Pokèpiece: la più grande avventura di Ash Ketchum

di Monkey D David99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il Torneo ***
Capitolo 2: *** Arrivo al Tempio dell'Aura! ***
Capitolo 3: *** Misteriosi eventi ***
Capitolo 4: *** In che posto siamo finiti? ***
Capitolo 5: *** L'Isola degli Uomini-Pesce ***
Capitolo 6: *** Il mistero delle Isole Arcane ***
Capitolo 7: *** Nuove "demenziali" amicizie! ***
Capitolo 8: *** Nuovi personaggi ***
Capitolo 9: *** La prova ***



Capitolo 1
*** Il Torneo ***





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Era una splendida mattina, quel giorno a Biancavilla.

Erano appena le 8:00, ma Ash Ketchum si
svegliò pimpante
come al solito; lavatosi per bene, si mise i vestiti dell'ormai
tramontato viaggio a Sinnoh e- accompagnato dal suo fedele Pikachu-
fece immediatamente una corsa verso il Laboratorio del Professor Oak.

Non svegliò neppure la madre, che infatti dormiva
tranquillamente.

Giunto davanti alla casa dello studioso, aprì la porta ed
entrò.

"Professore!"- esclamò il ragazzo, appena entrato dentro.
Subito quest'ultimo lo raggiunse e lo accolse calorosamente:

"Ash, ragazzo mio: come va?".

"Benissimo- rispose lui-, grazie. Volevo sapere come stanno i miei
Pokèmon, è da un pò che non li vedo".

Il Professor Oak sorrise:

"Stanno benissimo. Se mi segui ti accompagno da loro".

"Grazie mille!"- rispose Ash.

"Pika!"- seguì Pikachu.

Così il giovane Allenatore si diresse nella zona fuori il
Laboratorio dove i
Pokèmon venivano accuditi dal Professore; giunto
lì, si rivolse al suo compagno:

"Ok Pikachu, adesso tocca a te".

Il Pokèmon Topo annuì, e lanciò un
Fulmine nel
cielo. In questo modo attirò tutti i Pokèmon che
Ash
aveva intenzione di rivedere: Staraptor e Gliscor, intenti a
raccogliere frutta su un albero; Buizel che nuotava in un laghetto;
Torterra, dormiente all'ombra di una grossa quercia; Gible che mordeva
delle rocce nei pressi di quella stessa quercia (e infatti Torterra,
non appena fu svegliato da Fulmine, cominciò a guardarlo
confuso
e imbarazzato al tempo stesso); e infine Infernape, il quale (da solo
in mezzo a degli alberi) cominciava a tirare Pugnorapido dappertutto e
a esercitarsi con Lanciafiamme.

Ognuno di questi Pokèmon vide il segnale elettrico, e si
diresse
a gran velocità verso di esso; dopo qualche minuto,
raggiunsero
il luogo dove si trovava il loro Allenatore: la commozione fu enorme da
parte di tutti, anche di Ash e Pikachu.

Tutti i membri del gruppo si abbracciarono (anche se Torterra per poco
non schiacciò la schiena di Ash), e il ragazzo decise di
fare
una passeggiata assieme a ognuno di loro per le strade di Biancavilla.

I raggi del sole illuminavano il loro cammino, il vento era fresco e
piacevole... Tutto quella mattina era perfetto, e dopo una bella
camminata, il gruppo si stese sul verde prato vicino alla casa del
ragazzo, rilassandosi.

All'improvviso, però, Ash si mise con le gambe incrociate a
riflettere.

"Pika-pi?"- fece Pikachu al suo Allenatore, curioso di sapere cosa gli
passasse per la mente.

"Amici- cominciò il ragazzo, attirando l'attenzione di
tutti-, vi ringrazio moltissimo per avermi aiutato a Sinnoh.

Anche se non abbiamo vinto la Lega Pokèmon, abbiamo
sicuramente
fatto tutti quanti degli enormi progressi, ed è questo che
conta!".

Tutti i Pokèmon, al sentire quelle parole, lo ringraziarono
in coro. A questo punto Ash proseguì:

"Lo so, siete contenti anche voi di essere stati con me. Ma sapete una
cosa?

Mi piacerebbe molto continuare a lottare assieme a voi: alla fine di
tutti i mei viaggi ho sempre voluto, in qualche modo, continuare ad
affrontare nuove sfide. E voglio continuare anche adesso!".

Ash alzò il pugno verso il cielo, come chiaro segno della
sua
determinazione; anche il resto del gruppo, dopo qualche attimo, fece lo
stesso.

D'un tratto, però, Pikachu sentì qualcosa
nell'aria: non appena si girò, vide un foglio di carta a
terra.

Eppure attorno non c'era nessuno.

Ash prese il foglio di carta, e scoprì che si trattava di un
volantino pubblicizzante un Torneo di Lotta Pokèmon: la
competizione si sarebbe svolta in un luogo chiamato  style="font-weight: bold;">Tempio dell'Aura.
Ash non aveva mai sentito nominare un posto simile, così
chiese a Oak.

"E' molto strano"- disse il Professore.

"Cosa è strano?"- chiese Ash.

Il Professore cominciò a spiegare:

"Vedi Ash, come tu sai la regione di Sinnoh si trova a Nord della
regione di Kanto; quello però che non sai, è che
ci sono
due modi per raggiungerla".

"Due modi?"- interruppe Ash.

"Esattamente- riprese Oak-: il primo (quello che hai usato tu) consiste
nel passare via mare con un traghetto; riguardo al secondo, invece, si
tratta di camminare dall'Altopiano Blu in direzione Nord:
così
si raggiunge appunto il Tempio dell'Aura e, superato quello, bisogna
attraversare una foresta che porta all'entrata Sud di Duefoglie, nella
regione di Sinnoh.

Ma la cosa strana in tutta questa vicenda è un'altra: vedi,
io
non so molto sul Tempio dell'Aura... ma dovrebbe essere un luogo sacro,
dove da generazioni la gente venera i Pokèmon Leggendari di
tutto il mondo. Quindi non capisco perchè organizzare delle
lotte proprio lì".

Quest'ultima parte della spiegazione colpì profondamente sia
Ash
che tutti gli altri Pokèmon: in effetti, chi poteva
immaginare
che un semplice Torneo si sarebbe svolto in un luogo di culto come
questo?

Dopo qualche attimo di silenzio, però, il Professor Oak
prese
una decisione: disse che alla fine- nonostante tutto- il Tempio era un
luogo dedicato ai Pokèmon, quindi non era poi tanto strano
lottare lì; di conseguenza, Ash poteva fare quel che gli
pareva.

Ottenuto così anche il consenso del Professore (seppur non
gli
servisse a un granchè), il ragazzo esultò dalla
gioia.

"Però- riprese a parlare Oak-... A questo Torneo mancano
solo tre mesi, quindi che cosa farai?".

Ash fece la sua solita espressione determinata, e sorridendo rispose:

"Ma certo che lo so! Devo allenarmi il più possibile per
essere pronto e vincere!".

Detto questo, alla fine, il giovane Allenatore uscì e
cominciò subito a prepararsi per l'evento assieme ai suoi
sette
Pokèmon.

Tuttavia, non era il solo a voler partecipare...



Regione di Kanto, Plumbeopoli

Brock stava studiando sui testi di Medicina per Pokèmon,
quando il vento fece volare nella sua stanza (attraverso la finestra)
un volantino. Il ragazzo lo raccolse.

"Uhm... Potrebbe essere interessante..."- disse.



Regione di Sinnoh, Duefoglie

"Piplup, usa Bollaraggio! Buneary, vai con Rimbalzo!".

Lucinda stava mettendo a punto una combinazione di mosse: Piplup
riempiva lo spazio di bolle, e Buneary ci saltellava sopra
elegantemente.

Improvvisamente, però, smisero di allenarsi: il vento
soffiò dietro Lucinda che, giratasi, vide a terra un
volantino e rimase confusa dalla mancanza di individui.



Regione di Sinnoh, Nevepoli

Paul era nel bel mezzo di uno speciale allenamento per affrontare Mariano alla Piramide Lotta.

Mentre tutti i suoi Pokémon davano il massimo con le proprie mosse, improvvisamente
Honchkrow vide cadere qualcosa dal cielo e lo afferrò con il
becco; così lo portò al proprio Allenatore.

"Il Torneo... del Tempio dell'Aura. Sarà di sicuro un
esperienza molto utile"- disse il ragazzo dai capelli scuri.



Regione di Sinnoh, Cuoripoli

Zoey e Glameow stavano ripassando l'idea per una prossima esibizione,
quando la ragazza calpestò un pezzo di carta.

Si abbassò e lo prese, dicendo:

"E questo cos'è?".

"Meow?".



Regione di Sinnoh, Pratopoli

Barry era alla Palude della città, per catturare
nuovi Pokèmon e allenarsi (i suoi obbiettivi, ora
più che mai, erano Ash e Paul).

Mentre lui e Empoleon correvano pieni d'energia, il vento fece tuttavia
andare qualcosa in faccia al biondo, che così scivolo.

"Aaah!"- fece rialzandosi.

"Chi è stato a mettermi questo foglio in faccia, risponda
entro dieci secondi se non vuole beccarsi una multa salatissima!

Dieci, nove, otto, sette, sei, cinque...".

Fortunatamente, Empoleon tappò la bocca del suo Allenatore
con l'ala destra prima che disturbasse la quiete pubblica,
dopodichè lo invitò a leggere meglio il foglio.

"Un Torneo...?".



Ora che così tanti Allenatori hanno trovato questo
fantomatico volantino, che cosa succederà?
 style="font-style: italic;">


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Capitolo 2
*** Arrivo al Tempio dell'Aura! ***


Finalmente il gran giorno era arrivato: passati 3 mesi di duro allenamento assieme ai suoi Pokémon dopo aver letto quella notizia, Ash Ketchum era più carico che mai al solo pensiero di poter affrontare la sua nuova sfida.
Il ragazzo si trovava in camera sua e stava seduto sul letto accanto a Pikachu. "Ci siamo quasi, amico!- gli disse con entusiasmo, e lui annuì. Sono a dir poco elettrizzato: un vero torneo di lotta dopo così tanto tempo, e per di più in un luogo che non ho mai visto prima!". Mentre esprimeva la sua gioia, Ash saltellava sul posto in maniera molto euforica, finché Pikachu non gli salto in groppa: "Pika-pi!". Il giovane Allenatore, colto dal balzo, scivolò e inciampò sul pavimento, anche se fortunatamente non si fece male; lui e Pikachu risero di ciò con allegria e serenità, mentre si alzava e grattava via la polvere dai vestiti. Improvvisamente però l'atmosfera fu interrotta dall'entrata, in camera di Ash, di sua madre. "Vieni tesoro, siamo in partenza!".
"Eccomi mamma!"- le rispose il figlio contento.
Il Professor Oak e Delia si erano offerti di accompagnare il giovane Allenatore lungo la strada per il Tempio dell'Aura, e infatti il primo li stava aspettando fuori casa con la macchina; non appena si sedette sul sedile posteriore, Ash guardò Pikachu accanto a lui con degli occhi vispi e pieni di determinazione, e il suo compagno fece lo stesso.
Dati gli ultimi saluti a un Mr.Mime sereno come al solito, iniziava finalmente la loro nuova sfida. Dopo qualche ora di viaggio, il gruppo raggiunse la propria destinazione.
Ash e Pikachu rimasero a bocca aperta, meravigliati da ciò che avevano di fronte: davanti ai loro occhi si stagliava
un gigantesco monumento in marmo, sormontato da colonne sulle quali erano scolpiti immagini di Pokémon quali Oh-oh, Lugia, Groudon, Kyogre, Dialga e Palkia; in particolare, questi ultimi destarono l'attenzione del ragazzo: erano infatti gli unici a non essere raffigurati sulle colonne, ma alle estremità del tetto. Sotto di loro c'era poi un altro Pokémon Leggendario, Giratina, e sopra tutti e tre, nella parte in alto, un Pokémon che Ash conosceva fin troppo bene.
"Quello è Arceus..."- disse il giovane.
"Pika...".
D'un tratto il ragazzo distolse lo sguardo dal Tempio e vide, a destra e a sinistra degli scalini che ne erano alla base e che permettevano di entrare dentro, una statua raffigurante proprio Arceus. Chiamò quindi sua madre e Oak affinchè dessero un'occhiata assieme a lui, e il Professore lesse che su di essa era inciso quanto segue:
"Tra tutti i Pokémon Leggendari venerati in codesto luogo, è Arceus colui a cui noi dobbiamo di più, a cui il mondo intero deve di più.
Egli ha infatti dato vita a ogni singola creatura vivente, da esseri umani a Pokémon, su cui ha continuato a vegliare nei secoli e nei secoli, donando prosperità; tuttavia, esiste un dono in particolare per cui tale creatura è così ammirata e al tempo stesso studiata da generazioni: l'Aura.
Secondo le leggende di Sinnoh che considerano Arceus come divinità creatrice e protettrice di tutto l'universo, gli esseri umani e i Pokémon sono nati con uno speciale flusso di energia interiore, l'Aura, che si manifesta durante le loro azioni e quando provano emozioni; benchè esistano alcuni in grado- come i Lucario e i cosiddetti "Guardiani dell'Aura"- di controllarla e percepirla meglio di altri, è stato stabilito che quando Pokémon e Allenatori lottano insieme l'intensità delle loro emozioni e il loro legame permette alle Aure di mostrarsi direttamente come flusso vero e proprio: più sono forti tali sentimenti e tale sintonia, più diventa intensa l'Aura stessa, e la forza di ambedue ne risente enormemente.
Lo scopo del Tempio dell'Aura è, attraverso la fede nei Pokémon Leggendari e in Arceus, e attraverso la pratica della lotta, di studiare quanto più a fondo l'Aura e svelare i numerosi misteri che la circondano; ed esiste una leggenda secondo cui, un giorno, l'Aura di alcuni Allenatori e dei loro Pokémon permetterà di far avverare il miracolo più grande che sia mai accaduto..."
"Però...!- disse lo studioso, rimasto affascinato da ciò che aveva appena letto- Forse è per questo che i lavoratori del Tempio hanno deciso di tenere una competizione tra Allenatori".
"E' possibile- gli disse Delia, anche lei interessata-, comunque è davvero una storia misteriosa e appassionante. Non pensi anche tu, Ash?".
Ma quando si rivolse a suo figlio, questi non la stava ascoltando: era immerso nei suoi pensieri, e guardava verso il basso.
Pikachu però lo fece tornare sulla Terra, agitando la zampa vicino alla sua guancia.
"Qualcosa non va figliuolo?"- gli chiese il Professor Oak.
"Ehm... No, niente. Ero solo distratto"- gli rispose il ragazzo. In quel momento però sentì una voce famigliare e si voltò: non ci sono parole per descrivere la felicità che provarono lui e Pikachu nel vedere, proprio davanti a sé, la loro amica Lucinda e il suo inseparabile Piplup.
"Come stai Ash? Ne è passato di tempo!"- disse contenta la ragazza, dopodiché si presentò alla madre (che non l'aveva mai vista); quest'ultima poi invitò il figlio a fare un giro della zona in compagnia della giovane, mentre Pikachu e Piplup si tenevano per le zampe e ballavano. Ovviamente il ragazzo ringraziò la donna, e così entrambi gli Allenatori e i loro Pokémon iniziarono a passeggiare attorno al Tempio.
Il paesaggio era affascinante: statue antiche di Pokémon e individui illustri erano posizionati in totale armonia con un ambiente che, in questo modo, offriva a chiunque vi si trovasse un'atmosfera pittoresca ma soprattutto coinvolgente, a tal punto da sentirsi parte di quell'insieme storico. Lucinda ne era estasiata:
"Wow, questo posto ha un non-so-che di misterioso e meraviglioso al tempo stesso! Non sei d'accordo, Piplup?".
"Pi-plu!".
"E tu Ash, cosa ne pensi?".
Ma il giovane di Biancavilla faceva scena muta: 
non riusciva a godersi "del tutto" tale ambiente e tale atmosfera. Infatti, se da un lato egli rimaneva piacevolmente colpito dall'altro continuava ad essere pensieroso riguardo la statua di Arceus; decise così di parlarne con Lucinda che, assieme a Piplup, rimase stupita e interessata al tempo stesso.
"Questa dell'Aura è una storia incredibile... Quindi tu sei rimasto colpito dalla parte in cui diceva "il miracolo più grande che sia mai accaduto"?".
"Esatto. Vedi Lucinda, non sono sicuro di avere capito tutto riguardo la manifestazione dell'Aura- anche se in realtà so già cosa sia l'Aura in sé*-, ma per qualche motivo quella parte mi ha incuriosito parecchio. Un miracolo...".
"Non pensarci, concentrati sul torneo!"- disse una voce maschile all'improvviso.
"Sì, giusto, dovrei concentrarmi sul...- Ash s'interruppe bruscamente, girandosi per scoprire chi aveva appena parlato; e anche questa fu una sorpresa gradita, sia per lui che per Lucinda:
"Brock!"- fecero all'unisono entusiasti. Il ragazzo dalla carnagione scura e gli occhi socchiusi venne subito incontro a loro, salutandoli calorosamente.
"E' un piacere vederti amico! Come vanno gli studi di Medicina sui Pokémon?"- gli chiese subito Ash.
"Molto bene, grazie- rispose lui immediatamente-. Ma era da tanto che stavo sui libri, e mi andava di fare una pausa: così sono venuto qui".
"Ci sarà da divertirsi allora!"- disse Lucinda sorridendo con le mani dietro la schiena. L'allegria dei tre amici venne però interrotta bruscamente: una bicicletta infatti, avendo difficoltà lungo un'impennata, finì per investire il povero Ash, il quale così cadde a terra mentre Pikachu saltò prontamente dalla sua spalla.
E alla guida di quella bicicletta indovinate chi c'era? Barry, che iniziò subito una lite con il ragazzo, finché i due non furono separati da Brock.
Lucinda si avvicinò al biondo:
"Barry, per caso hai intenzione di partecipare anche tu al Torneo del Tempio dell'Aura?".
Il ragazzo le mandò un sorriso determinato, rispondendole:
"E me lo chiedi? Certo che sono venuto qui per questo! E ho deciso di partecipare perchè voglio allenarmi e battere Ash!"
Dopo aver detto ciò, tuttavia, il ragazzo s'interruppe di colpo e guardò proprio in direzione di Ash; i suoi occhi- che appena un secondo fa stavano ardendo di sfida- trasudavano stupore e sbigottimento, così disse al suo rivale:
"Tu... Tu... TU SEI QUI, ASH?!".
Lo shock per poco non fece cadere i tre ragazzi, Pikachu e Piplup; non solo lo aveva addirittura investito, ma per poco non si erano azzuffati: com'era possibile che non si fosse accorto della sua presenza?!
Beh, ormai lo conoscevano. Non era il caso di stupirsi tanto.
In ogni caso Barry non era da solo, perchè a chiedere successivamente come stavano lui e Ash, avvicinandosi a entrambi preoccupato, fu un Allenatore dai capelli rossi che sbucò da un albero vicino e che tutti (Lucinda per prima) riconobbero subito:
"Kenny?!"- fecero tutti sorpresi.
"Però... A questo torneo partecipiamo proprio tutti!"- disse Brock.
"Kenny- intervenne Lucinda con un'aria contenta-, non ci rivediamo da quando hai cominciato ad allenarti con Jasmine ad Arenipoli!
Come stai?".
Kenny non rispose subito, e questo lasciò perplessi tutti: sembrava sovrappensiero, e non aprì subito bocca. Ash allora si avvicinò a lui e gli parlò:
"Ehi Kenny, va tutto bene?".
"Pika?".
Il ragazzo si riprese e annuì, anche se stando attenti si vedeva che in lui qualcosa non andava; un secondo dopo sorrise e disse di essere arrivato al Tempio assieme a Barry:
"Mi trovavo a Duefoglie, e ho sentito parlare di questo Torneo di Lotta; successivamente ho incontrato Barry che tornava dalla Gran Palude di Pratopoli, e abbiamo deciso che ci saremmo ritrovati 3 mesi dopo per partire assieme. Mentre venivamo qui lui ha deciso di montare in sella alla bici per fare prima, invece io ho preferito continuare a camminare; poi, quando ho sentito il rumore della bici che si schiantava, ho corso più veloce che potevo e sono arrivato da voi".
"Noi tre invece- disse Ash rivolgendosi a sè stesso, Brock e Lucinda- siamo arrivati ognuno con i propri mezzi da casa propria. Comunque sia Kenny, sono contento di vederti qui: sarà bello affrontarci di nuovo!".
Ash sorrise all'amico e gli tese la mano; questi, dal canto suo, gliela strinse:
"Ma certo!"- disse, anche se in realtà ciò che pensava era totalmente diverso:
"Magari io fossi all'altezza...".
Nel frattempo che il gruppo parlottava tra sé, Piplup notò e indicò una specie di bancarella in fondo alla loro destra: a detta di Lucinda, era come apparsa dal nulla.
"Dev'essere uno di quei negozietti ambulanti che aprono solo durante eventi di questo tipo- disse Brock-: quelli che vendono manufatti storici e articoli legati alla manifestazione in corso".
"Sembra interessante, vado a dare un'occhiata!"- disse Ash, e subito corse a comprare quello che più gli interessava, seguito a ruota da Lucinda. Dirigendosi i due ragazzi laggiù, un anziano che a occhio e croce sembrava essere il venditore sorrise.
Indossava una tunica bianca e dorata molto simile (se non identica) a quella indossata dai sacerdoti in Chiesa, e degli anelli anch'essi dorati a entrambi i polsi; aveva inoltre degli occhi rossi e capelli bianchi le cui punte sembravano quasi "oscillare al vento":
"Sono arrivati..."- disse come se stesse aspettando l'arrivo di quel gruppo da molto tempo.
Giunto presso lui e il suo negozietto, il nostro Allenatore cominciò subito a rovistare tra le offerte in cerca di qualcosa di interessante... ma i risultati della ricerca furono alquanto "inquietanti". Ciò che Ash e Lucinda avevano infatti davanti non sembrava per nulla "normale": c'erano bambole di legno con occhi scavati, vasi caratterizzati da segni sconosciuti (quasi come se appartenessero a un'altra cultura), e materiali e oggetti vari che neppure dall'aspetto si riusciva a capire cosa fossero realmente; i due ragazzi e i loro Pokémon guardavano con facce che erano un misto tra straniamento e disgusto, e le rarissime volte che toccavano lo facevano spaventati.
"Beh... carini..."- fece Lucinda cercando di sorridere, ma si vedeva lontano un miglio che avrebbe voluto sparire da lì. Intanto Ash, passato qualche minuto a cercare, alla fine notò qualcosa di veramente interessante e lo prese in mano: aveva tutta l'aria di essere una gigantesca pietra dalla forma rombidale (grande, per intenderci, circa 80 cm), al cui centro vi era un grosso foro e, attorno a questo, altri 12 fori molto più piccoli disposti fino a formare un rombo; la cosa più strana, infine, era che nonostante la grandezza risultava essere un oggetto molto leggero.
"Che cos'è?"- si chiese. Poi lo mostrò a Lucinda.
"Sembra un comune sasso... ma perlomeno non fa venire la pelle d'oca come tutti questi aggeggi strani!"- fece la ragazza, stando attenta a non farsi sentire dall'uomo; proprio a quest'ultimo Ash chiese di cosa si trattasse l'oggetto in questione, e lui rispose:
"Miei carissimi, quello è un antichissimo cimelio del Tempio".
"Un cimelio?"- chiesero entrambi all'unisono.
"Esattamente. Si narra che venisse usato per compiere importanti cerimonie e riti particolari".
Il ragazzo era leggermente affascinato da tale racconto, così lui e Lucinda osservarono quell'oggetto ancora una volta; dopodiché il ragazzo decise di comprarlo, e si girò nuovamente verso l'anziano venditore:
"Ok, lo prendo. Senta signore, può dirmi gentilmente quanto...".
Ma in quel momento rimasero tutti di sasso: così come sembrava essere apparsa dal nulla, ora quella specie di bancarella era letteralmente SPARITA nel nulla, e anche di quell'anziano non c'era nessuna traccia. Si era volatilizzato.
"...costa questo?"- terminò la frase Ash, ancora sbigottito dinnanzi a ciò che era appena successo.
Nota*: quando Ash dice di sapere in cosa consista l'Aura si riferisce sia all'esperienza vissuta nell'ottavo film "Pokémon: Lucario e il mistero di Mew", dove incontra appunto un Lucario e scopre che le loro aure sono simili, sia all'incontro avvenuto, nell'episodio "Pokèmon Ranger e il salvataggio di Riolu" della serie DP, con un Riolu di cui è riuscito a percepire l'Aura.

Rieccomi, dopo tanto tempo, con il secondo capitolo di Poképiece!
Come potete notare, ho cercato di non commettere gli errori presenti nel precedente capitolo e ho anche suddiviso questo in più parti, in maniera tale da rendere la narrazione più scorrevole. Spero sia di vostro gradimento!


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Capitolo 3
*** Misteriosi eventi ***


Di sicuro non ci sarebbe mai stato scenario migliore per la Thousand Sunny, che viaggiava in mezzo ad acque cristalline verso nuove mete e nuove avventure; e sopra la polena, a gambe incrociate, Monkey D. Rufy era seduto sorridente e spensierato come al solito.
Sul ponte invece c'erano: Nami e Robin intente a leggere; Usopp, Chopper e Brook che pescavano in tranquillità; Franky che manovrava il timone; Sanji dedito a studiare qualche ricetta sui suoi libri; e infine Zoro, il quale dormiva e al tempo stesso sollevava a petto nudo dei pesi da oltre 800 tonnellate (?).
"Che pace..."- fece la ragazza dai capelli color mandarino, stiracchiandosi improvvisamente.
"E' vero- commentò invece Nico Robin.
La brezza marina e la luce del sole oggi sono molto più inebrianti del solito, un vero toccasana per la pelle!".
In seguito alla Navigatrice venne un'idea:
"Sanji!- chiamò lei il cuoco, che subito corse a una velocità pazzesca verso di lei con due occhi a cuore e un sorriso smagliante.
Potresti portarmi gentilmente un succo d'arancia? Te ne sarei grata".
Inutile dire che tali parole ebbero un effetto straordinario sul biondo, tanto da fargli quasi venire un infarto e soprattutto costringerlo a obbedire alla ragazza, neanche fosse il suo maggiordomo personale.
"Arriva subito, mia cara!"- esclamò il Cuoco, ormai completamente incantato e pronto a servire Nami come se non ci fosse un domani.
"Scusa Sanji, io gradirei una limonata..."- disse all'improvviso l'Archeologa di bordo, e ovviamente il biondo decise di occuparsi anche di lei con quello stesso sorriso da ebete sulle labbra.
Quella mattina non avveniva niente di strano o pericoloso, ci si poteva rilassare benissimo. Anche Rufy era addirittura più allegro e spensierato del solito, contagiato assieme agli altri dall'atmosfera che si stava creando; tuttavia, questa situazione non durò a lungo.

Improvvisamente, uno strano spettacolo apparve agli occhi del Capitano: era come se il mare che aveva davanti "si stesse sdoppiando". Nel giro di pochi secondi infatti, sotto gli sguardi increduli di tutta la ciurma (anche di Zoro, che uscì proprio in quel momento dalla stanza degli allenamenti), l'acqua elevò verso il cielo e poi si divise fino a formare un vero e proprio passaggio che conduceva a una luce misteriosa.
"Wow..."- fece Rufy, a bocca aperta e con gli occhi che brillavano per tale visione.
"C-C-Che sta succedendo?"- chiese Chopper, visibilmente terrorizzato assieme a Usopp cui tremavano le gambe.
"Non lo so, ma è davvero un fenomeno singolare! Anzi, molto singolare!"- commentò Brook, anche lui spaventato sebbene non quanto gli altri due.
Nel frattempo Nami e Robin erano le uniche ad essersi calmate e stavano cercando di dare una spiegazione logica, per quanto fosse apparentemente impossibile, a ciò che stava avvenendo; e tutto ciò mentre ogni singolo membro dell'equipaggio custodiva emozioni contrastanti: la curiosità di scoprire che cosa avessero davanti, ma anche lo spavento o semplicemente lo straniamento in quanto era qualcosa di davvero assurdo.
In poco tempo, tuttavia, accadde qualcos'altro che fece mutare totalmente i loro pensieri: la nave iniziò a muoversi da sola, senza nè vento nè corrente, trascinata come da una forza invisibile verso quel passaggio.
"Che sta succedendo alla nave, Franky?!"- chiese Zoro con una leggera agitazione.
"Non chiederlo a me!"- gli rispose l'amico al timone, con molta più agitazione in corpo poiché ci stava andando di mezzo "la sua creazione".
"Se non lo sai nemmeno tu, cosa dobbiamo aspettarci allora?!"- ribatté Rufy, il quale ormai aveva capito a grandi linee la situazione e quindi era preoccupato come i suoi compagni di equipaggio.
In ogni caso, c'era ben poco da fare: non si riusciva a mantenere il controllo della rotta, né a cambiare direzione, quindi l'unica cosa che i Pirati di Cappello di Paglia potevano fare in quel momento era guardare increduli mentre la Thousand Sunny veniva letteralmente risucchiata all'interno del passaggio misterioso. Volava come una foglia sulle ali del vento, finché il passaggio non si richiuse all'istante e lasciò ogni pirata in preda alla confusione, alla paura e alle grida disperate.

Dove li avrebbe condotti quella misteriosa via?

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Nei cieli sopra il Tempio dell'Aura stava volando una mongolfiera a noi fin troppo nota, guidata da 3 tizi anch'essi fin troppo noti.
Il Team Rocket era alla ricerca di Pokémon preziosi e forti da rubare, dunque stava perlustrando la zona dall'alto; e non c'è bisogno di un genio per capire chi addocchiarono dopo tante ore di ricerca inutili passate a lamentarsi, o a usare il binocolo fino a farsi i segni sugli occhi:
"Il Bamboccio!"- fecero all'unisono, dopodiché Jessie notò la presenza anche degli altri Allenatori e sorrise.
"E' la nostra occasione! Stavolta potremo catturare non solo Pikachu, ma anche tantissimi altri Pokémon allenati!".
James e Meowth se la fecero sotto i baffi al sentire le parole della ragazza, e decisero di agire convinti.
"Benissimo, allora avviciniamoci ai Bambocci, cerchiamo di capire le loro intenzioni e diamo inizio all'Operazione "Cattura di massa"!"- esclamò con entusiasmo il Pokémon Graffiamiao.
Il gruppo quindi scese con la mongolfiera in un punto della foresta circostante il tempio non troppo vicino a dove si trovavano Ash e i suoi amici, per poi appostarsi furtivamente dietro degli alberi; a quel punto capirono di trovarsi davanti al Tempio, e cominciarono a chiedersi cosa ci faccessero i nostri eroi lì.
Ma adesso parliamo proprio di quest'ultimi.
Dopo essere tornati da quel luogo misterioso, Ash e Lucinda avevano discusso con Barry, Brock e Kenny dell'accaduto e della strana pietra che portava il ragazzo, la quale era stata inizialmente definita con ironia dal biondo come un fossile di Pokèmon. Rimasi in un certo senso "basiti" dal racconto, i tre ragazzi decisero poi di non pensarci e invitarono i loro amici a dirigersi al Tempio in attesa del torneo.
Lì i protagonisti avevano fatto l'ennesimo incontro a sorpresa: Paul e Zoey erano infatti arrivati con il medesimo intento di tutti.
"Ehilà Paul, ti trovo bene!"- disse sorridente Ash, e per la prima volta il giovane di Rupepoli non reagì in maniera fredda, ma salutò l'ex-rivale di Kanto con un piccolo sorriso, cosa che inizialmente stranì non poco molti dei presenti (in particolare Zoey che aveva conosciuto Paul solo una volta a Nevepoli e già aveva avuto l'impressione che fosse un attaccabrighe).
Ovviamente lo stesso Paul fu stranito da un tale atteggiamento, così Brock intervenne e spiegò la situazione a tutti:
"Zoey e Kenny non possono saperlo- soprattutto il secondo, visto che non ha mai conosciuto Paul-, ma almeno Lucinda e Barry dovrebbero ricordarsi che, alla fine della Lega di Sinnoh, Camilla ha dichiarato che Ash e Paul erano maturati moltissimo dal loro primo incontro".
"Sono stati notati dalla Campionessa in persona?!"- esclamò Kenny stravolto, mentre Zoey non disse nulla ma rimase comunque a bocca aperta.
"Sì- continuò Lucinda-, Camilla li ha definiti dicendo "quando una vita incontra un'altra vita, nasce qualcosa"".
"Nel nostro caso- parlò per ultimo Ash-, secondo Camilla è nato il rispetto: io e Paul abbiamo sempre avuto due stili di lotta e di allenamento totalmente opposti, per cui all'inizio faticavamo ad andare d'accordo; ma poi, in qualche modo, siamo stati capaci di evolverci come i nostri Pokémon".
Naturalmente, essendo quella della loro rivalità una storia lunga, il discorso fu un pò difficile da assimilare e diffuse un certo silenzio nell'aria; questo fu però smorzato da Zoey.
"Comunque sia, è bello rivederci tutti qui. Lucinda, Kenny, vi ho battuti entrambi al Grand Festival e sappiate che ho tutta l'intenzione di farlo ancora una volta!".
"E io ho tutta l'intenzione di impedirtelo, mia cara!"- le rispose Lucinda con un sorriso di determinazione, mentre Kenny fece un piccolo sorriso e disse che non sarebbe stato da meno (ma ovviamente non era ciò che pensava: il ragazzo infatti continuava ad avere pensieri di dubbio, ma si sforzava di non darlo a vedere).
Anche Paul e Ash si scambiarono un paio di sguardi passionali e battute fulminee, e l'atmosfera venne così interrotta da Brock, il quale si ricordò di una cosa importante:
"Ragazzi, ora che ci penso il torneo iniziava alle 15:00. Che ore sono adesso?".
Il gruppo rimase fermo e non seppe rispondere, finché Pikachu indicò un orologio lì vicino che fece preoccupare moltissimo i presenti:
"Abbiamo meno di 10 minuti per tornare al Tempio* e iscriverci, accidenti!"- esclamò Ash.
 Gli Allenatori dunque si diressero a tutta velocità verso il Tempio, mentre il Team Rocket sembrava avere capito a grandi linee la situazione.
"Le cose si fanno molto interessanti..."- commentò Jessie con un sorriso quasi "malizioso".
"Puoi dirlo forte!"- aggiunse James pieno di sè.
"Ottimo, propongo di lasciare che i Bambocci si scatenino fino a stancarsi, e poi a quel punto prenderemo tutti i loro Pokémon assieme a quelli degli eventuali altri partecipanti!"- concluse Meowth.
Il trio ricominciò quindi a seguire furtivamente i protagonisti, che nel frattempo tornarono al Tempio; la mamma di Ash e il Professor Oak, non appena li incontarono, decisero di fare a loro volta un giro per le rovine: il regolamento della competizione stabiliva infatti, per motivi tuttavia non specificati, che era vietato l'ingresso a chi non partecipasse. Nel frattempo il ragazzo e i suoi amici raggiunsero la porta del maestoso edificio.
Ad attenderli c'era un uomo anziano vestito con una toga nera e dalla folta barba bianca, che tuttavia non lasciava intravedere niente del viso a causa del cappuccio della stessa toga.
"Benvenuti, miei giovani partecipanti- disse lui con un tono caloroso.
Io sono Damos, l'organizzatore del Torneo di Lotta del Tempio dell'Aura".
"Damos?"- fece Ash sottovoce. Per qualche strano motivo aveva l'impressione di aver già sentito questo nome.

*Nota: una piccola chiarezza. Il Tempio dell'Aura non comprende solo l'edificio principale (cioè il luogo dove Ash arriva e vede la statua di Arceus), ma è costituito da rovine sparse per una grande zona delimitata- in tutti i punti cardinali- dalla foresta che verso Nord conduce a Duefoglie e verso Sud è collegata all'Altopiano Blu.
Mi rendo conto solo ora che non ho pensato prima alla descrizione del paesaggio, quindi spero di non aver combinato qualche pasticcio. Mi dispiace!

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"Ora che siete arrivati, vi prego di accomodarvi all'interno del Tempio. La cerimonia di apertura del Torneo avrà inizio tra breve"- disse Damos in tono umile, porgendo il braccio verso il portone e invitando così i nostri eroi a entrare.
Questi non se lo fecero ripetere due volte e così aprirono il portone: ciò che a questo punto videro fu estremamente diverso da come se l'erano aspettati.
"Ehi, ma..."- fece Ash molto perplesso.
"...dove sono tutti?"- aggiunse Lucinda nel medesimo stato d'animo, come gli altri del resto.
Non c'era nessun partecipante oltre a loro, l'intero edificio era completamente deserto. Inoltre lo stesso Tempio non dava affatto l'idea di poter essere la sede di una qualche competizione: non c'erano posti a sedere, né decorazioni di alcun genere, e l'unica cosa che faceva compagnia ai protagonisti era la polvere sulle mura, sulle finestre attaccate alle mura e sul pavimento; sembrava che quel posto non fosse visitato da mesi, forse addirittura da anni, tanto da dare l'impressione di star per crollare da un momento all'altro.
Era in parole povere un luogo vuoto e inospitale, e per concludere non era presente neanche un vero Campo Lotta: c'era solo una zona di pavimento grande e rettangolare con sopra dei triangoli e dei cerchi volti quasi a formare simboli "arcaici", e a Nord della quale si stagliava una specie di trono, con tanto di tappeto rosso e candele intorno.
"Non dovete preoccuparvi- disse Damos per smorzare la preplessità che albergava negli animi di Ash e i suoi amici.
So bene che l'aspetto è per certi versi "rudimentale", ma è solo perchè questo è un luogo sacro e nessuno ha mai pensato di modificarlo nel corso dei tempi. Quanto agli altri partecipanti, suppongo che verranno successivamente".
"Lei "suppone"?"- chiese Zoey ancora più perplessa, dopodichè Brock fece una domanda:
"Mi scusi, ma il torneo non sarebbe dovuto iniziare proprio a quest'ora?".
"Dev'esserci stato un errore di trascrizione- gli rispose Damos.
In realtà le lotte non cominceranno se non tra circa sessanta minuti".
"E noi nel frattempo cosa dovremmo fare?"- chiese Ash.
"Pika-chu?".
"Beh, se avete intenzione di lottare già adesso... siete autorizzati di farlo con chi volete"- rispose il vecchio organizzatore.
A sentire queste parole Ash ebbe un'idea tanto geniale quanto grandiosa:
"Ehi Paul- chiese al suo vecchio rivale-, cosa ne diresti se lottassimo io e te?".
Tale richiesta sorprese e al tempo stesso entusiasmò tutto il gruppo, mentre il giovane di Rupepoli, inizialmente colpito anche lui, fece un sorriso e chiuse gli occhi:
"Perché no? Accetto la sfida"- rispose lui.
"Grande!"- fece Ash entusiasta quanto il suo amico Pikachu, mentre Barry si dimostrò ovviamente il più gasato tra tutti e gli si illuminarono gli occhi come il faro di Arenipoli. Contemporaneamente, tuttavia, Damos fece un misterioso sorriso, quasi come se avesse voluto fin dall'inizio una lotta tra loro.
Senza ulteriori indugi, i due Allenatori si posizionarono ai lati del rettangolo sul pavimento, mentre lo stesso Damos si mise in mezzo e fece da arbitro; al suo comando la sfida cominciò, nel frattempo che il resto del gruppo la guardava con passione ed entusiasmo dal muro dietro l'organizzatore.

