Al Ultimo Minuto

di EllaKaulitz90
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Al Ultimo Minuto ***
Capitolo 2: *** 2. Ricordi e Realtà ***



Capitolo 1
*** Al Ultimo Minuto ***


Le luci a neon del ospedale scorrono su di me, sento il mio respiro lento e faticoso, so dove sono e so anche perché sono qui. In poche e semplici parole mi hanno sparato. Perché chi sono? Beh semplice il perché è il mio lavoro, e chi sono? Beh io sono il procuratore Rafael Barba, e chi mi conosce sa che lavoro per L'Unita Vittime Speciali di New York. Ritornando qualche minuto al presente però, sento i medici che dicono che mi sto aggravando. Cerco il conforto del unica mano che voglio sentire, l'unica persona che voglio realmente al mio fianco. La Amo si la amo accidenti è la sola cosa che non posso ne controllare, ne tanto meno ostacolare e in tutta onestà non voglio. Cerco la proprietaria della mano che probabilmente non ha smesso ne di parlarmi e incoraggiarmi, ne tanto meno di parlare con i medici per capire come sto e come procedono le mie condizioni. "Liv!" quanto ti amo, il sergente Banson la sola donna dopo Jelina, che è riuscita a scalfire la mia corazza fatta di leggi normative regole e quant'altro. Mi guarda ha gli occhi velati di lacrime, accidenti io amo la sua forza, e vederla fragile mi fa decisamente più male dei tre proiettili che ho in corpo. Sento il mio respiro che scende giù un po troppo in fretta, sembra che il mio battito sia concentrato tutto e solo nelle tempie. Okay ora comincio ad aver paura, guardo fisso Liv nei suoi meravigliosi occhi marroni, forse è la fine. Beh allora a questo punto rotto per rotto, le lascio un secondo la mano, anche se lei me la riprende. Sta andando tutto troppo veloce, mi sembra che il tempo vada quasi a rallenty per me, mentre per gli altri sembra scorrere nel verso opposto. Rilascio di nuovo la mano di Olivia, la allungo alla maschera e provo a spostarla. << Li...Li...Li.v>> mi sembra quasi di aver igogliato sabbia. << no Raf... No sta calmo!>> cerca di rassicurarmi e prova a rimettermi la maschera. No deve ascoltarmi non ho più tempo e non so se ne avrò più. <> riesco a stento a farfugliare. La vedo che vorrebbe obiettare, scusate il gergo tecnico ma è cosi. Poi si rassegna e mi ascolta, okay riproviamoci. << Liv... Io ti..a.m.o!>> "io ti amo!" non sono neanche sicuro che mi abbia sentito. Non perché so di averlo pronunciato in extremis, ma perché poco prima che io perda le forze, e mi lasci andare alle tenebre. I medici la separano da me, portando mi probabilmente in sala operatoria se non direttamente al obitorio visto come mi sento. Rafael... Gli hanno sparato, è stata questione di un frammento. Un minuto prima parlavamo e ci scambiavamo sguardi d'intesa, dopo che mi aveva detto come ottenere una confessione schiacciante da un pedofilo. Un minuto dopo lui si volta verso qualcuno che lo chiama per il ruolo che lui ricopre, e bum bum bum... tre colpi sparati a secca ripetizione. Lo prendono in pieno colpendolo in sequenza, a spalla, addome e pancia. << PRO... RAFAEL!>> mi sono sentita stonata dalla mia stessa voce. Con il fiato in gola sono corsa da lui, la sua espressione era incredula ma non sembrava cosi sorpreso. Mi ha guardata allargando un leggero sorriso beffardo e sofferente, "lo schiok!" ho pensato immediatamente tamponando gli due delle ferite. Dopo qualche minuto nonostante le mie suppliche, e rassicurazioni ha perso i sensi. << Carisi un ambulanza!>> ordinò al mio detective che mi guarda annuendo. << già fatto è in arrivo... Resisista procuratore!>> la prima parte del discorso era diretta a me la seconda. Beh a lui al uomo che dopo Heliot e Brian, ha fatto una decisiva differenza nella mia vita. Mi fido di lui ciecamente, so che combatte per i miei stessi ideali ed è un combattente nato. Credo di essermi innamorata di lui, quasi subito dopo il nostro incontro. Non gli ho mai detto nulla, perché? Beh semplice prima di tutto è il mio capo, poi non sono sicura che riuscirei a scindere lavoro e vita privata. O tanto più non sono certa che sarei capace di staccare la sera. Solo che ora le cose cambiano, dopo l'arrivo del ambulanza le sue due crisi nel tragitto e le rispettive riprese. Una volta arrivati in ospedale e durante la corsa in sala operatoria, lui cosa mi dice? Il mio cuore trema logicamente, e non appena lo vedo provare a togliersi la maschera per l'ossigeno. Provo ad impedirglielo a tutti i costi, ma il suo respiro di supplica mi impedisce di fermarlo "come sempre!" già come sempre. Se solo non fosse per.... << Liv... Io ti..a.m.o!