Pittsburgh

di reincarnate_emi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***
Capitolo 3: *** 3. ***



Capitolo 1
*** 1. ***


'Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà  propria; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro'. 
 
-Sapete che c’è? Mi sono stufato, ci siamo stufati, io ora prendo mia sorella e ce ne andiamo, non metteremo più piede qui dentro.- urlò Joel contro i suoi genitori, prima di precipitarsi verso la camera di sua sorella Abigail e chiudere la porta.
-Joel..- mormorò la ragazza provando ad alzarsi dal letto, venendo però fermata dal fratello che aveva scosso la testa.
-No ti prego Abigail, fai le tue cose e andiamocene..per favore.- mormorò il fratello lasciandole un bacio sulla fronte.
-Uhmokay.-la ragazza non poté far altro che annuire e prendere un borsone, iniziando a infilare tutti i suoi vestiti lì dentro, venendo aiutata dal fratello.
Non aveva il coraggio di chiedergli cosa fosse successo, forse una delle loro litigate dove era ormai giunto il punto di rottura e Abigail lo sapeva bene, quando il fratello esplodeva, era la fine. Gli aveva promesso che non lo avrebbe mai lasciato e fu così, fino a quel momento, perché Abigail non vedeva l’ora di andarsene da quella casa, stanca ormai anche lei di quelle stupide situazioni, sarebbe andata ovunque con suo fratello.
-Okay, penso che sia tutto.- mormorò la ragazza poggiando le mani sui fianchi e guardandosi intorno, notando la stanza ormai vuota, così prese gli scatoloni e senza farsi né sentire né vedere, scese le scale per andare nel garage e posare le robe nel portabagagli, correndo velocemente su e andando ad aiutare il fratello.
[ . . . ]
 
Quando furono le 02:00, si assicurarono che per casa non girava né mamma né papà e appena la trovarono vuota, sgattaiolarono nel garage, salendo in macchina, facendo attenzione a non far alcun rumore.
-Joel, dove ce ne andremo?- sussurrò Abigail, girandosi verso il fratello e guardandolo attentamente.
-Nel tourbustra qualche giorno partiremo per il tour, e potremmo appoggiare le nostre cose lì, Abi, non preoccuparti, okay?- mormorò Joel prendendole una mano e baciandone il dorso, prima di mettere in moto e partire, allontanandosi il più possibile da quella maledetta casa..
La ragazza non poté far altro che annuire a quelle parole così si rannicchiò sul sedile del passeggero e poggiò la testa contro il finestrino, guardando attentamente fuori, mentre mille pensieri giravano per la sua testa.
Avrebbe lasciato tutto, la scuola, gli ‘’amici’’ perché diciamoci la verità, persone che la prendevano in giro non erano suoi amici, avrebbe lasciato i suoi posti preferiti ma era contenta. Contenta perché se ne stava andando da quel posto di merda, assieme a suo fratello, l’unica persona che amava davvero al mondo, non era mai stata così legata ai suoi genitori, la trattavano sempre male, quando lei stava male, non si preoccupavano per niente, non avevano mai notato i piccoli segni sul polso sinistro, le occhiaie, il suo dimagrimento improvviso, solo suo fratello se ne accorse, e un motivo per cui ora se ne stavano andando era proprio quello: Abigail stava male, quel posto la distruggeva.

Joel non poté far altro che lanciare qualche occhiata a sua sorella, che ormai si era addormentata così allungò una mano ad accarezzarle i capelli prendendo poi infine la sua mano, stringendola nella propria, se c’era una cosa che Joel gli aveva promesso, era che sarebbe rimasta con lei per sempre.
Dopo ore di viaggio, finalmente arrivarono a destinazione, così Joel parcheggiò e svegliò delicatamente sua sorella, scendendo poi dalla macchina e guardandosi intorno alla ricerca del guardiano notturno di quel posto e, una volta avvistato, corse verso di lui.
-Hey, scusami il disturbo, avrei bisogno del tourbus, sono in una brutta situazione e ho mia sorella con me.- disse Joel, passandosi la mano fra i capelli, sperando che il guardiano gli aprisse il bus.
-Oh ehm..d’accordo, ma non dire niente in giro eh.- rispose il guardiano prima di alzarsi e prendere le chiavi del loro bus.
Joel corse nuovamente, questa volta verso la macchina, e iniziò a prendere i vari scatoloni, facendo segno a sua sorella di seguirlo verso il bus, trovandolo già aperto, segno che il guardiano ci aveva messo poco ad aprirlo, così salì e poggiò gli scatoloni sotto il tavolino a una gamba, per non occupare tutto lo spazio, e continuarono così fino alle 04:00 finché poi non scesero dal bus e Joel fece segno al guardiano di chiudere, per poi salutarlo e incamminandosi verso la macchina.
-Ora che abbiamo posato le cose, dove andiamo?-chiese Abigail, incrociando le braccia al petto mentre camminava al fianco del fratello.
-Da Ahren.- mormorò il fratello sorridendo senza smettere di camminare.
A quel nome la ragazza sbiancò, aveva sempre trovato Ahren carino e al solo pensiero di andare da lui, la rendeva pazza.
-Ohokay!- rispose la ragazza, entrando in macchina, pronta per altre ore di viaggio.
Il fratello non poté far altro che sorridere ampiamente e scuotere la testa, prima di entrare in macchina, mettere in moto e partire, verso casa del suo migliore amico. 