"Sappi che non ho alcuna intenzione di trattenermi con te, anche se è solo un riscaldamento: Electivire, si comincia!".
Paul scagliò subito contro Ash l'asso della sua squadra, ma il ragazzo non se ne preoccupò: anzi, sorrise. Sorrise perchè sapeva benissimo che un solo Pokémon meritava di lottare in questo caso (e se avesse lottato, avrebbe anche regalato uno splendido spettacolo a tutti i presenti):
"Ok, ci siamo. Infernape, scelgo te!"- disse, facendo uscire così dalla Pokéball l'ex-rivale di Electivire; immediatamente i due si guardarono negli occhi e si scambiarono un sorriso di sfida, più ardenti che mai proprio come i loro Allenatori.
Intanto tra il gruppo che assisteva con furore alla lotta c'erano Barry, emozionatissimo al solo pensiero di vedere di nuovo in azione i due migliori Allenatori della Lega di Sinnoh, e Brock e Lucinda entrambi altrettanto carichi che facevano il tifo; Zoey e Kenny, non conoscendo bene Paul, erano gli unici a non provare alcuna emozione particolare riguardo alla lotta che stava per avvenire, per cui si limitavano ad assistere compiaciuti e a tifare come Lucinda.
Ad aprire le danze, dunque, fu Ash:
"Infernape, Lanciafiamme!".
Il Pokémon Fuoco/Lotta lanciò subito la sua fiammata verso l'avversario, il quale rispose prontamente con un violentissimo Tuono: le due mosse si annullarono a vicenda, in una collisione che lasciò tutti i presenti sbalorditi. Dissoltosi il fumo, i due Allenatori si scambiarono un paio di battute:
Ash: "Non mi aspettavo niente di diverso da te, si vede che ti sei allenato!".
Paul: "Grazie del complimento, ma siamo solo agli inizi- in quel momento passò da un sorriso determinato a un'espressione più seria, e diede un ordine al suo Pokémon.
          Electivire, adesso usa Breccia!".
Electivire si diresse a gran velocità verso Infernape per colpirlo con la mano, ma quest'ultimo, su ordine di Ash, si gettò sottoterra usando Fossa.
"Ottima tattica!"- disse Lucinda.
"Già, adesso Infernape può attaccare da dove vuole e con una mossa superefficace!"- aggiunse Barry gasato.
Tuttavia, Paul non sembrava affatto sorpreso o preoccupato della situazione, a tal punto da fare un sorriso quasi "malizioso"; e Ash se ne accorse immediatamente.
"Electrivire- ordinò lui-, mira al terreno!".
Il Pokémon Elettro colpì duramente il Campo Lotta con Breccia, causando una fortissima scossa e facendo uscire Infernape allo scoperto; sia Ash che il resto del gruppo rimasero ovviamente sorpresi da questa strategia, mentre Paul proseguì la lotta con la stessa carica:
"Bene così Electivire, adesso usa Tuonopugno!".
Ma quando quest'ultimo si avvicinò al Pokémon Fiamma, che stava ancora roteando a mezz'aria, Ash ebbe un lampo di genio:
"Infernape, mantieni la rotazione e aspetta che Electivire ti raggiunga!".
"Eh?"- fece Paul perplesso, mentre Electivire cadde dritto nella "trappola" di Ash.
"Ora, Pugnorapido!".
Infernape colpì il suo avversario dritto in petto con un pugno violentissimo, finendo addirittura per respingerlo di una ventina di metri oltre che danneggiarlo. Il resto del gruppo rimase scioccato.
"Wow, che potenza assurda!"- commentò Barry.
"Hai ragione, ma sappi che è stato tutto merito della rotazione"- affermò Brock, rivolgendosi sia a Barry che a Lucinda.
"La rotazione?"- chiese il biondo abbastanza confuso. Lucinda invece aveva capito perfettamente:
"Ma sì! Dato che acquisisce movimento e quindi rapidità attraverso la rotazione, la velocità e la potenza di Pugnorapido vengono potenziate ulteriormente!"- disse la ragazza.
"Hai indovinato- le rispose Ash-, ma per fortuna si è messa di mezzo anche la velocità di Electivire, che l'ha fatto arrivare abbastanza vicino in breve tempo".

Paul era sorpreso da questa strategia, ma sorrise chiudendo gli occhi e tornò a concentrarsi. Ormai conosceva bene il suo ex-rivale, e questi lo aveva anche battuto l'ultima volta, quindi perché doveva sembrare strano che non vacillasse tanto facilmente?
E così, dopo essersi scambiati di nuovo uno sguardo di sfida, i due Allenatori tornarono a combattere.
Nel frattempo, tra tutti coloro che osservavano i più colpiti erano sicuramente Zoey, Kenny e Damos, il quale sorrideva ammirando la lotta con le mani dietro la schiena.
"Sono davvero stupita di quei due, e non solo per le loro abilità- disse Zoey a Kenny.
Riescono a concentrasi sulla lotta e al tempo stesso si divertono con i loro Pokémon, è sbalorditivo!
Non credi anche tu, Kenny?".
Ma Kenny non le rispose. Per qualche ignoto motivo, il giovane Coordinatore sembrava infatti avere un'aria piuttosto depressa mentre guardava la lotta, e lei lo notò immediatamente; dopo qualche istante, egli si girò verso la ragazza dai capelli rossi e sorrise.
Tuttavia, anche un cieco vedrebbe che quello non era un sorriso di felicità, quanto piuttosto un sorriso falso celante tristezza:
"Scusa Zoey, ero sovrappensiero. Cosa stavi dicendo?".
Ma lei non disse una parola, e si limitò a scuotere la testa a destra e a sinistra; entrambi tornarono così a guardare la lotta, contemporaneamente che Damos fissò Kenny con estrema serietà, come se fosse preoccupato per lui.

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Nel frattempo il Team Rocket, a furia di scalare l'edificio, era ormai giunto ansimante alla cupola sul tetto.
Meowth fu il primo a dare un'occhiata:
"Guardate, i Bambocci stanno lottando!"- esclamò, facendo inoltre un'espressione di stupore e contentezza quando vide che a lottare era Infernape, il Pokémon che lui e i suoi amici avevano tanto ammirato fin da quando era un Chimchar.
Tale sentimento e tale passione influenzarono anche Jessie e James, che raggiunsero il loro amico e assitettero allo spettacolo estremamente compiaciuti: i loro occhi brillavano come fari intermittenti, e i loro cuori battevano all'impazzata. All'improvviso però la ragazza dai lunghi capelli ebbe un'idea:
"E' l'occasione perfetta- disse, attirando l'attenzione degli altri due.
Non dobbiamo fare altro che aspettare la conclusione della lotta, dopodiché cattureremo entrambi quei Pokémon potentissimi non appena saranno stanchi e incapaci di reagire!".
James e Meowth, sentendo le parole della loro amica, furono colpiti da una grandissima gioia e soprattutto sorpresi dalla "genialità" di questa strategia (peccato solo che in realtà sia un piano molto classico per il trio, come sarà classico il fallimento...)
"Allora è deciso!"- dichiarò orgogliosamente la ladra.
"Il nostro primo obbiettivo sono Infernape ed Electivire!"- gridarono all'unisono tutti e tre.

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"Forza Infernape, vai con Lanciafiamme!".
"Electivire, Protezione!".
La lotta proseguiva molto accesa e, in seguito a quest'ultimo scambio di mosse, i due Allenatori decisero di passare a un confronto totalmente fisico:
"Pugnorapido!".
"Tuonopugno!".
In pochi secondi l'atmosfera della battaglia subì un'evoluzione spaventosa. I due Pokémon non volevano essere minimamente sfiorati l'uno dall'altro, e quindi si impegnavano per parare e contemporaneamente attaccare più velocemente l'uno dell'altro, scontrando continuamente i loro poderosi pugni; ambedue mostravano una tremenda velocità, potenza, furia combattiva e soprattutto condividevano la stessa determinazione e il desiderio di vincere dei loro Allenatori.
Sentimenti quest'ultimi che i protagonisti emanavano in maniera fin troppo chiara e tonda nei gesti, nelle parole e persino negli sguardi, sentimenti che stavano rendendo quella lotta un evento a dir poco esplosivo, oltre che spettacolare, per tutti coloro che assistevano in visibilio.
Tuttavia, c'era anche qualcosa di strano in tutta quell'atmosfera. Nessuno se ne accorgeva, ma fintanto che lo scontro proseguiva Ash e Infernape venivano avvolti da una misteriosa luce rossa, mentre Paul e Electivire da una dorata; e quando, dopo una serie apparentemente interminabile di botta e risposta che lasciavano senza fiato sia pubblico che partecipanti, i pugni dei due Pokémon raggiunsero finalmente un contatto, una specie di "onda" si diffuse nell'aria e venne percepita da tutti i presenti (anche dai tre sul tetto, che per poco non finirono sbalzati): non era un'onda sonora, né tantomeno un'onda elettromagnetica.
Sembrava piuttosto un'onda di energia, una radiazione misteriosa.

In particolare, tuttavia, quando essa fu percepita da Ash, Infernape, Paul ed Electivire, questi si bloccarono all'istante; per un attimo, entrambi gli Allenatori ebbero l'impressione di vedere attraverso gli occhi dei Pokémon, e di trovarsi fisicamente dove erano loro: era come se i quattro fossero diventati soltanto due.
"Ma che... Che mi succede?"- pensava il ragazzo di Biancavilla avvolto da quelle sensazioni così enigmatiche, salvo poi scuotere la testa e tornare coi piedi per terra assieme a Paul. Nel frattempo tutti i presenti erano profondamente perplessi e curiosi riguardo ciò che era successo, e soprattutto riguardo l'atteggiamento dei due ragazzi che ne era conseguito; in ogni caso Ash tornò a concentrarsi esclusivamente sull'incontro, sistemandosi anche il berretto.
"Coraggio Infernape, ora riprova con Fossa!".
Sempre avvolto da quell'enigmatico bagliore rosso (di cui nessuno ancora si accorse), il Pokémon Fiamma andò sottoterra e pochi secondi dopo riuscì a colpire Electivire con un calcio sul mento, facendolo barcollare. E anche adesso si sentì nell'aria un misterioso flusso di energia, il quale causò nuovamente la medesima sensazione a tutti; l'unico che si distingueva era Damos.
Per motivi ignoti, infatti, sembrava che l'anziano leggesse ciò che provavano i due Allenatori, rimanendone talmente soddisfatto da desiderarne sempre più.
In ogni caso Ketchum e il suo ex-rivale continuavano a non farsi influenzare troppo, e a rimanere concentrati sulla lotta; alla fine, entrambi presero una decisione.
"Ash, non so cosa stia succedendo, ma questa lotta ormai sta durando troppo"- disse Paul, e aveva ragione. Di fatto entrambi i Pokémon dei ragazzi cominciavano ad ansimare, e avevano subito anche un numero più che sufficente di danni; inoltre, oggettivamente erano già passati parecchi minuti, forse un'ora o due.
"Hai ragione- gli rispose il ragazzo di Biancavilla, dopodiché tutti sorrisero: Ash, Paul, Infernape, Electivire e anche Pikachu.
Molto bene: allora finiamola qui e subito!".
"Come alla Lega di Sinnoh!- affermò l'Allenatore di Rupepoli, e così entrambi si apprestarono alla mossa finale.
Electivire, usa Tuonopugno con entrambe le braccia!".
"Usa tutto il tuo potere, Infernape! Fuococarica al massimo, vai!".

Le due mosse si scontarono dando origine all'ennesima collisione e all'ennesimo flusso energetico, ma stavolta ci fu qualcosa di più. Qualcosa che comparve non appena il fumo si dissolse, lasciando ognuno dei presenti (Team Rocket incluso) sconvolto, terrorizzato e al tempo stesso incantato: un gigantesco vortice, simile a un buoco nero e attraversato perennemente da luce ed elettricità, era apparso davanti alla parete sul fondo dell'edificio, a diversi metri di distanza.
La lotta fu interrotta prontamente per vedere meglio che fosse quella cosa, e Infernape ed Electivire (anche loro increduli) vennero fatti rientrare immediatamente nelle Pokéball.
"Che cos'è...?"- chiese Ash incredulo, mentre ognuno dei presenti tentava di avvicinarsi nonostante coltivasse stati d'animo che mischiavano confusione e paura.
"Brilla e risplende dei sette colori, ma dubito che sia un qualche tipo di arcobaleno..."- commentò Lucinda, facendo qualche passo in avanti e tendendo la mano verso il vortice misterioso.
Non avrebbe mai dovuto farlo.
"Aaaaaaah! Aiuto!"- gridò la giovane Coordinatrice, quando improvvisamente dal vortice cominciò a tirare un vento fortissimo che la spinse dentro.
"Lucinda! Non temere, arriviamo!"- gridò Ash lanciandosi in suo soccorso, cosa che fecero di lì a poco anche Brock, Kenny e tutti gli altri.
Purtroppo però... il vento aumentò ancora di più la sua forza, e nel giro di pochi secondi il gruppo venne sempre più trascinato verso il vortice. Mentre il destino sembrava inevitabile, finalmente Damos aprì bocca, ma quello che disse non fu minimamente piacevole:
"Questo sarà il tuo nuovo viaggio, Ash".
Tale affermazione per poco non fece letteralmente impazzire i nostri eroi.
"Come sa il mio nome?!"- chiese Ash terribilmente sconvolto, non accorgendosi che stava poco a poco perdendo la presa e venendo di conseguenza risucchiato nel vortice.
"Ciò non ha importanza alcuna- disse lui.
Da questo momento ognuno di voi, miei carissimi, avrà un ruolo fondamentale nella missione che gli spetta".
"Missione?!"- chiese Brock.
"Ma di che cosa sta parlando?"- seguì Lucinda.
"La smetta con queste supidaggini, e ci dica cosa sta..."- Ash non riuscì a terminare la sua frase, notando infatti qualcosa che gli fece gelare il sangue: l'anziano indossava ai polsi degli anelli dorati fin troppo famigliari, e osservandolo con attenzione si vedeva che i suoi occhi erano rossi.
"Lei... Lei è l'uomo che vendeva quella specie di pietra!"- gridò il ragazzo, dopodiché fu tutto finito. Il buco nero che risucchiò definitivamente i nostri eroi, che invano cercavano di aggrapparsi gli uni agli altri strillando e lamentandosi in preda all'angoscia, facendoli sparire nel vuoto e trasportandoli chissà dove.

A non sapere a questo punto come agire c'era solo il Team Rocket.
"Avete visto anche voi?!"- disse James, terrorizzato da quanto era successo.
"I Bambocci... sono spariti!"- commentò invece Jessie.
"Temo che se scendessimo faremmo la loro stessa fine..."- fece Meowth, mentre la coda e le zampe gli tremavano all'impazzata.
I tre erano sul punto di abbandonare la caccia ai Pokémon: dopo quello che era successo, del resto, chi non temerebbe per la propria vita?
Tuttavia, il loro piano di sgattaiolare furtivamente non riuscì molto bene. Wobbuffet, infatti, fece la sua solita "uscita dalla Pokéball fuori programma", e inciampò proprio sui nostri tre ladri i quali così, in preda alle lacrime e alla più totale angoscia, finirono per atterrare davanti a Damos.
"Che succede?!"- chiese l'anziano. Il Team Rocket, ripresi i sensi dopo la caduta, provo ad alzarsi e a scappare via, ma il buco nero non si fermò e così vennero risucchiati anche loro, sorprendendo Damos che non si aspettava niente del genere.
"Stiamo decollando di nuovo!"- esclamarono all'unisono loro tre, piangendo e strillando per il terrore più di quanto non avessero mai fatto in tutta la loro vita.
"Wobbuffet!".


E' appena accaduto un evento misterioso: chi è realmente Damos, e che cosa significa quel buco nero?
Qual è la "missione" di cui parla?
E soprattutto: cosa succederà ad Ash e ai suoi amici adesso?
Il viaggio continua...

Angolo Autore:

Salve a tutti.
Come sapete è ormai da mesi che non porto più nessuna novità non solo riguardo questa storia, ma anche riguardo le altre che ho precedentemente scritto. I motivi sono tanti, ma oltre chiaramente alla questione della scuola il più importante è uno solo: più non pubblicavo, più pensavo che avreste abbandonato la mia storia e non me la sentivo di scrivere; ma poichè le visualizzazioni ci sono sempre, alla fine ho deciso di trovarmi un tempo e continuare, e spero di andare avanti così.
Inoltre mi sono spesso venute idee per nuove storie, quindi visto che siamo in periodo di vacanza continuerò a pubblicare sempre di più, sia per il vecchio che per eventuali novità.
Un'ultima cosa che dovete assolutamente sapere è che il Capitolo 2 ha ricevuto delle modifiche, sebbene non siano state scritte benissimo a causa di qualche problema con il computer.
Vi ringrazio in anticipo se continuerete a seguirmi!
Bye bye!

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Capitolo 4
*** In che posto siamo finiti? ***


A seguito di quel misterioso evento, i nostri eroi giacevano privi di sensi in un luogo sconosciuto. Improvvisamente Ash si svegliò:
"Che male... Ma cosa è successo?".
Il ragazzo ricordava abbastanza nitidamente il momento in cui lui e i suoi amici, durante la lotta, erano stati risucchiati da quella specie di buco nero apparso dal nulla, mentre il vecchio che li aveva condotti al Tempio farfugliava qualcosa riguardo una "missione da compiere"; tuttavia, in quel momento i suoi pensieri erano diretti verso tutt'altra direzione.
Guardandosi attorno, egli si rese conto di trovarsi in un luogo che non aveva mai visto in nessuno dei suoi viaggi: sembrava una sorta di foresta, ma gli alberi erano ricoperti da qualche strana sostanza che li faceva brillare alla luce del sole; inoltre su ogni albero era scritto un numero: c'erano l'1, il 12, il 37 e via dicendo. Infine, cosa più sorprendente, tra un albero e l'altro galleggiavano letteralmente delle enormi bolle di sapone, di dimensioni differenti ma comunqe notevoli rispetto a una bolla "normale".
Ash guardava tutto questo con un senso di stupore, salvo accorgersi subito che gli altri erano ancora svenuti.
"Ragazzi, svegliatevi! Va tutto bene?!"- diceva il giovane con ansia e preoccupazione, scuotendoli uno a uno. Poco a poco si ripresero tutti, e guardarono il misterioso nuovo ambiente in cui si trovavano con lo stesso senso di stupore del loro amico.
"Ma dove ci troviamo?"- chiese Lucinda con un'espressione perplessa.
"Non ho mai visto un posto come questo prima d'ora..."- aggiunse Zoey con la medesima espressione, mentre il resto del gruppo continuava essere meravigliato e non apriva bocca, diffondendo un grande silenzio.
A interrompere bruscamente tale silenzio, dopo pochi secondi, fu Kenny: il ragazzo si era reso conto di una cosa sconcertante, la cui rivelazione lasciò tutti a bocca aperta.
"Quel Damos... Ora che ci penso, era stato lui a informarmi del Torneo!".
"Stai dicendo sul serio?!"- chiese Barry stravolto.
"Sì- rispose il rosso.
Quando l'ho incontrato mi stavo allenando ad Arenipoli con Empoleon e Floatzel, e lui è apparso dandomi l'invito. Sembrava così... così cordiale!".
Kenny per poco non pianse. Si sentiva uno stupido in quel momento, perché aveva praticamente accettato l'origine del problema che stavano attualmente vivendo lui e i suoi amici; in quel momento però Ash sbatté un pugno contro la mano sinistra, infuriato.
"Ma vogliamo scherzare?!- fece quasi gridando.
Prima ci inganna spudoratamente e poi ci abbandona in un luogo sperduto, ma si può sapere chi è e chi si crede di essere quel vecchiaccio?!".
La reazione del ragazzo stupì tutti i presenti. Certo, è normale arrabbiarsi tanto in una simile situazione, ma quando sei conosciuto per essere un tipo positivo e che sa mantenere il sorriso... Beh, è ovvio che gli altri rimangano sbalorditi, e non puoi mica biasimarli.
Persino Pikachu guardava Ash desideroso di fargli cambiare umore, anche se non sapeva come, mentre Brock e Lucinda provavano ad avvicinarsi a lui; alla fine, però, a cambiare le cose fu l'intervento improvviso e inaspettato di Paul:
"Lamentati pure di quel Damos se vuoi, ma non sperare che cambino le cose".
A sentire tali parole, Ash si interruppe bruscamente:
"Scusa, ma che intendi dire?"- gli chiese.
"Beh, mi sembra ovvio: non abbiamo minimamente idea di cosa ci sia successo con esattezza, e anche se l'avessimo, dubito seriamente che serva a qualcosa arrabbiarsi e pensare a Damos, che tra l'altro in questo momento non è neanche assieme a noi.
Inoltre non siete solo tu o Kenny: tutti abbiamo preso quel volantino, quindi tutti siamo saliti sulla stessa barca".
Paul disse queste parole, facendo riflettere Ash per un secondo e permettendogli di calmarsi definitivamente.
Il ragazzo fece un respiro profondo:
"Hai ragione- disse.
Non serve a niente scaldarsi, dobbiamo cercare informazioni".
Subito Pikachu sentì delle voci in lontananza e si girò, indicando al gruppo quella che sembrava essere una sorta di cittadina: gente che parlava e si incrociava camminando, nonchè edifici di ogni tipo. Inoltre, e questa era la cosa più strana, si utilizzavano quelle stesse bolle galleggianti per contenere oggetti o addirittura buste per la spesa.
I nostri amici erano sbalorditi e curiosi, così decisero di andare a dare un'occhiata.

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"Questo sembra un posto carino, voi che ne pensate?"- chiese Zoey al resto del gruppo, che osservava ciò che c'era intorno con estremo interesse.
"Lo penso anch'io- rispose Lucinda.
La gente sembra simpatica, e non mancano i negozi".
Brock invece era pensieroso:
"E' vero, qui sembra tutto tranquillo... Però io non avevo mai sentito dire di un posto del genere, nè a Kanto nè a Sinnoh"- disse.
"Siamo in due"- concordò Ash.
"No, siamo in tre. Ed è davvero molto strano come ambiente- aggiunse Paul, guardandosi anche intorno con maggiore attenzione.
Voglio dire, da quando le bolle di sapone galleggiano tra gli alberi? Da quando si utilizzano per trasportare le cose?
E soprattutto, avete notato che non c'è un singolo Pokémon da nessuna parte?".
Quest'ultima domanda fece pensare davvero molto. In effetti, benchè fossero appena arrivati, era davvero strano non aver incrociato alcun Pokémon nei paraggi: di solito spuntavano come funghi sia nelle città che in mezzo alla fauna selvatica, mentre stavolta era come se non ci fossero affatto.
Ben presto, però, questo pensiero svanì dalle menti dei sette ragazzi:
"Aiuto, lasciami!"- gridò Lucinda, la quale era appena stata presa al collo da un brutto ceffo che sorrideva maliziosamente. Aveva gli occhi neri e i dei corti capelli castani, inoltre i suoi vestiti erano dei veri stracci sporchi di fango e terra; sembrava un barbone.
"Ehi tu, ma chi ti credi di essere?!"- fece Zoey furibonda.
"Molla subito Lucinda, hai capito?!"- disse invece Ash, ma l'uomo spaventò tutti puntando, verso il collo della loro amica, un coltello affilatissimo.
"Ehi ragazzina, non ho mai visto da queste parti nè te nè i tuoi amici...- disse lui continuando a sorridere.
Cosa porti di bello in quello zainetto?!".
Fortunatamente per Lucinda, Piplup allontanò quell'aggressore usando Bollaraggio; ma mentre il gruppo sorrideva per tale avvenimento, la reazione che ebbe quell'uomo fu diametralmente opposta.
"Cosa diamine è quella bestiaccia azzurra?!- gridò con gli occhi che lasciavano trasparire un enorme senso di spavento, e non era l'unico: intorno ai nostri eroi si erano infatti radunate tante persone, ma nessuno si comportava come se avesse davanti una creatura famigliare; per loro Piplup era qualcosa di letteralmente anomalo.
"Cos'è quell'animale?"- fece una donna stranita.
"Non mi sembra di aver mai visto una specie simile..."- aggiunse poi un uomo.
Ash e Brock cercarono di avvicinarsi a quella gente per ragionarci assieme, tuttavia non avevano idea né di cosa dire né di come agire: era una situazione davvero strana la loro, perché sembrava esserci il bisogno di spiegare qualcosa che per loro era naturale e con la cui consapevolezza erano quindi abituati a vivere- ossia l'esistenza dei Pokémon- a persone che invece si comportavano come se per loro fosse una cosa ai limiti dell'assurdo; dopo qualche secondo passato quindi a fare scena muta, nel tentativo vano di trovare le parole giuste, i sette Allenatori decisero con rammarico di andarsene e si allontanarono così dalla folla, la quale continuava a chiedersi chi fossero loro e cosa fossero i loro Pokémon (nel frattempo il tizio che prima aveva aggredito Lucinda era scappato).

Passò un pò di tempo, finché a furia di camminare i ragazzi non tornarono in mezzo agli stessi alberi da cui erano partiti. Non si erano persi, tuttavia volevano sedersi e riflettere: erano giunti in quel posto solo da poche ore, eppure erano già capitate tante cose strane. Fin troppe.
"Perché quella gente si comportava così con i Pokémon?"- chiese Barry decisamente perplesso.
"Bella domanda..."- aggiunse Kenny col medesimo stato d'animo.
"Io credo che a questo punto ci troviamo davvero in un ambiente privo di qualsiasi specie di Pokémon, come pensava Paul"- disse infine Lucinda.
Tuttavia Ash aveva ancora un dubbio.
"Può darsi che sia così- rispose alla sua amica-, ma questo non spiega comunque l'atteggiamento delle persone. Voglio dire, anche se ti trovi in un posto inabitato da qualcosa, dovresti comunque essere in grado di riconoscerla perché fa parte del tuo mondo; non credete?".
"Effettivamente..."- fecero in coro tutti i presenti, perfettamente d'accordo con le parole del loro amico.
Improvvisamente però Pikachu e Piplup richiamarono all'attenzione i sette Allenatori, poiché videro che un uomo anziano si stava dirigendo verso di loro.
Era un uomo molto alto per la sua età, e vestiva con cannottiera e pantaloncini; inoltre portava i sandali e gli occhiali. La caratteristica somatica più evidente però, a parte ovviamente i suoi lunghi capelli bianchi, stava nel suo occhio sinistro: i giovani protagonisti rimasero estremamente colpiti- e anche leggermente inquieti- nel vedere che esso era chiuso da una grossa cicatrice, la cui pelle attorno si era anche indurita (segno che la possedeva ormai da molti anni).
Prima che uno solo potesse proferir parola, l'uomo si avvicinò ai ragazzi e parlò con tono cordiale:
"Se non sbaglio siete voi le persone che hanno spaventato la folla in piazza"- disse. Ash si alzò con evidente imbarazzo:
"Le assicuro che non abbiamo fatto niente di proposito, signore"- gli rispose l'Allenatore di Biancavilla.
"E' vero, noi non abbiamo cattive intenzioni- aggiunse Lucinda.
E' solo che siamo rimasti molto straniti dal comportamento della gente".
"Straniti, hai detto?"- chiese l'individuo misterioso.
"Ecco, è una lunga storia. Non so se sarà facile raccontarla, però..."- Brock stava parlando, quando l'uomo lo interruppe:
"Adesso aspettate un attimo, per favore. Posso capire perfettamente i vostri sentimenti, ma credo che non sia il caso di parlare con così tanta fretta.
Piuttosto, dovete sapere che io ho assistito da lontano alla vostra vicenda e sono rimasto colpito dalle creature che portate con voi: le chiamate "Pokémon", non è giusto?".
Quest'ultima domanda fu l'ennesima disperazione per i nostri eroi: ecco un'altra persona che non sapeva cosa fosse un Pokémon.
(Ma si può sapere dove erano finiti?)
"Suvvia, non abbiate questi atteggiamenti"- disse lui cercando di consolarli, ma ovviamente invano.
All'improvviso, però, un singolo evento fu sufficente a rompere l'atmosfera che si era ormai creata: dall'acqua che circondava l'isola sbucò imponente una gigantesca creatura marina, che colse di sorpresa il gruppo e lo sbalordì.
La creatura in questione era simile a un serpente bianco a macchie nere, lungo quasi una quindicina di metri ed estremamente grosso e robusto, dagli occhi gialli, i denti aguzzi e uno sguardo a dir poco raccapricciante; i ragazzi erano in preda al panico.
"Che cos'è quel mostro?!"- esclamò Kenny terrorizzato.
"Aspettate un attimo, ragazzi..."- fece Ash, mentre estraeva il suo Pokédex dalla tasca destra dei pantaloni e lo puntava verso l'essere misterioso.
"Errore.
Nessun-Pokémon-nelle-vicinanze-
"- fece il macchinario, lasciando il gruppo ancora più sconvolto e perplesso. Solo l'anziano misterioso era rimasto particolarmente colpito dallo strumento usato dal ragazzo, come se dalle sue parti non esistesse niente di tanto tecnologico.
"Se quello non è un Pokémon, allora che cos'é?"- chiese Zoey sempre più perplessa, quando all'improvviso la creatura indefinita agitò violentemente la coda di pinne verso di loro e la sbattè a terra, generando un vento fortissimo che li scaraventò via tutti (tranne il vecchio, che riuscì a rimanere perfettamente eretto).
"Ehi ragazzi, va tutto bene?!"- chiese l'anziano ai sette Allenatori, che fortunatamente riuscirono a rialzarsi senza troppe difficoltà.
"Noi stiamo bene, non si preoccupi. Ma ora lasci fare a noi!- disse Ash con fermezza e coraggio, incuriosendo leggermente l'uomo.
Pikachu, adesso usa Fulmine!".
"Piiika...chuuuuuuuu!"- Pikachu lanciò la sua micidiale scarica elettrica verso la creatura sconosciuta, stordendola in pochi secondi e costringendola a sprofondare in mare con la schiuma alla bocca. L'anziano rimase decisamente sorpreso da ciò che era successo, e si avvicinò ad Ash.
"E' sbalorditivo- disse.
Per caso quella creatura che ti porti dietro ha ingerito un qualche Paramisha particolare?".
Di tutte le domande che i nostri eroi avevano sentito durante la giornata, questa fu indubbiamente la più incomprensibile. Ash non sapeva proprio cosa dire, e i suoi compagni non erano da meno.
"Un... Parmishan?"- chiese il giovane di Biancavilla, ruotando la testa all'indietro e facendo quasi cadere per lo shock quell'uomo, che fissò i giovani con confusione.
"Ho detto "Paramisha". Veramente voi ragazzi non sapete di cosa sto parlando?"- chiese loro.
"Purtroppo no... Ci dispiace..."- fece Lucinda imbarazzata e al tempo stesso ancora più confusa di prima. E mentre anche i suoi amici affermavano lo stesso, il vecchio posò lo sguardo verso il basso e cominciò a riflettere:
"Se veramente non hanno idea di cosa siano un Frutto del Diavolo o un Re del Mare, e portano con sè degli strumenti e delle creature così sconosciute, allora forse questi ragazzini...".
I suoi pensieri si interruppero bruscamente. Con grande spavento da parte dei presenti, all'improvviso sbucarono dall'acqua ben tre mostri marini grandi quanto il precedente: uno era dorato e con gli occhi blu, l'altro era rosso con gli occhi neri e infine l'ultimo era completamente marrone e dagli occhi grigi; evidentemente quello che avevano stordito non era l'unico esemplare in quella zona e, a prescindere se fossero suoi compagni o meno, quei tre non sembravano essere contenti alla vista di Ash e gli altri. Anzi, sembravano furibondi e desiderosi di attaccare.
"Ce ne sono altri tre, maledizione!"- esclamò Paul con rabbia.
"Allora temo che dovremo affrontarli come abbiamo fatto con il primo!"- disse Lucinda con determinazione, anche se Barry e Kenny sembravano non essere dello stesso avviso.
"Sono d'accordo- concluse Ash con ardore.
Forza Pikachu, colpisci ancora usando Fulmine!".
"Piiika..."
Ma mentre Pikachu raccoglieva l'energia elettrica necessaria per sferrare la sua mossa, con grandissimo stupore generale il vecchio si mise davanti ai sette ragazzi, mostrando un sangue freddo quasi "non umano" e rimanendo impassibile.
"Adesso non muovetevi. Ci penserò io"- disse freddamente e con concentrazione, tuttavia alle orecchie di Ash e dei suoi amici ciò sembrò a dir poco inconcepibile e privo di qualsiasi logica; per cui tentarono lo stesso di avvicinarsi e fermare quell'anziano.
Solo che...
"Andatevene via... Andatevene via!".
Nel momento preciso in cui l'anziano gridò tali parole davanti ai mostri, si precepì una tremenda sensazione di gelo nell'aria: era come se il tempo attorno ai protagonisti si fosse fermato, come se ad aver parlato non fosse stata la voce di una persona, ma quella di un demone; un demone che aveva proferito parola e terrorizzato in tal modo quelle creature, che infatti lasciarono di sasso il gruppo poiché si allontanarono lentamente, con la paura negli occhi come un gruppo di cerbiatti davanti a un cacciatore.
Quanto all'anziano, egli aveva assunto uno sguardo molto più cupo e minaccioso, ma adesso era tornato calmo e si era voltato verso Ash e i suoi amici, ancora scioccati per ciò che era successo.
"Pazzesco..."- commentò Ash, visibilmente stravolto assieme agli altri.
"Ditemi che stiamo sognando..."- fece invece Brock. Ben presto però il misterioso anziano, sorridente davanti a loro, gli si rivolse con serietà:
"Immagino che siate sconvolti da ciò che avete appena visto, ma vi chiedo gentilmente di fare uno sforzo e seguirmi: c'è una cosa molto importante che penso vi riguardi, e che quindi sento di dovervi dire".
"Vuole dirci... qualcosa di importante?"- chiese Ash, passato nel giro di pochi istanti dallo sconvolgimento più totale a una mera curiosità.
"Pika?"- aggiunse chinando la testa verso sinistra Pikachu, nelle stesse condizioni del suo Allenatore.

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Il gruppo si trovava adesso in una piccola osteria, gestita da una donna di nome Shakki.
L'uomo che aveva condotto loro lì, e che era un amico di Shakki, aveva rivelato di chiamarsi Silvers Rayleigh, e ora stava raccontando ai nostri eroi qualcosa di assolutamente incredibile, molto di più rispetto a tutto ciò che avevano visto da quando erano sul posto.
"Noi saremmo... in un altro mondo?!"- chiese Zoey terribilmente scioccata.
"So bene che vi sembra una cosa ridicola, o impossibile- spiegò Rayleigh-, ma dopo aver visto quanta poca familiarità abbiate avuto finora, credo fermamente che questa sia la spiegazione più plausibile. Inoltre...".
Ma l'uomo non riuscì a terminare la sua frase in tempo, poiché si ritrovò davanti un Barry a dir poco infuriato:
"Ci sta prendendo in giro per caso?!- gridò il biondo, evidentemente arrabbiato e infastidito.
Noi non siamo gente stupida, quindi esigiamo speigazioni concrete riguardo ciò che sta succedendo: non vogliamo ascoltare certe stupidaggini!".
Prima che il vecchio potesse riprendere a parlare, intervenne Paul con un tono meno "furibondo" ma comunque scettico:
"Senta signor Rayleigh, possiamo capire che lei non voglia spaventarci, ma mascherare la verità così non risolverà comunque le cose: abbiamo bisogno che ci racconti per filo e per segno solo ciò che è realmente successo, anziché inventarsi queste storie da fantascienza".
Silvers Rayleigh provò a cambiare tono di voce, passando a uno più cordiale e facendo anche un profondo respiro:
"Sentite ragazzi, capisco perfettamente quello che provate; dopo aver visto quello che avete visto, è assolutamente normale che vi sentiate così disorientati e confusi. Tuttavia, dovete fare uno sforzo e credere alle mie parole: in questo momento non siete più nella vostra dimensione, ma in un'altra".
"A questo punto- riprese a parlare Barry, ancora più arrabbiato- è evidente che lei vuole solo farci impazzire; ci racconti qualcosa di reale, altrimenti giurò che la multerò entro 10 secondi! 10, 9, 8, 7...".
Mentre Rayleigh faticava a capire gli atteggiamenti del giovane Allenatore di Duefoglie, guardandolo tra l'altro con uno sguardo di straniamento, tuttti gli altri rimanevano in silenzio sebbene stessero provando le medesime sensazioni: preoccupazione, disorientamento, scetticismo... Ognuno di questi sentimenti albergava nei loro animi, facendoli scervellare continuamente.
All'improvviso, però, qualcosa accadde. E cioè accadde che il primo a interrompere non solo le parole di Barry, ma soprattutto quell'atmosfera di scetticismo che si stava formando, fu Ash.
"Io gli credo- disse con la testa abbassata, attirando l'attenzione dei suoi compagni, di Rayleigh e anche di Pikachu.
E' vero, le parole del signor Rayleigh sembrano insensate; però vi ricordo che prima il Pokédex non ha rivelato alcuna traccia di Pokémon quando l'ho puntato contro quella specie di mostro, e che questo Arcipelago Sabaody in cui ci troviamo non è presente in alcuna regione.
Quindi datemi pure del "pazzo", ma io sono sicuro che quello in cui ci troviamo non può essere il Mondo Pokémon!".
Le parole del ragazzo di Biancavilla non fecero altro che confermare la realtà dei fatti, la realtà che era evidente nonostane non la si riuscisse a concepire.
"Ash..."- fece Brock, colpito profondamente. In seguito tutti quanti, anche Barry, riuscirono finalmente a calmarsi e furono disposti ad accettare di trovarsi in un mondo parallelo; ovviamente, però, ciò non volle dire la fine dello shock.
"Roba da matti... Ma come ci è successa una cosa simile?"- si chiese Kenny.
"Io una mezza idea ce l'avrei- gli rispose Lucinda, attirando l'attenzione sua e del resto dei presenti.
Non ditemi che vi siete già scordati del buco nero?".
Rayleigh aveva moltissima pazienza, tuttavia cominciava a capire sempre meno; chiese quindi ai sette Allenatori di spiegargli tutta la vicenda che avevano vissuto, e loro ovviamente acconsentirono.
                                                               
"Quindi, se ho capito bene- cominciò a parlare Rayeigh dopo diverse ore passate dai ragazzi a spiegare tutto-, nel vostro mondo i Pokémon sono creature che convivono con gli esseri umani e l'intero ecosistema; inoltre, esistono anche persone chiamate Allenatori e Coordinatori che li allevano e affrontano sfide assieme a loro, nonché scenziati che cercano di approfondire le loro conoscenze riguardo essi".
"Ha capito perfettamente!"- disse Zoey, dopodichè Rayleigh chinò la testa verso il basso e sorrise.
"Però...- disse continuando a sorridere.
Nella mia vita ho conosciuto moltissime persone, visitato innumerevoli posti, e incontrato tante creature diverse... Ma devo ammettere che i Pokémon sono davvero qualcosa di sorprendente!".
Queste parole lasciarono un certo senso di curiosità nel gruppo, tuttavia Rayleigh riprese a parlare prima che potessero fare qualsiasi domanda:
"Tornando alla vostra storia... Durante un torneo al quale vi eravate iscritti, sarebbe comparso un gigantesco buco nero che vi avrebbe risucchiati, portandovi qui all'Arcipelago Sabaody?".
"Esattamente"- rispose Ash.
"Lei pensa di conoscere una qualche possibile spiegazione all'apparizione del portale?"- chiese a questo punto Paul.
L'uomo anziano assunse un'espressione seria e pensierosa, e si mise con le braccia conserte rimanendo seduto a riflettere.
"Mi spiace veramente molto ragazzi miei, ma temo di non potervi essere di alcuna utilità"- disse lui deprimendo i protagonisti.
La conversazione però fu interrotta bruscamente quando comparve, appoggiata alla porta del bagno, una donna dai capelli neri e la pelle scura: era Shakki, la proprietaria dell'osteria e amica di Silvers Rayleigh.
"Ma come Rayleigh... ti arrendi già?"- chiese sorridendo tra una fumata di sigaretta e un'altra.
"Signora Shakki, non mi dica che lei ha sentito la nostra conversazione?"- chiese Zoey con stupore.
"Purtroppo sì- rispose lei in maniera fin troppo schietta, sbalordendo tutti.
Non mi piace affatto origliare, ma i vostri discorsi erano davvero interessanti". Detto questo, si rivolse di nuovo a Rayleigh:
"Ascolta Rayleigh, sei proprio sicuro di non conoscere nessuno in grado di svelare certi segreti e misteri dell'occulto?".
L'anziano inizialmente non capì bene le parole dell'amica, ma poi sorrise e si alzò dalla sedia per ringraziarla:
"Sei un genio, Shakki! Andremo da Madame Shirley!".
"Madame Shirley?"- chiesero tutti all'unisono.
"Madame Shirley- spiegò loro Shakki- è un'indovina esperta nell'arcano e nell'occulto, che si dice abbia predetto innumerevoli eventi rivelatisi in seguito veritieri".
La spiegazione fu sufficente per riaccendere un filo di speranza nei nostri eroi.
"Quindi dovrebbe essere in grado di comprendere il fenomeno dell'apparizione del portale?!"- fece Brock visibilmente entusiasta.
"Ma è una notizia fantastica!"- esclamò Lucinda col medesimo stato d'animo.
"Pi-plup!"- fece Piplup agitandosi con gioia.
"Benissimo!- disse con decisione Ash, il quale si alzò dal divano attirando l'attenzione di tutti.
Allora... verso Madame Shirley!"- gridò con entusiasmo e positività, porgendo il pugno verso l'alto e incoraggiando i suoi amici.
"Pika-pikachu!"- esultò Pikachu.
Shakki fece un piccolo sorriso, mentre Rayleigh rise di gusto e ammirazione:
"Hahahahah, devo dire che la grinta non manca a nessuno di voi!- disse, per poi smettere di ridere e tornare più serio.
Allora, visto che adesso sta calando il sole, domani vi accompagnerò personalmente da lei, Ash".
"Sì!"- esclamarono in coro tutti quanti, entusiasti e speranzosi per la splendida notizia ricevuta.

