The rockies keyblade wielders di X_girl (/viewuser.php?uid=1009068)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: I guardiani della luce ***
Capitolo 2: *** La partenza: il mago Merlino. ***
Capitolo 3: *** L'addestramento: tra incendi e problemi vari ***
Capitolo 4: *** La vera forza: il sapere e la saggezza ***
Capitolo 5: *** La prima missione: nel castello della Bestia ***
Capitolo 6: *** Preludio: la maledizione della rosa incantata ***
Capitolo 7: *** Degenerazione: prigionieri e fuggitivi ***
Capitolo 1 *** Prologo: I guardiani della luce ***
La volta celeste era
misteriosa e piena di stelle, non vi era vento e il paesaggio era
immobile come se fosse stato il tempo stesso a fermarsi.
Vi era una pesante aura di incertezza nell'aria. Paperino, Pippo e
Pluto fissavano pensierosi davanti a se, sui gradini della dimora di
Yen Sid.
"Sora è in ritardo. Pensi che stia bene?"
La risposta è soltanto un sospiro sconsolato.
"Gawrsh, certo che Lea si è sbrigato a Radiant Garden, e
adesso il maestro Yen Sid ha mandato via pure Riku, verso
qualche misterioso viaggio!"
Il papero scosse malinconicamente il becco in aria per poi lasciarsi
andare ad un'altro malinconico sospiro.
"Pensi che prima o poi anche noi riceveremo qualche incarico
importante?" Chiese Pippo, lo sguardo ancorato alle stelle.
Ancora una volta nessuna risposta.
"Ah!" All'improvviso Paperino saltò in piedi . L'amico,
incuriosito si girò pigramente di lato per vedere cosa
stesse accadendo. Poi recuperando il suo vigore si tirò su a
sedere con un colpo di reni.
"Oh!Bentornato , Riku..."
"...hey aspetta un attimo..."
"OH!" balzarono in preda allo stupore. Non si sarebbero mai aspettati
di vederlo in sua
compagnia.
All'interno il maestro Yen'Sid stava riassumendo a Topolino la
situazione, dicendo con voce seria e austera:
"La guerra dei Keyblade che ci fu un tempo fece sprofondare il vero
Kingdom Hearts nell'oscurità, e il X-blade fu distrutto in
pezzi, ma la luce che persisteva nei cuori dei bambini ha ricostruito
il mondo che conosciamo oggi.
E la luce derivante dai frammenti del X-blade venne allora
divisa in sette, per proteggere ogni cuore puro in questo mondo."
"Sette luci pure..." ripetè il re . "Sono...i cuori delle
principesse!"
"Invero." proseguì il saggio mago "Quei sette cuori puri
costituiscono la fonte di tutta la luce del nostro mondo.
Se venissero persi, il mondo sprofonderebbe di nuovo
nell'oscurità.
Inoltre, anche se decidessimo di evitare di cercare le sette luci per
evitare un altra guerra dei Keyblade, Xehanort continuerebbe a dare la
caccia alle principesse con lo scopo di forgiare il X-blade."
"Quindi...presto avverrà uno scontro tra i sette frammenti
di luce e i tredici fragmenti dell'oscurità...e non
c'è niente che possiamo fare per evitare di innescare
un'altra guerra?!"
Lo stregone tacque con le palpebre solennemente socchiuse in un
silenzio pieno di suspence.
"Al fine di proteggeri sette cuori puri, avremo bisogno di sette luci
abbastanza forti da contrastare i tredici frammenti oscuri."
"Quindi ci manca un guardiano della luce." confermò
Topolino, guardanto il pavimento con gli occhi pieni di pensieri e
preoccupazioni, in cerca di una soluzione.
La porta scricchiolò. Il topo si girò sorpreso.
Finalmente la sua voce si lasciò andare in un tono
più leggero e sollevato.
"Riku! Sei tornato!"
"Già." il ragazzo fece brillare le iridi di topazio
rivolgendogli un sorriso.
"Maestro Yen Sid" disse poi, assumendo un tono più serio"le
ho portato l'ospite di cui aveva chiesto ma...non ha mai detto
perchè."
Si voltò verso l'ingresso, lasciano libera la visuale su di
lei.
"Uh? Woow!" esclamò Topolino: la risposta gli era appena
stata sbattuta in faccia.
"Sono venuto aconoscenza del fatto che anche tu puoi brandire un
keyblade, sono grato che tu sia qui." ringraziò il maestro.
Di fronte a lui vi era Kairi, gli occhi color lapislazzulo riflettevano
la sua determinazione.
Intanto, negli abissi più oscuri e profondi dell'oblio, una
sagoma amica aspettava sulla sponda, di fianco a una figura
incappucciata.
Acqua.
"Credo... di aver sentito la sua voce in lontananza:"
Topolino, Riku e Kairi erano ancora riuniti nello studio del saggio Yen
Sid.
"Ha sacrificato se stessa per salvarmi; perchè me l'hai
tenuto nascosto così a lungo?" si rabbuiò Riku.
Non solo Acqua era una preziosa amica che aveva conosciuto oltre il
varco del buio, ma era anche una dei sette guardiani della luce.
Topolino lo guardò dritto negli occhi, con sguardo dolce ma
serio.
"Dovevo rispettare la sua decisione."
"E noi, potevi dare anche a noi una scelta.Potevamo andare ad aiutarla!"
"Lo so..."sussurrò il re.
"Non essere avventato, Riku" ammonì lo stregone. "Come ti ha
spiegato Topolino nel suo racconto, raggiungere il regno
dell'oscurità la prima volta non è stato un
compito facile. E anche se avessimo trovato una strada per farvi
ritorno... purtroppo nessuno di noi sarebbe stato in grado per portare
via Acqua sana e salva. Così ho proibito a Topolino di
dirtelo, lascia perdere l'idea di tornare da lei per il momento."
"Perché tenermelo nascosto?" replicò il giovane.
"Questo è ovvio: se non tu, sicuramente Sora avrebbe provato
l'incosciente salvataggio."
Riku avrebbe voluto rispondere ma sapeva che il saggio maestro aveva
ragione e così gli uscì solo un sospiro di
rammarico.
"Ma!" iniziò Topolino con voce sicura "Adesso possiamo aiutare
Acqua!" Si voltò verso il ragazzo.
"Tu e io, andremo a prenderla!"
"Certo, sono dentro!"
"Yep"
"Chi è questo nuovo Riku, e che fine ha fatto quello
vecchio?" ridacchiò Kairi.
"Nuovo me?"
"Si." ridacchiò "Ti comporti come Sora."
"Dovrei sentirmi lusingato?" sorrise "Ho provato a lungo a mantenere un
comportamento esemplare, ma è più divertente
agire secondo il mio cuore...deve essere l'influenza di Sora."
"Be, a noi piaci lo stesso Riku." disse Kairi. Poi assunse un
atteggiamento accorato.
"Maestro." iniziò "Sono venuta da lei
perché volevo aiutare in qualche modo, cosa posso fare?!"
Lo stregone si mostrò contento e rispose:
"Ho affidato a mago Merlino il compito di supervisionare l'allenamento
dei nuovi maestri del keyblade: tu e Lea."
"Lea?" chiese la ragazza, quel nome le era completamente nuovo.
"Intende Axel." spiegò Topolino.
"COSA?!" Kairi fece un balzo indietro per la sorpresa. Quell' Axel??
"E' una persona per bene adesso!" assicurò
allegramente il re "Ci ha persino aiutato a salvare Sora!"
La ragazza corrucciò la fronte, non del tutto convinta.
"Puoi fidarti di lui!" le assicurò.
Kairi si voltò dubbiosa verso Riku, che sorridendo le fece
cenno col capoper dirle non aveva niente da temere.
"Forza Riku, per noi è ora di andare!Prima di tutto dobbiamo
trovare l'entrata per il regno dell'oscurità."
"Topolino, aspetta." lo chiamò Yen Sid "Prendete questi con
voi, le tre fate madrine hanno chiesto di consegnarveli, vi
proteggeranno dall'oscurità."
Riku e Topolino ringraziarono in coro il maestro chinando
rispettosamente il capo.
"Andiamo, Riku!"
Così pieni di coraggio e trepidazione, i tre si avviarono
verso le loro nuove avventure.
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Capitolo 2 *** La partenza: il mago Merlino. ***
La partenza: il mago Merlino.
Quella mattina Kairi si svegliò all'alba.
Non riusciva a dormire poichè
era il suo primo giorno di addestramento per diventare una maestra del
keyblade, ergo: non riusciva a calmarsi.
Si lavó e si vestí con calma
cerimoniosa, come se con l'acqua potessero scorrere via anche le sue
preoccupazioni. Da un lato non vedeva l'ora di imparare per poter
aiutare Sora e Riku, dall'altra oltre alla difficoltà
dell'allenamento un altro fattore che le metteva ansia era Axel, o Lea
come aveva detto Yen Sid. Lui era una totale incognita.
Prima di tutto come aveva fatto a tornare? Era abbastanza sicura che
fosse scomparso nel castello dell'organizzazione, com'era possibile che
fosse li?
Non era molto sicura di come si sentiva al riguardo; se aveva salvato
Sora allora doveva essere dalla loro parte ,giusto?Inoltre, dopo averla
rapita aveva fatto un goffo tentativo di salvarla, ma era stato
sconfitto da Saix. Dopo di che aveva combattuto contro gli
heartless al fianco di Sora, sacrificandosi per consentirgli di
raggiungerla, quindi non c'erano poi così tanti motivi per
dubitare di lui, in un certo senso forse doveva essergli
riconoscente...no bhè, adesso non esageriamo.
Restava comunque il fatto che l'atmosfera tra loro due di
sicuro sarebbe stata tesissima, e lei non voleva sentirsi a disagio
durante tutto l'apprendistato.
Mangiò qualcosina, ma non aveva
molta fame. Guardò l'orologio.
Il tempo scorreva lento e inesorabile.
"In fondo non sono io a dovermi
preoccupare...è lui che si sentirà a disagio
piuttosto."
Si sdraió sul letto,
giocherellando con il suo ciondolo. "Chissà cosa sta facendo
Sora adesso..."
Infondo non aveva importanza con chi si doveva allenare, se poteva
aiutare Sora nella sua missione.
Passarono minuti interminabili. Poi
finalmente e purtroppo fu ora.
Lasciò la camera e si diresse
verso lo studio dello stregone. Giunta davanti all'imponente portone
afferrò le pesanti maniglie e bussò.
"Vieni avanti, Kairi."
La castana avanzò ostentando una sicurezza da guerriera,
quando in realtà le gambe le tremavano come un budino.
" L'ora è giunta. Oggi inizia
il tuo addestramento" iniziò solenne lo stregone " Ti
avverto, non sarà facile. I nostri nemici sono molto
più potenti e numerosi di noi e abbiamo pochissimo tempo per
prepararci allo scontro."
Kairi non si fece intimidire."Sono pronta"
disse.
Yen Sid socchiuse gli occhi e
sembrò pensieroso.
"Molto bene" disse infine " Lea
è appena tornato da Radiant Garden e ora si trova nella
stanza a fianco in compagnia delle fate buone. Va a prenderlo e portalo
qui. Allora aprirò il portale per lo studio di mago Merlino."
Kairi sussultó. Lui era
già li? Non aveva ...chessò, qualche minuto per
prepararsi una o due frasi per rompere il ghiaccio? "Ehi ciao! Pensavo fossi morto
ma sono felice che non sia così, credo...ah ricordi quando
mi hai rapita?! Acqua passata, siamo amiconi adesso, stringiamoci la
mano!"
Kairi pensò che doveva aver
fatto una qualche strana smorfia dato che il maestro la
guardò severo senza riuscire però a mascherare un
velo di preoccupazione.
"So che ci sono stati dei problemi tra voi
in passato, ma rammenta che Lea è un uomo nuovo adesso e uno
dei prescelti del keyblade.Il suo cuore è ora libero
dall'oscurità."
Si fermò per rivolgerle
un'occhiata d'intesa "Confido che riuscirete a superare le vostre
divergenze.".
"Se Sora e Riku si fidano di lui, io
farò lo stesso." Suonava molto più convinta di
quanto pensasse lei stessa. L'anziano maestro parve soddisfatto della
sua risposta e le diede congedo.
Così si chiuse alle spalle la
porta dello studio e si fermò, rigida come un pezzo di
legno, davanti a quella dove doveva trovarsi Axel...cioè
Lea, ah al diavolo! Tendendo l'orecchio sentì le voci delle
tre fate che discutevano animatamente.
"Tesoro! Non puoi mica maneggiare il
keyblade conciato così! Ti scambierebbero per uno dei
cattivi!"
"Io dico che ci vuole un po' di colore, e
cosa c'è di meglio del verde? Guarda, sta benissimo con i
tuoi occhi, caro."
"Macché, tu lo vuoi far
sembrare un albero di Natale! È molto meglio il blu, dai
retta a me!"
"Wo wo, frena, frena! Adesso mi cambio ma
smettetela di agitare quelle bacchette! L'ultima volta che ho
controllato ero grande abbastanza per scegliermi i vestiti da solo! "
Si alzò un borbottio
contrariato da parte delle fate, come per dire che nessuno sarebbe mai
stato abbastanza grande per rifiutare i loro consigli.
"Ehm...capisco di essere attraente
ma...potreste uscire mentre mi cambio, o almeno voltarvi dall'altra
parte?"
Kairi decise che era meglio entrare ora,
con le tre fate presenti, piuttosto che aspettare che Lea fosse pronto
e dover stare sola con lui, così bussò.
"Avanti!" Squittirono le tre, il rosso
sospirò, e meno male che doveva
cambiarsi!
Titubante varcó la soglia.
"Ehm...salve." salutò le tre
con un cenno amichevole del capo, poi si voltò verso il
ragazzo. Lui si era lasciato sfuggire un sonoro "Oh" appena era entrata.
"Allora è vero..." disse
guardandola.
"I-il maestro Yen Sid mi ha detto di
portarti da lui quando eri pronto, così aprirà il
portale." Disse inchiodando aggressivamente gli occhi ai suoi, per
dimostrare che non aveva paura.
La cosa non rimase inosservata Lea.
"Ok, ricevuto, mi cambio e arrivo...Quindi
signore..." indicò teatralmente la porta.
Il giovane aveva fiammanti capelli rossi,
sparati in ogni direzione,e i suoi occhi erano verdi come
smeraldi. La sua figura alta e snella al punto da essere
quasi macabra era esattamente come se la ricordava. Notò
però che le lacrime tatuate sui suoi zigomi erano scomparse.
Kairi uscì insieme alle tre madrine ancora intente a
lamentarsi di come i loro consigli venissero sempre ignorati e parlando
dei suoi amici maestri del keyblade.
"Ma quanto è magro quel povero
ragazzo!" Esclamò la fata rosa"Non va mica bene
così, no no. Qui bisogna fare qualcosa!
"Ha Delle guance così
scavate...anche tu ciccina, sembri così emaciata! Sicura di
star bene, cara?"
Ma Kairi non le stava ascoltando, stava
pensando alle guanciotte di sora, paffute e morbide come quelle di un
bambino. Le sarebbe piaciuto accarezzarle e riempirle di baci e
pizzicotti. Ridacchió pensando alla faccia che avrebbe fatto
Sora se l'avesse saputo.Di sicuro avrebbe gonfiato le guance come un
criceto e le avrebbe messo il broncio.
Lea fu pronto in un attimo. Ora che non
indossava più il suo mantello nero sembrava meno pallido ed
non incuteva più molto timore.
Il rosso fissò Kairi per
qualche secondo e lei lo notò. Sembrava volesse dire
qualcosa. Lea si passò imbarazzato la mano sul collo.
"Uhm...beh, suppongo di doverti chiedere
scusa per...ehm, lo sai, no? Tutti i casini che ho
combinato..."
Silenzio.
Ah, ma quindi anche lui ci pensava! Non
era l'unica paranoica a preoccuparsi per queste cose.
"Ahahahah!" Scoppiò ,
sentendosi le spalle più leggere.
"Ehi! Che c'è da ridere?" Lea
aveva un'espressione di finta offesa e sollievo.
"No è che...avevi una
faccia!Few...comunque non pensarci, dopotutto se sei amico di Sora
allora sei anche amico mio!"
La risposta così schietta colse
Lea di sorpresa facendolo esitare .Ma non ci mise molto a riprendersi e
lanciò un fischio.
"Quindi lo ami fino a questo puntOUGH!
Kairi gli diede un pugno nello stomaco.
"Yen Sid ci sta aspettando, vedi di darti
una mossa!" Tagliò corto correndo verso lo studio. Non che
avesse fretta, ma non voleva che gli altri notassero il rossore che le
stava imporporando le guance.
Finalmente erano pronti e ora i due
apprendisti erano uno di fianco all'altro di fronte allo
Stregone.
"Aprirò per voi il portale per
raggiungere mago Merlino, un mio caro amico e di grande
abilità. Sarà lui a vegliare su di voi durante il
vostro allenamento. Mi raccomando seguite tutte le sue direttive e non
agite in maniera avventata."
"Non si preoccupi maestro." Sorrise la
castana.
Lea fece uno strano sorriso da furbastro.
"E' chiaro Lea?" Il rosso sussultò, ma non si scompose.
"Ehi! Grazie per la fiducia, eh! Comunque, si, l'ho memorizzato."
Cantilenò.
Yen Sid sospirò, poco convinto,
ma poi si alzò e sollevo le mani verso il cielo.
Un portale brillante si
spalancò sulla parete dello studio portando con se un vento
freddo e un dolcemente pungente odore di bosco.
"I miei migliori auguri valenti eroi del
keyblade, che la fortuna vi assista."
La voragine di richiuse silenziosamente
dietro ai due ragazzi che furono investiti da una luce abbagliante.
Kairi strizzò forte gli occhi e
si sentì strana, come se stesse precipitando.
Aprì gli occhi.
Loro STAVANO precipitando.
Kairi iniziò a gridare mentre
cadeva in un groviglio di rami e piante i cui rami si spezzavano sotto
il suo peso.
"Ti prego fermati, ti prego fermati!"
La sua mente fu trapassata da mille pensieri: imprecazioni verso lo
stregone principalmente, qualche preghiera, i ricordi del tempo passato
sull'isola con Sora e Riku.
"AIUUUTOOOOO!!"
Con un tonfo sordo forò un
tetto di paglia, cadendo perfettamente dritta su una poltrona.
"Visto Anacleto? Esattamente come ti avevo
detto, è arrivata la prima, ancora pochi secondi e...tre,
due, uno..."
TONF!
"Oh ecco anche l'altro, in perfetto
orario!"
"B-Baggianate! Te lo aveva detto Yen Sid, ti dico; non hai i-indovinato
proprio niente!"
"Io NON indovino Anacleto, io SO!"
Frastornata per il volo, Kairi si guardò intorno.
Erano in una piccola capanna di mattoni e
paglia che conteneva ogni tipo di strano marchingegno. Libri
e ampolle occupavano ogni angolo della dimora. C'erano persino di
modellini di un treno a vapore e di un elicottero!
Sulla sua destra c'era Lea, anche lui con
il naso per aria intento a scrutare la casupola, era seduto goffamente
su una poltroncina come la sua, troppo piccola per le sue gambe.
Evidentemente avevano ricevuto un trattamento simile.
Poco più a destra c'era
un'altra sedia.
Alri ospiti?
Kairi guardò i due che stavano discutendo di fronte a lei.
Uno era un vecchio molto magro dalla barba chilometrica e dalla lunga
tunica blu che doveva essere Merlino, l'altro era un...gufo parlante!?
Ma
di cosa si stupiva in fondo? Anche Topolino, Paperino e Pippo erano
animali parlanti...ehi, aspetta un attimo!
"Oh, che sbadato, non mi sono nemmeno presentato!" lo
stregone rivolse uno sguardo allegro ai suoi ospiti.
"Il mio nome è Merlino! Benvenuti nella mia umile dimora, il
mio caro amico e collega Yen Sid mi ha chiesto di occuparmi della
vostra istruzione sugli incantesimi. E voi siete...?"
Kairi sorrise, quell'eccentrico signore le fu subito simpatico!
"Il mio nome è Kairi, signore."
"Oh, chiamami Merlino, e dammi del tu!" Si voltò verso il
rosso, che si era alzato e stava esaminando da più vicino le
varie provette. "E tu ragazzo? Vedo che sei interessato alla scienza!"
"Uhm, diciamo che sono un tipo curioso. Il mio nome è Lea,
got it memorized?"
"Molto bene, molto bene! Dovete essere amici di Sora...poffarbacco dove
li ho messi? Ah ecco!"
Merlino aveva il busto immerso in un baule pieno di tuniche colorate,
ne diede una rosa a Kairi e una rossa a Lea.
"Su, su, presto! Indossatele, fintanto che starete qui dovete fingere
di essere miei apprendisti maghi, bhè non che sia falso
comunque, ma se il mio ospite vi vedesse con i vostri vestiti
rimarrebbe sorpreso."
Il ragazzo sospirò.
"Quante volte ancora mi diranno come devo vestirmi oggi?"
Kairi invece si infilò la veste, sentendosi emozionata.
"Ha detto che deve arrivare un altro ospite? Chi è?" chiese
curiosa.
"E! Mi piacerebbe proprio saperlo, chi, CHI!?" sbuffò
Anacleto arruffando le piume.
"Te l'ho già detto Anacleto: non lo so! So solo che
è un ragazzo, e che arriverà qui tra circa
mezzora." Spiegò accondiscendente mentre posizionava sedie
tavolo secondo un qualche misterioso calcolo.
