Ubi tu Gaie, ibi ego Gaia

di Eve79
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Presa di coscienza ***
Capitolo 2: *** Bugie ***
Capitolo 3: *** Mi ami? ***
Capitolo 4: *** Ti proteggerò sempre ***
Capitolo 5: *** Mettiti la maglietta campione ***
Capitolo 6: *** Me lo fai un sorriso? ***
Capitolo 7: *** Come se io e te fossimo destinati a stare insieme per sempre ***
Capitolo 8: *** Fosse per lui sareste già sposati ***
Capitolo 9: *** Non sono sicuro di volere questo, tra me e te. ***
Capitolo 10: *** Ho perso tutto quella notte. ***
Capitolo 11: *** Ce la caveremo ***
Capitolo 12: *** 330 ***
Capitolo 13: *** Non sarai mai più sola. ***
Capitolo 14: *** Chris, presentacela! ***
Capitolo 15: *** Un angelo illuminato dalle prime luci del mattino. ***
Capitolo 16: *** Era così che doveva andare. ***
Capitolo 17: *** Avevi fatto un patto con me. ***
Capitolo 18: *** Note dell'autrice ***
Capitolo 19: *** Papà, dormi con me questa notte? ***
Capitolo 20: *** Sì, lo voglio. ***



Capitolo 1
*** Presa di coscienza ***


Capitolo 1

“Avanti… Nicole sei la mia migliore amica, non lasciarmi come un salame” il ragazzo mi implorò, mi girai di scatto e lo guardai, “Oh dai, Chris, seriamente, mi ci vedi con un abito lungo a sfoggiare diamanti e dire quanto sia fantastico essere agli Oscar? Fallo tu per me, smettila di implorarmi per qualcosa che sai che non farò mai!” dissi continuando a mettere le magliette negli scaffali, “Niks, ho un’idea!” disse ruffiano, mi abbracciò da dietro e mi baciò la guancia, “Oh Chris, pendo dalle tue labbra!” dissi teatrale, “Facciamoci vedere insieme, come una coppia, poi vieni agli Oscar e per magia due giorni dopo esce la notizia che ci siamo lasciati, ma abbiamo mantenuto i rapporti” disse serio, “Sai qual è il problema Chris?” dissi mettendo le mani sui fianchi, alzò la testa per dire di continuare, “che ci credi seriamente nelle cose che dici, come puoi pensare che io e te potremmo fingere una relazione?” chiesi continuando a sistemare, si sedette su un gradino della scala a libretto, “così mi ferisci, credi seriamente che io possa essere un fidanzato così male?” chiese sorseggiando il mio thè, “Oh Chris, ma che devo fare con te? Il mio thè, il mio tempo, la mia pazienza! Non mi va di intraprendere una relazione finta con te ok? Non voglio essere sotto i riflettori, questa è la vita che hai scelto tu! Lasciamene fuori per favore! Porta tua sorella, tua madre, tua cugina, la tua vicina, una escort… ma non scocciare me! Io non fingerò una relazione con te.” Dissi secca, “sei stata chiara” alzò le mani in segno di resa e prese le sue chiavi dal bancone, “dove vai?” chiesi presa dai rimorsi, “probabilmente da qualcuno meno acido” disse aprendo la porta, “dai Chris, è che…” venni interrotta, “è che hai paura Nicole” disse puntandomi un dito, “e di cosa?” chiesi, “che tutto questo stare sotto i riflettori, che essere sempre fotografato, che qualcuno ti fermi per strada e ti renda grazie perché con una sola battuta in un film sei riuscito a strappargli un sorriso in una giornata di merda, in fondo in fondo ti possa piacere.” Disse sedendosi di nuovo, “Sai cosa penso io invece? Che odio tutto questo, lavorare per essere sottopagata, dire ma come stai bene a tutte le clienti, ma sono certa che non sarei mai capace di fare la diva” dissi scuotendo la testa, “io penso che invece saresti perfetta, cioè hai un viso stupendo, uno stile da principessa Disney un po’ alternativa con tatuaggi e dilatatori, e poi hai un corpo da urlo” disse avvicinandosi, diventai rossa e cominciai a sistemare i vestiti nervosamente, lui si grattò violentemente la nuca, “ per favore fallo per me” disse implorandomi, “Aaaaaaaah va bene! Quando è?” chiesi ancora rossa, “Aaaaaah lo sapevo! Grande Nicks, ti amo!” disse alzandomi da terra in un abbraccio, “Eh eh vacci piano Coccodè” dissi abbracciandolo, “è tra un mese, domani ti do il codice della carta e vai a comprare il vestito dove vuoi, non voglio vederlo!” disse sorridendo mettendomi giù, “perché non posso pagarmelo da sola?” chiesi, “no, visto che mi stai facendo un favore io voglio che abbia il vestito più costoso e pagato da me, prendilo come un regalo” disse sorridendo, “non c’è modo di arrestarti vero?” chiesi “direi di no” mi diede un bacio sulla guancia e sorseggiò l’ultimo goccio di thè rimasto, “ci sentiamo dopo, se mai sento anche gli altri e una cenetta da John’s Pizza?” Chiese sulla porta, “ Va bene”, uscì e dalla vetrina continuava a mandarmi baci.

“Ciao… Quello era Chris che ti mandava baci?” chiese Grace, la proprietaria del negozio, una signora sulla cinquantina. “Ehm sì” risposi imbarazzata, “c’è qualcosa che dovrei sapere?” chiese sogghignando, “No…” risi, “ragazza, che aspettate a mettervi insieme? Lui ti sbava dietro, tu diventi rossa ogni volta che si parla di lui…” scosse la testa, “questi giovani d’oggi” disse ridendo, “ma non ci piacciamo, siamo amici” dissi sperando che entrasse qualche cliente per strapparmi a quella conversazione imbarazzante, “Nicole, lui è pazzo di te… come fai a non vederlo!” si mise dietro la cassa e sorrise, “naah” dissi ripensando ai complimenti di poco prima, arrossii di nuovo e Grace lo notò, “la faccia di chi realizza che ho ragione” annunciò teatralmente, risi e finalmente entrò un cliente.

“Buongiorno” esordii, “buongiorno, posso chiedere a lei?” chiese un ragazzo più o meno alto un metro e novanta, “certo” risposi, “cercavo una camicia bianca non elegantissima, semplice”, “perciò elegante” borbottò Grace, “scusi?” chiese il ragazzo, “eleganza è semplicità” disse alzandosi, “venga le faccio vedere una camicia che a me piace particolarmente” disse facendosi seguire, certamente lei sapeva come farsi seguire. Tornò dopo venti minuti, “sono 100$, se vuole può pagare con carta” disse sorridendo, “sì” il ragazzo era soddisfatto e io li guardai attonita, non sarei mai riuscita a fargli comprare l’articolo più costoso di tutto il negozio. Il ragazzo uscì, “ci sai fare” dissi ridendo, “puoi contarci” scherzò tornando dietro la cassa.

Era una giornata tranquilla, clienti sporatici e decisi. “Hai visto Di Caprio è candidato di nuovo agli Oscar” annunciò Grace sfogliando le pagine di un giornale, “ah sì?” chiesi nervosa, non doveva uscire che avrei accompagnato Chris, “che hai?” chiese ridendo, non risposi, “chi porterà Chris?” chiese di nuovo, “non ne ho idea, non so neanche se ci va” mentii, “porterà te vero?” chiese fissandomi con sguardo indagatore, “no” mentii di nuovo, “che metterai?” chiese, “non lo so” risposi di rimando, “aaaaah porterà te” disse avvicinandosi, merda mi ero messa nei guai, “ehm sì” dissi arrossendo, “ti aiuterò io a trovarlo” disse mettendomi una mano sulla spalla, “grazie” dissi mettendo le giacche sulle stampelle, “è cotto” disse aiutandomi, “Cotto? Non direi… Non sapeva chi portare e ha chiesto all’ultima spiaggia” dissi scrollando le spalle, “ecco, dobbiamo lavorare anche ai tuoi atteggiamenti, smettila di pensare di non essere all’altezza, sei donna e le donne sono all’altezza di ogni cosa se lo vogliono. Possiamo essere chi vogliamo essere, e poi secondo me ha chiesto a te sapendo benissimo che poteva essere accompagnato da chiunque altro” disse dolcemente, si comportava da mamma e questo mi piaceva, “Non ho scelto di essere l’accompagnatrice di un attore agli Oscar, e poi che importanza ha? Non ci può andare da solo?” chiesi, “La smetti? Appunto perché ci può andare benissimo da solo è un incentivo in più a pensare che sia cotto di te” disse mettendo in ordine i vestiti sul bancone, “questi vanno nel retro” disse portandoli via.

Rimasi sola a riflettere, non dico che presi coscienza che Chris era cotto di me, ma pensai che aveva ragione, Grace aveva ragione, poteva benissimo chiederlo a chiunque altro, ma aveva chiesto a me.

“Buonasera” una voce famigliare entrò nel negozio, “Ciao Chris” risposi, “buonasera” disse delicata Grace, sorrise e mi fece l’occhiolino, “senti Nicks, gli altri hanno detto che ci aspettano al ristorante, tu devi passare a casa?” chiese avvicinandosi a me, “no” risposi mettendo i cartellini alle magliette, “va bene allora ti aspetto qui” disse sedendosi sulla scala come poche ore prima, lo guardai, era bellissimo nel suo cardigan nero e i suoi jeans chiari, i suoi occhi incontrarono i mei e mi sorrise, rimasi come una ebete a guardare i suoi occhi. “Nicole… che c’è?” chiese ridendo, “no… niente” mi girai di scatto e continuai il mio lavoro, “buonasera” entrò un ragazzo alto moro con occhi verdi, si diresse verso di me scavalcando del tutto Grace, “posso chiedere a te” chiese, “sì” risposi, “un jeans che non sia troppo stretto sul cavallo, sai…” disse allusivo, “eeeh… addirittura” sbottò Chris, Grace rise, “bhè insomma lo avete?” chiese a me, “possiamo cercarlo” risposi, mi feci seguire e sentii lo sguardo del ragazzo dritto nel retro bottega del mio corpo, “abbiamo questo” dissi spiegando un jeans blu scuro, “comodo, elastico e…” mi interruppe, “vuoi uscire con me?” chiese, “no” risposi secca, “lo prende il pantalone? Siamo in chiusura” chiesi acida, “no che non lo prendo era una scusa, esci con me?” chiese insistente, “ti ha detto di no…” disse Chris da dietro di lui, era minaccioso, “e tu saresti?” chiese il ragazzo, “il suo ragazzo” rispose avvicinandosi a me, “perciò o prendi i pantaloni o te ne vai” disse serio, “non comprerò proprio nulla qui” rispose andandosene, “ah e da quando state insieme?” chiese Grace ridendo, “oooh da anni” rispose Chris teatrale, “e quindi… nessuno fa la prima mossa, ci morirete così…” disse tornando al suo amato posto, “eh?” chiese Chris guardandomi, “no niente…” dissi scrollando le spalle, lo guardai camminare, tornammo di là. “Allora facciamo la chiusura e ce ne andiamo ok?” chiese Grace, “va bene” dissi mettendo i scatoloni da aprire il giorno dopo sul bancone e passando la scopa a terra. “ok andiamo” disse prendendo i soldi dalla cassa, uscimmo tutti e lei mise l’allarme, Chris mi guardò e mi spostò una ciocca di capelli dal viso a dietro l’orecchio. “allora buon divertimento piccioncini” disse salutando Grace, “Ciao Grace” rispondemmo in coro.

“Ci aspettano lì” disse Chris aprendo lo sportello della sua macchina, “Lo so, già me lo hai detto” risi, “senti ciccia, smettila di fare l’acidella oggi” disse puntandomi un dito ridendo, “senti bello, smettila di farmi fare l’acida allora” risposi mettendomi la cintura, “come è andata la giornata?” chiese, “bene… non c’è stato molto lavoro, a te?” chiesi, “bene…” disse, “dovevo uscire con una ragazza ma…” lo interruppi, “ti ha dato buca?” risi, “no… gliel’ho data io” disse serio, “come mai? Non è da te Latin Lover” dissi dandogli un cazzotto sul braccio, “perché mi sta cominciando a piacere una ragazza, ormai è tanto che ci esco.” Disse grattandosi la nuca, “e allora? Ancora non ci hai concluso niente?” chiesi, “no… con lei non ci riesco a fare niente” disse arrossendo, “mi stai diventando timido Cap?” chiesi accarezzandolo, “Temo di sì” rispose sorridendo, “mmm e perché non porti lei agli Oscar?” consigliai, “perché voglio che ci sia tu con me quel giorno” rispose dolcemente.

Arrivammo al ristorante e erano tutti lì. Salutammo tutti e entrammo, ci sedemmo ad un tavolo isolato e dopo diversi minuti ordinammo. “Allora ragazzi? Che raccontate?” chiese Zachary, si abbracciava con Maya, la sua ragazza, nonché una delle mie due migliori amiche, e per un attimo mi balenò l’attenzione su Amanda l’altra migliore amica, stringere la mano di Ryan, e per un attimo sperai che Chris mi abbracciasse con amore come facevano loro. Scossi la testa, ma che caspita mi succede, è Chris e io ci fantastico sopra? Oddio. “Nicole… Stai bene?” chiese Maya, “Eh? Ah sì.. Scusate” dissi alzandomi, “vado a fumare una sigaretta” annunciai, “veniamo anche noi” dissero in coro Amanda e Maya, “mm ok” dissi continuando a camminare, “Nicole…” Chris mi chiamò, “le sigarette” disse porgendomele, “ah sì, grazie” dissi uscendo fuori, il vento mi scompigliò i capelli e mi sedetti sul vaso difronte, le ragazze si misero davanti e accendemmo le sigarette in silenzio.

“Che succede?” ruppe il silenzio Amanda, “Non faccio che altro che sbavare dietro a Chris oggi, e la cosa stupenda è che prima fantasticavo sul fatto che mi abbracciasse come fanno Ryan e Zac.” Dissi buttando fuori il fumo nervosamente, “Nicole… a dire il vero è una vita che lo fai” disse Maya, “Cosa?” chiesi, “sbavare dietro Chris” rispose Amanda, “e chiariamo, non hai tutti i torti, ma svegliati, non starà sempre ad aspettarti.” proseguì sedendosi affianco a me, “a dire il vero è già cotto di un’altra” dissi fissandola, “Nicole… Ancora ci credi?” Maya mi sorrise e accarezzò i capelli, lasciai uscire una lacrima, “non voglio rovinare la splendida amicizia che mi lega a lui” dissi, “ragazz… ma che è successo?” Chris si avvicinò a noi, spostò Maya e si mise seduto affianco a me, “se volete entrare sono arrivate le pizze” disse accarezzandomi i capelli, le ragazze annuirono e entrarono, rimanemmo in silenzio, mi teneva stretta e mi accarezzava, “Alex?” chiese asciugandomi le lacrime, “sì” mentii alla grande, “smettila di piangere… per favore, lo sai che lo ucciderei per come si è comportato” disse accarezzandomi, “non ci riesco” dissi abbracciandolo, “piccola…” lo sentii respirare vicino al mio orecchio, mi accarezzò i capelli, “se vuoi sta notte sto con te” disse sussurrando, annuii e lui mi baciò la guancia, “sai che facciamo? Ci vediamo il mio film ok?” chiese asciugando l’ultima lacrima, “va bene” risposi, mi persi nei suoi occhi, e per un attimo mi sembrò come se anche lui fosse perso nei miei, poi mi tirò su, “mi farai mangiare la pizza gelato” disse ridendo, “scusa” sussurrai, mi prese la mano e la strinse, “non devi chiedermi scusa” sussurrò e mi diede un bacio sulla guancia. Entrammo e cominciammo a mangiare le nostre pizze gentilmente cambiate con delle pizze calde. “Ora che siamo tutti vorremmo dare una notizia” disse Maya, “Ci sposiamo” annunciarono in coro, mi alzai di scatto e l’abbracciai, “oddio che belloooo” disse Amanda, i ragazzi strinsero la mano a Zac e Maya, e la serata trascorse con discorsi sui preparativi.

“Nicks forse è il caso che noi andiamo a casa, tu domani devi lavorare…” disse Chris mettendomi un braccio sulle spalle, “Ehm sì…” dissi imbarazzata, “buonanotte ragazzi” disse sorridendo, salutai con un cenno della mano e salimmo in macchina, “si sposano… incredibile, gli unici single siamo noi…” disse sorridendo, “già” abbassai la testa e cominciai a torturarmi le unghie, “oddio no… scusa… ti prego non fare così” disse avvicinandosi a me, mi scansò i capelli dal volto e mi accarezzò la guancia, “non volevo ricordarti…” disse triste, “no… è tutto ok” dissi mettendomi la cintura, perché non capiva che non era per Alex ma per lui, perché non mi baciava? “Vuoi un gelato?” chiese rallentando sotto il mio portone di casa, “no grazie” risposi guardando il suo profilo illuminato dalla luce fioca dei lampioni, “va bene” disse parcheggiando la macchina. Scendemmo e lui mi rimise il braccio sulle spalle, “ci stai prendendo gusto?” chiesi ammirandolo, “diciamo di sì” disse sorridendo, sorrisi di rimando e ci mettemmo ad aspettare l’ascensore, “Ciao Nicole” una voce di uomo mi salutò, mi girai di scatto e il mio vicino mi sorrise, “Ciao Adam” salutai, Chris mi guardò e guardò lui, “bhè… carino, perché non ti fai avanti?” chiese una volta entrati in ascensore, “perché è sposato” dissi scuotendo la testa, “bhè?” chiese ridendo, “con un uomo” lo guardai fisso, scoppiammo a ridere, “allora in tal caso mi faccio avanti io… credo che riuscirei a riscuotere molto più successo con gli uomini” scherzò, “avanti… non puoi essere una totale frana” risposi, “frana?” chiese serio, “a letto… se le ragazze non ti vogliono non è di certo per il fisico o il viso, e per il carattere non c’è male” dissi ridendo, “oh baby, se vuoi provare” disse aprendo le braccia, “Oh… oh ho colpito il tuo orgoglio Cap?” chiesi ridendo, “Non sia mai che puoi darmi qualche lezione” disse scrollando le spalle, “ti farei diventare un vero esperto” dissi alzando il sopracciglio, “disse la porno star” ridemmo e gli arrivò un cazzotto in piena spalla, uscimmo dall’ascensore e aprii la porta di casa, Chris si buttò sul divano e mi sorrise, mi tolsi le scarpe e andai in cucina, “vuoi qualcosa?” urlai “ma che urli” disse lui baciandomi il collo, “Oh oh… Chris ma che fai?” scattai, “un assaggio di come sono inesperto” disse malizioso, “vuoi seriamente un consiglio?” chiesi, annuì e si mise a braccia conserte, “non muoverti velocemente, più sei lento più sei sexy” dissi avvicinandomi lentamente, “e quando le sei vicino respira lentamente e sussurra, molto meglio se nell’orecchio, e poi per l’amor del cielo metti i boxer a tinta unita” dissi tirandogli l’elastico, “Nicole…” sussurrò, si mosse piano avvicinandosi, “dici… che va bene così?” sussurrò nel mio orecchio, “sì direi di sì” sussurrai, “ehm… ok” disse allontanandosi, andò in bagno, “falla da seduto” scherzai, lo sentii ridere e aprii il frigo per bere qualcosa, c’era seriamente troppa tensione in quella stanza.

“Nicks secondo te… io ho qualcosa che non va?” chiese entrando in cucina, mi girai per rispondere e lo trovai senza maglietta e pantaloni, deglutii a fatica e lo guardai negli occhi, “Chris…” risposi scuotendo la testa, “sono serio” disse, “no, non hai nulla che non va… ma che caspita di problema hai?” chiesi girandomi a mettere la bottiglia d’acqua al suo posto, “perché allora le donne non mi vogliono?” chiese triste, “oh fidati… non è vero” dissi pentendomene subito dopo, “ci esco, sembra andare tutto bene e poi puff… la seconda uscita un fiasco totale” disse sedendosi, “perché hai standard troppo alti tesoro, tu le cerchi perfette, ed hai ragione, ma se la cerchi simpatica, dolce, bellissima, che sappia darti consigli e che sia anche estremamente autoironica ti devi accontentare della tua migliore amica” dissi indicandomi, “no… Nicole… io non la voglio una come te” disse scuotendo la testa, “perché cosa avrebbe una come me che non va?” chiesi offesa, “perché non esiste, e poi mi basti tu… Io… ti… voglio un mondo di bene” e le mie speranze che dicesse di amarmi andarono in fumo, “anche io ti voglio bene Chris, ma fidati accontentati di chi sa regalarti una giornata bellissima, di chi sa farti ridere di cuore” dissi accarezzandogli i capelli, “impossibile” disse scuotendo la testa, “perché?” chiesi, “perché nessuna fa ridere, cioè le prime battute ma poi sono sciape, insipide, e il loro umorismo sfuma” mi prese la mano e se la portò tra le sue mani, “che cosa mi prende?” chiese, “eh…” quello che stavo per dire faceva male, “che sei innamorato di una donna, ma non lo accetti” dissi guardandolo bene, “ma io lo so di essere innamorato di lei, ma lei non lo è di me” disse lasciandomi le mani, mi sedetti affianco a lui, davvero stavo consigliando la sua vita amorosa? “Chris, ma se non ti butti come fai a sapere se non lo è… insomma ok... magari non ti dà segnali ma pure tu non fai niente per aiutarti, può essere che lei ti dica oh anche io ti amo e baci baci baci come nei film, o può essere che prendi una botta che la metà basta per chiuderti in casa con le canzoni di Adele per giorni, ma poi passa e prima o poi arriva quella giusta… ma devi saper essere uomo e dirlo” sospirai ecco, lo avevo spinto nelle braccia di qualcun altro, e mi sentii un po’ cattiva nello sperare che lei le dicesse di no. “Domani la porto a cena fuori e glielo dico” disse alzandosi, “A cena? Domani?” chiesi, “Sì” disse sorridendo, “scontato” dissi alzandomi, “e dove la dovrei portare?” chiese, “stupiscila.” Risposi andando in bagno, aprii l’acqua della doccia e mi sedetti a terra, che cazzo di deficiente che sono, è tutto il giorno che ho preso coscienza di esserne totalmente e perdutamente cotta e lui che fa? Si innamora di un’altra… bhè sì Nicole hai decisamente fortuna nella vita. Mi spogliai e mi buttai nella doccia, mi diressi in camera con i capelli bagnati, maglietta nera dei Coldplay e pantaloncini grigi. “Ce lo vediamo questo film?” chiesi sdraiandomi affianco a lui, “me lo sono dimenticato in macchina” rispose colpevole, “mmm va bene…” risposi accoccolandomi vicino a lui, “mi sento protetta vicino a te” dissi abbracciandolo, “sei decisamente l’unica” rispose sorridendo, “non è vero… tu sei un gigante buono” dissi accarezzando il suo petto, “cosa farei senza di te” disse stringendomi a sé.

Ci addormentammo così.

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Capitolo 2
*** Bugie ***


Capitolo 2

“Buongiorno” una voce roca accompagnata da una mano sulla guancia mi svegliarono, “buongiorno” mi stiracchiai, “sei bellissima quando dormi lo sai?” mi guardò sorridendo e mi baciò la fronte, mi lasciai viziare dalle sue carezze, “dormito bene?” chiesi, “Nicki… non ho dormito affatto” disse accarezzandomi il braccio, “come mai?” chiesi preoccupata, “perché c’eri tu che dormivi così bene che non volevo addormentarmi per non fare rumore, per non svegliarti” disse dolce, ma tutta questa dolcezza da dove la stava tirando fuori questa mattina? “Chris… perché russi?” chiesi corrugando la fronte, “non ne ho idea, ma se anche fosse?” chiese ridendo, “sfumerebbe l’ideale di uomo perfetto che mi ero creata su di te” dissi guardandolo, era compiaciuto, “ah sì?” chiese ridendo, “sì” risposi seria, cominciò a farmi il solletico che si trasformò in lotta “vado a fare la doccia Rambo” disse alzandosi dal letto, “no” dissi scattando, mi misi a correre e lo sperai, “vado prima io” urlai, “la port…” presi in pieno la porta del bagno chiusa, sbottò a ridere e non si fermò più, e io lo seguii, “ti sei fatta male?” chiese ridendo con le lacrime, “no” dissi fingendomi offesa, “in tal caso allora scusami… vado prima io” mi scansò e aprì la porta chiudendosela alle sue spalle, farfugliai qualcosa di incomprensibile anche per me e andai in cucina, “Chrisssss” urlai, “che ma che cavolo urli sempre” spuntò dal nulla dietro di me, saltai, “dobbiamo lavorare sul passo felpato” dissi affannosa, “perché mi hai chiamato?” chiese, inutile, me lo dimenticai, era lì davanti a me bagnato con le goccioline su tutto il corpo e solo l’asciugamano in vita, “allora?” chiese impaziente, “aaah sì ecco… mi prendi quel barattolo lì sopra?” chiesi indicando una dispensa piena di barattoli, lui mi guardò confuso e annuì, “non so se te ne sei accorta ma… è pieno di barattoli” rise, “oddio quello di marmellata” risposi, “certamente hai ristretto il campo tesoro” disse ridendo, “aaah vatti a vestire faccio da sola” presi la sedia e la misi affianco alla dispensa, “ah ah ah no… non ci sali sulla sedia” disse bloccandomi, “e perché?” chiesi, “perché ti fai male… e neanche prepari la colazione si va a al bar” disse autoritario. “Hail Hydra” risposi avvicinandomi a lui, “vatti a fare la doccia idiota” disse dandomi uno spinta piano, andai in bagno e trovai il suo cellulare, “Chris… il telefono” dissi portandoglielo, “speravo vivamente che non te ne accorgessi per entrare mentre facevi la doccia” scherzò, “fagiano” risposi andando in bagno, aprii l’acqua e entrai.

“Preso tutto?” chiese, “sì” risposi prendendo la borsa, “andiamo…” sorrise e chiuse la porta con le chiavi.

“Due caffè, li portiamo via” ordinò, “cazzo… sono in ritardo di dieci minuti” dissi guardando l’ora, “ora ci sbrighiamo” disse prendendo i caffè e pagando, “per pranzo sei libera?” chiese porgendomi il mio caffè, “sì” risposi dolcemente, “allora per pranzo ci vediamo” decise, annuii.

“Scusa Grace ho fatto tardissimo” dissi entrando, “colpa mia” ammise Chris, “voi due non me la raccontate per niente giusta sapete?” chiese Grace ruffiana, “ehm no… non è quello che pensi tu… è che sta mattina abbiamo fatto la lotta per la doccia” e mi resi conto di quanto poteva sembrare esattamente ciò che stava pensando, “certo certo” disse sistemando i jeans nei scaffali, “allora a dopo” disse dandomi un bacio sulla guancia, “a dopo” sussurrai, lui se ne andò e cominciai a lavorare. “Allora come era questa lotta alla doccia?” chiese maliziosa, “fidati era seriamente una lotta per la doccia, per fino preso una porta chiusa in faccia” dissi ridendo, “cioè fammi capire vi siete svegliati insieme e ne ieri ne oggi avete fatto niente?” chiese stupita, “esatto” ammisi, “e allora siete proprio senza speranze… cioè… non ho parole” disse mettendosi le mani fra i capelli. “Buongiorno” l’ennesimo cliente, giuro che tutti questi uomini mi stavano stressando, “buongiorno” risposi, “serve aiuto?” chiesi, “si grazie, mi servirebbe un completo elegante per una cerimonia” disse convinto, “mi segua sono di là” dissi indicando il lato del negozio con i capi eleganti. “Nicole… se vuoi lo seguo io il ragazzo tu vai a sistemare il retro” disse facendomi l’occhiolino, non capii ma andai, scatoloni, una marea di scatoloni, li tirai tutti giù e li aprii, li misi in ordine di prezzo e di categoria e li portai sul bancone per metterli a posto, “allora la ringrazio signora, tornerò sicuramente” disse sorridendo il ragazzo, “ti ho mandata di là perché credevo fosse qualche ragazzo che volesse infastidirti” disse accarezzandomi i capelli, “Grace… sai, da un po’ ti comporti molto da mamma con me” dissi confusa, “non ho figlie femmine, e tu sei ciò che ci si avvicina di più, e forse sei anche ciò che avrei voluto di più come figlia femmina” disse dolcemente, la abbracciai di getto e lei ricambiò, un abbraccio che sapeva di famiglia, “e adesso muoversi, scattare, lavorare… pausa con Chris?” chiese sciogliendosi dall’abbraccio, “sì” risposi, “cos’è questo faccino triste?” chiese scrutandomi, “mi parla sempre di una ragazza… poi questa mattina dolce e non so che caspita fare” ammisi, “tesoro” disse mettendo le mani giunte, “ti prego… non cadere nella terribile trappola di mi piace una ragazza… lo fa per ingelosirti no?” disse rassicurandomi, “non credo” dissi scuotendo la testa.

Lo vidi attraversare la strada, entrò e Grace lo fulminò con lo sguardo, “Vado in bagno” annunciò allontanandosi, “senti a pranzo ci sarà anche lei” disse ansioso, “cosa?” chiesi confusa, “lei” disse “lei chi?” chiesi con il cuore a mille, “Zoe” rispose isterico, “dovrei sapere chi è?” mi si bloccò il cuore, lei esisteva, “la ragazza che ti dicevo ieri sera” disse sorridendo, “aaaah lei” dissi sorridendo, ovviamente finsi. Volevo morire. “Allora chiedo a Grace se posso venire” annunciai allontanandomi, cercai Grace per tutto il negozio e poi la trovai. “Zoe… si chiama Zoe” annunciai, “Santo cielo, che ti aspetti da una che si chiama Zoe” disse ridendo, “lo trovi divertente? Lei esiste… lo devi vedere tutto pimpante, gioioso… lo odio, lo sento lo odio, odio lei e odio anche me, te e tutto il mondo” dissi poggiando le mani su un tavolo, “senti vai lì, fatti vedere indifferente, anzi felice per loro e lascialo con un palmo di naso” consigliò, “Ah no… non ci vado. Tu dirai che devo finire di fare un inventario o qualcosa di simile” dissi camminando nervosamente, “non dirò proprio nulla, così fai il suo gioco” disse afferrandomi per le spalle, camminò e io la seguii, “se non vuoi più stare lì mi fai uno squillo, ti chiamo e tu dici di venire da me perché ti sto rompendo le scatole per qualcosa ok?” chiese, “ok” acconsentii, “vai” mi spinse e presi la borsa, “andiamo” annunciai.

“Ti piacerà, sai ho seguito il tuo consiglio, le ho detto quello che provo e lei ricambia, ora stiamo insieme, grazie Nicks” disse poggiandomi la mano sul ginocchio, “figurati” risposi fredda. Arrivammo al ristorante e c’era solo una bionda tamarra che sembrava uscita da Jersey Shore o qualche programma simile, “tu devi essere Nicole” squittì, “già… tu?” chiesi acida, “Zoe… non ti ha parlato di me?” chiese triste, “scherzavo…” dissi fingendo una risata, “lui è fantastico vero?” chiese abbracciandolo, cioè avvinghiandolo nei suoi artigli gialli fluo, “già” risposi.

Il pranzo trascorse tra baci, coccoline di vario genere e fusa, squittiii e risate da oca, seriamente erano questi i suoi standard? Se sì, da quando? Io le uniche fusa le scambiavo con il vino rosso, “sai sono innamoratissima di lui” squittì, “oh immagino” sorrisi e sorseggiai il vino, “sentite… devo riattaccare tra poco, è stato un piacere conoscerti Zoe, spero che durerai molto più delle altre” dissi alzandomi, “ti accompagno” Chris si alzò e mi sorrise, “no, vado a piedi, tu stai con Zoe” squittii, si rimise seduto e io cominciai a camminare nervosamente, chiamai Maya ma non rispose, provai con Amanda, “pronto” la sua voce mi fece uscire le lacrime trattenute, “pronto” farfugliai, “oddio che succede Nicole… dove sei? Tutto bene? Ti raggiungo, mandami la tua posizione. Oi rispondi che succede?” si agitò e la sentii prendere le chiavi della macchina, “te la mando… sono ubriaca” dissi piangendo, “oddio Nicole… arrivo subito” era preoccupata, tremando le mandai la posizione, “arrivo” attaccò e io mi bloccai, mi sedetti su un vaso e la aspettai, in lacrime.

“Nicki che succede?” chiese abbracciandomi, “Zoe, si chiama Zoe” annunciai lasciandomi abbracciare, “senti andiamo via ok? Non mi va che ti vede così… tantomeno se c’è lei” disse tirandomi, salii in macchina e le spiegai tutto, o meglio tra il vino e le lacrime ci provai. “piccola… certo che è caduto in basso eh” disse asciugandomi una lacrima, “è Maya… rispondi tu” dissi porgendole il mio telefono, le spiegò la situazione e si precipitò anche lei.

“Ora io vado lì, e la vado a vedere, Nicole… La uccido, se tu vuoi io la uccido” scherzò, “va bene” sorrisi, “vado, la uccido e torno, se mi cerca la polizia io non esisto” disse muovendosi teatralmente nel suo vestito rosa antico, la sua carnagione mulatta spiccava decisamente e la guardai dirigersi verso il ristorante, “non ci credo, ci sta parlando… fantastica” disse Amanda, “devo vomitare” dissi aprendo lo sportello, “ehm… non posso aiutarti” rispose Amanda, cominciai a inspirare e espirare “sì, questa fa Yoga, quell’altra si va a presentare, ma con chi esco io” Amanda rise, “senti non è il suo tipo… finirà in men che non si dica, comunque stava parlando male di te” disse Maya, “e non l’hai uccisa?” chiese Amanda, Maya scosse la testa, “come 007 non vali nulla…” finse delusione, “troppi testimoni, e poi Chris sembrava abbastanza incazzato” disse accarezzandomi i capelli, “io li odio” farfugliai, “Nicole… abbassati” mi spinse sotto, “Ciao Amanda, ci sei anche tu” Chris, che faccia da culo, “Sì, l’ho accompagnata” rispose prontamente indicando Maya, “avete incontrato Nicole?” chiese, “no… perché era qui?” Maya, che attrice nata, che genio, “era a pranzo con noi, ma poi se ne è andata, è stata strana per tutto il pranzo, sapete cos’ha?” chiese preoccupato, “è pazza” squittì quella…. Mamma mia la odio, “senti cosetta, hai tutto il rispetto perché sei diventata la ragazza di Chris e quello che vuoi, ma Nicole è la nostra migliore amica, e parla di nuovo di lei così e ti stacco le exstension ok?” Amanda la minacciò, “Chris ma mi minaccia” squittì di nuovo, “ha ragione” Chris, allora sei in parte ancora tu… se ne andarono e io tornai su, “ok ora anche io la odio, e decisamente non è il suo tipo, c’è qualcosa sotto” disse asciugando le nuove lacrime del mio volto, “piccola…” mi abbracciarono, erano le migliori, avevano lasciato tutto per venire da me, “senti chiamo Grace e gli dico che ti sei sentita male e non puoi andare ok?” disse Maya prendendo il mio telefono, annuii, spiegò tutto anche a Grace e lei capì.

“Ora mettiti a letto e fatti una dormita, stasera stiamo con te…” disse Amanda, “no ragazze andate a casa, io mi faccio una dormita e poi starò meglio” dissi sdraiandomi a letto, “sicura?” chiesero, “sì, andate è meglio se sto sola” dissi, “no, non sto tranquilla, ti lasciamo sola, ma stasera ceniamo insieme, andiamo a mangiare un panino ok?” chiese Maya, “c’è modo per dirti di no?” chiesi, “mmm no” rispose, “ok allora va bene” dissi sorridendo, “dormi… e chiamaci quando ti svegli ok?” Amanda si raccomandò, “e se si va vedere Chris invia un messaggio” disse Maya, “ok, ora, via.” Dissi congedandole, “vi voglio bene” continuai, “anche noi” risposero in coro, spensero la luce e se ne andarono, il cellulare cominciò a squillare, CHRIS, non risposi, un messaggio “Nicole, che succede Grace mi ha detto che non stavi bene, sto arrivando a casa tua” lo lessi e buttai il telefono a terra. Mi addormentai profondamente fra le lacrime e i giramenti di testa.

Una mano delicata mi spostava i capelli dal viso, e mi dava baci sul viso, aprii gli occhi e vidi Chris, “che ci fai qui?” chiesi, “perché ti sei ubriacata?” chiese, “l’ho fatta prima io la domanda” dissi ferma nel volere risposte, “perché sei andata via così, e poi sono venuto da Grace per sapere come mai, e lei mi ha detto che eri qui che non ti eri sentita bene e Dio solo lo sa che cosa mi è volato per la mente, non lo fare mai più” disse accarezzandomi, “pensavo di reggere il vino” risposi fredda, “ti ho fatto qualcosa Nicole?” chiese colpevole, “no…” risposi girandomi dall’altra parte, “sì… che ti ho fatto?” chiese cercando i miei occhi, “lasciami in pace” risposi mettendomi il cuscino in testa, “Nicole…” mi accarezzò la schiena, e lasciai uscire nuove lacrime, “per Alex?” chiese, “Alex, Alex… ma chi se ne frega di Alex. Chris tu sei un coglione” dissi alzandomi di scatto, ovviamente caddi, “sono un coglione? E perché?” chiese, “perché Zoe… Zoe… sembra uscita da Jersey Shore e poi dai non è il tuo tipo… e poi… è maleducata, è scortese… è…” mi interruppe, “non sei tu” disse accarezzandomi il viso, “non c’entra niente che non sono io cazzo” urlai, “calmati” sussurrò, “no, se non urlo ti strangolo, perciò urlo perché il carcere per un coglione non me lo faccio” urlai, “richiamami coglione e me ne vado” minacciò, “coglione, coglione, coglione” urlai, “Nicole… la gelosia è brutta” sussurrò, “ma quale gelosia, di te? Se è quello il tuo pubblico sono fiera di non essere in platea fidati” mi girai di spalle, “senti ceniamo insieme? Così chiariamo!” chiese calmo, “non c’è da chiarire nulla, è solo che… mi hai deluso tutto qui, credevo ti piacessero con un certo tipo di spessore” risposi con tono piatto, “se ti ho deluso scusami, ma per favore non fare così… Zoe non è niente! Te lo spiego se vuoi ma tu non avercela con me” mi prese la mano e mi girò verso di lui prendendomi per il mento, “non è niente? Perciò tutte bugie, sono innamorato gne gne gne, con lei gne gne gne” lo scimmiottai, “no… cioè in parte… ti dico tutto ma non odiarmi” mi implorò, “no basta Chris, non voglio avere nulla a che fare con te per un po’” sbottai, “per favore, parliamo” mi implorò di nuovo, “lasciami in pace ti ho detto, non voglio vederti, sentirti o parlarti” dissi indicando la porta, “domani mattina sarò qui, davanti la tua porta, se vuoi parlarmi sarò qui” promise andandosene, “non ti aprirò” sussurrai, “io sarò qui, se vorrai… ci proverò a farmi perdonare” disse accarezzandomi, “non mi toccare” sussurrai fra le lacrime, “per favore” sussurrò, “vai via” farfugliai, uscì fuori dalla porta e la chiusi. Non avevo proprio le forze per poter uscire con le ragazze, mandai un messaggio a entrambe scrivendo che era venuto Chris e che avevamo litigato, non mi sarei mossa di casa.

“Eccoci” urlarono entrando, “ragazze ero seria quando ho detto che non volevo vedere nessuno” dissi dal divano, “Nicki, Chris mi ha chiamata, non ti dirò ciò che mi ha detto di dirti, e non farò ciò che mi ha chiesto di fare, ma a me è sembrato sincero, piangeva, provaci a parlare” Amanda, la ragazza dagli occhi color ambra, così pura, “Amanda, è un attore, certo che piangeva e che ti ha convinta nel sembrare sincero” dissi girandomi con la faccia nel cuscino, “posso leggerti un messaggio?” chiese Maya, “no” risposi, “ok allora prepariamo la cena e mangeremo qui con te ok?” chiese, “no” risposi, “lo prendo come un certo fai come se fossi a casa tua” disse Amanda.

Cenammo in silenzio e tra sclerate, crisi di pianto e voglia di uccidere tutti la serata proseguì. “Lo accompagnerai lo stesso agli Oscar?” chiese maya, “per forza ormai ha dato il mio nome” feci spallucce, “e non hai intenzione di parlarci fino a quel giorno?” chiese Amanda, “sì… mi ha pressa in giro, mi ha praticamente detto una marea di bugie per fare cosa? Per perdermi? Se mi voleva perdere ecco… c’è riuscito benissimo… e adesso non mi cercasse mai più” dissi tutto d’un fiato, io non credo ti volesse perdere, io credo che voglia solo dirti che ama te, non c’è riuscito e ha fatto una prova per vedere se anche tu lo amavi.” Scrollò le spalle Maya e mi sorrise, “e per te questo è giusto? Se fosse stato così bastava dirmi Nicole ti amo, che tu per caso ricambi?” sbottai, “cosa avresti risposto?” chiese Amanda, “Sì” abbassai la testa e loro si sorrisero, “che c’è anche voi eravate d’accordo con lui?” chiesi fissandole entrambe, “no… ma sapevamo da sempre di quanto lui fosse innamorato di te, e non ti sei chiesta neanche come facevamo a sapere che lo avresti accompagnato agli Oscar” rispose Maya, “come lo sapevate?” chiesi, “ce lo ha detto lui ieri, era felicissimo che tu avessi detto di sì, e gli brillavano gli occhi” disse Amanda, “non è innamorato è solo felice di avere una che gli fa da cane, che cretina” scossi la testa e lasciai le lacrime scendere, “Nicole…” Amanda mi abbracciò, “lui è pazzo di te, non lo vuoi accettare forse per paura ma è così… Rifletti a tutto ciò che fa per te, come si comporta con te” disse cercando di farmi ragionare, “ora vedo solo che mi ha mentito” dissi fredda, “senti ma parliamoci chiaramente, se non eri innamorata persa di lui, l’avresti capito che non era affatto lei la ragazza di cui ti parlava!” Amanda mi strillò, “certo che sì, ma non è quello il punto mi ha mentito, e non mi fido più di lui” risposi secca, “possiamo capire ma… dagliela un’occasione, per dirti quello che l’ha spinto a farlo.” Disse Maya, “non lo so” risposi.

La serata passò in consigli e chiacchiere fra donne. “Buonanotte Nicki” disse Amanda, “Ti prego prima di andare a dormire guardati allo specchio mi sembri uscita da un manicomio criminale” rise Maya, “già” sussurrai, “notte piccola killer” mi scompigliò ancora di più i capelli e mi diede un bacio sulla guancia, “ehi, qualsiasi cosa chiama ok?” chiese Amanda, “va bene, notte” dissi salutandole, si allontanarono e chiusi la porta. Mi misi a letto e mi addormentai.

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Capitolo 3
*** Mi ami? ***


Capitolo 3


Aprii lentamente gli occhi, il sole faceva capolino dalla finestra, andai in cucina e trovai il telefono sul tavolo, lo controllai, due messaggi, non volevo leggere, sentii bussare e andai ad aprire, “ciao” i suoi occhi mi bucarono lo stomaco, erano così profondi e tristi, “entra” dissi aprendo la porta, “mi dispiace…” sussurrò, “solo questo? Mi dispiace? Le tue scuse? Il se vuoi ti spiego meglio?” chiesi, “va bene ne hai tutto il diritto… ti ho presentato Zoe che è una ragazza che fa le comparse per i nostri film, ho pensato di chiamarla ieri mattina e chiederle se poteva ovviamente con retribuzione, fingere di essere la mia ragazza per non farti sospettare nulla” scrollò le spalle mise le mani in tasta, “cosa avrei dovuto sospettare?” chiesi confusa, “sono gay” ammise, “Chris” lo richiamai, “scherzo” alzò le mani, “per non farti sospettare che mi stessi innamorando di te” disse grattandosi la nuca, “oh beh io no… perciò…” parlai nervosamente, lui alzò il sopracciglio, “senti non ho avuto le palle di dirti che ti amo ed è vero… ma per quanto me la vuoi far pagare?” chiese, “sai che ti dico Chris?” chiesi arrabbiata, “puoi fingere che non sia così, puoi mettere sui muscoli che vuoi, ed avere costantemente l’aria da eroe nazionale. Aldilà di questo sei un palloncino che se non vieni tenuto saldamente da chi ti ama rischi di volare via e perderti” proseguii, “perciò non avrei carattere” trasse le sue conclusioni, “Beh vedo che ci arrivi… Chris hai due minuti di tempo per volatilizzarti” dissi indicando la porta, “sai che ti dico io a te? Che sei una fifona, non accetti i sentimenti e li nascondi, perfino il tuo modo di essere è una maschera per paura che possano ferirti, sai però io di armi per ferirti ne avrei, e forse dovrei usarle per ripagarti della tua stessa moneta. Non lo farò per amicizia e l’affetto che mi lega a te. Nicole mi dispiace averti detto delle bugie, ma non avresti avuto l’intenzione di capire.” Disse prendendomi il braccio, “Chris per favore vattene, non voglio vederti” dissi fra le lacrime. “Io credo che questo sia il momento più brutto di tutta la mia vita, guardarti piangere e pensare che sia per me” sussurrò, “non sarebbe la prima volta” borbottai, “quando? Quando hai pianto per me?” chiese, “Chris ci vediamo in giro ok? Non possiamo più essere amici come prima” dissi aprendo la porta, “no?” chiese con le lacrime agli occhi, “no… per favore vai via” dissi lasciando uscire le lacrime, anche lui le fece uscire, “ti amo… almeno una volta ma lo dovevo dire guardandoti negli occhi” disse, “a presto” risposi chiudendo la porta, mi buttai a terra vicino la porta e mi misi le mani fra i capelli.
AMANDA, stava chiamando da ormai due ore, risposi, “Pronto” “Nickiiii sentii questa sera Maya ha la prova del vestito, e subito la prova della cerimonia con i testimoni e poi ha detto Zac che offrirà la cena a tutti” parlò a razzo, “per che ora ci vediamo?” chiesi ormai priva di ogni patos, “a dire il vero mi dovresti aprire il portone perché sono qui” rise, “fatto” attaccai e scossi la testa, Chris… me lo sarei trovato davanti anche questa sera, questa è una condanna. “Dovrebbe essere illegale l’ascensore occupata se devi andare al nono piano” annunciò una voce che mi fece sobbalzare, “tu mi ucciderai prima o poi… lo sento” dissi portandomi una mano al cuore, “senti sei un fascio di nervi, e capisco che resistere a un Chris che ti fa gli occhi da cucciolo e ti dice che ti ama è difficile ma… fatti coraggio e andiamo a vedere questo benedetto vestito per Maya, poi sempre alla prova di Maya, e poi sempre a una cena che paga il ragazzo di Maya, oggi è una premonizione” disse scherzando, “Ah ah … Maya, una premonizione… ah ah che ridere, simpaticissima davvero” la presi in giro e lei finse di essere offesa, “aspetta un attimo come fai a sapere di Chris?” chiesi, “me l’ha detto Ryan” rispose facendo spallucce, “oh Cristo, ma la mia vita sentimentale è diventata una serie TV super seguita?” chiesi dimenando le braccia in aria, “e questa sarebbe la danza dell’amore?” chiese ridendo, “non fai ridere, mi vado a fare la doccia, racconta anche questo a Ryan!” dissi chiudendomi la porta alle spalle, mi feci la doccia velocemente e poi mi andai a vestire, jeans chiari, canotta nera, camicia a quadri rossa e vans bordeaux, mi guardai allo specchio, mancava il trucco, “ah ah ah… ti trucco io, devi fargli mangiare le mani a quel coglione” disse ridendo, è il suo lavoro così mi ci affidai completamente, mi fece i capelli ricci e tirati su in una coda, il trucco leggero ma curato e valorizzò gli occhi color ambra mettendo un po’ di eyeliner. “Eccoti” disse facendomi specchiare, mi guardai ed ero veramente bella, la abbracciai e lei ricambiò, “ora andiamo o Maya ci uccide” disse sorridendo, “senti prendiamo la mia?” chiesi prendendo le chiavi della macchina, “mmm anche no… quel catorcio non lo voglio vedere” disse mettendo le chiavi nel cassetto, “la mia new beetle nera si offenderà” dissi ridendo, “la mia Audi S5 bianca gli dice di non preoccuparsi” rispose ridendo, presi tutto e chiusi casa, scendemmo le scale a piedi perché a quanto pare l’ascensore aveva deciso di rompersi, salimmo in macchina e Amanda si avventurò tra le strade newyorkesi, di Chris nessun messaggio.
“Oddio… mi stavo per sentire male… il telefono che ce lo avete a fare voi?” chiese Maya in pieno stato di agitazione, “oddio Nicki sei bellissima…” disse sorridendo, “grazie” risposi imbarazzata, entrammo nell’atelier più famoso di New York, “ah ragazze… proverete anche i vostri… sono uguali e già li ho prenotati” disse sorridendo, “ah… ok” rispondemmo in coro, i nostri vestiti erano di color tiffany, stile impero, con scollo a cuore “bellissime” disse facendo capolino solo con la testa da un sipario, “ora… il mio… sono indecisa fra due, ma entrambi avranno qualche rifinitura Tiffany, disse da dietro un sipario, “tadan… il primo è lui” disse girando su se stessa, scollo a cuore e gonna pomposa, il busto era tutto di pizzo bianco e dietro era fatto a corsetto, “bellissimo Maya… ma non ci metterai nulla di tiffany sopra vero?” chiesi, “sì lo metterei qui” indicò il bordo dello scollo, “no… ti prego questo è bello così com’è” dissi implorandola… “ok, vado a mettere il secondo” rispose, Amanda mi fece segno di premere di più per non mettere nulla di Tiffany e io acconsentii, “e questo è il secondo” disse uscendo con un vestito dalla gonna esageratamente pomposa e dallo scollo a cuore, “sei bellissima” disse Amanda, “ma fammi indovinare il tiffany lo metteresti sulla cinta” disse schifata, “sì… ma proprio non vi va giù questo Tiffany?” chiese, “non stai festeggiando i diciotto anni… è il matrimonio e il vestito è bello bianco… così” rispose Amanda, “esatto” diedi il cinque a Amanda, “ok allora niente Tiffany” acconsentì , “Maya, a te piace più l’altro vero?” chiesi decisa, “sì perché?” chiese confusa, “perché si vedeva da come ti ammiravi quando lo indossavi, e anche a noi piace più l’altro” dissi sorridendo, “ok allora l’altro” rispose sollevata.
“Allora… bisogna andare alla chiesa di St. Patricks, e sbrigarci” disse salendo nella sua macchina, “ok” rispose Amanda, salì, “ansia?” chiese partendo, “no…” risposi secca, e invece sì, lo avrei rivisto ed eravamo ancora in lite, mai durata così tanto. Dopo mezz’ora parcheggiò e arrivammo alla cattedrale, “eccoci” annunciò Maya, guardai Chris e lui sgranò gli occhi, salutai Zac e Ryan e entrammo.
“Allora adesso faremo una prova di come andrà la cerimonia, se non va la rifacciamo fin quando non va ok?” chiese il parroco, “va bene” rispose Maya, Ryan e Chris erano al lato di fronte a me e Amanda, lo avrei dovuto guardare per tutta la cerimonia. “a me piacerebbe che entrassero prima i testimoni di lui insieme a lui e poi le mie testimoni insieme a me, non avendo genitori voglio che loro mi accompagnino all’altare, e poi subito dopo la messa mentre noi ci diamo il bacio loro scendono una coppia per volta e escono fuori a braccetto” disse sognante, “si può fare” rispose il parroco, “proviamo… lo sposo nella sala di là e la sposa nella sacrestia” proseguì, “ricordami che quando usciamo ti uccido” sussurrai, “lo prenderai a braccetto e passerà la paura, sarà facile” disse sorridendo, “tu lo fai apposta vero?” chiesi, “un po’” rispose ridendo. Gli uomini entrarono e si posizionarono, e il parroco fece partire la marcia nuziale, “oddio già ho l’ansia ora” disse facendo un respiro profondo, Amanda partì e a quando arrivò a metà navata, partii anche io, e poi quando fui a metà navata la sposa, “ci posizionammo difronte ai “cavalieri”, sentimmo una vaga forma di come sarebbe potuta essere la cerimonia e poi ci fece provare l’uscita, Zac e Maya con il bacio e io andai in contro a Chris, mi prese sotto braccio e camminammo, “Appena usciamo parliamo ok?” chiese, “no” risposi alzando la testa, “perché no?” chiese, “perché non voglio parlarti” risposi, arrivammo fuori, “sei bellissima” mi ammirò per qualche minuto, “smettila, ti accompagno lo stesso agli oscar ma non mi stressare” dissi secca, rientrai e vidi che i ragazzi stavano parlando con il parroco, “allora la riproviamo a qualche giorno…” disse sorridendo stringendo la mano a Zac e Maya, salutammo e uscimmo fuori.
“C’è un problema ragazzi, qualcuno mi ospita in macchina? Non mi parte più” disse Ryan, “io… Nicki tu vai con Chris?” chiese Amanda, “certo… non c’è problema tanto oggi mi odiate” dissi seguendo Chris, “che c’è ora corri?” chiesi accelerando il passo, “che c’è ora vuoi parlare?” chiese aprendo la macchina, “No… solo che se devo salire in macchina con te, aspettami” dissi scocciata, “senti bella… non l’ho deciso io che dovevi venire in macchina con me, e poi accelera tu” disse seccato, salii in macchina e incrociai le braccia, per tutto il viaggio silenzio, “siamo arrivati?” chiesi vedendo il mare, “sì” rispose, “che gioia eh” borbottai scendendo dalla macchina, “la borsa idiota” disse tirandomela, “ma sei scemo?” urlai, “no. devo smetterla di stressarti, perciò ciao… addio… parleremo quando sarai matura” disse girandosi di spalle, “che coglione… non posso crederci” borbottai fra me e me. Cominciò a camminare e lo seguii, arrivammo difronte a un ristorante e entrammo insieme agli altri, “allora che ne pensate della cerimonia? Può funzionare?” chiese Zac, “Sì” rispose Chris tranquillo come se io e lui fossimo ancora migliori amici, “a voi non disturba… con la situazione che avete…” “no… ti pare?” rispose Chris dandomi una gomitata, lo fulminai e gli diedi un calcio, “esco un secondo a fumare” dissi prendendo le sigarette, “vado in bagno” si alzò Chris e tutti e due ci dirigemmo fuori sul lungo mare dove c’erano altri tavoli, “vuoi rovinargli il matrimonio? Accomodati… fallo… ma non contare su di me” disse puntandomi il dito, “ma levati” dissi spostando il suo dito, “sai dire solo ma levati?” chiese nervoso, “Chris, oggi ti avevo detto chiaramente di starmi lontano. Stai peggiorando le cose” risposi tranquilla, “e dimmi… se non sei innamorata di me… e non sei gelosa, che scenata era quella di ieri? E perché oggi sei così tanto arrabbiata con me?” chiese alzando il sopracciglio, “perché credevo fossi un amico, e gli amici non si comportano così” dissi sbraitando, “e si comportano come hai fatto tu? Che quando ti ho detto che stavo con Zoe hai cominciato a fare la stronza con lei e hai trattato di merda me?” chiese alzando i toni anche lui, “allora se io devo essere uomo e tirare fuori le palle di dirti che ti amo, come ho fatto, perché tu non ammetti di essere innamorata di me?” chiese tornando ad essere calmo, “perché non lo sono” risposi secca, mi accesi la sigaretta e lui la spense contro il muro, “non fumi fin quando non lo ammetti” disse facendosi seguire, entrò dentro, “ammettilo” disse passando davanti ai tavoli, “non lo ammetterò mai Chris” dissi seguendolo, “ammetti che mi ami?” chiese davanti al nostro tavolo, “no” risposi seguendolo di nuovo, uscì dalla porta dove siamo entrati e si fermò vicino a un muro, mi bloccai davanti a lui, “non lo ammetto… è inutile” dissi incrociando le braccia, “tieni” mi porse la sigaretta triste, feci per prenderla e lui mi bloccò il braccio stampandomi addosso al muro, il suo corpo mi bloccava totalmente, si avvicinò alle mie labbra, “mi ami?” sussurrò avvicinandosi ancora, “no” risposi forzandomi, si avvicinò ancora di più e le sue labbra si unirono alle mie in un bacio a stampo, “mi ami?” chiese di nuovo, “no” sussurrai, mi stampò un altro bacio ma più a lungo, “mi ami?” lo sussurrò di nuovo, “sì” sussurrai tirandolo per la giacca, lo baciai e stavolta fu passionale, mi abbracciò tirandomi, “scusa di nuovo per averti fatta stare male” sussurrò, “basta… ora basta” dissi abbracciandolo, “come glielo diciamo?” chiese poi mettendomi giù, “non glielo diciamo… appena c’è l’occasione ci stampiamo un bacio di quelli fatti bene e li facciamo rimanere come fessi” risi, “però nel frattempo dobbiamo evitarci o litigare, “recitiamo… questa presenza agli Oscar me la dovrò pur guadagnare?” risi, “ah certo” rise anche lui e mi stampò un bacio.
“Allora? Chiarito?” Chiese Zac, “no… mi ha buttato la sigaretta” risposi gelandolo con lo sguardo, “cogliona ce l’hai dietro l’orecchio” rise, certo che se rideva non eravamo credibili, “come ce l’hai messa?” chiesi fredda, “eh… me l’ha insegnato Zoe” rispose lanciandomi una frecciatina, “ah la escort… si ricordo” risposi acida, “comunque a Zac e Maya” propose il brindisi Amanda, “a Zac e Maya” ripetemmo in coro brindando.
“Dopo cena ci sta tutta una passeggiata sulla spiaggia” propose Ryan, “sì è romantica…” Amanda lo appoggiò, andammo sul lungo mare e ci sedemmo lì, io e Chris ci sedemmo dandoci le spalle, ma ne approfittammo di un momento in cui le coppiette amoreggiavano per scambiarci qualche effusione, “sentivo troppo silenzio per Nicole e Chris” disse Maya, “si buongiorno… è un’ora che li guardiamo noi… sono carini eh” disse Amanda, “che razza di spioni” brontolò Chris abbracciandomi, “allora state insieme?” chiese dolcemente, “vediamo come va” rispose dandomi un bacio sulla fronte, “è stato un travaglio il vostro rapporto per noi” disse Zac, “a pensare come farvi mettere insieme, bastava farvi litigare…” ci sorrise e Chris mi guardò ridendo, “diciamo che se si fosse ingelosita prima non serviva litigare” disse alzando il sopracciglio, “diciamo che se avessi parlato prima non mi sarei neanche dovuta ingelosire” risposi acida, “oh no… non ricominciate” disse Ryan, “andiamo a casa che è meglio” rispose alzandosi Amanda, “sì anche noi andiamo” disse Zac, “andiamo” si alzò e mi tirò su, mi diede una botta con l’indice al naso e poi mi baciò, “me la consumi” rise Amanda, “ho anni e anni di arretrati” giustificò, lo guardai e sembrava avere tutto un senso.
“Dormi da me?” chiese, “no… se vuoi dormi tu da me” dissi, “mmm… non lo so perché domani ho una colazione con il cast, tu devi lavorare?” mi accarezzò la gamba, “la mattina no, però dal pomeriggio ricomincio, e devo essere puntuale” dissi seria, “allora alla colazione vieni con me, appena ci liberiamo facciamo qualche giro per il vestito degli oscar, pranziamo, se non trovi nulla domani ti do il codice della carta e vai con le tue amiche a comprarlo, e poi ti accompagno a lavoro” pianificò, “va bene… ma non voglio che mi dai il codice della tua carta” dissi guardando fuori dal finestrino, “io te la voglio dare, e adesso andiamo a dormire che sono stanchissimo” disse aprendomi lo sportello della macchina, “non l’hai mai fatto oggi sì?” chiesi scherzando, “da oggi si cambia musica signorina” disse prendendomi in braccio, chiuse la macchina e mi baciò, “andiamo a dormire dai” dissi staccandomi, mi mise giù e mi diede la mano, camminammo fino al portone, aprii, entrammo e chiamammo l’ascensore. “L’hanno riparato” annunciai, salimmo e le porte si chiusero, “non dormo precisamente da quarantotto ore” disse strofinandosi gli occhi, “cioè da quando sei venuto a dormire da me non hai più dormito?” chiesi preoccupata, annuì, “ora dormi ok?” lo minacciai, “va bene mamma” rispose ridendo, gli diedi una spinta e non si mosse di una virgola. Le porte si aprirono e finalmente eravamo a casa, si tolse le scarpe e planò sul divano, “vuoi dormire lì?” chiesi innocente, “e perdermi l’opportunità di romperti le scatole durante la notte? Naaah” rispose alzandosi, “se vuoi vai a farti la doccia” dissi dandogli un bacio sul petto, “vado” disse accarezzandomi, si chiuse la porta alle sue spalle e io nel frattempo sistemai le cose in cucina.
“Nicole se vuoi vai” disse avvicinandosi, mi baciò il collo e piegai la testa in dietro, “vado” dissi allontanandomi, entrai in bagno e aprii l’acqua, mi spogliai ed entrai in doccia. Maglietta dei Pink Floyd, pantaloncini della tuta e capelli bagnati lo raggiunsi in camera da letto, “che fai?” chiesi sdraiandomi vicino a lui, poggiai la testa sulla sua spalla, tutta raggomitolata occupavo la stessa area che occupava il busto, “sto leggendo che scrivono sul gruppo del cast” disse posando il telefono sul comodino, “mmm” annuii, mi baciò, gli accarezzai la nuca, “sei stanco?” chiesi accarezzandogli il viso, “non immagini quanto” disse sforzandosi di tenere gli occhi aperti, “dormi, spengiamo tutto” dissi spengendo le luci, “ma non voglio che questa giornata finisca… voglio baciarti di nuovo” disse baciandomi, “dai… domani avrai tutto il tempo” dissi baciandolo di rimando, “mi prometti che domani sarai con me?” chiese con gli occhi da bambino, “certo… ora dormi” dissi accarezzandolo, “buonanotte…piccola” sussurrò, “buonanotte” risposi, mi abbracciò, si addormentò, lo guardai dormire, spensi le luci e mi lasciai stringere.

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Capitolo 4
*** Ti proteggerò sempre ***


Capitolo 4

Aprii piano piano gli occhi, mi mossi il più piano possibile per non svegliare Chris, ma con il suo braccio sul petto mi stava soffocando, “buongiorno amore” disse dandomi un bacio, amore? A me? Ancora mi dovevo abituare, “buongiorno” risposi ricambiando, “vado in bagno, ora torno” dissi alzandomi, andai a fare la pipì e tornai in camera da letto, solo lì notai che Chris stava dormendo in mutande, “stai ammirando?” chiese malizioso, “ci fosse qualcosa da ammirare” scherzai, mi tirò per il braccio e mi sdraiò sul letto, mi si mise sopra e cominciò a farmi il solletico, “che hai detto tu?” chiese, “niente… ritiro tutto” dissi contorcendomi dalle risate, mi ritrovai una sua mano sul seno, e cominciò a muoverla, “posso sempre farti provare…” sussurrò al mio orecchio, con un gesto lento mi tolse la maglietta, gli accarezzai la schiena e lui mi baciò, passionale, lento, dolce, la sua mano scese, mi abbassò i pantaloncini e li tolse, “ti voglio” sussurrò, “sono tua” sussurrai, mi sganciò il reggiseno e lo tolse, scese in basso e cominciò a baciarmi l’interno coscia, poi salì sempre di più, cominciai ad ansimare, si tirò su, e decisi di prendere l’iniziativa, gli abbassai i boxer e glieli tolsi, lo stuzzicai con la mano, cominciò ad ansimare, poi mi spostò la mano, la portò sopra la mia testa e prese l’altra mettendola sopra l’altro lato della testa e mi tenne ferma, entrò e piano piano cominciò a muoversi, mi tené ferma e si mosse piano, poi si fermava poi piano, “aah che aspetti?” chiesi ansimante, “che mi implori, ti ho implorato io per stare insieme… tu mi implori per fare l’amore” ansimò nel mio orecchio, “non riuscirai a fare così per tutto il tempo… non ti implorerò” ansimai, mantenne la sua promessa mi torturò uscendo e rientrando e andando piano piano, “prendi qualcosa?” chiese dolcemente, “no” risposi, “ok allora dimmi tu come preferisci, salto della quaglia o un durex?” chiese fermandosi, “ora facciamo anche i discorsi?” chiesi, “se mi rispondi e fai ciò che dico io le cose diventano più sbrigative” disse ridendo, “come preferisci, ma durex forse è meglio” dissi imbarazzata, “va bene” lo prese dal portafoglio e lo mise, “ora o mi implori o niente” disse entrando e affondando, “Chris… non dovevi lasciarmi le mani” dissi facendo pressione su di lui, lo girai, eravamo di profilo, spinsi di nuovo ed ero sopra di lui, mi cominciai a muovere al ritmo che comandavo io, si mise seduto, mi prese i capelli li tenne stretti, ansimò forte, mi girò e mi ritrovai sotto, cominciò a muoversi velocemente, le sue mani mi accarezzavano ovunque, i corpi erano diventati uno solo, lo sentii irrigidirsi in ogni mossa, arrivammo entrambi all’orgasmo nello stesso momento, si posò sopra di me lentamente, mi baciò a lungo, “pensi ancora quello che dicevi? Che non sono capace e che non c’è niente da guardare?” chiese malizioso, “decisamente” dissi sfottendolo, “ah sì?” chiese dandomi uno schiaffetto sul sedere, “sì” risposi mordendomi il labbro, “vado a fare la doccia” annunciò alzandosi, “va bene” risposi sedendomi sul letto, mi rivestii e rifeci velocemente il letto.
“Se vuoi puoi andare” mi avvisò, mi abbracciò da dietro e poggiai la testa sul suo petto, “non riesco a starti lontano” sussurrò, “ci devi riuscire o facciamo tardi” dissi dolcemente, “va bene vado a vestirmi… poi passiamo a casa mia a cambiarmi e poi andiamo a fare colazione” disse pianificando le cose da fare, “se vuoi puoi andare adesso, io ti aspetto qui mi fai uno squillo quando sei quasi qui sotto e io scendo” dissi prendendo mutande, reggiseno e accappatoio, “allora vado subito” mi baciò e uscì di casa, ancora non realizzavo che Chris e io stavamo insieme, entrai in doccia e quando uscii asciugai i capelli lasciandoli mossi e mi misi una canottiera nera e un pantalone verde militare con le converse bianche basse.
“Scendi” che telefonata entusiasmante, scesi e salii subito in macchina di Chris, “ci aspettano al Temple Bar” disse partendo, annuii e lui mi accarezzò la mano.
“siamo arrivati, qualsiasi cosa non credere a quello che dicono e prendili per ciò che sono” fece il gesto di essere svitati, risi e attraversammo la strada, “Lei chi è?” chiese Mark avvicinandosi, “Nicole..” rispose tranquillo, “aaah Nicole… non smette di parlare di te” Mark mi strinse la mano, “la dovreste vedere, è una bomba” lo imitò Robert, “non ci credere” disse mettendomi un braccio in torno al collo, “piacere Nicole… non dare retta, sono una massa di cretini” si presentò Scarlett, “ora mettiamo al tavolo, Chris ancora deve arrivare” proseguì, “eccomi, eccomi” un colosso, un vero colosso salutò tutti, “Ciao Nicole, piacere Chris” mi strinse la mano, Chris lo guardò male e lui sorrise, “So come ti chiami perché Chris ti ha descritto nei dettagli come eri fatta” rise, guardai Chris imbarazzato e gli sorrisi.
“pss” mi chiamò Scarlett, “ma state insieme?” chiese sorridendo, “ehm… una mezza cosa” risposi, “oddio non mi dire che si è fatto avanti” disse ridendo, “sì” risi anche io, “sai quanto ci ho tribolato per farlo parlare?” era felice, “senti lo accompagnerai tu agli Oscar?” chiese sorridendo, “ehm sì” risposi timida, “se vuoi, visto che sarò a New York per un po’ prima di tornare a casa, cerchiamo il vestito insieme e ti spiego come funziona” si offrì per aiutarmi, “per me va bene, ma c’è anche una mia amica che vorrebbe aiutarmi” spiegai, “due è meglio di una no?” chiese sorridente, “certo” sorrisi e annuii. “Comunque fan in arrivo di Chris, non ti far mai vedere gelosa, se mai continua a parlare con me e dille a me le cose, più ti ingelosisci più dai potere” sussurrò, “Oddio Chris, ti amo… posso fare una foto con te?” chiese una di loro, “certo” si alzò e mi guardò, “Nicole puoi farci la foto?” chiese ridendo, “possiamo fare che mi dai un bacio in guancia e una che sorridi?” chiese, “tutto ciò che vuoi” acconsentì, ne scattai credo un milione, mi rimisi seduta, “lui è il primo che cerca di non farti essere gelosa, e se delle volte puoi pensare che lo faccia per dispetto, pensa che non sa che cosa deve fare bene, può cercare di fare tutto alla perfezione ma qualcosa gli sfuggirà” sussurrò stringendomi la mano, “ma state insieme?” chiese Robert, “una mezza cosa” rispose Scarlett, “Dio ce l’ha fatta… ma ti ha detto che ti ama?” chiese Chris, “ragazzi lo state facendo passare per un alieno” li bloccò Mark, “lo è… innamorato di una ragazza da anni e non riesce neanche a baciarla” disse Robert ridendo, “si mi ha detto che mi ama” risposi imbarazzata, “almeno questo” rispose Robert, Chris si rimise seduto, “ abbiamo monopolizzato la tua lady” annunciò Robert, “a tutti quanti… lei non si tocca” disse prendendomi la mano, “ah… sei geloso caro Chris” disse Chris mettendogli una mano sulla spalla, “di lei? Pfff…” finse di ridere, “da morire” proseguì serio, risero tutti e lui mi stampò un bacio, “senti Nicole dammi il tuo numero così ci mettiamo d’accordo quando vederci” disse Scarlett porgendomi il telefono, segnai il numero e lei mi fece uno squillo, “quello è il mio… ora vado che a pranzo devo vedermi con un’amica” disse alzandosi, mi salutò con un bacio sulla guancia e gli altri li salutò con la mano. “Anche noi andiamo che dobbiamo fare dei giri” annunciò Chris alzandosi, mi alzai insieme a lui e sorrisi, “è stato un piacere” dissi afferrando la mano di Chris, “anche per noi” disse Robert, ci allontanammo, “sono pazzi… te l’ho detto” disse ridendo, “e sapevano che eri innamorato di me” aggiunsi, “già… diciamo che solo tu non lo sapevi” disse ridendo, “ma ora lo so” ammisi cercando il suo sguardo, “e so anche che sei geloso” aggiunsi, “di te lo sono sempre stato” disse lasciandomi la mano per portare la sua al mio fianco, non risposi e mi lasciai cullare nel suono della sua voce. “Allora vuoi che Scarlett ti aiuti a cercare il vestito” disse aprendo la macchina, “sì… e poi anche Grace mi voleva aiutare” mi sentii in colpa, lo stavo tagliando fuori, “fantastico, mi risparmierò giorni e giorni di shopping” disse sentendosi sollevato, “cosa? Mi stavo sentendo in colpa per averti tagliato fuori e tu che fai? Ti senti sollevato?” risposi confusa, “senti… mi avrebbe fatto piacere accompagnarti a provare i vestiti… e per come sono fatto te li avrei comprati tutti pensando che ti stessero tutti meravigliosamente bene… ma non voglio vederti con il vestito per poi vederti agli oscar e dire, mmm ti ho aiutato bene a trovarlo, voglio guardarti e dire che sei magnifica e che mi hai stupito, voglio guardarti e dire, sono senza parole” disse accarezzandomi la guancia, “e allora lo pagherò da sola” incrociai le braccia, “per favore lo fai per me? Voglio regalarti quel vestito, e le scarpe, gli accessori e tutto compreso, vuoi prosciugarmi la carta? Fallo… coccolati perché se io venissi con te non ti comprerei mai l’abito che costa meno” disse serio, “sai che non sono il tipo” dissi seria, “ti ho fatto già il favore di dirti di sì per gli oscar, non ti allargare” dissi incrociando le braccia, “avresti preferito che con la situazione di adesso, mi fossi organizzato diversamente?” chiese malizioso, “ti avrei ucciso… e non scherzo” lo minacciai, “con Zoe…” mi prese in giro, finsi una risata e lo guardai in cagnesco, “che c’è?” chiese ridendo, “con Zoe… ti saresti vergognato pure di respirare” borbottai, “si è vero… ma io amo te” disse baciando la mia mano, lo guardai male di nuovo e mi girai a guardare fuori dal finestrino, “comunque dopo dammi il telefono e ti scrivo il codice della carta” disse tranquillamente, “non la userò” dissi prendendo il cellulare, aprii facebook e trovai una richiesta d’amicizia, ZOE HAIS, “scherziamo?” chiesi girando lo schermo del telefono verso Chris, sbottò a ridere, parcheggiò l’auto e rimase a ridere, “accettala, diventerete migliori amiche” disse ridendo, accettai, “tu non ti preoccupare” dissi acida, “eddai… non fare così” disse tirandomi verso di lui, “così come?” sussurrai sulle sue labbra, “non essere acida” disse baciandomi, mi mise la mano fra i capelli e mi spostò ancora più vicina, “andiamo a mangiare” mi scansai e lui mi guardò negli occhi, sorrise, lo baciai di nuovo, “andiamo” sussurrò lasciandomi andare, scesi dalla macchina e chiusi lo sportello, il ristorante era piccolo e accogliente, molto intimo.
“Ti piace?” chiese guardandosi in torno, “da morire” dissi guardandolo, “che c’è?” sorrise, “sei… bellissimo” risposi dolcemente, “oh me lo dicono in tante” scherzò, lo guardai male e lui rise, “gelosa eh” mi schernì, “la smetti? Sì sono gelosa problemi?” chiesi nervosa, “no… anzi, mi piace” disse sorridendo, lo guardai male, “che c’è?” chiese innocente, “sei un paraculo” dissi sorseggiando l’acqua, “vuoi il vino?” chiese ridendo, “vuoi un vaffanculo già pronto?” chiesi acida, “mmm mi sa tanto che si sta preparando la prima litigata” disse ridendo, “Chris non sto ridendo, e poi la smetti?” “di fare cosa?” mi guardò confuso, “di fare così, di farmi sempre ingelosire, sembra di essere sempre e costantemente in esame, già è difficile accettare che probabilmente in tutto il mondo fantasticano su di te, e lo accetto, che ogni volta hai lo sguardo di tutte le ragazze addosso, lo accetto… ma tu non aiuti” lo buttai fuori come se lo stessi pensando da una vita, “ma io scherzo, io non realizzo che per gli altri sono Chris Evans l’attore, per me sono una persona normale, che ha una vita normale, molto più fortunato di tanti altri, ma sono una persona normale, e nonostante sono anni che faccio questo lavoro ancora non entro nell’ottica che ci sono tante ragazze che mi ammirano… e poi… a me importa che lo dici tu che sono bellissimo…” disse guardandomi fisso negli occhi, “anche per me sei Chris, il mio punto di riferimento e tutto ciò che per me ha importanza, ma… per altri no, e questo faccio fatica a sopportarlo” dissi guardando altrove. “La bistecca fiorentina?” chiese il cameriere con i piatti in mano, “mia” disse Chris, “insalata per la bellissima ragazza” disse porgendomela, vidi Chris diventare di otto tonalità diverse, gli diedi un calcio e mi guardò, il cameriere si allontanò. “Ma che ti prende?” chiese confuso, “hai cambiato otto tonalità al viso e se avessi avuto poteri lo avresti incenerito con lo sguardo” dissi seria, “è quello che si merita” disse continuando a fissarlo, “non credo” dissi scuotendo la testa, “ah no? Ci ha provato palesemente con te” era nervoso, cominciò a mangiare senza dire una parola, “scusi” chiamai il cameriere, “può portare l’acqua?” chiesi, “certo tesoro” disse il cameriere, Chris alzò lo sguardo, lo guardò a lungo, non avevo mai visto Chris così alterato, “se lo prendo lo faccio diventare un portachiavi” disse scuotendo la testa, “calmati” dissi piano, “tieni…” il cameriere portò l’acqua e mi fece l’occhiolino, bastò per far scattare Chris che si alzò, “scusa?” aveva il tono minaccioso, “mi dica” si girò il cameriere, “tieni, lo dici a tua sorella, l’occhiolino lo fai sempre a tua sorella, e poi sempre a tua sorella fai i complimenti ok?” disse avvicinandosi, “mi scusi, non credevo che lei fosse il suo…” non lo fece neanche finire di parlare, “oh invece lo sono” parlò tranquillo, da lontano sembrava una normale chiacchierata, “mi scusi, non succederà più” disse il cameriere, “ne sono certo” disse sedendosi, il cameriere diventò una scheggia nel tornare di là, “sei veramente un casino” dissi sorridendo, “vedi? Ho più problemi io con te, che tu con me” sussurrò, “ma finiscila” risi, ci alzammo e lui andò a pagare, “no… pago io” dissi accelerando il passo, “ma non esiste proprio” disse spingendomi in dietro, “dai” borbottai, “dai niente… vai a dormire” disse ridendo, si mise alla cassa e io gli diedi un pizzico, mi prese con il suo braccio enorme e mi abbracciò, “sì… il tavolo 4” disse alla cassiera, lo guardò come se le fosse apparsa la Madonna, gli disse la cifra da pagare che neanche ascoltai presa a guardare come lo guardava, “ma lei è Chris Evans?” chiese quando le porse i soldi, “ehm… sì” rispose Chris, “oddiooooo autografo e foto me lo concedi?” chiese urlando, “sì ma stai tranquilla” borbottai, “va bene” rispose Chris dandomi un pizzico leggero sulla spalla, “fallo qui l’autografo” disse porgendogli un foglio, lo firmò e lo rimise sul bancone, fece il giro e gli si posizionò al fianco, “allora… ci scatti una foto?” mi chiese eccitata, “per favore?” borbottai di nuovo, “eh sì quello” disse porgendomi il telefono, praticamente lo stava tastando per “cercare una posa in cui lei venisse bene”, “quando hai finito eh” sbottai, “sì ma stai tranquilla” disse nervosa, “lo stai perquisendo?” chiesi, “uff… che palle questa” disse secca, “senti bella, fattici un selfie” gli tirai il telefono e uscii fuori. Dopo pochi secondi arrivò Chris, “ma che ti prende?” chiese, “sarà così la nostra relazione? Ti tastano e io devo stare zitta?” ero talmente nervosa che volevo piangere, “temo di sì” rispose abbracciandomi, “ma siamo io te ok? Il resto è niente” mi accarezzò i capelli e tra le sue braccia mi ci sarei persa volentieri, “andiamo dai… devi andare a lavorare” disse prendendomi per mano, “non mi va” mi lagnai, “ah io non ti obbligo di certo” rispose afferrandomi per il fianco, “voglio andare a casa…” dissi salendo in macchina, “a letto” proseguii, “eh lo so… faccio questo effetto” scherzò Chris, “a dormire” lo guardai, “che tristezza… fai la panterona e poi… vuoi andare a casa a dormire” mi schernì, “idiota” risi, partì.
In meno di venti minuti ci trovammo di fronte al negozio, “se vuoi vai” dissi accendendo la sigaretta, “mmm nah” disse sicuro, si mise gli occhiali da sole e incrociò le braccia, “stai facendo il figo Evans?” chiesi dandogli un cazzotto piano, “sto cercando di sedurti” disse facendo il suo sorrisino malizioso, “mmm… e allora avvicinati” dissi tirandolo per la maglietta, mi baciò e buttai la sigaretta, “che mangiamo a cena?” chiesi tra le sue braccia, “vado a fare spesa?” chiese dolcemente, mi stringeva forte ed era la cosa più bella, “e che prendi?” chiesi, “ti chiamo più tardi o se non puoi rispondere ti mando un messaggio” mi baciò la fronte e continuò a stringermi, “Ciao belli” disse Grace aprendo la porta, “ciao Grace” rispondemmo in coro, “sembra di stare a scuola” disse ridendo, entrammo e accese le luci, “allora? Che dite?” chiese sorridendo, “mah niente… che hai fatto questi giorni?” chiesi svagando, “ho lavorato e ho scoperto che diventerò nonna” disse sorridendo, “auguriii” dissi abbracciandola, “senti io vado, ti chiamo più tardi… a dopo” Chris mi baciò, “ciao” risposi guardandolo andare via. “E vorresti dire che non hai nulla da raccontare? Sei veramente una pessima persona” disse scuotendo la testa, “non potevo raccontarlo con lui qui” risposi, “ma non si era fidanzato?” chiese confusa, “no… mi ha mentito per farmi credere che non ero io la donna di cui era innamorato, per paura che io lo rifiutassi… però poi dopo un giorno che non ci parlavamo e se ci parlavamo litigavamo mi ha detto di amarmi e ci siamo baciati” dissi riassumendo le ultime ore, “e avete consumato il vostro amore?” chiese felice come una bambina, “ehm… queste dove vanno?” chiesi con le magliette da donna in mano, “lo prendo come un sì” disse ridendo, “Grace… mi metti in imbarazzo sai?” risi, “mi sembravi più rilassata” rise anche lei, “ma smettila” diventai rossa come un peperone, “comunque siete una bella coppia, si mi piacete” disse ridendo, “va bene” risposi, “e insomma… questo calvario…” scosse la testa, “se vi fosse messi insieme prima ora staremmo parlando di matrimonio” disse seria, “oh oh… addirittura” risposi ridendo.
CHRIS, “pronto” risposi, “ho fatto la spesa, la porto da me o da te?” chiese velocemente, “dove vuoi” sussurrai per non farmi sentire dai clienti, “da te… così stai più comoda per andare a lavoro domani mattina” decise, “va bene… portati le cose” sussurrai di nuovo, “sì capo, perciò ti è piaciuto dormire con me eh” riuscii a capire dalla voce che stava facendo la sua espressione maliziosa, voleva giocare, e giochiamo. “Più che altro il risveglio” dissi sussurrando, “oh sì, è stata anche la mia parte preferita” sussurrò anche lui, “mmmh pensi che stasera ci possa essere una seconda volta?” chiesi sussurrando di nuovo, “anche una quinta se continui a fare così” lo sentii ridere, “parliamo di cose un po’ più serie, devo venirla a prendere Milady?” rise di nuovo, “ehm… se non vuole che arrivi a casa per le dieci passate credo di sì, sempre se Milord non ha problemi…” risi anche io, “sarò lì fra mezz’ora Milady, ora sto dando da mangiare a Dodger e vengo” disse affannato, “ma porta anche lui da me” dissi andando nel retro del negozio, così Grace non mi avrebbe vista, “ah… se posso sarebbe meglio, allora dai preparo tutto e arrivo. Domani siamo invitati a cena da mia madre, ah e ci sarà sia Carly che Scott” disse parlando veloce, “mi stai incastrando per caso?” chiesi confusa, “ehm sì.” Rispose subito, “senti ci vediamo fra poco, io vado a lavorare” risposi, “ciao piccola” sussurrò, “ciao amore” dissi attaccando.
“Oggi non si è visto quasi nessuno vero?” chiese Grace, “vero… lavorato pochissimo” le diedi ragione, “tu sicuramente” rise, “scusa” dissi colpevole, “aaah l’amore” disse scuotendo la testa, “Grace, ce l’hai una bottiglia d’acqua?” chiese Chris entrando solo con la testa, “sì tieni” disse porgendogliela, “non può entrare ha il cane” dissi prendendola, la portai a Chris che mi baciò, “guarda chi c’è” mi annunciò, Dodger mi saltò addosso e cominciò a giocare con me, “ma come siamo belli” gli dissi accarezzandolo, “fallo entrare Chris, tanto stiamo chiudendo” disse Grace, lo fece entrare, il cane si diresse subito su Grace, Chris mi mise un braccio in torno al collo e mi sorrise, “gli piaci eh Grace” disse guardandoli giocare, “e lui piace a me” disse accarezzandolo, “senti Nicki, non ho avuto tempo per dirtelo, ma domani siamo chiuse, devo andare da mio marito a San Francisco, non sta bene…” disse tirandosi su, “cosa ha?” chiesi preoccupata, “non si sa, ma ieri è stato ricoverato d’urgenza e trasferito a San Francisco, ha perso conoscenza in mezzo alla strada” disse con la voce tremante, “Grace… non ti preoccupare, si risolverà tutto” dissi abbracciandola, annuì e mi sorrise, “domani ti chiamo, qualsiasi cosa ti chiamo” disse asciugandosi due lacrime con il fazzoletto, “va bene” dissi allontanandomi, “facciamo la chiusura e andiamo a casa, voglio andare ad abbracciare i miei figli” disse scuotendo la testa, spazzo per terra, Chris era rimasto immobile in silenzio, portò fuori Dodger e rimase ad aspettare lì, spazzai a terra e pulii il bancone come facevamo di solito il sabato, e chiusi la scala mettendola al suo posto nel magazzino. “Vai Nicki, ci sentiamo domani” disse sorridendo, mi avvicinai a lei e le diedi un bacio sulla guancia, “tesoro mio” mi abbracciò forte e la sentii singhiozzare, “sii forte, si risolverà ogni cosa” dissi abbracciandola di rimando, “ci proverò” disse fingendo un sorriso.
“Devi metterlo davanti a te Dodger, dietro ci sono le sue cose” disse facendo spallucce, “le sue cose?” chiesi confusa, “ho dovuto portare la sua cuccia, i suoi giochi, la sua coperta, i suoi croccantini, le sue ciotole… come lasciavo qualcosa piangeva” disse stanco, “sei viziato Dodg?” chiesi prendendolo per il lati del muso, “ma sei bellissimo, che ti ha fatto? Ti ha lavato Chris?” cominciai ad accarezzarlo e lui si accoccolò sui miei piedi, arrivammo a casa in venti minuti, “vieni Dodger? Andiamo su” presi il guinzaglio ma mi accorsi che non era legato a esso, mi feci seguire fino all’ascensore e poi fino a dentro casa, chiusi la porta e scesi giù ad aiutare Chris, “prendi solo la busta con le ciotole” disse porgendomela, lo guardai e aveva tre zaini sulle spalle e due buste a braccio, “sembri un venditore ambulante” risi e sentii ridere anche lui, “non sai quanto pesa la roba di Dodger” disse ridendo, “immagino” alzai le mani e feci segno di non avere nulla, lui mi sorrise e chiamai l’ascensore, “Stanotte farà freddo?” chiese pensieroso, “non penso perché?” chiesi, “perché non fa caldo stasera” era così tenero con tutte quelle cose addosso, arrivammo al piano ed aprii la porta, trovammo Dodger dormire sul divano tutto raggomitolato, “certo… i traslochi stancano eh” disse Chris guardando il cane, risi e posai le ciotole vicino al televisore, Chris posò le cose a terra e aprì le buste, “La cuccia Dodger, a cuccia” disse svegliandolo, la mise all’altro lato del televisore, riempii le ciotole di acqua e croccantini e svuotammo la busta con la copertina del cane e dei suoi giochi.
“Amore mio” si avvicinò Chris dietro di me per abbracciarmi da dietro, “ehi” sussurrai afferrando le sue mani poggiate su la mia pancia, mi baciò il collo, lo sentii respirare, “dobbiamo prima mangiare Capitano” sussurrai, “mangerei te” sussurrò, “devo cucinare” dissi allontanandolo, si lamentò, si finse offeso ma lo ignorai.
“è pronto” andai in camera da pranzo e trovai Chris e Dodger guardare la televisione, “incredibile” si alzò e venne in cucina, “cosa è incredibile?” chiesi curiosa, “c’è parto col folle” disse ridendo, “uuuuh bellissimo” mi accesi, mangiammo velocemente e lasciammo i piatti nel lavandino, ci alzammo e andammo in salone a vedere il vedere il film. Mi misi sdraiata con il busto sopra quello di Chris e le gambe tra le sue gambe, “stai comoda?” chiese ridendo, “si” risposi lasciandomi coccolare, cominciò a farmi i grattini sulle braccia, per poi farli sui fianchi. “Sta squillando il tuo telefono Nicole” mi svegliò, “eh?” chiesi confusa, “si ciao… sta squillando il tuo telefono” lo mimò, “ho capito, non c’è bisogno di mimarlo” mi alzai e lo andai a prendere, “Amanda, spero che sia importante” dissi con la voce impastata dal sonno, “cioè stai a casa con Chris e dormi alle nove di sera? Tu hai problemi serissimi. Comunque ti ho chiamata per capire che fine avessi fatto”, “sono stata impegnata tutto il giorno, sono tornata ora a casa” mi giustificai, “sì… Chris ti stanca troppo” disse ridendo, “no… fidati” risposi, “ancora niente? Ma sei vergine per caso?” chiese ridendo di nuovo, “per la cronaca è successo… ma non era questo il momento e non è successo tutto il giorno, ora se permetti torno a dormire, ci sentiamo domani ok?” sussurrai, “Nicole mi sembri un’agente della CIA, puoi dirlo che ci sei andata a letto, non devi sussurrare per forza” la delicatezza di Amanda mi lasciava sempre più esterrefatta, “Ok… ma che ti frega a te” risi, “mi preoccupo, sarà da quando è stato scoperto il fuoco che non vai a letto con qualcuno” rise, “dobbiamo parlare dei dettagli della mia vita sessuale?” sbottai, Chris mi guardò confuso, “sì…” rispose Amanda ridendo, Chris si alzò e mi tolse il telefono dalle mani, “ciao Amanda” attaccò. “Parliamone io e te” disse baciandomi, mi mise con le spalle al muro e mi alzò le gambe mettendole sui suoi fianchi, “era tutto il giorno che aspettavo questo momento” sussurrò muovendosi contro di me, mi mise le mani sotto la maglietta e mi accarezzò il seno, lentamente, “Chris” sussurrai, “sh” mi baciò, fece cadere a terra la mia maglietta, lo imitai e tolsi la sua, con un gesto veloce mi tirò giù i pantaloni e me li sfilò, con le gambe feci scendere i suoi fino a sotto i piedi, li spostò con un calcio e riprese a baciarmi con foga, fece scendere una mano, la sentii sull’elastico delle mutande e poi scendere giù, entrò, ansimai, infilai la mia mano nei suoi boxer, lui la tolse e la bloccò sopra la testa, si tirò giù anche i boxer e cominciò a muoversi, entrò ed ansimai, mi aprì il reggiseno e lo fece cadere a terra, si cominciò a muovere e lo sentii ansimare, mi strinse a sé e cominciò a camminare, arrivammo in bagno e lui aprì l’acqua della doccia, mi mise sul lavandino e si mosse piano, aprì la doccia e entrammo, mi poggiò al muro come poco prima e si mosse.
“Dio mio” dissi quando si staccò, il suo bacio era così caldo, lui rimase in silenzio e mi guardò, ci insaponammo e sciacquammo in pochi secondi, uscimmo dalla doccia. “Piccola” mi accarezzò la guancia e mi sorrise, misi una felpa grigia e un pantalone della tuta grigia e lui si mise pantaloncini corti e maglietta grigia, mi buttai sul letto e lui mi seguì mettendo la testa sulla mia pancia, “lo vuoi un figlio?” chiese dolcemente, “Sì” risposi, “lo facciamo?” chiese ridendo, “Chris… non adesso” risposi seria, “io lo vorrei tanto” mi accarezzò la gamba e sorrisi, “anche io, ma adesso no” dissi accarezzandogli i capelli, “e quando?” chiese come impaziente, “quando sapremo bene che cosa ne sarà di noi” risposi, “io lo so bene, ti amo, e voglio stare per sempre con te, invecchiare con te” disse tirandosi su, “anche io, ma non sai se non funzionerà” dissi guardandolo negli occhi, “già…” si intristì, “ma funzionerà” dissi accarezzandolo, “ma se hai appena dett…” mi guardò, “tu non ti fidi di me” disse serio, “no… Chris mi fido di te… è solo che non sai quello ce succederà” dissi scrollando le spalle, “che cosa? Che mi innamorerò di un’altra? Che ti farai prendere dalle paranoie e mi lascerai? Cosa?” chiese nervoso, “Chris non ti arrabbiare, è per dire che stiamo insieme da pochi giorni, non sai se potrà funzionare per mettere al mondo un bambino” dissi calma, “Nicole, siamo migliori amici da praticamente 26 anni, e tu ne hai precisamente 26… ci passiamo nove anni, nove anni in cui io non mi ricordo neanche che cosa ho fatto, mi sono reso conto di amarti quando avevo ben 17 anni, cioè a fare dei calcoli sono 18 anni fa, ma ovviamente tu eri troppo piccola, poi sei cresciuta, mi hai raccontato la tua prima volta, il tuo primo amore, i tuoi primi tormenti amorosi, e mi sono messo in testa che non lo avresti mai dovuto sapere, che avresti dovuto vivere la tua vita e che io ci sarei stato per te, lo stesso, anche se avrei dovuto mandare giù bocconi amari come vederti amare qualcun altro e mettere su famiglia con qualcun altro. Mi sono reso conto che non posso, non ci riesco Nicole, io voglio vederti con il pancione e dire è mio, voglio vederti lanciare il bouquet di fiori al mio matrimonio e voglio che mi ami… ma evidentemente per te non c’è tutto questo, per te c’è solo l’inizio di una relazione con un uomo.” Disse guardando il soffitto, per un secondo pensai che stesse per piangere, “Chris io ti amo, e ti amo da sempre, mi ricordo che quando ero piccola ti guardavo e sognavo il primo bacio con te, perché non mi hai mai detto niente?” chiesi triste, “perché avrei rovinato tutto, e perché i tuoi genitori mi odiavano” disse scuotendo la testa, “i miei genitori, sono spariti, non hanno mai accettato nulla di mio, dovevo essere medico, dovevo seguire la famiglia, e dovevo perfino sposarmi entro i 22 anni, tu rappresentavi tutto ciò che io volevo fare, volevo essere come te e per loro non andava bene” dissi appoggiando la testa sul suo petto, “tu sei sempre stata innamorata di me?” chiese stupito, “sì, ma me ne sono accorta solo quando mi hai detto che ero perfetta per venire agli oscar, l’ho capito lì, perché mi sono sentita realmente perfetta quando lo hai detto.” “Lo sei, sei perfetta… Ti amo tantissimo” mi mise un braccio in torno alla vita e mi strinse, “anche io” con la sua mano libera mi coprì, mi diede un bacio sulla fronte, “ti proteggerò sempre” promise baciandomi la fronte, “lo so” sussurrai abbandonandomi alla sicurezza che mai niente mi sarebbe successo con Chris al mio fianco.