Il viaggio continua...


Angolo Autore:
Salve a tutti!
Come potete vedere, con questo capitolo ho assunto uno stile diverso dai precedenti: lettere più piccole e corsivo per nomi di personaggi, luoghi ecc... introdotti per la prima volta (nonché per le mosse).
Credo che adotterò questo stile per tutte le storie che scriverò, e spero non vi darà fastidio; come sempre vi ricordo di dirmi la vostra opinioni riguardo la storia, e se pensate abbia commesso errori di vario genere o potrei migliorare qualcosa nella narrazione.
Grazie a tutti!

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Capitolo 5
*** L'Isola degli Uomini-Pesce ***


Quella notte Rayleigh aveva introdotto i protagonisti ad argomenti quali la Rotta Maggiore, l'Ambizione e perfino il rivestimento "gelatinoso" tipico di Sabaody. Ovviamente ciò li aveva influenzati in maniera molto profonda, tanto che ancora adesso, nonostante avessero ufficialmente assimilato tali concetti nelle ultime ore (sebbene con enorme fatica, questo è certo), continuavano a rifletterci sopra e a farsi ogni genere di domanda: da dove nascevano le tre forme di Ambizione? Quanto era grande la Rotta Maggiore? E chi l'aveva esplorata a tal punto da realizzarne mappe e raccontarne la storia?
Non c'era niente da fare, i nostri amici ormai erano stravolti e desiderosi di scoprire sempre di più riguardo il mondo in cui si trovavano; tuttavia, riconoscevano di avere delle priorita da rispettare.
Così, quella mattina, il gruppo nonostante tutto stava per partire assieme a Rayleigh e Shakki verso l'Isola degli Uomini-Pesce, il luogo dove abitava Madame Shirley.
Il sole splendeva alto nel cielo e irradiava con la sua luce sia gli alberi che il mare cristallino attorno a essi; e mentre si godevano tale luce, ognuno dei protagonisti stava preparando la nave che Rayleigh aveva appositamente rivestito con il materiale appiccicoso presente anche sugli alberi: Brock e Kenny issavano la vela maestra; Zoey e Paul stavano finendo di lavare il ponte; Lucinda e Piplup lucidavano la polena; e infine Ash e Pikachu erano saliti sul posto di vedetta.
La nave era alta circa 3 metri e mezzo, e larga altrettanto. Era stata costruita molto probabilmente utilizzando il legno degli aceri presenti sull'Arcipelago, come si poteva notare dal colore terra siena, e vantava di una bandiera rossa a chiazze blu nonché di una polena raffigurante una sirena dai lunghi capelli biondi e gli occhi verdi come la coda.
"Questa nave è fantastica, signor Rayleigh!"- commentò Ash con grande entusiasmo.
"Pika-chu!"- esclamò Pikachu con il medesimo stato d'animo.
"Ash, te l'ho già detto prima, chiamami solo "Rayleigh"- gli rispose l'anziano.
Comunque grazie, l'ho affittata a un negozio qui vicino".
Successivamente i due furono interrotti da Kenny e Brock; questi infatti dichiararono di aver concluso con la vela maestra, e anche gli altri dalle loro postazioni chiesero il permesso di partire subito.
Inutile dire che l'anziano li accontentò immediatamente, e si mise al timone; tuttavia, Lucinda gli si avvicinò:
"Scusa Rayleigh, hai detto che l'Isola degli Uomini-Pesce si trova sotto il livello del mare. Quindi come faremo ad arrivarci?".
L'uomo fece un sorriso beffardo, lasciando il gruppo perplesso.
"State a vedere!"- gridò lui con sicurezza, per poi sbalordire e sconvolgere i presenti; egli infatti non fece niente se non roteare il timone, eppure, quasi per magia, la nave cominciò in pochi secondi a scendere in basso verso le profondità marine.
"Wow, ma è pazzesco!"- esclamò Ash sbalordito, mentre i suoi amici si guardavano attorno esterrefatti.
"Come ci sei riuscito?"- chiese Brock.
"Hahahahaha! Sorprendente, non è vero?- fece Rayleigh in riposta al ragazzo dalla pelle scura.
In realtà questa è una manovra comunissima, soprattutto perché molte bellezze della Rotta Maggiore si trovano sott'acqua.
Ma adesso basta parlare: nel frattempo che navighiamo, vi invito a guardare il paesaggio attorno a voi".

Seguito il consiglio del timoniere, i sette ragazzi rimasero a dir poco meravigliati ed estasiati.
Pesci, alghe, la barriera corallina... Attorno a loro si estendeva un'innumerevole quantità di elementi naturali disposti in perfetta sincronia tra loro, uno spettacolo dalla bellezza incommensurabile che faceva brillare di stupore e meraviglia i loro occhi.
Di certo anche il Mondo Pokémon vantava in generale una natura così splendida e variopinta, e di sicuro essendo dei viaggiatori i nostri eroi ne avevano avuto conferma moltissime volte; tuttavia, era anche vero che non si trovavano più a casa loro. E se prima ciò li intimoriva, in quanto non sapevano cosa fare né come erano arrivati lì, adesso che le loro menti e i loro spiriti si erano tranquillizzati potevano definitivamente guardare al mondo nuovo con curiosità e serenità, gli stessi sentimenti che li avevano animati durante tutti i loro viaggi.
"Fantastico!"- esultò Ash assieme a Pikachu: entrambi avevano gli occhi che brillavano come gioielli.

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Ognuno dei presenti ammirava ciò che aveva davanti con estremo interesse, colpiti sia dalle creature sconosciute che dal paesaggio sottomarino.
"Guarda Piplup, è uno spettacolo meraviglioso!"- disse Lucinda incantata, dopodichè il Pokémon Pinguino vide qualcosa avvicinarsi e si spaventò visibilmente.
Si trattava di una luce che veniva da lontano, sebbene non si riuscisse a comprendere chi o cosa la emettesse; mano a mano che sia vvicinava, però, Lucinda e il suo Pokémon cominciavano ad avere seriamente paura e a tremare, mentre il resto del gruppo si avvicinò a lei.
"Che ti prende, Lucinda?"- chiese Zoey.
"Lì... lì c'è qualcosa!"- le rispose la ragazza dai capelli blu con evidente preoccupazione.
"Si sta avvicinando... Ma che cos'è?"- fece Kenny, il quale come gli altri era incuriosito, ma al tempo stesso all'erta. Soltanto Rayleigh dimostrava di avere molta calma e infatti, quando la luce divenne più chiara, lui disse:
"Calmatevi, ragazzi".
Infatti, quello che sembrava essere qualcosa di pericoloso si rivelo essere semplicemente un pesce, tra l'altro di piccole dimensioni, dal colore grigiastro e con una specie di "antenna luminosa" sulla testa; non appena raggiunse la nave si spostò immediatamente da un'altra parte, segno che non gli interessavano minimamente i protagonisti.
"Si chiama Rana Pescatrice- spiegò Rayleigh-, ed è un pesce solitario che si nutre di piccoli animali usando come esca l'antenna che emette luce dalla testa".
I ragazzi si sollevarono tutti quanti, solamente Lucinda e Brock fecero qualcosa in più; la prima dichiarò apertamente, assieme a Piplup, di essersi sentita una stupida a preoccuparsi per niente, mentre il ragazzo riflettè e disse:
"Non trovate che somigli a un Lanturn?".
Questa domanda attirò l'attenzione di Rayleigh più di quella degli altri.
"Un Lanturn?"- chiese lui, così Ash gli mostrò il Pokedex con una foto del Pokémon:
"Lanturn-Pokémon-Luce.
Emette-una-luce-così-intensa-che-può-illuminare-la-superficie-del-mare-da-oltre-5-km-di-profondità; per-questo-è-soprannominato-"Stella-degli-abissi".
Usa-questa-luce-anche-per-catturare-le-prede".
"Sì- disse Rayleigh sorridendo-, in effetti si somigliano moltissimo, sia nell'aspetto che nel comportamento".
"Forse i Pokémon e gli animali che vivono in questo mondo non sono tanto diversi tra di loro!"- commentò Barry.
"Sì, è possibile!"- disse invece Ash. Per qualche motivo questa scoperta aveva reso tutti molto più felici, forse perchè dava un senso di familiarità all'interno del contesto così nuovo e assurdo in cui vivevano ora.
E a proposito di cose nuove e assurde... Paul, che fino ad allora era rimasto in silenzio pur interessandosi comunque alle discussioni del gruppo, fece una domanda estremamente importante:
"Scusa Rayleigh, potresti spiegarci qualcosa di più riguardo i Frutti del Diavolo?".

L'anziano fino ad allora aveva semplicemente accennato a tale argomento, senza dare particolari lucidazioni in merito; dunque questa discussione incuriosì tutti i presenti, che decisero di avvicinarsi e ascoltare le parole di Rayleigh.
"Dunque, i Frutti del Diavolo sono frutti che vengono comunemente descritti come "maledetti"- disse lui, suscitando ancora più curiosità ma anche un certo senso di terrore.
"In che senso "maledetti"?"- chiese Barry, visibilmente spaventato come Ash e gli altri.
"Nel senso che...- Rayleigh si interruppe per qualche secondo, nel tentativo di trovare le parole giuste.
Questo silenzio fece preoccupare molto i nostri eroi: chissà cosa stava per rivelare, cosa intendeva dire rigurdo la maledizione...
Non c'era modo di togliersi dalla testa il senso di paura, di preoccupazione e di angoscia che ora albergava nei nostri eroi in seguito alle parole appena dette; alla fine l'anziano proseguì nel suo discorso e, tra pensieri di mostri e demoni vaganti, le sue parole furono...
"... nel senso che chi mangia questi frutti perde istantaneamente la capacità di nuotare, in qualsiasi tipo di acqua".
Questa rivelazione fece cadere i sette a terra dallo shock.
"Tutto qui...?"- chiese Ash decisamente confuso, come del resto i suoi amici.
"Pika...?"- aggiunse Pikachu.
"Siete sicuri che non sia niente di che?- rispose loro l'anziano, sorridendo con il volto abbassato e lasciandoli leggermente perplessi.
Provate a pensarci, ragazzi miei: il mondo come lo conosciamo è costituito da oceani, mari, laghi... Sia per gli animali che per gli esseri umani, queste zone d'acqua sono sempre state fin dai tempi antichi un ponte, una connessione al resto del pianeta gigantesco in cui viviamo.
Non pensate dunque che l'incapacità di nuotare possa realmente costituire un problema per chi necessita, o a volte semplicemente desidera, viaggiare e scoprire sempre di più la realtà che lo circonda?".
Lo stato d'animo dei protagonisti cambiò completamente, passando da un'incomprensione generale a una visione chiara e perfettamente delineata del problema.
"Hai ragione, Rayleigh- disse Ash sorridente, dopo aver avuto per un attimo gli occhi colmi di riflessione e stupore per le parole dette.
Sarebbe davvero un enorme problema non potersi spostare in acqua!".
"Concordo pienamente!"-aggiunse Lucinda, con Piplup che annuiva. Anche gli altri Allenatori mostrarono di aver compreso a grandi linee la discussione.
"Bene- proseguì Rayleigh.
Detto questo, ora lasciate che vi spieghi il resto: dovete sapere che...".
Rayleigh spiegò al gruppo di Ash ogni cosa basilare riguardo i poteri trasmessi dai Frutti, fino ad arrivare alla distizione tra Paramisha, Zoo Zoo e Rogia; inutile dire che i nostri amici rimasero molto colpiti, ma anche molto stravolti da tutto ciò!
Erano tantissime informazioni da assimilare, e come se non bastasse erano anche ai limiti dell'assurdo e dell'inverosimile; tuttavia, con calma ognuno di loro riuscì a riprendersi e a fare un profondo respiro.
"Ah ragazzi, quante cose strane ci sono da queste parti!"- disse Kenny sedendosi sul ponte.
"Io mi sento quasi scoppiare la testa..."- commentò invece Lucinda. In ogni caso forse queste ultime parole erano quelle in cui si rispecchiava di più l'intero gruppo.
Improvvisamente qualcosa ruppe quell'atmosfera: dal nulla, senza che nessuno potesse accorgersene prima, spuntò Shakki con in mano una sigaretta.
"Ciao ragazzi"- disse con fin troppa disinvoltura, sorprendendo i sette Allenatori che si girarono verso di lei leggermente spaventati.
"Signorina Shakki..."- disse Paul.
"Ci ha sorpresi!- esclamò invece Brock.
Per caso lei era qui da molto tempo?".
"Niente affatto- gli rispose lei.
Non appena la nave è salpata, mi sono diretta verso la prua per fumare un attimo; e quando ho cercato di raggiungervi, vi ho sentiti discutere.
E visto che non volevo interrompervi mi sono limitata a sentire da lontano mentre ammiravo il fondale marino".
Ash e i suoi amici sembravano abbattuti da questa dichiarazione, e la guardavano con facce deluse e sudando freddo.
"In pratica lei stava origliando come all'osteria?"- chiesero tutti all'unisono, suscitando una piccola risata da parte della donna.
"A quanto pare sì, scusatemi ragazzi"- disse lei in maniera schietta.
"Shakki, abbi un pò più di riguardo per piacere- le parlò Rayleigh con un tono serio.
Non è da te questo genere di atteggiamento".
Shakki cambiò subito espressione sul viso, assumendone una apparentemente offesa, e si mise le mani sui fianchi:
"Mi comporto così solamente perché penso che sarebbe un disturbo interrrompere la conversazione mentre è ancora in corso"- disse lei con un tono secco, tipico di chi si sente offeso.
"Ma questo non giustifica la sgarbatezza nell'origliare..."- ribatté Rayleigh, quasi pomelizzando.
I due sembravano quasi una coppia sposata nel bel mezzo di un litigio, e questo preoccupò abbastanza i nostri eroi, che non sapevano come affrontare la sityuazione: Brock stava per mettersi a fare da mediatore, ma sapeva che sarebbe stato un gesto totalmente invano; Lucinda e Zoey erano leggermente avvilite; Barry e Kenny erano a bocca aperta, non avendo minimamente idea né di cosa dire né di cosa fare; Paul preferiva non guardare la situazione imbrazzante che si stava creando, quindi aveva la testa abbassata e gli occhi chiusi; e infine Ash cominciò a sudare freddo.
Fortunatamente per tutti, anche stavolta Pikachu spezzò l'atmosfera che si stava creando; infatti il Pokémon Topo indicò dalla spalla del suo Allenatore un vulcano sottomarino che si trovava all'orizzonte.
"Venite a vedere, ragazzi!"- disse il giovane, affacciandosi alla polena e guardando il vulcano con grande entusiasmo.
"Che forza..."- fece Lucinda, estremamente colpita come gli altri.
In quel momento Rayleigh ricominciò a parlare con loro, poiché lui e Shakki avevano smesso di discutere.
"Hahahahaha, cosa vi succede? Non mi direte che non avete mai visto un vulcano in vita vostra?"- chise l'uomo con umorismo ai nostri eroi.
"Certo che l'abbiamo visto, ma sott'acqua è un pò una novità!"- gli rispose Ash sorridendo, suscitando un risolino da parte sia dello stesso Rayleigh che di Shakki.
"Comunque sia- continuò Rayleigh, questo é un segnale importante: vuol dire che siamo a pochi passi dall'Isola degli Uomini-Pesce!".
"Come, di già?!"- fecero tutti all'unisono, estremamente sorpresi della vicinanza.
"Si vede che i vostri discorsi sono durati a lungo, ragazzi!"- commentò Shakki facendo l'ennesima risata, solo che stavolta parteciparono tutti (tranne Paul, lui non era il tipo da "risate in compagnia" e si limitò a sorridere).
E così, dopo giusto un'altra ora passata a riposare...

                                                                            0000000000000000000000000000000000000000000
"Finalmente ci siamo!"- esultò Ash con il sorriso sulle labbra, quasi gridando davanti a tutti. La nave era appena arrivata a destinazione, e ormeggiava in una piccola spiaggetta isolata, con pochi abitanti.
"Smettila- commentò freddamente Paul rivolgendosi all'Allenatore di Biancavilla.
Ti stai comportando come un ragazzino".
Ash rimase un pò male da questa affermazione, ma non se la prese; del resto, sebbene ormai avessero legato di più, Paul era sempre lo stesso, e quindi non c'era ragione di stupirsi se parlava in quel modo.
Gli altri membri del gruppo scesero dalla nave e si guardarono intorno, rimanendo estasiati.
"Wow Rayleigh, non scherzavi!"- disse Lucinda.
"E' vero, gli Uomini-Pesce sono esattamente come li hai descritti!"- affermò invece Zoey, osservando gli abitanti dell'Isola e notando ogni loro aspetto riconducibile alle creature marine: branchie, squame, pinne e chi più ne ha più ne metta.
Anche gli altri, incluso Ash, erano sorpresi da tale vista; tuttavia, Brock finì per guardare anche qualcos'altro...
"Whooa! Che visione paradisiaca!"- esclamò il ragazzo dalla pelle scura, quando il suo sguardo incrociò un'essere che fino ad allora pensava potesse esistere solo nelle sue fantasie. Era magro, dai lunghi capelli azzurri e gli occhi verdi, e con un aspetto che mescolava tratti tipici dei pesci ad altri invece umanoidi, in particolar modo femminili.
Ebbene sì, i nostri eroi avevano davanti una Sirena in carne e ossa! E Brock, neanche a farlo apposta, si lanciò come un missile verso di lei, piombandole bruscamente addosso:
"Salve, angelo di queste acque!"- disse schiettamente il giovane ancora incantato e visibilmente con la testa fra le nuvole, suscitando perplessità e straniamento nei confronti della stessa Sirena.
"Che cosa..."- farfugliò lei, mai Brock non le diede neanche il tempo di concludere la frase e le prese la mano:
"Mia cara e affascinante sirena, devi sapere che ho viaggiato a lungo per giungere su questa isola..."- il volto del ragazzo passò rapidamente da degli occhi sdolcinati e romantici a un paio di occhi a cuore, e anche il suo tono di voce cambiò da serio a euforico.
"Quindi per piacere, ti andrebbe di uscire con me questa sera?!"- riprese a parlare, non accorgendosi di due cose: lo stato d'animo della sirena, che cominciò a sentirsi indignata; e la presenza di Croagunk, che uscì dalla Pokéball e stette quasi per colpire il suo Allenatore con la solita Velenpuntura.
"Non conosco il posto, ma magari puoi consigliarmi un cinema dove andare assieme, una caffetteria dove prenderci qualcosa, un ristorante dove trascorrere l'intera serata...".
Brock non fece in tempo a concludere quella serie di proposte assurde che la Sirena, ormai ufficialmente impazzita e piena di rabbia, non lo colpì con un violentissimo colpo di coda facendolo letteralmente volare e finire in una fonte d'acqua vicina:
"Screanzato, come ti permetti?!"- disse lei furibonda, mentre Croagunk e il resto del gruppo erano ancora a bocca aperta per ciò che era successo; i sei Allenatori restanti avevano quell'espressione in volto per via del colpo di coda dalla forza disumana, mentre Rayleigh e Shakki per l'atteggiamento che il loro amico aveva appena mostrato.
"Ci spiegate cos'è appena successo a Brock?"- chiese in maniera particolarmente schietta il vecchio, risvegliando i ragazzi dallo stato di sbalordimento in cui si trovavano. A spiegare per primo fu Ash:
"Beh, ecco... Diciamo che a questa domanda non c'è risposta!"- disse sudando freddo assieme a Pikachu, ma cciò non fece altro che confondere ancora di più il pover uomo e la sua amica; fortunatamente intervenne Lucinda.
"E' un pò un mistero Rayleigh, ma devi sapere che Brock perde completamente la testa tutte le volte che incontra una ragazza carina"- gli rispose.
A questo punto lui e Shakki cominciarono a discutere un pò tra di loro:
"Perde la testa, eh?- disse lei per prima.
Non ti sembra di aver già conosciuto un tipo così, Rayleigh?".
"Sì, ma perlomeno questo non perde sangue dal naso!"- lei rispose lui con un tono scherzoso, e i due si scambiarono qualche risatina.
"Qualcosa non va, Rayleigh?"- chiese Ash, che li sentiva ridere ma non aveva sentito la conversazione per intero.
"Come? No Ash, tranquillo: io e Shakki discutevamo di fatti nostri"- gli rispose il vecchio.
Nel frattempo Kenny guardava da lontano Brock con evidente imbarazzo, e invitò gli altri a osservare assieme a lui la scenetta che si stava compiendo; il laghetto dove era finito il ragazzo pullulava infatti di Sirene, e quindi eravamo punto a capo: il giovane continuava a corteggiare una donna dopo l'altra, sentendosi palesemente in visibilio per ciò che gli stava accadendo, e non si curava minimamente della situazione. Finché...
"Ve lo dico davvero ragazze, ho viaggiato per moltissimi posti nel mondo ma non ho mai visto creature di una tale bellezza: siete come delle bellissime gemme che aspettano solo un aspirante collezionista..."- Brock non concluse la frase in tempo, poiché Lucinda lo prese per l'orecchio e, sotto gli occhi delle sirene ovviamente stranite per ciò che era successo, lo portò fuori dall'acqua facendolo strisciare per terra, tutto questo mentre Ash e gli altri li seguivano ancora imbarazzati.
"Andiamo, collezionista dei miei stivali!- disse la ragazza di Duefoglie mentre trascinava l'amico per l'orecchio.
Quei pezzi laggiù non sono alla tua altezza".
Mentre il gruppo si allontanava, le due Sirene con cui stava parlando un attimo prima il giovane Allenatore, una bionda e l'altra dai capelli blu, si guardarono negli occhi.
"Che tipo strano quell'essere umano laggiù..."- disse la bionda, mentre l'altra sorrise.
"Forse, ma mi ricorda tantissimo quel Sanji..."- disse la blu a sua volta.
"Ahhh... Adorabile!"- dissero all'unisono entrambe, con le mani che tenevano il mento e i visi sorridenti.
(Peccato che Brock non aveva sentito niente...)

In breve tempo Rayleigh condusse i protagonisti nella zona commerciale dell'Isola; tra le ragazze che erano particolarmente interessate ai negozi, e i ragazzi che respiravano la freschissima aria pura del nuovo ambiente, una sola cosa fu notata da tutti quanti: non c'era un singolo Uomo-Pesce che non la smettesse di fissare i nostri eroi.
E questo li metteva in agitazione.
"Perché ci guardano tutti?"- si chiese Ash.
"Non lo so, ma tu fai finta di niente e cammina- gli rispose Barry, anche lui visibilmente agitato.
Anche se è abbastanza inquietante...".
"Pi-ka..."- fece Pikachu preoccupato, cercando di stringersi quanto più possibile alla spalla di Ash.
"Pi-plu..."- aggiunse Piplup, che era tra le braccia di Lucinda dietro a Pikachu e provava le medesime sensazioni.
A un certo punto uno degli Uomini-Pesce parlò, spaventando i nostri eroi:
"Ehi, guardate lì!- gridò, incitando i membri della sua razza a osservare il gruppo, cosa che fecero con estremo interesse.
"Sono esseri umani in carne e ossa, forte!"- disse un ragazzino dalla pelle squamosa, facendo sentire anccora più agitati i nostri eroi.
Era come se gli Uomini-Pesce stessero guardando degli animali rari da esposizione. Rayleigh e Shakki avevano detto che non c'erano esseri umani dalle loro parti, e quindi forse la loro eccessiva curiosità poteva spiegarsi, ma di sicuro tutte quelle squame e quelle pinne così vicino a loro erano difficili da sopportare; era davvero molto preoccupante sentirsi fissati, e da esseri di cui nemmeno immaginavano l'esistenza poi!
Fortunatamente, nel frattempo che la popolazione risultava sempre più curiosa, Rayleigh intervenne per l'ennesima volta in loro difesa.
"Lasciateli in pace- disse con fermezza, attirando l'attenzione generale e soprattutto mostrando l'occhio con la cicatrice.
Questi ragazzi sono qui solo in visita, e non hanno tempo da perdere".
Successiavamente si avvicinò anche Shakki:
"Cerchiamo Madame Shirley, è una faccenda privata. Per caso voi sapete dove possiamo trovarla?".
Lo stato d'animo degli abitanti lì presenti cambiò completamente, passando da curiosità verso i protagonisti a un grande stupore per la domanda appena posta; ciò colpì abbastanza il gruppo di Ash.
"Voi volete parlare con Madame Shirley?"- chiese una Donna-Pesce dai capelli castani a scodella, il vestito arancione e la pelle verdastra.
"Non saprei- disse invece un altro, un Uomo-Pesce dalla pelle azzurra con i pantaloncini arancioni, la cannottiera bianca e gli occhi neri.
In questo momento non credo possa ricevere ospiti, anche se non lavoro certo per lei...".
L'atmosfera fu interrotta quando, dal nulla, comparve una Sirena dai lunghi capelli scuri la cui frangia lasciava intravedere un occhio rosso, e che sfoggiava un abito anch'esso scuro. Nel momento in cui ella apparve, tutti i presenti rimasero sbalorditi; in tutto ciò quella Sirena, quando vide i nostri eroi, rimase estremamente colpita.
"Rayleigh... Sei davvero tu?"- chiese con stupore la Sirena, sbalordendo tutti i presenti (inclusi i nostri eroi).
"Ha detto "Rayleigh"?!"- esclamarono all'unisono i sette protagonisti.
Tale affermazione infatti lì colpì molto di più di come aveva visibilmente colpito gli abitanti lì presenti: se era una Sirena e conosceva il nome del loro nuovo amico, allora non poteva essere una coincidenza.
L'avevano trovata.
"Quella è... Madame Shirley...?"- fece Ash a bocca aperta.
"Pika..."- aggiunse Pikachu.
Nel frattempo, sia la Sirena che il vecchio essere umano si guardavano sorridenti:
"Ne è passato di tempo... Come va?".
"E' davvero bello rivederti, Rayleigh".

E così i nostri eroi sono finalmente giunti dalla tanto attesa Madame Shirley: cosa riserva il futuro per loro?
Il viaggio continua...


Angolo Autore: Ta-ta-ta-daaan! Ed eccovi anche il capitolo numero 5!
Onestamente gli unici dubbi che ho sono nelle descrizioni, spero di non averne messe troppe o, paraddossalmente, troppe poche.
Comunque, buona lettura.


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Capitolo 6
*** Il mistero delle Isole Arcane ***


"Venite tutti fuori!"- esclamò Ash mentre lanciava in aria le sue Pokéball.
Il gruppo era stato invitato a casa di Madame Shirley, che aveva offerto loro una tazza di tè e stava discutendo riguardo la situazione.
"Quindi questi sono i tuoi Pokémon..."- disse la chiaroveggente avvicinandosi con calma, dopodiché cominciò ad accarezzare Pikachu sulla testa. I presenti attendevano con calma che lei dicesse qualcosa, che li aiutasse a trovare un modo per tornare nel loro mondo; alla fine la donna parlò.
"Bene- disse lei, sucitando una leggera curiosità nel gruppo e smettendo di accarezzare Pikachu.
Sarò sincera ragazzi: la vostra è un'avventura davvero molto interessante, e credo di conoscere una leggenda in proposito".
"Dice sul serio?!"- chiese Ash. Per lui e i suoi compagni la curiosità era passata da "leggera" a "profonda": tutti quanti fissavano con occhi colmi di interesse la Sirena, mentre si dirigeva presso un vecchio mobile di legno in un angolo in fondo alla stanza. Sopra di esso era presente un grosso baule, anch'esso di legno, con un lucchetto d'argento sopra; Madame Shiley prese il baule e lo mise sul tavolo attorno al quale i ragazzi stavano seduti.
"Di che si tratta, Madame Shirley?"- chiese Paul.
"In questo baule tengo vari libri e manufatti antichi, risalenti a diverse epoche storiche"- spiegò la donna, aprendo poi il baule e facendo cadere per errore un vaso di marmo, il quale finì sulla testa del povero Piplup e costrinse Pikachu e Buizel a cercare di rimuoverlo. Nel frattempo Madame Shirley continuò:
"Uno di questi libri, in particolare, racconta di una storia che molto probabilmente si riallaccia al vostro arrivo in questo mondo, e soprattutto a come voi potreste fare per tornare indietro nel vostro"- disse, sorprendendo non poco i sette Allenatori, Rayleigh e Shakki. Anche Pikachu e gli altri Pokémon mostrarono un enorme interesse, e si avvicinarono così alla chiaroveggente lasciando Piplup in balia di sè stesso.
Madame Shirley stava prendendo uno a uno i vecchi libri presenti nel baule, finché non fece vedere ai protagonisti uno dalla copertina marrone stracciata e piena di polvere (quindi palesemente molto vecchio); aprendolo la donna diffuse un gran polverone e poi cominciò a sfogliarlo: pagina dopo pagina, comparivano iscrizioni antiche e simboli strani che catturavano l'interesse dei nostri eroi, fino a quando ella non giunse alle pagine che cercava e invitò il gruppo a guardare.
Tali pagine formavano assieme un'unica rappresentazione, raffigurante in alto 12 oggetti simili a una sorta di cristalli e in basso 12 individui incappucciati di cui non si riusciva però a intravedere il viso; inoltre, sopra ognuno dei 12 individui si ergeva un unica, grande figura (sebbene anch'essa indefinita) accompagnata da un ulteriore cristallo analogamente più grosso rispetto agli altri; il libro era sbiadito a causa degli anni, tuttavia i nostri non ebbero problemi a guardare e a porsi, ovviamente, delle domande a riguardo.
"Di cosa narrano queste immagini?"- chiese Brock.
"Secondo un'antica leggenda, in questo mondo esistono 13 isole dette Isole Arcane"- spiegò la Sirena.
"Isole Arcane?"- chiesero tutti quanti, anche Rayleigh e Shakki, mentre il povero Piplup continuava a rotolare per il pavimento con in testa il vaso, senza che nessuno si accorgesse di lui.

"Sì- rispose lei.
Quando l'universo fu creato miliardi di anni fa, nacquero sia questo mondo che il vostro abitato dai Pokémon; tuttavia, bisognava evitare che i due mondi collassassero, quindi un Dio tra di essi diede vita dal nulla a 13 isole situate in zone a cavallo tra una dimensione e un'altra. A capo di ciascuna isola fu successivamente messo un Saggio, ossia un individuo scelto proprio da tale Dio e che, generazione dopo generazione, sarebbe stato seguito da un suo discendente: la leggenda narra che i Saggi, accompagnati da Guardiani che ne prendono le veci in loro assenza, abbiano il compito non solo di difendere la propria isola, ma anche di custodire gelosamente i 13 Prismi dell'Equilibrio".
La donna fu a questo punto interrotta dai sette ragazzi e dai due adulti lì presenti: per quanto la sua spiegazione fosse dettagliata, introduceva troppi elementi nuovi che loro non riuscivano a interpretare con chiarezza. Ragion per cui si fermarono tutti a riflettere.
"Scusi Madame Shirley, ma cosa sono i Prismi dell'Equilibrio?"- chiese Ash.
"E cosa significa che le Isole Arcane sono situate "a cavallo tra una dimensione e un'altra?"- domandò invece Lucinda.
"E' tutto così complicato, mi sento la testa esplodere!"- esclamò infine Barry, con le mani tra i capelli e il volto avvilito.
Nemmeno Rayleigh e Shakki sapevano cosa dire, infatti affermarono che, nonostante i tanti anni passati a viaggiare, nessuno dei due aveva mai sentito parlare di questa leggenda; quanto a Brock, Paul, Zoey e Kenny, ognuno di loro si sentiva come gli altri 3 Allenatori, ma preferiva ascoltare in silenzio.
"Calmatevi ragazzi, proverò a spiegarvi tutto- affermò Madame Shirley.
Come vi ho già detto, i due mondi nacquero in contemporanea miliardi di anni fa, ma bisognava impedire che essi collassassero. E' per questo motivo che, con gran parte della sua energia e del suo potere, un Dio tra i due mondi creò i Prismi dell'Equilibrio: questi hanno il potere di garantire l'equilibrio tra lo spazio e il tempo, ma al tempo stesso anche di alterarlo; se riuniti, infatti, è possibile usarli per dare vita a uno o più passaggi attraverso cui spostarsi da un mondo a un altro. E infine, per poter impedire che tali Prismi finissero in mani sbagliate, il Dio decise di dare vita alle 13 Isole Arcane, ognuna delle quali avrebbe custodito un Prisma grazie alla presenza di un Saggio e di uno o più Guardiani.
Quanto alle isole, esse non si possono raggiungere con mezzi normali: nel libro è presente infatti una mappa, lasciata forse da coloro che per primi le esplorarono, secondo la quale bisogna dirigersi in punti precisi e intonare una preghiera rivolta al cielo; solo in questo modo sarà possibile creare un passaggio per le Isole Arcane".
Adesso i protagonisti avevano le idee più chiare.
"Quindi, per tornare nel nostro mondo dobbiamo impossessarci dei Prismi dell'Equilibrio..."- disse Zoey, ragionando sopra il discorso di Madame Shirley.
"Ma come possiamo fare...- Lucinda si interruppe non appena sentì qualcosa urtare le sue gambe: si trattava di Piplup, ancora incastrato nel vaso.
Tale vista preoccupò terribilmente la giovane, la quale si inginocchiò a terra e afferrò il Pokémon Pinguino per liberarlo:
"Piplup, tieni duro!"- disse lei mentre usava tutta la forza in corpo per far uscire la testa dal vaso; nel frattempo tutti i presenti, esclusi i Pokémon perché se ne erano completamente scordati, si chiedevano come avesse fatto a cacciarsi in una simile situazione.
Alla fine Lucinda riuscì, dopo aver sudato sette camicie, a staccare via la testa del suo amico da quel vaso maledetto: il povero Piplup, però, respirava a fatica e aveva il viso pallido.
"Buizel!"- Ash chiamò il suo Pokémon e questi rispose spruzzando Piplup, che era ancora tra le braccia dell'Allenatrice, con un getto d'acqua debole ma sufficente a farlo riprendere. Lucinda sorrise.

Terminata questa piccola parentesi, il gruppo riprese a discutere. Lucinda stava dicendo:
"Ma come possiamo fare a ottenere i Prismi dell'Equilibrio se questi sono sorvegliati regolarmente?".
Tale domanda fece pensare per l'ennesima volta i nostri eroi.
"E' vero...- disse Ash.
E poi, se noi li prendessimo, cosa accadrebbe a questo mondo?".
"Shirley, lei per caso sa se esiste un modo per aiutare questi ragazzi?"- chiese infine Silvers Rayleigh.
Fortunatamente Madame Shirley rassicurò i presenti:
"La storia mostra che fin dai tempi antichi Guardiani e Saggi sono stati disposti a conferire i Prismi a coloro che si avventuravano per le Isole Arcane, sia se provenivano da un altro mondo sia se, al contrario, fossero proprio di questo mondo ma avessero, per varie circostanze, smarrito la via".
"Quindi ci sta dicendo- la interruppe Kenny- che altri abitanti del Mondo Pokémon sono venuti qui prima di noi?!".
"Sì- disse lei-, e ognuno di loro ha conquistato i Prismi.
La leggenda narra che i Guardiani e i Saggi possano consegnare i loro Prismi dell'Equilibrio, ma solo a patto che gli individui che ne hanno bisogno superino delle Prove paricolari; una volta che le hanno superate, ottengono automaticamente il diritto a ricevere il Prisma di una determinata Isola Arcana.
Inoltre, come vi ho già spiegato, i Prismi non sono fatti di un materiale qualsiasi, bensì sono costituiti dall'energia e dal potere del Dio che li ha creati; in altre parole, anche se venissero presi non potrebbero scomparire".
I nostri eroi non avevano ben chiara l'ultima parte, tuttavia adesso le cose stavano finalmente cominciando a quadrare in maniera migliore. E ciò li rendeva contenti nonché più sicuri di loro stessi.
"Allora direi che non abbiamo molta scelta..."- commentò Paul sorridendo a occhi chiusi.
"Confermo"- aggiunse Zoey, seduta a braccia conserte sul divano. Alla fine i protagonisti si guardarono reciprocamente negli occhi e presero la medesima decisone.
"Si parte per le Isole Arcane!"- esclamò Ash sorridendo, consapevole che una nuova partenza sarebbe stato l'unico modo per tornare indietro.

