Romantic tension and sexual adrenaline. Sexual tension and romantic adrenaline

di Spensieratezza
(/viewuser.php?uid=223962)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Elastico dei boxer ***
Capitolo 2: *** Sedia, tavolo e piedino ***
Capitolo 3: *** Carezze languide per una cintura ***
Capitolo 4: *** Partita di pallone ***
Capitolo 5: *** e la gelosia.... ti fa maaaaale ***
Capitolo 6: *** Non lasciarmi solo ***
Capitolo 7: *** Coccole a letto ***
Capitolo 8: *** Baci passionali ***
Capitolo 9: *** Come corsi d'acqua ***
Capitolo 10: *** Coccola tuo fratello! - La cena con i parenti ***
Capitolo 11: *** La caccia ***
Capitolo 12: *** Tu...sei desiderio...PURO ***
Capitolo 13: *** Passione nel bagno della scuola ***
Capitolo 14: *** Chiavi ***
Capitolo 15: *** Posso aspettarti ***
Capitolo 16: *** Coppa di gelato ***
Capitolo 17: *** Regalo d'amore fraterno ***
Capitolo 18: *** San Valentino con te -prima parte ***
Capitolo 19: *** San Valentino con te -seconda parte ***
Capitolo 20: *** La nostra prima volta ***
Capitolo 21: *** Chi non desidera tutti i giorni di essere fermato da un fotografo? ***
Capitolo 22: *** Accettiamo!! ***
Capitolo 23: *** Il servizio fotografico ha infiammato Dean ***
Capitolo 24: *** Sguardi di fuoco ***
Capitolo 25: *** Idillio su una nuvola ***
Capitolo 26: *** la rivista ***
Capitolo 27: *** La tensione sessuale delle loro foto ***
Capitolo 28: *** Scivolo ***
Capitolo 29: *** La nostra camera ***
Capitolo 30: *** Pettegolezzi tra amici su una coppia esplosiva ***
Capitolo 31: *** Provocazioni in discoteca ***
Capitolo 32: *** Frigorifero ***
Capitolo 33: *** L'amore ha il sapore di torta ***
Capitolo 34: *** Torte e giochi nell'acqua ***
Capitolo 35: *** Un lavoro lasciato a metà ***
Capitolo 36: *** Nottata fantastica nella piscina di Sebastian ***
Capitolo 37: *** Messi davanti alla verità ***
Capitolo 38: *** Un colpo dietro l'altro ***
Capitolo 39: *** Affrontare e sfogarsi con gli amici ***
Capitolo 40: *** Un colpo dietro l'altro - seconda parte ***
Capitolo 41: *** Quanto mi manchi!! ***
Capitolo 42: *** Panico ***
Capitolo 43: *** Come una mosca intrappolata in una ragnatela ***
Capitolo 44: *** Un colpo dietro l'altro - terza parte ***
Capitolo 45: *** Il mio primo grande amore -prima parte ***
Capitolo 46: *** Il mio primo grande amore -seconda parte ***
Capitolo 47: *** Il ritorno di Bobby ***
Capitolo 48: *** Come due fidanzatini - prima parte ***
Capitolo 49: *** Alla sala giochi! ***
Capitolo 50: *** Affetto e consigli dagli amici ***
Capitolo 51: *** Come due fidanzatini - seconda parte ***
Capitolo 52: *** Dimmi la verità! ***
Capitolo 53: *** Accorgersi di esserne contento ***
Capitolo 54: *** Tensione sessuale ***
Capitolo 55: *** I rimorsi di Sam ***
Capitolo 56: *** Se solo potessi vivere un eterno corteggiamento, con te... ***
Capitolo 57: *** In discoteca con gli amici a rimorchiare ***
Capitolo 58: *** Ti amo ***
Capitolo 59: *** Parlando dei nostri sentimenti ***
Capitolo 60: *** Ricordi ***
Capitolo 61: *** Tra riso e lacrime, tra cielo e terra ***
Capitolo 62: *** Gabriel ***
Capitolo 63: *** Il mio migliore amico - prima parte ***
Capitolo 64: *** Il mio migliore amico - seconda parte ***
Capitolo 65: *** Dean e Sam: passione, lussuria e fughe clandestine, anche grazie a Bobby - prima parte ***
Capitolo 66: *** Dean e Sam: passione, lussuria e fughe clandestine, anche grazie a Bobby - seconda parte ***
Capitolo 67: *** La bellissima storia d'amore di Matt e Gabe ***
Capitolo 68: *** Il nostro murales d'amore ***



Capitolo 1
*** Elastico dei boxer ***


Un quindicenne Sam, stava giocando alla playstation seduto sul suo letto a pancia in sotto, con i suoi amici, che aspettavano il loro turno per essere il suo avversario. In quel momento era Gabe.

Dean entrò all’improvviso in camera, cercando qualcosa. Forse una camicia. A volte lui e Sam condividevano i vestiti.

Anche se Dean era un po’ più muscoloso di lui.

Gli amici di Sam guardavano Dean con soggezione. Era bellissimo e affascinante.
 
Sam gli lanciò solo appena un’occhiata, prima di ricominciare a concentrarsi sulla sua playstation.

Si accorse tardi che Dean con l’abilità di una gazzella, era sgusciato accanto al suo letto e aveva alzato appena l’elastico dei suoi boxer e l'aveva rilasciato. L'impatto sembrò come quello di una sculacciata.

“Dean!!” squittì Sam.

Dean rise.

“Impara a stare seduto composto e a non far vedere le mutande come una femmina, Sammy.” Disse ridacchiando, uscendo poi dalla sua stanza.

Che vergogna, non è vero?

Sammy ci era abbastanza abituato, anche se magari davanti ai suoi amici, non era il massimo.

Dean l’aveva talmente deconcentrato che perse quella partita.

“Posso giocare io, ora?” chiese Annabelle.

“Sì..gioca tu e chiunque voglia..io vado un attimo in bagno.” Disse Sam.
 
Mentre Sam passava dal bagno, vide Dean seduto sulla sedia della cucina, accanto alla porta, che lo guardava con uno strano sorriso.

Deglutì ed entrò nel bagno.

















Note dell'autrice: 

ragazzi, mi dispiace ahhah ma io adoro troppo scrivere l'inziio della loro storia xd la tensione sessuale ecc ecc e quindi dovevate immaginare che prima o poi sarei tornata a rompere con una nuova storia xd questo è un esperimento, spero venga bene, ma vedremo! ahhaha

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Sedia, tavolo e piedino ***


Sam si stava preparando per andare a mangiare.

La loro casa era molto grande e i domestici spesso preparavano la cena.

Per fortuna Dean e Sam avevano un fisico che permetteva loro di non ingrassare, perché erano davvero molto golosi, su tutto.

I genitori si raccomandavano spesso di cucinare cose adeguate. Loro erano persone altolocate, di alto rango e i loro figli semplicemente non potevano mangiare troppe schifezze.

Dean e Sam se ne fregavano e si compravano quello che volevano, mangiando di nascosto, per poi buttare gli avanzi quando non venivano visti.

Per fortuna quello era uno di quei giorni in cui potevano mangiare pollo con patate.
 
Aveva appena cominciato a mangiare, che sentì qualcosa sfiorargli la gamba.

Dean?

Successe in rapida successione due o tre volte. Alla fine Sam si spostò un po’ di più con la sedia, a disagio.

Guardò Dean che non diede neanche segno di essersene accorto. Non lo guardava neanche. Eppure non riusciva a togliersi di dosso l'idea che lo facesse apposta, che lo provocava apposta.

E…si era forse immaginato quel sorriso incurvargli le labbra, subito svanito?
 
Sam odiava quei momenti imbarazzanti e allo stesso tempo ravvicinati che lui e Dean condividevano. Ok, erano sempre stati molto vicini, quindi era normale la cosa, ma a volte la cosa diventava imbarazzante.

Lo concepisci il termine spazio personale? Pensava Sam.

Senza contare che Dean che gli fa piedino sotto al tavolo..insomma..che cosa imbarazzante.

Qualcuno avrebbe potuto accorgersene.

Forse era colpa sua. Quando capitavano queste cose, si chiedeva sempre se succedeva perché era lui che doveva stare un po’ più lontano dal fratello.
 
Sam non si accorse che Dean si era alzato da tavola. All’improvviso si mise dietro la sua sedia, in piedi, dondolando un po’ su di essa.

E facendo così, parlava con i genitori di cavolate.

Sam non riusciva a capire di cosa stesse parlando Dean. Era come se le sue orecchie fossero tappate. Era imbarazzante da morire e temeva che i loro genitori potessero leggergli quell'imbarazzo anche solo guardandolo in viso. Si sentiva in colpa, ma perchè?

Era ridicolo. Alza quella testa voleva dire Sam a sé stesso. non dovrebbe essere così imbarazzato. Era suo  fratello.

E invece continuava a tenere la testa bassa, sentendosi avvampare per quella vicinanza.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Carezze languide per una cintura ***


Dean era tornato a casa, una delle rare volte che si trovava a rientrare e che non passava tutto il tempo fuori con amici.

Non capitava spesso, infatti, che si vedevano Sam e Dean insieme a casa. I fratelli si adoravano, ma avevano ritmi un po’ diversi e saltuari.

Quella era una di quelle volte che Dean era rientrato ancora nel pomeriggio presto mentre Sam era ancora a casa.
 
“Dean, non esci oggi?” chiese Mary, mentre passava lo straccio.

Dean ridacchiò.

“Non sono per niente un ragazzo casa e chiesa, eh?”

“Direi di no. Ascolta, perché già che sei qui, non porti tuo fratello fuori? Si lamenta sempre che non lo porti mai con te.”

Dean fece un sorriso straffottente per non dare a vedere che la cosa lo divertiva e gli faceva anche un po’ piacere.
 
Si tolse un attimo la sua giacca di pelle e la lanciò sul divano, perché all’improvviso sentiva un gran caldo.

Chissà perché.

Raggiunse le scale andando al piano di sopra, cercando di non farsi vedere troppo divertito dalla cosa e fu avvantaggiato anche dal fatto che Mary in quel momento cominciò a inveire con parolacce per il fatto che Dean come al solito lanciasse cose, così poteva far credere che rideva per quello, non per il fatto che fosse contento al’idea di uscire con Sammy.
 
 
Sammy era nella sua camera che si guardava allo specchio, che non era appeso alla parete.

Era davvero carinissimo. Era vestito con dei jeans attilatissimi azzuri chiari, striati di bianco e una maglietta bianca chiara rigata di celeste.

Sembrava un angelo azzurro.

Dean lo guardò con un sorriso fiero.
 
“Ti prepari per uscire?” gli chiese, facendolo sobbalzare.

“Dean. Mi hai fatto spaventare. Cosa ci fai qui?” gli chiese.

“Perché tutti mi fate questa domanda?” disse senza rispondere. “Stai uscendo?” chiese ancora.

Sam scosse le spalle, sentendo una punta di disagio non ben definita quando Dean lo raggiunse alle sue spalle.

“Che fai con quella?” gli chiese, notando una bella cintura color oro con cui armeggiava.
 

Sam sbuffò.

“Non ridere, ma…volevo mettermela, ma è davvero difficile da infilare..”

Dean infatti ridacchiò.

“Stronzo..” commentò Sam.

“Da qua, faccio io..”

“Non è necessario..” cercò di dissuaderlo Sam, ma Dean gliela prese dalle mani e con movimenti decisi e fluidi la fece passare nei passanti dei jeans.
 
Dean si prese poi un momento per guardarlo da vicino, ancora dietro di lui, si fermò a guardare come la cintura oro gli faceva da cornice perfetta ai suoi jeans attillati.

I suoi jeans o il suo sedere?

Passò le dita sui suoi fianchi in una sorta di carezza sexy ma anche affettuosa, facendo scendere le dita lui suoi fianchi.

Sam aveva chiuso gli occhi a quella carezza, sforzandosi di non mostrarsi ansimante.

“Mh..” si era solo lasciato sfuggire Sam, scostandosi appena, guardandolo negli occhi, quasi timoroso.

“Io devo uscire di nuovo. Vieni con me?” gli chiese Dean, stringendo appena le mani sui suoi fianchi.

“Sì.Ok.” disse Sam, sorridendo.
 
I fratelli scesero le scale insieme e attraversarono il soggiorno. Davanti c’era Dean. Sam lo seguiva, guardando ipnotizzato il modo in cui Dean camminava e elegantemente prendeva la sua giacca di pelle.

Mille pensieri che turbinavano la sua mente.

Il primo riguardava Dean. Era cosciente infatti del potere che aveva su suo fratello maggiore. Sapeva che Dean sentiva il bisogno di toccarlo quasi costantemente, di guardarlo, di averlo vicino. All’inizio era stato causa di un po’ di disagio da parte di Sam, ma con il tempo a Sam aveva cominciato a far piacere e più passava il tempo più avvertiva la codipendenza farsi strada sempre più scrosciosa anche da parte sua.

Gli piaceva che Dean lo toccava. Aveva delle belle mani. Calde, forti, protettive.
 
Gli altri pensieri, mentre lasciava il soggiorno, riguardava i suoi genitori. Non pensava che loro si fossero accorti dello stretto legame che avevano. Forse pensavano che era normale. Non pensavano fossero attaccati eccessivamente o dell’imbarazzo che Sam sentiva quando Dean lo toccava.

Sam era contento così. Era una cosa solo loro. Come un piccolo segreto adolescenziale. Era contento di avere questa piccola cosa segreta da poter condividere con Dean.

















 Note dell'autrice: 

Allora, ragazzi, qui sono d'obbligo delle note! xd

La storia è cambiata xd nel senso, avrete notato che ho cambiato il titolo xd infatti se all'inizio volevo fare solo una storia erotica, ora ho deciso che voglio mischiare fluff e eros insieme, perchè sono fatta così e perchè non voglio limitare la storia solo alla tensione sessuale xd in più ho tolto il "domestica" perchè anche se mi intrigava una storia che fosse solo all'interno di una casa, sarebbe risultata per me difficile da progettare e sarebbe di conseguenza finita breve..io invece voglio che duri un pò, se no è inutile e voglio avere più scenari in cui dividermi xd

Spero che la storia continui a piacervi ^^

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Partita di pallone ***


Sam e Dean stavano giocando a calcio con i loro amici nel loro bel giardino della loro casa.

Sam era in vantaggio di un sacco di punti, ma, sul più bello, Dean lo agguantò, deciso a rubargli il pallone e caddero insieme sul terreno.

“Dean!! Non vale con le mani. Non vale con le mani!” si lamentava Sam, mentre Dean lo tratteneva con una presa ferrea dietro la schiena cercando di prendergli la palla.

“In questo gioco non esistono regole.” Diceva Dean.

Cercava ancora di prendergli la palla, ma Sam non voleva cedere..fino a quando..non avvertì la presenza di Dean farsi un po’ più marcata e le mani del maggiore scivolare vicino al suo inguine.

Rimase sbalordito. Che diavolo stava facendo.

Le sue mani premevano poi un po’ sulla sua coscia, ma erano ancora un po’ troppo vicine al suo inguine e Sam sbalordito e in imbarazzo, lasciò finalmente la presa. Non perché volesse dargliela vinta, ma perché solo facendo così, Dean lo avrebbe lasciato.

Infatti, appena lasciò andare la palla, Dean abbandonò la presa e si gettò sul pallone.

Sam era ancora sbalordito e d’un tratto non aveva più voglia di giocare.
 
 


Durante la cena, Sam continuava a pensare a quello che era successo.

Non l’ha fatto apposta…cercava di prendere la palla..non l’ha fatto apposta..

Dean non era seduto vicino a lui, ma d’un tratto sbucò fuori dal nulla e gli porse un pezzetto di pesca.

“Tieni, Sammy. Vai matto per le pesche, no?” chiese.

Sam lo fissò sbalordito, poi prese il pezzo di pesca e la morsicò.

“Grazie, Dean.”

“Và tutto bene?” gli chiese, abbracciandolo un po’.

Sam inspirò il profumo pulito della maglietta del fratello, dopo che si era fatto una doccia. Sapeva di buono. Si sentì un po’ meglio.

“Sì.” Disse sorridendo Sam. il cuore aveva preso a battergli un po’ forte.

“Bene.” gli occhi di Dean d’un tratto luccicavano come raggi solari e Sam avvertì il cuore farsi ancora più accelerato.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** e la gelosia.... ti fa maaaaale ***


Più sento i gemiti di mio fratello con quella sgualdrina e più mi incazzo.

“Deeeeeeeeeeeeeaaaaaaaaaaan!” picchio alla porta, sembro un pazzo.

“Sam??” avverto la sua sorpresa, me ne frego ed entro!
 
La bionda mi lancia un’occhiata sorpresa. È coperta solo da un lenzuolo, si alza e guarda Dean con aria interrogativa.

“Sam, cos’hai da dire a tua discolpa? È mio fratello.” aggiunge Dean alla bionda, ma ha l’aria divertita.

“La mia borsa da ginnastica e le mie scarpe!” dice Sam agguantandole con rabbia.

“Non è colpa mia se dimentichi sempre le tue robe in camera mia.” Dice Dean sempre più divertito.

“Dean! Stronzo! Le hai prese tu!! Perché devi sempre prendere le mie robe???” e mentre Dean rideva, la bionda diceva:

“Io..ehm..vado a farmi una doccia..” disse, chiudendosi nel bagno comunicante.
 


“Stronzo, così mi fai fare tardi alla lezione..” disse Sam in tono lamentoso ma da cucciolo ferito e forse anche un po’ triste. Qualcosa nel suo tono indicava che non era triste per il borsone e le scarpe.

Dean lo guardò sorridendo teneramente e gli disse:

“Sammy, dai, vieni qui…”

Sam lo guardò sospettoso.

“Come on! Vieni qui!”

“Dean, faccio tardi..”

“Andiamo, due minuti..”
 


Sam si avvicinò titubante al letto, poi disse all’improvviso, sgranando gli occhi:

“Sei nudo?”

Dean ridacchiò e fece per avvicinarlo a sé, ma Sam si spostò.

“Dean..”

“Oh, insomma, quante storie, siediti! Sono coperto!! Vedi?”



Sam era ancora imbarazzatissimo, ma comunque si sedette sul letto vicino a lui, restando un pochino a distanza.

“Cosa vuoi?”



Dean lo attirò a sé, mettendogli una mano intorno al collo, guardandolo con uno sguardo che Sam si sentiva bruciare. Cercò di mettere un po’ di distanza, ma Dean glielo impedì.

“Stai fermo, avvicina l’orecchio, devo chiederti una cosa.”

Sam deglutì e avvicinò l’orecchio alla sua bocca.

“Lei non ti piace molto, vero?”

Sam si specchiò negli occhi magnetici, brillanti, sensuali e anche un po’ languidi di Dean e sentì un’improvviso moto di paura, poi si alzò di scatto temendo che la bionda potesse uscire da un momento all’altro e sentirli.

“Dean..”



“Andiamo, sii sincero…puoi esserlo con me. Non me la prendo. Dì la verità.”

Sam sospirò e gettò ancora un’occhiata di traverso alla porta di fronte a loro.
 
“Annarita…è un’oca…”

Dean ridacchiò.

“E poi?”

“Ha i capelli tinti..come tutte le ragazze d’altronde, ma lei sembra una tinta..squallida. Ha il viso sempre pieno di trucco, è volgare, ha la pelle di una quarantenne, mi danno fastidio il rumore dei suoi tacchi, si veste come una prostituta e ha gli occhi che sembra un’aquila..”

Dean ridacchiò ancora.

“E la bocca di un rospo…” continuò Sam imperterrito.

“La bocca sa usarla piuttosto bene…” disse.

Sam non sembrò gradire quell’iscita, fece per alzarsi ma Dean gli bloccò il braccio.



“Lasciami!!”

“Sammy, aspetta, voglio dirti una cosa!”

“Cosa???!”

“Se ti dà così fastidio, se vuoi, io la lascio!”

Sam lo guardò sbalordito, sgranando gli occhi.

“Stai scherzando?”

“Ok, senti, non esiste che una donna che non piaccia a mio fratello, deve stare con me.  Loro passano…ma tu…tu sei mio fratello, capito?” disse, tirandogli su il mento con le mani.

Sam restò ipnotizzato a fissare quegli occhi.

“Mi stai guardando la bocca?” gli chiese malizioso Dean.

“Deficiente!” disse Sam, volgendosi dall’altra parte, sentendo il viso avvampare.



“Dico sul serio, vuoi che la lasci? Devi soltanto dirlo e la mando a quel paese!”

“Tu..mi stai prendendo in giro..”

“Saaaaam! O è sì o è no! Decidi!”

“Va bene, allora, fallo!!” lo sfidò Sam.

Dean lo guardò con un sorriso soddisfatto.
 


La ragazza uscì dalla doccia da lì a pochi minuti.

Aveva un tanga viola e una maglietta striminzita. Canticchiava:

“Quella sua maglietta finaaaa…”

Sam la guardava con aria disgustata, invece Dean aveva l’aria di uno a cui avessero appena dato una notizia bellissima.



“Barbie, mi dispiace, ma dobbiamo lasciarci!” disse Dean con tono cinguettante.

Sam lo fissò basito. La ragazza era confusa, poi rise:

“Cosa?”

“Dobbiamo lasciarci. Tu non piaci a mio fratello, perciò..” disse Dean con tono amabile.

La ragazza fissò Sam, che disse subito:

“Dean, non mettermi in mez..” ma non riuscì a finire la frase, che la ragazza prendendolo per uno scherzo, si gettò ancora mezza nuda tra le braccia di Dean, ridendo e cercando di sbaciucchiarselo.

Sam era ancora più basito. Dean assunse una smorfia di fastidio e allargò le mani davanti a Sam come a dire:

*Che posso farci, è tonta *



Sam completamente arrabbiato e deluso – anche da sé stesso, uscì dalla stanza e si rinchiuse nella sua.
 
Cinque minuti dopo, sentì delle grida provenire dalla stanza di Dean, poi la ragazza scappò a perdifiato correndo giù per le scale e sbattendo il portone principale con violenza.

Era completamente disorientato ed entrò di nuovo in camera di Dean.

Dean era completamente nudo, il sedere in bella vista e Sam volse lo sguardo dall’altra parte.

“Dovresti bussare, Sammy..la maggior parte delle volte sono…impresentabile..” ridacchiò Dean.

“Dean, che cazzo è successo? Perché quella strega se n’è andata come una furia??”

“Beh, credevo l’avessi capito. L’ho lasciata, ricordi? Eh sì, nessuna la prende mai bene..all’inizio sembrano tutte così carine, dolci, delicate…poi le lasci e bom, si trasformano. Tutte, hai fatto caso?”disse, rivestendosi pezzo alla volta.

“Dean..ma..l’hai lasciata davvero?”

Dean sbuffò.

“Così impari a darmi del bugiardo! Dì la verità che pensavi stessi bluffando. Non mi piace quando mi si da del bugiardo!” disse più a sé stesso, uscendo dalla stanza.

Sam aveva un sorriso strano ed ebete sulla faccia.

Si volse e cominciò a rincorrerlo per le scale.

“Dean, tu sei tutto matto!!” disse con tono euforico, ma non poteva controllarlo.

“E sì, non mi piace quando mi danno del bugiardo e non mi piaceva lei!” continuò a dire Dean come se l’avesse realizzato solo in quel momento.
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Non lasciarmi solo ***


Non so bene come è successo, né perché ho pensato fosse una buona idea.

Ho davvero pensato che fosse una buona idea seguire o meglio, farmi coinvolgere da Dean nei suoi festini a luci rosse.

Ho davvero pensato che questo ci avrebbe fatto sentire più vicini.

E ora siamo qui in una casa estranea. Io sono in salotto, mentre Dean è a divertirsi con una tizia qualunque, dopo essersi ubriacato ben bene.

Sapevo che la serata sarebbe finita così. Che cosa mi è venuto in mente di seguirlo?
 
Nella mia mente  sto ancora pensando a pochi minuti prima, quando eravamo tutti sul divano e Dean e Jessica cominciano a pomiciare attaccati l’uno all’altro.

Io ero seduto vicino a Dean, quando comincia ad attaccarsi a quella come un polipo, cerco di spostarmi ma è troppo vicino a me, continua a strusciare la sua schiena con la mia, la sua maglietta si alza e sento la sua pelle nuda toccarmi.

“DEAN!” mi lamento. Lui mi guarda non molto lucido, poi decide ovviamente di andare nell’altra stanza con la squinzia.
 
Ora sono qui come uno scemo a bermi una coca mentre siamo rimasti in pochi. In particolare c’è un ragazzo, avrà ventun anni..che mi fissa insistentemente.

So cosa vorrebbe fare.

“Sam..come va?”

Eccolo. Lo sapevo.

“Così il fratellone è andato a divertirsi eh?” mi chiede. Non so perché l’ho seguito nell’altro salottino. Mi sta un po’ troppo attaccato.

Cosa dovrei fare? Lasciarlo fare?

Mio fratello è con quella sgualdrina…in fondo.
 
“Aspetta, io..voglio fare una cosa..” dico.

Forse sono ubriaco anch’io, cazzo.

Torno in salotto e prendo una bottiglia di birra ghiacciata. La fracasso alla porta dove quei due copulano allegramente.

Torno dal tipo che mi guarda impressionato ridendo.

“Ho sempre voluto farlo.” Dico. Cazzo, sono davvero ubriaco.
 
Lo bacio..o lascio che mi bacia, non lo so. Le nostre lingue si incontrano e finiamo sul divano.
 
“SAM. CHE CAZZO FAI?” sento gridare una voce.

Mi giro, rimanendo in quella posizione, semi sdraiato sul tizio. Sorrido strafottente e dico:

“Vattene via, Dean..anzi, vattene a fanculo!”

“Come hai detto?” Dean trema di collera e paura.

“Ehi..non litighiamo..” fa il tizio.

“Tu..porco che non sei altro. È mio fratello, ed è minorenne!!” ora Dean sta davvero gridando.

“Potrà fare quello che vuol…” ma non riesce a concludere la frase che Dean gli sferra un pugno possente e lo fa cadere per terra.
 
“DEAN!! SEI IMPAZZITO???!” grido spaventato, ma la testa mi duole ancora molto.

“Andiamo, muoviti!!” dice Dean, prendendomi per il braccio e strattonandomi.

“No! Non voglio, lasciami. Non sono un bambino!” per tutta risposta, Dean mi prende in braccio di peso e mi porta fuori.
 
 
 
 
In macchina per un po’ nessuno dei due parla, poi d’un tratto dean esplode.

“VUOI DIRMI CHE CAZZO CI FACEVI CON QUEL MANIACO, PERVERTITO E PEDOFILO?”

“Dean,  abbassa la voce, ho mal di testa.”

“Non capisci cosa avrebbe potuto…avrebbe potuto..” la voce di Dean si incrina. Si mette una mano sugli occhi, forse trattiene le lacrime.

Lo guardo stupito. Non sono abituato a vederlo così.

“Dean, mi dispiace..ma tu…tu eri con quella…e..”

“Quindi adesso è colpa mia?”

Sì…volevo dirgli…tutto quello che sta succedendo è colpa tua…

“No…Dean…ma…perché tu…mi…lasci solo? Mi lasci sempre solo..mi chiami a queste feste e poi…tu..ti imboschi con la squinzia di turno. Non potresti solo…restare con me?”

Dean ferma la macchina. Ho paura per un attimo che riprenderà ad urlare, ma….

Mi abbraccia.

“Perdonami, Sammy, perdonami…”
 
Penso che Dean non si è mai lasciato andare con me così come in quel momento, per un attimo mi è parso di tornare bambino, come quando dormivo ancora nel suo letto perché mi sentivo solo e lui mi stringeva forte.

Restiamo così e finalmente la serata è almeno un po’ dolce.

















 Note dell'autrice: 

l'angst proprio non avrebbe dovuto esserci in questa storia..non so cosa sia capitato ahha xd vediamo che succederà xd 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Coccole a letto ***


Oggi parlavo con Anne a scuola. Anne è una delle mie migliori amiche e si era presa una scuffia gigante per uno che viveva dall’altra parte del mondo e che aveva visto solo per chat.

Alla fine dopo mesi di chat, trova la forza di dichiararsi, convintissima che il tipo la corrispondeva e invece il tipo le dice che lui non aveva proprio capito che lei era innamorata di lui e che lui la vedeva solo come un’amica!

Povera Anne. Glielo dicevo a lei di lasciarlo perdere.

Il punto è che Anne comincia poi a dirmi che i grandi amori, quelli da e vissero felici e contenti, non esistono e che se anche ti innamori follemente, finisci per non essere mai corrisposto, perché la gente ama quello che non può avere. Si innamora del lato platonico, poi vorrebbe anche toccarlo con mano ma non è possibile.
 
Sono tornato a casa piangendo, pensando a mio fratello Dean.

La nostra è una delle famiglie più ricche che ci sono in America. Tutti i nostri amici ci invidiano, chissà lo scandalo se sapessero che Sam Winchester si è innamorato del proprio fratello.

Perché io sono innamorato, vero?

Trovare il proprio fratello bellissimo e desiderare che ti tocchi, ti baci e faccia l’amore con te e veda solo te, cos’è?

Devo rassegnarmi a non averlo mai? Cosa direbbe se glielo confessassi? Reagirebbe anche lui come il tipo della chat?
 
Perché la felicità è sempre quello che non possiamo mai avere? Perché quando mi è vicino, il cuore mi batte, mi sudano le mani, tremo, lo stomaco mi si ribalta?

Perché dovevo innamorarmi proprio di lui?
 
 
 
 
 
*

Quando Dean torna a casa, io sono nel suo letto. Appena accende la luce, resta ovviamente sorpreso.

“Sam! Cosa ci fai nel mio letto?”

Mi strofino gli occhi.

“Ehm..Jessica..è nella mia stanza..”

“Nostra cugina??” chiede Dean sorpreso.

“Sì.Sta da noi questo weekend e..sai com’è…quando si cresce, non sta bene per femmine e maschi, dormire insieme..”

Dean fa una smorfia. Sembra a disagio.

“Capisco..anzi no. Abbiamo due camere degli ospiti e devi dormire qui?”

“Non avevo voglia di prendere i materassi e fare le lenzuola. E dai, Dean, che fa se dormo qui una notte? Non fare l’antipatico.” Per un momento ho paura davvero che Dean mi mandi via.

“Va bene…” sbuffa. “Basta che mi fai dormire. Aspetta, prendo..un bicchiere d’acqua.”
 
 
Lo guardo andare via e mi sento un verme per aver approfittato di questa cosa..per aver chiesto apposta a Jessica di stare da noi. è mio fratello, non dovrei cercare scuse per infilarmi nel suo letto…anzi, sì. Maledizione che mi prende?

Spero solo non mi dia un pugno…ma ormai ci sono dentro…

“Ok, andiamo a letto..sono un po’ stanco..” dice Dean, spegnendo la luce.
 
Appena poco dopo che Dean si infila nel letto, comincio la mia recita. Mi lamento per il mal di stomaco. Non che devo recitare molto. Ho davvero un mal di stomaco improvviso per l’agitazione.

Ma vado avanti. Ancora dentro di me le parole di Anne.

Io non voglio passare la vita a fantasticare sul grande amore. Io voglio prendermelo.
 
“Sam..che diavolo hai?” mi chiede, accendendo la abajour.

“Mal di stomaco…”

“Cazzo..hai mangiato qualcosa che ti ha fatto male?”

“Io..non lo so..”

“Vado a prenderti una medicina..”

“No, Dean, aspetta. Non serve. L’ho già presa…”

“Sammy, non posso lasciarti così.”

“Puoi..non è che potresti..farmi..un massaggio..?”

“Cosa??”

Il tempo sembra fermarsi, anzi, congelarsi. Mi vergogno profondamente, ma è l’unico modo per svegliarlo.

“Di solito..funzionano..”

“Scordatelo.” Mi dice e io ho davvero paura che il mio piano sia sfumato.

“Dean..per fav….ahhh…” mi lamento.

“Cazzo..hai così male, Sammy?”

“Sì…ahhhh..”

“Ok, ok, aspetta…”
 


Dean mi passa una mano sulla pancia sopra il pigiama e mi accarezza delicatamente. Io sospiro. Da quanto tempo era che non mi toccava così?

La sua mano è calda e gentile…
 
“Ahhh…più forte, Dean..” lo incoraggio.

“Sammy…io non so come..”

“Sotto..la maglia..funziona di più..” dico. Ho vergogna a guardarlo negli occhi. Gli lancio solo un’occhiata e lui me ne rivolge una penetrante. C’è un misto di rimprovero e paura nei suoi occhi.

Poi lentamente, infila la mano sotto la maglia e mi accarezza.
 
Sospiro un po’ più forte. La mano di Dean..è calda e gelata insieme..

Lo guardo ora negli occhi..la stanza è illuminata solamente dalla abajour, siamo al buio, ma riesco ancora a vedere Dean e lui vede me.

Dean è una maschera di terrore. Posso vederlo. Chissà cosa pensa di me..e cosa penserà di lì a poco.

“Ok..ora bast..” fa per tirare via la mano, ma io gliela fermo con la mia e la bloccò sulla mia pancia.

“No..resta..ancora un po’..”

Ormai sono troppo dentro questa cosa per lasciar perdere.

Gli accarezzo piano la mano, con movimenti concentrici, poi, passo al suo polso, gli accarezzo il polso in maniera palesemente non fraterna.

Lui ansima. Non sa cosa fare.
 
Dean, cazzo.
Lo guardo ancora, poi con la testa mi appoggio a lui, al suo collo.

Tutto sommato può ancora passare come il fratellino che cerca conforto, sostegno..non è ancora troppo tardi..
Ma poi..
Muovo la testa sul suo collo. La struscio proprio, inspirando anche un po’ del suo odore.

Sto flirtando con mio fratello?

E nel frattempo gli tengo ancora il polso e la sua mano è ancora sulla mia pancia.
 
Ed ecco che cambia qualcosa. Dean ansima, mi guarda e una strana luce gli brilla gli occhi.

Si china su di me e le sue mani passano, prima una, poi l’altra, sui miei fianchi.

Finiamo sdraiati, Dean con il viso rivolto verso di me e la testa sul mio collo.

Io e Dean ansimiamo, lui struscia le labbra sul mio collo, mentre comincia ad accarezzarmi freneticamente e sensualmente il corpo, il torace, la schiena.

“Oh…..” mi lascio sfuggire, accarezzandogli i capelli.

Le dita di Dean salgono, scendono e risalgono vicino all’attaccatura dei miei pantaloni e capisco che vorrebbe fare di più, ma non osa.

Allora lo aiuto.

Accompagno le sue mani con le mie, facendole scendere giù.

Lo sento gemere ancora ancora più affannosamente, mentre sento le sue mani che mi accarezzano il sedere. Sono ancora in mutande ma il piacere è inebriante.

“Sì..” sospiro.

“Sammy..”

Non so come, ma finiamo abbracciati, con i visi rivolti verso l’altro, toccandoci a vicenda, esplorandoci a vicenda sotto i vestiti.

È più del sesso, non è una cosa davvero sessuale, è più…esplorazione..desiderio, ma anche intimità.

Oh, come mi stringe. Riesce a stringermi forte e toccarmi allo stesso tempo.

Mi accarezza le gambe in maniera sensuale e riesco solo a pensare che l’avevo visto fare solo con una donna.
Finalmente.

















Note dell'autrice: 

okkk, spero vi sia piaciuto il capitolo ahha <333 era parecchio che non scrivevo i primi approcci e mi sentivo un pò arrugginita..non so neanche come è venuto questo capitolo :D xd

 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Baci passionali ***


Mi sveglio e mi accorgo che Dean si sta vestendo già per andare di sotto. Si sta infilando una maglia. Faccio appena in tempo a vedere la sua schiena nuda che se la ricopre.

Mi fissa con quegli occhi stupendi.

“Buongiorno, Sammy.”

“Giorno.” Faccio io, con un timido sorriso. Non è chiaro se mi sta informando o invitando. Forse entrambe le cose.

“Vado di sotto.” Dice.

Rimango un attimo pensieroso. Dean ha forse intenzione di fare finta di niente? Cosa dovrei fare io adesso?

Decido che la prima cosa sia comunque uscire da questa stanza e vestirmi.
 
 
Quando scendo in cucina, ci sono i nostri genitori che fanno colazione. Papà ovviamente legge il giornale in silenzio. Mamma guarda le sue riviste di gossip.

“Giorno Sam, giorno splendore.” Mi dicono.

Dean mi guarda appena e sorride, distogliendo lo sguardo.
Noi due ci siamo già salutati.
 
 
Mi metto a tavola e Dean senza che io chieda niente, mi versa il latte nella scodella.

“Va bene così o ne vuoi di più?”

“N-no..va bene così.” Biascico.

“Vuoi nesquick o cacao dolce?”

“N-nesquick.”

Com’è premuroso..è per quello che è successo ieri notte?

Guardo la tavolata famigliare e sento un’elettricità strana. Mi sembra di essere come in quei teen dramma adolescenziali dove i protagonisti nascondono un segreto o vivono una relazione clandestina.

Quell’adrenalina che ti fa stare sempre sull’attenti, che dà come uno scopo alle tue giornate.
 
Ma questo non è un film..la nostra famiglia può andare in pezzi in qualunque momento solo per quello che ho fatto…penso con tristezza.
 
 
 
 
*

Pov Dean.

Non avremmo dovuto fare quello che abbiamo fatto..mio fratello è anche minorenne..nessuno crederebbe mai che l’ha voluto anche lui se si sapesse cosa è successo. Penserebbero che l’ho molestato..e questo non potrei sopportarlo.

Ma l’ha voluto davvero oppure è colpa mia? Forse lui non voleva e si è sentito costretto..ha visto come mi comportavo con lui e…

Ad ogni modo non può continuare..e devo dirglielo. Senza farlo soffrire, ovvio. Non merita di soffrire per una carogna come me…
 
 
Quando lo vedo scendere in cucina, come un cucciolo trasandato, provo l’innegabile istinto di abbracciarlo e coccolarlo, ma mi trattengo.

Non so perché gli verso il latte e sono tutto così premuroso con lui..forse mi sento in colpa.

E poi è quello che dovrebbero fare i fratelli no? i fratelli normali, non i fratelli incestuosi.

Mi piace prendermi cura di lui.
 
 
 
 
 
Pov Sam.

Ormai mi sono rassegnato al fatto che Dean ha tutta l’intenzione di non parlare e di ignorare quello che è successo e ne sono quasi contento, perché non sono pronto ad un’eventuale paternale sul: siamo solo fratelli, è stata una cazzata. So che arriverà, ma non sono pronto, ecco.

Poi inaspettatamente Dean fa:

“Sam, puoi venire un attimo? Non trovo una cosa…”

Cerco di controllare la mia maschera di terrore e mi alzo, pronto a raggiungerlo.

Vedo Dean passare nel corridoio e infilarsi in bagno.

Non sono un ingenuo. So benissimo che è una scusa.
 
 
Entro nel bagno. Le piastrelle del bagno sono viola scintillanti e il pavimento di un verde azzurro alga. È fatto apposta per creare un clima di benessere e un po’ contribuisce a calmare la mia ansia.

Lo guardo.

“Vieni..” la sua voce è poco più di un sussurro.

Vado. Mi avvicino piano piano. Aspetto che parli.

Mi fermo davanti a lui e sto in attesa del suo discorso.

Lui però non parla, avvicina solo le mani al mio viso e me lo prende tra le mani.

Lo guardo negli occhi. Non capisco dove vuole arrivare….poi…
 
Mi bacia.

é il nostro primo bacio. Non ci eravamo baciati durante la notte..solo..toccati..e anche se può sembrare strano, il bacio è anche più intimo..di quelle carezze. è come se volesse manifestare e dimostrare amore. 

Desideravo baciarlo, ma non osavo chiederglielo. Sono contento che l'ha fatto lui.

All’inizio è solo un sfiorarsi con le bocche, poi si stacca delicatamente e ritorna, due, tre volte, poi gioca con le mie labbra un po’ più audace e poi sento un accenno della sua lingua invadere la mia.

Appena un momento, perché io tremo sotto di lui e lui si stacca.

Mi guarda, forse teme che io sia sconvolto.

Sconvolto non è la parola giusta, forse emozionato sì.

Faccio io la seconda mossa. Mi avvicino a lui e lo bacio, più appassionato, più audace, tenendogli il viso tra le mani.

Mi stringe le spalle in una presa possessiva. Mi piace.

Mi passa le mani sotto la maglietta, accarezzandomi i fianchi, poi mi dice ridendo:

“Ok, ok…andiamo ora.”

“Che…che cosa volevi dirmi?”

“C-cosa? Era..era questo..credo.”
 
 
 
Pov Dean

Non era questo…ti ho chiamato per dirti che dovevamo smetterla…ma forse non ho mai voluto dirlo…
 
 
 
Accompagno io Sam a scuola. lo accompagno spesso io, anche se non sempre e figurati se potevo mancare stavolta.
 
In macchina, quando mi fermo un po’ nascosti dall’entrata, Sam mi guarda.

“Che c’è?” gli chiedo, anche se posso immaginare cosa c’è. Anche io non riesco a pensare ad altro.

“Non mi dai un bacio di saluto?” mi provoca con una voce da angioletto.

“Sam…” non aggiungo altro, ma mi guardo in giro. So che può capire cosa intendo.

“Non ci vede nessuno..” dice alzando le sopracciglia.

Lo fisso. Dio questi occhi mi fanno uscire di testa.
 
“E va bene..” dico, leccandomi le labbra.

Mi chino su di lui e riprendiamo a baciarci. Lo bacio con un po’ troppa foga, esplorandogli la bocca, mi accorgo che forse sto esagerando e confuso mi stacco bruscamente, chiudendo gli occhi.

“Io..Sam..se esagero, dimmelo..io non voglio..”

“Mi piace come mi baci, quindi non fermarti.” Mi guarda languido.

Va bene, dopo questo, non ho più freni.

Riprendo a baciarlo e lui come in preda ad un’intuizione, fa per spostarsi nei sedili anteriori.

Lo seguo immediatamente e ci baciamo sdraiati sopra i sedili, io sopra di lui.
 
Il bacio va avanti per almeno dieci minuti, poi ci stacchiamo.

“Sam..è ora..” dico, guardando il quadrante dell’orologio.

“Sei serio?”

Lo guardo.

“Lo so che non si dovrebbe dire in questi momenti, ma davvero devi andare.”

“E tu pensi che riuscirei a concentrarmi sulle lezioni dopo..insomma..”

Ridacchio. In effetti non oso immaginare che tortura sia. Per fortuna io ho finito la scuola e ho mille distrazioni per impedirmi di pensarci.

Almeno fino a quando Sam non ritorna. Non quel tipo di distrazioni ovvio. E non sono neanche sicuro di smettere di pensarci.

“Prometto che ti lascio un messaggio più tardi..più di uno..” dico, accarezzandogli la guancia.

“Ok..” dice Sam e poi fa una cosa che mi stupisce e mi intenerisce allo stesso tempo.
Mi dà un bacio sulla guancia.
 
 
Esce, rivolgendomi un’ultima occhiata e comincia ad incamminarsi per il prato della scuola.

Dubito anche dei miei stessi sentimenti, cosa succede se lo faccio soffrire?

 Un amichetto lo vede e gli mette una mano sulla spalla.

Come uno scherzo del destino, soprattutto dopo quello che avevo appena pensato, sento qualcosa ribollire dentro.

La gelosia.

È la seconda volta, che le emozioni hanno la meglio sul cervello oggi.
 
















 Note dell'autrice: 

volevo avvisarvi che sto pensando se cambiare addirittura titolo alla storia perchè non è più un concentrato di sessualità e sensualità come avevo previsto, ma si appresta a diventare molto fluff e quasi mistica/poetica xd

spero vi piaccia!!

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Come corsi d'acqua ***


Sam si trovava a scuola in quel momento, ma era difficile per lui concentrarsi sulle lezioni. Non era da lui questo, lui era un secchione, un nerd, uno che uscito da lì avrebbe voluto andare al college, non uno che…si lascia distrarre da..suo fratello..da una relazione trasgressiva o proibita..o da entrambe.

Durante l’intervallo, riuscì a rilassarsi un pochino e venne avvicinato dai suoi amici che l’avevano visto un po’ nervoso.

“Va tutto bene?” gli avevano chiesto, ma lui aveva glissato l’argomento e giocherellando ancora con la matita, aveva chiesto di parlare d’altro.

Allora i suoi amici avevano cominciato a parlare delle loro relazioni, una più trasgressiva dell’altra. Un ragazzo aveva addirittura una relazione con la mamma di una sua amica e l’amica ovviamente non lo sapeva!

“Non potete competere con la mia relazione. Questa è la più proibita di tutte.” Disse Kevin.

Un’altra ragazza diceva di avere in ballo una relazione con due ragazzi, i quali non sapevano dell’esistenza dell’altro.

Le diedero dell’antiquata.

Sam rideva internamente. Lui non poteva raccontare di Dean, ma era pronto a scommettere che la sua relazione proibita, superava tutte quelle.

“Pensa se scopri che se la fanno alle tue spalle!” disse uno di loro alla ragazza.

“Beh? Che problema c’è? Anzi, faremmo un trio fantastico, chiederei loro di condividere..o di poter assistere. Benvenuti nel futuro!” disse la ragazza spudorata.
 
Sam provò a immaginarsi di dover condividere Dean con qualcuno. Sentì un’improvvisa fitta al torace all’idea.
 
La scuola passò con una lentezza esasperante. Sam, come promesso da Dean, aveva ricevuto svariati messaggi da parte sua. La cosa che gli piaceva di Dean era che era un ragazzo che manteneva sempre la parola, anche se si trattava di cose stupide, anche se in quel caso non era una cosa stupida.

Sperava che lo venisse a prendere a scuola, cosa che Dean fece.
 
 
 
*

Quando Sam entrò in macchina, disse:

“Pensavo non venissi.”

“Perché?” chiese Dean in apparenza stranito.

Sam guardò in basso senza sapere cosa rispondere.

“Facciamo un giro prima di andare a casa, vuoi?”

Ahia…

“Okay.” Disse Sam. Era giusto, aveva immaginato sarebbe successo.
 
 
Dean fece comunque una cosa che lo stupì molto. Parcheggiò la macchina vicino a un boschetto e poi disse a Sam di passeggiare, costeggiando il fiumiciattolo.

“Che cosa ti fanno pensare i corsi d’acqua, Sam?”

“Come?”

“Trova una poesia che potrebbe riguardare noi e l’adolescenza.”

Sam ci pensò un attimo a disagio e disse:

“Noi non siamo come questo fiume, tranquilli e pacifici.”

“E come siamo allora, Sam?”

“Siamo come torrenti di montagna.”

“E perché?”

“Perché…scorriamo impetuosi, saltando tra i massi, creiamo cascate, il rumore del nostro corso riempie l’aria.”

Dean si avvicinò a Sam e gli diede un bacio, marcato ma anche dolce.

“Ti va di fare un bagno nel fiume?”

Sam rise.

“Sei impazzito? Si gela!”

“Hai intenzione di biascicare solo di essere un torrente di montagna o anche di dimostrarlo?”

“E va bene.” si arrese Sam, ma poi guardò il fiume con angoscia.

“Se lo fai assieme a me, parleremo anche di quello che è successo ieri.”

“è una minaccia?” chiese Sam impaurito.

Dean rise nuovamente.

“No, parleremo maturamente, niente lacrime da femminuccia. Cercheremo di capire perché è successo, ok?”

“V-va bene.”
 
 
 
Sam e Dean si spogliarono ed entrarono nel fiume. Non erano completamente nudi, avevano gli slip indosso. L’acqua non era del tutto gelata ma solo fresca in un modo che faceva sentire bene, era rinfrescante!

Cominciarono a nuotare e Sam si sentiva libero come non mai.

Si aggrappò alla schiena di Dean da dietro che lo portò a cavalluccio per alcune traversate e poi si misero a giocare con il fango e i sassi come bambini.

Dean uscì per primo, per recuperare un asciugamano dalla macchina con cui coprire Sam.

Sam lo aspettava in acqua, Dean tornò dentro e coprì Sam, prendendolo poi in braccio e riportandolo in macchina, mentre Sam ancora rideva. Non era abituato a queste attenzioni.
 
 
 
 
 
In macchina, mentre erano di ritorno per tornare a casa, il discorso cominciò:

“Allora…la nostra è..ehm, una situazione atipica.”

“Già..” rispose Sam.

“Sai..mi hai..sorpreso l’altra notte. Non pensavo davvero lo volessi. Cioè lo speravo, ma temevo di più che..che insomma, tu non..e che io ti stavo..”

Sam rise. “Molestando?”

“Tu..eri sempre piuttosto sfuggente, quindi..”

“Avevo un po’ paura. Non puoi darmi torto.”

“Quindi avevi capito che ti mandavo dei segnali eh?”

“Dean! Non sono mica uno scemo!” disse Sam facendolo ridere ancora.

“E cosa ti ha..fatto cambiare idea?”

Sam gli si avvicinò, sussurrandogli all’orecchio:

“Se ti fermi, te lo faccio vedere.”

Dean rise:

“Non dire frasi ambigue.”

Sam scoppiò a ridere, ovviamente non intendeva quello che aveva capito Dean.

“Quindi sei attratto da me anche in quel senso?” chiese Sam, sgranando gli occhi con stupore, anche se la bocca rideva, divertita e compiaciuta.

“Non parlarmi come se fossi un maniaco.”

“Non lo faccio..per me è la stessa cosa..Dean..non devi vergognarti..”

“Tutto questo è assurdo.”

“Spiegami. Anche perché..noi non siamo gay, no? Io pensavo di no.”

“Anch’io pensavo di no..ma..”

“Ok, comincio io..io sto bene quando sto con te. Mi sento al sicuro.” Disse Sam, appoggiando la testa contro la sua spalla e facendo battere il cuore di Dean più velocemente.

Dean parcheggiò la macchina, nel garage di casa.

“E poi mi piace il tuo profumo.” Disse Sam inspirandolo dalla sua maglia.

Dean lo guardò sorridendo.

“Il mio cuore batte per te.”
 
Questo fece boccheggiare Sam, che non se lo aspettava per niente.

“Aspetta, respira. Non vuole essere una dichiarazione d’amore. Voglio dire che letteralmente, starti vicino mi rende il cuore più accelerato. Ti voglio molto bene, Sammy." disse, facendo una pausa e rendendo gli occhi di Sam brillanti di gioia.

"Prendermi cura di te, non è un dovere per me. mi piace farlo. Mi piace averti intorno, mi piace scherzare e anche litigare con te. Io non ho sintonia con i nostri genitori, né con i nostri stessi amici, a volte penso che tu sei l’unico in grado di vedermi realmente e di farmi aprire realmente.”

Sam non sapeva cosa dire.

“E poi anche tu hai un buon odore..” dise Dean strusciando la testa sul suo collo. “Ma due come noi, Sammy, non potrebbero mai fidanzarsi..o avere una relazione.”

“Quindi vuoi tirarti indietro? Fingere che non è mai accaduto niente?”

“No.” disse Dean, con un sorrisetto malizioso. 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Coccola tuo fratello! - La cena con i parenti ***


Mary e John Winchester, i genitori di Dean e Sam, avevano invitato a casa loro, diversi parenti ed amici, alcuni dei quali erano anche cugini alla lontana, di Mary.  Il soggiorno era quindi molto rumoroso e affollato.

Mancava ancora un po’ alla cena e come succede sempre in queste occasioni, agli ospiti annoiati, piace intrattenersi e ingannare l’attesa, interessandosi ai giovani e facendo domande.
 
“Allora, Dean, sei diventato un bel giovanotto, eh? Mary, non è vero che è diventato alto?”

“Dean è sempre stato così, e poi fa palestra.” Disse Mary, continuando a girare la polenta, compiaciuta.

Dean ridacchiò a sua volta compiaciuto. Anche Sam, pur non dicendo niente, approvava silenziosamente.

“Anche Sam sembra che sta diventando alto come il fratello.” Commentò il marito.

“Ma no, cosa dici, Johnathan, secondo me lo supera.” Disse la moglie ridacchiando.

“Il nanerottolo? Non mi supererà mai.” Disse Dean a mò di presa in giro.
 
I parenti risero e Sam guardò male Dean, che gli fece una linguaccia.

“Avanti, Dean, non stuzzicarlo.” Disse un’altra donna.

Mary sospirò.

“Inutile. Si beccano in continuazione.” Sospirò Mary.

“I fratelli fanno così.” Disse un altro.

“Sì, ma loro esagerano. Fanno davvero scappare la pazienza certe volte.” Disse John mettendo il naso fuori dal giornale con un cipiglio infastidito.
 


“Ma dai, davvero litigano? Dean? Sam?” disse la prima donna incuriosita.

“Non andate dìaccordo?” chiese la seconda.

“Possiamo evitare questo discorso?” chiese Sam. Dean però intervenne.

“Per fortuna che sto poco a casa.”



Altre risate. Dean fece l’occhiolino e un mezzo sorrisetto a Sam, che restò impassibile. Una maschera.

“Dean, non dovresti trattare in questo modo Sam. è più piccolo di te. Devi volergli bene.” disse la prima donna.

“Certo, come no!” disse Dean. A Sam sfuggì un colpo di tosse, che avrebbe potuto benissimo dissimulare una risatina.

“Speriamo che almeno uno dei due vada a vivere presto per conto suo, così stiamo un po’ in pace!” disse John sempre con aria burbera.

“JOHN!” lo riprese Mary.

Sam e Dean guardarono male il padre, complici in questo.

Gli altri parenti risero.



“Tranquilli, prima o poi tolgo il disturbo!” disse Dean. Sam lo guardò sgranando gli occhi.

“Dean, non ascoltare tuo padre!” disse Mary ancora con il mestolo in mano.

“Andiamo, Mary, sono grandi ormai..dovranno lasciare il nido, prima o poi.” Disse il marito della prima donna.

“Poi magari vanno a vivere insieme, eh, Dean, vi piacerebbe?” chiese la seconda donna.

Dean guardò gl altri scioccati. Una miriade di pensieri invase la mente di Sam, uno più erotico dell’altro.

“Vivere con la peste? Non se ne parla.”

“Per me non è neanche da prendere in considerazione.” Rispose Sam.
 
Detto questo, non visto, Dean lanciò un’occhiata penetrante con un sorriso a Sam, che ricambiò.



Quando poi Sam passò davanti al divano, dove era seduto Dean, quest’ultimo gli lanciò un calcio sul sedere.

“AHH, ma sei coglione.” Disse Sam, dandogli un calcio di rimando sulla coscia.

“Ahh, pezzo di..”

Dean, Sam, la volete piantare di farci fare delle figure??”  sbottò il padre, per poi dire: “Perdonateli, non sono sempre così, quando abbiamo degli ospiti, si agitano, non sappiamo come mai.” Disse John tutto affabile.
 
Gli ospiti però, sembravano molto divertiti da loro.



“Dean, non devi dare calci a tuo fratello.”

“Grazie zia.” Disse Sam compiaciuto.

“Perché non gli fai qualche carezza, invece di picchiarlo? È tuo fratello, devi volergli bene.”

Dean sembrò diventare bianco e pallido, Sam ridacchiò.

“Dean? Lui non mi fa mai carezze, figurati! Non è un tipo che coccola .Neanche con con le ragazze.” disse Sam, godendosi dell’espressione del fratello, che lo guardò stralunato e poi un pò incazzato. Sam si stava divertendo troppo.

“è tutta una messinscena, in realtà si vogliono bene, discutono, ma poi stanno sempre insieme.” Disse Mary servendo finalmente la pasta.
 
 
 


Per tutta la cena, Sam e Dean restarono un po’ distanti, senza parlare, per poi congedarsi finalmente dopo la cena. Il primo a lasciare il tavolo, fu Dean. Sam lo seguì dopo poco.

“Sono ragazzi. Non hanno voglia di stare con noi vecchi. Bisogna capirli.” Commentò la signora sorridendo.
 




Sam per prima cosa, entrò in bagno. Non si aspettava di trovare lì già Dean, che stava per uscire.

“Oh..scusa. io..devo solo..” disse Sam, indeciso, prendendo il tubetto di dentifricio, giusto per fare qualcosa.

Dean lo guardò e Sam si sentì un po’ in colpa per le battute durate prima della cena, ma Dean era stato un tale idiota..e poi era stato..divertente.
 
Dean senza dire niente, si avvicinò piano dietro Sam, restandogli quasi incollato alla schiena.

“Così non ti coccolo eh?” chiese con un’espressione bassa e calda.

Sam aprì di un poco la bocca. Sapeva che gliel’avrebbe rinfacciato, in un certo senso lo aveva fatto anche apposta.

“Beh..ecco..”

Dean si appostò più attaccato alla sua schiena e fece per circondargli le mani sui suoi fianchi.

“Così vorresti avere più coccole?” dicendo così, gli accarezzò velocemente la pancia, per poi infilare le mani sotto la maglietta.

Sam chiuse gli occhi, reclinando il capo all'indietro a quel gesto.

“E dimmi, Sam…ti piacciono..queste coccole?” gli chiese ancora, accarezzandogli tutta la schiena piano, godendosi ogni espressione, per poi infilare la mano sotto i jeans, accarezzandogli le gambe nude e il suo membro, ancora sopra le mutande, dandogli una stretta, un po’ marcata.

Sam reclinò di più il capo all’indietro, posando la sua mano su quella di Dean, per farla restare lì.

Poi Dean cominciò a baciarlo sensualmente sul collo, in maniera sexy.

“AHH.” Gridò Sam preso alla provvista, non si aspettava Dean gli facesse un succhiotto, ma il suo gesto gli aveva fatto diventare subito duro il membro.

“Se vuoi altre coccole..non hai che da chiedere.” Disse Dean allontanandosi per lasciargli un sorriso.

Non voleva esagerare, Sam era sempre suo fratello, un conto erano le toccatine intime, un conto le strusciatine, i baci..ma farsi le seghe? Non sapeva neanche se Sam era ancora vergine, se era una cosa che voleva lui gli facesse, doveva essere Sam a dirglielo.

E fu soddisfatto dello sguardo un po’ confuso, misto a lussuria, che Sam gli lanciò, prima che lasciasse il bagno.



















Note dell'autrice: 

questa volta le note sono d'obbligo! xd ammetto che scene come quella che ho scritto, cioè dove una coppia clandestina è a casa e si scambia tenerezze hot all'insaputa della famiglia che è a pochi passi, è di quelle cose per cui vado matta ahhah

vi è piaciuta a voi? come potete vedere, anche se Dean si fa meno scrupoli, riguardo Sam, è comunque sempre molto rispettoso, a modo suo, per quanto riguarda l'intimità di Sam <333

i prossimi capitoli saranno anche più belli, scusate la lunga attesa, ma è fatto apposta perchè ci tengo a questa ff e voglio aggiornarla solo se sono sicura di fare capitoli belli <3333

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** La caccia ***


Sam non ama la caccia. Neanche io la amo, però cerco di farlo per accontentare papà e non mi importa più di tanto un piccolo sforzo.

Sam però no, lui è diverso. Lui è innocente..come queste creature, lui non dovrebbe…
 
“AVANTI, SAM, SPARA, COSA STAI ASPETTANDO??”

Sam si lascia scappare un singhiozzo, dopo aver osservato per qualche attimo il cervo. Il cervo lo guarda e poi scappa come se avesse le ali.

Non va bene, so che adesso se la prenderà con lui.

“è possibile che ancora non riesci a sparare??”

“Papà, smett..” mi prendo io lo schiaffo che spettava a Sam, perché mi paro davanti a lui correndo e non so se sono io ad inciampare o la forza dello schiaffo a farmi cadere.
 
“Deaannn!!!” grida Sam, venendomi subito incontro. Si inginocchia dietro di me e posa la testa sulla mia spalla, cominciando a singhiozzare.

Porca puttana, Dean, tu non metterti in mezzo!! Quel cervo doveva essere la nostra cena! Ora grazie a Sam, anche gli altri animali saranno spaventati e non si faranno vivi!!” John è del tutto fuori di sé.

“Meglio.” Borbotta Sam. Non riesce proprio a stare zitto.

“Come hai detto?” chiese infatti John.

“Papà, lascialo in pace.”

Ti ho detto di non immischiarti, Dean!!”

Mi rialzo, sfidandolo.

“Sai benissimo che Sam non è portato per la caccia. La odia. Non puoi costringerlo a sparare!! Non puoi costringerlo a venire!!
 
Papà mi guarda strabuzzando gli occhi. Ben poche volte mi permetto di rispondergli in quel modo.

“Non è che a lui non piace la caccia. È solo che non è buono a sparare. Gli tremano le m..”

“No, papà, a Sam non piace! Diglielo anche tu, Sam! Non ti piace l’idea di sparare a degli animali indifesi, non è così??”

“è così.” Disse Sam, facendosi un po’ di coraggio.

John lo fissa. Fissa entrambi, poi dice scocciato:

“è una fesseria. Questi animali..non provano dolore come lo proviamo noi. Riuscite almeno a capirlo o devo spiegarvi delle cose basilari??”

Non rispondiamo e John continua:

“Va bene, va bene, non venire più a cacciare se non vuoi. Saresti solo di peso, è meglio così.”

“Neanche Dean verrà più.”

Mi si mozza il respiro in gola quando sento la voce di Sam.

“Cosa hai detto?” chiede John.

“Dean cerca solo di farti contento, ma anche a lui non piace cacciare. Non dovresti costringerlo a fare qualcosa che non vuole.” Dice Sam.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
*

John urlò così tanto. Così tanto. Urlò anche sul fatto di avere due figli e non poter condividere niente, che eravamo degli ingrati. Lui si trovava una passione e cercava di coinvolgerci e noi la rifiutavamo.

