L'amore è una cosa semplice

di Medea Astra
(/viewuser.php?uid=62833)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Speranza ***
Capitolo 2: *** Chiesa ***
Capitolo 3: *** Gamberoni ***
Capitolo 4: *** Padre ***
Capitolo 5: *** Bikini ***
Capitolo 6: *** Incubi ***
Capitolo 7: *** Mani ***
Capitolo 8: *** Numeri ***
Capitolo 9: *** Obbligo, verità o giudizio ***
Capitolo 10: *** Apnea ***
Capitolo 11: *** Resa ***
Capitolo 12: *** Test ***
Capitolo 13: *** Quadro ***
Capitolo 14: *** Domande ***
Capitolo 15: *** Vita ***
Capitolo 16: *** Lei-Lui ***
Capitolo 17: *** Famiglia ***
Capitolo 18: *** Uno ***
Capitolo 19: *** High School ***



Capitolo 1
*** Speranza ***


S- Speranza
Erano passate poche ore dalla scomparsa di Larkin, poche e concitate ore da quando Tom aveva preso il corpo ormai esanime della donna e lo aveva affidato alle “luci” nell’acqua, nel disperato tentativo di salvare la sua vita e quella del bambino che portava in grembo.
In quella stanza gremita di gente e di visi conosciuti, Tom, Mariel, Russel e Dave continuavano a parlare con fare concitato e a voce sempre più alta. Come se il sovrastarsi l’un l’altro potesse in qualche modo migliorare la situazione.
Jesse non parlava, era seduto su una poltrona con in braccio Rose e fissava tutti in rigoroso silenzio. Non aveva parole per esprimere quello che gli ribolliva dentro. Da quando in città era giunto il primo uragano della stagione e quelle luci avevano preso possesso delle acque lì attorno, niente era stato più come prima, tanto meno la sua famiglia.
Il giovane si perse un attimo a vagare con lo sguardo sulle figure dei presenti, quando, ad un tratto, in quello che sembrava uno scatto di bellica ferocia, uno scorcio di pace attirò la sua attenzione.
Poco spostati rispetto al resto del gruppo, Kira e Lewis tenevano per mano. Le loro mani, strette, attente a non mollare la presa, sembravano volersi aggrappare a quell’ultima, labilissima speranza che aleggiava in quella stanza.  

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Chiesa ***


C- Chiesa
Per Lewis la sua fede, il suo credo in Dio, era da sempre la cosa più importante che avesse.
Tom lo aveva visto pregare decine e decine di volte. La mano stretta a pugno e le labbra che silenziose si rincorrevano l’una con l’altra nel recitare versi di assoluta devozione. Lewis era un uomo di fede, lui pregava per qualunque cosa turbasse la sua anima. Pregava per sé, per le persone a lui care, per le tante vittime innocenti che incontrava durante il lavoro.
Per Lewis credere in Dio era come respirare, un fatto di vitale importanza per questo quando i cittadini di Homestead lo videro arrivare a messa mano nella mano con la figlia dello sceriffo, non ebbero alcun dubbio che tra i due le cose fossero serie.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Gamberoni ***


G- Gamberoni
Tom aveva organizzato quella serata in famiglia da almeno una settimana. Dall’ultimo uragano lo sceriffo era diventato estremamente affettuoso con i suoi cari e quella non era altro che l’ennesima dimostrazione di questo suo repentino cambiamento.
Quella sera a  cena c’era anche Lewis  e Mariel aveva combinato la cavolata del secolo. Una cosa per cui probabilmente sarebbe finita negli annali delle “figure del cavolo”.  Cosa aveva servito a tavola con un commensale cui mancava un braccio? Ma ovviamente degli ottimi gamberoni appena scottati e ancora chiusi nel loro guscio.
Suo marito e Jesse non avevano fatto a meno di lanciarle uno sguardo tra il divertito per la sua sbadataggine e l’arrabbiato per quella mancanza di tatto che avrebbe potuto mettere in serio imbarazzo il giovane vice sceriffo.
Ma lui non si era scomposto minimamente, complice probabilmente il fatto che Kira, senza dire nulla aveva preso a sgusciarglieli sorridendo serena.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Padre ***


