Blooming Flowers

di Flyer95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una visita inaspettata ***
Capitolo 2: *** Un nuovo torneo ***
Capitolo 3: *** Una ragazza di ghiaccio ***
Capitolo 4: *** Un bitpower misterioso ***
Capitolo 5: *** Inizia il torneo ***
Capitolo 6: *** Problemi di squadra ***
Capitolo 7: *** Breve pausa ***
Capitolo 8: *** L'incubo diventa realtà ***
Capitolo 9: *** La finale ***
Capitolo 10: *** Sorpresa ***
Capitolo 11: *** Battaglia finale ***
Capitolo 12: *** E fu un lieto fine ***



Capitolo 1
*** Una visita inaspettata ***


Blooming Flowers

(Ristesura dopo 7 anni)
Ho deciso di rivedere e ricorreggere questa fanfiction perché pochi giorni fa, avendola riletta causa nostalgia, ho notato la presenza di molti errori di scrittura e di forma che mi hanno fatta rabbrividire. Ero davvero piccola e questi errori possono essere “tollerati” a causa della mia inesperienza. Tuttavia si tratta del mio primo lavoro e mi dispiace davvero che sia in questo stato, quindi lo sto riscrivendo. Buona lettura!

Una visita inaspettata

A distanza di un anno dalla fine del terzo torneo mondiale di beyblade, Takao decise di invitare tutti i nostri amici bladers per una breve vacanza a casa Kinomiya un’enorme villa stile giapponese, con annesso dojo. “Benvenuti ragazzi, fate come se foste a casa vostra!” esclamò Takao, rivolto ai suoi amici.
“Non ti facevo così premuroso.” lo punzecchiò Hilary.
“Ripeti quello che hai detto, oca!” e cominciarono ad inseguirsi per tutta la casa.
I giorni passarono tranquilli, i ragazzi continuavano ad allenarsi, mentre le ragazze si prendevano cura della casa e, ovviamente, si davano regolarmente il cambio con i ragazzi affinché tutti facessero la loro parte. Una mattina, mentre erano fuori in giardino, il telefono di casa squillò, nonno J, che era nei paraggi, rispose: dall’altro capo della cornetta c’era il presidente Daitenji. Quest’ultimo chiese al suo interlocutore di comunicare a tutti i ragazzi che sarebbe passato a casa Kinomiya di lì a poco, per dare una notizia a tutti i blader. Nonno J disse che avrebbe recapitato il messaggio, ringraziò il presidente, chiuse la chiamata e si diresse in giardino. Una volta fuori, richiamò l’attenzione dei giovani: “Ragazzi, ho un annuncio urgente da farvi!”
Incuriositi, si avvicinarono: ”Di cosa si tratta?” chiese Takao.
“Ha chiamato il presidente Daitenji e ha detto che sarebbe giunto qui per darvi un notizia importante!” proseguì il nonno.
“Se Daitenji vuole vederci significa solo una cosa: i nostri piani di vacanze salteranno.” constatò Rei. A questa affermazione, i blader si misero a parlare tra di loro creando un chiacchiericcio rumoroso.
“Statemi ad ascoltare!” urlò il nonno a squarciagola. Tutti i blader si zittirono: “Voi ascolterete il presidente. Se si scomoda per venire fin qui, significa che si tratta di una cosa importante.” I ragazzi accettarono di malavoglia e si sistemarono seduti per terra nella palestra, dove stava la spada sacra, dato che era la più capiente, in attesa dell'arrivo dell’ospite. Passarono dieci minuti e il campanello trillò. Nonno J andò ad aprire la porta e fece accomodare l’ospite: “Benvenuto presidente Daitenji, la porto immediatamente dai ragazzi.” L’anziano annuì e seguì il padrone di casa.

Fine Primo Capitolo

Quale sarà la notizia importante che il presidente Daitenji dirà ai nostri amici? Lo sapremo nel prossimo capitolo. A presto =)

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Capitolo 2
*** Un nuovo torneo ***


Ed eccomi con un nuovo capitolo di Blooming Flowers, Buona lettura!

Un nuovo torneo

Il signor Daitenji entrò in palestra e, mentre tutti lo salutarono, si mise seduto per terra di fronte ai ragazzi: “Che cosa la porta da queste parti?” chiese Rei senza troppi preamboli.
“Buongiorno ragazzi, sono contento di rivedervi! Purtroppo la mia non è una visita di cortesia.” disse l’uomo con espressione seria.
“Questo lo sapevamo già!” lo interruppe Takao.
“Zitto e lascialo parlare!” disse Hilary, riprendendo il ragazzo.
Il presidente così continuò: “Si tratta di una questione molto importante, la D.A. (Duel Association) ha sfidato la B.B.A. ad un torneo di beyblade e vorrei che tutti voi presenti partecipaste.”
Dalla stanza si levarono tantissime proteste: “Volete lasciarlo finire di parlare?” intervenne nonno J.
Daitenji riprese: “Mi dispiace moltissimo: so che siete stanchi e volete riposare ma qui c'è in gioco la salvezza del nostro pianeta!”
Takao intervenne di nuovo: “Questa frase non mi suona nuova!”
Kei fulminò Takao con lo sguardo e poi si rivolse al presidente: “Si spieghi meglio.”
“Molti blader appartenenti alla D.A. sono scomparsi misteriosamente e sospettiamo che Mark Black, il presidente, sia la causa principale di queste sparizioni. Inoltre molti dei ragazzi che si sono iscritti alla sua associazione si rifiutano di ritornare dalle loro famiglie. Al momento una persona soltanto è riuscita a sfuggire dalle grinfie di Mark, tuttavia la sua testimonianza da sola non è bastata. Per questo vi chiedo di partecipare al torneo: abbiamo bisogno di più prove per poterlo incastrare. Vi chiedo di aiutarmi! Non conosco nessun altro, a parte voi, che non darebbe nell'occhio per le indagini. Prometto che, finito il torneo, avrete le vostre vacanze.” disse con espressione implorante.
Julia, che fino a quel momento non aveva parlato, interpellò il presidente: “Quanto dura il torneo?”
“Due settimane, a partire da dopodomani.”
Takao e Daichi di comune accordo si intromisero: “Ci sarà da mangiare gratis?”
“Voi sarete spesati dalla nostra società. Inoltre la D.A. ha messo a disposizione gli alloggi, quindi non dovrete fare altro che gareggiare e raccogliere informazioni.”
Detto questo i blader cominciarono a discuterne tra di loro e decisero di accettare la proposta. “Vi ringrazio immensamente, ragazzi! Domani mattina verrà a prendervi un autobus che vi porterà a destinazione. Io, invece, sarò lì ad aspettarvi.” si alzò seguito dai presenti che lo salutarono e, infine, si congedò. Dopo la sua dipartita, i bladers si misero a preparare le valige.
L'indomani partirono e, dopo circa un giorno di viaggio, arrivarono alla sede della D.A. Si trattava di un edificio enorme, ricoperto all’esterno da innumerevoli finestre mentre l’entrata era costituita da porte automatiche scorrevoli. Varcate quelle, si ritrovarono nell’immensa hall; davanti a loro vi era un bancone dietro il quale stava il ragazzo della reception. Ad entrambi i lati del bancone vi era una porta: quella a destra conduceva agli alloggi e alla piscina, quella a sinistra portava ai campi di allenamento e allo stadio, dove si sarebbe svolto il torneo. A sinistra dei ragazzi invece stava un ascensore, che porta agli uffici del presidente. Tutti si guardarono attorno estasiati: “Questo posto è uno sballo! Sicuramente vincerò anche questo torneo!” disse Takao eccitatissimo.
“Non illuderti, Takao.” disse Daitenji alle loro spalle. I ragazzi si voltarono e lo salutarono: “Ci saranno due tornei: quello maschile e quello femminile. Inoltre si giocherà a squadre, perciò i Bladebreakers saranno di nuovo insieme così come tutte le altre squadre. Siete d’accordo?”
I ragazzi accettarono, le ragazze invece rimasero un po' perplesse ed Emily si rivolse al presidente: “Noi dovremo combattere insieme?”
L’uomo annuì “Mi dispiace, ma non voglio giocare con quell'arpia dai capelli blu!” intervenne Hilary indispettita, incrociando le braccia in segno di diniego.
Ming Ming, sentendosi chiamata in causa, rispose: “Io invece accetto, anche se dovrò stare con te. Secondo me non sai giocare e stai tentando una via di fuga.” e si mise a ridere. Hilary si irritò ulteriormente e le rispose in malo modo scatenando l’ormai inevitabile litigio.
Tutti le guardavano esasperati: “State tranquille, insieme a voi giocherà un'altra ragazza, che vi aiuterà a sistemare ogni incomprensione tra di voi.” disse il presidente, richiamando l’attenzione delle ragazze.
“Ci può dire chi è?” chiese Mao incuriosita.
“Lo scoprirete a breve. Per ora vi devo lasciare… Mi raccomando, conto su di voi!”
“Stia tranquillo, non la deluderemo!” rispose Takao a nome di tutti.

FINE SECONDO CAPITOLO

Chi sarà la ragazza che giocherà insieme alle nostre amiche? Lo scopriremo nel prossimo capitolo! A presto. =)

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Capitolo 3
*** Una ragazza di ghiaccio ***


Ed eccomi tornata con un nuovo capitolo di Blooming Flowers. Buona lettura. =)

 

 

Una ragazza di ghiaccio

 

Dopo aver ricevuto le chiavi alla reception, i bladers si sistemarono nelle loro stanze per poi andare al campo di addestramento per allenarsi. Si trattava di un’enorme palestra con numerosi beystadium disseminati lungo il pavimento in parquet; di fronte a loro vi erano le panchine situate proprio sotto gli spalti. I nostri protagonisti si guardarono intorno estasiati e si accorsero della presenza di altri tre individui: un uomo, un ragazzo e una ragazza. L’uomo era piuttosto anziano: aveva i capelli grigi e indossava una tenuta da maggiordomo. Se ne stava seduto sulla panchina centrale sorseggiando una bevanda, mentre la ragazza dava loro le spalle e stava fronteggiando il ragazzo. Incuriositi, i bladers si avvicinarono finché non riuscirono a capire meglio la situazione.

La ragazza prese per il colletto il giovane: un ragazzo alto, dai capelli e occhi castani, che vestiva con una felpa bianca e dei jeans “Jack, prova di nuovo a infastidirmi mentre mi alleno e ti riempio di botte.” disse lei con voce tagliente.

Jack, terrorizzato, le rispose: “Va bene, mi levo di torno Ma non farmi del male, ti supplico!”

La ragazza lo lasciò andare disgustata e quello si allontanò all'istante. Emily, Mao e Hilary rimasero un po' perplesse e, mentre i nostri amici si avvicinavano ulteriormente, rimasero un po' indietro.

“Avete avuto la mia stessa identica idea? Quella ragazza le somiglia e ha gli stessi modi di fare. Possibile che sia lei?” chiese Mao alle altre due.

Le ragazze non seppero cosa rispondere; decisero comunque di raggiungere gli altri che si trovavano a meno di due metri dalla ragazza misteriosa. Lei, sentendosi osservata, si voltò e, nel vederla, le tre ragazze sgranarono gli occhi: aveva lunghi capelli biondi che le ricadevano fino alla vita e due occhi azzurri che si sposavano perfettamente col suo sguardo di ghiaccio. Portava un vestitino nero senza spalline che gli arrivava poco sotto alle ginocchia e un paio di ballerine dello stesso colore. I ragazzi gelarono istantaneamente a causa del suo sguardo, tutti tranne Yuri e Kei che non si fecero impressionare. Lei si mise a scrutarli uno ad uno e, notando delle facce conosciute, il suo sguardo divenne stupito: ”Mao, Hilary, Emily! Siete voi?” chiese infine.

Le ragazze, dopo un breve momento di shock, si ripresero e le corsero incontro urlando e abbracciandola.

“Non ci posso credere! Sei proprio tu, Mikaru!” disse Mao, piangendo.

Lei si staccò dal loro abbraccio per guardarle in viso: “Ragazze, mi siete mancate! Come siete cambiate!

Le quattro continuavano a parlare amichevolmente sotto lo sguardo incredulo degli altri, che guardavano la scena basiti. Alla fine, Takao decise di intervenire: “Hey voi! Perché non ci presentate la vostra amica?”

“Giusto, ci siamo lasciate trasportare. Allora: lei si chiama Mikaru e ci siamo conosciute giocando insieme a  beyblade.”  gli rispose Hilary.

“Molto piacere. Voi dovete essere i Bladebreakers… Inoltre vedo che ci sono gli All-Starz, i White Tigers, gli European Dream, i Neoborg, gli F-Sangre la Barthez Battalion e i Justice 5. Allora è vero che siete stati convocati tutti.”

“Certo che si! Siamo venuti qui per partecipare al torneo!”  le rispose Daichi con tono di sfida.

“Se questo è il vostro spirito, dovremmo metterci a lavorare subito.” replicò lei.

“Hai un beyblade?” le chiese Max.

Lei fece segno di seguirla e si diresse verso la panchina dove stava l’uomo, il quale si alzò e le porse una borsa.  La prese, tirò fuori un beyblade e un dispositivo di lancio entrambi azzurri.

“Hai anche un bitpower?” chiese Takao piuttosto eccitato.

La bionda si avvicinò al beystadium più vicino alla panchina e si rivolse a loro: “Sfidatemi e lo saprete.”

I ragazzi della Neoborg, eccitati dalla sfida, si misero a discutere finché Kei, ad un certo punto, disse: “Mi batterò io con lei.”

“Se pensi che ti lasceremo fare, sei fuori strada.” gli rispose Sergey.

Kei li fulminò con il suo sguardo ma Yuri non si lasciò spaventare: ”Fai la fila, ci sono prima io.”

Mikaru, dato che non riuscivano a mettersi d’accordo, intervenne: “Tranquilli, vi affronterò entrambi Basta che decidiate l’ordine.”

I due ragazzi la guardarono per poi avvicinarsi entrambi “Non vi conviene sottovalutare Mikaru.” li avvertì Emily. I due, però, erano ormai decisi a sfidarla.

“Sei convinta di quello che fai?” chiese Mao alla bionda.