Sam è molto emotivo. La prese male.



Quando tornammo a casa, Mary chiese spiegazioni e io con un po’ di rabbia e un po’ di arroganza dico:

“Ha fatto di nuovo piangere Sam!! E indovinate ora a chi toccherà consolarlo perché sta male??”

Dean Winchester è un asso per far sentire in colpa le persone. Ora sicuramente papà si beccherà una bella ramanzina da parte di mia mamma.

In quanto allo “sforzo” per consolare mio fratello, beh…..
 
 
 
 


Lo trovo sul suo letto a pancia in su, con il braccio che gli copre il viso, anche se non riesce a nascondere comunque le lacrime che gli scendono giù dalla faccia.

Quasi mi passano un attimo i pensieri erotici che sentivo solo fino a qualche minuto prima..quando lo vedo così mi sembra solo un angelo innocente, da preservare dalle sporcizie del mondo e provo un’ondata d’amore così forte da star male quasi.

Chiudo la porta a chiave e mi avvicino a lui.

“Sam…ehi, quello stronzo di nostro padre le sentirà dalla mamma, adesso..ci ho pensato io, tranquillo..”

“Dean..lascia stare..lui non capirà mai..”

“Lo farà…lo prometto..” gli dico.



Mi sdraio su di lui e gli bacio la fronte, la guancia, la bocca.

Lui ricambia il bacetto sulle labbra, una piccola lacrima che gli stava scendendo, scende sul mio collo.

“Tanto tu hai me, no? Non dovrai più prendere parte a questa cosa…” gli accarezzo il collo.

“Neanche tu..” sussurra lui.

Io sorrido. Credo che Sam sia addirittura più felice che ci sono fuori io, che lui. Cerca sempre di trascinarmi nelle sue piccole ribellioni.

“Già..grazie..fratellino..” gli bacio il collo. Finalmente una nota di benessere comincia a intravedersi, allora ne approfitto per continuare.

“Stai bene ora?” gli massaggio la pancia.

“Mmm…non del tutto..”

Ridacchio.

“Allora…vediamo cosa posso fare per farti sentire meglio..” dico.
 


Siamo entrambi seduti ora. Io davanti a lui, gli sollevo la maglia, accarezzandolo sotto la maglietta, poi comincio a lasciargli una scia di baci sensuali sul torace. So che Sam è molto sensibile lì.

“Ohh..” geme, mi accarezza la testa con le mani, in un modo che sembra quasi coccolarmi.

Tanto che alzo la testa  e vado incontro ad un bacio a fior di labbra.

“Ti voglio tanto bene.” si lascia sfuggire e il mio cuore perde dei battiti.

“Anch’io, Sammy.” Dentro di me mi sento scoppiare dalla felicità, dall’altra parte sono terrorizzato. Cosa succede se lo deludo?
 


Sam mi fa sdraiare assieme a lui e finisco con la testa contro il suo petto. Continuo a baciargli languidamente il petto e lui continua a sospirare, poi sento qualcosa cambiare.

Sam mi spinge via, ma io non voglio che lui si vergogni di me.

“Sam, aspetta, è normale.”

“Dean, per favore…vattene, ora.”

“Lascia che ti dia qualche sollievo.” Dico dolcemente, cercando di non dargli l’impressione del depravato in un momento di grande imbarazzo per lui.

Sam appena annuisce.

Sono un po’ combattuto.

“Solo se vuoi però.” Dico.

Sam sorride e capisco che lo vuole. Si mette a sedere e poggia il viso sulla mia spalla. Sento il suo cuore battere forte. Anche il mio.

“Okay, Sammy..”



Gli slaccio i jeans piano e poi infilo la mano dentro. Gli accarezzo il suo membro piano, lo stuzzico con le dita, senza marcare troppo, quando capisco che Sam si sta eccitando di più, oso anche io un po’ di più.

“L’hai già fatto prima?” mi chiede Sam con un'espressione arrabbiata ma provata, lo vedo geloso, ma anche così eccitante.


“Io…forse.” Dico. Non mi va di dirgli bugie.

“Va bene…ma vedi di farlo meglio con me. come non hai mai fatto con nessuno.” Specifica, aggrappandosi alle mie spalle, mentre sospira.

“Sì…te lo prometto.” Dico.

Continuo a toccarlo con scatti sempre più veloci e più forti fino a che Sam non viene sulla mia mano.

Mi guarda sconvolto e forse anche colpevole.

“Scusa, io..”

“Sammy, se vuoi che andiamo d’accordo, non chiedermi mai scusa per cose di questo genere. Mai.” Gli dico dolcemente.

“Va bene..” dice e sembra ammutolire.

“Vieni.”

“Di nuovo?” mi chiede e entrambi scoppiamo a ridere.

“No, vieni in bagno. Facciamo la doccia insieme.”

“Dean..” Sam mi guarda ancora spaventato.

“Hai paura di me?” chiedo esitante.

“Ho paura di mamma e papà, scemo!” mi spinge.

Ridacchio.

“Chiudiamo a chiave. Se scoprono che siamo chiusi dentro, gli diremo che stiamo fumando mariwana.”

Sam ride più forte.

“Dean, noi odiamo la mariwana.”

“Vorrà dire che diremo che tu sei incinta.” Ed entrambi scoppiamo  a ridere, poi lo prendo per mano e ci infiliamo in bagno.
 
 















 Note dell'autrice: 

allora, ragazzi!! Spero vi sia piaciuto questo capitolo *_*

Premetto che per me è stato un pò difficile scrivere il capitolo sulla caccia, perchè io sono contro la caccia in generale...ma mi piaceva troppo l'idea di scrivere dean e sam alle prese con la caccia vera, insieme al padre <333

per le effusioni finali...mi sono data agli anime in questi giorni e certe cose mi ispirano a scrivere ahha xd

So che per ora sembra tutto un pò superficiale (anche se secondo me per chi è molto attento, non sarà mai tutto superficiale in questi capitoli ) ma è studiato apposta così, perchè voglio che i loro sentimenti si palesino in maniera inaspettata, sia per loro che a voi che leggete *_*

Ps: per "lo strano caso di sam" cercherò di aggiornare in questi giorni xd

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Tu...sei desiderio...PURO ***


Io e Dean dormiamo insieme, nello stesso letto. Il più delle volte abbracciati. Come questa notte.

Non so come sia possibile, ma provo davvero un forte amore..per lui. È come se stessimo insieme da mille e mille vite…

La cosa che mi piace più di lui? È il suo istinto di protezione, come mi tratta.

Anche adesso, mi sta accarezzando la schiena, mentre restiamo abbracciati, con una sorta di devozione tenera.

Mi tratta ancora da fratello, ed è questa la cosa più bella. Per lui non sono un giocattolo sessuale.

Ma non mi tratta solo da fratello.

Le sue carezze sono dolci, lente..ma anche desiderose..di esplorare altre parti del mio corpo… continua a pensare Sam cercando di non far sentire il suo affanno, mentre la mano di Dean scivola dalla sua schiena per infilarsi dentro la maglietta, per poi andare dentro i pantaloni.
 
Però…Dean è sempre frenato. Anche adesso..mi accarezza sì, ma..come se volesse dare più piacere a me, che a sé stesso, quasi come se il fatto che lui possa godere di questa cosa, sia…sbagliato. Immorale. Disgustoso.

Io non voglio questo. Apprezzo che vuole conservare la mia virtù, ma..voglio anche che si diverta.
 
 
 
 
 
 
*

A scuola, Sam e Amanda, una sua compagna di classe, stavano discutendo delle relazioni e di come, soprattutto da giovani, sia importante la passione, per i ragazzi, soprattutto. La passione, l’attrazione fisica, era tutto.

“Non ci sono solo ragazzi superficiali..ci sono anche ragazzi seri che preferiscono la serietà.”disse Sam.

Amanda fece un sorrisino incredulo.

“Gli piace raccontare così, perché fanno bella figura. Sì, magari, preferiscono le serie, ma si divertono con le frivole..”

“Anche il divertimento e l’attrazione finirà, però..e poi cercheranno la serietà..” ribattè Sam.

“Per poi riprovare la nostalgia della passione. Credimi, Sam. se vuoi tenerti stretto un ragazzo, al giorno d’oggi, è farlo divertire a letto. Ho visto ragazzi farsi trattare come stracci da troiette che non valgono una mazza cicca, ma le perdonano tutto…o tornano sempre da loro..perchè sono belle!!”

“Questa è davvero superficialità allo stato puro!!”

“Ma è così che funziona! È la passione che fa girare il mondo! Puoi anche innamorarti e stare con una ragazza seria..ma se non ti smuove niente a letto o non la desideri, che cosa ci stai a fare? Per questo vanno bene gli amici no? Ed è quello che a lungo andare si diventa. Si finisce di desiderarsi, si finisce di scopare..eccetera eccetera e alla fine si diventa una coppia di amici. Chi è troppo pigro per cercare qualcosa di meglio, resta insieme, gli altri divorziano.”

Sam era sconvolto dal cinismo di questo discorso ma doveva ammettere che Amanda purtroppo aveva ragione.

“Però..alla fine ho sentito persone che si dicono felici di essere considerati ragazzi o ragazze serie dal loro fidanzato o fidanzata.”

Amanda rise di nuovo.

“Sì..beh..che cosa possono dire? È chiaro che non diranno mai il contrario. È un accontentarsi, ma anche le più santarelline, preferirebbero essere viste come una ballerina di lap dance dai loro uomini, piuttosto che una ragazzetta casa e chiesa. Ma ..perchè sei così interessato a questo discorso? Hai qualcuno?”

“No…” sviò Sam. “Io però…insisto ma..non voglio pensare che dobbiamo essere tutti modelli per poter essere felici e innamorati.”

Amanda sbuffò.

“Sam, non mi hai capito..l’attrazione fisica e la bellezza sono due cose che non vanno per forza insieme. Ho visto donne oggettivamente belle che ad alcuni facevano schifo. È l’energia..che attrae. Puoi anche essere attratto da uno oggettivamente brutto per alcuni..ma per altri no..però l’attrazione fisica non può mancare. Come fai a stare insieme con qualcuno con cui non sei attratto? Ecco perché poi tanti amori finiscono. L’attrazione finisce o in alcuni casi non c’è mai stata.”
 
Sam rimuginò molto su quelle parole.
 
 
 
Sam era molto attratto da Dean.

Dean era oggettivamente bellissimo. Aveva un corpo da favola e non era tutto lì..era proprio buono..e gentile.

La sua bontà e dolcezza e gentilezza si riflettevano anche sui tratti del suo viso e in particolare sui suoi occhi, che erano già belli, ma quelle caratteristiche lo rendevano ancora più bello, angelico..

Okay, no, forse angelico non era la parola giusta, considerando quello che stavano facendo, rise internamente Sam.

Sam sapeva di provare molta attrazione fisica per lui, oltre all’amore.

Voleva toccarlo..voleva fargli provare piacere, ma Dean sembrava sempre restio a farsi toccare troppo e Sam aveva timore che Dean lo considerasse ancora off limits per osare.

O meglio, Sam sperava fosse questo, perché non voleva pensare che in realtà Dean non lo desiderasse.
 
 
 
 
 
 
*

Un giorno, Dean uscì dalla doccia. Entrò nella camera e si trovò Sam sul suo letto a guardarlo ipnotizzato.

“P-perché mi guardi..così, Sam?” balbettò Dean, forse un po’ a disagio dallo sguardo del minore.

“Posso…?” chiese Sam, sperando di non aver usato un tono troppo da bimbo, allungando la mano verso il suo petto nudo.

“C-certo…” disse Dean.

Si erano toccati mille volte così..allora perché Dean sembrava in imbarazzo adesso?

“Sam..io dovrei..cambiarmi..vestirmi. Sono nudo.” Gli fece presente Dean, mentre Sam ancora lo accarezzava ipnotizzato. Come se non lo sapesse!

“Sam..cosa fai?” gli fermò il braccio Dean, quando vide che Sam cercava di togliergli l’accappatoio.

Sam lo fissava con voce carica di desiderio.

“Voglio..guardarti.” disse.

Dean lo fissava con una faccia che Sam giudicò, da ebete.

“Toglitelo. “ ordinò con voce bassa. L’imperativo funzionò, perché Dean si tolse l’accappatoio.

Rimase in piedi a fissare Sam, con sguardo serio.

Sam si avvicinò e lo toccò piano, accarezzandolo, Dean respirava forte, poi strabuzzò gli occhi quando vide che Sam si stava avvicinando troppo.

“Sam..” indietreggiò allora.
 
Sam sospirò.

“Qual è il tuo problema?”

“No. Qual è il tuo problema. Che cosa volevi fare?” disse, rimettendosi l’accappatoio.

“Io..niente.” mentì l’altro.

“Bugiardo.” Disse Dean con un’aria eloquente.

“Ok, va bene, volevo farti un pompino e allora??”

Dean lo guardò sgranando gli occhi.

“Tu COSA?”

“Andiamo, Dean! Non fare il fratellone protettivo!!”

“C-cosa hai detto??”

“Sì. Il fratello maggiore protettivo. Sembra che tu ti imponga di comportarti da *genitore * per forza in ambiti sessuali, così come fanno i genitori, nonostante questo campo l’abbiamo sforato da un bel pezzo.” Disse Sam virgolettando il tutto.

“Basta, basta, non dire altro ed esci da questa stanza!!”

“è anche la mia stanza!!”

“Non gridare, maledizione!! Vuoi che ci sentano??”

“Allora non fare il cretino!”

“Ah, io faccio il cretino?”

“Perché non possiamo fare quello che fanno le altre coppie nornali? Mi hai detto che ti andava bene e ti stai rimangiando la parola.” Bisbigliò Sam.

“Io non mi sto rimangiando un bel niente. Senti , ma cos’è tutta questa fretta all’improvviso? Hai sentito qualche discorsetto a scuola?”

“Smettila di trattarmi come un moccioso!”

“E allora tu non farlo!”

“Ci stavo provando!! Ma quando cerco di comportarmi da adulto, tu mi respingi!!”

“Io ti respingo? Questa è bella!!” rise Dean.

“Non vuoi che ti tocco..perchè?”

“Sam..”
“Non hai piacere che lo faccia? Non ti piaccio abbastanza?”

“Assolutamente non è questo.”

“Ho capito.. ti faccio schifo.”

“SAM!”

“Ti faccio ribrezzo!”

“SAM, NO!”

“Sì!!”

Il bacio di Dean interruppe quella caterva di discussione e di botta e risposte assurde.



“Sam…possibile che non capisci quello che provo?” gli chiese Dean toccandogli il viso.

“Allora spiegamelo, perché io non..”

“Non è che non mi piaci, o che non..ti desidero..è proprio il fatto che mi piaccia..questo..quello che facciamo..a farmi vergognare. Non mi vergogno di te, ma di me. Questo..tra di noi..mi fa sentire..un pervertito..”

“Sono solo sesso per te?”

“COSA? NO!”

Sam sorrise.

“Visto? Quindi non devi vergognarti, perché non sei un pervertito.”

“è davvero così facile?”

“Sì…e poi chi dice che sarebbe così brutto?”

“Che io sia un pervertito?” chiese Dean scettico.

“No! Che tu mi desideri! Tu te ne vergogni..ma magari io..lo vorrei..”

“Sam..non sai di cosa parli..la sessualità è..una cosa molto importante..non mi perdonerei mai se tu..”

“Se io..?”

“Se tu facessi cere cose per la prima volta con me…e poi ti pentissi? E se non fosse bello come pensi…e se…”

“ E se mio nonno avesse avuto sette palle, sarebbe stato un flipper..”

Questo fece finalmente ridere Dean, il che smorzò la tensione e i due finirono abbracciati.

“Cosa farei..senza questa spina nel mio fianco..” disse Dean, accarezzandogli la testa e i capelli.
 
 
 
 
 
 
 
*

Amanda era sempre più ossessionata dalle avventure e storie trasgressive. A scuola non faceva altro che leggere di amori proibiti e storie trasgressive e aveva cominciato a far appassionare anche Sam.

“Le cose che preferisco sono quando i due fanno sesso nel bagno della scuola.” diceva.

Questo ebbe il potere di infiammare decisamente Sam.
 
 
Quando andò a casa, glielo propose.

“Sei – completamente – uscito – fuori – di – testa?”

“Oh, andiamo. Sembri mio nonno Dean.”

“Bene. Basta saperlo. Scegliti qualcuno della tua età, allora per scopare nei bagni della scuola.” disse Dean con un tono però, che intendeva che gliela avrebbe fatto pagare, se ci avesse provato.

“Non voglio qualcun altro. Voglio te. E poi io..non voglio fare sesso.” Disse con aria innocentina, abbarbicandosi alle sue braccia.

“E allora cosa vuoi fare?”

“Vieni e lo scoprirai.”

Scordatelo!!”

“Uffa, che palle, Dean!”

“Che palle? Che palle? Saranno niente le palle, in confronto al sedere che ci faranno a tutti e due se ci scoprono! Perché ci scopriranno di sicuro! Oddio, non voglio neanche immaginare in che guai ci metteremmo..basta. Non riesco..non so che ti sta prendendo ultimamente, sei impazzito!” Dean era completamente fuori di sé.

Sam si era già stancato di discutere però, e aveva già lasciato la stanza, spazientito, ma anche un po’ divertito dalla faccia di Dean.
 
 
 
 
 
 
 
*

Sam non aveva intenzione di cedere senza dare battaglia. Mentre era a scuola, immagini di lui e Dean nel bagno della scuola che facevano…robe..continuavano a risuonargli nella mente.

Poi un altro flash, più recente degli altri e più..VERO..si affacciò nella sua mente.

Approfittando di un momento di distacco da Dean, Sam era entrato in bagno nella loro casa, si era spogliato e si era fotografato con il cellulare.

NUDO.

Come se non bastava, poi, aveva preso un lungo tovagliolo bianco e si era divertito a giocarci, passandoselo tra le gambe.

Per questo però, una foto era troppo poco, quindi aveva girato proprio un video.

Ora, mentre era a scuola, finalmente aveva preso coraggio e l'aveva mandato al cellulare di Dean.

E ora c’era solo da aspettare la sua reazione!!!

















 Note dell'autrice: 

spero non sia stato troppo spinto questo capitolo ahha xd scusate se l'ho interrotto così, ma il capitolo stava diventando un pò lunghetto xd

ammetto di essermi divertita a scriverlo ahha

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Passione nel bagno della scuola ***


Sam si chiedeva quando sarebbe arrivata la reazione di Dean al video che gli aveva mandato. Sperava non si sarebbe arrabbiato.

E si chiedeva cosa sarebbe successo se mamma o papà avessero visto casualmente il cellulare di Dean in quel momento.

E pensando a questo, si sentì combattuto tra un attacco di panico e un attacco di ridarella acuta.

Beh, potrei sempre dire che ho voluto fargli uno scherzo… pensò Sam ridendo dentro di sé.

Ok, era proprio un coglione senza rimedio, ne era consapevole.
 
Finalmente arrivò l’intervallo. Sam ormai aveva perso le speranze di leggere una risposta di Dean a breve, anzi, era sicuro che quando sarebbe tornato a casa, le avrebbe sentite da lui.

Quando all’improvviso…

Lo vide!



“Dean..” sussurrò. “Sei venuto..ma..cosa..” farfugliò perché Dean lo spinse verso la scala, sussurrandogli all’orecchio:

“Non parlare e seguimi.”

Sam rise.

“Stai sbagliando strada..qui non si va al bagno..”

“Sì, invece. Un bagno MOLTO speciale.” Disse Dean malizioso.

Sam sgranò gli occhi.

“Dean..da quella parte c’è solo..”
 
Si fermarono. Dean si fermò davanti alla porta del bagno dei professori.

“Dean..a parte che è rischioso…è chiuso a chiave.” Gli fece presente Sam.

Dean gli sventolò le chiavi davanti al naso.

“E si dà il caso che io abbia le chiavi.”

“Non voglio pensare a chi hai dovuto corrompere per…”

“Zitto e seguimi.” Disse ancora Dean, aprendo e spingendolo dentro.

Sam rise, mentre Dean chiudeva a chiave.

“Wow, quel video ti ha proprio scomb….ahhh..” gemette nel bacio che Dean gli diede. Un bacio mozzafiato, mentre quasi lo sollevava di peso e lo faceva sedere sul bancone dei rubinetti.

“A proposito di quel video…sei un …monnellaccio..” gli diceva tra un ansimo sul collo e l’altro.

“Quindi..ti è piaciuto..?” chiese Sam gemendo.

 

Dean non rispose, ma gli abbassò i pantaloni e lo toccò sotto la maglietta.

“Direi..di sì….”gemette Sam, mentre Dean lo sollevava per le ascelle e lo faceva strusciare contro di lui, dopo che Sam aveva abbassato anche i suoi pantaloni.

Ora Sam era quasi completamente nudo, Dean no, ma la cosa era eccitante ugualmente. Anzi, ancora più eccitante.

“Vediamo se riesco a farti eccitare ancora di più…” disse Dean prendendo in bocca il suo membro e facendo vedere a Sam le stelle.

“Ah,….sì….quanto…ti adoro, Dean..” gemeva Sam. Voleva dire "quanto lo amava" ma non lo fece.

Dean si tirò su prima che potesse venire. Sam era quindi ancora eccitato e gli chiese:

“Voglio farlo anche io a te.”

“Va bene..va bene..” acconsentì stavolta Dean.

Sam tornò seduto sul bancone. Dean si avvicinò e si mise in posizione, quindi Sam si aggrappò a lui con le mani e cominciò il lavoretto.

“Sì….sei bravo..sei molto bravo, Sam..” gemeva Dean.

Sam era molto imbarazzato, ma i gemiti di Dean lo incoraggiavano a continuare, poi con una mossa gentile, Dean si staccò da lui, prima di venire.

“Dean..se aspettavi ancora un po’, potevo,..” protestò lui.

“No..voglio che veniamo insieme..” disse Dean e se lo riportò addosso, salendo anche lui sul bancone e portandoselo a cavalcioni.

Sam lo guardò timoroso, ma Dean disse:

“Tranquillo. Niente sesso per stavolta.”

Sam capì e allora cominciò a dondolarsi su di lui, si strusciarono insieme fino a quando non vennero entrambi nello stesso momento con un’orgasmo stratosferico.
 
 
 
 
*

Due minuti dopo, Dean stava lavando letteralmente Sam, nella doccia del bagno, lo stava insaponando e sciacquando accuratamente. Diciamo, che, si stavano lavando a vicenda. In quel momento Dean gli stava lavando il sedere, poi Sam si girò.

“Dovremmo..andare adesso..sai..si chiederanno…dove sono finito.” Disse Sam tra un bacio e l’altro.

Così dicendo, uscì dalla doccia.

“Aspetta, ti accompagno.” Disse Dean.

Sam però lo fermò.

“No..no, tu devi restare qui. Bagnato, sotto la doccia, come un dio greco. Fino a quando io non sarò andato via.” Disse con voce dolce e ammaliante, accarezzandogli il viso con le dita, prima di uscire.

Dean lo guardò soddisfatto.

















Note dell'autrice: 

mi sono un pò vergognata a scrivere questo capitolo. Lo ammetto ahha xd ma vabbè..il titolo della ff è quello che è, quindi devo parlare di questo :pp spero di non aver esagerato!! xd

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Chiavi ***


Erano passate due settimane da quando Sam e Dean avevano avuto quell’esplosione di feromoni e ormoni nel bagno della scuola.

Dean sapeva che avrebbe dovuto sentirsi in colpa, ma non ci si sentiva, anzi, sentiva il sorriso stampato sul viso. Un grandissimo sorriso.

Non si era mai sentito così. Aveva praticamente rinunciato al sogno di vivere un’adolescenza da film, quella tutta ormoni e testa sbriciolata. Sì, aveva avuto delle storie, delle..scopate anzi, delle scappatelle, si era divertito, ma non si era mai divertito davvero. Era stato sempre uno sfogo fisico, non aveva avuto però un primo amore o una prima cotta. Tutto questo, gli era mancato..e una volta passati i 18 anni ormai, capì che quella parte di adolescenza non sarebbe mai tornata, quella dove fai cose folli perché hai la testa per aria, tra le nuvole.

Ma poi Sammy l’aveva colpito come un fulmine, un fuoco d’artificio.

Era già consapevole di essere pronto a fare di tutto per Sammy, era consapevole anche di desiderarlo fisicamente, ma forse non aveva compreso quanto fosse potente questa cosa. Forse da un lato gli sembrava una cosa perfino normale..per quanto potesse sembrare normale volersi fare il proprio fratellino, ovvio.

Lui però, non si sentiva in colpa. Insomma, non è come se volesse stuprarlo..no, lui aveva sempre avuto a cuore suo fratello, non avrebbe mai fatto niente a lui che lui non volesse.

Ma quello che non aveva calcolato, è quanto Sam potesse fargli sentire le farfalle allo stomaco anche solo toccandolo.

Era solo l’eccitazione del proibito o c’era in ballo qualcosa anche di romantico?

Insomma, voleva bene a Sammy..ma l’amore?


L’amore era per le coppie normali…


                                                             
“Dean!” disse Sam, spaventandolo. Per un assurdo attimo si chiese se l’avesse letto nel pensiero.

“C-cosa c’è? Mi hai spaventato. Cosa sono quelle?” chiese Dean.

“Le chiavi dell’appartamento di mamma e papà.”

“E..perchè ce le hai tu?”

“Perché? Ma sei scemo? Dean, potremmo starcene finalmente un po’ da soli!”

“Non se ne parla.è troppo pericoloso!” disse Dean rabbrividendo.

Sam rise.

“Pericoloso? Dean, ci saremmo solo noi..”

“Ma…”

“Avanti, Dean, non vuoi che ci facciamo un po’ di coccole? Mh?” chiese Sam strusciandosi su di lui e mettendo le mani sotto la maglietta sua, mentre Dean era ancora seduto sul letto.

“Così non vale.” Sbuffò Dean, arrendendosi.
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Posso aspettarti ***


I genitori di Sam e Dean avevano uno stuolo di appartamenti tutti loro e di uno Sam e Dean erano riusciti anche ad ottenere le chiavi ora.

Decisero quindi di usarlo come loro rifugio sicuro per diversi giorni.

Ci andavano lì per mangiare, dormire, per coccolarsi…
 
I genitori non lo sapevano, il che rendeva tutto molto più eccitante.

Quel pomeriggio, Dean stava leggendo un giornale, mentre Sam sbucava dal salotto a petto nudo e degli slip attillatissimi neri.

Dean lo guardò stranito.

“Mi vedresti bene come ballerino di lap dance?” gli chiese, salendogli sulle ginocchia.

“Certo..” disse Dean, accarezzandolo lentamente per le braccia e sul torace, ipnotizzato.

“Ti piace quello che vedi?” chiese Sam strusciando la testa sul suo collo e prendendo la testa di Dean per schiacciarla sul suo petto. Dean stampava baci sul suo torace mentre Sam gli accarezzava i capelli


“Certo..” disse, distendendosi, mantenendo una mano sul suo torace.

“Allora prendimi. Completamente.” Gli disse Sam, stendendosi su di lui.

Dean lo guardò con sguardo preoccupato.

“Non mi desideri?”

“Sai che non è quello..”

“Allora cosa? Non mi ami?”

“Sam..” disse Dean tremando. “Se lo facciamo e tu ti pentissi..io..” disse Dean accarezzandogli una guancia e vedendo quella sua mano tremare.

“Tu cosa?” chiese Sam impensierito.

“Mi spezzeresti il cuore.” Disse Dean.

Lo shock di Sam fu tanto, ma dei passi che si avvicinavano e delle voci inconfondibili che stavano arrivando, impedì a Sam di rispondere.

“Merda..sono mamma e papà!” disse Dean, guardando fuori dalla finestra, i due che stavano per raggiungere l’appartamento.

“Oddio, Dean e adesso?” Sam era terrorizzato.

“Fuori , presto!”

“Dean, siamo nudi!”

“Non c’è tempo, prendili e usciamo, sbrigati!!”
 
 
Dean e Sam presero uno dei due ascensori, si infilarono dentro, In quel momento, la voce calda di Mary stava illustrando agli ospiti l’arredamento dell’appartamento,

Dean e Sam erano seminudi e con i vestiti tra le braccia e poi cercarono di rivestirsi alla bell’è meglio.

“Dean..” disse Sam, attirandolo a sé per un bacio, mentre erano ancora nell’ascensore ed entrambi avevano camicia e maglietta per aria. Nel caso di Dean, la cravatta era anche piegata in modo innaturale.
 
L’ascensore si aprì e una coppia li guardò scioccati, trovandoli abbracciati e con i vestiti chiaramente mezzi fuori, mezzi dentro, come se avessero appena fatto l’amore con i vestiti addosso.

“Bella giornata eh?” disse Dean trascinando Sam fuori da lì, correndo e tenendogli la mano.
 
 
 
Quando uscirono, non riuscirono a fare a meno di scoppiare a ridere. Si riposarono solo un po’, poi ripresero a correre per allontanarsi da lì.
 
 
 
I genitori erano ancora fuori casa, quindi loro si sentivano tranquilli a farsi un bagno caldo ristoratore, nella stessa vasca.
 
Dean ridacchiava con lui nella vasca.

“Da quando stiamo insieme, mi fai fare un mucchio di cose pericolose. Sei Satana.” Disse Dean.

“Perché? Noi..stiamo insieme?” si girò Sam, sorridendo, sorpreso.

Dean lo guardò in maniera vacillante.

“Più..più o meno…”

Sam si rigirò, lasciando che Dean lo insaponasse ancora.

“Se lo vengono a scoprire i nostri genitori..ci divideranno..io non voglio, Dean..”

Dean lo abbracciò.

“Non staremo per sempre in questa casa. Ti piacerebbe vivere con me? Ho intenzione di andarmene da qui, appena potrò.”

Sam lo guardò pieno di felicità.

“Ti amo..” disse.

Dean lo guardò spaventato.

“Sam..non devi dire queste cose..ne avevamo già parlato..”

“Ti amo e voglio fare l’amore con te. Voglio che stiamo insieme per sempre.”

“Sei ancora un ragazzino..”

“che cos’hai intenzione di fare, Dean? Di trovarti una ragazza e mollarmi prima o poi?” Sam si rabbuiò.
 

Dean non sapeva cosa rispondere. Cercava di essere realistico e di pensare ai suoi piani per il futuro. Che futuro potevano avere come coppia?

“Sammy..ascolta..se anche io..avessi una fidanzata..o una moglie..resterai con noi..non ti abbandono..”

“Come fai a dire queste cose? Mi stai ferendo..possibile che non..e poi cosa faresti? Ti divideresti con entrambi?”

Dean non parlò e Sam lo guardò sgranando gli occhi.

“Tu non hai intenzione di dividerti, vero?”

“Sammy..ascolta..questa cosa che c’è tra noi..non è comunque destinata a durare..tra un po’ l’attrazione innaturale che c’è tra noi..si spegnerà e torneremo ad essere normali fratelli. Quindi..”

“Ma io ti amo!”

“Sammy..”

“Tu no?” gli chiese Sam, i suoi occhi stavano per riempirsi di lacrime. Dean guardandolo, sentì qualcosa rompersi dentro il suo cuore e anche i suoi occhi si annacquarono.

Abbracciò Sammy senza dire niente e Sam fu sconvolto da quel gesto, da quello e dalle lacrime.

“Io posso aspettarti, Dean..ti aspetterò fin quando non l’avrai capito." disse Sammy.

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Coppa di gelato ***


Io e Dean andiamo in una gelateria.

Prendiamo delle coppe giganti di gelato con panna.

Dean mi porta in una saletta privata, una volta lì mi mette un po’ di panna sul viso con le dita e con la lingua, mi lecca via la panna dalla faccia; io gli salgo in braccio mentre è seduto sul divanetto e lo imbocco, lui mangia il gelato, leccando il cucchiaino in maniera troppo lasciva per me.

Lo bacio. Lui mi stringe i fianchi in modo sexy.

“Che bei jeans..” mi dice.

Io sorrido lusingato e un po’ rosso. Questi jeans attillati che esaltano le mie forme gli piacciono davvero tanto. è da quando eravamo a casa che continua a guardarli..e a guardarmi il culo!!

Mi piace il fatto che mi desideri. Per lui non è solo un gioco. Gli scuoto delle emozioni vere.

Non voglio che mi veda solo come il fratellino da proteggere.

Sono un uomo e posso dimostrarglielo.

“Sono contento che..ti piacciono..” gli sussurro, mordicchiandogli un orecchio.

“Ehi..” mi dice, guardandomi in imbarazzo.

È sorpreso, ma i suoi occhi brillano di eccitazione.

Non credo pensasse che potessi diventare così intraprendente.

Proprio così, Dean. Sto crescendo e crescerò.

Crescerò con te.

















Note dell'autrice: 

vi dico in anticipo che oggi pubblicherò più di un capitolo, quindi se ci tenete a seguire la storia, controllate i capitoli per essere sicuri..lo dirò una volta sola :))

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Regalo d'amore fraterno ***


È il mio sedicesimo compleanno e lo festeggiamo con gli amici, andando tutti insieme a una festa all’aperto.

“Andiamo, Dean, voglio saperlo. È qualcosa di legale almeno?” gli sussurro all’orecchio ridacchiando.

È notte e Dean non mi ha ancora dato il mio regalo. Dice che me lo darà una volta tornati a casa.
 
Sono fremente quando torniamo a casa e mi porge un pacchettino, quando torniamo in camera.

A pensarci bene il pacco è molto grande.

“Aprilo.” Dice Dean con fare suadente.

Lo apro.

“Uhh..mi aspettavo giocattoli erotici..” dico, cercando di nascondere la delusione. Un libro e un dvd?

Dean ride più forte.

“Leggi i titoli e le trame.”

Un po’ scettico mi decido a leggere la trama del dvd

Si intitola Du Comeco au fim.

Julieta è una dottoressa del pronto soccorso e la madre amorevole di Francisco e Thomás, avuti da due uomini diversi. Francisco è figlio del primo marito, l'imprenditore Pedro, che ora vive in Argentina e con cui è rimasta in ottimi rapporti, mentre Thomás è figlio dell'attuale marito, l'architetto Alexandre. Thomas nasce nel 1986 con gli occhi chiusi e non li apre per diverse settimane, fino a quando un giorno, improvvisamente, li apre per guardare il fratello Francisco, più grande di cinque anni.

Fin dall'infanzia i due fratelli sono molto vicini, legati da un rapporto molto profondo. In età adulta, quando hanno rispettivamente 27 e 22 anni, la madre muore, e i due fratelli possono vivere a pieno un'inusuale ed intensa storia d'amore.
 


“Oh mio dio, Dean.” Dico. Okay, questo mi ha davvero sorpreso, devo ammetterlo.

“Ti piace l’idea?”

“Io..non..offenderti, ma..se è un’altra di quelle storie che finisce con morte o abbandoni, io non..”

“No, no, tranquillo. Niente morti e niente abbandoni..ma non farmi dire di più. Dico solo che è un film dolcissimo, quindi spero ti piaccia, ecco.”

Mi sento al settimo cielo. Dean ha davvero azzeccato il regalo giusto.

Mi volgo verso il libro, anzi, il manga.

“Brother x brother?” chiedo stranito.

“è una storia che tratta l’amore tra due fratelli, poi si inserirà anche un terzo fratello, ma..beh, non voglio spoilerarti tutto. Poi vedrai. È in inglese.”

Gli getto le braccia al collo.

“Sono dei regali fantastici, Dean..e capisco anche perché li hai fatti. E devo dire che li apprezzo molto.”

“Dì la verità che un po’ ti eccita l’idea..” dice Dean stuzzicandomi.

“Devo dire però che preferivo un altro tipo di regalo da te..” dico io guardandolo voglioso.

Dean ride ancora.

“Comincia a farti una cultura, poi vediamo.”

E davvero vorrei strozzarlo dopo questo, ma voglio davvero guardare il film con Dean.

“Se finisce male, le prendi, Dean.” Lo avverto.
 
 


Guardiamo quel film quella stessa notte e non ho mai visto niente di più romantico, sentimentale e poetico.

Non c’era niente di squallido e volgare nella storia d’amore di Francis e Thomas..una storia davvero che fa sognare e A LIETO FINE.

Dopo il film ci perdiamo a coccolarci e a baciarci per un'ora, prima di addormentarci. Non è un ti amo, ma è come se lo fosse.
 

















Note dell'autrice: 

Ultimamente odio scrivere le note, ma devo farlo stavolta xd

niente...dico solo che Du comeco au fim esiste, è un film spagnolo ed è meraviglioso, io l'ho visto <333 si può trovare anche in italiano, anche se dovrete cercare molto su internet..io l'ho trovato per miracolo xd

Anche il manga brother x brother esiste, ma su internet non si trova in italiano perchè è arrivato in italia e quindi di conseguenza hanno tolto le traduzioni italiane su internet..non so perchè..o.O cmq non si trova (o almeno io non l'ho trovato) in inglese si...ma non so come vi trovate..io faccio fatica a tradurre tutto xd ma mi sembra molto carino <3333

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** San Valentino con te -prima parte ***


“Sammy, hai intenzione di non parlarmi più per tutto il giorno?”

“Non hai bisogno della mia parola, quando hai decine e decine di lingue pronte a trapassarti la bocca oggi!”

“Come dici?” rise Dean.        

“I biglietti di San Valentino! Gli stramaledetti biglietti! Li ho visti!! Sono tutti sulla tua scrivania!”

“Sammy, sei proprio uno stupido!”

“Và al diavolo!”

“Vieni qui.” disse Dean, prendendolo a sé e portandolo di peso.

“Lasciami, ti ho detto, lasciami, Dean.” Disse, ma Dean gli diede uno schiaffo sul sedere e continuò a portarlo di peso in camera.
 
 
Quando arrivarono, lo spinse sul letto.

“Ma sei cret..”

“Guarda adesso.” Disse Dean, gettando il mucchio di bigliettini sul pavimenti e prendendo una scatola di fiammiferi e facendoli bruciare.

Sam rimase di sasso.

“Ma…beh, se pensi che mi sorprenda per così poc…”

“Voglio passare la giornata con te, idiota!”

Sam lo guardò con tanto d’occhi.

“Tu..vor…”

“Questi? Sono solo cartoncini. Non significano niente per me." disse, gettandone una manciata per aria." Se volevi passare con me la giornata non avevi che da chiedermelo.”

Sam si corrucciò.

“Hai sempre detto di pensare a San Valentino come a una festa cretina.”

“Ma se me ne avessi parlato avrei detto che trascorrere San Valentino con il proprio fidanzato o fidanzata lo trovo melenso e forzato, ma, penso anche che, se dovessi scegliere con chi trascorrerlo, sarebbe impensabile per me trascorrerlo con qualcun altro che non sia tu, perché tu sei la mia persona più importante.”

Sam lo fissò a bocca aperta.

“E non ho bisogno di catalogare questo come amore, affetto, romanticismo. So che sei tu e questo mi basta. E a te?”

Sam fiondò le braccia intorno al collo di Dean e lo baciò con una dolcezza disarmante.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** San Valentino con te -seconda parte ***


“Non sapevo cosa organizzare e così ho cercato di improvvisare…spero ti piaccia comunque.” Disse Dean, mentre mangiavano al tavolo di un ristorante.

“Vuoi scherzare? Dean, è fantastico. Se fai questo quando improvvisi, non oso pensare a cosa fai quando pianifichi.” Disse Sam meravigliato e incantato.

Dean aveva deciso di portarlo in un ristorante molto elegante, con vista incantevole su splendide vetrate, dove si mangiava anche la carne più buona che Sam avesse mai assaggiato. Cenavano anche a lume di candela.

Dean ora lo stava osservando e Sam si imbarazzò un poco. Decise che era giunto il momento di consegnargli il suo regalo.

“Io..uhm..non sapevo cosa farti..non volevo fare un regalo da femminucce, quindi..”

Dean rise. “Un regalo per San Valentino? Sul serio?”

“Smettila..quindi..uh..ho pensato di prenderti qualcosa che sicuramente ti avrebbe fatto piacere..ecco..” disse Sam rosso in viso, porgendogli un pacchetto bianco.


Dean lo fissò stupito e lo aprì, rimanendo ancora più stupito.

“No…”

“Sì…” disse Sam.

“è fantastico. Come farò a resistere fino a quando arriverò a casa..grazie Sammy.” Disse Dean, fissando il delizioso dolce gigante ricoperto di panna montata e crema chantilly.

“Dean, controllati..” risse Sam.

“Non posso..guarda..crema chantilly! E questo cos’è? Cioccolata?” esclamò stupito.

“Fuori panna e crema..dentro cioccolata..”

“Un misto tra un profitteroles e un uovo di pasqua!!”
Sam rise.
“Una specie..”

“Okay, allora, tocca a te!”

“Cosa? Avevi detto..”

“Lo so, lo so..ma siccome sono uno dei ragazzi più fighi del paese, non vorrai mica che subisca l’umiliazione di ricevere un regalo dal mio fratellino e non ricambiare, vero?”

“Okkk…dove sarebbe questo regalo?” chiese Sam.

Dean si allontanò fino a recuperarlo sotto l’attaccapanni all’angolo.

“Dean..tu e la tua mania delle sorprese..” ridacchiò Sam.

“Coraggio..aprilo.”

Sam aprì e vide un paio di pantaloni attillati bianchi con una cintura incastonata di pietre.


“Dean..erano i pantaloni che volevo…ma non dovevi..”

“In realtà l’ho fatto per me. Da quando ti ho visto sbavare a guardarli in vetrina, ho sognato di vederteli addosso.”

“Quindi l’hai fatto per te, furbone!”

“Esatto, bitch!”

Sam si avvicinò e gli diede un bacio.

“Grazie.” Gli disse.
 
 


Finita la cena, fecero una passeggiata romantica fino alla fontanella in mezzo alla città, ma dopo un po’ Sam aveva freddo.

“Vuoi andare  a casa?” chiese premurosamente Dean.

“No..ma vorrei aver portato il mio maglione..l’ho lasciato in macchina.” Sbuffò Sam.

Dean se lo abbracciò stretto. “Se pensassi che basta..ti stringerei a me..ma non credo..vai a prenderlo..”

“Uffa. Non potresti andare tu?” gli chiese Sam, facendo il broncio e lo sguardo da cucciolo.

Dean scosse la testa. “Vai tu, così io posso controllarti da qui, non mi fido a perderti di vista..gira brutta gente…”

Sam un po’ perplesso allora, decise di andare lui alla macchina. In ogni caso sarebbe arrivato subito.
 
 
Non poteva immaginare però, che appena andato via, Dean sarebbe stato avvicinato da due brutti ceffi!

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** La nostra prima volta ***


Quando Sam tornò indietro, vide Dean minacciato da quei brutti ceffi. Non riuscì a capire molto rispetto ad alcuni farfugliamenti sul fatto da aver rubato la fidanzata di qualcuno, due anni fa – un breve flirt precedente a quando si mise con Sam –e al fatto che ora doveva pagare in contanti quell’offesa se non voleva essere massacrato di botte.

Dean reagì ovviamente e diede un destro niente male, al tizio, ma poi i suoi amici accorsero in sua difesa e colpirono Dean, che cominciò a barcollare.

Sam non ci pensò su un attimo, prese la mazza che era nel bagagliaio e si avvicinò furtivo, colpendo la testa di quello che teneva Dean.
 
SBAM.
Il tizio barcollò, sostenuto dall’altro teppista.

ALLONTANATEVI SUBITO DA MIO FRATELLO SE NON VOLETE ESSERE I PROSSIMI!!” gridò.

I tizi corsero come se avessero avuto il sale sulla coda.
 
“Dean, stai bene?” gli chiese Sam, andandogli vicino.

“Sì, sì..andiamo via, prima che qualcuno chiami la polizia..” disse Dean.

“Se la chiamano mi risparmiano solo il disturbo di farlo io! Questa volta quei delinquenti non la passeranno liscia! “ disse Sam, arrabbiato.

Dean lo guardò. La gioia nel suo sguardo e la fierezza in quello che stava vedendo.

“Dean, mi stai ascoltando?”

Dean non gli rispose. Gli prese il viso e lo baciò appassionatamente.
 
 
 
 
Per fortuna non c’erano i genitori in casa perché avevano deciso di trascorrere la setata di San Valentino fuori, quindi i ragazzi non si preoccuparono di smettere di baciarsi neanche quando entrarono in casa.

Fu faticoso salire le scale senza smettere di baciarsi, ma Sam nulla poteva contro la frenesia e la brama di Dean.

Quando arrivarono nella loro stanza, Dean lo buttò sul letto.

Un gesto rude ma contornato da una dolcezza infinita, quando, si mise davanti a lui accarezzandogli le gambe con frenesia ma anche dolcezza.

“Dean…”

“Ti ho già detto di come sei stato figo a difendermi da quelli?”

“Almeno una decina di volte..”

“E ti ho già detto di quanto mi fai sangue quando giochi a fare il protettivo con me?”

“Dimostramelo.”

Dean gli alzò la camicia e cominciò a spogliarlo di essa.


“Voglio fare l’amore con te, Sammy..lo voglio da troppo tempo..” gli disse, sussurrandoglielo all’orecchio.

“N-non sembrava da quanto ci hai messo per deciderti..ma anch’io..lo voglio..”

“Non posso più aspettare..” disse Dean, levandogli le scarpe e sbottonandogli i jeans.
 
Sam lasciò che Dean lo facesse scivolare ancora più disteso sul letto, completamente remissivo, poi suo fratello cominciò a lasciargli una scia di baci intensi molto sensuali.

“Ahhhhh.” Si lasciò sfuggire Sam. I baci di Dean sul suo corpo, erano irresistibili, avrebbe potuto avere un orgasmo solo con quelli.

Dean prese il lubrificante e cominciò a preparare Sam, abbondando di molto con il lubrificante per non fargli sentire dolore, alternando la preparazione con baci infuocati, soprattutto per distrarlo, cosa che funzionò molto bene.

“Dean…prendimi..prendimi..ora..avanti..”

E quando Dean entrò dentro di lui fu addirittura più bello di quello che si era immaginato.

Dean era accogliente, caldo, impetuoso, lo riempiva ma non in maniera spiacevole. L’eros e l’eccitazione che sentiva si mischiavano perfettamente all’amore che provava per lui, che entrambi provavano, fino a raggiungere quasi l’estasi.


“Ti amo..” sussurrò Dean.

Oddio, finalmente glielo stava dicendo?

Sam rispose stringendo le mani alle sue, presa che Dean rafforzò ancora di più quando cominciò a spingere dentro di lui facendolo annaspare.

“Ahh…sì, Dean, sì, così…non fermarti, non…fermarti..”

















Che noia1! Ci sarebbe voluta l'immagine qui, ma, è troppo grande e la devo mettere per forza sotto link U_U

tranquilli, niente du pornografico xd

http://68.media.tumblr.com/c8269aed49b467619bdc8061e4e68e64/tumblr_ol9t20T5XI1t0u04do1_1280.jpg

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Chi non desidera tutti i giorni di essere fermato da un fotografo? ***


Dopo che Dean e Sam avevano fatto l’amore, il mondo era ancora lo stesso.

Dopo che Dean e Sam avevano fatto l’amore, il mondo non era più lo stesso.

Girava ancora intorno al proprio asse sì, le cose erano sempre le stesse, però..diverse.

Il sole sembrava più caldo, i passi sul marciapiede sembravano più soffici, la dolcezza sembrava più importante, i sorrisi delle persone sembravano più solari.

E loro..erano ancora più uniti.
 

Sembrava loro di stare come su una nuvoletta rosa. Perfino con i genitori andavano più d’accordo.

Sì, perché al contrario di quello che si potrebbe pensare, loro non si sentivano in colpa e invece di allontanarsi dai loro genitori dopo che avevano fatto l’amore per una sola questione di reazione passivo aggressiva di difesa, provavano più amore anche per loro.

Che fosse una qualche reazione per non sentirsi in colpa nei loro confronti, quella di amarli di più o anche solo essere più gentili con loro, non lo sapevano..ma stavano davvero bene.

Era bellissimo amare qualcuno senza il vincolo o l’obbligo delle etichette che ti impartiva la società.
 
 
A Dean e Sam non importava che questo loro amore potesse essere visto anche da fuori.

Erano abbastanza affettuosi anche in pubblico, perché non si vergognavano di esserlo, magari non si baciavano per precauzione, ma non potevano controllarsi di guardarsi con occhi dolci quando uscivano.

Non avrebbero mai immaginato però, di essere scoperti da un fotografo.
 


“Scusate, non voglio disturbarvi, ma ho bisogno di chiedervi una cosa..” chiese un tizio abbastanza giovane ma che sembrava uno importante, vestito bene.

I ragazzi sembrarono sorpresi e si guardarono intorno nervosi.

“Perdonate la mia sfacciataggine, ma voi due..state insieme?” chiese il fotografo.

I ragazzi sembrarono diventare di tutte le gradazioni di rosso e se ne accorse anche il fotografo.
 
“Siamo..fratelli…” disse il maggiore con una nota triste, come se ammetterlo gli costasse una gran fatica. Il fotografo pensò che i due ragazzi a giudicare dall’espressione, avevano dovuto ripetere la frase chissà quante volte a molte altre persone..forse a causa del loro legame stretto venivano fraintesi molte volte..ma bene, comunque, il loro feeling era proprio la cosa che gli serviva.

“Oh..scusatemi..sono davvero..ho frainteso..quanti anni avete se posso chiedere?”

“Mi scusi, ma cos’è questo interrogatorio?” chiese quello che sembrava essere il maggiore, arrabbiato. Doveva avere uno spirito molto protettivo nei confronti del fratello più piccolo.

“Per favore rispondete alla domanda, poi vi spiego. Nulla di cui dovete allarmarvi.” Cercò di dare un sorriso conciliante.

“Io ne ho sedici e mio fratello venti.. “ rispose Sam, per tagliare corto.

“Ah..bene..siete molto giovani. E adattissimi.” Disse lo sconosciuto sorridendo.

“Scusa, adatti per cosa??” chiese Sam spalancando la bocca.

“Beh..ho visto la vostra chimica..e io me ne intendo di chimiche..la vostra è speciale, credetemi, sareste perfetti per un servizio fotografico per una rivista di incesto gay!” disse il fotografo ammiccando, parlando più a bassa voce per non attirare l’attenzione.
 

Dean e Sam spalancarono la bocca increduli.





















Note dell'autrice: 

Io sembra che a volte scado nel banale ehhhh??? Per poi stupirvi con questi capitoli! ahhahh xd fidatevi, posso essere stanca o svogliata quanto voglio, ma non mi vedrete mai scrivere una storia tanto per, o assolutamente UGUALE alle altre xd e sottolineo MAI. ahha xd ma semplicemente perchè, non è per essere arrogante, ma dopo che ho scritto una storia, voglio cambiare..non mi piace scrivere storie tutte uguali ecco xd

e questa storia anche se non sembra rivelare chissà che novità, riserverà sempre più sorprese, anche più avanti! ^^

ah, per la cosa del fotografo..ci tengo a far notare che sono cose che normalmente i fotografi FANNO (non nel nostro paese però credo xd ) ma ho già visto anche gemelli fare servizi fotografici ammiccanti per riviste e pose anche piuttosto osè. Sottolineo che sono solo pose eh! Non lo avrei mai scritto se non avessi preso l'ispirazione, ma non mi va di fare nomi qui, e comunque non c'è niente di male nel fare foto u.u

Spero vi sia piaciuta l'idea di dean e sam adescati da un fotografo che fa loro una proposta del genere! ahhah poverini, non oso immaginare come si sentano ahha o forse la cosa potrebbe esaltarli??? xd

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Accettiamo!! ***


Sembrò come se un pugno avesse colpito Dean e Sam sulla bocca. Indietreggiarono dal fotografo come se avesse la peste. Dean prese per mano Sam e disse “Questo è troppo. Noi ce ne andiamo.”

“Aspettate, avete frainteso. Lasciatemi spiegare.” Il fotografo si mise a correre loro dietro.

“La prego, ci lasci in pace. Non faccia diventare questa situazione ancora più imbarazzante.” Disse Dean scocciato al massimo.

Il fotografo allora si parò davanti a loro.
 
“è una reazione normale che mi aspettavo avreste avuto, ma non avete nulla da temere. È solo una cosa finta. Recitazione, ecco. E in più verrete pagati.”

“Ma si rende conto che abbiamo degli amici..una famiglia? Siamo molto conosciuti in città, non possiamo fare una cosa del genere, nemmeno per finta. Verremmo derisi da tutti.” disse Dean ancora ferito.

“E nostro padre..se dovesse venire a scoprirlo..sarebbero guai..mi creda..lei non vuole vederlo arrabbiato.” Disse Sam sgranando gli occhi.

“Ma in ogni caso, chi vi costringe a dirlo a chi conoscete? Sappiate che non è una rivista che si potrà trovare facilmente nei negozi..e penso che pochissime persone tra i vostri conoscenti e amici, si prenderebbero il disturbo di andare a sfogliare una rivista simile, dico bene? E se anche vi trovassero, potreste sempre ricattarli, chiedendo loro come mai avevano interesse a guardare una rivista simile.” Disse il fotografo sorridendo.
 
Dean e Sam restarono ammutoliti. Indecisi se essere lusingati dalla genialità del tizio o se indignarsi per il fatto che stava suggerendo loro di ricattare qualcuno che conoscevano.

“E poi..cosa ben più importante…verrete pagati molto bene” disse il fotografo sorridendo.

Sam e Dean su questo non avevano nulla da dire!
 
 
 
 
 
 
*

Quando tornarono a casa, Dean e Sam stavano ancora discutendo sulla strampalata novità che gli era capitata, girando per caso al supermercato.

“Visto? Hanno proprio ragione quando ti dicono che gli incontri che possono cambiarti la vita puoi farli dappertutto. Anche al supermercato!” rise Dean.

“Devo essere geloso?” gli chiese Sam ridendo.

“Andiamo, Sammy.  Ammetti che l’idea ti stuzzica assai.”

“Sì, è vero, ma è pericoloso, Dean..se lo scoprissero mamma e papà…”

“Faremmo una figura barbina ma potremmo sempre spiegare loro che sono solo delle foto per fare soldi e non staremo neanche dicendo delle bugie…che vuoi più di questo? Ci pagano per fare delle foto e delle pose che faremmo anche gratis, e in più ci divertiamo.”

“Mmm..sai cosa..mi hai convinto! Telefoniamo subito al tizio dicendogli che accettiamo!!” disse Sam.

















 Note dell'autrice: 

scusate per il capitolo corto, ma la verità è che avevo pensato di metterci una scena o due in più ma scrivendo questo capitolo ho cambiato un pò la trama e ho deciso che quelle scene si vedranno nel prossimo, anche perchè farle succedere a casa sarebbe difficile ahha poi vedrete!

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Il servizio fotografico ha infiammato Dean ***


“Dean! Ah,  E se ci scoprissero? DEAN!” Dean aveva avuto la folle idea di chiedere a Sam di restare nudo con solo un grembiule bianco addosso e fargli cucinare una frittata nella loro cucina, poi si era subito eccitato e avevano cominciato a fare sesso contro il fornello della cucina, preoccupandosi prima di spegnere il fornello.

“Ho mandato via i domestici e mamma e papà non torneranno per un bel pezzo dal lavoro! E se anche dovessero tornare, ho chiuso a chiave la porta!” disse Dean, fermandosi un attimo per parlare, ma poi spingendo ancora.





I due fratelli crollarono al pavimento, dopo l’orgasmo.
 
“Ti..ho già detto..che sei incredibilmente sexy, così?” chiese Dean.

“Dean, mannaggia a te, ma che idee ti vengono?”

“è colpa del servizio fotografico..mi sono venute delle fantasie..”

“Non ti azzardare a proporlo!!”

“Tranquillo, non sarebbe una foto, ma pornografia.” Disse Dean sorridendo malizioso.
Sam arrossì.
“E..e comunque non accetterebbero nemmeno. Non sanno nemmeno che siamo..non lo sanno, vero?” chiese Sam, rivestendosi.

Dean scoppiò a ridere.

“No, cucciolo mio.” disse Dean alzandosi per baciarlo e facendogli cadere i jeans che stava per indossare.

“Dean! Guarda cos’hai fatto!”

“Lascia stare i jeans, voglio vederti nudo ancora per un po’. Perché non fai una posa sul divano? Togli anche le mutande!”

“Dean!! Ma sei scemo?? Questa cosa del servizio ti ha fritto il cervello!!” 


















Note dell'autrice: 

chiedo scusa, ma vengo da tre serie dell'anime di Junjo Romantica dove uno dei protagonisti delle tre coppie è perennemente eccitato ahhaah xd

Oggi ho visto l'ultima puntata e sono ancora provata ahhah ormai mi sono affezionata alla coppia Misaki e Usagi <3333

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** Sguardi di fuoco ***


“Fratellino, dai su, dobbiamo andare.” Disse Dean, facendogli coraggio.

“Ma è Sabato!” Niente scuola!” disse un assonnato Sam.

Dean lo guardò sbalordito. “Sam, ti sei dimenticato che abbiamo il servizio fotografico?”

Sam fece una faccia come se avesse inghiottito un limone.

“Dean, non credo di potercela fare..ho mal di stomaco..”

“Andiamo, peste. È troppo tardi per i ripensamenti, ormai. Pensa al guadagno.”
 
 
 
Dean sperò davvero che sarebbe andato tutto bene. Lui e Sammy si erano vestiti e lavati di fretta per andare allo studio fotografico, senza dire a John e Mary dove stavano andando. Propose a Sam di fare colazione al bar, ma il minore aveva detto di avere lo stomaco chiuso. Dean cominciò ad avere dei sensi di colpa. E se John e Mary l’avessero scoperto? E se i loro compagni di scuola ed amici l’avessero scoperto? E se avessero scoperto la loro vera relazione? Stavano scherzando con il fuoco. E lui era il fratello maggiore. Doveva proteggerlo e invece..

“Dean..” disse Sam, prendendogli la mano. “Non ci pensare. Non abbiamo niente di cui vergognarci.” Aggiunse Sammy sorridendo.

Dean si chiese se poteva amarlo di più di come stava facendo in quel momento.
 
 
 
Quando entrarono nello studio, che era molto grande, vennero accolti da quello che doveva essere il responsabile.

“Voi dovete essere gli aspiranti modelli per il mio servizio. Il mio fotografo mi aveva detto che eravate molto carini, ma carini non è la parola che vi si addice.”

Dean e Sam quasi arrossirono.

“Venite, andiamo a parlare nel mio studio.”
 
Il responsabile fece a Dean e Sam MOLTE domande. Su di loro, su cosa facevano, sulla loro famiglia, sul tipo di rapporto che avevano.

“Quindi..non avete bisogno di soldi..e come mai allora avete accettato?” chiese.

Dean e Sam si guardarono a disagio.

Sam ebbe paura che Dean potesse iniziare a incespicarsi con le parole, quindi parlò lui:

“Ci sembrava una cosa stuzzicante, un po’ alternativa, sa? All’inizio eravamo reticenti, ma il fotografo ci ha dato la sua parola che non è una rivista molto popolare che rischia di fare il giro del paese.. e poi i soldi sono davvero di nostro padre, non veramente nostri..ci piacerebbe guadagnare qualcosa di solo nostro, prima che io finisca la scuola e prima che Dean..trovi un lavoro.” Ridacchiò Sam.

Dean sbuffò.

“Comunque siamo molto legati, quindi non ci imbarazza fare un paio di foto, molto vicine. A patto che non ci saranno..insomma..esagerazioni o scene di nudo..” disse Dean senza guardare Sam negli occhi. Sam deglutì. Dean era sempre così esplicito. Ed entrambi non osavano guardare in faccia il signore.

“Tranquilli, nessuna..esagerazione..” disse il responsabile, ma con un sorrisetto che fece spaventare di più loro. “Che cosa ne dite se proviamo a fare una prova qui?”

“Cosa??” dissero in coro loro.

“Coraggio. Per rompere il ghiaccio. Niente di chissà che. Simulate l’avvicinarsi delle labbra per un bacio.” Li sfidò.
 
Dean e Sam deglutirono, ma si avvicinarono. I loro visi erano a due centimetri e gli occhi erano quasi socchiusi, ma non del tutto chiusi, perché i loro occhi erano incollati agli occhi dell’altro. Le loro labbra erano a due centimetri ma non si sfioravano.

“Ma è sublime.” Disse il responsabile, alzandosi. “La tensione sessuale. Il magnetismo. L’elettricità. Siete stupendi, ragazzi. Vi voglio nel nuovo numero della rivista. Subito!”

Dean e Sam erano scioccati. Era bastato un solo sguardo?

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** Idillio su una nuvola ***


È pazzesco come le esperienze della vita, tutte le esperienze, ti arricchiscono dentro, più di quello che tu stesso pensi.

Ancora più pazzesca è l’idea che ti fai di un qualcosa, fino a quando la immagini solamente, perché, è tutta un’altra cosa provarla. Immaginare una cosa è ricchezza di emozioni, ma provarla, è ricchezza di sensazioni, provate davvero, e sentite di più.

Dean e Sam avevano ovviamente immaginato tutto quello che avrebbero potuto provare con questa idea del servizio fotografico, ma mai potevano aspettarsi che fosse un’esperienza così..intensa,  oltre che mistica.
 
Innanzitutto, il tempo aveva un ruolo davvero fondamentale. Non ci si pensa mai a quanto non basti mai, o basti davvero pochissimo, fin quando non ti ritrovi a farne i conti.

