La magia nera non può nulla contro l'amore

di lmpaoli94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La maledizione dell'erede ***
Capitolo 2: *** L'oscurità della foresta ***
Capitolo 3: *** La generazione del male ***
Capitolo 4: *** La trappola ***
Capitolo 5: *** Il cuore nero illuminato dalle forze del bene ***
Capitolo 6: *** Una vita per un'altra ***



Capitolo 1
*** La maledizione dell'erede ***


Dopo alcuni anni di matrimonio, Derek e Odette ebbero una figlia che chiamarono Alexia.
La bimba cresceva forte e piena d’energia.
Ma il fatidico giorno del suo 18° compleanno stava per avvicinarsi.
Il suo destino era già stato segnato dai suoi genitori.
«No! No! E poi no! Io non mi sposerò mai con un uomo che non amo e che non conosco affatto!» gridò Alexia in preda alla disperazione.
«Non fare la bambina capricciosa, Alexia. È per il bene di questo regno che un giorno sarà tuo. Possibile che tu non riesca a capirlo?»
«L’unica cosa che voi due non riuscite a capire è come potete anteporre il mio matrimonio combinato con la mia felicità. È ingiusto!»
«Alexia, anche noi inizialmente ci odiavamo.» fece Odette con tono tranquillo.
«Ma poi, continuandoci a frequentare ogni estate, siamo diventati degli ottimi amici, per poi sposarci definitivamente»
«Questo non centra nulla con me! E poi, se vogliamo dirla tutta, qualche volta non vi sopportate pure voi, finendo per litigare.»
«Ma questo fa parte del matrimonio, tesoro» disse Derek tentando di abbracciare sua figlia.
«Non mi interessa! Io non mi sposerò mai! Quand’è che lo capirete?»
«Ascoltami bene signorinella. Tra tre giorni compierai 18 anni. E sarà quel giorno in cui noi sceglieremo il tuo promesso sposo. Fine della discussione.»
Quando Derek prendeva una decisione importante come questa, era irremovibile.
Era impossibile fargli cambiare idea.
Ma nemmeno Alexia voleva sentire ragioni.
Voleva essere libera.
Libera di sposare una persona che amava.
Chi avrebbe prevalso? Lei o suo padre?
«Ah sì? La mettete in questo modo? Perfetto. Vi farò vedere io…»
«Che cosa vuoi fare?» domandò Odette preoccupata.
«Niente che vi possa interessare… Me ne vado in camera mia. Altrimenti non rispondo di me.»
La rabbia di Alexia ribolliva nelle sue vene.
Non sopportava un simile affronto.
Avrebbe combattuto con tutte le sue forze.
Non poteva darla vinta ai suoi genitori.
«Derek, secondo te, cos’ha in mente?»
«Non lo so… Ma sarà mia premura scoprirlo.»
«E come?»
«Tenendola d’occhio… personalmente.»
 
Alexia rimase nella sua stanza a piangere tutto il giorno.
Non vedeva una via d’uscita in questa situazione.
“Maledetti! Come possono i miei genitori farmi tutto questo?”
Quando si alzò dal letto per andare allo specchio, vide che aveva gli occhi gonfi dalle lacrime e un aspetto terribile.
«Se è così che vogliono impormi di sposare un uomo, c’è solo una cosa che posso fare: scappare da questo regno… scappare e non tornare mai più, rifugiandomi nella foresta fino alla fine dei miei giorni.»
«No! Tu non lo farai!»
La voce perentoria del padre fece sobbalzare di paura Alexia.
«Papà. Tu mi stavi…»
«Adesso non ha importanza…»
«Ma come hai potuto?! Ora non posso nemmeno rimanere sola nella mia stanza senza che tu mi spii?»
«Se lo faccio, lo faccio per il tuo bene.»
«Un bene un corno!»
«Ti ordino di abbassare la voce, Alexia. Io sono tuo padre. Ed esigo rispetto!»
«Esigi rispetto? Allora inizia a rispettare le persone che ti stanno intorno, prima di pretendere rispetto!»
«Basta! Mi hai stufato!»
Con un impeto di collera, Derek si apprestava a dare uno schiaffo a sua figlia, ma Alexia riuscì a contrastarlo, sbattendolo violentemente contro il suo letto.
«Ma come…»
Alexia non l’aveva nemmeno sfiorato.
Eppure era come se una forza sconosciuta si fosse impossessata di lei.
Era come se la rabbia avesse trovato come sfogarsi.
Mentre suo padre cercava di alzarsi, Alexia scappò dalla sua camera, per paura di ricevere una punizione che gli avrebbe rovinato l’esistenza.
Mentre fuggiva, Alexia non si rese conto che qualcuno la stava spiando.
Qualcuno di terribilmente oscuro…
«I suoi occhi pieni di sangue… i suoi occhi pieni di rabbia… la sua forza… è lei la prescelta delle forze del male.»

