Un regalo per Seiya - Pagine di Diario

di Sarastar88
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo incontro ***
Capitolo 2: *** Un nuovo amico ***
Capitolo 3: *** Emozioni ***
Capitolo 4: *** Verità ***
Capitolo 5: *** Nostalgia ***
Capitolo 6: *** Non vuoi che sia io ad aiutarti? ***
Capitolo 7: *** La lettera ***



Capitolo 1
*** Primo incontro ***


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Caro diario,
Oggi il mio Mamo Chan è partito per l’America. Come promesso a Luna, ho cercato di essere forte e sono andata a salutarlo all’aeroporto, promettendogli che l’avrei aspettato per sempre. Dove sarei potuta andare poi? Lui era l’unico per me, il mio principe.
Quando mi disse che i primi tempi, per via degli impegni, non avrebbe avuto molto tempo per mettersi in contatto con me, mi è parso di rompermi in mille pezzi. Mi sono sentita completamente fragile e delicata, come lo stelo di un fiore.  
Ho cercato di ricacciare quella debolezza; dopotutto ero Sailor Moon, avevo affrontato dei nemici più temibili della distanza e ne ero sempre uscita vincitrice!
Gli ho risposto che gli avrei scritto una lettera ogni giorno, così sarebbe stato un po’ come se non se ne fosse mai andato. Le lacrime che cercavo di trattenere inutilmente, iniziarono a sgorgare contro il mio volere, rigandomi il viso.
Non ero riuscita a mantenere completamente la mia promessa alla mia gattina; la tristezza di quel momentaneo addio mi fece stare male, come non lo ero mai stata in vita mia.
Mamoru tirò fuori una piccola scatolina rossa, contenente un anello in oro bianco con una pietra rosa a forma di cuore; un piccolo oggetto che simboleggiava il nostro grande amore.
Dopo avermi messo quell’anello, all’anulare della mano sinistra, mi catapultai tra le sue braccia per un ultimo abbraccio, ricco di sentimento e parole d’amore, e un ultimo bacio.
Un lunghissimo bacio a fior di labbra, come era solito darmi, che mi scaldò il cuore, dandomi una nuova sicurezza e cancellando tutte le mie paure.
Stavo accompagnando Mamoru al gate quando un ragazzo ci passò accanto. Era indubbiamente bello, nonostante nascondesse gli occhi con degli occhiali da sole, ma i lineamenti del suo viso sembravano disegnati. I suoi capelli erano dello stesso colore del mio Mamo Chan, solo che i suoi erano lunghissimi, legati in una coda bassa.
Non so dirti il perché, ma quando le nostre braccia si scontrarono sentii come una scossa lungo la schiena, come se io e lui fossimo legati in qualche modo.
Istintivamente mi voltai leggermente per guardarlo, incrociando il suo sguardo ancora nascosto dagli occhiali da sole, sentendo nuovamente quella specie di scarica.
Era piacevole, ma allo stesso tempo ero terrorizzata da quella sensazione mai provata.
Che fosse un nuovo nemico?


 
Caro diario,
Dopo la scuola, come al solito, mi sono ritrovata con le ragazze al Crown e come ogni volta io e Rei iniziammo a battibeccare. Lei mi dava dell’ingenua perché non sapevo il significato dell’indossare un anello all’anulare della mano sinistra e io la imbeccavo a spiegarmi. Fummo interrotte da Minako che annunciava che nel parco stavano girando un film i Three Lights, a quanto pare famosissimi cantanti, insieme ad Alice, un’attrice molto conosciuta. Io non li avevo mai sentiti nominare, eppure da quello che dicevano le mie amiche erano bellissimi e molto popolari. Anche Ami li conosceva ed era affascinata da loro.
Sì, la stessa Ami che provava interesse solo per i problemi algebrici e le formule chimiche.
Le ragazze cercarono di avvicinarsi per assistere alle riprese da una posizione migliore, lasciandomi indietro, così decisi di intrufolarmi in un’area adibita solo agli autorizzati.
Venni beccata, ancora prima di essermi introdotta in quella zona, da un ragazzo molto carino dai capelli neri e gli occhi blu come il mare; era uno degli attori. Indossava un completo arancio, abbinato a una camicia bianca e una cravatta gialla.
Abbinamento piuttosto bizzarro, tu non trovi?
Inizialmente pensai che fosse un marpione come tanti che se n’era uscito con la solita frase “Non ti ricordi che ci siamo già visti? Non sai chi sono?”
C’è davvero chi pensa di fare colpo in questa maniera?
Invece era una persona famosa, abituata a essere riconosciuto e accerchiato da folle urlanti, per questo motivo rimase stupito dal fatto che non lo conoscessi. Divertito dal mio rispondergli per le rime, mi affibbiò il nomignolo di Testolina Buffa, facendomi innervosire e riportando a galla vecchi ricordi. Fortunatamente non avrei più rivisto quel maleducato!


 
Caro diario,
Ti ricordi di quel ragazzo famoso, ma maleducato, conosciuto nel parco e che credevo non avrei più rivisto?
Beh, mi sbagliavo! Proprio oggi mi ci sono imbattuta, scontrandomi e finendo a terra.
Non si è neanche scusato, anzi… Quel cafone mi ha pure risposto che dovrei fare attenzione a dove metto i piedi. Ma se è stato lui a investirmi! Si può essere più arroganti e presuntuosi?
A quanto pare è un cantante idolatrato da tantissime ragazze… ma cosa ci troveranno in quel presuntuoso antipatico? È un bel ragazzo, non si può certo metterlo in dubbio, ma è talmente altezzoso… Sicuramente se le sue fan lo conoscessero meglio cambierebbero idea su di lui.
Anche questa volta mi ha rinominata Testolina Buffa, facendomi innervosire di nuovo.
Da non averlo mai visto a incontrarlo due volte nell’arco di una settimana… speriamo di non avere più questa sfortuna!


 
Caro diario,
È ufficiale. Sono la detentrice ufficiale del “mainagioia”!
Evidentemente io e la sfortuna abbiamo stretto amicizia, altrimenti non mi spiego la disgrazia avvenuta oggi. Ma perché capitano sempre a me? Ora ti racconto:
Giunta a scuola insieme alle mie amiche, Makoto e Ami, trovammo Minako in adorazione nel cortile della scuola, insieme a molte nostre compagne.
Lei che solitamente era ritardataria come me, quella mattina era tra le prime a essere arrivata.
A quanto pare i Three Lights, un gruppo musicale amato da moltissime ragazze, si era iscritto nella nostra scuola e in quel momento tutte erano in attesa di vederli arrivare; anche Rei si era intrufolata nel nostro liceo.
Al loro arrivo le mie amiche si presentarono a due di loro, mostrando la loro tessera del fan club (esiste pure un loro fan club ufficiale, ti rendi conto?).
Erano entrambi particolari, capelli lunghi legati in una coda bassa, occhiali da sole e viso annoiato. Uno era molto alto e aveva i capelli castani, l’altro era poco più alto di me con i capelli argentei. Non si sarebbero chiamati Three Lights se fossero stati solo un duo, quindi indovina chi era il terzo del gruppo?
Il presuntuoso antipatico che mi aveva affidato quel nomignolo. Mi ha pure proposto di diventare sua amica, definendola una possibilità… Ti rendi conto?
Lì, davanti a tutte quelle ragazze che se avessero potuto mi avrebbero sotterrato in una buca profonda almeno dieci metri.
Come se non bastasse che frequentassimo lo stesso liceo, la sfortuna ha voluto che mi capitasse come compagno di classe e che si sedesse proprio dietro di me.
Capisci perché ti dico che il premio come sfigata dell’anno va alla sottoscritta?
Ovviamente ha dovuto infastidirmi fin da subito, chiedendomi i corsi a cui iscriversi. Ma perché doveva chiederli proprio a me? Sicuramente il suo unico interessa era quello di conoscere più ragazze possibili e oziare liberamente. Sull’oziare lo capivo perfettamente, sarei stata la prima a iscrivermi a un corso del genere, ma essere una delle tante galline del suo pollaio non era di certo la mia priorità.
Mi ha pure chiesto di iscriverci agli stessi corsi, con un tono di voce che era palesemente da ammaliatore, ma che a me fece solamente venire l’orticaria.
Ovviamente Minako ascoltò tutta la conversazione, da pettegola qual era, e si avvicinò a noi, promettendo a Seiya (il dongiovanni si chiama così, Seiya Kou) che ci saremmo iscritte a tutti i loro corsi. Ma era impazzita? Lei poteva fare quello che voleva, ma perché doveva tirare in mezzo me? Passare del tempo con quel bellimbusto era proprio l’ultima cosa che volevo!
Per colpa loro mi sono pure beccata il rimprovero del professore, per una volta che non avevo fatto nulla per meritarmela. Quel ragazzo portava solo guai e io gli sarei stata alla larga!
A fine delle lezioni sono stata OBBLIGATA (lo scrivo in maiuscolo perché Minako mi ha portato contro la mia volontà in palestra) ad assistere a una noiosissima partita di basket dove Seiya, ovviamente facendo lo sbruffone come suo solito, sfidava il capitano della squadra della nostra scuola, smarcandolo e volando al canestro senza alcuna difficoltà.
Minako poi se n’era andata con Taiki (un altro dei componenti del gruppo) a iscriversi a dei corsi culturali. Parliamo della stessa Minako che, come me, se la svignava dai pomeriggi di studio a casa di Rei e prendeva brutti voti a scuola. A quella ragazza mancava certamente qualche rotella.
Seiya si mise a urlare, in mezzo alla palestra, quel nomignolo fastidioso che mi aveva affibbiato, chiedendomi poi di portarlo a fare un giro. Ma perché insisteva a starmi addosso? Con tutte le ragazze della scuola che avrebbero accettato di passare del tempo con quel casanova, proprio me doveva assillare? Io che me ne sarei tornata a casa volentieri per mangiare dolci e a leggere i miei adorati fumetti.
Non potevo nemmeno rispondergli a tono perché le mie amiche, da sue fan, lo difendevano, aggredendo me e dicendomi di rispondergli gentilmente, cosa che mi portò a tollerarlo sempre di meno.
Lo portai al campo di football per fargli assistere agli allenamenti della squadra della nostra scuola e nuovamente volle mettersi in mostra, dribblando gli avversari che erano il doppio di lui. Era quasi arrivato a fare touchdown quando il capitano della squadra lo buttò a terra scorrettamente.
Il mio istinto da crocerossina prese il sopravvento, così istintivamente corsi da Seiya e iniziai ad aggredire verbalmente l’uomo armadio. Pensai che mi volesse dare una sberla, invece strinse la mano di Seiya. Prima lo fa ruzzolare slealmente al suolo, poi gli propone di entrare nella squadra… E vogliono farci credere che siamo noi ragazze quelle complicate?