Sam andava ancora a scuola e quindi dovevano cercare di conciliare gli impegni scolastici di Sam – e anche quelli di Dean, perché, in attesa di trovare un lavoro, aiutava suo padre con la contabilità o faceva vari lavoretti qui e là come barista part time o come aiuto benzinaio – con le richieste per il servizio fotografico.
 
A volte, non era proprio possibile conciliare le cose e quindi Sam si stufava e saltava la scuola. Faceva davvero molte assenze ormai, ma non gli importava. Dean si sentiva un po’ in colpa, ma come giustamente diceva Sam:

“queste cose capitano una volta nella vita..se facciamo gli snob e rifiutiamo, non ci proporranno magari più niente e prenderanno degli altri..lo so che questo è il mio ultimo anno, ma i miei voti sono ottimi, quindi mi perdoneranno le assenze dell’ultimo periodo.”

Dean pensava che il suo fratellino non era solo un genio, ma era proprio geniale lui, di per sé, aveva una testa pazzesca. Non si stupiva del fatto che i suoi compagni e tutti i professori impazzivano per lui. Era sicuro anche lui che Sam avrebbe potuto fare le assenze che voleva, ma l’avrebbero promosso ugualmente.
 
 
Quell’esperienza fece imparare sia a Dean, sia a Sam, un altro livello del concetto di Poesia.  Solitamente si tende a pensare alla poesia, come a un qualcosa di leggero, di leggiadro, non di faticoso.

E quell’esperienza fu faticosa spesso, ma anche molto intensa,  li arricchì parecchio, e quindi Dean e Sam impararono che sentire la poesia, significava anche, arricchirsi interiormente, sentire parlare i loro sentimenti silenziosamente, avere l’impressione di sentire le loro anime cantare.
 
 

Dean e sam non sapevano come dovevano sentirsi gli attori che recitavano in qualche telefilm o film, e che erano innamorati anche nella vita vera, ma nel loro caso, potevano dire come si sentivano loro.

Quando erano a casa, potevano riposarsi, ma in realtà la loro mente continuava a galoppare sulle foto e a quello che avrebbero trasmesso a chi le avrebbe guardate. Questo faceva in modo che pensassero molto di più ai loro sentimenti, alla loro storia, a quello che provavano, e questo li faceva sentire emozionati, come la prima volta che si erano baciati.



Paradossalmente, la vita frenetica degli ultimi due mesi – uscire da scuola e mangiare qualcosa al volo e scappare subito per andare all’agenzia, inventare qualche scusa con i genitori, oppure saltare direttamente la scuola, tornare a casa, lavarsi di fretta, andare a dormire stanchissimi o a parlare ininterrottamente delle foto – non aveva tolto loro la poesia, anzi, l’aveva alimentata, perché la stanchezza era dovuta a un obiettivo. C’era l’amore, dietro questa fatica e il voler farlo vedere e trasmetterlo agli altri.

E l’idea di amare e di volerlo trasmettere – anche se nel servizio appariva più come un gioco provocante tra i due – li riempiva di entusiasmo e felicità. Faceva anche in modo che analizzassero spesso i loro sentimenti e a entrambi piaceva quello che vedevano.
 
Ecco, Sam e Dean non pensavano avrebbero avuto una vita così frenetica per fare questo servizio, ma fu una piacevole sorpresa, perché li riempiva di adrenalina e novità!
 
 
 
Quando Dean veniva a prenderlo a scuola per andare all’agenzia per altre foto, Sam provava dei sentimenti che erano davvero difficili da descrivere.

Sapeva di avere un legame molto stretto con Dean, suo fratello, ma il modo in cui gli stava dimostrando amore e attaccamento in quel periodo, aveva sbalordito anche lui.

Innanzitutto, Dean aveva sorpreso Sam, anche solo accettando di fare quella cosa, sapendo quanti rischi c’erano..ma poi c’era anche il lato pratico. Dean aveva dimostrato di avere una pazienza infinita, cercando di conciliare tutto, andando a prendere Sam a scuola, a portarlo, aspettare poi che uscisse da scuola…

E soprattutto la condivisione. Il fatto che stavano facendo quella cosa insieme, si preparavano, si vestivano, facevano le foto, mantenevano il segreto…

Ma a Dean chi glielo faceva fare? Era un bel ragazzo, aveva vent’anni e non solo si era messo in una posizione davvero difficile, amando il suo fratellino, ma non cercava neanche di tagliarsene fuori, lasciandolo da solo, cercando magari di farsi una ragazza, ma anzi, continuava a stare con lui e gli dimostrava anzi di non essere un vigliacco, facendo una cosa così erotica ma allo stesso tempo, pericolosa.

Dean gli aveva dimostrato un amore immenso solo comportandosi così.
 
 
 
 



Avevano fatto varie foto.

Comprendevano Dean e Sam in mutande, mentre Sam gli dava le spalle e Dean avvolgeva uno straccio facendolo passare attorno alla sua schiena, oppure di fianco all’altro, mentre Dean gli solleticava il mento. Le foto che facevano in intimo, all’inizio li facevano sentire molto scoperti, ma poi si abituarono e anzi era elettrizzante farle.

In un’altra foto, Sam era a petto nudo con solo i jeans addosso e abbracciava il fratello Dean, che era in mutande con solo una giacca di pelle, aperta, lasciando il torace nudo. Si abbracciavano, ma non era un vero abbraccio, Sam gli cingeva i fianchi guardandolo a pochi centimetri dal viso, mentre anche Dean gli teneva le mani sui fianchi in un’erotica carezza, in un quasi bacio.

Quella era stata una delle foto più belle che avevano scattato! Il regista fu molto soddisfatto!
 
In un’altra sequenza di foto, i due erano in una vasca bassa, piena di piume. Loro erano nudi e ricoperti di piume. I loro corpi non collimavano, ma il maggiore si sporgeva a dargli un bacio sui capelli.

E poi altre foto in cui erano in discoteca, attorniati da altre ragazze attorno a loro. In una, si vedeva una ragazza, accarezzare Dean, mentre erano seduti su un divanetto e Dean guardare la ragazza ma accarezzare allo stesso tempo la coscia del fratellino con tocco lascivo.

E poi scene domestiche, in cui i due facevano lotte scherzose sul pavimento un po’ troppo ingarbugliati con le gambe, o sul letto, con le teste un po’ troppo vicine.
 
Tra i due fratelli c’erano solo foto ambigue, quel tanto che bastava, ma non un bacio, per non creare uno scandalo esplicito.
 
 
 



Dopo la scena della vasca, Sam dichiarò negli spogliatoi:

“Cavolo. Chissà quanto dovremmo lavarci per toglierci di dosso queste cose..” disse, alludendo alle piume.

Dean rise. “Per stanotte, mi sa che non torniamo a casa!”

Infatti, il regista e la troupe aveva dato ai due fratelli un appartamento pagato da loro, nelle vicinanze, per restare a dormire la notte, quando avevano bisogno di cominciare a girare le foto già di prima mattina, visto che casa loro non era lontanissima, ma nemmeno vicina, se dovevano andare lì abbastanza presto l’appartamento era più comodo e in più pagato da loro.

Non potevano andarci sempre, lo usavano solo a volte, trovando la scusa con i genitori, che andavano a dormire da amici.

Certo, se tornavano a casa con rimasugli di piume attaccati addosso, sarebbe stato difficile da spiegare.

E poi a Dean e Sam piaceva l’idea di restare in quell’appartamento da soli, delle volte. Solo loro due.
 
 
 
 



Entrarono nell’appartamento, che per essere un appartamento in cui attualmente non ci viveva nessuno, era davvero molto accogliente. Lo tenevano bene!

Era rigorosamente tutto in legno e c’era una bella luce che illuminava il corridoio all’entrata, dove c’era un portaombrelli e poi il salotto.

Il salotto e la cucina erano uniti. L’arredamento, il divano e lo stile, erano caldi, ma umili, faceva molto anni 80 e a Dean e Sam sembrava di aver fatto un viaggio nel tempo e di essere finiti in uno di quei vecchi telefilm anni 80 con la bajour lunga e il divano con quei cuscini enormi e gialli.

Il soffitto del salotto era verniciato di giallo e dava una sensazione di luce e gioia nonostante la casa fosse silenziosa.

“Adoro questa casa…tu come te lo spieghi, Sammy?” chiese Dean andando a sedersi sul divano, anzi sprofondandoci in mezzo.

Sam rise , rispondendo: “secondo me, è il livello ipnotico del servizio, che ci lascia in una sorta di trance in cui tutto quello che vediamo, ci sembra bello.”

“Mpf…quando facemmo quelle foto in cui avevamo tutta quella gelatina addosso, non mi sembrò di vedere il mondo a occhi a cuore..” disse Dean, accarezzando Sam, che aveva messo la testa sulla sua spalla.

“Bugiardo. Era al sapore di frutta. Mi sembravi contento, quando mi mettevo a togliertela.”

“Lo facevi con la lingua. Mi piaceva eccome. Come avrebbe potuto non piacermi! Senti, perché non andiamo al supermercato? Mi è venuta una gran voglia di comprare cose buone!” disse Dean illuminandosi.

Sam gemette all’idea. “Dean, sono stanco..è tardi..dobbiamo lavarci..” ma Sam protestò in maniera debole, piuttosto combattuta. In realtà, Sam, essendo un empatico per natura, poteva percepire che l’adrenalina di Dean non era ancora scemata. Era contento e quindi gli andava di uscire e per lui non c’era niente di più bello che andare al supermercato a comprare schifezze con il fratellino e anche a Sam piaceva l'idea.

“Sono solo le 18:00, forza, dai. Compriamo dei dolci, tutti quelli che vuoi.” Disse Dean, sorridendo.

“Non vuoi farti una doccia prima?”

“No, la facciamo dopo! Sarà più bello così.”

“E chi cucina?”

“Io, mentre tu ti fai una bella doccia calda, preparerò una cenetta con i controfiocchi..uscirai con il profumo nelle narici che uscirà anche dalle orecchie..ti piace l’idea??”

“Guarda..se non esce fuori questo scenario perfetto come l’hai descritto,potrei restare molto deluso.”

“Ma smettila, che per coronare questo idillio, mancherebbe solo un cane. Lo prenderei, se mamma e papà ce lo lasciassero tenere!” ridacchiò Dean.
 
Non era giusto, pensò Sam, che Dean lo infiammasse con tante esternazioni di un quadretto così idilliaco.
 
 




*

Uscire di sera per andare al supermercato, a Dean e Sam dava una sensazione di dolce intimità, che li faceva sentire bene. Innanzitutto era quasi buio, e passeggiare insieme, tenendosi per mano, per andare al supermercato, era diverso, piuttosto che fare quelle cose di giorno.

Forse era per il fatto che, quando è giorno, sei bersagliato dai rumori, dal traffico, dai passanti, dalle mamme che attraversano la strada con la carrozzina, dalle macchine che invadono la strada e ti impediscono di concentrarti sulla bellezza del paesaggio.

Era incredibile, stava dicendo ora Sam a Dean, quante cose ti sfuggono quando sei bersagliato da un milione di altre immagini. Il traffico di macchine, quando c’è, ti impedisce di goderti appieno una passeggiata, di mirare il cielo, quello che ti sta attorno, il rumore continuo ti impedisce invece di venire a contatto con la natura, di ascoltare il silenzio e concentrarti solo sulle tue sensazioni.

Di notte, invece, tutto era più tranquillo e quasi mistico. C’erano poche macchine, la notte stendeva con un manto velato il tutto e l’unica cosa ad illuminare la strada che percorrevi, erano i lampioni e le stelle…e non si sapeva se era il poco girovagare dei passanti, o la notte che con il suo colore scuro e ammaliante, ti dava questa illusione, ma ti sembrava quasi di essere solo a camminare su quella strada, solo tu e la persona che hai al tuo fianco e che stai tenendo per mano.

Come se foste voi due e basta.
 
 
 



Andare al supermercato di sera era più tranquillo e ti faceva concentrare di più sulle sensazioni che provavi.

Sam quel giorno si sentiva poeta e continuava a disquisire su sensazioni e cose così, arrivando anche alla poesia sull’andare al supermercato di sera.

Mentre camminavano tra i vari scompartimenti, Sam diceva quanto le persone non riflettevano mai, quanto in realtà mettevamo così tanto di noi, nel cibo. Nel cibo, riversiamo sentimenti, amore, e i più sfortunati, anche la mancanza di amore…

Ecco perché, tante persone vanno così tanto al supermercato. Gli acquisti ti fanno sentire gratificato, compensano un vuoto che sentiamo dentro di noi.

“Sembra una cosa triste..” disse Dean.

“Può esserlo, ma se lo realizzi, quando ti senti felice, come siamo noi adesso, andare al supermercato, non arreca tristezza, ma gioia. Ci fa provare più amore per questo edificio, un edificio in cui la maggior parte della gente non va a comprare cibo, ma amore. “ disse Sam.
 
Dean non disse niente, perché la frase di Sam, l’aveva colpito davvero parecchio, anzi turbato. Non l’aveva spaventato. L’aveva emozionato. In quel momento però i due, erano concentrati sul fare la spesa, quindi non gli andava di affrontare l’argomento..

Comprarono solo i pelati, la pasta, tre panini al latte e una scatola di fagiolini e i due si sentirono pieni come se avessero invece fatto una spesa enorme.

Era proprio come aveva detto Sam, realizzò Dean. Quando ti senti felice, non senti il bisogno di acquistare un mare di cose.
 
 
Quando arrivarono alla macchina, Dean scoprì di non avere voglia o forza di trovare le parole, per esprimere quello che sentiva, in merito alle parole meravigliose di Sam, quindi,una volta che si mise al volante della macchina e una volta che Sam si sedette sul sedile del passeggero –  la passeggiata l’avevano fatta indipendentemente dall’essere arrivati in macchina – Dean, si sporse su Sam, per baciarlo.

Romanticamente, dolcemente.
 
 
 
 
 
 
*

Quando arrivarono a casa, andò proprio come aveva detto Dean. Sam faceva la doccia – Dean l’aveva fatta prima – mentre Dean cucinava la cenetta. Sam si lavò anche i capelli ed uscì sentendo un gran profumo di sugo.

“Posso restare nudo?” chiese Sam.

“Fila o mi distrai…” disse Dean.

“Beh, è un male?”

“Sono ancora tutto sudato e ti sporcherei di nuovo..non mi va!”

Sam non osava credere ai suoi occhi. Dean si stava trasformando in una casalinga maniacale isterica?
 
Andò nella loro stanza, quasi pronto ad assecondarlo, ma non aveva finito neanche di mettersi la biancheria, che ci ripensò e si spogliò di nuovo.
 
 
“Sammyyyy, è pronto in tavolaaa!” Gridò Dean, mentre stava impiattando la pasta con il sugo.

“Sono qui, Dean.”

“Bene, la tua pasta è già…oh per l’amor del cielo e del paradiso!”

“Che c’è, Dean, hai problemi di respirazione?” lo derideva Sam, appoggiandosi al muro, sorridendo.

“Per tutti i diavoli. Vai subito a metterti qualcosa addosso, ti ho detto!”

“Non posso..la doccia calda che ho fatto, mi è rimasta ancora addosso. Ho troppo caldo!”

“Dai, Sammy, smettila, sbrigati che la pasta si raffredda..”

“Con me davanti, vedremo..” disse Sam malizioso, andando a sedersi al suo posto e cominciando a mangiare.

“Mmmm..ma è deliziosa, Dean!” disse Sam, gustandosi la pasta e leccandosi le labbra.

Dean sospirò a fondo.

“Sei un diavolo..” disse.

“Avanti, Dean..spogliati anche tu. Non è una cosa paritaria, così..”

Dean lo guardò e alla fine prese la sua decisione.Si spogliò restando nudo a sua volta.

“Ma, nessun contatto fisico. Pensiamo a mangiare!!” disse Dean ammonendolo.
 
 
Sam rise, trovando la cosa divertente ed eccitante. Chissà quanto avrebbe resistito Dean.

“Potremmo proporre anche queste foto a Daniel, non credi?” disse parlando del regista.

“Non credo! Niente pornografia, ricordalo!”
 
Dean era davvero bravissimo a cucinare. Dopo la pasta, aveva cucinato una fantastica bistecca alla fiorentina con insalata e fagiolini. Inutile dire che fece appena in tempo a servire Sam, che cambiò idea e prese il piatto e se lo portò dalla sua parte.

Sam non fece in tempo neanche a fare una battuta in proposito, che Dean si piazzò in braccio al fratelino.

“Ehi..” protestò Sam.

“Ops, scusa!” disse, alzandolo bruscamente e sedendosi al suo posto per poi metterlo a sedere in braccio a lui.

Sam rise, sentendosi trattato così bruscamente, perché era anche eccitante.

“E ora?” chiese Sam.

“E ora..” disse Dean, accarezzandogli languidamente le gambe e facendolo fremere, per poi baciarlo focosamente.

















Note dell'autrice: 

ragazzi!! Era da tanto che volevo aggiornare, sperando davvero di fare una cosa carina e che non sembrasse troppo frettolosa! Non mi andava di descrivere minuziosamente le pose dei servizi, perchè l'idea che volevo far trasparire era più l'emozione della cosa, piuttosto che una cosa visiva, e l'amore nel fare questo ^^

avevo davvero paura di non riuscirci e sono più stupita di voi, di aver scritto così tanto amore in questo capitolo ahha

è stato molto sentito, anche da parte mia, penso si veda <3333

Non so cosa mi ha fatto diventare così romantica, sarà che sto riguardando "i cavalieri dello zodiaco" da capo e questo è un anime che esprime e trasmette sentimentalismo da ogni poro e quindi mi avrà ispirato ahha

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** la rivista ***


Dean e Sam accettarono di girare anche un video musicale! Nel video, loro due erano in un appartamento, in boxer. Non facevano nulla di che, ballavano solo a ritmo di musica, di valzer, di canzoni dolcissime, in un’altra scena, Dean suonava il pianoforte e Sam ballava attorno a lui, in un’altra i due guardarono fuori dal balconcino nella notte, in un’altra ancora, i due erano sdraiati sul divano – Sam con la testa sul suo petto.

La relazione doveva essere solo immaginata, accennata.
 
Quello era l’ultimo dei loro impegni, dopodiché avevano finito.
 
Due mesi più tardi, Castiel,  il loro amico del cuore, arrivò da Sam mentre erano in classe, dicendogli che c’era una cosa che doveva fargli vedere e portandolo in bagno.

Dallo sguardo di Castiel, a Sam dava l’idea di uno preoccupato.

Oh no..ecco..l’ha scoperto..ha scoperto tutto..
 

Non si aspettava però, che Castiel gli mostrasse la rivista.

“Oddio..ma che fai?? Sei impazzito a portarla a scuola??” disse Sam agitato.

Naturalmente avevano già visto la rivista, ma non potevano tenerla a casa.

“Sam, che cos’è questo? Fate i modelli di intimo maschile o..o cosa?” chiese Castiel sbigottito.

“Dove hai trovato questa rivista?” chiese Sam attonito.

“Beh..eh..ecco..Gabe…

Che cosa?? Anche Gabe lo sa???”

“E Matthew, e Charlie, e Jessica e Kevin..”

Che coooooooosa???” 

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** La tensione sessuale delle loro foto ***


La notizia non fu così drammatica come pensavano all’inizio.  Ovviamente si era sparsa la voce, nella classe di Sam e in generale anche nella scuola, ma dal momento che le foto non mostravano niente di scandaloso, ma erano semplici foto posate, poteva passare benissimo come un semplice servizio fotografico.

Inoltre la rivista l’avevano vista solo Cas e gli amici di Sam, magari qualcuno aveva sentito dire che si trattava di scatti per una rivista gay e quindi era un po’ quello il dubbio.

“Perché Dean e Sam hanno fatto delle foto per una rivista gay? Vuol dire che sono gay allora?” si chiedevano, ma Cas, Sam e gli altri, rispondevano a tutti quelli che glielo chiedevano, che se fossero stati gay non ci sarebbero stati chissà quali problemi, ma, a parte che non erano affari loro della loro sesssualità, la verità è che quegli scatti li avevano fatti perché erano stati fermati da un fotografo al supermercato, che, rimasto incantato dalla loro bellezza, aveva proposto loro di fare delle foto.

Dissero anche che non era che tutti quelli che facevano foto così, erano gay, semplicemente volevano i soldi, recitavano..e loro li volevano.

Ovviamente Sam fu interrogato anche su certe foto ambigue che aveva fatto con il fratello, quello fu imbarazzante, ma inaspettatamente, verso il pomeriggio, arrivò Dean in suo soccorso..
 


A Sam sembrò di sognare. Vedere arrivare Dean,  nella sua scuola, camminare nei corridoi, bello come un dio e con quell’aria fiera e arrabbiata insieme, gli sembrava straordinario, soprattutto perché tutti lo guardavano come se fosse una divinità.
 
Dean appena avvistato Sam, lo prese da parte e cominciò a parlargli e chiedergli di questa storia, visto che era stato avvisato telefonicamente da Sam, di quello che era successo. Mentre Dean parlava e gli diceva cose del tipo “tranquillo, fratellino, ci penso io a zittirli tutti quanti, tu lascia fare a me..” Sam mentre lo ascoltava, guardava di sbieco e soddisfatto, le centinaia di occhiate che gli studenti elargivano a Dean, mangiandolo con gli occhi.. e a Sam con aria di invidia, mentre parlavano.

Sam con un sorriso soddisfatto, pensava:

Guardate…guardate pure..lui è solo mio.. e con lo stesso sorriso soddisfatto, si stringeva a lui.
 
 
“Io e mio fratello siamo molto legati, quindi per noi non è un problema farci qualche foto, mentre ci abbracciamo..” diceva Dean, ogni tanto con qualche variazione, scatenando sempre di più l’orgoglio e la stima di Sam, mentre lo seguiva.

Dean, una volta saputo che la scuola ne stava parlando, si era precipitato qui, come un angelo protettore e custode, per proteggerlo da illazioni e pettegolezzi.

Aveva un difetto? Si sentì ancora più fortunato ad averlo, non solo come fratello, anche come fidanzato. Perché loro, erano fidanzati, vero?
 
 
 



Se Sam pensava che il peggio fosse scongiurato, quando arrivarono a casa, si videro i genitori con un’aria funebre e un po’ arrabbiata.

“Dovete dirci qualcosa a proposito di certe fotografie?” disse John, facendo gelare loro il sangue nelle vene.

“Certe fotografie di cui noi non sapevamo NIENTE.” Disse Mary rincarando la dose.

“Cosa..sapete?” chiese Dean, parandosi davanti il fratello minore.

“I vicini, genitori di figli che vanno a scuola con Sam, ci hanno chiesto delucidazioni su certe foto hard che si gira voce voi abbiate fatto. Ho detto loro che deve trattarsi di un errore. I nostri figli non fanno mai niente senza dircelo.” Disse Mary sempre più arrabbiata.

“Poi però, ci è venuto in mente di questi uiltimi mesi, dove sparivate misteriosamente, come foste inghiottiti in un’altra dimensione, o magari risucchiati in un buco nero.” Disse John, che al contrario della madre, sembrava più calmo, ma anche annoiato.

“Sam, Dean, che cos’è questa storia? Noi abbiamo un nome, ci conoscono, diteci che non avete fatto niente di cui dovremmo vergognarci, per favore..” li supplicò Mary.
 
Sam era davvero in difficoltà e tremava. Dean lo guardò e fece un sospiro, aveva della notevoli capacità d'attore e decise di sfruttarle.

“Non abbiamo fatto niente di male. Semplicemente un giorno, ci ha fermati un fotografo, è rimasto sorpreso piacevolmente dal nostro aspetto e ci ha chiesto se eravamo interessati a fare delle foto.”

I genitori li guardarono, squadrandoli bene.

“Che tipo di foto?” chiese John.

Dean esitò un attimo, prima di dire:

“Delle foto..omoerotiche..” disse Dean, deglutendo.

“Che cosa???” disse John, mentre Mary era sbiancata.

“Avete fatto delle foto gay?” chiese ancora John, ma Dean replicò con calma:

“No..”

Questo sollevò gli sguardi straniti ma anche curiosi di John e Mary.

“Spiegatevi.” Disse John, ma guardava soprattutto Dean.
 
“Delle foto omoerotiche..non sono delle foto gay..” disse Dean, improvvisando, mentre Sam alzava le sopracciglia stupito, fino quasi a farle scomparire. “sono foto eterosessuali, in cui due o più uomini, sono talmente belli esteticamente da vedere, da sprigionare tensione sessuale, erotismo, semplicemente guardandoli…”

La spiegazione sembrava aver confuso i due genitori che per un momento non sapevano cosa dire.

“Ma non sono foto gay..” ripetè John, come un mantra.

“Provate a pensare alle ballerine che si vedono in televisione e che si fanno riprendere abbracciate e magari con le mani quasi sul sedere..ai maschi piace vederle, perché sprigiona sensualità, ciò non vuol dire che siano lesbiche, giusto?” intervenne Sam.

Dean lo guardò, sperando che non stessero esagerando, ma Sam gli rifilò uno sguardo eloquente di complicità, poi Mary sembrò ritrovare le parole.

“Ma perché fare foto del genere? Non lo capiamo..”

“Per i soldi.” Intervenne di nuovo Dean. “Siamo stati pagati bene..e perché alle donne..piace..vedere due bei ragazzi in boxer..”

“Ma si dice che la rivista sia per gay.” Disse ancora Mary.

“Omoerotica.” Disse ancora Dean, cercando di non cedere. “Sono sicuro che la compreranno sia le ragazze, sia i ragazzi gay, e anche quelli etero, sognando di essere affascinanti come noi o altri, e cercando di imparare.” Disse Dean galvanizzato.
 
I genitori sembrava non dovessero dire altro, poi Mary con gran fatica disse forse la cosa che tutti pensavano, ma non avevano il coraggio di dire:

“Ci hanno detto che in queste foto sembrate..insomma..un po’ troppo..ambigui..” disse Mary.



Dean e Sam stettero zitti.

John sembrò arrabbiarsi.

“Mary, adesso piantala.Quelle foto le ho viste anche io nel computer, non fanno assolutamente nulla. Che stai dicendo?”

La certezza che li avessero cercati su internet, sembrò far precipitare i fratelli in un tunnel nero senza fondo.
 
“Ok, non so cosa avete visto, ma ricordatevi che è tutta recita. Dobbiamo essere ammiccanti, apposta.” Disse Dean.

John fece un gesto con le mani volgendosi verso Mary come a dire che lui gliel’aveva detto.

“In ogni scatto che si realizza in coppia, sia che si tratti di due donne, di due maschi, o una maschio e una femmina, bisogna trasmettere vicinanza, complicità, feeling, alchimia, quasi a livello completo di una relazione, altrimenti le foto non vendono e nessuno avrebbe voglia di guardarle. Se le due persone che stanno facendo una foto, non si guardano neanche negli occhi e restano distanti tra di loro, la foto rimane fredda e non bella da vedere. Il contatto fisico è la prima cosa.” continuò Sam, lasciandosi trasportare.

“Sono solo foto..e per giunta siamo stati pagati bene. Quello che dicono gli altri? Solo invidia..” disse Dean.
 
John continuava ad annuire, e a fine discorso disse:

“Molto bene. Hai visto, Mary? hai visto che avevo ragione che non c’era assolutamente bisogno di preoccuparsi di nulla? Hai visto i nostri ragazzi? Stanno diventando degli ometti, hanno addirittura un book fotografico tutto loro! E che importa se è per una rivista gay o etero, anzi ancora meglio, perché ampliamo il pubblico! I nostri ragazzi sono adorati sia da ragazzi che da ragazze! È così che bisogna fare! È stata proprio una gran genialata! E sono anche stati capaci di farsi notare da un fotografo! Bravi, complimenti!!”
 
Dean e Sam erano sbalorditi. John era..contento?

“E sapete che vi dico? Proverò a farvi entrare anche in qualche mia rivista, che ne direste se provassimo a fare qualche scatto anche nella mia agenzia? Non sia mai che si venga a sapere che preferite lavorare con degli estranei, snobbando il vostro stesso padre, che ne sarebbe del nostro buon nome?” gli chiese loro, tutto euforico.

“Papà..ma veramente noi non sappiamo se..” cominciò Dean.

“John, non sarebbe meglio se prima lasciassimo che si calmino le acque con questa cosa..?” provò Mary.

“Schhhhh, basta, Mary, basta con queste paranoie. Lasciarle calmare? No, bisogna cavalcarle, fino a che il ferro è caldo, ricordiamoci che l’interesse della gente è effimero. Come oggi sono presi da qualcosa, domani potrebbero esserlo da qualcos’altro. Bisogna cavalcare l’interesse che hanno suscitato i nostri ragazzi, fino a che è vivo, tra un anno potrebbe essere troppo tardi. Poi mi spiegherete come avete fatto a tenere tutto nascosto per mesi, brutti monelli..” disse John, facendo loro l’occhiolino.
 
“Ma John, che fai, invece di sgridarli, li incoraggi?” disse Mary.

“Eri stata tu a dirmi che sono un padre troppo severo, ricordi la cosa della caccia?? Bene, ragazzi, a quanto pare state trovando la vostra strada. ora, scusatemi tutti, ma voglio andare a parlare con la mia agenzia, con tutta questa adrenalina, non riesco a star fermo. Ci vediamo per cena!”
 
Dean e Sam rimasero basiti davanti all’inaspettata euforia e entusiasmo per il padre. La madre li guardava ancora come se avesse voluto dire loro qualcosa, quindi Dean prese la palla al balzo:

“Mamma, usciamo anche noi, andiamo a mangiare un gelato ai giardini pubblici..a dopo!!” disse, trascinandosi dietro Sam.
 
 
 
Mentre i due si erano chiusi la porta alle spalle, continuavano a ridere e giunsero alla conclusione che la storia della rivista era stata una fantastica avventura e non vedevano l’ora di averne subito un’altra!!
 
















 Note dell'autrice: 

spero che nessuno si senta offeso dalle mie teorie/spiegazioni su foto omoerotiche e non ahha xd non voglio farla passare per legge ovviamente, ho cercato di immaginare come io al posto di Sam e Dean, avrei cercato di giustificare delle foto palesemente gay, come foto che non lo erano, e questo mi è sembrato l'unico modo ahah 

poi se ho detto qualche cavolata o verità nel mezzo, non so! ^^

a prestoooo

ps per chi era preoccupato che si scatenasse un putiferio, so che non era quello che vi aspettavate, ahhah visto che sorpresa?? non era mai stata mia intenzione far scatenare uno scandalo, doveva essere solo una bella avventura ^^

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** Scivolo ***


Era successo durante la nostra avventura ancora con il servizio fotografico. Una delle sere che avevamo libere da quegli impegni, eravamo usciti con i nostri amici ed era successa una cosa.
 
Era successo che io non permetto che qualcuno si metta a fare lo scemo per cercare di conquistare mio fratello, okay?

Eravamo in comitiva con gli amici e sento uno che non avevo mai visto, permettersi di dire a mio fratello:

“C’è qualcosa che qualcuno può fare per conquistarti? Qualcosa che qualcuno può comprarti, che nella vostra famiglia non abbiate già?”

Vedo Sam indeciso se scoppiare a ridere oppure offendersi, ma replica:

“Sì! Uno di quegli scivoli per le scale!” disse.

Io mi misi in mezzo, dicendo:

“Chiedo scusa..tu sei..”

“Mark. Pellegrino.” Disse l’altro.

“Sam..ti sta solo prendendo in giro ovviamente..”

“Dean!!” mi riprese subito Sam. “Non starlo a sentire..”

“Qualsiasi cosa possiamo volere, ce l’abbiamo già..se non ce l’abbiamo è perché non ci piace.”

“Forse perché non tutti sono spendaccioni come te, Dean.”

“Come ti permetti di andare a dire a un nostro amico di comprarti uno scivolo! Hai idea di quanto costino quelle robe??”

“Coooosa? Io non gli ho detto proprio niente! Mark, ti ho forse detto di comprarmi uno scivolo??”

“Direi di no..” rise Mark, trovando la cosa divertente. “Ma se posso permettermelo, te lo prendo molto volentieri!!”
 
Sia Sam che Dean, si voltarono verso Mark a occhi sgranati.

“Tu non farai niente del genere! E tu, Sam, dovresti vergognarti, a metterla sul piano dei ricatti!!”

“Ma come ti permetti? Ritira subito quello che stai dicendo!!”

“Non ritiro proprio niente!”

“Non farmi passare per quello che non sono!!”
 
 
 
 
*

Quando Sam e Dean tornarono a casa, Sam tirò su un muso grosso come una casa e per tutta la sera e a cena, non si parlarono, nonostante i genitori cercarono di chiedere spesse volte cosa fosse successo perché i due avevano un muso lunghissimo, ma loro non cedettero.

Quando Sam e Dean si ritirarono nelle loro stanze, ci rimasero solo per mezz’ora, prima che Dean cedette ed entrò nella sua.

“Sammy..”

“Cosa vuoi?” chiese Sam.

“Volevo..chiederti scusa..sono stato un coglione oggi..ma ero..GELOSO..”

Sam finalmente si decise a guardarlo negli occhi.

“Di uno come Pellegrino? Ma sei scemo o cosa?”

“Sono geloso di tutti quelli che ci provano con te..quel bastardo stava flirtando con te mentre io ero a due metri..non conosce il rispetto..”

“Dean, la gente non può sapere che stiamo insieme..ragiona..”

“Non avrebbe dovuto farlo comunque..sono tuo fratello, cazzo..”

Sam sospirò.

“Appunto per questo..no, senti, non voglio discutere ancora..e da un certo lato mi fa piacere..ma ecco, non puoi fare così..saremo sempre circondati di persone e se reagisci così ogni volta che qualcuno mi si avvicina..”

“Appunto. Se fosse per me, nessuno dovrebbe starti vicino..”

“Che poi, non ci stava neanche prov…aspetta, cosa?”

“Lo so..è irrazionale e stupido e morboso..ma tu sei mio, mio e basta, ok?”

“Dean..” ora a Sam veniva quasi da ridere, per quanto era compiaciuto della cosa e non riuscì più a nascondere la sua eccitazione.
 
“Vedo che sei molto compiaciuto della cosa..” disse Dean sorridendo, sorpreso piacevolmente.

“E hai intenzione di fare qualcosa al riguardo?” chiese Sam con voce roca, resa ancor più roca quando Sam posò la sua mano sul suo membro ancora coperto dai jeans,
 
“Vorrei..poter fare questo davanti a tutti loro, per mettere in chiaro davanti a tutti quelli che si fanno strane idee che sei mio..mio e di nessun altro..”

“Mmmm..”

“Vero? Vero, Sammy, sei solo di tuo fratello maggiore?” chiese, continuando a stuzzicarlo.

“Mmm..AHH..sì..faccio tutto quello che mio fratello vuole..” gemette Sam, mentre Dean spostava la sua mano dentro i jeans e dentro le mutande.

“Ohhh..” gemeva ancora di più Sam, quando Dean si spostò sul letto andando tra le sue braccia e finendo il lavoretto anche con la bocca, portandolo al limite.
 
 
 
 
 
*

Due settimane più tardi, in una delle stupende scalinate della villa Winchester si stavano operando dei lavori per creare un'altra scala che portasse ai piani superiori, su iniziativa – e regalo per Sam, da parte di Dean, ma questo i genitori non lo sapevano – del maggiore.

L’idea dello scivolo si rivelò anche una scelta molto azzeccata e apprezzata anche dai loro amici che non mancavano di congratularsi con loro e alcuni anche a guardare con invidia, una delle solite classiche cose che i Winchester potevano permettersi e che non era da tutti.
 
 
 
 
 
Sam apprezzò tantissimo la scelta di Dean, e il suo regalo. Sam, il giorno stesso che vide i muratori all’opera per la doppia scala – sotto gli sguardi di disapprovazione di Mary e di John, che si ostinava però a dire che apprezzava la loro inventiva – gli gettò le braccia al collo, dicendogli però che non era necessario fare un gesto così eclatante, per dimostrargli che lo ama..e che lui scherzava con la cosa dello scivolo.

Dean però, che è furbo come una volpe, disse che sapeva benissimo che era una cosa che desiderava, seppur lo avesse detto per scherzo..e che fin quando erano cose che poteva fare, per renderlo felice, e convinto del suo amore per lui, le avrebbe fatte tutte!

"Ma ci pensi? Abbiamo anche una scala personale solo per noi due, adesso." disse Sam, abbracciandolo, raggiante. "Per la NOSTRA stanza.." disse Dean, sorridendo, ma quella era un'altra storia!!

















Note dell'autrice: 

ci tenevo troppo a mettere anche questo capitolo ahha xd

link se dovesse sparire l'immagine:

https://68.media.tumblr.com/8191fe7396652eac84ec5440709106f6/tumblr_oo92kgmRff1t0u04do1_400.jpg

Ritorna all'indice


Capitolo 29
*** La nostra camera ***


Pov Dean



Era successo sempre durante la nostra avventura del servizio fotografico.

All’inizio sembrava niente..solo una frase buttata lì, una battuta un po’ così, poi delle faccette perplesse, delle espressioni strane…

Sammy, che c’è?
 
Poi delle intuizioni, più o meno inconsce o magari inconsapevoli, che derivavano dai nostri desideri.

Sammy, dormi da me stanotte? Dai, voglio sentirti vicino..

Voglio abbracciarti…
 
Silenzi, cose non dette, ma pensieri simili, arrivare a odiare quella stessa casa, i metri che ci separavano e che sembravano… abissi, quando vuoi stare con qualcuno.

E che Dio mi perdoni, che Sammy stesso mi prerdoni, arrivare ad odiare quello stesso legame di sangue.
 
 
L’ultima cosa, fu vedere Sammy che, mentre ero ancora a letto, accoccola la sua testa sul mio petto, facendo le fusa.

Proprio come un fratellino…

Ma lui non era solo questo, non proprio…
 


Mi guarda e continua a guardarmi, mentre rifaccio quella valigia, pronti per andare di nuovo in quell’appartamento.
 
“Sammy, la tua valigia è pronta?” gli chiedo.

Lui si alza tutto impettito e dice:

“Non possiamo andare avanti così.”
 
Sento il pavimento crollare sotto i miei piedi. Avrei voluto ci fosse un tappeto per sprofondarci e non sentirlo gelato sotto di me.

Sammy voleva…lasciarmi?

Non puoi lasciarmi, sono tuo fratello. I fratelli non si lasciano.

Non vuoi più essere il mio amante? Io ti resterò sempre vicino lo stesso, Sammy, qualsiasi cosa tu decida.
 


“Che..che cosa vuoi dire?”

“Non fare finta di non capirlo.”

“Forse voglio che tu sia più esplicito. Avanti.” Dico, sforzandomi di non gridare.

“LA CAMERA. LA MALEDETTA CAMERA.” Grida e per la costernazione di non aver sentito quello che mi aspettavo, non mi accorgo nemmeno che ha gridato. Quasi.

“Ma cosa…” dico, costernato, ma lui mi interrompe subito.
 
Sono stufo! Stufo! Ti voglio a letto con me, ti voglio vicino a me. Sempre, cazzo! Possibilmente senza sgattaiolare via dal tuo letto ogni volta come se fossi un evaso!!”

Tutti i miei sensi si erano messi in allerta e ora dopo aver fatto la danza del fuggiasco, si erano ristudiati, avevano capito che non erano nemici, ed erano tornati al loro posto, poi ci avevano ripensato, e per l’euforia e l’entusiasmo, si erano abbracciati, ballando la macarena.
 
“Quindi il problema è....la stanza…cazzo, Sammy, non potevi dirmelo subito?”

“Perché, che diavolo avrebbe dovuto essere? Dean, ma ci sei? Ma cos…” rimase inebetito quando Dean lo abbracciò.

“Pensavo che volessi lasciarmi, stupido..”

Non riuscìì a completare l’insulto che Sam stava per rifilarmi un ceffone, quindi mi allontanai a distanza di sicurezza.
 

“Smettila di fare lo scemo!!” grida ancora.

“Abbassa la voce!! Sammy, dai, non possiamo parlarne un’altra volta? Dobbiamo fare la valigia, ricordi? La stramaledetta valigia.”

“Lo sapevo, a te non frega nulla!!”

“Dai, Sammy, ora non fare così..”

“Chissà quante sgualdrine hai, pronte, che possono scaldarti il letto..”

“Ora mi stai offendendo..” era difficile restare arrabbiati o offesi per davvero con Sammy, ma mi piaceva farglielo credere.

“Vaffanculo.” E stava per andarsene, e in quel momento mi stavo per allarmare sul serio. Non penserà davvero quello che ha detto.
 
“Sammy, adesso piantala dai. Sai che per me ci sei solo tu. Ma cosa ti prende oggi?” gli dico, abbracciandolo da dietro.

Lui si divincola un po’, ma poi cede.

“Ho fatto un sogno..delle sgualdrine ci provavano con te, nella tua stanza e io non potevo raggiungerti, perché c’era la porta chiusa..”

Ok, devo ripromettermi di non ridere. Dean, fallo per te stesso almeno, altrimenti ti ritroverai single in cinque secondi.

“Sammy, ma era solo un sog..”

“Non era un sogno, ma la realtà! Quando vengono a trovarti quelle tue stronzette di amiche, io devo sempre entrare nella tua stanza a fare il cane da guardia!”

“E chi ti dice di farlo?”
 
Ma era la cosa sbagliata da dire.

“Certo! Perché tu preferiresti se non ti controllassi, vero? Così puoi farti i cavoli tuoi senza esser visto!”

Va bene, niente calma, niente fottutissima calma.

“Adesso basta! Mi hai scocciato! Se non hai nessuna fiducia in me, puoi anche non rivolgermi mai più la parola!!”
 
Se ne va, arrabbiatissimo e fumantino. Ecchecavolo. Un po’ mi dispiace, ma sono il fratello maggiore. Non può parlarmi così. Merito un po’ di rispetto, perlomeno.

E di fiducia.

Sì, ma il servizio?

Cazzo, mi ero dimenticato del servizio.
 
 
 
 
Il grande orgogliosissimo Dean Winchester, strisciò dal suo fratellino, solo venti minuti dopo la litigata.

I detriti di un uomo.

Un uomo inginocchiato ai piedi del letto di suo fratello minore a chiedere perdono.

L’avrei fatto anche se non avessimo dovuto correre a fare le maledette foto?

Sì, cazzo, lo avrei fatto…
 
 


“Per favore, Sammy.Perdonami. sono stato un coglione, ok? Avremo una sola stanza, farò tutto quello che vuoi, farò tutto, ma non tenermi il broncio. Sai che per me esisti solo tu, sai che sei l’amore della mia vita, amo solo te..non devi essere geloso delle altre ragazze, delle altre persone..”

Sam piange ed era l’ultima cosa che potevo aspettarmi. Mi confessa che non pensa davvero che lo avrei tradito, ma era geloso, non voleva che mi toccassero o che le ragazze facessero le stupide con me, ma più di tutto, voleva dormire abbracciato a me tutte le notti, sentendo il mio profumo.

“Non farò entrare mai più nessuno nella mia stanza. Sono stato superficiale, Sammy..scusami..non mi sono accorto che tu..ci stavi male..”gli dico, mentre lo cullavo, tra le mie braccia.
 
E non era proprio così. Di certo avevo sottovalutato le sue reazioni, ma un minimo sapevo che Sammy poteva essere geloso, solo, non sapevo ci fosse del reale malessere. A volte troppo presi dal nostro ego, facciamo del male agli altri.
 
Sammy non mi risponde e mi ricordo all’istante quale era il vero problema. Bastava solo interrogare anche il mio cuore.
 
“Sammy, ascolta..hai ragione, perché anche io voglio che stiamo insieme. Sono stufo di queste camere che ci dividono.”

Sammy si illumina, guardandomi felice. “Davvero?”

“Sì..lascia perdere tutto quanto e trasferisciti nella mia. Sono stufo di questa situazione, tanto sei lì per la maggior parte del tempo!”

“E non ti sarò d’intralcio? Non sarai stufo di avermi sempre tra i piedi?”

“Sammy, perché vuoi litigare per forza? Dai, prima che ci ripensi. Stronzetto.” Dico, dandogli uno scappellotto, ma lui mi fa la linguaccia, e poi con quella stessa lingua, mi fa vedere l’estasi, leccandomi languidamente il collo.
 
“Oddio..caz…ahhh…Sammy, tu sì che sai trovare l’argomento giusto per sottomettermi..”
 
 
 
 
 
Sammy è un genio del male. Si studiò tutta una cosa macchiavellica per avere la scusa di potersi trasferire in camera mia!

Prese tutti i suoi fumetti dai suoi armadi e li trasferì in una grossa libreria che rimediò in cantina, prese tutti i suoi vecchi pupazzi e i miei e prese altri libri e ricordi infantili e soprammobili e li mise nella sua stanza, in questo modo non c’era più posto per il suo letto, i suoi vestiti e lui stesso.
 
“Sammy, sei un genio del male!” dico, guardandolo spostare cumuli di giornalini e fumetti. “Aspetta, ma qualcuno portacelo di là, pure, non lasciamoli tutti lì abbandonati a sé stessi.”

“Scusa tanto, se vuoi ti lascio da solo con il tuo grande amore.” Dice Sammy stizzito.

“Dai, Sammy, uff..ora sei geloso anche dei fumetti? Vieni qui.”
 
Lo abbraccio stringendolo forte al mio petto, più forte che posso. Odora così tanto di buono, di bagnoschiuma e shampoo, il mio Sammy.

“Come farai..a sopportarmi per il resto dei tuoi giorni?” mi chiede con la testa appiccicata al mio petto.

“Sei il mio ossigeno per respirare.” Gli dico.
 
 
Ero rimasto così sorpreso quando Sammy si ingelosì quella volta. Non avrei mai pensato di tirare fuori una simile gelosia, quando tempo più tardi, quel Mark gli chiese dello scivolo.

Sammy, siamo gelosi marci l’uno dell’atro, perché siamo pazzi l’uno dell’altro.
 
“Sammy, lascia stare, contino io, non voglio che ti stanchi.” Gli dico. Amo prendere le sue cose e portarle nel luogo a cui appartiene.

Vicino alle mie. 

















Note dell'autrice: 

lo so, lo so, sono stronza ahhah volevo darvi un'impressione sbagliata all'inizio del capitolo, di crisi...ci sono riuscita? :ppp come vedete, in un capitolo è geloso sammy, nell'altro dean ahhah

Ritorna all'indice


Capitolo 30
*** Pettegolezzi tra amici su una coppia esplosiva ***


Dean, Sam. Belli,ribelli, ricchi.

Scalmanati, simpatici e pieni di gioia di vivere.

E con un profondo e intenso legame.
 
Gli amici parlavano, spettegolavano.

I fratelli sono vicini.

Molto vicini.
Troppo vicini…
 
 


“Secondo me, quei due… se lo spingono dentro a vicenda..” diceva Sebastian malizioso, ai suoi amici.

“Sei fine come al solito, Seb..” diceva Bela, fumandosi una sigaretta, ma divertita, all’uscita della discoteca, mentre guardavano i due fratelli ballare e scatenarsi a due centimetri, nonché strusciarsi in maniera sensuale.

“Secondo me esagerate, sono fratelli, è normale che si vogliono bene..pensa a quelli che se la mettono in quel posto l’uno con l’altro..” disse Castiel, cercando di difendere l’amico.

“Ma anche loro lo fanno..” disse Sebastian, malizioso.

Matt Cohen, anche soprannominato faccia d’angelo, rise. Lui era un finto innocentino, ma un vero perverso.

“A te piacerebbe farci un giro eh? Con Dean, o con Sam, o con Dean e Sam insieme..vero, angioletto?” chiese Matt al povero Castiel, che avvampando e stringendosi in modo da non far vedere la sua erezione, biascicò qualcosa sul fatto che non voleva entrare nelle loro perversioni.
 


“Il nostro angioletto ha qualche problema..perchè non vai ad aiutarlo, Cohen?” gli chiedeva Sebastian, invitandolo a seguirlo.

“Non sono gay, al contrario di tutti voi che sbavate dietro ai Winchester. Jessica, cara, perché non balliamo insieme? Lasciamo da soli questa manica di porcelli..” disse Matt,languido, all’indirizzo di Jessica, che lo guardò come si guarda un verme strisciante.
 
“Piuttosto che ballare con te, giocherei a tuca tuca con il platano picchiatore, Cohen.” Disse lei, allontanandosi schifata.
 
Matt ci rimase male e mentre sbolliva digrignando i denti e i loro compagni ridevano a più non posso, sbottò:

“Zitti! Lei è innamorata di me! Non avete visto che ha citato la battuta di Lily Evans con James Potter? I genitori di Harry potter! L’ha fatto per mandarmi un segnale. È innamorata di me!”

Queste parole seguirono risate ancor più assordanti.

Sei patetico, Cohen.” Diceva Sebastian

“L’avete allontanata con i vostri pettegolezzi sconci. Jessica, ehi, Jessica, aspettami.”

Ti do tempo ancora un mese, se ancora non ci sei andato a letto, vuol dire che sei un gay represso e hai più speranze con i Winchester che con lei!” diceva Sebastian.
 
Sebastian non era cattivo. Si atteggiava da sbruffone perché era l’unica maniera che conosceva per farsi riconoscere come leader, e l’unica maniera che aveva per esternare affetto ai suoi amici.
 
















Note dell'autrice: 

scusatemi molto per il linguaggio troppo colorito, ma ho dovuto adeguarmi per forza di cose, al linguaggio che i ragazzi usano in questi casi..e poi soprattutto uno come Sebastian, avrei fatto ridere se gli avessi fatto descrivere la situazione in maniera troppo educata xd

Ritorna all'indice


Capitolo 31
*** Provocazioni in discoteca ***


“Sammy..non ballarmi così vicino…ci guardano..”

“Guarda che sei stato te a insistere per venire in discoteca, io sto ballando con l’unico con cui voglia ballare…o vuoi che cambi pretendente? Dimmelo allora.” Gli diceva Sam, divertendosi.

“Non volevo dire che…intendevo che se mi balli così appiccicato, mi fai venire un’erezione, accidenti a te..”

“Beh, puoi sempre andare in bagno..o vuoi che ti accompagni?” gli chiedeva Sam malizioso.
 
 

Fortunatamente Dean riuscì a convincere Sam a uscire dalla pista da ballo. Uscirono anche dalla discoteca, raggiungendo gli amici che erano ancora fuori.

Dean e Sam non erano degli sprovveduti, erano consapevoli che attiravano la curiosità e la malizia di molti, a causa del loro legame, in più erano dei bei ragazzi e quindi attiravano sguardi.
 
“Pensi che abbiano passato tutto questo tempo a guardarci?” chiese Dean, prendendo e mollando a ripetizione la mano di Sam, più per gioco e per il piacere di assaporare a ripetizione quel contatto, che per paura.

“Guardarci, fissarci..penetrarci…. diceva Sam.

“Sam!”

“Ehi, intendevo con lo sguardo. Sguardo penetrante, hai presente? Sei troppo malizioso, Dean..” ridacchiò Sam.

“Lo sai che stiamo giocando con il fuoco, vero?”

“Può essere, ma è così divertente giocare e provocarli..”

“Ma potrebbero dirlo a qualcuno..”

“Non diranno niente..sai perché? Perché non sono sicuri.” Diceva Sam, malizioso.
 
 
 



Quando arrivarono dal loro gruppetto, si divertivano a notare le loro facce, che, fingendo indifferenza, gettavano a volte qualche occhio su di loro.

“Ciao ragazzi, che si dice?” chiese Dean, mentre loro parlavano del più e del meno.
 
C’erano sedie fuori dall’entrata e Dean si sedette su una di essa, facendo sedere Sam in braccio a lui, anche se la posizione di Sam non era propriamente composta. Infatti, appena si sedette su Dean, il corpo del minore rispose subito al contatto con il fratello, reclinando la testa all’indietro, sdraiandosi praticamente su Dean, che gli cingeva i fianchi con le mani e gli faceva delicate carezze sui fianchi o sulla schiena

Sam rispondeva a queste carezze, reclinando la testa facendo le fusa, anche davanti a tutti, come provocazione. Infatti i due fratelli si erano resi conto che le ragazze in particolar modo, non gli toglievano gli occhi di dosso, quasi ipnotizzate, senza neanche rendersene conto.

Ma anche i ragazzi li fissavano.
 
“Se volete, potete prendervi una camera. Magari vicino c’è qualche motel libero..” disse Seb, a mò di provocazione, facendo ridere tutti.

“Ci fai compagnia?” chiese Sam, malizioso, stando al gioco.

“Io no, ma Cas forse sarebbe felice di farlo. Non è vero, angelo?” chiese Seb.

“Piantala. Non mi mettere in mezzo.” Disse Cas irritato.
 


Sam lo guardò con un sorriso tenero. Cas era troppo puro e ingenuo. Non riusciva a rispondere a tono quando serviva.

“Guardatelo, si sta già eccitando. Guarda che ti vediamo, Cas.” disse Meg, arrivata in quel momento, cercando di stuzzicarlo, ma Cas si allontanò ancora più sdegnato.

“Lasciate perdere Castiel..” disse Dean, anche per toglierlo dalla situazione imbarazzante. “E pensate a me piuttosto. Lo sapete che sono costantemente arrapato e se non la smettete di parlare di erezioni, sesso e orge, la farete venire a me. Dovreste saperlo che mi basta poco. E quando poi mi eccito, non conviene neanche a te starmi così appiccicato, Sam..” disse Dean malizioso, scatenando lo stupore e sempre di più l'ilarità degli altri.
 
Sam avvertì un’ondata di eccitazione potente a quelle parole di Dean. Sperò che gli altri non se ne accorgessero.

“Ti conviene scendere, Sam..” lo avvisò Ruby, ridendo.

“E perché? Non sarà mica la prima volta che glielo faccio venire duro, solo strusciandomi. “ disse Sam, preso coraggio dall’intraprendenza del maggiore, si voltò a cavalcioni, strusciandosi con il bacino su di lui.
 
Niente di troppo esagerato. Appena un gesto. Gli occhi di Dean che quasi rischiavano di uscire fuori dal desiderio, ma che si sforzavano di controllarsi.
 


Per quanto riguardava gli amici, erano indecisi se prendere la cosa sul serio o no. I fratelli sapevano che stavano ancora cercando di capire se i due scherzavano solamente o se davvero andavano a letto insieme, ma erano incuriositi da quelle schermaglie.
 
“Va bene..ci siete riusciti ad eccitarmi..vado in bagno. Sam, vuoi venire a darmi una mano?” gli chiese facendogli l’occhiolino.

“Magari più tardi.” fece lui, ricambiando l’occhiolino.
 


Era uno stratagemma che loro conoscevano bene. Esagerare apposta, per far sì che gli altri non erano sicuri se erano seri o no.
 
Dopo qualche minuto, Sam con una scusa, si allontanò dal gruppetto.

Ruby gli chiese ironica: “Vai da Dean?”

“Sì.” Rispose lui, straffottente, lasciandoli indecisi a chiedersi se mentisse o meno.
 
 
Ma Sam stava andando davvero da Dean.
 
 
 
 
*

“Dean?” lo chiamò, entrando nel bagno della discoteca.

Una presenza lo fece quasi cadere. Era Dean che gli si era gettato addosso e lo stava mangiando di baci.

“Deficiente. Mi hai messo paura.” Rise Sam, ricambiando i baci.

“Tu hai messo paura a me.”
“Ah sì?”
“Sì. Stronzo. Temevo non arrivassi più.”

“Volevo darti il tempo di calmarti.” Disse Sam, alludendo alla sua erezione e sorprendendosi fosse ancora in quelle condizioni.

Calmarmi?” si stupi Dean. “Ormai non riesco più..a calmarmi da solo…pensa che si stava quasi spegnendo..”

“Addirittura?”

“Poi ho riconosciuto il rumore dei tuoi passi e si è riaccesa..”

“Cavolo. Che cosa romantica. Ti bastano i miei passi per infiammarti? Quindi non c’entra niente il siparietto tragicomico che hai messo su poco fa?”

“Stai zitto. Tremenda peste. Tu mi condurrai dritto da Satana.”

“Davvero?” rise Sam.
 
“Se avessi continuato ancora un po’ a strusciarti su di me e a fare battute sporche, ti avrei preso lì in quel momento, senza curarmi di tutti quelli che c’erano.”

“Davvero? Pure davanti a Jessica? Che uomo insensibile.” Disse Sam.

Soprattutto  davanti a lei.” Disse Dean, che era venuto a sapere da amici, che lei aveva una cotta per Sam e da quel momento aveva giurato che gli sarebbe stata antipatica a vita.

“Che uomo cattivo..e poi..su una sedia? Almeno su un letto..” disse Sam, fingendo indignazione. Dean sapeva bene quanto quella posizione lo infiammasse.

“No..lì..nudo e crudo. Davanti a tutti.” disse Dean, inserendo le mani dentro i pantaloni di Sam, accarezzandogli lascivamente il fondoschiena.



“Mmm..sta attento, Dean, rischia di esploderti lì dentro.” Disse Sam, anche se più o meno a lui stava capitando la stessa cosa, infatti le sue carezze lo stavano infiammando.

“Mmm..colpa tua…” disse Dean, palpandogli il sedere più forte.
 
“Mmm..ah! Allora..lascia che mi faccia perdonare..” disse Sam, slacciandogli febbrilmente i jeans e spingendolo in una cabina più appartata e cominciando ad avvicinare la bocca alla sua erezione.
 


E mentre Dean gemeva, godendosi la bocca di Sam, tutto era inaspettatamente dolce. Sam succhiava dolcemente, riuscendo tuttavia a essere sensuale e Dean teneva i capelli di Sam tra le dita, senza fargli male, accarezzandogli le ciocche, i capelli, il viso, la testa.
 
Le carezze di Dean sul suo viso, avevano il potere di trasformare Sam da diavoletto infuocato a ragazzo dolce in cerca di dolcezza, affetto e tenerezza.

C’era passione ma anche tanto amore.



“AHHH.AHHH.” i gemiti di Dean rochi ed erotici, sentire come contraeva il bacino all’indietro, fece infiammare di più Sam.

Amava quando avvertiva tramite il corpo di Dean, quanto riusciva a dargli piacere.
 
Ma non voleva venisse così. Non stavolta.



“Ti voglio dentro di me.” disse Sam, alzandosi per andargli tra le braccia.

Dean gli sorrise e lo baciò intensamente, attirandolo a sé, ma qualcosa arrivò a distrarli, spaventandoli.
 
Un pipistrello che volò sopra le loro teste.

“SAM!!!” Gridò Dean parandosi davanti a lui, facendogli da scudo con il suo corpo.
 
Il pipistrello però era solo di passaggio, anche se dalla velocità con cui volò sopra di loro, sembrava volesse travolgerli.

Sam però rimase sconcertato da come Dean si frappose davanti per proteggerlo.
 


“Dean!!” Sam era sconvolto. In quel momento sembrava un uccellino dentro un nido, un nido che erano le braccia di Dean, che aveva messo davanti per non rischiare che gli facesse male.

“è tutto a posto, Sammy? Stai bene? Ti ha fatto male?”

“N-no…e tu?”

“Non ho nessun graffio.”
 

Ma non era vero. Sam gli toccò la spalla ed era dolorante, gli prese la mano e c’erano dei graffi dal momento che per via del brusco movimento, Dean si era graffiato contro la parete.

“Ti sei fatto male per proteggermi..”

“Naaa..è stato un riflesso spontaneo. Quell’animaletto era innocuo, era più spaventato di noi... poverello.” Disse Dean schernendosi.

Ma Sam non la bevve. Dean aveva avuto paura per lui. La prima cosa che aveva pensato, perfino sotto i postumi del sesso, era stata la sua salute. Non gli importava di farsi male lui stesso, l’importante era che non si facesse male lui.



“Dean..”

Sam non aggiunse altro. Non c’era bisogno di parole e infatti lo baciò. Lo baciò con le mani sul viso, trasmettendogli tutto l’amore che sentiva.

















Note dell'autrice: 

ero titubante a scrivere questo capitolo xd ebbene sì, un pò di vergogna ce l'ho anch'io ahha cerco di spiegare senza fare un papiro come al solito!

1) questa fanfiction è nata per essere una storia erotica (ovviamente restando nei limiti e senza esagerare, rispettando il regolamento che non consente la troppa volgarità) ma avrete notato che in certi passaggi stavo andando fuori schema, e stava davvero diventando troppo dolcinosa....quindi ho preferito riportarla sui giusti binari!

2) è una cosa che mi fa impazzire, i fratelli provocatori e che possono flirtare anche davanti agli amici, mentre loro sanno o si chiedono se fanno sul serio o no..ho già scritto questo in varie ff, quindi immagino abbiate capito che è una cosa che adoro xd 

3) alla storia, mancava giusto questo, come ingrediente per mettere un pò di pepe, il fatto che i due siano così sicuri di sè da agire così, non da un senso di libertà misto a trasgressione /ribbellione? :D 

4) spero davvero non abbiate trovato il capitolo troppo spinto..lo so, alcuni dialoghi sono un pò sporchi, ma volevo farlo il più credibile possibile almeno parlando di dialoghi a cui partecipano spesso i maschi xd se notate poi, sono ricascata nel romanticismo nella parte finale, ma è proprio quello che voglio trasmettere..una grande passione, un grande eros ma anche tanto amore!!

5) la fanfiction non continuerà a lungo così..ci sarà un momento...da definire ancora se arriverà subito o tra qualche capitolo, in cui la ff cambierà totalmente entrando di più nello spirito del capitolo :) 

Ritorna all'indice


Capitolo 32
*** Frigorifero ***


A volte ho paura del futuro…

Mi chiedo cosa faremo, dove andremo..