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Capitolo 2
*** L'oscurità della foresta ***


«Derek, ma cos’è successo? Che cos’è tutto questo disordine?»
«Io… ahi! Sono stato scaraventato contro il letto…»
«Chi può aver fatto una cosa del genere?» domandò Odette in preda al panico.
«È stata Alexia»
«Come? Alexia?»
«Dove diavolo s’è cacciata?! Giuro sul mio onore che se la trovo…»
«Tu non farai un bel niente, Derek! La situazione è già abbastanza complicata di per sé… E poi sono convinta che Alexia, sarebbe stato impossibile causarti un simile danno. Insomma, guardati attorno… il letto è completamente distrutto. Non può essere stata lei»
«Mi stai dando del bugiardo?! Cosa ne vuoi sapere? Non eri presente.»
«No. Sto solo facendo delle supposizioni… Sei sicuro che sia andata come hai detto tu? Eppure guardandoti, non vedo segni di attacchi fisici…»
«Forse perché… è come se fossi stato scaraventato da una forza sensazionale. Una forza talmente potente che è impossibile misurare…»
«L’unica forza talmente superiore alla nostra è la magia… Sei per caso stato colpito da un incantesimo?»
«Non lo so, Odette. Ho la mente confusa… Dove si trova Alexia? Ho bisogno di parlarle…»
«Non la vedo dalla nostra discussione.»
«Scusate signori, vostra figlia ha appena lasciato il castello» mormorò un servo interrompendo i due sposi.
«Per andare dove?»
«Non ce l’ha detto, vostra altezza. È partita in sella al suo cavallo di fretta e furia.»
Alle parole del servitore, Derek e Odette sbiancarono per la preoccupazione.
«Dobbiamo trovarla. Immediatamente! Raduna subito un esercito. Partirò subito alla sua ricerca.»
«Come volete voi, maestà» disse infine il servo prima di congedarsi.
«Derek, perché vuoi ripartire? Sei appena tornato da un lungo viaggio.»
«Lo so, ma non posso lasciare nostra figlia ad un triste destino. Devo riportarla al castello. Tu sai meglio di me quale forza oscura emana la foresta dinanzi al regno...»
«Già… Ti prego, stai attento.»
«Appena arriverò alla porte della foresta, manderò subito un messaggero ad informarti.»
«Lo aspetterò con ansia» disse infine Odette prima di salutare il suo coraggioso cavaliere per una missione più grande di lui.
 
Nella foresta echeggiavano rumori e versi di animali.
Era buio inoltrato.
Alexia riusciva a vedere a malapena.
Non sapeva dove stava andando.
Ma decise di proseguire lo stesso.
Ogni passo che faceva si sentiva sempre più a disagio.
Pensava che allontanarsi dalla sua casa l’avrebbe resa più felice.
Ma non fu così.
Era molto impaurita e terrorizzata.
I rumori della foresta non facevano che aumentare.
«Chi c’è?» domandò Alexia in preda al panico.
Sembrava che fosse in preda alle allucinazioni.
Non faceva altro che udire strani bisbigli e parole incomprensibili.
Senza pensarci due volte, Alexia corse più veloce che poté.
Aveva la sensazione che qualcuno la stesse seguendo.
Che qualcuno le volesse fare del male.
Corse per chilometri e chilometri, arrivando infine dinanzi ad un grande lago.
«Ma dove sono finita?» si domandò.
I versi misteriosi della foresta non accennavano a diminuirsi.
Era come se fosse in trappola.
Non poteva proseguire.
Davanti a lei c’era questo enorme lago illuminato dalla luna.
«Stai lontana da me!» gridò esasperata coprendosi gli occhi per un momento.
Quando li riaprì, i rumori erano cessati di colpo.
Era calato definitivamente il silenzio.
Un silenzio surreale che continuava ad inquietare la giovane principessa.
Decise di tornare verso l’oscurità della foresta per riprendere la via verso casa.
Ne aveva abbastanza di questo posto.
Ma Alexia non andò molto lontano.
Qualcuno (o qualcosa), era nascosta a pochi passi da lei.
La fissava con occhi di un rosso brillante, pieni di terrore e di mistero.
«Fatti avanti!» gridò la ragazza tremando come una foglia.
«Rilassati, principessa. È da molto che ti stavo aspettando…»
La voce era cupa e raccapricciante.
Come se la morte avesse avuto il dono della parola.
«Come scusa?»
La figura misteriosa venne allo scoperto.
Indossava un vestito nero.
Aveva le sembianze umane con i suoi capelli mori, la sua bocca e il suo naso aquilino.
Ma non si poteva dire lo stesso delle sue orecchie a punta e dei suoi occhi rosso sangue.
«Che tipo di creatura sei tu?»
«Sono la protettrice della foresta. Il mio nome è Amarin»
«Amarin? Il tuo nome non mi è nuovo…»
Alexia ripensava ai momenti in cui sua madre e suo padre gli raccontavano le leggende che interessavano proprio la foresta.
Molte di queste parlavano di una certa Amarin: la regina nera.
Una creatura più crudele che mai.
Si raccontava che chiunque varcasse il confine del suo territorio, non tornasse indietro vivo.
«Non dirmi che dai retta alle credenze che la gente del tuo regno sparge…» disse Amarin con tono irritato.
«No. È solo che…»
«Vedrai che, conoscendomi meglio, ti farai un parere molto diverso da quello che sai finora su di me… Ho sentito che sei scappata dal tuo castello perché i tuoi genitori volevano organizzarti un matrimonio combinato.»
«E tu come fai a saperlo?»
«Ho i miei informatori.»
«Sei per caso una strega?»
«E anche se fosse? Ti faccio così tanta paura?»
«Emani molta inquietudine. Più ti fisso, più provo timore.»
«Mi dispiace farti questo effetto. Ma non è colpa mia se sono così.»
«No. Certo che no… Ma perché mi stavi cercando? Cosa vuoi da me?»
«Ho una proposta da farti.»
«E sarebbe?»
«Che ne diresti di diventare mia consigliera e fidata servitrice?»
«Come? Fidata servitrice?»
«Sotto la mia ala, diventeresti molto potente. Ti donerei poteri magici più forti di qualsiasi altra cosa, diventando invincibile.»
Alexia fissava la creatura con sguardo scettico.
Non credeva alle sue parole.
Sembravano prive di significato.
«Grazie dell’offerta. Ma credo che non accetterò.»
Gli occhi della regina nera si erano fatti più rancorosi.
«Ti do tempo di pensarci con calma, va bene?»
«Non servirà. Ho già preso la mia decisione. Voglio solo tornarmene a casa» ribatté Alexia voltandogli le spalle.
«Nel tuo corpo scorre una forza misteriosa che piano piano si impadronirà di te prendendo il sopravvento. Lascia che ti aiuti. Per il tuo bene.»
Alexia sembrava sul punto di irritarsi.
«Ma se non ci conosciamo nemmeno! Come puoi farmi una richiesta simile?»
«Avremmo tutto il tempo per conoscerci, principessa.»
«Mi dispiace, ma la risposta è sempre no. Io non ho nessun male oscuro dentro di me.»
«Come fai ad esserne sicura? Sei per caso una maga?»
«No. Ma non voglio credere alle tue parole. Mi sembra tutto surreale.»
«La magia non può essere una cosa reale. Non è da tutti averla. Tu sei una predestinata. Fin dalla nascita…»
«Da chi? Scelta per cosa?»
«Tu sei la prescelta… colei che guiderà le forze del male per riportarli allo splendore di un tempo.»
«Tu sei pazza. Io? Guida delle forze del male? Ma falla finita. Io non credo ad una parola di quello che mi hai appena detto.»
La rabbia della regina nera stava prendendo corpo.
«Come osi rivolgerti a me in questo modo? Ti ho fatto un’offerta allettante. Ti ho promesso di aiutarti a risvegliare i tuoi poteri assopiti da un sacco di anni. E tu mi tratti in questo modo?! Sei irrispettosa!»
«Io non voglio l’aiuto di nessuno! Voglio andarmene da qui e tornare dalla mia famiglia. Se solo riuscissi a ritrovare la via…»
«Mi dispiace, piccola mia. Ma senza il mio aiuto e il mio consenso, nessuno esce vivo da qui.»
Il ghigno malefico della creatura nera fece rabbrividire la povera Alexia.
«Con o senza la tua volontà, tu sarai mia.»
Alexia era in trappola.
Non poteva fare nulla contro Amarin.
Con un incantesimo, la principessa cadde a terra svenuta, mentre l’urlo di trionfo della creatura nera echeggiò nelle profondità della foresta.

