Miraculous: Vies Croisées

di Haiwan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Paris ***
Capitolo 3: *** Coincidenze? ***
Capitolo 4: *** "Mostro" ***
Capitolo 5: *** Lycan ***
Capitolo 6: *** Riunione ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

Molti secoli or sono vennero creati dei gioielli magici che racchiudevano incredibili poteri: i Miraculous.
Nel corso della storia gli eroi si sono serviti di questi gioielli in nome del il bene dell'umanità.
Tra tutti due sono i Miraculous più potenti: gli orecchini della coccinella, che strasmettono il potere della creazione, e l'anello del gatto nero, che trasmette il potere della distruzione.
La leggenda vuole che colui che avrà il controllo di entrambi otterrà il potere assoluto.

Ma purtroppo non tutti gli eroi sono tali.

« Pensi che lei sia pronta? »
« Assolutamente sì. Dubiti della ragazza? »
« Non di lei, dubito della profezia »
« Tranquillo, andrà tutto bene... me lo sento, lei è quella giusta. Porremo fine a tutto questo. Insieme. »


Milano, ore 7:35.
Giugno ormai era arrivato e con lui anche quei maledetti esami che ti fanno stare in ansia per mesi solo per ottenere uno stupido pezzo di carta. Certo, prendere il diploma è comunque un traguardo da raggiungere, ma perché fare delle prove scritte ed orali??
Ennesima giornata tipica di chi va a scuola, sveglia che suona, io che mi alzo maledicendo tutto e tutti, colazione, bagno, vestiti e viiiiiaaa verso nuove avventure.. noiose da morire.
All'epoca non potevo immaginare che di lì a poco qualcosa avrebbe cambiato la mia vita per sempre. Ma di questo parleremo dopo.
Come da programma finii la scuola ed ottenni con non poche difficoltà quell'agognato diploma. Presi 78 e, finalmente, potevo godermi il resto dell'estate.
Però avevo un obiettivo ben preciso: fare un viaggio a Parigi. Cosa che, purtroppo, non potevo permettermi.
Vivevo da sola con mio padre, un fotografo di moda. So a cosa state pensando: "Oh, è un lavoro che fa fruttare bei soldoni!" oppure "Oh, saranno ricchissimi!". Be', non viaggiate troppo con la fantasia.
Purtroppo in quel periodo lavorava davvero poco, era già tanto se lo chiamavano due o tre volte a settimana e con tutte le spese che avevamo non me la sentivo proprio di chiedergli ulteriori soldi per un viaggio. E poi.. lui non lo doveva sapere.
Così decisi di darmi da fare e di trovarmi un lavoro.
Passai l'estate tra i tavoli di un ristorante a prendere ordinazioni e subire le urla del mio capo. Feci anche da babysitter e fortunatamente in quell'ambito m'erano capitati bambini già grandicelli e abbastanza tranquilli. Che bell'ambizione per un'aspirante fotografa eh?
Alcune madri conoscevano la mia passione ed ogni tanto mi invitavano ai compleanni dei propri figli per farsi fare delle foto o dei filmini di famiglia, così mi intascavo dei soldini in più.

Arrivò Settembre finalmente, e senza pensarci due volte presi il mio biglietto aereo Linate - Charles de Gaulle. Ero così felice.. il mio più grande desiderio si stava realizzando.
Feci le valige e partii in mattinata.
Durante il volo pensai a tantissime cose, specialmente agli ultimi due mesi, da quando trovai quella strana scatolina sul mio comodino, che in quel momento mi stavo rigirando tra le dita.. quei simboli rossi erano così enigmatici, mi perdevo continuamente in quella specie di labirinto rosso raffigurato sopra il cofanetto esagonale, chissà cosa significava..?
In qualche modo me ne sarei occupata in un secondo momento, avevo ben altro a cui pensare.
Avrei rivisto lui di persona, e non solo tramite le foto. Il momento era ormai vicino.
A destarmi dai miei pensieri ci pensò l'altoparlante che annunciò l'imminente atterraggio dell'aereo.
« Eccoci, siamo arrivati » Sussurrai portandomi il cofanetto nero vicino alle labbra, ero sicura che chi v'era all'interno sentisse quello che dicevo.
« Metteremo la parola 'fine' a questa storia. Te lo prometto »


Tana di Haiwan

Salve a tutti! :D e soprattutto salve a te, lettore che sei arrivato fin qui!
Dovrei presentarmi? Non ne ho idea, è la prima volta che scrivo su questo fandom.
Ordunque! Nella vita di tutti i giorni io sono Haiwan, una ragazza normale (più o meno) con una vita normale (a seconda dei punti di vista) che ha deciso di scrivere una storia su Miraculous. Fine!
Scherzi a parte, ho scoperto questo meraviglioso prodotto d'animazione diversi mese fa, e me ne sono innamorata alla follia, e come succede in questi casi quando una cosa mi piace tanto decido di scriverci una bella storiella x3
Spero che questo prologo abbia suscitato la vostra curiosità, consigli e critiche sono ben accetti ^-^

Ringrazio il mio buon amico 
GeneraleKesserling che mi ha aiutata facendomi da Beta Reader e che ha sopportato i miei scelri e le mie paranoie. Grazie caro x3.

E nulla, al prossimo capitolo! (Che spero di pubblicare presto... sigh!)

Perdonatemi per possibili errori grammaticali
 

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Capitolo 2
*** Paris ***


Capitolo 1: Paris

Parigi, casa di Marinette Dupain-Cheng.
« Uff! Ma perché i compiti non possono farsi da soli? » Sbuffai per l'ennesima volta mentre mi accasciai a peso morto sulla scrivania.
« Marinette! Non è il momento di poltrire! Domani hai una verifica e devi ancora studiare! » Disse una vocina in tono di rimprovero.
« Tikki, in questi momenti vorrei davvero scambiarmi con te, così proveresti sulla tua pelle cosa significa essere una studentessa! » Ribattei, sospirando, aspettandomi una risposta dalla Kwami che però non arrivò. Alzai lo sguardo e la scorsi guardare fissa fuori dalla finestra.
« Tikki? » Provai a chiamarla, ma sembrava essere entrata in una specie di trance. Mi alzai dalla sedia e mi avvicinai al piccolo spiritello rosso. « Ehi? Tutto a posto? » Le chiesi agitando una mano di fronte a lei.
« Eh? Cosa? » Tikki sembrò risvegliarsi e scosse la piccola testolina per poi guardarmi con i suoi occhietti blu.
« Stai bene? Sembravi pietrificata..  » Mormorai in tono piuttosto preoccupato.
« Oh, sì sto benissimo, Marinette! Su, avanti, dobbiamo a finire i compiti! » Esclamò l'esserino rosso a pois neri, volteggiando sulla mia scrivania. Era strano vederla cambiare umore così improvvisamente, ma non ci diedi molto peso in quel momento.
« Vuoi dire devo finire i compiti » La corressi, sbuffando una risata.
Non avevo la minima idea che di lì a poco la mia vita, già di per sé fuori dal normale, avrebbe avuto una svolta inaspettata.

Parigi, casa di Adrien Agreste.
« Plagg!? Plagg! Dov'è il telecomando?! »
« Oh, Adrien! Non puoi dare la colpa a me ogni volta che ti sparisce qualcosa! »
« Siamo in due in questa stanza, e io sono un tipo abbastanza ordinato, e sono sicuro di aver lasciato il telecomando sul tavolino, dove lo lascio sempre! O si è spostato da solo, oppure un certo Kwami l'avrà scambiato di nuovo per qualcosa da mangiare per poi rimanerne deluso e lanciarlo chissà dove! »
Il piccolo spirito nero roteò gli occhi verdognoli, sbuffando sonoramente per poi riprendere a mangiare il suo inseparabile Camembert.
Sospirai, tanto sapevo che non mi avrebbe aiutato.
Guardai ancora una volta sotto il divano, ma questa volta aiutato dal flash del mio telefono ed eccolo là, l'oggetto incriminato! Con una mossa pari a quella di un contorsionista allungai il braccio il più possibile per raggiungere quel maledetto telecomando e dopo un paio di tentativi riuscii ad afferrarlo.
« Ha-ah! Preso! » Esclamai vittorioso sollevando l'oggetto come se fosse una spada. « No comunque grazie Plagg, il tuo aiuto è stato molto utile » Dissi con molto sarcasmo, girandomi verso il Kwami dalle sembianze feline, ritrovandomi però a parlare con il nulla.
« ..Plagg? » Mi guardai attorno e notai la piccola macchiolina nera fluttuare davanti all'immensa vetrata di camera mia. Mi avvicinai a passo lento, osservando lo strano comportamento del minuto spirito della sfortuna.
« Plagg che c'è? Hai visto qualcosa? » Tentai di chiedere, ma lui sembrava che non mi stesse ascoltando, il suo sguardo sembrava.. spento, come se fosse ipnotizzato.
« Lui sta arrivando.. » Disse poi, non togliendo lo sguardo da.. qualsiasi cosa stesse guardando.
« Cosa? »
« Lui.. è.. qui.. » Mormorò. Cominciai a preoccuparmi.
« Plagg di chi stai parlando? » Chiesi, ma non mi arrivò mai una risposta.
Il Kwami nero scosse velocemente la testa e si guardò attorno confuso.
« Eh? Chi? Cosa? Dov'è il mio Camembert?? » Esclamò leggermente innervosito.
Tentai di dire qualcosa ma prima che lo facessi lui schizzò via e ritornò a mangiarsi quel puzzolente formaggio.
"Ma.. cosa è appena successo..?"