                                                                0000000000000000000000000000000000000000000000000
Madame Shirley disse che, per poter raggiungere la zona da cui imbarcarsi e partire verso la prima Isola Arcana, il gruppo necessitava di passare presso la Piazza Gyoncorde. I sette Allenatori quindi, accompagnati sempre dalla chiarovveggente, da Rayleigh e da Shakki, si erano diretti verso tal luogo; una volta arrivati, videro che stranamente tutti gli abitanti erano riuniti in cerchio, come se stessero aspettando qualcuno di importante.
"Che sta succedendo, Madame Shirley?"- chiese Shakki, ma la donna non rispose: non sapeva cosa dire. Tutto a un tratto però Pikachu indicò delle persone che vedeva in lontananza, e i 3 adulti del gruppo sgranarono gli occhi.
"Non è possibile..."- fece Madame Shirley.
"Cosa succede?"- le chiese Brock, avvicinandosi.
"Quelle persone laggiù sono i membri della Famiglia Reale che attualmente governa l'Isola degli Uomini-Pesce"- rispose Rayleigh.
I ragazzi rimasero a bocca aperta:
"La Famiglia Reale?!"- dissero all'unisono stupiti. Anche i Pokémon di Ash, che erano ancora fuori dalle loro Pokéball, sgranarono gli occhi per lo stupore.
"Sì. Rayleigh venne qui molti anni fa, e oltre a me conobbe anche coloro che governano l'isola"- disse la chiaroveggente, per poi introdurre ai nostri eroi i membri della famiglia:
"L'Uomo-Pesce dalla barba arancione è Re Nettuno, il sovrano incontrastato di questa terra. Accanto a lui poi ci sono i suoi consiglieri: il Ministro della Sinistra, ossia l'Uomo Pesce con il monocolo e la coda grigia, e il Ministro della Destra, ovvero il Tritone dalla pelle arancione e la barba bianca; infine ci sono i suoi figli: Fukaboshi, Ryuboshi e Mamboshi. L'unica femmina è la Principessa Shirahoshi, che si trova a in fondo al gruppo".
In quel momento i protagonisti rimasero letteralmente a bocca aperta: quanto diamine era grossa quella principessa?!
"Ragazzi, ma è una donna gigantesca!"- fece Ash, visibilmente stravolto come gli altri.
"Spero di esagerare, ma mi sembra di aver visto degli Steelix e dei Wailord un pò più piccoli..."- disse invece Barry.
In ogni caso i nostri eroi non erano gli unici a essere stupiti della presenza del Re, dal momento che tutti gli abitanti dell'isola presenti in quel momento rimanevano fermi a fissare con rispetto. Improvvisamente, Re Nettuno proferì parola:
"Buongiorno a voi, miei cari sudditi- disse.
Sono certo che la mia presenza qui, nonostante non ci siano particolari annunci da fare, vi sorprende; tuttavia, non avete nientee di cui preoccuparvi: in realtà noi siamo qui per una questione personale".
Immediatamente dopo intervenne a parlare suo figlio maggiore, il principe Fukaboshi:
"Questa notte un individuo anonimo ha lasciato una lettera misteriosa davanti alla Reggia del Palazzo del Drago: essa dice che lui ci avrebbe aspettato quest'oggi proprio a Piazza Gyoncorde, e ci ha esplicitamente chiesto di venire tutti quanti.
Ovviamente noi non stiamo accusando nessuno di voi, cari sudditi di Re Nettuno mio padre; tuttavia invitiamo colui che ha scritto questa lettera a farsi avanti e a spiegare cosa...".
"Taglia corto, idiota!"- disse una voce all'improvviso, interrompendo Fukaboshi. Questi, assieme alla sua intera famiglia, si voltò dove pensava fosse venuta la voce; tuttavia se ne pentì non appena vide colui che sperava non avrebbe mai incontrato.
"Bene, bene, bene... Aspettavo di vederti, Nettuno! E noto con piacere che c'è anche il resto della famiglia"- disse l'individuo in questione, strizzando anche l'occhio a Shirahoshi che di conseguenza si sentì imbarazzata.
Egli era un tritone dalla pelle grigiastra, gli occhi rossi e con un fisico piuttosto alto e asciutto (circa un metro e novanta centimetri): indossava un giubbotto di pelle nera, un paio di jeans che andavano dalla vita in giù e dei sandali; inoltre sulla fronte portava un paio di occhiali da sole neri, e aveva dei folti capelli (anch'essi neri) all'insù.
Non si trovava tuttavia da solo. Accanto a lui infatti c'erano altri due Tritoni vestiti esattamente come lui (tranne per gli occhiali da sole), ognuno di loro accompagnato da un certo numero di Uomini-Pesce che, al contrario di loro, indossavano degli stracci e maneggiavano vari tipi di armi.
I nostri eroi erano piuttosto confusi dall'atteggiamento di queste persone.
"Scusi Madame Shirley, ma chi è quella gente?- chiese Brock alla chiaroveggente.
Non sembrano molto rispettosi".
"Quelli sono i membri della Triton Revolution"- gli rispose lei.
"La Triton Revolution?"- domandò Ash.
"E' una banda di teppisti che si è fatta conoscere nelle ultime settimane per aver violato la legge e imbrattato vari luoghi di quest'isola"- disse la sirena, per poi passare a descrivere ognuno dei membri della banda:
"L'Uomo-Pesce dalla pelle grigia e gli occhiali da sole si chiama Cross, ed è il capo dell'intera banda.
Accanto a lui ci sono Blade, spadaccino e capitano della Squadra delle Lame, e Bomber, un genio delle armi da fuoco a capo della Squadra Bombardamento: ogni squadra è composta da subordinati che obbediscono agli ordini".
Blade aveva una pelle giallo scuro a chiazze bianche e una cicatrice a forma di X in mezzo agli occhi grigi, nonché una specie di maschera nera che gli copriva la parte inferiore del volto e, sulla sua testa, una pinna bianca notevolmente grossa e appuntita; inoltre portava con sé una spada rossa e nera dalla lama molto affilata, era alto pochi centimetri in meno rispetto a Cross ed era muscoloso quanto quest'ultimo. Bomber invece era un tritone più basso (ma non troppo) rispetto agli altri due, e indossava un fischietto al collo molto simile a quelli usati dai militari: i suoi occhi erano neri, aveva denti aguzzi e mostrava degli avambracci molto sviluppati; infine la sua testa era grossa e schiacciata.


"Aiuto, Padre!"- gridò la povera principessa, sul punto di piangere mentre quei viscidi manigoldi le puntavano contro spade e coltelli affilatissimi.
"Shirahoshi, no!"- urlarono all'unisono i tre fratelli, animati da un senso di preoccupazione e al tempo stesso di rabbia; il Boss invece rise nuovamente:
"Hahahahaha, ben ti sta Nettuno! Ora dovete assolutamente consegnarci tutte le vostre ricchezze, altrimenti uccideremo la vostra tanto amata Shiraoshi!".
Sorpendemente però nessuno della Famiglia Reale mostrò una rabbia eccessiva nei confronti di quei criminali, cosa che colpì moltissimo loro stessi come i protagonisti; di fatto Fukaboshi, come anche i suoi fratelli e suo padre, fece un profondo respiro e iniziò a parlare, mantentendo una calma e una compostezza fin troppo grandi per la situazione che stava avvenendo:
"Lascia andare mia sorella. Immediatamente"- disse lui con uno sgardo "apparentemente" calmo e un tono di voce molto freddo, dopodiché alzò lo sguardo verso la sorella e scosse la testa avanti e indietro. Quest'ultima dunque, sebbene un attimo prima fosse sul punto di scoppiare in lacrime per la paura, adesso riuscì a trattenersi un "pochino" di più.
Ovviamente questa scena fu davvero strana agli occhi della popolazione così come dei nostri eroi: i primi infatti si guardavano e parlavano tra di loro, decisamente esterrefatti, mentre i protagonisti restavano a bocca aperta e non sapevano cosa dire.
"Come mai il Re e i Principi sono così tranquilli?"- si chiese Lucinda.
"Non me lo spiego nemmeno io- commentò Kenny.
In fondo hanno appena preso in ostaggio la principessa".
Tuttavia, Brock non la pensava allo stesso modo.
Probabilmente era dovuto alla sua maggiore età, oppure al fatto che vivesse con 10 fratellini e 10 sorelline, fatto sta che il giovane aveva capito molto di più la situazione rispetto ai suoi amici; dunque ridimensionò le loro prospettive:
"Vi sbagliate, nessuno in questo momento è calmo di fronte alla situazione- disse, attirando la situazione di tutti i suoi amici.
Guardate attentamente Fukaboshi: sta sudando freddo, e anche se non si muove sta stringendo i pugni. Io sono più che sicuro che lui e gli altri membri della famiglia in questo momento stanno trattenendo un fortissimo sentimento di rabbia, ma non sono affatto indifferenti".
"Hai ragione, Brock"- commentò Shakki.
"Già- aggiunse Rayleigh.
In questo momento Re Nettuno e i suoi figli sono adirati moltissimo con lui, ma devono trattenersi: se si lasciassero andare alla rabbia, trasmetterebbero solo odio".
"Odio?"- chiese Ash.
"Sì- disse Madame Shirley, rivolgendosi all'intero gruppo.
Vedete ragazzi, gli abitanti di quest'isola già precedentemente erano caduti vittima della rabbia e dell'odio, e questi sentimenti avevano dato a una vicenda davvero molto tragica; per questo i membri della Famiglia Reale, che hanno il compito di guidare la popolazione, devono essere in grado di mantenere la calma sempre e comunque, nonostate qualsiasi situazione stiano affrontando".
I nostri amici non avevano capito molto di questo discorso, anche perché desideravano saperne di più riguardo questa vicenda; tuttavia, ognuno di loro aveva compreso a grandi linee la volontà della Famiglia Reale, e la rispettavano. In particolare, Ash e i suoi Pokémon erano coloro che ammiravano maggiormente tale atteggiamento: di fatto nei loro occhi brillava un grande senso di stima.
Ma per quanto riguarda Cross... il suo atteggiamento era ben diverso. Il Boss e la sua banda, infatti, erano gli unici Uomini-Pesce lì presenti ad aver capito come stavano realmente le cose assieme ai nostri eroi; tuttavia, a differenza di quest'ultimi, il Tritone sorrideva di ciò, e si avvicinò a Fukaboshi cominciando a schernire lui come il resto della sua famiglia:
"E' inutile, Fukaboshi- disse ridendo sotto i baffi.
Non sono sciocco, capisco che state nascondendo tutti una grande collera; e credimi, questo non può che farmi stare bene".
"Cosa intendi dire?"- chiese Fukaboshi, visibilmente perplesso.
"A me non importa se tu o "papino" esplodete di rabbia oppure no- gli rispose-, ma sappi che è davvero spassoso assistere a questa tua patetica recita da due soldi".
Il principe continuò a trattenersi e non disse nulla, tuttavia l'arroganza di Cross cominciava a diventare molto pesante
"Ammettilo, principe da strapazzo: tu e la tua famiglia in questo momento mi odiate, e se voleste non esitereste un attimo a violentarmi; però non volete.
Ma perchè non volete? Avete forse paura di combattere?
No... Voi non volete alzare le mani... per via dell'esempio che pensate dareste alla gente!".
In quel momento Cross fece una cosa che nessuno si sarebbe aspettato: davanti a una marea di gente incredula, il capo dei Triton Revolution sferrò un violentissimo gancio destro sul naso di Fukaboshi.
Tale scena lasciò un segno in tutti coloro che la videro, ma ovviamente i più influenzati furono Re Nettuno e gli altri due figli. Se il maggiore rimase comunque immobile, l'indignazione che si prova quando un membro della propria famiglia viene colpito è qualcosa di incommensurabile, che non si può descrivere a parole; e infatti nessuno della famiglia poteva evitare di mostrare quanto in quel momento avrebbe voluto abbandonarsi alla furia: le vene pulsavano sul loro corpo, i loro denti si muovevano, loro stessi stringevano i pugni con forza...
Ma nonostante tutto questo, nessuno prese realmente l'iniziativa di colpire in faccia quel maledetto, che da parte sua continuava a godere.
"Questo è a dir poco patetico, vi rendete conto?!- chiese lui, continuando a ridere con arroganza assieme alla sua banda.
I membri di una delle Famiglie Reali più potenti, più prestigiose e più ricche di tutta la Rotta Maggiore non si lasciano andare alla rabbia, perchè preoccupata di come ciò influenzerebbe un branco di deficenti senza diritto né potere quali sono i loro sudditi!
Non ho mai visto niente di più patetico in vita mia, ve lo giuro!".

In quel momento tutto raggiunse il suo apice: l'indignazione dei nostri eroi, che guardavano da lontano immobili; la superbia di Cross e dei suoi subordinati; e, soprattutto, l'ira di Fukaboshi.
Quest'ultimo, infatti, era stato in grado di mantenersi freddo e indifferente sia davanti alle precedenti parole di Cross che di fronte al pugno, ma stavolta le cose erano diverse: egli non poteva tollerare che un presuntuoso qualunque offendesse non solo la sua famiglia, ma anche la popolazione che lui si impegnava a proteggere assieme ai suoi fratelli; ragion per cui, nel sentire quei manigoldi definire gli Uomini-Pesce come dei "deficenti" e schernire al tempo stesso Re Nettuno e gli altri, Fukaboshi esplose finalmente mostrando una furia a dir poco disumana e, andando contro tutti i suoi principi, si gettò su Cross atterrandolo.
I suoi occhi trasudavano di rabbia, e il suo viso era completamente scuro.
"Fermati, Fukaboshi!"- gridò Nettuno, e il figlio maggiore fu costretto così a obbedire, mentre gli altri due fratelli lo tenevano per le braccia.
"Sua Altezza ha ragione, mio principe!"- disse il Ministro della Sinistra.
"Vero, non potete perdere tempo con un individuo del genere- aggiunse il Ministro della Destra.
Dovete ricomporvi, per il bene della popolazione e di vostra sorella!".
Fukaboshi, nel sentire di Shirahoshi, si bloccò immediatamente e le diede un'occhiata; questa era rimasta estremamente sconvolta dal suo comportamento, tanto da avere le lacrime agli occhi e un volto visibilmente corruciato.
"Non lo picchiare... Fukaboshi, non lo picchiare...!"- disse lei con una voce soave e innocente, quasi quanto quella di una bambina.
E fu proprio quella voce a far tornare lucidità al povero principe: in un attimo, egli passò da un'espressione ribollente e di rabbia a una che mischiava confusione e preoccupazione, la tipica espressione facciale si colui che si rende conto di aver commesso un errore madornale e quindi ritrova la calma, non senza però sentirsi malissimo per ciò che è accaduto.
In tutta questa situazione Cross fece l'ennesimo sorriso beffardo:
"La rabbia e l'odio sono due sentimenti più comuni a questo mondo- affermò lui, mettendosi le mani nelle tasche dei pantaloni e cominciando a camminare.
Chi non li sfrutta a suo dovere, o ha paura delle conseguenze a cui porterebbero, manca di spina dorsale e non può sopravvivere a questa società: è un debole.
Detto ciò- in quel momento assunse un tono e uno sguardo più serio, lasciando tuttavia continuare a trasmettrere un filo di arroganza dalle sue parole-, ora giungiamo ai fatti: mi consegnate il vostro patrimonio di famiglia, sì o no?".
Nessuno diceva niente: gli abitanti erano a dir poco spaventati dalla piega che la situazione stava prendendo, e Re Nettuno non sapeva proprio cosa dire né fare.
Improvvisamente, però, qualcuno si intromise:
"Fermi tutti!".
Si trattava di Ash: il ragazzo, assieme ai suoi Pokémon, si era letteralmente fiondato nel cuore della Piazza Gyncorde senza nessun preavviso, lasciando esterrefatti e sbalorditi sia i suoi amici che tutti gli Uomini-Pesce lì presenti; in particolare quest'ultimi, visto che avevano davanti un essere umano e delle creature mai viste prima.
"Quello è... un umano..."- disse Ryumboshi, a bocca aperta come i suoi fratelli e suo padre.
"Cosa ci fa qui un essere umano?"- si chiese Shirahoshi, che fissava Ash con estrema curiosità.
Il primo che parlò al nostro protagonista fu Bomber, con le mani sui fianchi e uno sguardo di superiorità:
"E tu chi diamine saresti?".
"Siete spregevoli e arroganti!- disse infuriato il giovane Allenatore.
Non solo avete preso in ostaggio una principessa, ma avete anche provocato i suoi fratelli e insultato degli innocenti: si può sapere chi vi credete di essere?!".
Cross rimase particolarmente colpito dalle parole di Ash, come del resto lo furono anche tutti gli Uomini-Pesci lì presenti; ragion per cui, a differenza di Bomber e Blade, gli si avvicinò e poi sorrise.
Non si trattava però di un sorriso "presuntuoso", o perlomeno non fu solo quello: nei suoi occhi si potevano scorgere interesse oltre che sicurezza. Interesse per colui che in quel momento si era posto davanti a lui e alla sua banda con tanto coraggio.
"Ma tu guarda...- disse lui a braccia conserte, chinando la testa verso Ash e mostrando entrambi gli occhi attraverso il riflesso del sole sulle lenti.
E sentiamo ragazzino, tu cosa vorresti fare?".
Cross diede un brusco spintone al ragazzo di Biancavilla, facendolo finire col sedere per terra. Pikachu e gli altri Pokémon si avvicinarono a lui immediatamente, mentre l'intera banda dei Triton Riders (fatta eccezione per Cross, Blade e Bomber) si mise a ridere di gusto mostrando un'eccessiva prepotenza.
Tale atteggiamento fece tornare Fukaboshi e il resto della Famiglia Reale al precedente stato di rabbia: il più grande tra i principi, di fatto, stette quasi per assalire il capo della banda ma venne nuovamente fermato. La cosa più importante, tuttavia, fu che a fermarlo non furono (solo) i suoi fratelli e suo padre, ma prima di chiunque altro fu Ash Ketchum:
"Non preoccuparti per me!- esclamò con serietà il ragazzo, che in quel momento si era rialzato senza alcun problema e si stava pulendo i vestiti.
Ascoltatemi, io non so per quale motivo agiate così, ma state certi che non posso tollerarlo: vi sfido tutti insieme a una lotta!".
"Pika-chu!".
"Sta-raptor!".
"Bui!".
"Tor-terra!".
"Gi-ble!".
"Gli-scor!".
"Infer-nape!".
Quest'ultima esclamazione fu il colmo: se prima Ash aveva già sbalordito tutti semplicemente entrando in scena, stavolta nessuno sapeva cosa dire nè cosa fare.
Se da un lato erano tutti preoccupatissimi riguardo l'eventualità di uno scontro, specialmente (neanche a dirlo) la famiglia di Re Nettuno, dall'altro soltanto Cross, assieme naturalmente ai suoi sgherri, reagì ridendo di gusto alle parole del ragazzo.
Gli unici in assoluto ad astenersi da entrambi i tipi di comportamenti furono gli amici di Ash, i quali infatti conoscevano da moltissimo tempo il giovane Allenatore e quindi avevano piena fiducia nei suoi atteggiamenti; anche Rayleigh e Shakki, nonostante fossero su un piano totalmente diverso rispetto ai protagonisti, rimasero incuriositi anziché preoccupati eccessivamente.
"Tu vorresti combattere contro di noi?!"- disse Blade, ridendo a crepapelle come il resto della banda: ognuno si prendeva gioco del nostro protagonista senza alcun ritegno, mostrando per l'ennesima volta fin troppa sicurezza in loro stessi. Anche Cross non era da meno, tanto che si teneva il petto e cercava di reggersi in piedi per evitare di "scompisciarsi troppo" e perdere l'equilibrio; il giovane tritone mostrava i suoi affilati denti bianchi e, probabilmente rendendosene comunque conto, in alcuni momenti finiva addirittura per sputare verso Ash, che provava a coprirsi il volto con le braccia disgustato.
Ma fu proprio un'ultima reazione da parte del ragazzo a cambiare l'atteggiamento dei Triton Riders; all'improvviso, infatti, Cross si avvicinò ulteriormente ad Ash e gli toccò il cappello con una mano, sorridendo. E in quel momento...
"Sei uno stupido!"- gridò il ragazzo di Biacavilla, dando uno schiaffo in faccia a Cross con la mano destra e costringendolo a retrocedere.
Adesso l'Uomo-Pesce e i suoi due compagni avevano degli sguardi visibilmente infastiditi, mentre nei restanti individui lì presenti albergava un senso di shock portato al suo non plus-ultra.
"Come hai osato"...-stava per dire Cross, ma Ash lo interruppe subito riprendendo a parlare:
"Non mi rimangerò cio che ho detto!
Fukaboshi e la sua famiglia hanno sopportato ogni tuo singolo atteggiamento e non hanno perso lucidità solo per il bene degli altri; non ho idea del perché tu ti stia ostinando a dire che la rabbia è un sentimento da forti, ma sono sicuro che non è così!
E se continui a non renderti conto di quanto loro siano stati intelligenti e magnanimi, allora sei patetico! Tu e la tua assurda banda di teppisti!
".

Adesso l'affronto aveva superato ogni limite possibile: Cross strinse i pugni e cominciò a dare ordini ai suoi subordinati.
La sfida di Ash era stata accettata con orgoglio dagli Uomini-Pesce

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"Vediamo cosa sai fare, "eroe"...- disse il capo della banda con grande risolutezza, dopodiché si rivolse a Bomber dando il primo ordine di attacco.
"Stai tranquillo, Fratellone!- gridò lui:
Squadra Bombardamento, all'assalto!".
Fu così che sette Uomini-Pesce piuttosto bassi ma corpulenti saltarono sopra Ash e i suoi Pokémon assieme a Bomber, per poi sparare una serie di colpi con i fucili da caccia. Tali proiettili fortunatamente non centrarono subito il nostro eroe, ma furono sufficenti per farlo preoccupare: egli infatti si accovacciò a terra e mise le mani sulle orecchie assieme ai suoi Pokémon, poiché tutti erano disturbati fortemente dal rumore degli spari.
"Oh no, Ash!"- gridò Lucinda terrorizzata, mentre il Boss rise fragorosamente.
"Che c'è ragazzino, dopo tutto quel bel discorso non sai fare niente di meglio che sederti a terra?!- lo provocò il capo della Squadra, mentre Cross era tornato a quel sorriso di presunzione che aveva fino a pochi minuti prima.
Continuate a sparare!".
"Agli ordini, Boss!"- disse orgogliosamente il membro del gruppo al centro, per poi riprendere il fucile in mano assieme ai suoi sei colleghi.
Ognuno di essi sparava con estrema abilità, mostrando una grande mira e capacità di controllo delle armi; ma quando colpirono la seconda volta, Ash ebbe un'idea che sbalordì tutti.
"Buizel, usa Pistolacqua e respingi le pallottole!".
Il Pokémon Donnola obbedì al suo Allenatore, lanciando un poderoso getto d'acqua che rimandò i proiettili al mittente; gli Uomini-Pesce appartenenti alla Squadra Bombardamento furono così coinvolti in una piccola ma forte esplosione, al termine della quale balzarono in aria.
"E ora Acquagetto contro tutti!"- ordinò di nuovo Ash, e così Buizel sfrecciò contro ognuno di loro mettendoli definitivamente K.O; l'uinco che sopravvisse a entrambi i colpi del Pokémon Donnola fu Bomber, che era ovviamente più forte dei suoi sherri.
Tuttavia, anche lui aveva comunque molte ferite di vario genere.

Tale scena soprese non poco tutti coloro che erano lì presenti, in particolare il Boss che sgranò gli occhi al solo pensiero che un suo compagno era stato colpito e ora era ferito; ragion per cui si diresse verso Bomber con evidente preoccupazione.
Nel frattempo anche Re Nettuno, la principessa, i Ministri, Rayleigh e Shakki rimasero sbalorditi dal giovane Allenatore e dai suoi Pokémon.
"Avete visto, altezza?!"- chiese il Ministro della Destra a Nettuno.
"Sì, ha respinto l'attacco senza alcuna paura..."- rispose il sovrano. Di fatto Ash non stava mostrando alcun segno di insicurezza durante quella lotta, nè vacillava.
Tornando invece a Cross...
"Bomber, tutto bene?!"- gridò sconvolto il capo dei Triton Riders, ma fortunatamente il suo compagno lo rassicurò rialzandosi in piedi nonostante tutti i danni:
"Niente paura, Boss: la mia squadra è al tappeto, ma possiamo comunque contrattaccare!"- disse lui con un sorriso subdolo, per poi fare cenno a Cross di voltarsi.
Quest'ultimo rimase piacevolmente sorpreso di ciò che era successo, mentre Ash ne fu sconvolto. Nel frattempo che il gruppo guidato da Bomber si era lasciato sconfiggere, la restante parte della Squadra Bombardamento, ossia dieci Uomini-Pesce più alti e muscolosi degli altri, aveva infatti circondato la gigantesca Sirena inerme e adesso le puntavano contro dei bazooka oltre che normali fucili.
Ciò faceva gelare il sangue di tutti: della principessa indifesa, della popolazione, della Famiglia Reale e infine dei nostri eroi.
"Siete dei veri geni Bomber, sia tu che la tua squadra!"- affermò Cross con lo stesso sorriso subdolo del compagno, che rise di risposta:
"Non siamo novellini, Boss!"- esclamò lui.
Ma anche stavolta, a ribaltare la situazione senza farsi prendere dal panico...
"Torterra, usa Verdebufera!".
Questa mossa fu geniale. Sfruttando le foglie moventi di Verdebufera, infatti, Torterra "catturò" i suoi avversari e lì portò fino in cielo; una volta che arrivarono lì, poi, fu il turno di Staraptor e Gible: il primo usò Attacco Rapido per portare via le armi da fuoco dalle mani di quei criminali, il secondo riuscì ad atterrarli tutti, prima che toccassero terra normalmente, usando Dragobolide; ognuno di loro si trovò quindi accasciato al suolo, privo di sensi e con il corpo fumante.
"A quanto pare la vostra squadra non è un granché!"- commentò Ash in maniera schietta, mostrando inoltre un sorrisetto deciso.
Da parte loro, invece, Cross e Bomber erano ancora con la bocca spalancata e gli occhi fuori dalle orbite per lo sbigottimento: come faceva un singolo essere umano a sbaragliare degli Uomini-Pesce tanto facilmente?
Una domanda questa che, tuttavia, si ponevano anche la Famiglia Reale e i restanti abitanti dell'isola lì presenti; tutti erano sopresi del coraggio e della bravura di Ash, a tal punto da cominciare a incitarlo:
"Finiscili!"- disse uno.
"Combatti e sconfiggili!"- fecero invece dei bambini. Ash non poteva credere alle sue orecchie, e nemmeno i suoi amici o chiunque altro fosse lì.
"Stanno acclamando me?!"- si chiese sorpeso.
"Pika?!".
"E' incredibile, la gente crede in Ash anche se nessuno lo conosce!"- commentò Lucinda entusiasta.
"E' a dir poco fantastico!- disse invece Kenny con il medesimo stato d'animo.
Tu che ne pensi, Ray...".
"Davvero fenomenale- disse Rayleigh, interrompendo Kenny prima che potesse fare il suo nome.
Non avevo idea che Ash potesse mostrare così tanto coraggio e così tanta abilità nelle lotte, lui e i suoi Pokémon mi sorprendono!".
"Già- gli rispose Lucinda.
Lui è davvero un tipo eccezionale certe volte!".
Ma non tutto il gruppo osservava la lotta concentrandosi su Ash; infatti, Brock e Paul fecero notare agli altri protagonisti che Cross aveva cominciato a cambiare atteggiamento.
Se prima cominciava a sbalordirsi e basta per come stava andando la lotta, adesso era visibilmente infuriato.
"Ma siete impazziti, brutti imbecilli?!"- gridò il Boss dei Triton Riders a squarciagola, mostrando occhi rossi come il sangue e denti aguzzi.
"Che ti prende, adesso?!"- ribatté Ash.
"Cosa mi prende?! Te lo spiego subito!- replicò con rabbia Cross.
Questa massa di sempliciotti sta acclamando te, un essere umano: una creatura inferiore, che non merita di vivere perché porta solo sofferenza agli altri e che ha fatto vivere per decenni noi Uomini-Pesce nella paura!
Come si può anche solo pensare di appoggiare gente del genere?!".
Ash e i gli altri sei Allenatori non avevano minimamente idea di che cosa stesse parlando Cross, mentre gli altri lo capivano a grandi linee; infatti persino Fukaboshi, nel sentire quelle parole, lo osservò con occhi diversi da prima: non erano occhi di rabbia, ma occhi di stupore, gli occhi di chi stava cominciando a rivalutare una persona.
In ogni caso, con quelle parole Cross riprese la lotta:
"Squadra Carapaci, andategli addosso!".
Cinque Uomini-Pesce si gettarono così verso Ash e i suoi Pokémon, armati con dei gusci d'acciaio come dei giocatori di rugby sono armati di casco e protezioni varie.
"Gliscor, attacca con Forbice X! Gible, tu usa Spaccaroccia!".
Il Pokémon Aliscorpio e il Pokémon Squaloterra si lanciarono così all'assalto della banda nemica con tutte le loro forze, tuttavia fu un confronto impari.
I due riuscirono a colpire i loro avversari tra un attacco e l'altro, ma nonostante ciò non riuscirono a oltrepassare le difese garantite loro dai gusci d'acciaio; alla fine quindi non solo la Squadra Carapaci resistette egregiamente, ma respinse anche via Gliscor e Gible facendoli cadere a terra.
Ovviamente Cross era entusiasta di questa piega improvvisa a suo favore, e sorrideva incitando i suoi subordinati:
"Continuate, metteteci più potenza!".
"Vuoi la potenza, Cross?- chiese Ash replicando.
Allora ragazzi, Avvitamento a piena forza!".
Gliscor e Gible si rialzarono senza problemi e ritornarono alla carica con le stesse mosse di prima stavolta effettuate roteando: l'effetto fu decisamente maggiore, tanto che stavolta furono gli Uomini-Pesce a essere respinti via.
Alla fine Cross non sapeva più che fare, ma decise comunque di non mollare; infatti appena la Squadra Carapaci si rialzò, sebbene fosse abbastanza dolorante, egli decise di scendere in campo personalmente assieme a loro.
Giunse a dare manforte anche la Squadra degli Spadaccini, capitanata da Blade.
"Bene Fratello, sterminiamoli una volta per tutte!"- disse sorridendo il Tritone con la spada rossa e nera. Da parte sua anche Cross sorrideva, e aveva uno sguardo esprimente determinazione e soprattutto voglia di vincere:
"E' esattamente ciò che faremo- disse lui.
Avanti Triton Riders, all'assalto!".
A tale grido risposero tutti i membri di tutte le Squadre. Ognuno dei presenti rimase sbalordito da ciò, ma di fatto anche coloro che precedentemente erano stati dati per K.O si rialzarono con vigore ed energia, pronti ad assistere il loro capo e la loro banda.
"Fanno sul serio adesso..."- commentò Ash, che era rimasto estremamente colpito di una tale mutazione dell'atteggiamento da parte dei suoi avversari (e soprattutto da parte di Cross). Quanto ai suoi amici, loro non erano da meno:
"Cross è completamente diverso rispetto a un'attimo fa"- disse Barry.
"Già, sembra molto più serio e meno arrogante"- aggiunse invece Paul.
E fu così che la banda dei Triton Riders sferrò per la prima volta un attacco unito anziché colpire separatamente. Cross aveva il fuoco negli occhi, e assieme ai suoi colleghi era carico e pronto a trionfare.
"Attenzione, arrivano!"- esclamò Shirahoshi, in preda all'ansia come la sua intera famiglia. Ma Ash non aveva paura: concentratosi assieme ai suoi Pokémon, il giovane di Biancavilla rimase fermo dov'era, nonostante la terra cominciasse addirittura a tremare, e si girò il berretto dalla parte opposta.
"E' ora di farla finita!- gridò con decisione.
Infernape, usa Lanciafiamme! Torterra, vai con Energipalla! Gible, Dragopulsar! Buizel, colpisci con Sonicboom! Gliscor, attacca con Pietrataglio... e tu Pikachu, guida tutti usando Locomovolt!".
Pikachu corse all'impazzata verso il gruppo che avanzava, caricandosi di elettricità e vendendo anche accompagnato da tutte le altre mosse che lo avvolgevano e si fondevano con lui; il risultato fu una carica che assunse presto i sette colori dell'iride, e che si scontrò in pieno con la banda avversaria generando una gigantesca esplosione travolgente ciascuno di coloro che fosse presente in quel momento. Dissoltosi il fumo, Ash vide davanti a lui che nessuno dei Triton Riders era in piedi: tutti si trovavano distesi e privi di sensi.
Nessuno tra gli abitanti dell'isola credeva ai propri occhi.
"Ce l'ha fatta... Ce l'ha fatta!"- fece un Uomo-Pesce corpulento con occhi sbalorditi.
"Stento quasi a crederci: non è la prima volta che vediamo un umano sconfiggere degli Uomini-Pesce, eppure...".
Re Nettuno si interruppe bruscamente quando vide che, nonostante le ferite e addirittura varie bruciature sul corpo, Cross stava tentando di rialzarsi: aveva uno sguardo furibondo, ma anche desideroso di continuare a combattere. I nostri eroi ne rimasero scioccati:
"Cosa stai facendo?"- fece Ash, mentre il Tritone si avvicinava a lui agitando le braccia sul terreno.
"Tu...- fece lui ansimante.
Combattiamo... ancora...".
Ash però non voleva proseguire lo scontro, perché sapeva che in quelle condizioni Cross non riusciva a parlare né tantomeno a reggersi in piedi; tuttavia questo non sembrava importare all'Uomo-Pesce, che proseguiva la sua avanzata senza preoccuparsi minimamente di sé stesso.
 Il suo unico obbiettivo, evidentemente, era vincere.
"Io... devo batterti...- continuò ad ansimare, stavolta interrompendosi a causa di un'improvvisa e preoccupante tosse.
Io non posso perdere... contro un lurido... umano...!".
Stavolta riuscì davvero a rialzarsi, ma non durò a lungo: nel giro di pochissimi attimi i suoi occhi si chiusero, dopodichè egli non si resse più in piedi e cadde definitivamente al suolo. Ormai aveva perso conoscenza come tutti gli altri.
Ash lo guardava pensieroso, ancora stranito dalle sue parole e dal suo comportamento.
"Cross... Cos'hai contro gli esseri umani?"- si chiedeva il ragazzo nella sua testa, mentre Pikachu gli saltò in spalla.

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In seguito alla battaglia i nostri eroi furono portati, per volere dello stesso re, al cospetto della Reggia del Palazzo del Drago.
Lì, senza troppi indugi, Madame Shirley e i protagonisti avevano raccontato la loro storia e ognuno dei presenti al castello ne era rimasto estremamente sorpreso.
"Un'altra..."- iniziò il Ministro della Sinistra.
"...dimensione?!"- concluse il Ministro della Destra.
"Adesso capisco- disse invece Re Nettuno con molta calma, per poi rivolgersi ad Ash e ai suoi amici.
Dunque dovete tornare nel vostro mondo, ma perché ciò avvenga avete bisogno di viaggiare in questo...".
Il sovrano dell'isola rimase per un attimo a meditare a braccia conserte, mentre i figli non sapevano cosa dire:
"Da non credere do-re-mi-fa-sol!"- fece Ryuboshi scioccato.
"Già!"- esclamò invece Mamboshi.
"Comunque sia- parlò a questo punto l'ultimo dei fratelli-, perché avete bisogno del nostro aiuto in questo momento?".
"Ecco, a questo proposito..."- iniziò a parlare Brock, per poi lasciar proseguire Madame Shirley:
"Vostra Altezza, guardate qui- disse la chiaroveggente porgendo a Nettuno il suo libro e indicando una pagina precisa.
Come potete vedere, le pagine sulla leggenda indicano chiaramente che per raggiungere l'Isola Arcana più vicina è necessario partire da qui".
"Infatti- affermò poi Silvers Rayleigh.
Attualmente la nostra nave è ormeggiata presso la Foresta del Mare, tuttavia non possiamo partire da lì: le coordinate non sarebbero le stesse".
L'intervento dell'anziano per poco non fece prendere un colpo sia a Re Nettuno che ai suoi Ministri:
"Silvers Rayleigh?!"- domandarono all'unisono sconvolti.
"Non avevamo neanche notato la tua presenza qui!"- esclamò il Ministro della Sinistra, e questo lasciò piuttosto perplesso l'uomo assieme ai nostri eroi.
Ma per essere più precisi, Rayleigh era perplesso solo perché gli sembrava strano che, pur essendo entrato nel castello, non fosse stato notato dalla Famiglia Reale; da parte loro, invece, i protagonisti si chiedevano come l'anziano e i reali si conoscessero.
E non era l'unica domanda: fin da quando a Sabaody aveva detto di aver viaggiato a lungo, Rayleigh era stato davvero un mistero per Ash e i suoi amici, che desideravano sapere di più sul suo conto. Per non parlare poi delle parole di Madame Shirley secondo cui, prima del loro arrivo, era successo un evento che condizionava moltissimo gli Uomini-Pesce...
Deciso a saperne di più, Ash si fece avanti al gruppo e parlò:
"Scusate, io avrei delle domande- disse.
So che non sono affari nostri, ma ci terrei a sapere cosa è successo in quest'isola e cosa intendeva dire Rayleigh quando ci ha detto che aveva viaggiato a lungo".
"In verità lo vorrei anch'io..."- disse poi Lucinda.
"Siamo in tre"- affermò infine Zoey. E anche Pikachu e Piplup annuirono, in piedi sul pavimento della Reggia.
In seguito a tali richieste i presenti si scambiarono degli sguardi. Nessuno sapeva cosa dire né come dirlo, sia perché preoccupato riguardo a come il gruppo avrebbe reagito, sia perché forse non era neanche necessario dare spiegazioni approfondite: Ash e i suoi amici, infatti, non appartenevano alla loro stessa dimensione e quindi non erano tenuti a conoscere chissà quali informazioni private.
Dopo un minuto di silenzio grazie al quale si creò un'atmosfera incerta, alla fine venne presa una decisione:
"D'accordo Ash, vi spiegheremo tutto"- disse Madame Shirley.

Fu così che iniziò una serie di discorsi destinata a durare vari minuti e a lasciare i nostri eroi con più emozioni che affluivano nei loro animi: curiosità, stupore, sbigottimento... e paura. Sì, esattamente: la paura.
Perchè dopo circa dieci minuti passati a fare silenzio e ascoltare le parole dei loro interlocutori, Ash e i suoi amici avevano scoperto cose di cui non immaginavano neanche lontanamente l'esistenza; ma così come c'erano alcune che li colpivano profondamente, come la tragedia di Hody Jones che aveva dato vita ai sentimenti di Fukaboshi e della popolazione... beh, ce n'erano altre che sarebbe stato meglio non sapere. Mai e poi mai.
E resosi conto di ciò che significava essere venuti a conoscenza di tali informazioni, tuttora i protagonisti avevano assunto espressioni talmente avvilite, talmente angosciate e talmente spaventate che niente di ciò che avevano saputo prima, al confronto, poteva farli preoccupare e contemporaneamente terrorizzare a quei livelli....
E la verità era che...
"Sei stato un pirata da giovane?!"- urlarono sconvolti i nostri eroi davanti a Rayleigh.
D'improvviso la situazione in cui si trovavano i protagonisti aveva preso una piaga senza precedenti: da un lato si fidavano di Rayleigh, eppure dall'altro non riuscivano più a guardarlo con occhi di speranza consapevoli che, in passato, aveva vissuto una vita da criminale e quindi era un personaggio poco raccomandabile.
Una cosa però era certa: in una sola giornata si erano susseguite fin troppo informazioni e situazioni fuori dal normale per i nostri amici, e di sicuro era complice anche questo se ora si sentivano tanto male; la loro testa stava davvero per scoppiare, e le ultime parole di Rayleigh erano state la ciliegina sulla torta, il tocco finale che li avrebbe fatti desiderare di trovarsi in un sogno a occhi aperti dal quale svegliarsi quanto prima possibile.
Sicuramente la pensavano così, anche perché:
"Non ce la faccio più! Mi sento condannato!"- urlò Barry in preda al panico.
"Siamo stati portati qui da un pirata, adesso ci ucciderà tutti con un fare psicopatico!"- esclamò invece Kenny con gli occhi sgranati.
E mentre il terrore e il panico generale si diffondevano nell'aria, il gruppo di Silvers Rayleigh e Re Nettuno era rimasto completamente basito: in sole poche parole erano riusciti a condizionare dei poveri ragazzi, che tra l'altro avevano finalmente trovato un pizzico di calma e speranza, fino a farli impazzire completamente!
"Calmatevi figliuoli, un pò di contegno!"- fece vanamente il Ministro della Destra agitando le mani, mentre il sovrano dell'isola si mise una mano sulla fronte e i suoi tre figli sospirarono.
"Non sembrano molto contenti..."- disse invece Shirahoshi con uno sguardo preoccupato.
"Che disastro..."- commentò Shakki, per poi rivolgersi al suo anziano amico:
"Complimenti Rayleigh, sei davvero bravo a parlare!".
"Smettila, sono loro che mi hanno chiesto di essere sincero!"- ribatte l'ex-pirata, ma fortunatamente nessuno dei due diede vita a qualche tipo di litigata o baruffa improvvisa. Non era proprio il caso, ed essendo entrambi adulti se ne rendevano conto a grandi linee.
Tuttavia, in mezzo a quell'atmosfera così complicata, qualcuno riuscì a far ritrovare la calma all'intero gruppo.
"Io mi fido di Rayleigh"- disse improvvisamente Lucinda, attirando l'attenzione dei presenti che tacquero e si girarono immediatamente verso di lei.
"Pi-plup?"- le fece Piplup, ruotando la testa verso sinistra con un volto perplesso.
"Anch'io"- affermò invece Zoey. Il resto del gruppo rimase completamente sorpreso, ma prima che qualcuno potesse controbattere...
"Ragazze, mi sa che siamo in tre!"- disse sorridendo Ash, e Pikachu fece a lui quel che Piplup fece a Lucinda:
"Pika-pi?".
"Ragazzi, ma siete diventati matti?!- domandò Barry stravolto.
Insomma, stiamo parlando di un ex-pirata...".
"Stiamo parlando di qualcuno che persino un re è contento di vedere"- disse Lucinda, fermandolo all'istante.
"Già, e questo a mio parere basta e avanza per fidarsi di lui"- aggiunse Zoey.
"Avete ragione- concluse Ash.
Inoltre, Rayleigh non ci conosceva eppure ci ha salvato la vita da quel Re del Mare. Che motivo avrebbe avuto se non semplice altruismo e disinteresse?".
Alla fine tutti si calmarono, compreso Barry, e si decise cosa fare.
"Andremo a prendere la vostra nave domani mattina dalla Foresta del Mare, e la porteremo qui- disse Nettuno.
Nel frattempo sentitevi come a casa vostra!".