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Capitolo 2
*** Un nuovo amico ***


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Caro diario,
Sono passate alcune settimane dalla partenza del mio Mamoru e dall’arrivo dei fratelli Kou nella nostra scuola. Come ben sai, inizialmente non sopportavo quello sbruffone di Seiya, ma col tempo ho iniziato a tollerarlo, finché non diventammo amici. Ci capitava di ridere alle stesse battute o di chiacchierare tranquillamente, ma il più delle volte ci stuzzicavamo a vicenda, litigando come due bambini. Lui si divertiva a prendermi in giro e io gli rispondevo a tono; peccato che entrambi volessimo sempre avere l’ultima parola.
Eravamo molto simili sotto certi punti di vista; golosi, ingenui, immaturi e testardi.
Oggi ho assistito, insieme alle mie amiche, alle prove del musical dei Three Lights e alla ramanzina della coreografa nei confronti di Seiya. Mi si è stretto il cuore nel sentire quelle parole così velenose nei suoi confronti. Lo consideravo ancora un po’ antipatico e altezzoso, ma ci metteva impegno e passione nel suo lavoro; non poteva dirgli che non era un professionista.
Scoprimmo che la coreografa, Cinzia, era la sorella gemella di suor Marta, una monaca della scuola privata di Rei. Decidemmo che il giorno seguente saremmo andati, Seiya e io, a parlarle, cercando dei consigli per capire il comportamento della sorella.

 

Caro diario,
Come ti avevo accennato, oggi Seiya e io siamo andati a parlare con suor Marta, la sorella di Cinzia. In realtà mi sono limitata ad accompagnarlo, aspettandolo fuori dalla chiesetta.
Ovviamente provai a origliare la conversazione, ma con scarsi risultati. Erano troppo lontani per riuscire a sentire quello che dicevano ed entrare in un luogo sacro, solo per la mia malsana curiosità, non mi sembrò il caso.
Una volta terminato l’incontro mi riaccompagnò a casa, raccontandomi ciò che si erano detti.
Era decisamente più motivato a impegnarsi e a dare il massimo. Sembrava avesse una luce diversa negli occhi, come se stesse pensando a qualcosa che nasceva dal profondo del suo cuore.
Mi lasciò leggermente stranita quando mi chiese se avessi un fidanzato, invitandolo poi al musical.
Non mi ha turbata la domanda di per sé, ma come mi sono sentita a parlare di lui con Seiya. Non so spiegarti neppure io il perché di quel fastidio sinceramente.
Era la prima volta che lui mi poneva una domanda sul mio “privato”.
Dopo che se ne andò decisi di seguirlo, assistendo alle prove dello spettacolo. Rimasi meravigliata dalla passione che mise in quei passi di danza, rivedendo nuovamente quella luce nei suoi occhi. Peccato che quella insopportabile di Rei mi trascinò fuori dallo studio, tirandomi per un orecchio e “invitandomi” a tornare a casa a studiare per il compito in classe del giorno seguente.
Quella ragazza sapeva essere una vera rompi scatole quando ci si metteva!


Caro diario,
Sono passati già due mesi dall’arrivo di Seiya, Yaten e Taiki nella nostra scuola. Ormai eravamo diventati tutti amici e passavamo molto tempo insieme… Con Seiya soprattutto.
E pensare che inizialmente non lo sopportavo… Sono contenta di essermi ricreduta! Nonostante i continui battibecchi quel ragazzo era simpatico e gentile; sotto la sua corazza da presuntuoso nascondeva un grande cuore che mostrava solo a poche fortunate. Passare del tempo con lui mi faceva sentire un po’ meno sola.
Ma passiamo a noi e a quello che è successo questa sera: I Three Lights si sono esibiti in concerto con la mia amica violinista Michiru.
I biglietti erano andati sold out nel giro di poche ore, ma fortunatamente lei e Haruka ne avevano tenuti alcuni da parte per noi, così ce li regalarono.
Ti ricordi quando ti dissi che ero la detentrice del “mainagioia”? Bene, perché ora potevo evidenziarlo o addirittura scriverci un libro sulla mia grande sfortuna e sono sicura che avrei venduto numerosissime coppie, diventando ricca e famosa.
Cosa poteva succedere a una sbadata, ritardataria e con scarso senso dell’orientamento come la sottoscritta? Ovviamente di sbagliare autobus e finire chissà dove. Tokyo non era proprio un paesino di campagna.
Quando arrivai al parco, il concerto era già terminato e i tecnici stavano smontando il palco.
L’unica fortuna che ebbi quella sera fu di imbattermi in Haruka che stava andando in camerino dalla sua Michiru, così da unirmi a lei e poter almeno salutare la mia amica. Trovammo Michiru e Seiya troppo vicini per i gusti della mia gelosissima amica Haruka, che si avvicinò a lui in maniera aggressiva, fulminandolo con lo sguardo. Quel dongiovanni aveva posato gli occhi sulla preda sbagliata.
Seiya usci dal camerino, invitandomi ad andare a trovarlo dopo aver salutato le due ragazze, sempre con il suo immancabile sorriso sghembo da arrogante. Un giorno o l’altro qualcuno lo avrebbe preso a pugni in faccia.
Decisi di lasciare sole le mie amiche, in modo da potersi chiarire liberamente, così raggiunsi il rockettaro, ammonendolo per il suo comportamento con Michiru.
Beh, sai cosa pensò quel cretino? Che fossi gelosa.
Io, gelosa di lui? Mai nella vita potrei essere infastidita dal suo approcciarsi con le ragazze!
Gli feci capire che Haruka e Michiru erano una coppia, ed essendo loro amica non volevo ci fossero problemi. Come al solito ci stuzzicammo verbalmente, finché non mi disse che secondo lui io avevo una cotta, ma non volevo ammetterlo. Il suo ego deve essere stato pompato decisamente sopra ogni limite possibile e immaginabile.
In quale universo parallelo io potrei perdere la testa per quel rockettaro di quinta categoria?
Quella sua affermazione mi stupì a tal punto da farmi ruzzolare giù dalle scale, insieme al direttore d’orchestra, un vecchio signore dal volto gentile. Mi fa ancora male la testa per quella caduta.
Seiya ci presentò, indicandomi come la sua ragazza, irritandomi per l’ennesima volta. Ma come gli venivano queste idee? Era il solito screanzato.
Poco dopo quel povero vecchietto venne attaccato dal nemico, ma con l’aiuto delle Sailor Starlight riuscii a salvarlo. Eravamo sul punto di stringere un accordo, ma Uranus attaccò la Star Fighter, costringendole ad allontanarsi. Mi sentivo legata a quelle ragazze, alla mora soprattutto. Forse perché entrambe eravamo le leader del nostro gruppo o forse perché nei suoi occhi trovavo qualcosa che mi infondeva sicurezza e un senso di famigliarità. Erano due pozze blu color del mare, luminosi e gentili. Avrei tanto voluto collaborare con esse e scoprire la loro vera identità. Secondo te sarà possibile in futuro?


Caro diario,
Non crederai mai a cosa è successo questo pomeriggio dopo la scuola.
Seiya mi ha invitato a passare la domenica sola con lui, ti rendi conto? Più che invitato direi OBBLIGATO, visto che non ha voluto sentire ragioni, nonostante io avessi detto più volte di no. Come se non bastasse, pure Ami ha assistito alla scena e ha pensato che io e Seiya avessimo un appuntamento. Beh, ma tanto io non ci esco con lui, è fuori discussione! Non vorrei che si facesse strane idee quel rockettaro. Io sono fidanzata e fedele al proprio ragazzo, nonostante lui non si degni di farsi sentire da mesi. Voglio bene a Seiya, lo considero un amico, ma niente di più, quindi perché dovrei uscirci insieme? È fuori questione! Io domani me ne resterò a casa a dormire, leggere i fumetti e mangiare dolci.