Parigi, casa del Maestro Fu.
« Maestro! Maestro! » Esclamò il Kwami verde chiaro, uscendo fuori a gran velocità dal suo nascondiglio. Per poco non mi strozzai con il thè che in quel momento stavo bevendo.
« Coff coff.. Wayzz, cosa c'è? Riguarda Nooro? Hai ancora sentito la sua aura? »
« No, Maestro.. ho avvertito un'altra aura, l'aura di qualcuno che non sentivo da secoli.. qualcuno di estremamente oscuro.. »
« Raccontami, voglio sapere tutto »

Parigi, indirizzo sconosciuto.
Inserii le chiavi nella serratura e dopo un bel po' di giri la porta si aprì, rivelando un piccolo appartamento all'interno.
Presi un bel respiro e mi addentrai in quella vecchia casa, be' non era poi così vecchia, ma erano passati anni dall'ultima volta che ci ero stata.. .
« L'ultima volta che sono stata qui avevo i capelli lunghi.. caspita, quanto tempo.. » Mormorai mentre il mio sguardo osservava quel luogo pieno di ricordi.
« Va bene, ora puoi uscire fuori, amico mio » Dissi aprendo il cofanetto esagonale nero, nel quale v'era un gioiello che s'illuminò all'istante ed una scia di luce schizzò fuori dall'oggetto e si mise davanti a me.
La sfera di luce pian piano svanì e si rivelò poi essere un mammifero. Un carnivoro per la precisione.
« Whoah! Dopo diecimila anni lì dentro uno si ritrova col collo tutto incriccato! » Esclamo con una smorfia di dolore sul muso.
A quell'affermazione risi fino a sentirmi quasi soffocare.
« Primo: non rubare le citazioni altrui! E secondo... diecimila anni? Ma se ci sei stato solo per un giorno dopo due mesi di piena libertà! » Esclamai per poi dirigermi verso l'uscita e afferrare le valige, trascinandole all'entrata.
« ...sei una guastafeste! » Disse lui mettendo il broncio. Per essere un animale era molto espressivo.
Dopo aver messo a posto le borse mi voltai verso il mio Kwami e notai subito che il suo sguardo era preoccupato: potevo immaginare per cosa.. dopotutto ci aspettava un compito molto importante.
« Secondo te li troveremo proprio qui a Parigi? » Domandai, facendolo ridestare dai suoi pensieri.
« Certo, sento la loro aura.. loro sono qui » Rispose sicuro di sé.
« Eeeee.. dopo che li avrò incontrati.. cosa devo dire esattamente? » Chiesi con un tono un po' incerto.
« La verità. Nient'altro che la verità »


Tana di Haiwan

Salve ragazzi! Eccomi nuovamente qui :3
Wow, questo probabilmente è un record! Non ho mai pubblicato così presto un nuovo capitolo. Probabilmente viene anche dal fatto che è abbastanza corto ma non preoccupatevi, non saranno tutti così u.u
I nostri nuovi personaggi sono arrivati a Parigi! Che succederà adesso? Come mai i Kwami si comportano in modo strano? Ma sopratutto... chi è a muovere i Muppet? ò-ò

Ringrazio GeneraleKesserling che risponde ad ogni mia stupida domanda (???). Soldato, chi muove i Muppet?? °-°

Al prossimo capitolo, Miraculers! :3
 
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Capitolo 3
*** Coincidenze? ***


Capitolo 2: Coincidenze?
 

« Buongiorno, parigini! Ed ecco le notizie del giorno: questa notte alcuni testimoni hanno affermato di esser stati aggrediti da una misteriosa creatura, sentiamo alcune testimonianze »
« Oh, ma certo! Era una bestia enorme! Sarà stata alta due metri, se non di più! »
« Aveva degli artigli spaventosi, ma la cosa peggiore era la bocca! Con quei denti orribili.. uh! Ho ancora i brividi! »
« Sembrava avere una forma umana.. ma allo stesso tempo animalesca.. e aveva la pelliccia, ne sono sicura »

"Sarà un altro akumizzato..?"
« Marinette! Sbrigati o farai tardi di nuovo! »
« Sì mamma! Ho quasi finito! »

Scuola Françoise Dupont
« Marinette! Che è successo oggi? Sei arrivata in tempo! » Esclamò Alya sorpresa, dandomi una pacca amichevole sulla schiena.
« Hehe, hai visto? Persino io, Marinette Dupain-Cheng sono in grado di arrivare per tempo a scuola! Ma piuttosto, non vedo Adrien.. »
« Quando sono arrivata non c'era, e nemmeno Nino l'ha visto, ma non preoccuparti, sono certa che arriverà »

"Se non fosse stato per Plagg sarei già a scuola! Maledetto il suo stomaco e maledetto Camembert!"
Non so cosa successe quella mattina, chiamatelo 'Fato' o 'Destino' fatto sta che mentre mi preparavo per la scuola improvvisamente mi lanciai di peso sul divano e senza accorgermene mi sedetti proprio sopra una scatola di Camembert, aperta tra l'altro, e mi imbrattai i pantaloni di quel puzzolente formaggio.
Naturalmente poi persi ancora tempo nel levarmi gli indumenti e cercarne altri puliti, e così uscii di casa più tardi del solito.
Durante il viaggio guardai fuori dal finestrino e dato che quel giorno il 'Gorilla' prese la macchina e non la Limousine. Non aveva i vetri oscurati perciò le persone da fuori potevano vedere all'interno del veicolo.
Prese la solita strada, ma qualcosa attirò la mia attenzione, qualcosa di davvero insolito per me.
Vidi una ragazza sopra a uno skateboard andare a una velocità davvero elevata, quasi come un'auto. La sua espressione era sicura e decisa, sapeva quello che stava facendo. Improvvisamente il suo sguardo si spostò nella mia direzione, probabilmente si era accorta che la stavo fissando, e i nostri occhi s'incrociarono. La sua espressione mi sorprese, perché non era da "Che hai da guardare?" ma era piuttosto sorpresa e.. incantata? Probabilmente mi conosceva, visto che sono su quasi tutte le riviste di Parigi, perciò la sua reazione non era una novità per me.
Feci un sorriso e la salutai con la mano, lei fece lo stesso ma quello che successe dopo mi spiazzò sul posto.
In pratica lei per tutto quel tempo non aveva guardato dove andava e andò dritta a sbattere contro un cartellone e di conseguenza si fece un volo per terra.

Quel giorno avevo deciso di farmi un giro sullo skateboard per rendere più divertente il mio giro da turista nella meravigliosa Parigi.
Andai in centro e feci lo slalom tra le persone, sempre stando attenta a non urtarle o a passarci troppo vicino. Poi svoltai a destra e la strada era completamente deserta, così aumentai la velocità e spinsi sempre di più con il piede.
Era una sensazione meravigliosa: il vento tra i capelli, la sensazione di pericolo, l'adrenalina che mi scorreva nelle vene.. era meraviglioso!
Però in quel momento fu interrotto da una strana sensazione, come... se qualcuno mi stesse osservando; mi guardai in giro, ma non vidi nessuno su quella strada, poi improvvisamente un rumore alla mia sinistra attirò la mia attenzione e vidi un'imponente macchina grigio scuro che stava accelerando.
Ma non fu tanto l'auto in sé a turbarmi, quanto la persona all'interno.
Un ragazzo, sui sedici anni, aveva i capelli di un colore paragonabile ai campi di grano, e gli occhi verde chiaro.. quegli occhi.. .
"È.. è lui..? Oh cazzo sì è lui! Ommioddio! E adesso che faccio?! Co-cosa.. mi sta salutando?! P-perché mi saluta?? Argh, riprenditi e saluta anche tu!"
Le mie labbra formarono un timido sorriso e ricambiai il saluto, ma qualcosa interruppe bruscamente quel momento.
Mi accorsi solo all'ultimo momento di quel cartellone rigido, non ebbi il tempo di svoltare o fare qualsiasi cosa e accadde l'inevitabile: mi scontrai contro quell'oggetto.
Data l'elevata velocità presi una bella botta e scivolai per colpa delle ruote della tavola e caddi all'indietro. Fortunatamente riuscii a girarmi sul fianco, in modo da non battere la testa al suolo, ma il mio gomito subì tutto il peso del mio corpo e attutì la caduta, sentii un male atroce in quel punto. 
« Ooooii... i-il goooomitooo! Uff! Mi sono slogata qualcosa.. » Mormorai dolorante mentre mi sdraiavo sulla schiena. Avevo il sole in faccia e così non vidi che qualcuno si era avvicinato a me.
« Hey? Tu vas bien? Tu m'entends? » Disse una voce, era un maschio, probabilmente giovane.
« ....eh? Cosa? » Chiesi, cercando di guardare l'interlocutore, riuscii a vedere solo una sagoma ma quando questa si accucciò accanto a me e la sua testa coprì il sole riuscì a scorgere due iridi verdi che mi osservavano senza alcuna espressione di scherno o irrisoria, ma piuttosto si leggeva una grande preoccupazione.
Il mio cuore perse un battito.
Era lo stesso ragazzo che era nell'auto.
« Ça va? » Ripeté lui. Nel frattempo il mio cervello era esploso e dovevo rimettere a posto i pezzi, ma purtroppo quello che uscì dalla mia bocca era completamente diverso da quello che avevo pensato.
« Oh, sì! Cioè yes! Cioè no, ja! Da! Oh, dannazione! Oui! Oui! Je vais bien » Dissi balbettando, e come se non bastasse feci una confusione immensa con le lingue.
Il biondino mi guardò un po' confuso ma non ci fece troppo caso (almeno così ho sperato) e mi aiutò ad rialzarmi.
« Merci » Dissi mentre passavo le mani sui vestiti per mandare via la polvere.
« Sei sicura di stare bene? Hai fatto un bel volo.. » Mi chiese lui, nel frattempo io raccolsi tutta la mia buona volontà per ricordarmi le cose da dire in francese e di non fare ulteriori figuracce.
« Sì sì! Sono sicurissima, piuttosto.. non era il caso che fermassi la macchina per me.. » Mormorai distogliendo lo sguardo.
« Era il minimo, dopotutto è anche colpa mia se sei andata a sbattere » Disse passandosi una mano tra i capelli, era sia imbarazzato che dispiaciuto.
Gli sorrisi e rimanemmo a guardarci per una manciata di secondi. Ce l'avevo lì, davanti a me.. Adrien Agreste.. non potevo crederci. Il mio cuore batteva all'impazzata.
Quel momento fu interrotto abbastanza bruscamente a causa del suo autista che suonò il clacson.
« Oh, adesso devo proprio andare.. ci vediamo allora, e stai attenta » Disse lui avviandosi verso l'auto.
« Direi che questo è un giorno da ricordare.. » Sussurrai mentre raccoglievo il mio skate.