P-Padre
Erano trascorsi pochi giorni dal ritrovamento di Larkin e del suo bambino e Tom stava lavorando nel suo ufficio quando udì la porta aprirsi e far largo a due volti a lui ben noti: sua figlia e il suo vice.
Lo sceriffo si perse un attimo ad osservarli, come se fosse davanti ad un quadro, a qualcosa di completamente diverso dalla realtà, chiedendosi il motivo di quell’improvvisa intrusione di quella nuova ma già collaudata coppia.
 Vide lui, il ragazzo che lavorava al suo fianco da oltre un anno, incedere sicuro verso la sua scrivania e Kira, la sua Kira, la sua bambina, seguirlo rimanendo pochi passi indietro.
“Signore, vorrei parlarle se possibile”
“Dimmi pure Lewis”
“Vede Signore, io e Kira vorremmo la sua benedizione per frequentarci … lei è molto importante per me”
Un attimo di assoluto silenzio in cui Tom giurò di aver sentito il suo cuore fermarsi per un momento.
Lewis e Kira insieme e pensare che era stato proprio lui a farli conoscere …
“Accordata !” rispose il militare, celando dietro alla sua solita espressione austera, un certo compiacimento per le sue nuove mansioni da cupido.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Bikini ***


 
B- Bikini
L’estate era arrivata anche ad Homestead e con lei anche il caldo torrido e l’afa. Così, approfittando della fine della scuola e di un giorno libero degli “adulti”, si erano recati tutti in piscina per trovare un po’ di refrigerio.
Gli uomini erano andati avanti, portando con loro tutte le borse e i borsoni stipati di “cose assolutamente indispensabili”, le donne sarebbero arrivate poco dopo, con più calma.  E così fu.
Stavano giocando a pallanuoto quando videro arrivare Mariel, Larkin  e Kira con in braccio la piccola Rose.
Kira non fece in tempo a spogliarsi dal copricostume che tutti gli sguardi dei presenti furono su di lei. Il bikini blu che aveva scelto per quel giorno era davvero aderente e lasciava ben poco spazio all’immaginazione, cosa che nessuno si era fatto scappare.
“Kira, ma da grande avrò anche io il seno grande e bello come il tuo?”
Ecco che Rose metteva la ciliegina sulla torta facendo sprofondare la sorellastra in uno stato di profondo imbarazzo.
Lewis, calmo e silenzioso come sempre, uscì dall’acqua e andò ad abbracciare la ragazza.
“Così nessuno vede quello che dovrei vedere solo io”.
Era stato un commento sussurrato ma era bastato a far ridere tutti.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Incubi ***


I-Incubi
Il rumore assordante delle esplosioni, la polvere densa che ti impedisce di respirare e l’odore acre e penetrante del sangue. 
Ogni notte lo stesso incubo, ogni notte le stesse immagini, gli stessi odori e i medesimi suoni.
Da quando era tornato dal suo servizio in Iraq, ogni notte riviveva l’attentato che gli aveva portato via il braccio e una gioventù serena.
Quella notte, come le precedenti, si svegliò si soprassalto nel suo letto, grondante di sudore e tremante. Ma quella notte ci fu qualcosa di diverso dalle precedenti, qualcosa che ruppe per sempre quell’assurda catena degli orrori.
Kira, al suo fianco, si svegliò pochi istanti dopo di lui.
Lo guardò per qualche istante, spaesata, cercando di capire cosa stesse succedendo, poi, come se un lampo l’avesse improvvisamente illuminata, lo afferrò e lo tirò sulle sue gambe, facendogli poggiare il capo.
Così, in quella posa innocente ed infantile, con le mani di lei che lo accarezzavano dolcemente, i ricordi della guerra, tornarono al passato cessando di devastare il suo presente.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Mani ***


M- Mani
La prima volta che fecero l’amore fu a casa di lui, dopo un estenuante turno al lavoro, al culmine di una giornata di pioggia. Erano da poco entrati in casa quando sentì le mani di lei, infreddolite e tremanti, intrufolarsi sotto la sua maglia in cerca di calore e il viso di lei affondare nella sua spalla, dolce, innamorata ed imbarazzata come solo lei sapeva essere.
Per un attimo lui trattenne il respiro, beandosi di quel contatto nuovo e intimo.
“Sento un po’ freddo, ti da fastidio se sto così?” gli aveva soffiato lei ad un orecchio.
“No, assolutamente no, mi piace sentirti così vicina”
 E quello era stato l’inizio della più dolce tra le dichiarazioni.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Numeri ***