Poi si avvicinò al bollitore e riempì la teiera
d'acqua.
"Mi spiace ragazzi, ma non posso ancora offrirvi niente, perfavore
siate pazienti e aspettate con me il nostro ospite.
Kairi voleva dirgli che non c'era problema, ma fu distratta da Lea, che
si aggirava furtivo per la casa e sembrava frugre dappertutto.
"Lea, non toccare!"
"Ehi!" protestò lui "Non è una cosa da tutti i
giorni finire nella tana di un mago, lasciami dare un'occhiata!"
"Ma non devi toccare le cose degli altri senza permesso!"
Il rosso la ignorava, così si imbronciò e
indignata prese postro al tavolo del thè.
"Uomini..." bofonchiò.
"Ti ho sentito!"
"BENE!"
Merlino li guardò divertito, chissà cosa c'era di
così esilarante. Kairi proprio non capiva. I suoi pensieri
vennero interrotti da un grido.
"AIUTO! AIUTO!"
THOMP!
La casa si riempì di polvere.
Esattamente nel punto dove il mago aveva posizionato la sedia, ora era
seduto un bambino.
Era mingherlino e con le ginocchia ossute. Aveva folti capelli biondo
oro.
Ora anche l'ultimo ospite era arrivato, e il soffitto aveva un altro
buco.
Kairi e Lea guardavano strabiliati Merlino, come aveva fatto? Era
davvero in grado di prevedere il futuro?
"E così sei venuto per il thè finalmente!" il
vecchio guardò l'orologio " Sei un po' in ritardo, sai?"
"I...in ritardo?" chiese il giovane con un tono educato nonostante
fosse molto confuso.
"Si, uhm dunque, io mi chiamo Merlino."si diresse verso la teiera per
servire il nuovo ospite che lanciava occhiate curiose per tutta la sala.
A Kairi fece subito tenerezza, e si accorse che anche Lea lo guardava
sorridendo.
"Tu come ti chiami?"
"Io sono Artù, ma tutti mi chiamano Semola."
Il rosso sembrava avere difficoltà nel trattenersi dal fare
una battuta, così Kairi decise misericordiosamente di
aiutarlo, pestandogli il piede con tutta la forza che aveva in corpo.
"AHIO!"
Tutti si voltarono verso di lui.
"Che c'è?!"
Ci fu un attimo di silenzio, interrotto da Artù, che aveva
notato il volatile appollaiato sul suo ramoscello.
"Oh! Che bel gufo impagliato!"
"I-I-I-IMPAGLIATO! Bada a come..."
"E parla anche!"
"E-E-E e sicuramente molto meglio di te!"
"Suvvia Anacleto, sii carino.Vorrei presentarti Semola, è
solo un ragazzo."
Il mago pose nelle sue mani una tazza fumante da porgere al brontolone,
per fargli fare pace.
"Ragazzo?RAGAZZO! AH! Io non vedo nessun ragazzo." detto
ciò, gli strappò il thè dalle mani e
si chiue nella sua casetta.
Artù sembrava molto dispiaciuto di averlo offeso,
così Kairi gli sorrise per comfortarlo.
"Non ti preoccupare di lui. Io sono Kairi e sono...uhm, un'apprendista
maga! Piacere di conoscerti."
Con sua sorpresa, anche Lea si alzò e scompigliò
affettuosamente i capelli di Artù.
"Lascia perdere quel gufo, è permaloso. Anche io sono
un'apprendista qui. Mi chiamo Lea, got it memorized?"
Il bambino ridacchiò.
"Io sono Artù."
Kairi stava pensando che il rosso sembrava il tipo che andava d'accordo
con i bambini, quando la testa di Anacleto sbucò fuori dal
suo nascondiglio.
"Eh? Permaloso? Chi, COSA?!"
La sala si riempì di risate e dell'aroma del thè
caldo, che Merlino versò a tutti.
Una volta a tavola iniziarono a parlare.
"Come faceva a sapere che sarei venuto, signore?"
"Oh, chiamami Merlino, e dammi del tu! Vedi io sono un mago, un
veggente!"
Mentre lo stregone parlava versava il thè da tutte le parti,
poichè aveva la teiera in mano e gesticolava teatralmente.
Artù seguiva il discorso con gli occhi sbarrati, facendo
esilaranti espressioni stupite.
Intanto, i discorsi del mago non erano l'unica cosa sorprendente: la
zuccheriera versava da sola lo zucchero agli ospiti. Lea la trovava
particolarmente interessante e la fissava ponderando se fosse il caso
di punzecchiarla per vedere cosa succedeva.
"Stai ricevendo un'istruzione ragazzo?" chiese Merlino, interrompendo
il suo monologo.
"Oh si, signore!" rispose rapido Artù, la bocca piena di
biscotti. "Mi stanno insegnando l'arte dello scudiere, il duello..."
"Oh, si, bene, molto bene questo è...NONONONONO, questo non
va affatto bene!" Esclamò il mago facendo sobbalzare i
presenti.
"Io parlo di un'istruzione VERA, storia, filosofia, matematica,
biologia, francese, latino..."
Lea alzò gli occhi al cielo. Non era esattamente uno
studente modello, avrebbe voluto studiare solo le cose che gli
interessavano e trovava la scuola soffocante, ergo: la.scuola.NO.
Kairi invece divenne agitata all'improvviso. E se Merlino li avesse
interrogati? Lei non aveva ripassato, AIUTO!
Il mago sembrava molto preso dalla conversazione con Artù,
così si avvicinò a Lea di soppiatto.
"Psssss! Ehi!"
"Cosa c'è? E perché stai bisbigliando?"
"SSSSSH! Parla più piano!! Che facciamo se il mago ci
interroga? Io non so niente, NIENTE"
Lea alzò un sopracciglio divertito.
"Ma dai, figurati! Non ti facevo così secchiona comunque."Ma che antipatico!
"Neanche tu sembri esattamente uno studente modello, caro il mio
piromane!"
"Ehi! Anche se mi piace dare fuoco alle cose non vuol dire che io sia
un piromane!"
Kairi lo guardò storto.
"Ok, ammetto che non aveva molto senso..." si arrese il rosso.
"Basta, basta! Accipicchia!BASTAA!" l'urlo di Melino li interruppe. La
zuccheriera, senza che nessuno le dicesse niente, cucchiaino dopo
cucchiaino aveva creato un montagna di zucchero nella tazza del mago,
che ora stava usando la sua barba per spazzarlo via.
Il mago si offrì di fare da precettore al ragazzo, ma fu
rifiutato da Artù, che si alzò in tutta
fretta ricordandosi improvvisamente che aveva bisogno di tornare subito
al castello, dove doveva aiutare in cucina.
Era già sulla porta ma Merlino lo fermò.
Aveva afferrato un borsone rosso ed era salito in cima a uno sgabello.
"State a vedere, credo che questo vi piacerà." disse
ammiccando verso i tre ragazzi.
Si schiarì la voce e sollevò in alto le mani,
nella destra teneva una bacchetta.
Higitus figitus
abracazè
prestate attenzione tutti a me!
Udendo quelle parole, tutti gli oggetti si animarono e si
voltarono verso il mago.
"Su su, si fanno le valige!" li incalzò.
Come se stessero danzando i libri fluttuarono nell'aria, saltellando
verso il borsone e diventando via via più piccini, fino a
non essere più grandi di un granello di polvere e scomparire
al suo interno.
Hoketi poketi, woketi wa
abra-cabra, dabra-da,
se ciascun si stringerà,
il posto a tutto si troverà!
Higitus figitus, figitus sbum,
prestidigitorium!
Alicafes, balaca sez,
Malacavez, meripades,
Hoketi poketi woketi...ALT!AAALT!
Fermi fermi fermi!
Si sentì un forte cocciare di stoviglie. La zuccheriera
aveva superato le altre posate prepotentemente e ora tirava delle
gomitate per ottenere un po' di spazio.
"Senti zuccheriera, sei insopportabile! Quel servizio da thè
è già abbastanza incrinato!"
"Allora, ricominciamo! Uhm...cominciamo, ecco...dov'ero rimasto?
"Uhm, Hoketi poketi?" risposero in coro i tre uscendo dal loro stato di
trance.
"Oh si giusto!"
Hoketi poketi, woketi wa,
tutto quel che seguirà,
ho quasi finito di imballar,
non ti farò aspettar!
Tutti giù
Tuttigiù!
E adesso la parte migliore!
Higitus
figitus figitus sbum, prestidigitorium!
Higitus figitus, figitus
sbum PRESTIDIGITORIUM!!"
A quelle parole, la valigia si chiuse con forza!
Ora la casetta era spoglia, e le pareti una volta coperde da scaffali
ricolmi di libri erano ben visibili.
Seguì un breve silenzio pieno di stupore, poi Lea
lanciò un fischio.
"Ti prego, dimmi che ci insegnerai a fare cose come quella."
Il loro addestramento si prospettava molto interessante.
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Capitolo 3 *** L'addestramento: tra incendi e problemi vari ***
L'addestramento:
tra incendi e problemi vari.
Dopo
una lunga scarpinata
tra i boschi, scendendo da dirupi scoscesi e saltellando nella
foresta, i nostri eroi raggiunsero finalmente il castello.
Facciamo
una premessa,
quando Kairi aveva sentito la parola castello
si era immaginata qualcosa di leggermente diverso. Ad esempio, un
luogo incantato con le pareti di marmo bianco e le torri sottili, con
i tettucci rossi, come quello della principessa Aurora. Quello
era
una castello!
Invece si era dimenticata che erano nel
medioevo, e che
i castelli medievali possono anche essere affascinanti a modo loro,
ma non sono molto graziosi.
Sono fortezze, circondati da mura e fossati
pieni di
brodaglia e bestiacce. Le loro pareti sono fatte da massicci blocchi
di pietra scura e umida, e sono pieni di prigioni e sale per la
tortura.
Si lasciò sfuggire un sospiro
sconsolato.
Aveva sperato in un alloggio migliore.
Il viaggio non era stato facile, e aveva
avuto
l'impressione di essere seguita tutto il tempo, quindi era esausta.
Seguirono Artù addentrandosi nei
corridoi, salirono in
una sala illuminata dal fuco.
Doveva essere una sala da pranzo,
perchè c'erano due
lunghe tavolate con sopra i resti della cena.
Vi erano due uomini all'interno che
sembravano aver
avuto una discussione. Non aveva sentito bene cosa si erano detti ma
non le importava molto, le bastava stare in vicinanza del fuoco che
scoppiettava nel camino, Lea invece corrugava la fronte nello sforzo
di sentire.
Che
ficcanaso.
Appena il piccolo Artù
entrò i cani lo salutarono
festosamente, saltandogli in braccio e leccandogli il viso.
Merlino si fermò sulla soglia,
guardando la scena.
Il bimbo rideva e salutava i cagnoni
accarezzandoli.
“Sta' zitto!”
sbraitò l'uomo più anziano,non si
capiva se rivolgendosi ad Artù o a uno dei cani. Aveva
capelli e
baffi di un rosso stinto che facevano sembrare quelli di Lea flash.
Prese le bestie per il collare e le spinse via, poi rivolse uno
sguardo arrabbiato al figlio.
“Come ti salta in mente andare a
zonzo nella foresta!
Mi farai venire i capelli bianchi”
“Mi scusi signore..”
trovava sorprendente come
l'amico non ribattesse a quelle accuse ingiuste.
“Le scuse non bastano! Farai
quattro ore di pulizia, e
quattro ore in più in cucina!”
Kairi in quel momento decise che non le
piaceva per
niente quel grassone. Come poteva parlare così a un bambino
talmente
educato e mingherlino? E poi che razza di punizione era quella?
Quello era sfruttamento minorile, ecco cos'era!
Anche il rosso di fianco a lei sembrava
infastidito.
Gli occhi smeraldini di Lea sembravano
lanciare fiammate
inceneritrici al signore. Aveva un'espressione parecchio spaventosa e
Kairi temette che volesse picchiarlo, invece il ragazzo aprì
soltanto la bocca per parlare, ma fu fermato da Merlino.
“Ora va al lavoro ragazzo, in
marcia, in marcia!”
gridò il padre battendo le mani.
Il bambino filò giù
per una scalinata, non senza
rivolgere degli sguardi di scuse ai suoi nuovi amici.
L'omone si voltò verso di loro.
“Ci vuole molta organizzazione
per mandare avanti una
grande casa, e non si è mai abbastanza severi, soprattutto
con i
ragazzi.”
“Sono pienamente
d'accordo!” gracchiò Anacleto,
comodamente appollaiato sul cappello del mago.
“Un momento, e tu chi
sei!?” domandò inquisitorio,
fissando il gufo, poi però pensò che i gufi non
parlano, e se la
prese con il vecchietto.
“ehm, volevo dire...tu
chi sei!?”
“Ecco, io sono
Merlino.” Il mago non si
scompose.”Loro due sono i miei apprendisti Kairi e
Lea” e mentre
pronunciava i loro nomi gli diede un colpetto in testa con il
bastone” e questo è Anacleto, un gufo altamente
istruito.”
Anacleto gonfiò il petto tutto
orgoglioso, ma l'uomo
scoppiò a ridere così il volatile si
spompò e gli rivolse uno
sguardo di disgusto, allontanandosi immediatamente e appoggiandosi su
un trofeo appeso alla parete, la testa di un enorme cervo.
Kairi avrebbe preferito che non l'avesse
fatto, perchè
così facendo le aveva fatto notare tutti i trofei di caccia
appesi
alle pareti.
Poveri
animali, morti per questi cafoni!
Intanto le risa erano finite.
“Questa è buona! Lo
so..lo tieni sotto un incantesimo
Martino, tu sei un mago vero?” di sicuro si credeva molto
intelligente perchè parlò con voce baldanzosa,
affondando il ditone
nella barba del vecchietto.
“Il nome è
Merlino” iniziò, estraendo la
bacchetta
”e
effettivamente sono il mago più
potente del mondo!”
Agitò teatralmente le braccia, facendo sorridere i due
ragazzi.
Quello stregone non si scomponeva nemmeno di fronte a cotanta
maleducazione. Ma l'uomo si fece gioco di lui e scoppiò di
nuovo a
ridere. E che cavolo non sapeva fare altro??
“E va bene, ve lo
dimostrerò!” disse calmo Merlino.
Higitus
figitus, higitus, fi, vento e neve, venite quiii!
Bastò pronunciare le parole
magiche e nella stanza
iniziò una bufera di neve che ricoprì l'uomo.
Kairi e Lea non poterono fare a meno di
pensare che gli
stava proprio bene.
“Che diavolo stai
facendo!?” chiese questo, battendo
i denti per il freddo.
Il mago ridacchiò.
“Diciamo che ho improvvisato una
bella tormenta!”
Si rivolse al figlio.
“Ehi Caio, guarda: una bufera in
casa!”
“E con ciò?”
disse lui, ingurgitando un'altra
coscia di chissà quale animale.
Finalmente l'altro sembrò
convinto, e chiese a Merlino di fermare l'incantesimo. Lea e Kairi
avrebbero preferito lasciarlo
diventare un pupazzo di neve extra large, ma purtroppo il mago
bloccò
la neve.
“Io spero però
Martino, che tu non ti diletti anche
con la magia nera.”
“Oh, no,no,no,no,no!”
lo tranquillizzò il mago,
ignorando il fatto che continuasse a sbagliare il suo
nome.”La mia
magia ha scopi principalmente educativi!”
“Ed è per questo che
sono qui, sono venuto per
educare Semola!”
Mentre Merlino discuteva con il padre di
Artù. Lea si
era intrufolato furtivamente su per una scalinata, solo Kairi l'aveva
notato e, insospettita, l'aveva pedinato.
Quando furono abbastanza lontani dalla sala
uscì allo
scoperto.
“Dove vai?” lo
chiamò la ragazza.
Lea si voltò rilassato, doveva
aver fatto qualche
rumore perchè sembrava essersi accorto della sua presenza
già da un
po'.
“Bene, bene...vediamo se
indovini.” cantilenò.
“Non giocare con me!”
brontolò Kairi scocciata.
“Vuoi solo ficcanasare nel castello.”
“Oh, abbiamo una giovane
detective qui!” applaudì.
“Non prendermi in giro.”
Il rosso alzò le spalle e si
voltò.
“Andavo a vedere dove
è andato lo scricciolo, sai
com'è, potrebbe farmi da guida turistica.”
Gli occhi azzurri di lei brillarono.
“Sei preoccupato per
Artù?”
Il ragazzo tentennò, non era
sicuro se rispondere
sinceramente e scherzare.
“Un pochino, volevo solo vedere
come se la passava e
se c'era qualcosa da fare, di là è un
mortorio!”
Sorrise provocatrice.
“Guarda che bravo fratello
maggiore abbiamo qua! Sai?
Non ti facevo così...paterno.”
Si aspettava che Lea ribattesse con qualche
battutina,
invece spalancò gli occhi e si voltò dall'altra
parte.
“Ma che fai,
arrossisci?” si avvicinò, sorpresa,
che fosse un timidone in realtà?
“Ma chi io?Va là! Su,
andiamo.”
“Eh si, sei tutto
rosso...”
“E piantala!”
Scesero ancora per qualche minuto,
quell'ala del
castello era molto fredda e si sentiva il rumore dell'acqua che
gocciolava dal soffitto.
Kairi proseguiva stringendosi nella sua
tunica, Lea
sembrava come al solito, ma ogni tanto si lasciava sfuggire qualche
starnuto.
Finalmente giunsero a una porticina di
legno oltre la
quale suonavano piatti e stoviglie. La cucina!
Prima di entrare la ragazza
guardò dietro di se,
chiedendosi se sarebbero riusciti a trovare Merlino dopo.
Il rosso socchiuse la porta, sbriciando.
“Via libera!”
Entrò rilassato nella sala.
Dentro non c'era nessuno a
parte Artù, chino su una bacinella più grande di
lui tutto preso
dal suo lavoro di lava piatti.
“Ehi! Ciao scricciolo!”
Il bimbo alzò il capo e sorrise
stupito. “Lea! Kairi!
Mi dispiace di essere sparito così ...”
La castana gli sorrise e si mise di fronte
a una
bacinella a fianco del biondo.
“Non ti preoccupare! Volevamo
vedere come stavi;
questa punizione è proprio ingiusta!”
“Oh, no, no”
assicurò “è solo normale che io
aiuti con le faccende, infondo mi hanno accolto qui!”
E così dicendo riprese a
strofinare i piatti, lavorando
con olio di gomito.
“Anche se dici
così...ma sei da solo? Non c'è
nessuno che ti aiuti?”
“Oh, i cuochi hanno
già finito il loro turno
quindi...”
Mentre parlavano Lea, che non sapeva stare
fermo, apriva
tutte le mensole e le richiudeva, frugando dappertutto e toccando
ogni cosa gli sembrasse interessante.
“Oh Artù ma ci sono
così tante stoviglie...LEA!
Piantala!! Cosa sei, un bambino!?”
“Beccato...” il ragazzo
alzò le mani, colto sul
fatto.
Kairi si schiarì la voce,
addolcendo il tono di nuovo.
“Dai, lasciati aiutare, tanto
dobbiamo aspettare che
Merlino finisca di parlare con quel bru...con tuo padre, quindi non
abbiamo niente di meglio da fare!”
“Ma siete nostri ospiti! Non
potrei mai!” protestò.
“Sei sicuro?”
iniziò Lea sbucandogli silenzioso
alle spalle “ Perché conosco un trucco davvero
interessante per
asciugare i piatti...ma se non ti interessa fa lo stesso, eh!”
Artù sembrò
incuriosirsi un poco, così il rosso
sorrise.
“Appena avete lavato i piatti
metteteli qui intorno”
disse sornione “ e poi...vedrete...”
Kairi voleva puntualizzare che non
era
minimamente interessata in qualunque trucchetto Lea avesse
architettato, lo faceva solo per Artù; così dopo
questa
precisazione i due ragazzini iniziarono ad ammucchiare pile di piatti
intorno al rosso, impilandoli su degli stracci, in modo da non
sporcarli.
Appena ce ne furono abbastanza questo gli
disse di
fermarsi e di fare qualche passo indietro.
I due lo fissavano pazienti ma questo stava
semplicemente lì impalato, pensando intensamente a
chissà cosa.
“E quindi? Il trucco?”
“Un attimo. Devo capire quanto
calore metterci, se
esagero potrei rompere i piatti.”
Così stette un altro po' in
silenzio, prendendosi il
suo tempo per concentrarsi, o più probabilmente per creare
suspance.
Poi, tutto a un tratto, si piegò
su se stesso,
contraendo le mani con sforzo.
Alte fiamme avvolsero il ragazzo, ingoiando
i piatti e
scaldando violentemente la stanza. La luce era abbagliante e il
turbine di fuoco era alto fino al soffitto.
“Lea!!”
Oh Dio, Signore, aiuto. Lea. Sta. Andando.
A. Fuoco.
Porcabomba va a fuoco!
Panico.
“Presto spegniamo
l'incendio!!”
I due ragazzi afferrarono la bacinella
piena di acqua e
sapone e la sollevarono con fatica.
“Al mio tre....TRE!!!”
gridò la mora .
Una cascata d'acqua si riversò
sul ragazzo e sulle
stoviglie, che fortunatamente rimasero impilate le une sulle altre.
