parve di vederlo muovere appena le orecchie come un animale in ascolto, ma non ne era sicuro, preferendo lasciar perdere. Chi lo capiva era bravo.
In poche parole il silenzio sembrò inondare la stanza, lasciandoli qualcuno tranquillo e pacato come al solito, qualcuno stupito e curioso, perfino quando si udirono dei passi per le vecchie scale in legno, che tuttavia dopo pochi istanti smisero di cigolare. Forse chi aveva l'orecchio più allenato potè udire un borbottare fin troppo eccessivo, seguito da altro silenzio. Almeno finchè non si udì lo scatto della maniglia della porta da cui lo stesso Gilbert era entrato poco prima.
Il più giovane trattenne il fiato, sperando e forse pregando che chi stava per entrare non fosse un pazzo maniaco o qualcosa di simile. Salem aveva detto che i loro sospetti sembravano ricadere du questa persona, ci aveva messo ben poco a fare due più due e collegare il tutto. Non tratteneva il respiro in quel modo dai tempi di Jack lo Squartatore.
Oskaaaaaar!” gridò Ash non appena la figura mise piede nella stanza, dandogli a malapena il tempo di aprire la porta prima di fiondarglisi addosso. Un bambino troppo cresciuto, ecco cosa sembrava. Di un metro e ottantacinque o giù di lì, per giunta. In compenso l'altro sembrava poco più alto, quindi da quel caos di capelli bianco argento che gli si erano lanciati addosso, sbucava qualche ciuffo scuro. Decisamente scuro.
Da quell'angolazione Gilbert non poteva vedere granchè, tuttavia rimase speranzoso di vedere Ash spostarsi per presentare il nuovo arrivato. O forse no. Forse era solo curioso, ma in fondo di nuove persone da conoscere non glie ne importava poi granchè.
Ash, fallo entrare, su...” Salem sospirò, rivolgendosi all'altro come a un bambino.
Borbottando seccato il gemello si fece da parte, lasciando che la figura di questo tanto acclamato Oskar si stagliasse sulla soglia in tutta la sua prestanza. Non che fosse un armadio di costituzione, ma il fisico longilineo era ben delineato dal completo che indossava, forse un Armani, forse qualcosa di simile, vista l'eleganza. Doveva essergli costato parecchio. Ma la cosa che colpì maggiormente Gilber fu la scelta di colori dell'alto, nero da capo a piedi, se non fosse stato per il suo pallore e quei due occhi color ghiaccio tipici delle popolazioni nordiche. Un corvo dagli occhi di ghiaccio, in pratica.
Un sorriso affilato comparve sul volto del nuovo arrivato, mentre il suo sguardo incontrava quello di Gilbert, facendolo somigliare sempre più a un Figlio della Notte, piuttosto che a un Figlio di Lilith. Gilbert si chiese perché non presentasse tratti demoniaci, ma nello stesso istante fu Salem a riprendere il discorso.
Benvenuto. Siamo tutti tra amici qui, non c'è bisogno che tu nasconda il tuo aspetto...”
Oskar in risposta, soffiò una risata.
Sai bene che non ho bisogno di nascondermi...”
Il tono suadente la diceva lunga sull'effetto che un tipo simile poteva avere sulle persone. Misterioso, carismatico, di una bellezza adonica se così si sarebbe potuta definire, che di certo non sfuggiva all'occhio anche di chi non era un'amante del genere. Che avesse parenti vampiri?
Impossibile. O meglio, improbabile visto che questi tecnicamente erano morti. Non morti. La questione gli parve piuttosto complessa, quindi anche in questo caso Gilbert diede forfait, limitandosi ad ascoltare e osservare il quarto stregone piombato lì apparentemente dal nulla, che sembrò mutare nell'aspetto. Con il glamour rimosso, un paio di corna fecero la loro comparsa alle estremità della testa dello stregone, prendendo la forma di due mezzelune poste in orizzontale, quasi gli circondassero la testa come un'aureola spezzata, mentre gli occhi assunsero una colorazione simile ad esse, di un arancio vivo, luminoso, come vi fossero poste delle lampadine all'interno. Uno stregone con corna che brillavano era anche la prima volta che le vedeva. Tuttavia non disse nulla, limitandosi ad osservare la scena.
In ogni caso” riprese Oskar, rivolto a Salem “Fossi in te rimuoverei un po' di quelle cianfrusaglie che tieni al piano di sotto, mi sono inciampato in almeno quattro mobili. E per loro non è stato divertente...”
Salem assottigliò lo sguardo, appena sorto. Sospirò poco dopo, scuotendo la testa.
Sapevo che avrei dovuto svuotare tutto prima del tuo arrivo.”
Perchè non l'hai fatto?”
Nel frattempo si avvicinò non solo all'interlocutore, ma anche a Gilbert, prendendo posto sul divano, accanto a lui.
E questo chi è, uno dei tuoi nuovi cuccioli?”
Salem si limitò a sventolare la mancina, soffiando dell'aria dalla bocca a metà tra la risata e lo scocciato.
Non è un cucciolo, è adulto da un pezzo.”
A me non sembra, sa di latte.”
Come se Gilbert non fosse stato nella stanza e non li stesse fissando da quegli interminabili minuti. Passava lo sguardo da uno all'altro, ascoltando il discorso come se non fosse stato lì. Sarebbe rimasto ad ascoltare se non si fosse sentito preso in giro dalle ultime parole del nuovo arrivato, per la quale emise una smorfia di sottile disgusto, sollevando appena il viso, la sguardo con lieve aria di superiorità.
Non è che siccome sono più giovane, hai il diritto di offendere a gratis.” disse, creando altro silenzio. Imbarazzante, questa volta. Come la reazione sul viso dello stesso Gilbert nel rendersene conto, di un rosso vivo, appena più marcato del colore del suo incarnato.
Se Oskar avesse avuto gli occhi azzurri in quel momento, probabilmente Gilbert sarebbe raggelato. Quello che gli rivolse fu uno sguardo folle, abbinato a un sorriso che non prometteva nulla di buono e la cosa lo fece imbarazzare ulteriormente.
E' audace per essere giovane. Dove l'hai preso?” chiese Oskar, quasi non curandosi neanche più dell'altro.
In Francia...a Bordeaux.”
Perfino Ash, finora ancora impegnato col gomitolo, scoppiò a ridere. Li raggiunse sulla poltrona libera, buttando le gambe su uno dei braccioli, la schiena appoggiata all'altro, senza riuscire a smettere di ridere in modo sguaiato. L'unico che sembrava trattenersi era l'artefice della battuta, un chiaro riferimento alla pelle dello stregone compagno, ovvero Salem.
Gilbert si sarebbe voluto sotterrare. Perfino i quadri alle pareti sembravano essere sul punto di ridere di lui, ai propri occhi, nonostante Salem gli stesse rivolgendo uno sguardo comprensivo. Forse voleva comunicargli qualcosa, ma lui non era abbastanza lucido da afferrarlo, al momento.
V-Vengo da Lione!” quasi lo urlò, come a confermare la propria provenienza. A loro o a sé stesso, non lo sapeva bene nemmeno lui.
Eddai, non te la prendere.” riprese Salem, smorzando pian piano le risate. “In ogni caso lo confermo, è nato a Lione, ma lo abbiamo portato con noi in una delle nostre Case di Magia. A Parigi, precisamente. Diciamo pure che è uno dei miei maggiori successi, nonostante si ostini a non voler cambiare cognome.”
Più che vero. Mentre di norma gli stregoni abbandonati prendevano un nuovo cognome, lui si ostinava a mantenere quello della propria famiglia, cioè Lefevre. Forse la storia era più controversa di quanto chiunque di loro avesse mai potuto immaginare, per la mentalità tipica del Mondo Nascosto, quindi non aveva detto nulla, tenendo quel piccolo segreto per sé, almeno per ora.
Anche a quell'osservazione si limitò a un “hmpf” di circostanza, mettendo un lieve broncio neanche fosse un bambino piccolo, ma di proposito, non per infantilismo. Centocinquantadue anni sono tanti, non c'è spazio per il vero infantilismo in quella strana catena alimentare che comprende altre razze singolari.
Ti occupi ancora di quei posti?” chiese Oskar, compiaciuto.
L'altro, ovvero il gemello non intento a osservare il crepitio del fuoco come fosse la cosa più magica del mondo, si limitò ad annuire, in un primo momento.
E' una delle poche cose che mi tengono fuori dalla noia quotidiana, lasciami giocare in pace, dannato corvo.”
Seguì uno sbuffo, misto a un ridacchiare da parte dell'altro, diretto interessato. Tutti loro sapevano bene in cosa consistevano le Case di Magia istituite dai gemelli. Erano semplici luoghi di assistenza per bambini e ragazzi Figli di Lilith, costruite solo recentemente su idea di Salem, con l'unico scopo di prendere sotto la loro protezione coloro che venivano abbandonati o cacciati dalle famiglie in cui nascevano. Contando che in genere uno dei due genitori era un Mondano raggirato da un demone, spesso la cosa poteva avere risvolti violenti, se non disastrosi. Quindi per i due gemelli quello era un modo come un altro per passare il tempo. Questo almeno è ciò che Gilbert aveva sempre ricevuto in risposta quando gli aveva chiesto perché lo volessero aiutare. Mentre la follia di Ash lo aveva portato a ritrovarsi più volte abbracciato e stuzzicato in modi diversi, tra cui parole e pizzichi a casaccio su braccia e busto, l'apatia di Salem aveva agito da freno realista, concedendogli qualche parola e detta loro più logica come “mi annoiavo” o “ho pensato sarebbe stato divertente”. Quale fosse il vero scopo, sempre ammesso che ce ne fosse uno, nessuno lo sapeva.
Ma dubito mi abbiate convocato qui per parlare di voi e dei vostri progetti o per prendere in giro il bebè.” se ne uscì quindi Oskar, venendo al dunque.
In effetti in quei minuti sembravano tutti aver perso il fulcro di tale riunione, ovvero l'omicidio del Nephilim. Perfino Ash tacque in quel momento, spostando lo sguardo dal fratello al corvo, le labbra appena dischiuse, in quella sorta di criniera di capelli bianco argento a contornargli il viso per rendere gli occhi rossi ancora più luminosi e ora interessati all'argomento. Era come se di tanto in tanto qualcuno gli tirasse un pugno in testa e lui riacquistasse un po' di lucidità.
Il silenzio e la tensione erano palpabili nella stanza, Gilbert giurò di poter udire il battito cardiaco di tutti i presenti, mentre i due stregoni lì presenti si fissavano con una certa intensità. Non si capiva bene se volessero sbranarsi da un momento all'altro o saltarsi addosso per altri, ovvi, motivi. La cosa a Gilbert risultò quantomeno imbarazzante, tanto da farlo arrossire ancora. Fortuna che il colore della pelle lo smorzava, almeno quando si trovava senza il glamour attivo.
Un Nephilim è stato trovato morto a Hyde Park. Ne sai qualcosa?” chiese Salem senza smettere di fissarlo. Dritto al punto.
Il corvo sorrise soddisfatto, tornando a quell'espressione di velata follia, mista a un'aria da presa in giro bella e buona.
Un dannato cacciatore muore e la colpa va subito allo stregone oscuro, eh? La mentalità del Conclave non è cambiata poi molto negli ultimi duecento anni...”
Non me lo sta imponendo il Conclave di chiedertelo.”
Certo, come no.”
Oskar...”
Oskar distolse lo sguardo per primo, portando un dito alla bocca, le gambe accavallate ad esprimere nervosismo. Sembrava avercela spesso con le proprie mani, piene di segni rossi sul dorso e sulle dita, da evidenti, piccoli, morsi, forse causati da quei dentini a punta. Non lunghi come quelli di un vampiro, ma decisamente più appuntiti di quelli di un comune Mondano. Da quell'angolazione Gilbert poteva vedere quanto fossero lunghi i suoi capelli scuri, raccolti in un minuscolo codino alla base, una decina di centimetri sotto le spalle, perfettamente lucidi. Se li avesse legati più sopra con un nastro, sarebbe somigliato moltissimo a uno di quei nobili francesi dei dipinti. La cosa gli mise una certa nostalgia, sebbene dall'accento l'altro non sembrasse francese. E nemmeno dal pallore, forse. Mentre i gemelli presentavano un incarnato abbronzato sia con, sia senza il glamour, Gilbert assumeva una colorazione avorio olivastro in presenza del glamour, rosso Borgogna poco acceso nella sua forma naturale. Oskar invece rimaneva sempre e comunque pallido come un cencio. Quindi Gilbert suppose provenisse dall'alta Germania, da uno dei tre paesi Baltici, se non da più in su ancora.
Sai bene quanto io e Ash desideriamo evitare il Conclave. Nessuno se la sta prendendo con te, ma sul corpo sono stati trovati evidenti segni di magia nera.” riprese Salem, paziente.
Tuttavia l'altro non sembrò reagire esattamente bene.
Perchè allora non vai a prendertela con qualche sciamano?! Hai la vaga idea di quanti stregoni ci siano in grado di utilizzare la magia nera? E che mi dici dei Figli della Notte, tutti santi loro?!”
Che c'entrano loro, adesso?”
Il corvo si sporse verso l'altro, serio, i gomiti puntati sulle gambe a voler sostenere il peso del busto.
Lo sai quanti di loro mi hanno ordinato pozioni e incantesimi? Sono dannati almeno quanto noi, se ne fregano delle conseguenze. La magia nera per loro è all'ordine del giorno. Però la prima persona a cui si pensa è il caro Oskar, che come voi sbuca quando gli pare e piace per far danni in giro.” Sarcasmo nel tono e nel parlare in terza persona. “Voi siete vecchi, miei cari, credo che non esista cretatura o legge al mondo in grado di fermarvi. Siete nati al tempo degli déi, quando il mondo ancora doveva vedere l'epoca di spade e cavalieri, dell'unificazione dei Tre regni in Cina, della scoperta del nuovo Continente. Quindi vi temono.”
Lo sguardo di Gilbert passava da uno all'altro, fermandosi ora su Oskar, che sembrava saperne molto più di lui sull'argomento.
Ma che hanno da temere da uno come me? Hanno permesso che uccidessero Ragnor Fell e non hanno fatto niente!”
Ti prego, non ricominciare...” Salem sospirò, portandosi una mano alla tempia, visibilmente stanco di tutto quel discorso.
Non ti permetterò di continuare a insultarmi in questo modo!”
Nell'alzare la voce, uno dei vasi della stanza andò in mille pezzi, esplodendo sul posto alle spalle di Ash, ancora interessato all'argomento. Di nuovo quello sguardo tra i due fece pensare che la stanza avrebbe potuto prendere fuoco da un momento all'altro.
Di nuovo fu il corvo a riprendere il discorso, questa volta più calmo: “Sono stanco, Salem. Stanco di essere immortale ed essere trattato come l'ultimo insetto sulla faccia della terra. Vengono a chiamarci nel cuore della notte, a cercarci quando vogliamo solo stare in pace per chiederci protezione, incantesimi, pozioni di qualsiasi tipo. E quando muore uno dei loro, è ancora colpa nostra. Esistono Seelie, djinn, cani infernali, qualsiasi tipo di creatura possibile e immaginabile, ma la colpa sarà sempre e solo nostra. Non è solo il sangue demoniaco, anche i seelie ne hanno. E' la magia. Io non ce la faccio più, davvero. A volte mi sveglio o mi fermo a fissare il vuoto con più dubbi che risposte.”
Sempre i soliti?” Salem sospirò. Era evidente quanto si conoscessero bene.
Oskar annuì, abbassando la testa.
Non è cattiveria la mia e lo sai, ma mi chiedo se siamo davvero destinati a essere trattati in questo modo per il resto dell'eternità. I dubbi sorgono quando sono i Nephilim, gli Shadowhunters a fare le regole per tutti, basandole sulle loro esperienze, tradizioni, famiglie, punti di vista. Già. Ma che ne è di noi? Del nostro punto di vista. Che ne è dei Figli di Lilith che da sempre risolvono i loro casini? Anche noi abbiamo le nostre regole. E loro non sono nessuno per giudicarci!”
Fu evidente a tutti quanto lui fosse agitato. Non nel vero e proprio senso della parola, il corpo infatti era perfettamente saldo, così come il tono di voce stabile e deciso. Ma quell'anima nera celava molto di più al suo interno.
Gilbert potè vedere Oskar leccarsi le labbra, decidendosi poi a tirare su la testa per tornare a fissare l'altro, quasi ci fossero solo loro due nella stanza.
Ma non ha importanza al momento. Ciò che conta è che devo scagionarmi in qualche modo. Non sono l'unico stregone del mondo a praticare la magia nera, dopotutto. E il marchio potrebbe anche essere il mio. Mi hanno commissionato talmente tante cose ultimamente che non saprei da dove iniziare, guarderò sui miei libri contabili.”
Capisco...”
Gilbert si sorprese nel vedere Ash alzarsi e lanciarsi letteralmente ad abbracciare lo stregone accanto a lui, che sfarfallò le ciglia con altrettanto stupore.
Io lo so che non sei stato tu.” disse, con gran sorpresa generale. “Odi i Nephilim e odi il mondo ma non sei tanto stupido da fare una cosa simile. Vedrai che lo prenderemo quel bastardo e mi occuperò personalmente di cavargli gli occhi col cucchiaino.”
Sorrise il gemello folle, di un sorriso tranquillo e innocente, nonstante le parole impiegate che trasmettavano tutto tranne che innocenza. Un bambino fin troppo cresciuto, disposto a commettere un genocidio se qualcuno gli avesse toccato una delle poche persone a lui care. Così lo aveva sempre visto Gilbert. E non sapeva se andarne fiero o tremare.





Questi quattro personaggi appaertengono alla sottoscritta, gradirei che non infrangeste il  copyright e non li riutilizzaste nelle vostre storie, salvo permesso. L'opera "Shadowhunters" e personaggi annessi, sono di proprietà di Cassandra Clare. Ogni riferimento a luoghi, fatti e persone è puramente casuale, mi scuso in caso di omonimia.

Per chi volesse, sono stati realizzati dei chibi dei personaggi, anch'essi di mia proprietà, li potete trovare qui.

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Capitolo 3
*** 2.Fragments of the past ***


Levati, imbecille” riprese Oskar, ridacchiandosela di gusto a quella reazione del'egiziano.
Gno”
Ash era decisamente un tipo singolare. Talvolta dava quelle risposte infantili, rendendosi un bambino in tutto e per tutto, ma nessuno aveva capito se lo facesse apposta o meno. Per Gilbert non era altro che una messinscena creata dal duo per stupire gli altri o mantenere quel legame unico e inimitabile tipico in questo caso non solo di due gemelli, ma di due gemelli stregoni. La magia li aveva sempre uniti in qualche modo, nel bene e nel male, in caso di bisogno e in circostanze dalle più svariate sfaccettature. Non c'era di cui sorprendersi quindi se fossero così attaccati uno all'altro, sebbene Salem fosse più restio a dimostrarlo. Un rapporto particolare, ecco la definizione forse più appropriata.
Oskar sospirò, lasciando l'altro appiccicato al proprio corpo come una piccola scimmia al ventre della mare, finchè non si sarebbe stufato. Ovviamente qualche scherzo come piccole scariche elettriche dalle dita dello stregone nero, non sarebbero mancate, ma l'altro sembrava prenerla sul ridere. Migliaia di anni rinforzano le difese magiche e ad Ash sarebbe bastato uno schiocco di dita per staccare la testa di netto all'altro senza nemmeno preoccuparsi di nasconderlo, eppure le loro intenzioni non erano serie. Un corvo fin troppo serio e un folle declassato a bambino non erano certo un'accoppiata vincente, ma sembravano avere una certa intesa nelle loro azioni.
Gilbert pensò fosse douto al loro legame di amici, benché non ne conoscese i dettagli. Per quel che ne sapeva potevano conoscersi da sempre, così come da solo cento o cinquant'anni, non ne aveva idea.
Quando avrai finito di fare il marmocchio petulante, andrò a recuperare i libri per verificare i miei problemi, di cui tu te ne stai bellamente fregando...”
Uno dei tanti modi carini di Oskar per far sentire in colpa il prossimo e ottenere ciò che voleva. Gilbert forse poteva non saperlo, ma lo stregone oscuro era dannatamente bravo in certe cose.
Perchè non ti porti dietro Gilbert? Sono sicuro che potresti insegnargli tante cose. In più io e mio fratello abbiamo delle questioni da risolvere, sarebbe meglio se ci trovssimo sul posto.” incalzò Salem, passando lo sguardo prima da uno, poi all'altro, poi al fratello, con una certa intesa. Gilbert potè notare quanto lo sguardo di Ash divenne luminoso, un sorriso da folle perso chissà dove con i propri pensieri, stampato in viso. Ovviamente Salem aveva dato per scontato che si sarebbero incontrati al parco, senza preoccuparsi di chiedere il parere altrui.
Sia Gilbert che Oskar stavano per rispondergli il primo con imbarazzo palese, l'altro con un insulto bello e buono già sulla punta della lingua, quando Ash li precedette, staccandosi dal corvo per battere le mani esagitato, pronto a lanciarsi in braccio al fratello. Inutile dire quanto il suo entusiasmo lo travolse, baci lasciato ovunque sul suo viso e sul collo, seguiti da una leccata lieve della guancia con tanto di lingua biforcuta color argento vivo in bella mostra. L'organo di Jacboson del loro organismo avrebbe ringraziato per quel gesto.
Sì! Sì, sì, sì, sì, sì, sì, sì, sì! Questioni, questioni! Kyah! Giochiamo, fratello...”
Non si capiva bene di cosa stesse parlando, ma nella sua follia tutti supposero avesse una logica tutta propria, nessuno fece domande, mentre Salem si limitò ad assecondarlo, lo sguardo portato poi sugli altri due come a invitarli ad andare. Scontato che non ammettesse repliche. In genere non sorrideva e quell'accenno appena visibile di buonumore era un modo sottinteso per congedarli, tra gli sbuffi del corvo e l'ancora ben presente imbarazzo del francese.
Fammi da palla al piede e ti spezzo le gambe.” rivolto a Gilbert, Oskar non potè essere più diretto.