Caro diario,
Oggi ho passato una bellissima, anche se strana, giornata con il mio amico Seiya, il leader dei Three Lights. Abbiamo fatto il viaggio senza parlarci per paura che qualche fan riconoscesse la sua voce. Siamo stati allo zoo e abbiamo visto alcuni animali che erano molto buffi; altri invece mi fecero accapponare la pelle.
Entrambi eravamo terrorizzati sulle montagne russe e nella casa degli orrori, tanto da stringerci l’uno all’altra mentre urlavamo. È stato così normale per me abbracciarlo mentre avevo paura… Appena pensai lucidamente però mi staccai in completo imbarazzo; non so perché, ma cingerlo mi diede serenità.
Con grande maestria vinse il bellissimo portachiavi con un orsetto rosa che gli avevo chiesto di prendermi; pensai che me l’avrebbe donato, ma invece lo attaccò alla sua maglia, facendomi innervosire come al solito. Quel ragazzo era simpatico, ma il più delle volte era odioso!
Il giro sulla ruota panoramica è stato molto strano e quasi… intimo. Scherzando gli dissi che se un paparazzo ci avesse visto, avrebbe potuto scrivere che ero la sua nuova fiamma, rischiando così di creare dei pettegolezzi sulla sua persona. Scoppiai a ridere finché non mi rispose, lasciandomi interdetta.
“Non me ne importa niente” disse in un modo che non seppi neanche io come spiegare; mi sentii strana ed emozionata allo stesso momento, provai anche un po’ d’imbarazzo. Mi chiese poi di Mamoru…
Mio caro diario solo tu sai la sofferenza che ho nel cuore da quando lui è partito. Scrivergli ogni giorno e non ricevere mai una sua risposta era veramente straziante. Cercavo sempre di farmi forza davanti alle mie amiche, ma quando ero sola mi lasciavo andare a pianti disperati, con i pensieri più bui che la mia mente potesse partorire… Non so perché, ma mi venne spontaneo raccontare anche a lui di questa situazione, forse per poter sfogare a parole la mia tristezza o forse perché con Seiya sentivo di poter essere sincera, almeno sulla mia vita come Usagi.
Alla sua domanda “sei sicura che non ti abbia dimenticata?” Una parte di me si spezzò in mille pezzi. Aveva pronunciato quelle parole che io tanto temevo di dire ad alta voce. Cercai di ricompormi, ripensando a tutto quello che Mamoru aveva fatto in quegli anni per me, per darmi la forza di non dubitare del suo amore. Gli dissi che ero sicura del suo amore per me, che era un amore speciale che non sarebbe mai finito. A dirti tutta la verità cercavo di credere anche io alle mie parole, visti i dubbi che mi attanagliavano tutti i giorni.
Per tirarmi su di morale mi portò in una discoteca. Era la prima volta che ci andavo ed ero su di giri! Quando poi mi portò in una sala privata iniziai ad avvampare… Il pensiero di me e lui da soli mi rese nervosa e mi fece contorcere lo stomaco. Che ridere però quando pensai volesse baciarmi e invece voleva solo ordinare da bere al telefono… ahahaha!
Però, se devo essere completamente sincera, guardare le sue labbra avvicinarsi mi fece martellare il cuore, come non succedeva da tempo. Probabilmente era colpa della tensione dovuta alla situazione equivoca.
Ballare a ritmo di musica è stato divertente e piacevole; stavo finalmente dimenticando tutti i pensieri negativi, finché le luci non si spensero improvvisamente. In quel momento mi spaventati, ma poi sentii improvvisamente il suo braccio sulla spalla per cingermi al suo petto e proteggermi. Un gesto spontaneo, non calcolato, come se per lui fossi preziosa e dovesse difendermi. Ascoltai il suo cuore battere irregolarmente mentre mi stringeva a sé, provocandomi una sensazione di pace mista a qualcos’altro.
Forse ammirazione per il coraggio di pararsi con il suo corpo davanti al mio per difendermi dal nemico… Non sapeva a cosa andava incontro, ma il suo unico pensiero era quello che io mi salvassi, infatti mi face uscire da quella sala, dandomi così la possibilità di trasformarmi in Sailor Moon.
Quando rientrai nella sala, di Seiya non c’era traccia, c’era solo il suo portachiavi a terra.
L’idea che potesse avergli fatto del male mi gelò il sangue, facendomi salire la bile in gola. Ero disperata e terrorizzata… Non volevo perderlo!
Le parole di Sailor Star Fighter “non preoccuparti è salvo” mi fecero tornare a respirare nuovamente.
Dopo aver sciolto la trasformazione, e con il portachiavi nella mano, uscii a cercare Seiya, trovandolo all’esterno del locale ad aspettarmi. Vederlo sano e salvo mi rese inspiegabilmente felice.
Mi regalò l’orsetto e poi rimase qualche minuto a fissarmi creandomi nuovamente imbarazzo e palpitazioni.
Caro diario e se Seiya si stesse innamorando di me? Perché Mamoru non era qui ad aiutarmi, impedendo che potesse succedere?

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Capitolo 3
*** Emozioni ***


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Caro diario,
Sono passate alcune settimane dalla giornata con Seiya e il pensiero del suo tenero abbraccio in discoteca non mi aveva mai abbandonata. Sentivo ancora nelle narici il suo profumo caldo e muschiato. Anche oggi, dopo aver spedito una nuova lettera a Mamoru tornai a pensarlo. Pregai mentalmente che il mio fidanzato si sbrigasse a tornare, per togliermi quella confusione dalla testa.
Passai la mattinata con le mie amiche a parlare delle Sailor Starlight e del fatto che secondo me potessero essere delle alleate, a differenza delle altre che le reputavano delle nemiche, visto che provenivano da un pianeta del sistema solare esterno. Non riuscivo a togliermi dalla testa i loro salvataggi e il senso di famigliarità che mi infondevano. Forse avevano ragione le ragazze a considerarmi troppo ingenua, ma il mio sesto senso mi diceva che potevamo fidarci.
Come se la mia vita non fosse abbastanza complicata, quest’oggi si è aggiunta dal nulla una bambina, di nome Chibi Chibi, nella mia famiglia. Non sappiamo né da dove arrivi, né cosa cerchi.
Era riuscita, con un incantesimo, a far credere a mia madre che fosse sua figlia, quindi la mia sorellina. Mi tornò alla mente quando Chibiusa fece lo stesso alcuni anni fa e sentii una forte stretta al cuore. Mi mancava così tanto la mia bambina.
Che Chibi Chibi potesse venire dal futuro?
Nel pomeriggio uscimmo tutte e tre insieme, ma senza che ce ne accorgessimo la piccola scappò.
Ci dividemmo a cercarla per tutta la città, preoccupate che le potesse succedere qualcosa.
Quando la trovai era accanto a un poliziotto, probabilmente preoccupato nel vederla sola.
Beh, indovina un po’ chi era quell’agente? Nientepopodimeno che Seiya, che stava facendo un servizio di volontariato. Non l’avevo più rivisto da quel giorno e non ti nascondo che incrociare i suoi occhi, anche solo per pochi secondi, mi fece provare una scarica per tutto il corpo.
La divisa gli donava sai?
Camminammo vicini, mentre teneva Chibi Chibi sulle spalle e notò una certa somiglianza tra noi due, chiedendomi quindi se fossimo sorelle. Dovetti rispondere positivamente, come potevo spiegargli la verità?
“In realtà questa bambina ha fatto il lavaggio del cervello a mia madre, facendole credere che fosse sua figlia. In casa Tsukino succede spesso che arrivino delle bambine con poteri bizzarri che si spacciano per mie parenti, quindi non preoccuparti!”
Probabilmente mi avrebbe fatta internare se gli avessi risposto così.
Quando mi chiese se gli stessi nascondendo qualcosa iniziai ad agitarmi, arrossendo.
Il pensiero di quella mattina mi si ripresentò come un fulmine a ciel sereno e il cuore iniziò a martellarmi nel petto.
Non mi limitavo più a ricordare il suo profumo, lo potevo sentire nell’aria, pronto ad accarezzarmi la pelle e a ubriacarmi i sensi.
Anche Seiya notò il mio imbarazzo e si fece più insistente, dicendomi che non voleva ci fossero segreti tra di noi. Peccato che di segreti ne avevo troppi e non potevo rivelarglieli, nonostante lo avessi voluto. Non potevo dirgli che ero Sailor Moon senza rischiare di metterlo in pericolo, non potevo dirgli nemmeno che mi era mancato e che ripensavo a quel abbraccio senza sembrare una sfigata, impazzita per un teen-idol. Anche perché non era questo il caso. Seiya era sì un cantante di successo, amato da molte ragazze, ma per me era qualcosa di più. Era un mio compagno di classe e un amico, un ragazzo a cui mi ero affezionata e che portavo nel cuore. Gli volevo bene ed essendo uno dei pochi amici maschi che avevo mi sentivo confusa.
Sì, non c’era altra spiegazione.

Caro diario,
Eccomi di ritorno dopo il weekend sul lago con le ragazze. Avevamo decisamente bisogno di staccare la spina dalla quotidianità.
Pensavo che ci saremmo rilassate, senza automi da combattere o bei ragazzi mori dagli occhi blu che mandavano in confusione il mio cervello, ma ovviamente mi sbagliavo.
Poteva la sottoscritta passare un fine settimana tranquillo? Del resto, non ero io la detentrice del “mainagioia”? Ok, forse sto ingigantendo un po’ il tutto…
Nonostante il nemico avesse attaccato Thomas, il cugino di Rei, il fine settimana è trascorso piuttosto piacevolmente. Anche i Three Lights si trovavano lì, impegnati con le riprese di un film dove interpretavano dei supereroi.
Quell’antipatico di Seiya aveva pensato di farci uno scherzo, rubando il vestito del mostro del loro sceneggiato e indossandolo, ma non aveva considerato che c’era già un’orrenda creatura a spaventare i campeggiatori. Pensa che quando se l’era trovato difronte era pure svenuto. È proprio una mammoletta ahaha.
Oltre ad essere un ragazzo pauroso era un vero impacciato, peggio della sottoscritta. Quella mattina mi cadde addosso, finendomi sopra in una posizione piuttosto equivoca, sotto gli occhi delle mie amiche e dei suoi fratelli… non puoi capire l’imbarazzo!
Per un secondo il tempo sembrò fermarsi, mentre i suoi occhi si soffermarono a scrutarmi come suo solito.
Aveva sempre quel modo di guardarmi, come se riuscisse a mettere a nudo la mia anima.
Quelle sue pozze blu erano così luminose e profonde…
Sono passati già quattro mesi dal loro arrivo e il legame tra me e Seiya è diventato più forte, giorno dopo giorno. Passare del tempo con lui era piacevole e divertente. Mi faceva stare bene e soprattutto evitava di farmi pensare a Mamoru e al suo silenzio. Sai, ancora non ha risposto a nessuna delle mie innumerevoli lettere e non ha mai chiamato. Inizio a pensare che si sia dimenticato di me…

