Sentimento sconosciuto

di AgusTinaD
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il ragazzo dello specchio 1/2 ***
Capitolo 2: *** Il ragazzo dello specchio 2/2 ***
Capitolo 3: *** Chiacchiere di mezza notte ***
Capitolo 4: *** La pazzia di un artista ***



Capitolo 1
*** Il ragazzo dello specchio 1/2 ***


L' odio , l'amore, i sentimenti in sé,ognuno di questi racchiudono un mistero, l'amore può essere descritto come  il sentimento più puro, più desiderato, più abbondante e anche raro per alcuni, l'amore è un sentimento che si può esprimere attraver...

L' odio , l'amore, i sentimenti in sé,ognuno di questi racchiudono un mistero, l'amore può essere descritto come  il sentimento più puro, più desiderato, più abbondante e anche raro per alcuni, l'amore è un sentimento che si può esprimere attraverso la rosa, con le note di un violino, con il candore di una candela, con uno sguardo, con la forza della passione, l'amore può essere forse la malattia peggiore, incurabile e nonostante questo molti vogliono essere malati d'amore.

Leggendo questo dal prologo di un romanzo pensò: Personalmente, posso dire che non mi sono mai innamorato di nessuno, non c'è e non ci sara mai nei miei progetti. Il concetto d'amore è così complesso come la morte, io non voglio sentire che il mio cuore si spacchi in pezzi, non voglio sentirmi dipendente e schiavo. In questo momento stesso mi posso lasciar andare nella mia solitudine, a me stesso accompagnato dalla mia famiglia, al mio silenzio. Sì, io sono Haruka Nanase una semplicissimo nuotatore che sa esprimere quel che sente con un pennello e alcuni acquarelli o forse con un pezzo di carboncino e un foglio di carta, ma le cui labbra non hanno mai pronunciato un "te amo" ne tanto meno sentito altre labbra...no...

"Credo che questo non accadrà mai" Mormoro Haru.

"Hai detto qualcosa figlio?"Domando la signora Nanase.

"No...scusa, ho solo parlato a voce alta"Haruka sospiro mentre guardava il marciapiede che lo conduceva nella sua nuova residenza.

Un nuovo giorno detiene il mio destino, e se proprio devo parlare d'amore posso dire con tutta sicurezza che ho solo il proprio, sono amato e ammirato per terze persone e ironicamente non posso sentire lo stesso per nessuno di tutti i miei ammiratori e fanatici, solo posso dire che se dovessi descrivere l'amore lo esprimerei con la mia passione per le gare , quella sensazione di benessere che sopraffà  il mio cuore nel momento in cui devo entrare a una galleria  in cui sono esibiti i miei quadri , sono forse egoista? Voglio dire, come posso sapere cos'è l'amore se non l'ho mai sentito? e in più... perché mi domando queste cose adesso? No..., io non ho la necessita d'amare.

Haru chiuse il libro che appena cominciava a leggere e si dedico semplicemente a guardare fuori dal finestrino della macchina, il paesaggio rurale gli faceva sospirare e ricordava a malincuore la sua vita in città, anche se d'altra parte, sentirsi lontano dalla folla e dalla frivolezza gli dava pace.

"Finalmente siamo arrivati, questa sarà la nostra casa per un paio di mesi"Il signore Nanase scese dalla macchina, mentre l'autista apriva le porte dei passeggeri.

"Bene, no è quello che speravo ma almeno è più tranquillo in confronto alla città, è quello di cui hai più bisogno figlio, un po di tranquillità dopo le competizioni che hai fatto in Europa e America" La signora Nanase era aiutata dal autista a scendere.

"Si, sono un po stanco, ho bisogno di recuperare la inspirazione" Haruka guardò la casa.

"La casa si vede un po ... vecchia" Haru la guardo senza molto entusiasmo.

"Migliorerà più avanti" Il signore Nanase era entusiasta.

"Mi piace l'aspetto della casa è un tanto classica, con alcune modifiche sarà stupenda" La signora Nanase sorrise mentre camminava verso l'ingresso.

"I dipendenti arriveranno domani mattina, intanto adesso cominciamo a disfare le valigie poi andiamo al paesino a cenare" Il signore Nanase chiese a l'autista di portare le valigie mentre lui e la sua famiglia entravano in casa.

Nonostante l'apparenza di abbandono della vecchia casa, situata in un luogo nascosto di alcuna provincia del Giappone in un luogo circondato da bellissimi alberi e un lago situato solo ad alcuni metri dietro la casa, facevano di questa proprietà anche se abbandonata, bellissima e circondata di tranquillità.

Al interno potevano ammirare il lusso dei mobili antichi li dava un'aria classica, come se potessero trasportarsi in un'altro periodo con il solo fatto di entrare in quel luogo.

Era una casa elegante, che tristemente era stata colpita dagli anni, il clima e alcune inclemenze della natura. Pero dopo tutto era bene conservata, sufficiente per essere abitata, comoda e questo era stimato da Haru, un luogo comodo e pieno di ispirazione penso il ragazzo.

Salendo le scale si rese conto che la casa aveva poche camere in confronto a la villa di Tokyo, nonostante questo li bastava avere silenzio, poteva sentirsi soddisfatto di essere arrivato in quel luogo.

Apprendo la porta de la che sarebbe stata la sua camera non si sorprese, aveva perso ogni senso di sensibilità in queste situazioni e poteva dire che fino a un  certo estremo tutto il bene della vita lo aveva già vissuto a eccezione chiara del amore. Camino senza fare nessun gesto guardando tutto intorno a sé, c'era un  letto singolo, con un disegno tagliato in legno e dipinto recentemente con una costosa pittura marrone, i cassetti e la specchiera, decoravano quella camera sottile e lo sufficientemente comoda per non sentire saturato lo spazio. Giusto accanto al armadio, c'era un specchio enorme che poteva far vedere un corpo intero e il pavimento di quella camera di legno.

