Tra Sogni e Film Mentali

di Gatti98
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un Disegno ***
Capitolo 2: *** Punti di Vista ***
Capitolo 3: *** Un Abbraccio ***
Capitolo 4: *** Una Brutta Notizia ***
Capitolo 5: *** Vorrei ***
Capitolo 6: *** Scelte Azzardate ***



Capitolo 1
*** Un Disegno ***


Vorrei potessi abbracciarmi, baciarmi o semplicemente tenermi la mano.
Ma tu stai lì e non ti muovi.
Vorrei potessi dirmi "tranquilla, va tutto bene, ci sono qui io".
Ma tu stai lì e non parli.
Vorrei sentirti vivo, accanto a me. 
Ma tu stai lì e neanche sembra che respiri.
Vorrei non fossi un semplice frutto della mia immaginazione impresso su carta.
Ma tu sei solo questo.
Qualche riga e colore messi insieme, che formano il mio lui perfetto in una dimensione che ormai non mi basta più.
Vorrei poter esprimere un desiderio come fece Geppetto.
Ti prego, trasformalo in realtà.

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Capitolo 2
*** Punti di Vista ***


<< ... Sai che non potrai resistere così ancora per molto, sai che prima o poi la forza ti abbadnonerà. Sai anche però che se ti fermassi ora tutto andrebbe perduto, tutto sarebbe stato inutile e, forse, questa certezza è l'unica cosa che ti rimane al momento... >>
Queste poche frasi lette dalla Brighi mi entrarono in testa e si unirono in un'unica parola: continua.
Avevano un che di poetico che ti fa capire che devi continuare a lottare per ciò in cui credi anche se tutto ti sembra perduto.
Logicamente c'è chi non capisce il significato celato dietro queste parole poetiche, così tu puoi ritrovarti ad ascoltare un tuo compagno di classe dire: << Be' prof, è semplice, il poeta sta descrivendo di quando stava cagando >>

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Capitolo 3
*** Un Abbraccio ***


Vorrei che il tempo si fermasse ora. Non voglio più staccarmi da questo abbraccio.
Sento le sue braccia che mi stringono forte a sè. Le sue mani sulla mia schiena.
"Non provare a toccarmi il sedere" lo ammonisco scherzosamente, la testa poggiata sul suo petto.
"Non mi  passato neanche per l'anticamera del cervello" mi rassicura, la sua bocca vicino al mio orecchio.
"No, infatti il pensiero è arrivato subito lì, senza doverci passare per l'anticamera" con questa battuta lo faccio ridere e rido anche io.
"Dio quanto ti amo" mi dice.
"Ecco, visto?" alzo la testa verso l'alto come a guardare un qualcosa nascosto tra le nuvole "Io cerco di farlo ridere e tu ti becchi il merito"
Poi lo guardo, lui mi guarda, ancora stretti l'uno all'altra.
"Ti amo" sussurro.
"E chi non mi amerebbe?" risponde. Poi mi bacia.
Perché noi siamo così. Se uno diventa troppo sdolcinato l'altro sdrammatizza. Sarà strano ma il più delle volte tocca a me trovare delle battute da dire in questi momenti.

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Capitolo 4
*** Una Brutta Notizia ***