N- Numeri
A Kira la matematica non era mai piaciuta. Proprio non riusciva a capire l’utilità di quella materia e di tutti qui numeri che regnavano, sovrani incontrastati su quei libri .
“Tutto bene amore?”
“No che non va bene, non capisco un’accidenti di sta roba e domani ho un compito importante, andrà malissimo e mio padre mi metterà in punizione per settimane”
Il giovane agente la guardò per un attimo perplesso.
“Se vuoi posso cercare di darti una mano”
“ Mmmh se ricordi qualcosa sì, volentieri …”
“Scusa signorina, cosa staresti insinuando?”
“Beh, semplicemente che è passato qualche anno da quando hai fatto tu le superiori ….”
“ Ah sì? Dunque sarei vecchio? Beh signorinella allora mi sa che non potremmo più fare quello che abbiamo fatto questa mattina, sai, non vorrei turbare la sua innocenza”
“ No, per quello direi che vai benissimo amore mio” rispose lei ridendo.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Obbligo, verità o giudizio ***


O- Obbligo, verità o giudizio
Da ragazzo aveva giocato un mucchio di volte a quello stupido gioco. Aveva trascorso notti intere a far girare la bottiglia alla luce fioca del falò. E a quei tempi, quando era solo un ragazzino spensierato e con la birra in mano, poco gli importava di quale sarebbe stato il destino decretato da quella sciocca bottiglia adesso però, si sarebbe mandato all’inferno con le sue stesse mani per il casino in cui si era cacciato!
La bottiglia non aveva fatto a tempo ad indicarlo che subito gli era stata posta la fatidica domanda: “ obbligo, verità o giudizio?”
Senza troppo esitare aveva scelto “verità”, in fondo, per lui, dire sempre il vero era un imperativo morale.
Chi pensava che proprio la sua inguaribile sincerità lo avrebbe trascinato in quel pasticcio?
“Allora dicci Lewis, quante donne che hai avuto prima di Kira?” aveva sputato fuori un Dave fin troppo brillo ed allegro.
Ecco, eccola la trappola mortale in cui era piombato, altro che guerra ….
Gli occhi di tutti erano puntati su di lui, compresi quelli di Kira che per la prima volta sembrava guardarlo incerta.
“Un po’…- rispose non distogliendo lo sguardo da Kira- Troppe ora che ci penso!”
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Apnea ***


  • Apnea
Lewis era un ibrido, come lo era lo sceriffo, sua moglie Mariel, molti dei suoi colleghi e gran parte dei suoi concittadini.
Lewis era un ibrido e come tale l’acqua era il suo elemento, stare immerso per ore tra le onde, tenere la testa sotto e mandar via i cattivi pensieri, era ormai una delle cose che faceva più spesso quando aveva bisogno di trovare pace.
Stare sott’acqua per lui non era un problema, non avvertiva più la morsa opprimente della mancanza d’aria come quando era umano.
Ma adesso, proprio adesso che il suo fisico sembrava pronto ad affrontare qualsiasi cosa, il suo cuore, la sua mente e il suo stesso corpo sembravano entrare in apnea non appena Kira si allontanava da lui per qualche istante.
Era più forte di lui, dalla prima volta che l’aveva vista aveva sentito qualcosa di speciale in lei, qualcosa che lui sentiva il dovere di dover proteggere

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Resa ***


R- Resa
Kira e Lewis, seppur in modo diverso, erano entrambi dei combattenti. Ognuno di loro aveva infatti dovuto sopportare prove che non erano adatte alla loro giovane età.
Kira e Lewis erano nati per combattere e per resistere a qualsiasi prova la vita avesse messo loro davanti e così era stato fino al momento in cui si erano incontrati, da lì avevano scoperto che combattere insieme era molto più semplice e che probabilmente il destino, dopo tante prove difficili, aveva concesso loro un attimo di respiro.
Ecco allora sperimentare un nuovo sentimento, quello della resa, la resa incondizionata all’amore che li lega, la resa l’uno all’altra, la resa al bisogno di appartenersi, viversi ed essere uno, uno soltanto.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Test ***


