Aiuto a rimorchiare. Miaow.

di Ella1412
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1: Il numero ***
Capitolo 2: *** 2: L'aiuto del micetto. ***
Capitolo 3: *** 3: Consigli per rimorchiare? ***
Capitolo 4: *** 4: Primi passi. ***



Capitolo 1
*** 1: Il numero ***


CAP. 1

«Era una notte buia e tempestosa, la nostra eroina stava vigilando sulla nostra Parigi da non so quanto tempo quando alle sue spalle comparve lui: CHAT NOIR!»
La voce di Alya le arrivava forte alle orecchie, nonostante le due porte chiuse tra di loro. In teoria era lei a doversi occupare della bambina che una volta è stata perfino akumatizzata. Però doveva assolutamente finire quel progetto per poi mandarlo ad Adrien per farglielo vedere.
Ah, quei lavori di gruppo… si sarebbero anche incontrati se lei non avesse farfugliato un “Fai come ti è più comodo” abbastanza non comprensibile.
«Se solo parlassi meglio quando c’è lui presente.» brontolò poggiando la guancia sul pugno.
Si sarebbe aspettata un “Lui chi?” da un certo micetto ma era riuscita ad avvisarlo di non venire a trovarlo perché avrebbe avuto visite e di certo Alya non avrebbe fatto finta di niente.
E poi avrebbe voluto fare una sorpresa a quello che lei definiva uno “stupido gatto” che nonostante tutto non la disturbava quasi per nulla. Aveva deciso: lo avrebbe accolto a braccia aperte sul suo terrazzino in futuro per un bel cielo stellato in sua compagnia.
 
«Grazie mille per esserti occupata della bambina, Alya. Ti devo un favore.» disse alla porta di casa già pronta a prendere due, tre brioche.
«Sai bene come ripagarmelo.» rispose con un sorriso ad incorniciarle il viso. Quindi Marinette le porse il sacchetto sconsolata e la salutò.
 
***
 
Una volta in camera iniziò a spogliarsi per indossare il pigiama estivo e lì sul suo letto sarebbe andata sul profilo di Adrien. Tikki dormiva da ormai una buona mezz’ora, stanca del combattimento avvenuto quella mattina. Per fortuna era domenica…
«Allora, Adrien Agreste. Cerca.»
«Senti senti. Perché stalkeri i ragazzi?» disse una voce maschile.
«Chat, il fatto che tenga la finestra aperta non ti giustifica ad entrare quando ti pare e piace. È uno spazio privato, sai?» sbuffò la ragazza guardandolo appena.
Il ragazzo felino, dal canto suo, l’affiancò sul letto e parlò:
«Non è la prima volta che lo cerchi, questa settimana solo quasi otto volte al giorno. Come mai? Va bene che è un bel ragazzo ma se ti guardassi intorno noteresti tanti gattini che pagherebbero oro per piacerti. Però niente, forse è meglio se ti concentri su di lui.»
Lo guardò con uno sguardo indecifrabile «Senti un po’, visto che sei così tanto fastidioso, perché non mi aiuti a parlarci tranquillamente? Non so se sai, ma forse sì (conoscendoti) ma- »
«Fammi indovinare: balbetti come una posseduta. Giusto?»
Il suo intervento e il sorriso angelico che le rivolse la fece irritare abbastanza e gli tirò un cuscino.
«Ma mi stalkeri? Perché sai quasi tutto di me?» quasi urlò imbarazzata. Il quasi felino era tentatissimo di rivelarle la sua vera identità alla ragazza che le piaceva. Gli piaceva seriamente. Il che era un problema, metteva in dubbio i sentimenti che provava per la sua Lady.
Da terra, dove era caduto in seguito alla cuscinata, le passò un foglio con un numero di telefono.
«Che cos’è?» bofonchiò prendendolo con poca grazia dalla sua mano artigliata.
«Il mio numero di telefono.» le rispose sporgendosi sul letto dove la giovane era seduta a gambe incrociate. Le sorrise, sì. Gli piaceva.
 