Caro diario,
Questa serata è stata un vero casino! Avrei così tanto da dirti, ma non so nemmeno io da dove cominciare. Ho una tale confusione nella mia testa che potrei scrivere una cosa e subito dopo l’esatto contrario. Forse è meglio che parta dall’inizio, chissà che possa aiutare anche me a fare chiarezza…
Tutto cominciò questa mattina a scuola, quando insieme alle ragazze parlammo degli innumerevoli furti avvenuti negli ultimi giorni nella nostra zona.
Makoto e Minako non persero l’occasione di terrorizzarmi con i loro racconti, divertendosi come al solito a mie spese. Non sapevano che quella sera sarei rimasta a casa da sola, visto che i miei genitori erano partiti, e fu proprio quella solitudine a farmi paura. Cos’avrei potuto fare io contro un malvivente?
Fortunatamente, o disgraziatamente a seconda dei punti di vista, Seiya sentì quella conversazione e si propose come mia guardia del corpo. Accettai la sua offerta con molta gioia, senza pensare al fatto che saremmo stati soli in casa, a esclusione della piccola Chibi Chibi e di Luna.
Grosso errore, anzi grossissimo!
Quel pensiero mi venne solo dopo aver sistemato la casa per l’occasione, facendomi agitare non poco. Quando sentii il campanello suonare inciampai nel secchio, cadendo sul pavimento e accogliendo Seiya sdraiata a terra.
Il cretino mi chiese se stessi cercando di imparare a nuotare in salotto… Ma si può essere più stupidi? Ok, non era normale ricevere le persone in quella maniera, ma pensare che stessi nuotando davanti all’ingresso era veramente insensato.
Lo feci accomodare in camera, mentre preparai il vassoio con la nostra merenda, non immaginando minimamente che molte cose da quel momento sarebbero cambiate. Una volta raggiunto nella mia stanza scherzammo sul suo comportamento poco galante nei confronti del gentil sesso, restando poi sorpresa dalla sua risposta. Disse che non gli importava delle ragazze perché lui cantava per trovare l’unica donna della sua vita. La curiosità mi travolse, così senza pensarci mi misi vicina a lui, chiedendogli chi fosse quella ragazza misteriosa. Anche lui si avvicinò a me, a pochi centimetri dal mio viso, dicendomi che doveva dirmi una cosa importantissima.
In quel momento il cuore iniziò a martellarmi rumorosamente nel petto. Pensai che potesse scoppiarmi da un momento all’altro talmente velocemente palpitava. Di nuovo mi persi nel blu dei suoi occhi, cancellando tutto quello che avevo attorno e concentrandomi solo su quelle pozze profonde.
Non so se ringraziare la sorte per l’arrivo di Chibi Chibi che spalmò la torta in faccia a Seiya, interrompendo quel momento e sporcando entrambi di panna.
Seiya si fece una doccia, mentre io mi cambiai, cercando di ricacciare i pensieri su quello che sarebbe potuto succedere se Chibi Chibi non fosse arrivata in tempo. Peccato che il mio corpo non volle collaborare, visto che le mani continuarono a sudare, il cuore palpitava a un ritmo elevato, la bocca era secca e lo stomaco contratto.
Ci pensò il campanello a destarmi da quelle riflessioni. Le mie amiche avevano pensato di farmi una sorpresa, presentandosi tutte e quattro a casa mia. Ringraziai mentalmente la loro incursione, perché avrei evitato di rimanere nuovamente sola con lui, o almeno così pensavo.
Seiya uscì dal bagno in quel momento con indosso solo un asciugamano che lo copriva a stento e la piccola Chibi Chibi si aggrappò a esso, cercando di toglierglielo…
Sentii nuovamente lo stomaco contrarsi e un forte calore sul viso. Istintivamente portai le mani agli occhi per coprirli, evitando di assistere ulteriormente a quella scena. Era tutto così strano quando Seiya era nelle vicinanze. Si creavano sempre situazioni ambigue e indefinibili che mi facevano sentire… Diversa. Non so veramente come spiegare queste nuove emozioni che nutrivo nei suoi confronti, solo che mi sentivo inspiegabilmente legata a lui.
Arrivarono anche Yaten e Taiki a farci compagnia, seguiti da Michiru e Haruka, quest’ultima non molto felice di ritrovarsi Seiya in casa, memore di cos’era successo la sera del concerto nel camerino di Michiru. Si lanciarono frecciatine per tutta la sera, facendo innervosire persino Yaten.
A interrompere il quasi litigio ci pensò la troupe televisiva di “Indovina chi viene a cena”, autoinvitandosi in casa per registrare in diretta quella puntata. I Three Lights non potevano farsi riprendere quindi dovettero nascondersi. Lasciammo Minako e la sua smania di diventare famosa a fare gli onori di casa. Da completa IDIOTA quale sono ho ben pensato di nascondermi con Seiya e Chibi Chibi nell’armadio. Spazio ristretto e vicinanza eccessiva tornarono a farmi sentire le stesse sensazioni del pomeriggio. Quando mi disse che voleva approfittare di quel momento per continuare quel discorso mi sentii avvampare. Da una parte ero terrorizzata dal sentire quelle parole, pensando che si sarebbe dichiarato. Se l’avesse fatto il nostro rapporto sarebbe cambiato definitivamente. Non avrei potuto far finta di nulla, fingendo di non sapere, avrei dovuto allontanarlo per non illuderlo, rinunciando alla sua compagnia. Il problema è che non ero pronta a farlo! Passare del tempo con lui mi faceva stare bene, ero felice e dimenticavo tutti i problemi e la tristezza. Ero egoista, ma non volevo rinunciare a Seiya e a quella spensieratezza che solo lui sapeva regalarmi. Ma tanto ero spaventata tanto desideravo che lo dicesse. Era un controsenso, me ne rendo conto, ma la mia vita era un caos continuo da quando Seiya ne faceva parte. Le urla del presentatore troncarono quel discorso, facendomi uscire a controllare cosa fosse successo. Il nemico l’aveva attaccato e trasformato in un automa. Un nuovo combattimento che mi distrusse il salotto fu la ciliegina sulla torta per concludere in bellezza quella serata. Fortunatamente Seiya e le mie quattro amiche mi aiutarono a sistemare tutto, mentre gli altri se ne andarono. Non ci fu più modo di riprendere il discorso interrotto più volte tra me e Seiya, ma sento che prima o poi scoprirò quello che cercava di dirmi e le cose tra noi due cambieranno inevitabilmente.

******
Buongiorno ragazze, per questa settimana si conclude l'aggiornamento di questo spin off.
Cosa ve ne pare per il momento? Ho cercato di inserire il più possibile la mia vena simpatica che spero sia arrivata anche a voi :P
Lunedì aggiornerò con il quarto capitolo "Verità"; immaginate già le puntate a cui farà riferimento?
Come al solito ringrazio le mie "fedeli" lettrici che mi hanno seguito anche in questa storia, siete la mia forza!
Alessandra in particolare, visto che abbiamo capito di essere state separate alla nascita ahahhaha
Ti voglio bene pazza <3 Tra un po' inizierò a scrivere la mia fan fiction solo per leggere la tua recensione xD
Grazie ovviamente anche a chi legge in maniera silenziosa!
Auguro a tutte voi un buon weekend. Ci leggeremo lunedì <3

 

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Capitolo 4
*** Verità ***


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Caro diario,
Non ho avuto tempo di raccontarti le ultime novità… Indovina chi si è iscritta al torneo di softball della scuola? La qui presente, Usagi Tsukino.
Non di certo per mia volontà, ovviamente, ma perché il simpaticissimo rockettaro ha pensato di registrare il mio nome con il suo, a mia insaputa.
Non capisco l’invenzione dello sport. Le persone sudano, si stancano e viene ancora più appetito. Per non parlare di quanto fossero noiosi da guardare… Non era meglio starsene sul divano a mangiare biscotti e a leggere fumetti?
Gli allenamenti sono stati lunghi e faticosi e la mia scarsa coordinazione non aiutava di certo. Per non farci mancare nulla poi, quell’antipatica di Marika, la presidentessa e fondatrice del fan club dei Three Lights nonché capitana della squadra di softball, ha iniziato a offendermi, gelosa della mia amicizia con Seiya. Ci ha sfidato, scommettendo che se avesse vinto Seiya avrebbe dovuto smettere di frequentarmi, ti rendi conto? Seiya che non si sottrae mai a una sfida, ovviamente ha accettato, convinto di vincere. Nessuno dei due ha pensato però di interpellare la sottoscritta.
«Facciamogli vedere cosa siamo in grado di fare con il nostro amore».
Quella frase mi risuonava ancora nelle orecchie, a distanza di giorni.
Ma che problemi affliggono quel ragazzo? Da quando io e lui saremmo innamorati?
Poi se n’è uscito con questa frase davanti alle mie amiche… Chissà cos’avranno pensato!
Alla fine di questo torneo dovrò fargli un bel discorsetto al cretino, ricordandogli quali fossero le nostre posizioni.
Questa sera, dopo l’ultimo allenamento, abbiamo guardato il cielo stellato insieme alla piccola Chibi Chibi e Seiya mi ha raccontato una leggenda del suo paese.
Ogni creatura vivente possiederebbe una stella tutta sua dentro di sé; più una persona è buona più la sua stella è luminosa. Secondo lui la mia avrebbe una luce accecante.
Il mio cuore a quella dichiarazione saltò un battito e iniziai ad arrossire. Sentii le gambe come gelatina e lo stomaco contorcersi. Perché ogni volta mi faceva quell’effetto? Perché quelle parole, se uscivano dalla sua bocca, avevano il potere di farmi sentire quel torpore nel petto?
Cercai di cambiare argomento, parlando della partita e di quell’antipatica di Marika.
Seiya mi incoraggiò a non arrendermi e di credere nella nostra vittoria, dopodiché accompagno me e Chibi Chibi a casa. Ce l’avrei messa tutta per vincere e rendere fiero di me Seiya. Ha sprecato ore e pazienza per cercare di aiutarmi a migliorare, il minimo che potessi fare era dare tutta me stessa. E poi, a dirtela tutta, non volevo rischiare di perdere la sua amicizia per una scommessa.

