Cioccolato e Caffè

di Grimilde Deveraux
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 - Alice non sa dire di no ***
Capitolo 2: *** 2 - Possibilità e scelte ***
Capitolo 3: *** 3 - Scambi, favori e grandi impiccioni ***
Capitolo 4: *** 4 - Alice in Sweetland ***
Capitolo 5: *** 5 - Tutto purché non sia birra ***
Capitolo 6: *** 6 - Scuse più che convincenti ***
Capitolo 7: *** 7 - Verso Jackson... ***



Capitolo 1
*** 1 - Alice non sa dire di no ***


Capitolo 1

New Orleans, settembre 2015

 

Una porticina laccata di rosso si aprì piano facendo tintinnare un campanello in argento ma la musica era decisamente troppo alta perché lei potesse sentire qualcosa…

Il visitatore avanzò all’interno del locale ancora chiuso a quell’ora del mattino e scosse la testa cercando di non ridere vedendo quello scricciolo di un metro e sessanta vestito di bianco con i capelli neri che le arrivavano appena sopra le spalle, le cuffie color ciliegia nelle orecchie e il suo corpo che si muove a tempo di musica.

<< Alice >> sapeva fine troppo bene che non lo avrebbe sentito ma era sempre meglio chiamarla invece che avvicinarsi ancora e farle prendere un colpo, lei non glielo avrebbe perdonato!

<< Alice >> provò di nuovo e ancora nessuna risposta; ok, non aveva altra scelta visto che aveva bisogno di lei il prima possibile:<< Alice >> e avvicinandosi ancora le sfiorò una spalla con due dita cercando di attirare la sua attenzione nel modo meno minaccioso possibile.

 

Stava disegnando l’ennesimo ricamo sulla torta quando sentì qualcosa sfiorarle la spalla:<< Ah! >> e voltandosi si scattò cercò di capire che cosa stava succedendo…

Si calmò quasi all’istante quando i suoi occhi incrociarono quelli dorati di suo fratello poi, chinando lo sguardo sulla camicia di lui, scoppiò irrimediabilmente a ridere:<< Certo ridi pure delle mie disgrazie! >> brontolò acido passandosi una mano prima nei riccioli color rame e poi attorno alla macchina di glassa rosa acceso che campeggiava sul suo petto:<< Mi devi una camicia nuova nanetta >> sentendosi chiamare con il vecchio soprannome delle medie la bocca di Alice si trasformò in una smorfia:<< Chiamami ancora così e completerò il capolavoro sulla tua camicia Edward >> alzando gli occhi al cielo lui brontolò di nuovo:<< Se non avessi quelle dannate cose sempre nelle orecchie magari mi avresti sentito entrare >> scuotendo la testa come a minimizzare la cosa Alice tornò a guardare la sua creazione ancora sul tavolo:<< Sto lavorando e il Café è chiuso, non aspettavo nessuno e tu potevi chiamare >> Edward incrociò le braccia sul petto cercando di fare la faccia più seria che poteva:<< Avevi lasciato la porta aperta, poteva entrare chiunque >> sorridendo e tornando a decorare la torta lei fece spallucce:<< Siamo nel quartiere francese e poi ci sono Jacob e Seth dall’altra parte della strada che tengono d’occhio il locale >> << Ah certo…due baristi spiantati…che bella sicurezza sorella >> Alice sbuffò facendo muovere un ciuffetto ribelle che le era scivolato sulla fronte:<< Allora, vuoi dirmi che ci fai qui? Suppongo che sia importante visto che mi hai fatto quasi venire un infarto >> di nuovo la mano di Edward salì nei suoi capelli, Alice lo conosceva bene e vedere il suo caro fratellone così nervoso la divertiva non poco, ma sapeva anche che c’era una sola cosa, anzi persona, capace di tenerlo così sulle spine:<< Beh ecco sì, io… >> ma il resto della sua frase fu interrotto dal tintinnio del campanello alla porta e da una voce fastidiosa e squillante che chiama il nome di Alice.

I due fratelli si guardarono per un istante prima che le porte del retro si aprissero è una procace rossa entrasse come se fosse la padrona del mondo:<< Alice! Proprio la ragazza che stavo cercando! >> esordì allegra mentre l’uomo dietro di lei cercava di mantenere un po' di contegno e di scusarsi in qualche modo:<< Ciao Victoria >> poi alzando gli occhi sull’uomo Alice cercò di trattenere una smorfia:<< James >> lui abbozzò un piccolo sorriso:<< Liz >> ma la rossa li interruppe di nuovo:<< Fortuna che ti ho trovato! Ho decisamente bisogno di te! >> poi avvicinandosi e sfoggiando il grosso anello che aveva all’anulare aggiunse:<< James e io ci sposiamo tra sei settimane >> << Sì, lo so e… >> cominciò Alice che non voleva essere coinvolta nel matrimonio del suo ex fidanzato e della sua più che esuberante compagna:<< E vorrei che tu realizzassi la nostra torta nuziale! James dice che sei la migliore di New Orleans, anzi di tutta la Louisiana! >> cosa? Quella era pazza? Come poteva chiederle di…

Poi alzò gli occhi e il suo sguardo incontrò quello mortificato di James, dio era davvero troppo buona a volte:<< Dobbiamo parlarne Victoria, ho molti impegni nelle prossime settimane e… >> << Oh sono sicura che troverai uno spazio per noi, in fondo tu e il mio Jam siete vecchi amici e per un amico si fanno certe cose! >> poi dando per scontato di aver ottenuto quello che voleva si voltò guadagnando l’uscita seguita a ruota dal fidanzato lasciando i due fratelli a bocca aperta e senza parole.

 

<< Oh andiamo non avrai davvero detto di sì a quella strega >> e bevendo un sorso del suo cocktail Bella, la migliore amica di Alice, la guardò stralunata mentre lei e Edward stavano raccontando al gruppo di amici la visita di quella mattina:<< Sai sorellina che possiamo dare una lezione a quel pallone gonfiato,  non l’abbiamo fatto quando avete rotto ma possiamo sempre farlo adesso >> ed Emmett, l’altro fratello e il maggiore della famiglia, guardò Alice con un sorrisetto maligno facendosi scrocchiate le nocche delle mani:<< Em! Non si può risolvere tutto con i pugni >> commentò di nuovo Bella ma alla sua voce si aggiunse anche quella di Rosalie:<< Senza contare amore che

James è un soldato dell’esercito, ti metterebbe a terra in poche mosse >> davanti all’evidenza Emmett fece una mezza smorfia borbottando qualcosa per poi allungare una mano e ficcarsi in bocca una manciata di patatine:<< Gliela farei vedere comunque a quel pallone gonfiato >> Rosalie scosse il capo lasciandolo parlare poi tornò a guardare Alice:<< Ad ogni modo Alice, Bella ha ragione, sei troppo buona, puoi dire di no a quella smorfiosa se non ti va, ci sono altri pasticceri a New Orleans >> la piccola Cullen annuì mesta:<< Avete ragione, so che l’avete e che lo dite per aiutarmi, ma quando ci siamo lasciati io e James abbiamo detto che saremmo rimasti amici e che amica sarei se non realizzassi la sua torta di nozze? >> << Una che è piena di impegni e non ha tempo per stare dietro ai capricci di quella ruba fidanzati >> rincarò la dose Isabella acida bevendo ancora poi Edward stanco del dibattito premette play facendo ufficialmente cominciare la loro serata film.

Grimilde's

Allora...cosa dire...beh questa storia si è formata nella mia mente piano piano e poi stamattina mentre preparavo una delle ricette che ci saranno nel corso della storia (sì, ci saranno delle ricette o per lo meno saranno citate) mi è venuta la folgorazione ed è uscito questo incipit...

Solamente due cose: i protagonisti principali saranno Alice e Jasper (che sono la mia coppia preferita sia nei libri che nei film), ma attorno a loro graviteranno anche altri personaggi più o meno importanti, alcuni personaggi per esigenze di trama saranno più o meno OOC, spero comunque che questa storia vi piaccia, essendo solamente l'inizio mancano ancora alcuni personaggi ma che compariranno presto...

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Capitolo 2
*** 2 - Possibilità e scelte ***


Capitolo 2

Base militare Little Creek, Virginia

Stava giusto per stendersi sul letto quando qualcuno bussò alla sua porta, maledizione era appena tornato da una missione potenzialmente pericolosa in Colombia e già lo cercavano, sperava tanto che non si trattasse di Peter o Ryley perché stavolta non l’avrebbero passata liscia:<< Ha bisogno di qualcosa tenente? >> domandò poi aprendo la porta e trovandosi davanti Sam Uley il segretario del viceammiraglio a capo della base:<< Tenente comandante Whitlock, scusi l'orario ma il viceammiraglio ha chiesto di vederla >> Jasper annuì passandosi una mano sul viso per cercare di cancellare un po' di stanchezza:<< Dica al viceammiraglio che andrò da lui più… >> << È urgente signore >> continuò Uley e Jasper sapeva bene quanto quel giovane marinaio fosse zelante nel portare a termine i compiti che gli venivano affidati, non lo avrebbe lasciato in pace finché lui non si fosse recato dall’ammiraglio:<< Dieci minuti Uley, mi cambio e sarò nell’ufficio dell’ammiraglio Swan >> fiero del suo compito Sam si mise sull’attenti facendo poi dietrofront e ripercorrendo il corridoio.

Rimasto solo Jasper chiuse la porta appoggiandovisi per un attimo: probabilmente Swan voleva sapere gli esiti della loro ultima missione e niente di più, si chiedeva solo se anche Peter e Riley fossero stati convocati dato che avevano lavorato insieme; stava per andare sotto la doccia quando un invito attaccato sulla lavagna magnetica attirò la sua attenzione: era l’invito per il matrimonio di sua cugina Victoria programmato di lì a due mesi, aveva chiesto un periodo di licenza per andarci visto che le nozze si sarebbero svolte a New Orleans, città natale del futuro sposo: un marine che Jasper conosceva solo di nome, un certo James…non lo aveva mai visto ma Victoria era pazza di lui e dal momento che Vic e i suoi genitori erano stati la sua unica famiglia doveva essere felice per lei e presentarsi all’evento.

 

<< Whitlock entri, entri pure >> mosse un paio di passi dentro l’ufficio accorgendosi di essere il solo convocato:<< Signore se è per la missione a Bogotà volevo spiegarle che… >> e cercò di intavolare la discussione nel modo più diplomatico possibile, non che qualcosa fosse andato storto ma trattare con probabili terroristi e narcotrafficanti era una questione delicata e le cose stavano andando molto per le lunghe, avevano dovuto lasciare la Colombia per non attirare troppi sospetti ma c’erano ancora molte cose da fare laggiù:<< Non si tratta della Colombia tenente >> lo rincuorò il viceammiraglio poi allungandogli un foglio dall’aria ufficiale aggiunse:<< È arrivato questo ieri poco prima del vostro ritorno, deve aver fatto buona impressione ai piani alti Whitlock, hanno fatto il suo nome per il Team Six >> a quelle parole Jasper si avvicinò incredulo prendendo tra le mani il foglio e scorrendolo velocemente; l’ammiraglio non scherzava: era stato scelto per entrare nel Team 6, era tutta la vita che aspettava un’occasione simile e ora, dopo tanto impegno e lavoro, finalmente ce l’aveva fatta.

<< Il trasferimento diventerà effettivo dopo la sua licenza tenente, visto che si troverà già in Louisiana le sarà facile raggiungere il centro di addestramento in Mississippi >> poi incrociando le mani e appoggiandole sulla scrivania Swan aggiunse serio:<< Sempre che lei abbia intenzione di accettare Whitlock, non le nascondo che sarebbe una grave perdita per il nostro plotone >> ripensando a tutti gli anni che aveva passato lì e agli amici che ormai si era fatto Jasper annuì ma in fondo aveva quasi trent'anni e il DEVGRU era sempre stato il suo obiettivo fin da quando aveva messo piede ad Annapolis quasi dodici anni prima.

 

Quartiere francese, New Orleans

<< Ciao Liz >> Alice alzò la testa di scatto mentre stava sistemando alcuni dolci nella vetrina, c’era una sola persona al mondo che si ostinava a chiamarla Liz:<< Che ci fai qui James? >> lui si avvicinò allungando una mano verso il vassoio dei brownies afferrandone uno:<< Amo i tuoi brownies, ne mangiavo a decine quando andavamo a scuola >> spostando il piatto bruscamente Alice lo guardò di traverso:<< Che cosa ci fai qui James? >> gli ripeté di nuovo cercando di restare seria davanti a quel viso mascolino, quei capelli biondissimi e quel sorriso che prometteva guai:<< Volevo scusarmi con te per il comportamento di Victoria, so che a volte può essere un po' - cercò la parola giusta - prepotente ma le ho parlato così tanto di te e dei tuoi fantastici dolci che non ha voluto sentire ragioni >> poi, forse cercando di salvare un po' le apparenze, aggiunse:<< Ma non preoccuparti, se sei troppo impegnata troveremo qualcun altro, le parlerò io >> per un attimo lei fu tentata di seguire il consiglio di Rose e Bella e rifilargli un bel due di picche e ad essere onesti James se lo meritava eccome, tuttavia quel matrimonio era una specie di evento mondano: James era un militare abbastanza di rilievo e Victoria una giornalista in carriera, fare una torta per quei due per quanto le facessero venire la nausea, sarebbe stato davvero un bel colpo per i suoi affari e la sua popolarità anche fuori da New Orleans, era un’occasione troppo ghiotta per rifiutarla:<< Non ti preoccupare, ho qualche impegno ma niente di ingestibile >> il sorriso di lui si allargò e i suoi occhi brillarono tronfi di vittoria e in uno slancio di gratitudine afferrò un braccio di Alice stritolandola in un abbraccio quasi soffocante; era così attaccata a lui da poter sentire ad uno ad uno i suoi muscoli tonici sotto la maglietta scura e l'intenso profumo della sua acqua di colonia.

<< James… >> cercò di chiamarlo lei per liberarsi e, per sua fortuna, la porta si aprì di nuovo facendo entrare Rose e Bella che erano passate per il loro caffè mattutino prima del lavoro:<< Ehi lasciala respirare! >> sentendo quella voce James si voltò mollando la presa su Alice e guardando Bella:<< Oh ciao Swan >> poi facendo un cenno verso Rosalie:<< Hale >> la bionda mosse la testa nello stesso modo ma Isabella non accennò a ricambiare il saluto:<< Che ci fai qui? Alice non ha tempo per… >> inaspettatamente James si voltò di nuovo verso Alice:<< Liz ha appena accettato di fare la torta per il mio matrimonio >> e chinando la testa sfiorò con le labbra una guancia della piccola Cullen:<< Sapevo che non mi avresti detto di no >> poi poco prima di uscire si voltò a guardare le tre ragazze sorridendo allegro e facendo l’occhiolino.

<< E poi mi chiedi perché lo odio? Alice, è un idiota >> cominciò ad inveire Bella e avvicinandosi all’amica aggiunse:<< E perché hai accettato di preparare la loro stupida torta? Credevo non volessi essere coinvolta >> Alice si spostò dietro al bancone cominciando a preparare i caffè per sé e le amiche:<< Sì, so quello che ho detto ma James si è presentato qui è in fondo ho pensato che a quel matrimonio ci saranno un sacco di persone e anche molto influenti, sarebbe un bel colpo per me e il Café se riuscissi a fare bella figura non credete? >> Rose e Bella si guardarono per un attimo con le loro tazze di caffè in mano poi fu Rosalie a parlare:<< Sicura che lo fai solo per la pubblicità? >> Alice la guardo strana:<< Per quale altro motivo dovrei farlo? >> Bella sbuffò:<< Perché nonostante quello che ti ha fatto non sai dire di no a James >> << Non è così, davvero >> protestò Alice:<< James non mi fa più alcun effetto, davvero. È finita e l’ho ampiamente dimenticato >> le altre due non commentarono continuando a sorseggiare i loro caffè.

Quel loro rito mattutino era ormai una tradizione da quando Alice aveva aperto il caffè, Rose era stata assunta alla boutique su Bourbon St. e Bella aveva iniziato a collaborare con sua madre per mandare avanti il loro piccolo B&B poco fuori città, si vedevano sempre più raramente e così avevano deciso di ritrovarsi lì quasi ogni mattina prima del lavoro per chiacchierare e fare colazione insieme:<< Io vado, sono in ritardo e la mia capa ha un appuntamento importante a cui mi ha chiesto di non mancare, ci vediamo sabato a cena dai tuoi Alice >> e sorridendo Rose raccolse la propria borsa correndo, solo lei poteva farlo, con i suoi tacchi dodici verso la boutique.

<< Vado anche io, mamma ha bisogno di una mano, a quanto pare il matrimonio dell’anno ha fatto riempire le camere e mamma vuole fare buona impressione come sempre >> Alice sorrise cominciando a preparare tutto per l’apertura:<< Renèe si preoccupa troppo, il B&B è fantastico e quegli spocchiosi cittadini di Washington lo adoreranno oppure avremo la conferma che non capiscono niente >> entrambe risero e salutando Bella uscì mentre Alice la guardava con un piccolo sorriso sul viso, chissà se il suo fratellone aveva messo in atto qualcosa…


Grimilde's

E anche Jasper ha fatto la sua piccola comparsa; per ora non ho aggiunto molto su di lui ma il motivo verrà spiegato in seguito (praticamnete quando lui e Alice si conosceranno meglio...)
Beh che Alice avrebbe preparato la tanto famigerata torta era quasi scontato bisognerà vedere che cos'ha in mente la capricciosa Victoria, la vedo molto male la situazione ma non si sa mai.
L'unica cosa che posso dire al momento è: per fortuna che Alice ha amiche come Rose e Bella che tengono molto a lei.
A presto visto che sto già andando avanti con il seguito; so che questo capitono non è lunghissimo ma era una sorta di prologo anche per Jasper visto che non c'era nell'incipit...

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Capitolo 3
*** 3 - Scambi, favori e grandi impiccioni ***


Capitolo 3

<< Mamma sono qui! >> e sorridendo Bella entrò nell’atrio della villa che Renèe aveva trasformato in bed and breakfast qualche anno prima dopo il divorzio dal marito e dopo il loro arrivo a New Orleans:<< Sono in cucina tesoro! >> la chiamò la voce allegra di sua madre ma prima che potesse aprire la porta sentì Renèe scoppiare in una fragorosa risata:<< Oh non così Edward! >> Edward? Che ci faceva il suo amico lì?