Quella sera passò velocemente, ma non per questo fu poco "movimentata". La Famiglia Reale aveva infatti preparato, in onore di Ash e dei suoi amici, un banchetto ricchissimo di prelibatezze: c'erano frutta fresca e verdure di ogni genere (banane, mele, spinachi, pere, zucchine, asparagi, uva, peperoni e melanzane fritte...), formaggio, carne arrosto, pizza, birra, mostro marino alla griglia, aragosta, riso al curry e infine dolci alla crema e al cioccolato.
I nostri eroi erano senza fiato davanti a tale vista, soprattutto Ash:
"Wooow, quanta roba buona!"- esclamò il ragazzo con gli occhi che brillavano e la bava alla bocca. Anche Pikachu mostrava un certo appetito.
"La tua fissazione per il cibo è ridicola..."- commentò freddamente Paul, ma prima che i due Allenatori potessero litigare giunsero al banchetto anche gli altri.
"Mmh... Davvero sopraffino!"- fece Shakki assaggiando un pezzetto di arrosto condito con una squisita salsa alla marinara.
"Ragazzi, sembra tutto così invitante...- disse Lucinda avvicinandosi ai due ex-rivali.
Vi va di assaggiare qualcosa?".
Con queste parole la ragazza di Duefoglie prese Ash per la mano e lo portò subito verso il banchetto per fargli godere tutte quelle leccornie. I due quindi si sedettero l'uno accanto all'altro, mentre il resto dei presenti cominciò a prendere posto attorno a quella gigantesca tavola imbandita nel soggiorno reale; fu così che tutti quanti diedero inizio a una splendida cena in compagnia.
"Squisitoooooo!"- urlò Ash massaggiandosi le guance e sorridente. Inizialmente la sua reazione spaventò molti, ma poi ognuno ci rise sopra e proseguì a mangiare.
Barry, Kenny e Mamboshi si dividevano l'arrosto; Ash e Lucinda si rimpinzavano di curry; Zoey, Brock e Shakki degustavano l'aragosta condita con del puré di patate...
E anche i Pokémon divoravano tutto ciò che avevano davanti con il medesimo piacere!
"E' davvero delizioso, mi piacerebbe imparare a cucinarlo!"- disse il ragazzo di Plumbeopoli soddisfatto del gusto.
"E si comincia gente! Vai col mambo, vai col mambo!"- disse invece Mamboshi, inscenando uno dei suoi soliti balletti giocosi e dando così un tocco "festoso" all'atmosfera (anche se, tuttavia, Ash e i suoi amici lo trovavano piuttosto strano).
Ben presto divenne un continuo passare da cibo a festeggiamenti, con tanto di musica, luci, sirene che danzavano all'improvviso con le loro splendide coreografie (facendo anche andare in delirio un certo Brock!) e brindisi coi boccali verso l'alto- sebbene Ash non bevesse alcolici.
Insomma, quella cena fu davvero divertente e unica nel suo complesso; inoltre servì a fare da ponte per permettere a tutti di parlare e conoscersi meglio.

Alla fine, terminata la cena, i nostri eroi vennero accompagnati nelle camere degli ospiti ove avrebbero passato la notte. C'erano infatti una camera per i ragazzi e una per le ragazze: la prima era verniciata di blu, la seconda di rosso, ed entrambe presentavano due file da quattro letti (per un totale dunque di otto) collocate a destra e a sinistra- blu per i maschi, rossi per le femmine. Tali letti, inoltre, erano fatti egregiamente riguardo la sistemazione delle lenzuola e il piano architettonico: erano davvero meravigliosi a vedersi.
Per concluedere, entrambe le stanze presentavano al centro un morbido tappeto bianco e, sul muro, delle finestre anch'esse realizzate in maniera magistrale.
"Sono stanze meravigliose!"- esclamò Kenny contento come gli altri.
"Ragazze, noi dobbiamo andare"- disse Madame Shirley rivolgendosi a Lucinda, Zoey e Shakki. Le prime due annuirono, la seconda si limitò a sorridere a occhi chiusi.
Ognuno quindi scelse un letto e vi si sistemò. Prima che potesse sedersi, tuttavia, Ash fu fermato da Fukaboshi:
"Senti, Ash...".
"Dimmi, cosa c'è?".
"Volevo farti i complimenti e ringraziarti. Non solo hai difeso mia sorella, ma hai anche avuto coraggio e soprattutto hai capito prima di tutti le mie intenzioni".
"Non devi dire così- gli rispose il ragazzo, lasciandolo un pò perplesso. I suoi amici invece avevano capito cosa voleva dire e sorrisero tutti, anche Rayleigh.
Chiunque secondo me avrebbe agito in quel modo, d'altronde si trattava di una buona causa".
Il giovane tritone e i suoi parenti rimasero molto colpiti da queste parole, e cominciarono a sviluppare un grande senso di ammirazione per il ragazzo di Biancavilla.
"Sei davvero un tipo unico, lo sai?"- disse Fukaboshi sorridendo apertamente, e di sua risposta Ash rise un pochino assieme a Pikachu.
D'un tratto però il giovane Allenatore rifletté sulla vicenda e il suo stato d'animo mutò, diventando leggermente più preoccupato.
"Senti Fukaboshi, dove si trova Cross in questo momento?".
Prima che il principe potesse rispondere, lo fece suo padre:
"E' in carcere, figliuolo"- disse lui in maniera molto schietta. In quel momento Ash sgranò gli occhi e si diresse verso il sovrano con un fare impazzito:
"Che cosa?! Avete intenzione di giustiziarlo? Di lasciarlo morire di fame in cella?
Cosa gli farete?!".
In quel momento Re Nettuno sollevò il ragazzo di Biancavilla per la maglietta e gli gridò contro, zittendolo e al tempo stesso sorprendendo tutti (figli e Ministri compresi):
"Datti una calmata!"- urlò, dopodichè lo gettò sul letto davanti a sé.
"Ragazzo mio, anche se i Triton Riders hanno tentato di far del male alla principessa la loro fama è dovuta prevalentemente a bravate di poco conto; ragion per cui, non devi preoccuparti: abbiamo deciso di trattenere lui e gli altri solo per qualche mese"- disse Nettuno.
A sentire tali informazioni, il giovane Allenatore fece un profondo respiro e si calmò:
"Menomale, iniziavo a preoccuparmi!"- esclamò con una mano dietro la testa.
In ogni caso tale atteggiamento aveva colpito i presenti, che non ne capivano il motivo.
"Ash- parlò Brock- sai bene che Cross ha sbagliato: perché ti preccupi tanto?".
"Già, un minuto prima lo attacchi e un minuto dopo passi dalla sua parte... Questo sì che è strano!"- disse invece Barry, seduto sul letto a braccia conserte.
Ash rimase per un attimo immobile con lo sguardo abbassato, e anche Pikachu lo fissò per cercare di capire i suoi pensieri:
"Pika-pi?".
"Io non ho capito molto bene il rapporto tra quest'isola e gli umani in seguito alla vicenda di vostra madre, o a quella di Hody...- parlò lui.
Però sono comunque rimasto stupito di come Cross mi aveva guardato e dell'odio che provava nei miei confronti.
Ecco, per farla breve penso dicesse quelle cose perché si sentisse male dentro, non lo so...".
"Pika-chu?"- fece Pikachu perplesso.
Alla fine Rayleigh lo riportò con i piedi per terra:
"Lascia stare. La natura delle persone è molto complicata, e non serve preoccuparsi per questioni che non dipendono da noi".
"Hai ragione Rayleigh. Ti ringrazio"- disse Ash sorridendo.
Fu così che si concluse quel discorso e la Famiglia Reale se ne andò, augurando la buonanotte a tutti.

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Il mattino dopo erano tutti nella zona indicata dal libro di Madame Shirley, e stavano finalmente per partire verso la prima Isola Arcana.
"Buona fortuna per il vostro viaggio, vi auguro di tornare nel vostro mondo quanto prima possibile!"- augurò il Ministro della Destra all'intero gruppo.
"La ringrazio, è gentile!"- disse Ash, per poi girarsi e vedere la Principessa Sirena accanto a lui e con un'aria strana.
"Tutto bene, Shirahoshi?"- le chiese.
La gigantesca sirena sorrise:
"Sì, io sto bene. Ecco, volevo solo dirti che... ecco...".
Ella aveva difficoltà a parlare, e lo si vedeva sia da come muoveva le mani che da un leggero, ma evidente, rossore sul viso.
"Figlia mia, cosa succede?"- le chiese il padre, perplesso come tutti.
Alla fine Shirahoshi parlò:
"Io volevo dirti che ti ringrazio per avermi aiutata. Sei stato forte".
L'Allenatore di Biancavilla stava per dire che non era necessario ringraziarla, come aveva già fatto con il fratello, tuttavia venne interrotto da un'altra frase che stavolta lo colpì decisamente di più:
"Inoltre, volevo dirti che tu mi piaci perché mi ricordi una persona che ho già conosciuto e alla quale ho fatto una promessa".
"Davvero?"- le chiese il ragazzo, girando la testa verso sinistra.
Anche i suoi amici erano rimasti un pò perplessi, ma non ci pensarono troppo e decisero di partire alla svelta. Da parte loro invece la Famiglia Reale, Rayleigh, Shakki e Shirley avevano l'impressione di aver capito a grandi linee chi fosse la persona in questione, e si scambiarono degli sguardi a vicenda senza farsi notare troppo.
Dopo un'ultima stretta di mano tra Ash e Fukaboshi, alla fine la chiaroveggente pregò l'intero gruppo di radunarsi al centro della nave, dove ella prese il libro tra le mani e cominciò a intonare una formula arcaica:
                                                                          "Aria, acqua, fuoco e terra:
                                                                          questo è ciò che il mondo costituisce.
                                                                          Sommi dei, somme forze creatrici...
                                                                          A voi noi aiuto imploriamo,
                                                                          portateci verso il mondo arcano!".

Improvvisamente, a seguito di tale formula, il mare sui cui galleggiavano i nostri eroi cominciò a illuminarsi dei sette meravigliosi colori dell'iride.
"Che succede...?"- si domandò Ash, completamente incantato assieme a Pikachu e agli altri da tale spettacolo.
"State tutti pronti, si parte!"- gridò Rayleigh al timone, per poi abbassarlo e permettere così alla nave di immergersi nelle profondità di quella luce.
Fu un momento a metà tra lo sbalordimento e l'ansia: una volta che il gruppo si immerse, una forza misteriosa e potentissima li trascinò sempre più in profondità, spaventandoli e facendoli preoccupare mentre cercavano di reggersi più forte che potevano alla nave.
Nel giro di pochi minuti, tale crisi si placò e i protagonisti svennero.

Dopo un periodò di tempo indefinito tutti si svegliarono e aprirono gli occhi. Ash si alzò e cercò di vedere cosa aveva davanti: rimase di sasso.
La sua nuova avventura era appena cominciata.


E così i nostri eroi hanno finalmente fatto un passo avanti in questo loro nuovo viaggio: cosa accadrà d'ora in poi?
Il viaggio continua...

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Capitolo 7
*** Nuove "demenziali" amicizie! ***


L'isola che in questo momento si ergeva davanti ai nostri eroi non era estremamente grande, tuttavia li colpiva molto. Questo perché, a prima vista, essa sembrava inabitata: non c'erano persone ne edifici di un qualsiasi genere, era semplicemente una distesa d'erba e sabbia al di sopra dell'oceano.
"Sarebbe questa?"- chiese Brock a Madame Shirley.
"Si- rispose la donna.
Questa è l'Isola Arcana più vicina al Nuovo Mondo. Si chiama Isola Rossa".
"Isola Rossa?"- si chiese il gruppo di Allenatori.
"Il nome non ha importanza- disse all'improvviso Paul, attirando l'attenzione di tutti.
Abbiamo un obbiettivo da raggiungere su quest'isola, quindi diamoci una mossa e cerchiamo il Saggio".
Ognuno dei presenti annuì e così il gruppo cominciò a scendere dalla nave e a esplorare la zona.
Ben presto la sensazione di "luogo inospitale" svanì completamente.
Su quella parte tanto piccola dell'isola c'erano infatti numerosissime palme, ciascuna accomunata alle altre dal fatto di essere estremamente alta- tanto da raggiungere l'altezza del sole- e dalla presenza di coloratissimi frutti che brulicavano su di esse: mele, pesche, uva...
Inoltre pure il paesaggio era molto interessante a vedersi: tra una palma e l'altra crescevano distese di soffice erba verde e cespugli dagli incantevoli fiori rossi, gialli, arancioni, viola...
Insomma, nonostante all'apparenza sembrasse solo una "misera" spiaggia, in realtà osservando questa zona con più attenzione si poteva chiaramente notare un luogo capace di donare, a chiunque vi si trovasse, una grande dose di tranquillità e di vita.
"È molto meglio di come sembrava da lontano!"- affermò Lucinda sorridente, mentre Piplup e Pikachu si fermavano ad annusare i fiori.
"Qui c'è moltissima frutta..."- disse Brock osservando gli alberi, per poi accovacciarsi sulla gamba destra e toccare l'erba e la sabbia:
"E il terreno nonostante il sole non è neanche tanto secco, quindi questi alberi possono anche crescere rigogliosamente".
"Complimenti Brock, vedo che ne sai di cose!"- gli disse Shakki e il ragazzo, di risposta, mise una mano dietro la testa leggermente imbarazzato.
Nel frattempo che parlavano, tuttavia, nessuno si accorse della presenza tra i cespugli di vari occhietti, i quali fissavano loro con estrema attenzione; l'unico ad accorgersi ovviamente di qualcosa fu Rayleigh, il quale però subito dopo essersi girato verso i cespugli decise di non farci troppo caso: se erano dei semplici animali selvatici, perché preoccuparsi?
"Bene ragazzi, ascoltate- cominciò a parlare il vecchio ex-pirata.
Nessuno di noi sa quanto sia grande quest'isola, nemmeno io; e proprio per questo, dobbiamo evitare a tutti i costi di separarci ora che la esploreremo.
Siamo intesi?".
I protagonisti annuirono e così si formò un gruppo omogeneo e unito con a capo proprio Rayleigh. A seguire c'erano le coppie di Shirley e Shakki, Zoey e Kenny, Paul e Barry e infine quella di Brock e Lucinda.
A essere in fondo, da soli, c'erano Ash e Pikachu; l'intero gruppo prese così una strada a Ovest.
Oltre le palme già citate si ergeva una fitta foresta, dove gli alberi facevano filtrare poca luce attraverso i rami e quindi l'aria era più fresca a causa dell'ombra; i nostri eroi fissavano con curiosità ciò che avevano davanti e onde si addentravano, pensando che proprio oltre quella foresta avrebbero trovato una qualche città e dunque, a rigor di logica, qualcuno che li potesse aiutare.
Ma come sempre, quando si viaggia in compagnia possono sorgere dei problemi a causa della disattenzione di uno dei membri...

"Pika-pi!".
"Che ti prende Pikachu?".
Pikachu era sceso dalla spalla di Ash e aveva indicato un cumulo di terra alla loro destra.
Il ragazzo si avvicinò a esso curioso e si abbasso con le mani sulle ginocchia; inizialmente non accadde nulla, ma passato qualche secondo esso cominciò a muoversi.
Qualcosa, sebbene piccolo, era sottoterra.
"Stai in guardia Pikachu- disse Ash.
Non sappiamo cosa vive su quest'isola!".
"Pika...".
I due rimasero fermi e in silenzio. Erano concentratissimi e più tempo cominciava a passare, più la loro attenzione aumentava e sudavano freddo: qualunque cosa sarebbe uscita, non ne conoscevano le intenzioni e quindi non era da escludere la possibilità di un combattimento ravvicinato e improvviso (anche per questo, poi, l'attesa era a dir poco snervante sebbene di pochi secondi).
Improvvisamente qualcosa uscì fuori e sbatté contro il mento del povero che Ash che, trovandosi accovacciato in quel momento, cadde a terra di colpo. Rialzatosi immediatamente dopo, egli rimase colpito da ciò che aveva davanti:
"E questo cos'è?"- si chiese il ragazzo massaggiandosi ancora il mento.
Davanti a lui e Pikachu era appena comparso un piccolo essere dal corpo marrone e tondeggiante, alto più o meno quanto il Pokemon Topo e dai piccoli occhi neri; e non appena il giovane Allenatore gli avvicinò la mano sinistra, questi fece un enorme balzo da sottoterra e afferrò quella stessa mano con le sue zampe anteriori, per poi infine scaraventare un incredulo Ash al suolo dalla parte opposta.
"Pika-pi!"- gridò Pikachu preoccupato, dopodiché si diresse dal ragazzo. Quest'ultimo per fortuna si alzò senza problemi, tuttavia gli faceva leggermente male il collo e quindi se lo massaggiò, facendo anche una smorfia e mostrandosi arrabbiato:
"Ma si può sapere che ti prende?!"- fece l'Allenatore di Biancavilla con un tono aggressivo.
La misteriosa creatura non si curò minimamente della sua reazione e urlò al cielo, sorprendendo i due che aveva davanti poiché non ne capivano il senso.
Il loro problemi a comprendere però non durarono molto; infatti, come risposta immediata all'urlo, Ash e Pikachu iniziarono a sentire dei rumori tra i cespugli. Allenatore e Pokemon reagirono mettendosi di nuovo all'erta con il medesimo nervosismo, e dopo pochi attimi rimasero di stucco: un intero esercito di animali della stessa specie del primo- circa una ventina- aveva risposto alla sua chiamata, e adesso stava puntando verso di loro pronto a combatterli.
"Goooooooooo!"- gridò il loro capo, e questi di risposta si gettarono a grandissima velocità contro i due avversari.
Uno di loro colpì Pikachu con la coda mentre era ancora sulla spalla di Ash, facendolo cadere e ruzzolare a terra; un altro, invece, diede una violentissima testata alla pancia del giovane, facendolo barcollare e poi cadere in ginocchio.
E tutti i restanti continuarono ad attaccare con lo stesso ritmo, alcuni saltando e correndo, altri sbucando da sottoterra e facendo mosse di arti marziali: prese, capovolgimenti, colpi di coda e persino pugni in grado di spaccare la roccia!
Ovviamente i nostri riuscivano a schivarli, ma era davvero dura.
"Ma chi diamine sono questi animali?!"- fece Ash esterrefatto, per poi tornare a concentrarsi sulla situazione:
"A ogni modo dobbiamo respingerli. Forza Pikachu, usa Fulmine!".
"Pika...".
Purtroppo Pikachu non riuscì a sferrare la mossa, in quanto venne scaraventato da un pugno verso un albero mentre stava ancora accumulando elettricità; e anche il suo Allenatore venne subito colpito in faccia da una coda e cadde a terra.
Negli occhi di quegli animali c'era sempre più voglia di attaccarli, senza tuttavia un motivo ben chiaro: era come se li odiassero.
Tuttavia, ad Ash questo non importava affatto.
Lui voleva solo farla finita.
"Sono andati di nuovo sottoterra...
Pikachu, pianta la coda nel terreno e scarica l'energia elettrica a piena potenza!".
Il Pokémon Topo eseguì prontamente l'ordine, e si generò un enorme fascio di luce al quale seguirono delle scosse e delle frantumazioni del terreno; il risultato fu una serie davvero numerosa di animali a terra bruciacchiati, che tuttavia riuscivano ancora a rialzarsi.
Inoltre il loro capo, che aveva dato origine a tutto, non era ancora stato colpito e si trovava perfettamente in piedi (sebbene non fosse contento per come stesse andando la battaglia).
E fu proprio il capo che, in quel momento, si gettò verso Pikachu in una posa da karateka per sferrare un violentissimo gancio destro.
"Fai attenzione!"- gridò Ash al suo amico, che fortunatamente riuscì a spostarsi in tempo.
Tuttavia, quello fu solo il primo di una serie di colpi in successione: incitato e ammirato dal resto del gruppo, il piccolo animale marrone ingaggiò infatti uno scontro corpo a corpo con il suo avversario, che cercava di evitare ogni colpo sebbene visibilmente innervosito.
E Ash non era da meno, tanto che sudava freddo. Ma non si scoraggiò.
"Non demordere Pikachu! Usa Codacciaio!".
Immediatamente la sfida prese un andamento opposto a quello precedente. Stavolta Pikachu non stava cercando di schivare i colpi avversari, ma anzi li stava parando con la sua coda, causando lo stupore sia del nemico che dei suoi compagni- i quali ora avevano gli occhi sgranati e la mascella spalancata per ciò che stava accadendo al loro leader.
Il botta e risposta dei due contendenti, sebbene piuttosto intenso, durò pochi secondi e mostrò in maniera estremamente palese la superiorità offensiva del Pokémon Topo, il quale infatti non ebbe alcun problema a contrastare uno dopo l'altro i pugni dell'avversario; alla fine, dunque, ci fu l'ultimo atto:
"Chuuu... pika!".
Schivato l'ultimo pugno attraverso una finta sorprendente, Pikachu colpì duramente la testa dell'animale con la sua potentissima mossa e quest'ultimo, di risposta immediata, cadde a terra ruzzolando.
Quando si rialzò qualche attimo dopo, aveva un grosso bernoccolo sulla testa e digrignava i denti.
"Chiudiamo in fretta questa storia!- esclamò Ash alzando il pugno al cielo.
Pikachu, adesso usa Fulmine!".
"Pikaaa... chuuuuu!".
L'attacco elettrico generò un'esplosione di proporzioni gigantesche. Si alzò infatti un enorme polverone in tutta la zona, che una volta visibile apparve piena di bruciature sia per terra che sul gli alberi; quanto agli animali che li avevano aggrediti, questi stavolta erano rimasti del tutto privi di sensi e giacevano immobili al suolo.
"Bene- disse Ash guardando ai suoi piedi.
A questo punto possiamo prosegui...".
Fu in quel momento che il ragazzo e Pikachu si accorsero di un dettaglio tanto piccolo quanto fondamentale e preoccupante:
"Dove diamine sono finiti gli altri?!"- gridò il giovane Allenatore in preda all'ansia, con le mani tra i capelli e la consapevolezza di aver commesso una castroneria senza precedenti.

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Erano circa dieci minuti che Ash continuava a vagare disperato e ansimante alla ricerca dei suoi amici, ricerca che tuttavia non stava dando alcun risultato positivo. Purtroppo la foresta era molto più fitta e grande di quanto si potesse immaginare, e bastava perdere di vista il sentiero principale per smarrirsi totalmente.
"Come ho potuto commettere un errore simile..."- borbottava il giovane Allenatore continuando a camminare.
Pikachu invece era sceso dalla sua spalla e stava cercando di annusare il terreno per scovare le loro tracce; tuttavia, anche in questo modo non c'erano progressi, e il povero roditore sospirava con le orecchie abbassate.
A un tratto però, proprio durante tale clima di negatività, entrambi sentirono uno strano rumore e si misero all'erta.
"Pi!"- fece il Pokemon rizzando subito le orecchie.
"Cosa sarà stato?"- si chiese invece il suo Allenatore.
Pochi istanti dopo, i due lo sentirono nuovamente.
Qualcosa o qualcuno si stava spostando tra i cespugli e, cosa più importante, li stava raggiungendo.
"Ancora..."- fece Ash pensando di trovarsi davanti agli stessi animali di prima. Per istinto, egli reagì prendendo un grosso sasso da terra.
"Andate via, bestiacce!"- gridò il ragazzo lanciando quel sasso con tutta la forza che risiedeva nel braccio. Riuscì a colpire il cespuglio, ma incredibilmente proprio da quest'ultimo vennero tirati dei piccoli pezzetti di pietra impolverati, che caddero ai piedi dei protagonisti.
"Ora basta, li affronteremo a viso aperto!"- affermò con determinazione Ash, per poi rivolgersi al suo amico:
"Va bene Pikachu, al mio tre.
Uno... due...".
In quel momento sbucò qualcosa dal cespuglio: sembrava un piede.
"Tre!"
Con una forza a dir poco straordinaria e una grande furia combattiva, Ash e Pikachu si gettarono ad aggredire chi o cosa stesse uscendo dal cespuglio; tuttavia il Pokemon, a differenza dell'Allenatore, si fermò di scatto non appena riconobbe cosa aveva davanti: un ragazzo.
Quanto ad Ash...

"Ma che diavolo..."- fecero entrambi gli individui una volta che si accorsero di non avere davanti chissà quale animale o nemico da combattere, e soprattutto quando si accorsero di star sbattendo contro un albero di mele. Mele molto ma molto grosse, e che caddero a pioggia sulle loro povere teste creando non pochi lividi e bernoccoli vari; alla termine della "franata" Pikachu era l'unico a essere rimasto in disparte, e adesso stava guardando, con una faccia allibita, il suo migliore amico e lo sconosciuto appena incontrato sommersi da una quantità sorprendente di mele giganti.
Dopo qualche attimo sufficiente a riprendersi...
"Ahia, che botta..."- disse Ash massaggiandosi la testa, per poi prendere una mela in mano e osservarla meglio:
"Non mi sembravano così grosse sulla riva dell'isola".
"È perché siamo nella zona est della foresta...".
Sentita questa voce, Ash si girò immediatamente: per un attimo si era scordato del tutto riguardo la persona che era stata "schiacciata" assieme a lui.
Una volta che lo vide gli porse la mano destra e così entrambi, ponendo anche un piede per terra, riuscirono a rialzarsi da quel mucchio di frutta.
"Mi spiace di averti aggredito...- disse il ragazzo di Biancavilla mettendosi una mano dietro la testa.
Vedi, prima ero stato attaccato da degli animali, quindi quando ti ho sentito tra i cespugli ho pensato mi stessero aggredendo di nuovo".
La persona davanti ad Ash, inizialmente stupita di ciò che era successo, adesso aveva le mani sui fianchi e comprendeva meglio il suo atteggiamento; ragion per cui, non mostrò nessun segno di rabbia.
"Ho capito, hai voluto difenderti- disse lui sorridendo.
Allora non c'è problema, puoi stare tranquillo!".
"Grazie"- disse il giovane Allenatore, ora calmo e rassicurato.
Immediatamente Pikachu gli saltò in spalla, e fu in quel momento che l'altro ragazzo si avvicinò di più mostrando una leggera curiosità:
"Scusami, ma cos'hai sulla spalla?- gli chiese guardando il topo elettrico.
Sembra una specie di peluche".
Ash però non sapeva proprio come rispondergli: era forse il caso di rivelare a uno sconosciuto l'esistenza dei Pokemon e tutta la storia di come lui e i suoi amici erano giunti sull'isola?
No, per niente. Infatti il giovane Allenatore, dopo qualche istante di silenzio, decise di non dire nulla di particolare.
"Non è niente, non farci caso".
Sorprendentemente, la persona davanti al ragazzo di Biancavilla reagì accettando la sua risposta con una sincerità senza precedenti:
"Va bene, lascia stare!"- disse lui sorridendo.
Il giovane Allenatore e il suo Pokemon rimasero abbastanza colpiti da tale atteggiamento, e assunsero delle espressioni perplesse sui loro volti.
Di norma, infatti, qualcuno si sarebbe potuto facilmente impressionare, o avrebbe pensato che gli si stesse nascondendo qualcosa; lui, invece, non fece minimamente caso a dettagli come il tono o la maniera attraverso cui erano state dette quelle parole, e forse addirittura non gli importava nemmeno delle stesse parole.
Come Ash aveva parlato, così lui gli aveva creduto. Punto e basta.
Tuttavia non ci diedero molto peso, dato che forse era meglio così in quanto risparmiava ipotetiche domande.
Tutt'a un tratto però al ragazzo torno in mente ciò che stava facendo prima, e si mise nuovamente le mani tra i capelli mostrando ansia.
"Devo cercare gli altri!"- esclamò il ragazzo, dopodiché si rimise alla loro ricerca pur non sapendo, ovviamente, dove andare.
Prima però che potesse muoversi, l'altro ragazzo lo prese per la manica della giacca:
"Aspetta!- esclamò fermandolo.
Perché sei così agitato tutt'a un tratto? Qualcosa non va?".
Ash si girò subito verso di lui:
"Forse puoi aiutarmi- gli disse liberandosi dalla sua presa.
Sai dirmi come posso uscire da questa foresta?
Io e i miei amici la stavamo esplorando, ma mi sono allontanato dal gruppo accidentalmente e li sto ancora cercando".
"Beh, non c'è problema. Ecco, dovresti andare...".
In quel momento il ragazzo si interruppe: ciò che seguì sarebbe entrato a mani basse nella storia come il non plus ultra della demenzialità.
"Sai, credo di essermi perso anch'io..."- disse lui in maniera estremamente schietta.
A sentirlo, Ash cadde direttamente a terra per lo shock assieme a Pikachu.
"Ero stato attirato qui dall'esplosione di poco fa, ma non ho pensato che mi sarei allontanato fin troppo dai miei amici... Scusami!"- concluse lui con una mano dietro la testa.
La cosa più strana era che nei suoi occhi e nel suo tono di voce non si scorgevano ne panico ne preoccupazione, era calmissimo; e come prima la sua particolare sincerità, anche questo atteggiamento di adesso colpiva abbastanza sia Pikachu che Ash.
"Non ci posso credere..."- fece quest'ultimo con uno sguardo allibito e scioccato, sempre seduto a terra.
Entri pochi secondi però cambiò stato d'animo riflettendo sulla situazione effettiva in cui si trovava.
Il risultato? Contro ogni possibile azione che ci si aspetterebbe da altre persone, e sopratutto senza un apparente motivazione...
Ash rise. Rise davvero di gusto, tanto che sembrava aver scordato totalmente il problema che fino a pochi secondi fa lo affliggeva.
"Pika-pi?"- fece Pikachu, avvicinandosi al suo Allenatore e inclinando la testa come segno di perplessità. Anche l'altro ragazzo aveva il medesimo stato d'animo.
"Perché stai ridendo?".
"Perché nessuno di noi due sa come tornare indietro- gli rispose schiettamente il giovane di Biancavilla.
Non fraintendermi: non sto dicendo che non significa niente, è solo che mi sembra davvero assurdo pensare che io e te neanche ci conosciamo eppure abbiamo agito allo stesso modo, non ti pare?
Arrivati a questo punto, direi che possiamo anche prenderla sul ridere!".
Con queste ultime parole l'allegria di Ash divenne davvero contagiosa e raggiunse anche gli altri due del gruppo. L'intero trio quindi diede vita a un circolo di risate in compagnia, dimostrando di riuscire a prendere con leggerezza tale situazione.
Nel frattempo...

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"Non posso credere che Ash si sia perso!"- esclamò Lucinda con una mano sulla fronte.
"Io invece ci credo"- commento Paul a braccia conserte e con un tono infastidito.
Il gruppo si era accorto proprio in quel momento della sparizione del loro amico, e stavano ragionando riguardo un modo per ritrovarlo; avrebbero potuto provare con un Pokemon dall'alto, ma forse non era il caso di far conoscere queste creature a eventuali abitanti dell'Isola Rossa.
Rimaneva quindi l'opzione più "classica": mandare qualcuno a cercarlo in mezzo al verde fittissimo, facendolo forse sudare anche per delle ore.
"Lucinda, Zoey, andate voi a cercare Ash e Pikachu. Una volta che li trovate, proseguite con loro: ci incontreremo verso la fine della foresta"- disse Rayleigh alle due ragazze.
"Rayleigh, aspetta...- lo interruppe Shakki.
Hai detto tu stesso all'inizio che non ci saremmo mai dovuti separare gli uni dagli altri; non credi che Lucinda e Zoey rischierebbero di smarrirsi com'è successo al loro amico, se mai si avventurassero da sole nella foresta?".
L'anziano indicò per risposta un albero davanti a loro, sulla cui corteccia cresceva il muschio.
"Forse Ash non lo ha notato- disse lui-, ma qui ci sono numerosi punti di riferimento naturali, e uno di questi è sicuramente quell'albero.
Se ne terremo tutti conto, eviteremo di perderci o passare due volte nello stesso punto".
Alla fine quindi nessuno ebbe nulla in contrario, e le due Coordinatrici vennero mandate alla ricerca di Ash; a loro però si unì anche Brock, il quale aveva infatti mostrato varie volte di essere dotato di un grande spirito di osservazione.
Il gruppo quindi si diresse a Nord-Est.

Dopo qualche minuto di camminata facendo attenzione a rimanere uniti...
"Non ho mai viaggiato in maniera fissa con voi, ma conoscendo Ash immagino che gli possa capitare benissimo di perdersi così!"- disse Zoey facendosi scappare una risatina.
"In effetti a volte gli capita di distrarsi, hai ragione!"- le rispose Lucinda, anche lei ridendo un pochino assieme a Brock.
Improvvisamente però Piplup cominciò ad agitarsi tra le braccia della ragazza, sorprendendola:
"Che ti prende, Piplup?"- gli chiese, ma il Pokémon Pinguino reagì liberandosi dalla sua presa e indicando al gruppo un punto lontano verso Nord.
"Forse Piplup ha sentito Ash e Pikachu da quella parte..."- ipotizzò Zoey.
"Potrebbe essere solo istinto, ma vale la pena provare secondo me. Voi che dite?"- disse invece Brock.
In realtà nessuno la pensava così, e mai lo avrebbe fatto. Si sapeva benissimo ormai che Piplup aveva un pessimo senso dell'orientamento, ragion per cui avevano tutti paura riguardo la possibilità, anche solo minima, che fosse lui a guidarli; nonostante ciò, Lucinda decise comunque di assecondare il suo Pokemon e il gruppo si diresse così nella direzione da lui indicata.
Dopo qualche secondo di camminata Piplup si fermò bruscamente, e indicò un albero in mezzo a due grossi cespugli, alti quanto la metà di esso, che stava alla sua destra. Sembrava particolarmente deciso.
"Credi che siano lì?"- chiese la sua Allenatrice. Il Pokemon annuì con le zampe anteriori sui fianchi, sempre più convinto.
"Allora tanto vale dare un'occhiata"- disse Brock, per poi avvicinarsi all'albero e guardare tra i grandi e fittissimi cespugli.
"Ash, Pikachu, per caso siete...".
Il ragazzo non fece in tempo a completare la frase che, con una velocità sorprendente, dai cespugli sbucò un formichiere grande poco più di Piplup.
Brock cadde così a terra per lo shock, mentre l'animale, una volta visti i nostri eroi, siccome non aveva cattive intenzioni se ne andò via di corsa.
"...qui?"- concluse il giovane dalla pelle scura.
Il trio di Allenatori diresse subito degli sguardi verso il povero Pokemon Pinguino. Non erano di rabbia o di delusione, bensì erano gli sguardi di chi si aspettava che una cosa accadesse in un modo, e questa era appena accaduta in tal modo.
Da parte sua, invece, Piplup abbassò la testa sudando freddo, come per dire "scusatemi".

All'improvviso però qualcosa ruppe il clima "patetico-comico" che si era creato: dal nulla, senza che nessuno potesse capirne la provenienza esatta, si sentì un grido di dolore piuttosto acuto.
"Cosa è stato?"- si chiese Lucinda, girandosi a vuoto per comprendere da dove venisse tale grido.
"Credo che qualcuno si sia fatto male un po' più avanti, ma dubito fosse Ash. Era troppo acuto come grido..."- le rispose Zoey.
Alla ragazza di Duefoglie però non interessava se era Ash oppure no: se una persona si era fatta male, andava aiutata a prescindere se la si conoscesse o meno, giusto?
"Andiamo comunque"- disse alla fine lei.
Il gruppo quindi corse ancora più a Nord, giungendo in breve tempo presso una zona dove era difficile camminare a causa della presenza di dossi e dislivelli; e infatti, proprio a causa di uno di questi dislivelli, una ragazza dai lunghi capelli era inciampata e sembrava essersi slogata una caviglia. Accanto a lei c'era anche un'altra donna, più grande, che si era inginocchiata e le stava dando un'occhiata veloce per cercare di comprendere le sue condizioni.
Le due donne si accorsero immediatamente dei protagonisti, e alzarono lo sguardo verso di loro.
"Voi chi siete?"- chiese la donna più grande con perplessità. Lucinda cercò di avvicinarsi alle due e di parlarle gentilmente:
"Scusateci se piombiamo così all'improvviso- disse.
Avevamo sentito un lamento, e siamo corsi per vedere cos'era successo".
"E ora che siamo qui, possiamo darvi una mano se volete"- aggiunse Zoey.
Le due ragazze furono estremamente contente della disponibilità appena mostrata.
"Davvero sareste disposte ad aiutarmi?!- chiese sorridendo di gioia la ragazza a terra.
Vi ringrazio di cuore!".
"Io mi chiamo Lucinda"- cominciò a presentarsi la giovane Coordinatrice, dopodiché indico gli altri due:
"Loro invece sono i miei amici Zoey e...".
La ragazza si interruppe quando notò l'assenza del terzo membro dal gruppo; assenza che tuttavia non era al 100% veritiera dal momento che, come le fecero subito notare Zoey e Piplup, in realtà Brock aveva già avuto modo di "presentarsi" alle due ragazze...
Inutile specificare il silenzio imbarazzante e le mani sulle fronti che ci furono da parte delle due Coordinatrici e del Pokemon.
"Io sono Brock, signore!"- disse inginocchiato e cercando di apparire "romantico", con la mano destra che teneva quella della donna a terra.
"O dolce fanciulla che hai smarrito la via e adesso giaci a terra, non devi sentirti in pericolo; nonostante la situazione sfavorevole, infatti, il tuo coraggioso e forte cavaliere è arrivato in soccorso!".
Le due donne erano scioccate da tale comportamento, tanto che preferivano rimanere in silenzio e con sguardi allibiti piuttosto che proferire parola.
Immediatamente dopo Brock spostò i suoi occhi verso la donna più grande:
"E tu, invece, una donna così gentile e benevola verso la sua amica...
Cosa ne diresti se io, te e lei, una volta lasciateci alle spalle questa spiacevole vicenda provassimo a conoscerci meglio? Magari con un appuntamento a lume di candela?".
Il ragazzo non si accorse che, mentre parlava con le due sconosciute, Croagunk era già uscito fuori dalla sua Pokeball e si stava accingendo a usare la zampa; ma prima che potesse farlo, qualcosa lasciò di stucco tutti i presenti (lui compreso):
"Lascia stare le mie donne, disgustoso idiota!".
Con una velocità e una potenza fisica letteralmente "disumani", un misterioso individuo si gettò sul povero Allenatore e gli diede un calcio così forte da spedirlo in mezzo a decine di alberi, cespugli e anche rovi spinosi che si trovavano alla loro destra: fu un volo pazzesco, lungo a occhio decine di chilometri!
Lucinda, Zoey, Croagunk e le due sconosciute erano rimaste senza fiato, in particolare però i primi tre: per qualche strano motivo, le altre due avevano (quella giacente a terra) una mano sulla fronte e (quella più grande) la testa abbassata e gli occhi chiusi.
Subito lo sconosciuto appena apparso si rivolse a loro, e lo fece con un tono di voce talmente smielato e un viso talmente da pesce lesso che faceva imbarazzare:
"Ora che quel pazzo è andato via, non avere più timore mia cara: ci sono io a prendermi cura di te...".
Egli non riuscì a terminare la frase che la ragazza a terra mutò subito atteggiamento. Visibilmente scocciata e infastidita per ciò che stava accadendo, ella infatti mostrò una furia incredibile e diede un violentissimo pugno sul viso del ragazzo davanti a lei; questi, di risposta, cadde a terra con una faccia rossa e fumante.
"Sei sempre il solito imbecille!- gridò lei piena di rabbia.
Come ti è saltato in mente di colpire un ragazzo?! Ero contenta che mi aiutasse!".
Nel frattempo le due Coordinatrici e i Pokemon erano ancora più sbalordite dal comportamento dello sconosciuto, non tanto però perché aveva colpito Brock quanto piuttosto per come aveva parlato con le due donne.
"Hai visto Zoey?"- chiese Lucinda avvicinandosi all'orecchio della sua amica.
"Si- le rispose lei parlando sempre all'orecchio della sua amica.
Chiunque sia, quel tizio si è comportato in maniera davvero molto simile a Brock. Piuttosto curioso".
In quel momento le due si ricordarono subito del loro amico, ancora in mezzo a tutti quegli alberi; preoccupate quindi per le sue condizioni, le due si attivarono subito per andare da lui.
Ma fortunatamente (o sfortunatamente, questioni di punti di vista)...
"Si può sapere cosa diamine ti prende?!"- gridò a squarciagola il ragazzo dalla pelle scura, che a quanto pare si era ripreso molto più in fretta di quanto ci si potesse aspettare. Ovviamente ne erano tutti felici, ma ciò che seguì non fu altrettanto "lieto"; anzi, fu piuttosto demenziale.
"Ti rendi conto della forza con cui mi hai aggredito?! Potevi uccidermi!"- urlò lui mettendosi davanti all'altro ragazzo, naso contro naso. Da parte sua, quest'ultimo assunse invece uno sguardo infastidito e arrabbiato:
"Senti un po' tu, ma almeno ti rendi conto di che cosa hai fatto a quella povera ragazza?!"- fece lui spostandosi da Brock e indicando la tizia a terra, che in quel momento sembrava essere davvero vicinissima a un esaurimento nervoso, tanto che digrignava i denti e le pulsava una vena sulla fronte.
"Ma di cosa stai parlando?- ribatté Brock, stavolta con un tono leggermente più calmo.
Io la stavo solo aiutando a rialzarsi!".
"Ma se le facevi il filo!"- esclamò furibondo l'altro ragazzo, e fu allora che la situazione prese una svolta tanto apocalittica quanto assurda. Mentre infatti le quattro femmine e i due Pokemon erano rimasti del tutto scioccati da quest'ultima frase, tanto che erano rossi come pomodori e a bocca aperta, i due ragazzi si misero di nuovo fisicamente l'uno contro l'altro e diedero inizio a una litigata davvero molto, ma molto, ma molto accesa: nei i loro occhi ardeva il fuoco, e scoccavano scintille fortissime praticamente dappertutto.
L'intera foresta divenne, in men che non si dica, un campo di battaglia per questi due uomini che si accingevano a combattere un duello verbale senza esclusione di colpi- o forse sarebbe meglio dire "un duello demenziale senza esclusione di stupidaggini", visto che le ragazze, anziché dal loro "ardore", erano colpite dall'inutilità e dal nosense di tutta questa faccenda.
"Io farle il filo?! E tu allora, che hai cominciato a parlare in maniera talmente stupida?!".
"Quella era "gentilezza", troglodita!".
"Cos'hai detto?! Hai il coraggio di darmi del "troglodita" dopo che mi hai dato quella specie di calcio assassino?!
Per me sei patetico!".
"Ripetilo se hai il coraggio, occhi socchiusi!".
"Sei patetico, sopracciglio attorcigliato...".