Caro diario,
Io e Seiya abbiamo vinto! Non ci credo nemmeno io, ma è così. Noi due ci siamo aggiudicati il primo posto, insieme ai nostri compagni di squadra ovviamente. È stata una partita molto combattuta, rimasta sullo 0 a 0 fino al sesto innings. L’ultimo innings fu quello decisivo e il punto finale l’ho fatto guadagnare proprio io, prendendo la ribattuta di Marika.
Non riesco nemmeno a descrivere quello che ho provato correndo per recuperare la palla.
Non mi ero mai sentita così veloce, tanto che mi sembrò di volare. Sentivo la determinazione crescere dentro di me; fu proprio quella a darmi la forza per lo slancio al momento giusto, facendoci trionfare.
I miei compagni di squadra corsero ad abbracciarmi, primo tra tutti Seiya che mi sollevò in aria con sguardo sognante, stringendomi poi in un abbraccio che mi fece mancare il respiro.
È durato un secondo, solo un battito di ciglia, eppure l’effetto che mi dava immergermi nei suoi occhi faceva sembrare tutto più lungo e più intenso.
Quel suo sguardo era così magnetico… Ancora una volta era riuscito a farmi battere il cuore in maniera spropositata, facendomi sentire un torpore nel petto.
Mamo, dove sei? Perché ancora non ti decidi a rispondermi?

Caro diario,
Non so nemmeno io da dove cominciare. Sento il mio cuore distrutto in mille pezzi dopo la scoperta di questa sera: I Three Lights sono le Sailor Starlights.
Mentre sto scrivendo, sento le lacrime pizzicarmi gli occhi, pronte a emergere e a distruggere quella misera corazza che mi era rimasta addosso. Quella che mi dava la forza di svegliarmi ogni mattina col sorriso, cercando di non cedere alla negatività dovuta ai silenzi del mio fidanzato. Quella che mi aiutava a non crollare di fronte all’ennesimo nemico che minacciava la terra e che solo noi guerriere Sailor potevamo distruggere, nonostante fossimo delle adolescenti.
Perché non potevamo essere anche noi spensierate come le nostre coetanee? Perché le persone devono essere così assettate di potere da voler conquistarne sempre di più, iniziando guerre inutili che portavano solo atroci sofferenze? Perché la mia armatura doveva venire distrutta dal ragazzo che in questi mesi mi aveva tanto aiutato a issarla?
Penso sia il caso di raccontare tutto dal principio, ovvero da questa mattina.
Minako mi informò che quella sera tutte sarebbero andate alla prima del film dei Three Lights, tenutasi su un jet privato, evento dedicato solo alle iscritte del loro Fans club. I biglietti erano terminati da settimane, così dovetti salutare le mie amiche con la tristezza nel cuore.
Non sapevo che a casa mi aspettava una lettera con il ticket annesso. Inizialmente pensai fosse un regalo di Seiya, invece era un “dono” di Sailor Fantasia, che scoperta la mia vera identità mi diede appuntamento sull’aereo. Era ovviamente una trappola, ma non potevo rischiare che facesse del male alle mie amiche, ai viaggiatori, ai Three Lights, ma soprattutto a lui.
Corsi all’aeroporto e cercai di bloccare il volo, ma l’hostess non mi volle ascoltare, accompagnandomi sul jet. Provai a spiegare a Seiya di fermare il decollo, ma anche con lui fu un buco nell’acqua. Inizia a tremare, agitata e spaventata per quello che sarebbe successo una volta che la mia nemica sarebbe apparsa. Seiya, vedendomi sconvolta, si alzò e mi mise una mano sulla spalla, causandomi delle scosse lungo la schiena. Quel contatto mi diede una momentanea pace, portando il mio cuore a battere più velocemente del solito. Mi disse che mi avrebbe protetta lui e ingenuamente pensai che nulla avrebbe potuto contro Fantasia.
Mi sedetti al suo fianco, guardando fuori dal finestrino e ritornando ad angosciarmi. Avevo paura che potesse capitargli qualcosa, che potesse far del male a tutte le persone presenti e la colpa sarebbe stata solo mia. Ero sul punto di mettermi a piangere quando Seiya mi strinse la mano, senza dire una parola. Voleva farmi sentire la sua presenza e infondermi sicurezza. Era sempre così buono con me… Ci guardammo per interminabili secondi e sentii nuovamente quel calore e quella scarica elettrica percorrermi tutto il corpo. Mi persi in quello sguardo, sentendomi come in una bolla lontana dal mondo; eravamo solo io e Seiya, mano nella mano, occhi negli occhi.
Solo lui era in grado di regalarmi attimi di una pace tanto agognata.
Avrei tanto voluto che la mia vita fosse sempre così, in quella bolla di armonia e serenità, lontana dai problemi quotidiani.
Fu l’attacco del nemico a distruggere quel momento solo nostro, attaccando i Three Lights con delle corde che li legarono al sedile.
Sailor Fantasia fece la sua apparizione poco dopo, chiamandomi Sailor Moon davanti ai tre ragazzi lasciandoli senza parole. Le mie amiche arrivarono in mio soccorso, ma furono bloccate da tre mostri, lasciandomi in balia di Fantasia che era pronta a rubarmi il seme di stella.
Fu quello l’inizio della fine. In quel momento tutte le mie certezze crollarono come un castello di carte sotto il soffio leggero del vento.
Seiya si slego dalla corda che lo teneva legato al sedile e si trasformò in Sailor Star Fighter sotto ai miei occhi. Non riuscivo a credere a quello che avevo appena visto; un attimo prima era un ragazzo e dopo il mutamento divenne una donna. Non avrei mai pensato che le Sailor Starlight fossero proprio loro.
Seiya mi guardò mortificato, promettendomi che mi avrebbe difesa e non avrebbe permesso che mi venisse fatto del male. Che ironia della sorte, mi trovavo lì per il medesimo motivo, terrorizzata all’idea che potesse succedergli qualcosa e con la convinzione che solo io avrei potuto proteggerlo dalla nostra nemica.
Dopo di lui anche Taiki e Yaten si trasformarono rispettivamente in Sailor Star Maker e Sailor Star Healer. Le mie amiche erano riuscite a tornare nella “saletta”, assistendo anche loro al mutamento dei Three Lights, restando interdette come me.
A quel punto decidemmo di mostrarci anche noi, svelando la nostra vera identità e combattendo insieme il nemico.
Una volta sconfitta, Fantasia si dileguò come suo solito, lasciandoci nel più completo silenzio.
Seiya, Sailor Star Fighter e io ci guardammo, con la tristezza negli occhi e nel cuore.
Una volta atterrati i ragazzi firmarono gli autografi di rito e una volta terminato ricevetti solo un’occhiata piena di delusione da parte sua, per poi guardarlo allontanarsi, insieme ai suoi fratelli.
Avrei tanto voluto spiegargli che il mio silenzio non era dovuto a una mancanza di fiducia nei suoi confronti, che il mio intento era quello di proteggerlo, ma non mi diede quella possibilità.
Il mio cuore si spezzò in quel esatto momento, dopo quello sguardo demoralizzato. L’avevo deluso. Avevo deluso l’unica persona che in questi mesi era riuscita a farmi stare bene.
Eravamo stati così vicini, avevamo creato un rapporto particolare e un’amicizia speciale. Nessuno dei due era mai riuscito a dire la completa verità all’altro.
Era forse un’illusione quel legame che sentivo?
Le lacrime che tanto stavo combattendo sono riuscite a sfuggire al mio controllo, rigandomi il viso. Perché mi sento in questa maniera? Perché non riesco a cancellare il suo sguardo dalla mente? Cosa succederà ora tra me e lui? Non posso pensare di perderlo, non voglio.