La mattina presto, nella limousine, con il numero di Chat dato alla compagna di classe, le diede uno zuccheroso buongiorno. Sorrise alla risposta secca di lei che arrivò quasi subito.
Non cambiava di una virgola… con Chat. Con Adrien invece…
«Buongiorno!» eccola lì. La voce di Alya che per quanto era alta era in grado di risvegliare l’intero quartiere.
La vedeva, ecco Marinette con il sorriso imbarazzato e gentile allo stesso tempo. Doveva entrare in scena Chat… di nuovo.





***
Angolino di Ella:

Chi non muore si rivede! Ohibò, cosa dire. Sono circa due giorni che leggo le storie di Echocide che mannaggia mi distraggono dallo studiare per l'esame e devo dire che è grazie a queste se mi è venuta la voglia di scrivere un'altra storia su Miraculous Ladybug. Eh già, questa qui è la terza in questo fandom ma è la prima a capitoli! Perchè sì, io dovrei studiare per quella dannata terza prova ma dovevo scrivere, sentire questi tasti abbassarsi al mio tocco. Comunque via... se scrivo la sera il pomeriggio posso studiare in santa pace B)
E il mio ragazzo non mi sgrida perché mi distraggo...
Ringrazio i lettori silenziosi, quelli che metteranno la mia storia in una qualunque delle loro liste e chi recensirà ^^
Detto questo, ci sentiamo presto!
P.S. Spero vi sia piaciuto il primo capitolo e ancora grazie!

 

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Capitolo 2
*** 2: L'aiuto del micetto. ***


N.B. Nel testo sono presenti frasi in corsivo e in grassetto che sono rispettivamente di Marinette e di Adrien. Oltre questo, spero davvero sia comprensibile, ho il terrore ^^"
Detto questo: buona lettura! 



CAP. 2  
 
“Vedo vedo… una prrrrincipessa in difficoltà.”
Le vibrò il cellulare nella tasca, ecco che il micino tornava all’attacco.
“In teoria sarei a lezione, gattino… poverino, hai sbagliato. Non hai la stoffa per fare l’indovino.” Scrisse lei in risposta.
“Ed invece ho ragione. Scrivi qualcosa al ragazzo avanti a te, no? Devo proprio insegnarti tutto…”
“Ma si può sapere che diavolo vuoi?”
“Aiutarti. Scema di una ragazza. Dico io: se ti piace, parlargli. Non balbettare come una demente.” Adrien, dopo aver inviato quel messaggio, si accorse di essere stato davvero poco galante e le stava per inviare un messaggio di scuse quando sentì uno sbuffo sfuggire dalle labbra della ragazza dietro di lui. Ecco, lo sapeva… troppo duro.
“E sentiamo, cosa dovrei scrivergli…”.
Ok, forse il suo era uno sbuffo di rassegnazione.
“Magari puoi iniziare con un hei, interessante la lezione? . Rompi il ghiaccio.”
Pochi minuti dopo Adrien sentì una pallina di carta sbattergli contro la mano sinistra. Si era decisa. Lo prese mal celando la voglia di girarsi subito verso di lei e lo lesse. Aspettò prima di scrivere la risposta, giusto per farla impanicare.
“Stupido gattaccio, vedi che mi sta ignorando?!” lesse il ragazzo tramite il suo cellulare ben nascosto.
“Senti un po’… ma ti sei firmata? Conoscendoti…”
A Marinette mancò un battito. Ovviamente aveva bellamente dimenticato di firmare il foglietto. Sentì una pallina di carta caderle sulle gambe e la prese quasi subito.
    Hei Mari, hai mandato tu il biglietto? Comunque non la sto seguendo molto, è risaputo che a me storia non piace.
 
“Allora micetto. Mi ha risposto. Che devo fare adesso?”
Adrien sorrise a quel messaggio. Possibile che davvero non sapesse cosa fare per parlare amichevolmente con lui?
“Beh, prrrincipessa, continua la conversazione. In teoria è scritto, non dovrewsti balbettare. :3”
Marinette prese la penna e iniziò a scrivere. O almeno ci provò… quello che arrivò al modello biondo era un messaggio quasi crittografato, tanto che la sua piccola aveva cancellato le parole.
Sì, lo so, ti guardo sempre. È risaputo. Neanche io la sto seguendo, però a me piace tanto stare qui e passare il mio tempo con te tutti i miei amici. Che fai?
 Beh, prima o poi lei non avrebbe balbettato più. Sperava…
Si girò e la guardò, scoprendola mentre lo fissava. Le regalò un sorriso dolce e le passò il biglietto.
Dovrei essere onorato del fatto che balbetti anche mentre scrivi con me?
Le sfuggì un sospiro sconsolato dalle labbra. Non era una bella cosa…
Pensavo che scrivendo magari mi avresti capito… scusa se balbetto…
Tranquilla Mari. Dopo vogliamo vedere cosa succede se ti parlo senza guardarti? Se vuoi, ovviamente
 