Non impiegarono molto a raggiungere un edificio in Greenland road, nel quartiere di Camden Town, grazie a un portale creato dallo stregone oscuro. Un perfetto compromesso tra Camden Market e la British Library, sebbene la location fosse più vicina al primo. Si ritrovarono direttamente in un piccolo appartamento adibito a studio da Oskar, posto nella classica struttura a due piani tipica della città, con tanto di letto matrimoniale o lo stregone avrebbe fatto i capricci. Perché sprecare soldi in alberghi quando puoi avere il tuo appartamento singolo e arredarlo come vuoi tu grazie alla magia? Insomma, visti i gusti del corvo, con arredamento in stile new gothic con tonalità rosse e nere un po' ovunque, i grandi specchi laccati alle pareti e le tende color sanguinaccio, andare in albergo si sarebbe potuto rivelare un problema. Senza contare tutti i libri di magia e i vari utensili per erboristi e pzioni sparsi per tutto il tavolo e la cucina. Aveva colorato anche i mobili già presenti e il frigorifero, rendendolo di un bel nero lucido. Tanto gli sarebbe bastato “ridpingerlo” prima di partire di nuovo alla volta di chissà quale città. Forse sarebbe dovuto tornare a Stoccolma per un po', male non gli avrebbe fatto. Ma di tutto ciò, l'ignaro Gilbert non poteva saperne assolutamente nulla, quindi rimase stordito all'arrivo nell'appartamento.
Siediti da qualche parte e resta immobile, ho già abbastanza cose a cui pensare.” disse Oskar, avviandosi sin da subito verso una delle librerie poste vicino alla grande finestra del soggiorno. In effetti oltre al piccolo soggiorno, una camera e un bagno, non c'era altro. Per una persona bastava, in effetti.
Posso aiutarti a cercare, se vuoi...” fu la timida risposta del francese, mentre prendeva posto sul divano in pelle, anche questo scuro come una notte invernale senza stelle.
Non mi serve il tuo aiuto, devo cercare solo un libro contabile, mica un lupo mannaro vegano.”
Tagliente finchè basta, la risposta di Oskar lo fece sospirare. Anzi, fece sospirare entrambi.
Visto che nell'appartamento non sembrava esserci la possibilità di fare nulla di interessante, Gilbert decise di rimanere in contemplazione del luogo per lungo tempo. O almeno quello gli parve a lui, in realtà erano passati si e no cinque minuti dalle loro ultime parole.
Quindi...usi la magia nera.” riprese per fare conversazione, constatando l'ovvio.
Chiaramente Oskar si voltò a guardarlo con un'espressione stupita, come a chiedergli se fosse ritardato. Almeno Ash era folle, lui che scusa aveva?
Sì”
E che tipo di cose sai fare?”
Tante”
Anche...malvagie?”
Sì”
Ben presto quel botta e risposta lasciò spazio all'ennesimo silenzio imbarazzante. Gilbert nella sua timidezza spesso non riusciva a sostenere una normale conversazione con gli sconosciuti e Oskar non sembrava esattamente il miglior interlocutore del mondo. Chiudeteli assieme in una stanza e otterrete questo.
Trovato!” esclamò quindi il corvo dopo una decina di minuti, rompendo il silenzio creatosi. “Dunque...il Nephilim sembra morto qualche giorno fa, giusto? Vediamo...”
Hai trovato qualcosa? Di che si tratta?” chiese il giovane, provando ancora una volta a intavolare un discorso.
L'altro in risposta sospirò, cedendo un po' a tutti quei tentativi di conversazione, seppure non fosse la sua massima aspirazione spiegare a un novellino certe cose. Si avvicinò quindi a lui, scattato in piedi per l'entusiasmo, attento a non dar fastidio con le proprie corna circolari. Gilbert si chiese se avesse bisogno di accendere la luce di notte e per un attimo dovette trattenere una risata. Ma nel vedere l'altro disponibile si mise l'anima in pace, osservando quanto lui aveva da mostrargli. Oskar infatti indicò una settimana ben precisa, quella antecedente alla morte del Nephilim, scorrendo poi il dito affusolato per tutta la pagina, quindi per tutto il mese prima. Si poteva notare quanto tenesse al proprio aspetto, tra abbigliamento e unghie perfettamente curate, molto probabilmente ci stava dietro regolarmente. Allo stesso modo nell'averlo così vicino, Gilbert potè sentire quanto fosse buono il suo profumo: un misto di rosa e muschio bianco, unito al fresco del pino silvestre. Che fosse una fragranza naturale, forse tipica del suo luogo di nascita o meno, non lo sapeva.
...mi stai ascoltando?!” lo sentì sbottare poco dopo. “Dannazione, che cavolo hai nel cervello, segatura? E saresti uno stregone tu...”
Scusami!” squittì il francese, seppur cercando di mantenere un certo orgoglio. Una piccola contraddizione vivente un francese timido, ma a quanto pareva era possibile.
Dicevo...mi hanno ordinato diverse cose. Pozioni di ogni sorta, così come incantesimi e rituali. Escludendo a priori tutto ciò che prevede la connessione con il regno dei morti e i rituali di purificazione, direi che rimane ancora troppa roba.”
Gilbert rimase sorpreso per la semplicità che l'altro usava nel parlargli di simili cose oscure. Oskar doveva essere non solo uno stregone potente, ma anche uno a cui piace giocare con il fuoco, se era tanto audace da avventurarsi in simili pratiche.
Quindi...ti occupi anche di queste cose. Hai provato a guardare nello specifico i nomi dei clienti? Forse se conosci qualche Nascosto che ce l'ha con i Nephilim, si potrebbe collegare il tutto”
A parte lui, ovviamente. L'altro rise, scoprendo i denti appuntiti in quell'espressione affilata da predatore quale era.
Esistono Nascosti che non ce l'hanno con i Nephilim?”
Gilbert deglutì nervoso, come a confermare un io muto, tanto l'altro gli metteva soggezione.
F-Forse...qualcuno ha richiesto cose più specifiche, ecco...era questo che intendevo.”
Per un attimo il corvo si soffermò a guardare il suo viso, fissandolo spudoratamente senza il minimo accenno di sorriso, come fosse alla annoiata ricerca di qualcosa in lui. Quindi tornò al libro come niente fosse, avviandosi al tavolo, facendogli segno di seguirlo con la mano libera. Preso posto su una delle sedie, imitato dal francese, prese a cerchiare con la matita recuperata da un portapenne, tutti i nomi dei vari clienti e le loro ordinazioni specifiche. Non aveva importanza dove si trovasse prima di giungere a Londra, poiché poteva spedire tutto tranquillamente da qualsiasi parte del mondo, così come era irrilevante qualsiasi Nascosto avesse creato disordini negli ultimi tempi e ora figurava tra i suoi clienti. Troppa gente. Si trattava di magia nera, non di un negozio di caramelle, chiunque la richiedeva in genere non era esattamente una persona dalla coscienza o dalla fedina penale pulita.
Devo vedere il cadavere” disse a un certo punto dopo l'ennesima manciata di minuti di silenzio.
Come stessero parando del tempo o del pranzo della domenica. Gilbert non si sorpese troppo della cosa, in fondo si trattava di trovare la maggior parte delle prove in quel modo, tuttavia sapere che avrebbe avuto bisogno del corpo non lo rallegrò per nulla. Primo perché avrebbero dovuto chiedere il permesso agli Shadowhunters e secondo perché non era certo di cosa avrebbe potuto farci il corvo. Per quanto stregone non negromante, praticava pur sempre la magia nera. Uno sbaglio e si sarebbero ritrovati tutti in gattabuia.
Ciò implica recarsi all'istituto di Londra. Romperò le scatole ai Nephilim pur di scagionarmi, di questo puoi starne certo, ma nel caso non volessi assistere a un pessimo spettacolo...ti consiglio di tornare a casa.” riprese Oskar, sorridendo in modo per nulla rassicurante.
Per quanto Gilbert fosse intimorito da lui e in apprensione per tutta quella storia, era ora che iniziasse a imparare alcune cose, comprese le relazioni politiche tra Nephilim, Nascosti, Mondani e demoni. Per quanto sembrasse assurdo, cercare di evocare i demoni rientrava nei passatempi più idioti dei Mondani e lui era più che intenzionato a fermarli, come un qualunque stregone dotato di buonsenso. Buonsenso di cui Oskar e i gemelli probabilmente non disponevano.
Non credo vorrò tornare a casa, ho ancora molto da imparare.” rispose Gilbert, abbassando il capo, fissando il pavimento per un istante fin troppo lungo. Il suo orgoglio di francese gli impediva di andarsene, ma c'era ben altro per la sua testa. Giovane, fin troppo giovane per una creatura immortale e con un passato quasi da recluso a studiare, era quantomeno ovvio che volesse scoprire altre cose.
In compenso l'altro lo fissò per tutto il tempo, ancora una volta senza porsi il problema di imbarazarlo o farlo sentire a disagio. Gilbert si chiese se non fosse quella la sua vera specialità magica.
Smettila di farti problemi e inizia a darti da fare” duro nel tono, sventolò la destra poco distate dal proprio viso, con noncuranza, nel riprendere il discorso: “Tu sei una di quelle persone che pensa troppo e agisce poco. Devi piantarla con queste stronzate e osservare di più ciò che ti circonda. Non hai fatto caso ai simboli sparsi per la stanza, così come non hai notato altre piccole cose come i titoli dei testi nelle librerie, gli strumenti sparsi in giro nello specifico e altre cose. Ti sei concentrato sulle apparenze, come un poppante qualsiasi. Anche un Mondano saprebbe dire che la mia specialità è la magia nera, così come la botanica, la ritualistica e tutto ciò che concerne il mondo dei morti. Mi chiedo quindi se sei davvero uno stregone...”
Il francese lo guardò inizialmente con fare spaesato, i verdi occhi dalle tonalità lievemente differenti a cercare i suoi, la bocca dischiusa in un'espressione a dir poco sconvolta per come lo avesse inquadrato in così poco tempo. Il tutto prima di essere sbalzato fuori dalla finestra dall'altro, che con un gesto di entrambe le mani visibile giusto con la coda dell'occhio, gli aveva fatto infrangere il vetro, facendolo finire direttamente in strada. Nulla di eccessivamente potente, se si pensa che avrebbe potuto farlo esplodere, volendo. Ma il tempo per pensare era limitato. Con uno sforzo dettato dall'improvvisare, Gilbert si frenò appena in tempo con un incantesimo di levitazione, a pochi centimetri dall'asfalto sottostante. Rimase a mezz'aria per qualche secondo, talmente spaventato da dimenticare di essere perfettamente visibile ai Mondani. Benchè la cosa non paresse tale. Essi infatti lo evitavano all'apparenza senza rendersene conto. Come se non esistesse. Poi si sentì come se qualcosa di invisibile gli cingesse la vita, per essere riportato all'interno dell'appartamento, sulla stessa sedia su cui era seduto poco prima. Oskar lo squadrò con aria annoiata, una smorfia dipinta in viso e un sospiro a seguire.
Sì, ahimè sei uno stregone...”
Potevi uccidermi!”
Se lo volessi, lo potrei ancora.”
Altro attimo di silenzio. Gilbert di fronte a lui si sentiva come spoglio. Messo a nudo da ogni suo sguardo indagatore e da ogni suo silenzio ipercritico. Con un altro gesto della mano Oskar lo rese di nuovo visibile a chiunque. Ecco dunque perché i Mondani non lo vedevano.
Ascolta ciò che ti dico e impara dai tuoi errori, poppante. Guardati attorno e cerca da solo delle risposte. Le persone non ti diranno mai cosa fare nella tua inutile esistenza, dovrai capirlo da solo. Quindi muovi le chiappe e datti da fare. Possibilmente senza fare domande quando sto lavorando. Io nel frattempo sento i due pazzi e vediamo di riuscire a ottenere un permesso per l'istituto o dovrò sfondare la porta a suon d'insulti...” ennesimo sospiro per lo stregone oscuro, prima che si adoperasse a spedire un messaggio di fuoco. Conoscendo gli altri due, avrebbero cercato di convincere gli Shadowhunters a farli entrare nell'istituto, ma con il diretto sospettato come compagno di viaggio, non sarebbe stato affatto facile.
Ma momentaneamente il problema di Gilbert non era quello di preoccuparsi per come gli altri due avrebbero reagito, no, aveva ben altro per la testa. Oskar gli aveva parlato di simboli, titoli dei libri e strumentazione varia ed effettivamente lui non ci aveva fatto il benché minimo caso, appena arrivato. Quindi si concentrò come riusciva, dando un'occhiata in giro per scoprire con non troppa semplicità che il corvo aveva piazzato diversi simboli sulle pareti della stanza, in una via di mezzo tra le rune degli Shadowhunters e quelle celtiche. Diversi triangoli sovrapposti su alcuni lati erano impressi in punti precisi della casa, a partire dalla porta della camera da letto, accompagnati spesso da una specie di quadrato orizzontale con le punte allungate a formare quattro cerchi malformati esterni alla figura, seppur attaccati. Gilbert potè dire quasi con certezza che provenissero da una popolazione che poteva aver subito l'influenza dei celti, ma di celti effettivi forse non si trattava. Nulla di irlandese o del posto, per lo meno. Oskar aveva detto di non disturbarlo mentre stava lavorando, quindi gli parve giusto non fare domande al riguardo. Ma non riuscì a resistere molto nel vederlo tranquillamente seduto sul divano a non fare nulla.
Stai lavorando?” chiese timidamente.
Tutto ciò che ottenne fu un'espressione di esasperazione, un altro dei suoi no, davvero me lo stai chiedendo? silenziosi e impliciti.
Quindi...alcune cose me le puoi spiegare se...non stai lavorando. E hai voglia. Se non disturbo troppo, ecco...”
Piantala di chiaccherare e siediti”
Sospiri, sempre più sospiri per il moro oscuro, che fissa l'altro riportando ad attivare il glamour, sia per precauzione, sia perché se fossero dovuti uscire di lì a poco, sarebbero già stati pronti. Le corna sparirono in poco e gli occhi arancio fluorescenti lasciarono spazio allo sguardo glaciale di sempre. In quel modo metteva ancora più soggezione. Lo stesso tuttavia fece Gilbert, facendo a propria volta sparire le corna, la pelle riportata a un classico color avorio tipico del centro Europa, le due iridi verdi sempre presenti. Nessuna variazione nel colore di capelli per entrambi, mori erano e mori rimanevano, sebbene i capelli di Oskar fossero molto più lucidi e curati.
Dunque che volevi sapere?” chiese quest'ultimo, forse velatamente curioso.
Hai detto di osservare i simboli e io l'ho fatto. Tuttavia mi occupo di studi sul mio paese e sulle influenze romaniche o simili, quindi non sono un esperto di mitologia celtica.”
Norrena” lo corresse l'altro.
Un oh di sorpresa sfuggì a Gilbert. Lui era francese, di cose scandinave non poteva saperne più di tanto, aveva impiegato già abbastanza tempo per esercitarsi in ciò che sapeva, figurarsi studiare tutte le cose del mondo. Inoltre diciamocelo, al momento non gli era interessato. Fissò Oskar per un tempo quasi infinito all'apparenza, che tuttavia gli fece capire che era interessato all'argomento.
Dunque...partiamo dal presupposto che gran di parte dei nostri simboli non si conosce tutt'oggi il significato, detto ciò.” Come fosse una frase finita e non lasciata in sospeso come invece sarebbe dovuta essere. “I triangoli che vedi sono Valknut, il nodo di Odino. Non tutti te lo confermeranno, ma protegge gli spiriti dei morti, non solo caduti in battaglia come si crede, ma in generale delle anime pure. Quando evoco uno spirito, è importante che rimanga ben saldo a questo mondo, altrimenti Odino lo trasporterà di nuovo nell'aldilà, interrompendo la comunicazione, soggiogando le loro menti al proprio volere.”
E' chiaro dal suo tono quanto sia convinto dell'esistenza degli dèi e ciò che li riguarda. Mentre spiega crea i tre triangoli di cui sta parlando con una sottile scia luminosa che fa scaturire dalla punta dell'indice, disegnando nell'aria, dove rimane tutto perfettamente sospeso.
Le nove punte dei triangoli rappresentano i nove mondi sostenuti da Yggdrasil, l'albero cosmico, mentre i tre triangoli sono paradiso, terra e inferno” cerchiando le parti interessate “E spesso è un simbolo associato non solo allo stesso Odino, ma anche a corvi e lupi. L'altro invece è un semplice nodo di protezione, nulla di particolarmente elaborato o strano.” Sventolando la mano come se nulla fosse, disperdendo il disegno di luce come fumo al vento.
Gilbert rimase in ascolto, quasi a bocca aperta per tutta la spiegazione. Quindi forse lui veniva davvero da uno di quei posti tanto a nord che per diversi mesi all'anno il sole sembra dimenticarsi della loro esistenza, uno di quei luoghi glaciali di cui solo pochi conoscevano l'esistenza, nell'antichità. Si fece tante domande al riguardo.
Quindi tu da che paese vieni?” chiese quindi timidamente, cercando di evitare l'ennesima ovvietà.
Per un istante rivide quello sguardo indagatore, come se lui si aspettasse che la testa del francese esplodesse da un momento all'altro, squadrandolo dall'alto in basso come farebbe un re crudele verso il suo popolo. Con quel colore di occhi, velati dal glamour, metteva ansia. Gilbert si aspettava quasi di morire da un secondo all'altro. Un istante prima ci sei e quello dopo puff, sparito. Come se non fossi mai esistito. Che pensiero pessimo.
Dall'unione di Kalmar.” rispose l'altro, vago.
Se non altro aveva risposto. Ma il giovane stregone sembrava ben più propenso ad andare oltre alla questione, ormai curioso di capire di che razza di paese si trattasse. E l'altro sembrò accorgersene, emettendo un tch schioccato con la lingua.
Una volta si chiamava in questo modo, ora la chiamano Svezia...almeno il posto da cui vengo io, Kalmar era molto più grande.”
Non sarebbe sceso nei dettagli, no, decisamente. E Gilbert fu quasi sul punto di riprendere con le domande quando arrivò un messaggio di fuoco, risposta dei gemelli. Recitava un messaggio semplice e ordinato: permesso ottenuto. Ci vediamo lì. Salem. Scritto come un moderno telegramma.
Oskar si trasse quindi a sedere, pronto a prendere la porta dopo aver chiuso e recuperato il libro contabile.
Andiamo, poppante, ci aspettano lì. E smettila di fare domande, sei snervante.”
In un primo momento Gilbert sembrò rimanerci male, soprattutto quando lui si avviò, aprendo la porta, avviandosi per le scale, ma all'udire un allora, ti muovi? piuttosto incalzante, sorrise. Forse tutte quelle domande allo stregone oscuro non dispiacevano...