Lei la rassicurò, poi si rivolse agli altri: “Vi conviene sedervi e godervi lo spettacolo.” disse con un ghigno. Quelli accettarono il consiglio e si diressero verso gli spalti; Max, assicuratosi di essere abbastanza lontano dalla nuova ragazza, bisbigliò agli altri: “Aiuto, quella ragazza è inquietante. Assomiglia molto a qualcuno di nostra conoscenza.”

Rei commentò con aria saccente: “Già, qualcuno che la sta sfidando in questo momento.” 

Nel frattempo, Hilary si offrì di fare da arbitro mentre Yuri si preparava a scendere in campo come primo sfidante. La mora diede, quindi, il via alla prima sfida.

 

FINE TERZO CAPITOLO

 

Come andrà a finire lo scontro con Yuri? E Quello con Kei? Lo scopriremo nei prossimi capitoli. =)

 

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Capitolo 4
*** Un bitpower misterioso ***


Eccomi con un nuovo capitolo di Blooming Flowers. Buona lettura. =)

 

Un bitpower misterioso

 

I due sfidanti lanciarono i loro bey che iniziarono a scontrarsi tra loro; Yuri iniziò ad attaccare senza sosta mentre Mikaru si limitò a schivare i colpi. Tutti rimasero stupiti vedendo che la ragazza era molto abile.

“Davvero niente male Però, ora, si fa sul serio. Coraggio Wolborg, attacca!” ordinò Yuri al suo beyblade. Quello si illuminò e comparve il lupo di ghiaccio che si fiondò contro il bey avversario.

“È tutto qui? Allora chiuderò in fretta lo scontro! Vai, Auranix!”

Il bey della ragazza sprigionò una luce accecante e, tutti i presenti tranne lei, si coprirono gli occhi.  Quando la luce scomparve, gli spettatori rimasero senza parole dinanzi alla scena che si presentò ai loro occhi: il bey di Mikaru continuava a girare mentre quello di Yuri si era fermato.

“No, non è possibile!” farfugliò Boris, sconvolto.

“Invece si.” disse Mao; tutti si girarono a guardarla attendendo la sua spiegazione: “Da quando abbiamo conosciuto Mikaru, non siamo mai riuscite a vedere il suo bitpower perché lei batteva tutti i suoi avversari senza richiamarlo.”

Il prof K, che aveva acceso il computer e filmato l’intero scontro, intervenne: “Non ne sono tanto sicuro. Analizzando i dati che ho raccolto, ho notato che la luce proveniente da quel bey aveva la stessa potenza di quella di un bitpower!”

Rei, molto stupito, commentò: “Quindi lei lo ha evocato ma il suo attacco è stato talmente veloce che noi non lo abbiamo visto!”

Il professor K annuì e Takao, entusiasta, esclamò: “Voglio sfidarla anche io!” 

Max lo ammonì: “Dovrai rinunciare: se tu la affrontassi e perdessi, lei diventerebbe automaticamente campionessa e la poverina dovrà affrontarci tutti.” Takao rinunciò malvolentieri al suo proposito. Nel frattempo Mikaru, che era scesa nel beystadium, raccolse Wolborg che poi restituì a Yuri: “È stato molto divertente, dovremo sfidarci qualche altra volta.” gli porse la mano destra. Yuri, inizialmente indeciso, esitò per poi accettare, stringendola: ”Sei stata in gamba: finora nessuna ragazza mi aveva mai battuto. Ma, la prossima volta, vincerò io!”

Si voltò e si allontanò, con uno strano ghigno che non passò inosservato a Kei.

“Sei ancora in tempo per ritirarti.” disse Mikaru a quest’ultimo, una volta uscita dal beystadium. Lui si avvicinò al bordo e si mise in posizione di lancio “Molto bene. Preparati!” disse lei, imitandolo. Hilary diede il via al secondo scontro.

I beyblade cominciarono una lotta molto avvincente, continuando ad attaccarsi reciprocamente. I due avversari si stavano studiando attentamente, quando ad un certo punto i due bey si misero a girare in cerchio, illuminandosi, mentre i due bitpower fecero la loro comparsa.  Kei era stupito: non riusciva a credere che l’Aquila rossa fosse uscita senza il suo permesso. Si consolò solo perché riuscì, in questo modo, a vedere il bit dell’avversaria. Anche Mikaru era sorpresa dalla situazione: non era mai capitato che la sua Fenice Blu facesse di testa sua. Anche tutti i presenti si stupirono, vedendo il bit della ragazza. Invece le due creature, ignorando i loro padroni,  si limitavano a volare in cerchio come se stessero danzando mentre i due si misero ad  osservarli ancora più perplessi. All'improvviso, il professor K richiamò l'attenzione di tutti: “Ragazzi, ho scoperto una cosa importante!”

Tutti smisero di guardare lo spettacolo e ascoltarono il professore: “Non avevo mai assistito a una cosa del genere da quando Rei e Mao si sono scontrati. Questo significa una sola cosa: tra quei due bit c'è dell'affinità!”

Takao rivolse nuovamente lo sguardo verso lo scontro: “Bravo il nostro Kei! Hai trovato una compagna al tuo bit e magari anche per te! disse sfottendo l’amico.

“Se ti sentisse Kei, non so se saresti ancora vivo.” lo rimproverò Max.

I due bladers, avendo ascoltato la spiegazione del professore, continuavano a guardare le due creature. Istintivamente abbassarono lo sguardo e i loro occhi si incontrarono; i due si persero nei loro pensieri.

“Il mio bit non può avere affinità con quel pollo spennacchiato! Vuol forse dire che anche loro hanno dei sentimenti?pensò Mikaru riportando l’attenzione sulla sua fenice.

“Che assurdità! L’Aquila Rossa non ha bisogno di nessuno: sono soltanto stupidaggini senza senso. Eppure… Perché mi sento strano? Non importa, almeno ho scoperto il suo bit.” pensò Kei

Le due creature continuarono la danza finché Mikaru, ridestatasi dai sui pensieri, decise di rompere l’idillio: “Auranix, ti sei riposato abbastanza! Vai con il Fendente di ghiaccio!”

“Lo stesso vale per te, Dranzer: attacca con Tempesta Di Fuoco!”

Lo scontro fra i due beyblade fu talmente forte da scatenare una violenta onda d’urto. Gli sfidanti furono scagliati lontano. Si rialzarono quasi subito e si avvicinarono al beystadium: aveva vinto Kei. Mikaru rimase a guardare il suo beyblade sconfitto, incredula. Nel frattempo, gli altri si erano avvicinati ai due per congratularsi dell’ottimo scontro.

Mikaru, dopo aver recuperato il suo Auranix, si rivolse a Kei: “Complimenti! Sei stato l’unico ad avermi battuto. Mi piacerebbe prendermi la rivincita.” Gli porse, dunque, la mano destra.

“Mpf, ammesso che tu riesca a sconfiggermi.”  Strinse la mano alla ragazza.

Mao, stranita, si rivolse a Mikaru: “L’unico? Ma non era-” venne subito interrotta dallo sguardo glaciale della bionda: “Per me lui è l'unico. L'altra vita non conta.”

Rei, incuriosito, le chiese: “L'altra vita? Ma che vuol dire?”

“Non ha alcuna importanza. Ho già stressato Mao, Emily e Hilary con questa storia e non voglio che altri la sappiano.”

Takao, con un sorriso, mise la mano destra sopra la spalla sinistra della ragazza: “Mi dispiace: tu ci racconterai questa storia perché ormai siamo coinvolti. Inoltre gli amici servono a questo, vero ragazzi?” 

Tutti annuirono e Mikaru li guardò basita per poi dire ghignando: “Mi era stato detto che tu fossi un ficcanaso ma non sapevo che lo fossi fino a questo punto.”

“Non è vero! Chi te lo ha detto? È stata Hilary?”

E tutti scoppiarono a ridere, mentre Kei scuoteva la testa.

 

FINE QUARTO CAPITOLO

 

Fine di quest’altro capitolo. Quale sarà la storia di Mikaru? Lo scopriremo nei prossimi capitoli! A presto =)

 

 

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Capitolo 5
*** Inizia il torneo ***


Salve, sono tornata con un nuovo capitolo di Blooming Flowers. Buona lettura.

 

Inizia il torneo

 

Mikaru si mise a sedere sugli spalti imitata da tutti, prese un bel respiro e iniziò a parlare: “Tutto ebbe inizio quando avevo cinque anni: trascorrevo il mio tempo insieme ai miei genitori nella villa di famiglia.”

“Wow, è anche ricca! Kei ha trovato la sua anima gemella!” bisbigliò Takao agli altri.

Il ragazzo, che aveva sentito, gli rivolse uno sguardo assassino; Emily si innervosì e li rimproverò: “La volete piantare? Dai, continua.”

“Un giorno, mentre tornavo a casa in auto con i miei genitori, vidi dei bambini che si divertivano sfidandosi a Beyblade; mi innamorai di quello sport, desiderando di poterci giocare. Sapevo che a causa del mio ceto sociale non avrei potuto mai praticarlo: non è buona etichetta fare una cosa simile. Tuttavia, al mio successivo compleanno, i miei genitori mi regalarono Auranix e il bit della Fenice Blu: si erano accorti della mia passione segreta. Mi resero felice, dimostrando di tenere di più alla mia felicità piuttosto che all’etichetta.

Una sera, giunse un uomo con una terribile notizia: i miei genitori erano morti in un incidente aereo, mentre tornavano a casa con il nostro jet privato. Rimasi sconvolta, cominciai a chiudermi in me stessa e a pensare solo al beyblade. Un giorno, ritornando a casa dopo la scuola, mi fermai a battermi con un gruppo di duellanti in un parco. Lì incontrai un componente della D.A. che mi propose di unirmi alla società: mi promise che sarei diventata una grande blader. Senza pensarci, accettai e scappai di casa.

Dopo cinque anni di duro allenamento, diventai la numero uno tra le ragazze e strinsi amicizia con qualcuna di loro. Da quel momento cominciarono i problemi: la maggior parte delle ragazze che avevo conosciuto scomparvero all’improvviso. In più, il numero uno tra i blader maschi – Larry Holme – mi aveva scelta come vittima preferita delle sue spacconerie. In preda allo sconforto e al nervosismo, lo sfidai per dargli una lezione. In meno di dieci minuti mi mise al tappeto, senza nemmeno darmi il tempo di capire che cosa mi fosse successo e persi conoscenza. Al mio risveglio, mi ritrovai in una stanza completamente bianca, sdraiata sopra un lettino; mi sedetti – guardandomi intorno – e rimasi terrorizzata da quello che vidi: migliaia di capsule contenevano ragazzi privi di conoscenza. Tra di loro, vi erano anche le mie amiche. Fuggii da quel posto e riuscii a ritornare a casa e raccontai ai miei servitori ciò che mi era accaduto. Mi consigliarono di rivolgermi al presidente Daitenji, ovvero l’unico che stava già svolgendo delle indagini sulla D.A. Purtroppo, nonostante il mio racconto, non avevamo abbastanza prove per incastrare Mark e la sua organizzazione. Così, ripresi ad allenarmi nella mia villa, aspettando il momento più adatto per muovermi, e ora sono qui in cerca di giustizia.”

Mikaru guardò tutti i bladers che si erano messi a riflettere, quando Takao si rivolse a lei: “A quanto pare, la tua non è stata una buona infanzia. Mi dispiace... Posso sapere come vi allenavate?”

“Ci allenavamo incessantemente tutto il giorno, e tutti i giorni, in vista della sfida mensile: in questa occasione, dovevamo batterci tra di noi e conquistare le prime 1000 posizioni. Chi falliva nell’intento, non era considerato degno di far parte della società e non lo si vedeva più in giro. Inoltre agli occupanti delle posizioni non era concesso perdere, altrimenti sarebbero stati puniti.” Disse, con rabbia.

Tutti iniziarono a confabulare sottovoce per decidere il da farsi e finalmente Takao parlò a nome di tutti: “D'accordo, ti daremo una mano noi!”

Mikaru li fisso basita e Rei intervenne: “Vedi, ci è stata affidata la missione di trovare prove per incastrare Mark, quindi aiuteremo anche te.

Mikaru li guardò stupita, poi sorrise: “Vi ringrazio.” il suo sorriso mutò in un ghigno sadico “Visto che volete aiutarmi, ci alleneremo a modo mio, perché è l'unico modo per sconfiggere gli avversari di questo posto; quindi ci divideremo in quattro gruppi.”

I bladers si allenarono dalla mattina fino a sera inoltrata, fermandosi solo per mangiare e, verso sera inoltrata, arrivò Daitenji: “Salve ragazzi, vedo che avete già conosciuto la nuova arrivata.”

Tutti, essendo sfiniti, annuirono debolmente e l’uomo, notando la loro stanchezza, si rivolse alla bionda: “Vedo che non perdi tempo, vero Mikaru?”

La ragazza, per niente esausta, gli rispose: “Il tempo è prezioso, quando si tratta di questioni importanti come queste.”

Daitenji annuì pensieroso e, infine, aggiunse: “Adesso andate a riposarvi: domani c'è l'inaugurazione del torneo e dovrete essere puntuali. Buona serata.” Il presidente se ne andò e i bladers andarono in camera a riposare.

Nel frattempo, una figura nera se ne stava rintanata nel suo ufficio, completamente al buio, guardando lo schermo, che ritraeva Mikaru, ripresa da una telecamera di sicurezza: “Vedo che non sei cambiata per niente in questi anni. Sarà un vero piacere divertirmi ancora un po' con te.”

 

 

Il giorno dopo, tutti i ragazzi che partecipavano al torneo si presentarono nello stadio, dove si sarebbero svolti gli incontri. La struttura era enorme e di forma ovale, gli spalti erano gremiti di persone e un mega schermo permetteva di vedere il palco di fronte, completamente in parquet e con il sipario rosso calato; i nostri amici si trovavano, invece, ai piedi del palco insieme agli altri partecipanti. Le luci illuminarono la scena e fece la sua comparsa Dj Man che iniziò a presentare l’evento: “Signore e signori, benvenuti ad un nuovo entusiasmante torneo di beyblade! In questa occasione, la D.A. ha voluto sfidare l’ormai rinomata B.B.A! Sarà un duello davvero epico, per questo voglio presentarvi i nostri protagonisti! Un applauso per loro!” nello schermo comparvero tutti i bladers e gli spettatori andarono in visibilio.

Takao, ormai stufo, commentò: “Non gli viene mai mal di gola a furia di parlare?”