T- Test
Vagava nervosa per il salotto, sotto lo sguardo vigile e preoccupato di lui.
Il bugiardino diceva che bisognava attendere cinque minuti, ne erano trascorsi solo tre e a lei erano sembrati i tre minuti più lunghi della sua vita.
“Kira ..”
Nulla, nessuna risposta. Un appello caduto nel vuoto.
“Kira, ascoltami, ti prego”
Ed eccola finalmente voltarsi verso di lui, con il viso stravolto dalla paura e dall’ansia.
“Dimmi …”
“Se anche quel test dovesse essere positivo, troveremo una soluzione. Non sei sola, non lo sarai mai. Sono qui con te e per te, vuoi capirlo?”
Lei lo guardò per un attimo, un lieve sorriso si fece largo sulle sue labbra.
“Lo so, è solo che ho una paura assurda, non mi era mai successo di avere un ritardo così prolungato nel ciclo e non oso immaginare come mio padre prenderebbe la notizia di una mia gravidanza”
“Ah quello se vuoi posso dirtelo io: mi ammazza!”
“Ma cosa ridi? Cioè, mi lasceresti qui da sola con tuo figlio e con mio padre incazzato nero? Complimenti eh”
“Vedi che stai ridendo anche tu? E poi aspettiamo di vedere i risultati prima di fasciarci la testa”
“Hai ragione, adesso prendo quel coso e guardiamo insieme”.
Un attimo dopo era seduta al suo fianco sul divano.
Negativo.
Il test era negativo. Lei non era incinta.
Il suo “grande incubo” era appena stato messo ko e lei non gioiva…
“Amore, tutto bene?” chiese lui quasi preoccupato.
“Sì, è solo che in questi ultimi giorni ero così convinta di essere finita nel disastro che mi ero quasi affezionata all’idea di diventare mamma..”
Lui strabuzzò gli occhi, incredulo davanti quella confessione. Poi, con fare protettivo la portò su di sé e le baciò la fronte.
“Vedrai che un giorno arriverà …”
 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Quadro ***


Q-Quadro
Il loro nuovo appartamento prendeva pian piano forma. Nel giro di poche settimane erano riusciti a completare tutto l’arredamento e ormai mancava poco che quel posto iniziasse a profumare di casa.
Stanca, sfinita dopo l’ennesima giornata di traslochi vari, Kira si gettò per terra. Così, stesa sul tappeto della loro nuova sala, a Lewis sembrò ancor più piccola e angelica di quanto già non fosse.
“Stanca?” le sussurrò stendendosi al suo fianco.
“Molto. Sono stati giorni davvero frenetici, non ne posso più di fare e disfare scatoloni, spero che questa storia finisca presto. Ho bisogno di tornare a dormire stretta a te …”
“Beh amore, considera che adesso sarà per sempre, non più per qualche notte sporadica e sempre con il terrore che tuo padre possa irrompere in camera per controllare cosa stiam facendo”
“Effettivamente hai ragione, bravo il mio bel militare che riesce sempre a tirarmi su il morale” rispose schioccandogli un bacio sul naso.
“Mmmh …  aspetta a cantar vittoria, abbiamo ancora un problema da risolvere”
“Sarebbe?”
“Dove piazziamo il quadre di “nudo artistico” che ci ha regalato Dave?”
Ed anche quella serata si concluse con il suono cristallino della risata di Kira.

