Ricordi...?

di paige95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sensazioni ***
Capitolo 2: *** Una realtà da incubo ***
Capitolo 3: *** Colpo scorretto ***
Capitolo 4: *** Colpe imperdonabili ***
Capitolo 5: *** In cerca di risposte ***
Capitolo 6: *** Il passato cancellato ***
Capitolo 7: *** Il volto del nemico ***
Capitolo 8: *** Lontananza e vicinanza ***
Capitolo 9: *** Sacrifici ***
Capitolo 10: *** Una vendetta fuori dal tempo ***
Capitolo 11: *** La prospettiva di una nuova vita? ***
Capitolo 12: *** La missione più difficile ***
Capitolo 13: *** Il mistero è svelato ***
Capitolo 14: *** La speranza di un nuovo inizio ***
Capitolo 15: *** Una scelta di cuore ***
Capitolo 16: *** Il risveglio del combattente ***
Capitolo 17: *** Una terribile scoperta ***
Capitolo 18: *** Un incontro inaspettato ***
Capitolo 19: *** Una ricerca proibita ***
Capitolo 20: *** Il ritorno di un pericoloso nemico ***
Capitolo 21: *** La resa dei conti ***
Capitolo 22: *** Alla ricerca di una soluzione migliore ***
Capitolo 23: *** Scene che si ripetono? ***
Capitolo 24: *** Tentativi di corruzione ***
Capitolo 25: *** Storia di un sayan sconosciuto ***
Capitolo 26: *** Piccoli attimi di tenerezza ***
Capitolo 27: *** Tempo di pace ***
Capitolo 28: *** Un legame indissolubile ***
Capitolo 29: *** Una ritrovata fratellanza ***



Capitolo 1
*** Sensazioni ***


Sensazioni
 
Era solo. Completamente solo. Una luce abbagliante davanti a lui e niente di più. Il vuoto totale fuori e dentro di sè. Provava una paura strana e nuova: la paura dell’abbandono.
Ma perché mai avrebbe dovuto aver paura di rimanere solo?
Come negli incubi più oscuri non riusciva né a muoversi né a parlare, quando invece avrebbe voluto fare entrambe le cose.
Ma che diamine stava succedendo?
Non si ricordava nemmeno più cosa stesse facendo l’attimo prima di finire in quella voragine.
Una cosa però la sapeva, non poteva lasciarsi vincere, doveva reagire, lo doveva fare per la sua famiglia, di cui al momento non aveva notizie.
“Goku”
Una voce flebile, ma nitida nella mente del sayan. Era Chichi, ci avrebbe scommesso. Ma dov’era?
“Aiuto”
Oh no! Era in pericolo, ma non poteva farci nulla, era bloccato, non aveva nemmeno la possibilità di tranquillizzarla.
Si stava davvero stufando, quell’impotenza lo stava facendo impazzire. Stava cercando di concentrare le sue energie per liberarsi dalla morsa, ma nulla.
“Papà, aiuto”
Goten. Anche suo figlio era in pericolo.
Ma cosa stava succedendo?? Chi poteva essere ad avercela così tanto con la sua famiglia?
Non poteva stare a guardare inerme mentre i suoi cari soffrivano. Ci doveva essere una soluzione, c’era sempre una soluzione, allora perché in quel momento non la trovava?
“Nonno, ti prego salvami”
La sua adorata nipotina. No, nessuno avrebbe osato farle del male.
Poi tutto diventò completamente buio davanti ai suoi occhi, la luce era scomparsa e con essa anche quelle familiari suppliche.
 
 
 
Aprì gli occhi di scatto. Era completamente bagnato di sudore. Era confuso, non capiva. L’unica certezza che aveva era di essere nel suo letto, ma accanto a lui non c’era la moglie. Non era un sogno.
Si alzò velocemente, ma mentre stava per uscire dalla stanza, si trovò davanti Chichi.
“Goku! Ti senti bene?”
Si era preso un tale spavento che non riusciva nemmeno a risponderle.
Riprese un po’ di fiato, il cuore non voleva rallentare.
“Dov’eri finita?? Mi hai spaventato a morte”
“Ero andata a bere un po’ d’acqua” la donna non capiva la strana reazione del marito “Dai torniamo a letto, fa un freddo allucinante” aguzzando la vista vide nella penombra che la fronte di Goku era imperlata di sudore, era sempre meno convinta che l’uomo stesse bene.
Chichi voleva cercare di capire qualcosa di più sullo stato di salute del marito, ma lui la anticipò.
“Oh no, Goten!"
Non aveva lasciato alla moglie il tempo di ribattere che si era fiondato verso la camera del figlio.
Chichi lo seguì e, bisbigliando, cercò di riportarlo indietro.
“Goku, ma che fai? Sta dormendo”
Un sospiro di sollievo quando si accorse che realmente il ragazzo era nel mondo dei sogni e sperava davvero fossero più belli dei suoi.
La moglie si stava veramente preoccupando, non capiva cosa avesse scatenato quella furia in lui.
Un’altra illuminazione “Pan!” si era diretto a passo svelto verso l’apparecchio telefonico, gli tremavano le mani, ma non riuscì a sollevare la cornetta, che una mano lo bloccò. Chichi si stava spaventando nel vederlo in quello stato. Al gesto della moglie, Goku si era portato due dita alla fronte, ma la donna bloccò anche quel tentativo.
Chichi si stava spazientendo.
“Ma sei impazzito?? Che ti dice il cervello in piena notte?!”
“Pan è in pericolo!”
“Goku, calmati, nessuno è in pericolo, stiamo tutti bene”
Il sayan non capiva, quella visione non era un sogno, quella sensazione di minaccia e di impotenza la sentiva ancora sulla pelle.
 
Continua…
 
Spazio dell’autrice
 
Ciao di nuovo a tutti!
Mi è venuta questa nuova idea 😊
Ditemi se come incipit vi piace e incuriosisce!
A presto con il prossimo capitolo, con cui entrerò nel vivo della storia.
Baci :3

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Capitolo 2
*** Una realtà da incubo ***


Una realtà da incubo
 
Da settimane ormai nella sua mente comparivano sempre le stesse immagini, solo che le persone in apparente pericolo erano diverse: tutti i suoi cari avevano attraversato quei dannati incubi, ma lui non riusciva a capire, iniziava paurosamente a pensare che fosse una premonizione, ma si augurava davvero di sbagliarsi.
 
Nonostante tutto, la sua vita non era cambiata, continuava ad allenarsi, anzi con quella sensazione in corpo di pericolo imminente aveva intensificato i suoi allenamenti, non voleva farsi trovare impreparato.
Erano gelide giornate invernali, la neve ricopriva ogni centimetro di terra ed anche gli alberi ne erano totalmente ricoperti. Goku però il freddo non lo percepiva, il suo corpo era sempre caldo da tanta energia emanava.
 
 
Ritornava a casa dopo un lungo pomeriggio di lontananza. Desiderava solo tornare dalla sua famiglia e come ogni sera cenare con loro. Adorava quei momenti nei periodi di pace. Lui, che aveva sempre vissuto come un girovago, finalmente, da quando, anni prima, si era sposato, aveva trovato quella giusta stabilità che lo faceva sentire amato, sempre accolto e aveva trovato un luogo che potesse chiamare casa.
 
Quel pomeriggio però era ben diverso dagli altri, una tetra sorpresa lo stava attendendo.
Era quasi nei pressi della sua abitazione, quando distinse una figura immobile fra la neve, era una donna. Si avvicinò sempre di più aumentando il passo. Quando si trovò circa un metro da lei la riconobbe.
“Chichi!”
Era riversa supina, i suoi lunghi capelli neri contrastavano con il bianco candido dei fiocchi. Non c’era sangue.
Goku era paralizzato dalla paura: quella stessa sensazione dei suoi sogni. Aveva paura a girarla, non sapeva cosa le fosse accaduto e temeva di farle ancora più male toccandola.
Poi però decise che non poteva stare a guardare, quella era la realtà e non uno dei suoi sogni, quindi la prese per le spalle e dolcemente la posò sulle sue ginocchia piegate. Iniziò ad accarezzarle il viso, era gelida, ma la fronte era bollente.
“Oh Chichi, ti prego dimmi che non”
Ovvio che doveva essere viva, altre opzioni dovevano essere categoricamente escluse.
Si stava agitando, stava iniziando a piangere, un brutto presentimento lo invadeva, ma non poteva mollare, doveva essere forte per entrambi.
Prese in braccio la donna e si affrettò a portarla in casa. Saliva tre gradini alla volta per quelle infinite scale. Arrivato finalmente in cima la posò delicatamente sul loro letto. Era combattuto, non sapeva se scaldarla o abbassare la temperatura della febbre. Ma non c’era nemmeno il tempo per avere quei dubbi. Rovistò ovunque per cercare qualche coperta, poi riempì un bacile con dell’acqua fredda e delle garze.
L’aveva per bene coperta per scaldarla e poi si era dedicato a bagnarle delicatamente la fronte con l’acqua. Probabilmente stava sbagliato tutto, ma non conosceva altri modi per soccorrerla tempestivamente.
Dopo più di un quarto d’ora di agonia, sia per Goku che per Chichi, la donna aprì gli occhi. Il sayan non riusciva a crederci di averla salvata.
“Chichi! Amore mio, stai bene?”
Non gli rispondeva. Aveva lo sguardo perso nel vuoto, lo guardava, ma non lo vedeva.
Goku temeva si fosse nuovamente alzata la febbre e fece per sentirle la fronte con la mano, ma la donna la allontanò. Era spaventata.
“Tesoro? Sono io, non devi avere paura. Che cosa ti è successo? Chi ti ha fatto del male?”
Chichi si guardava intorno come in cerca di un riparo, aveva l’aria di chi si sentiva in trappola.
Il sayan si avvicinò a lei per tranquillizzarla.
“Stammi lontano!” si era rannicchiata il più possibile contro la parete, a cui era accostato il letto
“Chichi scusami, non sapevo come altro aiutarti, ho fatto il possibile” attribuiva l'atteggiamento della moglie alle cure forse poco consone che le aveva prestato, lei sicuramente avrebbe saputo fare meglio
“Io non so chi tu sia, non avvicinarti”
Uno shock negli occhi di Goku.
“M-ma sono tuo marito. Che cosa dici?”
Lo stava guardando con aria di sfida.
“No, tu non sei mio marito. Che cosa mi hai fatto?”
Diverse ipotesi si stavano facendo largo nella mente di Goku: probabilmente aveva battuto la testa e aveva una “piccola” amnesia, anche se non ricordarsi di lui non gli sembrava tanto una cosa da niente.
 “Chichi, io non ti ho fatto nulla, come potrei farti del male?!” Cercò di assecondare la sua condizione, mantenendo la calma “Non ti sto mentendo. Guarda, hai la fede. C’è scritto il mio nome”
Ancora una grande diffidenza negli occhi della donna.
“Se non mi credi, almeno credi ai tuoi occhi. Ti prego, guardaci” cercava di essere comprensivo e molto dolce
Chichi si sfilò lentamente la fede. A Goku fece un certo effetto quel gesto, non ricordava di aver mai visto la moglie toglierla dal dito, l’unico ricordo era di quando le aveva infilato l’anello nel giorno del loro matrimonio.
La donna fece girare la fede tra le dita, sembrava convinta del nome che avrebbe letto, forse voleva solo accontentare quell’uomo, che ai suoi occhi era semplicemente il suo aggressore.
“Qui c’è scritto il nome di mio marito, Hachiro”
“Cosa???” Goku rimase paralizzato
No, non poteva essere vero. Insomma, che cosa era cambiato da quella mattina? Quando era uscito di casa, sua moglie lo aveva amorevolmente salutato e si erano dati appuntamento per cena.
Il sayan sperava di svegliarsi da un momento all’altro. Quello doveva essere uno dei suoi tantissimi incubi, niente di più e niente di meno. Si sarebbe svegliato nel suo letto con accanto la sua Chichi. Le cose sarebbero andate così, doveva andare in quel modo.
Mentre sperava che fosse tutto una terrificante visione, lo sguardo cadde sulla sua mano. La sua fede non c’era più.
“Ora vattene!”
Goku non aveva più alcuna argomentazione per replicare, non poteva far altro che andarsene. Si avviò verso la porta lentamente, forse sperava ancora in un miracolo, sperava davvero che sua moglie lo richiamasse indietro e lo abbracciasse per essere consolata dalla disavventura che aveva vissuto. Aprì la porta e uscì sempre lentamente, era incredulo e le forze gli mancavano.
 
Rimase sulla porta. Non ci poteva credere: quei sogni, quei terribili incubi, che si erano impossessati delle sue notti, stavano diventando realtà e lui stava iniziando veramente a sentirsi solo.
 
Continua…

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Capitolo 3
*** Colpo scorretto ***


Colpo scorretto
 
Aveva deciso che, date le circostanze, non aveva senso rimanere in quella casa. Si stava allontanando e ad ogni passo il suo cuore perdeva un battito.
Gli incubi si stavano intrecciando alla realtà. Aveva imparato a convivere con quei sogni, ma ora tutto si stava confondendo e mischiando e Goku non ci capiva davvero più niente.
Un misto di rabbia, frustrazione, disperazione, ma anche i sentimenti iniziavano ad essere confusi. Chi cavolo era questo Hachiro? Ma lo stava prendendo in giro?
Doveva svuotare per un momento la mente e cercare delle risposte. Forse solo un luogo lo avrebbe aiutato in quell’intento.
 