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Capitolo 5
*** Mettiti la maglietta campione ***


Capitolo 5

Saltai, aprii gli occhi e sentii una sensazione di gelo, “ehi, che succede?” chiese Chris ancora insonnolito, “niente… tranquillo, torna a dormire” dissi accarezzandogli il viso, “no che è successo?” chiese mettendosi su un fianco, “un incubo” dissi battendo i denti dal freddo, “piccola… vieni qui” mi abbracciò e mi tenne stretta a sé, “ci sono io, non succede nulla” riprese dolcemente, “aspetto che ti addormenti e poi mi addormento io” promise, “va bene” sussurrai, lo sentii respirare piano e presi il suo respiro, mi riuscii ad addormentare subito.
Sentii una mano togliermi i capelli da davanti il viso e spostarli dietro le orecchie, sussurrava parole dolci, e così continuai a fingere di dormire, mi godei il momenti delle sue mani e i suoi occhi su di me, aprii gli occhi piano piano, lo vidi guardarmi, “ciao amore” dissi allungando la mano per accarezzargli il viso, lui si avvicinò, mi diede un bacio e mi accarezzò, “amore, hai la febbre” disse posando la mano sulla mia fronte, “ma che stai dicendo?” chiesi in preda al terrore, “sì, scotti” disse porgendomi anche il termometro, “38.3” annunciò, “cazzo” dissi portando le mani sul viso, “senti, tu rimani a letto oggi, ci penso io a te” disse sparendo, “sì sì tranquillo, so dove sei andato” urlai senza successo, non uscì la voce, “allora, questa è la colazione, Dodger l’ho portato già fuori, e fra poco vado a prepararti il pranzo” disse sorridente, “grazie” lesse il labiale, “ti è andata via la voce?” chiese, annuii e lui mi accarezzò, “vuoi che ti vado a comprare delle tachipirine?” chiese preoccupato, annuii, “allora fai colazione io intanto vado” uscì velocemente, e io feci colazione, la prima colazione a letto della mia vita, e c’era anche una rosa, “sono tornato” urlò, una freccia, “tachipirina” disse porgendomela, “preservativi” e li mise nel cassetto, “e queste sono cose per la gola” disse porgendomele, prese il tavolino portatile e lo riportò in cucina tornando con un bicchiere d’acqua, presi la pasticca, la ingoiai e bevvi l’acqua. Si sdraiò accanto a me e mi coprì, “come stai?” chiese dolcemente, “bene” risposi con un filo di voce, mi spruzzai il medicinale che mi aveva preso per la gola, mi schiarii la gola e cercai di parlare riuscendo, mi squillò il telefono, “pronto” rispose Chris, “No… Sta male, ha la febbre, se vuoi glielo dico, ah ok… ora te la passo” disse passandomi il telefono, “pronto” dissi con un filino di voce, “Nicki sembri uscita dall’oltretomba, comunque ti devo dare una notizia bellissima” disse Amanda con una voce felice, “dimmi” dissi sforzandomi di parlare, “ho un ritardo di una settimana” disse urlando, “davvero?” mi sforzai di urlare ma fu una voce normale e senza alcuna felicità, “stavi cercando di urlare?” chiese ridendo, “sì” risposi, “ok dai, stai male, ti lascio al tuo crocerossino, se mai ti vengo a trovare più tardi” e attaccò, posai il telefono sul comodino e tirai Chris a me, lo baciai, “che ti prende?” chiese con un sorriso malizioso, mi ci misi sopra, “bhè se è questo l’effetto della febbre” disse mettendomi le mani sui fianchi, gli tolsi la maglietta e lui mi guardò pieno di passione, gli abbassai anche le mutande insieme ai pantaloni e li tolsi, tolsi i miei pantaloni e cominciai a muovermi sopra di lui, lo feci entrare e lo guardai ansimare, presi il preservativo dal cassetto e lo aprii, mi alzai e glielo misi, “sei pratica” scherzò, “shhh” ritornai su di lui e lo sdraiai, mi mossi veloce e poi lenta, mi mise una mano dietro la schiena e mi girò, ero sotto di lui, ansimavamo entrambi, mi baciò, mi prese la mano e la tenne salda al lato del mio corpo, e l’altra mano la usò per accarezzarmi la guancia, venimmo insieme e lui si buttò sopra di me privo di forze, “è sempre più bello con te” disse accarezzandomi i capelli, rimasi in silenzio e gli accarezzai i capelli, “Chris…” sussurrai, mi accarezzò il mento e mi sorrise, “mi sta scendendo la febbre, vado a preparare il pranzo” dissi cercando di alzarmi, “no. Tu rimani a letto, se vuoi ti accendo la tv” disse alzandosi, “ma non mi va di stare a letto” mi lagnai, “ci stai” disse autoritario, accese la televisione e uscì dalla stanza, brontolai, brontolai molto.
“Nicole ho chiamato mia madre e le ho detto che stasera non si può fare, misurati la febbre” disse scoprendomi, “dove eri andato?” chiesi abbracciandolo, “stavo fuori al balcone a chiamare” disse afferrando il termometro, “o la misuri tu, o lo faccio io” disse minaccioso, lo scaricò e me lo passò, lo misi sotto il braccio e mi sdraiai, “36.8” annunciai togliendolo, “fai sentire” disse avvicinando la bocca alla mia fronte, “sì, effettivamente sei fresca ora” mi diede ragione e mi baciò, “allora sono le tre del pomeriggio e tu non esci di casa, che si fa?” chiese dolcemente, “mmm… una mezza idea ce l’avrei” gli accarezzai il petto e lui sorrise, “forse anche io ne avrei una” disse sorridendo, “non è come la mia…” dissi delusa, “no… è… un film, vuoi vedere un film?” chiese ridendo, “Chris non sono malata terminale, ho la febbre, anzi tra l’altro non la ho più e poi prima lo hai fatto”, “Nicole non voglio che ti scopri ok?” disse serio, “aaah smettila” dissi incrociando le braccia, mise un film pietoso di quelli da sabato pomeriggio, nessuno dei due lo stava vedendo, lui con il telefono in mano e io a togliermi le doppie punte. Si girò e mi baciò la spalla, poi salì e mi baciò il collo, “No Chris, non mi va che ti scopri” dissi spingendolo via, rise, “ride, ma che si ride, bah” mi alzai e andai in bagno, lo sentii ridere anche dal bagno, quando uscii me lo ritrovai davanti, mi caricò sulla spalla stile Fiona di Shrek e mi buttò sul letto, “rido perché sei buffa” disse sdraiandosi affianco a me, “senti ma questo film, ci pagano per vederlo?” chiesi annoiata, “assolutamente no” cambiò canale e mise tre uomini e una pecora, gli piaceva rideva e a me piaceva vederlo ridere. Cominciai a baciargli il collo e la mascella, poi salii vicino all’orecchio, sussultò, e lo sentii accelerare il respiro, allungai una mano sulla sua coscia e gliela accarezzai, lui fece lo stesso, mi baciò con foga, mi aprì le gambe e ci si mise in mezzo, “non devi provocare” disse baciandomi il collo, suonò il campanello della porta, “vado io?” chiese, lo guardai, “meglio che vada io” risposi ridendo, si mise a ridere anche lui e annuì, “Amanda…” dissi ridendo, “Chris?” chiese preoccupata, “è in camera” dissi indicando la camera da letto, “ah… ho interrotto qualcosa?” chiese colpevole, “no, stavamo giusto facendo una partita a carte” rispose sarcastico Chris, arrivò in salone e si mise seduto sul divano, “scusate, è solo che volevo vederti” disse guardandomi, “va bene, vuoi qualcosa?” chiese Chris ridendo, “un bicchiere d’acqua per favore” chiese Amanda, lo guardammo sparire in cucina e lei mi guardò a lungo, “che c’è?” sussurrai, “bhè senza maglietta è ancora più…” disse cercando la parola, “Amanda posso tranquillamente ucciderti” fingendomi gelosa, o forse non era tanto una finta, “la tua acqua” annunciò Chris, “Dodger sta così tranquillo? Gioca con i suoi pupazzi e non disturba?” chiese in imbarazzo, “sì, è un cane a modo” scherzò Chris, “anzi ne approfitto che c’è Amanda per portarlo fuori” annunciò prendendo il guinzaglio, “sì, ma mettiti la maglietta campione” dissi tirandogliela, “come siamo gelose” scherzò dandomi un bacio, “fra poco torno” disse chiudendo la porta dietro di lui, “sei consapevole che è uscito con Dodger subito dopo pranzo?” chiesi ridendo, “sarà un cane che la fa più volte” fece spallucce, “no, voleva lasciarci sole” sorrisi, “che tenero” disse portandosi le mani al cuore, “senti dimmi… ieri quando mi ha attaccato in faccia poi?” chiese maliziosa, “poi niente, abbiamo fatto le nostre cose e siamo andati a dormire” dissi in imbarazzo, “eeee…” mi incalzò, “Amanda non parlerò delle dimensioni del mio ragazzo” risposi acida, “quanto ti piace dire che Chris è il tuo ragazzo” disse ridendo, “l’hai fatto il test?” chiesi cambiando argomento, “no, aspetto che siate tutti riuniti, tu, Chris, Zac, Ryan, Maya” sorseggiò la sua acqua, “l’hai fatto tutto l’appello?” chiesi ridendo, “che stronza” rise anche lei, “spero tanto che sia positivo” disse sognante, “senti, ma appena torna Chris gli chiedo se potete venire tutti a cena qui, così lo fai no?” chiesi tenendola occupata, non avrebbe fatto più domande se avrei invitato tutti, “sì, va bene” annuì, la porta si aprì e Dodger si buttò nella sua cuccia, “Ei” chiamai Chris, facendolo avvicinare, “dimmi” mi mise la mano sulla guancia, “ti va se stasera vengono tutti a cena?” chiesi “certo” rispose sorridendo, “io vado a fare dei giri, per che ora ci vediamo?” chiese Amanda, “quando volete, siamo qui” risposi, si alzò, “vado” aprì la porta e la chiuse dietro di sé. “Qualcosa mi dice di non fare domande” disse ridendo, “bravo” risposi alzandomi dalla poltrona, “allora non le farò, però dimmi solo se avete fatto discorsi da donne” disse ridendo, “diciamo” dissi dirigendomi in cucina, presi un bicchiere d’acqua, “ah grazie” mi tolse il bicchiere e lo bevve lui, “sei scorretto… molto scorretto” dissi dando un colpo al bicchiere da sotto, lo feci bagnare, “vuoi la guerra?” chiese ridendo, cominciai a correre, e lui corse dietro di me, saltai sul letto e lui mi afferrò per i pantaloni, “ti ho presa” disse facendomi cadere sdraiata, “non farmi male” piagnucolai, “assolutamente” rispose, cominciammo a fare la lotta, mi mise a testa in giù con le braccia e le gambe bloccate, “lo rifarai?” chiese ridendo, “certo” risi, “ah sì?” rispose alzandomi con un braccio, “mettimi giù” gli diedi le botte sulla schiena ma non ne sentì neanche una, “Chris…mettimi giù” cinguettai, “ringrazia che hai avuto la febbre, senno ti facevo la doccia” disse ridendo, “tanto me la devo fare” risposi mentre mi metteva giù, “la pagherai, molto cara” disse ridendo, “accetto la sfida” dissi porgendogli la mano, mi tirò a sé e mi baciò, “rifaccio il letto, mi vado a fare la doccia, metto a fare la lavatrice, e tu sistemi tutto in salone e in cucina ok?” chiesi staccandomi da lui, “e non mi ospiti sotto la doccia con te?” si finse offeso, “no” risposi, “che cattiveria pura” rispose prendendomi da dietro, “lo sai che poi ci metteremmo sei anni a fare tutto” dissi girandomi, “vero” ammise, “perciò, vai di là” lo spinsi nel corridoio e lo sentii andare in cucina, rifeci il letto e mi andai a buttare sotto la doccia, vidi lo spazzolino di Chris, le sue cose da lavare, sorrisi da sola e lo sentii bussare, “entra” urlai, “potrei prenderlo alla lettera, comunque, sto cucinando io, e ho già apparecchiato, se devi stendere chiamami che lo faccio io” disse massaggiandomi le spalle, “che uomo” lo schernii, “fai poco la sveglia Walker” disse dandomi uno schiaffetto sul collo, “mi alzi le mani Evans?” chiesi offesa, “eeeeh per uno schiaffetto” disse ridendo, risi anche io e uscii dal bagno, spazzai a terra e aprii un po’ la finestra del balcone per far entrare aria fresca, suonarono il campanello. “Eccociiii” un coro di quattro voci urlarono all’unisono, “buonasera” risposi chiudendo la porta alle loro spalle, “allora, che si mangia?” chiese Zac, “devi chiedere al cuoco” risposi indicando la cucina, “allora… Chris, se la cava come fidanzato?” chiese Ryan, “diciamo che è quasi perfetto” risposi venendo rapita da Maya che mi tirò fino in camera da letto, “voglio i dettagli” disse minacciosa, “di cosa?” chiesi, “di quello che è successo questi giorni” disse ridendo, “siamo stati insieme” risposi scrollando le spalle, mi accorsi che la televisione era rimasta accesa, la spensi, “si quello lo avevo vagamente intuito sai? Dico come si comporta?” domandò sedendosi sulla sedia vicino la finestra, “benissimo, e questo mi spaventa” risposi sedendomi ai piedi del letto, “perché?” chiese confusa, “perché andiamo spaventosamente d’accordo, in tutto, Maya, non fa niente che mi dia fastidio” risposi sorridendo, “bhè non sei contenta? Hai l’uomo perfetto” disse toccandomi i capelli, “sì, ma ho paura di scoprire che fa delle cose che odio troppo in là, quando non potrò dire che mi ci voglio abituare” risposi, “non le fa le cose che odi, i culi non li guarda, lo scemo con le altre non lo faceva da single pensa se sta con te, e in modi sembra un principe delle volte, parla tutto educato e con un timbro pacato, ti vizia, fisicamente ci sta ogni cosa, e poi… credo che se ancora non ti sei lamentata, anche quello funzioni o no?” chiese dolcemente, “anche tu a dire che il fisico di Chris ci sta? Ma che avete?” chiesi fingendomi arrabbiata, “avanti… non puoi negarlo, comunque hai capito cosa ti ho detto?” chiese toccando ancora i miei capelli, “sì ho capito, e funziona tutto non ti preoccupare, ma se dovessi scoprire che in realtà è fissato con qualcosa?” chiesi preoccupata, “tipo sesso anale e orale? Tutti gli uomini Nicki, se lo ami giungi a compromessi, certo se è proprio un tuo limite no… ma ogni tanto puoi farlo non morirai” disse ridendo, “no in quel senso… ma tu e Amanda siete fissate con il sesso tra me e Chris?” chiesi nervosa, “e allora di che fisse parli?” chiese incrociando le braccia, “ma che ne so… so solo che è troppo perfetto, e lo conosco da quando sono nata, praticamente se avesse difetti li conoscerei no?” chiesi, “l’unico difetto?” chiese, “che è famoso, che lo tastano e che porca Eva prima o poi qualcuna la faccio a pezzettini” dissi alzandomi di scatto, “ecco… qui ti volevo, a te non va giù che è un attore, perché per te è sempre stato il Chris coglione che ti ha sempre detto tutto, perché tu sai come è lui fuori dai riflettori, ma se fossi stata una fan per te sarebbe stato normale toccare ogni suo angolo corporeo, non lo fanno con malizia alcune, lo fanno perché è un modo per realizzare che lui c’è, è lì, l’hanno visto” disse accarezzandomi la spalla, “concediglielo, tu lo vivi in 24 ore, loro se ci parlano un minuto sono realizzate per i prossimi sei mesi, se lo toccano è giusto” proseguì, “perciò se fossi tu, non faresti una piega” chiesi, “assolutamente no, ma manderei giù il rospo, come quando mi torna a casa sporco di olio per motori o di Dio solo sa cosa e ti giuro lo ucciderei” disse ridendo, “ma non lo tocca nessuno” risposi seria, “ma ci sono quelle gatte morte che fingono di non sapere neanche dove si mettono le marce pur di toccare il suo di cambio” disse ridendo, “non mi consoli, ieri per poco non tiravo il telefono di una sulle sue gengive” risposi andando in bagno, “gelosina eh” mi diede una gomitata per giocare, “le odio tutte” dissi ridendo, presi i panni da stendere e mi diressi fuori al balcone, “ti aiuto” disse prendendo le mollette, “ma l’asciugatrice?” chiese ridendo, “non mi piace, mi rovina tutto… e allora l’ho venduta” risposi scrollando le spalle, “sei proprio storta” disse ridendo, “comunque stai tranquilla, ha occhi solo per te, e ne so qualcosa” disse stendendo insieme a me, “che ne sai?” chiesi curiosa, “ma sai quante volte mi diceva che non sapeva come fare con te? Dimenticarti non se ne parlava e di dirti tutto non se la sentiva, però non riusciva a trovare un’altra che fosse come te, che fosse come lui… ha sempre detto che voi siete stati uniti da qualcosa di strano, perché quando sei nata tu i suoi genitori si sono conosciuti con i tuoi, una volta mi ha detto che se avesse creduto in qualcosa di superiore avrebbe creduto ad un miracolo” disse afferrando la maglietta di Chris, “vivete insieme ormai?” chiese ridendo, “eh? Ah… eh… sì” farfugliai, “sai l’ho sempre voluto, un amore come il vostro, essere migliore amica di una persona e poi scoprire di essere pezzi di uno stesso puzzle e di essere perfettamente combacianti” disse sorridendo, presi i boxer di Chris e sorrisi, “ma che ti ridi, aaah i boxer” chiese allusiva, “no stupida, è che questi l’ho comprati quando Dodger era cucciolo, perché la mattina quando si è svegliato ha trovato tutte le mutande bucate e masticate a terra, e mi chiamato disperato chiedendo di portargliene un paio” risi, lei mi seguì, “tu non hai ricordi senza Chris vero?” chiese guardandomi ammirata, presi una sigaretta dal suo pacchetto e la accesi, “sì… ma non sono belli come quelli con lui” risposi guardandolo dal balcone, parlava con Zac, Ryan e Amanda, “se mi vede che sto fumando mi uccide” dissi ridendo, “al massimo la passi a me, tanto l’ho buttata adesso” disse scrollando le spalle, “dai entriamo” dissi entrando dalla cucina, mi buttai su Chris e lo abbracciai, “ei, che succede?” chiese stringendomi, “niente” risposi rimanendo abbracciata, “tra poco è pronto” disse accarezzandomi i capelli, “Nicole, Maya… mi potreste accompagnare in bagno?” chiese Amanda prendendo la borsa, “vado” diedi un bacio a Chris e andammo in bagno. “Siete due stronze, non ci si comporta così” disse Amanda, “come?” domandammo in coro, “vi siete isolate a parlare, e neanche a dire facciamola venire, no… basta dirlo se non mi volete” era offesa, “Amanda, potevi venire, non ti avremmo cacciata via, io credevo che volessi rimanere di là, ho preso Nicole per chiederle come andava” si giustificò Maya, “faccio il test se è negativo vi uccido, se è positivo vi amo” disse ridendo, “e allora sarà positivo” risi, “come funziona fai la pipì sul bastoncino e poi lo chiudi?” chiese Maya, “sì” risposi specchiandomi, “quanto devi aspettare?” chiese Maya, “quindici minuti” disse Amanda chiudendo il tappo, “e lo aspettiamo mentre mangiamo vero?” chiese Maya, “per forza ho una fame assurda” aggiunse, tornammo in salone e poggiò la scatola nella borsa, “eccoci” ci annunciò Amanda, “oh bene” rispose Zac prendendo Maya per il fianco, “devo dire una cosa” disse Amanda, “qui, c’è il test di gravidanza e tra quindici minuti uno di noi lo guarderà” disse seria, “Ryan per logica” disse Maya, “no… uno che non è coinvolto” disse sorridendo, “no uno di voi due” risposi io secca, cominciammo a mangiare, “Chris vuoi vederlo tu?” chiese poggiandogli una mano sulla sua, Maya mi diede una gomitata, “no” rispose alzandosi, “bhè allora lo guarderà Nicole” disse sorridendo, “fammi pensare… no” risposi portando il piatto a Chris in cucina, “vuoi spiegarmi perché Amanda ti ha detto di guardare il test a te?” chiesi seria, “non lo so” rispose incrociando le braccia, “siete stati a letto insieme?” chiesi “no Nicole, sei matta? Non lo so che le è preso” rispose, “serve una mano ragazzi?” Chiese Maya urlando, “ok… qualcuno sa dirmi perché se ne è uscita così?” chiese seria, “no… l’unico che può saperlo è Chris” brontolai, “ti ho già detto che non lo so” rispose serio, “stammi lontano” dissi tornando di là sorridendo, “questo è tuo Zac, tuo Ryan” porsi i piatti davanti ai ragazzi, “questo è per te Amanda” lo sbattei davanti a lei, “Nicki che hai?” chiese guardandomi, “nulla” risposi sorridendo, “sono passati 15 minuti guardo…” annunciò guardando il test, “è positivo” urlò buttandosi su Ryan, ci congratulammo tutti e poi tornò seduta, l’avrei volentieri uccisa per quello che aveva fatto poco prima, “amore, vado a prendere l’acqua in frigo” mi disse Chris dandomi un bacio sulla tempia, non risposi, ero totalmente incazzata con lui.
Finimmo di cenare e Chris mi aiutò a sparecchiare, “non essere arrabbiata con me” ruppe il silenzio Chris in cucina, “dimmi perché dovresti vedere tu il suo test di gravidanza, potresti essere il padre?” chiesi sussurrando, “no, Nicole… per l’amor del cielo sono innamorato di te da una vita, ti pare che vado a letto con una delle tue migliori amiche, per altro fidanzata con uno dei miei amici?” chiese serio, mi prese la mano e la strinse, “credimi” mi guardò negli occhi e capii che non stava mentendo, annuii e continuai a sistemare le cose, “vado a fumare” annunciò Amanda uscendo fuori dalla finestra, “ne parliamo dopo” mi sussurrò all’orecchio, tornammo in salone e fingemmo che non fosse successo nulla.
“Si è fatto tardi, e domani abbiamo appuntamento con il fiorista” disse Zac alzandosi, “ci vediamo domani sera?” chiese a Chris, “Sì, poi ci mettiamo bene d’accordo” rispose stringendogli la mano, salutai Maya, “chiamami domani pomeriggio, e parliamo un po’” sussurrò, “andiamo anche noi” disse Ryan, Amanda prese la borsa e ci salutò, “a domani” dissi chiudendo la porta. “Mi credi?” chiese Chris abbracciandomi da dietro, “sì” risposi, “se ci fossi andato a letto lo sapresti no? Eri la mia migliore amica prima” disse girandomi verso di lui, “Chris, non mi interessa, voglio solo che non succeda mai più” lo abbracciai stringendolo e lui mi strinse ancora di più a sé. “Mi vado a mettere il pigiama” dissi sciogliendomi dall’abbraccio, “va bene” sorrise e mi lasciò andare, si sedette sul divano, io entrai in bagno, mi misi una maglietta blu semplice e un pantaloncino grigio, mi sedetti affianco a lui, appoggiai la testa sulle sue gambe, “ma… se io ti dicessi che mi ha chiamato tuo padre?” chiese vago, “quando?” chiesi alzandomi di scatto, “ieri, mi ha detto che mi vuole parlare” disse spostandomi i capelli da davanti al viso, “a te? E che vuole dirti?” chiesi, “non lo so, ma sembrava preoccupato” disse serio, “quando ci parlerai?” chiesi, “domani, mattina” precisò, “e poi mi farai sapere?” chiesi, “certo” rispose teneramente, “certo, sono anni che non mi vede, e chiama te per parlare, mi sembra giusto” dissi, “ei, è tuo padre, non puoi odiarlo per sempre, si è vero ha sbagliato, hai ragione, voleva importi troppo, ma lo faceva per te” disse sorridendo, “io non ce la faccio a non odiare la mia famiglia, mi ha lasciata al verde, a 19 anni in una città che non conoscevo, ho dovuto costruirmi tutto da sola, ho dovuto imparare a mie spese cosa sia vivere da soli, ho dovuto imparare a dormire al buio in una casa dove ero sola” mi uscì tutto di getto, “hai imparato anche che niente ti è dovuto però” disse piegando la testa di lato, “ero viziata secondo te?” chiesi, “Nicole, sì, eri viziata in tutto, un po’ colpa dei tuoi, un po’ i miei, un po’ io” disse accarezzandomi il viso, “Chris, tua madre è la mamma che ho sempre voluto” dissi abbracciandolo, “ma è mia” scherzò, “quando vai da lei?” chiesi, “non lo so, voglio che venga anche tu” disse stringendomi a se, “va bene poi vediamo quando Grace torna” dissi pensierosa, “andiamo a letto?” chiese tirandomi su, “sì…” risposi alzandomi, mi sdraiai a letto e aspettai che lui arrivasse, “Chris?” lo chiamai, “dimmi” disse entrando, “dove stavi?” chiesi, “al bagno, posso?” chiese ridendo, “no” risposi scherzando, “dai vai a dormire Walker” disse dandomi una spintarella sulla spalla, “Evans ti butto giù dal letto e ti faccio dormire con Dodger” dissi spingendolo senza successo, mi guardò ridendo, “ah ah, riprova” disse ridendo, mi sforzai, “te la fai sotto se ti sforzi di più, non hai forza” disse ridendo, “ah ah ah” finsi una risata, “guarda come si fa” disse spingendomi, caddi a terra senza neanche accorgermene, “sei una merda Evans, sei una merda” dissi cercando di rialzarmi, “vuoi una mano?” chiese ridendo, “no…” risposi salendo di nuovo sul letto, “per logica ora dovresti andare a dormire con Dodger” disse ridendo, “tra cani vi capite” mi schernì, “meglio cane che Chris Evans” risposi ridendo, “oh oh 1.1 Walker scala la vetta, ma cadrà? Chi lo sa?” mi spinse di nuovo ma non caddi perché mi prese prima, “sei veramente una merda” dissi ridendo,“direi che la giornata si può concludere” sussurrai, mi accoccolai sul suo fianco e lui mi strinse, “buonanotte amore” mi baciò, “buonanotte” lo imitai e chiusi gli occhi. Lo sentii respirare e il battito del suo cuore mi cullò in un sonno profondo.

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Capitolo 6
*** Me lo fai un sorriso? ***


Capitolo 6

Vuoto, toccai di nuovo e non sentii nulla, alzai la mano, sentii il rumore di un foglio.

Sono andato da tuo padre, qualsiasi cosa chiamami.

Ti amo

Mi alzai dal letto e andai in cucina, feci colazione e andai in camera da letto, rifeci il letto e ritirai i panni, in bagno c’era ancora lo spazzolino di Chris bagnato, non era uscito da molto, feci la lavatrice con i vestiti del giorno prima. “Dodg, siamo rimasti soli” dissi accarezzandolo, mi arrivò un messaggio, “Buongiorno piccola” lo lessi con il tono di Chris, “buongiorno” risposi mettendo sul divano il telefono, chiamai Maya, “Pronto” disse Maya radiosa, “buongiorno, Chris è con mio padre” sbottai, “e perché?” chiese preoccupata, “non lo so, l’ha chiamato dicendogli che voleva parlarci” dissi confusa, “mah… sono minimo 7 anni che non ti vede e non ti sente e cerca Chris” disse lei amareggiata, “pff, quello non può essere mio padre, non può” risposi seria, “Nicole, è pur sempre tuo padre” mi richiamò, “mah… e allora perché, ho 26 anni e non ricordo di averlo mai avuto al mio fianco?” chiesi confusa, “perché non c’è stato” la soluzione più semplice fu quella, “sei andata dal fiorista?” chiesi guardando l’ora, era mezzogiorno, “sì sì, ora sto a casa, Zac è uscito a prendere il pranzo” la sentii sorridere, “aaah, perché di cucinare non se ne parla” risposi annuendo, “eh no, sono stanchissima” disse ridendo, sentii la porta aprirsi, “mi immagino, scegliere fiori è stressante” dissi andando a salutare Chris, gli diedi un bacio e andai in camera da letto, “non immagini invece… rose blu? No rosse, un fiore verde acqua? Non esiste… finti? Non chiama il fiorista signora… signora a me… ti rendi conto?” parlò velocissima, “Maya, ti droghi?” chiesi ridendo, “ho fameee” disse lamentandosi, “mangia, senti ti chiamo più tardi, se mai ci vediamo questa sera, o mi chiami tu” dissi sentendo voci dal salone, “va bene, ciao tesoro buon pranzo” disse ridendo, “goditi il tuo pranzo sudato” dissi attaccando.

“Amore” baciai Chris, “c’è tuo padre di là, ha insistito per vedere dove vivi” disse baciandomi, andai in salone e vidi un uomo giocare con il cane, “ciao” dissi fredda, “ciao Nicole” rispose anche lui freddo, “allora stai con Chris ora” disse mettendosi le mani in tasca, “sì” risposi, “e abiti in questo buco?” chiese guardandosi in torno, “sei venuto per giudicare?” chiesi fredda, “no… per dirti che se vuoi mettere la testa a posto posso aiutarti” disse serio, “cosa intendi per testa a posto?” chiesi “ studiare, fare il medico come tutta la famiglia e sposare un uomo di successo, e non a Hollywood” disse guardando male Chris che passava per andare in camera da letto, “tutto ciò da cui volevo scappare me lo stai ritirando fuori dopo 7 anni che non ne avevo gli incubi?” chiesi, “senti, seriamente vuoi stare con quello?” chiese indicando il corridoio, “seriamente” risposi, “lo sapevo che non ti avrebbe portato nulla buono” disse puntandomi il dito, “me ne sto convincendo anche io, da quando ti ha fatto entrare in casa” risposi spostando il dito dalla mia faccia, “ti sto offrendo un futuro” disse urlando, “non lo voglio un futuro prestabilito, fare il medico, vivere in una villa con figli che saranno obbligati a seguire le mie orme ed avere un marito chirurgo o qualcosa simile, voglio vivere la mia cazzo di vita” urlai anche io, “e poi quello che dici che non ha portato nulla buono, si è preso cura di me quando mi hai lasciata al verde, ed avevo 19 anni, parliamo del futuro perché nel passato sei stato veramente pessimo?” chiesi, “non darmi colpe, te ne sei andata tu” disse scuotendo la testa, “hai cercato di tenermi? No.” Dissi sedendomi, “ti ho lasciato avere un assaggio di come è una vita senza genitori, ora torniamo a casa e ti metti a studiare, lascia perdere quel fannullone” disse tirandomi, “uno, toglimi le mani di dosso, due tu torni a casa io ci sto a casa mia, tre non ti permettere mai più di chiamare Chris fannullone” dissi strattonandolo, mi lasciò andare e scosse la testa, “ti sei messa questi cosi, vai in giro come una puttana” disse indicando i dilatatori, mi guardò con disprezzo, lo guardai negli occhi e scosse la testa, “si prende cura di te scopandoti? Così si prende cura di te?” chiese urlando, vidi Chris uscire dalla camera da letto, “sì anche” risposi sarcastica, mi arrivò una pizza in pieno volto, “fammi vedere se hai tatuaggi” mio padre mi tirò su la maglietta, “non mi toccare” ringhiai, mi prese per il braccio e mi tirò a terra, “hai due minuti per prendere tutto e venire con me” disse dandomi un calcio sulla schiena, “non verrò da nessuna parte con te” dissi senza fiato, “muoviti” mi diede un altro calcio, “non verrà da nessuna parte, già le ha detto come la pensa” Chris si mise tra me e mio padre, “guarda… guardala bene e ricordati com’era, l’hai fatta diventare una donna senza valori” mi sputò a due centimetri, “perché? Per quello che hai visto in due minuti? Io penso che di valori ne abbia, e anche parecchi, si è costruita da sola, questa casa è sua, tutte le mattine va a lavorare, il pomeriggio va a lavorare, la sera torna a casa e si occupa della casa, e se lei pensa che una casa piccola e un lavoro che non sia il medico sia mancanza di valori, mi dispiace per lei, ma i valori non li ha solo lei qui dentro” disse spingendolo lontano da me, “cosa gli dai in cambio?” chiese mio padre, Chris lo guardò confuso, io ancora cercavo di rialzarmi senza riuscirci, “per portarla a letto intendo” precisò mio padre, non rispose, “mi fai schifo” mio padre cercò di tirargli un cazzo che Chris parò, “ti consiglio di non rifarlo” rispose Chris tranquillo, mio padre girò in torno a Chris e si scagliò su di me, calci e sputi, “adesso basta” sentii Chris spingerlo per la spalla fino alla porta, “spero che tutto questo ti tormenti per il resto della tua vita” disse chiudendogli la porta in faccia. Chiusi gli occhi, tutto nero.

“Siete sicuri che non c’è stata violenza domestica?” chiese una voce, “non sappiamo chi sia stato” disse Chris, “la violenza sulle donne è severamente punita” disse un’altra voce, “seriamente pensate che io possa essere un tipo che mena la sua ragazza?” chiese Chris, “no, ma non possiamo fidarci” rispose la voce, “Chris” chiamai, “ehi, come stai?” chiese baciandomi la mano, “non lo so, ma dove sono?” chiesi confusa, “in ospedale” rispose aggiustandomi il cuscino, “avevi perso conoscenza, ma appena ti fanno tutti i controlli credo che possiamo tornare a casa” disse accarezzandomi, feci per alzarmi e sentii un dolore lungo tutta la schiena, “Nicole…” urlò una voce fin troppo famigliare, “Maya” risposi, “non mi volevano far entrare, poi la polizia mi ha fatto domande su Chris, pensano che sei stato tu?” chiese ridendo, “sì” rispose togliendomi i capelli dal viso, “la ragazza ha ripreso conoscenza?” chiese l’agente, “scusate, ha appena subito un’aggressione la possiamo lasciar riposare? Non è stato Chris a picchiarla” disse Maya, “e lei cosa ne sa?” chiese l’altro agente, “perché lo conosco, e poi lo guardi, le sembra un tipo che può picchiarla, se la guarda come fosse l’ottava meraviglia del mondo” disse spingendoli fuori dalla stanza, “Maya, se mi arrestano è colpa tua” sussurrò Chris alzandomi un po’, “ma che ti arrestano, si vede lontano un miglio che anche quando la accarezzi hai paura a toccarla” disse sorseggiando l’acqua, risi, “aaaah oddio non mi fate ridere” dissi tenendomi il fianco, “Maya, fai una cosa, fai entrare gli agenti, glielo dico io chi è stato” dissi seria, “vuoi denunciare tuo padre?” chiese sorpresa, “no, ma glielo descrivo” dissi afferrando la mano di Chris. “Ci dica, lo conosceva?” chiese il primo, “no” risposi secca, “hanno cercato di rubare o si sono scagliati su di lei?” chiese il secondo, “non so, ho sentito dei rumori e sono andata in salone, Chris era uscito, non poteva essere lui, e poi hanno cominciato a darmi calci, quando è tornato ha cercato di proteggermi e poi mi ha portata qui” sorrisi a Chris, “perciò non sa descrivere chi è il suo aggressore” chiese uno degli agenti, “so solo che non era molto alto, a Chris sarà arrivato a metà spalla, ed era quasi senza capelli, i pochi erano brizzolati” risposi facendo i gesti, “si capiamo, grazie per la collaborazione signorina Walker” disse il secondo agente, “e ci scusi per aver dubitato di lei” si rivolse a Chris e gli strinse la mano, lui annuì e loro uscirono. “Ci mancava solo che gli dicevi si chiama come me di cognome” disse Maya, “non è più mio padre, dopo questa…” ed ecco le lacrime, “hai avuto paura?” chiese Maya, “no, sapevo che c’era Chris, ma più che i danni fisici è il morale che fa male, mi ha detto che sono una puttana” risposi cercando di alzarmi, “che stronzo” non ci pensò neanche Maya a tenerselo, e questo mi fece ridere, Chris mi asciugò le lacrime e uscì fuori, “dove è andato?” chiesi, “credo che non voglia vederti così” rispose Maya, “capisco” risposi. Entrò il medico e mi uscì una risata nervosa, controllò se era tutto a posto. “Signorina, lei sta bene, le diamo un antidolorifico e può andare” disse sorridendo, ma prima si giri che controlliamo anche le contusioni della schiena, mi girai, “c’è da farle i complimenti, ha un ottimo… ehm un’ottima resistenza” disse imbarazzato, “è fidanzata?” chiese sorridendo, Maya si portò una mano alla fronte, “direi di sì” rispose Chris, “oh, salve, lei è?” chiese il dottore, “secondo lei? Il fratello?” rispose sarcastico, “ehm ok, è meglio se sparisco, le portiamo subito un antidolorifico e poi può andare, in tanto si vesta” disse dando un buffetto sulla schiena di Chris, “ottimo affare amico” disse ridendo, “non c’è neanche bisogno che ce lo mando all’ospedale” disse aiutandomi a scendere dal lettino, “se vuoi l’aiuto io, tu vai a mangiare qualcosa” Maya prese la maglietta e i jeans, “non ti preoccupare” Chris mi passò la maglietta, “le… oh scusate” il dottore mi guardò e guardò Chris, “si grazie…” Maya prese l’antidolorifico e me lo porse, “grazie” risposi, “vuoi una mano a mettere i jeans?” chiese Chris, “no, non ti preoccupare” risposi sorridendo, si mise seduto sulla sedia e io mi misi i jeans, “tieni” Maya mi passò la felpa bianca e mi mise le scarpe, “ragazzi, sto bene, posso muovermi” dissi stufa di essere servita, “va bene” risposero in coro, mi allacciai le scarpe e scesi dal lettino, “andiamo” sussurrai camminando verso la porta, Chris prese il telefono, le chiavi della macchina e uscimmo.

“Deve firmare qui, è sicura che se la sente di tornare a casa?” chiese il dottore di poco prima, “sì” risposi secca, firmai i fogli, “senta qualsiasi cosa, se vuole le lascio il numero” il dottore mi porse il suo bigliettino da visita, “oh ma che pensiero gentile” borbottò Chris, “no grazie, scaramanzia” risposi.

“Un po’ insistente il dottore eh” Maya diede una botta al fianco di Chris, la fulminai con lo sguardo e lei rise, Chris non parlò, “va bene ragazzi, ci sentiamo più tardi per sapere se ce la fai ad uscire dopo cena ok?” chiese Maya dandomi un bacio sulla guancia, “sì” risposi, “ciao Maya” salutò Chris salendo in macchina, salii anche io e la guardammo partire, “che c’è? Sei troppo silenzioso” poggiai la mano sulla sua gamba, “ti avrei dovuto proteggere, e vederti in quel letto...” mi guardò, il suo sguardo era vuoto, “ei, non potevi fare niente, per me è stato tanto quello che hai fatto” risposi accarezzandolo, “per me è stato niente, non avrebbe dovuto toccarti neanche con un dito, e lo ho portato io a casa, me l’aveva chiesto dicendomi che voleva parlarti, riconciliarsi, e fin quando mi dice a me che sono un fallito e che non porto nulla di buono nella tua vita va bene, io so che per te farei solo il meglio, ma se poi ti fa del male, Dio, avrei dovuto fare qualcosa di più” diede un cazzotto al volante, “Chris, ei, guardami” mi guardò, “per favore, torna in te e rifletti, ciò che hai potuto evitare lo hai evitato, ora smettila di colpevolizzarti, per favore” accarezzai il suo viso, appoggiò la testa sul mio palmo e socchiuse gli occhi, “me lo fai un sorriso?” chiesi, aprì gli occhi e sorrise, “sei molto più bello” dissi avvicinandomi alle sue labbra, mi baciò, lentamente, dolcemente mi mise una mano sul collo, “andiamo a casa?” chiese strusciando il naso contro il mio, annuii e lo ribaciai, “scusa, se non togli la mano ti prendo qui nel parcheggio” guardò la mia mano sulla sua coscia, risi, “allettante” dissi facendogli l’occhiolino, “non provocare” mi avvertì, uscì dal parcheggio, si immise nel traffico di New York e mi posò la mano sulla coscia, “come stai?” chiese guardandomi, “bene… sto molto meglio, giusto un po’ la schiena indolenzita, però sto molto meglio” risposi guardando fuori al finestrino, “ei… sicura?” chiese spostando la mano più su, “Chris, la mano… è…” la guardai, era sul mio inguine, “bhè?” chiese ridendo, “allora guida così” risposi mettendogli la mano sul punto preciso che ce l’aveva lui sul mio corpo, “così ci guido, ma poi sono affari tuoi” disse facendomi il sorriso malizioso, “ma dove vai” risposi ridendo, “pff… ti rovino” rise, accelerò e finalmente sembrava essere sparito il traffico, arrivammo a casa, “andiamo” mi prese in braccio e cominciò a salire le scale, “Chris, posso camminare” dissi ridendo, “lo so, ma prendilo come un ti amo tanto e ti vizio” disse baciandomi, “oh che dolce” sussurrai teatralmente, aprì la porta e mi mise giù, “Dodger, mettiti il guinzaglio” scherzò Chris, “lo porti fuori ora?” chiesi, “sì, per forza” disse dandomi un bacio sulla fronte, “vuoi che ti preparo qualcosa?” chiesi seguendolo per casa, “se ce la fai qualcosa da mangiare preparala” rispose girandosi verso di me, “mi stai facendo diventare stupida, cosa stai cercando?” chiesi confusa, “poverina, pensa che sia colpa mia” mi diede un buffetto in testa e continuò a cercare, risi “deficiente, che stai cercando?” chiesi ridendo, “il guinzaglio” rispose, “Chris” lo chiamai indicando il divano, era sulla spalliera del divano, con bustine attaccate, “oh… ce l’hai messo tu?” chiese fingendosi confuso, “aaah la vecchiaia” gli diedi uno schiaffetto sul braccio e andai in cucina, “te la faccio vedere io la vecchiaia, andiamo Dodg, non ci merita” disse mettendogli il guinzaglio, “non torni più?” chiesi fingendomi speranzosa, “se non vuoi no” rispose ridendo, “apposto… vai, vai” risposi ridendo, “non ti preoccupare, che paghi ogni singola parola” disse uscendo, misi la carne sulla padella, accesi il fornello, uscii dalla cucina per andare a sistemare il salone, tornai in cucina e girai la carne, aprii la finestra, uscii fuori al balcone, Dodger e Chris erano lì a giocare, li guardai, era così bello e spensierato, sorrisi e li vidi muoversi per tornare in dietro.

“Siamo qui” annunciò Chris, Dodger si catapultò in cucina e mi saltò sulla gamba, “ciao amore” dissi accarezzandolo, “e a me ciao amore?” chiese Chris avvicinandosi, “ciao amore” risposi ridendo, lo baciai e lui sorrise, “dai andiamo a lavarci le mani e si mangia, si Dodger si mangia” dissi saltando insieme al cane, “l’abbiamo persa, era fantastica persona tutta d’un pezzo” Chris scosse la testa ridendo, andai al bagno e Chris mi seguì, aprii l’acqua e infilai le mani sotto il getto, “fammi spazio amica” disse Chris mettendo le mani in modo che l’acqua schizzasse, “Chris, mi hai bagnata tutta” mi lagnai, “faccio questo effetto” rispose facendo la faccia compiaciuta, “Chris, l’hai voluto tu” presi il getto della doccia e lo aprii, lo puntai dritto su di lui, mi diede una botta alla mano e si girò il getto, mi ritrovai ancora più bagnata di prima, “non ti preoccupare che dopo lo risolvo il tuo problema” disse dandomi un buffetto sulla spalla, rise e se ne andò in cucina, chiusi il getto dell’acqua e lo seguii, lo guardai, era tutto bagnato dalla testa ai piedi, mi misi seduta e cominciammo a mangiare.

“vado a mettermi qualcosa di asciutto” annunciai alzandomi, “naah” Chris mi tirò a sé, caddi come una pera su di lui, mi baciò, c’era passione in quel bacio, fece scivolare la mano sul mio seno, “Chris… devo…” mi mise un dito sulle labbra, “sshhh” mi baciò di nuovo, si alzò con me in braccio e si andò a mettere seduto sul divano, “ora ti faccio vedere chi è vecchio” mi sussurrò nell’orecchio, “tu” risposi sussurrando, leccai sotto il lobo e lo sentii irrigidirsi, mi tolse la maglietta e cominciò a giocare con il seno, mi baciò il collo, piegai la testa in dietro e poggiai le mani sulle sue ginocchia, lo sentii ansimare, alzai la mano e la posai tra le sue gambe, la mossi e lui mi sorrise socchiudendo gli occhi, sbottonò i miei jeans e si fece largo con la mano, la cominciò a muovere, mossi la testa in avanti e la poggiai sulla sua spalla, mi alzò con un braccio e mi abbassò i pantaloni, li tolse, lo imitai e glieli sfilai velocemente, mi prese in braccio e mi portò in camera, gli tolsi la maglietta, mi sganciò il reggiseno e mi poggiò delicatamente sul letto, prese il preservativo e lo posò affianco a lui, “no…” lo bloccai, “che c’è?” chiese confuso, “non voglio usarlo” dissi tirandolo sul comodino, mi guardò confuso, lo baciai e gli abbassai i boxer, “come sei impaziente” ansimò, mi abbassò le mutande e le sfilò lentamente, entrò piano, cominciò a muoversi, affondai le unghie sulle sue spalle e lui accelerò il ritmo.

Mi spostò i capelli dal viso, “come sei bella” sussurrò spostandosi al mio lato, si tenne la testa con il braccio e mi sorrise, “tu sei bellissimo” sussurrai accarezzando le sue labbra, “come stai?” chiese accarezzando il livido sul fianco, “sai quando fa tanto male dentro che non ti accorgi del fuori?” chiesi triste, annuì, “così, mio padre è…” scoppiai in lacrime, “vieni qui” mi abbracciò, “sfogati” mi accarezzò i capelli e lasciai andare le lacrime, “ei, quante ne hai?” chiese ridendo, risi, “dai che senno poi diventi brutta e mi tocca andare da Zoe” rise di nuovo, “oddio tu e Zoe” risposi ridendo, “oh siamo una bella coppia vero?” scherzò, “sì, siete due tamarri” risi, mi rivestii e aprii la finestra della camera da letto, “scusa, sarei ancora nudo io” rise, “problemi tuoi” risposi ridendo, “tuoi se mi vedono” rispose alzandosi, “si fanno una grassa risata” risposi scherzando, “senti bella, sono un signore, senno ti prendevo male” disse ridendo, “sto tremando” risposi, risi anche io e lui mi prese per il braccio, mi strattonò e mi piegò sul comò di fronte al letto, si mise dietro e mi tenne la testa, “vuoi questo?” chiese sussurrando piegato su di me, “potrei” sussurrai, “allora la prossima sarà così” rispose tirandosi su, “vedi sei vecchio, un secondo round una volta l’avresti concesso” risi, “tesoro, non è questione di vecchiaia, è questione che sei dolorante, ti farei male, se vuoi il secondo round te lo posso dare quando vuoi” si avvicinò e mi diede un bacio, “no grazie” risi e andai in salone, lo sentii rivestirsi, “e poi sarei io il vecchio” saltai, “Chris vai a quel paese, mi hai messo paura” dissi riprendendo la sigaretta che era volata per terra, “amore mio, se hai i nervi scossi non è colpa mia” mi baciò il collo abbracciandomi da dietro, “ti sta squillando il telefono” mi sussurrò all’orecchio, “lascialo squillare” risposi girandomi, gli baciai la guancia e lui mi appoggiò la mano sul fianco, “sei una miniatura di donna” rise, effettivamente era la mia custodia, era quattro volte me, “sono un metro e cinquanta di tenerezza” dissi girandomi, “sei un metro e cinquanta di pura follia” disse ridendo, “però mi ami” sorrisi, “però ti amo” ammise ridendo, lo baciai e lui mi strinse a sé, andai a vedere il telefono, squillò di nuovo, “pronto?” risposi, “ciao Nicki, sono Maya” si presentò, “ti avevo riconosciuta, soprattutto perché ho il tuo numero salvato” scherzai, “che cattiveria, senti voi uscite?” chiese ridendo, intuii che Zac le stava dando fastidio, “ehm sì, voi?” chiesi imbarazzata, “sì, facciamo per le 10 al bar” disse ridendo, “va bene” attaccai, “alle 10 al bar” dissi buttando il telefono sul divano, annuì. Cenammo e ci preparammo per uscire.

“Senti bellina, non mi sta bene affatto che ti metti la gonna, i tacchi, ti trucchi… non devi mica rimorchiare eh” mi mise un braccio in torno al collo e chiamò l’ascensore, “e tu? Ti sei messo la camicia e il cardigan, con i pantaloni tutti stretti e le clark, chi vuoi rimorchiare?” chiesi ridendo, “mmm te” disse spingendomi nell’ascensore, mi baciò, lo tirai a me dal colletto della camicia e lui mi strinse dalla schiena, “buonasera” una voce calda entrò nell’ascensore, ci staccammo, “buonasera Adam” rispondemmo in coro, “scusate l’interruzione” sorrise malizioso, Chris rise mi abbracciò, le porte si aprirono e uscimmo, “ciao” lo salutammo e sparimmo, “che vergogna” sussurrai, “perché lui non lo fa? Non amoreggia?” chiese ridendo, mi fermai, “Chris” lo chiamai, “che c’è?” chiese guardandomi, “merda…” guardai nella borsa, le tasche, “ho dimenticato il portafoglio e il telefono su” dissi cercando le chiavi, “e le chiavi” aggiunsi, “e cortesemente, sempre se non disturbo… mi diresti cosa c’è in borsa?” chiese ridendo, “nulla” risposi scrollando le spalle, la girai e non cadde nulla, “Nicole… secondo me fai uso di droghe pesanti” rispose ridendo, comunque le chiavi le ho io, il telefono c’è il mio, e pago io, ho risolto ogni tuo problema, e visto che hai la borsa vuota, evidentemente come il tuo cranio, ti do tutto a te” si svuotò le tasche mettendo il tutto nella borsa, “e visto che è tutta roba tua, vai in giro con la borsa” risposi lasciandogliela in mano, “e tu cadi” disse spingendomi piano, “e tu dormi fuori al balcone stanotte” sorrisi, “era quel sorriso che mi ha fatto paura sai? Come a dire, ridi, non sto scherzando” rise, “infatti” risposi ridendo, “comunque prendila” disse facendo finta di lasciarla a terra, “rubano le tue cose, non le mie” risposi scrollando le spalle, “che ti frega a te, la borsa da 2000 $ te l’ho comprata io” rispose serio, mi ripresi la borsa, “in realtà, se proprio vogliamo fare i fiscali, la borsa costava meno, e poi non te l’ho chiesta io” risposi scrollando le spalle, mi guardò male, “se vuoi la rivendo” disse controllando lo stato, “stai facendo il taccagno Evans?” chiesi riprendendomi la borsa, “no… assolutamente, sto solamente dicendo che lei Walker, non ha apprezzato il regalo” mi diede un buffetto in testa e rise, “neanche con i tacchi sei normale” rise di nuovo, “senti cosetto, se non la smetti subito, in questo istante, ti faccio male” incrociai le braccia fingendomi minacciosa, “certo” disse caricandomi sulla sua spalla, “la smetti di alzarmi come fossi una bambola?” risi, “ma lo sei, sei la mia bambola” rispose dandomi un colpetto sul sedere, “potrebbe piacermi” scherzai, “potrebbe piacere anche a me” rise, “Sali in macchina e zitta” scherzò, “coso… dormi fuori al balcone” decisi, “scommettiamo che ci dormi tu in balcone?” chiese serio, “questa sera sei odioso” risi e non fui credibile, “che cucciola che sei, dai non è successo niente, lo so che non puoi stare senza di me” mi accarezzò la testa come fossi un cane e partì.

“Ragazzi… avete visto Amanda e Ryan?” chiese Maya quando arrivammo, “sì stavano parcheggiando poco più lontano da noi” rispose Chris, “quando li hai visti?” chiesi, “si ciao Nicole” rispose ridendo, “no seriamente, io non li ho visti” dissi seria, “stavi controllando il mio telefono, che per la cronaca ora mi riprendo” rise, “perché? C’è qualcosa che non si deve vedere?” chiesi, “tieni” disse ridandomi il telefono, sorrisi come una bambina in una giocheria, “come se avesse dodici anni” borbottò Chris, lo guardai in cagnesco e sbloccai il telefono, richieste d’amicizia nessuna ragazza sospetta, nuove amicizie strette nulla, ultima ricerca me, risalente al giorno prima, messaggi, tutte ragazze, una era Zoe, l’altra una certa Haley, “chi è questa?” chiesi seria, “una ragazza” rispose scrollando le spalle, “serio? Una ragazza? Credevo fosse un uomo” risposi sarcastica, “Nicki è una che voleva uscire con me, ci avrò parlato due volte, e prima di mettermi con te, molto prima” incrociò le braccia, continuai le mie ricerche, facebook poteva andare, i mi piace li avrei controllati con il mio profilo, aprii whats app e trovai solo chat con me, il cast, i membri del cast in chat individuali, Amanda, la aprii.

Ciao Chris (:

Ciao Amanda

Senti, ti va di andare a prendere un caffè?

Oggi ho da fare, mi dovevi parlare?

No, volevo un viso amico, con Nicole?

Niente, non mi va di rovinare l’amicizia, lascio perdere.

Ma sì, alla fine non credo ricambi.

Ecco, perciò evitiamo di fare cavolate.

Esci con qualcun’altra, più disponibile.

Non credo, ma, grazie del consiglio.

Dai si trovano, Chris, non abbatterti, è pieno il mondo di pesci.

Lo so, ma lei… vabbè, niente, senti ora mi vedo con Zac. Ciao.

Ciao Chris xx

Guardai Chris, e vidi Amanda arrivare da lontano, Maya mi capì e mi guardò, “Ciao ragazzi, come state?” chiese Amanda avvicinandosi, “Bene” rispose Maya pacata, “Maya, mi accompagni al bagno?” chiesi, “Sì” rispose seguendomi, “guarda appena mi allontano che fa” sussurrai, lei si girò piano, “sta parlando con Chris” sussurrò, “gli ho trovato la chat con Amanda a Chris” sussurrai, “perché continui a sussurrare se siamo in bagno e lei non c’è?” chiese ridendo, “infatti… bella osservazione Watson” risposi ridendo, “Allora Sherlock? Cosa hai scoperto?” chiese ridendo, le lessi tutta la chat, “esci con qualcun’altra più disponibile, era autobiografico?” chiese Maya scherzando, “sì” mi uscì una risata isterica, “sai che l’hai lasciata sola con Chris vero?” chiese seria, “pensi che Chris possa starci?” chiesi sarcastica, “ovviamente no” rispose dandomi ragione, “e cosa farai?” chiese incrociando le braccia, “la uccido” scrollai le spalle, Maya mi guardò confusa, “stai scherzando vero?” chiese preoccupata, “certo tonta, faccio la finta tonta, appena fa qualcosa di palese le faccio presente che so tutto” risposi, “ragazze? Tutto bene?” chiese una vocina, Amanda, “sì, certo” risposi fingendo un sorriso, “Chris è il mio eroe, me l’ha detto lui che eravate qui” cinguettò, “ehm sì, infatti, ma abbiamo fatto e stiamo tornando dai ragazzi, tu devi fare qualcosa?” chiese Maya, “no… comunque Nicki, non c’è posto vicino a Chris” annunciò uscendo dal bagno, Maya mi guardò e mi fece cenno di fare un respiro profondo, arrivammo al tavolo e i posti erano Chris, Amanda, Ryan, io, Maya e Zac. “Scusa Amanda, perché non passi al mio posto?” chiesi incrociando le braccia, Chris mi guardò e mi fece cenno di stare tranquilla, “perché non puoi tenere Chris tutto per te, è il mio amichetto e voglio parlarci un po’” gli prese il braccio e lo tenne fra le sue mani, “che domanda da deficiente che ho fatto” sbottai, “vado a fumare” annunciai alzandomi, “vuoi che ti vengo a fare compagnia?” chiese Chris, “no… non voglio tenerti tutto per me” risposi prendendo le sigarette dalla tasca della borsa, “vengo io con te” si alzò Maya, “vengo anche io con voi” si alzò Amanda, “forse è meglio è se rimani lì, non vorrei che poi non chiacchieri con il tuo amico” risposi sarcastica, “ok andiamo, dai, Rambo cammina” mi spinse, aprii la porta e uscii senza aspettare Maya, “la porta in faccia me la sarei risparmiata” rise, i miei occhi erano lucidi, lo sentivo, “Nicole se piangi ti do una capocciata, lei lo sa che tu ti stai incazzando a morte per come si sta comportando, ma pensa che litigherai anche con Chris, se ancora non l’hai capito sta cercando di farvi lasciare” mi asciugò la lacrima che era caduta, “ma perché? È innamorata di Chris? Me lo fa per dispetto a me? Che problema ha?” chiesi buttando fuori il fumo, “cambia discorso, ora, sta uscendo anche lei” guardò la porta e ce la trovammo davanti, “che dite?” chiese sorridendo, “mah niente, sai parlavamo di una mia amica, ha il ragazzo, una storia incredibile, poi però una delle sue migliori amiche si è scoperta innamorata di lui, e che voleva farli lasciare” rispose Maya, “dai? E poi si sono lasciati?” chiese curiosa, “no… è stata uccisa la migliore amica” risposi sarcastica, “tu hai qualche problema con me?” chiese guardandomi negli occhi, “giura?” chiesi di nuovo sarcastica, “ragazze, per favore” cercò di calmare le acque Maya, si portò una mano alla fronte e scosse la testa, “e che cosa? Fammi sentire” rispose Amanda, “a partire dal fatto che oggi sono stata all’ospedale e non solo non ti sei fatta vedere, ma né una chiamata, né un messaggio, e neanche un come stai quando sei arrivata” dissi senza espressione, pacata, calma, come un fiume in piena, non sai mai quando strariperà, “non lo sapevo… sarei venuta” disse scuotendo la testa, era impaurita? “No, tu lo sapevi, Chris ti aveva chiamata prima di chiamare Maya, non avevi risposto e Chris ti ha scritto il messaggio” incrociai le braccia, “non l’ho letto, te lo assicuro” rispose agitata, “a me hai risposto” disse Maya, “e va bene, non volevo venire, ce l’ho con te” ammise, “e perché? Cosa ti ho fatto?” chiesi, “Nicole è frustrante stare con te, sei sempre così piena di te, e poi tutti i ragazzi quando ci sei tu guardano te, e poi, e poi è inutile negarlo, Chris” parlò agitata, “Chris cosa?” chiesi, “Chris, piaceva a me” disse alzando la voce, Maya sgranò gli occhi, era certa che le mettessi le mani addosso, “parliamo della cotta ai tempi del liceo?” chiesi cercando una spiegazione tranquillamente, “no Nicole, parlo di adesso, parlo di pochi giorni fa” urlò di nuovo, “urlami di nuovo in faccia e ti do una manata” minacciai, “che paura, non puoi, sono incinta” incrociò le braccia e fece la faccia di chi la sa lunga, “comunque che vuol dire di pochi giorni fa?” chiesi calma, “che io ero cotta di Chris anche il giorno che tu ci hai detto che eri cotta di lui, il giorno che vi siete messi insieme, io sono sempre stata cotta di lui, e di chiunque io mi invaghisco, o mi innamoro finisce sempre che poi ci sei tu, Nicole ci sei tu! Vaffanculo” urlò, “e sarebbe colpa mia?” chiesi, “sì” rispose urlando, mi scattò la mano, gli arrivò dritta in faccia, lei mi rispose prendendomi i capelli, “Oh cazzo” Maya imprecò, “Chris, Zac… qualcuno che le divide?” chiamò qualcuno, nel frattempo riuscii a liberarmi dalla presa dei capelli e la spinsi, “stai lontana da me” parlai calma, “no Nicole, vaffanculo” urlò, corse verso di me e mi tirò di nuovo i capelli, Maya cercò di dividerci ma non ci riuscì, “ma lo capisci che hai talmente tanto veleno verso di me che non ti rendi conto che non ti sto toccando?” chiesi venendo spinta, “non mi interessa, la paghi” urlò, “non devi urlare, e allontanati da me” dissi spingendola piano, “ragazze, ma siete matte?” uscì Chris, mi prese le braccia e mi tenne, “mi fai schifo” urlò Amanda, mi dimenai e riuscii a liberarmi dalla presa di Chris, andai verso di lei, “se urli di nuovo contro di me te le alzo seriamente le mani” risposi puntandole un dito sotto il mento, “Chris, per favore, toglimela di dosso” lo abbracciò, lui mi guardò, scossi la testa e guardai Maya, era terrorizzata, “mi hai seriamente stancato” dissi tirandola, “dobbiamo fare a botte? Bene, fallo bene, dammi un cazzotto, una pizza, un calcio, ma non tirarmi i capelli, è così vintage” dissi mettendomi in posizione, Chris mi guardò stupito, non avevo alzato neanche una mano, e stavo chiedendo a una mia amica di farlo, “l’hai voluto tu” mi tirò uno schiaffo, non fece male, “e questo è per Chris” me ne diede un altro, “e questo perché mi fai sentire sempre la seconda scelta” me ne diede un altro, “e questo è perché nonostante mi sono comportata una merda con te, stai qui a farti schiaffeggiare” me ne diede un altro, “hai finito?” chiesi, “sembra di sì” rispose, “ora tocca a te” annunciò, “no. Io il mio te l’ho dato, e quello, se devo darti una spiegazione è per l’immensa delusione che mi hai causato, sapendo che non sei mai stata l’amica che credevo! Detto questo, Amanda, non ho più nulla da dirti” mi guardò attonita e urlò il mio nome, “che c’è?” mi girai, “siamo ancora amiche vero?” chiese, “no Amanda” entrai nel bar e andai in bagno, mi sistemai i capelli e ritoccai il trucco, mi misi seduta e Zac mi guardò, “scusa se tu sei qui, perché gli altri non entrano?” chiese, “povero Zac, che non capisci mai quello che succede, sai sei troppo tranquillo” dissi ridendo, “già… lo penso anche io” rise, “mi sono fatta schiaffeggiare da Amanda, e poi le ho detto che non siamo più amiche, e da lì lei ha cominciato a fare la vittima” riassunsi i minuti precedenti in poche parole, “io due schiaffi educativi glieli davo” rispose Zac ridendo, “anche io, ma ho preferito essere superiore” sussurrai, “Nicole…?” chiese Maya agitata, Zac mi indicò e io la salutai con la mano, “come fai ad essere così tranquilla? Ho rischiato che mi prendesse un attacco di qualcosa lì fuori” chiese respirando a fatica, “Maya, tu avevi paura che prima o poi avrei messo le mani addosso a Amanda, è per quello che ti sei agitata, ma visto che io ero sicura che non l’avrei fatto sono tranquilla, mi sono andata a sistemare il trucco e a sistemare i capelli, ma Chris?” chiesi, “è fuori con Amanda, stanno parlando” disse tranquilla, “e tu li hai lasciati soli?” chiesi scherzando, “vado a spiare” uscì fuori insieme a Zac e io rimasi sola, ma Ryan dov’era?, “Zac è rimasto lì, sono venuta a riferirti che lei gli ha detto che lo ama da quando era al liceo e che non è mai riuscita a dimenticarlo, e che ha sempre cercato di non fartici mettere per mettercisi lei, e lui ha risposto che se anche fosse che non si sarebbe messo con te, udite, udite, non l’avrebbe neanche mai guardata, perchè a lui lei non piace, e perché voleva te, non voleva la tua amica” mi raccontò Maya con il fiatone, “Maya, siediti e rilassati, non è successo nulla” dissi accarezzandole la mano, “ma Ryan?” chiesi curiosa, “se ne è andato quando Amanda ha cominciato a parlare con Chris” disse sorseggiando la sua birra, “e questa?” chiesi ridendo, “l’ho ordinata mentre andavo fuori, “ah… grazie eh” dissi alzando la mano in segno di ringraziamento, “scusa, puoi portarmi un bicchiere di prosecco?” chiesi al cameriere, “per te questo e altro” mi fece l’occhiolino, “ok, Chris non lo deve sapere” parlammo in coro, ridemmo, “cosa non devo sapere?” chiese serio, “tra poco lo vedi” risposi delusa, Maya mi sorrise, “Amanda?” chiese curiosa, “le ho chiamato un taxi” Chris scrollò le spalle, “tieni tesoro” il cameriere mi porse il prosecco, “era questo che non dovevo sapere?” chiese Chris mettendomi un braccio dietro alla sedia, “sì” risposi sorridendo, “mi fa piacere” rispose serio, “Amanda è andata via” annunciò Zac, arrivò un messaggio a Chris, lessi il nome, Amanda, “leggilo” sbottai, “leggilo tu” rispose passandomi il telefono, “anzi, no, non lo devi sapere” si alzò, “dove vai?” chiesi, “sto qui mi sto mettendo il telefono in tasca” rispose rimettendosi seduto, sorseggiammo le nostre bevande, e ci alzammo, “ci vediamo domani, buonanotte” sussurrò Maya, “a domani, buonanotte” rispose Chris, “saluta Zac” aggiunse, “buonanotte” dissi abbracciandola, Zac era andato a prendere la macchina, e lo salutammo con la mano da lontano.

“Buonanotte” Chris si sdraiò sul letto, “Mi spieghi che c’è? Perché proprio non mi è chiaro” chiesi incrociando le braccia, mi poggiai all’infisso della porta e lui scosse la testa, “C’è che non lo devo sapere, hai paura che faccia qualcosa di avventato? Forse come fai tu?” chiese alzandosi, “e cosa avrei fatto di avventato? Ho detto a una mia amica che si è comportata male, è vero, io non avrei mai alzato una mano su di lei” risposi atona, “e poi non ho paura di qualcosa di avventato, volevo solo non rovinarti ancora di più la serata, ma poi pensala come vuoi” dissi prendendo il cuscino, “vado a dormire sul divano” annunciai, “no” rispose bloccandomi, “come no? Sì, io sono arrabbiata con te Chris” risposi strattonando il cuscino, “e cosa avrei fatto? Spiegamelo perché a quanto pare non lo capisco” rispose alzando le braccia in segno di resa, “non ti sei mai accorto che Amanda ci provava con te, mai, neanche questa sera? Non potevi dirle che sarebbe stato meglio scalare? Non potevi, no, perché a te piace essere corteggiato dalle donne” sputai fuori le parole, “Nicole, è sempre stata così Amanda con me, ho sempre pensato fosse un suo modo di comportarsi, io non sapevo che fosse innamorata di me da sempre, se l’avessi saputo l’avrei allontanata da subito” rispose secco, “Chris, non voglio dormire con te questa notte” dissi prendendo il cuscino, “vado io sul divano” disse prendendo il suo cuscino, “no, buonanotte” andai in salone e mi misi a dormire.

4.30 A.M.

Aprii gli occhi, non riuscivo a dormire, mi alzai, passai in camera da letto e vidi Chris dormire tranquillo, andai in bagno, accesi la luce, mi guardai allo specchio, riuscii e mi fermai davanti alla camera a guardare Chris, entrai, mi misi di fronte al letto a guardarlo dormire, sapevo che si sarebbe sentito osservato, lo vidi saltare, risi, “Nicole, oddio che paura, vieni a letto” sussurrò insonnolito, “vado a prendere il cuscino” sussurrai, “lascia stare il cuscino” rispose tirandomi sul letto, “mi hai fatto veramente paura” disse abbracciandomi, era così caldo, e io ero gelida, mi lasciò metà cuscino e lo abbracciai, strusciò il naso contro il mio e farfugliò qualcosa di incomprensibile addormentandosi.

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Capitolo 7
*** Come se io e te fossimo destinati a stare insieme per sempre ***


Capitolo 7

Mi svegliai, la mano di Chris era sulla mia pancia, accarezzai il dorso della sua mano e piano piano la spostai per potermi alzare, mi diressi in cucina e misi a fare il caffè, presi i biscotti mettendoli sul tavolo, “buongiorno” mi girai, si strofinò gli occhi e si mise seduto, “buongiorno” risposi dandogli un bacio sulla tempia, mi prese dal fianco e mi strinse baciandomi sotto il seno, mi tenne così per un po’, “non litighiamo più” sussurrò con la testa appoggiata su di me, alzò lo sguardo, i nostri occhi si incontrarono, aveva gli occhi più chiari del solito, i segni sotto gli occhi erano un chiaro esempio che aveva pianto, accarezzai i suoi capelli e annuii, tirò su il naso, strofinò la testa sulla mia pancia, “non voglio che tu pensi quelle cose di me” sembrava come se stesse soffrendo, “cosa?” chiesi confusa, “che mi piace l’attenzione di tutte le donne, e che pensi che io possa volere qualcun’altra che non sia tu, Nicole non è così, io voglio solo te, e se le attenzioni non sono le tue non mi interessano” rispose guardando il caffè, mi girai, “sta uscendo” risposi spengendo il gas, “ti ostini a farlo all’italiana” rispose scrollando le spalle, “certo” risposi porgendogli la tazzina, io rimasi in piedi a sorseggiarlo con le spalle al muro, “dicevamo” ripresi il discorso di prima, “mi dispiace averti detto quelle cose, ma vederti ridere con Amanda, e scherzare su Zoe, poi tutte quelle donne che ti chiedono gli autografi, foto, ti toccano, io… non mi sento all’altezza” risposi poggiando la tazzina nel lavandino, “Nicole, non capisci? Hai molto più tu di qualunque altra donna, si può dire che ti abbia vista piangere, e ad ogni ferita diventavi sempre più felina” lo guardai confusa, “felina Nicole, selvaggia, tigre, arghhh” mi fece il gesto e risi, “ma delle volte vedo le espressioni e i movimenti di una bambina, il modo in cui usi gli occhi, mi viene in mente quando saltavi per casa mia e giocavamo a far finta di essere usciti dai cartoni animati, altre volte ti guardo e mi domando dove prendi la forza per riuscire a non far vedere le tue ferite, a proteggere ciò che è tuo con tenacia, e lì esce la parte felina, la pantera, e ti dirò che è anche sexy quella parte” si alzò e mi venne in contro, “e quale parte starebbe uscendo ora?” chiesi soave, “aaah dai Nicole, mi imbarazzi” scherzò, “comunque, prevale la tua parte felina in questo momento” rispose passandomi un dito sulle labbra, tirai fuori la lingua, si morse il labbro, “perciò, sono sexy” risposi mettendogli una mano sul petto, mi baciò spingendomi verso il muro, “come sei rude” sussurrai ridendo, mi mise una mano sotto la maglietta e afferrò il seno, “molto” sussurrò baciandomi, mi tolse la maglietta e la buttò a terra, mi spostò in avanti, mi spinse il busto sul tavolo, con un piede mi allargò le gambe, tirò giù i pantaloncini, lo sentii tirare giù i suoi ed entrare dentro di me, “mmm potrebbe piacermi” ansimai, mi baciò l’occhio, lo sentii ansimare.

“Vado a farmi la doccia” annunciai uscendo dalla cucina, “mmm” rispose Chris guardandomi, mi strinse a sé, “balliamo” rise, “Chris devo andare a lavorare” risi anche io vedendolo muovermi, “amore, mi stai forse dicendo che non mi offri un ballo?” chiese fingendosi offeso, “esattamente” risposi ridendo, “cattiveria pura” borbottò, “sto già facendo tardi” risposi guardando l’orologio del telefono, “va bene vai a farti la doccia, vuoi che ti accompagni?” chiese seguendomi, “amore, ho la patente, ho la macchina, sto bene, posso guidare, tu non ti preoccupare, fai le tue cose” gli accarezzai la guancia, “lo so, ma il pensiero che tu guidi mi spaventa” rise, “stronzo” risposi ridendo, mi scompigliò i capelli e si buttò sul letto, “vado” annunciai con i vestiti in mano, annuì, entrai nella doccia, quando uscii mi vestii e misi le scarpe, “troppo scollata” borbottò, “non cominciare” mi girai ridendo, aveva il telefono in mano, glielo tolsi dalle mani e mi misi sopra di lui, “che vuoi fare?” chiese malizioso, “ti voglio salutare” risposi, “e mi saluti così?” chiese indicando la posizione, “non voglio andarmene” risposi lamentandomi, mi strinse a sé, “rimani qui” sussurrò, “non posso, devo andare” mi lasciò andare e mi alzai, “se aspetti 5 minuti ti accompagno, mi faccio una doccia al volo e mi vesto” mi accarezzò il viso, “va bene” la verità era che non riuscivo a stargli lontana, era una droga.

“Visto 5 minuti di orologio” indossò un pantaloncino corto della tuta nero con strisce bianche ai lati e una maglietta grigia, prese gli occhiali, portafogli e telefono, “andiamo” annunciò, “ehm, le chiavi” indicai la chiave della macchina e le chiavi di casa sul mobile, “giusto” mi accarezzò il mento e le prese, presi gli occhiali da sole e la borsa, “preso tutto?” chiese, “sì” uscii di casa, chiamammo l’ascensore ed entrammo, “ciao” una voce ci fece saltare, “Adam” sorrisi, “mamma mia, consigliami il tuo personal trainer che ci mando mio marito” si avvicinò a Chris, “sinceramente, non ne ho uno” rispose, “tesoro, oltre i muscoli ha anche cervello” disse girandosi verso di me, “ehm grazie” rispose Chris confuso, risi e finalmente uscimmo da quella situazione imbarazzante, le porte si aprirono, “ciao Adam” salutammo in coro e andammo alla macchina, “ma era un complimento?” chiese Chris ancora confuso, “ha avuto problemi di bullismo da parte di palestrati, ogni volta che ne vede uno fa così per vedere se sono omofobici” risposi scrollando le spalle, “aaah ora è tutto più chiaro” rispose Chris mettendomi un braccio in torno al collo, “ma dove hai parcheggiato?” chiese seguendomi, “francamente, io ricordo che avevo parcheggiato qui, ma non c’è” risposi preoccupata, “Nicole… qui, qui?” chiese indicando il posto vuoto, “sì” risposi annuendo, “l’hanno rimossa, porca Eva Nicole, ma dove parcheggi” rise per non uccidermi, lo capii, “l’hanno rimossa?” chiesi confusa, “c’è il segnale, quando c’è quel segno, non ci puoi parcheggiare, Nicole, porca Eva” si stava alterando, mi uscì un accenno di risata, “non ridere, non c’è da ridere” rispose serio, “Chris” non riuscii a trattenere la risata isterica, “Nicole, te lo dico, ti uccido, quando non ci sono testimoni ti uccido” rise anche lui, “dai scusa” sussurrai avvicinandomi a lui, “e tu sei rincoglionita persa, perché la mia macchina è lì, ma perché ancora ti ascolto?” chiese muovendo le mani e le braccia in modo isterico, “io ricordavo di aver parcheggiato qui” scrollai le spalle e lo seguii, “non sali in macchina, ti avverto, io guido e tu corri” rise, “facciamo il contrario, così mantieni i muscoli” sussurrai toccando gli addominali, “ma falla finita” rise, feci il giro e salii al posto passeggero, mi scompigliò i capelli e uscì dal parcheggio, “Chris, dai, ci ho messo otto anni per fare una coda decente” mi lamentai, “è più bella così” mi fece la linguaccia e rise, “ma come devo fare con te” risposi scuotendo la testa, “però stai ridendo” mi puntò il dito sotto la guancia e rise, “sto ripensando a come te la sei presa, io sono sicura di aver parcheggiato lì” risposi ridendo, “io sono sicuro che tu sei bella che andata, ed ora capisco l’interesse del dottore, non perché gli piaci ma perché sei una nuova patologia” rise, “che cattiveria” risposi incrociando le braccia, feci il broncio e lui mi guardò, “sei bellissima così” era serio, “cosa?” chiesi ridendo, “sei bellissima, questo è quello che ti dicevo, dieci minuti prima sei pantera, dieci minuti dopo sei una bambina tutta da coccolare” parlò dolcemente, “tu mi ami davvero così tanto?” chiesi guardandolo, non potevo crederci, era un uomo bellissimo completamente dedito a me, “anche di più” sorrise, “perché?” chiese, “da come parli, da quello che mi dici e come lo dici, mi fai sentire… speciale” risposi scrollando le spalle, “tu per me lo sei, e sono stato un coglione a non dirlo prima, a non dirti che ti amo da impazzire da quando ho capito di amarti, e che sei l’unica per me” rispose guardandomi, mi uscì una lacrima, “che c’è?” chiese parcheggiando, vidi il negozio di Grace ancora chiuso, scesi dalla macchina e lui mi seguì, “il fatto è che, non mi sono mai sentita così amata come sono con te, e mi piace” sussurrai fra le lacrime, “e allora perché piangi?” chiese confuso, “perché non lo so, è tutto così surreale” risposi, “amore mio” sussurrò abbracciandomi, lo strinsi a me, mi asciugò le lacrime e mi riabbassò gli occhiali.

“Chiama Grace, è un’ora di ritardo” disse Chris, “infatti, non è da lei” risposi tirando fuori il telefono, la chiamai, ma non rispose, riprovai, “Nicole, sto arrivando, ma solo la mattina, pomeriggio devo andare in ospedale da mio marito, se vuoi vai a casa, non sarei neanche di compagnia” rispose, “non ti preoccupare, ti aspetto” attaccai, “che ha detto?” chiese Chris preoccupato, “che sta arrivando, e lavoro solo la mattina perché pomeriggio deve andare dal marito in ospedale” riassunsi, “capito” incrociò le braccia, mi accesi una sigaretta, lo guardai, era così bello, non potei evitare di sorridere, si grattò la barba sotto il mento, si girò di profilo, spostò la maglietta scoprendo il tatuaggio sulla clavicola, si girò verso di me, sorrise, si avvicinò a me e mi baciò, “ei” sussurrai, “amore, non mi guardare” sussurrò, “perché?” chiesi sorridendo, “perché se mi guardi come mi stavi guardando poi io sono costretto a farti del male fisico capisci?” chiese mordendosi il labbro, “mamma mia, ti sei svegliato proprio con il piede giusto sta mattina” risposi ridendo, “oh, lo puoi dire forte” rispose stringendomi, buttai la sigaretta, lo abbracciai anche io e rimanemmo così, “che poi tra l’altro, non è solo oggi, è in generale che mi fai” sussurrò nel mio orecchio, “ah” risposi, “pranzo con il cast, vieni anche tu?” chiese cambiando discorso, e percepii il perché, “va bene, solo se non mi faranno domande sul film, ancora non me lo fai vedere” risposi, “e dai, queste proposte in pubblico” rise, risi anche io e mi guardò, “il film idiota” risposi dandogli un colpetto sulla spalla, “comunque no, prometto che non ti farò fare domande” rispose dandomi un bacio sulla fronte, “bellissimi, buongiorno” una voce dolce si avvicinò, “buongiorno” rispondemmo in coro, “Chris, visto che ci sei, mi fai un favore?” chiese Grace guardandolo, “certo” rispose entrando nel negozio, “mi potresti prendere i scatoloni in alto? Non ci arrivo, e non mi va che Nicole sale sulla scala” spiegò, “va bene” accompagnai Chris nello sgabuzzino, “tutte quelle li su” indicai il piano più alto, li tirò giù tutti con estrema facilità, “tu mi spaventi” dissi dandogli un colpetto sulla spalla, “non sono tutti lilipuziani come te” rispose dandomi un buffetto in testa, “vado, ci vediamo fra un po’” annunciò Chris avvicinandosi alla porta, “va bene” risposi mandandogli un bacio, “ciao Chris, e grazie” rispose Grace, lo guardai attraversare la strada e salire in auto.

“Che cosa è quel livido?” chiese preoccupata, mi guardai il fianco, la maglietta si era alzata, la abbassai velocemente, “mio padre è tornato in città” risposi scrollando le spalle, “ti ha messo le mani addosso Nicole?” chiese avvicinandosi, “piedi” risposi, “e perché mai?” chiese, il suo volto la diceva lunga, era arrabbiata, “perché vivo in un buco di casa, mi faccio mantenere da Chris, che tra l’altro è un fallito, scopandolo e il pezzo forte, tieniti, sono una puttana perché ho i dilatatori” risposi incrociando le braccia, “che uomo di merda” rispose scuotendo la testa, “e in tutto questo Chris?” chiese, “mi ha protetta, si è messo in mezzo, e l’ha mandato via, però si è dato mille colpe” risposi appoggiando la schiena al bancone, “me lo immagino, lui ha paura solo a toccarti, immagino come si sarà sentito a vedere tuo padre che ti menava” rispose scuotendo la testa, “tu come stai?” mi chiese accarezzandomi il braccio, “ci credi che non lo so? Fisicamente non sento nulla, ma dentro ho un fuoco, mia madre se n’è andata di casa quando avevo 5 anni, non la ricordo neanche, mio padre sfogava la sua rabbia su di lei, e lei non lo sopportava più… Nella notte se ne è andata, mio padre cominciò a picchiare mio fratello, Josh, aveva 15 anni, nessuno lo sapeva, mio fratello non parlava di questo, poi passò a India, aveva solo 10 anni, e lei lo disse alla maestra, convocò mio padre, e da lì non la toccò mai più, io avevo 7 anni, tornò a casa da lavoro, gli portai un disegno che avevamo fatto per la festa del papà, lo abbracciai e gli chiesi di guardarlo” mi bloccai, Grace mi guardò e io lasciai una lacrima scendere, lei mi seguì, “lui si girò, mi diede un ceffone e mi urlò di andare via, non me ne andai, volevo che vedesse il mio disegno, urlai di guardare il mio disegno, e lui mi prese per il braccio, mi strattonò con forza urlando che non gli interessava, non era importante, mi misi a piangere e mi tirò di nuovo un ceffone, piansi ancora più forte, mi spinse facendomi perdere l’equilibrio, caddi a terra, chiesi perché mi stava picchiando e mi rispose che non potevo fargli domande, dovevo parlargli quando lo diceva lui” mi bloccai, Grace mi fece sedere, “continua tesoro, ti farà bene sfogarti” sussurrò accarezzandomi i capelli, “mi diede un calcio, sentii un dolore acuto sullo sterno, e mio fratello urlare, basta la ucciderai, Nicole scappa dagli Evans, abitavano affianco a noi, rimasi immobile, non volevo che se la prendesse con Josh, Nicole scappa, continuava a ripetere, non riuscivo a tenermi in piedi, Scott il fratello di Chris, mi vide nel giardino, mi corse in contro e mi aiutò a arrivare a casa sua, Lisa mi prese e mandò Bob a casa mia, quella sera dormii nel letto con Chris perché non volevo dormire a casa e con nessun altro, Chris mi strinse tutta la notte e mi promise di non lasciarmi mai andare, e che qualsiasi cosa avrebbe portato lui a trasferirsi, si sarebbe portato dietro anche me” sorrisi al pensiero, e Grace si portò una mano al cuore, “a pensarci bene quella sera mi confessò il suo amore per la prima volta, e lo fece inconsapevolmente dicendo, ti amo, ma non come una sorella, come se io e te fossimo destinati a stare sempre insieme, nel bene e nel male, ero piccola per capire, avevo 7 anni e lui 16” mi interruppe, “hai capito Chris, a 7 anni già ti chiedeva amore eterno” rise, “quel periodo mio padre mi picchiava spesso, perché avevo fatto la spia, i miei fratelli cercavano di difendermi ma non ci fù verso, a 19 anni finito il liceo, Chris mi propose di andare a vivere a New York, lo avevano preso per un film, e io avrei vissuto con lui se non avessi avuto soldi, feci le valigie, salutai i miei fratelli e scappai nella notte, il giorno dopo ero a New York, senza un soldo, senza un posto dove dormire, e senza un lavoro, girai tutta Manhattan per un posto di lavoro, lo trovai, assistente di un imprenditore, dovevo portargli il caffè, rispondere alle chiamate, filtrarle e delle volte controllare i suoi documenti, con quel lavoro per due anni riuscii a comprare il mio appartamento, non è un attico di lusso, ma è mio, l’ho guadagnato, due anni dopo il porco provò a mettermi una mano sul sedere, lo dissi a Chris, onorò la sua promessa di proteggermi, andò lì e si spacciò per il mio ragazzo, gli rivoltò lo studio e disse, se permetta mi stampi le sue dimissioni con una buona uscita, il porco gliele stampò e mi accreditò 3000 $ di buona uscita, con quei soldi riuscii a vivere in tempo per trovare un altro impiego, trovai un annuncio che mi portò da te” dissi sorridendo, “tu, non hai la mamma Nicki?” chiese cercando il mio sguardo, “oh no, ce l’ho, sono due” risposi sorridendo, “due?” chiese confusa, “una è Lisa, e l’altra sei tu” risposi asciugandomi le lacrime, “tesoro mio, quando sei arrivata qui eri così piccola, indifesa, l’avrei dovuto capire che non avevi un bel passato, e non l’ho mai chiesto per 5 lunghi anni” mi abbracciò, “non importa, non voglio far pena a nessuno” risposi, “e Maya e Amanda come le hai conosciute?” chiese curiosa, “Conobbi Maya quando avevo 3 anni, mi colpì subito, aveva i codini ricci e neri, e la sua pelle mulatta era così splendente alla luce del sole, lei mi vide, si avvicinò e mi chiese se mi andava di giocare con lei, risposi subito di sì, e 10 anni dopo scoprimmo che mio padre e sua madre erano amanti, con Amanda è stato diverso, avevo 6 anni, era il primo giorno di elementari, Maya e io eravamo sedute al banco insieme, e lei si girò verso di noi facendoci la linguaccia, mi alzai e gli tirai i capelli, cominciò una vera lotta, e poi ci hanno messe al banco insieme tutte e tre per legare, ed eccoci qui, legate, cioè con Maya, con Amanda non lo so” risposi cupa, “che è successo con Amanda?” chiese come una mamma, “è innamorata di Chris dai tempi del liceo, e ora me lo rinfaccia” spiegai, “ma non è fidanzata?” chiese confusa, “già, e comunque è anche incinta se ti può consolare” spiegai, “ah di bene in meglio, comunque dopo che mi hai raccontato quello che ha fatto per te Chris, ha solo acquistato punti, è un bravo ragazzo, e ti ama, si vede lontano un milio” la porta si aprì, “cerco Nicole Walker” una voce mi chiamò, feci cenno a Grace di dire che non c’era, “non c’è, oggi è il suo giorno libero, ma puoi dire a me” rispose cortese, “sono il padre” si presentò, la sentii alzarsi velocemente, “è andata in ospedale per colpa sua, ha anche la faccia tosta di venire qui e cercarla?” chiese alzando il tono, “ma lei cosa ne sa, lei non sa niente di me” lo sentii tuonare, “non mi interessa, so abbastanza da poter dire che a lei nel mio negozio non la voglio, se ne vada.” Urlò, mi portai le ginocchia al petto e cominciai a tremare, “ho sentito la voce di Nicole, dov’è?” urlò mio padre, “non c’è, già glielo ho detto” rispose Grace, “Grace tutto bene?” chiese Chris, “ah ecco il fallito, lo schifo d’uomo, dove è Nicole?” chiese di nuovo, “non lo so” rispose, “dove cazzo è?” chiese urlando, “chiamala” rispose Grace, misi il silenzioso e buttai il telefono a terra, silenzio, “non risponde” urlò di nuovo, “cosa vuoi da lei?” chiese Chris, “portarla a casa” urlò di nuovo, rimasero in silenzio, cercai di gattonare fino allo sgabuzzino, “ma guarda, Nicole, che sorpresa” fece due passi verso di me prima di essere bloccato, “non la tocchi” tuonò Chris, rimasi immobile a guardare Chris e mio padre fissarsi, “l’hai deciso tu?” chiese mio padre, “sì, ho deciso che non le farai più male” rispose tranquillo, “ma guarda un po’” gli diede uno schiaffetto sulla guancia, “ti rovino, io ti rovino” mi minacciò, “vieni qui se hai coraggio, vieni” urlò, “toccala e ti rovino io” tuonò Chris, mi avvicinai, “che c’è? Ti sei accorto di essere padre?” chiesi incrociando le braccia, “quando ti accorgerai di essere figlia? E che devi fare ciò che dico io? Io ho ordinato di andare a casa, e perciò vieni con me” ordinò, “pff… devo stare ai tuoi ordini? Fidati non lo facevo quando avevo 19 anni cosa ti fa pensare che lo farò oggi?” chiesi con aria di sfida, “che oggi, Nicole se non verrai con me, ti faccio male” promise, “non ricordo un giorno in cui mi hai fatto bene” risposi, mi arrivò un ceffone in pieno viso, lo guardai male e neanche me ne accorsi che Chris l’aveva preso per la collottola della maglietta, “prenditela con me, prenditela con chi è più forte” Chris lo tenne attaccato al muro, lo lasciò andare, “se vuoi parli civilmente, senno, io non lo sarò con te” lo minacciò, “va bene” rispose annuendo, si avvicinò a me, “vieni a casa?” chiese con tono sommesso, “neanche se mi uccidi” risposi seria, si preparò la mano e Chris fece un passo avanti, “senti, cambierò, lo capisci che io ti voglio salvare da una vita di tristezza con questo fallito?” chiese indicando Chris, “intanto il fallito ti ha messo al tuo posto” borbottò Grace, “ma non lo capisci proprio?” chiesi in lacrime, “cosa?” chiese urlando, “questo, tu pretendi, dai ordini, picchi, ma non è questo l’affetto di un genitore, e ti posso assicurare che Chris è tutto ciò che voglio dalla vita, perciò o lo accetti o picchiami, ma se sarà la seconda opzione sarà l’ultima volta che succederà” risposi, “puttana” sbraitò, “mi fai schifo” mi sputò a due centimetri dal piede, “che c’è? Non mi prendi? Come mai? Ti fai prendere dai rimorsi? Ieri no? Quando mi hai dato un calcio sul petto a 7 anni non avevi rimorsi? E quando mi hai tirato la sedia? Noah, te ne puoi andare, perché sei tu che fai schifo a me, e sai che ti dico? Puttana non lo dire a me, ma dillo alla donna che mi ha messo al mondo e poi abbandonata a 5 anni” risposi alzando la testa, si avvicinò, mi diede uno spintone e uno schiaffo, “senti, sparisci” Chris lo spinse fuori, chiuse la porta, camminai fino al retro del negozio e mi buttai a terra, piansi tutte le lacrime che potei, “ei, vuoi…” annuii senza neanche farlo finire di parlare, “vuoi dell’acqua?” chiese Grace, “no… noi abbiamo il nostro modo di superare i problemi” rispose Chris sorridendole, lei si mise seduta affianco a noi, Chris si mise seduto dietro di me e mi fece appoggiare la schiena su di lui, mi raggomitolai su di lui e mi strinse, continuai a piangere, “calmati” sussurrò, appoggiai la testa sulla sua spalla e lui mi accarezzò precisamente il punto colpito da mio padre, “ci sono io” sussurrò spostandomi i capelli dal viso, mi tenne stretta a se e Grace sorrise, mi calmai, Grace fece segno a Chris di andare di là, “shhh, vado un secondo di là con Grace, torno subito” mi avvertì, mi toccò i capelli per un po’ e poi si alzò, mi raggomitolai a terra, “volevo dirti che tutto ciò che fai per lei è bellissimo, ed è bellissimo come ti prendi cura di lei, come lo fai da sempre, e costantemente, e ti chiedo di farlo ancora, so che non c’è bisogno di chiedertelo, ma fallo Chris, è una donna forte, ma ha bisogno di te” sussurrò Grace, “io lo faccio, l’ho sempre protetta Grace, ma non è facile, quando succede questo, quando succede questo mi ricordo della bambina che si infilava nel mio letto la notte dicendomi di non spegnere la luce, e l’ho vista imparare a spegnerla da sola perché non poteva permettersi le luci accese, e ciò che fa più male è che non ha mai avuto ciò che avrebbe meritato” rispose sussurrando anche lui, “potete venire anche qui a parlare, sento tutto” urlai, “che spiona” Chris mi fece il solletico, risi, lo tirai a me, mi baciò, “ragazzi, io voglio, anzi esigo il matrimonio eh” rise Grace, “considerando il fatto che hai lottato per farci mettere insieme per anni, sì, puoi meritartelo” rispose Chris aiutandomi ad alzarmi, “ah solo? Che cattiveria” rispose Grace, le fece la linguaccia e Grace si finse offesa, “dai andiamo a mangiare, tanto di questi tempi non si lavora più” borbottò, chiuse la serranda e la salutammo, “ci vediamo domani mattina, puntuali, non come oggi che stavate qui a mezzogiorno” borbottò ridendo, “era un promemoria Grace?” chiese Chris prendendola in giro, “è fastidioso eh” si girò verso di me, mi fece l’occhiolino e accarezzò il mento di Chris, “bellissimi, me ne vado, ciao” ridemmo guardandola allontanarsi, “pazza” Chris scosse la testa, “te la senti di andare a pranzo con i ragazzi? Posso anche rimandare” mi mise una mano sul fianco, “non ti preoccupare, devo solo passare a casa a darmi una sistemata” risposi specchiandomi sul finestrino di una macchina, “va bene, ti accompagno a casa, tu puoi raggiungermi lì? Perché ho dato il mio nome nella prenotazione se non vado la cancellano” spiegò, “fidati, meglio se aspetti 5 minuti” risposi, salii a casa velocemente e lui mi seguì, “ti aspetto qui” annunciò sedendosi sul letto, mi struccai velocemente, fondotinta, cipria, eyeliner, mascara, rossetto, aprii l’armadio e presi una canottiera nera, “brava, quella maglietta era troppo scollata” borbottò leggendo i messaggi sul suo telefono, “ma finiscila” mi tolsi la maglietta e la sua concentrazione sul telefono svanì, “mmm” si morse il labbro, “facciamo tardi” risi, mi tirò a sé, caddi sopra di lui, “per andare dove?” chiese facendo finta di niente, “Chris, dai andiamo” mi baciò il collo, “dai basta, andiamo” mi alzai e lui fece un lamento, “su” gli porsi la mano per alzarsi e mi tirò a sé, “non voglio andare” si lamentò, “uff dai, amore, su, abbiamo anche le prove di Maya nel pomeriggio, tra due giorni si sposa” annunciai, “le prove? Quando l’ha detto?” chiese confuso, “si ciao, senti se non ti alzi ti picchio” misi le braccia sui fianchi, “mi alzo, mi alzo” si alzò, “non ce la posso fare” si ributtò sul letto, “Chris… dai, ti lamentavi tanto che avremmo fatto tardi” mi lamentai, “ma letto… cuscino… te… vieni qui” mi tirò, “alzati” ordinai incrociando le braccia, “uff… non c’è pietà” si lamentò alzandosi, mi baciò, andò in bagno, si sistemò i capelli, “Evans, sei figo, andiamo” lo tirai, “se me lo dici tu” scrollò le spalle ridendo, risi anche io, riuscimmo ad uscire di casa e a entrare in macchina.

“Chris, sono dieci minuti che ti aspettiamo” sbottò Scarlett, “scusate” rispose, “e lei?” chiese Sebastian, mi guardò, Scarlett rise, “piacere Sebastian” si presentò porgendomi la mano, “Nicole” gliela strinsi, lui sorrise, “Seb… guardala bene, Nicole, non ti ricorda niente?” chiese Robert ridendo, “oh sì, un sogno” mi fece l’occhiolino, Chris stranamente rise, “sei fidanzata?” chiese sfacciato, “bisogna chiederlo a lui” risposi scrollando le spalle, risi, “bhè in tal caso, digli che è l’uomo più fortunato sulla terra, degno della tua bellezza” mi fece di nuovo l’occhiolino, “Oh Sebastian, mi commuovi, con i tuoi complimenti mi fai arrossire” rispose Chris ridendo, “è la tua…?” si interruppe stupito, “sì, è la mia ragazza” mi mise un braccio in torno al collo e rise, “oddio, scusa Chris, non avevo collegato che era la tua Nicole, comunque complimenti, veramente bella” rispose imbarazzato, “direi che può bastare” rispose Chris ridendo, ci incamminammo dentro il ristorante, “Evans” annunciò Chris alla cameriera, “Evans? Chris Evans?” chiese stupita, “sì” rispose lui sorridendo, la ragazza urlò, alzai gli occhi al cielo e incrociai le braccia, “fa tutto parte del gioco tesoro, e ti posso assicurare che a nessuno di noi piace” Scarlett mi mise una mano sulla spalla, “ma siete… oddio… tutti… posso…” si allontanò per prendere il telefono, tornò e mi guardò, “puoi farci una foto? Prima con Chris da soli, sai è il mio preferito” lo tirò per il braccio, alzai di nuovo gli occhi al cielo, “certo” risposi fingendo un sorriso, “posso darti un bacio?” chiese mettendogli una mano sul petto, “ehm… sulla guancia” rispose imbarazzato, annuì la ragazza e lui le concesse il bacio, scattai la foto, tutto il cast si raggruppò in torno a lei, scattai la foto e le portai il telefono, “Grazie mille” disse guardando le foto, “dove è il nostro tavolo?” chiese Robert, “vi accompagno subito” tornò in sé e ci accompagnò, ci portò in un terrazzo con degli ombrelloni, ci portò a un tavolo attaccato alla ringhiera con la vista migliore, “prego” disse indicando il tavolo, “grazie” rispose Sebastian seguendola con lo sguardo, “Sebastian” lo riprese ridendo Robert, “che c’è?” chiese innocente, “basta che si muovono eh” rispose ridendo Mark, “dovrò pur trovar la mia anima gemella” rispose teatrale, “ma finiscila” Chris Hemsworth gli diede un buffetto sulla nuca, “tu sei fidanzata con lui… ma hai una gemella?” chiese a me sedendosi, “sorella, più grande” risposi scrollando le spalle, “bella come te?” chiese ridendo, “Sebastian, mi sto irritando” Chris rise, “cercala, India Walker” suggerii, “è lei?” chiese dopo pochi secondi porgendomi il telefono, “sì, è lei” confermai, “naah, mi piaci tu” rispose chiudendo facebook, “l’hai voluto” Chris si alzò, “Chris, no, ti giuro, non ci sto provando, giuro, oddio aiuto, aiuto” cercò aiuto mentre Chris si avvicinava, “se ti dà due calci te li meriti” rispose Robert mettendosi le mani dietro la nuca, “Cap, sono Bucky, non farmi del male” risero entrambi, “riprovaci con la mia ragazza e ti faccio fare la fine della bella addormentata” lo minacciò ridendo, Scarlett mi mosse il braccio, saltai, mi toccò il livido, “oddio, scusami, ma… che è successo?” chiese guardandolo, “no… niente” risposi vaga, “Chris?” chiese sussurrando, “no, tranquilla” risposi scrollando le spalle, capì che non volevo parlarne, “senti, il vestito, quando andiamo?” chiese sorridendomi, “quando vuoi” risposi, “pomeriggio? Lasciamo Chris con i ragazzi e andiamo” propose, “pomeriggio dobbiamo andare a fare le prove del matrimonio di una mia amica, domani a pranzo?” chiesi, “si può fare, sì, fammi sapere dove vederci e quando” rispose accarezzandomi i capelli, “va bene” risposi sorridendo, “allora, Nicole, come è il ragazzo? Si comporta bene o lo dobbiamo picchiare?” chiese Sebastian, “è perfetto” risposi accarezzandogli la nuca, “mannaggia, barlume di speranza che lo lasci?” chiese ridendo, “Sebastian, sai che ti faccio male” lo minacciò ridendo, il telefono di Chris squillò, era un messaggio, mi porse il telefono e aprii il messaggio.

Amanda.

Ei Chris, scusami il disturbo, volevo dirti che ho provato a chiamare Nicole ma non risponde, avrei voluto un confronto, puoi parlarci tu? Almeno cerca di calmarla, grazie tesoro. A dopo. Baci.

“Chi è?” chiese, “Amanda” risposi porgendogli il telefono nervosa, “guai in vista” rise Sebastian, Chris lesse il messaggio, “tu rispondi e io ti uccido” lo minacciai, “oh oh, che caratterino” rise Mark, “sì, Mark, ridi, non ci devi combattere tu” rispose Chris ridendo, “pff, di che ti dispiace Evans” lo prese in giro Scarlett, “assolutamente no” rispose mettendomi un braccio in torno alle spalle e tirandomi a sé, “togliti” lo spinsi via, mi guardò confuso, “te la devi prendere con me?” chiese, “sì” risposi nervosa, “sì, ha detto di sì” borbottò Chris, “ragazzi siete pronti per ordinare?” chiese la cameriera, “sì” rispose Robert. Ordinammo velocemente.

“Nicki, mi accompagni in bagno?” chiese Scarlett, “sì” risposi alzandomi, arrivammo in bagno in silenzio, “Amanda?” chiese curiosa, “lascia stare” risposi acida, “Nicole, io non so chi sia Amanda, e se non me lo vuoi dire io non chiedo, ma non te la prendere con lui, è un bravo ragazzo, ti ama, e di certo dopo anni che ti viene dietro, non va a perderti per un’altra, fidati di chi l’ha dovuto sentire tutti i giorni sul set, di quanto gli mancassi” disse poggiandomi una mano sulla spalla, “Scarlett, era la mia migliore amica, o meglio una delle due migliori amiche, e di punto in bianco scopro che è innamorata di Chris, e che fa di tutto per farci lasciare” sbottai, “ma lui ama te, capisco che ti ha delusa lei, ma non te la prendere con lui, pende totalmente dalle tue labbra” poggiai le mani sul lavandino, “non voglio prendermela con lui, ma è un periodo di merda, mio padre, Amanda, tutto insieme” risposi, “immagino che siano tutte cose negative, non farò domande, ma pensa che tutto questo può compensarlo lui, non rischiare di perderlo perché hai altri problemi” rispose, “non puoi neanche immaginare quanto siano negative” risposi scuotendo la testa, “se vuoi parlarne io ti ascolterò, ma per favore non farlo soffrire” quasi mi pregò, la guardai, “è l’ultima cosa che voglio” risposi scuotendo la testa, “lo so” rispose sorridendo, “me lo prometti che vai di là e lo coccoli?” chiese ridendo, “va bene” risi, “e comunque non te la prendere per Sebastian, scherza, è più un dispetto a Chris, sai come sono quelli, tutti bambini deficienti” rise, “però gli voglio troppo bene, e ancora non hai conosciuto il vero Robert” la guardai confusa, “lo vedrai” rispose prendendo la borsa, “dai andiamo di là, o non ci aspetteranno” disse aprendo la porta, la seguii, vidi Chris da lontano, stava parlando con una ragazza, guardai Scarlett, alzò le mani.

Bussai sulla spalla della ragazza, si girò, Amanda, “che fai qui?” chiesi seria, “voglio parlarti, puoi uscire un secondo?” chiese, “no” risposi facendo segno di alzarsi, “senti, mi dispiace per ieri sera, e seriamente, voglio recuperare, lo stavo dicendo ora a Chris, l’importante è che voi siete felici, io sto con Ryan, e sto bene” disse alzandosi, “Amanda, devo pranzare, ho fame, non mi interessa di te e Ryan e per quanto mi riguarda puoi essere anche innamorata di Chris più di quanto ami te stessa, voglio mangiare” risposi incrociando le braccia, “non è ancora arrivato il cibo” disse indicando il tavolo, guardai le facce dei ragazzi, stavano tutti per scoppiare a ridere, “senti, per favore, non renderti ridicola” dissi guardandola negli occhi, “senti hai sbagliato anche tu” mi puntò il dito, “sposta quel dito” ordinai atona, “mi sai dire perché tutti si innamorano di te? Eh dimmi, perché?” chiese ancora con il dito puntato, “uno sposta quel dito, due perché non faccio scenate in pubblico come stai facendo tu, tre tutti chi? Chris è tutti?” chiesi, “tutti Nicole, tutti, Jim, alle elementari, te lo ricordi?” chiese seria, “stai scherzando?” risi, “no, alle medie, Seth, io ci flirtavo, e lui era innamorato di te, Jason al liceo, io ci uscivo e di punto in bianco mi ha detto che gli piacevi tu, Michael tre anni fa, viene a letto con me, sparisce e tre giorni dopo mi chiama chiedendomi se potevo dargli il tuo numero, Samuel, due anni fa, piaceva a me, esce con te due giorni dopo, Alex il tuo ex, piaceva a me, poi al pub ci ha provato con te e ci sei stata, Chris, Nicole, Chris, la mia cotta da quando ero al liceo, si è innamorato di te, ora spiegami, perché?” chiese urlando, “non urlare, e poi mi stai rinfacciando seriamente ragazzi dell’era del paleolitico? Abbiamo 26 anni, sono passati 20 anni da quando ti piaceva Seth, e tu me lo rinfacci? E poi senti, non ho tempo, seriamente, e leva questo dito” strattonai il dito e glielo feci spostare, “dimmi che cosa hai più di me” ordinò, “ma non lo so, Amanda per favore, fammi sedere al tavolo” mi spostai e mi prese per il polso, “dimmi cosa ho meno di te” ordinò, “niente Amanda, niente, è nella tua testa, e mi stai facendo fare una figura di merda in piena regola, ora se permetti ne possiamo parlare in un secondo momento?” chiesi guardando la sua mano sul mio polso, “Nicole, dimmelo” ordinò di nuovo, “cazzo, non lo so, ma perché mi devi far alterare? Iniziamo a elencare? Elenchiamo, primo, non sono psicopatica come te, non faccio scenate in pubblico, secondo, non sono insicura e non creo guerre che esistono solo nella mia testa, ultima cosa, se una mia amica mi dice di lasciarla stare, la lascio stare” sbottai, “aiutami” mi implorò, “come faccio ad aiutarti? Amanda, sarei veramente falsa a dirti di sì, mi hai ferita, ingannata… delusa, e non ce la faccio ora a perdonarti” risposi guardandomi in torno, erano tutti girati verso di noi, provai un senso di vergogna inestimabile, “cancellerai 20 anni di amicizia?” chiese in lacrime, “non li cancellerò, ma saranno 20 anni di amicizia da parte mia e di invidia da parte tua” risposi seccata, “per favore Nicole, parliamone” pianse ancora di più, “ne stiamo parlando, e non stiamo risolvendo nulla, per favore, lasciami stare” chiesi a mani giunte, la stavo pregando, “Nicole ho bisogno di te, lo capisci?” urlò, “non c’è bisogno che urli, Amanda, hai giocato col fuoco, ti sei scottata, ora prenditi le conseguenze, smettila, seriamente, ti stai facendo male solo tu, e poi eri tanto innamorata di Chris? Scrivi a lui, cerca lui, mandagli lettere d’amore, chiamalo, mandagli il piccione viaggiatore, ma lasciami in pace a me, non merito tale assillo” risposi cercando di sedermi, “no” urlò togliendomi la sedia, “urla di nuovo e ti faccio diventare un poster” la minacciai, “Ryan mi ha lasciata, tu mi stai abbandonando, non ho più nulla” si buttò a terra, alzai gli occhi al cielo, “problemi tuoi, non ti ha lasciata per colpa mia, e io ti sto abbandonando? Ricorda che è una conseguenza a come ti sei comportata tu” risposi seria riprendendomi la sedia, “non merito tutto questo” rispose dando le botte al pavimento, “stai facendo la bambina, non ho intenzione di litigare con l’Amanda di 6 anni, che tra l’altro mi stava al quanto sulle palle” cercai di nuovo di sedermi, “per favore, parliamo” mi implorò, “ho finito di parlarti” mi misi seduta, “Nicole” mi chiamò, “Dio mio, sei insostenibile” mi alzai e la alzai da terra, “dai, andiamo, andiamo fuori, parliamone” la spinsi, “è questo che vuoi?” chiesi spingendola, “no, voglio parlare” sussurrò impaurita, “se io ti rivolgo le attenzioni che vuoi tu, ti metto le mani addosso, ma sono una signora, e non lo faccio, perciò per favore vattene, vai a casa, vai a farti una doccia, e quando mi passerà la voglia di farti male come tu lo hai fatto a me, ti cercherò io” risposi girandola verso la porta, “a dopo” sussurrò, “ciao” risposi secca, tornai al tavolo, mi guardai in torno, “scusate” dissi in generale, mi misi seduta e sbottarono tutti in una risata generale, “ribadisco il concetto del caratterino” rise Mark, “e questo è niente” scherzò Chris spezzando il clima di imbarazzo, “io l’ho trovata sexy” disse Sebastian, “tu muori, vuoi vedere?” rispose Chris, stava scherzando, ma si vedeva che gli stava dando fastidio, arrivò da mangiare e cominciammo a mangiare, “comunque da Nicole abbiamo tutti da imparare” annunciò Sebastian, “perché?” chiesi confusa, “te le stava togliendo dalle mani, e sei rimasta impassibile” rispose serio, “non posso” risposi secca, “perché?” chiese Robert curioso, “perché non posso” ribadii, “sei incinta?” chiese Chris Hemsworth, “eh?...No” rispose Chris nervoso, “no, lo è lei” precisai, “ah… ecco” Scarlett si finse delusa.

Uscimmo dal ristorante, mi accesi una sigaretta e mi poggiai sul muso della macchina di Chris, lo guardai parlare con i suoi amici, sorrisi, Robert mi vide e si avvicinò, “sei pazza di lui vero?” chiese facendomi saltare, “Dio Robert” mi lamentai, “scusa” chiese dolcemente, “comunque sì, perché?” chiesi sorridendo, “perché anche lui lo è di te, e poi ti dico un segreto, quando è arrivata quella ragazza lui l’ha baciata” mi guardò serio, “scherzi vero?” chiesi, “certo” rise, “tu mi odi vero?” chiesi ridendo, “affatto, mi piaci, hai carattere, e sei per Chris, sai farti valere, una tigre, e si vede che vali” mi poggiò una mano sulla spalla, “se rompe le palle per la mano gli do una testata” scherzò, risi, “comunque volevo solo dirti che sei la benvenuta in questa famiglia di folli, e che ci dispiace, ma Sebastian è uno di noi, lo dovrai sopportare” scherzò, “dai, non è così male” risposi sorridendo, “glielo dico a Chris che apprezzi eh” scherzò di nuovo, risi, “mi invitate al matrimonio?” chiese pizzicandomi la guancia, “certo” risposi ridendo, “e un nipotino me lo fate?” chiese ridendo, “certo, lo chiameremo Robert” scherzai, “oh, che onore” rispose teatrale, “come De Niro, si intende” scherzai, “non mi piaci, non mi piaci” mi fece il pollice in giù, “comunque mi devi fare un favore” sussurrò, “dimmi” sussurrai anche io, mi girò di spalle, “mi dai il tuo numero? Ti abbandono mia moglie per un po’ domani, insieme a Scarlett, che con i ragazzi andiamo a vedere una partita allo stadio” spiegò, “certo, te lo segno” risposi, mi diede il telefono, segnai il numero e glielo ridiedi, “ma perché mi hai girata di spalle?” chiesi curiosa, “per vedere se Chris si ingelosiva, ma no… che tristezza” rise, “di voi? Non credo possa mai succedere” risposi seria, “eh, con Sebastian un po’ si è alterato anche se non voleva farlo vedere” disse girandosi, “ragazzi sono le 3.30, noi andiamo che abbiamo da fare” annunciò Chris guardando l’orologio, “eh sì, il dovere ti chiama” lo prese in giro Mark, “devo andare ad una prova di un matrimonio, ci sentiamo domani mattina, ciao” li salutò tutti e si diresse verso di me, “ciao” salutai tutti con la mano e salii in macchina.

“Finalmente il letto” ci si buttò sopra, mi legai i capelli, mi tolsi i jeans e la canottiera, li buttai sulla sedia, “vai in giro così per casa?” chiese Chris reggendosi la testa con la mano, “sto cercando qualcosa da mettermi” risposi aprendo l’armadio, “ma zitta” mi tirò a sé, caddi sul letto affianco a lui, “ora ti metti qui, vicino a me, che oggi ti hanno monopolizzato tutti” sussurrò, “va bene” mi accoccolai tra le sue braccia, “amore” sussurrò annusando il profumo dei capelli, “ei” sussurrai anche io, poggiai la testa sulla sua spalla e mi addormentai.

