The 3rd dimension.

di Lucky_May
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 3: *** Capitolo III ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV ***
Capitolo 5: *** Capitolo V ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI ***
Capitolo 7: *** Capitolo VII ***
Capitolo 8: *** Capitolo VIII ***
Capitolo 9: *** Capitolo IX ***
Capitolo 10: *** Capitolo X ***
Capitolo 11: *** Capitolo XI ***
Capitolo 12: *** Capitolo XII ***
Capitolo 13: *** Capitolo XIII ***
Capitolo 14: *** Capitolo XIV ***
Capitolo 15: *** Capitolo XV ***



Capitolo 1
*** Capitolo I ***


The 3rd dimension.

 

Capitolo 1

 

 

Riuscite ad immaginare quella situazione in cui vi trovate dopo essere caduti? Quando siete seduti a terra doloranti con i vostri oggetti sparsi intorno a voi e cercate di rendervi conto di ciò che è appena successo?

Ecco: quella era Seraphina.

Lei non sapeva bene che cosa le fosse appena successo. Credeva fermamente di essersi scontrata con un individuo, in un corridoio vuoto. Effettivamente fu il corridoio vuoto a spaventarla, non tanto per la caduta quanto il ritardo alla lezione di chimica. Un'alunna modello come lei non poteva fare tardi a lezione, altrimenti non sarebbe passata inosservata. Ma chi sarebbe mai passata inosservata con quel colore di capelli? Rosso fuoco. Da sempre si era chiesta perchè quel colore così acceso e così diverso fosse proprio il suo colore naturale. Con un paio di gambe traballanti, come se la terra sotto i suoi piedi avesse appena smesso di tremare, si alzò di scatto e si aggiustò i capelli con un gesto della mano, come se una folata di vento li avesse scombinati, e con fretta riprese gli oggetti sparsi per terra, incamminandosi verso l'aula di chimica. Si sedette al suo solito posto e con i suoi soliti movimenti prese il solito materiale necessario per la lezione. Ma non fu altrettando solito ciò che trovò scritto sulla prima pagina del suo libro.

 

"Lo sai che le streghe muoiono a 23 anni?"

 

Cercò di ricordare a chi avesse prestato il libro ultimamente e perchè non lo avesse notato prima. Ma chiunque lo avesse scritto, si era anche firmato.

 

-Mare.

 

Dopo essere rimasta ad analizzare la grafia della frase con sguardo perplesso, il suo compagno di banco intervenne interessato.

«Seraphina? Va tutto bene?»

Si risvegliò dal suo stato di concentrazione totale e si sentì come colta di sorpresa.

«Si, ho solo trovato una scritta sul mio libro e non ricordo a chi l'ho prestato ultimamente. Tu sai chi potrebbe firmarsi con "Mare"?»

Scosse la testa e riprese a concentrarsi sulla lezione come non aveva mai fatto.

Anche Seraphina decise di stare attenta alla lezione e pensare che fosse tutto uno scherzo.

 

Stava seduta sul prato all'inglese del cortile della scuola immersa nel ripasso di storia quando Seraphina si accorse di un'altra scritta sulla copertina del libro accanto a lei.

 

"Non farne parola con nessuno."

 

La firma era la stessa ma era sicura di non aver mai prestato quel libro a nessuno. In ogni caso era molto arrabbiata per le scritte che rovinavano i suoi preziosi libri. Prese il libro di chimica per confrontare la grafia ma aprendolo si rese conto che la frase era scomparsa. La cercò in tutte le pagine nonostante ricordasse di averla vista sulla prima pagina. Guardò per sicurezza anche gli altri libri ed in uno di questi trovò un'altra scritta:

 

"Portami in un posto in cui possiamo stare soli."

 

Subito si guardò attorno e controllò se la scritta precedente fosse ancora impressa sul libro.

Come pensava quella scritta era svanita. Seraphina cominciò ad avere paura. Si alzò dal prato riprendendo la sua borsa e mettendosela in una spalla notando, scocciata, il suo compagno di banco camminare verso di lei.

«Seraphina, hai capito di chi erano quelle scritte?»

«No Aaron, ne ho anche trovate altre.»

«Posso vederle?»

Seraphina sgranò gli occhi e cercò una scusa plausibile poichè non poteva mostrare delle scritte che non c'erano. Non più, almeno.

«Non ora, sto tornando a casa.»

«Perchè vai così di fretta?»

Seraphina cercò di sorpassare quella faccia tosta che si ritrovava davanti, ma lui glielo impediva.

«Perchè ho.. ricevuto una chiamata urgente da casa, lasciami passare.»

«Dai, fammi dare solo un'occhiata veloce. Ci metto solo un minuto.»

Seraphina non era una ragazza paziente e la sua insistenza cominciava seriamente a darle sui nervi.

«Aaron ho già dett-»

Un ragazzo stava passando accanto ai due con una bottiglietta d'acqua quando accidentalmente ne rovesciò il contenuto sulla camicia bianca di Seraphina. Lei cacciò un urlo misto di nervosismo e vergogna. Si coprì con la giacchetta che aveva sul braccio e corse via. Il freddo invernale era difficilmente trascurabile ma ringraziò mentalmente quel ragazzo che le offrì la giusta occasione per scappare da Aaron. Si lasciò alle spalle un ragazzo che urlava delle scuse come «Mi dispiace, non so come sia potuto accadere!» ma in realtà era più grata che arrabbiata.

Camminò velocemente fino a casa dove salutò la madre che si preparava per andare a lavoro e si chiuse in camera sua.

 

«Finalmente possiamo parlare liberamente.»

 

Seraphina fece un giro su se stessa, insicura da dove provenisse la voce, in una frazione di secondo.

Si ritrovò davanti un ragazzo dai lineamenti particolari. Aveva gli occhi ed i capelli che le ricordavano il blu del mare. Ma lei per quel giorno ne aveva avuto abbastanza del mare.

Lui la anticipò nel parlare, lasciandola con le labbra dischiuse.

 

«Stai tranquilla, non posso e non voglio farti del male.»

«Io non so chi tu sia ma ti voglio fuori da questa casa in dieci secondi o chiamo immediatamente la polizia.»

«Aspetta, fammi almeno parlare»

«Farti parlare? Uno sconosciuto è entrato nella mia camera in un modo che non mi è ancora dato sapere e dovrei farti parlare? Ti sono rimasti 5 secondi per uscire da qui e non tornare m-»

Seraphina odiava non riuscire a completare le frasi in generale, ma ancora di più odiava essere interrotta. Quel ragazzo era in grave pericolo.

«Ho scritto io le frasi sui tuoi libri.»

Quel ragazzo era veramente in grave pericolo.

Subito Seraphina aprì la borsa e controllò tutti i suoi libri gettandoli sul letto e sfogliandoli pagina per pagina. Era rimasta solo l'ultima scritta che chiedeva di incontrarsi in un luogo solitario.

«Sai che questi libri li ho pagati? E inoltre perchè le scritte spariscono?» Urlò cercando di fare il suo meglio nell'arrabbiarsi. Nessuno le credeva mai quando era arrabbiata e scoppiavano solamente a ridere, ciò la faceva soltanto arrabbiare di più.

«Non c'è bisogno di arrabbiarsi in questo modo. Guarda, posso farle sparire.»

 

Il ragazzo fece un semplice gesto con la mano e fece sparire la scritta sul libro.

 

Seraphina non credeva ai suoi occhi.

«Va bene, questo scherzo va avanti da una giornata e non mi piace. Tu ti sei anche trattenuto troppo tempo nella mia camera, sto chiamando la polizia.»

Prese il cellulare dalla tasca.

«Ascoltami Seraphina, è inutile, non posso nemmeno toccarti, ne vuoi una prova?»

Stava componendo il numero sulla tastiera, ingnorando come lui fosse venuto a sapere del suo nome.

Il ragazzo-mare tese allora una mano verso Seraphina.

Seraphina, troppo orgogliosa per rispondere alle urgenze del suo cuore che gli intimava di scappare via urlando a squarciagola, tese il braccio verso il ragazzo con il palmo aperto.

Solo a quel punto processò le sue parole.

«Non puoi toccarmi?»

Scosse la testa in segno di negazione, in risposta la ragazza si lasciò scappare una mezza risatina nervosa.

«Patetico... Si, dai provamelo. Così magari la polizia ti rinchiuderà in un manicomio piuttosto che in car-»

Il telefono le cadde dalle mani, interrompendo la chiamata e il cuore di Seraphina cedette.

Il ragazzo aveva fatto un passo avanti arrivando a toccare la mano della ragazza.

Tuttavia, nessuno dei due avvertì un contatto fisico. La lunghe dita pallide oltrepassavano e attraversavano la mano di Seraphina, che la ritirò tenendone e stringendone il dorso con l'altra mano all'altezza del petto.

Scivolò con le spalle contro la porta mantenendo però il contatto visivo con il ragazzo dagli occhi blu. Solo a quel punto collegò tutti gli avvenimenti della giornata.

La caduta nel corridoio vuoto, le scritte sui suoi libri, l'incidente con la bottiglietta d'acqua del ragazzino e per finire colui che aveva davanti gli occhi che non poteva toccare.

Era troppo per Seraphina, che quasi non riusciva più a trattenere le lacrime.

Lasciò andare un singhiozzo disperato.

A quel punto il ragazzo proferì parola di nuovo.

 

«Seraphina, mi chiamo Adrien, ho la tua stessa età ed ho un compito per te, o per meglio dire, per noi.»



 

Angolo scrittrice-
Okay sono passati 5 anni da quando ho smesso di scrivere, ma eccomi con una nuova storia (con una trama decente e non la solita ff scritta senza motivo presa dagli ormoni da dodicenne). Detto questo non so nemmeno ogni quanto aggiornerò questa ff perchè non ho sempre il tempo di farlo perciò se vi ha colpito seguitela e recensitela che ancora non avete visto proprio niente. Baci baci.

Nonsoperchèhoquestonomeutente Lucky_May

 

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Capitolo 2
*** Capitolo II ***


Capitolo 2

 

«Seraphina, mi chiamo Adrien, ho la tua stessa età ed ho un compito per te, o per meglio dire, per noi.»



Ma Seraphina non voleva crederci. Con la testa tra le mani si rivolse a lui con tono freddo e distaccato.

«Sparisci immediatamente dalla mia vista, dalla mia testa, dalla mia casa.»

«Seraphina devi farmi parlare, devo raccontarti la ragione per cui sono qui, ascoltami, non fare la bambina.»

«Non se ne parla. Sono solo stanca, è stata una giornata pesante e la mia mente mi sta giocando brutti scherzi. Andrò a dormire.»

 

Seraphina istintivamente scansò il fantasma di Adrien e si diede della stupida da sola. Aprì le ante del suo armadio per cambiarsi la camicetta ancora umida ed indossare qualcosa di più comodo e caldo. Stava cominciando a sbottonare i primi bottoni quando Adrien imbarazzato prese la parola.

 

«So che per te non sono reale ma ti prego non spogliarti davanti a me... è-- è imbarazzante.»

 

Adrien si girò verso la finestra in modo da non guardarla, poggiando le mani sul vetro freddo della finestra di quella stanza. Un contrasto con le sue guance tinte di un leggero rosa a causa della sua circolazione sanguigna che in quel momento stava mantenendo una temperatura corporea troppo alta per i gusti di Adrien.

 

«Questa è la semplice prova che non credo nella tua esistenza e che perciò tra pochi minuti svanirai.»

«Ascolta Seraphina, la mia esistenza non è pari a quella di Babbo Natale, questa tua sfiducia nei miei confronti mi offende. Ma ti rispetto ed in qualche modo dovrò convincerti ad ascoltarmi perciò se ti guardassi mentre ti cambi aggraverei la situazione. In ogni caso rimarrò qui per i prossimi tre anni se non mi ascolterai adesso.»

«Mi stai dicendo che se ti ascoltassi adesso mi libererei della tua "presenza"? Se così possiamo definirla...»

Quasi si mise a ridere Seraphina, per come l'ironia del destino avesse intaccato la sua realtà.

«No, ma potremmo cambiare il nostro destino e potresti liberarti di me prima di tre anni.»

 

Seraphina stava indossando il suo vecchio maglione verde militare ed un pantalone largo.

I suoi capelli lisci e rossi cadevano perfettamente sulle sue spalle e incorniciavano il suo viso annoiato e irritato. Incrociò le braccia al petto con sguardo di sfida e finalmente decise di dare una possibilità al povero Adrien.

 

«Okay, raccontami tutto, Adrien. Ma non ti assicuro che dopo il tuo racconto ti crederò, probabilmente andrò a dormire.»

 

Adrien sbuffò alla testardaggine di Seraphina, ma ringraziò il cielo che almeno stesse provando ad ascoltarlo.

Si sedette a gambe incrociate sul suo letto e sistemò i libri dentro la sua borsa controllando ancora una volta che le scritte fossero veramente scomparse. Ma di loro non c'era traccia.

 

«So che ti sembrerà strano ed impossibile ma io esisto realmente...» Adrien non aveva terminato nè la frase nè il suo discorso ma Seraphina lo interruppe.

«Cavolate, se tu esistessi veramente noi potremmo toccarc-» A sua volta anche Seraphina venne interrotta.

«Ti prego non interrompermi, odio quando accade.» Disse Adrien cercando di mantenere la calma respirando profondamente, portando le mani in avanti mimando il movimento del suo respiro entrare ed uscire dalle sue vie respiratorie e con gli occhi socchiusi.

 

Seraphina lo guardò con gli occhi spalancati.

 

«Interromperti? Non mi hai appena permesso di finire la mia frase!» Disse infuriata.

 

Adrien roteò gli occhi, prese la sedia vicina a lui e vi sedette a gambe incrociate.

 

«Seraphina, io esisto realmente in un'altra dimensione. In quella dimensione sono te, siamo due facce della stessa medaglia. Ci sono molte cose in cui siamo uguali, ma essendo di una dimensione parallela ci sono altrettante cose in cui siamo l'esatto contrario.»

 

L'espressione di Seraphina offriva un miscuglio di tutte le emozioni esistenti. Aspettò di essere sicura che Adrien avesse terminato la sua frase e parlò.

Si aspettava che la ragazza non avesse capito una sola parola del suo discorso, a giudicare dall'espressione crucciata donata dalle sopracciglia perfettamente simmetriche.

Tuttavia l'aveva sottovalutata.

 

«Quindi sei mio fratello?» Chiese con voce flebile.

 

Sul volto di Adrien si fece spazio un mezzo sorrisetto.

 

«No, sono la tua anima gemella.»

 

A Seraphina sembrava tutto ridicolo e si rifiutava di crederci. Continuò ad ascoltarlo ma prendendo tutta quella pagliacciata come una favola della buonanotte.

Una favola che vedeva Seraphina ed Adrien come protagonisti.

Trovava letteralmente più interessante il suo soffitto bianco.

 

Ma Seraphina deglutì al sentire quella frase particolare.

Costrinse se stessa a cambiare discorso, perchè che senso aveva dare peso a quelle parole se tanto erano tutte falsità?

 

«Invece potresti spiegarmi come hai fatto a far apparire e sparire le frasi sui miei libri?»

«Nella dimensione in cui sono ospite acquisisco dei poteri che sono il controllo dei fluidi e la creazione di acqua. Questo è perchè sono riuscito a scrivere con dell'inchiostro e riuscivo anche a farlo sparire. Ma anche l'episodio della bottiglietta d'acqua è opera mia.»

«Perchè lo hai fatto?»

«Quell'Aaron mi irrita. Non mi fido molto di lui, era troppo interessato. Dovresti stargli alla larga.»

«Forse non ci siamo capiti, tu non mi dici cosa fare e cosa no.»

«So che non lo sopporti in realtà.»

«E' un rapporto amore-odio.»

 

Seraphina si distese sul letto, la discussione non le interessava, erano tutte falsità ed assurdità.

 

«Ma non sono venuto qui per parlarti di Aaron, sono qui per convincerti ad allenarti con i tuoi poteri.»

«Che poteri? Io non ho nessun potere.»

 

Seraphina chiuse gli occhi dalla disperazione.

Quanto ancora andrà avanti questa situzione? Forse dovrei davvero dormire.

Pensava Seraphina.

 

«Oltre la mia dimensione e la tua dimensione vi è una dimensione intermedia, vuota, utilizzata esclusivamente per il nostro passaggio. Tuttavia vi è una crepa all'interno e se non verrà risanata entro 3 anni causerà il crollo delle nostre due dimensioni.»