Decise teletrasportarsi sul lago. Quel luogo era pieno di ricordi, ma a lui non servivano, li aveva tutti impressi nella mente.
Si abbandonò sull’erba e chiuse gli occhi con l’ennesima speranza di svegliarsi tra le braccia della sua Chichi. Sì, perché lei era sua e non ci sarebbe stato nessun Hachiro che gliel’avrebbe portata via.
Fu un attimo, il sonno lo vinse.
Riaprì gli occhi in quel buco nero tristemente conosciuto, ma stavolta era tutto completamente diverso: poteva muoversi.
“Spero ti sia piaciuta la sorpresa” una risata tetra
Goku non capiva da dove provenisse quella voce, ma dalla rabbia che sentiva dentro di sè sarebbe stato pronto a combattere in qualunque momento.
“Chi sei?” poteva parlare “Cosa vuoi da me?”
“Ti sei mai chiesto cosa vuol dire rimanere soli?”
Certo che se lo era chiesto, esattamente un minuto prima di quella assurda conversazione.
Cercava di mantenere la calma “Dimmi chi sei, è chiaro che ce l’hai con me, ma io non so che cosa ti ho fatto” era estremamente sincero
“Esatto, hai distrutto la mia vita ed ora io distruggerò la tua. Non è molto difficile da capire”
Non lo conosceva, era sicuro, non aveva mai sentito la sua voce e non percepiva nemmeno alcuna aura rilevante.
“Se vuoi uccidermi fallo, ma lascia stare la mia famiglia, non ti ha fatto nulla!”
“Non me ne faccio nulla a ucciderti, per il semplice fatto che tu stesso fai passare la tua vita spesso e volentieri in secondo piano per le persone a cui tieni”
Sapeva troppe cose di lui, mentre Goku non conosceva nemmeno il nome del suo nemico.
“Quindi ho deciso di colpirti in altro modo, ho pensato di cancellarti dalla mente dei tuoi familiari”
“Cosa hai fatto??” ora sì che aveva paura, cosa poteva mai avergli fatto di così grave?
“Come hai potuto vedere, tua moglie non si ricorda di te, quindi sai che ne sono in grado” compiacimento e cattiveria spiccavano da quel suono “E questo è solo l’inizio caro il mio sayan”
“No, tu non toccherai più nessuno, mi hai capito??”
“Non è necessario che io li tocchi, almeno non fisicamente, è sufficiente che manipoli la loro mente”
“Non sei corretto, mi stai attaccando senza darmi la possibilità di difesa”
“Neanche tu mi hai dato la possibilità di difendermi, mi hai semplicemente attaccato”
 
Si era nuovamente svegliato. Quella voce. Era colpa sua se era sprofondato nel baratro. Doveva pensare velocemente e trovare una soluzione, non gli importava nemmeno più chi fosse quella figura misteriosa, voleva solo che la sua vita riprendesse il suo corso.
Doveva cercare aiuto e solo una persona ne aveva la capacità.
Chiuse gli occhi e cercò di entrare in comunicazione con Re Kaioh del Nord.
“Re Kaioh, mi sente? La prego è urgente!”
“Goku?”
“Sì, sono io. Non so chi sia, ma c’è un nuovo nemico che sta cancellando la memoria alla mia famiglia”
“Cancellando la memoria? Goku ne sei sicuro?”
E come faceva a non esserlo, dopo quello che aveva vissuto poco prima con Chichi?
“Sì! Per favore, mi dica che lei sa chi possa essere. Dobbiamo fermarlo, Chichi non si ricorda più di me e” solo l’eventualità gli toglieva il fiato
“E?”
“E ha minacciato di non fermarsi. Non so nemmeno il suo aspetto, conosco solo la sua voce, mi compare nei sogni. Che devo fare?”
“Niente Goku”
“N-niente? Come niente? Re Kaioh io non posso rimanere a guardare”
“Non puoi fare nulla e forse neanche io, non conosciamo chi sia e di cosa possa essere veramente capace. Cerca di far ragionare tua moglie e basta”
“Ma” come faceva a non fare nulla?
 
Continua…

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Capitolo 4
*** Colpe imperdonabili ***


Colpe imperdonabili
 
Si sentiva sempre più solo. Re Kaioh glielo aveva detto chiaramente che non c’era alcuna soluzione. Solo il lago davanti a lui.
 
All’improvviso un rumore poco lontano da lui. Che fosse quel mostro che lo stava prosciugando lentamente della vita? Forse in quel momento desiderava solo trovarselo davanti per saldare i conti a suo modo.
Subito si concentrò e lo percepì: era l’aura di suo figlio.
Accelerò il passo per raggiungerlo e finalmente gli piombò davanti. Goku lo fissò, sperava che almeno il ragazzo si ricordasse di lui.
“Goten?”
“Ci conosciamo?”
Ennesimo colpo al cuore. Non poteva perdere anche lui.
“Figliolo, davvero non mi riconosci?” cercava di essere comprensivo, sapeva che non era colpa sua dopotutto se non ricordava l’esistenza di suo padre.
Goten lo guardava come se stesse scrutando nel viso di Goku qualcosa di familiare.
Una speranza si accese nell’uomo.
“Io non l’ho mai vista”
C’era una cosa che non riusciva ancora a comprendere: che razza di mostro sarebbe in grado di compiere una cosa simile?
 
Goku cercò di seguire il consiglio di Re Kaioh, forse l’unico modo era far riemergere loro i ricordi.
“Ci possiamo sedere un momento? Così ti spiego come faccio a conoscerti”
Doveva avere tatto, di certo non poteva uscirsene con frasi del tipo ‘Sono tuo padre’, nel migliore dei casi gli avrebbe riso in faccia prendendolo per pazzo.
Goku c’era già passato in quella situazione, lui e Goten avevano imparato a conoscersi con il tempo. Ma ora le circostanze erano un po’ diverse, il figlio non era più quel bambinetto di 7 anni, a cui bastavano poche ore di allenamento con il padre per renderlo la persona più felice del mondo. Adesso era grande e non sarebbe riuscito a riallacciare un rapporto con lui, non sapeva nemmeno da dove cominciare.
 
Goten lo guardava perplesso, aveva un’aria di sfida: era lo stesso sguardo con cui lo aveva guardato in precedenza Chichi.
“Per favore, ti chiedo solo pochi minuti”
Il ragazzo lo fissò dritto negli occhi prima di prendere una decisione, poi si sedette su un masso lì accanto. Quella fiducia incondizionata verso chiunque gliel’aveva trasmessa lui e in quel momento Goku gradiva particolarmente quella dote.
“Grazie figliolo, cioè voglio dire” doveva misurare le parole “Ti ringrazio”
Si sedette accanto a Goten e prese un lungo respiro. Tanto sapeva già come sarebbe finita la conversazione, se aveva perso i ricordi ogni tentativo sarebbe stato inutile.
Decise di tentare un approccio diverso, tanto cosa aveva da perdere? Più di così non sarebbe potuto cadere nell’oblio.
“Come sta tuo padre?”
Silenzio. Oddio, ma che aveva detto?
Goku si voltò a guardare il ragazzo, temeva che il dialogo fosse già finito.
“Non so nemmeno dove sia. Sei per caso un suo amico?”
“N-no”
La situazione era forse peggiore di quello che pensasse: nei nuovi ricordi di Goten il padre era anche peggio di lui.
“Lo hai mai conosciuto?”
“No, ha lasciato la mamma prima che io nascessi” un luccichio di rabbia nei suoi occhi
Questo però era un colpo basso, quel mostro si era aggrappato ad una vecchia ferita e l’aveva riaperta. Doveva cercare di capire se quel disgraziato che aveva abbandonato la sua famiglia era davvero lui oppure nella memoria di Goten c’era impresso un altro nome.
“Come si chiama?”
“Goku, credo”
Ma allora perché Chichi non lo aveva riconosciuto? Che pasticcio, l’uomo non ci capiva più niente.
 
Quel nemico, che per il povero sayan era solo una voce nella sua testa, aveva puntato sulle debolezze della moglie e del figlio, sulle mancanze che lui non era riuscito a colmare nella sua vita. Forse davvero Chichi si meritava accanto un uomo migliore di lui.
Forse per la prima volta nella sua vita avrebbe dovuto arrendersi e andarsene, perché i nuovi ricordi della sua famiglia nel bene e nel male non lo comprendevano.
 
Continua…

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Capitolo 5
*** In cerca di risposte ***


In cerca di risposte
 
Doveva avere risposte immediate e l’unica persona che avrebbe potuto dargliele era Chichi, per lo meno l’unica fisicamente presente.
Tornò davanti alla sua casa con il teletrasportò, l’attesa del tragitto lo avrebbe fatto innervosire ulteriormente. Avrebbe tanto voluto sfondare la porta, ma si limitò impazientemente a bussare.
 
Come temeva, fu Hachiro ad aprire. L’impulso gli diceva di levarlo dai piedi con una manata, ma anche stavolta vinse la parte razionale e, come aveva fatto poco prima con Goten, cercò di intavolare un discorso pacifico.
“Salve, Chichi è in casa?”
“Chi la cerca?” era sereno, un “semplice” umano, Vegeta forse lo avrebbe definito idiota e date le circostanze Goku gli avrebbe dato ragione
“Un amico” dopotutto l’aveva salvata e il fatto che lei pensasse a lui come il suo aguzzino era solo un dettaglio
L’uomo si allontanò per andare a chiamarla.
Quando Chichi arrivò nei pressi della soglia e vide Goku, tentò di chiudere la porta, ma il sayan con uno scatto lo impedì.
“Ancora tu?!”
“Non voglio farti del male, desidero solo parlarti”
Goku notò con sollievo che stava bene, ma c’era ancora troppa diffidenza in lei.
“Senti, se non vuoi farmi entrare esci tu, ma concedimi una possibilità”
“Si può sapere chi sei??”
Lei che rivolgeva a lui quella domanda, era quasi ironico, Goku conosceva bene la sua identità, ormai era diventata una delle sue poche certezze.
Il sayan non si decideva ad andare e alla fine la donna cedette, uscì e chiuse alle spalle la porta.
“Grazie tes” ancora qualche lapsus, doveva farci l’abitudine
“Allora che vuoi? Non sarai mica un maniaco! Prima che ti venga in mente qualsiasi cosa, sappi che io mi so difendere molto bene”
Quella insinuazione lo fece sorridere, non avrebbe mai messo in dubbio che sua moglie si sapesse difendere. Tornò serio.
“Tu dici di non ricordarti di me, ma io mi ricordo di te”
“E dove ci saremmo incontrati?”
Davvero adesso doveva raccontarle la storia della loro vita? No, non scelse quell’opzione, con lei doveva essere più schietto se voleva delle risposte.
“Sei innamorata di tuo marito?” gli faceva un certo effetto riferirsi con quel termine a qualcuno che non fosse lui
“Cer” non era riuscita a terminare la parola, si era imbarazzata “Ma a te che importa?”
Una risposta l’aveva avuta: i sentimenti non erano cambiati.
Chichi si stava rilassando, a poco a poco la diffidenza la stava abbandonando.
“Ho incontrato Goten, abbiamo parlato di suo padre, chi è?”
“Semplicemente un disgraziato”
Forse un po’ se lo meritava. Incassò il colpo.
“Mi dici chi sei e perché fai tutte queste domande a me e a mio figlio?”
Aveva già provato ad essere sincero con lei, ma l’aveva bruscamente respinto. Doveva inventarsi rapidamente una storia convincente.
“Mi chiamo Karoth” che poi non era nemmeno una bugia
Chichi lo guardò come se fosse stata colpita da un fulmine. Una speranza attraversò gli occhi del sayan e provò a proseguire.
“Mi manda il padre di Goten”
La donna si mise a ridere, un sorriso amaro sul suo volto.
“Dopo 17 anni che cosa vuole?”
“Chiedervi perdono”
“E perché non è venuto lui, invece di mandare te?” Goku percepiva tanta rabbia nella voce di Chichi
“Non ha potuto”
Se solo avesse saputo che era lì davanti a lei.
“È chiaro, lui non può mai niente per noi. Ma non è una novità”
Avrebbe voluto abbracciarla, ma doveva trattenersi.
“Bè allora gli puoi dire che noi non lo perdoniamo, che io non lo perdono. Mi ha abbandonata e ferita senza nemmeno prendersi il disturbo di sapere come stava suo figlio. Non me ne faccio nulla del suo perdono ora” le pizzicavano gli occhi, ma non voleva piangere di nuovo per lui, aveva versato fin troppe lacrime
Era rientrata in casa come una furia.
 
Goku era rimasto immobile. Sua moglie gli aveva sputato addosso probabilmente quello che si teneva dentro da una vita, perché anche se non per 17 anni, per 7 anni non c’era stato sul serio. Sapeva che quelle parole venivano dal cuore di Chichi e non dalla sua testa, non erano frutto dei nuovi ricordi.
Una lacrima solcò il viso del sayan.
“Mi dispiace, mi dispiace davvero tanto. Se solo potessi rimediare, lo farei”

Continua…

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Capitolo 6
*** Il passato cancellato ***


Il passato cancellato
 
Ed ora come faceva a spiegare a Chichi che il padre di Goten, tanto odiato da lei, in realtà era tornato da loro, perché teneva veramente alla sua famiglia?
In quei maledetti incubi c’erano passati davvero tutti i suoi familiari, quindi molto probabilmente anche Gohan, Videl e Pan si erano dimenticati di lui e lo consideravano solo un padre snaturato, che aveva abbandonato moglie e figli chissà per fare che cosa, perché ovviamente a lui questo non era dato saperlo.
Aveva davvero paura a compiere qualsiasi mossa, ogni passo che faceva lo spingeva sempre più nel baratro, minuto dopo minuto perdeva un componente della sua famiglia.
 
Gli restava solo un’ultima speranza: i suoi amici.
Forse loro lo avrebbero riconosciuto e compreso. Bulma e Crilin erano sempre stati al suo fianco nei momenti difficili, quindi valeva fare un tentativo.
 
Decise di dirigersi prima da Crilin, probabilmente se l’incontro fosse andato bene, gli avrebbe chiesto ospitalità per la notte.
Era titubante nel bussare, quella perenne paura dell’abbandono gli si era conficcata nelle ossa e sempre una terribile sensazione restava vigile nella sua mente.
Finalmente si decise e l’amico aprì quasi subito la porta.
“Goku!”
Una meravigliosa sorpresa a sentire pronunciare il suo nome.
“Ma che ci fai qui? Non dirmi che hai litigato con Chichi. Su forza, entra”
Il sayan era rimasto senza parole per la gioia e il sollievo di sentire una voce amica. Ma allora, non era rimasto completamente solo! Una debole fiammella di speranza iniziò ad essere nuovamente alimentata.
 
Goku si sedette. La stanchezza mentale iniziava a ricadere anche sul suo fisico. Lentamente si ridestò dalla piacevole sorpresa e rispose alle domande di Crilin.
“Magari avessimo avuto una delle nostre solite liti” in quel momento rimpiangeva tutto della moglie, avrebbe anche preferito essere picchiato da lei, con la certezza però che avrebbero fatto sempre pace
“E allora cosa è successo?” l’amico iniziava seriamente a preoccuparsi e si sedette accanto a lui
“Non si ricorda più di me, Crilin. Persino Goten mi ha dimenticato e non oso nemmeno sapere se sono stato cancellato anche dalla mente di Gohan e Pan” non riusciva più a proseguire, ogni parola che pronunciava era una coltellata nel petto, nemmeno tutte le innumerevoli volte che era morto aveva provato un dolore così lancinante
“Goku, io non riesco a capire, racconta” era impaziente di sapere cosa realmente fosse successo
Il sayan gli spiegò dei sogni, del ritrovamento di Chichi riversa al suolo, del fatto che sua moglie avesse un altro uomo e dell’opinione che si era creata su di lui.
Crilin rimase senza parole.
“Hai detto che Re Kaioh non può aiutarti?”
“No, a quanto pare nessuno può farlo. Devo cercare di far tornare loro la memoria, ma è difficile quando le persone a cui tieni pensano che tu sia un mostro e di conseguenza rivelare la tua identità diventa una pessima idea”
“Goku, se vuoi parlo con lei, anche se, essendo tuo amico, temo abbia chiuso anche con me”
“Io non capisco, chi è che può volermi così tanto male?!” la sua vita era crollata come un castello di carta in mezzo ad una corrente d’aria e lui non aveva avuto la facoltà di impedirlo
“Crilin, per ovvi motivi non posso tornare stanotte, posso rimanere qui?”
“Ma Goku, non c’è nemmeno da chiederlo, puoi rimanere tutto il tempo che desideri”
“Grazie”
 
Il solo pensiero che un altro uomo potesse dormire nel suo letto accanto alla sua Chichi lo faceva infuriare, ma sapeva di dover mantenere la calma se voleva risolvere quella assurda situazione. Forse a mente lucida avrebbe capito quale potesse essere la via giusta da intraprendere per ritornare a casa.
 