Si sollevò una grande e densa nube di vapore che rese tutto
invisibile per qualche istante, poi pian piano, i contorni della
cucina tornarono ad essere visibili.
In mezzo alla stanza vi era Lea, asciutto
dato che tutta
l'acqua che gli avevano versato addosso era evaporata, ma con i
vestiti sbruciacchiati di qua e di la. Si era dimenticato che non
erano ignifughi. Aveva una buffa espressione da pesce lesso.
Di fronte a lui invece c'era una bacinella
vuota,
sorretta da una Kairi indignata e da un Artù stupito e
meravigliato.
Seguì qualche secondo di
silenzio, durante il quale la
ragazza cercò di incanalare tutti i suoi insulti e
rimproveri nello
sguardo più assassino che potesse creare.
“Oooops!”Lea si
strofinò imbarazzato il collo.”Ho
un po' esagerato.”
“Adesso stammi a sentire,
piromane de...”
“Kairi, guarda!”
La castana si fermò con il pugno
a mezz'aria. I piatti
erano perfettamente asciutti e non c'era traccia di bagnato sul
pavimento. La sala aveva un buon odore di sapone e la temperatura era
piacevolmente tiepida anche se umida.
Il biondino sembrava calmo, in modo
innaturale insomma,
come poteva stare calmo quando erano quasi andati a fuoco!!?
“Tu...”
“Oh, com'è
tardi!” sussultò il ragazzo “Merlino
ci starà aspettando da qualche parte nel castello,
sarà meglio
andarlo a cercare! Dove sarà? Ciao Artù, devo
scappare!” e corse
come un fulmine su per le scale di prima, inseguito da Kairi.
“Fermati brutto
piromane!”
Rincorrendosi per tutto il castello, il
loro
inseguimento finì solo quando Kairi lanciò una
scarpa in testa a
Lea. Questo sancì una tregua che permise ai due di
riprendere fiato.
Stremati dal sali scendi per gli scalini
del castello,
chiesero a una guardia dove fossero gli alloggi di Merlino, e loro
gli indicarono la torre di nord ovest. I due vi si diressero,
lasciandosi alle spalle un soldato, stupito dai vestiti bruciati del
ragazzo e ridacchiante, anche se ne ignoravano il motivo.
Una volta arrivati capirono immediatamente:
la torre era
traballante e cadeva letteralmente a pezzi.
I muri erano semidistrutti e incrinati, il
soffitto
marcio e pieno di ragnatele.
“Miglior stanza del palazzo,
camera degli
ospiti...degli ospiti indesiderabili! Oh ma se pensa di liberarsi di
me così...non gliela darò
vinta!”Merlino era intento a piazzare
brontolando catinelle e cocci per impedire che la loro camera si
allagasse: nel frattempo era scoppiato un forte temporale.
Appena li vide il mago sussultò.
“Perdirindina, che v'è
successo!??”
“Abbiamo...uhm, avuto un incidente
in
cucina...” spiegò Lea mentre gli veniva passata
un'altra tunica.
“Grazie.”
“Non è niente,
niente...sù non state lì impalati,
aiutatemi!!”
I due si affrettarono a dare una mano
all'anziano,
sistemando vari panni sul terreno creando dei giacigli per la notte e
coprendo i buchi nelle pareti con delle spesse coperte. Forse non
avrebbero impedito all'umidità di entrare, ma almeno
avrebbero
bloccato il vento.
Si sentì un crescente scalpitare
di zoccoli sul
terreno.
Da una voragine rimasta aperta Merlino
scorse un cavallo
fermarsi dinnanzi al portone del castello.
Il cavaliere suonò la tromba.
“CHI VA LA?”
urlò la sentinella.
“SONO SER FILADE, SER FILADE!!
PORTO NOTIZIE DA
LONDRA, NOTIZIE SENZAZIONALI!!” gridò il
messaggero di rimando.
Il ponte levatoio si abbassò con
cigolii e tintinnii di
catene e l'uomo superò il fossato in tutta fretta.
“Notizie senzazionali, eh? Non
posso aspettare di
leggerle sul Times! La prossima edizione uscirà
tra...tra...uhm,
dodici secoli!” ponderò Merlino.
Kairi fece il conto e capì di
trovarsi nell'ottocento
dopo cristo, Alto Medioevo, fantastico...
“Anacleto ti dispiacerebbe fare
un voletto laggiù?”
“Fossi matto!”
balbettò il pennuto.
Anacleto era un brontolone, ma la ragazza
lo capiva:
nemmeno lei sarebbe uscita fuori per un voletto al
suo posto.
“Ci potrei andare io.”
propose.
Merlino le rivolse uno sguardo allegro.
“Oh, davvero lo faresti? Bene,
bene, questo è
fantastico...ma porta Lea con te, non mi piace l'idea di lasciarti
sola nel castello.”
Kairi fece una smorfia.
“Non c'è
bisogno...”
“No, no va bene, sembra
interessante.”
E ma allora! Perchè non li
incollavano direttamente
l'uno all'altro?!
I due si affrettarono per i corridoi del
palazzo,
raggiunsero sfiatati la sala da cena, dove Filade, accolto
calorosamente dal padre di Artù, si era appena tolto il
mantello e i
guanti.
“Grandi notizie Ettore, grandi
notizie!”
Nella sala vi era anche il biondino,
intento tirare a
lustro i tavoli.
Il messaggero si accomodò e
proclamò soddisfatto:
“Ci sarà un torneo il
giorno di capodanno!”
L'omone si lanciò in un
versaccio di noia.
“Ah, ma non è una
novità dannazione!Lo fanno
sempre.” e agguantò un calice di vino rosso.
“Si ma, Ettore, Ettore, non hai
sentito la parte più
interessante!” gli vibrarono i baffi.
“Il vincitore...salirà
al trono!”
“SPUAAAARGH!”
Il povero Filade si fece una bella doccia
di sputi con
sapone al vino.
“Vuoi dire che sarà
re...di tutta l'Inghilterra??”
“Di tutta
l'Inghilterra!” alzò solennemente il
calice.
Il padre si esaltò, quasi
balzando addosso al figlio.
“Caio! Hai sentito??!”
Lo spilungone
ridacchiò.”Un discreto premiuzzo
direi!”
“Già! E tu puoi
vincerlo, se ti metti di punto buono
ad allenarti! Ti faremo investire cavaliere a Natale e poi via a
Londra! Cosa ne dici!?”
Io
dico che se l'Inghilterra avrà un re come quello questi
tempi bui
diventeranno tempi ciechi!
Erano davvero in tutt'altra epoca:
scegliere il re in
base a un torneo!Che stupidaggine!”
Caio sembrava essere d'accordo e Ettore,
sbraitando per
l'euforia, e forse anche per il vino, festeggiò la decisione.
I due apprendisti stavano per tornare in
camera, quando
l'omone rivolse la sua attenzione ad Artù.
“Semola...ti piacerebbe andare a
Londra?”
Il bambino si voltò, per quanto
l'alta pila di pentole
che trasportava gli concedesse, il volto illuminato.
“Oh, ser Ettore! Dite
davvero?”
“Se farai bene il tuo dovere
potrai fare da scudiero a Caio!”
“Oh signore! Lo farò!
Lo far...!”
Per l'emozione fece cadere tutte le
ferraglie, cadendoci
in mezzo con un gran rumore.
Gli uomini scoppiarono a ridere, senza
muovere un dito
per aiutarlo né chiedendosi se il ragazzo si era fatto male.
Caio non sembrava molto contento del suo
scudiero, ma
Ettore e Filade stavano già alzando i calici, brindando
all'imminente torneo, ignari del fatto che Lea e Kairi avevano udito
ogni cosa ed erano già sulla loro strada verso Merlino.
Il mattino dopo Kairi avrebbe voluto
parlare con Artù
del torneo ma era difficile per loro incontrarsi la mattina.
Il bambino si alzava all'alba per aiutare
in cucina, poi
partecipava agli allenamenti di quel gradasso di Caio, lei e Lea
invece appena svegli si mettevano sui libri di incantesimi e con
penna e calamaio scrivevano gli appunti che Merlino dettava loro. A
metà mattina poi si passava alla pratica e prima di pranzo i
due
ragazzi evocavano il keyblade una decina di volte, per diventare
più
rapidi.
La castana doveva ammettere che Lea era
più bravo di
lei nella pratica. Lui era già abituato a usare la magia del
fuoco e
aveva più esperienza. Lei era decisamente più
coerente nello studio
però e approfondiva ogni argomento metodicamente. Le
piacevano
particolarmente le magie curative e la botanica.
Il rosso la punzecchiava durante gli
allenamenti ma
Kairi imparò presto ad ignorarlo, se si fosse arrabbiata
avrebbe
fatto soltanto il suo gioco. Poi iniziava a capire che quello era il
suo modo di rompere il ghiaccio e di essere amichevole. Tra una
frecciatina e l'altra ogni tanto le dava anche qualche consiglio.
Merlino dopo avergli dato gli imput di
solito la mattina
se la dormiva. Era pur sempre un anziano!
Quel giorno però il suo riposo
fu interrotto dal
traballare della torre.
“Aiuto! Un terremoto!”
gridò Kairi.
Lea invece stava sfogliando svogliatamente
un tomo ed
era tutto tranquillo.
“Relax! E' solo Caio: la sua
testa dura deve aver
fatto proprio un bel volo questa volta!”
Gli allenamenti dello stangone a differenza
dei loro,
non stavano dando molti risultati...
“Bà, un fantoccio che
cerca di buttarne giù un
altro! Ma quale nobile arte!” esclamò il mago con
sdegno.
“E Semola ne va pazzo, come tutti
gli altri!”
“Per forza! Quel ragazzo
è uno spiritaccio!” guardò
con affetto verso il biondino, intento a sistemare i manichini,
raccogliere le lance, lucidare le selle...
“Mette tutto se stesso in ogni
cosa che fa! E questa è
una dote importante, ha solo bisogno di una spinta nella giusta
direzione! E ho intenzione di barare caro mio, di usare la magia fino
all'ultimo trucco, se necessario!”
Quel
pomeriggio erano liberi e Lea aveva deciso di allenarsi con il
keyblade. Non era abituato a maneggiare una spada e aveva bisogno di
prenderci la mano.
Mentre gli altri riposavano dopo il pasto,
esplorò le
terre intorno al castello. Aveva trovato uno spiazzo appartato, una
specie di radura al limitare del bosco, perfetto per fare pratica.
Evocando l'arma, iniziò a menare
fendenti e a
immaginare le varie situazioni in cui avrebbe potuto trovarsi in
combattimento, pensando ai movimenti di Sora, Riku e Roxas.
Il pensiero dell'amico lo fece sentire
strano. Brandire
il keyblade lo faceva sentire in qualche modo più vicino a
lui, ma
era ancora doloroso ricordare.
“Allora eri qui!”
Il rosso inciampò nella tunica.
Avrebbe dovuto
toglierla per allenarsi.
Si alzò dolorante,
massaggiandosi il naso.
Dalle felci emerse Kairi,
ridacchiando.”Quella era una
bella caduta.”
Nell'ombra gli era sembrato di vedere Xion.
Il
potere della suggestione è terrificante.
Lea sospirò. Si distese
sull'erba ispida e mise le mani
a mo' di cuscino mentre il keyblade si dissolveva in tante scintille;
la ragazza si avvicinò lentamente.
“Come hai fatto a
trovarmi?”
Gli sorrise.
“Me l'hanno detto gli
alberi.”
Alzò un sopracciglio.
“Dico sul serio! Era in uno dei
libri di incantesimi,
Merlino dice che sono molto portata...”
Il rosso ghignò. Attento Sora:
la tua ragazza ti sta
superando!
“Se vuoi ti insegno.”
“Naaaa, non è proprio
il mio stile.”
Si stava comportando in modo stranamente
gentile o
sembrava a lui?
“Allora... sono simpatici gli
alberi?”
Kairi sbuffò, ma sembrava
divertita.
“Oh, si! Abbiamo parlato
di...uhm, di varie cose.”
Si sedette accanto a lui.
“Per esempio?”
Lo guardò con uno sguardo
cristallino, ma il suo volto
era corrucciato.
“Gli alberi dicono che sei
triste.”
“Oh.”
Che bello avere un cuore. Che bello
sentirlo scaldarsi e
soffrire insieme in un connubio di emozione. Quanto era difficile
fingere provando ciò.
Non sapeva trovare una risposta per
un'affermazione del
genere.
“Non vorrei mettere in
discussione i tuoi amici
alberi...ma credo che abbiano preso un granchio.”
Fece un enorme sorriso, da orecchio a
orecchio “Visto?”
Kairi stava in silenzio e continuava a
fissarlo.
“Stai mentendo.”
Non era una domanda.
La cosa migliore da fare era mentire,
dandole un
diversivo e sperando che abboccasse all'amo;
manovra d'emergenza: si da il via alla
recita!
“Ok, ok...Hai vinto! Ma non sono
triste! E' solo
che...sai com'è : prima l'organizzazione XIII, i nessuno, il
keyblade... è difficile stare dietro a tutto questo in una
volta.”
Realizzò che lo pensava
veramente nel momento in cui le
parole uscirono dalla sua bocca. Non aveva avuto molto tempo per
pensare a tutto quello che era successo e sfogarsi lo fece sentire
vergognosamente bene e allo stesso tempo vulnerabile. Peccato che non
potesse acchiappare al volo le sue affermazioni e rinfilarsele in
bocca!
Finalmente Kairi lo liberò dai
suoi occhi, che
iniziarono a vagare per la foresta.
“Ancora una volta mi sorprende
pensare a quanto siamo
simili. Anche io ho tante cose per la testa.”
“Vuoi condividere?”
Lo guardò confusa e lui
scrollò le spalle.
“Ci raccontiamo cose, confidiamo
i segreti, queste
robe qui...da amici. Lo so che probabilmente non mi consideri tuo
amico ma possiamo fare finta se ti va.”
Dato che non rispondeva Lea
tornò a guardare le nuvole.
Non
è giusto però! Io ti ho detto tutto!
“Penso a Sora e Riku.”
la sua voce era una crepa nel
silenzio “Ho paura di essere solo un peso per loro, di essere
lasciata indietro e perdere di nuovo i miei amici.”
Oh
si. Quella non è una bella sensazione.
Kairi si strinse le gambe al petto cercando
conforto.
“E' stupido, vero?”
Sorrise senza smettere di guardare il cielo.
“Se lo è, allora io
sono il re di tutti gli stupidi!”
La sua risposta la fece ridere e
allentò un po' la
tensione. C'era una bella atmosfera tra loro.
“Sei diverso da come ti
immaginavo.”
Si mise a sedere, incuriosito.
“Perchè? Come mi
immaginavi?”
“Bho...non lo so nemmeno io...Non
così! Ma
adesso che ti conosco un po' meglio, penso che potremmo essere
amici.”
“Davvero? Forte.”
“Lea, stai arrossendo?”
Fece finta di non sentire la domanda. Lo
aveva colto
alla sprovvista.
“Grazie per avermi ascoltato Lea,
sei dolce.”
Perché
devi dire le sue stesse frasi?
“Sei dolce...ma non sei sincero.
Gli alberi mi hanno
detto che nascondi qualcos'altro!”
E
che cavolo, alberi! Farsi i fatti propri no?? E sono pure pettegoli!!
“Chi può dirlo...oh!
Guarda che ore sono: è quasi
ora di cena! Meglio andare prima che Merlino ci dia per
dispersi!”
Si alzò e iniziò a
camminare velocemente verso il
castello.
“Lea! LEA!! Non vale! Io ti ho
confidato i miei
pensieri! Guarda che non puoi scappare così!! LEA!”
Angolino
dell'autrice
Salve a
tutti! Io sono x-girl e
questa è la mia prima ff di kingdom hearts.
Sono un
po' imbranata quindi
troverete molti ( purtroppo ) errori di battitura probabilmente.
Rileggo
anche ciò che scrivo ma
mi accorgo degli errori solo dopo aver caricato i capitoli su EFP.
Ahahah...l'ironia
della vita
suppongo.
In
questo capitolo Kairi e Lea
iniziano a pensare ad una possibile amicizia, ma non pensate che da
qui sia tutta discesa ( e se no che divertimento c'è ) come
in tutte
le relazioni avranno alti e bassi.
Lea/Axel
è il mio personaggio
preferito mentre Kairi è una ragazza che stimo (credo,
voglio dire,
ha fegato) e penso che se diventassero amici ( e lo faranno )
sembrerebbero un po' fratello e sorella.
Non so
nel videogame (perchè vivo
di cutscene su internet e del fumetto) ma nel manga sembrava che lei
e Axel/Lea si rispettassero reciprocamente e ci fosse una sorta di
intesa tra di loro, quindi bho. Fatemi sapere cosa ne pensate.
Ah
già! Ho intenzione di
aggiungere un po' più d'azione dal prossimo
capitolo...vecchie
conoscenze in arrivo!
Spero di
riuscire ad aggiornare
con continuità, alla prossima!
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Capitolo 4 *** La vera forza: il sapere e la saggezza ***
La vera forza: il
sapere e la saggezza
I
giorni scorrevano
gli uni sugli altri rapidamente e i ragazzi erano così
immersi
nell'allenamento che si dimenticavano del tempo che passava.
I loro incantesimi erano
ora rapidi e
potenti e presto il loro apprendistato sarebbe terminato.
Consci di ciò,
Kairi e Lea
assaporavano ogni momento con Merlino, Artù e Anacleto come
se fosse
l'ultimo.
Il mago continuava a
stupirli con
l'originalità delle sue magie, ad esempio una volta li aveva
tramutati tutti in pesci e avevano rischiato di essere divorati da un
luccio.
Un'altra volta ancora, li
aveva
trasformati in scoiattoli e avevano dovuto seminare scoiattoline e
scoiattolini sotto il giogo dell'amore primaverile. Lea e Kairi erano
riusciti a ritrasformarsi in umani da soli per fortuna, invece
Artù aveva dovuto aspettare che il mago finisse la sua
lezione sull'amore per
tornare ragazzo, ed era scappato di albero in albero terrorizzato
mentre Lea se la rideva della grossa.
Il discorso sull'amore
aveva molto
colpito i due più giovani.
La castana pensava a
Sora, alla sua
voce pimpante e al suo sorriso ampio e luminoso. Sospirava molto in
quei giorni e litigava spesso con Lea che la prendeva in giro.
Tuttavia quella mattina
Kairi si era
svegliata di ottimo umore; Merlino aveva concesso ai due ragazzi un
giorno di riposo come premio per il loro impegno e lei non vedeva
l'ora di stare un po' con Artù. Lo aveva preso sotto la sua
ala con
spirito materno e le piaceva rendersi utile aiutandolo nei suoi
studi.
Il ragazzo stava ricopiando
le lettere
dell'alfabeto che Anacleto, precettore severo ed esigente ma anche
burberamente dolce, aveva scritto in bella grafia sulla lavagna.
Come faccia un gufo a scrivere non lo so, non chiedetemelo.
“Guarda, Merlino!
So scrivere!!”
“O, si, si! Non
c'è male ragazzo!”
Inteneriva il cuore vederlo
emozionato
in quel modo. Kairi applaudì raggiante.
“Bravissimo,
Artù!”
Il bambino le sorrise
felice.
Per un attimo tutto
scomparve dai suoi
pensieri, pieni dell'immagine di Sora.
“Kairi,
rispiegami questo
esercizio ti preeeego!”
“Di
nuovo!? Uff, e va bene...”
“Sora
sei irrecuperabile!”
Le
capitava spesso
di studiare con lui e Riku sull'isola e guardare Artù le
faceva
ricordare quei momenti con tiepida nostalgia.
“Ehm...Anacleto?
Hai visto per caso quel modello di, uhm, macchina volante?”
interruppe
Merlino.
“Ah,
ah, ah, ah!
Non voglio avere niente a che fare con i tuoi pastrocchi
futuristici!”
Alla
parola
macchina volante il volto del bambino si era acceso
di
curiosità e Lea, che sonnecchiava steso sul pavimento,
spalancò gli
occhi, sveglio come non mai.
“Che
è quella
cosa lassù?”
Merlino
guardò
dove gli avevano indicato e proprio sopra l'alto cappello blu vi era
il modellino in legno di uno dei primi modelli di aeroplano.
Artù lo
fissava rapito.
Se solo potessi
mostrargli la Gummy
Ship di Sora, Pippo e Paperino!
“Vuoi
dire che
l'uomo volerà un giorno o l'altro?”
Anacleto
sbuffò
qualche critica amara sulle invenzioni degli uomini, non che avesse
tutti i torti, sostenendo che se gli uomini fossero stati destinati a
volare sarebbero nati con le ali.
“Te
lo
dimostrerò, sta a guardare!”
Così
il mago
iniziò a girare l'elica anteriore del modellino, prese una
bella
rincorsa e lo lanciò dalla finestra, però
l'aereoplano non volò:
la barba di Merlino era rimasta attorcigliata all'elica!
Anacleto
rise così
forte da rimanere senza fiato, mentre l'amico brontolava piccato che
avrebbe funzionato, se non fosse stata per quella stupida, inutile
barba.
“Un
giorno l'uomo
volerà, ti dico!Io ci sono stato: l'ho visto!”
“Oh,
lo spero
proprio!” sospirò Artù, guardando il
cielo
“Ho sempre
sognato di volare: di essere un uccello, di vagare per il
cielo!”
Merlino,
sorridendo
con gli occhi, si avvicinò di soppiatto al ragazzo facendo
cenno
agli altri di stare zitti .