<< Posso entrare? >> ora la sua voce diventa più grave, più seria. Non è da lui. 
Un altro singulto fa tardare la mia risposta.
<< Va tutto bene, dammi solo un attimo >>
<< June... si sa se è maschio o femmina? >>
A questa domanda non rispondo.
Sento un qualcosa sbattere sulla porta. Forse le sue mani, forse la sua fronte... L'ha capito.
Prendo un respiro ma le giuste parole non vogliono uscire.
<< Amore, non si può sapere, è troppo... >> la voce mi si blocca in gola.
"Presto, devi solo dire questo. Presto"
<< ...tardi. E' troppo tardi... >> mordermi le labbra non ferma più i miei singhiozzi. Chiudo gli occhi e inizio a piangere.
La porta si apre e le sue mani sono subito sulle mie spalle.
<< Oh June >> sospira.
Quel contatto mi fa rilasciare tutti i muscoli che avevo irrigidito fino a quel momento. Quel contatto mi fa crollare a terra.
Lui riesce ad appoggiarmi sul pavimento, si siede sul parque e mi stringe al suo petto.
Sento la sua faccia premere sulla mia nuca.
<< Mi dispiace, mi dispiace tanto... >> riesco a farfugliare tra un singhiozzo e l'altro ma poi le lacrime bloccano le parole.
<< Non è colpa tua amore, tranquilla, non è colpa tua. Calma, ci sono qua io ora >> cerca di consolarmi.

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Capitolo 5
*** Vorrei ***


Vorrei toccarti... ovunque.
Vorrei toccare le tue mani al tramonto, mentre vediamo il sole scendere.
Vorrei toccarti le spalle di sera, per proteggerti dal freddo.
Vorrei toccarti una guancia all'alba, per sentire il tuo calore mentre iniziamo un nuovo giorno insieme.
Vorrei toccarti ovunque, in qualunque posto andremo noi due.

Insieme.

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Capitolo 6
*** Scelte Azzardate ***


Dei libri sotto le macerie. Una bambola impolverata. Una culla da finire ma ormai ridotta in briciole. Il tetto ormai crollato ricoprendo tutto il resto.
Questo rimaneva della mia casa. Ero triste? No. Ero contenta? No, non lo sarei mai più potuta essere.
Non sapevo bene come mi sentivo in quel momento mentre stavo guardando quel cumulo di cose che una volta chiamavo casa. Da dietro il nastro fissato dalla polizia sulla staccionata ancora rimasta in piedi, mi confondevo tra la folla. Tutti coloro che vivevano o semplicemente stavano passando lì vicino era venuti ad assistere al disastro.
Dei poliziotti stavano ancora cercando la proprietaria della dimora. Sembravano giunti alla conclusione che fosse rimasta sotto le macerie. Altra gente aveva detto che era sola, non avevano mai visto qualcuno andare a casa sua, perciò male che fosse andata si trattava solamente di una vita in meno.
Nessuno sapeva veramente qualcosa di me. Non un vicino, non un passante, men che meno la polizia.
Guardandomi attorno però vidi facce note, qualcuno avrebbe potuto riconoscermi con un po' di buona memoria.
Mi misi il cappuccio sulla testa, in effetti ora iniziavo proprio a sentire freddo. Mentre guardavo per l'ultima volta al di là della staccionata sentivo formarsi un groppo in gola.
Eppure ero stata io a fare tutto quel disastro. L'avevo voluto io. Ma solo in quel momento mi stavo rendendo conto che non avrei mai più chiamato 'casa' qualche altro posto.
Prima di poter iniziare a piangere, percorsi la via allontanandomi dal tumulto, andando contro la marea di gente che si accalcava sempre di più.
Girando l'angolo vidi due persone pararmisi davanti.
<< Allora sei contenta ora? >> mi disse John. Laila subito gli rifilò una gomitata dopo la quale lui finse un'aria dispiaciuta.
<< Ok scusa, ma io l'avevo detto che non era una bella idea >>
<< Non posso credere che tu sia così insensibile >> gli rispose Laila. Vedevo i suoi occhi che si stavano inumidendo.
<< Be' almeno forse ora mi ascolterete un po' di più quando... >>
<< Va bene, va bene... ora possiamo andarcene? >> stoppai il loro litigio prima che continuassero per ore e ore come facevano di solito.
<< Certo >> John mi porse la mano e io la presi guardando Laila che non si decideva ad imitarci ma continuava a guardare me, o meglio, la mia pancia.
<< Laila... >> la ammonii. Al che lei si unì a noi e dopo un singhiozzo scomparì portandoci tutti con lei.

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