Continua…
 

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Capitolo 7
*** Il volto del nemico ***


Il volto del nemico
 
Come era ormai triste abitudine, anche quella mattina Goku si svegliò in un bagno di sudore. Gli incubi, la sensazione di abbandono, il pericolo si intrecciavano tutti nella sua mente con l’intenzione di farlo impazzire.
Quella notte però i sogni furono ancora più tetri.
 
Goku intimò il nemico a mostrarsi, desiderava solo dare un volto all’artefice di quel delirio.
Alla sua richiesta intravide un’immagine in lontananza oscurata dalla medesima luce.
Quando essa si avvicinò sempre più al sayan, finalmente Goku riconobbe se stesso. L’immagine durò pochi secondi, poi sparì.
“Volevi vedermi ed io mi sono mostrato”
“No, ti stai prendendo gioco di me!” l’uomo era infuriato e parecchio confuso
Una tenebrosa risata rimbombò in quell’infinito spazio.
“Non hai ancora capito che il nemico sei tu?!”
“Io non ho fatto nulla, come potrei essermi messo in questa situazione da solo?!”
Quel mostro stava facendo leva sulle sue uniche debolezze e lo stava distruggendo. Stava sul serio riuscendo nel suo diabolico intento.
“Spero tu stia soffrendo almeno tanto quanto hai fatto soffrire la mia famiglia”
 
Era lui il responsabile di tutto o forse era semplicemente quello che gli voleva far credere.
Ed ecco che tornava a puntare sui suoi più oscuri punti deboli, sul suo lato più umano.
Davanti a tutto quello che stava succedendo lui era un semplice umano, al diavolo la forza e i poteri, in gioco c’erano i loro sentimenti e i più intimi ricordi di una vita e lui davanti a tutto questo era inerme, non aveva una strategia di difesa.
 
Era convinto però che la passività non avrebbe risolto il suo problema, quindi, con la giusta determinazione che lo aveva sempre contraddistinto, decise di fare un bilancio effettivo dei danni che erano stati causati da quello psicopatico.
 
“Goku, dove stai andando?”
“Da Gohan. Crilin, devo vedere mio figlio. Non riesco a pensare di aver perso tutti e non voglio arrendermi a questa idea”
“Aspetta, non è una buona idea, ti fai solo altro male e basta” cercava di dissuaderlo, ma sapeva che non ci sarebbe riuscito, il suo amico era troppo testardo
“Non posso farmi più male di così”
Un semplice tocco sulla fronte e Goku scomparve davanti agli occhi sconsolati di Crilin, che non aveva idea di come avrebbe potuto aiutarlo.
 
 
 
 
Comparve esattamente difronte alla casa del figlio. Si fece coraggio e bussò.
Fu Gohan ad aprire, ma appena lo vide, senza pensarci un secondo, richiuse la porta.
Ma lo aveva riconosciuto?
Stupore.
La reazione del figlio però non faceva presagire nulla di buono.
Goku si riscosse e bussò nuovamente, stavolta con più energia. Il ragazzo aprì di nuovo.
“Mi vuoi lasciare in pace?!”
“Mi riconosci??”
“Certo che ti riconosco e purtroppo oserei dire” puro odio nei suoi occhi
Ma cosa diavolo aveva architettato quel demonio?
“Gohan, devi aiutarmi, tua madre non si ricorda di me!”
“Sta lontano da lei! Le hai fatto abbastanza male. Ti ha dimenticato, ora a fianco ha un uomo che la ama e stavolta veramente”
Un ennesimo colpo al cuore per il povero sayan. È vero non era perfetto, ma lui l’amava sul serio.
Il ragazzo stava richiudendo deciso la porta, ma Goku lo impedì.
“No Gohan, non hai capito, non sa chi io sia. Fammi spiegare, la situazione è più complessa di quello che sembra”
Il figlio rimase sulla difensiva, ma non fiatò, aspettando delle spiegazioni.
Goku cercò di raccontare tutto quello che era successo fino a quel momento, ma il ragazzo aveva l’aria di credere solo in parte a quella strana storia.
“Se la mamma e Goten non ti riconoscono significa che per qualche ragione hanno perso la memoria, ma tutta questa storia del nemico ‘invisibile’ mi sembra solo una vigliacca giustificazione per come ti sei comportato”
“Figliolo, è tutto vero. Ti prego, aiutami”
Gohan era diffidente.
“Se ti aiuto è per mia madre e mio fratello, non di certo per te. Non sei più mio padre. Hachiro si è preso cura di noi quando tu non c’eri, lui merita di essere chiamato padre”
Evidentemente aveva giudicato male quell’uomo, dopotutto si era occupato della sua famiglia, era stato obiettivamente più presente e migliore di lui. Si sforzò di non far uscire lacrime amare a quei pensieri.
“Come sta Pan?”
“Non osare avvicinarti a lei” lo minacciava “Non voglio che ti conos” Gohan si era bloccato “Come sai che ho una figlia?”
Il ragazzo iniziò a rivalutare la storia che Goku gli aveva appena raccontato. Lo guardò, ma non disse nulla. Spiccò il volo e Goku lo seguì immediatamente.
 
Continua…

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Capitolo 8
*** Lontananza e vicinanza ***


Lontananza e vicinanza
 
Era sicuramente contento che Gohan lo avesse riconosciuto, ma l’odio che Goku leggeva negli occhi del ragazzo era profondo, forse troppo da colmare; anche nella mente del figlio dopotutto quell’uomo era scomparso per ben 17 lunghi anni, lasciando Chichi a crescere due bambini.
Forse ripensandoci era anche peggio: almeno la moglie e Goten si riferivano a lui in terza persona con la convinzione che l’uomo che avevano davanti fosse uno sconosciuto.
Ennesimo colpo inferto quindi da quel nemico che si stava prendendo gioco di lui; in fondo non era riuscito a manipolare solo i suoi cari, quel demonio stava condizionando anche la mente del sayan, iniettando sensi di colpa, che pensava ormai d’aver seppellito da anni.
 
“Gohan, perché ci siamo fermati qui?”
Erano a metà strada. Dovevano raggiungere Chichi e Goten e provare a salvare il salvabile. Almeno, queste erano le intenzioni di Goku.
“Perché prima ho bisogno di qualche spiegazione” aveva uno sguardo che non avrebbe rivolto nemmeno al peggiore assassino.
“Gohan, per favore, non c’è tempo” lo implorava con una dolcezza naturale, con un tatto che solo un padre amorevole poteva avere nei confronti di suo figlio
“Non mi interessa di quello che vuoi tu. Adesso facciamo quello che voglio io” era ferito, esternava una rabbia ormai repressa da anni, che ora aveva trovato la giusta valvola di sfogo
Il ragazzo aveva fatto una pausa: era stato uno shock per lui rivedere il padre dopo tutto quel tempo e sentiva che il loro rapporto era stato compromesso per sempre “Spiegami perché te ne sei andato!” un fulmine nei suoi occhi
“L’ho fatto per voi, figliolo” ma quella spiegazione non reggeva più nemmeno per lui
“Sì certo” un sorriso amareggiato “Ti rendi conto del male che hai fatto alla mamma?? Delle lacrime che le hai fatto versare??”
“Lo so, Gohan” e lo sapeva davvero, c’era quando Chichi passava le notti in bianco piangendo e a nulla valevano i tentativi del figlio di consolarla; in quel frangente Goku si sentiva morire per la seconda volta
“No, tu non sai proprio un bel niente! Sono stufo di doverti comprendere, di giustificare il tuo comportamento con la mamma. Le dicevo che saresti tornato, che tu non ci avresti mai lasciato, ma mi sono solo illuso”
Goku cercò di calmarlo posandogli una mano sulla spalla, ma il ragazzo si ritrasse con disgusto.
“Figliolo, so di non meritare il tuo perdono e non ho nemmeno giustificazioni per avervi abbandonati. Voglio solo che tu mi dia la possibilità di parlare con tua madre. So che ti viene difficile da credere, ma mi manca, anzi mi mancate. Come faccio però se tua madre mi ha rimosso dalla mente e non mi riconosce?!”
“Sicuro di volere che ti riconosca?”
Era ironico?
Se l’avesse riconosciuto probabilmente non sarebbe riuscito a placare la furia di quella donna, ma per lui Chichi valeva il rischio.
“Gohan, non mi importa quanto lei mi odi, io ho bisogno di parlarle. Per favore, aiutami a farle tornare la memoria”
“Non hai intenzione di arrenderti, vero? Non pensi che così le potresti fare ancora più male?”
“Mi dispiace, ma non posso rinunciare a lei senza prima lottare”
Quella determinazione negli occhi di Goku la riconosceva, non era cambiata; era la stessa decisione che nel figlio aveva sempre provocato fiducia e sicurezza.
 
Gohan placò quella rabbia. Era mancato molto anche a lui il padre. Tante volte aveva desiderato il suo ritorno.
Nei suoi sogni di bambino bramava solo di vedere un giorno tornare il suo papà. Crescendo però i sogni lasciarono il posto alla realtà e quello che era stato per lui un modello diventò semplicemente una strada da non intraprendere: lui non avrebbe abbandonato per nessuna ragione al mondo sua figlia e sua moglie.
 
Continua…
 
Spazio dell’autrice
 
Vi chiedo scusa per il ritardo rispetto alle mie tempistiche, ma oggi è stata una giornata alquanto piena: ho discusso la mia tesi 😊 Fino ad ottobre non riprendo con la specialistica, quindi continuerò a scrivere. Solo una piccola vacanza in cui interromperò gli aggiornamenti, ma appena possibile li riprenderò 😉
Baci, a presto :3

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Capitolo 9
*** Sacrifici ***


Sacrifici
 
Probabilmente nemmeno lui si sarebbe perdonato per 17 anni di assenza, anzi Goku iniziava a sentire se stesso il “mostro” di turno per tutto l’affetto che aveva negato ai suoi cari. Il “mostro” era lui non quell’essere che compariva nei suoi sogni; in fondo stava ricevendo solo la giusta punizione e in tutto questo non aveva certo la facoltà di ribattere.
Questi pensieri affollavano la mente del sayan nel tragitto verso la sua Chichi. Che poi non era nemmeno più sua, ora era felice, evidentemente lui e le sue responsabilità di salvare il mondo non combaciavano con la felicità di nessuno e non aveva il diritto di condannare qualcuno al suo fianco. Forse se l’amava doveva semplicemente lasciarla andare e lo stesso doveva fare con i suoi figli; ora avevano un padre presente e di questo Goku doveva essere felice; quell’uomo aveva cresciuto figli non suoi, era una persona buona e non meritava che lui gli stravolgesse la vita.
“Papà, perché ti sei fermato?”
“Come?”
Lo aveva chiamato papà dopo tutto il male che aveva fatto loro?
“Non volevi parlare con la mamma?”
“Gohan” provava un dolore immenso per quello che stava per fare “lei è felice?”
Il ragazzo lo guardò come se fosse impazzito.
“Non ho il diritto di rovinarle nuovamente la vita e nemmeno a te e a Goten. Ora un padre l’avete ed è migliore di me”
“Ma sei tu nostro padre!” Gohan era indignato “Come ho potuto credere per un attimo che fossi cambiato?!” dalla rabbia che provava sembrava lo avesse attaccato da un momento all’altro, ma a Goku non importava, il dolore fisico era nulla confrontato con quello dell’anima
“Sei sempre il solito egoista, non ti è mai importato nulla di noi. Io voglio essere un padre migliore per mia figlia”
“Sono certo che tu lo sia già”
“E non certo grazie a te”
Ormai era abituato a ricevere quel genere di colpi.
Goku si stava voltando per andarsene, ma la voce del figlio lo richiamò indietro.
“E adesso cosa fai, torni dalla tua nuova famiglia?”
Un fulmine a ciel sereno.
“I-io non ho nessuna nuova famiglia”
“Non mentire! Ti sono venuto a cercare qualche anno dopo che te ne sei andato e ti ho visto felice con un’altra donna”
Era stato modificato anche il motivo della sua dipartita e quel perfido nemico lo aveva fatto affondare nel fango del tradimento.
“Volevo chiederti di tornare, ma sarebbe stato inutile. Non ti meritavi la mia umiliazione”
“Gohan, anche i tuoi ricordi sono stati modificati. Non avrei mai potuto farvi una cosa del genere. Non è vero. Ti prego, credimi”
Gli occhi di suo padre erano sinceri. Dopotutto lo erano stati anche quel maledetto giorno in cui se ne era andato.
Il ricordo ancora vivo nella mente del giovane.
 
Un bambino di 10 anni inerme difronte alla scena del litigio dei suoi genitori.
“Goku, non te ne puoi andare. Mi vuoi piantare con due figli?!”
L’uomo non le rispondeva, non la degnava nemmeno di uno sguardo, continuava imperterrito a svuotare l’armadio.
Chichi gli si era parata davanti bloccando il suo da fare.
“Se esci da questa casa, stavolta non rientri più” tentava con le minacce, non aveva altre armi, nemmeno il nascituro lo teneva legato a lei
“Non c’è alcun problema, anzi desidero solo andarmene”
E se ne era andato sul serio, senza uno straccio di motivazione, diceva solo che la famiglia non faceva per lui.
 
Ma cosa diavolo voleva dire?
“Torna da dove sei venuto e non farti venire più i rimorsi di coscienza. Ho vivido nella mente il giorno in cui te ne sei andato, quindi non dirmi che non ricordo, perché sei tu ad esserti dimenticato di noi” e detto questo riprese la strada verso la casa di sua madre
 
Goku non vedeva alcuna via d’uscita. Solo una “persona” però poteva dargli qualche spiegazione.
 
Continua…

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Capitolo 10
*** Una vendetta fuori dal tempo ***


Una vendetta fuori dal tempo
 
Goku si era letteralmente stancato di quei giochetti poco corretti. Solo l’artefice di quel delirio poteva rispondere alle sue domande e risolvere tutta quella confusione che si era creata, troppo distante dalla realtà dei fatti.
 