« CHE COSA HAI FATTO?! » Urlò il Kwami dal pelo argenteo.
« Eddai, Wolfie! Non ho fatto niente di male! E poi è stato assolutamente casuale! » Esclamai con le mani avanti, cercando di giustificarmi.
« E menomale che ti avevo detto di non attirare l'attenzione! Ma cosa devo fare con te? » Sospirò esasperato.
Quando tornai a casa raccontai quello che era successo allo spiritello dato che aveva notato che avevo il braccio dolorante, peccato che non aveva preso bene la notizia del mio incontro con il modello francese.
« Senti, non è successo nulla, va bene? Sono caduta e lui mi ha aiutata. Tutto qui. Anzi, è stato anche molto gentile.. » Dissi per provare a convincerlo, ma niente da fare.
« Te ne prego, non fidarti troppo di lui.. oggi sei uscita senza di me ma d'ora in poi sarò la tua ombra, intesi? » Domandò con tono severo.
« E sai cosa vuol dire questo? » Chiesi alzando un sopracciglio.
« Sì, lo so. Ma non ho scelta » Rispose molto seccato.
« Allora ti prendo il collare e il guinzaglio, mio caro cagnolino » Decretai, sottolineando l'ultima parola, inutile dire che mi guadagnai un'occhiataccia da parte del Kwami.
Vedete, lui non era un Kwami come gli altri, ovvero tenero e piccolo e capace di volare, come avrebbe dovuto essere, no.. lui era un animale vero e proprio, dimensioni comprese.
Infatti era un bellissimo lupo dal manto grigio con sfumature argentee su tutto il corpo, e gli occhi erano di un giallo acceso, meravigliosi.
Il suo vero nome era Ronn ma io lo chiamavo Wolfie, sia per proteggere la sua identità e sia perché mi piaceva di più chiamarlo così. Ormai era il suo soprannome.
« Che cosa umiliante.. » Mormorò mentre gli mettevo un collare di cuoio marrone scuro con la targhetta identificativa.
« Be', parole tue: "Non dobbiamo attirare l'attenzione". Pensi che passeremo inosservati se ti lasciassi libero e senza collare? » Domandai, anche se era retorica.
« No, ovviamente no.. ma è comunque seccante, prova tu ad avere una cosa che ti stringe il collo tutto il giorno » Ringhiò il lupo. Non potevo dargli torto, ma era l'unico modo per risultare 'normale'. Anche a Milano facemmo la stessa cosa e quando mi chiedevano la sua razza ogni volta rispondevo una cosa diversa. Certe volte dicevo che era un Cane Lupo Cecoslovacco, altre che era un Cane Lupo di Saarloos, altre che era un incrocio con un Pastore Tedesco, insomma a momenti non sapevo più cosa inventarmi. 
« Stai tranquillo, Wolfie.. ritornerai come prima, ne sono sicura » Dissi dolcemente mentre gli accarezzavo la testa.
« Già, mi auguro che questa missione abbia successo.. e ricordati di levarmi il collare prima di trasformarti, o il tuo- »
« O il mio Miraculous potrebbe danneggiarsi » Finii la frase al posto suo, ormai sapevo a memoria le sue raccomandazioni. « Lo so, non sono così distratta, su.. »
La nostra conversazione fu interrotta da un brusco movimento di Wolfie, infatti si voltò di scatto verso la finestra con le orecchie ben dritte e tese in avanti.
« È risalito in superficie, è tornato all'attacco » Disse serio. Immediatamente gli sfilai il collare e lo gettai sul comodino con noncuranza.
Era arrivato finalmente il momento di un po' d'azione.
« Wolfie, trasformami! »


Tana di Haiwan


Bonjour! :3
Eeeed eccoci qua, è stato rivelato il nuovo Kwami: Ronn, o Wolfie, come preferite. A me piacciono entrambi x3.
Come mai la sua forma è diversa dagli altri Kwami? Che potere potrà mai avere? E perché prova astio verso Adrien? La ragazza prova qualcosa per lui?
Uhm, ok forse dovrei smetterla xD
Ovviamente ringrazio
 GeneraleKesserling, cosa farei senza di te, mio buon amico? :'(
E ringrazio anche chi ha recensito e chi ha messo la storia tra le preferite e seguite. Vi adoro ♥

Un abbraccio e alla prossima! Godetevi l'estate! :D

 
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Capitolo 4
*** "Mostro" ***


Capitolo 3: "Mostro"

Correvo tra i tetti di quella meravigliosa città, era una sensazione ancora più bella che andare sullo skate. Almeno da lassù avevo una vista assai migliore.
Saltai ancora un edificio quando finalmente la vidi: eccola lì, quella immonda creatura.
"Perché è risalita in pieno giorno?! Cos'avrà in mente..??" Pensai, ma non c'era tempo da perdere, dovevo fermarla!
Vidi già delle auto della polizia e degli agenti che stavano per sparare. Ma non avevano ancora capito che le pallottole non servivano a nulla??
Il mostro fece un verso stridulo che mi costrinse a tapparmi le orecchie da quanto era forte.
« Fuoco!! »
E cominciarono gli spari, ma ovviamente quando un proiettile colpiva quella... cosa, la ferita si rimarginava immediatamente come, dopotutto, mi aspettavo.
La bestia prese a correre in direzione dei poliziotti e senza alcuna difficoltà sbaragliò le loro macchine con le sue possenti e muscolose braccia, fortunatamente quegli agenti furono abbastanza intelligenti da togliersi per tempo.
A quel punto saltai nuovamente sui tetti e cominciai a seguire quella sottospecie di animale.

Era l'ultima ora di lezione quando improvvisamente il cellulare di Alya prese a vibrare, lei lo prese dalla tasca e facendo attenzione a non farsi beccare dalla prof sbloccò la schermata e andò nella sezione notizie. Sullo schermo v'era un servizio di Nadja Chamack e nel leggere i titoli sbiancai.
"Super-cattivo risale dalle fogne e attacca la città"
Dovevo subito intervenire, dovevo uscire da quell'aula!
« Uhm.. profesoressa! Posso andare in bagno? » chiesi, alzando la mano.
« Non se ne parla, Marinette! Ogni volta che ci vai poi non torni più in classe, perciò adesso ti arrangi » decretò lei con fare severo.
"Maledizione.."