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Domande ***


D-Domande
Pochi giorni dopo l’uragano, Kira e Lewis si trovarono davanti ad un bar per parlare. Era stato lui a chiederle quell’appuntamento. Lo vide arrivare poco dopo l’orario prestabilito, in leggero ritardo, con addosso dei jeans scuri, una maglia attillata nera e un paio di scarpe da tennis.
Era strano vederlo in abiti civili, ma Kira dovette ammettere che quel look gli donava.
“Eccomi, scusa il ritardo ma tuo padre nello spogliatoio si è messo a parlare e non la smetteva più”
“Fa niente, mi fa piacere vederti” rispose con un sorriso timido.
Si erano da poco accomodati al tavolo a mangiare una fetta di torta che Lewis gettò la bomba.
“Sai Kira, ti ho chiesto di venir qui perché voleva parlarti di quello che è successo tra noi all’ospedale e nei giorni scorsi …”
Il viso di lei si rabbuiò. Ecco , pensò, mi sono illusa di qualcosa che in realtà non esiste nemmeno.
“ Si beh …ecco …capisco, era un momento di stress, un momento difficile per tutti, non devi scusarti, so che per te non è stato importante” disse tutto d’un fiato per poi costringersi a mordersi il labbro e ricacciare indietro le lacrime.
Lui la fissò per un momento, interdetto dal suo sproloquio.
Quella ragazzina non aveva capito proprio niente!
“Kira, no, mi sa che tu non hai proprio capito nulla … io non mi sono affatto pentito di quello che ho fatto e ho detto”
“No?”
Incredula, l’espressione sul viso di lei era di pura incredulità.
“No Kira, io sono innamorato di te, ti ho chiesto di venire qui perché volevo chiederti se ti andasse di provare a vedere come vanno le cose tra di noi, senza impegno eh … so che sei giovane e che io sono più grande di te e …”
Non ebbe il tempo di finire il suo discorso che due morbide labbra si erano incollate alle sue.
Rispose a quel bacio, lentamente, dolcemente, sfiorando appena le labbra di lei con la punta della lingua, quasi a volerle chiedere il permesso per approfondire quel contatto.
“Lo devo prendere per un sì?” chiese divertito poco dopo essersi staccato da lei.
“Assolutamente!”

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Vita ***


 
V-Vita
Lewis aveva in tasca quell’anello da settimane. Erano giorni e giorni che provava a chiedere a Kira, la sua Kira, di sposarlo e diventare sua moglie. Prontamente però, proprio ogni volta che si convinceva che fosse giunto il momento perfetto, arrivava qualcuno a interromperli.
Proprio quella mattina, al caldo sotto il piumone della loro camera, aveva iniziato il discorso su quanto lei fosse importante per lui e su come la sua vita fosse cambiata da quando lei era entrata a farne parte, peccato che proprio sul più bello Tom aveva suonato alla porta dicendogli che aveva urgente bisogno di lui in ufficio.
Ed eccolo allora, appena uscito dalla doccia dello spogliatoio della caserma, con i soli pantaloni indosso, a rigirarsi in mano quel piccolo anello in oro bianco, stava per riporlo al suo posto quando una voce a lui ben nota, lo distolse dai suoi pensieri.
“Lewis, amore, sei qui? Ti ho cercato per tutta la caserma!”
Era Kira che tutta infagottata nel suo maxi cappotto nero e nella sua sciarpa colorata, incedeva sicura verso di lui con il più bel sorriso che avesse mai visto.
“Che ci fai tu qui? È uno spogliatoio maschile!”
“ Ciao anche a te amore, anche io sono felice di vederti! Mi mancavi, per cui sono venuta qui a farti una visita. Ti ho forse disturbato?” Chiese rendendosi conto solo in quel momento di essere entrata diretta come un treno in un’area riservata al personale e per di più ai soli uomini.
Lui, ripresosi dallo stupore iniziale, la avvolse in un tenero abbraccio, beandosi del contatto tra il suo nasino freddo e il suo petto caldo e ancora bagnato dalla doccia.
“No amore, non mi disturbi affatto, anzi – disse guardandosi intorno per essere certo che fossero soli- dovevo giusto chiederti una cosa!”
Ed eccolo, in ginocchio davanti a lei, mezzo nudo e bagnato all’interno di uno spogliatoio, che le chiedeva di diventare sua moglie, sua per sempre.
Ma d’altronde, si disse Kira,a loro , le cose canoniche, non erano mai piaciute troppo.
“Sì” rispose lei semplicemente, e mai risposta fu più sincera e felice.
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Lei-Lui ***