Dovremmo nasconderci per tutta la vita?

Per lui potrei farlo..

Sì, sento che potrei.
 
Con Dean mi sento libero come non mi sono mai sentito prima

Nessuno cerca di prevaricare o dominare l’altro, Dean non si approfitta del fatto che sono il fratello minore, come farebbero altri fratelli

Certo, noi non siamo fratelli normali..

Ma lui non lo farebbe comunque, non l’ha mai fatto

Mi ha sempre trattato bene..

È per questo che me ne sono innamorato
 
Non mi sento prigioniero con lui

Mi sento libero

Libero di essere me stesso

A volte ho paura che finisca

Altre volte, ho la certezza che non potrà finire

Alle volte penso che se tu volessi un giorno farlo, ti lascerei lasciarmi

Perché tanto il mio amore per te non svanirebbe comunque

Neanche se non facessimo più sesso

Altre volte invece mi dico

Che non ti permetterei di lasciare che smettessi di amarmi

Perdonami fratello, sono così egoista…

Ma ti amo tanto
 
 

Sam continuava ad accarezzargli gli zigomi del viso delicatamente con le dita, con la venerazione di un innamorato, dolcemente, mentre erano entrambi sdraiati sul letto. Dean dopo un po’ si mosse sotto il suo tocco e allora Sam appoggiò la bocca sulla sua mano vicinissima a lui, dandogli uno, due, tre baci pieni di venerazione su di essa.

Non gliene diede di più, anche perché Dean provato da tutte quelle attenzioni, gli prese il viso e lo baciò di slancio.

Sam, sorpreso, ma felice, sorrise tra le sue labbra, mentre lo baciava, ma non sapeva che Dean non voleva finirla qui.

Si staccò infatti all’improvviso, ribaltandolo con la sua forza a faccia in giù sul cuscino.
 
Dean! Ah!” gemette Sam, sorpreso, mentre Dean si sedeva sopra di lui a cavalcioni.

“Che fai?” gli chiese Sam, pensando che Dean volesse fare già sesso. Era un po’ intimorito, ma il suo corpo si rilassava e sdraiava automaticamente sentendosi al contatto con il fratello. Era una reazione naturale.

“Zitto.” Fu la reazione di Dean.

Dean accarezzò la pelle di Sam languidamente sotto la maglietta. Gli accarezzò la schiena, sdraiandosi su di lui, appoggiando la testa sulla sua schiena, mentre continuava ad accarezzarlo, facendolo sospirare.

Tu sei mio…questa..è tutta roba mia…” gli disse Dean, accarezzandogli anche le parti vicino all’inguine, sotto il tessuto dei pantaloni e anche le gambe, facendolo gemere di nuovo, per poi riprendere ad accarezzargli la schiena e a lasciargli una scia di baci su di essa.
 
“Ohhh..” continuava a gemere Sam, ma Dean non voleva farlo. Non subito almeno. Voleva dare piacere a Sam. Con la sua bocca. Voleva farlo eccitare e dargli piacere, ma solo con i suoi baci.

Prese a lasciargli dei baci umidi e sensuali sulla schiena, alcuni molto più simili a succhiotti e quando lo sentiva in procinto di eccitarsi già molto, la mano di Dean andava a finire dentro i suoi pantaloni morbidi e sulle sue mutande, lasciando cadere i pantaloni di Sam come pelle morbida sotto di lui, tastando il suo membro ancora coperto da esse, per poi infilarsi dentro.

“AHH. AHH.” Complice il fatto che Sam non poteva vedere e che Dean lo sovrastava, complice il fatto che era rimasto solo con la maglietta bianca e larga di Dean e nell’insieme era sexy, complice il fatto che era già sciolto da quelle attenzioni e aggiungendoci anche il fatto che Dean ci sapeva fare con le mani, Sam non poteva proprio trattenersi dal gridare.

“Schhhh..” lo provocava Dean, accarezzandolo ancora in quel punto e poi stringendo all’improvviso.

“AH-AH…”
 
 
 
 
 
 
 
*

“AHHH-AHH-AH!”

Poteva finire solo in un modo.

E infatti era finita così.

Dean stava facendo sesso con Sam che si teneva schiacciato contro il frigorifero della cucina.

Sam non poteva essere più eccitato di così. Soprattutto considerato il fatto che la freschezza del frigorifero che avvertiva, contro la passione bollente dell’amplesso, lo stava facendo uscire di testa.

“Dean….più…più forte..” diceva Sam, quando Dean dava l’impressione di voler rallentare. Forse perché ad un certo punto aveva timore di fargli male, o forse perché non voleva far finire tutto presto o forse perché temeva di far crollare la casa. Forse un po’ tutte le cose.

“AHHH.” Gridò Sam, sbarrando gli occhi, quando Dean, dopo quelle parole lo accontentò, lasciandogli una scarica di piacere e di estasi che avrebbe anche potuto farlo quasi svenire.

 

“Dean…Dean…non ce la faccio…no..no..ah…sì…così…” diceva Sam, balbettando frasi sconnesse. Mentre Dean lo stava facendo impazzire, accarezzando dapprima il suo membro con il palmo aperto e poi masturbandolo solo con le dita ma sempre più velocemente.
 
“No…ah.AH…ODDIO…” ma Dean non si fermava perché sapeva che era proprio quello che Sam desiderava, quello che VOLEVA. Con studio apposito, rallentò, facendolo curvare ancora di più a novanta, continuando a spingere, ma più lentamente. Una spinta e l’altra e l’altra, lentamente, per aumentare e prolungare il piacere.

Sapeva che Sam andava matto per quella posizione. Gli piaceva giocare a fare un po’ il sottomesso.

E poi all’improvviso, aumentò di nuovo le spinte, sentendosi di nuovo eccitato al massimo.

“AHHHH-DEAAAAAN.”
 
E fu il culmine. Vennero insieme, crollando e facendo crollare anche il frigorifero dalla cucina, con un rumore pazzesco.
 
“S-Sammy….” Mormorò Dean, cercando di vedere qualcosa, attraverso la nebbia che aveva in mezzo agli occhi, preda dei postumi dell’orgasmo si sentiva quasi svenire.
 
“Sammy stai bene?” chiese di nuovo, ordinandosi di restare concentrato e riuscendo finalmente a vedere Sam , sdraiato sul freddo pavimento con la guancia appiccicata ad esso. All’inizio si stava preoccupando, ma poi vedeva che Sam stava bene. Era solo esausto.
 
“C-cazzo..che macello..” disse Dean, alzandosi in piedi, barcollando un po’, vedendo il frigorifero che era crollato sul tavolo, spaccandolo.

“Mi dispiace..” disse Sam.

“N-non è colpa tua. Mamma e papà non avrebbero dovuto prendere un frigorifero che si muove.” Disse Dean.

“Cosa? Quindi hai..intenzione di rifarlo?”


“Con un frigorifero che non si sposta quando fai sesso, non sembra male. E poi..eri così…teso..e stretto..” disse Dean, tornando da lui e leccando la sua apertura, decidendo di pulirlo con la lingua.

“Oddio! Dean, non fare…..ah…così. Potrei venire di nuovo…no…” disse Sam, ma Dean vedendolo a quattro zampe che gli si offriva così e con solo ancora la maglietta indosso – la sua maglietta – quella che gli andava bianca e larga, si arrapò ancora di più.

“è proprio quello che voglio..” disse Dean, continuando il suo rimming implacabile e tenendolo fermo con una mano sulla pancia.
 
 
















ECCO. CIAONEEEE. xd scusate, ma mi è preso un impulso stranissimo ahha all'inizio tutta romantica, con i pensieri di Sam, poi la passione di Dean mi ha trascinata xd chiedo scusaaaa!!

allora ragazzi, dopo "Tensione romantica e sessuale" e "tensione romantica" FINALMENTE ho trovato il titolo adatto per questa storia! hahah xd vi prometto che ora non cambierò più!!

Ritorna all'indice


Capitolo 33
*** L'amore ha il sapore di torta ***


Era un giorno particolare per Dean. Non immaginava certo quello che aveva combinato il suo fratellino.

Sammy, a volte penso che sei un genio! Gli diceva, ma non sapeva fino a dove poteva spingersi la sua inventiva.

Per fortuna, la professoressa Abbadon, un’amabile professoressa dolce come il miele e i capelli rossi come il fuoco, aveva detto agli studenti che avrebbero avuto delle giornate libere, se avessero tirato fuori una bella ed originale idea su come passarla, ovviamente sempre all’interno della scuola. Il progetto più originale e meritevole, avrebbe vinto un premio.

I ragazzi dunque, si erano sbizzarriti nelle proposte più fantasiose.

Castiel aveva addirittura lanciato l’idea di un grazioso campo da golf all’interno della scuola.

Gabe, aggrappatosi alla sua idea, chiese che si mettessero delle sorte di piscine a grandezza naturale nelle aule per ricreare laghi e mari.
 
Sam, sentendo quelle idee, disperava di poter vincere. Come poteva fare a competere con certe inventive? Decise comunque di pensare a qualcosa, scegliendo di domandare direttamente al suo cuore.

E il suo cuore cosa diceva? Il suo cuore diceva che avrebbe voluto fare qualcosa che rendesse felice Dean, perché se avesse vinto con qualcosa che rendeva felice suo fratello, sarebbe stato contento il doppio!

Ed ecco che gli sovvenne l’immagine di una torta.

Anzi, una GARA di torte, tutti avrebbero dovuto fare una torta.
Sì, ma la scusa qual era?
 
Sì, ecco. La giornata dei fratelli. Ovviamente tutto avrebbe dovuto essere all’insaputa dei fratelli dei partecipanti.
 
 

“Non lo so, Sam, la tua idea è molto dolce, in tutti i sensi, ma sembra un po’ difficile da realizzare…” disse la professoressa, combattuta.

“Perché?” chiese Sam ostinato.

“Beh, innanzitutto, sarebbe difficile che voi riusciate a preparare una torta, senza che loro se ne accorgano e poi a che scopo preparare delle torte che non possiamo vedere?”

“Ma le torte le porteremo qui!” disse Sam esaltato. “Le porteremo qui e faremo venire anche loro qui e scopriranno qui quello che abbiamo fatto. Sarà una bella festa a sorpresa!”

La professoressa a sentire la parola “festa a sorpresa” aveva gli occhi che brillavano.

“E in più, ho già un’idea su come potremmo mascherare il tutto.” Disse Sam furbo.
 
 
 
 
 
La proposta di Sam, era stata accolta. Sam si sentiva euforico, la sua era la prima iniziativa in assoluto. Certo, poi ce ne sarebbero state altre e non sapeva se avrebbe vinto, ma intanto era occupato a fare qualcosa.
Per suo fratello.

L’idea gli faceva battere forte il cuore. Non aveva mai fatto niente del genere neanche per una ragazza, non aveva idea che fare dei dolci o cucinare qualcosa per la persona che ami, portasse tale felicità.

Sua madre aveva fatto molte storie per cercare di aiutarlo con la torta, ma Sam era stato perentorio. Non voleva nessun aiuto, allora Mary, esasperata ma guardandolo con un cipiglio tenero e un sorriso, restava in cucina a mirare suo figlio minore fare la torta.

A Mary aveva confessato che la torta era in realtà per Dean, ma si fece promettere di non dirgli niente e così fece.
 



Dean non sapeva niente. A lui avevano raccontato una mezza verità. Sam si era inventato che c’era una gara di torte. I partecipanti dovevano fare delle torte e portarle a scuola, al termine della gara, avrebbero potuto portarne a casa qualche fetta.
 



Dean, stava passando in cucina in quel momento e poggiò il mento sulla spalla di Sam, teneramente, anche se vicino a loro c’era Mary e il fratello minore si intenerì a quel contatto.

Non era un gesto di sfida, semplicemente stare assieme e toccarsi per loro era diventato spontaneo ed era ancora più bello e rassicurante farlo anche in pubblico, soprattutto quando si trattava di tenerezza e amore, non di erotismo fine a sé stesso.

“Che torta stai facendo?” gli chiese.

Sam si concentrò per ricordare a sé stesso di mantenere la concentrazione e di non lasciare che le sue mani tremassero. Ogni volta che aveva Dean vicino, gli faceva quell’effetto e se lo faceva davanti a loro madre e per giunta parlava senza saperlo, di una sorpresa che stava facendo per lui, le cose si complicavano ulteriormente.
 
“Torta alla crema chantilly e fragole.” Disse Sam, sentendo il cuore battere come un tamburo e per questo si distanziò da Dean, aggiungendo spazio personale tra di loro, visto che il maggiore gli aveva nel frattempo messo una mano sul fianco.
 
“Mmm..capisco..” gemette Dean infelice.

Dean fece finta di niente, poi tornò alla carica:

“Posso averne un po’ quando hai fatto?”

“Che cosa??? Non se ne parla!!” disse Sam terrorizzato.

“Oh, ma come sei cattivo, solo una fetta, che ti costa!”

“Ma è contro le regole!!”

“Dean, vuoi fargli perdere la gara??” chiese Mary, arrivando in aiuto del fratello minore.

“Grazie mamma!! Dean, sei incorreggibile.”

“Ufff..siete tutti contro di me. “ si lamentò Dean.
 
Dean finse di essere offeso e se ne andò dalla cucina, per poi continuare a tornare a tempi alterni. In fin dei conti non era abituato a essere ignorato così a lungo dal fratellino e gli mancavano le sue attenzioni.

Sam, una volta appurato che Dean se ne stava calmo, a guardarlo lavorare, senza disturbarlo, si sentì intenerito e un sorriso gli si affacciò sul viso. Suo fratello, pur di stare con lui, era capace anche di starlo a guardare in silenzio che faceva una torta, che non voleva neanche fargli assaggiare.
 
 



Dopo un po’,Dean si stufò e decise di andare a farsi una doccia, nel frattempo, Sam stava finendo di fare la torta.

Quando la misero in frigo, Sam andò in bagno. Dean stava ancora facendo la doccia, quindi Sam decise di aspettarlo, sdraiandosi sul divanetto con la scusa di leggere un fumetto.
 
Quando Dean riemerse  dalla doccia, trovò Sam pronto  a passargli un asciugamano blu. Sorrise teneramente, guardando il suo fratellino che glielo porgeva.

“Me lo metti?” gli chiese dolcemente e un po’ eroticamente.
 
Sam sorrise e un po’ divenne rosso, ma gli circondò lo stesso l’asciugamano alla vita, sorridendo e quando ebbe fatto, Dean lo attirò a sé, abbracciandolo con amore.
 
Restarono così, per un po’, come se il tempo si fosse fermato. Il cuore di Sam riprese a battere come un tamburo. Si chiese se Dean poteva avvertire le vibrazioni d’amore che emanavano da Sam, per via della sorpresa che gli stava facendo.

Da come lo abbracciava, si sarebbe detto che sì, quelle vibrazioni gli arrivavano.
 
 
 














Note dell'autrice: 

aiutatemi, io sono ossessionata dai dolci..oramai li piazzo in tutte le mie storie ahha aiuto xd

ps nel prossimo capitolo metterò la foto della torta per Dean!!

Ritorna all'indice


Capitolo 34
*** Torte e giochi nell'acqua ***


TORTE



Finalmente giunse il giorno e Sam era già a scuola con gli altri ad aspettare che chiamassero suo fratello.
 
 

*

“Cosa? Devo venire lì subito? Ma è successo qualcosa a Sam? Non si sente bene? Ok, arrivo!”
 
 
*

Sam sapeva che la loro madre aveva fatto in modo che Dean fosse in casa quel giorno, assediandolo con le pulizie. Non potevano rischiare che Dean fosse fuori e non potesse venire alla festa.

Era nervosissimo. Chissà come Dean avrebbe reagito alla notizia. Sperava tanto gli piacesse questa iniziativa.
 
 
 
Poco più di dieci minuti dopo, Dean arrivò trafelato a scuola.

Notò ovviamente le torte sparse in vari tavoli un po’ ovunque, appena entrò. Fece una faccia accigliata, ma non si fermò, anzi, chiese alla prima professoressa che trovò, dove si trovava Sam.

La professoressa si limitò a fare una risatina timida e Dean la stava già insultando mentalmente, ma proprio in quel momento arrivò suo fratello.
 
“Dean, finalmente sei arrivato!”

“Sam! Mi dici che cosa sta succedendo??”

Sam si limitò a fiondarsi in braccio a lui.

“Sam?!”

“Grazie per esser venuto alla festa che ho organizzato per te.”

“Che cosa?!”
 
 
 
La festa fu qualcosa di grande. Non era solo il fatto che Sam avesse organizzato tutto lui, di sua iniziativa, per Dean. Era anche il fatto di vedere uno dopo l’altro, lo stupore di altri fratelli, sul loro volto, quando arrivavano a scuola e i fratellini minori dicevano loro la verità.

Risate. Gioia. Incredulità. Finte arrabbiature perché stavano facendo perdere loro tempo.
 
Spuntini, tramezzini, soprattutto all’aria aperta, visto che c’era una bellissima giornata di sole. Decine, decine di torte.
 
“Assaggerò una fetta di tutte, ma PRIMA voglio quella di MIO FRATELLO.” disse Dean, che già aveva conquistato gran parte dei ragazzi e delle ragazze.
 
Fu Sam stesso a portargliela, per fargliela vedere e Dean restò senza fiato.
 
Una montagna di crema chantilly con delle fragoline rosse fuoco sopra. Era una visione incantevole.
 
 
 
“Fratellino. Sei il migliore del mondo. Vieni qui.”

“Dean..” Sam cercò di sfuggire alla sua presa, ma Dean non glielo permise. Lo tenne stretto con la testa sul suo petto, coccolandoselo, mentre mangiava quella fantastica torta.
 
“Posso baciarti? Posso baciarti? Ti prego, ti prego, ti prego.”gli chiese Dean stringendoselo addosso mentre erano seduti sull’erba insieme agli altri.

“Controllati, stupido.” Gli disse Sam, puntandogli un dito sulle labbra, guardandolo con gli occhi dell’amore.

E fu in quel momento che quello stupendo momento venne immortalato con una foto.
 
“Ehi, niente foto, mentre ho la bocca piena di torta!” protestò Dean.
 
 
 
 



Giochi nell'acqua

Quella fu una giornata sensazionale e perfetta per i fratellini, anche se Sam non vinse il primo premio, infatti la settimana dopo ci fu l’idea dei teli bagnati e pieni d’acqua per tutta la piscina, per creare l’illusione dei mari e dei laghi.

Furono invitate le famiglie anche quella volta e Sam si divertì un sacco a provocare Dean, guardandolo ammiccante, mentre nuotava, in costume e si spostava un momento prima nel pavimento insieme agli altri, un momento dopo nella tazza gigante stile disney, che avevano piazzato per l’occasione.

Dean colse la provocazione e restò in costume anche lui, buttandosi nella mischia e tra acqua e schiuma mischiate insieme, riuscì a raggiungere il fratellino nella vasca.
 
“Ce ne hai messo di tempo! “ disse Sam facendogli la linguaccia.

Purtroppo non erano da soli, perché la tazza aveva molte attrattive, ma forse era meglio così…sembrava una cosa meno intima.
 
“Sai, quando vedevo queste tazze nei lunapark, ho sempre immaginato di salirci.” Disse Dean.

“Sei solo un giocherellone.” Disse Sam, schizzandolo con l’acqua.

“Ci verresti con me?” gli chiese.

“Ovvio. Quindi comincia a pensarci. Voglio andare a Gardaland.” Disse Sam.

“Nah. Ormai è superata. Mirabilandia fa più figo.”
 
 
Sam non vinse il primo premio, ma lo vinse Gabriel, che in quel momento stava imboccando Castiel con un pasticcino e gli porgeva un calice di vino bianco dolce.

“Questa scuola sarà un macello da ripulire, ma come è possibile che i professori abbiano accettato un’idea simile?” chiese Dean ridacchiando.

“Beh, la professoressa Abbadon è rimasta incinta di due gemelli e lei e suo marito Benny sono al settimo cielo.” Disse Sam.
 
Dean si volse a guardare la professoressa guardarlo con gli occhi dell’amore e poi di nuovo verso suo fratello.

“Eh sì, l’amore fa miracoli.” Disse.

















Note dell'autrice: 

ciaooooo <33333 . questo è il link se dovesse sparire l'immagine:

https://wincestblogfanfiction.tumblr.com/post/162585034902

a presto <33333

Ritorna all'indice


Capitolo 35
*** Un lavoro lasciato a metà ***


il telefono squillò. Era Sam. Dean aspettava la sua chiamata.

“Pronto, piccolo.”

“Dean, allora, vieni?”

“Ehm..purtroppo c’è un contrattempo, piccolo.”

Che cosa?”

“Non ti arrabbiare, Bobby mi ha chiesto se potevo dargli una ripulita al garage. Lui è indaffarato con l’autofficina…”

“Che cosa?? Ma Dean!! Noi avevamo appuntamento al mc Donald’s!”

“Lo so, piccolo, mi dispiace.”

“Non riesci a liberarti per tempo?”

“Sono ancora in alto mare..senti, dì a tutti che mi dispiace.”

“Fanculo, Dean.”

“Sammy..non fare così..”

“Almeno torni a casa per cena?”

“Beh..ecco..”

“DEAN!”

“Adam mi ha chiesto se gli scarico delle canzoni su computer e  si farà tardi, così hanno detto che posso fermarmi per cena..e sicuramente insisteranno per farmi dormire qui.”

“Tu con quello non ci dormi.”

Dean rise. “Non essere infantile. È come un parente..cioè..” disse Dean, rendendosi conto troppo tardi che doveva tenere la bocca chiusa.

“Beh io invece lo sono! Tuo fratello e anche il tuo ragazzo!”

“Sam..”

Ma Sam aveva già chiuso la linea.
 


Dean sospirò. Sammy e la sua gelosia. Gli dispiaceva aver saltato l’appuntamento, ma ci teneva a Bobby e una volta che gli chiedeva un favore, non gli andava di rifiutare. Sam doveva rendersi conto che non erano soli, esistevano altre persone intorno a loro e bisognava considerarle, per quanto a volte volevano stare insieme.

Eppure gli dispiaceva tanto aver litigato con Sam.
 
 
 
 



*

Ore dopo, mentre stava guardando la televisione insieme a Bobby e Adam – il figlio di Bobby – e la moglie, arrivò inaspettatamente Sam e i suoi amici.

Sam era sempre il solito. Si era fatto accompagnare dai suoi amici fino a lì.

“Come hai fatto, peste?” gli chiese Dean, stringendogli la spalla, contento che fosse lì.

“In moto.” Disse lui semplicemente.

“Come in moto? Ragazzi, lo sapete vero, che se gli succede qualcosa, vi stacco la testa a tutti?” disse minacciandoli con lo sguardo.

“Dean, sei sempre il solito.”

“E guarda qua questo giubbotto in pelle. Chi credi di essere, un motociclista?”

“Lasciami, cretino!”
 
 
 
 



*

Bobby, sebbene un tipo burbero, amava essere circondato dai ragazzi, sia lui, sia sua moglie, anche se avevano avuto un solo figlio. Adam.

Mentre la maggior parte dei ragazzi era in salotto a chiacchierare e giocare a calcetto, Sam ne aveva approfittato per restare da solo con Dean. Finalmente erano riusciti a ritagliarsi un momento di privacy!

Al buio. In camera. Sul letto.

Che gli stava facendo un bel lavoretto con la bocca!
 
 
 
“Sam! allora, andiamo?” lo chiamò un amico dal salotto, senza entrare.

Dean borbottò e insultò l’amico sottovoce, mentre Sam diceva: “Eccomi. Scusa fratello, ma lo sai, quando gli amici chiamano.." disse Sam, facendogli l'occhiolino.

“Ma che fa Dean, dorme già? E perchè ti sta insultando? ” chiese l’amico Gabriel, perchè dal momento che Sam era uscito dlla stanza, era stato seguito dagli insulti di Dean.

“è stata una giornata faticosa per lui!” disse Sam goliardico.
 
 
Quando gli amici furono usciti tutti da casa di Bobby, Dean uscì dalla camera degli ospiti, irritato e nervoso e con l’erezione dolorante che chiedeva di esser ancora soddisfatta.

“Dean. Cos’hai?” chiese la moglie di Bobby, preoccupata.

“Mal di testa!” disse Dean, chiudendosi in bagno, furibondo.

















Note dell'autrice: 

questo sarà il primo capitolo di una specie di corta trilogia tra dean, sam e le case di altri ahha, alla prossima, con la seconda parte!

Ritorna all'indice


Capitolo 36
*** Nottata fantastica nella piscina di Sebastian ***


Era stata una bella festa da Sebastian. Il loro amico aveva una grande villa con piscina, dove solitamente dava delle feste e poi alcuni si fermavano da lui a dormire. Dean e Sam avevano accettato e alla fine avevano bevuto e mangiato così tanto che si erano fermati a dormire da lui.

Il problema era che Sam e Dean non riuscivano ad accettare di dormire separati. Nel pieno della notte quindi, Sam, si era intrufolato nel letto di Dean, reclamando coccole.

I due quindi si erano coccolati un bel po’ fino a che si addormentarono, ma verso le 3:00, Sam era ancora sveglissimo e eccitato da quella situazione, quindi decise di lasciare quel letto caldo per fare una cosa.
 


Uscì piano dalla stanza in cui in quel momento dormiva Dean e andò in cucina. Digitò un veloce messaggio sul telefonino.

Dean, dormi?

Dopo neanche quindici secondi, arrivò la risposta.

Sam? Ma dove sei? Sei tornato a letto?

Raggiungimi, sono in cucina.
 


Ora doveva solo aspettare. Era una fortuna che Dean, perfino mezzo assonnato, accettava di buon grado di assecondarlo sempre. C’era anche da dire che Dean era un gran curiosone.
 
Non ci volle molto quindi, prima che Dean scese le scale e lo raggiunse in cucina.
 
“Finalmente, eccoti.”

“Sam, ma sei ammattito? Mi fai preoccupare. Che c’è?”

“Volevo solo la tua compagnia.”

Dean lo guardò perplesso, grattandosi la testa.

“Potevo continuare a farti compagnia in quel bel letto caldo. Anzi, perché non ci torniamo? Sam?” chiese Dean, guardandolo bere il latte dalla caraffa mentre gocce di latte gli cadevano dal mento in maniera sexy.

“Credo di non aver mai sentito così tanto caldo come stanotte.” Disse Sam, cominciando a levarsi la maglietta.

“Sam?? Che cosa fai??”

“Mi spoglio, Dean.”

“Non qui. Torniamo nella stanza, Sam!”

Sam rise davanti alla sua preoccupazione.

“Stare nudo in una stanza buia, non mi soddisfa abbastanza, in confronto a poter camminare per la casa.”

“Sono pronto a soddisfarti io. Adesso rivestiti, per favore!” disse Dean, preoccupato, mentre Sam si era alzato in piedi e si era tolto anche i jeans e ridacchiava divertito.

“Prendimi, Dean..” disse Sam ridacchiando e correndo fuori in giardino facendo sventolare la sua maglietta.

“Sam, se ti prendo, non sai cosa ti farò!”
 
 

Quando Dean uscì in giardino, vide quel birbante che si era tuffato in piscina, facendo sventolare le sue mutande come aria di scherno.

“E così vuoi sfidarmi eh?”

Dean si spogliò degli indumenti e si tuffò a sua volta dentro la piscina, raggiungendo Sam in poche falcate e agguantandolo.

“Ah- AH- no. No. Chiedo scusa. Chiedo scusa.”

“No. Tu sei un monellaccio cattivo e devi andare punito.” Disse  Dean divertendosi a sculacciarlo e a mordergli il sedere.

“Deeeeeean!”

“Non avresti dovuto provocarmi!”

“Ma io adoro come diventi sotto provocazione. Dormire alle 3:00, Dean? Sul serio? Con questa piscina tutta per noi?” gli chiese Sam, tenendogli le mani sulle guance.

“Con una peste sexy come questa che mi riscalda e mi eccita e provoca? Hai ragione, sono un idiota.”

Sam lo baciò in maniera dolcissima ed erotica.

“Dio..hai un viso quando baci..pazzesco.”

“Prendimi. Qui. Ti voglio, fratello.”
 
Dean lasciò che Sam si aggrappò al muro della piscina e allargasse le gambe per consentirgli l’accesso, con il viso rivolto verso di lui. Fu tutto splendidamente eccitante ed erotico e piacevole.
 
 

Quando i due fratelli finirono e l’orgasmo li stravolse, si ritrovarono sulla sedia a sdraio, davanti alla piscina, accoccolati insieme, con un asciugamano che li copriva.

“è un sogno con te, Dean.”

“Dovrei essere io a dirlo, fratellino. Io con te ritorno giovane.”

“Certo, perché adesso sei vecchio..stai zitto.”

“Gne gne gne. Senti, Sammy, se ti piacciono le piscine, ti porterò in un milione di piscine quest’estate.”

“è una promessa?” gli chiese Sam mentre gli dava un dolce bacio.
 
 
I due fratellini non immaginavano che Sebastian li aveva visti sbaciucchiarsi con tanto di appuntamento nella piscina.

Pensò fosse meglio non sbucare all’improvviso in quel modo. Avrebbe rovinato quella bella notte. Gli avrebbe parlato l’indomani. 

















Note dell'autrice: 

ragazzi, vi informo che oggi vado al mare e starò via un pò, quindi non potrò aggiornare ^^

ma volevo pubblicare almeno questo capitolo ^^

a prestoooo <3 

Ritorna all'indice


Capitolo 37
*** Messi davanti alla verità ***


“Dobbiamo parlare.” Li spiazzò Sebastian, prendendoli in disparte, la mattina dopo, prima che i due avessero anche solo il tempo di fare colazione.

“Eh?? Di cosa??” chiese Dean in allarme.

“Possiamo prima fare colazione?” chiese Sam.

Stai zitto, Sam! Di cosa vuoi parlare, Sebastian?” chiese Dean, che si era già messo in allarme.

“Okay, voglio che voi sappiate che io sono vostro amico..e qualsiasi cosa dirò, non sono contro di voi.”

“Seb, parla, per l’amor di dio, ci stai spaventando!” disse Dean, mentre Sam era diventato bianco come un cencio.

Sebastian li guardò attentamente, poi disse con calma:

“Non parliamo qui. è una bella camminata fino al bar. Camminiamo e parliamo, volete?”
 
 


I tre cominciarono così a camminare, ma Sebastian sembrò molto perplesso e insicuro.

Sebastian, per l’amor di dio, ti vuoi decidere a parlare??”  sbottò Dean.

“Ok!! Va bene, va bene!! Cominciate a dirmi che cosa stavate facendo ieri notte nella mia piscina!”
 
Dei lunghissimi secondi interminabili accompagnarono quelle parole. Dean e Sam erano ammutoliti e sbiancati. Forse già se lo aspettavano, ma sentirlo, era un’altra cosa.

“N-non capisco cosa tu voglia dire..” balbettò Dean.

“L-la tua piscina? Q-quando?” chiese Sam.
 
Sebastian sospirò. “Non avete niente di meglio da offrirmi che cadere dalle nuvole? Se non ero io ad avervi sorpreso, vi sarebbe andata male.”

Questa volta Dean sembrò davvero perdere il lume della ragione.

“IO NON CAPISCO CHE COSA CAZZO TU STIA DICENDO!!”

“VI HO VISTI, CAZZO. VI HO VISTI!!”
 
Altro momento di silenzio.

“Senti..non so che cosa tu creda di aver visto..” cominciò Sam.

“Ma è vero! Ci stavamo facendo il bagno in piscina!! Va bene, abbiamo sbagliato, ti chiediamo scusa, ma pensavamo di poter..” disse Dean.

Ho visto che vi baciavate e facevate altro, Dean..”
 
Altro silenzio.

“Ti è saltato proprio via il cervello??? Ti rendi conto della cosa grave che hai appena detto??” urlò Dean.

“Basta, Dean, calmati!!” cercò di tranquillizzarlo Sam. “Ascolta, Sebastian, eravamo molto vicini, abbracciati perfino, quindi può darsi che tu abbia preso un granchio, ma ti assicuro..baciarci? Altro? Siamo fratelli!” disse Sam, abbracciando Dean, dando conferma senza volerlo, della bugia.
 
Sebastian non voleva però lasciarsi manipolare.

“Basta con i giochetti. Tutti e due. Sentite, io non voglio farvi stare di merda, ok? So che..è una cosa difficile da confessare, ma è davvero..era già da tempo sotto gli occhi di tutti. Lo sospettava Ruby, Jessica, Matt, Castiel..in pratica il nostro gruppo..l’abbiamo sempre sospettato , ma non l’abbiamo mai detto a nessuno” disse Sebastian per tranquillizzarli.

Ora Sam piangeva copiosamente, mentre Dean aveva gli occhi lucidi.

“Ehi, non c’è alcun motivo di vergognarsi, ok? Anzi, forse di una cosa dovreste vergognarvi, di aver pensato che non avreste potuto confidarvi con noi. Pensate che i vostri movimenti di ieri notte, compreso l’intrufolarsi di Sam tra le coperte con Dean, sia passato inosservato?”
 
Sam cominciò a singhiozzare, coprendosi il viso tra le mani.

“Perché non chiudi quella boccaccia?” chiese Dean, arrabbiato, verso Sebastian.

“Mi dispiace..io..volevo solo dire che..insomma, non dovete avere paura, noi ce ne siamo accorti, solo perché siete nostri amici e teniamo a voi, quindi..vi osserviamo..non come vojeur ovvio, ma come persone che ci tengono e voi allo stesso modo è come se vi sentiste liberi di essere voi stessi..abbassare così la guardia..state più attenti in certe circostanze comunque..io..insomma,mi sa che sto parlando troppo..possiamo riparlarne un’altra volta, se volete.”

“Io me ne voglio tornare a casa.” Annunciò Sam.

“Anch’io.” Disse Dean.

“Se non riuscite ad affrontare un vostro amico, come pensate di fare con il resto del mondo??” chiese Sebastian, sfidandoli.
 
Dean e Sam si guardarono. La vergogna era tanta, l’imbarazzo pure, ma..se si vergognavano dei loro sentimenti, allora perché stavano insieme? Dovevano avere il coraggio di parlarne, tanto più con un loro amico che diceva di accettarli.
 
 
Parlarono tanto, anche davanti al tavolino di un bar e dopo una bella colazione, lo spirito era molto più allegro.

“Credo che dovreste parlarne anche con gli altri..Castiel mi sta facendo una testa così..e poi voi avete bisogno di tutto il sostegno e la protezione possibile.” Diceva Sebastian.

“Seb, con tutta l’amicizia che tu vorresti darci, io credo che dovreste..insomma..restarne fuori, se qualcuno viene a sapere che ci coprite..” disse Sam.

“Ma noi ne restiamo fuori. Omettere di sapere qualcosa, non è come mentire.” Disse Sebastian gioioso.

















Note dell'autrice: 

alloraaaa!! Scrivere mi manca così tanto, che ho deciso di aggiornare anche da Sanremo, approfttando di essere momentaneanente da sola in casa!! Gli altri sono fuori, io invece fuori di testa ci sono da molto! ahhah

mamma mia quanto mi è mancato aggiornare, come ci si sente bene!!

Spero davvero che vi sia piaciuto questo capitolo, ero abbastanza a disagio mentre lo scrivevo!! Sono cose delicate !! 

Ritorna all'indice


Capitolo 38
*** Un colpo dietro l'altro ***


“Possibile che non ti rendi conto della situazione grave in cui siamo? Sebastian, sei proprio un bambino!!”

Si trovavano al parco, quel giorno, per discutere un’altra volta, di quello che Sebastian sapeva su Sam e Dean, ma stavolta quest’ultimo aveva decisamente perso la pazienza.

“Non darmi del bambino! Sono un uomo maturo! Vi sto coprendo e non sto dicendo nulla ai miei migliori amici per voi!” si arrabbiò Sebastian.

Sam scattò in piedi.

“Okay, Sebastian, calmati, mettiti giù. Anche tu, Dean. Non gridiamo, per favore.”

I due si sedettero, più pacifici.

“Non stai facendo nulla di più di quello che ci si aspetterebbe da un vero amico, Sebastian.” Disse Dean, ancora strafottente.

“Se è così, allora perché non mi permetti di parlarne anche con gli altri??” ripartì alla carica Sebastian.

Dean si stava ancora innervosendo, ma Sam lo tenne fermo.

“Dean. Stai buono. E tu, Seb, so che sei convinto di fare del bene, ma Dean ha ragione, mi dispiace ma tu non ti rendi conto di quello che ci potrebbe capitare se l’amore tra di noi venisse fuori, ecco! Mamma e papà ci ucciderebbero, ci disconoscerebbero e poi ci dividerebbero…e tu vuoi dirlo addirittura ad altre persone??”

Sebastian li guardò mortificato.

“Ma non sono altre persone. Sono nostri amici, Sam.”

“è lo stesso.” disse Dean.

“C-che cosa? Come è lo stesso? che valore date all’amicizia? Pensate che vi tradirebbero?”

“Sebastian..” mormorò Sam.

“Pensereste la stessa cosa di me, se non l’avessi scoperto per caso?? Lo terreste nascosto anche a me?? Eh???” li provocò.

“ADESSO BASTA. “ Dean riprese  a gridare. “Va bene, Sebastian. Nella tua follia, abbiamo compreso entrambi che tu sia in buona fede e che davvero vuoi proteggerci. Sei un vero amico, malgrado tu l’abbia dimostrato pochissime volte, perdendo il tuo tempo a fare battutine squallide su di noi due con i nostri cosiddetti amici..”

“Dean..io..”

“Sisi lo so, era un gioco per te, anche per loro..ma indovina un po’? Questo per noi non è un gioco. E se tu ti sbagliassi, come probabilmente è, sui ragazzi che tu consideri veri amici, io e Sam saremo condannati. Non possiamo rischiare e mi meraviglia che tu non l’abbia ancora capito! L’amicizia a cui tu ti aggrappi, quella vera, esiste solo nei film, cazzo!!”

Sebastian era rimasto tramortito da quello che aveva appena detto Dean.

“Non puoi pensarlo davvero.”

“Sebastian..mi dispiace, Dean ha esagerato, ma insomma..ammetti di essere un po’ infantile e di voler affidare il nostro destino a dei ragazzi che..insomma..non abbiamo condiviso chissà che cosa..e anche se l’avessimo fatto..non c’è sicurezza che…”

“Basta. Ho ascoltato abbastanza.”

“Lo vedi che sei infantile, cazzo? Si può sapere perché ci tieni tanto? Sono pettegolezzi da portinaia? Ti piacerebbe vedere la loro faccia quando elargirai lo scoop del secolo? Ti esalta tanto l’idea che ridano di noi, di SAM??”

“Non hai capito un cazzo, Dean!”

“Ragazzi, vi prego, non ricominciate..siamo qui per chiarire in modo..”

“Io volevo solo aiutarvi, cazzo! È per prima cosa, ingiusto che io nasconda questo ai miei migliori amici, mi mete in una posizione difficile, ma se volete un altro motivo, eccovelo: se volete stare insieme, avete bisogno di protezione, di qualcuno che sappia di voi e vi copra le spalle! Io voglio farlo, se voi me lo permettiate, ma non so se mi reputiate amico abbastanza da poterlo fare e mi dispiace ancora di più che non consideriate i ragazzi che io adoro, una cerchia della vera amicizia, perché vi assicuro, LO SONO. ”

“Forse per te. Pensate che non ci accorgevamo di come ridevate di noi, quando noi non c’eravamo?” chiese Dean.

“Non è mai stata una cosa cattiva. Era semplicemente vedere l’ovvio che voi non volevate ammettere, ma anche voi, ammettetelo, vi siete divertiti parecchio a giocare su questa cosa, alimentando i dubbi. Non pensate che non ci accorgevamo anche di questo.”

“Basta. Questa discussione si chiude qui.”

“Dean, aspetta, per favore..”

“Mi dispiace, Sebastian, sei un vero amico ed è solo perché ti reputiamo tale, che sto avendo con te una grande pazienza, non l’avrei avuta con qualcun altro che avrebbe voluto spingermi a rivelare la mia storia con Sam, credimi..questo dovrebbe farti capire come ti considero, come entrambi ti consideriamo..ma quello che ci chiedi, è troppo. Io devo proreggere Sam, è la mia famiglia, il mio amore. Tutto. Morirei se lo perdessi. Non posso rischiare. Ti prego, non dire niente a nessuno.” E detto questo, Dean si allontanò con Sam al suo fianco, che elargiva a Sebastian uno sguardo di scuse.
 
 
 
 
 





*

Erano passati diversi giorni da quando Dean, Sam e Sebastian, avevano avuto quella discussione e non sapevano che un altro tornado stava per arrivare!

John e Mary avevano scoperto il loro video trasgressivo su internet e non l’avevano presa affatto bene.

Infatti, li stavano aspettando a casa per parlarne e non con modi pacifici.
 


Quando Dean e Sam entrarono, capirono subito dai musi lunghi dei loro genitori, che qualcosa non andava.

“Che..che c’è? Abbiamo fatto qualcosa di male?” chiese Sam, tremando.

“Venite qui. Dovete vedere una cosa.” disse John, calmo, ma con la rabbia che gli vibrava dal tono di voce e dagli occhi.

Sam si sentiva annegare e guardò Dean come ancora di salvataggio. Dean incatenò i suoi occhi a quelli del fratello, cercando di rincuorarlo con gli occhi.

“Va bene. Che cosa?” chiese Dean, fingendo tranquillità. In fondo sapevano già della rivista, perché diavolo li stavano ancora rimproverando? Li avevano perdonati, per quella.

John li portò nel salotto, davanti al computer.
 



“Avete fatto qualcosa di cui vorreste discutere con noi, di recente?” chiese John, seguito da Mary e i figli.

“Dipende di cosa parliamo. Della rivista abbiamo già parlato mi sembra.” Disse Dean.

Il minore non sapeva come faceva Dean a stare così calmo. Lui tremava.

John lo guardò con rabbia.

“Tipo..qualche VIDEO, magari? “

Il pavimento sembrò crollare sotto i piedi ad entrambi. Dean però si sforzò di non svenire o non farsi venire un attacco di panico. Doveva farlo per Sam.

“Quali video?” chiese ancora, tastando il terreno.

“VA BENE!! SE VOLETE CONTINUARE A FARE GLI GNORRI, VEDIAMO COSA DITE DOPO QUESTO!”

Non alzare la voce! I nostri vicini non hanno bisogno di sapere tutti i cavoli nostri!” urlò anche Dean, cercando di non farsi intimorire.

“Sono stati proprio i nostri vicini a informarci.” Disse la voce raggelante della madre.

Quello fu un brutto colpo per i fratelli, ma Dean doveva continuare a essere forte.
 
“Va bene, non so cosa abbiate visto, ma non abbiamo fatto niente di male. “

John e Mary lo guardarono increduli.

“Se anche abbiamo fatto un video, l’abbiamo fatto per lavoro. Ci hanno chiesto di farlo esattamente in quel modo.” Disse Dean, scandendo piano le parole, anche se ormai non sapeva più se lo faceva per fingere tranquillità o perché la voce gli si spezzava in gola.

“Va bene..va bene. Lavoro dite. Allora vediamo di visionare un po’ questo vostro materiale…lavorativo!” disse John sarcastico.
 
 
Dean e Sam furono costretti a riguardare quel video.

Quel video di cui erano stati così orgogliosi, guardandolo più volte e che invece adesso li faceva imbarazzare e vergognare.

Non di loro, non del loro amore, ma guardandoli attraverso lo sguardo severo dei loro genitori, si sentivano imbarazzati e provavano vergogna.

Nel video non c’era mai un bacio, mai una carezza in zone proibite, solo una vicinanza che esprimeva una chiara tensione sessuale.
 
 
“Potete spiegare..questo?” chiese John, prendendo un sospiro.

“Okay, non so perché stiamo riparlando di questo, ma..è sempre la stessa cosa di settimane fa e anzi sono sbalordito che stiamo ancora qui a parlarne! L’abbiamo già fatto!!” disse Dean, fingendosi offeso. Beh, in parte lo era davvero.

John lo guardò male. Intervenne Mary.

“No, cari ragazzi. Noi abbiamo parlato di una rivista. Di alcune foto! Non di una cosa così. Non di un video.”

“Ma che cosa facciamo di male? Assolutamente niente! È solo un video musicale!!” si intromise Sam, alzando la voce.

“E oltretutto è dello stesso stampo delle foto, che ci avete già perdonato, ricordiamolo.” Disse Dean.

“Non provateci!! Non è proprio per niente uguale! E poi perché quelle mosse? Perché fare un video così?” chiese Mary.

“Mamma..” sospirò Dean.

“Va bene, lascia stare, Mary. Loro dicono che sono come le foto, quindi guardiamo le foto.” Disse John.

“Ma come sarebbe! Le avete già viste!!” disse Dean, protestando.

John fece segno di no con il dito.

“Eh no. Noi non abbiamo visto proprio niente. Noi abbiamo visto due foto in cui eravate in costume, il materiale completo non era reperibile…ma ora con il video online, sono sbucate anche alcune foto interessanti..”
 
Dean e Sam avevano paura fino ad un certo punto. Sapevano di non aver fatto niente di male nelle foto, niente di esageratamente osceno.
 


Quando John finì di tormentarli facendo vedere loro le foto, finalmente tornò a guardarli.
 
“Ebbene?? Stiamo ancora aspettando le spiegazioni e la nostra pazienza si sta esaurendo.” Disse Mary.

“Io..io non so che cosa vi aspettate che vi diciamo. Vi abbiamo già detto tutto L’ALTRA VOLTA. Ok, magari non vi abbiamo detto del video, ma ha così tanta importanza e rilevanza? “ disse Dean mortificato.

“Sapevate anche delle foto..” gli ricordò Sam.

“Non avevamo idea che fossero così spinte!!” disse John stralunato.

“Si può sapere che cosa vi è saltato in testa?? E poi ci avete parlato della simulazione di un rapporto omoerotico! Non ci avete detto che..era la simulazione di un rapporto omoerotico inc….” Mary non riuscì a dire quella parola, ma Dean e Sam capirono comunque, così come John.
 
Non aveva importanza chi gliel’avesse detto, ma ormai avevano scoperto tutto, tranne probabilmente che non era nessuna simulazione, ma la verità.
 
“è solo finzione..per favore..non fateci stare più male di quello che già noi..” disse Dean pregandoli. Vedeva che Sam aveva cominciato a piangere e non poteva sopportarlo.
 


“Voi?? Voi?? Non potete capire come mi sono sentita io a dovermi giustificare con i vicini..e le telefonate che ho dovuto ricevere..non mi sono mai vergognata tanto della mia famiglia..” disse Mary piangendo.

Dean e Sam sapevano che sarebbero arrivati anche frasi del genere. Chinarono il capo, sperando di cavarsela così per quel giorno.

“Ragazzi, perché avete fatto una cosa del genere?” chiese John, calmo, ma ancora arrabbiato.
 
Dean prese un grosso sospiro, dicendo solo una parte di verità.

“Per soldi..ve l’abbiamo detto..le pose dovevano essere proprio così..la simulazione di un rapporto e una storia immaginata..l’abbiamo sempre considerato solo un gioco, un divertimento..come se fossimo degli attori..una cosa trasgressiva da fare perché siamo giovani..” disse Dean.

“Non pensavamo fosse una cosa che sarebbe uscita e vi avrebbe fatti soffrire o..vergognare..ci dispiace tanto.. “ disse Sam, mortificato.
 
John e Mary si guardarono ancora.

“Avete mai fatto…certe cose.. anche quando eravate da soli?” chiese John.
 
Sam e Dean li guardarono sbalorditi.

“Che…che cosa??” chiesero in coro .

Rispondete alla domanda!!” disse Mary arrabbiata.

“NO.” Risposero loro.

Era solo lavoro! Sono stanco di ripeterlo. Non vuol dire che perché abbiamo fatto delle foto e un video erotico, questo ci etichetti come fratelli immorali! State offendendo e insultando non solo me, ma anche Sam e siccome io gli voglio molto bene, questo non posso accettarlo!!” gridò Dean.

“Grazie, Dean..” disse Sam, mentre delle lacrime gli scivolarono dalle guance. Dean lo attirò a sé e lo abbracciò, incurante degli sguardi dei genitori.

“Abbiamo finito??” chiese Dean arrabbiato.

“Per adesso sì.” Disse John, ancora con sguardo duro.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 









 Note dell'autrice: 

Rieccomi, ragazzi!! Lasciate che mi giustifichi per questi aggiornamenti irregolari xd

come potete vedere, dalla botta di angst che ho scritto oggi, potete immaginare dunque che era anche per questo che ci ho messo così tanto..non ho i capitoli pronti, li scrivo il giorno stesso e semplicemente per come sono fatta, scrivere angst mi provo molto, anche se lo faccio nelle mie storie..ma una volta ero un pò più tranquilla, siccome adesso sono un pochino più stressata e siccome so che per scrivere delle gran botte di angst, devo avere la mente completamente LIBERA e rilassata soprattutto, in questo periodo non è proprio così, quindi volevo proprio aspettare il giorno che sapevo di potercela fare a scrivere un capitolo così impegantivo

ieri sera già, sapevo di potercela fare oggi e infatti ho scritto un capitolo lunghissimo come non ne scrivevo da tempo O.O 

PURTROPPO però, non è tutto, infatti il capitolo doveva esere più lungo, ma appunto perchè per me era già impegnativo questo, devo dimezzarlo xd

spero abbiate apprezzato il colpo di scena, ci voleva una svolta e sapete, almeno chi mi segue, che adoro i colpi di scena xd

prometto che aggiornerò più frequentemente..mi sarà più facil ora, dopo aver superato sto scoglio xd

ps per quanto riguarda quello che succede, ho messo come secondo me reagirebbero dei genitori messi davanti a una situazione così..io credo che picchiarli sarebbe stato davvero troppo eccessivo e cinematografico!!

Ritorna all'indice


Capitolo 39
*** Affrontare e sfogarsi con gli amici ***


Dean e Sam erano usciti di casa precipitosamente, dopo la sfuriata che riservò loro i genitori.

“Forse adesso ci farebbe comodo sfogarci con un amico eh?” chiese Sam a Dean.

“Sam, non ricominciamo! Io..io non riesco a pensare.” Disse Dean, mettendosi una mano sul viso. “Tu..stai bene?” gli chiese premuroso.

Sam si raggomitolò accanto a lui. “Finchè ti ho vicino, sto bene.”
 
 
 
 
*

Pochi minuti dopo, raggiunsero casa di Sebastian.

Videro che le macchine dei genitori non c’erano, quindi si sentivano abbastanza sicuri.

“Ragazzi..cosa..” disse Sebastian andando ad aprire.

“L’hai visto??” chiese subito Sam.

“Cosa?”

“Il nostro video. Quello che abbiamo girato! È online!” disse Dean, sgranando gli occhi.

“Io..sì..l’ho visto..” disse Sebastian abbassando gli occhi.

“Lo sapevo!! Quel figlio di puttana ci aveva garantito che non sarebbe saltato fuori! Ma oggi mi sentirà!!” disse Dean sbraitando, ancora sulla soglia.

“Dean, stai calmo.” Disse Sebastian, guardandosi intorno.

“Seb, i nostri genitori ci hanno fatto il terzo grado. Ce la siamo vista brutta, non sapevamo che cosa..” disse Sam.

“Schhhh.”

“Che cos’è tutta quest’aria di complottiamo?”  chiese il timido e tenebroso Castiel.



Dean e Sam rimasero sbalorditi di trovarsi davanti Castiel.

“Che..che cosa ci fa lui qui?” chiese Dean.

Sebastian lo guardò storto, mentre Castiel aveva sul viso uno sguardo di disapprovazione.

“Guardate che Castiel è il mio migliore amico e se non aveste tagliato i rapporti con tutti di recente, sapreste che è quasi sempre a casa mia.” Disse Sebastian spiazzandoli.

“Il che non mi impedisce però di essere al corrente di tutti i segreti.” Disse Castiel arrabbiato.

Sebastian li guardò con un sorriso che diceva chiaramente che se lo erano meritati.

“State tranquilli e entrate. Noi ora faremo una bella chiacchierata."

Dean e Sam stavano per scappare via, ma Sebastian li afferrò per la collottola.

“Siete sconvolti e scappate dai vostri genitori. Dove vorreste andare, soprattutto con questo caldo? Entriamo, che il nostro amico Castiel è stato molto preoccupato per voi di recente.”
 
 
 
 
“Siete dei pezzi di merda!” disse Castiel.

“Cas!” lo riprese Sebastian.

“Cosa? io a questo qui gli passavo i compiti sempre, mi preoccupavo sempre per lui, sono stato male quando si è allontanato da me senza una spiegazione..” disse Castiel.

“Davvero?” chiese Sebastian. A Dean e Sam sembrava infastidito.

“Pensavo non mi volessi più come amico, Sam. Solo di recente ho intuito che probabilmente il problema era..tra voi. E io non penso affatto che sia un problema, sia chiaro. Penso sia un problema il fatto che non mi consideriate un amico per potermelo dire. “

“Cas, questo non ha a che fare con la nostra amicizia.” Disse Sam. “A dire la verità, io pensavo che mi avresti..giudicato..a me e a Dean..che non mi avresti più voluto come amico.” Disse Sam, cominciando a piangere.

“E allora sei ancora più stupido di quanto credi.” Disse Castiel piangendo a sua volta. “Tu sei il mio migliore amico, come potrei rinnegarti, se ti vedo felice, qualsiasi siano le tue scelte? “ disse e andandogli incontro, i due amici si abbracciarono.
 
Dean li guardò inteneriti e rivolse un sorriso a Sebastian. Forse in fin dei conti, lui aveva ragione.

“Non vi giudico, non giudico neanche te, Dean. Anzi, a dire la verità, sospettavo qualcosa già con la storia della rivista, ma aspettavo che decideste di parlarmene, non volevo mettervi a disagio.”

“Cosa? Tu immaginavi-..”

Castiel annuì.”Non ne ero sicuro, ma a dire la verità, anche Matt, Jessica e Ruby sospettavano qualcosa. continuavano a parlarne, dicendo che anche se fosse vero, questo non cambia niente dell’amore che provano per voi. Sì, parlavano di amore, ve lo giuro.” Disse Castiel con tono solenne.

Dean e Sam guardarono i due amici sbalorditi.

“Ve l’ho detto.” Prese la parola Sebastian. “Le nostre prese in giro erano bonarie, affettuose, ma mai fatte con vera cattiveria. Spesso mi ritrovavo anche quasi a pensare che voi sotto sotto, vi fidavate di noi, a tal punto da essere così diretti, sfacciati e provocanti anche davanti di noi. Inconsciamente, volevate che lo scoprissimo, perché voi in realtà vi fidate di noi.”

“Quindi..davvero non pensate..che siamo disgustosi?” chiese Sam titubante.

“Non sul serio, ma magari per l’appetito sessuale infinito, magari sì.” Disse Castiel.

“Essendo tuo fratello, può attingere da te quante volte vuole, io fossi in te starei attento, Sam.” disse Sebastian.

“Sebastian!!” disse Sam.

“Sei disgustoso. TU.” Disse Dean.

I ragazzi scoppiarono  a ridere, poi li abbracciarono.
 
“E..e poi ..attingere? Non sono mica la vittima di un vampiro.” Disse Sam, ancora stretto attorno all’abbraccio di Cas.

Dean e Sam si commossero.

“Pensate che mi ha già chiamato Matt, spaventato forse più di voi, quando ha visto il video sul web, mi ha chiamato mentre c’era già Castiel qui a casa, gliel’ho fatto salutare per telefono.” Disse Sebastian.

“Ok, possiamo tornare a essere seri per un minuto?” chiese Castiel, un po’ stizzito. Dean e Sam li guardarono, ancora una volta, avevano l’impressione che tra i due ci fosse qualcosa di strano.

“È stato bruttissimo affrontare i nostri genitori oggi. Non ci hanno scoperto per un pelo e vi assicuro che è stato davvero molto brutto vedere Sam piangere.” Disse Dean.

















Note dell'autrice: 

l'angst non è ancora terminato..siamo appena all'inizio, credetemi xd

Ritorna all'indice


Capitolo 40
*** Un colpo dietro l'altro - seconda parte ***


“Che cosa?? No! Io non voglio!!” provò a ribellarsi Sam, ma invano.

“Ho già chiamato Bobby. L’ho già avvisato che starai da lui per un po’, quindi non fare storie, è un ordine.”

“D’accordo. Se viene anche Dean.”

“Questo è fuori discussione. L’idea è che stiate separati per un po’.” Disse John.

“Perché?? Perché una simile decisione?” chiese Dean, anch’egli alterato, mentre Sam era diventato bianco come un cencio.

“Perché avete superato il limite, ecco perché!” disse John alzando ancora di più la voce. “Quello che avete fatto è sulla bocca di tutti!”

“Non abbiamo fatto niente di male!!” ulò Dean.

“NON MI INTERESSA!! Resterete separati fino a che non vi sarà chiaro che tra fratelli ci devono essere certi paletti.”

“Dean. “ disse Sam, tenendogli il braccio, perché Dean dava l’aria di voler attaccare il padre. “Papà, questo lo sappiamo già. Non abbiamo bisogno che..”

“Questo lo dite voi e comunque quello che avete fatto è già passare il limite. Sam andrà a stare da Bobby per un po’, prendetela come una vacanza e fatevene una ragione.” Disse John.

“Sei un dannato ipocrita!! Eri il primo ad essere d’accordo con il servizio fotografico..ti sono bastati due chiacchiericci delle persone, per cambiare idea tutto a un tratto!!” si alterò Sam.

“Non ti permettere di parlare così a tuo padre!!” urlò Mary.

“Ehiiii, ehi, calmiamoci un po’ tutti qui, va bene?” si intromise Dean.

Dean e Sam si guardarono sviliti. Non sapevano cosa fare, poi Dean prese la parola.

“Sam, vai da Bobby, è la decisione giusta.” Disse, toccandogli le spalle.

“Che cosa?? No, non puoi volere questo.”

“Per favore, fai come dice papà.” Ripetè Dean, demoralizzato.

Sam gli rivolse uno sguardo incredulo e poi ferito e poi scappò da quella sala.
 
 
 
 
 



*

Sam era uscito fuori di casa da solo, per sbollire la rabbia e solo dopo un bel pò si decise a rispondere alle chiamate di Dean.

“Sam! Meno male che ti sei deciso a rispondere. Ti ho fatto un mucchio di chiamate, mi hai fatto preoccupare.”

“Ah, adesso ti preoccupi per me?” gli chiese Sam.

“Sammy..io..”

“Dovevi solo opporti, Dean..dovevi solo..” disse Sam, mentre la sua voce proruppe in singhiozzi.

“Sammy..ascolta..io non sono sicuro di niente..volevo solo che mamma e papà la smettessero di urlarti contro..”

“Ma sei d’accordo con loro! Gliel’hai data vinta.”

“No, io..”

“Dean, ci stanno punendo per una cosa ingiusta.”

“Ringraziamo che ce la siamo cavata così Sammy, tu non sai cosa sarebbe potuto succedere se sapessero che noi..”

Oh, per favore, Dean, sei davvero così ingenuo?? Loro sanno Già di noi!! Ed è PER QUESTO che vogliono separarci..loro hanno paura..Oh, Dean, non voglio stare lontano da te..non voglio..”

“Sammy, adesso smettila, mi fai stare male ancora di più così…ascolta, loro non possono separarci, non importa quello che facciano…”

“Vieni con me, Dean, vieni con me…non devono saperlo per forza..”
 
E Dean ci stava già pensando a questo, ancora prima che glielo proponesse Sam. 

Ritorna all'indice


Capitolo 41
*** Quanto mi manchi!! ***


"Sam, lascia stare quel computer, dai, andiamo a mangiarci un gelato, vuoi?"

Sam sbuffò. " Gelato. Gelato. Sempre gelato, proponi." non aveva intenzione di smettere di chattare con Dean, per uscire un'altra volta fuori.

Bobby sorrise. "Beh, se non vuoi il gelato, possiamo mangiarci un cheesburger e delle patatine fritte."

Sam tentennò. Adorava il cheesburger.

"Fammi indovinare. Dopo questo, karaoke, giusto?"

"E se poi ci viene di nuovo fame, una pizza. Che ne dici?"

"Sei così prevedibile. No, grazie, salto."

"Sam, e dai, Dean sarà ancora lì quando torniamo a casa. Non scappa."

Sam tremò. "Sì, sarà ancora lì..purtroppo.."



Alla fine Sam si lasciò convincere ad andare con Bobby. Fecero una bella passeggiata serale, mentre Bobby non la finiva contro l'essere così idioti e influenzabili dalla gente. Naturalmente ce l'aveva con John e Mary.

Sam si sentì un pò meglio sapendo di avere Bobby dalla sua parte, ma i sensi di colpa un pò bruciavano in lui. Cos'avrebbe detto Bobby, se avesse scoperto che i loro timori erano in fondo, fondati?

Quelli erano i momenti in cui desiderava non essere il fratello di Dean. Desiderava averlo conosciuto per caso, poterlo amare liberamente senza doversi nascondere.



"Non ti piace il tuo panino, Sam?" gli chiese Bobby.

"Mi dispiace che Dean non possa mangiarlo..avrebbe fatto uno dei suoi soiti versi esagerati e..."

"Sam, non posso vederti così. Sto pensando di andare da John e fargli un mazzo così." gli disse Bobby.

"No, Bobby..lascia perdere, non devi andarci di mezzo tu..piuttosto..se Dean venisse qui, per te sarebbe un problema?" gli chiese titubante.

Bobby lo guardò spiazzato da quella richiesta.

