Con due ostacoli rimasti e 15 secondi di vantaggio sull’attuale primo in classifica, Bianca si sentiva piuttosto fiduciosa e cominciava già a pregustare il sapore dell’ennesima vittoria. La ragazza, insieme al suo splendido cavallo rosso, era infatti una delle stelle nascenti dell’equitazione, famosa ormai a livello internazionale.
Poco distante, nonostante la certezza che Bianca fosse troppo concentrata per sentire qualcosa che non fosse il rumore che facevano gli zoccoli di Ripper mentre galoppava, parte della famiglia si radunò sugli spalti incitando il binomio.
Stella, la sorella di Bianca, ormai non si divertiva più a fare il tifo.
“Tanto vince sempre, mi sorprenderei solo di non vederla sul gradino più alto del podio” rispondeva, scrollando le spalle, a chiunque le chiedesse il perché.
Alla sua destra c’era Luce, emozionata come sempre, che teneva in mano un enorme cartellone che aveva fatto con Nick, il suo fidanzato, seduto accanto a lei. La coppia non stava attraversando un bel periodo, ma Luce continuava ad evitare le domande delle altre, probabilmente per non farle preoccupare.
Qualche minuto dopo videro avvicinarsi Alba, che indossava ancora la sua divisa da pallavolo. La ragazza si sedette in maniera scomposta dietro di loro, appoggiando la borsa senza troppe cerimonie: la partita doveva averla stancata davvero molto.
“Che mi sono persa?” disse Alba poco dopo, cercando ancora di riprendere fiato.
“Indovina?” rispose Stella con tono ironico “Niente Alba. Mancano solo due concorrenti ed è prima, non credo che la classifica subirà grandi cambiamenti. Com’è andata la tua partita invece? Scusa se non siamo riuscite a venire, abbiamo avuto qualche problema con Ripper.”
“Anche da noi niente di nuovo, abbiamo vinto 3 set a 2. Vincere così spesso comincia quasi a diventare noioso” Alba concluse la frase con una risata che contagiò anche gli altri.
“Dove sono le altre?” aggiunse Alba dopo qualche minuto.
“Arrivano” Luce spostò momentaneamente lo sguardo dal campo di gara per rispondere alla sorella “Ambra ed Eleonora sono per strada, dovrebbero essere qui a momenti. Chiara aveva un esame all’università oggi, con lei ci vediamo direttamente a casa.”
“Dopo anni ancora non riesco a capacitarmi del fatto che siate così tante e così unite” affermò Nick con affetto, facendo sorridere le tre ragazze presenti.
Questa storia andava avanti da quando Luce e Nick si erano fidanzati. Il ragazzo era cresciuto in una famiglia i cui cugini e zii si vedevano solo un paio di volte all’anno, se non solo a Natale.
Per Luce, invece, era tutta un’altra storia: lei aveva passato la maggior parte della sua vita con le sue cugine. Abitavano tutte nello stesso isolato ed erano abituate a stare insieme tutti i giorni. Quando lei, e l’anno successivo Chiara, si erano trasferite per frequentare l’università era stato quasi un giorno di lutto. Erano state salutate come si fa con un soldato che va in guerra.
Il rapporto che legava Luce e le sue cugine aveva sempre affascinato e divertito Nick, che dopo un po’ aveva cominciato a soprannominarle “amazzoni”, spiegando che erano tutte ragazze e che condividevano una passione sfrenata per l’equitazione.
Da sempre le ragazze erano state abituate a considerarsi sorelle più che cugine. Ognuna aveva una funzione particolare all’interno del gruppo: Luce, essendo la più grande, aveva il compito di guidare le altre, prendere la maggior parte delle decisioni, incoraggiare chi ne aveva bisogno ed essere sempre la più forte, tanto che per le più piccole era diventata quasi una figura materna. Luce aveva una grande passione: la danza. Chiara era la studiosa, quella che aiutava a fare i compiti chi ne aveva bisogno e costringeva chi non ne aveva voglia. Era così dedita allo studio che a casa la chiamavano Cesare, sia perché era il nome del liceo che aveva frequentato, sia perché sostenevano che, quando si parlava di libri, Chiara era peggio di un generale romano. Bianca, Alba e Ambra erano le sportive del gruppo.
Bianca passava i suoi pomeriggi in scuderia con Ripper tra intensi allenamenti o semplici passeggiate nei campi circostanti. Era quasi sempre Chiara ad accompagnarla e, mentre la cugina cavalcava, solitamente leggeva un libro: era più forte di lei. Le altre avevano fatto di tutto per “farla staccare da quella roba” e “farle vedere le cose belle della vita reale”, ma non c’era speranza. Infondo era anche per questo che le volevano bene. Alba e Ambra frequentavano lo stesso circolo sportivo, ed era invece compito di Luce far in modo che fossero sempre puntuali. Mentre Alba e la squadra si stavano preparando per la finale di campionato, Ambra correva. Era la più veloce che si fosse vista negli ultimi anni. Ce l’aveva proprio nel sangue la corsa.