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Capitolo 2
*** 2. ***


'Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà  propria; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro'. 
 
Erano a malapena le 5, quando arrivano a casa di Ahren e Joel non poté far altro che ringraziarlo per l’ospitalità, così prese sua sorella per mano e la portò dentro casa, stringendola poi forte contro di sé.
-Ahren davvero, grazie mille per l’ospitalità, ho pensato subito a te.- mormorò Joel nel mentre guardava attentamente il suo migliore amico che era intento ad aprire il divano letto, per far accomodare i due.
-Ma figurati Joel, casa mia è sempre aperta, lo sai.- rispose il biondo prima di sparire in un'altra stanza, probabilmente per andare a prendere dei cuscini e delle coperte, era pur sempre metà ottobre, posizionandoli poi sul letto. Fate come se foste a casa vostra, ragazzi.-
-Grazie.-
rispose con un filo di voce la ragazza, prima di sedersi sul letto, sospirando appena.
-Oh, Ahren, potresti dare qualcosa a mia sorella? Abbiamo lasciato le cose nel bus.- mormorò Joel, il quale era già finito sotto le coperte, ricevendo così uno sguardo assassino da sua sorella..
-Certo! Vieni piccola.- mormorò Ahren facendo segno alla ragazza di seguirlo, così la mora si alzò e lo seguì, stando in completo silenzio, fino alla camera da letto.
Si fermò sull’orlo della porta, lasciando che il ragazzo prendesse una felpa e dei pantaloni lunghi, porgendoli poi alla ragazza.
-Grazie mille.- mormorò la ragazza, arrossendo appena per la vicinanza del ragazzo biondo.
-Ma figurati. Buonanotte, Abigail.- sussurrò il biondo prima di sorridere e andare verso il letto, dove crollò addormentato due secondi dopo.
La ragazza tornò nel salotto e approfittando del fratello che era girato su un lato, ad usare il telefono, si spogliò e indossò i vestiti del ragazzo, andandosi poi a mettere anche lei sotto le coperte, girandosi su un lato, dando così le spalle al fratello.
-Abi, so a cosa stai pensando..- mormorò all’improvviso il fratello, attirandola a sé per abbracciarla.
-Non so come farò ad ‘’abituarmi’’ a questa nuova cosa, lo stare lontana da casa.- sussurrò la ragazza nascondendo il volto nel petto del più grande.
-La cosa migliore era andarcene, io so che quella casa, quella città lentamente ti stava uccidendo, e lo avrebbe fatto sul serio.- sussurrò a propria volta Joel, stringendola il più forte possibile e prendendo ad accarezzarle dolcemente i capelli.
-Loro non mi volevano bene. Allora perché sono nata? Non potevo semplicemente morire?- sussurrò la ragazza sul punto di piangere, stringendo forte la maglia del fratello nella propria mano.
-Abi ti prego basta, non dirle nemmeno queste cose, mi fa male sentirti parlare così, non meritavi e non meriti di morire, sono loro che ti hanno cresciuta male, hanno cresciuto male entrambi, ma hanno fatto più male a te. Non puoi capire, quanto vorrei il tuo male, tutto quello che hai dovuto subire, per colpa di quella gente di merda.- sussurrò il più grande, cercando di cancellare dalla propria mente l’immagine della sorella chiusa nel bagno con una lametta in mano, la sorella che non toccava cibo, la sua piccola sorellina che la mattina usciva triste di casa e tornava con vari lividi sul braccio dalla scuola, in quel brutto periodo esistevano solo loro due, Joel e Abigail, Abigail e Joel.
-Non pensonon penso che riuscirò a superare tutto quello, ci vorrà molto tempo.- sussurrò la più piccola nel mentre iniziava a dare i primi segni che stava per addormentarsi.
-Ora non pensarci piccolina, prova a dormire, io non mene vado.- sussurrò lasciandole un bacio fra i capelli.- io non me ne vado.-
E neanche il tempo di darle la buonanotte, Abigail era caduta in un sonno profondo, abbracciata a suo fratello, il quale, crollò solo 5 secondi dopo.
[ . . . ]