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Capitolo 3
*** La generazione del male ***


«Eccoci arrivati vostra maestà» fece un soldato a Derek.
«Benissimo...»
Derek aveva lo sguardo perso nel vuoto.
Vedere quella visione di profonda oscurità lo turbava notevolmente.
«Qualcosa non va, vostra altezza?»
«No… Va tutto bene. Mandate subito un messaggero a mia moglie. Ditegli che il viaggio è andato bene e se ci saranno sviluppi, sarà la prima a saperlo.»
«Perfetto.»
Ma un urlo acuto improvviso scosse le orecchie del re.
«Che cos’erano queste grida?»
«Oh mio Dio! È Alexia!»
Re Derek, senza pensarci due volte, varcò il confine della foresta oscura, correndo a più non posso verso una metà sconosciuta e piena di pericoli.
 
Quando Alexia si risvegliò, riusciva a malapena a tenere gli occhi aperti.
Aveva la testa che gli scoppiava dal dolore.
E cosa più importante, non ricordava niente dell’accaduto.
Sentiva che c’era qualcosa di diverso in lei.
Era come se non sembrasse più umana.
«Finalmente ti sei svegliata» disse la regina nera al colmo della gioia.
«Che cosa mi hai fatto?»
«Ti ho trasformato in un cigno. Anzi, in un bellissimo cigno.»
«Come hai potuto? Riportami al mio stato originale o non rispondo di me!»
«Non sei nelle condizioni di darmi ordini, principessa. I tuoi poteri sono svaniti. Li ho risucchiati tutti.»
«Cosa?»
«Grazie alla mia magia. Visto che non volevi collaborare…»
«Puoi tenerti pure i miei poteri oscuri, ma ti giuro che se non mi fai tornare un essere umano, lo rimpiangerai per tutta la vita!»
«Certo che sei incorreggibile, principessa. Continui a minacciarmi… Appena avrò trovato anche la tua famiglia, il tuo tempo sarà scaduto. Non rivedrai mai più la luce del giorno.»
Alexia, terrorizzata, non osò controbattere.
«Sento che qualcuno si sta per avvicinare… e credo di sapere di chi si tratta…»
Derek, con una velocità straordinaria, raggiunse il lago della foresta, ascoltando la voce di sua figlia.
Quando vide che lei non c’era, il suo sguardo si rattristò all’istante.
«Un cigno… e io che credevo che tu fossi mia figlia…»
«Papà! Sono io!»
«Come?»
«Mi hanno trasformato…»
Derek non credeva ai suoi occhi.
«Tu… com’è possibile?»
«È stata quella strega! Ti prego, aiutami.»
«La storia si ripete, non è vero re Derek?»
Quella voce cupa e malevola lo fece sobbalzare dalla paura.
«Amarin… finalmente ci incontriamo…»
«Anch’io sono contento di rivederti, Derek.  Da quanto tempo è che non ci vediamo?»
«Da tanto tempo…»
«Eri un bambino molto piccolo quando provai ad eliminarti con la mia magia… Ma adesso sei cresciuto. E per giunta sei diventato re.»
«Papà, come fai a conoscerla?»
«È una lunga storia, mia cara» rispose la regina nera al posto di Derek. «Una storia che non ascolterai mai.»
La regina nera si apprestava a colpire la famiglia reale con la sua potente magia.
Ma qualcosa andò storto.
Qualcuno riuscì a contrastarla.
«Chi è là?»
«Lasciali andare, Amarin-»
Una figura incappucciata uscì allo scoperto, emanando quella sorte di mistero che non si placava.
«Che cosa vuoi tu? Lasciaci in pace!»
«Lascia andare questi umani. Non è ancora venuto il momento di eliminarli.»
«Ma come osi darmi degli ordini?! E poi chi sei?»
«Non discutere!»
La regina nera, spaventata dall’aura che il guerriero misterioso emanava, decise di arrendersi, dando il tempo ad Alexia e a suo padre di fuggire nella foresta.
 
«Allora, ti decidi di venire allo scoperto?»
«Non posso credere che con i poteri che tu disponi, non riesca a capire chi sono…»
Quando il guerriero misterioso si levò il cappuccio, la regina nera Amarin rimase sconvolta.
«La tua bramosia di potere non conosce limiti, mamma.»
«Tu! Cosa ci fai qui?»
La figura misteriosa aveva gli stessi lineamenti della madre.
I suoi stessi occhi.
