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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I. ***
Capitolo 2: *** II. ***
Capitolo 3: *** III. ***
Capitolo 4: *** IV. ***
Capitolo 5: *** V. ***
Capitolo 6: *** VI. ***
Capitolo 7: *** VII. ***
Capitolo 1 *** I. ***
I.
Ho dentro di me
foreste di alberi immersi nel buio
città sfolgoranti fatte di carta
cieli azzurri in cui regna il sogno
volti di ombre
terre di fuoco
il dolore -
che non trovano sbocco
e mi marciscono in cuore.
≈≈≈≈≈
Aggiornerò questa raccolta senza alcuna regolarità. Purtroppo non sono una macchina che sforna versi.
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Capitolo 2 *** II. ***
II.
Ho sentito
il pianto senza voce
di un piccolo fiore
sepolto
tra l’erba,
in un campo.
Mi dice
che vorrebbe essere
completamente verde
e che vorrebbe pungere
i talloni degli angeli
che lo sfiorano.
L’erba è alta attorno a lui,
e lui vorrebbe parlare
ai fili che ondeggiano al vento,
- ma non sa di cosa.
E allora prega che piova
grandine, che i fili d’erba
spariscano, che sia tutto
nulla.
Così vivrà la solitudine,
fuori e dentro,
senza ostacoli.
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Capitolo 3 *** III. ***
III.
Mi ripetevo che la solitudine è un grande
male.
Alla fine non restano più
argomenti e muti si lotta
davanti all’anima. Sembra facile
discorrere con gente che mangia
carne viva ad ogni ora e in lingue di
fuoco solca i cieli
con i piedi impantanati nel fango.
Ricordo la Dafne che si piega
all’indietro e - il respiro spinto nella bocca
aperta - sente le sue membra stringersi
come corde di chitarra, irrigidirsi
in fibre di cellulosa - la divina
mano d’Apollo a ghermirle
la verginità.
Resta nel buio.
Credo nelle lente metamorfosi interiori,
di quelle che ascoltano la litania
perpetua dei congiunti - con cui siamo cresciuti,
certo, ma si cambia - e senza volerlo
le affidano alla memoria.
Dilanio carne viva e pulisco il mento
con la manica; ieri era ieri e così
i miei pensieri.
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Capitolo 4 *** IV. ***
IV.
Tremo
per quanto mi è facile
dimenticare battiti di vita che pure
a me
hanno pensato.
È troppo tempo che incollo gli occhi
a terra e
non inciampo -
e non alzo lo sguardo
su chi mi sta
intorno.
(ti/vi/li) Perdo -
ed è anche mia
la colpa.
Non mi sono mai squarciata
il petto, non ho esposto
abbastanza. Sempre composta,
sempre distante,
paurosa lepre appesa,
ad attendere una mano tesa,
come se la mia aura
non scavasse
un fosso
attorno al mio corpo.
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Capitolo 5 *** V. ***
V.
Ho pensato al morire in una sola stagione
quando il tempo rimane invariato
sopra la testa si addensa un cielo che poi
d’improvviso muta. Cadere
perché è il gelo
dell’inverno che te lo impone e tu senza sole
al mondo non ci sai stare.
Sai dirmi - ombra viandante -
quanta luce
al mio sole è rimasta?
Che di voi cavallette e delle cimici resta pure
l’involucro annerito e secco per tempo
in mezzo alla polvere
e di notte sento i miei piedi farsi freddi
che non bastano più le coperte
e se si può vivere senza cervello va bene
ma senza sole al mondo non ci so stare.
- al mio sole
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Capitolo 6 *** VI. ***
VI.
A te che guardi e non mi leggi:
ieri il sole era nel mezzo tra giorno e notte
e il silenzio delle case e delle strade permetteva
gli scoppi dei viventi inascoltati;
ieri sera mi sono vista in panoramica
e il mio corpo non era solo corpo,
era carne poetica
che non strideva tra la sedia e la scrivania,
umana e sporca, riempiva uno spazio
di nessuno e solo suo,
rendeva alle cose troppo belle equilibrio;
nel mezzo del vivo era viva anche lei.
- pieni vuoti d’aria
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Capitolo 7 *** VII. ***
VII.
Nel mio pianto notturno
di creatura mediocre e sterile
per ogni nato dalle sue mani
- ciclica serie di fiori concepiti
e mai partoriti, espulsi come di cenci
e di melma una immondizia ormai priva
di ogni fascinazione -
una luce solare
ha acceso il respiro che cresce
e si rigenera, della vecchia pelle che scivola
via sulla nuova,
-se questo è il rigettato dal mondo
e da lei, ci sarà poi un pensiero nato
sano che sappia commuovere
un non più estraneo -
per vivere ancora
dal principio,
alla voce che nell’aria ricorda:
niente è ancora concluso.
- attese
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