>> non ragiono più da quel istante. Per me tutto si ferma, i miei piedi compresi. Non do molto peso al infermiera che stacca le nostre mani, perché io non posso più passare, ma l'ultima cosa a cui riesco a pensare e a dare peso sono le sue parole. Mi appoggio al muro posando le mani sulle ginocchia, << perché?>> mi sento assalire dalla rabbia e dalla frustrazione. Sento le lacrime agli occhi, e un nodo alla gola. << ... Perché Raf?...>> non riesco a fare ameno di chiedermelo. << ... Perché ora?...>> sento le lacrime bagnarmi il viso e scendo a sedere per terra. << ... Perché cosi? ...>> non sei tipo da scegliere la via più facile. Sento i singhiozzi irrompermi in gola, e le lacrime cancellare tutto ciò che vedo. << sergente... Olivia stai bene?>> Fin? Fin è la sua voce, le sue mani sulle mie braccia. Cerco di metterlo a fuoco sbattendo gli occhi, e dopo due o tre tentativi ci riesco. << Fin... Lui!>> Vorrei... Voglio dirgli che ha detto di amarmi, voglio dirgli che ho una fottutissima paura che lui non esca di li. Voglio si è vero, ma le mie parole e la mia gola sembrano bloccati. Mi guarda con un grugnito, e sorridendo costernato mi asciuga le lacrime. << Starà bene Oliv... Credimi è un osso troppo duro per morire così!>> mi rassicura prima asciugando mi le guance, poi stringendo mi nel suo forte abbraccio. In ambulanza durante le due crisi che ha avuto, ho pregato, supplicato e implorato dio che non lo chiamasse a se. Lo so che non mi sono mostrata molto credente negli ultimi anni, però io non posso rinunciare anche a lui. "No!" non voglio rinunciare anche a lui, "lo amo Cazzo si lo amo!" sento le mani di Fin prendermi il viso, ma non sento le sue parole. Per un altro attimo sbatto gli occhi, e lo metto a fuoco. << Oliva mi senti?>> "No!" in effetti non ti ho sentito. << cosa? ... Cosa mi hai detto?>> chiedo incespicando le parole con la mia stessa voce. Fin mi guarda e sospira, << bisogna avvertire qualcuno?>> mi chiede disinvolto costringendo mi a guardarlo. Scuoto la testa istintivamente, anche se ci sarebbe sua madre che non so come avvertire. << chi sarebbe sua madre... Ma?>> sussurro tirando su con il naso. <> mi incalza. << Ma non so come trovarla!>> già d'altronde non mi sono mai trovata nel evenienza di dover avvertire qualcuno per lui. Vedo Fin zittirsi e passare in modalità riflessiva, poi si tocca il mento e guarda in su verso Carisi. Carisi si avvicina e ci guarda. << come sta?>> chiede guardando prima Fin poi me. Scuoto la testa indicandogli le due porte a battenti che si sono chiuse? << da quanto siamo qui?>> chiedo rivolta a Fin. << una decina di minuti!>> Guardo Carisi che annuisce e allunga un sorriso, non sorriso è un espressione che fanno tutti quando apprendono l'ovvio. Si abbassa al mio fianco e mi guarda, poi si volta verso Fin che posa una mano sulla sua spalla. << tu hai contatti con l'ufficio del procuratore?>> gli chiede calmo e pacato. Vorrei rispondere, ma Carisi lo fa per primo. << si ma credo che se c'è qualcuno da avvertire lo hanno già fatto!>> Vedo Fin annuire e sul punto di aggiungere altro. << però se vuoi posso informarmi se è già stato fatto!>> Fin gli sorride con intesa e annuisce, poi torna a guardare me che ho assistito a tutto in silenzio. << sua madre è in una casa sicura? Era stanco di metterla a rischio!>> informo Fin con un filo di voce, e dico il tutto in un sussurro e quasi senza pensare. Fin mi guarda e grugnisce, poi guarda verso Carisi, che parla a telefono con un po troppo trasporto. << qualunque cosa accada deve saperlo! Tu stai bene?>> Ecco che mi richiede se sto "bene!" beh Fin vorrei tanto rispondere: " no Fin no non sto affatto bene cazzo... Meno di due ore fa hanno sparato tre fottuti proiettili al uomo che amo... Quindi col cazzo che sto bene!" e invece. << si sto bene... Lo hai detto tu è un osso duro... Ce la farà!>> rispondo quasi senza tono e con una fasulla alzata di spalle. Sto male cazzo lui non deve morire, ma è anche per questo che devo farmi forza. Devo credere in lui, nel mio amore per lui, in quello che suscita e che ha sempre suscitato in me.