Appoggiando la mano sulla porta Bella l’aprì piano sbirciando all’interno, la scena che le si presentò davanti tuttavia era un po' diversa da quella che si era immaginata: il rampante avvocato Edward Cullen con uno dei grembiuli di sua madre intento a pulire i gamberi per il Gumbo:<< Ehi che sta succedendo qui? >> domandò entrando e guardandosi intorno, sentendo la sua voce Ed alzò gli occhi e per un istante, un brevissimo istante Bella vide l’imbarazzo passare sul suo volto, ma poi il suo viso tornò serio e lui prese uno straccio per pulirsi le mani:<< Ciao Bella >> << Ciao straniero >> lui alzò il labbro in quel sorrisetto sghembo che l’aveva fatta arrossire già dal loro primo incontro:<< Oh andiamo sono sempre io >> lei incrociò le braccia sul petto:<< Tu? Davvero? L’Edward Cullen che conosco io non se ne va in giro con grembiuli a fiori preparando Gumbo >> lui di nuovo le fece quel suo piccolo irresistibile sorriso:<< Appunto per questo sono venuto a chiedere aiuto a tua madre, voglio fare colpo su una ragazza e vorrei prepararle qualcosa di speciale >> Bella fece spallucce:<< Portala a cena in un bel ristorante, a chi non piacerebbe >> Ed fece per aprire bocca ma Renée si mise in mezzo con un sorriso:<< Tutti sono capaci di spendere soldi e fare bella figura Bella, pochi invece hanno la voglia e la tenacia di preparare qualcosa con le proprie mani per la persona a cui tengono >> Isabella restò immobile davanti a quelle parole così accorate ed Edward si sentì un po’ in imbarazzo, non era mai stato molto a suo agio con certi complimenti così gratuiti anche se sapeva che Renée aveva ragione.

<< Beh sì, ognuno fa quello che può signora Swan >> Renèe gli tirò un’affettuosa pacca sul braccio:<< Edward chiamami Renèe quante volte te lo devo ripetere?! >> << Mi scusi signora…Renèe >> si corresse alla fine continuando a tenere lo sguardo su Bella, stava per dire qualcosa quando il suo cellulare prese a squillare e lui si allontanò per rispondere:<< Sì, sì ho capito Leah, vengo subito in ufficio, non fate niente finché non arrivo>> poi chiudendo il telefono si voltò verso le due donne:<< Scusate devo scappare, hanno bisogno di me in studio >> Bella annuì e Renèe fece altrettanto facendo promettere ad Edward che sarebbe tornato un’altra volta per cena:<< Su Bella accompagna Edward alla porta intanto che io finisco di preparare qui >> la ragazza annuì accompagnandolo fino alla porta della locanda dove entrambi si fermarono sotto al portico senza sapere bene cosa dirsi:<< Beh buon lavoro allora >> commentò lei con un sorriso timido:<< Sì, credo che sarà una giornata lunga, stiamo lavorando ad un caso difficile >> Bella annuì:<< Spero vada tutto bene >> fu il turno di Edward di annuire:<< È solo burocrazia, ma niente di troppo complicato >> << Perché vuoi imparare a cucinare il Gumbo? >> era più forte di lei, voleva sapere quale misteriosa ragazza avesse spinto Edward Cullen a fare una cosa del genere, lui che con il suo lavoro e i soldi della sua famiglia poteva permettersi più di una cena di lusso:<< Perché come ha detto tua madre tutti sono capaci di portare una ragazza fuori a cena in un bel ristorante, ma solo chi ci tiene davvero si prende la briga di preparare qualcosa con le proprie mani >> << Devi tenerci proprio a questa ragazza >> Edward sorrise passandosi una mano nei capelli:<< Sì, in effetti ci tengo molto >> per un istante a quelle parole Bella si sentì morire, non lo aveva mai visto così determinato e invidiava non poco la fortunata in questione:<< Beh in bocca al lupo allora >> lui la guardo immobile per un attimo, avrebbe tanto voluto dirle qualcosa, cancellare quell’espressione delusa dal suo viso, consumare quelle labbra a suon di baci oppure… il suo telefono squillò di nuovo e interruppe il momento:<< Sì Leah sono per strada, dammi 10 minuti >> poi scostandosi il telefono dall’orecchio avvicinò le labbra al viso di Isabella sfiorandole la guancia:<< Ti chiamo dopo >> mimò con le labbra mentre la sua collega continuava a sbraitare dall’altra parte del telefono.

Bella lo guardò andare via chiedendosi che cosa stava succedendo ma poi uno stupido sorriso le sbucò sulle labbra ripensando al bacio di Edward…dio era proprio cotta!

 

<< Alice cara! >> sentendo quella voce stridula la piccola Cullen ringraziò di avere in mano solamente il coltello di plastica che usava per scolpire la pasta di zucchero perché se fosse stata davvero armata la sua ospite avrebbe fatto decisamente una brutta fine:<< Ciao Victoria >> salutò poi cercando di sembrare calma e rilassata:<< Non ti ho disturbato vero cara? Perché mi sono venute in mente un sacco di idee fantastiche per la torta e volevo parlartene visto che avevo un buco in agenda >> Alice capì che per il momento non avrebbe potuto continuare quel delizioso capolavoro a cui stava lavorando e, rassegnata, si voltò a guardare la sua ospite indesiderata/cliente:<< Dimmi pure Victoria… >> poi avvicinandosi ad un vecchio comò aprì un cassetto prendendo un quaderno dalla copertina a fiori e una matita:<< Ma non dovrebbe esserci anche James per decidere? >> la rossa agitò una mano con noncuranza:<< Oh Jam si fida ciecamente di me, sa che ho un gusto impeccabile...l’organizzazione del matrimonio è tutta in mano mia >>

ah bene, siamo a posto! Pensò Alice sforzandosi più che poteva per non alzare gli occhi al cielo, doveva ricordarsi che per quanto fosse odiosa e lei morisse dalla voglia di vederla sparire Victoria era una cliente e come tale doveva trattarla, in fondo non era la prima cliente difficile che aveva, poteva cavarsela.

<< Bene, allora che ne dici di cominciare dal gusto, che cosa avevi in mente per il ripieno? >> domandò cercando di concentrarsi sul lavoro, era più facile se si parlava di argomenti del genere, poteva evitare di commettere un omicidio:<< Oh il ripieno non è importante, quello che voglio è che sia enorme, gigantesca >> e mentre parlava Victoria cominciò a gesticolare quasi fosse su un palcoscenico di Broadway:<< Sì certo, sarà grande quanto vuoi, di quanti invitati stiamo parlando? >> << Duecento o giù di lì, non mi hanno ancora confermato tutti la loro presenza >> poi tornando a concentrarsi riprese il suo monologo:<< Dicevo: enorme con almeno tre o quattro piani, direi qualcosa di rosa cipria in modo che si intoni al mio vestito, poi magari ci metterei dell’oro o dei glitter, sai per dare quel tocco di luce in più >> glitter? Rosa e oro? Dio ma cos’era una festa di liceali o un matrimonio? Tuttavia come lei sapeva bene non era la pasticcera, vale a dire lei, a decidere ma gli sposi, in questo caso semplicemente Victoria con il suo eccellente gusto visto che James sembrava non aver voce in capitolo.

<< Dunque vediamo se ho capito bene: tre piani, rosa cipria e oro, glitter c’è altro che vuoi metterci? >> << No, non direi…per il momento è tutto ma se mi venisse in mente altro te lo farò sapere >> Victoria stava quasi per andarsene quando Alice la fermò, non voleva farlo ma era il suo lavoro, l’aveva sempre fatto al meglio e stavolta non sarebbe stato diverso:<< Se sei ancora indecisa sul ripieno posso farti un piccolo assaggio di prova delle mie torte da matrimonio così mi dirai quella che preferisci >> gli occhi della rossa brillarono:<< Oh sì sarebbe squisito cara! >> ok se la chiamava cara un’altra volta Victoria sarebbe morta soffocata dalla prima cosa che lei avesse trovato:<< Lo dirò a Jam, lui va matto per i tuoi dolci, me ne parla continuamente >> poi avvicinandosi alla porta che dava sul davanti del negozio rientrò in sala muovendosi come se fosse la padrona:<< Ho lasciato la mia agenda in ufficio, ti farò sapere quando possiamo organizzare l’assaggio >> Alice annuì:<< Sì, ti lascio il numero della pasticceria e… >> Victoria si passò una mano nei ricci smuovendo i capelli:<< Oh non ti preoccupare cara chiederò il numero a Jam, ce l’ha ancora sai…dice che può sempre tornargli utile >> stava quasi per andarsene quando i suoi occhi si focalizzarono sulla vetrina dove Alice aveva esposto alcuni dolci tra cui i famosi brownies al cioccolato che James amava tanto:<< Ora che ci penso…passerò da Jam per pranzo, mi prepareresti una scatola con qualcuno di quei cosi? Lui li adora e sono sicura che apprezzerà, sai sa sempre come essere riconoscente…non so se mi spiego >> per un attimo Alice dovette trattenersi dal vomitare, non le interessava la vita privata, anzi intima, di quei due! Faceva decisamente a meno di certi dettagli!

Preparando velocemente il pacchetto con i dolci lo porse a Victoria che stava per mettere mano al portafoglio:<< Lascia stare, offro io >> avrebbe fatto qualsiasi cosa per levarsela di torno il prima possibile:<< Sei un tesoro cara! Davvero! >> poi ancheggiando verso la porta aggiunse poco prima di uscire:<< A presto! >> possibilmente no pensò l’altra ma sapeva bene che non sarebbe stato così.

 

Virginia, dintorni di Little Creek

<< Ehi ma che fine avevi fatto amico? >> e Ryley lo accolse con un gran sorriso non appena lui entrò nel pub:<< Già, ci stavamo preoccupando di doverti venire a recuperare >> gli diede man forte Peter facendo segno al barista per un altro giro:<< Ragazzi sono appena le undici, quanto avete già bevuto? >> domandò Jasper scuotendo la testa poco prima di sedersi al tavolo:<< Oh stai zitto Jaz. Siamo in licenza fino a domani e ho intenzione di godermela appieno! >> replicò Peter mandando giù il bicchierino del liquido scuro, probabilmente scotch, che aveva davanti:<< Sarete anche il licenza ma se Swan o il comandante vi beccano conciati così niente vi salverà da un bel richiamo ufficiale e un doppio turno in lavanderia >> Ryley fece una smorfia:<< Ehi Jaz sei un amico terribile! >> << Già, tu si che sai come rovinare una bella bevuta! >> rincarò la dose l’altro allontanando l’ennesimo bicchierino da sé e guardandolo come se fosse il diavolo:<< Sapete che lo faccio per voi, ora però andiamo, dovete aiutarmi >> i due drizzarono le orecchie come due cani da caccia: Jasper Whitlock era la perfezione personificata, non aveva mai bisogno dell’aiuto di nessuno e le volte in cui lo aveva chiesto Peter e Ryley le contavano sulle dita di una mano quindi, da bravi “amici”, non si sarebbero persi quell’occasione per niente al mondo!

<< E in cosa dobbiamo aiutarti Mr Perfection? >> Jaz fece una smorfia sentendo il vecchio soprannome che il loro istruttore gli aveva affibbiato ai tempi di West Point:<< Tra due mesi c’è il matrimonio di mia cugina >> << Ah sì, la bellissima Victoria >> commentò Ryley che, anche se non l’avrebbe mai ammesso, aveva avuto una cotta per la rossa in questione:<< Sì Ryley, conosciamo già i tuoi monologhi su quanto il mondo sia ingiusto per averti tolto la donna della tua vita >> commentò Peter acido per poi tornare a guardare Jasper:<< Ora andiamo avanti; a che ti serviamo noi? >> << Dovete venire con me, io sono un disastro in certe occasioni, non so come comportarmi, come vestirmi, cosa dire…non posso andare laggiù da solo con amici e parenti che vorranno sapere che cosa faccio per vivere, perché non mi sono ancora sposato e via dicendo, non mi va >> gli altri due si guardarono in silenzio per un attimo poi Peter fece un sorriso:<< Insomma ti serve una spalla, potevi dirlo subito amico mio >> Jasper fece un piccolo sorriso di gratitudine, conosceva Peter dal loro primo giorno insieme a West Point e lui era l’unico che conoscesse tutta la sua storia e quanto per lui fosse difficile relazionarsi con il resto del mondo da quando era rimasto orfano e si era trasferito a Washington dagli zii; in fondo Jasper aveva scelto la carriera militare proprio per quello: usare il cervello e tenere sotto controllo tutto ciò che poteva, meno aveva a che fare con le emozioni e gli sbalzi d’umore delle persone e meglio era.

<< Uhm…una licenza a New Orleans…sicuro che il comandante non avrà niente in contrario? >> domandò Ryley pensandoci su:<< Io ho una settimana ma voi potreste chiedere solamente un giorno o due per il matrimonio >> stava quasi implorando e per certi versi la cosa era quasi comica, ma loro erano amici, commilitoni, fratelli, insomma erano troppo legati per fargli pesare una cosa del genere:<< Faremo domanda appena torneremo alla base così non ci saranno problemi >> commentò Peter poi alzandosi in piedi aggiunse:<< Ma visto che abbiamo ancora un paio d’ore direi che è il caso di pensare ad una cosa molto importante amico mio >> poi sogghignando divertito aggiunse:<< Che diavolo ti metterai a quel matrimonio? >> Ryley alzò gli occhi al cielo e Jasper stava per fare altrettanto ma il terzo borbottò:<< Oh non fare quella faccia, mi ringrazierai quando tutte le invitate non riusciranno a toglierti gli occhi di dosso e ti troverai una bella della Louisiana con cui passare la notte >> inutile andare avanti su quel discorso, l’ossessione di Peter per la moda e i bei vestiti era una cosa nota in tutta la base e che gli aveva fatto guadagnare il soprannome di Dummy (manichino) per quanto se la tirava quando non indossava la divisa della US Navy.

<< Non avrai carta bianca, sono stato chiaro? Niente di quelle tue strampalate camice colorate o quei due dannati cravattini >> lo ammonì Jasper mentre lui e Ryley si alzavano dal tavolo:<< Oh stai tranquillo amico mio, solamente pochi hanno la classe per indossare certe cose, tu sei più un tipo – ci pensò un attimo passandosi una mano sul mento – classico se così vogliamo dire, troveremo sicuramente qualcosa non ti preoccupare >> Jaz voltò la testa verso Ryley:<< Ti prego sparagli se continua così >> l’amicò sorrise e annuì pagando il conto e uscendo dal bar.

 

Due giorni dopo…

<< Jasper! Ciao! >> e la faccia allegra e sorridente, forse troppo sorridente per i suoi gusti, di Victoria comparve sullo schermo:<< Ciao Vic, allora come procedono i preparativi? >> il viso di lei si illuminò, amava essere al centro dell’attenzione e il suo matrimonio era solo l’ennesimo modo per farlo:<< A meraviglia, ho trovato dei centro tavola dorati davvero unici e poi… >> << Vic…Vic… >> non aveva voglia di sorbirsi il resoconto dei preparativi, soprattutto se si trattava di centro tavola e bouquet:<< Vic ti ho chiamato per chiederti un favore >> la ragazza tornò immediatamente seria, se c’era una cosa che adorava più dell’essere al centro dell’attenzione era dispensare favori, non che amasse farlo ma era bello che le persone fossero in debito con lei:<< Dimmi, se posso fare qualcosa per il mio cugino preferito >> Jaz cercò di non fare smorfie, odiava tutte quelle smancerie da quattro soldi:<< Sì, in effetti c’è una cosa >> poi sapendo bene quali corde toccare continuò:<< Potrei portare due amici con me al matrimonio? So di chiederti molto ma sei la persona più organizzata che conosco e sono certo che troverai una soluzione >> Victoria parve pensarci su:<< Due amici? >> lui annuì guardando la webcam:<< Sì, Peter e Ryley >> sul viso di Victoria passò un’ombra fugace ma poi la ragazza si illuminò come un albero di natale:<< Altri due SEAL…oh sarà emozionante, Jessica e Lauren impazziranno all’idea e sono giusto senza cavaliere… >> << Vic…non li porto per… >> << Oh andiamo Jasper me lo devi! E anche tu farai da accompagnatore, non voglio single il giorno del mio matrimonio! >> sapeva bene che c’era uno scotto da pagare, sapeva che gli sarebbe costato caro ma per nessun motivo al mondo si sarebbe presentato là senza i suoi amici a fargli da ancora di salvezza:<< D’accordo come vuoi, ci vediamo al matrimonio >> << Certo! Ah chiama il B&B per chiedergli altre due camere per i tuoi amici, io non ho il tempo di farlo, ti mando il numero più tardi >> poi salutandolo velocemente chiuse la chiamata e il logo di Skype tornò sullo schermo mentre lui si chiedeva se davvero la sua salute mentale valesse tutto quello sforzo.

 

<< Moon River B&B, sono Bella in cosa posso aiutarla? >> << Salve, mi chiamo Jasper Whitlock, dovreste avere una prenotazione a mio nome per l’ultima settimana di ottobre >> Bella fece scorrere velocemente le pagine dell’agenda che sua madre si ostinava a tenere invece di digitalizzare il tutto:<< Mi scusi può ripetermi il cognome? >> non riusciva a trovarlo ma era anche vero che Renée aveva una grafia terribile:<< Whitlock, Jasper Whitlock >> le ripeté la voce dall’altra parte con calma:<< Ah sì ecco qui…Whitlock… >> poi decifrando i geroglifici di sua madre aggiunse:<< Una singola con vista sul fiume per una settimana, in cosa posso aiutarla signor Whitlock? >> Jasper prese un piccolo respiro:<< Mi chiedevo se aveste a disposizione altre due camere per il weekend, due amici mi raggiungeranno e hanno bisogno di un posto dove stare >> due singole? Cavolo con la scusa del matrimonio di Barbie e Ken il Moon River era quasi al completo:<< Ehm…mi spiace ma la sola camera disponibile è una matrimoniale, se ai suoi amici può andare bene… >> Jasper sorrise guardando il suo riflesso allo specchio: Ryley e Peter in una matrimoniale anche se solamente per una notte sarebbe stato a dir poco comico:<< Se la faranno andare bene >> commentò poi asciutto:<< Mi spiace ma non abbiamo altre possibilità al momento >> << Non si preoccupi non avremo problemi >> in fondo i suoi amici erano soldati, si sarebbero adatti:<< Metta pure la camera a mio nome >> << Perfetto, ci vediamo ad ottobre signor Whitlock, arrivederci e buona giornata >> << Arrivederci >> Bella riattaccò prendendo nota della prenotazione per poi chiudere l’agenda e tornare ad occuparsi della lista della spesa, doveva andare al mercato prima che fosse tardi e ordinare ciò che serviva per le ricette di sua madre.