-Non ha fatto altro che agitarsi tutta la notte, non so che fare, Ahren, non so davvero cosa fare.-mormorò appena Joel, mentre beveva il suo caffè mattutino, fortuna che c’era Ahren ad ascoltarlo.
-Devi trovare un modo per distrarla. Deve dimenticare tutto quello che ha passato, deve dimenticarsi di quel posto, dei vostri genitori, di quelle merde dei suoi compagni. Deve farlo, o continuerà così per il resto della sua vita.- rispose il biondo, nel mentre preparava un'altra tazza di caffè, per la ragazza che, a quanto detto del fratello, fra pochi minuti si sarebbe svegliata.
-Sì, il problema è come.-mormorò Joel passandosi la mano fra i capelli.
-Questo devi saperlo tu, sei suoi fratello.-mormorò il biondo prima di girarsi e notare la ragazza seduta al centro del letto.-Buongiorno, Abigail.-urlò dalla cucina.
La ragazza si alzò strofinandosi gli occhi e dirigendosi verso la cucina, accennando poi un piccolo sorriso.
-Buongiorno a te, Ahren.- mormorò lasciando poi un bacio sulla guancia a suo fratello. Buongiorno anche a te, fratellone.- disse prima di sedersi affianco a lui e ringraziare Ahren per il caffè.
-Dormito bene, sorellina?-gli chiese il fratello, mangiando una fetta biscottate con la marmellata.
-Dormito benissimo.-mormorò la ragazza prima di bere un sorso di caffè.-Come mai già in piedi?- chiese la ragazza guardandoli alquanto confusi
-Dobbiamo portare gli strumenti nel bus, a quanto pare la data della partenza è stata spostata a domani.- disse Ahren, sedendosi di fronte a Joel e sospirando.
-Se volete, posso aiutarvi.- chiese in un sussurro la ragazza mentre continuava a bere il suo caffè.
-Abi in realtà.. Joel non riuscì a finire la frase, avendo ricevuto un calcio da parte di Ahren. –Ma che sei scemo?- urlò all’improvviso contro il biondo.
La ragazza non poté non scoppiare a ridere, cercando di nascondersi il più possibile per non essere picchiata dal fratello.
A quella scena, scoppiarono a ridere anche Ahren e Joel, il quale lasciò un bacio sulla fronte della sorella.
-D’accordo, ma se vuoi aiutarci, fila velocemente a vestirti ed entro 2 secondi devi essere pronta..-disse Joel guardandola con le braccia incrociate al petto.
-Agli ordini!- mormorò la ragazza mandando giù un lungo sorso di caffè e alzandosi il più velocemente possibile, chiudendosi la porta della cucina alle proprie spalle e togliendosi i vestiti del ragazzo, iniziando a infilarsi i pantaloni con le scarpe, andando poi alla ricerca della maglia, che alla fine trovò.
Infilò anche quella e prese il telefono, andando nuovamente in cucina e guardando entrambi con le braccia incrociate al petto.
-Cosa stiamo aspettando, ancora?- disse la ragazza guardandoli con un sopracciglio inarcato.
-Assolutamente niente.- mormorò Ahren prima di alzarsi e prendere le chiavi della macchina dal mobiletto e andando verso la porta. Joel, muoviti.- urlò il biondo, ormai fuori la porta
-Che lumaca.- alzò gli occhi al cielo la ragazza, uscendo fuori di casa
-Oggi mi state letteralmente sul cazzo, tutti e due.- mormorò Joel, mettendosi la giacca e raggiungendo i due fuori.
 