 

Seraphina sentì un nodo allo stomaco.

Non ci credeva, tutto era impossibile, ma se non lo fosse stato?

Voleva condannare davvero in quel modo la sua stessa vita e quella del resto degli abitanti della Terra?

 

Seraphina si sistemò sul letto e si sedette di nuovo a gambe incrociate.

 

«Come faccio a sapere se tutto questo è vero?»

 

Adrien fissò attentamente il volto di Seraphina.

Era davvero strana, come lui.

E come sua madre l'aveva descritta.

 

 

"La riconoscerai subito, ha i capelli rossi come il fuoco e gli occhi neri come il carbone. Tutto di lei ti ricorderà le fiamme. Ha un carattere particolare, tu sei un mare in tempesta e lei è un fuoco che arde."

 

Adrien si alzò dalla sedia e si avvicinò allo specchio sul muro della camera di Seraphina.

 

Appoggiò una mano sullo specchio e tese l'altra verso Seraphina.

 

 

«Ti va di venire a fare un giro con me nella mia dimensione

 

Angolo scrittrice-
Eccomi una settimana dopo. Spero vi piaccia anche questo capitolo e se sì fatemelo sapere attraverso una recensione ♥
Alla settimana prossima! (o prima)
-Lucky_May

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Capitolo 3
*** Capitolo III ***


Capitolo 3

 

 

 

                                                                                                     «Ti va di venire a fare un giro con me nella mia dimensione

 

 

Seraphina rimase senza parole a quella proposta.

Cosa avrebbe dovuto rispondere?

La sua mente le diceva di accettare poichè tutto ciò era impossibile ma una parte del suo cuore doleva e il suo stomaco era divenuto ormai tutto un nodo.

 

E se fosse vero?

 

Avrebbe preferito non scoprirlo.

 

«No.» Seraphina rispose fermamente convinta.

 

E niente l'avrebbe convinta a muoversi da quel letto ed accettare quella proposta.

 

Il braccio teso di Adrien tornò lungo il suo fianco. Tolse anche la mano dallo specchio e si mosse verso Seraphina.

 

«Hai paura?» Si abbassò sulle sue ginocchia ad un'altezza poco minore di quella di Seraphina. Desiderava tenerle le mani, se solo avesse potuto.

Seraphina non rispose.

 

Rimase a guardare i suoi occhi blu. Incantata.

 

Neanche Adrien si mosse.

Seraphina non credeva realmente che lui fosse un fantasma. Era così reale. Riusciva a vederlo chiaramente, riusciva a sentire il suo respiro, le sue parole. Il suo cervello aveva più volte mandato l'impulso ai suoi arti di provare a toccarlo di nuovo, solo per esserne sicura.

O forse perchè ne aveva bisogno. Quello sguardo stava durando troppo.

 

Di scatto sentì il bisogno di alzarsi in piedi e scoprire la verità.

 

«No!» urlò.

 

Il suo sguardo l'aveva in qualche modo convinta. O forse non voleva passare come una fifona davanti ad Adrien.

Lui sorrise.

Si alzò in piedi anche lui e camminò verso lo specchio.

 

Seraphina sperava dentro di se che fosse tutta una bugia, che fosse solamente pazza e che si risolvesse tutto con qualche giorno di riposo.

Per quanto fosse egoista, Seraphina non voleva essere colei che doveva salvare il mondo.

Tremava.

 

«Mi farò male?»

«Affatto, ti sembrerà di volare.»

 

Seraphina stava sperimentando un'emozione nuova.

L'ansia.

Era tanto intelligente per questo motivo: aveva paura dello sconosciuto. Di ciò che la mente umana non riesce a concepire.

Non aveva paura di intrattenere un dibattito con persone anche più grandi di lei, sapeva sempre come difendersi, come controbattere, come far rispettare le sue opinioni.

Ma cavoli se aveva paura della situazione in cui l'aveva gettata il misterioso ragazzo accanto a lei.

 

"Perchè hai un viso così tranquillo?" Pensava Seraphina. Lo ammirava. Che lui fosse veramente il suo esatto contrario in alcune caratteristiche? Era così coraggioso da viaggiare da una dimensione all'altra?

 

Adrien poggiò una mano sullo specchio che rifletteva la serena figura di lui e quella sconvolta di Seraphina.

 

"Appoggia una mano sullo specchio."

 

Seraphina respirò a fondo e prima di annuire ripensò a quello che stava per fare.

Lei voleva solo scappare via.

Strinse gli occhi e piena di dubbi ed insicurezze poggiò la mano sulla superficie dello specchio.

 

Seraphina non sapeva se desiderare di non averlo mai fatto oppure se desiderare di averlo fatto molto prima.

 

Era un po' come se avesse appoggiato la mano su una superficie liquida.

Infatti non riuscì a fermare la sua mano e il suo corpo seguì il naturale movimento di un braccio che sprofonda in un infinito lago.

Non riuscì ad appoggiare i piedi sul nulla e questo le provocò sconforto ma si abituò subito alla sensazione: era davvero come volare.

 

Si sentiva diversa in qualche modo. Ma stava bene.

Realizzò di sentirsi completa. Era come se un vuoto dentro di lei fosse stato colmato.

Tuttò ciò che vedeva davanti a lei era bianco. Alla sua destra aveva Adrien che la osservava.

Aveva un lieve sorriso sulle labbra, ma anche Seraphina si rese conto di star sorridendo. La sensazione di integrità dentro di lei non riusciva a non farla sorridere.

Successivamente le venne naturale porre delle domande.

 

«Dove siamo?»

«Questa è la terza dimensione, è necessaria e di passaggio tra le due dimensioni parallele.»

Non c'era eco, come aveva invece supposto Seraphina.

 

Ciò che le fece ricordare del motivo per cui si trovava in quel luogo fu la vista dell'enorme crepa alla sua sinistra.

Seraphina non capiva se fosse vicina o lontana, e aveva paura che al diminuire della distanza la crepa si sarebbe mostrata ancora più grande.

Non potè fare a meno di sentirsi veramente piccola ed impotente di fronte a tutte le stelle che lo squarcio lasciava vedere.

Lo squarcio possedeva la forma di una V che non aveva nè inizio nè fine.

Ma ciò che vi era dentro sembrava qualcosa di maggiormente straordinario di una notte stellata.

A quale angolo dell'universo apparteneva quella parte strappata di dimensione è a noi sconosciuto.

Il cielo era viola e il contrasto con il bianco in cui Seraphina si trovava era perfetto.

Le piccole stelle brillavano come polvere di diamante e il tutto era circondato da un silenzio che guarniva lo stupore di Seraphina.

Lei avrebbe voluto guardarlo per sempre.

Ma aveva paura di venire risucchiata in qualche modo da quella enorme crepa.

Perciò si girò verso Adrien per cercare conforto nella sua presenza e dietro di lui scorse non troppo lontano uno specchio sospeso nel nulla.

Si incamminò verso ciò che aveva appena visto e Adrien la seguì in silenzio.

Infondo era lì che dovevano andare e non voleva interrompere il silenzio con una frase banale e scontata.

Erano entrambi dei tipi silenziosi.

 

Seraphina era ad un passo dallo specchio che le sembrava troppo familiare.

Adrien vi poggiò una mano sopra.

Seraphina lo imitò.

 

Ed in un attimo accadde tutto come prima.

Venne risucchiata dentro lo specchio.

Perse la sensazione di integrità con se stessa.

Ma al suo posto si fece spazio un estremo calore dentro di lei.

Seraphina si rese conto che sentiva questa sensazione anche prima ma l'integrità la sovrastava e non ci fece molto caso. Adesso rimaneva solo quel fuoco al suo interno.

Quando aprì gli occhi rimase molto confusa.

 

«Questa è la mia stanza. Com'è possibile?»

 

«Ti sbagli Seraphina, questa è la mia stanza, la mia dimensione. E tu qui sei un fantasma.»

 

"Se solo avessi del sangue, mi si sarebbe gelato." -Pensò Seraphina.

 

Angolo scrittrice-
Scusate il piccolo ritardo, ho avuto problemi con la connessione internet.
Grazie a chi sta leggendo questa storia, vi prego di continuare a leggerla ♥
(E di lasciarmi qualche recensione per capire cosa ne pensate, se avete qualche richiesta in particolare.)
Vi lancio una domanda.
Voi siete Team Adrien o Team Seraphina?
Fatemelo sapere ♥ Bye ♥

 

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Capitolo 4
*** Capitolo IV ***


Capitolo 4

 

 

«Ti sbagli Seraphina, questa è la mia stanza, la mia dimensione. E tu qui sei un fantasma.»

 

"Se solo avessi del sangue, mi si sarebbe gelato." -Pensò Seraphina.

 

Seraphina si guardò le mani e si girò verso lo specchio.

Il suo corpo non aveva nessuna differenza.

Però ricordava di non essere entrata nello stesso specchio da cui era uscita.

Adrien era giusto dietro di lei, voleva assicurarsi che stesse bene.

 

Ma il cuore di Seraphina stava palpitando troppo velocemente e la sua testa non stava ragionando più. Non riusciva a trovare nessuna differenza tra quella stanza e la sua.

I suoi occhi vagavano su ciò che veniva riflesso sullo specchio. Stava analizzando ogni dettaglio.

O in cerca di una conferma stava sperando di intravedere la terza dimensione?

Quando avrebbe potuto riposare di nuovo nel suo letto?

Quando avrebbe rivisto sua madre?

 

Come avrebbe potuto salvare il mondo?

 

Si girò verso Adrien con gli occhi pieni di lacrime.

Lei le asciugò con le sue mani. Adrien non poteva farlo.

Ma dannazione se Adrien avrebbe voluto farlo.

Voleva confortarla, voleva chiederle cosa le avesse provocato tanto sconforto. Ma si sentiva di troppo, nella sua stessa dimensione.

Seraphina non la smetteva di piangere e non sapeva il motivo.

 

«Seraphina...» tentò di proferire parola Adrien.

 

Ma Seraphina rispose con un cenno della mano.

 

«Seraphina, se vuoi parlarne...»

 

Ma lei lo interruppe, nervosa.

Non amava il vittimismo. Non l'avrebbe portata a niente. Il suo destino era già stato scritto ed in un modo o nell'altro avrebbe dovuto salvare le due dimensioni. Lei lo aveva capito bene. Era forse per questo che stava piangendo? Seraphina sentiva che non era solamente questo. Stava scavando dentro i suoi pensieri e stava cercando di risalire al vero motivo per cui stesse piangendo. Di solito ciò la distraeva e le permetteva di cessare il pianto. Ma quella volta fu un urlo di dolore a farla risvegliare dalla sua attenta riflessione.

 

Era stato Adrien ad aver urlato.

Subito dopo aver aperto gli occhi vide solo le spalle di Adrien con le braccia al petto.

 

«Adrien? Che cosa ti è successo?»

Seraphina camminò fino a mettersi davanti alla figura dolorante di Adrien.

Dietro le sue mani vide dei segni di bruciatura sulla sua maglietta.

 

«Adrien? Che cosa ti è successo?!» Chiese di nuovo con voce più decisa.

«Nulla di preoccupante ed irrisolvibile, mi sono preso uno spavento. Ma dobbiamo solo imparare a domare i tuoi poteri.»

«I miei poteri?»

 

Adrien si stava togliendo la maglietta mentre lo sguardo di Seraphina cadde sull'orologio accanto al letto.

 

«Vedi Seraphina... anche tu come me hai dei poteri.»

 

Seraphina prese l'orologio in mano.

Segnava le 7.30 del mattino.

 

«Io sono acqua, tu sei fuoco.»

 

Seraphina non aveva prestato troppa attenzione alle parole di Adrien.

 

«Il tuo orologio è rotto vero? Non sono le 7.30»

«No, funziona benissimo. Quando sono venuto a cercarti erano le 7.30 del mattino, dopo il tempo si è fermato in questa dimensione.»

 

7.31

 

Di nuovo Seraphina sentiva un brivido risalirle per la schiena, ma doveva accettarlo.

Faceva parte di quella storia. Bizzarro il destino.

Un giorno la tua vita è normale, sei una ragazza che studia tutti i giorni e il giorno dopo ti ritrovi un fantasma in casa e dei superpoteri.

E con la tua data di morte segnata.

Era forse per questo che stava piangendo?

No, mancava un tassello.

 

«Stai tranquilla, il tempo si è fermato nella tua dimensione. Nessuno si accorgerà che non ci sei.»

 

"Non se ne sarebbe accorto nessuno comunque." Pensava Seraphina.

 

Adrien si avvicinò a Seraphina e mise qualche libro nella borsa. Anche quella era la stessa.

Seraphina aveva ancora tra le mani la sua sveglia. Stava osservando il ticchettio delle lancette.

 

7.32

 

Adrien mise la borsa in una spalla e si mosse verso la porta.

Si accorse che Seraphina non aveva mosso un dito e stava ancora osservando la sveglia.

 

Poggiò di nuovo la borsa sul letto e avvolse le braccia intorno alle spalle di Seraphina.

 

Adrien stava provando ad abbracciare Seraphina.

 

Solo in quel modo Seraphina alzò lo sguardo fino ad incontrare gli occhi di Adrien.

Ma lui li teneva chiusi per l'imbarazzo.

Sapeva bene di star abbracciando l'aria, ma Seraphina non si mosse, proprio come in un abbraccio.

 

Smise di pensare per un secondo.

Non si chiese nemmeno che cosa stesse facendo Adrien e perchè lo stesse facendo.

Era stato un movimento naturale.

Lei ne aveva bisogno e lui lo percepì.

 

"E' per questo che siamo anime gemelle?" si chiedeva tra sé e sé Seraphina.

 

«Seraphina, sai che cosa significa il tuo nome?»

 

Seraphina non ci aveva mai riflettuto.

Non aveva mai avuto la curiosità di fare una ricerca sul proprio nome.

Ma con Adrien non si vergognava della sua ignoranza.

 

«No, cosa significa?»

 

«Ardente.»

 

Seraphina sentiva che adesso mancava un pezzo in meno del suo tassello.

 

"Dannazione se fa caldo vicino a lei." Pensava Adrien.

 

«Ecco perchè mi procurerò qualche ustione vicino a te se non impari a domare i tuoi poteri.»

 

Adrien sciolse l'abbraccio.

Seraphina si sentiva sollevata, ma sentiva anche i sensi di colpa mangiarla quando pensava di far del male ad Adrien standogli vicino.

 

Ma se non era brava con i suoi poteri allora perchè tutto ciò era capitato proprio a lei?

E Adrien sapeva la risposta?

 

«Perchè proprio a me?» sussurrò.

 

«Oh Seraphina, questa è la crudele realtà di chi è stato maledetto ancor prima di nascere.»

 


Angolo scrittrice-
Questa volta sono stata puntualissima.
Adoro questo capitolo ma non avete la minima idea di ciò che vi aspetta nel prossimo.
Seguite la storia e recensitela, grazie ♥

NONLucky_May

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Capitolo 5
*** Capitolo V ***


Capitolo 5

 

«Oh Seraphina, questa è la crudele realtà di chi è stato maledetto ancor prima di nascere.»

 

Seraphina sperava di aver sentito male.

 

«Maledetta prima della mia nascita?»

«Anch'io sono stato maledetto prima di nascere, siamo le vittime di questa maledizione, insieme.»

«Tu ne sai il motivo?»

«Certamente, ma non è questo il momento, o farò tardi a scuola.»

«Devo venire con te?»

«Si, non puoi starmi troppo lontana, o sparirai.»

Seraphina si mise al fianco di Adrien.

Lui mise la sua borsa in spalla e uscirono di casa, indirizzati verso il college.

 

«Immagino che in questa dimensione le persone siano tutte il contrario di coloro che si trovano nella mia dimensione.»

«Ti sbagli, noi siamo l'unica eccezione dell'universo.»

Seraphina scopriva ogni momento cose nuove su quello che stava accadendo nella sua vita.

Ma Seraphina voleva sapere di più sulla maledizione, stava fremendo. Ne sentiva il bisogno.

 

Quando varcarono il cancello del college di Adrien, un gruppo di ragazze circondò la sua figura.

Seraphina venne trapassata da diverse di loro.

Questa sensazione la turbava, perciò rimase qualche passo indietro.

Adrien stava sfoggiando il suo sorriso più bello dando il buongiorno a tutte.

Seraphina sentiva bruciare dentro, ma lo sguardo attento che Adrien riservava solo per lei la calmava. Si rese conto che Adrien era abbastanza popolare tra le ragazze ed i ragazzi.