« Ma perché non sta fermo?! »
Ormai stavo inseguendo quel mostro da.. mezz'ora? Avevo perso la cognizione del tempo.
Raggiungemmo una strada molto trafficata, proprio nel centro di Parigi e la creatura non ci pensò due volte ad attraversare, a quel punto non avevo scelta: dovevo scendere e passare al contrattacco.
Mi misi proprio sul bordo del tetto e mi preparai a saltare, le mie gambe scattarono verso l'alto come molle e tesi le braccia in avanti, pronta ad atterrare sopra la bestia. Questa, sentendomi arrivare, si girò di scatto ma prima che potesse agire l'ero già finita addosso. Ruzzolammo per qualche metro e l'animale riuscì a liberarsi dalla mia presa; con le zampe posteriori mi colpì l'addome e mi scaraventò via, lontano da lui. Finii proprio al centro della strada trafficata e una grossa Renault‎ si stava avvicinando con una velocità parecchio sostenuta, immediatamente mi alzai in piedi, ma la macchina era troppo vicino, allora il mio istinto prevalse e l'afferrai per il cofano e praticamente la lanciai via, senza alcuna difficoltà, ma così facendo l'auto si ribaltò e finì sul marciapiede con le ruote all'aria. Per poco non uccidevo qualcuno.
« O-oh cazzo... » imprecai, per poi fiondarmi sulla macchina. Appena mi avvicinai vidi che all'interno del veicolo v'era una famiglia: al volante c'era un uomo e accanto a lui una donna, poi dietro v'era una ragazza e accanto a lei un bambino sui sei o sette anni. Subito pensai al peggio, ma erano tutti coscienti, si muovevano ed era una buona notizia, almeno credevo...
« State bene? Siete feriti? Vi aiuto a uscire! » Dissi cercando di avvicinare, ma la voce dell'uomo mi fermò.
« NO! STAI INDIETRO!! NON TI AVVICINARE, MOSTRO!! » Urlò quest'ultimo. A quella parola mi bloccai e il tempo era come se si fosse fermato. Mi voltai lentamente e vidi il mio riflesso nello specchietto retrovisore ormai scheggiato, ma riuscivo comunque a vedermi.
Aveva ragione, ero un mostro...
Il verso stridulo della creatura mi riportò alla realtà, aveva appena tolto un coperchio di un tombino per poi saltarci dentro.
« Oh, no... non mi scappi, stavolta! » esclamai, prima di correre e inseguire la bestia all'interno delle fognature.

Finalmente la campanella dell'ultima ora suonò e riordinai in fretta e furia le mie cose dentro lo zaino. Purtroppo il mio comportamento non passò inosservato agli occhi della mia migliore amica, che cominciò a guardarmi con fare indagatore.
« Tutto a posto, Marinette? » Domandò infine, sapevo che non avrebbe trattenuto per molto la sua curiosità.
« Certo, sì! Tutto a posto, devo solo sbrigarmi ad andare a casa perché... ehm... devo... deeeevo... consegnare una torta ecco! Quindi ti saluto adesso Alya perché devo scappare, a domani! » Risposi velocemente per poi svignarmela e sparire dal suo campo visivo prima di ricevere un interrogatorio. Ormai la ragazza dai capelli mossi e castani sapeva quando mentivo o quando cercavo scuse, e sicuramente non avrebbe lasciato cadere lì l'argomento, ma me ne sarei occupata in un secondo momento.
Sgattaiolai nel bagno delle ragazze e controllai che non ci fosse nessuno.
« Perfetto » Dissi mentre aprivo la mia inseparabile borsetta con all'interno la mia dolce Kwami che uscì fuori e volò proprio di fronte al mio viso.
« Ho visto un servizio della signora Chamack dove diceva che un Super-cattivo era risalito dalle fogne! Ci sarà sicuramente lo zampino di Papillon, dobbiamo intervenire! » Esclamai, ricevendo un "Sì" deciso da parte di Tikki.
« Tikki, trasformami! »

« Non puoi uccidermi, e tu lo sai bene »
« Ci posso provare.. questi artigli serviranno a qualcosa, no? Forza, vieni qui!! »
Purtroppo da quello scontro non ne uscii vincitrice.
Dovevo ammettere che quell'essere combatteva fin troppo bene, sapeva il fatto suo riguardo a punti deboli e punti ciechi. Ogni volta che lo attaccavo quasi sempre riusciva a schivare le mie mosse, era quasi come se le prevedesse.. che nervi!
Ricevetti dei colpi ovunque, soprattutto sull'addome e sulle braccia, che erano piene di graffi e lividi. Invece sulle spalle ero ricoperta di morsi, perché quell'infame trovava sempre un modo per distrarmi e mi attaccava alle spalle, serrando le sue mandibole o sul collo o sulla zona citata prima.
Non avevo di certo avuto una bella giornata.. .
Nemmeno io seppi come riuscii a scappare e vagai per quei cunicoli stretti, umidi, bui e puzzolenti cercando un punto dove poter risalire e dopo diversi minuti lo trovai. Mi affacciai con cautela, controllando se nei dintorni v'erano ancora sbirri, ma fortunatamente non c'era nessuno e così potei uscire da quel tombino. 
« ... che schifo » Sospirai mentre guardavo le mie mani piene di quella.. roba. Non volevo nemmeno sapere che cos'era!
Improvvisamente drizzai le orecchie da lupo che captarono delle voci che stavano venendo verso di me.
"Devo andarmene da qui" Pensai e in fretta e furia feci un balzo, peccato che non ebbi nemmeno il tempo di arrivare sul tetto dell'edificio che mi scontrai contro qualcosa e precipitai nuovamente al suolo con un tonfo.

"Dov'era il luogo dove avevano visto il mostro..? Rue de Rivoli se non sbaglio"
Saltai da un tetto all'altro pregando che non fosse troppo tardi, e mentre ero assorta nei miei pensieri non mi accorsi che qualcuno si affiancò alla mia corsa.
« Buongiorno, donzella »
Solo una persona mi chiamava così.
« Salve Chat Noir, passato una bella mattinata? »
« Uhm.. direi di sì, ma adesso che ti ho vista è ancora più bella » Rispose guardandomi con aria smaliziata. Sospirai e roteai gli occhi, non era il momento per flirtare!
« Ti prego concentrati! C'è un Akumizzato in giro e il tuo comportamento non aiuta! » Lo ammonii, guardandomi in giro.
Lo sentii ridacchiare, poi accellerammo l'andatura della corsa, dovevaro aggiungere il posto il prima possibile.
Passò un po' di tempo e trovammo la zona interessata: vidimo un'auto ribaltata e dei segni sull'asfalto.
« Diamo un'occhiata » Dissi prima di saltare giù.
Parlammo con degli agenti di polizia e anche con la famiglia che era dentro quell'auto che in quel momento era seduta su un'ambulanza e un medico stava visitando il bambino che sembrava assai shockato.
« Oh Ladybug devi credermi! Ha sollevato l'auto con una sola zampa! E dopo averci scaraventati via si è pure avvicinato a noi con fare spaventoso! Fortunatamente gli ho urlato di andarsene e si è allontanato! È stato terribile! Ringhiava e mostrava i denti! Poi è saltato dentro quel tombino e dopo gli agenti ci hanno liberato! » Esclamò l'uomo che era piuttosto spaventato.
« Non si preoccupi, cattureremo questo super-cattivo glielo prometto » Dissi per rassicurarlo.
« A quanto pare i super-cattivi a sto giro sono due » Disse Chat Noir facendo segno avvicinarmi a lui, stava guardando un video caricato sul web da poco su un tablet di uno degli agenti di polizia.
« Guarda qui che roba » Mormorò passandomi l'oggetto, misi in play e non potevo credere ai miei occhi.
« Che...che cosa diavolo è quello?! » Esclamai mentre vedevo le immagini.
« Non ne ho idea, ma dobbiamo catturare l'Akuma prima che qualcun'altro ci rimetta » Disse deciso il ragazzo vestito di nero.
Ringraziammo i poliziotti, dopodiché lanciai il mio Yo-yo che si agganciò ad un camino e riprendemmo a correre e saltare sui tetti.
« Non li inseguiamo nelle fogne? » Chiese Chat con fare confuso.
« Certo che no! Combattere là dentro con la puzza e il buio? Per non parlare degli spazi angusti! No no, qui ci vuole un piano per far risalire quella creatura in superficie » Risposi mentre mi guardavo attorno in cerca di un qualche segno di quell'animale.
« E per l'altro? » Domandò ancora, riferendosi all'altra bestia umanoide che aveva ribaltato l'auto.
« Ci inventeremo qualcosa.. » Risposi con un sospiro, poi con la coda dell'occhio vidi che Chat Noir rallentò il passo e si mise dietro di me.

Stavo seguendo Ladybug ma qualcosa interruppe la mia corsa: mentre saltavo da un tetto all'altro ero talmente concentrato ad atterrare che non vidi l'enorme massa che inevitabilmente si scontrò contro di me, facendo precipitare entrambi.
Successe tutto molto, troppo in fretta, non ebbi il tempo nemmeno di vedere chi mi fosse venuto addosso, anche perché ero indolenzito e stordito dalla caduta. Riuscii solo a sentire le urla di Ladybug ancora lontane.

Improvvisamente non sentii più i passi di quel gatto malandrino dietro di me e quando mi voltai e non lo vidi immediatamente pensai il peggio. Tornai indietro e scesi dal tetto, insinuandomi in un vialetto piuttosto stretto. « Chat Noir? Dove sei?! Guarda che se è uno scherzo non è affatto divertente! » Mi diressi verso i rumori e i versi di dolore del ragazzo quando un'enorme massa passò davanti a me ad una velocità sorprendente, non capii nemmeno cosa fosse. Era un cane? No, troppo grande.. un cavallo? In città? Vidi solo della pelliccia grigia e basta. Cosa cavolo era??