 

<< Bella! >> lei si voltò a quella voce baritonale che la chiamava:<< Emmett! >> e sorrise vedendo l’uomo avvicinarsi cercando di tenere in equilibrio la tracolla di pelle che aveva sulla spalla e le cartellette colorate strette sotto il braccio:<< Ciao! Ma che ci fai da queste parti? Credevo fossi a scuola >> lui sorrise indicando una bancarella a pochi passi da loro:<< Insegno mia cara, oggi lezione interattiva: visita al mercato cittadino >> osservando più attentamente la bancarella Bella si accorse del nutrito gruppetto di bambini che era intento ad ascoltare le spiegazioni del venditore mentre la collega di Emmett li controllava:<< Un giorno proporrò a tua madre una giornata al Moon River con i miei piccoli allievi >> Bella sorrise:<< Mamma lo adorerebbe! Ama i bambini >> << Beh forse aspetta solo che gliene dia uno tu con cui divertirsi >> le guance della ragazza divennero due pomodori a quelle parole, possibile che Emmett non conoscesse un minimo di pudore? Forse era per quello che era l’insegnante più amato del suo asilo: in fondo in fondo era solamente un bambino un po’ cresciuto!

<< Ma che cosa dici? Io non…ho solo ventiquattro anni! >> lui fece spallucce:<< Infatti, hai già ventiquattro anni >> la prese in giro ridendo:<< Idiota >> lo insultò facendogli la linguaccia:<< Sempre a disposizione >> poi tornando incredibilmente serio la guardò fisso negli occhi:<< Senti Bella…c’è un favore che devo chiederti… >> tornò seria anche lei:<< Dimmi pure >> << Sabato ci sarà la cena a casa dei nostri genitori >> << Sì, Rose e Alice mi hanno accennato qualcosa >> << Mi piacerebbe che ci fossi anche tu >>  Bella rimase perplessa:<< Cosa? E perché? >> << Non vuoi venire? Andiamo conosci mamma e papà, gli farà piacere rivederti >> Isabella cercò di capirci qualcosa, c’era qualcosa che Emmett nascondeva:<< Certo, lo so…quello che non capisco è perché tu vuoi che venga anche io >> << Perché sono tuo amico e ti sto chiedendo un favore >> non le avrebbe detto altro e lo sapevano entrambi, ma li sembrava tenerci molto e quindi non vedeva perché rifiutare:<< D’accordo, verrò. A che ora? >> Emmett fece per rispondere quando la sua collega lo chiamò per far spostare la classe alla bancarella successiva:<< Chiama Ed, ti darà lui tutti i dettagli >> << Come? Oh andiamo Em! >> << Chiama lui, anzi magari venite insieme così una volta tanto lui sarà puntuale >> poi salutandola velocemente tornò ai suoi marmocchi.

 

<< Cioè fammi capire bene: rosa cipria, oro e lustrini? D’accordo che siamo a New Orleans, ma questo è davvero pacchiano >> e facendo una smorfia Rose arricciò il naso mentre Alice stava raccontando alle amiche del suo incontro con Victoria di due giorni prima:<< Bella? Bella stai bene? >> domandò poi la piccola Cullen guardando l’amica che non aveva quasi aperto bocca da quando si erano sedute al bancone:<< Cosa? >> << Stai bene? Sembri su un altro pianeta >> commentò Rosalie allungando una mano per stringere la sua:<< Sì, sì tutto bene, stavo solo pensando all’invito di Emmett >> sentendo nominare il suo ragazzo Rosalie sorrise:<< Che cos’ha fatto stavolta quell’orso? >> Bella sorrise appena:<< Niente di che, mi ha invitato alla cena di sabato a casa loro >> poi sbuffando nervosa aggiunse:<< Oh andiamo che cosa centro io in una cena di famiglia dai Cullen? >> le altre due si guardarono per un attimo poi Alice si avvicinò all’amica sorridendo:<< Bella tu sei mia amica, anzi fai parte della famiglia…tutti noi saremmo molto felici di averti a cena con noi >> << Sì, ma sono le vostre cene di famiglia, sono private che… >> Rose non la lasciò finire:<< Alice ha ragione, fai parte della famiglia e se te lo dice una che è stata accolta dai Cullen nonostante sia una perfetta rompiscatole credici! >> in un attimo le tre scoppiarono a ridere e fu proprio così che le trovò Edward quando entrò nella pasticceria alla ricerca della sorella.

<< Ehi ho interrotto qualcosa? >> domandò poi avvicinandosi e sentendosi leggermente osservato:<< No Ed assolutamente! >> commentò Rose con un gran sorriso che le si allargava sul viso:<< Stavamo solo parlando dell’invito che Emmett ha fatto a Bella per la cena di dopo domani >> il ragazzo annuì:<< Sì, mi ha mandato un messaggio prima per ricordarmelo >> poi guardando Isabella aggiunse:<< La cena è alle otto, ti va se ti passo a prendere io così andiamo insieme? >> << Non devi disturbarti, non serve che… >> << Sono di strada, davvero nessun disturbo >> le ricordò allegro e, messa alle strette dagli sguardi delle sue amiche, Bella annuì:<< D’accordo allora, ci vediamo sabato >> Edward annuì a sua volta:<< Ora però scusatemi ma devo parlare un attimo con la mia sorellina preferita >> immaginando che ci fosse qualcosa sotto Alice lo fulminò:<< Che ti serve fratellino caro? >> tanto valeva rendergli le cose difficili:<< Possiamo parlarne in privato? >> << Uuhhhh in privato…allora è una cosa seria >> commentò Rose ridendo per poi guardare Isabella:<< Andiamo visto che non siamo ben accette >> poi afferrandole la mano la tirò giù dallo sgabello trascinandola fuori dal locale.

Rimasti soli Alice guardò il fratello:<< Allora? Che cosa c’è? >> << Mi serve il tuo aiuto >> << Per fare cosa? >> << Emmett ha invitato Bella alla cena di sabato >> << Sì questo lo so >> << Ma io volevo saltare la cena di mamma per invitarla fuori, volevo chiederle di uscire ma quell’impiccione non è mai capace di farsi gli affari suoi >> inaspettatamente Alice, incapace di trattenersi oltre, scoppiò a ridere di gusto:<< Oh Eddy! >> era raro che qualcuno della sua famiglia lo chiamasse ancora così da quando aveva finito le elementari:<< Cosa? >> cercando di riprendere il controllo di sé la ragazza si passò le mani sul viso smettendo di ridere:<< Quanti anni ci hai messo ad arrivarci? >> << Non sei divertente, avevo chiesto a Renée di insegnarmi a cucinare il piatto preferito di Bella e volevo chiedere a te di prepararmi quella tua fantastica creme brulée... >> Alice gli si avvicinò poggiandogli una mano sul braccio:<< Calmati campione, forse possiamo trovare una soluzione… >> << Vale a dire? >> lei sorrise malefica e per un istante lui si chiese dove fosse la sua dolce e adorabile sorellina:<< Sabato prenditi la giornata libera, forse possiamo ancora organizzare qualcosa >>


Grimilde's

Povero Edward! Sembro un po' cattiva ma mi sto divertendo troppo con questa sua versione un po' sfortunata...In fondo credo che se non ci fossero Emmett ed Alice quel poveraccio ci metterebbe una vita a dichiararsi! Chissà magari la cena di famiglia farà il miracolo...
E così Jasper non verrà da solo al matrimonio...anche se Victoria lo ha già accoppiato con qualcuna delle sue amiche ciò non toglie che avrà un piacevole incontro appena arrivato in città,
in fondo è ora di far incontrare i nostri piccioncini ma tutto questo nel prossimo capitolo!
A presto.

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Capitolo 4
*** 4 - Alice in Sweetland ***


Capitolo 4

L’idea di sua sorella gli era sembrata folle fin dall’inizio, ma ora che si stava preparando per andare a prendere Isabella era anche peggio!

Aveva passato tutta la mattina in giro per il mercato con Alice alla ricerca degli ingredienti per il Gumbo per poi rinchiudersi nella cucina di sua madre sotto la supervisione della sorella e del padre mentre preparava da mangiare per quella sera.

Era straordinario quanto le abili mani da chirurgo di Carlisle Cullen, primario del pronto soccorso di New Orleans, fossero utili anche in cucina; suo padre affettava verdure come se non avesse mai fatto altro nella vita e, i suoi figli lo sapevano bene, per certi versi era così.

Si stava giusto stringendo il nodo della cravatta quando il suo cellulare prese a squillare, lo prese rispondendo senza quasi controllare chi fosse:<< Cullen >> << Ed! Dio come sei serio fratello! >> sentendo la voce di Emmett alzò gli occhi al cielo:<< La colpa è tutta tua pettegolo! Che cosa ti è venuto in mente? Perché hai invitato Bella? Avevo dei progetti >> dall’altro lato del telefono Emmett rise di gusto:<< Sì certo…progetti che avresti attuato tra vent’anni fratellino! >> poi tornando serio aggiunse:<< Ad ogni modo ho un annuncio da fare e vorrei che foste tutti presenti >> << Un annuncio? >> anche se non poteva vederlo immaginava la faccia sorridente e soddisfatta di Emmett:<< Già, anzi a questo proposito ho bisogno delle tue consulenze legali fratellino >> << Consulenze legali? In che guai ti stai cacciando Emmett? >> << Nessun guaio, davvero >> Edward scosse la testa:<< Perché non ti credo? >> Em rise di nuovo:<< Perché sei un maledetto avvoltoio e in quella specie di università ti hanno insegnato a pensare sempre il peggio della gente >> << Ehi! Harvard è un rispettabilissimo college >> << Dove vi insegnano a vivere delle disgrazie degli altri e a diffidare di chiunque >> Edward sapeva bene che Emmett odiava gli avvocati e tutto ciò che riguardava la sua professione, aveva le sue ragioni e lo capiva, ma continuavano comunque a volersi bene.

 

<< Bella! È arrivato Edward! >> la voce di sua madre la riscosse mentre era ferma davanti allo specchio ad ammirare il vestito che Rose le aveva prestato: quasi non si riconosceva…lei non portava mai cose del genere ma per una cena a casa Cullen era davvero necessario.

<< Scendo subito! >> urlò ben sapendo che Renée l’avrebbe di certo chiamata di nuovo, poi tornò a guardarsi: aveva lasciato i capelli sciolti nella speranza di coprire un po’ le spalle che il vestito, rigorosamente senza spalline, lasciava scoperte; Rosalie aveva un gusto fantastico e quell’abitino a tulipano con la gonna di tulle e seta color vinaccia risaltava come una gemma sulla sua pelle chiara, tuttavia lei continuava a sentirsi a disagio…o almeno finché non arrivò all’ingresso e vide lo sguardo del suo cavaliere…

<< Ciao >> << Ciao >> lo salutò a sua volta:<< Il vestito me lo ha prestato Rose >> commentò poi non sapendo esattamente cosa dire:<< Ricordami di ringraziarla >> poi aprendole la porta le fece segno di uscire mentre lui salutava Renée:<< La riporterò finita la cena, buona serata Renée >> la donna sorrise:<< Oh per me puoi anche riportarmela domani mattina, so che mia figlia è in buone mani >> aggiunse strizzando l’occhio a Bella facendola arrossire:<< Vedrò cosa posso fare >> scherzò Edward prima di seguire la sua dama fino alla sua auto aprendole galantemente la portiera.

 

Quando raggiunsero l’abitazione dei Cullen, meglio nota come Villa Trastevere in onore del luogo dove i genitori di Edward si erano conosciuti, Bella si sentì come sempre un po’ in soggezione; se da un lato era vero che i Cullen erano una famiglia come tante dall’altro erano anche una delle più abbienti e note della città; con un figlio insegnante, uno avvocato e una giovane imprenditrice che dirigeva da sola la sua pasticceria, il dottore e la dottoressa Cullen erano praticamente la coppia perfetta e, secondo le voci che giravano in città, una delle più invidiate.

<< Emmett e Rose devono essere già arrivati >> commentò Ed indicando con la testa la berlina nera di suo fratello:<< Alice? >> domandò invece Bella non vedendo il maggiolino color ciliegia dell’amica:<< L’ho lasciata oggi pomeriggio in pasticceria e mi ha detto che ci saremmo visti qui >> commentò lui mentre scendeva dalla macchina per avvicinarsi all’ingresso:<< Magari sta preparando un dolce e si è persa a decorarlo, provo a chiamarla >> << Sono qui! Sono qui! >> e una voce un po’ affannata li fece voltare verso la ragazza che scendeva dalla macchina sorridendo con addosso un completo pantaloni nero dal taglio classico:<< Ehi! Come mai in ritardo? >> domandò Ed vedendo lo sguardo della sorella:<< Chiedilo a Jacob Black, sono sempre felice di aiutare un amico ma quel ragazzo a volte è davvero… >> << Jacob? Il tuo vicino? >> domandò Bella che conosceva di vista il gestore del bar pizzeria di fronte alla pasticceria di Alice:<< Sì, a quanto pare suo padre viene in città e lui mi ha implorato di preparargli qualcosa di speciale per il suo arrivo tra un paio di giorni, non ho potuto rifiutare >> Edward scosse il capo:<< Tu sei troppo buona sorellina, dovresti imparare a dire di no >> Alice annuì:<< Lo so, ma è un amico e vuole solo fare bella impressione su suo padre >> mentre i tre entravano in casa Alice guardò Ed:<< Hai idea di cosa ci deve dire Emmett? Sembrava fin troppo su di giri ieri >> << Non ne ho idea, mi ha solo detto che sono notizie importanti e che avrà bisogno delle mie consulenze legali >> << Emmett che ha bisogno di un avvocato? >> domandò Bella perplessa:<< In che cosa cavolo si è cacciato? >> domandò Alice mentre entravano nel soggiorno dove il resto della famiglia era già comodamente seduto a sorseggiare un aperitivo:<< In niente di preoccupante sorellina adorata… >> commentò il diretto interessato sorridendo come se avesse appena toccato il cielo con un dito:<< Sorellina adorata? Che ti serve Emmett Cullen? >> domandò Alice guardinga:<< Oh andiamo deve per forza esserci un motivo per dimostrare a mio fratello e mia sorella che gli voglio bene? >> Ed e Alice si guardarono per un istante poi Edward tornò a guardare il fratello maggiore:<< Detto da te? Sì, ovviamente c’è un motivo >> l’altro alzò gli occhi al cielo poi si avvicinò al mobile bar di suo padre:<< Che vi preparo? >> domandò poi distrattamente mentre dalla cucina uscivano Rosalie e la signora Cullen chiacchierando allegramente.

 

<< Oh Isabella! Che piacere vederti! >> e la padrona di casa, magnifica con un paio di pantaloni crema e un maglioncino grigio fumo si avvicinò per abbracciarla:<< Grazie a voi per l’invito signora Cullen >> la donna scosse la testa facendo ondeggiare i lunghi capelli scuri:<< Chiamami Esme tesoro, sei di famiglia ormai >> Bella annuì cercando di rilassarsi, nonostante conoscesse Alice ed Edward dai tempi della scuola e la piccola Cullen fosse la sua migliore amica, aveva passato ben poco tempo in quella casa e un po’ si sentiva ancora a disagio.

<< Allora Emmett? Qual è questa grande notizia? >> e continuando a sorseggiare il suo drink Carlisle guardò il figlio:<< Beh volevo aspettare dopo cena per parlarne… >> cominciò Emmett:<< Ma visto che siete tutti qui… >> << Non ha detto nemmeno a me che cosa sta succedendo >> commentò Rose in un bisbiglio comparendo accanto a Bella e Alice:<< Sapete che la scuola dove lavoro è privata >> continuò Em:<< A quanto pare la preside, la signora Newton, vuole andare in pensione, è anziana e non se la sente più di avere una responsabilità del genere >> erano tutti fermi ad aspettare la grande notizia, Emmett ci metteva sempre una vita a raccontare le cose ma ci erano tutti abituati.

<< C’è stata una riunione degli insegnanti e del consiglio dei genitori settimana scorsa, hanno avanzato delle proposte ma dal momento che non si è fatto avanti nessuno pensavano di chiudere la scuola >> << Ora ditemi dov’è la bella notizia >> commentò Ed a bassa voce, forse non troppo bassa visto l’occhiataccia che gli tirò Emmett:<< Ho detto pensavano, fratellino impaziente, fammi finire >> Ed fece un piccolo inchino per incitarlo scherzosamente a continuare:<< Ho parlato con alcuni colleghi e mettendo insieme i nostri risparmi abbiamo deciso di acquistare noi la scuola >> guardando i suoi famigliari Emmett non seppe dire chi di loro fosse più sorpreso, forse Alice o Rose visto le loro espressioni:<< Cioè fammi capire bene… >> e la sua fidanzata gli si avvicinò piano:<< Vuoi comprare la Newton Primary School? >> lui annuì:<< Sì, lasceremo il nome in onore della signora Newton ma gestiremo noi la scuola, sarà strano in effetti fare il preside ma… >> << Preside? >> domandò Alice guardandolo incredula, Emmett scoppiò a ridere passandosi una mano nei capelli:<< Beh abbiamo votato, ha scelto la maggioranza >> Esme e Carlisle si avvicinarono al figlio abbracciandolo a turno fieri del suo successo:<< Allora? Che mi dici? Ti piace l’idea? >> domandò il giovane guardando Rose:<< Mi piace? >> domandò lei sorridendogli orgogliosa:<< La adoro! >> poi stringendogli la mano e baciandogli una guancia aggiunse in un soffio:<< E quando torniamo a casa ti farò vedere anche quando signor preside >> << Bene, direi che è il momento di mettersi a tavola e di festeggiare allora >> e indicando la porta della sala da pranzo Esme fece per tornare in cucina quando:<< Edward, vieni a darmi una mano tesoro >>

 

<< Credevo aiutassi tu tua madre >> commentò Bella sedendosi accanto ad Alice:<< Conosci le regole di casa Cullen, chi cucina serve anche a tavola >> << Sì, infatti >> poi rendendosi conto di quello che l’amica aveva appena detto spalancò gli occhi stupita:<< Aspetta…ma quindi Edward ha… >> Emmett scoppiò a ridere:<< Oh sì Bella! Non hai idea di quanto era spassoso! Ti sei persa uno spettacolo, è stato tutto il giorno chiuso là dentro, ha quasi fatto impazzire la povera Alice >> << Oh smettila Em! Era la sua prima volta, tutti sono ansiosi la prima volta che si mettono ai fornelli >> << Tu non lo eri, ti è sempre venuto naturale >> commentò Bella e l’amica si voltò guardando suo padre seduto a capotavola:<< Il merito è tutto di papà, mi ha regalato il mio primo Dolce Forno a tre anni, non potevo finire che con la mia pasticceria >> il resto della conversazione fu interrotto da Esme ed Edward che rientravano con la cena.