«Non riesco ancora a capire perché li abbiamo lasciati andare. Li avevo in pugno! Potevamo finirli.»
«Ogni cosa a suo tempo…»
«Vedo che sei diventato molto più forte… l’ho capito dall’aura che emani…»
«I miei allenamenti nella foresta hanno dato i suoi frutti.»
«Che cos’hai in mente?»
«Voglio impossessarmi del regno della principessa Alexia.»
«E come vorresti fare?»
«Il Re Derek e la Regina Odette hanno bisogno di uno sposo per sua figlia, giusto? Bene, io sono la persona adatta per sposare la loro figlia.»
«Tu? Ma non vedi che non sei una creatura umana?»
«Ci potrei sempre diventare… La magia può ingannarli alla perfezione… ne sono sicuro.»
«Bene, se è così che vuoi agire, fai pure. Ma il mio piano per distruggerli sarebbe stato molto più breve ed efficace.»
«Non ci saranno morti. Lo sai bene che ho sempre odiato la violenza.»
«Certe volte credo che tu non sei sangue del mio sangue…»
«La foresta mi ha profondamente cambiato, mamma. Mi ha reso una persona molto diversa da quando ero bambino. Mi ha reso più paziente e più prudente. Cosa che tu non sei…»
«Smettila di farmi la predica. Ricordati che sono tua madre.»
«Questo non vuol dire che puoi fare quello che vuoi…»
«Ah no? E chi me lo impedisce? Tu? Hai per caso intenzione di attaccarmi?»
«Non lo farei mai. Ho anche imparato il significato della parola rispetto… Ma adesso basta parlare di ciò. Ho una missione da compiere.»
«Vai, figlio mio. E rendimi fiera di te.»
«Stai tranquilla. Non ti deluderò.»

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Capitolo 4
*** La trappola ***


Il figlio di Amarin si presentò alla corte reale con la tranquillità che lo contraddistingueva.
Voleva farsi ricevere.
A tutti i costi.
Anche se non era possibile.
«Il re e la principessa stanno riposando.»
«Allora vorrei parlare con la regina Odette.»
«Anche questo è impossibile. Mi dispiace. Provi a ripassare domani.»
«Greg, chi è questo bel ragazzo?»
La regina Odette fissava il figlio di Amarin con sorriso sincero.
Non notò per niente i suoi lineamenti diversi.
Era trasformato alla perfezione in una persona umana.
«Regina Odette, è un vero privilegio incontrarvi» disse il ragazzo inchinandosi e facendo il bacia mano. «Il mio nome è Rayner. Vorrei parlare in privato con voi, se è possibile. Riguarda vostra figlia.»
«E di cosa vorreste parlare voi due?»
La principessa Alexia sembrò averli colti sul fatto.
«Greg, vai pure. Torna alle tue faccende.»
«Come volte, maestà.»
«Chi è questo individuo, mamma?»
«Non lo so, figlia mia. L’ho appena conosciuto.»
«E cosa vorrebbe da me?»
«Principessa Alexia, è un vero piacere conoscervi…»
Alexia lo fissava con sguardo serio e pieno di disgusto.
«Come stai, Alexia?»
«Non molto bene, purtroppo. Non so come contrastare questo incantesimo… E se dovessi morire?»
«Non dirlo nemmeno per scherzo. Vedrai che troveremo una soluzione» fece Odette per rassicurarla.
«Sì, ma quale? Sono disperata.»
Alexia corse via con le lacrime agli occhi.
«Che cos’ha che non va?»
«Di notte si trasforma in un cigno. Mentre il giorno è una graziosa ragazza ribelle. Se solo potessimo trovare un contro incantesimo… Solo così potrà tornare alla vita normale.»
Odette, guardando il ragazzo, gli balenò un’idea.
«E se fosse il vero amore… l’unica cosa per…»
«Per spezzare l’incantesimo? Tutto è possibile…»
«Credo che siete capitato a fagiolo, Rayner.»
«Infatti sono qui per vostra figlia. Voglio sposarla e passare l’intera esistenza accanto a lei.»
«Però c’è un problema… Non se se accetterà l’unione. Mia figlia è molto restia sugli uomini che scegliamo io e mio marito.»
«Ma non sarete voi a scegliermi… mi farò avanti per mia volontà. L’amore ha bisogno di tempo, non credete?»
«Sì. Avete perfettamente ragione» ribatté Odette con un sorriso splendente.
 