Dj Man continuò imperterrito: “Ed ora, lasciate che vi presenti i due pezzi grossi del torneo: fate un bell’applauso al presidente Mark Black e al nostro caro signor Daitenji!”

I due entrarono dalla quinta di sinistra e gli spettatori applaudirono; Mark aveva capelli neri, cortissimi, occhi dello stesso colore e indossava uno smoking nero con camicia bianca. Mikaru, alla sua comparsa, rabbrividì e strinse i pugni in silenzio.

“Benvenuti a questo torneo di beyblade! Le regole sono semplici: ci sono due tornei, uno maschile e uno femminile. Alla fine del torneo, resteranno solo una squadra maschile e una femminile che dovranno scegliere un loro rappresentante affinché giochi la finalissima. Tutte le squadre che perderanno dovranno recarsi nel mio ufficio, affinché io prenda nota della loro sconfitta. Raccomando i bladers di giocare in modo leale.” disse il presidente della D.A.

“Sei tu il primo a barare.” bisbigliò Mikaru indispettita.

“Lo odi così tanto?” le chiese Yuri.

“Più di qualsiasi altra cosa.” commentò lei.

“Lo sconfiggeremo di sicuro.” la rassicurò Kei.

Dj man riprese la parola: “Bene, ora che sapete tutte le regole, diamo inizio al torneo!”

 

FINE QUINTO CAPITOLO

 

Come andrà a finire? Cosa succederà ai nostri amici? Continuate a leggere e lo scoprirete!

Al prossimo capitolo! =)

 

 

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Capitolo 6
*** Problemi di squadra ***


Salve, sono tornata con un nuovo capitolo di Blooming Flowers! Buona lettura! =)

 

Problemi di squadra

 

I nostri amici combatterono al torneo e si classificarono al turno successivo. Anche le ragazze vinsero, nonostante i continui litigi tra Ming Ming e Hilary. Le loro schermaglie avevano causato un effetto domino: anche le altre avevano cominciato a discutere tra chi sosteneva che fosse colpa di Ming Ming e chi, invece, che fosse colpa di Hilary; Mikaru osservava il tutto restando silente. Passando di fronte alla reception, incontrarono i ragazzi ma questi, notando che le fanciulle fossero di pessimo umore, decisero di lasciarle in pace e si diressero in piscina per sedersi al chiosco.

Mikaru, una volta arrivate nella loro stanza, chiuse la porta e si volto dalla loro parte con sguardo glaciale: ”Nessuna di noi uscirà da questa stanza finché non avremo risolto il problema.”

Le altre, indispettite, si  misero a brontolare, mettendo a dura prova la pazienza della bionda che, alla fine, sbottò:“Non volete capire che ci siamo qualificate per un pelo? Se non riusciamo a collaborare tra di noi, come possiamo sperare di poter battere gli avversari? Il gioco di squadra è importante! Io so di cosa è capace Mark e ho già fatto tornei di questo tipo. Domani abbiamo due partite da giocare, se vogliamo sperare di arrivare ai quarti; inoltre, in questi ultimi e nelle semifinali, dovremo giocare in due alla volta! Se perdiamo per colpa di stupidi litigi, perderemo ogni possibilità di incastrare Mark! Ve lo ripeto un' ultima volta: fatevi un piccolo esame di coscienza e finché non avrete risolto i vostri problemi, non uscirete di qui!”

Detto questo, uscì dalla stanza e le rinchiuse dentro; le ragazze rimasero qualche istante interdette per la sfuriata subita, poi si ripresero e ognuna raggiunse il proprio letto sovrappensiero.

Mikaru camminava per sbollire la rabbia, finché non si rese conto di essere arrivata in piscina, dove notò i ragazzi, presso il chiosco, che ridevano e scherzavano tra loro. La struttura era enorme e aveva un’enorme cupola  costituita da ampie vetrate; la piscina era immensa ed era costeggiata da innumerevoli ombrelloni e lettini. Oltre la vasca, sulla sinistra, si trovava il chiosco in legno, contenente solo un bancone, dove stava il barman, mentre i tavoli, protetti da ombrelloni, stavano sulla destra.

“Certo che non sei cambiata affatto: quando sei arrabbiata hai sempre quello sguardo vitreo.” disse una voce femminile alle sue spalle. La bionda si voltò e vide una ragazza che stava in piedi a bordo piscina: aveva i capelli castani, legati in una coda laterale a sinistra, che le arrivavano poco sotto la spalla e gli occhi verde oceano. Indossava una T-shirt elegante nera, un paio di pantaloncini bianchi, dei collant neri e stivali bassi dello stesso colore.

“Yuriko, sei proprio tu?” disse, stupita, la ragazza.

“Non fare quella faccia sconvolta.” disse la mora, avvicinandosi “È dura sopravvivere qui dentro ma come vedi sono ancora integra. Anche se, ora, sei una mia rivalesorrise quindi trattami come tale.”

Mikaru ghignò “Effettivamente ho sempre desiderato battermi con te, sono contenta di poterlo fare, finalmente.”

 Si guardarono con aria di sfida, finché Yuriko assunse un’aria triste “Anche se avrei preferito non farlo qui.”

“Che intendi dire?”

“Stai attenta.”

Prima che la bionda potesse replicare, soggiunse alle sue spalle Yuri, che l’aveva notata in lontananza “Mikaru, che ci fai qui tutta sola?” solo dopo vide la mora e sgranò gli occhi: “Yuriko?”

“Yuri?” chiese quella, ancora più sconvolta.

“Voi due vi conoscete?” chiese la bionda.

“Potrei farti la stessa domanda.” rispose lui.

“Beh, allora io vado dagli altri. Ci vediamo dopo.” disse Mikaru e si allontanò.

I due si scrutarono per un po', finché Yuriko spezzò il silenzio: “Nonostante tutti questi anni, sono riuscita a riconoscerti. Anche se, devo ammetterlo: sei sempre lo stesso.”

“Cosa ci fai qui?”

“Faccio parte della D.A. e sto partecipando al torneo.”

Il viso di lui, che era sempre imperturbabile, fu solcato da un’ombra di stupore mista a terrore. Lei continuò “Mi sono unita a loro perché, se fossi diventata più forte, avrei avuto l’occasione di incontrarti di nuovo. Direi che ci sono riuscita, anche se ora devo andare.” si voltò di spalle e fece qualche passo per poi fermarsi: “Ti prego di non perdere.” e si rimise a camminare, scomparendo oltre l’uscita.

“Non lo farò.” disse lui per poi raggiungere gli altri.

Nel frattempo, Mikaru si era seduta vicino a Kei e di fronte a Takao, Max e Rei. Sorseggiando la sua bevanda in silenzio, si chiese come stessero le altre; inoltre l’apparizione improvvisa di Yuriko, l’aveva turbata, mentre gli altri, invece, continuavano a parlare allegramente. Yuri li raggiunse e si unì a loro; Takao, notando che la ragazza era presente solo con il corpo, richiamò la sua attenzione e disse: “Deduco dalla tua espressione e dal fatto che tu sia sola, che hai litigato con le ragazze. Se non ne vuoi parlare, fai pure. Però vogliamo sapere una cosa: come vi siete conosciute tu, Hilary, Mao ed Emily? Inoltre, chi era quella ragazza?”

Mikaru si riscosse dai sui pensieri e lo fissò confusa; posò la bibita e gli rispose ghignando: “Ficcanaso come al solito!” lui si inalberò e gli altri risero “Comunque non sono segreti di stato Hai indovinato: ho litigato con loro. Stai tranquillo, risolveremo.” prese un respiro profondo e iniziò a raccontare: “Io e le ragazze ci siamo conosciute durante un torneo femminile a squadre, organizzato dal mio maggiordomo come regalo di compleanno, circa due anni fa; per la mia squadra aveva ingaggiato le migliori giocatrici di beyblade del primo torneo mondiale, ovvero Mao ed Emily, più un’altra ragazza talentuosa, cioè Hilary.”

“Hilary non sa giocare!”

“Questo lo dici tu! Comunque, appena conosciute, non abbiamo parlato granché. Abbiamo iniziato a socializzare quando ci accorgemmo dell’enorme problema di Hilary: aveva un gran talento ma non lo sapeva sfruttare. Così, le abbiamo impartito delle lezioni e, in poco tempo, è diventata una mini campionessa: riuscimmo perfino a vincere il torneo. Quell’esperienza ci ha legate tantissimo e, da allora, siamo diventate amiche.”

“Cavoli, non avevo la minima idea che Hilary sapesse giocare.” disse Takao

“Questo perché non hai mai provato a capirla. Takao, sei senza speranze.” replicò il professor K; gli altri si misero a ridere, mentre Takao diventava paonazzo dalla rabbia.

“Comunque non ci hai ancora detto chi era quella ragazza.” si intromise Max, e gli altri riportarono l’attenzione sulla bionda. Soprattutto Yuri, che parve molto interessato all’argomento.

“Si chiama Yuriko: è l’unica vera amica che sono riuscita a farmi, dentro questo posto. Diciamo che mi ha salvato la vita.”

I ragazzi annuirono e Rei si rivolse a lei: “Cambiando argomento: è normale che questo posto sia pieno di videocamere?” disse guardando una telecamera, posta all’estremo lato destro della piscina.

“Normalissimo: a Mark piace tenere tutto sotto controllo. Fortunatamente, non ha piazzato i suoi schifosissimi aggeggi nelle stanze da letto e nei bagni, altrimenti qualcuno potrebbe lamentarsi.”

Nel frattempo, le ragazze avevano discusso: tutte ammisero di aver sbagliato e fecero pace. Quindi, decisero di aspettare Mikaru.

 

La blader si trattenne a discorrere con i nuovi amici per un’altra ora, poi li salutò e si avviò in camera: quando aprì la porta, trovò le ragazze sedute in cerchio e le dissero che la stavano aspettando per parlarle. Lei, un po' stupita, si accomodò in mezzo a Mao e Emily, aspettando il verdetto.

Mao parlò a nome di tutte: “Ci dispiace moltissimo: ci siamo comportate da sciocche, senza pensare alle conseguenze delle nostre azioni. Quindi ne abbiamo discusso tra di noi e abbiamo deciso di collaborare per il bene della squadra. Puoi perdonarci?” la guardarono in attesa di risposta.

Mikaru le guardò negli occhi, una per una: “Posso fidarmi di voi?”

Le ragazze annuirono e lei, vedendole determinate, sentenziò: “D’accordo: vi siete meritate un’altra chance. Ma vi avverto: se vi comporterete nuovamente in questa maniera, non ci penserò due volte prima di richiudervi dentro.”

Le sorrisero e si gettarono su di lei abbracciandola, cogliendola alla sprovvista; perse l’equilibrio e cadde all’indietro insieme a loro. Dopo un iniziale attimo di smarrimento, tutte si misero a ridere.

“Direi che ora ci serve un nome per la squadra. Che ne dite di Blooming Flowers?” Chiese la bionda.

“È bellissimo!” disse Mao e anche le altre concordarono.

Si rialzarono e Mikaru, assumendo i modi di fare di un sergente, tuonò: “Allora è deciso. Soldatesse, ai vostri letti! Domani ci aspetta una giornata di guerra!”

Le altre risposero facendo il saluto militare: “Sissignora!” e si misero a ridere mentre raggiungevano il loro letto, per andare a dormire.

 

FINE SESTO CAPITOLO

 

Cosa capiterà ai nostri ragazzi? Lo scopriremo nel prossimo capitolo! A presto =)

 

 

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Capitolo 7
*** Breve pausa ***


Eccomi tornata con un nuovo capitolo di Blooming Flowers! Buona lettura! =)

 

 

Breve pausa

 

 

Erano le 23:45, Mikaru si svegliò di soprassalto e non riusciva più a prendere sonno a causa di un incubo che la tormentava. Decise di alzarsi per prendere una boccata d’aria. Camminò sovrappensiero, giungendo davanti al campo d’addestramento e, vedendo che le luci erano accese, decise di verificarne il motivo. Una volta dentro, vide Yuri e Kei che si stavano allenando e assistette al loro dialogo.

“Sei un imbroglione, non hai usato tutta la tua forza contro Mikaru e ora pretendo di sapere il motivo.”

Yuri ghignò “In realtà la stavo studiando, dato che non l’ho mai vista giocare. Per questo non ho usato tutta la mia forza. Ora che conosco i suoi punti deboli e le sue tattiche di gioco, la prossima volta potrò sconfiggerla.”

“Le tue tattiche non funzioneranno con lei, sa essere molto istintiva.”

Yuri sorrise: “Non ha importanza: alla fine il cervello vince sempre, proprio come è accaduto contro di te.” ghignò.

“Sono molto migliorato da allora. Fatti sotto, codardo!” disse Kei irritato.

“Non volevo sentire altro.” e si misero in posizione.

Ma un beyblade piombò nel beystadium e i due si voltarono, scoprendo la presenza di Mikaru: “Sai, mi sento molto offesa, Yuri. Mi infastidisce molto il fatto che tu non abbia sfoderato tutta la tua potenza! Mi hai fatta arrabbiare, facendomi dimenticare il motivo per cui ero uscita a fare una passeggiata. Ho voglia di sfogarmi, ti sfido!” disse avvicinandosi al beystadium, vicino a Kei, richiamando Auranix.

“Credo di aver parlato troppo. Comunque, accetto a una condizione.”

“Quale sarebbe?”

“Se vinco io, dovrai raccontarmi del tempo che hai speso insieme a Yuriko.”

“Ci sto. Ma se vinco io, tu dovrai dirmi come l’hai conosciuta.”

“Affare fatto.” e i due bladers si misero in posizione, mentre Kei si preparò a fare da arbitro.

I due lanciarono e lo scontro ebbe inizio; stavolta, entrambi evocarono il loro bit quasi subito e le due trottole cominciarono ad attaccarsi incessantemente. Tuttavia, la rabbia di Mikaru spingeva la fenice ad essere più aggressiva nei confronti dell’avversario, che si trovò in difficoltà. Yuri si rese conto che aveva fatto male i conti: non aveva considerato le emozioni dell’avversaria. Non avendola mai vista all’opera quando era infuriata, non aveva una tattica adatta alla situazione, quindi incassava i colpi senza riuscire a contrattaccare.

“È giunto il momento di farla finita! Auranix, vai con Fendente di ghiaccio!” la fenice eseguì un colpo perfetto che scagliò fuori il beyblade di Yuri, decretando la vittoria della bionda.