Il duello si concluse.
Fortunatamente per tutti, Croagunk diede due colpi di Velenpuntura dritti in mezzo alle chiappe dei due cretini, che di conseguenza rabbrividirono come mai prima d'ora e assunsero degli sguardi estremamente sofferenti, tanto che sembravano essere malati di qualche morbo pericoloso; e purtroppo per loro, questo non fu l'unico colpo che subirono. Una volta che furono a terra esanimi, i due infatti guardarono d'istinto al cielo ancora doloranti, e videro Lucinda e l'altra ragazza tenere le mani in una posa molto pericolosa...
"Dateci un taglio, brutti imbecilli!"- gridarono a squarciagola le due, colpendoli con una breve serie di schiaffi tanto rapidi quanto dolorosi.
Un tremendo gemito di dolore si diffuse in quel momento per tutta l'area, spaventando anche numerosi uccelli che volarono via dagli alberi.

Dopo che i due pazzi riuscirono a darsi finalmente una calmata, anche perché le loro faccio erano letteralmente piene zeppe di lividi, il gruppo poté tornare a una conversazione seria.
"La gamba non mi sembra rotta, però credo che ci vorrebbe il parere esperto di un medico..."- commento Zoey osservando la parte dolorante della sua nuova amica.
"Se è per questo, noi conosciamo un ottimo medico- le rispose subito la donna più grande.
Dobbiamo chiedere a lui".
"Ok, ma dove si trova in questo momento?"- chiese Lucinda appoggiata vicino alla ragazza giacente.
"In città, credo. Quando siamo partite lo abbiamo lasciato lì"- rispose quest'ultima.
In quel momento entrambe le Coordinatrici inclinarono la testa in segno di perplessità:
"Città?"- chiese Lucinda.
"Partite?"- chiese invece Zoey.
"Oltre la foresta c'è una ridente cittadina costruita in legno- cominciò a spiegare la donna più grande.
Quando siamo arrivati tutt'e tre su quest'isola, abbiamo deciso di stabilirci temporaneamente li.
È successo esattamente due giorni fa".
Parlò a questo punto l'altra ragazza, con un tono tuttavia più scocciato:
"Pochi minuti fa però un nostro amico si è allontanato dal gruppo, così noi due siamo partite per cercarlo e io sono accidentalmente caduta".
Le ragazze però non compresero bene l'ultima frase:
"Noi due?"- chiesero all'unisono entrambe.
In quel momento il "pazzo" si alzò e parlò di nuovo con quel ridicolo tono da dongiovanni:
"Io ero in cerca di ingredienti, poi però ho sentito il mio angelo gemere di dolore e sono accorso...".
"Piantala!"- lo zittirono urlando tutti i presenti, anche Brock. Ormai era diventato davvero fastidioso.
Detto questo, Lucinda però riflette su una cosa:
"Ingredienti? Ingredienti per cosa?"- chiese subito la ragazza.
"È molto semplice- disse lui.
Vedete, io sono un cuoco".
"Un cuoco?!"- esclamarono all'unisono tutti e tre gli Allenatori con stupore.
Gli altri ne rimasero colpiti.
"La cosa vi stupisce particolarmente?"- chiese la donna adulta.
"Che coincidenza!- disse Zoey.
Anche il nostro amico con cui hai litigato prima è un cuoco provetto!".
Sentendo queste parole, il giovane si girò subito verso Brock. Non aveva più uno sguardo furibondo, ma anzi stava iniziando a nutrire una leggera curiosità verso di lui:
"Ah, davvero?"- chiese.
"Si- rispose in maniera schietta.
Mi chiamo Brock".
"Io invece sono Sanji- rispose il ragazzo presentandosi a sua volta.
Fu a questo punto il turno delle presentazioni anche per le due ragazze:
"Voi avete detto di chiamarvi Lucinda e Zoey, giusto?"- chiese la ragazza che era caduta, e le due Coordinatrici annuirono.
"Io invece sono Nami e lei è la mia amica Robin".
"Piacere di conoscervi"- disse l'altra con un sorriso dolce e sincero.
"Il piacere è nostro!"- esclamò Lucinda, dopodiché ebbe un'idea:
"Sentite ragazze, che ne direste se vi accompagnassimo fino a questa città di cui parlate?".
Nami e Robin accettarono subito di buon grado l'offerta, rimanendo piacevolmente colpite dalla disponibilità e dalla gentilezza della Coordinatrice di Duefoglie.
Brock però dovette riportare la sua amica con i piedi per terra.
"Non possiamo Lucinda. Ti ricordo che dobbiamo ancora trovare Ash e Pikachu"- disse lui facendo riflettere la ragazza, che abbassò così la testa pensierosa.
"Aspetta, state cercando anche voi dei vostri amici che si sono persi?"- chiese Nami perplessa.
I tre Allenatori quindi raccontarono cosa era successo da quando avevano messo piede sull'Isola Rossa, senza tralasciare nessun evento ed entrando sempre di più nel dettaglio. Alla fine di tale discorso, i tre davanti a loro erano rimasti particolarmente colpiti.
"È davvero curioso- disse Robin.
La vostra storia somiglia davvero moltissimo alla nostra, tranne forse per come siete arrivati qui".
"Già, è una coincidenza che ha dell'incredibile"- commento Sanji portandosi una sigaretta alla bocca.
Nami invece meditava a braccia conserte, e dopo qualche secondo sorrise attirando l'attenzione dei nostri eroi.
Aveva in mente un'idea.
"Allora possiamo fare in questo modo- cominciò a spiegare.
Voi preoccupatevi solo di seguire me, Robin e Sanji; noi vi aiuteremo a trovare il vostro amico, e poi usciremo tutti insieme dalla foresta".
Il gruppo era piuttosto perplesso.
"Ma come pensi di fare?"- chiese Zoey.
Di sua risposta, la giovane donna fece l'occhiolino alla Coordinatrice e mostrò uno strano bracciale sul suo braccio destro:
"Questo è un Log Pose- spiegò lei.
Io sono una Navigatrice, ragion per cui sono perfettamente in grado di orientarmi dove voglio e quando voglio grazie a questa preziosissima bussola.
Vedrete che una volta trovato il vostro amico, non sarà difficile tornare in città".
I tre Allenatori sorrisero gli uni agli altri per l'intelligenza appena dimostrata dalla loro nuova amica, così decisero di riprendere le ricerche assieme a lei, aiutandola anche a reggersi più facilmente in piedi. Nel frattempo però che camminavano passo passo, a Lucinda tornarono in mente le ultime parole di Robin:
"Scusa se te lo chiedo Robin, ma cosa intendevi quando hai detto "tranne per come siete arrivati qui"?".
"Ecco..."- cominciò a spiegare la donna. Dal suo sguardo però si notava che non sarebbe stato un racconto "particolarmente lieto".

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Nel frattempo, tornando da Ash...

"Siete naufragati?!"- chiese il ragazzo di Biancavilla rimanendo di stucco.
"Si- gli rispose il suo nuovo amico.
Stavamo viaggiando seguendo la nostra rotta, quando improvvisamente il mare ha cominciato ad aprirsi...".
Ash lo interruppe subito:
"Cosa intendi dire con "aprirsi"?".
L'altro ragazzo si mise una mano sulla testa e provò a spiegarsi, anche se gli era piuttosto difficile:
"Ecco, si era formato come una specie di "varco", non so bene cosa fosse...
Comunque, io e i miei amici ci siamo passati attraverso e siamo finiti su quest'isola, poi abbiamo conosciuto un anziano signore che ci ha accolto in casa sua.
Fine della storia".
Il giovane Allenatore però, pur avendo sentito l'intero racconto, era rimasto estremamente colpito dall'inizio:
"Un varco?- disse tra se e se.
Non ci posso credere, lui è giunto qui esattamente come io sono giunto nel suo mondo!
È a dir poco assurdo...".
"Che ti prende?"- gli chiese il ragazzo, interrompendone le fantasie. Questi smise quindi di pensare, e apparì indifferente.
"Niente, lascia stare..."- fece, per poi farsi venire in mente un piccolo dettaglio.
"Ora che ci penso, non ci siamo ancora presentati- disse.
Io mi chiamo Ash Ketchum, e lui invece è il mio amico Pikachu".
"Pika, pika-chu!".
"Piacere di conoscerti Ash- gli rispose il ragazzo con un grosso e spensierato sorriso.
Io sono Monkey D. Rufy".
"Ascolta Rufy...- continuò a parlare Ash.
Visto che ci siamo smarriti entrambi, cosa ne diresti se provassimo a uscire dalla foresta insieme?
Tra l'altro, se come hai detto prima tu e i tuoi amici vi trovate qui da due giorni, allora potresti anche farmi vedere la città".
Il ragazzo più grande accettò subito la richiesta di buon grado:
"Va bene!"- disse sorridendo a trentadue denti.
"Ottimo, allora andiamo di là- rispose Ash indicando una strada davanti a lui.
Se non sbaglio sei venuto da li, quindi se percorriamo quella strada all'inverso dovresti ricordare meglio dove si conclude la foresta e inizia la città".
E fu così che i due nuovi amici si misero in viaggio verso la stessa meta.
E intanto...

Era passata circa mezz'ora da quando il gruppo dei nostri eroi aveva, tra smarrimenti e divisioni varie, intrapreso l'esplorazione dell'Isola; e finalmente, dopo tanto camminare, si riusciva a vedere dalla cima degli alberi la fine della foresta, con poi molta più chiarezza rispetto all'inizio del cammino.
"Barry, riesci a vedere senza problemi?"- chiese Rayleigh al giovane Allenatore, il quale era per l'appunto appollaiato su un ramo a osservare l'orizzonte.
"Si"- gli rispose, per poi scendere piano piano dall'albero:
"Non c'è dubbio ragazzi, ormai siamo vicini a uscire".
Madame Shirley prese subito parola:
"Allora fermiamoci qui.
Aspetteremo il ritorno di Ash e gli altri, dopodiché proseguiremo per gli ultimi tratti".
Il gruppo annuì, dopodiché ciascuno si sedette a terra e sospirò guardando il cielo, affaticato dal continuo camminare e quindi desideroso di prendersi una pausa.
D'un tratto, però, Rayleigh sobbalzò lasciando una vena di sorpresa in tutti i presenti.
"Cosa ti prende, Rayleigh? Hai sentito qualcosa di strano?"- gli chiese Shakki con una sigaretta alla bocca.
L'anziano ex-pirata assunse un'espressione molto seria e per certi versi stupita, incuriosendo moltissimo coloro che aveva attorno; fortunatamente, non si mostrò ma per nulla turbato, ma semplicemente un po' perplesso:
"Cosa ci fanno loro qui?"- si chiese a bassa voce.
Paul dunque gli si avvicinò interessato:
"Di cosa parli Rayleigh?".
"Sento che si stanno avvicinando delle persone... persone che io conosco molto bene!"- rispose lui.
I presenti rimasero quasi scioccati da tale affermazione.
"Non starai mica usando l'Ambizione per..."- fece Kenny con delle gocce di sudore che gli rigavano il volto.
"Esatto- rispose subito l'uomo.
Chi ha un buon controllo di base dell'Ambizione è capace di usarla quando vuole e in maniera quasi istantanea".
"Wow...".

Il Coordinatore di Duefoglie non poté rispondere in altro modo, e anche Paul e Barry erano estremamente colpiti da quest'abilità dell'anziano, ora che la vedevano in azione per la prima volta dopo solo qualche mera informazione riguardo il concetto di base.
Tuttavia, rispetto agli altri due Allenatori il giovane dai capelli rossi assunse un comportamento molto diverso, e per certi versi anche più strano; mentre Barry sembrava particolarmente affascinato, e per certi versi eccitato, oltre che stupito, e Paul manteneva una certa serietà e "freddezza" nonostante lo stupore, Kenny guardò verso il basso con un'aria stranamente mogia.
Era molto simile a quella che aveva assunto durante la lotta tra Ash e Paul, e che solo Zoey era riuscita a notare; anzi, forse era proprio la stessa identica espressione dello stesso identico stato d'animo.
Ma non era solo per l'Ambizione.
"Le Prove dei Saggi...- si mise a riflettere tra se e se.
Se come dice Rayleigh, nella Rotta Maggiore c'è molta gente che utilizza il potere dell'Ambizione come lui, allora... in che modo dovrei sentirmi?
Prima Ash partecipa al mio stesso torneo, poi lotta con Paul in una maniera incredibile... e adesso le Prove...
Perché... perché mi sento così a disagio ultimamente?".
I suoi pensieri però furono bruscamente interrotti. Il gruppo infatti cominciò a sentire un suono continuo e piuttosto sospetto: sembravano dei passi. Passi molto rapidi, probabilmente di corsa.
E come se non bastasse si udì anche una voce:
"Rayleigh!"- gridò questa, lasciando di stucco tutti coloro che erano attorno all'ex-pirata.
"Avevi ragione!"- esclamò Paul visibilmente sorpreso, anche più di prima, per poi fare una domanda:
"Ma scusa, come fa a sapere che sei qui? Sa usare anche lui l'Ambizione per caso?".
Rayleigh annuì, mantenendo un'espressione seria e riflessiva riguardo tale presenza inaspettata.
Rispetto al resto del gruppo, Madame Shirley però rimase leggermente perplessa, piuttosto che solamente sorpresa, da tale voce, anche se non ne capiva il motivo; un attimo dopo, avendola sentita nuovamente, comprese invece la ragione del suo stato d'animo:
"Aspettate questa voce la conosco anch'io!"- disse la chiaroveggente attirando l'attenzione di tutti.
"È uno dei Pirati di Cappello di Paglia! Anche se non riesco a ricordarne il nome...".
Paul si voltò subito verso di lei, non comprendendo tale nome:
"I pirati di Cappello di Paglia?".
"Si- gli rispose lei.
Non ve lo avevamo detto al Palazzo del Drago, ma ad aver intrapreso la battaglia contro Hody Jones, e quindi ad aver condizionato la mentalità degli Uomini-Pesce, sono stati dei pirati".
Tale informazione fu davvero sconvolgente, tanto da aprire nuove domande nelle teste dei protagonisti.
"Rayleigh...- chiese Kenny avvicinandosi all'anziano.
Tu conosci degli altri pirati come te?".
Il vecchio annuì sorridendo:
"Si, e a dirla tutta avevo anche capito che Nettuno si riferisse a loro, ma non ne sono rimasto affatto sorpreso. So bene ormai che quei ragazzi sono fortissimi!".
I tre Allenatori si guardarono gli uni negli occhi degli altri, senza capire molto delle sue parole.
"Tuttavia...- riprese a parlare lui.
Proprio non capisco come diamine siano arrivati qui...".

Improvvisamente questo clima di domande e rispose si interruppe in maniera molto brusca, in quanto da dietro gli alberi comparve finalmente colui che aveva nominato Rayleigh.
Era un uomo muscoloso e visibilmente affannato, poiché aveva corso moltissimo; non appena alzò lo sguardo verso il pirata più anziano, rimase di sasso e stente quasi a credere di trovarselo davanti.
"Rayleigh... Cosa ci fai tu qui?"- domandò con un volto estremamente scioccato, rigato inoltre dalle gocce di sudore dovute alla corsa.
Prima però che Rayleigh potesse aprire bocca, Paul si avvicinò al tizio misterioso:
"Questo dovremmo essere noi a chiederlo, non ti pare?"- chiese il giovane di Rupepoli, lasciando l'uomo perplesso.
"E tu chi sei? Ci conosciamo?"- gli chiese.
"Io mi chiamo Paul- rispose il giovane Allenatore.
Rayleigh si chiedeva la stessa cosa di te. Come ti chiami?".
Il ragazzo sospirò, poi riprese a parlare:
"Ci sarà tempo per discutere di quello. Comunque io mi chiamo...".
"Zoro!".
"Esatto, il mio nome è...
Che cosa?!".
Da dietro gli alberi precedentemente nominati saltarono fuori altre quattro figure, una più stramba dell'altra.
Il primo era un uomo letteralmente gigantesco, dai capelli azzurri rasati e con braccia e mani molto strane, quasi meccaniche; il secondo invece era un piccolo animaletto peloso con le corna e il naso blu, dal grande cappello rosa; il terzo era un ragazzo alto, dai capelli neri e un naso insolitamente lungo; e infine l'ultimo, ecco...
"Aiuto! Uno scheletro!"- gridarono dalla paura Barry e Kenny, entrambi impalliditi terribilmente alla sola vista di uno scheletro coi capelli ricci e gli occhiali da sole. Paul invece ne era rimasto scioccato, ma era molto più composto.
Come se non bastasse...
"Yohohohoho, non abbiate paura ragazzi! Io non mordo se è questo che..."
"Uno scheletro che parla!" (E di nuovo i due che urlano mentre il terzo rimane composto).
"Smettila, anche noi abbiamo avuto paura di te la prima volta che ti abbiamo visto"- disse l'uomo gigante avvicinandoglisi.
"Concordo"- commentò il tizio dal lungo naso.
"Siamo in tre"- concluse il piccolo animale.
Improvvisamente però anche loro quattro si accorsero della presenza di Rayleigh, e ne rimasero esterrefatti. Ma a complicare il tutto fu un arrivo inaspettato, un "doppio arrivo" da Est:
"Rufy, non correre!".
"Rufy?!"- fece l'intero gruppo all'unisono, alcuni perché erano sconcertati dalla sua presenza e altri perché non conoscevano.
E i nostri Allenatori, appartenenti al secondo gruppo, riconobbero per primi la voce che ne aveva fatto il nome rimanendone colpiti.
"Ehi, ma sbaglio o quello era Ash?!"- domandò Paul, ma non fu necessario che qualcuno aprisse bocca per rispondergli. Dai cespugli a Est uscirono fuori proprio Ash e Pikachu, accompagnati da Rufy che osservava i presenti sbalordito.
"Rufy, perché ti sei messo a correre così? Non ce n'era...".
Ash si interruppe subito, scoprendo di essere finalmente riuscito a tornare dai suoi amici:
"Ragazzi, vi ho cercato dappertutto!".
"Pika-pika!".
Paul si avvicinò al suo ex-rivale con un'espressione estremamente contrariata, tanto da farlo sudare freddo.
"Sappi che questo l'abbiamo fatto anche noi. Adesso ci spieghi cos'è successo, per favore?!".
"Non ti arrabbiare!- cercò di scusarsi il ragazzo di Biancavilla muovendogli le mani davanti.
Sono stato attaccato da degli animali, e una volta che li ho sconfitti mi sono messo a cercarvi e ho incontrato lui".
Ash stava indicando Rufy con la sua mano destra, tuttavia girandosi notò che questi aveva sul volto un'espressione decisamente scioccata: i suoi occhi erano dilaniati, la bocca era spalancata...
Sembrava che il giovane pirata avesse visto un fantasma!
"Rayleigh... Come mai sei qui?!"- domandò lui all'anziano.
"È esattamente quello che vorrei sapere io di te...".
Ed ecco arrivare l'ultima interruzione.
Dal nulla erano apparsi, davanti ai nostri eroi e ai loro nuovi amici, l'ultimo gruppo che avevamo visto conoscersi nella foresta.
"Rufy, Rayleigh!"- esclamò Sanji, comparso all'improvviso e ora reduce da una corsa frenetica.
"Rufy, eravamo preoccupati per te!"- gridò invece Nami con le mani sui fianchi e un'aria scocciata.
"Ash, Pikachu! Finalmente vi abbiamo trovato!"- concluse invece Lucinda, ansimante a causa della corsa così come lo erano Brock e Zoey.
"Pi-plup!".
In quel momento però tutti si interruppero di scatto, come per magia.
Ognuno aveva in mente qualcosa da dire agli altri, ma nessuno sapeva da dove cominciare ne con chi cominciare; seguì dunque un silenzio tombale, condotto tra gli sguardi stravolti e le facce scioccate di ciascuno.

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Al di là della foresta si ergeva una città dall'aria abbastanza pittoresca. Era infatti caratterizzata dalla presenza di numerose case costruite usando il legno, dotate poi di tetti realizzati in paglia; non c'erano tuttavia strade in cemento o marciapiedi, e quindi il luogo assomigliava molto a un villaggio di campagna dall'atmosfera semplice e rasserenante, circondato da distese di erba e fiori.
Il gruppo aveva deciso, in seguito a quell'incontro inaspettato, di recarsi in essa e per la precisione di andare a stare in una casa dove abitavano i nuovi "amici pirati"; una casa molto più grande e sporgente di tutte le altre, quasi come se appartenesse a qualcuno di importante.

"Allora... da dove cominciamo?"- chiese Usopp.
"Io personalmente vorrei sapere qualcosa di più sul vostro naufragio"- rispose Ash.
"Si- aggiunse Rayleigh.
Anch'io vorrei scoprire cosa ci fate qui".
"Va bene- disse Rufy.
Visto che a chiedercelo siete voi, allora racconteremo tutto.
È successo due giorni fa".
"Stavamo proseguendo lungo la solita rotta, poi..."- aggiunse invece Nami, introducendo così il flashback che sarebbe stato narrato.

Inizio Flashback
"Aiutooooo!"- gridò Usopp terrorizzato e con le lacrime agli occhi.
La Thousand Sunny ormai era in balia di quel varco misterioso che si era aperto dal nulla in mezzo al mare e, nonostante gli sforzi di tutto l'equipaggio, alla fine fu risucchiata; quando aprirono gli occhi, Rufy è i suoi amici non avevano parole.
Davanti a loro si estendeva una gigantesca spiaggia sconosciuta, su cui crescevano numerosi alberi di frutta e a cui si affacciava una gigantesca foresta.
"Dove siamo finiti?"- si chiese il ragazzo di gomma, mentre molti dei restanti si alzavano massaggiandosi la testa.
"Non lo so... ma di sicuro ci è successo qualcosa di strano!"- commentò Zoro, girandosi attorno e non percependo nulla di famigliare.
Ognuno dei presenti sentiva chiaramente di essere stato vittima di un evento a dir poco "anormale", qualcosa senza precedenti anche per loro che ne avevano viste di tutti i colori durante il loro viaggio; tra un senso di smarrimento e l'altro poi, dopo pochi minuti, Chopper si accorse di qualcuno in lontananza:
"Laggiù, ragazzi!"- disse ai suoi compagni indicando la foresta davanti a loro. Questi risposero mettendosi ognuno in guardia, pronto a combattere nel caso ce ne fosse stata l'eventualità, ma sorprendentemente dalla foresta uscì un individuo che sembrava essere tutto fuorché un nemico.
Era infatti un uomo all'apparenza molto anziano, sebbene anche piuttosto alto e corpulento; aveva una pelle scura, probabilmente abbronzata, dei capelli bianchi raccolti in un lungo codino che terminava dietro la schiena e degli occhi erano socchiusi. Infine indossava una camicia color pesca sbottonata, dei pantaloncini di sera bianchi e un paio di sandali di gomma color corvino.
La sua apparizione tranquillizzò i giovani pirati, che non percepirono in lui alcuna minaccia. Questi si avvicinò loro e, con un tono molto calmo e pacato, gli parlò:
"Ho sentito un forte rumore venire da questa parte... Voi chi siete?".
"Ci perdoni signore, ma avremmo urgentemente bisogno di aiuto"- disse Nami.
"Vede, non sappiamo come ma siamo misteriosamente naufragati qui"- aggiunse Nico Robin.
Il vecchio rimase estremamente colpito da tale affermazione, ma cercò di mantenersi.
"Naufragati?".
"È così- stavolta parlò Franky.
In teoria non dovrebbero esserci molti problemi alla nave, però non conosciamo il posto e vorremmo informazioni".
"Siete sull'Isola Rossa- affermò l'anziano, lasciando tutti in silenzio e straniti. Ognuno si guardava reciprocamente negli occhi e anche attorno a se, ma di fatto quel nome era del tutto sconosciuto per ciascuno- anche per Robin e Nami, che erano le più dotte del gruppo e quindi sembrava molto strana una tale ignoranza pure da parte loro.
L'uomo davanti a loro nel vederli ricominciò a sentirsi stranito, ma si compose; e sorridendo, con le mani dietro la schiena disse:
"Seguitemi".
I pirati si rivolsero al loro capitano che, dopo aver chiuso gli occhi per qualche istante, decise di assecondare l'anziano.

Il gruppo così raggiunse il cuore dell'isola e la città in cui si trovava adesso, rimanendone particolarmente colpito e osservando ogni dettaglio con estremo interesse. Quando poi giunse alla casa del loro accompagnatore, si accorse tuttavia di una cosa piuttosto strana: coloro che incrociavano il loro cammino, vedendo l'anziano finivano per accoglierlo a braccia aperte, mostrando moltissimo rispetto.
"Il maestro Futoshi è qui!"- esclamo un ragazzo molto giovane sorridendo.
Il suo intervento confuse abbastanza i protagonisti e, contemporaneamente, fece avvicinare altri cittadini entusiasti:
"È proprio lui! Quale sorpresa!".
"È il difensore dell'isola!".
Brook si avvicinò quatto quatto all'anziano signore, mostrando tanta curiosità.
"Mi scusi, come mai lei è così acclamato in questa cittadina?".
"Perché ne sono il capo"- rispose subito lui, sorprendendo i giovani pirati.
"Tu sei il capo dell'isola, vecchio?!"- domandò Rufy con la bocca spalancata.
"Non è molto educato darmi del "vecchio", ma fa niente- disse lui.
Suppongo che voi non conosciate molto bene come stanno le cose, quindi vi darò delle spiegazioni".
"In che senso non sappiamo come stanno le cose?"- chiese Zoro.
"Che intende di preciso?"- aggiunse Sanji. Il gruppo si stava solo confondendo sempre di più riguardo la situazione.
"Calma, calma- rispose l'anziano abbassando adagio le mani.
Prometto che vi spiegherò ogni cosa, ma per il momento entrate in casa mia e non preoccupatevi di nulla.
Sono Futoshi, il Saggio che sta a capo dell'Isola Rossa".
Fine Flashback

"E alla fine è andata così"- disse Nami.
"Futoshi da quel momento ci ha introdotto alla storia delle Isole Arcane e ci ha permesso di stabilirci qui"- aggiunse Chopper.
"Questo almeno finché non ripartiremo...".
Rufy si interruppe immediatamente: per motivi sconosciuti, Ash sembrava decisamente sconvolto assieme ai suoi amici; anche il gruppo dei Rayleigh, tuttavia, mostrava simili atteggiamenti e tutto ciò lasciava perplessi i giovani pirati.
"Hai detto... che avete incontrato il Saggio dell'Isola Rossa?!"- domandò il ragazzo di Biancavilla in preda allo sbigottimento più totale, tanto da sbattere fortemente le mani sul lato del tavolo appartenente a Cappello di Paglia.
Questi si prese un leggero spavento e indietreggiò assieme ai suoi compagni.
"Cosa ti prende, Ash?!- fece lui.
Ti interessa così tanto conoscere il Saggio di quest'isola?".
"Ecco, io...".
Ash si interruppe immediatamente e abbassò la testa, confondendo ulteriormente i suoi interlocutori. Aveva giurato a se stesso che non avrebbe mai raccontato a degli estranei la sua vicenda, ma adesso si trattava di amici che, tra l'altro, avevano subito un destino simile al suo; ragion per cui, sentiva una sorta di conflitto crescere all'interno di se stesso e non sapeva minimamente come uscirne.
A un tratto, però, una voce venne in suo aiuto:
"Non ti preoccupare, Ash".
Si trattava di Rayleigh. Una volta che lo sentì, il giovane Allenatore gli si rivolse subito.
"Ormai è chiaro che i miei amici sono coinvolti in una vicenda simile alla vostra, quindi non avere timore.
Racconta perché siamo venuti qui".
"Condivido pienamente- aggiunse Lucinda, attirando l'attenzione.
Sentiti libero di parlare a nome nostro".
"Pika-pi!"- concluse Pikachu sulle sue ginocchia.
Ash fece quindi un profondo respiro e si rivolse nuovamente a Rufy, determinato a dirgli tutto.
"È una storia molto lunga. Vedete, noi...".

Angolo Autore: Sono tremendamente mortificato per l'attesa che vi ho dato, ma tra un mese intero fuori casa e l'inizio della scuola il tempo si è ristretto.
Spero che comunque il nuovo episodio sia di vostro gradimento, e soprattutto che mi continuerete a seguire.
Bye!

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Capitolo 8
*** Nuovi personaggi ***





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Il discorso dei nostri eroi era durato molte ore, tanto che
ormai stava già per calare il sole. Una volta sentite le
loro parole, comunque, i nove pirati erano rimasti completamente
scioccati.

"Quindi, se ho capito bene...- disse Nami.

Voi avreste bisogno dell'aiuto del Saggio di quest'isola... per tornare
in un mondo parallelo dal quale siete venuti qui?".

"Esattamente- le rispose Paul.

Rayleigh e gli altri ci hanno accompagnato affinché
potessimo giungere sull'Isola Rossa, superare la Prova del Saggio
locale e ottenere così un Prisma dell'Equilibrio".

"Da non credere..."- commentò Franky ancora sconvolto.

"Già- aggiunse Zoro, seduto sul divano a braccia conserte.

Ne abbiamo viste di tutte le salse da quando il nostro viaggio nella
Rotta Maggiore è cominciato, ma argomenti come  style="font-style: italic;">dimensioni parallele,  style="font-style: italic;">prismi mistici...
mi sembra impossibile da credere!

Per non parlare dei Nokémon...".

"Si chiamano Pokémon-
lo corresse Sanji.

Presta maggiore attenzione, testa muschiata. Sei imbarazzante...".

In quel momento lo spadaccino puntò verso il cuoco uno
sguardo intriso di rabbia e frustrazione. I sette Allenatori ne
rimasero colpiti in quanto non sapevano cosa stesse per accadere, ma i
pirati invece ne avevano piena consapevolezza, e reagirono dunque tra
sospiri e mani sulle fronti mentre tra il verde e il biondo
cominciò un litigio a dir poco assurdo:

"Che cosa hai detto?".

"Ho detto che sei imbarazzante,
perché non ascolti bene ciò che ti dicono".

"Io ascolto benissimo ciò che gli altri mi dicono, solo che
questa storia era così strana che assimilarla mi
è stato difficile!".

"Non dire sciocchezze, per te tutto è difficile da
assimilare vista la tua stupidità!".

"A chi hai dato dello stupido, razza di  style="font-style: italic;">Sopracciglia Arrotolate?!".

"Non darmi soprannomi così ridicoli,  style="font-style: italic;">Imbecille dai Capelli Verdi!".

"Senti tu, vedi di darci un taglio il prima possibile, altrimenti...".

"Altrimenti cosa?".

"Altrimenti ti taglio direttamente io, cuoco da strapazzo!".

"Provaci! Se tu mi farai assaggiare
le tue spade, io ti farò assaggiare la potenza delle mie
gambe e te le sbatterò dritte in fa...
".

"Datevi una calmata, maledizione!".

Nami si intromise con prepotenza nella loro discussione e li
tramortì con due pugni micidiali sulle teste; i nostri eroi,
assistito a tale spettacolo, rimasero estremamente sconcertati e senza
parole.

"Rayleigh...- cominciò a chiedere Barry.

Che tu sappia, queste scene...".

"Avvengono continuamente, si"- rispose subito l'anziano con imbarazzo.
Ben presto il cuoco e lo spadaccino finirono sul pavimento esanimi,
mostrando ai nostri eroi a dir poco scioccati dei visi che, in seguito
alle botte prese, si mostravano fumanti e sanguinosi.

Terminata questa parentesi Ash, che per un attimo aveva ancora uno
sguardo sconcertato, riprese a parlare rivolgendosi al pirata con il
cappello di paglia:

"Allora Rufy, dici che potreste aiutarci a trovare questo  style="font-style: italic;">Futoshi quanto
prima possibile?".

Il giovane, che aveva ancora lo sguardo abbassato e le braccia
conserte, alzò la testa e mostrò subito un
sorriso non troppo grande davanti all'Allenatore.

"Stamattina ha detto che sarebbe andato ad assolvere ai suoi doveri
nella Piazza Centrale-
disse lui.

Volete che vi accompagniamo lì?".

Il ragazzo di Biancavilla e il suo Pikachu sorrisero di cuore a tale
proposta e i loro occhi si illuminarono leggermente, atteggiamento che
immediatamente ebbero anche gli altri sei Allenatori assieme ai loro
Pokemon.

"Ti ringrazio moltissimo, sei un amico!"- esclamò Ash con il
sorriso sulle labbra.

"Pika-pika chu!".

"Aspettate...".

In quel momento Lucinda attirò l'attenzione di tutti i
presenti, mostrandosi leggermente perplessa riguardo la situazione
corrente.

"Scusa Rufy, ma quando è andato a fare la spesa?".

"Beh, è andato via da qui...".

Il pirata si interruppe improvvisamente, avendo come la sensazione che
qualcosa non tornasse. Tale sensazione però colpì
anche i suoi compagni, e nessuno se ne sapeva spiegare il motivo;
questo finché, d'un tratto,  style="font-style: italic;">Brook non diede
un'occhiata a un orologio appeso al muro che indicava le 18:45.

"Santo Cielo!- esclamò lo scheletro
sbigottito.

Il signor Futoshi manca da quasi sette ore!".

"Sette ore?!"- fecero i ragazzi sbalorditi.

"Aveva mangiato prima e ci ha affidato la casa verso ora di pranzo-
spiegò Sanji.

Certo che il tempo è davvero volato...".

"Dal momento che si tratta del "capo" di quest'isola- intervenne  style="font-style: italic;">Franky-, mi
è difficile immaginare che a quel vecchietto possa capitare
chissà cosa. Però tutto questo tempo è
decisamente sospetto...".

"Allora andiamo a cercarlo!- esclamò improvvisamente Ash,
attirando l'attenzione di tutti.

Non importa se tra poco farà buio, usciamo di qui e andiamo
alla Piazza Centrale!".

Rufy sorrise.

"Sai Ash, mi piace questo tuo atteggiamento. Allora tutti in marcia
verso...".

Il ragazzo tuttavia si bloccò non appena sentì
qualcuno aprire la porta. Davanti a ciascuno dei presenti apparve
così una figura alta e dalla pelle abbronzata, anche se
tuttavia molto avanti con gli anni, che indossava una camicia arancione
a fiori, dei pantaloncini color blu oltremare e un paio di sandali di
gomma neri; non appena lo riconobbero, i nove pirati rimasero
totalmente di stucco- tranne Nico Robin, che si limitò a
fare un'espressione scioccata e nient'altro.

"È lei, Futoshi!"- gridarono
all'unisono tutti i membri dell'equipaggio.

I nostri eroi, da parte loro, caddero a terra per lo shock.

"Come sarebbe a dire?! Arriva adesso?!"- si chiese Ash stravolto.

"Pika?!".


L'anziano aveva appena intrapreso una conversazione con i
nostri protagonisti, spiegando loro ogni dettaglio riguardo la sua
assenza e scoprendo anche, a sua volta, la storia degli stessi
protagonisti.

"Signor Futoshi, come mai ha ritardato così tanto il suo
ritorno?"- chiese Nico Robin.

"Ho concluso le mie mansioni circa un'ora e mezzo fa- spiego l'anziano.

Prima di tornare però mi sono diretto verso la foresta
perché, stando ad alcune voci, diverse ore fa c'è
stata un'esplosione; e quando sono arrivato, decine di  style="font-style: italic;">Dugonghi erano
stesi a terra".

Mentre il gruppo dei pirati era visibilmente sbalordito da tale
informazioni, Ash e i suoi amici invece ne rimasero leggermente
perplessi.

"Dugo-che?"-
chiese il giovane Allenatore. Rayleigh gli si avvicinò
subito per rispondere:

"Il Dugongo
è un animale dall'aspetto piccolo e tondo. Non pensavo
però se ne trovassero qui, di norma vivono nei deserti".

"Infatti di norma è così, però, stando
a quanto detto dal signor Futoshi, le Isole Arcane si sono sviluppate
nel corso dei secoli proprio grazie alla penetrazione di esseri umani e
animali del nostro mondo. Inoltre, su quest'isola in particolare la
vegetazione e il clima sono favorevoli per molte specie animali e
vegetali- disse Chopper,
per poi tornare all'argomento principale con evidente preoccupazione:

"Davvero erano tutti feriti?".

"Si. Sono riuscito a medicarli grazie a delle erbe curative, tuttavia
erano davvero messi male; la cosa strana è che nell'aria si
sentiva una sensazione particolare, come se si fosse diffusa una
qualche sorta di carica
elettrica
".

"Carica elettrica? Non sarà mica stato un fulmine a
colpirli..."- intervenne Nami perplessa.

In quel momento Ash e Pikachu iniziarono a sudare freddo pensando allo
scenario peggiore e al tempo stesso più verosimile: era
possibile che i Dugonghi fossero quelle creature che li avevano
attaccati prima nella foresta? La descrizione di Rayleigh si avvicinava
molto al loro aspetto, e parlare di elettricità non lasciava
molto spazio all'immaginazione.

Mentre tratteneva il rospo in gola, il ragazzo fu notato da Rufy:

"Che c'è Ash?".

Tale domanda gli fece subito rizzare i capelli e senza smettere di
sudare freddo il giovane Allenatore girò lentamente il
proprio volto verso il resto del gruppo, mostrando anche un'espressione
a metà tra lo spavento e l'imbarazzo; prima però
che potesse aprire bocca, Paul intervenne:

"Ash, ora che ci penso prima avevamo sentito un esplosione mentre ti
cercavamo... Non è che sai qualcosa di questa storia dei
Dugonghi?".

Tale domanda fece in modo che tutti gli sguardi presenti in quella casa
puntassero dritti verso l'Allenatore di Biancavilla, il quale
così si sentì ulteriormente pressato. Ma dopo un
profondo respiro, riuscì a proferir parola con sicurezza e
serietà davanti a tutti.

"È inutile nasconderlo- disse.

Stamattina, mentre cercavo i miei amici, sono stato sorpreso da un
gruppo di Dugonghi che hanno attaccato me e Pikachu; non sapevo che
cosa fossero, e così ho reagito combattendo. Mi dispiace di
averli feriti tanto".