In poche parole era il contrario della ragazza che camminava dietro il gruppo persino in una dimensione che non le apparteneva e dove non poteva essere vista.

Ma quando entrarono in classe nessuno siedeva accanto ad Adrien.

Seraphina decise di seguire le lezioni.

Anche all'ora di pranzo Adrien era circondato da ragazze e Seraphina avrebbe voluto appiccare fuoco all'intera struttura. La confusiona la infastidiva particolarmente. Lei preferiva la solitudine e la lettura silenziosa all'ombra del grande albero in cortile.

Adrien era consapevole del nervosismo di Seraphina e decise di dedicarle un sorriso.

Seraphina si limitò a rivolgere lo sguardo da un altro lato.

 

Aveva apprezzato quel sorriso, ma non voleva darlo a vedere.

 

Dopo le lezioni Adrien ripercorse insieme a Seraphina la strada verso casa.

I due ragazzi salirono in camera di Adrien.

«Preferisci tornare a casa tua?»

«Si»

 

Seraphina teneva lo sguardo basso.

«Devi metterla tu la mano sullo specchio per prima, sei tu il fantasma»

Seraphina obbedì silenziosamente e appoggiò la mano sullo specchio.

Attraversarono la terza dimensione e Seraphina si ritrovò nella sua stanza.

Subito Seraphina decise di cominciare a studiare.

Adrien la osservò finchè non si fece sera e lei si mosse per salutare la madre che era appena tornata. Ma lui sapeva che quella non era la vera madre. Nonostante ciò Seraphina le dimostrava affetto nello stesso modo.

 

Adrien decise di guardare le stelle dalla finestra.

«Adesso vorrei dormire.» La voce stanca di Seraphina era quasi impercettibile.

Adrien si voltò verso la ragazza.

«Allora buonanotte»

«Dove andrai?»

«Rimarrò qui.»

Seraphina roteò gli occhi.

«Dovrò farmene una ragione.»

La risposta lo rese nervoso. Era ovvio, Adrien era solo un intralcio nella vita quotidiana di Seraphina ma neanche lui avrebbe voluto questi poteri e questa responsabilità. Adrien era spaventato sin dall'infanzia. Nessuno aveva una strega come madre che lo preparava ad una battaglia per la vita nel mondo. Perchè Seraphina non lo capiva? Pensava forse che Adrien fosse un pezzo di ghiaccio che non aveva sentimenti o paure?

Sbuffò e si strofinò gli occhi per poi sedersi accanto al letto di Seraphina e appoggiare le spalle al muro.

«Devi anche starmi così vicino?»

Adrien si voltò verso Seraphina e la guardò negli occhi senza dirle nulla.

La risposta era un ovvio "si".

Seraphina decise di chiudere gli occhi e provare a dormire.

 

«Adrien, mi racconti della nostra maledizione?»

Era quasi passata un'ora ma il tono di voce di Seraphina era chiaro. Lei esigeva sapere.

«Hey streghetta, non stavi dormendo?»

La ragazza si mise su un fianco sul letto e lo guardò negli occhi.

«Va bene, te la racconterò, ma dopo di ciò devi andare a dormire.»

 

«Circa sei secoli fa cominciò la caccia alle streghe. Sono certo che sai di cosa parlo. Le streghe erano descritte come vecchie e brutte, ma ci sono delle eccezioni...»

«E' un complimento?»

Adrien alzò le braccia in segno di resa.

«Visione oggettiva dei fatti»

Finalmente vide Seraphina sorridere.

 

"C'era una bellissima ragazza, era una strega e per questo viveva da sola in una casetta di legno in mezzo ad una foresta, sotto un basso dirupo.
La sua vita procedeva tranquilla, dopotutto non era colpa sua se era nata strega, perciò utilizzava le magie solo in casi in cui era davvero necessario.
In ogni caso, non aveva grandi poteri, lei dominava il vento.
Era un giorno di sole e stava lavorando al suo piccolo orto quando sentì un movimento provenire dagli alberi insieme a delle urla.
Si spaventò tantissimo dato che se l'avessero scoperta, sarebbe stata la fine per lei.
Ma quello che vide fu un uomo che stava per lanciarsi giù dal dirupo. Che implorava aiuto.
Non era una strega cattiva, ma sapeva anche che salvarlo avrebbe significato mettere in pericolo la sua stessa vita.
La vista di quell'uomo che decise di buttarsi giù le provoco dei brividi e senza pensarci riuscì a creare uno spostamento di vento tale che il suo corpo si appoggiò dolcemente al terreno. Quando capì di non essere morto si alzò e si guardò intorno.
La strega era nascosta tra gli alberi, motivo per cui non la vide, ma l'uomo, o meglio, il bambino che aveva scambiato per uomo, aveva capito che era successo qualcosa di magico e non sembrò impaurito.
Cominciò ad urlare chi fosse stato a salvarlo, che voleva dare un ringraziamento, in qualche modo.
La strega decise di rimanere nascosta, ma non poteva impedire al bambino di vedere la sua casa e lui decise di entrarci.
Non poteva lasciarlo vagare nella sua casa, era pericoloso. Così entrò anche lei, senza dire una parola.
Quando il bambino la vide spalancò gli occhi, ma non aveva le sembianze di una strega.
Gli chiese gentilmente chi fosse e perchè lui fosse lì, dentro la sua casa.
Il bambino le rispose che una folla di persone lo stava inseguendo e che aveva deciso di buttarsi giù dal dirupo ma era rimasto vivo per qualche motivo.
La strega gli accarezzò la testa e si accorse che il bambino era sul punto di piangere e che stava tremando.
Lei gli chiese della sua famiglia e rispose che anch'essa era contro di lui. La strega ebbe qualche sospetto ma non chiese nulla.
Il bambino le chiese se poteva rimanere con lei poichè non poteva tornare al suo paese.Lei ci dovette pensare su, a malapena riusciva a sfamare se stessa e aveva dei dubbi che il bambino potessere crescere bene ed inoltre non aveva un posto dove farlo dormire.
Ma quando il bambino non riuscì più a trattenere le lacrime la strega cedette e lo accettò in casa sua. Infondo senza di lei sarebbe stato morto.

 

All'inizio fu davvero difficile e capitava che dovessero saltare dei pasti ma quando il bambino cominciò a crescere e a diventare un ragazzo imparò l'arte dell'arco e quindi della caccia.

Lei fu molto felice di riuscire a mangiare anche della carne, era da anni che non ne mangiava. Non voleva usare i suoi poteri.

Fu durante una giornata di pioggia che la strega si preoccupo'. Il ragazzo era andato a cacciare ma non era ancora tornato ed era passata l'ora di pranzo. Uscì a cercarlo ma era difficile camminare e vedere con la pioggia. Si trovò circondata da cani da caccia non troppo lontana dalla sua casa.

Quei cani dovevano appartenere a degli umani. Forse l'avevano scoperta, o forse avevano rapito il ragazzo. Era così spaventata che corse nella direzione opposta alla sua casa.

La pioggia stava cessando ma lei era così stanca di correre che cadde. I cani la raggiunsero ma dopo averla anusata cominciarono ad abbaiare.
La pioggià cesso totalmente e due freccie vennero scoccate da non troppo lontano e i cani smisero di abbaiare e si accasciarono doloranti e sanguinanti.
Il ragazzo le corse incontro e la prese per un braccio per aiutarla ad alzarsi e scappare via. Quando furono abbastanza lontani si fermarono e lei gli urlò contro.
Gli chiese dov'era finito, che si era preoccupata tantissimo. Lui rispose che si era perso e si avvicinò a lei. Era cresciuto molto bene nonostante tutto ed era diventato più alto della giovane strega.

Poggiò la fronte sulla sua e le asciugò le lacrime. Lui stava quasi per baciarla ma lei lo fermò. Il sole era tornato e splendeva su di loro.

-Ti prego non innamorarti di me. Io sono diversa. Non te l'ho mai detto in tutti questi anni, ma ti prego non innamorarti di me. Il nostro amore sarebbe proibito.-

Ma a lui tutto questo non importava. Sorrise e la baciò nonostante le sue parole. Sapeva che era stata lei a salvarlo, anni prima. La differenza di età non le impedì di innamorarsi di lui. Anzi entrambi si amavano dal primo incontro. Sentivano che c'era qualcosa di speciale tra di loro.

La notte del 23esimo compleanno della ragazza i due erano rimasti svegli un po' più del solito ma cominciarono ad intravedere del fuoco tra gli alberi. Il ragazzo uscì a controllare ma quello che gli si presentò davanti fu uno spettacolo orribile.

Di nuovo.

Una folla di gente li aveva trovati. Il ragazzo entrò dentro casa, prese la ragazza per un braccio e cominciò a correre via, lontano e veloce. Ma erano troppi. E riuscirono a prenderli.

Il giorno dopo i due amanti si ritrovarono accusati di eresia e di stregoneria.

Mentre venivano legati, piangevano, e lei urlava perchè risparmiassero l'umano. Dovevano lasciarlo libero. Lui non era uno stregone.

Pregò così tanto che lanciò una maledizione per non essere riuscita a salvarlo, perchè lei voleva difenderlo e proteggerlo.

Lei desiderò che non si fossero mai incontrati, che in un futuro tutto questo non sarebbe dovuto accadere a nessun'altra strega.

Che nessuna strega si innamorasse mai.

Fu lì che le dimensioni si divisero.

La folla continuava ad urlare -Il fuoco che purifica le menti!-

-Quando quel giorno tu mi dicesti che eri differente io sorrisi e ti baciai perchè anche io sono differente. Anche io sono uno stregone. E ti amo.-

Quando lei sentì queste parole prima di bruciare come la legna, il suo desiderio, la sua maledizione, si corruppe.

Dopo aver scoperto la verità, pregò allora che arrivasse l'acqua a spegnere il fuoco che ardeva.

La corruzione del suo desiderio creò una terza dimensione, in modo che potesse arrivare l'acqua a spegnere il fuoco."

Angolo scrittrice-
Salve ♥ Oggi vi ritrovate con un capitolo leggermente più lunghetto, spero sia di vostro gradimento.
Immagino che stiate cominciando a capire alcune cose, ma non vi preoccupate, ne vedremo delle belle.
Alla prossima settimana!

Lucky_May
 

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Capitolo 6
*** Capitolo VI ***


Capitolo 6

 

"Dopo aver scoperto la verità, pregò allora che arrivasse l'acqua a spegnere il fuoco che ardeva.

La corruzione del suo desiderio creò una terza dimensione, in modo che potesse arrivare l'acqua a spegnere il fuoco."

 

Ma Seraphina si era addormentata sulle ultime due frasi.

Adrien decise di appoggiare la testa al muro e chiudere gli occhi aspettando che la notte passasse.

 

Passarono molti mesi.

Seraphina stava studiando seduta alla sua scrivania ed era immersa nello studio.

Non sentiva Adrien seduto alle sue spalle.

E lui ne stava approfittando.

Il compleanno di Seraphina, di conseguenza anche il suo, stava per arrivare.

Stava creando un oggetto intriso di magia da regalarle che potesse essere toccato da lei e che potesse sopportare il passaggio tra le dimensioni.

Così decise di creare con del ghiaccio magico una gemma.

 

"Le darò questa gemma e lei ne farà una collana o un anello." -Pensava Adrien.

 

Arrossì all'idea dell'anello.

 

"No, no. Le dirò di farne una collana." -Ci ripensò.

 

Stava molto attento che Seraphina non si accorgesse del suo silenzioso lavoro, ma lei era sempre troppo concentrata nello studio.

 

Seraphina era migliorata molto con i suoi poteri, ormai padroneggiava perfettamente il suo fuoco, ma se non fosse stato perchè i propri poteri non possono ferire chi li possiede si sarebbe scottata più volte.

Avevano passato molto tempo ad allenarsi nella terza dimensione, dove Adrien era sempre pronto ad aiutarla e a spegnere le fiamme con la sua acqua e dove non potevano danneggiare nulla e nessuno.

Ora stavano studiando un modo per risanare quella crepa grazie ad un libro della madre di Adrien, ma nessun incantesimo li poteva aiutare.

Loro erano degli stregoni elementali, non sapevano utilizzare quel tipo di magia.

Non possedevano nessun libro di tipo elementale. Dalla nascita del primo essere vivente nella storia dell'universo solo quattro stregoni elementali erano nati. Uno per elemento esistente in natura. Solo loro erano capaci di scoprire le loro potenzialità.

Ma potevano prendere ispirazione dagli incantesimi comuni per adattarli ai loro poteri.

 

Era grazie a questo che Adrien stava realizzando quella gemma per Seraphina.

Aveva trovato un vecchio foglio tra le pagine del libro che illustrava la creazione di un pendente che si ricordò essere della madre. La descrizione prevedeva una luce che brillava fin tanto che i poteri del creatore fossero stati vivi.

Ma la madre gli raccontò che fu proprio il padre di Adrien ad averla creata prima di intraprendere il suo ultimo viaggio.

L'aveva creata per assicurarle che sarebbe stato bene, che sarebbe tornato sano e salvo e che avrebbe trovato un altro modo per risanare la crepa nella terza dimensione che il piccolo Adrien aveva scoperto.

Aveva promesso che sarebbe tornato con delle informazioni utili e che non avrebbe lasciato tutta la responsabilità sulla spalle del figlio.

Ma dopo meno di un anno la luce all'interno della gemma smise di brillare.

E Adrien oltre ad aver perso il padre, acquisì la responsabilità di salvare le sorti del mondo.

 

Adrien stava realizzando quella gemma per Seraphina, ma voleva davvero restare al suo fianco.

Negli ultimi mesi aveva avvertito una particolare connessione con Seraphina.

 

Tuttavia Seraphina non sembrava sentire lo stesso per Adrien.

Lo trattava ancora come un problema.

Ma questo era quello che pensava Adrien.

 

Seraphina era sempre stata una ragazza poco popolare, non aveva mai avuto molti rapporti amichevoli, tantomeno di tipo romantico.

Ma Seraphina sapeva di sentire un calore diverso, non dovuto ai suoi poteri, quando Adrien le era vicino.

Tratteneva i suoi sentimenti, per quanto difficile, perchè sapeva benissimo che se solo avesse lasciato trapelare un'emozione si sarebbero innamorati, avrebbero sofferto. Non potevano toccarsi e non sapevano cosa sarebbe accaduto nel loro futuro. Infondo facevano parte di due dimensioni diverse. Si sarebbero mai più rivisti? Ma cosa più importante, sarebbero sopravvissuti alla loro maledizione?

 

Si voltò involontariamente verso Adrien, lo trovò immerso nello studio del libro della madre.

Adrien alzò lo sguardo verso Seraphina.

Lei sospirò tristemente.

 

"Starà sicuramente pensando -Perchè è ancora qui?-" -Pensò Adrien.

 

"Perchè non esisti nella mia dimensione?" -Pensava Seraphina.

 

Ma Adrien era abituato a questo tipo di pensieri. Era ciò che aveva sentito pronunciare dalle labbra della madre quando la notizia della morte del padre era ormai certa.

 

Si dedicarono di nuovo entrambi allo studio.

Ma Adrien era indeciso se continuare il regalo per Seraphina o no.

Avrebbe avuto lo stesso significato per entrambi?

Decise di metterlo da parte e di continuarlo in un altro momento, quando ne avrebbe avuto di nuovo voglia.

 

Il giorno del compleanno di Seraphina giunse.

La mattina Seraphina si svegliò e si preparò per andare a scuola con Adrien.

Salutò la madre che le fece gli auguri e si incamminò verso il college.

Si sedette e seguì la lezione, come qualsiasi altro giorno.

Adrien si guardava continuamente intorno.

Davvero nessuno ancora le aveva fatto gli auguri?

 

Aaron arrivò nelle ore successive e si sedette al suo posto, accanto a Seraphina.

Fu lui il primo amico a farle gli auguri. Lei sorrise dolcemente e lo ringraziò.

Seraphina aveva parlato ad Adrien di Aaron, gli aveva detto che non era particolarmente interessato allo studio ma che era felice perchè negli ultimi mesi aveva prestato più attenzione alle lezioni, anche se non aveva ancora migliorato i suoi voti.

 

Dopo il dolce sorriso che si erano scambiati, Adrien fissò senza sosta Aaron.

Si accorse che era davvero attento a tutte le lezioni, voleva forse mettersi d'impegno per fare bella figura agli occhi di Seraphina?

 

Seraphina e Adrien tornarono a casa per pranzo dove trovarono la madre della ragazza indaffarata con la preparazione del piatto preferito di Seraphina.