Il rosso raccolse il suo bey e andò a sedersi su una panchina.

“Spero che tu abbia imparato la lezione.” disse lei sedendosi vicino a lui.

“Ho afferrato il messaggio. Ora, come promesso, ti racconterò quello che vuoi sapere.”

Kei si sedette di fianco a Mikaru e Yuri cominciò a parlare “Ho conosciuto Yuriko al monastero di Vorkof. Era l’unica persona di cui potessi fidarmi là dentro.”

“Come mai io non l’ho mai incontrata?” si intromise Kei

“Perché quando tu arrivasti, lei era già stata allontanata.”

“Che significa?” chiese la bionda sconcertata.

“Devi sapere che lei, essendo orfana, è stata accolta nel monastero affinché diventasse una blader cacciatrice di bitpower, come noi. Lì dentro, vigeva una sola regola: vincere. Non c’era spazio per inutili sentimentalismi. Tuttavia, essendo una ragazza, per lei era quasi impossibile reprimere il suo lato umano: si era messa ad aiutare i bladers, esausti dai pesanti allenamenti, e io fui uno di quelli che ricevette le sue attenzioni. Per questo, la sua presenza divenne mal tollerata e decisero di spedire Yuriko in un orfanotrofio. Più avanti, ho scoperto che era stata mandata addirittura in un altro continente, pur di allontanarla dal monastero, e da allora non l’ho più rivista. Fino ad oggi.”

“È proprio nella sua natura, aiutare gli altri.” disse Mikaru sorridendo “Inoltre, ora ho capito perché voi due siete dei surgelati.” e si mise a ridere mentre quelli tacevano.

“Se credi di essere spiritosa, sappi che non lo sei affatto.” replicò Kei

“Io, invece, credo che ve la siate presa perché è la verità.” disse ghignando e lui la guardò male “Avevo ragione.” ribatté soddisfatta. Yuri in quel momento si alzò “Io vado a dormire. Ci si vede.” e si incamminò verso l’uscita, scomparendo nel buio.

“Sai, tra te e lui non so proprio chi sia più surgelato.”

“Tu invece sei noiosa.”

“Allora dimostrami che non ho ragione, con una sfida.”

“Ci sto.” si alzarono in piedi e si misero in posizione di lancio.

Quando i beyblade furono sul campo, invece che attaccarsi, si misero a girare in tondo e, da essi, uscirono i bitpower, che si misero nuovamente a volare in cerchio.

“Ci risiamo!” disse la bionda, sedendosi sulla panca.

“Quindi è per questo che mi hai sfidato.” disse lui, guardandola.

“In realtà, volevo davvero battermi ma non ero sicura che anche la fenice lo volesse. Per questo, non mi sono recata alla mia postazione. Inoltre avevo proprio bisogno di uno spettacolo simile.”

“Uno spettacolo?” chiese lui, inarcando il sopracciglio sinistro.

“Si: è bello vederli andare d’accordo, non trovi?” lui non rispose e si limitò a sedersi nuovamente di fianco a lei.

“Sai, fino a ieri pensavo che queste creature servissero solo a combattere, invece scopro che anche loro hanno una loro volontà. Che cosa buffa!” continuò lei.

“Per me, sono solo stupidaggini.”

“Non sei felice che la tua Aquila abbia trovato una compagna?”

“Non mi interessa. Mi consolo con il fatto che la padrona non è una gallina insopportabile.”

“Che lusinga! Lo prendo come complimento.”

“Non illuderti.”

E continuarono a stuzzicarsi finché Mikaru cominciò a sbadigliare “Credo di aver finalmente ritrovato il mio sonno. Mi dispiace Auranix: saluta il tuo compagno, ce ne stiamo andando” tese la mano destra e il bey ritornò da lei. “Buonanotte Kei, ci vediamo domani.” e cominciò a camminare verso l’uscita. Lui richiamò Dranzer e fissò la ragazza “Buonanotte, Mikaru.” lei si voltò e fece un cenno di saluto, per poi continuare a camminare finché svanì oltre la porta. Kei stette un attimo immobile a fissare l’uscio e poi il suo bey, lo mise in tasca e si avvio verso il suo alloggio.

 

Mikaru fu assalita di nuovo dagli incubi e si svegliò verso le 7:17; decise che ormai era inutile continuare a dormire, quindi si vestì e andò a fare colazione al chiosco. Verso le 8, arrivò anche Kei e quindi si misero a chiacchierare, indisturbati, fino all’arrivo degli altri.

Dopo colazione, arrivò il signor Daitenji con una comunicazione: “Il torneo sarà sospeso per un giorno, a causa dei danni che hanno riportato i campi, dopo i duelli dei ragazzi; perciò, oggi, siete liberi.”

Tutti esultarono e decisero che avrebbero trascorso la loro giornata in piscina; così ritornarono alle loro stanze, si cambiarono in fretta e furia, per ritornare ad occupare i lettini. Le ragazze arrivarono per prime e, mentre aspettavano i ragazzi, si presero da bere, per poi sedersi a bordo piscina. Hilary si rivolse a Mikaru: “Dove sei stata ieri notte?” le ragazze, sentendo odore di gossip, aguzzarono le orecchie.

“Non riuscivo a dormire e quindi sono andata ad allenarmi.” Disse, prendendo un altro sorso di limonata.

“Sei per caso andata ad un allenamento romantico con Kei?” chiese la mora, sospettosa.

Mikaru, sentendo queste parole, rischiò di soffocare e le ragazze si misero a ridere, notando che era diventata paonazza. Recuperato fiato, rispose: “Ma che vi salta in mente? Ci stavamo solo allenando!”

“Quindi eri davvero con Kei!” sentenziò Mao, indagatrice.

La bionda si morse la lingua poiché aveva abbassato la guardia: “Cosa vi fa credere una cosa del genere?”

“Stamattina eravate soli soletti e inoltre, ieri sera, sei ritornata piuttosto tardi.”

A quel punto, Mikaru doveva giocarsi il tutto per tutto: fece un respiro profondo e, recuperato l’autocontrollo, si rivolse a tre di loro: “Se la mettete in questi termini, allora voglio chiedere a Hilary come va con Takao, a Emily con Max e a Mao con Rei.”

Le tre, sentendo quei nomi, divennero rosse come pomodori: “Non gliel’avete ancora detto? Ma cosa aspettate?”

Mao, rossa in volto, replicò: “Io ci ho provato ma non è andata esattamente come speravo...”

“Non dovresti arrenderti così facilmente, lo dico per il tuo bene! E voi che mi dite?”

Le due distolsero lo sguardo: “Siete senza speranza!” e le altre si misero a ridere.

Ming Ming decise di cambiare discorso: “Mikaru, come mai non indossi un costume?” infatti la bionda indossava un paio di short in jeans e un top bianco.

“Non mi piace molto nuotare, preferisco stare a bordo piscina, con le gambe a mollo.” Lei annuì e si tuffò in acqua, seguita dalle altre.

Dopo un po’, arrivarono i ragazzi, che le raggiunsero tuffandosi, mentre Yuri si sdraiò su un lettino e Kei si affiancò a Mikaru. Portava una T-shirt nera e un costume a pantaloncino blu, lungo fino alle ginocchia.

“Sua maestà non è in vena di farsi una nuotata?” chiese lei.

“Io detesto l’acqua e odio la calca. Tu, piuttosto, come mai non sei a sguazzare con le altre?”

“Neanche a me fa impazzire nuotare, quindi passo. Comunque perché lo chiedi? Volevi vedermi in costume?” ghignò lei.

“E se ti dicessi di si?” la guardò con aria maliziosa e lei sgranò gli occhi: l’aveva presa in contropiede e non sapeva come controbattere; inoltre l’insinuazione di lui, le aveva causato un groviglio di farfalle nello stomaco. Fortunatamente, fu salvata dal ragazzo della reception, che era giunto a cercarla per comunicarle di una chiamata. Così, lei si alzò in piedi, si asciugò le gambe e fuggì più in fretta possibile. Arrivata davanti al telefono, si ricordò che non aveva detto a nessun parente di essere lì in quel momento, quindi sollevò la cornetta sospettosa: “Pronto?”

“Buongiorno, miss Mikaru.”

“Mark, che cosa vuoi?”

“È questo il modo di rivolgersi a una persona più grande di te? Qualcuno potrebbe mettere in discussione la tua educazione.”

“Risparmiami la predica e dimmi che cosa vuoi!”

“Ti ho fatta chiamare per proporti un patto.”

“Non ho alcuna intenzione di negoziare con te!”

“Se non mi ascolti, i tuoi amici saranno in pericolo. Non vuoi che succeda un’altra volta, vero?” lei si zittì “Brava bambina. Ora, ascolta: tu e la tua squadra dovrete perdere.”

“Cosa vorresti dire?”

“Parliamoci chiaro: è te che voglio. Sei stata una grande perdita per la mia associazione e, tutt’ora, non ho trovato nessun’altra per rimpiazzarti. Quindi se perdessi, e ti consegnassi a me, la vita dei tuoi amici sarebbe salva.”

“Te lo puoi scordare! Noi ti sconfiggeremo e dimostreremo al mondo i tuoi crimini!”

“Peccato, sapevo che avresti risposto in questa maniera. Allora non mi lasci altra scelta ma, se decidessi di ripensarci, sai dove trovarmi. A presto, mia cara.” e riattaccò. Lei era nera di rabbia, poggiò la cornetta e ritornò in piscina. Ma, prima che potesse varcare la soglia, una tizia le si parò davanti: si trattava di Melody Holme, sorella di Larry. La ragazza aveva capelli castani che gli arrivavano fino al mento e occhi dello stesso colore; portava una maglietta bianca, con una sola spallina, una minigonna in jeans e ballerine bianche.

“Ciao, perdente! Così sei tornata, a quanto vedo! Comunque, preparati ad essere sconfitta in finale. Sempre che tu ci arrivi!”

E scoppiò a ridere. Mikaru le rispose: “Sparisci di qui! Non tempo da perdere con te.” Melody si infuriò e se ne andò. 

“Non vorrei essere nei panni di quella gallina.”

La bionda si accorse della presenza di Kei alle sue spalle e il suo sguardo divenne disperato: non voleva che lui la vedesse in quelle condizioni, quindi provò a scappar via. Lui fu più veloce di lei e, riuscendo a prenderle il braccio sinistro, la costrinse a voltarsi. Rimase di sasso vedendo le lacrime di lei, che avevano cominciato a solcarle il viso. Decise di trascinarla in un luogo tranquillo e senza telecamere: ovvero la sua stanza. Lì, la fece sedere sul letto e la lasciò sfogare, facendosi poi raccontare l’accaduto. Vedendo che era esausta a causa del troppo piangere, la coprì e se ne andò, dopo essersi assicurato che lei dormisse.

Ritornato dagli altri, comunicò che Mikaru si era sentita male e quindi l’aveva accompagnata nella sua stanza.

Il giorno successivo, le ragazze riuscirono a classificarsi ai quarti, mentre dei ragazzi riuscirono a passare il turno solo i Bladebreakers e i Neoborg. Tutti gli altri si recarono all’ufficio di Mark.

I vincitori si erano messi di fronte all’ascensore della hall per aspettare i loro amici. Ma la scena che si presento davanti ai loro occhi fu scioccante: Brooklyn, Moses, Mystel, Raul, che si era unito ai Justice 5, Garland, Michael, Eddy, Steve, Rick, Ralf, Olivier, Andrew, Gianni, Lai, Gao e Kikki oltrepassarono i loro amici, senza rivolgergli una parola, e si diressero verso le loro stanze, lasciando i loro compagni increduli nella hall.

 

FINE SETTIMO CAPITOLO

 

Cosa sarà successo ai ragazzi che hanno perso? Lo scopriremo nei prossimi capitoli =)

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Capitolo 8
*** L'incubo diventa realtà ***


Eccomi tornata con un nuovo capitolo di Blooming Flowers! Buona lettura!!!! =)

 

 

L’incubo diventa realtà

 

Mentre Mikaru e gli altri ragazzi continuavano a fissare increduli i loro amici, Takao corse verso di loro: “Ragazzi, perché ve ne siete andati?  Avete perso ma non è una tragedia!”

I ragazzi si voltarono e lo guardarono come se fossero stati appena disturbati, poi tornarono sui loro passi. In quel momento, la bionda si accorse che avevano indosso una sorta di collare meccanico e strinse i pugni, furente: “Maledetto Mark, me la pagherà cara!”

Rei, ancora incredulo, le chiese: “Secondo te, che cosa gli sarà successo?”

“Non ne ho idea ma, se osservate bene, tutti loro indossano un collare metallico: deve essere quello il motivo del loro comportamento.”

I ragazzi restarono ancora lì a discutere un altro po’, poi si diressero verso le loro camere per riposarsi.

Il giorno dopo, le tre squadre si diressero allo stadio per continuare il torneo e, alla fine della giornata, le squadre vincitrici furono quella dei Bladebreakers e le Blooming Flowers. Purtroppo, i Neoborg erano stati sconfitti, mentre i rimanenti in gara si precipitarono di fronte all’ascensore della hall. La scena del giorno precedente si verificò nuovamente, solo che questa volta c’erano anche i Neoborg: anche loro portavano i collari. Non potendo fare nulla, i sopravvissuti ritornarono in silenzio nelle loro stanze.

Mikaru cominciava a preoccuparsi, anche se non voleva darlo a vedere. Tutte le sue paure si stavano concretizzando, così decise di fare una piccola riunione con la sua squadra.

Appena chiusa la porta della loro stanza, disse alle ragazze che doveva parlare loro. Tutte si sedettero in cerchio per ascoltarla: “La situazione sta degenerando: avremo bisogno di un ulteriore aiuto. Voglio essere sicura della nostra vittoria.”

Estrasse dunque dalla tasca un oggetto: si trattava di un bitpower, più precisamente di un drago argentato, e lo porse a Hilary: “L’ho trovato in uno scavo archeologico. Non te l’ho dato prima perché pensavo non ne avessimo bisogno ma, per come si stanno mettendo le cose, è meglio non correre rischi.”

Hilary la guardò indecisa e insicura ma qualcosa nello sguardo di Mikaru la convinse; allungò la mano, prese il bitpower e le disse: “Non credo di essere pronta ma, se questo servirà per la missione, sono disposta a farlo.”

Le ragazze chiacchierarono per un po’ e poi decisero di andare a dormire.