Quando atterrai scossi la testa e alzai lo sguardo, ritrovandomi il muso di un canide proprio davanti al mio naso: inizialmente era confuso quanto me ma poi mosse le orecchie indietro e prese a ringhiare e a mostrarmi i denti.
« B-buono.. tranquillo.. possiamo parlarne eh? Che dici? » Mormorai ridacchiando nervosamente, poi sentii la voce della supereroina e l'animale drizzò le orecchie per poi sollevarsi e correre via.
« Chat? Sei qui?? » Chiese con fare preoccupato.
« Sì, sì sono qui » Risposi alzando il braccio, lei si avvicinò e mi tirò su. « Caspita non l'ho proprio visto arrivare! »
« Ma che è successo? E che cos'era quello? » Domandò, più confusa di me.
« Non ne ho idea, me lo sono ritrovato addosso in un secondo! Credo... credo che fosse un lupo, o almeno il muso era quello » Dissi mentre mi ripulivo dai peli grigi dell'animale.
« Un lupo enorme che può correre su due zampe? » Chiese la corvina inarcando un sopracciglio.
« Credi che sia un Lupo Mannaro? Strano, non vedo la luna piena in giro » Dissi passando le dita sotto il mento e guardando il cielo di Parigi perfettamente azzurro.
« Se è un Akumizzato non ha bisogno della luna piena » Sospirò roteando gli occhi all'ennesima mia battuta.
« Avanti dobbiamo seguirlo, non può essere lontano » Ordinò la ragazza prima di lanciare il suo Yo-yo.
« Agli ordini, Mademoiselle »

Dopo quell'incontro ravvicinato con i due supereroi parigini cercai di scappare il più velocemente possibile, non volevo di certo presentarmi in quelle condizioni!
Sapevo che mi stessero inseguendo e così feci la prima cosa che mi venne in mente: mi nascosi in un cassonetto.
Sì, lo so, non è per niente igenico ma per com'ero ridotta in quel momento poco importava della puzza.
Dopo essermi accertata che non ci fossero più i due supereroi in giro uscii dal mio bizzarro (e schifoso) nascondiglio e mi diressi verso casa.
Entrai dalla finestra e mi de-trasformai, Wolfie uscì fuori dal Miraculous e atterrò sul pavimento poi si scrollò il pelo e si voltò verso di me.
« Elise, hai assolutamente bisogno di una doccia » Disse serio mentre a stento riusciva a respirare.
« E tu di un bagno, non credere che io sia l'unica a puzzare » Puntualizzai mentre cominciavo a spogliarmi e a mettere subito la roba sporca in una bacinella, mi infilai nella doccia e mi lavai per bene.
« Cosa credevi di fare con quel mostro? » Chiese il lupo di punto in bianco.
« Volevo fermarlo, e ci sarei riuscita se non si fosse infilato nelle fogne! » Sbottai mentre mi insaponavo i capelli.
« L'hai detto anche la volta scorsa, e quella prima ancora. Peccato che come scusa hai usato 'Avevo il sole negli occhi' e 'Il pavimento era scivoloso'. Quando capirai che non puoi fare nulla senza l'aiuto di quei due? E poi, ringhiare a Chat Noir, che bella mossa! » Polemizzò il canide. Cominciavo a non sopportarlo più.
« Senti ho la situazione sotto controllo, fidati di me, e adesso mi lasceresti fare la doccia in pace? » Chiesi, cercando di essere il più gentile possibile, anche se ero tentata dal mandarlo in un posto molto conosciuto. Lui fece uno sbuffo e uscì dal bagno, lasciandomi finalmente da sola con i miei pensieri.



Tana di Haiwan

Ed eccoci di nuovo qui con il nuovo capitolo, che ho scritto un po' più a rilento, lo ammetto, succedono tante cose e alcune parti le ho cancellate e modificate più volte, e l'incontro tra i tre protagonisti non sapevo proprio come combinarlo, e alla fine è uscito questo, spero vi piaccia ^^

Un ringraziamento, come sempre, a 
GeneraleKesserling che mi ha fatto da Beta ♥

E per concludere lascio un'immagine di Ronn/Wolfie fatta con questo programma fighissimo: http://www.dolldivine.com/wolf-maker.php

Alla prossima! :3

Perdonatemi per possibili errori grammaticali

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Capitolo 5
*** Lycan ***


Capitolo 4: Lycan


"Esiste in questo mondo qualcosa che nessuno ha mai visto. Si tratta di qualcosa di gentile ed estremamente dolce. Presumo che se fosse possibile vederlo, tutti finirebbero per desiderarlo. Ecco perché nessuno l'ha mai visto. Ed è per tale motivo che il mondo l'ha nascosto. Per assicurarsi che non potesse essere ottenuto con facilità. Ma prima o poi, prima o poi qualcuno lo troverà. L'unica persona destinata ad ottenere quel qualcosa, l'otterrà senza meno.
È così che ha stabilito il destino"


« Ommioddio amo troppo questo Anime » Dissi mentre addentavo l'ennesimo biscotto con goccie di cioccolato.
Erano più o meno le dieci del mattino, e io m'ero alzata svogliatamente dal mio comodissimo letto per sbrigare le solite faccende casalinghe, ma la pigrizia ebbe la meglio e mi ritrovai seduta sul tavolino della cucina con il portatile acceso a guardarmi per la milionesima volta Toradora.
« Elise dov'è il mio cibo? » Domandò il Kwami, senza ottenere risposta, ero troppo presa dalla puntata.
« ...Elise? Elise! » Abbaiò più forte e solo allora ottenne la mia attenzione, facendomi fare un salto dalla sedia.
« Che vuoi?! »
« Non dovevi fare la spesa? Mancano un sacco di cose qui, soprattutto il mio cibo! » Si lamentò il lupo, battendo pesantemente la zampa anteriore sul pavimento.
« Finisco la puntata e vado » Cercai di liquidare velocemente la conversazione, ma lo spirito ormai mi conosceva.
« È quello che dici tutte le volte, poi una puntata tira l'altra e non fai più nulla! » Esclamò, ma io non gli diedi retta.
« Guarda che mi metto a fare ululati acuti, quelli che tu non sopporti, finché non esci di casa » Mi avvertì, ma ancora una volta non risposi, così si sedette, prese un bel respiro e cominciò a ululare.
Quei suoni erano talmente acuti che dovetti tapparmi le orecchie per non rischiare di bucare i timpani.
« Va bene! Vabenevabenevabenevabene d'accordo! Va bene!! Vado! » Urlai alzandomi dalla sedia, andai velocemente a vestirmi, mi sistemai i capelli, presi le chiavi e uscii dalla porta.

« Bene. Ho comprato l'essenziale... adesso manca solo il pane » Mormorai mentre controllavo la lista, alzai lo sguardo alla ricerca di un panettiere o un negozio simile, e qualcosa attirò la mia attenzione.
Una tipica Boulangerie parigina, dall'aria raffinata ed elegante, aveva delle vetrate nere con delle decorazioni che sembravano fatte d'oro, ma quello che mi spinse ad avvicinarmi fu il logo disegnato sulla porta.
Mi diressi verso il negozio e arrivai proprio di fronte ad esso, su quel vetro nero v'era raffigurato il logo del negozio o almeno così supposi.
Era un design davvero particolare: due spighe di grano che si intrecciavano, e poi formavano un cerchio e al centro c'erano una T e una S.
Non mi accorsi di star fissando la porta un po' troppo a lungo, così decisi di entrare.
« Bonjour » Disse una voce femminile, probabilmente apparteneva ad una persona adulta e infatti vidi alla cassa una donna minuta, i capelli a caschetto di un colore che a prima vista sembrava nero, ma se si faceva attenzione si potevano notare delle sfumature bluastre, ma la cosa che notai di più furono i suoi occhi a mandorla e le splendide iridi grigie. Molto probabilmente era orientale ma inizialmente non seppi distinguere da dove provenisse finché non notai la sua particolare vestaglia che portava, quella era una... una... Cheongsam! Un tradizionale abito femminile cinese, perciò feci le mie conclusioni.
« Bonjour » Risposi a mia volta con un sorriso, dietro la cassa v'erano molti tipi di pane, in particolare baguette e optai per quelle dato che il più delle volte mi facevo panini invece che preparare dei pasti veri e propri, invece alla mia sinistra c'erano moltissimi dolci e dolcetti, mi venne l'acquolina in bocca.
La donna mi servì e fu davvero molto gentile, oltre al pane presi anche dei macarons e brioches e uscii dalla Boulangerie.