Re Kaioh era stato esplicito sul fatto che non sarebbe stato in grado di aiutarlo, eppure era l’unico a cui il sayan potesse rivolgersi in situazioni di emergenza.
Goku gli comparve davanti, come al suo solito senza annunciarsi.
“Goku! Per l’amor del cielo! Che ci fai qui?”
“Re Kaioh, so che ha detto di non potermi aiutare, ma ho comunque bisogno che faccia un tentativo”
“Che cosa vuoi che faccia?”
“Può provare a mettersi in contatto con lui? Ha sconvolto la mia vita ed ogni ora che passa scopro che la situazione è anche peggiore”
Re Kaioh non se lo fece ripetere e tentò. Il non poterlo aiutare non lo faceva stare sereno.
Si concentrò e cercò di percepire qualche presenza malvagia, un tentativo in cui Goku aveva fallito. Anche Re Kaioh non riuscì.
“Mi dispiace, figliolo, ma” si bloccò, lo sguardo assente
“Ma?”
Stava percependo qualcosa, ma non era un'aura malvagia.
“Sento qualcosa” rimase concentrato “è fuori dalla nostra sfera temporale”
“Un secondo, Re Kaioh, non capisco, mi sta dicendo che quell’essere comunica con me nei sogni dal passato?”
“No, Goku, dal futuro”
Il sayan capiva sempre meno. Quella voce diceva di voler vendicare la sua famiglia: allora era stato il Goku del futuro ad aver compiuto qualche azione malvagia?
“Re Kaioh, cosa posso fare?”
“C’è una persona che può aiutarti più di me. Bulma è in grado di farti viaggiare nel tempo”
“Devo andare nel futuro?”
 
 
 
 
Re Kaioh era stato chiaro, doveva chiedere aiuto alla sua amica Bulma per dare finalmente un volto a quella voce.
Non ci pensò nemmeno un attimo e si avviò alla Capsule Corporation. Goku sperava solo che Bulma non fosse stata coinvolta.
“Ciao, Bulma” paura ed esitazione nella voce del sayan
“Ciao, Goku. È successo qualcosa con tua moglie?”
Per quale ragione facevano tutti la stessa domanda? A lui non sembrava che andasse così male con Chichi. Ma a quanto pareva era lui ad avere una percezione sbagliata e tutta quella storia gli stava facendo aprire gli occhi.
“Ti prego sii sincera, Chichi nei giorni scorsi ti ha detto qualcosa? Si è lamentata di me?”
“Ma che domande mi fai?” la sua domanda non voleva provocare insicurezze nel sayan “Entra dai, così mi spieghi come ti vengono in mente certi pensieri”
 
 
 
 
Goku le aveva spiegato la situazione, come il giorno prima aveva fatto con Crilin, aggiungendo anche le novità delle ultime ore.
“È sconvolgente. Tu con un’altra donna?! È già tanto se ne hai una” Bulma lo conosceva fin troppo bene e tutta quella messinscena poteva solo che essere opera di una mente malata “Goku, mi metto subito al lavoro. Ti costruisco una navicella per viaggiare nel tempo”
“Quanto ci vorrà?”
“Non meno di un mese”
“Un mese?? Bulma, io non ho tutto questo tempo! Cosa dovrei fare nel frattempo, andare da questa donna che nemmeno conosco?”
L’amica era dispiaciuta, ma non sapeva come aiutarlo in altro modo.
“Mi dispiace tanto, ma di più non posso fare”
 
Goku non aveva davvero altra soluzione, doveva attendere un mese, un lunghissimo mese per scoprire chi manovrava quel teatro e cercare di tornare alla normalità.
 
Continua…

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Capitolo 11
*** La prospettiva di una nuova vita? ***


La prospettiva di una nuova vita?
 
Cosa avrebbe fatto durante un lungo mese?
Aveva scoperto da Gohan di avere una nuova vita ed era stato un shock anche per lui.
Non poteva tornare a casa sua e nemmeno farsi ospitare da Crilin e Bulma per così tanto tempo, quindi non aveva altra alternativa che trovare la strada di quella assurda nuova vita.
 
Goku però non sapeva come trovare quella donna; avrebbe voluto spiegarle la situazione, dopotutto anche lei era una vittima.
Dove viveva? A Satan City?
Non sapeva in che altro posto andare, quindi si diresse in città.
Aveva sempre attraversato quelle vie insieme a Chichi; lui non si sarebbe nemmeno sognato di passare pomeriggi interi a fare compere, ma ovviamente la moglie con il suo carattere riusciva sempre a persuaderlo ad accompagnarla e ad aiutarla.
 
Il sayan era immerso nei suoi pensieri, quando si sentì chiamare.
“Goku!”
Non fece in tempo a voltarsi verso quella voce femminile, che si sentì abbracciare e stringere forte a sé da una donna.
“Ma dov’eri finito? Sono due giorni che non ho alcuna notizia di te. Potevi anche avvertire che stavi via così tanto, mi hai fatta preoccupare”
“S-sto bene” era incerto nel parlare
Goku la guardava scrutando ogni singolo particolare. Doveva essere lei. Ma lui non sapeva nemmeno il suo nome.
“Perché mi guardi in questo modo? Sembra tu abbia visto un fantasma”
“Scusami” distolse lo sguardo “Ti devo parlare”
La prese delicatamente per un braccio e la trascinò verso il parco. L’uomo le fece cenno di accomodarsi su una panchina.
“Goku, ma che ti prende? Dove sei stato?”
Quella donna era l’esatto opposto di Chichi: bionda, vestita alla moda, non un velo di timidezza e riservatezza negli occhi. Come faceva ad esserne innamorato?
“Non so davvero da dove iniziare” non voleva ferirla, erano già rimaste coinvolte troppe persone in quella follia
“Aspetta, non vorrai lasciarmi!”
Più o meno l’intenzione era quella. Aveva cambiato idea quando se l'era trovata davanti, non voleva raccontarle di essere vittima di un mostro, l’avrebbe solo spaventata e basta, ma allo stesso tempo voleva allontanarla da lui con tatto.
“Senti io” il suo sguardo cadde sulla catenina che portava al collo la ragazza, vi era scritto un nome “Lara”
Lei si accorse di quel gesto insolito e vi portò d’istinto sopra la mano.
“Che c’è? Me l’hai regalata tu” non riusciva a capire e non aveva nemmeno tutti i torti “Goku, mi dici che hai?”
“Lara, io credo di aver sbagliato tutto”
La ragazza rimase stupita da quella affermazione “Che significa? Sbagliato cosa?”
“Ho lasciato la mia famiglia” sentiva una debolezza e impotenza insolita, un’insicurezza che solo i sentimenti potevano causare in lui
“Sono 17 anni che li hai lasciati ed ora ti vengono i rimorsi?”
“Ma che ho fatto?!” si era seduto accanto a lei
Lara era fin troppo comprensiva a quelle parole.
“Non lo so. Mi hai sempre detto di aver sbagliato a sposarti, che non eri nato per una vita stabile. Ed è per questo che io e te non ci siamo mai sposati e non viviamo insieme, no?”
“Non viviamo insieme??”
Forse il suo nemico dopotutto lo aveva scandagliato in profondità, mettendo in risalto quel suo spirito libero, tanto odiato dalla moglie, che solo il pensiero della sua famiglia riusciva a contenere.
“Goku, ma hai preso un colpo in testa e perso la memoria?
“Ci sei andata molto vicina”
Lara cominciava a spazientirsi.
“Ok, senti, sei strano, vuoi parlare chiaro? Lo sai che non mi piacciono i giri di parole”
Doveva essere diretto, non aveva altra scelta, anche se avrebbe fatto soffrire quella povera donna, ma fingere un amore inesistente, per lo meno da parte sua, era peggio.
“Devo tornare dalla mia famiglia, Lara. Ho fatto un grave errore ad andarmene”
Non riusciva a comprendere le sue parole oppure semplicemente non voleva nemmeno credere di averle sentite “Goku, lo sai che per me non è mai stato un problema dividerti con i tuoi tanto amati allenamenti. Hai detto che ti eri stufato di una famiglia con delle responsabilità”
Non poteva davvero aver pronunciato quelle parole.
“Mi dispiace, ma ora mi sono reso conto di amare Chichi e mi mancano i miei figli”
"Ecco dove sei stato in questi giorni. Ora inizia ad essere tutto più chiaro" Lara si era alzata, si sentiva umiliata “Ed io? Mi pianti così?” le stava salendo una rabbia difficile da controllare “Sapevo di non potermi fidare di te! Quale brav’uomo pensa di andarsene lasciando la propria moglie incinta?!”
Si era strappata la catenina, l’aveva lanciata addosso al sayan e prima di andarsene fulminò Goku con lo sguardò.

Prese in mano quel ciondolo e lo fissò. Era amareggiato, non avrebbe mai voluto ferirla. L’opzione di raccontarle la verità l’aveva subito scartata, tanto non gli avrebbe mai creduto.
“Hai ragione. Nessuna brava persona farebbe quello che ho fatto io”
Ne era sempre più convinto.
 
Continua….

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Capitolo 12
*** La missione più difficile ***


La missione più difficile
 
In teoria non sarebbe dovuta essere un’impresa difficile, dopotutto Chichi si era già innamorata di lui. Ma come aveva fatto la prima volta? Tanto per iniziare quella volta non era reduce da un abbandono, ma da una promessa di ritorno.
Partiva male, non c’erano nemmeno lontanamente i presupposti per un lieto fine. E poi c’era quell’uomo, Hachiro, l’esatto opposto di Goku in tutto e per tutto; il sayan doveva sperare fosse solo un ripiego e non vero amore.
Goku voleva agire subito e dare un freno a quella follia.
 
Si avviò verso l’adorata dimora sui monti Paoz. Mai come allora gli era mancata e con essa anche i suoi inquilini. In quella nuova vita Goten non aveva mai conosciuto suo padre e Gohan lo riteneva il suo peggiore nemico.
Si presentava a mani vuote? Per Chichi poteva rimediare un paio di margherite da campo e l’avrebbe resa felice, almeno quello accadeva in condizioni normali e loro erano ben lontani dalla normalità.
 
 
Bussò, sperando che stavolta aprisse la moglie. Purtroppo però per la seconda volta non fu lei ad accoglierlo.
“Bulma! Che ci fai a casa mia?”
La donna abbassò lo sguardo sui fiori che il sayan teneva fra le mani e sorrise “Grazie Goku, ma non dovevi disturbarti”
“E dai, non ho voglia di scherzare, è già abbastanza complicata la situazione” era molto agitato
“Scusami” si accorse che il momento era alquanto delicato “Sono certa che apprezzerà. Te la chiamo”
Si stava allontanando, quando ritornò poco dopo sui suoi passi.
“Ah Goku” non sapeva come comunicargli la notizia “Ho cercato di spiegarle la situazione, ma ha creduto solo alla parte in cui tu sei suo marito e non al fatto che non l’hai abbandonata” era mortificata “Quindi ripensandoci non credo che i fiori siano sufficienti”
Il sayan stava iniziando ad avere paura, Chichi arrabbiata era imprevedibile.
“E-e come l’hai convinta?”
“Le ho mostrato delle foto. Forse nella sua mente aveva un’altra immagine di te”
“È stato così semplice?!” era stupito, come aveva fatto a non pensarci?
 
In quel momento Chichi raggiunse la porta per capire chi potesse aver bussato.
“Bulma, chi” si bloccò alla vista del marito, o in quel caso ex marito
“Ciao” era insicuro e si aspettava una reazione inconsulta
Ma andò esattamente all’opposto delle aspettative: Chichi girò i tacchi e salì le scale.
Goku la stava seguendo, ma Bulma lo bloccò posandogli una mano sul petto.
“Bulma, devo parlarle, ti prego”
La donna cedette alle suppliche del sayan e lo lasciò passare; Goku le fece un mezzo sorriso in segno di ringraziamento.
 
 
Sapeva che l’avrebbe trovata in camera da letto e lì andò a colpo sicuro.
Quando entrò si concesse un momento per meditare. Negli ultimi giorni in quella stanza aveva dormito un altro uomo, ma preferiva non sapere altro.
“Chichi” la chiamò con un sussurro di voce per attirare la sua attenzione
La donna era seduta sul bordo del letto con le braccia conserte e non lo degnava nemmeno di uno sguardo, i suoi occhi fissavano il pavimento.
Goku avanzò lentamente verso di lei, poteva solo immaginare la rabbia che provava nei suoi confronti.
Si chinò davanti a lei per parlarle guardandola negli occhi; i suoi bellissimi occhi, che tanto amava, erano umidi a causa sua.
“Mi dispiace” era riduttivo, lo sapeva bene, ma l’unico modo per dimostrarle quanto fosse addolorato, sarebbe stato strapparsi il cuore dal petto e donarlo a lei.
Provò a proseguire con un nodo in gola.
“Ho sbagliato, non avrei mai dovuto lasciarti, ma il motivo è diverso da quello che credi”
“Sei banale. Patetico e banale” ora lo fissava con gli occhi iniettati di sangue “Non c’è giustificazione per quello che hai fatto. Nemmeno se avessi dovuto salvare il mondo ti perdonerei” forse qualche ricordo nell’inconscio le era rimasto
Non l’avrebbe mai riconquistata in quel modo, ma avevano due figli e quello era un legame indissolubile tra loro, che niente e nessuno avrebbe potuto spezzare.
“Vorrei incontrare Goten, dirgli che sono suo padre”
“Non riuscirai a portarmelo via, lui non prenderà la tua strada, è un bravo ragazzo. Hachiro gli ha insegnato dei valori, di cui tu non conosci nemmeno il significato”
Goku si sedette accanto a lei “Chichi, mi siete mancati”
La donna sorrise amaramente “Quella donna non è riuscita a prendersi cura di te come facevo io?”
“Sei molto lontana dalla verità”
“Cosa non è vero? Che mi hai tradita?”
Le stavano scendendo abbondanti lacrime lungo le guance. Si stavano riaprendo vecchie ferite.
Goku avrebbe fatto qualsiasi cosa per cancellare quel passato architettato, per passare una spugna su quel dolore inferto alla moglie.
“Cosa posso fare per farti stare meglio?” probabilmente avrebbe dovuto sacrificare la sua felicità a beneficio di quella della donna che aveva sempre amato
“Andartene” si era voltata verso di lui “Sai, ho capito poco di quello che Bulma mi ha detto, ma il non ricordare la tua faccia non è stato un male”
Ora le lacrime stavano scendendo anche a lui. Quella donna provava un odio immenso nei suoi confronti e questo gli provocava un dolore lancinante.
“Io pensavo che”
“No Goku” si era alzata di scatto “Fammi la cortesia di non pensare più, perché l’ultima volta che l’hai fatto, mi hai piantata da sola con un bambino di 10 anni e con uno in arrivo”
E quella era esattamente la situazione in cui l’aveva lasciata. Non importava in quante vite sarebbero entrati, quel passato nessuno sarebbe stato in grado di cambiarlo, perché era la sacrosanta verità.
“Hai ragione, sono un pessimo padre e come marito sono anche peggio, ma io non ti ho mai tradita o mancato di rispetto e sono tornato da voi 10 anni fa. Bulma non ti ha detto che un mostro ha manipolato la nostra vita?!”
“È troppo comodo dare la colpa a qualcun altro per i tuoi errori”
Goku si era alzato e avvicinato a lei “Ti prego, concedimi il beneficio del dubbio. Se scoprirai che sto mentendo, me ne andrò e stavolta per sempre”   
 
Non aveva più parole per rispondergli, eppure nel cuore aveva sempre serbato una miriade di argomentazioni, se mai un giorno quel momento sarebbe arrivato.
 