Posizionando le sue valigie sopra il letto, Haruka aspetto l'autista che portava le sue altre cose, guardò la specchiera che adesso li avrebbe fatto compagnia nella sua solitudine, prendendo nelle sue mani un vassoio antico, che si trovava nella specchiera, guardando attentamente ogni disegno, immagino le mani che le diedero immagine insieme a un vecchio pennello.

Per alcuna strana ragione, si sentiva in totale tranquillità in quella stanza, era qualcosa che non aveva mai sentito prima, pero adesso godeva, non pensava ad altro che non fosse al tempo chr aspettò per arrivare a un momento di pace.

Poco dopo arrivò l'autista per mettere il resto delle valigie nella camera dove avrebbe dormito il bellissimo nuotatore.

"Finalmente posso rimanere da solo, vorrei la voglia di pitturare e la grinta nelle gare" Haruka pensava che aveva perso il suo talento in tutti i sensi, desiderava recuperare la ispirazione.

Mentre ordinava le sue cose, pensava sul suo vuoto emozionale, immaginava che se qualcuno sarebbe arrivato alla sua vita, forse questa l'avrebbe aiutato a recuperare l'ispirazione che tanto li mancava, però in quel luogo così isolato dal villaggio più vicino era difficile pensare che potesse trovare qualcuno.

Dopo aver riordinato le sue cose e avere visitato la casa senza trovare niente di speciale solo mobili vecchi, la famiglia Nanase cenò nel villaggio. Al interno della locanda dove li avevano servito da mangiare, la incaricato della cucina parlò un po con loro.

"Voi siete quelli che vivranno nella villa abbandonata, mi presento, sono Nagisa Hazuki abito qui con i miei amici, aspetto che dopo aviate il tempo di conoscerli, sono persone molto divertenti" 

 

Il ragazzo che gli serviva gentile era curioso di tutta la gente nuova che arrivava nel villaggio, era molto interessante sapere delle persone che arrivavano di fuori, dato che in quel luogo, tutti si conoscevano tra loro.

"Siamo felici di conoscerti Nagisa, ci piacerebbe conoscere i tuoi amici dopo tutto mio figlio Haruka è quasi della tua stessa età, purtroppo è stato sempre molto taciturno e solitario, aspettò che possiate conoscervi meglio, ormai già alcuni mesi fa ho comprato la villa ma non avevamo avuto l'opportunità di venire a conoscerla, il fatto che mio figlio avesse bisogno d'aria fresca mi ha fatto venire l'idea di venire qua"Il signore Nanase era molto gentile.

"Allora vuol dire che non sapete di chi era questa villa, vero?"Domando.

"No, l'unica cosa che so e che è stata abbandonata da sempre, anche se per lo stato dei mobili giurerei che è stata pulita spesso" Il signore Nanase cominciava a essere curioso per i vecchi proprietari della villa.

"Forse ci sono dei fantasmi?" Domando un po spaventata la elegante signora.

"Non essere sciocca, quelle sono scemenze che inventa la gente ignorante" Il signore guardò sua moglie.

"Non voglio giudicare le vostre idee signore, però ci sono molti rumori riguardanti quella villa, voglio dire la gente che puliva quella villa giurano di avere ascoltato rumori strani" Nagisa versò un po di caffè nella tazza di Haru.

"La casa è molto vecchia, sicuramente ascoltarono il rumore del pavimento" Haruka parlò sicuro di sé.

"Io non credo, però non voglio che voi vi spaventiate, meglio sfruttate il luogo, in verità è molto tranquillo e il lago che si trova vicino alla villa fa che abbia una vista bellissima" Nagisa sorrise.

Continuando a chiacchierare, la cena concluse e la famiglia Nanase ritornò a casa.

Personalmente a Haru in nessun momento gli interessarono i fantasmi, le anime peccatrici che vagavano per la terra, lui pensava che l'inferno e il cielo erano certe superstizioni che obbligavano a le persone a comportarsi in una certa maniera e dato che le sue idee non erano accettate per la maggioranza della società, lui preferiva stare fuori da qualsiasi ordine religioso. Arrivando a casa lui si sdraio sul letto e pensò a tutto quello che avevano parlato a cena, forse quella casa non era noiosa dopo tutto.

Sentendo l'ispirazione dentro di sé, Haruka si alzò del letto quasi di un salto, il suo cuore palpitava fortemente, come se fosse innamorato, immaginava le sue mani come due uccelli liberi, immaginava le sue mani volare, il bel artista chiuse gli occhi e si trovava in un mondo diverso.

Presse un pezzo di carboncino e cominciò a disegnare linee senza senso, dopo questo presse le pitture e cominciò a dipingere con colori inimmaginabili, dopo quasi tre o forse cinque ore di duro lavoro, un sospirò chiuse quella meravigliosa mostra di passione.

"Oh...credo che questa volta, ho dipinto liberamente, senza giudizi, solo io e niente di più" Haru sussurrò per sé quelle ultime parole per addormentarsi profondamente subito dopo.

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Capitolo 2
*** Il ragazzo dello specchio 2/2 ***


Arrivata l'alba il freddo che sentiva li fece cercare una coperta, coprendosi guardò attentamente il quadro, poi si addormento nuovamente.

