Un'ultima missione

di GGandGLEE
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un'ultima missione ***
Capitolo 2: *** 2 ***



Capitolo 1
*** Un'ultima missione ***


Prendere parte al proprio funerale non era stata una magnifica idea. Fury gli aveva detto di stare alla larga mentre seppellivano quella bara vuota, ma non aveva voluto sentire ragioni. Voleva esserci.
Vedere tutti quegli agenti piangere la sua morte non lo aveva scosso più di tanto, ma vedere Melinda May piangere per la prima volta dopo il Bahrain era stato un duro colpo.
Il fatto che stesse piangendo per lui, poi, non aveva aiutato molto.
Aveva guardato l’intera cerimonia nascosto dietro un albero. Era appena terminata e tutti stavano dicendo i loro ultimi addii.
Se ne andarono tutti, uno alla volta, ognuno inginocchiandosi un’ultima volta accanto alla tomba prima di andare. Tutti tranne Melinda.
Phil rimase a guardare come la donna fosse rimasta lì, immobile. Non piangeva più, ma era ancora visibilmente sconvolta.
Sentì il bisogno di correre da lei, ma in qualche modo riuscì a trattenersi.

May si avvicinò alla bara, facendo scorrere le dita sull’incisione.
“Una volta mi hai detto di non essere il grande agente che tutti dicevano che fossi.” Cominciò a parlare, la sua voce strozzata come Coulson non l’aveva mai sentita prima. “C’erano volte in cui addirittura pensavo che non fossi un agente serio, tanto era il tuo coinvolgimento personale in alcune missioni, ma lascia che ti dica una cosa: eri-”
dovette fermarsi per asciugare le lacrime, che cadevano così pesantemente sulle sue guance che quasi le bruciavano. “-eri il miglior partner e il più affettuoso uomo che avessi mai conosciuto, e nessuno sarà mai in grado di farmi credere il contrario. Dopo il Bahrain ero..ero instabile, spaventata, sola. Ma tu sei sempre stato lì, e te ne sono immensamente grata.”
Si inginocchiò e cominciò a piangere ancora più forte, non riuscendo a fermarsi.

Coulson maledisse in silenzio se stesso per averle causato una tale sofferenza.
“Tu sei sempre stato lì e credo di averti dato per scontato, Phil. Mi ero ripromessa che un giorno te lo avrei detto, quando le nostre missioni fossero giunte al termine e avessimo aperto quella famosa bottiglia di Haig. Avrei dovuto dirtelo prima, ma speravo di avere più tempo. Ti amo, Phil Coulson.-”

Phil spalancò gli occhi. Aveva davvero appena detto di amarlo?

“-ti amo come non abbia mai amato nessuno. Ti amo e mi consuma sapere che tu sia dovuto andare senza che fossi in grado di dirtelo.”

Melinda May lo amava. La donna che aveva amato per tutta la sua vita gli aveva appena detto di amarlo e credeva fosse morto. Il destino di certo sapeva come prendersi gioco di lui. Sarebbe dovuto essere il momento più felice della sua vita, eppure, era il più doloroso. Voleva andare da lei, baciarla, dirle dei suoi sentimenti. Ma non poteva, e non lo fece. Tornò a guardarla. Sembrava così fragile, così distrutta..

“Credo che tutto sommato non sia la donna coraggiosa di cui tutti parlano. Avrei dovuto dirtelo prima, lo so, ma mi conosci, non so gestire queste cose. Eri sempre in grado di capire cosa stessi pensando con un semplice sguardo, non mi sono mai abituata ad esprimere i miei sentimenti.
Come farò senza di te, Phil? Come farò ad andare in missione senza sentire la tua voce dall’auricolare che mi dice che andrà tutto bene?
Nulla andrà bene, non se non ci sei.
Ti amo, e ogni singola parte del mio corpo sentirà la tua mancanza in eterno.”

Si alzò e fissò la tomba mentre Phil, che ormai piangeva, fissava lei. Stava cercando di convincersi che era la cosa giusta da fare, fingere di essere morto e riuscire a sconfiggere l’HYDRA una volta e per tutte, specie ora che aveva scoperto che aveva talpe anche nei piani alti dello S.H.I.E.L.D.
Se avessero pensato di aver ucciso il vicedirettore, prima o poi avrebbero abbassato la guardia. E in quel momento, Phil sarebbe stato lì ad attenderli.
Eppure, guardare Melinda combattere con i propri sentimenti gli stava facendo rivalutare la cosa.