[ . . . ]
 
Quel giorno, tutta la band, aveva deciso di rimanere lì, senza che poi ognuno la mattina successiva dovesse prendere la macchina e fare il doppio del viaggio, come ad esempio Ryan, che abitava fuori città, e così si erano organizzati, erano andati a compare del cibo in un piccolo supermercato che era lì vicino e avevano preso delle specie di sedie a sdraio, e si erano messi a cerchio intorno a un bel fuoco.
Abigail fece conoscenza con il resto della band, e li trovò simpaticissimi, non riusciva più a smettere di ridere per le battute di merda che faceva Dan, nessuno riusciva più a fermarla. 
Solo dopo qualche minuto, il fratello le mise la mano sulla bocca per zittirla o avrebbe continuato sul serio, per tutta la notte, e ci riuscì.
-Hey.- disse qualcuno alle spalle della ragazza che appena si girò si ritrovò la figura di Ahren tutto sorridente.
-Hey.- rispose la ragazza, mentre si infilava una felpa del fratello, e sorridendo al biondo.
-Sei pronta per intraprendere questa avventura con noi?- gli chiese senza smettere di sorriderle.
-Ti dico la verità, non c’avevo neanche pensato, non avrei mai pensato di lasciare quella città e andarmene con mio fratello.- rispose la ragazza, morendosi l’interno guancia, evitando di tenere lo sguardo sul ragazzo.
-Beh, e adesso che sei lontana e con tuo fratello, sei contenta?- chiese il biondo, avvicinandosi di qualche centimetro a lei..
-Si, sono molto contenta forse- mormorò la ragazza ma non finì la frase, perché gli morirono le parole di bocca.
-Forse potresti riuscire a dimenticare il passato.- finì il ragazzo per lei, il quale si ritrovò uno sguardo confuso da parte della ragazza. So tutto, Abigail, puoi fidarti di me e puoi contare su di me, per qualsiasi cosa, anche la più stupida.- disse il ragazzo lasciandole un bacio sulla guancia prima di ritornare seduto al suo posto.
La ragazza rimase senza parole, aveva una voglia di prendere a pugni suo fratello che nessuno sarebbe riuscita a fermarla, ma dall’altra parte si sentiva come sollevava, perché odiava vedere suo fratello tenersi dentro le cose, evitando di trovare qualsiasi modo per aiutarla, perché voleva farlo lui, come sempre.
La ragazza scosse la testa e ritornò a sedersi anche lei, rubando dei marshmallow da Ryan, il quale la guardò in cagnesco prima di scoppiare a ridere, così la ragazza gli sfilò completamente tutto il pacchetto, iniziando a mangiare un marshmallow per volta, sotto lo sguardo di Ryan che aveva messo il broncio e aveva incrociate le braccia al petto.
Sì, quella sarebbe stata una bellissima avventura, per Abigail. 

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Capitolo 3
*** 3. ***


'Questi personaggi non mi appartengono, ma sono di proprietà  propria; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro'. 



Il giorno della partenza era ormai arrivato e appena i ragazzi si svegliarono, ci misero anni per capire dove si trovavano e perché erano lì, tranne Abigail, lei non doveva preoccuparsi di nulla, sapeva benissimo il perché era lì e dov’era così, si alzò dalla sedia e si stiracchiò tendendo le braccia verso l’alto, spostando poi uno sguardo sui quattro ragazzi, che erano ancora in uno stato trance, così la mora scosse la testa e andò a scuotere velocemente il fratello, anche se sapeva che da lì a poco l’avrebbe fatta fuori.
-Abigail ma che cazzo ti salta in mente? Sono le..- neanche il tempo di leggere l’ora, che Joel saltò letteralmente dalla sedia, iniziando a mettere apposto tutte le cose, mentre la sorella lo guardava con uno sguardo abbastanza confuso, okay doveva ammetterlo: non aveva mai visto il fratello mettere apposto delle cose alla velocità della luce.
-Che succede a tuo fratello?- chiese una voce al suo fianco, rivelandosi così Ahren, che guardava Joel con uno sguardo uguale a quello della ragazza. Buongiorno Abi.- mormorò poi lasciandole un bacio sulla guancia..
-Buongiorno a te, biondo.- rispose la ragazza scompigliandogli i capelli prima di alzare le spalle e rispondere alla sua domanda. io sul serio non lo so, non l’ho mai visto così.-
-Mi dite cosa state aspettando? Dobbiamo partire, a momenti arriverà il nostro manager.-
disse Joel guardando tutti, i quali, alzarono gli occhi al cielo e iniziarono ad aiutarli, mentre Abigail provava ad aprire la porta del bus, ma solo dopo la terza volta ci riuscì, così appena riuscì ad aprire, portò le cose ai loro posti, sedendosi poi sul divanetto che c’era lì.
-Abigail scendi immediatamente a prendere queste specie di sdraio.- ed ecco che la ragazza non poteva rilassarsi un attimo che il fratello doveva romperle le palle, così si alzò contro voglia e scese dal bus, iniziando poi a mettere apposto quelle sedie, guardando in cagnesco il fratello per tutto il tempo.
-Okay, ora possiamo partire.-disse infine Dan poggiandosi le mani sui fianchi e sorridendo soddisfatto, prima di salire il bus, seguito poi da tutti gli altri. Abigail non poté far altro che alzare gli occhi e seguirli, chiudendosi la portiera alle spalle e ritornando seduta al proprio posto, incrociando le braccia al petto.