Allenatore e Pokemon conclusero tali scuse con un inchino alla figura
di Futoshi, il quale rimase in silenzio con il volto in basso e le
braccia conserte per qualche secondo, lasciando i presenti curiosi
riguardo il suo stato d'animo.

A un certo punto questi fece finalmente un sorriso e alzò il
volto, mostrando al giovane Allenatore un paio di occhi azzurri che
esprimevano perdono e tranquillità, dopodiché
mise la propria mano destra sulla spalla di quest'ultimo e gli
parlò con un tono molto pacato.

"Non ti preoccupare, figliolo. Insegnerò ai Dugonghi una
disciplina più ferrea".

Ash sorrise e fece un secondo inchino, stavolta di ringraziamento.
Tuttavia, l'ultima frase lo lasciò visibilmente confuso:

"Cosa significa che lei insegnerà ai Dugonghi la
disciplina?"- chiese con un'espressione curiosa sul volto.

Prima però che qualcuno potesse aprir bocca...

"Significa solo che il Maestro
Futoshi
addestra personalmente i Dugonghi nelle arti
marziali".

I presenti si girarono immediatamente verso la porta d'ingresso,
facendo così la conoscenza di un nuovo personaggio. Questi
si presentava come un uomo di circa trent'anni alto,  style="font-weight: bold;">magro sia nella corporatura che
nel viso e con dei corti capelli bianchi pettinati a regola d'arte,
tanto che nessuno di essi riusciva minimamente a coprire gli  style="font-weight: bold;">occhi color  style="font-weight: bold;">verde smeraldo;
indossava una tunica di
seta rossa con delle spalliere dorate
, la quale lo copriva
dalla punta del collo alla fine delle gambe, lasciando in evidenza solo
un paio di sandali
bianchi ai piedi
(più o meno dello stesso
modello di quelli indossati dal Saggio); infine  style="font-weight: bold;">reggeva con la mano destra un bo
bianco e nero.

Egli si avvicinò ai protagonisti adagio e sorridente.

"I Dugonghi vivono su quest'isola da molti secoli ormai, ma le nuove
generazioni mostrano una maggiore lentezza nella crescita sia come
animali che come combattenti- spiegò lui.

Ragion per cui il maestro, possedendo
una forza di molte volte superiore rispetto a quella di un normale
essere umano
, si dedica da circa dieci anni al loro
allenamento".

Futoshi si avvicinò improvvisamente all'uomo e intervenne
nel suo discorso con serietà:

"Kazami,
non attribuirmi tutti i meriti. Capisco la stima che hai nei miei
confronti, ma ti ricordo che l'allevamento dei Dugonghi è
anche tuo compito, altrimenti io non riuscirei a gestire tutti i miei
compiti".

"Sempre modesto, eh?"- fece il giovane lasciandosi scappare una
risatina, dopodiché si rivolse al gruppo di Ash.

"Comunque, chi sono questi ragazzi? Non mi sembrano del posto".

"Ah, giusto!"- esclamò Futoshi, per poi indicare il gruppo
formato dai sette Allenatori e fare le dovute presentazioni.

"Ragazzi, vi presento il mio allievo e Guardiano dell'isola  style="font-style: italic;">Kazami.

Kazami, loro sono Allenatori di Pokemon e soprattutto i nostri prossimi
sfidanti".

"Il Guardiano dell'Isola Rossa?!"- domandò Paul sorpreso.

"Siamo già riusciti a incontrare entrambi?!"- fece invece
Barry. Di fronte alle reazioni dei ragazzi, i due adulti non poterono
trattenere delle risate di gusto.

"Immagino che tutti questi eventi in una volta sola siano difficili da
assimilare con calma- disse il più anziano.

Perché non restate qui questa notte? Così
discuteremo approfonditamente di ogni cosa".

I protagonisti si guardarono rapidamente negli occhi, e annuirono alla
proposta.

C'erano davvero tante cose da fare e di cui parlare, e visto che si
stava anche facendo buio trovare un posto per la notte era l'ideale.


         
       
           
       
           
       
         
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"Dunque, signorina Shirley... Lei ha raccontato di questo posto ai
suddetti ragazzi, ho capito bene?"- chiese Kazami alla sirena indovina,
che rispose annuendo.

"Si, ho illustrato ad Ash e i suoi amici la leggenda delle Isole Arcane
perché pensavo sarebbe stato loro d'aiuto".

"Noi invece siamo venuti per assisterli"- intervenne Rayleigh,
riferendosi sia a se stesso che a Shakki.

Il Guardiano sospirò e chiuse gli occhi per un attimo,
dopodiché si girò verso il suo maestro; questi si
girò a sua volta e così i due si scambiarono gli
sguardi per pochi istanti, annuendo infine l'uno all'altro con la testa.

Futoshi alla fine sorrise rivolgendosi al gruppo dei protagonisti,
dando loro una sensazione rincuorante e proferendo dunque parola:

"Va bene Ash. In quanto Saggio dell'Isola è mio dovere
offrire un'adeguata assistenza a tutti coloro che ne hanno bisogno,
ragion per cui accetto la sfida tua e dei tuoi amici".

"Abbiate fede anche nel mio appoggio, giovani intraprendenti"-
affermò invece Kazami, mettendosi una mano sul petto e
mostrando anche un tono più cordiale del suo maestro.

I nostri eroi erano al settimo cielo per la notizia appena ricevuta, e
anche i loro nuovi amici mostravano di essere contenti per essi pur non
essendo tecnicamente coinvolti in tale situazione.

"Perfetto, allora...".

L'Allenatore di Biancavilla si interruppe bruscamente quando
sentì un rumore fin troppo famigliare provenire dal suo
stomaco. Per lui esso fu motivo di imbarazzo, mentre il resto dei
presenti prese tale evento con una grande dose di ironia e umorismo:

"Hahahaha, a quanto pare qui c'è qualcuno che ha appetito!"-
esclamò Franky divertito. Ash invece si mise una mano dietro
la testa per l'imbarazzo, anche se una piccola risata scappò
anche a lui e a Pikachu.

"Amico, tu sei davvero...".

Rufy dovette interrompersi all'istante quando tutti quanti sentirono il
medesimo suono di prima, stavolta dalla sua direzione.

Immediatamente le risate aumentarono a dismisura.

"Rufy, anche tu!"- esclamò Ash continuando a ridere come un
matto assieme a Pikachu.

Futoshi si rivolse dunque al suo allievo:

"Come ci vogliamo regolare per la cena?".

"Non vi preoccupate, penso a tutto io"- disse Sanji. In quel momento
però si alzò dal proprio posto anche Brock, d'un
tratto estremamente curioso riguardo ciò che aveva appena
proferito il ragazzo biondo più grande.

"Aspetta, vuoi che ti dia una mano?".

Sanji sorrise.

"Perchè no?".


Dopo circa tre quarti d'ora il gruppo si era spostato nella
cucina, e sotto i propri occhi estasiati di ergeva un gigantesco tavolo
imbandito con le più succulenti, invitanti e deliziose
leccornie che ciascuno avesse mai visto: c'erano pasta ai frutti di
mare, riso ai frutti di mare, bistecca al sangue, filetto di salmone,
zuppa di carote e frittata di patate come contorno, aragosta e infine
diversi dolci tra cui Millefoglie, Chiffon Cake e Ciambellone alla
Crema.

E il merito di una preparazione tanto abbondante andava esclusivamente
a Brock e Sanji, che avevano unito le loro abilità culinarie
dando vita a qualcosa di sublime e magnifico.

"Complimenti ragazzi, siete stati grandi!"- li ringraziò
Barry ancora in estasi.

"Sembra addirittura meglio del buffet che ci ha offerto Re Nettuno
l'ultima volta!"- esclamò invece Ash, rimpinzandosi a non
finire di tutto quello che gli passasse sotto gli occhi e davanti alla
bocca.

"Da quando la ciurma di Cappello di Paglia è qui, Sanji ha
lavorato continuamente per preparare da mangiare a tutti noi, anche
quando io e Kazami gli dovevamo di non sforzarsi troppo-
spiegò Futoshi.

Sono contento di vedere che ora ha trovato un valido aiutante!".

"Già, devo ammettere che Brock potrebbe seriamente far gola
a Sanji con le sue abilità!"- affermò Nami
sorridente. Tale commento tuttavia non fu molto "benefico" per lei, in
quanto proprio lo stesso Brock si gettò euforico ed
estasiato in mezzo alle sue braccia, sorprendendola decisamente in
negativo:

"Grazie Nami, grazie!- esclamò il giovane con gli occhi a
cuore.

Sentire certe cose da una donna così gentile e meravigliosa
quale sei tu è una sensazione talmente paradisiaca... Aaaaaaaaaaah!".

Brock si interruppe subito quando sentì un veleno fin troppo
famigliare penetrare in mezzo alle sue chiappe e percorrere tutto il
corpo, fino a quando egli non stramazzò a terra lamentevole
e lacrimevole.

"...però oltre al Paradiso a quanto pare
bisogna fare i conti anche con l'Inferno...
"- fece mentre
Croagunk lo trascinava chissà dove sul pavimento.

Un velo di imbarazzo si distese così sull'ambiente.

"Roba da non credere..."- commentò Zoro sbalordito da quel
che aveva visto.

"Temo che la cucina non sia l'unico ambito in cui potrebbe fargli
gola..."- disse invece Usopp con una lieve ironia, sorridendo
nonostante la strana situazione.

Improvvisamente però si sentì un urlo femminile
riecheggiare per la cucina. Lucinda
era infatti terrorizzata
dalla presenza di un
braccio lunghissimo che era avvinghiato attorno al suo corpo
,
e le strappava il cibo dalle mani:

"Aiutatemi!".

"Pi... plu-plu-plu!"- Piplup corse verso la sua Allenatrice e
lanciò una serie di potenti  style="font-style: italic;">Bollaraggio verso
il braccio misterioso, che fortunatamente si allontanò e
lasciò libera la ragazza. Tuttavia, quando il gruppo si
girò verso la fonte di tale  style="font-style: italic;">attacco misterioso
le sorprese erano solo all'inizio.

"Rufy?!"- gridarono all'unisono i sette
Allenatori, mostrando sguardi a dir poco sconvolti e spaventati (Piplup
si premeva anche le zampe anteriori sulle guance) nel vedere che il
pirata dal cappello di paglia aveva letteralmente allungato e poi
ritirato il braccio come se non fosse umano. Barry e Kenny,
addirittura, non riuscirono neppure a contenersi e  style="font-weight: bold;">svennero con le facce nei piatti
facendo preoccupare i loro amici.

Da parte sua Rufy stava agitando il braccio bagnato come se nulla
fosse, totalmente noncurante dello stato d'animo di chi lo circondava;
quando si accorse dei due ragazzi con la faccia nel piatto, disse:

"Ehi, se fate così poi non è più
buono!".

I presenti a tavola caddero a terra per lo shock. Una volta rialzatosi
Ash, ancora sconvolto per quel che aveva visto, si avvicinò
al ragazzo.

"Rufy, mi vuoi spiegare cosa...".

"È tutto merito del suo Frutto del Diavolo-
spiegò Rayleigh, attirando l'attenzione dell'Allenatore.

Rufy ha mangiato il Frutto
Gom Gom
, ed è diventato un uomo di gomma".

"Un uomo... di gomma?"- fece Paul confuso.

Il ragazzo dal cappello di paglia fece un sorriso a trentadue denti e
mostrò le sue capacità: prese entrambe le guance
e le tirò, estendendole di vari centimetri senza sentire
alcun dolore, dopodiché allungò il collo fino a
raggiungere il tetto della cucina.

Ash era così passato, da una prima sensazione di stupore
negativo, a una sensazione di stupore positivo, tanto che  style="font-weight: bold;">i suoi occhi brillavano come fari
intermittenti.

"Wow, che forza!"- esclamò sbalordito, e anche i suoi amici
e i
loro Pokémon non poterono fare a meno di mostrare stupore.

Solamente due erano gli Allenatori a non sentirsi così:

"Ah... Ragazzi, non crederete al sogno che ho fatto...- fece Kenny, il
quale aveva appena ripreso i sensi e, assieme a Barry, si massaggiava
la testa mentre parlava.

Stavamo cenando in tranquillità, quando improvvisamente Rufy
ha...".

Il Coordinatore di Duefoglie s'interruppe bruscamente quando, alzando
la testa, vide proprio ciò che era successo nel suo "sogno";
sia lui che Barry gridarono così per lo spavento e si
alzarono di scatto dalle sedie, scatenando le risate generali nei
confronti delle quali i due mostrarono una certa perplessità.

"Mi sembra di aver capito che in questo mondo divertimento e sorprese
non mancano mai!"- disse infine Zoey sorridendo.

La serata
proseguì con quel medesimo clima di gioia e spensieratezza
,
tra: Franky, Brook e Barry che mangiavano del salmone in allegria;
Zoro, Paul e Rayleigh che mangiavano e bevevano con compostezza; Brock
e Sanji che tentavano delle avance alle ragazze solo per finire punti
in lacrime da Croagunk; Ash e Rufy che facevano a gara tra chi mangiava
di più solo per arrivare a strozzarsi in modo imbarazzante
con il cibo; lo stesso Rufy che allungava le braccia per rubare le
pietanze agli altri; Chopper che tentava di assaggiare il Cibo Pokemon
ma rimaneva comicamente disgustato da esso; e infine le ragazze che
chiacchieravano in tranquillità divertite.

La serata passò dunque velocemente, e  style="font-weight: bold;">giunse così la luna
piena che diede a tutti i presenti il segnale per andare a dormire.


         
       
           
       
           
       
           
 
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Quella notte i sette Allenatori furono costretti a dividere le stanze
con i pirati. C'erano due camere per gli ospiti come al Palazzo del
Drago, una per gli uomini e l'altra per le donne, ed erano da dieci
letti ciascuna: nella camera maschile quindi dormirono Rufy, Zoro,
Sanji, Usopp e Franky da un lato e Ash, Paul, Brock, Kenny e Barry
dall'altro; nella camera femminile, invece, risiedevano Nami, Robin,
Shirley e Shakki da un lato e Lucinda e Zoey dall'altro- era presente
però anche Chopper.

Rayleigh e Brook, infine, avevano deciso di condividere i letti
rispettivamente con Futoshi l'uno e Kazami l'altro.

"Aaaaah, era davvero tutto squisito!"- disse Ash stendendosi sul
proprio letto e pensando ancora alla cena appena conclusasi.

"Sono davvero sorpreso che tu sia tanto bravo come cuoco"-
commentò Brock rivolgendosi al ragazzo biondo, il quale
sorrise accettando il complimento:

"Anche tu mi hai colpito, si vede che pratichi cucina da parecchi anni
proprio come me".

"Voi due sembrate davvero essere molto in sintonia!"-
esclamò infine Franky, e così il gruppo si mise a
ridere allegramente. Successivamente il giovane Allenatore di
Biancavilla spense la luce nella stanza e si mise a dormire, seguito da
tutti gli altri e con Pikachu che si sedeva tranquillo sul suo petto.

Dopo qualche ora, però, un fortissimo rumore fece saltare in
aria tutti: sembrava che qualcosa fosse esploso fortemente.

I protagonisti scesero subito dai loro letti e si diressero verso il
soggiorno, raggiunti poi dagli altri; tutti alzarono lo sguardo verso
il cielo stellato, notando come il tetto ora fosse distrutto e
presentasse un enorme buco al proprio centro.

"Cosa diamine è successo?!"- si chiese Nico Robin, sorpresa
quanto il resto dei presenti attorno a lei. Il gruppo decise quindi di
uscire per dare un'occhiata all'esterno e scoprire la fonte del
misfatto, ma una volta fuori...

"Pika-pi!".

"Pikachu!"- gridò Ash quando vide che
il suo migliore amico era stato acciuffato con una strana gabbia
metallica apparsa dal nulla. Fortunatamente riuscì a
salvarlo in tempo, tuttavia lui e i suoi amici rimasero sbalorditi
quando, alzando lo sguardo, scoprirono chi aveva azionato tale arnese:

"Non è possibile, ancora voi?!"- fece il giovane Allenatore
infuriato.


         
       
           
       
           
       
           
       
       style="font-style: italic;">"Sentite sentite, c'è
una voce nell'aria...

   
     
           
       
           
       
           
       
           
  Parla con me, è
molto chiara e veloce...


   
     
           
       
           
       
           
       
           
  Fluttua nel vento!
 style="font-style: italic;">
   
     
           
       
           
       
           
       
           
  Al di là delle
stelle!


   
     
           
       
           
       
           
       
           
  E sarà il tuo
tormento!


   
     
           
       
           
       
           
       
           
  Porta il terrore a
chiunque la senta,


   
     
           
       
           
       
           
       
           
  quando la ascolti ogni
speranza è spenta...
 style="font-style: italic;">
   
     
           
       
           
       
           
       
           
  Ben presto la rosa
perderà il suo dolce profumo...
 style="font-style: italic;">
   
     
           
       
           
       
           
       
           
  Con le nostre azioni,
il mondo andrà in fumo...
 style="font-style: italic;">
   
     
           
       
           
       
           
       
           
  Jessie!


   
     
           
       
           
       
           
       
           
  James!


   
     
           
       
           
       
           
       
           
  Meowth!


   
     
           
       
           
       
           
       
           
  Ogni benefattore
uscirà sconfitto e pesto,
 style="font-style: italic;">
   
     
           
       
           
       
           
       
           
  siamo il Team Rocket...
 style="font-style: italic;">
   
     
           
       
           
       
           
       
           
  ...e lo capirete
presto!


   
     
           
       
           
       
           
       
           
  Wobbuffet!".


"Non ci credo!"- esclamò Brock.

"Come diamine hanno fatto a giungere qui?!"- domandò invece
Paul.

Il resto dei presenti però era rimasto piuttosto confuso
dalla
situazione, e si avvicinò ai ragazzi per chiedere
spiegazioni:

"Ragazzi, voi conoscete quelle persone?"- chiese Brook.

"Ecco, loro...".

Zoey dovette interrompersi non appena vide che Rufy, Usopp e Chopper
erano sdraiati a terra e si dimenavano con le mani sul petto, ridendo
fragorosamente senza in apparenza un motivo preciso:

"Cos'era quello, un ballo mal riuscito?!"- fece il cecchino dimenandosi
qua e là.

"Ridicoli!"- esclamò invece la renna.

Il Team Rocket rimase profondamente offeso e seccato da tale
atteggiamento, mostrando anche visi furiosi ai tre pirati.

"Ehi voi, come osate prenderci in giro?!"-
gridò James ribollendo di rabbia.

"Già, dateci un taglio!"-
esclamò invece Meowth digrignando i denti.

La più furibonda tra i tre, tanto da incutere timore anche
solo con il suo sguardo, era ovviamente Jessie; tuttavia, quest'ultima
non riuscì a dire una parola in quanto, prima che potesse
aprire bocca, qualcosa le saltò addosso facendo spezzare il
ramo su cui lei e i suoi compagni si trovavano in quel momento.

Una volta a terra, la giovane donna alzò la testa e vide un
giovane biondo sorriderle in maniera preoccupante.

Si trattava ovviamente di Sanji.

"O, mia dea, non so chi tu sia ma la tua vista in questo momento mi
abbaglia come non ma...".

"Levati di dosso, stupido!"- gridò
ella, dandogli un calcio che lo stese a terra.

In quel momento però sia il Team Rocket che i nostri eroi
notarono un dettaglio particolare: a seguito della caduta dal ramo, la
gabbia che tratteneva Pikachu si era infranta cadendo e ora il Pokemon
era libero!

Ash corse subito ad abbracciare il suo amico, dopodiché si
congratulò (?) con il cuoco biondo:

"Grazie Sanji!- esclamò avvicinandosi al ragazzo ancora a
terra.

Hai finto di innamorarti di Jessie per andarle addosso e liberare
Pikachu, sei stato geniale!".

I compagni pirati del biondo però non erano molto contenti
riguardo ciò che era successo- piuttosto ne erano
sconcertati.

"Io avrei qualche dubbio sul fatto che stesse fingendo..."- disse
Franky, per poi rivolgersi al giovane Allenatore:

"Comunque, posso sapere che sta succedendo?".

"Quei tre fanno parte del Team Rocket- spiegò lui.

Si tratta di un'organizzazione criminale il cui scopo è
rapire i Pokémon per compiere azioni malvagie; e quei tre,
come potete vedere, cercano da sempre di acciuffare il mio Pikachu".

A sentire tale spiegazione tutti i presenti rimasero inorriditi, anche
i tre pirati che, nientedimeno, erano ancora impegnati a sganasciarsi
dal ridere e che solo ora avevano riacquistato un po' di
serietà.

"Eh?! S-sono dei ladri?!"- fece Chopper, abbastanza spaventato assieme
a Usopp.

Rufy invece era indignato:

"E come hanno fatto questi a finire dal vostro mondo su quest'isola?"-
domandò all'Allenatore di Biancavilla.

"Vorrei saperlo anch'io!"- gli rispose lui.

Jessie sorrise:

"Se ci tenete, vi racconteremo la storia...".


         
       
           
       
           
       
           
       
           
     Inizio
Flashback


Il Team Rocket si
svegliò circondato da strani alberi e bolle di sapone che
galleggiavano attorno a loro. Dopo essere stati risucchiati dal "buco
nero" di prima, ora giacevano a terra senza sapere minimamente dove si
trovavano ne come comportarsi.
 style="font-style: italic;">
"Che diamine ci
è successo?"- chiese Jessie massaggiandosi la fronte.
 style="font-style: italic;">
"Non ne ho idea, ma
questo posto non mi sembra per nulla famigliare..."- fece invece James,
visibilmente il più preoccupato di tutti.
 style="font-style: italic;">
Meowth, infine, era
impegnato a
tenersi la testa con le zampe barcollando di qua e di là-
aveva
inoltre gli occhi a spirale.
 style="font-style: italic;">
"Mi sento veramente
male..."- disse.


All'improvviso, il
gruppo sentì delle voci e, stando attento a non farsi
scoprire, sbirciò dalla cima degli alberi scoprendo la
presenza di un gruppo di Allenatori facilmente riconoscibile:
 style="font-style: italic;">
"I Bambocci!"-
esclamarono i tre all'unisono, per poi notare accanto a loro uno
sconosciuto anziano. Senza neanche il tempo che loro potessero
chiedersi chi fosse, quest'ultimo se ne andò improvvisamente
seguito proprio dai sette ragazzi.
 style="font-style: italic;">
Il trio decise allora
di seguirli, e giunsero così a un Bar; li, da dietro dei
cespugli situati presso le mura dell'edificio, Jessie piazzò
su quelle stesse mura un cavo collegato a una macchina che avrebbe
permesso loro di registrare e quindi captare ogni singolo discorso.
 style="font-style: italic;">
Essi si drizzarono in
piedi, scioccati e allibiti, quando sentirono una frase sconcertante da
parte del vecchio:


"Credo che voi non
siate di questo mondo, ragazzi miei...".
 style="font-style: italic;">
Il resto della
conversazione proseguì fino al tramontare del sole, quando
il gruppo di Ash andò a dormire. In quel momento, il trio di
ladruncoli confabulava nel tentativo di prendere una decisione.
 style="font-style: italic;">
"Se questo è
un mondo parallelo..."- iniziò Jessie.
 style="font-style: italic;">
"Allora noi che cosa
facciamo?!"- concluse James, apparentemente disperato e con le mani tra
i capelli.


Meowth, a braccia
conserte, stava
invece ponderando una riflessione terminata la quale si rivolse con
serietà ai suoi compagni:
 style="font-style: italic;">
"Da quel che abbiamo
capito, domattina i Bambocci partiranno per cercare il modo di tornare
indietro; quindi propongo di nasconderci sulla loro nave prima che si
sveglino, e seguire passo passo ogni loro mossa fino a quando non
torneremo a casa anche noi".
 style="font-style: italic;">
I due ragazzi sorrisero
alla proposta del Pokemon Graffiamiao:
 style="font-style: italic;">
"Grandioso, ottima
pensata!"- esclamò James.
 style="font-style: italic;">
"Sei un vero genio,
Meowth!"- lo
seguì Jessie, che sorprese però i suoi compagni
assumendo
subito uno sguardo più malizioso.
 style="font-style: italic;">
"Inoltre... Se
veramente questo mondo è così diverso dal nostro,
pensate a quanto potremmo guadagnarci!".
 style="font-style: italic;">
I due iniziarono a
fissare il cielo, estasiati nel pensare a quanti soldi, quante
ricchezze e quanto cibo avrebbero potuto scoprire unicamente dove si
trovavano adesso.


"Benissimo, allora
è deciso!"- esclamò Meowth alzando il pugno.
 style="font-style: italic;">
"Verso un nuovo mondo,
il Team Rocket va a tutto tondo!"- fecero all'unisono tutti e tre.
 style="font-style: italic;">
"Wobbuffet!".

           
       
           
       
           
       
           
       
           
   Fine
Flashback


"Quindi è andata così!"-
esclamò Brock.

"Questo è stalking bello e buono, ma fanno spesso in questo
modo?"- chiese invece Nami.

Lucinda fece spallucce:

"Direi di si".

"Basta con le chiacchiere!- esclamò Jessie arrabbiata.

Prendiamoci Pikachu con la forza! Vai,  style="font-style: italic;">Seviper!".

"Sono d'accordo: qui ci vuole un aiuto anche da  style="font-style: italic;">Carnivine!"-
esclamò invece James. I due Pokemon furono così
mandati in campo assieme, anche se tuttavia il tipo Erba ebbe altri
programmi per la mente; di fatto, il povero Allenatore dai capelli
viola venne morso sulla testa dalla creatura, lamentandosi per il
dolore.

In seguito a un generale clima di imbarazzo e perplessità,
il trio si riprese e diede veramente inizio alla lotta:

"Usa Velenocoda!".

"Colpisci con Morso!".

Pikachu e Piplup si
erano già messi in posizione di guardia
, e
aspettavano solo di contrattaccare al momento più opportuno.

Ma sorprendentemente...

"Non permettetevi!".

Sotto gli occhi increduli sia del Team Rocket che dei nostri eroi, una
figura si mise in mezzo ai due Pokemon avversari e li calciò
via entrambi con il minimo sforzo. Una volta constatato di chi si
trattasse, Ash sgranò gli occhi:

"Rufy!"- esclamò. Il ragazzo dal cappello di paglia si
voltò e gli sorrise.

"Stai tranquillo, Ash- lo rassicurò.

Quando si tratta di difendere i miei amici, nessuno mi ferma!".

"E tu chi ti credi di essere?!"- esclamò Jessie.

"La pagherai per aver ferito il mio povero Carnivine!-
gridò invece James accasciato accanto al suo Pokemon.

Forza amico, diamogli addosso con Semitraglia!".

Carnivine aprì la sua enorme bocca e sparò una
serie di proiettili verso il giovane pirata. Questi tuttavia rimase
fermo al suo posto, e quando
essi lo raggiunsero finirono sorprendentemente "assorbiti" dal suo corpo

senza danneggiarlo minimamente; nessuno poté credere ai
propri occhi, neanche Ash che vide il proiettile assorbito "estendersi"
anche attraverso la schiena, fino ad arrivare davanti al suo viso
sconvolto:

"Non ci credo..."- fece con un volto impallidito.

"Pika...".

"Sono un uomo di gomma, quindi i proiettili non funzionano!"-
gridò Rufy, dopodiché espirò
cosicché la mossa ricevuta poté tornare al
mittente: ancora a bocca aperta per quel che aveva visto, il Team
Rocket fu bombardato dalla sua stessa  style="font-style: italic;">Semitraglia, che
riuscì a evitare con estrema fatica.

"E ora Gom Gom...-
fece il ragazzo caricando il braccio sinistro all'indietro, per poi
sferrare un pugno allungato dritto in faccia a Seviper.

"...Pistol!".

Il povero Pokémon
Zannaserpe
venne così scaraventato via e
investì Carnivine, cosicché i due ruzzolarono
fino a sbattere contro un albero di bacche; dopodiché, da
quello stesso albero caddero immediatamente numerose bacche sulle teste
dei due, che persero così i sensi e costrinsero i loro
Allenatori, ancora scioccati ed esterrefatti, a richiamarli nelle
Pokéball.

"Chi diamine è quel tipo?!"- si chiese Jessie. Nonostante
fosse nel panico almeno quanto i suoi amici, tuttavia, Meowth si fece
avanti per risolvere la situazione e cacciò fuori una sorta
di dispositivo di comando:

"A questo punto, attiviamo quella cosa!"- disse azionando il
dispositivo.

Subito si sentì un fortissimo rumore in mezzo agli alberi,
come se qualcosa di grosso si stesse muovendo; e infatti, dal fulcro
della foresta spuntò fuori, sotto gli occhi di tutti, un
gigantesco robot bianco, con braccia e gambe rosse e dagli occhi blu.

"Pazzesco!"- esclamarono estasiati Rufy, Usopp, Chopper e Franky-
evidentemente il nuovo congegno di quei tre gli interessava parecchio.

Ma proprio un attimo dopo, la
renna assunse un'espressione terrorizzata e afflitta al tempo stesso

nel vedere, all'interno di una teca di vetro posizionata al centro
dell'automa, cosa nascondevano i tre ladruncoli:

"Dugonghi!"- gridò, attirando
l'attenzione di ognuno dei presenti e in particolar modo di Futoshi e
Kazami, che si
dimostrarono i più preoccupati tra tutti
.

"Quelli sono i Dugonghi feriti!"- esclamò Nico Robin.

"Questi strani esseri ci interessavano, così abbiamo usato
il robot per catturarli"- spiegò James.

"E adesso lo useremo anche per Pikachu!"- aggiunse poi Jessie con fare
battagliero. Meowth azionò così il robot che,
immediatamente di risposta al comando del dispositivo, tirò
un pugno destro ad altissima velocità verso i protagonisti.

Ma in quel momento...

"...Come avete osato..."- disse una voce. Era quella di Futoshi che,
sotto gli occhi increduli di tutti, aveva
bloccato l'attacco con la semplice mano sinistra e non faticava
minimamente a tenere fermo il robot
, il quale invece non
riusciva, nonostante i comandi del Team Rocket, a staccare via il
pugno; intanto, l'espressione
sul viso del vecchio si faceva sempre più seria e minacciosa
,
evidenziando la sua rabbia.

"Come avete osato... fare questo ai Dugonghi?!".

Con un'incommensurabile forza fisica  style="font-weight: bold;">l'uomo strinse il braccio
robotico fino a spaccarlo completamente in un attimo,
dopodiché lo staccò dal robot stesso e  style="font-weight: bold;">lo lanciò via
facendolo atterrare ai piedi dei tre, ancora sbigottiti e
a bocca aperta per ciò che avevano appena visto; da parte
loro, anche Ash e i suoi amici mostravano
un notevole stupore nel vedere tanta potenza
, solo che il
ragazzo di Biancavilla si accorse anche di qualcos'altro:

"La mano di Futoshi è diventata nera!"- esclamò
egli, lasciando alquanto perplessi i suoi compagni.

"Quella è l'Ambizione
dell'Armatura
- spiegò Kazami a braccia
conserte, per poi continuare a parlare con un sorrisetto sul volto.

Tuttavia, non è l'unica cosa che sa fare il Maestro...".

Inizialmente confusi su quest'ultima affermazione, presto i
protagonisti e il gruppo di ladruncoli videro come, davanti a loro e
visibilmente in preda all'ira più funesta, l'anziano Saggio
eseguì un piccolo
cambiamento della sua persona...

"Raaaaaaaaaaaaaah!".

In seguito a questo potente grido, che li costrinse inizialmente a
coprirsi le orecchie con le mani, i presenti assistettero a un evento a
dir poco terrificante. La pelle di Futoshi iniziò infatti a
diventare velocemente coriacea e marrone, fino a quando non
mutò del tutto l'intero corpo; inoltre, lo stesso corpo  style="font-weight: bold;">aumentò notevolmente
sia le dimensioni che la massa muscolare, raggiungendo
un'altezza complessiva di circa tre metri e  style="font-weight: bold;">una costituzione decine di volte
più robusta del normale sia per gli arti
superiori che per gli arti inferiori, i quali ora  style="font-weight: bold;">presentavano anche mani e piedi
privi di artigli ma comunque molto grossi e carnosi;
infine sulla testa erano rimasti i capelli, tuttavia  style="font-weight: bold;">erano spuntate un paio di
orecchie piccole e, solo sulla schiena,  style="font-weight: bold;">un enorme e durissimo guscio verde.

I tratti facciali erano rimasti invariati.

"M-m-m-ma che sta succedendo?!"- balbettò Barry tremante di
paura.

"Si è trasformato in una creatura gigante!"-
esclamò invece Kenny.

"È il potere di un Frutto del Diavolo"- affermò
Shakki. I sette Allenatori ne rimasero sbalorditi.

"Questo è quello che fanno i Frutti del Diavolo?!"- si
domandò Brock tra paura e curiosità.

In ogni caso, il più spaventato di tutti era indubbiamente
Ash, che tremava davanti a questa creatura salvo poi riconoscerne le
caratteristiche fisionomiche:

"Ma è un Dugongo gigante!- esclamò esterrefatto.

Ehi Futoshi, perché si è appena trasformato in
un...".

"Non vi perdonerò mai!-
gridò a squarciagola l'anziano, rompendo nuovamente i
timpani a tutti.


I Dugonghi che vivono qui sull'Isola Rossa sono dei figli per me,
esattamente come gli abitanti della stessa isola! Non
perdonerò mai chi ha osato fare loro del male, neanche se mi
pregasse in ginocchio!

Ambizione
dell'Armatura: Dugon' Destro
!
".

Con tali parole cariche di determinazione, furia e altruismo l'ormai
"uomo Dugongo" caricò il braccio destro all'indietro, per
poi sferrare un singolo
pugno dalla potenza devastante
: esso infatti non solo fu
sufficiente a distruggere il robot davanti, ma  style="font-weight: bold;">generò un onda d'urto
tale da travolgere sia le macerie di esso che i tre criminali.

Quando il fumo si diradò, questi ultimi erano letteralmente
finiti in orbita, ancora avviliti da ciò che avevano visto.

"Ma si può sapere cosa diamine sta succedendo?!"-
esclamò
Jessie in preda alla disperazione e con le mani tra i capelli.

"Devono essere quei frutti speciali di cui parlavano i Bambocci a  style="font-style: italic;">Zabaody..."-
ipotizzò James.

"Lo sai, credo si pronunci Sabaody..."-
riflette infine Meowth a braccia conserte.

"Stiamo decollando di nuovo!"

"Wobbuffet!".


Terminata questa parentesi, i sette Allenatori erano ancora
senza parole per ciò che avevano visto. Tuttavia, Pikachu
però dovette far tornare tutti coi piedi per terra:  style="font-weight: bold;">i Dugonghi stavano cadendo dal
cielo!

"Kazami!"- urlò prontamente l'anziano
al suo discepolo. Questi, con uno sguardo freddo,  style="font-weight: bold;">spiccò un balzo
fortissimo atterrando da un ramo all'altro degli alberi e
afferrando così tutti i Dugonghi tra le braccia un attimo
prima che potessero finire al suolo; la sua
agilità e i suoi riflessi si dimostrarono a dir poco
sovrumani
, quasi come se fosse in grado di  style="font-style: italic;">cavalcare il vento
che soffiava in quel momento.

Una volta a terra, le bestioline ringraziarono il giovane e il suo
maestro sfrusciandosi contro le loro gambe.

"Wow...- fece Ash ancora scioccato. Quindi è questa la forza
di un Saggio e di un Guardiano!".

"È davvero sbalorditivo- disse invece Lucinda.

I loro livelli non sembrano neppure umani...".

Tutto a un tratto i due ragazzi dovettero interrompersi, quando videro
ai loro piedi il gruppo di Dugonghi con degli sguardi tutt'altro che
cordiali.

Alcuni sembravano piuttosto arrabbiati, altri invece davano l'idea di
avere paura; in entrambi i casi, Ash si sentiva come se  style="font-weight: bold;">sapesse perfettamente cosa stesse
accadendo in quel momento.

"Credo siano ancora arrabbiati con me per averli attaccati stamattina"-
ipotizzò il ragazzo.

"Lo credo anch'io- disse Futoshi, e mentre continuava a parlare
mostrò come il suo corpo stesse tornando alla
normalità, passando dalla  style="font-style: italic;">forma Uomo-Bestia
alla forma umana
originaria
.

Di norma i Dugonghi prendono facilmente in simpatia i propri avversari,
ma solo se questi li battono in degli scontri leali. Nel tuo caso
invece, dal momento che tecnicamente li hai  style="font-style: italic;">assaliti, non mi
stupirei di una congiura di massa".

"Congiura di massa?"- chiese il giovane Allenatore cominciando a
spaventarsi, e fissando gli animali alle sue gambe con evidente
preoccupazione.

In quel momento, tuttavia, accadde qualcosa di molto più
preoccupante. Come volse lo sguardo ai suoi compagni, il capo dei
Dugonghi vide infatti che, purtroppo,  style="font-weight: bold;">uno di loro era ancora rimasto
incastrato tra i due rami di un albero; e come se non
bastasse, sembrava essere il
più piccolo del branco
.

"Maledizione!- esclamò il vecchio Saggio.

Kazami, recupera subito quel...".

"Vado io!".

Sotto gli occhi sbalorditi del branco di Dugonghi, dei pirati e dei due
nativi dell'Isola Rossa, Ash
si gettò senza timore verso l'albero e si
arrampicò per salvare il cucciolo
, ancora
terrorizzato per ciò che gli stava accadendo. Purtroppo,
nonostante gli sforzi, l'albero
era fin troppo alto e ripido
, e il giovane Allenatore
cadde facilmente a terra.

"Ash, tutto bene?!"- domandò Brock all'amico, che
annuì mentre cercava di togliersi la polvere dai vestiti.

Subito riprovò a salire sull'albero, ma il risultato fu lo
stesso.

Gli altri lo guardavano tra un misto di ammirazione e preoccupazione,
in particolare Futoshi e Kazami.

"Bisogna ammettere che quel ragazzino ha coraggio..."- disse il
Guardiano.

"Non solo...- aggiunse il suo maestro.

Si sta dando da fare per salvare una creatura vivente di cui, fino a
oggi, ignorava totalmente l'esistenza, dimostrando
generosità. Inoltre, anche se rischia di ferirsi continua a
rialzarsi, dando prova di grande determinazione".

Futoshi fece così un grande sorriso:

"Quel ragazzo sta già affrontando una Prova, Kazami. La
Prova... per ottenere il rispetto dei Dugonghi!".


         
       
           
       
           
       
           
       
        0000000000000000000000000000

Pur provando e riprovando, non c'era storia per Ash: continuava a
scivolare dall'albero e a farsi male.

"Accidenti...- si lamentava il ragazzo.

Di questo passo non lo salverò mai prima che i rami si
spezzino e lui si sfracelli al suolo!".

E mentre diceva queste cose, egli era anche costretto a massaggiarsi la
spalla sinistra dolorante.

Nel frattempo gli altri, mentre lo osservavano, parlavano con Futoshi
in quanto colpiti dalle sue parole:

"Secondo lei quindi Ash dovrebbe riuscire a sistemare i rapporti con i
Dugonghi una volta salvato quel cucciolo?"- chiese Lucinda.

"A me sembra un pò "forzata" come idea- commentò
invece Zoey.

E' vero che aiuterebbe il branco così, ma non tutti gli
animali si affezionano facilmente alle persone".

Futoshi, di sua risposta, scosse la testa.

"Capisco quel che dite, ma dovete fidarvi delle mie parole: ormai
conosco questi Dugonghi da molto tempo.

E poi... date un'occhiata lì!".

L'anziano Saggio aveva ragione.
Infatti, parlando proprio dei Dugonghi,  style="font-weight: bold;">anche loro erano rimasti senza
parole: colui che li aveva attaccati solo poche ore prima,
adesso si
stava mettendo in gioco per aiutare un loro amico.

In particolare, il capo-branco fissava l'Allenatore di Biancavilla con
occhi estremamente
lucidi
, e di questo tutti rimasero colpiti.

"Forza Ash, non
mollare...
"- pensò Brock.