 

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Capitolo 5
*** Nostalgia ***


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Caro diario,
Sono passati ormai alcuni giorni da quella scoperta. Seiya, Yaten e Taiki non si erano più fatti vedere a scuola, impedendomi così di parlare con il più giovane dei fratelli Kou per spiegargli la mia posizione. Non ho più avuto la forza di aggiornarti perché un senso di vuoto e di tristezza mi attanagliava. Anche questa giornata è stata un incubo, ma ci sono stati dei nuovi sviluppi.
Sono di nuovo qui, con le lacrime agli occhi, per raccontarti cos’è accaduto:
Come ti ho anticipato, nessuno di loro tre si era più presentato all’istituto. Per giorni ho guardato il suo banco vuoto, sentendo come una stretta al cuore.
Sono andata persino da una veggente per chiedere consiglio su come comportarmi, trovandomi davanti nientepopodimeno che la mia amica Rei. È stato grazie al suo consiglio se sono riuscita a farmi coraggio e a presentarmi alla stazione radio dove i Three Lights quella sera partecipavano come ospiti. Il programma si chiamava Superstars e prevedeva la lettura di dediche dei fan.
Ero così tesa da sentirmi mancare la salivazione e dei brividi freddi mi scesero lungo la schiena.
Non riuscivo ad alzare nemmeno la testa per guardarlo. Avevo paura di rivedere quello sguardo che mi aveva spezzato il cuore all’aeroporto. I suoi occhi spenti dalla tristezza e dalla delusione che io stessa gli avevo inflitto. Quegli occhi che mi tormentavano ogni notte nei miei peggiori incubi.
Ero una codarda; ero andata alla stazione radio per parlargli, ma non riuscivo nemmeno a guardare il suo viso.
La sua voce calda mi destò da quei pensieri negativi, e le sue parole furono come una salvezza, come se riuscissi finalmente a tornare in superficie dopo aver rischiato di annegare.
Finse di leggere una lettera chiedendomi di fare pace in nome della nostra amicizia, dedicandomi poi la loro canzone “Tra terra e cielo”. Finalmente alzai il mio viso e lo guardai.
I nostri occhi s’incontrarono e ci rinchiudemmo nella nostra bolla dove spazio e tempo si annullarono. Eravamo solo lui e io, incatenati in quello sguardo. Sentii le sue parole chiare nella mia testa, come se potessimo comunicare telepaticamente.
Disse che non voleva ingannarmi, che gli dispiaceva non potermi raccontare ancora tutta la verità, ma che sperava di poterlo fare presto.
Il mio cuore iniziò quella danza a cui ormai iniziavo ad abituarmi, mentre mi persi nella profondità di quel blu.
Gli risposi che anche io ero dispiaciuta per quello che era successo ed ero triste, perché non eravamo riusciti a chiarirci prima.
Mi sembrò come se i nostri corpi si stessero avvicinando, attratti da una forza magnetica invisibile.
Eravamo occhi negli occhi, quello era veramente l’unico nostro contatto.
La canzone terminò, riportandoci alla realtà del momento.
Il programma continuò per alcune ore e capitò che Seiya e io ci lanciassimo degli sguardi fugaci, seguiti da alcuni sorrisi. Aspettai che il pubblico si diradasse per restare sola con lui.
A ogni passo nella mia direzione lo stomaco si contorceva sempre di più, facendomi sentire le gambe molli. Si mise di fronte a me per ringraziarmi, guardandomi con occhi sognati e con quel sorriso dolce che riservava solo alla sottoscritta. Sentii le guance infiammarsi e il cuore scoppiarmi nel petto.
Furono Yaten e Taiki a interrompere quel nostro momento, attaccandomi con parole dure a cui Seiya rispose, prendendo le mie difese. Sarebbe scoppiato un grosso litigio se non fosse stato per l’attacco imprevisto della nostra nemica.
Mi trasformai e insieme alle Inner riuscimmo a sconfiggere l’automa. Mi accorsi troppo tardi che le Sailor avversarie erano in due e una era intenzionata a colpirmi alle spalle.
Se l’attacco andò a vuoto fu solo grazie a Seiya che mi protesse con il suo corpo, restando ferito alla testa. Il tempo sembrò scorrere al rallentatore mentre lo guardai correre verso di me, buttandosi davanti a quel raggio potentissimo sparato dall’avversaria. Sentii la bile in gola e l’istinto di vomitare.
Chiamavo il nome di Seiya, scuotendolo leggermente, ma lui non dava cenno di riprendersi. L’agitazione prese il sopravvento e iniziai a tremare. Fu Ami a rassicurarmi, toccandogli il polso e facendomi sapere che il battito era regolare.
Le due Sailor Starlights si misero di fronte a me, imponendomi di lasciarlo, che era solo colpa mia se era ferito e che ero solamente una fonte di guai per loro. Percepii il cuore spezzarsi quando Sailor Star Healer mi tolse il corpo di Seiya dalle braccia. Restai con le braccia sospese nel vuoto e con le lacrime che pungevano gli occhi per un tempo indefinito. Quelle parole mi colpirono come una doccia fredda, ferendomi in pieno petto.
Le guardai allontanarsi con Seiya tra le braccia, senza sapere se l’avrei più rivisto.

Caro diario,
I giorni passavano e i Three Lights continuavano a non presentarsi a scuola. Non pensavo che Seiya mi sarebbe mancato così tanto, sai? Avevo nostalgia della sua allegria, dei suoi grandi occhi blu, del suo sorriso sghembo e persino delle sue frecciatine. Solo nella mia mente riuscivo a rivederlo.
Rivivevo nella mia testa quel dannatissimo momento in cui mi aveva fatto scudo con il suo corpo, rimanendo ferito per colpa mia. Quell’immagine non voleva abbandonarmi, tormentandomi sia nei sogni che nella quotidianità.
Ho perso il conto delle ore che ho passato a piangere nel silenzio della mia stanza.
Al termine delle lezioni Minako mi diede un numero telefonico dove avrei trovato i Three Lights. Non so come lo abbia ottenuto, ma le ero immensamente grata per quel suo gesto. Minako era sempre così gentile e protettiva nei miei confronti; la sorella che non avevo mai avuto.
Alla prima cabina telefonica mi fermai e composi quel numero. Ogni squillo sembrava una lenta agonia che mi tormentava. Al terzo, finalmente una voce rispose, peccato che non fosse Seiya. Chiesi comunque delle notizie di lui a Taiki, accertandomi che stesse bene. Poco dopo, la voce aspra di Yaten mi rimbombò nelle orecchie e le sue parole mi fecero cadere in uno stato di shock: «Seiya ha detto che non vuole più avere niente a che fare con te!»
Restai immobile in quella cabina, ad ascoltare il beep della chiamata terminata per degli incensanti minuti. Una volta destata, decisi di andare al tempio di Rei per raccontare alle ragazze l’esito di quella telefonata. Ebbi la conferma della veridicità delle parole di Yaten da Michiru.
Haruka rincarò la dose, dicendo che loro tre non erano persone affidabili.
Nel sentire quel discorso avvertii la rabbia nascermi nelle viscere dello stomaco. Non riuscii a controllarmi, così corsi davanti a lei, Haruka e Setsuna e sbottai, parlando forse per la prima volta con disprezzo e aggressività. Scagliai contro di loro tutta la mia collera per essersi intromesse nella mia vita e nel mio rapporto con Seiya.
Rimasero in silenzio a guardarmi, ascoltando con sorpresa quelle parole velenose uscire dalla mia bocca.
Trattenevo da troppo tempo quei sentimenti di sconforto dentro di me.
Ero sconvolta dalla scoperta delle Sailor Starlight, dispiaciuta dal comportamento di Yaten e Taiki che reputavo amici, sofferente per la lontananza da Seiya.
Una volta sfogata mi scusai con loro per poi scappare a casa, con il volto rigato da quelle lacrime salate che nell’ultimo periodo non mi lasciavano mai sola.
Non sopporto di non vedere più Seiya!

Aggiornamento dell’ultimo minuto… Seiya mi ha appena telefonato! È stato di poche parole, ma mi ha invitata ad andare al luna-park ad assistere al loro concerto. Luna mi ha incoraggiata ad andare, liberandomi da quel dilemma che mi stava logorando.
Ora corro da lui; ti farò sapere come andrà il nostro incontro. Per il momento posso dirti che una piccola parte di me è di nuovo felice.

Caro diario,
Ormai è mattina e dovrei cercare di dormire, ma proprio non ci riesco. Forse se ti raccontassi com’è andata la serata mi liberei di un peso, ma non so se questo possa aiutarmi a prendere sonno. Partiamo dall’inizio:
I biglietti per il concerto erano esauriti, così decisi di salire sulla ruota panoramica. Mi tornarono alla mente i ricordi di quel pomeriggio passato con Seiya sempre in questo luna-park. Un sorriso mi nacque involontario.
Le luci si accesero sul parco, la base musicale partì e io mi godetti la vista dall’alto, guardando lo schermo montato dietro di loro che ingrandiva i loro volti.
Ammirai il suo viso, sentendo una scossa lungo la schiena nel momento che i nostri occhi si incontrarono.
Quando iniziarono a cantare il tempo sembrò fermarsi, proprio come quella sera alla stazione radio. Quella melodia giungeva sempre più ovattata alle mie orecchie, come se mi stessi allontanando da quel posto. Chiusi gli occhi per un secondo e una volta riaperti mi trovai immersa nello spazio, con la sola voce di Seiya a farmi compagnia.
Mi stava parlando telepaticamente, mostrandomi come Galaxia distrusse il loro pianeta e di come la loro principessa riuscì a sfuggirle, tele trasportandosi sulla terra, impedendole di conquistare il suo seme di stella puro.
Lui, Taiki e Yaten giunsero sul nostro pianeta per cercarla. Rimasi colpita dalla luce della loro principessa, sentendo un torpore nel cuore.
Chiusi gli occhi per farmi cullare da quel calore, ma una volta riaperti tornai al luna park. Su quella ruota panoramica vidi Seiya svenire sul palco.
Non potevo muovermi, non potevo correre da lui come avrei tanto voluto fare, ero inerme di fronte a quel terribile spettacolo. Ero bloccata la sopra, in attesa che il giro finisse per dei minuti che sembrarono interminabili.
Una volta scesa mi misi a correre, cercando di essere il più veloce possibile quando lo vidi venirmi incontro. A stento riusciva a stare in piedi e i suoi occhi erano una fessura. Istintivamente lo abbracciai dopo che cadde a terra. Non ebbi il tempo di aiutarlo a rialzarsi perché davanti a noi si presentò un nuovo automa che mi costrinse a trasformarmi per impedire che gli facesse del male. I suoi palloncini-bombe mi colpirono diverse volte mentre proteggevo il corpo di Seiya, già debole di suo. Fortunatamente le Outer intervennero ad aiutarmi, dandomi la possibilità di usare il mio scettro per liberare il proprietario del luna park da quella sua trasformazione.
Prima di andarsene, sorretto dai suoi fratelli, Seiya mi ringraziò per essere andata al concerto come mi aveva chiesto e per averlo protetto dagli attacchi del automa.
Provai ad andargli incontro, ma la forte stretta sul polso da parte di Haruka me lo impedì.
Restai a guardarlo mentre si allontanava, con le labbra tremanti e con le palpebre che lottavano contro le lacrime. 