Questi quattro personaggi appaertengono alla sottoscritta, gradirei che non infrangeste il  copyright e non li riutilizzaste nelle vostre storie, salvo permesso.
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Capitolo 4
*** 3.A night at the...insitute ***


O forse si sbagliava. Infatti il corvo non solo si era lamentato per tutto il tragitto, ma aveva trovato ogni pretesto per insultare qualsiasi Nascosto possibile e immaginabile. Vampiri? Stupidi succhiassangue capaci di combinare solo guai. Lupi mannari? Sacchi di pulci ambulanti facilmente irritabili. Seelie? Un mix uscito male che non fa altro che mentire con parole diverse dal solito. E poi era stato il turno dei Nephilim. Solo il Signore sa quante parole siano volate nei loro confronti, decisamente non tanto piacevoli. E Gilbert si era dovuto sorbire il tutto durante il tragitto dall'appartamento all'istituto, ovunque esso fosse collocato. Non ci aveva fatto caso, troppo impegnato a trovare un sistema per fingersi attento mentre la testa era dispersa con i pensieri verso qualche isola tropicale, dove si sarebbe sicuramente trovato meglio, oltre che in santa pace. Per essere giovane infatti non apprezzava troppo il rumore della città o tutto ciò che andava oltre a una chiacchierata al bar del quartiere. Forse anche perché si trovava in “territorio nemico”, non tanto riferito ai Nephilim, quanto alla città stessa. Insomma, un parigino a Londra era normale venisse notato e preso in giro, come sarebbe stato ovvio il contrario.
Tuttavia, una volta raggiunto l'istituto e visti i gemelli in lontananza, Oskar si decise a fare silenzio, accennando un saluto con la mano. Tutt'attorno era abbastanza illuminato, data la ormai grande presenza di lampioni e luce elettrica in pressochè tutto il mondo. I tempi erano cambiati molto da quando il francese era ancora più giovane e vedere tutta quella luce elettrica, piuttosto che un quantitativo enorme di candele, gli faceva ancora un certo effetto.
Se a lui sembrava ancora strano vedere tutta quella luce elettrica, è facilmente intuibile quanto lo fosse in modo esponenziale per i gemelli. Nati nei tempi bui, scoprire l'elettricità per l'uomo era stata una mossa geniale, per loro un po' meno visto l'uso della magia, ma abituarsi a vedere i Mondani entrare in un edificio e accendere la luce con il semplice click di un interruttore, era tutta un'altra storia. Non fu difficile capire quindi perché Ash se ne stesse appollaiato al lampione più vicino, le gambe incrociate attorno all'asta di metallo, salde nella presa benché in caso di caduta sarebbe potuto levitare. Con l'indice della mano stava battendo piano sul vetro squadrato sulla cima, come un bambino a un animale dello zoo, in attesa della sua reazione, un sorriso ebete stampato in volto.
Spero che non ci voglia una vita perché sono stanco” ennesima lamentela di Oskar, mentre si grattava la testa con lieve sonnolenza. Essere uno stregone non era facile e dopo tutto quel trambusto aveva bisogno di dormire.
Gilbert lo vide squadrare Ash per quel suo comportamento infantile e l'altro sembrò non accorgersene finchè l'intero gruppo non decise di avviarsi all'interno. Ovviamente accedere a un istituto di Shadowhunters richiedeva alcuni controlli, quindi dopo aver rimosso tutti il glamour per mostrarsi con il loro vero aspetto anche a loro, già dotati di Vista, rimasero in attesa nell'ingresso principale. Come ogni istituto, prendeva luogo in genere in una chiesa antica o simile, ma se non altro l'interno era stato rimodernato almeno un pochino. Niente più carta da parati, nel caso ce ne fosse stata o cose fin troppo elisabettiane, solo un edificio semplice in perfetto stile militare, degno dei Nephilim che lo abitavano. Niente Lightwood o Morgenstern da dopo il caos creatosi con la guerra della Coppa scatenata dapprima da Valentine e successivamente perseguita da suo figlio Jonathan, o per meglio dire Sebastian Morgenstern, da quando l'istituto era stato rinnovato, erano stati i Lowtower a prenderne il controllo.
Charles Lowtower, un uomo brizzolato sulla cinquantina, accompagnato dalla moglie e il figlio, li accolse una volta raggiunto l'ingresso. Probabilmente quei capelli erano stati scuri, una volta, ora rimaneva un color sale e pepe in lieve contrasto con quelli ancora castano scuro della moglie. Gilbert suppose fossero frutto di una comune tinta dei Mondani, ma non disse nulla. Particolarità della famiglia? Degli occhi verde chiaro tendente all'oro verso l'esterno, capaci di trasmettere gioia e soggezione allo stesso tempo.
Buonasera signori. Sono Charles Lowtower e questi sono mia moglie Margareth e mio figlio Noah.” disse l'uomo, facendo le presentazioni.
Un modo carino per metterli in guardia e aspettarsi a propria volta delle presentazioni complete da parte di tutti. Nessun Nascosto sano di mente si fidava completamente di uno Shadowhunter. Bisognava essere pazzi per farlo. E di pazzo lì dentro al momento ce n'era solo uno. Così come nessun Nephilim si sarebbe mai fidato completamente di un Nascosto. Ma Gilbert forse era troppo giovane e inesperto per capire quale sorta di velata minaccia implicita ci fosse in quelle presentazioni.
Abiyshalowm e Achashverosh Sand, di Alessandria d'Egitto” cominciò Salem, presentando sé stesso e il fratello gemello, mostrando la lingua biforcuta color argento vivo, l'altro a imitarlo, poco dietro.
Tsk...Asgeirr Svart.” tagliò corto invece Oskar, sbuffando, il marchio già piuttosto evidente.
In un primo momento Gilbert non seppe che dire. I gemelli non si erano mai presentati in quel modo e Oskar...era semplicemente “Oskar” fino a due minuti fa. Che diavolo erano tutti quegli appellativi complicati?! Erano soprannomi? Nomi antichi di famiglia? O forse nomi altisonanti per stregoni di una certa importanza. Forse. Quindi che avrebbe dovuto dire lui? Per una frazione di secondo si sentì tutti gli occhi puntati addosso, in attesa che dicesse qualcosa.
Gilbert Victor Lefevre...” mugolò, sebbene fosse stato udibile a tutti.
La cosa sembrò funzionare, dato che tutti tornarono a dov'era rimasto il discorso, con il capofamiglia a fare strada verso il luogo in cui tenevano il cadavere del compagno deceduto. Per la sicurezza di tutti, si preoccupò di mettere due Nephilim accanto a Oskar, poiché principale sospettato del caso.
E a Gilbert si avvicinò Noah, con nemmeno troppa preoccupazione di non farlo notare ai genitori o a chiunque altro.
Quindi sei francese. Il tuo marchio sono le corna e la pelle rossa? Posso toccarti?” chiese, sorridendo con entusiasmo. Sembrava un ragazzo particolare in effetti e sebbene quel contatto fosse visto non troppo male da Gilbert, gli altri tre sembrarono piuttosto intimoriti dalla cosa.
Sì, non mordo...” lasciando la frase in sospeso, come volesse intendere altro.
Mentre Noah si avvicinava per poterlo toccare in viso, unica parte piuttosto scoperta oltre alle mani, secondo oggetto d'esame, Gilbert potè notare come gli altri tre tornarono a celare il loro ver aspetto sotto al glamour. Notò con piacere che anche i gemelli erano dotati di una chioma scura come il carbone, cosa che non si sarebbe mai immaginato. In genere erano soliti mantenere i capelli chiari, talvolta biondo platino per pura comodità, ma a pensarci bene erano egiziani, più che scuri non sarebbero potuti essere o quasi.
In compenso anche Oskar, che era svedese, era moro. Smise di farsi tutti questi problemi per il colore dei capelli, lasciandosi in un qualche modo esaminare dal giovane Nephilim, che doveva avere attorno ai sedici anni.
Noah, smettila di importunare il signore, per favore.” lo riprese sua madre, seppur con scarso successo. Il ragazzo infatti sembrava più interessato di prima.
E quegli occhi sono un marchio anche quelli?” chiese, avviciandosi tanto al viso dell'altro da poterlo praticamente sfiorare. Alto, per essere un ragazzino. Ai ragazzi di oggi mettono il concime nelle scarpe, cavolo!
N-No, quelli...no...”
Quanti anni hai? Che sai fare con la magia, sai aprirli i portali?”
Inutile dire quanto Gilbert si sentì in imbarazzo. Il Nephilim continuava a toccarlo e a fargli domande piuttosto dirette, senza peli sulla lingua, come fosse stato normale chiedere certe cose. In fondo per loro che erano europei era ben diverso, ma da quando il gruppo di New York aveva fatto tanto scalpore, i giovani Nephilim di tutto il mondo avevano iniziato a interessarsi maggiormente al mondo dei Nascosti.
Quanti anni hai, sette? Non hai mai visto uno stregone in vita tua, poppante?!” sbottò a un certo punto Oskar, seccato. Era evidente quanto fosse infastidito dal comportamento del ragazzo, o almeno era ciò che veniva esternato. Gilbert aveva capito che spesso diceva cose che non pensava o non provava, solo per vedere la reazione della gente.
Il giovane Nephilim annuì, sorridendo con noncuranza nel continuare a seguire il gruppo.
Ne ho visti tanti sui libri e sui file del Conclave, ma fino a poco fa abitavamo a Idris e lì ho studiato tante cose, però non ho mai visto uno stregone da così vicino, né ho mai potuto toccarlo.” Tutto soddisfatto della propria conquista, una delle mani ancora a stringere quella di Gilbert quasi volesse tornare al proprio studio una volta lasciato in pace dall'altro.
Gilbert dal canto suo, si chiese che tipo di educazione erano soliti ricevere i Nephilim. Pazienza lui che era rimasto a studiare tutto il tempo o quasi, ma bastava uscire in un qualsiasi cafè di Parigi per avere a che fare con dei Nascosti, non serviva mica andare a cercare chissà dove.
Tuttavia non fece domande, si limitò a osservare Oskar, con il suo sguardo da tocca me in quel modo e ti stacco le mani, mentre gli altri due facevano strada, confabulando tra loro in arabo, probabilmente.
Non impiegarono molto a raggiungere la sala in cui era conservato il corpo, ancora per poco dato che la tradizione dei Nephilim prevedeva la cremazione, nella maggior parte dei casi. Il signor Lowtower si mise a spiegare ciò che avevano rinvenuto sul corpo, sebbene ci fossero pochi indizi che riportassero a qualcosa di concreto. Sembrava fosse stato sbranato, nulla di più, nulla di meno.
Sul collo era presente uno squarcio che lo attraversava verticalmente sul lato e orizzontalmente in diversi punti, come fossero state impiegate unghie e denti. Niente dissanguamento per la vittima, quindi i vampiri erano già stati esclusi a priori. Il popolo fatato in genere era solito farsi a fatti propri, ma con l'influenza inglese che subivano, in numero maggiore rispetto ad altri posti, non si poteva mai dire. Certo, così a pelle sembrava a tutti gli effetti un aggressione da parte di un Figlio della Luna, a giudicare dai segni e dalla violenza dell'impatto. Probabilmente anche il resto del corpo era stato martoriato da quelli che sembravano segni di artigli, tuttavia dal capofamiglia dei Lowtower il corpo era stato scoperto solo fino al petto. Anche in quella zona i segni non mancavano, ma sicuramente era stato il colpo inferto al collo a decretarne la morte.
Questo è tutto ciò che abbiamo.”confermò Charles, annuendo.
Gli avete trovato qualcosa addosso o nel sangue? Oggetti, infusi particolari, qualcosa di strano che magari era solito non usare o indossare?” chiese Oskar, curioso, dopo aver fatto schioccare le dita, creando una sorta di aura lievemente verdastra, le mani sollevate a una decina di centimetri dal corpo, alla ricerca di tracce magiche. Qualcosa non quadrava. Un Nephilim era stato aggredito e a quanto pareva salvo qualche segno di magia nera, non era presente nulla, assolutamente nulla. Assurdo. Cioè, assurdo che dessero la colpa a lui e non a chiunque lo avesse aggredito. Charles Lowtower scosse la testa. A parte i soliti abiti da cacciatore, armi angeliche o meno che fossero, il loro compagno non possedeva o presentava nulla di strano.
Signor Svart, è proprio sicuro di non avere nulla a che fare con il caso? Non ha mai visto la vittima prima o è sicuro di non averlo mai incontrato da nessuna parte?” chiese la moglie del capofamiglia, quasi insistente. Era evidente quanto fossero a un punto morto con le indagini, vista l’insistenza di lei e lo sguardo torvo del marito.
Oskar si limitò a sorridere, glaciale e a tratti inquietante, esponendo appena quei denti bianchissimi leggermente appuntiti. Per chi non era un esperto, era facilmente confondibile con un vampiro.
Mia cara signora, ci sono evidenti tracce di magia nera sul corpo, ciò è sicuramente incontestabile. Tuttavia, benché si tratti di magia nera e di preciso della mia magia nera" sottolineandone bene il possesso “posso affermare con certezza che la cosa non mi riguarda.”
Oskar…” sospirò Salem, portandosi una mano sul viso.
L'altro lo guardò con un’espressione da non rompere ben stampata in viso.
Sono realista. Ciò che combinano i miei clienti non è affar mio. Sono conscio che la magia nera non è esattamente legale, ma io mi limito a mettermi al servizio del pubblico, ciò che esso fa con i miei servizi, non mi riguarda. Non sono stato io, punto. Se la cosa non vi sta bene, è un problema vostro. Fossi in voi cercherei un dannato mannaro invece che star qui a cincischiare senza far nulla. Inoltre diciamocelo, se avessi dovuto uccidere qualcuno e con questo non intendo dire che lo farei per davvero, io l'avrei fatto con più classe, non con uno scempio simile.”
In effetti il fatto che non lo avessero già messo alla gogna, era quantomeno strano. Era un po’ come dire io sono uno spacciatore e mi limito a spacciare, se la gente è così idiota da drogarsi, non è colpa mia. Sebbene ci fosse un che di vero in certe affermazioni, Oskar
veniva salvato solo grazie alla sua età, quindi alla soggezione che metteva ai Nephilim con conseguente capacità di filarsela a gran velocità e alle attività che svolgeva sottobanco, i cui nomi di clienti e fornitori era tranquillamente disposto a condividere con chiunque ne avesse bisogno. Per una modesta cifra o diversi favori, mica gratis. Non equiparabile a una spia, tendeva tuttavia a giocare per la squadra vincente o a battere bandiera dove gli era più comodo. In più non sempre le sue informazioni si rilvalevano corrette. Di proposito, chiaramente. Variava molto da persona a persona, luogo, guadagno e simpatia. Soprattutto simpatia. E lui pareva esattamente il tipo di persona che odia tutti, a prescindere.
La questione non è tanto semplice, signor Svart. Non solo lei impiega magia illegale, ma ci è andato di mezzo un Nephilim innocente per i suoi affari. Tutto ciò è imperdonabile!” la signora alzò la voce verso la fine.
Anche il fatto che voi impieghiate i miei simili come operai sottopagati, dopo averli discriminati, è imperdonabile. Ci date degli aborti vista la nostra natura per metà demoniaca, ma i nostri servizi vi servono e siete disposti a pagare pur di averli. Siete solo un branco di ipocriti. La mia pazienza ha un limite, cara signora.”
La tensione divenne palpabile. Il corvo era capace di portare discordia ovunque andasse. Non che avesse un carattere facile, ormai chiunque lo aveva capito. E l’espressione irritata dei Nephilim dopo certe parole la diceva lunga. Loro si credevano superiori a chiunque altro e come se non bastasse snobbavano gli altri, perfino i Seelie, che a loro volta possedevano anche sangue angelico. Quindi era normale che i Nascosti si sentissero discriminati e non vedessero di buon occhio la cosa, oltre a trarre effettivamente meno vantaggi dagli Accordi.
Forse è meglio se rimane qui per questa notte, signor Svart.” incalzò Charles Lowtower. Altro modo simpatico per esprimere una velata minaccia, volendolo sorvegliare.
Oh sì, vi piacerebbe…” Oskar soffiò una risata, schioccando le dita per emettere una scintilla rossa, da cui esplose del fumo, in tutte le direzioni.
Gilbert si mise a tossire, i gemelli a loro volta impiegarono le mani per schermarsi dal fumo, creando come una bolla attorno alle loro teste, in cui l'aria era pulita e respirabile. I Nephilim, colti alla sprovvista, non poterono che coprirsi il naso con la mano, solo Noah fu abbastanza rapido da estrarre un pugnale da chissà dove, puntandolo avanti a sé. Una volta che il fumo si fu dissipato, i presenti si accorsero che Noah stava puntando l'arma verso Gilbert, che da subito sgranò gli occhi come un cerbiatto indifeso.
Oh,scusami…” disse Noah, riponendo l'arma al fianco nell'apposita custodia in cuoio, fissata alla cintura, tornando a sorridere.
Stupido babbeo, ora tutti pensano che è stato lui! Io gliel'avevo detto di fare il bravo, ma lui no, deve fare il figoso tenebroso…babbeo!” si lamentò Ash con dire sgrammaticato, battendo un piede a terra.
Salem sospirò, scuotendo la testa.
Lascia perdere Ash, lo sapevamo che avrebbe reagito così.”
Come sarebbe a dire che lo sapevate?!” sbottò Margareth, sconvolta.
Oskar è antipatico, ma non è cattivo. Siete voi a dire che è cattivo anche quando non lo è!”
Ash aveva la capacità di espressione degna di un abitante del Paese delle Meraviglie, spesso e volentieri.
L'ennesimo sospiro di Salem fece placare un po’ gli animi, visto anche il gesto in contemporanea con entrambe le mani aperte verso il basso come a intimare la calma a tutti i presenti.
Oskar non è il più simpatico e facile da trattare degli stregoni, lo ammetto. Ma non ha mai fatto certe cose. Ha avuto e ha tutt'ora i suoi problemi e odia tutti a prescindere, ma non ha mai alzato un dito per innescare una guerra o cose simili. Fa scherzi poco simpatici ed è un gran, gran, gran rompiscatole, ma la cosa si ferma lì. Si è sempre fermata lì. Se avesse voluto, avrebbe potuto tirare giù questo posto in una decina di minuti.”
I gemelli, in due. Minuti, s'intende. Infatti Oskar aveva ragione a dire che loro due erano temuti e non solo dai Nephilim. Ma la questione non era mai stata approfondita troppo, in un certo senso.
Il discorso parve convincere almeno un po' i tre shadowhunters, due se si conta che il figlio era fin troppo giovane per sapere certe cose. Salem era bravo a calibrare le parole, almeno quanto un fatato, aveva usato certi termini di proposito per non creare scompiglio. Ma finchè i Nephilim non facevano domande al riguardo, gli stava bene così.
In ogni caso mi occuperò personalmente del caso e di stare dietro a Oskar, non vi preoccupate. Per questa sera credo sia abbastanza, penso proprio ci ritireremo a dormire.” riprese, rassicurando tutti. Convocato dal Conclave, sebbene non avesse mai risposto, né si fosse mai presentato, era uno stregone famoso piuttosto degno di fiducia. Se solo avessero saputo...
Quindi una volta calmate le acque con lo stregone oscuro uscito di scena per conto proprio, i tre si congedarono, Gilbert con la promessa di Noah che si sarebbero rivisti per fare quattro chiacchiere. Ingenuo o fin troppo curioso a scelta, il giovane Nephilim era più preoccupato di capire il mondo dei Nascosti che preoccuparsi del proprio. In un certo senso anche ai gemelli fece piacere. Se non altro era un passo avanti. Da quando anni prima, a Idris era iniziata a circolare la notizia del fidanzamento di Magnus Bane e Alexander Lightwood, le cose erano cambiate, almeno tra i giovani. La nuova generazione di Nephilim sembrava di mentalità più aperta rispetto ai genitori, vampiri e lupi mannari avevano iniziato a rivalutare le relazioni con le altre razze, sebbene ancora un po' titubanti tra loro, e anche alcuni Seelie sembravano essersi interessati ai Nephilim. Prime fra tutti le fidanzate Aline Penhallow e Helen Blackthorn, altri menbri con cognomi famosi nel mondo Shadowhunters. Qualcosa era iniziato a muoversi, sebbene le discriminazioni di razza e genere in alcuni casi o zone specifiche fossero ancora presenti. Ognuno aveva i propri motivi per pensarla in un certo modo, Gilbert semplicemente era curioso. Curioso di capire perché Oskar fosse tanto negativo, perché i gemelli Sand se ne infischiassero del mondo intero, ma soprattutto scoprire il motivo di tanto astio da parte di alcuni Nephilim, mentre altri come Noah si erano dimostrati tanto gentili e curiosi.

Usciti dall'istituto con una certa fretta non troppo evidente, si erano diretti presso una delle Case di Magia dei gemelli in Regent's Park. Luogo scelto un pò a caso, un po' per la sua vastità e l'apparente spazio libero in cui nascondere una casa in stile vittoriano su due piani. Rosa, per giunta. Non mancavano gli archi all'entrata e ai lati dell'edificio a creare vere e proprie verande, le torrette tonde ambo i lati e i tetti spioventi a tratti, a cupola allungata sulle due torri presenti. Insomma un edificio di un altra epoca, completamente invisibile ai Mondani e alla stra grande maggioranza dei Nascosti, che spesso e volentieri veniva cambiato di posto per non farne capire l'esatta collocazione.
Quella di Parigi era azzurra” disse Gilbert, con un bel sorriso, dopo essere uscito dal portale e aver notato l'abitazione.
Lo è ancora. Un paio di volte l'abbiamo spostata nel cortile interno del Louvre. E' stato davvero divertente vedere i bambini correre per il museo, dovremmo rifarlo.” rispose Salem, ridacchiando.
Ash sembrò entusiasta della cosa, tanto da mettersi a correre in giro con le braccia aperte, imitando un aeroplano nei gesti e nei suoni. Sembrava completamente a proprio agio in quel luogo, che secondo Gilbert doveva essere pieno di bambini come lo era stato lui una volta, in una struttura simile. Azzurra. Ridacchiò a ripensarci, con una sottile vena di nostalgia nello sguardo. Quel posto per lui era stata una seconda casa dopo l'assassinio dei suoi genitori. In parte non avrebbe mai voluto che accadesse, in parte se ora si trovava lì era solo grazie a quell'evento ben poco piacevole. Spesso si era chiesto come sarebbe andata se loro non fossero mai morti, ma non aveva trovato una risposta concreta. Non ce n'era una, non ci sarebbe mai stata nemmeno con il potere di alterare il tempo poiché non lo avrebbe mai desiderato. Già, il tempo. Ne era passato così tanto. Diede un ultimo sguardo ai due prima di seguirli verso l'edificio in cui avrebbero trascorso la notte, con un Ash felice e allegro più che mai, cambiato in trenta secondi dopo il nervosismo nell'istituto. Gilbert aveva ancora tante cose da chiarire e molte riguardavano loro due. Tantissime altre il corvo, disperso ora chissà dove, sebbene il francese supponeva fosse tornato al proprio appartamento in Greenland road. Se non altro avrebbe avuto tempo di farlo mentre sarebbero stati impegnati a occuparsi di quel caso misterioso e inconsueto.