Alexia se ne stava sul cornicione di camera sua a fissare l’ignoto.
Aveva le lacrime agli occhi per la vita che gli era toccata in sorte.
Anche se era la ragazza più ricca del regno, non era felice come voleva.
Aveva bisogno di qualcuno che le stesse vicino.
Qualcuno che sapeva comprenderla  e consolarla in momenti come questi.
Chi poteva aiutarla se non il principe nero?
«Finalmente ti ho trovata…»
La sua voce echeggiò nelle orecchie della principessa come un macigno.
«Che cosa vuoi da me?»
«Voglio solo parlare con te.»
«Per dirmi cosa? Noi non ci conosciamo nemmeno.»
«E questo che significa? Possiamo iniziare a conoscerci da ora.»
Alexia lo guardava storto.
Voleva essere lasciata in pace.
La sua presenza la irritava molto.
«Non ne ho voglia… Ti consiglio di lasciarmi in pace se non vuoi conoscere il lato peggiore di me.»
«Tranquilla, non ho paura.»
«Infatti non devi averne… Non so se una volta che mi avrai visto riuscirai a rimanere in vita…»
Rayner la trovava divertente.
Non poteva trattenersi dal ridere.
«Che cosa c’è? Perché stai ridendo?»
«Perché sei divertente…»
«Io non voglio essere divertente. Voglio essere lasciata in pace! Quando lo capirai?»
«Devi sapere che sono un tipo testardo. Quindi, se una cosa non voglio farla, non la faccio.»
Alexia, esasperata, si alzò dal cornicione dove era seduta.
Si avvicinò al ragazzo tenebroso e insistente.
Quando fu faccia a faccia, gli mollò una ginocchiata in pieno stomaco, sotto gli occhi di sua madre e suo padre.
«Alexia! Sei impazzita? Come hai potuto fare del male ad un pretendente?»
«Ah! Adesso capisco perché questo disturbatore è qui! Vuole conquistarmi! Ma non ci riuscirà mai!»
Improvvisamente, un grido di dolore colpì il cuore della principessa Alexia.»
«Alexia! Che cos’hai?» domandò sua madre avvicinandosi a lei.
«Non lo so… Sento una fitta dolorosa che mi sta distruggendo…  È davvero insopportabile…»
«Forse io posso aiutarti…»
Alexia fissava il ragazzo con sguardo scettico.
«E come faresti, scusa? Sei forse un mago o qualcosa del genere?»
«Questo adesso non ha importanza… Vuoi essere aiutata oppure no?»
IL dolore di Alexia non accennava a diminuire.
«Va bene! Ma ti prego, fa presto!»
Rayner si avvicinò alla ragazza toccandogli la spalla.
«Vi prometto che vostra figlia tornerà quella di un tempo» disse il ragazzo ai genitori della principessa.
«Va bene, ci fideremo di te» disse Odette con un filo di voce.
«Alexia, chiudi gli occhi.»
La principessa, senza sapere cosa aveva in mente il ragazzo, obbedì alla sua richiesta, borbottando parole incomprensibili.
Improvvisamente, la figura di Alexia e Rayner scomparvero dal regno di Derek e Odette.
 
Quando i due ragazzi riaprirono gli occhi, si ritrovarono dinanzi ad un immenso lago.
«Ma cosa… Come abbiamo fatto?»
«I miei poteri ci hanno trasportato fin qui…»
Alexia non sopportava tutto quel mistero.
Voleva sapere tutto di lui.
Voleva sapere cosa aveva in mente per lei.
«E perché siamo finiti proprio qui?»
«È qui dove tutto è iniziato… Ed è qui che il tuo destino deve cambiare…»
«Che intendi dire?»
«Se non vuoi rischiare di morire, devi immergerti nel lago…»
«Perché?»
«Basta fare domande. Fai quello che ti ho detto.»
Improvvisamente, Rayner si era rabbuiato.
«No! Non lo farò!»
Un’ombra nera avvolse il ragazzo.
Stava per perdere le sue sembianze umane.
«Ma che…»
L’incantesimo che Rayner ha fatto su di se aveva perso definitivamente il suo effetto.
«Ma tu sei…»
«Ormai mi hai scoperto…»
«Accidenti! Assomigli in modo incredibile alla regina nera.»
«Finalmente hai fatto la conoscenza di mio figlio, principessa Alexia.»
La voce di Amarin riecheggiò nell’ambiente.
«Come? Tuo figlio?»
«Esatto. Ti presento Trivium. Principe delle tenebre oscure e guardiano della foresta.»
«Allora questa è una trappola…»
Alexia era terrorizzata come non mai.
«Se ti ho portata qui è per salvarti la vita.»
«Salvarmi la vita?! Mi hai consegnato a tua madre! La persona più crudele che io conosca…»
«Finché ci sarò io a proteggerti, mia madre non ti farà mai del male.»
Le parole di Trivium sembravano sincere e piene d’amore.
Ma Alexia non voleva credergli.
Chi avrebbe ascoltato?
La sua ragione o il suo cuore?