Approfittando il suo riposo, cominciò a ascoltare dei rumori che lo fece svegliare vagamente.

"Senza dubbio un bellissimo lavoro..." Sussurro una voce strana quasi come se non volesse che la sentissero.

"Grazie...padre" L'artista rimasse con gli occhi chiusi.

Dopo aver dormito profondamente, il sole lo sveglio con bellissimi raggi che annunciavano un nuovo e straordinario giorno, Haru si alzò e cercò il bagno per farsi una doccia. Ricordandosi quel complimento alla sua pittura, immaginava fosse stato suo padre dato che la voce che aveva sentito era maschile, era felice per questo. Ma era molto strano che suo padre si sia alzato a quelle ore, dato che lui aveva il sogno pesante, si sorprese per questo.

Dopo aversi fatto la doccia si sistemo e scese a la sala da pranzo, per fare colazione insieme ai suoi genitori...

"Buongiorno madre...padre?" Haruka si sistemo sulla sedia e le cameriere gli servirono la colazione.

"Buongiorno figlio" Rispose suo padre mentre dava uno sguardo al quotidiano che li aveva portato l'autista.

"Buongiorno Haruka, queste ragazze saranno le nuove cameriere della casa, saranno solo tre, Mikasa, Nozomi e Karen, ci aiuteranno nei lavori domestici della villa,  e tu ti dedicherai a riposare d'accordo?" La signora gli servi un po di tè al giovane ragazzo.

"Grazie madre, a proposito padre, pensi veramente che il dipinto sia venuto bene?" Domandò Haru naturalmente versandosi del miele sul tè.

"Di quale dipinto parli figliolo?" Il signore sposto il suo quotidiano per guardare con tenerezza suo figlio.

"Questa mattinata sei entrato in camera mia e mi hai detto che il mio dipinto era bellissimo" Disse Haru un po confuso.

"No, io non sono entrato in camera tua, tanto meno di mattinata, tu sai che non sono solito ad alzarmi così presto, cosa hai dipinto?" Disse il signore aprendo nuovamente il quotidiano.

"Perché non mi hai detto che Haruka aveva dipinto qualcosa?" Domandò la signora a suo marito.

"Ho già detto che non sono entrato in camera di Haru questa mattina, per caso mi hai visto alzarmi?" Il signore Nanase piegò il quotidiano e sorse un po del suo caffè.

"Già..., tuo padre ha ragione Haru, lui non si è alzato per niente questa notte" Rispose la madre Haruka.

"Sicuramente l'hai sognato, sai che dipingere ti affatica sempre, non lo dimenticare Haru, adesso... vogliamo vedere il tuo dipinto" Disse il signore Nanase.

Lo sguardo di Haru rimase perso, veramente lo aveva sognato, se fosse stato così non aveva niente di qui preoccuparsi, ma se non era così chi era stata la persona che aveva fatto quel complimento al suo lavoro? La voce era stata così bassa che difficilmente sarebbe riuscito a riconoscerla, nonostante questo si sentiva molto tranquillo.

Quel pomeriggio si dedico a camminare intorno al lago, avrebbe tanto voluto immergersi nelle sue acque, ma la educazione rigida che aveva  ricevuto dai suoi genitori glielo impedivano, si accovaccio e lanciò piccoli sassolini al acqua per vedere come esse formavano delle piccole onde su di essa, pensava a ricercare piccoli indizi per capire chi era la persona che aveva elogiato il suo lavoro, quei pensieri lo tenevano stupito, se fosse stato un sogno avrebbe sognato la persona che glielo aveva detto o al massimo sarebbe riuscito ad associare la voce ad uno dei suoi fan o amici, pero no..., questo era un sussurro che lo teneva con l'incognita di a chi appartenesse. Guardava le sue mani e ancora sentiva quella sensazione di essere libero, cosi decise di ritornare a la villa perché ormai la notte si avvicinava. In realtà non c'era molto da fare li solo passeggiare e basta.

"Il tuo dipinto è bellissimo figlio, tuo padre ed io siamo saliti in camera tua a vederlo dopo che sei uscito di casa, crediamo che sia capace di superare a tutte le tue opere in passato, anche se è solo un paesaggio, ha passione, anima, tutto quello che i critici amano" La madre di Haru era emozionata.

" Senza dubbio è un'opera d'arte figliolo, e quel pizzico di antico è interessante" Sottolineo il padre.

"Grazie, aspetto che possiamo esibirlo di ritorno a Tokyo" Haruka sogghignò.

"Vai a riposare, in un attimo la cena sarà pronta, manderò Nozomi ad avvisarti  quando sarà pronta" La signora accompagno suo figlio a le scale.

"Si , sarò in camera mia" Haruka cominciò a salire le scale per dirigersi alla sua camera.

Arrivò e chiuse la porta, si fermò davanti al suo dipinto e non pote non girarsi a guardarsi nello specchio, sorridendosi a se stesso si girò a guardare il suo dipinto.

"L'ispirazione è capricciosa, a volte arriva, a volte no, dipende dalle circostanze" Haruka si paralizzò a quella voce, sicuramente era la voce che aveva elogiato il suo lavoro.

"Tu...chi sei?" Domandò Haruka senza spostarsi da lì, non aveva il coraggio neanche di girarsi.

"Diciamo che anche io mi sono sorpreso di vederlo dipingere ieri notte, però non ho detto niente per non spaventarlo" La voce misteriosa sembrava gentile e amichevole.