"Io...lui sta pensando di venire qui..ma non può farlo senza il tuo permesso..non vuole..lo so che sembra una richiesta strana..ma..ecco.."

"Sam, ti ho per caso fatto domande quando John mi ha fatto quella sceneggiata al telefono spiegandomi per filo e per segno i motivi secondo lui giustissimi per cui tu devi stare separato da tuo fratello?"

"N.no.." 

"Ho per caso fatto domande sul video, sulle foto che avete girato?"

"No, Bobby."

"Ho per caso inveito contro quell'enorme ipocrita di John che fino a un mese fa vi aveva scattato anche delle fotografie??" chiese Bobby arrabbiato.

Sam lo guardò stupito. "A dire la verità, sì, l'hai fatto."

"Esatto!"

Sam rise. Bobby riusciva sempre a farlo ridere.

"Okay, ascoltate,  ho una vecchia casa, poco distante da qui. Se Dean venisse, potreste sistemarvi lì. Naturalmente questo se volete stare da soli, non sto dicendo che non vi voglio, anzi, siete i benvenuti nella mia casa quando vorrete, ma nel caso John e Mary dovessero voler fare un'incursione qui..ecco, insomma, sapete dove andare." disse bobby sorridendo cauto.

Sam lo guardò con tanto d'occhi. "Bobby, ma stai dicendo sul serio?"

"Mai stato più serio. Non mi piace vedere il mio figlioccio che soffre perchè separato da suo fratello maggiore."

"Quindi tu non pensi come loro, che dovremmo stare separati?" chiese Sam triste.

"Sam.." disse Bobby, guardandolo solennmente. "Tu pensi che quello che c'è tra te e tuo fratello, sia male?"

"Noi non facciamo niente di male, Bobby!!" disse Sam, scattando sulla difensiva, impaurito.

"Non ti sto chiedendo se fate qualcosa di male, ti sto chiedendo se tu pensi che è male, che è dannoso."

Sam capì quello che Bobby voleva dire e la frase successiva gli uscì dal cuore.

"No, Bobby, io non penso assolutamente questo. Io adoro mio fratello." 

Bobby sorrise, soddisfatto. 

"Bene. Allora, questo è tutto. Basta solo questo. Non importa in cosa consiste, non importa che gli altri pensino che è male, se voi non avvertite nessun male.  Capisci, Sam?"

"Sì, capisco. Grazie, Bobby." disse Sam, avvertendo un moto d'affetto profondissimo per l'uomo e andando ad abbracciarlo forte.







*
"Non stai scherzando, vero?"

"No, Dean. Bobby dice che puoi venire qui e avremo anche una casa tutta per noi! Non è fantastico??" gli chiese Sam. Stava facendo una videochiamata con Dean. Per l'occasione, era uscito fuori sedendosi sul prato di un luogo isolato.

"Non so se avrò il coraggio di chiederglielo, potrebbe pensare male!"

"Oh, Dean, secondo me, pensa già male!!" ridacchiò Sam.

"Sam, dopo quello che è successo con mamma e papà..non scherzare.."

"E chi scherza? Senti, Dean, se non vuoi che ci andiamo, non lo faremo.é solo se volessimo stare da soli..ma ti prego, ti prego, vieni qui da me. è una settimana che siamo separati!!"

"Non farmici pensare. Ci pensano già Castiel e Sebastian a farmi una testa così e ora ci si è messo pure Matt.."

"Che cosa c'entra Matt ora?"

"Accidenti, Sam, credo che sappia qualcosa pure lui..continua a dirmi che devo venire a riprenderti, perchè sei troppo simpatico e sente la tua mancanza."

"Davvero?"

"Sì, ma lo dice solo per farmi ingelosire. Sgamare le mie reazioni."

"E tu che reazioni hai avuto?"

"Gli ho detto che deve starti lontano e di pensare a Jessica!"

Sam rise. "Un'ottima mossa per smentire i suoi sospetti.."

"Ma sì, chi se ne frega. Possono saperlo tutti. Non me ne frega più niente. Che lo sappiano. Che sei mio e non devono toccarti."


Sam tremò leggermente. "Parli tanto, ma non dimostri nulla., Dean..non ti credo..."

"A - a cosa non credi?"


Sam si spostò leggermente per farsi vedere meglio nella videochiamata.

"Che vuoi toccarmi. Non ti credo. Forse dovrei salirti a cavalcioni per constatare di persona, quanto sei sincero, fratellone."

"Sì, allora fallo, sono già eccitato..non mi credi..prova ad arrivare.." disse Dean che aveva capito e stava al gioco.

Sam si reclinò un pò con il busto facendo dei movimenti un pò osceni.

"Allora..ti sono sopra..e ho il viso sul tuo collo..e sto inspirando il tuo odore..che cosa fai?" chiese Sam, accarezzandosi lascivo.

"Ti sento, ti sto abbracciando, mettendo le mani sui tuoi fianchi, stringendoteli forte. Il desiderio nei tuoi confronti è tangibile.."

"Posso sentire il tuo membro eretto che cozza contro di me. Che bella sensazione, fratello!" disse Sam languido, sospirando e gemendo.

"Non posso resistere e ti tocco proprio lì.. ti accarezzo e tu gemi sotto di me.."

"Ahhh..sì..sì..accarezzami, Dean..."

" Ti sbottono i jeans e ti accarezzo tutto e poi tu mi sbottoni a tua volta, febbrile.."

"Il tuo membro si fa sempre più eccitato e struscia sensualmente contro la mia apertura, ma senza penetrarmi..strusci solo in maniera disperata, cercando di provare un pò di sollievo per quella sensazione dolorosa..."

"Sì...sì..oddio..Sam, quanto mi sei mancato..."

"Non mi togli le mutande, ma ti limiti a spostarle di lato, continuando la tua dolce tortura.."

"Cazzo, cazzo..cazzo..."

"Sì, sì, sì..ahhhh....."

"AHHHHH.."

"AHHHH.."


I fratelli vennero, uno dopo l'altro, solo sentendo le loro voci a vicenda.


ci furono alcuni lunghi secondi in cui nessuno parlò, perchè entrambi evidentemente erano intenti a riprendersi dall'orgasmo.


"Se..se mamma e papà ci avesero visti ora..ti chiuderebbero a chiave nella nostra stanza a vita." disse Sam.

"Ma tu dovresti tornare per riprenderti le cose che hai lasciato qui e quando lo faresti, ti chiuderei dentro insieme a me."

"Non ci avevo pensato!"

"Cazzo, quanto mi sei mancato, Sammy."

"Mi sei mancato troppo anche tu, Dean."

"Voglio venire."

"Ancora??" rise Sam.

"Stupido. Ma se non ti dispiace..a me basta qualche minuto per riprendermi.." 

















Note dell'autrice: 

scusate le tante parolacce, ma ho dovuto adeguarmi al linguaggio giovanile xd

ps vi ricordate che john voleva fare delle foto a dean e sam? ecco, il famoso servizio fotigrafico che non ho mai messo xd ma forse farò un missing moment in cui ne parlerò xd

Ritorna all'indice


Capitolo 42
*** Panico ***


"DEAAAAAAAAAAAAN! NOOOOOOOOO!!!!" Era raro, rarissimo che Sam piangesse o gridasse nei sogni, ancora più raro era che facesse queste cose nello stesso momento e la potenza dello shock fece sì che lo svegliò.

"Un sogno..solo un sogno..ma..come.." sussurrò Sam, nel sogno, ancora ricordando quello che era successo.

Lampi di ricordi gli trapassarono gli occhi. Dean che guidava e un attimo dopo, cadeva in un mare d'acqua, nel vuoto e annegava...

"è un sogno..solo un sogno..non può essere altrimenti...ma per essere sicuro.."


Guardò l'orologio sul telefono. Segnava le 23: 15 di sera

Provò a chiamarlo, ma Dean non rispondeva.

"Maledizione, Dean!!" 





Sam andò in salotto da Bobby, precipitoso, ma poi si ricordò che Bobby non c'era, era fuori da alcuni giorni per delle commissioni, quindi lo chiamò al telefono.

"Pronto, Sam, come mai mi chiami a quest'ora?"
"Bobby, ho provato a chiamare Dean, ma non mi risponde al telefono!!" sputò subito fuori.

"Sta guidando, Sam, arriverà tra poco, abbi pazienza." chiese.

"C-come? Che stai dicendo, Bobby?" 

" N-non te l'ha detto che sta arrivando? Mi ha chiamato, dicendo che non riusciva a contattarti perchè il tuo telefono era irraggiungibile, ma sta venendo lì da te, non sei contento?"

"Maledizione, Bobby, non mi ha telefonato e non mi risponde al telefono!!" disse Sam quasi isterico.

"Sam, calmati, probabilmente il segnale non prende. Capita in autostrada, ma perchè sei così agitato?"

"Ho fatto un sogno. Dean che guida e annega in un mare d'acqua!!"

Bobby lo fissò allibito.

"Si tratta solo di un sogno, Sam, calmati ora..Dean tra poco sarà lì.."

"Devo assolutamente andargli incontro."

"Che cosa?? Sam, non fare cazzate!! Sam!!" 

















Note dell'autrice: 

non odiatemi xd ho fatto fatica a scrivere questo capitolo e ho anche modificato varie volte i dialoghi xd ma aggiornerò presto u.u

ps ma niente niente è quasi un anno che scrivo questa ff e solo 42 capitoli ? xd

mamma mia che vergogna xd sto perdendo colpi çç

ps ringazio teamfreewill perchè quando faccio degli errorucci di distrazione nella storia , mi avverte, grazie :*

mi scuso ancora con tutti per gli aggiornamenti brevi ma sto malissimo in questi giorni _çç

Ritorna all'indice


Capitolo 43
*** Come una mosca intrappolata in una ragnatela ***


La cosa più ragionevole da fare sarebbe stata quella di restare in casa ad aspettare il ritorno di Dean, ma le palpitazioni accelerate del battito del cuore di Sam, lo agitavano a più non posso, suggerendogli di andare immediatamente a soccorrere il fratello.

Per fortuna, Bobby aveva un'autoficcina e una macchina di riserva per le emergenze. Prese quella e mise in moto. 






*
Non sapeva neanche Sam da quanto tempo stava guidando. Miracolosamente alla centesima telefonata, il telefonino di Dean divenne di nuovo raggiungibile.

"Sam??" fu la sua voce, ma sembrava in qualche modo, diversa. Impastata.

"Dean! Dove sei..?" gli chiese Sam, cercando di mantenere la sua voce calma.

"Sto venendo da te, fratellino..sei contento?" gli chiese con un'allegria strana.

"Dean, che cos'è successo alla tua voce?" 

"Niente, Sammy..forse..ho bevuto un pò.."

"Stai guidando ubriaco alla guida?? Sei diventato scemo??"

Ci fu una pausa e Dean poi parlò con voce tremante.

"Mi dispiace, Sammy, ho..avuto un brutto litigio con mamma e papà.."

"Che cosa??"

"Loro non volevano che io venissi da te..non volevano lasciarmi partire..c'è stata una..lotta..oh, Sammy, mi dispiace.."

"Dean.."

"Sono volate parole grosse..tra me e loro..e..io poi sono scappato..ma...come un cretino..mi sono messo a bere, perdonami.."

"Dean, io.."

"Non ci separeranno, Sammy, fidati di me...non dovrai più supplicarmi per non lasciarti da solo..e io non mi sentirò più in colpa per farlo..niente più sensi di colpa..nè tu nè io..d'ora in poi staremo insieme..lo prometto.."

Sam poteva sentire che Dean stesse piangendo e ora gli veniva da piangere anche a lui. Sentiva che suo fratello stava soffrendo.

"Sam, ma perchè mi hai chiamato? C'è qualche problema?"

"Sto venendo da te, faremo la strada insieme, Dean.."

"Che cosa? Perchè?"

"Perchè tu sei ubriaco e non mi fido..dimmi dove sei..." 





*
Quella sarebbe stata una lunga notte. Sam aveva cercato di convincere Dean ad aspettarlo fermo in macchina, ma Dean era troppo ubriaco per sentire la richiesta di Sam o per fare quello che gli chiedeva.

Ma mancava così poco.

Quello che accadde, fu come il peggiore degli incubi.

Sam non sapeva se era stato il suo sesto senso a fargli accelerare con la macchina, rischiando un incidente o di farsi arrestare dalla polizia. Non sapeva che cosa accidenti gli stava prendendo, ma gli sembrava di sentire male alle ossa, se non lo avesse fatto.

Arrivò appena in tempo per vedere la macchina di Dean, rompere il parapetto sopra il ponte e cadere dentro il fiume.


"NOOOOOOOO!!!" 





Com'è che diceva quella frase del suo libro preferito?

Henry non se la sentiva di guardare, ma guardò comunque, impotente, come una mosca intrappolata in una ragnatela. 
Anche gli acchiappasogni erano trappole.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 44
*** Un colpo dietro l'altro - terza parte ***


Quando Sam vide la macchina infrangere il parapetto e cadere in acqua, non aveva tempo per stare a guardare.

Non aveva tempo per piangersi addosso, mentre Dean annegava, o stare a chiedersi che cosa doveva fare.

Il sogno gli tornava in mente come lampi nel cervello, che facevano male, ma non male abbastanza, da impedirgli di tuffarsi.

Non aveva il tempo per chiedersi se l'acqua era fredda, o se non ce l'avrebbe fatta. Se si fosse chiesto tutte queste cose, non avrebbe mai trovato la forza e il tempo era un tiranno implacabile nella corsa contro la morte, in quell'occasione.


Sembrò correre tutto come un film, o piuttosto, come azioni compiute da un altro. Sam che apre la portiera della macchina. Sam che sposta il corpo di suo fratello dalla macchina.

Uno sforzo immane. Dean era pesante, ma Sam sapeva di non potersi permettere di tirare il fiato, perchè Dean non lo stava facendo.


Quando furono fuori dalla macchina, però, Sam lo supplicò.

"Dean, Dean, mi stai sentendo? Rispondimi, Dean."

"Mmmm.."

"Dean, devi aiutarmi, ti supplico, non ce la faccio da solo.."


E Dean lo aiutò. Forse lo fece per amore di Sam, ma lo aiutò, seppur minimamente, seppur sfinito, cercò di aiutarlo, non relegando tutto il peso su di lui e cercando di stare su almeno con la testa e con la schiena.


Sam riuscì così a tirarlo fuori dal fiume. A tirare fuori tutti e due.


"D-Diosanto..." disse, sputando l'acqua e controllando Dean. Per fortuna lui sembrava respirare.

"Dean..stai bene?" 

Dean riaprì gli occhi e si immerse in quel verde smeraldo che erano gli occhi di Sam.

" Ti amo...Sam.." 

"Va bene..va bene..anch'io ti amo, ma ti sto chiedendo se stai bene..oddio..hai un taglio qui, dietro alla testa. Devo subito portarti in ospedale."

"No..no..voglio andare a casa con te.."

"Non se ne parla. Noi andiamo in ospedale. Subito."



Sam tornò a prendere la giacca che aveva lasciato sopra il ponte e la mise su Dean e poi lo accompagnò in macchina, pronto per portarlo in ospedale.








*
Per fortuna Dean non aveva niente di rotto. Nemmeno quel taglio dietro alla testa, era grave. Lo trattennero comunque tutta la notte in ospedale per precauzione e Sam stette lì con lui tutta la notte.

Quando si svegliò, la prima cosa che Dean notò, fu un peso morbido sulle sue gambe.

"Mmmm..ma cosa.." disse, indietreggiando.

Il movimento svegliò Sam, che lo guardò con occhi assonnati.

"Dean! Ti sei svegliato!!" disse felice.

Dean non rispose. Sgranò solo gli occhi, immergendosi in quel verde luminoso e fosforescente. Forte e brillante come lo smeraldo.

"Sono così felice!"  disse Sam abbracciandolo, ma il ragazzo restò rigido.

"P-per favore..non stringermi così..ho male dappertutto." disse Dean.

"S-scusami." rispose Sam.

Dean lo guardò, studiando il suo viso.

"Perdonami, ma...tu chi sei?" 

















  Note dell'autrice: 

allora..cominciamo con i punti xd

1) Ultimamente odio fare le note, ma questa volta devo farlo per forza, perchè devo spiegare delle cose e non posso proprio sottrarmi xd

2) Chissà se avete notato che scrivevo "un colpo dietro l'altro - prima parte " ecc e poi nel prossimo capitolo non andavo avanti xd beh non è stata una disattenzione..all'inizio si, lo ammetto, ma poi ho voluto sfruttare la cosa, perchè in realtà i colpi che io intendevo, non erano tutti di seguito, quindi ho dovuto farli separati xd 

3) non so come prendete ora la cosa dell'amnesia, non so se secondo voi è banale o se l'avevate previsto, ma ecco la mia svolta diversa per la storia xd se si fosse trattato solo di tensione romantica domestica, non l'avrei fatta così lunga e non la starei continuando ancora semmai xd

4) avevo pensato di scrivere i capitoli direttamente dall'editor di efp, per non dover poi riscrivere tutto il codice, peccato che c'è la grana che così se scrivo troppo velocemente il mouse si blocca, non me ne va bene una xd

vi saluto baciii

Ritorna all'indice


Capitolo 45
*** Il mio primo grande amore -prima parte ***


Sam non poteva crederci. Non poteva credere al fatto che il ragazzo che gli avesse detto ti amo solamente la notte prima, ora stava dicendo di non riconoscerlo.

“Dean, andiamo..non puoi farmi questo. Stai scherzando , vero? È solo uno dei tuoi stupidi scherzi.” Disse Sam cercando di sdrammatizzare.

Dean però lo guardò stranito.

Come sai il mio nome?” gli chiese Dean, spiazzandolo ancora di più.

Sam non gli rispose nemmeno, talmente era frastornato.

 Uscì dalla stanza in fretta e furia, cercando un dottore.
 
 
 
 
*

“Signor Winchester, deve capire che suo fratello ha subito un incidente importante. Probabilmente la perdita della memoria è un meccanismo di difesa dell’inconscio per proteggersi dal trauma.”

“Ma Dean ricorda chi è lui, solo che non ricorda..ME, dottore!” disse Sam disperato.

“Questo è interessante.”

“No. è spaventoso! Mio fratello mi ha cancellato dalla sua memoria. Questo vuol dire che mi odia?”

“Si calmi e mi ascolti. Lei ama suo fratello?”

“Io..s-sì, certo. Ovvio.”

“E com’era il vostro rapporto prima dell’incidente?”

“Noi..abbiamo avuto numerosi problemi esterni a noi, ma li abbiamo sempre affrontati insieme, perché ci vogliamo molto bene, infatti la sua amnesia mi distrugge.”

“Probabilmente il fatto che non si ricordi di lei, Sam, è proprio perché per suo fratello lei è molto importante. Il trauma si concentra sulla cosa per lui più importante e la congela. È un effetto collaterale di una violenta emozione. Stavate litigando, nel momento dell’incidente, Sam? Mi perdoni ma devo chiederglielo.”

“No, no, ma avevo ricevuto una sua chiamata mentre lo stavo andando a cercare e in questa chiamata mi disse che aveva litigato con i nostri genitori e che..mi voleva bene.” disse Sam imbarazzato.

Il dottore lo fissò.

“Capisco, quindi era preda di un’emozione violenta che raffigurava lei. Deve essere stata l’ultima cosa a cui ha pensato e quindi la prima che gli è stata strappata via. Non deve agitarsi però, il suo tempestivo intervento ha impedito danni più seri, in più il danno inflitto alla sua memoria non è una cosa irreversibile.”

“Quindi..mi sta dicendo che Dean può tornare a recuperare la memoria?” gli chiese Sam speranzoso.

“Sì, ma, Sam, deve stargli vicino, molto vicino. Con la sua presenza, può aiutarlo a ricordare.”
 
 
 
 
 
 
*

“Noi ce ne andiamo, sasquatch.” Disse Sam. Era ormai notte. Un'altra giornata era volata.

“Che cosa? Dove?”

“Non hai voglia di lasciare l’ospedale? Ti porto a casa.” Disse Sam, sorridendo.

“A casa mia?”

Sam stette zitto.

“Ascolta, io la mia baby non l’abbandono, chiaro, ciuffetto?”

Sam sorrise, poi sgranò gli occhi.

“Come mi hai chiamato?”

“E come dovrei chiamarti? Guarda che capelli!”

“Farò finta di non essere offeso, per quanto riguarda la tua macchina, dovremmo lasciarla qui per un po’.”

“CHE COSA?”

“Ma torneremo a riprenderla, tranquillo!”

“Scusa, piccola, perdonami, non volevo farti questo..”

“Dean..?”

“Sì..”

“Ricordi per caso..dove stavi andando?”

Dean lo fissò, impallidendo sempre di più.

“Io..io non…ho un’amnesia? Ho una cazzo di amnesia, Sam?

Sam sospirò. Quella sarebbe stata una lunga notte.
 
 
 
 
 
Quando tornarono a casa di Bobby, Sam fece mangiare a Dean una pizza surgelata, gli diede la sua birra preferita, bella ghiacciata e come dolce, una crostata di lamponi.

Dean non finiva di osservarlo, mettendo Sam profondamente a disagio.

“Sembri sapere tutte le mie cose preferite..addirittura la musica che mi piace sentire..”

“Io credo che tu stia esagerando..” disse Sam guardando da un’altra parte.

Dean continuò a guardarlo, mentre beveva un altro sorso della sua birra.
 
 
 
 
*

Sam si stava cambiando e mentre era in slip, Dean entrò nella sua stanza.

“Scusa..” disse andando via.

“No, no, tranquillo, non preoccuparti.” Disse Sam.

Dean lo guardò stranito, poi disse piano:

“Non mi hai ancora detto perché chiamare i miei genitori non è una buona idea..”
 
Sam tremò. Se Dean li avesse chiamati, John e Mary infuriati se lo sarebbero ripresi e non gli avrebbero mai più permesso di poterlo vedere. Con questa cosa dell’amnesia ne avrebbero approfittato per legarlo in casa per sempre.

“Credimi, non è un bene per te..forse non te lo ricordi, ma avete avuto una brutta discussione e..insomma, sei scappato praticamente da casa.”

Dean lo guardò con tanto d’occhi.

“Non ricordo niente del genere..e perché l’ho fatto?”

“Io..io non lo so..” mentì Sam, infilandosi la maglia del pigiama.
 
Dean lo scrutò ancora.

“Quindi..che cosa sei tu per me?”

“Prego?”

“Che cosa sei?” chiese Dean, un po’ più ansioso.“Un fratello? Un amico?”
 
Sam prese un’altra decisione difficile della sua lista di quella notte.

“Un..amico. A dire la verità, hai sempre detto che non riesci proprio a vedermi come un fratello.” gli disse, con studiata malizia, mentre si infilava i pantaloni del pigiama.
 
Era un colpo basso e Sam lo sapeva. Studiò attentamente la sua reazione. Dean a quelle parole, abbassò lo sguardo, sembrava imbarazzato.

“E questo che cosa vorrebbe dire?”

“Non lo so. Lo dicevi e basta.”

Dean lo guardò stupefatto.

“Non è che..io e te..” disse, paonazzo.

Sam ridacchiò. Una risata un po’ tanto forzata.

“No, no, tranquillo. Rilassati. Siamo eteri al cento per cento.”

“Capisco..cioè no, a dire la verità mi sembra di essere più rintronato di prima..vado a bermi un’altra birra.”

“Dean! Non esagerare nel tuo stato!” disse Sam.
 
Si sentiva un po’ in colpa a mentirgli così, ma non aveva il fegato di dirgli la verità.

Non aveva il fegato di perdere un altro pezzo di lui.

















Note dell'autrice. 

lo so, vi ho spiazzato pure con sta cosa dell'amnesia ahha non ve lo aspettavate eh, che sam nascondesse a dean di essere suo fratello vero? xd  

Ritorna all'indice


Capitolo 46
*** Il mio primo grande amore -seconda parte ***


Mentre Dean beveva altra birra, ebbe un flash improvviso. Così forte da fargli girare la testa.

Vide lui stesso. Riverso tra le braccia di Sam.
E…
" Ti amo...Sam.." 

Dean lasciò cadere la bottiglia che si frantumò in mille pezzi.
 


“DEAN!! Che c’è? Che succede?” chiese Sam, accorrendo subito, spaventato, poi vide i frammenti sparsi al pavimento.

“Dean..cosa..”

“Perché non me l’hai detto?”

“C-che cosa?”

“Che sei stato tu a salvarmi.” Disse Dean con voce atona.
 
 
Sam si sentì immediatamente in colpa e quasi come a giustificare sé stesso, cercò consolazione nelle parole dette dal medico, qualche ora prima.
 
“Sam, non può dirgli che è suo fratello. Non ancora.”

“Perché no?”

“Perché suo fratello potrebbe cullarsi, trovando sollievo in questa rivelazione e rinuncerebbe a farsi domande, a cercare di scoprire altro, su sé stesso e sulle persone che ama. Deve lasciare che lui continui a interrogarsi e può farlo solo se non gli darà nessuna identità su chi è lei. Questo lo spingerà a non arrendersi e a continuare a cercare di ricordare.”
 
Sam sapeva che era una cosa rischiosa e con ogni probabilità, inutile, ma voleva almeno provare. Quello che non riusciva a perdonarsi invece, era il fatto che lui stesso era consapevole che stava forse cercando una scusa per discolparsi da una cosa così imperdonabile. Non c’entrava il medico. C’entrava il fatto che non voleva perderlo una seconda volta.

E se gli avesse detto che era suo fratello, non solo l’avrebbe perso perché sarebbe tornato dai loro genitori, ma l’avrebbe definitivamente perso anche come amante.

Non avrebbe potuto mai rivelargli la verità su di loro.

Che razza di mostro faceva una cosa del genere?
 
 
“Sam. Tu mi hai salvato.” Gli disse Dean, abbracciandolo.


Sam lo strinse forte. Forte a sé. Per qualche attimo si illuse quasi che lui avesse ricordato tutto.

“Dean..tu..ricordi?”

“Ricordo solo che tu sei il mio eroe. Per ora è tutto quello che ho bisogno di sapere.” Disse Dean, stringendolo forte.

Sam sospirò. Per ora.
 
 
 
 
 
 
*

C’era un solo letto matrimoniale. Naturalmente Dean avrebbe potuto dormire nel letto con Bobby, ma volle dormire con Sam.

Era così strano averlo vicino senza pensare a baciarlo, a stringerselo addosso.

Era così strano inspirare il suo profumo, come se gli si fosse concesso un grande regalo.

Ed era così. Il solo fatto di poter respirare il suo odore, il suo profumo, sembrò a Sam come già una grande concessione da parte di suo fratello. Non sperava in così tanto.

L’intimità di stare vicini senza toccarsi..non era già un toccarsi, forse?
 
Avvertì nel sonno, Dean stringersi a lui e abbracciarlo, ma non era un abbraccio possessivo. Di quelli cui era abituato. Dean aveva poggiato solo un braccio sul suo fianco. Era un contatto flebile, ma Sam lo sentiva come fuoco.

Pianse. Per il destino di Dean. Per quello che era successo alla sua memoria. Perché avrebbe voluto andare da mamma e papà e sfasciargli la macchina per quello che avevano causato, ma non lo fece per non dare un dispiacere a Dean.

Pianse perché Dean si era dimenticato di lui e del loro amore.
 
Come avrebbe fatto, ora che non aveva più quell’amore a farlo sentire così forte, sicuro, invincibile?

Come poteva fare a essere forte anche per lui?

Era sempre stato Dean quello forte. 

Ritorna all'indice


Capitolo 47
*** Il ritorno di Bobby ***


Sam si era svegliato all’alba, perché non riusciva a dormire e si era stordito di vecchi libri HarmonyOddio se Dean mi vedesse, mi prenderebbe in giro fino alla fine del mondo – fino ad addormentarsi sul divano.





Due ore dopo, si svegliò con Dean a un palmo di naso, che lo guardava perplesso.

“DEAN! Vuoi farmi prendere un infarto?” gridò Sam, mettendosi a sedere.
“Ero solo curioso.”

“Non farlo più!”

“Ok, ok, ma sono offeso.”

“O-offeso? Per quale motivo?” chiese Sam, stropicciandosi gli occhi.

“Per quale motivo sei venuto a dormire qui? Russo, per caso? Oppure..ho fatto qualcosa che non dovevo fare?” chiese Dean imbarazzato.

“Io..niente di tutto questo!” si sbrigò a dire Sam. “è solo che non riuscivo a dormire e…ho pensato di..”

“Leggere gli Harmony? Sul serio?” chiese Dean, prendendo in mano quello che Sam stava leggendo.

“Io..beh, non è come.,.” arrossì furiosamente Sam.

“Hai fame d’amore, Sam? Posso aiutarti io…”

“C.che cosa??”

“Scommetto che sono un latin lover, beh, anzi direi che lo sono, almeno da quello che riesco a ricordare!”

Beh, allora dimenticatelo subito!”

“Come sarebbe a dire? Pensavo che dovessi aiutarmi con il viale dei ricordi!”

“Non eri un buon latin lover! Anzi, ti comportavi male, molto male e io poi dovevo venire a rimediare ai tuoi casini!” disse Sam alzandosi dal divano e abbandonando la sala.

“Che cosa? Davvero??”

“Dimenticati di essere un latin lover!!”

“Sammy, sei così strano, quando ti comporti così!” rise Dean.

Sam si bloccò, paralizzato.

“Che cosa hai detto?”

“Eh? Che cosa intendi?”

“N-niente..”
 




Sam andò in bagno e lì davanti allo specchio, pianse senza riuscire a fermarsi, fino a singhiozzare convulsamente.
 
Devo dirglielo..

Non posso…

Sì, devo dirglielo

 Non posso nasconderglielo..

Lo perderò…

L’ho già perso

Come posso fargli una cosa simile..

Sono un pessimo fratello..

Un orribile amante…
 
 
 

Cercando di calmarsi e di ritornare calmo e padrone di sé stesso, versò un po’ di caffelatte in una tazza per Dean.

Dean sembrò tornato cupo e aver perso quel tono scherzoso che aveva fino a cinque minuti fa.

È tutta colpa mia..lui è confuso e ha bisogno di me..e io non faccio che comportarmi male con lui..
 
Sam andò da lui e lo abbracciò teneramente da dietro, mentre era ancora intento a fare colazione.

Sentì però Dean irrigidirsi e chiudersi di più tra le sue braccia, come per allontanarsi da lui.

“Dude..” disse Dean imbarazzato, ridacchiando. “sei mezzo nudo.”

Sam si rese conto della situazione. In effetti, era a petto nudo e per Dean quel contatto così intimo doveva sembrare molto imbarazzante.

Si sentì ancora più a disagio. Si chiese per quanto ancora potevano andare avanti così.

Per spezzare quel silenzio imbarazzante, decise di tornare a indagare su quello che Dean ricordava.
 
“Dean, che ne dici se riparliamo ancora dei tuoi ricordi?”

“Ancora? Non vuoi parlare di qualcosa di più piacevole?”

“Dean, è una cosa seria. Hai avuto un incidente.”

“Già..e tu mi hai salvato, no? Perché non paliamo di questo? Come mai ti trovavi proprio lì con me?”

Sam stette zitto.

“Lo immaginavo. Non vuoi dirmelo. Io invece non voglio parlare perché davvero non ricordo..”

“Hai detto che ricordi mam e…cioè voglio dire, i tuoi genitori..”

“Neanche loro ricordo adesso più..”

“Che cosa?? E me lo dici adesso??”

“Ehi, calmati, tigre. Non sopporto chi alza la voce.”

“Scusa..ma io..credevo che..”

“Li ricordo in quanto figure, ma come se fossero persone di un sogno..ho ricordi sfumati di quando ero a tavola con loro, o discuto con papà..ma molti dialoghi sono avvolti nella nebbia..come se ci fosse un blocco..”
 
Sam ragionò su questo. Forse la cosa accadeva perché la maggior parte dei ricordi con i loro genitori era legata anche a Sam, in quanto fratello, e se Dean non ricordava lui, non poteva ricordare neanche mamma e papà quando erano collegati a lui.

Oh, era tutto un'immane tragedia. E quando lo avrebbe saputo anche Bobby..doveva avvertirlo..
 



Dlin Dlon
 
“Vado io.”

“No, Dean, asp..”

“Smettila di trattarmi come un bambino, Sam. Ricordo ancora come si apre una porta..”

Dean aprì e si trovò davanti a Bobby, che lo guardò scioccato.

Dean, per l’amor del cielo.” Fu il saluto di Bobby che lo guardò con tanto d’occhi.

“Ehm..”

Quando diavolo sei arrivato?”

“Ehm, ieri sera?”

“Bobby, c’è una cosa che devi sapere!” disse Sam cercando di fermare Dean.

“Ieri sera? Diavolo di un Sam!! Ho cercato di chiamarti per tutto questo tempo, mi hai fatto preoccupare a morte, lo sai??”

“Dio, il cellulare..deve essere scarico di batteria e spento. Scusami, Bobby, avevo altro..”

Avevi altro a cui pensare?? Riesci a immaginare come sono stato in pensiero??

“Scusami..ma tu..sei mio padre?” chiese Dean, spiazzandolo.
 
Bobby lo guardò come se non lo riconoscesse.

“Ragazzo, scusami tanto se ero preoccupato per te..”

“Ti prego, rispondi alla domanda..Sam non mi dice niente..”

Bobby guardò Sam di traverso, che aveva le mani sul viso coperto. “Che cosa hai fatto, ragazzo?” gli chiese.

“Per favore, rispondimi. Lo sono o no?” chiese Dean.

“Sì, sì!! Sei COME un figlio per me, ma detesto quando mi si estorcono le rivelazioni così..ragazzo, che cosa ti prende? Sam? Qualcuno mi dice che diavolo succede?”

“Il fatto è che sono sicuro che hai una faccia famigliare..so di averti già visto ma non so chi sei..” disse Dean, aumentando le perplessità di Bobby.

“Dean non ricorda più niente, Bobby. O quasi.”intervenne Sam.

Bobby sgranò gli occhi come se gli stessero per uscire dalle orbite.

“è uno scherzo di cattivo gusto, non è vero?? Sono su candid camera?”

“Andiamo! Ho sempre odiato quello stupido programma! Non mi faceva ridere per niente!” disse Dean.

“Bobby, è meglio che ne parliamo fuori..” disse Sam.

“Ma sì, ma sì, fate pure come se io non fossi presente!!” disse Dean.
 
 
 
 
 



*

Nel cortile di Bobby, intanto, Sam stava raccontando a Bobby i punti salienti di quella tragedia.

“CHE COSAAAA? DEAN HA UNA CAZZO DI AMNESIA? E NON HAI PENSATO DI DIRMELO, IMMAGINO!!”

“Non gridare, ti prego! Non fare come papà!” lo pregò Sam.

Bobby lo guardò duro.

“Mi hanno chiamato in molti modi, ragazzo..ma “come John..”

“Bobby..”

“E l’avete fatto già due volte oggi, tu e quel replicante di tuo fratello…”

“Non chiamarlo così. Sta molto male.”

“Va bene, va bene, scusami, ma come diavolo è successo?”

“Te l’ho spiegato..”

“Mi sembra ancora un orribile sogno..”

“Senti, mi dispiace infinitamente che non ti ho chiamato..ma ero così sconvolto che non avevo la forza né di fare telefonate, né di controllare se la batteria era scarica..”

“John e Mary già lo sanno? A breve potrebbero venire qui e io..”

“No, e non devono saperlo, Bobby.”

“CHE COSA?? NON L’HAI DETTO NEANCHE A LORO??”

“ E un’altra cosa..non dire a Dean che sono suo fratello, ti prego.”

“Ragazzo, il danno al cervello l’hai subito tu, non tuo fratello!”

“Me l’ha suggerito il medico!”

“Il medico COSA?”

“è una cosa particolare…se resti calmo, te la racconto.”
 
 



*

Quando finalmente Sam riuscì a raccontargli quello che gli aveva detto il dottore – dopo numerosi farfugliamenti e interruzioni – Bobby sembrava restare perplesso.

“E tu pensi che io me la beva?”

“Pensi che potrei davvero mentire su QUESTO? Stiamo parlando di mio fratello!”

“Non ho detto che non ti credo, ma secondo me tu ti stai nascondendo dietro il dottore, per non dire che sei tu stesso a non volerlo soprattutto.”

“Non sai quello che dici..”

“Okay, allora parliamo almeno con John e Mary..loro non c’entrano..”

“NO!”

“Ah-ah!”

Ti prego, Bobby. Se Dean dovesse venire a scoprirlo e tornerà da loro, loro gli diranno..gli diranno anche..”

“Gli diranno anche che è colpa tua se è corso come un pazzo di notte, andando a schiantarsi contro un ponte, giusto? Gli diranno che stava venendo da te e stava venendo da te, perché..”

“Perché i nostri genitori non vogliono che stiamo insieme e non lo vogliono perché..”

“Perché giudicano il vostro rapporto sconveniente.”
 
Sam si guardò i piedi, sconfitto.
“Sam…”
“Non posso sopportare il modo in cui mi guarderebbe in merito a questa cosa, Bobby. Non posso sopportare che si vergogni di me o del nostro rapporto..”

“Sam, Sam, Sam..io capisco le tue paure ma ti stai comportando davvero da ragazzino..e lo posso capire visto che lo sei, e proprio per questo non puoi prendere decisioni così importanti tu..”

“Non sai quello che dici..” disse Sam asciugandosi gli occhi.

“Senti, io non posso mentire per le tue paure. Se John e Mary chiamano, io non posso nascondergli una cosa di questo genere. E come pensi di portare avanti ancora per molto la farsa dell’amico eh? Avete lo stesso cognome, Sam, cazzo. Se ne accorgerà in men che non si dica.”

“Lo so..lo so benissimo..non sono uno stupido.”

“Ma fai di tutto per sembrarlo, ragazzo.”

Sam lo guardò ed era così triste che Bobby si sentì contrarre i muscoli del cuore.

Si fece avanti e lo abbracciò e Sam si lasciò abbracciare da Bobby.
 
 “Sam, se vuoi dimostrare ai tuoi genitori che non è vero quello che loro pensavano, che il tuo rapporto con Dean non è sano..” disse Bobby, continuando a consolarlo.
“Bobby..”
Tu glielo devi dire, ragazzo..” disse Bobby sommessamente.

“ Lo farò..Ti chiedo solo un po’ di tempo..solo un po’ di tempo per stare con lui…senza che sappia chi sono..anche se fosse solo per pochi giorni..”

Bobby sospirò. “Spero solo che tu sappia quello che stai facendo, ragazzo.”
 
 




Sam tornò da Dean, che sembrava più arrabbiato che mai e offeso con entrambi.

“Che c’è? I segreti sono finiti? Pensavo ci avreste messo più tempo.” Disse.

“Dean, stavo pensando..avresti voglia di venire con me al fiume?” gli chiese Sam speranzoso.

Dean lo guardò come se fosse impazzito.

“E tu cosa dici?” gli chiese Dean.

“Per me è una splendida idea!” disse Bobby raggiante.

 Dean brontolò un cenno d’assenso per poi seguire Sam fuori dalla porta.

Spero solo che tu sappia quel che fai, ragazzo.. pensò Bobby vedendoli andar via.
 
 
 
 



*

“Sai, non c’era bisogno che tu mi portassi a mangiare ciambelle al cioccolato per farti perdonare.” Disse Dean, mentre addentava un’altra ciambella alla tavola calda.

Sam rise senza sapere che cosa dire.

“Dio, adoro le ciambelle..”

“Ci credo! Sei già alla terza, stai attento o farai indigestione!” disse Sam, mostrando sincera preoccupazione.

Dean lo guardò sorridendogli grato.

“Mi piace il tuo sorriso. È sincero.”

A Sam gli si strinse il cuore a sentire questo.

“Mi fido di te, Sammy, è per questo che ora mi racconterai che cosa ti sei detto con Bobby che io non potevo sentire..”

“Dean..”

“Tranquillo..solo quello che posso sapere..” disse Dean trangugiando un altro boccone.

Sam gli sorrise timido. Forse se la poteva cavare con poco, tutto sommato.
 
 
 
 
 
 
Durante la passeggiata per il tragitto al fiume, Sam cercò di rispondere alle domande di Dean. Ovviamente, alle domande che poteva rispondere.
 
“Perché stai da Bobby? È tuo padre? “ gli chiedeva Dean.

“Cosa? No.” rise Sam.  “è…un amico. Un buon amico. Un amico di famiglia.”

Dean arcuò le sopracciglia, ma non disse niente. “Beh, comunque, tu vivi con lui? Non ho visto i tuoi genitori..”

Sam tremò leggermente. “Senti, Dean..non mi va di parlare dei miei genitori..posso solo dirti che, sto da Bobby perché..ecco, abbiamo dei problemi.”

“Ma se io e te siamo amici, io dovrei saperlo, no? Lo sapevo prima?”

“Prima??”

“Prima dell’amnesia, SAM!”

“Io..io non posso rispondere a questa domanda.” Disse Sam, cercando di tenere il punto.

Dean lo guardò male.

“Per favore, fammene un’altra.” Disse Sam, sperando di non fare un errore.

“Okay, allora parliamo della mia di famiglia. Che cosa ne dici?”
 
Sam sospirò, ma se l’aspettava.

“Perché non mi hai ancora portato dai miei? Che cosa mi nascondi?”

“Niente, Dean..”

“Beh, allora se non mi stai nascondendo niente, quando andiamo da loro?”

“Dean..”

“Potrei prendere un autobus e tornare a casa da solo altrimenti…guarda che lo faccio.”

Sam lo guardò.

“Non oseresti..”

“Cosa? Mi ritieni non in grado di farlo?”

“Dean, in questo stato tu non puoi..”

“Di che cosa hai paura, Sam? Che cosa c’è riguardo ai miei genitori che non vuoi che io sappia??”
 
Ad un tratto però, il viso di Dean si trasfigurò in una maschera di orrore.

“Aspetta…loro..non avranno mica causato il mio incidente.”

Il silenzio di Sam fu come un’ammissione per Dean, ma ancora peggio, lo stupore che Sam aveva sul suo viso, quando guardò Dean, fu come un’ammissione anche per sé stesso. Sì,perché tra i mille motivi, probabilmente inconsci, per cui Sam non voleva chiamarli, c’era anche quello, ma lui non se n’era reso conto a livello cosciente fino a quel momento. Sì, Sam sapeva che era per colpa loro. Dean aveva fatto l’incidente perché aveva bevuto quella sera., era agitato ed era alla guida ubriaco, glielo aveva detto per telefono che aveva litigato con loro. Sam avrebbe voluto andare a casa loro con un grimaldello e spaccargli i vetri delle macchine, quella sera stessa, ma Dean era a pezzi quella notte e aveva bisogno di lui, quindi Sam si trattenne e gli stette vicino.

Quindi sì, non era l’unico motivo, ma era anche un altro dei tanti motivi. Non voleva che Dean tornasse da quelle persone che secondo lui, gli avevano già fatto tanto male e poi non voleva che gli facessero il lavaggio del cervello per allontanarlo di nuovo da lui.
 
“Diosanto, Sam, che cosa diavolo è successo con loro, me lo vuoi dire??”

“Hai avuto un brutto litigio con loro, perché avevi deciso di venire qua da Bobby, avete litigato e questo ti ha fatto agitare molto alla guida..” disse Sam.

Dean era paralizzato.

Avevi..bevuto..” disse ancora Sam.

“Perché..perchè diavolo non volevano che andassi da Bobby? Aspetta..oppure non era per Bobby..era per te?”


Il silenzio di Sam era come un’ammissione di colpa.

“Loro ce l’hanno con te.” Disse Dean sgranando gli occhi. “Perché?”

“Senti, io…non ti ho mai fatto niente, te lo giuro. Sono sempre stato tuo amico, non ti ho mai fatto niente di male..”

“Questo non mi rassicura per niente. Perche ce l’hanno con te, Sam?”

“Perché noi..stavamo sempre insieme.”

Dean restò zitto.

“Sono un ragazzo incasinato..e credo..credo che loro pensassero che potessi portarti sulla cattiva strada e che fossi una cattiva compagnia..o semplicemente a loro non piaccio..ma ti do la mia parola, Dean, non ho mai toccato uno spinello in vita mia..non sono un drogato..ma a loro non piacevo..poi ho cominciato ad avere problemi con la mia famiglia e tu mi hai aiutato..e così loro hanno pensato che..che potessi allontanare anche te da loro..”

“è assurdo..”

“Ho cominciato a vivere da Bobby..tu volevi venire qui, controllare come stavo..ma loro non volevano e avete litigato..e io mi sono allarmato perché non rispondevi al telefono, sapevo da Bobby che dovevi venire qui e ho deciso di raggiungerti..”

“Cosa? Mi sei venuto incontro apposta?”

“Sapevo che..non prendermi per pazzo..ma ho fatto un sogno..qualche ora prima..”

“Cosa? Un SOGNO?”

“Tu in un mare d’acqua che stavi annegando. Mi sono spaventato molto, Dean.”

“Stai dicendo che hai avuto una premonizione! Non so se ridere o essere spaventato a morte!”

“Credimi, ero spaventato anche io! Sono corso subito a cercarti!”
 
 


Dean si fermò all’improvviso per strada e Sam temette che tutto questo fosse troppo da sopportare per lui.

Inaspettatamente, Dean si voltò e lo abbracciò.

“Dean..”

“Io e te, Sammy, dobbiamo avere un legame fortissimo per farti avere anche le premonizioni in stile Phoebe in Charmed!”

“Scherzi..tu scherzi sempre..”

“Non voglio sapere più niente dei miei genitori.”

“Ma..Dean..”

“Non mi importa di quello che ancora devi dirmi, mi basta quello che ho sentito, ok? Io non so se sia tutto vero quello che mi hai detto e perché senti il bisogno di nascondermi delle cose, forse è per preservare la mia sanità mentale dalle cose che non ricordo o forse per altro, ma una cosa la so per certo.”

“E sarebbe?”

“Quello che tu mi hai detto…che riguarda te, che i miei genitori non volevano che venissi da te, so che è vero, me lo sento. E percepisco, sento, che la cosa ti ha fatto soffrire e ti sta ancora facendo soffrire molto. Sammy, guardami.” Disse Dean, voltandolo bruscamente, perché Sam sentendo le lacrime pizzicare agli occhi, si era girato.

Dean lo guardò profondamente e gli disse ancora:

“Come hanno potuto non accettarti, Sam?” disse Dean con gli occhi che brillavano. “Non importa che cosa tu possa mai aver fatto per non piacere a loro, ma tu hai delle stupide premonizioni, hai rischiato di congelare in quel fiume per venire a salvarmi. Non hai esitato. Io lo so. Ricordo quei frammenti, quindi che si fottano. Non mi importa niente che a loro non piaci, tu piaci a me e io dico che loro avrebbero dovuto accettarti e visto che non è così..lo ripeto.Che si fottano.”

“Dean..” disse ancora Sam, versando altre lacrime.

“Okay, ora andiamo a quel dannato fiume, prima che ci prendano per una coppietta.” Disse Dean ridendo e spingendolo.
 
 
 
 
 
 






*
Bobby era da solo e stava ancora pensando a Sam e Dean, in particolare stava pensando a Sam.

All'inizio era solo un pensiero, un'intuizione, un tarlo nella mente, ma ora era diventata quasi una certezza.

Le ansie di Sam, il suo dolore, la sua tristezza, la sua angoscia e il suo disperato bisogno di Dean, l'attaccamento che ha per lui.

Molto probabilmente John e Mary avevano ragione a sospettare di loro ed era per quello che avevano tentato di dividerli, ma Dean non aveva potuto resistere senza Sam e aveva cercato di raggiungerlo, ma la cosa era finita in tragedia e ora Sam aveva paura, una paura fottuta.

Aveva una paura fottuta di essere rimasto completamente da solo ora; Bobby pensò che fosse la più grande paura e il più grande terrore di Sam. Essere da solo a sopportare tutto questo e chissà quante volte Dean l'aveva rassicurato. Non sei solo, Sam.

Perchè Dean lo ricambiava, certo. I due ragazzi si amavano, qualunque cosa questo significava, in qualunque modo significasse e comportasse l'amarsi per loro.

Ora però, Sam temeva di aver perso tutto. Prima era sicuro di sè, perchè non si sentiva solo, aveva l'amore di Dean a farlo sentire forte, ma ora che Dean non ricordava neanche più chi fosse, non poteva ricordare nemmeno di loro.

Certo, perchè la paura e l'angoscia di Sam non erano solo quelle che si denotano nell'aver perso, no, non perso, ma nel sentirsi dimenticati  da un fratello, la frustrazione era quella di sentirsi dimenticati dall'amore della sua vita.

Che cosa posso fare....è una cosa più grande di me... pensò Bobby, disperato.

In realtà, Bobby, aveva una grandissima forza interiore, ma ancora non lo sapeva.


 




*

Dean e Sam erano al fiume. Si erano distesi con degli asciugamani  sopra quella piccola porzione di sabbia.

Sam però sembrava a disagio.

"Dean..ho cambiato idea. Andiamocene."

"Cosa? Scherzi? Dopo avermi fatto arrivare fin qua, ce ne andiamo dopo dieci minuti? Lo sapevo che er tu quello con il cervello fuori uso, Sammy.." disse Dean ridacchiando.

"Dean..io..non ci ho pensato. Scusami. Scusami..tanto." disse Sam pieno di sensi di colpa.

"Di che diavolo ti scusi, Sammy?"

"Il..il fiume." disse Sam.


Dean lo guardò con tanto d'occhi, poi realizzò.

"Oh. Capisco. " e rise.

"Non è divertente." disse Sam.

"Sammy, Sammy, Sammy, neanche io sarei stato così contorto. Okay, che siamo davanti ad un fiume, ma non è lo stesso fiume. Non essere razzista, dai."

"Sul serio, non sei..turbato?" 

"Sammy, non mi impedirai di godermi questa magnifica vista solo perchè sono quasi annegato nel suo gemello."

"Va bene, il fatto che sei tornato a prendermi in giro, significa che stai alla grande!"

"Te l'avevo detto." disse allegro Dean.







*
Erano entrambi a petto nudo. Dean era sdraiato a pancia in sotto e Sam andò da lui. Si appoggiò alla sua schiena in un abbraccio da dietro e poi gli diede un flebile bacio sulla spalla. Sentì Dean irrigidirsi, ma non ritrarsi e con la tranquillità e l'innocenza solo di un fratello - o forse voleva solo raccontarlo a sè stesso - gli diede anche un bacio sulla testa, pima di staccarsi. Dean non aveva mosso un muscolo per allontanarlo, lo lasciava fare, docile.




*


Erano sdraiati ciascuno sul proprio asciugamano e completamente rilassati. Erano un pò distanti, ma Dean di tanto in tanto, guardava Sam e gli scambiava dei sorrisi che gli facevano sentire le farfalle nello stomaco di Sam volteggiare.

"Sammy..."

"Sì?"

"Non so perchè..e non so che cosa c'è dentro di te, ma sei speciale. Sto bene quando sono con te."

Le farfalle dentro di Sam furono spinte indietro da un'immagine di Timon che si metteva a ballare la hula hula.

















  Note dell'autrice: 

volevo stupirvi con un capitolone! ahhah! Non ve l'aspettavate eh? Dite la verità? xd beh, neanch'io! aahhaha pensavo venisse lungo ma NON COSì TANTO ahha xd spero abbiate apprezzato! per favore, non odiate Sam xd

  ps la frase: "Sam, sei così strano quando ti comporti così" è una citazione di Dean, credo della 3 x 11 ahhah io la adoro troppo, soprattutto nel doppiaggio italiano *_*

Ritorna all'indice


Capitolo 48
*** Come due fidanzatini - prima parte ***


Bobby aveva davvero delle idee fantastiche, certe volte, pensava Sam, mentre guardava Dean, bellissimo, con indosso la tuta da meccanico, celeste, riparare qualcosa sotto una macchina con una chiave inglese.

“Non può mica restare buttato tutto il giorno su un divano a fare un cazzo, che è più o meno quello che faceva quando viveva con John. Beh, notizia flash, spiderman. Io non sono John.” Aveva detto Bobby con orgoglio e superbia.

Sam era inizialmente preoccupato dall’idea di Bobby. Credeva che Dean potesse farsi male, con il fatto che la testa gli era ancora molto confusa, ma poi dovette ammettere che si era sbagliato. Se Dean, inizialmente  era un po’ confuso dalla proposta, poi si era rivelato molto entusiasta. Infatti, la passione per le macchine, era qualcosa insita in lui, che non andava via con una semplice amnesia.
 
A Sam gli piaceva guardarlo lavorare. Guardare quel sorriso, mentre trafficava con bulloni e chiavi inglesi. Sembrava così felice, così spensierato…
 
Allora, pezzo di idiota!” lo salutò allegramente. “Sei riuscito a romperti la testa del tutto, finalmente?”

“Non ancora, Bobby!” disse Dean allegro.

Peccato! E dire che ti ho messo lì sotto, apposta. Ci speravo così tanto. Cosa è andato storto?”

Dean rise. Sam restò perplesso, indeciso se l’humour nero fosse una tattica vincente o una cosa macabra da adottare con Dean.

“Prima o poi me la romperò la testa, se il tuo secondo figlioccio adottivo non la smette di fissarmi in quel modo.”

Sam sentì subito caldo in viso.

“Io non ti fisso!” negò spudoratamente.

“Sam! Perché fissi Dean??”

Io non lo fisso!!”

“Non raccontare palle! Sam, almeno se finisco di spaccarmi la testa, so a chi dare la colpa!” rise Dean allegro, godendosi la sua espressione.

Sei un idiota!” disse Sam, andandosene via.

“Lo so, me lo dice già Bobby.”
 
Dean alzò la testa dalla macchina per guardarlo andare via.

“Be, non era proprio la reazione che mi aspettavo.” Disse Dean, rivolto a Bobby.

“A Sam non piace molto l’humour nero.” Disse Bobby, scrollando le spalle.
 
 
 
 






*

C’erano anche le serate spese a guardare i film. Una sera, Dean e Sam si misero a guardare Titanic e Dean aveva gli occhi lucidi. Sam sorrise. Sapeva che a Dean non dispiaceva.

“Guardiamo anche Il corvo?” chiese Dean dopo la visione del film.

“Non ne hai abbastanza di film depressivi?”

“No, perché almeno il secondo protagonista torna in vita dopo che è morto. Mi piace guardare molti scenari.” Disse Dean.

“Ma adesso dove vai?” chiese Sam, mentre Dean si alzava dal divano per andare in cucina.
 
“Controllo se c’è qualcosa di buono da mangiare qui, in questa casa dimenticata da Dio e da Bobby.” Disse Dean, aprendo il frigorifero. “La morte mi mette appetito.”

Sam rabbrividì. “Lo splatter ti fa male.”

“A-ah..e cos’altro mi fa?” chiese Dean, riempiendosi le braccia di pane e salame.

“Non ti rende più divertente.”

“Bene. Non mi piace far ridere, è una cosa che fanno solo i pagliacci.”

“Tu sei un pagliaccio.”

“Mi piace sempre quando mi riempi di insulti, Sammy. Esalta il mio ego. Pane e salame anche per te?”

“Ho forse una scelta?”

“No.”

“Ecco. Appunto.”
 
 

Sam e Dean si misero a guardare il Corvo con le luci in penombra, sul divano, mangiando pane e salame, nella seconda casa di Bobby.

Quest’ultimo guardava la partita e quindi la televisione era occupata.  A Sam sembrava una buona idea, utilizzare la seconda casa libera, di Bobby.

I fratelli erano accoccolati insieme con i corpi vicini. Dean spesso sfiorava le spalle di Sam con le dita e il contorno del suo collo, ma non facevano troppo caso a questo, visto che entrambi erano presi dai panini.
 


Dean però, dopo un po’,  non sembrava così tanto concentrato sul film, come aveva voluto far credere inizialmente.

“Ho notato che il frigorifero era pieno di cose da mangiare, Sammy..” diceva Dean, guardandolo.

“Guarda il film, Dean..” borbottò Sam.

“Com’è possibile che questa sia una casa che Bobby non usa e il frigorifero era così pieno?”

“Uffa. Ma che ti importa.”

“Beh, è singolare come cosa. Perché, o lo riempie per portarsi qui delle baldracche, oppure…”

“Ho preso io qualcosa, ok!??”

Dean lo fissò. “Perché?” chiese solo.

“Beh..” Sam era molto in imbarazzo. “volevi venire qui..e conoscendo il tuo appetito..immaginavo che avresti avuto fame..fine della storia.”

Dean sorrise. “Dico solo che è una cosa molto dolce da parte tua, Sammy.”

“Guarda il film, Dean.” Brontolò Sam.
 
 
 
Quando finì il film, i fratelli erano un po’ stanchi, dopo aver visto due film di seguito. In più era notte e stare insieme da soli in quella casa, era piuttosto imbarazzante, senza Bobby.

Convennero quindi entrambi, che era meglio tornare a casa da Bobby, ma passavano i minuti e i fratelli non si muovevano. Forse appoggiare la testa di nuovo al divano, era stato un errore.

Si addormentarono e non si risvegliarono fino all’indomani mattina, dormendo vicini.
 
 





Quando Sam si risvegliò, si ritrovò appiccicato a suo fratello maggiore con la testa contro il suo petto. Lo guardò e lo trovava bellissimo. Provò di nuovo una fitta d’amore potente nei suoi confronti.

Certo che risvegliarsi e vedere come prima cosa il suo viso così vicino, era per Sam come un balsamo. Inoltre a quanto gli suggeriva il suo corpo, avevano dormito appiccicati, forse abbracciati e si sentiva così bene.

Lo guardò e il primo pensiero, andò subito alla sua testa e una fitta di preoccupazione si accavallò su di lui. Si chiese se stava bene. Se sarebbe stato bene.

Si alzò, dandogli un bacio affettuoso e prolungato sulla testa. Non poteva fare a meno di esternare dei gesti affettuosi con lui. Non riusciva a trattenersi.
 
“Mmm..abbiamo dormito qui?” chiese Dean assonnato.

Mannaggia, ma non dorme mai?  Si chiese Sam. Beh, almeno non si ritraeva, esclamando “Woaa che fai, dude?”

“Sì.” Disse Sam sbadigliando.

“Tutta la notte?”

“Sì.” Disse Sam ancora stentando a credere a quello che era appena successo.

“Ok..adesso cosa facciamo?” chiese Dean.

Sam evitò di guardarlo. In situazioni normali, lui e Dean avrebbero approfittato della solitudine per fare sesso mattutino sul divano.

“Che cosa vuoi fare? Andiamo a casa…anzi..”

“Sì?” chiese Dean. I suoi occhi brillavano. Sembrava sinceramente contento di fare qualcosa insieme. Sam provò un moto di felicità a questo.

“Che ne dici..di fare una passeggiata?”

Dean sembrò tentato. “Con questi vestiti indosso? Non ci cambiamo?”

“Con questi vestiti indosso. E poi andiamo a fare colazione!”

“Ci sto. “ disse Dean. Sam ridacchiò, vedendo il suo entusiasmo.
 
Sam guardò l’ora sul suo cellulare. Era più presto di quel che credeva.

“è molto presto, Sammy.” Disse Dean, che sembrava essere sorpreso allo stesso modo, guardando fuori dalla finestra.

Prima che Sam potesse replicare, Dean era già andato fuori.

Sam lo raggiunse, per dirgli che in effetti era una sciocchezza, e per dirgli di tornare a casa e farsi un bel sonno ristoratore, visto che tutta la popolazione stava ancora dormendo.
 
“Ci pensi, Sammy? Vedremo l’alba!” disse Dean, prendendogli la mano all’improvviso.

Sam si ammutolì e scosso in pieno da quell’improvviso attacco di romanticismo, non disse più niente.
 
 

Passeggiarono insieme, come due fidanzatini, nella città semi deserta. Videro l’alba, appoggiati a una macchina bianca, semi abbandonata su un vialetto. Sam tremava. La mattinata era un po’ fredda e lui era vestito leggero con una camiciola sottile.

“Tieni.” Disse Dean, dolcemente, mettendogli il suo maglione rosso, che era cinto alla sua vita.

Sam non disse niente. Rimase a guardarlo, spiazzato dalla sua premura, sperando che Dean non vedesse il rossore sulle guance.

Il maglione era di qualche taglia più grande di Sam, infatti gli stava molto largo e le braccia gli sparivano, inghiottite dalle maniche. Sam temeva che Dean potesse fare una battuta in questione, ma Dean non lo fece. Sam capì da come lo guardava, che avrebbe voluto, ma forse anche lui pensava che avrebbe rovinato l’atmosfera. Si limitò a guardarlo teneramente. Sam gli fu grato di quel silenzio.
 
 
 
 
 
 




*

 
I giorni proseguivano con Sam che cercava di fare tornare la memoria a Dean, raccontandogli aneddoti del suo passato e che facevano insieme, anche molte delle marachelle di Dean, omettendo sempre il fatto che era suo fratello.

Sam voleva davvero che a Dean gli tornasse la memoria. Ci teneva davvero a lui e odiava mentirgli.

Spesso si trovavano sempre più vicini, sdraiati insieme con le teste vicine e a Dean non sembrava imbarazzare più o infastidire quella vicinanza.
 
In quel momento erano sdraiati sul letto di Sam, mentre quest’ultimo continuava a elencargli le sue passioni. Per la torta. Per le macchine, Per i videogames. Per gli hot dog e gli rammentava alcune battute stupide, figuracce che fece in passato e cose simili.
 
“Ti ricordi la maggior parte delle cose che ti racconto, vero?”

“Una specie.”

Sam parve un po’ offeso.