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Capitolo 5
*** Il cuore nero illuminato dalle forze del bene ***


«Ma figliolo, cosa hai in mente?»
«Alexia, ti prego fidati di me. Non te ne pentirai…»
Trivium si inginocchiò da Alexia prendendogli la mano e trasportandola verso il lago.
intanto il sole era tramontato e il buio stava facendo strada alla sera.
Il dolore di Alexia diventava sempre più lancinante.
Stava per subire una trasformazione.
Abbandonò le sue sembianze umane per trasformarsi in un cigno.
«Allora il dolore deriva proprio da questo…»
«È così, Alexia.»
«E sentiamo, come vorresti aiutarmi?»
«L’unico modo per aiutarti è innamorandoti di me. Solo così l’incantesimo del lago verrà spezzato in modo permanente.»
Alexia era allibita dalle parole del principe nero.
«Io non sono innamorata di te… e non lo sarò mai!»
Il disprezzo fu talmente grande che Trivium non osò controbattere.
«Come vuoi tu… Allora è inutile rimanere qui in questo lago. È meglio che me ne vada. Domattina all’alba riprenderai le tue sembianze umane fino a domani al tramonto.»
Trivium uscì dal lago sconsolato.
«Che cosa credevi di fare?» domandò sua madre con tono rabbioso.
«Sento che in lei c’è un cuore… Devo soltanto fargli cambiare idea…»
«Fare cambiare idea agli esseri umani? Impossibile! Tu non conosci quella razza come la conosco io.»
«E tu che ne sai?»
«Avanti Trivium, non fare l’ingenuo. Ora che ha capito che sei figlio mio, non ti sposerà mai.»
«Vedremo…»
Trivium scomparve nell’oscurità della foresta, senza degnare di uno sguardo la sua amata.
Il rifiuto l’aveva ferito profondamente.
“Presto gli passerà… E sarà in quel momento che io agirò nei miei interessi…” pensò la regina nera con ghigno malefico.
«Sedotta e abbandonata…  questo è il mio vero destino?»
«In una cosa assomigli a mio figlio… Siete testardi tutte e due. Ma presto la vostra testardaggine finirà ed io trionferò con le mie forze del male.»
Dopo Trivium, anche la regina Amarin lasciò il grande lago, lasciando definitivamente sola la povera Alexia.
 
Trivium si sentiva in colpa.
“Ricattare Alexia in quel modo…”
Non poteva sopportarlo.
I suoi pensieri erano tutti rivolti a lei.
Senza pensarci due volte, decise di ritornare al lago.
Lei era sempre lì immersa nella più totale solitudine.
«Che cosa vuoi ancora da me? Lasciami in pace!» gridò esasperata Alexia. «Tu e tua madre… mi avete rovinato la vita.»
«Sono d’accordo…»
«Come?»
«Non è colpa tua se mia madre è in collera con i tuoi genitor.i»
«Ma cosa…»
«Sarò pure figlio di Amarin, ma non sono così terribile come lei. Io, ho incarnato in me, la pazienza necessaria per andare avanti e aver poteri superiori rispetto a lei. Per questo quando impartisco un ordine, mia madre non osa fiatare. Ha troppo paura di me.»
«Faresti mai del male a tua madre?»
«Se non sono costretto no. Atrimenti…»
«Io… non vi capisco… siete delle strane creature.»
«Potremmo dire lo stesso di voi esseri umani. Ma questa è un’altra storia. Sono venuto qui solo per te…»
«Adesso cos’hai in mente?»
«Voglio farti tornare come prima…»
«Credo di essere stata abbastanza chiara, non credi?»
«Ho accantonato il mio desiderio… ci ho pensato a fondo… Non è giusto che tu continui a soffrire. Per questo voglio spezzare l’incantesimo.»
«Vuoi prendermi in giro?»
«Stai a vedere…»
Trivium concentrò tutte le sue energie nelle sue mani.
Pronunciò l’incantesimo desiderato con parole incomprensibili.
Alexia, immobile, venne travolta da un raggio di luce.
Un raggio di luce accecante.
Un raggio di luce cha l’avrebbe salvata da ogni male presente in lei.
 