Haru si giro lentamente, trovandosi di fronte con la figura di un giovane alto, dai capelli verde oliva e occhi verdi come i boschi più profondi, il tempo si congelò, quel momento in qui gli sguardi si incrociarono fu magico, era come se una specie di attrazione immediata  si fosse svolta in quel stesso momento, il fatto che il giovane fosse nel dentro lo specchio, non importava a nessuno...

"Che ci fate voi in camera mia?" Domandò Haruka.

"Mi dispiace dirglielo ma siete voi quello che è in camera mia" Rispose il giovane.

"Mio padre ha comprato questa villa alcuni anni fa" Rispose il bel ragazzo.

"Incredibile, non avrei mai immaginato che sarebbe stata considerata una villa, ho cominciato a costruirla un paio di anni fa" Il giovane sorrise mentre parlava con Haruka.

"Questo è molto strano, non crede? Mi riferisco a che voi siate  qua nel mio specchio e non so come è arrivato lì" Haru poggio la mano sopra lo specchio.

"Credo che si sbaglia nuovamente signorino, siete voi a essere dentro il mio specchio" Entrambi risero e rimasero a guardasi, fino a che Haruka fermò il silenzio.

"Non finiremo mai di contraddirci,  credo che per una qualche ragione il passato e il presente si sono connessi, dimmi, che anno è?" Haru cominciava a cercare di capire cosa stava succedendo.

"Che domanda, siamo nel anno 1918, sai? Sinceramente non mi sono mai soffermato a pensare a le cose che succedono nella vita e credo che neanche voi doviate farlo, le cose succedono così e basta, non crede?" Domandò il ragazzo castano a quello riflesso nel suo specchio.

"Cavolo...1918... non ci credo" Sussurrò l'artista per se.

"Succede qualcosa? In che anno vivete voi?" Domandò il giovane.

"No...niente, siamo nel 2013" Rispose Haru, ancora sorpreso.

"Cielo, allora voi siete una apparizione del futuro...abbiamo molto di cui parlare, qua sta per cominciare la guerra e ci sono molte cose che le posso raccontare, certamente, se voi volete" Il giovane gli sorrise.

"Mi farebbe piacere, ma come saprò se ci incontreremo domani?" Domandò Haru.

"Glielo dirò in quanto saprò il vostro nome..." Il ragazzo alto si avvicino un po di più.

"Mi dispiace tanto, il mio nome è Haruka Nanase, però mi puoi chiamare Haru, il suo nome è..." 

"Il mio nome lo saprà domani quando ci incontreremo qui, aspetto che riposi e nuvamente ve lo dico, il vostro dipinto e senz'altro un bellissimo lavoro" Il giovane gli fece un occhiolino.

Quando Haru cercò di dire qualcosa il giovane era sparito, e si poteva vedere solo il suo riflesso.

"Aspetto poterti incontrare...ragazzo dello specchio" Haruka sorrise dopo aver sussurrato quest'ultimo.

Quella notte Haruka si addormento emozionato, senti qualcosa di strano nel suo cuore dopo aver parlato con quella "illusione" del passato pero aspettava con entusiasmo il giorno seguente, il nome del "ragazzo del specchio" era una incognita per lui,  un enigma che adesso moriva per riuscire a risolverlo. La mattina si sveglio non appena spunto il sole, si parò di fronte al specchio aspettando di ricevere una risposta...

"Siete lì?" Domandò ansioso ed emozionato.

Finalmente! Ho finito questo primo capitolo diviso in due, come vi è sembrato? Mi piacerebbe sapere se vi piace :) e così tarde, MAKOHARU FOREVER >3

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Capitolo 3
*** Chiacchiere di mezza notte ***


Non gli arrivò nessuna risposta, lo sguardo di Haru si abate pensava fosse tutto opera di un sogno e del suo traditore subconscio, forse era stato quello stupido romanzo che aveva letto e gli aveva fatto creare quel personaggio immaginario, comunque fosse, aveva sofferto la tristezza di non incontrare quel ragazzo che il giorno prima vestiva una divisa militare con qualche medaglia, anche se non sapeva il suo nome, immaginava lo eccitanti che erano state le sue avventure, forse avrebbe potuto raccontargli quelli episodi.

"Sicuramente tutto è stato un sogno" Sospiro Haruka deluso.

Guardando il suo dipinto e quella strana ispirazione che aveva quando lo aveva dipinto, tentò di ricordare com'era riuscito a fare quel cambio così drastico in stile, i suoi dipinti normalmente raffiguravano la bellezza de lo astratto e alcune volte dipingeva quadri apocalittici pieni di terrore e fantascienza. Il dipinto che ora aveva davanti trasmettevano ai suoi occhi passione, armonia, simmetria, bellezza naturale e eleganza.

" Questo dipinto è così diverso... non si somiglia a nessuno degli altri che ho dipinto in passato, potrei addirittura dire che lo ha dipinto un'altra persona"

Ancora confuso, scese a fare colazione come sempre, in realtà non era cambiato nulla tra il ieri e l'oggi, tranne la colazione che consisteva in frutti acidi e pane francese.

" Haru credo che dovresti farti degli amici da queste parti, non è molto salutare rimanere chiusi in casa lontano da altre persone" Suggerì la madre del artista.

" Madre, non so se appena te ne renda conto, pero in questo momento abitiamo lontani dalle altre persone, non posso chiacchierare con nessuno se non di questa famiglia o le colf, preferisco stare tranquillo nella mia solitudine e nel mio silenzio" Rispose gentilmente Haruka.

" Puoi chiedere a l'autista di portarti al paesino, i ragazzi del ristorante dove abbiamo cenato sembrano gentili" Il signore Nanase suggeri.