Lei ne fu molto contenta e dopo aver anche mangiato una fetta del dessert ringraziò la madre, salì in camera e cominciò la sua sessione di studi.

 

«Studierò tutto il pomeriggio e prima di cena andremo nella tua dimensione, ti va bene?» Disse Seraphina.

Adrien annuì e si sedette nel suo solito angolino accanto al letto, appoggiato al muro.

Decise di continuare il regalo per Seraphina. Ormai lo aveva quasi terminato.

 

Seraphina chiuse i libri e Adrien si risvegliò dal suo stato di concentrazione e si affrettò a nascondere la gemma.

Aveva terminato in tempo, fortunatamente.

Seraphina si alzò dalla sua sedia e si stiracchiò le braccia.

 

«Okay, possiamo andare.»

 

Adrien si alzò in piedi e prese con sè il libro di incantesimi, facendo attenzione a nascondere il foglio con il disegno della gemma.

Poggiò una mano sullo specchio e Seraphina lo imitò. Subito si ritrovarono nella terza dimensione.

Adrien camminava a passo lento, cercava di trovare il coraggio per fermare Seraphina e darle la gemma. Poco prima di arrivare allo specchio della camera di Adrien lui pronunciò il suo nome.

Forse un po' troppo forte.

 

«Seraphina!»

 

La ragazza si girò di scatto, quasi spaventata.

 

«Seraphina, ho una cosa da dirti.»


Angolo scrittrice-
Scusate il lieve ritardo, mi faccio perdonare con quest'immagine ♥



Non so voi ma a me sembrano proprio Adrien e Seraphina.
(I capelli li ho dovuti colorare di rosso io però)
E' un'immagine che ho trovato sul web, la fonte è UNDERTALE.

Ci vediamo settimana prossima! ♥

 

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Capitolo 7
*** Capitolo VII ***


Capitolo 7

 

«Seraphina, ho una cosa da dirti.»

 

Seraphina lo guardava fisso negli occhi, il cuore le batteva molto velocemente.

Ma mai quanto quello di Adrien.

 

«Si?» Sussurrò Seraphina.

 

Ma Adrien non aveva niente da dirle.

O almeno, non si era preparato.

Aveva anche sbagliato e aveva pronunciato "dirti" al posto di "darti".

Ora si ritrovava senza niente da dire e qualcosa da dare.

 

«Scherzavo»

 

Seraphina aveva uno sguardo confuso.

 

«In che senso scherzavi?»

 

Adrien rise nervosamente.

 

«Non ho niente da dirti, piuttosto ho una cosa da darti

Si soffermò sull'ultima parola, come se volesse sottolinearla.

 

Si infilò la mano in tasca e ne uscì la gemma.

Si avvicinò a lei e la poggiò sulla sua mano.

 

«Questa è per te, brillerà fino a quando ci sarà magia in me. Fanne una collana quando torneremo nella tua dimensione ed indossala sempre. Così ti ricorderai di me anche quando avremo risolto la questione della terza dimensione e saremo tornati ognuno nella propria casa, nella propria dimensione. Buon compleanno, questo è tutto.»

 

Adrien tornò indietro di un passo, volgendo lo sguardo da qualche altra parte, per il troppo imbarazzo.

 

Seraphina strinse leggermente il pugno in cui teneva la gemma.

 

«Quindi.. dopo che avremo risolto con questa dimensione, non ci rivedremo mai più?»

 

Lo sguardo di Adrien era di nuovo fisso negli occhi umidi di Seraphina.

Non si aspettava di certo una tale reazione.

Adrien cominciò a gesticolare, in panico.

 

«No, io non... cioè volevo dire... non...»

 

Sospirò tristemente e lasciò le braccia lungo il corpo.

 

«Non lo so... Io non so cosa accadrà dopo, apparteniamo a due dimensioni differenti perciò la cosa più normale da pensare è che ritorneremo alle nostre dimensioni... Ma noi siamo tutto fuorchè normali.»

 

Ecco che le sue abilità sovrannaturali facevano soffrire un'altra volta Seraphina.

Era stanca, stanchissima dei suoi poteri. Lei non li voleva.

Desiderò di non essere mai stata una strega, di non aver mai conosciuto Adrien.

 

Di non essersi mai innamorata.

 

Ma lei non sapeva che Qualcuno ascoltava questi desideri, li annotava su un foglio di carta ed in seguito li faceva avverare.

 

Per divertimento.

 

Seraphina strinse gli occhi, dalla quale scese una lacrima, e i pugni.

Poi rivolse lo guardo di nuovo verso Adrien.

 

«Ho capito, grazie per il regalo.»

 

Camminò verso lo specchio e aspettò che lui arrivasse.

Si immersero nello specchio e si ritrovarono nella dimensione di Adrien.

Senza dire una parola si incamminarono verso il college.

Una folla di ragazze lo circondò riempiendolo di vari regali e auguri.

E non erano nemmeno le 8 del mattino.

Lo seguirono fino alla classe verso la quale si dirigevano, dove lo salutarono mettendo in mostra le loro abilità di abbordaggio con frasi scontate e fastidiose.

 

Adrien aveva solo una ragazza in testa.

 

Seraphina aveva solo rabbia e tristezza nel suo cuore.

 

Seguirono le lezioni, anche se entrambi erano distratti.

Adrien non riuscì a rimanere solo nemmeno nei momenti di pausa, in cui voleva riflettere su come tirare su di morale la ragazza che anche in un giorno d'inverno stava scaldando l'intera struttura con la sua rabbia.

 

Adrien al contrario di Seraphina era un ragazzo popolare, perciò nel giorno del suo compleanno aveva deciso di organizzare una festa in casa, con qualche amico, durante la sera.

Tornarono per pranzo, Adrien uscì a prendere la sua torta e quando fu di ritorno, aiutò la madre a sistemare per la festa.

 

Seraphina siedeva sul letto di Adrien a gambe incrociate studiando il libro di Adrien e sfogliandone le pagine.

 

Trovò un foglio con un disegno della gemma che le era stata donata.

C'era la firma del padre di Adrien.

Ma Seraphina non sapeva niente della sua storia.

 

Scattò in piedi e ad un passo dalla porta Adrien la spalancò, attraversando il corpo di Seraphina.

 

«Seraphina? Che fai?»

 

«Raccontami di tuo padre»

 

Seraphina voleva saperne di più, lei non aveva nessuno dei due genitori.

Era stata adottata sin da neonata e qualche anno dopo aveva perso il padre adottivo.

 

Adrien vide il foglio della gemma sul letto e si portò una mano alla fronte, maledicendosi per averlo lasciato nel libro degli incantesimi.

Rivolse lo sguardo a Seraphina.

 

«Perchè vuoi sapere di lui?»

«Perchè io non ho nè madre nè padre e tu invece hai due genitori stregoni, raccontami di loro.»

 

Gli occhi di Seraphina brillavano di curiosità, ma almeno si era calmata.

 

La invitò a sedersi sul letto insieme a lui.

 

«Ero solo un bambino quando per la prima volta vidi mia madre osservare gli specchi di casa mia con uno sguardo interessato, ma allo stesso tempo stranito e spaventato. La sentivo parlare con mio padre a bassa voce davanti a me. Io non sapevo dei loro poteri e loro non sapevano dei miei. Ma tutti gli stregoni sanno dell'esistenza della storia della nostra maledizione. Non mi spaventai troppo quando mi rivelarono dei loro poteri magici, pensavo fosse una cosa bellissima. Non mi spaventai nemmeno quando scoprii della terza dimensione tutto solo. Mia madre mi insegnava i suoi incantesimi, ma io semplicemente non avevo magia. Avrei dovuto averla, in quanto figlio di due stregoni, così un giorno dissi a mia madre di essere sicuro di essere uno stregone, perchè avevo oltrepassato uno specchio. Dopo quell'avvenimento, mio padre decise di partire per dei viaggi interdimensionali, per trovare una soluzione, per non lasciarmi risolvere la questione da solo. Ciò non prima di aver realizzato questa gemma per mia madre. Le promise di rimanere per sempre al suo fianco e di ritornare, ma non fu così. Mio padre non tornò mai più a casa.»

 

Il campanello suonò e Adrien scese ad aprire ai suoi amici.

Seraphina lo seguiva ovunque, ma preferiva rimanere seduta a leggere il libro di incantesimi.

La serata continuò tranquillamente, la madre preparò la torta sul tavolo per Adrien ed accese le candeline.

Tutti incitavano Adrien ad esprimere un desiderio. E lui lo fece.

 

"Che Seraphina rimanga per sempre al mio fianco."



Angolo scrittrice-
Scusate il ritardo, sono stata impegnatissima! Spero vi piaccia il capitolo, ringrazio i tutti coloro che leggono la mia storia e vi invito a lasciarmi una recensione ♥
Alla settimana prossima!

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Capitolo 8
*** Capitolo VIII ***


Capitolo 8

 

"Che Seraphina rimanga per sempre al mio fianco."

 

Quando subito dopo aver spento le candeline incontrò gli occhi di Seraphina, proprio di fronte a lui, erano pieni di paura e confusione.

Nessuno si muoveva più ed erano rimasti tutti immobili.

Nella stanza, nel mondo, l'unico suono percettibile era il respiro dei due ragazzi.

 

Il tempo si era fermato.

 

Nel panico, Adrien scosse le spalle dell'invitato più vicino a lui.

Ma fallì il tentativo.

La sua mano trapassò la spalla dell'amico.

 

Adrien era diventato un fantasma.

Nella sua stessa dimensione.

E se l'appartenente alla dimensione non tocca lo specchio, non potranno attraversarlo.

 

Il respiro affannato e spaventato di Seraphina, spezzato dalle quasi lacrime, riecheggiava nella stanza.

 

Che stessero facendo uno scherzo ad Adrien era possibile.

Ma che Adrien fosse diventato un fantasma nella sua stessa dimensione no.

 

«Che ore sono?» disse Adrien con tono tranquillo, per infondere sicurezza in Seraphina.

In realtà, non era mai stato così preoccupato.

 

«Sono le 23.» Rispose lei con un filo di voce.

 

Fece un veloce conto.

 

«Ci rimangono 8 ore...» Sussurrò tra sé e sé, per non essere sentito da Seraphina.

«Per cosa?» Chiese lei, avvicinandosi.

 

Adrien spalancò gli occhi.

Non credeva di aver parlato ad alta voce.

 

"Perchè ultimamente sbaglio tutto?"

 

«Niente.» Corse verso la sua stanza, salendo le scale di fretta.

 

Se lo avesse scoperto, si sarebbe spaventata così tanto da appiccare fuoco alla casa involontariamente.

Non poteva mettere in pericolo le persone che ci stavano dentro.

 

«Adrien!» Lo inseguì.

 

«Adrien rispondimi!»

Ma non poteva dirglielo.

«8 ore a cosa? Rispondi!»

 

Adrien sfogliava velocemente il libro di incantesimi, ma non era qui quello che cercava.

Se Seraphina avesse potuto colpirlo, lo avrebbe già fatto.

Perciò si limitava ad urlare.

 

«Ho il diritto di saperlo! Tra 8 ore saranno le sette del mattino, cosa accadrà dopo?»

 

Adrien chiuse il libro di incantesimi che aveva tra le mani con abbastanza forza da far sussultare Seraphina.

Era nervoso.

Sua madre era l'ultima strega della terra, chi poteva essere stato a lanciare un incantesimo di quel tipo?

Ma non era questa la cosa importante adesso. Dovevano trovare un incantesimo, che erano in grado di lanciare due stregoni elementali, capace di sbloccare il tempo.

Si voltò verso Seraphina e accorciò le distanze in modo da esserle ad un passo.

 

«Non fai parte di questa dimensione, se rimarrai in una dimensione che non ti appartiene per più di 24 ore sottoforma di fantasma, svanirai.»

 

Seraphina lo guardava con la bocca spalancata.

 

«Ma questo riguarda anche me, adesso sono un fantasma, credo che potrei svanire insieme a te.»

 

Al contrario di quello che Adrien aveva pensato, si accese un campanello d'allarme nella testa di Seraphina. Venne invasa da una strana forza.

 

«Cosa stavi cercando nel libro degli incantesimi?»

«Un incantesimo dal quale possiamo ricavare delle idee per sbloccare il tempo.»

«Lì non c'è nulla di simile, hai altri libri di incantesimi?»

«Si, è qui che sta il problema. Sono troppi.»

«Portami lì, ti aiuterò io. Se uniamo le forze ce la possiamo fare.»

 

"Dobbiamo farcela." -Pensava Seraphina.

 

Lei non voleva tanto salvare se stessa quanto Adrien. Aveva fatto tanto per insegnare ad una testarda come lei a domare i suoi poteri. Non c'era futuro per due ragazzi provenienti da due dimensioni diverse, ma voleva salvarlo. Voleva dimostrargli che era all'altezza della sfida che il destino aveva previsto per loro.

 

Stava scendendo le scale velocemente per raggiungere il sotterraneo dentro il quale, in passato, la madre passava giornate intere a pregare per il ritorno del padre di Adrien.

Quando vi entrarono, la visione di Seraphina fu occupata in parte dalla schiena di Adrien ed in parte dagli scaffali pieni di libri ai lati.

Tanti libri. Troppi.

Quello poteva essere il paradiso e al contempo l'inferno di Seraphina.

Quanti libri avrebbe dovuto controllare? Da dove avrebbe dovuto iniziare?

 

Adrien fece un grande respiro e si sedette alla scrivania per controllare il libro aperto che ci poggiava sopra.

Cominciò a sfogliare le pagine attentamente.

 

Seraphina rise.

Sarebbe probabilmente morta in una stanza piena di libri vecchi.

Lo aveva desiderato molte volte.

Ma questo prima di conoscere Adrien. Ora voleva salvarlo.

Scelse un libro a caso dalla libreria e si sedette a terra, appoggiando la schiena alla libreria e lo sfogliò.

 

Passarono delle ore, ma ancora nessuno dei due aveva trovato l'incantesimo che poteva aiutarli.

 

«Adrien, smettiamo di cercare, è inutile.»

 

Adrien si voltò verso di lei di scatto.

 

«Stai scherzando?»

 

Seraphina si alzò in piedi.

 

«Mi sento stanca e sento caldo qui dentro, ci mancano un milione di libri da controllare, non finiremo mai in tempo. Utilizziamo quest'ultimo tempo che ci rimane per parlare. Voglio parlarti. Non voglio più stare zitta e studiare, ho passato l'ultimo anno a comportarmi in modo freddo mentre dentro, quando sto con te, sento un fuoco bruciare e non te l'ho mai detto.»

 

Adrien la guardava con la bocca leggermente spalancata.

 

«Inoltre volevo anche ringraziarti per la gemma che mi hai regalato, non l'ho fatto per bene prima. Ero molto nervosa al solo pensiero di non vederti mai più ed invece ora siamo qui e stiamo entrambi per morire e segnare le sorti del mondo. Dopotutto non eravamo fatti per stare insieme, no? Facciamo parte di due dimensioni diverse, il nostro destino dice che moriremo a 23 anni ed invece ne abbiamo appena compiuti 21... Mi hai per caso mentito quando mi dicesti di essere la mia anima gemella? Era un modo per abbordarmi?»

 

Seraphina rise debolmente.

 

«Beh, non importa ora. Ci sei riuscito, in ogni caso. Mi sono innamorata di te, nonostante la nostra maledizione. Forse è per questo che stiamo per morire? Perchè dovevamo adempiere i nostri doveri diligentemente senza innamorarci? Ma non è colpa nostra... Ho anche desiderato tanto di non essermi mai innamorata di te...»

 

Seraphina stava soffrendo ma non stava piangendo.

Adrien la stava ascoltando in silenzio. Non l'aveva mai sentita esprimere i suoi sentimenti, perciò non voleva interromperla. Inoltre sapeva che si sarebbe arrabbiata e avrebbe rovinato il momento.

 

«Io invece... Ho desiderato di stare per sempre al tuo fianco. Forse Qualcuno ci ha fatto uno scherzo e ha deciso di ucciderci, facendo avverare così il tuo desiderio, mentre esaudiva anche il mio desiderio di rimanere con te per sempre.»

 

Quello che Seraphina vide quando Adrien si alzò per avvicinarsi a lei fu una sorta di déjà-vu.

Un libro, nascosto precedentemente dalla figura di Adrien, stava su un ripiano della scrivania.

 

Non ricordava bene dove aveva già visto lo stemma che riportava il lato e la copertina del libro.