Ero sulla strada di casa e improvvisamente il mio cellulare squillò.
Mentre lo tiravo fuori dalla tasca una scia di nomi e volti apparì nella mia mente.. poteva essere chiunque. I miei amici? I miei colleghi di lavoro? L'ennesimo operatore che mi proponeva delle promozioni?
Guardai lo schermo e mi si gelò il sangue.
"Papà"
A lui non avevo detto nulla della mia partenza, dopo due giorni si sarà ormai accorto della mia assenza.
Feci un bel respiro e risposi.
« ...pronto? »
« Elise? Dove sei? » Chiese lui, con apparente calma.
« Ehm.. papà... io sono... e-ecco.. i-i-io s-sono... a Parigi » Le ultime due parole le dissi con una velocità impressionante, inizialmente pensai che lui non avesse capito, ma mi sbagliai di grosso.
« COSA?! Che ci fai laggiù?! Ma sei impazzita?? » Esclamò lui, facendo poi tutta una serie di domande, io allontanai il telefono dall'orecchio per evitare che mi danneggasse il timpano.
« Papà! Papà! Dai calmati, posso spiegarti! » Tentai di dire, ma lui non ne voleva sapere, stava ancora sbraitando qualcosa sul "Ma come ti è venuto in mente?" o "Sei andata da sola? È pericoloso!" e cose del genere.
« Quante volte ti ho detto che quando saresti stata pronta ci saremo andati insieme?! Insieme però! »
« Papà!! Mi lasci parlare o no?! » Urlai ad un certo punto, attirando pure l'attenzione dei passanti.
« Allora: prima di tutto, quante volte sono stata io a dirti che ero pronta a partire? Ma tu rimandavi sempre la partenza con una scusa diversa, e no, non dire che non è così perché era palese che non volessi partire! » Dissi, tirando finalmente fuori quello che m'ero tenuta dentro per mesi, e finalmente ero riuscita a dirglielo.
« E secondo: io... volevo incontrarlo e... conoscerlo di persona » Conclusi con un sospiro, sperando che lui capisse.
Ci fu una pausa tra di noi, calò un silenzio strano, uno pieno di tensione. Dall'altra parte sentii un sospiro.
« L'hai già visto? » Chiese improvvisamente.
« ...sì » Risposi con un filo di voce.
« E come ti è sembrato? »
« Be'... è... » Ci pensai un attimo. « È difficile dirlo adesso... ma comunque avevi ragione, è identico a lei » Mormorai mentre un sorriso mesto apparve sul volto.
« Te l'ho detto io »
Ancora silenzio.
« E quindi... cosa vuoi fare adesso? » Domandò mio padre.
« Ahem... bellissima domanda... pensavo di.. conoscerlo e.. magari... potremmo diventare amici » Azzardai a dire, sapevo che mio padre non avrebbe permesso una cosa del genere e infatti ribatté subito.
« Ti stai cacciando in un brutto guaio Elise, ti prego torna a casa ne possiamo parlare e- »
Non andai oltre e chiusi la chiamata. Non volevo sentire altre storie, basta. Ne avevo abbastanza.

« Sono tornata » Esclamai mentre rientravo a casa, ad attendermi v'era un bel lupetto dal pelo argenteo che era seduto proprio a pochi metri dalla porta d'ingresso. I suoi occhietti ambrati mi guardavano e la coda scodinzolava velocemente.
« Era ora! Dov'è il mio cibo? Dov'è la mia carne?! Voglio la mia carne! » Sbuffò, grattando le unghie sul pavimento.
« Senti, vedi di stare calmo. Non ho neanche usato il Superpotere Segreto! Perché tutta questa fame? » Domandai, quasi esasperata.
« Perché sono un lupo! Mai sentito il detto 'ho una fame da lupi'? »
« Tieni e taci » Troncai la discussione dandogli delle salsicce.
Dopo pranzo mi rilassai nuovamente, presi il mio PC portatile e ascoltai musica.

« I got this feeling inside my bones
It goes electric, wavey when I turn it on
All through my city, all through my home
We're flying up, no ceiling, when we in our zone
♪♫

I got that sunshine in my pocket
Got that good soul in my feet
I feel that hot blood in my body when it drops
I can't take my eyes up off it, moving so phenomenally
Room on lock, the way we rock it, so don't stop
♪♫ »

Guardai il Kwami, come per chiedergli di cantare con me, ma lui, come sempre, fece il noioso.
« Daaaaiiiiii canta con me! » Lo pregai.
« No, non mi va »
« Come sei noioso... »
Stoppai la musica e tra noi cadde il silenzio.
« Senti... » Cominciai a dire, attirando l'attenzione del lupo.
« Dovremmo trovare un nome da Supereroe » Dissi mentre mi passavo una mano tra i capelli.
« ...dici sul serio? » Chiese Ronn, alzando un sopracciglio.
« Ma certo! Se vogliamo che questa missione funzioni dobbiamo inventarci un nome per il mio Alter Ego! Dunque... vediamo un po'... 'Le super Loup?' » Proposi, mettendomi in posa da Supereroe.
« Ti prego... è pietoso » Commentò disgustato lo spirito.
« Ok, ok... alloooora... 'Gray Wolf'? »
« No »
« 'Loup Gris'? 'Gray Loup'? 'Wolf Gris'? » Nulla, ogni nome che dicevo il Kwami scuoteva il muso. Allora ci pensai bene benino... finché non mi si accese la lampadina.
« Che ne dici di 'Lycan'? » Chiesi, sperando che almeno questo gli piacesse.
« Lycan? Come i Licantropi di quel film... qual'era? Underworld? »
« Eeeesatto! Allora? Che te ne pare? Ti piace? » Vidi il suo muso contratto in una smorfia pensierosa, rimase così per una manciata di secondi finché non diede la sua risposta.
« Sì, può andare »
« Evvai! Abbiamo un nome! » Mi alzai dalla sedia esultando.
« Bene. E adesso? » Chiese lui inclinando la testa.
« Adesso... usciamo! »


« We got all the ways to be W.I.C.K.E.D
We got all the ways to be W.I.C.K.E.D
♪♫ »
« Sei canterina oggi eh? » Domandò il lupo mentre annusava l'erba fresca.
« Dai canta insieme a me, hai una voce meravigliosa! »
« Siamo al parco, non dovresti nemmeno parlare con me » Replicò lui a bassa voce, ma io me ne fregai e continuai con il ritornello.
« Long live havin' some fun
We take what we want
There's so many ways to be wicked
With us evil lives on the right side of wrong
There's so many ways to be wicked
♪♫ » Canticchiai poi, facendo dei giri su me stessa. Tempo di distrarmi un secondo e quando rivolsi nuovamente lo sguardo al lupo lui era sparito.
« ...Ronn? Ronn?? Dove sei?! »

Nel frattempo, dall'altra parte del parco...

Finalmente avevo una giornata libera: tra la scuola, scherma, servizi fotografici e quant'altro non riuscivo mai a trovare il tempo per svagarmi. Quel giorno avevo invitato Nino ad uscire e ci diedimo appuntamento al parco, sfortunatamente arrivai in anticipo e mi toccò aspettarlo e nel frattempo mi sedetti su una panchina.
« Nel mentre che aspettiamo possiamo mangiarci del Camembert! » La voce di Plagg proveniva dalla mia camicia, dove solitamente si nascondeva.
« Io non mangio quella roba » Replicai, mi veniva la nausea ogni volta che odoravo quel formaggio!
« Ma almeno il tempo passerà più in fretta, non credi? » Domandò, sbucando fuori dalla camicia solo con la testa.
« Ehi, io a differenza tua non posso mangiare quanto e quando voglio, sono un modello e ho una linea da mantenere » Risposi inarcando un sopracciglio, ma non ottenni nessuna risposta dal Kwami nero.
« Plagg? » Lo chiamai, ma sembrava essere sparito, allora aprii un po' di più il lato della mia camicia e lo trovai aggrappato alla mia maglia nera con gli occhi chiusi, sembrava essere spaventato... ma che gli prendeva?
Stavo per domandarglielo ma qualcosa attirò la mia attenzione, con la coda dell'occhio vidi quello che sembrava un cane dirigersi verso di me, alzai lo sguardo e i miei occhi si incrociarono con quelli dell'animale. Improvvisamente questo si fermò e rimase a pochi metri da me e cominciò a fissarmi.
Quel cane aveva l'aspetto di un vero e proprio lupo, era magnifico! Non sembrava un randagio, aveva un collare al collo.. ma dov'era il padrone? Sembrava essere lì da solo.
« Ehi bello.. vieni qui » Lo chiamai, abbassando la mano, il canide non si mosse per un paio di secondi, ma poi si avvicinò a me e cominciò ad annusarmi attentamente la mano.
Solo allora notai che il collare aveva una targhetta, lentamente con l'altra mano afferrai l'oggetto di cuoio e lo girai verso di me. V'era inciso un nome e un numero di telefono.
« Wolfie? Uhm.. vediamo se il tuo padrone risponde » Dissi mentre estraevo il telefono dalla tasca, composi il numero e mi portai il cellulare all'orecchio.

« Ma dove cavolo è finito?! » Borbottai mentre osservavo con attenzione tutto il parco, non era possibile che il Kwami si fosse volatilizzato!
Ad un certo punto sentii delle vibrazioni provenire dalla mia borsa, era il telefono sul quale avevo il mio numero francese... ma chi mai poteva essere?
« Se è di nuovo papà col cavolo che rispondo » Mormorai tirando fuori l'oggetto, guardai lo schermo ma era un numero sconosciuto.
"E adesso..? Devo rispondere..?" Ebbi un attimo di esitazione ma infine premetti la cornetta verde.
« Allô? »
« Ehm.. buongiorno! Lei non mi conosce, ma qui c'è un cane e sulla targhetta c'era questo numero così ho pensato di chiamare... » La voce dall'altra parte del telefono sembrava confusa e incerta quanto me, era di un ragazzo giovane, l'avevo già sentita.. .
« Oh, sì certo! Cosa c'è scritto sulla targhetta oltre il mio numero? » Domandai, giusto per essere sicura che non mi mentisse.
« Wol.. Wolfie! Non so se l'ho pronunciato giusto, heh.. » Rispose con una risata nervosa, in tutta onestà stavo per ridere anche io ma non mi sembrava carino farlo in faccia ad un perfetto sconosciuto.
« D'accordo, allora arrivo! Dove siete? »
« Siamo vicino alla fontana proprio al centro del parco, non può sbagliare »
« Vaaaaa bene, allora arrivo, e grazie! » Riagganciai e a passo veloce mi diressi verso il luogo detto dal ragazzo dall'altra parte della cornetta.