<< Gumbo...wow…è il mio piatto preferito >> commentò Bella quando Ed le servì la sua porzione:<< Sì, lo sappiamo >> replicò Emmett e il fratello lo fulminò sul posto ma….:<< È delizioso, potrebbe competere con quello di mamma! >> alle parole di Isabella per poco la zuppiera non sfuggì dalle mani di Ed che si affrettò a sedersi cercando di non diventare imbarazzato come un bambino alla prima interrogazione.

 

Dopo la deliziosa crème brûlée di Alice si spostarono tutti sotto al patio sul retro della casa, era ancora una bella serata nonostante fosse autunno e quindi ci si poteva godere un po’ di pace e tranquillità all’aperto.

<< Bella… >> la ragazza si voltò sentendosi chiamare e trovandosi Edward a pochi passi che, senza la giacca del completo sembrava molto più accessibile del solito:<< Sì? >> << Ti va di fare due passi? >> le domandò indicandole il grande giardino:<< Agli altri non dispiacerà se ci allontaniamo? >> Ed lanciò un’occhiata al resto del gruppo impegnato a fare finta di non ascoltarli:<< No, non credo che gli dispiacerà >> replicò poi sperando di sembrare naturale e poco dopo scesero i gradini per incamminarsi nel prato.

 

<< Sono davvero una bella coppia >> sospirò Esme guardandoli passeggiare:<< Non sono ancora una coppia mamma, prima Ed deve decidersi a fare il grande passo >> << Emmett! >> lo rimproverò la donna ma lui non si scompose nemmeno:<< Oh andiamo mamma lo sai che ho ragione! >> Esme scosse il capo sorridendo, voleva troppo bene ai suoi ragazzi per arrabbiarsi davvero:<< Ad ogni modo hai ragione mia cara >> commentò Carlisle baciando una guancia della moglie:<< Sono davvero una bella coppia >>

 

Mentre loro spettegolavano, a metà del giardino, i due piccioncini stavano chiacchierando delle più futili banalità che potessero esistere, entrambi indecisi su cosa dire o cosa fare per non rovinare quel loro strano rapporto.

<< Sai non credevo fossi così bravo in cucina…dici sempre che vai avanti a cibi precotti >> lui fece spallucce:<< Ed è vero! Non avevo mai cucinato niente in vita mia, salvo i biscotti quando mi costringeva Alice ma ho sempre bruciato anche quelli >> scoppiarono entrambi a ridere nello stesso momento ma, maledetta goffaggine, mentre camminavano Bella non si accorse di dove stava mettendo i piedi e perse irrimediabilmente l’equilibrio.

Chiuse gli occhi aspettando di sentire l’impatto con il suolo, il vestito si sarebbe sporcato d’erba e Rose l’avrebbe uccisa, dio era un vero disastro!

Tuttavia il tempo passava ma non succedeva niente:<< Bella…puoi anche aprire gli occhi >> spalancandoli di colpo si trovò a specchiarsi nelle iridi chiare di Edward a pochi centimetri dalle sue:<< Mi hai preso >> constatò poi quasi avesse appena scoperto chissà quale sconcertante verità:<< Certo che l’ho fatto! Non ti farei mai cadere >> le ricordò con un caldo sorriso:<< Sei un vero gentiluomo >> l’aveva detto solamente per prenderlo in giro ma Ed sorrise malizioso:<< Posso fare anche di meglio sai? >> << Davvero? >> lui annuì aiutandola a rimettersi dritta:<< Sì >> la sua voce era così calma, così decisa:<< Tipo cosa? >> << Questo >> e preso anche lui da chissà quale coraggio colmò la distanza tra le loro bocche stringendo a sé quel piccolo corpo delicato.

 

<< Visto! Ti avevo detto che dovevamo solo lasciarlo fare >> e sbriciando dal portico Alice sorrise fiera della sua opera guardando poi Emmett che scuoteva la testa:<< Sé! Lasciarlo fare! Ci ha messo sei anni! Sei anni Alice! >> << Beh ma ora sono entrambi esattamente dove devono essere >> replicò Rose e la piccola Cullen concluse sognante:<< Insieme >> poi non dando voce ai propri pensieri Alice rifletté che le sarebbe piaciuto davvero tanto trovare qualcuno che la guardasse nel modo in cui Edward guardava Bella, in cui Emmett guardava Rose o anche in cui suo padre guardava sua madre…quello era amore vero; aveva creduto anche lei di averlo trovato con James molti anni prima, poi lui era partito per una missione e quando era tornato c’era Victoria con lui e il suo sogno si era infranto.

Victoria…proprio il suo primo appuntamento dell’indomani…avrebbe dato qualsiasi cosa per evitarlo, ma era lavoro e lei faceva bene il suo lavoro, sempre chiunque si trovasse davanti!

 

New Orleans, 29 ottobre 2015

Quattro giorni al matrimonio

<< Così è qui che si è trasferita Vicky >> e guardandosi intorno mentre Peter stava parcheggiando Riley cominciò a scrutare ogni singolo angolo di quel posto del tutto nuovo.

<< A dire il vero questo è il B&B che ha prenotato per noi, lei vive dall’altra parte della città a casa di quel James >> borbottò Jasper che poco tollerava quello spaccone di marine:<< Non lo digerisci proprio vero? >> domandò Riley sempre sorridendo:<< Non è quello, non lo conosco neanche, diciamo solo che non mi ha fatto tutta questa bell’impressione quando l’ho visto dagli zii un paio di anni fa >> replicò l’altro aprendo la portiera e scendendo dalla macchina:<< Moon River, che posticino accogliente >> poi aprendo il baule e prendendo la propria sacca Riley continuò acido:<< Sembra di stare nella casa nella prateria >> Peter si avvicinò ridendo:<< Oh andiamo brontolone, non hai imparato niente quando eravamo a Bogotà? Mai giudicare un libro dalla copertina >> << Beh qui non c’è molto da dire mi sembra, dico bene Jaz? >> domandò Riley sempre più convinto ma il biondo aveva già recuperato la sua sacca e si stava avvicinando all’ingresso.

 

<< Bene, direi che questo era tutto, passerò domani per le torte che mi ha ordinato tua madre >> commentò Alice sorridendo:<< Tranquilla Alice, non devi impazzire, so che hai abbastanza da fare ultimamente >> la ragazza scosse la testa:<< Preferisco preparare crostate e biscotti per il B&B che quell’orribile ammasso di rosa e glitter >> << Allora è proprio determinata >> sorrise Bella che da settimane sentiva l’amica lamentarsi per i gusti, molto discutibili, della futura sposa:<< Sì, per lo meno sono riuscita a fare qualcosa di elegante, ma non è proprio il mio genere >> << Sì, posso immaginarlo >> commentò Isabella avvicinandosi alla porta per aprirla e accompagnare fuori l’amica.

 

<< Ci vediamo da Emmett e Rose stasera per decidere i costumi o tu e Ed sparirete anche oggi? >> Jasper si fermò giusto in tempo per non finire addosso alle due ragazze che stavano uscendo dalla porta principale:<< Mi scusi >> commentò poi la più bassa delle due sorpassandolo e scendendo velocemente le scale, quasi inconsapevolmente la seguì con lo sguardo vedendola salire su un maggiolino rosso accesso.

<< Buongiorno, desidera? >> si voltò sentendo l’altra ragazza che si rivolgeva a lui tornando sé stesso:<< Jasper Whitlock, ho una prenotazione >> la ragazza annuì rientrando e dirigendosi dietro un piccolo bancone di legno finemente lavorato:<< Mi faccia controllare >> poi scorrendo velocemente una grossa agenda sorrise:<< Ah sì ecco qui, Whitlock, due camere >> poi girandosi prese le chiavi dalla rastrelliera:<< Ha bisogno di una mano con i bagagli? >> << Ehi Jaz! Potevi aspettarci! >> lo rimbeccò Riley entrando nella piccola hall come se si trovasse al mercato:<< Ma quanto la fai lunga, fattela passare o giuro che ti uccido Riley! >> lo rimbeccò Peter entrando poco dietro di lui e in quel momento Jasper sorrise malefico guardando le due chiavi che aveva in mano e ricordando che i suoi insopportabili amici dovevano condividere una camera per i prossimi tre giorni:<< No, grazie facciamo da soli >> poi voltandosi verso gli amici lanciò la chiave a Peter che la prese al volo:<< Avanti smettetela e andiamo >> la receptionist sorrise:<< In cima alle scale a sinistra, ultime due camere in fondo >> << Grazie, signorina? >> la ragazza sorrise:<< Bella Swan, mia madre è la proprietaria >> Jaz annuì poi facendo segno agli amici iniziò a salire le scale.

<< Dimmi che è uno scherzo! Ti prego dimmi che non dovrò… >> e Peter lo guardò supplicante mentre guardava la camera con il letto matrimoniale incazzato all’idea di doverla dividere con quel rompiscatole di Riley:<< Oh andiamo Pete, è solo per due giorni, non avevano altre camere >> << Dovevi dirgli di no, sarei venuto solamente io e ci saremmo disfatti del peso morto qui >> << Mi hai dato del peso morto Pete? >> domandò Riley guardandolo male:<< Sei un peso morto, hai ancora una cotta per la cugina di Jaz e mi ammorberai per tutto il tempo con questa lagna >> << Io non ho una cotta per… >> ma Peter non lo lasciò finire entrando in camera e buttando il proprio borsone sul letto:<< Oh sì che ce l’hai ma non ho intenzione di restare a sentire le tue lagne >> poi guardando Jasper aggiunse:<< Mi devi un favore tenente, un grosso favore >> poi tornando a Riley gli mise un braccio attorno alle spalle:<< Tranquillo sergente penserò io a farti passare il mal d’amore >> poi chiudendo la porta della stanza lasciò Jasper di nuovo solo.

 

Una volta nella sua camera Whitlock poggiò la sacca ai piedi del letto e rimase immobile per un attimo guardandosi introno: un po’ Riley aveva ragione a definire quel posto “casa nella prateria” non perché fosse stucchevole o dallo stile country, tutt’altro…tuttavia c’era ovunque quell’inconfondibile tocco femminile che aleggiava in giro rendendo l’atmosfera molto più calda e accogliente.

Avvicinandosi al piccolo scrittoio posto strategicamente sotto la finestra Jaz notò un piccolo sacchetto trasparente contenente dei biscotti tondi, il biglietto di fianco diceva: “ Per una buona permanenza, cordialmente lo staff del Moon River ”, ecco esattamente quello che intendeva: nessuno in nessun hotel del mondo avrebbe mai messo un sacchetto di biscotti appena sfornati come benvenuto per gli ospiti, al massimo qualche caramella o cioccolatino sul cuscino e, negli hotel di lusso magari, un cesto di frutta ma niente del genere.

Avendo passato molto tempo in macchina e senza quasi fermarsi vista la guida a dir poco spericolata di Pete sciolse il piccolo cordino che chiudeva il sacchetto e allungò la mano tirando fuori un biscotto mettendoselo in bocca.

Ci mise un attimo per assimilare tutti i sapori, era diverso da come se lo aspettava: sapeva di…caffè…caffè e cioccolato per la precisione, era un mix molto deciso ma anche molto piacevole; guardò di nuovo il sacchetto e notò un piccolo cartoncino rosso scuro attaccato al nastro con la scritta “ Alice in Sweetland ”, probabilmente venivano da qualche negozio del posto, eppure sembravano fatti in casa, fatti al momento…

Deciso a non soffermarsi troppo su questioni di poca importanza lasciò i biscotti sul tavolo tornando a disfare la propria valigia, quella sera aveva una cena con Victoria e non voleva assolutamente fare tardi.

 

<< Superman e Wonder Woman? >> e quella sera Alice guardò Rose che stava mostrando al gruppo i costumi che lei ed Emmett avrebbero indossato alla festa di Halloween che si sarebbe tenuta al locale di Jacob e Seth:<< Chissà perché non mi aspettavo niente di diverso da voi due >> commentò Ed con un sorrisetto divertito ma il fratello lo ammonì:<< Oh proprio tu vieni a farmi lezioni? Mary Poppins e Bert? Sei sdolcinato da fare schifo fratello! >> Edward sorrise accarezzando una mano di Bella con la sua:<< E allora? Tu hai fatto di peggio i primi tempi che ti sei messo con Rosalie, ora è il mio turno >> Alice sorrise, quei due erano davvero due testoni ma si volevano un gran bene:<< E tu Alice? >> la voce di Bella la riscosse:<< Io cosa? >> << Cosa ti metterai alla festa? Abbiamo trovato tutti qualcosa nell’armadio delle meraviglie di Rose, ma tu hai deciso qualcosa? >> la piccola Cullen ci pensò un attimo, negli ultimi anni da quando era finita c0on James si era sempre mascherata da cuoca zombie e cose così, niente di eclatante e niente che potesse attirare l’attenzione su di lei:<< Potrei usare lo stesso costume dell’anno scorso, in fondo è ancora in ottimo stato e… >> << Oh non se ne parla signorina! >> la voce di Rose era imperiosa, vale a dire che non ammetteva repliche:<< Dovrei avere qualcosa della tua taglia da qualche parte, è perfetto per te >> << Rose non serve…davvero non… >> ma l’altra si era già alzata e si era messa a frugare nell’armadio.

Ne riemerse cinque minuti dopo con una custodia per abiti scura:<< Ecco! Trovato! >> e porse il tutto ad Alice che lo aprì piano mostrando un delicato strato di tulle color panna impreziosito da piccoli ricami dorati:<< Rose…ma io… >> << È un costume da regina delle fate, è l’unico che ho della tua taglia, dentro ci sono anche una maschera e le ali, dovresti metterci i sandali dorati che ti abbiamo regalato per il compleanno, ci staranno benissimo >> << Regina delle fate? Andiamo Rosalie io non… >> << Non ti farò vestire da zombie per la milionesima volta! Quel costume è orribile! >> Alice stava per rispondere poi accorgendosi dell’ora scattò in piedi come una molla:<< Scusate devo scappare! Domattina ho un paio di commissioni e un sacco di ordini da finire >> << Alice dovresti assumere qualcuno che ti dia una mano, non puoi fare tutto da sola >> << Ce la faccio Emmett, se avrò bisogno di una mano chiamerò Bree >> poi sorridendo e salutando velocemente il gruppo Alice scappò in strada, fortuna che la casa di Rose ed Em era a pochi passi dal quartiere francese, così non avrebbe fatto troppa strada da sola di sera.

 

Aveva deciso di fare due passi prima di tornare al b&b per chiarirsi un po’ le idee: durante la cena Victoria lo aveva informato che avrebbe dovuto fare da accompagnatore ad una certa Jane che, a quanto diceva sua cugina, era sì una sua collega, ma anche la figlia del suo capo. << Voglio che tu la faccia divertire, è una VIP e non posso che affidarle il mio miglior accompagnatore >> si era trattenuto dal rispondere a Victoria solamente perché era sua cugina, ma l’avrebbe volentieri mandata al diavolo: chi cavolo si credeva di essere? Lui era suo cugino ed era un invitato, non un bambolotto di cui lei poteva disporre…certo Peter e Riley avrebbero fatto i salti di gioia con le due damigelle che la rossa aveva scelto per loro, ma lui? Lui non aveva una ragazza da così tanto tempo che quasi non si ricordava più com’era…non che non ne avesse avuto occasione intendiamoci, era solo stato assorbito dall’accademia, dal JAG e poi dall’entrata nei SEAL e ora c’era il Team Six; aveva deciso molti anni prima di concentrarsi unicamente sulla sua carriera e non avrebbe cambiato idea, non certo ora che era ad un passo dalla sua meta.

 

<< Mi scusi, non l’avevo vista >> Alice si sentì immensamente stupida, troppo presa dalla fretta di arrivare a casa non aveva fatto attenzione e per schivare un gruppo di ragazzini che si era piazzato davanti al locale jazz all’angolo della sua via era andata a sbattere contro qualcun altro.

<< Non stavo guardando dove andavo, mi scusi se… >> ma le parole le morirono in gola quando alzò gli occhi sul biondo dal fisico statuario che aveva davanti:<< Non si preoccupi, non è successo niente >> << Meno male, mi scusi ancora… >> non la smetteva di scusarsi ma quegli occhi scuri la mettevano un po’ in soggezione anche se non nel senso che uno poteva immaginare:<< Stia tranquilla, può capitare con tutta questa gente in giro >> lei annuì raccogliendo in fretta la propria borsa che era caduta a terra poi sorridendo di nuovo deglutì per non dire ancora la parola scusa e girando intorno all’uomo fece qualche passo per arrivare a casa.

 

In parte divertito dall’imbarazzo della ragazza e in parte affascinato da quegli occhi scuri quasi quanto i suoi Jasper la guardò raccogliere in fretta il contenuto della sua borsetta, avrebbe voluto chinarsi per aiutarla visto anche la grossa custodia per abiti che lei aveva in mano, ma era come paralizzato, era come se un fulmine lo avesse colpito paralizzandolo lì sul posto.