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Capitolo 2
*** 2. Ricordi e Realtà ***


'Bip... Bip... Bip...' Ho solo questo suono nelle orecchie, e sinceramente mi sta un po stancando. Mi sento come in un tunnel pieno di nebbia, potrei ipotizzare di essere morto. Tuttavia sento intorno a me, e dentro di me sensazioni troppo forti. Troppo vere e vivide perché, possa dare quest'ipotesi per concreta. Anche se temo di essere ancora troppo stanco, per avere la certezza e le prove concrete che respiro ancora. "Oliv ti vorrei qui..." il che come ripeto non sono sicuro, che non sia al mio fianco. "Allora ... Sappiamo chi è! O meglio crediamo di saperlo..." la sua voce, la voce di Olivia è tutt'intorno a me. D'un tratto la luce, e la nebbia che avvolgono la mia vista, di diradano e io torno indietro nel tempo. Si sono di nuovo nel mio ufficio, credo sia stato circa tre o quattro giorni fa. Ero preso da un caso complicato e con non pochi vicoli cechi, o piste oscure nonostante tutto però ho deciso di istruire il caso. L'indiziato in questo caso di stupro multiplo e omicidio, si è praticamente consegnato con tanto di sorriso sulle labbra. « non puoi farmi questo!» "oh Oliv!" la sua voce, è bella e melodiosa anche se arrabbiata e anche se questo è un ricordo. « Come prego! ... Cosa avrei fatto?» le chiedo sollevando lo sguardo. Era magnifica stupenda nella mise di quel giorno, indossava un pantalone nero classico con una camicia svolazzante sulle maniche verde scuro. «... hai invalidato l'unica prova che poteva farlo incriminare! Dimmi perché?» non mi sono mai fatto mettere i piedi in testa da nessuno, ma "Lei!" è "Lei!" non so se mi spiego. Insomma come avvocato non dovrei utilizzare mezzi termini, ma non esistono parole migliori per me, se non amore. Amore con la "A" maiuscola. Ed è cosi. « semplice perché più che una prova è una forzatura!» le ho risposto assumendo la mia solita espressione e posando i piedi sul angolo della scrivania. « oh andiamo... Sa ... Sa... Sa...» che sta succedendo? È come se la mia mente fosse un disco rotto. "Olivia!" sento una fitta al petto e il respiro mancare per un attimo, poi un "Bipppp..." moolto lungo. Okay forse ora è la fine, o forse.... Raf il suo viso è di fronte al mio, mi guarda dolce con i suoi occhi furbi e fin troppo intelligenti. Poi accade tutto come in un vecchio film in VHS, qualcuno lo chiama: " Procuratore Barba!" con una voce distolta, come se il VHS si stesse rompendo. Rafael si volta e tre colpi di pistola, lo prendono in pieno come in un macabro film anni 80. La mia voce che a quel punto del video non si sente più, io e Dominic al suo fianco. Lui mi guarda con un sorriso, sotto schiok per tutta la situazione. L'ambulanza, le sue crisi, le sue riprese e... Quelle parole, le porte a battenti che si chiudono. Io che entro in crisi per tutta la situazione, le porte che si riaprono e io Fin e Carisi alziamo la testa. « Per il Procuratore Barba?» chiede il dottore mentre noi ci avviciniamo. « siamo noi! Ehm cioè sono il Tenente Banson! Come sta?» chiedo al medico che mi guarda con espressione cupa, come se sapesse. « Mi dispiace...» la sua bocca si muove a moviola, senza emettere un suono. In quel istante non respiro più, tutto si ferma di nuovo e nel modo peggiore. "No Dio dimmi che non è andata cosi!!" il mio cuore prende a correre e fuggire via, e insieme a lui anche la mia anima. Di me resta solo il mio corpo, che è un guscio vuoto e senza più anima. Me lo hanno