“Allora perché non me l’hai detto subito, invece di farmi parlare così tanto?”

“Mi piace ascoltarti.” Disse Dean una volta, e Sam si era zittito.
 
In quel momento Sam stava parlando di cose non davvero importanti, insistendo sulla personalità di Dean. Dolce ma allo stesso tempo un po’ rude, ma generosa e strafottente. Voleva che ricordasse davvero chi era. Si chiedeva se tutto questo parlare non avesse significato, visto che Dean aveva già detto di ricordare sé stesso, ma di non ricordare lui, ma Sam pensava che forse continuare a parlarne, avrebbe risvegliato ricordi sopiti o forse lo faceva solo per avere una scusa per continuare a parlare, o forse una scusa per toccarlo e stargli vicino, chi lo sa.

Proprio come in quel momento, che sdraiati vicini, gli sfiorava il naso e gli zigomi del viso, con le dita. Non riusciva a fermarsi. Chissà cosa pensava Dean di tanta confidenza, si chiedeva, mentre continuava a farlo, ma non poteva farne a meno.

“Sembra che tu mi conosca più di tutti, Sammy. Sai un sacco di cose su di me..” disse Dean, mentre Sammy continuava a sfiorargli il viso con le dita.

“Dici?” disse Sam.

“Sembra anche che abbiamo passato molto tempo insieme noi due..” continuò Dean, i suoi occhi incatenati a quelli di Sam, come ipnotizzato.

Sam levò il dito che stava tracciando il viso di Dean, lasciandolo sospeso a mezz’aria.

Beh, almeno non era come quella volta che gli chiese come mai non gli raccontava mai di qualche sua conquista.

“Già..” mugolò Sam..

Senza riuscire a sostenere più il suo sguardo, gli voltò le spalle, cambiando posizione, ma restando sdraiato accanto a lui e appoggiando la schiena al suo corpo, per sentirlo comunque vicino.

Dean non disse niente. Sam pensò che a volte si potesse gustare l’intimità anche senza parlare. Anche senza guardarsi.
 
 
 
 
 
*

 
 
Dean stava guardando la tivù, seduto sul pavimento, mentre Sam andava da lui a portargli una grossa torta al cioccolato, fatta con le sue mani.

Dean lo guardò come se stesse vedendo qualcosa di luminoso e splendente.

“Non ci posso credere. Perché?” chiese raggiante.
Sam fece spallucce.

“Perché a tutto deve esserci un perché?” gli chiese.

“E posso mangiarla tutta?”

“Certo. Ma ti consiglio di non farlo, perché potresti fare indigestione.” Disse Sam.

“Ti preoccupi sempre così tanto per me, Sammy! Gnaaam. Mamma mia, che buona!” disse Dean, che incurante dell’etichetta, la stava già mangiando così, dalla forhetta, senza nemmeno tagliarla.

Sam sorrise. Avrebbe fatto di tutto per renderlo felice, ma aveva pensato stupidamente che fargli una torta, potesse aiutarlo a non sentirsi più in colpa, invece quando Dean aveva detto quella frase, i sensi di colpa si facevano sentire ancora lì, subdoli e cattivi, e dolorosi come lame.

Forse lo meritava. Forse non meritava di non sentirsi in colpa.

Quando andò in cucina per rimettere a posto, Bobby gli disse:

“Sam, lascia stare, farai dopo. Devo parlarti.”

Sam sospirò, sapendo già che voleva parlare di Dean e lo seguì in cortile.
 
 
 
 
 
“Ascoltami, Sam, la questione sta peggiorando.” Disse Bobby.

“A me sembra che Dean sta benissimo. È sereno, felice.”

“Io non parlo di lui, Sam, ma dei vostri genitori.”

“Loro?” chiese Sam, avvertendo dei brividi di paura.

“Hai convinto Dean a bloccarli sul telefono?” gli chiese sospettoso.

“Io..perchè me lo chiedi?” chiese Sam a disagio.

“Ma sei proprio un genio, Sam! Dico davvero, così non potendo parlare con Dean, continuano a telefonare a me!”

“Oddio..”

“Eh già…oddio..!”

“Che cosa gli hai detto? E loro che cosa vogliono?”

“Che cosa vogliono?? Sam, sono i vostri genitori! Vogliono giustamente parlare con il figlio maggiore che è praticamente scappato di casa e non vuole parlare con loro da giorni ormai! E poi vogliono anche sentire te, ovviamente, sapere come stai! Perché non rispondi ai loro messaggi! E io ho dovuto dire loro che state bene ma non ve la sentite ancora di parlare con loro!”

“Ti ringrazio, Bobby..”

“Non ringraziarmi, perché sai cosa mi hanno detto quando ho suggerito loro di darvi del tempo e di aspettare che siate voi a farvi sentire e di non continuare ad assillarvi? Mi hanno accusato di fare a voi il lavaggio del cervello e di mettervi contro di loro! Questo ci guadagno a coprirvi! Se mi ritrovo una mattina le macchine della polizia sotto casa con l’accusa di rapimento e sequestro di minori, scordatevi come mi chiamo.”

“Mi dispiace tanto, Bobby, è tutta colpa mia..” disse Sam con le lacrime agli occhi, sinceramente pentito.

“Sam..” disse Bobby ammorbidito. “Sei come un figlio per me, ma questa situazione non può andare avanti..per amore suo, tu glielo devi dire…” disse Bobby.

“Che cos’è che deve dire Sam??” chiese Dean e entrambi sussultarono dallo spavento di essere scoperti.
 
Dean li stava ora guardando con aria truce.

“Oh…stavamo parlando di una ragazza.” Si giustificò Bobby, guardando Sam. “Un’amica di Sam, la conosce da tanto tempo, ma lei è innamorata di lui e lui non ha il coraggio di dirle che per lui è solo un’amica..le è molto affezionato e proprio per questo non vuole farla soffrire, ma io gli ho consigliato, proprio per il bene che gli vuole, di dirglielo.” Disse Bobby, con sguardo eloquente, mentre Sam annuiva fremente e paralizzato.

Dean lo guardò sospettoso.

“Non me ne hai mai parlato, Sam.Potevo darti qualche consiglio.” Disse lui.

“Beh..ecco..non è il genere di cose che mi piace far sapere in giro..ecco..non voglio far pensare alle persone che..sono un ragazzo un po’..imbranato che non ci sa fare con le donne..ecco..quando ti crei una nomea del genere, è finita.” Disse Sam, allontanandosi insieme a Bobby.
 
Dean li guardò allontanarsi, assottigliando gli occhi, ripensando alla frase:
Per amore suo….
 
 
 
 
 
 
 
*

Alla soglia del quinto giorno che Dean era in casa da Bobby, Sam doveva per forza tornare a scuola, perché la scuola stava per finire e non poteva rischiare di farsi bocciare, proprio a ridosso degli esami. Era il suo ultimo anno.

Non sapeva come avrebbe reagito Dean, durante la sua assenza. Aveva passato tutto il tempo a mangiarsi le unghie, chiedendosi questo, ma non poteva immaginare che venisse addirittura a prenderlo a scuola.
 
Quando se lo vide all’uscita della scuola, vestito interamente di nero e con il giubbotto di pelle, come un motociclista e per giunta appoggiato ad una moto, ebbe quasi un collasso.
 
“Dean, cosa ci fai qui e perché ti sei conciato in quel modo?” gli chiese Sam. A dire la verità, Dean stava benissimo, vestito in quel modo. Era davvero sexy, ma non avrebbe dovuto venire lì, da solo, era pericoloso considerato il suo stato.

“Ohh. Meno male che ho preso la strada giusta, Sammy. Credevo di arrivare a Tumbuctu. Volevo farti una sorpresa.” Disse e se lo abbracciò, ma spingendo la sua testa contro il suo petto.

“Dean!! E dai, lasciami andare!” disse Sam imbarazzato, cercando di districarsi dalla sua presa ferrea, imbarazzato.

“Anch’io sono contento di vederti, Sammy!” disse Dean. “Su, andiamo a casa.”
“Che cosa?? Con la moto??”
“Perché no?” disse, prendendoselo sottobraccio.
 
“Sam, ma che cosa succede?” chiese la voce di Jessica.

“Dean, sei tu?” era la voce di Castiel.

Sam d’un tratto desiderò di eclissarsi.

“Ragazzi, devo andare, vi spiegherò poi!” disse. Era riuscito ad evitare che i suoi amici lo avvicinassero per fargli domande, all’interno della scuola,ma ora stava rischiando.

“Col cavolo!  Sono giorni che vogliamo parlare con te. Come mai non ti vediamo più in giro? E come mai è sparito pure Dean?” chiese Castiel, prendendolo per un braccio.

“Sam, scusa, li conosco?” chiese Dean.
 
I ragazzi lo fissavano sbalorditi.

“Ti ho fatto forse qualcosa?” chiese Cas, pensando che Dean ce l’avesse con lui.

“Cas, non è come pensi. Ti spiegherò io, lo prometto, ma ora dobbiamo andare. Scusami.” Disse Sam, sbrigativo.

“Aspetta, Sam, torna qui.”
 
 
 
Ma Sam si era già seduto al posto dietro della moto, mentre Dean salutando allegramente tutti con la mano, aveva già messo in moto.
 
“Dove hai preso questa moto??” chiese Sam, cingendogli la vita, urlando per farsi sentire, visto che erano a una velocità davvero forte.

“Me l’ha data Bobby!”

“Sei sicuro di sapere come guidarla?”

“Mi offendi, ora, Sammy. Pensi che metterei a rischio la tua vita?” rise Dean.

“E comunque come hai fatto a trovarmi?”

“Fai troppe domande. Mi sono fatto spiegare da Bobby. E ora stai zitto e stringimi.”
 
Sam si ammutolì e fece come detto da Dean. Lo strinse forte. Non c’era bisogno che gli ordinasse di farlo.
 
 
 
 
 












Note dell'autrice: 

se ve lo state chiedendo, Sam sarebbe tornato a casa con l'autobus, se Dean non fosse andato a prenderlo :D 

spero davvero che vi piaccia questo capitolo, perchè per me è molto importante, mi è piaciuto molto scriverlo e spero sia piaciuto anche a voi, nonostante la lunghezza! (cercate di capirmi, provate a immaginare se avessi suddiviso tutti questi momenti, in più capitoli, mi sembra come se avrebbero perso la metà della loro bellezza. Invece volevo proprio metterli insieme per sottolineare le diverse fasi dei giorni tra i due fratelli, conditi con i loro sentimenti ) doveva anzi essere più lungo di così, perchè mi mancavano ancora delle parti, ma ho preferito scriverle nel prossimo :)

Ritorna all'indice


Capitolo 49
*** Alla sala giochi! ***


Era sabato e Sam non aveva scuola, quindi ne approfittò per far fare a Dean un giro per la città di Bobby. Non l’aveva ancora visitata, in quei giorni era stato sempre a casa, se si escludeva la corsa in moto che aveva fatto per venirlo a prendere a scuola.

“Mi piace questa città, Sammy. È caratteristica. Come te.” Disse Dean, allegro.

“E questo sarebbe un complimento o un insulto?”

“Bo. Vedi te.” Disse Dean, enigmatico.

Sam sbuffò, poi riprese a guardarlo. Oh no, non doveva capitare ancora. Non doveva farsi venire ancora quei pensieri. Si era ripromesso di passare una serata piacevole, giocosa, tra fratelli. Per una volta, voleva che non ci fosse tensione sessuale.

Per questo aveva deciso di portare Dean alla sala giochi.
 
 
 


*

Sam e Dean stavano giocando insieme a un videogioco. Sam stava giocando attivamente e Dean gli dava i consigli per le mosse.

Era bello. Si stavano divertendo e Sam si sentiva davvero bene. Era anche contento di vedere pure Dean gioioso e solare. Portarlo alla sala giochi era stata la migliore decisione.

Dean poi si allontanò un attimo da lui a guardare gli altri videogiochi e Sam si fermò a fissarlo.

Era davvero bello. Sam non voleva trovarlo così bello. Voleva che fosse una giornata di sola fratellanza, non voleva avere sempre quei pensieri su suo fratello, ma…
 
 “Ehi, Sammy.” Lo chiamò Dean, che si accorse di essere osservato.

“Mh?”

“Sai, l’ultimo che mi ha guardato in quel modo.. me lo sono fatto.”

Sam avvampò, per poi girarsi e borbottare un “idiota” un po’ isterico, mentre Dean ridacchiava.

Decise di ignorare Dean e di fiondarsi su un videogioco, ma Dean andò dietro di lui, quasi appiccicato a scrollargli i capelli, ridendo.

“Dean, non riesco a…la sai la definizione di spazio personale?” lo rimproverò, avvampando di nuovo.

“No, che cos’è? Una cosa che si mangia?” lo provocò Dean.
 
“Sam, Dean, finalmente riusciamo a beccarvi!!!” disse una voce famigliare, quella di Sebastian. Sam si voltò sbalordito.
 
Sebastian, Castiel e Matt li stavano fissando.
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 50
*** Affetto e consigli dagli amici ***


Sam non riusciva a credere che erano lì. Il panico gli montò nel petto, ma poi sentì Matt parlare.

“Sì, anche noi siamo contenti di vederti, vecchia volpe. Stai tranquillo, il tuo vecchio ci ha raccontato tutto.” Disse Matt, facendogli l’occhiolino.

“T-tutto cosa?” chiese Sam, mentre Castiel gli si buttava addosso, abbracciandolo affettuosamente.

“L’amnesia, no? Sappiamo..tutto.” disse Sebastian, calcando sulla parola tutto.

“Sam, che cavolo succede?” chiese Dean confuso, mentre Sam sembrava sull’orlo di un attacco di panico.

“Sam, rilassati, siamo tuoi amici, beh ovviamente lo saremmo anche di te, ovvio.” Disse Sebastian e il moto di panico aumentava.

“Cosa??”

“Sì, e non sapevamo neanche che tu avessi un’amnesia. Sam non ci aveva detto niente!!”

“Sam!!” disse Dean arrabbiato.

“M-mi dispiace…io..”

“è tutto a posto!! Non prendertela con lui. Sam pensava di agire per il meglio. Nel tuo interesse. “ disse Sebastian sorridendo, dando una pacca sulla schiena a Dean. “Non avercela con lui. Adesso siamo qui.”

“E.. Sam..prova a tenerci ancora fuori e ti spezziamo le braccine.” Disse Matt sorridendo.

“Che cosa hai detto??” chiese Dean arrabbiato.

“Ehi, è tutto a posto. È il modo di scherzare di Matt, non è un mafioso, tranquillo!” disse Sebastian, tranquillizzandolo.

“Non mi piace!” disse Dean.

“Non piace a nessuno, ma è il suo modo. Lo ricorderesti, se..ehm..ma davvero non ricordi neanche di noi?”

“Io…a dire la verità, avete delle facce famigliari. Ma…” si girò verso Sam. “Davvero sono anche miei amici?”

“Sì.” Disse Sam vergognandosi di avergli mentito.

“Ok, che cosa ne dite adesso di passare una giornata insieme? E Sam, non prendertela con Bobby. L’abbiamo praticamente obbligato a dirci tutto e non poteva neanche avvisarti.” Disse Sebastian fischiettando.
 
Matt fece vedere il telefonino che teneva in mano.

“Gli avete rubato il cellulare??” Dean sembrava nel complesso, spaventato e ammirato.

“Ragazzi, a volte mi spaventate.” Disse Sam.

“A volte ci spaventiamo da soli.” Disse Matt ridendo.
 
 
 
 
*

Dean e Sam andarono a sedersi nella macchina di Sebastian, ma erano in troppi per quella.

“Oh, credo che tu dovrai sederti in braccio a Dean, non credo ti dispiacerà, vero Sam?” gli disse Matt, con un sorriso.

Sam gli lanciò uno sguardo irato, mentre Dean si sentiva confuso.
 
 
 
 
*

Dopo esser passati da Bobby a restituirgli il cellulare - e essersi sorbiti le sue grida - andarono a casa di Matt e lì la tensione sembrò calare. La casa di Matt era una casa davvero carina, con le tende gialle e un arredamento un po’ Kitsch.

Dava una sensazione di benessere.

“Credo mi piaccia questo stile. Come si chiama?” chiese Dean.

“Kitsch.” Disse Matt ridacchiando, porgendogli una fetta di torta ai frutti di bosco e una tazza di tè. “Se vuoi ti faccio vedere il giardino. È ancora meglio!”

Dean si volse a guardare Sam, radioso. “Credo che mi piaccia questo ragazzo.”

“Piace a tutti, dopo la prima impressione.” Ridacchiò Sam.

“Sam..” disse Sebastian, invitandolo a seguirlo.
 
 

Andarono in camera di Sebastian, sicuri di non essere seguiti e quest’ultimo disse:

“Ascolta, ci dispiace di essere venuti fino a qui.”

“Puoi dirlo forte.”

“Ma eravamo molto preoccupati. Abbiamo chiesto ai vostri genitori dov’eravate finiti e hanno fatto delle facce che era tutto un programma , senza volerci dire niente. Abbiamo pensato che vi avessero..insomma..hai capito, no? Scoperti.”

“Vi ho mandato un messaggio, vi ho detto che eravamo a posto, che stavamo bene.”

“Beh, abbiamo voluto sincerarcene di persona, picchiami!” disse Sebastian, sfidandolo.

Sam gli rivolse un sorriso intenerito, poi lo abbracciò.

“Grazie, Seb. Scusatemi se ultimamente sono stato un po’..”

“Coglione?” disse Sebastian. “Non più di Dean all’inizio, quindi tranquillo.”

“Seb..Bobby vi ha detto che Dean..non sa che io sono suo fratello, vero?” gli chiese.

“Sì. Sì. Ci ha raccontato tutto di questa grandiosa messinscena galattica, tranquillo. E sì, terremo la bocca chiusa, ma siamo contrari.”

"C-contrari?”

Sebastian lo guardò con aria esasperata.

“Lo sa anche Matt, Sam. E no, non abbiamo fatto la spia, ma era così evidente che l’ha capito pure lui. Lo sapeva anche se avessimo continuato a smentire l’evidenza, a costo di risultare ridicoli, ma non abbiamo detto altro. Aspetta che sia tu a dire la tua..o la vostra verità.”

“Merda, Sebastian…quante cazzo di persone sanno di noi??”

“Rilassati, tigre. Solo noi tre. Quattro con te. Escluso sempre Dean. “

“Beh, doveva essere solo noi tre, anche prima, accidenti, e ora è venuto a saperlo anche Matt!!”
 
“Sai perché sono venuto a saperlo? Perché voi siete così distratti, proprio come Dean che ho smollato lì al giardino botanico in questo momento.” Disse Matt, ironico.

“Matt..io..senti..”

“Non ti preoccupare, Sam, non devi chiedermi scusa. So che non l’avresti detto neanche a Seb e Cas se non l’avessero scoperto.” Disse Matt.

“Grazie tante, Matt.” lo rimbeccò Seb,

“Ehi, sto cercando di togliere tutto sto imbarazzo e tensione dalla mia casa. Ci tengo all’enegia degli ambienti.” Si giustificò l’altro.

“Beh, credo che dovremmo raggiungere Dean. Se lo lasciamo troppo tempo da solo con Castiel, potrebbe pensare male.” ridacchiò Sebastian.

“Povero Cas, ridotto a fare il lampione.” Disse Matt.

“E comunque lo sa anche Bobby, no? Quindi la lista si allunga.” Disse Sebastian d’un tratto.
 
Sam si paralizzò, rendendosi conto che in effetti aveva ragione.

Matt mise le braccia incrociate. “I tuoi amici no, ma tuo zio sì? Ora sono profondamente offeso.”

“Non è stata una mia idea..l’ha..”

“Capito da solo?” chiese Matt. “Come il sottoscritto?” infierì.

“Io..io non lo so!! Credo! Sentite, adesso basta. Voglio tornare da..da Dean!”
 
“Sam aspetta.” Disse Matt. “Tu dovresti dirglielo.”

“Benvenuto anche tu nella lista. Vuoi fare il tifo insieme a Bobby?” chiese Sam.

“Matt ha ragione, Sam. E se sentirai anche Cas, ti dirà la stessa cosa. Se continui con questa farsa, lo perderai. Cosa pensi che succederà se riacquistasse la memoria? Pensi che gli farebbe piacere sapere che gli hai mentito?”

“Alla fine scoprirà che è tuo fratello, Sam. E ti odierà per non averglielo detto.” Disse Matt.

Sam sospirò. “Lo so, lo so che devo dirglielo. È che mi sento così male. Quando è cominciata tra noi, è stato Dean a..insomma..a farmi capire che..mi voleva..” disse a bassissima voce, quasi un sussurro.

“Non devi vergognarti con noi, Sam.” disse Sebastian.

“Io non ho dovuto prendere nessuna decisione..voglio dire..è chiaro che fossi d’accordo..ma lui è sempre stato..quello forte, sicuro, quello che proteggeva me, quello che mi rassicurava. E ora che sono io a dover fare la parte del fratello maggiore, mi sento..sgretolare. Non ho Dean a rassicurarmi che continuerà ad amarmi, qualsiasi cosa io sceglierò. Capite?” disse Sam e non potè fare a meno di lasciar scivolare delle lacrime sulle sue guance.

“Sam..” sussurrò Matt.

“Quando gli dirò che siamo fratelli, mi odierà e..se non riacquistasse più la memoria, dovrò rassegnarmi a vivere anche senza il suo amore. E dopo averlo provato, io non sono sicuro che ce la posso fare.” Disse singhiozzando., finendo seduto per terra ai piedi del letto.

“Che cosa sta succedendo?” chiese Castiel.

“Cas, Sam ha..una piccola crisi.” Disse Matt.

“Uscite. Sto io con lui.” Disse Cas, entrando nella stanza.

“Ma..”
 
Ma Cas, senza aspettare una risposta , si inginocchiò lui stesso al livello di altezza di Sam e andò ad abbracciarlo forte.

I due amici guardarono Cas  e Sam abbracciati forte.Sembravano così teneri e ancora così piccoli, stretti in quell’abbraccio e la forza non solo del legame tra loro due, ma di tutti e quattro, sembrò esplodere e allo stesso tempo implodere come un tornado o forse come una piccola esplosione che conteneva dentro milioni di stelle.

Li lasciarono soli. Castiel non diceva una parola, ma si limitava a tenerlo abbracciato stretto e Sam non mollava la presa. Adorava Seb e Matt, erano fantastici, ma Castiel aveva quella dolcezza e sensibilità che amava tanto in lui.
 
 
 
Stava arrivando anche Dean, era pericolosamente vicino alla porta e Sebastian lo notò appena in tempo.

“Ehi, ehi, ehi, dove stai andando?” gli chiese, prendendolo sottobraccio e accompagnandolo a scendere le scale.

“A me sembra di aver visto..era Sam quello per terra?? Stava piangendo? Perché?

“Non è una cosa di cui devi preoccuparti. Ci sta pensando Cas. Ehi, Dean!!” disse ancora, perché Dean aveva dato segni di voler risalire in uno scatto frettoloso.

“Pensi che me ne possa star fermo qui a fare finta di niente??” si arrabbiò Dean. “Perché cazzo sta piangendo??”

“Sam, ha avuto una piccola crisi. Niente di serio, te l’ho detto. Altrimenti ti avremmo chiamato.”

“Voglio che sia lui a dirmelo.”

“Fidati, lo agiteresti ancor di più. Se avesse voluto farsi vedere da te, ti avrebbe chiamato. Perché pensi che sia andato di sopra?”
 
Era la cosa giusta da dire, infatti Dean sembrò calmarsi, ma ora era triste.

“Sta così per colpa mia, non è vero? Perché non sa come gestire la mia amnesia. Mi sento così in colpa. Vorrei solo dirgli..che mi dispiace.”
 
 
 
 
 
 
*

Passò una buona mezz’oretta e Sam scese in compagnia di Cas. Sembrava essersi calmato ed era anche tornato a essere allegro e affettuoso con Dean, che di riflesso tornò ad essere allegro pure lui, nonostante il turbamento di sapere che aveva pianto. Durante il giorno, il gruppetto di amici si mise a fare un torneo di playstation e poi una bella merenda a base di nutella.

Erano tutti intorno al tavolo della cucina, che era in comunione con il salotto e Dean aveva insistito per far sedere Sam in braccio a lui.

Matt, Sebastian e Castiel, si scambiavano occhiate in tralice. Dean si stava comportando in modo un po’ troppo affettuoso e intimo con Sam.
 
 
 
 
*

Dopo la merenda, Dean prese da parte Sebastian e gli chiese di andare un attimo in cucina a parlare da soli.
 
“Sebastian, a quanto credo di aver capito – e dalle mie sensazioni – siamo ottimi amici. Tu sei un ottimo amico , quindi non ci girerei intorno.” Disse.

“Che è quello che farei io. Avanti, Dean, spara.” Disse l’altro.

Io e Sam abbiamo una storia?”
 
Questo, proprio Sebastian non se l’aspettava. Rimase impietrito, con la bocca spalancata e gli occhi vitrei.

“A giudicare dalla tua espressione, credo di aver fatto centro.”

“Come…come mai ti salta in mente un’idea del genere?”

“Mi salta in mente, perché il comportamento di Sam è troppo coinvolto con me, per essere quello di una pura amicizia, troppo, attento, premuroso..e..oggi ha pianto per me, non è vero?Perchè SE l'ha fatto..beh, è un'amicizia davvero, davvero PROFONDA.”

“Sebastian stette zitto.

“Seb, ti sto implorando, amico. Dimmi almeno se io e lui abbiamo una storia, o se è tipo una sorta di cosa a senso unico. Ormai ho capito che sono io a causargli sofferenza. Mi manca solo un unico tassello. Devo capire se sta di merda perché è innamorato di me e io l’ho respinto, se è innamorato di me e io sono l’idiota che nemmeno lo sa, neanche da prima, o se io e lui..stiamo insieme. Sai, a seconda delle diverse teorie, aumenta la gravità del caso.”

“Tu quale credi possa essere la teoria peggiore?”

“Cos’è, una specie di indovinello? Non ho voglia di giocare! Stiamo parlando di Sam! Ci tengo molto a lui e non voglio farlo soffrire, quindi dimmi..”

“Quanto, Dean, quanto  ci tieni?”
 
Dean restò basito.

“Io..io..”

“Lo sai, hai ragione, c’è qualcosa di non detto tra voi, ma..non posso dirti cos’è, gliel’ho promesso e io mantengo le promesse. Devi guardarti dentro tu, Dean, devi capire tu quanto tieni a Sam e forse troverai le risposte che cerchi dentro di te. Forse così riuscirai a ricordare.”

“Seb..aspetta..così mi confondi ancor di più…Seb!!
 
















Note dell'autrice: 

se volete capire cosa si intende per Kitsch e in particolare volete avere un'idea del giardino "botanico" di Matt:

https://www.google.it/search?newwindow=1&biw=1366&bih=648&tbm=isch&sa=1&q=cosa+vuol+dire+kitsch&oq=cosa+vuol+dire+kitch&gs_l=psy-ab.1.1.0i24k1j0i10i24k1.27985.33956.0.36685.20.20.0.0.0.0.211.2311.0j15j1.16.0....0...1.1.64.psy-ab..4.16.2306...0j0i67k1.rmz3Ln9wKRw#imgrc=nlPFJmCjkLaqYM:

per il resto, Dean ora pensa che lui e Sam hanno una storia e non è molto lontano dalla verità!! Pensavate che fosse un tontarello eh? ahhah

il prossimo capitolo sarà ancora più interessante!!

Ritorna all'indice


Capitolo 51
*** Come due fidanzatini - seconda parte ***


Era domenica. Era passata una settimana esatta da quando Dean aveva perso la memoria e quella sera, Lui e Sam erano al cinema a vedere un film di supereroi.

Durante il film, Sam notò con un sussulto, che Dean gli posò una mano sul ginocchio. Non sapeva cosa dire. Gli sembrava di essere tornato indietro ai tempi dell'inizio della loro storia.

Sam si chiese se fosse per caso una appuntamento romantico e in effetti sembrava così. Forse le cose stavano sfuggendo di mano. Sam non poteva permettere che Dean si innamorasse di lui, non sapendo che era suo fratello. Non glielo avrebbe perdonato mai e in ogni caso era troppo scorretto nei suoi confronti, decise così che gli avrebbe detto tutto. Quella farsa dell’amico di buon cuore era durata anche troppo.
 
All’uscita del cinema, però,non aveva ancora trovato il coraggio. Si chiese se sarebbe stato meglio farlo subito o a casa , o aspettare l’indomani mattina, per non rovinare il sonno ad entrambi.
 
 


“Allora, Sammy, che ne dici se la facciamo finita con questa farsa?” sembrò anticiparlo,Dean.

“F-farsa? Che cosa vuoi dire?” chiese Sam, impaurito, tremando. Non sapeva se per la paura, o per la notte gelida.

“Lo sai benissimo. Che cosa ti sembra questo, Sammy?” chiese Dean, indicando il cinema.

Sam lo guardò di sbieco. “A me sembra che siamo venuti al cinema, a guardare un film di supereroi, Dean.”

“Davvero? Perché a me sembra che siamo usciti fuori per un appuntamento romantico.” Disse Dean ironico.

Sam sentì il cuore accelerargli, ma si impose di restare calmo.

“Non capisco perché mi ci hai portato allora. Non eri costretto a farlo!” disse, fingendosi offeso, ma Dean lo bloccò per un braccio.

“Pensi che io sia un idiota, vero? Pensavi che non lo avrei capito?”

“Lasciami il braccio!”

“Bobby ti ha detto che devi farmi sapere qualcosa e che lo devi fare per amore mio, Sam, sì vi ho sentiti quel giorno! Non fai altro che starmi appiccicato e fare il mio angelo custode, notte e giorno. Ti preoccupi per me, giochiamo al viale dei ricordi insieme, mi prepari le torte, piangi per me! Non ce li hai dei genitori, una famiglia dove andare?? Chi te lo fa fare di fare tanti sacrifici per un tuo amico??”

“Lasciami andare!!!”

“Lo sai, avevo due ipotesi. La prima è che tu fossi mio fratello minore..” disse, mentre Sam spalancava gli occhi, mentre Dean lo spingeva contro il muro. “La seconda, beh, la seconda è che, flash news, io e te abbiamo una storia. E sono molto curioso di capire quale teoria vince. Lo voglio davvero tanto.” Disse Dean, parlandogli ad un soffio dalle labbra.

“Dean..” sussurrò Sam.

“Forse, dopotutto, visto che tu non vuoi parlare, dovrò constatare di persona.” Disse Dean mellifluo, socchiudendo gli occhi.
 


“Lascia andare subito tuo fratello!!” gridò una voce maschile.
La voce di suo padre!
 
Dean guardò Sam sbalordito. Deglutì, mentre i suoi occhi si spalancavano come se stesse vedendo un fantasma.
“Dean..mi dispiace..” disse Sam piagnucolando, ma cercando di non piangere. Non ancora. Non davanti a loro.
 
Mentre i genitori stavano per avvicinarsi a loro, Dean si volse di nuovo verso Sam, da cui non si era minimamente mosso e gli sussurrò:

“Mio fratello. Ma certo.” Disse annuendo, guardandolo negli occhi, sorridendo.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 52
*** Dimmi la verità! ***


Quando i genitori si avvicinarono ai due, Dean li squadrò con sospetto.

“John, resta calmo, per favore.” Lo implorò Mary.

“Che cosa sta succedendo, qui?” chiese John, con sospetto, guardandoli. Sam capì all’istante che il loro padre era indeciso se fosse o no qualcosa di sconveniente.

“Non sono affari che ti riguardano, papà.” Disse Sam, sottolineando l’ultima parola, per far capire a suo fratello, chi aveva di fronte.

John guardò Sam duramente.

“Bobby non ti ha raddrizzato per niente, vedo.”

Sam guardò in basso, vergognandosi di essere umiliato così. Dean sorprendentemente intervenne.

“Sam è stato l’unico in questa lunga settimana a cercare di raddrizzare la testa del sottoscritto, perciò rivolgiti ancora a lui in questo modo e sarà l’ultima volta che parlerai con tutti e due.”
 
Sam lo guardò sbalordito. Dean si ergeva altezzoso con suo padre, per prendere le sue difese.

“Quindi è vero..è vero che hai..un’amnesia?” chiese Mary con voce soffocata.

“Sì. Ma è complicato da spiegare.” Disse Dean.

John sembrò prendere fiato, cercando di non scoppiare, poi sbottò, rivolgendosi a Sam

Sam, per l’amor del cielo, come hai potuto non dirci niente? Cosa ti dice la testa?”
 
 

Dean si volse verso suo fratello e lo vide seriamente in difficoltà.

“Mi…mi dispiace.” Disse solo.

“Sam, perché?? Perché non dirci niente??” riprese Mary.

Perché gliel’ho chiesto io.” Disse inaspettatamente Dean.
 
Si voltarono tutti e tre verso Dean. Compreso Sam. Erano tutti stupefatti.
 
“Sì. Sam non c’entra. Sono stato io a dire a Sam che non volevo parlarvi, non volevo neanche vedervi.” Disse Dean.

Mary si era coperta la bocca con le mani, John disse un freddo: “Perché?”

“Perché la mia memoria è uno schifo ora come ora, ma non è completamente ridotta in poltiglia. Credo di aver dimenticato semplicemente la gran parte di quello che mi è successo nell’ultimo anno.”

Sam lo guardava a bocca aperta. Stava mentendo. Stava mentendo per lui

“Chiesi a Sam perché avevo deciso di raggiungerlo da Bobby, perché entrambi avevamo deciso di allontanarci da casa. Lui non parlò. Non mi disse il motivo. Tutte le sue preoccupazioni erano solo ridotte a farmi stare e sentire bene, a coccolarmi, a viziarmi. Si è offerto di riaccompagnarmi a casa, da voi, ma lui non sarebbe tornato. È stato lì che ho compreso che qualsiasi cosa fosse successa, era per lui, non è vero? Non volevate più mio fratello a casa. L’avevate mandato via.”

“Dean..noi..non è andata proprio così.” Disse John.

“E com’è che è andata, sentiamo? Io ho un buco di un intero anno, ma ricordo bene quanto io e Sam eravamo legati. Ora, io credo fosse una litigata seria, per costringere Sam praticamente ad andarsene via di casa, non è vero? E costringere me a rincorrerlo. Perché non voglio pensare che dei genitori, vogliono separare dei fratelli senza motivo, giusto? Ci deve essere un altro motivo!” disse Dean sfidandoli .
 
John e Mary sembravano in grande conflitto. Se dire o non dire la verità. Si capiva che non volevano farlo, perché avrebbe significato che Dean li avrebbe odiati ancora di più se scopriva che davvero volevano separarlo da Sam.

Sam allora intervenne per scongiurare una catastrofe.

“Dean..basta. Non ha più senso parlarne. E poi non è colpa loro. Sono stato io ad andarmene di casa.”

Dean lo guardò socchiudendo gli occhi. “Davvero?”

“Sì..” disse Sam facendosi forza. “I litigi erano diventati insostenibili. Per questo me ne sono andato via. Loro non hanno fatto niente per fermarmi, è vero, ma neanche mi hanno mandato via. È stato solo colpa mia, Dean. È stata solo colpa mia se tu hai avuto l’incidente. Se non fossi venuto da me quella notte, se non avessi guidato di notte, non sarebbe successo. È con me che devi prendertela. E non è successo niente di segreto, Dean, solo..litigate. Litigate che sono peggiorate nel corso di quest’anno. Io volevo diventare più indipendente e sono diventato più arrogante, non accorgendomi che certe volte..passavo il limite.”
 
Dean si volse a guardare John e Mary che sospiravano a fatica.

“Va bene, direi che può bastare.”

Sam sospirò. “Allora adesso andiamo.” Disse Sam, andando alla macchina, ancora respirando a fatica.

Dean oltrepassò i propri genitori, sussurrando vicino a loro:

“Avete un bravo figlio.” Disse, chiaramente riferito a Sam e alle cose che non aveva voluto dire.
 
 
 
 
 
*

“Lasciami pure nell’altra casa di Bobby.” Disse Sam pianissimo, mentre Dean continuava a guidare.

“Scusa?” disse secco Dean.

Sam sospirò. “Credo che tu non mi voglia nella stessa casa con te stanotte.” Disse San triste.

Dean non disse niente, Restò zitto e continuò a guidare.

Fece come ordinato da Sam e a quest’ultimo gli prese una stretta al cuore. Dentro di sé sperava che Dean avrebbe almeno un po’ protestato.

Lo fece scendere, ma scese anche lui.
 
“Vuoi..picchiami?” chiese intimorito.

Dean sospirò e disse calmo. “Basta dire cazzate, Sam. Me ne hai raccontare già un mucchio in questa settimana, non credi? Basta.” Disse in un tono così calmo e che ferì ancora di più Sam. sembrava rassegnato.

“Mi dispiace. Sparisco subito.” disse, facendo per andarsene.

“No, Sam. io ti ho portato qui per parlare.” Disse l’altro, con le braccia conserte.

Sam lo guardò sbalordito. “Vuoi..ancora parlare con me, dopo..stanotte?”

“Sì. Non pensare di cavartela così. Mi devi delle spiegazioni, quindi comincia col dire perché non mi hai detto di essere mio fratello.”

Sam cercò di parlare ma dalla sua bocca non ne usciva alcun suono.

“Okay, allora per incoraggiarti, comincerò a dirti come lo sospettavo. Oh, non ne avevo la certezza, ma dal tuo attaccamento nei miei confronti, avevo capito che dovevi essere o mio fratello o un mio amante, addirittura mi ero convinto che ero scappato via dai miei perché mamma e papà non volevano accettare la nostra “relazione”. Disse Dean etichettando con le mani.

Sam rabbrividì. Dean ci aveva proprio azzeccato in pieno.

“Quindi la teoria del fratellino era stata accantonata e proprio quando io..oh, lascia perdere…insomma, sul più bello, vengo a scoprire che sei DAVVERO il mio fratellino. Ora, non pensi che fosse una cosa così importante da dovermi riferire o cosa?”

“Perdonami, Dean. Il medico mi aveva consigliato di non dirtelo.” Disse Sam di getto.

“Che cosa??”

“Aveva pensato che dal momento che tu avevi dimenticato solo me e quello che rappresentavo, tu dovessi risolvere il trauma da solo. Se te l’avessi detto..non sarebbe stata una cosa naturale. Il tuo cervello non si sarebbe sforzato di recuperare i ricordi che avevi perso, se ti fosse stato detto subito da qualcun altro, chi ero io in realtà.”

“Questa..questa è una stronzata. Dimmi che razza di medico è, perché lo vado a prendere.”

E Sam era perfettamente d’accordo con Dean, ma era anche la verità.

“Dean, non prendertela con lui. È stata colpa mia, avrei dovuto dirti da subito la verità, non avrei dovuto ascoltarlo.”

“Era anche un tuo desiderio, Sam? O solo un’idea del dottore?”

“C-che cosa?”

 “Perché?? Perché non volevi che io lo sapessi?? Ti ho fatto forse qualcosa di male o tu l’hai fatto a me? Io..”

“Dean, non mi hai fatto e non ti ho fatto niente di male, credimi!!”

“Vorrei farlo, ma allora perché non vuoi dirmi perché io e te siamo scappati da mamma e papà?”

Sam stette zitto. Gli tremava il labbro.
 
Dean si avvicinò quindi a lui.

“Sammy, mi stai facendo preoccupare molto, quindi scegli: o decidi di dirmi tu anche solo una piccola parte di verità, oppure vado da loro e me lo faccio dire. Scegli.” Disse, tirandogli su il mento. “Non credo di essere una persona aggressiva ma se ho anche solo il dubbio che abbiano alzato un dito su di te..”

“Non volevano che noi stessimo insieme!!” lo gridò Sam, così forte che sembrò rimbombare nel cielo blu notte. 

Ritorna all'indice


Capitolo 53
*** Accorgersi di esserne contento ***


Dean rimase a fissarlo, mentre Sam ansimava, cercando di riprendersi. Sam si rese conto di quello che aveva appena detto e cercò di rimediare.

“Pensavano..che il nostro fosse un rapporto troppo morboso, che io fossi troppo codipendente da te. Stai diventando un mollaccione, ti rivolgi a Dean per qualsiasi cosa, stai crescendo debole. Questo mi dicevano. Volevano che io uscissi con delle ragazze, che facessi l’avvocato..che avessi un grande futuro, ma ai loro occhi stavo diventando sempre più svogliato e tu eri sempre protettivo con me…mi coccolavi..e litigavi con loro per me…hanno cominciato a pensare che avessi una cattiva influenza su di te, o che ce l'avessi te su di me. Hanno quindi pensato che un po’ di tempo lontani, avrebbe fatto bene a tutti e due.”

“Io…non posso crederci..”

“Ma io..stavo male qui da Bobby. Nel senso..Bobby è grandioso. È fantastico, ma mi mancavi. Mi sentivo solo.” Disse Sam piangendo.
 
 
Dean sentì di avere gli occhi lucidi e si mosse ad abbracciarlo.


“Perché non me l’hai detto, Sammy?”

Ora Sam stava singhiozzando contro la sua spalla.

“Perché tu non ricordi.” Ammise Sam, omettendo di approfondire la cosa. “Avevo paura che se ti avessi detto che mamma e papà volevano che stessimo lontani, tu avresti pensato..che dovevano avere i loro motivi, che era giusto che mi stessi lontano.” Disse Sam, piangendo ancora.

Dean scosse la testa.

“Sam..da quanto mi hai detto..non ti ho abbandonato allora e non lo farò di certo ora. Né mai. Che si fottano i nostri genitori, ok? Io ti resterò sempre accanto.”lo rincuorò Dean, stringendolo forte.

E a Sam sembrò di ritrovare suo fratello.

Suo fratello davvero.

E non era poi così male.
 
 
 
 
 
 
 
*

Dean si era sdraiato nel lettone matrimoniale dell’altra casa di Bobby. Aveva intenzione di dormire lì, quella notte. Sam entrò in camera, cautelamente e lo trovò ancora lì.

Sorrise, Suo fratello era così ostinato.

“Dormi?” gli chiese.

“Vuoi mandarmi via?” gli chiese, mugugnando, a occhi chiusi.

Sam fece di no con la testa. “Sei tu che dovresti volere che me ne vada, dopo..dopo stanotte.”

“E perché mai?”

“Ti ho mentito, Dean.”

“Avrai avuto le tue buone ragioni..”

“Ma..”

“Sammy, l’affetto che ho visto nei miei confronti..è sincero. Mi importa solo di quello. Solo quello è importante. Le bugie non mi importano.”

Sam si stava quasi per commuovere.

“In fondo..posso capirti. Costretto a fare tu il fratello più grande. Deve essere dura per te. Vorrei poterti ridare il fratello che ricordi. “

“Non l’ho mai perso..” sussurrò Sam con gli occhi lucidi.

Ci fu un attimo di silenzio che seguirono queste parole.
 
“Sai..adesso sarebbe un ottimo momento per prendere l’iniziativa una volta e abbracciarmi..” disse Dean, mugugnando.
 

Sam ebbe un flash improvviso.

E prendila una iniziativa una volta, Sammy. Coraggio. Baciami, spingimi sul letto, contro il muro. Lo provocava Dean.
 

Sam andò da lui, si arrampicò sul letto. Dean era girato su un fianco e Sam si girò di riflesso, rivolto verso di lui e poi  lo abbracciò, facendo collimare i loro petti insieme e posando la sua testa sulla sua spalla.

I fratelli furono invasi da un miscuglio di odori che potrebbero definire: profumo d’amore. Forse per via della tenerezza che sentivano, era come avvertire il profumo dolce del pulito, dei capi appena lavati, il profumo dolce di un orsacchiotto gigante appena comprato. La freschezza della primavera e dei fiori.

Mentre Dean aveva preso ad accarezzare i capelli di Sam, gli disse:

“Mi piace…sono contento che tu sia mio fratello. è strano, perché in fondo non abbiamo scelta, ma sento che se ce l’avessi, sceglierei te, come mio fratello..”

Sam aveva le lacrime agli occhi ed era d’accordo. Era d’accordo perfettamente ed era così bello sentirselo dire.

Aveva passato così tanto tempo a negarlo, quasi a disconoscerlo come fratello, che ora era così strano, ma anche bello, accorgersi di esserne contento.
 
 















 Note dell'autrice: 

spero di essermi fatta perdonare il cliffangher dello scorso episodio e spero mi abbiate perdonato lo scherzetto ahha xd mi spiace ma non è ancora giunta l'ora che Dean sappia tutto xd vi confesso una chicca: sono stata indecisa fino all'ultimo se farli baciare o no nel letto xd ero lì lì giuro! Poi alla fine ho scelto di no.. Il perchè? Perchè altrimenti non ci sarebbe stata questa meravigliosa scena finale, pregna di un amore puro. Quell'amore puro che piace a me. Io sono la loro prima shipper, lo sapete, ma sono anche una romantica inguaribile e semplicemente questa scena la vedo bellissima così, senza baci o altro :D infatti oltre  a raccontare dei due fratelli insieme, a me preme di più far arrivare il loro grande amore, quasi trascendentale :D 

e dopo tante parole così altusonanti, vi slauto :D 

cercherò di aggiornare presto "il sangue della catena" <3 

Ritorna all'indice


Capitolo 54
*** Tensione sessuale ***


Pov Sam.



È strano. Dopo la notte scorsa, mi sembra che Dean mi guardi in maniera diversa. Temevo che l’avrebbe fatto e infatti lo fa, ma non nel modo che pensavo, non nel modo che io temevo. Io temevo che avrebbe smesso del tutto di guardarmi, invece non fa altro da quando si è svegliato.

Mi guarda, mi scruta..con aria quasi…affamata! Pensava Sam, bevendo il suo caffelatte dalla tazza.
 
 
 
*

“Magari ti guarda in quel modo perché gli hai detto che è tuo fratello, quindi sta cercando di ricordarsi come era con te da fratello.” diceva Castiel, mangiando il suo cheeseburger.

“Mmm..” diceva Sam, mangiando il suo.

“Non sembri contento della mia teoria. Ne hai in mente un’altra?” gli chiese Castiel, sorridendo malizioso.

“Cas, ma solo a quello pensi?” sbuffò Sam, infastidito.

“E dai, un penny per i tuoi pensieri, amico. I tuoi veri pensieri.”

“Fa così tanto anni cinquanta.”

“Ok, niente penny. Facciamo che tu ammetti che ti stai vestendo da fighetto per far colpo su tuo fratello e io ti dico un mio segreto.”

“Sei serio?” chiese Sam.

“Sì.”

Sam si leccò le labbra. “Ok..lo faccio per lui. Metto apposta le cose che gli piaceva vedermi indosso, anche se lui non può ricordarlo.”

In effetti ultimamente Sam stava facendo spese folli di jeans e camicette e magliette attillate per farsi vedere da Dean, che basito, gli chiedeva il come mai un simile cambio di look.

Castiel fu soddisfatto della sua risposta.

“Ok, ora spara tu invece. Quale segreto può mai avere un angioletto come te?” chiese Sam.

“Sto con Sebastian.” Disse Castiel d’un tratto, facendo quasi strozzare Sam, che non se lo aspettava.

“Ehi, Sam, riprenditi. “ ridacchiò Castiel, mentre Sam continuava a tossire.

“Quindi tu…”

“Sto con Sebastian. Siamo fidanzati. Siamo innamorati. Ci amiamo.” Disse Castiel, felice.

Sam lo guardò, felice, di riflesso. Era davvero molto contento, visto che erano due suoi cari amici.
 
"Quel cheesburger è per Dean?" chiese Castiel, notando un pacchettino sul tavolo. "Sì." sorrise Sam.  
 
 
 
 
 
*

“Mi dispiace Dean, ma non puoi averli.” Disse Sam un giorno, sorridendo.

“Che cosa?” chiese Dean, preso alla sprovvista, sul divano.

“stai guardando i jeans che indosso, vero? Non puoi averli, credo ti andrebbero piccoli.” Disse Sam con noncuranza.

“Io…io non stavo guardando i jeans..”

“E allora..che cosa guardavi?” chiese Sam, alzandosi, dopo aver speso una quantità di tempo innaturale per pulire lo scaffale che teneva la televisione.

Dean deglutì. “N-niente.”
 
 
 
 
*

“Ho un po’ timore a chiedertelo..” disse Dean, mentre camminavano insieme, di ritorno dal supermercato.”

“Puoi chiedermi quello che vuoi..” disse Sam, fingendo indifferenza.

“Non so come puoi prenderla..ricordati solo che io sono tuo fratello qualsiasi cosa ti dirò..o chiederò..”

A Sam il cuore battè più furiosamente, dopo quella frase. “Ma certo. Dean..”

“Allora…Sam..tu credi che io..sia gay?” disse e a Sam quasi caddero le borse che teneva in mano.

“P-perché mi fai questa domanda? Ti piace un ragazzo?” gli chiese, sperando che nessuno ci avesse provato con lui.

“No, sono solo..sensazioni. Mi sono accorto di trovare carini..alcuni ragazzi. Ecco. Puoi dirmi se prima dell’incidente..io..ti abbia fatto qualche confessione o…”

“Io credo che…ti piacciano, sì.” Disse Sam timido.

“Mmm..ok..e questo lo deduci perché io..ti ho detto qualcosa?”

Sam non ce la faceva più a mentire.

“Va bene..ti sei..confidato con me..e hai trovato il coraggio di farlo, perché…io sono stato il primo a rivelarti che mi piacevano i ragazzi. Dopo un po’, hai capito che anche a te…piacevano.” Balbettò Sam.

Dean era sconvolto sopra ogni limite.

“Wow, questo è…una cosa grande da digerire. Io non..non capisco. Perché quando ci siamo conosciuti, hai detto che eravamo etero al cento per cento?”

“Perché non volevo spaventarti..non potevo dirti che eri mio fratello e..e tu stavi cominciando a pensare che noi..” Sam stava arrossendo.

“Oh….ohhhh…”

Sam si voltò per non guardarlo.

“Aspetta…aspetta solo un secondo…non sarà per questo che…abbiamo litigato con mamma e papà? Loro l’hanno scoperto? E hanno pensato che io ti influenzassi o che tu influenzassi me e quindi ti hanno mandato qui, lontano da me..”

Sam sospirò forte. Quella faccenda lo avrebbe fatto impazzire prima o poi e Dean si stava avvicinando sempre di più alla verità.

“Una…una specie..” disse Sam, senza guardarlo.

Dean andò da Sam e lo costrinse a guardarlo.

“A quanto pare siamo più simili di quanto pensavo. E solo uniti, sappiamo chi siamo.”

“Dean…”

Dean lo abbracciò. Non era un abbraccio tenero, ma bisognoso, possessivo, viscerale Come due ancore che cercando di restare a galla, unendosi insieme.

 
 
 
 
*

Dean e Sam si trovavano a casa di Sebastian. Sam si trovava in corridoio e si stava sistemando del gel sui capelli. Stava spendendo un mucchio di tempo in quell’operazione, sotto lo sguardo attento di Dean, che dietro di lui, lo osservava, senza staccargli gli occhi di dosso.

Sebastian, Matt e Castiel, si msiero a parlottare tra di loro, per creare una strategia, prima che fosse troppo tardi.
 
Qualche minuto più tardi, Sebastian con il suo solito tatto da elefante, fece in modo di passare proprio in quel momento nello stesso corridoio e siccome il corridoio era troppo stretto per lasciare che ci stessero comodamente tre persone per fila, Dean si trovò schiacciato contro Sam, mentre Sebastian con tutta la calma del mondo, sembrava intenzionato a passare per forza, anche se il corridoio era stretto.

“Sebastian!!” gemette Sam, sentendosi schiacciato, mentre Dean era troppo scioccato per dire qualsiasi cosa.

“Non posso aspettare che voi qui la finiate di fare le principesse, davanti allo specchio.” Disse Sebastian divertito.
 
Sam si ritrovò con il membro di Dean, schiacciato, che premeva contro il suo culo e gli sembrò addirittura che fosse anche..eretto!

Sentiva Dean dietro di lui, immobile. Si chiese se anche lui fosse imbarazzato da morire.

Sebastian poi, riuscì a passare, contento di aver regalato ai due fratelli una strusciatina gratis senza sensi di colpa. In fondo era colpa dell’amico idiota no?

A che servono gli amici se non ad aiutarsi l’un l’altro??
 
 
Appena Sebastian li lasciò liberi, Sam si mosse per scappare in bagno, ma Dean, più furbo e più veloce, lo precedette, chiudendogli la porta alle spalle. 

Ritorna all'indice


Capitolo 55
*** I rimorsi di Sam ***


Sam stava cominciando a guardare Dean e a sentirsi in colpa. La consapevolezza di quello che era successo non solo al loro rapporto, ma soprattutto a suo fratello, gli balzò nello stomaco come un pugno, in un’agonia lenta, ma inesorabile e faceva un male cane.

Lo amava troppo per accettare quello che gli era capitato. L’incidente e poi l’amnesia e soprattutto faceva sempre più fatica ad accettare l’inganno che aveva perpetrato a suo fratello. Prima gli aveva fatto credere che fosse solo un amico e poi aveva cercato di allontanarlo dai loro genitori, con l’inganno.

Si sentiva malissimo, quando lo guardava e Dean aveva lo sguardo perso nel vuoto, quando pensava a come dovesse sentirsi senza ricordi di lui, quando pensava che per colpa sua, non poteva stare accanto a mamma e papà.
 
“Dean..” disse Sam, un giorno, andandogli vicino, mentre era seduto sul divano e Dean guardava delle foto di lui con i genitori quando aveva cinque anni, sul telefonino.

“Io..stavo solo..”

“Non nasconderle. Sono belle, Dean.” Disse Sam. “Ti mancano, non è vero?”

“Cosa? Chi? Per niente.”

“Sono stato un grande egoista, Dean. Ti ho allontanato da loro.”

“Sam, ma che diavolo dici? Piantala di dire cazzate. È una mia decisione non vederli.”

“Ti prego, ripensaci.”

“Che cosa??”

“Io..non credo di essere un buon fratello..” disse Sam, dandogli una carezza sulla guancia. Dean chiuse gli occhi a quella carezza.

“Che stai dicendo? Sei fantastico, invece..”

“No..non lo sono..” disse Sam trattenendo a stento le lacrime e cercando di sorridere. “Tu hai bisogno del calore dei nostri genitori. Chiamali, vai a trovarli e stai un po’ con loro. Non è tardi per recuperare.”

“è davvero quello che vuoi?”

“è quello che voglio, Dean.”
 
 
 
 
*

Sam stava piangendo nella soffitta dell’altra casa di Bobby, quando d’un tratto, quest’ultimo, entrò nella soffitta, a sorpresa, trovandolo in lacrime.

“Sam, numi del cielo, che cosa ci fai qui?”

“Che cosa ci fai tu qui..non si può stare mai da soli a piangere a quanto pare..” disse Sam cercando di scherzare.

“Ehi, guarda che questa è l’altra mia casa, stronzetto.”

“Scusa, Bobby.”

“Mpf. Piantala di scusarti.”

“Come sapevi che ero qui?”

“Non lo sapevo. Ho semplicemente tirato a indovinare. Ho sentito Dean fare discorsi strani sull’ipotesi di tentare un dialogo con John e Mary e siccome l’ultima volta è andata un po’ maluccio, visto che mi sono anche messo contro loro, per difendervi..e non è andata molto bene..gli ho detto che è un po’ schizofrenico..ma ho indovinato che dovesse esserci il tuo zampino.” Disse, avvicinandosi a lui.

“Scusami ancora per quello, Bobby..”

Bobby scrollò le spalle.

“Scusatemi voi, invece. Quando John e Mary hanno chiamato imbestialiti, minacciando di chiamare la polizia perché secondo loro gli avevo messo contro i figli, ho dovuto sputare fuori la questione dell’amnesia di Dean e hanno dato di matto. Sono stato costretto, ragazzo. Non volevo tradirvi.”

“Non è colpa tua, Bobby..” disse Sam, tirando su con il naso.

“Ehi, mi vuoi dire che cosa c’è, ragazzo?” chiese Bobby preoccupato.

“Sto facendo i conti con la realtà, Bobby.”
“Eh??”
 
“Con Dean..mi sono comportato in maniera orribile, da perfetto egoista. Io sono una persona orribile.”

“Sam, non dire così..”

“Gli ho mentito un sacco di volte..l’ho ingannato..e l’ho tenuto lontano dai nostri genitori..”

“è stato lui a scegliere di non vederli. Ha scelto te, come ha fatto prima dell’incidente. Ricordi?”

“Non avrei comunque dovuto nascondere a mamma e papà una cosa così..io volevo solo..Dean tutto per me. E così ho fatto solo del male a Dean. Io sono solo suo fratello, ma di questo non me ne rendevo conto perché io volevo essere tutto, per lui. Non capivo che non potevo..sostituire un padre..o una madre. Sono stato così stupido e cattivo.”

“Adesso sei davvero troppo severo con te stesso. Da quando Dean è così, tu non fai altro che riempirlo di attenzioni e di premure.”

“Forse ho creduto solo di fare quello che era meglio per lui..e invece il meglio per lui non è stare con me.”
 
Bobby lo guardò stralunato. “Tu non lo pensi veramente.”

“Pensaci, Bobby. L’incidente. L’amnesia. Ha dimenticato solo me. Solo me. Riesci a capire quanto questo mi addolori?”

“Mi rendo conto, ma..”

“Il destino..il cielo..Dio..ha cercato di darmi dei segnali, di farmi capire delle cose che non ho colto. Volevano farmi capire che ho sbagliato tutto, che ho peccato di arroganza nel voler Dean tutto per me e nel volerlo in modi che un fratello non dovrebbe mai volere. Quello che è successo a Dean è stato tutto per colpa mia. Una punizione per me. Dean ha pagato per colpa mia!!”

“Basta. Basta!!” Bobby lo prese tra le braccia, mentre Sam continuava a singhiozzare.

Io lo amo.” Continuava a singhiozzare Sam. “Ma lui non si ricorderà mai più di me. Di noi. E questo perché io non avrei mai dovuto andare contro natura! Non avrei mai dovuto volerlo in quel modo. Non avrei mai dovuto innamorarmi di lui.”

“Smettila di dire queste cose, figliolo.”
 
Sam sciolse l’abbraccio con Bobby, allontanandosi e cominciando a scendere dalla soffitta.

“Tutta questa sofferenza che io provo, me la merito, perché sono stato arrogante..ma Dean..Dean non merita di soffrire. Non merita più di soffrire per colpa mia. Voglio solo che stia bene.”
 
 
 
Bobby rimase lì nella soffitta ancora per diversi minuti.

Aveva cercato Sam per consolarlo, perché temeva che stesse male, ma non aveva risolto granchè neanche adesso, anzi Sam sembrava stare peggio di quanto osasse immaginare.

Non poteva fare niente, non poteva di certo dire a Dean tutta la verità. Rischiava di provocargli un trauma ben più maggiore.

Dentro di lui sapeva che doveva sentirsi sollevato, da uomo razionale, a vedere Sam convinto finalmente che la loro relazione pericolosa era ormai un capitolo chiuso e che non ne avrebbe fatto parola con  Dean per la sua felicità.

Dentro di lui, però, qualcosa scricchiolava.
Il seme del dubbio.
Veder Sam rompersi in quel modo, vedere l’affezione di Dean a Sam nonostante non si ricordasse di loro..

Gli faceva pensare che quello che diceva Sam, rinunciare a Dean, non era esattamente la felicità. Per nessuno dei due. 

















Note dell'autrice: 

non odiatemi xd essendo questa ff una storia improntata su capitolo autoconclusivi, c'è una certa scaletta da rispettare e questa era una delle tante tappe obbligate xd ma i capitoli non saranno tutti così ^^

oggi sentivo proprio il bisogno di scrivere emozioni forti, spero di esserci riuscita xd

Ritorna all'indice


Capitolo 56
*** Se solo potessi vivere un eterno corteggiamento, con te... ***


Dean aveva ricominciato ad avere dei rapporti con i genitori, che si erano tranquillizzati un po’ e avevano deposto le armi per cercare di riprendere dei rapporti con il figlio e anche con Sam, il quale tuttavia, non aveva ancora voglia di fare pace con loro. L’umiliazione di essersi praticamente fatto cacciare di casa, assieme al fatto che considerava quello che era successo tutta colpa loro,  - Mia, è tutta colpa mia! Se Dean non fosse venuto qui per me….lui non sarebbe…-
 
“Un’altra torta? Cavolo, Sammy, mi vizi troppo, ultimamente. “ diceva Dean.
“Ma va!”
“Come mai sei così gentile con me?” gli chiedeva genuinamente.

“Esageri, come al solito.”

“Sul serio, Sam..stai tutto il giorno in casa..voglio che ti diverta e pensi un po’ anche a te, non solo a me.” insisteva lui.

Questo…è tutta la mia vita. Tu sei tutta la mia vita. erano i pensieri che Sam non osava dire ad alta voce.
 
 
 
 
*

“Pensi che sia una cosa saggia arrendersi così? Se il Dean del passato sapesse cosa stai facendo, ti prenderebbe per le orecchie e ti rinchiuderebbe in una cantina da qui fino all’eternità. Beh, magari fino a quando non gli verrebbe poi voglia..” diceva Matt per stemperare la tensione.

Sam però non aveva nessuna voglia di scherzare.

“Non è divertente.” Diceva. “E comunque io sono del parere invece che capirebbe e mi sarebbe grato per quello che gli sto risparmiando.”

“Da che cosa? Un amore folle e proibito che lo faceva sentire vivo?” chiese Sebastian.