***
 
Il rumore leggero proveniente da qualche parte nella stanza la avvisò dell’arrivo di Chat, l’artefice di quel piano bizzarro.
«Allora prrrincess, come è andato questo primo giorno? Hai fatto qualche progresso?» chiese con la sua solita nota elegante.
«Ne ho fatti tre indietro. Mi ha chiesto di parlare spalle contro spalle ma poi per farlo avrei dovuto toccargli le spalle, quindi sarei stata a contatto con la sua pelle, la sua nuca, i suoi capelli. Poi avrei potuto sfiorargli le mani, capisci?! Io-» disse velocemente, a Chat sembrò di essere stato investito da un treno di parole ed ebbe la necessità di fermarla.
«Taci un attimo.» ok, forse era stato un po’ troppo schietto. «Respira, Marinette. Piano, con calma, raccontami cosa hai fatto con quel ragazzo.»
«Sono scappata appena sono uscita da suola… non ce l’ho fatta a restare…» biascicò abbassando lo sguardo imbarazzata.





Angolino di Ella:

Ecco qui, seconda sera - secondo capitolo.
Da qui iniziamo finalmente a entrare nel vivo della storia B)
Come vi è sembrato? Spero sia vebuto fuori un capitolo decente...
Allora, rispondo qui alle recensioni del capitolo precedente ^^
- tempestabig: Grazie per aver recensito, mi fa molto piacere! Sono contenta che l'idea ti abbia incuriosito e spero che non ti deluda la mia storia!
- fairytales lover: Non ti preoccupare, anche io quando aggiorno sono sempre stanca perché lo faccio dopo cena, l'unico momento libero della giornata ^^" Spero che questo seguito ti sia piacuto!
- Stella cometa 94: Hai centrato in pieno lo spiirto della storia! Vorrei far rivivere ai personaggi dei momenti divertenti alternati a dei momenti seri, spero di riuscirci ^^"

Ringrazio chi ha recensito, chi ha aggiunto la storia tra i preferiti, le ricordate e le seguite.
Perché vi ho visto, sapete? B)
Grazie grazie grazie!
A presto, Ella 

 

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Capitolo 3
*** 3: Consigli per rimorchiare? ***


CAP. 3 Consigli per rimorchiare?
 