Continua…

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Capitolo 13
*** Il mistero è svelato ***


Il mistero è svelato
 
Non era riuscito a convincere Chichi che quella era una gigantesca montatura. L’unica soluzione rimasta era viaggiare nel futuro, incontrare quella persona ed espiare le colpe che aveva verso essa, anche se Goku non riusciva ancora a comprendere cosa potesse aver commesso per meritare una simile punizione.
 
Bulma, come promesso, aveva costruito una navicella per l’amico. Era riuscita ad impiegare anche meno di un mese; si rese conto anche lei che la situazione era critica ed andasse risolta il prima possibile; così la donna, di giorno e a volte persino di notte, lavorò incessantemente per terminare il lavoro.
 
“Goku, stai attento. Forse non questa Chichi, ma se tua moglie venisse a sapere che ti ho aiutato a cacciarti nei guai, non mi parlerebbe probabilmente più”
“Tranquilla. Tanto peggio di così non può andare, o sbaglio?” le fece un sorriso malinconico, dopotutto non c’era molto da dire, quella situazione poteva essere sistemata soltanto da lui “Solo un’ultima cosa, Bulma”
“Dimmi”
“Se per far tornare tutto alla normalità dovessi sacrificarmi, sai che non esiterei”
La donna si stava spaventando a quelle parole, ma non aveva la forza di interromperlo.
“Ma rimarrebbe comunque il passato, intendo quello vero, che io purtroppo non posso cancellare” le lacrime soffocate bussavano ai suoi occhi “Dì loro che mi dispiace con tutto il cuore. Che avrei tanto voluto essere presente alla nascita di Goten. Che avrei tanto voluto compiere scelte diverse e rimanere al loro fianco”
“Goku”
Bulma ricordava bene quegli anni pieni di sofferenza. Niente era riuscito a placare in Chichi il dolore per l’assenza del marito; solo il suo ritorno ne era stato in grado, per riprendere a respirare e a vivere.
“Ti prego, ti chiedo solo quest’ultimo favore e se non ci dovessi vedere più, sappi che sei stata la migliore amica che io abbia mai avuto. Grazie per tutto”
Anche a lei stavano iniziando a scendere le lacrime.
Goku salì sulla navicella e stava per richiudere il portellone, quando la donna lo bloccò.
“Goku, se ti sacrifichi compi lo stesso errore di 10 anni fa. Se non vedi altre soluzioni, lascia le cose come stanno. Chichi non sopporterà un altro abbandono, stavolta la ucciderai. So che fa male vedere la persona che si ama a fianco di qualcun altro, ma in questo caso è la cosa migliore”
Se lo era ripromesso: la felicità della moglie sarebbe dovuta venire prima della sua d’ora in avanti.
Goku non rispose alle suppliche dell’amica, si limitò a richiudere la navicella e a partire, senza nemmeno voltarsi indietro.
 
 
 
 
Arrivò. Non sapeva ancora dove, ma quel luogo gli era familiare.
Scese dalla navicella e si guardò attorno. Cosa ci faceva sui monti Paoz?
Poi quella voce alle sue spalle.
“Bravo, sei riuscito a trovarmi”
Goku, si voltò, ma non c’era nessuno. Stava impazzendo?
“Dove sei?” riprovò a percepire l’aura e stavolta inaspettatamente ci riuscì. Ma era strano, anche la presenza che sentiva era familiare
“Chi sei??!!” si stava arrabbiando, era stufo di mantenere la calma e avere pazienza
Probabilmente non voleva farlo infuriare, ma solo ragionare, perché proprio in quel momento si palesò sotto gli occhi increduli di Goku.
“Che c’è? Non volevi vedermi?”
“Ma tu sei”
Era un giovane ragazzo, i suoi occhi erano abissi profondi e aveva una pettinatura a palma molto simile alla sua.
“Non pensavo di assomigliarti così tanto e spero solo nell’aspetto” aveva un’aria disgustata
“Cos’hai a che vedere con me?”
Goku aspettava risposte da tanto tempo ormai.
“Sono tuo nipote”
“M-mio nipote??” era confuso
“Sei un mio antenato” si avvicinò lentamente a lui
“Che cosa ti ho fatto?”
“Te l’ho già detto, hai fatto del male alla mia famiglia. Alla nostra famiglia”
“Io non”
Ora era tutto più chiaro. I rimorsi provocati nei giorni scorsi non erano casuali.
“Hai capito adesso cosa hai fatto?”
“Vi ho abbandonati” stava mettendo insieme tutti i pezzi
“Già e lo farai ancora”
Quel ragazzo conosceva il futuro. Davvero li avrebbe abbandonati ancora?
“Non hai nemmeno la più pallida idea della sofferenza che darai alla tua famiglia. Tua moglie morirà di crepacuore e i tuoi figli non potranno fare nulla per salvarla”
“No, stai mentendo! Io non li abbandonerò più, non farò lo stesso errore due volte”
“Ora forse no, dopo aver visto quello che potrebbe succedere”
“Non era una vendetta la tua. Volevi cambiare il futuro”
Il ragazzo non confermo né negò, ma se ne andò.
 
Goku aveva finalmente ricevuto molte risposte. Ma davvero nel futuro era scritto un nuovo abbandono? Avrebbe preferito combattere e morire, piuttosto di ricevere quella notizia.
 
Continua…

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Capitolo 14
*** La speranza di un nuovo inizio ***


La speranza di un nuovo inizio
 
Goku non era ancora convinto di aver ricevuto una notizia positiva; è vero che non vi era alcuna minaccia fisica per la sua famiglia da parte di un nemico reale, ma da quello che aveva scoperto, l’artefice della dipartita della moglie sarebbe stato proprio lui.
Quindi era il caso di tornare per dover vivere quel momento in cui sarebbe stato costretto ad abbandonarli ancora?
Il sayan non voleva sbagliare nuovamente, in gioco c’erano i sentimenti dei suoi cari, quindi non poteva permettersi alcun errore. Ripensò alle parole di Bulma.
 
“Goku, se ti sacrifichi compi lo stesso errore di 10 anni. Se non vedi altre soluzioni, lascia le cose come stanno. Chichi non sopporterà un altro abbandono, stavolta la ucciderai. So che fa male vedere la persona che si ama a fianco di qualcun altro, ma in questo caso è la cosa migliore”
 
Aveva ragione. Come sempre, d’altronde.
L’alternativa era rimanere lì e sparire per sempre dalla vita di sua moglie e dei suoi figli, dopotutto in quella nuova vita Chichi era felice prima del suo ritorno e anche Gohan e Goten erano sereni con il loro nuovo padre.
Quel suo nipote era riuscito a dargli la giusta punizione e iniziava quasi ad essergli grato per aver fatto aprire a lui gli occhi e avergli impedito un nuovo vigliacco gesto.
 
“Mi senti? Sto parlando con te”
Sentiva la sua aura, quindi lo raggiunse.
“Cosa vuoi ancora?”
“Veramente io non ti ho chiesto nulla. Almeno fino ad ora”
Il ragazzo non riusciva a capire cosa gli volesse dire. Stava iniziando a perdere il controllo di una situazione che aveva creato lui?
Goku proseguì davanti alla espressione perplessa del suo interlocutore “Cosa troverò al mio ritorno?”
“Dipende da quello che vorresti trovare”
Gli stava lasciando la scelta e le opzioni erano entrambe terribili: la sua felicità o quella di Chichi?
Il sayan chiuse gli occhi per allontanare quel pensiero e per evitare alle lacrime di scendere.
“Voglio che la mia famiglia sia felice”
“Allora su questo concordiamo”
“Ho sbagliato a sposarla. Non avrei mai dovuta condannarla a questa vita. Anzi non avrei dovuto condannare nessuno. Se solo avessi saputo prima a quello a cui sarei andato incontro”
“Bè, ora lo sai, quindi puoi scegliere con giudizio”
Goku rifletteva, voleva con tutto il cuore compiere la scelta giusta per una volta.
“Voglio prima parlare con Chichi. Ma con mia moglie, prima che tu sconvolgessi le nostre vite. Voglio dirle addio”
Il ragazzo concesse quel desiderio “Quando tornerai, sarà tutto come prima. Ti basterà addormentarti, lì mi comunicherai la tua decisione. Se vorrai posso farti sparire di nuovo dalla loro vita e lo sai anche tu che è la soluzione migliore”
Goku lo sapeva bene ora. Non avrebbe più messo a repentaglio la felicità e la vita della sua famiglia.
“Tranquillo, conosco i miei doveri. Quando ho sposato Chichi, le ho promesso che l’avrei protetta, anche da me se necessario, ed è esattamente quello che farò”
 
 
 
 
Ricomparve esattamente nel luogo da cui era partito: il giardino della Capsule Corporation.
“Goku, sei già di ritorno?” era felice di vederlo sano e salvo
“Bulma, devo parlare con Chichi. Al momento è tornato tutto alla normalità. Ora però non ho tempo di spiegarti. Ci vediamo dopo”
Non le diede nemmeno il tempo di replicare, che scomparve sotto gli occhi interdetti dell’amica.
 
 
 
 
A Chichi venne un colpo quando si trovò il marito davanti.
“Goku! Per l’amor del cielo! Ti ho detto mille volte di passare dalla porta”
Il sayan sorrise. Era così bello sentire quei rimproveri.
Si incantò a guardarla. Gli sarebbe mancata immensamente, ma non doveva pensare a lui in quel momento.
“Tesoro, ti devo parlare. Non ho molto tempo”
La donna si spaventò a quelle parole e si sedette sulla sedia più vicina a lei. Goku fece lo stesso.
Il sayan cercò di raccontarle brevemente quello che avevano vissuto negli ultimi giorni, sperando che lei gli credesse.
Alla fine del racconto il sayan si bloccò per consentire alla moglie di assimilare la storia.
“Non ero sposata con te?”
In tutto quello che le aveva raccontato, il dettaglio che le era rimasto impresso era solo quello?
“Chichi, io ti ho abbandonata”
“Lo hai fatto. Ma sei tornato”
Quella comprensione non stava semplificando la sua scelta.
Goku cercò di ignorare quelle parole, conosceva la sofferenza che le aveva inferto, anche se ora Chichi non voleva dirglielo.
“Chichi” doveva tirare fuori le parole con la forza “mi ha detto che in futuro io vi abbandonerò ancora e per evitare questo, se voglio, può cancellarmi dalla tua vita”
La donna lo guardò spaventata “Assolutamente! Tu non farai nulla di tutto ciò. Mi hai capito, Goku?”
“Ma, tesoro, mi ha detto che non riuscirai a superare la mia assenza stavolta e”
Chichi lo zittì con una mano sulla bocca “Piantala di dire sciocchezze. Tu non mi abbandonerai più. Mi fido di te”
“Ma l’ho fatto già una volta, perché credevo fosse la scelta giusta per voi”
“Ed ora hai capito che era la scelta sbagliata” lo guardava dritto negli occhi “Goku, non mi importa quello che dovrò affrontare, se lo affronterò accanto a te”
“Così però non mi aiuti”
“A fare cosa?”
“Gli ho chiesto di concedermi questo tempo per dirti addio. Non sono così sicuro che accetterà un rifiuto ora. Vuole che io non vi faccia più del male e l’unica soluzione è avere un altro uomo al tuo fianco”
“Io non voglio nessun altro accanto a me”
 
Goku sapeva che, a dispetto di quello che voleva fargli credere, non vi era alcuna scelta. Solo un minuscolo lasso di tempo, per poi scomparire per sempre da quei monti, dai suoi adorati monti Paoz, dove aveva trascorso una vita intera.
“Chichi, qualsiasi cosa accada, sappi che mi dispiace e che ti ho sempre amata. Dì ai ragazzi che avrei voluto essere più presente e che mi mancheranno”
“Lo farò” stava iniziando a rassegnarsi all’idea di vivere senza Goku e stavolta per sempre


Continua…

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Capitolo 15
*** Una scelta di cuore ***


Una scelta di cuore
 
Non voleva addormentarsi, non voleva dover scegliere. Eppure Chichi dormiva beatamente al suo fianco.
Le diede un leggero bacio sulla fronte e fece per alzarsi.
“Goku, dove vai?”
“Ho bisogno di prendere un po’ d’aria. C’è caldo qui dentro”
“Ma siamo in pieno inverno” rimase interdetta
 
Il sayan non la ascoltò e uscì in giardino. Si sdraiò sull’erba e guardò le stelle, sperava gli potessero suggerire un consiglio.
“Goku, fa freddo qui fuori”
Chichi non era rimasta convinta dalla reazione del marito e l’aveva raggiunto.
“Torna dentro. Arrivo”
La donna si era sdraiata al suo fianco “Non credi abbia dormito già abbastanza da sola?”
Goku si girò a guardarla e poi tornò a guardare il cielo “Mi dispiace”
“È ancora per quella storia che mi hai raccontato?” attendeva una risposta che non arrivò “Ti ripeto che non succederà niente e se anche dovesse, ne siamo sempre usciti, perché stavolta dovrebbe essere diverso?!”
“Mi ha fatto aprire gli occhi e la cosa peggiore è che ha ragione. Ora ho la possibilità di rimediare. Dovrei ignorarla?”
“Certo che devi ignorarla!” quei discorsi la irritavano “L’unica certezza che ho è che sei tornato da me, quindi vedi di non togliermela con le tue insicurezze”
“Non ti merito e non ti ho mai meritata. Ti ho solo rovinato la vita, quando invece avrei dovuto mettervi al primo posto”
Chichi si stava stufando delle considerazioni del marito e si era seduta.
“Goku, vuoi rispettare le mie idee per una volta?! Ti ho appena detto che sono felice” lo guardò dritto negli occhi “E piantala di dire cretinate, altrimenti ti lascio e per sempre” cercava di essere seria, ma non ci riusciva e gli sorrise “Torniamo a letto” si alzò e si avviò verso la porta
Il sayan rimase un momento sovrappensiero e poi si alzò di scatto.
“Non ho sonno stasera. Ti va di fare un giro sulla nuvola speedy?”
La moglie lo guardò sorpresa “Goku, c’è buio e freddo. Dove vuoi andare?”
“Dovunque, tranne che qui. Hai paura?”
“Sono anni che non salgo sulla nuvola speedy” era titubante a quella richiesta
“Ti prego Chichi, tienimi sveglio stasera”
Le porse la mano. Lei fece viaggiare lo sguardo dalla mano al viso del marito. Alla fine cedette, davanti all’espressione soddisfatta di Goku.
Chiamò la nuvola speedy. Quella notte non si sarebbe concesso nemmeno un minuto di riposo. Non voleva dire addio alla felicità della moglie e lui non voleva salutare per sempre la sua famiglia. Forse quelli sarebbero stati gli ultimi momenti trascorsi insieme, ma voleva renderli speciali.
“Cos’hai in mente, Goku?”
“Nulla, perché?”
“Sei strano”
“Ed è un male?”
“A me piaci esattamente come sei”
Il sayan sorrise, ma tanto lei si trovava dietro di lui e non poteva vederlo. Non sarebbe mai riuscito a farsi odiare da quella donna. E se fosse proprio quello il punto, farsi odiare? Pensieri orribili passarono nella mente di Goku. Se Chichi avesse smesso di amarlo, non avrebbe opposto resistenza a tutto quello che sarebbe successo. Era davvero l’ultima spiaggia?
“Chichi?”
“Sì?”
“Cosa odi di più di me?”
La donna sorrise alla strana domanda del marito “Ti devo fare un elenco?”
“Sono serio. Dimmi cosa non sopporti di me”
La moglie sospirò, era stufa di sentire quei discorsi.
“Goku, mi fai arrabbiare tante volte, ma io non ti odio. Anzi tutto il contrario, ti amo”
“Ed è proprio questo il problema” aveva pensato ad alta voce
“Come?”
“Niente. Ti va di andare al lago?”
“È sempre notte”
“Voglio renderla speciale”
 
Continua…

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Capitolo 16
*** Il risveglio del combattente ***


Il risveglio del combattente

Chichi e Goku volavano sull'acqua del lago in compagnia della nuvola speedy. Un arcobaleno di colori si palesò davanti ai loro occhi.