Aprii gli occhi, Chris non c’era, mi vestii velocemente, “Chris” chiamai, mi alzai, lo cercai in bagno, in salone, in cucina, “eccoti” annunciai, “mi stavi cercando?” chiese mettendo in ordine le cose, “sì” risposi baciandogli la schiena, “ti sei riposata?” chiese girandosi, annuii, mi baciò, le lingue si incontrarono, mise una mano sul sedere e mi strinse a lui, mi alzò, mi portò sul divano e mi sdraiò sotto di lui, portò una mano sul seno, la cominciò a muovere lentamente, torturandomi. Suonò il campanello, “vado io” mi alzai da sotto di lui, “Miguel” un uomo altissimo e mulatto mi abbracciò, “bambina mia, che racconti?” chiese accarezzandomi la guancia, “Eh… un periodaccio, ma entra” lo invitai, entrò, “piacere, Miguel” si presentò stringendo la mano a Chris, “il papà di Maya” precisai, “Chris” rispose sorridendo, “Mary?” chiesi guardandomi in torno, “è andata da Maya, sai la preparazione al gran giorno” rispose ridendo, “vuoi qualcosa?” chiesi andando in cucina, “no, grazie tesoro, tu quando ti sposi?” chiese ridendo, “mah… chissà” risposi scrollando le spalle, Chris mi guardò, mi andai a sedere sulla poltrona, “tesoro, questo?” mi alzò il braccio e controllò il livido, “Miguel…” risposi stanca di dare motivazioni, “ho capito, non dire altro” rispose alzando le mani, “proteggila, è come una figlia per me” si rivolse a Chris, “lo faccio da quando ne ho memoria” rispose Chris incrociando le braccia, “ma tu sei il figlio di Bob?” chiese guardandolo bene, “dipende quale” rispose sorridendo, “Evans” rispose Miguel, annuì Chris, “ti ricordo piccolo piccolo, allora sei tu… e siete finiti insieme” si portò la mano alla bocca, “già” sorrisi “bene ragazzi, sono passato a salutare, ci vediamo tra un’ora in chiesa, ovviamente stiamo a cena fuori, offro io” si alzò dalla poltrona, “va bene” risposi alzandomi anche io, “vado, ciao Chris, è stato un piacere rivederti” gli strinse la mano e si fece accompagnare alla porta.

Chiusi la porta. “Dove eravamo rimasti?” chiese Chris avvicinandosi, “mmm non saprei” risposi baciandolo, mi alzò la maglietta e la tolse, abbassò i pantaloni, mi alzò da terra facendoli cadere, mi fece mettere le gambe in torno alla sua vita e mi spinse contro il muro, “Chris” lo richiamai, “dimmi” rispose baciandomi il collo, “Dodger, ci sta fissando” risposi imbarazzata, mi strinse, cominciò a camminare, entrò in camera da letto, la luce del tramonto ci offrì l’atmosfera romantica, mi sdraiò sul letto e gli tolsi i pantaloncini, squillò il cellulare di Chris, “rispondi” sussurrai, “no” mise il silenzioso e lo rimise apposto, tornò sopra di me, tolse lentamente il reggiseno, poi passò alle mutande ed entrò.

Mi accarezzò con un dito la linea verticale dell’ombelico, appoggiandosi con la testa sul mio seno, “sei proprio come ti immaginavo” sussurrò, “cioè?” chiesi confusa, lo guardai e lui alzò la testa, “ho immaginato spesso come sarebbe stato fare l’amore con te, o vederti nuda, e non deludi” mi fece l’occhiolino, “che maniaco” scherzai, “perché tu non hai mai pensato a me in quei termini prima di metterti con me?” chiese alzando un sopracciglio, “sì, ma che centra” risposi imbarazzata, “e allora sei maniaca anche tu” mi sorrise, “ti amo tantissimo” sussurrai saltando sopra di lui, “già vuoi il secondo tempo?” chiese malizioso, “idiota” risi dandogli un colpetto sulla spalla, mi mise le mani sui fianchi, “ti amo tantissimo anche io” si alzò con la schiena per baciarmi, “che ore sono?” chiesi, “ehm… tra circa venti minuti dobbiamo stare in chiesa” rispose guardando il cellulare, “facciamo tra mezz’ora?” chiesi accarezzandogli la guancia, “Nicole, ci starei anche anni così, ma Maya ci viene ad uccidere, perciò muoviamoci” rispose mettendomi sotto di lui, si alzò e andò in bagno, “aaah non è giusto che mi rubi sempre la doccia” sbottai, “ti devi truccare?” chiese tornando in dietro, annuii, “e allora vai prima tu, così nel frattempo che ti vesti e ti trucchi io mi faccio la doccia” mi tese la mano per alzarmi, “e se invece ce la facciamo insieme?” chiesi mettendo la mia mano sul suo petto, “molto allettante…” sussurrò avvicinandosi a me, mi baciò, “no… non si può, o usciamo tra due ore” si riprese, risi, “vai” mi diede una sculacciata e mi spinse in bagno, mi feci la doccia, mi asciugai, misi l’intimo e andai in camera da letto, “ho fatto” annunciai, era al telefono, “sì, arriviamo, si stiamo partendo ora… ciao” mi guardò e rise, “sei un bugiardo” gli puntai un dito sul petto, “è il traffico” rispose ridendo, entrò in bagno, aprii l’armadio, lo svuotai, c’erano vestiti di Chris e vestiti che non mi piacevano, “oh… che è successo?” chiese Chris facendo un passo in dietro, “non ho niente” risposi indicando il letto invaso di vestiti, “fammi capire, hai un armadio che prende tutta la parete della camera da letto, e non hai niente da metterti?” chiese confuso, “già, tutti vestiti brutti” risposi scuotendo le spalle, “Nicole, ci dobbiamo sbrigare, mettiti questo” alzò un vestito corto, color porpora con il corpetto in pizzo e la gonna stile anni ’50, “va bene” lo indossai, “mi chiudi la lampo?” chiesi mentre si stava chiudendo i pantaloni, “sì” rispose avvicinandosi, “ti sta benissimo” sussurrò mentre mi aggiustava il collo del vestito, andai a prendere le scarpe, una decoltè tacco 12 color porpora, mi appoggiai allo stipite della porta e lo guardai chiudersi la camicia, bottone per bottone, passò ai polsi, “dovresti essere catalogato nelle meraviglie mondiali sai?” chiesi a braccia conserte, “tutta questa dolcezza?” chiese infilandosi le scarpe, “non so” risposi scrollando le spalle, si mise seduto sul letto, prese la cravatta e si specchiò, la strinse e abbassò il colletto, “è storta” annunciai avvicinandomi, “sistemala” sorrise, mi avvicinai, la misi dritta ai bottoni, mi guardò per tutto il tempo, “ti sei truccata” disse perplesso, “sì, perché?” chiesi, “perché non ti ho vista farlo” rispose, mi tirò a sé, “e per la cronaca, già la donna è bella quando sistema la cravatta al suo uomo, ma se lo fai tu a me, sei tu la meraviglia” lo sussurrò sulle mie labbra, mi baciò, “Chris, è tardissimo” presi la borsa e lui prese la giacca, “le chiavi della macchina” gli ricordai, “giusto” tornò in dietro a prenderle e scendemmo giù, corremmo verso la macchina, il traffico ci aiutò, eravamo lì con 5 minuti di ritardo.

“Nicole” Amanda sembrò sorpresa di vedermi lì, aveva un vestito grigio a tubino e tacchi neri, carina, “Dai andiamo” disse Maya, aveva un vestito blu a tubino fino alla caviglia, e sandali argento.

“Allora, sapete tutti cosa fare, la mamma della sposa si sieda” il prete ci diede degli ordini, “sei emozionata?” chiesi a Maya, mancavano meno di due giorni al suo matrimonio, “sì, mi manca l’aria” rispose facendo il gesto di sentirsi oppressa, il papà mi guardò, era così emozionato anche lui, la madre di Zac lo accompagnò all’altare, e i suoi testimoni erano già lì, la marcia nuziale risuonò nella chiesa, Amanda partì spargendo i fiori, partii io quando Amanda fu a metà navata, camminai portando il cuscinetto della fede di Zac, guardai Chris, mi sorrise, presi posto vicino ad Amanda e vidi arrivare Maya con il padre, posò la mano della figlia su quella di Zac e le diede un bacio sulla guancia, poi si andò a sedere, assistemmo alla cerimonia, la madre di Maya lesse insieme al padre di Zac, partii insieme a Chris, portammo le fedi e ci allontanammo insieme, “lo sposo può baciare la sposa” lo aspettai a lungo questo punto, io e Chris ci incontrammo a metà strada, mi prese sotto braccio e ci dirigemmo verso l’uscita, seguiti da Ryan e Amanda, e poi dai genitori della sposa, dello sposo e da Maya e Zac.

“Bellissimo, uno dei pochi matrimoni che so già che verrà un capolavoro” annunciò il prete entusiasta, “ci vediamo dopo domani” disse Zac stringendogli la mano, guardai Maya, ci vennero gli occhi lucidi insieme, uscimmo fuori senza neanche farci cenno, “che c’è?” chiedemmo in coro, “prima tu” risi, “grazie” mi abbracciò, “e di cosa?” chiesi confusa, “che sei qui, che sei realmente coinvolta in tutto questo, e non lo fai perché lo devi fare” le uscì una lacrima, “piccola” asciugai la sua lacrima e la abbracciai, “stiamo crescendo eh” rise e pianse nel dirlo, “già…” risposi accarezzando i suoi capelli riccissimi e neri, “voglio che quando tiro il bouquet diventi un lottatore di sumo, lo devi prendere tu” mi guardò seria, “scherzi vero?” chiesi ridendo, “no… voglio seriamente che ti sposi tu, e che lo tenga tu il mio bouquet” incrociò le braccia, era seria, “va bene, farò il mio meglio” promisi, “e adesso tutti a cena, seguite me” disse Miguel, salimmo in macchina, lo seguimmo fino a un ristorante a Manhattan, salimmo all’ultimo piano della torre, una sala vista Manhattan ci accolse, lo stile era moderno, tovaglie bianche e sedie nere, i muri erano tutti in pietra bianca, “accomodatevi” disse una ragazza, aveva la mia età se non di meno, guardò Chris a lungo, poi si dileguò, ci mettemmo seduti, “Nicole, vieni a fumare?” chiese Amanda, “vengo io” rispose Maya, “non puoi fumare, Amanda” la richiamai, “vieni a fumare” tuonò, mi alzai, diedi un bacio a Chris e uscii in terrazza, “chiariamo? Con Ryan è tutto risolto, voglio che lo sia anche con te” chiese implorandomi, guardai Maya, mi fece cenno di sì, “provo a parlarti civilmente” arrivai a un compromesso, “mi dispiace per ieri, seriamente, non so cosa mi sia preso, forse che non voglio realmente diventare madre, non ora” rispose sedendosi, “Amanda, l’hai sempre sognato da quando avevi 6 anni” risposi sedendomi affianco a lei, “Nicole è una cosa che non mi sento di fare ora, non con Ryan, non così velocemente” rispose scrollando le spalle, “che vuol dire non con Ryan?” chiese Maya, “non è l’uomo della mia vita, non ne sono innamorata” rispose continuando a fumare, “ma… allora perché ci stai insieme?” chiesi confusa, “perché c’è il matrimonio di Maya, e poi perché è un vostro amico, non vorrei che poi non uscisse più con noi perché ci sono io” disse seria, “e allora ti devi accontentare di stare con un uomo che non ami?” chiesi, “bhè, l’ho fatto per una vita” rispose scrollando le spalle, “Amanda, ti sta parlando, non ricominciare con la storia di Chris” la interruppe Maya, “scusate, è che io…” si interruppe, anzi la interruppe Maya con lo sguardo, “sai Amanda, lo stava dicendo prima mio padre, e l’ho capito anche io, loro non fanno innamorare chiunque se sono presi divisi, ma se sono insieme fanno innamorare l’uno dell’altro per come si guardano, per come si vogliono, per quello che sono quando stanno insieme, tu non ti sei innamorata di Chris, tu ti sei innamorata di come lo vede Nicole” disse sedendosi sullo sgabello difronte a noi, “sai che può essere… è vero” rispose Amanda, uscì Chris, “scusate se vi interrompo, rimani qui, Nicole.” Mi spaventò, e anche le ragazze si spaventarono, “che è successo?” chiesero, “non ha importanza, l’importante è che non entra Nicole” rispose entrando, “sarà sicuramente una sorpresa per te” mi rassicurò Maya, “mi perdoni?” chiese Amanda, “certo” risposi abbracciandola, “che belle topoline che siete” disse Maya battendo le mani, “scusate” la voce di mio padre tuonò, Amanda mi abbracciò nascondendo il mio volto, “avete visto una ragazza bassina? Capelli rossi tinti, dilatatori” non le riconobbe, “no… c’è solo la nostra amica, ma è stata appena piantata” disse Maya, “Che tatto” rispose Amanda facendo finta di consolarmi, “scusate” rispose chiudendo la porta, “sta parlando con Chris, stanno uscendo fuori, prima che escono, mi sta facendo segno di farti spostare” annunciò Maya, mi spostai dietro l’angolo della terrazza, sentii Chris parlare tranquillamente, c’era anche il padre di Maya nel discorso, “Noah, ascolta, lasciala stare, non è più riparabile nulla del vostro rapporto, hai sbagliato con lei, non si sa neanche dove sia andata a finire pur di non vederti, ha paura di te” vidi Miguel mettergli una mano sulla spalla, “paura di me?” chiese mio padre stupito, Chris annuì, “io quello che faccio, lo faccio per lei” rispose alterandosi, “l’hai mandata all’ospedale diverse volte, quando la vedi ti esce solo la cattiveria, e il tuo peggio, con una donna che è diventata donna quando tu hai deciso di farla diventare tale, rovinandogli tutti i suoi anni più belli” tuonò Chris, Maya mi guardò, “ti protegge bene eh” sussurrò, scrollai le spalle, “lei è una delusione per me” rispose mio padre, “perché Noah? Perché ha avuto le palle di scappare dalle tue continue percosse? O perché ama un uomo che a te non piace per il semplice fatto che l’ha salvata dalle tue mani, o per come ti sei sentito quando hai visto che è riuscita a costruirsi da sola anche senza di te, e che per l’ennesima volta sei stato inutile” Chris parlava calmo, ma strinse i pugni, “non parlarmi così ragazzino” mio padre gli andò a pochi centimetri dal volto, “mossa del cazzo Walker” sussurrò ridendo Maya, “se no? Alzi le mani con me? Aspetto solo questo da anni” rispose Chris, “non ti metterò le mani addosso, dove è mia figlia?” chiese urlando, “ora non lo so davvero dov’è, e anche se lo sapessi non te lo direi, devi scaricare le tue frustrazioni per l’ennesima volta su una dei tuoi figli?” chiese Chris, “Noah, vai a casa, lascia stare quella povera ragazza” cercò di calmare le acque Miguel, “dove cazzo è?” chiese spintonando Chris, “mossa ancora più del cazzo Noah” Maya sembrava stesse vedendo un film, Chris non si mosse, mio padre lo rispinse, Chris incrociò le braccia non muovendosi di una virgola, “basta” urlai, “per trovarla devo prendermela con te?” chiese mio padre girandosi verso di me, uscii dall’oscurità Maya mi tirò, “tranquilla, c’è Chris, non mi succederà niente” la rassicurai, “che cosa vuoi da me?” chiesi, “parlarti in privato” rispose avvicinandosi a me, Miguel mise una mano sulla spalla di Chris, lo guardai sussurrargli qualcosa all’orecchio, “te lo potrei concedere, ma non ho la certezza di essere al sicuro con mio padre” risposi aspra, “Nicole vado a ordinare, ti guardo dal vetro” annunciò Chris, prese il cellulare e entrò, “va bene” risposi, “che c’è?” chiesi guardando il cielo, “mi manchi” disse cercando di afferrarmi il braccio, “non mi toccare” indietreggiai, “non ti farò del male, ti chiedo solo 5 minuti del tuo tempo per farmi recuperare i sbagli” chiese mettendosi le mani dietro la nuca, “ti dovrei concedere una vita” risposi, “Nicole, tua sorella non vuole più vedermi, abita qui a New York, tuo fratello è sparito, non so più dove abita, che fa, mi rimani solo tu” cercò di nuovo di afferrarmi il braccio, “ti ho detto non mi toccare” ringhiai, “sono un uomo solo” rispose indietreggiando, “te lo sei scelto tu, il tuo destino era nelle tue mani, hai preferito avere i tuoi 10 minuti di potere al giorno e no l’affetto dei figli per la vita” risposi, “me ne vado, se sai qualcosa di tuo fratello dimmelo” mi pregò, “lo so dove abita, ma non te lo dico” risposi scrollando le spalle, “dimmelo” mi strattonò, “non mi devi toccare” mi tirai in dietro, “dimmi dove cazzo abita Josh” urlò, “no” risposi, Chris uscì fuori, “hai avuto i tuoi 5 minuti, come al solito li hai sprecati” si mise fra me e Noah, “non la stavo toccando” rispose, “l’hai strattonata” ora era Chris a andargli a due centimetri dalla faccia, “sono il padre, posso fare quello che voglio” rispose Noah avvicinandosi a Chris, era più basso di almeno 10/15 cm, “non credo proprio” rispose Chris, mio padre gli diede un pugno sulla mascella, “non ti tocco, per rispetto di Nicole” promise Chris alzando le mani in segno di resa, “sì, di che hai paura” rispose mio padre, “di un uomo che mi arriva al polpaccio e picchia la figlia per sentirsi forte? Non penso” rispose Chris, mi spostai in dietro, vidi Chris irrigidire i muscoli delle spalle, indietreggiai di nuovo, Chris si girò verso di me, “dammelo questo pugno” chiese mio padre, “no, ti farei solo sentire al paro di qualsiasi altra persona, vattene a casa, e non farti più vedere, se vuoi ricostruire un rapporto con Nicole prima fatti curare” lo spinse dentro il ristorante, lo guardammo andare via, vidi Maya e Amanda uscire dal nascondiglio che avevamo usato tutte e tre, “grazie Maya” sussurrò Chris agitando il telefono, “dovere” rispose scrollando le spalle, “entrate, che vi congelate, tutte nude” rise Chris, ci mettemmo seduti, “scusate, mi dispiace che sia venuto qui, non so neanche come abbia fatto a trovarmi” sussurrai, “non preoccuparti, come stai?” chiese Mary, la mamma di Maya, “bene, tu?” chiesi sorridendo, “bene, ho saputo che finalmente ce l’avete fatta” rise, “già… ti ricordi quando mi prendevano in giro a casa tua perché mi ci dovevo mettere?” chiesi ridendo, “come no? E io non capivo perché non ti ci mettevi, quando ti ci vedevo insieme eravate così belli, e certe cose non cambiano” rispose guardando Chris parlare con Zac, Miguel e Ryan, “mamma, ti ricordi quando ci hai beccate a fumare?” chiese Maya ridendo, “vi avrei uccise, però eravate così sorridenti, mi sono sentita in colpa ad avervi sgridato” rispose ridendo, “e poi ricordo Amanda che ogni volta che andavate a danza poi apriva il mutuo in pasticceria quando usciva” rise, annuimmo tutte e tre al ricordo, “danza… ci riandiamo?” chiese Maya, “Sì” risposi ridendo, “sono seria eh” mi tese la mano, “anche io” le strinsi la mano, “Amanda?” chiese Maya, “no. Declino l’offerta” rispose, “non sai che ti perdi” rise Maya, “comunque ascoltatemi un attimo tutti quanti, domani per tutti noi a questo tavolo ci sarà una lezione di ballo, perché almeno voi ballate, dovete, siete i miei testimoni e i nostri parenti” annunciò, “che fico” si gasò Chris, lo guardai, aveva entusiasmo per tutto, “Chris, vieni un secondo? Ti dobbiamo parlare di una cosa” Zac e Maya lo presero da parte, scossi la testa, “matrimonio voi?” chiese la Mary, “è una settimana che stiamo insieme” risposi, “e vi conoscete da 25 anni” rispose Mary, “quasi 26, tra quattro giorni è il mio compleanno” risposi ridendo, “oooh che farai?” chiese, “niente” risposi scrollando le spalle, “noo, dai festeggia” mi diede una spintarella, arrivò il cibo, Amanda si alzò, andò dai ragazzi e li chiamò, “comunque, Maya mi ha detto che al matrimonio ci sarà anche Amber Miller” spettegolò Mary, “si è la cugina di Zac” risposi, “ma quella è rimasta incinta a 16 anni?” chiese curiosa, “Sì, noi avevamo 13 anni, perciò sì a 16” risposi facendo i calcoli, “quindi ora ha 10 anni il figlio, lo voglio proprio vedere” rise, “sei veramente una pettegola” la presi in giro, “Maya non mi dice niente” rispose scrollando le spalle, gli altri arrivarono e cominciammo a mangiare, “Chris” una voce urlò il suo nome, mi girai, “Zoe” rispose Chris, “vieni fuori con me? Mi fai compagnia a fumare?” chiese toccandogli il braccio, mi sfregai le mani, Mary mi guardò preoccupata, “andiamo, dai” mi alzai, presi il pacchetto di sigarette, “Nicole, non ti avevo vista” rispose cinguettando, “certamente, lo avevo intuito” risposi, “alla fine ho visto su facebook che vi siete messi insieme” disse ridendo, “gelosa?” chiesi, “eh, ammetto che mi sarebbe piaciuto molto, ma con te anche sta bene” rispose scrollando le spalle, “no, solo con me” risposi girandomi verso di lui, lui rise, “allora? Vuoi compagnia per fumare?” chiesi ridendo, “mah ripensandoci no, grazie lo stesso” ci salutò con la mano e uscì fuori. “Nicki, tu ci pensi che hai creduto che quella potesse essere tipo di Chris?” chiese Amanda ridendo, “che ne so, non si sa mai” risposi, “ma finiscila” Chris mi spinse e mi fece mettere seduta sulla mia sedia.

“Grazie ragazzi, della serata, ci vediamo domani” disse il padre di Maya, “Ciao Miguel, è stato un piacere, e fatti rivedere più spesso non solo quando Maya si sposa” lo sgridai, “puoi venire anche tu a trovarmi eh” si lamentò lui, “hai ragione” ammisi salutandolo con un bacio sulla guancia, Chris gli strinse la mano, “Ciao Mary a domani” le diedi un bacio sulla guancia anche a lei, “arrivederci anche a voi, è stato un piacere conoscervi” strinsi la mano ai genitori di Zac e salii in macchina, “Ragazzi, noi ci andiamo a bere qualcosa voi venite?” chiese Maya a Amanda e Ryan, “sì” risposero, “ok, mamma, prendi le chiavi di casa, voi andate, noi torniamo tra una mezz’oretta” annunciò salendo in macchina di Chris nei posti dietro con Zac, “al Think?” chiese Chris, “sì, prendiamo giusto un caffè e poi andiamo a casa” rispose Zac, “va bene” rispose Chris guidando facendosi seguire da Ryan, mi mise una mano sulla gamba, lo guardai, aveva uno sguardo strano, arrivammo in 10 minuti, ci sedemmo al tavolo di fuori.

“Due caffè, due caffè lunghi e due cioccolate calde al latte” ordinò Chris, pagò direttamente, “dai, volevo offrire io” si lamentò Zac, “la prossima volta” rispose Chris ridendo, poggiai la testa sulla spalla di Chris, “che hai?” chiese accarezzandomi i capelli, “mi fa male la testa” risposi sussurrando, “dai tra poco andiamo a dormire” rispose mettendomi una mano sul fianco, arrivò il cameriere con le nostre ordinazioni, “caffè lunghi?” chiese, Amanda e Ryan alzarono la mano, glieli mise davanti, “Caffè?” chiese sorridendo a Maya, lei fece segno di lei e Zac, “e le cioccolate sono per loro” ci porse le cioccolate.

Finita la consumazione ci accendemmo una sigaretta, fumammo tra le chiacchiere, “vi riaccompagno io?” chiese Chris, “mm Amanda ci potete accompagnare? Visto che abitiamo vicino, senza che loro fanno tutto il giro” chiese Maya, “certo” rispose annuendo, “ok allora, a domani, buonanotte” rispose Chris, “buonanotte” risposi salutando con la mano, salii in macchina, mi addormentai per ben mezz’ora, tempo di arrivare a casa, entrai in ascensore, finalmente la porta di casa, Chris la aprì, “mi tolsi subito le scarpe buttandole davanti alla porta, “Nicole, vai in bagno” mi avvertì Chris, “perché?” chiesi insonnolita, “ti sei macchiata” rispose, “cazzo” imprecai, andai in bagno, mi feci la doccia velocemente e mi misi il pigiama, andai in camera da letto, lo trovai a spogliarsi, “che bello che sei” gli sorrisi, mi buttai sul letto a guardarlo spogliarsi, “ciclo?” chiese preoccupato, “sì…” mi lamentai, “che schifo” rispose ridendo, “l’hai chiesto tu tonno” risposi seria, “capisco perché eri nevrotica questi giorni…” mi prese in giro, si tolse la camicia, la posò sulla sedia, si sbottonò la cinta e tirò giù la lampo dei pantaloni, “mi chiedo se ci sarà mai qualcosa di più sexy” chiesi mordendomi il labbro, mi sorrise, si tolse i pantaloni e andò in bagno, si fece la doccia velocemente, mi raggiunse a letto, “ti fa male qualcosa?” chiese, “no” risposi tranquilla, spense la luce, della abat-jour, “va bene, buonanotte amore mio” mi baciò, “notte amore” risposi, mi strinse tra le sue braccia, faticai ad addormentarmi, troppi problemi affrontati, mi girai su un fianco dando le spalle a Chris, lo sentii girarsi, si mise dietro di me e mi strinse ancora di più del solito, mi sentii più forte e mi lasciai andare alla stanchezza.

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Capitolo 8
*** Fosse per lui sareste già sposati ***


Capitolo 8

La porta si chiuse, cercai Chris nel letto, non c’era nessuno, aprii gli occhi, la luce del giorno invase la stanza, tre messaggi,

Nicki, sono Grace, non apriamo oggi, sono stanchissima

Tutta la settimana siamo chiuse

Ma che dormi? Svegliati

Sono sveglia, comunque se vuoi apro da sola

Non ti preoccupare, riposati anche tu

Posai il telefono sul comodino, andai in bagno, uscii e mi buttai sul divano, la porta si aprì piano, Chris sussurrava a Dodger di non fare rumore, “amore” lo chiamai, “ma non stavi dormendo?” chiese dandomi un bacio, “che hai in mano?” chiesi indicando una busta, “la tua colazione” rispose scompigliandomi i capelli, tirò fuori il caffè e una brioche, “grazie” mi alzai, andai al tavolo, “devi andare a lavoro?” chiese accarezzando Dodger seduto per terra, “no, mi ha scritto Grace che questa settimana siamo chiuse, è stanca” risposi scrollando le spalle, “la capisco” rispose Chris mettendo Dodger a pancia in su, cominciò a fargli i grattini sulla pancia, “perciò la mattinata è di relax puro, il pomeriggio tu hai da fare con i ragazzi, io con Scarlett e la moglie di Robert, e poi in tarda serata il corso di danza di Maya” riassunsi la giornata, “davvero ti riscriverai a danza?” chiese curioso, “vorrei” risposi, Chris sorrise, il telefono di Chris squillò, “vai tu?” mi chiese lamentandosi, “pronto” risposi, “Nicole, ciao, c’è Chris?” chiese Mark, “sì, te lo passo subito” risposi passandogli il telefono a Chris, “pronto… no… a pranzo? Aspetta…” spostò il telefono dall’orecchio e lo coprì con la mano, “vuoi andare a pranzo con loro? Poi noi andiamo dove dobbiamo andare e tu e Scar andate dove volete” chiese, “come vuoi” risposi sistemando le cose della colazione, “è un sì?” chiese, annuii, “Sì, ci siamo… va bene, tra un’ora lì… ciao Mark” attaccò, si alzò da terra, posò il cellulare sul tavolo, arrivò in cucina e mi abbracciò, “togliti” dissi spingendolo via, “che c’è?” chiese confuso, “che problema hai nel rimanere solo con me?” chiesi tirando la spugna con cui stavo pulendo la cucina nel lavandino, “nessuno, mi hanno invitato e ho detto di sì, se tu avessi detto no, non mi va, avrei detto di no” rispose serio, aprii la finestra del balcone, “Chris, smettila, non avresti mai detto di no, avresti detto, è un problema se ci vado?” risposi seccata, “questo è il ciclo che parla?” chiese ridendo, gli tirai i guanti e uscii dalla cucina, mi buttai sul letto, mi seguì, “che problema hai me lo spieghi?” chiese incrociando le braccia, “che stavamo soli di più quando non stavamo insieme che ora” risposi girandomi, non volevo guardarlo, si mise seduto ai piedi del letto, mi accarezzò la gamba, “ti prometto che domani saremo solissimi” lo sentii sorridere, “Coglione” sbottai spostando la gamba da sotto la sua mano, “che ho fatto adesso?” chiese, “c’è il matrimonio domani” risposi con la testa nei cuscini, “ah è vero, e allora dopo domani staremo soli, va bene?” chiese non ricevendo risposte, “senti mi dispiace, non volevo farti rimanere male, o farti pensare che solo con te non ci voglio stare, però credevo che a te facesse piacere” rispose mettendomi la mano sulla schiena, “mi fa piacere, ma se ieri non siamo stati soli neanche 5 minuti un altro po’, non ti salta in testa che magari oggi lo potevamo sfruttare questo tempo?” chiesi guardandolo, “se non stessimo litigando direi di sfruttare quest’ora che ci rimane per stare soli” rispose girandomi, “no… non voglio più stare con te” incrociai le braccia, si tolse le scarpe e mi gattonò sopra, mi diede un bacio, “dai dammi un bacio” rise, “no” risposi seria, mi prese le braccia e le spostò sopra la mia testa, “dai…” rise di nuovo, risi anche io, “non puoi essere arrabbiata con me” rise di nuovo, “vero” ammisi ridendo, mi baciò, “sì, ma comunque…” mi interruppe baciandomi di nuovo, “mi stai baciando per farmi stare zitta?” chiesi, “sì, anche” rispose ridendo, risi, “che merda” cercai di alzarmi, ma Chris era una vera muraglia, lo spinsi e non si mosse, “Chris, amore, fammi alzare” mi lamentai, lo spinsi dal petto, non si mosse, “daii” mi sforzai, “nah nah, tu rimani qui” disse tenendomi, lo spinsi, mi sforzai, non si mosse di nuovo, gli squillò il telefono, “pronto” si spostò di lato, “non sto facendo niente idiota… Seb… si ok… ti passo a prendere prima di andare a pranzo… si va bene” mi misi sopra di lui, mi poggiò la mano sul fianco, “falla finita… sì… va bene dai… ti chiamo quando sto sotto casa tua” attaccò, lo baciai, mi guardò, “dobbiamo andare a prendere il tuo amante” rise, “Sebastian?” chiesi ridendo, “già” rispose abbracciandomi, si mise seduto con me in braccio, “dai, vai a prepararti, poi andiamo a ritirare il regalo di Maya e Zac e il mio vestito per domani, prendiamo Sebastian, andiamo a mangiare e poi tu fai i tuoi giri con le altre” mi mise le sue mani sui fianchi come poco prima, “no” dissi abbracciandolo, “ora tu rimani così” continuai ad abbracciarlo, “mmm, ok” mi strinse anche lui.

“Come sto?” chiesi specchiandomi, lo guardai, era ancora bagnato dalle goccioline della doccia, “scollata” rispose sedendosi sul letto, prese le mutande dal cassetto, si tolse l’asciugamano dalla vita e le indossò, “serio” risposi fissandolo, “sono serissimo, da oggi in poi magliette a collo alto per tutti” rise, “dai Chris” lo implorai, “Dai Nicole” rispose imitandomi, “esco così, se poi ti chiedono come si concia la tua ragazza, dì che è colpa tua” risposi puntandogli il dito sotto il mento, lo morse, “ai” mi lamentai, “l’hai voluto tu” rispose ridendo, si infilò dei pantaloni neri stretti, “uff… allora mi cambio” lo spostai da davanti l’armadio, mi tolsi il top celeste, presi una canotta bianca con il disegno di un lupo, e la camicia a quadri rossa e nera, “meglio” rispose spostandomi a sua volta, prese la polo bianca e il giacchetto nero, “idiota” borbottai prendendo il borsello dei trucchi, “che hai detto?” chiese avvicinandosi, mi mise un braccio intorno alla vita e mi tirò in dietro verso di lui, “che sei idiota” risposi ridendo, “ah sì?” chiese alzandomi, “no. Lasciami. Dai. Mi devo truccare.” Mi tirò letteralmente sul letto, “ripetilo” disse mettendosi sopra di me, “idiota” risi, cominciò a farmi il solletico, gli diedi un pizzico sul braccio, mi bloccò la mano dietro la schiena, provai con l’altra mano ad attaccare dandogli uno spintone, risultato mano bloccata insieme all’altra, mossi le gambe per difesa, “pff… inutile…” rise, mi bloccò anche le gambe, mi baciò e si alzò, “dai… sbrigati, io vado a mettermi le scarpe” mi scompigliò i capelli e uscì dalla stanza, mi truccai velocemente, misi le Vans bordeaux, andai in salone e trovai Chris seduto sulla poltrona, “sono pronta” annunciai, “andiamo” rispose guardandomi, si alzò, salutò Dodger e uscì.

“Un’agenzia viaggi?” chiesi, “abbiamo deciso con Amanda, Ryan e Zac di fare il viaggio di Nozze” rispose scrollando le spalle, “e perché io non sapevo nulla?” chiesi incrociando le braccia, “perché quel giorno che siamo venuti qui io, Ryan e Zac tu avevi pensato di ubriacarti” rise, “chissà per colpa di chi” risposi sarcastica, “dai, non ti arrabbiare” mi strinse mettendomi un braccio in torno al fianco.

“Buongiorno” Chris si tolse gli occhiali da sole entrando, la donna alla scrivania lo guardò, “buongiorno” rispose lei mostrando tutti i denti, “uh guarda, i denti del giudizio li ha tolti” borbottai incrociando le braccia, “mi ricordo di te, si eri venuto a prenotare il viaggio di nozze vero?” chiese guardandomi male, “sì” rispose Chris, “allora un secondo e stampiamo tutto, siete pronti?” chiese guardando Chris, stava per dire che non era per noi, gli diedi un calcio, “sì, un po’ agitati, ma fa parte del gioco no?” risposi guardando Chris con aria sognante, la donna mi guardò di nuovo male, “immagino di sì, e lo sposo che dice?” guardò Chris poggiando le mani sotto al mento, “che sono felicissimo di sposarla, non vedo l’ora” rispose prendendomi la mano, “che carini” la donna era sarcastica, ci stampò i fogli, “allora auguri e figli maschi” strinse la mano a Chris e poi la tese a me, si può dire che cercò di stritolarmela, baciai Chris prima di uscire. “Allora? Sei pronta al gran giorno?” chiese Chris ridendo, “ma non l’hai vista? Mi odiava, se l’è meritato” risposi scrollando le spalle, “ah sì, certo… mi mangiava con gli occhi” rise di nuovo, “ti senti compiaciuto?” chiesi entrando in macchina, “che sei gelosa? Un sacco” rispose mettendomi la mano sulla coscia, “gne gne” lo scimmiottai, arrivammo difronte a un negozio di vestiti da cerimonia per gli uomini, scendemmo dalla macchina ed entrammo, “dovrei ritirare un vestito” rispose Chris a una ragazza, “sì, nome?” chiese guardandolo sognante, “oggi faccio una strage” borbottai, “Evans” rispose Chris dandomi una botta sul braccio, “sì, vado subito a prenderlo” rispose la ragazza, si allontanò, “Nicole… oggi sei nevrotica” Chris rise, ma che rideva, “aah guarda, oggi lasciami proprio perdere eh” lo minacciai, “ha un documento?” chiese la ragazza, “sì” rispose Chris porgendole la carta d’identità, “bellissimo...” disse la ragazza, “il vestito s’intende” continuò imbarazzata porgendogli l’abito, “sì, proprio il vestito” sbottai, Chris mi spinse fuori, “arrivederci” salutò Chris chiudendosi la porta dietro, “Nicole, tu sei matta” rise, “sono matta? Ma l’hai vista? Dio mio, oggi già mi sono svegliata male, ci si mettono pure queste mezze femmine” sbottai salendo in macchina, lo guardai mettere il vestito nel cofano, “aah dobbiamo andare a ritirare anche le fedi” annunciò portandosi una mano alla fronte, “andiamo” risposi secca, “senti, non ho intenzione di litigare, perciò o ti rilassi o ti lascio in macchina” rise, “lasciami in macchina” risposi mettendo la cinta, “o semplicemente ti evito, ti va bene?” chiese uscendo dal parcheggio, “benissimo” risposi incrociando le braccia, si fermò davanti una gioielleria, “scendi?” chiese serio, aprii lo sportello, scesi, lo chiusi e lo seguii, “salve, dovremmo ritirare le fedi” annunciò Chris, la signora avrà avuto una sessantina d’anni, era tenera, “cognome?” chiese, “Hernandez” rispose, guardò me, e Chris, “siete i testimoni immagino” sorrise, “sì, i sposi sono quelli che sono venuti a provare le fedi” rispose Chris, “ah… vi aspetto a voi allora” ci sorrise e ci porse le fedi, “grazie, arrivederci” salutammo, “sì aspetta che mi sposo con questo” borbottai, “senti adesso basta, mi dici che cosa ti ho fatto? Perché sto mandando giù ogni tua parola da questa mattina, se ti rode il culo prenditi la macchina e vai a casa, io prendo un taxi” sbottò, “che cosa mi hai fatto Chris? Pranziamo con il cast di Civil War, e va bene, posso accettarlo, pomeriggio, te ne vai a vedere una partita di non mi interessa cosa con i tuoi amici, sera la lezione di danza organizzata per il matrimonio di Maya e Zac, e poi ci sarà l’addio al nubilato e al celibato, e Dio solo sa cosa combinerai questa sera, mentre io non ci sarò” mi uscì tutto in un totale di sei secondi e mezzo credo, mi guardò scuotendo la testa, “non ti fidi di me, ecco cosa c’è, non ti fidi” sembrava ferito, “no…” troppo tardi, si allontanò, “Chris” lo chiamai, si girò, “non ho mai tradito, non guardo altre donne, l’abbiamo già fatto questo discorso, lo sai che a me di chiunque altra non mi interessa, sono anni che voglio stare con te, e tu che fai? Mi butti addosso che non ti fidi? Che bella relazione allora” aveva gli occhi lucidi, l’avevo ferito, “senti… scusa, non è che non mi fido, è che…” mi interruppe, “è che hai paura” sussurrò avvicinandosi a me, “già” ammisi, “non ti farei mai del male, fidati, e poi chi si dovrebbe preoccupare sono io, visto che non reggi neanche l’acqua” rise, “ma smettila” risi anche io dandogli una spinta dal braccio, mi tirò dalla mano, “ti amo, e non voglio che ti fai film” mi baciò, “anche io ti amo” risposi contraccambiando il bacio, “e adesso andiamo, o Sebastian ci darà il tormento” rise prendendomi per mano, arrivammo alla macchina ed entrammo.

“Sono qui sotto, muoviti” disse Chris al telefono, attaccò, mi sorrise portando una mano sul mio seno, “Chris” lo richiamai, “che c’è?” chiese innocente, “la mano” risi, “amore mio… sei tu che provochi” rispose avvicinandosi, mi baciò con passione, spostò la mano sotto la maglietta, lo sentii a contatto con la pancia, poi salì, “ciao” una voce ci interruppe, Chris mi guardò alzando gli occhi al cielo, “ciao Seb” salutò atono, lo salutai con la mano, “ho interrotto qualcosa?” chiese ridendo, “no” rispose Chris secco, “un tentativo di riappacificazione” specificò dopo, “avete litigato?” chiese ridendo, “sì” risposi, “e non l’hai lasciato?” chiese ridendo, “Sebastian ti attacco allo specchietto della macchina” lo minacciò Chris ridendo, “oh oh, che gelosia” lo prese in giro, arrivammo al ristorante.

“Piacere, Anthony” si presentò un ragazzo scuro di carnagione, “piacere Nicole” risposi stringendogli la mano, “la mia ragazza” annunciò Sebastian ridendo, “Seb” lo richiamò Chris, “ok forse è la sua” lo indicò, “oh oh, sei la sua Nicole, finalmente scopro come sei fatta” rise Anthony, “la tua Nicole?” guardai Chris, “certo… sempre” mi baciò, “io sono Jeremy, è un piacere conoscerti Nicole, ci ha parlato così tanto di te” sorrise e mi strinse la mano, “anche di voi mi ha parlato tanto” dissi stringendogli la mano, “Nicole, ti presento la mia mogliettina, Susan, Susan, Nicole” ci presentò, ci stringemmo la mano, “piacere, Aaron” si presentò un bel ragazzo, gli strinsi la mano, “dai, ho troppa fame entriamo” disse Chris Hemsworth, entrammo, ci misero a un tavolo isolato, ordinammo subito, “ma lo sapete che anche la coppia perfetta litiga?” chiese Sebastian ridendo, “tutti litigano” rispose Scarlett seria, “ma perché avevate litigato?” chiese di nuovo Sebastian, “perché ci siamo svegliati male questa mattina” rispose Chris guardandomi sorridente, “Nicole, non ci litigare, quando ti fa qualcosa, prendi, lo lasci e vieni da me” Sebastian rise, Chris lo guardò, “brrr, che gelo” lo prese in giro Scarlett, “vado in bagno” annunciai a Chris, “vuoi che ti accompagni?” chiese Scarlett, “sì grazie” risposi, entrammo in bagno, “che succede?” chiese guardandomi, “non lo so” risposi incrociando le braccia, “anche io ho litigato con mio marito questa mattina” si mise seduta sulla sedia, “era colpa mia, la litigata” ammisi, “che è successo?” chiese facendomi segno di sedersi, “domani ci sarà il matrimonio della mia migliore amica, e di un suo amico, e questa sera dovrà andare all’addio al celibato di Zac, e io…” mi bloccai, “e tu pensi che possa fare qualcosa di sbagliato” concluse Scar, “sì, esattamente” ammisi, “ma tu stasera andrai all’addio al nubilato della tua amica giusto?” chiese, annuii, “e non pensi che anche lui potrebbe avere la stessa paura?” chiese seria, “sì, ma io non lo so… non riesco a… non riesco a farmelo andare giù” risposi, “ti capisco, ma… cerca di capire anche lui, ha una paura folle di perderti, e tu gli dici anche che hai paura che possa fare qualcosa di sbagliato, e perciò ti incazzi… è normale che poi lui si fa film sul fatto che ti perderà… fidati persona più innamorata ancora non l’ho mai conosciuta, e poi… anche tu sei pazza di lui” mi sorrise, “già…” risposi abbassando la testa, “dai, per favore, regalami una gioia oggi, fammi vedere come vi sorridete” mi pregò teatralmente, “va bene” risi, mi alzai, lei mi seguì fuori dal bagno e tornammo al tavolo.

“Ma dai, no… hanno fatto una bella stagione… e poi…” Chris stava parlando di calcio, gli arrivai da dietro e lo interruppi abbracciandolo, “piccola” disse prendendomi le mani che avevo appoggiato sul suo petto, “scusa” sussurrai, mi guardò, “basta” sussurrò spostandomi i capelli dal viso, annuii, mi misi seduta, arrivò il cibo e cominciammo a mangiare. “Susan verrai agli Oscar?” chiese Scarlett, “Sì” rispose, “perfetto ci saremo tutti” rise Scarlett, “dopo andiamo in un negozio veramente carino, e poi Nicole andiamo alla ricerca del tuo abito per gli Oscar” mi guardò facendomi l’occhiolino, “dammi il telefono” sussurrò Chris al mio orecchio, “che ci devi fare?” chiesi, “ti segno il pin della carta” sussurrò di nuovo, “Chris… no…” mi mise un dito sulle labbra, “voglio farlo ok?” chiese baciandomi, annuii, prese la mia borsa e senza farsi vedere mise la carta di credito nel portafogli, scrisse il pin in una bozza dei messaggi, “fatto” mi sorrise, “vi avverto… a tutti e due” Sebastian ci indicò con il dito, “il primo messaggino che vi scambiate frullo il telefono di Chris in mezzo al campo” rise, Chris annuì prendendolo in giro, “e poi se vuoi Nicki, puoi sempre mandarli a me i messaggini” si sporse sul tavolo, “ci perdo le speranze” Chris rise, “comunque io gli mando quanti messaggi mi pare” feci la linguaccia a Sebastian, “e io gli tolgo il telefono” Sebastian mi rifece la linguaccia, “e io ti tolgo l’esistenza” rise Chris, ci alzammo dal tavolo, “amore vado a fumare” annunciai uscendo, mi seguirono Susan e Scarlett, “non fumate?” chiesi accendendo la sigaretta, “ho smesso da quando ho avuto Rose” rispose Scarlett, “Robert non vuole” Susan scrollò le spalle, “ah capito…” risposi imbarazzata, mi squillò il cellulare, “pronto” risposi, “ho chiamato Chris, non mi ha risposto, ho chiamato te e non mi rispondevi, ho una crisi di panico” respirava a fatica, “Maya, Maya, respira, facciamo così, sei da sola a casa?” chiesi preoccupata, “sì” farfugliò, “ce la fai a guidare? Ti vengo a prendere?” chiesi agitata, “ce la faccio a guidare” rispose, “e allora raggiungimi, ti invio la posizione, ti aspetto qui, stai tranquilla, non ti agitare, se vuoi ti tengo compagnia” cercai di tranquillizzarla, “no, non ti preoccupare, tu inviami la posizione, io sono già in macchina” attaccò, “che succede?” chiese Scarlett, “la mia migliore amica, quella che si deve sposare ha il panico” risposi scrollando le spalle, “mi ricordo come stavo io…” disse ridendo, “io a tre ore dal matrimonio l’ho chiamato e gli ho detto che ci avevo ripensato” Susan rise, “mi ha chiamato Maya” disse Chris abbracciandomi da dietro, “lo so, sta arrivando, aveva una crisi” risposi, “senti, noi stiamo andando, soldi, telefono, hai tutto?” chiese preoccupato, “ho tutto” annuii, mi diede un bacio, “torni a cena?” chiese scendendo i gradini, “certo” risi, “che ridi?” chiese ridendo anche lui, “sei tutto preoccupato, tranquillo, non mi si ruba nessuno” risposi ridendo, “speriamo” mi fece l’occhiolino e se ne andò.

“Eccomi” si annunciò Maya, “Scarlett” le strinse la mano, “Susan” anche lei le strinse la mano, “Maya” si presentò, “andiamo?” chiese Scarlett, “sì, andiamo tutte con una macchina?” chiese Maya, “sì. Quale?” chiese Susan, “la mia” risposero in coro Maya e Scar, “usiamo la mia, è al parcheggio a pagamento e la devo spostare” disse Maya, annuimmo tutte quante, camminammo chiacchierando del più e del meno fino alla macchina, salimmo e ci dirigemmo in un atelier di lusso, entrammo.

“Prova questo” Maya prese un vestito blu elettrico a sirena, “mmh sì” lo accettai, avrei provato tutto, “ti piace il ghiaccio?” chiese Susan, annuii, tirò fuori un abito abito lungo, davanti tutto chiuso, lo girò dietro aveva la schiena scoperta fino alla fine, “lo provo” lo presi, “questo?” chiese Scarlett prendendo un vestito color pesca, stile impero, aveva lo scollo a cuore, e un lungo spacco che partiva dall’inizio della gamba, “provo anche questo” accettai, “c’è anche in verde” spiegò Scarlett, “lo proverò anche in verde” acconsentii, indicò un vestito tiffany, “è lo stesso che indosserò al suo matrimonio” indicai Maya, lei annuì soddisfatta, “e questo?” Susan indicò un abito sempre sulla tonalità del pesca, stile impero, con una cinta di Swarovski sotto il seno, annuii e andammo a provarli. Entrai nel primo, il vestito blu elettrico a sirena, andai dalle ragazze, “che ne dite?” chiesi, “no…” in coro, anche la ragazza che ci stava servendo scosse la testa, mi guardai ed era veramente orribile, lo scartai, andai a provarmi il vestito ghiaccio, uscii, feci un giro su me stessa, “No, Nicki, non mi piace per niente” disse Susan, “neanche a me” Maya scosse la testa, Scarlett si avvicinò, “aspettate, guardatela anche con i capelli sollevati” mi sollevò i capelli, “sai, è bello, ti sta bene, però ti fa diventare fredda, e come presentazione della ragazza di Chris Evans, se si mette un vestito freddo fa la fine della mamma di Nemo, divorata dagli squali” continuò Scarlett, annuirono tutte e tre all’affermazione di Scarlett, andai a provare il terzo, il vestito color pesca con lo scollo a cuore, uscii, “tesoro, legati i capelli, così sappiamo come è nel complesso” consigliò Maya passandomi il suo elastico, li legai, feci un giro su me stessa, “ci siamo. Ti descrive alla perfezione” annunciò Scarlett battendo le mani, “sì… è lui” annunciò Susan, “ti sta d’incanto, ma prova gli altri” disse Maya, andai a provare lo stesso in verde, tornai fuori, “no… no… sembri la figlia di Joker” rise Maya, “grazie, sempre carina” risposi ridendo, “no, non è il colore che fa per te” rispose Scarlett, tornai nel camerino per provare l’ultimo, sempre color pesca ma stile impero e con lustrini, uscii fuori, “sembri una principessa” annunciò Susan, “bellissima, è decisamente il tuo colore” si complimentò Scarlett, “sì, ti sta meglio di quello di prima, per me è lui” Maya sorrise, “sono indecisa, questo ha lo scollo semplice, e quello a cuore, quello scende semplice, e questo ha i Swarovski che danno luce” ero nel pallone, erano entrambi bellissimi, “tesoro, quello è sexy, ma hai già i capelli rossi, e i dilatatori, se metti quello sarai il sogno di ogni uomo lì dentro, se metti questo sembrerai un quadro, e ti posso assicurare che se sei sexy, parleranno di te gli uomini, e faranno commenti abbastanza crudi, ma se sarai statuaria, e sembrerai uscita da un quadro, parleranno bene di te tutti, gli uomini rimarranno colpiti, e le donne ti guarderanno con ammirazione e disprezzo perché loro non fanno quello stesso effetto” consigliò Scarlett, “e poi, se senti una donna dire, è bellissima, ma è truccata e conciata, guardiamola domani mattina allora lì saprai che sei stata il top della serata” rise Scarlett, “perciò? Prendo questo?” chiesi sorridendo, “come ti senti più a tuo agio?” chiese Maya, “con questo, ma quello mi piace” risposi guardandomi, “prendi questo Nicki, ti fa principessa, e poi saprei io come farti i capelli e il trucco, con l’aiuto di Amanda” rise, “come?” chiesi, mi fidai delle mani da parrucchiera, mi prese i capelli e li sciolse, fece una treccia veloce, lasciando morbidi i capelli davanti, “qui ti farei dei boccoli, poi ti metterei qualcosa fra i capelli a dare luce, come una sorta di coroncina, e poi il trucco, occhi pesca con sfumatura sul marrone chiaro, quasi beige e le labbra pesca o poco più scure, per rimanere in tono” mi immaginai, era bello, annuii, le ragazze mi guardarono, “fantastica” dissero in coro, “ovviamente i capelli li allunghiamo eh” mi minacciò Maya, “che intendi?” chiesi impaurita, odio le extension, “che mettiamo dei capelli in più, non sono extension, tranquilla, sono delle ciocche che si applicano con un pettinino, e poi invece che avere i capelli sotto alle spalle li avrai fino alla schiena, così la treccia viene più piena” spiegò, “ottimo” mi rassicurai, “prendiamo questo, per le misure?” chiesi, “per le misure ora le prendiamo, e tra quattro giorni massimo ti chiamiamo per venirlo a ritirare” rispose la ragazza che mi stava servendo, “capisco” risposi, venne una signora sulla sessantina, mi prese le misure e mi aiutò ad uscire dal vestito senza bucarmi dagli spilli. Mi vestii velocemente e uscii, lo pagai interamente e uscimmo, “ora le scarpe” annunciò Maya, “dove?” chiesi, “lo so io” rispose seria, entrammo in macchina e ci dirigemmo in un negozio enorme di scarpe, vedemmo un sandalo gioiello in Swarovski, “provalo” mi ordinò Maya, lo provai, era perfettamente in tono con il vestito, prendemmo anche una pochette color pesca, “sarai bellissima” mi promise Maya, “grazie, stai dicendo che ora sono orribile” risposi fingendomi acida, “no, lo sai che io penso che sei la più bella del mondo” mi abbracciò, mi finsi offesa.

“Oddio… sono le sei, alle sette noi abbiamo il corso” annunciai, presi il cellulare, Chris mi stava chiamando, “ei” risposi, “ei, ma che fine hai fatto?” chiese preoccupato, “ero a fare i giri per il vestito degli Oscar e le scarpe, e la borsa…” mi interruppe ridendo, “mi devo preoccupare?” chiese ridendo, “no… sono stata brava” risposi facendo la voce da bambina, “senti, ma ci vediamo lì?” chiese, “sì, senti, mi devi fare un favore” risposi, “mi devi no, forse se mi va” rispose scherzando, “dai, seriamente” risposi, “dimmi” rispose serio, “mi compri le sigarette?” chiesi, “perché tu non puoi?” chiese ridendo, “eh no” risposi seria, “e perché no?” chiese ridendo, lo sentii aprire lo sportello della macchina, “perché non facciamo in tempo a fermarci” risposi, “amore, te le prendo, ma sappi che come scusa non regge, dì che non ti va” rise di nuovo, “pff, pensala come vuoi” risposi ridendo, salii in macchina, “ma stai guidando?” chiesi preoccupata, “no, veramente sono sceso adesso, sto andando dal tabaccaio” rispose, lo sentii parlare con il tabaccaio, “piccola, ci vediamo lì, le sigarette te le ho prese, e appena andiamo a casa mi fai vedere le scarpe, ma ora devo guidare” lo sentii chiudere lo sportello, “sì, va bene amore, a dopo” risposi, attaccai, “vi lascio al ristorante?” chiese Maya, le ragazze annuirono.

“Ciao, grazie” dissero in coro, “Ciao Nicki, saluta Chris” disse Scarlett sporgendosi da dietro per darmi un bacio sulla guancia, “ciao Scarlett” risposi sorridendo, scesero dall’auto e si diressero alla loro. “Zac non vuole fare la luna di miele” sbottò Maya, “e perché?” chiesi fingendomi curiosa, “perché dice che è inutile, se dobbiamo partire lo possiamo fare quando vogliamo” era arrabbiata, “ha ragione, non ha senso la luna di miele, e poi dai… è sopravalutata” risposi guardando fuori dal finestrino, “che mi avrà organizzato Amanda per l’addio al nubilato?” chiese curiosa, “ah io lo so” risposi con aria saccente, “dimmelo” mi implorò, “ah, ah, sorpresa” risi, “ti dovrai sposare, e poi ti faccio vedere io la sorpresa” mi minacciò, “ma chi si sposa, fosse per Chris…” mi lamentai, “fosse per lui sareste già sposati” farfugliò, “cosa?” chiesi, “eh?” fece la finta tonta, “dai, non ho capito cosa hai detto” mi lamentai, “che fosse per lui sareste già sposati, nel senso che ti ama da tanto tempo” non mi convinse, sbloccai il telefono.

Dove siete?

Stiamo cercando parcheggio, voi siete tutti arrivati?

Sì, siamo tutti qui

“Dai muoviti, manchiamo solo noi” dissi, “tranquilla, la sposa sono io, mica iniziano senza di me” rise, “secondo me sono capaci di farlo” risi anche io, si parcheggiò e attraversammo la strada. “Amore” Chris mi baciò, “mi sei mancato” lo abbracciai, “sì ok, piccioncini, andiamo” mi tirò Maya.

“Allora, prima cosa fondamentale, il primo ballo, per aprire le danze deve sembrare spontaneo, la tradizione vuole che sia la sposa e lo sposo ad aprire le danze, ma se non se la sentono saranno i testimoni” l’insegnante di danza era un uomo omosessuale sulla quarantina, “ve la sentite?” chiese a Zac e Maya, loro scossero la testa, “testimoni?” chiese guardando me, Chris, Ryan e Amanda, silenzio, nessuno si mosse, sembrava l’esame della maturità, “dai, se loro non se la sentono” sbottai, “e il tuo cavaliere se la sente?” chiese a Chris, “sì” rispose ridendo, “ok… come verrà aperto il tutto?” chiese a Maya, “con You’re beautiful di James Blunt” rispose, “ok… la mettiamo” rispose andando al computer, la canzone partì, lui prese la collega e ci fece vedere i movimenti, lo imitammo, “l’importante è che ci sia sempre contatto visivo tra i partner, ragazze, mettete un paio di tacchi, così capiamo quali sono i vostri limiti sullo spillo” rise, ci andammo a mettere le scarpe che ci saremmo messe il giorno dopo, fortunatamente Maya le aveva appena ritirate, “ok… parte la prima coppia, da seduti” Chris mi prese la mano, ci dirigemmo al centro della pista, cominciammo a ballare con i passi che ci aveva appena detto di fare, “ve la cavate, bravi” si complimentò, “poi parte la seconda coppia, se sono i testimoni a partire, è bello che siano gli altri due testimoni a seguire le danze, subito dopo, non lasciate spazio a altri invitati, correte” si alzarono Ryan e Amanda, cominciarono a ballare, “e poi i sposi” Zac prese Maya per mano e la portò in pista, cominciarono a ballare anche loro, “i genitori degli sposi, partono insieme, starete allo stesso tavolo, perciò presumo che vi siate messi d’accordo prima” si alzarono insieme e si diressero in pista, seguimmo ogni movimento, “ma siete tutti bravissimi” l’istruttore si complimentò, “e poi che altra canzone?” chiese a Maya, “a seguire, c’è la canzone che noi vorremmo ballare da soli, Perfect Day di Lou Reed” rispose sorridente, “allora partite che continuate a ballare tutti quanti, la prima canzone tanto non la balla nessuno, voi iniziate a ballare tutti insieme, quando comincia la prima strofa, sparisce una coppia, poi la seconda alla seconda strofa, poi la terza, alla terza strofa, e poi la quarta… e il ritornello, solo voi” ci mettemmo seduti, Chris li guardava sognante, gli passai una mano davanti il viso, mi prese la mano, “sono belli eh?” chiese guardandomi negli occhi, “molto” risposi sentendo gli occhi lucidi, “la terza canzone?” chiese a Maya mentre ballava, “la terza vorrei che fosse solo una coppia di testimoni, loro” indicò me e Chris, feci di no con il dito, “Allora prima che finisce la canzone, voi vi reinserite, ballando lentamente, “che canzone tesoro?” chiese a Maya, “all of me di John Legend” rispose seria, la musica partì, Maya e Zac si allontanarono, rimanemmo solo io e Chris, mi guidò, lo guardai negli occhi, erano così belli, mi fece girare, mi ritrovai girata di spalle a ballare, mi rifece girare e ritrovai i suoi occhi, “fai la ballerina?” mi chiese l’istruttore, “no” risposi sovrappensiero, “l’ha fatta” rispose Maya, “si vede” rispose guardandomi ammirato, mi persi negli occhi di Chris, capii che stava sorridendo perché gli si illuminarono gli occhi, “e poi la quarta canzone? Ricorda che ora devi invogliare tutti a ballare, se no si stancano” chiese Javier, scoprii il nome, “Slide dei Go Go Dolls” rispose seria, la guardammo tutti male, “dai si può fare” rispose Javier, da qui, scatenatevi, non esistono regole, e poi siete tutti bravissimi a ballare, guarda lei… ti posso chiedere di venire a ballare ogni tanto qui?” chiese guardando me, “ehm… non saprei” risposi, “se viene Maya sì” proseguii, “anche Maya vorrei, sì” accettò, “e adesso, potete anche smettere di ballare, ve la cavate, non so perché mi abbiate chiamato, lasciatemi il numero voi due” ci indicò, scrivemmo il nostro numero sul suo cellulare, “allora, arrivederci” ci salutò, “arrivederci” rispondemmo in coro, uscimmo dalla sala, “Nicki, Maya, ma da quando siete ballerine professioniste?” chiese Ryan, Amanda alzò gli occhi al cielo, “professioniste no, però da sei anni fino a diciannove abbiamo fatto danza, tutti i generi” rispose scrollando le spalle, “ti ricordi le coreografie dei Backstreet Boys?” chiesi, “Everybody- Yeah, Rock your body- yeah” cantò Maya facendo i passi della canzone, la seguii, “aaah bei tempi” si poggiò con il braccio sulla mia spalla, “il passato che si scopre” disse Ryan facendo la faccia compiaciuta, “sì, ora andiamo alle dieci sotto da te?” chiese Amanda a Maya, “non so che cosa hai preparato, figurati se so dove venire” rispose ridendo, “giusto, alle dieci sotto da te, Nicole non tardare” se ne andò, “brutta l’invidia” borbottò la madre di Maya, “mamma” la riprese Maya, “è invidiosa, lo è sempre stata del vostro rapporto” rispose Mary, “vero” le diedi ragione, “si è vero, ma non mi va di rovinarmi un bel momento, mi sto per sposare” sorrise, era felice, rividi l’espressione di quando giocavamo da piccole.

“Buonanotte” salutai i genitori di Maya e Zac e salii in macchina, “Ciao Zac” lo salutai dal finestrino, “ci vediamo dopo” feci l’occhiolino a Maya, Chris salutò tutti e salì in macchina, “amore mio” mi sorrise toccandomi la gamba, “sono proprio belli” dissi guardando fuori dal finestrino, “già…” rispose secco, “che c’è?” chiesi girandomi verso di lui, “niente, solo che pensare che Amanda si comporta così mi fa male” rispose, “così come?” chiesi confusa, “nei tuoi confronti, con la gelosia per Maya, è normale che siete più legate, siete come sorelle” rispose guardandomi, “Amanda è così, o la accetti o la uccidi” risposi scrollando le spalle, “e tu decidi di accettare? Mi stupisci” rise, “ormai… sono vent’anni che la conosco, sarebbe un po’ inutile ucciderla ora” risposi ridendo, “giusta osservazione” rise, parcheggiò sotto casa, “le scarpe e la borsa in macchina di Maya” urlai, “le ha date a me, insieme al vestito e le scarpe che metterai domani” rispose prendendo le cose nel cofano, le fedi, il suo vestito, il mio, il regalo di nozze, “vuoi una mano?” chiesi guardandolo camminare, sembrava un venditore ambulante e sta volta, faceva proprio ridere, scattai una foto, “sì, fai la stronza, non la prendere qualcosa” rise, presi il regalo e le fedi, “giustamente, le più pesanti” rise, presi anche le buste delle mie scarpe, “mi congratulo” rise, feci un inchino, salimmo su casa, andò ad attaccare i vestiti sull’armadio, poggiai le scarpe sotto la sedia della camera da letto, le fedi le misi nel cassetto del comodino, il regalo vicino alle fedi, “tieni” dissi prendendo la carta di credito dal portafoglio, “non voglio sapere nulla, voglio sapere se ti piace” sussurrò abbracciandomi da dietro, “da morire” risposi, mi girai, prese la carta, la poggiò sul tavolo, “allora per me sarai stupenda” mi baciò, ci staccammo, andò in cucina e io rimasi in salone a cercare le chiavi della macchina, “Chris” lo chiamai, “che c’è?” sbucò dalla cucina, si era tolto la maglietta, “si ok… farò finta di niente, per la mia sanità mentale, non ti ci mettere anche tu, hai visto le chiavi della mia macchina?” farfugliai, probabilmente neanche mi capì, lo guardai, infatti, non aveva capito, mi guardava perso, “chiavi, macchina, mia, come arrivare io?” mimai, “guarda che non serviva mimare, stupida” mi spinse per giocare, “stanno qui” aprì il cassetto, erano in bella vista, le tirò fuori, “chiavi, tue, tu no come arrivare lì senza macchina, come stare con cervello” mi prese in giro e tornò in cucina, risi, “Chris” lo richiamai, “oddio… che c’è?” rise, “hai visto il mio vestito rosso?” chiesi, mi guardò, scosse la testa e tornò in cucina, “devo fare tutto da sola” borbottai, svuotai l’armadio, “eccolo” urlai, un tubino bordeaux, cercai le scarpe col tacco bordeaux, “non ho visto niente” rispose Chris quando lo guardai, rise, “ringrazia che hai una risata contagiosa” risposi tirandogli il coperchio di una scatola delle scarpe, “ah sì?” chiese avvicinandosi, indietreggiai, “a quanto pare vuoi la guerra” rise, “dai… Chris, brucerai la cena, io non troverò nulla, Chris per favore” lo implorai, mi attaccò al muro e cominciò a farmi il solletico, inutile dire che ero diventata una contorsionista, “sono buono, ti lascio stare” rispose ridendo, si allontanò, continuai a cercare le mie scarpe, le trovai in un angolo del ripostiglio, “le ho trovate” gliele portai in cucina, rise, le misi in camera da letto, “è pronto” annunciò, “arrivo” risposi, corsi in cucina, aveva acceso le candele sul tavolo, la luce della cucina era soffusa, “e questo?” chiesi guardandomi in torno, “oggi era un clima romantico, e volevo esserlo anche io con te” rispose sorridendo, mi fece mettere seduta spostandomi la sedia, si mise seduto affianco a me, “aspetta” disse alzandosi, “dimenticavo la cosa più importante” prese il cellulare, mise una canzone, Your Song, “ora possiamo mangiare” si mise seduto affianco a me di nuovo, lo guardai, era tutto così bello, mangiammo in silenzio, era pensieroso, “che hai?” chiesi posando la forchetta nel piatto, “ci sposeremo, te lo prometto” mi baciò la mano, “ma io non ho bisogno di sposarmi” risposi, “lo voglio io” rispose guardandomi negli occhi, lo baciai, la canzone ancora risuonava, “mi offri un ballo?” chiese alzandosi, “sì” risposi afferrando la sua mano, “ti amo” sussurrò, “anche io” risposi sulla sua spalla, “dai, vatti a fare la doccia” mi diede uno schiaffetto sul sedere, “Chris” mi girai, “che c’è?” chiese guardandomi, “farai il bravo questa sera?” chiesi dolcemente, “certo” rispose incrociando i miei occhi, annuii e mi diressi in bagno, entrai in doccia, uscii, asciugai i capelli, attaccai il ferro per i ricci, mi truccai senza troppe cose, solo fondotinta, cipria, rossetto rosso, eyeliner e mascara, cominciai a farmi i ricci, “posso farmi la doccia nel frattempo?” chiese Chris entrando, “certo” risposi, lo guardai spogliarsi, entrò in doccia, lo sentii canticchiare, sorrisi, “ti sento che ridi” si lamentò, “non sto ridendo, sto sorridendo” risposi ridendo, finii di farmi i capelli, uscì dalla doccia, si asciugò, uscii dal bagno e andai in camera da letto, sentii il phon acceso, sapeva essere una donna, entrai in bagno, misi il profumo su tutto il corpo, uscii dal bagno sotto lo sguardo di Chris, misi il vestito, mi raggiunse in camera da letto, si mise i pantaloni grigi stretti e la maglietta bianca, le scarpe bianche e un giacchetto grigio, “mi abbottoni il vestito?” chiesi, “sì” rispose prendendo il portafogli, “come sei bella” disse guardandomi, “sei bello tu” lo baciai sulla guancia, “mi hai lasciato il segno vero?” chiese ridendo, “no” risi sapendo che non era vero, mi misi le scarpe, presi le sigarette, il telefono, il portafogli e un copri spalle nero, misi tutto in una borsa rossa, “sei una merda, guarda, più lo tolgo più rimane” se lo spalmò su tutta la guancia, “fermati” risi, andai a prendere il latte detergente e lo pulii, “quante storie” risi di nuovo, mi tirò per le gambe, caddi su di lui, “non andiamo, restiamo a casa” sussurrò abbracciandomi, “dai… ci dobbiamo sbrigare” dissi alzandomi, “va bene” si alzò, prese tutto, presi le chiavi della macchina, uscimmo, chiuse casa, chiamammo l’ascensore, entrammo, “troppo veloce questo ascensore” mi lamentai, arrivammo giù, uscimmo dal portone, “non tornare tardi, stai attento, e fai il bravo” mi raccomandai, “non tornare tardi, stai attenta, guida piano, e fai la brava” mi baciò, “a dopo, chi arriva prima aspetta” dissi andando alla macchina, “va bene” rispose annuendo, lo guardai salire in macchina, salii nella mia, partimmo contemporaneamente, arrivai alle dieci precise sotto casa di Maya, chiamai Maya, “scendo” rispose attaccando, aveva un vestitino nero corto e sandali con il tacco neri, “sali” dissi, salì, “mi fa strano vederti guidare, ero abituata a vederti in macchina di Chris” rise, “ecco Amanda” sussurrò, “dille di salire” risposi, “sali dietro” disse Maya, scese e fece salire Amanda, “andiamo” annunciai.

Entrammo in un salone enorme, era buio, “ragazze, ma dove siamo?” chiese ridendo, “guarda un po’” annunciò Amanda accendendo la luce, uscirono fuori tutte le invitate al matrimonio, ragazze del liceo, alcune delle medie con cui Maya era rimasta in contatto, e gente di cui non sapevamo neanche l’esistenza ma Maya sì, “oddio ragazze” si commosse, ci abbracciò, “ei, è scontato che devi vedere una cosa” la portammo davanti un televisore, feci cenno a Amanda di mettere il video, “ci hanno aiutato Zac, e tua madre” annunciammo, partì una canzone, wherever you will go, Maya da piccola invase lo schermo, ogni singola foto, foto con me, foto con i suoi genitori, arrivò il periodo delle elementari, Maya, Amanda, e me, Maya con i suoi genitori, le prime foto con Zac, le foto con noi al liceo, le foto tutti insieme, le foto al ballo della scuola, con Zac, e partirono le foto delle serate brave, di quando ci ubriacavamo, poi di nuovo con i suoi genitori, le foto più recenti, cominciammo a piangere tutte e tre, partì il video che avevamo fatto per lei io e Amanda, poi quello dei suoi genitori, e in fine quello di Zac. La vedemmo commuoversi, “e adesso, no, non c’è tempo di commuoversi, perché si ballaaaa” annunciò Amanda, partì la musica, cominciarono tutti a ballare, andai a prendere una bottiglia di birra e vidi Maya seguirmi, “che succede?” chiesi porgendo anche a lei una bottiglia, “non ti merito come migliore amica, seriamente” mi guardò, “ma smettila” sorseggiai la birra, “sei qui, sei con me, in qualsiasi cosa” mi abbracciò, “anche tu sei qui, sei con me, in qualsiasi cosa” risposi lasciando libere le lacrime, “a te e Zac” proposi il brindisi con le birre, “a me e Zac” batté la bottiglia contro la mia, sorseggiammo la birra guardando tutte ballare, “ma lo sapevi che Dana ha una figlia?” chiese Amanda, “Dana?” chiesi confusa, Maya andò a fare la padrona di casa, “Dana, quella che al liceo prendevano tutti in giro” rispose, “aaah, ha una figlia?” chiesi, “sì, ce l’ha in braccio” rispose indicandomela, “quella è Dana?” chiesi, “sì” rispose prendendo un bicchiere di vino, “non può essere” risposi ridendo, “a quanto pare sì” rispose annuendo.

“Nicki, è mezzanotte, che facciamo le facciamo scartare i regali? Perché domani mattina il matrimonio è alle dieci, lei alle sei deve essere sveglia, e noi dobbiamo andare da lei ad aiutarla, ricordi?” chiese, “sì, perciò facciamo così, facciamole scartare i regali, poi le facciamo avere l’ultima sorpresa, mezz’ora e lo mandiamo via ok?” chiesi, “sì” rispose, “perfetto” risposi, andai a prendere il tavolo per i regali e lo misi al centro della sala, Amanda prese la sedia, la fece sedere, “scartali, piano piano, Maya” disse Amanda, “c’è qualcosa che si rompe” rise, i regali non li racconterò, alcuni erano veramente troppo…

“E adesso, la ciliegina sulla torta, e poi tutti a nanna, perché alle dieci avete un matrimonio” Amanda rimise la musica e entrò un ragazzo, avrà avuto la nostra età cominciò a ballare su di lei, lei rise tutto il tempo imbarazzata, guardai l’orologio, l’una di notte.

“Maya, ti sei divertita?” chiese Amanda una volta in macchina, “da matti, grazie ragazze, prevedo molte lacrime domani” sorrise, “con noi? Non puoi piangere” risposi seria, “grazie mille ragazze, vi voglio un mondo di bene” ci guardammo tutte e tre, ci uscirono le lacrime insieme, “dai ragazze…” sbottò Amanda, “io sono la più sensibile” disse asciugandosi le lacrime, “Maya, dormi, domani mattina alle 5.30 siamo qui” annunciai lasciandola sotto casa, “Buonanotte” rispose allontanandosi, “vai subito a casa?” chiese Amanda, “che vuol dire?” chiesi, “una sigaretta ce la fumiamo?” chiese, “no… non puoi” risposi ridendo, “il giorno del tuo compleanno ho la prima ecografia” annunciò prendendo una sigaretta, “dai? Davvero?” chiesi felice, “sì” rispose sorridendo, fumammo in silenzio, “Amanda, io vado a dormire, che mi si stanno chiudendo gli occhi, ci vediamo domani mattina” la salutai, “alle 5.30 qui” rispose, “va bene” accettai, salii in macchina e mi diressi a casa, salii su, aprii la porta di casa, mi spogliai, struccai, misi il pigiama e mi infilai sotto le coperte.

Aprii gli occhi, Chris ancora non era tornato, guardai l’ora, 2.20, chiusi gli occhi di nuovo, sentii una mano sulla spalla, “ei” sussurrai insonnolita, “ei” sussurrò anche lui, “buonanotte” sussurrai dandogli un bacio, “’notte” mi rispose al bacio, mi abbracciò, ci addormentammo insieme.

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Capitolo 9
*** Non sono sicuro di volere questo, tra me e te. ***


Capitolo 9

La sveglia suonò, aprii gli occhi, 5.20, “cazzo” imprecai, “che succede?” chiese Chris insonnolito, “ci vediamo in chiesa” risposi dandogli un bacio, corsi in bagno a fare la doccia, misi una felpa nera, un jeans nero, presi il vestito, le scarpe, la borsa, misi tutto insieme, “ma dove vai?” chiese Chris insonnolito, “da Maya, tu devi andare da Ryan, tra due ore, Zac dorme lì, vuoi che ti chiamo?” chiesi sulla porta della camera, “mmm, sì” rispose girandosi, uscii dalla stanza, poggiai tutto sul divano, misi le scarpe e uscii.

“10 minuti di ritardo, lo so, scusa” alzai le mani vedendo Amanda battere il dito sull’orologio, “dai saliamo” rispose, prendemmo le cose nel portabagagli, salimmo fino all’ultimo piano, “eccoci” annunciò Amanda, “Maya è in camera da letto, si sta montando i becchetti per l’acconciatura” rispose Miguel, “e io la vado a truccare” rispose Amanda, “io in tanto preparo il vestito con Mary” annunciai, andammo in camera di Maya e la trovammo indaffarata, “buongiorno piccolina” la baciai sulla guancia, “che ansia” rispose facendo un respiro profondo, “dai, dai, andrà tutto bene” risposi, scoprii il vestito tirandolo fuori dalla sacca, Mary arrivò ad aiutarmi, lo mettemmo sdraiato sul letto, “apriamo anche i vostri, se c’è da stirarli o sistemarli lo facciamo” Mary prese i vestiti, la aiutai, aprii una scatolina, il Diadema che avrebbe messo Maya, lo misi sulla scrivania che era stata usata come una postazione trucco, il velo lo spiegammo stendendolo, sul letto, Amanda cominciò a truccarla, lentamente, curando ogni dettaglio, “Nicki, tesoro, continua a bloccare i capelli, fai dei cerchi e blocchi” spiegò Amanda, seguii le sue indicazioni, sentimmo le voci delle persone che venivano a vedere la sposa, “ragazze chiudo, non mi va che la vedono in fase di preparazione” Miguel ci chiuse la porta, aprii la finestra, “Amanda sono le 8.00 ci dobbiamo sbrigare” annunciai, “sì, finiamo di truccarla, le facciamo mettere l’intimo, mentre si mette l’intimo io trucco te, poi finito di truccarti, l’acconciatura a te, poi, l’acconciatura a me, il trucco a me, la vestiamo, ci vestiamo, e usciamo, si possiamo farcela” annunciò, la finì di truccare, Mary la aiutò a mettere l’intimo, mentre Amanda mi truccava, ci mise mezz’ora, poi passò ai capelli, mi fece una coda bassa, con i boccoli, legandoli tra di loro, la fece ricadere sulla mia spalla, “ok, ora tu aiutala con l’acconciatura, io mi trucco” Amanda si mise seduta davanti lo specchio, tolsi tutti i becchetti dalla testa di Maya, e cominciammo a lavorarci io e Maya, lei dava le direttive e io eseguivo, entrò la fotografa, “facciamo le foto nella preparazione” spiegò, fece le foto, io e Mary prendemmo il vestito, “alza le braccia” ordinammo, lei le alzò e le facemmo cadere il vestito, “infila il braccio qui” dissi aiutandola ad entrare nella manica, Mary mi imitò, “adesso siediti” dissi prendendo le scarpe, le infilai, la fotografa fece le foto anche in quei momenti, Amanda si alzò da davanti lo specchio, la facemmo mettere seduta, bloccai il velo ai lati del diadema, “per una piccola principessa, che diventa regina” sussurrò Mary mentre gli infilavamo il diadema, “bene, cosa vecchia, diadema, ora manca il blu” dissi porgendole la giarrettiera, “alza la gamba” ordinai, la infilammo sulla sua coscia, “ragazze…” le tremò la voce, “se piangi ti uccidiamo” si sollevò un coro, lei rise, Mary, Amanda e io ci spogliammo velocemente, indossammo i nostri abiti, mettemmo le scarpe, “usciamo?” chiesi alzandomi, “no… devi fare una cosa” disse Maya, “cosa?” chiesi, “devi uscire, andare a prendere i bouquet e portarli qui, sono tre, quello gigante è il mio, quelli grandi sono vostri” disse guardandosi allo specchio, era bellissima, uscimmo io, Amanda e Mary, “uoh ma tu sei Nicole?” chiese una ragazza, “sì” risposi, “oddio…” si portò una mano alla bocca, la guardai confusa e presi i bouquet, tornammo in stanza, Miguel era sceso, Maya uscì dalla stanza con me e Amanda dietro, si riempì la stanza di un mormorio di stupore, scesero tutti quanti, “ragazze… qualsiasi cosa, non mi lasciate sola” disse ridendo, “va bene” ridemmo anche noi, scendemmo giù, erano tutti lì ad aspettarla, Miguel le porse le forbici per tagliare il nastro che tenevano le cuginette, vestite di bianco, lo tagliò, salimmo in macchina, una Rolls Royce nera, arrivammo alle dieci precise in chiesa, ci fecero entrare dall’entrata della sacrestia così nessuno avrebbe visto Maya, nella chiesa risuonava l’eco del chiacchiericcio, cadde il silenzio. Maya strinse la mano di Miguel, “ora ho paura” il suo viso era contratto, “ci siamo noi, c’è tuo padre, c’è Zac, c’è tua madre in chiesa” risposi rassicurandola, “andrà tutto bene” mi sporsi per vedere, stavano prendendo posto tutti, il prete ci fece l’occhiolino, “Zac sta facendo la sua entrata, appena sentite la marcia, fate andare le bambine” disse dirigendosi sull’altare, partì la marcia, le cuginette partirono spargendo i petali, Amanda le seguì, guardai Maya, le tirai un bacio e uscii anche io, avevo il cuscinetto della fede e il bouquet, dietro di me c’era Maya, presi posto vicino ad Amanda, guardai Miguel far mettere la mano di Maya su quella di Zac, le diede un bacio sulla guancia e si andò a sedere, guardai Chris, era così bello, mi sorrise, sorrisi anche io, la cerimonia iniziò, toccò a me e Chris portare le fedi, ci incontrammo lì, ci guardammo, guardammo Zac e Maya, porgemmo le fedi e ritornammo ai nostri posti, “ed ora lo sposo può baciare la sposa” li guardammo, poi scendemmo i gradini in contemporanea, mi prese sottobraccio e camminammo fuori dalla chiesa, seguiti da Amanda e Ryan e poi il resto degli invitati, aspettammo Maya, uscirono e furono sommersi dal lancio del riso.

“Dove stiamo andando?” chiesi a Chris seguendo la macchina di Ryan, “stiamo andando a fare le foto, solo noi” rispose passandomi un dito sulla guancia, “capisco” risposi guardandolo, mi sorrise, “che avete fatto ieri sera?” chiese vago, “ballato… sorprese a Maya, e casa tu?” risposi vaga, “siamo andati in un locale, c’erano donne nude, ragazze che ballavano strusciandosi su un palo tutte sudate, nude, avevano anche un bel fisico, poi una è venuta al nostro tavolo, ha ballato sopra di me” rispose serio, mi girai a rallentatore, “sto scherzando, rilassati” rise, “sei un pezzo di merda” risposi seria, “siamo stati in un pub, abbiamo bevuto, chiacchierato, poi Ryan ha detto di andare a casa sua a giocare a poker, e abbiamo giocato fino alle due” rispose sorridendo, “insomma hai fatto after” lo presi in giro, “sono invecchiato, non ho più la prestanza per poter fare serata” rise anche lui, “sei bellissimo” mi uscì spontaneo, si accostò, “tu sei bellissima, sembri una principessa” disse baciandomi, scendemmo dall’auto, “vieni, ti aiuto io” Chris mi prese la mano, c’era tutto fango nel terreno, “fermati qui” sussurrò, ancora sull’asfalto, i ragazzi scesero anche loro, la fotografa andò nel prato, “venite, venite” disse facendo cenno con la mano, i ragazzi ci presero in braccio, “che macho” risi, “visto sì” sorrise anche lui, la fotografa scattò molte foto, i ragazzi ci misero giù, “dobbiamo arrivare in quel punto lì” indicò, Maya annuì, “va bene” rispose Amanda, camminammo verso una specie di castello abbandonato, cominciammo a fare le foto, solo ragazze, solo ragazzi, i sposi, solo i testimoni, solo coppie di testimoni, e molte foto rubate, un momento di ilarità, un momento serio, un momento romantico. “Andiamo a mangiare” annunciò la fotografa, “è il giorno più bello della mia vita” annunciò Maya abbracciandomi, “lo immagino” risposi abbracciandola, “dai… lo sarà anche per te” rise, che voleva dire? La guardai fissandola, se ne andò, Chris mi prese in braccio cogliendomi di sorpresa, “mi hai messo paura” risi, “addirittura?” chiese mettendomi giù vicino alla macchina, “sì” risposi con la voce da bambina, salii in macchina, Chris era diverso, due giorni che era strano, veramente strano, silenzioso, pensieroso, non rideva neanche tanto come era solito fare… lo guardai cercando di capire, “che c’è?” chiese, “mi chiedo perché sono due giorni che sei sempre così… spento” risposi, “spento?” mi guardò, “sì, non scherzi molto, parli poco, sei pensieroso, che succede?” chiesi, “amore, niente…” mi toccò la gamba e finse un sorriso, “ti conosco” lo ripresi, “niente, seriamente, è che non sono sicuro di volere questo, tra me e te” mi guardò, lo guardai anche io, era serio? Mi stava lasciando? “Non roviniamo la festa a Maya, non facciamo trapelare nulla ok? Ce la fai a recitare?” chiese guardandomi negli occhi, “certo, per lei tutto” risposi scrollando le spalle, mi aveva distrutto, mi aveva totalmente distrutto, “va bene” rispose, tornò il silenzio, e diventò un silenzio imbarazzante, arrivammo in una villa, era apparecchiato tutto a bordo piscina, Chris mi prese per mano, mi sorrise, sorrisi anche io, “vado a parlare con Zac e Maya, aspetta qui” disse accarezzandomi il braccio, decisi di assaporare ogni suo sguardo, ogni suo bacio, e insomma, decisi di mentire anche a me stessa, guardai Maya e Zac ridere con Chris, mi sentii gli occhi lucidi, mi girai di spalle, cercai con gli occhi un bagno, “ciao Nicole… ti ricordi di me?” una ragazza mi prese il braccio, “no” risposi secca, camminai senza neanche capire dove stessi andando, “Ciao Nicole, come stai?” un ragazzo si avvicinò, non risposi, trovai il bagno, “Nicole, cazzo, che succede?” chiese una voce famigliare, Amanda, “mi stai seguendo?” chiesi secca, “no, Aiden mi ha detto che non avevi una bella cera, e sono venuta in bagno, che succede?” chiese preoccupata, “mi ha lasciata” risposi, “impossibile” scosse la testa, “non lo farebbe mai” proseguì, “non sono sicuro di volere questo tra me e te” ripetei le sue parole, “oddio…” mi abbracciò, “Maya lo sa?” chiese dolcemente, “no, e non lo deve sapere” dissi seria, mi fece una carezza, “senti, ora facciamo da questo bagno, e andiamo al tavolo, ridi, io ti faccio ridere, e cerchiamo di superare tutto ok?” mi abbracciò, “va bene” risposi, uscimmo dal bagno, andammo al nostro tavolo, Chris mi sorrise, sorrisi anche io, “dove sei stata?” chiese avvicinandosi a me, “bagno” risposi secca, “e non me lo dai un bacio?” chiese dolce, “no, sai una cosa? Non ci riesco a recitare” risposi guardandolo negli occhi, “vorrei l’attenzione di tutti, questo video è per la mia migliore amica, e per il mio migliore amico, che possa essere questa la giornata adatta per celebrare il vero amore, io dedico questo momento a loro” Maya ci indicò, partì un video. La canzone era She’s the one di Robbie Williams, si aprì una foto di me neonata tra le braccia di un piccolo Chris, tutti e due in bicicletta, le estati al mare, il periodo del liceo, con la prima sigaretta, prima del ballo di fine anno, il primo giorno nella casa dove abito ora, quando mi ero vestita da pin up e lui da giocatore di football a carnevale, la nostra foto preferita, io che facevo la linguaccia e lui che mi faceva le corna dietro, me e lui a una festa tenevamo le bottiglie di birra sorridenti, lui che mi teneva le mani mentre facevamo la lotta, quando mi aveva rubato la sigaretta il giorno che ci siamo messi insieme, non ne sapevo neanche l’esistenza, cominciai a piangere, le foto mentre ci baciavamo, quelle in cui ci abbracciavamo, la foto di poco prima, e poi partì il video della sera, quando mi aveva chiesto di ballare sulle note di Your Song, si alzò Chris, mi prese la mano, lo guardai tra le lacrime, mi tirò su.

Maya mi fece sedere su una sedia, mi portò il suo bouquet, lo tenni in mano, piansi nel vederlo prendermi la mano, mi asciugò le lacrime, “non piangere, per favore” mi implorò, annuii, “mi ero preparato un discorso, e sono due giorni che cerco di dirtelo, prima in macchina, quando mi hai detto, ti conosco, mi si è gelato il cuore, ho capito che con te non posso giocare, non posso perderti, e quando ti ho detto non sono sicuro di volere questo tra me e te, intendevo che non voglio avere il classico rapporto tra fidanzatini, ci conosciamo da 25 anni, quasi 26… ti ci stai avvicinando” scherzò, risi fra le lacrime, “smetti di piangere, per favore” si bloccò, scossi la testa, mi asciugò le lacrime di nuovo, “vedi, nel discorso avrei dovuto dire che volevo proteggerti da ogni cosa, che volevo asciugarti ogni singola lacrima, e se non ci fossi riuscito avrei pianto con te, avrei dovuto dire che avrei litigato con te, sempre, e comunque, perché quel faccino arrabbiato non me lo perderei per niente al mondo, che non avrei mai smesso di farti ingelosire, perché sei così bella quando borbotti, fai uscire la tua parte psicopatica, ed è bello, avrei dovuto dirti che ti avrei fatta ridere sempre, perché quando ridi tutto sembra più luminoso, e ti avrei chiesto di ballare ogni secondo, perché tenerti fra le mie braccia, è la cosa che amo di più in assoluto, ti avrei detto che ieri sera quando sono tornato e ti ho vista nel letto, ho pensato che era questo che volevo, avere te, e non una donna qualsiasi, nel letto, struccata, stanca, devastata da una giornata pesante, ma felice di vedermi, e ti avrei detto di quanto sono più belle le giornate da quando ci svegliamo insieme, ti avrei detto anche che ogni volta che litighiamo adoro guardarti negli occhi e vedere che anche tu stai pensando che non ha senso litigare, e poi cominciare a ridere.” Si inginocchiò, cominciai a piangere ancora di più, “ma solo adesso mi accorgo dai tuoi occhi che tutto questo già lo sai,” mi guardò negli occhi, “perciò mi rimane solo da chiederti…” si bloccò, slacciò il filo intorno al bouquet che tenevo in mano, se lo girò fra le mani, “mi vuoi sposare?” chiese mostrandomi l’anello, rimasi in silenzio, portai la mano alla bocca e lasciai che le lacrime mi scendessero ancora più forte, mi guardò negli occhi, “sì” sussurrai, “non ho sentito” rispose prendendo la mia mano, “Sì” risposi, mi mise l’anello al dito, sollevò abbracciandomi, “ti amo Walker” mi sussurrò fra le labbra, “anche io Evans” lo baciai, Maya si buttò su di noi, “congratulazioni ragazzi” disse abbracciando Chris, si girò verso di me, “tesoro mio” sussurrò abbracciandomi, “e adesso un bel brindisi all’amore” disse Zac, portandoci i bicchieri di prosecco, brindammo. Tornammo al tavolo, guardai l’anello, era così bello, “Nicki, vieni in bagno” mi chiamò Amanda, “sì” risposi capendo, entrammo in bagno, “guardai, piccolo panda” mi toccò il naso, risi, avevo gli occhi che erano tutti neri, “ora ti ritrucco” disse aprendo la borsa, fortunatamente c’era lei, mi struccò e ritruccò in dieci minuti, “ecco fatto, come nuova” rise, risi anche io, “congratulazioni” mi abbracciò, “ah per la cronaca, lo sapevamo tutti quanti che non ti aveva lasciato” rise, la guardai in cagnesco, “mica potevo dirti, no, non stare male, vedrai che Chris ora ti chiederà di sposarlo” rise di nuovo, “ok… potresti avere ragione” risi, “senti, so che puoi pensare che io sia gelosa di te e Chris, ma fidati, sono felice per voi, e poi Chris non è affatto bello come pensavo” rise, “no?” chiesi ridendo, “sì, ok è bello, però è tuo, e non intralcerò in alcun modo, io ti voglio bene” mi abbracciò di nuovo, “anche io” la abbracciai, uscimmo, tornammo al tavolo, “ah… Nicks” mi chiamò Chris, “dimmi” risposi avvicinandomi, “ovviamente, un’altra sorpresa, guarda” si spostò, “Lisa” urlai, la abbracciai, “bambina mia” mi strinse, rimanemmo così per un po’, “come stai?” chiese allontanandomi per guardarmi, “bene, tu?” risposi, “bene, ma sei dimagrita troppo, mangi?” chiese guardandomi, “anche troppo” risposi mi guardò male, “gli altri?” chiesi sorridendo, la mamma di Chris era anche un po’ la mia, “vieni” mi prese la mano, mi portò al suo tavolo, Scott si alzò, mi corse in contro, mi abbracciò forte, “sei sparita” disse ridendo, “scusa” lo guardai colpevole, “perdonata” mi lasciò andare, andai ad abbracciare Carly e Shana, “non mi saluti?” chiese una voce maschile, mi girai, “Bob” lo abbracciai, “ah ora va meglio” mi abbracciò, “la state monopolizzando?” chiese Chris, “sì, tu lo hai fatto per anni, non facendocela vedere” lo ammonì Carly ridendo, “comunque io te l’ho sempre detto che finivate insieme” Bob gli mise una mano sulla spalla, “avevi ragione” ammise Chris, “sentite, noi andiamo al nostro tavolo, ci vediamo, ciao” mi tirò, “Chris il tavolo è di là” indicai la direzione giusta, “sì, ma io voglio fare questo” mi mise all’angolo della siepe, “Chris… no” dissi ridendo, “non voglio fare l’amore tranquilla, voglio solo darti una cosa” mi guardò cercando qualcosa in tasca, lo guardai, “questo” mi diede un foglio di carta, era la sua scrittura, “quando penserai che non ti amo, o ti sentirai sola, avrai il mio discorso che non ti ho fatto” scrollò le spalle e mise le mani in tasca, era in imbarazzo, “Chris ti senti in imbarazzo con me?” chiesi stupita, “ora sì” ammise, “e adesso andiamo a mangiare” mi prese la mano, camminammo fra i tavoli, “Nicole, Nicole” una voce mi chiamò, non mi girai, non mi andava di parlare con gente che non ricordavo neanche l’esistenza, “Nicole” una donna sulla cinquantina mi prese il braccio, “mi scusi, ma non la conosco” risposi indietreggiando, “sono Samantha, non ti ricordi?” chiese, scossi la testa, “la donna che usciva con tuo padre, quando avevi 11 anni” spiegò, “ah… non parlo con mio padre” risposi girandomi di spalle, “ti va di parlarmene?” chiese invadente, “no” risposi secca, continuai a camminare con Chris, “che voleva?” chiese sussurrando, “parlare di mio padre” risposi, “sta diventando un incubo” rispose lui baciandomi la tempia, il pranzo finì per le cinque e mezza, il DJ mise musica di sottofondo, “Nicki, mi fai un favore?” Maya mi spuntò da dietro, “cosa?” chiesi seria, “devo fare il cambio d’abito, dopo il taglio della torta” disse facendo il sorrisone e gli occhioni, “ti aiuto” dissi con il prosecco in mano, “Nicki, non bere, se no il vestito me lo metti al contrario” mi prese in giro togliendomi il bicchiere, farfugliai qualcosa di incomprensibile persino a me, arrivò il tavolino con la torta sopra, Maya e Zac ci si avvicinarono, partì Angel di Robbie Williams, tagliarono la torta, si guardarono, guardai Chris, mi sorrise, “vieni qui” mi strinse a sé, il tramonto ci offriva la giusta luce, e chiunque in quel momento avrebbe potuto innamorarsi, era l’atmosfera, erano loro, la musica, i sguardi di chi si amava, mangiammo la torta. “Allora mi accompagni?” chiese, “si” risposi seguendola, arrivammo in una stanza, c’era il suo vestito corto, panna, “ma ti piace tanto questo colore?” chiesi indicando il colore del mio vestito, “sì” rispose sognante, “ah, ok” risposi fingendomi disgustata, le tolsi il vestito, “lascialo sul divano” disse indicando un divano dietro di noi, si infilò il vestito corto, “anche per te e Amanda” annunciò facendo entrare Amanda, indicò dei vestiti come il suo ma in tiffany, li indossammo e tornammo alla festa. Mi misi seduta al tavolo, risuonava Feel di Robbie Williams, “confettina” mi prese in giro Chris, “per favore” risi, Maya stava parlando con il DJ, mi fece segno che mi dovevo tenere pronta, “dobbiamo ballare” sussurrai a Chris, “va bene” rispose, partì You’re Beautiful di James Blunt, ci guardammo in torno, nessuno accennava ad alzarsi, Chris si alzò, mi prese la mano, mi alzai e lo seguii, cominciammo a ballare, Amanda e Ryan ci raggiunsero, Zac prese Maya per mano, la portò in pista, Miguel e Mary cominciarono a ballare insieme a noi, insieme ai genitori di Zac, come sospettavamo nessuno si alzò per aggregarsi, partì Perfect Day di Lou Reed, alla prima battuta, uscimmo io e Chris, alla seconda Amanda e Ryan, alla terza i genitori di Maya, alla quarta i genitori di Zac, rimasero solo loro, erano così belli, partì All of me, e toccava a me e Chris, mi guidò, mi persi di nuovo nel suo sguardo, mi fece girare, mi ritrovai con le spalle sul suo petto a ballare, mi fece girare di nuovo, ritrovai i suoi occhi, Maya applaudì, la sentii urlare anche qualcosa di incomprensibile, la presa di Chris era così salda, sorrise, sorrisi anche io, mi strinse a sé, ballammo, e per un attimo sembrò di esserci solo noi, il tramonto, i suoi occhi, sembrava un bel sogno.

“No… No… Nicole, non ti togliere da lì” urlò Maya, “oddio…” arrivò carica, “questa tu non sapevi che l’avrei messa, ma è per onorare i 22 anni che ci conosciamo” urlò per farsi sentire da tutti gli invitati, partì I want it that way, “ballala con me” rise, la guardai malissimo, ci togliemmo le scarpe, cominciammo a ballare come i backstreet boys, e un po’ come la ballavamo noi quando eravamo piccole, si aggiunsero tutte le ragazze che avevano la nostra età, Maya mi guardò, era felice, guardai dietro di noi, ci stavano seguendo tutte, a fine canzone mi abbracciò. “Cosa farei senza di te” sbottò, “probabilmente non balleresti i Backstreet boy” risposi scherzando, “ballate questa” la voce del DJ risuonò, mise Loca di Shakira, la prendemmo come una sfida, cominciammo a ballarla, “se la cavano” disse il Dj, ci seguirono anche in questa, “e questa…” ci sfidò di nuovo, aveva capito che avremmo fatto ballare tutti, mise mambo number 5, lei andò a prendere Zac e io Chris, vedemmo arrivare in pista anche i fratelli di Chris e i genitori, poi Mary e Miguel, che però tutta la folla di poco prima si scoraggiò a vedere come ballavamo noi, Maya mi guardò ridendo, “ma tu dove hai imparato a ballare?” chiesi a Chris ridendo, “si dice il peccato, non il peccatore” rise, decisi di non fare più domande, decidemmo di ballare il mambo come si deve, creammo un clima anni ’50, sembravamo usciti tutti da Grease, “queste due mi danno filo da torcere, e allora io vi metto… fammi pensare” si bloccò, mise Dancing Queen degli Abba, con Maya ci guardammo, cominciammo a ballare, Chris e Zac se ne andarono, la canzone venne cambiata repentinamente, mise Stayin’ Alive dei Bee Gees, cominciammo a ballare anche quella, “dure eh” rise il Dj, la cambiò di nuovo mettendo Ricky Martin, Livin la vida loca, ballammo anche quella, la cambiò di nuovo, mise I’m a Belivier, dei Smash Mouth, cominciammo a ballarla, e con questa nel ritornello ci scatenammo, “sciroccate” rise il Dj, i tavoli erano quasi tutti vuoti, eravamo riuscite a far ballare tutti, nel frattempo era diventata notte, “ballate questa” annunciò il Dj, mise la mordidita di Ricky Martin, cercammo Amanda, Ryan, Chris e Zac, ballammo tutti e sei insieme, potevamo dire che stavamo muovendo la massa, ci seguivano tutti, diventò un ballo di gruppo, partì un vero party, “e adesso questa…” mise David Guetta, Just One Last Time, “è ora della discoteca” annunciò il Dj, cominciammo a scatenarci, guardammo i più grandi andarsi a sedere, uscì il fumo in pista, le luci diventarono nere, e si accese la luce stroboscopica, cominciò la vera festa, il lato negativo? Troppa gente che si strusciava su Chris, venni rapita da Scott, ballai con suo fratello, la canzone venne sfumata con Wake me up, di Avicii, guardai Chris, ballava con Carly, Maya mi rubò da Scott, cominciai a ballare con Maya, “trovami persona che sa comprendere il mio animo, meglio di te” mi disse all’orecchio, “nessuno” risposi, “La mia migliore amica” mi si buttò in braccio, urlò, la canzone la sfumò di nuovo con una di David Guetta, Play Hard, Maya scese da in braccio a me, andò da Zac, sentii qualcuno ballarmi dietro, mi girai, incontrai gli occhi di Chris, mi mise una mano sul fianco, la fece scendere giù, mi circondò la vita con il braccio e mi tirò a sé, di certo si stava facendo calda l’aria, “quando arriviamo a casa…” disse al mio orecchio, “niente, perché i tuoi dormono da noi” dissi al suo orecchio, la canzone diventò Dangerous, sempre di David Guetta, “e quindi?” chiese baciandomi sotto all’orecchio, mi girai di spalle, “mi faciliti le cose” rise, mi strinse a lui, decisi di giocare, cominciai a muovermi lentamente, strusciandomi su di lui, piegai la testa in dietro poggiandola sul suo petto, rise, “vuoi giocare?” chiese leccandomi il collo, “giochiamo” rispose stringendomi, si cominciò a muovere anche lui lentamente, la canzone diventò Forbitten Voices di Martin Garrix, mi aiutò, era molto più facile muoversi come stavo facendo, lo sentii irrigidirsi, si bloccò, “che c’è?” chiesi maliziosa, “Nicole…” puntò il dito su qualcosa che non riuscii a capire, “Non capisco” scossi la testa, “Nicole, quella è Amanda?” chiese, “ma chi?” chiesi non capendo, c’era solo una coppia che si baciava e una tavolata di persone che non avevano l’età di ballare quella musica, “quella sopra al cugino di Maya” disse, “ma Amanda sta ballando con…” mi girai, Ryan stava ballando con una ragazza, la canzone cambiò di nuovo, Flo Rida, Right Round, “è lei ti dico” disse, “sì ok… ma che ti importa” risposi, “Ryan è mio amico” rispose, “Chris, Ryan è lì, balla e tocca il culo a una ragazza, credi seriamente che possiamo giudicare solo Amanda?” chiesi continuando a ballare, “va bene, non mi impiccio” disse continuando a ballare con me, “fai bene” dissi baciandolo, allungò la lingua, mise una mano sul sedere, giocava veramente sporco, mi avvicinai a lui, cominciai a strusciarmi, “lotta di supremazia eh” disse al mio orecchio, partì Sexy Bitch di David Guetta, “certo” dissi allungando una mano sul cavallo del suo pantalone, “allora? Dobbiamo giocare sporco?” chiesi ridendo, “come vuoi” si mosse in avanti, “e poi, non dormiranno tutti da noi, Shana, mamma e papà dormiranno a casa mia” annunciò, perciò Scott e Carly avrebbero dormito da noi, “mmm… va bene” risposi, Chris mi baciò, devo dire che con la camicia e la cravatta era proprio sexy, “con queste ultime due ci salutiamo, ciao genteeeeee” urlò il Dj, partì Give Me Everything Tonight, di Pittbull, Maya mi guardò e rise, mi fece il gesto di ballare sexy, feci il pollice in su, “che state confabulando?” chiese Chris, “shh” gli misi un dito sulle labbra, ballai con lui, non sexy per farlo apposta, o per qualcosa, ballai con lui come ci andava, mi sorrise, sorrisi anche io, “Ti amo” lessi il labiale, “anche io” risposi, Amanda sbucò dietro di noi, “dov’eri?” chiesi prendendola per il braccio, “qui…” rispose vaga, ci guardammo io e Chris e ci mettemmo a ridere, partì l’ultima canzone We Were Young, SRTW, ballammo, “Ryan?” chiese Amanda, “non ci stavi ballando?” chiesi seria, “no… stavo… perché con chi stava ballando?” chiese, “Amanda con chi stavi?” chiesi, “stavo qui, ballavo con Maya, Ryan dov’è?” chiese incazzata, “non lo so, l’ho visto che ballava con te, poi non vi ho più visti” risposi salvandomi in calcio d’angolo, Chris mi guardò come a dire, te la sei scampata, “eccolo” lo indicai, era tra la folla, Amanda diventò una furia, “Maya” la chiamai, arrivò ballando, “Amanda era con te tutto il tempo?” chiesi, “sì, perché?” chiese preoccupata, “guai in vista” indicai Ryan e Amanda che litigavano, “merda…” Maya rise, cominciò a ballare con noi, “ragazzi, siete la cosa più bella che ho” disse abbracciandoci, la musica finì, noi la riabbracciammo, “non voglio andare a casa” si lamentò, “chi era quella zoccola?” un urlo risuonò, ci girammo tutti verso Amanda, Maya sbottò a ridere, “Maya…” la richiamai, non riuscii a tenermi, sbottai a ridere anche io, “adesso dobbiamo dare le bomboniere” disse Maya, il Dj uscì dalla console, “ci sai fare bambolina” disse mettendomi una mano sulla schiena, Chris diventò paonazzo, “ei bel fusto, il sole sta calando” gli misi la mano alzata, “non sono Hulk” rise, “dai andiamo a prendere le bomboniere”, guardai l’ora, le dieci e trenta, “aaah dimenticavo” Amanda chiamò tutti a raccolta, “selfie” annunciò, si fece prima un selfie tutti insieme, poi con me e Amanda, poi con me e Chris, con Chris e Ryan, con Ryan e Amanda, e poi tutti gli invitati, stranamente vennero tutti. Prendemmo le bomboniere, tiffany. Ovviamente.