Melinda cominciò ad andare via lentamente, voltandosi un’ultima volta.

“Per favore, un’ultima cosa. Un’ultima missione, Phil, per me. Non accettiamo mai missioni personali, lo so, ma potresti fare un’eccezione? Non…non essere morto, okay? Solo per questa volta. Solo per me.”

Fissò la tomba un’altra manciata di secondi. Le sue ultime speranze si infransero, e se ne andò.
Coulson cominciò a piangere disperato. “Non sono morto, e tornerò da te. Te lo prometto.”

Si alzò con cautela per uscire dal cimitero. Nel mentre, notò Melinda che si voltava indietro, e tornò velocemente a nascondersi.

Melinda si fermò un passo prima dell’uscita per ricomporsi. Respirò profondamente, si asciugò le lacrime e si aggiustò i capelli. Poi lo sentì. Un rumore di passi. I suoi passi. Avrebbe potuto riconoscerli tra mille. Erano lontani, ma non troppo, comunque all’interno del cimitero. Lui era lì. Fece per girarsi, poi scosse la testa. Phil era morto, non poteva essere lui. Mentre uscì dal cimitero, si girò per l’ultima volta ed ebbe l’impressione di vedere un’ombra più che familiare sparire dietro un albero.

Era solo un sentore, ma era abbastanza. Phil Coulson era vivo, e lei avrebbe fatto di tutto per riportarlo tra le sue braccia.

-philindaphilindaphilindaphilindaphilinda

Bene gente, questa è una one-shot, ma il finale permette di continuarla se mi dite che vi piace. Che faccio, continuo o lascio così? Fatemi sapere


 

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Capitolo 2
*** 2 ***


Phil entrò in auto e fece un respiro profondo.  
“L’hai vista?” chiese Fury con il suo solito tono severo da fratello maggiore.
“La bara? Avresti potuto prenderne una migliore; non credo si stia comodi lì dentro. Magari una con l’idromassaggio.” Rispose Phil abbozzando un sorriso.
“Parlavo di Melinda, Phil. So che non ti interessava del funerale, volevi vedere lei. Non ti sei mai fidato quando ti ho detto che stava bene. Ora che l’hai vista possiamo tornare ad occuparci dell’HYDRA?”
“Non mi sono fidato perché sapevo che non fosse vero. Ma l’hai vista Nick? E’ disperata. Devi dirglielo.”
“E far sì che abbandoni lo S.H.I.E.L.D? Ha già rinunciato a tornare sul campo dopo il Bahrain; dopo il tradimento di buona parte degli agenti sono a corto di persone fidate. Melinda non può saperlo. E’ fuori discussione.”
“Lascia che le parli io, non abbandonerà lo S.H.I.E.L.D”
“Ho già detto di no, Agente Coulson. Nel caso non lo avessi capito, è un ordine.”

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Melinda si incamminò velocemente verso la base. Durante l’intero tragitto non ebbe che un unico pensiero in testa: Phil.
Perché fingere la propria morte? Perché abbandonarla? Perché non dirglielo? Perché farla soffrire?
Davanti ai suoi occhi riviveva piccoli attimi di vita trascorsi insieme: lei e Phil all’accademia, la loro prima missione, la promessa della bottiglia di Haig, il Bahrain, gli abbracci, gli sguardi pieni di affetto.
Troppe domande le affollavano la mente, troppe immagini le offuscavano la vista e per la prima volta dopo tanto tempo Melinda non seppe tenerle a bada. Aveva imparato a canalizzare le emozioni, a reprimerle, a gestire ogni sentimento con la calma che sempre l’aveva contraddistinta.
Eppure mentre era lì per strada da sola, Melinda May si rese conto che per tutto questo tempo aveva solo mentito. Aveva mentito a chiunque, ma soprattutto a se stessa.
Si fermò sul ciglio della strada, si guardò intorno e verificò di essere sola. E solo allora, alzando gli occhi al cielo, fece una cosa che non aveva fatto da troppo tempo.
Un grido disperato, carico di tutte quelle parole non dette, di tutti quei pensieri respinti, di ogni cosa che in tutti quegli anni aveva tenuto per sé.
Urlò fino a non avere più aria nei polmoni, una sensazione di libertà che non ricordava più nemmeno fosse possibile provare.
Era questa la vera Melinda May, una Melinda piena di vita, piena di forza d’animo, piena di coraggio.
Si era convinta di essere un pericolo, una brutta persona. Si era costretta al lavoro da scrivania; Combattere, si era detta, le provocava dolore. Ma lei era nata per combattere, e solo ora se ne era ricordata.
Se voleva riavere Phil doveva essere pronta a tutto, e finalmente lo era.
“Sto venendo a prenderti Coulson. Parola di Melinda May.”