Dopo essere caduto l'ennesima volta con il sedere per terra,
il
giovane tutto impolverato cominciò a stufarsi e
sbatté un
pugno per terra. In quel momento Pikachu, che si stava preoccupando
sempre di più per il proprio Allenatore, gli si
avvicinò
e gli leccò il gomito leggermente graffiato; quando
volse
lo sguardo verso il suo Pokémon, Ash si fermò per
un
attimo a fissare la sua coda.

In quel momento ebbe un'illuminazione:

"Pikachu, adesso sali sulla mia spalla mentre mi arrampico!".

Pikachu obbedì immediatamente, così Ash si
avvicinò di nuovo all'albero e, con una determinazione
ancora
più grande di prima, si arrampicò di nuovo su di
esso con
estrema velocità e tenacia, tanto da sorprendere i presenti:

"Che rapidità tutt'a un tratto!"- esclamò Barry.

"Sembra quasi una scimmia..."-
commentò invece Zoro.

Il giovane di Biancavilla non smetteva di aggrapparsi ai rami e di
muovere le mani sulla corteccia per nessun motivo, continuando a
stringere i denti.

E una volta raggiunta la cima, per evitare di scivolare e cadere...

"Pikachu, Codacciaio
nella corteccia!".

Il Pokémon Topo saltò dalla spalla di Ash e  style="font-weight: bold;">affondò prontamente la
propria coda bianca e irrobustita nel tronco, bloccandosi
a mezz'aria e permettendo al suo Allenatore di afferrarlo per
mantenersi- fu difficile per Pikachu reggere il peso di Ash, ma si
sforzò comunque e cercò di stringere i denti.

"Come fa la coda a stare in mezzo al tronco?!"- domandò
Chopper esterrefatto.

"Si chiama "Codacciaio"-
gli rispose Paul.

E' una mossa grazie alla quale Pikachu indurisce la sua coda,
rendendola appunto forte e resistente come l'acciaio".

"Usare una mossa simile in un momento del genere... Bella pensata!"-
commentò Shakki fumando una sigaretta.

In questo modo il ragazzo di Biancavilla riuscì finalmente a
tendere la mano verso il cucciolo, il quale tuttavia non riusciva ad
avvicinarsi. Non tanto per la paura di un estraneo, che comunque era
visibile, quanto piuttosto per il fatto che  style="font-weight: bold;">i rami erano davvero stretti e
non poteva passare.

Neppure usando l'unico braccio disponibile, il giovane Allenatore
riuscì a fare qualcosa per romperli.

"Maledizione!- esclamò arrabbiato.

Allora che ne dici di questo?!".

Con queste parole Ash arrivò addirittura a  style="font-weight: bold;">mordere i rami per
staccarli, facendosi anche aiutare da Pikachu che, sebbene
"bloccato"
in una posizione fissa, provava a raggiungere con la bocca i rami
più vicini e a dare dei morsi piccoli.

Tuttavia, nonostante gli evidenti sforzi,  style="font-weight: bold;">l'unico risultato fu trovarsi in
bocca dei pezzetti di legno e sputarli successivamente.

"Accidenti!"- gridò il ragazzo dimenandosi in preda alla
rabbia.

Ma nel momento in cui lo fece...


"whoop"


Purtroppo dimenarsi fu fatale per Ash, in quanto
scivolò
dalla posizione in cui si trovava e cadde giù dall'albero;
anche
Pikachu, sporgendosi troppo verso il suo amico, commise un errore e
perse l'equilibrio, cosicché anche la sua coda
uscì dalla
corteccia.

Sia Pokemon che Allenatore, dunque, precipitarono sotto gli occhi
terrorizzati di coloro che si trovavano a guardare.

Fortunatamente, Nico Robin intervenne in aiuto di entrambi con una
prontezza sorprendente:

"Cento Fiori!".

Numerose mani cominciarono, quasi magicamente, a sbucare dal terreno, e
si unirono insieme fino a formare una sorta di "rete" che
catturò in tempo Ash e Pikachu. Questi rimasero senza
parole, come del resto anche gli altri, ma invece di fare qualche
domanda il ragazzo di Biancavilla ebbe un'idea su come sfruttare lo
"strano" potere della donna a suo vantaggio.

"Pikachu, ascolta..."- disse egli al suo amico, cominciando a dirgli
nell'orecchio una serie di cose. Una volta terminato, il
Pokémon
Topo ebbe inizialmente una reazione confusa, ma poi annuì;
mentre ciò accadeva, i
due vennero osservati con
un certo
interesse da parte di Futoshi
, il quale fece uno strano
sorriso a
riguardo.

"Robin, usa queste mani per lanciare me e Pikachu dritti verso il
tronco!".

"Cos'hai detto?!"- domandò la donna sconvolta.

"Fallo e basta, ti scongiuro!".

Nico Robin, inizialmente titubante, alla fine di decise di assecondare
la richiesta tanto azzardata del giovane Allenatore, che venne
così scagliato assieme al suo Pokémon verso
l'albero.

E fu in quel momento che, quando raggiunsero un punto poco
più in basso a dov'erano prima...

"Adesso!".

In totale sintonia Ash e Pikachu sferrarono rispettivamente  style="font-style: italic;">un calcio e
una testata
sul tronco, scuotedolo in maniera sufficiente da far
traballare anche i rami in alto e permettere così al piccolo
di
cadere giù; e in quel momento, prima che fosse troppo tardi,
il
giovane di Biancavilla lo afferrò con le braccia sorridendo.

I tre vennero infine afferrati dalle mani di Nico Robin, e portati in
salvo dolcemente.

"Ash!"- esclamò Lucinda correndo verso il suo amico,
dopodiché gli diede un fortissimo abbraccio.

Anche gli altri si avvicinarono sorridenti al ragazzo, oltre che
estremamente sorpresi dalle sue azioni:

"Avete colpito un albero a mezz'aria, è straordinario!"-
commentò Barry.

"Penso che tu non smetterai mai di stupirmi, Ash- disse invece Brock.

Ovviamente però i più sorpresi erano i Pirati di
Cappello
di Paglia, il gruppo di Rayleigh e i due nativi dell'Isola Rossa:
nessuno di loro si sarebbe mai aspettato una mossa simile
così
all'improvviso e in maniera così azzardata, né
soprattutto che avrebbe funzionato tanto bene.

Tra faccie stupite, faccie contente anche solo per lo stato del
cucciolo, e le faccie estasiate di Rufy, Usopp e Chopper per
ciò
che avevano visto (i loro occhi luccicavano come diamanti),
Futoshi si mostrò in assoluto il più
meravigliato; lui e
Kazami si avvicinarono infatti a braccia aperte verso l'Allenatore di
Biancavilla, e il vecchio gli parlò con un tono di voce
sereno
e orgoglioso:

"Devo dire, ragazzo mio, che sei stato davvero stupefacente-
affermò lui.

Ora però... penso ci sia qualcuno a cui tu e Pikachu
dobbiate chiedere scusa".


Ash infatti si voltò verso destra, e vide l'intero branco
dei
Dugonghi che, con in testa il proprio leader, ora lo fissava
nuovamente. Rispetto a prima, però, i loro sguardi non erano
di
rabbia
né tantomeno di paura:
non erano sguardi che
trasmettevano un sentimento in particolare, bensì  style="font-weight: bold;">erano sguardi
che trasmettevano parole.

Erano sguardi attraverso cui i
Dugonghi stavano chiedendo il loro
cucciolo indietro
, e al tempo stesso  style="font-weight: bold;">si scusavano con Ash
per
ciò che avevano pensato nei suoi confronti; ovviamente,
questo
lo si poteva leggere in
particolare nel capobranco
, i cui occhi erano
ancora lucidi.

Il giovane Allenatore quindi, una volta posato il cucciolo a terra,
fece un inchino assieme al suo Pokémon:

"Chiedo scusa per tutto".

"Pika-chu".

E prima che potesse alzare la testa, il giovane fu raggiunto dal
Dugongo leader, che gli
porse la sua zampa sinistra.
Il ragazzo sapeva
perfettamente a cosa alludeva quel gesto, e sorridendo  style="font-weight: bold;">si
inginocchiò e gliela strinse con la rispettiva
mano; Pikachu
concluse il tutto poggiandoci sopra la zampa.

Infine, mentre tutti sorridevano calorosamente di fronte a tale scena,
in paticolare Futoshi,
una luce venne da Ovest. Quando Ash si voltò,
scoprì che
essa era la luce dell'alba: il sole oramai era sorto,  style="font-weight: bold;">segnando la fine
della notte e l'inizio della giornata successiva.

           
           
 

           
       
           
       
           
       
           
       
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Dopo diverse ore, il gruppo di Ash e gli altri era giunto presso il
cuore una foresta accompagnato da Futoshi e Kazami. C'erano numerosi
alberi grandi e a occhio resistenti, che li circondavano lasciando un
enorme spazio vuoto e tondo nel quale si trovavano adesso.

"Sarebbe questo il posto?"- chiese Paul.

"Sì- rispose l'anziano Saggio.

Secondo la tradizione, coloro che vogliono ottenere i Prismi
dell'Equilibrio sfidando i Saggi delle Isole devono, innanzitutto,
superare una o più Prove contro i Guardiani. E qui,
sull'Isola
Rossa, questo è il luogo dove si svolge la Prova di Kazami:
la Foresta del Vento".

"Noi qui non c'eravamo ancora stati"- commentò Brook.

"Mi scusi, perché è chiamata "Foresta del
Vento"?"- chiese Usopp.

Prima che qualcuno potesse rispondergli, però, un vento
fortissimo cominciò a soffiare dal nulla e a investirli
tutti.

"Io credo che questa sia una spiegazione sufficente!-
esclamò
Lucinda, per poi avvicinarsi a Futoshi quando la folata
terminò
una manciata di secondi dopo.

Mi scusi, ma i venti sono sempre così forti?".

Kazami intervenne:

"In questa foresta le folate di vengo avvengono molto più
spesso
delle altre zone dell'isola, ma non sempre hanno questa forza"- le
rispose lui, dopodiche si voltò verso Ash:

"Bene. Dal momento che il Guardiano sono io, se vuoi combattere tu
dovrai farlo contro di me: sei pronto?".

Il ragazzo di Biancavilla annuì con determinazione,
però si mostrò leggermente confuso su un
dettaglio:

"Come combatteremo?"- chiese.

"Dovrai attaccarmi con uno dei tuoi Pokémon"- gli rispose.

Il ragazzo, assieme agli altri sei Allenatori,  style="font-weight: bold;">si pietrificò
all'istante e guardò l'uomo davanti a sé con uno
sguardo
scioccato. Quest'ultimo rimase piuttosto perplesso da tale
atteggiamento di risposta, come del resto lo furono anche il suo
Maestro e il gruppo composto dai pirati.

"Dovrei attaccare... una persona?".



Kazami notò immediatamente che anche gli altri Allenatori erano senza parole,
tanto da
restare con la testa abbassata e mostrare un'aria mogia. Egli guardò
così per un attimo il suo maestro e, voltatosi nuovamente
verso
Ash, chiuse gli occhi, fece un profondo respiro e si
avvicinò al ragazzo con le mani sui fianchi.

"Dimmi... Cosa pensi di dover fare adesso, secondo quanto ho appena detto?".

"Eh?".
"Rispondi, per favore".
Ash era ora passato da un senso di shock a uno di confusione, assieme anche ai suoi amici.
Il ragazzo pensava che la risposta a una simile domanda, in realtà, fosse anche fin troppo ovvia... ma forse per Kazami non lo era.
"Ecco... dovrei attaccarti?"- chiese con estrema incertezza.
Sorprendentemente, il Guardiano reagì chiudendo gli occhi e scuotendo la testa a destra e a manca, dando quindi una risposta negativa.
"Immagino che siate tutti giunti qui senza sapere nulla..."- egli commentò.
"Ha ragione, ragazzo- intervenne all'improvviso Futoshi.
Se tu e i tuoi amici credete che una prova debba essere necessariamente una battaglia vera e propria, allora state andando fuori strada. Decisamente".
La perplessità generale cresceva sempre di più:
"Mi scusi... Ma allora cosa dovremmo fare?"- domandò a questo punto Paul.
"Vedete... Le prove a cui vengono sottoposti coloro che giungono qui non hanno mai un singolo obbiettivo- rispose Futoshi.
Essere semplicemente bravi a combattere non è mai sufficente nella vita. A volte occorre mostrare anche altre doti, che si abbia a questo punto dimestichezza con esse o meno.
Quando i Guadiani e i Saggi sottopongono qualcuno alle loro prove, perciò, essi cercano non solo di fare emergere la sua forza, ma anche di insegnargli altro.
Caro Ash, per questa prova il tuo obbiettivo non sarà sconfiggere il mio allievo... ma il suo potere".
"Devo sconfiggere un potere?".
"Pika?".
"Quello che il Maestro ti sta dicendo è che non devi pensare all'attacco come qualcosa di necessariamente collegato a una battaglia vera e propria.
Cerca di pensare a come contrastare le abilità del tuo avversario, e dimentica l'obbiettivo di vincere a tutti costi; se riuscirai a trovare i miei punti deboli e a sfruttarli anche solo una volta per fermarmi, allora avrai superato a tutti gli effetti la prova.
E' chiaro adesso?".
Il giovane Allenatore non rispose subito, ma chinò il capo per riflettere, mentre tutti i presenti, ormai coinvolti anch'essi nella conversazione, lo osservavano in attesa.
Dopo una manciata di secondi, egli alzò finalmente la testa e mostrò, sorprendentemente, un sorriso.
"Sono pronto... possiamo cominciare"- affermò il ragazzo.
Dunque i due si misero ai due lati opposti della foresta, mentre Futoshi si mise in posizione per fare da arbitro.



"Sta per avere luogo qui, sull'Isola Rossa, la Prova del Guardiano
Kazami.

Lo sfidante è un giovane giunto qui da un mondo diverso, che
aspira a tornare nel proprio ottenendo i Prismi dell'Equlibrio.

Qual è il tuo nome, sfidante?".

"Mi chiamo Ash Ketchum e vengo da Biancavilla, nella regione di Kanto...
Sono un Allenatore di Pokémon".

"Sotto gli occhi del Dio che ha creato le Isole Arcane e che tuttora
veglia su di noi, io, il Saggio dell'Isola Rossa Futoshi, autorizzo i
due contendenti a combattere.

Scegliete le vostre armi, guerrieri!".

Kazami assunse uno sguardo estremamente serio in volto, e
impugnò con entrambe le mani il proprio bastone.

"Kazami non ha specificato di che tipo di potere sia in possesso... Ma considerati quelli di Futoshi, probabilmente parla di un qualche Frutto...
Non ho ancora dimestichezza con quest'ultimi, però, stando a quanto ha spiegato Rayleigh, chi li ingerisce diventa debole all'acqua. Quindi...".
"Ecco la mia scelta. Buizel, vieni fuori!".

Dalla sfera appena lanciata in cielo venne fuori il fidato
Pokémon Donnola del protagonista.

"Forza Buizel, metticela tutta!"- esclamò Lucinda, seguita
da un incitamento di Piplup.

"Dal momento che non abbiamo mai visto né una Prova Arcana,
né come lottano un Allenatore e il suo Pokémon,
non vedo l'ora di assistere a questa sfida!"- disse Usopp.

"Anch'io! Sarà sicuramente emozionante!"- esclamò
invece Franky.

Futoshi riprese immediatamente a parlare, mentre la tensione per
l'inizio dello scontro si faceva sempre più presente e
intuibile:

"Siete pronti? Allora... che la Prova abbia inizio!".

"Cominciamo Buizel, usa Sonicboom!".

Buizel rispose all'ordine del suo Allenatore lanciando un'onda di vento
a rasoterra.

Tuttavia, la figura di Kazami svanì
letteralmente nel nulla
un attimo prima di venire colpita
dalla mossa, lasciando di sasso i presenti.

"È sparito!"- esclamò Ash con uno sguardo
scioccato.

"Com'è possibile?!"- fece invece Lucinda.

Il Pokemon Donnola,
da parte sua, si mise all'erta e mosse gli occhi da una parte all'altra
cercando di individuare il suo avversario. Ma pochi secondi dopo,  style="font-weight: bold;">qualcosa lo colpì
violentemente allo stomaco; Buizel venne così
respinto e cadde ai piedi di Ash con il muso a terra.

"Buizel! Ma cos'è successo?!"- si chiese il ragazzo
guardandosi attorno, ancora sconcertato.

Subito, però...

"Bui!"- gridò il Pokemon di Ash,
quando avvertì una
fortissima onda d'urto
procedere verso di lui. Egli
riuschi a scansarsi per un pelo, cosicché essa si
andò invece a dirigere verso un albero dietro ad Ash e
lasciando così, scolpito nella corteccia, un segno molto
simile all'impronta di un pugno.

L'Allenatore e il Pokemon erano senza parole.


E così, Ash sta
affrontando il suo primo ostacolo per permettere a se stesso e ai suoi
amici di tornare a casa, ma le cose non sembrano mettersi troppo bene.

Come reagirà il nostro eroe?

Il viaggio continua...




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Capitolo 9
*** La prova ***


Salve a tutti. Prima che leggiate il capitolo, ci sono 3 cose che sento sia NECESSARIO voi sappiate:

1) Come al solito, chiedo scusa per non aver portato nulla in così tanto tempo. La ragione è che quest'anno ho avuto gli esami di maturità (quindi ho dovuuto studiare tutti i giorni fino a Luglio) e, proprio questo Settembre, ho intrapreso un viaggio all'estero... Insomma, il tempo è passato davvero in fretta tra mille impegni diversi;
2) Voglio chiarire un piccolo dettaglio della trama: le Isole Arcane sono situate "a cavallo" tra una dimensione e l'altra e possono essere usate come "ponte" per passare tra di esse, ma NON appartengono alle stesse dimensioni. Coloro che si trovano nel mondo di One Piece (la ciurma di Cappello di Paglia) possono finire nelle Isole Arcane e, da lì, tornare nel proprio mondo oppure finire nell'altro (quello dei Pokémon), così come coloro che appartengono al mondo dei Pokémon (Ash e co.) possono, partendo dalle Isole Arcane, tornare alla propria dimensione di appartenenza oppure finire in quella di One Piece. Spero sia tutto chiaro, in caso contrario chiedetemi pure nei commenti tutto ciò su cui avete dubbi;
3) Parlando proprio di trama, qui viene la parte PIU' IMPORTANTE. 
Ho deciso di approfondire maggiormente il senso di estranazione dei protagonisti e i problemi, anche psicologici, che derivano da essi. Siccome questa è una componente a cui sono molto legato, vi chiedo gentilmente di leggere con estrema attenzione questo capitolo 9.
Nella fattispecie, mi sono concentrato moltissimo sui pensieri e le emozioni di Ash durante la sfida che, come avrete modo di scoprire, ho cercato di rendere quanto più complessi possibile affinché fossero realistici e ben espressi, e che catturassero l'attenzione di voi lettori; naturalmente, spero commentiate proprio a questo proposito spiegandomi cosa ne pensate e se sia riuscito o meno in questo intento.
Spero di essere stato abbastanza esaustivo. Vi ringrazio per la pazienza e vi lascio finalmente al capitolo odierno, sperando ve lo godiate. Grazie.

Buizel! Ma cos'è successo?!"- si chiese il ragazzo guardandosi attorno.
"È successo che avete visto il mio potere in azione...".
"E' la sua voce!"- esclamò Zoey, riconoscendo Kazami.
"Quindi Kazami non è sparito, ma si è reso invisibile..."- ipotizzò Brock. Immediatamente però Sanji gli si rivolse costretto a dissentire:
"No Brock, questo non è possibile".
"Come mai?"- chiese Zoey perplessa.
"Tempo fa mi sono già imbattuto in un tizio che era capace, grazie a un Frutto, di rendersi invisibile"- rispose il biondo.
"E allora?"- chiese Barry confuso.
"Dovete sapere, ragazzi miei, che al mondo non esistono due o più Frutti del Diavolo con lo stesso potere- spiegò Rayleigh.
Al massimo può capitare che abbiamo delle caratteristiche in comune, come nel caso del Frutto di Futoshi e di quello ingerito da Chopper, però non è assolutamente fattibile l'idea di due o più individui che mostrano le stesse capacità di un unico frutto".
"Okay, quindi non può rendersi invisibile, ma sparisce comunque in qualche modo..."- commentò Ash.
Buizel, tieni gli occhi ape...".
"Bui...!".
L'Allenatore rabbrividì al suono di tale urlo. Prima che se ne potesse accorgere, il suo Pokémon era stato colpito un'altra volta e giaceva così nuovamente a terra.
Fortunatamente si rialzò con facilità e si mise di nuovo all'erta.

"Ma cosa... Credevo che questa non fosse una battaglia!"- esclamò il ragazzo.
"Non lo è nel senso che nessuno deve sconfiggere nessuno, ma affinchè la prova vada a buon fine, è mio dovere metterti in difficoltà con tutti i mezzi a mia disposizione. Cosa puoi fare per evitare che il tuo Pokémon venga sconfitto? Riuscirai a concentrarti sul tuo scopo principale e al tempo stesso difenderti dall'offensiva avversaria?
Sono queste le domande a cui dovrai trovare una risposta, altrimenti non vincerai!".
Di fronte alle parole del proprio avversario, Ash divenne visibilmente più nervoso e iniziò anche a sudare freddo.
Ma oltre a coloro che già lo conoscevano, soprendentemente ad accorgersene per primo fu qualcuno che aveva appena incontrato: Monkey D. Rufy.
Proprio quest'ultimo, infatti, rimase per un attimo confuso riguardo all'atteggiamento del ragazzo e, pertanto, lo osservò con ancora più attenzione di prima.
"Va bene Buizel, ora dobbiamo concentrarci al massimo!"- esclamò l'Allenatore.
"Prima però vedete di trovarmi!"- esclamò Kazami, ancora fuori dal campo visivo dei nostri eroi mentre il vento continuava a imperversare sempre più forte.
Buizel stava continuamente in guardia, aspettando ordini dal suo Allenatore. Questi, inizialmente indeciso, ebbe però un'illuminazione non appena vide il terreno.
"Ma certo...!".
"Buizel, rimani fermo dove sei!".
Il Pokémon Donnola annuì e chiuse gli occhi, stando pronto a qualunque cosa.
"Pistolacqua!".
Buizel si voltò di scatto alla propria destra e sparò così un getto d'acqua, apparentemente senza un preciso bersaglio; sorprendentemente, però, la mossa venne respinta da una specie di forza invisibile.
In quello stesso istante, ancora una volta la figura di Kazami riapparve davanti a tutti, stavolta brandendo il proprio bastone non tanto a scopo offensivo ma difensivo.
"E' ricomparso di nuovo!"- esclamò Barry.
"Non ditemi che Ash ha trovato un'apertura o qualcosa di simile..."- fece invece Kenny.
"Beh Kenny, più o meno...
Semplicemente, guardando in basso ho potuto scorgere delle impronte. Perciò ho capito che, anche se scompari, posso sentire il rumore dei tuoi piedi che calpestano il terreno.
Il primo passo per scoprire il tuo potere fino in fondo è stato compiuto, ed è solo l'inizio!".
"Sì... tutto questo può finire, me lo sento!".
Stranamente, però, il Guardiano non rimase per nulla spaventato da tale affermazione e invece sorrise, per poi svanire nuovamente nel nulla.
"Ho già detto che sappiamo come trovarti! Buizel, usa di nuovo...".

"Bu... iih...".
Sotto lo sguardo agghiacciato e tremendamente sconvolto del proprio Allenatore, il povero Pokémon pianse di dolore quando venne colpito nello stomaco con una potenza ancora più grande di prima, tanto da venire sbalzato a una velocità impressionante e, infine, sbattere la schiena contro un grosso albero.
Questa volta... non c'era stato alcun rumore di passi. Come era sparito, così Kazami aveva colpito il suo avversario senza farsi vedere ne sentire, dimostrando che Ash aveva commesso un errore di valutazione.
Buizel riuscì ad alzarsi anche stavolta, ma l'ultimo colpo era stato davvero pesante e il poveretto ora si teneva le zampe sullo stomaco dolorante.
Questo stato innervosiva ancora di più Ash, che sentiva di dover trovare alla svelta una nuova strategia.
"Stavolta non ho sentito nulla, e Kazami ha sferrato un colpo potentissimo. Dobbiamo assolutamente provare un contrattacco, o rischiamo di fallire questa prova...
Ma soprattutto, perchè... perchè deve succedere tutto questo?!".

Le mani del ragazzo, adesso strette nei pugni, iniziavano persino a tremare, mentre egli digrignava i denti con un'espressione corruciata in volto.
La cosa venne notata in primo luogo da Pikachu, che guardò il proprio compagno con uno sguardo colpito.
"Pika-pi?".
"Buizel, spara dei Pistolacqua a casaccio finché non lo colpisci!".
Il Pokémon obbedì all'Allenatore e cominciò a spruzzare getti d'acqua verso ogni angolo della foresta. Benché tale mossa sembrasse effettivamente azzardata, gli amici del giovane di Biancavilla riuscirono comunque a coglierne un intento logico:
"Non lo colpirà mai se non può prendere bene la mira, è uno spreco di energie!"- commentò Usopp.
"Veramente potrebbe funzionare- gli rispose Brock.
Anche se non possiamo vederlo, Kazami è sicuramente qui intorno. Agendo in questo modo Buizel attacca in maniera azzardata, è vero, ma gli crea dei grattacapi in quanto lo espone continuamente ai propri attacchi".
"Ho capito, ma Buizel ha già subito parecchi danni- intervenne Franky.
Se si stancasse velocemente?".
"In effetti il suo avversario finora si è rivelato discretamente forte e all'altezza del suo ruolo di Guardiano- concluse Nico Robin, attirando l'attenzione del suo amico Cyborg.
Se continua a venire tartassato così oltre che stancarsi, il Pokemon di Ash potrebbe rischiare di venire ferito gravemente, rompersi qualche osso... o morire in lotta".
Quest'ultima affermazione fece rabbrividire tutti i presenti come se la temperatura si fosse improvvisamente abbassata, e scese un silenzio tombale mentre la giovane donna veniva osservata da sguardi inorriditi e agghiacciati.
"Non era questo quello che intendevo!"- gridò Franky in collera per l'atteggiamento assurdamente pessimista della sua compagna.
"Come puoi dire una cosa del genere con tutta questa calma?!"- domandarono invece Usopp, Chopper e Brook in lacrime per la paura e con le mani davanti alle bocche.
I sei Allenatori invece rimasero senza parole davanti a tali comportamenti.
Ormai era chiaro che i loro nuovi amici formavano un gruppo davvero... particolare.
"Giusto per curiosità...".
Kenny non ebbe neanche il tempo di finire la domanda che Rayleigh gli rispose prontamente:
"Sì, capitano molto spesso- disse sudando freddo e sospirando.
E vorrei farti notare che domande simili le avete fatte fin troppo spesso in questi ultimi due giorni...".
"Lo so"- commentò infine il giovane.

Tornando alla lotta...
Buizel stava sferrando colpi a casaccio senza interruzioni già da qualche minuto, e iniziava a mostrare segni di stanchezza; come se ciò non bastasse, il tempo stringeva e Ash ne era perfettamente consapevole.
Tuttavia, quando il Pokémon Donnola stette per perdere momentaneamente l'equilibrio, finendo per accovacciarsi forzatamente, qualcosa cambiò.
Il vento fortissimo che fino ad allora imperversava nell'aria, infatti, si interruppe bruscamente lasciando il posto al nulla più assoluto: non c'erano segni di burrasche, ne tantomeno innocue brezze.
E non fu neanche l'unico evento inaspettato. Quando tornò a rivolgere lo sguardo davanti a sé, il giovane di Biancavilla vide, ancora una volta, la stessa figura:
"Kazami!".
"Non distrarti!- urlò lui.
Usa questa scoperta per una nuova strategia!".
Kazami aveva dunque smesso di combattere "in maniera invisibile" proprio nel momento in cui il vento aveva smesso di soffiare con forza... Che fosse un qualche tipo di segno?
A ogni modo, Buizel era tornato a schivare i suoi colpi nonostante le condizioni fisiche in cui si trovava; non appena egli fu abbastanza vicino, si posizionò in basso e lo colpì dritto in petto con un Acquagetto senza comandi da parte del proprio Allenatore, respingendolo di pochi metri ma infliggendogli comunque buoni danni.
Ciononostante... non furono la felicità né la sensazione di poter vincere ciò che Ash stava provando in quel momento. Per niente.
"Buizel... Perché... perché... ?"- pensava il ragazzo, a dir poco sconcertato.
E con tale sconcertamento, ora egli fissava in basso senza reagire, completamente immobile.
"Pika-pi?".
Ad accorgersi di questa strana attitudine fu anche Kazami, il quale, appena ripresosi dal colpo nello stomaco, guardava il proprio sfidante con un'aria perplessa.
Ciononostante, egli non diede l'impressione di preoccuparsene particolarmente e riprese subito ad attaccare, stavolta andando dritto all'offensiva e puntando il proprio bastone contro l'avversario: Buizel fu pertanto colpito in pieno all'anca e poi sulla mascella, subendo un leggero capogiro e venendo infine sbalzato a terra, ai piedi di Ash.
E fu tale visione che consentì a quest'ultimo di tornare a concentrarsi.
"Buizel! Riesci a rialzarti, amico?!".
"Ash, che stai combinando?!"- urlò improvvisamente Lucinda da dietro, richiamando all'attenzione il suo amico.
"Vedi di escogitare una mossa in fretta, o sarà troppo tardi!".
In quel momento, però, l'Allenatore di Biancavilla reagì in una maniera davvero inaspettata nei confronti della sua amica e di tutti i presenti:
"Come fai a dirmi certe cose?!"- gridò lui, sconvolgendo tutti.
"Ti rendi conto o no della situazione in cui mi trovo?! Tu e gli altri dovreste capirmi, non criticarmi!".
"Ma di cosa stai parlando? E poi, perché urli in questo modo?".
"Come sarebbe "perché urli in questo modo"?! Piuttosto, tu, perché fatichi così tanto a capire come mi sento?!".
I due avevano dato inizio a una discussione davvero molto accesa e soprattutto fuori contesto, che nemmeno Pikachu e Piplup riuscivano, nonostante i loro sforzi, a interrompere.
L'atteggiamento di Ash era davvero molto strano agli occhi dei suoi compagni, e nessuno si rendeva conto di ciò che stava succedendo.
O forse quasi nessuno. I più anziani presenti in quel momento, e quindi Rayleigh, Shakki, Madame Shirley, Futoshi e persino Kazami, mostravano infatti particolare interesse in tutto ciò, come se stessero riuscendo a trovare una risposta.
Ma l'evento più sorprendente fu quando, nel bel mezzo dello scontro verbale tra i due, a intromettersi fu chi di più inaspettato si potesse immaginare:
"Buizel!".
Fu questa l'ultima esclamazione di Ash quando il suo Pokémon gli si parò davanti e, sotto lo stupore generale, arrivò a dargli una testata nel petto, facendolo barcollare e cadere a terra.

In un primo istante il ragazzo era totalmente sconvolto da questa azione; tuttavia, nel momento in cui guardò il proprio compagno, cosparso di lievi ferite e qualche livido in tutto il corpo, in quei grandi occhi dalle pupille nere, capì immediatamente.
Quel singolo sguardo era sufficente a Buizel per spiegare in maniera più che lampante i propri pensieri e le proprie motivazioni al suo Allenatore.
"Concentrati!" e "Non avere paura!", erano queste le parole che probabilmente... anzi, sicuramente Buizel voleva dire ad Ash. Riguardo a quest'ultimo, invece:
"Tu non ti senti come me... Per quale motivo?".
Il giovane chinò nuovamente il capo per qualche secondo e strinse i pugni, ma ben presto lo rialzò e decise di tornare a lottare.
"Scusami per prima, Buizel. Ora riprendiamo".
"Bu... Bui!".
"Ora che ci penso, a lungo andare sferrare la stessa mossa mi renderebbe prevedibile... Quindi proviamo con questa!
Usa Sonicboom!".
In quel momento però il vento tornò a soffiare, e di conseguenza Kazami sparì per l'ennesima volta davanti a tutti. Tuttavia, più che adirato o nervoso per la cosa, stavolta Ash notò un dettaglio che lo fece alquanto riflettere.
Perché infatti, come il vento ora soffiava molto più piano rispetto alle precedenti folate, ora Kazami sembrava diventare semi-trasparente prima di scomparire del tutto.
E non appena si rese conto di ciò, il giovane Allenatore mostrò un piccolo ma convinto sorriso.
"Perché fa quella faccia? Avrà in mente un piano?"- si chiese il Guardiano.
"Ci siamo ragazzi- intervenne invece Brock fiducioso.
Credo che adesso Ash vincerà".
"Dici che ha trovato una qualche idea per contrastare il Frutto dell'avversario?"- chiese Chopper.
"Anche se fosse, non credo che una semplice idea sia sufficiente in questa situazione..."- rispose Usopp alla renna, per poi venire interrotto dal suo Capitano:
"Ti sbagli, Usopp- disse lui con sicurezza.
È possibile superare le capacità degli altri, se si sfruttano bene le proprie.
Se Ash ha davvero in mente un piano, allora buon per lui!".

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"Buizel, mettiti a correre!"- ordinò l'Allenatore.
"Vuoi un confronto diretto?"- domandò sarcasticamente Kazami, gettandosi a tutta velocità verso il proprio avversario con il bastone.
Dal momento che stavolta era maggiormente visibile, Buizel riuscì finalmente a schivare i suoi colpi con maggiore bravura, anche se i due continuavano a sembrare in parità. A un certo punto però il Pokémon scivolò, così, senza alcun comando del proprio Allenatore, lanciò un Pistolacqua sul terreno e si diede la spinta verso l'alto- schizzando nel contempo anche Kazami.
"Dobbiamo riuscire a guadagnare tempo...
Amico, salta tra gli alberi!".
Buizel e Kazami iniziarono quindi a inseguirsi tra un albero e un altro, dando ancora una volta prova della loro agilità quasi identica.
Rispetto al Pokémon, però, il Guardiano mostrava di essere notevolmente superiore in quanto a esperienza e conoscenza del luogo, e ciò lo agevolava non poco negli spostamenti. Egli riusciva continuamente a stare al passo con il proprio avversario, spesso arrivando quasi a intercettarlo senza troppe difficoltà.
"Kazami è davvero incredibile"- affermò Zoey.
"Vero, e purtroppo non lo è solo per l'agilità"- aggiunse Brock.
"Cosa intendi dire?"- chiese Lucinda.
Nonostante si muova velocemente e con grande forza tra gli alberi, Kazami finora non ha fatto cadere neanche un singolo rametto.
Questo dimostra in maniera lampante che lui possiede non solo grandi doti, ma anche tanta concentrazione e abilità quanto bastano per muoversi nell'ambiente circostante senza causare alcun danno".
"Pistolacqua!"- ordinò Ash quando Kazami si mise di fronte al suo Pokémon. Tuttavia, l'uomo riuscì a bloccare il colpo per mezzo del proprio bastone, usandolo come una sorta di scudo.
E in quel momento...
"E' sparito ancora una volta!"- esclamò Usopp. 
Il vento era infatti tornato a soffiare in maniera estremamente forte, tanto da far volare via polvere e foglie e smuovere gli alberi più deboli e meno resistenti; e come ciò era successo, Kazami era così scomparso nel nulla ancora una volta.
Ma adesso, rispetto alle altre volte, Ash aveva avuto un'intuizione vincente:
"Buizel, arrampicati fino alla cima di quell'albero!"- ordinò il ragazzo, indicando un grosso arbusto davanti a lui.
Il Pokémon Donnola eseguì l'ordine alla perfezione, stavolta senza venire intralciato dal proprio avversario.
"Adesso salta!".
"Adesso! Avvitamento e poi Pistolacqua!".
Roteando su sé stesso mentre eseguiva la mossa, Buizel spruzzò intorno a sé, quasi come una fontana, numerosi getti d'acqua; questi, grazie alle correnti del vento, finirono per inondare gran parte dell'abiente circostante per diversi minuti, bagnando anche le persone lì presenti.
Ma alla fine, incredibilmente, la strategia di Ash fece finalmente uscire allo scoperto il Gurdiano dell'Isola Rossa, che si scoprì non essersi per nulla mosso dalla sua posizione iniziale e si inginocchiò con la camba destra, piuttosto indebolito.
Sia lui che il suo maestro, infine, sorrisero di fronte al giovane Allenatore.
"Congratulazioni, sfidante Ash Ketchum- affermò il Guardiano.
Hai superato la prova".
"La ringrazio, Kazami..."- rispose Ash, anche se per un attimo il suo volto lasciava trasparire più pensieri e dubbi riguardo a qualcosa che vera felicità per il risultato ottenuto.

In ogni caso, sentire tale dichiarazione gli amici del protagonista gli corsero incontro con gioia, pronti addirittura ad abbracciarlo per il risultato.
"Complimenti, Ash! Sei stato fantastico!"- esclamò Lucinda.
"Come ti è venuta in mete l'idea di sfruttare in questo modo l'avvitamento di Buizel?"- domandò invece Brock.
"Ci ho riflettuto un po'- spiegò il ragazzo.
A un certo punto ho notato che la sua frequenza a scomparire di continuo sembrava essere condizionata fin troppo dal vento, poi ho ripensato a quando aveva raggiunto Buizel per colpirlo senza che io lo sentissi camminare...
E alla fine ho capito... che Kazami non è affatto in grado di sparire nel nulla".
"Eh?!"- fecero tutti quanti, esterrefatti.
"Il potere del suo Frutto si basa sul vento. Lui non lo può controllare, altrimenti avrebbe creato le folate da solo senza aspettarle, ma è capace di fondersi con esso scomparendo nel nulla e riuscendo persino a muoversi senza dover necessariamente toccare terra; però, più il vento è debole, più le capacità di fusione vengono meno, e il suo corpo si riesce a notare più facilmente.
In più, il vento può anche diffondere più facilmente l'acqua, per questo ho aspettato la folata giusta e ho sferrato l'attacco decisivo".
I presenti erano senza parole:
"Davvero hai fatto tutto questo ragionamento? Ma è geniale!"- esclamò Chopper.
Rayleigh, invece, si rivolse direttamente a Kazami:
"Ma è davvero così che stanno le cose?".
"Sì!"- rispose il Guardiano, non senza tuttavia trattenere una risata.
"Il mio è il Frutto Kaze Kaze ("kaze", ossia "vento" in giapponese), e il suo funzionamento, se devo essere sincero, non è molto diverso da quello che ha spiegato Ash".
"Davvero fantastico, Ash... Ash?".
Voltandosi, Lucinda vide che il suo amico aveva cominciato senza alcun preavviso ad allontanarsi dal gruppo, lasciando indietro persino Pikachu e Buizel.
"Dove stai andando?"- domandò Barry. Quando si girò per rispondere, il ragazzo aveva in volto un'espressione particolarmente pensierosa.
"Mi sento un po' affaticato... Voglio tornare a casa di Futoshi e riposarmi un attimo".
"Beh, allora andiamo tutti"- disse Brock.
"Non è necessario, credetemi. Ricordo perfettamente la strada, e poi... vorrei stare da solo".
"Scusa, hai detto qualcosa?"- domandò ancora Brock.
Stavolta però il suo amico non gli rispose e, al contrario, proseguì la propria camminata.
"Pika-pi?"- domandò Pikachu, avanzando anche un pochino verso di lui.
"Tranquillo Pikachu, non c'è di che preoccuparsi".
E queste furono le sue ultime parole, prima che si allontanasse definitivamente dai propri amici. Quest'ultimi continuavano a fissarlo, decisamente straniti dal suo atteggiamento.

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Ash era ora nella stanza dei maschi, rannicchiato sul suo letto. Ma era da solo.
Finestre abbassate, luci spente e infine porta chiusa: non c'era nessuno che lo disturbasse. E nel mentre, egli non stava dormendo, ma con fare pensieroso aveva la testa sul cuscino.
"Perché i miei amici e i miei Pokémon non si sono sentiti come me...? E perché devono succedere queste cose assurde?
Io... vorrei tanto capire...".

Ash ha appena conquistato una vittoria... Eppure, il suo cuore e la sua mente sono misteriosamente afflitti.
Cosa starà provando? E soprattutto, riuscirà a riprendersi e ad affrontare anche la sua prossima prova?
Il viaggio... continua...

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