<< Arrivederci, buonanotte >> sentì la sua voce che si allontanava mentre lo salutava e si sentì un idiota per non aver detto niente che avesse senso, non sapeva nemmeno come si chiamasse…

La guardò attraversare la strada ed entrare nella porticina laterale di un edificio, spostò gli occhi sul resto del palazzo nella speranza di vedere una luce accendersi al piano superiore ma i suoi occhi incontrarono solamente un’insegna illuminata da qualche faretto che diceva: “ Alice in Sweetland ”.

Grimilde's

Ed finalmente Edward si è dato una mossa! (Era ora! Anche se la cosa non finisce qui vi avviso!)
Cosa ancora più importante il primo incontro dei piccioncini...diciamo più scontro...manca poco al matrimonio di Barbie e Ken ma prima ci sarà una molto coinvolgente festa di Halloween a cui nessuno può mancare...
A presto...

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Capitolo 5
*** 5 - Tutto purché non sia birra ***


Capitolo 5

La musica in quel posto era davvero troppo alta, non che non gli piacessero le discoteche o cose del genere, ma prese sempre a piccole dosi: un locale di sei metri per sei stracolmo di gente mascherata per Halloween e con la musica ad un volume che definire alto era un eufemismo era troppo anche per lui!

Si guardò intorno alla ricerca di Victoria e James che erano spariti poco dopo essere arrivati, cercò Pete e Riley: come si aspettava erano appoggiati al bancone del bar a flirtare con qualsiasi donna girasse nei paraggi, ma possibile che non la finissero mai quei due?

Erano come due falene con la luce, non riuscivano a stare lontano da una donna nemmeno volendo…e lui? Lui quando aveva pensato di riprendere ad uscire con il gentil sesso? Quando aveva avuto l’ultimo rapporto…si disgustò da solo per ciò che stava pensando, dio stare con quei due gli faceva davvero venire strani pensieri.

Deciso a non morire soffocato in quella calca Jasper individuò una porta finestra che dava sul giardino sul retro del locale, non era esattamente vuoto ma per lo meno avrebbe respirato aria pulita; facendosi largo tra le gente quasi si trovasse in uno dei percorsi ad ostacoli dell’accademia, riuscì a raggiungere la sua meta.

 

Appoggiata alla balconata di legno del portico Alice stava cercando di calmare i nervi: non si aspettava di vedere James e Victoria alla festa di Jacob…non che provasse ancora qualcosa per quell’imbecille, assolutamente no, le dava solo fastidio vederlo perché le tornava in mente quanto fosse stata sciocca a quel tempo a fidarsi così ciecamente di lui e delle sue false promesse.

Em e Eddy avevano ragione: era troppo buona e non riusciva mai ad imporsi con niente e nessuno, persa nell’illusione del suo amore per James e convinta che lui la ricambiasse con lo stesso ardore, aveva passato buona parte della sua adolescenza e delle scuola di cucina dietro a quel provetto marine che era partito per l’accademia militare prima e per svariate missioni poi lasciandola sempre sola a New Orleans nell’assurda speranza che un giorno i suoi sogni sarebbero diventati realtà.

Alla fine poi James si era davvero sistemato, il problema era che non l’aveva fatto con lei!

Certo Alice capiva che cosa avesse spinto il biondo verso una affascinante, rossa, provocante e sensuale giornalista come Victoria, tuttavia lei non poteva fare a meno di chiedersi che cos’avesse di sbagliato per non riuscire a trovare un uomo adatto a lei…

<< Vino? >> si voltò sentendo una voce alle proprie spalle:<< Come? >> domandò poi guardando l’uomo che aveva davanti e che era mascherato come una specie di lupo mannaro, o almeno era quello che sembrava visto le orecchie che aveva in testa e la finta coda pelosa che usciva da un buco nel didietro dei suoi pantaloni:<< No, grazie >> commentò poi cercando di allontanarsi, non aveva voglia di cascamorti per quella sera:<< Oh andiamo, siamo ad una festa e tu sembri aver bisogno di scioglierti un po’, io sono Vladimir, io e mio fratello Stefan siamo qui in vacanza >> la ragazza alzò gli occhi al cielo dietro la maschera, ci mancava il vacanziero con la voglia di spassarsela!

<< Grazie ma no grazie, non sono interessata >> il lupo parve restarci un po’ male, sotto tutto quel trucco scuro e quel finto pelo non sembrava così male, probabilmente non era abituato a sentirsi rifiutato:<< Sicura tesorino? Non sai cosa ti stai perdendo, il vecchio Vlad è molto ricercato >> dio parlava di lui anche in terza persona!

Ma chi si credeva di essere?

Davvero, per caso era finita in un brutto film di serie B?

<< Sì, probabilmente mi perderò qualcosa di epico ma passo >> poi facendo per girarsi aggiunse:<< Ora scusami ma devo andare a cercare… >> tuttavia non fece in tempo a finire la frase perché nel girarsi urtò qualcuno a pochi passi da lei.

 

Jasper alzò gli occhi al cielo e si trattenne dall’imprecare: se pensava che quella festa non potesse andare peggio si sbagliava di grosso!

Stava per uscire in giardino quando una piccola fata in abito bianco si era girata urtandolo e facendogli rovesciare addosso il bicchiere di birra che aveva in mano, fortuna che indossava il costume che gli aveva prestato suo zio perché ora doveva assolutamente andare a cambiarsi o avrebbe puzzato di birra per tutta la sera!

Bastò il ricordo di quell’odore penetrante per farlo rabbrividire.

Era così concentrato che quasi non si accorse delle proprie parole:<< Stai attenta! Maledizione! >> vide gli occhi di lei spalancarsi attraverso la maschera di pizzo e oro:<< Scusi io non…non volevo… >> si sentì misero all’istante vedendo quelle guance d’avorio arrossire, lui non era il genere di uomo che perdeva la calma, non lo era mai stato e non voleva certo cominciare adesso.

<< Non fa niente >> commentò poi piatto:<< Le ho rovinato il costume, lasci che faccia qualcosa per rimediare >> quella voce aveva qualcosa di familiare, come se l’avesse già sentita:<< Non credo possa fare molto a meno che non abbia un costume di ricambio nascosto da qualche parte >> stava cercando di alleggerire l’atmosfera e di trovare il modo di lasciare quella festa:<< No, però abito qui di fronte, se vuole posso mettere a lavare la camicia e in un’ora sarà a posto, ho paura che la macchia non se ne andrà più altrimenti >> ok, forse non era la cosa più sensata che poteva fare ma d’altronde stava cercando una scusa per lasciare quell’assurda festa quindi perché no?

<< Qui di fronte ha detto? >> lei annuì con un piccolo sorriso:<< Dall’altra parte della strada >> poggiando il bicchiere ormai vuoto su uno dei davanzali delle finestre Jasper le fece segno di precederlo:<< Prego, faccia strada >> poi la seguì attraverso la folla che ballava e festeggiava senza perderla di vista un solo istante.

 

Sentiva il suo sguardo addosso.

Nonostante la maschera da scheletro che lo sconosciuto portava sul viso Alice poteva sentire quei due occhi scuri che non la perdevano di vista anche in mezzo a quella ressa.

Quasi avessero una loro volontà le sue gambe si mossero lungo il ristorante e poi in strada fino alla porta rossa della pasticceria; si fermò solamente quando poggiò la mano sulla maniglia e cercò le chiavi di casa nella piccola pochette di perline che si era portata dietro: ma che stava facendo? Stava portando un perfetto sconosciuto a casa sua? Era forse impazzita?

Certo gli aveva rovesciato addosso una birra e gli aveva rovinato il costume ma poteva semplicemente offrirsi di pagare la tintoria l’indomani, invece l’aveva invitato a casa sua e ora era lì davanti alla porta di casa, senza sapere esattamente cosa fare e con la possibilità di passare per una pazza o per lo meno per stupida.

<< Non mordo >> si girò a guardarlo sorpresa:<< Come? >> lui fece un passo avvicinandosi:<< Non sono un criminale o cose del genere, sono innocuo e, a dirla tutta, stavo cercando una scusa valida per lasciare quella festa >> inaspettatamente a quelle parole ad Alice scappò una risata:<< Ho detto qualcosa di divertente? >> lei scosse piano la testa:<< No, ma anche io cercavo una scusa per svignarmela senza sembrare maleducata >> lui fece spallucce:<< Non credo che se ne sarebbe accorto qualcuno >> oh sicuramente i suoi fratelli e quei due pettegoli di Jacob e Seth se ne erano di sicuro già accorti, ma era un problema a cui avrebbe pensato l’indomani.

<< Venga prima che quella macchia diventi davvero irrecuperabile >> e presa da un inaspettato moto di follia mista a coraggio girò la chiave nella serratura aprendo la porta.

 

Jasper si guardò intorno per un attimo: il locale era immerso nella penombra ma si vedeva chiaramente che era una caffetteria o roba del genere: aveva uno stile molto semplice a giudicare dalle ombre e dalle stampe alle pareti, tuttavia non riusciva a vederle bene a causa del buio:<< Da questa parte >> e girando verso una piccola scala laterale la sua fata lo precedette su per le scale.

<< Beh…benvenuto a casa mia >> commentò lei entrando nel piccolo soggiorno e accendendo una piantana accanto al divano che diffondeva una luce soffusa illuminando il piccolo salotto arredato con i caldi colori dell’autunno:<< Si accomodi, vado a cercarle qualcosa da mettere mentre preparo la lavatrice >> continuò lei avvicinandosi a quello che Jasper pensò fosse il bagno:<< Faccio in un attimo >> la sentì dire mentre trafficava e così lui si sedette sul divano color amaranto allungando una mano dietro la testa per slegarsi la maschera che cominciava a dargli fastidio.

Stava per togliersi anche la giacca del costume quando lei tornò da lui:<< Sono decisamente maleducata: vuole qualcosa da bere? >> << Tutto purché non sia birra >> commentò mentre alzava gli occhi sulla sua ospite restando poi paralizzato.

Anche lei si era tolta la maschera e, ora che le vedeva il volto, si sentiva di nuovo come la prima volta in cui si erano scontrati per la strada, quello che lo consolò fu vedere la stessa confusione anche negli occhi di lei:<< Oh mio dio…non può…due volte in… >> lui sorrise a sua volta passandosi le mani nei capelli:<< Dovremmo smetterla di incontrarci così >> scoppiarono entrambi a ridere poi lei attraversò il soggiorno allungandogli una mano:<< Alice >> << Jaz >> le rispose stringendole la mano:<< E direi che ormai ci siamo scontrati abbastanza volte per lasciar perdere le formalità e darci del tu >> lei annuì:<< Sì, direi di sì >> poi indicandogli la porta in fondo al corridoio aggiunse:<< Il bagno è lì, ti ho lasciato un cambio sulla lavatrice >> lui annuì alzandosi:<< Hai qualcosa della mia taglia? >> poi guardandola con finta aria preoccupata aggiunse:<< Qualche fidanzato che può arrivare all’improvviso di cui dovrei preoccuparmi? >> lei cercò di restare seria e scosse il capo:<< No, è roba di mio fratello, l’ha lasciata qui un sacco di tempo fa >> << Capito >> poi guardandola mentre accostava la porta aggiunse:<< E per rispondere alla tua domanda di prima: un bicchiere di vino andrebbe benissimo >> Alice annuì e mentre lui andava a cambiarsi si recò in camera per mettersi qualcosa di più comodo.

 

Qualche minuto dopo, con addosso dei jeans e una vecchia maglietta della squadra di football del liceo, Alice uscì dalla camera per andare a stappare il vino; passando davanti al bagno non riuscì a trattenersi dal girare lo sguardo, era più forte di lei ma quel Jaz era davvero una bellezza per gli occhi e in fondo non faceva niente di male no?

Un secondo dopo dovette tapparsi la bocca con le mani vedendo quella specie di statua greca a petto nudo che si stava infilando la vecchia maglietta di Emmett; dio allora i suoi muscoli erano davvero così scolpiti come li aveva immaginati…sembrava uno di quegli attori dei film d’azione che guardava suo fratello: addominali a tartaruga, bicipiti gonfi e spalle larghe…doveva allenarsi un sacco per mantenersi in quello stato e forse faceva anche un lavoro pericoloso a giudicare da alcune cicatrici che lei riusciva ad intravedere sparse qua e là.

Si spostò di lato poco prima di venire scoperta arrossendo come una bambina e scappando in cucina per non fare la figura della guardona!

<< Bianco o rosso? >> domandò poi quando sentì i suoi passi dietro di sé:<< Rosso >> rispose lui entrando nella stanza:<< Ottima scelta >> poi facendo saltare il tappo versò una generosa dose di liquido in due bicchieri porgendone uno al suo ospite notturno.

<< Brindiamo? >> lo guardò spaesata:<< A cosa? >> Jas fece tintinnare i loro bicchieri:<< Ai nuovi incontri >> << Ai nuovi incontri >> ripeté lei bevendo ma non staccando gli occhi da lui.

 

 

<< Dimmi qualcosa di te >> non sapeva nemmeno lui da dove gli usciva quella curiosità morbosa, sapeva solo che doveva conoscere più cose possibile di quella piccola meravigliosa bambola dagli occhi scuri e i capelli neri:<< Qualcosa di me? Non c’è molto da dire >> rispose Alice nascondendo un’espressione delusa dietro un sorso di vino:<< Oh andiamo non ci credo…tutti hanno una storia, tutti hanno qualcosa da dire di sé >> lei scosse il capo:<< Io no, sono una persona normale e noiosa, con una vita normale e noiosa >> Jasper scosse la testa sorridendo e poggiando il bicchiere sul tavolo davanti a loro:<< Beh dobbiamo pur ingannare il tempo mentre è in funzione la lavatrice o vuoi passare il tempo in silenzio? >> poggiando a sua volta il bicchiere sul tavolo Alice si alzò di scatto:<< Mi stavo dimenticando di accendere la lavatrice! Scusami! >> e mentre lei correva in bagno Jasper notò che era a piedi nudi e che la tuta larga che indossava non riusciva a nascondere del tutto le delicate forme di quel piccolo corpo perfetto.

Si passò una mano sul viso cercando di calmarsi, ma che cosa andava a pensare? Se gli bastava una ragazza qualsiasi per fare certi pensieri allora Pete e Riley avevano ragione e gli serviva una donna.

No! Non era per una ragazza, non era per una qualsiasi…era lei. Alice.

Già la sera prima quando si erano scontrati era rimasto folgorato da lei e ora si erano incontrati di nuovo, ad una festa…quante probabilità c’erano?

Non era il tipo da credere alle coincidenze ma stavolta anche lui era stato messo a dura prova.

 

<< Fatto, un paio d’ore e sarà tutto a posto >> commentò lei rientrando in cucina:<< Non ho fretta >> le rispose studiandola di sottecchi e Alice cercò di sedersi di nuovo al suo posto mascherando l’ansia che le serrava lo stomaco:<< Sto ancora aspettando una risposta >> << A cosa? >> immaginava cosa lui volesse sapere ma davvero non sapeva che dirgli:<< Davvero non c’è niente di interessante da sapere su di me >> spostando il proprio bicchiere di qualche centimetro da sé Jasper la guardò sorridendo e dannatamente sicuro di sé: dio quanto era affascinante quel sorriso:<< Ok, allora facciamo un patto >> << Cioè? >> temeva le sue parole ma era un’inguaribile curiosa:<< Più uno scambio a dire il vero: un’informazione per un’informazione >> poi appoggiando i gomiti sul tavolo di formica e intrecciando le lunghe dita delle mani aggiunse:<< Tu dici una cosa a me e io ne dirò una a te >> << Sembra un gioco di spie >> commentò sovrappensiero e, Jasper non era ancora pronto per rivelarglielo, ma era proprio da una vecchia spia, il suo istruttore all’accademia, che lo aveva imparato.

<< Bene allora cominciamo >> continuò lui poi alzando gli occhi per incatenarli a quelli di Alice aggiunse:<< Quanti anni hai? >> << 24 >> rispose lei timidamente:<< Tu? >> << 27 >> aveva la stessa età di Eddy, accidenti sembrava più grande, era così diverso da suo fratello e da tutti quelli che lei conosceva…era così…:<< Nome completo? >> << Alice Mary Cullen >> stavolta lui rispose prima che lei glielo domandasse:<< Jasper Ronald Whitlock >> poi scuotendo la testa continuò:<< Lo so, Ronald è un nome terribile >> << No, no è bello… >> poi arrossendo vistosamente Alice aggiunse:<< Cioè ti sta bene >> << I miei nonni materni erano di origine inglese, da lì il nome >> << Capisco >> poi iniziando a disegnare immaginari ghirigori sul pian0 del tavolo aggiunse:<< I miei sono di New Orleans da generazioni, per quanto ricordi siamo sempre vissuti qui, i miei genitori vivono ancora nel terreno del mio trisnonno, anche se la nostra casa è molto più grande di com’era allora >> << Figlia unica? >> lei scosse il capo:<< Ho due fratelli maggiori, Emmett è un insegnante, Edward un avvocato >> << Figlio unico >> commentò lui e non avrebbe aggiunto altro sulla sua famiglia, per quanto morisse dalla voglia di raccontare a qualcuno tutta la sua vita per togliersi quel peso dal cuore almeno per un po’:<< Che lavoro fai? >> eccoci arrivati alla domanda cruciale, che risposta poteva darle? Non era una cosa che gli piaceva sbandierare in giro e per certi versi non poteva nemmeno farlo così liberamente:<< Sono nell’esercito >> gli occhi di Alice si sbarrarono a quelle parole: dio non era possibile, non di nuovo!

<< Sei un marine? >> la risata di Jasper la lasciò di stucco:<< Per amor di dio no! Sono in marina >> la bocca di Alice si aprì in una piccola O stupita e per un attimo lui desiderò di coprirla con la propria e di stringere a sé quella deliziosa visione ma si trattenne, lei non lo conosceva nemmeno e di sicuro l’avrebbe preso per pazzo se ci avesse solo provato!