Aspettammo che tutti gli invitati se ne andassero, la aiutammo a mettere a posto il vestito, recuperammo le nostre scarpe da sotto il tavolo, ce le infilammo, “ora che siamo solo noi, i partenti, le persone intime, vi posso dire che sono felicissima di tutto, e anche se non farò la luna di miele non ucciderò Zac” rise, “e invece la farai” annunciò Zac, Chris tirò fuori i biglietti dalla tasca della sua giacca, “oddio…” si mise a piangere, “è il vostro…” chiese tra le lacrime, “sì” rispose Amanda, “oddio, grazie ragazzi” ci abbracciò, “se non ti piace la meta, la puoi sempre cambiare” annunciò Ryan, “Spagna, Barcellona” lesse a voce alta, “ma siete matti? L’ho sempre sognato… Grazie” ci abbracciò di nuovo, abbracciò Zac, “ma…” si staccò da Zac, “se partirò, non ci sarò per il tuo compleanno” disse triste indicandomi, “e invece abbiamo calcolato anche questo, era una sorpresa per Nicole, ci siamo organizzati quando lei non poteva venire” annunciò Zac, “partirete due giorni dopo il suo compleanno, sappiamo che non è un compleanno senza che voi due cantiate buon non compleanno” rise Chris, “tu non lo sapevi?” chiese indicandomi, scossi la testa, “aww” mi abbracciò, qualsiasi cosa le dicevi ti abbracciava, o era una mia impressione?

La aiutammo a mettere le cose in macchina, “grazie mille ragazzi” disse Zac abbracciandoci, “al vostro matrimonio spero di poter fare lo stesso” disse indicandoci, “lo speriamo anche noi” risposi, salutammo tutti quanti, i genitori di Chris erano già andati a casa di Chris, e Scott e Carly ci aspettavano sotto casa mia, salimmo in macchina.

“Vuoi che ti prenda in braccio?” chiese Chris una volta arrivati sotto casa, “no… ho ballato fino a venti minuti fa, sono una roccia” dissi facendo il muscoletto, “ma falla finita” mi spinse con un dito e persi l’equilibrio, mi riprese prima che iniziassi una relazione con il pavimento, “è tutto nella norma” dissi ridendo, Carly e Scott ci stavano aspettando davanti l’ascensore, entrammo, “allora? Che ne pensate del matrimonio?” chiesi, “ma a te che droga hanno dato?” chiese Scott, “perché?” chiesi ridendo, “non ti sei fermata 5 minuti” rise, “mi piace ballare” risposi, “abbiamo notato” rispose Carly, “però siete proprio belli, quando avete ballato All Of Me avete commosso tutti” disse Carly, “ah Nicki, una ragazza si era innamorata di Chris” disse Scott ridendo, “dove sta la novità?” chiesi ridendo, “eh infatti…” rise anche lui, “perché che ha detto?” chiesi curiosa, “appena è entrato in chiesa ha guardato la sorella e le ha detto, oddio, ma lo stai vedendo? Poi siamo arrivati alla villa, e lei lo cercava chiedendo alla sorella se lo vedesse, quando siete arrivati ha cominciato a torturare la sorella perché la aiutasse a scoprire qualcosa di lui, se era fidanzato, quando è partito il video c’è rimasta male, quando ti ha chiesto di sposarlo ancora di più” rise, “ah… andiamo bene” risi, le porte si aprirono, Chris aprì la porta di casa, Dodger si buttò su Chris, “sì, ora ti porto fuori” lo accarezzò, “ora lo porti fuori?” chiesi preoccupata, “no… ce l’avevo con te” mi accarezzò la testa, “stronzo” risposi togliendomi le scarpe, “dai mettiamo il guinzaglio” annunciò, rimasi con la scarpa in mano per cercare di capire se ce l’avesse con me, lo mise al cane, la posai, tolsi anche l’altra, “ora torniamo” annunciò, “fai con comodo” risposi, “ragazzi come se fosse a casa vostra, volete qualcosa?” chiesi, “no, grazie” si misero seduti sul divano, “ma siete imbarazzati con me?” chiesi confusa, “ehm… sì” rispose Carly, “e perché?” chiesi sedendomi vicino a loro, “perché non siamo mai stati a casa tua” rispose Scott, “è un po’ piccola, ma c’è tutto” risposi guardandomi in torno, “scusate, voi fate quello che volete, potete anche devastare tutto, ovviamente tutto ciò che è di Chris, io mi devo andare a togliere questo” dissi indicando il vestito, annuirono, entrai in bagno, mi infilai sotto la doccia, uscii, mi struccai, misi l’intimo, presi un pantalone grigio della tuta, una canottiera nera e una felpa nera, “sono tornata me” risposi sedendomi sulla poltrona, “e sei molto più bella” disse Carly, “grazie” sorrisi, la porta si aprì, “iiih” Chris si finse impaurito, “chi è quel mostro?” mi indicò, presi il cuscino della poltrona e glielo tirai, “ti amo, lo sai” mi venne a dare un bacio, “se volete spogliarvi potete farlo, la borsa delle vostre cose è qui, il bagno è lì” Chris indicò le cose, “sembri un Hostess” lo presi in giro, “Nicks, ti butto di sotto” mi minacciò ridendo, “che paura” risposi ridendo, andai a prendere una sigaretta e uscii fuori al balcone, “vado a fare la doccia” annunciò Scott alzandosi, “va bene” rispose Chris, mi raggiunse insieme a Carly fuori al balcone, “dove li facciamo dormire?” chiese Chris, “o sul letto o sul divano letto, è da aprire, ma dobbiamo spostare le poltrone e il tavolino” risposi, “dove vuoi dormire?” chiese a Carly, “divano letto” rispose sorridendo, “va bene” rispose, buttai la sigaretta. Spostammo le poltrone, il tavolino, e aprimmo il letto, “vado a prendere le lenzuola pulite” dissi andando in camera da letto, “sono proprio felice che stai con lei” sussurrò Carly, “anche io, sto proprio bene” rispose Chris, tornai in salone con le coperte, feci il letto velocemente, gli diedi i cuscini che erano nel ripostiglio, misi le federe, “il letto è pronto…” annunciai, “ti sei fatta proprio bella” disse Scott arrivando alle mie spalle, “grazie… prima facevo schifo?” chiesi ridendo, “assolutamente no, ma ora, se fossi etero, un pensierino ce lo farei” rispose ridendo, Carly si mise a ridere, “vado a farmi una doccia” annunciò, Chris si mise seduto sulla poltrona, mi fece segno di mettermi seduta in braccio, “e quando vi vorreste sposare?” chiese Scott infilandosi sotto le coperte, “dobbiamo pensarci” rispose Chris guardandomi, Carly arrivò dopo una ventina di minuti, “amore, andiamo” disse Chris facendomi alzare, “potete rimanere eh” rispose Carly, “io devo andare a fare la doccia, se la volete vi lascio Nicks” mi accarezzò la guancia, sorrisi, “certo che la vogliamo, non la vediamo da una vita” disse Carly, “che dici?” chiese, mi misi seduta sulla poltrona, “mah niente… voi?” chiesi, “niente anche noi, ma… tuo padre?” chiese Scott, Carly gli diede una gomitata, “mio padre è tornato a cercarmi” risposi, “davvero?” chiese Scott, “sì, però non è cambiato di una virgola” risposi guardando a terra, “ti ha messo le mani addosso Nicki?” chiese Carly, “sì” risposi secca, “piccolina” mi abbracciò, “non fa niente… ci sono abituata, comunque sembra non apprezzare che sto con Chris” feci spallucce, “pensa se scopre che vi sposate” disse Scott, “lo saprà di certo, metà invitati del matrimonio è di lì” risposi, “già” rispose Carly, Chris uscì dal bagno, aveva una maglietta a maniche corte bianca e un pantaloncino nero, “andiamo a letto?” chiese, “queste proposte… davanti a noi poi… Chris” lo prese in giro Scott, “pff… non ho bisogno di richieste in questo campo” scherzò Chris, mi alzai, “buonanotte, domani continuiamo il discorso” mandai un bacio e sparii, entrai in camera da letto, Chris mi baciò, mettendo una mano sotto la maglietta sul fianco, “Chris” lo chiamò Carly, uscì dalla camera, sentii Scott e Carly ridere, “dove si spegne la luce?” chiese Carly, “qui” indicò Chris, “buonanotte” annunciò, tornò in camera lo guardai, “Chris… ci credo che stavano ridendo, guarda come ci sei andato di là” sussurrai, “come?” chiese sussurrando, “hai l’alza bandiera” risposi ridendo, “cose naturali” rispose baciandomi, mi tolse la maglietta, “Chris” lo richiamò Scott, mi rimisi la maglietta, “sì” andai io, “possiamo prendere una bottiglia d’acqua?” chiese sussurrando, “sì” risposi sorridente, la tattica era fingiti coccolosa, internamente sbraita, “buonanotte” sussurrai, spensero la luce, tornai in camera da letto. “Aspetta” sussurrò Chris, sdraiato sul letto, aspettammo dieci minuti, sembrava che non avessero più richieste, mi tirò per la mano, mi misi sopra di lui, mi baciò con passione, tolse la maglietta velocemente, io tolsi la sua, abbassò il pantalone nella parte posteriore, mise le mani sul sedere, piegai la testa in dietro, con un dito tirò giù anche la parte anteriore del pantalone, allungò la mano, cominciai ad ansimare, glieli abbassai anche io, mi girò mettendomi sotto di lui, mi abbassò le mutande, sfilandole insieme ai pantaloni, mi tolse il reggiseno, cominciò a leccare dal collo, passò al seno, scese giù fino alla pancia, scese ancora più giù, mi afferrò le cosce, cominciai ad ansimare, gli presi i capelli, tornò su, mi baciò, si sfilò i pantaloni, mi guardò negli occhi, poggiò la mano sul mio fianco e l’altra prese la mia mano, entrò, cominciammo ad ansimare entrambi, sentii lui stringere la mia mano, e fare pressione sul fianco, mi guardò negli occhi, mi ci persi di nuovo, si tolse, lo guardai aprire il cassetto, prese il preservativo, lo indossò, “perché?” chiesi sussurrando, mi baciò per farmi stare zitta, entrò di nuovo, mi riprese la mano, con l’altra mi aggrappai al lenzuolo, ci guardammo di nuovo negli occhi, venimmo insieme, e capii il perché del preservativo. Si spostò di lato a me posando la testa sul mio seno, “dimmi che nel tempo rimarrà tutto così” sussurrai, “non ti prometto che ti amerò come ti amo oggi” sussurrò, “e perché?” chiesi triste, cominciai a giocare con il suo tatuaggio sulla spalla, “perché non ti amerò mai come ti amo oggi, alcuni giorni meno, alcuni giorni di più, ma non chiedermi di amarti come ti amo ora” mi accarezzò il viso, “perciò mi stai dicendo che ci saranno giorni in cui ti starò sul cazzo” risposi guardandolo, “e giorni in cui io starò sul cazzo a te” mi strinse, “vero” ammisi, “posso prometterti di non lasciarti mai” mi guardò negli occhi, sentii gli occhi lucidi, “non piangere, per favore” mi baciò, “e comunque non sei capace a ballare” rise, si alzò, “e comunque non sai recitare” risposi ridendo, “ma falla finita” mi tirò il cuscino che stava sulla sedia, aprì la porta, “dove vai” lo tirai, “in bagno” mi guardò confuso, “così?” chiesi guardandolo, era nudo, “eh…” annuì, “con tuo fratello e tua sorella di là?” chiesi di nuovo, “forse è meglio se mi metto le mutande” rise, “direi” risposi ridendo, mi vestii anche io, “Chris” Scott lo chiamò, lo sentii andare in salone, “dimmi” sussurrò, “mi togli un dubbio?” sussurrò Scott, “sì” rispose Chris sedendosi affianco a lui, “ma, è incinta?” chiese, silenzio, non sentii più nessuno, “dai…Chris” lo implorò, “sì… ma lei non lo sa” scherzò, “non è incinta?” chiese confuso, “no… perché?” chiese Chris, “perché sembrava così” disse sbadigliando, “se lo dici tu…” Chris si alzò, mi raggiunse, ero sulla porta, “amore mio” sussurrò, “ciao amore” lo baciai, gli saltai in braccio, “ma non sei stanca?” chiese guardandomi, “per niente” risposi abbracciandolo, “ti sei svegliata alle 5.20, hai corso tutto il giorno, sei stata tutta la sera a ballare, è mezza notte e tu ancora hai le pile cariche?” chiese stupito, annuii, “va a mio favore” rise, “no…” risposi secca, Chris camminò verso il letto con me in braccio, si sdraiò con me sotto, mi baciò, “e cosa vorrebbe fare signorina?” chiese stringendomi, “ci facciamo una foto?” chiesi, “no…” si disperò, “perché fai così?” chiesi ridendo, “perché non sarà mai una, perché poi non ti piaci, provi un’altra posa, viene sfocata, allora la devo scattare io, fai un’altra faccia, non ti piace, poi la faccio io mossa…” si disperò di nuovo, “dai no… solo una, come va va…” risi, “va bene” prese il cellulare, “tieni” mi porse la fotocamera aperta, venne bellissima, me la inviai su what’s app, “immagine del profilo eh” mi prese in giro Chris, “copertina” risposi ridendo, “mamma mia” disse guardandomi, “che cosa?” chiesi, “sei bellissima” si buttò su di me, “aaah Chris, mi fai male” urlai, mi stava praticamente amputando una gamba con il ginocchio, “zitta, che poi ti piace” scherzò, “ma la smetti?” risi, “prima mi implori, poi la devo smettere?” mi guardò negli occhi, sarei morta per un paio di occhi così, “ragazzi?” entrò Carly, “sì” rispose Chris ancora sopra di me, “scusate se interrompo qualcosa, avete qualcosa per il mal di testa?” chiese, “non hai interrotto niente tranquilla” risposi spostandolo da sopra di me, mi alzai, “vieni, ce l’ho in cucina” dissi facendo segno di seguirmi, mi seguì, le passai la pasticca, “comunque mio fratello così non lo vedevo dai tempi che venivi spesso a casa nostra, grazie” mi sorrise, “grazie?” chiesi confusa, “grazie di prendertene cura” rispose seria, “mi viene naturale” risposi, “scusa se vi ho interrotti in qualcosa” rise, “non hai interrotto niente, stava facendo lo scemo” risi anche io, “senti, io esco dal balcone, così non sveglio Scott, mi chiudi la finestra?” chiesi uscendo, lei annuì, arrivai alla finestra della camera da letto, bussai, Chris mi fece segno di no con il dito, si girò di spalle, bussai di nuovo, mi aprì, “tu hai problemi” dissi infreddolita, rise, “hai presente quando hai detto ci saranno giorni che ti starò sui coglioni?” chiesi, lui annuì, “ecco questo è un momento che ci si potrebbe avvicinare parecchio” proseguii, “dai, stavo scherzando” mi baciò, “aaah, possibile che non posso mai essere incazzata con te?” chiesi ridendo, “possibilissimo, sono perfetto” rise, “mmm, sicuro?” chiesi alzando il sopracciglio, “non lo sono?” si avvicinò, “no” risposi ridendo, “non sei credibile” mi spinse dalla punta del naso, “mi stai cogliendo sulla stanchezza” risposi andando verso il letto, mi misi al mio lato del letto, presi il lembo delle lenzuola e lo piegai per poterci entrare, “già sei stanca?” chiese prendendomi in giro, “mmm ora sì” risposi, mettendomi sotto le coperte, mi imitò, “vieni qui” mi avvicinò, appoggiai la testa sulla sua spalla, mi toccò i capelli dolcemente, “piccolina” sussurrò baciandomi la testa, misi la gamba sulle sue, “buonanotte” sussurrai, “buonanotte” rispose spengendo la luce. Mi addormentai così, fra le sue braccia, cullata dal battito del suo cuore.

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Capitolo 10
*** Ho perso tutto quella notte. ***


Capitolo 10

Il braccio di Chris mi strinse a sé, aprii gli occhi e mi girai per guardarlo, era così bello, sembrava un angelo, accarezzai i suoi capelli, si lamentò stringendomi al suo petto, guardai l’ora, 8.30, potevo concedermi un altro po’ di coccole di Chris. D’un tratto mi trovai la gamba di Chris sulle mie, abbracciata a lui come fossi in peluche, poggiò la testa sul mio seno, accarezzai i suoi capelli, erano così morbidi, profumati, il risveglio con lui era la cosa più bella del mondo, guardai fuori dalla finestra, New York era già sveglia.

Mi alzai dal letto, Chris cercò di tirarmi, “dai…” risi prendendogli la mano, mi sorrise con ancora gli occhi chiusi, “si mise seduto sul bordo del letto, “buongiorno” sbiascicò assonnato, “buongiorno amore mio” risposi dandogli un bacio, “caffè?” chiesi mettendomi la felpa, “mmh… sì” rispose stiracchiandosi, sorrisi e uscii dalla camera. Feci lo slalom tra gli ostacoli, poltrona, tavolino, poltrona, divano letto, sedia. Entrai in cucina, misi a fare il caffè, presi i biscotti. Sentii una mano sul fianco, “ma come fai ad essere attiva di prima mattina?” chiese Chris dandomi un bacio sulla tempia, si appoggiò al bancone della cucina guardandomi, “shh… che urli” sussurrai, “scusa” sussurrò ridendo, “e poi sono le 9.30, non è prima mattina” risposi continuando a sistemare, “che facciamo a pranzo?” chiesi guardando nel frigo, non c’era praticamente niente, anche la balla di fieno con la pagliuzza se ne erano andati, “se mi dai il caffè, porto Dodger giù e con la scusa prendo anche qualcosa per pranzo, ah… a mezzogiorno vengono i miei con Shana, pranziamo insieme” rispose sedendosi sulla sedia davanti alla finestra, “e quando pensavi di dirmelo?” chiesi spengendo il caffè, “non sapevo che dovevo darti il preavviso” disse strofinandosi gli occhi, scossi la testa, “mmm… profumino di caffè” Scott entrò in cucina, “tieni” gli diedi il caffè nella tazzina, “tieni Chris” mancava poco che glielo tiravo, “buongiorno” Carly si stirò entrando in cucina, “buongiorno” le tesi la tazzina di caffè, me lo versai per me, ci mancava solo Dodger, “no… ferma” Chris mi bloccò, lo guardai male, “già sei nevrotica, ci metti anche il caffè? Ci vuoi uccidere?” chiese scherzando, “Chris, finisci male, ti avverto” lo guardai malissimo, risero tutti, tranne me, “devi fare qualcosa?” chiese avvicinandosi, “no… casa è così in ordine” risposi sarcastica, “sei un amore quando ti incazzi” disse baciandomi la nuca, “Chris… seriamente, sparisci che è meglio” presi i guanti, rise, “oh, sì, ridi… bene… sai che ti dico? Pulisci il bagno, e rifai il letto” lo tirai in bagno, “cosa?” chiese ridendo, “divertiti…” annunciai, chiusi la porta alle mie spalle, rientrai, “amore” marcai la o della parola con un grande sorriso falso, cominciò a ridere, incrociai le braccia, “dai… mi fai ridere se fai così… se esci pulisco” cominciò a ridere come un pazzo, “Chris…” lo richiamai voltandomi di lato per non ridere anche io, “ti vedo che vuoi ridere” si avvicinò, “Chris… per favore” lo guardai, fece una smorfia e cominciai a ridere anche io, “lo sapevo che avresti riso” disse baciandomi, “Chris, per favore… aiutami, c’è un casino totale qui” indicai la casa, “senti, porto giù il cane e mi faccio accompagnare da Scott e Carly, mentre loro si fanno la doccia e fanno le loro cose ti aiuto a chiudere il divano e a mettere a posto i mobili, poi scendo giù e tu nel frattempo fai quello che riesci a fare, risaliamo su e prepariamo da mangiare, va bene?” chiese serio, mi mise la mano sul fianco, annuii, “posso fare la doccia?” chiese Scott, Chris lo guardò malissimo, “che c’è? Serve a voi?” chiese malizioso, “no…” rispose spingendomi fuori, “tutto tuo” chiuse la porta, “si voleva solo impicciare” rise Chris. Disfai il divano letto, Chris mi aiutò a chiuderlo, rimettemmo le poltrone e il tavolino al loro posto, “Carly tu e Scott mi accompagnate giù con Dodger? Così vado a fare spesa e me lo tenete” chiese Chris guardando Carly che giocava con Dodger, “certo” rispose Carly, Scott uscì dal bagno, “vado io, te le metto nel cesto dei panni sporchi?” chiese Carly prendendo le lenzuola che avevo buttato a terra, “sì, grazie” risposi, andai in camera da letto, disfai anche il nostro letto, cercai delle lenzuola nell’armadio, le trovai nere di raso, non le ricordavo neanche, mi ricordai che Maya me le aveva regalate quando avevo comprato casa, cercai anche la trapunta nera, la trovai, “mi aiuti?” chiesi a Chris che mi guardava dalla porta, “era un bel panorama” rispose, mi resi conto che mettersi piegati a infilare il coprimaterasso girata verso la porta non era proprio del tutto casta come posizione, “cretino” risi, mi raggiunse, mi prese per i polsi e mi spinse sul letto, “Chris” urlai, “mmm…” si morse il labbro, “Chris, dai… aiutami o vattene” risi, “ti aiuto” si alzò da sopra di me tendendomi la mano per farmi alzare, si diresse al lato opposto del letto e mi aiutò a rifare il letto. Aprii tutte le finestre.

Chris e i fratelli erano usciti con il cane, entrai in bagno, cominciai a pulire a fondo, quando finii il bagno lavai per terra in tutta casa, uscii fuori al balcone e accesi la sigaretta. Squillò il cellulare, “Che sorella di merda” una voce maschile esordì nel telefono, “scusa?” chiesi, “sono Josh, ti sei dimenticata di me? Insomma… sono tuo fratello, e neanche mi dici che ti sposi? Con Chris!” rise, “Josh… scusa, è successo tutto così velocemente… senti, una sera di queste andiamo a mangiare insieme va bene?” chiesi, “con India?” chiese di rimando, “sì, io con India mi ci sono vista due settimane fa…” dissi felice, “vi organizzate senza di me? Che sorelle di merda allora” rise, “senti, ti ha chiamato papà?” chiesi tornando seria, “no… perché? Nicole che è successo?” si preoccupò, “no… niente, è venuto a New York, cercava tutti e tre, ha trovato solo me” risposi scrollando le spalle, “no… Nicole, che ti ha fatto?” chiese preoccupato, “niente, tranquillo” risposi guardando in alto, non dovevo fargli sentire che stavo per crollare, “Nicole, non mi convinci, che ti ha fatto?” chiese alzando la voce, “mi voleva portare a casa, ha aggiunto che non è d’accordo alla relazione con Chris…” mi interruppe, “sì, questo si sa, ma ti ha messo le mani addosso?” chiese serio, “Sì” risposi esitante, “pranziamo insieme, sto arrivando, ti porto a pranzo fuori, e porto anche India” era serio, “sì, Josh… ma ci sono i genitori di Chris, con i fratelli” risposi, “chiamalo, digli che se vuole può venire anche lui con la sua famiglia” sentii sbattere lo sportello, “va bene” risposi secca, attaccai e chiamai Chris, “che succede?” rispose al primo squillo, “ho sentito mio fratello, ha chiesto di pranzare insieme, gli ho detto che c’era anche la tua famiglia e mi ha detto di far venire anche voi… che faccio?” chiesi seria, “tu vai sicuro, io ora chiamo i miei e vedo se vogliono venire” rispose tranquillamente, “fammi sapere, che se mai prenotiamo” risposi, “ti richiamo appena so qualcosa” annunciò chiudendo la chiamata. Buttai la sigaretta entrando in cucina, sentii suonare il campanello, sapevo benissimo che Chris aveva le chiavi, sentii citofonare di nuovo, mi diressi al citofono, “chi è?” chiesi, non ci fu nessuna risposta, solo il rumore tipico di New York, andai in cucina di nuovo, il campanello, “chi è?” chiesi stufa di questi giochetti, nessuna risposta, aprii la porta, “ciao piccolina” mi trovai mio padre davanti, “che vuoi?” chiesi incrociando le braccia, “non mi fai entrare? Non è carino” disse tranquillamente, mi spostai dalla porta, si diresse in salone, “bene, non c’è Chris, che vuoi fare? Vuoi farmi del male?” chiesi rimanendo in piedi, “assolutamente, ma non è bello sapere dalla moglie di un tuo vecchio amico che tua figlia si sposa” si buttò sul divano e incrociò le gambe, “perché sei mio padre?” chiesi sedendomi sulla poltrona, “senti, abbassiamo i toni, tutti e due, parliamo civilmente, mi dispiace ok? Sono stato un pezzo di merda… ma sono qui per rimediare, mi piacerebbe essere al tuo matrimonio” annunciò tranquillamente, “Noah, non credo…” mi interruppe, “non chiamarmi Noah, sono tuo padre Nicole” incrociò le braccia, “Noah, non credo che sia fattibile, non voglio che tu mi rovini anche un giorno così importante” dissi incrociando le braccia anche io, “dammi l’opportunità di rimediare” spostò il peso del suo corpo in avanti e poggiò i gomiti sulle ginocchia, “voglio essere tuo padre” proseguì triste, “non puoi esserlo ora che non ho bisogno di nulla, sarebbe troppo facile” risposi scuotendo la testa, “per favore, dammi l’occasione per essere padre” disse cercando accarezzarmi la gamba, “tu me l’hai data l’occasione di vivere la mia infanzia come una bambina qualunque? Di vivere l’adolescenza nella totale spensieratezza come ogni ragazza? Io avrei voluto che i miei soli e unici problemi fossero gli amori non ricambiati, e invece mi dovevo preoccupare di un uomo ubriaco che appena gli rivolgevi la parola non perdeva occasione di farti del male! Mi hai fatto perdere i miei anni migliori, a diciannove anni una ragazza deve pensare a uscire con le amiche, e non a come pagare le bollette perché le hanno staccato la corrente, ho dovuto mettere da parte il mio desiderio di andare al college, ho perso l’opportunità di ballare, ma tu questo ovviamente non lo sai, non mi conosci, non hai idea che io facevo danza quando uscivo di casa, e non hai idea neanche che Chris, l’uomo che tu odi…” mi interruppe di nuovo, scosse la testa, “non lo odio, lo invidio, lo invidio perché è un uomo che sa farti felice, che ti ha vista ridere e crescere, come avrei voluto io, ma non ti accorgi che in lui vedi la figura di un padre?” chiese alzando lo sguardo, i suoi occhi erano languidi, “ti sbagli” scossi la testa, “cosa è lui per te?” chiese fissandomi, “è l’uomo che da sempre ha saputo capirmi, ha saputo gioire con me nei bei momenti, e ha saputo piangere insieme a me quando c’era da piangere, ha saputo aiutarmi nelle piccole cose, mi ha salvata, lui è il mio migliore amico quando mi serve il migliore amico, ed è l’uomo che sposerò quando deve essere amante, lui c’è sempre stato, c’è, e ci sarà sempre” risposi secca, “bambina mia, ti sto guardando, e mi accorgo che ormai sei grande, e non c’è più tempo per guardare i tuoi disegni, per abbracciarti la notte quando avrai paura, di cacciare via i mostri da sotto il letto, vedo nei tuoi occhi una luce, una luce strana a dire il vero, come se il mostro da cacciare via fossi io, e forse è vero, sono stato un mostro, perché ho fatto del male a un essere così puro come te, e lo continuo a fare. Vorrei che tu capissi che ogni cosa che ho fatto rovinandoti la vita, l’ha rovinata a me, è tornato in dietro il male” mi accarezzò la guancia, “ho perso tutto quella notte che è scappata tua madre, ne ero convinto, quella notte… ma la realtà è che avevo perso solo vostra madre, avevo voi… e non mi rendevo conto di quale tesoro inestimabile avessi fra le mani… perdonami tesoro, voglio portarti io tra le braccia di un grande uomo, e voglio vederti ridere, perché solo adesso che ti guardo piangere, mi accorgo che non ti ho mai vista ridere” mi lasciai asciugare le lacrime, “non sono stato un padre, fammi essere nonno, fammi essere presente ora nella tua vita, qualsiasi cosa ti serva, qualsiasi cosa tu abbia bisogno, chiama tuo padre, il matrimonio? Te lo regalo io… e non ti ho mai detto quanto apprezzi questa casa, profuma di te. Voglio rimediare, voglio essere una figura importante nella tua vita, voglio essere importante per te” mi accarezzò di nuovo la guancia, sentii la porta aprirsi, “Nicole, ti prego, non importa più se non vuoi fare il medico come me, o se vivi in una casa piccola, l’importante è che tu sia felice, fatti accompagnare all’altare, ti chiedo solo questo, fammi avere l’onore di essere tuo padre, anche solo per quei dieci secondi in cui poserò la tua mano tra le mani di Chris, per favore… concedimelo” mi implorò, “basta” urlai, mi alzai, vidi Chris con la sua famiglia e il cane sulla porta, “per favore, smettila” sussurrai guardando mio padre, “ti sto chiedendo perdono Nicole, ti sto chiedendo solo di perdonare un povero uomo che in tutti questi anni non ha capito proprio niente della sua vita, e questi capelli, questi orecchini, sono bellissimi, perché sono su di te” si avvicinò di nuovo, “perdonami” mi implorò, annuii, “davvero?” chiese stupito, “sì… ma, se mi rifarai del male…” mi interruppe, “no, non lo farò… sei la mia bambina… guarda” tirò fuori dalla tasca un pezzo di carta piegato in piccole parti, lo spiegò, era il mio disegno di quando ero piccola, “vedi? L’ho tenuto… dopo tutti questi anni…” lo guardai sorridendo, “mi chiamerai papà?” chiese sorridendo, annuii, “hai una voce?” chiese avvicinandosi, “sì” sussurrai tra le lacrime, “vieni qui” mi tirò dolcemente tra le sue braccia, tornai bambina, non importava più il dolore o la sofferenza, era un abbraccio sincero di mio padre, “ti voglio bene piccola mia” mi accarezzò i capelli, mi allontanai, guardai Chris, aveva gli occhi lucidi, “e ovviamente, devo parlare con te” disse indicandolo, Chris annuì e uscirono fuori al balcone, “allora… ci andiamo a pranzo insieme?” chiesi sorridendo, “sì… eravamo saliti per dirtelo perché non ti prendeva il telefono” rispose Scott, “ah…” guardai il telefono, nessun servizio, “certo… non ti preoccupare” sentii la voce di Chris, “Chris, è la mia bambina, non dovrà più soffrire da oggi in poi” la voce di mio padre era calda, “non sarò certo io a farla soffrire” rispose Chris tranquillamente, “bene” la voce di mio padre si avvicinò, “e adesso andiamo tutti a pranzo” annunciò Chris, presi la borsa e il telefono, uscimmo velocemente.

“Nicole quello è…” India, mia sorella indicò nostro padre scendere dalla macchina, “papà..” conclusi con naturalezza, “e che ci fa qui?” chiese Josh, “ci ho chiarito, verrà al mio matrimonio” risposi scrollando le spalle, “seria?” chiese Josh, annuii, “se ci hai chiarito tu” rispose India facendo spallucce, “venite… voglio parlare con tutti i miei figli” nostro padre ci portò in disparte, “vi chiedo scusa per tutto il male fatto” abbassò lo sguardo a terra, “se ti perdona Nicole, ti perdoniamo anche noi…” annunciò Josh, “ma tu falle del male…” la interruppi, “India…” cercai di calmarla, alzò le mani in segno di resa, “venite qui” ci abbracciò tutti e tre, “vi amo… da impazzire” pianse nostro padre, ci guardammo tutti e tre, finalmente nei nostri occhi potevamo vedere il senso di pace e tranquillità.

“Allora? Chris…” Josh si buttò su Chris salutandolo, “Ciao Chris” India lo salutò imbarazzata, “ciao India” la salutò dandole un bacio sulla guancia, “allora andiamo a mangiare?” chiesi affamata, “certo” rispose Scott prendendomi sotto braccio, “Evans” annunciò Chris al ragazzo alla reception, mi guardò a lungo, “quella?” chiese a Chris indicandomi, “è mia moglie” rispose secco, “ah… mi scusi” ci accompagnò al tavolo, “e da quando ci siamo sposati?” chiesi ridendo, “dal momento che diventerai mia moglie, già lo sei” mi baciò, “prego” indicò il tavolo imbarazzato, “ei amico, senza rancore” Chris rise, “l’hai presa bene… come mai non sei geloso?” lo guardai curiosa, “perché sei solo mia” rispose afferrandomi per i fianchi, mi tirò a sé, mi baciò con delicatezza, “ehm… sono qui… sono suo padre…” mio padre richiamò l’attenzione, “non cominciare a fare il suocero rompi palle” scherzò Chris, “nono, io comincio… per iniziare… tu qui… lei lì” indicò i posti a capotavola, risi, “scherzi vero?” chiesi tornando seria, “certo” rispose ridendo, “o forse no…” si mise seduto serio, mi misi vicino a mia sorella e a Chris, “che prendiamo?” chiese il cameriere, “direi che prendiamo antipasto di mare, poi i primi sempre di mare, e il secondo con contorno… il dolce glielo comunicheremo” rispose Chris, “misto?” chiese il cameriere, “sì” rispose secco, “se ti guarda un’altra volta lo faccio diventare un portachiavi” mi baciò l’orecchio, “amore… ma non ero solo tua?” lo presi in giro, “certo, ma non ti devono guardare” rispose baciandomi, “senti… il matrimonio…” mi fissò, “a giugno o luglio” annunciai, “Nicole… siamo a maggio… come pretendi di riuscire ad organizzare tutto?” chiese ridendo, sapeva già la risposta, “un modo lo trovo… per te va bene?” chiesi seria, “certo che va bene” mi baciò di nuovo, “Maya si è sposata eh” borbottò India, mi guardò con i suoi enormi occhi verdi, del resto uguali a quelli di papà, “Sì…” risposi sorridendo, “e Amanda è incinta” annunciò Carly, “cooosa?” chiese Josh, ed ecco sgranati gli occhi grandi color ambra, uguali ai miei, “Josh… la tua cotta di una vita è incinta, non puoi farci nulla” lo presi in giro, “non ho una cotta…” rispose ridendo, “certo, certo” risposi vaga, arrivarono i vassoi di antipasti, prendemmo tutti un po’ di tutto, “Oh Mio Dio!” una voce marcò le iniziali delle parole che formavano la frase urlando, alzai gli occhi al cielo, “Chriss” urlò di nuovo, “ciao…” salutò Chris secco, “chi è?” chiese India, “non ne ho idea” risposi atona, “ma che fai? Non mi dai un bacio?” rimase lì a guardare Chris, mi alzai e vidi Chris di sfuggita portarsi la mano alla bocca, “se vuoi te lo do io un bacio” risposi, “scusa ma chi sei?” chiese cambiando tre tonalità in volto, “no, chi sei tu?” risposi avanzando di un passo, “sono Isabelle, tu?” chiese ancora più scura in volto, “no… che ruolo avresti nella sua vita?” chiesi seria, “no tesoro, che ruolo hai tu nella sua vita” chiese avvicinandosi anche lei a me, “ti spiego una cosa, io sono la sua ragazza, fidanzati, anelli, noi, io e lui, dormire insieme… tu chi essere?” chiesi mimando ogni parola, “io… non… Chris… non… io…” la interruppi, “non… cosa?” chiesi incrociando le braccia, “non sapevo che fosse fidanzato, scusami, sai volevo solo… vabbè dettaglio che non penso mi aiuti… allora buon pranzo” sparì, “tu ti devi calmare” disse Chris mettendomi seduta, “e tu hai troppe che ti girano in torno” risposi imbronciata, “sì… ma tu sei l’unica che io voglio… perciò non uccidere nessuno” rise, mi baciò, “scusi… posso farle una foto?” una ragazza mi chiamò, “eh?” mi girai confusa, “dovrebbe fare la modella, posso scattarle una foto?” chiese di nuovo, “che ci fai con la foto?” chiesi, “la pubblico sul blog, sei veramente… wow… posso?” chiese di nuovo, “no” Chris rispose al posto mio, lo guardai con un sorrisetto, “che c’è?” chiese, “non sei geloso eh…” chiesi ridendo, “no… sono gelosissimo… che è diverso” mi baciò, “allora? Come state organizzando?” chiese Josh, “organizzando? Neanche un giorno è passato dalla proposta” risposi secca, “ci state pensando almeno?” chiese Lisa, “non diciamo nulla finchè non è quasi tutto pronto” rispose Chris, “Nicole… vorrei parlare con te” Bob si alzò, “va bene” mi alzai e lo seguii fuori dal ristorante, presi una sigaretta e la accesi, rimanemmo in silenzio per alcuni minuti, “sai… per me rimarrai sempre la bambina che giocava con Chris quando era piccola, ti ricordo che eri un fagottino, e ora mi ritrovo a dover sperare che mi regalerai nipotini, mi ritrovo a guardare questi occhi color ambra e a dire cavolo ha ragione mio figlio ad essersene innamorato, e non so mai che dirti sai? Perché non voglio mai essere imbarazzante per Chris, o per te, ma ci sarebbero una miriade di complimenti da farti… anzi, da farvi” si fermò, “ma c’è una cosa che posso dirti, sei una donna a tutti gli effetti, sai essere amica, e l’abbiamo visto con Maya al matrimonio, con Chris in tutti questi anni, sai essere compagna di vita per mio figlio, e chissà che non siate proprio nati per questo… ma ciò che meriti di più come complimento è per la dolcezza che riservi nel tuo cuore, non tutti farebbero quello che hai fatto oggi, perdonare tuo padre, grande gesto per una grande donna. Ho pregato mio figlio per anni a finchè si facesse avanti con te… così seria, così matura in tutte le scelte prese, così determinata, e così bella… ecco vorrei che i miei nipoti riprendessero da te tutto il buono di te, e tutto il buono di Chris, sapendo che sarà molto facile… e come augurio a tutto questo con Lisa abbiamo scelto che ogni cosa della sposa, dal vestito, alle scarpe, al bouquet, al trucco, ai capelli… lo pagheremo noi… ogni cosa… e non dire che non vuoi… che poi mi diventi la nuora antipatica…” scherzò, “va bene” risposi con gli occhi lucidi, “ah no… non lo fare o ti seguo a ruota” mi abbracciò, “grazie Bob, sei come un padre per me” risposi abbracciandolo, “e tu come una figlia per me” mi baciò la tempia, “andiamo dentro o Chris si ingelosisce” mi diede una bottarella sulla spalla per scherzare, sorrisi.

“Tutto per voi” portarono diversi assaggi di primi, mangiammo tutto, “Nicki… ma tu non lavori?” chiese Carly, “sì… ma ho una settimana libera…” risposi scrollando le spalle, “come mai?” chiese India, “il marito di Grace non sta bene, ed è stanca per poter lavorare” risposi seria, “pensa… se non ci vado io a lavorare muoio di fame… lei è stanca” borbottò India, “India… Grace ha più di cinquanta anni, fa la notte all’ospedale al marito, tutto il giorno lì se i figli non possono andare, e pretendi anche vada a lavorare?” chiesi seria, “sì… come facciamo tutti…” rispose secca, “tu sei pazza…” scherzai, “oh non sai quanto” scherzò facendomi il solletico, arrivarono i secondi piatti con il contorno, cominciammo a mangiare, “senti… ma… com’è?” chiese India sussurrando al mio orecchio, “eh?” chiesi non capendo, “Chris… com’è? Intendo…” sussurrò di nuovo, “India, già ti piaceva, non farmi diventare violenta…” scherzai, “semplice curiosità… nient’altro” scherzò, “dolce?” una voce dietro le mie spalle mi fece saltare, lo sentii ridere, ordinammo il dolce, “ma… avete intenzione di continuare a vivere in quella casa?” chiese Josh, “perché cos’ha?” chiesi offesa, “è… piccola…” rispose serio, “lo so… e infatti appena ricomincio a lavorare mi informo su altre case” risposi seria, Chris mi guardò sorpreso, “bhe… sì… insomma per noi va bene, ma…” spiegai, “capisco, tranquilla” mi baciò, “noi andiamo a fare dei giri, volete venire?” chiese Lisa, “no… anche noi abbiamo da fare” rispose Chris serio, “che dovete fare?” chiese Scott malizioso, “dobbiamo farti parlare” rispose Chris ridendo, “bene… andiamo?” mi alzai, “offro io” disse mio padre a Chris, “no…” Chris lo sorpassò, arrivò alla cassa, “il conto…” chiese tranquillamente, “certamente…” il ragazzo andò al computer, “vieni a fumare?” chiese India tirandomi, “sì” la seguii, accendemmo la sigaretta insieme, “allora? Come va?” chiese sorridente, “bene… insomma è Chris…” risposi scrollando le spalle, “direi che ha un gran culo…” disse guardando dentro, “scusa?” chiesi incrociando le braccia, “no dicevo… a stare con te… è fortunato” rise, “senti India, te lo dico ora e non te lo dico più… un’altra battuta su di lui e ti faccio fare la fine della mamma di Bambi” dissi ridendo, ma forse non scherzavo poi così tanto, “mmm… che gelosia” mi diede una spintarella, “non immagini quanta” risposi sorridendo, “mi piace sai? Vederti stare bene, con lui, siete proprio… la coppia ideale” disse guardandomi negli occhi, “sto bene…” ammisi facendo un profondo respiro, sentii le mani di Chris afferrarmi i fianchi da dietro, mi baciò la guancia, “allora India? Quando ci farai conoscere il tuo uomo?” chiese ridendo, “ad avercelo…” rise, “te lo presentiamo noi uno… al matrimonio” rise Chris, “no prima, per il matrimonio voglio battermi per il bouquet” scherzò spengendo la sigaretta, “Chris… noi andiamo a fare quei giri, ci sentiamo più tardi” annunciò Lisa, “va bene” rispose annuendo, “ciao” salutò, rispondemmo con un cenno della mano, “andiamo anche io e Josh… ci portiamo papà che dobbiamo fare un bel discorso… Ciao Chris, è stato un piacere rivederti” gli strinse la mano e si allontanò, “ciao…” salutarono mio padre e Josh in coro, “dai andiamo…” rise Chris, “che ti ridi?” chiesi curiosa, “tua sorella…” rispose ridendo, “cosa?” chiesi guardandolo interrogativa, “è sempre stata diciamo cotta di me… ed è timida” rispose scrollando le spalle, “già…” risposi infastidita, “ei…” mi tirò su il mento, “non pensare neanche che a me possa piacere, sono anni che so di piacerle, mi sarei fatto avanti… e poi le passerà…” mi baciò, annuii, “dai andiamo…” sussurrò prendendomi la mano, “ma dove?” chiesi confusa, “a sentire per il matrimonio” disse serio, “ah… allora guarda questo…” gli passai una brouchure, “cos’è?” chiese sorridendo, “è un posto che quando ero piccola ho sempre adorato, sognavo di sposarmi lì… e chissà… se ci riusciamo…” feci spallucce, “una villa? Sul mare? Nicole…” mi guardò, lo interruppi, “è stupido, perfetto” gli tolsi i fogli dalle mani ed entrai in macchina, “stavo per dire che è fantastico, ma è… difficile” riprese una volta essere entrato in macchina, “difficile?” chiesi accigliata, “difficile trovarla libera” mi guardò di nuovo, “tentar non nuoce” risposi mettendomi la cinta, “proviamo… dov’è?” chiese accarezzandomi la gamba, gli indicai la via sulla brouchure, “perfetto… siamo vicini…” mi sorrise, cominciò a guidare, io chiamai, “salve… la chiamavo per sapere se potevamo venire a vedere la villa io e il mio fidanzato” annunciai, “certamente, matrimonio?” chiese l’uomo dall’altra parte, “sì… noi stiamo arrivando” risposi, “vi aspetto” promise. Attaccai.

“Nicole… questa è… enorme” disse Chris parcheggiandole davanti, “già…” risposi scrollando le spalle, “salve… siete la coppia di poco fa?” chiese un uomo dai capelli bianchi e baffi folti a manubrio, “sì… salve” gli strinsi la mano, e poi la strinse a Chris, “allora seguitemi” ci fece strada, “questa è la piscina, se scegliete di mettere i tavoli a bordo piscina è una scelta ottima se volete creare un clima romantico” indicò una piscina immensa, “ma potete anche scegliere di metterci la pista da ballo, con dj o quartetto d’archi, di qua…” indicò l’entrata della villa, “questa è la sala che viene allestita per lo più per celebrare il matrimonio” ci fece entrare in una sala dai muri bianchi e il pavimento bianco di marmo, “l’arco viene messo qui” indicò un punto avvicinandosi, spinse un bottone impercettibile sul muro e si spostò un pezzo di parete, uscì una splendida finestra, “muro a scomparsa” annunciò, dava sul mare, “ovviamente viene allestito come volete voi… ma se non volete sposarvi al chiuso questa è un’ottima alternativa per un set fotografico, si allestisce come meglio credete” disse uscendo dalla stanza, uscimmo anche noi, ci portò davanti una scala enorme, “qui… la sposa di solito si fa un milione di foto… ora vi porto di sopra, c’è una sala con il letto se scegliete di dormite qui… oppure solo per le foto” indicò una stanza con l’aspetto principesco, romantico… Chris mi guardò, “e poi questa è la stanza che di solito offriamo alla sposa, per cambi d’abito, o per prepararsi proprio la mattina del matrimonio” c’era una grande postazione trucco in stile gotico bianca, lo sgabello bianco in pelle, con il letto identico, lo seguimmo di nuovo giù, “qui c’è una piccola chiesa, ovviamente se scegliete di sposarvi qui, pagherete il supplemento perché non è nostra, aprì la porta, ci accolse una chiesa molto romantica, bianca con le finestre in mosaico colorato, “ovviamente anche qui si può scegliere i decori e i fiori” uscimmo dalla chiesa, oppure sposarvi sulla riva del mare, parecchi fanno anche questo…” ci portò sulla spiaggia, “mentre la sua futura moglie sceglie possiamo andare a parlare nell’ufficio dei prezzi e di come verrebbe” disse l’uomo guardandomi mentre fissavo la villa, “il costo non è un problema, il fatto è che ci vorremmo pensare…” disse Chris chiamandomi a sé, “per che data vorreste fare?” chiese sorridendo, “10 Giugno” risposi secca, Chris mi guardò, “è libera… vi metto in forse… entro una settimana mi dovete far sapere… anche perché siamo a metà maggio…” rispose l’uomo guardando l’agenda, “entro tre giorni le faremo sapere” rispose Chris stringendogli la mano, “arrivederci… sarà una sposa stupenda” mi strinse la mano, “grazie” risposi sorridendo, ci allontanammo tornando alla macchina, “ora ti porto dove pensavo io…” mi sorrise, “va bene” risposi sussurrando, “comunque 10 giugno… bella data…” rispose guardandomi di sfuggita, “credevi che non mi ricordassi?” chiesi sogghignando, “a dire il vero sì…” rispose cercando il mio sguardo, “e invece no… avevo 19 anni… ci eravamo appena trasferiti a New York, e abbiamo dormito insieme, tu mi hai abbracciata sussurrando qualcosa di incomprensibile, e poi nella notte ci siamo dati la mano… ricordi l’imbarazzo la mattina?” chiesi ridendo, “avevo detto ti amo…” ammise guardandomi negli occhi, “cosa?” chiesi stupita, “già… tu non mi avevi capito… e allora ho fatto niente come se avessi parlato un’altra lingua” mi spostò i capelli dal volto, “vedi… mai fu scelta più azzeccata, e poi il 13 è il tuo compleanno… mi risparmierò per tutta la vita di farti due regali… te li faccio insieme” scherzai, “che merda che sei” rise, arrivammo davanti a una chiesa enorme, si parcheggiò, “questa è la chiesa…” sussurrò scendendo dalla macchina, fece il giro e mi aprì lo sportello, “come siamo dolci” sorrisi, mi afferrò la mano, entrammo nella chiesa, era intima, sullo stesso stile di quella precedente, ma era sicuramente più grande, “salve…” il parroco ci salutò, “salve… noi, vorremmo parlare con lei, sul matrimonio qui” spiegò Chris, “certo… seguitemi” ci fece strada nel suo ufficio nella sacrestia, “allora… quando?” chiese sorridendoci, “10 giugno” rispose Chris, “si potrebbe fare, ma… avete la cresima?” chiese, “sì” rispondemmo in coro, “bene, e corso prematrimoniale?” chiese, “non lo possiamo fare...” risposi seria, “come mai?” chiese, “perché lavoro fino a tardi… non riuscirei ad arrivare fino a qui…” risposi convinta, stavo mentendo alla grande, “ah… e allora ne potremmo fare a meno, bene il 10 mattina è libera, possiamo fare per le 10.30… così per le 11.30 è finita avete tempo per le foto e poi andate a fare il pranzo…” spiegò, “11.00 si può fare?” chiesi, “certo… anche 11.00…” rispose segnando, “perfetto…” rispondemmo in coro, “domani se cambiate idea chiamate, nel frattempo se avete deciso di sì, entro 3 giorni i documenti dei testimoni… e poi si comincia con le prove in tarda serata… quando volete, il giorno prima mi chiamate” spiegò porgendoci il numero, Chris lo prese e lo mise nel portafoglio, “grazie…” Chris gli strinse la mano, “a voi… posso chiedere quanti anni avete o vi offendete?” chiese teneramente, “25 e 34” risposi tranquillamente, “siete piccoli… cioè lei è piccola… tu che aspettavi?” chiese scherzando a Chris, “che lei crescesse” rispose scherzando, “ottima risposta ragazzo” lo salutammo di nuovo e uscimmo, “e perciò la chiesa è stata scelta” annunciò Chris, “adesso ti porto dove farei il ricevimento” salimmo in macchina, uscì dal parcheggio e si diresse verso la meta, “siamo quasi arrivati” annunciò, “ma siamo partiti ora” risposi confusa, “perché è vicino” disse sorridendo, si accostò vicino a una recinzione alta “eccola…” il cancello si aprì, un enorme giardino curato di rose e fiori colorati ci accolse, “che bello…” sussurrai esterrefatta, “e per la cronaca… questo è niente… camminammo per il giardino, arrivammo difronte un castello in miniatura, “Ciao Chris…” un ragazzo lo salutò da lontano, “Ciao Tayler” salutò Chris, “lei è la tua consorte?” chiese sorridendomi, “piacere Nicole” mi presentai, “ti conosco già… per quanto mi ha parlato di te… io sono Tayler” mi strinse la mano, “allora… questo è una riproduzione di un castello, sembra uscito dalla Disney… allora vi dico subito che tutto quello che state vedendo è stato opera della mia ragazza che l’ha arredato come fosse il palazzo delle principesse Disney… ecco se ti vede dice che sei Ariel…” scherzò indicandomi, lo seguimmo dentro il castello, ci accolse una sala da ballo enorme come la bella e la bestia, con tanto di lampadario enorme, poi ci portò nella sala dove avremmo mangiato, il tavolo degli sposi in disparte in alto, e poi tutti i tavoli sotto, “poi c’è la scalinata alla bella e la bestia, ovviamente… perché oggi non c’è la sciroccata…” scherzò, ci ritrovammo davanti una scalinata enorme, “e ora… qui di solito noi ci mettiamo la sposa quando si deve cambiare, però… se tu vuoi farci qualche altra cosa…” aprì la porta, una camera con un enorme letto a baldacchino si aprì a noi, luminosa, c’era un tavolino con uno specchio sopra. L’intero castello aveva lo stile cinquecentesco da fiaba… “poi c’è questa stanza qui… dove di solito chiamiamo i sposi a tagliare la torta e a dare le bomboniere, poi apriamo la finestra, e voi uscite…” ci fece uscire prima di lui, guardammo giù, c’era un piccolo lago sotto di noi in un giardino fantastico, “e vi godrete i fuochi d’artificio da qui sopra” spiegò, “ovviamente, giardino questo sotto, e quello dell’entrata è a vostra disposizione per foto, video… quello che volete… basta che non ci vanno gli invitati che di solito mi distruggono tutto…” disse rientrando dentro, “quando vi sposate?” chiese, “il 10 giugno” rispose Chris, “ora vedo se è libero…” controllò sulla sua agenda, “liberissimo…” annunciò, “lo prendiamo noi” risposi sicura, “mi piace… questa ragazza mi piace” mi battè il cinque, “allora… pronti?” chiese riaccompagnandoci giù, “direi di sì, glielo ho chiesto ieri” rispose Chris, Tayler rise, “beh… ti ama eh…” si rivolse a me, “lo so” risposi guardandolo, “ci sentiamo… fatti vivo più spesso eh” lo salutò con la stretta di mano, “certo” rispose Chris, mi mise il braccio in torno al fianco, strinsi anche io la mano al ragazzo, “è stato un piacere” mi fece l’occhiolino e uscimmo, “e questo?” chiesi indicando tutto il castello, “i miei segreti…” rispose baciandomi, “mi sono innamorata… è bellissimo” risposi sognante, “e adesso devi andare a vedere il vestito da sposa, gli addobbi ci andiamo sabato, e per il resto siamo pronti…” rispose mettendomi una mano sul ginocchio, “va bene…” risposi incrociando le braccia, “che c’è?” chiese preoccupato, “ho un po’ paura” risposi con voce tremante, “di cosa?” chiese parcheggiando la macchina sotto casa, “non lo so… di tutto questo…” sussurrai, “è con me che ti sposi, è praticamente come se fossimo sposati da una vita…” mi baciò, annuii, entrammo in ascensore, “se non c’è nessuno…” mi spinse contro il muro dell’ascensore, mi baciò, misi le mani sotto la sua maglietta, le porte si aprirono, mi tirò su, aprì la porta velocemente, “già siete tornati?” chiese Scott sul divano, “piano sfumato” annunciò Chris mettendomi giù, “sì, abbiamo fatto tutto… deve solo vedere il vestito, le bomboniere, il menù, gli addobbi e i testimoni… che io so già chi saranno…” disse Chris, “Carly, Scott..” annuirono all’istante, “e tu tesoro?” chiese Lisa a me, “Maya e Zac” risposi sorridendo, “capisco…” rispose Lisa, “vado a fare una doccia…” annunciai, “posso entrare? Devo fare una cosa…” mi guardò malizioso, “come vuoi” risposi andando in bagno, entrammo in bagno e Chris chiuse a chiave, “devo fare la pipì…” annunciò, “certo…” risposi incrociando le braccia, aprii l’acqua della doccia, mi spogliai, “andiamo” annunciò Chris entrando in doccia, “se ne accorgeranno che l’abbiamo fatta insieme” risposi entrando in doccia, “e quindi? Siamo adulti” mi accarezzò il fianco, mi baciò delicatamente, fu tutto così lento, il suo tocco, il suo bacio, sembrava come se il tempo si fosse fermato, mi alzò da terra, l’acqua ci accarezzava il corpo dolcemente.

“Tieni” gli tirai l’accappatoio, “grazie” rispose tenendosi l’occhio, “ti ho cecato?” chiesi ridendo, “sì” rispose tenendoselo ancora, “scusa…” risi di nuovo, “non sei credibile se ridi” rispose lasciando la lacrima, “dai… non è niente, bacino” mi avvicinai per dargli un bacio sull’occhio, “saresti una brava mamma lo sai?” chiese accarezzandomi la linea della mascella, “se tu non me ne regali la gioia” risposi seria, “ogni suo desiderio è un ordine” scherzò baciandomi, “no… sono seria…” risposi, “troviamo casa… e lo possiamo anche fare subito, ma con una camera sola non si può” rispose serio, “va bene…” risposi vestendomi, lasciai i capelli bagnati come Chris, indossammo i pigiami, uscimmo dal bagno, presi il telefono e mi buttai sul divano vicino a Chris, “aaah… amore mio” mi abbracciò, “che avete fatto alla fine?” chiese Scott, “dove?” chiese Chris ridendo, “non mi preme sapere ciò che è stato fatto in bagno” scherzò Scott, “non lo diciamo… a nessuno” risposi io stringendomi a Chris, “Chris… dai” lo pregò, “no… lo vedrete al matrimonio” rispose mettendomi il braccio sul fianco, presi il telefono e andai su un sito di case, “guarda questa…” indicai una casa, tre camere da letto, un salone, cucina a vista, due bagni uno in stanza, “venduta…” disse Chris guardando il sito, “come lo sai?” chiesi palesemente triste, “perché c’è scritto sotto al prezzo…” indicò, feci gli occhioni grandi e il labbruccio, “ma è da ristrutturare, sarebbe stata conveniente, ma è tutta da rifare” rispose serio, “già…” convenni, continuai a guardare il sito, “ei… vuoi veramente un’altra casa?” chiese guardandomi, sussurrò, annuii, “la prenderemo…” promise baciandomi la mano, “quando avrò un piccolo nipotino fra le mani?” chiese Shana, “quando arriverà” Chris fece l’occhiolino, “che facciamo per cena?” chiesi guardandolo, “vado a prendere la pizza con Scott e papà tra poco…” rispose guardando il cellulare, “Maya…” mi porse il telefono.

Chris… puoi dire a Nicki se mi chiama?

Ti chiamo subito.

Mi alzai e andai in camera da letto, “che bella migliore amica che sei…” rise, “scusa… allora? Che dici?” chiesi sdraiandomi sul letto, “mah niente, noia mortale… Zac è uscito con Ryan… ha chiamato Chris ma gli ha detto che andavate a fare dei giri per vedere le cose per il matrimonio, allora?” chiese curiosa, “non parlo… ti devo chiedere solo una cosa…” dissi prendendo il respiro, “spara” rispose sulle spine, “tu e Zac… i miei testimoni…” lo buttai fuori come fosse un peso, “temevo che non me lo chiedessi… sarò felicissima di farlo… e per Zac sarà lo stesso… senti ma… Amanda prima mi ha chiamata dicendomi che domani avrà la prima ecografia… ci vieni?” chiese tornando seria, “pomeriggio?” chiesi, “sì… ci vediamo prima io e te… così mi spieghi tutto…” disse ridendo, “non ti spiegherò niente, anzi domani mattina vediamoci mi porti i tuoi documenti e passiamo in chiesa, Chris ha da fare con i genitori tutto il giorno e ci devo andare da sola” risposi, “non vedo l’ora… ti porto anche quelli di Zac?” chiese festeggiando, “sì… grazie…” risposi seria, “che hai?” chiese preoccupata, “non lo so… mi sta prendendo una sensazione strana, come se non lo volessi fare…” risposi sussurrando, “Nicole… è normale, io durante i preparativi ci avrò ripensato una miriade di volte, tanto che piangevo prima di andare a dormire…” disse ridendo, “speriamo che passi…” risposi mettendomi a pancia in sotto, “aaah… dimenticavo, mi devi fare i capelli… sto diventando arancione” la sentii ridere, “domani porto anche la tinta… senti… ma il vestito?” chiese vaga, “quale vestito?” chiesi non capendo, “da sposa… e poi quando ti sposi?” la sentii sorridere, “il 10 giugno… e poi il vestito contavo di andarlo a vedere dopo domani… con te, Lisa, e le sorelle…” risposi guardandomi allo specchio, “non vedo l’ora… ci andrei anche questo momento” rise, “sei così tanto elettrizzata?” chiesi, “da morire… tu no?” chiese ridendo di nuovo, “sì” risi anche io, “senti… ma all’altare chi ti porta?” chiese tornando seria, “mio padre” annunciai, “rivelazione shock…” rispose sussurrando, “poi domani ti racconto… ora vado… ci sentiamo domani mattina…” cercai di concludere, “facciamo così, io alle dieci sto da te, così parliamo bene di tutto, ti faccio la tinta e facciamo quei giri… poi andiamo a mangiare, e dopo andiamo da Amanda” organizzò, “va bene… allora a domani alle dieci” risposi, “ciao Nicki” salutò, “Ciao Maya” attaccai, tornai in salone, “vado… mi porto Dodger, ci vediamo tra poco” mi baciò, “le chiavi” ricordai, “giusto” rispose prendendole da sopra il mobile.

“Quanto rimanete qui?” chiesi vaga, “fino a domenica, poi ripartiamo perché?” chiese Lisa, “perché domani ho da fare con Maya e Amanda, ma dopo domani vi va di accompagnarmi a scegliere il vestito?” chiesi timida, “tesoro mio, certo che vogliamo venire, e poi… non fare la timida con noi eh” mi abbracciò, “grazie” risposi sorridendo, “lo sai, non avrei mai e poi mai accettato il matrimonio di Chris con nessun altra donna che non fossi tu… vi siete sempre amati” sussurrò, “neanche lui l’avrebbe mai accettato” rispose Shana, “allora la data l’avete scelta?” chiese Carly, “il 10 giugno” annunciai, “così presto?” chiese sorridendo, “è una data significativa per noi…” spiegai, “ah capisco… comunque il vestito per le testimoni lo scegli tu” mi puntò il dito, “va bene” accettai, la porta si aprì, Dodger si buttò su di me, “ciao piccolo” cominciai ad accarezzarlo, “ciao piccola” mi baciò Chris, “smettila di dire che sono un cane” lo minacciai, mi andai a lavare le mani, trovai il tavolo apparecchiato e le pizze sul tavolo, ci mettemmo tutti seduti, cominciammo a mangiare, “stasera dormiamo tutti da te Chris, stavamo vedendo che se ci facciamo piccoli c’entriamo tutti” annunciò Carly, “se dovete stare scomodi rimanete qui… non c’è problema” riposi io alzandomi, andai a posare il mio piatto nel lavandino, “no, non vi preoccupate” Lisa ci sorrise, “non è un peso…” ribadì Chris, “non vi preoccupate, c’entriamo, staremo comodi… voi pensate a fare le vostre cose… noi andiamo che siamo stanchi” rispose Lisa alzandosi, Chris annuì, lo guardai accompagnarli alla porta, “buonanotte” salutai con la mano, “buonanotte” risposero in coro.

“Mi aiuteresti a sparecchiare?” chiesi guardandolo chiudere la porta, “non c’è bisogno che fai l’acida” mi spinse la punta del naso con l’indice, “non sono acida” risposi ridendo, “mamma mia” mi afferrò per il braccio e mi tirò a sé, mi guardò negli occhi, “devo sparecchiare” dissi sorridendo, rimase fermo a guardarmi negli occhi, “ei” passai una mano davanti al suo viso, mi abbracciò, forte, “che succede?” chiesi preoccupata, “non ce la faccio” mi strinse ancora di più, “Chris… amore…” lo chiamai, nascose la testa sul mio collo, accarezzai i suoi capelli, “ei…” lo richiamai, si spostò, sciolse l’abbraccio girandosi di scatto, “vado a fare un giro” annunciò prendendo le chiavi di casa, “Chris… non ti muovi di qui” dissi con tono freddo, “no Nicole… ci vediamo fra un po’” mi misi tra lui e la porta, “dimmi che succede” lo pregai, “non ti merito Nicole… non ti merito, più ti guardo negli occhi e più vedo che tu sei così pura e così…” si bloccò indicandomi dalla testa ai piedi con la mano, mi avvicinai a lui, misi la mano sulla sua, “perché dici così?” chiesi cercando il suo sguardo, “perchè Nicole non sarò mai il marito che meriti” si buttò seduto sul divano, “no, infatti” scossi la testa mettendomi in ginocchio davanti a lui, “vedi lo dici anche tu…” si mise le mani nei capelli, “sarai molto di più” appoggiai la mano sulla sua gamba, “e poi io non ho pretese, basta che tu rimani quell’uomo che mi ha fatta innamorare, che tu rimanga così, come sei ora… e poi non importa, non importa nulla del resto” sussurrai, mi guardò, “davvero?” chiese incrociando il mio sguardo, i suoi occhi erano molto più chiari del solito, “cosa?” chiesi accarezzando la sua guancia, “davvero non ti importa se sarò un fiasco come marito?” chiese prendendomi la mano, “non lo sarai… sei il mio migliore amico da quando ne ho memoria, sei il miglior fidanzato del mondo, e sarai il miglior marito che ogni donna può desiderare… ti prometto che litigheremo come pazzi, ma faremo sempre pace… siamo così da 25 anni…” dissi sorridendo, guardò l’orologio, “26… tanti auguri amore mio” mi tirò su, mi abbracciò forte, “e adesso… è il tuo compleanno, perciò rimani seduta qui… e non ti muovi” mi spinse sul divano, “devo sparecchiare, lavare i piatti… devo…” mi zittì con un bacio, “faccio tutto io… tu fai silenzio” mi accarezzò i capelli andando verso il tavolo, prese tutti i piatti e li portò in cucina, lo seguii prendendo i bicchieri e le posate, “oddio… ma tu non ascolti mai?” chiese ridendo, “no…” risposi facendo la linguaccia, “d’accordo ti concedo di rimanere qui… ma li lavo io i piatti ok?” mi sorrise, annuii, lo guardai sparire e ritornare con le bottiglie e la tovaglia già piegata, “vedi? Come potrai mai essere un pessimo marito?” chiesi appoggiandomi al marmo della cucina, “non voglio farti mancare niente… vorrei che tu fossi una regina… in tutto.” Mi baciò la tempia, “io mi ci sento quando sono con te” sussurrai, “eh?” chiese ridendo, “ah… dai non farmelo ripetere” dissi ridendo, “va bene, mi accontenterò di una volta sola” cominciò a lavare i piatti, presi il canavaccio e cominciai ad asciugare e mettere a posto ciò che lui metteva sul piano della cucina, “niente… ferma non ci sa stare…” si lamentò, “no” risposi mettendo a posto l’ultima posata nel cassetto, “la cucina la pulisco io domani mattina… ora ci concediamo un po’ di tempo per noi” lo tirai per il braccio, lo feci sedere sul divano e accesi la televisione, mi misi sdraiata con la testa sulle sue gambe, “vediamo un film?” chiesi piena di entusiasmo, “va bene…” rispose accarezzandomi i capelli, “Dopo tutto questo tempo?” chiesi alzandomi, “sempre” rispose ridendo, “vada per Harry Potter” annunciai prendendo i dvd, “non ci credo… sei ancora una potterhead… hai ventisei anni” rise, “non c’è età… e per quanto mi riguarda sto aspettando ancora la lettera di Hogwarts…” risposi seria, “ma smettila” mi tirò la pallina di Dodger, dal canto suo il cane cominciò ad abbaiare, “bravo… mangialo…” indicai Chris che cominciò a ridere, “sta iniziando…” annunciai spengendo tutte le luci, mi rimisi con la testa sulle sue gambe, “il primo?” chiese, “la pietra filosofale” risposi guardando l’inizio, “eh… è il primo?” chiese insistente, “ma sei una capra” sbottai seria, “dai…” rise, “certo che è il primo… ma non sai neanche quali sono?” chiesi alzandomi di scatto, “no” rispose lui ridendo, “crucio” risposi mettendomi giù di nuovo, lo guardai contorcersi dal dolore, “oh sono una strega…” sorrisi, “no… mi hai fatto malissimo…” notai che aveva la mano tra le gambe, “che ho fatto?” chiesi ridendo, “mi hai dato una spallata, in pieno…” si portò la mano alla bocca, “oddio scusa…” continuai a ridere, “sai una cosa che non sopporto però amo di te?” chiese ancora sofferente, “cosa?” chiesi ridendo ancora, “che mi fai male e ti senti male dalle risate… sempre, da quando sei piccola” disse tornando ad accarezzarmi i capelli, “non lo faccio apposta, mi viene da ridere” spiegai ridendo, “certo, io riderò in pieno parto… va bene?” chiese accarezzandomi i capelli, “fai pure… se ci riuscirai” risposi incrociando le braccia, “ora zitto che sta iniziando” risi, “che dittatrice” si lamentò, cominciai a ripetere ogni battuta a memoria, fino alla fine.

“Finito” annunciai facendo il labbruccio, “bene, domani vediamo il secondo…” mi promise accarezzandomi il braccio, “li devi vedere tutti” dissi alzandomi, “va bene” accettò spengendo la televisione, “adesso la prego signorina, si rechi nella regale stanza da letto, e vada a coricarsi” scherzò spingendomi, “devi chiudere la persiana e la finestra” annunciai buttandomi sul letto, lo sentii sbuffare, entrai nel letto e accesi la abat-jour, chiuse le tende e mi raggiunse a letto, “andiamo a dormire?” chiese abbracciandomi, “ci puoi giurare” risposi sbadigliando, mi girai di spalle per spegnere la abat-jour e mi sentii afferrare per la pancia, “qui… ci deve essere mio figlio” sussurrò, “figlio? Chi ha detto che non sarà una femminuccia” sussurrai insonnolita, “perché il primo deve essere un maschio per proteggere la femmina” disse abbracciandomi, “convincente Evans” convenni afferrando la sua mano, “buonanotte amore” sussurrò baciandomi il collo, “buonanotte” risposi -chiudendo gli occhi. Mi addormentai sentendo il respiro di Chris sul mio collo.

Scusate per il ritardo… ho avuto un po’ di problemi a scriverlo, indecisioni, insicurezze, e problemi vari… spero di non deludere. Grazie mille a chi segue, a chi recensisce, e a chi legge e dedica tempo a una storia scritta da me… Grazie mille a tutti! Spero di riuscire ad aggiornare più frequentemente.

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Capitolo 11
*** Ce la caveremo ***


Capitolo 11

Aprii gli occhi, la persiana era aperta, la luce del mattino mi accecò, “buongiorno” guardai la porta, si avvicinò al letto con un tavolino, c’era una rosa, una lettera e la colazione, “amore…” mi portai la mano alla bocca, “questa la leggi dopo… prima fai colazione” posò le labbra sulle mie, mangiai il cornetto e bevvi il succo di frutta velocemente, volevo leggere la lettera.

Non è una lettera… guarda dietro.

Girai il foglio, c’era un indirizzo, “cos’è?” chiesi confusa, “vestiti… ti ci porto…” guardai l’ora, 8.30, “tu sei pazzo… a che ora ti sei svegliato?” chiesi alzandomi dal letto, “a dire il vero avrò dormito si e no quattro ore, volevo troppo che arrivasse questo momento” disse alzandosi dal letto, andai in bagno, mi buttai sotto la doccia, mi asciugai velocemente, presi un jeans nero e una canottiera larga bianca, misi le mie amate Vans, legai i capelli in una coda e indossai gli occhiali da sole, “sono pronta” annunciai, “allora andiamo” sorrise, prese un mazzo di chiavi dalla tasca del giacchetto e uscì, chiuse la porta di casa.

“Ma è un palazzo Chris?” chiesi indicando l’indirizzo che era scritto sul cartello, era lo stesso del foglio, “adesso… scendi dall’auto” scesi seguendo il suo ordine, si mise dietro di me, “ora ti bendo, non lo prendere come un gioco erotico eh” scherzò, “ma falla finita” risposi ridendo, “ok… andiamo… ti guido io” sentii il rumore di un ascensore, “siamo quasi arrivati” annunciò, annuii, “ecco…” mi guidò sempre dritta, “aspetta qui” annunciò, sentii il rumore di una porta che si apriva, ma che cosa stava facendo? Mi venne a prendere e mi guidò facendomi scendere uno scalino, “ti tolgo la benda, ma ti chiedo di usare l’immaginazione, immagina un bel salone… una bella cucina, una bella…” mi tolse la benda, “una bella casa” concluse, mi portai la mano alla bocca, “è…” non riuscii a parlare, “nostra” rispose annuendo, era la casa che avevo visto il giorno prima nell’annuncio, “ma come…” niente, non riuscivo proprio a trovare le parole, “l’ho comprata da due giorni… per il tuo compleanno, sapevo che ti sarebbe piaciuta, solo che è tutta da rifare… vieni…” mi prese la mano, aprì la finestra di quello che sarebbe stato il salone, uno spazio pieno di luce e finestre, si aprì un terrazzo vista mare a destra e città a sinistra, dritto davanti a noi riconobbi il palazzo di Maya, “Non ci credo… è…” lo abbracciai, “buon compleanno” sussurrò al mio orecchio, “portami a vederla” chiesi saltellando, “questa è la cucina” un arco che dal salone dava spazio a un’enorme stanza, con una finestra sul balcone, era luminosa, emisi un suono di stupore, mi tirò via, “questa… è la camera o nostra, o dei nostri figli…” annunciò aprendo una porta, dava sul balcone, “dei nostri figli?” chiesi fissandolo, “almeno due” rispose abbracciandomi da dietro, “ah…” risposi sorridendo, mi prese la mano, “bagno…” annunciò aprendo una porta dentro la stanza, il bagno era veramente enorme, “fantastico… sarà nostra” decisi, “e poi… seguimi” mi prese la mano, uscimmo dalla camera e ci ritrovammo davanti altre tre porte, “bagno” aprì la porta, un bagno spazioso come l’altro si aprì davanti, “e poi stanza degli ospiti, o dei bambini… e un’altra stanza degli ospiti o dei bambini” aprì entrambe le porte, avevano entrambe finestre enormi che illuminavano tutta la stanza, “Dio… è bellissima” lo abbracciai di nuovo, “per te… però ora quando esci da lavoro, o appena abbiamo dieci minuti dobbiamo venirci a lavorare, perché voglio che sia fatta interamente da noi” mi sorrise, “ci lanceremo la vernice?” chiesi con le lacrime di gioia, “per forza” rispose baciandomi, “accetto” risposi sorridendo, “i progetti… anche quelli dovremmo fare” annunciò, “certamente” annuii, “tipo da domani si comincia” annunciò, “perfetto” risposi seria, “queste sono le tue chiavi” mi porse un mazzetto, “cancello, garage, porta di casa, cassetta della posta e codice del posto auto all’esterno” mi spiegò chiave per chiave, “capisco…” annuii, “adesso ti riaccompagno a casa, tu esci con Maya e io vado con i miei genitori” mi prese la mano e chiuse la porta dietro di sè, “ma come mai è ridotta così?” chiesi seria, “perché è una nuova costruzione, nessuna di queste casa è finita” un uomo che stava uscendo da un appartamento mi rispose, “ah… e la sua è…” cercai di fare la domanda senza sembrare inopportuna, “sì… io l’ho comprata due settimane fa… ci dormirò questa notte per la prima vota” rispose serio, “capisco” annuii, “bene… buona giornata” rispose chiamando l’ascensore, “ehm… prendiamo le scale” sussurrò Chris prendendomi per mano, cominciammo a scendere, scale infinite, “quanto manca?” chiesi senza fiato, “mancano otto piani” disse raggiante, “otto piani?” sgranai gli occhi, “considerando che casa è all’undicesimo piano… e ne abbiamo fatti tre…” rispose scendendo le scale, “ti aspetto giù” annunciai prendendo l’ascensore, “che pesaculo” rispose con la faccia indignata, lo salutai con la mano mentre entravo in ascensore, cominciai a pensare quanto fossi fortunata, Chris, il mio migliore amico di sempre stava diventando mio marito, e non potevo chiedere di più, e oltre tutto questo aveva comprato una casa per noi… perfetta in tutto… le porte si aprirono, “chi aspetta chi?” annunciò Chris dal lato dell’ascensore, “che stregoneria hai fatto?” chiesi ridendo, “si chiama sport… corsa… movimento… conosci?” mi prese in giro, “sì… fai fai… prendi in giro, fumati una sigaretta e poi me lo dici” risposi ridendo, “ma infatti mi chiedo perché fumi” rispose aprendo il portone per farmi uscire, “mi chiedo come fai a non fumare” lo presi in giro, “perché io al mio corpo ci tengo” rispose indicandosi, “oh… anche io ci tengo, al tuo corpo” lo provocai, lo vidi sorridere, la cosa più bella che avessi mai visto, “la smetti di guardarmi così?” chiese accarezzandomi la guancia con il pollice, “non posso?” chiesi sorridendo, “no… perché poi io perdo i battiti” rise, “ma smettila cretino” lo spinsi piano, “quanto ti amo” mi baciò, “ti amo anche io” risposi baciandolo di nuovo, “dai, andiamo” mi aprì lo sportello della macchina, entrai e lo richiuse, lo guardare fare il giro e entrare, “che tipo” scherzai, “ti sei vista?” chiese ridendo, “pff” risposi guardando il palazzo, “non c’è che dire, sei fantastico” mi girai verso di lui, “lo so” scherzò, “ma… casa tua? Casa mia?” chiesi, “una la terremo, per mandarci i parenti… l’altra la venderemo, scegli tu quale” rispose “la mia” decisi, “ma tu ci sei legata…” rispose guardandomi, “non importa… quella casa è la casa dove tutto ha avuto inizio…” risposi sorridendo, “se ragioni così anche la tua lo è…” rispose, “va bene, allora decidi tu” risposi mettendogli una mano sulla coscia, “vedremo quale sarà più comoda da tenere” rispose, “però… appena ricomincio a lavorare ti do i soldi per le spese della casa” risposi seria, “cosa? È il tuo regalo di compleanno… e per i nostri 26 anni insieme” rispose sbattendo le ciglia, “ma… è troppo seriamente” risposi, “non importa, fin quando potrò permettermelo lo farò…” mi accarezzò i capelli, mi sentii dannatamente in colpa, aveva speso chissà quanto per quella casa, “che c’è?” chiese guardandomi interrogativo, “hai speso troppo Chris… una casa per regalo di compleanno, il matrimonio, il vestito degli Oscar, che tra l’altro sono tra quattro giorni, cene e pranzi fuori, l’anello della proposta… stai spendendo troppo per me!” sbottai, “e ti arrabbi? Fantastico… c’è gente che pagherebbe oro per avere un ragazzo che la vizia, e tu ti arrabbi” rispose lui parcheggiando sotto casa, “sì, Chris, lo so che pagherebbero oro le ragazze per stare con te… non c’è bisogno che ricordarlo… sto solamente dicendo che non puoi spendere tutti questi soldi per me! La casa, l’anello, il matrimonio, il vestito, le cene e i pranzi, ci manca solo che i tuoi pensano che sto con te per i soldi e poi è finita” urlai una volta dentro casa, “ma sei scema? Io ti sto regalando tutto questo per noi, per costruire qualcosa, per poter dire di mettere su famiglia senza doversi preoccupare che non ci entriamo! Per una cazzo di volta Nicole togliti di dosso quell’aria da io non ho bisogno di niente… fatti aiutare, e se vuoi viziare… sì esatto… voglio spendere tutti i miei soldi per farti vivere bene, a te, a me e qualsiasi cosa decidiamo di allevare, dal bambino al cane, dobbiamo stare bene… e non mi importa se dovrò spendere, ho avuto la sacrosanta fortuna di fare un lavoro che io amo, e che mi permette di poter avere non dico il lusso perché non lo voglio, ma di avere il meglio per te e per me… e tu? Mi sputi veleno contro, non ti va bene? Cambierò ma non ti lamentare” urlò anche lui, “Chris, sai che ti dico? Che non ho interesse nel discutere con te, ho sbagliato, non dovevo dirti niente, ma mangiare sul piatto di cristallo non fa per me” risposi andando in camera da letto, mi seguì, “ti sto offrendo piatti di cristallo? Sei una stronza menefreghista, ecco cosa sei” mi sentii bruciare gli occhi, non risposi mi girai di spalle aprendo la finestra, “no… scusa…” mi prese la mano, “togliti” sussurrai, “scusa, non volevo, te lo giuro” si avvicinò, “no… sai che ti dico? La stronza menefreghista se ne va, e tu rimani da solo a ricordare i nostri 26 anni insieme, anzi i tuoi 26 anni con una stronza menefreghista, che per quanto è menefreghista e stronza, ti sta dicendo che non vuole che spendi troppo per lei” presi il giacchetto, gli occhiali e la borsa, “dove vai?” chiese seguendomi, “non lo so… il più lontano possibile” risposi, “Nicole…” mi tirò per il braccio e chiuse la porta, “mi dispiace… non avrei dovuto, è che…” lo interruppi, “siamo agitati entrambi” lo abbracciai facendo cadere la borsa, “scusami… davvero, ma fidati, nessuno pensa che tu stai con me per i soldi, si vede che non è per quello… e io quello che faccio, lo faccio per noi” mi guardò negli occhi, i suoi occhi… “Chris…” lo chiamai sussurrando, “dimmi” mosse le labbra in un sorriso, “i tuoi occhi sono…” non riuscii a terminare la frase, “i miei occhi sono?” chiese curioso, “sono bellissimi… Li ho guardati una miriade di volte, ma solo adesso mi rendo conto che…” non riuscivo a parlare, rise, “che ridi?” chiesi arrabbiata, “che solo adesso ti accorgi che sono belli i miei occhi?” chiese ridendo, “no… quello lo sapevo da un pezzo, ma solo adesso mi accorgo che i tuoi occhi cambiano colore con la luce si schiariscono” dissi guardandoli, “cangianti” rispose sorridendo, annuii, “se non ti conoscessi direi che ti sei innamorata di me in questo instante” annuii, “ah sì? Prima non mi amavi?” chiese offeso, “no… cioè sì, ti amavo, ma ora, è come se… mi fossi innamorata di te di nuovo” sussurrai, “menomale, allora quando sarò a un passo dal perderti ti guarderò negli occhi sotto il sole” scherzò, “no” lo abbracciai stritolandolo, mi abbracciò anche lui. Bussarono alla porta, Chris aprì spostandosi più avanti con me tra le braccia, “ho interrotto qualcosa?” chiese Maya guardandoci, “stavamo facendo pace” disse Chris ridendo, “senti, io vado, ti chiamo più tardi, ti serve qualcosa?” chiese prendendo il giacchetto, “sì… i tuoi documenti, passo in chiesa a fare le pratiche” dissi seria, “ancora ti vuoi sposare? Ma lascia perdere” scherzò prendendo il portafogli che aveva nella tasca dietro del pantalone, “ti servono i soldi?” chiese guardandomi, lo fulminai, “come non detto, tieni, la carta d’identità qualsiasi cosa chiamami” prese le chiavi della macchina, “ciao… a dopo…” mi baciò, “ciao” chiusi la porta.

“Si può sapere perché avete litigato?” chiese Maya curiosa, “perché siamo entrambi in agitazione” risposi seria, “capisco” rispose annuendo, “ma cosa l’ha scaturita?” chiese insistente, “ehm, ok… te lo dirò, ma non ne fare parola con nessuno va bene?” chiesi seria, “mi stai preoccupando… sei incinta?” chiese sedendosi, “sei matta?” chiesi ridendo, “secondo me sì…” annunciò buttando la testa in dietro, “Maya… sii seria” risposi sedendomi affianco a lei, “va bene, niente nipotino… dimmi” si girò verso di me, “ha comprato una casa” annunciai guardandomi le mani, “e perché dovrebbe essere motivo di litigio?” chiese confusa, “non capisci? Casa, cene fuori, matrimonio, vestito degli Oscar, pranzi fuori, sta praticamente spendendo un patrimonio” risposi guardandola, “e… quindi?” chiese ancora più confusa, “non voglio che lo faccia, io non sto lavorando, ho praticamente finito il mio stipendio due giorni fa per pagare le bollette, mi sono rimasti cento dollari, e tra l’altro non so quando ricomincerò a lavorare, e lui che fa? Compra una casa, mi paga le cene, i pranzi, il vestito… e tutto il resto… non voglio essere mantenuta” sbottai guardandola in cagnesco, “Nicole, non è essere mantenuti, ha comprato una casa che potrete vivere come un nuovo inizio, vedila così… Casa sua? Ci sono state le sue ex… e tu le hai conosciute tutte, non ti darebbe fastidio fare il caffè in una cucina dove sai che non sei stata l’unica a farlo? Casa tua? I tuoi ex… lui li ha conosciuti tutti… e fidati che non è bello che dorma in un letto sapendo che il tuo ex ci ha dormito prima di lui… una nuova casa, dove quei muri conosceranno solo il vostro di amore, e poi c’è il fatto che se volete mettere su famiglia qui o a casa sua non è possibile in quanto non c’è spazio…” disse indicando i muri, “come sei saggia” poggiai una mano sulla sua gamba e risi, “dai idiota, sai che intendo… sapendo che è stato con le sue ex in quella casa, tu ci entreresti con tanta tranquillità?” chiese seria, “ci sono entrata quando c’erano… perché adesso no?” chiesi guardandola, “Nicole… ti da fastidio se lo sfiorano, figuriamoci se sai che è stato a letto con una donna in quella camera” rispose seria, “no… non ci voglio pensare” risposi incrociando le braccia, “ecco appunto… e per lui è lo stesso” rispose alzandosi, “comunque, ora facciamo la tinta, e nel frattempo mi racconti tutto di tuo padre e del matrimonio” annunciò tirando fuori tutti i suoi aggeggi strani, “inizio da mio padre?” chiesi avvicinandomi al tavolo, annuì mentre preparava la tinta, “credo di aver scelto questo lavoro perché sembrava che stessi preparando pozioni…” rise, “oh che bello, qualcuno che capisce Harry Potter” sussurrai, “eh?” chiese alzando lo sguardo, “ieri Chris si è visto Harry Potter con me… ma lui non capisce la magia… è un babbano” risposi ridendo, “non capirà mai l’eleganza di un Expecto Patronum” rispose Maya ridendo, “neanche di un crucio… capisci… un crucio…” mi finsi disperata aggrappandomi al suo braccio “capelli rossi, tonaca di seconda mano… tu devi essere un Wesley” recitò indicandomi, mi misi seduta affianco a lei, “senti… stiamo divagando racconta di tuo padre” ordinò, raccontai quanto accaduto, “wow… è stato davvero…” non riuscì a trovare le parole, “toccante” conclusi la frase, mi guardò e annuì, “e tu… insomma… ci credi?” chiese seria mentre cominciava a mettere il colore sulle punte, “ci voglio credere Maya, è mio padre, e francamente ne ho bisogno… faccio la dura, ma ogni momento penso a come deve essere chiamare tuo padre la sera e raccontargli la tua giornata, piangere al telefono per una bella notizia o brutta con tuo padre, farti asciugare le lacrime da lui… io non ce l’ho mai avuto… e adesso mi sento come se stessi tornando bambina” risposi scrollando le spalle, “ci credo… per quanto vale io credo che tuo padre non sia cattivo, è stato solo ingenuo nel cadere nel vizio dell’alcol” rispose, “le sue colpe sono molteplici, ed è inutile negarle, ma ora dice di essere cambiato, e se non per essere padre a me, per regalare la figura di un nonno in un futuro ai miei figli” risposi guardando il vuoto, “ci stai pensando vero?” chiese, “a cosa?” chiesi vaga, “ad avere dei figli” rispose ovvia, “sì” risposi convinta, “davvero?” chiese stupita, annuii, “sì… regalami un bambolotto da spupazzare” battè le mani, “se lo vuoi tanto perché non lo fai?” chiesi ridendo, “perché Zac non vuole, non per il momento, dice che non abbiamo abbastanza soldi, ed il tutto è abbastanza vero, ma è così frustrante” rispose togliendosi i guanti, “finito?” chiesi alzandomi, annuì sedendosi triste sulla sedia, “il lavoro non gli sta andando bene, e io faccio la parrucchiera per un salone che mi pagherà al massimo dieci dollari al giorno… come una ragazzina che non sa quello che fa… non so proprio che fare, cosa inventarmi” sospirò frustrata, “ho un’idea” annunciai sedendomi, “ho fatto la scuola di estetista io no?” chiesi sorridendo, annuì, “ecco, tu parrucchiera, Amanda la truccatrice, apriamo un salone noi” annunciai sedendomi, “socie?” chiese sorridendo, annuii, “si può fare” rispose ritrovando il sorriso, “però dobbiamo mettere da parte i soldi, e poi sei sicura? Amanda? Insomma non è molto affidabile” sussurrò, “vero… allora solo io e te… per un periodo mettiamo i soldi da parte, troviamo un bel negozio grande e ci lavoriamo su… troviamo un po’ di stagiste che aiutino così non saranno a pagamento e faranno gavetta… e nel frattempo io mi rimetto sui libri per aggiornarmi” risposi entusiasta, “Nicole, questa capoccetta non la usi solo per pensare a Chris” scherzò, “Ah… tieni” mi porse una busta la lettere enorme, “cos’è?” chiesi curiosa, “le foto dove ci siete tu e Chris, il fotografo ci ha lavorato tutto ieri, e mi ha chiamata per dirmi che oggi le potevo ritirare, le copie io le ho a casa nell’album, ma faceva piacere a me che tu le avessi” mi sorrise, “per la cronaca, ci sono anche io nelle foto con te… se ti interessa” scherzò alzandosi, la aprii, guardai le foto, mi fermai in una foto che mi incantò, io e Chris che stavamo ridendo per una battuta di Maya, lei aveva la mano alla bocca, la mia mano poggiata sul braccio di Chris mentre mi piegavo per ridere e lui che aveva la testa piegata in dietro per ridere, “sì, è la mia preferita, le ho anche in formato digitale, e comunque sei una stronza” mi indicò, “anche tu?” chiesi fingendomi triste, “anche io cosa?” chiese sedendosi con il bicchiere di succo di frutta, “a dirmi che sono una stronza, dimmi perché mai sarei stronza per te?” chiesi ridendo, “perché non c’è una foto dove sei venuta male… ce ne sono certe di Amanda…” rise, “e la stronza sarei io? Tu prendi in giro una tua amica e io sono stronza? Bella questa storia, raccontamela bene” scherzai, “se le vedessi lo diresti anche tu… e comunque ce n’è una mia e di Zac spettacolare, guarda” sbloccò il suo telefono, aprì le foto e cominciò a cercare, “eccola…” annunciò girando il telefono verso di me, si stavano guardando sorridendo, erano così belli… “stupendi… immagine del profilo immagino” la presi in giro, “no… l’immagine del profilo è questa… e ti ho anche taggata” scorse tra le foto di nuovo, aprì una foto, la foto del momento che le stavo mettendo il diadema, “è la cosa più bella che potessi fare per me” sussurrò allagando gli occhi, “ti adoro lo sai?” chiese guardandomi, “ti abbraccerei” risposi annuendo, “oddio mi ero dimenticata, andiamo a lavarli” ordinò, andammo in bagno, lavò i capelli nella doccia, tornammo in salone, “ti faccio i ricci, ho deciso” annunciò prendendo il phon, li asciugò col diffusore, e il mio riccio si fece spazio, poi attaccò il ferro fino, “comunque posso dirti una cosa?” chiese mettendo le mani giunte come in preghiera, “vai” risposi, “ti fai bionda? Ti prego… saresti così bella…” mi guardò implorante, “per il matrimonio” accettai, “davvero? Cioè ti vuoi sposare bionda?” chiese sorridendo, “sì… insomma questo rosso me lo lascio alle spalle, cambio vita” risposi scrollando le spalle, “mamma mia… quante gioie mi regali” rise, “non ci prendere gusto” risposi ridendo, “mai” sorrise, cominciò a prendere ciocca per ciocca, diventai riccia quasi come lei, “allora, adesso andiamo in chiesa a portare i documenti… poi mangiamo insieme, e mi porti a vedere la casa?” chiese implorandomi, “Chris non deve sapere niente ok?” risposi seria, “sono la tua migliore amica, come potrei tradirti?” rispose sorridendo, “va bene ti ci porterò” acconsentii, presi le chiavi della macchina, le chiavi di casa nuova, le chiavi di casa attuale, la borsa e uscimmo.

“Bella chiesa” disse stupita Maya quando entrammo, “ti piace?” chiesi guardandomi in torno, non c’è che dire, il ragazzo aveva gusto, “moltissimo… a saperlo prima…” scherzò, “salve ragazze” il prete del giorno prima ci salutò, “salve, sono la ragazza che è venuta ieri con il fidanzato, per il matrimonio” mi presentai stringendogli la mano, “certamente, mi ricordo… ha portato i documenti?” chiese, “sì… mancano solo quelli dei testimoni di Chris perché non ci siamo ricordati di chiederli” risposi, “non fa niente, li potete portare anche alle prove… allora, Nicole Sydney Walker… bel nome” fotocopiò il documento, “grazie” risposi imbarazzata, “Sydney” mi canzonò Maya, “Savannah” risposi alla presa in giro con il suo secondo nome, “Christopher Robert Evans… è il suo ragazzo?” chiese fotocopiando anche quello, “sì” annuii, “certamente, bella coppia” rispose porgendomi i documenti miei e di Chris, “Maya Savannah Hernandez?” Indicò Maya, annuì, “sapete dalle foto non vedo bene, non vorrei che poi metto che si sposa lei con lui…” rise il parroco, rimanemmo serie guardandoci terrorizzate, “scherzo… Bene per esclusione Zachary è il suo di fidanzato” sorrise, “marito” lo corresse Maya, “ah… già avete fatto voi…” rise, “già” rispose Maya sorridendo, “bene… tutto confermato, 10 giugno alle 11.00. Ah… scusate, le devo far firmare dei fogli… dimenticavo” mi porse dei fogli, li lessi a fondo, “questi a me… e questi a voi… faccia firmare suo marito, perché ormai va detto che è suo marito, e questi quando verrà li farò firmare io… se mi dimentico ricordatelo voi… altra cosa, le prove dopo le sei” mi strinse la mano, “arrivederci” salutai, “arrivederci” salutò lui, fece un saluto con la mano a Maya e uscimmo. “Secondo te ci sta tutto?” chiese Maya, “il prete?” chiesi, annuì, “no… per niente” risposi ridendo, salimmo in macchina e mi diressi verso la casa dove ero stata poco prima, “ma abitiamo vicinissime se vieni qui” disse Maya, “già” convenni, salimmo in ascensore e spinsi il tasto 11, “Undicesimo piano? Ma sei… una schifezza… cioè abiti proprio ai bassi fondi” scherzò, “certo, certo” risi, aprii la porta di casa, “è tutta da sistemare ovviamente, è una nuova costruzione” spiegai, “Nicole è enorme” si guardò in torno, “già… tre stanze, bagno in camera da letto, balcone vista New York City, e vista mare, bagno, cucina enorme, salone altrettanto… e insomma… schifo vero” risi, “ci pensi?” chiese guardandosi in torno, “a cosa?” chiesi guardando il salone, cercai di immaginarlo arredato, “a quanto siamo cresciute? Amanda è incinta, tu sei qui, a un passo dal matrimonio, in una casa dove siete pronti ad accogliere un bambino o forse di più, e io sposata… tutto questo poco tempo fa era un gioco per noi” mi guardò, “lo ricordo come fosse ieri… Maya, se non fossi una buona madre?” chiesi preoccupandomi, “eh? Scherzi? Io ti ci vedo proprio come mamma, e a Chris come un papà, amorevoli in tutto…” mi accarezzò la schiena con la mano, la abbracciai, “dai andiamo a mangiare” sussurrò, ci sciogliemmo dall’abbraccio, uscimmo di casa, chiusi bene e chiamai l’ascensore.

“Allora… andiamo al mc?” chiese indicando una M gigante, “dai sì” entrai nel parcheggio, “quello è un posto” Maya indicò uno spazio tra due macchine, annuii, parcheggiai e ci dirigemmo verso il fast food, “ordino velocemente, tu vai a prendere posto” mi misi seduta a un tavolo, tirai fuori il telefono, otto notifiche di facebook e sedici di whats app, avevo quasi paura, aprii, le notifiche di facebook erano tutte Maya ti ha taggato in una foto, aprii le foto, una era io e lei, guardai la descrizione.

Tante volte mi sono fermata a pensare a come sarebbe stato averti come sorella, stringerti forte a me ogni volta che volevo, condividere i giocattoli, le passioni, farmi dimenticare il perché stavo piangendo due attimi fa… poi ti guardo, penso, e capisco che sei già mia sorella, che il sangue non lega, l’amore sì, e tu me ne dai tanto, da sempre.

Sei mia sorella.

Commentai con un cuore, aprii le altre foto, tutti e sei insieme, non aveva messo descrizioni, aprii un’altra foto, io, Maya e Amanda che parlavamo in cerchio, mi misi a leggere la descrizione.

Ventisei anni, passati minimo venti insieme a voi, ricordo quando ci siamo conosciute, e ricordo la nostra promessa, comunque vada, qualsiasi cosa facciamo nella vita non ci perdiamo, siamo qui, legate, come un tempo, forse anche di più, ma i nostri sogni si stanno avverando, sposarsi, mettere su famiglia, lavorare. Siete tutto ciò che immaginavo da bambina, e tutto ciò che voglio adesso… Grazie di tutto.

Lessi i tre commenti.

Amanda Fisher

Se non avessi voi…

Emma Powell

Che belle, quando vi rivedo?

Maya Hernandez

Organizziamo dai

La guarda avvicinarsi, “scusa chi è Emma Powell?” chiesi ridendo, “sai che non me la ricordo? Però è del liceo, non è potuta venire al matrimonio che si sposava la sorella” rispose sedendosi con il vassoio tra le mani, andai sul suo profilo, “aaaah ho capito chi è… Ci chiamava per uscire e ci inventavamo le scuse per non farlo. Cosa ci spinge a uscirci ora?” chiesi mangiando le patatine, “dai, è carina, e poi ha un figlio…” mi sorrise, “e quindi?” chiesi non capendo il nesso, “e quindi non sei curiosa di vedere il figlio com’è?” chiese ridendo, “stai diventando sempre più infima… che fine ha fatto la mia Maya?” chiesi ridendo, “va bene, usciamoci” accettai, “senti ma a che c’è l’ecografia?” chiesi sorseggiando la coca-cola, “Nicole mangi questo panino? Mi stai mettendo ansia” rise e mi porse il panino minacciosa, “stai molto tranquilla ciccia” dissi afferrando il panino, un panino senza salse, solo hamburger, che tristezza… ma non avevo fame e mi dovevo accontentare, “comunque è tra un’ora” guardò l’orologio che aveva al polso, “bene… andiamo a fumare, ti do i soldi del pranzo, e dei capelli, andiamo in macchina e andiamo sotto da Amanda” mi alzai, “tu oggi sei troppo attiva eh” mi guardò male, “tieni” le passai i soldi, “non voglio niente, levati” mi spinse, “dai tieni” le misi i soldi in mano, “oh ti levi… non li voglio” me li rimise sparsi nella borsa, “che ingrata” scossi la testa fingendomi offesa, “ma finiscila” uscimmo fuori accendendo la sigaretta, “quello è Chris?” chiese indicando un ragazzo in lontananza, annuii, “e quella?” indicò una ragazza vicino, “Carly” risposi guardando bene, “non ci vedo proprio… ah è qui con la famiglia eh” mi diede botta allusiva sul gomito, “fai finta che non li hai visti, ok? Non mi va che pensando che sto aspettando Chris o cose simili” lei annuì, “ma ti devo raccontare una cosa…” mi fece mettere seduta, “al mio matrimonio c’era la cugina di mio padre, la figlia ha la nostra età, e ogni due minuti mi veniva vicino a chiedermi se Chris fosse proprio lui, e se poteva provarci, e allora io le rispondevo provaci, ma ti conviene di no… e ridevo, quando ti ha fatto la proposta mi è venuta vicino e mi dice, Maya… è fidanzato? Con la faccetta triste come se stesse per piangere, e io ho cominciato a ridere come una matta, neanche immagini” la guardai tra il cagnesco e il voglio ridere ma ti odio, “Nicole” Scott urlò dietro di me, “ciaoo” mi alzai, salutai tutti, “come state?” chiesi non troppo convincente di non averli visti prima, “bene” rispose Lisa, “ma che fai tu qui?” chiese Chris baciandomi, “stavamo pranzando che dobbiamo andare da Amanda, e tu qui?” chiesi, “stavamo qui vicino e abbiamo pensato di mangiare qualcosa velocemente” sorrise, mi guardò scrutandomi, “ti sei fatta i capelli” annunciò dopo un po’, “buongiorno Evans” scherzò Maya, “come quando ci siamo messi insieme, apprezzo… mi piacciono, alle sette se non sono a casa fatti trovare pronta, vestiti con il vestito più bello che hai… c’è una sorpresa” mi baciò, annuii, “ciao amore, andiamo a mangiare” mi baciò di nuovo e entrò dentro, seguito dalla famiglia che mi salutò con la mano, “non lo uccidere però” rise Maya, “un’altra sorpresa… ottimo” annunciai entrando in macchina, “dai… non ti fa piacere neanche un po?” chiese seria, “sì, certo, ma non voglio fare la mantenuta” risposi uscendo dal parcheggio, mi diressi verso casa di Amanda e nel giro di un quarto d’ora eravamo lì, “scendi” ordinò Maya al telefono, “sii più carina” scherzai, “fino a prova contraria io non ho niente contro di lei… si può dire lo stesso di te?” chiese ridendo, “io ci ho chiarito” risposi seria, “certo, certo” rispose scendendo dall’auto, Amanda entrò in macchina, “ansia?” chiese Maya chiudendo lo sportello, “no… penso solo che potrei subire una lobotomia con più tranquillità” rispose con la voce tremante, “dai tranquilla” Maya si sporse per accarezzarle la gamba. Il viaggio fu in silenzio, arrivammo davanti la clinica. “Ryan?” chiese Maya guardandosi in torno, “sta arrivando” rispose sedendosi, “si può fumare?” chiese Maya, “stanno fumando tutti” rispose Amanda guardandosi in torno, “fumi con me? Almeno se ci strillano, ci strillano in due” mi porse l’accendino, “va bene…” risposi ridendo, presi la sigaretta e accesi, “Nicole ti sei rifatta il seno?” chiese Amanda guardandomi, “eh?” chiesi guardandomi il seno, “è più sporgente vero?” chiese conferma a Maya, “oddio si Nicole, ma è push-up?” chiese ridendo, “ragazze no, non ho rifatto il seno e non è push-up… e ora mi state facendo venire i complessi” risposi seria, “complessi? Hai un seno che parla da solo” mi guardò Maya, “la smettiamo di parlare del mio di seno?” chiesi coprendomi ancora di più, “quando ho scoperto di essere incinta avevo il seno gonfio come il tuo, come se mi stesse per venire il ciclo” disse Amanda, “non sono incinta” risposi seccata, “potresti, che ne sai…” rispose Maya, “no” incrociai le braccia, effettivamente facevano anche un po’ male, “provi a fare un test?” chiese Amanda, “ho avuto il ciclo non posso essere incinta” risposi seria, “che ne sai? Può venire il ciclo lo stesso… soprattutto se dura molto meno del solito” rispose seria, buttai la sigaretta, “vi giuro che se non state zitte vi lascio qui e me ne vado” risposi entrando nella clinica, “Fisher” chiamarono, “Ryan?” chiese Maya, “eh… dai entrate voi” ci tirò dentro, “è la prima ecografia?” chiese la ginecologa, “sì” rispose sorridendo, “ok… determineremo lei di quanto è” la fece sdraiare, “questo liquido è freddo” la avvisò, lo spalmò sulla pancia, e cominciò a muovere l’attrezzo sulla pancia, “eccolo… bhè… è un po’ grande per essere di poche settimane, direi che è entrata nel secondo mese da poco” la dottoressa la guardò, “cosa?” chiese confusa, “ha avuto il ciclo nel mese precedente?” chiese seria la dottoressa, “sì, ma è durato due giorni, pensavo fosse stress” rispose, “capisco… bene, ora sentiamo il battito del suo cuore” annunciò spostandosi di poco, rimasi imbambolata, il seno gonfio, il ciclo che è durato stranamente poco, ma è impossibile, insomma stavo con Chris da tre giorni… “scusate” uscii fuori dalla stanza, “Nicole” una voce mi chiamò, mi girai, “sono dentro, stanno facendo sentire il battito” annunciai a Ryan uscendo fuori dalla clinica, presi il cellulare e cominciai a fare le mie ricerche, scoprii che la fecondazione avviene in pochi minuti se c’è l’ovulo già nelle tube, e che l’impianto accade tra i cinque e i settegiorni, ed erano passati cinque e sette giorni, potevo essere incinta, non sapevo come sentirmi, chiamai Chris.