 
[ . . . ]

 

Erano ormai da ore che i ragazzi riposavano nelle apposite cuccette così la ragazza, per passare il tempo, si avvicinò agli strumenti, notando in particolare un basso. Aveva sempre amato il basso, desiderava suonarlo, imparare a suonarlo, ma non gli fu mai possibile per i vari motivi avuti, si sedette sulla sedia lì vicino e lo prese, poggiandoselo delicatamente sulle gambe, accarezzandole dolcemente le sue corde, lo amava, amava gli strumenti in generale, ma il basso lo aveva colpita fin dall’inizio.
-Sai suonarlo?- chiese una voce alle sue spalla, alla quale la ragazza riposò il basso sul divanetto e girandosi verso la figura, mordendosi poi l’interno guancia.
-Beh, in realtà no.- rispose, alzandosi dalla sedia pronta per andare verso la cuccetta del fratello, ma venendo fermata dalla presa sul proprio polso.
-Rimani, posso insegarti io, se vuoi.- disse il ragazzo, accennandole un sorriso e allentare la presa sul suo polso.
-Ehm okay.-rispose la ragazza prima di sedersi nuovamente al proprio posto, giocando nervosamente con le proprie mani.
Ahren, si sedette di fronte a lei e gli poggiò per bene il basso sulle gambe, iniziando poi a spiegarle le varie note e come faceva a suonare, una qualsiasi melodia, cercando di non svegliare gli altri.
La mora lo ascoltò attentamente e, pian piano grazie all’aiuto del ragazzo, iniziò a suonare varie note, anche se scomposte, e ogni volta ci riprovava e riprovava ancora, formando così un sorriso sulle proprie labbra.
Il ragazzo, non poté sorridere a propria volta nel vedere la ragazza sorridere nel fare quello che pian piano stava riuscendo a fare.
-Ricorda, con delicatezza e ricorda le note, altrimenti suonerai il vento.-disse il biondo, mentre gli sfilava il basso dalle mani e lo rimetteva al proprio posto, spostando poi lo sguardo sulla ragazza.
-Si, okay, dovrò segnarmelo da qualche parte prima che mi dimentico di tutto.-rispose la ragazza, evitando il suo sguardo
-Stavo pensando se..quando arriviamo alla prima tappa, si beh insomma.Ti andrebbe di andare a bere qualcosa?.-chiese il biondo, senza smettere di guardare la ragazza.
-Beh, certo! Mi farebbe piacere.- rispose la mora sorridendo ampiamente
-Bene allora! Prima tappa, prima bevuta insieme!- disse il biondo, avvicinando la sedia della ragazza a sé, la quale, arrossì violentemente a quella vicinanza. –E dopo, faremo quello che desideri.-
-Sì, perfetto.-
rispose la ragazza, mordendosi appena il labbro inferiore.
Probabilmente quella vicinanza era troppo per entrambi, ma niente in quel momento poteva fermare Ahren dal poggiare le labbra su quelle della ragazza, tranne una persona, che in quel momento aveva appena fatto la sua entrare: Joel.
I due ragazzi si allontanarono velocemente, spostando poi lo sguardo sul ragazzo in piedi.
-Ciao fratellone.- disse la ragazza sorridendogli prima di alzarsi e andare verso la propria cuccetta, a riposare un po’.
Il più grande non rispose ma si limitò a guardare il biondo, il quale era rimasto in silenzio per tutto il tempo.
-Che intenzioni hai?-chiese Joel mentre lo guardava con le braccia incrociate al petto.
-In che senso?- chiese Ahren guardandolo con un sopracciglio alzato.
-Con mia sorella. Che intenzioni hai, Ahren? Io non voglio vederla soffrire.-disse Joel, sedendosi poi al fianco del biondo, senza smettere di guardarlo male.
-Senti, trovo tua sorella davvero carina e io non lo so, okay? So che non vuoi vederla soffrire, e neanche io lo voglio onestamente, quindi stai tranquillo, non succederà.- rispose in tutta tranquillità il biondo, prima di alzarsi.
-Lo spero.- mormorò Joel prima di giocare nervosamente con le proprie mani, stesso difetto della sorella..