"E menomale che ero io quella che non doveva farsi beccare!" Pensai mentre mi dirigevo verso la fontana, alzai lo sguardo e... mi venne un infarto.
Ronn era con lo stesso ragazzo che avevo incontrato circa due giorni fa, e con cui avevo fatto proprio una bella figura. Lui era accucciato e stava accarezzando il lupo sulla testa.
Cosa potevo fare? Alzare i tacchi e andarmene? Avvicinarmi e far finta di nulla? Fingermi morta?
Optai per la seconda opzione.
« Ehilà! » Dissi, attirando l'attenzione del biondo. In un primo momento sembrava confuso, ma poi, per mia sfortuna, mi riconobbe.
« Ehi ciao! » Esclamò alzandosi in piedi. « Come va la testa? »
« Oh va bene, ho la capoccia dura » Risposi mentre colpivo il capo con le nocche.
Lui sorrise, dopodiché calò il tipico silenzio imbarazzante di quando due persone non si conoscono e non sanno nemmeno che cosa dire. Peccato che io sapevo chi fosse.
Presi un bel respiro e rivolsi lo sguardo al lupo.
« Be'? Dove pensavi di andare? » Domandai con sguardo indagatore, naturalmente lui non poteva rispondermi a voce, così distolse semplicemente lo sguardo.
« Oh, lui è tuo? » Chiese il ragazzo dagli occhi verdi.
« Sì, e adesso lo lego prima che scappi di nuovo » Risposi mentre agganciavo il guinzaglio al collare del Kwami.
Di nuovo silenzio. Che cosa frustrante.
« Uhm... che.. fai di bello? » Domandai, giusto per fare un minimo di conversazione.
« Sto aspettando un amico, dovrebbe arrivare a momenti » Rispose lui, guardandosi intorno, e difatti la sua attenzione fu catturata da un altro ragazzo poco lontano da noi.
« Eccolo lì infatti » Continuò, voltandosi verso di me.
« Oooookay, ti lascio andare allora » Dissi cominciando ad arretrare, ma fui fermata proprio dal biondo.
« Aspetta... posso sapere il tuo nome? » Chiese, lasciandomi spiazzata. Il mio nome? Voleva sapere il mio nome? Per quale motivo?
"Aah! Elise diglielo e basta!" « Elise. Eeeee tu sei...? » Domandai a mia volta. Anche se lo conoscevo non volevo che lui lo sapesse.
« Adrien » Rispose, sempre con quel sorriso gentile stampato sul suo volto. Se ne avesse fatto un altro probabilmente mi sarei sciolta.
« Mi ha fatto piacere rivederti » Proseguì, e in quel momento mi ritrovai mooooolto vicina allo svenire.
« ....ehm...s-sì! A-anche a me! P-p-passa una buona giornata, ciao! » E detto questo mi voltai e filai via prima di fare altre figuracce.

Più tardi, quella sera, in casa Agreste...

« Nathalie! Sono a casa! » Esclamai, chiudendo la porta dietro di me, ma come al solito nessuno rispose, probabilmente erano troppo impegnati nei propri uffici, così salii le scale e mi diressi in camera mia, ma quando arrivai alla porta sentii dei rumori provenire dall'interno. Era strano, nessuno entrava in camera mia... scostai un po' la porta e mi affacciai, ma non vidi nessuno.
"Che strano... me lo sarò immaginato?" Pensai, scuotendo la testa; nel frattempo entrai in camera e posai la tracolla sul divano. Feci per andare al bagno ma mi bloccai sul posto e allo stesso tempo mi si gelò il sangue.
Davanti a me v'era quel lupo antropomorfo che io e Ladybug avevamo affrontato il giorno precedente. Fortunatamente era di spalle e non mi notò, ma io rimasi immobile, cercando velocemente una soluzione. Magari potevo uscire dalla stanza e trasformarmi? No, pessima idea... se fosse passato qualcuno mi avrebbe visto.
Forse potevo prendere uno dei miei trofei e tirarglielo in testa? No, c'era troppa distanza... tempo di avvicinarmi e si sarebbe accorto di me.
Cosa fare?
Nel frattempo il lupo annusava ogni angolo della mia stanza con un certo interesse, finché non arrivò alla mia scrivania dove infilò il muso dentro il cestino. Peccato che poi quando cercò di tirare la testa fuori l'oggetto rimase attaccato saldamente al suo collo.
Dovetti ammetterlo, fu una scena davvero comica.
Il Licantropo cercò da sé di levarsi il cestino dalla testa ma senza successo e stava cominciando ad agitarsi, infatti scuoteva la testa a destra e a manca e lo sentii chiaramente guaire spaventato, così decisi di aiutarlo, avvicinandomi lentamente a lui.
« Ehi... ehi! Calmati! Agitarsi non serve a nulla » Dissi, sperando che mi sentisse, e a quanto pare funzionò. Il lupo si fermò e guardò nella mia direzione, o almeno, vidi che puntò il cestino verso di me e s'immobilizzò, a quel punto mi avvicinai e osservai la situazione: era incastrato proprio per bene!
Afferrai l'oggetto e cercai di infilare la mano tra il collo dell'animale e la parete di plastica, poi con un po' di forza spinsi il cestino e dopo un paio di tentativi riuscì a liberare il canide.
« Uuuf! Ce l'abbiamo fatta » Dissi passandomi il braccio sulla fronte, nel mentre il lupo si scrollò e si passò le zampe nella zona della gola per rimettersi a posto il pelo, dopodiché mi guardò e il suo sguardo sembrava penetrarmi l'anima. Aveva dei grandi occhi verde chiaro, molto espressivi per essere quelli di un animale ed erano assai diversi dall'ultima volta che li avevo visti. Quando ci scontrammo accidentalmente in quel vicolo aveva uno sguardo spaventato e subito dopo diventò aggressivo, ma in quel momento era sorpreso e... curioso?
Ci guardammo per svariati secondi, nessuno si mosse... almeno fino a quando non decisi di fare la primo passo: mi avvicinai lentamente e porsi la mia mano verso il canide il quale la annusò attentamente ma poi non fece nulla di particolare, si mise sulle quattro zampe e si alzò in piedi e solo in quell'esatto momento potei vedere quanto era alto e la cosa cominciò un pochino ad agitarmi ma non volevo far vedere che avevo paura.
Tentai di nuovo un approccio, stavolta più diretto e allungai la mano verso il suo muso nell'intento di accarezzarlo ma lui tirò indietro le orecchie, fece uno sbuffo, scattò verso la sua destra e con un balzo superò la finestra, sparendo nel nulla in pochi secondi.



Tana di Haiwan

No, non sono morta! :D
Lo so, lo so che dovevo aggiornare a fine Agosto, ma a causa della poca collaborazione del mio cervello sono stata costretta a rimandare.
In più è cominciata la scuola, saranno mesi infernali x_x
Ma soprattutto raga... è uscita la seconda stagione! Ho l'hype a mille! *w*

Comunque! Spero che il capitolo vi sia piaciuto, vedremo come Lycan influenzerà la vita dei due eroi parigini *risate malvagie* tanto lo so che mi state odiando perché sembra che tra Elise e Adrien scatterà qualcosa, maaaaa... non traete
 conclusioni affrettate! :D

Ringrazio, come sempre, 
GeneraleKesserling che mi ha sostenuto (e sopportato!) durante i miei scleri.

Alla prossima!


Perdonatemi per possibili errori grammaticali

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Capitolo 6
*** Riunione ***


Capitolo 5: Riunione

Passarono alcuni giorni da quell'incontro e Adrien non smise di pensare a quella creatura. Era davvero una persona Akumizzata? Se così fosse stato probabilmente quel licantropo lo avrebbe attaccato per chissà quale motivo.
Quella stessa sera il giovane modello difficilmente riuscì a dormire, ma il giorno dopo avrebbe avuto scuola, perciò s'impose di non pensarci troppo e dormire.
Ma il suo Kwami, Plagg, non era dello stesso avviso.
Quella notte aspettò con impazienza che il suo portatore s'addormentasse per poi volare a tutta velocità a casa del maestro Fu.
Gli altri Kwami dovevano saperlo.
Durante il viaggio lo spirito nero ripensò a tutti i bei momenti passati con quello spiritello che credeva scomparso da secoli, non pensava che lo avrebbe rivisto.
Una piccola lacrima scese dal suo piccolo muso nero.