“Ei, che succede?” rispose al primo squillo, non riuscivo a parlare, “Nicole? Nicole che succede?” chiese preoccupato, “n-n-iente… è che… no lascia stare” farfugliai, “Nicole che è successo?” chiese di nuovo con il suo tono preoccupato, “sono in clinica, e mi sto annoiando, mi tieni compagnia?” chiesi mentendo, “c’è qualcosa che non va?” lo sentii camminare, “no, niente, mi sto annoiando, mi puoi tenere compagnia?” chiesi di nuovo sedendomi su un gradino, “certo” rispose tranquillamente, “che fai?” chiesi, “ho appena finito di mangiare, ora andiamo io e Scott a fare dei giri, mi dici che succede?” chiese sussurrando, “niente, fidati… solo che fanno entrare solo due persone a vedere l’ecografia, e quando è arrivato Ryan sono uscita io…” risposi mentendo, non potevo non dirglielo, ma dirglielo per telefono era squallido. “Non ti aspetti che ci creda vero?” lo sentii sorridere, “potrei dirtelo per telefono quello che succede, ma preferisco dirtelo quando ci vediamo” risposi allacciandomi la scarpa, “senti, se vuoi io ti raggiungo e parliamo, hai una voce troppo strana” disse calmo, lo immaginai davanti a me a spostarmi i capelli come fa sempre in questi momenti, “no, ci vediamo a casa” risposi attaccando, “che succede?” si mise seduta affianco a me Maya, “niente” sorrisi, “sei scappata” rispose guardandomi, “mi stava chiamando Chris” mentii, “no… non mi hai convinto, riprova” rispose guardandomi negli occhi, “sono così pessima a mentire?” chiesi ridendo, “sì” rispose sorridendo, “e comunque sta arrivando Chris… mi ha chiesto di mandargli l’indirizzo, se non vuoi dirlo a me, dillo a lui… ma dillo a qualcuno” rispose abbracciandomi. Passarono alcuni minuti e li passammo in silenzio, “che hai fatto?” chiese Scott sedendosi affianco a me, “Chris?” chiesi guardandomi le scarpe, “sta pagando il biglietto del parcheggio, non vuoi dirmelo?” chiese, “lasciamoli stare” Maya lo prese per il braccio e lo portò alle macchinette, “amore” Chris si mise seduto vicino a me, “non c’era bisogno che venivi… te l’ho detto, non è successo niente” risposi guardando altrove, “ce l’hai con me?” chiese triste, lo abbracciai, senza dire niente, “va bene, ti serve questo” sussurrò, “non voglio partorire” sbottai, “eh?” chiese ridendo, “ero qui stavo fumando una sigaretta quando Amanda mi ha detto che ho il seno più gonfio…” mi interruppe ridendo, “è vero però” sorrise malizioso, “e che lei quando si è accorta di essere incinta lo aveva così… poi siamo entrate dentro, e la dottoressa ha detto una cosa sul ciclo… e sono scappata fuori a cercare se fosse possibile, e Chris… è possibilissimo” sussurrai, “e l’unica cosa che ti esce dopo aver scoperto che potresti essere incinta è… non voglio partorire?” chiese ridendo, “ma perché ridi” urlai, si girarono tutti, compresi Scott e Maya, “rido perché è surreale, insomma tu scopri che potresti avere un figlio e non dici oddio non sono pronta, o oddio che bello, dici NON VOGLIO PARTORIRE” rise di nuovo enfatizzando la mia frase, “Chris…” lo guardai in cagnesco, “senti sai che ti dico? Tu sei fuori, ma come una terrazza… più suonata di una campana, ma se fosse così, se fosse realmente che aspetti un bambino… io sarei l’uomo più felice del mondo, e non sto scherzando, mi troveresti sui tetti a ballare… e poi prima o poi sarebbe successo, che paura hai?” chiese spostandomi i capelli dal viso come avevo immaginato poco prima, “di non farcela, di non farlo uscire sano, di non dargli una buona vita… insomma… di non esserne all’altezza” ammisi, “lo capisco, ma non può terrorizzarti tanto da dire non voglio partorire prima di esserne certa… senti facciamo così andiamo in farmacia e poi andiamo a casa va bene?” chiese alzandosi dal muretto, mi tese la mano e mi alzai anche io, “dammi le chiavi della macchina” chiese Chris, gliele passai, “Maya… te la lasciamo a te, noi dobbiamo fare una cosa…” si avvicinò a Scott, parlò all’orecchio e Scott mi guardò sorridendo, “Chris” lo richiamai minacciosa, “sì amore arrivo” rispose continuando a parlare con Scott e nel frattempo si avvicinò Maya, “ciao” disse allontanandosi, “Gliel’hai detto vero?” chiesi incrociando le braccia, “ehm che cosa?” chiese guardandomi, “che stiamo andando a fare il test” risposi entrando in macchina, “no in realtà gli ho detto a Scott che andavamo a casa perché non ti sentivi bene e Maya mi ha chiesto che avevi e io ho risposto che non lo volevi dire… tutto qua” se stava mentendo, lo fece bene, mi convinse, “scendo io… aspetta qui” scese, sbloccai il telefono, aprii facebook e trovai come primo post una donna incinta e tutta una didascalia lunga, cominciai a leggerla, “ne ho presi due” annunciò tendendomi la busta, “va bene” risposi bloccando il telefono, si faceva sempre più concreta la questione, arrivammo all’ascensore, le porte si aprirono e uscì un enorme culla, due gemelli, “buonasera” il marito della donna che portava la carrozzina, Chris rispose cordiale, io fissai la carrozzina, “ehm… Nicole…” mi chiamò Chris, “vedi? Metti che sono due?” chiesi seria, “avremo più amore da spargere” rispose sorridendo, “tu sorridi, tutto pace e amore, è a me che spetterà, spinga, spinga ancora… per non so quanto” dissi isterica, “tu sei matta” rise, le porte si aprirono, aprì casa velocemente e entrai buttandomi sul divano, “che ore sono?” chiesi, “le cinque meno dieci” rispose sedendosi sulla poltrona, “ok… allora alle mai, faccio il test” annunciai nascondendo la testa sotto il cuscino, “sai invece ho un’idea, quanto tempo devi aspettare per sapere i risultati?” chiese prendendo la busta, “quindici minuti” risposi dall’oltretomba, “bene… i sanitari ci sono, e funzionano… andiamo” mi alzò, “che vuoi fare?” chiesi alzando la testa, “facciamolo lì, un nuovo inizio se sarà positivo, qualcosa che ci legherà di più se sarà negativo…” disse prendendomi la mano, mi alzai, mi sembrava logico come pensiero, uscimmo. Ci dirigemmo nella nuova casa.

“Dai andiamo… te l’ho ritardato il momento visto?” chiese Chris ridendo, “come fai a stare così tranquillo? Come faceva Amanda a stare tranquilla? Come faccio io a essere così agitata, non sono mai stata agitata…” mi bloccò le spalle, “respiro profondo, entri in bagno e fai pipì… poi ti fai prendere da quello che vuoi” mi spinse nel bagno della camera da letto, non mi poggiai, misi il bastoncino sotto, tirai la catena, misi il tappo e lo poggiai sul lavandino mentre mi lavavo le mani, “ora quindici minuti giusto?” chiese Chris mettendolo nella scatola, annuii, “vieni, andiamo fuori” sentii che anche lui si stava irrigidendo, lo posammo a terra e ci mettemmo seduti, il tramonto sul mare, mi fermai a guardarlo, e notai che Chris già lo stava facendo, cominciai a pensare a come sarebbe cambiata la vita, un figlio, un piccolo Chris o una piccola me, sorrisi al pensiero che sarei potuta diventare madre, avere una femminuccia da segnare a danza, o un maschietto da segnare a milioni di sport, pensai a Chris che padre sarebbe stato, sorrisi di nuovo, il timer suonò, “ok… lo guardiamo insieme” disse prendendo la scatola, la aprì piano, lo tirò fuori e guardammo due linee rosa nette, “due linee?” chiese Chris, “è positivo” annunciai, “cosa?” chiese serio, “è positivo Chris” risposi, mi abbracciò, “domani andiamo a fare le analisi va bene?” chiesi seria, “sì” rispose lui abbracciandomi di nuovo, “per scrupolo fai l’altro” chiese ridendo, “ma che ridi” risposi, “sono felice, se tutto va bene mi regalerai un figlio…” sorrise, “ah… mi metto in società con Maya appena avremo i soldi e il posto” annunciai, “finalmente, farai il tuo lavoro” mi baciò, “dai… andiamo a casa, ti devi fare la doccia, e cambiare” disse alzandosi, mi tirò su, “lo terrai vero?” chiese indicando… aspetta stava indicando il test o la pancia, “di preciso di cosa stiamo parlando?” chiesi gesticolando, “del test” rispose, “ah… certo che lo terrò se è veramente così” sorrisi, “ma secondo te… quanto ci metto a rimettere in sesto casa?” chiese mettendomi un braccio in torno al collo, “secondo me ci mettiamo poco… domani veniamo qui e iniziamo” risposi, “no, no… tu non ti muovi” intimò, “eh? Non cominciare a limitarmi la vita, fin quando potrò farò” dissi seria, “va bene, non ti obbligo a nulla, però quando ti stanchi ti fermi ok?” chiese prendendomi i gomiti, “va bene, comunque stavo pensando di iniziare dai bagni…” dissi, “e che vuoi fare?” chiese andando in bagno, “questo in camera nostra, a te come piacerebbe?” chiesi guardandolo, “non saprei, non ha finestre, perciò un colore che non lo renda buio, un panna” decise, gli diedi il cinque, “avrei detto lo stesso colore” risposi, “perciò dobbiamo prendere le mattonelle” disse guardando il cemento a terra, “sai qui dove sta il lavandino mettere all’altezza dello specchio delle mattonelle con dei fiori… tipo bianchi e rosa, quelle grandi…” feci capire la grandezza appoggiando le mani sul muro, “sì… e poi qui cambieremo la vasca vero?” lo guardai indicando una vasca orribile proprio standard, “certo… e la metteremo in tono con i mobili…” rispose mettendomi un braccio dietro le spalle, “perciò domani prendiamo i mobili per il bagno, e le mattonelle?” chiesi guardandolo, annuì, “all’altro?” chiese dirigendosi al bagno sul corridoio, “doccia da cambiare decisamente, io in realtà i bagni li immaginavo uguali… oppure con le mattonelle della stessa consistenza cambiando solo i colori” annunciò, “io questo, visto che è luminoso lo farei più sul marrone, con le stesse mattonelle che ti dicevo io prima con i fiori beige e rosa chiaro” risposi guardandomi in torno, “mi piace” accettò, “dai andiamo che andiamo a festeggiare un compleanno… anche se il regalo lo hai fatto tu a me oggi…” disse prendendomi per mano, chiuse la porta alle nostre spalle e chiamammo l’ascensore, Chris poggiò una mano sulla pancia, “speri di sentire qualcosa?” chiesi ridendo, “no… è solo che non ci credo che tu possa…” lo interruppi, “puoi sempre tenerlo tu se vuoi” mi uscì acida, “senti lo capisco che è un po’ tutto insieme, ci siamo messi insieme un mese fa quasi, e ora stiamo organizzando il matrimonio e sei incinta al novanta percento… ma se sei agitata ti calmi, perché sei acida” rispose allontanandosi da me, “lo so… scusa, è che…” non riuscii a finire la frase, mi abbracciò, “è che ho paura” ammisi, “di cosa?” chiese entrando nell’ascensore, “di fallire… ho mille progetti e sembra che la vita mi stia sorridendo, insomma un uomo che ho sempre amato mi sta per sposare, mi renderà madre, mio padre è tornato e mi ha chiesto scusa e sembra che vada tutto per il meglio, e poi c’è il progetto di lavoro con Maya, questa casa…” dissi cercando il suo sguardo, “stai finalmente prendendo la tua parte nel mondo, non fallirai” mi strinse forte, “non sai quanto sono terrorizzata, posso sbagliare nel lavoro, posso sbagliare tutto quello che vuoi, ma con te e con il bambino non voglio sbagliare niente” dissi guardandoci riflessi allo specchio, “non sbaglierai” promise, le porte si aprirono, “ah… non una parola con Amanda o Maya o i tuoi genitori… solo quando sarà sicuro” dissi prendendogli la mano, “va bene” sorrise.

“Vado a farmi la doccia anche io… tu metti il vestito più bello” annunciò, annuii, e ci risiamo, bloccata davanti l’armadio a svuotarlo per trovare qualcosa, trovai un vestito panna fatto con la scollatura a cuore, maniche a tre quarti di pizzo e la gonna svasata, cercai le scarpe con il tacco panna, le trovai, mi truccai velocemente, con una sfumatura sui toni del marrone, eyeliner e matita all’interno dell’occhio nera, arricciai di nuovo i ricci che si erano sciolti e rimisi nell’armadio i vestiti, “mi vesto e usciamo” annunciò Chris nudo alle prese con l’asciugamano, “ti odio” dissi uscendo dalla stanza, “che ho fatto?” chiese ridendo, “che hai fatto? Vai in giro per casa così… tranquillamente, come se non ci fosse nessuno… con questo fisico perfetto…” dissi sporgendo solo la testa, “che c’è, ti eccita?” chiese scherzando, “no, mi disturba” risposi entrando in camera di nuovo, “ah sì? Direi il contrario” mi prese per i polsi e mi spinse sul letto, “Chris… non usciamo più di casa poi, te lo dico” lo avvertii, “andrebbe bene lo stesso” mi baciò il collo, “dai vestiti” gli diedi uno schiaffetto sul sedere e lo feci alzare da sopra di me, mi misi seduta sul letto, “meglio questi o questi?” chiese facendomi vedere dei pantaloni strettissimi in entrambi i casi, uno nero e uno grigio, “grigio” sentenziai, “la camicia bianca…” la cercò aprendo l’armadio, la trovò subito, lo guardai chiudersi i bottoni, poi passò a quelli dei polsi, “la lampo dei pantaloni” suggerii, si guardò e si mise a ridere, “no… non ridere ti prego” scherzai, “perché?” chiese sorridendo, “perché ti stai allacciando i bottoni della camicia e ridi anche? Mi vuoi morta?” chiesi scherzando, “mai, amore mio” mi baciò.

Arrivammo in un ristorante, “sai stavo pensando che Maya non mi ha fatto gli auguri… è strano, lei lo ricorda sempre il mio compleanno” dissi appoggiando la testa sulla spalla di Chris, “già… è strano” sorrise, “salve… abbiamo un tavolo prenotato, Evans” disse al ragazzo, “mi segua…” ci fece strada, entrammo in una stanza buia, partì una canzone, la riconobbi dopo un po’, Just the way you are di Bruno Mars, un video con le foto di quando ero piccola si fece largo sullo sfondo della sala, con Maya all’asilo mentre litigavamo per un gioco, alla recita della scuola, facevo il gattino e Maya la gabbianella, con i mei fratelli mentre facevo il bagno al mare, con mia sorella alla comunione, con Chris alla festa dei miei dieci anni, con Maya e Amanda a una festa di una compagna di classe, con Chris mentre fumavo la prima sigaretta, con Lisa e Bob alla cerimonia del diploma, Il compleanno dei miei ventuno anni con Chris, Zac, Maya, Ryan e Amanda che facevamo il brindisi, una foto mia e di Chris che correvamo al parco, me e Amanda al mare sorridenti, Maya e io al suo matrimonio, al matrimonio di Maya e Zac che stavamo ridendo io, lei e Chris, una mia foto scattata da Maya molto tempo fa, la foto di quando avevo fatto la modella per Amanda, la felpa aperta e il reggiseno di fuori, truccata pesantemente con gli occhi sfumati di nero e le labbra rosse, la foto vestita da pin-up sempre per fare da modella a Amanda, e in fine una foto di oggi… quando stavamo fuori alla chiesa… mi girai verso Chris, ma non c’era solo lui, c’erano tutti, “sorpresa” urlarono, “vi odio… sappiatelo” dissi seria, “tesoro mio, non sai quanto ho sentito il peso di non averti fatto gli auguri” urlò Maya abbracciandomi, “anche io l’ho sentito il peso che non mi hai fatto gli auguri” risposi ridendo, “noi tutti abbiam un compleanno…ogni anno” partì cantando, “ed uno solo all’anno haimé ce n’è” cantai, “ma ci son 364 non compleanni” cantò, “e questi noi preferiamo festeggiar” cantai, prese i bicchieri, me ne passò uno, “un buon non compleanno, a te” cantò, “a te, a me?” “un buon non compleanno, a te” “a te, a me?” cominciò a saltarmi in torno, “brindiamo tutti insieme, con un altro po’ di thè” cantai, “un buon non compleanno a te” cantò abbracciandomi, “mi stai monopolizzando Maya” scherzai, “tanti auguri bimba mia” mio padre mi abbracciò, ricambiai, “il matrimonio?” chiese curioso, “il 10 giugno… se mai il 9 dormi da me… tanto lui dormirà a casa sua” dissi indicando Chris, “va benissimo” rispose serio, “auguri” Lisa mi abbracciò, e dietro di lei tutta la famiglia di Chris, i miei fratelli, i genitori di Maya, Zac, Ryan e Amanda. “Perché te ne sei andata così prima?” chiese offesa, “non mi sentivo bene… perdonami, che ti hanno detto?” chiesi sorseggiando lo spumante, “ah no…” passò Chris e me lo tolse, “mi hanno detto che… scusa ma perché Chris ti ha appena tolto il bicchiere?” chiese confusa, “non posso bere, non mi sono sentita bene” mentii alla grande, “ma hai dato di stomaco?” chiese preoccupata, annuii, “sei incinta…” sentenziò, “chi è incinta?” chiese Maya, “nessuno… è Amanda che è pazza” dissi ridendo, “comunque che ti hanno detto?” chiesi cambiando discorso, “che sono due gemelli, che stanno bene per adesso e mi hanno tolto alcuni alimenti… per il resto tutto ok… e a quanto pare sono incinta di due mesi” annunciò, “due gemelli?” chiesi stupita, “già… ho il terrore di partorire” annuii, “ma a te che importa non sei incinta no?” mi stuzzicò, “infatti… che importa a me del parto” risi, “già…” rispose allusiva sedendosi, andai a prendere posto affianco a Chris e alla mia sinistra avevo Maya, “Chris almeno a Maya io glielo dico… tu scegline una di persona e dillo a chi vuoi… amici no parenti” dissi al suo orecchio, “va bene…” sussurrò, “Maya mi accompagni in bagno? Non mi sento bene” non mentii, mi stava girando la testa da morire, “certo” si alzò, camminai lentamente verso il bagno, “metti i polsi sotto l’acqua, bagna il viso” disse Maya facendolo al posto mio, “ci sei?” chiese tamponandomi il collo con l’acqua fredda, annuii, “che c’è? Sei strana da oggi pomeriggio…” disse sedendosi affianco a me, “sono incinta… una probabilità su mille che non lo sia” risposi guardandola, “woooh, no… cioè l’hai detto prima a Amanda? Ti odierò per sempre” disse guardandomi in cagnesco, “no, Amanda non lo sa, lo sospetta, ha visto Chris togliermi il bicchiere” risposi, “Chris lo sa?” chiese confusa, “certo che lo sa, abbiamo fatto il test insieme” risposi sorridendo, “e come l’ha presa?” chiese, “bene, certo siamo entrambi scossi… ma l’ha presa bene” risposi poggiando la testa sul muro, “e tu come l’hai presa?” chiese accarezzandomi il braccio, “non lo so…” risposi, “ragazze… come stai?” chiese Amanda, “scusate…” mi alzai, “devo dare di stomaco…” dissi cercando di trattenerlo, “vieni” Maya mi prese i capelli e mi portò in bagno vicino alla tazza, “Amanda chiama Chris, digli di venire un attimo” disse seria, “vado” uscì dal bagno, “piccola…” mi ritirai su, “ma adesso si sta scatenando? O anche oggi pomeriggio?” chiese, “a dire la verità è da due giorni che sto così… nausea, giramenti di testa… ma erano momenti, si vede che aver bevuto ha aumentato tutto…” dissi togliendomi le scarpe, “eccomi” disse Chris, lo intravidi, “vai a dire ai camerieri che lei non può mangiare quelle cose… si è sentita male, e poi o tu o Amanda dite a mia madre di venire con le borse sia mia che sua” disse tenendomi i capelli, “che è successo?” chiese Chris inginocchiandosi sotto di me, non volevo che sapesse che mi stavo sentendo male, “mi serve solo un po’ d’aria” dissi tra le lacrime, “va bene… qualsiasi cosa chiama sul tuo… tieni” mi diede il suo cellulare, arrivò Mary, “che è successo?” chiese Mary alzandomi, “non regge l’alcol” mi coprì Maya, “mmm… se ha la nausea la dobbiamo portare fuori… e comunque l’ho capito che non è alcol” mi guardò, cercai di abbozzare un sorriso, mi portarono fuori passando per il nostro tavolo, “che è successo?” chiese mio padre, insieme ai miei fratelli si alzarono, vidi Chris calmarli, l’aria fresca mi fece tornare lucida ma non tolse quel senso di nausea, “mamma tu sei medico… aiutala” disse Maya, “ok… dammi i polsi” mi sorrise, allungai in avanti i polsi, “respira piano, mi raccomando” sussurrò, spinse su un punto preciso del polso, “ti si dovrebbe attenuare il senso di nausea, lo facevo sempre quando ero incinta di Maya…” mi tranquillizzò, l’aveva capito… “Chris…” Maya ci si scontrò, “scusa” disse venendo verso di me, “ti ho portato la camomilla” me la porse, “bravo” si complimentò Mary, sorseggiai piano, “no…” mi ritornò su in un baleno, gliela ridiedi, trattenendo il senso di nausea, “non può ingerire nulla… ma deve mangiare qualcosa… lo sapevi che è incinta?” scherzò Mary, “certo” rispose Chris ridendo, “congratulazioni” gli strinse la mano, mi schiarii la voce, “i convenevoli magari dopo, quando non starò per morire” dissi, “Chris tienile la testa ferma, io cerco una cosa in borsa” poggiai la testa sul fianco di Chris, “che succede qui fuori?” chiese mio padre, “si sente poco bene… nulla di che…” rispose Mary, “vuoi che rimango qui?” chiese accarezzandomi il mento, annuii lentamente, “ecco... prova a mangiare questa” mi diede una caramella, la sputai, “non ci riesco” sussurrai senza forze, “ma che ha?” chiese a Chris mio padre, “non lo so” rispose Chris scuotendo la testa, era palese che voleva che glielo dicessi io… “tesoro cos’hai? Non farmi preoccupare” disse piegandosi sotto le mie gambe, “sono incinta” risposi seria, “scherzate vero?” chiese guardandosi in torno, guardò tutte facce serie, “dai, siete bravissimi, ma lo scherzo è finito” guardò Maya, “non è uno scherzo…” affermai, “oddio… ma allora sei cresciuta veramente… e quando… cioè quando sei andata all’ospedale per colpa mia lo eri?” chiese preoccupato, “probabilmente ero stata fecondata, ma non ero incinta” risposi, “almeno quello” rispose abbracciandomi, “sono felice per te tesoro mio” mi abbracciò, “no… non mi muovere troppo” dissi sentendo la nausea aumentare, “scusa… ma Chris portiamola all’ospedale” disse serio, “da un eccesso un altro papà… dal sanguinario all’oddio ha la nausea perché è incinta portiamola in ospedale” scherzai, “non voglio che tu stia male…” disse serio, “lo so… ma portarmi all’ospedale non aiuterà” risposi, “come sta?” chiese Maya, “lo sapevi che è incinta?” chiese mio padre, “lo sanno tutti ora… facciamo prima ad entrare e annunciarlo” disse Chris ridendo, mi alzai lentamente, “ei… come sta?” Lisa e Bob arrivarono nella cerchia, “ha la nausea” spiegò Chris facendo spallucce, “ti ha fatto male qualcosa?” chiese preoccupata Lisa, “no… diciamo che è perché… dillo tu” mi diede una botta, “no, io al mio l’ho detto io” risposi seria, “ehm… ok… grazie” mi baciò, “tranquillo” sussurrai accarezzandogli la spalla, “è incinta” annunciò accarezzandomi i capelli, “wow… non vedevamo l’ora” ci abbracciarono, “lo dite anche a Carly, Scott e Shana?” chiese Lisa sorridendo, “certo… appena possiamo entrare” rispose Chris mettendomi una mano sul fianco, “io vado a drogarmi” disse mio padre entrando, “perché?” chiesi ridendo, “mia figlia è incinta… la più piccola… ho bisogno di qualcosa” rise, “Maya… avvicinati” la chiamai, “che c’è?” si avvicinò, “hai una macchia sul vestito…” la avvertii, “di cosa?” chiese preoccupata, “credo che sia vino” la indicai, una macchia enorme sulla coscia, “porca miseria e adesso?” chiese mettendosi le mani tra i capelli, “non ti preoccupare… ora lo togliamo” dissi camminando dentro, mi seguì, “vieni andiamo al bagno, entrai nella sala, “scusate… vi spiego tutto tra dieci minuti” dissi sparendo in bagno di nuovo, “dammi un tovagliolo di stoffa” ordinai, me lo passò, lo bagnai, ci passai sopra un po’ di borotalco che ci offriva il bagno del ristorante e lo passai sulla macchia, piano piano si sbiadì, “fantastico… e hai ancora dubbi se sarai una brava mamma?” chiese abbracciandomi, “grazie di tutto” sussurrai, “ma di che… la mia piccola Nicki sta crescendo” mi scompigliò i capelli, uscimmo dal bagno, “ok… Chris dì cosa succede” passai la palla, “no… lo diciamo insieme…” disse diventando rosso, “che pappa molle che sei” lo presi in giro, andai vicino a lui, “oggi abbiamo appreso che stiamo per diventare genitori…” annunciai sedendomi, “e lo dite così? Auguri” mia sorella abbracciò Chris, e poi me, la guardai in cagnesco, “auguri” mio fratello mi tenne abbracciata per un po’ troppo, “lo sapevo… l’avevo chiesto io… te lo ricordi” Scott abbracciò Chris, “sì, lo ricordo” rispose ridendo, abbracciammo tutti, “e chi c’è qui? L’amore di nonno?” mio padre era partito, andato… via… “ma non lo facciamo noi così… lo fai tu?” chiesi scherzando, “sì” rispose guardandomi male, “ah ok…” risposi sedendomi, finimmo di mangiare alle undici di sera, “adesso i regali…” annunciò Chris, “se mi hai fatto un altro regalo ti uccido la vita” dissi guardandolo no male, di più, fece il vago, “tieni, questo è da parte mia e di Josh” disse India, aprii la bustina, c’era una scatola, la tirai fuori, la aprii e trovai un bracciale di perle, bellissimo, “oddio grazie ragazzi” li abbracciai, “questo è dal tuo papà” disse porgendomi una busta enorme, “siccome so che Chris ha comprato casa per voi, ed ora capisco anche perché… ho deciso di regalarvi i soldi, un piccolo aiuto per la casa” scrollò le spalle, “grazie” lo andai ad abbracciare, “e questo è dai suoceri, Chris tutto il giorno ci ha sopportato per fare questo” Lisa mi passò una scatola, molto grande a dire il vero, la aprii, “è una cosa che devi mettere in viaggio di nozze, promettimelo” disse Carly, “va bene” promisi, lo tirai fuori, era un vestito corto sopra le ginocchia, bianco con una cinta oro, molto largo sulla vita e sulla pancia, c’erano anche le scarpe oro e la borsa oro, “grazie mille” abbracciai tutti, “da parte nostra” disse Miguel, mi passò una busta abbastanza grande, “anche noi abbiamo avuto l’idea di comprarti qualcosa per il viaggio di nozze, se non ti piace o non ti starà lo cambiamo” rise Mary, aprii la busta e tirai fuori un vestitino color canna da zucchero, scollo a barchetta e stretto solo sotto al seno poi scendeva morbido, “grazie” li ringraziai, “spero di non ingrassare tutto in un mese” scherzai, “da parte nostra” disse Amanda indicando anche Ryan, era una busta di Victoria Secret’s, “questo vi ringrazio ma non lo apro qui…” dissi abbracciandoli, “dai non lo tiri fuori” disse Amanda, “va bene” aprii la busta, guardai il completo intimo che aveva il reggiseno nero con solo le coppe e poi un filo finissimo che congiungeva il tutto, e le bretelline finissime, il perizoma idem, e poi c’era una specie di camicia da notte credo fatta in pizzo… “bellissimi” diventai tutta rossa, Chris rise, “sì sì, tanto già è incinta… non posso neanche dirgli di starle lontano” scherzò mio padre fingendosi esasperato, ridemmo tutti, “questo è da parte mia e di Zac” disse Maya, la guardai, “è meglio se non lo apri il mio… è il set dell’intimo che dovrai indossare il gran giorno… ci tenevamo a fartelo noi… manca solo il sopra perché non sapendo quello che indosserai non ci siamo sbilanciati, ma se andiamo da Victoria Secret’s ce l’hai pagato” disse sorridendo, “grazie” abbracciai anche loro, “e poi c’è il mio…” disse Chris, “io ti ammazzo… fai che arriviamo a casa e ti ammazzo” lo minacciai, “apri…” aprii la busta, “prima leggi cosa c’è scritto… capra” scherzò, “ah…” risi, “al tuo giorno, che sia anche un po’ il nostro” lo guardai… sorrise, tirai fuori il regalo, una mega busta per un piccolo regalo, aprii la scatolina, vuota, “perché il vero regalo è questo” mi alzò i capelli facendo segno di tenerli alzati, si mise dietro di me e posò una collana sul mio collo, la chiuse, un cuore d’oro bianco con dentro un diamantino, “grazie” saltai tra le sue braccia, sentimmo mio padre schiarirsi la gola, Chris mi accarezzò la nuca baciandomi, “sono qui io… sono suo padre, so che ormai non conto più niente, ma io sono qui” si lamentò, “buonasera, faccio in tempo a lasciare il regalo a mia figlia adottiva?” una voce che conoscevo fin troppo bene, “Grace” urlai, corsi verso di lei, “tesoro mio” mi abbracciò, “che dici?” chiese guardandomi, “troppe cose…” dissi sorridendo, “tieni… e poi mi racconti tutto” mi passò il regalo, “va bene” sorrisi, scartai il pacco, era una cornice, la foto di me e lei in una cornice d’argento, “sei sempre la figlia femmina che non ho mai avuto” mi abbracciò di nuovo, “il 10 giugno sei invitata a un matrimonio” dissi mettendo le mani sulla pancia, “e battesimo” disse mio padre disperato, “il tuo matrimonio, ci sono arrivata, il battesimo di chi?” chiese guardandosi in torno, “era un allusione al fatto che ho appena scoperto di aspettare un bimbo” dissi stanca persino di dirlo io… pensa di ascoltarlo gli altri, “congratulazioni piccola mia, quindi diventerò nonna” mi abbracciò, “congratulazioni anche a te” abbracciò anche Chris, “perciò adesso devo stare attenta che al negozio non fumi, e non mangi schifezze” disse seria, “tuo marito?” chiesi preoccupata, “sta molto meglio, tra pochi giorni lo dimettono, infatti credo che tornerai a lavorare tra massimo quattro giorni… poi a giugno vai in viaggio di nozze, a luglio non si lavora quasi per niente, vieni per stare seduta, agosto siamo chiuse… dura la vita” scherzò, “non immagini” risposi ridendo, “ti chiamo io quando devi venire va bene? Vado a casa che sono stremata, buon compleanno, e auguri per tutto… verrà anche mio marito al matrimonio eh” mi baciò la guancia, “ciao Grace” salutai, se ne andò, “il tuo capo? È figa” disse India, “è come una mamma” dissi teneramente, “senti vogliamo andare a casa anche noi?” chiese Chris, “buonanotte a tutti, e grazie ancora dei regali” salutai tutti, Chris prese tutti i regali e li mise in macchina, io entrai, “come stai?” chiese, “sono stata meglio, ma il senso di nausea forte è passato” risposi “non vedo l’ora che ti viene il pancione” disse accarezzando il pancia, “anche io” ammisi, “mi fai vedere i regali” mi fece l’occhiolino, “no, li vedrai in luna di miele” risposi seria, “sì, mamma” rispose ridendo, “mi sta piacendo l’idea sai?” chiesi sorridendo, “di cosa?” chiese guardandomi, “di avere un bambino, con te io posso affrontare qualsiasi cosa” dissi accarezzandogli la coscia, “ce la caveremo” promise mettendo la sua mano sulla mia, annuii. “senti… domani mattina andiamo a fare le analisi, poi facciamo colazione e andiamo a fare i giri per la casa… poi pranziamo a casa, io esco con Scott e mio padre a vedere il vestito per me, e tu devi andare con Maya, Amanda, Carly, mamma e Shana a vedere il vestito da sposa” disse programmando la giornata, “va bene” risposi controllando il telefono, mi accorsi che era quello di Chris, mi tenni dallo sbloccarlo. Arrivammo davanti la porta di casa, “Chris… sbrigati” dissi mettendo una mano sul petto, “che c’è?” chiese, non riuscivo a parlare, la nausea mi aveva sopraffatto, aprì la porta, corsi in bagno, mi bagnai il viso, “come mai?” Chris si posò sullo stipite della porta, “il tuo profumo… mi ha dato la nausea” risposi prendendo aria, “buono a sapersi” si finse offeso, “apri l’acqua della doccia” dissi appoggiata alla finestra spalancata, “vai a fare la doccia, rimango qui” disse sedendosi sulla tazza, mi spogliai passando i vestiti a Chris, “potrebbe essere interessante” disse guardandomi entrare in doccia, non risposi, mi limitai a sorridere, mi lavai velocemente, non lavai i capelli, Chris mi passò l’accappatoio, “a che ora ci dobbiamo svegliare domani mattina?” chiese baciandomi, “alle sette… così arriviamo per primi, ci sbrighiamo…” si tolse la camicia, “ci sbrighiamo e poi?” si avvicinò lentamente a me, mi baciò il collo, “e… andiamo a comprare le cose” dissi sentendo decisamente troppo caldo, si allontanò entrando in doccia, mi asciugai mettendo l’intimo e la canottiera, “hai visto i miei pantaloncini?” chiesi cercandoli, “stanno in camera da letto” rispose uscendo dalla doccia, “ciao” uscii dal bagno, ma perché mi metteva così a disagio oggi, andai in camera da letto e misi il pantaloncino, “si può sapere che cos’hai?” chiese ridendo, “eh?” chiesi diventando tutta rossa, era in boxer neri e nient’altro, lo guardai, “non so che mi prende, mi imbarazzi” mi girai di spalle, “cioè tu per ventisei anni mi hai visto seminudo, e oggi, che tra l’altro ti vorrei ricordare che sono il tuo ragazzo, ti imbarazzo?” rise, “non lo so, sento un caldo… tu non lo senti?” chiesi sudando, “Nicole… sono gli ormoni” disse facendomi sedere sul letto, “e questa cosa la potrei sfruttare a mio favore… perché non è imbarazzo quello che provi, ma è altro” disse malizioso, “Chris… per favore… non so che cosa è… prima di saperlo non avevo nulla” dissi seria, “non te ne accorgevi, ma focosa lo eri lo stesso” mi fece l’occhiolino, “non sei d’aiuto” dissi aprendo la finestra, “sai che c’è? Sei troppo agitata… vieni qui” mi abbracciò, “andrà benissimo, avrai una gravidanza fantastica, un parto normale, come ogni donna ha fatto a questo mondo, e stringerai tra le braccia la cosa più bella che la vita ti può regalare… perciò smettila, ti concedo di stritolarmi, soffocarmi, sgozzarmi… anche picchiarmi se vuoi, ma stai tranquilla, per questo” mi mise la mano sulla pancia, “tu sarai con me?” chiesi guardando fuori dalla finestra, “certo” rispose scoccando un bacio sulla tempia, “e se proprio lo vuoi sapere, la cosa che mi preme di più è stringerti la mano quando starai partorendo” disse cercando il mio sguardo, lo guardai negli occhi, “bene io lo salterei quel momento se è possibile” risi, “ma sei una fifona” scherzò dandomi un pizzichetto sul fianco, “ho una paura folle del parto” dissi seria, “mancano nove mesi, non pensi che a farti venire il panico c’è ancora tempo?” chiese spostandomi la ciocca di capelli che cadeva sul viso dietro l’orecchio, “dai andiamo a dormire, che domani è una giornata pesante” dissi aprendo il letto, ci mettemmo a letto, “buonanotte amore” dissi poggiando le labbra sulle sue, “buonanotte piccolina” mi corrispose il bacio. Poggiò la mano sulla mia pancia, mi accarezzò dolcemente finchè non lo sentii rallentare il respiro e rilassare il corpo, lo guardai dormire per credo un’ora, ma ci sarei potuta stare di più, la luce di New York gli dava un riflesso sulle spalle e sul viso quasi angelico, i suoi capelli arruffati, non potei evitare di sorridere nel vedere che aveva un aspetto così fanciullesco, accarezzai il suo viso, poggiai la fronte sul suo petto, la sua mano sapeva di protezione sulla pancia, la sua promessa era concreta, sarebbe andato tutto bene.

Scusate… *mi vado a nascondere* ho promesso di aggiornare più frequentemente, ma non ho una buona connessione e neanche molto tempo a disposizione, sto cercando di fare il meglio che posso. Ora detto questo vi chiedo scusa anche di quanto sia lungo questo capitolo e forse un po’ noiosetto, ma serve per entrare nel pieno della storia. Grazie mille a chi legge sempre, a chi mi dedica tempo per recensire, leggere questa storia. Al prossimo appuntamento che spero sia al più presto.

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Capitolo 12
*** 330 ***


Capitolo 12

Due occhioni verdi mi fissarono, “mamma” chiamò un bimbo riccio e con i capelli color platino, mi girai di scatto e lo guardai a terra, “bua” lamentò piangendo, mi avvicinai, cercai in tutti i modi di non fargli uscire il sangue, “sei un’incapace” urlò Lisa, “come madre fai pena” mi diede contro anche Chris prendendo il bambino, lo portò via, “no aspetta, non lo portare via” urlai disperata, “lo sapevo dall’inizio, sei una buona a nulla!” disse Severa Lisa, la pregai di ridarmi mio figlio. Di colpo diventò tutto nero, sentii le voci dei miei amici e famigliari urlare insulti verso di me.

“Basta” urlai alzandomi di scatto, “e cosa avrei fatto?” chiese Chris guardandomi confuso e assonnato, scossi la testa, “un incubo?” chiese alzandosi anche lui, annuii, “per caso ti tagliavano la lingua nel sonno?” chiese ridendo, scossi la testa, “che è successo?” chiese accarezzandomi il braccio, “un bel bambino, biondo, occhi verdi… cade a terra, mi chiama mamma, io cerco di medicarlo mentre lui piange e tu… tua madre, tutti mi cominciate a dare contro e tu te ne vai con nostro figlio in braccio, io prego tua madre di ridarmi il mio bambino, ma lei mi insulta di nuovo, ancora più pesantemente, e sentivo le voci di tutti dire che non sarò una brava mamma, che sarò una buona a nulla” dissi guardando dritto avanti a me, “biondo? Come può uscire biondo?” chiese ridendo, “non è che siamo mori io e te” dissi seria, “siamo castani” rispose, “e comunque cadrà, si farà male, e gli servirà… non ti verrà mai detto che sei una madre pessima” mi rassicurò, “speriamo” mi alzai, un giramento di testa mi fece rimettere seduta, “non puoi neanche fare colazione…” disse turbato, “non fa niente, andiamo” mi alzai, andai in bagno a fare la doccia mentre Chris faceva colazione, mi vestii velocemente con un jeans grigio e una maglietta bianca stretta, “arrivo” annunciai mentre sentivo camminare verso la camera, “veramente stavo venendo a prendere i vestiti” disse sulla porta, non risposi, rifeci il letto e andai in salone, mi misi seduta sul divano con il telefono, guardai facebook.

Zoe Hais ha commentato la tua foto.

Aprii la notifica, la foto ritraeva me e Chris che ridevamo, di ben sei anni fa.

Zoe Hais

Le belle storie, nascono dalle belle amicizie. Auguri.

Sentii un balzo al cuore, presi il cellulare di Chris, andai tra le chat, Zoe Hais, l’ultimo messaggio era del giorno prima che mi mettessi con Chris, quando avevamo litigato.

L’interpretazione è stata magistrale perché ho provato il brivido di sentirti mio. Grazie di tutto… quando vuoi io ci sono. J

Ok.

“Andiamo?” chiese Chris spuntando dietro di me, “sei un porco, uno schifoso” sbottai, “eh?” mi guardò misto tra il confuso e l’incazzato, “non mi guardare così, mi fai schifo” urlai, “si può sapere cosa è successo?” chiese avvicinandosi, “non ti avvicinare, non mi toccare” urlai di nuovo, “non ti sto capendo, che cosa è successo?” chiese serio, “ci sei andato a letto, porco” tirai il mio telefono, o almeno sperai che fosse il mio erano identici, “Nicole… calmati, non so di chi parli” disse tranquillo, “ah, perché ce n’è più di una… magari anche stando con me vero? Fai schifo” tirai il cuscino del divano contro di lui che prontamente si scansò, “smettila” disse calmo, “Zoe, ti sei portato a letto, Zoe, un giorno prima di metterti con me… non ti fai schifo?” chiesi seria, “stavamo insieme?” chiese anche lui serio, “non c’entra un cazzo! Chris, io stavo male per te e tu stavi a letto con Zoe, avevamo litigato… mi hai anche detto che non avevi dormito perché stavi male per la lite… tutte cazzate!” tirai un altro cuscino, stavolta lo presi sullo stomaco, “ma ti calmi porca miseria, mi vuoi uccidere?” chiese sedendosi con la mano sullo stomaco, “l’idea è quella” dissi seria, “non stavamo insieme, avevo bisogno che ci credessi, e lei è un cane a recitare, così l’ho portata a letto, ma poi Maya mi ha detto che ti eri sentita male, e mi sono sentito un verme, ho pensato che non volessi sapere realmente ciò che era successo tra me e lei, e mi dispiace avertelo nascosto, ma ora io e te stiamo insieme, non ti ho tradita in alcun modo… per favore calmati” si alzò verso di me, “no… togliti” dissi spingendolo via, “devo andare in bagno” corsi in bagno, non si bloccò la nausea, vomitai. Sentii Chris correre verso di me, “vattene” sussurrai senza forza, poggiai la testa allo spigolo del muro, ero seduta davanti alla tazza, “non me ne vado… puoi urlare quanto vuoi… ormai è chiaro che lì c’è mio figlio” indicò la pancia, “mio” dissi fredda, “perché non è mio?” chiese cambiando dieci tonalità, “non lo so, chiedi a Zoe” risposi cercando di prendere aria, “capisco che sei arrabbiata, ma fallo per il bambino, calmati” disse tranquillo, “ti odio Chris, con tutto il cuore” dissi guardando in alto, “odiami, mi va bene, ma stai calma” disse accarezzandomi il braccio, si mise seduto sulla cesta dei panni sporchi, dovevo vomitare di nuovo, ma con Chris mi imbarazzava, “puoi lasciarmi alla tazza?” chiesi senza fiato, stava diventando sempre più urgente, scosse la testa e mi afferrò i capelli mettendomi una mano sulla fronte, mi aiutò, “dobbiamo correre in clinica, o me la faccio sotto” dissi alzandomi, tirai la catena, “ti senti bene?” chiese accompagnandomi al lavandino, “no… per niente” risposi prendendo il dentifricio e lo spazzolino, “dai… stringi i denti” mi accarezzò la schiena, raccolsi il telefono a terra, “è il mio” dissi guardando Chris, “ed è in frantumi” disse Chris ridendo, guardai il salone, i cuscini del divano erano ovunque, i vetri del telefono si erano sparsi per il pavimento, "Dodger non può rimanere qui… Ci sono i vetri” dissi accarezzandolo, il suo odore mi diede subito la nausea, “e come facciamo?” chiese Chris, “lo portiamo a casa mia” disse serio, “Chris, o me o lui in macchina” dissi respirando a fondo, “stai in apnea per un po’? Apro tutti i finestrini” disse serio, “va bene” risposi, chiamò Lisa, già era sveglia, lo lasciammo a Lisa e ci dirigemmo verso l’ospedale.

“Ciao… ci si rivede” di nuovo il dottore era uno stalker? Sorrisi cordialmente e mi misi seduta, “dov’è il suo ragazzo?” chiese malizioso, lo indicai, “ah… come mai qui?” chiese, feci il cenno di un pancione, il ragazzo sgranò gli occhi, “buongiorno” Chris mi porse un barattolino per il test delle urine, “vado” annunciai, mi alzai e mi diressi in bagno, barcollai fino al bagno, “ti serve aiut… Nicole” Grace mi guardò, “Grace” salutai senza forze, “vieni… ti aiuto, devi fare pipì nel vasetto” disse accompagnandomi in bagno, “sì, lo so…” dissi acida, “ti hanno fatto il prelievo?” chiese preoccupata, “no… ancora no” risposi, “dammi il cellulare… chiamo Chris per dirgli di prenderti qualcosa da mangiare” disse mettendo la mano con il palmo in sù, “l’ho appena tirato contro Chris” dissi scrollando le spalle, “sai il numero a memoria?” chiese, “sì” risposi, lo dettai, “Chris, sono Grace, ho incontrato Nicole in bagno, non si sente bene, prendi qualcosa da mangiare che le dai subito dopo il prelievo” attaccò, “sta andando” annunciò, feci la pipì nel contenitore e lo chiusi, tornai in sala di attesa, “io e te ci vediamo tutte le sere sai?” chiese il dottore, “certo certo, mi sogni… ora vado” dissi acida, “Walker” mi chiamarono, mi accompagnarono sia Chris che Grace, “allora… fammi vedere le braccia” disse un dottore, le feci vedere entrambe, “visto che le hai molto piccole le vene metterò l’ago a farfallina, quello dei bambini” annunciò prendendo l’ago, lo collegò a un tubicino, “e da qui…” si interruppe vedendomi mettere la testa sotto il braccio di Chris, “lei non guarda più” disse ridendo il medico, “è emofobica” spiegò Chris, “brutta fobia quella del sangue…” disse spingendo sulla vena, poi passò l’alcol sul punto e infilò l’ago, sentii tutto, strinsi la mano a Chris, “manca pochissimo… le dico io quando può togliere la testa da sotto il braccio di suo marito” disse ridendo di nuovo, mi stava prendendo in giro? “ora può guardare, le metto un cerotto” disse premendo sul punto che aveva bucato per mettere l’ago, una garza bianca con scotch bianco, molto alla moda, “grazie” mi alzai e uscii, “i risultati?” chiese Chris, “già nel pomeriggio li avrete, avete richiesto esame completo, compreso il rilevamento della presenza dell’ormone Beta HCG, ve lo auguro” strinse la mano a Chris e mi salutò con la mano, “tieni, qualcosa da mangiare” mi passò una bustina bianca con una ciambella, “ora andiamo a fare colazione, intanto mangia questo…” incrociò le braccia, “posso sapere ora perché gli hai tirato un telefono?” chiese Grace con ilarità, “perché si è svegliata male, è matta e…” lo interruppi, “e fai schifo” conclusi continuando a mangiare la ciambella, “ridimmi fai schifo e ti lascio qui” disse Chris serio, “fai schifo” dissi guardandolo negli occhi, Grace mi guardò sotto shock, “faccio schifo? E allora perché mi tieni la mano, nascondi la testa sotto il mio braccio, accetti quello che ti do, faccio schifo, non dovresti accettare nulla da me” rispose rompendo il silenzio, “io non mi sono scopata nessuno un giorno prima di mettermi con te” dissi tirandogli metà ciambella, “dove vai?” chiese guardandomi allontanare, “fuori, voglio prendere aria” risposi camminando, “oggi la uccido” disse a Grace, “sono gli ormoni che parlano, e forse un po’ anche la paura… è piccola, capiscila… ha solo ventisei anni” disse Grace giustificandomi, “io non ho letto un manuale di come gestire queste situazioni, ma non gli tiro le cose, e non rivolgo a lei con determinati termini” disse buttando la ciambella, “tu lo capisci che realmente ancora non stai provando niente di essere genitore, vero? Lei già lo sente il peso, vedi, tu ora sai che tra nove mesi ti dovrai prendere cura di un piccolo batuffolo di amore, lei lo sente oggi, sente che già se ne deve prendere cura ora, e la prima gravidanza non è facile, hai la mente che vaga, pensi ti possa tradire quando avrai il pancione, non ti senti all’altezza di creare una vita, e senti anche il peso che se fumerai una sigaretta, se non mangerai perché non hai fame, o se metti caso cadi, farai del male al tuo bambino… tu tutto questo lo penserai tra nove mesi” disse Grace mettendogli una mano sulla spalla, “lo so… ma io le ho chiesto scusa per quello che è successo, perché ci torna su?” chiese disperato, “perché è ferita, e quando siamo ferite noi donne siamo così, ci torniamo su… tu oggi non la evitare, ti risponde male? Rispondi al male con la dolcezza, si calmerà e le passerà, se tu le rispondi la alimenti” disse seria, “vi sento” borbottai lontana un metro da loro, Chris mi indicò, “sì, lo so, io ero come lei i primi giorni che ho scoperto di essere incinta la prima volta, e mio marito mi ha lasciata… l’unica cosa che volevo era che lui mi stesse vicino, dopo un mese è tornato, ma ormai le mie ansie le avevo combattute da sola” rispose scrollando le spalle, “e adesso il vostro guru se ne va a dormire, ciao Chris” gli diede un bacio sulla guancia, “ciao serpe” scherzò dandomi un bacio sulla guancia, “ciao” risposi incrociando le braccia, “andiamo?” chiese Chris, “prendo un taxi” risposi rimanendo seduta, “non fare la stupida, dai andiamo” mi tese la mano, “no… oggi mi uccidi” dissi seria girando la testa a sinistra, “Nicole mi hai tirato il telefono, i cuscini, la ciambella, e io che cosa ho fatto? Nulla… sono stato zitto come fossi un coglione per non darti contro, per finire lì la lite, e tu che fai? Ci ritorni… vuoi litigare? Almeno andiamo a casa a farlo!” mi tirò su, “in macchina, a casa non ci voglio andare” risposi camminando, “va bene in macchina” accettò.

“Ecco… vuoi litigare? Litighiamo” disse Chris appoggiandosi al cofano della sua macchina, “sei andato a letto con Zoe… vai a litigare con lei” dissi incrociando le braccia, “oddio… ma che ti importa? Ringrazio il cielo che tu non sia andata a letto con nessuno poco prima di metterti con me, ma io l’ho fatto, mi dispiace, mi sento una merda, ti chiedo scusa, ma che cosa posso farci? Non posso cambiare le cose, posso solo chiederti di smettere di litigare perché già non stai bene, mi ci metto anche io a litigare con te” disse prendendomi la mano, “la smettiamo?” chiese baciandomi la mano, “sì” accettai, “tregua?” chiese sorridendo, mi buttai tra le sue braccia, “scusami… io non volevo andarci a letto, te lo giuro, non è neanche il tipo di ragazza che mi piace… è che volevo che tu capissi che mi amavi” disse abbracciandomi, “come se non ti avessi mai visto con una donna” risposi acida, “non ce la fai a togliere questo tono?” chiese ridendo, “no… perché se penso che tu sei stato con altre, io ti eviro” dissi seria, “che psicopatica… e comunque anche tu piangevi per Alex due giorni prima di metterti con me” disse cercando di togliersi la colpa, “piangevo per te, idiota” dissi staccandomi dall’abbraccio, “fammi capire, tu piangevi per me… ci siamo fatti le battutine tutta la sera, io parlavo di te e tu parlavi di me? Cristo Santo ma che coglioni siamo?” chiese ridendo, “non lo so” risi anche io, “che poi quella sera, sono sicura che se avessimo aspettato qualche minuto in più per andare a dormire saremmo finiti a letto insieme” dissi cercando il suo sguardo, “sarebbe bastato che tu non avessi svagato quando ti ho detto di provare a venire a letto con me” alzò il sopracciglio, “non sono quel tipo… sono Zoe” risposi ridendo, “ah… comunque, adesso andiamo a casa, ti faccio vedere io che mi tiri le cose…” disse ridendo, “pff… voglio proprio vedere” risposi scherzando, “ah no?” chiese con aria di sfida, “no” risposi secca, salimmo in macchina, parcheggiò sotto il balcone, “dai… muoviti” disse dandomi una sculacciata, “riprovaci e ti ritrovi monco” scherzai, “ah sì?” chiese spingendomi in ascensore, le porte si chiusero e mi attaccò al muro, le sue mani scorrevano piano sul mio corpo, mise una mano sul seno massaggiandolo, sentimmo le porte aprirsi, ci staccammo velocemente, “ciao Adam” salutai, “ciao…” disse Chris imbarazzato, mi abbracciò da dietro, “allora? Nicki, ma ti sei rifatta?” chiese guardandomi, “no… è il reggiseno” risposi, le porte si aprirono di nuovo, fortunatamente, uscimmo e entrammo velocemente a casa, scoppiammo in una risata, che durò poco, ci baciammo con passione, mi tolse la maglietta, tolsi la sua, le scarpe le togliemmo nello stesso momento con la punta del piede destro dietro al tallone sinistro e viceversa, sembrava che ci fossimo messi d’accordo, ci ritrovammo a terra, a baciarci, mi alzò di nuovo, mi portò sul tavolo, si tirò giù i pantaloni e io feci lo stesso, li tolsi facendoli cadere a terra, sentii la sua mano scivolare sempre più giù, ansimai, “sapere che sei incinta ti da quel tocco di sensualità in più” ansimò baciandomi, “ah sì?” chiesi lasciandomi baciare il collo, “sì” rispose, accarezzandomi la gamba, mi spostò la gamba facendosi spazio, entrò, cominciò a muoversi, lo baciai, mi spinse il busto giù sul tavolo, mi sdraiai e lui si mise sopra, lo guardai, i suoi occhi erano così belli, lo baciai di nuovo, mi alzò di nuovo, mi mise con la schiena al muro, legai le gambe sulla sua vita e lo sentii muoversi dentro di me, mi prese le mani e le portò sopra la mia testa bloccandole, mi riprese di nuovo, e si spostò in camera da letto, dolcemente mi sdraiò sul letto con lui sopra di me, e si cominciò a muovere più lentamente, dolce, mi guardò negli occhi e non distolse più lo sguardo, mi aggrappai al lenzuolo, lo sentii accelerare il respiro, e ogni movimento era sempre più rigido, venimmo insieme e si abbandonò sul mio seno. Rimanemmo in silenzio, nudi e abbracciati.

“Ti amo” sussurrò baciandomi, “anche io” risposi accarezzandogli la guancia, “se mi prometti che fare pace sarà sempre così, la cercherò personalmente la lite” disse ridendo, “basta farlo, non serve litigare” dissi con atteggiamenti maliziosi, mise la mano sulla pancia, “che si prova?” chiese guardandomi, “per ora niente, sento solo la nausea che mi dice di essere incinta” dissi mettendo la mano sulla sua, “vogliamo andare?” chiesi mettendomi su un fianco, “solo un momento…” prese il cellulare, scattò una foto alla pancia presa dal profilo, “e cosa ci faresti?” chiesi ridendo, “per ricordarmi come eri quando diventerai la madre di Dumbo” disse bloccando il telefono, mi alzai, gli presi la pelle del braccio e la girai in un pizzico, “scherzavo… voglio tenere tutte le foto dei nove mesi con la pancia, i cambiamenti” mi sorrise, sorrisi anche io, “mi prometti che quando sentirai che si muove me lo dici?” chiese con gli occhioni da cerbiatto, annuii, “ora non si sente nulla sarà come un chicco di riso, ma neanche” dissi accarezzando la pancia, “va bene… tanto non ho fretta… però…” si piegò sulla pancia, “papà ti chiede solo una cosa… sii maschio, ti prego” disse ridendo, “Chris…” lo richiamai ridendo, “che c’è? Sto cercando di interagire con il mio figlio preferito” disse ridendo, “ah… ne hai altri?” chiesi ridendo, “forse, che ne sai?” rise, “Chris ti uccido e lo faccio sembrare un incidente” dissi minacciosa, “vestiti madre natura” scherzò, andammo a riprendere i vestiti sparsi per casa, “vado in bagno, vieni?” chiesi chiedendo compagnia a Chris, annuì, misi i jeans, il reggiseno e la maglietta, mi misi seduta sulla tazza per fare pipì mentre Chris si stava infilando i pantaloni marroni, “Chris… c’è qualcuno? Ma che cos’è questo macello? Ci siete?” Chris uscì dal bagno, “sì mamma… stavamo in camera” disse allacciandosi i pantaloni, risi, “scusa… ho interrotto qualcosa?” chiese, “no, mi sto vestendo che stiamo uscendo, siamo andati a fare l’analisi” mi sarei scommessa tutto quello che avevo che dal tono di voce che aveva stava sorridendo, “Chris, devo dire una cosa a Nicole, dov’è?” chiese Lisa, “arrivo, sto in bagno, se vuoi entra” risposi, “sì, sono venuta per dirti che rimango qui a New York finché non nasce il bambino, lo abbiamo deciso, tutti insieme, insomma avrai certamente bisogno di aiuto, se lavorerai io potrò aiutarti in casa, se non ti disturba” disse sorridendo, “Lisa, per me non ci sono problemi lo sai, ma non voglio sfruttare te o qualcun altro, farò quello che riuscirò a fare” risposi tirando la catena, “voglio farlo Nicole, se me lo permetterai mi farai veramente felice” rispose sorridendo, “se è così, per me non ci sono problemi, anzi, non basta ringraziare” dissi sorridendo, mi lavai le mani e uscii dal bagno seguita da Lisa, “dormirò da Chris, non ci saranno problemi” disse seria, “Lisa, mi auguro di riuscire a finirla prima la casa” dissi ridendo, “ma non dormirò a casa vostra… insomma vi state per sposare e la suocera in mezzo… mi odierai” scherzò, “affatto… non ci riuscirei mai” la abbracciai, andai in salone, vidi che erano rimaste a terra le mutande di Chris, “allora… vieni con me in cucina, facciamo un caffè” dissi portandola in cucina, “tu non lo bevi” disse minacciosa, “no, lo prendete tu e Chris?” chiesi nervosa, “sì…” rispose, “Chris tu lo prendi il caffè?” gli feci cenno di andare in salone con la testa, “sì, grazie” mi guardò confuso, appena Lisa si girò gli mimai le mutande, per terra, scappò dalla cucina, “che avete?” chiese Lisa, “niente perché?” mi spostai i capelli da davanti gli occhi cercando di divagare, “lui corre, tu sei nervosa… che state confabulando?” chiese sospettosa, “niente… è che abbiamo litigato poco prima che arrivassi tu… ci siamo tirati i cuscini del divano, il mio telefono si è rotto, e ora gli ho fatto cenno di togliere tutto da per terra” mentii dicendo la verità, se non mi stesse guardando mi stringerei la mano da sola, “Nicole cara, dillo anche a Chris, se mi dite che stavate facendo l’amore a me può solo che far piacere” sorrise, “ma…” mi interruppe Chris, “non stavamo facendo nulla di amorevole o pacifico… è stato più un incontro di box” scherzò Chris, “bene ora i dettagli non li voglio” disse Lisa, “mamma, ci siamo menati…” spiegò Chris ridendo, “le hai messo le mani addosso pur essendo incinta?” cambiò viso, diventò nera, “oddio, ciao, non ci parlo con te…” se ne andò, “ti ha fatto male?” chiese, “quello che intendeva dire Chris scherzando è che abbiamo litigato di brutto, sono partite parole che non dovevano essere dette” dissi seria, mi accarezzò i capelli mi girai a guardarla, stava sorridendo, “credo che sarà dura sperare a chi somigli questo bimbo” mi mise la mano sulla pancia anche lei, “a Chris, indubbiamente” risposi senza battere ciglio, scosse la testa, “il tuo temperamento, il tuo carattere da leonessa… tienilo e tramandalo ai tuoi figli” disse seria, “vorrei il carattere di Chris per i miei figli… calmo, giocoso, sempre allegro, con la testa sulle spalle, rispettoso verso tutti” dissi descrivendolo, “sì, ma dagli la tua tempra!” disse sorridendo, “speriamo di riuscirci” risposi annuendo, “è pronto il caffè?” chiese Chris abbracciandomi da dietro, mi diede un bacio sulla nuca, “sì… quasi” risposi poggiando la testa sulla sua spalla, “senti, a che ora ci vediamo per andare alla prova?” chiese guardandoci, “l’appuntamento è alle cinque e trenta, ma se andiamo un po’ prima è meglio” risposi, “va bene, allora poi mi chiami quando stai partendo e noi ci facciamo trovare pronti” disse sorridendo, “va bene” acconsentii, versai il caffè nelle tazzine, “i risultati delle analisi quando ve li danno?” chiese sorseggiando il caffè, “nel pomeriggio… infatti chi fa prima li va a ritirare” risposi, “capito” disse finendo di sorseggiare il caffè, “ma eri venuta per qualcosa?” chiese Chris, “per dirle che rimango qui a New York per aiutarla in questi nove mesi” rispose guardando male Chris, “sei acido sta mattina” aggiunse, “no, non capivo tutto qui” rispose scrollando le spalle, “va bene, ci vediamo dopo… ciao” ci salutò andando via, sentimmo la porta chiudersi, “l’hai trattata male” dissi incrociando le braccia, “Nicole… non l’ho trattata male… è che non capisco questa cosa maniacale di venire qui a dire le cose, hanno fatto il telefono” rispose mettendo nel lavandino i bicchieri del caffè, “andiamo?” chiese, “ma se le mutande stavano per terra, tu che avevi messo?” chiesi non riuscendo più a tenermelo, “le ho prese pulite perché non le trovavo” rispose ridendo, risi anche io, presi gli occhiali da sole misi le scarpe e uscimmo, “non posso aspettarli nove mesi… lo voglio conoscere” disse accarezzando la pancia, “non dire lo voglio” dissi seria, “perché?” chiese, “perché se poi è una lei ci rimani male, deve essere sano e forte, poi basta, può essere maschio come femmina” risposi accarezzando la pancia, “ha ragione Grace” sussurrò Chris, “cosa?” chiesi, “sei già mamma” disse abbracciandomi, annuii, “però ho un problema” dissi, “dimmi” rispose guardandomi, “non ho il ginecologo” risposi, “ma come fai? Cioè ogni donna ne ha uno” rispose ridendo, “eh, ce l’avevo poi è andando a lavorare a Los Angeles, e niente…” scrollai le spalle, “fatti dire da Maya dove va lei no?” chiese, annuii, la chiamai, “buongiorno topa” disse ridendo, “buongiorno” risi, “qual buon vento la spinge a chiamare?” chiese, “sono andata a fare l’analisi, comunque mi sapresti dire un bravo ginecologo?” chiesi, “senti, se è la prima ecografia io ci voglio stare eh” disse seria, “va bene” risi, “il mio, ha circa novecento anni, però è molto bravo, ti mando il numero e lo chiami, digli che ti mando io” disse mettendomi in vivavoce, sentii un messaggio, “bene, grazie… ma tu l’indirizzo lo sai no?” chiesi, “certo, ma non te lo dico, senno ci vai da sola” disse ridendo, “va bene” risi anche io, “per le cinque meno dieci passo a casa tua” annunciò, “va bene” risposi, “Zac esce con Ryan e a me non va di chiamare Amanda” disse seria, “ma che ti ha fatto?” chiesi, “niente, mi ha dato fastidio il fatto che ha fatto mille scenate al mio matrimonio” rispose secca, “va bene dai, io sto andando al negozio di arredamenti, prendiamo il bagno, ci vediamo dopo” salutai, “che bell’amica” rise, “va bene, ne parliamo dopo, dì a Chris di non lasciarti lì…” scherzò, attaccai. “Trovato, lo chiamo al volo ora che siamo in macchina” annunciai, Chris annuì abbassando la musica, squillò tre volte, una voce di donna mi rispose, “salve, chiamavo per un appuntamento” dissi cambiando voce, diventai quasi dolce, “sì, che deve fare?” chiese, “dovrei fare l’ecografia, la prima” precisai, “capisco, di quanto è?” chiese, “di due o tre settimane, sto aspettando i risultati” risposi, “capisco, allora l’appuntamento lo predo fra due settimane, perché devono passare almeno 5 settimane dal concepimento” disse, “va bene” risposi, “nome?” chiese, “Nicole Walker” risposi, “per il 10 giugno?” chiese, “no, mi sposo…” risposi, “11 giugno alle sette di sera?” chiese, “va benissimo” risposi, “ok allora auguri, e ci vediamo l’11 giugno” rispose, “arrivederci” attaccai, “fatto” annunciai, “ti ha dato appuntamento il 10?” chiese, annuii, “e se non lo sapessi è tra due settimane, bisogna sbrigarsi” dissi seria, “domani andiamo dal fiorista, a fare le fedi, a fare le bomboniere e le partecipazioni, e poi se avanza tempo andiamo a parlare anche con il catering” disse, “hai preso appuntamento con tutti?” chiesi, annuì, “sei perfetto” dissi guardandolo, “me lo dicono in tante” scherzò, parcheggiò davanti al mobilificio, scendemmo dall’auto, mi prese la mano ed entrammo, il piano sotto era tutto costruzione edile, i piani di sopra erano mobili, scendemmo giù, “allora, le piastrelle… vediamo anche se troviamo qualcosa per la cucina no? Così non ci torniamo” disse indicando il settore che ci serviva, guardammo tutti i colori, ci piacque un marrone molto chiaro per il bagno comune, e le prendemmo, ed aveva i fiori che dicevo io fatti in beige e rosa carne, mentre per l’altro bagno optammo per un beige con i fiori identici a quelli dell’altro bagno in marrone e bordeaux, “ok… le mattonelle a terra come le mettiamo?” chiese, “così” indicai un marmo bianco, “a entrambi?” chiese, annuii, “va bene” accettò, “per la cucina?” chiese, “pensavo di metterle solo dove c’è l’angolo cottura, e del colore della cucina” dissi, “bene… perciò ora prendiamo la vernice di come vuoi fare le camere, e poi saliamo su… ordiniamo i mobili, al massimo se alcuni li prendiamo subito li buttiamo incartati a casa… tanto è vuota” disse tranquillo, “anche” risposi, andammo nel settore delle vernici, “camera da letto?” chiese, “stavo pensando a una parete bordeaux e le altre oro, per quella degli ospiti, e la nostra in un panna rosato, i mobili bianchi” dissi guardando le vernici, “quello” indicai, lo prese, prese il bordeaux e l’oro che andava fatto con una tecnica, “adesso… la cameretta?” chiese, “o panna o verde sbiadito o celeste chiaro” dissi, “io pensavo di farla con i disegni della Disney su una parete, e le altre pareti in un giallo chiaro, facciamo un giro su, vediamo come le mettono loro le nursery… e poi vediamo” disse mettendomi un braccio in torno al collo, con l’altro tirava il cestino che conteneva il mondo, “nursery…” indicai, ci dirigemmo lì spediti, “guarda… di Winnie the Pooh” mi misi la mano sulla bocca, “si potrebbe fare eh” disse, “ma… è troppo, io pensavo di fare una cosa semplice e poi come hai detto tu, di disegnare sulla parete qualcosa tipo Disney o Winnie” risposi, “sai che ti dico? C’è tempo per questo, non corriamo, andiamo a vedere i bagni” disse baciandomi la tempia, mi sentivo proprio fortunata, Chris, io, un piccolo cucciolo di uomo in arrivo, una casa da mettere in piedi, scegliemmo i bagni e la camera da letto, poi andammo nella zona soggiorno, scegliemmo i mobili. Insomma girammo tutto lo stabile e riuscimmo a trovare tutto, ritornammo giù a finire di prendere le cose che mancavano, “vado a pagare… tu fai una cosa, prendi la macchina, vai a comprare qualcosa per lavarci le mani, e per mangiare veloce, un panino… c’è il supermercato qui sopra” disse passandomi le chiavi e i soldi, “ma li prendiamo a casa… non penso che ci andiamo così no?” chiesi, “già li ho presi i vestiti” disse, “ah… allora vado” gli diedi un bacio e uscii, mi misi al lato del guidatore, se rimanevo con il sedile come stava lui o non arrivavo ai pedali o non vedevo la strada, ma quanto è alto? Lo spostai in avanti, spostai lo specchietto e uscii dal parcheggio, parcheggiai davanti l’entrata del supermercato, presi un po’ di affettato, il pane, il sapone per le mani, un deodorante unisex, e due spazzolini da denti con un dentifricio, andai alla cassa, pagai e uscii.

“Senti… tra poco arrivano a consegnare i primi mobili, se siamo veloci li montiamo, il bagno è sicuro che ce lo portano, compresi i sanitari” annunciò, “ah… ti ha chiamato tuo padre, ma il tuo telefono immagino che non abbia neanche fiutato un accenno di chiamata” mi passò il telefono, “lo devo andare a cambiare” dissi scorrendo tra le ultime chiamate, lo trovai, due squilli, “pronto” rispose mio padre, “papà, mi hai chiamata?” chiesi, “sì, volevo sapere se ti hanno detto qualcosa” rispose, “a dire il vero no, hai da fare nel pomeriggio?” chiesi, “no” rispose, “ecco, allora io ti faccio la delega, tu vai a ritirare le analisi? Perché io devo andare a fare la prova dell’abito, e Chris anche del suo, poi stiamo lavorando a casa e…” mi interruppe, “Nicole non fare sforzi, se volete vengo ad aiutarvi” disse serio, “no, non ti preoccupare, c’è già Chris che mi tormenta… allora facciamo così, verso le tre, tre e mezza, passa a casa nuova e ti faccio la delega” dissi guardando Chris che metteva nel cofano le cose, “va bene tesoro, senti, l’ecografia?” chiese, “è per l’11 giugno” risposi, “va bene, ci vediamo dopo” attaccò, “vuoi una mano?” chiesi, “ho fatto” rispose sorridendo, “oh… Chris” un cinguettio mi arrivò da dietro, mi portai una mano alla fronte e scossi la testa, “Zoe” disse freddo, “non ti sei fatto più sentire” disse poggiando una mano sulla sua spalla, “no, infatti” rispose mettendo l’ultima busta nel cofano, lo scotch e gli strumenti per lavorare, “ti sei dato al bricolage?” chiese credendosi simpatica, “in realtà oggi ci dedichiamo un po’ a casa nostra, ora vado ciao Zoe” disse mettendo il carrello dov’era, mi avvicinai a lei, minacciosa, “stai molto bene attenta, te lo dico ora, non te lo dico più, stai lontana da Chris” mi guardò fissandomi, “mi temi?” chiese spostandosi i capelli dalla spalla, “no, mi urti” risposi chiudendo il cofano, “che fai mi picchi se mi avvicino a lui?” chiese ridendo, “non ti conviene sapere cosa sarei in grado di fare” risposi incrociando le braccia, “e se lo abbraccio?” chiese mentre si avvicinava Chris, “provaci” dissi seria, “Chris, mi sei mancato” lo abbracciò, la presi per le extension, la tirai, “te l’ho detto che stavi giocando con la persona sbagliata” sussurrai, la spinsi via, “Nicole… io…” alzò le mani come a dire che fosse innocente, “non ti preoccupare, l’ha fatto per dispetto a me” dissi entrando in macchina, “comunque devi stare buona, quando avrai partorito ucciderai chi vuoi” rise, “va bene” risposi ridendo.

“adesso tu vai su e tieni la porta aperta, io carico tutto in ascensore e arrivo” annunciò, “dammi qualcosa di leggero a me, ti togli un viaggio” risposi, “ok… le cose le leggere le do a te” accettò, mise in ascensore le buste, erano una decina di buste, salii su, aprii la porta, posai le cose a terra e uscii fuori al balcone, potei rivedere me e Chris seduti a terra a guardare il tramonto in silenzio, “stai attenta, queste sono le mattonelle, se cadono si rompono” disse posando a terra uno scatolone enorme, “quanti scatoloni sono?” chiesi, “sei” rispose, “chiama qualcuno per farti aiutare” suggerii, “Nicole, non mi serve aiuto, tranquilla” mi baciò, “mi sta squillando il telefono rispondi?” chiese porgendomi la tasca, “pronto” risposi, “salve, sono il corriere, ho portato i mobili” annunciò, “ok… ora le mando mio marito” attaccai, “c’è il corriere di sotto, questi posso spingerli io dentro” dissi tranquilla, “non ci provare a toccare niente” disse minaccioso, scese giù, rimasi seduta sullo scalino, sentii l’ascensore aprirsi, quattro uomini portarono su diverse scatole, “buongiorno” disse uno di quelli, “buongiorno” risposi alzandomi, li lasciamo qui poi li spostate” disse tranquillo, “sì, non si preoccupi” risposi sentendomi inutile, sentii la voce di Chris dire “attento che manca un gradino” perché aveva preso le scale? E poi come faceva a non avere il fiatone, “c’è un altro scalino” annunciò, il signore si girò di spalle e guardò a terra, girarono e posarono un enorme scatolone a terra, “voi aspettate qui, andiamo a prendere il resto noi” disse il ragazzo che mi aveva dato il buongiorno, Chris continuò a portare dentro i scatoloni, mi misi seduta fuori al balcone con il telefono dallo schermo in frantumi, riuscii a leggere che avevo un messaggio.

Maya

Nicki, ho chiamato a casa tua e non hai risposto, anche Chris non ha risposto al cellulare, ho chiamato Scott e mi ha detto che eravate a casa nuova, posso passare? Sono sola a casa.

Sentii chiudere la porta, “sta arrivando Maya” annunciai, “che hai?” chiese Chris dalla finestra, “mi sento inutile, non puoi farmi stare immobile, fammi fare qualcosa” dissi posando la guancia sul bugno, il gomito era impiantato sul ginocchio, “amore, non rimarrai ferma immobile, è solo che non voglio che fai sforzi” disse avvicinandosi, “da quale iniziamo?” chiesi, “dal bagno sul corridoio, così se ci sbrighiamo possiamo almeno darci una lavata” disse tranquillo, “va bene” risposi, “tu sai che puoi fare? Apri le scatole, non tirare fuori niente, vedi solo che cos’è e ce lo scrivi sopra” disse porgendomi il taglierino e il pennarello, sentimmo il campanello, “vado io” dissi sconfortata, andai ad aprire, “oh… e tutte queste scatole?” chiese sorridendo, “sono tutte cose pesanti” risposi scrollando le spalle, “non le stai facendo fare niente?” chiese a Chris, scosse la testa, “bravo” gli diede il cinque, “bene… io me ne torno fuori” dissi seria, “Nicole… dai, fai quello che ti ho detto, apri le scatole” disse Chris porgendomi di nuovo le cose, “va bene” sbuffai, aprii tutte le scatole, facendo vedere a Maya qualche cosa, Chris andò in bagno, cominciò a mettere le mattonelle a terra, “senti, mi dispiace che tu non ti senta utile, ma non puoi fare sforzi… va bene?” chiese Maya mettendomi un braccio sulle spalle, “già” spostai il suo braccio e andai in ciò che sarebbe diventata la cameretta del bambino, “ma quando nasci tu?” chiesi sussurrando mentre accarezzavo la pancia, “tra nove mesi mamma” Chris fece la voce da bambino, mi girai, era sulla porta, “sai, se invece di lagnarti ti cambi, io ti preparo la vernice e cominci a dipingere la camera da letto, che ne dici?” chiese serio, “ma se io dipingo da sola non c’è divertimento” risposi, “ho finito di mettere le mattonelle a terra, bisogna aspettare che si asciugano, se aspetti dieci minuti io le metto in bagno di là e arrivo da te” disse avvicinandosi, “starà qui…” dissi guardandomi in torno, Chris annuì, “ma dormirà con noi vero?” chiesi con occhioni, “Nicole… non cominciare, dormirà nel suo lettino” disse ridendo, “dai per favore” lo abbracciai, “fuori questione, te lo dico subito” rise, “ufff… papà è cattivo, ma noi abbiamo tempo per convincerlo” dissi uscendo dalla camera, “no” urlò lui ridendo, “Maya vieni con me? Mi cambio, finalmente si fa qualcosa” dissi battendo le mani, “mi togli una curiosità?” chiese Maya guardandomi, “dimmi” dissi prendendo la busta dei vestiti che aveva preparato Chris, “come fa Chris a saper mettere le mattonelle e il parquet?” chiese confusa, “durante il liceo il padre lo mandava a lavorare, e lui andava con un suo parente che non ricordo chi fosse a ristrutturare le case” spiegai, “ah…” rispose seria, “bene… ha preso una salopette, spero scherzi” dissi andando in bagno, “sei serio?” chiesi minacciosa, “sì” rise, “ti odio… sappilo” dissi andandomene, “me l’hai già detto” scherzò, la infilai e misi le converse bianche ormai da buttare, “ho finito, adesso dipingiamo la camera” disse cominciando a fare lo stucco, “cosa stai facendo?” chiesi, “bisogna prima passare un velo di stucco” disse tranquillo, “Nicki, hai le sigarette?” chiese Maya, “sì… stanno in borsa prenditi tutto il pacchetto” dissi guardando Chris prendere la scala, “metti lo scotch sulle finestre e sulle cose che non si devono rovinare” disse aprendola e mettendola davanti alla finestra, annuii, “quindi hai smesso di fumare” annunciò Maya, “no, preferisco evitare per adesso” dissi tranquilla, “capisco… ma che è successo?” chiese alzando il mio cellulare, “me l’ha tirato, ma non mi ha preso” disse Chris salendo su una scala mentre io mettevo lo scotch, porta e finestre assicurate, scesi dalla scala, “ti devi dare una calmata” disse ridendo Maya, “quando sarai incinta io ti dirò ti devi dare una calmata” dissi seria, “ma perché non sei felice?” chiese confusa, “sono felicissima, ma è quello” risposi seria, “e cosa?” chiese guardando anche lei Chris lavorare, “è il fatto che sai che c’è qualcuno dentro di te, è un misto emozioni, hai mille domande e paure, ti chiedi se sei pronta a tutto questo… eppure ti giuro che non vedo l’ora che venga al mondo, lo amerei più di me stessa, ma poi ti senti anche più vulnerabile e sai che qualsiasi cosa succeda a te, sarà incondizionatamente buttata su di lui, ad oggi io ho mille paure e insicurezze… e non fraintendetemi, non è perché non lo voglio” spiegai uscendo dalla stanza, “io non sono mamma Nicki, ma ti posso dire con certezza che devi vivere questi mesi a pieno, perché non te li ridarà nessuno” disse sussurrando, annuii, “amore, comincia a preparare i panini, che io do il colore qui e poi ho finito in camera da letto, devo solo mettere il parquet” scese dalla scala, “sei troppo veloce Evans” dissi seria, “mica mi metto a chiacchierare come voi donne” disse indicando me e Maya, “pff…” risposi, andando in salone, avevamo poggiato la busta a terra, la aprii, “tu hai mangiato?” chiesi a Maya, scosse la testa, “ok… però devo tagliarlo con le mani il pane” dissi spezzando i panini all’olio, “va bene, mica mi schifo eh” disse ridendo, feci i panini e rimasi andai a vedere i bagni, stavano venendo bene, “tieni” dissi portando il panino a Chris, aveva appena finito di tinteggiare il tutto, “devo fare la seconda passata quando si asciuga e poi è finita…” guardò i muri, “dai riposati” dissi uscendo fuori in balcone, “la vernice mi ucciderà” dissi sentendo l’odore arrivarmi dritto allo stomaco, mi misi seduta a terra e mi seguirono, “l’hai comprata l’acqua?” chiese Chris, “me l’hai chiesto?” chiesi seria, “Nicole… porca miseria, non necessitavi di un disegnino… era sott’inteso” disse serio, “mi sono dimenticata va bene?” risposi sforzandomi di mangiare il panino con il prosciutto cotto, “no, non va bene” rispose, “potevi andarci tu” dissi seria, sentii il cellulare squillare, “pronto” risposi, “sto arrivando, così vi do una mano” disse mio padre, “va bene” risposi mordendo il panino, “5 minuti e sono lì” attaccò, “chi è?” chiese Chris, “mio padre, sta arrivando” dissi buttando il telefono per terra, “richiamalo, digli di portare l’acqua” suggerì, lo richiamai, due squilli, “pronto” mio padre rispose tranquillo, “puoi portare due bottiglie d’acqua e un po’ di bicchieri?” chiesi, “già ci avevo pensato” disse, “grazie” attaccai, “già le stava portando” dissi sbattendo il telefono per terra, “la smetti? Quel telefono sta chiedendo pietà” disse serio, “posso almeno respirare?” chiesi, “oddio Nicole, rimettiti a dormire, non ti si sopporta oggi” buttò il panino e si alzò entrando dentro, “ha ragione, gli stai dando contro da quando sono arrivata, e da quanto ne so anche prima” disse Maya, “sei dalla sua parte…” dissi nervosa, “smettila di pensare che è un complotto… sto solo cercando di farti capire… non ti si sopporta veramente” si alzò anche lei, rimasi sola, o quasi… era la prima volta che mi sforzavo di mangiare qualcosa anche se non avevo fame, e lo stavo facendo non per me, ma per il bambino. Mi alzai e mangiai l’ultimo morso, “Maya, dì a Nicole che potete cominciare a tirare fuori i mobili del bagno, quelli marroni, io sto mettendo le mattonelle al muro” disse Chris, “ci sento” risposi passando davanti al bagno, il citofono suonò tre volte, “aperto” annunciai, cominciai a tirare fuori i mobili con Maya, “vado ad aprire la porta… tu aspetta due minuti” dissi senza fiato, “piccolina” mi salutò mio padre, “attento che morde” Chris era alle mie spalle, “c’è dell’astio…” disse ridendo, “non dirlo a me, la tensione l’ho tagliata col coltello” disse Maya, “bene, tu siediti” mi spinse, “Chris, ti serve una mano?” chiese mio padre, “sì, se vuoi dovremmo passare la seconda mano di vernice in camera da letto e montare il parquet” rispose indicando la stanza, “va bene” si tolse il giacchetto di pelle e lo diede a me, aveva dei jeans rovinati e una maglietta bianca, “io vado a finire in bagno” disse Chris indicando il bagno, mio padre entrò in camera da letto, io mi girai per tornare in salone, una mano mi prese dalla spalla e mi tirò, “tu ti devi dare una calmata” sussurrò abbracciandomi da dietro, “e tu smettila di darmi contro va bene?” chiesi tranquilla, annuì sulla mia spalla, “guarda…” indicò il bagno, mancava solo una parete, “che bello…” rimasi immobile, “in tutto questo, io amore mio ti posso promettere che al massimo per la notte prima del matrimonio potrai dare di stomaco quante volte vuoi qui” disse indicando il bagno, “amore, mi auguro proprio di non doverlo fare più” risposi ridendo, “ecco… vedi, ridi, sei molto più bella così” mi spostò i capelli dal viso, dandomi un lungo bacio appassionato, “ehm… uno c’è morto così” chiamò Maya, “arrivo” risposi staccandomi da Chris. Tirammo fuori il mobile del lavandino, lo specchio, e le varie componenti della doccia, “ragazze… ho finito in camera da letto, vi aiuto a tirare fuori i mobili” disse mio padre, tirò fuori gli altri mobili del bagno e aiutò Chris a portarli in bagno, “aprite il divano, senza togliergli l’involucro, vi sedete lì” suggerì Chris, “aprimmo la scatola enorme, Maya lo piegò e io sfilai la scatola, “aaah qualcosa di morbido” dissi buttandomici sopra, “ah…” rise Maya, “ma smettila” risi anche io, “bello vero?” chiese Chris a mio padre, “sì” rispose, capii che stava sorridendo, “allora, andiamo a montare il parquet” disse Chris con entusiasmo, mi alzai insieme a Maya e andammo al bagno, era finito, ed era bellissimo, stava prendendo forma la casa, portarono anche le mattonelle da mettere nel bagno della camera, rimasi a guardare mentre lavoravano come formichine nel mettere il parquet, scattai una foto, Chris mi sorrise, “scatta ancora le foto?” chiese stupita Maya, “se non si fosse rotto lo schermo era ancora nuovo” risposi ridendo, tornammo in salone, “che ore sono?” chiesi, “le due meno venti” rispose toccandosi i capelli, “vuoi riposarti un po’?” chiese tranquilla, “naaah” risposi sedendomi sul divano, “bene, dai andiamo al bagno, e lo finiamo” disse mio padre, avevano montato il parquet, “piccolo, mamma è squilibrata, ma non ci fare caso” Maya si avvicinò alla pancia, “Maya, ti prego, non lo fare anche tu” scherzai, “lo fanno tutti?” chiese, “Chris, mio padre, io…” annuii, “non vedo l’ora che nasce, me lo fai spupazzare vero?” chiese, “ovviamente” risposi, “mamma mia… che bello Nicki, hai una vita dentro di te” disse sorridendo, annuii felice, “potete tirare fuori gli altri mobili o lo facciamo noi?” chiese Chris, “facciamo noi… non ti preoccupare” feci il muscoletto del braccio, “pff” scherzò dandomi un bacio, tornò di là, ci alzammo e cominciammo a tirare fuori anche i mobili del secondo bagno, e mio padre e Chris si prendevano uno ad uno i mobili, a Chris squillò il cellulare, “sì… sì… scendo io? Ah ok… no lo montiamo noi, undici, la porta la lasciamo aperta, ah… ok… grazie” guardai Maya confusa, “sono arrivati tutti i mobili” annunciò, “dai” risposi facendo un sorriso a novecento denti, aprì la porta e mi accarezzò i capelli, devo dire che guardarlo con i jeans stracciati, una magliettaccia sporca di vernice, le mani sporche e i capelli scompigliati faceva un certo effetto, “Nicki…” mi richiamò Maya, “eh?” chiesi, “te lo stavi mangiando con gli occhi” scherzò, “è quasi mio marito, posso” risposi ridendo, mio padre prese la scala e la portò in soggiorno, “dove li mettiamo i mobili?” chiese il ragazzo che la mattina mi aveva dato il buongiorno, “metteteli fuori se potete, così sarà più facile portarli nelle stanze” risposi tranquilla, “posarono una scatola piatta ed enorme, poi portarono la rete del letto e la spalliera imballate, e infine i mobili del salone, tavoli, sedie, mobile a muro, poltrone e tutto il resto, “ora portiamo su la cucina, sarà un dispiacere non vederti più” disse il ragazzo, Maya mi guardò, mi girai di spalle e uscii fuori, “Maya, mi aiuti?” la chiamai, “eccomi” rispose seguendomi, aprimmo ogni scatolone, arrivarono delle scatole enormi, erano i mobili della cucina, seguiti dal fornello e dal frigo. “Grazie mille” disse Chris, “grazie a voi… posso chiederti una cosa?” chiese il ragazzo a Chris, lui annuì, “quella ragazza è fidanzata?” mi indicò, lui annuì di nuovo, “fortunato eh…” disse serio, “grazie” rispose tranquillo, “ah… ciao, grazie” se ne andò, Chris chiuse la porta, “tu devi smetterla di piacere a tutti” mi puntò il dito dileguandosi, sorrisi, “non è geloso, insomma prima avrebbe applicato dieci modi diversi per ucciderlo” disse ridendo, scrollai le spalle, “va bene, ora montiamo il letto” disse Chris a mio padre, “mi prometti che però non ci farai un secondo figlio su questo letto?” chiese ridendo, “no” rispose Chris ridendo, mio padre diventò serio, “stronzo Chris eh” disse Maya una volta che erano dentro, “ha ragione, perché promettere, io lo voglio un secondo un figlio” risposi, “per essere acida così?” chiese, “sono acida perché ho mille pensieri, e nessuno che mi capisca” spiegai, “se non ne parli Nicole, non ti capirà mai nessuno” rispose Maya, continuai ad aprire le scatole e a scriverci sopra cosa erano, trovai la cassettiera della camera da letto, “hai visto la cassettier… eccola” disse Chris aiutandomi a farla uscire dallo scatolone, “ora cerca l’armadio” disse tranquillo, aprii una scatola decisamente enorme, “trovato, ma questo come lo sfilate?” chiesi, “dammi il taglierino” rispose Chris, glielo passai, tagliò dalla cima fino alla fine dello scatolone e lo allargò, lo portarono fino alla camera, ma non lo poggiarono al muro, come il letto, la cassettiera e i comodini ai lati del letto, “il materasso aprilo, ma lascialo sulla scatola” disse Chris, lo aprii, era la prima scatola che avevano posato a terra, “quando trovi lo specchio poggialo sul materasso” suggerì, nel frattempo lui e mio padre andarono a spostare tutto ciò che era in salone, in cucina e nel corridoio fuori, Chris si prese la cucina, mio padre il corridoio e il salone, mise lo scotch ovunque, “se ne sta andando tutto quel grigio cupo delle pareti… e guarda come è luminoso ora” disse Maya, “prima lo era, ma ora brilla” dissi incrociando le braccia, “se vanno a questo passo massimo due notti e ci dormi” disse seria, basta anche solo che ci stanno tutto il pomeriggio” dissi tranquilla, mi squillò il cellulare, “pronto” risposi, “salve, le vorrei comunicare che i suoi risultati sono pronti, e tanti auguri” disse il dottore di questa mattina, corsi in cucina, “Chris” lo chiamai urlando, “che succede?” gli saltai in braccio, tirò il pennello a terra, “è tutto vero, sono incinta” lo abbracciai, “ti hanno chiamata?” chiese guardandomi, annuii tra le lacrime, mi strinse a sé, “tu sai che è successo?” chiese Maya a mio padre, “no” rispose ridendo. “Vado a ritirarli io i risultati, ci vediamo fra poco” dissi prendendo le chiavi della macchina, feci cenno a Maya di accompagnarmi, “perché piangi?” chiese preoccupata, “lo vedrai” risposi fra le lacrime, annuì, uscii dal parcheggio e andai dritta verso l’ospedale, arrivammo dopo circa quaranta minuti, “salve, dovrei ritirare delle analisi” annunciai, “Nicole Walker?” chiese la segretaria, annuii, “tenga” mi diede i risultati, “ci si rivede eh” disse il dottore che mi dava il tormento, “oddio basta…” sbottai andandomene via, salii in macchina e aprii la busta.

Valori ormone Beta HCG

330mlU/ml

Le lessi interamente, ma quello che mi catturò furono quelle due righe. Guardai Maya, “sono incinta al 100%” la abbracciai, “tanti auguri tesoro mio” mi abbracciò accarezzandomi la spalla, cominciai a piangere a dirotto, “ci hai fatto caso?” chiese sorridendo, “cosa?” chiesi, “che le belle notizie le hai in quella casa?” chiese Maya, “già” risposi annuendo, “comunque per qualsiasi cosa, io ci sono, forse non capirò le tue paure, ma cercherò di calmarle” mi stampò un bacio sulla guancia, sorrisi, “e adesso, andiamo a prendere qualcosa per festeggiare?” chiese indicandomi il bar, “va bene” risposi annuendo, entrammo al bar, “un succo di frutta alla pesca” chiesi, “anche per me” ribadì Maya, il barista ce li passò nel bicchiere, “al tuo bambino” disse guardandomi negli occhi, “al mio bambino” risposi battendo sul suo bicchiere, “ti senti più maschietto o femminuccia?” chiese ridendo, “maschietto” ammisi, “amore di zia, ti dico una cosa… se sei un maschio ora che sei in tempo sviluppalo bene il cervello, che se no diventi uno dei tanti” scherzò rivolgendosi alla pancia, “comunque per fortuna hai scelto di sposarti tra poco, senno ti sposavi con il pancione” disse seria, “infatti così è più bello, lui c’è ma non si vede” dissi, “e poi evito alle lingue biforcute di dire che mi sposo solo perché sono incinta, non lo sapranno mai” dissi tranquilla, “veramente una già lo sa” alluse a Amanda, “prima o poi mi spiegherai che è successo?” chiesi, “e va bene, deve sempre dirlo, farlo presente, se ne vanta, e poi mi parla male di te… e sai che tu sei mia sorella, come farei io ad accettare che mi parlano male di te” rispose arrabbiata, “ti parla male di me?” chiesi, “mi dice che tu e Chris state correndo, che tu lo fai perché hai paura che lui ti lasci… io so che non è così, vi conosco e soprattutto lo vedo l’amore che provate… e lei ora sicuramente starà rosicando per il fatto che sei incinta dell’uomo che ami e che ti ama. Mentre lei è solo una donna incinta, sola perché Ryan non la ama, che si accontentata di un uomo che non ama” disse tutto d’un fiato, “lasciala stare… lo capirà da sola” risposi tranquilla, posai il bicchiere sul bancone e andai alla cassa, “due succhi di frutta” dissi, “sei dollari” rispose il ragazzo alla cassa, mi ricordò molto un mio amico del liceo, “Maya” guardò Maya dietro di me, era lui, “Jamie” si salutarono, “ciao Jamie” dissi, “Nicole… oddio, ti ho riconosciuto solo ora, come mai all’ospedale?” chiese, “esami” alzai il foglio, “di routine” disse, “oh sì, se capita tutti i giorni di essere in attesa” disse Maya, “di cosa?” chiese Jamie, “di un bambino” specificò, erano stati insieme per due anni alle medie, eppure ogni volta che si rivedevano erano così, scherzavano e sembrava come se la fiamma non si fosse mai spenta, “allora auguri Maya” la abbracciò, “ogni scusa è buona per abbracciarla, ma quella incinta non è lei” dissi scherzando, “di Chris vero?” chiese, “come lo sai?” chiesi nervosa, “l’ho sempre saputo che voi vi sareste messi insieme, ti veniva sempre a prendere a scuola, ti proteggeva da chiunque e ogni volta che vi avvicinavate stavate sempre a un passo dal bacio” disse ridendo, rimasi senza parole, sono io e Chris non ci siamo mai accorti di niente? “bene, ora dobbiamo andare, è stato un piacere rivederti” dissi tirando Maya, “Tornate a trovarmi” disse mandando un bacio a Maya, tipico aspetto californiano, capelli biondi lunghi, occhi blu, alto e muscoloso, e Maya sbavava. “Oh… Zac, tu, sposati, bacetti, l’idea di una vita insieme a lui, ricordi?” chiesi ridendo, “Jamie” disse guardandomi, “Maya, porca miseria, Zac” tornai seria, “sì, ok… sono tornata in me” disse camminando verso la macchina, guardai l’ora, le quattro e dieci, arrivammo a casa nuova alle cinque, entrai, stavano sistemando il lampadario in salone, “tutto perfettamente finito… tranne la camera degli ospiti che dobbiamo trovare un letto e un armadio e la cameretta, per il resto amore mio, dobbiamo aspettare solo domani per mettere i mobili e attaccare le cose che vanno attaccate ai muri” annunciò, “330” dissi ricominciando a lacrimare, “e vale a dire che…” chiese mio padre, “che sono di 3 settimane” spiegai buttandomi addosso a Chris, “guardai i suoi occhi, anche lui aveva le lacrime che gli scendevano sulle guance, “senti, mi vado a dare una sciacquata e andiamo da tua madre, devo prendere qualcosa a casa tua?” chiesi, “no… ci penso io dopo” disse Chris dandomi un bacio sulla fronte, andai in bagno, non mi sembrò vero, era tutto perfetto, e Chris aveva già messo i spazzolini nuovi nel porta spazzolini, e il sapone sul lato del lavandino, come se fosse pronta ad essere vissuta, mi sciacquai sotto le braccia e mi cambiai, andai a fare la pipì, macchie marroni sulla mutanda, “Chris…” chiamai, “dimmi” arrivò subito, indicai, “potrebbero essere le perdite da impianto, mi sono informato, ma comunque tu vai a provare il vestito, stasera vediamo che fare” disse tranquillo, “stasera? E se lo stiamo perdendo?” chiesi preoccupata, “non ti preoccupare, vuoi andare subito?” chiese tranquillo, “non lo so…” risposi, “Nicole, non è niente stai tranquilla, sono le perdite da impianto…” disse calmandomi, “posso?” chiese Maya bussando, le mostrai anche a lei, “ah… anche Amanda le ha avute, sono le perdite tipiche” disse tranquilla, “non mi fido di voi” dissi alzandomi, “andiamo a provare il vestito, nel frattempo chiamo il ginecologo chiedendogli se ti fa una visita veloce ok?” chiese tranquilla, annuii, “ok, io mi sbrigo a trovare il mio di vestito, così corro da te appena posso” disse sorridendo Chris, uscimmo dal bagno, fuori al balcone non c’era più nulla, anche le scatole erano sparite.