Questi quattro personaggi appaertengono alla sottoscritta, gradirei che non infrangeste il  copyright e non li riutilizzaste nelle vostre storie, salvo permesso. L'opera "Shadowhunters" e personaggi annessi, sono di proprietà di Cassandra Clare. Ogni riferimento a luoghi, fatti e persone è puramente casuale, mi scuso in caso di omonimia.

Per chi volesse, sono stati realizzati dei chibi dei personaggi, anch'essi di mia proprietà, li potete trovare qui.

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Capitolo 5
*** 4.Children ***


Il mattino seguente Gilbert si svegliò di buonumore, riposato e tranquillo dopo aver trascorso la nottata in una delle stanze della casa adibita a camera singola o doppia, in questo caso, per gli ospiti dell'edificio. Mentre i bambini vivevano lì, infatti, la maggior parte degli adulti, dipendenti compresi, erano solo di passaggio. Qualcuno si fermava un paio di settimane, qualcuno mesi, altri erano lì da anni, ma pur sempre di passaggio. Forse anche per questo i bambini delle varie strutture non erano propensi ad affezionarsi ai loro tutori.
Era iniziata molto bene la mattinata, dopo una lunga dormita, la colazione servita direttamente in cucina per chi come loro poteva accedervi, in totale e rilassante solitudine, in quel pigiama a trama scozzese per i pantaloni e una semplice maglia a maniche corte nera a sovrastarli, visto il caldo ormai quasi estivo. Sebbene il Paese fosse scosso per la maggior parte dell'anno da diverse precipitazioni climatiche, si poteva dire che per ora gli era sempre andata bene. In più non contava di fermarsi in città troppo a lungo, voleva tornare a Parigi, l'ormai propria città di nascita per acquisizione. Tante cose da fare e un caso singolare da risolvere. Che poi lui perché era stato convocato? I gemelli avevano un paio di migliaia di anni per uno, Oskar con il suo carattere si stava scavando la fossa da solo e lui...lui era uno stregone giovane, inesperto, più che mai abituato a stare per conto proprio nella calma e tranquillità di qualche museo. Quindi perché convocarlo? A quale utilità?
Con ancora il croissant in mano, fatto arrivare direttamente da casa su richiesta dei gemelli che ormai conoscevano i suoi gusti, le domande lo stavano attanagliando da qualche secondo di troppo, quando un rumore piuttosto forte, sordo, seguito da quello che sembrava un ammasso di passi sul pavimento in legno del piano di sopra, ruppe quel flusso di pensieri. In effetti si chiese chi o cosa avesse potuto provocarli e di primo impatto la reazione istintiva fu quella di precipitarsi di sopra. A metà corridoio, la colazione ancora ben salda in mano, si fermò come avesse avuto l'illuminazione del secolo. In fondo c'erano i gemelli a guardia della casa e un incantesimo abbastanza potente da non farsi scoprire dal Conclave. E se i gemelli erano usciti? Se qualcuno avesse scoperto l'edificio? Impossibile, per rompere un incantesimo del genere ci sarebbe voluto uno stregone più forte o una specie di esercito in miniatura. Forse li avevano rapiti. O avevano rapito i bambini. Doveva andare a controllare a tutti i costi.
Per questo motivo riprese a muoversi verso il piano superiore, il parquet di legno perfettamente curato nonostante ci vivessero dei piccoli terremoti ambulanti magici. Ma probabilmente anche il pavimento era curato con la magia, cosa molto facile.
Si stupì, una volta arrivato di sopra, nel constatare che ai lati di una delle porte, i gemelli sembravano in contemplazione di qualcosa, in religioso silenzio, strano ma vero, la schiena appoggiata alla parete, una gamba sollevata poggiata anch'essa dietro, a formare un angolo verso l'esterno, le braccia incorciate, come due statue guardiane al di fuori di un templio shintoista. La porta sembrava socchiusa, lasciando uno spiraglio di circa cinque centimetri, come a far filtrare la luce verso l'esterno, nel corridoio principale. Chiunque avrebbe potuto guardare dentro la stanza, ma sembrava che nessuno volesse farlo.
Gilbert stava per chiedere se fosse tutto a posto, visti i rumori uditi dalla cucina, ma non fece in tempo a formulare la frase.
Oh, che gentile, hai portato la colazione!” disse Ash, il più vicino al francese, afferrando dalle sue mani il croissant, che subito si portò alla bocca.
Non hai pensato fosse la sua colazione?” lo riprese Salem, immobile.
Ash inizialmente sussultò appena, guardando il più giovane con aria innocente, come fosse lui stesso uno dei bambini dell'edificio, mugolando uno scusa, a bocca piena. Gilbert in tutta risposta sventolò la destra davanti al proprio viso come a confermargli di non preoccuparsi.
Ho sentito un rumore e mi sono preoccupato. Va tutto bene?” accennando alla stanza.
Salem alzò le spalle, come fosse abituato alla cosa.
E' solo Oskar con i bambini”
Gilbert parve stupirsi, sollevando le sopracciglia, le ciglia sfarfallat come avesse ricevuto una secchiata d'acqua gelida.
Gli piacciono i bambini” riprese Ash “Gli piace mangiarli” concluse, addentando il croissant un'altra volta.
Il francese sbiancò in modo ben visibile, dato il glamour ancora attivo, a differenza degli altri due e per un attimo si sentì mancare il fiato. Davvero gli permettevano una cosa del genere? Insomma, già la magia nera andava contro le regole del Conclave, questo era a dir poco sdegnoso. Rivoltante. Eppure entrambi i gemelli sembravano tranquilli. Si sentì un conato di vomito risalire dallo stomaco, pronto a bruciare ogni centimetro tratto esofageo, quando sentì Ash scoppiare a ridere. Non capì subito il motivo di tanta ilarità finchè non si accorse delle risatine sommesse di Salem, la mano portata davanti alla bocca con fare decisamente più elegante del fratello. Sebbene entrambi fossero in tuta e maglietta, si poteva distringuerli chiaramente dai modi di fare.
La tua faccia! Diamine devo farti una foto la prossima volta!” esclamò Ash, quasi strozzatosi con il croissant, dal ridere.
Sei crudele, fratello” tra le risatine generali.
Detta da uno che fino alla sera prima aveva fatto una battuta sul colore di pelle del francese, suonava decisamente derisoria come cosa.
Non c'era da stupirsi quindi se il viso di Gilbert passò dal color vampiro pallido a uno che rasentava quasi la sua pelle naturale. Senza glamour avrebbe potuto smorzarlo almeno un pochino, ma in quello stato era impossibile.
S-Siete due idioti!” esclamò, dirigendosi verso la porta, per poter entrare nella sala adiacente. Permaloso, fin troppo permaloso.
I due egiziani erano talmente impegnati a ridere e a prenderlo in giro bonariamente che non diedero troppo peso alla cosa, decidendo di lasciar perdere. Se la sarebbe vista lui con il corvo, a suo rischio e pericolo.
Tempo di aprire la porta per potersi lamentare o borbottare tra sé e sé che rimase ammutolito per la scena che vide. Probabilmente se glie lo avessero raccontato, non ci avrebbe mai creduto.
La stanza era stata riempita e arredata con letti simili a quelli di una qualsiasi infermeria Mondana, disposti uno accanto all'altro in file parallele, con sufficiente spazio tra due, per poter far passare un paio di adulti in piedi, in caso di necessità. Qualche cassettone in legno, in stile vittoriano come il resto dell'edificio, era sistemato alle pareti, senza un preciso ordine, probabilmente contenenti vestiti e giocattoli vista l'età degli ospiti. Ma ciò che lo lasciò senza fiato e sul punto di svenire fu vedere il corvo al centro della stanza, seduto su una sedia mignon a prova di bimbo, un gruppetto di piccoli stregoni tutt'attorno e una bambina bionda sulle gambe. Sorrideva. Oskar stava sorridendo come non lo aveva mai visto prima, sincero, rilassato, come fosse un macabro sogno posto davanti agli occhi del francese per trarlo in inganno. Sembravano due elementi talmente opposti, con il corvo scuro da capo a piedi nel suo completo elegante, il glamour non attivo per lasciar modo a tutti di vedere le corna e gli occhi brillanti, di un arancio vivo, la bimba bionda con due occhioni enormi del colore dell'acqua, con mani e piedi palmati, pinne iridescenti a sostituire le orecchie, nei colori del blu e del verde, passando per un azzurro tenue e un bianco creato dai giochi di luce, le branchie poco dietro, aperte e chiuse man mano che la piccola sorrideva. Avrà avuto quattro o cinque anni. Piccola e perfettamente innocente nel suo vestitino candido nelle mani dell'altro, all'apparenza tanto sporco nell'anima. Per poco Gilbert non scoppiò a piangere.
Tuttavia nel sentirsi addosso lo sguardo del corvo, ora tornato serio e man mano di tutti i bambini, tornò a colorarsi di rosso in viso.
Sparisci, pidocchio, stiamo parlando di Odino, non sono cose per un poppate come te” esordì Oskar, nella sua solita gentilezza.
La bimba gli mise le mani sulla bocca, gonfiando le guance come contrariata.
Non essere cattivo con il signore , zio Oskar!”
Signore? Ma soprattutto...zio?! Quanta confidenza aveva con quei bambini, lo stregone oscuro?
In un primo momento il francese si mise in allarme nel vederlo aprire la bocca per moderle le mani, realizzando solo dopo che le aveva prese tra le labbra, senza forza alcuna.
Il signore è antipatico, non mi piace” rispose l'altro, mettendosi sullo stesso piano della bimba in quanto a tono di voce e modi di fare. Furbo, guardava ora Gilbert come a prenderlo in giro. Tutto calcolato.
A te nessuno piace, Oskar” intervenne Salem, ora entrato nella stanza assieme al fratello.
Il corvo si sentì preso in causa, quindi sbuffò seccato, facendo il verso all'altro, la bimba a ridere per le facce buffe che faceva.
Gilbert non si sarebbe mai aspettato una cosa simile, doveva ammetterlo.
Avanti, dobbiamo andare ora, non possiamo rimanere qui tutto il giorno senza far nulla. Ho chiesto in giro ad amici alcune infromazioni e sembra che il clan di Figli della Luna principale della città si aggiri attorno a Richmond Park.” continuò l'egiziano.
Chiaramente nessuno aveva un'idea precisa di dove fosse o cosa significasse, quindi si sarebbero trovati un po' allo sbaraglio, se si fossero recati sul luogo senza alcuna informazione. Ma in fondo si sarebbero divertiti, per modo di dire, anche in quel modo e Salem si limitò a lasciar correre gli eventi senza dare indicazioni in merito. Solo alcuni consigli vennero dati dall'egiziano.
Gradirei che vi vestiste tutti in completo o in abbigliamento da golf, come se dovessimo andare a giocare veramente” riprese “Ho elaborato una strategia al riguardo e ho contattato l'alfa del branco, che ha accettato di incontrarci presso una delle strutture del parco. Certo, non chiedetmi perché dei lupi mannari debbano giocare a golf, ma questo punto possiamo tranquillamente tralasciarlo...”
Più di uno emise una risatina sotto i baffi, ma Gilbert si trattenne. In un certo senso immaginare dei lupi mannari sul campo da golf era strano, specie se si fossero messi loro stessi a inseguire la palla. A quattro zampe. Va bene, forse un po' faceva ridere, ma suvvia, siamo nel ventunesimo secolo, non ci dovrebbero più essere dei pregiudizi simili! Forse.
Dopo aver scosso la testa, Ash si diede da fare, schioccando le dita della destra per far comparire una scintilla violacea da esse, che si prese la briga poi di allargare come un moderno schermo di dispositivo elettronico, impiegando entrambe le mani. Venne a formarsi una specie di tondo di medie dimensioni, fose settanta centimetri di diametro, dall'interno vorticoso e all'apparenza instabile. Sembrava uscito da un film di fantascienza, con i colori del viola e del nero in una spirale di intrecci più o meno casuali, lievi nel loro caos.
Che colori volete?” chiese, sorridendo agli altri tre.
Scuri” rispose Oskar, come fosse logico.
Quindi Ash immerse la mano in quel caos vorticoso, alla probabile ricerca di qualcosa, estraendone dapprima una papera di gomma, poi un rastrello, poi un libro di astronomia che non aveva ancora finito di leggere. Dopo l'ennesimo ero sicuro che fosse qui! ci infilò direttamente la testa, esultando tutto contento con il braccio libero, qualche istante dopo.
Ne fuoriuscì con un completo grigio perla, un gilet nero dai ricami lavorati in un argento tenue e un papillon rosso acceso.
Questo dovrebbe starti!”
Dopo che Ash ebbe lanciato il completo allo stregone oscuro, tornò alla ricerca di abiti per sé, per il fratello e anche per Gilbert. Morale della favola, lui e Salem optarono per un completo bianco, compreso di camicia a maniche corte e gilet chiuso degno di rampolli di buona famiglia in un azzurro acceso, mentre per Gilbert scelse l'ennesimo completo classico con pantaloni e camicia blu scuro, gilet smanicato in avorio gessato, le righine in tinta con il resto dell'abito.
Io questo coso non lo metto” dichiarò Oskar dopo essersi cambiato, sollevando il papillon davanti a sé, per poi restituirlo all'egiziano, che lo infilò in quella specie di armadio personale, per poi richiuderlo con un gesto preciso della mano.
A modo loro facevano la loro figura. Per precauzione i gemelli avrebbero portato una giacca, anche questa dal taglio classico, blu cobalto, giusto per farsi notare. Oskar, abituato al freddo, era certo che non gli sarebbe servita, senza contare che avrebbero passato gran parte del tempo al chiuso, a parer proprio, quindi Gilbert parve dargli retta nell'imitarlo.
Una volta tutti sistemati, imbellettati ed eleganti neanche dovessero incontrare il capoclan dei vampiri, solitamente molto più eleganti rispetto ai licantropi, utilizzarono l'ennesimo portale. Se non altro la giornata all'apparenza soleggiata, sembrava averli graziati.
Si ritrovarono davanti a un edificio marrone rossiccio del diciottesimo secolo, in stile Palladiano, con il corpo centrale dell'edificio collegato a due ali laterali, l'enorme ingresso a formare un porticato decorato con colonne corinzie bianche a sostenere un parapetto con balaustre dello steso colore, i camini a ergersi sul tetto piatto, forse insolito visto il clima. Ma in fondo la cara Londra era famosa per le sue pioggie, non per le nevicate. Due piani formavano l'imponenente struttura conosciuta come Sudbrook (o Southbrook) House, le grandi vetrate ad arco, anch'esse di un bianco candido, così come il resto della costruzione, davano un senso di apertura quasi verso il parco esterno, illuminando le sale interne con una luce naturale semplicemente spettacolare, se non ostruita da imponenti tende, fortunatamente assenti. Rinomata la sua cube room, così come la privatissima card room con accesso riservato ai soli memebri del club, diverse sale davano sul giardino enorme e perfettamente curato.
Sento puzza di succhiasangue” esordì Oskar, squadrando l'edificio da capo a piedi, sempre ammesso che fosse riuscito a trovarli.
Suvvia, non è che ogni volta che si ha a che fare con edifici imponenti, si deve pensare subito ai vampiri. Magari i Figli della Luna londinesi hanno più buon gusto dei loro cugini europei...” disse Salem alzando le spalle.
Oskar ricordava bene i lupi mannari svedesi. Se i libri classici li descrivono come irascibili belve umane dal sangue caldo, con tendenze violente specie durante i periodi di luna piena...beh, non è consigliabile vederne uno a Stoccolma. Vederne. Da lontano anche. Gli animali del nord sono tendenzialmente aggressivi per la mancanza di cibo dovuta al clima rigido, sebbene anche in quel caso si tratti di selezione naturale. Metteteci uomini dal fisico scolpito, affamati per i boschi senza nulla da mettere sotto i denti, con tendenze aggressive e si capisce con chi avete a che fare. Senza contare gli invasati che erano soliti praticare alcuni rituali antichi come il blót, un rituale che prevedeva sacrifici agli dei, spargimento di sangue e uriachezza dei partecipanti. Già, meglio evitare la comunità dei licantropi svedesi.
Ma quella sembrava tutt'altro che una capanna sull'albero o un edificio fatiscente di solito preferito dai mannari e la cosa li sorprese non poco. Gilbert ne aveva sentito parlare dei branchi, ma aveva sempre preferito tenersi alla larga.
Arrivati all'ingresso chiesero di Nick Alden, questo il nome fornito a Salem durante lo scambio di messaggi con il capoclan. Un anziano signore, degno dei più famosi maggiordomi inglesi descritti nelle favole li fece accomodare nella sala più vicina, la reception bar, dove i quattro rimasero in attesa. I colori chiari delle pareti, di un crema tendente al paglierino, circondati dalle colonne bianche, così come il bancone e il camino in marmo, gli davano un'aria luminosa. Lo stile barocco dei gessi in rilievo sul soffitto, così come le colonne applicate ai lati di uno specchio posto sulla parete dietro al bancone, diviso in tre parti, veniva forse un po' smorzato da una testa di cervo impagliata sopra alla colonna centrale, la cui costruzione culminava in un tetto, anch'esso in rilievo, come a riprodurre uno degli antichi palazzi romani e da sedie in pelle marrone disposte attorno a un tavolini rotondi sparsi per la stanza. Un occhio acuto avrebbe potuto notare l'effetto crackle in colore scuro voluto sulla superificie dello specchio, così come i particolari dei dipinti appesi alle pareti assieme a delle effigie in metallo, probabilmente recanti i nomi dei possessori della maison, forse degli appartenenti membri del club. Erano troppo in alto per poterne vedere la differenza e sinceramente era l'ultima delle preoccupazioni dei quattro.
Gilbert fece caso quasi solo al tappeto blu, dall'elaborata texture con righe bianche e lettere circondate da ghirigori circolari, prima di prendere posto su una delle sedie, imitando gli altri tre, che lo avevano preceduto. Pensò che i gemelli dovevano aver scelto quei colori conoscendo il posto in precedenza, dannati. Come ogni francese che si rispetti, la moda lo interessava. Forse non era tanto audace da indossare gli stessi abiti visti in passerella, ma con il classico poteva andare ovunque.
Nick Alden non impiegò molto a presentarsi, sbucando da una delle porte che conducevano alla reception, dall'interno della struttura. Era un uomo massiccio, sulla quarantina, molto somigliante a un giocatore di rugby per la prestanza.
Salem?” chiese in tono burbero.
Lo stregone in questione alzò la mano, differenziandosi dal fratello per l'acconciatura semplice. Ash per l'occasione aveva tirato all'indietro i capelli, lasciando la fronte scoperta, fissandoli con una minuscola mollettina quasi sulla cima della testa. Almeno in quel modo avrebbero saputo riconoscerli.
Il rosso apparente rugbista si diresse verso di lui, vedendo tutti e tre gli stregoni alzarsi per educazione, eccezion fatta per Oskar. I due si strinsero la mano, dopodichè il Figlio della Luna prese posto accanto a loro. Nemmeno fece caso a Oskar, abituato ai modi rozzi dei compagni, nel suo presentarsi in jeans e camicia a quadri rossi e neri da boscaiolo, posta sopra una canotta scura. Nero sbiadito, per la precisione. Da lì si poteva constatare quanto il licantropo facesse caso al look.
Vedo che vi siete sistemati bene” iniziò Salem, in un sorriso gentile e cordiale.
L'abbiamo rubata ai vampiri. Sai, le tende...”
Ecco spiegato il motivo di tanta eleganza.
Inoltre qui vicino c'è la riserva naturale di Richmond Park in cui sono presenti diversi cervi rossi, non so se mi spiego...” continuò, lasciando intendere la cosa grazie agli occhi scuri che per una frazione di secondo brillarono di luce propria.
Tuttavia ciò che accadeva tra vampiri e lupi mannari non era affare loro e non erano nemmeno venuti per scambiare quattro chiacchiere sulle condizioni climatiche. No, lì la questione aveva iniziato a farsi seria dal momento che un Nephilim era stato ucciso e si era complicata con le accuse verso Oskar, ancora intento a osservare la sala, che nella sua complicazione sembrava trovare gradevole. Non scherziamo, lui era nato ancora prima che i proprietari decidessero la costruzione dell'edificio, tuttavia quel sorriso rilassato sembrava dirla lunga. E un Oskar di buon umore nonostante l'inconveniente, non era cosa da poco.
Avete sentito del Nephilim morto?” dritto al dunque l'egiziano.
L'altro annuì, sospirando. Per un attimo i due si fissarono.
Non vogliamo guai con il Conclave. Uno dei miei è tornato stremato qualche giorno fa, confuso e aggressivo come non avevo mai visto. Ho pensato lo avessero drogato o qualcosa di simile, ma non sapevo che fare. Insomma, dopo avergli dato una ripulita dal sangue, l'ho portato in una clinica per dei test, ma non c'era traccia di droghe e lui era sicuro di non averne assunte dopo averci raccontato cosa era successo.” l'accento scozzese si poteva sentire.
Quindi ammetete che è stato uno dei vostri?”
Salem...”
Il mannaro si morse il labbro, gli occhi improvvisamente luminosi in maniera innaturale, i denti lievemente allungati in una smorfia di tristezza mista a dolore. Era come se gli stesse nascondendo qualcosa.
Gilbert notò subito le microespressioni del viso, la fronte corrugata, quel mordersi il labbro con insistenza, le mani serrate a pugno sopra alle ginocchia, indice di nervosismo. Da tutti i pori, senza ombra di dubbio.
Un ringhio sommesso provenne dalla gola dell'uomo, come a voler rilasciare parte della belva che era, rimasta sopita troppo a lungo per essere contollata ancora per molto. Scosse la testa, strizzando gli occhi.
Non posso! Salem, davvero, non posso farlo!” la voce appena alzata, seguita da altro nervosismo.
Tutti si chiesero cosa portasse un Figlio della Luna a essere tanto protettivo nei confronti di un membro del branco. Va bene, il branco in genere era sempre molto unito, i vari membri collaboravano e si aiutavano uno con l'altro, fedeli a quella marmaglia di gente selvatica che dopo la prima trasformazione diventava una sorta di nuova famiglia di sangue. Tuttavia si stava parlando di un Nephilim morto. Non un Nascosto o un Mondano qualsiasi. Un Nephilim morto equivaleva a mandare a morte l'intero clan se gli Shadowhunters si fossero incazzati sul serio. Se avessero in qualche modo bramato vendetta o decretato di voler fare giustizia, non un solo licantropo sarebbe sopravvissuto al loro assalto. Entrambi cacciatori per natura, tuttavia i Nephilim potevano contare sulla loro cnvinzione di potersi ergere al di sopra di ogni creatura vivente poiché imparentati con l'Angelo. E quella stessa convinzione e più di un Nascosto non andava giù.
Va tutto bene, Nick, non siamo alleati dei Nephilim...” Salem sospirò, ma non fece in tempo a terminare la frase, venendo interrotto dall'altro.
No, tu non capisci! Sono disposto a qualsiasi ripercussione pur di proteggerlo!”
Proteggere chi?”
Di nuovo il capclan si morse il labbro, questa volta facendone uscire un rivolo di sangue, a causa dei denti affilati.
Promettetemi che quest'informazione non uscirà da qui. Giuratemelo!” tuonò, guardando tutti e quattro.
Gilbert per un attimo si sentì mancare, ma annuì come gli altri, mentre Oskar roteava l'indice sollevato a mezz'aria, lanciando un incantesimo su tutta la stanza, per sigillarla e renderla insonorizzata.
A quel punto il Figlio della Luna sembrò tranquillizzarsi, sospirando per l'ennesima volta prima di riprendere il discorso.
Lui ha bisogno della vostra protezione. Siamo Nascosti, mi fido molto più di voi che dei Nephilim, ma quello è risaputo.”
Se è di protezione che tu e il tuo clan avete bisogno, non avete che da chiedere. Tuttavia le regole sono regole, il nostro lavoro va ripagato e agiremo in sotterfugio. Sai bene che non amiamo esporci al Conclave, ci siamo rifiutati di rispondere alla loro chiamata anche per questo.” confermò Salem, annuendo di nuovo. Per una serie di motivi, non avevano mai accettato di far parte dei membri del Conclave, né lui, né Ash. Uno dei motivi era quello: se qualche Nacosto avesse avuto bisogno di fuggire dagli Shadowhunters o dal Conclave stesso, loro avrebbero avuto le mani legate. Oltre alle Case di Magia, per cui non avevano mai chiesto il permesso. Antichi come parte delle piramidi, si erano rifiutati di seguire le regole di un pugno di persone nate millenni dopo al solo scopo di favorire i Nephilim. Neutrali fino in fondo, con quel metodo avrebbero potuto fare essenzialmente ciò che volevano.
Quindi, di che si tratta?” incalzò l'egiziano quando vide che l'altro era ormai sul punto di crollare, dopo aver annuito al proprio monito.
E' mio figlio, Salem. Si tratta di mio figlio. Lui ha ucciso quel Nephilim.”