Chiara a volte si sentiva gelosa dell’enorme talento delle sue cugine, mentre lei poteva solo concedersi brevi passeggiate a cavallo. Le altre la prendevano in giro con affetto, dicendole che era più portata per le “attività intellettuali”. Infondo doveva pur esserci il genietto di famiglia, no?
Chiara era però convinta che il vero genio della famiglia fosse Eleonora.
La ragazza aveva infatti dedicato la sua vita alla sua più grande passione: la musica. Si alzava presto al mattino per andare in conservatorio e tornava tardi la sera soltanto per rimettersi poi a suonare. I vicini non sapevo se odiarla o amarla: aveva un grandissimo talento, ma non si concedeva (e di conseguenza non concedeva nemmeno agli altri) un attimo di pausa.
Stella invece amava cucinare, e lo faceva talmente bene che tutte le altre avevano paura che a lungo andare sarebbero ingrassate in maniera irrecuperabile. Avevano perciò stabilito che la cucina per Stella era off-limits: lei avrebbe preparato solo la cena del sabato.
Con il passare del tempo le inclinazioni delle ragazze erano diventati dei punti fissi di ritrovo: gli spettacoli di Luce, le gare di Bianca, le partite di Alba, le staffette di Ambra, i concerti di Eleonora e le cene di stella. C’era un unico confine invalicabile: gli esami di Chiara. O Chiara sotto esami. O Chiara di fronte ad un libro qualsiasi in realtà.
Quel giorno, quasi tutti gli impegni si erano sovrapposti: Eleonora aveva un provino per entrare in orchestra ed era stata accompagnata dalla sorella Ambra, Alba aveva una partita, Bianca una gara e Chiara un esame. Data la grandissima quantità di stress le ragazze avevano deciso di comune accordo di anticipare la cena preparata da Stella per tirarsi su di morale nel caso qualcosa fosse andato male o, più probabilmente, festeggiare i successi della giornata.
Mancava soltanto l’ultimo concorrente ormai, ma data la velocità con cui era partito anche Stella rivolse il suo interesse verso il campo, temendo che la sorella potesse, per una volta, non essere al primo posto.
Le ragazze tenevano il fiato sospeso mentre il ragazzo e il suo cavallo saltavano l’ultimo ostacolo… alla perfezione. Alba teneva lo sguardo fisso sul tabellone dei risultati, arricciando il labbro superiore. Il suo sguardo corrucciato si trasformò in un sorriso quando vive che Bianca era rimasta al primo posto.
“Prevedibile, noiosa. La prossima volta vado a vedere Eleonora, qui è sempre la stessa storia.” disse Stella fingendo noncuranza e nascondendo a malapena un ghigno soddisfatto.
“Sempre polemica” ribatté Luce “E poi non riesci a fare finta di non essere contenta per tua sorella. Forza, andiamo a vedere dov’è!”
Bianca si trovava poco distante; la videro mentre sistemava la sella a Ripper e cantava tra sé e sé con aria soddisfatta.
“Levati quel sorriso dalla faccia, non è successo nulla a cui tu non sia già abituata” disse Stella sospirando.
“Ti informo, sorellina, che questa gara mi serviva per passare ad una categoria superiore” rispose Bianca sorridendo ancora di più “quindi in realtà è successo qualcosa di nuovo.”
Alla notizia tutte corsero subito ad abbracciarla per congratularsi.
“Ragazze, basta! Non riesco a respirare! Dai, devo andare a prendere il premio! Vi lascio la foto autografata se sentite troppo la mia mancanza” disse Bianca ridendo. Quando riuscì a liberarsi dalla stretta soffocante di Alba salì di nuovo in sella a Ripper e si allontanò verso il campo.
“Una famiglia di vincitori!” Luce non riusciva proprio a smettere di sorridere. “Sembra proprio che tutto sia andato per il meglio oggi! A proposito, il provino? Qualcuno chiami Eleonora!”
“Faccio io!” si offrì subito Stella.
“Pronto?”
“Ambra?”
“Sì sono io. Ele sta guidando, arriveremo tra un paio di minuti. Il provino è andato bene! Le hanno fatto tutti i complimenti ed è entrata in orchestra… Ora mi sta guardando male perché mi sa che voleva dirvelo lei. Beh, fai finta di non sap… Mi hanno sentita tutte, vero?” Ambra sentiva chiaramente le risate di sottofondo.
“Vorrei dirti di no, ma lo sai che non so mentire…” ridacchiò Stella.
“Immaginavo… Noi siamo quasi lì, ci siete tutte?”
“Manca solo Chiara, ora proviamo a sentirla. Ci vediamo dopo Ambra, raggiungeteci al solito bar!”
Dopo aver chiuso la conversazione con Ambra e aver festeggiato il successo di Eleonora con le altre, Stella chiamò Chiara. Quando dopo l’ennesimo squillò sentì scattare la segreteria telefonica allontanò il telefono dall’orecchio sbuffando infastidita.
“E allora?” chiese Alba speranzosa.
“Non risponde, c’è la segreteria.”
“Ma come non risponde” Alba corrugò la fronte “non è da lei, ha sempre il telefono a portata di mano!”