" Ci penserò seriamente padre, forse domani andrò a visitare i ragazzi, oggi voglio approfittare del mio spazio" Haruka prese un sorso del suo caffè.

La colazione concluse senza nessun inconveniente, poco dopo Haru camino verso il lago, sentiva una grande voglia di entrare in esso e nuotare per un po, però un po per la paura a la sgridata che gli avrebbero dato i suoi genitori non lo fecce. Sospiro in segno di resa camminando lontano da lì non voleva soffrire un attacco di stupidaggine che lo avrebbe spinto a correre e tuffarsi in quella splendida forza vitale. La sua amata acqua.

" Forse se lo cercò adesso, lo trovò?" Si domandò Haruka.

Dicono che la curiosità uccise il gato, però per Haru valeva correre quel rischio, aveva bisogno di sapere tante cose su quel ragazzo, il quale aveva catturato incredibilmente la sua attenzione, addirittura non si domandava neanche il " perché?" di quelle apparizioni, solo aspettava vederlo, niente di più.

Arrivo a casa sua e trovò una strana visita.

"Haruka, stavamo parlando giustamente di te, aspettavamo che tu avessi amici qua e giusto adesso è arrivato il maestro del paesino lui è..." La madre di Haruka fu fermata.

"Il mio nome è Rin Matsuoka, è un piacere conoscerti Haruka, aspetto che possiamo essere amici, questo luogo è rimasto a lungo abbandonato e quando ho visto la vostra macchina parcheggiata ho pensato che dovevo visitare a tutti i costi i nuovi proprietari o inquilini" Spiegò emozionato il maestro.

" Piacere sono Haruka Nanase" Non sapevo se piangere della mia sfortuna che avevo o semplicemente ringraziarlo per avermi impedito di commettere una pazzia.

" I tuoi genitori mi hanno detto che sei un artista "

" Non esagererei così tanto, mi piace semplicemente esprimermi senza parole" Rispose seriamente.

" Fare quello è molto difficile, non credi? molte persone possono esprimerlo solo gridando o facendo del male a gli altri , credo che l'arte e lo sport siano alcune delle maniere più nobile che una persona ha per esprimere quello che sente, mi piacerebbe che un giorno mi invitasi a una delle tue mostre o forse a una gara" Rin sorrise a Haru.

" L'arte è uno dei fattori che differenza gli esseri umani dagli altri esseri viventi ,e per me la pittura e il nuoto è la mia vita" Disse Haruka.

" Mio figlio è molto appassionato del suo lavoro, non ho mai visto nessuno appassionarsi così tanto quando dipinge o nuota." La signora Nanase era molto orgogliosa di suo figlio.

" Sei una persona molto interessante, mi piacerebbe conoscerti meglio, ma adesso devo andare" Rin salutò tutta la famiglia.

" Ci piacerebbe che venisse a trovarci a casa, nonostante la popolarità mio figlio è molto solitario" La indiscrezione di suo padre ,fece infuriare il giovane e se ne andò nella sua camera.

Haruka sentiva che i suoi genitori non dovevano trovargli gli amici, sapeva di non essere la persona più amichevole del mondo ma questo non voleva dire che non riuscisse a farli da solo. Si fece una doccia e si cambio per andare subito a letto, voleva sentire di nuovo la voce virile e gentile di quel giovane del specchio un'altra volta. Prese un asciugamano e comincio a asciugarsi i capelli.

" Mi piace vederlo come si asciuga i capelli"

" Siete voi!" Haruka quasi balzò al sentire di quella voce

"Makoto Tachibana, Tenente Colonnello del secondo battaglione delle forze armate del esercito di Tokyo e per me è un piacere conoscerlo giovane Haruka Nanase" Makoto si chinò togliendosi il cappello.

" Piacere conoscerlo, e mi fa molto piacere che ricordi il mio nome, ma può per favore darmi del tu?" Haruka gli sorrise al ragazzo castano.

" Mi dispiace ma non posso, sarebbe troppo imbarazzante per me, però se voi preferite potete farlo " Rispose Makoto.

"Certamente, aspetto che anche tu col tempo ci riesca"

"Bene, gli assicuro che col tempo riuscirò a chiamarlo per nome" Sorrise Makoto.

"Mi piacerebbe parlare di tutto quello che ci succede delle nostre vite, cosa te ne pare?" Haru gli sorrise.

"Mi sembra una meravigliosa idea...cosa può raccontarmi di voi?..."

Makoto e Haruka continuarono a parlare durante molte ore, Haruka gli racconto la sua passione per la pittura e il nuoto, il piacere che sentiva quando entrava in una piscina o semplicemente in un posto dove c'era del acqua, le sue famosissime mostre che lo avevano reso noto tra i ragazzi artisti più giovani del paese, ma Makoto notò nei suoi bellissimi occhi blu mare la solitudine, guardava le sue mani mentre parlava e immaginava come con quelle mani il ragazzo del futuro riuscisse a creare opere d'arte, i movimenti dei suoi bracci nel acqua e per un po rimase ipnotizzato...

" Mi piacerebbe vederlo nuotare un giorno, sono sicuro che sembra un delfino mentre nuota" Disse Makoto gentilmente.

"Immagino che l'esercito ti toglie molto tempo, sai nuotare?"

"In realtà è obbligatorio imparare a nuotare, vicino a casa c'era un fiume li mio padre mi ha insegnato a nuotare, ma dopo a la dichiarazione di guerra non sono più andato a casa e non vedo nemmeno i miei genitori, ne i miei fratelli, sono già passati 3 anni e anche se ci davano permesso per poter visitare la propria famiglia, ho deciso di non andare spesso a casa perché non volevo causare dolore quando sarei andato al fronte di battaglia, anche per quello ho costruito la mia propria casa, per sfruttare della mia indipendenza e solitudine mentre posso, anche se, la vostra compagnia è molto più piacevole della mia solitudine" Sorrise il castano.