Durante la notte, Mikaru si sveglio nuovamente di soprassalto, per via dello stesso incubo che l’aveva tormentata tutte le altre notti. Dato che non riusciva a riaddormentarsi, decise di recarsi al campo addestramento per calmarsi un po'. Non scelse la destinazione a caso, in realtà sperava di poter incontrare Kei. Le sue speranze non furono deluse quando, giunta a destinazione, sentì il suono familiare di un beyblade; varcò la soglia e vide Kei. Lui si accorse della sua presenza, richiamò il bey e si voltò dalla sua parte: “Per caso soffri di insonnia? Se vuoi, conosco molti metodi per prendere sonno.” Disse il ragazzo, sarcasticamente.

Lei sorrise ma non rispose: non era dell’umore adatto. Si avvicinò a lui e si sedette su una panchina, fissando il vuoto “In realtà, sono venuta qui per rilassarmi.”

“Al campo di addestramento?” chiese lui, nuovamente sarcastico.

“In realtà, sono venuta qui nella speranza di incontrarti.” disse lei, stringendosi nelle spalle.

Lui mutò espressione e si sedette di fianco a lei, assumendo uno sguardo preoccupato: “Questa è la seconda volta che ti alzi di notte fonda, sei diventata poco presente e silenziosa. Che ti prende?”

La ragazza diventò rossa, per via delle parole di lui: “Ho paura che anche tu faccia la stessa fine degli altri.” poi si rese conto di quello che aveva appena detto e fece per fuggire ma lui la abbracciò, impedendole di muoversi “Non puoi sempre fuggire di fronte alle tue emozioni.”

La ragazza sgranò gli occhi e tentò di ribattere: “Io non sto fuggendo.”

“Questa è già la seconda volta che tenti di farlo. Inoltre, non posso permetterti di fuggire, dopo avermi detto una cosa simile.” Ghignò.

Lei si irritò e si allontanò un po' da lui per guardarlo in viso “Mi prendi in giro?”

“Forse ma almeno sono riuscito a farti tornare in te.”

“Tsk, sei solo un pallone gonfiato.”

“Comunque stai tranquilla, domani non perderò contro quel Larry.” Disse, con sguardo serio.

“Mi hai fatto una promessa: vedi di mantenerla, altrimenti saranno guai per te.”

Il ragazzo ghignò e lei si tuffò nel suo abbraccio per poi addormentarsi. Kei la riportò nella sua stanza.

 

Il giorno dopo, nella semifinale, le Blooming Flowers trionfarono e si qualificarono in finale, insieme alla squadra di Melody. I ragazzi, invece, vennero sconfitti. Le loro amiche si precipitarono nella hall, appena in tempo per vedere la scena ripetersi una terza volta. Mikaru, presa da un impeto di disperazione, si mise a gridare contro di loro: “Mi avevi promesso che non ti saresti fatto battere! Kei, perché mi hai mentito?”

Il ragazzo si fermò un attimo ma poi riprese a camminare: “È inutile che ti sgoli, la tua voce non riuscirà a raggiungerlo.” le ragazze si voltarono e videro Mark che usciva dall’ascensore “Ormai è una mia marionetta, così come tutti i tuoi amici. Ti ho dato una possibilità e tu non l’hai afferrata, ora goditi le conseguenze, bambina mia. Non ti preoccupare: presto smetterai di soffrire e, con te, tutte le tue amiche.” E rise. La bionda scattò verso di lui, in preda a istinti omicidi, ma le sue compagne la bloccarono. Così, lui risalì sull’ascensore e scomparve dietro le porte che si chiudevano. Una volta andato, le ragazze la lasciarono andare e lei, ormai priva di forze, cadde in ginocchio, mettendosi a piangere, seguita dalle altre.

 

FINE OTTAVO CAPITOLO

 

 

Riusciranno le nostre amiche a salvare i ragazzi e se stesse? Lo scopriremo nei prossimi capitoli!

A presto =)

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Capitolo 9
*** La finale ***


Eccomi tornata con un nuovo capitolo di Blooming Flowers! Buona lettura! =)

 

 

La finale

 

 

Le nostre ragazze, superato lo sconforto iniziale, decisero che avrebbero salvato i loro amici. Mancavano solo due giorni alla finale: durante il primo si allenarono duramente mentre alla vigilia della sfida, si concessero una pausa e si recarono in piscina. Lì, videro che i loro amici stavano seduti al chiosco e, silenziosamente, si avvicinarono ai lettini per occuparli, mentre quelli non le degnavano di uno sguardo; occuparono tre sdraio ma non entrarono in acqua. Mikaru invece, avendo visto Yuriko, si alzò e si diresse da lei.

Fu bloccata però da Melody e le sue amiche: “Certo che hai proprio una brutta cera! È successo per caso qualcosa? Oh! Ma certo! I tuoi compagni hanno perso e si sono uniti a noi. Sai, il tuo amico dallo sguardo di ghiaccio sembra un tipo interessante, credo che andrò a farci una chiacchierata.”

“Fai quello che ti pare ma levati dalla mia strada, razza di gallina.” disse la bionda, ostentando calma.

Melody si indispettì: “Mi sono stufata della tua arroganza, plebea. É giunto il momento di darti una lezione, ora che ho finalmente l’occasione per farlo!” le arpie si avvicinarono a Mikaru, facendola indietreggiare, finché non si trovò a bordo piscina: “Addio, plebea.” disse la mora e la spinse in acqua, approfittando della distrazione del bagnino.

Dopo alcuni secondi, la bionda non riemergeva e Yuriko, che aveva assistito alla scena, si tuffò in acqua per ripescarla, mentre le altre erano andate a chiamare i soccorsi. Le arpie, invece, si erano allontanate recandosi dai ragazzi, notando che la loro attenzione si era stranamente spostata sul misfatto.

Dopo pochi istanti, la mora riemerse con Mikaru, rimasta fortunatamente cosciente, dirigendosi verso bordo piscina. A causa dello sforzo, le venne un crampo alla gamba destra e, non riuscendo a rimanere a galla, sprofondò nuovamente in acqua. Lottò con tutte le sue forze per risalire e, finalmente, riuscì a portare la sua amica in salvo dalle altre, che le aiutarono insieme al bagnino, finalmente arrivato; le due iniziarono a tossire e sputare acqua, mentre si sdraiavano a terra ansimanti.

“Questa è la seconda volta che mi porti fuori dall’acqua... Ti ringrazio.” disse la bionda.

“Non ringraziarmi: gli amici servono a questo, no? Comunque, è mai possibile che, in tutto questo tempo, tu non abbia imparato a nuotare?”

“Avevo cose più importanti da fare.”

“Del tipo?”

“Trovare un modo per ritornare qui e salvarti.”

Yuriko si mise a sedere e la guardò “Prima devi mantenere la promessa e batterti con me.” disse sorridendo.

“Non so se sarà possibile farlo: non sono io che decido la mia avversaria. In ogni caso, potremo sempre rimandare a dopo il torneo.”

“D’accordo, ci sto. – disse alzandosi - Ci vediamo domani. Buona fortuna!” concluse, per poi allontanarsi.

“Anche a te.” a quel punto, Mikaru si accorse che le ragazze la stavano fissando con aria preoccupata: “State tranquille, ora sto bene, quindi non fate quelle facce.” e la abbracciarono.

In quello stesso momento, Melody si avvicinò a Kei: “Ciao, tu devi essere Kei. Molto piacere, il mio nom-” ma venne interrotta dallo sguardo glaciale del blader, seguito da quello di tutti gli altri: le si gelò il sangue. I ragazzi si alzarono e si diressero verso l’uscita, lasciandola cuocere nel suo brodo.

 

Il giorno della finale, lo stadio era gremito di persone; le nostre protagoniste scesero in campo e videro che, tra gli spalti, c’erano anche i loro amici che, come al solito, non le degnavano di uno sguardo. Sul palco, invece, stavano i due presidenti, insieme a DJ Man. Arrivò anche la squadra di Melody e, insieme a loro, c’era anche Yuriko; le seguaci dell’arpia erano vestite tali e quali a lei e Mao non seppe resistere dal commentare: “Guardate: quelle galline sono vestite tutte uguali! Ridicole!”

Mikaru, non badandoci, rispose: “Tranquilla: a parte poche eccezioni, le ragazze di questo posto sono sempre state così. Cercano sempre di stare dalla parte dei più importanti. Ci avevano tentato anche con me ma, dato che io le ho snobbate, hanno rinunciato alla loro impresa. In questo momento, dobbiamo concentrarci sul nostro obbiettivo: sconfiggere tutti i nostri avversari per arrivare a Mark. Siete d’accordo?”

Le ragazze annuirono e si prepararono alla battaglia; gli incontri prevedevano che si combattesse uno contro uno e il risultato fu questo: Mao, Emily e Hilary vinsero, mentre Ming Ming, Julia e Mathilda persero. Così le due squadre si ritrovarono in parità e toccò alle leader porre fine alla sfida. Le ragazze augurarono a Mikaru buona fortuna; lei sorrise magnanima e scese in campo dove l’attendeva Melody. Quest’ultima, non appena vide l’avversaria avvicinarsi, le disse, ghignando: “A quanto pare sei sopravvissuta. Avresti fatto meglio ad annegare, così ti saresti evitata un’ulteriore umiliazione.” e rise sguaiatamente.

L’avversaria, concentrata, le rispose: “Non ti conviene sottovalutarmi, potresti rimanerne scottata.”

Detto questo, le ragazze aspettarono il segnale di Dj Man e poi scagliarono con tutta la loro potenza, i loro beyblade. Le due bladers continuavano ad attaccarsi a vicenda ma nessuna delle due volle cedere. Ad un certo punto, Melody ghignò e disse: “Mi sono stufata di vedere la tua faccia! Ora concluderò la sfida! Vai Fanter, attacca!”

Il suo beyblade si illuminò e, da esso, uscì un cavaliere medievale che si accinse ad attaccare Auranix. Mikaru, stupita ma non spaventata, subì l’attaccò che parve essere quello decisivo: l’impatto sollevò un gran polverone e gli spettatori pensavano che l’incontro si fosse concluso.

Melody si mise a ridere, stuzzicandola, ma la bionda ghignò e, quando il polverone si dissolse, tutti videro che Auranix era ancora in gioco.

“Come hai fatto a sopravvivere al mio attacco? Io ho evocato il bitpower che ti ha attaccato!” disse l’arpia, incredula.

“Sai, quando ci siamo scontrate, ti ho battuta perché volevo darti una lezione.”

Melody si irrigidì: “E quale sarebbe?”

“Volevo insegnarti la vera passione per il beyblade! Un vero blader non deve giocare solo per vincere, per cercare di farsi notare dagli altri e allearsi con un pazzo, pur di assicurarsi la vittoria! Lo fa per divertirsi e, soprattutto, gioca senza imbrogliare! A quanto pare non hai imparato niente, quindi cercherò di fartelo capire in questo modo! Coraggio Auranix, vai con tempesta di ghiaccio!”

La Fenice di ghiaccio fece la sua comparsa, sconfiggendo in un lampo il cavaliere e scaraventando Fanter fuori dal beystadium. I ragazzi si alzarono per poi andarsene, mentre il pubblico acclamò Mikaru, che alzò la mano destra in segno di vittoria. Le compagne la raggiunsero e si congratularono con lei; Melody, invece, si era inginocchiata in terra, ripensando alle parole dell’avversaria.

“Brutta la sconfitta, vero?”

La ragazza si voltò e vide Yuriko che stava in piedi dietro di lei: “Non sono affari tuoi.”

“Come vuoi, sappi però che, con il tuo comportamento, ci hai fatto perdere. Ti consiglio di riflettere attentamente su quello che farai da ora in poi.” e si allontanò, ritornando a sedersi in panchina.

Mikaru si congedò dalle amiche, dirigendosi verso la perdente: “Sei venuta fin qui per deridermi?” chiese quest’ultima.

“In realtà sono venuta qui per due motivi: il primo è la speranza che tu abbia finalmente compreso il significato del beyblade.” E le porse una mano, Melody l’accettò e la bionda l’aiutò ad alzarsi: “Devo ancora rifletterci sopra. Il secondo motivo qual è?”

“Da dove proveniva quel bitpower? Non ne hai mai posseduto uno, prima.”

“Sei una molto attenta. Dato che ora ho perso, immagino che possa vuotare il sacco, dicendoti ciò che so. In vista del torneo, il presidente ha dato a me e mio fratello questi bit: pare che siano stati prodotti artificialmente ed è per questo che sono così devastanti.” Disse, guardando il beystadium distrutto.

“Artificialmente? E come?”

“Purtroppo, non so altro. Se vuoi approfondire la faccenda, dovrai vincere domani e chiederlo direttamente al direttore di questo posto.” lasciò la mano di Mikaru e raggiunse le altre, per recarsi insieme a loro nell’ufficio di Mark.

Mikaru rimase perplessa per via delle informazioni ricevute, finché la sua attenzione venne reclamata da DJ Man: “Bene, ora che abbiamo anche le vincitrici del torneo femminile, i rappresentanti delle due squadre si affronteranno nella finalissima! Per la squadra maschile abbiamo Larry Holme! Allora ragazze, avete già deciso la vostra rappresentante?”

Mikaru avrebbe voluto proporsi volontaria, vista la situazione: aveva sempre desiderato di scontrarsi nuovamente con Larry ma non sapeva se le ragazze sarebbero state d’accordo. Così rimase in silenzio. Le sue compagne, invece, presero subito una decisione e Mao, a nome di tutte, dette il responso a Dj Man: “Abbiamo deciso che, domani, la nostra rappresentante sarà Mikaru.” Lei si stupì e le guardò mentre loro le fecero l’occhiolino.

“Allora è deciso! Domani si scontreranno i capitani delle due squadre: Larry e Mikaru! Per oggi, il torneo finisce qui ma vi aspettiamo domani! Mi raccomando, non mancate!”

Uscite dallo stadio, la bionda si rivolse alle ragazze: “Non so come ringraziarvi, vi devo un favore.”

Le ragazze le sorrisero, Emily disse: “Tu hai un motivo per combattere contro Larry, inoltre lo hai già visto giocare, perciò metticela tutta!”

Mikaru annuì e tutte insieme andarono a mangiare. Subito dopo si allenarono un po' e, infine,  andarono a dormire.