“Andate con la mia macchina” disse Chris dandomi le chiavi, “e tu?” chiesi, “io vado con tuo padre, viene anche lui con me, così trova anche il suo” rispose, “capisco… va bene, allora ci vediamo più tardi” lo baciai, salutai mio padre ed entrammo in macchina, spostai tutto di nuovo, mi diressi verso casa di Chris, chiamai Lisa, “pronto” rispose, “sto arrivando, tra cinque minuti sono lì” annunciai, “bene, scendiamo” disse tranquilla, attaccai. Arrivammo sotto un palazzo imponente, e vedemmo tutta la famiglia arrivare, vidi Chris scendere dalla macchina, scesi anche io con Maya, “330” annunciai, Lisa solo mi capì, mi abbracciò, “Dio tesoro, sei alla terza settimana o quarta?” chiese, “terza” risposi, mi abbracciarono tutti, “adesso andiamo, o facciamo tardi” disse Chris ridendo, i maschi andarono con Chris e le femmine con me, “perché guidi la macchina di Chris?” chiese Carly ridendo, “perché non eravamo a casa, stavamo facendo i lavori a casa nuova, e per la cronaca, se tutto va bene domani sera mega cena a casa nuova” dissi invitandoli, “davvero?” chiese Scott, annuii, “e la cameretta?” chiese teneramente Carly, “la dobbiamo ancora scegliere” risposi, “la voglio vedere eh” rise, “certo” annuii, arrivammo davanti l’atelier, “eccoci” dissi indicandolo, scendemmo dalla macchina e salimmo una grande scalinata, “Walker” annunciai, “sì, chiamo subito qualcuno” la ragazza mi sorrise, arrivò un uomo alto, spalle larghe in giacca e cravatta, “venite” ci fece cenno di seguirlo, mia sorella che arrivò in quel momento sbavò palesemente, “India” la richiamai, “uff” sbuffò ridendo, ci portò in una saletta, e fece sedere le ragazze su un divano, “perfetto, che stile voleva?” chiese, “farò il ricevimento in un castello, perciò qualcosa di simile ad un abito principesco” dissi facendo il segno di una bella gonna gonfia, mi fece vedere diversi abiti, ma solo sei mi colpirono, provai il primo, aveva lo scollo a barchetta fatto di pizzo che creava una mezza manica, poi sul seno c’era un bustino bianco lavorato con lo stesso pizzo della scollatura, sulla vita c’era una cinta con un fiore di swarovski, anch’essa lavorata, la gonna era molto gonfia, lunga davanti e dietro, ma dietro era più lunga per dare un effetto di coda, entrai in sala dove erano tutte e sfilai con il vestito, “è bellissimo, ma non fa per me” esordii, “no, decisamente no” disse Lisa, “sei troppo particolare tu per indossare un abito così scontato” disse guardandomi, non era scattato niente con quel vestito, uscii, me ne provai un altro, questo aveva le bretelline fine, il seno veniva tirato su e in bella vista in una scollatura ampia a cuore, il bustino era lavorato, la gonna scendeva morbida e si allargava mano a mano che si scendeva, non mi piaceva affatto, uscii lo stesso, “no… non è per niente bello” dissi imbarazzandomi, “no, infatti…” disse Maya, “sembri più una attrice hard” disse India ridendo, “vado a cambiarmi” annunciai, se Lisa non si era espressa era per essere delicata, lo si vedeva dal volto, andai a provare il terzo vestito, questo era con la manica corta, lavorato sul busto, lo scollo non molto ampio ma pronunciato, il bustino era lavorato con dei ricami semplici e delicati, la gonna ampia e lunga dietro come il primo, mi guardai, mi stava bene, ma non era ciò che cercavo, uscii fuori dallo stanzino, “no non ci siamo… non fa per te” disse Carly, “no… tesoro, non è alla tua altezza” disse Lisa, “lei è la tua mamma?” chiese l’uomo che ci stava aiutando, “no… è mia suocera” dissi sorridendo, “ti ama… strano” rise, “l’ho vista crescere, la conosco da ventisei anni” annunciò Lisa, “perché quanti ne ha?” chiese guardandomi, “ventisei” risposi, “l’ha vista crescere, e con suo figlio sono cresciuti insieme?” chiese curioso, “diciamo di sì, si passano nove anni” rispose Lisa, “che bello… e stanno insieme da molto?” chiese, “si amano da una vita” rispose Lisa evasiva, sapeva che se avesse detto quando stavamo insieme avrebbe suscitato ulteriori domande, andai a cambiare il vestito, questo aveva uno scollo a cuore intrecciato, la cinta in swarovski, e la coda bella gonfia, mi piaceva, ma non sentivo quel qualcosa che ti fa dire che sarà lui, uscii fuori, “ci siamo” disse India guardandomi, “mmm per me non ti valorizza in pieno” disse Maya, “insomma è bellissimo è chiaro, e ti sta bene, ma non è ciò che ti fa dire lo voglio” disse Lisa, “è quello che ho pensato anche io” ammisi, tornai allo stanzino, provai il quinto vestito da sposa, un abito con scollo a cuore, cinta beige, e gonna gonfia ma non eccessivamente lavorata, uscii di nuovo fuori sapendo già che per me era no, “sei schifata, come potremmo dirti di sì” disse Carly ridendo, “la cliente più pretenziosa mai avuta” scherzò l’uomo, “solo il meglio per il futuro marito” disse Lisa scherzando, “parola di mamma” scherzò anche l’uomo che sembrava non togliere gli occhi di dosso a India, andai a togliere anche quel abito, il sesto era simile al quarto, scollo a cuore, bustino lavorato, cinta in swarovski, gonna lavorata e lunga dietro in una specie di coda, mi guardai allo specchio, forse poteva essere lui, uscii fuori, “no… no… non è proprio per te, sembri mia nonna” disse India, “grazie” risposi alzando la mano, “ti adoro lo sai” mi mandò un bacio, “lei è sua sorella?” chiese a me, “sì” risposi, “molto bella” disse sorridendole, alzai gli occhi al cielo, ma nel tragitto vidi un vestito in una vetrina, “quello?” chiesi indicandolo, quello è un disegno della figlia del proprietario, è l’unico esemplare di quel modello cucito e pronto alla vendita, essendo che è unico verrà a costare molto di più di un abito normale” rispose, Lisa si girò a guardarlo, “tesoro provalo, se è lui te lo comprerò con tutto il cuore” disse guardando male l’uomo, le sorrisi, l’uomo lo prese dalla vetrina e me lo passò, lo andai a provare, lo scollo leggermente stondato, aveva le maniche solo sulle spalle, tutte in pizzo, agganciate al busto lavorato in pizzo con un solo bottone avanti e dietro, la gonna gonfia ricadeva a terra con il merletto sporgente, la coda era lunghissima, sarà stata due metri, mi guardai, era lui, uscii fuori, “oddio sì, è lui… tesoro è lui…” disse Lisa facendosi cadere una lacrima, “decisamente, è il tuo abito” sentenziò Maya, a tutte piacque il vestito, guardai Lisa, lei guardò me, “lo prendiamo, ha anche qualche accessorio questo vestito?” chiese Lisa sorridendo, “ha il diadema” disse indicando un punto nella stanza, Lisa ci si avvicinò, lo guardò, “lo può provare?” chiese sorridendomi, l’uomo annuì, “ecco…” glielo tese, Maya si avvicinò a me, mi fece una treccia veloce e lo poggiò sulla testa, “un velo sarebbe l’ideale” disse guardandomi, “uno di quelli che ricade sul viso?” chiese lui, Maya annuì, “ecco” le porse un velo sulla falsa riga del vestito, lo poggiò su di me, “ci siamo” disse, “poi domani sera facciamo la prova trucco e capelli” disse sorridendo, “prendiamo il velo lavorato come la gonna, il diadema e il vestito, le scarpe del vestito non le ha?” chiese Lisa, l’uomo annuì, gli aveva fatto perdere l’uso della parola, la guardai, “sei soddisfatta?” chiese accarezzandomi il mento, annuii convinta, “c’è solo il 34” disse portando un paio di scarpe, le mostrò, “io porto 34” dissi seria, mi guardò, “provale” mi porse le scarpe, bianche chiuse e lavorate davanti, tacco dodici, mi stavano alla perfezione e ci camminavo bene, “vanno bene” dissi convinta, “ok allora prendiamo tutto… ovviamente qui avete anche l’operazione di sartoria vero?” chiese Lisa, “sì… l’ho già chiamata la sarta, sta arrivando” disse scomparendo, la abbracciai, “grazie mille” mi accarezzò i capelli, “grazie a te… che mi regalerai la gioia di essere di nuovo nonna e di sposare mio figlio, non avrei mai potuto chiedere di meglio” disse abbracciandomi, “eccomi… prendiamo le misure… mmm… sembra fatto su misura per te” disse sorridendo, “l’unica cosa è che io aspetto un bambino, e mi sposerò tra due settimane, non deve essere strettissimo ora perché non so se mi gonfierò” dissi seria, “di quanto sei?” chiese sorridendo, “3 settimane” risposi sospirando, “di solito le nostre spose non si sono mai ingrassate tantissimo… ma sai che ti dico? Questo vestito è perfetto sul tuo corpo, a stringerlo si fa in tempo, ad allargarlo un po’ meno, perciò facciamo così, lei lo porta via, lo riprova a quattro giorni dal matrimonio, più tardi no perché non ce la farei a modificarlo, e mi dice se lo vuole stringere” rispose tranquilla la sarta, “va bene” risposi, “auguri, sia per il matrimonio che per il bambino… auguri e figli maschi no?” chiese ridendo, “grazie” sorrisi, lo andai a togliere con molta delicatezza, lo rimisi sulla sua stampella e lo portai al ragazzo che ci aveva servito insieme alle scarpe e agli accessori.

“Allora… adesso ti devo portare a prendere l’intimo che non ho potuto prendere non sapendo che scollatura avessi, ora che lo so lo andiamo a prendere” annunciò camminando fuori, il vestito pesava molto, lo misi sdraiato nel cofano, “andiamo” risposi, guidai fino al negozio incriminato, davvero dovevo comprare l’intimo per la prima notte di nozze con Chris, con sua madre? Diventai abbastanza rossa, entrai, una donna ci accolse, “salve… si ricorda, avevo lasciato pagato un bustino o un sopra di un intimo sposa, perché non sapevo cosa indossasse” disse Maya raggiante, “sì ricordo, che vestito ha?” chiese a me, lo spiegai, mi diede da provare un corsetto, bianco di raso, lo provai, “com’è?” chiesi rossa come un peperone, “se sono io il problema tesoro non ti fare problemi” disse Lisa ridendo, “è la suocera?” chiese la donna, possibile che nessuno si faceva gli affari suoi? “sì” rispose Lisa, “capisco l’imbarazzo” disse Lisa, “non è la sola” rispose Lisa, mi rivestii velocemente, “questo” dissi porgendolo alla donna, “certamente” Maya andò alla cassa, ci mise sopra cento dollari, uscimmo, “Maya, non volevo che ci mettessi altri soldi” dissi, “in realtà ho saldato, dovevo pagare un tot, ma non lo avevo quando sono venuta a prenderli, e così mi ha detto che quando venivo a prenderti il corsetto davo il resto” rispose sorridendo, la abbracciai, misi la busta di nuovo in macchina e partimmo.

“Hai appuntamento dal ginecologo tra circa quaranta minuti” disse Maya attaccando il telefono, “allora in tanto andiamo, manda un messaggio a Chris e diglielo” dissi seria, “va bene” sussurrò, rimanemmo in silenzio, guidai per ciò che mi parve un infinità di tempo, “sta arrivando” annunciò Maya, erano passati solo dieci minuti, e noi eravamo già tutte sotto lo studio del ginecologo, vidi la macchina di mio padre da lontano, scese Chris, “ei” mi baciò, “trovato tutto?” chiese mettendomi una mano dietro la schiena, annuii, “senti, il vestito lo lasciamo a tua madre, il giorno prima tu vai a dormire a casa tua, io lo vengo a prendere e poi vado a casa” dissi, annuì, “l’hai trovato il vestito?” chiesi guardandolo, mi sorrise, “non è bianco vero?” chiesi impaurita, “no… è nero” rispose sorridendo, “perché mi guardi così?” chiesi, “sto cercando di immaginarti vestita da sposa, e la cosa è eccitante” sussurrò, “ma sbaglio o da quando sappiamo che sono incinta troviamo tutto eccitante?” sussurrai anche io, “lo è tutto più eccitante” mi strinse a sé e mi baciò, un bacio passionale, fece scendere la mano sul sedere, “Chris” sussurrai, alzò la mano e la rimise sulla schiena, “quando arriviamo a casa” promise, annuii mordendomi il labbro, “Nicole…” mi richiamò baciandomi di nuovo, si mise dietro di me e mi abbracciò, camminammo fino al gruppo che avevamo appena abbandonato così, capii il perché, “mamma mia, in simbiosi” disse Scott scherzando, “pff” rispose Chris baciandomi la guancia, “mancano dieci minuti, salga chi vuole assistere” disse Scott, “io, Lisa e Noah” disse Maya, “va bene… noi aspettiamo qui” disse Scott, passai le chiavi della macchina a Chris e cominciammo ad andare su, “Walker” chiamò un uomo, oggi l’avevo sentito troppe volte il mio cognome, andai verso la stanza salutando la segretaria, entrai, “salve” salutai, “buonasera, si accomodi” mi fece sdraiare sul lettino, “allora, Maya mi ha detto che ha avuto delle perdite, ha qui le analisi?” chiese, annuii passandogli il foglio che avevo nella borsa, lo lesse annuendo, “bene bene… i parametri sono tutti ottimali, è una mamma in ottima salute… lei fuma?” chiese indicandomi, “sì… ma da quando ho saputo di essere incinta ho smesso” risposi, “bene, allora non le interessa sapere che due sigarette in una giornata in tempi distanti le possono essere concesse” disse serio, “no, non fumerò” dissi tranquilla, “la apprezzo molto, altre sarebbero andate alla finestra a fumare” scherzò, “bene, veniamo al dunque, le metto il liquido sulla pancia, sentirà qualcosa di umido e freddo, le darà fastidio, ma non posso evitare” disse serio, lo spalmò su tutta la pancia, presi la mano a Chris che mi poggiò l’altra sul profilo in una tenera carezza, Maya ci scattò una foto, “Maya” la riprese il dottore, lei lo guardò sorridendo, “scusi” fece spallucce, “allora, vediamo se lo troviamo, e se ci riusciamo sentiamo il suo battito” disse muovendo l’attrezzo sulla pancia, non si vedeva nulla, “proviamo con un ecografia transvaginale” disse, mise un telo sopra le mie gambe, “si abbassi i pantaloni e allarghi le gambe” disse con una naturalezza disarmante, “abbassai i jeans e le mutande, “perfetto, ora infilerò una sonda che produrrà delle onde elettromagnetiche, creando un effetto eco… con un po’ di fortuna possiamo sentire il cuore del bimbo e vedere come sta anche la placenta, se si sta creando e se si è impiantato bene nell’utero” spiegò, guardai come preparava la sonda, Chris mi baciò, “stai tranquilla” sussurrò, mosse la sonda, si vide qualcosa nello schermo, un chicco di riso, “da quello che vedo sta benissimo, si è impiantato benissimo nell’utero, è la tipica misura di un bimbo durante le prime tre settimane di gravidanza, la placenta si è creata e mano a mano si espande insieme alla crescita del bambino, l’unica cosa che mi preoccupa è che questo bimbo non mi vuole uscire al momento del parto” disse ridendo, lo guardai confusa, “di solito quando si impiantano con questa facilità sono quelli che fanno soffrire di più al parto perché non vogliono uscire” disse ridendo, sgranai gli occhi, “ma ci sono otto mesi di tempo per prepararsi, detto questo vi stampo delle copie di questa ecografia, faremo una cartella della mamma, e del bambino, rivestiti, io rimango qui a scrivere i parametri” si mise seduto alla scrivania mentre mi vestivo sotto il telo, “ei piccolino, tu a nove mesi dentro la pancia, spacchi il minuto e esci va bene?” chiesi rivolgendomi alla pancia, “l’ho spaventata per caso?” chiese il dottore, “considerando il fatto che dopo aver preso coscienza che potessi essere incinta l’unica cosa che mi sono limitata a dire è stata non voglio partorire… sì” dissi ridendo, “ma no, vedrà, troverà la forza di dare alla luce il bambino, viene considerato un mistero dove la donna trovi la forza per affrontare un parto” disse guardandomi, mi misi seduta davanti a lui, “ora stiliamo una dieta, le spiegherò tutto, prima gliela stampo” disse stampando, mi passò due fogli pieni di cose da mangiare e non mangiare. “Allora le spiego, la prima voce è latte e derivati, ecco qui riscontriamo i primi problemi, latte mai dal frigo o appena munto, va scaldato, i latticini, non ci sono problemi, l’importante è che non siano formaggi molli, tipo gorgonzola e simili. Il suo corpo necessita di proteine di qualità, e omega 3, dove trovarli se non nel pesce? Ma alcuni tipi di pesce hanno del mercurio, perciò questa” indicò una lunga fila di nomi di pesci, “non li può categoricamente mangiare” disse serio, “le hanno fatto gli esami della toxoplasmosi?” chiese, “non lo so” risposi impaurita, “che tenera, quanti anni hai?” chiese guardandomi con occhi di pietà, “ventisei” risposi seria, sembravo una liceale? “pensavo che era più piccola, bene ad ogni modo, lo faremo appena finiremo di capire questo” continuò a spiegarmi la dieta, annuii a tutto, “bene, adesso se si può mettere in intimo la peso” disse girandosi, mi spogliai velocemente, salii sulla bilancia, 43 kg, “no… non ci siamo, è troppo basso il peso, deve mettere su almeno due chili” disse scuotendo la testa, “cosa?” chiesi, “lei è alta?” chiese, “1.53” risposi, “deve pesare quarantacinque chilogrammi, così sapremo che il suo bambino è certamente assicurato in un corpo sano, ora rileggo le analisi e vediamo se hanno fatto le analisi all’immunità alla rosolia e la toxoplasmosi” rispose, annuii rivestendomi, ritornai alla scrivania, “lesse con più attenzione, bene… non ci dovrebbero essere problemi se vuole essere previdente, lavi lo stesso frutta e verdura o con bicarbonato o con amuchina e mi cuocia molto bene la carne” lo inserì nella cartella insieme all’ecografia, sorrisi, Chris richiamò l’attenzione, “il papà?” chiese il dottore, “di chi?” chiese Chris, “del bambino” rispose il dottore, Chris annuì e io risi, “la domanda era intelligente, visto che è presente anche il papà della mamma del suo bambino” rise il dottore, “comunque le volevo chiedere, noi fra due settimane ci sposeremo, e vorremmo andare in luna di miele, ma se prendere l’aereo è un problema lo rimanderemo” disse Chris, “due settimane… sarà al secondo mese, se il viaggio non sarà lunghissimo e non dovrà subire il jet leg… lo può fare tranquillamente, l’unica cosa è che dovrà portare la cartella clinica con sé, qualsiasi consulto medico lo dovrà fare con questa” mi porse la cartella, “va bene” rispose Chris, “perfetto… allora altre domande?” chiese a me e Chris, “è uno solo vero?” chiesi preoccupata, Chris rise e lo seguirono tutti nella stanza, “sì è uno, non si preoccupi, dunque, noi qui abbiamo una clinica associata, mi stavo dimenticando, è privata e potrà sceglierla come clinica di fiducia per il parto” disse porgendomi un foglio, “ammesso che non ne abbiate altre quando verrà stabilita la data del nascituro potrà andare lì” mi guardò, annuii, “il meglio per i nostri pazienti, se non ci sono complicazioni farà un parto naturale” disse tranquillo, “complicazioni?” chiesi sgranando gli occhi, “ se non sarà un parto d’urgenza” spiegò, annuii, “bene, non abbiamo altre domande” dissi tranquilla, mi alzai e presi la cartella, “sono lieto di averla rilassata signorina… Walker” si alzò anche lui, “mi chiami Nicole” risposi stringendogli la mano, “allora ci rivediamo l’11 giugno per un’ ecografia più approfondita, e poi se potete tornare prima di partire stabiliremo se sarà il caso” disse stringendo la mano a Chris, “arrivederci” salutammo, uscimmo dallo studio, “ora stai meglio?” chiese Chris, annuii, il mio bambino stava bene, mi rilassai nettamente, scendemmo giù le scale, “eccoli” disse India, aprii la cartella facendo vedere le ecografie, “e quindi è… questo?” indicò il puntino minuscolo nell’immagine, “fotogenico eh” scherzò Scott, risi, “per festeggiare il mio primo nipotino o nipotina vi porto tutti a cena fuori” disse mio padre, annuii, “io devo andare a finire una cosa, tu vai a casa con la macchina, io e tuo padre andiamo con i ragazzi a fare dei giri” disse Chris dandomi un bacio, “bene, volete andare in cerca degli abiti delle testimoni?” chiesi sorridendo, annuirono tutte all’unisono, “andiamo” annunciai, salimmo in auto, “non ti hanno tolto molto” disse Lisa, “no” risposi sorridendo, parcheggiai difronte un piccolo negozio, era tutto così particolare, “bene, entriamo” annunciai, chiusi la macchina ed entrammo, “buonasera” una ragazza ci accolse, “buonasera” risposi, “posso aiutarvi?” chiese sorridente, “sì, cercavo degli abiti da cerimonia per delle testimoni” dissi giocando con le chiavi della macchina, “sì, prego, salite di sopra, ad ogni piano c’è un consulente libero che vi potrà aiutare” disse chiamando l’ascensore, mi guardarono tutte, “che c’è?” chiesi, “non ti davo un soldo di fiducia ad essere sincera, insomma era così buio, e piccolo… e invece è un palazzo” disse Maya, annuii, arrivammo all’ultimo piano dove c’erano tutti gli abiti da cerimonia, parlai con il consulente vestito in giacca e cravatta con un auricolare, ci portò a vedere un po’ di vestiti, mi buttai sul panna e ne scelsi due, li andarono a provare, uscirono entrambe con lo stesso vestito, un abito con le bretelle larghe e ricamato sulla parte superiore, la schiena abbastanza scoperta, “direi che è lui no?” dissi sorridendo, valorizzava gli occhi di Carly e il colore della pelle mulatta di Maya, “decisamente sì” dissero in coro loro, “mi piace sì” disse Carly sorridendo, “India, prova l’altro…” dissi sorridendo, “cosa?” chiese, “oh sarai coinvolta anche tu non temere” dissi ridendo, andò a provare il secondo meno semplice, uscì fuori, con un vestito panna stile impero, stretto in vita e morbido mano a mano che scendeva, il busto aveva delle pieghe, incrociato sul seno, una spalla era collegata linee morbide di strass, l’altra invece allo spesso modo del busto in una larga bretella, lo scollo era ampio sulla schiena, “ti sta d’incanto” dissi sorridendo, “con i capelli neri questo vestito è fantastico” disse Lisa, “e poi ha gli occhi chiari, starà un amore” disse Shana, “perfetto, li abbiamo trovati, ora vi trovo le scarpe” chiamai il ragazzo di prima che portò dei sandali gioiello con tacco alto, provarono tutto insieme, “perfette” disse Lisa, annuii, andarono a cambiarsi velocemente, “sei in ansia?” chiese sorridendo, “affatto” risposi, “meglio per il cucciolo qui” mi accarezzò la pancia, “pago e andiamo” dissi tranquilla, “non ci penso proprio, faccio io” disse Lisa, ma doveva essere per forza spiccicata a Chris? Andò a pagare lei, “bene, domani sera alle sette ci sarà la prima prova, poi tra quattro giorni, e poi due giorni prima, ce la fate?” chiesi, annuirono, “perfetto, ora bisogna trovare l’abito per Shana” dissi cercando un vestito sempre sul panna, “ho capito cosa vuoi fare” disse Lisa guardandomi, “cosa?” chiesi cercando, “stai mettendo India come apri fila, poi Carly e Maya, tu e tuo padre e Shana come chiudi fila” disse Lisa, “no… in realtà stavo pensando un’altra cosa ma anche la tua idea non è male” dissi sorridendo, “cosa pensavi?” chiese, “Stella entra sulla navata spargendo i petali, poi entra India che porta un bouquet fino ad arrivare al suo posto, Stella nel frattempo va da Chris e gli porta un petalo, entrano Maya e Carly e loro entrano porgendo altri due petali, Shana entra portando dietro di sé Miles e Ethan loro due indicano a Chris la navata, lì entro io con mio padre, la percorro tutta e arrivo a Chris” dissi trovando un vestito per Shana, “che bello, mi piace mi piace” sorrise Lisa, “bene provalo” dissi porgendolo a Shana, “vado” disse andando nel camerino, uscì poco dopo, stile impero, con il seno lavorato con pieghe, “ti sta benissimo” disse Lisa, annuirono tutte, “bene trovato il vestito, tu Lisa lo devi vedere? Ti diamo un consiglio” chiesi mettendola a suo agio, annuì, aspettammo ai camerini mentre lei faceva i suoi giri, tornò andando dritta nei camerini, lei puntò sul marrone chiaro quasi ecru, uscì con un abito stile impero, con scollatura a cuore e le spalle lavorate con strass, “com’è?” chiese sorridendo, “bellissimo” rispondemmo in coro, “allora lo prendo” disse sorridendo.

“bene… i vestiti per i bambini” dissi cercando tra gli abiti da bambini, trovammo un abitino con la gonna svasata e il busto in pizzo, in panna, mentre per i maschietti un completo giacca e cravatta nero con un papillon nero, pagai e andammo via, squillò il cellulare di Maya, “ehm… sì, no, sì, come faccio? No, sì, ehm sì, ok” attaccò, “molto loquace” dissi dandogli una botta sulla spalla, “vero?” rise, aprì la borsa, “mi sono dimenticata le sigarette a casa tua” disse guardando nella borsa, “passiamo a prenderle, così loro la vedono” dissi fingendo di non aver capito che al telefono era Chris, e anche di non aver visto le sigarette nella borsa, guidai fino a casa, aprii la porta, mi accolse Dodger, “ciao amore” lo accarezzai, cominciò a giocare, le luci gialle si riflettevano sul muro bianco, dando una luce soft alla stanza, i mobili erano perfettamente allineati ai muri, dalla cucina arrivava l’odore di arrosto, guardai all’entrata, attaccato c’era l’appendi abiti e a terra il mobile dove avevamo deciso di mettere le cose come chiavi e telefono, le posai lì le chiavi, notai che era già tutto apparecchiato e arrivavano voci dal balcone, “ehm… mi dovevi dire qualcosa?” chiesi a Chris bussando sulla sua spalla, “vieni” mi prese la mano, entrammo in camera da letto ed era tutto perfettamente apposto, il letto fatto con le lenzuola che avevo messo al letto vecchio, l’armadio con alcuni vestiti, e il lo specchio, la televisione, le tende, era tutto perfettamente in ordine, “sei tornato qui, per me?” chiesi guardandolo, annuì, “scusa” lo abbracciai, “di cosa?” chiese alzandomi la testa, “sono stata pessima questi due giorni con te, e tu sei stato perfetto in ogni cosa che hai fatto, e guarda… tutto in un giorno l’hai finita…” dissi indicando le mura, “ti capisco, credo che sia abbastanza strano pensare che hai una vita dentro di te, e che anche gli ormoni non ti aiutino, io ti sto vicino, ti aiuto, e se vuoi io per te ci sarò sempre, ma per favore tranquillizzati perché se torni come oggi io comincio a pensare che tu sia posseduta” disse ridendo, “no, seriamente scusa per oggi, è che sapere che tu sei andato a letto con Zoe…” mi guardò, “ho sbagliato, credimi, non avrei mai voluto…” lo interruppe Scott, “ragazzi è pront… scusate” se ne andò, “non avrei mai voluto andare a letto con lei, io tutto quello che volevo eri tu, e adesso sapere che avrei potuto perderti per uno sbaglio assurdo, mi fa male, e forse è anche un po’ per questo che mi sono dato così tanto da fare, per farmi perdonare” disse abbracciandomi, “oh amore, non ti devi far perdonare niente” lo abbracciai anche io, “ma insomma….ah” India scattò una foto, “ma ce l’avete con queste foto eh” chiesi ridendo, “andiamo a mangiare” disse Chris prendendomi la mano, camminammo verso il salone, e ci mettemmo a tavola. “Un brindisi alla new entry della banda bassotti” scherzò Zac, “un brindisi a mio nipote” propose mio padre, “che possa crescere nell’amore” disse Lisa alzando il bicchiere, “alla mia migliore amica e al mio migliore amico che stanno vivendo un momento bellissimo” disse Maya, “a nostro figlio” dissi battendo il mio bicchiere con quello degli altri, “si mangia” annunciò Scott, mangiammo tra le chiacchiere, si fecero le undici e cominciavo ad accennare segni di stanchezza, “senti… noi andiamo, Chris se scendi e ci apri la macchina noi ci portiamo tutto via” disse Carly, “sì” rispose prendendo le chiavi, se ne andarono tutti tranne mio padre, “aspetto che risalga su Chris, non mi piace l’idea che tu sia sola in questa casa” disse sorridendo, “perché?” chiesi, “perché ho paura che ti succeda qualcosa” mi abbracciò, sospirai, sentimmo la porta aprirsi di nuovo, “ci sentiamo domani eh… ciao tesoro” mi baciò la guancia, “ciao Chris” lo salutò con un buffetto sulla spalla, “buonanotte” rispose Chris accompagnandolo alla porta, andai sul divano, “sei stanca?” chiese sedendosi affianco a me, “neanche tanto” risposi mettendo la mano sotto la sua maglietta, sentii i suoi muscoli, lo baciai, lui mi ricambiò, mi spinse sotto di lui, accarezzò la gamba sorridendomi, “devo andare in bagno” annunciai spostandolo da sopra di me, era il momento di tirare fuori un certo potenziale, presi il completino che mi aveva regalato Amanda per la luna di miele, decisi che poi l’avrei ricomprato, andai in bagno e lo indossai, sentii Chris camminare, andò in camera da letto, era il momento, uscii dal bagno e mi poggiai allo stipite della porta, “woooh… e…” deglutì a fatica, mi avvicinai, posai un dito sulle sue labbra, “sai vero che quest’immagine mi rimarrà in testa vero?” chiese sussurrando, “sssh” lo zittii con un bacio, lo spinsi sul letto e gli tolsi la maglietta, cominciai ad accarezzargli il petto e baciargli il collo, aprii la cinta dei pantaloni e poi i bottoni uno a uno, lo baciai di nuovo, ricambiò con foga, tirai giù i pantaloni lentamente, e poi i boxer, “mi stai torturando per qualcosa che ti ho fatto?” chiese ridendo, scossi la testa, mi accarezzò la coscia lentamente, salì su fino ai fianchi, tirò su la veste nera di pizzo che copriva il completino, mi baciò mettendomi sopra di lui, tirai giù le mutande, o quello che dava l’impressione che lo erano, lentamente, lui mi tirò a sé, era impaziente, buon segno, mi mossi sopra di lui togliendo il reggiseno molto più lentamente di prima, fece un suono con la bocca quando mi vide buttarlo a terra, mi alzai per togliere le mutande girandomi di spalle, mi spinse contro il muro lentamente, era delicato il suo tocco, “immagino che ora tocchi a me” sussurrò, allargai le gambe lentamente, lui sorrise, si avvicinò di più ed entrò dentro di me, mi girò tirandomi a sé, camminammo verso il letto, mi ritrovai sopra di lui, ci muovemmo all’unisono, mi strinse a lui, venimmo insieme e mi buttai dalla mia parte del letto, “rifallo tutte le volte che vuoi” disse baciandomi, “adesso io sono stremato e vado a dormire, non ce la faccio neanche ad andare a fare la doccia” disse serio, “sì, anche io” risposi sdraiandomi a letto, ci addormentammo nudi e abbracciati.

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1° abito da sposa: http://g01.a.alicdn.com/kf/HTB1odJfKFXXXXXLXFXXq6xXFXXXR/Vestidos-De-Novia-Tulle-Lace-Weding-Dresses-2015-A-Line-White-Ivory-Bridal-Gowns-Plus-Size.jpg

2° abito da sposa:

http://www.morilee.com/sites/default/files/styles/dress_list/public/dress/2811/2811-0031.jpg?itok=WeuNomZ-

3° abito da sposa:

http://www.morilee.com/sites/default/files/styles/dress_list/public/dress//2875-0023.jpg?itok=c8KEsSQS

4° abito da sposa:

https://s-media-cache-ak0.pinimg.com/564x/4c/90/79/4c9079d7c74c1f8d237983cc2c42eea6.jpg

5° abito da sposa:

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6° abito da sposa:

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Scarpe:

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Intimo risultato finale:

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Abito per India:

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Capitolo 13
*** Non sarai mai più sola. ***


Capitolo 13

I giorni passarono veloci, e arrivò il giorno tanto atteso da Chris, la partenza a Los Angeles per gli Oscar.

“Hai preso il biglietto aereo?” chiese prendendo la valigia, annuii, “e Dodger è con i miei… poi le chiavi di casa…” non sentii più una parola di quello che stava dicendo, lo fissai, era così bello, aveva il cappello con la visiera al contrario, un pantalone della tuta grigio e una maglietta blu elettrico, il blu, Chris, il blu, “mi stai ascoltando?” chiese in preda a un attacco isterico, “Chris, la donna sono io, te lo vorrei ricordare, comunque no” risposi, “nel dubbio rispondi no… bella teoria che adotti, ma ti ho chiesto un’altra cosa” disse incrociando le braccia, “cosa di preciso?” chiesi sorridendo angelica, “ti ho chiesto che cosa hai preso di vestiti? Leggeri?” chiese, lo guardai di nuovo, possibile che lo veneravo così tanto? “Oh, ma ti impalli stamattina?” chiese passandomi una mano davanti gli occhi, “sì, ho preso gli abiti leggeri” risposi, “allora vado a prendere anche qualcosa di più pesante” rispose, “l’ho preso, ho preso un jeans lungo e un cardigan per me, e per te un jeans e una felpa” risposi richiamandolo, “quale felpa?” chiese, “ha importanza?” chiesi, “non sai quanta” mi prese in braccio, “perché oggi sei sovrappensiero?” chiese incrociando lo sguardo con il mio, sorrisi, “perché ti guardo con gli occhi dell’amore” risposi ridendo, “mi prendi in giro?” chiese mettendomi giù, “no, è vero, mi incanto a guardarti” risposi accarezzandogli la barba, “comincio a pensare che non sono più io quello che sta fuori nella coppia” rispose accarezzandomi i capelli, “io l’ho sempre saputo che in realtà ero io” risposi facendo la linguaccia, me la rifece, “tra due ore abbiamo il volo, andiamo” disse prendendo la valigia, “Chris…” lo chiamai quando chiuse la porta, “che c’è?” chiese, “le chiavi della macchina e di casa” indicai la porta, “e adesso?” chiese guardandomi con gli occhi sbarrati, “sono previdente io” risposi, per la nuova casa mio padre ci comprò una pianta, la misi fuori nascondendo le chiavi sotto la terra, “Nicole vai in giro con quelle mani adesso?” avevo le mani piene di terra per aver cercato le chiavi, “tu apri, prendi le chiavi io lavo le mani” risposi mimando la scena, “togliti non mi toccare” rise, “come no? Sei bellissimo” lo accarezzai con la mano sporca, lasciai un segno marrone che partiva dalla tempia e finiva sulla guancia, “Nicole… ringrazia Dio che hai mio figlio dentro di te” disse minaccioso, “se no?” chiesi, “se no? Ti torturavo” rispose avvicinandosi, aprii la porta di casa e corsi come una saetta in bagno, mi seguì, “no levati” dissi con le mani davanti a me, “lo sai che non puoi difenderti vero?” chiese ridendo, “tutte pagliacciate” risposi mettendo le mani sotto l’acqua, mi afferrò con un braccio da sotto il seno e mi alzò, “sei sicura che sono tutte pagliacciate?” chiese ridendo, “non molto” risposi ridendo, mi mise giù, “e adesso se permetti mi lavo il viso” mi spinse via dal lavandino costringendomi a lavare le mani nella vasca, “stai comoda?” chiese ridendo, “pezzo di fango” risposi ridendo, “oh bhè… sei bellissima” mi mise la mano piena d’acqua in faccia, e la sua mano, lo assicuro mi prese tutta la faccia, “Chris…” mi lamentai ridendo, “siamo pari… andiamo” uscì dal bagno leggiadro, prese le chiavi di casa e quelle macchina uscendo, lasciai le chiavi di nuovo nel vaso nascondendole, “perché le lasci lì?” chiese, “perché stanno arrivando il resto dei tuoi parenti, e ho offerto casa nostra per questi giorni che non ci siamo” risposi, lui annuì, “dai su… andiamo” risposi, entrammo in ascensore e scendemmo giù, guidò fino all’aeroporto, “volo?” chiese girandosi verso di me, inutile, non ce la facevo, mi impallai di nuovo, “dammi i biglietti” disse ridendo, glieli porsi e lesse qualcosa da qualche parte, perché mi prese la mano e andammo a fare le pratiche per partire, di cui non mi interessava nulla e delegai a Chris, “perfetto… grazie Chris” disse la ragazza, captai solo quella frase, mi girai di scatto, come l’esorcista il collo a 360 gradi, “grazie Chris” mi scappò ad alta voce, Chris rise, e la ragazza mi guardò malissimo, “che c’è?” chiesi, “Nicole… andiamo” mi prese la mano e mi portò all’imbarco, “grazie Chris” dissi ammiccante, rise di gusto, “la valigia?” chiesi guardandomi in torno, “l’ha presa quella ragazza” disse tranquillo, “carina vero?” chiesi sorridendo, “un tipo” rispose scrollando le spalle, “chissà come si chiama” risposi, “Janet, perché?” mi guardò, “lo sapevo… c’è stato qualcosa tra voi due vero?” chiesi indagatoria, “no” corrugò la fronte, “no? Il motivo per cui un uomo nasconde alla propria ragazza di sapere come si chiama un’altra ragazza che poco prima faceva la gatta morta con lui, è perché ci ha fatto qualcosa” risposi, rise, “beccato” disse ridendo di nuovo, “quanto tempo fa?” chiesi incrociando le braccia, “ci sono uscito due anni fa” rispose, “perché?” chiesi guardando dritto avanti a me, “qual è la risposta giusta?” chiese fingendosi disperato, “la verità” risposi, “perché pensavo che fosse una bella ragazza, ma poi ci sono uscito e faceva tutto ciò che non fai tu, e quello che fai tu lei non lo faceva, per esempio, vedi, tu sposti i capelli dal viso con le mani, e questo ti rende così vera, lei lo faceva con la testa, che a dirla tutta mi sembrava uno di quei cani con la testa che ha la molla, e poi tu quando mangi fai le smorfiette dal disgusto o dal piacere di mangiare qualcosa, per lei qualsiasi cosa era la faccia da piacere sessuale, praticamente il suo obbiettivo era portarmi a letto” disse ridendo, “e c’è riuscita immagino” dissi girandomi verso di lui, lo feci troppo veloce e saltò, “no” rispose imbarazzato, “perché sei imbarazzato?” chiesi ridendo, “perché lei mi toccava, mi stuzzicava, ma io non…” mi guardò, “capisco” feci segno del niente con il pollice e l’indice, lui annuì, “bello amore” lo baciai, “ah… e per la cronaca, tu lo sapevi che ci stavo uscendo” disse toccandomi il naso, arrivò il nostro turno, l’hostess ci indicò la direzione, “io lo sapevo?” chiesi, annuì, “no, Chris, non lo sapevo, me lo sarei ricordato se non ti si fosse…” mi bloccai alla vista di altre persone sull'aereo, “Nicole, non sapevi che non ci avevo fatto niente” rispose diventando rosso, “e lei ancora ci prova con te?” chiesi ridendo, “perché tu non lo faresti?” chiese, “se fossi uscita con uno a cui non piacevo in quel senso? Ma mai ci avrei riprovato, ma scherzi? Orgoglio personale” risposi mettendomi seduta al nostro numero, “cioè tu avresti lasciato perdere?” chiese stupito, annuii, “non ci credo” rispose scuotendo la testa, “Chris, fidati, è successo” risposi incrociando le braccia, “oh oh… questa non la sapevo” rise di gusto, “ma non sai chi è, aspetta prima di ridere” dissi ridendo, “chi?” chiese girandosi verso di me, di colpo eravamo tornati migliori amici a parlare delle nostre sventure sessuali, “Michael” risposi, “no…” rise con le lacrime. Dovete sapere che Michael è un ragazzo con cui uscii qualche anno prima, ed era solito inventarsi storie sulla sua vita sessuale eclatanti, donne dello spettacolo, madri di famiglia, più di due donne contemporaneamente, insomma, un latin lover a sua detta, ovviamente non ci credeva nessuno, io ci uscii perché Chris stava uscendo con una certa Faith, tra l’altro è la figlia di un amico di mio padre, e così… mi ridussi alla disperazione, “cioè Michael, il magico uomo sesso, non è riuscito…” rise ancora, di nuovo, “Michael… Nicole…” rise di gusto ancora, “ti dico solo che uscivi con Sarah” dissi mettendomi un dito sulla bocca, era una tizia che metteva solo pullover enormi della nonna (sicuramente, se no non si spiegava) e cerchietti in tono, con l’apparecchio e le ballerine, “non ci ho mai fatto nulla” disse in sua difesa, “ma ci uscivi” risposi ridendo, “tu uscivi con uno che si metteva le camice dentro i pantaloni al liceo” rise di nuovo, “tu uscivi con Faith, la più idiota di tutto il quartiere” dissi ridendo, “Faith?” chiese, “Burns” risposi, “aaaah… mamma mia, era proprio stupida” disse ridendo, “ti ricordi quando ci ho litigato io?” chiesi, “Nicole ti ho presa io quando stavi caricando il colpo” disse ridendo, “ah è vero… bei tempi… diceva che io e te non potevamo più vederci” dissi scuotendo la testa, “certamente” rispose Chris facendo il pollice alzato, “non ce la faceva… porella” dissi scuotendo la testa, rise di nuovo, “ah e comunque tu sei stato anche con Dana” dissi ridendo, “non me lo ricordare” disse mettendosi una mano sul viso, “oh, sì te lo ricordo” dissi ridendo, “dai ti prego… quella seriamente si è tolta anche il cervello con il dito nel naso” disse schifato, “no, quella ragazza non ce l’ha mai avuto, ti ricordi quando è venuta sotto casa mia a dirmi che l’avevi lasciata?” chiesi ridendo, “tu sei stata stronza” disse ridendo, “le ho solo detto in francese che a me non interessava” dissi alzando le spalle, “dicendo non me ne frega un cazzo?” rise, “esattamente” risposi ridendo, “Nicole… Che casino che eri” disse dandomi un bacio sulla nuca, “io mi ricordo quando andavi a parlare con i miei professori” dissi con un po’ di malinconia, “lei è? Suo fratello” disse ripetendo ciò che accadeva praticamente un giorno sì e anche l’altro, “ti ho insegnato io a recitare” dissi ridendo, “ti ricordi quando ti stavano cacciando via dal liceo? Che avevano chiamato tuo padre” disse ridendo, “Chris… tu te lo ricordi quando mi hanno sospesa?” chiesi guardandolo negli occhi, lui rise, e scoppiai anche io, “scusate ragazzi” ci chiamò una signora, “sì” rispondemmo in coro, “sto sentendo il vostro discorso da un po’, vi posso chiedere da quanto vi conoscete?” chiese teneramente, “26 anni” rispose Chris, “oh… e quanti anni avete?” chiese, “lei 26, e io 34, quasi 35” disse sorridendo, “l’hai vista nascere?” chiese, “nascere, crescere, e ora la vedrò anche sposarsi” disse mettendo un braccio su di me, “ah… la accompagna lei?” chiese la signora, “no, in realtà io la aspetto” rispose Chris, “oddio… che bella storia, sembra di tornare ai miei anni” disse portandosi le mani al cuore, sorridemmo, “scusate il disturbo” disse in imbarazzo, “ma quale disturbo” risposi, “vuoi sentire un po' di Michael Jackson” disse ridendo Chris, mi porse le cuffiette, “finiscila” risposi ridendo, “oh… ti ha ferito l’orgoglio eh…” disse ridendo, “pensa a te, Janet” dissi alzandomi, “dove vai?” chiese, “sto sistemando i pantaloni, stai tranquillo che non scappo” dissi ridendo, “pensavo che andavi da Michael” rispose portandosi una mano alla bocca, “Chris… io ti uccido” dissi rimettendomi seduta, alzai il bracciolo che ci divideva, “ah sì? Provaci” disse cominciando a farmi il solletico, mi ritrovai per terra nello spazio tra il mio sedile e quello davanti, “Chris, basta, per favore” supplicai ridendo, notai che la signora ci guardava sognante, “Christopher” lo richiamai con voce ferma, “Nicole Sydney” rise ancora di più, “ok… vuoi la guerra” mi alzai di scatto e cominciai a dargli il tormento con l’indice nei fianchi, “basta, basta, tregua” disse prendendomi le mani, “tregua” risposi baciandolo, mi rimisi seduta al mio posto, giusto in tempo per veder salire altri passeggeri, “comunque non ti vorrei dire niente, ma hai la tuta bucata” dissi indicando il cavallo dei suoi pantaloni, lui che prima stava a gambe spalancate le chiuse, “giura” disse ridendo, misi la mano sul cuore, rise di nuovo, “scusate, ma un po’ di tranquillità si può avere?” chiese un signore sulla sessantina, guardava noi, non rispondemmo, venne davanti a noi, “sto parlando con voi… maleducati” mi alzai, “mi scusi, non avrei mai voluto offendere la sua parola signore, mi dica cosa la rammarica” risposi sorridendo cordiale, “state facendo un gran rumore, voi e le vostre risate” disse puntandomi il dito, “mi dispiace signore, non era nostra intenzione offenderla con la nostra ilarità, da questo momento in poi sentirà solo singhiozzi di lacrime strozzate per la nostra mancanza d’educazione… e il non rispettare le regole, ma non sapevamo che in aereo non si potesse ridere” risposi mettendo le mani giunte, “non faccia la spiritosa” disse puntandomi di nuovo il dito, “scusi, ma non trovo rispettoso neanche che lei si alzi, venga da noi a dire subito maleducati e puntare un dito, cosa le da il diritto di darci dei maleducati o di puntarci un dito contro? Non stiamo urlando, stiamo ridendo, e Dio benedica le risate, che mondo triste il suo se le scocciano due risate scambiate con affetto” disse Chris alzandosi, “mi scusi, ma lei sta dando fastidio a tutto l’aereo” rispose il signore, “perché lei ha scambiato opinioni riguardanti le nostre risate con tutti i passeggeri?” chiese Chris facendomi mettere seduta, “si vede dalle facce” disse incrociando le braccia, “mi scusi, non sapevo che facesse parte del cast di Lie To Me” rispose Chris alzando le mani, risi di cuore, “io credo che sia molto gradevole avere due ragazzi che abbiano un amore così forte da scherzare e ridere, me li porterei a casa, sono di compagnia, e come me, spero che la pensi la maggior parte delle persone in aereo se no è un mondo, come diceva il ragazzo, molto triste” rispose la signora di poco prima, “ah… mi faccia il piacere anche lei” disse il signore, “non mi sorprende che lei viaggia solo, neanche io viaggerei con un uomo che non sopporta due persone che si amano ridere, capisco tutto, capisco il rispetto, capisco che si vuole rilassare, ma non capisco la presunzione di chiedere di non ridere, di venire davanti a noi con un dito puntato e dire che siamo maleducati per due risate, che se le avessimo urlate sarebbe stato capibile, ma stavamo ridendo normalmente, come facciamo tutti i giorni della nostra vita da ventisei anni a questa parte, ha rovinato un momento bellissimo con il suo cinismo, e la sua presunzione, la invito gentilmente a sederti, a godersi il viaggio per quello che è, si metta un paio di cuffie, perché io non rinuncio a ridere con la mia ragazza per un uomo presuntuoso ed arrogante” disse Chris sedendosi, rimasero tutti a guardarlo, alzai gli occhi al cielo, ma forse non lo avevano riconosciuto, “come si permette” disse guardando me, “senta, seriamente, si vada a mettere un paio di cuffie, si senta la sua musica piena di energia che sicuramente per tenere quel muso serve, e se ne vada da qui” disse invitandolo a tornare al suo posto, “no, non me ne vado, fin quando non la smettete di rompere le scatole con i vostri schiamazzi” disse serio, mi alzai, “mi scusi, ma non è stato fatto nessun schiamazzo come dice lei, si parlava con un timbro di voce normale, le risate erano semplici, le risate non erano strillate, e non erano neanche rumorose, se l’abbiamo disturbata le chiedo scusa, sinceramente, ma non può toglierci il diritto di scherzare, e ora se si può allontanare gentilmente” dissi indicando il suo posto, rimase immobile, “ma buon cielo, se ne vada” disse la signora, “no, non mi muovo fin quando non smetteranno di ribadire che continueranno a ridere” disse incrociando le braccia, “e allora mi sa che il decollo se lo fa sdraiato per terra” risposi girandomi verso Chris ridemmo tutti e due, “aaah ne ho abbastanza” disse andando a sedersi, ci demmo il cinque e ci incontrammo con le nocche i due pugni, ridemmo per tutto il viaggio, ed era una cosa che non poteva toglierci nessuno perché non lo facevamo apposta, eravamo noi, eravamo così.

Entrammo nella camera che ci aveva assegnato l’agente di Chris, avevano messo tutto il cast in un hotel, era una camera dipinta di celeste chiaro, un letto matrimoniale e una culla, una culla? “Chris” indicai la culla, “oh… destino non credi?” disse ridendo, “bene…” dissi guardandomi intorno, “posso confessarti una cosa?” chiese prendendomi le mani, annuii sorridendo, “ti ho chiesto di venire con me a gli oscar per farmi avanti con te, per dirti che ti amavo da sempre, era tutto pianificato nel convincerti a venire con me, e se fosse andata male almeno per altri due giorni ti avrei tenuta al mio fianco” disse accarezzandomi il viso, “seriamente?” chiesi, “cosa?” chiese confuso, “pensavi che potesse andare male?” chiesi sedendomi sul letto, “a dire il vero? Sì” rispose facendo un sospiro, “e perché?” chiesi, “perché eri così distaccata verso di me, perché quel giorno a casa mia quando ci siamo sfiorati le labbra, quando tu eri al liceo, ti sei spostata per prima, se tu fossi rimasta io ti avrei baciata, e forse ora era tutto meno incasinato” disse sorridendo, “tu non te lo ricordi vero?” chiesi, lui mi guardò confuso, “quando ci siamo baciati… e ci siamo baciati davvero” dissi cercando il suo sguardo, stava cercando di ricordare, “no…” rispose triste, “raccontamelo” disse prendendo la mia mano, si mise seduto affianco a me, “eravamo a una festa, quella della foto con le birre, tu mi dissi che dovevamo parlare, andammo nel giardino e c’eravamo solo noi con il sottofondo della musica della festa, tu mi hai presa e mi hai baciata, senza dire una parola, eri ubriaco e si vedeva, ma io mi feci baciare, non mi interessava se l’avevi fatto per farlo o se c’era un senso, almeno una volta volevo baciarti, e sentire il tuo sapore, il profumo che emanavi, mi dissi che ero la cosa più bella che tu avessi mai visto, non ci credetti neanche un attimo, e me ne sono andata da Maya e Amanda” dissi scuotendo la testa, “lo sai che me lo ricordo per filo e per segno vero? Ricordo anche che mi ero arrabbiato con te perché eri tornata a casa con un ragazzo” disse sorridendo, “te lo ricordavi?” chiesi sorridendo, annuì, “certe perle, anche se sei ubriaco fradicio te le devi ricordare” disse baciandomi, riprovai quella sensazione, quella del primo bacio, assaporai il suo sapore e sentii il suo odore godendo di tutto ciò che poteva darmi, mi sdraiò mettendosi affianco a me, “chiudete la porta almeno” disse entrando Sebastian, “non stavamo facendo niente” disse Chris, “amore, vado in bagno” dissi alzandomi dal letto, “stasera grande serata eh” disse Sebastian, “ma io non ho capito… Chris viene o no?” chiese Sebastian, “non si sa, ma era più no” rispose Chris, “è qui la festa?” chiese Robert, “la tua consorte?” chiese, “in bagno” rispose, “ah… vi riunite senza di me” disse Chris Hemsworth, “sei venuto” l’abbracciò Sebastian, “così sembra brutto” disse Robert, “aaah non chiamate che state tutti qui eh” disse Jeremy, “la tua ragazza? Sta facendo la vedova allegra a casa?” chiese scherzando a Chris, sentii un certo fermento, rimasi in bagno apposta, per farlo parlare, “dai, seriamente, sai con quanti bei maschioni” disse ridendo, uscii dal bagno, “e infatti” dissi aprendo le braccia, “oh ciao… Jeremy” disse porgendomi la mano, “lo so” la strinsi, “la fama ti precede” scherzai, “scherzavo non te la prendere” disse ridendo, “non sono permalosa, tranquillo” risposi ridendo, “è la donna ideale” rispose girandosi verso gli altri, “sì ma è mia, a proposito, Tom?” chiese Chris mi tirò sul letto, “Tom? Ormai dimenticalo amico, è andato, puff, sparito” disse Robert, “in che senso?” chiesi, “è naturalmente sparito grazie alla sua nuova fiamma” disse ridendo, “aaah… contento lui” rispose Chris, “Nicki…” sentii una voce famigliare, troppo, apparve Maya, non la vedevo da quando era partita in viaggio di nozze, e oggi faceva scalo a Los Angeles, “Mayaaaa” urlai e corsi ad abbracciarla, “sono giorni che ti chiamo… che fine hai fatto?” chiese ridendo, “ehm… non lo vuoi sapere” risposi ridendo, “oltre che a lanciarlo contro Chris che fine gli hai fatto fare?” chiese ridendo di nuovo, “ehm… stavo cucinando d’accordo? Chris mi chiama mentre stava portando fuori Dodger per dirmi che sta venendo a pranzo sua madre, io dico ah ok d’accordo, prendo il telefono per attaccare mi casca nell’acqua che bolliva” dissi ridendo, “e poi l’ha scolato” disse Chris ridendo, risero tutti, “e te lo devi andare a ricomprare?” chiese Maya, annuii, “mmm… senti sto qui fino a domani mattina… dopo ci penso io a te” mi fece l’occhiolino, “questo pareva brutto” disse Sebastian ridendo, “o forse molto bello” riprese indeciso, “Sebastian ti ripeto che quella lì è la mia ragazza, futura madre, incinta di mio figlio… praticamente potrei ucciderti” disse serio, “spirito di condivisione niente eh” disse ridendo, Chris si alzò dal letto, “nono, scherzavo… che condividi, non va condiviso niente” disse fingendosi impaurito, “va bene Maya, io ho da fare con questi idioti” dissi ridendo, “io con Zac, mi sta portando in giro per il mondo” disse ridendo, “ciao Maya” disse Chris, “oh ciao” disse secca, “fa piacere anche a me rivederti, dopo due giorni che non assilli” disse ridendo, “sì, scusa tesoro, è che non vedo la mia mammina preferita da un po’” andò da Chris e lo abbracciò, “gelosa eh” disse Sebastian, “di Maya? Pff…” risposi, “bene, ora vado, ci vediamo dopo, ciao piccola” mi diede un bacio sulla guancia e sparì, “io Nicole… credo che…” Sebastian stava guardando decisamente in basso per parlare con me, il che non sarebbe un problema se non fosse che sono girata, “Sebastian guarda in alto” disse Chris Hemsworth ridendo, “sì, scusa amico” disse rivolto a Chris, “prima o poi mi carcerano” disse ridendo, andai da Chris e mi misi davanti a lui, mise le braccia sulle mie spalle stringendomi a lui, “dicevo, credo che da stasera diventerai una donna tra le più odiate negli ultimi 100 anni” disse ridendo, “ne sono consapevole” risi, “bene, sono le cinque e trenta, fatevi la doccia, noi ci andiamo a preparare” disse Robert, sparirono chiudendosi la porta alle spalle, “ti amo da morire” disse Chris prendendomi il viso tra le mani, strattonò il viso tirandomi a lui e mi baciò, ecco, il lato rude in lui era la parte che più adoravo, usciva quando ce n’era bisogno, lo baciai anche io, scivolammo a terra con le bocche incollate, tirò su la maglietta togliendola, il reggiseno lo tolse velocemente, gli sfilai la maglietta blu tanto amata lasciando spazio alla sua pelle, ai suoi tatuaggi, al suo corpo caldo, lo accarezzai, mi baciò il seno salendo su fino al collo, “Chris…” lo bloccai, “che c’è?” chiese, “ci dobbiamo preparare” dissi mentre mi baciava il collo, “non mi interessa” disse baciandomi di nuovo, sbottonò i miei pantaloni, mi alzò da sopra di lui tanto quanto bastava per riuscire a sfilarli e mi riappoggiò sopra di lui, mi posai su di lui, potei sentire tutto, allungò la mano, la fece scivolare in basso, ansimai buttando la testa indietro, gli tirai giù i pantaloni della tuta, rimase in boxer neri, guardai a lungo, “beh?” chiese ridendo, feci un suono di gradimento con la bocca, tirai giù anche i boxer, mi misi sopra di lui, mi mise la mano dietro il collo, lo feci entrare dentro di me, mise l’altra mano sul mio fianco, strinsi le sue spalle, lo guardai, era la meraviglia delle meraviglie, con la testa poggiata ai piedi del letto lasciandosi andare al piacere, aprì gli occhi, mi guardò sorridendo, mi mise le braccia dietro la schiena, mi girò sotto di lui, mise le mani ai lati della mia testa e cominciò a muoversi lentamente, “Chris” sussurrai, “dimmi” disse nel mio orecchio, sentii un brivido, “niente” dissi continuando a godere di quella situazione, mi guardò negli occhi, sentii una morsa al petto, ogni volta che vedevo i suoi occhi sembravo un’adolescente alle prese con il primo amore, cominciò a muoversi a scatti, come per richiamare la mia attenzione, lo baciai, piegai la gamba intorno al lato del suo bacino, mise la mano sulla coscia e la fece scendere, mi diede una sculacciata, “te l’ho detto… potrebbe piacermi” sussurrai mordendogli il labbro, “se ti piace no” disse leccandomi l’orecchio, sembrava più una lotta di potere, che stava vincendo, lo spinsi di nuovo sotto, cominciai a muovermi più velocemente, mi tirai su i capelli muovendo il bacino, mise una mano sul seno e l’altra sul fianco, lo feci sdraiare del tutto, lo sentii irrigidire ogni muscolo, “vieni” sussurrai sulle sue labbra, si lasciò andare, ed anche io con lui, mi baciò, rimasi immobile sopra di lui.

Mi alzai, mi guardò camminare verso il bagno e bussarono alla porta, “chi è?” chiese abbondandosi i pantaloni e buttando sotto il letto i miei vestiti, “sono Sebastian mi apri un secondo?” chiese, Chris aprì, “mmm… ho interrotto qualcosa?” chiese, silenzio, “senti ad ogni modo… io avrei bisogno di sapere se tra un’ora sei pronto, che mi accompagni al bar a prendere un caffè e nel frattempo ti parlo di una cosa” disse ridendo, “va bene” rispose, “ok… allora tra un’ora qui?” chiese, “va bene” rispose Chris, sentii la porta chiudersi, “ehm... è uscito?” chiesi, “sì” rispose Chris porgendomi i miei vestiti, mi rivestii, “tra poco dovrebbe arrivare Maya” dissi seria, “e dov’è il problema?” chiese Chris, “che dopo questa sera sarò odiata a morte dalle tue fan, da tutte le ragazze che non hanno la fortuna di stare con te… e….” mi abbracciò, “e io amo te, loro lo capiranno e lo accetteranno, e poi se ti vai vedere per quella che sei si innamorano anche loro di te” disse dandomi un bacio sulla fronte, “Chris…” lo chiamai mentre andava in bagno, “io se siamo d’accordo salterei tutta la parte della serata e mi risveglierei domani” dissi seria, “dai… vedrai che ti piacerà” disse sorridendo, “uuuh” dissi seria, “un sacco” aggiunsi, “per me” disse inginocchiandosi ai miei piedi, lo stava facendo spesso, risi, “perché ridi?” chiese, “perché sei spesso inginocchiato ai miei piedi quest’ultimo periodo” dissi sorridendo, “beh… qualcuno nella coppia dovrà pur farlo, tu non lo fai, lo faccio io” disse dandomi un bacio, “ah sì?” chiesi allargando le gambe e poggiai i gomiti sulle ginocchia, annuì, bussarono alla porta, ma la porta era aperta ed entrarono, Maya e Scarlett che videro la scena di Chris senza maglietta, io con il reggiseno e i jeans sbottonati in quella posizione, molto equivoca la faccenda, “se volete ripassiamo” disse ridendo Scarlett, “no… veramente stavamo parlando che non voglio venire agli oscar” dissi alzandomi, lo vidi scuotere la testa, “perché?” chiese Scarlett, “perché mi odieranno tutti… perché sarà sempre un continuo insulto, perché io non andrò mai bene per Chris, e perché non me la sento di venire sola in un branco di squali” dissi seria, “a parte che non sei sola, perché ci sarà Chris, ci sarò io, ci saremo tutti noi, e poi ti vuoi perdere Chris che fa il suo discorso?” chiese facendomi mettere seduta, “sì” risposi alzandomi, “no” rispose Scarlett mettendomi seduta, “bene, visto che voi tre vi conosco, siete una bomba a orologeria, io mi vado a fare la doccia e a vestire, tu, faresti bene a farti trovare vestita al bar fra circa un’ora massimo, Scarlett, Maya, uccidetela se serve” disse ridendo, mi baciò e entrò in doccia, “lui è felice se vieni, condividi qualcosa del suo lavoro insieme a lui, e poi lui farà un discorso, farà anche delle grandi interviste, e tutti commenteranno il tuo vestito, e fidati, se diranno che sei orribile sai che sarai indimenticabile, su questo fidati degli uomini, se almeno due uomini, che non siano Chris, ti dicono che stai bene e sei incantevole lo sei, di solito io ci credo quando me lo dice Mark, Chris Hemsworth, Jeremy, o semplicemente l’uomo più polemico e rompi palle che possa aver mai conosciuto” disse ridendo, “sta parlando di Robert” urlò Chris dal bagno, lei annuì, “bene” risposi sorridendo, “allora, dobbiamo aspettare che quel rompi palle esca dal bagno, nel frattempo metti lo smalto, e non te lo togliere per nessun motivo al mondo capito?” chiese Scarlett, “nel frattempo mi vesto io” disse spogliandosi velocissima, si mise un vestito verde, le abbonai la lampo ed era favolosa, senza trucco e senza farsi pettinare i capelli, Maya la truccò, uscì Chris dal bagno, “amore, vado da Sebastian” disse dandomi un bacio, “ciao” risposi chiudendogli la porta alle sue spalle, “ma non dormirete insieme la notte prima di sposarvi” disse Maya, “no…” risposi prendendo il vestito dalla valigia, Chris non l’aveva visto perché l’avevo nascosto, le scarpe sì, “vado a fare la doccia” annunciai, “vada” disse Maya ridendo, andai a fare la doccia, feci la doccia velocemente, “ok… ora tocca a te” disse sorridendomi Maya, guardai Scarlett, non avrei mai potuto competere con lei, Maya mi fece la treccia a spina di pesce, mise una specie di ciondolo attaccato all’attaccatura dei capelli laterali che ricadeva nel centro della treccia, mi girai, mi truccò con i toni del pesca e del beige con una sfumatura marrone sugli occhi, fece la virgola di eyeliner e mi mise il rossetto pesca, “finito” disse facendomi guardare, misi le scarpe e mi aiutarono ad entrare nel vestito, il seno si era decisamente gonfiato, stringeva troppo il vestito, “ecco… sei una principessa in tutto” disse sorridendo, “sembri seriamente Ariel” disse Scarlett, “considerando il fatto che è il cartone Disney preferito di Chris, lo prendo come un complimento” dissi ridendo, “dai andiamo” disse Scarlett mettendo una mano sulla maniglia, “non era una casualità che tu fossi qui vero?” chiesi a Maya, scosse la testa, “ti adoro” dissi abbracciandola forte, “spacca tutto” disse stringendomi, i ricci davanti ricadevano dolcemente sul mio viso, “vado” dissi staccandomi, annuì, uscii dalla camera chiudendo la porta.

Ci dirigemmo al bar, camminammo a lungo senza meta, “sei sicura che è qui?” chiesi guardandomi intorno, “no, a dire il vero no” rispose ridendo, vedemmo la scritta del bar, ci dirigemmo lì, la strada sembrò un infinita, entrò Scarlett, feci un respiro profondo, non c’era scampo, non potevo scappare. Entrai, sentii un mormorio, guardai Chris, si girò di scatto, socchiuse la bocca, camminai verso di lui, rimase immobile con le mani in tasca, “non vai da lei?” chiese Scarlett, lui annuì fissandomi, “ciao” disse porgendomi la mano, “ciao” risposi confusa, “io sono Chris, lei è sola?” chiese scherzando, presi la sua mano come una presentazione e la strinsi, “sì, aspettavo il mio cavaliere, ma si è dimenticato” risposi fingendomi offesa, “le dispiacerebbe venire con me?” sussurrò porgendomi il braccio, “affatto” risposi seria, aveva un completo semplice con il papillon, era perfetto, “aspetta” dissi fermandomi, aggiustai il papillon mettendolo dritto, “così sei perfetto” dissi sorridendo.

Arrivammo sul red carpet in una quarantina di minuti, guardai la folla, “no… Chris, ciao” dissi tornando indietro, “no, per favore” disse mettendomi la mano sul fianco, mi tirò vicina a lui, “non ce la farei a stare senza di te” sussurrò, sorrisi, “va bene, per te” risposi camminando, “sta facendo la sua entrata nel Red Carpet Chris Evans e la sua accompagnatrice” annunciò una giornalista, “accompagnatrice ci sarà la sorella” borbottai fingendo un sorriso, lo sentii ridere, mi girai verso di lui, era maledettamente bello, sorrisi anche io spontaneamente, troppi flash, troppe foto, troppe persone, diventai rossa, arrivammo alla fine del Red Carpet, c’era una donna, telecamere, Dio Santissimo, “abbiamo qui Chris Evans e una misteriosa accompagnatrice” disse la giornalista, di nuovo, accompagnatrice, “misteriosa?” scherzò Chris, “non sappiamo chi è” rispose la giornalista, “la mia fidanzata” rispose Chris guardandomi, sorrisi, “cuori infranti di milioni di ragazze” scherzò la giornalista, Chris rise, risi anche io, circostanza non per altro, “bene, il tuo nuovo film, parlacene” disse la giornalista, non ascoltai neanche, sorrisi guardandolo, era così a suo agio, forse stava recitando, ma lo fece bene, l’intervista finì, camminammo ancora, arrivai da Robert e Susan, mentre Chris rimase a fare delle foto, “ce l’hai fatta Nicki, il peggio è passato” disse ridendo Susan, “sembrerò una totale deficiente, ma va bene” risposi seria, “no, fidati, sei stata veramente esemplare, come guardavi Chris, si vedeva che lo ammiravi, e poi che ti importa, tu sei qui per lui” disse sorridendo, mi toccò la treccia, “ti sono cresciuti?” chiese, “no, è una specie di pettine con capelli che si applica… non lo so, non me ne intendo, l’ha fatto la mia migliore amica” risposi ridendo, annuì, Chris arrivò da me appena ebbe finito, mi alzò la mano, battei il cinque e gli diedi il pugnetto, risero Robert e Susan, “è una cosa che fate spesso?” chiese Robert, “da sempre” risposi ridendo, arrivò anche Scarlett, “ciaooo… entrata epica Nicki, c’erano le fan che ti fissavano attonite” disse ridendo, “sì… per dire guarda questa stronza” dissi sorridendo, “no… perché sei bellissima, seriamente” disse Robert, annuirono tutti, “va bene” risposi alzando le mani, risi, “ciao Chris, lei è…” mi guardò una ragazza bionda, la fissai, “Nicole” rispose Chris annuendo, “Oh Dio, mi aveva detto che eri bellissima, ma non immaginavo così” disse, “grazie” risposi imbarazzata, Chris mi prese per il fianco, “andiamo” rispose tirandomi, “chi è?” chiesi, “Elizabeth Olsen” rispose, “l’avevo intuito” risposi ridendo, “andiamo in sala” disse camminando, vidi una testa bionda camminare, “Chris, quello è…” indicai un uomo, “Jared Leto” disse ridendo, “lo conosci?” chiesi, “ci salutiamo” rispose tranquillo, “lo saluteresti per me?” chiesi sorridendo, “va bene” rispose ridendo, camminammo nei paraggi di Jared, “ciao…” lo salutò lui a Chris, stavo per svenire, l’avevo sempre adorato, ero andata anche a un concerto, “ciao… come va?” chiese Chris, “benissimo, tu?” chiese, “bene bene…” rispose Chris, trovai il coraggio, “posso farmi una foto con lei?” chiesi, “scusa, mi dai del lei?” chiese ridendo, risi anche io, “scusa, è che…” lo guardai, “tranquilla, è la tua ragazza Chris?” chiese mentre cercavo il telefono, “Sì” rispose Chris sorridendo, “auguri” rispose facendo un sorrisone, “ce la fai una foto?” chiesi a Chris, si trovò dall’altra parte della medaglia, di solito ero io a fargli foto con le ragazze, scattò la foto mentre io e Jared sorridevamo, “grazie mille” dissi a Jared, “e di che, probabilmente te l’avrei chiesta io” scherzò, “ci vediamo alla cerimonia” disse Chris sorridendo, camminammo ancora per un po’, “allora… Jared eh…” disse Chris sorridendo, “beh?” chiesi ridendo, “ti facevo più tipa da Johnny Depp” disse indicandolo, “nah” risposi, “non ti piace Johnny Depp? Piace a me e non piace a te” disse ridendo, “no, e tu dovresti rivedere le tue preferenze sessuali a questo punto” dissi ridendo, “ti amo tanto” disse baciandomi, “anche io” risposi, ci scattarono una foto, di nuovo quel maledetto flash, “ciao Chris” Ellen lo salutò, Ellen… Ellen lo salutò, “ciaoo, come stai?” chiese avvicinandosi a lei, “bene tu?” chiese guardandomi, “bene, ti presento Nicole” disse sorridendomi, “piacere” dissi porgendole la mano, “oh avanti tesoro, queste formalità” mi abbracciò, sarei svenuta molto volentieri, “bene… sapete per caso dove sta Sebastian Stan? Me lo sono perso” disse ridendo, “è a parlare con Scarlett, l’ho visto due minuti fa…” disse cercando tra la folla, “lì” indicai, era affianco a Julianne Moore, “ma dove?” chiese cercandolo, “ma sei scemo? Ce l’hai difronte” dissi ridendo, “mi piace, questa ragazza mi piace” disse ridendo Ellen, Chris rise, “ah… eccolo” disse chiamandolo con la mano, “vado da Scar” dissi lasciando la presa della mano di Chris, “va bene” rispose Chris, continuò a parlare con Ellen e si unì a loro Sebastian, “che c’è?” chiese Scar, “niente, solo che non mi va di fare la cozza su Chris” dissi ridendo, “capisco, Julianne, lei è Nicole, la futura moglie di Chris” disse presentandomi, “non è sposato Chris?” chiese seria, “quale Chris intendi?” chiese Scar, “quello alto, biondo, occhi chiari…” disse mimando, “sono entrambi alti, biondi con occhi chiari” dissi io ridendo, “Hemsworth” disse trovando il cognome, “no, Evans” rispose Scar, “ah… allora piacere, scusami ma sono contro i tradimenti…” disse ridendo, “capisco” sorrisi, “Robert?” chiese Susan, “lì” indicai i ragazzi con Ellen, “ah… Nicole tutto bene?” chiese guardandomi, annuii, in realtà era che io in quel mondo non c’entravo nulla, “dobbiamo prendere posto alla cerimonia” disse Robert avvicinandosi, Chris mi prese la mano e camminammo tra i fotografi, non si poteva, non potevo farcela.

Arrivammo nel teatro, c’erano i nomi sulle poltrone, capitai affianco a Chris e a Sam Smith, ovviamente ero elettrizzata, “tra poco io salgo sul palco” disse sorridendo Chris, “e mi lasci sola?” chiesi, annuì, bene, partecipammo alla cerimonia, “ti stai annoiando?” chiese Sam, mi girai, “sì, ce l’ho con te” disse ridendo, “no” risposi sorridendo, “sono candidato” rispose mettendomi la mano sul braccio “teso?” chiesi, “molto” rispose annuendo con convinzione, sorrise, annuii sorridendo, Chris era sparito, dopo pochi secondi apparì sul palco, applaudirono tutti, “è il tuo ragazzo vero?” chiese Sam, annuii orgogliosa, “che belli che siete” disse sorridendo, “grazie” risposi sorridendo, era il primo sorriso vero che rivolgevo a qualcuno che non fosse Chris quella sera, “sei incinta?” sussurrò, “si vede?” chiesi preoccupata, “no… è solo che hai la mano sulla pancia” disse facendo l’occhiolino, guardai la mano, messa come a proteggere qualcosa, “ah…” la tolsi subito, “scusa se sono schietto, è solo che…” mi sorrise, “non ti preoccupare, grazie per avermelo detto” dissi tranquilla, guardai Chris ridere e sorridere, scherzare sul palco, era perfetto, mi si riempì il cuore nel vederlo felice così, mi girai per cercare Scarlett, la trovai più su, feci segno di accompagnarmi in bagno, dopo che Chris aveva finito, annuì, Chris tornò dietro le quinte, “quando torna, se torna prima di me, digli che l’ho aspettato per andare in bagno” dissi a Sam, “non ti preoccupare” disse sorridendo, mi alzai, passai tra le gambe famose di Hollywood e salii la scalinata che portava in bagno, cercai Scarlett, “eccomi” disse spuntandomi da dietro, “ma quanto manca?” chiesi mentre andavamo in bagno, “poco… poi c’è il party” disse sorridendo, “ah” risposi fingendomi tranquilla, “non ti va giù questo mondo eh” disse ridendo, “non è questo… Non voglio essere odiata” risposi, “tesoro… verrai amata e odiata, ma a te non deve interessare, insomma sei fortunata a stare con lui, ma poi se ne faranno una ragione” rispose ridendo, “non fa per me stare sotto i riflettori” dissi seria, “si vede… comunque non ti preoccupare, il party puoi stare quanto vuoi, se vuoi andartene dopo dieci minuti puoi” disse tranquilla, andai in bagno, uscii subito, “flash” disse ridendo, “capirai la tenevo da quando siamo entrati qui” dissi ridendo, “l’hai tenuta tre ore?” chiese, annuii, “io da incinta non riuscivo a tenerla neanche due minuti contati, dovevo interrompere sempre le riprese” disse ridendo, risi anche io, tornammo in sala, “se vuoi che ti riaccompagno rifammi segno” disse sorridendo, annuii, mi feci spazio tra le gambe delle persone, caddi su Chris, “per fortuna che ero io” sussurrò, risi, mi baciò, “sei stato bravissimo” dissi appoggiando la testa sulla sua spalla, la cerimonia finì dopo poco… o forse molto.

“Ci vediamo al party” disse Sam, “va bene” risposi, “ah… il segreto rimane nostro… non lo dico a nessuno” fece segno di chiudersi la bocca, “grazie” risposi sorridendo, “neanche lo conosci ci condividi dei segreti? Mi stai sostituendo?” chiese ridendo, “mi ha visto la mano sulla pancia mentre parlavi” dissi ridendo, “ah… mamma è una fagiana” disse accarezzando la pancia, da lontano sembrava come se mi avesse preso per il fianco e mi accarezzasse normalmente, “anche papà non scherza” risposi, “scusate… posso?” un fotografo ci bloccò, ci mettemmo in posa e scattò la foto, uscimmo finalmente dal teatro, ci dirigemmo alla festa.

“Ragazzi… non vi trovavo più” disse Scarlett, Chris mi baciò la tempia andando da qualche parte, aveva il bicchiere di champagne pieno, erano due ore che eravamo al party, tutti si scambiavano congratulazioni e apparenti sguardi di ammirazione, che poi forse erano sguardi invidiosi malcelati. “Bene, questo è il punto in cui di solito le ragazze cominciano a togliersi i tacchi, tu non lo fare” disse sorridendo, vidi i fotografi puntare gli obbiettivi verso di noi, “fai la linguaccia quando mi giro ok?” chiese Scarlett, si girò, mi girai anche io e cominciammo a fare delle facce buffe, “sai quanto costeranno questi scatti” disse uno di loro, “vedi? Per loro noi siamo business” disse scrollando le spalle, “io da domani sarò ultra odiata… altro che business” risposi seria, “secondo me no, ti stai mostrando per quella che sei… innamorata e un po’ matta” disse ridendo, misero la musica, Chris mi prese la mano e mi fece girare su me stessa, stringendomi a lui, si mise dietro di me, mi accarezzò la guancia, “bene vado a controllare Seb” disse ridendo Scarlett, “signorina… me lo concede un sorriso?” chiese girandomi verso di lui, sapevo che ci stavano facendo le foto, ma non mi importò, c’era Chris e questo bastava, sorrisi, “grazie” disse abbracciandomi, “di cosa?” chiesi tra le sue braccia, “di essere qui, so che per te è uno strazio” disse cercando il mio sguardo, lo trovò, “per te questo e altro” dissi baciandolo, “io ti amo” disse incrociando il mio sguardo di nuovo, “anche io” sorrisi, “pensavo che quando nascerà sarà tutto diverso” disse sorridendomi, “cioè?” chiesi, “cioè non sarai più così” disse guardandomi, “mi stai dicendo che diventerò brutta?” chiesi, “no, sto dicendo che non sarai mai più sola… avrai sempre lui o lei” disse tranquillo, “e te…” dissi baciandolo di nuovo, “mi vorrai?” chiese facendo il labbruccio, “certo… tu sei una delle due cose più importanti per me” risposi baciandolo di nuovo, “due?” chiese confuso, “tu e lui o lei” dissi sorridendo, “vuoi andare a dormire?” chiese, “dormire no… ma via sì” risposi ridendo, mi passò la mano sulla guancia, “vedi… sai sempre la risposta giusta” disse ridendo anche lui, “Scar” chiamò Chris, “dimmi” disse, “noi andiamo…” disse salutandola, “ciao Chris, buonanotte” disse abbracciandolo, “buonanotte Nicki” mi abbracciò, “saluta tutti…” disse Chris, passammo affianco a Sam Smith, “ciao… è stato un piacere conoscerti e congratulazioni per il premio” dissi sorridendo, “grazie, anche per me è stato un piacere” mi fece l’occhiolino, andai via con Chris, l’aria fredda mi stava gelando, “tieni” mi poggiò la sua giacca sulle spalle, “grazie” risposi sorridendo, “andiamo da una parte?” chiese Chris, annuii.

“il mare… il vento…” sussurrai godendomi il pannorama, si mise seduto, “non sarà mai all’altezza” disse guardandomi, “di cosa?” chiesi sedendomi affianco a lui, “di te” rispose stringendomi a lui, mi lasciai coccolare, “sei felice?” chiese guardandomi, lo guardai anche io e annuii, “sei consapevole che ci sono dei fotografi?” chiesi, “sei consapevole che non mi interessa?” chiese baciandomi, misi la mano dietro la sua nuca, lui mi mise la mano sul fianco, ci ritrovammo sdraiati a scambiarci effusioni, “ci sono i fotografi” disse più per ricordarlo a sé stesso, si tirò su. Rimanemmo in silenzio a guardare il mare.

“Nicki… ma Michael che fine ha fatto?” chiese ridendo, “oddio… che ansia” dissi ridendo, “c’è da dire che sono traguardi” disse trattenendo una risata, “ma la smetti? Tu sei stato con Faith” gli ricordai, “ah sì? Ti reputi migliore” chiese ridendo, “ma neanche mi ci metto a paragone, guarda” risposi portandomi le ginocchia al petto, “beh… senz’altro è meglio lei” disse ridendo, gli tirai la sabbia, “che hai fatto?” chiese fingendosi arrabbiato, conoscevo quello sguardo, stava per vendicarsi, mi tirai su, e portai le mani avanti, “Chris, no” dissi ridendo, “mi hai tirato la sabbia…” disse ridendo, “scherzavo” dissi piegandomi, presi altra sabbia, “vuoi dare inizio alla guerra?” chiesi ridendo, “scappa” disse ridendo, “no” risposi tirandogli la sabbia, mi accorsi che sarei dovuta scappare, aveva la sabbia ovunque, e non si sarebbe arreso facilmente, “Chris…” lo guardai, era convinto, mi tirò una manciata di sabbia, prendendone altra, cominciai a correre, mi seguì, mi tirò non so quanta sabbia, poi mi prese buttandomi per terra, “così impari a tirare la sabbia” disse ridendo, “ma zitto” gli tirai altra sabbia, si mise sopra di me, spostò un riccio dal viso, “sei bellissima” disse guardandomi negli occhi, “lo so” risposi ridendo, “che schifo che sei” rise, “vai da Janet… mi hanno detto che fate certi numeri” dissi ridendo, “sì del telefono” si alzò, mi porse la mano, la afferrai ma lui la lasciò facendomi cadere di nuovo, “dai” dissi seria, “dai, andiamo a casa” rispose alzandomi, presi le scarpe, e lui prese le sue, la sua giacca mi stava ottocento volte, tornammo in albergo.

“Mi sciogli i capelli?” chiesi sedendomi sul letto, la doccia l’avevamo fatta, mi ero struccata, e ci eravamo messi il pigiama, mancava solo il particolare dei capelli, che essendo troppo lunghi non ci arrivavo, “ma non sono i tuoi” disse serio, “no… Maya ha messo una cosa per farli sembrare più lunghi” dissi, “mmm capisco” disse tranquillo, tolse il laccetto alla fine della treccia e si mise a sciogliere ogni singolo intreccio, mi rilassò, tolse i capelli che non erano i miei e li posò sul comodino, cominciò a farmi un massaggio alle spalle, “sei stanca?” chiese mettendosi in ginocchio dietro di me, “non sai quanto” dissi mettendo la testa in avanti, aveva un tocco così deciso eppure delicato, “allora dai… andiamo a dormire” mi prese la mano, camminai sulle ginocchia fino ai cuscini, entrai sotto le lenzuola, “buonanotte amore” dissi baciandolo, “buonanotte” disse rispondendo al bacio, mi accarezzò il viso e i capelli, mi addormentai.

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Capitolo 14
*** Chris, presentacela! ***


Capitolo 14

Una suoneria risuonava nella stanza, tastai la parte di Chris, nel letto non c’era, mi alzai sulle braccia cercandolo con gli occhi, cercai di sentire se era in bagno, ma non ci riuscii a letto, chiusi gli occhi, “pronto… sì… Seb non posso adesso, sveglio Nicole e arriviamo, sì, va bene… a che ora avete il volo? ... no, noi un’ora dopo, va bene” tornò il silenzio, lo sentii sedersi sul letto, mi posò una mano sulla guancia, “sei sveglia?” chiese accarezzandomi, finsi di dormire ancora per godere di quel suo tocco, mise la mano sul fianco e lo accarezzò dolcemente, baciò la spalla, “ei… andiamo a fare colazione” sussurrò al mio orecchio, “Nicks, dai… svegliati” posò le labbra sulle mie, non ce la feci a resistere, risposi al bacio, “buongiorno” sussurrò, “buongiorno” risposi alzandomi, mi misi in piedi davanti a lui, “vai a farti la doccia che andiamo a fare colazione, e mettiti qualcosa di più pesante che fa freddo fuori” disse tirandomi verso di lui, posò la testa sulla pancia, accarezzai i suoi capelli, “ti ha chiamato qualcuno” dissi indicando il cellulare assonnata, “non è il mio” disse ridendo, “e di chi è?” chiesi confusa, “il tuo” rispose, “quando l’hai preso?” chiesi incrociando le braccia, “è da un po’ di giorni che ce l’ho nascosto, non trovavo un momento in cui dormissi prima tu e ti svegliassi dopo di me” disse ridendo, “ma… lo vedi? Anche il cellulare mi hai ricomprato…” dissi sedendomi affianco a lui, “io voglio farlo e lo faccio” disse serio, “e adesso vai a farti la doccia” mi tirò su e mi portò fino al bagno, entrai in doccia, Chris entrò in bagno, cercava qualcosa “che cerchi?” chiesi uscendo dalla doccia, mi passò l’accappatoio che come al solito mi ero dimenticata, “il portafogli… ero convinto di averlo messo qui” disse indicando la stanza, “ma quando?” chiesi, “ieri sera” rispose, “Chris…” lo chiamai, si girò verso di me, “è sul comodino” dissi tranquilla, uscimmo dal bagno entrambi, “ah… mi ricordavo…” indicò il bagno, “te l’ho portato io in camera” dissi prendendo i jeans, li infilai con fatica estrema, misi una maglietta celeste e il cardigan grigio sopra, pettinai i capelli, mi truccai velocemente e presi il cellulare mettendolo in tasca. “Andiamo?” chiese Chris mettendo il portafogli dentro la tasca dietro dei jeans, annuii, uscimmo dalla stanza, presi il cellulare e lo sbloccai, c’erano tutte le mie cose.

Amanda chiamata persa

Maya chiamata persa

Papà chiamata persa

Grace chiamata persa

“Sono una vip” scherzai facendo vedere le chiamate perse, rise anche lui, mi mise un braccio intorno al collo e camminammo verso il bar, c’erano tutti seduti al tavolo, anche Mark Ruffalo che non avevo visto per niente ieri, solo alla cerimonia, “Nicole…” mi chiamò Scarlett, “arrivo” dissi chiamando Maya, rispose al primo squillo, “dico… mi dovresti mettere come stylist personale” disse ridendo, sorrisi, “li hai visti i giornali?” chiese a duemila, “no… perché?” chiesi, “sei su tutte… la nuova fiamma di Chris Evans” disse citando un titolo, “nuova? L’unica” scherzai, “ma che ne sanno loro” rispose ridendo, “poi c’è facebook impazzito… le pagine dedicate a Chris stanno cercando di trovarti in tutti i modi su facebook” disse seria, “ah… e per fare cosa?” chiesi preoccupata, “non preoccuparti… la maggior parte apprezza la scelta di Chris” disse ridendo, “mmm… va bene, domani parti per Barcellona?” chiesi cambiando discorso, “sì, quando torno ci vediamo… ah, ho visto che vendono un bel locale, potremmo prendere quello per aprirci il nostro negozio no?” annunciò, “quanto costa?” chiesi, “non lo so… dopo ti mando l’indirizzo, se domani esci con Amanda vai a sentire… la zona è prosperosa, potrebbe fruttare” disse, “va bene, mandami l’indirizzo, vado a fare colazione che sto morendo” dissi, “va bene, a dopo” attaccò, squillò il cellulare, mio padre, “pronto” risposi, “allora… eri bellissima ieri sera, ho seguito dal Red Carpet alla fine della cerimonia …” disse fiero, “grazie” camminai verso il tavolo, “e poi sei stata così statuaria, sembrava come se tu fossi abituata da sempre a stare in quell’ambiente…” era fiero di me, e questo mi scaldò il cuore, “e poi le foto sui giornali… voi che giocate, che vi date il cinque, anche sull’aereo ci sono le foto mentre ridete insieme, io… se non tu non fossi mia figlia e lui il mio genero, beh… mi innamorerei all’istante della vostra coppia” disse ridendo, “grazie papà, senti, il volo io ce l’ho tardi… non so a che ora torno, mi puoi fare un favore?” chiesi, “sì” rispose, “domani verresti con me a fare una cosa? Non posso dirla a Chris” sussurrai, “certo… mi fai sapere tu l’ora?” chiese, “sì” risposi, “bene… ci sentiamo più tardi, ciao tesoro” attaccò, “buongiorno” dissi unendomi al gruppo, “buongiorno nuova fiamma” disse Robert, “ah… avete i giornali?” chiesi, annuirono, mi diedero sei giornali diversi, aprii il primo, in prima pagina c’eravamo io Chris in posa uscendo dal teatro, aprii la rivista.

Chris, presentacela!

Chris evans (34 anni) ieri sera ha sfilato sul red carpet nella sua totale perfezione, ma c’è stato qualcos’altro a distoglierci l’attenzione da lui, o forse qualcun altro, ad accompagnarlo una ragazza misteriosa, dall’aspetto ilare e giocoso, un paparazzo ieri li ha beccati sull’aereo, tra risate e scherzetti lei si è fatta un po’ spazio nel cuore di molti fan, esemplare serietà è stata mostrata da parte sua nel salutare i fan di Chris all’arrivo, e nello sfilare sorridendo e fermandosi da ogni fotografo nel red Carpet, lo sguardo riservato a Chris pieno di ammirazione e di supporto a noi non è passato inosservato, e poi ci sono le foto della nostra misteriosa ragazza con Scarlett Johansson, mentre fanno le linguacce ai fotografi, segno ancora una volta di non essere per nulla una ragazza che si prende sul serio. Chris, dicci chi è che ha fatto breccia nel tuo cuore.

Guardai le foto, le foto sull’aereo, come avevano fatto a farcele? Guardai Chris, “da domani mi odieranno tutti” disse Chris ridendo, “le tue fan mi stanno cercando su facebook… se mi linciano sai perché” dissi seria, “ma che ti linciano… guarda come siamo belli” disse indicando le riviste, “cosa prende…” si bloccò la cameriera, “Nicole” urlò, “sssh” dissi girandomi, la guardai, “Lauren” dissi alzandomi, mi abbracciò, “da quanto tempo” disse stringendomi, “da tantissimo, che dici?” chiesi staccandomi dall’abbraccio, “ho avuto una bambina, si chiama Sophie, il padre è scappato e io mi ritrovo a dover fare tre lavori, è sempre con una signora che mi ha ospitato a casa sua in cambio di un po’ di aiuto in casa e a pagare le bollette, un vero schifo tu?” chiese guardando bene il tavolo, rimase sconvolta, “te lo ricordi Chris?” chiesi indicandolo, “come scordarlo” disse guardandolo molto bene, “beh… ce l’avete fatta a finire insieme?” chiese ridendo, “sì, tra poco ci sposiamo” dissi sorridendo, “oh… che amore, quando? Così vengo” disse seria, “il 10 giugno, ci conto che vieni eh” dissi sorridente, “ah… sentite posso chiedervi una foto?” chiese a tutto il tavolo, annuirono, “bene, ora vi faccio fare colazione” disse ridendo, ordinammo velocemente e andò via, mi rimisi seduta, “l’hai invitata? Sul serio?” chiese Chris, annuii, “ti ci sei menata con quella ragazza Nicole…” disse Chris ridendo, “davvero?” chiesi sarcastica, risero tutti, “no… scusa Nicole, ma che vuol dire che ti ci sei menata?” chiese Mark, “ero un pochino irascibile, lei mi disse che ero io a non volere che Chris si mettesse con lei, e che lo stavo addestrando a diventare un bravo cagnolino, disse che io ero una puttana e volevo solo portarlo a letto, e che in fin dei conti lui pensava che io fossi orrenda, ma non lo ammetteva per non ferirmi, poi mi puntò un dito sotto la faccia dicendo di stare lontana da Chris, che non avrei dovuto avvicinarmi mai più a lui, l’avevo già vissute queste scene, ma il peggio arrivò due secondi dopo, disse che io non avrei mai fatto felice Chris, perché non permettevo a lui di vivere la sua vita senza mettergli in mezzo la mia, che mi sarei ritrovata con un uomo come mio padre, e che perciò Chris sarebbe stato solo infelice con me, poi andò da Chris e disse di starmi lontano, che lui non avrebbe dovuto frequentare gente come me” dissi scuotendo le spalle, “e tu?” chiese Scarlett, “e io sono stata zitta, Chris mi aveva fatto promettere che dopo la sospensione a scuola non avrei più messo le mani addosso a nessuna ragazza o ragazzo, stetti ferma, ad accettare le sue parole, poi disse una frase pessima, Chris, io e te saremmo perfetti, non tu e lei, lei è una bambina che gioca ad essere fidanzata con te, non capendo che a te fa solo pena per suo padre” dissi seria, “non volete sapere il continuo” disse Chris ridendo, “nono, lo voglio sapere” disse Robert ridendo, “mi sono allacciata la scarpa nel frattempo che parlava ancora, non ascoltai le parole, Chris capì che cosa stavo per fare, presi la ricorsa e mi lanciai su di lei, cadde a terra, mi ci misi sopra e cominciai a dargli i cazzotti, Chris mi tirò via, lei si alzò, io riuscii a farmi lasciare la presa, corsi di nuovo contro di lei e le diedi un calcio fatto bene, cadde a terra di nuovo. Ovviamente Chris cercò di prendermi di nuovo per portarmi via, mi prese dalle braccia, mi strinse le braccia sul petto tenendomi immobile su di lui e mi sussurrò di calmarmi, ci provai, ma cercai di nuovo di liberarmi, mi tirò su e mi portò via” dissi scrollando le spalle, arrivò di nuovo Lauren con le ordinazioni, mise praticamente il seno in faccia a Chris, “Chris… che muscoletto” disse toccandogli il braccio, lui mi guardò, lei guardò me che la stavo fissando, “bene” sussurrò toccandosi i capelli, si allontanò. “Cioè fammi capire… tu hai un passato da violenta?” chiese Mark ridendo, annuii, “e poi? Cioè lei non ti ha denunciata, o cose simili?” chiese Chris Hemsworth, “no, è venuta a casa mia con sua madre il giorno dopo, dissero a mio padre la loro versione, io rimasi immobile, sapevo che non avrebbe mai creduto a me o a Chris, mi preparai a prenderle, invece le guardò e disse che forse c’era un motivo se io avevo fatto quello che avevo fatto, mi stava proteggendo. Poi sono passati due mesi in cui lei quando mi vedeva a scuola cambiava direzione… sotto ordine della madre ovviamente” dissi sorseggiando il succo di frutta alla pesca, “e poi l’ha menata di nuovo” disse Chris, “no… raccontala bene, perché così sembra che ero io nel torto” dissi ridendo, “wo-oh… Nicole la sanguinaria…” rise Sebastian, “un giorno torno a casa da scuola, mio padre viene da me e dice che era venuta la madre di Lauren dicendo che mi avrebbe denunciata, perché l’avevo minacciata, cosa che non era assolutamente vera, e che in fin dei conti l’avrebbero fatto lo stesso” Chris scosse la testa ridendo, “beh… io non lo avevo fatto, non l’avevo minacciata, non avevo fatto niente, anzi, da quando mi avevano sospesa a scuola cercavo il più possibile di stare tranquilla, decido di andare da lei per parlare, per capire in che modo l’avevo minacciata… mi vado a fare la doccia, mi metto la tuta e la felpa, ma non era casuale, era perché se fossi arrivata a uno scontro con lei non poteva salvarla neanche Chris, che non c’era… mi metto a camminare fischiettando tranquilla verso casa sua, sento lei che mi ride dal parco, mi giro e la vedo sghignazzare con le sue amiche oche, ti denuncio… mamma che paura, Nicole mi ha minacciata disse urlando, non vedevo più niente, come i tori vedevo tutto rosso, lo stava facendo apposta? Avrebbe avuto quello che si meritava, mi avvicino, le amiche si alzano come per proteggerla, le guardo bloccandomi, non per paura sia chiaro” risi, Chris si portò una mano alla fronte e scosse la testa, “volevo solo capire come fare per scavalcarle… cercavo in tutti i modi un modo per arrivare a lei senza dover fare uno scontro con quelle oche, alla fine la soluzione migliore, camminare verso di loro guardandole in cagnesco e poi spostarle, non avrebbero opposto resistenza, applico la mia teoria e come immaginato si spostarono senza il minimo sforzo, lei mi guardò facendo tre passi in dietro, chiamo mia madre disse tirando fuori il telefono, chiama anche tutta la rubrica risposi seria, lei mi fissò camminando verso di me, come se avesse trovato il coraggio, arrivò davanti a me e dice tu fallo e perderai Chris, è stanco di venire sempre a rimediare ai tuoi errori. Bene, annuii, mi guarda di nuovo, pensi seriamente che lui preferisca te che sei praticamente… guardati e me? Che sono una povera vittima? Chiese facendo finta di asciugarsi le lacrime, alzai il mento in segno di sfida, in silenzio, si avvicina di più, mi vuoi baciare? Chiesi ridendo, voglio istigarti rispose sorridente, scossi la testa, vidi Chris passare nella via sopra di noi, non potei muovermi, non volevo che lui pensasse fosse colpa mia, si fermò a guardare. Sai che ti dico? Che lui verrà a sapere che tu mi hai alzato di nuovo le mani su di me, senza un perché, e che io sono una povera vittima di bullismo, ti denuncio anche se non hai fatto nulla, anche se non hai alzato un dito o se non hai minacciato nessuno, io lo faccio perché lo devi perdere, devi perdere Chris, la vostra amicizia andrà in frantumi tra meno di un giorno, disse incrociando le braccia, lo vidi allontanarsi, sentii dentro di me un senso di odio mai provato prima, la guardai incrociando le braccia anche io, che c’è non parli? Chiese la sua amichetta, non riuscivo a parlare, avevo un nodo in gola, Chris mi aveva vista lì, aveva ragione, come mi sarei mossa avrei comunque perso Chris” dissi guardandolo, lui sorrise, “Chris ma che ti ridi?” chiese Scarlett, “ma avete idea di che cosa ha fatto dopo?” chiese ridendo, “no…” rispose Mark, “bene, dopo tutto questo scossi la testa in segno di resa, guardai il cielo, lei si avvicinò di più, lasciami un segno che possa dire che mi hai messo le mani addosso, disse sorridendo, Chris spuntò dietro di me, le ragazze erano tutte ferme a guardarlo, aveva i pantaloncini della tuta e una maglietta a maniche corte, era andato a correre perciò era sudato, il sogno di ogni teenager vederlo in quel modo, mi guardò, fallo, disse Lauren, fai quello che stavi dicendo di fare, disse di nuovo fingendosi impaurita, risi, vuoi che ti faccia del male? Mi denuncerai lo stesso tanto vale che mi tolgo lo sfizio, scattai in avanti, gli diedi un pugno in piena faccia, poi non ricordo bene quello che avevo fatto in quel frangente, ma appena mi accorsi che Chris era lì e non mi stava bloccando mi fermai, lo guardai sistemandomi la felpa, lui rideva, mi girai verso Lauren, la differenza fra te e me è che tu vuoi essere la principessa che deve essere salvata, un classico stereotipo, io sono e sarò sempre una donna che sa difendersi da sola, mi misi il cappuccio e me ne andai, lei urlò Chris, l’hai vista vero?, lui non rispose niente e si allontanò, io tornai in dietro, oh mio Dio, ma tu pensi che non te le darebbe pure lui? Chiesi, lei mi guardò con gli occhi sgranati, me ne andai soddisfatta” dissi tranquilla, “ah… non è mai stata denunciata” disse Chris ridendo, “mai” ribadii, “porca miseria… ecco che ci trova in te Chris, anche le frasi ad effetto trovi” disse Sebastian, “perché per il resto ti chiedevi cosa ci trovasse in me?” chiesi ridendo, “no… insomma, lo sai quello che penso su di te, ma… porca miseria Nicole eri…” non riuscì a trovare le parole, “era?” chiese Chris ridendo, “meni ancora?” chiese Mark, “gratuitamente no, ma so come difendermi” dissi ridendo, “e perché sei stata sospesa?” chiese Chris ridendo, “perché c’era una ragazza che si vantava di essere uscita con Chris e di esserci andata a letto, non era assolutamente vero, insomma lo conoscevo, sapevo che con quelle più piccole di tanto non ci usciva, e poi me l’avrebbe detto… così gliel’ho detto davanti a tutta la classe che era una bugia, lei mi diceva che ero io la bugiarda, beh… l’ho spinta e mi hanno sospesa” scrollai le spalle, “ecco… io ho combattuto una vita con questa donna” disse ridendo Chris, “beh… è figa” disse Sebastian, “Chris… allora? Che racconti?” Lauren alle mie spalle mi mise paura, “mah, niente tu?” rispose tranquillo, mi squillò il cellulare, Maya, risposi, “pronto” dissi pimpante, “che hai fatto?” chiese, “c’è una vecchia compagna del liceo” dissi ridendo, “chi?” chiese, “si chiama Lauren” risposi, “Nicole, no… Non ci provare” tuonò, “a fare cosa?” chiesi alzandomi, “non la menare” disse seria, “tranquilla…” dissi seria, “no, Nicole seriamente… anche se fa la gatta morta, evitala” disse preoccupata, “Maya, stai tranquilla, non farò niente… c’è un motivo perché mi hai chiamata?” chiesi, “perché mi ha chiamato Dylan, torna dall’India” disse felice, “Dylan? Oddio…” festeggiai, Dylan è un ragazzo che faceva parte del nostro gruppetto, ma poi da due anni si era trasferito in India per lavoro, ci mancava tanto. “Va bene, ora chiamerà anche voi…” disse ridendo, “va bene” risposi, “Zac mi sta dicendo di attaccare, ci sentiamo dopo…” disse mandandomi un bacio, glielo rimandai. Lauren seduta alla mia sedia girata verso Chris, “vuoi che ti porto qualcosa?” chiesi a Lauren, “avanti Nicole, cancella i vecchi rancori” disse sorridendo, “certamente” risposi sorridendo, mi guardarono tutti, “quando avrai alzato il sedere dalla mia sedia, e quando smetterai di provarci con il mio ragazzo” dissi continuando a sorridere, “Nicole, avanti… non puoi odiarmi ancora no?” chiese, “no… non ti ho mai odiata Lauren” risposi, “senti, va bene, me ne vado ma smetti di guardarmi così” sorrise impaurita, “bene…” risposi facendo segno di alzarsi, “Chris, tu ce l’hai il mio numero?” chiese sporgendosi su di lui, “non hai capito” dissi diventando seria, non mi ascoltò, presi la sedia e la spinsi in avanti, “ma sei matta?” chiese girandosi verso di me, “ti ho detto di alzarti” ordinai atona, “e io non mi alzo” disse incrociando le braccia, “oh, invece ti alzi” dissi tranquilla, spinsi la sedia ancora più in avanti, si inclinò, facendo scivolare a terra, “mi sembra una scena già vista” dissi incrociando le braccia, “io a terra? Oh Nicole, non sei cambiata affatto… e lui ti guarda anche come se fossi un angelo al sole…” disse indicando Chris, si alzò, “che vuoi farci… è questione di feeling” risposi alzando le spalle, “no, è questione che lui ancora non ha capito chi sei” disse indicandomi, “Lauren, l’ultima volta che mi hai puntato un dito è finita male” dissi seria, “oh… e cosa fai? Lo sanno loro che tuo padre era un alcolista? Un violento? Che ti ha mandata all’ospedale una miriade di volte? Lo sanno? Lo sanno che anche tua madre è scappata di casa quando avevi cinque anni per quanto fai schifo? Lo sanno?” chiese venendomi a un centimetro dalla faccia, “e in tutto questo io cosa centro?” chiesi, Chris si alzò, “centri che sei stata il frutto di due mele marce, e le mele non cadono mai lontano dall’albero, fai schifo come tuo padre, come tua madre, e sei una poco di buono, una reietta della società… chi ti ammira è perché non ti conosce” disse fredda, la guardai negli occhi, “chi non mi conosce? Perché tu mi conosci? Lauren… dai della poco di buono a me, ma tu non hai un uomo che cresca tua figlia, dici che le mele non cadono mai lontano dagli alberi? Allora tu insegnerai a tua figlia ad essere una perfetta serpe piena di veleno pronta a sputarlo su tutti, e sai che ti dico? Che le insegnerai anche ad essere come te… una fallita” dissi allontanandomi, “fallita io? Tu hai mostrato tette e culo per arrivare a stare con Chris” disse seria, “veramente? Veramente… no cioè sei seria?” chiesi girandomi verso di lei, “lo sanno tutti che tu gliela sbattevi in faccia” disse puntandomi l’indice, “ma se io non sapevo neanche che cosa si potesse fare… come potevo sbattergliela in faccia… spiegamelo, che non ci arrivo evidentemente” risposi ridendo, “non ridere, sei una puttana, come tua madre e tua sorella” mi guardò, avevo promesso a Maya di stare tranquilla, scattai come un felino, le diedi una manata in pieno volto, “vedi come sei? Violenta… sei una persona che fa schifo, e mi stupisco che ancora c’è gente che ti apprezzi” disse convinta, la guardai, “chi fa schifo sei tu…” risposi, Chris mi prese la mano tirandomi in dietro, “come te tutta la tua famiglia, compresi i tuoi figli futuri, siete la spazzatura della società” disse, i miei figli, mio figlio, scattai in avanti lasciando la mano a Chris, la spinsi, “non ti permettere mai più” dissi dandogli un cazzotto, sentii Chris tirarmi, mi dimenai, riuscii a riprenderla, gli diedi un altro cazzotto, mi tirò di nuovo Chris, stavolta mi prese, “ei, calmati” disse tranquillo, mi prese le mani e me le portò sul seno, mi strinse a sé, “non ti stanchi mai di riprenderla ogni volta?” chiese a Chris, “l’ho ripresa per lei, non per te” rispose Chris stringendomi, “ma non ti stanchi?” chiese, “di solito se c’è qualcuno che è disgustoso la metà di te, non la blocco” disse serio, lo guardai, mi stava proteggendo, “ti rendi conto di che cosa hai le fra le mani?” chiese Lauren seria, lui annuì, “tutto ciò che non sei tu… e ovviamente non c’è paragone, lei è oro tu sei latta” disse con tono fermo, “non ti rendi proprio conto, la sua famiglia… è infima, loro sono persone da scartare” disse indicandomi, mi dimenai, “ssh..” mi bloccò Chris, “e perché tu non abiti con i tuoi genitori ma abiti a casa di una donna che non conosci? Lasciandole tua figlia… prima di parlare della sua famiglia, parti dalle tue di origini” disse Chris, mi stava ancora tenendo, “la mia famiglia è contro la nascita di un bambino senza matrimonio è per questo che non vivo con loro, lei che scusa ha? La madre l’ha abbandonata a cinque anni, il padre l’ha praticamente quasi uccisa” disse seria, “direi che è molto peggio la tua” disse Chris, “comunque non ti preoccupare, se vuoi la lascio” disse Chris, “in che senso?” chiese Lauren, “nel senso che le lascio le mani…” rispose, “ma tienitela” disse andandosene, mi lasciò le mani appena sparì dalla stanza, “non serviva” dissi seria, “Nicole, io ti conosco” disse Chris, lo guardai, “è che…” mi bloccò, “è che ha toccato il bambino, sì lo capisco, e se non l’avessi fatto mi sarei incazzato, ma è inutile, e fa male a te e al bambino, è una persona che non vale nulla” disse accarezzandomi i capelli, mi buttai fra le sue braccia, “e tutto quello che ha detto… mi dispiace che lo abbia detto davanti a tutti” sussurrò abbracciandomi, “non fa niente… io l’ho perdonato mio padre, mia madre è vero mi ha abbandonata quando avevo cinque anni, ma che posso farci? Non è colpa mia, ne tanto meno di mio di mio padre o i miei fratelli… perciò non importa” risposi scrollando le spalle, ritornammo al tavolo, “scusate” dissi sedendomi, “non ti preoccupare, è stata una vera stronza” disse Scarlett, “prendiamo Nicole e la mettiamo nel cast?” chiese Sebastian, “al posto di ognuno di noi ci farebbe il culo” disse Chris Hemsworth, “sì, sbem” risposi ridendo, “questo è il conto” disse Lauren sbattendomelo sul seno, mi si bloccò il respiro per una frazione di secondo, “aveva ragione Darwin per quelli come te spero esista la selezione naturale” dissi seria, “ah… comunque io a letto con Chris ci sono stata… so cosa si prova… quella prestanza fisica, quella passione travolgente… quel mondo in cui ti tocca” disse soave, o almeno ci provò, “poi? Ti sei svegliata sudata?” chiesi ridendo, se ne andò, Chris alzò le mani, “non ci credo tranquillo” risposi ridendo, passai il conto a Chris e mi alzai, “dove vai?” chiese preoccupato, “al bagno” risposi tranquilla, “Scarlett…” lui fece segno di accompagnarmi, andammo in bagno in silenzio, “ops” diede una spallata Lauren, mi girai, “Nicole… sii superiore” disse Scarlett, annuii, continuammo a camminare verso il bagno, “credo che se non fossi stata incinta non ti avrebbe bloccata” disse sistemandosi le sopracciglia, “se non fossi incinta non sarei neanche scattata in quel modo” risposi guardandomi anche io allo specchio, “per quello che vale, per me avresti fatto bene a darle una lezione” disse sorridendo, annuii, uscimmo dal bar parlando e ridendo, “scusami… scusa” un uomo mi bloccò, “sì” risposi, “come ti chiami?” chiese, “è un giornalista” sussurrò Scarlett, la guardai come a dire glielo dico? Annuì, “Nicole” risposi, “quanti anni hai?” chiese, “facciamo così, ti do cinque minuti a disposizione per farmi tutte le domande che vuoi…” risposi sorridendo, “ah… hai capito che sono…” disse sorridendo, annuii, “bene, età?” chiese, “ventisei” risposi, “mmm… nata a?” chiese, “vuoi la carta d’identità?” chiesi scherzando, “scusami… è che nessuno sa di te, se vendessi l’esclusiva” disse impaurito, “Boston” risposi sorridendo, “il?” chiese, “27 maggio” risposi, “segni particolari?” chiese, “nessuno” risposi, “occhi ambra, capelli?” chiese, “sono castana di base” risposi, “e altezza e peso?” chiese, “1.53 peso 43 kg” risposi sorridendo, “posso chiederle se mi da una foto sua, scattata da qualcun altro? Così avrò trovato anche le foto” disse ridendo, “Cercami su facebook sceglila, Nicole Walker… comunque ti prego non scegliere foto orrende ok?” chiesi ridendo, annuì, mi cercò, “ti chiedo l’amicizia” disse sorridendo, sbloccai il telefono, accettai, “grazie mille, mi avrebbero licenziato se non avessi trovato nulla su di te” rispose, “non ti preoccupare” dissi sorridendo, ce ne andammo, Scarlett mi insegnò a mettere un’impostazione su facebook che nessuno ti trovava, “da adesso, anzi da ieri sera, puoi dire addio alla privacy…” disse sorridendo Scarlett, “ora sei proprio come me” disse Chris sorridendo, “un palestrato alto quasi due metri con un ego smisurato?” chiesi ridendo, “ah è questo che vedi di me? Sei cattiva sai?” disse fingendosi ferito, “no… vedo il mio amore” dissi baciandolo, mi strinse, “andiamo a fare un giro?” chiese Sebastian, “dove volete andare?” chiese Robert, “sai già io dove voglio andare” disse Susan, “oh mio Dio… implacabile” disse allusivo Robert, risero tutti, “dai, andiamo a fare un po’ di sano shopping” disse Susan, “io la quoto” disse Scarlett, “va bene… potere alle donne” disse Sebastian, “che ti devi comprare Seb?” chiese Chris tenendomi ancora fra le sue braccia, “non lo so, ma ho un’implacabile sete di spendere” disse ridendo, Chris scosse la testa ridendo, “tu vuoi andare da qualche altra parte?” chiese a me, scossi la testa, “va bene allora, andiamo” disse prendendomi la mano, “Nicole, sappi che noi siamo un bottino in questo momento per i paparazzi, insomma tutti insieme che ci dilettiamo in un centro commerciale, li invitiamo a nozze… l’importante è tenere un profilo basso… non richiamare l’attenzione” disse sorridendo Scarlett, “va bene” risposi, salimmo in macchine affittate, e ci dirigemmo verso un centro commerciale, “se ci dividiamo, vediamo tutti qui per mezzogiorno, così andiamo a pranzare” disse Robert, “Seb, Chris, andiamo a vedere qualche negozio” disse Scarlett afferrandoli per le braccia, Robert e Susan andarono verso dei negozi, io e Chris rimanemmo immobili, “Chris…” lo chiamai, si era impallato, “oh…” passai una mano davanti agli occhi, mi guardò, “che è successo?” chiesi, “niente… andiamo” disse sorridendo, camminai verso un negozio, ma lui mi tirò verso l’altra direzione, “Chris ma che ti prende?” chiesi, era nervoso, “niente, voglio andare a vedere quel negozio” disse indicando un negozio di scarpe, “Chris, dimmi che cosa sta succedendo” dissi incrociando le braccia, “te la ricordi tua madre?” chiese sbottando, scossi la testa, “ah… ecco era un mio dubbio… dunque dove volevi andare?” chiese, si guardò in torno, “l’hai vista?” chiesi, annuì, “dov’è?” chiesi di nuovo, indicò il negozio dove volevo andare, “perché non lo volevi dire?” chiesi, “perché ti farebbe solo male Nicole…” disse tranquillo, andai nella direzione del negozio, vidi uscire una donna, media altezza, occhi color ambra uguali ai miei, castana chiara, una bella donna, Chris mi prese per il fianco, “scusi” la chiamai, si girò verso di me, “lei ha figli?” chiesi, Chris mi guardò, “sì… ne ho due” rispose indicando due bambini, avranno avuto undici e otto anni, “capisco… e femmine ne ha?” chiesi, mi guardò negli occhi, capii che era lei, diventò triste, “sì… ho due femmine e un maschio, che al momento non sono qui perché?” chiese curiosa, “perché sto aprendo un centro benessere, e facciamo le offerte alle mamme con le figlie” dissi mentendo, lei annuì, “grazie per l’attenzione” dissi andandomene, Chris mi seguì, trovai un’uscita, “amore… Nicole…” mi buttai con le spalle al muro, strusciai fino a sedermi a terra, le lacrime rigarono il volto, “è mia madre quella donna… e ha altri figli” dissi piangendo, Chris si limitò ad abbracciarmi, “non so che dirti, posso fare qualcosa?” chiese asciugando le guance, “no” risposi abbracciandolo, mi lasciai andare a sussulti, un pianto disperato, “da quant’era che te lo stavi tenendo dentro?” chiese accarezzandomi i capelli, “da sempre” risposi con la bocca sul suo collo, “scusa Chris” mi alzai, entrai di nuovo, cercai quella donna con lo sguardo, la vidi mostrare dei pantaloni al più grande dei suoi figli, entrai nel negozio, “scusi, può uscire un secondo?” chiesi tranquilla tra le lacrime, la donna annuì, mi seguì fuori al negozio, “perché loro sì e io no?” chiesi, mi guardò annuendo, “ti ho riconosciuta dagli occhi” disse sorridendo, “perché loro hanno diritto ad avere una mamma e io, India e Josh no” dissi dura, “perché vostro padre era un mostro” disse seria, “e perciò hai pensato bene di abbandonarci con lui, giustamente poi però dei figli l’hai fatti… loro hanno evidentemente il merito di essere stati creati da un uomo nettamente migliore di papà… e ti dico una cosa, a te, spintonava, dava qualche pizza, o ti tirava le cose, io sono stata all’ospedale innumerevoli volte, India ha avuto il gesso allo stesso braccio per tre volte, Josh ha due cicatrici sul corpo… dimmi cosa ti ha spinta a lasciarci lì… anzi no, non voglio saperlo, ora so come sei fatta, e so che non potrò mai perdonare ciò che hai fatto…” dissi girandomi di spalle, camminai, “Nicole” mi chiamò, “che c’è?” chiesi, “tu sei mia figlia, sentire tutto questo mi spezza il cuore” disse cercando il mio sguardo, “vederti con altri figli… quello spezza il cuore” dissi girandomi di nuovo, “no, Nicole aspetta, loro sanno di te, di Josh, di India, loro ti conoscono…” disse seria, “e sono pronta a farteli conoscere anche ora, ma non andartene, fammi fare parte della tua vita” disse seria, “non so neanche come ti chiami, non ti ricordavo neanche, se non fosse stato per Chris, come potrei dirti che voglio che tu faccia parte della mia vita? Io di te non so nulla, e tu non sai nulla di me” dissi alzando le spalle, abbandonai altre lacrime, “Chris… quell’uomo è…” disse mimando un’altezza bassa, “il figlio di Lisa” risposi, “e siete amici?” chiese, scossi la testa, “state insieme?” chiese, “ci sposeremo tra poco, e avremo un bambino” dissi annuendo, “siete cresciuti… a proposito, tanti auguri per i tuoi ventisei anni” disse accarezzandomi la guancia, “grazie” risposi secca, “voglio far parte della vita di quel bambino” mi indicò la pancia, “no” risposi, “Nicole… se sceglierai di farlo crescere senza una nonna te ne pentirai amaramente, come ho fatto io quando ho scelto di farvi crescere senza la figura di una madre” rispose triste, “vuoi paragonare? Ho passato anni a pensare come sarebbe stato questo momento, a cercare parole per convincerti a tornare a fare la madre per me, ma ora capisco che è inutile e che non ti voglio nella mia vita, non ci sei stata quando India e io abbiamo capito che stavamo diventando donne, non c’eri quando mi serviva qualcuno a cui raccontare di quel ragazzo che mi piaceva, non c’eri quando ho avuto problemi importanti, quando avevo semplicemente bisogno di una mamma… tu non c’eri… e ci sei per loro” dissi piangendo, guardai Chris parlare con Sebastian, “lo so… ma ora che tu sei qui, mi rendo conto di aver perso troppo… e vorrei rimediare” disse seria, “sai una cosa? Io ti do un’opportunità. Questo è il mio indirizzo a New York, se vuoi vederci, mi mandi un messaggio e se ci va veniamo a conoscerti” dissi dandogli un foglietto, ci scrissi l’indirizzo e il numero, “puoi darmi il numero di tuo padre? Lo senti ancora?” chiese, “sì, mi accompagnerà all’altare, perché lui è tornato sui suoi passi” dissi seria, gli diedi il numero di mio padre, me ne andai, trattenni le lacrime, Sebastian mi guardò, Chris mi prese la mano, affondai il viso sul suo petto, “portiamola fuori” disse Sebastian, camminammo fuori dal centro commerciale, Sebastian mi guardò con gli occhi tristi, cominciai a piangere singhiozzando, Chris mi accarezzò i capelli, “Nicki…” mi chiamò Sebastian abbozzando un sorriso, alzai lo sguardo al cielo, uscirono fuori anche Robert e Susan, “che è…” si interruppero vedendomi, mi alzai dal muretto, camminai verso la porta, la vidi passare mano nella mano con il figlio più piccolo, io questo non l’ho mai avuto, diedi un calcio al palo, cominciò a piovere, li vidi spostarsi sotto al cornicione, alzai di nuovo la testa al cielo, loro avevano avuto tutto ciò che non avevo avuto io, un’infanzia, un’adolescenza, una vita rosea con due genitori tranquilli che si amavano, diedi un altro calcio al palo, Chris si avvicinò lentamente, “non servirà a niente…” sussurrò, lo guardai, “cosa?” chiesi, “dare i calci al palo… vuoi sfogarti?” chiese avvicinandosi, “non lo farò su di te” risposi scuotendo la testa, ero bagnata dalla testa ai piedi, “Loro sono stati più fortunati di te, hanno avuto tutto, genitori, vita tranquilla, non avuto violenza in casa, e molto probabilmente avranno fatto delle vacanze insieme ai suoi genitori” lo guardai, elencò tutte le cose belle che una persona può fare con i genitori, lo guardai parlare, la pioggia stava bagnando anche lui, ci stava guardando ormai tutto il gruppo, “loro hanno avuto il natale con una famiglia felice Nicole” disse Chris, lo guardai di nuovo, “basta” urlai, lo spinsi, non si mosse, cominciai a dargli le botte sul petto, non provò neanche a fermarmi, mi stava istigando apposta, mi lasciai andare alla disperazione, mi prese le mani, mi lasciai andare per terra, si mise in ginocchio davanti a me, ormai era chiaro, eravamo entrambi zuppi, “per favore Nicole… mettiti al riparo” disse stringendomi a sé, mi accorsi solo in quel momento che non aveva la felpa, “no tu mettiti al riparo, la felpa?” chiesi accarezzando i suoi capelli, “ce l’ha Scarlett” rispose, “e perché?” chiesi, “vieni” mi prese la mano e mi portò sotto il cornicione, prese la felpa dalle mani di Scarlett e me la mise sulle spalle, “vieni qui” mi abbracciò, la rividi passare davanti a me, accarezzai la mia pancia, “non permetterò mai che succeda a lui o a lei” sussurrai, “non succederà” rispose Chris abbracciandomi da dietro, mise le mani sulla mia pancia, “devi comprarti qualcosa… non puoi stare con i vestiti bagnati” disse Chris, “anche tu” risposi, lui annuì, “entriamo” disse Sebastian, mi mise la mano sulla spalla, camminammo fino a un negozio piccolino, aveva un po’ tutto, scarpe, jeans, magliette, felpe.