 

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Capitolo 6
*** Non vuoi che sia io ad aiutarti? ***


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Caro diario,
I giorni passavano lentamente e la lontananza da Mamoru cominciava a pesarmi come se fosse un’enorme macigno. Per giunta, Seiya e i suoi fratelli continuavano a non presentarsi a scuola.
Non facevo altro che ascoltare la canzone “Tra terra e cielo”, singhiozzando a dirotto.
Non avevo voglia di uscire, di stare in compagnia e mostrarmi felice, quando in realtà mi sentivo abbandonata.
Minako, che era angosciata sapendomi sempre in casa, provò a invitarmi a una festa, ma finsi di essere stanca. Non volevo che loro si preoccupassero per me. Sapevo che se lo avessi chiesto sarebbero corse a consolarmi, ma proprio non me la sentivo.
L’unica cosa che volevo era restare nella mia camera a piangere, con la sola compagnia dei ricordi, ormai lontani, miei e di Seiya.
Fu un improvviso profumo di incenso e cannella a destarmi dai miei pensieri, cancellando quella tristezza e facendomi sentire più serena.
Decisi di andare alla festa mascherata insieme alla piccola Chibi Chibi, raggiungendo così le mie amiche. Non sapevo che avrei trovato loro e le Sailor Starlight alle prese con un nuovo automa. Una volta sconfitto ci ritrovammo tutti insieme a ridere, come ai vecchi tempi.
Finalmente riuscii a rivedere Seiya e a parlargli.
Mi avvicinai a lui timidamente, chiedendogli come stesse, con la paura che non mi avrebbe risposto o peggio se ne sarebbe andato. Lui invece mi rispose che stava bene, regalandomi un sorriso e giocando con il mio odango. Entrambi scoppiammo a ridere, come non facevamo ormai da tantissimo tempo. Sembrava che niente fosse cambiato e che la sofferenza provata fino a qualche ora prima fosse solo un lontano ricordo. Ero di nuovo felice!


Caro diario,
Il giorno della festa scolastica era ormai giunto. La nostra classe si sarebbe occupata del servizio bar, quindi saremo stati super impegnati. Makoto aveva preparato personalmente le nostre divise ed erano a dir poco bellissime!
Per giorni eravamo rimaste a scuola fino a tardi, ma è stato fantastico collaborare tutti insieme per la realizzazione dei preparativi. Avrei tanto voluto che Seiya fosse stato presente, per condividere queste cose anche con lui.
Poco fa, una farfalla rossa è volata nella mia stanza per poi uscire sul balcone.
Io l’ho seguita e indovina chi ho trovato sotto casa? Seiya!

Gli ho detto di aspettarmi lì sotto che sarei scesa, ma lui mi ha risposto che gli bastava guardarmi da lontano e poter parlare con me.
Il mio cuore saltò un battito a quella frase, facendomi arrossire come suo solito. Mi era mancato così tanto… Le cose si erano sistemate, ma gli impegni lavorativi non gli permettevano di frequentare le lezioni, quindi era ancora una volta impossibile vederci.
Ho approfittato di quel momento per invitarlo alla festa scolastica, dicendogli che i nostri compagni sarebbero stati felici di rivederlo. La verità era che io avrei voluto che ci fosse, ma essendo una sua compagna non avevo del tutto mentito, no? Comunque, mi ha promesso che sarebbe venuto e la cosa mi ha resa super contenta.

Caro diario,
La festa scolastica è appena terminata. Seiya aveva mantenuto la sua promessa e si era presentato a scuola. Tutto avrebbe dovuto concludersi positivamente, invece…
Dopo l’arrivo di Seiya, Taiki e Yaten accerchiarono Chibi Chibi per rubare il suo incensiere, facendola piangere e costringendola a scappare. Il provvidenziale arrivo di Makoto, che aveva assistito alla scena da una delle finestre della scuola, salvò la situazione. Dopo pochi minuti, le ragazze e io, eravamo riuscite a raggiungerla insieme a Seiya che si infuriò con i suoi fratelli e gli chiese spiegazioni. Anche questa volta le loro cattiverie erano rivolte a me, dicendo che per colpa mia Seiya era cambiato, aveva perso di vista il suo obbiettivo e li tradiva per difendermi. Provai a chiedere una tregua a Yaten e Taiki, proponendo di discutere per chiarirci una volta per tutte. Peccato che preferirono andarsene, pretendendo che Seiya li seguisse per potergli parlare.
Non reputavo quei tre nostri nemici, anzi… Ero convinta che il loro cuore fosse puro e che stessero mettendo tutto il loro impegno per trovare la loro principessa. Seiya mi aveva dato dimostrazione più volte di tenerci a me, rischiando persino la sua vita pur di salvarmi.
In quel momento la nostra nemica attaccò me e le mie compagne con l’intenzione di rubarmi il seme di stella, costringendoci a trasformarci. Dopo aver atterrato le Inner e l’arrivo delle Sailor Starlight, materializzò nelle sue mani una provetta contenente un buco nero, che se fatto cadere avrebbe ingoiato l’intera scuola, facendo finire tutti nelle dimensioni temporali.
La paura prese il sopravvento, ma sapevo di essere l’unica in grado di fermare quella minaccia.
Decisi di sacrificarmi per il bene di tutti. Non potevo permetterle di far del male alle mie amiche, alle Starlight e alle persone innocenti che si trovavano nei pressi dell’edificio.
Sailor Fantasia mi colpii, facendo materializzare il mio seme di stella che fu l’ultima cosa che vidi.
Ovviamente, se sono qui a scriverti vuol dire che sono riuscita a salvarmi e il merito è tutto di Chibi Chibi, o perlomeno così mi è stato detto, che è riuscita a distruggere il buco nero. Mi risvegliai tra le braccia della principessa Kakyuu, la sovrana che tanto cercarono le Sailor Starlight.
Provai a chiamare più volte Mamoru per raccontargli quello che stava succedendo, ma non rispose a nessuna delle mie venti telefonate.
Sentivo che la battaglia finale si stava avvicinando e avrei tanto voluto che lui fosse al mio fianco per sostenermi.
Caro diario, secondo te mi ha dimenticata? Il suo silenzio è un chiaro messaggio per dirmi che non mi vuole più bene?
Sono mesi che mi ostino a scrivergli e a chiamarlo e lui non si è mai degnato di ricontattarmi. Se non avessi avuto Seiya accanto non so se sarei riuscita a essere veramente me stessa. Solo lui, con il suo affetto, è riuscito a farmi dimenticare il senso di vuoto che mi attanagliava dalla partenza di Mamo.   


Caro diario,
Dopo l’attacco avvenuto a scuola durante la festa scolastica, le mie amiche si divisero a turno per farmi da guardia, preoccupate che il nemico potesse aggredirmi trovandomi sola.
Minako e Makoto non mi lasciarono respirare nemmeno un secondo, restandomi letteralmente appiccicate durante tutte le lezioni e aspettandomi fuori dai bagni. Ero loro grata per l’affetto che mi stavano dimostrando, ma il tarlo che non si fidassero di me si insinuò nella mia testa. Quando Mina disse che stava facendo le veci di Mamoru mi sentii morire dentro. Come potevo dirle che probabilmente lui era disinteressato della mia incolumità?
Cercai di trattenere le lacrime davanti a loro, ma fu veramente difficile. Mamoru era sparito da mesi, lasciando solo un grande vuoto al suo posto.
Chiesi alle ragazze di rimanere sola e mi rifugiai a piangere sul tetto della scuola. Grosso errore!
La nemica mi attaccò e combattemmo per diversi minuti, finché una rosa rossa non la colpì.
Per un secondo, per un solo secondo sperai che il mio Mamoru fosse finalmente tornato perché non riusciva più a starmi lontano e che ci fosse una spiegazione a quel suo lungo silenzio. Ma a lanciare quella rosa non fu Tuxedo Kamen, bensì Seiya, accorso nuovamente per salvarmi.
Combatté insieme a me, aiutandomi a sconfiggere la nemica e costringendola a scappare.
Terminata la battaglia mi accasciai a terra, stremata e con il cuore squarciato. Restai ferma a guardare la rosa rossa piantata al suolo per minuti interminabili, ricordando tutte quelle volte che a lanciarla fu il mio Mamoru.
Una volta rialzata in piedi sciolsi la trasformazione e rimasi su quel tetto, con la pioggia che mi bagnava e si mischiava con le mie lacrime. Mi sfogai con Seiya, spiegandogli come mi sentivo; non ce la facevo più a tenere quel peso dovuto alla trascuratezza di Mamoru. Decisi di dirgli tutta la verità. Che il vedere la rosa mi aveva fatta sperare in un ritorno di Tuxedo, che ormai potevo sentire la sua voce solo attraverso la segreteria telefonica, che il non ricevere neppure una lettera da parte sua era destabilizzante, ma cercavo comunque di andare avanti da sola.
Mi buttai di nuovo a terra, in ginocchio, e scoppiai in un pianto ancora più forte. Continuai il mio discorso, affermando che ero giunta al limite, che non riuscivo più a sopportare tutto quel dolore e che mi mancava il mio Mamo. Fu in quel momento che Seiya fece un gesto del tutto inatteso. Gli avevo appena detto che il mio cuore si struggeva per un altro, che ero disperata per la sua lontananza e che desideravo solo che il mio ragazzo tornasse da me, ma a Seiya sembrò non importare. Mise le sue forti mani sulle mie spalle e le strinse, non per farmi male, bensì per farmi sentire il suo calore cercando di rassicurarmi. Mi disse che ci sarebbe stato lui al mio fianco, sorridendomi con quegli occhi così dolci e pieni d’amore, chiedendomi se non volessi che fosse lui ad aiutarmi.
Non mi stava porgendo il suo aiuto come amico, mi stava dicendo chiaramente che voleva prendere il posto di Mamoru come figura a cui chiedere appoggio, la spalla sulla quale avrei potuto sempre contare. Pur sapendo che non provavo i suoi stessi sentimenti voleva restare al mio fianco per non farmi più sentire sola e triste. Stava sacrificando la sua felicità per la mia.
Sentii un gran calore nel petto, come se Seiya con le sue parole avesse curato un po’ quel male chiamato disperazione. È sempre stato così con lui. Quando mi vedeva giù di morale cercava di farmi ridere, quando ero preoccupata faceva di tutto per rassicurarmi e infondermi coraggio. Ci sono stati molti momenti “intimi”, in cui mi sentii a disagio per l’imbarazzo che mi faceva provare solo con uno sguardo o sfiorandomi appena.
Se non fosse stato per lui questi mesi sarebbero stati un vero inferno!
In quell’istante Seiya mi stava donando il suo cuore, tutto il suo amore, ma io non potevo accettarlo.
Il destino mio e di Mamoru era quello di stare insieme, come in passato così in futuro. Dal nostro grande amore sarebbe nata la piccola Chibiusa, quella bambina pestifera che amavo allo stesso modo in cui amavo il mio compagno. Avevo promesso a Mamoru che l’avrei aspettato e così avrei fatto.
Vorrei solo non ferire il mio dolce Seiya nel farlo…
Caro diario, perché dev’essere così difficile? Perché amare comporta anche tanta sofferenza?