Chat la guardò mal celando tenerezza e stupore. Come poteva aiutarla?
«Vieni qui e mettiamoci spalle contro spalle.» disse dopo un attimo di silenzio. «Adesso immagina che io sia Adrien, cosa mi vorresti dire?»
«Ma sono cose private e mi vergogno!» si ribellò lei.
«Marinette…»  la richiamò l’eroe, aspettando che le sue spalle sfiorassero le proprie e sorridendo sentendo la sua camicia solleticargli il corpo. «Prendi un bel respiro e parlami, dai fiato ai tuoi pensieri. Come se Agreste fossi io.»
«Aehm… a-allore, cioè allora: A-Adrien, io ti volevo dire che-che…»
«Marinette, tranquilla. Respira, concentrati sulla mia voce. Ascolta… piano piano, così. Bravissima. Adesso, con calma, dimmi cosa pensi…» la sua voce fece tranquillizzare la giovane che si trovò quasi a proprio agio e quindi iniziò a parlare.
«Se fossi lui ti direi che mi piaci da tantissimo tempo ma che credo tu non ti sia accorto che per me sei importante, che se balbetto così tanto per te è solo perché quella volta, quando mi hai prestato il tuo ombrello, mi hai rubato il cuore e io sono sicura che non potrei mai amare nessun altro come te. Ma che dico, non potrò amare nessun altro e basta. Mi sono accorta che quando non sono in tua compagnia sono molto più sciolta, parlo con tutti seguendo un filo logico, non mischiando le parole o cambiandole. Parlo bene perfino con Chat Noir che è un supereroe ma con te no e non so il perché. Forse mi hai davvero rubato il cuore e forse anche una parte di cervello.»
Quelle parole buttategli in faccia, quei sentimenti così fragili… era senza parole.
«Provi davvero tutto questo per quel ragazzo?» Chat aveva lottato con se stesso per non far vibrare la voce dall’emozione.
«Sì, è una di quelle sicurezze che ho. L’altra è che tu sei mio amico, vero Chaton?»
Nel girarsi, Marinette lo vide annuire con le guance rosse.
«Ti sei commosso, kitty?» chiese con una risatina leggera.  
La sua risata cristallina, il corpo atletico e fine, le codine tanto simili a quelle della sua Lady, il sorriso splendido e gli occhi profondi e giocosi erano tutte piccole cose che sono sempre state sotto il suo sguardo attento ma che gli erano sempre sfuggite. Provò quella sensazione di vuoto allo stomaco e qui il micetto fece due più due.
«Bogaboo…?»
La vide sgranare gli occhi. Primo passo verso la certezza.
La vide sbiancare all’improvviso. Secondo passo.
La vide guardarsi attorno alla ricerca di qualcosa per depistarlo. Terzo passo.
Mancava solo l’ultimo… «Ma che cosa dici? Non è il soprannome che dai a Ladybug? Non dovresti chiamare altre ragazze con il suo nomignolo, magari si offende e poi-»
«Sei tu, non mi sto sbagliando. Sei tu la mia lady.» esordì sicuro l’eroe parigino.
«No, Chat. Ti stai sbagliando, non sono io.»
Eccolo qui il quarto passo. La negazione avanti all’evidenza.
Si chinò per un baciamano ma gli venne in mente un modo per farla uscire allo scoperto. Una domanda, una semplicissima domanda.
«Ma tu come fai a sapere il nomignolo che ho affibbiato a Ladybug? È una cosa che sappiamo solo noi, e poi è imbarazzante, quindi non penso lo vada a spiattellare in giro. Non credi?»
Scacco matto.
 

«Continuiamo con le prove, kitty…?»
«Certo, M’Lady.» un sorriso gli incorniciava il volto.
«I miei genitori non sanno nulla della mia doppia identità quindi, per favore, vedi di essere il più cauto possibile con i nomignoli, ok?»
«Ecco qui la Lady che conosco! Sangue freddo e grinta, quello che dovrebbe usare una certa Marinette Dupain-Cheng con il suo modello. Non sono sicuro che lui abbia un’altra o che non si sia accorto di te.» disse il gattino gesticolando un po’.
«A lui piace Ladybug. Non Marinette. È anche questo che mi blocca molto… non è solo la timidezza. A lui piacciono le persone audaci, che sanno stare al gioco e-»
«Ma tu sei Ladybug. Tu sei audace, sai stare al gioco, sei simpatica e hai la risposta sempre pronta. E poi sei bellissima…»
Ok, forse l’ultima poteva risparmiarsela, dato le guance color vermiglio della giovane di fronte a lui.  
      




***
Angolino Ella: 
ciao a tutti e ben trovati in questo nuovissimo capitolo!
Volevo avvisarvi che il venerdì e il sabato sera in genere non aggiorno, poi non aggiornerò nemmeno mercoledì 21 e giovedì 22(esami...) ma forse forse finisce prima la storia! Speriamo, altrimenti poi va a finire che sono troppo stanca per aggiornare e non la finisco più! D:
Ringrazio che ha letto, chi ha recensito, chi ha aggiunto la storia a preferiti o ricordati o seguiti e spero di riuscire ad aggiornare domani sera, se l'ansia non mi fa sentire in colpa!
Au revoir, e grazie ancora!