Si avvicinò per guardarlo meglio e cercare di ricordare, nonostante fosse nel bel mezzo di una discussione importante con Adrien.

 

Al primissimo contatto con il libro, Seraphina ricordò tutto.

Un lampo irruppe nella sua mente, attraversandola.

Un incantesimo programmato, che le riportò alla mente tutto ciò di cui aveva bisogno in quel momento e anche di più.

 

Adesso sapeva bene di chi era quel libro.



Angolo scrittrice-
Ve lo sareste mai aspettato?
E di chi sarà mai questo libro? Eheh

Purtroppo ci stiamo avviando verso la fine della storia e questo mi rende triste.
Comunque ci vediamo la settimana prossima! CON I BOTTI !

Lucky_May

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Capitolo 9
*** Capitolo IX ***


Capitolo 9

 

Era un cacciatore.

Un cacciatore finto.

"Perchè una casa sia lì, ci deve essere un solo motivo." -Pensava.

 

Camminava con i suoi segugi, cercava di ricordare la strada che aveva percorso.

Ma non la ritrovava mai.

Aveva cominciato a pensare che ci fosse di mezzo un incantesimo secondo il quale la casa fosse diventata invisibile.

Ma non ne avvertiva la presenza.

Eppure c'era una piccola energia, in declino.

 

I cani cominciarono ad abbaiare e lui li seguiva.

Ecco. Ora ricordava. Era lì, il dirupo. E poco più a sinistra doveva trovarsi la casa.

Camminò nella direzione del dirupo che aveva intravisto tra i rami degli alberi e non appena fu più vicino, scorse la casa.

 

Ed un pianto.

E la debole energia proveniva dalla casa.

La riconobbe come il pianto di un neonato.

 

Ordinò ai suoi cani di stare calmi e non fare rumore.

 

La porta della casa era spalancata e nessuno era all'interno.

 

«Non c'è nessuno?» Chiese l'uomo.

C'erano solo tre stanze ed un piccolo orto, perciò avrebbero dovuto sentirlo senza dubbio.

 

Il neonato era adagiato sulla superficie del letto e piangeva più forte che poteva. Forse era affamato.

Non poteva lasciarlo lì e non percepiva presenze nemmeno in lontananza.

Cullò il neonato per qualche secondo per poi continuare il giro delle stanze.

In una di quelle trovò proprio quello che si aspettava.

 

Dei libri di magia.

I padroni della casa dovevano essere degli stregoni.

Mise i libri nella sua borsa ed uscì dalla casa.

Decise di scrivere su un foglio le indicazioni per arrivare alla sua abitazione, nel caso in cui i genitori volessero il neonato indietro.

Il neonato non smetteva di piangere perciò si diresse verso l'uscita per riprendere i cani e tornare verso la sua casa.

Quando mise piede fuori dall'abitazione si rese conto che l'erba era stata calpestata recentemente. Da una folla di persone.

Sentì una stretta al cuore.

I genitori del neonato erano probabilmente già morti.

Carezzò la testa del bambino tra le sue braccia e si diresse a passo veloce verso casa.

 

 

 

La moglie dell'uomo avvertì subito il pianto del neonato e quando uscì per controllare vide suo marito venirle incontro urlando il suo nome.

Corse verso di lui.

«Chi è questo bambino che tieni tra le braccia?»

«L'ho trovato nella casa che ho controllato oggi, i genitori erano degli stregoni, possedevano dei libri di magia e vari oggetti magici. Ma di loro non c'era traccia, solo tante impronte sul terreno, come di una folla. Li avranno già portati in paese a condannarli. Non so quanti giorni questo bambino sia rimasto solo, ma credo che sia molto affamato.»

 

La donna subito lo prese tra le braccia e lo dondolò.

Rientrò in casa e subito lo allattò.

 

«Non ha un nome?»

«Non sembrava essere scritto da nessuna parte.»

 

L'uomo prese in braccio il piccolo figlio di pochi anni e gli diede un bacio in fronte, sorridendogli.

«Da oggi, avrai un nuovo fratellino!»

«Caro, io credo invece che questa sia una bambina» Disse la moglie non appena finì di allattare.

«Hai sentito? Allora avrai una nuova sorellina!»

 

Il bambino ne fu felice.

Condivideva già i giocattoli con il fratellino minore, ma una sorellina aveva bisogno di altri giocattoli nuovi. Non voleva ritrovarsi senza giocattoli.

 

La bambina crebbe forte e sana. Le vennero insegnati degli incantesimi, poichè venne scoperta in lei della magia.

Crescendo si fece una bellissima ragazza, ma sin da subito seppe che i suoi veri genitori erano morti.

Nonostante questo, aveva un bellissimo rapporto con il fratellastro della stessa età, si allenavano insieme, andavano a caccia insieme e molto spesso si inoltravano insieme per il bosco.

Il fratellastro più grande invece si dedicava molto di più allo studio teorico della magia, perciò rimaneva più spesso in casa.

La ragazza aiutava la madre con le faccende di casa ed aveva imparato a cucinare molto bene, era molto riconoscente ai genitori adottivi che l'avevano presa con sé. In quella famiglia tutti avevano un cuore d'oro. Si stupiva del fatto che non riusciva a trovare un difetto in nessuno di loro. La tranquillità vegliava in quella casa. Ma la sera del compleanno della ragazza, che veniva festeggiato nel giorno in cui l'avevano trovata, fu la prima volta che assistì ad un litigio in famiglia.

 

La ragazza era ormai diventata adulta e matura abbastanza da dover trovare un marito.

Ma di quei tempi, gli stregoni scarseggiavano e di sposare un umano non se ne parlava. Sarebbe sicuramente morta.

Così il padre esordì con una proposta.

 

«Amanda, io e mia moglie abbiamo deciso che, ora che hai raggiunto la maggiore età, è il momento che sposi il nostro secondogenito, Richard.»

 

Norian, il figlio maggiore, si alzò in piedi.

«Cosa?! E perchè Richard e non io? Cos'ha lui più di me? Sono io il figlio maggiore!»

«Beh, perchè abbiamo pensato alla felicità di tutti e abbiamo notato un certo legame tra Richard ed Amanda...»

«La felicità di tutti? Avete per caso chiesto il mio parere? E quello di Amanda? Avete semplicemente preso una decisione! Come quando avete portato in casa quella bambina! Non avete chiesto niente a nessuno!»

 

Il padre si alzò dalla sedia con sguardo arrabbiato.

 

«Non parlarmi con questo tono e con questo atteggiamento»

 

Amanda aveva appena sentito una fitta al cuore a causa delle parole di Norian.

Era questo quello che pensava Norian di lei? Che fosse solo un peso?

 

Norian ringhiò al padre e scappò fuori di casa.

 

Amanda voleva rincorrerlo.

Ma doveva prima dare una risposta.

 

«Madre, padre, vi ringrazio per aver pensato al mio bene, ma non potrei mai sposare Richard. Ciò che provo per lui è amore fraterno e rimarrà tale.»

 

Si voltò verso Richard e si inchinò cercando di scusarsi.

 

«Perdonami Richard. Ora andrò a cercare Norian, è colpa mia se è scappato così. Inoltre è pericoloso di notte girovagare da soli per il bosco.»

 

Richard avrebbe voluto alzarsi e accompagnarla, ma il suo cuore si era appena spezzato e non aveva abbastanza forze. La donna che amava aveva appena rifiutato di sposarlo. E adesso lei stava rincorrendo suo fratello. Non sarebbe inciampata nel suo lungo vestito e caduta da qualche parte, vero?

 

Amanda si guardava attorno e cercava di localizzare la presenza di Norian. Non poteva essere andato molto lontano.

 

Lo trovò seduto abbastanza vicino al lago, al chiaro della luna piena.

Si sedette accanto a lui.

 

«Finalmente ti ho trovato.»

 

Norian la guardava con occhi splendenti. Non si aspettava che l'avrebbe cercato. Questo fece battere il suo cuore, non di nervosismo sta volta.

 

«A volte mi chiedo che tipo di persone erano i miei genitori.»

«Chiedere informazioni su di loro in paese ti metterebbe in cattiva luce ed in pericolo.»

«Già.»

 

Amanda guardava la luna con occhi sognanti.

 

«Ciò che mi frena dal cercare informazioni su di loro è il fatto che so che la mia attuale famiglia mi ama. Di certo non avevo mai pensato di sposare Richard. Credo che abbiano scambiato l'affetto fraterno che provavo nei suoi confronti per amore. Invece non pensavo che il mio fratellastro maggiore potesse odiarmi così tanto.» Disse Amanda, ridendo amaramente.

 

«E' il contrario» Borbottò rifugiando il viso tra le braccia.

«Come?»

«E' il contrario!» Disse.

 

E la baciò.



Angolo scrittrice-
Ohhhh chissà che c'entra la storia di questi due personaggi con i nostri due protagonisti...
Eh mi sa che lo scoprirete nel prossimo capitolo!
Fatemi sapere se vi è piaciuto ♥

Lucky_May

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Capitolo 10
*** Capitolo X ***


Capitolo 10

 

Ciò che a Seraphina sembrò un lampo di un fulmine che le ricordava quel passato, in realtà era stato un incantesimo che l'aveva fatta svenire.

 

Adrien le stava disteso accanto preoccupato per il tempo che passava e per la loro sempre più vicina sparizione.

Avrebbe voluto abbracciarla ma tutto ciò che poteva fare per risvegliarla da ciò che stava sognando era parlare al suo orecchio.

 

«Seraphina...»

 

 

 

 

La vita di Amanda e Norian procedeva perfettamente.

Soprattutto da quando aveva cominciato a far parte della loro vita la piccola figlia.

Ma Qualcuno era troppo annoiato e non combinava pasticci sul suo libro da troppo tempo.

Così lo aprì e scrisse di una guerra tra stregoni.

 

Amanda decise di non partecipare, Norian inoltre voleva tenerle al sicuro, lei e la bambina nata da pochi giorni.

La guerra non durò che un mese.

Norian si era dimostrato il più valoroso tra gli stregoni e questo gli avrebbe fruttato dei privilegi di tipo economico.

Ma gli procurò anche la perdita più grande della sua vita.

 

Norian stava per mettere piede nella sua umile casa, con un sorriso sulle labbra ed una grande notizia da comunicare alla piccola famiglia.

Ma la porta era aperta e non c'era il solito pianto della neonata seguito dai dolci versetti della madre che la calmavano e scaldavano il cuore dello stregone.

 

Silenzio.

 

La guerra l'avevano vinta, ma i nemici non avrebbero perso senza portarsi via qualcosa.

E decisero di portarsi via la giovane moglie e la piccola figlia di colui che aveva vinto da solo la guerra.

 

Della moglie e della figlia non c'era traccia.

Ciò che riusciva a rilevare era magia dimensionale.

E solo due persone avevano questa magia: Amanda ed un generale degli stregoni nemici.

 

Le aveva perse.

Tra milioni di dimensioni parallele.

 

Sentiva il cuore battere veloce e le mani tremare.

Il respiro mozzato come se gli avessero portato via anche quello.

Non aveva nemmeno la forza di urlare e le fitte allo stomaco non lo aiutavano.

Tutte le forze lo abbandonarono e si lasciò cadere a terra.

Passarono quattro, cinque, dieci minuti. Osservava il cielo scurirsi senza muovere un solo muscolo.

Si alzò in piedi e camminò verso il luogo di battaglia che aveva appena lasciato.

 

Norian avvertiva sempre una presenza in movimento intorno a lui.

Era proprio chi stava cercando.

 

Ma perchè dopo aver compiuto il suo dovere non era tornato alla sua base?

 

Si fermò al centro del campo.

Aspettò che il suo nemico venne fuori.

E non attese molto quel momento, per poi scattargli addosso ed immobilizzarlo.

 

Dal sorriso beffardo che aveva in faccia nel godere alla vista del suo nemico così inferocito per la perdita della sua famiglia, subito capì che era lui l'artefice dell'imboscata in casa sua.

 

Preparò quell'incantesimo che mai aveva pensato di utilizzare.

La magia nera non era di suo gusto.

Assorbì tutta la magia dimensionale che l'uomo intrappolato sotto la sua figura possedeva.

Fino a lasciarlo un semplice umano, spoglio di tutte le sue capacità.

 

Era il più grande disonore che uno stregone potesse ricevere.

E l'unica possibilità per Norian di salvare Amanda e la sua bambina.

 

Lo lasciò lì, inerme. A contemplare il vuoto dentro di sé.

Simile a quello che gli aveva causato lui, mandando la sua famiglia in qualche dimensione parallela.

 

Norian tornò a casa.

Non sentiva niente dentro di sé, se non rancore e rabbia.

Cercò di prevenire la sua perdita di sanità , rinchiudendo i ricordi di quella giornata, come una fotografia, sulla copertina del libro di magia di Amanda e lo nascose.

 

Lasciò la sua casa la mattina dopo.

Aprì un portale dimensionale e vi entrò dentro.

 

 

 

Seraphina si alzò di scatto come se non fosse svenuta per più di una di quelle ultime preziose ore che le rimanevano e sfogliò il libro come se lo conoscesse a memoria.

Puntò il dito su una pagina del libro e lo lesse velocemente.

 

«Congela questo libro!» Urlò Seraphina.

«Cosa?! Perchè? Cosa è successo? Perchè sei svenuta appena hai toccato il libro? Come stai?»

«Ho avuto una visione, corruzione del tempo! Amanda è qui! Fallo!»

«Cosa stai blaterando? Calmati Seraphina! Che cosa hai visto? Chi è Amanda?»

«Adrien! Fidati di me! Congela ciò che corrompe il tempo!»

 

Adrien non capiva bene Seraphina. Ma lo diceva con un tono troppo nervoso e deciso.

Concentrò i suoi poteri a tal punto da rendere l'acqua ghiacciata e congelare il libro.

Si sentì stanco e la sua vista si offuscò fino a vedere Seraphina quasi trasparente.

Ma anche quando cercò di focalizzare di nuovo la vista su Seraphina lei rimase trasparente.

 

«Seraphina... stai sparendo...»

 

Seraphina gli sorrise debolmente.

 

«Anche tu cominci a non avere tutti i tuoi colori..»

 

Seraphina mise la mano sopra il libro ed emanò calore.

Adrien la osservava e notava il suo sguardo stancarsi ogni secondo che passava.

 

«Seraphina! Non ti sforzare!»

 

Sciolse il giacchio e lasciò cadere il libro sulla pozza di acqua che si era appena creata.

 

«Seraphina che succede? Come stai?»

«Sono solo stanca, ora andiamo, dobbiamo aiutare Amanda e sua figlia...»

«Prima torniamo nella tua dimensione, così ti sentirai meglio.»

 

Adrien riprese possesso del suo corpo e salì di corsa le scale.

 

«Adrien dov'eri?»

 

Adrien si girò e ricordò la sua festa.

 

«Dai, vieni a tagliare la torta!» Disse uno dei suoi amici.

 

Adrien guardò sua madre disperato in cerca di apprensione.

 

«Si! Un attimo, devo solo... prendere una cosa in camera mia!»

 

Seraphina lo seguiva lentamente con respiro affannato.

Teneva stretto il libro come il suo bene più prezioso.

Ancora qualche passo e avrebbe toccato lo specchio.

 

Adrien la aspettava davanti lo specchio.

Seraphina si fermò davanti la porta della sua camera, per prendere respiro.

Il cuore di Adrien soffriva al guardarla così sofferente.

 

Riprese a camminare e finalmente arrivò allo specchio.

Ne toccò la superficie e ci sprofondò dentro.

 

Non appena si ritrovarono nella terza dimensione, una figura dagli abiti neri si presentò agli occhi dei due ragazzi.

 

«Seraphina... non capisco bene chi sia ma a me non sembra una donna...»

 

Seraphina strizzò gli occhi per vedere meglio.

Ma lo riconobbe subito.

 

Invece l'oscura figura non riconobbe nient'altro che il libro che Seraphina teneva tra le braccia.

 

«Chi siete voi per poter attraversare in questo modo le dimensioni? Ah... siete quei ridicoli stregoni elementali... Sparite dalla mia vista.»

 

Lo stregone lanciò un'onda d'urto che Adrien contrastò prontamente con uno dei suoi scudi d'acqua.

 

«Seraphina, dobbiamo sbrigarci.»

L'uomo subito si voltò verso la ragazza.

 

«Seraphina?»