"Goku! È meraviglioso! Ora capisco perché insistevi tanto per venire al lago a quest'ora" sorrise convinta che il marito volesse farle una sorpresa, invece il sayan rimase altrettanto stupito di quell'incantevole spettacolo "Veramente non lo sapevo neppure io"

Sì sedettero per contemplare quelle variopinte sfumature di cielo riflesse nell'acqua blu notte e rimasero qualche istante in silenzio.
Poi Chichi ruppe quell'atmosfera.
"Goku, ti prego, non cambiare niente del nostro presente, passato e futuro che ci attende. So che vorresti cancellare quegli anni bui, ma io non voglio assecondare qualcuno che vuole rimuoverti dalla mia vita e ti prego di fare la stessa cosa"
Il sayan la guardava ammaliato.
"Perché mi guardi così?"
"Niente" distolse lo sguardo, ma un sorriso rimase sulle sue labbra "Mi rendo solo conto che non ho bisogno di venire qui per vedere uno spettacolo. Per me siete tu e i ragazzi il più bello che ci siano"
Non le aveva mai dedicato delle parole così dolci in tanti anni di matrimonio e lei d'istinto le ricambiò con un dolce bacio.
"Ok" era imbarazzato per quell'impeto d'affetto "Forse è meglio se rientriamo, altrimenti rischio di farti ammalare"
Fece per alzarsi, ma la mano della moglie lo bloccò "No, aspetta! Restiamo ancora un po' " appoggiò il capo sulla robusta spalla del marito
"Ma Chichi"
Il sayan percepì il dolce e rilassato peso della moglie e capì che la donna era già fra le braccia di Morfeo, quindi ogni sua protesta sarebbe stata inutile.
Si sdraiò portandosi dietro Chichi con il movimento e in poco tempo, con lei sul petto, prese sonno anche lui.

Fu un istante e i suoi occhi si aprirono in un'altra dimensione.
"Che cosa hai fatto?!"
"Ancora nulla"
Solo la voce pacata di quel lontano nipote gli rimbombava nel cervello, tanto da provocargli un dolore lancinante.
"Io non ho alcuna intenzione di rinunciare alla mia vita e combatterò affinché questo non accada" urlava contro un vuoto profondo
"Sei egoista"
"Ti sbagli! Loro hanno bisogno di me e se un giorno dovessi avere la malsana idea di andarmene di nuovo come dici tu, sono certo che ritornerei. Ritornerei sempre a casa"
Era stufo di piangersi addosso. Era arrivato il momento di combattere e non si sarebbe di certo fermato. La resa non era nella sua indole "Perché sei così malefico? Se fossi davvero mio nipote, non ti verrebbe nemmeno in mente di organizzare una farsa simile per fare del bene alla nostra famiglia"
"Io non ho mai detto che tu fossi mio nonno"
Un ghigno inquietante si diffuse nell'aria.

Goku si svegliò all'improvviso e la prima sensazione che ebbe al tatto fu il corpo esile della moglie a contatto con il suo. Il battito del sayan era accelerato e, nonostante il caldo dovuto all'agitazione, percepiva il freddo emanato dalla donna al suo fianco.
Si spaventò, la prese velocemente tra le braccia e volò rapidamente verso casa; si trasformò per infonderle un po' di calore.
Entrò dalla finestra socchiusa della camera da letto, l'adagiò sul materasso e la coprì amorevolmente.
"Scusami. Non volevo che prendessi freddo"
Si avviò nuovamente verso la finestra, era rimasto poco convinto delle parole che aveva sentito nel suo sogno ed era intenzionato a fare chiarezza su quella vicenda.
"Goku dove vai?" aveva socchiuso le palpebre
"Torno presto" e stavolta non avrebbe disatteso quella promessa.

Continua...

Spazio dell'autrice

Scusate per il ritardo, ma in mancanza di altri mezzi ho dovuto aggiornare con il cellulare ed è più complesso XD Baci, a presto 😙

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Capitolo 17
*** Una terribile scoperta ***


Una terribile scoperta

Una furia sfrecciava nel cielo verso la Capsule Corporation; Goku era stufo di essere riempito di bugie, voleva la verità e subito, desiderava riprendere la sua vita consueta, senza la paura di una perenne minaccia.
"Bulma!"
La donna non rispondeva, così entrò in casa con l'intenzione di cercarla, ma si imbattè in qualcun altro.
"Karoth, cosa ci fai in casa mia alle prime luci dell'alba?"
"Scusami, Vegeta" in effetti non aveva badato molto all'orario prima di quell'irruzione "Ma devo parlare immediatamente con tua moglie"
"Scordatelo, sta dormendo. Ed ora me ne torno a letto anche io"
Vegeta fece appena in tempo a terminare la frase, che Goku era già sparito dalla sua vista.
Il sayan comparve proprio ai piedi del letto dove la signora Brief stava riposando. Le si avvicinò ed iniziò a scrollarla delicatamente.
"Bulma. Ti prego, ho bisogno del tuo aiuto"
La donna aprì leggermente gli occhi, ma non mise subito a fuoco la figura dell'amico, ma quando lo fece scattò sedendosi sul letto.
"Goku! Che diamine ci fai nella mia camera??"
Il sayan si sedette a fianco a lei "Mi dispiace disturbarti, ma devo tornare nel futuro"
"Perché?"
Goku le raccontò dell'ultimo sogno che aveva fatto.
"Per me non c'è alcun problema farti ritornare nel futuro, ma forse dovresti lasciare perdere con questa storia e dare retta a Chichi"
Lui si stava agitando "Voi non capite, non è più questione di quello che voglio io, ma di quello che vuole lui e quello che desidera più di ogni altra cosa è farmi del male"
Bulma non sapeva come fargli cambiare idea ed evitare che si mettesse ulteriormente nei guai.
"Hai detto che è tuo nipote, ma tu non sei suo nonno?"
"Esatto" scrutava l'amica mentre rifletteva "Hai qualche idea su chi possa essere?"
"Sei suo zio, Goku e tu hai solo un fratello, quindi"
"Radish!" non le fece nemmeno terminare la frase
"Goku, questa storia non mi piace per niente. Se c'è di mezzo lui, significa che siamo tutti in pericolo"
"Vuole vendicarsi di me e di nessun altro. Ho ucciso suo padre ed ora vuole che io soffra almeno quanto lui"
Il sayan si stava alzando con determinazione, ma Bulma lo bloccò per un braccio.
"Goku, non viaggiare più nel tempo"
"Tranquilla, non sono queste le mie intenzioni. Voglio parlare con mio fratello. Voglio trovare una soluzione ai mie errori"
"Errori?! Radish era una persona spietata. Tu e Junior avete fatto quello che dovevate, niente di più"
Bulma era spaventata più dalle intenzioni dell'amico, che dalla minaccia reale.
"Non sapevo che avesse figli, Bulma. Ora non posso fare finta di nulla. Ho ucciso mio fratello"
"Non vorrai fare quello che penso. Ti prego, quello sì che sarebbe un errore, non quello di anni fa"
"Credo che Gohan si sarebbe vendicato, se qualcuno mi avesse ucciso"
"Goku! Ascoltami"
"Scusa, Bulma. Ho preso la mia decisione" si alzò
"Metti in pericolo tutti in questo modo"
Ma il sayan era già scomparso, lasciando l'amica in preda all'ansia per la notizia appena ricevuta. Lo conosceva bene ed era arrivata ad una terribile conclusione.
Vegeta spalancò la porta.
"Era Karoth??"
"Vegeta, seguilo e fermalo. Temo voglia fare una pazzia"

Continua...

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Capitolo 18
*** Un incontro inaspettato ***


Un incontro inaspettato

Lo avrebbe sicuramente trovato all'inferno; per quanto Goku avesse voglia di saldare i conti, era ben consapevole della malvagità di suo fratello; ma ora non se la sentiva di voltare le spalle ad un figlio in preda all'istinto di vendetta, perché, indipendentente da quello che lui stesso avrebbe subito, stava privando un figlio del proprio padre. Lui aveva potuto scegliere se abbandonare la sua famiglia, mentre Radish, nonostante fosse stato lui ad attaccare, non aveva scelto se morire oppure no. Ecco cosa voleva fargli provare quel ragazzo: un senso di abbandono profondo, un male incurabile. Goku però era intenzionato a curare quel male. Avrebbe acconsentito a Radish di tornare dalla sua famiglia; la crudeltà di spezzare una famiglia non gli apparteneva, per giunta era suo fratello e quel dolore della lontanza provocata nella moglie e nei figli la conosceva bene.
"Vegeta!"
Goku si bloccò a mezz'aria e si riscosse dai pensieri.
"Karoth, torna indietro"
Ma l'eterno rivale non si mosse di un millimetro.
"Non te lo ripeterò di nuovo, passerò alle maniere forti. Non fraintendermi, non mi importa un accidente di quello che combini, ma non ci tengo a trovarmi davanti Radish. Lascialo dov'è, Karoth"
Goku lo ascoltava con attenzione.
"Vegeta, a me sembra che tu abbia avuto la possibilità di redimerti. Mi spieghi perché a lui non vuoi darla?"
Quella domanda lo lasciò spiazzato per un momento.
"Sei solo un sempliciotto. Abbassi la guardia troppo presto e risparmi i nemici. Mi spieghi che razza di sayan sei?" puntava vigliaccamente sull'orgoglio
"La famiglia cambierà mio fratello e tu dovresti saperlo più di tutti"
"Sei un ingenuo. Se ti vuoi fare ammazzare fai pure, ma tieni fuori da tutto questo mia moglie e i miei figli"
"Tranquillo, Vegeta, non metterei mai in pericolo nessuno"
Riprese il suo cammino sicuro di sé, lasciando Vegeta convinto che sarebbe scoppiata una bomba molto presto.

"Goku!"
"Salve, Baba"
"Qual buon vento di porta qui?"
La sibilla notò l'espressione seria sul volto del sayan.
"Davvero non sa perché sono venuto qui?"
"Sì che lo so. E lasciami dire che è una pessima idea"
"La prego, mi faccia parlare con Re Yammer"
Baba era irremovibile "Tornatene a casa. Non puoi andare e venire dagli Inferi quando ti pare e piace, non è un luogo di villeggiatura"
"La prego, un piccolo strappo alle regole"
"Tu non sai nemmeno cosa siano le regole"
Goku cercò ti pensare ad un modo per persuaderla.
"Mi dica, cosa vuole in cambio?" la corruzione forse avrebbe funzionato
La sibilla lo guardò come se fosse stata illuminata.
"Tua moglie è brava a cucinare, vero?"
"Sì, molto"
"Bene, allora falle preparare qualcosa di buono per me"
Goku era felice, se l'era decisamente cavata con poco.

Faceva sempre un certo effetto presentarsi al cospetto del custode degli Inferi.
"Ciao, Goku. Quanto tempo! Come stai?"
"Sono vivo, re Yammer e per me è già tanto. Ho bisogno di un favore"
Il sayan gli spiegò la situazione.
"Vuoi far resuscitare tuo fratello?? Sei impazzito?? E poi non è possibile, lo sai"
"Nemmeno per qualche ora? Per favore, non ho tempo di mettermi alla ricerca delle sfere del drago"
"Goku, non ci sono i presupposti per concedergli una simile grazia"
"Ma io l'ho ucciso" si stava rassegnando "Posso almeno parlargli?"
"E va bene. Solo perché sei tu, sia chiaro, e solo per stavolta"
"Grazie infinite"
La fiamma di una debole speranza di ricongiungerere padre e figlio si riaccese.

Lo vide in quel girone infernale e si sentiva un verme, peggio di quei mostri che lo fissavano al suo passaggio. Sicuramente avrebbe ritrovato vecchie conoscenze, ma in quel momento gli interessava solo quel fratello, che svelandogli le sue origini, aveva contribuito a rovinargli la vita.
Radish fu estremamente sorpreso di rivederlo.
"Ma non mi dire, l'eroe spedito all'inferno?" rise di gusto dopo tanto tempo di solo squallore "Cos'hai combinato, Karoth? Hai rubato la caramella ad un bambino?" ora iniziava a delirare
"Non sono morto" era estremamente serio e voleva arrivare subito al tema principale della sua visita "Sapevi di avere un figlio?"
Radish smise di ridere ed era rimasto senza parole da quella notizia.
"Deduco di no" era anche peggio di quello che credesse, non lo aveva nemmeno conosciuto "Ed è colpa mia. Vuole vendicare la tua morte ed è venuto dal futuro per riuscirci"
"Allora mi piace già. Spero tanto che ci riesca"
Non era cambiato e forse Vegeta aveva ragione.
"Perché non pensi di conoscerlo e di recuperare il rapporto perso con lui, piuttosto che alla vendetta?"
"Tu mi hai impedito di fare il padre e come vedi non posso più ora"
"Sistemerò tutto. So cosa vuol dire e cosa provi, anche io ho conosciuto tardi mio figlio e non auguro a nessuno di provare quello che ho provato io"

Continua...

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Capitolo 19
*** Una ricerca proibita ***


Una ricerca proibita

Goku non aveva altre alternative che lanciarsi alla ricerca delle sfere del drago. Erano tutti contro la sua decisione, ma al momento non gli importava, sentiva che era la strada giusta da prendere e in quel modo avrebbe salvato la sua famiglia.

Era passato a prendere il radar cerca-sfere di Bulma e ovviamente l'amica non perse tempo nel vano tentativo di fargli cambiare idea.
"Per l'amor del cielo, Goku! Vuoi ritornare in te?!"
Ma Goku era certo di quello che stava per fare e andò alla disperata ricerca del radar.
"Karoth, piantala di rovistare in casa mia come un idiota!"
Sembrava essere divenuto sordo ed era ostinato come pochi nel suo intento.