<< Parliamo di cose più piacevoli: film preferito? >> doveva cercare di concentrarsi su altro e voleva restare seduto al suo posto e, soprattutto, lucido:<< Altra domanda? >> la guardò spaesato:<< Come? Andiamo non può essere così terribile >> << Credimi può esserlo >> << Se ti dicessi che posso batterti >> Alice scosse la testa facendo ondeggiare i corti boccoli neri che si era arricciata per la festa:<< Non penso, ma se vuoi provarci >> Jasper sorrise accettando la sfida:<< Star Trek II l’ira di Khan >> Alice restò in silenzio a guardarlo:<< Visto…ti ho detto che potevo batterti >> << Onestamente preferisco Alla ricerca di Spok, ma anche l’ira di Khan non era male >> a quell’affermazione anche lui restò basito: quante probabilità c’erano di trovare qualcuno che condividesse la sua assurda passione per Star Trek? E che quel qualcuno fosse la ragazza più bella ed affascinante che avesse mai conosciuto in vita sua poi?

 

Fu il suono persistente del suo cellulare a farle aprire gli occhi mentre si stirava le braccia, ma chi era che la chiamava a quell’ora del mattino?

Allungando la mano per afferrare il proprio cellulare che di solito riponeva sul comodino Alice toccò qualcosa di caldo e morbido, spaventata spalancò gli occhi incrociando la sagoma di Jasper che, sdraiato con lei sul divano, si stava svegliando:<< Ma che ore… >> borbottò lui a sua volta stropicciandosi gli occhi:<< Ciao >> lui sbatté le palpebre mettendo a fuoco Alice:<< Ciao >> poi guardando il tv con l’effetto neve sullo schermo aggiunse:<< Ci siamo addormentati >> lei annuì:<< Probabilmente è stato il vino >> lui sorrise e spostandosi si mise seduto:<< Il vino e una maratona di Star Trek vorrai dire >> si sorrisero entrambi ricordando come si era conclusa la sera precedente: alla fine per ingannare il tempo mentre aspettavano che il costume fosse pronto avevano iniziato a guardare alcuni episodi della famosa saga finendo poi per guardarne almeno una stagione intera addormentandosi quasi abbracciati sul divano.

<< È il tuo cellulare che suona? >> domandò Jasper quando il telefono riprese a suonare:<< Oh sì! Accidenti! >> e Alice si alzò andando alla ricerca della borsetta dove lo aveva lasciato la sera prima.

Si bloccò un attimo quando lo trovò vedendo il nome di Rosalie sullo schermo:<< Ciao Rose >> rispose poi cercando di sembrare rilassata, cosa che non era con quell’adone di marinaio sul divano:<< Alice! Ma dove sei finita ieri sera? Ti abbiamo cercata dappertutto >> lei si girò a guardare Jasper con la coda dell’occhio:<< Sì, mi è venuto mal di testa e sono venuta a casa, non volevo disturbarvi, vi avrei chiamato stamattina >> << Ok, lo dirò ad Em, ha dato di matto quando non ti ha trovato ieri, credeva che qualcuno di quegli idioti che erano alla festa ti avesse sedotta e portata chissà dove, senza contare che quando ha visto James alla festa Jacob ed Edward hanno dovuto trattenerlo o lo avrebbe ucciso >> Alice scoppiò in una risata nervosa:<< Io sedotta? Andiamo Rose! >> già, una serata finita a guardare Star Trek non si poteva certo definire seduzione, anche se il suo compagno di cinema non era per niente male…salutando poi velocemente l’amica riagganciò, aveva troppe cose da fare quel giorno e una distrazione bastava e avanzava.

 

<< Sarà meglio che vada, la camicia è asciutta e i miei amici si staranno chiedendo che fine ho fatto >> la voce di Jasper la riportò alla realtà:<< Sì, vado a prendertela >> commentò poi senza quasi guardarlo:<< Alice >> lei lo fissò da sopra la spalla:<< Sì? >> << Mi fermerò ancora qualche giorno, potremmo vederci e prendere un caffè insieme >> << Sarò abbastanza impegnata in questi giorni ma sì, si potrebbe fare >> lui allungò una mano prendendo il telefono di lei e inserendoci il proprio numero di telefono:<< Chiamami quando avrai un attimo libero >> lei annuì distrattamente per poi andare a prendergli la camicia.

Quando lo vide uscire da casa sua mezz’ora dopo la piccola Cullen cercò di non farsi troppe strane idee: aveva passato una serata più che piacevole con un ragazzo bello come un dio che aveva la sua stessa passione per Star Trek e un sorriso da sciogliere la calotta polare, era quasi troppo bello per essere vero!

Prima di lasciarsi andare a stupide fantasticherie ripensò ad una delle cose più importanti: Jasper era in marina…poco cambiava se non era un marine come James, la sostanza restava la stessa e lei aveva già perso molti anni della sua vita dietro ad un uomo che spariva per mesi e mesi in missioni a rischio della vita dall’altra parte del mondo, non voleva ricaderci di nuovo perché stavolta probabilmente non ne sarebbe uscita indenne!

 

Due giorni dopo il tanto atteso matrimonio era arrivato.
Aiutata da Bree e da Seth, Alice aveva portato la mastodontica torta-Barbie, soprannominata così da Rose e Bella, alla villa fuori città dove si sarebbe tenuto il ricevimento.

<< Salve, solo Alice Cullen, devo consegnare la torta per il matrimonio >> un uomo della sicurezza scorse velocemente la lista che aveva in mano:<< Sì, la stavamo aspettando, la torta va nella sala in fondo, gli sposi arriveranno a momenti per il pranzo, dovete andarvene prima del loro arrivo >> Alice annuì con un piccolo sorriso:<< Sì, non si preoccupi faremo in un lampo >> l’uomo tornò immobile indicando con la testa la direzione che dovevano prendere.

<< Sei davvero una maestra Alice lo sai >> << Come? >> domandò girandosi verso Bree:<< Beh questa torta è splendida, nonostante i colori e gli abbinamenti siano discutibili sei riuscita a creare qualcosa di molto elegante e delicato, quella Barbie non se lo merita >> l’altra scosse il capo mentre controllava che i fiori di pasta di zucchero fossero ben fissati alla torta:<< Oh non mi interessa molto che cosa si meriti o meno Victoria Bree, voglio solo fare il mio lavoro e andarmene da qui il prima possibile, senza contare che James mi ha già pagato e dopo il matrimonio si trasferiranno a Washington, quindi non dovrò vederlo mai più >> << Mi sembra un ottimo piano, la prima cosa sensata che fa quell’imbecille >> commentò Seth che aveva assistito di persona al fatidico momento in cui James si era presentato nel locale di Alice con Victoria al fianco baciandola davanti alla sua ex ragazza e rischiando di prendersi un pugno da Emmett ed Edward:<< È storia vecchia Seth, abbiamo finito, ora andiamo prima che arrivino >> e concludendo il discorso Alice si avvicinò alla porta con la sua tracolla sulla spalla.

Avevano percorso quasi tutto il corridoio quando la guardia di prima si avvicinò:<< Dovete aspettare un attimo signori, la cerimonia è finita prima e stanno arrivando gli sposi, il tempo di far entrare tutti al ricevimento e potrete andarvene >> Seth stava per borbottare qualcosa ma Alice lo precedette:<< Possiamo uscire dal retro se non è di troppo… >> ma le sue parole si bloccarono quando gli invitati cominciarono ad entrare nell’edificio e tra tutta quella gente lei riconobbe una chioma bionda e due occhi scuri che da due giorni non riusciva a dimenticare; la cosa che la bloccò non fu vedere Jasper tra gli invitati del matrimonio ma la minuta biondina che gli stava arpionata al braccio e che lo guardava adorante.
Ecco che si era fatta prendere in giro per l’ennesima volta!

Senza preoccuparsi di quello che diceva la guardia della sicurezza si voltò andando verso l’uscita sul retro dell’edificio, aveva bisogno di stare sola e di pensare; se solo si fosse voltata di nuovo avrebbe visto che anche Jasper si era girato e l’aveva notata.



Grimilde's

Lo so sono stata un po' cattiva...cioè dopo la serata quasi perfetta l'ennesima delusione...ma tutto si risolverà presto, molto presto!

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Capitolo 6
*** 6 - Scuse più che convincenti ***


Capitolo 6

<< Viva gli sposi! >> << Auguri e figli maschi! >> << Bacio! Bacio! >> ancora cinque minuti di quelle grida in stile Super Bowl e Jasper avrebbe davvero dato di matto; quella giornata era stata davvero terribile sotto ogni punto di vista!

La damigella che sua cugina gli aveva appioppato si era rivelata una specie di ricca viziata e superficiale il cui unico problema era come abbinare smalto e scarpe con il resto del suo look, gli amici e commilitoni dello sposo erano, come lui già sospettava, un ammasso di muscoli con ben poca materia grigia e non facevano altro che brindare, gridare e dare vigorose pacche sulle spalle dello sposo ogni volta che capitava nei paraggi.

Come ciliegina sulla torta poi, quando era arrivato al ricevimento con quella specie di mini-Barbie al braccio, aveva intravisto Alice che lo guardava e poi si voltava andandosene.

Si sentiva così male all’idea che lei avesse frainteso il tutto: aveva pensato a lei da quando l’aveva lasciata la mattina dopo la festa di Halloween e avrebbe voluto presentarsi a casa sua quello stesso pomeriggio per invitarla fuori, ma le aveva lasciato il suo numero e doveva essere lei a chiamarlo, voleva che facesse un passo verso di lui, solamente uno…

<< Ah al diavolo >> e spostando nervoso il proprio bicchiere di vino guardò la festa con aria disgustata: che cosa ci faceva lì quando moriva dalla voglia di essere altrove? Che cosa ci faceva lì quando la sola persona che aveva suscitato il suo interesse da anni a quella parte era probabilmente delusa e incazzata con lui?

<< Jasper dove… >> << Ehi amico cosa? >> e sia Jane, la mini-Barbie, che Peter lo guardarono sorpresi quando lui si alzò di scatto dal tavolo allargandosi il nodo della cravatta che quasi lo faceva soffocare:<< Scusatemi, devo andare >> Peter sorrise, aveva visto poche volte quello sguardo nel suo amico e avrebbe fatto di tutto perché Jaz lo mantenesse:<< Ma dove…sei il mio cavaliere non… >> cercò di protestare Jane ma ci pensò di nuovo il caro vecchio Pete a risolvere la situazione allungando a Jasper le chiavi della macchina:<< Tranquilla cara, troveremo un bel marine disposto a sostituire Jaz nel giro di un attimo, in fondo chi può resistere ad uno zuccherino come te? >> con un ultimo sorriso al suo amico, il tenente comandante Whitlock, lasciò la sala diretto alla macchina, aveva già perso troppo tempo in chiacchiere.

 

<< Ehi capo va tutto bene? >> e Bree guardò Alice che, dietro al bancone, stava preparando un paio di ordinazioni ma a cui tremavano terribilmente le mani:<< Come? Sì, sto bene Bree >> commentò la piccola Cullen con un debole sorriso:<< Ok, ma se porto al signor Amun quel muffin alle mandorle me lo tirerà dietro >> abbassando gli occhi e notando il dolce Alice imprecò mentalmente, maledetti marinai con la passione di Star Trek, doveva fare attenzione o avrebbe finito per combinare qualche disastro prima della fine della giornata…far venire uno shock anafilattico al signor Amun grazie alle mandorle era uno di quelli!

<< Sì, hai ragione Bree, ero sovrappensiero >> la ragazza sorrise scuotendo la piccola coda di capelli castani:<< Sicura che va tutto bene? Sei strana da quando siamo tornati dal matrimonio, non è che per caso stai pensando ancora a James e… >> Alice scosse il capo ma quando fece per rispondere il tintinnare della campanella appesa sopra la porta attirò la sua attenzione e rimase immobile vedendo chi c’era sull’uscio.

<< Alice >> ma non appena Jasper fece per avvicinarsi lei prese in mano un vassoio di bignè alla crema girandosi per tornare in laboratorio:<< Che cosa ci fai qui? Non dovresti essere ad un matrimonio? >> lui si passò una mano nei capelli smuovendo quegli splendidi riccioli dorati:<< Quello che hai visto…quella ragazza non era… >> Alice arricciò il naso in quella smorfia arrabbiata che lui trovò comunque adorabile:<< Non mi interessa, noi non abbiamo nessun tipo di rapporto e tu puoi uscire con chi ti pare >> Jasper arrivò fino al bancone poggiando le mani sul piano laccato di rosso scuro:<< Io non esco con quella ragazza >> c’era un che di rabbioso nella sua voce quando pronunciò quelle parole e per un attimo Alice ne fu colpita:<< Te lo ripeto, non mi interessa quello che fai e comunque io adesso ho dei dolci da farcire >> << Alice ti prego, dammi il tempo di spiegare, non è come… >> guardandosi rapidamente intorno e notando un paio di occhi ed orecchie che puntavano nella sua direzione la giovane Cullen scosse la testa:<< Non è né il luogo né il momento per parlare >> cogliendo al volo l’occasione un piccolo sorriso comparve sul viso di Jasper:<< Stasera allora, a cena magari >> << Scordatelo >> e girandosi con in mano il vassoio lei aprì la porta del laboratorio facendo per sparirvi dentro, ma Jaz più deciso di lei probabilmente, non ci pensò troppo a scivolare dietro al bancone e a mettersi tra lei e la porta.

<< Spostati >> lui scosse il capo:<< Prima ascoltami >> << Ho da fare Jasper >> << Allora quando hai finito, un caffè non ti chiedo altro >> sentendosi addosso gli occhi di tutti i clienti e della sua cameriera Alice si arrese buttando fuori una boccata d’aria:<< Alle 6, quando chiudo il Café, ma non aspettarti chissà cosa >> lui annuì con un piccolo sorriso:<< Ci vediamo dopo >> poi spostandosi per lasciarla passare si avvicinò alla porta d’ingresso.

Incapace di fare diversamente Alice si voltò a guardarlo mentre usciva e quando i loro sguardi si incrociarono un brivido le percorse la spina dorsale…che le stava succedendo?

 

Incredibilmente le 6 arrivarono in un lampo e dopo aver salutato l’ultimo cliente e aver mandato a casa Bree, Alice, si ritrovò a guardare la lancetta dei secondi dell’orologio a parete con disegnato lo Stregatto del Paese delle meraviglie, perché aveva tutta quell’ansia? Tanto lui non si sarebbe presentato, erano solo parole, probabilmente Jasper era tornato dalla sua perfetta bambolina bionda e non…poi alzò gli occhi quando il campanellino all’ingresso tintinnò e rimase impalata davanti al biondo che aveva ossessionato i suoi pensieri da quella mattina.

<< Ciao >> lo salutò non sapendo esattamente che cosa dire, si era cambiato e ora al posto dello smoking indossava una camicia bianca con un paio di jeans scuri, aveva tenuto le scarpe e il giubbotto di pelle nero che teneva in mano completava il tutto, era da mangiare per quanto era spietatamente affascinante:<< Sei venuto >> commentò poi girando attorno al bancone per avvicinarsi mentre Jasper faceva lo stesso:<< Sono un uomo di parola >> poi bloccandosi in mezzo al locale visto che ormai erano uno davanti all’altra aggiunse:<< E poi ci tenevo a chiarire le cose con te >> e mentre pronunciava quella frase alzò una mano facendo scivolare un dito sulla guancia di Alice:<< Hai un po’ di crema su… >> ma prima di finire la frase si portò alla bocca il pollice sporco di crema che probabilmente prima era sul viso della ragazza:<< Limone…buona >> commentò poi con un sorriso mentre lei diventata della colorazione di un pomodoro maturo:<< Accomodati >> borbottò poi girandosi per non fargli vedere che quasi le mancava l’aria:<< Vuoi qualcosa da bere? Caffè? Cioccolata, tè? >> << Un caffè nero va benissimo >> la guardò annuire di spalle mentre spariva di nuovo dietro al bancone ma, prima che Alice potesse obiettare si sedette su uno degli sgabelli esattamente davanti a lei.

<< Le poltroncine dei tavoli sono più comode >> commentò lei quando se lo trovò a pochi centimetri, divisi solo dal piano laccato rosso:<< Sto bene dove sto >> le rispose con quel perenne sorriso sulle labbra e per un attimo lei pensò che non le sarebbe dispiaciuto passare tutta la vita così, con lui che la guardava con quell’aria felice e sorrideva:<< Allora? Che cosa volevi dirmi? >> domandò poi cercando di sembrare seria e decisa ma in realtà doveva ammettere di adorare il fatto che lui fosse andato a cercarla per spiegarle e che ora fosse lì davanti a lei e non con quella biondina.

<< Che quello che hai visto stamattina non era niente, tra me e lei non c’è nulla e… >> << Non c’è niente ma ci vai insieme ad un matrimonio? >> lui poggiò le mani sul bancone e prese fiato:<< Non l’ho deciso io, sono stato obbligato a fare da cavaliere a Jane visto che era una delle damigelle della sposa >> la bocca di Alice si aprì stupita:<< Obbligato? >> << Sì, non avevo mai visto Jane prima di stamattina fuori dalla chiesa e non ho alcuna intenzione di vederla di nuovo >> poi alzando gli occhi su Alice aggiunse:<< Ho altro per la testa al momento >> << Altro? >> gli chiese con un sorriso speranzoso:<< Un’altra a dire il vero >> << Uhm…capisco >> lui scosse la testa stando al gioco:<< No, non penso che tu possa capire >> poi allungando una mano per prendere la tazza con il caffè aggiunse:<< L’ho incontrata un paio di volte e ci siamo sempre scontrati, poi abbiamo passato insieme la notte migliore che abbia passato con una donna da molto, molto tempo e ora non riesco a pensare ad altro, non riesco a togliermela dalla testa >> Alice era senza parole, nemmeno James nei suoi momenti migliori le aveva detto cose del genere e il suo piccolo cuore prese a battere impazzito:<< Jasper… >> << Non ti sto chiedendo niente Alice, davvero…so che il mio lavoro non renderebbe facili le cose e non voglio che tu sconvolga la tua vita per me ma… >> fece un sospiro cercando le parole giuste per spiegarle come si sentiva:<< Ma è la prima volta che ho davvero voglia di provare a far funzionare le cose >> lei annuì poi stringendosi le braccia attorno al corpo lo guardò dando voce ai timori che l’avevano assalita da quando lui aveva lasciato la sua casa la mattina dopo la festa:<< Sì, ti capisco…davvero >> poi sorrise innocentemente:<< Mentirei se ti dicessi che non lo voglio anche io, c’è qualcosa che mi attira verso di te ma ci sono già passata, ho avuto una relazione con un marine ed è finita male, molto male e non voglio più ridurmi così, non ne avrei la forza >> Jasper sentì nitidamente il suo cuore che si spezzava ma incassò il colpo con il suo imperturbabile autocontrollo:<< Sei sicura? Non ti voglio obbligare a fare qualcosa che ti faccia stare male, è l’ultima cosa che desidero ma voglio saperlo: sei sicura? >> Alice fece per dire di sì, era sicura di non voler passare di nuovo tutto quello che aveva passato con James: i fusi orari con telefonate ad orari impossibili, i collegamenti skype malfunzionanti e lettere che mai arrivavano, era stato un calvario per quasi due anni e lei non ci sarebbe passata una seconda volta.