 

Il giorno della finalissima era arrivato e la nostra protagonista era concentrata più che mai. Quando entrò in campo, vide che i tifosi erano divisi a metà: una parte tifava lei mentre l’altra Larry. Tra gli spettatori, vide le sue compagne di squadra, sedute vicino al suo maggiordomo, che la incoraggiavano. Notò anche la presenza dei ragazzi che, come al solito, non la guardavano. Riportò il suo sguardo sul beystadium dove, ad attenderla, c’era Larry; dietro di lui, stavano i due presidenti e DJ Man. Il suo avversario aveva i capelli corti, castani e occhi verdi; indossava una giacca in jeans a maniche corte, una T-shirt bianca, un paio di jeans e delle scarpe da ginnastica nere. Quando la vide posizionarsi di fronte a lui, nel suo volto comparve un sorriso beffardo: “Sei molto più carina di quanto mi ricordassi. È un vero peccato doverti battere. Avrei voluto divertirmi un po’ con te, in onore dei vecchi tempi.”

Mikaru lo fisso sprezzante: “Smettila di fare il cascamorto e pensa a combattere. Sai, sono molto migliorata dall’ultima volta e ti sconfiggerò!”

“Non scaldarti! Ti ho solo fatto un complimento! Inoltre, sai anche tu che è impossibile battermi.”

“Questo lo vedremo!”

Entrambi i bladers si misero in posizione, così Dj Man iniziò a fare la cronaca: “Bentornati cari spettatori! Oggi assisteremo alla finalissima del torneo! I due avversari, come già sapete, sono Mikaru e Larry! Dato che sono già in posizione di lancio, non ci resta che dare il via allo scontro! Fate la conta insieme a me, cari amici! 3-2-1 pronti? Lancio!”

 

FINE NONO CAPITOLO

 

Come andrà a finire la finalissima? Mikaru e le ragazze riusciranno a salvare i loro amici? Lo scopriremo nei prossimi capitoli! =)

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Capitolo 10
*** Sorpresa ***


Eccomi tornata con un nuovo capitolo di Blooming Flowers! Buona lettura! =)

 

 

Sorpresa

 

 

Mikaru e Larry avevano lanciato i loro bey, dando vita ad un incontro emozionante: i due sfidanti erano quasi alla pari e continuavano a fronteggiarsi senza esclusioni di colpi. Mikaru decise di fare sul serio e attaccò il bey di Larry con la tempesta di ghiaccio. Larry rimase stupito: con quella mossa, la sua trottola, Titanium, aveva rischiato di uscire dal beystadium. Si rese conto, dunque, che la sua avversaria l’aveva superato e non poteva accettarlo. Con rabbia, invocò il suo bitpower, un enorme Golem di pietra, che andò completamente fuori controllo, scagliando Larry contro il palco e devastando l’intero beystadium e gli spalti vicini. Gli spettatori, impauriti, si diedero alla fuga insieme a DJ Man. Rimasero solo i ragazzi, le Blooming Flowers e il maggiordomo, che assistevano alla scena, impotenti. La ragazza affrontò il bit impazzito, cercando di arrestare il bey avversario con la Fenice. Purtroppo, quello continuava a respingere i suoi attacchi. Mark scese vicino al beystadium e si mise di fronte a lei: “Ti piace la mia creatura? Non riuscirai mai a batterla perché è completamente diversa da tutti gli altri bitpower! Questo torneo è stato solamente un diversivo: in realtà l’ho organizzato per testare il mio esperimento.”

“Hai messo a rischio la vita di un tuo discepolo solo per questo?” domandò, sconvolta.

“A volte, per raggiungere uno scopo, è necessario fare dei sacrifici. Divertiti con la mia creatura: chissà se riuscirai a batterla.” ghignò sadicamente, mentre il Golem, da quel momento, si concentrò solo su di lei ed attaccò Auranix, causando un violento impatto che fece volare via la povera Mikaru.

La ragazza si rialzò, un po' ammaccata, e si riavvicinò al beystadium: “Non ti permetterò di vincere! Te la farò pagare per tutto quello che hai fatto! Auranix, attacca con tutte le tue forze! Vai con tempesta di ghiaccio!” La fenice obbedì alla sua padrona e si scagliò violentemente su Titanium; l’impattò generò una luce potentissima, che costrinse tutti i presenti a chiudere gli occhi.

Una volta che furono in grado di riaprirli, videro che il bey di Larry aveva smesso di girare: aveva vinto Mikaru. Le ragazze esultarono e Mark, in preda al panico, fuggì dallo stadio, seguito dai ragazzi, rifugiandosi nel suo ufficio.

La bionda si fiondò da Larry per soccorrerlo e tirò un sospiro di sollievo, vedendo che era solo svenuto. Il presidente Daitenji si avvicinò a lei: “Non ti preoccupare, a lui ci penserò io. Tu e le ragazze dovete rincorrere Mark, prima che sia troppo tardi!” lei annuì e raggiunse le sue compagne, che l’aspettavano all’uscita dello stadio.

“Che facciamo ora?” chiese Emily.

“Da qui, le cose si complicano: per arrivare all’ufficio di Mark, dobbiamo arrivare al terzo piano utilizzando l’ascensore. Tuttavia, esso ci può portare solo al primo piano: per accedere ai livelli successivi, bisogna ottenere una carta d’accesso che possiede solo il caporeparto. Ogni carta d’accesso ci farà salire di un livello, quindi per arrivare da Mark ce ne serviranno due, che si trovano al primo e al secondo piano. Dobbiamo farci strada tra i nostri nemici per ottenerle. Ora andiamo.” le ragazze annuirono e, una volta raggiunta la hall si fiondarono nell’ascensore.

Arrivate al primo piano, uscirono fuori e si trovarono in un lungo corridoio, costeggiato alla loro destra da un’infinita distesa di porte chiuse. Di fronte a loro, invece, vi era una porta singola.

“Era da tanto che non venivo in questo postaccio! Il caporeparto si trova oltre quella porta.” disse Mikaru cominciando ad avanzare, seguita dalle altre. Arrivate quasi a destinazione, dovettero fermarsi perché, dalla porta frontale, uscirono Brooklyn, Moses, Mystel, Garland, Raul, Michael, Eddy, Steve, Rick, Ralf, Oliveu, Andrew, Gianni, Lai, Gao, Kikki, Boris, Sergey e Ivan, che si misero in posizione per attaccare le ragazze.

Ming Ming, Julia e Mathilda si misero davanti alle altre: “Noi restiamo qui a combattere, mentre voi recuperate la carta e andate avanti. Non preoccupatevi, ce la caveremo.”

Le quattro esitarono un po', per poi fare come era stato loro suggerito: oltrepassarono i ragazzi, entrarono nella stanza e, recuperato il pass, schizzarono verso l’ascensore. 

Arrivate al secondo piano, cominciarono a correre verso la loro meta ma, dalla porta di fronte a loro, uscirono Takao, Rei, Max e Daichi.

Le ragazze si fermarono nuovamente e Mao si rivolse a Mikaru: “Io, Hilary ed Emily ci battiamo con loro. Tu, vai avanti.”

Lei annuì e, presa la seconda carta, schizzò fulminea nell’ascensore. Finalmente, raggiunse il terzo piano e vide Mark, intento ad entrare nella porta di fronte a lei. Furente, gli si avventò contro e lo scaraventò sul pavimento mentre la porta si richiuse alle sue spalle. Lei non se ne curò e continuò ad avanzare per prendere a botte Mark, dato che era riuscito a divincolarsi, finché una voce a lei familiare si rivolse a lei: “Da quanto tempo non ci vediamo, Mikaru. Sai, sei molto cresciuta in questi anni.”

Lei si fermò e si voltò di scatto verso una figura, seduta sulla scrivania di fronte a lei e, quando la riconobbe, sbiancò. Si trattava di un uomo distinto che indossava un abito nero, come quello di Mark: aveva lunghi capelli castani, con un ciuffo che copriva uno dei suoi occhi neri; al suo fianco stava seduto il professor K. Non ricevendo risposta, continuò “Vedo dai tuoi occhi che ti ricordi di me.”

Mikaru, terrorizzata, cadde in ginocchio: “Ma allora è veramente lei? Signor Bryan Dorl?”

Bryan rise, malignamente: “Certamente! E ora la mia vendetta si compirà del tutto.”

 

FINE DECIMO CAPITOLO

 

Cosa succederà alla nostra amica? Riuscirà a sconfiggere Bryan e a salvare i suoi amici? Lo scopriremo nei prossimi capitoli! A presto! =)

                                                                                                                                                 

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Capitolo 11
*** Battaglia finale ***


Salve a tutti! Eccomi con un nuovo capitolo di Bloomig Flowers! Buona lettura!

 

 

Battaglia finale

 

 

Mikaru fissava Bryan, in preda allo sbigottimento: “Tu dovresti essere morto!”

“Non esattamente: in realtà, ho simulato la mia morte. Tutti i giornali scrissero che mi sono suicidato gettandomi in mare, dopo essere stato licenziato dalla B.B.A. ma il suicidio non fa per me: la vendetta mi si addice di più. Non hai mai trovato strano il fatto che il mio cadavere non sia mai stato ritrovato?” la ragazza non seppe cosa rispondere e lui continuò: “Ora che ci penso, c’è una cosa che devo raccontarti, riguardo un incidente aereo che ti riguarda: ho ucciso io i tuoi genitori.” Mikaru sgranò gli occhi, terrorizzata “Dopo aver simulato la mia morte, aspettai il momento opportuno per uccidere i tuoi e sfruttai l’occasione, quando fecero quell’ultimo viaggio all’estero, per affari. Assoldai un mercenario, che prese il posto del pilota durante il viaggio di ritorno; fece uno splendido lavoro: manomettendo gli strumenti di volo, l’aereo andò in tilt e si schiantò al suolo.” Rise, maleficamente.

Lei, colta dalla rabbia e dalla disperazione, serrò i pugni “Perché hai fatto una cosa simile?”

Lui smise di ridere e assunse un’espressione seria “Mi hanno fatto un grandissimo torto.” schioccò le dita e Mark corse a premere un pulsante sotto la scrivania: dal soffitto scese un enorme monolite di pietra, con sopra incavato un Lich. La pietra arrivò a terra e Bryan si avvicinò ad essa: “Non è meraviglioso? Ho trovato questo splendido artefatto diversi anni fa; riuscii a stabilire un accordo con lui: mi avrebbe concesso i suoi enormi poteri, a patto che io gli avessi procurato anime da divorare; è stato lui stesso a creare quei bitpower.” Sorrise, in maniera sadica. Mikaru raggelò, pensando alle persone che aveva visto dentro le capsule: “Bingo! Sono proprio quelle persone che hai visto prima di fuggire! Ad ogni modo, i tuoi genitori mi scoprirono e spifferarono tutto al presidente. Fui licenziato, il mio monolite venne preso in custodia dai tuoi e messo nel vostro caveau di famiglia. Dovevo vendicarmi a tutti i costi: così li uccisi e recuperai l’artefatto.”

“Quindi sei stato tu, quella volta, ad entrare nel caveau!”

“Proprio così! Ma avevo bisogno di anime: così decisi di usare tutti i miei risparmi per finanziare Mark e costruire questo posto. In questo modo, entrambi abbiamo ottenuto ciò che desideravamo: lui un esercito di bladers, io le mie vittime sacrificali. Ti confesso che sono rimasto alquanto stupito quando ti sei unita alla D.A.; mi sono sempre chiesto se saresti diventata un soldatino o una vittima.” e scoppiò a ridere.

“Sei un mostro! Io non permetterò che tu faccia ancora del male alle persone! Ti fermerò, con l’aiuto della mia Fenice di ghiaccio!” si mise in posizione di lancio.

“È un vero peccato dover distruggere una potenziale soldatessa come te! Ma sai, ucciderti con le mie stesse mani, sarà come uccidere una seconda volta i tuoi genitori.” Mark gli consegnò un beyblade, lui lo puntò verso il monolite e il lich si illuminò, trasferendosi nel bit: “Sei pronta? 3-2-1 lancio!”

Il beyblade di Mikaru partì subito alla carica, con la fenice pronta a combattere il mostro dell’avversario. Nonostante la furia dell’animale sacro, il bey nemico subiva i colpi non spostandosi nemmeno di un millimetro. La bionda sgranò gli occhi per la sorpresa: “Ma come è possibile?”

“I tuoi attacchi non sono niente per il mio bit. Ora ti pentirai di esserti messa in mezzo alla mia strada!” il lich fece la sua comparsa e attaccò, fulmineo, la fenice. L’impatto fu violento: Mikaru venne sbalzata in aria e batté la testa contro la porta alle sue spalle, rimanendo cosciente, mentre il suo bit era rientrato nel bey, che aveva cominciato a perdere velocità rischiando di fermarsi. In quel momento, apparvero tre trottole di fianco a quella di Bryan e, dalla porta laterale sinistra, vide entrare Yuriko, Yuri e Kei. Bryan sorrise: “Sembra che le marionette vogliano infliggerti il colpo di grazia. Perché no? Sarà divertente vederti cadere per mano dei tuoi amici: in fondo ora sei rimasta sola” si rimise a ridere.

A quelle parole, Mikaru perse il suo spirito combattivo: il suo incubo si era avverato. Le sue compagne, probabilmente, erano state sconfitte da quelli che, una volta, avevano considerato loro amici; lei era lì, da sola, ad affrontare un nemico che sapeva di non poter battere: osservava, ormai esausta, i tre che si mettevano in posizione, senza poter muovere un dito “Coraggio, finitela!” vide le trottole e i loro bit che si avvicinavano ad Auranix con grande velocità e chiuse lentamente gli occhi, aspettando la fine.

Sentì il rumore dei bey avversari sfrecciare verso il campo di battaglia poi, udendo un forte suono metallico, aprì gli occhi sgranandoli: Dranzer ruotava vicino ad Auranix per aumentarne la velocità. Alzò lo sguardo e vide Kei che le dava le spalle, alla sua destra invece stava Yuri con Wolborg e a sinistra Yuriko con il suo Acquarius, mentre Bryan e Mark erano perplessi quanto lei.

“Non avete sentito? Vi ho ordinato di finirla!”

“K, hai registrato tutto?” chiese Kei.

“Fino all’ultima parola. Credo che bastino come prove.” Disse, e, alzandosi dalla scrivania, li raggiunse.