Fortuna volle che in quel momento Chichi arrivò nel giardino della Capsule Corporation. Bulma alla visione dell'amica tirò un sospiro di sollievo.
"Oh Chichi, che bello vederti"
"È bello anche per me" era interdetta, non capiva quella smania di vederla "Bulma, è successo qualcosa?"
"Sì, Goku, è impazzito! Vuole resuscitare Radish"
"Cosa vuole fare??" un'espressione di paura si delineò negli occhi della donna
"Suo figlio lo sta minacciando e crede che l'unica soluzione sia riportare indietro suo fratello per placare gli animi"
"Dov'è quel cretino di mio marito?"
"È dentro che cerca il radar per le sfere"
Chichi si avviò a passo sostenuto. Lo cercò ovunque e lo trovò nel laboratorio di Bulma intento ad aprire ogni tipo di mobile.
"Goku!"
Il sayan non la guardò nemmeno, sapeva già cosa gli avrebbe detto, quindi preferì non perdere tempo a convincerla che la sua era una scelta ragionata e non d'istinto.
"Goku, mi hai sentito?"
"Chichi, scusa, ma ora sono occupato" non smetteva di cercare, sembrava un ossessivo-compulsivo
La moglie gli si avvicinò, non lo aveva mai visto in quello stato e capì che era il caso di non infierire con i suoi rimproveri.
"Goku, ti prego, fermati un secondo"
"Non capisco dove possa averlo messo"
"Goku" la sua voce era sempre più pacata e dolce, gli prese le mani per fermare quell'attività "Basta" tentava di guardarlo negli occhi, ma lui le sfuggiva guardandosi intorno pensieroso "Guardami"
Finalmente si decise a voltarsi verso di lei
"Mi spieghi che cosa stai facendo?" continuava a mantenere un tono calmo, ma dentro di lei il sangue ribolliva; era pienamente certa che quella fosse la peggiore idea avuta dal marito
"La cosa giusta. Per una volta sto facendo la cosa giusta. Anche tu hai detto di non voler cambiare la nostra vita, quindi questa è la soluzione e ne usciremo tutti vincenti"
"No, ti sbagli e molto anche. Riportare indietro tuo fratello ci condannerà a morte certa. Goku, ho sempre amato la tua bontà di cuore, ma ora devi essere egoista e lasciare i cattivi al loro posto. Non mi importa se ha un figlio, doveva pensarci prima di avere la brillante idea di attaccarci"
"Chichi, non lo sapeva e neppure io lo sapevo quando ti ho lasciata. Tutti sbagliano e l'importante è tornare indietro e sistemare i propri errori"
"Non sempre, Goku. Lui è uno spietato assassino, tu non lo sei e sei tornato dalla tua famiglia. Ci hai difeso" non sapeva più come fermarlo
"Tecnicamente sono stato io ad ucciderlo"
Chichi era stufa di sentire quelle storie, aveva avuto fin troppa pazienza e lei era una donna poco propensa a mantenere la calma "Ora basta!" gli aveva lasciato le mani all'improvviso "Non capisci che stai facendo una cretinata?! Fai una cosa simile e non mi vedi più!"
"Tanto, anche se non lo faccio, non ti vedrei più comunque. Possibile che tu non capisca che sono in trappola??"
"Perfetto. Vuoi il radar? So io dov'è"
Chichi si avviò verso un mobiletto di vetro da dove estrasse con veemenza e rabbia l'oggetto tanto desiderato dal marito. Ritornò davanti a lui e glielo porse in mano.
"Eccoti il tuo radar, Goku e buona fortuna" fece per andare, ma si voltò indietro un'ultima volta "Non pensare di tornare a casa stasera, non troverai nemmeno la cena pronta. Dato che devo morire ho intenzione di riposarmi e andare a Santan City a svagarmi un po'. Fatti ospitare da tuo fratello, visto che ora sembra che andiate così tanto d'accordo"
Uscì infuriata dal laboratorio, lasciando il sayan immerso nei suoi dubbi e forse in guai più grossi di lui.

Continua...

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Capitolo 20
*** Il ritorno di un pericoloso nemico ***


Il ritorno di un pericoloso nemico

Le corse dietro, ma indugiò forse troppo per seguirla, perché lei aveva già inserito la prima ed era partita.
"Goku, così la perdi sul serio"
Bulma fece scivolare lo sguardo sulle mani dell'amico "Come hai trovato il radar?"
Il sayan le rispose distrattamente "Me lo ha dato Chichi"
"Ed io che pensavo che ti avrebbe fatto cambiare idea, invece ti aiuta pure??"
Non la ascoltava e si mise due dita sulla fronte.
"Ed ora dove vai?"
"A cercare le sfere" si concentrò "Passo prima da Gohan a prendere quella con quattro stelle"
Sparì come al solito e ormai la scienziata era rassegnata ad un'imminente catastrofe.

Goku non si prese nemmeno il disturbo di bussare, comparve direttamente nel soggiorno.
"Goku!"
Suo figlio non c'era, ma la nuora era in casa e prese paura quando se lo ritrovò davanti.
"Videl, mi dispiace piombarti in casa, ma ho bisogno della sfera del drago"
"La sfera di Gohan?"
"Sì, esatto"
"Ma a che ti serve?"
"È-È una lunga storia" non era il caso di raccontarle quella dolorosa vicenda, tanto, se qualcosa fosse andato storto, lei e Gohan lo avrebbero comunque scoperto e molto probabilmente lo avrebbero rimproverato anche loro "Però è molto importante"
"Ok, vado a prenderla. Aspetta un secondo" Videl non aveva alcun motivo per non fidarsi del suocero e assecondò la sua richiesta senza nemmeno una mezza spiegazione
"Grazie, Videl. Salutami Gohan e dà un bacio a Pan"
Scomparve così come era comparso, all'improvviso e senza lasciare alcuna traccia del suo passaggio.

In poco più di due ore ritrovò le ultime sei sfere mancanti.
Ora aveva tutte le sfere, le fissò per vari minuti, con la speranza che potessero illuminarlo e fargli prendere la via giusta. Forse avrebbe potuto davvero chiedere a loro un consiglio. Evocò il drago Shenron. Il cielo come di consueto si tinse a notte e la sola luce delle sfere consentiva di vedere difronte a sé. Il drago si palesò agli occhi del sayan e attese le sue richieste.
"Shenron, non so cosa fare"
Sicuramente Baba conosceva il futuro che lo avrebbe atteso, ma non sarebbe riuscita più a prevederlo se dal futuro qualcuno si fosse intromesso, figuriamoci poi se ci fosse stata di mezzo una resurrezione.
"Goku, qual è il tuo primo desiderio?"
Il suo desiderio più grande era uscire da quella situazione.
"Vorrei consentire ad una persona di tornare in vita"
"Di chi si tratta?"
Il nervosismo ebbe la meglio su di lui; la lucidità che lo contraddistingueva in battaglia, lo stava abbandonando inesorabilmente; troppe vicissitudini e pensieri negli ultimi giorni lo stavano lentamente consumando
Non riusciva a pronunciare quel nome al cospetto di Shenron, ma quella soluzione era diventata un ultimo disperato tentativo per sconfiggere il nemico; stavolta non ricorrendo alla forza, ma ad una scelta di cuore e solo nel caso si sarebbe difeso attaccando come di consueto.
"M-mio fratello"
"Vuoi resuscitare Radish? Ne sei sicuro?"
Tutte quelle conferme prolungavano solo un'angosciosa attesa prima della tanto sofferta decisione
"Sì" sussurrò debolmente
Cercò il coraggio nell'unica certezza che lo aveva sempre caratterizzato: la difesa del "suo" pianeta a scapito della vita
"Se pensi che sia la scelta giusta" Shenron espresse prontamente quel desiderio e Radish ritornò in vita sotto gli occhi di Goku.
"Sei stato di parola" un ghigno sul suo volto
Il fratello lo ignorò "Ora va da tuo figlio e lasciaci in pace. Direi di non avere più alcun debito nei tuoi confronti"
"Ti sbagli, Karoth"

Continua...

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Capitolo 21
*** La resa dei conti ***


La resa dei conti
 
Dopo quell’ultima frase dello spietato fratello, Goku capì che era il caso di prepararsi per un eventuale combattimento; si era rassegnato al fatto che un finale pacifico non ci sarebbe potuto essere, dal momento che Radish si mostrò fin da subito assetato del sangue della vendetta.
Nonostante un’evidente preoccupazione in volto per le sorti del pianeta, al sayan non mancava la curiosità di conoscere la potenza attuale di quell’avversario che troppo presto dovette annunciare la propria dipartita.
Era suo fratello certo, ma Goku non lo sentiva come tale, solo il sangue li univa e una “sottile” parentela, per il resto erano come il giorno e la notte, nulla li accomunava, se non quella natura sayan, di cui Goku avrebbe volentieri fatto a meno.
“Che intenzioni hai, Radish?”
Vegeta lo accusava di abbassare troppo presto la guardia difronte ai nemici, ora quell’errore non lo avrebbe commesso, perché, nonostante il gesto appena compiuto, conosceva bene il doveroso peso di difendere i suoi cari da ogni tipo di minaccia.
“Che intenzioni potrei mai avere verso chi ha distrutto la mia vita e tradito il suo popolo??”
Era inquietante l’ironia di Radish. Si sentiva terribilmente vivo e forte. Il suo sogno di vendetta si era finalmente avverato dopo anni di una agonizzante attesa nelle viscere profonde degli Inferi.
Ecco da chi aveva ereditato quella perfidia il nipote di Goku: questo puntare sulle debolezze altrui era tipico di suo fratello.
“Ci hai attaccati tu, io mi sono solo difeso!” aveva alzato la voce, era determinato ad evitare una carneficina e a risolvere quell’incresciosa questione a parole
“È bizzarro sai, tu hai avuto la possibilità di essere riportato in vita dai tuoi cari, mentre io sono stato privato persino del loro amore” gli si stava minacciosamente avvicinando
“Se solo avessi saputo prima che avevi una famiglia, avrei rimediato subito” la sua voce era più pacata “Hai già perso abbastanza tempo, trova tuo figlio e recupera gli anni perduti. La vendetta ti porterà solo altro dolore e sofferenza per te e lui” ora aveva assunto un tono di minaccia “Ti avverto, stavolta non ti risparmierò o ti riporterò in vita, se farai del male a qualcuno ti fermerò senza pietà”
Il fratello lo osservava con occhi iniettati di sangue “Infatti io voglio fare del male solo a te. Non capisci che voglio ucciderti??”
Radish era stufo di tutte quelle chiacchiere inutili, che, a suo parere, non sarebbero servite assolutamente a nulla. Così caricò la sua aura alla massima potenza e si preparò ad attaccare.
Goku era rassegnato. Percepiva nel suo avversario un’aura immensa, ben superiore all’ultima volta in cui si erano scontrati.
 
“Papà!”
Quella voce distrasse Goku, il quale cercò la fonte da cui derivava. Era il figlio maggiore, che, percependo una forte aura, li aveva raggiunti.
“Gohan! Vattene via da qui!”
Il ragazzo rimase paralizzato quando vide davanti a sé lo zio “Ti prego, dimmi che non è come penso, non hai usato le sfere per” non riuscì nemmeno a terminare la frase tanto la visione lo ebbe spiazzato
“Gohan, mi dispiace, mi prendo ogni reponsabilità. Dì a tua madre, a Bulma e a Vegeta che sono mortificato, loro mi avevano avvertito, ma io non ho dato ascolto a nessuno. Ora però te ne devi andare”
Il figlio guardò Goku con un’espressione al limite tra il deluso e lo stupefatto “No che non ti lascio solo. Non mi importa di quello che hai fatto”
“Figliolo, me la caverò. Non fare il mio stesso errore, Videl e Pan hanno bisogno di te. Se io non dovessi farcela, dovrai proteggerle tu e non solo loro”
Ora Goku era veramente spaventato, non avrebbe mai voluto mettere in quel pericolo mortale suo figlio, ma sapeva che non sarebbe riuscito a convincerlo tanto facilmente.
Radish era rimasto ad osservare la scena in silenzio fino a quel momento.
“Molto bene, caro nipote, sei venuto ad assistere alla morte di tuo padre? Piantala, Karoth, non ho tempo da perdere dietro ai vostri battibecchi”
“E se non hai tempo, mi spieghi perché non vai da tuo figlio??”
Cercava davvero di far diventare puro il suo cuore semplicemente con poche semplici parole?
“Sarebbe davvero troppo facile” una risata maligna sulle labbra del fratello
Goku sapeva che non c’era più altra soluzione che combattere e possibilmente uscirne vittoriosi. Le sue ultime parole furono rivolte a Gohan “Figliolo, ascoltami, ti prego, ho davvero bisogno che tu ora te ne vada” la voce era rotta da una profonda tristezza e delusione verso se stesso “Dì agli altri quello che ho fatto. Se dovessi morire”
“Papà, tu non devi morire!” il solo pensiero di quell’eventualità era inconcepibile per lui
“Ascoltami! Se dovesse accadere, dovete pensare ad un piano per sconfiggerlo”
Lo sguardo del ragazzo continuava a viaggiare dal padre allo zio, per poi ricominciare quel gesto.
“Gohan, devi promettermi che non ti intrometterai qualsiasi cosa accada e che impedirai a chiunque di farlo”
“Papà” era rimasto senza parole, sentiva solo un dolore lancinante nel petto
“Ricordati che ti voglio bene e che non ho mai voluto abbandonarti” gli mise una mano sulla spalla
Era difficile per entrambi trattenere le lacrime in quel momento.
“Ora, vai!”
Goku si era rivolto verso il nemico.
“Papà, non farlo”
“Gohan, obbedisci!”
Non gli importava se ormai suo figlio era un uomo, si sarebbe fatto ascoltare ora più che mai, perché in gioco ci sarebbe stata la sua vita e Goku non avrebbe permesso a nessuno di metterla in pericolo.
Il padre non si era mai rivolto a lui con quel tono e a malincuore spiccò il volo.
 
“Davvero commovente, Karoth. Noto con piacere che hai instaurato uno splendido rapporto con tuo figlio. Peccato per chi non ha avuto altrettanta fortuna”
“Sono pronto” si trasformò in super sayan “Chiudiamo questa faccenda una volta per tutte”
“Con piacere” quel solito ghigno sul volto e la sola voglia di sterminare l’artefice del suo disonore.
 