Angolo scrittrice-
PARTONO LE SCOMMESSE
IL TELEVOTO E' APERTO
"Chi è questa oscura figura?"
Ho deciso di farvi morire dalla curiosità e di dirvelo nel prossimo capitolo quindi seguite la storia e fatemi sapere che ne pensate ♥

Lucky_May

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Capitolo 11
*** Capitolo XI ***


Capitolo 11

 

 

«Seraphina?»

 

Lo stregone la seguì con lo sguardo fino a che non sparì dentro lo specchio insieme al ragazzo.

Decise di esplorare un'altra volta la dimensione anche se gli avrebbe portato via altro tempo prezioso.

Sentiva dentro di sè la sensazione che nella dimensione in cui si trovava, c'era qualcuno di importante.

Inoltre quei due stregoni elementali non gli avrebbero permesso di chiudere la dimensione così facilmente.

Ma niente per lui era importante tanto quanto ritrovare la sua famiglia.

Dopo aver viaggiato per più di 20 anni non si sarebbe fatto fermare da due novellini.

 

 

Seraphina si gettò subito sul suo letto, rifiutando la cena di quella sera.

Aveva bisogno di riguadagnare le forze.

 

Seraphina sprofondò nel mondo dei sogni poco dopo.

Adrien riposò il suo corpo sul pavimento accanto al letto, come sempre.

 

Non riusciva a capacitarsi del fatto che anche dopo avergli aperto il suo cuore, lei si comportasse come se nulla fosse accaduto.

Adrien voleva che si voltasse verso di lui, che lo guardasse e che gli riferisse chiaramente ancora una volta i suoi sentimenti.

Ma forse stava diventando pazzo e tutto quello che Seraphina gli aveva detto era solo frutto della sua immaginazione.

Ma lui l'amava.

L'amava ed era reale.

L'amava ed avrebbe fatto di tutto per restare con lei, per sempre.

L'amava ed avrebbe trovato una soluzione.

L'amava e l'avrebbe salvata.

 

 

Amanda le venne in sogno.

Era una bellissima ragazza, molto giovane, com'era d'uso per quei tempi.

Una ragazza dai lunghi capelli biondi e lisci che dondolava una piccola neonata tra le sue braccia.

Quel giorno la bambina non voleva smettere di piangere.

Ma la madre non si arrendeva e continuava a coccolarla cercando di tranquillizzarla.

Fu in quel momento che un uomo entrò nella sua casa.

Indossava un cappotto di pelle rossa e fu per questo che Amanda lo identificò come un nemico.

Norian gli aveva parlato della guerra, per tenerla in guardia da nemici.

Con la bambina in un braccio, tese l'altro per spaventare l'uomo di fronte a lei.

 

«Stai lontano da me o non esiterò un attimo a spedirti in un'altra dimensione distante anni luce.»

«Calma, non ci sono pericoli. Non sono qui per farti del male, sei al sicuro con me.»

 

Il sole stava cominciando a tramontare e Norian sarebbe stato lì da lei a momenti.

Alla vista dello sconosciuto la bambina pianse ancora più forte.

 

"Allora era per questo che non la smettevi di piangere..." -Pensò Amanda.

 

«Chi sei e cosa sei venuto a fare qui?»

«Chi sono è di irrilevante importanza e anche cosa sono venuto a fare qui lo è...

 

Amanda non la smetteva di accarezzare la piccola nonostante il chiaro pericolo davanti ai suoi occhi.

 

...Dal momento che non esisterai mai più in questa linea temporale.»

 

 

Seraphina non potè fare altro che svegliarsi con il battito cardiaco accelerato durante la notte.

Trovò Adrien a pochi centimetri dal suo viso.

Le stava accarezzando la testa, per quello che poteva.

 

«Hai avuto un incubo?»

 

Seraphina si mise seduta sul suo letto rivolta verso Adrien che era ancora seduto accanto al suo letto.

 

«Adrien, voglio salvare Amanda. So che dovremmo pensare a salvare il mondo, ma sento che Amanda si trova nella terza dimensione, forse possiamo aiutarla!»

 

Gli occhi di Seraphina brillavano e Adrien non ci aveva capito nulla.

Ma non riuscì a dirle di no.

 

«A patto che mi spieghi chi è quest'Amanda.»

 

Seraphina raccontò ad Adrien tutto ciò che aveva visto nella sua visione e nel suo sogno.

Adrien pendeva letteralmente dalle sue labbra.

Ascoltava ogni parola che Seraphina proferiva.

La sua voce era tutto ciò che gli rimaneva di quella ragazza.

Ma si perdeva nei suoi discorsi, troppo distratto dai suoi occhi.

 

Seraphina scese dal suo letto e si appoggiò sulle sue ginocchia per essere alla stessa altezza di Adrien.

Voleva sentirlo più vicino senza interrompere il magico contatto visivo che si era instaurato tra loro.

 

«Io.. voglio aiutarli...» Sussurrava Seraphina.

«Perchè so cosa significa non poter stare con la persona che si desidera.»

 

Mai Adrien aveva immaginato che Seraphina potesse pronunciare parole cariche di sentimenti e dolore.

 

Era passato ormai un anno da quando si erano incontrati la prima volta e non era mai riuscito ad avere una conversazione di tale importanza con lei.

Nemmeno quando le aveva spiegato del motivo della sua apparizione.

 

Adrien le sorrise.

 

«Allora troviamola.»

 

Anche Seraphina sorrise.

 

«Ma domani. Devi ancora riguadagnare tutte le tue forze. Dai su, vai a dormire.»

 

Seraphina annuì e si distese sul suo letto, cercando di riprendere sonno.

 

 

 

La mattina Seraphina fu risvegliata da uno strano rumore.

Non appena aprì gli occhi, lamentandosi del chiasso, vide Adrien davanti il suo specchio.

Lo stava guardando come se potesse vederci attraverso qualcos'altro oltre il suo riflesso.

Ma la figura di Adrien copriva lo specchio e non riusciva a vedere ciò che stava realmente accadendo.

Si alzò in piedi ma aspettò prima di muoversi verso di lui.

 

«Adrien... cos'è questo rumore?»

 

Adrien si voltò verso Seraphina alle sue spalle.

Il suo volto era più pallido del solito e il terrore aveva preso controllo del suo corpo.

 

Seraphina si copriva le orecchie per il forte rumore.

Si sentiva stordita.

 

Quando si avvicinò allo specchio anche lei ne fu terrorizzata.

Non vedeva il riflesso di Adrien, bensì la terza dimensone.

Ed un uomo dalle vesti nere al centro di essa.

 

«Che succede? Perchè lo specchio ci permette di vedere la terza dimensione?»

«Quell'uomo sta usando i suoi poteri per chiudere la terza dimensione.»



Angolo scrittrice-
WHOOPS, scusate ma ogni tanto ci vuole un po' il fiato sospeso, no?
Ma che succederà dopo? Perchè il mio amato Adrien è così spaventato? DOBBIAMO PROTEGGERLO

Lasciatemi una recensione per eventuali chiarimenti, se non è spoiler vi rispondo volentieri ♥
Fatemi anche sapere che ne pensate, bye ♥

Lucky_May

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Capitolo 12
*** Capitolo XII ***


Capitolo 12

 

 

«Che succede? Perchè lo specchio ci permette di vedere la terza dimensione?»

«Quell'uomo sta usando i suoi poteri per chiudere la terza dimensione.»

 

 

Alla Seraphina di un tempo non sarebbe importato nulla di un uomo che cercava di chiudere un passaggio interdimensionale con dei poteri magici.

 

Non ci avrebbe nemmeno creduto.

 

Ma aveva cominciato a far parte della sua vita, quell'aspetto fantastico di cui si legge nei libri.

 

La Seraphina di adesso, insieme ad Adrien, si sentiva protagonista della sua storia e non poteva

lasciar passare un evento del genere inosservato.

 

La visione della terza dimensione attraverso lo specchio le faceva girare la testa e l'espressione di Adrien le creava un nodo allo stomaco.

Quel mix di emozioni la rendeva sconfortevole.

Decise che doveva agire, che doveva fare qualcosa per cambiare quella sensazione.

 

Seraphina, con il suo pigiama, il suo sguardo allarmato ma addormentato, i capelli scombinati e i piedi nudi, allungò una mano verso il comò per afferrare il libro di Amanda e fece un cenno ad Adrien, suggerendogli di non perdere tempo e fiondarsi dentro lo specchio.

 

Non se lo fece ripetere due volte, sapeva bene quanto Seraphina fosse nervosa la mattina appena sveglia.

 

 

Il solito assoluto silenzio della terza dimensione era invaso dalla stessa forte confusione che aveva svegliato Seraphina.

Adesso che erano dentro la dimensione, il chiasso era accompagnato da un impetuoso vento che impediva ai due ragazzi di muoversi liberamente nello spazio circostante.

 

Non riuscivano ad avvicinarsi all'uomo al centro della dimensione.

I bordi della dimensione erano distorti, da lì a poco sarebbero stati risucchiati.

 

Seraphina non si sentiva per niente bene.

Era confusa, stordita, senza forze e con un intenso dolore allo stomaco.

 

Rivoleva il silenzio da biblioteca che tanto amava.

I capelli le oscuravano la vista e le facevano il solletico, era davvero nervosa.

 

Adrien non era stupito dal fatto che Seraphina fosse circondata da un'aura di fuoco.

Non riusciva proprio a trattenere le sue emozioni.

 

Ma l'aura di fuoco aumentava e Adrien non poteva rimanerle accanto o si sarebbe bruciato.

 

Seraphina a modo suo cercava di calmarsi mentre cercava invano di avvicinarsi all'uomo.

Stava immaginando una tranquilla biblioteca e lei era serenamente seduta ed immersa nella lettura.

 

Ma non sembrava calmarsi e i suoi nervi diventavano sempre più tesi.

Finchè non urlò così forte che tutto cessò di emettere suoni molesti per le orecchie Seraphina.

 

D'un tratto si sentì alleggerita.

 

"Dovrei urlare più spesso" -Pensò Seraphina.

 

«E' vero...Questa dimensione è stata creata a causa nostra... e come possiamo immaginare di volare possiamo forzarci a non sentire questi rumori assordanti, Seraphina, sei un genio.»

 

Ma il vento rimaneva e con esso la difficoltà di camminare.

 

L'uomo si accorse dei due ragazzi, subito dopo l'urlo penetrante di Seraphina.

 

Non ci fece troppo caso e non diede loro molta importanza.

Non si sarebbe fatto ostacolare dai loro capricci.

 

Si divertiva così tanto a vederli sgomitare come se si trovassero in mezzo ad una folla di persone mentre in realtà quello era semplicemente... l'animo in tempesta di Norian.

 

Ma non poteva distrarsi troppo a guardarli.

Perciò decise saggiamente di rinchiuderli separatamente in due gabbie magiche.

 

«Seraphina! Seraphina stai bene?»

 

Ma Seraphina non lo sentiva.

E nemmeno Norian.

 

«Norian! Norian non farci questo! Siamo qui per aiutarti! Amanda è qui, è in questa dimensione, ne sono sicura! Norian ascoltami!»

 

Norian non sentiva nemmeno Seraphina, così che potesse concentrarsi meglio nel suo incantesimo.

Aveva bisogno di chiudere quella dimensione, dove aveva cercato più volte Amanda e l'aveva sentita più vicina che mai.

Anche in quel momento la sentiva vicina.

Pensava che l'avrebbe trovata nella dimensione successiva.

Aveva bisogno di chiudere tutte le dimensioni in cui entrava, così da non ricapitare nelle stesse quando attraversava i portali che lui stesso creava.

 

Adrien vedeva Seraphina urlare con tutte le sue forze, ma non riusciva a sentire la sua voce.

Pregava che non si sforzasse troppo, non si era ancora ripresa del tutto.

Ma quella ragazza avrebbe fatto qualunque cosa, arrivata a quel punto.

 

Poggiò le mani sulla base della propria gabbia ed in pochi secondi si trasformò in cenere.

 

Adrien rimase impressionato dalle sue azioni e dalla rabbia con cui sprigionò tutto il suo potere.

 

Dopo essersi liberata dalla gabbia, Seraphina camminò verso quella di Adrien e ridusse in cenere anche quella.

 

Adrien non si spiegava come lei fosse riuscita a fare tutto ciò.

Aveva alterato l'incantesimo in cui erano stati rinchiusi.

 

«Adrien, dobbiamo uccidere quell'uomo.»

«Ucciderlo?! Ma volevi aiutarlo a trovare Amanda!»

«Amanda potrebbe non trovarsi più qui, inoltre stiamo rischiando la nostra vita e stiamo mettendo a rischio anche quelle del resto del mondo.»

 

Seraphina non lo guardava negli occhi.

Preferiva abbassare lo sguardo.

Mai era stata più determinata nella sua vita.

Avevano sempre scelto per lei.

 

Di essere stata abbandonata dai suoi genitori, non l'aveva scelto lei.

Di incontrare Adrien e avere dei poteri magici, non l'aveva scelto lei.

Di innamorarsi, non l'aveva scelto lei.

 

Ma Seraphina era pronta ad uccidere per salvare Adrien.

 

E questo l'aveva scelto lei.

 

Scattò e corse ignorando il vento che le andava contro come non aveva mai fatto.

Adrien le correva accanto perchè mai l'avrebbe lasciata sola.

Sarebbe stato il suo scudo e l'avrebbe protetta.

 

 

Norian vedeva i due ragazzi avvicinarsi velocemente.

Ma avrebbe resistito, aveva quasi portato a termine il suo incantesimo e non avrebbe perso la concentrazione proprio in quel momento.

 

Gli mancavano poche dimensioni da visitare e controllare.

Già riusciva ad immaginare Amanda di nuovo tra le sue braccia.

 

Immaginava il suo dolce volto.

Quei capelli biondi, quegli occhi verdi...

Le sue rosee labbra e quel timido sorriso che mostrava solo a lui...

 

Non appena si risvegliò da quelle meravigliose fantasie sulla sua donna si ritrovò davanti lo stesso paio di occhi che stava immaginando qualche frazione di secondo prima.

 

Ed un forte calore al petto lo investì prima perdere i sensi e col fiato che gli rimaneva sussurrare:

 

«Amanda...»




Angolo scrittrice-
Oddio ma che succede qui?
Il misterioso uomo è Norian? Ma vogliamo parlare di Amanda?
Lasciatemi una recensione, siete libere di esprimere tutta la confusione che avete in testa!
Fatemi anche sapere che ne pensate del capitolo e della storia in generale ♥

Lucky_May

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Capitolo 13
*** Capitolo XIII ***


Capitolo 13

 

«Amanda...»

 

 

Seraphina teneva ancora la mano appoggiata sul petto di Norian.

 

«Io non sono Amanda.»

Quasi ringhiò Seraphina, lasciando poi dissolvere la sua aura fiammeggiante intorno a lei.

 

Subito sollevò la mano assalita dai sensi di colpa.

 

Norian stava facendo tutto questo per Amanda.

Lo stava facendo per amore.

 

 

Norian fluttuava senza forze e privo di conoscenza.

 

«Che cosa ho fatto?...»

 

Seraphina corse via in preda al panico.

 

«Seraphina? Cosa fai?»

 

Adrien la inseguì.

 

Quando dopo qualche secondo Seraphina si fermò, anche Adrien si fermò a qualche metro da lei.

 

«Io sono stata presa dalla rabbia, io non volevo ucciderlo! Perchè mi hai seguita anche in un'azione così ignobile? Ho distrutto quelle prigioni magiche alterando le condizioni d'esistenza dell'incantesimo stesso perchè l'ho fatto per amore! Perchè ti amo, Adrien! E non voglio che nessuno ti faccia soffrire! L'amore è irrazionale, supera le dimensioni, l'umano, lo spazio e il tempo! E Norian è nella nostra stessa situazione! A lui non importa se facendo scomparire questa dimensione i nostri mondi cesseranno di esistere! Norian non merita di morire! Norian lo ha fatto per amore! Lui vuole solo ritrovare la sua Amanda...»

 

Seraphina cadde in lacrime sulle sue ginocchia come se ci fosse effettivamente una superficie su cui appoggiarsi.

 

Il cuore di Adrien si fermò per un attimo.

 

«Seraphina io ti ho seguita e sempre ti seguirò perchè semplicemente non posso lasciarti sola un secondo. Voglio proteggerti e invece il più delle volte sei stata tu a salvarmi ed aiutarmi. Lascia che ti rassicuri, Norian non è morto. Andrà tutto per il meglio, Norian si riprenderà ed a quel punto gli parleremo e risolveremo la questione, insieme. Seraphina anche io ti-»

 

«Norian...?»