Agitò
silenziosamente la bacchetta e sussurrò un incantesimo e
Artù
sembrò dissolversi lasciando il posto a un fringuello ocra e
giallo.
Lea e
Kairi
spalancarono stupiti la bocca e, prima ancora che potessero
ricomporsi, il mago trasformò anche loro. Kairi era ora un
piccolo
pettirosso castano con le piume rosate sul piccolo petto, Lea era un
picchio con il piumaggio dalle calde tonalità del rosso.
La
ragazza era
senza parole (sempre ammesso che fosse ancora in grado di
pronunciarle).
Presto
sentì le
risate allegre degli amici, che saettavano nel cielo seguendo le
indicazioni di Anacleto.
“Aspettatemi!”
cinguettò.
L'adrenalina
le
fece deporre ogni paura e con un balzo si librò in aria.
Il
vento la
sospinse subito verso l'alto e si sentì leggera, con una
tenue
sensazione di vuoto allo stomaco. Aveva voglia di ridere e di urlare
di gioia!
“YAHOOOOO!!”
Non si
era mai
sentita così libera in vita sua!
All'inizio
non era
molto sicura nei movimenti, ma appena ci ebbe preso un po' la mano
volò più in alto per ammirare il panorama. I
boschi e i campi alla
luce del tramonto erano spettacolari e sentì il cuore
scaldarsi.
“Cavolo!”
Lea
l'aveva
raggiunta e ora i suoi occhi smeraldini luccicavano apertamente.
“Non
pensavo
fossi un fan del tramonto.” gli disse.
“Vuoi
scherzare!?
Io lo adoro! Anzi, sai cosa ci vorrebbe adesso?Un bel gelato
salmastro!”
Rise.
Rimasero
a fissare
l'orizzonte per un po'. Si sentiva a suo agio con lui, come se lo
conoscesse da sempre, e forse per via del carattere allegro del rosso,
non pensava mai alla loro differenza d'età.
Se solo
quel momento avesse potuto durare persempre!
Tutto a
un tratto
la pace fu rotta da delle urla, era Artù che gridava con
tutta la
voce che aveva in corpo!
Svelti,
volarono da
lui e videro che era inseguito da un enorme rapace, con gli artigli
prominenti e occhi dorati che bramavano il sangue della loro preda.
Anacleto
provava a
seguirli, ma non era abbastanza veloce “Entra nella foresta!
Entra
nella foresta!”
Urlavano
Kairi e il
gufo; subito il giovane scese in picchiata, ma il falco era sempre
più vicino e i suoi artigli incombevano sul fringuello;
stava per
afferrarlo ma Lea, veloce come un fulmine, si gettò addosso
al
predatore, ingaggiando una lotta!
“Va!
Lo fermo
io!”
Il
rosso
fronteggiava il nemico beccando e graffiando, il rapace però
era
molto più grande e forte di lui, lo attaccava con ferocia,
usava
anche le ali per sbilanciarlo e presto non riuscì
più a evitare i
colpi dell'enorme volatile, che gli squarciò un'ala con
inaudita
violenza!
Precipitò.
Kairi
terrorizzata
si catapultò verso di lui
“LEA!”
Come in
trance si
ritrasformò in umana, giunse le mani e pronunciò
l'incantesimo del
teletrasporto;
l'impatto
con il
terreno fu brusco, la castana rotolò per qualche metro,
tuttavia si
rialzò subito, con il cuore in gola e il sangue che pompava
nelle
tempie.
“Lea!
Lea!! LEA!”
chiamò piangendo, ma nessuna risposta.
Vagando
tra le
felci Kairi cercava la sagoma dell'amico, un groppo che le opprimeva
la gola.
Finalmente
lo vide,
disteso a terra e ricoperto di foglie; il piccolo petto si alzava e
riabbassava freneticamente. Si asciugò le lacrime: doveva
agire
subito.
Non era
sicura che
fosse una buona idea ritrasformarlo in umano, quindi pose le mani sul
corpicino e pronunciò un semplice incantesimo curativo.
“Xion?”
Sussultò.
Lea la
stava guardando semicosciente.
“No.
S-sono io,
K-Kairi” singhiozzò “Va tutto
bene...Artù ha raggiunto la
foresta, starà bene, anche tu starai bene!” mise
della
determinazione nella voce. Non avrebbe lasciato che un suo compagno
perdesse un'ala-braccio davanti ai suoi occhi!
Stupido!Stupido!Stupido
incosciente!
“Grazie...Kairi.”
La
ferita sembrava
andare meglio ma la ragazza intimò al rosso di non muoversi,
non che
sembrasse averne l'intenzione comunque.
Raccolse
delicatamente il picchio. Nelle sue mani sembrava piccolo e fragile.
Tirò
su col naso e
si fece forza. Gli alberi tutt'intorno a loro sembravano agitati ed
era sicura che se avesse seguito le loro indicazioni sarebbe riuscita
a trovare gli altri e Merlino avrebbe controllato che Lea stesse
bene. Lo avrebbe senz'altro aiutato. Poteva essere fastidioso a
volte, ma non voleva che gli succedesse niente di male, non proprio
ora che avevano iniziato a fare amicizia.
Camminò
più
veloce possibile, schivando rami e radici; più avanzava
più la
vegetazione si faceva aspra e inospitale. Gli alberi la guidarono ad
una sinistra catapecchia e le dissero di non entrarvi per alcuna
ragione, lei li ringraziò e vide finalmente Anacleto che
sorvolava
la foresta ed era appena atterrato lì vicino.
“Anacleto!”
gridò.
Il
gufo, che
guardava concitato all'interno della baracca, si voltò di
scatto.
“Ragazza!!”
Le
volò incontro,
appoggiandosi sulla sua spalla. Subito rivolse uno sguardo
preoccupato a Lea e si lasciò sfuggire un sospiro di
sollievo.
“Così
hai
salvato la pellaccia, ragazzo!!” nonostante le parole
burbere, il
suo tono era dolce.
Il
rosso sembrava
aver ripreso le forze, l'incantesimo iniziava a fare effetto,
sorrise.
“Già!
Grazie a
Kairi. “
Poi
lanciò qualche
occhiata intorno a se, rimanendo sempre seduto tra le mani della
ragazza.
“Dov'è
Artù?”
“Lo
scricciolo è
finito nella tana di quella baldracca di Maga Magò. Una
megera!
Merlino è andato dentro a salvarlo.”
Proprio
in quel
momento la porta si spalancò e ne uscì l'anziano
mago, aveva un
passo bellico e sguardo furioso, impugnava la bacchetta con foga.
Davanti
a lui vi
era una vecchia tozza e grassoccia, aveva i capelli ritti e unti e
gli occhi malvagi, era Maga Magò.
Anche
Artù uscì,
volando agitato verso di loro.
Sembrò
tranquillizzarsi un poco quando vide il familiare picchio rosso
salutarlo allegramente.
“Lea!
Stai bene!
Oh, ero così preoccupato!” gridò il
fringuello abbracciandolo.
Il
rosso ridacchiò
imbarazzato, restituendo l'abbraccio.
Si
girarono poi
verso i due maghi.
“Vogliono
fare
una battaglia di magia, Anacleto come funziona?”
“E'
una battaglia
di cervelli: si trasformano in cose diverse e cercano di distruggersi
a vicenda.” spiegò il gufo.
“D-d-distruggersi?!”
“Sta
a vedere
ragazzo, te ne farai un'idea.”
Il
gufo sembrava
molto rilassato, forse per la fiducia che aveva nel talento di
Merlino.
I due
si erano
fermati e la befana aveva preteso di essere lei a dettare le regole
del gioco.
“Ah!
Regole un
corno! Vuole fare le regole solo per il piacere di
infrangerle!”
protestò Anacleto.
La
strega gli
rivolse uno sguardo sprezzante e iniziò a elencare le sue
condizioni.
“Regola
uno: solo animali, e , regola due, niente roba fantastica
come...chessò,
draghi verdi! Regola tre: non scomparire!”
gracchiò, spostando gli
occhiali al mago.
“Regola
quattro:
non barare!!” replicò infastidito.
La
vecchia scopa
bofonchiò qualche va bene poco
convincente.
Alla
fine i due
sfidanti si misero schiena contro schiena, e iniziarono a camminare
senza voltarsi indietro, contando i passi esattamente come nel film
Mezzogiorno di fuoco.
Ma
prima ancora che
il duello iniziasse, Maga Magò aveva già iniziato
a barare,
violando le sue stesse regole, infatti aveva smesso prima di avanzare
ed era scomparsa.
“Merlino!
E'
scomparsa!” avvertì Artù.
Si
girò per
protestare ma alle sue spalle era comparso un enorme coccodrillo rosa
che con uno schiocco aveva serrato le sue fauci fameliche .
Il mago
era
riuscito a trasformarsi appena in tempo, era dentro il suo alto
cappello, rinchiuso nella morsa della strega. Lei baldanzosamente
infilò dentro la zampaccia, ma la sua espressione vittoriosa
si
tramutò presto in dolore e lanciò gridando una
tartaruga blu, che
le aveva appena morso il ditone.
Subito
venne
inseguito dalla rettilessa e si tramutò in un agile coniglio
appena
in tempo per sfuggire alle sue zanne, anche se ci rimise la coda.
Subito la strega si trasformò in una volpe e
iniziò a seguirlo.
“Presto,
trasformati in qualcosa di più grosso!”
“No
!! Qualcosa
di più piccolo!”
Le due
bestie
entrarono in un tronco cavo, era impossibile vedere chi aveva la
meglio.
Le
risate stridule
di Magò riecheggiavano agghiaccianti, poi il silenzio.
“Merlino?Niente
sparizioni!!” chiamò la maga.
Il blu
però si era
trasformato in un bruco ed era sgattaiolato fuori senza farsi notare.
Un
occhiaccio spiò
dalla fessura e lo vide.
“Ooooh!”
Le
risate ripresero, mutate in uno starnazzare scomposto e assordante.
Era una gallina.
Merlino
diventò un
tricheco, schiacciandola, lei diventò un'elefantessa
spingendolo, e
poi lui un topolino, che astutamente spaventava il pachiderma, ma
altrettanto svelta lei indossò i panni di un gatto e poi un
serpente
e Merlino cercò di strangolarla tramutandosi in granchio.
Lei
allora cambiò
forma con quella di un rinoceronte e cercò di sbatterlo
contro un
albero, giù per un precipizio; ma Magò aveva
fatto il passo più
lungo della gamba! Il mago era scampato alla sua furia e lei si era
impigliata nel tronco, svelto si era tramutato in capra e con una
potente incornata, l'aveva buttata giù dal burrone.
Stavano
per
esultare, quando un mare di fuoco rese l'aria incandescente e un
enorme drago ruggì.
“Perdirindira
Magò! Avevi detto niente draghi!!”
“Ho
detto forse
niente draghi viola?! L'ho detto!!?”
sputò fiammate addosso
a Merlino, che saltava schivando i colpi. Si tramutò di
nuovo in
topo e si nascose in una tana, ma la draghessa vi soffiò
dentro e
afferrò al volo i povero topino.
“Ah
ah! Ho vinto!
Ho vinto!!”
“Quell'orribile
vecchia strega! Io...io le caverò gli occhi!!”
Artù cercò di
gettarsi furibondo su di lei ma Anacleto lo trattenne: non era ancora
finita!
Tra gli
artigli del
mostro infatti non vi era niente.
“E'
sparito!”
“Oh,
oh...non
sono sparito sono solo molto, molto piccolo.” Ridacchiò
.
Era
chiaramente la
voce di Merlino, ma era impossibile capire da dove venisse.
“Sono
un germe di una malattia
molto rara, mi
chiamo Malaclipcalopterosis...
e tu mi hai preso Magò!”
“Cosa!?”
Anacleto iniziò a ridere mentre il drago impallidiva, si
riempiva di
bolle e poi tremava, e poi avvampava...e poi si ritrovarono tutti
nella catapecchia a misurare la febbre a Maga Magò.
“Tranquilla
Magò, ti passerai e vedrai che sarai più
bella...ops! Più brutta
di prima!!”
La megera iniziò a strillare e a lamentarsi.
“Sei stato davvero grande Merlino!”
esclamò Artù, una volta
usciti” Ma potevi restare ucciso!”
“Ne è valsa la pena, ragazzo. Se ne hai tratto
qualche
insegnamento.”
Il fringuello avvicinò pensoso l'ala al becco.
“Il sapere e la conoscenza sono la vera forza.”
recitò.
“Questo è vero.”
All'improvviso sentirono il suono di una porta sbattere con fragore.
“Torna qui Merlino!Non abbiamo ancora finito!”
strillò stridula
la voce della strega.
Giallognola e piena di pustole, Magò di appoggiava
all'uscio, il
volto coperto dai capelli unti,
ancora determinata a distruggere il mago.
“Magò, non hai alcun senso di
autoconservazione?Guarda come sei
ridotta!
Non sei certo nella condizione di combattere ancora.”
“Oh, è una sfida? Adesso vedrai, oh se lo vedrai!
Vedrai...vedrai...”
In quel momento la strega alzò lo sguardo; la vista dei suoi
occhi
li fece sussultare:
erano gonfi e sanguinolenti , di un color oro marcio innaturale che
sembrava corrodere ogni cosa su cui si posasse.
Kairi aveva già visto quegli occhi prima.
“Magò, cosa hai fatto?”
Alle spalle della vecchia si aprì un varco
d'oscurità, da cui uscì
un uomo incappucciato;
la sua veste era nera come il petrolio, nel buio l'unico tratto che
riusciva a distinguere era un iride dorata, lo stesso colore di
quelle di Maga Magò.
La ragazza riconobbe subito l'uomo come un membro dell'Organizzazione
XIII ed evocò il keyblade, mettendosi davanti ad
Artù come uno
scudo.
“Xigbar!”
Anche Lea aveva richiamato l'arma, ora stava alla sua destra.
“Cosa ci fai qui?”
L'uomo ghignò selvaggiamente.
“Oh, Axel, Axel, Axel...Come hai potuto tradire
l'Organizzazione?
Pensavo dessi più valore alla tua vita, e alla tua amicizia
con
Saix. Oh, a quel povero ragazzo si spezzerà il cuore! Oh
aspetta...
Lui non ne ha uno!”
Rise sguaiatamente, e Kairi pensò che gli sarebbe piaciuto
fargli
saltare un dente o due. E poi quale amicizia con Saix? Le uniche
volte che li aveva visti insieme quell'uomo spaventoso gli stava
dando la caccia!
Non cascarci! Ti sta solo provocando!
Pensò, sperando che il
messaggio arrivasse all'amico.
“Ancora non hai rinunciato alla tua carriera da cabarettista
Xigbar?
Qui nessuno riderà alle tue squallide battute, d'altronde,
gli unici
a ridere sono quelli che lavorano per te, e non mi sembra di vederne
nessuno qui in giro.
Oh, e comunque, il mio nome è Lea. Got it
memorized?”
“Spavaldo come sempre vedo.”
Appoggiò una mano sul capo della maga, rimasta silenziosa
fino ad
allora; al suo tocco i suoi tratti si deformarono,
l'oscurità
l'avvolse distorcendone la figura: era diventata un hertless.
“Anacleto, porta Semola al sicuro!”
gridò Merlino, sguainando la
bacchetta.
“No Merlino! Io rimango con te! Non vi lascerò qui
da soli con
questo mostro!!” singhiozzò.
“Kairi!!”
Lea la chiamò. Dalla sua espressione capì che
aveva un piano.
“Dobbiamo occuparci dell'heartless per primo! Non so quale
sia
l'obbiettivo dell' Organizzazione, ma se sconfiggiamo Magò
è
probabile che Xigbar si ritiri.”
“Ho capito!”
La ragazza si voltò verso l'anziano stregone e gli rivolse
un'occhiata decisa.
“Merlino lascialo a noi!Siamo i prescelti del keyblade,
è il
nostro dovere occuparci di questi mostri;
tu proteggi Artù !”
“Ma!”
“Merlino” occhi azzurri come il cielo e profondi
come lo spazio
“per favore.”
Lui sospirò.
“E va bene! Questi giovani d'oggi...ma lasciate che vi curi
con la
mia magia: durante il combattimento non avrete tempo di farlo da
soli!”
“Gotcha!!”
Lea lanciò una coltre di fiamme contro Magò,
colpendola a quella
che sembrava una zampa.
Il mostro ruggì e cercò di artigliarlo, ma Kairi
usò un
incantesimo che fece crescere degli enormi rampicanti che le
bloccarono il braccio. L'heartless iniziò a contorcersi
gridando e
con un rumore agghiacciante due enormi ali demoniache sbucarono sulla
sua schiena; le sbattè con forza alzando un vento
travolgente; la
castana chiamò ancora in suo aiuto la vegetazione,
costruendosi un
tunnel fino al nemico e iniziando a colpirlo alle caviglie.
All'improvviso si sentì sollevare e le radici del suo
rifugio si
sradicarono di botto.
Magò la stringeva in una morsa soffocante e l'aveva portata
all'altezza di un muso da rettile.
“Kairi!!” Lea provò a raggiungere il
braccio della bestia ma i
suoi colpi non riuscivano a farle mollare la presa; Kairi
cercò di
divincolarsi scalciando e gridando invano.
“Lasciala andare brutta strega!!”
Un piccolo fringuello saettò addosso al mostro, beccandogli
gli
occhi; esso emise un grido straziante e mollò la ragazza,
che cadde
a terra dove Merlino aveva fatto comparire un materasso.
Il giovane volò al sicuro approfittando della
cecità di Magò,
ritornando sul cappello del mago.
Dovevano agire subito! Kairi pronunciò un incantesimo di
paralisi
trasformando le gambe dell'heartless in radici, Lea invece
evocò un
turbine di fuoco che lo avvolse mentre danzava intorno al mostro che,
divorato dalle fiamme ruggiva.
Era il momento dell'attacco finale!
Saltò più in alto che potè sferrando
un micidiale fendente!
Come a rallenty, il mostro cadde all'indietro facendo tremare il
terreno, e si dissolse in tanti fiotti oscuri.
Kairi si voltò ansimando.
Insieme a Magò anche Xigbar era scomparso.
Sentiva il sudore colarle sul viso e il cuore pompare adrenalina
nelle sue vene. Era coperta di polvere ma non aveva nessuna ferita,
grazie alla magia di Merlino.
Sembravano stare tutti bene.
“E'...è scomparsa.”
Artù volò sulla spalla della ragazza,
asciugandole il volto con le
piume soffici.
“Si...”La vittoria lascia un sapore amaro
in bocca.
“Un nessuno, così come un heartless, è
un essere vuoto perciò,
alla sua morte, non può fare altro che svanire e diventare
nulla.”
Lea fissava il fumo nero salire verso il cielo, le iridi smeraldine
perse nell'orizzonte.
“Ma, se il loro cuore viene aperto, essi possono tornare ad
essere
interi, e riacquistare il proprio cuore. Anche se solo un maestro del
keyblade è in grado di fare ciò.”
Kairi deglutì.
“Torniamo al castello.”
“Su, mangiate ragazzi. Dopo questa brutta avventura, un bel
thè
caldo è quello che ci vuole!”
Merlino stava versando il liquido ambrato nelle tazze di tutti.
Aveva apparecchiato un piccolo tavolino nella torre, e si stavano
rifocillando in silenzio.
Artù fissava i due ragazzi con gli occhi spalancati e non
proferiva
parola.
La loro copertura era saltata: li aveva visti usare il keyblade. Non
che fosse un problema certo, ma la situazione era incerta, nessuno
sapeva cosa dire.
Tranne Anacleto che aveva sempre da ridire su qualcosa, come il
thè
troppo caldo, i biscotti troppo duri eccetera eccetera...
“Voi due siete cavalieri?”
“Coff coff! Aiut...ahahah...non respiro...cof,
cof!!”Lea
si strozzò con i biscotti, iniziando a ridere.
“Lea insomma!!” Kairi gli battè la mano
sulla schiena e gli
infilò a forza il suo thè in bocca,
più che altro peggiorando la
situazione.
“Oh, be...più o meno.” rispose
sorridendo mentre teneva fermo il
rosso con tutta la sua forza.
“Kairi !Glu glu lasciami!!”
“Non avevo mai visto una donna cavaliere prima
d'ora.”
“Oh, ma ce ne sono! Ehm, se non sbaglio le chiamano
amazzoni!”
“Che forza!” sospirò sognante
Artù. Lea aveva uno strano
colorito violaceo e finalmente la castana si ricordò di
lasciarlo
andare.
“Mi piacerebbe essere un cavaliere! Andare all'avventura,
uccidere
draghi!”
“E perché no?” ammiccò.
“Perché io sono solo un orfano.”
Sembrò perdere tutto il suo
entusiasmo.
“E un cavaliere deve avere sangue nobile.”
Kairi gli mise una mano sulla spalla.
“Artù, quello che hai fatto la fuori, quando mi
hai salvata dal
drago, è stato il gesto più nobile che io abbia
mai visto: non da
cavaliere, ma da eroe.”
“Lo pensi davvero?”
“Certo ragazzo!” Merlino si avvicinò e
lo guardò paterno.
“La nobiltà è un valore dell'animo, non
è decisa dalle tue
ricchezze ma da ciò che hai dentro.”
Il biondo sorrise.
“Detto ciò; Lea, Kairi, avete dimostrato grande
coraggio e abilità
e una profonda conoscenza degli incantesimi. Non potrei essere
più
fiero di voi.”
Si guardarono.