 
[ . . . ]


 
E anche la prima tappa era arrivata così i ragazzi iniziarono a prepararsi nel backstage, mentre Abigail era seduta su una cassa a massaggiare come al solito, non rivolgendo l’attenzione a nessuno.
-Che dici, quando iniziamo a cantare ci degnerai della tua presenza?- chiese una voce, di una figura che era davanti a lei, così Abigail alzò gli occhi e si ritrovò Ryan, accennando poi un sorriso.
-Sì, in quel caso vi degnerò della mia presenza.- disse la ragazza posando il telefono nella tasca dei jeans e incrociando le braccia al petto, sorridendo.
Ryan le sorrise a propria volta, prima di raggiungere gli altri, pronti per andare in scena, Abigail guardò molte volte suo fratello finché poi non accennò sospiro e si alzò, andando più vicino all’entrata per il palco.
 

It's like there's cancer in my blood
It's like there's water in my lungs
And I can't take another step
Please tell me I am not undone



Quelle parole non fecero altro che risuonare nella testa di Abigai, la quale, dovette allontanarsi il più veloce possibile da quel posto, andando poi a sedersi per terra, nascosta dietro una cassa, portandosi le gambe al petto e nascondendoci la testa.
Gli vennero in mente tutti i momenti bui della sua vita, dal primo all’ultimo, e in quel momento non c’era nessuno a calmarla, nessuno che gli diceva che andava tutto bene, nessuno, come sempre.
Facendosi un po’ di forza, si guardò intorno prima di correre verso l’uscita, dirigendosi il più veloce possibile verso il tourbus, sperando che nessuno la vedesse, andando poi a sdraiarsi nella sua cuccetta e chiudendo la tendina, rannicchiandosi su se stesse e lasciando uscire le lacrime, silenziosamente.
Nel mentre la band finiva di cantare, Joel si accorse che sua sorella non c’era più, così iniziò a guardarsi intorno e disse ai ragazzi di fare l’ultima canzone, cantando  Shine On, Joel non voleva rimanere un minuto di più lì, voleva solamente correre da sua sorella, sapere cosa era successo, se stava bene.
In quel momento, solo quello desiderava e, appena finirono, Joel corse immediatamente verso l’uscita, andando poi ad aprire la porta del bus e cercare sua sorella fra le varie cuccette, trovandone una chiusa, così la aprì e si sdraiò al suo fianco, stringendola forte contro il proprio petto e accarezzandole dolcemente il capelli.
-Va tutto bene Abigail, va tutto bene, ci sono io ora, ci sono solamente io.- sussurrò il più grande lasciandole un bacio fra i capelli. Cos’è successo?- chiese dolcemente.
-Io non lo soquella canzone mi ha fatto venire in mentre troppi ricordi bui.- rispose singhiozzando la ragazza, stringendosi il più possibile al fratello.-Io non ce la faccio più, Joel, non ce la faccio più.- mormorò la mora senza smettere di piangere..
Il più grande stette in silenzio per tutto il tempo, finché non vide la tendina aprirsi di poco, rivelando così i ragazzi e facendo loro segno che avrebbe spiegato tutto dopo.
Dopo svariati secondi, Abigail si addormentò stringendo il cuscino così Joel sgattaiolò lentamente da lei e raggiunse i ragazzi, sedendosi per terra.
-Joel, come sta..?- chiese per primo Ahren, guardando preoccupato il ragazzo..
-Non sta, Ahren, non sta per niente.. E mi sento così imponente.- disse Joel nascondendo il volto nelle mani.
-Ma cos’è successo?- chiese Ryan, provando ad avvicinarsi al ragazzo.
-Qualcosa di quella canzone gli ha fatto venire in mente brutti ricordi.- rispose Joel, alzando poi il volto verso l’alto.
Gli altri stettero in silenzio fino a tarda sera, finché poi non andarono a dormire, tranne Ahren, che si alzò dalla propria cuccetta e andò verso quella della ragazza, spalancando appena la piccola tendina e coprendola con la coperta, prima di appoggiarsi con il gomito sul piccolo materassino e prendendo ad accarezzarle dolcemente i capelli, senza smettere di guardarla dormire.
 

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