 

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Capitolo 4
*** 4: Primi passi. ***


CAP.4 Primi passi
 
«Buongiorno Bogaboo.»
La sua voce spaventò Marinette. Oltre al fatto che si era appena svegliata e quindi aveva il pigiama tutto spiegazzato e i capelli scompigliati, la sua splendida voce impastata dal sonno, quella dell’eroe la fece letteralmente cadere dal letto.
Dopo che Tikki avesse controllato che stesse bene allora la ragazza si avvicinò a Chat e iniziò a parlare:
«Brutto gattaccio, ti sembra modo di svegliare la gente?»
«Ma la mia Lady non voleva conforto prima di affrontare il grande passo?» chiese giulivo scendendo dalla finestra dove era appostato. «Ti ricordi dell’accordo di ieri, no?»
«Sì, me lo ricordo: quando mi parla non devo guardarlo negli occhi e respirare tre volte prima di parlare. Tu mi aiuterai se ne avrò bisogno e poi dovrò comportarmi naturalmente.» riassunse lei, contando sulle dita i punti da seguire.
«Mmh, speriamo bene Bogaboo. Spero davvero che tu riesca a conquistare quel ragazzo. Se ti ha rapito il cuore “e anche una parte di cervello” forse ti merita.» un sorriso gli tirò le labbra morbide e un po’ di rossore prese possesso delle sue guance in genere candide.
«Mi vuoi dare un abbraccio di incoraggiamento?» chiese Marinette giocando con il pigiama che ancora indossava.
Una volta tra le muscolose braccia dell’eroe lo strinse a sé e mugugnò un “però resterai sempre uno stupido micetto, ricordalo.” Contro la sua spalla. A Chat sfuggì un sospiro misto a rassegnazione e sconforto.
 
«Buongiorno!»
Ed ecco di nuovo la voce di Alya fracassargli le orecchie. Come ogni mattina.
«Buongiorno. » risposero Nino ed Adrien alla ragazza. Marinette doveva ancora arrivare ma il modello già non vedeva l’ora di provare a parlarle. Da quando aveva avuto la certezza che era lei la sua Lady, la sua Bogaboo, non poteva fare a meno di andare a trovarla e tante volte – la sera prima e quella mattina stessa – le voleva mostrare che tutte quelle prove erano inutili. O almeno adesso avevano perso un po’ il motivo per il quale si sarebbe dovuta esercitare per parlargli. Però era dannatamente bello e divertente sentirla inciampare nelle parole solo per augurargli il buongiorno.
«Buongiorno!» la voce dell’eroina coccinella arrivò alle orecchie del gruppo squillante e piena di gioia.
Gli altri risposero e Marinette, posando lo sguardo sull’amico biondo, dopo aver preso una pausa iniziò: «Ciao, Adrien. Come stai?»
Cadde il silenzio tra i quattro.
«Non ci credo. Hai parlato senza balbettare!» esultò Alya saltandole al collo e sorridendo orgogliosa dell’amica.
«Ho seguito i consigli di un amico.» spiegò spiccia e poi tornò a guardare Adrien che stava combattendo con se stesso per non rispondere alla Chat Noir. Non era decisamente il caso.
 
***
 
La mattina passò tranquillamente, era arrivata l’ultima ora di scuola e arrivò un bigliettino sul banco di Marinette. Lo prese e dopo aver letto il messaggio che recitava le parole “Ho notato con piacere che non ti impappini più quando mi parli. Un po’ mi dispiace, mi divertivo a decodificare i tuoi balbettii. Comunque, quando vuoi, vorrei che venissi con me a mangiare qualcosa. Ovviamente se ti va, fammi sapere!” e arrossì tutto insieme. Doveva avvisare Chat. Lui avrebbe sicuramente saputo cosa fare.
“Mon minou, in fretta! ADRIEN MI HA CHIESTO DI ANDARE A MANGIARE QUALCOSA INSIEME! COME DOVREI RISPONDERE?”
“Chiedigli dove ti vuole portare, poi magari evita di scrivere tutto in maiuscolo che poi mi danneggi il coso della lettura. Per oggi, mi raccomando: se ti serve un consiglio da me non prendere il cellulare avanti a lui, magari vai un attimo in bagno oppure  quando lui si allontana; sii te stessa, sorridi e scherza, che sei magnifica.” Le rispose dopo pochi minuti, così Marinette prese la penna e scrisse un veloce: “Dove mi vorresti portare? Comunque sì, anche oggi ^^”
La risposta del modello Agreste arrivò quasi immediata: “Ci vediamo fuori scuola più tardi, allora, il tempo che gli altri se ne vadano e che ci lascino soli. :*”
Adrien Agreste si accorse che l’ultima frase era troppo da Chat e poco da lui ormai troppo tardi, la sua Bogaboo era andata in escandescenza.
 