“Questo vuol dire...che siamo promossi?”
Il vecchio sorrise con gli occhi.
“A pieni voti.”
“Evviva!! Ce l'abbiamo fatta! Ce l'abbiamo fatta!!”
la castana
saltellò euforica, aggrappandosi al collo di Lea.
“Ce l'abbiamo fatta!!”
Lui ghignò.
“Ho ricevuto un messaggio da Yen Sid ieri.” Merlino
ora era
serio. “Dice che quei teppisti, ehm, com'era? L'associazione
tredicesimo, la confraternita dei tredici? I tredici
organizzatori?”
“L'organizzazione XIII?”
“Oh, si! Proprio quella! Ecco, l'Organizzazione XIII sta
tramando
qualcosa, e visto che sia Sora che Riku sono in missione, ha bisogno
di voi per risolvere la faccenda.”
“Questo vuol dire...che devono andare via?” chiese
triste Artù.
Lea si inginocchiò davanti al ragazzo e gli
scompigliò i capelli.
“E si, il dovere ci chiama. Ma non ti preoccupare,
finchè ci
ricorderemo gli uni degli altri, rimarremo amici e saremo sempre
legati.”
Kairi annuì.
“Torneremo a trovarti, e per allora farai meglio ad essere
diventato un cavaliere provetto!”
“Eh, io?Un cavaliere?”
“Perché non un re?” disse Lea
“Io ti ci vedrei.”
Il ragazzo arrossì e farfugliò qualche scusa,
dicendo ma no è
impossibile e agitando le mani.
Allora ridendo, Lea e Kairi evocarono i keyblade e li puntarono al
cielo che si riempì di luce.
“A presto amici, ci rivedremo senzaltro!”
E così scomparvero nel bianco accecante, partendo alla volta
del
palazzo di Yen Sid.
Angolo dell'autrice
Oh, mio Dioooo! Non posso crederci
siamo già
al 4 capitolo!! Com'è possibile che io ci metta
così tanto tempo a
scrivere capitoli così corti!?
Vabbè guarda, lasciamo
stare.
Confesso che questo capitolo
è stato
abbastanza difficile da scrivere, non so se mi è venuto
bene...
L'Organizzazione XIII è
tornata all'attacco
con un nuovo piano, forse, più o meno.
Dal prossimo capitolo compaiono i
nostri cari
cattivoni e le cose si faranno più complicate, almeno lo
saranno per
me da scrivere.
Spero che questo capitolo vi sia
piaciuto e vi
abbia tenuto un po' col fiato sospeso, un po' vi abbia divertito .
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Capitolo 5 *** La prima missione: nel castello della Bestia ***
Saix batté le
dita sul manico del suo
candido trono come se stesse suonando un pianoforte.
Xehanort li aveva convocati
con urgenza
dopo che Xigbar aveva fatto rapporto, e ora che erano tutti al loro
posto, nessuno si decideva a parlare.
Fece scivolare le iridi
dorate su i
vari uomini aspettando di essere aggiornato sui fatti.
Sgradevole.
Questo
avrebbe
pensato, se avesse avuto un cuore ovviamente. E ancora più
sgradevole era il fatto che persino Braig era tornato umano, mentre
lui era rimasto un nessuno. In un certo senso la cosa gli era utile
per raggiungere il suo obbiettivo e conquistare il Kingdom Hearts:
essere un nessuno gli permetteva di viaggiare tramite i varchi
oscuri, gli dava grandi poteri e forza ed evitava che i sentimenti
intralciassero le sue missioni.
Pensato
ciò,
considerò la questione chiusa e tornò a fissare
l'ampia sala.
Odiava
aspettare.
Aveva la sensazione che l'attesa accentuasse la situazione di limbo
in cui si trovava, acuendo il vuoto che aveva dentro. Sentiva inoltre
che stavano sprecando tempo prezioso, che avrebbe potuto impiegare in
modo decisamente più produttivo.
“Le
nostre
ipotesi” iniziò finalmente Xenmas, solito a
parlare in vece del
vecchio “sono state confermate: Kairi è una dei
guerrieri del
keyblade.”
La
notizia non lo
stupì particolarmente, Saix si ricordava bene della ragazza.
Nonostante
la sua
impotenza aveva comunque osato opporsi a lui e gli era scappata per
colpa di quella marionetta difettosa di Namine e per quell'idiota di
Riku.
Perché
devono tutti fare quello che
gli pare e perché non se ne stanno al loro posto?!
La
notizia non gli
sembrò particolarmente importante. La ragazza non sarebbe
certo
diventata una minaccia, bastava eliminarla per tempo. Doveva esserci
dell'altro.
“La
vera sorpresa
era chi era con lei!Seriamente, non capisco come
questo sia
possibile!”
Xigbar
ghignava
come suo solito, ansioso di rivelare ciò che aveva scoperto.
Saix
notò che lo stava guardando con una certa insistenza e
riconobbe nel
suo corpo delle reazioni di irritazione.
“Potresti
semplicemente dirci chi è questo misterioso personaggio? Non
abbiamo
tutta la giornata.”
disse
atono.
Il
ghigno del moro
si fece ancora più ampio.
“Axel.”
Sbattè le palpebre.
“Come prego?”
“Axel!Anche
se ha affermato di chiamarsi Lea.”
ripetè divertito Xigbar.
“Che c'è sei diventato sordo?!”
Saix rimase silenzioso per un po', pensando.
“Cosa ne pensi?” lo interpellò Xenmas.
Lui scosse la testa, come per dire che non c'era niente di cui
stupirsi.
“Axel è svanito nel Castello che Non Esiste,
dopodiché si è
risvegliato insieme agli ex-membri dell'organizzazione a Radiant
Garden, come ci ha raccontato lo stesso Xigbar, e si è
accorto di
aver riacquistato un cuore. Ha ripreso il suo vecchio nome da umano e
si è unito agli eroi del keyblade, probabilmente per
vendicare
Roxas, oppure proprio perché lui è una parte di
Sora.
L'abbiamo visto tutti aiutare Re Topolino e Riku a salvarlo.
Quello che ci stai raccontando Xigbar, non è niente di
straordinario.”Concluse scocciato. Come osavano sprecare il
suo
tempo in questo modo, con informazioni inutili e noiose?
L'uomo non si fece intimidire e rise sguaiatamente.
“Una ragionamento impeccabile!” applaudì
“Ma
vediamo come spieghi questo, Lea
non
usava le sue solite
armi, brandiva un keyblade!”
Il suo cuore saltò un battito. O meglio, ebbe l'impressione
che il
suo cuore avrebbe saltato un battito se ne avesse avuto uno. Il suo
corpo stava diventando davvero fastidioso con tutte quelle
manifestazioni di false emozioni.
“Questo è impossibile.”
“Oh ma io l'ho visto con i miei occhi! Lo agitava di qua e di
la
come se non avesse fatto altro in vita sua!”
Xenmas piegò gli angoli della bocca in un'espressione di
interesse.
“La cosa mi intriga.”
Invece
a me
sembra solo un gran fastidio.
“Cos'hai in mente?”
“Il potere del maestro del keyblade di risvegliare i cuori
sopiti...Axel è stato a lungo al fianco di Roxas e ha
combattuto per
Sora, dopodiché tutti i nessuno sconfitti dall'eroe sono
tornati
umani ma solo lui ha ottenuto un keyblade.”
I suoi occhi dorati brillarono.
“Affascinante.”
“Pensi che lo avesse già intuito quando
è morto?” chiese
Xigbar incredulo.
“No.” disse aspro Saix “E' solo uno
sciocco. Se è vero che già
allora dei sentimenti si erano risvegliati in lui avrà agito
d'impulso facendosi trascinare da essi.”
“Uhm...” Xehanort avvicinò la mano al
mento mentre i suoi occhi
luccicavano maligni.
“La faccenda merita un'indagine approfondita.”
alzò lo sguardo e
si rivolse a tutti i presenti
“ Ma
la priorità rimane sempre la
missione
, non scordatevi il nostro obbiettivo attuale!”
Furono congedati e Saix stava per tornare alle sue solite mansioni,
però fu fermato da Xenmas.
“Ho una missione per te.” esordì,
tirando fuori un foglio e
porgendoglielo.
Lo prese e iniziò a leggere.
“Devi
recarti nei mondi elencati in quella lista per cercare nuove fonti.”
Aggrottò la fronte.
“Pensavo che questi luoghi fossero già stati
ispezionati.”
“Si
è così, ma abbiamo registrato dei mutamenti nel
comportamento degli
heartless. Lo stesso fenomeno avvenuto nella foresta di
Camelot.”
“Anche se quella strega si è rivelata un
fallimento...”constatò,
passando la mano tra i capelli color zaffiro.
“Partirai domani.”
Xenmas non aggiunse altro e se ne andò.
Saix così si diresse verso il suo alloggio, con un
fastidioso mal di
testa.
*
Kairi e Lea attraversarono il portale che li portò davanti
alla
dimora dello stregone e dato che non vi era nessuno ad attenderli
entrarono e percorsero velocemente la lunga scalinata che li avrebbe
portati allo studio.
Nel momento in cui varcarono il portone, Yen Sid stava scrivendo una
lettera, che spedì con un incantesimo.
“Maestro Yen Sid, siamo tornati.”
L'anziano non parlò subito e Kairi gliene fu grata, aveva
bisogno di
riprendere fiato dopo tutte quelle scale.
Il
suo cuore martellava impazzito nel petto, non solo per la corsa, ma
anche perché sapeva che Yen Sid li aveva chiamati per
assegnargli
una missione: la sua prima
missione.
Si avvicinarono allo stregone che li guardò meditabondo.
“Kairi, Lea, sono felice che siate sani e salvi. Ho saputo di
quanto è successo durante il vostro addestramento e sono
fiero di
voi; avete saputo fronteggiare gli imprevisti e avete sconfitto
l'heartless. Vi siete comportati egregiamente.”
I due ragazzi si guardarono sorridendo.
“Purtroppo è troppo presto per festeggiare. Come
avrete ormai
capito l'Organizzazione XIII ha ripreso a muoversi. Non so ancora con
certezza quale sia il loro obbiettivo, ma ho motivo di credere che
presto si dirigeranno al palazzo della Bestia.”
“Quindi
hai
un'idea di quale
sia il loro scopo!” cantilenò Lea.
“Per favore maestro, ce lo dica, potrebbe esserci
d'aiuto!”
chiese rispettosamente la castana, pestando un piede al ragazzo per
ricordargli delle buone maniere.
“Va bene.” acconsentì
”Sospetto che l'Organizzazione stia
cercando nuove forti d'oscurità. Potrebbero voler far
sprofondare
nelle tenebre i vari mondi, ma qualcosa non quadra...”
“Quindi
non hai intenzione di spiegarci cosa sta succedendo?”
sussurrò Lea.
“La
questione è molto
seria.”
la voce di Yen Sid suonò come un rimprovero e il rosso si
zittì.
“C'è
anche la possibilità che Xehanort stia ancora cercando
qualcuno da
usare come incubatrice
per l'oscurità.”
“Piuttosto vago come piano.” commentò il
ragazzo, acido.
Kairi ebbe l'impressione che l'amico si stesse comportando in modo
troppo irrispettoso e lo guardò storto.
“Lea, lo so che sei molto coinvolto nella faccenda, mi hai
già
spiegato le tue ragioni e se pensi di riuscire nel tuo intento ti
supporterò. Ti chiedo solo di aspettare ancora un po' e di
non agire
avventatamente.”
La faccia di Lea si rabbuiò improvvisamente e lui si
passò una
mano tra i capelli.
“Lo so.”mormorò turbato” Lo
so...”
La castana guardò confusa prima il maestro e poi il ragazzo.
“Un attimo. Lea, che sta succedendo? Di cosa state
parlando?”
Yen Sid guardò il rosso, intendendo che era lui a dover
decidere se
parlare o meno.
Lui sospirò.
“Oh, bè! Sembra proprio che non possa fare
altrimenti.” i suoi
smeraldi la fissarono determinati.
“Voglio far tornare Isa umano.”
Impossibile!!Cosa?!!
“Ehm...e chi è Isa?”
“Intende Saix.”
Kairi lo fissò incredula, la bocca spalancata.
La sala fu invasa da un silenzio pesante, la calma prima di una
tempesta emotiva che incombeva minacciosa.
Yen Sid li congedò, e una volta che furono in corridoio, la
ragazza
esplose.
“Bè? Cos'è questa storia?!!”
“Quale storia?”
“Non fare il finto tonto con me! Sai esattamente di cosa sto
parlando!”
Disse superandolo e puntandogli il dito al petto.
“Non ne ho un'idea, davvero! Potresti darmi qualche
indizio?”
cantilenò.
Oh, ecco che lo faceva di nuovo: si nascondeva dietro la sua maschera
da giullare!
Adesso che ci pensava lo aveva detto anche quel tizio, Xigbar, nella
foresta!
Tu e Saix...eravate amici?”
Lea tentennò come faceva sempre quando la situazione si
faceva
spinosa.
Kairi sbuffò.
“E va bene! Non sei costretto a parlarmene se non vuoi, ma
ricordati che siamo una squadra .”
Girò i tacchi indispettita, dirigendosi verso la sua stanza,
ma il
rosso la fermò.
“ E' che è...ecco, è una mia faccenda.
Non volevo che diventasse
un affare di stato.”
Si passò imbarazzato la mano tra i capelli.
“E poi pensavo che non saresti stata d'accordo...”
La ragazza addolcì il tono.
“No è solo che, da come ti ha trattato l'ultima
volta, quando ero
imprigionata nel castello e hai provato a liberarmi...”
L'episodio era stampato nella sua mente. Era furiosa con Axel
perché
per colpa sua era finita in mano all'Organizzazione, così
quando era
venuto a salvarla lo aveva accolto malamente, tirandogli il rancio
addosso, poi però lui si era scusato e lei titubante aveva
accettato
l'aiuto. A quel punto era arrivato Saix, che aveva attaccato il
ragazzo con la sua enorme spada. Avevano combattuto con ferocia e
,nonostante l'uomo fosse molto più potente di lui, il rosso
era
riuscito ad atterrarlo usando un incantesimo di fuoco. Axel non gli
aveva dato il colpo di grazia e si era voltato verso di lei,
chiedendole se stesse bene, ricordava ancora come la sua espressione
di sollievo si era tramutata in una di dolore atroce, quando Saix
aveva affondato la lama nel suo fianco , attaccandolo alle sue
spalle. Il rosso era scappato attraverso un portale promettendole che
sarebbe tornato a prenderla. Invece non era più tornato, e
Sora gli
aveva raccontato che Axel si era sacrificato per permettergli di
raggiungerla.
Non sapeva che rapporto poteva esserci stato tra lui e Saix ma di
sicuro non era una cosa normale per un amico cercare di affettare
l'altro, attaccandolo vigliaccamente da dietro.
Lea agitò le mani con foga.
“Oh, be...lui adesso è così ma il vero
Isa non lo è ! E' tutta
colpa di Xenmas che gli ha messo chissà quali idee in
testa!”
Mosse il dito in cerchio vicino alla tempia, come per dire che al suo
amico mancava qualche rotella e poverino, non era colpa sua.
“Ma davvero è un tipo in gamba, ha solo...qualche
difficoltà a
contenere la rabbia, diciamo...”
“Ok, ok ho capito, davvero Lea. Basta, ho afferrato il
concetto.”
Non si aspettava che si aprisse subito e non ne era rimase molto
convinta, ebbe l'impressione che Lea stesse evitando di dirle
qualcosa di importante. Fermò il ragazzo agitando
velocemente le
mani davanti al suo naso.
“Davvero?”
Lui la guardò con due occhi speranzosi.
“Certo! Insomma, abbiamo tutti degli amici che attraversano
fasi
problematiche, non farmi parlare di Riku e del suo periodo
oscuro.”
Lea allora si rilassò e si concesse una risata sollevata.
“Grazie Kairi. Sei in gamba.”
La castana sorrise, ammiccando furbescamente con gli occhi.
“Lo so!”
Detto questo gli fece la linguaccia e corse in camera.
Era stata una giornata piena di avvenimenti e aveva bisogno di
risposare, anche perché il giorno dopo sarebbero partiti
molto
presto.
Morfeo però la tradì: più cercava di
rilassarsi sdraiata sul suo
letto più le sue preoccupazioni venivano a galla.
In momenti come quelli, avrebbe voluto avere Sora al suo fianco; lui
sapeva sempre come sollevarle il morale.
Stava per addormentarsi quando un'idea si insinuò silenziosa
nella
sua mente. Avrebbe potuto scrivergli una lettera !
Si mise a sedere, affondando nel materasso, indecisa.
Non
aveva pensato di contattare il ragazzo prima della fine del suo
addestramento, le sarebbe piaciuto stupirlo con la
nuova Kairi, strabiliante guerriera pronta a difenderlo, e
scrivendogli avrebbe infranto quel tacito accordo con se stessa.
Inoltre le sembrava un segno di debolezza.
Ancora insicura, Kairi si sedette alla sua scrivania e prese una
penna.
Con la piccola schiena china sulla carta, a lume della lampada, la
castana scrisse tutti i suoi pensieri, che scorrevano come
l'inchiostro fuori dalla sua mente.
Una volta finito fissò la lettera senza rileggerla. Ora che
era
completata non voleva più spedirla, sentiva che aveva
bisogno di
tenersela per se.
La chiuse in una busta che fece scivolare nella sua tasca,
dopodiché
si coricò.
Il mattino dopo lei e Lea erano pronti per partire.
Forniti di pozioni e viveri puntarono i keyblade al cielo, aprendo un
portale luminoso di cui varcarono la soglia. Non avevano bisogno di
chiudere gli occhi, nonostante la luce fosse abbagliante non li
feriva.
Presto Kairi fu attraversata da un freddo pungente che la fece
rabbrividire.
Si trovavano in un'enorme sala da letto illuminata da un'ampia
finestra,da cui entrava la luce dell'alba.
Dovevano trovarsi nel castello della Bestia e in una delle torri
più
alte dato che potevano vedere tutta la foresta e gli splendidi
giardini innevati.
Le pareti erano arricchite da decorazioni barocche e affreschi
raffinati, però avevano un non so che di oscuro nonostante
l'ora,
come se tutto fosse avvolto da una maledizione.
Al centro della camera vi era un enorme letto a baldacchino arredato
da un ricco corredo di coperte e lenzuola ricamate.
Lea, come suo solito, si mise a frugare da tutte le parti, aprendo
cassetti e bauli.
“Oh, ma insomma!” sibilò Kairi
trascinandolo via” La vuoi
smettere!? Non è bello toccare le cose altrui senza
permesso!”
Lui alzò teatralmente gli occhi al cielo “Relax!
Siamo qui per
investigare ed è quello che sto facendo. Tanto qui non
c'è nessuno,
chi vuoi che si lamenti se do un occhiata in giro?”
Detto questo si avvicinò a un massiccio armadio in legno
dipinto con
rifiniture dorate per guardarvi all'interno; prima di aprirlo il
rosso lo guardò perplesso.
“Che strano...sembra quasi...”appena le sue dita
sfiorarono le
ante del mobile, queste di spalancarono di botto e l'armadio
iniziò
a gridare.
“INTRUSI NEL CASTELLO!! INTRUSI NEL CASTELLOOOOO!!”
Il primo impulso di Kairi fu quello di trovare un nascondiglio, ma
poi si ricordò che non aveva niente da nascondere e che
avrebbe
comunque dovuto spiegare il perché della loro presenza,
così si
avvicinò ignorando gli strilli e mise il suo indice sulla bocca
del canterino.
“No, no,no,no,no! Ascoltami, c'è stato un
malinteso!! Non siamo
intrusi, siamo amici di Sora!”
Finalmente si zittì. La sua forma aveva preso le sembianza
di una
donna e la castana ebbe l'impressione che il suo viso
si
accigliasse.
“Oh, voi siete amici di Sora?”
Era stata un bella mossa nominare il ragazzo, la castana si
sentì in
qualche modo confortata da ciò.
“Si esatto! Io sono Kairi e lui è Lea.”
si presentò “Scusaci
se ti abbiamo spaventata.”
“Oh non c'è problema. Gli amici di Sora sono
sempre i benvenuti!
Io sono Madam de la Grande Bouche, ma ditemi cari...come avete fatto
a entrare?”
“E' una lunga storia, noi...”
In quel momento il portone della sala sbatté violentemente,
facendo
tremare il pavimento e un'enorme massa di pelo e zanne entrò
impetuosa nella sala, ruggendo iraconda.
“P-padrone!” l'armadio sobbalzò sorpreso
“Non è come
pensa!Loro sono amici di Sora!”
Quella che doveva essere la famosa Bestia si alzò sulle
zampe
posteriori,sbarrando l' unica uscita disponibile e sovrastandoli con
la sua altezza e zittì la donna con uno
sguardo animalesco.
“Sono invasori!! Hanno violato il mio castello e la mia
proprietà!”
gridò “RINCHIUDETELI!”
“Ma non è giusto!” protestò
Kairi allibita “Lasciaci almeno
spiegare come stanno le cose!”
Gli occhi dell'animale la puntarono con astio, ma lei non
abbassò lo
sguardo.
“Piccola impertinente...”
“Cosa
sta
succedendo qui!?”
Una voce femminile tuonò autoritaria.
Veniva da una giovane fanciulla di rara bellezza, alta e flessuosa.