Questi quattro personaggi appaertengono alla sottoscritta, gradirei che non infrangeste il  copyright e non li riutilizzaste nelle vostre storie, salvo permesso.
L'opera originale "Shadowhunters" e personaggi annessi, sono di proprietà di Cassandra Clare. Ogni riferimento a luoghi, fatti e persone è puramente casuale, mi scuso in caso di omonimia.

Per chi volesse, sono stati realizzati dei chibi dei personaggi, anch'essi di mia proprietà, li potete trovare qui.

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Capitolo 6
*** 5.Choose your poison ***


Il silenzio regnò all'interno della stanza per qualche secondo forse di troppo.
Gilbert parve rimanere a bocca aperta, i gemelli impassibili con chissà cosa per la testa, il corvo più che mai scocciato, una smorfia quasi di disgusto stampata in viso.
Il francese si chiese cosa passasse per la testa degli altri, ora visibilmente a disagio quasi anche solo a respirare, preoccupato di fare troppo rumore, interrompendo quel silenzio creatosi.
Perchè? Era nel vostro territorio di caccia?” chiese Salem, la voce riecheggiò per tutta la sala.
Come stessero parlando di biscotti a merenda, in pratica.
Il capobranco scosse la testa, visibilmente dispiaciuto e in apprensione per il figlio.
No, non avrebbe mai fatto una cosa simile. In genere ci asteniamo dall'attaccare chi entra nel territorio se è solo per un controllo dei Nephilim o cose simili. Non vogliamo guai con il Conclave e ogni volta che gli Shadowhunters sono venuti a fare domande, ci siamo resi disponibili.”
Quindi che è successo?”
Io...non lo so”
Nick sospirò, gli sguardi degli altri puntati addosso come tanti piccoli aquilotti al nido in attesa della madre di ritorno con una preda tra il becco. La situazione non era delle migliori, bisognava ammetterlo.
Sam è tornato a casa confuso l'altra notte. Diceva di essersi risvegliato in un luogo che non conosceva, con le mani sporche di sangue. Aveva le pupille dilatate, sembrava ansioso e sul punto di non stare nemmeno in piedi. Non so cosa lo abbia reso in quel modo, ma è un bravo ragazzo, non farebbe mai nulla di male!” la voce appena alzata verso il finale.
E' qui ora?” chiese Oskar su due piedi.
La domanda spiazzò il Figlio della Luna, lasciando gli altri pressochè indifferenti, Gilbert curioso di capire cosa il corvo avesse in mente. Il padre annuì, decidendo di andare a far chiamare poi il ragazzo da uno dei sottoposti.
Non impiegarono molto ad andare a recuperarlo in una delle stanze del piano superiore, ancora parzialmente sotto shock, dispiaciuto per l'accaduto, sebbene si notasse dalla sua espressione sin da quando era entrato quanto cercasse di non sembrare debole. Un metro e ottanta circa di diciottenne selvatico, li fissò con sospetto. Canottiera scialba per lui, di un bianco semplice, camicia a quadri simile a quella del padre, solo a motivo più fitto sulle tonalità del verde, abbinata a dei semplici blue jeans. Prese posto su una delle sedie in pelle accanto al padre, dopo essere stato invitato a farlo con un gesto della mano da parte di Salem, del capo invece da suo padre, i capelli lunghi fino alle spalle mossi appena dai sui gesti.
Rispondi alle domande, figliolo, non preoccuparti. Andrà tutto bene.” confermò Nick al ragazzo.
Non sia ridicolo, le domande sono per i principianti!” lo riprese Oskar, alzandosi, diretto verso il ragazzino in questione.
Minaccioso, forse ai suoi occhi scuri come quelli del genitore, doveva apparire come una specie di uomo nero, un classico delle fiabe di tutte le razze e le epoche, atto a stimolare la paura del buio nei bambini più piccoli. In ogni versione era qualcosa di diverso, a volte un vampiro, a volte un lupo mannaro, ma più spesso, per i Nascosti, era un Nephilim in grado di staccargli la testa se solo si fossero comportati male.
Chi o cosa fosse realmente o per Sam stesso, non aveva importanza, Oskar era abbastanza minaccioso da poter spaventare chiunque, tanto da far ringhiare il ragazzo come l'uomo animalesco che era.
A cuccia, fido”
Il solito sarcasmo di Oskar, scatenò una lieve risata ad Ash, che non si preoccupava minimamente di ciò che lo stregone oscuro stava per fare. Nick si fidava di loro, aveva già avuto a che fare con i gemelli in un paio di occasioni, ma sebbene pensasse fossero a posto, per quanto Ash non lo sembrasse, la preoccupazione per il figlio era ben visibile sul suo volto.
Se avessero voluto ucciderli, gli sarebbe bastato schioccare le dita. Specie a uno come Salem, sempre tranquillo, a tratti freddo e immobile come una statua di ghiaccio.
Quindi il giovane Figlio della Luna non potè che sottostare all'ordine del capobranco, pregando chissà quale sorta di divinità che il corvo non avesse cattive intenzioni. Il sentirsi una mano stringere al collo poi, non lo aiutò a rilassarsi.
Oskar premette appena, giusto il tempo di concentrarsi e far comparire un alone scuro, grigio grazie alla sua trasparenza, attorno alla mano ora serrata sul collo del giovane. Immobile, più simile a una bambola di porcellana creata dalle esperte mani di un artista, fissava il vuoto come se questo avesse potuto dargli una risposta celere. Poco dopo sospirò, lasciando la presa.
Guardami” incitò, serio.
Poco dopo gli prese il viso con una mano, sollevandoglielo per poterlo esaminare come fosse un cane dal veterinario. Un veterinario scorbutico e non troppo paziente. Quando i loro sguardi s'incrociarono, sebbene il giovane avesse timore di guardare lo stregone direttamente in quegli occhi luminosi, come avessero potuto polverizzarlo, Oskar accennò un sorriso. Per nulla rassicurante. Ai limiti del sadico, sembrava la persona malvagia che appariva dall'esterno e che a tratti era anche. Dopo gli occhi, controllò la bocca, infilandogli quasi a forza il pollice a sollevare il labbro, come si farebbe con un qualunque animale domestico. Sebbene la cosa al ragazzo non piacesse, aveva ricevuto l'ordine di stare calmo.
Qualcuno ti ha offerto qualcosa da bere o da mangiare? Magari avete festeggiato o una ragazza si è dichiarata e ti ha regalato qualcosa? Un oggetto, dei fiori, una lettera. Qualsiasi cosa. O forse qualcuno ti ha applicato dei simboli sul corpo? Ma in quel caso dovrei spogliarti...” riprese Oskar, lasciando tranquillamente intendere la malizia.
Oskar, le manine a posto.” lo prese in giro Salem.
Oh sì, spogliamolo, spogliamolo! Sarà divertente!” incitò Ash, tra l'indignazione generale dei licantropi.
Che Oskar avesse degli strani modi di fare, ormai si era capito, che gusti seri avesse in fatto di persone, per chi lo conosceva, la battuta era scontata. Tradizionalista, aveva ancora una mentalità molto chiusa e un orgoglio non indifferente, riguardo certe tematiche. Quindi, giustamente, solo i gemelli avrebbero potuto capire al volo che stava scherzando. Dopo qualche risatina tra i tre, i Figli della Luna intuirono lo scherzo, rilassandosi ancora una volta, il padre a esortare Sam a parlare.
Un tipo mi ha avvicinato dicendo di volermi vendere dei monili antichi. Ho dato un'occhiata alla sua merce e ho trovato un anello interessante, così l'ho comprato.”
Dov'è ora?”
Vado a prenderlo”
Il ragazzo non impiegò molto a tornare al piano di sopra, recuperare l'anello e fare dietro front per poterlo consegnare allo stregone. Sin da subito, quando Oskar lo vide, il ragazzo a porgerglielo, un oh di sorpresa fece capire a tutti che aveva riconosciuto l'oggetto.
Un anello semplice, in acciaio, giusto perché argento e mannari non vanno d'accordo, dalla fattura volutamente di altri tempi, anticato anche in alcuni punti per sembrarlo. Sulla cima era presente una pietra scura, di un nero tetro, dalle striature violacee meglio visibili in controluce, ovale, perfettamente levigata e incastrata nella propria sede, più ampia rispetto al resto della circonferenza dell'anello, spessa un centimetro circa.
Il mago oscuro sospirò, al limite dell'esasperazione, guardando Nick come lo stesse prendendo in giro, le sopracciglia sollevate nella tipica espressione da dimmi che non è tuo questo figlio imbecille. Non cela nulla quando vuole, il corvo e se si tratta di sarcasmo si sa quanto ci tenga a esprimerlo.
Chi te l'ha venduto?”
Un Mondano. Sulla trentina, capelli corti, vestito con jeans e maglietta un semplice...” non terminò la frase, venendo interrotto.
Non hai visto, né sentito niente? Odori particolari? Qualcosa di...insolito anche per noi Nascosti?”
L'altro scosse il capo, visibilmente confuso nel tentativo di capire dove lo stregone volesse andare a parare.
Diamine, sono proprio bravo” riprese Oskar, ridacchiando, sentendosi l'ennesimo richiamo da Salem, ancora una volta intento a pronunciare il proprio nome.
E' stata opera tua?” chiese Nick, iniziando a ringhiare.
L'altro lo guardò con noncuranza, sventolando la mancina poco distante dal proprio viso, rilassato come non mai.
Ovvio che è opera mia, un oggetto tanto perfetto non può che essere opera mia!”
Modesto, dicono. Ma prima che il Figlio della Luna ringhiante potesse anche solo pensare di saltargli addosso, il corvo riprese il discorso, sempre intento a fissare l'anello.
Sembra antico, ma è un semplice anello che ho comprato in un negozio indie o roba simile. Uno di quelli che hanno cianfrusaglie di ogni tipo, incensi, statuine di legno e borse di tela, per intenderci. La montatura non è tradizionale, se lo fosse stata, sarebbe stato in argento, mentre la pietra è un'onice originale, di questo me ne sono assicurato. Ma ciò che al momento ci interessa, non è sapere se questo anello sia o meno una pataccata. Perché lo è.” Altro sarcasmo, prima di guardare tutti. “Quanto il suo funzionamento. L'ho creato apposta perché fungesse da trappola per quelli come voi, solo non capisco come sia finito tra le mani di un ragazzino...”
Un figlio di p-... volò per la sala ed entrambi i licantropi dovettero essere fermati dalla magia dei gemelli, prima che potessero scagliarsi sul mago oscuro e sbranarlo. Ovviamente sarebbero dovuti passare prima anche sulla magia di quest'ultimo, ma sorvoliamo.
In tutto ciò, Gilbert non solo non aveva spiccicato una parola, ma era rimasto silenziosamente sconvolto per la piega che stava prendendo la vicenda. Teso a stringere ora i braccioli della sedia in pelle marrone su cui si trovava, non sapeva che fare o che dire. Non c'era nulla, in realtà, che lui potesse fare, né dire.
In compenso notò l'espressione di Oskar nel guardare i due uomini selvatici, padre e figlio uno accanto all'altro, scattati in piedi per poter attaccare. Un'espressione quasi vuota. Serio, storico, come se nulla al mondo potesse scalfirlo. Bellissimo anche ai suoi occhi.
Come stavo dicendo...” riprese, come se nulla fosse. “Questo anello è una trappola mortale per voi inconsapevoli lupacchiotti che non potreste accorgervi della cosa nemmeno se fosse palese. Una volta messo al dito come un comune anello, è sufficiente fare della lieve pressione sulla gemma, per attivarne il meccanismo. Così, ecco.”
Per dare una dimostrazione pratica della cosa, preso l'anello alle estremità per non ferirsi, premette sulla pietra come da lui esposto poco prima, facendo scattare un meccanismo tanto complicato, quanto semplicistico per uno stregone del suo calibro. Da sotto la gemma, all'interno della montatura, da minuscoli fori resi invisibili dalla magia, fuoriuscirono una serie di piccolissime punte disposte a corona, come un piccolo cerchio dentellato atto a pungere il dito di chiunque avesse indossato il gioiello. Pratico, efficace, invisibile. Perfino per degli attenti Figli della Luna, ora senza parole.
Immobili, vennero rilasciati dalla magia che finora li aveva trattenuti a evitare lo scontro, fissavano l'anello, sconvolti.
La gemma è programmata per essere riempita da qualsiasi sostanza liquida. Immaginate un mix di aconito, a giudicare dai sintomi ed erbe varie e avrete capito perché il ragazzino è uscito di testa. E' stato avvelenato, nulla di più semplice dal momento che l'odore viene coperto da essenza di caffè modificata e amplificata dalla magia che impregna l'anello. E questo lo so, perché l'ho costruito io questo sistema. Niente complimenti, sono un genio, lo so.” concluse Oskar, tornando a sedersi al proprio posto.
Scontato che quell'aggeggio se lo sarebbe tenuto. Ancora intento a rigirarselo tra le mani, lo guardava tutto soddisfatto, come fosse un capolavoro. A detta propria lo era. Una meravigliosa macchina per uccidere in modo pulito e silenzioso, scaricando la colpa sugli altri. Oskar caro, ti sei superato.
Meno d'accordo i due lupi mannari, ancora intenti a chiedersi come quell'oggetto fosse potuto finire tra le mani di Sam.
La questione sollevò un polverone. Tra i due licantropi che davano la colpa al corvo, Salem he cercava di tranquillizzare tutti e Ash intento a parlare con la testa di cervo impagliata per chissà quale dubbioso motivo, Gilbert non riuscì a muovere un muscolo. Era evidente come quel mondo di sotterfugi, bugie e ripercussioni non gli appartenesse. Non potè che assistere alla scena chiedendosi chi avrebbe mai potuto compiere un simile gesto. Guardò quel ragazzo lupo come una sorta di fratello maggiore, confuso e terrorizzato all'idea che quella specie di guerriglia tra razze potesse coinvolgere anche ragazzi così giovani.
Ash, vieni a dare una mano, da bravo” disse Salem, riportando il francese alla realtà.
L'altro egiziano non se lo fece ripetere. Allegro e sorridente, tornò dal gruppo con un intento evidente di avvicinarsi al giovane lupo quasi fosse un bambino da poter coinvolgere in uno dei propri giochi. L'olfatto sviluppato dei gemelli era in grado di rilevare ogni singola traccia, così come la loro capacità di percepire la temperatura corporea altrui, ma al momento Ash sembrava più intenzionato a fare altro.
Senza spicciar parola, si gettò con la solita, propria, enfasi contro il ragazzo, stringendolo tra le braccia come un compagno di giochi.
Rilassati e fammi vedere che è successo” cinguettò poi, divertito.
Fu come mettere del mais sul fuoco. Il corpo di Ash subì un lieve scatto mentre lo stregone rimaneva concentrato sul giovane in quell'abbraccio rilassato, le mani ora a emettere una luce bianca tenue, come se le punte delle dita possedessero una sorta di illuminazione propria.
L'egiziano sorrideva. Il volto da bambino, nell'espressione innocente quanto bastava per farlo sembrare ben più piccolo di un adolescente, nel voler come riportare il giovane a quegli eventi.
Lo hanno preso in giro.” iniziò lo stregone folle. “Gli hanno detto che l'anello era un oggetto comune e che non gli avrebbe fatto nulla, ma non volevano. Si sentono in colpa. E sono tristi. Non mi piacciono le cose tristi, quella persona è triste.”
Vago come sempre, non c'era da stupirsi se passasse di palo in frasca in quel modo come se nulla fosse. Folle dalla mentalità deviata, i poteri di Ash erano un mistero e le sue parole perennemente incerte o vaghe, spesso sgrammaticate o con tempi verbali sballati, oltre che oggetti non ben definiti.
Lui non voleva farlo. Il capo ha detto così e lui lo ha fatto. Aveva sonno e tanta fame, chiamava la mamma. Salem, dov'è la nostra mamma?” chiese quindi, guardando il fratello.
E' uscita, Ash. Tornerà tra poco, non preoccuparti” l'altro sorrise.
Ma mentre Ash era tornato al ragazzo, lo sguardo di Salem, così come il suo volto, si fecero seri. Gilbert poteva notare quanto dolore ci fosse tra quei due, così come ciò che provavano, almeno in apparenza. Non era sicuro di ciò che aveva visto e sebbene loro lo avessero in parte cresciuto, non aveva mai fatto domande tanto personali.
Tornò a osservare la scena solo dopo aver sentito Ash parlare in una lingua sconosciuta, diversa dall'arabo per assonanza, vedendolo poi staccarsi dal ragazzo, confuso e amareggiato, sull'orlo delle lacrime.
Fu Salem ad alzarsi e prenderlo tra le braccia, accompagnandolo fino alla sedia, su cui tornò a sedersi, con lui sulle gambe, come un bambino piccolo. Doveva calmarlo, mentre lo stupore generale pervase l'ambiente. Solo Oskar pareva dispiaciuto. Sentirono l'egiziano all'apparenza sano di mente iniziare a canticchiare per il fratello, rassicurandolo come quando erano effettivamente bambini e la loro madre si prendeva cura di loro.
Ash è stanco, è meglio se rientriamo a casa prima che crolli addormentato del tutto. In più qui nulla non abbiamo altro da fare, ci pensiamo noi a proteggere il ragazzo.” confermò Salem, accennando al giovane lupo.
Lo sguardo di Nick passò dai due gemelli a Oskar, finendo il proprio viaggio su Gilbert, il viso poi abbassato in un sospiro.
Va bene. Vi ringrazio.” concluse prima di congedarsi assieme al ragazzo, rimasto allibito dallo svolgimento delle cose.
Chiaramente si sarebbero sentiti via messaggio di fuoco, come i gemelli erano abituati a fare, per tenere aggiornati non solo i rari clienti che avevano, ma soprattutto gli amici. Anche quelli non troppi, ma presenti. Avevano conosciuto Nick Alden quasi in un'altra epoca, quando non era un uomo, bensì un ragazzino, per altre circostanze di cui al momento poco importava, oltre a vedere coinvolto il figlio in prima persona in un crimine tanto efferato. Un minimo di spiegazioni glie le avrebbero dovute.
Ma grazie al riconoscimento di Oskar e alla magia di Ash, la maggior parte della matassa intricata di fili formatisi in quel caso tanto complesso, era stata districata. Il colpevole era Sam, nulla da dire. Ma vista la pericolosità del gioiello per i Figli della Luna e il suo valore monetario, Oskar aveva dei seri dubbi che il ragazzo lo avesse acquistato di proposito, conoscendone gli effetti. Quale lupo mannaro rischierebbe la propria vita per uccidere un Nephilim? Anzi, quale Nascosto?
Nessuno. Nessuno senza un valido motivo. Non in quel modo, almeno. Un conto era una rissa finita male o un'ingiustizia subita, un'invasione forzata del territorio o dello spazio vitale atta a danneggiarne il proprietario, ma Sam era un ragazzo tranquillo, dal temperamento focoso come ogni licantropo, ma entro un certo limite. Mai arrestato o nemmeno fermato per qualche motivo, dalle informazioni che avevano i gemelli, era il tipico ragazzo londinese, amante dei pub e dei locali con biliardo e freccette, ma nulla di più.