“No.” diceva Sam, guardandolo male. “Da un’umiliazione scaturita da rigetto e disgusto! Siamo fratelli, Sebastian. Nessuno vorrebbe incappare in una situazione del genere. Dean lo voleva e non gli faceva schifo solo perché era innamorato di me e ci è passato sopra, non capisci? Se glielo dico, lui vedrà solo la situazione per quello che è in superficie. Lui non ricorda di essere innamorato di me. Non ne sarà contento, gli farà solo schifo. Perché devo rovinargli la vita, dal momento che tanto non accetterà mai di tornare con me? Almeno se non lo sa, non siamo in due a soffrirne.”

“Tu parti dal presupposto che la prenderà male, Sam, ma magari la prenderà bene! Magari è già innamorato di te e non ha il coraggio di confessartelo!” diceva Castiel.

“Sì, come no. Siamo in una fiction di tre metri sopra il cielo. Queste cose esistono solo nei film..e tu comunque, Sebastian, dobbiamo ancora regolare i conti per lo scherzetto che mi hai tirato l’altro giorno. Strusciarti in quel modo con Dean in corridoio..”

“Ehi, guarda che l’ho fatto per te, stronzetto! Non c’è di che, a proposito !”

“Hai imbarazzato Dean da morire..per non parlare di come mi sono sentito io! Dio, che vergogna.”

“Senti, Sam..se non glielo dici..non potrai mai sapere quello che lui prova davvero per te. Ci sei già passato, ricordi?” chiese Matt.

“Certo e se dovesse invece andare male e io dovessi incasinare tutto, invece? Mi dispiace, ma non posso rischiare, la felicità di Dean è più importante! Non posso rischiare di fargli del male.”

“Tu..sei serio..Sam? Vuoi davvero arrenderti così? Rinunciare a tuo fratello? Non ci crediamo..e noi ne siamo la prova. Ricordi? Il fatto che vi siate confidati con noi. Tu continui a chiedere consigli, a sfogarti. Tu non vuoi arrenderti e queste cose lo dimostrano.” Disse Matt.

Sam sospirò pesantemente.

“Sentite, io vi sono grato per tutto quello che avete fatto per me e anche per Dean. Siete degli amici meravigliosi..ma forse quello che è capitato, vuol essermi da lezione. Non avrei neanche dovuto coinvolgervi. È stato bello finchè è durato, ma adesso…è finita.”
 
 
 
 
 
 
*

Sam faceva il duro perché pensava che se riusciva a convincere loro e Bobby, tutto sarebbe stato più facile. Sarebbe stato più semplice anche per lui, lasciarlo andare. Accettare l’idea.

Anche se non dovessi più ricordarti di me, Dean, io non avrò più nessuno dopo di te.

Non amerò più nessun altro. Tu sei stato l’unico..e anche l’ultimo.

E questa è una promessa. Pensava Sam, mentre lo fissava, guardare la tivù.
 
 
 
 
 
*

“Sono preoccupato per Sam, ragazzi. Sono molto preoccupato.” Disse Dean, un giorno che si trovava ad un pub, assieme a Sebastian, Castiel e Matt.

Sebastian guardò Castiel e Matt che stavano giocando a calcetto e poi guardò Dean.

“Perché?” chiese, dissimulando indifferenza.

“Senti, promettimi di non andarglielo a dire..ma da quando mi ha rivelato che siamo fratelli – o meglio da quando l’ho messo con le spalle al muro per costringerlo a dirmelo – lui è..cambiato. Non so se sia stato un processo che aveva maturato già da tempo o è avvenuto solo in merito a quel giorno, ma lui ha cominciato a distaccarsi da me. Certo, a casa mi riempie sempre di attenzioni, mi fa le torte..ma è..distaccato. a malapena mi guarda. Quasi come se volesse..creare una barriera emozionale tra noi. Lo so, sembra strano da dire, in un rapporto tra fratelli..ma..mi piaceva di più prima, ecco.” Disse Dean, imbarazzato, cercando di non guardare Sebastian.

Sebastian notò che era arrossito. Non poteva fare a meno di pensare che quello che Dean diceva, aveva ben poco di fraterno.

“Ti mancano..certi momenti con lui?” gli chiese.

“Beh..non so..tipo, quando mi portò a casa di Bobby, dopo l’ospedale..abbiamo dormito insieme..in maniera fraterna ovviamente! Ma abbiamo dormito abbracciati..insomma, sciocchezze del genere, ma mi mancano.” Disse Dean sempre più imbarazzato.

“Non sono sciocchezze se per te contano, ma se vuoi sentire Sam più vicino, perché non glielo dici semplicemente?”

“Io non so se..insomma, è imbarazzante da dire..e in più non sono sicuro di come..di com’era il nostro rapporto prima..insomma, qualche flash..mi torna in mente, ma mi sfugge ancora com’eravamo quando stavamo insieme e credo che questa sia la ragione principale del suo allontanamento. Lui non riesce a perdonarmi di questo e io mi sento così in colpa. Vorrei potergli restituire il fratello che aveva..” disse Dean.

Sebastian notò che Cas e Matt ascoltavano poco distanti, dissimulando indifferenza. Notò anche che Dean non era tanto a suo agio, a parlare in un pub pieno di gente. Non riusciva ad aprirsi più di tanto.

“Senti, Dean..perchè non andiamo a fare una passeggiata? Parleremo meglio, venite anche voi, ragazzi.”

Dean accettò. Dentro di sé sentiva che dovevano parlare con lui di qualcosa di importante che riguardava Sam.
 
 
 
 
*

“Senti, Dean..” iniziò Sebastian dopo un po’, cercando mi misurare le parole. “Pensi mai che Sam..non prendere male quello che sto per dirti..ma pensi mai che lui..potrebbe avere una sorta di..infatuazione per te?”

Castiel e Matt guardarono l’amico come se fosse impazzito, ma Sebastian sapeva quello che diceva.

Dean boccheggiò a quelle parole.

“Che cosa intendi dire?”

“Cerca di comprendere..bene quello che sto per dirti. Non parlo di cose sconvenienti o scandalose. Parlo di amore platonico, senza neanche bisogno che sfoci nell’ambito sessuale..o romantico..”

“Sebastian..” lo avvisarono Matt e Cas, ma lui fece cenno di lasciarlo fare.

“Io..io credo di non capire..”

“Tuo fratello è gay, Dean. Te lo ha confessato e ti ha anche detto che tu lo sei e fin qui non c’è nulla di male. Cerca di andare oltre alle mie parole.Non vi sto accusando di nulla, dico solo che il vostro rapporto è molto, molto, profondo e sentito e magari Sam, soprattutto in questo periodo..potrebbe essersi sentito magari un po’…confuso?”

Cas e Matt guardavano ora Sebastian, ora Dean, come aspettassero l’avvento di una bomba ad orologeria, mentre Sebastian aspettava la reazione di Dean, che sembrava combattuto tra svenire o avere un attacco di panico.

“Ti consiglio di fermarti qua..stai sfiorando la blasfemia. Come puoi dire certe cose..” Disse Dean, con voce tremante.

“Ha ragione, Sebastian, smettila subito!” disse Castiel, con voce furibonda.Non voleva neanche pensare a quello che Sam avrebbe detto se avesse scoperto questa discussione. Non avrebbe più parlato con loro fino alla prossima glaciazione.

“Credevo tu fossi contro ogni forma di censura, Cas. Il ragazzo che sogna di fare il giornalista e ora tu vorresti censurare ME, il tuo ragazzo?”

“Stai passando il limite..” replicò Cas.

“E tu, Dean?” chiese Sebastian, ignorandolo. “Non eri per la verità sempre e comunque? O devo forse pensare che la verità va bene solo quanto ti piace quello che stai sentendo?”

“Tu non stai dicendo verità..stai solo delirando e sconfinando nella blasfemia e io non voglio più starti a sentire..” disse Dean. “Non dire un’altra parola.”

“In che mondo viviamo, se chiamiamo blasfemia un sentimento d’amore che una persona può provare o non provare per noi. Non vogliamo neanche cercare di capirlo o rinunciamo a farlo. Perché ci lamentiamo poi, se viviamo in un mondo senza amore? “

“Noi non siamo quello che tu pensi..e io non ho mai toccato mio fratello con un dito. Voi perché non dite niente? Aspetta..non sarete d’accordo con loro?” Dean era fuori di sé ed agitato. Sentiva le lacrime affiorare agli occhi.

“Dean..ascoltami. Non volevo insinuare che tu possa aver..fatto qualcosa di male a Sam. Ti imploro di aprire la mente.” Disse Sebastian, toccandogli il braccio.

Aprirla?” Dean aveva ormai le lacrime agli occhi. Non sapeva se ne sarebbe stato in grado. Aveva timore di quello che c’era dall’altra parte ma la rassicurazione di non aver mai abusato di Sam, era un sollievo.

“L’unica cosa che dico..è che Sam potrebbe essere infatuato di te, Ehi, tanti fratelli minori hanno un’adorazione per il fratello maggiore. Tanti vorrebbero assomigliargli. Forse il scoprire di essere gay, potrebbe..avergli portato delle fantasie, potrebbe essere confuso, ma la cosa potrebbe essere meno grave di quello che pensi. Magari è semplicemente confuso. Soprattutto ora che non ricordi di essere suo fratello, avrà creato una sorta di confusione di identità anche in lui.”
 
 
 
 
 
 
*

Quel giorno, Dean aveva insistito tanto per andare con Sam a vedere proprio quel fiume in cui aveva fatto incidente.
 
“Tu sei fuori di testa. Non vai proprio da nessuna parte!” lo aveva apostrofato Sam.

“Grazie, lo so che lo sono. Fratellino.” Rispose Dean.

“Non volevo dire..oh, al diavolo. Dean, non puoi voler davvero andare in quel posto.”

“Ehi, ascoltami, Sam. I traumi si affrontano, altrimenti..resteranno ancorati a noi per tutta la vita, ok? E la maggior parte delle volte, il modo migliore per affrontarli, è proprio andare nel luogo che ce li hanno causati. Vedila come..una terapia d’urto.” Disse Dean sorridendo.

Sam l’aveva guardato e aveva deglutito.

“Dean, potresti stare male. Avere un attacco d’ansia..non so se sia la soluzione migliore.”

“E se avrò un attacco d’ansia, io so che tu sarai lì per sostenermi, dico bene? Come hai sempre fatto. Andiamo, fratellino. Qualsiasi cosa è meglio che restare fermi, non credi?”

Sam aveva accettato.
 
 
 
 
 
 
*

Per andare fino lì, avevano preso in prestito una delle auto di Bobby, visto che quella di Dean era ancora da aggiustare, essendo mezza distrutta.

Il ponte aveva ancora il parapetto rotto nel punto in cui la macchina era caduta.

Dean uscì dal sedile posteriore per avvicinarsi al fiume.

“Per fortuna che avete portato via la mia macchina..anche tutta scassata..non ce l’avrei fatta a veder…mmm..”

“Dean!! Che cos’hai??” chiese Sam, andandogli subito vicino.

“Io..credo fossero dei ricordi..”

“Oh mio dio! Dell’incidente??”

“No! che dici? Della mia macchina. Mi è sembrato di vedere..io e te..in giro.” Disse guardandolo.

“Sul serio?” chiese Sam con gli occhi che brillavano, mentre lo sosteneva.

“Fammi avvicinare al fiume..”

“Dean, ti prego, non farlo. Potresti sentirti male.”

“Sento che devo farlo, Sam.”
 
Sam trattenne il respiro, mentre guardava Dean entrare dentro il fiume, tutto vestito.

“è una strana sensazione, Sam..”

“Dean, torna indietro!!”

“Non vuoi venire??”

“Come?? Che dici?”

“Mi avevi detto di aver fatto un sogno! Un sogno che mi riguardava. Io che cadevo in un mare d’acqua..”

“Dean, per favore…”

“Vieni di nuovo da me, Sam. Come l’altra volta.”
 
Sam lo guardò e per qualche ragione capì che questa era più di una follia, ma qualcosa di molto importante. Per Dean, per lui, per entrambi.

Quindi senza dire niente, si levò i jeans e la maglietta ed entrò nel fiume.

Andò da Dean e lo abbracciò. Suo fratello maggiore nel frattempo era bagnato fradicio.

“Vorrei ricordare meglio quella notte..vorrei che fosse stata così come ora..non lo era, vero?” Sussurrò Dean, mentre si abbandonava tra le braccia di Sam mettendo la testa a galleggiare sull’acqua.

“Questo non ha importanza, Dean..”

“Dimmelo, Sam..”

“Che cosa, Dean?”

“Dimmi che il fiume non può farmi niente di male..”

“Il fiume non ti farà del male, Dean..perchè io non lo permetterò. Perché ci sono io. Con te e per sempre.”

Dicendo questo, assecondò i desideri di Dean che voleva mettersi nella posizione del morto. Restò lì a tenerlo tra le braccia, mentre il fratello si lasciava andare, sdraiato, galleggiando sull’acqua.

“Mi sento…così in pace…grazie…”

“Sono contento..”

Sam restò stupito di questo.

Dean continuava a restare immobile, fidandosi completamente del fratello.

“Ti voglio bene, Sam…”

E io ti amo.. pensava Sam, piangendo.
 
 
 
 
 
 
*

“Cosa? Vorresti andare ad abitare nell’altra casa di Bobby? Ma non la sta per vendere?” si chiese Sam.

“Ho deciso di prenderla io. Anzi noi..sempre se tu vorrai farmi compagnia. Pago io l’affitto. Tu non devi fare niente..”

L’abbraccio di Sam valse mille parole.

“Ehm..Sam?”

“Sta zitto.”

“Fatti un bagno e improfumati tutto stasera. Usciamo con Sebastian e ci saranno anche Cas e Matt.”

“Mpf..e dove andremo?”

“Vogliono andare in una discoteca gay.” Disse Dean alzando le spalle.

“Cosa??”

Dean si voltò a studiare la sua espressione.

“Che c’è? Non credi che forse dovremmo fare qualcosa per il nostro stato di singletudine? Mi sto dimenticando anche come si fa e questa sì che è una cosa grave.”

Potrei ricordartelo io…

“Sam, mi stai ascoltando?”

“S-sì, scusa, mi ero un attimo perso.”
Dean sorrise.
“Okay. Non vedo l’ora che sia stasera.”

Qualcosa cominciò a ribollire nello stomaco di Sam.

Sebastian. Era pronto a scommettere che era tutta un’idea sua.
 
 





















Note dell'autrice: 

tenete duro!! Nel prossimo capitolo dovrebbe scoppiare una piccola bomba!! :)) 

Ritorna all'indice


Capitolo 57
*** In discoteca con gli amici a rimorchiare ***


Sam e Dean si erano incontrati con Sebastian e gli altri due amici e si stavano ora incamminando a piedi, in discoteca, dopo aver parcheggiato.

“Ah, Sam..mi stavo dimenticando di dirti che mi ha detto Bobby che Adam e Karen torneranno a giorni, dal loro viaggio in Italia” disse Dean.

“Ah…” mugugnò Sam. Si era quasi scordato di loro, tutto concentrato su Dean e sulla sua amnesia.

“Ti ricordi di loro?” chiese Castiel curioso.

Dean sembrò in conflitto. “Beh..qualcosa..ma non li frequentavamo molto, giusto?” chiese come conferma a Sam.

“Li vedevamo di rado..” disse Sam e il pensiero non potè fare a meno di arrivargli a quando quel giorno era andato a casa loro perché Dean si era fermato come ospite e erano finiti con Sam che gli faceva un servizietto in camera. Bei tempi quelli, quando tutto era così facile ed eccitante. (vedere capitolo 35 )

Dean non comprese il cambio di umore di Sam. Lo guardò stranamente.

“Sono curioso di vedere Adam, quando tornerà. Magari andremo d’accordo.” Ne uscì fuori Dean.

Sam lo guardò stralunato. Dean non si scompose e continuò:

“Beh, che c’è di strano? Insomma, almeno vedrò anche qualche maschio che non sia mio fratello, no? Potrebbe perfino piacermi.” Lo provocò, mentre Sebastian e gli altri stavano aspettando lo scoppio della bomba Sam.

“Se ti piace l’idea di farti tagliare quel coso là in basso da Bobby..” disse Sam irritato.

Gli amici fischiarono e ridacchiarono per la battuta, mentre Dean cercava di stare allo scherzo, ma poi vide Sam che si allontanava dal gruppo imbestialito, lasciandoli indietro.

“L’ha presa peggio di come mi aspettavo..” disse Dean ridacchiando.

“Sì…beh, Dean, ascolta, non esagerare ok?” gli disse Sebastian.

Dean lo guardò stralunato. “Che stai dicendo? Mi hai suggerito proprio tu di muovermi, di metterlo alla prova ed è quello che sto facendo..e poi cosa ho detto di male? Era solo una battuta.”

“Non credo che tu abbia ottenuto da lui granchè, se non farlo incazzare.” Fu la risposta di Matt.
 
 
 
 
 
*

Quando entrarono finalmente nella discoteca, le cose cominciarono ad andare male, esattamente come poteva essere prevedibile. Dean era un bel ragazzo e i maschi erano attirati da lui come api sul miele. Cercavano ogni scusa per avvicinarsi a lui. Gli chiedevano di ballare, oppure gli offrivano drinks e Dean flirtava con chiunque gli sorridesse, con grande irritazione di Sam.

“Allora, Sam , come ti sembra il mio primo approccio con i maschi, dopo il mio incidente?” gli chiese Dean, mettendogli un braccio intorno alle spalle.

Sam lo guardò e rispose ironico. “Sembri una puttana.”

Dean rimase sorpreso, poi si mise a ridere di nuovo, finendo il suo drink.

Matt intuendo che le cose stavano andando male e rischiavano di finire peggio, andò vicino a Sam e gli sussurrò: “Vieni, balla con me.”

Sam colse al volo l’opportunità per allontanarsi un po’ da Dean.
 
 
“L’hai visto? Sta facendo la puttana con chiunque respiri.” Diceva Sam a Matt mentre ballavano a ritmo di musica.

“Sì? Beh, ripagalo con la stessa moneta.” Disse Matt, parlandogli a un soffio dal viso.

“Matt? Che fai?” chiese Sam preoccupato.

“Schhh. Dammi corda e non spostarti. Vuoi calamitare la sua attenzione o no?”

Sam fece come suggerito da Matt e si misero a ballare vicini con i visi vicini.

“Mi sta guardando?” gli chiese Sam dopo un po’.

“Direi che sta guardando entrambi.” Disse Matt sempre più divertito. “Non girarti. Ha uno sguardo di fuoco.”
 
 
Nel frattempo Dean non riusciva a spostare gli occhi dal ballo di Matt e Sam e sembrava sul punto di sputare fuoco dalle narici.

“Non era etero il tuo amico? No, sai, perché sembra che ci stia provando con mio fratello.” ringhiò sommessamente Dean all’orecchio di Sebastian.

Sebastian li guardò perplesso e sembrò concentrarsi per non scoppiare a ridere in faccia a Dean. Castiel bevve d’un sorso il suo drink per esserne invece proprio sicuro.

“Stanno solo scherzando, Dean. Rilassati.” Disse Sebastian, avvertendo una quasi paralisi imminente a furia di controllare i muscoli facciali.

“Se a loro piace divertirsi così! Io ho un concetto del divertimento più serio..ora vado a rimorchiare qualcuno.” Disse Dean.

Sebastian e Castiel si guardarono preoccupati.

“Dean, non dirai sul serio?” chiese Castiel.

“Ora insegnerò al mio fratellino come si rimorchia sul serio quando si esce.” Disse Dean sorridendo.

Ritorna all'indice


Capitolo 58
*** Ti amo ***


“Ora insegnerò al mio fratellino come si rimorchia sul serio quando si esce.” Disse Dean sorridendo.

“Dean, non capisci? Con questi mezzucci non otterrai mai che Sam ti aprirà il suo cuore!” cercò di fermarlo Castiel.

“Ah, davvero, e a voi chi ve lo dice?” chiese Dean.

“Perché sappiamo com’è fatto.” Disse Sebastian.

“Ah..divertente. Così ora avete l’arroganza di conoscere mio fratello più di me. È MIO fratello e non importa quanti ricordi abbia io di lui. È MIO fratello e nessuno lo conosce meglio di me.”

“Stai sbagliando, Dean!!” lo riprese Sebastian, ma Dean se n’era già andato e riprese a flirtare con altri ragazzi, con grande disappunto di Sam, che, per rovinargli la “festa” decise di piantonarlo come una guardia del corpo, con grande disappunto dei “pretendenti”. Dean era sempre più divertito dalla questione, ma ad un certo punto, decise di alzare la posta e si mise a seguire un ragazzo, in una camera privata della discoteca.

Sam era rimasto esterrefatto, vedendo i due scomparire nella camera.

Nel frattempo, Dean,aveva bene in mente che non avrebbe fatto nulla con il tipo. Era solo una sceneggiata per far innervosire Sam, ma se quest’ultimo non avesse interrotto il tutto, l’avrebbe fatto lui, pensava, mentre il tipo esaltato, gli faceva un balletto davanti con la sedia e ora stava provvedendo a slacciargli la cintura.

La porta si aprì con uno scatto vioento, facendoli sobbalzare.

“Ehi, se non te ne sei accorto, la stanza è occupata.” Disse il ragazzo.

Sam respirava con affanno. “Vattene, devo parlare con lui.”

Il ragazzo si mosse a guardare Dean, poi Sam.

“Senti amico, se tu vuoi, possiamo fare un menage a trois, a me sta bene..”

Ho detto vattene! Ora!

Il ragazzo si girò perplesso verso Dean.

“Va tutto bene. Lo conosco.”

“è una specie di..fidanzato?”

“N-no..ma…”

“Ohhh..capisco. C’è qualcosa..” disse il ragazzo esaltato. “Beh, peccato che debba andarmene. Mi sono sempre piaciuti i dramma. Beh, buon chiarimento..e se volessi ripensarci con il menage..” disse il ragazzo facendo l’occhiolino a Sam.

A Dean non piacque l’occhiolino.

Ehi. Rivolgiti ancora in quel modo a lui e avrai qualcosa a te molto caro, rotto.”

La porta si richiuse dietro di loro. Purtroppo la battuta di Dean, non era servita ad acquietare Sam che lo stava guardando inferocito.
 

“Okay, ora chiedimi scusa immediatamente per aver interrotto questo momento e non sarò troppo arrabbiato, lo prometto.”

Era troppo. Dean non riuscì neanche ad accorgersi di quei pochi metri che Sam fece, accelerando il passo, che si era ritrovato schiaffeggiato in men che non si dica.

Gli aveva girato la faccia con quello schiaffo!
 
 
“Cazzo, Sam..” disse Dean, tenendosi la guancia.

“Pensi di essere un gran figo, non è vero? Ti atteggi a sbruffone, fai lo strafottente, rimorchi i ragazzi nei locali!! Ti ricordi almeno come si fa o pensavi di lasciare a quel cretino, campo libero per sbatterti come voleva?”

Dean lo guardava, socchiudendo gli occhi.

“Non hai nessun diritto di farmi una scenata del genere.  Sono più grande di te e  tu Non sei il mio ragazzo..”

Sam perse qualche battito a sentire questo.

“E non sei mio padre, cazzo! Pensavo..che fossimo venuti qui per divertirci o forse mi sono perso qualcosa, SAM?”

“E per te divertirsi include soltanto il sesso? Non sei capace a tenerlo dentro i pantaloni, per caso?”

Dean rise.

“Proprio in questo periodo della tua vita in cui non ricordi chi sei e hai chiaro a malapena il tuo orientamento sessuale, vorresti gettarti ai piedi del primo sconosciuto che te lo da? Non ti riconosco più!!”

Era troppo. Dean esplose.

“Già, BEH, mi dispiace tanto di non essere il Dean che tu ricordi, il Dean che AMI TANTO, SAM, MI DISPIACE DAVVERO , DAVVERO TANTO!!”

“Cosa?” chiese Sam con una voce flebile.

“Perché tu NON PUOI AMARMI come amavi lui, non è vero?? È tutto SOLO PER LUI, non è vero? Il tuo amore!! TUTTO SOLO PER LUI!!”diceva Dean, fuori di sé, scrollandolo.

Sam chiuse gli occhi e gli diede una gomitata per liberarsi, Dean soffocò un gemito e lo lasciò.
 
“Come puoi dire una cosa del genere?? Dopo quello che ho fatto per te????Mi sono dedicato solo a te, ho pensato solo a te! Ho fatto di tutto per renderti felice e mi scarichi per il primo idiota che ti fa un balletto!! Come puoi farlo?”

Dean lo guardò, respirando a fatica.

“Sono un maschio, Sam.”

“Cosa?”

“Sono un maschio. Ho degli istinti. Degli ormoni. E voglio fare sesso! Sì, Sam, flash news. Non mi possono bastare i bacetti, gli abbracci, le coccole fraterne. Ho delle pulsioni.”
 
Sam sembrava lottare con l’impulso di vomitargli addosso o insultarlo, poi fece qualcos’altro, inaspettatamente, disse:

“Desideri così tanto fare sesso?”

Dean scrollò le spalle.

“D’accordo, allora..”

E dicendo così, Sam cominciò lentamente a sbottonarsi e sfilarsi i jeans.

“Sam?” Dean era basito.

“Se vuoi farlo così tanto, fallo con me.”

“Ma che diavolo stai dicendo? Rivestiti subito.”
 
Sam scosse la testa, a occhi chiusi, mentre delle lacrime gli scivolavano dal viso, un po’ anche lacrime d’umiliazione.

“Per me sei la cosa più importante e se per te è importante il sesso, a me sta bene. Preferisco che sia io, che non un altro.” Disse, restando in mutande. “Perché io farei di tutto..per te..e voglio che tu lo capisca..” Sam si era sbottonato i bottoni dalla camicia e stava per sfilarsela, ma Dean gli fermò le mani con le sue e gli rimise la camicia più stretta a lui.

Sam lo guardò con quelli che lui aveva chiamato tante volte puppy eyes ma non lo ricordava.

Occhi da cucciolo pensava ora.

Poi senza più parlare, lo abbracciò. Lo abbracciò con una tale forza e una tale tenerezza che Sam si sentì sciogliere. Percepì come se si sciogliessero entrambi.
 
Delle lacrime rigarono il volto di Sam, mentre ricambiava l’abbraccio. Piangeva anche Dean, vergognandosi.

Di sé stesso.
Delle sue parole.
Di essere un pessimo fratello.

Di aver voluto che Sam gli dicesse semplicemente “Ti amo.”

Perché non mi ami, Sam?
 



Ci abbracceremo, amore mio...
Ci abbracceremo in capo al mondo
in capo al cielo

Sarà un abbraccio così forte che grideranno

tutti i pesci del mare.

Sarà un abbraccio così stretto che tutte le stelle intorno, correranno a guardare

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
*

Sam e Dean dissero a Sebastian, Matt e Castiel, che volevano tornare a casa, perché non si sentivano troppo bene. I tre amici capirono all’istante che dovette essere successo qualcosa ai due, anche perché videro Dean provato e Sam con gli occhi rossi. Cercarono di fare domande, ma i due non avevano proprio voglia di rispondere.

“Lasciateci davanti al mio appartamento, ragazzi, grazie.” Fu la voce atona di Dean.

“Io invece..vado a fare una passeggiata..” disse Sam. Dean sospirò ma non disse niente.

Quest’ultimo uscì prima di Sam, che fu fermato da Sebastian prima che uscì dall’auto.

“Sam, dicci che cos’è successo. Avete delle facce da funerali. Siamo preoccupati.” Disse Sebastian, fermandolo per un braccio.

“È successo che io ve l’avevo detto che dovevate lasciar perdere. Io mi sono fatto avanti e lui..mi ha respinto.”

“Che cosa??” i tre ragazzi erano scioccati.

“Non può essere..” Sebastian non poteva capacitarsi di essersi sbagliato. Quindi Dean non era innamorato di Sam? Avevano preso tutti un gigantesco granchio?

Gli altri due amici sembravano scioccati quanto lui.
“Per favore. Lasciatemi da solo.”
 
 
 
 
 
 
 
*

Sam non sapeva quanto era stato fuori. Un’ora? Due? Sperava che quando sarebbe tornato, Dean dormisse, ma lo ritrovò in cucina con la luce accesa ad aspettarlo.

Aveva un’espressione funerea.

“Dove sei stato?” la domanda di Dean non suonava minacciosa o dura, ma solo triste.

“Camminavo.” Disse solo.

“Da solo?” chiese Dean senza guardarlo.

Sam lo guardò con aria feroce.

“DA SOLO.”

Dean lo guardò.

“Ero solo preoccupato che incontrassi..della cattiva gente..scusami.”

  Sam si sentì mancare.

“No..scusami tu…e comunque se mi fosse successo qualcosa di brutto, me lo sarei anche meritato dopo..stasera..”

“Non dire così.”

“Perché? Sono un pessimo fratello…sbaglio tutto..posso capirti se non mi vuoi più con te dopo stanotte..dammi solo il tempo di dormire ancora qui e domattina…”

Dean era girato di spalle, mentre Sam parlava. Fece un grande sospiro e poi si girò, percorrendo a lunghe falcate i metri che lo separavano dal suo fratellino e lo baciò.
 
Non ci fu esitazione, né tentennamento in quel bacio. Sam aveva lo sguardo basso e si accorse di Dean nel momento in cui quest’ultimo premette le labbra su di lui. Gli teneva le mani sul viso e lo baciava. E Sam finalmente poteva riassaporare di nuovo quelle labbra, non più vivere nel loro ricordo. Quelle labbra così morbide, carnose, come un bacio degli angeli.

La bocca di Dean, il suo calore, la sua passione, le loro salive che si mischiavano insieme e le loro lingue che si intrecciavano insieme.

Non c’era più traccia della premura o della protezione mista a tenerezza con cui Dean aveva trattato Sam fino solo a qualche ora prima, in quel locale. Quel Dean stava finalmente dimostrandogli che lo desiderava, lo voleva, lo amava. In un modo sicuramente non fraterno.


“Ti amo..” gli disse Sam, struggente, sulle sue labbra, mentre piangeva.
 
Per Dean fu come un colpo al cuore.
 


“Dean, non capisci? Con questi mezzucci non otterrai mai che Sam ti aprirà il suo cuore!” cercò di fermarlo Castiel.

“Ah, davvero, e a voi chi ve lo dice?”

La consapevolezza ora di capire che cosa intendevano con quelle parole, bruciò nello stomaco di Dean, come fuoco. Avevano ragione e lui era una stupido. Ecco perché solo poche ore prima Sam si era offerto a lui, ma non gli aveva detto che lo amava.

Ecco perché lo aveva fatto soltanto ora. Ecco che cosa serviva.

Un bacio.

A Sam serviva sapere di essere amato….
Era stato così stupido.
 
“Ti amo anch’io, Sammy.” Gli rivelò e seppe che era vero.
 
Sam pianse di più e lo baciò più focosamente, incatenandogli le braccia al collo e Dean lo prese in braccio, portandolo nella camera da letto. Continuarono a baciarsi e a coccolarsi lì.

Solo coccole. Dean lo accarezzava, facendolo sospirare. Coccole spinte, coccole hot. Dean lo accarezzava dappertutto, per tutto il corpo e Sam lo baciava. Sul torace. Sul collo.

Continuarono a farsi molte coccole, ma non andarono oltre. Sam sapeva perché.

Innanzitutto, né lui né Dean volevano rovinare quel momento bellissimo, facendo subito sesso e poi per Dean sarebbe stato come la prima esperienza in quell’ambito, perché non ricordava di aver già fatto sesso con un maschio, quindi avrebbe potuto diventare imbarazzante la questione, senza contare che per quanto Dean ne sapesse, baci e coccole con il suo fratellino erano già il massimo in quel momento.

Erano felici e finalmente dopo tanto tempo, Sam sentì che stava riprendendo a respirare da solo, senza l’aiuto di nessun respiratore artificiale.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
 
Note dell'autrice: 

la poesia dell'abbraccio è attribuita a Roland Davencourt. Pubblicata in appendice alla raccolta "Atti d'amore" di Jonathan Font. -

spero che ora abbiate capito tutto questo brodo a cosa serviva! ahhah :) se pensavate infatti che stavo prendendo tempo perchè non sapevo come sbrogliarmela..avete sbagliato :p fin dall'inizio sapevo che avrebbero dovuto baciarsi dopo o durante il capitolo dell disco..ho in mente questo capitolo già prima ancora che Dean avesse l'amnesia :p ma i fratelli dovevano passare attraverso una specie di secondo innamoramento, quindi non potevano baciarsi subito! :) 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 59
*** Parlando dei nostri sentimenti ***


La notte prima a casa di Sebastian e Castiel.

“Mi dispiace così tanto per Sam.” diceva Castiel, levandosi le scarpe.

“Sì, anche a me. E pensare che abbiamo insisitito così tanto..specialmente io.”

“Non riesco a capacitarmi che stia soffrendo così tanto. Fino a qualche mese fa sembravano..l’emblema della coppia perfetta, nonostante fossero fratelli.” Disse Cas.

“Cas, c’è qualcosa che voglio dirti. Dopo quello che è successo stanotte, ancora di più.”

“Dimmi..” disse Cas, intimorito dal suo tono.

“Ti amo, Cas. Sei la cosa più bella che mi sia capitata.”

Cas si commosse a sentire quelle parole e lo baciò, gettandogli le braccia al collo.

“Vedere Sam, soffrire così per suo fratello, mi ha fatto pensare a quanto siamo fortunati. Non voglio perderti. Mai.” Gli disse ancora Sebastian.

“Nemmeno io.” Rispose Castiel.
 
 






“Sam..dove vai?”

“Solo in bagno..”

Dean mugugnò e lo raggiunse, mentre Sam era ancora girato di spalle e gli mise le mani sotto la maglietta, accarezzandolo.

“Mmm..” sospirò Sam. Aveva sempre amato le carezze di suo fratello.

“Torna a letto. Ti laverai dopo.”

“Sai..sei stranamente appiccicoso.” Disse Sam voltandosi, con un sorriso che gli illuminava il volto.

“Stranamente? Non mi sembra ancora vero di poterti..toccare.” disse Dean stringendoselo di più addosso.

Sam ridacchiò, un po’ stranito.

“Vuoi dire che lo volevi da tanto?”

“Da quando ti ho visto.”

Sam lo guardò basito.

“Ma non hai fatto mai nulla. Perché?”

Dean scrollò le spalle. “Tu eri così sfuggente e poi te l’ho detto... ero così confuso. Non sapevo se eravamo amici, se tu fossi innamorato di me e non corrisposto, se fossi invece il tuo fidanzato o in realtà mio fratello.”

“Quindi..sospettavi davvero lo fossi? Credevo che stessi scerzando.”

“Ehi..non mento mai. Io.” Sottolineò Dean.

“Mpf. Stupido. E..quando hai saputo che ero tuo fratello, cos'hai pensato?”

“Mmmm..non ti offendi se ti dico che..mi è caduto un po’ il mondo addosso?”

Sam sembrò rimanerci un pò male.

“Ma poi sono stato contento.” Puntualizzò Dean subito.

“Ma..come ti sei sentito poi? Hai continuato a..volermi..o..o no?”

Dean sembrò prendere una certa notevole dose di coraggio, poi disse:

“Sì.”

“Davvero?” domandò stranito Sam.

“Forse ti volevo ancora di più. Sai, il fascino del proibito e tutto il resto.” Disse Dean, giocando con la sua faccia e poi baciandolo sul collo.
 
 
 
 
 
 
*

“Sam..ti devo chiedere una cosa e ti prego di essere sincero con me..” disse Dean, mentre continuava a coccolare Sam a letto.

“Dimmi, Dean.”

Noi due stavamo insieme da prima dell’amnesia, non è vero?”

L’espressione che Sam aveva in viso lo tradì più di qualsiasi cosa.

Sam gli diede un bacio prima, poi sussurrò: “Sì.”

Dean annuì.

“Perché non me l’hai detto?”

“Perdonami, Dean.”

“Non capisci, Sam? ho passato così tanto tempo a struggermi..se avessi saputo prima che anche tu lo volevi, tutto questo sarebbe avvenuto da molto prima.”

“Io non ero sicuro di questo, Dean. Come potevo leggerti nel pensiero?”

“Potevi comunque scegliere di essere sincero con me.”

“Sì..certo. Un rapporto incestuoso con tuo fratello. Avresti dato di matto e mi avresti vomitato addosso.”

“è quello che ho fatto prima? Intendo la prima volta che è successo davvero tra noi?”

Sam restò zitto e quel silenzio fu eloquente.

“Lo sapevo. Sam, se ti ho accettato la prima volta, avresti dovuto avere fede in me che lo avrei accettato di nuovo.”

“Tu non capisci..”

“Che cosa stavi aspettando a dirmelo? Me l’avresti almeno mai detto?

“Ma certo che sì!!!”

“Quando?? Una volta che avresti avuto la certezza che io mi sarei cotto a fuoco lento?? Una volta che io avrei sbroccato e mi sarei reso ridicolo davanti a te, come ieri sera’?”

“Guarda che io mi sono reso più ridicolo di te!! Ho fatto la figura del patetico innamorato in preda ad una crisi di nervi, coglione!!”

“Ah, sì?? Beh, diciamo allora che in un certo senso te lo sei anche un po’ meritato!! Se tu mi avessi detto tutto subito, quanto dolore che ci saremmo risparmiati entrambi!! Ma tu no, non potevi fidarti di me, non è vero??”

“DOLORE?? Tu parli di dolore?? IO mi sono sobbarcato il TUO dolore, passando sopra il mio, cercando di ignorare il mio, perché come stavi tu, era più importante.”

“è così che tu ti occupi del mio stato mentale?? Confondendomi le idee su chi siamo l’uno per l’altro??”
 


Dopo aver tanto gridato, ci fu un momento di silenzio, in cui i due fratelli cercarono di riprendere fiato. Inaspettatamente, Sam scoppiò in lacrime e Dean lo abbracciò.

“Perdonami. Non volevo attaccarti.”

“Io ti amo. Tutto quello che ho fatto, l’ho fatto perché volevo essere sicuro che stessi bene.”

“Lo so, Sam, lo so.”

“Perdonami, ma non potevo rischiare di perderti. Non potevo..dirtelo. forse sarò stato egoista. Non lo so. Ma ci ho provato. Ci ho provato davvero a non esserlo.”

Dean sciolse l’abbraccio di Sam per guardarlo con tenerezza, ma anche decisione.

“Perdonami se ti ho aggredito, Sam, ma mettiti nei miei panni. Pensa a come posso sentirmi nel realizzare che avevamo una storia e io non me la ricordo. E che rischiavo di non saperlo mai.”

“Non è così, Dean. Tu ricorderai. Credimi, io non ho mai perso la speranza. Io so che ti tornerà la memoria.” Disse Sam, toccandogli il viso.

“Se lo pensi davvero, allora, raccontami.”

“Cosa?”

“Raccontami la nostra storia. Raccontami com’è iniziata. Ho bisogno di saperlo, Sam.”

Sam indietreggiò e guardò Dean con profonda tristezza.

“Non posso farlo, Dean. Non importa se mi odierai, ma non posso.”

Dean sospirò. “Quindi..non era una bella storia? Era così male?”

“No!! No, non intendevo quello, ma tu..tu devi ricordarlo da solo.”

“Che cosa? Ma..Sam..”

“Se io ti raccontassi quello che hai dimenticato, la tua mente non si sforzerà più di ricordare, perché si cullerà con il fatto che ho riempito i vuoti. Devi ricordare da solo.”

“Sam, questa è una follia. Io non voglio più litigare con te, quindi ti prego, dimmi..”

Sam lo guardò con un sorriso triste.

“Neanche io voglio più litigare con te, Dean, ma non posso essere egoista. Non con te.”

E Dean dovette abbozzare, perché davvero era stanco di litigare con Sam, il suo amato fratello.
 
 
 
 
 
*

Dean si era assentato per fare qualcosa di imprecisato e Sam era rimasto nell’appartamento a riflettere. Quella mattina aveva pensato di avvisare i loro amici per dirgli della bellissima sorpresa del bacio con Dean ieri notte e di com’era felice, ma poi quella mattina era successa un’altra mini tragedia e semplicemente ora aveva la testa confusa. Non sapeva più che cosa fare, poi Dean tornò da lui mezz’ora dopo, con un mazzo di rose rosse bellissime, parandosi proprio davanti a lui.

“Dean!!” quello proprio non se l’aspettava.

“Perdonami, Sam. Ti ho fatto soffrire così tanto e non lo meriti.”

“Oddio, Dean. Sono bellissime.”

“Ascoltami, Sam. C’è una cosa molto importante che devo chiederti. Una cosa che mi tormenta e che devo sapere per forza. Io ti amavo? O meglio, scusa, tu ti sentivi amato da me?”

“Dean..perchè stai dicendo questo?”

“Devo saperlo. Tu sei andato da Bobby perché io ti ho rovinato la vita? Non so se potrei mai perdonarmi se sono stato io a farti scappare perché ti facevo soffrire. Guardami negli occhi e dimmi che non scappavi da me.”

Sam gli prese il viso tra le mani e gli disse con solennità:

“Okay, guarda pure i miei occhi e stabilisci quanto sono sinceri, mentre io ti dico che tu mi hai amato come mai io avrei potuto sperare o desiderare di essere amato e la mia stupidaggine e le tante follie e le troppe cazzate che ho fatto in queste settimane è stato proprio perché tu sei riuscito a farti amare così tanto da me, quindi per favore, smettila, smettila. Io non ce la faccio più a sentir demonizzare e autoflaggellarsi la persona che io amo così tanto.”

“Oh, Sam..” disse Dean con gli occhi lucidi. “Non so cos’ho fatto per meritare una persona e un fratello così meraviglioso al mio fianco.” E dicendo così lo baciò romanticamente e teneramente.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 60
*** Ricordi ***


“Io non lo so, ma sono uno più scemo dell’altro!” disse Sebastian mentre ascoltava il racconto di Sam, assieme a Matt e Castiel.

“Sebastian, fa il serio, per una volta. Questa soap opera è troppo avvincente!” diceva Matt mentre sgranocchiava i popcorn.

“Potete fare i seri per un minuto?” chiese Sam ridendo.

“Non ci interessano i sentimentalismi. Passa alla parte piccante!” diceva Cas, abbracciato a Sebastian.

“Insomma!! Guardate che..ci siamo solo coccolati. Niente sesso!”

Matt fece una faccia incredula. “No Maria io esco.” Disse facendo finta di andarsene.

“è inutile che ridete e vi prendete gioco di me. Sapete che dovrete fare i conti anche con mio fratello, prima o poi.”

“Cosa?? Che c’entriamo noi??” chiese Sebastian indignato.

“Dean mi ha detto del tuo sottile gioco di indirizzarlo e continuare a sottintendere cose senza di fatto rivelargli la verità. “ disse Sam, ridendo.

“Beh, non è mica colpa mia se non sa cogliere i segnali, le allusioni.” Disse Sebastian, scrollando le spalle.

“Siamo contenti, Sam. Eravamo così preoccupati quando ti avevamo visto così giù di morale quella notte..e poi quello che ci avevi detto..” disse Cas sorridendo.

“E mentre noi ci preoccupavamo per lui, i fratellini se la spassavano allegramente.” Disse Sebastian.

“Uff..piantala. Non mi scuserò per questo.” disse Sam buttandogli un cuscino in faccia.

Sebastian rise. “Ma ci hai detto che stavate già per litigare..Sam sei sicuro che sia una cosa saggia non dirgli..”

“Sì. Io credo che Dean debba ricordare da solo. È per il suo bene. Devo avere pazienza.” Disse Sam.
 
 
 
 
 
 
 
 
*

Il giorno dopo, Sam e Dean erano andati ad un fastfood insieme a Cas, Matt e Sebastian, ma dopo aver mangiato il panino con l’hamburger e le patatine, si erano attardati nel bagno degli uomini., anzi, era stato Sam, lussurioso, a trascinarlo dentro.

E per una serie di bisogni diversi da quelli che si farebbe solitamente in un bagno!!!

“Mmm…ah, dio, Sam, sei fantastico!!” diceva Dean, mentre Sam gli prendeva in bocca il suo membro e lo succhiava lascivo.

“Cavolo..mi sto trattenendo per non gridare!!” diceva ancora.
 
 
Quando uscirono dal bagno, le facce soddisfatte dei due non passarono inosservati.

“Vedo che state recuperando il tempo perduto.” Disse Sebastian, provocandoli.

“State diventando delle comari pettegole. Perché non fate più sesso invece di pensare sempre a noi?” chiese Dean.

“Ehi, io non mi posso lamentare.” Disse Sebastian facendo l’occhiolino a Cas. Quest’ultimo sorrise imbarazzato.

“Ma senti!! E tu, Matt? Anche tu fai tanto sesso?” gli chiese.

Matt però abbassò lo sguardo e anche Cas e Sebastian cambiarono espressione.

“Non proprio.” Disse.

“Ma come..credevo che..stessi con Jessica.” Disse Dean.

“Sam..” disse Matt guardandolo storto.

“Ehi, non arrabbiarti. Voi avete fatto pettegolezzi su di noi per mesi. E poi è una cosa bella..o …o no? Non vorrai dire che..”

“No, stiamo ancora insieme..”

“Cos’è? Non ci sa fare a letto?” chiese Dean.

“Dean!!” lo rimproverò Sam.

“Non è quello. Forse sono io. Non so..sto cominciando a mettere in dubbio che…”

“Che ti piacciano le donne?” chiese Sam.

Matt scrollò le spalle. “Chissà. Ma non voglio angustiarvi con la nostra crisi, avete ben altro a cui pensare.”

“Ragazzi, ma voi due lo sapevate?” chiese Sam stranito, domandando a Cas e Sebastian.

“Sì, ma anche voi avevate un dramma in corso e Matt ci ha chiesto di restare in silenzio..vedo che la cosa non si è ancora sistemata, però.” Disse Sebastian.

Matt scosse le spalle. “Forse è tutto un film in testa mio.”
 
 
 
 
 
 
 
 
*

Erano passati cinque giorni da quando Sam e Dean si erano baciati in discoteca e Dean non poteva più ignorarlo. All’inizio era solo una sensazione, come un formicolio fastidioso all’orecchio, poi qualcosa come un’ansia crescente nel petto, qualcosa che sembrava lottare per venire fuori, poi avvenne altro. Forse qualcuno che studia i fenomeni paranormali, lo avrebbe definito come un alteramento della coscienza. Era come se la sua mente salisse su più livelli o scendesse a seconda dei punti di vista. Come qualcosa messo a forza nella sua mente, che fai fatica ad afferrare, prima di capirlo razionalmente.

Poi la sensazione si mostrò sotto forma di consapevolezza.

L’amore, il sentimento che provava per Sam, sembrò acquisire più sostanza, più spessore in termini di tempo. Un rapporto consolidato. Che era durato da tutta la vita, più di quanto lui potesse ricordare.

Poi la sensazione si tramutò sotto forma di immagini.

Dean che andava a trovare Sam all’asilo. Dean che gli sbucciava una banana.

Loro due che guardavano la tivù insieme sul pavimento.

Loro due che si prendevano in giro.

Bitch

Stupid
 


E poi i ricordi furono come se ci fossero sempre stati. Come se non fossero mai andati via.

Il vortice tumultuoso, sembrò interrompersi, per poi straripare di nuovo come una cascata che sgorgava e travolgeva tutto.
 


“Impara a stare seduto composto e a non far vedere le mutande come una femmina, Sammy.”
 
“Da qua, faccio io..”

“Non è necessario..” cercò di dissuaderlo Sam, ma Dean gliela prese dalle mani e con movimenti decisi e fluidi la fece passare nei passanti dei jeans.
 
Dean si prese poi un momento per guardarlo da vicino, ancora dietro di lui, si fermò a guardare come la cintura oro gli faceva da cornice perfetta ai suoi jeans attillati.


I suoi jeans o il suo sedere? 
 
“Sei nudo?”

“Lei non ti piace molto, vero?”

“Se ti dà così fastidio, se vuoi, io la lascio!”

“Dobbiamo lasciarci. Tu non piaci a mio fratello, perciò..”
 
 
“Noi non siamo come questo fiume, tranquilli e pacifici.”

“E come siamo allora, Sam?”

“Siamo come torrenti di montagna.”

“E perché?”

“Perché…scorriamo impetuosi, saltando tra i massi, creiamo cascate, il rumore del nostro corso riempie l’aria.”

 
“Il mio cuore batte per te.”
 
“Così vorresti avere più coccole?”

“E dimmi, Sam…ti piacciono..queste coccole?”
 
“Dean…prendimi..prendimi..ora..avanti..”

“Ti amo..” sussurrò Dean.
 
“Lascia stare i jeans, voglio vederti nudo ancora per un po’. Perché non fai una posa sul divano? Togli anche le mutande!”

“Dean!! Ma sei scemo?? Questa cosa del servizio ti ha fritto il cervello!!”  
 
 

“Io, mentre tu ti fai una bella doccia calda, preparerò una cenetta con i controfiocchi..uscirai con il profumo nelle narici che uscirà anche dalle orecchie..ti piace l’idea??”

“Guarda..se non esce fuori questo scenario perfetto come l’hai descritto,potrei restare molto deluso.”

“Ma smettila, che per coronare questo idillio, mancherebbe solo un cane. Lo prenderei, se mamma e papà ce lo lasciassero tenere!” ridacchiò Dean.

 
 

Lasciate perdere Castiel..” disse Dean, anche per toglierlo dalla situazione imbarazzante. “E pensate a me piuttosto. Lo sapete che sono costantemente arrapato e se non la smettete di parlare di erezioni, sesso e orge, la farete venire a me. Dovreste saperlo che mi basta poco. E quando poi mi eccito, non conviene neanche a te starmi così appiccicato, Sam..
 
Oh, per favore, Dean, sei davvero così ingenuo?? Loro sanno Già di noi!! Ed è PER QUESTO che vogliono separarci..loro hanno paura..
 
 
 
Dean dovette fermare bruscamente la macchina, perché la testa minacciava di spaccarglisi in due e costringerlo ad avere un altro incidente.

Restò fermo per un po’ , il tempo che poteva bastare per riprendersi e calmarsi e poi digitò sul telefono, il numero dell’ospedale.
 
 
 
 
 


“Che cosa?? Dean è all’ospedale???” chiese Sam, rispondendo al telefono, a casa.

Ritorna all'indice


Capitolo 61
*** Tra riso e lacrime, tra cielo e terra ***


Quello che successe dopo che Sam venne a sapere che Dean era stato ricoverato all’ospedale, fu come un incubo per il minore. Sam si ritrovò a desiderare che il mondo intero scomparisse, o che tutti quelli che conoscesse – perlomeno i suoi genitori e famigliari – scomparissero in un buco nero.

Essere il fratello minore di Dean, era un incubo, quando eri anche l’amante di tuo fratello. Sam avrebbe voluto appiccicarsi a Dean e restare da solo con lui e accarezzarlo e coccolarlo e rincuorarlo e dirgli che lo amava, fino allo sfinimento, fino a farlo sentire meglio e dargli tutto l’amore di cui aveva bisogno, ma purtroppo, i genitori erano già giunti all’ospedale e non sembravano voler sgomberare a breve e poi arrivarono anche altri famigliari a trovarlo.

I primi due giorni, Dean poteva ricevere visite a due alla volta e Sam a malapena riusciva a vederlo attraverso alla porta, figurati restare da solo con lui. Il medico disse che Dean era confuso e doveva ricevere il minor numero di stress possibile, perché la sua testa stava pian piano elaborando tutti i ricordi perduti e non doveva sovraccaricarsi.

Allo scadere del secondo giorno, Sam pagò il medico per farlo restare nella stessa stanza con Dean, di notte.
 
Quando finalmente riuscì a stare da solo con Dean, il maggiore si svegliò, ovviamente, percependo la sua presenza al fianco.

“Ehi..finalmente ti vedo..” sorrise Dean.

“Scusami, non volevo svegliarti.”

“Non importa. Sono contento che tu sia qui.” disse Dean. “Ho provato a cacciare mamma e papà perché volevo vederti, ma..credo che mi abbiano riempito di tranquillanti e sono rimasto un bel po’ stordito a lungo.”

“L’importante è che tu stia bene.” disse Sam tenendogli la mano.

Dean gli sorrise felice. “Sammy, io..ricordo tutto.”

“Sì?” gli chiese Sam commosso.

“Ricordo tutti gli anni che abbiamo passato insieme, ricordo i nostri primi baci. Tutto. Perfino la follia del servizio fotografico e del nostro video, ma cosa più importante, ricordo TE. Oh, Sam, ancora non riesco a capacitarmi..come ho potuto..dimenticarti.”

Sam gli tenne le mani e gliele baciò con devozione.

“Mi ricordo anche quello che ti dissi, per consolarti, quando stavi da Bobby.
 
“Non ti dimenticare di me, Dean, ti prego.”

“Oh, Sammy. Sei la cosa più bella della mia vita. Non potrei mai dimenticarti..”
 
“Ma l’ho fatto. “

“No, Dean, non l’hai fatto, non l’hai MAI fatto. “ disse Sam, alludendo al fatto che i ricordi suoi sono sempre stati lì, doveva solo farli riemergere.

“Il modo in cui tu ti sei preso cura di me, Sammy..non ci sono parole. Mi sono arrabbiato, me la sono presa, mi sono sentito non capito..ferito, ma solo ora, capisco davvero l’enormità di tutto quello che hai fatto per me. Deve essere stato tremendo per te, prenderti cura di me, quando io non ricordavo chi eri tu per me, che passato avevamo, sarebbe stato più facile dirmi tutto, per alleggerire la tua ansia, ma tu ti sei tenuto tutto dentro, soffrendo in una maniera colossale, solo per non far stare male anche me.”

“Ho sempre pensato che l’amore vero consiste nel desiderare il bene della persona che ami, anche quando devi forzarti a rinunciare a desiderare che essa ti ami. L’amore vero non scompare nel momento in cui la persona non può darti quello che tu vorresti, altrimenti non è amore, ma desiderio…e io non ho mai provato solamente desiderio per te, Dean.”

“Lo so. E anche io..se ripenso a tutti i miei dubbi, all’inizio della nostra storia, Sammy..mi sento uno scemo. Tu hai dimostrato e hai dato una grande lezione anche ai nostri genitori, di quanto davvero tu mi ami. Non preoccuparti per il futuro, Sammy. Non importa se mamma e papà non saranno d’accordo, dovranno accettarlo per forza. Non voglio più lasciare che ci influenzino o che cerchino di dividerci, perché tra noi non è solo sesso. Io non voglio mai più far l’amore con nessun altro, toccare mai più nessun altro che non sia te e questo per me è l’amore.”

“Oh, Dean, ti amo tanto, valeva la pena soffrire così, aspettarti così tanto, per sentire queste parole.” Disse Sam piangendo e baciandolo a sua volta.
 
Dean ricambiò il bacio e poi gli accarezzò uno zigomo sul viso.

“Ti faccio sempre piangere.”

“Non mi importa piangere se è per queste cose. Tu mi fai sentire vivo ed è per questo che piango, perché mi fai provare emozioni, mi fai emozionare.”
 
 
 
 






*

Lontano da occhi indiscreti, il medico e Sam ebbero anche un confronto privato, in cui Sam lo ringraziò sentitamente per avergli consigliato di mantenere il segreto con Dean finchè era possibile e di lasciare che ricordasse tutto da solo.

Sam gli disse anche che malgrado avesse sofferto, quel “viaggio” aveva donato grandi emozioni sia a lui, sia a suo fratello. Li aveva fatti crescere e imparare tanto e li aveva fatti provare delle grandissime emozioni.

“Avevo capito dall’inizio quanto foste legati. È una cosa bella e devo ammettere che lei mi ha sorpreso, Sam, non sapevo davvero se avrebbe fatto veramente quello che le avevo consigliato. Era una dura prova. Qualunque sia la natura del vostro sentimento, ora sono sicuro che è solido e soprattutto ben riposto.”

“Che cosa vuole dire?” chiese Sam, gelando.

“Beh..suo fratello ha dimenticato solo lei e le ho già spiegato che al contrario di come può pensare, questo capita proprio perché per lei è la persona più importante e stava pensando intensamente a lei, quando è capitato l’incidente. Ha colto subito al volo il mio suggerimento di non dire a Dean che lui è suo fratello, nessuna obiezione. A quanto credo di avere capito la prima volta, Dean stava venendo da lui, presumibilmente in fuga dai genitori e anche durante questo periodo, mi sembra di capire che erano tenuti lontani da suo fratello, tanto che a malapena sono venuti a conoscenza del suo stato.”

“Quello che dice non..non è affatto vero. Sono solo supposizioni..”

“Davvero? E allora come mai mi ha chiesto un permesso per andare a trovare suo fratello di notte?”
 
Sam restò zitto e non seppe cosa dire. Abbassò lo sguardo, sconfitto.

Il dottore sorrise e gli restituì i soldi.

“Tenga, Sam, non li voglio.”

“La prego, non faccia così.”

“No, lei non faccia così, Sam. Non mi costringa ad accettare del denaro, lucrando su una relazione d’amore, perché è di questo che stiamo parlando.”
 
Sam lo guardò boccheggiando. Non era possibile. Perfino lui sapeva..perfino lui aveva capito..

“Non mi guardi così, Sam. I sentimenti per suo fratello sono così chiari che perfino un cieco li vedrebbe e il fatto che non mi abbia mai contestato da che abbia iniziato a parlare, me lo conferma. Non è mia abitudine giudicare, ma se mi permetta, vorrei stavolta farlo: non ho mai visto degli individui amarsi come voi due fate e questo sì che mi dà davvero di nuovo speranza per il genere umano!”

Sam era in lacrime, che gli scendevano copiosamente dal viso, non riusciva a trattenerle.

Il medico, che si chiamava Gadreel, lo sorpassò, posandogli una mano sulla spalla, prima di andar via.
 
 
Sam sarebbe poi andato da Dean a raccontargli tutto, entrambi tra stupore, riso e lacrime.

Prima di lasciare l'ospedale, Sam avrebbe chiesto al medico di scambiarsi i numeri.

"Sapete, se Dean dovesse sentirsi di nuovo poco bene..insomma, mi piacerebbe se restassimo in contatto."

Gadreel aveva compreso che non era vero e che Sam non desiderava restare in contatto neanche per timore che lui potesse raccontare a qualcuno di loro. Semplicemente i fratelli si sentivano soli e avevano un disperato bisogno di essere amati e quando trovavano qualcuno che li capiva e li accettava, volevano tenerseli stretti.

Poveri ragazzi. Non devono sentirsi molto amati in famiglia..

"Mi farebbe molto piacere. Sam." disse lui. Il dottore era consapevole che l'inferno più grande, era una vita senza amore.























Note dell'autrice: 

è da diverso tempo che un capitolo non mi faceva sentire così bene come è successo stavolta, dico sul serio :)) il dottore che intuisce/scopre del legame tra Dean e Sam volevo metterlo ma ero indecisa fino all'ultimo perchè mi sembrava una cosa troppo forzata, che doveva avvenire per forza. Volevo aspettare e solo in questo capitolo , spontaneamente (non era previsto ) mi è venuto di scrivere questo. Non era neanche previsto accadesse in questo capitolo e con questa modalità :) sono contenta!

il prossimo capitolo vi scioccherà ahha ma non voglio anticipare niente :pp

ps una cosa importante: non sono stati i genitori a riempire di tranquillanti dean, ma gli infermieri eh xd questo punto voglio che sia chiaro xd ahha pps: il flashback in cui dean dice che non potrebbe mai dimenticare sam, non è presente nella storia, l'ho riportato io solo adesso xd detesto stare qui a puntualizzare cose, spero quindi apprezziate che lo faccio solo per voi xd

Ritorna all'indice


Capitolo 62
*** Gabriel ***


Dean e Sam accettarono di girare anche un video musicale! Nel video, loro due erano in un appartamento, in boxer. Non facevano nulla di che, ballavano solo a ritmo di musica, di valzer, di canzoni dolcissime, in un’altra scena, Dean suonava il pianoforte e Sam ballava attorno a lui, in un’altra i due guardarono fuori dal balconcino nella notte, in un’altra ancora, i due erano sdraiati sul divano – Sam con la testa sul suo petto.

La relazione doveva essere solo immaginata, accennata.
 
Quello era l’ultimo dei loro impegni, dopodiché avevano finito.
 
Due mesi più tardi, Castiel,  il loro amico del cuore, arrivò da Sam mentre erano in classe, dicendogli che c’era una cosa che doveva fargli vedere e portandolo in bagno.

Dallo sguardo di Castiel, a Sam dava l’idea di uno preoccupato.


Oh no..ecco..l’ha scoperto..ha scoperto tutto..
 

Non si aspettava però, che Castiel gli mostrasse la rivista.

“Oddio..ma che fai?? Sei impazzito a portarla a scuola??” disse Sam agitato.

Naturalmente avevano già visto la rivista, ma non potevano tenerla a casa.

“Sam, che cos’è questo? Fate i modelli di intimo maschile o..o cosa?” chiese Castiel sbigottito.

“Dove hai trovato questa rivista?” chiese Sam attonito.

“Beh..eh..ecco..Gabe…

Che cosa?? Anche Gabe lo sa???” 

 
Gabriel non era parte del loro gruppo. Era un ragazzo che restava fuori, non solo dal loro, ma da tutti gli alti gruppi. Li osservava da lontano e quel giorno era andato da Castiel a parlargli della rivista. Aveva pensato che avrebbero voluto saperlo, per il fatto che erano grandi amici con Sam e Dean. Dopo quell’episodio, smise di preoccuparsene.
 