Il volto era delicato con le labbra vellutate come i petali di un
fiore e con degli occhi da cerbiatta che sprizzavano una grande
forza, soprattutto perché in quel momento erano corrucciati
con
rabbia. Indossava un semplice abito blu, dello stesso colore del
nastro in cui erano avvolti i soffici capelli castano scuro.
Capirono subito di trovarsi di fronte a una principessa.
“Belle!” esclamò Kairi.
La sua espressione si addolcì vedendo che si trattava solo
di due
ragazzi e si avvicinò alla castana con grazia.
“E tu chi sei? E come fai a conoscere il mio
nome?”chiese con
garbo.
“Sono Kairi, un'amica di Sora. Lui mi ha raccontato spesso di
te e
della Bestia, e appena ti ho vista ti ho riconosciuta. Lui invece
è
Lea. Siamo venuti per avvertirvi che siete in pericolo:
l'Organizzazione XIII, quegli uomini incappucciati, stanno venendo
qui, al vostro castello!”
“Non avete notato nulla di strano ultimamente?”
chiese dopo una
piccola pausa.
Belle aggrottò la fronte, preoccupata.
“Ultimamente ci sono state un sacco di quelle strane
creature, gli
heartless, intorno al palazzo. Continuano ad attaccarci, ma non ho
visto nessun uomo incappucciato.”
Mentre parlavano, la Bestia continuava a fissare Lea, trovandolo
particolarmente sospetto, e lo annusava avanzando. Lo aveva
praticamente ancorato al muro, erano così vicini che il
rosso poteva
sentire il suo fiato sul collo.
“Eeeeeew! Amico, quattro parole: mentine per l'alito!”
“Bestia lascialo stare! Sono amici di Sora, te lo
ricordi?!”
“Ricordo, vagamente...” grugnì liberando
il ragazzo ma senza
perderlo di vista.
“Ma non ricordo di aver mai visto questi qui
insieme a lui!”
“Posso provartelo!” Kairi frugò in tasca
e ne estrasse il suo
portafortuna.
“Il ciondolo di Sora!” esclamò Belle. Il
mostro non disse
niente, ma la sua espressione le diede modo di capire che l'aveva
riconosciuto.
“Veramente...è il mio. L'ho affidato a Sora tanto
tempo fa,
facendogli promettere di riportarmelo, e così ha
fatto.” spiegò
con tono trionfante.
“E va bene!” grugnì la Bestia, convinta.
In quel momento un calendabro entrò saltellando nella sala,
attirato
dal rumore.
“Ospiti?” esclamò con un forte accento
francese.
Si avvicinò e con un balzo prese per mano i due giovani.
“Mon ami, ospiti al castello! Bisogna festeggiare! Lasciate
che mi
presenti: sono Lumière, lieto di servirvi madmoiselle e
monsieur!” fece il baciamano a Kairi “
Organizzeremo un banchetto! E' il
minimo che possiamo fare, zuppe, arrosti, dessert...dobbiamo
prepararci!”
Eccitato e veloce come un fulmine, si catapultò
giù dalle scale,
dove per poco non finì addosso a un curioso orologio a
pendolo, che
si stava arrampicando faticosamente sull'ultimo gradino.
“Vieni con me Tockings! Dobbiamo prepararci per stasera!
Daremo il
più grande banchetto della storia!”
proclamò.
“Eh? Cosa? Un banchetto? Di nuovo!!? Fermo
Lumière, aspettami!!”
Il buffo orologio fece un paio di inchini al suo padrone, sorridendo
teso e mormorando scuse e poi inseguì l'amico giù
per la rampa a
chiocciola.
Così i due ragazzi rimasero soli con Belle e la Bestia
(escludendo
Madam de la Grande Bouche).
La creatura continuava a lanciargli occhiatacce, evidentemente per
lui erano ospiti indesiderati.
Kairi decise di rompere il silenzio e si avvicinò alla
principessa.
“Potresti portarci dove sono comparsi gli heartless l'ultima
volta?” chiese “Potremmo incominciare le nostre
indagini da lì.”
“Indagini?” gli occhi di Belle brillarono
d'eccitazione.” Ma
certo! Vi ci porto subito, seguitemi!”
La Bestia le sbarrò la strada.
“Dove pensi di andare?! Tu...tu sei mia prigioniera, non puoi
uscire dal castello!”
La castana guardò Lea che in tutta risposta alzò
le spalle e un
sopracciglio.
La principessa però non sembrava affatto preoccupata
dall'opinione
della creatura e incrociò le braccia al petto, con cipiglio
da
guerriera.
“Si da il caso che gli heartless siano comparsi nel tuo
giardino,
quindi, tecnicamente, non sto uscendo dal castello!” disse
saccente.
La risposta lo colse impreparato e guardò disperatamente in
giro,
come se nascosto da qualche parte nella stanza ci fosse qualche
indizio che potesse aiutarlo a trovare un argomento con cui
ribattere.
“Ma, uhm...sarai all'aria aperta! Quindi sarai fuori.”
“Ma sarò dentro la tua
proprietà.” replicò lei “ E
non mi è vietato stare all'aria aperta!”
“Allora ti è vietato da adesso!”
“Ah si?! Allora io...”
“Wowo ragazzi, time out, time out!!” li interruppe
Lea “Facciamo
così: andiamo tutti e quattro, così
la Bestia non starà in
pensiero e Belle potrà partecipare all'avventura.”
Kairi, Belle e la Bestia lo guardarono a bocca aperta.
“Bestia...è vero quello che dice? Eri preoccupato
per me?”
“Oh, uhm, io...”
Lui grugnì qualcosa alle strette.
“Se sei preoccupato puoi dirmelo in altri modi, non
c'è bisogno di
chiudermi in una campana di vetro!”sospirò.
Mentre i due sistemavano la faccenda Kairi si avvicinò al
rosso,
ammiccando.
“Te ne eri accorto anche tu allora?”
Lui sorrise.
“Bestia assomiglia molto a un mio vecchio amico. Si comporta
esattamente come lui.”
Si domandò se stesse parlando di Saix, ma non osò
chiedere.
Dopo una lunga opera di persuasione finalmente erano riusciti a
convincere la creatura ed erano usciti.
Belle aveva prestato ai due ragazzi dei mantelli per coprirsi dal
freddo, cosa per cui gli erano stati davvero riconoscenti: si gelava.
Kairi non sentiva più il naso e aveva le labbra screpolate.
Respirando nuvolette di vapore condensavano e scomparivano in aria.
Il grande giardino era completamente sepolto dalla neve.
D'estate doveva essere uno spettacolo, vi erano roseti ovunque e
siepi ben curate sotto i cumuli di bianco.
La ragazza camminava al fianco di Belle, il lungo mantello rosa
antico che strisciava, lasciando una pista, e guardava Lea marciare,
anzi no, praticamente saltellare, per stare al passo della Bestia. Si
divertiva a stuzzicarlo e a...be, mandarlo in bestia.
“Wow, sembra che Lea abbia lo preso in simpatia!”
sospirò la
castana con un sorriso rassegnato, provava una forte empatia per la
povera creatura che ogni due per tre cercava di agguantare il rosso
per storcergli il collo, evidentemente la cosa non era reciproca.
Di sicuro il ragazzo lo stava infastidendo oltre ogni limite.
“Oh, non dirlo con quel tono sconsolato.” le
sorrise Belle “
Non ho mai visto nessuno trattare Bestia così, nemmeno Sora.
Sono
sicura che infondo ne sia contento.”
Kairi annuì senza troppa enfasi.”Se lo dici
tu?”
A prima vista sembrava che la principessa e Bestia non andassero
d'accordo, ma lei vedeva nello sguardo della giovane tutt'altro che
odio.
Ridacchiando la castana prese Belle a braccetto, ghignando maliziosa.
“Quindi tu e Bestia...siete fidanzati? Vi siete
già baciati?”
La donna batté le palpebre stupita e arrossì
lievemente.
“Scusa, come hai detto?”
“Ho detto...”
“Belle!Kairi! E' qui!! Il punto dove sono comparsi gli
heartless!”
“Oh, il tuo amico ci sta chiamando! Su Kairi,
sbrighiamoci.”
“Ehi, aspetta!Belle!! Non valeee, voglio
saperloooo!”
Erano in prossimità di un fitto roveto, appena dentro le
sbarre che
separavano i giardini dalla foresta. Kairi ispezionò la zona
metodicamente, cercando di carpire ogni informazione utile.
Non aveva nevicato quella notte, e le tracce degli heartless erano
ancora ben visibili.
Erano tantissime e andavano in tutte le direzioni, poi sparivano
semplicemente, come se fossero sbucati fuori dal nulla.Era
impossibile capire da dove erano venuti.
Qua e la, vi erano segni di lotta, rami spezzati e le impronte di
Bestia.
“Hai affrontato tutti questi heartless da solo?!”si
stupì
Kairi, guardandolo impressionata.
Lui non sembrò badarle e bofonchiò qualche frase
di circostanza.
“Avevano invaso la mia proprietà.”
sbottò.
“Hai bisogno di darci un taglio con 'sta storia della
proprietà!”
Il commento di Lea servì solo a preoccupargli
un'occhiataccia.
Solo allora la castana notò che era da un po' di tempo che
il rosso
era fermo nello stesso punto, fissando il suolo.
“Trovato niente?”
Lui gli indicò un paio di impronte.
“Guarda qui.”
Erano diverse da tutte le altre, erano umane.
“Devono essere di qualcuno dell'Organizzazione. Solo
così si
spiegano le impronte che compaiono dal nulla: uno di loro deve aver
aperto un varco oscuro in questo punto, fatto entrare gli heartless
e poi essere tornato nel tunnel.” spiegò.
Un lungo brivido le attraversò la schiena e tutto a un
tratto si
sentì osservata.
“E perché avrebbe agito in questo modo? Voglio
dire, se avesse
attaccato lui stesso sarebbe stato più
efficace,no?”
“Non saprei...forse stava testando Bestia, oppure stava
creando un
diversivo per passare inosservato ed entrare nel castello.”
Si
voltò verso Belle. “C'è qualcosa che
quegli uomini hanno già
provato a rubare in passato nel palazzo?”
Bestia non gli rispose neanche e corse verso l'interno.
“Si” rispose la principessa “Si,
c'è.”
“Pensi che possa essere qui? Dentro il castello?”
chiese
Kairi.
“Non ne sono sicuro...ma potrebbe.”
E Lea sapeva esattamente che l'unico che poteva orchestrare un simile
stratagemma era lui.
Non avevano tempo da perdere.
*
Saix strisciò lungo le pareti scure dei sotterranei, il
cappuccio a
coprirgli il volto, celandosi nell'oscurità.
Presto sarebbe stata l'ora.
Angolo
dell'autrice
Finalmente il...ehm... il quinto
capitolo!!
Yeeeeeee!!
Volevo farlo più lungo,
ma se l'avessi fatto
non sarei riuscita ad aggiornare in tempo perciò questo
è il
risultato.
Spero che non sia noioso, ho cercato
di
incuriosirvi almeno un po'.
Una visita nel mondo della Bella e
la Bestia mi
sebrava d'obbligo, essendo uscito il film di recente.
L'avete visto? Io si e l'ho trovato
davvero ben
fatto.
Hanno approfondito i personaggi,
mantenuto
l'atmosfera del film Disney e l'hanno conciliata con la fiaba
originale. Davvero carino! Voi cosa ne pensate? Qual'è stata
la
vostra parte preferita?
Spero alla prossima settimana!
Grazie per aver letto fin qui!
|
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Capitolo 6 *** Preludio: la maledizione della rosa incantata ***
Preludio:
la maledizione della rosa incantata
Saix
aveva subito intuito
quanto la rosa incantata fosse importante per la sua missione,
bastava osservare come veniva custodita per rendersene conto. Come
trarne vantaggio era ancora da vedere.
Si
era intrufolato nella
sala senza problemi ma non aveva ricavato informazioni
particolarmente utili, niente di diverso dai rapporti che aveva letto
almeno.
Stava
per perlustrare di
nuovo il posto quando sentì rumore di passi venire verso la
sua
direzione.
Fu
riconoscente alla sua
previdenza per avergli fatto realizzare una mappa di tutti i passaggi
segreti del castello.
Svelto
si infilò dietro
un tendaggio e applicò una lieve pressione su una pietra
squadrata.
Si aprì un passaggio nella parete e lui vi entrò,
chiudendoselo
alle spalle. Da quel punto salì una vecchia scalinata che
portava ad
appena un metro più in alto, su una piattaforma con due
buchi per
spiare nella sala senza correre il rischio di venire scoperto.
Ora
i passi erano molto
vicini e poté capire che si trattava della Bestia dalla
pesantezza
del loro suono.
“DOV'E?
DOV'E'
L'INTRUSO!!?”ringhiò la creatura.
Saix
fece una smorfia di
disapprovazione. Facendo tutto quel baccano, anche il ladro
più
scarso sarebbe scappato senza difficoltà.
Camminava
avanti e
indietro per la sala senza pace, annusando dappertutto.
Si
chiese se potesse
sentire il suo odore. I nessuno non avevano un proprio essere quindi
gli sembrò strano pensare che avrebbero potuto lasciare una
qualche
traccia del proprio passaggio.
A
un certo punto i passi
nella sala cessarono e due persone arrivarono dall'esterno spostando
con fatica il portone che la Bestia aveva richiuso violentemente.
Dovevano
essere un uomo e
una donna, però era sicuro che non si trattava di Belle. Si
concentrò sull'udito dato che non poteva vederli dalla sua
posizione. Il suono dei passi dell'uomo era quasi felino, veramente
difficile da percepire, tuttavia gli era stranamente familiare.
Sentì
il rumore di
cassetti aprirsi. Stavano ispezionando la sala? Non vedevano che la
Bestia era li?
Finalmente
la ragazza
entrò nel suo campo visivo. Assottigliò gli
occhi, sorpreso e
infastidito.
Era
Kairi. Allora era vero
che si stava allenando per maneggiare il keyblade. Quindi con lei ci
doveva essere...
“Che
rosa stupenda.”
Adesso
non aveva tempo per
quello.
Quatto
quatto, Saix scese
dalla scalinata e si addentrò nei tunnel segreti del
castello.
Come
avevano fatto a
capire quale mondo avrebbero preso di mira così in fretta?
“Questo
è inaspettato,
dovrò accelerare i piani...”
Poi
ebbe un'idea: perché
non sfruttare la situazione a suo vantaggio?Con il suo nuovo
stratagemma si sarebbe liberato di Axel e di Belle e allo stesso
tempo avrebbe ottenuto ciò che Xenmas voleva.
Aprì
un varco oscuro e lo
varcò dirigendosi alla sua prossima tappa.
-
Appena
Bestia seppe della
possibilità che ci fosse un intruso nel castello era corso
verso il
portone e l'aveva scardinato con violenza, spaventando a morte i
servitori nelle vicinanze con suoi ruggiti.
Lea
e Kairi gli furono
subito alle costole, correndo più veloce che potevano,
tuttavia non
riuscirono a stargli dietro e si guardarono intorno incerti nella
sala d'ingresso, cercando di capire da che parte si fosse diretto
l'amico.
“Guarda
il pavimento! Ci
sono delle tracce di neve e bagnato!”
Seguirono
l'acqua sin
sopra al primo piano e stavano per imboccare la scalinata che portava
all'ala ovest del palazzo quando una voce li chiamò.
“Fermi!!
Non potete
andare da quella parte! E' assolutamente proibito!!”
Tockins
li aveva seguiti e
tutto trafelato gli si parò davanti con un sorriso tirato.
Vedendolo
così agitato
Kairi si dispiacque per lui e si inginocchiò parlandogli
educatamente.
“Ci
dispiace signor
Tockings, ma dobbiamo andare: ci potrebbe essere un intruso nel
castello e dobbiamo aiutare Bestia.”
Si
pentì subito di aver
parlato dell'intruso perchè il piccolo orologio
mancò un colpo e
sembrò parecchio allarmato. Non era sua intenzione
spaventarlo ma se
c'era un pericolo doveva essere informato.
“Oh
questo al padrone
non piacerà per niente...Oh cielo...” Tockings si
appoggiò alla
ringhiera e prese un fazzolettino bianco per asciugarsi il sudore.
“Non
si preoccupi.”
cercò di rassicurarlo Kairi “Parleremo noi con
Bestia. Però
abbiamo bisogno che tu e gli altri proteggiate Belle,
d'accordo.”
“Oh,
uhm, si certamente!
Potete contare su di me!”
Così
saltellò giù dalle
scale. Sembrava ancora preoccupato ma aveva il petto gonfio per
l'orgoglio del grande incarico che gli era stato affidato.
“Sbrighiamoci.”
Lea la
aiutò a rialzarsi e poi proseguirono verso la misteriosa ala
ovest.
Kairi
capì subito che
quel luogo era diverso dal resto del castello. Mentre le altre sale
erano sempre illuminate e mostravano con vanto la ricchezza dei
decori barocchi, i corridoi e le stanze ad ovest erano buie e
polverose, abbandonate a se stesse. L'atmosfera era molto tetra e i
quadri e i tendaggi sulle pareti erano stati squarciati a colpi
d'artigli.
“Bestiaaa!
Bestia sei
qui!?” chiamò ma la sua voce risuonò a
vuoto echeggiando tra le
pareti.
C'era
un silenzio surreale
che diede a Kairi l'impressione di essere osservata.
Proseguirono
in
quell'intricato labirinto fino a raggiungere un pesante portone di
quercia finemente intagliato. Era chiuso a chiave così la
ragazza
estrasse il suo keyblade e lo aprì.
Notò
che Lea la stava
osservando.
“C'è
qualcosa che non
va?”
Lui
scosse la testa
lentamente. “C'è qualcosa che non va in questo
posto. Una volta
Roxas me ne ha parlato. Era venuto in missione qui e aveva visto la
Bestia e Belle. I rapporti di quella missione parlavano di una rosa
maledetta custodita nel castello che avrebbero usato per alimentare
l'oscurità nel cuore di Bestia.”
Era
la prima volta che Lea
le parlava della sua vita all'Organizzazione e fu sorpresa da quella
confidenza.
“Pensi
che anche questa
volta l'Organizzazione possa mirare alla rosa?”
“No,
c'è qualcosa di
strano questa volta...”
“Bè
non lo scopriremo
di certo restando qui, dai, aiutami ad aprire questa porta.”
Spinsero
con forza e con
un forte cigolio furono finalmente dentro.
La
sala era molto ampia e
si apriva con un balcone semicircolare sui giardini innevati. La
porta di vetro lasciava intravedere l'esterno e le tende sottili
erano mosse dal tenue e gelido vento invernale, creando curiosi
giochi di trasparenza con le vetrate.
Al
centro del balcone vi
era un piccolo ed elegante tavolo bianco, con sopra una raffinata
teca di vetro. Al suo interno fluttuava una rosa perfetta.
La
scena era ammaliante e
la ragazza era talmente affascinata dal fiore che non sgridò
nemmeno
Lea per il suo frugare in giro.
Bestia
non sembrava
trovarsi lì. Ma allora dov'era andato?
Stregata
si avvicino al
vetro e allungò la mano per sfiorarlo.
“Che
rosa stupenda.”
“ALLONTANATI
DA LI!!”
La
Bestia, che li
osservava nascosta nell'ombra, avvolse la teca nel suo mantello.
Emanava
un'aura minacciosa
però a Kairi parve al tempo stesso incredibilmente fragile.
All'inizio
arretrò
intimorita e Lea corse al suo fianco, ma bastò un solo
sguardo
dell'amico per far si che la curiosità vincesse la paura e
così la
ragazza si avvicino con cautela e occhi comprensivi.
“Scusami,
non sapevo che
quella rosa fosse così preziosa per
te.”lentamente, appoggiò la
piccola mano sulla sua schiena, in un gesto che sperava lo
rassicurasse.
Lui
ringhiò e lei si
ritrasse velocemente.
“Non
la toccherò più,
promesso.”
Bestia
sbuffò cinica, ma
non sembrava volerli attaccare.
“Quest'ala
del castello
è proibita. Chi vi ha fatto entrare?”
“Non
capisco di cosa
stai parlando: siamo arrivati qui seguendo te.”
rispose Lea
con nonchalance “Non possiamo preoccuparci per un nostro
amico?”
Lui
sembrò infastidito e
si avvicinò al rosso cercando di intimorirlo.
“Non
mi sembra di avervi
mai nominato tali.” soffiò.
Si
voltò, dando a
entrambi le spalle.
“Andatevene!
Per
stavolta chiuderò un occhio, ma non dovete avvicinarvi mai
più a
questo luogo!”
Kairi
aveva molte altre
domande sulla rosa ma sapeva che Bestia non l'avrebbe ascoltata. Lo
seguì in silenzio fino al portone accorgendosi solo
all'ultimo di
non essere seguita dal rosso, che era rimasto pensieroso al centro
della sala.
“Lea!”
lo chiamò
“Andiamo! Non è il momento...”
Lui
scosse leggermente il
capo, aveva lo sguardo assente, si mosse lentamente verso di lei.
“Scusa,
era solo...una
mia impressione.”
Scesero
l'imponente
scalinata che collegava quella parte del palazzo all'ingresso in
completo silenzio, poi la Bestia tornò indietro da sola,
ritirandosi
nelle sue stanze.
Quando
fu abbastanza
distante e Kairi fu sicura che non potesse sentirli, si
voltò verso
l'amico.
“Dobbiamo
assolutamente
indagare su quella rosa.”
Lui
annuì.