"Pensi di andare al fronte di battaglia? Non è pericoloso? Non mi piacerebbe che tu metessi a rischio la tua vita" Haru si preoccupò.

"Forse ti sembrerà strano, però la guerra porterà la pace, io la pensò così, dopo la tempesta c'è sempre il sole, non credi?" Makoto si fece serio.

"Se io fossi al tuo posto, lotterei fino al ultimo per difendere i miei ideali"

Haruka e Makoto continuarono a parlare fino all'alba, c'erano tante cose su cui parlare ce sembrava che il tempo non gli bastava...

"Abbiamo parlato tanto oggi, sembrate stanco avete bisogno di riposarvi, e anche io ne ho bisogno, domani devo andare a sud per ricevere l'armamento, e mi richiederà tutto il giorno verificarlo,ma appena arrivato a casa, verrò a cercarlo" Makoto sorrise con le guance un po arrossate.

"Il tempo è passato molto veloce..." Haruka sapeva che chiedergli di restare era molto inopportuno, si trattene di chiedergli di rimanere.

Si salutarono e il gentile militare spari come se fosse stato un'illusione, un essere immaginario. Una cosa era sicura Makoto aveva qualcosa che lo aveva colpito, aveva tanta voglia di dipingere.

Il giorno successivo Haruka dipinse molti quadri, si era fermata solo per l'ora di pranzo. Al pomeriggio aveva cominciato un schizzo a carboncino del ragazzo che era riuscito a colpirlo, immaginava di disegnare la sua divisa a la perfezione, realizzò le sue mani, la sua impotente figura, i suoi lineamenti così virili e il suo sguardo che ti faceva sentire al sicuro.

Così i giorni trascorsero, Makoto e Haruka si trovavano ogni notte e si scambiavano storie interessanti sulle loro epoche, si erano ormai dimenticati di quel strano fenomeno, perché per loro era più importante passare del tempo insieme.

"Mi piacerebbe tanto partecipare a le gare di nuoto , delle quali mi parli, deve essere emozionante, e poi anche guidare una macchina" Makoto rimase affascinato dai racconti delle competizioni di Haruka, ed e che per Haru ormai era chiaro che Makoto aveva molte cose in comune con lui.

"Sicuramente saresti un ottimo nuotatore" Haruka sorrise.

"Sa? mi piace tanto ascoltare la sua voce " Questo commento provoco che Haruka si azzittisce immediatamente.

"Succede qualcosa? Ho detto qualcosa di inappropriato? Mi dispiace averlo disturbato con il mio commentario.."

Haruka non sapeva cosa dirgli, rispondergli con un semplice "grazie" gli sembrava poco, il suo cuore era uscito dal suo petto, aveva paura, ansia si sentiva vulnerabile a quel sentimento. Che cosa voleva dire? Come reagire?

Mi dispiace tanto per averci messo così tanto, spero che la storia vi sia piaciuta. :) :)

 :) :)

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Capitolo 4
*** La pazzia di un artista ***


Quando Haruka guardò lo specchio, Makoto non c'era più , il giovane senti un vuoto. Forse c'era qualcosa di sbagliato in tutto questo? Non si sentiva per niente disturbato dal commentario di Makoto, si sentiva invece in difficoltà, perché non sapeva come comportarsi, si sentiva completamente fuori luogo, cioè, gli piaceva parlare con il castano, li affascinava la maniera in cui descriveva i suoi ideali, era sicuramente qualcosa di molto importante per lui. Sentiva una così dipendenza che non sapeva controllare si sentiva vulnerabile e questo rappresentava una minaccia per lui.

"Forse è stato un bene che tu sia sparito ... Makoto" Haru usci dalla stanza in cerca di qualche informazione su Makoto al interno della villa.

Camminava per i corridoi guardando i mobili antichi, sfiorava con le dita le pareti e guardava le porte, il tetto, immaginava come sarebbe stato stare vicino al ragazzo che lo innervosiva e lo tranquillizzava allo stesso tempo, chiudeva gli occhi e provava a viaggiare nel tempo attraverso i suoi pensieri, tutto quello insieme al suono di quella voce che non sarebbe riuscito mai a dimenticare.

"Makoto Tachibana ... chi sei?" Mormoro per se.

"Perché mi confondi in questa maniera?" Sussurro.

Era speciale, qualcosa di nuovo, un sentimento riassunto in una sola parola..."ispirazione"; qualcosa di fondamentale per un artista, le idee ronzavano come non mai nella testa di Haruka, aveva già completato quel disegno del ragazzo della prima guerra mondiale; quello era il suo segreto, forse il più intimo in tutta la sua corta vita e allo stesso tempo quel disegno diventava il suo tesoro, poteva guardare a Makoto quante volte voleva, poteva sembrare esagerato ma il personalità energica, decisa e particolare di Makoto era riuscita a colpire Haruka in una maniera indelebile, innamorarsi di un personaggio anacronistico non era nei suoi piani.

Cercando il suo leggio, e una nuova tela, comincio un nuovo dipinto, ricordando le prime parole che ascolto da Makoto ritorno in camera, dirigendosi al balcone. Immaginava i campi di quei tempi, mischiato al aria di guerra e a le sue terribile conseguenze, cosi catturo uno scenario crudo e fino a un certo punto triste di quello che era quella provincia in tempi di guerra, era un bellissimo paesaggio pieno di fantasia con i cieli tinti di marroncino e un tramonto rossiccio con riflessi.