« Wayzz? Sei qui? » Domandò il gatto nero con un tono di voce fin troppo alto.
« Shhh! Plagg che cavolo! Vuoi svegliare l'intera città già che ci sei? » Lo sgridò Tikki, con sguardo di rimprovero.
« Oh, zuccherino! Ci sei anche tu » Commentò Plagg con un sorrisetto divertito, avvicinandosi agli altri due Kwami.
« È arrivata giusto un attimo fa » Disse con calma Wayzz « Suppongo che voi due lo sappiate già, altrimenti non sareste qui »
« È il caso di dirlo anche a tutti gli altri? » Chiese Tikki con una vocina preoccupata, gli altri Kwami erano già in pena per i loro amici scomparsi, Duusu e Nooro, in più anche dargli quella notizia... non sarebbe stato facile.
« Sì, è giusto che lo sappiano » Rispose la tartaruga, facendo cenno agli altri due di entrare nel diffusore del giradischi.
I tre Kwami entrarono nella Miracle Box e si ritrovarono in una specie di mondo alternativo, dove v'erano oggetti di ogni genere e ogni epoca ammassati tutti assieme, dove un po' per volta spuntarono altri piccoli animaletti, altri Kwami che li guardarono incuriositi e anche preoccupati.
« Oh, siete voi! Cosa succede? Notizie di Nooro? » Chiese Fluff, il Kwami dalle fatteze di un coniglio.
« Ci sono problemi con i vostri portatori? » Parlò Roarr, la tigre.
« No, no niente del genere, amici miei.. abbiamo una notizia da comunicarvi, è molto importante » Disse Tikki, guardando Wayzz e Plagg, come a chiedere il loro supporto, non se la sentiva di dirlo, e Plagg era dello stesso avviso.. era troppo doloroso.
« Il lupo è tornato » Affermò Wayzz con fare serio e immediatamente dopo suscitò lo scalpore di tutti i presenti.
« Cosa?! »
« Dite sul serio?? »
« Quando di preciso?! »
« Avete visto il suo portatore? Chi è? »
« Non ci posso credere! Quel traditore! » Sbuffò Stompp il bue, ma facendo quell'affermazione provocò le ire del gatto nero.
« Non osare parlare così di lui! » Gridò Plagg, infuriato. « Ricordo che non è stato lui a tradirci, ma il suo padrone! » Specificò cercando di non alterarsi troppo e a calmarlo ci pensò Tikki che gli carezzò la zampetta.
« Plagg ha ragione » Prese la parola Trixx, la volpe « Ronn non ci avrebbe mai tradito, è stata colpa del suo portatore » continuò con una certa decisione nel tono di voce.
« È vero, ma vi rammento che il lupo ha continuato a stargli accanto e proteggerlo, dopo quello che ha fatto! Per me questo è un tradimento! Ha preferito lui a noi, la sua famiglia! » Ribatté il bue.
« Se avessi visto una speranza di salvare la mia portatrice, avrei fatto lo stesso » Disse Tikki. Le sue parole erano marcate, non v'era alcuna esitazione, dicevano la verità.
« Penso che sia tornato per una ragione ben precisa che noi tutti sappiamo. Dobbiamo decidere sul da farsi, ma la decisione finale verrà presa dal Guardiano dei Miraculous » Disse Sass, il serpente, spostando il suo sguardo sulla tartaruga « Wayzz, è già stato informato di quello che è accaduto, vero? »
« Certamente, adesso sa tutto » Affermò con decisione il Kwami verde.
« Molto bene. Ora, amici miei, mettiamoci comodi. Ho come l'impressione che questa sarà una lunga notte » Sospirò il serpente, guardando tutti i Kwami.

Casa di Elise

Ero seduta sul divano a leggermi per l'ennesima volta Harry Potter, quando il mio sguardo cadde sul lupo, sdraiato accanto a me, con un'espressione pensierosa. Sembrava turbato.
« Ronn? Va.. tutto bene? » Domandai, posando un attimo il libro sul mio grembo.
« Dopo anni di solitudine riesco di nuovo a sentire l'aura dei miei amici.. » Cominciò a rispondere, poi si bloccò, come se si fosse reso conto di qualcosa e riprese a parlare « Ma non so se definirli tali dopo quello che è successo » Concluse, non distogliendo lo sguardo dal pavimento.
A quel punto presi coraggio, e decisi di porgli quella fatidica domanda.
« Ronn... so che non ti piace parlarne, ma.. cos'è successo quel giorno? »
Il canide mi guardò, ma non rispose.
« Senti, papà mi ha raccontato a grandi linee... però non mi sembri uno che tradisce la propria famiglia... quindi, che è successo esattamente? » Domandai di nuovo, sperando in una risposta, ma ancora niente.. distolse lo sguardo.
« Ronn, guardami » Dissi con decisione e finalmente il lupo si degnò di parlare.
« Non sei ancora pronta per sapere la verità » Affermò lui con apparente calma.
« Ma io DEVO saperlo! Altrimenti questa maledizione andrà avanti in eterno! Io voglio essere quella che farà la differenza! Insomma, hai paura che io sia come gli altri portatori? Puoi fidarti di me, Ronn, lo sai che con me puoi parlare » Tentai di dire, nel disperato tentativo di sapere.
« Non è questo, io penso che tu non sia ancora emotivamente stabile per affrontare una cosa del genere. Dopo quello che è successo a tua madre- » Prima che proseguisse lo interruppi, scattando in piedi come una molla e il mal capitato libro cadde a terra. « È successo un anno fa! Ormai l'ho superato » Esclamai, adirata.
« Lo pensi davvero? Allora perché la notte ti sento piangere? »
Esitai un attimo. « P-perché penso che avrei dovuto dirlo a mio padre che sarei partita invece di mollarlo a Milano da solo, penso d'aver tradito la sua fiducia e- » Tentai di dire, ma Ronn mi interruppe.
« Non puoi mentire. Non a me » Disse secco, guardandomi negli occhi.
Mi scocciava, ma aveva ragione. Non potevo mentire a un lupo, tantomeno ad un Kwami.
« ....vado a finire il lavoro, visto che non vuoi parlare » Borbottai, raccogliendo il libro da terra e dirigendomi nell'altra stanza.

Casa del maestro Fu

« Quindi in breve ci consiglia di affrontare il nostro passato e prenderci le nostre responsabilità.. quindi di parlare direttamente con lui? » Disse Plagg, svolazzando davanti al viso stanco del maestro.
« Esattamente. Non potrete evitarlo per sempre, perciò prima gli parlate e meglio è » Annuì l'anziano Guardiano dei Miraculous.
Tikki si trovò d'accordo con le parole di Fu, ma Plagg non era dello stesso avviso.
« Sembra così stressante! Chi ha fame? Muoio di fame! » L'esserino nero dagli occhi verdi svolazzò per la stanza alla ricerca di qualcosa da sgranocchiare. il Kwami della fortuna sospirò e scosse la testa.
« Divorato dai sensi di colpa, Plagg? » Chiese Tikki al gatto nero che fece finta di non sentirla.
« Sarà meglio che andiate voi due, i vostri portatori vi staranno cercando » Mormorò Fu, salutando i due Kwami e rimanendo da solo con i suoi pensieri e Wayzz, il suo Kwami. Gli esserini avevano parlato tutta la notte di quella questione e senza nemmeno che se ne accorgessero era già mattina.
« Dovremmo dirlo anche ai nostri padroni? » Domandò la coccinella, l'anziano guardiano la guardò senza dare subito una risposta, come se stesse contemplando l'intero universo e dopo una manciata di secondi annuì lentamente.
« Mi avete detto che si sono già incontrati, perciò non ha senso che nascondiate la faccenda. Sì, dite loro tutto, senza tralasciare nulla » Mormorò infine Fu facendo un lungo sbadiglio. « Ora se non vi dispiace tornerei a dormire »
Tikki annuì per poi voltarsi verso Plagg che continuava a cercare cibo come se non avesse sentito nulla.
« Plagg, conto su di te. Hai sentito quello che ha detto? Non tralasciare nulla » Scandì le ultime parole, incrociando le zampette.
« Si si ho capito! Me ne ritorno dal mio padrone! » E il gatto nero sparì attraversando il muro, lasciando la coccinella addieme a Wayzz che sospirarono.
Il Kwami rosso salutò l'amico e si avviò a casa della sua portatrice.

Casa di Marinette

« Allooooora... questo ce l'ho... i biscotti per Tikki che non si sa mai... cosa mi manca per scuola? » Borbottò Marinette che stava preparando il suo zaino.
Improvvisamente vide arrivare la sua Kwami dalla botola che conduceva alla terrazza.
« Ehi Tikki! Ma dov'eri? » Domandò la ragazza, unendo le mani per far appoggiare la coccinella su di esse. Avrebbe voluto farle altre domande ma la sua espressione la bloccò. Sembrava stanca e turbata.
« Marinette... ti devo parlare di alcune cose... molto importanti... ma lo farò dopo la scuola » Mormorò, infine.
Se gliel'avesse detto già in quel momento Marinette non avrebbe pensato ad altro per tutta la mattina, conoscendola. Doveva godersi la sua ultima tranquilla mattinata



Saaaaaalve a tutti! Quanto tempo!
Dato che è finita la terza stagione mi sono detta "Dai nell'attesa continuiamo a scrivere" ed eccomi qua!
Questi ultimi episodi mi hanno dato molti spunti quindi penso, e spero di continuare i capitoli a cadenza regolare, tempo e impegni permettendo!
Come sempre ringrazio il mio Beta 
GeneraleKesserling per il supporto e per l'aiuto nel correggere il capitolo.
Alla prossima gente! :D


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