Bryan rimase sconvolto e si rivolse al suo collega: “Cosa significa tutto questo? Dovrebbero essere sotto il nostro controllo! Che è successo?”

“Significa che tu e il tuo scagnozzo avete perso, Bryan.” disse Yuriko, facendo un cenno al professore. Quest’ultimo schiacciò un pulsante dal suo computer e i loro collari caddero per terra. I due uomini non sapevano più cosa fare: “Arrenditi, non hai scampo!”

Bryan si riprese dallo shock e ghignò: “Non importa: non siete in grado di battermi! Il potere del mio bit è spropositato e nemmeno voi tre assieme potete sconfiggerlo!”

“Mi dispiace deluderti ma noi la pensiamo diversamente.” disse Yuriko, pigiando il bottone per aprire la porta, dietro la quale comparvero tutti i loro amici.

“Ragazzi...” disse la bionda, con la voce incrinata dal pianto.

“Non preoccuparti, Mikaru: ora ci pensiamo noi. Kei, ti occupi tu di lei?” chiese Takao, mentre gli altri si posizionavano davanti a lei.

Il ragazzo si inginocchiò per terra: “Aggrappati a me.” lei obbedì e lui l’aiutò ad alzarsi, sollevandola dolcemente: “Ti porto al sicuro.”

Fece per prenderla in braccio ma lei lo fermò: “Voglio combattere con voi.”

Lui la guardò negli occhi e poi sorrise, vedendo la determinazione di lei: “Ora ti riconosco! Forza, andiamo!” raggiunsero gli altri, che si erano messi in riga, pronti a lanciare.

“Siete patetici, non riuscirete mai a sconfiggermi!” tuonò Bryan.

“Questo lo vedremo! Forza ragazzi, tutti insieme!” li incoraggiò Takao.

“3-2-1 pronti? Lancio!” dissero all’unisono e scagliarono i bey contro l’avversario.

Lo scontro era avvincente: tutti gli animali sacri collaboravano tra di loro per sconfiggere il nemico, finché il Lich cominciò ad essere in difficoltà. Allora, decisero di utilizzargli contro tutte le loro tecniche più potenti, riuscendo a procurargli enormi danni. Finché, ad un certo punto, la trottola avversaria cominciò a rallentare. Bryan cominciò a sudare freddo.

“Mikaru, lasciamo a te l’onore del colpo di grazia.” disse Takao.

“Vi ringrazio, amici... Ma rifiuto l’offerta.” tutti la guardarono stupiti, tranne Kei, e lei continuò: “Nonostante questo criminale abbia ucciso i miei genitori, io non voglio vendicarmi: finirei per diventare come lui. Io non voglio e neanche loro lo vorrebbero. Desidero solo una cosa: sconfiggerlo insieme ai miei amici.” i suoi compagni sorrisero, eccitati.

“D’accordo. Attacchiamolo ora, ragazzi!!!” ordinò Takao e si avventarono contro il Lich, sconfiggendolo, riducendo il bey ad un ammasso di rottami.

Bryan cadde a terra in ginocchio, disperato. Mark, invece, preso dal panico, tentò di fuggire dalla porta laterale di sinistra ma gli si pararono davanti gli agenti di polizia e il presidente Daitenji.

“Ottimo lavoro, ragazzi! Siete stati davvero fenomenali!” disse mentre le forze dell’ordine confiscarono il beyblade incriminato e arrestarono i due malfattori.

“Finalmente, l’incubo è finito. D’ora in avanti potrai dormire sonni tranquilli.” disse l’uomo a Mikaru.

“Se non vi dispiace, credo che dormirò proprio in questo istante.” disse la bionda, prima di svenire e cadere all’indietro, stremata. Fortunatamente, Kei riuscì a prenderla, prima che si schiantasse a terra mentre gli altri la attorniarono preoccupati.

“Ragazzi, conviene portarla ad un ospedale. Ha battuto violentemente la testa durante lo scontro!” affermò preoccupato il professor K. Così venne caricata su un elicottero e trasportata velocemente alla struttura ospedaliera più vicina.

 

FINE UNDICESIMO CAPITOLO

 

Eccomi qua! Bene, ragazzi, ci siamo quasi! Il prossimo capitolo sarà quello finale! Che succederà? Per saperlo, continuate a leggere! A presto! =)

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Capitolo 12
*** E fu un lieto fine ***


Eccomi, sono tornata per l’ultimo capitolo di Blooming Flowers! Buona lettura! =)

 

 

E fu un lieto fine

 

 

Quando Mikaru aprì gli occhi, non capì dove si trovava né rammentava che cosa le fosse successo. Mise solo a fuoco la sua stanza: un’enorme camera da letto stile inglese, con tanto di letto bianco a baldacchino, un comodino al lato sinistro, un enorme armadio alla sua destra che confinava con la porta; davanti a lei, la sua scrivania e, a sinistra, una porta a vetri che dava sul balconcino. Improvvisamente si rammentò tutto e si sedette di scatto sul letto, facendosi venire un forte capogiro; lei non si arrese: non voleva tornare a dormire. Si alzò dal letto, si vestì con una mini gonna in jeans, una maglietta nera a bretelle, le ballerine dello stesso colore, prese il suo bey e uscì dalla stanza ignorando il malessere. Camminò in silenzio lungo il corridoio ampio, costeggiato al suo lato sinistro da porte e in quello destro da ampie finestre. A giudicare dalla posizione del sole, si convinse che non fossero più delle dieci; continuò a camminare lentamente: voleva rivedere i suoi amici.

Nel frattempo i suoi compagni, tranne i Neoborg, Kei e Yuriko erano accomodati nella sala da pranzo che fungeva anche da salotto; era una stanza ampissima disseminata da innumerevoli poltrone e un divano, rivolti verso l’enorme TV al plasma che stava sul lato sinistro della stanza. Al centro vi era l’enorme tavolo, lungo e rettangolare, circondato dalle sedie mentre, a destra, vi era una porta a vetri che dava sul giardino. I nostri eroi, dunque, se ne stavano spaparanzati sulle poltrone, chiacchierando del più e del meno e aspettando il risveglio della loro amica. In effetti Mikaru era stata dimessa dall’ospedale in giornata ma, a causa delle sue condizioni, aveva dormito per tre giorni di fila. Le sue amiche, molto preoccupate, assillavano costantemente i loro ragazzi; proprio così: finalmente le tre ragazze, ovvero Hilary, Mao e Emily, avevano deciso di dichiararsi, scoprendo di essere ricambiate; sarebbe stata una vera sorpresa per la bionda.

Mikaru arrivò alle scale, si aggrappò alla ringhiera e scese i gradini uno alla volta. Arrivata in fondo, vide il suo maggiordomo, che stava parlando con Daitenji davanti al portone della magione, e si avvicinò. I due, sentendo dei passi, si voltarono e il servitore scattò verso la sua padrona per aiutarla a sorreggersi.

“Buongiorno Mikaru, ero proprio passato a trovarti. Sono contento che tu ti sia svegliata! I tuoi amici saranno felicissimi quando ti vedranno.” disse il presidente.

“Se ci arrivo, dai miei amici” commentò sarcastica.

I due si misero a ridere: “Comunque, anche io sono felice di rivederla. A quanto ho capito, gli altri stanno bene. Che fine hanno fatto Mark e Bryan?”

Il presidente si fece serio e poi riprese a parlare: “Sono stati condannati. Ma io non sono molto sicuro che un paio di sbarre basteranno a fermarli, perciò dovremo stare attenti. Quei due sono capaci di tutto!”

Mikaru ghignò e rispose: “Stia tranquillo: se dovessero tornare, noi li fermeremo a qualunque costo. Gli altri ne sono al corrente?”

Il presidente Daitenji annuì: “Hanno proferito le tue stesse parole, aggiungendo che lo faranno sia per il beyblade, sia per aiutare te. Finalmente hai trovato dei buoni amici.”

“Sono sempre i soliti.” sorrise lei.

“Meglio che ti sbrighi a raggiungerli. Uno di loro era molto impaziente di rivederti, ci ha fatto dannare!” disse con tono malizioso.

“Uffa, è un mio amico! Maledetta Hilary, gliela farò pagare!” arrossì violentemente.

Il presidente e il maggiordomo ricominciarono a ridere, mentre lei, sempre rossa, continuò: “Va bene, andrò da loro.”

Detto questo, salutò l’anziano, si voltò di spalle e percorse il corridoio a sinistra della scala per arrivare al salotto. Dal chiacchiericcio proveniente dietro la porta chiusa, intuì di aver indovinato dove fossero i suoi compagni. Girò la maniglia e aprì la porta, entrando nella stanza: nessuno vi fece caso. Richiuse la porta alle sue spalle e perlustrò la stanza con il suo sguardo e, subito, si accorse di tre “piccoli” particolari, o meglio tre coppiette. Realizzò cosa fosse successo e non riuscì più a trattenersi, scoppiando a ridere di cuore. Tutti si voltarono e la guardarono increduli.

“A quanto pare, mi sono persa qualcosa.” disse tra le risate, indicando le suddette.

I tre ragazzi arrossirono, mentre le loro ragazze si precipitarono ad abbracciarla, seguite da Ming Ming, Julia e Mathilda. Dopo toccò agli altri ragazzi e ai tre fortunati. Mikaru si complimentò con loro, cercando di non ridere. Dopodiché, la ragazza si mise a fare colazione e, mentre si rilassava sgranocchiando biscotti, il suo capogiro si trasformò in mal di testa; osservando ancora i presenti, si accorse che mancavano all’appello delle persone.

“Dove sono gli altri?”

“Gli altri ragazzi e Yuriko sono nella tua palestra, allenandosi a beyblade.” disse Rei, indicando la struttura che si intravvedeva oltre la porta a vetri: “Come mai ti interessa saperlo?” chiese, con espressione maliziosa.

“Volevo che anche loro fossero qui per spiegarmi che accidenti è successo alla D.A. Credo che andrò a recuperarli.”  Detto questo, si alzò dalla poltrona e si avviò verso la porta a vetri, la aprì e uscì in giardino, diretta in palestra.

La struttura era abbastanza grande: era stata riprodotta sul modello dei campi di addestramento della D.A., con diversi beystadium disseminati sul pavimento, gli spalti enormi e le panchine ai piedi di questi ultimi.

Quattro ragazzi si allenavano senza sosta da mattina presto, mentre Yuriko era seduta su una panchina, intenta ad osservare gli scontri di Yuri. Ad un certo punto Boris, Sergey e Ivan decisero di smettere per andare a farsi una doccia; salutarono i compagni e se ne andarono.

Mikaru aveva varcato la soglia dell’edificio, percorse il corridoio che portava al campo, qui incrociò Boris, Sergey ed Ivan che la salutarono. Lei ricambiò e li informò che avrebbe voluto parlargli insieme agli altri e quelli accettarono. Poi, chiese se Yuri, Kei e Yuriko fossero ancora in palestra e loro annuirono; quindi lei si congedò, dicendo che li avrebbe raggiunti più tardi e proseguì per la sua strada.

Yuri decise di concludere l’allenamento, richiamò Wolborg e andò a sedersi vicino a Yuriko che gli porse un asciugamano. Kei, invece, era sdraiato sugli spalti e un gatto nero, con un collarino bianco, aveva ben pensato di sdraiarsi a sua volta sopra di lui. Il ragazzo teneva gli occhi chiusi e con la mano destra accarezzava il felino per tentare di distrarsi, dato che la bionda non si era ancora risvegliata. Dopo essersi deterso il sudore, Yuri comunicò alla mora che voleva andarsene. I due, quindi, si diressero verso l’uscita salutando Kei, che ricambiò in maniera distratta.

Arrivati davanti all’uscio, videro Mikaru, e Yuriko si tuffò ad abbracciarla: “Questo è un saluto veloce, devi prima parlare con una persona.” ghignò lei.

“Anche tu con questa storia? Che seccatura!” ricambiò la stretta “Comunque, ricordati della nostra sfida.” disse, cambiando argomento.

“Sei ancora convalescente, prenditi tutto il tempo che ti serve.”

“Sempre la solita! Ho detto gli altri che, più tardi, avrei voluto sentire tutta la faccenda della D.A. Quindi non mancate.”

“È una minaccia?” chiese Yuri.

“Forse.” rispose lei, e lui ghignò.

“Agli ordini signora ma ora vai, prima che lui impazzisca.” replicò la mora, lasciandola andare, per poi oltrepassarla e sparire oltre l’uscita, insieme a Yuri.

Mikaru prese un respiro profondo e si incamminò silenziosa verso il ragazzo; il gatto, sentendo dei passi, balzò giù, raggiungendo la padrona, che si inginocchiò per accarezzarlo; il ragazzo, invece, si era messo in piedi, fece un balzo scendendo dagli spalti e ghignò: “Ben svegliata, dormigliona! Mi sei mancata tanto, lo sai?” e camminò lentamente verso di lei.

Lei avvampò e si rialzò in piedi, mentre il gatto si avviò verso l’uscita in cerca di cibo: “Mi stai prendendo in giro? E io che ero venuta fin qui per salutarti!”

Ma lui, arrivato ad un passo dalla meta, le prese il braccio sinistro e la tirò verso di sé, baciandola. Interruppe il contatto solo per sprofondare nel suo abbraccio; lei era immobile e non sapeva cosa fare: “Non sfuggire alle tue emozioni.” disse lui, mentre lei sgranò gli occhi, per poi proseguire: “In realtà, quella era più una frase rivolta a me stesso. Mi sei mancata per davvero.”

Lei arrossì e il suo cuore cominciò a battere all’impazzata, ricambiò l’abbraccio: “Anche tu, molto.”

Kei si allontanò per ammirare il volto paonazzo di lei: “Sai, il rosso ti si addice molto!” ghignò maliziosamente.

“Piantala di prendermi in giro!” e lui le diede un altro bacio; poi, mal volentieri, la lasciò andare.

“Forza, dobbiamo raccontarti del nostro astutissimo piano. Sempre che tu non voglia rimanere qui con me.” Continuò, stuzzicandola.

“Andiamo, dobbiamo parlare con gli altri.” Disse lei, tentando di sfuggirgli. Lui la prese per mano, costringendola a camminare fianco a fianco con lui.