Salì le scale come una furia, i suoi occhi scintillanti come non mai. La maggior parte degli agenti la guardò perplessa, erano tutti stati assunti dopo il Bahrain e non avevano mai visto la sua vera natura.
Le storie che circolavano sulla Cavalleria erano giunte anche al suo orecchio, quindi decise di approfittarne: se fosse risultata abbastanza minacciosa nessuno avrebbe osato fermarla.

“Agente May, non puoi entrare nell’ufficio del direttore Fury senza preavviso, aspetta che-”
“Hill, risparmiami.” Grugnì Melinda passando oltre.
La porta dell’ufficio di Fury era chiusa, ma non a chiave; il che implicava che non era in riunione. Bene.
Non provò nemmeno a bussare, girò la maniglia ed entrò.
Fury alzò a malapena gli occhi dal file che stava consultando, il tempo di farle cenno di accomodarsi.
Melinda si avvicinò, ma non volle sedersi. Rimase lì, in piedi, le braccia incrociate e lo sguardo fisso e minaccioso diretto al direttore.
“Agente May” cominciò lui. “Non ti ho vista alla fine della cerimonia. So che dev’essere stato un brutto colpo per te.”
“L’ho visto.”
Fury fece finta di non sentire. “E’ sempre una tragedia perdere il proprio partner. Volevo bene a Phil come ad un fratello.”
May alzò un sopracciglio. Se gli avesse davvero voluto bene non gli avrebbe fatto fingere di essere morto.
“Direttore Fury, signore, c’è qualcosa che non mi sta dicendo?”
Fury non poté evitare nuovamente la questione.
“E’ pieno di cose che non ti dico, May. Sei di livello sette, e ce ne sono dieci. Ma non ti sei mai lamentata della segretezza, c’è qualche problema?”
Quindi Fury voleva fare finta di niente. Perfetto. Melinda avrebbe comunque ottenuto ciò che voleva.
“Il problema è che Coulson non è qui. Ed è solo colpa sua.” Disse con tutta la rabbia che aveva in corpo.
“Non avrebbe mai dovuto mandarlo a New York con gli Avengers. Phil non aveva un’armatura o un martello magico, era semplicemente un agente, e lei lo ha mandato a morire.”
“May, conosciamo i rischi del mestiere. Quello che è successo a Coulson è stata una tragedia, ma dobbiamo guardare avanti. Phil si è sacrificato per porre fine all’invasione di Loki. Noi altri possiamo solo fare sì che il suo sacrificio non sia stato vano. Lei è uno dei nostri migliori agenti, Agente May, se ci fosse-”
“Voglio tornare sul campo.” Disse May senza alcun preavviso. Solo tornando operativa le avrebbero detto cosa stava succedendo ai piani alti.
“Ne sei sicura? Melinda, se credi di doverlo fare-”
Stava davvero provando compassione per lei? Dopo aver mentito riguardo la morte dell’uomo che lei amava? Usando il suo nome proprio? Fury era davvero senza cuore.
“Ne sono sicura. Sono pronta, signore.”
“Quand’è così, credo di avere la missione per te, May.”
“Voglio una squadra. Creata da me.”

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PERDONATEMI PER LA BRUTALITA’ DI QUESTO CAPITOLO MA LA SESSIONE ESTIVA NON LASCIA MOLTO TEMPO PER LE REVISIONI E NON VOLEVO RIMANDARE ANCORA TROPPO.
CHE NE PENSATE? ERA MEGLIO LASCIARLA COME UNA ONE-SHOT? AHAHAHAHAH

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