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Buongiorno ragazze, ecco l'ultimo aggiornamento della settimana. Spero non ci siano grossi errori visto che ho revisionato il capitolo questa notte e avevo un occhio mezzo chiuso xD
Questo sarà l'ultimo capitolo in fase diario; il prossimo, che pubblicherò lunedì, sarà una lettera scritta  da Usagi al nostro rockettaro e si ricollega alla mia fan fiction principale (Against Fate).
Per chi non fosse in pari con la pubblicazione di Against consiglierei di non leggerlo, per evitarsi spoiler :P
Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo (Io un po' ho pianto quando ho scritto della terrazza, quella scena mi mette sempre una profonda tristezza!).
Auguro a tutte voi un buon weekend <3

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Capitolo 7
*** La lettera ***


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Ciao mio caro rockettaro,
Allora ti è piaciuto il mio regalo? Ho voluto estrapolare alcuni pezzi, dove parlavo di te, dal mio diario, per farti vedere il nostro rapporto sotto il mio punto di vista.
So che non ho scritto tutto e che manca uno dei nostri momenti importanti, quello prima del vostro ultimo concerto, ma quella sera, come ben sai, non ho avuto modo di mettere nero su bianco le mie emozioni. Quella sera c’è stata la battaglia finale con Galaxia, Mamoru era tornato e tu te ne eri andato. Non ho più scritto nulla sul mio diario da quel giorno e fino a qualche tempo fa non ne capivo il motivo, ma ora lo so: una parte di me, forse la più importante, se ne era andata con te.
Pensavo di essere felice con il ritorno di Mamoru, sai? Quando l’ho visto materializzarsi dopo la sconfitta di Galaxia il mio cuore ha fatto le capriole dalla gioia, ma pian piano che i giorni passavano mi sentivo priva di un pezzo fondamentale.
Vivevo le giornate come sempre, ma c’era come un vuoto dentro di me, qualcosa che non mi faceva essere me stessa al cento percento.
Ti pensavo sempre, chiedendomi cosa facessi durante il giorno e come procedesse la ricostruzione del tuo pianeta. Avevo voglia di raccontarti le mie giornate, di prenderti in giro come era nostro solito fare e mi ritrovavo a parlare con il poster che avevo appeso in camera dove eri raffigurato insieme a Yaten e Taiki.
Avrai notato che, da quello che scrivevo, il mio amore per te era nato già molti mesi fa, ma ero troppo cieca per rendermene conto.
Si era generato lentamente, senza che nemmeno me ne accorgessi. Ci vedevamo tutti i giorni a scuola, parlavamo del più e del meno e ci ritrovavamo a combattere insieme.
Quando non ti ho visto per alcuni giorni ho scoperto che mi mancavi. Mi mancavano i tuoi “Ciao testolina buffa” e le tue continue frecciatine. Cose così banali a cui non badavo, ma che erano tasselli importanti della mia quotidianità. Tu, mio caro rockettaro, ti eri radicato dentro al mio cuore e quei nostri momenti, per quanto semplici potessero essere, erano una cornice magnifica del nostro rapporto.
In questi giorni ho letto una frase che ho sentito da subito mia o meglio dire nostra.

«Bisognerebbe riporre fiducia negli incontri casuali. Due persone si incontrano quando entrambe hanno un bisogno estremo di incontrarsi!»

E per noi è stato proprio così. Un incontro casuale in aeroporto, casualmente ci siamo ritrovati compagni di classe e casualmente abbiamo combattuto insieme.
Quello era un momento difficile per me ed è stato grazie a te se ho trovato le forze di non lasciarmi andare.
Direi una bugia se dicessi che il destino ha voluto farci incontrare, perché è proprio dal mio destino che sono scappata, scegliendo di stare con te.
Non ti nego che ho avuto paura e mi sono posta mille domande, ma alla fine ho deciso di rischiare, perché il sentimento che provo nei tuoi confronti è reale. È così forte e profondo che mi sovrasta e si impossessa della mia mente. Quando ti sono vicina, non riesco a pensare lucidamente, mi lascio trasportare dalle emozioni e dalle sensazioni del mio corpo, attratto dal tuo come se fossimo due calamite. Quando si tratta di te, io non so che mi succede, ma perdo completamente la ragione.
Non mi sono mai sentita così e spero che il batticuore e i crampi allo stomaco non passino mai, neanche fra sessant’anni, quando saremo due vecchietti con tanti figli e nipoti.
Ok, forse sto volando troppo con la fantasia e ora penserai che sono del tutto fuori di testa, anzi probabilmente già lo credi… Sì, sto vaneggiando, ma non mi rimetterò a scrivere una nuova lettera perché non voglio strappare le pagine di questo diario. Passaci sopra e fai finta che non abbia mai scritto di me e te anziani circondati dai nipotini, ok?
Dove ero rimasta… ah sì!
Ho avuto paura di aver fatto una scelta azzardata, ma solo se ci pensavo con la testa, perché il mio cuore ti aveva già scelto, probabilmente già quel giorno in aeroporto quando ci incrociammo per la prima volta.
A volte l’amore fa dei giri strani, ci fa conoscere delle persone che entreranno nella nostra vita per un breve periodo, ma poi arriva l’altra metà di te stessa, quella che ti completa nel corpo e nell’anima. Tu sei la mia metà!
Due poli opposti che si congiungono perfettamente, due rette parallele che si incontrano. Caratterialmente siamo così simili, ma allo stesso tempo diversi, mentre i nostri corpi sembrano essere stati modellati appositamente per farci unire.
Tu sei l’unico a conoscere la vera Usagi, l’unico che è sempre riuscito a leggere la mia anima, anche attraverso i miei silenzi. Sapevi quando fingevo di stare bene, nascondendomi dietro a un finto sorriso e sapevi come farmi tornare a essere felice. A volte bastava solo un tuo sguardo per farmi sentire completamente nuda di fronte a te, spogliata delle mie maschere.
Non dimenticherò quella volta che ti ho guardato e ho capito che era inutile continuare a mentire a me stessa e a combattere contro quel sentimento che mi univa a te. Quel giorno che ho guardato le tue labbra, desiderando che si appoggiassero sulle mie per poterle finalmente assaggiare.
Ho affrontato la mia paura e ti ho scelto. Sceglierei te sempre, ogni giorno della mia vita.
Ti servirà una dose di insulina dopo aver letto la mia lettera, non credo tu sia abituato a questo mio lato così dolce e affabile. Non farci l’abitudine perché sarò tenera solo il trenta di luglio, poi tornerò a essere la solita Usagi, fastidiosa e petulante! 😝
Penso di aver scritto abbasta, ho male alla mano e l’inchiostro della penna sul mignolo si fa sempre più nero.
Spero veramente che questo mio piccolo dono possa piacerti e farti sorridere.

Koishiteru*  
Tua Usagi

*In Giappone ci sono tre modi per dire “ti amo”. Il modo più trascurabile è Daisuki, poi c’è Aishiteru un termine più serio e infine Koishiteru e lo si dice alla persona con cui si desidera trascorrere il resto della vita insieme.
*******
Siamo giunte alla fine di questo spinoff, vi è piaciuto? Ho voluto descrivere l'amore di questi due ragazzi in modo graduale. I sentimenti verso Seiya sono cresciuti giorno per giorno, anche se la nostra Usagi inizialmente non se ne era proprio resa conto. Ora finalmente riesce a parlare a cuore aperto al suo adorato rockettaro e tira fuori il suo lato romantico :P
Ringrazio chi ha letto questa storia, chi l'ha recensita e chi l'ha messa nelle proprie liste.
Da venerdì si ricomincia con l'aggiornamento di Against Fate, quindi vi aspetto anche lì!
Un bacione
Sara

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