 

Ritornati in salotto, lei divenne rossa per l’imbarazzo poiché tutti li guardavano, divertiti; cercò un luogo per sedersi ma c’era una sola poltrona libera. Il suo ragazzo si sedette e la trascinò sulle sue ginocchia. Mikaru rimase un attimo interdetta, poi si ricompose e, schiarendosi la voce, si rivolse ai presenti: “Ora che siamo tutti qui, esigo sapere cosa è successo. Voglio tutti i minimi particolari. Chi comincia?”

“Comincio io, dato che sono stata la causa di tutto ciò.” disse Yuriko, mentre osservava il volto della bionda assumere un’espressione stranita: “Tutto ha avuto inizio quando tu sei misteriosamente scomparsa dalla D.A. Dato che ero la persona più vicina a te, mi fu comunicato che avevi deciso di andartene. Ma la questione non mi convinse per niente: così, decisi di andare a chiedere spiegazioni a Mark. Mi convocarono e io mi recai sul posto in anticipo. La caporeparto del secondo piano mi disse di aspettare il presidente nel suo ufficio. Così, arrivata al terzo piano, camminai lungo il corridoio e notai che la penultima porta a destra era aperta; utilizzando l’attacco nebbia del mio bey, misi fuori gioco le telecamere e diedi una sbirciata. Assistetti a una scena agghiacciante: Mark stava mettendo i collari a dei ragazzi, sdraiati su dei lettini. Decisi di passare oltre, prima che lui si accorgesse di me, ed entrai nel suo ufficio, accomodandomi di fronte alla sua scrivania. Dopo circa 10 minuti, ora del mio appuntamento, lui si presentò e mi diede una lettera scritta da te, dove spiegavi i motivi della tua improvvisa scomparsa. Era ovvio che non fosse una tua lettera, tuttavia lo ringraziai e uscii dal suo ufficio, richiudendo la porta. Mi assicurai che le telecamere fossero fuori gioco, e, senza pensarci, entrai nella porta di fianco a me; mi misi a cercare i collari, finché ne trovai a centinaia, dentro dei cassetti. Ne presi uno, lo nascosi e fuggii da quel posto, raggiungendo la mia stanza. Mi misi a studiare quell’aggeggio, dato che ho qualche conoscenza di ingegneria informatica e riuscii a capire che si trattava di un congegno per manipolare la mente. Una volta attivato, mandava un segnale al computer principale di Mark, affinché lui potesse seguire le mosse della sua pedina. Tuttavia, il marchingegno poteva perdere la sua funzione principale, semplicemente apportando uno spessore dietro la nuca, continuando a trasmettere comunque il segnale; purtroppo, non sono riuscita a capire come toglierlo, una volta indossato. Inoltre, tutto ciò non mi aiutò a capire niente sulla tua scomparsa e, mentre gli anni passavano, cominciai a perdere ogni speranza. Poi, qualche giorno fa, ti vidi comparire al torneo, come apparsa dal nulla. Mi informai sulla tua presenza e venni a sapere che facevi parte della B.B.A. Il secondo giorno del torneo, alcuni tuoi amici furono sconfitti e gli fu messo il collare; da lì, mi venne in mente un’idea. Mi intrufolai dentro la stanza dei Bladebreakers e dei Neoborg, passando per i cornicioni, dato che era l’unico modo per non essere inquadrata.”

“A quel punto, lei ci spiegò il meccanismo dei collari e diede quello che aveva al professor K, affinché lo analizzasse.” continuò Yuri “Così, decidemmo di salvare gli altri e ci intrufolammo nelle loro stanze, con il suo aiuto, per applicargli lo spessore.” aggiunse Yuri.

“In realtà, io e i Justice 5 abbiamo perso di proposito: ci è subito sembrato strano il fatto che ai perdenti venisse chiesto di recarsi nell’ufficio di Mark. Così, dopo la sconfitta, ci sono stati applicati i collari.” intervenne Brooklyn “Dato che sono l’unico ad essere riuscito a mantenere un briciolo di lucidità, ti racconto cosa successe quel giorno: avevamo avuto la fortuna di incontrare Bryan. Si avvicinò a noi con fare soddisfatto e disse a Mark che il suo obbiettivo eri proprio tu, Mikaru, e che avrebbe fatto in modo che tu fossi rimasta da sola.”

 “A quel punto, per scoprirne di più, ci venne in mente un’altra idea: perdere di proposito per farci mettere il collare e, quindi, passare temporaneamente dalla parte del nemico per spiarlo e raccogliere informazioni. Se avesse visto che tutto andava secondo i suoi piani, prima o poi avrebbe vuotato il sacco. Infatti ciò avvenne durante il vostro scontro, che il professor K ha ingegnosamente pensato di riprendere, mentre gli altri, approfittando della distrazione di Mark e Bryan, hanno informato le ragazze e ci hanno raggiunti.” concluse Yuri.

“Siete stati veramente avventati.”

“Lo sappiamo ma, affinché il piano funzionasse, voi ragazze avreste dovuto credere che noi eravamo stati plagiati. Inoltre, non potevamo rischiare di mettervi in pericolo” disse Kei.

“Inganna i tuoi amici per ingannare i tuoi nemici, eh? Comunque sono sorpresa dalle vostre ottime qualità di attori. Soprattutto da te, Takao, non mi sarei mai aspettata una performance così convincente.” disse lei.

“Cosa vorresti insinuare?” disse quello, infuriandosi, e tutti si misero a ridere.

“Ad ogni modo, vi devo lasciare: ho bisogno di riposare un po'. Se vi state annoiando, potete usare la mia piscina.”

“Hai una piscina?”

“Certo: proseguite oltre il corridoio, a destra della scala di fronte all’ingresso, e ci arriverete.” i ragazzi esultarono e corsero fuori dalla stanza. Yuriko, invece, uscì in giardino e si mise seduta sotto un albero, seguita subito dopo da Yuri: rimasero solo Mikaru e Kei.

“Vuoi che ti accompagni nella tua stanza, in braccio?” ghignò lui.

“So arrivarci perfettamente a piedi!” fece per alzarsi, ma il dolore non glielo permise e cadde all’indietro, portandosi una mano alla testa.

“Hai preso la medicina?”

“Quale medicina?”

“Lo prendo per un no.” la prese in braccio, si alzò e si diresse verso la stanza di lei “Quando sei stata dimessa, i medici ci hanno detto di somministrarti la medicina, in caso di forti mal di testa. Inoltre, se il dolore persiste, dovremo riportarti là. Quindi fai da brava, prendila e riposa.” disse, arrivato davanti alla porta.

“Come sapevi che questa è la mia stanza?” replicò allarmata.

“Io so sempre tutto.” la prese in giro.

“Sei uno spione!” completamente in fiamme.

“Calmati: ti ho portata in camera quando eri svenuta.” aprì la porta ed entrò dentro, si avvicinò al letto e la posò delicatamente; poi si avviò verso il comodino, sollevò il bicchiere e lo riempì d’acqua, usando la bottiglia di vetro che stava poggiata lì sopra e vi sciolse una compressa, dopo averla tolta dalla scatola. Infine porse il beverone alla ragazza: “Non ti sei nemmeno accorta che il tuo maggiordomo te l’aveva preparata. Su, bevi.”

Lei prese il bicchiere, bofonchiò un grazie e bevve. Per distrarsi dal sapore orribile della medicina, si mise a pensare e realizzò che non riusciva ad avere una discussione con il ragazzo, senza essere colta alla sprovvista. Così, pensò ad un modo infallibile per tenergli testa e, improvvisamente, le venne un’illuminazione. Finì di bere e porse il bicchiere al ragazzo, che lo poggiò sul comodino: “Dimmi, Kei, sei davvero pronto per tutto questo?” gli chiese, stuzzicandolo con aria di superiorità.

“Spiegati meglio.”

“Il mondo dove vivo io è un posto molto soffocante, pieno di feste, impegni costanti, lavori su lavori… insomma, sei davvero deciso a sacrificare la tua vita da normale adolescente per stare con me?” chiese lei, con faccia maligna, anche se, in realtà, era molto interessata alla risposta.

La maggior parte delle persone avrebbe esitato a rispondere, perché si trattava di una scelta molto importante ma Kei non era tra quelle. La guardò per qualche secondo, poi si mise a sorridere maliziosamente: “A quanto pare, non ti sei ancora accorta della mia identità.”

“So chi sei: Kei Hiwatari, uno spocchioso appassionato di beybla-” poi qualcosa la fermò: qualcosa non tornava e si mise a pensare, mentre lui la guardava divertito “Hiwatari… Hiwatari… aspetta! QUELLA famiglia Hiwatari?” chiese lei, a bocca aperta.

“Ci sei arrivata, finalmente! Sono il nipote di Soichiro Hiwatari e, al momento, il suo unico erede. Quindi, so di cosa stai parlando. Inoltre, credo che tu sia una delle poche ragazze che mio nonno mi farebbe frequentare, per via delle tue nobili origini. Tuttavia, a me non interessa.” si avvicinò a lei, sedendosi affianco, e poggiò la mano destra sulla guancia sinistra di lei: “Starei con te indipendentemente da tutto il resto.”

Lei lo fissò, spiazzata, poi gli sorrise: “Ci rinuncio, è impossibile avere la meglio su di te.”

“Pensavo lo avessi già capito.” lei gli prese la mano tra le sue e si sdraio nel letto, trascinandolo con lei, poi si sistemò sul suo petto e si addormentò profondamente.

 

Yuriko era seduta sotto un albero, in giardino, intenta a rilassarsi tenendo gli occhi chiusi.

“Non vai a nuotare con gli altri?” aprì gli occhi e si ritrovò davanti Yuri.

“Non mi va, preferisco stare qui.”

“Strano, eppure sei una nuotatrice provetta.” commentò lui, che si era seduto al suo fianco.

“Mi hai vista solo una volta, quando ho salvato Mikaru, e dici che sono brava? Dove vuoi arrivare, Yuri?” lo guardò, divertita.

“Quella volta ho seriamente rischiato di far saltare la copertura. E non solo io. Non fare mai più una cosa del genere.”

“Non c’era tempo per chiamare i soccorsi.”

“Non mi interessa! Devi pensare anche alla tua salvezza! Ho visto che hai avuto un crampo!”

Lei si innervosì: “Allora, vogliamo parlare di te? Ti sei lasciato prendere dal nemico, con il rischio di essere scoperto! In quelle circostanze, mi sono sentita impotente perché non potevo aiutare nessuna delle due parti! E se avessi anche lasciato affogare Mikaru, non me lo sarei mai perdonata.” abbassò la testa, cominciando a piangere: “È stato così frustrante...”

Yuri mise la mano sinistra dietro la testa di lei, avvicinandola al suo petto: “Mi dispiace, non immaginavo che stessi così male.” le accarezzò i capelli, riuscendo a farla calmare “Ti ho detto quelle cose perché non volevo perderti una seconda volta.”

“Nemmeno io.”

“Promettimi solo che non farai più azioni sconsiderate.” lei annuì “È deciso, ora rilassati. Devi prepararti per lo scontro con Mikaru.” lei sorrise e si appoggiò nuovamente all’albero, distendendo le gambe, mentre lui si accomodava sulle cosce di lei.

 

La mattina successiva, Mikaru si risvegliò tra le braccia di Kei e sorrise, mentre guardava il viso rilassato di lui dormiente: sembrava un’altra persona e pensò fosse adorabile. Lui, probabilmente sentendosi osservato, aprì occhi e la fissò, ancora assonnato: “Buongiorno.” sbadigliò.

“Buongiorno.”

“Come ti senti?” le chiese.

“Provo a mettermi seduta e ti dico.” prese un respiro profondo e si sedette: nessun dolore, buon segno. Quindi, decise di fare la prova del nove stiracchiandosi e sorrise, sentendosi in forma. Si voltò da lui e vide che la stava fissando, essendosi messo di lato, rivolto dalla sua parte, con il braccio destro che teneva la testa.

“Vedo che hai finito il check up.” Commentò, divertito.

“Divertente! Dopo questa, ho finalmente capito che sei un maniaco!” gli fece la linguaccia.

“Forse. Comunque perché hai una piscina se non sai nuotare?” chiese lui.

“C’è da prima della mia nascita.” si voltò, imbarazzata “E poi avevo intenzione di imparare a farlo, prima o poi.”

“Allora te lo insegno io.” si sedette vicino a lei, prese il suo viso con la mano destra, costringendola a guardarlo negli occhi: “Non voglio che tu muoia per una sciocchezza simile.”

“Eri preoccupato?”

“Si. E inoltre mi sono dovuto persino trattenere dall’uccidere quell’oca, quando me la sono ritrovata davanti.” e lei rise “Andiamo, hai un duello importante da affrontare.” lasciò la presa e si alzò dal letto “Vedi di non deludermi.” ghignò.

“Non sottovalutarmi.” e anche lei si alzò. Entrambi uscirono dalla stanza e si diressero in sala da pranzo.

Giunti lì, trovarono Yuri e Yuriko seduti al suo tavolo, uno di fianco all’altra e il maggiordomo che li stava servendo; questo, appena vide la padrona, andò a preparare la colazione per i due arrivati. Mikaru si accomodò vicino alla mora mentre Kei si sedette di fianco a lei.

“Ti sei ripresa, finalmente.” commentò Yuriko, addentando un biscotto.

“Si e sono pronta per il nostro duello.” il maggiordomo rientrò e servì la colazione ai due.

“Ottimo, facciamo alle 11 in palestra?”

“Non vedo l’ora.”

“Bene, preparati. Non ci andrò leggera con te.” Disse la bruna, sorridendo.

“Nemmeno io.” e ricambiò il sorriso. Poi entrambe posero la loro attenzione sul loro banchetto e sui loro rispettivi ragazzi.

Verso le 9:30 arrivarono tutti gli altri e, come appresero la notizia dello scontro, annunciarono che avrebbero mangiato, per poi seguire il duello.

 

Finalmente si fecero le 11 e le due avversarie si trovavano già in palestra, insieme agli spettatori che cominciarono a fare un tifo sfrenato per entrambe. Yuri e Kei, invece, si erano seduti sulla panchina vicino al beystadium, mentre il maggiordomo si era messo al lato sinistro del campo, per arbitrare.

“Signorine, in posizione.” le due inforcarono i loro beyblade, pronte al lancio.

“3-2-1 pronti? Lancio!”

E lanciarono le loro trottole, finalmente libere di poter giocare insieme.

 

FINE

 

Finalmente è finita! Spero che questo lavoro sia stato di vostro gradimento e vi ringrazio per avermi letto fino alla fine. Un saluto e alla prossima =)

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