“Ragazze, non comincerete a preoccuparvi per così poco!” si intromise Luce, sempre la voce della ragione “Chiara ha un esame. Probabilmente il professore era in ritardo e finirà più tardi del previsto, tranquille.”
“Ma il telefono era acceso, lei lo spegne sempre in facoltà Luce” ribatté Stella poco convinta.
“Lo sapete meglio di me che Chiara con un libro in mano non sente nemmeno le cannonate. Starà ripassando. Tranquille ragazze. Adesso andiamo, Bianca è quasi pronta, Ele e Ambra ormai saranno qui. Chiara la richiamiamo più tardi.”
Le ragazze, più serene dopo la spiegazione di Luce, si incamminarono verso il bar.
“LUCE!” Eleonora era costretta quasi ad urlare perché la cugina potesse sentirla. Dopo l’ennesimo tentativo, Alba la vide e le sorrise, facendo segno con la mano a lei ed Ambra di raggiungerle.
Il sorriso a trentasei denti di Eleonora si spense non appena si accorse della presenza di Nick. Tra i due non scorreva buon sangue, e nessuna delle ragazze era mai riuscita ad individuare il momento preciso in cui le prese i giro bonarie dei rispettivi gusti musicali si erano trasformati in una guerra vera e propria.
“Cosa ci fa lui qui? Eravamo d’accordo. Poi si cena da Stella. Solo noi. Come sempre” il tono di voce di Eleonora era tagliente, ma Nick non si lasciò intimidire.
Il ragazzo si schiarì la voce e cominciò a parlare con un tono di superiorità “Ciao Ele, stavo giusto…”
“Andando via.” lo interruppe prontamente luce appoggiando la mano sul ginocchio di lui “Come avevamo detto. Io e te ci vediamo domani. Oggi e sabato li passo con loro.”
Nick guardò la sua fidanzata per qualche secondo: doveva fare quello che lei gli diceva, ma non voleva andarsene e lasciare ad Eleonora l’ultima parola.
“Come non detto” Nick si alzò sbuffando e stringendo i denti “in ogni caso esco con i ragazzi stasera. A domani Luce”
“Ancora mi chiedo cosa ci trovi in lui” disse Eleonora sedendosi nel posto lasciato vuoto da Nick.
“Smettila Ele, ne abbiamo già parlato” Ambra la fulminò con lo sguardo.
“Va bene, avete ragione, scusate… Dov’è Chiara?”
L’aria si fece tutto ad un tratto più pensante, ed Eleonora ebbe quasi l’impressione di aver detto qualcosa di male. Tutte le ragazze si voltarono verso Luce, confondendo ancora di più le nuove arrivate.
“Chiara è ehm… come posso dirlo… insomma Chiara…” cominciò Luce esitante.
“Chiara non risponde al telefono.” disse infine Bianca
Ambra esalò il respiro che non si era accorta di trattenere. Si sentiva le spalle più leggere, come se si fosse liberata di una qualche tensione.
“Ma siete completamente impazzite?! Chiara non risponde e fate questa scenata? Mi avete fatta morire di paura, pensavo le fosse successo qualcosa di grave!” rispose Eleonora appoggiando la schiena sul divanetto, come se non fosse più in grado di sostenere il suo peso, e mettendo la mano destra sul petto, per far vedere quanto si fosse spaventata.
“Ma Ele” ribatté a quel punto Alba “non è normale che non si sia ancora fatta sentire. Di solito avvisa sempre quando finisce.”
“Evidentemente non ha ancora finito…”
“Aspetta!” la interruppe subito Stella “Abbiamo scritto alla zia pochi minuti fa, nemmeno lei l’ha sentita. E nemmeno lo zio. Sto seriamente cominciando a preoccuparmi.”
“Anche io.” disse Bianca annuendo “Non mi ha ancora scritto. Di solito mi manda sempre gli auguri prima della gara.”
Dopo un’altra ora trascorsa al bar, il telefono di Luce cominciò a vibrare. La ragazza scattò per leggere il messaggio prima che una delle altre potesse farlo.
“Ragazze, è Chiara!” esclamò Luce cominciando a scorrere gli occhi sullo schermo per sapere cosa le aveva scritto.
“E allora leggilo!” risposero in coro le altre.
“Luce, sono ancora in facoltà. Credo che i tempi saranno lunghi. Scusate se fino ad ora non ho risposto, non ho molta voglia di parlare. Ci vediamo direttamente da Stella per cena. Avvisa le altre. Un bacio.”
“Come non ha voglia di parlare?” il tono di Stella lasciava trasparire una certa malinconia “Perché non voleva parlare con me? Ho fatto qualcosa di male?”
“Tranquilla! L’hai sentita no? Se è ancora lì significa che deve ancora fare l’esame. Lo sai che prima non vuole avere a che fare con nulla se non con i suoi libri. In ogni caso ha detto che ci vediamo stasera, quindi rilassiamoci tutte quante. Ci stavamo preoccupando per niente, lo sapevo.” Il tono di Luce era così rassicurante che le altre non poterono fare a meno di sorridere.
Falso allarme: Chiara stava bene. Era sana e salva in facoltà.
E lì dentro non le sarebbe mai successo nulla.
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