ucciso... "Oppure!" oppure cosa, d'un tratto tutto diventa bianco e gallo e sento la voce della mamma di Raf che mi parla. "No!" aspetta non è con me che parla, unita alla sua voce sento anche un raschio simile a quello di un respiratore e un 'Bip!' ritmico e alternato. Apro gli occhi e sono ancora in ospedale, ma Rafael è vivo ed è al mio fianco. "Beh si okay!" respira ed ancora vivo, anche se è attaccato a tubi e cavi. Poco mi importa comunque è qui, e non voglio che vada da nessun altra parte, se non a casa per la convalescenza. « Buongiorno cara!» la voce di Jenevieve mi saluta cordiale e calma. « Uhm buongiorno signora... Ehm Jen, è già passato il medico?» chiedo non sapendo che ore siano. « oh cara il medico è passato questa mattina ... È quasi ora di pranzo! E mi chiedevo se... Si insomma se ti andrebbe di andare a mangiare qualcosa?» mi chiede mentre mi risismemo e mi stropiccio gli occhi per farli snebbiare dal sonno. « Io... Jenevieve ti ringrazio sei molto gentile ma...» decisamente non ho proprio fame, soprattutto dopo il pessimo incubo che ho avuto. « Ti capisco fa male anche a me vederlo qui inerte e immobile!» mi dice accarezzando la fronte di Raf e distraendomi dal mio incubo. « oddio perdonami sul serio non volevo!» mi scuso rendendomi conto solo ora della pessima guf fatta. « Tranquilla tesoro... Tu e lui siete molto simili sai?» mi dice a un tratto liquidando le mie scuse con un cenno della mano. Poi torna a guardare Rafael, lo facciamo entrambe e sospirando insieme lasciamo che il silenzio ci circondi. Per ora voglio godermi anche solo il suono del 'Bip!' e del respiratore che lo aiuta a combattere, " è cosi che deve essere!" penso orgogliosa di amarlo. « lui te l'ha detto non è cosi?» mi sento chiedere a un tratto. La guardo perplessa sollevando la testa di scatto, 'cosa?' cosa avrebbe dovuto dirmi. La vedo sorridere e indicare le nostre mani intrecciate. Sono un tantino perplessa ora, quando gli ho stretto la mano. « sai lui somiglia molto a suo padre!» continua riprendendo a guardare Rafael. « buono testardo e leale alle sue scelte, ma incapace di dire ciò che sente al momento giusto! Tu gli sei sempre piaciuta.» mi racconta accarezzandogli il braccio in modo metodico. La paura di perdere qualcosa o qualcuno che amiamo, ci porta spesso a rimarcare la nostra presenza, è una sorta di incentivo più per noi stessi che per chi amiamo e in quel momento sta lottando per la propria vita. Prendo a guardarlo anch'io, sollevando piano la sua mano e prendendola anche con l'altra. Comincio a capire che cosa avrebbe dovuto dirmi, 'beh!' in realtà me lo ha detto, solo lei come lo sa. « le aveva detto qualcosa?» le chiedo guardando un istante lei per poi tornare a guardare lui. « umhfu non ne ha avuto bisogno!» mi risponde senza staccare lo sguardo da lui. La guardo distaendomi da lui, e sono sicura di avere in volto un espressione perplessa. « oh tesoro... Si sono sua madre! E si siamo molti uniti! Ma ci sono molte cose di cui non ho bisogno che sia lui a parlare...» mi risponde con un sorriso e con voce cordiale. Sospiro annuendo e torno a guardarlo, è vero Raf è fatto cosi. Ci distraiamo un attimo perché sentiamo bussare, ci voltiamo entrambe verso la porta. Vedendo che è Sonny faccio segno a Jen di stare tranquilla, mi alzo e solo ora mi accorgo che qualcuno mi ha coperto. Guardo Jenevieve che mi sorride, ricambio il suo sorriso e vado con Dominic in corridoio.

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