Quando si risvegliò, era ancora buio.
L’oscurità prevaleva sovrana.
Sentiva un calore sconosciuto.
Qualcosa la stava toccando.
Era Trivium che la stava accarezzando.
«Finalmente ti sei svegliata.»
«Sei tu…»
«Sono stato qui tutto il tempo a vegliare su di te.»
«Ma perché proprio io? Perché vuoi me a tutti i costi?»
Trivium sentì mancare un battito nel suo cuore.
Qualcosa che non aveva mai provato prima.
«Non lo so… Sento uno strano presentimento… un presentimento sconosciuto…»
«Stai provando affetto per me. Ti sei innamorato, forse?»
«Può darsi… È così che si sentono gli esseri umani quando sentono una forza sconosciuta dentro di loro?»
«Sì, esatto.»
Alexia aveva la voce flebile.
Era rimasta senza un briciolo di energie.
«Devi riposarti. Ti riporterò al castello.»
Ma qualcosa bloccava il loro cammino.
«Voi due non andrete da nessuna parte.»

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Capitolo 6
*** Una vita per un'altra ***


La regina Amarin li fissava con sguardo pieno d’odio.
«Lasciaci andare, madre.»
«No! Lei è mia! Tu vuoi riportarla dai suoi genitori! E per giunta hai spezzato il suo incantesimo! Come hai potuto?! Credevo che…»
«Ora basta con le parole! Non ho tempo da perdere.»
«Tu sei mio figlio! Sangue del mio sangue! Non puoi farmi questo!»
Amarin sembrò fuori di sé.
«Anche se siamo dello stesso sangue, siamo due creature completamente diverse. Siamo cresciuti con due diversi ideali… Il tuo è la più totale distruzione, mentre il mio…»
«È stata lei! È lei che ti ha fatto il lavaggio del cervello! È tutta colpa della sua pietà!»
«Forse sì, forse no… Ma cosa importa? Io ne sono innamorato. Ed è questo che conta per me.»
Amarin, stanca delle parole di suo figlio, scagliò un forte raggio oscuro contro suo figlio.
«Come… hai potuto?»
«Se non sei con me, sei contro di me. Ed io devo eliminare tutti coloro che cercano di intralciarmi. A qualsiasi costo.»
Amarin concentrò gran parte delle sue energie nella sua mente.
Un energia così potente che anche Trivium avrebbe trovato grandi difficoltà.
«Adesso proverai tutta la mia forza! E per cominciare, la tua amata farà parte di me…»
«Che cosa…»
Improvvisamente, Alexia fu risucchiata nel corpo della regina nera.
«No! Maledetta! Te la farò pagare!»
«Voglio vedere come… Una volta entrati nel mio corpo, non si esce vivi. E se proverai a distruggermi, anche la tua principessa farà la mia stessa fine.»
Trivium era completamente allibito e arrabbiato.
Aveva tutto da perdere e niente da guadagnare.
Ormai sembrava davvero tutto perduto.
«Allora Trivium, cosa decidi? Io ti sto aspettando.»
«Va bene… Hai vinto tu…»
«Cosa? Ti arrendi?»
«Davvero? Senza nemmeno combattere?»
«Sei mia madre. E io non combatto contro la mia famiglia… Mi dispiace.»
«Sono sconcertata… Ho fatto un grandissimo errore ad averti mandato ad addestrare nelle profondità della foresta. Non so davvero più chi sei…»
«Vedrai che dopo non ti importerà più…»
«Perché?» domandò Amarin con sguardo confuso.
«Perché non ho altro motivo per vivere…»
«No? Conquistare questo regno non è un buon motivo?»
«Non per me… Sei pronta? Stai per assistere alla mia totale distruzione. E vuoi sapere una cosa? Tutto questo sarà per colpa tua.»
Amarin lo fissava con sguardo incredulo.
Non poteva credere alle sue parole.
«No! Fermati!»
«Ormai ho preso la mia decisione»
“Il mio unico erede… non posso permettere che finisca così!”
«Non puoi sacrificare la tua vita per un essere umano. È inaudito!»
«Allora lasciala andare! Lei non centra nulla. È una questione tra me e te.»
«Mai!»
Trivium fissava sua madre con sguardo truce.
Non voleva mollare.
Per nessun motivo.
«Bene… Addio.»
L’aura di Trivium si stava azzerando, fino a cadere in un sonno profondo.
Amarin rimase a fissarlo.
«E va bene. La lascerò andare.»
Nell’udire quelle parole, Trivium riacquistò subito energia.
«Ma ad una condizione…»
«E sarebbe?»
«Che tu non avrai niente a che fare con gli esseri uman.i»
«Perché dovrei accettare la tua richiesta? Senza Alexia io non sono niente…»
«Basta! Mi hai stufato! Sei una creatura debole. Non sei degno di essere mio figlio.»
Amarin perse definitivamente la pazienza.
Era come fuori di sé.
Non poteva sopportare un simile affronto.
«È giunta l’ora di farla finita. Una volta per tutte.»
Le energie di Amarin trovarono sfogo con una serie di colpi che Trivium riuscì a malapena a schivare.
«Bene! Se è questo che vuoi…»
Trivium non ci mise molto a controbattere.
Ormai la guerra era aperta.
Stava per cominciare la battaglia più feroce che l’intera foresta avesse mai visto.
La foresta stava per essere definitivamente rasa al suolo.
Tutti gli animali erano fuggiti.