Trovai un giacchettino di pelle blu, una maglietta bianca semplice e un jeans chiaro, e comprai un paio di scarpe che le mie erano fradice, optai per le Adidas Stan Smith, indossai il tutto e uscii dal negozio, “Nicole potrei innamorarmi seriamente di te” scherzò Sebastian, guardò Chris, “sto scherzando” disse alzando le mani, risero entrambi, guardai Chris, anche lui si era andato a cambiare, si era preso un pantalone di una tuta grigio, una maglietta blu e una felpa blu, era evidente, mi odiava, guardai le scarpe, aveva anche lui le Adidas Stan Smith tutte bianche, “mmm… sei bellissimo” dissi baciandolo, “anche tu” disse baciandomi, saltai su di lui, mi prese in braccio, “ti donano i capelli bagnati” disse baciandomi, “a te dona tutto” sussurrai abbracciandolo, “possono essere un po’ meno perfetti? Giusto per non farmi sentire solo” disse Sebastian, “consolati… non tutte le coppie sono come loro” disse Chris Hemsworth, indicò una coppia che stava litigando, “guarda come si fa” disse Mark, “Chris, tu sei Chris Evans… e tu Scarlett Johansson, non potete fare quelli che non sono divi di Hollywood” si girarono entrambi, “Chris Hemsworth… Chris Evans… oddio…” disse la ragazza, Chris mi mise giù, “tu sei la sua fidanzata… vi ho visti ieri agli Oscar… sei bellissima” disse sorridendo, “grazie” risposi, “posso farmi una foto con voi due?” chiese, annuimmo, ci mettemmo in posa e il ragazzo la scattò, “falla solo con Chris” dissi allontanandomi, “grazie” sussurrò, si misero in posa, vennero benissimo, poi la fece con gli altri, “Bucky” urlò quando vide Sebastian, “tutti per nome a me Bucky” borbottò, risi, “posso metterle su internet?” chiese la ragazza, annuirono tutti, “grazie mille” disse salutandoci, abbracciò il suo ragazzo, “funziona sempre” disse Mark ridendo, bene, andiamo a mangiare?” chiese, “Mc Donald?” propose Sebastian, annuimmo tutti, andammo verso il mc, “vai a prendere il tavolo, ordino io per te” disse Chris baciandomi la tempia, mi misi seduta ad un tavolo, mi raggiunse Scarlett con Susan, guardai i tavoli, vidi mia madre difronte al nostro tavolo, mi guardò, girai lo sguardo verso Chris che camminava verso di noi con i vassoi, sorrisi, “tieni il tuo” dissi porgendomene uno, lo presi e lo misi davanti a me, “vuoi spostarti?” chiese Scarlett dolcemente, scossi la testa, “arrivarono anche gli altri con i vassoi di Scarlett e Susan, cominciammo a mangiare, “allora… qualche nome l’avete trovato?” chiese Mark, “no… ancora non ci abbiamo neanche pensato” rispose Chris, “che nomi vi piacerebbero?” chiese Sebastian, “Tristan o Aiden” dissi, “se femmina?” chiese Robert, “se femmina Emma o Isabelle” rispose Chris, “bei nomi” disse Susan, “avete intenzione di saperlo subito che sesso è?” chiese Mark, “sì” rispose Chris, “capisco” rispose.

Il pomeriggio passò tranquillamente.

“Non mangi?” chiesi a Chris, eravamo ad un ristorante nell’aeroporto, “non ho fame” rispose guardando fuori la finestra, “che c’è?” chiesi, “niente… non ti preoccupare” mi accarezzò la guancia abbozzando un sorriso, “Chris… ti conosco…” dissi seria, “niente… vado in bagno” si alzò camminando verso il bagno, presi il cellulare, chiamai mio padre, al primo squillo rispose, “tesoro, so già che è successo” disse tranquillo, “papà…” sussurrai, “dimmi” rispose, “se mi chiama che faccio?” chiesi, “ci andiamo a pranzo o a cena tutti e quattro… non ti preoccupare” disse tranquillo, “grazie…” risposi, “senti ma di cosa non ne devo parlare con Chris? Che devi fare domani?” chiese, “devo andare a vedere un negozio in vendita, solo che non so se posso permettermelo, se lo dico a Chris lui lo prende, e a me non va, perciò se sarà fattibile volevo chiedere un prestito a te, e poi te li ridarò quando li avrò” sussurrai, “sai che non li rivorrò mai vero?” disse ridendo, “no te li riprenderai” dissi, “no” rispose, “va bene, comunque… tu quando lo prendi il volo?” chiese, “che ore sono?” chiesi, “sono le undici e venti” rispose, “tra un’ora lo prendo” annunciai, “arrivi qui alle sette di mattina?” chiese mio padre, “sì, dormiremo in aereo” risposi, “va bene” rispose mio padre, “ci sentiamo dopo o domani” annunciai, “buonanotte tesoro mio” disse attaccando. "Se hai finito di cenare andiamo all’imbarco” Chris mi sorrise, o almeno ci provò, “ei… che succede?” chiesi cercando il suo sguardo, “niente… è che io ho sempre pensato di essere d’aiuto a tutti i tuoi dolori, ma ci sono cose che neanche io posso alleviarti, e non immagini neanche quanto sia avvilente” disse accarezzandomi la nuca, “ma tu sei l’unica persona che mi capisce in pieno, che sa aiutarmi, e poi tu se non puoi aiutarmi piangi con me no? L’hai detto tu… però non voglio che tu stia male per questo, pensa a quanto sarà bello conoscere questo tipetto qui” dissi indicando la pancia, “anche tu dai per scontato che è un maschietto” disse Chris alzando il sopracciglio, “lo ammetto… io penso che sia un maschietto, ma non lo so… può essere una femminuccia, non avrebbe importanza, l’importante è che sta bene” dissi sorridendo, lui sorrise, guardai l’ora, dovevamo sbrigarci per l’imbarco.

“I notturni sono belli per il semplice fatto che si hanno cuscini e coperta con i sedili che si piegano” disse Chris salendo sull’aereo, ci guardammo intorno, era pieno, ci mettemmo seduti ai nostri posti, “sei stanca?” chiese dolcemente, scossi la testa, prese il computer dal suo bagaglio a mano, “vediamo un film?” chiese, annuii poggiando la testa sulla sua spalla, accese la rete dati del cellulare e lo collegò al computer usando internet, “Chris… è illegale, per fortuna che è il tuo lavoro” dissi ridendo, “sshh, chi vuoi che lo sappia” rise, “che vuoi vedere?” chiese, “quello che vuoi…” risposi, “posso farti vedere un film su una ragazza che aveva una passione non capita dal padre e dalle sue sorelle, aveva come amico solo un pesciolino, ma lui era fifone non come lei, lei era avventurosa…” lo interruppi, “mi vuoi far vedere la sirenetta?” chiesi, lui annuì, “dai, ci sto” dissi preparandomi alla visione, lo mise su Youtube, “vi voglio narrare una storia che parla del grande oceano blu, e di una sirena bellissima…” cominciammo a cantarla insieme, ci guardammo, “sei la mia Ariel” disse baciandomi, “tu il mio Eric” dissi poggiando la testa sulla sua spalla, mi sembrò di tornare a molti anni fa, quando ci bastava vedere questo per essere in pace, arrivai a metà film e poi crollai. Sentii Chris chiudere il computer e rimetterlo apposto per poi abbracciarmi.

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Capitolo 15
*** Un angelo illuminato dalle prime luci del mattino. ***


Capitolo 15

Aprii gli occhi, le luci di New York ci stavano dando il bentornato, l’alba, “Chris” lo svegliai, “dimmi” sussurrò, “guarda” indicai lo spettacolo dai finestrini, mi abbracciò, “un vero spettacolo” sussurrò assonnato, “senti io dopo ho da fare con papà… se mai ti rimetti a dormire” dissi accarezzandogli il barba, “va bene” sbadigliò, era così piccolo quando era appena sveglio, sorrisi guardandolo strofinarsi gli occhi, “che c’è?” chiese strofinando il naso contro il mio collo, “sei una meraviglia” risposi, “immagino” rispose ridendo, “vuoi qualcosa?” chiese, “no grazie” risposi, “nausee?” chiese, “no…” risposi sorridendo, mi guardò e accennò un sorriso, fermò un’hostess, “scusi… può portarmi un caffè?” chiese, la ragazza annuì con un po’ di bavetta, “amore mio” mi posò la testa sul seno, “stai comodo?” chiesi, “non sai quanto” rise, gli accarezzai i capelli, “prego” disse la ragazza guardandolo appoggiato su di me, Chris si tirò su e lo prese, “vuoi?” chiese, “no grazie” risposi sorseggiando l’acqua, “adesso te la fai addosso” disse posando il bicchiere di caffè vuoto sul tavolino, rise “ora torno nella mia posizione preferita” disse ridendo, poggiò la testa sul seno di nuovo, guardando fuori dalla finestra, ripresi a toccargli i capelli, “mmmh, non ti fermare” sussurrò, il signore dietro ci guardò sporgendosi in avanti, lo salutammo, tornò subito con la testa in dietro, ridemmo di gusto, sentimmo il messaggio che si avvisavano i passeggeri che si stava atterrando, Chris si girò verso di me, mi guardò a lungo, non me ne accorsi finchè non mi passò un pollice sul mento, “che c’è?” chiesi, “sei bellissima” sussurrò, “ma vuoi rimanere tutto il giorno così?” chiesi ridendo, “aspetta” disse ridendo, tirò fuori il cellulare, scattò un selfie, “appena arriviamo la metto su facebook” disse ridendo, “poi mi prendi in giro a me eh…” dissi ridendo di gusto, “ma questa è bellissima, l’alba dietro, il tuo seno, tu, io… come fai a non condividerla con il mondo” rise, “ma finiscila” risposi ridendo, “non capisci niente di likes” rise, guardammo l’aereo abbassarsi, si alzò da sopra il mio seno e si mise con la testa sulla mia spalla, “come mai così dolce sta mattina?” chiesi sorridendo, “perché non lo sono mai?” chiese alzando il sopracciglio, “sì ma non così tanto” dissi, “ah… perché non lo so, voglio stare con te…” si accoccolò su di me, la testa sulla spalla e il braccio metà sulla pancia e metà sulla coscia, “scusate…” un signore ci chiamò, mi girai io, Chris era crollato di nuovo, “dica” sussurrai, “le sembra carino scambiare tutte queste effusioni? Ci sono dei bambini” disse sgridandomi, “effusioni? A parte che non stiamo facendo nulla, neanche a dire che ci siamo scambiati baci o cose, e poi lo sappiamo che ci sono bambini” risposi sussurrando, “il suo ragazzo fa finta di non sentire?” chiese, “no… dorme” risposi, “sì, certo… siete due pervertiti” rispose, “e lei è un vecchio frustrato” risposi stanca di gente che ci insultava, guardai Chris dormire, era dannatamente bello, un angelo, illuminato dalle prime luci del mattino, gli misi la mano a fargli ombra sugli occhi, mi girai a guardare fuori dal finestrino, stavamo per atterrare, “amore…” lo chiamai, “Chris…” si lamentò, “amore, dai… stiamo atterrando” dissi, “ecco… due minuti” mi strinse ancora più forte, “no… Chris, stiamo atterrando” dissi accarezzandolo, “eccomi” disse alzando la testa, sbadigliò, “per la cronaca mi hai fatto litigare con il signore qui dietro” dissi, “perché?” chiese, raccontai la discussione, si girò verso il signore, “pervertiti? Ma ci sarà lei che vede la malizia nei gesti più dolci” sbottò Chris, “zitto…” dissi facendolo girare, l’uomo non rispose, atterrammo definitivamente, aspettammo che le porte si aprissero e che scendesse un po’ di gente, poi Chris prese il suo bagaglio a mano e il mio e scendemmo dall’aereo, mi mise un braccio intorno al collo, “sembro ubriaco” disse ridendo, “senti… andiamo a un bar, tu devi fare colazione, ieri sera non hai cenato, e adesso stai con un caffè” dissi, “beh?” chiese scrollando le spalle, “no… andiamo a fare colazione” dissi trascinandolo al bar, prendemmo due cornetti e due succhi di frutta, ci sbrigammo a fare colazione, ritirammo la valigia e ci dirigemmo nel parcheggio, salimmo in auto, una pioggia si improvvisò sulle strade di New York, “che devi fare con tuo padre?” chiese con una mano sul volante e l’altra sullo stereo, direi che era decisamente bello guardarlo così, era sexy, “ti ho fatto una domanda” disse ridendo, “eh? Ah… devo andare a fare dei giri per Maya, l’ho chiesto a lui perché volevo che tu ti riposassi” dissi sorridendo, “mmm… va bene… ma ora ti riposi un po’ anche tu” disse inserendo la marcia, lo guardai, “Nicole, se non la smetti di guardarmi così non ti ci faccio arrivare a casa” disse ridendo, “così come?” chiesi, “come se fossi la cosa più sexy che hai mai visto” rispose, “oh ma lo sei” risposi accarezzandogli il petto, mi guardò mordendosi il labbro, era bellissimo.

“Chris, pomeriggio andiamo a vedere la cameretta?” chiesi, “mmm mmm” annuì, “sai che forse potrei averti tradito?” chiesi, “mmm mmm” annuì di nuovo, “sei un deficiente?” chiesi arrabbiata, “mmm già” rispose entrando in camera da letto, “cioè… sei serio? Ti sto parlando” dissi mettendomi seduta sul letto, lui si sdraiò, “eh… ho capito” disse, “no, non hai capito niente… ripeti che ho detto” dissi seria, mi prese dal collo e mi tirò sul letto, “zitta… dormi” disse tenendomi con il braccio sul collo, “Chris, vaffanculo” dissi spostando il suo braccio, mi alzai dal letto e andai in salone, “eh… piccolo mio, che dobbiamo fare… tuo padre è così… va accettato” dissi parlando praticamente da sola, presi il cellulare mettendomi sdraiata sul divano, entrai su facebook, facebook pieno di foto degli Oscar.

Aprii una pagina dedicata a Chris per vedere che dicevano le fan, c’era una foto mia e di Chris, e una solo mia, aprii la mia per prendermi gli insulti, così random.

Sarah Garcia

Per me è bellissima poi non so voi.

Rebecca Johnson

Non mi piace… è bruttina di faccia

Aprii una sua foto per curiosità… bene richiusi subito…

Alice Martin

Aaaah che invidia… ma ammetto che è molto carina

Danielle Carter

Mai una decente eh…

Aprii la foto anche di questa… peggio dell’altra, mah…

Angela Stewart

No… Evans non ci siamo.

Nicole Taylor

Ragazze a me piace… e poi ci chiamiamo uguale. Speriamo sia la volta buona di un matrimonio.

Mackenzie Diaz

Vi spiego delle semplici ragioni perché non mi piace:

Troppo magra.

Troppo sulle sue.

Sembra troppo finta

Non sappiamo nulla di lei.

Lana Thompson

A tutte quelle che la criticano, ma dove li avete gli occhi? E poi è solo invidia e gelosia. A me lei piace, e poi visto che supporto Chris, non penso sia un deficiente, perciò l’ha scelta bene e dai primi scatti che abbiamo visto posso dire che è anche molto simpatica.

Fatela santa, pensai, andai alla foto con Chris, mi preparai al linciaggio… già quella da sola era una crociata.

Trinity Robinson

Ma che belli… poi lei mi sa tanto di simpatica da morire… inizio a shipparli.

Qualcuno mi spieghi che significa… pensai, proseguii la mia crociata contro di me.

Michelle Lewis

Lui come la guarda è tenerezza pura… e lei? Sembra in adorazione, li amo.

Catherine Lee

No, per favore… staccateli, troppi sentimenti… Voglio che mi guardino anche a me come lui guarda Nicole.

Makayla Perez

Ho creato una pagina su di loro… mettete mi piace?

Cliccai sul link, misi mi piace.

Riley Harris

Più Chris per tutti… l’avete viste le foto dell’aereo? E quelle della spiaggia? Mi si blocca il cuore.

Ana King

No… per favore, caricate la foto di loro due che ridono in aeroporto di ieri notte, le ho viste su instagram.

Mi bloccai, andai in cucina a prendere un bicchiere d’acqua, tornai in salone, squillò il cellulare di Chris, risposi, “pronto” sussurrai, “zia… c’è zio?” chiese, “sì, ma dorme” sussurrai, “ah… va bene allora lo richiamo dopo… ciao zietta” attaccò, era Miles, mi rimisi sul divano.

Maya

Nicoleeeeeeeeeeeeeeeeeeeee

Chiamami

Non fece in tempo ad arrivare che già mi stava arrivando la chiamata, risposi, “pronto” sussurrai, “sei arrivata a New York?” chiese, “sì…” risposi, “ok… ti dico che oggi ti daranno la caccia le fan” disse tranquilla, “ah… come andare a comprare il pane” risposi, “dai, ti amano… ho fatto un giro di tutte le pagine, e quelle che non ti amano sono invidiose, si vede.” Disse tranquillizzandomi, sentii una chiamata sotto, “Maya, ho una chiamata sotto, posso chiamarti fra poco?” chiesi, “sì” rispose attaccando, risposi a mio padre, “oi… piccola, sei arrivata?” chiese, “sì… mi vado a fare la doccia, tu intanto vieni a casa” dissi tranquilla, attaccai, andai a fare la doccia, la feci velocemente, andai in camera da letto nuda, presi l’intimo e lo indossai, aprii l’armadio in cerca di qualcosa, bene… faceva freddo fuori, presi un jeans nero stretto, le Dottor Martens alte nere, una maglietta bianca, e il giacchetto di pelle nero, andai tra gli accessori, presi un anello con una grande pietra e lo indossai all’indice, poi indossai un anello al pollice, mi truccai con il fondotinta, misi la matita nera dentro l’occhio e fuori, mascara abbondante, e rossetto rosso fuoco, feci la piastra ai capelli rendendoli perfetti, andai in salone a prendere il cellulare, feci una foto allo specchio e la inviai a Maya.

Maya

Woooooh bellissima

Bloccai il telefono e uscii di casa. Aspettai mio padre, che arrivò precisamente dopo cinque minuti, salii in macchina e gli diedi l’indirizzo. “Che stile ragazza” disse ridendo, “vero?” chiesi ridendo, arrivammo subito, era un negozio bello grande, “salve” ci salutò un ragazzo, salutai, “ve lo faccio vedere, ci sono molte ristrutturazioni da fare, soprattutto se da parrucchiere lo si vuole far diventare qualcos’altro” disse aprendo la serranda, “mmm…” guardai bene il tutto, “poi qui c’è lo spazio estetico… se si vuole mettere un’estetista” disse sorridendomi il ragazzo, “e poi ci sono i spogliatoi per indossare le divise” disse indicando uno stanzino, “quello è lo sgabuzzino, e poi venite… vi faccio vedere il salone vero e proprio” lo seguimmo, entrammo in una stanza enorme, sei lavandini, e tutta la parete di postazioni, poi mi girai vicino alla porta c’erano tutte postazioni trucco, “e il punto estetista dov’è?” chiesi, “te lo mostro subito tesoro” disse facendomi l’occhiolino, alzai gli occhi al cielo, “qui, ci sono quattro cabine, due per trattamenti estetici che richiedono cabine con doccia, e due senza doccia, poi ci sono lì due cabine doccia, due per le trifacciali, e poi la cabina pedicure, e l’area manicure” disse indicando un punto dove c’era un’enorme finestra che dava sulla strada, “e la reception?” chiesi, “lì” indicò un punto all’entrata, “mmm, faccio un giro” annunciai, andai a vedere lo sgabuzzino, spazioso, soffitto alto, si poteva fare, lo spogliatoio era un po’ piccolino ma due persone ci si potevano spogliare tranquillamente, “ah e ha anche due posti auto riservati” disse, “buono” risposi, “ci penso su e domani le faccio sapere, nel frattempo lo tenga occupato” dissi tranquilla, “no, lo prendiamo” disse mio padre, “papà…” lo richiamai, “no… lo prendiamo…” disse mio padre, uscii fuori per controllare come appariva da fuori, carino, una ragazza si bloccò davanti a me, la guardai, “tu sei…” la guardai sorridendo, “Nicole vero? La ragazza di Chris” annuii, “posso fare una foto con te?” chiese, “anche sei… aspetta un secondo” la bloccai “papà…” lo chiamai, “dimmi” disse tranquillo, “ci fai una foto?” chiesi, “certo” rispose prendendo il cellulare della ragazza, ci mettemmo in posa e la scattò, “mmm però era seria vero?” chiesi, la ragazza annuì, “ne faccio un’altra fate una faccia buffa” disse mio padre, feci la linguaccia e la ragazza mi copiò, “grazie mille” disse sorridendomi, “e di che…” risposi scrollando le spalle, “comunque non ci credere se ti dicono che sei brutta, sei bellissima, all’altezza di un Chris” disse sorridendo, “posso abbracciarti?” chiesi, lei annuì, mi ci abbracciammo, “ho una pagina su Chris, posso metterle queste foto?” chiese, “certo… come si chiama? Ti metto mi piace” dissi prendendo il cellulare, mi disse il nome e misi mi piace, “grazie mille” ringraziò di nuovo, “non ti preoccupare” risposi, “grazie a te” aggiunsi, la ragazza mi salutò andandosene, “che ne pensi?” chiese sorridendo, “bellissimo, ma non dovevi… chissà quanto hai speso” dissi… “Nicole, è tutto da ristrutturare, gli ho detto che avrei dato 5.000 dollari massimo, e lui ha accettato” disse tranquillo, “wow… chiamo Maya e le dico che stiamo per metterci in società” dissi festeggiando. Lo abbracciai mentre facevo la chiamata, “Maya… Mio padre l’ha comprato, 5.000 dollari, è bellissimo” festeggiai, vidi un gruppo di ragazze bloccarsi davanti a me, “Oddio… Nicole è bellissimo, mandami le foto” disse sorridendo, “ora te le vado a fare, quando torni ci lavoriamo, così lo apriamo il prima possibile” dissi ancora allegra, “sì… ma Chris? Non risponde al telefono, l’ha chiamato Zac, anche a casa” disse, “sta dormendo, prova a richiamare, anche sull’aereo, ora lo provo a chiamare io” dissi, “va bene” disse, “ci sentiamo più tardi” dissi tranquilla, “ciao Nicks” salutò Maya attaccando, “Sei Nicole Walker?” chiese una di loro, annuii, “sì, potete aspettare un secondo? Devo fare una chiamata” dissi sorridendo, squillò quattro volte, “Amore” rispose con la voce insonnolita, “Chris… porca miseria, ho perso praticamente trent’anni di vita” dissi sollevata, “sto bene tranquilla… dove sei?” chiese ridendo, “raggiungimi ti mando la posizione…” risposi, “mmm… mi faccio la doccia e arrivo…” rispose tranquillo, “va bene… sbrigati” dissi, “stai calma” scherzò, “dai muoviti” risi attaccando. “Ciao…” salutai le ragazze, “possiamo chiederti una foto?” chiese una di loro, “certo…” risposi, “dove li compri i vestiti?” chiese una di loro, “le scarpe me le ha comprate Chris a un compleanno di due anni fa, il resto per i vari negozi di New York” risposi, “tu conosci Chris da tanto?” chiese una di loro, “da quando sono nata” risposi, spalancarono le bocche, “Nicole… lo intesto a te” disse mio padre uscendo fuori, annuii, chiacchierai un po’ con quelle ragazze quando vidi arrivare Chris, aveva dei pantaloni neri, una maglietta bianca e il giacchetto di pelle, mi sorrise da lontano, “non ci credo…” disse una di loro, “ciao” mi baciò, “scusate… torno subito… dov’è tuo padre?” chiese, “dentro” risposi indicando il negozio, entrò, “cioè… l’hai chiamato per venire qui?” chiese una di loro, annuii, “ma noi ti adoriamo” rise una di loro, “quanti anni avete?” chiesi curiosa, “diciassette e sedici” dissero indicando tre di diciassette e due di sedici, “capito…” risposi annuendo, Chris uscì di nuovo, “sei troppo bella vestita così… dove vai da sola?” chiese abbracciandomi, “vestita così? Perché se no faccio schifo?” chiesi ridendo, “assolutamente no” mi baciò, “Chris… loro sue tue fan” dissi indicandole, “scusate…” si girò verso di loro, “non ti preoccupare, possiamo fare una foto con voi?” chiese una di loro, lui annuì, “facciamo un mega selfie?” chiese Chris ridendo, “anche” rispose ridendo, scattammo la foto tutti sorridenti, “fatevela solo con Chris ve la faccio io” dissi prendendo il cellulare di una di loro, “e poi solo con te” disse la stessa, annuii, si misero tutti in posa e scattai, venne bellissima, “vieni tu a fare la foto” dissero, ci scambiammo io e Chris, “bellissime” disse Chris scattando, “gestiamo una pagina noi tre… possiamo farvi una foto?” chiese, annuimmo, Chris mi mise una mano sul fianco mi diede un bacio sulla guancia e la ragazza scattò, “grazie mille… siete bellissimi” se ne andarono. “Allora… ti ci fermi anche a parlare eh” disse ridendo, “quando sono educate sì” risposi scrollando le spalle, “insomma è tuo…” disse indicandolo, annuii, “perché non l’hai detto a me?” chiese incrociando le braccia, “perché me l’avresti comprato tu… e io non voglio che lo fai” risposi seria, “mannaggia questa testa” disse mettendomi le mani sulla testa, risi, “hai dormito?” chiesi tra le sue braccia, “mamma mia… direi anche eccessivamente” rispose, gli accarezzai la guancia, i suoi occhi erano bellissimi, “vado al bagno” dissi entrando, andai al bagno, vidi che era praticamente lurido… decisi di non andare, tornai fuori, vidi Chris con il cellulare in mano che lo metteva in tasca, aspettai che l’avesse messo del tutto in tasca e presi la rincorsa, saltai su di lui, mi prese al volo, “come fai a stare così pimpante che neanche hai dormito?” chiese ridendo, mi spostò i capelli dal viso, “perché sono felice” risposi abbracciandolo, mi baciò delicatamente, “comunque pomeriggio ci andiamo a vedere la camera” disse facendomi l’occhiolino, “mmm mmm” lo imitai, rise, vidi quattro ragazze venire verso di noi, “Chris, per quanto durerà?” chiesi, “un mese massimo… poi ti lasciano stare” rispose, “Chris?” chiese la più alta, lui annuì, ero ancora in braccio a lui, “possiamo fare una foto con te?” chiese lei, lui annuì, mi mise giù lasciandomi un bacio, e andò affianco a loro, “ve la faccio io” dissi, “no grazie… preferiamo pensare che tu non ci sia” disse la ragazza, “ah, grazie” risposi sedendomi sul muretto, presi il cellulare e andai a fare le foto da inviare a Maya, poi firmai il contratto… era mio… il mio sogno era qui. “Grazie papà” lo abbracciai, “amore mio” mi abbracciò anche lui forte, uscii di nuovo fuori e mandai le foto a Maya.

Maya

Ooooooooh me ne sono già innamorata…

Comunque ritorno anticipato…

Perché?

Il capo di Zac l’ha chiamato revocandogli le ferie

Pezzo di merda.

Rovinata la luna di miele…

La rifaremo. Stanne certa.

Quando torni?

Domani alle tre del pomeriggio sono a New York

Faccio la doccia e ci vediamo

Bloccai il telefono, “ciao” le ragazze salutarono Chris, alzai lo sguardo, Chris mi guardò e sorrisi, “senti… quando vuoi andiamo?” chiese giocando con le punte dei miei capelli, annuii, “grazie e tanti auguri per il negozio” disse il ragazzo stringendo la mano a mio padre, e poi venne da me, “tanti auguri” mi strinse la mano facendo di nuovo l’occhiolino, se ne andò. “L’abbiamo comprato?” chiesi, “sì, domani vado a formalizzare il tutto con il notaio” rispose mio padre, “tieni le chiavi” disse porgendomi le chiavi del negozio, “grazie” lo abbracciai di nuovo, “che dovete fare?” chiese mio padre a Chris, “andare a vedere la cameretta, vuoi venire? Poi pranziamo insieme” disse Chris, “mmm sì” rispose sorridendo, salimmo in macchina di Chris e andammo verso un negozio per bambini.

“Chris, io l’ho trovata” dissi fermandomi davanti a una cameretta bianca e verde, era di Winnie the Pooh, Chris annuì, “bellissima… piace anche a me” sorrise, “bellissima” disse mio padre, “ok… lei, tu vedi se trovi qualcos’altro che ti interessa io vado a cercare un addetto” disse Chris, presi un carrello e andai in giro per il negozio, presi vari peluche e giochini per neonati, e poi era d’obbligo prendergli un peluche gigante di topolino, misi nel carrello, girai ancora e trovai il ciuccio della Disney, ne presi due, uno con Flounder e l’altro con paperino da piccolo, raggiunsi Chris, mi guardò scuotendo la testa, pagammo tutto, “alle sei di pomeriggio massimo arrivano i mobili” disse la ragazza alla cassa, “perfetto” rispose Chris, andammo in macchina con le buste, “già lo so che Nicole lo vizierà da morire” disse mio padre, “già mi chiede se lo farò dormire con noi” disse Chris ridendo, “no… non lo fare mai… quel vizio poi non se lo tolgono più” disse ridendo mio padre, “anche se da una parte può essere positivo così mia figlia non la tocchi” rise di nuovo, “sì eh” risposi ridendo. “Bene andiamo a pranzare… ci sono anche Miles, Ethan e Stella” disse Chris, “davvero c’è anche la tua famiglia?” chiesi, annuì, arrivammo al ristorante, vidi tre bambini bellissimi, Miles aveva un’incredibile somiglianza a Chris, “ciao zia” dissero in coro, “ciao piccolini” li salutai, “Carly… Shana” salutai, “Nicki… hai fatto furore” disse Lisa alle mie spalle, “davvero?” chiesi, annuì, salutai tutti e andammo al tavolo, mangiammo e scherzammo, e poi uscimmo dal ristorante, “zio… posso venire da te oggi?” chiese Miles, “chiedi prima a mamma e poi a zia” disse accarezzandogli i capelli biondi, “mammaaaa” la chiamò correndo verso di lei, Chris mi guardò, “può venire?” chiese con gli occhioni, “certo” risposi sorridendo, “mamma ha detto di sì” disse guardandoci, “bene allora andiamo a casa” disse Chris prendendolo in braccio.

“Papà ci sentiamo più tardi” dissi dandogli un bacio sulla guancia, “va bene… fammi sapere se vuoi che venga ad aiutarti con il negozio” disse sorridendo, annuii, ritornammo in macchina e partimmo verso casa.

Arrivammo a casa, aprii la porta e Miles si buttò subito sul divano, “vuoi vedere la televisione?” chiese Chris accendendola, “i cartoni” disse Miles, glieli mise, mi misi seduta vicino a lui, “vado a mettermi qualcosa di comodo” mi diede un bacio sulla fronte e andò in camera da letto, “zia, posso?” mi indicò, annuii, qualsiasi cosa avesse voluto fare, l’avrebbe potuta fare, si mise con il sedere sulle mie gambe e la testa sul seno, “vuoi riposarti?” chiesi, lui annuì, spensi la televisione e lo presi in braccio fino alla camera da letto, lo posai sul letto, “sì, però io voglio la televisione con i cartoni e tu mi abbracci” disse assonnato, accesi la televisione e misi sul canale dei cartoni animati, mi tolsi le scarpe sdraiandomi sul letto vicino a lui, posò la testolina sul mio braccio e la manina sul fianco, vidi Chris entrare in camera da letto dal balcone, ci guardò sorridendo, “vado a prendere le cose che abbiamo comprato…” disse accarezzandomi i capelli, “va bene” risposi guardando Miles che vedeva i cartoni animati, era impressionante, Chris da piccolo e Miles, identici. Si addormentò, spensi la televisione addormentandomi anche io.

Sentii un trambusto, la porta era chiusa, guardai Miles, dormiva ancora, mi spostai lentamente cercando di non svegliarlo, mi alzai rimettendomi le scarpe, uscii dalla stanza chiudendo la porta alle mie spalle, Chris era sulla porta di casa, “che fai?” chiesi dandogli un bacio, “stanno portando la cameretta” rispose sorridendo, “che ore sono?” chiesi andando in cucina, “le quattro” rispose guardando l’orologio, “vuoi il caffè?” chiesi, “sì, grazie” rispose, decisi di concedermi un sorso di caffè, lo misi a fare e tornai in camera da letto, “zia…” mi chiamò Miles, si mise seduto sul letto, “dimmi” risposi, “che cos’è tutto questo casino?” chiese strofinandosi gli occhi, “portano la cameretta per il tuo cuginetto” risposi sorridendo, “mmm… zia ho fame” sussurra, lo presi in braccio, “andiamo a fare merenda” aprii la porta e uscimmo, “buonasera” salutò un uomo che stava portando i scatoloni, Chris chiuse la porta e noi entrammo in cucina, “che vuoi mangiare? Ti faccio un panino con la nutella?” chiesi, lui annuì, lo misi seduto sul bancone della cucina, presi il pane e la nutella, feci due panini rimettendo tutto apposto, “tieni… se vuoi l’altro sta qui” dissi passandogli un panino, alzai la serranda della cucina, la pioggia cadeva forte e veloce a terra, c’era un bel temporale, Chris entrò in cucina, posò la spalla sullo stipite dell’arco, ci guardò con lo sguardo dolce, “appena avete finito mi aiuti?” chiese sorridendo, annuii, misi giù Miles, “Zio, ma Dodger?” chiese Miles, “sta da nonna” rispose Chris, “ah… dormo con voi io eh” disse, Chris mi guardò, annuii, “va bene… a patto che non tocchi zia… è mia” disse facendo la linguaccia, “ma se prima l’ho abbracciata e tu neanche te ne sei accorto” disse Miles, “ti ha toccato?” disse guardando me, annuii sorridendo, “non lo dovevi fare” disse avvicinandosi a Miles, Miles cominciò a correre per casa e Chris lo rincorse dandogli il vantaggio, li seguii, “ti ho preso” urlò prendendolo per la pancia, lo alzò, e cominciò a giocarci, andai nella camera degli ospiti, c’era il pupazzo enorme di Topolino e tutti i giochi… presi il peluche e me lo portai al petto, ero troppo curiosa di sapere come sarebbe stato il mio bambino, o bambina, se avesse avuto gli occhi di Chris o i miei, volevo conoscerlo, stringerlo tra le mie braccia e amarlo… “ei…” Chris entrò in camera, “dimmi” risposi girandomi verso di lui, “andiamo?” chiese indicando la cameretta, posai il peluche, lo seguii nella stanza vuota e vidi che la parete verde chiaro stava benissimo con il verde e il bianco dei mobili, montammo i cassetti e i sportelli, il divano letto, il lettino, le apette che scendevano sulla culla, tutto così perfetto, la dolcezza disarmante di quel momento mi tolse il fiato, mi lasciai andare ad una lacrima, “vai a prendere i giochi” disse Chris montando le mensole, andai a prendere i giochi, mi misi seduta sul letto aprendo le confezioni, li posizionai tutti perfettamente in ordine, cosciente che quell’ordine sarebbe durato per nove mesi forse dieci se era un bambino tranquillo, sistemammo tutto, montai la tenda bianca sulla finestra, era pronta. “Da questo momento in poi… fino alla nascita, rimarrà chiusa la stanza, solo noi sappiamo come sarà” disse Chris chiudendo la porta e prendendo la chiave, “non sei impaziente?” chiesi, “di cosa?” chiese Chris, “di conoscere chi c’è qui dentro” dissi, “sono molto impaziente” mi abbracciò, “zioo… giochiamo?” chiese Miles, “vado” disse baciandomi, cominciarono a giocare per casa, li guardai per un po’, misi una mano sulla pancia, avevo un disperato bisogno di conoscere questo piccolo puntino. Chiamai Amanda, “pronto” rispose dopo uno squillo, “ei… scusa non ho avuto un attimo per richiamarti… come va?” chiesi, “bene, sono due femminucce” disse felice, “che bello” dissi con entusiasmo, “già cresce la pancia… invece tu eri agli Oscar, dimmi come sono?” chiese, “belli, strani, a tratti un po’ stancanti… ma belli” risposi, “tu sei stata magnifica… e internet è impazzito per te” disse ridendo, “lo so…” mi finsi vanitosa, “senti, come va la gravidanza?” chiese, “tutto bene…” risposi, “ancora non sai se è maschietto o femminuccia?” chiese, “no” risposi, “mmm… che tristezza” rispose, “a dire il vero non importa, basta che so che sta bene” risposi, “sì, anche questo è vero… domani cena insieme io e te?” chiese, “sì” risposi, non mi avrebbe fatto male stare una sera con le amiche, sarebbe tornata anche Maya… “ci sentiamo domani per metterci d’accordo… ciao tesoro” attaccò.

“Mangiamo?” chiesi a Chris e Miles sul divano, “sì” rispose Chris, “serve una mano?” chiese, “no… non ti preoccupare” risposi andando in cucina, aprii il frigo prendendo le bistecche, accesi il gas mettendoci la piastra sopra, presi la tovaglia e la misi sul tavolo, andai a mettere le bistecche sulla piastra, tornai ad apparecchiare il tavolo, andai a girare le fettine e li chiamai a tavola, “dai… finiamo di giocare dopo cena” disse Chris alzandosi, “va bene” rispose Miles seguendolo, misi nei piatti e li portai a tavola, “te la taglio io” disse Chris a Miles, mangiai velocemente, vederlo imboccare Miles era bellissimo, “adesso… ci mettiamo il pigiamino e andiamo giocare” disse Chris sorseggiando l’acqua, li seguii in bagno, lo lavò e prese il pigiama da una busta, “te lo mette zia… io vado a fare la doccia così giochiamo e poi andiamo a dormire” disse accarezzandogli i capelli, gli misi la maglietta e i pantaloncini, gli posai le ciabattine a terra e le infilò, lo accompagnai in salone, ci mettemmo entrambi sul divano, “giochiamo” annunciò Chris, aveva i pantaloncini della tuta bianchi, senza maglietta, i capelli ancora bagnati… era un tentato omicidio in piena regola.

“Vado a farmi la doccia e poi vado a letto” annunciai alzandomi, Chris prese il joystick della play station 4 e annuì, probabilmente non stava neanche ascoltando… entrai in bagno a farmi la doccia, mi asciugai indossando l’intimo e il pantalone di una tuta grigio con una maglietta blu. Presi il cellulare e mi misi a letto.

Maya

Panico.

Che è successo?

Ci hanno messo il volo adesso.

Perché?

Perché sono stati cancellati i voli di domani… Chris?

Che centra Chris?

Che sta facendo? Perché Zac lo sta chiamando e non risponde

Gioca alla play con Miles.

Ah capito… comunque ci vediamo domani. Ciao piccolina.

Buonanotte

Buonanotte.

Appoggiai il cellulare sul comodino, sentii Chris camminare verso la camera da letto, Miles si arrampicò sul letto, Chris lo aiutò mettendolo in mezzo a noi, “devi chiamare Zac” dissi guardandolo mettersi sotto le coperte insieme a noi, “domani lo chiamo” rispose sistemando il cuscino, “buonanotte” sussurrò dandomi un bacio, diede un bacio sulla fronte a Miles, “buonanotte” sussurrai. La manina di Miles era sul petto di Chris, il sederino lo mise attaccato alla mia pancia, lo abbracciai posando la mano sul braccio di Chris che aveva la mano posata sul mio fianco, ci addormentammo così.

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Capitolo 16
*** Era così che doveva andare. ***


Capitolo 16

Una manina mi accarezzò il viso, due occhioni celesti mi guardarono indagatori, un piccolo neonato tra le mie braccia, lo avvicinai al mio viso, il suo profumo era impagabile, accarezzai il suo nasino, mi accorsi che avevamo entrambi dei braccialetti, Aiden Evans, accarezzai di nuovo il suo viso, era così piccolo…

Aprii gli occhi, la manina di Miles era sul mio viso la spostai alzandomi dal letto, andai in cucina, preparai il caffè, l’aria di New York era fredda, andai a mettermi una felpa, tornai in cucina. “Buongiorno” Chris mi baciò la nuca, “buongiorno” mi tirai in dietro, contro di lui, mise le mani sui miei fianchi facendole scorrere dolcemente fino a sotto il seno, mi baciò dietro l’orecchio, “c’è Miles di là” sussurrai, “lo so” rispose baciandomi di nuovo dietro il collo, sentii un brivido salirmi in tutto il corpo, “stavo pensando…” disse bloccandosi, “dimmi” mi girai, “oggi, resettiamo tutta la nostra storia, mi concedi un primo appuntamento?” chiese sorridendo, “Chris… mancano pochi giorni al matrimonio…” risposi trattenendo un sorriso compiaciuto, “e quindi? Ho avuto una prima uscita con tutte le donne… ma con te no… voglio un appuntamento in piena regola, te lo meriti… e poi dimentichiamo per un giorno il matrimonio, che ci conosciamo da sempre… dimentichiamo tutto, vado a portare Miles da mia madre, e poi ti vengo a prendere…” disse entusiasta, sorrisi vedendo il suo sguardo pieno di entusiasmo, “mi concedi un appuntamento?” chiese sorridendo, “mmm… va bene dai” risposi ridendo, “vedrai che non te ne pentirai” disse ridendo, “ah… ti avverto… non ci conosciamo minimamente per questo appuntamento” disse sorseggiando il caffè, scossi la testa ridendo, “dai, tu dovrai voler conquistare me, e io te… fai finta che non mi hai mai conosciuto” disse ridendo, annuii, posò il bicchiere sul lavandino e andò a svegliare Miles, “più bello no… ma più sano sì” borbottai ridendo, “ti sento” urlò ridendo, “e allora perché tu urli?” chiesi ridendo anche io, “effettivamente non hai torto” disse sbucando in cucina con Miles lavato e vestito, “buongiorno zia” disse avvicinandosi, mi abbassai per farmi dare un bacio sulla guancia, “lo porto a fare colazione, ti mando un messaggio quando sono qui sotto ok?” chiese sorridendo, annuii, uscì con Miles.

Andai in camera da letto a rifare il letto, lavai i piatti, pulii la cucina e sistemai il salone, era passata quasi un’ora da quando era uscito Chris, andai a fare la doccia, lavai i capelli, lavai i denti, realizzai che mi stava prendendo l’ansia, era assurdo, era Chris… Mi truccai a lentamente, con cura, misi il fondotinta, la cipria, la matita agli occhi, mascara, rossetto rosso e la matita alle sopracciglia leggera, mi arrivò un messaggio.

Chris

Sono qui.

Andai nel pallone, dovevo fare i capelli, e scegliere come vestirmi, feci la piastra velocemente, andai in camera da letto e presi i jeans chiari, li indossai, maglietta bianca a maniche corte, giacca di pelle nera, presi il cellulare, i soldi li misi nella tasca del jeans, i documenti nel taschino del giacchetto e uscii.

Aprii il portone, lo vidi appoggiato con le spalle e il piede destro al muro, si era cambiato, aveva un giacchetto di pelle nero, la polo bianca e i jeans neri con le lacoste bianche, e come se non bastasse indossava i miei stessi occhiali da sole, sentii il cuore battere a mille. Si girò verso di me sorridendo, mi salutò con un bacio sulla guancia, “come va?” chiese, “bene tu?” chiesi sorridendo, “benissimo… passeggiata?” chiese imbarazzato, annuii, non sapevo cosa fare, eppure era Chris, ma che ci prendeva… “lasciati dire che sei bellissima” disse ammirandomi, “anche tu” risposi arrossendo, da quando arrossivo con Chris? Mi guardò a lungo, “andiamo al parco?” chiese, “va bene” risposi sorridendo, mi accorsi che abitavamo a pochi isolati da lì, arrivammo lì in silenzio, “vuoi qualcosa?” chiese davanti al bar, “una cioccolata, grazie” risposi, lui prese un caffè, e mi porse la cioccolata, “allora… che lavoro fai?” chiese sorseggiando il caffè mentre camminavamo, “lavoro per un negozio di abbigliamento tu?” chiesi sorridendogli, “io faccio l’attore” rispose annuendo, “mmm… e che film hai fatto?” chiesi, “oh… bhe, ho fatto Captain America, I fantastici 4, What’s your number… insomma un bel po’ per essere elencati” disse scrollando le spalle, “stai facendo lo sborone?” chiesi ridendo, “assolutamente…” rispose guardandomi, “hai un anello” chiese indicando la mia mano, “me l’ha regalato il mio migliore amico” risposi sorridendo, “ah… bella persona?” chiese fingendosi preoccupato, “bellissima” risposi sospirando, “sei sempre così seria?” chiese guardandomi indagatorio, “no… non sono mai seria, è che mi metti in imbarazzo” risposi scrollando le spalle, sorseggiai la cioccolata, “ti metto in imbarazzo? Scusami” disse sorseggiando il caffè, “bella giornata vero?” chiese guardando il cielo, annuii, ci mettemmo seduti su una panchina, posò i gomiti sulla spalliera, con la mano mi accarezzò i capelli, “come mai hai scelto di farli rossi?” chiese guardandoli, “perché sembra assurdo a dirlo, ma volevo assomigliare alla sirenetta” risposi sorseggiando la cioccolata, “davvero? Io adoro la sirenetta” rispose entusiasmato, “è la mia preferita” dissi ridendo, “anche la mia…” rispose con entusiasmo, poi si imbarazzò, “sei mai stata innamorata?” chiese guardandomi negli occhi, “oh… sì, si chiamava Michael” mi presi in giro da sola, rise, “seriamente, prima di me ovviamente, perché è evidente che ti innamorerai di me” scherzò, “no, mai… o meglio sono sempre stata innamorata di un solo uomo” risposi continuando a sorseggiare la cioccolata, “tu?” chiesi guardandolo negli occhi, scosse la testa, “ho sempre amato una ragazza…” disse scrollando le spalle, “com’è?” chiesi vedendo una luce strana negli occhi di Chris, “lei è… non te lo so spiegare… sono molteplici le emozioni” rispose guardando il cielo, “prova a dirne una” sussurrai, “hai presente la sensazione che provi quando hai caldo da morire ma arriva una ventata di vento fresco?” chiese, annuii, “e quando sei ubriaco… il senso di aver paura di dire la cosa sbagliata, la sensazione di poter svenire da un momento all’altro e l’inebriante sensazione di non capire niente quando lei è affianco a te” continuò incrociando i miei occhi, ecco questa era una dichiarazione d’amore bellissima, “e lei non lo immagina neanche di essere tutto questo… mi dice che non si sente all’altezza… ma chi non si sente all’altezza affianco a lei sono io. Lei è una tempesta in piena regola, con tanto di fulmini e saette. Lei è tutto ciò che sono io, abbiamo i lati combacianti… i stessi pensieri, le stesse paure, i tormenti… solo che io sono forte per lei, o almeno cerco di esserlo perché non può più soffrire” continuò a guardare il cielo, rimasi in silenzio ammirando la bellezza della sua bocca mentre pronunciava quelle parole, “le ho fatto una promessa sai? Lei non lo sa… ma l’ho fatta” disse finalmente guardandomi, lo guardai sorridendo, “le ho promesso di donare tutto me stesso nelle sue mani. Mi fido di lei, e so che non mi farà mai del male” disse guardandomi negli occhi, sentii gli occhi lucidi, “e per te? Per te lui cos’è?” chiese guardandomi, guardai un bambino muovere i primi passi poco lontano da noi, “pff… sono chiusa non so dire i sentimenti” risposi sperando di cavarmela, “io l’ho detto” disse sorridendo, annuii, aveva ragione, “lui è quel tramonto che non ti stancherai mai di guardare, l’alba che ti fa alzare tutte le mattine tenendoti incollata alla finestra per ammirare la bellezza esemplare, lui è la persona che sa capire i miei demoni e calmarli combattendoli, l’unico che sappia parlarci, lui, se credi che possano esistere, è un angelo… mi supporta in ogni cosa, e mi sopporta anche” risi, e lui accennò un sorriso sghembo, “lui è l’uomo di cui non mi stancherò mai. L’unica mano che voglia stringere a fine giornata, gli unici occhi che incontro volentieri in ogni momento, l’unico corpo che sappia realmente toccare. L’unico bacio che chiedo è quello della sua bocca. Sembra come se vivessimo con metà cuore mio, e metà suo. E non so perché non se ne renda conto… che forse ci siamo salvati a vicenda” sussurrai continuando a guardare il bambino, “bene… ti accompagno a casa… ti va di uscire un’altra volta?” chiese indossando gli occhiali, annuii, “grazie” mi prese la mano, ci alzammo dalla panchina camminando, mi fermai di botto, lui mi guardò, gli alzai gli occhiali, non potevamo resistere, ci baciammo, il sapore era diverso, aveva ragione Chris, sapeva di prima uscita… di mistero, di curiosità, e sapeva di quel tipico sapore di Chris, godetti della situazione in quel momento, posai la mano dietro la sua nuca e l’altra sulla sua guancia, lui mise il braccio intorno al fianco e l’altra mano tra i miei capelli, “come facciamo ad amarci così tanto?” chiese staccandosi di due centimetri da me, scossi la testa, lo ribaciai, “non saprei che fare senza di te” sussurrai sulla sua bocca, “per fortuna non lo dovrai mai provare” sussurrò lui, il cellulare di Chris squillò, mise il silenzioso rimettendolo in tasca, “ti amo” sussurrò baciandomi di nuovo, “anche io” risposi stringendolo dalle spalle, “sai con questo primo appuntamento ho capito perché siamo stati zitelli tutto questo tempo” disse dandomi la mano, “perché?” chiesi, “perché ci siamo parlati di me e di te tutto il tempo… pensa che tristezza per gli altri che uscivano con noi, ritrovarsi a sentire una pantomima sulla migliore amica o sul migliore amico… io mi sarei dileguato alla prima parola” disse ridendo, risi anche io.

Il vento ci scompigliò i capelli e quella scena assunse l’aria di un film. Camminammo per il parco, “ti ricordi?” mi chiese indicando il chiosco di gelati, “come dimenticare” dissi sorridendo, risuonò la stessa canzone di pochi anni prima, She’s the one di Robbie Williams, sembrò fatto apposta, andò dall’uomo nel chiosco e chiese due gelati, me ne porse uno, “alla nostra amicizia” disse battendo i coni, “alla nostra amicizia” risposi guardandolo negli occhi, “questa canzone mi fa venire in mente te” disse sorridendo, “ah sì?” chiesi fingendomi stupita, stavamo rifacendo succedere tutto quello che era successo quel giorno, “sì…” rispose guardandomi negli occhi, “sono l’unica?” chiesi, “per me…” fece le spallucce, sorrisi guardandolo mangiare il gelato, era ancora più bello di quel giorno, “anche questa mi ricorda te” disse guardandomi, “Angels di Robbie Williams?” chiesi vedendolo annuire, si mise davanti a me spostando una ciocca di capelli da sopra le spalle, la portò dietro, ci guardammo per minuti interminabili, “era così che doveva andare” sussurrò baciandomi, lo guardai confusa, “ti avevo portata qui per poter fare un passo avanti… inutilmente, era così che doveva andare” disse sorridendo, “sarebbe andata così lo sai vero?” chiesi sorridendo, “se tu incontrassi me ora, senza avermi mai conosciuto… cosa penseresti?” chiese, “che sei bellissimo a primo impatto… ma poi ti parlerei, e capirei che il fuori non è all’altezza di ciò che sei dentro, penserei che i tuoi occhi sono un oceano profondo di sfumature… e che sei dannatamente timido” dissi sorridendo, “non penseresti che sono un idiota totale?” chiese, scossi la testa, sorrise dolcemente, mi prese la mano, “io ti ho amata così tanto…” disse guardando la mano tra le sue, rimasi in silenzio a guardarlo, “non permetterei a nessuno di farti del male o di portarti via da me, a meno che non lo vuoi tu” disse accarezzandomi il palmo, “giuramelo… non mi lascerai mai” disse cercando il mio sguardo, “giuro. Non lo farò mai” risposi guardandolo negli occhi, “oggi è così te lo dico… non so stare senza di te” disse abbracciandomi, “non ci stare” sussurrai tra le sue braccia.

Camminammo verso casa e Chris richiamò Zac. “No… Eh… Stasera? Va bene… No… Nicole uscirà con Maya e Amanda… Sì… no… va bene. Ciao” attaccò, “beh?” chiesi, “a cena non ci sono” rispose, “neanche io” feci spallucce, “ma dove la trovo un’altra come te?” chiese baciandomi la guancia, “da nessuna parte… sono unica” risposi seria, “già… è vero… e ne ho cercate almeno di simili eh” scherzò, lo guardai truce, rise di gusto portando la testa indietro e stringendo gli occhi, poi mi prese con i braccio il collo per stringermi a sé, “ma nessuna è mai stata come te” sussurrò al mio orecchio. Stava per cominciare a piovere, i negozi stavano chiudendo per pranzo, i bar erano pieni di gente che andava a prendere il pranzo velocemente, sembrava tutto così caotico… eppure per me era una giornata tranquilla. Entrammo nel portone, sentimmo la pioggia cadere fittissima dietro di noi, “in tempo” dissi ridendo mentre chiudevo il cancello, Chris mi guardò in silenzio, entrammo in ascensore e successivamente a casa, “vado a cucinare” dissi, “ordiniamo qualcosa da mangiare?” chiese prendendo il telefono, annuii togliendomi le scarpe e il giacchetto, mi sdraiai sul divano; “stanno arrivando… ah non inviti?” chiese tirandomi giù dal divano, “dai… che stronzo” dissi alzandomi da terra, si sdraiò prima di me, “mi fai spazio? Mi faccio piccola piccola” dissi facendo gli occhioni, si mise su un fianco lasciandomi il posto, “che ci vediamo?” chiesi accendendo la televisione, “vedi che film ci sono” rispose accarezzandomi i capelli, vidi la programmazione.

Before We Go

Full Metal Jacket

Il Cavaliere Oscuro

Edward mani di forbice

“Che vuoi vedere?” chiesi guardandolo, mi guardò senza espressione, “che c’è?” chiesi, rilessi la lista, “aaaah mettiamo Before We Go… mi hanno detto che il regista è bravissimo” dissi baciandolo, misi il film, stava iniziando.

“Ma loro si innamorano?” chiesi a metà film, “non lo so” rispose Chris sulle sue, “dai…” lo incalzai, “non te lo dico… veditelo” disse serio, “comunque ci potevi mettere una più bella come attrice” dissi, “tu non fai l’attrice, se no avrei messo te” disse ridendo, “Scott” urlai indicando lo schermo, Chris rise baciandomi la scapola, continuai a vedere il film, però una cosa era certa, quel film era illegale, i primi piani di Chris, il modo in cui era teneramente lui… Si baciarono, sentii un nodo allo stomaco, guardai Chris che alzò le spalle, mi alzai per andare in bagno, “Nicole, è quasi finito” disse Chris, “ah” mi misi seduta, ai titoli di coda andai in bagno.

“Che succede?” chiese avvicinandosi, misi i coltelli sul tavolo, “niente, perché?” lo guardai, mi guardò anche lui, “ti ha dato fastidio vedere il bacio?” chiese abbracciandomi da dietro, annuii, “è finto” disse alzando le spalle, “mmm… e come sarebbe un bacio finto? Sentiamo” dissi seria, “vieni qui ti faccio vedere” mi girò, “ti avvicini… e crei una visuale distorta, metti che la telecamera è lì” indicò un punto sul muro, “io ti bacio tra il labbro superiore e il naso, e tu muovi la bocca” disse baciandomi il punto appena detto, “e poi crei il movimento con la testa, se crei l’atmosfera giusta, combini i giusti movimenti nessuno guarderà le bocche” disse ridendo, “e in quel caso io non l’ho neanche sfiorata, perché ho fatto così” disse avvicinandosi di nuovo, baciò l’angolo della bocca sulla guancia, “è inutile che mi spieghi i baci come funzionano… ti sei sempre avvicinato troppo” dissi incrociando le braccia, “ma è per lavoro… io cosa posso farti?” chiese incrociando le braccia davanti a me, “niente… ma almeno evita di prendermi in giro” risposi, “non ti prendo in giro, ti sto spiegando che in realtà era come averla salutata con un bacio sulla guancia” rispose gesticolando, “non mi interessa Chris, mettiti nei miei panni…” dissi continuando ad apparecchiare, “mi ci metto… e darebbe fastidio anche a me, ma non posso evitarlo e l’unica cosa che possa sollevarti è quella che non sono veri baci” rispose accarezzandomi la guancia, “e poi io non alcun interesse quando lo faccio… per me è lavoro. Baciare te è tutt’altro” disse sorridendo, suonarono il citofono, “sì… scendo io” disse Chris, annuii, il pranzo era arrivato, risalì subito.

“Chris, per le ristrutturazioni al negozio quanto pensi che mi verrà a costare?” chiesi vaga, “mah… non so, dipende di materiali quanto vuoi investire” rispose, “devono essere buoni” risposi, “e allora duemila dollari sicuri… poi metti che lo faremo io, tuo padre e Zac… con qualcosa di meno ce la fai” rispose sorridendo, presi i piatti dal tavolo e li portai in cucina seguita da Chris che portò i bicchieri, “come lo dico a Grace?” chiesi, “non la stai tradendo, stai andando per la tua strada ma l’affetto e la stima rimarranno sempre” rispose Chris posando i bicchieri sul marmo della cucina, il citofono suonò tre volte, Chris aprì senza neanche ascoltare chi fosse, “e se è un maniaco?” chiesi mettendo le mani sui fianchi, “e se non lo è?” chiese imitando la mia posizione, suonarono il campanello, “vado io… non sia mai che ti vogliano fare del male, farò scudo con il mio corpo” disse baciandomi, aprì la porta, si sentì un botto sordo, ecco l’avevano ucciso… uscii dalla cucina, “Oddioooooooooooo” Maya mi si buttò addosso, “ciaoooooo” urlai anche io, ci abbracciammo per un po’, “che paura…” disse Chris ridendo, “allora? Ciao amore di zia” mi accarezzò la pancia, “non so ancora nulla se è quello che vuoi sapere” dissi seria, “ma sei scema? C’ero io quando ti ha detto che l’ecografia vera e propria l’avresti fatta dopo il matrimonio” disse ridendo, “ah è vero” dissi ridendo anche io, “mi dileguo perché con due donne non ci rimango” disse ridendo, “bravo” disse Maya passandogli il giacchetto di pelle, “posso andare a lavarmi i denti?” chiese trattenendo una risata, “mmm, sì” glielo concesse Maya, “grazie dell’onore” rispose Chris facendo un inchino, “allora… ce l’hai le chiavi?” chiese, le tirai fuori dalla borsa, “ok… allora andiamo a vedere?” chiese, “sì… vado a lavarmi i denti” risposi, andai in bagno, Chris si stava lavando, lo spostai e presi lo spazzolino, “no… credo tu abbia capito molto male” disse spostandomi, “dai mi devo sbrigare, devo andare al negozio” dissi spostandolo anche io, “guarda… è anche ad altezza tua” mi girò verso la vasca, “pezzo di merda” brontolai aprendo l’acqua della vasca, rise, finimmo di lavare i denti in contemporanea, feci una coda, sistemai il trucco e uscii dal bagno dietro Chris, “pronti contemporaneamente… siete di un altro pianeta” disse ridendo Maya, “amore, qualsiasi cosa chiamami… se torno più tardi io aspettami” disse Chris baciandomi, “va bene, ciao amore” chiuse la porta dietro di sé, “bene andiamo” dissi prendendo borsa, e giacchetto di pelle.

“C’è anche un bar qui vicino” notò Maya, aprii la serranda, Maya aveva portato i fogli per annotare tutto, chiusi la porta alle mie spalle con la chiave, “la porta la facciamo in modo che non si vede dentro, anche le vetrine, la opacizziamo” disse, “sì, ci stavo pensando anche io… e poi invece che lasciare uno spazio aperto al lato parrucchieri e estetista, stavo pensando di mettere la reception in mezzo, lo sgabuzzino e lo spogliatoio ai lati del planning, e mettere due archi che dividono, poi ovviamente non li lasci spogli, metti una tenda… no?” chiesi, “disegna la tua idea” disse dandomi i fogli, disegnai la stanza e come la stavo progettando, “così mi piace...” disse Maya guardando il foglio, “i muri li facciamo di un colore caldo… come un ocra o giallo tenue delicato” dissi, “tranne la zona del ricevimento, dove sarà di un celestino pastello” proseguii, “mi piace… segnalo sul foglio” disse guardandosi in torno, “il pavimento facciamo parquet bianco qui all’entrata, invece nei settori mettiamo un pavimento di marmo beige” dissi scrivendolo sul foglio, “la scrivania della segreteria la facciamo bianca come il pavimento, mettiamo dei divanetti ai lati dell’entrata, dove si può attendere il turno, poi tu avrai un armadio dove mettere le borse delle clienti e i cappotti, o cose simili, e io nelle cabine metterò un armadietto dove poggiare le cose…” dissi, “perfetto” rispose Maya, mi chiamò Grace, “tu prendi un altro foglio e annota quello che faresti tu… vai a vedere anche il bagno, e le altre cose” dissi rispondendo, “pronto” “Nicole… ti ho chiamata per darti una brutta notizia” disse, “che succede?” chiese, “abbiamo poco tempo per trovare un altro lavoro entrambe, mi sono dimenticata di pagare le rate del negozio e ci hanno sfrattate” disse atona, “ecco vedi Grace… volevo parlarti di questo” dissi prendendo fiato, “mi sto mettendo in società con Maya, apriremo un centro estetico e parrucchiere… se vuoi a noi serve una segretaria” dissi, “ne sarei molto lieta… almeno mi farai vedere ancora il tuo bambino” disse felice, “te l’avrei fatto vedere lo stesso” risposi, “va bene… dimmi dove devo venire per portarti la liquidazione” disse, “ci vediamo con calma non ti preoccupare” risposi, “va bene… ci sentiamo domani allora” disse ritrovando la felicità, “a domani” attaccai, “trovata anche la segretaria” dissi felice, “chi?” chiese Maya, “Grace… chi meglio di lei?” chiesi, “nessuno” rispose, “il bagno io lo farei sui toni del pesca” disse scrivendo, “va cambiato tutto in bagno” dissi, “direi proprio di sì” rispose, “allora… lo stanzino dove ci cambieremo lo facciamo tutto bianco, mettiamo un armadio bello grande dove possiamo mettere le cose tanto ci entra, e una cassettiera dove ci mettiamo le divise pulite” disse guardando dentro, “Maya, hai già intenzione di portare qui metà del tuo armadio?” chiesi ridendo, “no… scherzi?” rise, “comunque lo sgabuzzino lo facciamo in bianco semplice e mettiamo scaffali alti” dissi aprendo la porta, annuì, “poi la parte per parrucchieri ho immaginato il tutto con i specchi e mobili bianchi, ad ogni postazione una mensola, un sostegno per il phon e prese elettriche per piastre e robe varie” disse indicando le postazioni, le scrisse sul foglio, “poi le poltrone dei lavandini, i lavandini e tutto il resto saranno bianchi, con un grande mobile dietro così posso tenerci gli asciugamani e i shampoo, creme, trattamenti a portata di mano… e poi la postazione trucco sempre sul bianco… che ne pensi?” chiese, “le poltrone non le fare bianche, se ti casca la tinta bisogna ricomprarle” spiegai, “nere?” chiese, “anche marroni, visto che è tutto sui toni caldi, nero stonerebbe un po’ se le fai marroni riprende il giallo chiaro dei muri e il beige del pavimento” spiegai, “mmm va bene…” disegnò sul foglio anche quello, andammo dalla parte dell’estetica, “allora lettini in legno, con lo scalda lettino bianco, le copertine per le clienti le dobbiamo trovare marroncine, poi un tappeto marrone da mettere sotto al lettino, i lavandini bianchi, nelle cabine dove si fanno i trattamenti si metterà i moderatore per fare la luce o soffusa o accesa” spiegai, “poi mettiamo un sistema di aereazione in tutto il centro estetico sempre su un certo tipo di temperatura, evitando che faccia o troppo caldo o troppo freddo” dissi mentre Maya prendeva appunti, “la postazione per le mani è bianca, dietro ci sarà un mobile fatto a mensole dove ci sarà la sterilizzatrice, e gli altri strumenti che servono, alla pedicure identica cosa, mentre per le cabine delle lampade direi che possiamo anche mettere una sola mensola con le varie protezioni e un mobiletto in basso per posare le cose…” dissi, “perfetto… ha preso forma un bellissimo centro estetico” disse guardandosi in torno, “bene, adesso sai che dobbiamo fare?” chiesi, “no…” rispose, “trovare una marca da utilizzare” dissi, “e i permessi” disse, “ce li abbiamo… era un centro estetico e parrucchiere prima” spiegai come era evidente che fosse, “mmm capisco…” rispose, “perciò, è fatta… manca poco” disse felice, annuii, uscimmo fuori, chiudemmo tutto, e andammo a fare una passeggiata per negozi.

Trovammo una famiglia seduta su una panchina, la madre era triste, e il padre rispondeva spesso male alla moglie, “Smettila, ti ho portato su un palmo per tutta la vita, e tu che fai? Mi tratti a pesci in faccia perché eri troppo piccola quando ti sei sposata? L’hai voluto tu” sbottò l’uomo, rimasi immobile, era così che ci saremmo ritrovati io e Chris? Mi prese il panico, diventai silenziosa tutto a un tratto, “che c’è?” chiese Maya, “ti dispiace se vado a casa? Non mi sto sentendo molto bene, devo sdraiarmi un po’” mentii, “va bene, ci vediamo alle otto?” chiese, annuii, salii in macchina e guidai fino a casa, parcheggiai e salii.

Non lo lascio, ma una pausa la devo prendere… non posso sopportare questo peso, devo stare un po’ sola. Lo chiamai, “ei… che succede?” chiese, mi si strinse il cuore, “Chris, sono a casa, quando puoi vieni, ti devo parlare” dissi attaccando, mi misi seduta sul letto per non so quanto tempo.

“Dove stai?” chiese dalla porta, rimasi in silenzio, cominciai a piangere nel sentirlo avvicinarsi, “prendo le mie cose, o tu prendi le tue… non dormirò con te stanotte” dissi senza guardarlo, “che è successo?” chiese sedendosi, “non lo so… non lo so… chiamami vigliacca, chiamami come vuoi, ma non so se sono pronta a tutto questo… voglio una pausa” sussurrai, “cosa?” chiese tra il confuso e il ferito, “scusami… io ti amo te lo giuro, ma non so se tutto questo è ciò che voglio” dissi tra le lacrime, annuì, “scusa” sussurrai toccandogli il braccio, “no… anche se finirà quello è mio… e tu sarai sempre la mia migliore amica” disse abbracciandomi, annuii tra le sue braccia, “non ne parliamo con nessuno va bene?” chiesi incrociando i suoi occhi, mi guardò, “lo vuoi davvero?” chiese, “non lo so… sto andando nel panico…” sussurrai, “facciamo così… oggi stiamo lontani, stasera dormiremo a letti divisi, dormirò di là… e domani mattina mi dirai se è cambiato qualcosa” disse tranquillo, ma si vedeva che l’avevo ferito, “Chris…” sussurrai, mi accarezzò la guancia, “non preoccuparti” disse tranquillo, mi misi seduta sul letto, “vai…” dissi girando lo sguardo fuori alla porta, se ne andò lasciandomi un bacio sulla guancia, rimasi immobile sentendo i suoi passi farsi sempre più leggeri.

Maya

Non vengo. Non mi sento bene e preferisco stare a casa.

Non posso di certo costringerti…

Nel caso dovessi sentirti meglio siamo al ristorante del tuo compleanno.

Misi il telefono sul letto, lasciai che la disperazione cadesse su di me come mai prima d’ora, mi sdraiai sul letto tra le lacrime, non riuscii a smettere. Non capivo cosa non andava in me, lo amavo, lui mi amava, stavamo per sposarci, un bambino in arrivo… non mi faceva mancare nulla e l’ho lasciato per paura di diventare come una coppia incrociata per strada… Mi odiai, misi una felpa di Chris e un pantalone della tuta, uscii fuori al balcone, presi una sigaretta, “non mi odiare anche tu… ma ne ho bisogno” dissi alla pancia fra le lacrime, mi misi seduta a terra, la accesi guardando il panorama, non potei evitare di pensare a me e Chris guardare il tramonto mentre si delineavano le due linee sul test, e la sigaretta, mi ricordò di Chris, di come era iniziata la nostra storia, il bacio, i suoi occhi, spensi la sigaretta, lo guardai da sola il tramonto sul mare, era la cosa più triste che avessi mai visto, e mi accorsi che non c’era nulla di affascinante nel guardare il sole lasciare lo spazio al buio, tutto perdeva importanza e fascino difronte all’assenza di Chris, guardai il cellulare, nessuna chiamata, nessun messaggio… Dodger era con Lisa, nessun segno della sua presenza, guardai New York, anche lei perse di fascino, avrei voluto solo che questa notte passasse veloce, dirgli che lo amavo e che avevo sbagliato a dire di non sapere se starci insieme o no… avrei voluto dirgli che tutto ricorda lui, e che lui è insostituibile… in tutto. Avrei voluto dirgli che non riuscivo a respirare senza sapere che lui sarebbe stato con me ancora, che non è vero che sono forte, che non troverò mai un modo per poter essere felice di nuovo… mi sentii morire, lui era andato via. La notte ormai aveva vinto sul giorno, in tutti i sensi. Andai in camera da letto di nuovo, mi sdraiai di nuovo sul letto lasciandomi andare alle lacrime, mi addormentai.

Mi svegliai di soprassalto, guardai l’ora, 5.30 del mattino, mi alzai dal letto, andai a vedere se Chris era tornato, no… tutto vuoto… sentii il bagno ma anche lì zero, non si mosse nulla, sentii i passi da fuori di casa, corsi in camera da letto, mi misi nel letto fingendo di dormire, entrò cercando di fare il meno rumore possibile, lo sentii entrare in camera da letto, mi concessi di aprire un occhio per godere della sua bellezza, si mise seduto sul letto, mi guardò, non si accorse di niente, ma lo richiusi, “chissà perché hai pensato di doverti tirare indietro…” sussurrò accarezzandomi i capelli, tirò su il naso, “se ho fatto qualcosa di sbagliato…” tirò su di nuovo, stava piangendo, strinsi forte la carne delle gambe, non potevo parlare ora con lui, doveva riposarsi, “buonanotte” disse alzandosi, lo sentii camminare fino alla camera degli ospiti, lo sentii togliersi i pantaloni e la maglietta e buttarli a terra, mi alzai, mi poggiai sullo stipite della porta della camera dove avrebbe dormito, si girò mettendosi paura nel vedermi lì, avevo le braccia incrociate, “che c’è?” chiese asciugandosi gli occhi, “ti sembra ora di tornare?” chiesi con la voce spezzata, “ti preoccupi?” chiese acido, aveva ragione, dovevo incassare, “sì… cazzo, mi sono preoccupata, senti dormi… domani mattina parliamo” sussurrai, “no, Nicole, no… è già mattina, ti rendi conto? Se io vado a dormire così, io impazzisco… capisci? Io impazzisco… io non ce la faccio, te lo giuro Nicole, dimmi solo se hai intenzione di lasciarmi, non mi interessano le spiegazioni, non mi interessa niente di ciò che è successo e ti ha spinto a fare questo, io ho bisogno solo di sapere se hai intenzione di lasciarmi… perché io senno mi sento male… capisci?” la sua voce tremò lasciando andare le lacrime, “non piangere, amore mio, per favore” gli asciugai le lacrime, “è finita?” chiese a me, “no…” risposi scuotendo la testa, si buttò seduto sul letto, mi misi in ginocchio sotto di lui, “e allora… che cosa…” chiese alzando lo sguardo, accesi la luce, “non riuscirei mai ad essere felice come lo sono con te… e non riuscirei mai a perdonarmi di averti perso, e non è vero che sono forte Chris, tu sei forte, io sono solo una maschera, io ho paura… ecco… te l’ho detto, ho paura di rimanere incastrata in una vita che non voglio…” dissi tutto d’un fiato, “c’è possibilità che con me, e nostro figlio sia la vita che non vuoi?” chiese arrabbiato, “no… Chris, dico solo che ho paura di svegliarmi una mattina e accorgermi che non ho fatto abbastanza per dedicarmi a te e a nostro figlio” risposi tranquillamente, uscì dalla stanza, “dove vai?” chiesi, “fuori al balcone, mi serve una boccata d’aria” disse aprendo la finestra, lo seguii, “no, Nicole… non ci voglio stare con una persona che ha paura di non aver fatto abbastanza stando con me, perché vuol dire che si sente stretta, io non ti ho mai imposto nulla Nicole, mai… ti ho dato la facoltà di scegliere persino se rimanere a New York dopo che non trovavi lavori decenti, ti ho fatto scegliere di vivere le tue esperienze e non farmi avanti quando eri troppo piccola, per darti modo proprio in questo… capire chi eri nel mondo, ti ho fatto avere tutto ciò che una ragazza desidera… ero con te quando piangevi per qualcun altro, ero con te quando piangevi per me e non lo sapevo che fosse per me, ero con te quando tutti se ne andavano, ma non ti ho imposto proprio niente… persino la mia presenza per quanto possa farmi male non la impongo, per te è facoltativa… se la vuoi ci sarà se non la vorrai non ci sarà.” Rispose infuriato, “Chris… non è questo quello che sto dicendo” dissi seria, “e cosa Nicole? C’è un altro? Tutte le belle parole di questa mattina dove sono? Giuro non ti lascerò mai” urlò, era disperato, lo avevo ferito nel profondo, “Perché non ti sto lasciando, Cristo santo!” urlai anche io, “e cosa stai facendo? Non mi stai lasciando? E allora dimmi che vuol dire non dormiremo insieme… e tutte le altre cose che hai detto prima?” urlò di nuovo, “Chris! Calmati” urlai, “no… non mi calmo, e sai perché? Perché sono stato troppo calmo prima a dirti stai tranquilla, con una mano mi accarezzavi, con l’altra mi uccidevi senza pietà” urlò, “mi dispiace di averti ferito, ma non capisci che per me è tutto così più grande di me?” urlai facendo uscire le lacrime, “perché pensi che io abbia matrimoni o abbia messo incinta tutte queste ragazze? Nicole sono spaventato quanto te… lo capisci? Anche io ho paura proprio come te, ma se mi dovessi lasciar andare ogni volta che il terrore di non essere adatto prende il sopravvento adesso ero scappato probabilmente in Europa” disse urlando, “tu sei fatto così, io ho mille dubbi, mille ansie… mille paure” urlai avvicinandosi a lui, “sei consapevole che non sei l’unica donna incinta al mondo? Nicole quello è mio figlio o mia figlia, ma è comunque qualcosa di anche mio… scusa se non me la sento di dirti nostro… penso che tu sei un’egocentrica, una pazza, una destabilizzata” urlò avvicinandosi anche lui, “ah bene… ciao” dissi girandomi di spalle, mi prese per il braccio, “non te ne andare” disse tirandomi verso di lui, “Christopher è evidente, non siamo fatti per stare insieme, organizziamo il meglio per crescere nostro figlio, perché indipendentemente se funzioni o no è nostro figlio” dissi urlando, “Nicole, noi siamo fatti per stare insieme… tu e io non potremmo stare con nessun altro” disse guardandomi negli occhi, spostai lo sguardo, non volevo che i suoi occhi mi incantassero, “Non capisci? Non siamo fatti per nessuno… ora l’egocentrica va a letto” dissi incrociando le braccia, mi girai e camminai, lo sentii correre, mi si mise davanti, “guarda” disse indicando il cielo, l’alba stava facendo capolino tra i palazzi, “molto bella… buonanotte” dissi girandomi di nuovo, mi afferrò la mano girandomi verso di lui, un bacio caldo mi travolse, perché non l’ha fatto prima? Mi baciò a lungo e dolcemente, prese il mio viso tra le sue mani, “basta… per favore… siamo fatti per tutto questo… ma non litighiamo più, le paure? Parliamone, se vuoi starò tutte le notti ad ascoltare le tue paure… ma smettila di lasciarmi… ho avuto una giornata di merda per questo… e dire che era iniziata benissimo” disse stringendomi, “Chris…” affondai la testa sul suo petto, “è tutto ok… sei qui, e io sono qui… ti amo più di prima se è questo che vuoi sapere” mi alzò il mento e mi baciò, “dovevo dirti un mare di cose… e non ti ho detto nulla” sussurrai, “che dovevi dirmi? Ti ascolto” disse accarezzandomi la guancia, “avrei voluto dirti che ti amo, e che ho sbagliato a dirti di non sapere se stare insieme a te, che tutto ricorda te, che sei insostituibile… in tutto, che non potevo respirare senza sapere se tu saresti tornato a stare con me ancora, che non sono per niente forte, che mi sentivo morire senza di te nella mia vita, e che ormai era diventato tutto buio senza di te…” sussurrai, “ho provato le stesse cose… Misto anche a un senso di delusione” fece spallucce, ci mettemmo seduti a terra a guardare l’alba, mise la mano sulla mia pancia e la accarezzò, “quando nasce? Io lo voglio conoscere” disse guardandomi negli occhi, i suoi occhi dal pianto erano diventati ancora più chiari, “anche io lo voglio conoscere” sorrisi, la sua mano era così calda, mi rivenne in mente l’immagine di come ci eravamo addormentati con Miles, di come lo ha lavato, come ci ha giocato, come teneva la sua manina… sentii una fitta sotto lo sterno, “che c’è?” chiese Chris guardandomi preoccupato, “non lo so… ma una fitta qui” indicai il punto, mi stava togliendo il fiato, “vuoi andare in ospedale?” chiese, “no… se non mi passa andiamo” risposi baciandolo, mi prese in braccio, “so camminare, Chris” brontolai, “zitta cinque minuti” rispose mettendomi a letto, fece il giro e si mise affianco a me, solo in quel momento mi accorsi che era uscito fuori al balcone con i boxer e nient’altro, “Chris…” indicai il suo corpo, “sì… sono uscito nudo, lo so” disse ridendo, si sdraiò affianco a me, “ah…” sorrisi mordendomi il labbro, “vuoi seriamente?” chiese ridendo, annuii, mi baciò passando la mano sulle mie gambe, le aprì di scatto infilando la mano dentro i pantaloni, spostò la brasiliana e mosse la mano, ansimai, le sue labbra si spostarono sulla mia clavicola, allungai la mano verso di lui e abbassai i boxer, mi tirò giù i pantaloni e aprì la sua felpa che avevo indossato lasciando spazio al seno nudo, lo accarezzò, si mise sopra di me ed entrò, cominciammo a muoverci all’unisono, affondai le unghie sulla sua pelle, sentirlo ansimare era una musica dolce, venimmo insieme, si buttò con la testa sul mio seno.

“E adesso dormiamo?” chiese, guardai l’ora, 7.30, “metti la sveglia però” dissi, “devi fare qualcosa?” chiese, “dobbiamo andare a fare i lavori al negozio no?” chiesi, “giusto… però andiamo per le sei, sette” disse spostandosi, si mise al suo lato del letto stringendomi, “prima” risposi, “cinque?” chiese, annuii, “bene… la sveglia la metto a mezzogiorno” rispose accarezzandomi la testa, “va bene” risposi abbracciandolo, ci addormentammo di sasso.

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Capitolo 17
*** Avevi fatto un patto con me. ***


Capitolo 17
Sentii il cellulare squillare, aprii gli occhi lentamente vidi che Chris non era a letto, ma c'era un bigliettino al suo posto.

Sono andato a correre. Quando ti svegli chiamami.