 

Adrien si morse un labbro, perchè non riusciva mai ad esprimere i suoi sentimenti?

Perchè c'era sempre qualcuno o qualcosa che li interrompeva?

 

Alle spalle di Seraphina stava in piedi una magra figura.

Il suo vestito bianco si confondeva con il resto della dimensione.

Era come una figura eterea, un angelo.

 

Adrien rimase a guardarla per qualche secondo, incantato dalla sua bellezza.

 

La sua delicata voce non raggiunse Seraphina che rivolse solamente lo sguardo ad Adrien dopo aver bruscamente smesso di parlare.

 

Lei si voltò per capire verso cosa fosse rivolto lo sguardo del ragazzo.

 

I suoi occhi si riempirono quindi di una luce particolare, irradiata dalla donna stessa davanti a loro.

 

Si asciugò gli occhi gonfi e si alzò in piedi.

 

«Amanda!»

 

Lo sguardo di Adrien si posava su Seraphina e poi su Amanda.

Le due donne invece si guardavano fisse negli occhi.

 

Erano l'una lo specchio dell'altra.

 

Per Adrien possedevano entrambe una bellezza accecante.

Ognuna a modo suo.

 

 

Il vestito bianco panna di Amanda era un semplice ed umile abito lungo, stretto alla vita con una gonna larga e delle lunghe maniche sgualcite, probabilmente sempre piegate fino al gomito per comodità.

Ma le calzava a pennello.

Accentuava le sue forme e le copriva allo stesso tempo.

 

Seraphina non potè fare a meno di sentirsi inferiore, nel suo pigiama e nei suoi capelli scombinati.

Strinse i pugni e si voltò verso Adrien che ancora guardava Amanda incantato.

 

Adrien avanzò verso le due donne e deglutì prima di proferire parola.

 

«Siete due gocce d'acqua.»

 

Seraphina schiuse le labbra, sconvolta dalle sue parole.

Lanciò un occhiataccia al ragazzo.

 

«Come conosci il mio nome?»

 

Seraphina rivolse la sua attenzione di nuovo ad Amanda.

 

«Io... ho trovato il tuo libro e toccandolo ho rivisto il tuo passato fino al momento in cui sei stata rapita.»

La voce le tremava, forse per il nervosismo, forse per qualche altro tipo di emozione.

 

«Il mio libro... quello non era per-»

 

Il boato di una forte esplosione interruppe la loro conversazione.

I 3 si voltarono verso il punto dal quale proveniva il rumore.

 

Fu una questione di attimi.

Sugli occhi di Seraphina appariva il riflesso di un incantesimo di magia nera.

E subito dopo uno scudo d'acqua che avvolse l'incantesimo lanciato e lo fece dissolvere.

 

Adrien aveva salvato Seraphina da una morte istantanea.

 

«Che cosa credevi di farle?!»

 

Ma gli occhi di Norian erano completamente neri.

Aveva perso il senno e la sua conoscenza sulla magia nera aveva preso il controllo della ragione dell'uomo.

 

Era riuscito a liberarsi dalla gabbia di magia elementale in cui Seraphina l'aveva intrappolato.

 

Ma alle loro spalle, Amanda era sparita.

 

«Seraphina! Dobbiamo fermarlo! In questo momento è molto più potente, sta utilizzando tutte le sue forze, questa dimensione non è più sicura a causa del suo incantesimo. Dobbiamo chiuderla. Adesso!»

 

Adrien e Seraphina corsero più velocemente che poterono.

 

Seraphina era spaventata dalla sparizione di Amanda.

 

Dove era finita?

Sarebbe tornata?

E se così fosse, quando?

Chi meglio di lei poteva far recuperare la ragione a Norian?

 

Urlò il nome di Amanda così forte che il vuoto della dimensione ne fu colmato.

 

Adrien rimase impressionato dagli urli della solitamente taciturna ragazza.

Aveva un'energia ed una potenza impressionante al suo interno.

Era un vulcano.

 

«Bloccalo!» Urlò Seraphina quando furono vicini a Norian.

 

E così fece Adrien.

 

Immobilizzò le braccia e le gambe di Norian con delle catene d'acqua.

 

Seraphina si appoggiò sulle sue ginocchia ed evocò il suo fuoco.

 

Cominciò a cantare la prima strofa di una canzone che recitava:

 

«Non ti lascerò camminare sulla riva dell'oceano

Il potere degli elementi

Questa estranea mano

Nascosto tra le stelle

Il fuoco che purifica le menti.»

 

Ma Norian non dava segni di sanità ed equilibrio mentale.

Seraphina stava ricominciando a cantare la stessa strofa, creando una danza di fuoco attorno a lui.

 

Norian si dimenava e Adrien rimaneva costantemente concentrato sul suo potere.

 

Seraphina si accorse di non sapere l'intera canzone, non era scritta nel libro.

Non era stata capace di assorbire quella conoscenza quando la prima volta toccò quel libro.

 

Seraphina schiuse le labbra ma un'altra voce femminile la precedette.

 

«Quando il tuo nome ricorderò

Tra la folla ti cercherò

Quando il sole sorgerà

La mia anima tra le tue braccia riposerà.

Io possiedo te

E

Tu possiedi me.»

 

Ed Amanda apparve agli occhi di Norian.


Angolo scrittrice-
Rieccomi! Causa studio ho molto meno tempo per scrivere *piange*
Spero vi piaccia e lasciatemi una recensione per qualsiasi dubbio\lamentela\qualsiasicosavogliate
Vi piacciono i personaggi di Amanda e Norian? Oppure preferite Seraphina e Adrien?
Fatemelo sapere ♥
Baci baci

Lucky_May

 

 

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Capitolo 14
*** Capitolo XIV ***


Capitolo 14

 

Ed Amanda apparve agli occhi di Norian.

 

Gli occhi di Norian si schiarirono, tornarono al loro colore naturale.

 

Subito Seraphina spense il fuoco e Adrien liberò Norian.

 

Lui spalancò la bocca e avanzò qualche passo verso Amanda.

Non gli importava minimamente del suo stato, di ciò che aveva appena fatto e della condizione della sua sanità mentale.

Amanda era davanti ai suoi occhi e questo bastava per ristabilire il suo equilibrio.

 

Non appena fu abbastanza vicino le prese le mani e la guardò intensamente.

In entrambi i volti si formò un sorriso.

 

«21 anni... 21 anni ti ho cercata.»

 

La voce di Norian era spezzata dalle lacrime.

Amanda strofinò la manica del suo vestito sul viso dell'uomo davanti a lei.

Norian la strinse forte tra le sue braccia assaporando fino in fondo la sua presenza.

Tornarono a guardarsi profondamente negli occhi.

 

Seraphina ed Adrien invece tenevano lo sguardo basso, imbarazzati.

 

Ma la testa di Seraphina girava, si era sforzata troppo.

Adrien non era quel tipo di ragazzo che si lasciava sfuggire certi atteggiamenti.

 

«Seraphina, stai bene?» Le chiese.

«Credo di essere stanca.» Seraphina si teneva le tempie.

«Torniamo subito nella tua dimensione.»

 

Adrien camminò verso Seraphina, come se avesse potuto aiutarla a sostenersi.

 

«Non potete tornare adesso. Dovete chiudere questa dimensione.»

 

Adrien si guardò attorno.

Norian aveva ragione, lo stato di quella dimensione era ormai compromesso e sarebbe collassata da un momento all'altro.

 

«No!» Urlò Seraphina prima che Adrien potesse proferire parola.

«Perchè non vuoi?» Chiese Amanda con voce gentile.

 

Seraphina si rannicchiò su se stessa.

Non aveva la forza di tenersi in piedi nè di trattenere i suoi pensieri.

 

«Perchè se dovessimo risanare la terza dimensione il nostro compito sarebbe portato a termine e non potrei più rivedere Adrien!» Disse Seraphina in lacrime.

 

Adrien si abbassò all'altezza di Seraphina, cercando di condividere il dolore.

Avrebbe potuto rassicurarla in tanti modi, ad esempio parlandole.

Se solo le parole avessero deciso di uscire.

 

Al contrario, le lacrime di Seraphina non smettevano di rigare il suo viso.

Anche Amanda si abbassò all'altezza della ragazza in lacrime.

 

«Seraphina, ti prometto che ritornerai al tuo luogo di appartenenza, il destino ti riporterà sempre da colui che ami. Ora lascia che ti mostri.»

 

Amanda lasciò un bacio sulla fronte di Seraphina e subito cadde addormentata tra le sue braccia.

 

 

Il campo visivo di Seraphina offriva soltanto alberi.

Quando si guardò le mani, si vide trasparente.

Si guardò alle spalle e finalmente trovò qualcosa diverso da alberi.

Vi era una casa in legno con un porticato antistante alla porta d'entrata.

La porta era chiusa, ma non era un problema per Seraphina.

Poteva oltrepassare le pareti, era come un fantasma.

La casa era in perfetto ordine, tranne per un piccolo dettaglio.

 

Sul pavimento vi era una piccola coperta.

Quando Seraphina si avvicinò e la afferrò si stranizzò.

Non era riuscita a toccare la porta, l'aveva oltrepassata.

Era però riuscita ad afferrare quella coperta.

 

Quando Seraphina era l'ospite nella dimensione di Adrien, tutto era ben diverso.

Poteva toccare ed utilizzare tutti gli oggetti della stanza, ma non poteva toccare Adrien.

Questo, per colpa della loro maledizione.

 

Ma quale maledizione la legava a quel posto?

E per quale motivo riusciva a toccare quella coperta?

 

Seraphina si sentiva confusa.

Aveva capito che era stata Amanda a mandarla in quel posto, perciò non era spaventata, sarebbe ritornata in sè quando avrebbe saputo tutto quello che c'era da sapere.

 

Rigirò la coperta più volte tra le mani.

Era una coperta bianca con dei bordi rossi.

 

Una frazione di vita passata colpì la mente di Seraphina.

 

Amanda era seduta sulla sedia dietro Seraphina con in mano dei ferri.

La coperta che Seraphina teneva in mano nella visione non era ancora stata completata, Amanda era giunta a poco più della metà dell'opera.

 

Amanda la mostrava a Norian che la complimentava con un bacio sulla guancia.

Ciò incrementò la felicità e la fierezza della ragazza.

 

«Devo ancora finirla e poi ricamare il suo nome!» Disse a Norian che si stava dirigendo verso la camera da letto.

 

 

 

La breve visione di Seraphina terminò lì.

Si diresse anche lei verso la stanza da letto.

 

Oltrepassò la porta e ciò che vide fu subito un letto matrimoniale davanti a lei.

Di seguito, sulla sinistra vide una piccola culla.

 

Seraphina si portò una mano alla bocca e sorrise lievemente.

 

Amanda le stava affidando una nuova missione, per prolungare il tempo che poteva passare con Adrien.

Doveva trovare la figlia di Amanda e Norian.

 

Seraphina chiuse gli occhi.

Ora che aveva capito l'intento di Amanda poteva tornare nella terza dimensione.

Non vedeva l'ora di dirlo ad Adrien e di ringraziare Amanda.

 

 

Ma quando Seraphina riaprì gli occhi, non c'era lo sguardo preoccupato di Adrien ad aspettarla, come sempre accadeva.

Era ancora lì, in quella stanza.

Con quel letto matrimoniale e quella culla.

Avanzò allora verso la culla.

 

Anche quella era bianca con i ricami rossi.

 

Seraphina piegò in modo sistemato la coperta per poggiarla dentro la culla.

 

Un'altra visione attraversò la mente della ragazza.

 

 

 

Norian entrò nella camera e camminò verso la culla.

 

Prese la bambina in braccio e la alzò sopra la sua testa.

Le diede un piccolo bacio e la avvicinò al suo petto, abbracciandola.

 

La neonata teneva gli occhi socchiusi ma apprezzò il calore delle braccia che il padre le offriva.

 

Norian la appoggiò di nuovo dentro la culla e le rimboccò le coperte, carezzandole la testa.

 

«Dormi serena, Seraphina.»

 

 

 

Quando anche questa visione finì, il cuore di Seraphina batteva molto velocemente.

Con le mani che le tremavano guardò per bene la coperta.

 

E portava il suo nome.

Seraphina era stato ricamato in rosso su quella coperta.

 

La lasciò cadere e subito si ritrovò nella terza dimensione.

 

Con ancora le lacrime agli occhi, davanti a lei la osservava Amanda.

«Mamma...»



Angolo scrittrice-
Questa volta non ho molto da dire... ogni cosa sarebbe spoiler.
Quindi semplicemente recensite e seguite la storia come sempre e ci si vede alla prossima ♥

Lucky_May

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Capitolo 15
*** Capitolo XV ***


Capitolo 15

 

«Mamma...»

 

Seraphina non poteva essere più arrabbiata con il suo destino.

Cosa aveva risolto scoprendo le sue vere origini?

 

Adesso aveva un altro posto a cui apparteneva.

Una scelta in più.

Una persona in più da abbandonare.

Un altro peso sulle spalle di Seraphina.

 

Amanda asciugò le lacrime a Seraphina e le sorrise dolcemente.

 

«Ma non sarai tu a decidere a quale luogo appartenere. Sai bene che Qualcuno ha già scritto il tuo destino.»

 

Amanda porse la mano a Seraphina e la aiutò a rialzarsi.

 

«Tutto ciò che devi fare adesso è chiudere questa dimensione insieme ad Adrien e salvare le sorti del mondo. Io e Norian torneremo nella nostra dimensione, se dopo ciò non ti ritroveremo nella nostra dimora sappi che io e tuo padre Norian ti abbiamo voluto bene dal primo momento in cui siamo venuti a sapere della tua esistenza. Sempre te ne vorremo e il ricordo di te non svanirà mai dalle nostre menti.»

 

Norian cingeva con le sue braccia la vita di Amanda.

Tolse un braccio solo per appoggiarlo sulla schiena di Seraphina che si era appena fiondata tra le braccia della madre.

Il padre le lasciò un bacio ed una carezza tra i capelli.

 

Seraphina non aveva idea di cosa significasse avere un padre.

Non appena sciolsero l'abbraccio Norian prese coraggio e parlò.

 

«Sono fiero di te. Per un padre che armeggia con la magia nera è un onore avere una figlia con dei poteri di tipo elementale, sei diventata una strega potentissima, in grado di affrontarmi e sovrastarmi. Ciò anche grazie ad Adrien.»

 

Norian sorrise ad Adrien che stava timidamente in un angolo ad osservare la tenera scena.

 

«Ed è un peccato che tu debba rinunciare ai tuoi poteri così.»

 

Seraphina sgranò gli occhi.

Rinunciare ai suoi poteri?

Seraphina non ci aveva mai pensato.

La chiusura della terza dimensione, il non potersi incontrare più con Adrien comportava anche la perdita dei suoi poteri.

Sarebbe tornata una comunissima umana.

In un gesto istintivo sia Seraphina che Adrien si portarono le mani al petto.

Le loro mani non sarebbero mai più state capaci di creare acqua e fuoco.

Era davvero pronta a tutto questo?

 

I due ragazzi non lo erano.

Ma la terza dimensione tremava e si torceva quasi su se stessa.

Era un chiaro segno del suo imminente collasso.

 

«Dobbiamo andare»

 

Amanda tirò leggermente il braccio di Norian, con un sorriso triste sul viso.

 

«Ti amiamo Seraphina, è stato un piacere conoscerti.»

«Anche io, mamma, papà!»

 

Unirono i loro poteri per tornare nella loro dimensione.

Anche Amanda e Norian avevano bisogno l'un l'altro, proprio come Adrien e Seraphina.

 

Ormai Seraphina non ricordava più l'ultima volta che aveva pronunciato la parola "papà".

Le aveva quasi scaldato il cuore e poi lo aveva graffiato lasciandole un'altra ferita aperta.

 

I due ragazzi rimasero soli nella terza dimensione, Adrien non sapeva bene cosa fare.

La forte scossa che fece girar la loro testa vorticosamente gli suggerì di uscire al più presto da quel luogo.

 

«Seraphina...» Sussurrò Adrien.

«Si, lo so.» Alzò una mano verso il ragazzo, come ad intimarlo di tacere.

 

Ma non era questo quello che voleva Seraphina per la loro ultima volta insieme.

Avrebbe voluto urlargli di non andare via, di rimanere nella terza dimensione con lei per sempre.

Ma questo per sempre, lo sapeva bene, non sarebbe durato comunque a lungo.

 

Tacque.

Tra milioni di parole che avrebbe potuto pronunciare, decise di tacere.