<< No, non lo sono >> come diavolo le erano uscite quelle parole? Era pazza? Poi appoggiandosi al muro e cercando di trattenere le lacrime che le premevano sugli occhi continuò:<< Non voglio stare di nuovo male ma allo stesso tempo non voglio vederti uscire da quella porta per non vederti più, so che è stupido e senza senso, so che sto esagerando e che è tutto nella mia testa ma merito anche io di essere felice e c’è una parte di me, una piccola parte di me, che pensa che insieme potremmo esserlo, che varrebbe la pena di fare un altro tentativo e che stavolta non andrà male >> poi ricomponendosi un po’ si avvicinò a lui allungando una mano sul piano:<< Non ti mentirò, ho paura Jasper, ho paura che stavolta non riuscirò a rimettere insieme i pezzi se dovesse andare male >> la mano calda di lui strinse la sua:<< Se dovesse andare male >> le fece notare con un sorriso:<< Dipende tutto da noi Alice e ti giuro che farò qualsiasi cosa perché ciò non succeda >> poi intrecciando le loro dita la guardò come si guarda la prima stella che compare di notte nel cielo:<< Facciamo così: andiamoci piano, resterò qui ancora per sei giorni, possiamo passare del tempo insieme e vedere come va, quando poi ripartirò decideremo che cosa fare >> << Sei giorni? >> lui annuì:<< Ho un addestramento in una base in Mississippi, ma fino ad allora starò qui >> un piccolo sorriso distese le labbra della piccola di casa Cullen:<< Sei giorni da passare insieme >> poi guardandolo come una bambina il giorno di Natale aggiunse:<< D’accordo, va bene proviamoci >> facendo il giro del bancone Jasper le si avvicinò felice:<< A questo proposito posso avere l’onore di invitarti a cena con me? >> scuotendo la testa e ridendo Alice lo guardò prendendogli la mano:<< Oh non stasera Jasper, stasera non ho alcuna voglia di dividerti con il resto del mondo >> lusingato da quelle parole lui la guardò sfidandola:<< Hai un’alternativa in mente? >> Alice gli allungò la mano facendogli poi segno di seguirla al piano di sopra:<< Lasciami fare e vedrai che non te ne pentirai >> e lui lo fece, salì le scale dietro di lei lasciandola fare mentre, seduto nella piccola cucina dell’appartamento, la guardava preparare la loro cena.

 

<< Ehi ma Alice dov’è? >> e Emmett guardò il resto del gruppo mentre Edward stava sfornando la pizza dal forno:<< Mi ha mandato un messaggio dieci minuti fa dicendo che stasera aveva un impegno >> commentò Bella piano:<< Un impegno? Eravamo d’accordo per vederci qui e brindare al fatto che ci siamo finalmente liberati di Ken e Barbie >> continuò Em preoccupato:<< Adesso la chiamo e… >> << Em! Lasciala in pace! Probabilmente ha voglia di restare un po’ da sola stasera, non deve essere facile vedere il tuo ex che sposa un’altra dopo che ti aveva promesso mari e monti, falla respirare >> e con sguardo duro Rose mise a tacere ogni possibile replica del fidanzato:<< Dite che starà bene? >> domandò Edward poggiando le pizze in tavola:<< È Alice >> commentò Bella fiduciosa:<< Non lo dà a vedere ma è più forte di quello che sembra, se la caverà alla grande >> il fidanzato annuì versando da bere a tutti scambiando poi un’occhiata con Emmett, nessuno dei due avrebbe mai smesso di preoccuparsi per la loro adorata sorellina!

 

<< E se continuassimo il gioco dell’altra sera? >> Jasper bloccò a mezz’aria la mano che reggeva la forchetta e la pasta all’amatriciana che Alice aveva preparato:<< Il gioco? >> lei annuì sorridendo:<< Io dico una cosa a te e tu ne dici una a me, so che c’è qualcosa tra di noi ma quasi non ci conosciamo e quindi… >> lui poggiò la forchetta nel piatto e annuì:<< Non devi cercare scuse, hai ragione >> poi bevendo un sorso di vino aggiunse:<< D’accordo, chiedi pure >> felice di aver raggiunto il suo scopo Alice sorrise e una piccola luce di curiosità brillò nei suoi occhi:<< Dove sei nato? >> << Boston, tu? >> << New Orleans >> poi facendo spallucce aggiunse:<< Ti ho detto che non me ne sono mai andata da qui >> capendo che lei voleva cambiare discorso Jasper bevve un po’ di vino:<< Colore preferito? >> le domandò poi ma, guardando la sua cucina e, soprattutto il Café, poteva immaginarlo:<< Rosso >> << Data di nascita? >> << 12 aprile, ma…ehi >> e lo guardò alzando un sopracciglio:<< Cos’è un interrogatorio? >> << Puoi fare lo stesso se vuoi >> le rispose tranquillo anche se doveva ammettere che un po’ temeva domande a cui non voleva ancora dare una risposta:<< Bene, quando sei nato? >> << 4 luglio >> << Cosa? Il giorno del… >> << Sì, sono nato il giorno dell’Indipendenza >> << E sei nell’esercito, esiste qualcosa di più patriottico?! >> << Ehi…modera i termini signorina >> la stava prendendo in giro ed entrambi lo sapevano, ma per la prima volta Alice si sentiva così felice ed in pace con qualcuno che non voleva che la cosa finisse:<< Oh andiamo non ti ho mica chiesto l’elenco delle tue ex, era solo una constatazione >> Jaz la guardò fingendosi preoccupato:<< Arriverai anche a quello, lo so >> << Bene, se proprio vuoi…le tue ex? >> << Mi avvalgo della facoltà di non… >> << Niente immunità mio caro, non ci sperare >> << Non c’era nessuna regola a riguardo >> << Ora c’è, niente immunità >> commentò Alice soddisfatta ma ben presto quella cosa si sarebbe ritorta contro di lei:<< D’accordo, ha vinto signorina Cullen: due ex ragazze più un flirt durato due mesi durante l’estate prima che entrassi in accademia >> << Due ex…quanti anni avevi? >> il sorriso di Jaz le disse che ora era lui a tenere il coltello dalla parte del manico:<< 13 la prima volta, 17 la seconda >> << Non prendermi in giro, andiamo Jasper! >> lui mangiò un po’ di pasta cercando di restare serio:<< Non sto scherzando: Franny McLion è stata la mia prima fidanzata, viveva nell’appartamento davanti al mio e frequentavamo la stessa scuola, abbiamo passato anni meravigliosi insieme >> lo sguardo di lei gli diceva che aveva vinto quella battaglia:<< E poi al liceo c’è stata Julia Manning, era una cheerleader e aveva un anno in più di me, era davvero… >> Alice alzò le mani tappandosi le orecchie:<< Sì, sì ho capito, basta per favore, basta >> si sorrisero entrambi:<< E tu invece? Ex fidanzati? Visto che non sei mai stata troppo lontano da New Orleans c’è qualche poveraccio col cuore infranto di cui debba preoccuparmi? >> tornando immediatamente seria Alice scosse la testa:<< No, nessuno >> << Pensi che ci creda? Andiamo… >> lei bevve una generosa sorsata di vino:<< Ho avuto un solo ragazzo Jasper, dal primo anno di liceo fino ad un anno fa, ma non sono io ad avergli spezzato il cuore, lui ha spezzato il mio, contento? >> capendo di aver toccato un tasto dolente e non riuscendo a sopportare quello sguardo triste sul viso di lei le prese una mano stringendola con affetto:<< No, non sono contento perché è qualcosa che ti fa stare male e mi dispiace >> lei scosse la testa:<< Non mi fa stare male, mi fa arrabbiare perché ha buttato al vento tutto quello che avevamo senza nemmeno preoccuparsi di avvisarmi, è tornato qui sbandierando la sua nuova fidanzata senza preoccuparsi di come l’avrei presa o altro >> << Un vero signore, non c’è che dire >> Alice cercò di non farsi prendere dal malumore:<< Ormai è passata, lui è felice e io voglio andare avanti, non resterò tutta la vita a farmi condizionare da lui >> Jasper fece una smorfia:<< Mi piacerebbe davvero conoscerlo questo coglione >> una piccola risata sfuggì dalle labbra di Alice e lui la guardò perplesso:<< Cosa c’è? >> << Beh…eri al suo matrimonio >> immobile quasi lo avesse colpito un fulmine Jasper la guardò incredulo:<< Aspetta, intendi James? >> lei annuì:<< Sì, due anni fa è partito per una missione di pace e quando è tornato qui era insieme alla sua bella rossa, le ha chiesto di sposarlo nel mio Café >> ok, adesso davvero voleva spaccare la faccia a James, ma si poteva essere più idioti di così? Senza contare che, per quanto potesse voler bene a sua cugina, Victoria non avrebbe mai potuto reggere il confronto con Alice, mai nemmeno in un milione di anni.

<< Jasper stai bene? >> lui si riscosse dai suoi pensieri, in fondo doveva essere grato a James per essere un tale idiota o Alice sarebbe stata sua moglie e lui non l’avrebbe mai conosciuta:<< Sì, mai stato meglio >> poi stringendole ancora la mano se la portò alle labbra sfiorandola con un piccolo bacio:<< Adesso però parliamo d’altro, certi gentiluomini non meritano un secondo in più della tua attenzione >>

 

La mattina dopo fu un bussare alla porta a farle aprire gli occhi, si girò per prendere il cellulare e controllare l’orario: le 7.00, era lunedì e il Café era chiuso, chi diavolo poteva venire a romperle le scatole a quell’ora?

<< Alice sono Emmett! Apri! >> sentendo che la voce di suo fratello proveniva dalla porta dell’appartamento e non dalla strada dove c’era l’ingresso del locale Alice maledisse il fatto di aver dato ai suoi fratelli le chiavi di scorta del Café in caso di emergenza, fortuna che si era tenuta per lei quelle di casa o si sarebbe ritrovata Emmett in camera!

<< Che cavolo ci fai qui a quest’ora? >> domandò poi quando gli aprì la porta con addosso la maglia e gli shorts che usava come pigiama:<< Volevo vedere come stavi, ieri sera non sei venuta a cena e pensavo avessi bisogno di parlare con qualcuno visto che… >> ma mentre lui parlava Alice alzò una mano per fermare le sue parole:<< Emmett sto bene, ieri sera avevo solo voglia di stare un po’ per conto mio, ma non c’è nulla di cui tu ti debba preoccupare, James è sposato e per me è un capitolo chiuso già da molto tempo, sto bene fratellone davvero >> lui la guardò ancora per un attimo preoccupato:<< Sicura? >> Alice annuì:<< Sì, sono sicura >> poi ben sapendo che il fratello non si sarebbe arreso tanto facilmente aggiunse:<< Senti perché non pranziamo insieme oggi? Vengo io a scuola da te e ti porto un po’ di quella torta alle pesche che ti piace tanto >> davanti a quella proposta Em si sciolse:<< Sei sleale, sai che non resisto alla tua torta alle pesche >> Alice sorrise furba:<< Sì lo so, quindi ora fila al lavoro così io posso preparartela >> un po’ deluso di non aver cavato nulla alla sua sorellina ma fiducioso di riprovarci a pranzo Emmett annuì girandosi per scendere di nuovo le scale:<< D’accordo, ci vediamo per pranzo, ti accontenterai del cibo della mensa sorellina? >> << Farò questo sacrificio signor preside >> lo prese in giro lei poi salutandolo di nuovo chiuse la porta avviandosi in cucina, aveva una torta da preparare per l’ora di pranzo.

 

<< Ehi ma dove sei sparito ieri? La tua Jane era disperata dopo la tua fuga, per fortuna ci ha pensato il testimone dello sposo a farla felice >> ignorando la battuta di Riley e guardando i due amici Jasper si sedette al loro tavolo nella piccola sala da pranzo del B&B:<< Avevo di meglio da fare Riley >> Peter sorrise:<< Sì possiamo immaginare >> << No, non credo proprio amico mi spiace >> stava per aggiungere altro quando il cellulare nella sua tasca vibrò segnalandogli l’arrivo di un messaggio.

 

Buongiorno. <3 dormito bene?

 

Sorrise vedendo il mittente e digitò in fretta una piccola risposta.

 

Dormo meglio su un divano con Star Trek in sottofondo; buongiorno anche a te, hai impegni per stasera?

 

La risposta di Alice non si fece attendere

 

Vuoi replicare?

 

Voglio portarti fuori a cena come si deve signorina Cullen.

 

Leggendo quella risposta un sorriso si aprì sulle labbra di Alice e dovette ringraziare il fatto che aveva in mano un sacchetto di farina perché altrimenti si sarebbe messa a saltare dalla gioia; per una volta sembrava che le cose stessero andando per il verso giusto…

 

Grimilde's

Ed ecco finalmente il tanto atteso primo appuntamento (più una cenetta romantica a casa direi) ma la sostanza non cambia...finalmente quei due cominciano a far funzionare le cose o almeno ci proveranno finché non arriverà il momento della partenza...
Nel prossimo capitolo ci sarà un salto in avanti di un po' di tempo e anche uno "scontro" con qualche vecchia conoscenza...
In conclusione solo una postilla: ma Emmett non si fa mai gli affari suoi?
Scherzi a parte a presto.

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Capitolo 7
*** 7 - Verso Jackson... ***


Capitolo 7

New Orleans, 19 dicembre

Il suono del cellulare che le segnalava l’arrivo di una mail fece sorridere immancabilmente Alice e, vedendo quell’aria contenta, Bella e Rose si avvicinarono:<< Fammi indovinare: un’altra mail del tenente Whitlock >> e ridendo Rosalie fece per avvicinarsi al telefono ma Alice se lo strinse al petto come se fosse un prezioso tesoro che nessuno poteva vedere:<< Cosa c’è? >> domandò infatti la bionda guardandola dubbiosa:<< Niente, perché? >> domandò a sua volta Alice cercando di mantenere un’aria normale ma l’idea che qualcuno della sua famiglia avesse a che fare con quella storia la agitava un po’, finora le cose con Jasper erano andate molto bene e continuavano anche ora che lui si trovava a Jackson per l’addestramento, ma raccontare tutta quella storia ad alta voce, parlarne con Rose e Bella, sentire le paranoie di Edward ed Emmett…beh quello avrebbe reso tutto più reale e l’ultima volta che i suoi sogni si erano scontrati con la dura realtà il suo bel principe azzurro aveva finito per sposare un’altra quindi no! Non era il caso di mettere i manifesti in giro, non ancora…

<< Oh andiamo come puoi essere così acida? >> e Rose la guardò mettendo su quel broncio che aveva dai tempi del liceo e a cui Emmett immancabilmente non sapeva resistere:<< Quel viso da cucciolo attaccherà con mio fratello Rosalie Hale, ma non con me >> la ragazza per tutta risposta fece la linguaccia all’amica ma Bella si intromise nel discorso:<< Aspetta un attimo…Jasper Whitlock… >> Alice si voltò preoccupata:<< Cosa? >> anche Rosalie si girò:<< Sappiamo come si chiama Bella >> la ragazza scosse il capo bevendo poi un po’ del suo caffè-latte:<< Non avevo collegato la cosa prima: era ospite al Moon River, era qui per il matrimonio >> a quell’affermazione Alice trattenne il respiro e Rose si illuminò come un albero di Natale: quella notizia era troppo succosa e lei era troppo curiosa per non volerne sapere di più.

<< E me lo dici solo ora? >> poi girandosi verso la Cullen aggiunse:<< E tu lo sapevi ma hai fatto finta di niente, traditrice >> << Sono una traditrice perché voglio che la mia vita privata resti tale Rose? >> la bionda fece spallucce morsicando il suo cornetto alla gianduia:<< Non esistono segreti tra di noi, non ci sono mai stati >> poi girandosi verso Bella si portò le mani giunte davanti al viso guardandola fisso:<< Adesso mi devi dire tutto: com’era questo tenente Whitlock? Alto, muscoloso, affascinante, bel ribelle tenebroso? >> Alice scosse la testa lasciando perdere la conversazione e andando dietro al bancone per poter leggere in pace la mail mentre le sue amiche spettegolavano.

 

Mentre apriva la mail per leggere la lettera di Jasper il ricordo dei loro primi giorni insieme le tornò alla mente.

 

Dopo la prima cena insieme Jaz aveva insistito per portarla fuori e, ancora stentava a crederci, l’aveva portata in un piccolo ma pittoresco ristorante vicino al porto; di solito quella zona non era molto frequentata, contrariamente al quartiere francese, ma alla fine Alice aveva dovuto ricredersi…

Forse anche per il fatto che passeggiare sotto la luna con accanto quella specie di dio sceso in terra non era per niente male.

Quando poi l’aveva riaccompagnata a casa e le aveva semplicemente accarezzato una guancia per darle la buonanotte lei era rimasta un po’ delusa; non che si aspettasse la musica di sottofondo o le campane a festa, ma per tutta la durata della cena, mentre chiacchieravano, si era chiesta come sarebbe stato baciare quelle labbra.

<< A domani allora >> gli aveva mormorato dopo che Jaz le aveva strappato la promessa di un giro sul battello che navigava lungo il Mississippi, stava quasi per rientrare quando lui l’aveva chiamata:<< Alice >> si era voltata con gli occhi che brillavano solamente per trovarsi Jasper più vicino di quanto si aspettasse e, quasi sicuramente, avrebbe perso l’equilibrio se lui non avesse avuto i riflessi pronti:<< Le piace farsi salvare signorina Cullen? >> lei era arrossita cercando di guardare altrove:<< Non mi aspettavo di averti così vicino >> la piccola risata di Jasper la portò a guardarlo negli occhi:<< Devo essere vicino per quello che voglio fare >> lei schiuse leggermente le labbra:<< E sarebbe? >> la risposta di Jasper furono le sue labbra su quelle di Alice in quello che lei avrebbe ricordato come il bacio perfetto; il migliore che avesse mai ricevuto nella sua vita.