L- Lei/Lui
Seduto davanti ad una birra ghiacciata, Lewis chiacchierava con i colleghi e con lo sceriffo. Quel pomeriggio in caserma avevano terminato prima e si erano concessi qualche minuto di assoluto relax tra uomini.
Tra alcool, noccioline a battute da camerata, si era fatto tardi e Nathan, uno dei nuovi venuti, aveva proposto di fare una capatina allo strip club che aveva appena aperto in fondo alla strada.
La proposta raccolse un consenso quasi unanime, solo uno si discostò dal gruppo.
“Scusatemi ragazzi, ma io torno a casa da Lei, ho già fatto tardi e a quest’ora l’unica donna che ho bisogno di vedere è la mia”
 C’era stato un tempo nella vita di Kira, in cui la sua concezione di divertimento coincideva con il far festa fino a notte fonda e bere a più non posso.
C’era stato un tempo in cui le sue insicurezze, le sue paure, il suo timore di non essere adeguata alla situazione, li nascondeva dietro profonde scollature o pantaloncini tanto corti da non lasciare nulla all’immaginazione.
C’era stato un periodo nella vita di Kira, in cui le sembrava di dover combattere contro tutto e tutti e di non avere nessuno al suo fianco.
C’era già, perché adesso era tutto diverso e se ne rese ancor più conto quando vide la mano di Lewis infilarsi furtiva nel pacchetto di patatine che teneva tra le gambe.
“Ti amo Lewis” disse d’improvviso.
Un sorriso felice si fece largo sul volto di lui, della sola persona che fosse stata in fosse stata in grado di rendere certezze e sogni le sue paure e le sue insicurezze.

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Famiglia ***


F-Famiglia
L’ennesimo conato di vomito la costrinse a correre in bagno. Automaticamente, senza pensarci, si chinò sul water e vomitò i pochi resti della sua colazione.
Da quando aveva scoperto di essere incinta, ogni mattina era la stessa storia, non riusciva a mettere sotto i denti nulla, senza poi dover correre a rimettere tutto.
Stanca, spossata e disgustata dal sapore che le riempiva la bocca, si tirò a fatica a sedere.
Ancora intontita, si girò verso la porta e vide la figura massiccia di suo marito che gli si avvicinava lentamente.
“Non ti avvicinare, ti prego ….  Faccio schifo!” bofonchiò lei in un modo tanto simile ai capricci di una bambina.
Ma lui non sentì ragioni e si sedette al suo fianco, tirandola a sé e accarezzandole piano la schiena.
“ Tu non fai mai schifo “le sussurrò tra i capelli.
Lei alzò lo sguardo decisamente poco convinta.
“Ma dico, mi hai vista? Sono ancora in pigiama, con i capelli sfatti e ho appena vomitato … non credo di essere il tuo ideale di donna!”
Lui la guardò comprensivo per poi stringerla ancora più forte contro il suo petto.
“Tu sei sempre il mio ideale di donna, poi adesso sei anche incinta, qui dentro –disse toccando il ventre ancora piatto della giovane- c’è nostro figlio, il frutto del nostro amore … in te c’è tutta la mia famiglia!”

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Uno ***


U-Uno
Lewis era davanti l’altare, fermo, immobile ad aspettare quella che tra poco sarebbe diventata sua moglie.
Ad un certo punto, mentre ancora si torturava il labbro nel disperato tentativo di placare la sua ansia, sentì le note della marcia nuziale annunciare l’arrivo della sua Kira.
Ed eccola all’ingresso della navata, stretta al braccio di suo padre, camminare sicura verso di lui, fasciata da quel magnifico abito bianco di cui tanto gli aveva parlato.
Quando Tom gli porse la mano della sua unica figlia, nel suo sguardo si leggeva una muta preghiera : “rendila sempre felice, proteggila, amala come nessun altro potrebbe amarla” e lui sarebbe stato pronto a dare la sua vita pur di tenere fede a quella promessa.
Il momento in cui lewis mise al dito di Kira la fede, in quell’esatto momento si rese conto che loro due erano diventati una sola persona.

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** High School ***


H-High school
 
L’ultima volta che si era trovato fuori dalle mura di una scuola simile a quella, aveva diciassette anni, i capelli lunghi e la convinzione che avrebbe cambiato il mondo. Era il suo ultimo giorno di scuola, poche settimane prima della sua partenza per l’addestramento da marines.
A quel tempo non immaginava certo come sarebbe cambiata la sua vita nel giro di pochi anni e di come i suoi sogni d’adolescente gli sarebbero ad un certo punto, sembrati vacui e infantili.
Sorrise a quelle constatazioni, probabilmente pensò, invecchiare significava proprio quello, vedere il proprio passato sotto una luce diversa, vedere le vecchie delusioni come trampolini per nuove esperienze e i vecchi amori e le antiche gioie altro non fossero che effimeri miraggi di una felicità ancora distante dal dirsi conquistata.
Eppure, quando sentì il suono della campanella e la vide corrergli incontro con quel sorriso che lei sola aveva, quella felicità, gli sembrò d’un passo più vicina.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3675116