Rientrati alla Casa di Magia dei gemelli, sistemarono Ash nel letto prima di dirigersi nel soggiorno del piano di sotto, Oskar dileguatosi con la scusa di voler riguardare il proprio libro contabile lasciato lì la sera prima, benché tutti immaginassero dove in realtà fosse diretto.
Ha un nome?” chiese Gilbert, prendendo posto sul divano del soggiorno, in uno stile a metà tra il vittoriano e il shabby chich. Probabilmente le tonalità chiare erano più adatte alla calma dei bambini, per quello le avevano scelte a discapito della facilità con cui si sporcavano.
Chi?” chiese Salem, ordinando il thè a una delle ragazze della servitù, se così potevano chiamarsi le e gli assistenti all'infanzia assunti.
Nel contratto i gemelli lo avevano specificato che oltre a badare ai bambini si sarebbero dovuti occupare della casa, delle pulizie, l'arredamento, le finanze, ogni cosa, facendogli rapporto ogni settimana e per ogni cosa. Oltre a voler essere praticamente serviti quando si trovavano in visita presso uno degli edifici. Ovviamente la maggior parte di loro erano streghe e stregoni, con qualche eccezione dopo anni di accertamenti perché non rivelassero l'ubicazione degli stabili.
La bambina bionda. Quella che piace tanto a Oskar”
Seguirono un oh e una risatina di Salem. Evidentemente anche Gilbert non era tanto ingenuo.
Si chiama Carol. Oskar l'ha trovata cinque anni fa nel giorno di Natale. All'inizio voleva ucciderla, non so bene cosa l'abbia fermato. Insomma, una bambina appena nata tra le braccia di uno stregone oscuro non si vede tutti i giorni.” ripose, ridacchiando, contemplando il paesaggio fuori dalla finestra.
In effetti era ciò che tutti si chiedevano, ma che nessuno aveva intenzione di scoprire, un po' per menefreghismo, un po' forse per il timore di Oskar stesso. Sapeva essere subdolo, se voleva, lo aveva dimostrato in più di un'occasione.
Gilbert doveva ancora riprendersi da tutto quell'affluire di informazioni che gli stavano balenando nella mente. Oskar si era ritenuto responsabile per la creazione e probabilmente anche la vendita dell'anello, ma a conti fatti era stato il licantropo a uccidere il Nephilim. Ma qualcuno aveva venduto il gioiello allo stesso Sam e a quanto pareva spacciandoglielo pure per una cosettina da nulla, un semplice oggetto comprabile in qualunque negozio etnico. Morale della favola: tutto era stato architettato da qualcuno di più importante, ma chi egli o ella fosse, rimaneva un mistero.
Avrebbero dovuto prendersi tutti del tempo per indagare a fondo, sfruttando ciò che avevano, sebbene al momento la domanda che balenava maggiormente nella testa del francese era cosa fosse accaduto ad Ash quando aveva stretto quel ragazzo. Un po' di timore anche di Salem lo aveva, benché fosse meno minaccioso di Oskar, ma conoscendo a grandi linee l'età che aveva, dei riguardi se li faceva.
Quindi...che è successo ad Ash, sta bene?” chiese con velata timidezza.
Vuoi sapere che ha fatto a quel ragazzo?”
Non gli piaceva che gli rispondessero con un'altra domanda, ma Salem non era stupido e di solito rispondeva sempre alle proprie perplessità. Quindi si limitò ad annuire, curioso di capire cosa avesse comportato quell'impiego singolare della magia da parte dell'altro egiziano.
Ennesimo sospiro per lo stregone più anziano, che questa volta alzò lo sguardo come alla ricerca dell'ispirazione nel soffitto, che sebbene fosse intonacato a dovere e presentasse delle belle applicazioni in stile con il resto della casa, non sembrava possedere chissà quale gran capacità ispiratrice.
Il potere principale di Ash è l'empatia. Non so bene come funzioni, né come si sia sviluppato in lui, eravamo bambini quando l'abbiamo scoperto, il che vuol dire fin troppi anni fa.”
Secoli, a dire il vero. Anzi, millenni, se si vuole essere precisi. Era tanto che non fossero impazziti entrambi.
Sappiamo solo che è sempre stato piuttosto empatico e quando attiva questa sua capacità riesce a collegarsi alle emozioni di chi subisce la magia o di chi è collegato ad esso. Chiaramente col tempo è andato potenziandosi: da bambino era in grado di percepire solo un lieve flusso, poi è mutato in scariche sempre più forti, al punto di ridurlo sempre sul punto di piangere e urlare. Non è stato facile.” continuò, mentre il the veniva servito.
Gilbert si chiese se fosse stato quello a portarlo alla pazzia. Troppe emozioni, di troppe persone, in troppi luoghi allo stesso tempo, come ricevere i costanti stati d'animo di chiunque addosso, positivi o negativi.
Ma a lungo andare è migliorato sempre di più, ora è in grado di collegarsi alle persone e cercare nei loro ricordi gli stati d'animo provati in momenti specifici della loro vita o quelli delle persone ad esse collegate. E' come se possedesse una rete in grado di collegare le persone e di poter vedere le loro emozioni manifestarsi davanti ai suoi occhi, o così mi ha detto lui. Se te lo stai chiedendo, io non posseggo la stessa capacità. Siamo gemelli, è vero, ma allo stesso tempo siamo molto diversi.”
Già, chiunque lo aveva notato. Che fossero entrambi carismatici, seppur ognuno a modo suo, era evidente, ma mentre Ash era spesso allegro e gioioso, Salem non si scomponeva mai.
Persino uno sconosciuto avrebbe potuto identificarli all'istante, con quei caratteri.
Quindi teoricamente Ash ha visto o almeno sentito emotivamente l'uomo che ha venduto l'anello al ragazzo lupo?” chiese il francese.
Sì, ma non sapremo esattamente cosa almeno finchè non si sveglia. Potrebbe volerci un po', ti consiglio di metterti comodo e prendere il the, nel frattempo.”
Salem portò la tazza alla bocca per prenderne un breve sorso del liquido all'interno, ben sapendo quanto il contenuto potesse scottare. Non gli rimaneva che attendere, lo sapeva fin troppo bene.





Questi quattro personaggi appaertengono alla sottoscritta, gradirei che non infrangeste il  copyright e non li riutilizzaste nelle vostre storie, salvo permesso.
L'opera originale "Shadowhunters" e personaggi annessi, sono di proprietà di Cassandra Clare. Ogni riferimento a luoghi, fatti e persone è puramente casuale, mi scuso in caso di omonimia.

Per chi volesse, sono stati realizzati dei chibi dei personaggi, anch'essi di mia proprietà, li potete trovare qui.

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Capitolo 7
*** 6.mOBSCENE ***


Ci vollero ore perché Ash si svegliasse e si rendesse conto di essere sveglio. Intanto Gilbert e Salem avevano fatto in tempo a prendere il thè, parlare un po' di ciò che era accaduto in quegli anni mentre si erano sentiti per messaggio di fuoco senza però potersi vedere a causa di impegni vari, avevano preso un altro thè, mangiato biscotti, sentito Oskar fare rumore dal piano di sopra, preso un altro thè. Insomma, all'ennesima tazza di thè, oltre a non sopportare l'idea di dover andare al bagno ogni dieci minuti, Gilbert si era decisamente scocciato.
Scocciato era forse dire poco, la pazienza aveva iniziato ad abbandonarlo già mentre parlavano delle loro vite private, in cui il francese aveva raccontato all'altro di lavorare spesso e volentieri per i più prestigiosi musei di Francia. Poco amante dell'aria aperta e del verde di per sé, ciò che aveva spesso frenato Gilbert era anche dovuto a questo. Tutto ciò che sapeva riguardo il mondo dell'arte, della musica, del cibo di Francia e paesi limitrofi, non era dovuto ad altro che alla teoria studiata sui libri. Più o meno recenti, più o meno famosi, ma pur sempre libri.
Come ogni stregone che si rispetti, vista la sua età, conosceva la storia poiché l'aveva vissuta, ma a livello pratico, ovviamente non era paragonabile agli altri tre e lo sapeva bene. Perso nei propri pensieri, solo dopo qualche secondo si accorse che Salem stava parlando con lui.
Andiamo, si è svegliato.” disse l'egiziano, alzandosi in piedi.
Come fai a saperlo?”
Istinto”
Che fossero legati da una sorta di legame fraterno o da una magia arcana, così come da un semplice incantesimo, non avrebbe saputo dirlo.
Si diresse quindi al piano superiore assieme all'egiziano, raggiungendo l'infermeria in pochi minuti, dove ora Ash si era tirato a sedere, intento a strofinarsi un occhio per il lieve status post sonno ancora presente nel suo corpo, se così si poteva dire. Nel vederli arrivare, sorrise entusiasta.
Quanto ho dormito?”
Troppo, mio caro, è ora di rimettersi al lavoro o il caro Oskar ne farà le spese” lo riprese ridacchiando il fratello, andando a sedersi sul bordo del letto, osservandolo. In realtà tutti sapevano che a Oskar di quella faccenda non importava assolutamente nulla e se avesse voluto, sarebbe potuto fuggire all'istante in uno dei propri soliti posti dimenticati da Dio, godendosi i prossimi venti o trent'anni, continuando a creare scompiglio come al solito. Fugge sempre, lo sanno tutti. E nemmeno per codardia, quanto perché reputa ogni cosa una seccatura.
Ci pensò Gilbert a chiamarlo, tornando a riunire tutti e quattro nella stessa stanza, pronti ad ascoltare le spiegazioni dell'egiziano ancora a letto.
Dovette concentrarsi un po' per cercare di reprimere momentaneamente la follia che lo attanagliava ormai da qualche centinaio di anni, ma dopo diversi respiri e un'applicazione momentanea di un sigillo cartaceo a sé stesso, trovò la concentrazione necessaria. Il suo sguardo era diverso, in un certo senso. Dolce, rilassato e giocoso come sempre, ma allo stesso tempo determinato e consapevole che avrebbe avuto a disposizione poco tempo.
Sono quasi certo che fosse un ghoul, un soggiogato di qualche vampiro per il tipo di sentimento che ho sentito. La disperazione del subconscio, mista al dovere di assecondare il volere del padrone...nessun Nascosto sano, per così dire, avrebbe provato emozioni tanto contrastanti, a meno che non fosse stato minacciato di morte.” iniziò a spiegare.
Ovvio che partirono le lamentele di Oskar con tanto di insulti verso i vampiri. Non sanno proprio stare buoni quei dannati, a sentire ciò che diceva o sembrava saperne.
Suppongo dovremmo andare a trovare anche loro...” sospirò Salem.
Non se ne parla, sono stufo di fare la palla da biliardo tra istituti e covi vari, che vengano a prendermi se vogliono!” sbottò Oskar.
In effetti iniziava a sembrare una partita a flipper, con loro sballottati di qua e di là come piccole palline metalliche. Ovviamente la pazienza del corvo aveva un limite.
Datti una calmata e vediamo di risolvere la cosa, ok? Magari potremmo chiedere al capo clan di raggiungerci da qualche parte.” propose Salem.
Il ragionamento non faceva una piega, se si fosse parlato di persone normali. Mondani, streghe o stregoni forse, ma tirare fuori dei vampiri dal loro covo per chiedergli un incontro, equivaleva a chiedergli di rendersi vulnerabili. Contando anche la luce diurna. Sospettosi per natura, non si sarebbero mai presentati in un piccolo gruppo a sé stante, quando potevano godere della protezione del clan. In teoria.
Inviarono un messaggio di fuoco diretto ai Lowtower, che prontamente risposero con gli indirizzi che i vampiri erano soliti frequentare in città. Rimasero sorpresi nello scoprire che il capo clan era una ragazza piuttosto singolare, ma che allo stesso tempo sembrava esserci un individuo altrettanto influente in città.
E questo come cavolo si pronuncia?!” sbottò ancora una volta Oskar, fissando il foglio, su cui erano riportati non solo gli indirizzi in lettere latine, ma anche...cos'era quello, cinese?
Quindi iniziarono a partire insulti anche ai cinesi. La cosa fece ridere Salem e preoccupare Gilbert. Oskar ne aveva proprio per tutti, senza contare etnia, genere, religione, politica. Per lui tutti avevano qualcosa da criticare, era nel suo carattere, quando ci si metteva, come in quel caso, ormai spazientito.
Ma al momento non aveva importanza, poiché la precedenza andava alla capo clan, una certa Allison Scoresby, una anglo-americana “fuori dagli schemi” a quanto gli avevano raccontato. Dopo essersi quindi assicurati che Ash stesse bene e fosse in grado di rimettersi in piedi da solo, non gli restava altro da fare che sistemarsi e avviarsi verso la prossima meta in tutta calma, poiché avrebbero dovuto aspettare il tramonto. Gilbert già lo immaginava che non si sarebbe dovuto aspettare nulla di buono, ma era curioso di capire quanto fossero particolari i Nascosti di quella città.