Quando poi si erano staccati il campanile della piccola chiesa in fondo al quartiere aveva suonato la mezzanotte e Alice aveva sorriso sognante: aveva avuto anche le sue campane…

 

<< Ehi stai bene? >> la voce di Bella la fece tornare alla realtà e al locale:<< Cosa? >> << Avevi l’aria persa, a che pensavi? >> cercando nella sua mente qualcosa da dire Alice abbassò gli occhi sul proprio telefono e la sua attenzione fu catturata dalle ultime righe della mail di Jasper

 

Non credo di riuscire ad avere una licenza per Natale, ma mi farebbe molto piacere se tu potessi venire a trovarmi, c’è un piccolo motel accanto alla base, so che è avventata come proposta ma almeno pensaci...

 

Il suo cuore perse un battito: l’aveva davvero invitata a passare il Natale con lui a Jackson? Le aveva davvero chiesto di andare lì per stare insieme?

<< Alice…ehi…Alice >> di nuovo lei dovette riscuotersi dai suoi pensieri:<< Sì? >> Rose alzò gli occhi al cielo:<< Deve piacerti proprio tanto quel ragazzo, sei anche peggio di quando stavi con il Ken idiota >> la discussione tuttavia fu interrotta dall’arrivo nel bar di Edward che, con l’aria più cupa che sua sorella gli avesse mai visto, si sedette vicino a Bella baciando di sfuggita la guancia della ragazza e salutando loro:<< Ciao Ed, che ti succede? >> e sorridendo Rosalie si avvicinò scrutando l’amico che aveva l’aria a dir poco sconvolta:<< Niente, è solo il lavoro >> << Problemi con qualche caso? >> domandò Bella immediatamente preoccupata:<< Troppi casi a dire il vero, il capo è in luna di miele con la sua seconda moglie e ha lasciato la direzione dello studio in mano a Tanya e Kate, adoro quelle ragazze ma in quattro siamo davvero pochi per gestire tutti quei casi, senza contare che sotto natale la gente trova ogni genere di pretesto per attacar briga >> in silenzio Bella strinse la mano del fidanzato:<< Leah non può darti una mano? >> il ragazzo annuì:<< Lo sta già facendo, stiamo seguendo un paio di casi insieme e credo che anche stasera farò tardi >> poi alzando gli occhi verso Alice aggiunse:<< Posso passare da te a cena sorellina? Casa tua è più vicina al mio ufficio e non credo di avere la forza di preparare qualcosa una volta a casa >> Alice sorrise:<< Puoi fermarti tutte le volte che vuoi o magari posso portarti io qualcosa di pronto a casa se ti va >> il sorriso di Edward le fece capire quanto adorava quell’ipotesi:<< Lo faresti davvero? >> << Certo che lo farei, sei mio fratello stupido >> poi facendogli la linguaccia si avviò verso il laboratorio:<< Ora andate, devo finire alcune ordinazioni per Jacob e Seth, pare che questo mese gli affari stiano andando a gonfie vele >> << Ci cacci così? >> domandò Edward che si era appena messo comodo:<< Non eri tu quello che aveva del lavoro da fare? >> il ragazzo annuì alzandosi:<< Sorella perfida >>

 

<< Alice… >> cinque minuti dopo la ragazza si girò trovando Bella sulla porta del laboratorio:<< Bella…che cosa c’è? >> l’altra avanzò stropicciandosi con le mani il bordo del maglione che aveva addosso, sembrava quasi nervosa:<< Tu hai le chiavi di scorta di Ed vero? >> Alice annuì non capendo il perché di quella domanda:<< Sì, perché? Che volevi fare? >> Bella fece un piccolo sorriso:<< È un problema se stasera gli preparo io la cena? Vado a fare la spesa e se mi lasci le chiavi andrò a casa sua e gli farò trovare… >> sorridendo Alice scosse il capo:<< Non credo ci siano problemi, anzi credo che Eddy ne sarà felice >> poi vedendo che la sua amica non faceva esattamente i salti di gioia aggiunse:<< C’è qualcosa che non va Bella? Mi sembri strana >> l’altra scosse il capo:<< No, niente…solo che ultimamente Edward è sempre impegnato con il lavoro e ci siamo visti poco, mi piacerebbe passare un po’ di tempo noi due da soli, tutto qui >> avendo Jasper a migliaia di chilometri di distanza e capendo i sentimenti della sua amica Alice sorrise:<< Ci vediamo nel pomeriggio quando ho finito con quest’ordine così ti lascio le chiavi, vai a fare la spesa nel frattempo >> Bella annuì poi poco prima di lasciare il locale si voltò di nuovo a guardare l’amica:<< Sai Alice…era da tanto che non ti vedevo così felice >> la piccola Cullen non rispose continuando ad impastare ma sorrise anche lei: sì, era davvero felice.

 

Erano quasi le nove e mezza quando finalmente Edward riuscì a lasciare lo studio, aveva mandato un messaggio ad Alice un paio d’ore prima dicendole che prima di quell’ora non si sarebbe potuto liberare e lei lo aveva rassicurato dicendo che una volta a casa avrebbe trovato tutto pronto…

Stava giusto per aprire la macchina quando:<< Cullen…Edward Cullen >> sentendosi chiamare si girò verso i portici dove c’era il suo ufficio trovandosi davanti una giovane donna dai capelli biondi raccolti in un’elaborata acconciatura e un tailleur scuro molto elegante ma che enfatizzava il suo corpo in maniera inequivocabile:<< Irina Denali? >> e lui guardò la ragazza cercando di capire che cosa ci facesse la sua ex compagna di Harvard e associata in uno degli studi più prestigiosi di Washington lì.

<< Che ci fai qui? >> le domandò poi mentre lei si avvicinava sorridente:<< Ciao anche a te Cullen >> lo salutò avvicinandosi e facendo scorrere lo sguardo sul completo che lui aveva indossato quella mattina e che dopo quella giornata infinta probabilmente aveva un aspetto peggiore di lui:<< Ti trovo bene, non pensavo New Orleans ti avrebbe fatto questo effetto ma sei in forma >> Ed non parve colpito da quelle parole:<< Che cosa c’è Irina? Che ci fai qui? >> di nuovo lei sorrise e si passò una mano nei lunghi capelli biondi:<< Sto lavorando un caso importante, Newton contro Barton >> riconoscendo il nome del cliente che Leah e Kate stavano seguendo Edward sbatté le palpebre incredulo di quanto fosse strano il destino:<< Sei l’avvocato  di Colin Barton? >> la bionda annuì con un sorriso a trentadue denti:<< Sì, il signor Barton ha voluto il miglior studio di Washington e il miglior avvocato dello studio >> Ed non replicò, già ai tempi del college Irina aveva un ego grande come una casa e ciò aveva fatto di lei un ottimo avvocato ma anche una persona decisamente poco sopportabile.

<< Allora dimmi… >> e lei si avvicinò sorridendo ed infilandogli una mano sotto al braccio:<< Come ti vanno le cose qui? >> poi guardandolo con i suoi grandi occhi color caramello aggiunse:<< Perché non ci facciamo una di quelle belle chiacchierate come ai tempi del college? Sai quando facevamo le ore piccole a… >> scansandosi leggermente cercando di non dimostrarsi scocciato Ed fece un piccolo sorriso:<< Scusami ma ho avuto una giornata dura e non vedo l’ora di andare a casa a cenare e… >> << Oh ma è fantastico, che ne dici di una cenetta tra amici? Andiamo non puoi dirmi di no >> Edward non voleva essere maleducato, sua madre gli aveva insegnato ad essere un gentiluomo ma voleva davvero liberarsi di Irina e mettersi comodo sul divano, magari avrebbe chiamato Bella prima di andare a letto, voleva sentire la sua voce, voleva vederla anche ma non ne avrebbe avuto il tempo e Irina non gli stava certo facilitando le cose.

<< Irina davvero io non… >> ormai era quasi arrivato a casa e se non si disfava in fretta di lei gli sarebbe toccato davvero invitarla a cena, fortuna che Alice gli aveva già preparato qualcosa perché in quel momento non aveva nemmeno la forza di prendere una pizza dal congelatore e infilarla nel forno.

 

<< Edward? >> fu quella voce a farlo voltare verso la porta d’ingresso del suo villino:<< Bella? >> e guadò la fidanzata cercando di capire se era la sua mente che gli stava giocando un brutto scherzo o se davvero lei era lì davanti alla porta con in mano un mazzo di chiavi e quelle che avevano tutta l’aria di essere borse della spesa:<< Che cosa ci fai qui? >> domandò poi avvicinandosi e dimentico di Irina accanto a lui:<< Volevo prepararti la cena, stamattina quando lo hai chiesto ad Alice le ho detto che l’avrei fatto io, mi ha dato la sua copia delle chiavi di casa e… >> << Oh hai anche una cameriera che ti prepara la cena, direi che non te la cavi per niente male Eddy >> sentendo la bionda chiamare lei cameriera ma, soprattutto, il suo fidanzato Eddy con quella voce civettuola Bella si girò pronta a dirgliene quattro ma ci pensò Edward a risolvere la cosa:<< Bella non è la mia cameriera Irina, è la mia fidanzata >> poi avvicinandosi ad Isabella sorrise guardando la vecchia compagna di scuola:<< E per quanto mi avrebbe fatto piacere rivangare gli anni del college >> si voltò a guardare Bella con sorriso di trionfo:<< Credo di avere di meglio da fare stasera >> poi sollevando un braccio per poggiarlo sulle spalle di Bella infilò la chiave nella serratura entrando in casa.

 

Una volta di nuovo soli Bella poggiò le buste che aveva portato sul piano della cucina di Edward cominciando in silenzio a tirarne fuori il contenuto:<< Ehm…Bella… >> ed Ed si avvicinò alla ragazza:<< Sì? >> domandò lei continuando a restare voltata:<< Tesoro che cosa c’è? Sembri strana… >> Bella non cambiò minimamente posizione o quello che stava facendo poi aprendo un’antina per prendere una pentola per la pasta aggiunse:<< Chi era quella Eddy? >> sentendo quel nomignolo che tanto odiava l’avvocato di casa Cullen capì che grazie ad Irina si era appena cacciato in un bel guaio e che ci sarebbe voluta tutta la sua abilità oratoria e il suo amore per Isabella per uscirne illeso o per lo meno per uscirne!

<< Quella era Irina Denali, una mia vecchia compagna del college, te ne avevo parlato >> meglio cominciare da lì, meglio prendere la cosa con calma e…:<< Mi avevi anche detto che viveva a Washington o avevo capito male? >> lui annuì avvicinandosi e passandosi una mano tra i capelli:<< No, non hai capito male, è qui per seguire un caso a cui stanno lavorando Leah e Kate, lei è la parte avversa >>  ancora nessuna risposta, così provò di nuovo:<< Bella… Bella ti prego… >> << Se lavora per la controparte che cosa ci facevate insieme? Non c’è un qualche divieto dell’etica professionale o roba simile? >> Edward alzò gli occhi al cielo e stufo di quel tira e molla si avvicinò abbracciandola da dietro e affondando la testa nei suoi capelli scuri:<< Non è successo niente d’accordo? >> poi baciandole la testa aggiunse:<< Me la sono trovata davanti sulla Main Street e ha iniziato a parlare dei vecchi tempi e così via, stavo cercando un modo per liberarmi di lei quando ci hai visti >> poi facendo girare la fidanzata tra le braccia aggiunse:<< La sola donna che mi interessa avere nella mia vita sei tu Swan, dovresti saperlo ormai >> immobile come sempre davanti alle romantiche dichiarazioni di Edward Cullen, Bella, abbassò gli occhi cercando di nascondere un sorriso:<< Sei troppo bravo con le parole avvocato, non vale >> sorridendole a sua volta Ed le prese le mani nelle proprie:<< Credo che dovrò convincerti con i fatti allora >> e con lo sguardo più felice e serio che Bella gli avesse mai visto lo guardò mentre si metteva in ginocchio davanti a lei.

 

Cinque giorni dopo Alice era a bordo di un autobus che l’avrebbe portata a Jackson.

Sapeva che ci sarebbero volute ore ma se da una parte non vedeva l’ora di riabbracciare Jasper, dall’altra voleva un po’ di tempo da sola per riflettere su tutta quella storia: non aveva detto niente di preciso a nessuno circa il loro rapporto perché Ed avrebbe espresso la sua opinione come al solito non richiesta ed Emmett…beh Em era fin troppo iperprotettivo e avrebbe dato di matto immaginando che la sua dolce e adorata sorellina aveva un rapporto che andava oltre l’amicizia con un soldato della US Navy conosciuto ad un party di Halloween meno di due mesi prima!

Tuttavia ora che era da sola su quel sedile accanto al finestrino non poteva fare a meno di chiedersi che cosa provasse davvero lei per Jasper Whitlock…

Attrazione? Affetto? Amore?  

Sorrise da sola quando l’ultima parola le passò per la mente…amore…credeva che quello che la legava a James fosse amore, credeva che sarebbe durata e che anche lui provasse lo stesso, invece si era ritrovata con un cuore a pezzi e troppi fazzoletti usati, adesso non avrebbe commesso lo stesso errore…sì certo Jasper Roland Whitlock era decisamente diverso da James, lei si sentiva diversa quando era con lui, ma non per questo voleva dire che tutto sarebbe andato bene.

Non tutti avevano la fortuna di trovare la loro anima gemella e viverci insieme per tutta la vita…cioè era successo ai suoi genitori, a Rose ed Emmett e perfino a Edward e Bella se non si contavano gli anni che ci aveva messo suo fratello a dichiararsi, lei sembrava la sola della famiglia destinata a restare sola…o almeno prima di incontrare Jasper…

Scosse la testa cercando di tornare lucida, si era appena ripromessa di non lavorare troppo di fantasia, di andarci piano e invece si metteva a fantasticare come un’adolescente alla sua prima cotta! Fece una piccola smorfia cercando di convincersi a stare calma ma poi abbassò gli occhi sulla piccola scatola di cartone dorato che teneva in grembo: il suo lato romantico non aveva resistito e prima di partire la sera prima aveva preparato un pacco per Jasper con tutti i suoi dolci migliori, era un pensiero stupido forse ma lei sperava tanto che gli facesse piacere!

 

<< In libera uscita Whitlock? >> e sorridendo bonariamente la sentinella all’ingresso guardò Jasper in borghese che stava lasciando la base:<< Sì, una specie >> commentò Jasper mentre si infilava le mani nelle tasche per dirigersi alla macchina che aveva noleggiato quella mattina: aveva detto una piccola bugia ad Alice parlandole del motel accanto alla base, ma in fondo nessuno poteva condannarlo se voleva fare una sorpresa alla ragazza che gli faceva battere il cuore giusto?

Quando raggiunse il capolinea degli autobus parcheggiò poco distante spegnendo il motore e scendendo dalla macchina avviandosi verso la pensilina con gli orari, non aveva fatto che pochi passi quando una voce dolce come il miele lo fece voltare alla sua sinistra:<< Ciao tenente >> << Alice >> e il solo pronunciare il suo nome lo fece sorridere mentre allargava le braccia per accoglierla:<< Mi stai aspettando da molto? >> le domandò stupito di trovarsela già lì davanti:<< No, siamo arrivati cinque minuti fa, giusto il tempo di recuperare la mia valigia >> guardando il piccolo trolley che Alice si era portata dietro per un istante a Jasper si strinse il cuore: non si sarebbe fermata a lungo e lo sapevano entrambi ma lui avrebbe tanto voluto di sì…

<< Bene, allora visto che siamo qui, direi che è il momento di andare signorina Cullen >> e stringendole la mano intrecciando le loro dita insieme Jasper tirò fuori dalla giacca a vento le chiavi di un’auto:<< Quando devi rientrare alla base? >> gli domandò lei mentre caricava la sua valigia:<< Non immediatamente >> mentì lui poi aprendole galantemente la portiera lasciò che Alice gli passasse accanto ma poco prima che lei salisse in auto le afferrò la vita stringendola a sé chiudendole le labbra con un bacio che aveva atteso dal giorno in cui era partito da New Orleans.

<< Era da quando sono partito che aspettavo di farlo >> le guance di Alice arrossirono dolcemente a quelle parole poi mettendogli le braccia al collo e sollevandosi sulla punta dei piedi per arrivare quasi alla sua stessa altezza gli sorrise:<< Lo aspettavo anch’io >> poi anche lei lo baciò a sua volta e prima che uno dei due potesse accorgersene le mani di Jasper scivolarono sui bottoni del cappotto bianco di lei slacciandoli ad uno ad uno e facendogli accarezzare quel corpicino da fata avvolto in un abitino di lana e leggins invernali.

 

<< Ci stanno guardando >> commentò Alice quando si staccarono alcuni minuti dopo accorgendosi degli sguardi che qualche passeggero lanciava loro:<< Sono solo invidiosi, scommetto che vorrebbero essere al mio posto >> le sussurrò Jasper con un sorriso per poi aggiungere:<< Ma sarà meglio andare, prima che la situazione mi sfugga di mano >> e con quella frase sulle labbra la fece salire chiudendo la portiera e facendo il giro dell’auto per mettersi alla guida.

Alice lo guardò sorridendo per un istante e quando Jasper mise in moto si voltò a guardare la città fuori dal finestrino inconsapevole di quello che in realtà l’aspettava poco fuori dalla città…




Grimilde's

Sono ancora viva! Sì, so che probabilmente mi davate per dispersa ma invece sono ancora qui...
Questo capitolo è un po' di passaggio visto che non succede granché ma il prossimo sarà tutto incentrato sulla mini-vacanza dei nostri piccioncini quindi preparatevi per un bel po' di zucchero e molto, molto fluff...(forse anche qualche piccola lacrimuccia se riesco a farcela entrare nel capitolo chi lo sa...)
In ultimo una piccola precisazione: Edward NON ha chiesto a Bella di sposarlo, so che può sembrare così ma la risposta ci sarà nel porssimo capitolo...
A presto....e se non ci sentiamo prima del 25 AUGURONI di BUON NATALE.....

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