“Secondo
i rapporti che
ho letto su questi luogo, quella rosa è in qualche modo
collegata
alla maledizione che affligge gli abitanti del palazzo.”
“Vuoi
dire che...Bestia
e gli altri prima erano umani?”
Era
così abituata a
oggetti viventi e animali parlanti che quasi non ci aveva fatto caso,
ma in effetti non era possibile che un castello fosse abitato solo da
stoviglie e da una bestia, anzi, era così enorme che anche
se tutta
la servitù fosse tornata umana, sarebbe comunque stata
inadatta a
occuparsi di quel mastodontico palazzo.
Cos'era
davvero accaduto
in quel posto, e perché erano stati maledetti?
A
questo punto potevano
solo chiedere alla servitù e possibilmente non a Tockings:
lui non
gli avrebbe rivelato niente; avrebbero dovuto cercare
Lumiére, il
simpatico candeliere, che li avrebbe aiutati di sicuro.
Era
quasi ora di cena
perciò lo avrebbero trovato in cucina intento a preparare da
mangiare.
L'idea
di mettere qualcosa
sotto i denti fece capire a Kairi quanta fame aveva. Non aveva fatto
colazione e tra una cosa e l'altra non avevano pranzato. Si chiese se
anche Lea si sentisse affamato ma si vergognò a chiederlo.
Sospirò
per la
stanchezza.
“Cavolo,
quello si che
era un sospiro!” Lea le si avvicinò con fare
scherzoso “Che hai?
Il mal d'amore?”
Kairi
gli lanciò
un'occhiata omicida ma non accolse la provocazione, era troppo stanca
per litigare.
Sospirò
di nuovo e si
incamminò in una direzione imprecisata, dato che non sapeva
dove
fosse la cucina.
“Non
c'è bisogno di
essere così scontrosi!”
Lea
stava per seguirla
quando una graziosa teiera di porcellana con la sua tazzina balzarono
in mezzo alla strada, cogliendolo di sorpresa.
“Oh,
scusami tanto caro!
Andavo di fretta.” vedendo che il rosso era in compagnia
della
ragazza poi sembrò riconoscerli “Oh, voi dovete
essere i nostri
nuovi ospiti! Gli amici del caro Sora!! Finalmente ho il piacere di
incontrarvi, sono Mrs. Bric, e la tazzina quaggiù
è il mio piccolo
Chicco.”
“Mamma!
Non sono
piccolo!” protestò questo.
Kairi
rise e si
inginocchiò di fianco alla teiera.
“Molto
piacere, io sono
Kairi, e lo spilungone laggiù è Lea.”
“Got
it memorized?”
concluse lui, facendo un scherzoso inchino.
“Siamo
qui per occuparci
dei mostri che sono comparsi vicino al castello.”
“Oh!
Quei mostri
spaventosi? Grazie miei cari, a nome di tutti gli abitanti del
castello, non so come sdebitarmi!”
“Oh
non si preoccupi, è
il nostro dovere!” si affrettò a rispondere la
castana, lo spirito
materno di Ms. Bric la rendeva davvero irresistibile e si sentiva
già
come se la conoscesse da sempre.
“Be,
non vogliamo certo
venire pagati ma non ci dispiacerebbe un po' d'aiuto, informazioni
per la precisione.” aggiunse il rosso.
“Oh!Ma
certo! Solo che
adesso non ho tempo per chiacchierare con voi temo, ho una cena da
preparare. Ma se volete potete venire in cucina con me, lì
potrò
dirvi ciò che volete sapere.”
Kairi
non riusciva a
credere che avessero avuto tanta fortuna! Seguì la signora
con
ottimismo e rinnovata energia, tenendo il piccolo Chicco tra le mani
e chiacchierando.
Quando
arrivarono in
cucina i preparativi erano già iniziati, pentole e padelle
cozzavano
le une con le altre, i fornelli si accendevano alzando grandi
fiammate, i forni si aprivano e chiudevano di continuò per
cucinare
una pietanza dopo l'altra e il vapore ed il fumo si mischiavano con
un profumino delizioso che fece venire ai due ragazzi l'acquolina in
bocca.
Lumìere,
che dava le
direttive da un tavolo al centro della sala, si voltò appena
sentì
le porte richiudersi alle loro spalle.
“Mon
ami! Siete venuti
ad aiutarci con la cena?” li salutò agitando le
candele.
Solo
allora si accorsero
che anche Belle era lì, vicino al candeliere.
“Kairi,
Lea! State bene?
Cosa è successo nell'ala ovest? Ho provato a parlare con
Besta, ma
mi ha cacciata!” chiese accorata correndogli incontro.
La
castana sorrise
rassicurante e le prese le mani.
“Era
tutto a posto, non
abbiamo trovato l'intruso ma non mancava niente dalla sala.”
“Menomale!”
“Se
qualcuno si nasconde
nel castello lo troveremo, e poi lo rispediremo da dove è
venuto!”
Kairi
aveva una faccia
molto combattiva e determinata e Belle scoppiò a ridere. Era
incredibile come una ragazza così giovane ed esile potesse
ostentare
tanta forza.
“Ehi,
vacci piano
tigre!” l'apostrofò Lea, ghignando mentre le
scompigliava i
capelli “Spaventerai i nostri amici!”
“Be
qualcuno di noi
dovrà pur intimorire i nostri nemici! E visto che tu non
riesci...”
A
quel punto scoppiarono
tutti a ridere finché Lumìere non
battè le mani e richiamò a se
l'attenzione.
“I
preparativi sono
finalmente conclusi! Cari ospiti, accomodatevi mentre provvediamo a
un'ultima cosa! Infatti...cos'è una cena senza un po' di musica!”
Lumiere
salì sul tavolo della sala da pranzo e improvvisamente le
luci si
spensero come su un palcoscenico, poi un fascio luminoso cadde sul
candelabro.
Monsieur
e madmoiselle, è con il più grande onore
e
grandissimo piacere che vi diamo il benvenuto!
E
ora vi invitiamo a rilassarvi, a mettervi comodi,
mentre
la sala da pranzo con orgoglio presenta....la cena!
Stia
con noi
qui con noi
si rilassi d'ora in poi
leghi al collo
il tovagliolo poi faremo tutto noi
soupe du journe, antipasti
noi
viviamo per servir
provi il pollo, è stupendo
non mi
crede?
Chieda al piatto!!
vive l'amour!!
vive la
dance!!
dopotutto miss,
c'est
la France!!
è una cena qui da noi c'est fantastique!!
Lei
prenda il menù
gli dia uno sguardo su
poi stia con noi
sì
con noi
qui con noi
Che ragù
che soufflé
torte e
caramel flambé
Preparati
e serviti come un grande cabaret
lei è sola, impaurita,
ma la
tavola è imbandita
via la noia e la tristezza
viva la
spensieratezza!!
Le magie e i misteri
degli amici candelieri
Che
raffinatezza, grazia e perfezion
In
alto i calici,
facciamo un brindisi
e stia con noi
poi
vedrà
soddisfatta se ne andrà
stia con noi
sì con noi
qui
con noi
Saltano
i nervi
anche al servo, se non servi
perché qui non c'è
nessuno da servir...
ah, i bei vecchi tempi di una volta
era
tutto un grande scintillar
quanti anni passati
noi ci siamo
arrugginiti
senza dimostrar la nostra abilità
tutto il giorno
a zonzo nel castello
grassi, flosci e pigri,
ma con lei noi
siamo tigri!!
Oh
mio Dio, che farei?
dalla gioia urlerei!!
ora il vino è già
versato
e il tovagliolo è accanto a lei
col dessert vorrà il
tè
sì, mia cara, anche per me
se le tazze sono pronte bollirò
in un istante
frizzerò
scotterò
ma è una macchia quella o
no!?
lava là
che gran figura si farà
abbiamo un po' da
far
lo devi zuccherar
ma stia con noi
Sì
con noi
Qui
con noi
Stia
con noi
stia con noi
qui con noi
serviremo solo lei
son
dieci anni che nessuno viene qui, che ossession!!
ma vedrà
come
qua
tutto splendido sarà
con le luci un po'
attenuate
serviremo le portate...
Fino
a che
dopo un po'
lei dirà: "Sto scoppiando!"
ed
allora canteremo con amor
per farla riposar
è ora
d'iniziar
mangi con noi
sì con noi
stia con noi
stia qui
con noi!!
E
in un tripudio di champagne e posate Lumìere e i suoi amici
servirono pietanze prelibate accompagnate da bevande fresche e dolci
e infine, il dessert con un buon thé.
Kairi
si buttò sul cibo. Era affamata e non le importava se Lea la
prendeva in giro, inoltre c'erano un sacco di piatti che non
conosceva e voleva assaggiare tutto!
Belle
rideva e mangiava con gusto seduta al suo fianco.
“Ma
è sempre così qui da voi?” chiese il
rosso, il bicchiere in mano
rimirando lo champagne che gli era stato offerto, ponderando se berlo
o meno.
“Oh,
no! Solo quando si festeggia e quando ci sono ospiti.”
spiegò la
principessa.
“L'ultima
volta che abbiamo festeggiato così è stato in
occasione del ballo,
ma siamo stati interrotti e non abbiamo avuto l'occasione di
terminare la festa.”
“Perché?
Cosa ve l'ha impedito?”
Kairi
ingoiò l'ultimo boccone e poi guardò la castana
che aveva gli occhi
un po' preoccupati.
“Sono
stati quegli uomini nei mantelli neri. L'organizzazione XIII. Poi
però Sora ci ha salvati.”
sorrise
di nuovo.
“Non
sai quanto gli sia grata.”
Sentendo
parlare così del ragazzo sentì il cuore scaldarsi
e non riuscì a
trattenere il suo orgoglio.
“E'
proprio da Sora, mettere gli altri prima di se stesso.”
In
quel momento Lea si alzò lentamente.
“Oh
bè! Grazie per la cena, tutto ottimo davvero!”
sbadigliò
stiracchiandosi.
“Credo
che andrò a dormire...notte.”
“Come,
di già?”
“Sicuro
di sentirti bene?” chiese Belle”Non hai mangiato
molto...se vuoi
posso accompagnarti.”
“Naaaa,
sto bene. Piuttosto Belle, c'è una cosa che devo chiederti.
Sai se
esiste una mappa dei passaggi segreti del castello? Mi piacerebbe
ispezionarli.”
Lei
parve pensierosa per un attimo, poi parlò.
“Non
so se esista una mappa del genere, ma se esiste si trova sicuramente
nella biblioteca. Vieni con me, te la mostro.”
Così
Lea e Belle uscirono dalla cucina insieme, mentre Kairi osservava
dubbiosa il compagno.
Gli
era sembrato parecchio sovrappensiero ultimamente e la cosa la
insospettiva un po'. Poi anche durante la cena mangiava in modo
strano, eppure era tutto delizioso!
Certo,
quelle complicate erano le donne, ma se pensava a Lea e a Riku...
“Uomini!
Bravo chi li capisce!”
Ms.
Bric ridacchiò.
“Oh,
cara! E sei ancora giovane, aspetta di avere la mia
età!”
La
castana sorrise, poi si ricordò del racconto dell'amica.
“Ma
esattamente, come si sarebbe dovuto svolgere questo ballo?”
“Oh,
era tutto magnifico! Avevamo preparato gli abiti più belli e
i
piatti più raffinati! Volevamo creare una serata solo per
Belle e il
padrone. Se la serata fosse andata a buon fine e Belle gli avesse
confessato il suo amore, allora il sortilegio si sarebbe
spezzato!”
“Quindi
il sortilegio sarà spezzato quando Belle si
innamorerà di Bestia?
Ma cosa c'entra la rosa dell'ala Ovest?”
Ms.
Bric sobbalzò leggermente, stupita che lei sapesse della
rosa.
“Il
padrone ricevette quella rosa incantata dalla maga che lo maledisse.
Quando tutti i petali appassiranno, la maledizione non potrà
più
essere cancellata, e noi perderemo la nostra
umanità.”
Chicco
si avvicinò tristemente alla madre, cercando conforto.
“E
il padrone rimarrà una bestia persempre.”
“Ma
è terribile!”
Kairi
prese per il manico la tazzina e la teiera, solo con indice e
pollice, come a tenerli per mano.
“Mi
dispiace, non lo sapevo. Grazie per avermi raccontato la vostra
storia, dev'essere stata dura.”
Ms.
Bric sorrise.
“Non
è che potremmo averne un altro? Di ballo, intendo. Questa
volta ci
saremo io e Lea a impedire che l'Organizzazione lo rovini.”
“Cara...ma
sei sicura?”
Mise
la mano sul bicipite, piegando il braccio.
“Potrei
non darlo a vedere, ma sono parecchio forte, sai? Con noi non avrete
nulla da temere!”
_
Era
una notte senza stelle in un piccolo villaggio al limitare del bosco
e tutte le case erano buie e addormentate, solo nel pub le candele
illuminavano gli unici due abitanti ancora svegli.
Due
figuri comicamente loschi, seduti nella penombra con due calici di
birra in mano.
“Ho
un piano Le Tonte, e a quel punto Belle non potrà dirmi di
no! Dovrà
sposarmi!”
“Incredibile
Gaston! Sei proprio insuperabile, bello forte e intelligente,
c'è
qualcosa che quest'uomo non può fare!?”
I
due sghignazzarono per un po', poi ricominciarono con un tono
più
basso.
“Farò
mettere il padre in un manicomio, e se Belle vorrà tirarlo
fuori
dovrà fare come le dico. Nessuno la aiuterà, suo
padre è matto
come un cavallo! Vaneggia di Bestie e castelli incantati, assurdo!
Poi quando gli riporterò la figlia, lui cadrà ai
miei piedi e mi
implorerà di sposarla!”
Alzarono
i calici brindando al loro piano, certi di non essere stati sentiti
da nessuno.
“Pensi
che ottenere la sua mano con la forza la farà tua?”
I
due sobbalzarono. L'uomo più piccolo e grasso, Le Tonte,
emise un
gridolino e si nascose dietro al più imponente, Gaston.
“Chi
va la!?” chiese questo “Fatti vedere,
spia!”
Allora
Saix emerse dall'oscurità , il cappuccio calato sul volto e
gli
stivali che facevano scricchiolare minacciosamente il legno marcio
del pavimento.
“Non
sottovalutare un cuore di pura luce...se lo desideri non
basterà un
mero matrimonio.”
Anche
se dalla stupida faccia confusa dell'uomo poteva capire che non aveva
afferrato tutto ciò che aveva detto , sembrò aver
catturato il suo
interesse.
“Fai
ciò che ti dirò, e la farò
tua...”
Lui
sbuffò.
“E
come!?Se nemmeno io posso riuscirci!”
Che
fastidio, uomo di poca fede.
Con
un sospirò tese la mano verso Le Tonte che venne avvolto da
un
turbine di heartless e iniziò a strillare come una bestia al
macello. Saix fermò i mostri.
“Confido
che troverai questa dimostrazione...soddisfacente. Io ho il potere di
manipolare il cuore della gente, anche il tuo, se decidessi di non
obbedirmi.”
“Continua.”
“I
racconti di quell'uomo sono veri. Nella foresta vi è un
castello
incantato, dimora di una bestia spaventosa. Belle è sua
prigioniera,
e lo stesso vale per il suo cuore.”
“Impossibile!
Nessuno amerebbe mai una bestia!”
“Non
interrompermi.” sibilò “L'unico modo per
far si che lei
dimentichi quel mostro è farlo eliminare a lei stessa.
Ricatta la
vita del padre per la rosa della Bestia. Una volta distrutta, la
maledizione non potrà più essere annullata. Vieta
alla donna di
parlare del ricatto, il mostro deve credere nel suo tradimento, solo
allora il suo cuore cadrà nell'oblio e nella
disperazione.”
Aprì
il varco oscuro.
“Fai
come ti ho detto, se sbagli pagherai con la vita.”
Poi
sparì nelle tenebre, pronto a proseguire con il suo piano.
La testa
gli pulsava violentemente e grugnì per il dolore. Avrebbe
voluto
riposarsi nel suo nascondiglio nel castello, ma non poteva ancora
farlo.
Però
prima doveva occuparsi di lui.
Angolo
dell'autrice
Saaaaaalve!!
Quanto
tempo! Mi scuso tantissimo per non aver aggiornato ma sono stata
occupatissima tra scuola e cose varie, e non avevo né il
tempo, né
l'energia, né l'ispirazione per scrivere.
Volevo
concludere in questo capitolo le vicende della Bella e la Bestia ma
non sono riuscita, diventata troppo lungo e incasinato e mi saliva
l'ansia perché è da un sacco che non pubblico
(scusate ancora).
Vi
avviso che anche questo mese i miei aggiornamenti non saranno proprio
frequenti e nemmeno il mese prossimo perché sarò
via, in vacanza
studio. Ma niente paura! Mi sono già preparata un quaderno
dove
scrivere tutto, così dopo dovrò solo ricopiare al
computer!
Saix
ha un piano malefico che toglierà a Bestia ogni speranza,
non lo ha
svelato tutto quindi aspettate di scoprire cosa ha in mente per dopo.
Poi
io Saix me lo immagino con l'emicrania cronica (date un oki a
quest'uomo) ma anche il suo mal di testa ha un perché,
vedrete...vedrete...
|
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Capitolo 7 *** Degenerazione: prigionieri e fuggitivi ***
Degenerazione:
prigionieri e fuggitivi
Per
aver
organizzato tutto in un paio d'ore, Kairi si riteneva molto
soddisfatta del suo lavoro.
Un
ballo era quello che ci voleva per dare a Belle e Bestia il loro
lieto fine, inoltre una volta spezzato il sortilegio l'Organizzazione
non avrebbe più avuto alcun motivo per importunare i suoi
amici.
Orgogliosa di aver trovato una soluzione pacifica al problema aveva
preparato tutto il necessario con Lumìere e Ms. Bric. Lei
aveva
usato gli incantesimi di Merlino per decorare e pulire la sala da
ballo, Lumìere si era occupato della musica, a Mrs. Bric
invece
spettò compito di preparare Bestia insieme a Tockings,
infine
avevano lasciato Belle nelle abili man...ehm ante
di Madam della Grand Bouche.
Avevano
lavorato al
punto di consumarsi fino all'osso, ma ne era valsa la pena! La sala
brillava e profumava, il cielo era pieno di stelle e c'era la luna
piena, uno scenario da favola!
Poi,
non per
vantarsi, aveva decorato la sala in modo da renderla romanticissima.
Sorrise.
“Kairi,
tesoro!
Finalmente ti ho trovata!”
Mrs.
Bric
saltellava velocemente verso di lei, seguita da un carrello per il
trasporto dei piatti, tuttavia invece di piattini e tazzine, sopra di
esso vi era un abito da sera rosa antico.
“Oh,
mi stavate
cercando?”chiese sorpresa “ I preparativi nella
sala sono finiti
se è questo che volevate sapere...ma quello è
l'abito per Belle?
Perché mi dispiace dirvelo Mrs. Bric...ma è
troppo piccolo. Belle è
molto più alta di così...”
“Ma
cosa dici sciocchina!” rise la teiera “Questo abito
è per te!”
Kairi fece due passi indietro per la sorpresa, spalancando gli occhi
e portandosi le mani al cuore.
“Cosa? Per me?”
Lo guardò con più attenzione.
L'abito era bellissimo, sobrio ed elegante, con la gonna che si
apriva come un fiore e il corpetto con la scollatura a cuore.
“Oh, è bellissimo Mrs. Bric, ma non posso
accettare: questa
dovrebbe essere la serata speciale di Belle e Bestia, non posso
intromettermi così!”
“Ma tesoro, senza di te tutto questo non sarebbe stato
possibile,
questa è anche la tua serata!” replicò
dolcemente la signora.
“Ti prego, Madam de la Grand Bouche ci rimarrà
malissimo se non lo
indossi: l'ha fatto apposta per te.”
La castana sospirò, ma infondo era lusingata.
“Grazie Mrs Bric.”
“Sono io a ringraziare te mia cara. A proposito, hai visto
Lea?
Avevo fatto preparare un abito da sera anche per lui, ma non lo trovo
da nessuna parte!”
Un pulsante di allarme di accese nella testa di Kairi.
“Non era in biblioteca? Credevo che fosse li a cercare una
mappa
dei...”
E se Lea avesse già trovato la mappa? Non è che
stava esplorando da
solo i passaggi segreti del castello? Se le cose stavano
così
sarebbe stato impossibile da rintracciare!
“Temo che non sarà così semplice
trovarlo.” constatò la
castana mentre si cambiava, tanto nella sala c'erano solo lei e la
simpatica teiera, una volta pronta fece un paio di giravolte,
osservando la gonna gonfiarsi.
Vorrei
che Sora
fosse qui...
Il suo sguardo dovette perdersi nel vuoto perché Mrs. Bric
le chiese
piano:
“Tutto bene cara?”
“Oh, si si!” disse Kairi una volta ritornata dal
suo stato di
trance.
“Uhm...Mrs. Bric? Pensa che...in futuro...potrei tornare a
farvi
visita e partecipare a un altro ballo?”
“Ma certo cara! Tu e i tuoi amici siete e sarete sempre i
benvenuti, anche se il padrone potrebbe dire il contrario, in
realtà
deve essere contento di avervi conosciuto. Ma come mai me lo
chiedi?”
La ragazza avrebbe voluto nascondere il rossore delle sue guance tra
le pieghe della gonna, invece si limitò a sussurrare:
“Vorrei
ballare...con Sora quando tutto questo sarà
finito.”