***
 
«Come è andato questo primo appuntamento?» chiese Chat, arrivato silenziosamente sul terrazzo di Marinette.
«Benissimo, ho balbettato poche volte, infatti sto migliorando. Alla fine, qui fuori, ci siamo scattati una foto insieme.»
La voce emozionata della ragazza era come lo zucchero a velo su un croissant appena sfornato, alle sue orecchie.
«Ha mostrato interesse per te, sembra ci tenga al vostro rapporto…» iniziò a bassa voce l’eroe gatto e con una mano trascinò una Marinette rigida nel suo abbraccio. Le stelle e la Tour Eiffel come unici testimoni di quell’abbraccio singolare. Non era da tutti poter essere avvolta nelle braccia di un supereroe. «Ma adesso che c’è lui… saremo sempre una squadra, vero?»
Le orecchie basse, il tono di voce mogio, gli occhi verdi erano uno spettacolo che a Marinette colpì profondamente.
«Mon minou… sei geloso?» un sorriso le incurvò le labbra rosee.
«Perché dovrei essere geloso… - Marinette sentì che Chat stava armeggiando con le sue stesse dita e una luce verde la costrinse a socchiudere gli occhi per  poi rialzarli e sgranarli.-  di me stesso?»
«Chat…» mormorò piano, incredula.
«Ora non sono trasformato, chiamami Adrian. E sono qui per restarti sempre accanto, sia come Chat Noir, il gatto nero che ti corteggia sempre, sia come Adrien il modello che, da quanto mi hai riferito, ti ha rubato il cuore e il cervello. » Accarezzò i capelli corvini con delicatezza, avvicinando il volto a quella della sua Lady, pietrificata avanti a ciò che stava succedendo.
«Se tu ti scongelassi l’atmosfera sarebbe molto più romantica e dolce… » soffiò il ragazzo. «Hei, Prrrincess?»
Marinette venne scossa leggermente dalla mano calda del ragazzo e si riprese dallo shock in quel momento.
«Io sono sempre stata indecisa tra te e Chat… non posso credere che siate la stessa persona.» mormorò la giovane.
«Credevo di essere l’unico a credere di essere innamorato di due persone diverse. Ma eccoci qui Mari, tu ed io stretti in un abbraccio sotto le stelle e la Tour Eiffel. Posso baciarti…?»
Il rossore sulle guance dell’eroina si accentuò ma le venne in mente un altro punto spiegatole precedentemente da Chat: “se ti vuole accanto a sé, se ti vuole baciare, abbracciare o così via, dagli il permesso. Perché anche tu lo vuoi, giusto?” solo adesso capiva il tenue rossore sulle sue guance durante la spiegazione di quella frase.
La corvina annuì piano con la testa e si alzò sulle punte, per arrivare meglio alle labbra morbide del modello e sussurrandogli, dolcemente, due paroline, subito ripetute da lui con gli occhi lucidi.
«Je t’aime.»
Poi lo zittì prima ancora di proferire parola con un bacio dolce, le loro bocche morbide e rosse si incontrarono per la prima volta sotto una stella cadente, arrivata troppo tardi per ammirare la scena del compimento del vero amore.
Un sussurro si levò nell’aria, accompagnato da una risatina leggera mentre Adrien strofinava il suo naso contro il collo della sua ragazza:
«Je t’aime, mon minou.»



Angolino Ella:
Ebbene siamo arrivate alla fine di questa storia! Un po' mi dispiace ma dopodomani mi iniziano gli esami e non posso permettermi il lusso di fantasticare sul mio micetto e sulla mia coccinellina preferita :(
Mi mancherete in questi giorni ma sono sicura che dopo gli esami tornerò più carica di prima (credo, devo studiare per la patente...)! Grazie a chi ha aggiunto la storia tra le prefite, le ricordate e le seguite, ho visto che siete in 11 ad avere la mia storiella tra i preferiti e vi ringrazio moltissimo! Siete la mia gioia, mi spronate a scrivere!
Ringrazio anche chi ha recensito e i lettori silenziosi (vi ho visto, eh B) ), grazie grazie grazie mille per aver condiviso con me questa piccola avventura di quattro capitoli! Vi auguro una buona estate! 
Ella1412 <3

 

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