"Sicuramente questo sarà il tuo scenario ... " Disse Haru finendo i piccoli particolari di quel dipinto.

"Questa è una delle tante opere che ho in mente, questa volta la ispirazione non mi abbandonerà, ho molto lavoro da compiere" Disse Haruka mentre puliva uno dei suoi pennelli sporchi con un fazzoletto.

Durante la notte lasciò che il quadro si asciugasse, pensò a tutte le cose che doveva fare il giorno successivo. Ormai era sicuro l'ispirazione era tornata, una specie di energia percorreva tutto il suo corpo, aveva tanti progetti in mente da realizzare, la sua immaginazione volava si sentiva capace di fare qualsiasi cosa.

" Ancora non so come interpretare tutto questo...com'è possibile che a questo punto della mia vita pensi a questi sentimenti, è troppo conveniente questa ispirazione, però se qualcuno scoprisse questo penserebbe che sono un pazzo..." Haru era in conflitto con la realtà e la presunta fantasia.

Haruka rimase seduto sul letto guardandosi al specchio, cercava di pensare ragionevolmente, credeva che in qualsiasi momento sarebbe impazzito, dopo tutto, non sarebbe il primo artista a perdere la ragione con la quantità di cose che gli venivano in mente.

" Cosa gli dirò quando lo rivedrò...?" Si domando il nuotatore.

" Che a due volte di averlo visto si è trasformato nella più grande ispirazione?" Haru non poteva immaginare la reazione di Makoto.

" Si può dire che è un riflesso nello specchio, è provabile che sia una creazione della mia fantasia, forse un segno che mi avvisa che ho perso la testa..." Quanti tormenti venivano a la mente del artista, ogni volta che pensava a quella situazione , la sua angoscia cresceva.

Nonostante, quella notte lui aspetto che il suo riflesso comparisse, ma non successe. Makoto non apparse nei seguenti tre giorni Haruka si sentiva in colpa pensando che era per colpa del suo silenzio. La sua inspirazione era sparita forse per sempre, cosa gli sarebbe successo se in quel momento la sua famiglia si aspettava il massimo da lui? Adesso non c'erano più ragioni per dipingere per lui e per una strana ragione, sentiva un vuoto interiore come se qualcosa gli mancasse e quello gli provocava una terribile tristezza ...

"Sono passati già tre giorni" Haru sospiro percorrendo con lo sguardo l'intero grande e vecchio specchio.

"Non so perché non posso più dipingere... ci ho provato davvero e non ci riesco, perché non sei tornato?" Haruka accarezzò lo specchio con i polpastrelli.

Haru cominciava a abituarsi al idea di non rivedere più il giovane dello specchio, credeva che deludere i genitori e incluso anche i suoi ammiratori fosse meno grave che deludere se stesso. A questo punto non sapeva bene se aver conosciuto Makoto era stata una cosa positiva o forse tutto il contrario, dato che non aveva conoscenza dei sentimenti che stava provando in quel momento.

Tormentato, scese le scale con l'intenzione di smettere di sentirsi in gabbia, aveva bisogno di liberarsi del suo proprio fantasma. Cammino verso il lago in mezzo a quel triste paesaggio, che in quel giorno si abbinava perfettamente con il suo stato d'animo. Mise i piedi nudi dentro l'acqua e comincio a unirsi al elemento, ed in poco tempo si trovava completamente sommerso nel lago.

"Vorrei tanto che tornassi" Pensava mentre galleggiava guardando il cielo nuvoloso.

Chiudendo gli occhi riusciva a vederlo e se si sforzava un po' di più, poteva ricordare la sua voce grave e speciale, quella divisa, i suoi capelli castani illuminati per la luce delle candele...

"Devo ritornare a casa, è probabile che questa notte si appara" Haruka usci dal acqua incontrandosi con Rin.

"Haru, cosa ci facevi nuotando nel lago? L'acqua è molto fredda! Potresti ammalarti!" Rin corse per aiutare Haruka.

"Avevo bisogno di rilassarmi un po', non ti preoccupare, andrò adesso a cambiarmi i vestiti" Haru strinse il bordo della camicia.

"Ti accompagno , ho bisogno di domandarti alcune cose" Disse Rin, mentre camminava vicino a Haru.

"Certo, cosa mi vuoi domandare?" Haruka cominciava a tremare per il freddo.

"C'entra la villa, diciamo, che sono solo inquietudine mie" Rin mise le mani dentro le tasche del suo capotto.

"Inquietudine?" Haruka si girò per vedere Rin.

"Non so come cominciare, ma...Haru dimmi, tu hai percepito qualcosa di strano dentro la villa?" Rin si fermo.

"In che senso qualcosa di strano?" Haruka si sentiva scoperto.

"Vedi, è una casa molto antica, lo sai , circolano leggende metropolitane sulle case molto antiche come questa" Diceva Rin mentre osservava la grandissima struttura della villa.

" Ehm...in realtà non è successo niente di strano" Rispose un tanto insicuro.

"Ti confessò che l'unica cosa che so su questa casa è che fu costruita dopo la Seconda Guerra Mondiale" Commento Rin.

"Credo invece che sia la Prima Guerra Mondiale" Rispose Haru senza pensare alle conseguenze.

"Come lo sai?" Rin si giro per guardarlo.

"Ehm...vedi...per le strutture, si vedono molto vecchie, inoltre lo stilo lo ho visto in una mostra di fotografie Tokyo, riguardanti quel periodo storico" Haruka si senti molto teso e camino più veloce.