Ormai erano rimasti solo Amarin e Trivium.
«Non credevi  che ti avrei tenuto testa, vero?»
«So dei tuoi poteri, mamma. Infatti non ho fatto altro che contrastarli.»
«Sì, ma adesso la musica cambierà… radicalmente.»
Amarin concentrò tutte le energie rimaste per sferrare il colpo finale.
«Preparati. La tua ora è giunta!»
A causa della devastante forza che Amarin si preparava a scatenare, liberò la principessa Alexia che era imprigionata dentro di lei.
Quando riaprì gli occhi, aveva la mente confusa.
Però davanti a sé riconobbe subito Trivium.
«Trivium…»
Il colpo che Amarin si stava apprestando ad usare era arrivato alla massima potenza.
«Mi dispiace, figliolo. Ma se hai scelto lei al posto mio, dovrai pagarne le conseguenze.»
Un’ombra oscura si stava per abbattere su Trivium.
Non riusciva a contrastarla.
Nemmeno i suoi poteri superiori poterono nulla.
«È finita…»
Ma Trivium non venne mai colpito.
Qualcuno si era anteposto tra lei e il colpo di Amarin.
E quel qualcuno era proprio la principessa Alexia.
«Alexia!»
Il grido di Trivium riecheggiò in tutto il regno e in tutta la foresta.
«Sciocca. Cosa credeva di fare?»
Amarin era rimasta senza energia.
Respirava a fatica.
«Alexia, perché l’hai fatto?»
«Non potevo permettere… è tutta colpa mia se tu e tua madre…»
«No! Tu non centri niente! L’ho voluto io.»
«Trivium… mi dispiace… mi dispiace se non potremmo avere una vita insieme…»
Trivium aveva le lacrime agli occhi.
Piangeva proprio come un essere umano.
Era esasperato dal dolore.
Non poteva accettare tutto questo.
«Però ricordati una cosa: io ti amo. Mi dispiace solo averlo capito troppo tardi…»
Fu l’ultima frase che Alexia riuscì a dire prima di emettere l’ultimo respiro.
«No! Non può finire così! Non lo permetterò!»
Lo sguardo feroce di Trivium andò a posarsi su quello di sua madre.
«Maledetta! È tutta colpa tua!»
Amarin, forse pentita per il destino inferto alla povera principessa, non riuscì a dire niente.
Il suo silenzio era più efficace di mille parole.
«Io…»
«Non c’è nessun io, mamma! Come hai potuto farmi questo?! Adesso sei contenta? L’hai uccisa. Hai rovinato la sua vita. E anche la mia…»
Amarin era profondamente delusa.
Se solo l’avesse capito prima.
Se solo avesse capito  l’amore.
Tutto questo non sarebbe mai successo.
«C’è solo un modo per rimediare ai miei errori…»
«E sarebbe?»
«Posso donare le mie ultime energie a lei. Facendo così potrebbe tornare in vita, coronando finalmente il vostro sogno d’amore…»
«Non ci credo! Non credo alle tue parole! Sei una bugiarda!»
«Vuoi mettermi alla prova? Tanto ormai 'hlo capito che la sua vita è più importante della mia…»
«Smettila di fare paragoni. Tu sei mia madre!»
«E in qualità di madre, rimedierò ai miei errori. Sta a vedere…»
L’aura di Amarin uscì dal suo corpo per posarsi su Alexia.
Improvvisamente, la principessa riprese a vivere.
Trivium non poteva credere ai suoi occhi.
Per la prima volta, sua madre aveva mantenuto una promessa.
Una promessa talmente importante da farlo completamente ricredere su di lei.
«Alexia! Sei viva!»
«Sì… E tutto grazie a tua madre…»
Alexia era ancora molto debole.
Aveva bisogno di riposo per recuperare definitivamente le energie.
«Ti porto subito al castello.»
«Aspetta un attimo…» lo interruppe Alexia.
«Cosa c’è?»
«Tua madre… Non vuoi dargli un ultimo saluto?»
Trivium la guardò con sguardo perplesso.
«Sì, hai ragione…»
A piccoli passi, Trivium si avvicinò a sua madre.
Non sapeva cosa dirgli.
«Mamma…»
«Hai visto? Che ti dicevo? Ho mantenuto la mia promessa?»
«Io… Tutto questo non doveva succedere…»
«È tutta colpa mia, figliolo. Sono io che dovevo rimediare… E l’ho fatto a costo della mia vita.»
«Non voglio che tu te ne vada…» disse Trivium con le lacrime agli occhi.
«Devo figliolo. Questo è il mio destino. E non posso fare nulla per sottrarmi.»
Trivium non disse nulla.
Era profondamente commosso.
«Ma non ti preoccupare… Un giorno ci rivedremo… In un’altra vita.»
«Sì mamma…»
«Addio.»
Il corpo di Amarin si dissolse come polvere.
Di lei non c’era rimasta nessuna traccia.
Era completamente sparita.
La foresta riprese a germogliare con tale velocità che nè Trivium né Alexia se ne accorsero.
Adesso dovevano guardare avanti.
Dovevano iniziare una nuova vita.
Non si sarebbero mai lasciati.
Perché il loro amore era più forte di qualsiasi altra cosa.
Anche se quel giorno, si dovette consumare un sacrificio.
Una amaro sacrificio.
«Trivium…»
«Avanti Alexia, torniamo al castello. I tuoi genitori ti stanno aspettando.»
Sul volto di Trivium traspariva un sorriso.
Un sorriso che per Alexia voleva dire speranza.
La speranza di una nuova vita.

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