Guardai il cellulare, sul display imperava la scritta India. "Pronto" risposi assonnata, "Nicole... un casino..." annunciò con voce tremante, "che succede?" mi svegliai immediatamente, "sono stata licenziata... Nicole posso venire da te? Non voglio vedere nessun altro" disse tra le lacrime, "ti aspetto" dissi alzandomi dal letto, corsi in bagno in preda alla nausea, vidi Chris davanti a me, "buongiorno" disse sorridendo, "aiutami" dissi posando la testa contro il muro, "che succede?" chiese preoccupato, "mi sto sentendo seriamente male" sentii la testa girare a mille, vedevo tutto sfocato con puntini neri. "Siediti" disse accompagnandomi sulla tazza, "Chris..." la mia voce uscì in un flebile sussurro, "sta venendo mia sorella... aprile tu... io rimango qui" sussurrai di nuovo forzandomi, "le mando un messaggio" disse scrivendo veloce poi mi prese fra le sue braccia e mi portò in cucina posandomi su una sedia, spalancò la finestra, "che è successo?" chiese India correndo, "niente... non metterle pressione" disse Chris tranquillo mentre mescolava acqua e zucchero in un bicchiere, "te la sei misurata la pressione?" chiese preoccupata, la guardai male, "capito..." disse alzando le mani in segno di resa, "tieni..." Chris mi porse il bicchiere, cercai di non assaporare e mandai giù. "Come stai?" chiese India, annuii, "meglio?" chiese Chris accarezzandomi i capelli, annuii, "amore di zia... no si fa così eh..." mi toccò la pancia ridendo, Chris la guardò ridendo, "senti, ma tu devi andare a lavorare?" chiese guardandomi, "sì, apriamo oggi" dissi riacquistando l'uso della parola, "posso venire con te?" chiese con gli occhioni, annuii, "dai... ti accompagno a fare la doccia" disse aiutandomi ad alzarmi, "ce la faccio, tranquilla" dissi sorridendo, "ti preparo la colazione" disse Chris mentre mi allontanavo, "grazie" risposi facendogli l'occhiolino. Entrai in bagno seguita da India. "Ce la faccio" tuonai, "sì, però fai la doccia con la cabina aperta" disse sedendosi sulla tazza, la guardai in cagnesco senza successo, mi spogliai entrando in doccia, "perchè ti hanno licenziata?" chiesi sotto il getto d'acqua, "perchè sono tatuata" scrollò le spalle, "dopo sei anni se ne sono accorte? Sveglie" dissi ridendo, "non è neanche a vista... è sulla spalla" disse delusa, "senti, io devo assumere un'estetista... io per adesso non ce la faccio a lavorare come nella norma, ma il negozio deve ingranare... fin quando non sistemerò le cose con il bambino e tutto quanto... perciò vuoi lavorare con me?" chiesi uscendo dalla doccia e entrando nell'accappatoio, avvolsi i capelli nel turbante dell'asciugamano e uscii dal bagno andando in cucina, "sì..." rispose dopo averci pensato, "ottimo, inizi oggi" dissi addentando le fette biscottate con la marmellata sul tavolo, "l'hai fatto tu?" chiese a Chris e lui annuì guardandomi, "mi regali un Chris anche a me per Natale?" chiese ridendo, "se vuoi a gennaio ti dò un Chris Junior" dissi ridendo, "nasce a gennaio?" chiese entusiasta, "se tutto va bene il 12 gennaio scade il tempo..." risposi sorseggiando il latte caldo, "perciò potrebbe nascere il giorno del mio compleanno" disse felice, "mmm... due India... spero vivamente che non sia come te" scherzò Chris scompigliandole i capelli corvini e perfetti, "ti uccido... anzi no, solo perchè sei il marito di mia sorella" disse ridendo, "e perchè eri cotta di lui" risposi facendola arrossire, "c'era proprio bisogno?" chiese imbarazzata, "oh, te l'ho rinfaccerò a vita che eri cotta di mio marito" dissi alzandomi, "non era tuo marito all'epoca..." disse discolpandosi, "teoricamente non lo sono neanche ora" disse ridendo Chris, "mancano due giorni... e sei un semipapà..." rispose India ridendo, "giustamente" disse ridendo, "bene... mi vado a vestire" annunciai, "Nicole" mi chiamò Chris, mi girai, "ti ho comprato delle cose" disse indicando una busta, "ti odio lo sai?" chiesi avvicinandomi a lui, "sono uscito questa mattina e quel negozio mi diceva compra qualcosa per lei... e l'ho fatto" disse ridendo, lo baciai sentendo le sue mani cingermi i fianchi, "ehm... ci sono ancora io" si schiarì la voce India, "vediamo cosa hai comprato" dissi aprendo la busta, un tubino nero, un jeans chiaro, dei stivaletti cuoio, una camicia bianca, una polo bianca, una giacca elegante, un vestito corto con le maniche a tre quarti in pizzo blu e un paio di Vans bianche, il colore che mi mancava per completare la collezione, "ti piacciono? Se no le andiamo a cambiare le cose" disse avvicinandosi, "ma è tutto bellissimo... non dovevi" dissi seria, "a volte basta un grazie lo sai?" chiese abbracciandomi da dietro, "come sapevi delle Vans bianche?" chiesi curiosa, "le uniche che non ti ho mai visto ai piedi" spiegò appoggiando il mento sulla mia spalla, "sei il migliore lo sai?" chiesi abbracciandolo, "me lo dicono spesso..." si finse vanitoso, "idiota" risposi dandogli una spinta lieve sulla spalla, "vai a vestirti" disse baciandomi la tempia, "pregherò... pregherò per l'apparizione nella mia vita di un uomo che mi ami come lui ama te" disse India seguendomi, "lo troverai" dissi sedendomi sul letto, "non ha amici single?" chiese sedendosi affianco a me, "sì... ma non è tuo tipo" dissi scrollando le spalle, "dimmi il nome, lo cerco su facebook" disse seria, "Chris... te la prendi?" urlai alla stanza accanto, "no... è la tua di sorella" rispose, lo sentii mettere apposto in cucina, "neanche lui ti vuole... e lui accetta tutti eh" dissi ridendo, "che simpatica" disse ridendo, "come si chiama?" mi incalzò di nuovo, "Sebastian" risposi prendendo l'intimo dal cassetto, "cognome?" chiese curiosa, "oddio... mi stai assillando..." dissi ridendo, "mi sento tanto solaaaaaaaaa" disse sdraiandosi su di me, "e ciò mi dovrebbe importare?" chiesi ridendo mentre la alzavo da sopra di me, "sì... sono tua sorella... un po' di compassione" disse ridendo mentre si alzava, "non farò stranamore, ne tantomeno Hitch... trovatelo" dissi prendendo i vestiti che mi aveva comprato Chris, provai il tubino, mi stava d'incanto ma non andava bene per andare a lavoro, il vestito con la manica a tre quarti in pizzo... troppo romantico, ma bellissimo. Optai per il jeans e la camicia bianca, misi i stivali, e andai in bagno mettendomi a testa in giù asciugai i capelli e li piastrai. "Ti pregooooo" era ancora seduta sul letto quando tornai, "ma ti prego cosa? Lo vedrai al matrimonio... se saranno rose fioriranno" dissi prendendo la i trucchi, "dai... Nicki... non ti costa nulla" disse sdraiandosi, "mi stai stressando l'anima... sei licenziata" dissi ridendo mentre mettevo il fondotinta, "anche tu ora mi licenzi? Ho battuto ogni record, licenziata due volte in un giorno" rise, "lo vedrai questa sera alla cena che ha organizzato Maya per il negozio e... se non vi parlerete vi presenterò... più di questo ti farei passare per una disperata, siccome sei una bellissima ragazza dai grandi occhioni e dalle labbra rosee e carnose finiscila di assillarmi" dissi mettendo il mascara, "va bene... davvero sono bella?" chiese guardandomi, "no, fai schifo" risposi secca, "dai..." si lamentò, "certo che sei bella... ora mi lasci in pace?" chiesi sorridendo, scelsi un rossetto sul rosso mat, "come siamo belle" disse guardandomi, "ti piaccio?" chiesi fingendomi vamp mentre mettevo i trucchi al loro posto, "sì..." sorrise.
"Chris, io sto uscendo, quando vuoi venire a farti le sopracciglia... ah e poi chiama Zac" dissi mettendo il telefono nella tasca dietro dei pantaloni, "amore... non ti riconosco neanche" disse sorridendo, "professionale?" chiesi avvicinandomi a lui che annuì, "comunque vado a ritirare le fedi e il vestito con Zac e poi vengo" disse baciandomi, "va bene... ci vediamo dopo" lo baciai di nuovo, presi la borsa e le chiavi della macchina e uscii di casa.
Arrivai al negozio in perfetto orario, Maya era arrivata da cinque minuti, Grace arrivò insieme a me, "vi presento una collega" dissi indicando India, "benvenuta nel club" la abbracciò Maya, "e tu? Questo look?" chiese Grace guardandomi, "frutto dei regali di Chris..." risposi sedendomi sul divanetto, "ci piace" disse Maya alzando il pollice, "comunque... cambiamoci, anche se non lavoriamo oggi... almeno facciamo vedere che siamo professionali" disse Maya andando nello spogliatoio, la seguimmo io e India mettendoci le divise, "perchè mi sta bene e non piccola?" chiese India, "perchè è di Maya" dissi ridendo, "aaah... quindi sono tutte e tre uguali le divise" disse sorridendo, annuii, andammo in una cabina per i trattamenti sedendoci tutte e tre sul lettino, "e quindi questa pigmea si sposa" disse Maya accarezzandomi la gamba, "e diventa mamma" disse India dando una leggera botta con la spalla sulla mia, sorrisi. "Salve... c'è l'estetista?" chiese una voce famigliare, "Sì" rispose Grace, "me la può chiamare?" chiese la voce, cercai di capire chi fosse, poi come un razzo corsi all'ingresso, un ragazzo alto dai lunghi capelli neri e dalla barba folta mi guardò con gli occhi verdi smeraldo, le labbra carnose si schiusero in un sorriso euforico, "Dylan" urlai abbracciandolo, "ciao Nicki" mi strinse, "come sapevi che ero qui?" chiesi sorridendo, "so sempre dove sei... non è vero ho chiesto a Zac... Maya?" chiese guardandosi intorno, arrivò e si salutarono tranquillamente, "ieri sera siamo andati a mangiare una pizza noi... tu non rispondevi e neanche Chris" disse incrociando le braccia, "eravamo presi a combattere contro un ragno enorme" risposi scrollando le spalle, "ah... stavate insieme" disse serio, "sì... perchè?" chiesi, "infatti, non mi stupisce... allora? Che dici?" chiese sorridendo, "mah niente... il 10 giugno sei invitato a un matrimonio" dissi porgendogli l'invito (o le partecipazioni, come si vuol intendere), che avevo nella borsa, "tu e...?" guardò la scritta sul foglio e poi mi guardò misto tra il deluso e l'arrabbiato, "Chris" mi guardò negli occhi, rimasi in silenzio non capendo cosa stesse succedendo, annuii senza riuscire a trovare parole, "e... da quanto state insieme?" chiese annuendo, "non da tanto" risposi imbarazzata, non capivo cosa gli prendesse, "capisco..." mi guardò fisso, "senti ora devo andare... ci vediamo dopo alla cena che ha organizzato Maya" disse uscendo, rimasi impietrita, "se non te ne sei accorta... è stato palesemente ferito dalla notizia" disse Grace avvicinandosi a me, "ci ero arrivata" dissi secca andando a sedermi al tavolo per la manicure, "vuoi parlarne?" chiese Maya, "no..." risposi alzandomi, presi una lima e cominciai a limarmi le unghie, "posso?" chiese indicando la lima, gliela passai con le lacrime agli occhi, "se ti può consolare tu non c'entri niente... ce l'ha con Chris" spiegò, "perchè?" chiesi, "perchè aveva fatto un patto con lui prima che partisse per l'India, nessuno dei due ci avrebbe provato con te per non rovinare l'amicizia tra di loro..." mi guardò negli occhi, "ho rovinato la loro amicizia?" chiesi sentendo un blocco in gola, "no... in realtà era chiaro da sempre che Chris non avrebbe potuto nasconderlo ancora per molto, e poi Dylan era partito per l'India e io a Chris l'ho esortato a farsi avanti con te... perchè siete destinati da chissà cosa voi due... non mi stupirei se si scoprisse che in realtà siete dotati di poteri sovrannaturali e che c'è qualche forza superiore a legarvi" disse sorridendo mentre mi limava l'unghia, "tu stai tranquilla... parlerà con Chris... si calmeranno" disse accarezzandomi la guancia, "vuoi vedere la tinta che ho preso per te? Il colore è chiarissimo... ed è una tinta per donne in stato interessante...." disse alzandosi, "grazie" sussurrai, "di cosa?" chiese guardandomi confusa, "di essere la mia migliore amica" la abbracciai forte, "piccola" sussurrò al mio orecchio, "Nicole?" chiese Chris, "fai finta di non sapere niente" sussurrò Maya, annuii, "ciao amore" lo baciai, "me le fai al volo? Così poi vado a ritirare i documenti all'angenzia di viaggi e a saldare le varie cose" disse seguendomi in cabina, "ho visto Dylan" dissi, "ah è tornato?" chiese cercando di nascondere l'espressione di colpevolezza, "sì... è passato a salutarmi perchè ieri voleva andare a cena con noi e Zac e Maya... ma non abbiamo risposto nessuno dei due" dissi incurante, "a dire il vero non mi è arrivata la chiamata" rispose guardando il cellulare, "neanche a me..." risposi guardandolo togliersi la maglietta, "e allora neanche ci avrà chiamato" disse sdraiandosi sul lettino, "era necessario?" chiesi indicando il petto, "ti da fastidio?" chiese alzando il sopracciglio, "abbassalo... dai, se indurisci il muscolo non ci riesco" dissi seria, "detto così..." rise, "ragazzi si sente tutto" disse Grace ridendo, "se mi fai male ti faccio vedere a casa" mi minacciò ridendo, "Chris se non ti stai zitto ti faccio la barba con la cera" dissi ridendo, "non ci provare" rispose mettendo le mani sulla barba, "non mi sfidare" dissi concentrandomi a fare le sopracciglia, mi tolse il pettinino per sistemare le sopracciglia, "me lo dai?" chiesi indicandolo, "si sente ancora tutto" annunciò Maya ridendo anche lei, "effettivamente Nicole... non era una bella affermazione" disse Chris ridendo, "dai però ridammelo..." dissi prendendo la sua mano, "ancora... non è carina come frase" disse ridendo, "ma che state facendo?" chiese India aprendo la porta della cabina, "ah..." richiuse subito, "stanno litigando per un pettinino" disse ridendo, "ciao" salutò Scott, "aia, porca miseria Nicole" si lamentò Chris perchè gli avevo tirato un pelo della barba con la pinzetta, "ma che stanno facendo?" chiese Scott ridendo, "le sopracciglia" specificai, "Chris dai, sbrigati... non ho tutta la mattina" dissi spostandogli la mano, "no, non è il primo doppio senso che si sente... tranquillo" spiegò Maya, "pancionaaaaaaaa" urlò Maya, "ciaoooo" urlò Amanda, finii le sopracciglia a Chris e corsi da Amanda, "oddio... ma è esplosa" dissi guardando la pancia gonfia, "bhe oddio... tra un giorno entro al terzo mese" disse guardandoci, Chris arrivò all'ingresso con la maglietta in mano mentre se la metteva, "ciao Chris" lo salutò concentrandosi di nuovo su di noi, "due femminucce" disse facendo il segno che sarà tosta, "contento Ryan immagino" disse Chris mettendosi gli occhiali da sole, "non c'è il sole..." dissi puntandogli il dito sotto alla costola, lo vidi saltare, "sto andando via... stupida" mi sciolse la coda, "mamma mia... vattene" dissi spingendolo, "è amore..." rise Scott seguendolo fuori, "me lo dai un bacio?" chiese sulla porta, mi avvicinai a lui e mi strise a sé lasciandomi un bacio dolce sulle labbra, "ci vediamo fra un po'... ah, ha detto mia madre se riesci a trovare posto tra oggi e domani per tutte le femmine della mia famiglia" disse ridendo, "anche le sopracciglia per me" disse Scott, "tu Scott quando vieni senza Chris te le faccio..." scherzai, "adesso se vuoi te le posso fare" dissi facendomi di nuovo la coda, "sì, grazie" disse seguendomi in cabina, "non le fare fine eh" disse mentre entrava in cabina, "non fare tuo fratello due... per favore" dissi ridendo, "che vuoi da me?" chiese Chris affacciandosi, "che ti levi gli occhiali, tipo da spiaggia" dissi ridendo mentre entravo in cabina. Feci le sopracciglia a Scott e poi uscii dalla cabina. "Finito?" chiese Chris, "mica è lagnoso come te" risposi dandogli un cazzotto sulla spalla, mi feci male io. "Mi succedeva quando ero stupido" disse ridendo, "mamma mia se non te ne vai guarda" dissi spingendolo, "buongiorno... posso prendere appuntamento per colore, taglio e piega?" chiese una ragazza, "ciao amore" Chris mi baciò e se ne andò. "Quello era..." indicò Chris, "sì" rispose Grace, "ah... Chris Hemsworth è il suo fidanzato?" indicò me, "Non è Chris Hemswort..." risposi prendendo il foglio dell'inventario, "ah... Evans, li confondo sempre" disse ridendo, "come non farlo... sono identici" risposi sarcastica, "vero?" chiese ridendo, "sarcasmo... cosa a lei sconosciuta" borbottai a bassa voce mentre entravo nello sgabuzzino, "domani e dopo domani siamo chiuse per sistemare è una nuova gestione... lunedì alle dieci potrebbe andare bene?" chiese Grace, "va bene" rispose la ragazza, "arrivederci" aggiunse uscendo fuori.
"Mayaa" la chiamai, "che c'è?" chiese, "ci siamo dimenticate di ordinare i rotoli di carta per i lettini" dissi guardando nello sgabuzzino, era l'unica cosa che mancava dell'inventario, "stanno sotto allo scaffale" li indicò, "ah... allora c'è tutto" dissi mettendo la spunta vicino alla scritta dei rotoli, "ottimo" rispose.
"Dove farai la luna di miele?" chiese India, "in qualche posto credo" risposi evasiva, "dai..." mi incalzò Grace, "San Torini" risposi scrollando le spalle, "e dove sta?" mi guardò interrogativa India, "in Grecia" risposi, "oddio... ma è troppo romantico... bene, voi avete un sosia di Chris da presentarmi?" chiese a Grace e Maya, "quanto fuso orario c'è?" chiese Maya, "sette ore" risposi, "e non soffrirai di Jet Leg?" chiese preoccupata, "non mi priverò della luna di miele... starò bene" risposi tranquilla, "capisco... mi fai le unghie?" chiese Maya, "andiamo... Grace vieni anche tu... chiudiamo la porta, tanto è mezzogiorno e mezza andiamo in pausa pranzo un po' prima" dissi chiudendo la porta a chiave.
Feci le unghie a Maya, a India e a Grace, il pomeriggio passò tra clienti sporadiche e chiacchierate fra donne.
"Ci vediamo alle prove tra un'ora" dissi a Maya entrando in macchina, "sì" rispose entrando anche lei, "ti accompagno a casa tua?" chiesi, "no accompagnami alla tua... ho la macchina lì" disse India, guidai verso casa mia mentre alla radio suonava One di Robbie Williams, "perchè sorridi così?" chiese India, "così?" chiesi confusa, "stai sorridendo come se questa canzone avesse un significato particolare" disse guardandomi, "ce l'ha" risposi scrollando le spalle, "te l'ha dedicata?" chiese girando il busto verso di me, annuii, "quando?" chiese guardandomi curiosa, "un po' di tempo fa, non stavamo insieme e stava cercando di farsi avanti con me" risposi guardandola anche io, "wow... e tu non c'eri arrivata?" chiese guardandomi in cagnesco, "no" risposi ridendo, "idiota..." disse girandosi di nuovo verso la strada. Arrivammo a casa. Spensi il motore e staccai le chiavi, "comunque lo ringrazierò a vita" disse India guardando fuori dal finestrino, "chi?" chiesi non capendo, "Chris... sei felice quando sei con lui, e lo meriti, non sono invidiosa verso di te, è solo che il vostro rapporto è così straziante" disse guardandomi, "straziante?" chiesi fingendomi offesa, "sì, non è un rapporto comune" rispose scendendo dalla macchina, scesi anche io chiudendo l'auto, "ci vediamo dopo" disse andando verso la sua macchina, "ah... Nicole" mi chiamò, mi girai verso di lei vedendola correre verso di me, "ti voglio un casino di bene" mi abbracciò forte, "anche io" risposi stringendola, "non ti abituare eh" disse ridendo mentre si staccava, "assolutamente" risposi sorridendole, "allora a dopo" disse prendendo le chiavi nella borsa, "ciao India" la salutai entrando nel portone, "scusi" mi chiamò una signora, "mi dica" risposi cordiale, "lei abita sopra di me" disse acida, "ergo?" chiesi, "non voglio sentire mai più rumori notturni... ieri sera lei era con i tacchi alle tre di notte" disse incrociando le braccia, "signora a meno che non sia sonnambula non ero io... mi dispiace" risposi chiamando l'ascensore, "è lei... lo so perfettamente che è lei" disse acida, "signora... io ieri sera alle tre di notte ero a letto, a dormire... non devo darle giustificazioni ma le giuro che non ero io" risi, "le dico che è lei" disse ancora acida e insistente, "va bene ero io... le prometto che non avrò più atti di sonnambulismo... buona giornata" dissi entrando nell'ascensore, "Nicki" mi chiamò Chris, misi la mano sulla cellula di rilevamento dell'ascensore, "ecco... vede è suo marito lui... mi abitate sopra" disse la signora, "perfetto... arrivederci" dissi schiacciando il tasto con l'undici sopra, "ma che voleva?" chiese Chris, "dice che io alle tre di notte ieri sera avevo i tacchi" dissi scrollando le spalle, "pazza" disse ridendo, "che cos'è?" chiesi indicando una busta che aveva in mano, "ah ti è arrivata a te per posta" disse porgendomi la bustina blu, sembrava di gioielleria, la aprii c'era una scatolina con un richiamo degli angeli e la scritta.

La protezione che non ti ho offerto, la offrirò ai tuoi figli.
La tua mamma.

"E quelle?" indicai buste da lettera bianche tra le sue mani, "queste bollette... le vuoi?" chiese porgendomele, "no, grazie" risposi uscendo dall'ascensore, "ciao" ci salutò il vicino, "ciao" rispondemmo in coro, aprii la porta di casa era in perfetto ordine e profumava di pulito. "Chris... hai pulito tu?" chiesi guardandolo interrogativa, "la mia amante" rispose scrollando le spalle, incrociai le braccia, "mia madre scema" disse chiudendo la porta alle sue spalle, "e perchè?" chiesi infastidita, "perchè è venuta a portare il tuo vestito... non l'ho visto giuro" disse alzando le mani, "e quindi? L'hai fatta pulire Chris?" chiesi mettendo la borsa a terra, "no... lei mi ha detto che voleva aiutarti perchè sapeva che oggi e domani non saresti stata a casa e perciò l'ha fatto volentieri" disse accarezzandomi la nuca, "e tu ovviamente hai detto di sì" dissi sedendomi sul divano, "hai mai provato a dire di no a mia madre quando vuole aiutare?" chiese ridendo, "sì" risposi seria, "l'hai visto lo sguardo ferito che ti fa?" chiese sedendosi affianco a me, "ok... cedo, hai ragione" dissi ridendo, "che giorno è oggi?" chiese guardandomi, "otto giugno" risposi guardando il cellulare, "perchè?" chiesi guardandolo, "segno sul calendario che mi hai dato ragione" disse ridendo, "ma finiscila" lo spinsi dalla spalla, si buttò su di me, "Chris... mi soffochi" dissi cercando di esalare qualche respiro, si era praticamente sdraiato su di me, mi mise la mano sui capelli e strofinò, "mi fai male" mi lamentai ridendo, non si scoraggiò a torturarmi e mi stritolò tra le sue braccia, "aiaaaa dai mi fai male" dissi spingendolo dal petto, "come sei fragilina" disse ridendo, "tra quaranta minuti dobbiamo andare in chiesa" dissi riacquistando aria, "vai... io ti raggiungo" disse sdraiandosi di nuovo su di me, "oddio... Chris" lo richiamai ridendo cercando di spostarlo, "uffa, tu non mi vuoi" disse alzandosi dal divano, "per così poco" risposi alzandomi anche io, "ma oggi è l'ultimo giorno che passiamo insieme da fidanzati" disse guardandomi stupito, annuii, "perciò..." alzò il sopracciglio allusivo, "sì... dopo" dissi ridendo, "mi fai scendere l'eros" disse ridendo mentre mi seguiva in bagno, "torna da Zoe... sicuramente te lo sa riaccendere" dissi sarcastica, "mamma mia, sei fissata eh" disse ridendo, "non è fissa è essere realistici, caro Chris" dissi spogliandomi, "comunque ho proprio dei bei gusti" disse guardandomi, "sì, hai comprato bene" dissi sorridendo, "non ti ho comprata, teoricamente ti ho acquisito per una sorta di cessione da parte di tuo padre" disse ridendo, "stavi parlando di me?" chiesi mentre mi toglievo il reggiseno, "e di chi altro?" chiese concentrandosi sul seno, "Chris, sono qui" dissi agitando la mano davanti al mio viso, "sì... dicevo, parlavo di te, certo" disse sedendosi sulla tazza, "me ne compiaccio" risposi aprendo l'acqua della doccia, legai i capelli velocemente e entrai nella doccia.
Uscii dalla doccia asciugandomi, attaccai la piastra e la posai sul lavandino andando in camera da letto, "cosa mi metto?" parlai da sola, ottimo, aprii l'armadio vedendo il vestito che mi aveva comprato Chris, blu elettrico, maniche a tre quarti in pizzo, scollo a cuore con la gonna svasata, romantico e adatto per andare alle prove del matrimonio, presi le scarpe con il tacco blu elettrico, "ma ce l'hai di tutti i colori le scarpe?" chiese guardandomi Chris ancora bagnato, "ti asciughi?" chiesi girandomi subito dall'altra parte, "ti disturbo?" chiese avvicinandosi, "sì" risposi ridendo, mica scherzavo, "ah sì?" chiese cingendomi la vita con un braccio, mi tirò a sè, "Chris..." sussurrai in preda ai brividi, "ti disturbo?" chiese sorridendomi sulla guancia, "tantissimo" risposi sentendolo avvicinarsi di più e premere con il corpo su di me, "amore... dobbiamo andare" dissi girandomi verso di lui, mi baciò con passione, "dai andiamo" disse staccandosi, si asciugò velocemente e sendosi sul letto mi guardò indossare il vestito, "com'è?" chiesi facendo un giro su me stessa, "sei bellissima" rispose tirandomi a sé, "ma che hai oggi?" chiesi ritrovandomi seduta sulle sue gambe, "cerco di godermi i tuoi occhi a pieno" rispose baciandomi con estrema dolcezza, "perchè?" chiesi guardandolo, "perché domani non li vedrò quasi per niente" disse sdraiandomi sul letto, il telefono di casa cominciò a squillare mi alzai sciogliendomi dall'abbraccio di Chris andando a rispondere, "pronto" risposi, "Nicki, noi siamo arrivati... voi tra quanto siete qui?" chiese Lisa, "tempo che Chris si fa la doccia e arriviamo" dissi mentendo, "va bene... vi aspettiamo" attaccò, "ho guadagnato tempo" dissi tornando in camera da letto, "mmm?" chiese sorridendomi, "molto eloquente" dissi ridendo mentre mi sdraiavo affianco a lui, mi passò un dito sulle labbra dolcemente e poi le baciò con un delicatezza, passò la mano sui miei fianchi e poi sulle gambe, mi tolse il vestito lentamente, e lo fece cadere a terra, sbottonò il reggiseno togliendo anche quello, "potrei abituarmi all'idea che sono più..." disse accarezzando il seno, "perchè normali non ti vanno bene?" chiesi guardandolo in cagnesco, "più che bene... ma così" disse sorridendo, mi baciò di nuovo facendo scivolare la mano sui fianchi facendo scivolare la brasiliana blu, lo imitai facendo scivolare i suoi boxer, entrò dentro di me baciandomi il collo, mi aggrappai alla sua schiena.
"Ora dovremmo sbrigarci" dissi ridendo mentre mi rivestivo, "direi di sì" rispose sedendosi sul letto, si rimise i boxer neri e aprì l'armadio in cerca di qualcosa da mettere, "vado a fare la piastra nel frattempo... mi trucco in macchina" annunciai andando in bagno, mi sbrigai a ripassare la piastra e poi la staccai, spruzzai un po' di profumo e entrai in camera da letto, "wooow" dissi guardando Chris con la camicia e i jeans, "che scarpe metto?" chiese guardandomi indeciso, "le Stan Smith vanno bene... alla fine non sei proprio elegante" dissi porgendogliele, mi sorrise mentre le prendeva, "che ci inventiamo?" chiese guardandomi, "no, adesso tu vai da tua madre e gli dici scusa, abbiamo fatto tardi perchè volevo fare l'amore con la mia ragazza" dissi incrociando le braccia, "guarda che io lo faccio" disse con aria di sfida, "come se non ti conoscessi" risposi ridendo, "perciò?" chiese prendendo un giacchetto per me dall'armadio, "ti stavi facendo la doccia perchè io dovevo lavare i capelli e ci ho messo tanto" risposi scrollando le spalle, "va bene" rispose prendendo il cellulare dal comodino, ci sbrigammo a uscire di casa, salire in macchina e arrivare in chiesa.
"Finalmente" disse Scott guardandoci, "si doveva lavare i capelli... ci mette un'eternità" disse indicandomi, lo guardai scuotendo la testa, stava usando la sua capacità di attore... "eccoli" disse India, "Nicoleeeee" mi chiamò Maya, "dimmi" dissi guardandola, "come si chiama quel posto dove siamo andati a cena al compleanno di Chris l'anno scorso?" chiese, "al Rafele" risposi, "italiano vero?" chiese Amanda, annuii, "ci devo portare Ryan... ma non ero sicura che mi piacesse" disse sorridendo, "capisco... bene dai entriamo" dissi spingendole dentro la chiesa. "Temevo non veniste più" disse il prete, "no... siamo qui, non ti preoccupare" risposi sorridendo.
Provammo la cerimonia, che filò liscia, evitando la piccola sorpresa dei nipoti di Chris...
"Sarà perfetto... sopratutto perchè c'è amore" disse il prete guardandoci, mio padre cominciò a lacrimare come mai prima d'ora, "ci vediamo dopo domani" disse salutandoci con una stretta di mano, "arrivederci" parlammo ancora in coro e guardandoci capimmo che stavamo pensando la stessa cosa, "questo effetto fidanzatini... non va bene, o parlo io o parli tu" dissi ridendo, "esatto" rispose mettendomi un braccio intorno al collo, misi la mano sul suo fianco e camminammo fuori alla chiesa, "andiamo a cena? Mi ha chiamato Scarlett, ha detto che loro sono lì, anche Dylan" disse Maya guardando Chris, "andiamo" rispose andando verso la macchina mano nella mano con me, "seguiamo Zac" disse Chris alle nostre famiglie, che annuirono.
"Perciò è questo?" chiesi indicando un ristorante, "sì..." rispose Chris guardando Dylan, "mi dici che è successo tra te e Dylan?" chiesi cercando di alleggerire il suo peso, "ho fatto un patto con lui due anni fa... nessuno dei due avrebbe sorpassato l'amicizia con te" disse guardandomi, "lui lo sa che stiamo insieme" dissi guardandolo, "lo so, e di certo non avrei fatto finta di non essere il tuo ragazzo... solo che lui non capirà" disse parlandomi più da migliore amica che da fidanzata, "si risolverà tutto... vedrai" dissi abbracciandolo, "speriamo" sussurrò sul mio collo, scendemmo dall'auto e raggiungemmo il gruppo, "Nicoleeeeeeeeeeeee" urlò Sebastian, "Sebastiaaaaan" lo imitai ridendo, "che dici? Sei ancora innamorata di quel tizio?" chiese ridendo mentre indicava Chris che salutava Mark e Robert, "eh sì, dura croce" risposi ridendo, "ciao Nicole" mi salutò Dylan, "ciao" lo salutai con un sorriso, lo guardai dirigersi verso Scott, Shanna e Carly, ma passando vicino a Chris gli diede una spallata senza neanche rivolgere parola, "ma chi è? Perchè odia Chris?" chiese Scarlett, "ciao eh" dissi ridendo, "scusa... è che ho visto come guarda te, e come ha fatto a Chris" disse preoccupata, "prevedo una tempesta" risposi seria, "ma perchè?" chiese Sebastian tenendo ancora il braccio sulle mie spalle, "perchè piacevo a entrambi e avevano fatto il patto che nessuno dei due ci avrebbe provato" spiegai, "oh ma chi è quella?" chiese Sebastian indicando un punto, "mia sorella" risposi ridendo, "India" la chiamai, "dimmi" arrivò da noi, "Sebastian, e Scarlett" presentai i miei amici, "piacere India..." strinse la mano a entrambi, "Nicki ti devo parlare" mi prese per mano Scarlett e ci allontanammo, "ma si piacciono... guardali" disse indicandoli, "a quanto pare sì..." risposi ridendo, "senti ma tua sorella mi ha detto che sta arrivando tua madre" disse tornando seria, "già..." risposi scrollando le spalle, "domani vero?" chiese guardandomi, annuii.
Ci mettemmo seduti al tavolo in una sala solo per noi, ero seduta affianco a Chris e Scarlett con difronte Maya, Zac e Sebastian che non si scollava da India e viceversa, sentii Chris alzarsi, "dove vai?" chiesi, "in bagno" rispose dandomi un bacio sulle labbra, fece il giro del tavolo, continuai a parlare con Scarlett e Maya, ma sentendo un boato ci girammo tutti insieme. "Non te lo permetto cazzo... me l'avevi promesso pezzo di merda" disse Dylan spingendo Chris, "Dylan non davanti a tutti" disse Chris serio, "perchè? Vuoi far vedere ancora una volta quanto tu sia perfetto? Facci vedere quanto sei angelico... lei lo sa? Lo sa che mi avevi promesso di non toccarla come ho fatto io?" chiese spintonandolo di nuovo, rimasi impietrita, "lo sa, Dylan per favore parliamone da soli" disse Chris fermo, "sono partito due anni, torno e vi sposate... e magari fra qualche anno vi vedrò genitori... come pensi che starò, pezzo di merda" disse spingendolo di nuovo, "non c'è bisogno di aspettare qualche anno" bofonchiò Zac ridendo, "cosa?" disse Dylan guardando Chris, rimasero tutti in silenzio, "è incinta?" chiese arrabbiato, nessuno rispose, "sì" rispose Chris guardandolo negli occhi, "di te?" chiese fissandolo, "no, del postino" risposi io sarcastica, "io... sono deluso da te" disse a Chris, "tu la ami?" chiese Chris fermo sul punto, "non lo so" rispose scrollando le spalle, "io lo so, e lo sai anche tu che io l'ho sempre amata" disse tranquillo, "avevi fatto un patto con me... tuo amico, Christopher" disse guardandolo, "lo so, e mi dispiace aver tradito la tua fiducia, ma lei è Nicole, e io la amo, non riuscivo più a non toccarla come avrei voluto, non riuscivo più a dire a me stesso che era una semplice amicizia la nostra, ho trovato il coraggio di dirle che la amo... dovresti essere felice per me" disse come se si fosse dimenticato che c'erano altre persone in sala, "sono felice che diventarai un marito perfetto, e un padre invidiabile, sono felice che sarai felice per il resto della tua vita... ma sei stato un pessimo amico nei miei confronti Chris... avresti potuto tirarti indietro da quel patto, avresti potuto fare tante cose... persino dirmi vai a farti fottere... ma non farmi stringere un patto" disse serio, "se la situazione fosse stata ribaltata cosa avresti fatto? Sapendo che non potevi a fare a meno di lei... quante volte ci avresti provato in mia assenza?" chiese Chris incrociando le braccia, "ma non scoppia la camicia?" chiese Maya ridendo, risi anche io, "probabilmente ci avrei provato" disse serio, "sai in due anni quante volte sono andato vicino a dirle che la amavo? Ma poi pensavo alla promessa che ho fatto a te... e mi tiravo indietro" disse Chris guardando me, "complimenti Chris, è bellissima tua moglie" disse Dylan abbracciandolo, "tutto sistemato?" chiese Chris, "la ami, io no... le voglio bene, perciò non posso incazzarmi... hai fatto bene, e sarà maschio il nipotino vero?" chiese staccandosi da Chris, "non lo sappiamo" rispose Chris guardando verso di me, "ora posso andare al bagno?" chiese Chris ridendo, "sì" rispose Dylan sedendosi al posto di Chris, "che avvoltoio" disse Maya ridendo, "congratulazioni Nicole... sono davvero felice... se maschio Dylan" disse ridendo, "veramente no" risposi sorridendo, "e come sentiamo?" chiese ridendo, "sì... ma levati" disse Chris a Dylan da dietro di lui, "mamma mia... non ti puoi neanche avvicinare eh..." disse Dylan a Chris alzando le mani, "no" rispose ridendo mentre si sedeva, "dicci i nomi che avresti scelto" disse Dylan, "pensavamo a Aiden o Tristan... ma poi siamo andati a cercare i significati dei nomi, Aiden non c'era... Tristan non è di buon auspicio, ci è caduto l'occhio su Nathan... Egli ha dato vuol dire, visto che lui è un po' un piccolo miracolo ci sembra carino chiamarlo così" risposi sorridendo, "se femmina Evelyn" disse Chris, "ah li avete cambiati dall'ultima volta" disse Robert, "sì... vuol dire desiderata... ciò vale a dire che sarà sempre amata" disse Chris accarezzandomi la pancia, "tu Amanda come le chiamerai?" chiese Miguel il padre di Maya, "Queen e Genevieve" rispose convinta, trattenni una risata, ma guardando Maya scoppiammo a ridere, "Nicole, ma che mi dai i calci?" chiese Maya coprendo il perchè ridevamo, "non l'ho fatto apposta, mi è partita la gamba" dissi ridendo, Chris mi guardò scuotendo la testa, "proporrei un brindisi alla nuova attività delle nostre bellissime ragazze" disse mio padre, "al Peach Flowers" disse Maya, "al Peach Flowers" ripetemmo tutti in coro alzando i bicchieri, festeggiammo tutta la sera.
"Ci vediamo domani" dissi alle ragazze, "a che ora ci vediamo per l'addio al nubilato?" chiese Scarlett, "ti chiamo io... che ancora non so a che ora finisco al negozio..." risposi, "va bene, allora ci sentiamo domani... buonanotte" mi salutò e salutò Chris, "Nicole, puntuale alle dieci e mezza" disse Maya, "va bene" risposi alzando il pollice, "arriva alle undici... me lo sento" disse Maya ridendo, "ti sento" risposi entrando in macchina, mi salutò con la mano.
"Aaah casa" dissi togliendo le scarpe lasciandole davanti alla porta, una mano mi accarezzò il fianco, "amore" sussurrai, appoggiò la testa sulla mia spalla dolcemente, "che succede?" chiesi accarezzando il suo viso, rimase in silenzio abbracciandomi, canticchiò All of me nel mio orecchio, "you're my end and my beginning, even when I lose I'm winning" lo guardai cercando di capire cosa stesse facendo, "è la canzone che più rispecchia come mi sento quando sono con te" sussurrò di nuovo, "Evans... così mi fai sciogliere" risposi sorridendo, "aspetta... siediti" disse indicando il divano, "cosa devi fare?" chiesi preoccupata, "shh..." mi guardò inginocchiandosi, "senti, garantisco che ci saranno tempi duri, garantisco che a un certo punto che uno di noi due o tutti e due vorremmo farla finita, ma garantisco anche che se non ti chiedo di essere mia, lo rimpiangerò per tutta la mia vita, perchè sento nel mio cuore che sei l'unica per me" disse prendendomi la mano, "stai citando se scappi ti sposo" dissi alzando il sopracciglio, "sì... beh per scaldare l'aria" disse ridendo, lo guardai negli occhi, "sai, ti ho fatto già una proposta di matrimonio, ma non era intima, e non eravamo io e te con un nuovo arrivo..." disse guardandomi negli occhi, "ecco... io non ti dirò che saremo felici per sempre, o che ci ameremo tutti giorni come questo giorno, domani ci ameremo di più, o forse di meno, non lo so, e non lo sai neanche tu... Non ti prometterò che sarò sempre all'altezza di prendermi cura di te e dei nostri figli, non lo sarò il più delle volte, ma farò l'impossibile per riuscirci. Non prometterò di essere sempre felice come lo sono ora, perché ci saranno giorni in cui non ne sarò capace. Ti posso promettere che se tu sarai mia moglie finché vorrai, finché non sarai stanca di me... io sarò tuo marito. Non dirò che staremo insieme per sempre... ma dirò che ti amerò finchè vivrò. Diventa mia moglie e ogni giorno ti regalerò la cosa più preziosa del mondo. Il mio tempo e il mio amore." sussurrò stringendomi la mano, ed ecco le lacrime, troppo sensibile ragazza. "Mi sposerai?" chiese accarezzandomi il viso, "mille volte sì" risposi baciandolo, mi asciugò le lacrime alzandomi dal divano. "Vado a fare la doccia" annunciò andando in bagno, "Chris, ma il mio telefono?" chiesi girando per casa, "tieni" me lo porse da sopra al mobile all'ingresso, "grazie" risposi andando in camera da letto, mi sdraiai guardando le immagini sul telefono, Chris che dormiva... la dovevo pubblicare.
Siamo sempre attivi
Mi arrivò subito un commento.
Josh Walker
Beh... per essere operativi ci si riposa.
Lisa Evans
Già dorme?
Nicole Walker
No, è vecchia... ma sempre attuale. Hahah.
Chris Evans
Nicole... non mi istigare.
Zachary Barnes
Io non faccio l'amore, dormo forte.
Chris Evans
Che simpatia stasera. Hahah.
Dylan Foster
Dormo un quarto di milio alla volta.
Maya Hernandez
Dai c'è da dire che è un tipo... sveglio.
Andai a fare la doccia, poi mi lavai i denti. "Nicole" mi chiamò Chris mentre avevo lo spazzolino tra i denti, mi girai e mi scattò una foto, in pigiama, sporca di dentifricio e con lo spazzolino in bocca, direi che aveva vinto a sputtanamenti.
Chris Evans
In diretta da casa Evans-Walker
La foto imperava tra i commenti.
Nicole Walker
Pezzo di STINCOOOOOOO
Carly Evans
Hahah... Ma lei è tenera.
Noah Walker
Bella la mia bambina. Mio cognato di meno, bravo dormi. Hahah.
Sebastian Stan
Dio li fa... e poi li accoppia. Hahah.
India Walker
Dunque, Chris dorme, e Nicole si lava in pigiama... bella coppia di pensionati.
Nicole Walker
Coppia di pensionati... Pff.. pensa per te e Sebastian...
Sebastian Stan
Hahah... dai tempo al tempo
"Siamo pari" disse Chris ridendo mentre si sdraiava a letto, "ah sì?" chiesi sdraiandomi anche io, mi sdraiai affianco a lui posando il cellulare sul comodino, "mi hai rubato il caricabatterie?" chiesi mettendomi a gattoni sul letto, "se prometti di farlo ogni volta che sparisce te lo rubo" disse guardandomi, "dai, idiota... dov'è?" chiesi guardandolo, "dietro il mobile è caduto" disse ridendo, mi piegai verso il basso per prendere il cavo, "mmmm" sussurrò, sentii il suo sguardo addosso, "Chris, finiscila" dissi attaccando il cavo al telefono, "se no che mi fai?" chiese prendendomi per il fianco e tirandomi verso di lui, "arrossisco" risposi battendo gli occhi, "non lo fare" disse mimando il battito del cuore ridendo, "come sei bello" sussurrai posando la mano sulla sua guancia, "così arrossisco io" disse sorridendo, "no, seriamente... sei bellissimo... delle volte ti do per scontato e neanche me ne accorgo... ma sei stupendo..." risposi ammirandolo, "Nicole, non è cosa bellissima da dire lo sai?" chiese accarezzandomi la spalla che cingeva con il braccio, "lo so... ma io sono perdutamente innamorata di te, tanto da sentirmi come un'adolescente alle prese con il primo amore" risposi guardando i suoi occhi, "vale anche per me" disse incrociando il mio sguardo, lo accarezzai dolcemente di nuovo, "e poi hai questi occhi... che mi fanno perdere i battiti" dissi guardandolo, lo vidi accennare un sorriso, "lo dicono tutte" disse vanitoso, "aaah la smetti?" chiesi pizzicandogli il braccio, "aia... porca miseria Nicole" si girò portando la mano alle parti basse, "ma se ti ho pizzicato il braccio" dissi ridendo, "il ginocchio, te lo taglio... Nicole te lo taglio..." rispose dimenandosi dal dolore, fu inevitabile ridere, ma mi dispiaceva davvero avergli fatto male, "scusa" risi, "ma vaffanculo, no ridi..." si portò la mano alla bocca, "dai... non l'ho fatto apposta" dissi triste, "ci mancherebbe" disse ridendo, "dai, stai ridendo, ti è passato" dissi accarezzandogli i capelli, "sì... mi è passato" disse saltandomi addosso, "no..." dissi spaventata, cominciò a farmi il solletico, "Chris... per favore" dissi dimentandomi sotto di lui, "basta... dai... aiuto... aaa" risi non risultando credibile, cominciai a spingerlo per il petto, ma pesava eccessivamente troppo. "Chris...per favore" dissi senza fiato, "neanche quando facciamo l'amore fai così" disse ridendo, "prova a farmi il solletico" dissi con aria di sfida, "ma finiscila... cretina" mi schiacciò con il suo peso, "ah non respiro... Chris... non respiro" mi lamentai, "zitta" disse accoccolandosi su di me, "un peso piuma eh" dissi accarezzandogli i capelli, "tu non mi fai mai le carezze... capra" disse con la voce da bambino facendo il broncio, "oddio... che carino" dissi ridendo, "tu mi togli la virilità lo sai vero?" disse ridendo, "perchè?" chiesi alzando il sopracciglio, "perché porca miseria non avrei mai pensato di sentirmi dire... che carino" disse ridendo, "vuoi che ti chiami orsacchiottino mio?" chiesi ridendo, "ma sei matta? Potrei fare pazzie per poter esser chiamato orsacchiottino" disse posando la testa sul mio seno, "ma è un ragno quello?" chiesi indicando il ragno nero sulla parete, "sì... ciao" andò fuori dalla stanza in due secondi contati, "poi sono io che ti tolgo la virilità... sono più uomo io... prendi qualcosa per ucciderlo... tipo un foglio di carta o la carta igenica" dissi avvicinandomi al ragno. "Stai attenta eh" disse porgendomi la carta, "Chris, sii uomo" dissi ridendo mentre mi avvicinavo al ragno, scappò più in alto, "è lì" lo indicò sul muro, "devo aspettare che scenda" risposi guardandolo, "arrampicati... uccidilo... fai qualcosa" disse guardandolo, "Chris, ma seriamente stai messo così per un ragnetto?" chiesi ridendo, annuì.
Passarono due ore prima di riuscire a prendere il ragno. "Tieni" dissi porgendogli il fazzoletto con il ragno, "nono... lo butti tu, mi fanno proprio schifo" disse spostandosi mentre passavo, "ricordati di non lasciarti solo con mio figlio o mia figlia... capace che mandi il neonato a uccidere il ragno" dissi tirando la catena del bagno, "probabile" rispose ridendo, "che ore sono?" chiesi tornando a letto, "le tre e mezza" rispose scrollando le spalle, "porca miseria... io domani devo andare a lavorare... e ho anche la macchina che non va" dissi mettendo la sveglia, "che ha?" chiese abbracciandomi, "si è accesa la spia del motore quando stavo tornando" dissi accarezzando il suo braccio, "ti accompagno io a lavoro... poi porto la tua macchina dal meccanico e faccio i giri che devo fare" disse guardandomi, "ti dovresti svegliare prestissimo" risposi scuotendo la testa, "e come facciamo senno?" chiese, "prendo il taxi" risposi scrollando le spalle, "fuori questione... non se ne parla" disse guardandomi, "va bene, mi accompagni tu" accettai, "allora è meglio se dormiamo" disse spengendo la luce, "buonanotte" dissi lasciandogli un bacio sulla guancia, "sulla guancia? Ma che sono tuo fratello?" chiese ridendo, "buonanotte" mi baciò sulle labbra dolcemente, "non ho preso la mira" risposi ridendo, poi rimanemmo in silenzio, posò la testa sotto il mio mento, accarezzai i suoi capelli finchè non mi addormentai.

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Scusate. *si fa piccola piccola* ho avuto un po' di problemi e non ho potuto aggiornare... ma credo di riuscire a sbloccare la situazione, chiedo comprensione in caso non riuscissi ad aggiornare constantemente...
Detto questo... ringrazio chi segue, chi recensisce, chi legge in silenzio e chi mi dedica tempo... spero di non deludere. Alla prossima. Baci.





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Capitolo 18
*** Note dell'autrice ***


Partendo dal fatto che mi dispiace, realmente, per aver abbandonato una storia, che seppur di fantasia mi ha aiutato a superare un periodo di atroce debolezza; mi trovo qui, a dover dare spiegazioni a voi.
A voi che mi avete seguita per ben diciassette capitoli, e ad oggi, mi sento di dover raccontare quali motivazioni mi hanno portata ad allontanarmi dalla scrittura.
Ci terrei a precisare che continuerò a portare a termine la storia, per voi, per me. Per la storia a cui sono legata. Perchè in quel momento, in quei lunghi giorni che ho vissuto con agonia ero veramente felice dei vostri Feedback e di come riuscivo a sfogarmi con la scrittura, Chris, il suo sorriso e i suoi occhi, immaginarli accanto a me, e tirando fuori il suo lato più dolce, di cui tutti siamo a conoscenza, mi faceva sentire nel modo in cui mi dovevo sentire. Bene. Anche se fuori c'era una persona importante, sdraiata su un letto d'ospedale, io sono riuscita a fronteggiare il mio stato d'animo senza perdermi mai, in giustificabili crisi di tristezza, senza lasciarmi andare.
Questa persona importante per me, è venuta a mancare, e con lui, è venuto a mancare anche un po' della mia voglia di star bene, e di scrivere ancora, ad un tratto era come se nulla avesse più importanza.
In questi giorni, ad esser sincera vi ho pensato. Ho pensato alla storia, e mettendomi davanti al mio computer, provavo a scrivere, ma tutto ciò che usciva erano pensieri tristi che ho preferito tenere per me. Perchè sono sempre stata molto introversa, ho sempre pensato di potermela cavare da sola. Ad oggi, vorrei fare ammenda, e chiedere a voi, di ricominciare, se ne avrete voglia, di seguire tutto questo.
Seppur è una storia inventata, ne sono pienamente consapevole, sono stata bene a scriverla. E voglio riminciare a stare bene. Ricomincio da qui.
Ricomincio a riprendere in mano la mia passione, anzi, le mie passioni, senza sentirmi in colpa. Lassù, lui, il mio bellissimo nonno, sarà felice di vedere che sto riprendendo in mano ciò che ero prima che mi lasciassi andare alla tristezza.
Non voglio annoiarvi, o instrirvi. Ma credevo fosse giusto, e lo credo ancora più fortemente ora, che voi siate a conoscenza di cosa mi ha spinto a smettere di scrivere.
Mi sono resa conto che in realtà, avevo smesso di fare l'unica cosa che mi ha tenuto in piedi. E non succederà mai più.
Promesso.
Saluti, la vostra autrice.
PS: Chiedo perdono. Se serve anche in ginocchio.
Baci.

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Capitolo 19
*** Papà, dormi con me questa notte? ***


Capitolo 18
La luce del giorno mi invase gli occhi, posai una mano sul viso di Chris ancora sul mio seno, sembrava dormire beatamente, non volevo che si svegliasse per la luce mattutina. "Pronto" non feci neanche squillare il cellulare, "Buongiorno, perchè sussurri?" chiese India, "perchè Chris ancora dorme, che c'è?" chiesi notando che gli stavo disturbando il sonno, lo accarezzai delicamente, "mamma, è in aereoporto, papà la sta andando a prendere, Josh è andato con lui, la porta al negozio... ma tu lo sapevi che non è venuta da sola?" parlò velocissima, "India, no, non lo sapevo... ci sentiamo dopo" sussurrai attaccando la chiamata.
"Mmm, buongiorno" farfugliò con voce roca e assonnata, "buongiorno" lo baciai delicatamente, "come stai?" chiese accarezzandomi la pancia, "bene, non te la togliere la barba" lo pregai accarezzandogli il contorno del viso, "la accorcio" rispose guardandomi, "mmh" annuii guardando l'orologio, "Chris, è tardissimo, sono le 10.20" farfugliai cercando di alzarmi, "vai a farti la doccia, io ti accompagno e poi vengo a farmi la doccia" farfugliò mentre sbadigliava, "sicuro?" chiesi entrando in bagno, "sì, muoviti" si sdraiò di nuovo mentre io corsi a fare la doccia.
"Chris" lo chiamai cinque minuti dopo, "Chris" lo scossi, "Oh" mi spaventai perchè non rispondeva, "che c'è?" chiese insonnolito, "vado con il taxi?" chiesi, "no, arrivo, vado a farmi la doccia mentre ti prepari" borbottò alzandosi, lo guardai camminare fino all'armadio, mi truccai con solo un po' di fondotinta e phard rosato, rossetto pesca e matita nera agli occhi, indossai il tubino nero a mezze maniche e le Dottor Martens nere e lasciai i capelli bagnati, "dai, hai fatto?" chiesi bussando alla porta, "sì" uscì vestito con un pantaloncino blu fino al ginocchio e una maglietta bianca, "metti le Lacoste" gliele passai, "grazie" mi diede un bacio e se le infilò velocemente.
"Preso tutto?" chiesi guardandolo, "sì" chiuse la porta alle sue spalle ed io chiamai l'ascensore. Il viaggio in macchina fu silenzioso, più per Chris che ancora stava dormendo.
"Buongiorno" guardai Maya fumare fuori al negozio, "buongiorno" sorrise, "The Walking Dead" indicò Chris che la salutò con la mano, "eh?" chiese lui girandosi a guardarla, "sei uno zombie, sicuro che fai l'attore?" chiese ridendo, "non sono sicuro neanche di come mi chiamo, in questo momento" rispose dirigendosi verso Grace, "Chris, avete fatto le ore piccole?" chiese Grace baciandolo sulla guancia, "neanche troppo tardi" rispose togliendosi gli occhiali, "volete qualcosa al bar?" chiese guardando tutti, "sì, un caffè... due... tre" Maya si fece portavoce, "tu?" mi indicò, "vengo con te" lo seguii al bar.
"Senti, io dopo passo a casa, prendo le mie cose e vado dai miei, ti serve qualcosa?" chiese sorseggiando il caffè, "no, solo se riesci a sentire mio padre prima di me, chiedegli se può andare a ritirare le bomboniere... se no chiude tra due ore" posai il mio bicchiere di succo di frutta sul bancone, "ci fai tre caffè da portare al negozio?" chiesi alla barista, "certo" rispose con un sorriso, "Chris, dopo devi chiamare anche il fiorista... e... il tuo amico... e..." "shh... so già tutto quello che devo fare, rilassati, andrà tutto bene" mi baciò, "se lo dici tu" risposi prendendo il vassoio dei caffè, Chris pagò ed uscimmo dal bar.
"Nicole, sta venendo Sebastian" India mi prese il braccio stritolandolo, "mi fa piacere" sorrisi sedendomi in braccio a Chris su una delle sedie per le pieghe, "dai, sono in palla... che dico? Sono presentabile? E se..." "India, calmati" la zittii, "grazie" Chris mi diede il cinque, "siete due insensibili" borbottò sedendosi al lavaggio, "Maya..." la chiamai, "che c'è?" chiese sorridendo, "dopo, mi devi fare un favore" dissi guardando il cellulare, "cosa?" chiese fissandomi, "devi arrivare in farmacia a prendere l'acido folico" chiesi guardandola con gli occhioni, "sì, tanto anche io dopo devo andare..." rispose sedendosi affianco a me e Chris, "possiamo?" Lisa fece capolino seguita dalle sue figlie e da Scott, "buongiorno" si sollevò un coro, "come stai?" chiese accarezzandomi il mento, “oggi bene, spero che continui così almeno domani” risposi guardando la mano di Chris accarezzarmi la pancia, stava parlando di tutt’altro con Scott eppure con il pollice disegnava cerchi delicati sulla mia pancia, notai che anche Maya e India se ne erano accorte perché stavano guardando la sua mano muoversi, “stasera che fate?” chiese Lisa a noi ragazze, “beviamo qualcosa insieme, e poi torniamo a casa, nulla di che” risposi mentre Chris spalancava la mano sulla mia pancia lasciandola così, tutti mi fecero cenno di guardare la mano, posai la mia sulla sua, “buongiorno, che dite gente?” Sebastian sorrise avvicinandosi a India, “niente, tu?” chiese India, “niente, non riuscivo a trovare parcheggio, Chris, quando vuoi andiamo” Sebastian guardò Chris, ma lui non lo sentì, “Chris” lo chiamai, “amore… ti vuole Sebastian” dissi dandogli un bacio sul collo, “dimmi” si girò verso Seb e sorrise, “quando vuoi andare, sono pronto” sorrise anche lui, “fatti fare le sopracciglia…” consigliai, “India, me le puoi fare?” chiese alzando lo sguardo, “certo” lo portò in cabina. “Stanotte non dorme Nicole” Maya rise, “no, non ridere che è vero… come faccio a dormire senza lui?” gli posai l’altra mano sulla coscia, “senti, ma… i tavoli come li avete fatti?” chiese Lisa, “sono a famiglie, la vostra sta tutta a un tavolo, la mia a un altro dove non ci sono coltelli” scherzai, “viene anche tua madre?” chiese con tatto, “sì, i suoi figli e suo marito” risposi con una nota di rabbia, “appena Seb ha fatto andiamo” annunciò Chris, “va bene” risposi accarezzandogli la mano che ancora teneva sulla mia pancia, “avete finito?” urlò Scott, non ricevette risposta, “sicuri che si chiami sopracciglia quello che stanno facendo?” chiese ridendo, “a questo punto non lo so” risposi ridendo, “idioti, abbiamo fatto” Seb arrivò da noi mano nella mano con India, “bene, noi andiamo” Scott si alzò, “devo farti alzare?” chiesi a Chris, “sì, direi di sì” mi baciò la nuca ed io mi alzai, “Nicole, qualsiasi cosa chiamami, hai tutto? Soldi, telefono…” “Sì, ci sentiamo dopo, stai attento” sussurrai sulle sue labbra, “va bene, a dopo” mi baciò a lungo e poi mi accarezzò la guancia, “ciao” salutò tutti con la mano e si lasciò la porta alle spalle, mi rimisi seduta.
“Vi siete baciati?” chiesi a India appena scomparve anche Seb, “sì” rispose sedendosi affianco a me, “hai capito… mica come te” Maya rise, “non fai ridere” risposi ridendo, “da chi comincio?” chiese guardandoci tutte, “da me” risposi, “d’accordo, ti avverto, te li faccio proprio chiari” annunciò, “fai quello che vuoi, purché siano presentabili su una sposa” risposi prendendo il cellulare, “ok” rispose.
Aprii Facebook, la prima foto che trovai era quella di Chris e me davanti al negozio appena lo avevamo preso, “leggi i commenti” Maya mi guardò curiosa, “uno dice che sembro un sacco dell'immondizia” lessi, “ma…” sbottò a ridere, “ma che ti ridi, sembro realmente un sacco?” chiesi specchiandomi, “no, ti pare? Però fa ridere” Maya mi sorrise mentre stendeva la tinta, “se lo dici tu” risposi prendendo a rileggere i commenti, “senti che carino questo: Io li ho incontrati, non ho chiesto foto, n’è autografi, non per timidezza, ma perché lei era intenta a parlare con lui, stava raccontando qualcosa che era successo il giorno prima, e lui stava ridendo, poi le ha dato un buffetto sulla testa e sono sbottati a ridere. Penso che così felice, così luminoso, non l’avevamo mai visto, e chi dice che lei non è adatta a lui, o non è bella… o non la accetta, in realtà è solo una persona invidiosa e gelosa. La cosa peggiore è che non siete sue sostenitrici in realtà, perché dovreste volerlo così. Semplicemente felice” lessi tutto d’un fiato, “ha detto cose sagge” Lisa sorrise, “rimani in posa, mentre faccio Lisa controllo te ok?” Maya posò una mantellina su Lisa e cominciò a preparare il colore, “secondo voi, Chris rimarrà sorpreso piacevolmente?” chiesi posando di nuovo il telefono sul mobile, “da cosa?” chiese mio padre avvicinandosi a noi, “Papà” saltai in braccio a lui lasciandolo stringermi, “la mia mammina preferita” sussurrò stringendo più forte, “papà, mi fai un favore?” chiesi mentre mi metteva giù, “già mi ha chiamato Chris, fatto tutto e le ho portate già a casa” rispose stringendo le braccia al petto soddisfatto, “sai se ha chiamato il fiorista? E sono arrivati tutti gli invitati? Stanno bene in Hotel? E…” “Nicole, ti prego, siediti, rilassati, Chris mi ha detto che stava finendo dal barbiere e poi faceva i giri che doveva fare” mi accarezzò la guancia facendomi sedere, “e poi Chris mi ha chiesto di non farti agitare” Maya sorrise allo specchio, “e poi non hai che agitarti, è tutto perfetto” India mi accarezzò la spalla, squillò il cellulare e risposi al primo squillo, “Chris” risposi, “Nicks, sono passato dal fiorista, ho saldato e ha detto che domani starà da te alle 7.30 per portarti i bouquet, ora vado a…” “Chris, rilassati, hai tutto il giorno per fare le cose…” cercai di tranquillizzarlo, “lo so, ma…” “ma niente, Chris, rilassati” mi alzai, ma una mano mi spinse a sedermi, “ti stanno viziando?” dal tono della voce avrei giurato che stava ridendo, “fin troppo… tu? Che fai?” presi a giocherellare con il filo della piastra, “io sto andando a prendere Miles e Ethan per portarli a ritirare il vestito” “stai guidando con me al telefono” scattai come una molla, “no, tranquilla, sta guidando Scott” rise, “Ciao Nicks” urlò Scott, “Ciao Scott” risi, “domani avrai una sorpresa” Chris rise, “anche tu… fidati” risi, “ti sei depilata?” chiese ridendo, “sei in vivavoce” dissi scatenando l’ilarità di tutti, “dai scherzo, orsacchiotta” rise di nuovo, “ma sei idiota?” chiesi ridendo, “mai quanto te” rispose, “senti, Chris…” “senti, Chris, a me non lo dici!” disse ridendo, “come ti devo chiamare?” chiesi ridendo, “mio Signore può andare bene” rise anche lui, “dai…” risi, “dai, che dovevi dirmi?” chiese tornando serio, “quando puoi ti va di andare a vedere se hanno tutto ciò che serve in casa mia vecchia? Per mia madre con la sua famiglia” chiesi mentre Maya mi faceva cenno di andare a lavare i capelli, “sì, aspetta…” sentii un gran baccano, “ciao, zia… dove stai?” la vocetta di Miles mi fece uscire un sorriso, “ciao amore, sto al negozio tu?” chiesi sedendomi al lavaggio, “zia, vado, ciao” attaccò lasciandomi con un palmo di naso, “ma sono bianchi… Maya” mi guardai le punte erano grigie tendenti al bianco, “non ti piacciono?” chiese imbarazzata, “no, sono fighissimi” la abbracciai forte, “grazie, grazie” mi abbracciò anche lei, “sono bellissimi…” sussurrò India toccandoli, “vedi da asciutti…” rispose Maya, “io lavo Lisa, Nicks, togli solo l’acqua, lasciandoli umidi” ordinò.
"Papà?" chiesi guardandomi intorno una volta che Maya aveva finito di farmi la piega, "è andato a prendere mamma e Josh" spiegò India, "ah... ok..." risposi annuendo.
“È mezzogiorno… ho fame” India si lamentò, “vai a prenderti qualcosa al bar” mio padre era dietro India sulle scalette, “anche io ho fame" borbottai con il cellulare tra le mani, "che vuoi da mangiare?" chiese mio padre spostandomi i capelli dal viso, India mimò la sua disapprovazione, "ho portato io il pranzo, per tutti" Lisa si alzò prendendo una grande borsa termica, "grande" Maya spalancò gli occhi, "ora li sto vedendo i tuoi capelli... sei un incanto" mio padre li accarezzò guardandomi negli occhi, "grazie" sorrisi felice, "ehm... si può?" una voce interruppe i discorsi confusionari nella stanza, "Lora” Lisa incrociò le braccia, lei sorrise dirigendosi verso di lei per abbracciarla,”non ti è chiaro, no” la spostò andando a riempire i piatti.
“Chris?” si guardò intorno, India si alzò dalle scalette andando all’ingresso,”India” la seguii fuori,”India” non si girava, “oh” le presi il braccio facendomi guardare, “lasciami, neanche mi riconosce… tu, tu l’hai vista di recente… e non ti ha salutato… troppo presa a fare i saluti a chiunque non fosse suo figlio! Perché dovevi invitarla? Perché me l'hai fatta rivedere?” cominciò a piangere a dirotto, la abbracciai, “perché…” sentii la terra muoversi sotto di me, “Nicole” urlò India, stringendomi per la vita, “Papà” urlò, “Nicole” mio padre mi fece sedere sul divanetto del negozio, “che hai?” India mi accarezzò la guancia, cominciai a tremare, i giramenti di testa erano fortissimi, “è colpa mia, non dovevo uscire fuori… Nicole” mi accarezzò di nuovo, “vuoi andare al pronto soccorso?” chiese mio padre, “no, chiama Chris con il mio telefono e metti il vivavoce” risposi riprendendo l’uso della parola, “tieni” Maya mi porse il telefono, “Nicole” rispose al primo squillo, “non mi smette di girare la testa” farfugliai, “respira, vuoi che vengo lì?” chiese tranquillo, “no, rimani con me al telefono, per favore” piansi, “Nicole, sono al telefono, non piangere, per favore…” coprì la sua preoccupazione, “hai mangiato qualcosa?” chiese, “no” ammisi, “però poi piangi… ti darei un cazzotto in testa” rise, “sei andato dal tuo amico?” chiesi guardando tutte le persone che si erano messe a cerchio intorno a me, “sì, e ho anche cambiato meta per la nostra luna di miele… Ma è una sorpresa” rise, “dimmela” sorrisi, “no… allora che colore ti sei fatta?” chiese curioso, “il solito” mentii, “ma avevi detto che…” “lo so, ma meglio non azzardare prima del matrimonio” risposi ridendo, “so che stai mentendo” rise anche lui, “o forse no” risposi seria, “come stai?” chiese tornando serio, “meglio, molto meglio” risposi alzandomi, “vai a mangiare… ci sentiamo tra dieci minuti, ti richiamo” “d’accordo” attaccai la chiamata e Lisa mi prese la mano, “vieni, andiamo a mangiare qualcosa” mi porse un piatto di pasta fredda, “grazie” sorrisi, “Nicole, mi dispiace” sussurrò India sedendosi accanto a me, “non è colpa tua, è che…” Il cellulare prese a squillare, “Chris” rimisi in vivavoce, “Dylan, levati… no… eccomi, che mangi?” farfugliò mentre masticava qualcosa, “pasta fredda di tua madre… anche tu stai mangiando” risposi prendendo un bicchiere d’acqua, “sto con Miles, Stella e Ethan, volevano andare al Mc Donald’s” rispose, “mi diventi un ciccione” scherzai, “sono roccia, in tutti i sensi” rispose ridendo, “sei in vivavoce e mio padre ti sta fulminando” risi, “passami tuo fratello” disse serio, “ok, a dopo” gli passai Josh tornando seduta, “come stai?” mia madre mi accarezzò i capelli amorevole, “lei è India” la indicai, notando che ancora non le avesse rivolto parola, “India… Oh mio Dio… eri più…” “piccola? Brutta? Cosa?” India scattò in piedi, “più piccola… scusa se non ti ho riconosciuta” mia madre la guardò ferita,”già… ora sei tu quella ferita” bofonchiò ricominciando a mangiare, “non so come chiedervi scusa, come devo fare? Cosa devo fare? Non riesco neanche a stare qui senza sentirmi una schifezza” ci guardò a tutti e tre, “mi stupirei se non ti ci sentissi” Josh mi passò il mio telefono, “cosa avreste fatto voi?” chiese disperata, “non chiederlo a loro, chiedilo a me, io sono madre, divorziata” Lisa si alzò, “sai, io avrei cercato in tutti i modi di tutelarli… non li avrei mai abbandonati, già solo se non li sento per due ore mi sento persa…” Lisa sorrise a me posandomi una mano sulla spalla, “vinci il premio se ogni due parole non decanti il tuo essere spaventosamente perfetta nell’essere madre?” mia madre la fissò, “non ti darebbe fastidio sapere che non sono una madre perfetta e non lo sono mi stata… ma quanto meno, sono e sono stata madre, e lo sono stata anche dei tuoi!” si rimise seduta facendo cadere il silenzio, la tensione era tangibile nell’aria.

"Che ti metti per uscire?" chiese India sulla porta della camera da letto, " quel vestito blu" indicai un vestito blu notte con la manica lunga a tubino, "mmm... dici che è troppo questo?" chiese India alzando un abito tiffany con la cinta nera, era svasata la gonna e le maniche erano a tre quarti in pizzo, "no, è bello... se non fosse che siete tutte fissate con questo tiffany" risi, "com'è?" chiese sedendosi affianco a me, "cosa?" chiesi confusa, "avere un bambino" chiese indicandomi la pancia, "per ora è solo consapevolezza che c'è, ma non lo sento, apparte quando decide di farmi girare la testa o di farmi fare un provino per l'esorcista, ma per il resto... ti direi che è facile così... ma in realtà no... da quando lo scopri hai mille ansie, e cominci anche ad amarti un po' di più" ammisi, "lui ti ama... e vorrei anche io che mi amasse qualcuno così" si sdraiò sul letto, "succederà" le accarezzai la gamba, "Dio, ti voglio così bene... non te l'ho mai detto ma io mi sono sentita sempre responsabile per te, ho voluto sempre prendermi cura di te, ed ora pensare che sei cresciuta... e che..." "India... ho la lacrima facile" la bloccai mentre asciugavo qualche lacrima, "ti auguro seriamente il meglio" mi abbracciò forte, "molto toccante... la cena è pronta... ed è arrivato un pacco per te" mi indicò, "per me?" chiesi stupita, "e vai a vedere" India mi spinse mentre andavo in salone, un enorme pacco piatto era posato sul tavolo, "non è pesante" lo mossi, "aprilo" India era più curiosa di me, lo aprii. Un mazzo di rose enorme con un bigliettino, "ogni principessa ha un abito per le grandi occasioni" lessi ad alta voce, posai le rose sul tavolo e alzai l'involucro di carta, un abito porpora tutto intrecciato sul seno, lo scollo a cuore e poi ricadeva una morbida gonna lunga quasi da creare una coda, "Chris" scossi la testa, "provalo..." India mi incitò. Lo provai e mi stava veramente d'incanto. Avviai la chiamata a Chris e posai il telefono sul tavolo mentre mio padre portava i piatti, "ciao orsacchiotta" rispose, "smettila di chiamarmi così" risi, "dovevi dirmi qualcosa?" chiese, "sì... quest'abito... rose... il bigliettino... ne sai qualcosa?" chiesi sorridendo, "le rosse rosse? l'abito porpora? Il bigliettino scritto in corsivo con una penna blu? No... niente... chi te l'ha mandato?" rise anche lui, "grazie, grazie mille" dissi togliendo il vivavoce, "quell'abito era fatto apposta per te" rispose serio, "mi manchi così tanto" sussurrai uscendo fuori in balcone, la sua felpa mi dava l'aria di averlo lì, "se ti manco così tanto... dormo a casa" lo sentii sorridere, "lo faresti solo perchè tu manchi a me?" lo provocai, "no, anche perchè qui sto perdendo contro un nano" si lamentò, "tu menti, lo so che ti manco" scherzai, "davvero tanto, lo ammetto..." rispose, "che farete stasera?" chiesi giocherellando con i capelli, "serata fra uomini, partita a Pocker e birre. Tu?" chiese tranquillo, "non sò, l'ha organizzata Maya la serata... ad ogni modo... io devo andare. Mi mandi un messaggio quando torni a casa?" chiesi sedendomi sul vaso, "certo, tu fai lo stesso... e vai a dormire presto" si raccomandò, "a dopo" attaccai la chiamata, e quella chiamata mi intristì, sentii un nodo in gola, "andiamo?" India mi tirò fuori dai miei pensieri, annuii seguendola in camera da letto, indossammo i vestiti, io indossai quello porpora, le scarpe porpora, tacco dieci e mi truccai leggera, solo matita agli occchi e rossetto pesca, India optò per un eyeliner deciso sulla palpebra superiore, dando effetto di uno sguardo da gatta, e un rossetto gloss rosa, "mando un selfie a Seb" disse scattandosi una foto con la bocca a papera, "cammina... idiota" la spinsi fuori dalla stanza, "papà... noi usciamo... ci vediamo domani mattina?" chiese India, "sì, dormirò in camera degli ospiti" rispose mentre sistemava la cucina, "a dopo" lo baciai sulla guancia ed uscii.
"Eccola" Carly guardò Maya indicandomi, "sei bellissima" Scarlett mi abbracciò, "agitata?" Susan mi sorrise, "un po'" ammisi, "ci siamo, saremo cognate" Shana mi prese sottobraccio, "ho saputo da un uccellino che Seb ha fatto colpo su una moretta" Scar mi indicò India, "si può fidare? Se le farà del male io lo..." "Nicole, Sebastian è secondo solo a Chris in dolcezza... credimi..." "la farà soffrire?" chiesi entrando nel locale, "non ci metto la mano sul fuoco, ma conoscendolo, no... non la farà soffrire" rispose. "Che prendete?" chiese Maya, "Amanda..." era arrivata in quel momento, "ciao Nicks... domani mattina alle sei stiamo da te" mi abbracciò, "d'accordo" risposi, "se siamo tutte, io punterei a bere" India si calò uno shot di Vodka alla pesca in un secondo, "a Nicole e Chris" urlarono in coro, "che imbarazzo" risi portandomi una mano alla tempia.
"Questa è solo la prima tappa" Maya mi prese la mano portandomi fuori, "Maya... che devi fare?" chiesi spaventata, "vedi lì... quella sorta di capanna?" chiese indicando un tendone bianco in lontanza, annuii, "è lì la sorpresa" annunciò compiaciuta portandomici, camminammo per ciò che mi parve un'infinità, entrammo in un tendone pieno di cibo e musica, era enorme, e al centro c'era un'enorme pista da ballo, ma la cosa che mi colpì di più era che c'erano ragazzi e ragazze a servire, e a scattare foto, notai un Dj che mi alzò il pollice quando incrociai il suo sguardo, e India era già al secondo Cocktail quando ci decidemmo a ballare, "sapevamo che in discoteca non avresti mai ballato... e così... l'abbiamo creata noi" spiegò Maya al mio orecchio, "grazie" la abbracciai forte, "basta" tolsi l'Angelo Azzurro dalle mani di India, "fammi bere" me lo ritolse, "chi vuole cantare?" chiese il DJ al microfono, cantammo tutte insieme, solo io e Maya, solo India, India e Maya, Scar e Susan, Scar e India... India e chiunque... insomma, l'alcol dà i suoi effetti.
"Ci vediamo domani" salutai tirando India per il braccio, "quello è..." "no, India, no" la spinsi in macchina, "grazie a tutte della serata" le abbracciai una a una, Maya per ultima, "ti adoro, sappilo" sussurrò, "anche io" la strinsi forte, avrei messo la mano sul fuoco sulla mia amicizia con Maya, avrei rischiato qualsiasi cosa per lei, e lei per me. Salii in macchina dirigendomi verso casa. "Tutto sommato è stata una bella serata" India mi sorrise mentre parcheggiavo sotto casa, "bellissima" convenni, "e tu sei la mia sorellina" mi abbracciò una volta scesa dalla macchina, "già" la abbracciai anche io portandola in ascensore, "smettila di premere tutti i tasti, se rimaniamo qui dentro è la fine" mi lamentai bloccandole le mani, "scusa" cominciò a ridere a crepapelle, "sssh, abbassa la voce" risi anche io, "non mi tengo in piedi" rise di nuovo aggrappandosi alla pulsantiera dell'ascensore, "contieniti, almeno per non farti scoprire da papà" risi, "ah già" si posò alla porta mentre la stavo aprendo, un tonfo ci diede il benvenuto a casa, "India" la chiamai ridendo, "aiutami" si sdraiò a terra ridendo, "India, alzati, non riesco ad alzarti io" in quell'istante si accese la luce di casa, "che diamine... India..." mio padre fece la faccia sconvolta, non so se faceva più ridere India sdraiata a quattro di bastoni a terra a ridere, o la faccia di mio padre, "non ho parole" l'aiutò ad alzarsi, "grazie pà" gli diede un buffetto sulla spalla sparendo, "dov'è andata?" chiesi guardandomi intorno, "mi accompagni a fare la pipì?" chiese prendendomi il braccio, "vai" risi, "no, vieni... dai... mi vergogno" mi tirò, "dai... muoviti che ho sonno" mi tolsi le scarpe sotto lo sguardo sconcertato di mio padre, la seguii in bagno, nel frattempo mandai un messaggio a Chris, -Sono tornata a casa, buonanotte. Ti amo tanto.- lo bloccai e ci dirigemmo in camera da letto, "buonanotte" India indossò una canottiera blu e si buttò a quattro di spade sul letto, spensi la luce andando in salone. "Papà..." era seduto sul divano, "piccolina" mi sorrise, "non vai a dormire?" chiesi sedendomi affianco a lui, "sono agitato" scrollò le spalle, "a chi lo dici" ribattei dandogli una spallata leggere, "rilassati..." sussurrò abbracciandomi, "ti sembra facile? E se qualcosa andasse storto?" chiesi guardandolo, "c'è Chris, ci sei tu... c'è tu..." "non riesci a dire figlio?" chiesi fissandolo, "se indico te, dicendo che è tuo... no" rise stringendomi di più, "papà, dormi con me questa notte?" chiesi con gli occhioni, "pensavo non me l'avessi mai chiesto" mi seguì in camera da letto ed io mi sdraiai tra India e mio padre, entrambi mi abbracciarono forte, ed io mi sentivo bene. Aspettai il messaggio di Chris e poi caddi in un sonno profondo.

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Capitolo 20
*** Sì, lo voglio. ***


capitolo 20

"Nicole" la voce di Maya mi fece aprire gli occhi, "buongiorno" sussurrai ancora insonnolita, "dormito bene?" chiese sedendosi affianco a me, notai che India e mio padre già erano svegli, "che ore sono?" chiesi strofinandomi gli occhi, "le sei e quaranta, alzati piano" rispose aiutandomi ad alzarmi, "ce la faccio Maya" risposi sorridendo, "lo so, ma, meglio evitare... ti abbiamo preso la colazione e... sei agitata?" chiese sistemandomi davanti un succo di frutta e un pezzo di ciambellone, "mi viene da vomitare" sussurrai alzandomi di scatto, "Nicole" Maya mi seguì in bagno, "è tutto ok" risposi inginocchiandomi vicino alla tazza, sentii la testa troppo leggera, la vista si stava appannando, "Nicole, Noah... India... aiutatemi" urlò Maya tenendomi la testa, sentii correre e almeno tre sagome entrare in bagno, "Nicole, ci sei?" India mi prese la mano, "tieni" mia madre mi porse un bicchiere d'acqua e zucchero, "aspetta, mettigli lo zucchero sotto la lingua" Maya mi aprì la bocca lentamente, "ci sei?" chiese dopo un po', "devo..." mi bloccai sentendo un conato, "almeno parli..." guardai il viso di India rilassarsi, "Amanda, per favore, prendi il bicchiere che sta sul comodino" Maya si mise dietro di me tenendomi salda, mentre India mi teneva le gambe, "va tutto bene, rilassati" India mi accarezzò il viso delicatamente, "papà" sussurrai senza forze, "Nicole, sono qui" mi fece aria, "mi manca l'aria" farfugliai, "ce la fai a camminare?" chiese avvicinandosi, "aiutami" sussurrai, "vieni qui" mi afferrò con una mano sulla schiena, e l'altra sotto le gambe portandomi fuori al balcone, "va meglio?" chiese mettendomi giù, "Nicki, tieni" Amanda mi passò il succo di frutta, "grazie" lo afferrai tremando, le lacrime stavano rigando il mio volto, "va tutto bene, è solo l'agitazione, rilassati" mio padre mi accarezzò i capelli mentre sorseggiavo il succo di frutta, mangiai il ciambellone lentamente, "ci siamo?" chiese Maya sedendosi affianco a me, notai che sia lei che India e Amanda erano già truccate, "sì, andiamo" mi alzai lentamente entrando in camera da letto, presi l'intimo e andai a fare la doccia, sorvegliata da Maya, "stringimi il corpetto" dissi mentre India scattava le foto in camera da letto, "spiegami il perchè" risi, "in un futuro potrebbe averle Chris, no?" chiese ridendo, "diamogli anche materiale..." borbottai ridendo, posai le mani sull'armadio per farmi stringere la parte alta, sentii Maya stringere forte e annodare, "siediti" ordinò delicatamente, "sembri un'attrice hard" rise India, "grazie, sempre molto carina" risi, sentii il cellulare vibrare, "pronto" risposi senza leggere chi era, "Nicks, come stai?" la voce di Chris era agitata, "bene, che succede?" chiesi preoccupata, "no, lì che succede, mi ha chiamato Josh, mi ha detto che ti sei sentita male... Nicole... Se..." "calmati... è tutto ok" risposi mentre Maya cominciava ad arricciare i capelli con la piastra, "va bene, ci vediamo in chiesa" "a dopo" risposi attaccando, guardai le mani di Maya muoversi velocemente mentre mi sistemava i capelli, "che mal di testa" borbottò India mentre Amanda le sistemava i capelli in dei ricci morbidi legati in una coda alta, "ci è mancato che ti attaccavi ai detersivi ieri sera" dissi severa, "ho i miei motivi" rispose seria, "quali erano?" chiese Maya sorridendo, "Sebastian..." rispose guardando Amanda prendere i trucchi per truccarmi, "che ha fatto?" chiese Maya, "non mi ha risposto tutta la sera, alla fine mi ha scritto alle due e mezza" rispose aprendo la custodia del suo abito, "posso?" una fotografa entrò nella stanza, annuii mentre Amanda cominciava a truccarmi, "noi intanto vestiamoci" Maya si tolse i suoi vestiti per indossare l'abito, mentre la fotografa scattava foto a me e Amanda, "finito, e sono le nove e trenta, ci dobbiamo sbrigare... O per le undici non saremo mai in chiesa" annunciò Amanda, "il diadema... chiamo tuo padre?" chiese Maya, "no, mettimelo tu" risposi prendendole la mano, "sicura?" chiese sorridendo, "sì" risposi sicura, incastrò il velo sotto il diadema, poi me lo inserì tra i capelli laterali bloccandolo con dei ciuffi e la lacca, "sei bellissima" sussurrò emozionata, sorrisi sentendo gli occhi lucidi, "non la far piangere o ti uccido, ci ho messo un eternità per fare la sfumatura più naturale possibile" Amanda volò affianco a Maya captando il pericolo, "ti mancava tanto Zac?" chiesi guardando Maya, "a dire il vero no, anzi, ho apprezzato la sua assenza la sera prima, sai... un po' di solitudine" rispose ridendo, "beata te" risposi ridendo, "mettiamo il vestito... che poi devi posare per le foto" India aprì il mio vestito, e mi ricordai solo in quel momento che non l'avevo più provato, incrociai le dita che si chiudesse, "infiliamolo dal basso" India e Maya erano già vestite e mi aiutarono ad entrare nel vestito, sotto la macchina fotografica, "Nicole" mia madre entrò in stanza, indossava un abito blu, lungo che fasciava il corpo, "dove vai senza spalline?" chiese India ridendo, "siete tutte bellissime, ma Nicole... ti devo dare una cosa" mi si avvicinò con una scatolina di velluto, "cos'è?" chiesi aprendola, "collana di diamanti, la indossava tua nonna al suo matrimonio, volevo che l'avessi tu" disse porgendomela, mi abbassai per farla legare e poi Maya prese a chiudermi il vestito, "sei..." la voce di mia madre si spezzò, "la porto via io..." mio padre la prese per il fianco portandola fuori dalla stanza, "siamo tutte pronte" Amanda si guardò intorno, "aspetta... hai quasi tutto... ma devi avere qualcosa di blu!" disse battendosi una mano sulla fronte, "se non ci fossi io..." Maya tirò fuori un sacchetto blu, tirò fuori una giarrettiera blu, mi fece alzare la gamba posandola intorno alla coscia, "perfetta" Maya sorrise soddisfatta, "ma... c'è qualcosa che disturba no? Ad esempio questi dilatatori... bianchi, ma... orribili..." disse India avvicinandosi, siediti un attimo, li tolse e aprì una scatolina, "vedi? Questi sono più belli, li ho fatti fare solo per te... sono dei dilatatori d'oro con diamanti incastonati" "se mi rapiscono oggi fanno un affare" risposi ridendo mentre mi metteva l'altro, "vedi di non facilitargli il compito" rise Maya, "grazie ragazze" le abbracciai tutte quante, "è tardi... sono le dieci e venti... e ancora non hai fatto le foto... di là ci sono già alcuni invitati..." mio padre entrò nella stanza rimanendo senza parole, "Nicole..." bofonchiò, "papà" risposi mettendo le scarpe.
Tagliai il nastro fuori dal portone, sentii l'ansia crescere sempre di più. Salii in macchina guidata da Josh con mio padre e mia madre, lui mi prese la mano sorridendo, "tranquilla" mimò con le labbra, annuii vedendo che Josh si stava accostando nel retro della chiesa, "stanno entrando tutti, vuol dire che è arrivato già Chris" sussurrai, "stai calma" mia madre mi accarezzò il braccio appena scesi dalla macchina, in sacrestia già c'erano tutte quante e i nipotini di Chris, "lui è già in posizione..." il prete ci avvertì, "se sei pronta... io farei iniziare la cerimonia" continuò, "sì" risposi sentendo il cuore a mille, lo vidi allontanarsi e subito dopo partire la marcia di Mendelssohn, "ci siamo" sussurrai mentre Maya mi calava il velo davanti al viso, "forza" disse al mio orecchio, non vidi nulla di ciò che stava accadendo sulla navata, sentii la musica crescere, l'orchestra stava suonando ed io sentii le gambe leggere, "papà, qualsiasi cosa..." "ci sono io, tranquilla" rispose sorridendo, "la musica si è calmata, ora tocca a te" disse poi prendendomi sotto braccio, aspettammo che riprese vigore e uscii, camminai sicura, seguendo l'andamento lento di mio padre, notai tutti gli sguardi degli invitati, alzai gli occhi verso Chris, era così bello, e sembrava stoicamente tranquillo, sentii di potercela fare, era lui, ero io... eravamo noi. Lisa mi sorrise mentre le passavo affianco e mio padre posò la mia mano su quella di Chris, "ciao" mimò con le labbra, "ei" sussurrai mentre mi conduceva sull'altare, lo bloccai sistemandogli la cravatta un po' storta, gli accarezzai la barba delicatamente mentre lui mi ispezionava con lo sguardo, alzò lentamente il velo scoprendo il mio volto, "bel look" sussurrò, feci l'occhiolino. "Seduti. Seduti. Siamo qui per unire in matrimonio due anime..." guardai Chris, i suoi occhi, la bocca, i lineamenti angelici. Mi misi di fronte a lui, mi ero persa gran parte della messa senza neanche accorgermene, lui pronunciò le promesse ed io ripetei le mie, "vuoi tu Christopher, prendere Nicole Sidney Walker come tua legittima sposa?" chiese il prete, "sì, lo voglio" rispose Chris, mi impallai mentre il prete lo chiese a me, guardai gli occhi di Chris, lui mimò con le labbra un sì, "sì, lo voglio" risposi, arrivarono Miles e Stella con le fedi mentre Ethan portò una rosa porgendomela, "e questa?" chiesi confusa, lui indicò Chris e tornò al suo posto, ci scambiammo le fedi guardandoci negli occhi, "ora lo sposo può baciare la sposa" annunciò il prete, "sei mia moglie" sussurrò fra le mie labbra, "io sono tua e tu sei mio... no?" chiesi mentre continuava a baciarmi, "sì" rise baciandomi di nuovo, sentii Maya e Zac spostarsi per uscire seguiti da Scott e Carly, "sei bellissima" Chris mi accarezzò una ciocca di capelli delicatamente, "quindi ti piace la mia sorpresa?" chiesi sedendomi al posto dietro della macchina, seguita da lui che si faceva spazio dal vestito, "decisamente" annuì, mi baciò di nuovo e poi mi guardò le mani, "sei così bella..." sussurrò, "tu dici?" chiesi ridendo, "sì" accennò un sorriso sghembo.
Arrivammo al castello un'ora dopo, "congratulazioni" Maya mi venne ad abbracciare per prima e poi abbracciò Chris, "grazie" rispondemmo in coro, "aspetta, ti tolgo il velo" disse sganciandolo dal diadema, "ah, grazie... era maledettamente fastidioso" dissi sentendomi più libera, "sembravi una regina in chiesa" Lisa mi abbracciò, "grazie" risposi sorridendo, "congratulazioni ragazzi" Bob abbracciò prima Chris e poi me, e poi una sfilza di persone. Ci mettemmo seduti al tavolo più in alto, solo da due, "ecco, ora andrei volentieri a casa" guardai Chris posando un gomito sul tavolo e la mano sotto il mento, "anche io" rispose imitando la mia posizione, "vuoi dirmi che è successo questa mattina?" chiese avvicinandosi con la sedia, "nulla, ho avuto un mancamento" risposi guardando il piatto, "hai bevuto?" chiese indagatore, "ti pare?" chiesi indignata, "chiedevo..." rispose alzando le mani, "ecco... già è entrato nel circolo vizioso del matrimonio... dove il marito alza solo le mani in forma di resa" Rob urlò facendosi sentire da tutta la sala, risero tutti, "capito? Come mi sono ridotto" scherzò Chris tirandomi a sè, "zia..." Miles e Stella arrivarono al nostro tavolo, "ciao" li salutai prendendo in braccio Miles, mentre Stella andava da Chris, "Ethan" lo chiamò Chris, andò anche lui lì prendendo anche lui in braccio, "possiamo averne anche tre" scherzò Chris, "mi vuoi morta? Già uno mi sta uccidendo" risposi ridendo, "vado da mamma" Miles scese dalle mie gambe correndo per la sala, e gli altri due lo seguirono, "quando vuoi..." feci segno al cameriere che stava chiedendo quando portare l'antipasto, "dici che si accorgeranno che io non mangerò nulla di ciò che mangiano loro?" chiesi guardando Chris, "no, siamo qui giù" rispose serio, si avvicinò al mio orecchio, "come si toglie il vestito?" sussurrò, "chissà" risposi vaga. Cominciò ad arrivare da mangiare e mangiammo in totale quiete con solo un cantante e il suono del pianoforte in sottofondo, "sta andando tutto bene no?" chiese Chris, "sì... temevi di no?" chiesi sorridendo, "in un certo senso temevo di non arrivare a questo punto della giornata" ammise assaporando un pezzo di carpaccio di salmone, "temevi che mi tirassi indietro?" chiesi seria, "non si sa mai cosa ti frulla in quel cervello malato" rise di nuovo, "non ti avrei mai detto di no... ti amo troppo per dirti di no" dissi ridendo, "ma non abbastanza per non lasciarmi" posò la forchetta guardandomi, "me lo rinfaccerai ancora per molto?" chiesi incrociando le braccia, "no, solo che ci sono rimasto male, tutto qui..." rispose fissandomi, "dobbiamo per forza litigare ora?" chiesi continuando a mangiare, "no" mi sorrise, "e va bene, cosa vuoi che ti dica? Che ho fatto una cazzata? L'ho fatta ok? Ho sbagliato... E chiunque mi ucciderebbe per ciò che ho fatto, perchè tu sei perfetto, perchè non ti manca nulla... perchè sei perfetto, perchè sto bene con te e perchè non ti arrabbi mai... neanche quando sono una pazza isterica. HO SBAGLIATO E HO CHIESTO SCUSA" alzai la voce e lui mi fissò, "senti, non mi va di litigare ora, ne tantomeno oggi... possiamo darci un taglio?" chiese accarezzandomi la guancia, "sì" annuii, "zio... mi accompagni al bagno?" Ethan lo chiamò, Chris si alzò dandomi un bacio, ed io approfittai per girare per i tavoli, "come stai?" mio padre mi afferrò la mano delicatamente, "bene" risposi sorridendo, "voi? Come va?" chiesi posando le mani sulle spalle di Josh, "ho un post sbornia... colossale" India mi fissò, "eh, Nicole non la passi liscia che l'hai fatta bere in quel modo..." mio padre mi fissò, "io? Vai a vedere che lei beve più di Jack Sparrow e io sono colpevole..." dissi ridendo, "la dovevi vedere ieri sera" proseguii rivolta a Josh, "che ha fatto?" chiese ridendo, "niente" mi bloccò India, "poi te lo racconto, Seb" lo chiamai raggiungendo il suo tavolo, "Nickiii" mi prese la mano ridendo, "che avete fatto ieri sera?" chiesi curiosa, "siamo andati in un pub a bere... ma alle due e mezza già eravamo a casa" rispose serio, "voi che avete fatto?" chiese curioso anche lui, "niente, volevano bere anche altre persone, ma India ha deciso di ubriacarsi... e quindi... Spugnaaa" urlai chiamando India, lei diventò tutta rossa, "ha bevuto?" chiese ridendo, "oh sì, la dovevi vedere" risposi ridendo, "ok, adesso basta... dov'è tuo marito?" chiese India raggiungendomi, "certo che puoi anche salutarmi quando mi vedi!" Sebastian si alzò, ed io sentii che la mia buona azione giornaliera l'avevo fatta, si stavano parlando di nuovo, raggiunsi il tavolo dei parenti di Chris e vidi che erano decisamente più di quelli che conoscevo, "come state?" chiesi dolcemente, "bene, tu?" Lisa mi guardò preoccupata, "Chris ti ha parlato di stamattina vero?" sussurrai, "sì" rispose, "sto bene..." risposi sorridendo, "voi tutto bene?" chiesi guardando gli altri, "sì sì, tutto perfetto” Bob sorrise, “ok, torno più tardi, feci un giro a tutti i tavoli, tornai al nostro tavolo sedendomi affianco a Chris, mi guardò con uno sguardo strano, “pensavo… tecnicamente abbiamo concepito il giorno dopo che ci siamo messi insieme…” disse fissandomi, “impossibile…” ma pensandoci bene poteva essere, “ma come ti viene in mente di pensare a queste cose?” chiesi ridendo, “perché, stavo pensando a stasera… E poi ho pensato a tutti i nostri momenti… E ho pensato a sotto la doccia, ed io non ho messo il preservativo… Ma…” “l’hai fatto apposta?” chiesi capendo cosa voleva dire, “no, giuro… ma deve essere stato istintivo” rispose arrossendo, “Chris…” gli accarezzai la gamba, “che c’è?” chiese guardandomi malizioso, “mandiamoli via tutti” sussurrai ridendo, “guarda che posto per approfittare c’è” rispose baciandomi, “meglio attendere no?” chiesi posando la mano tra le sue gambe, “sto cominciando a pensare che sei proprio la donna per me” rise, “te ne accorgi solo ora?” chiesi ridendo, “no, ma non mi sarei mai aspettato che lo facessi così, qui davanti a tutti…” rispose socchiudendo gli occhi, “mi sottovaluti sicuramente” risposi baciandolo, “il primo” annunció il cameriere mettendoci i piatti davanti, “grazie” dissi staccandomi da Chris, “te ne approfitti perché hai un vestito che occupa sei posti” rispose ridendo, “non credo” alzai il sopracciglio e lui si abbassò velocemente, “che stai facendo?” chiesi ridendo, lo sentii spostare il vestito e le sue labbra lasciarono baci lungo la gamba, sentii i denti aggrapparsi alla giarrettiera, la sensazione di brivido tardó lasciarmi il corpo, quando si alzò la stringeva ancora fra i denti, “tu sei matto Evans” lo presi in giro togliendola dalla sua bocca, “avrei potuto fare di più” rispose compiaciuto, “e in tutto questo, tu sei eccitata, te lo leggo negli occhi… Mi vuoi, lo so” disse leccandosi le labbra, “Chris, ti prego…” ”stai serrando le gambe?” chiese mordendosi il labbro, “dai…” risposi sulle sue labbra, “dai cosa?” chiese posando la lingua lentamente sulle mie, “mi stai torturando” risposi, “ti chiederei di sposarmi altre mille volte” mi baciò con passione, “Chris, non stai mangiando…” borbottai, “sì mamma” rispose prendendo la forchetta, mangiammo ogni singola portata, finché non mi sentii scoppiare, “fra poco c’è la torta” Chris mi baciò la tempia sorridendo, i più giovani si alzarono per raggiungere la sala da ballo dove era stata allestita una festa vera e propria, Chris mi prese la mano portandomi al centro della pista, Give me Love di Ed Sheeran risuonó nella stanza mentre lui mi prendeva le mani delicatamente, guardandomi negli occhi, mi guidò in passi lenti, afferrandomi la vita con un braccio mi strinse a sé, posai la testa sul suo petto inebriandomi del suo profumo, e solo in quel momento mi resi conto di quanto mi sentivo vulnerabile se lui non era con me. Lo guardai negli occhi e lui sorrise, sentii la canzone sfumare, ed attaccó una canzone italiana, “e questa?” chiesi, “me l’ha consigliata mia madre, corrisponde a noi” rispose sorridendo, “I belong to you” annunció il titolo della canzone, “e tu la capisci?” chiesi ammirata, annuì con un sorriso dolce, quando attaccó la parte della donna sorrisi, “Anastacia” dissi meravigliata, “vincerò per te, le paure che io sento” sussurrò al mio orecchio, sentii un tuffo al cuore, “lampi nel silenzio siamo noi” stava traducendo le ultime strofe, “io ti appartengo e tu mi appartieni” sussurrai anche io rimanendo colpita dalla verità di quella canzone, “adesso io ti sento” rispose stringendomi di più, “io apparterró sempre a te” risposi dandogli un bacio leggero sulle labbra. “Posso?” mio padre prese la mia mano e Chris annuì, una canzone risuonó nella stanza, father and son. Mio padre mi prese il fianco facendomi ballare con lui, “non piangere papà” dissi guardandolo negli occhi, erano lucidissimi e rossi, come chi si sta tenendo da tanto, “è tutto così…” sentii la sua voce spezzarsi,”papà” lo abbracciai dimenticandomi che stavamo ballando, rimanemmo abbracciati mentre lui mi guidava in un ballo lento, alzai lo sguardo notando che anche Chris stava ballando con sua madre, India e Josh stavano cercando di non farsi vedere commossi, mentre mia madre stava parlando con i genitori di Maya, per il resto non riuscii a vedere molto di più. “Papà, posso…” Josh mi indicò e mio padre mi lasciò, non era da mio fratello ballare, tantomeno, o commuoversi, “posso avere un ballo con mia sorella?” chiese prendendomi la mano, sentii le lacrime farsi strada, annuii senza parlare, non ascoltai neanche più le canzoni che si susseguivano, o con chi stessi ballando. Chris ormai non sapevo neanche più dove fosse, la sala da ballo era piena di persone che si stringevano e ballavano, “Nicole” Maya mi afferró la mano mentre uscivo dalla pista, “Maya” sorrisi, “ti voglio bene” mi abbracciò forte, e lì sentii le lacrime scorrere, “anche io” risposi stringendola, “grazie per rendermi sempre partecipe della tua vita” sussurrò, “grazie a te che ci sei sempre” risposi, vidi il flash della macchina fotografica , ma non mi importó, stava andando tutto bene.
“Nicole… dove eri finita?” chiese Chris dopo molto tempo che lo stavo cercando, “io sono stata sempre qui” risposi sorridendo, “ti presento qualcuno, vieni” mi prese la mano portandomi dove era stato allestito un open bar e un buffet di dolci, “lui è Chris Pratt e lei Anna Faris” ci presentò, “lei è Nicole, penso che l’abbiate capito” Chris rise e anche loro due risero, “piacere” strinsi la mano a entrambi, “zia” Miles mi chiamò facendomi girare, “ei” risposi sorridendo, “ho fame e non trovo mamma e papà” disse triste, “vieni qui, prendiamo qualcosa e li cerchiamo” lo presi in braccio andando al tavolo dei dolci, “fragole e cioccolata fusa?” chiesi indicandolo, “mmh” annuì, Chris venne verso di me, “vieni da zio” lo prese in braccio, “potevo anche tenerlo io” risposi borbottando, “non puoi” rispose categorico, “che palle” riempii il piatto a Miles e cercai con lo sguardo nella sala, “non li vedo” dissi porgendo il piatto a Chris, “ci penso io” mi fece l’occhiolino, “ciao zia” Miles mosse la manina, “ciao” la mossi anche io, “ma allora ci sei ancora… Non ti vedevo più” Scarlett si avvicinò ridendo, “non ci sto capendo più niente” risi anche io, “India e Seb si stanno praticamente baciando per tutto quello che non hanno fatto prima” li indicò, “beati loro” bofonchiai, “e le mani di Sebastian sono ovunque su India” Josh sembrava irritato, “ribadisco il beati loro” risposi riempiendomi un bicchiere di acqua frizzante, “si può sapere perché non ti trovo?” Grace mi bussò la spalla, “e tu? Dov’eri?” chiesi ridendo, seconda fila in chiesa e tavolo con i genitori di Maya, “scusami, non ti ho proprio vista” la abbracciai, “congratulazioni tesoro” sorrise, “tuo marito?” chiesi cercandolo con lo sguardo, “sta parlando con il padre di Maya, persone deliziose” disse indicando un tavolo, li salutai con la mano, sentii due mani calde sui fianchi, “chi è” saltai, riconoscevo le mani di Chris e non erano le sue, “sono io” Dylan mi posò un bacio sulla guancia rimanendo con le mani sui miei fianchi, “ehm…” mi spostai in tempo, “portiamo gli ospiti di sopra? C’è la torta” Chris si avvicinò, “sì” risposi facendo ancora un passo avanti, non fu difficoltoso portarli tutti di sopra, soprattutto perché mio padre già aveva sparso la voce di salire. “Che hai?” chiese Chris girandomi verso di lui, mi sentivo dannatamente in colpa per non avergli detto di Dylan ma non volevo rovinare le cose, “niente” risposi pensierosa, “faccio finta di non essermi accorto che hai qualcosa” rispose leggendo il mio sguardo, “seriamente, niente” risposi, “Nicole, vedo tutto e ti conosco… non sono così scemo!” rispose prendendomi la mano,”quindi hai visto tutto” trassi le mie conclusioni, “ovviamente” rispose sorridendo, “perché sorridi?” chiesi guardandolo confusa, “perché non posso?” chiese guardandomi anche lui, “sì che puoi” lo baciai, lui lo fece diventare un bacio passionale, posai la mano sulla sua nuca, “se cado per le scale, non ridere” dissi tirando su il vestito, “Nicks, non preoccuparti di me” indico gli invitati fermi sulle ringhiere del piano di sopra, “non…”” non ti farò cadere, lo giuro” mi prese la mano tenendomi salda mentre salivamo, “se m…” sentii l’equilibrio vacillare, lui prontamente portò la mano sul fianco e mi tenne, facendolo sembrare solo un misero cambio di posizione, mi teneva salda, “grazie” sussurrai all’ultimo scalino, “dovere di marito” rise, “no… Non ridere…” lo guardai imbarazzata, “perché?” chiese aprendo la porta della stanza, mi fece passare, “perché sembra che non so camminare sui tacchi” risposi mettendomi vicino alla finestra, “ma non è vero, è solo che questo diadema pesa un quintale e il vestito mi stringe e mi fanno male le gambe… E…” “e va bene così, per me potevi sposarmi anche in pigiama, ma così sei perfetta, stringi i denti… Sono le nove di sera e fra poco torneremo a casa…” sussurrò al mio orecchio mentre gli invitati entravano nella stanza, “dove andiamo in luna di miele?” chiesi fissandolo, “eh…” si girò, “bene… Attenzione” l’amico di Chris fece spazio a un tavolo con una torta enorme sopra, a tre piani, e due sposi sopra. “il taglio della torta” ci porse un coltello. Posai la mano su quella di Chris, e tagliammo un pezzettino di torta. “Nicole, prendiamo un po’ d’aria nel frattempo?” chiese Chris facendomi uscire dal balcone, “sì” lo seguii e mi stupii che ci fosse spazio anche per gli invitati che ci seguirono, lui mi posò una mano sulla schiena e con l’altra indicava il cielo, “cosa?” chiesi curiosa, “guarda che bello” e mentre lo diceva il cielo ormai notturno si illuminó di mille colori, e dei fuochi d’artificio gli illuminarono il volto, “sei bellissimo” sussurrai al suo orecchio, “tu sei bellissima” rispose baciandomi.
Il resto della serata passò mangiando e ballando, fino alla consegna delle bomboniere, una statuina di cristallo che raffigurava due ragazzi su una panchina che si tenevano la mano, mentre per i testimoni e le nostre famiglie avevamo deciso di fare anche un’altra bomboniera in porcellana che raffigurava due mani intrecciate.
“Ed ora che ore sono?” chiese Chris parcheggiando sotto casa, “mezzanotte e mezza” risposi guardando il quadrante della macchina, “mmh… relativamente presto” rispose facendo il giro della macchina, mi aprì lo sportello facendomi scendere, “e… andiamo” chiuse lo sportello portandomi in ascensore stretta a lui, “siamo soli…” annunciò felice, “finalmente” aggiunsi baciandolo, uscimmo dall’ascensore dirigendoci verso la porta, “ferma qui” Chris prese le chiavi dalla tasca e aprì la porta, poi tornò indietro prendendomi in braccio, “ah, proprio all’antica” risi, “mi sembra ovvio” rispose chiudendo la porta con il piede. Mi mise giù in salone, vado in bagno, torno subito. Disse lasciandomi lì, sfruttai l’occasione per sfilarmi il vestito, e lo buttai a terra, tolsi il diadema sciogliendo l’acconciatura ed anche la collana la posai sul tavolino, rimasi con l’intimo e i tacchi, mi misi davanti la porta della camera da letto appoggiata allo stipite. “Wooh” Chris spalancò gli occhi, decisi di prendere iniziativa togliendogli la cravatta, aprii la camicia facendogliela scivolare via e poi sbottonai i pantaloni inginocchiandomi sotto di lui, “Nicole…” sussurrò guardandomi con desiderio, presi la sua cravatta e gliela porsi, “che…” si soffermó guardando i polsi che gli stavo porgendo,” ah, vuoi giocare” sussurrò, “sono tua” sussurrai con aria di sfida, “fai ciò che vuoi” proseguii mentre lui accettava, la strinse salda e mi girò attaccandomi al muro con le braccia in alto, “sei sicura?” chiese mentre con le mani mi accarezzava lentamente il corpo, “sì” risposi piegando il collo di lato per lasciare spazio ai suoi baci, “sbagli” con la mano scese fino all’estremità del mio inguine e con il piede mi spalancó le gambe, mi massaggió delicatamente per poi andare più giù, mi girò verso di lui e mi accarezzò lentamente le gambe, sganció il bustino dalle calze e mi sfiló la mutandina, alzai un piede per volta per toglierle, s’inginocchió lasciando baci lenti sulle gambe e si soffermó sulla coscia, salì ancora più lentamente fino ad arrivare in mezzo alle gambe, affindai le mani tra i suoi capelli, “Chris” ansimai, con una mano salì fino alla schiena sciogliendo il nodo di Maya, lo allargò fino a slegarlo completamente, tirandolo nel corridoio, tornò su, mi afferró le mani portandole sopra la mia testa e mi prese in braccio, portandomi in camera da letto, mi posò a pancia sotto, lo sentii spogliarsi del tutto e con presa delicata mi allargò di nuovo le gambe, lo sentii su di me, era così frustrante, entrò e sentii il senso di appagamento, “Chris” sussurrai, “ssh” mi baciò muovendosi, lo sentii uscire e poi afferrarmi per il fianco, mi girò velocemente mettendomi sopra di lui, sentii il fuoco dentro, si mise seduto sotto di me e mi guidò, era tutto così lento, ed intenso, il suo sguardo nel mio, “non ce la faccio più” sbottò girandomi di nuovo sotto di lui, mi sciolse il polsi e cominciò a muoversi ad andatura veloce, lo guardai negli occhi ed era più bello di tutte le altre volte, posai le mani sulla sua schiena e lui allungó le braccia vicino alla mia testa accarezzandomi i capelli, lo sguardo era caldo, mi baciò profondamente, come se fosse disperato e venimmo.
Mi spostai i capelli dal viso guardando il letto ormai sfatto, “io con te non ce la faccio” Chris mi guardò sbattendo le ciglia, “in che senso?” chiesi posando la testa sul suo petto, “che sei eccessivamente come vorrei… In tutto…” mi accarezzò il fianco con il dorso della mano, “Chris” lo guardai, “dimmi” rispose accarezzandomi i capelli, “come faremo con il bambino quando nascerà?” chiesi giocando con i suoi tatuaggi, “non ho capito la domanda” rispose, “io lavorerò e tu lavorerai… Come facciamo? E poi con i fan… E…” “vedremo Nicole, abbiamo sempre fatto le cose all’ultimo” disse fissandomi, “Chris il bambino non è un matrimonio organizzato due settimane prima” dissi incrociando le braccia, “dobbiamo litigare? Perché a me non va… Abbiamo nove mesi per organizzarci” “ma se…” “ti fidi di me? Andrà tutto bene…” “mi fido.” sussurrai mentre mi lasciava teneri baci sulle labbra, “sai, stavo pensando a dei nomi… e… mi piace anche Brandon se maschio e Charlotte se è femmina” mi guardò con uno sguardo strano, “vada per Charlotte ma, Brandon Nicole?” rise, “lo puoi accorciare chiamandolo Bran” “a questo punto spero sia una femmina” rise, “a te Nathan piace?” chiesi poco convinta, “no, e non mi piaceva neanche prima, ma a te sì.” rispose togliendomi una ciocca di capelli dal viso, “Oliver?” “neanche se mi pagano” rispose, “che nome piace a te?” chiesi mettendomi fra le sue gambe posando il busto sul suo, “dobbiamo sceglierlo così il nome? Perché credimi quando ce lo chiederà noi dovremo raccontare che eravamo nudi sul letto e tu stavi sopra di me” rise, “puoi omettere la parte che eravamo nudi e che stavo sopra di te… conosci le mezze verità?” chiesi ridendo, “mmmh, mmmh” posò una mano sul mio collo baciandomi, “mi domando chi mai possa resisterti” sussurrò mettendomi una mano sulla schiena, “a te” risposi accarezzandogli il viso, “io…” “baciami” sussurrai baciandolo, mi strinse forte.
“sai che mi sono resa conto di una cosa, prima quando ballavamo insieme” lui mi strinse al suo fianco ed io posai la testa sulla sua spalla, “cosa?” chiese curioso, “che per tutto il tempo che tu non sei stato con me, mi sono sentita vulnerabile, come se qualsiasi cosa avrebbe potuto farmi male” ammisi, “e invece?” chiese, “e invece se ci sei tu, io mi sento protetta, ma non fraintendermi, non che non voglia proteggermi da sola, ma sento che sono più forte perché se ci sei tu so che non permetto che mi capiti nulla” dissi guardandolo, “pensi che io permetterei che ti capiti qualcosa?” chiese accarezzandomi il viso, “no” risposi giocherellando con le unghie, “darei tutto per te” ammise, “dove andiamo in luna di miele?” chiesi guardandolo negli occhi, “lo vedrai” rispose sorridendo, “dai” sussurrai accarezzandogli l’addome, “non te lo dico” rispose fissando il vuoto, “ma per favore, dai papino” scherzai, “che sensazione strana” disse ridendo, “cosa?” chiesi posando il gomito sul cuscino e il viso sulla mano, “sentirmi chiamare papà o padre e sapere che è vero” disse ridendo, “già, fa strano anche a me” risposi togliendo le auto reggenti e sdraiandomi affianco a lui, “sei stanca?” chiese abbracciandomi, “un po’” risposi posando la testa sul suo petto, “ce la facciamo domani mattina la doccia” disse dandomi un bacio sulla fronte, “buonanotte” lo baciai, “buonanotte piccola” mi baciò.
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Abito da sposa:
https://shop.ca-bridalss.com/images/bridal-gowns/princess_wedding_dresses_040.jpg
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Note dell'autrice:
Perdonatemi il ritardo, ma tra lavoro e vari problemi con l'account sono stata bloccata. Chiedo scusa in ginocchio.
Sto già lavorando ai prossimi capitoli.
Stay Tuned.
To Be Continued.
Vi ringrazio come al solito della pazienza e del feedback che mi regalate. Immensamente grazie. Spero di non deludere mai. Baci e alla prossima.

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