Camden Town, ecco la loro prossima meta. Quartiere singolare per i suoi mercati e negozi all'insegna del gotico, le luci brillanti, i locali vividi e altrettanto particolari. Insomma, quel piccolo quartiere era un sogno per qualsiasi giovane alla ricerca di un po' di brio notturno e i quattro stregoni lo sapevano bene, specie se il luogo pullulava di Nascosti. Peggio ancora nel sapere che l'indirizzo fornitogli dai Lowtower conduceva direttamente a un pub in stile gotico-rococò in un mix cozzante di epoche e colori che trovava luogo dall'unione di medievale e moderno, quantomeno al meglio impastato dal proprietario del locale. Come molti edifici presi a tema da qualche videogioco o simile, il pub sorgeva su due piani, presentandosi all'esterno come una sorta di Sagrada Familia in miniatura, una piccola cattedrale con guglie dall'apparenza antica, ma costruita completamente con macchinari e strumenti moderni, nonché materiali. Lo stile di Gaudì infatti non era comparabile alla struttura moderna, con intarsi rotondi sulle volte esterne, in prossimità delle grandi vetrate dai colori sgargianti, rappresentanti diverse creature mitologiche quali fate, vampiri, lupi mannari e altri invece che i classici temi cattolici riportanti spesso e volentieri la nascita e i miracoli del Cristo. Come il monumento spagnolo, ma non meno della stessa Notre Dame francese, iperboloidi, volte e paraboloidi nella struttura esterna non mancavano, così come i conoidi a formare le quattro guglie, una per ogni angolo della piccola cattedrale, che tendeva a svilupparsi più in altezza, che in larghezza.
Se vi chiedete dove fosse presente lo stile rococò in tutto questo, la risposta era all'interno della struttura. Superato un gruppo di Seelie intenti a ridere e scherzare, dopo aver fatto la fila come chiunque altro, non essendo raccomandati (benché Oskar avrebbe voluto bruciare il buttafuori all'ingresso) o muniti di pass speciale, riuscirono a entrare in quello che scoprirono essere un club non solo per vampiri, ma per qualsiasi Nascosto volesse farvi parte. Vampiri tanto clementi, in un certo senso, erano una novità per tutti.
All'interno le luci calde tendenti al rosso, o rosse completamente in alcune zone della cattedrale, splendevano e illuminavano solo parzialmente la piccola navata singola, composta di colonne elicoidali come il famoso monumento spagnolo, impreziosite da decorazioni lungo tutta la superficie, alla cui estremità si congiungevano le arcate semplici, definenti la struttura a croce latina tipica dei monumenti dell'epoca che si era voluta riportare. Le pareti in effetto pietra erano tuttavia decorate con modanature e dipinti repliche di opere famose, spesso francesi, affiancate o sovrastate da decorazioni quasi pacchiane e obsolete. Sollevando il capo, magari di giorno vista la scarsa luce, sarebbe stato possibile notare la ricercata pienezza del soffitto, con altre modanature, altre decorazioni in gesso o materiale similare, tutto in uno scuro grigio fumo perlescente, che la notte o al buio dava un effetto brillante grazie alla tecnica di glitter fosforescenti fini e non troppo vistosi. Il tutto per delineare le figure applicate al soffitto, nient'altro che angeli dagli occhi luminosi nel buio, quasi un effetto tapetum lucidum presente negli occhi degli animali, volendo dare la sensazione di essere non solo osservati, ma invidiati da quegli esseri tanto celesti, quanto intoccabili e lontani, che a parer loro neanche sapevano cosa fosse il piacere. Un bel pugno nell'occhio di architettura e arredamento, contando i cassettoni altrettanto eleganti in legno, le panche ai lati uguali a quelle presenti nelle chiese vere e un rosone sopra alla porta d'ingresso che con la luce della luna rifletteva sul pavimento l'ombra scura di un demone alato, forse lo stesso Lucifero. La quantità di riferimenti non solo al cielo, ma anche agli stessi Nephilim, con riferimenti razzisti, non mancavano di certo.
Era presente anche un secondo piano, o meglio un pianerottolo che non occupava tutta la superficie della navata o il soffitto non sarebbe stato visibile, creato in metallo scuro da cui era possibile accedere da una scala al fondo della sala. Ma con tutto quel caos, era difficile riuscire a vedere bene i dettagli.
Proprio un bel posticino...” disse con sarcasmo Salem.
Gli occhi di Gilbert erano fissi sul soffitto, quasi fosse più intento a ricercare un senso logico nello stile che altro, mentre Ash era tornato alla propria gioiosa pazzia per scelta. Che dire invece di Oskar, perfettamente a suo agio in mezzo a quel caos di gente che iniziava ad affollare la pista da ballo, ovvero tutta la superficie possibile del pavimento, affiancato da Salem, ora intento a cercare qualsiasi cosa gli fosse potuta tornare utile a trovare la capo clan.
Il soffitto è sbagliato. Avrebbero dovuto lasciare la formazione a intersecazione così com'era invece di riportarci le modanature ottocentesche, quello stile non c'entra assolutamente niente! Per non parlare delle sculture sulla destra messe lì a caso negli incavi...santo cielo, le riproduzioni del Bernini!” sbottò Gilbert, con grande sorpresa di tutti, voltatisi a guardarlo con un non so che di sconvolto. Forse lo avevano fatto perché erano lì per un nephilim morto e non perché l'idea di affiancare il Bernini a una sala gotica fosse un'idea di cattivo gusto...
Ma qualcuno alle sue spalle sembrò non apprezzare il commento, tanto da attirare la loro attenzione con dei borbottii sommessi gutturali, una sorta di ringhio di minaccia che avrebbe fatto seguire parole ben poco simpatiche se non fosse stato per l'aura dei gemelli. Quando l'uomo realizzò che Gilbert era con loro, abbassò lo sguardo e se ne andò in mezzo alla folla.
Oskar sembrò apprezzare il gesto, tanto da andare a mettere un braccio attorno alle spalle del francese, dandogli un lieve colpo alla spalla, tipico gesto per congratularsi.
Allora non sei inutile come sembri! Facciamone altri commenti scemi del genere, magari riusciamo a divertirci un po' scatenando una rissa.”
Non sono commenti scemi, è arte!” sbottò di nuovo Gilbert, gonfiando le guance.
Mentre i due si prendevano in giro e bisticciavano, Ash intravide un bancone e attirò l'attenzione degli altri tre, facendoglielo notare. Evidentemente il servizio bar non era assente e la cosa sembrava rendere felici tutti i presenti.
Più di un cliente infatti era seduto sui sedili rialzati dalle lunghe gambe in metallo, tipiche di discoteche e bar americani, rendendo a tratti la vista difficile del bancone, anch'esso in uno scuro materiale luminoso, che tuttavia non sembrava metallo. Avvicinandosi, era possibile notare che la superficie sembrava essere completamente decorata con motivi gotici alternati ai tipici gigli simbolo della casata reale di Francia e della famiglia Borbone. Per poco a Gilbert non venne un colpo nel vederlo. Avrebbe avuto voglia di bestemmiare in tutte le lingue che conosceva, ma si limitò a qualche imprecazione francese.
Come al solito pensò Salem alla questione diplomatica, spingendosi verso il bancone per chiedere al barista dove avessero potuto trovare Allison.
Chi la cerca?” chiese l'uomo sui trentacinque, tatuato da capo a piedi o quasi.
I Lowtower ci hanno autorizzato a cercarla per l'incidente riguardante il nephilim morto di qualche giorno fa. Non siamo in cerca di rogne, vogliamo solo scagionare uno dei nostri, siamo disposti anche a scendere a compromessi, non è un problema...”
Chi vuole intendere, intenda.
In quel momento, un sorriso furbo baluginò non solo sul viso del barista, ma anche su quello di una ragazza seduta su uno degli sgabelli, che fino a poco prima aveva dato le spalle al bancone, i lunghi capelli rosso fuoco lasciati sciolti sotto al cappello da cowboy, in stile con il resto dell'abbigliamento. Nel sentire il discorso, con un gesto veloce della mano aveva estratto una pistola giocattolo verde fluo e l'aveva portata alla testa di Salem, premendo il grilletto. Allo stesso tempo, dalla sua bocca era fuoriuscito un pallone creato con la gomma da masticare, che era esploso assieme al grilletto.
Bang!” disse lei, scoppiando poi a ridere.
Salem sospirò. Se avesse voluto fermarla, gli sarebbe bastato intensificare la propria aura e lei sarebbe soffocata. O le avrebbe dovuto far esplodere la testa con la forte pressione, visto che in fondo era già morta.
Nella risata infatti, i denti da cacciatore della notte erano stati ben visibili, ma lei sembrava non preoccuparsene.
Lui la squadrò da capo a piedi, curioso di capire il motivo di quel gesto, mentre lei non si era mossa di un millimetro, fissandolo con aria innocente, ma allo stesso tempo decisa, quasi avesse potuto saltargli addosso da un momento all'altro. E' una vampira, non si può pretendere.
Cerchi Allison, tesoro? Posso portarti da lei, se vuoi.” disse poi, senza smettere di fissarlo.
Il suo interesse nei confronti dello stregone era evidente, ma non si capiva bene dove volesse andare a parare o cosa le passasse per la testa. Forse era dovuto all'aura di Salem, percepibile da lunghe distanze se lui non la occultava, ora attiva più che mai per mettere soggezione a chiunque osasse sfidarlo. Nonostante la sua calma, era un'anima irrequieta.
La ragazza sembrò accorgersi solo dopo degli altri tre, curiosa e sorpresa di notare l'altro gemello, alla quale sorrise con nulla di buono in mente.
Ma siete due. Non mi dispiace nemmeno tuo fratello, potremmo anche vederci tutti e tre assieme...” disse, maliziosa finchè basta.
Ora basta coi giochi, ho bisogno di parlare con la tua capo clan. E' importante.” tagliò corto lui, osservando i suoi occhi verde dorato.
L'altra sembrò sospirare, scendendo dallo sgabello facendo stridere appena la pelle sotto a quei jeans fin troppo corti, la camicia a scacchi blu e neri annodata sotto al seno in un fiocchetto che attirava decisamente l'attenzione. Ai piedi tuttavia, erano ben visibili gli stivali americani in tinta col cappello.
Non ti porterò da lei gratis, voglio qualcosa in cambio. E' così che fate voi, giusto?”
Salem si mise a ridere, scuotendo la testa.
Senti, ci sono altre duecento persone almeno qui dentro che sapranno indirizzarmi da lei, non starò certo qui a pregarti. Mi basta un incantesimo per localizzarla, volendo.”
Non hai nulla di suo, non sai nemmeno che faccia abbia. Solo un nome. Puoi trovare una persona solamente con un nome? Io non credo...”
In effetti aveva ragione. Per quanto potesse localizzare le persone per etnia o razza grazie a una stima grossolana degli abitanti in città, trovare un singolo soggetto in quella bolgia senza sapere nulla, sarebbe stato difficile. Lo stregone avrebbe anche potuto ucciderla sul posto e cercare qualcun altro, ma quella specie di gioco sembrava divertirlo. Meno gli altri, che parevano volerlo uccidere da un momento all'altro, ma poco importava.
Quindi Salem si mise l'anima in pace, fingendo di dargliela vinta solo per accelerare i tempi e capire cosa volesse la ragazza.
Che vuoi?” chiese scocciato, sospirando.
Il sangue, ovviamente, che altro dovrebbe volere un vampiro? E il tuo numero, magari...”
Oskar scoppiò a ridere, mentre Gilber sbiancò, sul punto di svenire. Sembrava un circo degli orrori tutta quella storia, altro che un caso di omicidio da risolvere. Sballottati per la città tra nephilim scorbutici, lupi mannari distratti e ora questo! Troppo per uno come il francese, più rintanato nel proprio studio o al lavoro, che a contatto con le persone.
Dai Salem, dalle ciò che vuole e andiamo. Ha fegato, la ragazza...” ridacchiò Oskar.
L'egiziano fissò la donna per un istante, dovendo abbassare appena lo sguardo, data la differenza di altezza di circa dieci centimetri o poco più.
Se berrai il mio sangue, morirai”
Questo lo credi tu”
Quanti anni hai, ragazzina? Centocinquanta? Duecento? Tocca il mio sangue con la lingua e ti carbonizzerai come fossi alla luce del sole.”
Diciamo che quasi quattromila anni di differenza si sarebbero fatti sentire. E non poco. Sospirando, la ragazza gettò la spugna, abbassando lo sguardo, dovendo ammettere la sconfitta. Quando risollevò il capo sorrideva come una bambina, masticando la gomma con noncuranza.
Mi accontento del numero, allora” disse, allegra.
Con tutta la pazienza del mondo Salem si apprestò a cercare carta e penna per lasciarglielo scritto, dovendo quasi volutamente per forza sottostare alle sue condizioni. Era un gioco che voleva vedere come sarebbe andato a finire, tutto qui.
Ora mi porti da lei?” chiese poi, consegnandole il foglietto.
La rossa sorrise, continuando a muovere la bocca per masticare la gomma, infilando il foglio nella tasca posteriore dei jeans per poi fare strada verso il fondo della navata. Man mano che attraversavano la sala e la folla, la gente si fece largo per farli passare e tornare a ballare, qualcuno scocciato per essere stato interrotto dai quattro stregoni. Si accorsero che stavano raggiungendo la base della scala in acciaio nero e una volta raggiunta videro che l'entrata era sorvegliata da due guardie del corpo, una corda posta da un'estemità all'altra del corrimano indicava che era negato l'accesso a chi non disponeva dell'autorizzazione necessaria.
La ragazza tuttavia sembrava sapere il fatto suo e dopo essersi avvicinata a uno dei due uomini di guardia, gli aveva sussurrato qualcosa all'orecchio, ridendo come una specie di oca giuliva. Ciò le aveva garantito l'accesso al pianerottolo, con tanto di stregoni al seguito. La musica alta aveva impedito loro di sentire ciò che i due si erano detti, ma solo perché nessuno dei quattro aveva avuto voglia di attivare qualche incantesimo per poterlo fare. Con quattromila anni di esperienza alle spalle, difficilmente i gemelli trovavano qualcosa in grado di fermarli, se solo avessero voluto, ma si sapeva che la noia era ormai all'ordine del giorno per loro.
Non impiegarono tanto a raggiungere il pianerottolo, giusto un paio di rampe e via, prima di procedere per una specie di sala d'attesa con tanto di poltrone e divani in pelle, oltre che tavolini e qualche persona in cerca di intimità. Evidentemente quella era la zona riservata ai vip, munita di tutti i comfort oltre che di freccette e biliardo.
Al termine della sala, in open space con il piano inferiore, una tenda separava a metà l'intero pianerottolo, con altri due bodyguard a guardia del centro, dove probabilmente c'era l'apertura verso un'altra stanza. La tenda infatti nascondeva una parete in cartongesso o simile, e venne aperta dai due uomini ai lati per scoprirne una porta, nella cui serratura la ragazza inserì una chiave estratta dalla tasca anteriore dei jeans.
Fece strada all'interno, anch'esso una specie di pugno in un occhio in termini di arredamento, che contava una scrivania, una poltrona, un letto per le occasioni meno formali e diversa mobilia più o meno antica. Delle due stanze, quella era l'unica chiusa, come una scatola scura fluttuante nel bel mezzo del nulla, se non fosse stato per il pavimento metallico alla sua base, ricoperto finemente perché non lo sembrasse una volta sopra, ovviamente.
La musica veniva attutita un bel po' dalle pareti, scure e luminose allo stesso tempo per il nero e la presenza di oro ovunque, anch'esse riempite delle più strane forme decorative di epoche diverse.
Dunque, stavi dicendo che è morto un nephilim e siete disposti a insabbiare la cosa.” disse a un certo punto la ragazza, prendendo posto su una poltrona fucsia, le gambe su uno dei braccioli, il busto sull'altro lato.
Fece cenno di sedersi dove volevano, come fosse a casa propria. Ogni forma di divertimento era sparita dal suo viso, lasciando spazio a ciò che era veramente sotto a tutto quel trucco non solo dovuto al vero e proprio make up, nel complesso nemmeno esagerato, ma anche a quei modi di fare da donna vissuta. Una sedicenne o giù di lì dal viso perfetto, marmoreo e ben visibile sotto alla luce leggera, ma presente nella stanza.
Il pallore della ragazza, in contrasto con quei capelli rosso fuoco tinti quasi a far concorrenza a uno degli stili di Rihanna, risaltava bene con il resto della sala, più intima rispetto a sotto, ma altrettanto confusionaria.
I quattro presero posto chi sul bordo del letto, chi sull'ennesimo divanetto, come fosse una specie di riunione per prendere il the delle cinque, più che un incontro con il capo clan dei vampiri.
Vorremmo parlarne con il capo clan, se non ti dispiace” accennò Gilbert, ancora sconvolto per quel caos di stile, inguardabile ai propri occhi.
Salem e la ragazza ridacchiarono, Oskar gli lanciò l'ennesimo sguardo atto a farlo sentire imbecille, sorridendo a prenderlo in giro, mentre Ash sgranocchiava delle patatine raccattate al piano di sotto. Come al solito la sua follia lo rendeva eccentrico e fuori contesto nel gruppo.
Allora è meglio che iniziate a parlare, perché lo avete davanti” rispose lei con educazione, sorridendo come una bimba dispettosa che ha in mente nulla di buono.




Questi quattro personaggi appaertengono alla sottoscritta, gradirei che non infrangeste il  copyright e non li riutilizzaste nelle vostre storie, salvo permesso.
L'opera originale "Shadowhunters" e personaggi annessi, sono di proprietà di Cassandra Clare. Ogni riferimento a luoghi, fatti e persone è puramente casuale, mi scuso in caso di omonimia.

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N.A: chiedo scusa per il ritardo ma tra vacanze e cose varie mi sono ritrovata a dover rallentare le tempistiche ^^ spero di poter riprendere a cadenza regolare, a presto
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Capitolo 8
*** 7.When the devil caresses you... ***


Se Gilbert non svenne sul posto dopo essere sbiancato e successivamente arrossito, fu solo grazie alla propria tempra, in grado di sorreggerlo nei momenti più impensati. Davvero, a lungo andare si sentiva sempre più stupido e come biasimarlo con due colleghi millenari e uno che ti tratta da idiota anche quando non te lo meriti. Piccolo topo di biblioteca, non è colpa sua se s'intende più di cose passate che di cose recenti e come dire...vive.
In ogni caso pareva che tutti si fossero accorti chi avessero davanti. Tutti tranne lui, ovvio.
E' quello che ho detto” confermò Salem, riprendendo il discorso.
L'impazienza di Oskar iniziava a farsi sentire e loro parevano non avere altro tempo da perdere. La cosa andava risolta tra Nascosti, magari trovando un capro espiatorio, una persona perfetta da incastrare al momento giusto.
La vampira parve pensarci su, come se la cosa andasse ben oltre la semplice questione che veniva posta ora dai quattro. Perché uccidere qualcuno e insabbiare il tutto per loro era considerata una “questione semplice”. Gilbert iniziò a pentirsi di essere finito in quel caos. A dirla tutta aveva iniziato a pentirsene da quando era stato convocato dai due gemelli, ancora intento a chiedersi il vero motivo per cui fosse stato chiamato, ma era stato talmente preso dalla cosa che per un istante sembrava quasi essersene dimenticato. No, non se n'era dimenticato. Per essere precisi, ora che si trovò a pensarci bene, Salem non gli aveva mai detto per quale motivo lo aveva convocato, né perché fossero stati loro a volersi occupare del caso. Era così e basta. La questione andava rivista, poco ma sicuro, solo che al momento non gli parve il caso di immischiarsi nel bel mezzo del dialogo con una capoclan vampira.
Se vi dicessi che ho la persona perfetta da mettere in mezzo, cosa mi offrireste in cambio?” disse Allison, interrompendo i pensieri di Gilbert.
Oskar soffiò una risata, scuotendo la testa. Se prima in mezzo alla bolgia pareva essere a proprio agio, ora seduto dove stava, in quella posizione all'apparenza rilassata e tranquilla, sembrava una perfetta statua marmorea dallo sguardo raggelante. Bello e dannato.
Noah Lowtower e il nostro Gilbert sono diventati amici. Intimi.” Malizioso nel dirlo. “Sono certo che il loro scambio interculturale servirà a garantire armonia tra Nephilim e Nascosti, senza contare la questione riguardante il mannaro. Anche lui è stato coinvolto, a sua insaputa, ma coinvolto. Bisogna trovare un colpevole, mia cara, un colpevole che non sia un vampiro del luogo o i cagnolini avranno da ridire, penseranno che gli avete dichiarato guerra, e con un cadavere angelico di mezzo, sappiamo tutti chi andrà a sostenerli.” iniziò lo stesso corvo.
Non siamo intimi!” sbottò Gilbert, avvampando in viso.
Oskar squadrò la ragazza con intesa, lasciando immaginare il resto ai presenti, ovvero che lui aveva ragione e la cosa era stata perfettamente calcolata sin nel minimo dettaglio. Chiaramente a Gilbert la cosa non fu altrettanto comprensibile, sebbene notò che lo sguardo della vampira si fece più intenso, l'espressione divertita su quella pelle diafana dovuta alla trasformazione.
Potete garantirmi la sicurezza del mio clan per mezzo del ragazzo nephilim e di questo stregone?” osservando e indicando Gilbert come se non fosse lì a sentirli.
Nella frazione di secondo in cui il francese realizzò la cosa, tutto parve come bloccarsi nella propria testa. I suoni giungevano ovattati, le luci sempre più fastidiose sugli occhi, tanto da iniziare a fargli percepire una sensazione sgradevole allo stomaco, come un improvviso senso di nausea dovuto alla bassa pressione, capace di privarlo delle proprie forze e lasciarlo confuso, spaesato.
Mentre gli altri tre rimasero a parlare, lui dovette allontanarsi per uscire dalla stanza e successivamente dal locale, rimanendo appena fuori dall'entrata. Vomitò senza pensarci due volte, senza trattenersi per decoro come sarebbe stato solito fare e se avesse potuto sputare anche l'anima, ci avrebbe messo anche quella.
Realizzò ben presto che tutta quella storia non era stata altro che una farsa. L'essere convocato lì, quei tre disposti a venderlo in quel modo. Più che altro che si aspettavano, di poterlo usare a loro piacimento e potergli scaricare la colpa in quel modo? Non capiva bene tutta quella storia, ma in un certo senso si era fatta troppo contorta per il proprio animo tanto semplice, quanto buono. Perché si potevano dire molte cose di Gilbert, che fosse timido, giovane e anche inesperto vista la propria vita passata sui libri piuttosto che ad avere a che fare con le persone in carne ed ossa, con le opere d'arte vecchie di millenni, quando lui stesso è stato salvato da due stregoni millenari.
La vita fa schifo. O forse è lui ad essere sbagliato. Centocinquant'anni trascorsi a fare cosa? A studiare cosa? Ma soprattutto per chi?
Troppe domande e nessuna risposta. Nessuna per cui valesse la pena pensarci in quel momento.
Rimase lì, sedendosi a terra, per quelli che gli parvero secondi, minuti o forse ore, a ben pensarci non saprebbe dirlo nemmeno oggi con certezza, non volendoci più pensare, finchè qualcuno non lo rggiunse, accucciandosi per essere alla sua altezza, una caramella gommosa a forma di verme portata alle labbra e ai denti nel tentativo di staccarle la testa.
Tutto bene, piccino?” chiese Ash, sorridendogli.
Ti prego, basta. Sono stanco di essere trattato come un imbecille, basta...per favore...”
Che fosse stremato lo avrebbe capito chiunque, stanco e stufo di tutta quella storia, di essere sballottato in giro per una questione che non avrebbe nemmeno dovuto coinvolgerlo, per fargli avere una crisi di nervi.
Di Gilbert si potevano dire tante cose: che fosse timido, a tratti ingenuo, forse non la persona più espansiva del mondo, vista la propria natura da studioso, una specie di nerd del Mondo Nasosto, per metterla in termini semplici, ma di certo non si poteva dire che fosse malvagio. Neutrale fino a prova contraria, veramente buono in caso di necessità. Di norma non si faceva prendere da questioni che non lo riguardavano, ma era capace di intervenire se la situazione lo avesse richiesto. A modo proprio, certo, con la diplomazia, piuttosto che con la forza bruta. Quella era prerogativa di Oskar.
Ash sospirò, sedendoglisi di fianco, per qualche istante come volesse sembrare il più normale possibile, come trattenuto da qualcosa.
Hai capito che è successo lì dentro?”
Ma mi credete davvero così stupido?!”
Non ho detto questo. Ti ho chiesto se hai capito per filo e per segno ciò che è accaduto e sta accadendo.”
L'egiziano parve quasi serio per un istante, mentre gli occhi verdi, eterocromici per i due verdi diversi ma pur sempre verdi, del francese andarono alla ricerca di qualcosa o qualcuno lì attorno. Non che cercasse davvero qualcosa, semplice nervosismo. Le ginocchia vennero tirate al petto dal più giovane e le gambe circondate con le braccia, come se in quel modo avesse potuto difendersi da quell'attacco verbale.
Ho capito che mi avete usato per far stare tranquilli tutti, ecco che ho capito. Un Nephilim è morto, ucciso da un lupo mannaro che ha ricevuto un gingillo creato da Oskar, ma consegnato da un soggiogato di vampiri. La cosa mi fa pensare che fossero i vampiri stessi a voler uccidere il nephilim, ma hanno usato il mannaro per discolparsi. Oskar dice che si è limitato a vendere l'oggetto, il che fa di lui in un certo senso solo l'arma del delitto, ma non il colpevole. Quindi perché non andiamo dai Nephilim a dirgli che sono stati i vampiri?”
Se andassimo a dirgli una cosa del genere, i Nephilim darebbero il nulla osta ai lupi mannari di attaccare, probabilmente, e visti già i trascorsi per l'edificio, scoppierebbe una guerra interna tra clan. E chi pensi chiamerebbero a risolvere la situazione?”
Il sorriso di Ash per tanti era come ricevere una costante sensazione di calore e dolcezza, quando riusciva a mantenersi stabile per qualche minuto. E quella volta non fece eccezione. Empatico, lo stregone millenario era in grado di far sentire chiunque a proprio agio, se solo lo avesse voluto, quindi Gilbert si sentì pervaso da un calore e una sensazione mai provati prima, rassicurato, cullato con dolcezza, per così dire dalla magia naturale dell'altro.
Fu chiaro a entrambi il messaggio: con uno scoppio della guerra tra vampiri e lupi mannari, i Nephilim sarebbero dovuti intervenire e avrebbero chiesto a streghe e stregoni non solo il loro supporto, ma anche di ripulire il casino una volta sedato il problema.
Perdonami, ma sei ancora così giovane e inesperto che forse potresti non capire. Il nostro compito, oltre quello di farci i fatti nostri è quello di mantenere l'equilibrio. Se la città subisce danni perché due razze si scontrano, a pagarne le conseguenze saranno tutti.” riprese l'egiziano.
E i Seelie?”
La domanda lasciò sfuggire una risata allo stregone più anziano.
I Seelie non sono umani, Gilbert. Giocano ai soldatini con le loro stesse pedine e si schierano dalla parte di chi vince. E' il ciclo naturale delle cose.”
Metà angeli e metà demoni, non c'e da stupirsi se abbiano un comportamento tanto neutrale. Quindi Ash stava parlando di tregua, ma a lui le cose sembrarono ancora troppo confusionarie. Avevano tutto il quadro generale della cosa, ciò che non gli tornava era il motivo di un'azione simile.
Perchè i vampiri hanno attaccato i Nephilim?”
Volevano scaricare la colpa sui lupi mannari, visto che loro gli hanno rubato il palazzo in cui siamo stati, a quanto diceva Allison. Noi ci siamo finiti in mezzo perché Oskar era stato sospettato di aver creato l'oggetto, ma come biasimarlo, fa questo per vivere. Non ha mai negato di essere stato lui a creare l'anello e di averlo venduto, solo che giustamente non si ritiene responsabile per dove questo fosse andato a finire. Come dicevi tu prima, lui è solo un'arma che è stata impugnata da qualcuno, se commetti un omicidio sparando a qualcuno, fai causa a chi ha sparato, non al produttore dell'arma.”
Altrimenti addio fabbriche di coltelli, Colt e Winchester. Tutto questo caos per una rissa tra razze in clan di Nascosti di una delle città più influenti d'Europa. La cosa aveva senso per il francese, ma non lo mise certo di umore migliore, facendogli tornare quel senso di vomito che sentiva poco prima.
Quindi vuoi aiutarci a sedare il casino?” chiese quindi Ash, sorridendogli.
Per un attimo Gilbert si soffermò a osservarlo, nella carnagione abbronzata, i capelli bianco argento sbarazzini, con i ciuffetti ribelli sul collo e sulla fronte, talvolta fissati da una mollettina, talvolta lasciati liberi di vagare al soffio del vento e quei due rubini rosso sangue al posto degli occhi. Stupendi, nulla da dire, sebbene al momento l'umore dell'altro non fosse dei migliori. Si limitò ad annuire, facendosi aiutare a rialzarsi, prima che anche gli altri due uscissero dal locale e li raggiungessero.
La follia di Ash tornò a farsi sentire, la caramella ora in bocca, lasciata penzolare come fosse una preda di caccia, per lanciarsi addosso al fratello, sempre serio e composto.
Ora è tutto sotto controllo, dobbiamo solo avvisare i Nephilim che ci siamo occupati noi della questione e loro scriveranno un verbale da inviare al Conclave.” dichiarò Salem.
Ennesima questione che Gilbert non seppe spiegarsi, il motivo per cui quei due tenevano tanto alla neutralità e alla collaborazione con il Conclave, se di fatto ne avevano rifiutate le regole e le lettere di convocazione, alla quale non avevano mai risposto. Forse poteva trattarsi delle loro Case di Magia, sebbene avrebbero potuto benissimo spostarla in fretta una casa vittoriana di quelle dimensioni. Non aveva importanza ora, l'unica cosa che contava era sistemare quel pasticcio e tornarsene tutti a casa.