Mrs. Bric sorrise e sembrò voler dire qualcosa, ma non
appena aprì
bocca le porte della sala si spalancarono ed entrarono Belle e la
Bestia, tenendosi dolcemente mano nella zampa mentre la musica li
accompagnava.
Vide che Tockings e Lumìere facevano segni di
incoraggiamento verso
il padrone, mentre Ms. Bric cantava una dolce melodia.
Belle guardava Bestia con occhi pieni d'amore mentre volteggiava tra
le sue braccia e l'uomo l'osservava rapito con un'espressione felice
sul volto.
E'
una storia
sai,
vera
più che
mai.
Solo
amici e
poi,
uno
dice un
noi:
tutto
cambia
già.
E'
una realtà
che
spaventa un
po'
una
poesia
piena
di
perché,
e
di verità.
Ti
sorprenderà
come
il sole ad
est
quando
sale su
e
spalanca il
blu
dell'immensità.
Stessa
melodia
nuova
armonia.
Semplice
magia
che
ti
cambierà,
ti
riscalderà.
Quando
sembra
che
non
succeda più
ti
riporta via
come
la marea
la
felicità.
Ti
riporta via,
come
la marea,
la
felicità...
Tra le luci dorate del salone, Bestia porse la sua mano a Belle,
portandola in balcone.
I presenti li seguirono con gli occhi, ammiccando e ridacchiando
felici, poi lasciarono ai due un po' di privacy.
-
Lea non era mai stato un
grande
appassionato della lettura. Sin da quando lui e Isa erano piccoli,
lui era quello per i giochi all'aperto ; era Isa il topo di
biblioteca.
Non che odiasse leggere,
era un tipo
curioso di per sé quindi ogni volta che si fissava con un
qualcosa
comprava qualche libro sull'argomento. Anche i romanzi d'avventura
erano interessanti, ma non si sarebbe definito un fanatico.
Nonostante questo, una volta messo piede nella meravigliosa
biblioteca del palazzo rimase a bocca aperta. Gli scaffali di legno
pregiato arrivavano quasi al soffitto, decorato da affreschi. Vi era
un'enorme finestra che illuminava la sala, e vi era addirittura un
secondo piano, anch'esso ricolmo di libri, che si affacciava come un
balcone sul primo, a cui era collegato da due scalinate
semicircolari.
Era tutto talmente fuori
misura che
temette di essersi rimpicciolito e si chiese se tra gli ingredienti
della cena ci fossero quegli strani funghi che Roxas aveva mangiato
nel Paese delle Meraviglie.
“Wow.”
fu tutto quello che riuscì
a dire, poi si riprese e si voltò verso Belle, che lo
osservava
compiaciuta.
“Sei sicura che
posso restare? Bestia
non darà di matto quando lo saprà?”
“Non ti
preoccupare, questo posto è
mio, me lo ha regalato lui.”
Alzò i
sopraccigli. Un regalo
decisamente insolito e decisamente costoso.
“Penso che la
sezione dedicata a
questo castello sia nel secondo scaffale a destra, per prendere i
libri più in alto ci sono delle scale. Vuoi che rimanga a
darti una
mano?”
Per quanto la
quantità di libri in cui
cercare fosse deprimente non gli piaceva l'idea di qualcuno che si
intrometteva nelle sue indagini.
“No, posso
gestire la situazione.
Grazie, Belle.”
Lei sembrò un
po' dubbiosa, ma poi lo
lasciò solo, facendosi promettere di chiamarla se avesse
avuto
bisogno di qualcosa.
Il rosso così
iniziò la sua ricerca,
pensando a cosa avrebbe dato Ienzo per stare al posto suo tra tutti
quei libri.
Quando arrivò
difronte allo scaffale
giusto si lasciò sfuggire un sospiro sconsolato. Ci saranno
stati
duemila libri e anche di più la sopra !
“Perché
rimango sempre incastrato
con i lavori sporchi?”
Decise di partire
dall'alto, così si
arrampicò su un alta scala a sinistra e iniziò a
passare in
rassegna i titoli dei libri.
“Storia
della fondazione del
castello” “Utilizzo dei Materiali”
“Resoconto delle spese di
cantiere”
“Vita
morte e miracoli degli
artisti ingaggiati”...
Tutto
sembrava
assurdamente noioso e a Lea venne un gran sonno, però
strinse i
denti e continuò la ricerca.
Non era
sicuro di
quanto tempo fosse passato ma gli sembrava di essere lì
dentro da un
eternità e non aveva ancora trovato niente di utile.
Decise
di fare una
pausa, lesse con attenzione il titolo del libro a cui era arrivato e
si impresse bene nella memoria la scansia in cui si trovava, poi
lasciò le mani scivolare lungo i manici della scala
finché non
atterrò sul pavimento con un netto tacchettio dei suoi
stivali.
Avrebbe
scommesso
tutti i suoi averi sul fatto che nessuno toccava quei libri da
decadi, e nessuno lo avrebbe mai fatto fino alla notte dei tempi!
Erano così noiosi! Solo guardare le loro superfici
impolverate lo
faceva sbadigliare. Poi i suoi occhi si spalancarono, tutti i libri
che aveva visto fin'ora erano impolverati.
Tutti
tranne uno.
Lea si
avvicinò
per guardarlo meglio. Il libro aveva la copertina blu con rifiniture
dorate e sembrava più antico degli altri nel suo ripiano,
stranamente non vi era alcun titolo scritto sul lato.
Si
chiese chi
poteva averlo letto di recente. Belle forse? Ma da come gli aveva
parlato non gli era sembrato che avesse già letto i libri di
quella
sezione. Bestia? Di sicuro non sembrava il tipo, ma la biblioteca
prima era sua...
Incuriosito,
estrasse il libro dallo scaffale per leggerne il titolo.
Click
Appena
ebbe
spostato il libro sentì un forte rumore di pietra che si
spostava
alle sue spalle. Quando si girò nel pavimento si era aperto
un
passaggio, rivelando una ripida scalinata a chiocciola.
Incredulo
ed
esultante allo stesso tempo, il rosso si affacciò sulla
botola,
cercando di scorgere il fondo del passaggio, tuttavia questo era
così
profondo che non ci riuscì.
“Bingo!”
Evocò
una piccola
fiamma nella sua mano e iniziò a scendere gli scalini di
pietra.
Si
ricordò che
avrebbe dovuto chiamare anche Kairi : se avesse incontrato qualcuno
dell'Organizzazione sarebbe stato meglio essere in due. Però
quello
stesso pensiero aveva anche l'effetto di trattenerlo.
Sarebbe
stato
imbarazzante affrontare Isa con Kairi, preferiva parlargli da solo,
sempre ammesso che si trattasse di lui e non di qualche heartless .
Dopo un
quarto
d'ora di discesa circa si trovò in una cupa galleria con tre
tunnel.
Faceva
incredibilmente freddo la sotto, forse uno dei tunnel era connesso
con l'esterno.
Si mise
difronte
all'entrata di destra, ma non c'era traccia di vento, lo stesso per
quella al centro, così decise che avrebbe iniziato con
quella di
sinistra.
Stava
per
incamminarsi quando sentì un suono sordo rimbombare nel
sotterraneo.
Sembrava
venire
dalla parte opposta.
Per lui
fu come un
richiamo irresistibile, così cambiò strada ed
entrò nel tunnel a
destra.
Il
pavimento era
coperto da un sottile strato d'acqua, tuttavia Lea cercò di
tenere
un passo più furtivo possibile. Tutti i suoi sensi gli
strillavano
che era in trappola e questo faceva si che l'adrenalina gli pulsasse
con forza nel sangue. Forse era un pazzo dopotutto.
Aveva
appena
percorso i primi cento metri nel tunnel quando iniziarono a comparire
i primi heartless. Evocò il suo keyblade e ghignò
soddisfatto.
Ormai anche l'istinto di usare i chakrarms era svanito. Non gli ci
volle molto per sconfiggere il primo gruppo, ma continuando ad
avanzare c'erano sempre più mostri ed erano sempre
più forti. Non
era un buon segno. Il suo corpo iniziava ad accusare stanchezza e i
suoi sensi si fecero meno attenti. Forse era meglio tornare indietro
e tornare dopo essersi preparato meglio.
Sgranò
gli occhi.
Gli era
sembrato di
scorgere il lembo di un mantello nero!
E' qui!
Strinse
la presa
sull'arma e inspirò.
Gli
venne in mente
la faccia imbronciata di Kairi, che gli ricordava che erano una
squadra.
Lasciò
che
l'immagine scorresse via insieme a tutte le altre per lasciare libera
la mente.
Scusa Kairi, ma
questa è una
faccenda che devo risolvere da solo.
-
Kairi iniziava a preoccuparsi.
Lea era sparito nel nulla, senza dirle niente, lasciandola da sola
senza un compito preciso e senza spiegarle cosa stava cercando
esattamente.
Presa com'era dall ballo non ci aveva pensato, ma adesso che Bestia e
Belle erano spariti chissà dove, dirigendosi con sua grande
sorpresa
proprio nell'ala Ovest, non aveva più niente che la
distraesse e una
spiacevole sensazione aveva incominciato ad avvinghiarle il petto:
quella di essere lasciata indietro.
Si sedette per terra sconsolata.
Chicco si era addormentato sulla sua gonna e le sembrava scortese
lasciare gli altri da soli per andare a cercare il rosso.
Sospirò.
Lumìere stava dispensando consigli d'amore con la
convinzione di una
sorta di guru onnipotente mentre Ms. Bric commentava, sollevata che
il figlio fosse addormentato e non potesse ascoltare i discorsi del
candelabro. Tockings sembrava essere finalmente rilassato ed era
talmente di buon umore da non rimproverare nemmeno Lumìere.
Kairi sapeva che i suoi amici si erano accorti del suo malumore e
stavano cercando di sollevarle il morale chiacchierando del
più e
del meno, probabilmente assumendo che avesse nostalgia di casa.
Tutte le loro parole però venivano ignorate dalla castana
che
rimuginava su come avrebbe potuto vendicarsi del compagno una volta
ritrovatolo. Avrebbe potuto rubargli il gel per capelli come inizio.
Si l'avrebbe fatto senz'altro, eccome se lo faceva!
Le gambe iniziavano a formicolarle e volle alzarsi.
Delicatamente prese la tazzina e la appoggiò vicino alla
madre,
forse guardare il panorama l'avrebbe aiutata a frenare i suoi istinti
omicidi.
Il cielo stellato ora era oscurato da fitte nubi temporalesche e il
vento ululava scontrandosi contro le torri del palazzo.
“Sta per arrivare una tempesta...”
Si chiese se le tempeste qui erano forti come su Destiny Island.
Quando Kairi abbassò lo sguardo per osservare il bosco, si
accorse
che una figura cavalcava tra gli alberi spogli, un mantello grigio
che ondeggiava nel vento rivelando un abito dorato.
“Belle!?”
-
A Lea sembrava di essere precipitato in uno di quei sogni terribili
dove corri cercando di raggiungere qualcosa e non appena stai per
afferrarlo...bam! Ti svegli in un bagno di sudore.
Aveva rinunciato alla furtività da un bel po' e ora correva
a
perdifiato, inseguendo l'ombra nel cappotto nero.
Svolta a destra, poi a sinistra, poi di nuovo a destra; il tunnel si
diramava sotto il castello come i cunicoli di un formicaio e ormai il
rosso aveva completamente perso il senso dell'orientamento, senza
contare che aveva fatto svanire il suo keyblade per correre senza
impicci. Ora non poteva più tornare indietro.
La stoffa nera era sempre più vicina, c'era quasi, un'ultima
svolta
a sinistra e l'avrebbe raggiunto!
Puntò i piedi e frenò bruscamente.
Un vicolo cieco.
Si guardò intorno annaspando per aria.
Non c'era nessuno. Ma non era possibile, era sicuro di averlo visto
girare a sinistra!
“Non abbassare la guardia.”
Lea si girò solo per trovarsi una gigantesca claymore
puntata alla
gola.
Alzò le mani in segno di resa, un sorriso amaro sul volto.
“Mi hai beccato.”
L'uomo che aveva di fronte era immobile come una statua, anche la sua
espressione era marmorea.
Aveva occhi dorati e capelli color lapislazzulo ma il suo tratto
più
distintivo era una grande cicatrice a forma di x che gli attraversava
il volto.
L'unico saluto che gli rivolse fu strizzare gli occhi e corrucciare
la fronte, come se la sua vista bastasse a procurargli un'emicrania.
“Dunque è vero. Sei passato dalla loro parte
adesso.”
Il petto iniziava a fargli male, delle fitte lo pugnalavano al
cuore. Lo nascose con nonchalance.
“E' già, vuoi unirti a noi?”
“Non essere sciocco.” sibilò l'altro.
“E io che speravo dicessi di si...magari fosse
così semplice!”
la sua voce lasciava trasparire la sua delusione più di
quanto
avesse voluto, ma se aveva imparato una cosa in quegli anni era che
l'orgoglio non l'avrebbe portato da nessuna parte e quella era
un'occasione che non poteva perdere.
“Isa...”
Le pupille dorate di quello che un tempo era stato il suo migliore
amico fremettero di rabbia.
Tuttavia quella traccia di emozione svanì in un istante.
“Isa non esiste più.”
avvicinò la claymore al suo collo “ E'
morto molto tempo fa.”
“Ah si? E chi te l'ha detto? Xenmas? O forse è
stato Xehanort in
persona? Sono tutte balle, ti stanno solo usando!” esplose.
L'uomo davanti a lui lo guardò con disprezzo.
“Quanto puoi essere ingenuo...sono io che
sto usando loro.”
Il rosso si lasciò sfuggire un riso ironico.
“E con quale scopo di grazia? Riottenere il tuo cuore?
Perché ti
dirò, tutti noi l'abbiamo già recuperato, e con
tutti noi intendo
anche te! Xehanort ti sta solo raccontando un mucchio di balle per
tenerti dalla loro parte.”
Isa sembrò pensare a ciò che aveva appena detto.
Dopo una breve
riflessione fece sparire la sua arma.
“Ciò che dici non ha alcun senso. Ad ogni modo, ho
smesso di
rincorrere il mio cuore, non ho bisogno di un tale impiccio.”
Quelle parole lo colpirono come una lama nel petto.
“Cosa vuoi dire?”
Isa passò una mano tra i suoi capelli per sistemarli prima
di
rimettersi il cappuccio.
“Un cuore non è altro che un inutile fardello.
Guardandoti ne ho
avuto la conferma.” Saix allungò una mano guantata
alla sua
sinistra, aprì un Corridoio d'Oscurità e
iniziò a sparirvi
all'interno.
“Sei diventato un debole.”
“Isa, ASPETTA!”
Senza pensare, Lea si tuffò nel corridoio per inseguirlo,
facendosi
inghiottire dall'oscurità.
-
Kairi rientrò nella sala da ballo di corsa.
“Belle se ne sta andando!!” gridò
incredula.
Tutti si voltarono, fissandola allibiti. La castana potè
vedere
l'allegria scivolare via dai loro volti, che invece si tinsero di
sorpresa e paura. Tockings fu il primo a riprendersi.
“Ma cosa dici mia cara?!” rise nervosamente
“Belle è con il
padrone e si sta godendo la serata insieme a lui... chiunque tu abbia
visto doveva essere un...un viandante ecco!” concluse
strofinandosi le mani .
“Ma stava uscendo dal castello e sono sicura che fosse
lei...”
mormorò Kairi.
Non voleva rovinare la festa, ma li stava succedendo qualcosa di
strano e non poteva semplicemente far finta di niente.
“So quello che ho visto, io...!”
La porta si aprì lentamente e il suo cigolio
echeggiò nella grande
sala.
Quel posto aveva un'acustica spaventosa.
Appena la porta si richiuse però la sala piombò
nel silenzio più
totale. Sembrava che tutti avessero perso la voce mentre guardavano
Bestia con il fiato sospeso.
Lui non si mosse e evitò liberamente di guardarli in faccia.
Sembrava che il tempo stesso si fosse fermato e Kairi pregò
perché
qualcuno rompesse quell'atmosfera spessa e pesante.
“L'ho lasciata andare.” disse finalmente Bestia.
La sua voce era leggermente incrinata e molto sottile, però
perfettamente udibile.
“TU
COSA?!”
Lumìere spalancò gli occhi senza capire, sembrava
quasi
tradito.”Padrone, ma perché?!”
Tockings era sul punto di svenire, pallido come solo un orologio
poteva diventare, le lancette bloccate dallo shock.
Ora Chicco era sveglio e insieme agli altri si era radunato intorno
al povero animale.
“Ma perché, padrone?”
“Perché?”
Le loro voci erano tristi e imploranti. Insistevano piano, cercando
risposte.
Ms. Bric si mise davanti al padrone con fare protettivo.
I suoi occhi erano tristi, ma la sua voce era forte e determinata.
Anche se era una teiera era pur sempre una madre e si era accorta
dello sguardo sofferente di Bestia.
“L'ha lasciata andare perché la ama!!”
Rimproverò gli altri. Non era il momento di girare il
coltello nella
piaga.
La vide far allontanare tutti i domestici, quasi sgridandoli.
Kairi non aveva occhi che per Bestia.
Gli si avvicinò con lentezza.
I suoi occhi in quel momento non erano quelli di un mostro, ma quelli
di un uomo che aveva appena perso ciò che più
amava al mondo.
Fece molto piano perché aveva l'impressione che Bestia
avrebbe
potuto andare in mille pezzi se solo lo avesse sfiorato.
Capiva bene quanto fosse doloroso vedere la persona amata
allontanarsi, sempre più lontano, finché la sua
voce non poteva più
raggiungerlo.
Prese la sua zampa tra le sue mani, che erano almeno cinque volte
più
piccole. I polpastrelli di Bestia erano morbidi e leggermente ruvidi,
il pelo era soffice e profumato, merito del bagno fatto prima del
ballo.
Lui non reagì, aveva gli occhi tristi e non la stava
guardando. La
castana non mollò la presa, invece iniziò ad
accarezzare dolcemente
il dorso della sua zampa.
“Tornerà.”
Non c'era nessun dubbio nella sua voce: era un dato di fatto. Glielo
diceva il suo intuito femminile: Belle sarebbe tornata di sicuro.
Finalmente Bestia la guardò. Era stupito, quasi come se
fosse la
prima volta che la vedeva in vita sua, però nei suoi occhi
non c'era
nessuna speranza.
“Che assurdità! Perché dovrebbe tornare
da me, il mostro che l'ha
imprigionata, di sua spontanea volontà?”
“Perché ti ama.” venne chiara e
cristallina la risposta di
Kairi.
Fissò i suoi occhi in quelli di Bestia, sperando di potergli
trasmettere la sua fiducia.
Sentiva come del gran calore fluire dai suoi palmi.
Bestia sussultò, poi le diede le spalle, ritraendosi dalla
sua
presa.
Le si strinse il cuore. Come poteva fare per rassicurarlo?
Si sentì impotente e inutile.
“Altro che principessa di cuore, che importa questo
titolo se
non so nemmeno dare conforto a un amico?!”
Kairi in quel momento sentì di aver toccato il fondo, ma in
realtà
il peggio doveva ancora venire.
-
Lea sapeva bene che entrare in un Corridoio d'Oscurità senza
un'adeguata protezione avrebbe potuto costargli il suo cuore, non
era mica stupido.
Semplicemente quando aveva visto Isa sparire al suo interno l'intera
faccenda gli era sembrata insignificante. Ma ora che c'era dentro era
tutta un'altra storia.
All'inizio era semplicemente doloroso, come se l'aria stessa lo
ferisse. Respirare faceva un male cane, ma poteva reggerlo. Con il
passare del tempo però il dolore aumentava. Da quanto era
lì dentro
a proposito? Mezz'ora?
Si chiese come faceva Kairi ad essere immune a tutta
quell'oscurità.
Sentiva come un vuoto che lo consumava da dentro, le forze lo stavano
abbandonando e la vista si annebbiava sempre di più rendendo
davvero
difficile seguire il cappotto nero di quello che una volta era stato
il suo migliore amico.
“E
sei ancora
il mio migliore amico, Isa...”
Non poteva mollare.
Non
riesco a
respirare.
No, non ancora, non adesso!
Era come affogare, e non poteva più raggiungere la superfice.
“Non
posso
perdere anche te!”
Prima di rendersene conto le sue gambe cedettero e capì che
stava
cadendo.
Poteva sentire la luce dentro di lui affievolirsi, fino a ridursi a
una fiammella tremolante, una brace, una scintilla.
Poi il buio.
*Angolo dell'autrice *
Muhahahahahah!! Mi sento malvagia a
finire
questo capitolo così.
E mi piace tantissimo, muhahahahah!
Spero di avervi messo almeno un po'
in ansia.
Vi state chiedendo cosa
succederà almeno un
pochino? Siete almeno un pizzico curiosi??
Se si vuol dire che ho fatto bene il
mio
lavoro, se no per favore ditemelo nelle recensioni così che
io possa
struggermi su come cavolo creare della suspence!
In realtà volevo scrivere
di più ma il
capitolo diventava lunghino ( per il mio livello, il livello 0). Come
avrete notato poi, si alternano i racconti di Lea e Kairi, non sono
sempre in ordine cronologico, infatti la storia di Lea nella biblioteca
avviene prima del ballo, le ho sistemate in questo modo
perché volevo alternarei due punti di vista.
Perciò.... niente scusate
se non posto
regolarmente (inserire emoticon che piange).
Alla prossima!!
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