"Capisco... Haru sei sicuro di non aver sentito o visto qualcosa di strano in questo luogo?" Insisteva Rin.

"Vuoi entrare, ho freddo e mi devo cambiare i vestiti , se gusti ti posso invitare una tazza di caffè, accetti?" Domando Haruka salendo le scale verso il portone.

"Certo, andiamo" Rin cammino insieme a Haru ed entrarono nella villa.

Haruka considerava una pazzia parlargli di quello che succedeva in casa, il fatto di dirgli che di notte parlava con un riflesso dentro lo specchio, era proprio da pazzi. Ci stava ancora pensando mentre si cambiava.

Intanto, Rin aspettava nel salotto in compagnia dei genitori del pittore.

"Mi fa molto piacere che mio figlio cominci a fare amicizie in questo luogo" Disse la signora Nanase mentre versava un po' di caffè su una tazza di porcellana.

"Haruka mi sta molto simpatico, credo che sia un ragazzo nasconde molti misteri e tante cose da raccontare" Rin si sistemo sul antico divano.

"Mio figlio non è mai stato molto socievole, non ha mai fatto nessun amico neanche a scuola quando era ancora un bambino" Disse il signor Nanase mentre beveva un sorso di caffè.

"Purtroppo non posso dirlo ancora che Haruka mi voglia come amico" Rin aggiungeva del zucchero sulla sua tazza.

"Pero sicuramente mio figlio..." La signora Nanase fu interrottaper da suo figlio.

"Sicuramente gradirei che tu non attaccassi Rin , madre" Haruka scese dalle scale completamente sistemato.

"Haru non ti devi arrabbiare, tentavamo almeno di conoscerlo un po' " La signora Nanase si sistemo su uno dei divani.

"Per favore posso parlare in privato con Rin? Ci sono certi argomenti che non sarebbero imbarazzanti dirgli davanti a voi" Haru tentava di far andare via i suoi genitori.

" Ok Haru, vi lasceremo da soli, ma credo che meritiamo un po' di fiducia dopo tutto siamo i tuoi genitori" I signori Nanase uscirono dal salotto.

" Spero che i miei genitori non ti abbiano infastidito " Disse Haruka versandosi un po' di caffè.

"No assolutamente, sembrano persone molto gentili e educate" Sorrise Rin.

Haruka cominciava a sentirsi più a suo agio, ma non tanto da raccontarli le sue visioni...

" Bene Haru, sono venuto qui per chiederti un favore, vedi, io sono un insegnante e volevo domarti se un giorno potevi venire a conoscere i miei alunni? Sono molto bravi e credo che gli farebbe molto piacere conosce un pittore famoso" Rin prese un sorso del suo caffè.

" Mi va bene, non sono mai assistito ad una classe como invitato" Haruka mosse il cucchiaino dentro la tazza del caffè.

" I ragazzi si sono molto interessati a conoscere le persone che abitano nella soprannominata 'Casa stregata'così la chiamano, spero non ti dia fastidio"

" Ma perché la chiamano ' Casa stregata', c'è forse qualche leggenda al riguardo?" Domando Haruka intrigato.

" Bene, dicono che tutte le notti si sentono rumori strani provenienti di questa casa nel tempo in cui era disabitata, potrei dirti che persino io sono riuscito a sentirli, comunque ti posso assicurare che questa casa è rimasta vuota fin da quando ne ho memoria e vedi io sono nato e cresciuto qui" Rin guardo attentamente Haru.

" Ma tu sai chi erano i proprietari? Voglio dire, so che mio padre l'ha comprata in una subasta perché il paese ne ha preso possesso nonostante i proprietari siano ancora vivi ma che non hanno mai fatto niente per riaverla indietro"

"Si è vero, i proprietari sono ancora vivi ma a quanto ne so loro vivono in questo momento in Germania, non l'hanno mai chiesto indietro, questo perché sono proprietari di compagnie grandissime e non credo che abbiano molto interesse in una casa situata in un paesino" Rispose Rin.

" Qual'è il cognome dei proprietari legittimi di questa casa?" Haruka sentiva di morire se non darebbe riuscito a fare questa domanda, perché da quello dipendeva se era stato tutto un frutto della sua immaginazione o se per caso incontrava veramente un antenato della famiglia originale.

" I proprietari sono la famiglia Tachibana. Hanno abbandonato il Giappone dopo la Prima Guerra Mondiale, alcuni raccontano che sia morto un membro della famiglia molto importante e i familiari non hanno sopportato l'immenso dolore, dopo di loro siete arrivati voi, certo ci sono persone che pulivano regolarmente la casa" Rin tentava di ricordare tutto quello che poteva.

" Non ci credo... Tachibana... non può essere vero" Mormoro Haruka mentre impallidiva, mentre un brivido ghiacciato gli percorreva la schiena facendolo rabbrividire.

"Succede qualcosa Haru? ... stai bene?" Rin si mise in piedi.

" Eh... si...io...sto bene, solo..." Haruka rimaneva fissando il vuoto.

"Haruka cosa succede?" Rin prese per le spalle Haru per scuoterlo così da farlo razionare.

"Rin, io ti devo raccontare qualcosa, non so come la prenderai ma qualcuno deve saperlo " Haruka tento di prendere un po' d'aria.

Erano troppe coincidenze, sarà vero quello che Rin gli ha raccontato? Se era vero, chi era la persona morta, perché gli era capitato proprio a lui di assistere a quella apparizioni? Come spiegargli a Rin quello che succedeva a casa sua e più precisamente nella sua camera?

 

 

Senza commenti,

Analia1412

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