Nei due giorni successivi, vista l'ora con la quale avevano terminato al locale, tutti e quattro si diedero da fare per sistemare il sistemabile e lo stesso Oskar si propose di portare ai Nephilim prove, verbali e quant'altro, dopo aver raccolto le deposizioni di entrambi i clan Nascosti, per dimostrare la neutralità della propria posizione.
Gilbert si rese conto di essere stato usato, a fin di bene, ma pur sempre usato, rimanendo in contatto con il giovane Lowtower per sapere se avesse voluto saperne di più sui Nascosti o anche solo per trovarsi a bere qualcosa ogni tanto, magari con il giovane figlio di Nick, lupo mannaro anche lui, in una sorta di piccola combriccola tranquilla. Non sapeva che sarebbe stato l'inizio di un'amicizia e in parte ne fu soddisfatto per ciò che il futuro gli avrebbe portato.
In quanto ai gemelli, tornati alla Casa di Magia, spostata ora a Shoreditch Park, con applicato il solito incantesimo per cui i Mondani avrebbero dovuto naturalmente evitare la zona senza un motivo logico, puro e semplice istinto governato a loro insaputa dalla magia.
All'interno della casa il profumo di pulito, panni stesi e buona cucina dilagava imperterrito, con schiamazzi di bambini a destra e a manca mentre le inservienti sembravano impegnate a sfornare biscotti o qualche dolce simile, magari un plumcake fresco di forno.
In soggiorno i gemelli impegnati uno a leggere le notizie dei Mondani, l'altro a giocare in giro con fiori di luce magici o altri trucchetti simili.
Due tazze di the posate sul tavolino di fronte ai divani, il camino acceso ed entrambi in pigiama per ciò che concerne la comodità domestica, quello di Salem sobrio, un blu notte con righine verticali a formare una trama simile al tartan, quello di Ash bianco e rosso, con i pantaloni colorati, la maglia candida con un bel muso tondo di gattino grigio in stile cartoon cucito sopra, lasciato aperto ai lati in modo che fungesse anche da tasca.
Intento ancora a giocare, Ash si fermò dopo poco a guardare ciò che stava facendo il fratello e dopo averlo visto posare la tazza sul tavolo, si decise a saltargli addosso alle spalle, lo schienale del divano a frapporsi tra loro, le braccia buttate al suo collo in un abbraccio affettuoso.
Fratello!” gridò senza il minimo preavviso, tanto da far sobbalzare l'altro.
Diamine Ash, davvero dovrei rinchiuderti allo zoo...” sospirando.
L'altro parve divertito dalla cosa, ridacchiando allegramente come un bambino, scuotendo poi la testa al suo dire.
Sarebbe come rinchiudere una parte di te”
Quel sorriso dolce, spontaneo, ricco di sentimento, quasi ruppe la calma di Salem, che per un attimo si trovò a fissarlo con gli occhi quasi lucidi. Posò il giornale sul tavolo e aiutandosi con la magia trasse a sé l'altro, per stringerlo tra le braccia come quando erano bambini. Una smorfia quella che comparve sul volto del più serio dei due, il senso di colpa a farsi strada tra le viscere.
Potrai mai perdonarmi?”
In un primo momento Ash rimase confuso, ma alla domanda sorrise con dolcezza, accarezzando la testa del fratello con fare dolce e premuroso.
L'ho già fatto centinaia di anni fa, smettila di tormentarti”
Ma tu non dovresti sopportare certe cose se io...”
L'indice di Ash venne posto sulle labbra del fratello, lasciando la frase in sospeso. L'ennesimo sorriso elargito dal folle, ora più dolce dello zucchero stesso, andando poi a posare la fronte su quella dell'altro, comprensivo.
Sopporto ciò che ti avrebbe distrutto se non avessimo agito in questo modo. Sopporto ciò che tu non sei in grado di gestire. Sopporto e lo farò in eterno per te, fratello mio. Se tu muori, io muoio con te. Ti amo e lo sai.”
Un amore puro, fraterno, con un legame indissolubile, stretto dal sangue, dalle cellule che li rende fisicamente uguali, dalla magia e da quella sintonia che solo due gemelli possono avere.
Il sorriso di Salem tornò a mostrarsi sul suo volto, mentre accarezzava il fratello con dolcezza fraterna.
Anche io ti amo.”
Ash sembrò pensarci su poco dopo, cambiando argomento come se nulla fosse, come al solito, data la propria eccentrica follia.
Dici che Gilbert se la sia presa? E poi Oskar non lo abbiamo più sentito, sei sicuro che ha davvero consegnato le prove senza incendiare tutto l'istituto?” una risata dopo le parole, ben conscio del fatto che lo stregone oscuro non è esattamente la persona più buona del mondo.
Salem scosse la testa, ridacchiando a propria volta.
Se avesse distrutto l'istituto, ce ne saremmo accorti. Ci ha garantito che se ne fosse uscito pulito, non avrebbe mosso un muscolo contro i Nephilim di questa città, né contro chiunque altro. Di sicuro sta tramando qualcosa, o ha qualcosa da guadagnarci, non è da lui intervenire solo per discolparsi, il Conclave lo cerca da sempre, se non l'hanno ancora sbattuto in prigione a Idris è per la rete di conoscenze che si è costruito in queste centinaia di anni. Non è stupido, Ash, lo sai bene anche tu.”
A loro basta che la loro Case di Magia siano al sicuro ben lontane dalle grinfie degli shadowhunters, il resto è tutto di contorno. Entrambi si guardarono poi con aria furba, la malizia di ciò che loro sanno e che al resto del mondo è oscuro si fece largo sui loro volti, rendendoli ancora una volta complici di tutto e di nulla, in un silenzio complice che tutto dice e nulla spiega, la necessità di parola a scemare mano a mano.

Compito arduo il proprio, consegnare prove, deposizioni di persone, clan, ospiti...la tentazione di bruciare tutto era forte, ma poco importava quando tutto ciò ti sfama e ti sfamerà per il resto dei tuoi giorni. Quasi.
Diretto all'istituto della capitale, il corvo fu tentato di mandare tutto all'aria, odiando a morte quei maledetti figli dell'Angelo che si credono Dio in persona, ma visto il guadagno e le prospettive, non si sarebbe tirato indietro nemmeno se si fosse trattato del presidente in persona.
Varcò la soglia dopo i dovuti controlli, avendo annunciato tramite messaggio di fuoco il proprio arrivo, giusto per non mettere in allarme l'intero edificio o i Nephilim stessi. Che schifo i guerrieri angelici, gli sanno da quegli eroi in armatura, come i cavalieri di una volta, stereotipati e tutti uguali nell'onore e nel rispetto delle tradizioni. Per quanto anche lui sia tradizionalista, certe cose sono decisamente passate di moda.
Seccato nell'avanzare all'interno della struttura, si diresse verso l'ufficio del capofamiglia dopo aver intravisto un Noah Lowtower di troppo gironzolare lì attorno, osservandolo come fosse una specie di fenomeno da baraccone. In tutta risposta lo stregone in elegante giacca e cravatta nero come il buio, lo fulminò con lo sguardo dapprima di ghiaccio, poi di fiamma, levandosi di dosso il glamour per rendersi più credibile. Semplice tecnica intimidatoria la propria, nulla di magico o particolare.
Raggiunto lo studio, attese di essere annunciato da chi di dovere, dopo aver bussato alla porta, come l'educazione impone. Annoiato, si mise a guardarsi le unghie con noncuranza finchè un “avanti” proveniente dall'interno non gli lasciò il via libera.
Cartellette alla mano, non si fece ripetere nulla, per entrare nella sala ben poco semplice, visto l'arredamento. Per lo più legno, con camino in pietra levigata dalla grezza, a mantenerne uno stile un po' country, legato in parte alla natura inglese. La mobilia tutta in legno scuro ricordava quella dei college, consistendo in una scrivania, due divanetti con poltroncina e tavolino e un paio di sedie il tutto dalla tappezzeria tendente al verde, in un tessuto simile al velluto impiegato tra la fine dell'ottocento e gli inizi del novecento. Soprammobili qua e là ricordanti angeli o simboli tipicamente Nephilim riempivano la parte superiore del camino e a illuminare il tutto un'enorme vetrata anch'essa raffigurante un angelo, Raziel, ritratto con gli Strumenti Mortali e con rune di diversa natura sparse un po' ovunque nella cornice e nelle vetrate ai lati.
Charles Lowtower sostava seduto alla scrivania in fondo alla sala, alle sue spalle la vetrata a illuminarlo, come il figlio dell'Angelo che era, almeno per ciò che concerne il sangue, figlio di ben altro secondo il parere personale di Oskar.
Hai portato i documenti?” chiese Charles.
E tu hai portato i soldi?”
Sfacciato quando serve, il corvo lo fissò con aria di scherno per i successivi venti secondi almeno, prima che l'uomo sospirasse e si piegasse di lato, aprendo uno dei cassetti della scrivania, estraendone una busta piuttosto spessa.
Tutti uguali voi stregoni, non pensate ad altro che al denaro...in ogni caso i tuoi servigi terminano qui. Non credo che la mia famiglia avrà bisogno ulteriormente di te, puoi andare.” riprese l'inglese, sventolando la mano come se l'altro fosse un cane o qualcosa di simile.
Il tono e il gesto non piacquero per nulla allo stregone oscuro, ben più che propenso ad accendersi come un fiammifero per un nonnulla. Letteralmente.
Posate le cartelle e recuperati i soldi, infilati all'interno del cappotto, tornò a fissare l'altro, nervoso.
Attento a come parli, Nephilim. Sarai anche un figlio dell'Angelo protetto dal Conclave, ma non mi lascio intimorire da un pidocchio come te. Mi basta uno schiocco di dita per carbonizzarti, creare un fantoccio che muoia tra una settimana per arresto cardiaco e aprire un portale per andarmene chissà dove.”
Fai presto a parlare, quando accetti soldi da coloro che disprezzi”
Non esistono amore o disprezzo negli affari, dovresti saperlo. In più hai un bellissimo figlio. Non vorrei che per colpa di un padre tanto vile, quanto stupido, possa rimetterci la lingua, o perché no, un arto...”
Il Nephilim parve sbiancare. Pallido, si alzò in piedi, guardando lo stregone sotto shock, il labbro tremolante, gli occhi sbarrati per la preoccupazione, la sudorazione e la salivazione in aumento. Terrore, vero e proprio terrore che Oskar potesse fare del male alla sua famiglia.
Chiamerò la sicurezza!”
Chiamali pure, carbonizzerò senza pietà anche loro. Oppure digli tutto, digli che lo stregone ti ha minacciato dopo che gli hai dato dei soldi per aver messo a punto il brillante piano relativo all'uccisione del tuo rivale. In fondo Noah non avrebbe mai avuto le porte aperte con quello di mezzo. Cos'era un cugino? Uno zio? Tanto siete tutti parenti.” Un sorriso sadico comparve sul suo volto, facendolo apparire ancora più minaccioso di quanto già non fosse. Si avvicinò all'uomo, la mano portata ad accarezzargli il viso con malata malizia, nessun tipo di lascivia o attrazione, solo puro e semplice divertimento.
Quindi chiamali pure. Racconterò a tutti ciò che mi hai chiesto, compreso tuo figlio e poi mi divertirò a massacrarvi tutti quanti, si sa mai che alla fine lui decida di darmi una mano. In fondo quale shadowhunter lo vorrebbe mai un padre del genere?”
Non ci volle molto per vedere il Nephilim cedere, ricadendo sulla sedia dalla quale si era alzato poco prima, scoppiando in lacrime per la disperazione. Se qualcuno lo avesse scoperto, sarebbe stato condannato di sicuro. Un traditore, un assassino della propria razza e della propria famiglia. Lo ha fatto per suo figlio, per garantirgli un futuro o da solo non avrebbe mai potuto arrivare da nessuna parte vista la scala gerarchica imposta agli shadowhunters. Sarebbe morto sul campo, non sarebbero mai potuti tornare a Idris. Ma nulla si può mai dare per certo, lui ci ha provato.
Ti prego non farlo. Non dire nulla. Ti darò altri soldi, ti darò quello che vuoi!”
Ennesimo sorriso a increspargli il volto, la malizia mista alla furbizia di chi in pochi giorni era stato talmente abile da manipolarli tutti, dal primo all'ultimo.
Assicuratosi che i vampiri avessero ricevuto il proprio dono, aveva preso accordi con la capoclan per far si che uno dei suoi soggiogati desse l'anello al giovane lupo mannaro, che avrebbe perso il controllo e aggredito la persona specificata dalla magia stessa, a sua insaputa ovviamente. Ad Ash infatti con la sua magia non era stato chiesto di vedere l'aggressione, ma il venditore dell'anello, motivo per cui l'aggressione rimane tutt'oggi nella parte più segreta della mente di Sam, il lupo mannaro aggressore, non conscio delle proprie azioni. Ma Oskar potè ben immaginare come fosse andata, l'anello e la gemma erano stati incantati da lui e oltre al meccanismo programmato per scattare alla pressione, non si spiegherebbe come quella si fosse attivata. La risposta? Riconoscimento della persona come un comune incantesimo di localizzazione. Nervosismo indotto al giovane lupo, una spinta, da cosa nasce cosa e il veleno era penetrato nella sua pelle, avvelenandolo.
Il tutto per uno stupido palazzo tirato in ballo che i due clan si rubavano a vicenda in continuazione. Semplice e pulito, gli era poi bastato avvisare i gemelli con un tramite delle accuse mosse dall'istituto e dalla comunità Nephilim di Londra, mobilitandoli con la scusa di proteggere l'illegalità delle Case di Magia non regolamentate e sottoposte a ispezione da parte del Conclave. Nulla di più scontato. E per ultimo, ma non meno importante, la chiave a completare il puzzle: Gilbert. Giovane, ingenuo, perso nella sua convinzione che Nephilim e Nascosti possano andare d'accordo tra loro. Aveva chiesto lui una persona simile ai due gemelli, ma mai si sarebbe aspettato un simile babbeo.
Voglio il nulla osta per entrare e uscire dalla città, che i Nephilim non si mobilitino quando sanno della mia permanenza qui, voglio essere lasciato in pace.” esordì lo stregone. “E un altro paio di cose, la mia lista della spesa non è finita, non temere. Non ostacolare tuo figlio e Gilbert Lefevre. Se dovessero diventare amici, parenti o amanti, ostacolali e tornerò a farti visita, ma soprattutto...”
Una foto venne estratta dall'abito del corvo, ritraente una giovane bimba bionda, i tratti tipici di una creatura marina per ciò che concerne le orecchie allungate come due piccole pinne laterali e gli occhioni azzurro acqua a illuminarle il viso d'angelo.
Si chiama Carol. Carol...” in un primo momento non seppe che aggiungere, pensandoci qualche secondo, distogliendo lo sguardo prima di tornare a fissare l'altro. “Carol Svart. Voglio che abbia la vostra protezione in qualsiasi momento dovesse entrare nei confini del Regno Unito. So che a Belfast c'è un altro istituto, va avvisato in caso fosse necessario, ma la priorità va a questa città. Essendo immortali, la scadenza andrà alla tua morte, sarà una responsabilità della tua famiglia assicurarsi che lei sia al sicuro quando non è con me, il che vuol dire per i prossimi due anni almeno. Se lei muore, mi occuperò personalmente di distruggere ogni, singolo, membro della tua famiglia, siamo intesi? E sai che non scherzo.” Sorridendo soddisfatto, ben consapevole di avere il coltello dalla parte del manico. “Non ci provare a farmi uccidere, ho già avvisato un amico che se non dovessi sopravvivere a questo incontro, dovrà recarsi all'istituto di New York per comunicare direttamente con i rappresentanti dei Nascosti, che avviseranno il Conclave.”
Raggelante nello sguardo, terribile in quanto a furbizia, scherzare con lui equivale a giocare con il fuoco per rimanerne non ustionati, ma carbonizzati. E tutto non per un pugno di soldi, tutt'ora il caro stregone oscuro è più ricco di quanto possa permettersi di spendere un calciatore di fama mondiale, dati i suoi seicento anni di età, ma per una bambina. La sua bambina. Ancora piuttosto confuso in merito, sa che prima o poi si deciderà a portarsela via, crescendola come una strega normale, come si merita di essere, senza morti, distruzione e i Nephilim con le loro stupide regole. E quando ciò accadrà, avrà sotto controllo ogni cosa per lei. Quella è casa sua, dopotutto. E' in quella città che l'ha trovata ed è lì che intende garantirle sicurezza, oltre che nel proprio paese, la Svezia.
Tornato ai propri affari, vide l'uomo annuire, ancora in lacrime su una crisi di nervi probabilmente, ma l'accordo era stipulato e in trenta secondi un contratto magico su pergamena fece la sua comparsa, già scritto e timbrato, pronto solamente ad essere firmato. La diffidenza non è mai troppa.
Sei un bastardo...” disse l'uomo, digrignando i denti, esortato poi dallo stregone a firmare il contratto.
Lo prenderò come un complimento. Oh, basta una piccola goccia e si firmerà da solo.”
Sangue, ovviamente, che altro avrebbe potuto essere? E così fu siglato, con una minuscola goccia di sangue del nephilim, dopo essersi punto con uno dei propri tagliacarte, che dopo essere caduto sul foglio aveva preso a scorrere da solo, formando curve, punti e infine lettere, nella grafia di Charles Lowtower, lo stesso nome formatosi.
Ritirata la pergamena, Oskar la infilò nella giacca assieme al resto, salutando il nephilim che in meno di dieci minuti aveva risvoltato da capo a piedi, prendendolo per il collo, metaforicamente parlando, in attesa che si strozzasse da solo. Ormai lo aveva in pugno, lui così come tutto l'istituto, ovvero la sua intera famiglia.
E' stato un piacere, salutai tua moglie quando la vedi.” aggiunse, prima di uscire dalla stanza, diretto verso l'uscita.
Sarebbe uscito senza badare troppo al resto se non fosse stato per il solito Noah di troppo in giro a osservarlo e giusto per rigirare il dito nella piaga a quel poveraccio di suo padre, lo avvicinò senza troppi problemi.
Ehi, ragazzino! Scrivigli ogni tanto a Gilbert, mh? Sono sicuro che gli farebbe piacere sentirti ogni tanto, credo tu sia il primo Nephilim che conosce, quindi ti prego, tiramelo fuori da quel buco di museo in cui lavora!” disse, ridacchiando nel vederlo annuire con enfasi, prima di dirigersi verso l'uscita, deciso più che mai a sistemare le cose prima che la bimba potesse entrare a tutti gli effetti nella propria vita. Si diede due anni. Due anni per sistemare la casa, i portali, i negozi, ogni cosa che potesse renderla felice in un ambiente meno pieno di morte e cattiveria. Forse lui dovrebbe essere l'ultima persona a parlare di certe cose, ma al momento l'unica cosa che gli interessa è lei, il resto non conta.




Questi quattro personaggi appaertengono alla sottoscritta, gradirei che non infrangeste il  copyright e non li riutilizzaste nelle vostre storie, salvo permesso.
L'opera originale "Shadowhunters" e personaggi annessi, sono di proprietà di Cassandra Clare. Ogni riferimento a luoghi, fatti e persone è puramente casuale, mi scuso in caso di omonimia.

Per chi volesse, sono stati realizzati dei chibi dei personaggi, anch'essi di mia proprietà, li potete trovare qui.




Note: Finalmente questa storia ha visto una fine! Sono commossa XD Va bene, lo ammetto, tra impegni vari con l'università e altro sono stata parecchio impegnata, ma ammetto che alcune cose sono state lasciate in sospeso di proposito perché mi piacerebbe scrivere dei capitoli anche sugli altri personaggi. Vedremo se ne avrò il tempo ^^ per ora grazie a chiunque si sia preso la pazienza di leggere fino a qui, un grazie enorme, alla prossima, spero! <3

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