 
 
 



*

Gabriel era nella classe con Sam e la professoressa aveva accolto la sua proposta di rendere la scuola come una gigantesca piscina, piena di teli bagnati e pieni d’acqua 

Gabriel vinse il primo premio come idea più originale. Il primo premio consisteva in una coppa in platino.

Sam non vinse il primo premio, ma lo vinse Gabriel, che in quel momento stava imboccando Castiel con un pasticcino e gli porgeva un calice di vino bianco dolce.
 
 



Considerazioni su Gabriel da parte degli amici:

“Gabriel ha avuto davvero una gran bella idea. Ha trasformato questo posto in una sorta di acquapark, ha fatto venire il buonumore a tutti.” diceva Dean.

“Sì, devo ammettere che questa idea è favolosa, seconda solo alla mia grandiosa idea culinaria.” Diceva Sam scherzando, pavoneggiandosi.

“Sarebbe bello se stesse un po’ di più con noi. Perché non andiamo a chiedergli di entrare nel nostro gruppo? Sembra uno con cui ci si può divertire.” Diceva Sebastian.

“Non lo stai dicendo solo perché ti sta rubando l’amichetto del cuore, vero?” chiese Matt ironizzando e prendendolo in giro.

“Ma che stai dicendo!! Non c’entra niente! E comunque Cas non è uno che si fa rubare!” disse Sebastian.

Matt sghignazzò apertamente, consapevole da tempo che Sebastian nutriva una cotta segreta per Castiel.

“Comunque non credo che sia timido..credo semplicemente sia uno solitario, non si aggrega ai gruppi. Sta sempre in disparte.” Diceva Dean.
 
 
 
 
 
*

Matt guardava spesso Gabriel, in classe. Neanche se ne accorgeva, ma lo faceva. In fin dei conti, era stato sempre attirato dai tipi solitari, forse perché gli ricordavano qualcosa di lui, quando era più piccolo. E Gabriel sembrava piccolo. Aveva un viso da bambino, con quei capelli schiacciati e il ciuffo che gli ricadeva sempre intorno agli occhi, vestiva in modo sobrio, quasi trascurato, ma non sembrava un tipo frustrato. Era concentrato sullo studio e non si faceva distrarre, al contempo era un tipo allegro, che scherzava, a volte con il sorriso, a volte ombroso. A Matt piaceva in particolar modo, quando Gabe si metteva una matita sotto il naso, come se stesse pensando a chissà che.

“Matt..”

“Sì?” chiese Matt al’improvviso, precipitando dalle nuvole.

“Credi che..a me prenderebbero per la Nasa?”

Matt restò senza parole. Gabe era così. Sembrava un tizio normale, fino a quando, inaspettatamente, ti scioccava con un’affermazione strana.

“Io..io non lo so..penso di sì. Cioè dipende! Ma..ti piace lo spazio? Perché me lo chiedi?”

Gabriel sorrise. “Niente, dicevo così. Grazie, Matt.” Disse, lasciandolo basito, con l’impressione di aver appena fatto la figura dell’idiota.

Qualche ora più tardi, Matt avrebbe controllato su internet come facevano a decidere chi reclutare per la Nasa e scioccato vide che tra i requisiti primari, cercavano persone con un quoziente intellettivo sopra la media.
 
Matt non sapeva come prendere bene questa cosa. E così Gabe credeva di avere dalla sua parte un’intelligenza fuori dal comune? Sembrava un ragazzo così umile. D’altro canto, non credeva di dovergli dar torto. Aveva sempre intravisto in lui un’intelligenza incredibile e forse i tipi che hanno un’intelligenza fuori dal comune, se ne rendono conto per primi, altrimenti a che serviva averla?
 
 
 
 
 
 
*

Era passato diverso tempo e nel frattempo che Dean e Sam vivevano e facevano collezione di drammi segreti, Matt aveva finalmente avuto il coraggio di dichiararsi a Jessica e questo portò ad un bacio infuocato tra di loro, che durò anche parecchi minuti.

In quel momento, a Matt sembrò di vivere un sogno e si cullò per un po’ con il pensiero di aver finalmente ottenuto quello che desiderava da tempo. Si convinse perfino di esserne innamorato, perché, ovvio, a Jessica aveva pensato tanto. Era diventata quasi una sfida per lui. Più i suoi amici lo prendevano in giro perché non riusciva a conquistarla e più lui si accaponiva, fino anche ad arrivare a rimanerci male davanti ai suoi rifiuti.

Dentro di sé, pensava ai suoi capelli biondi, la immaginava ai fornelli, che cucinava. Alle coccole nel letto matrimoniale con lei.

Matt ,diverso tempo dopo, avrebbe analizzato sé stesso, pensando che tutte quelle fantasticherie e fantasie, erano arrivate per colpa di uno stereotipo di famiglia perfetta o di donna ideale, che si era costruito da bambino. Lui da piccolo, amava le fiabe e si era costruito e cucito addosso, senza accorgersene, il prototipo di donna ideale, come la principessa rosa delle fiabe. Bella, angelica, occhi azzurri, capelli biondi. Un sogno vivente per una famiglia ideale, che significava la felicità perfetta.

Vedendo e conoscendo Jessica, aveva proiettato le sue fantasie su di lei.

Forse anche colpa dello stereotipo di una società che ci insegna che essere appagati e felici nella vita, consisteva nell’avere una famiglia e assicurarsi una progenie con una famiglia felice, aveva instillato in Matt delle convinzioni in un certo senso.

Intendiamoci, Matt aveva degli amici gay e quindi non era il tipico maschio che credeva che si potesse essere realizzati solo avendo una donna e dei figli biologici, ma l’amicizia che provava per loro, era una cosa, che non c’entrava con degli stereotipi che aveva in testa da quando era bambino, anche se lui non ne aveva più memoria.

Non era neanche il fatto di voler per forza una famiglia, era più come una delle tante fantasie fanciullesche che aveva rimosso, ma forse il suo inconscio non l’aveva fatto.

Incontrare Jessica aveva smosso il suo lato fanciullesco, o forse risvegliato il fanciullino che era dentro di lui.
 
Quando però, riuscì ad ottenere di stare con Jessica, dei dubbi cominciarono ad attanagliarlo.

E se per Jessica fosse stata solo una cosa così? In fondo Jessica non era stata colpita subito da lui. Aveva dovuto corteggiarla molto per farla cedere..e se avesse deciso di stare con lui solo per sfinimento o perché non aveva nessun altro corteggiatore? Era certo diversa la sensazione di avere qualcuno che “morisse per te.”
 
 



“Amico, non vorrei che la relazione proibita dei nostri fratellini preferiti ti avesse un po’ confuso le idee..nel senso..ok, il loro rapporto è fantastico. È fuoco puro, l’adrenalina, l’emozione, il tabù, loro due contro il mondo..ma se tu ora vuoi lasciare Jessica per questo, lascia che te lo dica, sbagli. Sono fratelli. È più facile che hanno tutte queste cose. Non troverai mai niente di simile che possa competere con il loro rapporto, quindi è bene che rinunci subito.” diceva Sebastian.

“Certo, potresti competere se avessi dei fratelli, ma tu sei figlio unico.” diceva Cas.
“Cas.”
“Sto scherzando, Sebby!”

Matt sospirò. Erano nel periodo in cui Matt aveva scoperto – più che altro aveva avuto la conferma da loro, di una cosa che comunque sospettava già – della relazione dei due fratelli, ma non è che li invidiava, cioè li ammirava per il loro coraggio, ma non avrebbe voluto stare al loro posto. I suoi amici stavano sbagliando.

“Vi assicuro che io non sono geloso di loro.” disse.

“Beh, però magari ti stai facendo influenzare da noi che siamo gay..e magari pensi di esserlo anche tu.” Disse Sebastian, scrollando le spalle.

“Pensi davvero che sia una cosa che si possa..influenzare? Oddio, quante cazzate mi tocca sentire oggi?” chiese Matt. “Ragazzi, vi voglio bene, ma a volte siete davvero dei grandi idioti!”

“Ehi, io che cosa c’entro? “ domandò Castiel indignato.

“Ok, ti domando scusa, Matt..pensavo solo che magari..frequentandoci..” disse Sebastian.

“E poi basta con queste etichette. Io stavo parlando di una persona che non mi emoziona come pensavo! Usciamo dai recinti uomo – uomo, donna – uomo e altro.  Io devo capire che cosa voglio e sapete cosa? Potrebbe anche essere un uomo! Chi lo sa!!”
 
Matt si fermò all’improvviso, voltando lo sguardo, notando che Gabriel si era fermato a guardarlo. Stava piovendo, Gabriel era sotto il suo ombrello giallo e lo fissava.

“Mi ha sentito, non è vero?” chiese ai suoi amici.

“Ma che stai dicendo? Certo che no.” disse Sebastian facendo una smorfia.

“Non mentite. Stava guardando proprio me. Non è la prima volta che lo fa. Mi fissa sempre. Mi inquieta.”

“Amico, Gabriel fissa sempre tutti. Lui è fatto così.” disse Castiel.




















Note dell'autrice: 

ragazzi, che fatica xd non arrabbiatevi, vi assicuro che è stato impegnativo scrivere questo capitolo. Ho dovuto andare a cercare in tutta la storia, tutte le volte che compariva Gabe (O.O ) solo perchè così avete un quadro completo (come me) della situazione. Volevo infatti che si capisse che Gabe c'è sempre stato ed è una cosa lenta e graduale quella tra Gabe e Matt ^^ poi penso che a voi piaccia guardare un pò dietro le quinte della storia, cioè quello che succedeva agli amici mentre Dean e Sam avevano tutti sti casini no? :pp 

come avrete intuito, si parlerà della storia tra i due :pp ma nel prossimo capitolo..questo è venuto troppo lungo, perchè ci tenevo a dare sostanza ai sentimenti di Matt e a delineare bene il carattere di Gabe! farlo troppo lungo mi avrebbe creato problemi nel correggerlo..e credetemi ho fato anche molta fatica a spaziare per bene le varie parti :pp  

Ritorna all'indice


Capitolo 63
*** Il mio migliore amico - prima parte ***


Pov Matt


Sembrava come se mi ritrovassi attorno Gabriel dovunque andassi. Lo incrociavo nei corridoi della scuola, in palestra, negli spogliatoi, nel giardino della scuola e anche nei pub.

Sapevo che Gabriel non lo faceva apposta. Non sono così malizioso. Che cosa pensavo quando lo vedevo? Non lo so, forse la concezione più giusta da definire è casa.

è un periodo difficile quello dell’adolescenza, soprattutto quello della fine dell’adolescenza. Non sei più piccolo, ma non sei ancora grande. Tutti si aspettano qualcosa da te, che trovi la tua strada, ma i tuoi pensieri sono ancora studiare, andare a scuola, finire la scuola, prendere il pullman tutte le mattine, aver paura del lavoro, della società, perfino di invecchiare.

Il tuo unico appoggio e sostegno sono gli amici. Adoravo Matt, Castiel, Dean e Sam, avevo una specie di infatuazione per loro. Non un’infatuazione romantica, non volevo certo portarmeli a letto, ma loro per me erano dei miti, un sostegno, un appiglio…poi Sebastian e Castiel si sono messi insieme e io ero ovviamente felice per loro, ma temevo un po’ di rimanere escluso, poi scoppiò la bomba Dean e Sam e lì i miei sentimenti erano davvero contrastanti.

Da una parte ero felice che mi permettessero di essere parte del loro gruppo, dall’altra parte, temevo di poterli perdere da un momento all’altro. Due coppie, tra l’altro molto unite. Io ero il terzo incomodo, sia da una parte, sia dall’altra, temevo che avrebbero potuto in ogni momento stufarsi di me.

A volte ero così incredulo e non mi capacitavo talmente tanto che potessero volermi nella loro amicizia, che temevo che da un momento all’altro potessero anche loro realizzarlo e dire:

“Perché dobbiamo essere amici di Matt? Non ci dà niente, non ha niente di speciale.”

Non pensavo male di loro, ovviamente. È che pensavo io di non essere abbastanza. Dentro di me pensavo che avrei continuato a volere loro un mondo di bene, anche se mi avessero scaricato.
 
 
 
“Sai, è strano..” mi disse un giorno una voce. Gabriel. Mi stava davvero rivolgendo la parola?

Ero seduto sugli spalti della palestra, avevo un libro di matematica e stavo scribacchiando numeri e cifre.

“C-cosa è strano?” chiesi io.

Gabriel si avvicinò a me e io insieme ai profumi che sentivo abitualmente, tipici della palestra, ovvero odori di magliette, di scarpe e palloni nuovi, avvertìì anche un calore di intimità che mi riscaldò. Solo in quel momento capì quanto desiderassi qualcuno che si sedesse vicino a me.

“Beh, è un libro di matematica quello?” mi chiese Gabriel.

“S-sì..quindi?”

“Beh, a mio modo di vedere le cose, è già piuttosto strano che qualcuno decida di voler studiare matematica a scuola, ma farlo nell’orario di ginnastica, è ancora più strano!” disse Gabriel con un sorriso.

“Mh-mh…sì..beh..ho dimenticato la mia roba a casa, quindi..”

“è strano lo stesso.”

Sorrisi. “Senti, ma tu piuttosto, non devi fare ginnastica?” Quel giorno, diverse classi di diverse sezioni, facevano ginnastica tutte insieme,  a turni.

“Non è il mio turno.” Disse Gabriel scuotendo le spalle. “Senti, posso farti compagnia?”

Non potè fare a meno di spuntarmi un sorriso.

“Scusami, dude, ma io dovrei..insomma..studiare..non voglio essere sgarbato, credimi.”

“Ma anche io voglio che tu studi. Posso aiutarti!”

“Dici sul serio? Guarda che questa roba è noiosissima!”

“Trovo che ci sia qualcosa di poetico in questo.”

“Nella matematica?” mi sovvenne una smorfia.

“Nel fatto che durante l’ora di ginnastica, tu te ne stai qui solo, sugli spalti, con un libro di matematica in braccio a studiare. È un’immagine che denota tenerezza e anche un pizzico di..solitudine? Se dico solitudine non ti offendi, vero?”

Sorrisi di nuovo. Non so perché, ma mi sentìì riscaldare da dentro. Gabriel era così sensibile e..profondo!

“Hai una passione per la drammaturgia eh? Potresti fare lo sceneggiatore..o il regista.”

“Beh, ho tante passioni.” Disse Gabriel e ridemmo insieme.
 
 
 
 
Dicevo, che quando incontravo Gabriel, pensavo a lui come casa. Mi ero abituato ormai a incrociarlo a scuola e ogni volta anche solo vederlo mi faceva sentire a casa.  Mi dava una sensazione di tranquillità, di benessere, come un’amicizia che non aveva bisogno di essere gridata, enfatizzata, ma sussurrata, un’amicizia silenziosa. Un’amicizia che ancora non sbocciava, ma non per questo meno profonda.

per questo ci rimasi male quando venni a scoprire delle cose che non mi aveva detto.
 
Da tempo, sembrava che Gabriel non dormisse più a casa sua, ma un po’ di qui, un po’ di là, a volte dai nonni, a volte in qualche motel.

Questa fu una cosa che venni a sapere da altri ragazzi a scuola e se da una parte mi incuriosì ancora di più su quello strano ragazzo – amico ? – da una parte mi preoccupò. Temetti che qualcuno potesse fargli del male.

E poi diciamocelo, ero anche un po’ scocciato del fatto che non me l’avesse detto. Credevo che tra noi ci fosse un’amicizia.
 
Quando lo vidi in uno dei pub della nostra zona, intendo a trangugiare un liquore al cioccolato, ad un tavolino, tutto solo, mi avvicinai a lui.

“Gabe…che ci fai qui?” gli chiesi.

“Come sarebbe che ci faccio qui? Che ci fanno le persone in un locale?” mi chiese, ridacchiando.

“Amico, sono molto preoccupato per te.”

“Per un po di liquore? Vuoi assaggiarlo anche tu?”

“No, grazie.” Dissi io allontanando il bicchiere. “Gabe, è vero che dormi spesso fuori casa e a volte anche in treno?”

Gabriel restò zitto.

“La gente dovrebbe imparare a farsi i cavoli suoi.” Brontolò.

“Gabe, allora è vero? Ma perché lo fai?”

“Perché le navi erano tutte piene.”

“Hai litigato con i tuoi? Vuoi venire a stare a casa mia per un po’?”

Gabriel rise.

“Vedi, questa è esattamente il motivo per cui non volevo dirtelo. Comincia con un’amicizia e poi diventa..un sentimento vicino alla pena, perché deve essere così?”

“Perché gli amici si preoccupano degli amici, forse??”

“Mpf..”

“Perché gli vogliono bene, forse??” disse Matt sempre più irritato.

“Senti, non è una cosa grave come pensi. È solo un bisticcio..tornerò a casa molto presto.”

“Molto bene. Sono contento per te, ma nel frattempo perché non puoi venire a stare da me? Guarda che non sono un maniaco o qualcuno di cui non ci si può fidare e se temi che ai miei possa dar fastidio..guarda che io è da qualche giorno che..”

“Che convivi con Jessica. Sì, grazie lo so! E se pensi con questo di convincermi, hai toppato alla grande..anzi..”

Matt lo guardò con tanto d’occhi. “Come diavolo fai a saperlo?”
“Non è importante..”

“Col cavolo!! Hai fatto ricerche su di me??” Matt era nel contempo irritato e divertito.

“Non parlare come un attore poliziotto del crimine..e poi la cosa importante è che non ho nessuna intenzione di andare a dare fastidio alla coppietta felice, quindi lascia perdere.”

“Guarda che Jessica non è quel tipo di donna..le farebbe piacere..e poi siamo ragazzi no? Più siamo, meglio è.”
“Non credo sia così..”
“Oh, insomma, sei proprio un testardo del cavolo!!” sbottai io. Ero infuriato e me ne andai, ma non avevo intenzione di cedere.
 
 
 
 
Qualche giorno dopo…

“Finalmente sei uscito di casa! Pensavo che saresti finito per perdere il pullman. Stavo già venendo a suonare alla tua porta.” Disse Matt, appena Gabe mise un piede fuori dalla sua porta di casa.

“Matt? Che diavolo ci fai qui?”

“Pensa alla faccia dei tuoi nonni quando mi avrebbero visto.. – e tu chi diavolo sei - ? Come nei film, hai presente?” chiese Matt facendo delle smorfie buffe.

Gabe rise. Era così bello quando rideva. Era..adorabile.

“Tu sei tutto pazzo. Quanti giri hai dovuto fare, per arrivare fin qui?”

“Beh, un bel po’, lasciamelo dire, ma è stata una bella avventura. Ti dà una botta di adrenalina viaggiare con la sensazione in gola che ti puoi perdere da un momento all’altro!”

Gabriel si fiondò ad abbracciarlo. Matt sorrise, poi sentì Gabriel ridere.

“Perché ridi?”
“Perché nevica in primavera!”

Matt si accorse che era vero. Stava nevicando.

“Amico, con te accadono sempre le cose più strane!” ridacchiò Matt.

“Ma succedono sempre quando ci sei tu nei paraggi!”
Matt fece finta di non dar peso a quell’uscita. Imbarazzato, disse: “Sì, beh..a proposito di stranezze. Volevo darti una cosa..”

E dicendo così, gli porse una scatola riccamente decorata. Una scatola di cioccolatini.

Gabe lo guardò con tanto d’occhi. “Amico, vabbè che nevica, ma confondere Aprile con il 14 Febbraio, è troppo.”

“Ah, smettila di fare lo scemo. Lo so, è strano, ma sono passato davanti ad un negozio di dolciumi e sono stato incantato da questa scatola che ho visto in vetrina. So che vai matto per i dolci e anch’io ne vado matto..ma sono troppi tutti sti cioccolati per me..quiindi se vuoi condividere insieme..” disse Matt sempre più rosso in viso.

“Oh..oh..accidenti. Questo sembra come se fosse il mio compleanno! Sei sicuro che viviamo ancora sulla Terra, con tutti questi sfasamenti temporali?”
 
 
I due amici, seduti sul pullman diretti a scuola, mangiucchiarono cioccolatini sul pullman, mentre all’esterno il paesaggio si tinteggiava lentamente di bianco. Matt aveva dovuto prendere diversi pullman per arrivare da Gabe, ma sentì davvero di aver fatto la scelta giusta.






















Note dell'autrice: 

ragazzi, io ci ho provato a fare stare tutto in un capitolo solo, ma non ce l'ho fatta ahha xd quindi ci rivediamo con la seconda parte e spero comunque che vi piaccia questa storia..a me sì <333

anche perchè a scuola sono sempre stata molto sola e confesso che avrei voluto un amico che si avvicinasse a me come fa gabe con matt <333

ps siccome credo vi sarete messi a ridere quando ho parlato degli odori della palestra, vi spiego..io mi ricordo che quando andavo a scuola, sentivo forte gli odori delle scarpe nuove e delle atezzature nuove in generale..e mi piaceva. Solo a me capitava?

Ritorna all'indice


Capitolo 64
*** Il mio migliore amico - seconda parte ***


POV MATT


“Che cosa?? Gabriel è sparito di nuovo??”

Ero esterrefatto. Meno male che avevo preso l’abitudine di tenerlo d’occhio e ora sua nonna davanti alla porta mi diceva che avevano litigato di nuovo, per una sciocchezza. Sua nonna aveva avanzato l’idea a Matt di fare pace con i suoi genitori e lui aveva pensato che non lo volevano più con loro.

Nessuno è perfetto, ma quelle mi sembravano brave persone. Perché Gabe doveva allontanare tutte le persone che ci tenevano a lui??
 
Lo raggiungo nel solito pub dove va sempre e lo trovo lì. Penso di trovarlo ubriaco e invece è seduto al tavoino, che beve un bicchiere di latte, infagottato nel suo cappotto. È così tenero.

Gli vado incontro e lo abbraccio. Lui non dice una parola. Incrocio lo sguardo del barista, che sembra contento.

“Venuto a riprenderti il fratellino eh?”

“N-non è mio fratello..ma è come se lo fosse.”

Perché sento il bisogno di specificarlo? Forse perché se dovesse rivederci e noi dovessimo..

No, aspetta, che cosa stavo pensando?

Nevica ancora, fuori dal locale, lo tengo stretto a me.
 
“Perché mi hai fatto venire via? Potevamo fare una partita a biliardino ..o a poker!”

“Tu hai solo bisogno di una cioccolata e di una coperta calda!”

Mi sento un po’ ridicolo. In fondo non sono suo padre.

“Non voglio tornare da loro.”

“Non ti porto da loro, vieni da me.”
 
 
 
 
 
*

POV MATT

Jessica, fortunatamente non fa obiezioni, quando mi vede tornare con Gabe che si sorregge a malapena. Penso stia morendo di freddo e senza pensarci gli presto una mia felpa. Era larga, ma molto morbida e lo avrebbe tenuto al caldo.

Lo guardo, mentre sorseggia una cioccolata seduto sul tappeto , davanti al camino, che in realtà è una stufa camuffata e trovo che quella felpa gli stia proprio bene.

“Ehi, non stare sul tappeto. Prendi freddo.” Gli dico.
 
 
 
 
*

Gabe aveva la febbre. Ce ne siamo accorti in ritardo e quindi abbiamo cercato di fargliela scendere, beh, più che altro io. Gabe restò sul divano, dopo che gli presi una coperta molto pesante, di lana e gliela misi addosso, contro le sue proteste.

“Chiama, se stai male.”

Mi sentivo un mostro a lasciarlo così..ma sembrava stare meglio.
 
 
 
*

Mi sveglio nel cuore della notte, guardo la sveglia. Le 3:00. Mi ricordo che c’è Gabe di là e mi alzo, preoccupato. Non avrei dovuto lasciarlo da solo.

Mi avvicino al divano e lo sento lamentarsi un po’. Mi siedo lì con lui.

“Forse ti stai prendendo una bella influenza.” Gli dico, toccandogli la fronte. “Diavolo, mi sa che sta salendo di nuovo. Dovevi chiamarmi.”

“Matt..” mi dice quel piccolo angelo, tra la tosse.

“Cosa?” gli chiedo, accarezzandogli la guancia.

Lui mi afferra la maglia del pigiama e mi guarda.

“Perché…sei così gentile con me?”

Non rispondo.

“Ti ho portato un bicchier d’acqua..”

Gabriel lascia perdere e lascia che io lo faccio bere.

Lo guardo, ma il momento sembra passare, scivolare via.

Lui mi lascia andare e si mette a fissare i disegnini sul divano.

Prendo coraggio tutto a un tratto lo  bacio, tenendogli le mani sul viso.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 65
*** Dean e Sam: passione, lussuria e fughe clandestine, anche grazie a Bobby - prima parte ***


Dean e Sam: passione, lussuria e fughe clandestine, anche grazie a Bobby - prima parte





Recuperiamo il tempo perduto


“AHHH, AHHH, AHHHH.” Erano gli ansiti di Sam, mentre Dean lo sbatteva sul letto, con lussuria.

“AHHHH.” Un affondo più forte degli altri fece godere Sam in un modo che sembrava quasi che stava per svenire.

“Diavolo..è come se..come se..” Dean era più eccitato che mai e si chinò a baciare e succhiare la pelle di Sam sul torace. “Come se il tuo corpo mi tenesse stretto a te come una calamita, come una ventosa. Non posso..resistere..” disse Dean, baciandogli anche le braccia. Sembrava che lo volesse mangiare, ma Sam lo guardava e guardava quell’aria arrossata e si sentiva ancora più eccitato. Dean era bellissimo , tutto rosso, con i suoi occhi verdi che sembravano ancora più illegali, sembrando iniettati di sangue e lussuria.

Dean fece un altro affondo e venne con un grido soffocato, ma poi continuò a spingere, per far venire anche Sam, mentre lo masturbava per farlo venire più in fretta. Sam si riversò nella sua mano e poi crollò esausto. Dean uscì fuori da lui lentamente e poi si diresse in bagno a prendere degli asciugamani.
 
“Dove ti piacerebbe farlo oggi pomeriggio?” chiese Dean, dato che era ancora mattina, mentre gli passava l’asciugamano bagnato per tutto il corpo e in mezzo alle gambe, in un modo che rischiava di far eccitare di nuovo Sam.

“Tu dove vorresti?”

Dean aveva uno sguardo birichino.

“Sul tavolo!”

“Io proponevo sulla sedia!”

“Sul tavolo è più eccitante!”

“Ma sulla sedia io sono più stretto! Mh?” lo provocava Sam.

Dean lo guardò e sembrava in difficoltà.

“E la macchina?”

“Dean, dobbiamo ancora finire di ripararla.” Gli ricordò Sam.

“E allora? Il tetto non è mica andato distrutto! Cavolo, certo che è un bel problema!”

“Cosa? La tua dipendenza dal sesso? A me non dispiace!” rise Sam.

“Non quella. Quella non potrebbe mai essere un problema.” Disse Dean con una smorfia. “Ma il fatto che ci sono così tante fantasie, così tanti scenari..e la giornata ha così poche ore!!” si lamentò Dean.

Sam ridacchiò e si alzò. Forse un po’ troppo velocemente, visto che ebbe un capogiro.
 
“Ehi, ehi!! Occhio, fratellino! Piano.”

“Il post orgasmo mi ha travolto più di quello che mi aspettavo!” disse Sam.

“è così perché non abbiamo ancora fatto colazione, ma rimedieremo subito. Coraggio, doccia, vestiti e poi una bella colazione al bar!”

“Ma mi hai lavato con l’asciugamano!”

“Muoviti, sporcaccione!”

“Mpf..prevedo già che dovremmo fare molte docce oggi!” disse Sam ridendo.
 
 
 
 
 
 
*

Adam e Karen tornano a casa.

“Pronto, sì, Bobby, stiamo facendo colazione al bar. Ah sì? Karen e Adam tornano domani sera sul tardi? Ok! Tranquillo, ti lasceremo casa libera. No, Bobby non scherzare, dai. Ci sentiamo dopo!”

Sam guardò Dean sbalordito.

“Karen e Adam tornano?”

“Yeees.”

“Vabbè, noi avremo l’altra casa!”

“è quello che gli ho detto anch’io!”
 
 
 
 



*

Dean è eccitato.
 


“Sì. Così. Sì. AHHH. AHH. AH, Sì.” Sam non aveva bisogno di pregarlo, mentre Dean si spingeva dentro di lui, sul tavolo della sala da pranzo.

Dean era in piedi di fronte al tavolo, ma poi non resistette più e si fiondò anche lui sul tavolo e in questo modo le spinte diventarono più forti e veloci.

“AHHHHHH.” Sam ovviamente, apprezzava. Apprezzava molto! Entrambi apprezzavano il cambio di posizione.
 
 

“AHH. Sì. COSì. È fantastico.” Diceva Sam in estasi seduto per metà sulla sedia, a gambe aperte, mentre Dean diceva: “Maledizione, Sam, avevi ragione, farlo sulla sedia, è così…avvolgente. Sei così stretto!”

I fratelli erano così eccitati che una volta finito, cambiarono posizione, sempre sulla stessa sedia, ma questa volta Dean era seduto e Sam si sedette sopra di lui, cavalcandolo come un professionista.

Ah…AHHH..AHHHH. SAM. SAM, diavolo!”

Sam era ringalluzzito dal’effetto che aveva su suo fratello, godeva dei gemiti che riusciva a tirargli fuori, mentre si muoveva sempre più velocemente.
 
 
 
La sera stessa, fecero l’amore sul pavimento e poi in piedi, con Sam che si teneva appoggiato con le mani al termosifone e infine in doccia; prima ci furono dei sensuali preliminari, con Dean che insaponò tutto il corpo di Sam con le mani piene di sapone,poi usando il sapone come lubrificante, pensando a entrare con le dita anche in quella parte proibita, cosa che rese eccitato Sam ancora prima che Dean si spingesse dentro di lui.

“Sai, dovremmo farlo anche sul balcone, qualche volta.” Propose Sam, mentre uscivano dalla doccia.

“Non possiamo. Qui ci conoscono..e se qualcuno ci vedesse?” disse Dean, ma si vedeva che era combattuto.

“Beh, potremmo sempre scegliere il balcone di qualche motel.” Propose Sam malizioso.

“Fratellino..wow, sei un genio del male!”
 
 
 




*

Coccole davanti a Bobby.
 

Era da quando Sam aveva rivelato a Dean che Bobby sapeva tutto, che nella fantasia di entrambi, c’era la possibilità di scambiarsi effusioni anche davanti a lui, ma non avevano il coraggio di manifestarlo apertamente a parole. Non sapevano se fosse solo il piacere di poter essere sé stessi senza nascondersi, o il fatto che erano curiosi della reazione di Bobby.

Ad ogni modo, l’indomani, successe tutto spontaneamente. Semplicemente i due fratellini erano sul divano della casa di Bobby e si stavano coccolando.

Dean continuava ad accarezzarlo sotto la maglietta, a volte sostituendo la mano con la sua bocca, lasciando passare le sue labbra sulla sua schiena o sulla pancia.
 
“Sto facendo un budino!! Voi due idioti lo volete?” chiese Bobby, facendo finta di non aver capito che i due fratellini si stavano lasciando andare a coccole spinte.

“Sì.” Dissero loro, ma poco dopo a furia di coccolarsi, finirono per terra, rotolando, con ognuno dei due che cercava di tenere sotto l’altro.

“Niente scene porno nel mio salotto, eh?” disse Bobby scherzando, mentre Dean teneva sotto Sam e lo guardava come se avesse voluto prenderlo in quel momento e Sam lo guardava di rimando come se volesse sfidarlo a farlo.

Poi noi due dovremmo..uh..parlare di questo..” disse Dean con sguardo eloquente, continuando a tenere sotto Sam.

“Come vuoi, ma prima mangiate il dannato budino!” disse Bobby, defilandosi.
 
 
Tuttavia, non avrebbe parlato di “quello” di certo quel pomeriggio, visto che Bobby si inventò un impegno improvviso, inderogabile, proprio poco dopo.

Dean e Sam comunque, non avevano molta voglia di mangiare il budino. Non ancora.

Sam vide Dean che si era accasciato sul divano a pancia in su, che sospirava. Immaginò che quelle carezze sul soft porn che gli aveva rilasciato poco fa, lo avevano infiammato e frustrato. Notò un rigonfiamento proprio davanti e quindi si avvicinò di nuovo, sdraiandosi su di lui.

“Quando ti vedo così frustrato, il mio istinto protettivo mi obbliga ad intervenire.” Disse, abbassandogli i pantaloni.

“Sei..un bravo fratello minore.” Gemette Dean, prima che la bocca di Sam lo avvolgesse, facendogli già saggiare le stelle per tutto il percorso del suo corpo.
 
 
 
 
 
 
 
 
*

Quella sera sul tardi, verso le 23:00, tornarono Adam e Karen, moglie e figlio di Bobby, che erano in Italia e quando arrivarono, Bobby propose di andare tutti insieme a mangiare la pizza. In realtà non voleva essere lasciato da solo con la moglie, visto che era un pò risentita che Bobby non gli avesse detto niente dell’amnesia di Dean.

“L’ho fatto solo per il suo bene! Meno persone sapevano, meglio era per lui. Dai, Karen, non guastiamoci la serata.” Diceva Bobby, mentre Karen, al ristorante, raccontava per filo e per segno la sceneggiata di Mary e John che le telefonarono a Roma, raccontandole affranti dei drammi con i figli.

Karen poi si rivolse a Dean e Sam facendo un vero e proprio interrogatorio. Voleva dettagli, ma Bobby la zittì in malo modo.

“Karen! Questi ragazzi ne hanno passate abbastanza, non credi??”

“Scusami, scusate ragazzi. Vi ho stressati?”

Dean e Sam si pentirono in quel momento di aver accettato di andare in pizzeria. Speravano che la serata finisse presto.

“Ragazzi, posso parlarvi un minuto?” chiese Bobby ed entrambi si alzarono, sotto gli sguardi interrogativi di Karen e Adam.
 
 

“Sentite, non so come scusarmi per Karen. Non vuole rompervi le scatole, è solo che ci tiene a voi..e..”

“Non c’è nessun problema, Bobby, non devi scusarti.” Disse Dean.

“Sapevamo che non potevamo restare in una bolla per sempre.” Disse Sam.

“C’è solo da sperare che mamma e papà non le abbiano raccontato troppo.” Disse Dean.

“Sentite, non vogliamo rovinarvi la serata, quindi ho pensato: perché dovete stare con una coppia di vecchi a mangiare la pizza, quando potete fare qualcosa di più eccitante?”

Dean e Sam guardarono Bobby con sguardo sgranato.

“Bobby, da te questo non ce lo aspettavamo..” disse Dean.

“Ma no!! Cos’avete capito, razza di idioti!! Intendevo che voglio proporre al pizzaiolo di impacchettarvi le vostre due pizze a parte, così potete filarvela e mangiarvele da qualche parte da soli , come due fidanzatini.”

Sam e Dean lo guardarono con tanto d’occhi.

“Ohhh, insomma, se non vi piace l’idea, non se ne fa niente!!”

“Ci stiamo!!” dissero Dean e Sam di colpo.

“Bene, allora ascoltatemi bene..” si avvicinò a loro con fare cospiratorio. “Quando il cameriere arriverà in sala, come segnale per voi, avrà due pizze in mano, già nel cartone. Quelle sono le vostre. Voi non dovete dire niente, con una scusa vi alzerete e ve ne andrete. Non preoccupatevi per il prezzo, pago io.”

“Ma Bobby, cosa dirà Karen??” disse Sam.

“Non vi preoccupate di questo. Ci penso io.”

“Bobby..”

“Cosa c’è ancora??” chiese Bobby.

“Perché stai facendo questa follia per noi?” chiese Dean illuminandosi.

Bobby li guardò e disse dolcemente:

“Perché voi due birbanti , con il fatto che siete fratelli, avete così poche occasioni per comportarvi da veri fidanzatini, che nel caso vostro, questo tipo di follie, sono ancora più importanti.”

Dean e Sam lo abbracciarono forte. Il buon vecchio Bobby non se lo aspettava e stava per commuoversi.

“Okay, dai, adesso basta con le smancerie. Vado dal pizzaiolo a informarlo. Penserà che sono uno scemo, ma in fondo lo pensano un po’ tutti. Ah, come le volete le pizze?” 

Ritorna all'indice


Capitolo 66
*** Dean e Sam: passione, lussuria e fughe clandestine, anche grazie a Bobby - seconda parte ***


Dean e Sam: passione, lussuria e fughe clandestine, anche grazie a Bobby - seconda parte





Sam ordinò una pizza al prosciutto cotto e panna, Dean ordinò una pizza con l’uovo, dopodiché presero le pizze calde e corsero fuori.

Casa di Bobby era poco distante dal ristorante, quindi in poco tempo furono subito a casa. Dean mise in moto la sua adorata Impala – che nel frattempo era stata riparata –e con Sam, raggiunse il limitare di un boschetto. Un posto molto carino. Si sedettero sopra la capote della macchina e si misero a mangiare le pizze, fortunatamente ancora calde, sopra la macchina, sotto le stelle.
 
“Questa serata è meravigliosa.” Disse Sam, mentre Dean mangiava un pezzo della sua pizza, dalle sue mani.

“Ti prometto che ogni giorno sarà così, fratellino mio. Voglio che tu sia sempre felice.” Disse il maggiore.

Finite le pizze e dopo aver bevuto dalle due bottigliette che si erano portati, Dean propose di trasferirsi dentro la macchina, con aria maliziosa.

“No..voglio farlo qui.” disse Sam con altrettanta malizia.

Dean lo guardò stralunato.

“Sei sicuro che non sentirai freddo?”

“Freddo? Io sto bruciando dalla voglia, fratello.” disse Sam baciandolo voglioso.

“Mmmm..Sam , caspita, tu sì che sai come tenerti un uomo stretto.” Disse stringendolo, sentendo già qualcosa indurirsi in mezzo alle gambe.

Sam di tutta risposta lo baciò più profondo, slacciandogli la camicia e sbottonandogli i jeans. Dean fece lo stesso con lui e dopo un minimo di preparazione, lo penetrò.

“Ahhhh. Sì.” Gemette Sam, quando lo sentì dentro di lui, cosa che invogliò Dean a spingere ancora di più, sempre più forte.

Per Sammy non c’era niente di più eccitante e bello, che farsi possedere da suo fratello maggiore.


 























Note dell'autrice: 

oramai penso che molti abbiano capito che ho gravi difficoltà con questa storia xd e questo perchè non avevo un finale ben preciso in mente quando l'ho cominciata xd quindi chiedo a voi che cosa preferireste :D

a) la storia rimane in standby/conclusa con aggiornamenti random quando ti senti ispirata

b) chiudi la storia così (ed ero tentata )

c) Sam e Dean vanno via e ricominciano una vita insieme lontano dai genitori

d) i genitori vengono a sapere di loro due e dopo una dolorosa parentesi riescono ad accettarlo, anche se poi sam e dean vanno via lo stesso

Ritorna all'indice


Capitolo 67
*** La bellissima storia d'amore di Matt e Gabe ***


Ora che Sam e Dean erano riusciti a riavere una loro stabilità emotiva, erano più tranquilli nel riavere un rapporto con i loro amici del cuore e tornare a frequentarli. Parlarono del dramma dell’amnesia di Dean e di come nonostante tutto cercarono di stare vicini a entrambi, in particolare facendo forza a Sam.

“Non so che cosa dire , né come ringraziarvi, non solo per aver mantenuto il nostro segreto, ma per come siete stati vicino a mio fratello, quando io ero più di qua che di là, ve ne sarò sempre riconoscente.” Disse Dean, mentre erano in un ristorante che aveva una cucina italiana.

Sam, in braccio a Dean, gli diede un bacio sulla guancia.

“Ad onor del vero, quello che mi è capitato in fin dei conti non è del tutto un male, perché ho arricchito i miei ricordi di altre fantastiche esperienze, grazie al mio amato fratello, abbiamo rivissuto la bellezza di un secondo innamoramento. è stato davvero molto bello.” disse Dean, coccolandolo. “Ma adesso raccontateci di voi, ci siamo persi un sacco di cose, troppo persi nel nostro dramma personale.”
 
Gli amici allora, si prodigarono nei racconti, prima parlarono nello specifico dell’amore che aveva travolto Sebastian  e Castiel, di come quell’amicizia si fosse trasformata in amore, di come il corteggiamento fosse partito da Sebastian, invitando Castiel a venire a fare i compiti a casa sua, con la scusa di aiutarlo nel programma, di come sempre più spesso interrompeva lo studio, per offrire al suo ragazzo della frutta fresca, una nuotata in piscina o a mangiare fuori al mc Donald.
 
Si passò quindi a parlare di Jessica e Matt . Cas e Sebastian guardarono l’amico, scambiandosi occhiate in tralice, visto che loro sapevano cosa stava succedendo.

“C’è qualcosa che ci siamo persi?” chiese Dean, confuso.

Matt allora passò a raccontare anche ai due amici la sua storia, di come all’inizio era infatuato di Jessica. Bella, bionda e angelica come la principessa delle fiabe, fino a quando l’arrivo di Gabe, la sua dolcezza e tenerezza l’hanno colpito come un fulmine, facendogli provare emozioni del tutto inaspettate e fuori controllo. Da lì ha cominciato a rimettere tutto in discussione, a pensare che forse voleva delle cose diverse da quello che pensava.
 
 
Cas, da buon amico, interruppe le sue riflessioni per dire la sua.

“Matt, tesoro, non voglio scoraggiarti, anche dal momento che stai parlando con due coppie di maschi che stanno insieme, quindi sembrerebbe strano da parte nostra, scoraggiarti in questo senso, ma dobbiamo dirtelo e questo lo pensiamo sia io e Sebastian, sia, credo, Sam e Dean. Sei sicuro di essere davvero attratto da questo Gabriel? Non vorremmo mai che, magari sia solo amicizia, magari gli vuoi un bene immenso e magari pensi di amarlo e non è così, solo perché sei influenzato da noi quattro e tu magari essendo nostro amico, pensi di essere come noi e invece non è così. “disse Castiel.

“Sono d’accordo con Cas. Insomma, devi essere sicuro della tua sessualità e di non confondere l’affetto con l’amore, Matt, potresti soffrire o peggio ancora, far soffrire altre persone.” Disse Sebastian.

“Lo so e ci ho pensato. Il fatto che siete miei amici non mi ha mai influenzato. Non credo inoltre che la scelta di amare un uomo o una donna, sia una cosa che si possa trasmettere o..condizionare. Non credo neanche sia tanto significativo che Gabe sia un uomo, cioè non sono sicuro che allora mi piacciono tutti i maschi. Si tratta di lui. Io credo che a volte ci si innamori della persona, indipendentemente dal sesso, ma non ho finito di raccontare..aspettate che finisca. Dopo quel bacio, ci fu molto imbarazzo da parte nostra, ma Gabriel era comunque tenerissimo per come mi guardava, arrossito e in totale imbarazzo, distoglieva lo sguardo. Mi sono limitato ad abbracciarlo e a rincuorarlo e in quel momento ho creduto che sì, forse davvero provavo solo amicizia per lui. Forse, stranamente desideravo solo sentirlo più vicino, non lo so. Abbiamo convenuto insieme che forse era stato uno sbaglio e che era stato solo un bacio per dimostrarci dell’affetto. Non mi aspettavo però, di sentire la sua mancanza, dopo quel giorno. I successivi giorni , io e Jess, li abbiamo passati distanti, non riuscivo a volerla di nuovo vicina, continuavo a pensare a lui, poi un giorno sono andato da Gabe, che aveva fatto pace con i suoi genitori, fortunatamente e…”
 
Mentre Gabe raccontava quella giornata, ripercorreva mentalmente quel giorno nella sua testa.
 
 
 
 




*

Wow la casa di Gabe è davvero una villa. È bellissima. Pensò Matt mentre il cancello automatico della villa si apriva.

Arrivò un maggiordomo ad aprirgli, mentre Matt si chiedeva dove Gabe fosse, sentiva una musica dolcissima ma incredibilmente triste, arrivare dal soggiorno.
 
Quando vide Gabe suonare il pianoforte con quella bellezza, così struggente, capì di essere totalmente, innamorato perso di quel ragazzo.

“Gabe..” lo chiamò.

“Gabe smise di suonare per guardare il suo migliore amico in faccia.

Con un sorriso dolce, disse:

“Sei la prima cosa bella che vedo in questa giornata così grigia, amico mio.”
 
 
I due amici si sedettero sul divano e cominciarono a parlare, di cose superflue, non davvero importanti.Matt disse all’amico di essere venuto perché aveva saltato la scuola da diversi giorni e oltre ad avergli portato gli appunti per non farlo restar indietro con il programma, era preoccupato per lui.

“Sono raffreddato. Credo di avere l’influenza, i miei non sono mai stati tanto premurosi da quando sto male. è strano come le malattie avvicinino le persone.” Disse Gabe.

Mentre parlava, Gabe lo toccava varie volte, ma non in maniera invadente, sfiorandolo solo, sfiorandogli il braccio e toccandogli spesso le mani, come una carezza sottile, che tuttavia lo faceva sentire bene.

Matt si ritrovò a poggiare la testa sulla sua spalla.

“Non hai solo la tua famiglia. Hai anche me, ricordalo.”

Si rendeva conto che Gabe tirava fuori la sua parte più dolce. Così dolce non lo era neanche con Jessica. Forse quel bacio li aveva avvicinati di più in un certo senso.
 
 
 
 
 




*

“Ci provai a continuare a vedere Gabe solo come un amico, ma la mia mente andava sempre lì.. Gabe cominciò a venire spesso a trovarmi a casa, a casa MIA, perché avevo lasciato casa di Jessica, dopo un brutto litigio, in cui capimmo di non essere pronti per la convivenza e tornammo entrambi dai nostri genitori..beh, un giorno, Gabe mi baciò. Mi baciò lui stavolta.”

“Sul serio?” chiese Sam sorpreso.

“Sì..ero in cucina, stavo preparando dei popcorn al cioccolato, lo vidi arrivare alle mie spalle e baciarmi.”

“E..?” chiese Dean.

“Beh, io..gli ho chiesto perché l’aveva fatto, ma lo abbracciai. Lui disse che non sapeva il perché e mi chiese di perdonarlo, io gli dissi che non doveva chiedere scusa e dopo qualche minuto gli dissi che beh..non mi dispiacevano i suoi baci, baciava bene!”

“Gli hai detto davvero così” chiese Sam, basito, mentre Dean e gli altri due – che sapevano già la storia – scoppiarono a ridere.

“Che dovevo dire? Non si dice sempre che bisogna essere sinceri sempre e comunque? Comunque servì a smorzare la tensione. Ovviamente eravamo in balia di qualcosa che non sapevamo definire né controllare, ma..non è come pensate. Non abbiamo fatto nessun gioco strano e non abbiamo fatto altro..abbiamo continuato la nostra amicizia e a volte capitava che ci baciavamo, senza farci domande, come se fosse una cosa normale che si fa..tra amici. Sapevamo che non era una cosa normale, ma non volevamo affrontarla..solo lasciarci trasportare dalle emozioni.”

“Insomma, vivevate in fase denial.” Disse Seb. “Piccioncino, i fratellini vogliono sapere quando è durata la fase di negazione.”
 
“Aspetta, mamma mia quanta fretta..” disse Matt ridendo. “I giorni passavano e noi diventavamo sempre più sdolcinati..come due fidanzatini..e il rapporto con Jessica andava sempre più  a rotoli..durante un litigio, la lasciai, lo dissi a Gabe, che..beh, sembrava contento..dopo qualche giorno però, Jessica mi fece un’improvvisata a casa e ci scoprì che…ci stavamo baciando.”

“Che cosa?? Lo scoprì così? Non è una cosa che capita solo nei film? Ed è stato figo come nei film?” chiese Dean eccitato dal colpo di scena.

“In realtà non aprì la porta, altrimenti l’avremmo vista arrivare..diciamo che sospettava qualcosa per via di alcune voci che giravano su di noi..pettegolezzi..ci ha..spiati dalla finestra..deve aver approfittato di un momento in cui il cancello era aperto. Entrò di corsa e fece una piazzata.” Disse Matt.
 
“E voi?” chiese Dean.

“Io sentendomi in colpa le ho chiesto scusa mille volte cercando di calmarla, ma senza negare quello che era successo..e..diciamo che le grida hanno agitato i miei genitori, che sono scesi entrambi in salone volendo capire quello che stava succedendo, quando capirono la situazione, chiesero a Jessica di andarsene e lei imbarazzata chiese scusa. Rimanemmo da soli, imbarazzo più totale, volevano che spiegassimo cos’era sta storia che stavamo insieme..”

“E voi avete spiegato?” chiese Dean indagando.

“No. In realtà ho preso per mano Gabe e siamo scappati entrambi dalla finestra che dava sul giardino, come Romeo e Giulietta.” Disse Matt, facendo scoppiare a ridere tutti.
 
“Continuammo a correre per la città come pazzi, non so quanto corremmo e camminammo..senza smettere di tenerci per mano..senza parlare..solo ridendo..con il cuore che batteva come un tamburo..misi una mano sul suo petto e lo sentivo battere forte come il mio..due cuori che battevano all’unisono..continuammo a camminare, fino a quando non ci fermammo, stremati, al limitare di un boschetto, ci fermammo e invece di preoccuparci di riprendere fiato, ci baciammo subito, bocca contro bocca, ricercando ossigeno l’uno nella bocca dell’altro..e cosa incredibile, lo trovammo.” Continuò Matt. “Poi quando ci staccammo, ci sedemmo per terra, abbracciati, poi sdraiati e siamo rimasti lì un bel po’ di tempo..quando finalmente abbiamo cominciato a parlare, l’abbiamo fatto spendendo parole carino, l’uno per l’altro…infine, quando non abbiamo più potuto farne a meno, abbiamo ammesso di essere innamorati fracichi l’uno dell’altro.”
 
 
Matt aveva finito il racconto con il fiato corto e guardando i suoi amici, notò che avevano tutti gli occhi lucidi. Solo quando si toccò la faccia, notò che anche lui era messo come loro.

“è una storia bellissima, Matt. Sono tanto felice per te.” disse Sam, alzandosi dalla tavola per andare ad abbracciarlo forte, dopo poco, raggiunto anche da Dean, in un abbraccio a tre.
 
“Quindi adesso state insieme?” chiese Dean, mentre lui e Sam erano tornati al loro posto.

“Sì.” Disse Matt timido ma felice.

“Perché non ce l’hai detto prima?” chiese Sam stupito.

“Perché volevamo che vi riprendeste la vostra vita, avete vissuto un brutto momento..io e Gabe siamo fidanzati solo da qualche settimana..volevamo trovare il momento giusto per dirvelo.” Disse Matt.

“Che bello, un amico in più nella nostra comitiva!” disse Sam.

“Solo una cosa..Matt..il nostro segreto..” disse Dean con sguardo eloquente.
 
Matt con grande imbarazzo, avvisò Dean del fatto che in realtà Gabe aveva sempre sospettato di loro e quando erano solo amici, gli aveva reso pubblici a lui i suoi sospetti, dichiarando comunque che erano bellissimi come fratelli e che se anche avessero una relazione romantica tra di loro, era solo felice per loro. Lui aveva sempre negato, proteggendo il loro segreto, ma con il loro permesso, a lui ora piacerebbe dirglielo, considerato che Gabe è dolcissimo, sta dalla loro parte e non è una minaccia.

Dean e Sam rimasero basiti di sapere dell’enesima persona che aveva capito di loro.

Erano ovviamente felici però che non dovevano preoccuparsi di mantenere il segreto con Gabriel.

“Fratellino, tra un po’ saremmo costretti a cambiare continente.” Disse Dean ridendo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell'autrice: 

Ragazzi, scrivere è difficile, come dice Chuck xd ahah xd si nota che ci ho messo quasi tutta me stessa in questo capitolo? :p vi devo confessare che stavo quasi per dimenticarmi di loro..stavo per finire la storia senza dire com'era andata a finire con quel bacio ahhah ora siete spaventati? :p figuratevi io come sto, che mi perdo o rischio di perdermi cose per strada perchè penso a troppe cose!! :ppp

vabbè a parte questo, adoro la coppia Matt e Gabe, penso si sia capito ormai..amo raccontare di come si sono innamorati e sono contenta di essermeli ricordati in tempo ahah pensate che questo doveva essere l'ultimo capitolo..poi..OPS mi sono ricordata che c'era sta questione in sospeso ahha si avete capito bene, il prossimo sarà l'ultimo e spiegherò anche perchè! Niente panico, quando avrò spiegato spero che anche voi capirete che è giusto così ^^ intanto vi preparo <333

ciaooo..ps mi ha emozionato molto scrivere questo capitolo.diciamo che mi ha prosciugato le energie quasi xd

Ritorna all'indice


Capitolo 68
*** Il nostro murales d'amore ***


Sam esultava insieme a Dean e insieme ai suoi amici mentre leggeva di essere stato promosso!

Avevano finito le superiori e lui e tutti i loro amici erano stati promossi ed era..semplicemente fantastico!

Dean lo prese in braccio, facendogli fare una giravolta, si complimentò con lui e poi gli disse che voleva portarlo in un posto.

Dean e Sam si congedarono dagli amici che erano ancora nel giardino della scuola, promettendo di farsi vedere presto per festeggiare.

Per tutto il tragitto, Sam continuò a chiedere, curioso, dove Dean volesse portarlo, ma il maggiore non si lasciava sfuggire niente.
Era una sorpresa!
 
 




Alla fine, si fermarono davanti ad una casa vecchia e piuttosto malandata. Sam era perplesso, poi con un sorrisino malizioso, gli chiese se voleva per caso fare sesso dentro la casa o nel giardino.

Dean rise, cercando di non eccitarsi proprio in quel momento, poi accompagnò Sam e una volta all’interno, gli fece vedere dei barattoli di vernice colorati.
 




“Ma cos..” Sam era ancora più sorpreso.

“Tranquillo, fratellino. Non ti ho portato qui per lavorare, o meglio, spero sarà un divertimento.”

“Non capisco.”

“Questa casa è tutta da rifare e tra i ragazzi dei dintorni è iniziata una bislacca tradizione. A turno la tinteggiano con vernice colorata, un po’ come fanno i teppistelli sui muri con gli spray colorati.”

“E non viene nessuno a protestare?” chiese Sam, notando le altre pareti.

“Questa casa è comunque tutta da tinteggiare, quindi li lasciano fare. È un modo di esprimere libertà e creatività, magari anche amore o fantasia. Un nuovo modo di concepure l’arte astratta. Le creazioni più curiose potrebbero perfino essere immortalate.”

“Mi stai dicendo che un mio scarabocchio potrebbe perfino essere immortalato in un dipinto?” ridacchiò Sam.

“Se sei abbastanza bravo sì.” Disse Dean, poi lo guardò. “Mi rendo conto che è una sciocchezza. Se vuoi ce ne andiamo e festeggiamo con un gelato gigante, devi solo dirm..”

Sam lo bloccò con un lungo bacio.

“Vuoi scherzare? È la cosa più dolce e geniale che potevi fare per me. avanti, dammi un pennello. Voglio dipingere!”

Dean tutto felice gli passò un pennello e i relativi barattoli, così i due fratelli cominciarono a dipingere mischiando i colori.
 
 
 
Sam fece un grosso cuore rosso e rosa con striature viola, mentre Dean si cimentava in un splendente sole giallo con larghi raggi solari, poi passò alle nuvole, mentre Sam disegnava fiori dolcissimi.

Poi procedettero a creazioni più astratte. Si misero a scrivere parole.

Dean scrisse la parola AMORE in rosso

Sam rilanciò con TU e una freccia che pendeva verso lui
 
Poi passarono a un colore di tinta unita. Arcobaleno, che sembrava avere in sé tutti i colori e fecero scarabocchi un po’ ovunque, intrecciando i propri con quelli dell’altro.

Sam e Dean poi disegnarono un laccio di palloncino. Sam lo disegnò bianco e Dean blu, poi li unirono insieme formando un bellissimo fiocco come simbolo del loro amore.
 
“Ora il body painting, love.” Disse Dean sorridendo cominciando a dipingerlo di un viola chiarissimo. Era molto carino. Sam lo guardava imbarazzato mentre Dean lo dipingeva dappertutto, dopo avergli tolto i vestiti.

“Non ti eccitare troppo.” Gli disse ridacchiando, poi lasciò che Sam lo dipingesse con la vernice blu.
 
Una volta fatto questo lavoro, si appoggiarono al muro, cercando il più possibile di formare le loro sagome e riuscirono con molta pazienza e calma, ad unire la forma delle loro bocche con un bacio.
 
“Non ci credo. Ci siamo riusciti. Wow,è bellissimo.” Disse Sam mirandole, mentre Dean scattava con la sua macchina fotografica, le loro sagome che si incontravano in un bacio.

“Dean..” lo riprese Sam.

“Che c’è? Questa è da conservare.” Disse Dean, andando a baciarlo subito dopo.

“E ora? Siamo tutti sporchi e appiccicaticci.” Disse Sam.

“Ho pensato anche a questo.” disse Dean , accompagnandolo in giardino.
 
Lo prese per mano e lo portò davanti ad una pompa d’acqua.

“Non puoi essere serio.” Ridacchiò Dean.

“Mai stato tanto serio.” Disse Dean cominciando a schizzarlo.

“AAAAAAHHH Questa me la paghi.” Disse Sam, schizzandolo a sua volta.
 
 
Per fortuna Dean aveva pensato davvero a tutto, portando un asciugamano nel bagagliaio, sapendo già come sarebbe finita.

“E se non fossi stato promosso?” chiese Sam, ridendo, mentre Dean lo aiutava ad asciugarsi.

“Avremmo festeggiato comunque. Dopo tutta la preparazione e la mia inventiva, vuoi che lasciavo perdere così per una cosa banale come una bocciatura?”

“Mi sembra che siamo ancora sporchi.” Rise Sam.

“Beh, quando torniamo a casa, dovremmo fare un’altra doccia..ma sai cosa..non credo che tu sia capace di lavarti tanto bene..secondo me hai bisogno di un aiuto..” disse Dean.

“Mmmm..che fratello premuroso che ho. Come farei senza di lui.” Disse Sam stropicciandogli il labbro e poi baciandolo di nuovo.
 
 
 
L’angst di qualche mese prima era ormai solo un lontano ricordo. Sam e Dean si amavano da impazzire, la scuola era finita e tutti i loro amici erano felici insieme e innamorati. Non potevano davvero chiedere di più, se non quello di continuare ad avere nuove e sempre più erotiche e romantiche avventure insieme. 

















Note dell'autrice: 

allora, questa storia è terminata come avrete magari visto dall'introduzione! Sì, alla fine ho chiesto consigli a tutti e poi ho fatto di testa mia ahhah ma ora se avete pazienza vi spiego il perchè di questa decisione.

Come è nata questa storia? è nata per volere mio dal fatto che non esistevano storie wincest mie che partissero da una liason tra i due fratelli in una situazione domestica hot. Ho scritto Profezia, ho scritto Estasi, che ci andavano vicini, ma con i due fratelli che vivevano in casa da sempre e che si ritrovavano in situazioni hot pian piano, mai. Stavolta ho voluto scrivere una storia così, sapendo da subito che a quel punto sarebbe stato difficile dargli un finale, ma ci avrei pensato dopo. Con la storia del video ho cominciato a partorire nella mia mente l'idea di un finale in cui i genitori scoprissero del legame dei figli, nella mia testa ho immaginato anche diversi finali che finivano con Sam e Dean che partivano e se ne andavano - con lievi differenze -

alla fine però ho deciso di non fare nesuno di questi e il motivo? Mi sembrava una cosa forzata per dare alla storia un finale , ma io come autrice, mi sono chiesta: vuoi davvero scrivere un finale così? ho capito che non era quello che - magari per il momento, poi cambierà - volevo che succedesse.

Sono affezionata a questa storia perchè è più libera e spensierata dalle altre, è diversa, c'è stato un po di agst quando dean ha perso la memoria e questo era preventivato, ma in sostanza io sono affezionata a quello che è stato il fulcro di questa storia per tutta la storia..Dean e Sam che si divertono, non dico che deve essere così per sempre, ma non mi sento ancora pronta per fargli prendere una svolta più...matura? o anche solo per finirla qui


Quindi significa che sono stufa di questa storia? No, tutto il contrario, significa che non sono ancora pronta a lasciarli andare e che vorrei continuare con questa storia sull'onda del divertimento. Dare un finale in cui devono affrontare i genitori presupporebbe un angst che io per il momento difficile che sto vivendo, non mi sento pronta ad affrontare e non so neanche se è quello che comunque vorrei scrvere. Di continuarla non me la sento per gli identici motivi, per ora mi sento di aver scritto tutto, ho altre idee che non riuscirei per il momento però a trasformare in dei capitoli, quindi PER ORA la dichiaro conclusa

Perchè proprioo conclusa? Perchè io vorrei riprenderla in futuro quando sarò più serena, ma non voglio che voi miei lettori sate li ad aspettare un aggiornamento che non so al momento quando potrà arrivare e se arriverà mai, capito? Non voglio illudervi, l'intenzione di riprenderla c'è, ma non so quando. Magari poi aggiorno e scrivo un capitolo simile a quello della pizzeria, mentre voi vi aspettate succede chissà cosa..mi sembrerebbe di prendere in giro la gente.

Quindi, ripeto, concludo questa storia, perchè in realtà vorrei continuarla sulla scia sempre delle avventure erotiche dei winchester, ma non so quando riuscirò a farlo, perchè in questo periodo non sto molto bene...quindi non temete, non è una fine FINE. Vedetela come la fine di una stagione di un telefilm, mentre aspettate la prossima :))

Link se va via l'immagine:

https://spensieratezza.tumblr.com/post/167657062322

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3554687