 

Con il cuore dolorante Seraphina si avvicinò pericolosamente ad Adrien.

Sollevò la mano verso quella di Adrien e ne rimase a pochi centimetri.

 

«Quando il tuo nome ricorderò

Tra la folla ti cercherò

Quando il sole sorgerà

La mia anima tra le tue braccia riposerà.

Io possiedo te

E

Tu-»

 

Risuonarono queste parole nello spazio circostante.

Spezzate da un tonfo provocato dal corpo di Seraphina.

Non sentiva nemmeno le urla di Adrien che cercavano di farla risvegliare dall'improvvisa perdita di sensi.

 

Seraphina si trovava già in un altro luogo.

Questa volta non era un ricordo, non era una visione.

Si trovava lì per davvero.

 

Anche questa volta camminava sul nulla.

Ma il luogo intorno a lei non era bianco come pochi secondi prima.

Tutto brillava di un bianco intenso, su uno sfondo nero-violaceo.

In basso alla sua destra intravide un piccolissimo e lontanissimo squarcio bianco.

Davanti a lei una scrivania di legno scuro.

Un uomo, se così poteva essere definito, siedeva dietro la scrivania.

I suoi lineamenti non erano ben definiti.

Era trasparente, indossava un mantello con un cappuccio di una scura tonalità di viola.

Riusciva a riconoscere la presenza di un naso, dei solchi con delle pupille altrettanto scure ed un paio di labbra, la sua mandibola ed il punto in cui terminava il collo e cominciavano le sue spalle.

Le sue mani impugnavano una piuma ed accanto a lui, sulla superficie alla sua destra vi era una bottiglietta con uno scuro liquido che Seraphina riconobbe come inchiostro.

 

L'essere era affaccendato nello scrivere ma sapeva che Seraphina era a pochi metri da lui.

Non voleva però interrompere il flusso di pensieri ed idee che stava trascrivendo sul suo spesso libro.

 

Seraphina avanzò qualche passo verso l'essere.

Stava letteralmente bruciando di rabbia.

 

I suoi occhi non erano più neri ma rossi, con qualche striatura di arancione.

Stringeva forte i pugni, ma avrebbe molto tranquillamente bruciato tutto ciò che le sarebbe capitato sotto mano in quel momento.

 

«Prego, signorina Seraphina.»

«Posso sapere chi è lei e cosa vuole da me? Non ho molto tempo.»

«La prego di moderare i toni, signorina. Io sono semplicemente Qualcuno. Lei è stata richiamata personalmente dal sottoscritto a causa di un cambiamento nel corso della sua vita.»

 

Seraphina non capiva dove voleva arrivare l'uomo con la voce distorta.

 

«Si spieghi meglio.»

«Non è ancora giunto il momento di chiudere la terza dimensione. Lei ha appena compiuto 21 anni, o sbaglio?»

«Non sbaglia.»

«La missione che le è stata affidata ha come termine i suoi 23 anni, signorina.»

 

Seraphina giurava di non vederci più dalla rabbia.

Fece tremare la scrivania quando piantò violentemente le mani sulla superficie lignea.

Difficilmente, e nemmeno lei sapeva come, riuscì a tratterene i suoi poteri e non mandare il mobile a fuoco.

 

«La missione è letteralmente andata a farsi fottere nel momento in cui io e Adrien ci siamo innamorati, o mi sbaglio?»

 

L'essere dalle sembianze maschili strinse la penna tra le sue dita e si fermò un attimo dallo scrivere, infastidito dalle maniere di Seraphina.

 

«Non era previsto, vero? Era proibito, vero? Eppure è successo.»

 

Seraphina teneva gli occhi socchiusi.

Quella volta non sentiva il solito calore dei suoi poteri dentro di lei, sentiva più un flusso di lava.

 

«Ah l'amore, che cosa stupida. Ma sono qui per aiutarti, se vuoi.»

«Aiutarmi? In che modo? In cosa?»

«A vivere il resto della tua vita con quell'umano, scrivendolo in questo libro.»

 

Un lampo passò negli occhi di Seraphina.

Ora erano accesi più che mai.

E non, tristemente, per la proposta allettante di vivere la propria vita con Adrien.

Ma perchè Seraphina si trovava veramente davanti a Qualcuno.

Colui che scriveva il destino delle persone sul suo libro.

 

Colui che aveva reso l'ultimo anno di vita di Seraphina impossibile.

Colui che l'avrebbe ingannata, in un modo o nell'altro, per puro divertimento.

Un'offerta così dolce, così pura, così capace di rendere la vita di Seraphina serena, per una volta e per tutte, non poteva essere stata proposta dallo stesso uomo che gli stava rovinando la vita.

 

Seraphina decise che se era stata in grado di cambiare il suo destino con le sue stesse mani allora non avrebbe avuto bisogno di una mera frase scritta su un libro per farle reincontrare Adrien.

 

Però.

 

L'uomo davanti a lei avrebbe potuto ostacolarla in tutti i modi possibili.

E non solo la sua vita, ma anche quella di tutti gli essere viventi.

Anche quella di Amanda e Norian, che finalmente si erano riuniti.

 

I suoi genitori avevano sofferto abbastanza.

Lei aveva sofferto abbastanza.

Sua madre adottiva aveva sofferto abbastanza, per la morte del marito.

L'intera popolazione mondiale aveva sofferto abbastanza.

Adrien aveva sofferto abbastanza.

Per delle scelte che non avevano compiuto loro.

 

Tutto a causa del destino.

 

«Tu non meriti di vivere.» Biascicò tra le sue labbra Seraphina.

«Vivere? Io non vivo, io esisto dalla creazione dell'universo.»

 

I colori davanti a lei cominciavano a diventare più offuscati, distorti, opachi.

Rimpiazzati da una costante sfumatura di rosso e arancione.

Le pupille di Seraphina stavano straripando di potere elementale.

 

Le bastò un solo secondo ed un solo tocco per bruciare e ridurre in cenere la penna che l'uomo teneva in mano.

Successivamente toccò alla scrivania.

Dopo al libro.

 

Impiegò in tutto 3 secondi per bruciare il lavoro che l'essere davanti a lei aveva compiuto dalla creazione dell'universo.

 

Bruciò anche la bottiglietta di inchiostro davanti agli "occhi" dell'essere.

 

«Ed adesso tocca a te.»

 

Seraphina avvolse il collo di Qualcuno con la sua mano e puntò il suo sguardo su quelli che dovevano essere i suoi occhi.

 

«Brucierai come le anime di chi hai condannato all'inferno con i tuoi stupidi giochetti e sparirai per sempre. Mi hai affidato la missione di salvare il mondo ed io lo farò. Adempierò al mio compito fino in fondo, facendoti sparire. Lasciando che le persone decidano per sè cosa è giusto e cosa non lo è. Niente più condanne, niente più maledizioni. Sparirai, per sempre.»

 

Ed accadde proprio questo.

L'essere si trasformò in un cumulo di cenere trasparente di cui si potevano solo riconoscere i bordi.

 

Non essendo ancora sparita l'ira dentro Seraphina, decise saggiamente di bruciare anche il mantello violaceo che l'uomo possedeva.

 

Soffiò sulle ceneri che le rimasero sulla mano, facendole disperdere nell'universo infinito.

 

Quando Seraphina ritornò in sè trovò il volto terrorizzato di Adrien davanti ai suoi occhi.

La sua vista era ancora offuscata e tendeva a vedere tutti i colori in diverse sfumature di arancione.

 

Sentiva la rabbia -ed il fuoco- scorrerle nelle vene.

 

Ma il volto di Adrien non era solo spaventato, ma anche sofferente.

 

«Seraphina! Calma le tue fiamme, ti prego...»

 

Era ovvio, uno stregone elementale d'acqua soffriva in mezzo a tutte quelle fiamme.

 

...In mezzo a tutte quelle fiamme?...

 

L'intera terza dimensione era a fuoco.

Seraphina non capiva come avesse fatto o perchè Adrien fosse rimasto accanto a lei anche quando rischiava di ... evaporare.

 

Ma Seraphina non riusciva a calmarsi, i suoi denti sbattevano e non riusciva a respirare appropriatamente.

Inoltre nel suo habitat naturale, tra le fiamme, si sentiva a suo agio.

 

Quando Adrien vide le fiamme bruciare nelle iridi della ragazza capì che non sarebbe stata capace di spegnere quelle fiamme da sola.

Ed era giusto così, Adrien pensò.

Che Seraphina avrebbe sempre avuto bisogno dell'aiuto di Adrien, era corretto.

 

Adrien prese un profondo respiro e fece piovere acqua nell'intera dimensione, nonostante questo gli portò via tantissima forza e quasi si sentiva svanire.

 

Non appena l'acqua bagnò il corpo di Seraphina, le fiamme sparirono dagli occhi, ritornando al loro color nero originale.

 

Seraphina si rese conto di sentirsi meglio in pochi minuti.

Sorrise ad Adrien, avvicinandosi a lui quanto poteva per non trapassare il suo fantasma.

Stava bene in mezzo alle sue fiamme, ma le pioggie di Adrien la calmarono in un modo particolare.

I due ragazzi cercarono di abbracciarsi e lo squarcio della terza dimensione imitò il loro movimento.

 

I due lembi della crepa si abbracciarono piano piano, richiudendosi completamente davanti agli occhi dei due ragazzi.

 

Seraphina si guardò attorno meravigliata.

 

«Dopo aver scoperto la verità, pregò allora che arrivasse l'acqua a spegnere il fuoco che ardeva.

La corruzione del suo desiderio creò una terza dimensione, in modo che potesse arrivare l'acqua a spegnere il fuoco...»

 

Adrien ripetè le parole sottovoce.

 

«La maledizione! Si è avverata la profezia, si è avverato l'ultimo desiderio della strega elementale...»

 

Seraphina e Adrien si vedevano più nitidi, privi di quella trasparenza che li rendeva fantasmi nelle altre dimensioni.

 

Seraphina si osservò la mano e istintivamente la appoggiò sul viso di Adrien.

Rimase sconcertata quando non riuscì a toccarlo.

 

«Perchè non posso toccarti ancora?! La maledizione è svanita, cosa devo fare ancora per poterti solo sfiorare?!»

«Guardati attorno Seraphina, lo squarcio è stato richiuso ma la terza dimensione sta comunque collassando. Dobbiamo chiuderla ed andare via.»

«Andare via...? Adrien ma io non voglio-»

«Lo so Seraphina, nemmeno io voglio lasciarti.»

 

Poggiò le mani sulle guancie della ragazza, anche se nessuno dei due poteva veramente sentirlo.

Si guardò un attimo attorno, per confermare che non ci fosse nessuno ad interromperli, questa volta.

Si morse il labbro inferiore e cominciò a parlare.

 

«Nemmeno io voglio lasciarti, io ti amo. Tu mi completi e giuro sul mio nome che ti verrò a prendere in qualsiasi dimensione ti troverai. E quando ci riuscirò ti stringerò così forte per compensare tutte le volte che non ho potuto farlo, perciò aspettami. Ma per adesso, ti prego, mettiti in salvo, mettiamoci in salvo. Sei la cosa più importante che non possiedo.»

 

Agli occhi lucidi di Seraphina neanche Adrien riuscì a trattenere una lacrima.

Appoggiò la fronte su quella di lei, forse per sentirla più vicina.

Una cadde sulla guancia della ragazza e lei la avvertì.

Venne poi travolta dal flusso delle altre lacrime, mescolandosi a quelle del ragazzo vicino che continuavano a cadere su di lei.

 

Insieme cominciarono a cantare i versi dell'incantesimo.

Seraphina sperava di svanire un'altra volta e rivivere lo stesso istante per sempre, ma non accadde.

 

«Quando il tuo nome ricorderò

Tra la folla ti cercherò

Quando il sole sorgerà

La mia anima tra le tue braccia riposerà.

Io possiedo te

E

Tu possiedi me.»

 

I due ragazzi si allontanarono facendo un passo indietro, mai distogliendo lo sguardo l'uno dall'altro.

Ma al secondo passo entrambi caddero e si ritrovarono ognuno nella propria dimensione.

Sguardo rivolto al tetto e schiena sul pavimento.

Entrambi si alzarono in piedi e si guardarono allo specchio.

 

Seraphina aveva i capelli di un rosso naturale, come tutte le altre ragazze nate con i capelli rossi.

Non erano più di quel rosso fuoco acceso che non poteva passare inosservato in nessun luogo.

I suoi occhi non erano più neri carbone, bensì di un castano dolce e scuro.

Seraphina era tornata umana a tutti gli effetti.

 

Anche Adrien si specchiò e trovò dei cambiamenti nel suo aspetto.

I suoi capelli erano adesso neri ed i suoi occhi di un azzurro chiaro, non più quel blu in cui si poteva letteralmente affogare.

Anche Adrien era tornato completamente umano.

 

Ecco che il vuoto dentro entrambi si faceva spazio tra le loro viscere e li torturava notte dopo notte, lasciandoli svegli e a volte senza fiato.

 

Ogni mattina Seraphina si svegliava con una nuova luce negli occhi.

Si autoconvinceva che anche quel giorno avrebbe reincontrato il suo predestinato.

Ma non accadeva mai.

Giorno dopo giorno Seraphina abbandonò l'idea in un angolo della sua testa.

 

 

 

 

La madre svegliò Seraphina sussurrando una sinfonia ben conosciuta.

 

«Tanti auguri a Seraphina... Tanti auguri a te!»

Quando Seraphina aprì gli occhi, sua madre la accolse con un grande sorriso ed una torta tra le mani.

Due candeline ed un " 23 " sulla glassa.

 

Seraphina sorrise e soffiò sulle candeline strofinandosi gli occhi.

Si preparò per uscire.

Nella mente balenava il pensiero del compleanno di Adrien, nella tasca della giacca la gemma che Adrien le aveva regalato per il suo compleanno era stretta forte nel pugno di Seraphina.

 

Voleva scacciare quel pensiero facendo una passeggiata per incontrare alcuni dei suoi amici.

Ma piuttosto di scacciarlo, si perse con la testa tra le nuvole.

E si perse anche realmente.

Non sapeva come fosse arrivata in quel bosco ai piedi della montagna dietro casa sua.

Non riusciva a fermare i suoi passi, in preda al panico.

Tra tutti i pensieri che si scontravano l'un l'altro uno la colpì particolarmente.

 

Quel luogo le era familiare.

 

Con il naso rivolto verso il cielo e gli occhi a scrutare le alte cime degli alberi che la circondavano arrivò sotto un basso dirupo senza che lei stessa se ne accorgesse.

 

I suoi occhi guardavano ancora il movimento delle nuvole che la incantavano.

Quando poi il suo sguardo si spostò verso il basso rimase ancora più incantata.

 

Una figura dai capelli neri le dava le spalle.

Si voltò non appena un lamento lasciò le labbra di Seraphina involontariamente.

 

Il cuore dei due smise di battere come i loro occhi si incrociarono.

Il respiro di Seraphina si fece affannato, non riuscì a reprimere un sorriso ed un brivido le percorse la schiena.

 

Il ragazzo davanti a lei corse nella sua direzione ma rimase ferma allungando le braccia verso di lui.

 

Non appena le sue dita sfiorarono il corpo del ragazzo, diverse lacrime rigarono il suo volto.

 

«Adrien...»

Affondò il volto nell'incavo del suo collo inalando il più possibile il suo reale profumo.

 

«Seraphina...»

Adrien teneva stretta la nuca della ragazza tra le sue braccia.

Non riusciva e non voleva staccarsi da quella presenza.

Aveva paura che sarebbe svanita.

Ma prese coraggio e si staccò quello che gli bastò per appoggiare le labbra su quelle soffici di Seraphina.

Sentiva la ragazza sorridere sotto il suo bacio e giurò di non aver mai provato sensazione più bella nella sua vita.

 

«Visto? Te l'avevo detto che sarei venuto a prenderti.»


 

 THE END.





Angolo scrittrice-
Beh che dire? Ci ho messo un pezzo per elaborare un finale che potesse rendere giustizia all'intera storia.
Spero di esserci riuscita e spero che vi sia piaciuta ♥
E' la mia prima storia seria completata quindi se non vi dispiace, lasciatemi una recensione per capire cosa vi è rimasto e cosa vi ho suscitato ♥
Ovviamente se non ci avete capito una mazza della storia scrivetemi e vi chiarirò ogni dubbio, lol.
Detto questo, potrei tornare con un PREQUEL di questa storia ahaha però NO SPOILER.
Restate sintonizzati ♥
Baci baci

Lucky_May







 

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