Continua…
 
Spazio dell’autrice
 
Ciao a tutti!
Sono ritornata finalmente in possesso del mio adorato computer, quindi riesco decisamente a scrivere con un carattere decente XD
Colgo l’occasione per ringraziare chi mi segue e chi legge questa storia. Spero come sempre che le mie idee vi piacciano. Se avete critiche o consigli sono sempre ben accetti 😊
Baci, a presto :3

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Capitolo 22
*** Alla ricerca di una soluzione migliore ***


Alla ricerca di una soluzione migliore
 
Gohan stava volando alla massima velocità verso la casa dove aveva trascorso l’infanzia.
Gli sembrava di vivere un incubo, non poteva davvero essere vero che suo padre aveva riportato in vita quel suo malvagio zio. E poi per quale motivo? Che fosse impazzito? Goku doveva avere sicuramente una ragione più che valida per compiere un gesto così grave; doveva essere l’ultima delle possibili soluzioni ad un’eventualità ben peggiore di quella che stavano vivendo.
Il ragazzo stava aprendo la porta, quando Chichi gli comparve alle spalle.
“Tesoro, ciao. Che bella sorpresa! Che ci fai qui?” la donna era veramente felice di vedere il figlio, dopo una lunga giornata in cui il suo umore era stato davvero pessimo
“Mamma” Gohan era disperato, non sapeva che parole impiegare per evitare che la donna si sentisse male “Papà”
Quel sorriso era sparito dalle labbra di Chichi, non appena sentì nominare il marito “Che è successo a Goku?” aveva fatto il possibile per dissuaderlo e al solo pensiero che gli potesse essere accaduto qualcosa si sentiva mancare la terra sotto i piedi
“H-ha resuscitato Radish con le sfere del drago ed ora sta combattendo con lui. Non vuole che nessuno si intrometta. Mi ha mandato via e non mi ha lasciato possibilità di replica”
Lacrime silenziose scesero lungo le guance della madre. Si portò le mani sul viso per tentare di contenere quel dolore, che le era stato provocato da quella sconcertante notizia “Lui e il suo stupido orgoglio! Perché gli ho dato il radar?! Avrei dovuto tirarglielo in testa, forse allora avrebbe iniziato a ragionare” borbottava quasi fra sé in preda alla disperazione
“Mamma, dai, non fare così, troveremo una soluzione” la strinse forte a sè per consolarla
 
Goten ritornò verso casa in quel momento e quando vide la scena iniziò ad allarmarsi.
“Gohan, che sta succedendo?”
Il fratello gli raccontò brevemente quello che il padre aveva fatto ed anche Goten sentendo quelle parole iniziò ad impallidire “Non mi importa se vuole combattere da solo!” fece per avviarsi in soccorso del padre, ma Chichi lo bloccò per un braccio
“No, Goten” aveva gli occhi rossi dal pianto e fissava intensamente il figlio
“Ma mamma, vuoi fare come ha detto papà?! Desideri davvero aspettare che lui muoia. Di nuovo?!” una potente rabbia gli salì dallo stomaco
“Non mi farebbe più una cosa simile. Se ha deciso di combattere è perché ha la certezza di vincere”
Gohan si intromise in quella conversazione “No, lui non ha alcuna certezza di uscirne vivo. Ha detto che avremmo dovuto pensare ad un piano per sconfiggerlo”
Chichi rifletteva per cercare una soluzione che non includesse la morte dei suoi familiari.
“Goten, portami da tuo padre. Gohan, tu invece avverti Vegeta, credo che ci sarà bisogno anche di lui” era particolarmente determinata e la debolezza di poco prima era completamente svanita
“Cosa??” Goten e Gohan risposero in coro a quelle richieste
 
Non riuscirono davvero a farle cambiare idea e Goten dovette accompagnarla sul campo di battaglia.
Purtroppo per loro quello che trovarono non fu affatto uno spettacolo gradevole. Goku era riverso a terra sanguinante e apparentemente svenuto; Radish incombeva su di lui pronto ad infierirgli il colpo di grazia.
“NO!”
Chichi si gettò a terra a fianco del marito, il quale con le poche forze che gli erano rimaste tentò di allontanarla da lui.
“C-Chichi, v-vattene v-via!” cercava di alzarsi per contrattaccare, ma non ci riusciva, era davvero allo stremo delle forze e il suo livello di combattimento tornò ad essere ai minimi
La donna era inerme e non sapeva come aiutarlo “Goku, ti prego, non puoi lasciarmi” poi alzò gli occhi sul cognato “Che tu sia maledetto, Radish! È così che ripaghi tuo fratello per averti concesso la possibilità di redimerti?! Non è servita a nulla la lezione che ti è stata data?!” era furiosa, lo avrebbe volentieri attaccato se avesse saputo di avere qualche possibilità contro di lui
Lui la guardò disgustato “Una semplice umana. Ecco cosa difende Karoth, semplici e inutili umani”
“Umani che hanno un cuore! Mio marito ha un cuore, pur essendo un sayan come te, ed io sono fiera di lui. Tu invece non ce l’hai e per quanto mi costi ammetterlo, non credo che sapere di avere un figlio possa ammorbidire quel masso che hai nel petto” si voltò verso il figlio, che era rimasto immobile per tutto il tempo “Goten, vai da Balzar, solo i fagioli magici possono aiutare tuo padre”
 
Radish tentò con un raggio di impedire al ragazzo di decollare, ma fortunatamente Goten riuscì a schivarlo e a sparire alla velocità della luce nel cielo.
“Lascia stare mio figlio!”
“Altrimenti?” la derideva, sapeva che quella donna aveva un livello di combattimento ridicolo per poterla temere
“Aspetta solo che Goku si riprenda e rimpiangerai di essere nato. Posso garantirtelo”
“R-Radish! G-guai a t-te se la t-tocchi!”
“Goku, non preoccuparti, sono qui con te. Sai che mi so difendere” cercò di tranquillizzarlo in attesa di Goten, anche se sapeva perfettamente quanto la situazione fosse disperata
“Sta’ zitto, Karoth, non ti reggi nemmeno in piedi. Sei ridicolo. Rinneghi e disonori il tuo popolo, non puoi farmi più ribrezzo” si rivolse nuovamente alla cognata “Potrei uccidere entrambi in un solo colpo, ma non c’è gusto a cessare le sue sofferenze subito. Ritornerò e stavolta non sarò clemente”
Spiccò il volo, lasciando Goku nel suo atroce dolore fisico e Chichi in quel suo tormento interiore.
“Goku, rimani sveglio, ti prego! Com’è possibile che ti abbia sconfitto?! Tu sei più forte di lui, dannazione!”
“M-mi” non riusciva a parlare, tanto le sue ferite erano gravi
“Sshh, tesoro, non ti sforzare, Goten sta tornando” cercava di trattenere le lascrime
“M-mi d-dispiace t-tanto, p-perdonami”
Goku chiuse gli occhi.
“Certo che ti perdono! È ovvio! Però tu rimani sveglio” il marito non le rispondeva più “Goku! Non puoi lasciarmi” piangeva disperata, non riuscì a trattenere più quel dolore nel petto; soffocò i singhiozzi contro il torace del sayan “T-ti prego, non di nuovo”
 
Continua…

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Capitolo 23
*** Scene che si ripetono? ***


Scene che si ripetono?
 
Era inquietante quello che stava succedendo, Goku era inerme tra le braccia di Chichi, ma lei non era in grado di aiutarlo. Forse dopotutto Radish aveva ragione, lei era un’inutile umana, incapace di fermare quel sangue che scorreva sulla nuda terra, incapace di proteggerlo dal suo stesso destino. Avrebbe desiderato dare la sua vita in cambio di quella del marito, ma non poteva nulla difronte alla morte. Avrebbe dovuto rassegnarsi a perderlo di nuovo. Era la loro triste vita che incrociandosi ad un destino crudele tentava in tutti i modi di dividerli.
La donna non aveva nemmeno più lacrime da versare, ma lo aveva promesso tanti anni prima, nella buona e nella cattiva sorte lei ci sarebbe stata. Non le importava nulla se quel demonio fosse tornato e avrebbe ucciso anche lei, sentiva solo che quello era il suo posto; nessun altro al mondo avrebbe potuto sostituire suo marito, perché nel bene e nel male agli occhi di Chichi lui era perfetto.
 
Purtroppo per Goku, l’arrivo del secondogenito fu anticipato da quello di Gohan, Vegeta e Bulma. Rimasero sconvolti da quello che i loro occhi videro.
Bulma si avvicinò ai suoi amici “Chichi” un sussurro di voce uscì dalle sue labbra
L’amica non si voltò nemmeno a guardarla e la scienziata si inginocchiò a fianco al sayan. Il suo istinto razionale la portò ad accertarsi che Goku fosse ancora vivo, quindi sentì il suo polso: il battito era molto debole, ma presente.
“Chichi, cara, dobbiamo portarlo in ospedale” cercava di mantenere la calma per fare forza all’amica sconvolta dal dolore “Si riprenderà completamente”
“No! Goten sta tornando con i fagioli magici, dobbiamo aspettarlo”
Bulma si voltò verso Vegeta e Gohan con l’intenzione di chiedere loro aiuto.
Gohan prese la parola per primo, riscuotendosi dallo shock nel vedere il padre in quello stato “Mamma, Bulma ha ragione, non possiamo attendere ancora” rischiava di perderlo di nuovo, pensava solo che quelle che si erano scambiati poco prima potessero essere le loro ultime parole
Vegeta non riuscì più a stare zitto “Lo avevo avvertito di non commettere un simile gesto ed ora tocca a me sistemare questo casino”
“Finiscila, così non aiuti!” Bulma non riusciva a sopportare anche le prediche inopportune del marito “Piuttosto, cerca Radish e prova a farlo ragionare”
Vegeta rimase in silenzio davanti a quella richiesta, poi si mise all’inseguimento di quel nemico.
“Chichi” la scienziata non sapeva come aiutare Goku, se non stare accanto a sua moglie
“Bulma, non voglio perderlo di nuovo” riscoppiò in un pianto disperato e l’amica l’abbracciò prontamente
 
Fortunatamente in quel momento ritornò Goten, corse dal padre e gli fece ingoiare subito un fagiolo di Balzar.
“Forza, papà, coraggio! Ti prego, dimmi che non sono arrivato tardi”
Goku non dava segni di vita. Tutti i presenti trattennero il fiato con l’intima speranza che potesse verificarsi un miracolo.
Dopo qualche secondo il sayan aprì finalmente gli occhi.
“Radish!”
Scattò in piedi e cercò di percepire la sua aura.
“Goku, è andato via” Chichi si era alzata “Non affrontarlo più. Non so come sia possibile, ma è più forte di te. Ti sconfiggerebbe di nuovo”
“È colpa mia se ora è libero di seminare morte e distruzione, lo devo fermare” si stava portando due dita in fronte
“No!” Chichi fermò quel gesto “Dobbiamo trovare un altro modo”
“Non sono riuscito a farlo ragionare”
“E infatti non è quello che avevo in mente”
Goku era perplesso, altre strade non c’erano.
“Dobbiamo trovare tuo nipote” la donna era sicura di quello che diceva “Quel ragazzo è l’unico che può fermarlo”
Bulma si intromise tra i due coniugi “Goku, Vegeta sta cercando tuo fratello” lo aveva d’impulso mandato in quell’impresa, ma ora temeva per la vita del marito “Devi fermarlo”
“Tranquilla, Bulma” il sayan le sorrise “Lo tratterremo, mentre voi cercate suo figlio. Credo sia arrivato il momento di risvegliare Gogeta”
Gohan non era del tutto convinto nel piano del padre “Veniamo anche io e Goten. È troppo forte, ti ha messo al tappeto in poco tempo. Perché credi che sarà diverso con Gogeta?!”
“Perché se io e Vegeta uniremo le forze riusciremo a respingere i suoi attacchi” su questo non aveva alcun dubbio “Voi, ragazzi, dovete rimanere con vostra madre e Bulma, hanno bisogno di voi” si portò due dita sulla fronte “A dopo” e sparì
 
“Non abbiamo la più pallida idea di dove possa essere, l’unica soluzione è viaggiare nel futuro” Bulma avrebbe preferito riporre quella navicella per sempre, ma non avevano alternative “Forza, dobbiamo sbrigarci, non so per quanto tempo riusciranno a resistere Goku e Vegeta”
 
Continua…

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Capitolo 24
*** Tentativi di corruzione ***


Tentativi di corruzione
 
Vegeta lo aveva trovato senza troppa difficoltà. Difficile dimenticare quell’aura.
“Vegeta, che piacere rivederti” gli sorrise come se avesse rivisto da tempo un vecchio amico “Qual buon vento di porta da me?”
“Piantala, Radish! Non ho voglia di chiacchierare dei tempi andati davanti ad una tazza di thè” aveva le braccia conserte con l’intento di far capire al suo interlocutore di non essere propenso ad un dialogo pacifico
“Mi dispiace tu ti sia preso il disturbo di cercarmi, mio principe. Sarei passato volentieri io da te”
Quella strana cortesia non convinse Vegeta “Che cosa vuoi?”
“E me lo chiedi pure? Unisciti a me, eliminiamo Karoth una volta per tutte. So che tra voi due non corre buon sangue. Allora cosa aspetti? Ora hai un alleato”
Il principe lo fissava come se fossero stati rivelati i suoi più intimi segreti. Una proposta davvero molto allettante, ma nonostante sapessero tutti del suo astio nei confronti di quel sayan, era certo che sarebbe stato considerato come un tradimento.
“Andiamo, Vegeta, so che non aspetti altro”
Era perfido. Puntava, come al solito, sulla sua più grande debolezza, quell’orgoglio smisurato che sempre lo aveva contraddistinto.
“Basta! Ora questo non c’entra niente. Parliamo di te, piuttosto” era riuscito a catturare la sua attenzione “Perché non conosci tuo figlio, piuttosto di pensare ad una stupida vendetta?!”
“Io non mi sono rammollito come te” era ostinato come pochi su quella strada intrapresa e forse nemmeno una persona come Vegeta gli avrebbe fatto cambiare idea “Posso sconfiggere mio fratello anche senza il tuo aiuto, quindi ritieniti onorato della mia proposta”
Bulma non gli avrebbe mai perdonato un gesto simile, avrebbe perso per sempre la sua famiglia se si fosse alleato con Radish e questo non poteva permetterselo.
 
 
Goku era riuscito a percepire l’aura di Vegeta e non gli piaceva per nulla il fatto che fosse vicina a quella del fratello. Se gli fosse successo qualcosa Bulma non glielo avrebbe mai perdonato e forse non si sarebbe perdonato nemmeno lui per la follia che aveva commesso. Vegeta aveva ragione, la sua ingenuità era pericolosa per coloro che gli stavano intorno.
Il sayan comparve in mezzo ai due contendenti.
“Vegeta, stai bene?”
Il principe lo fissava senza rispondere. La conversazione di poco prima lo aveva stranito. Non riusciva nemmeno a guardare negli occhi il suo eterno rivale tanta era la vergogna per aver pensato anche solo per un momento di accettare quella proposta che gli era stata fatta. Che stessero diventando amici?
“C-certo che sto bene”
Goku aveva percepito che qualcosa non andasse in Vegeta, ma non riuscì a capire effettivamente quale fosse il suo tormento.
“Allora è il caso di pensare alla fusione”
A quella parola il principe tornò del tutto presente “Cosa??”
“Dobbiamo tenerlo occupato ed io non vedo altre alternative”
“Allora, Vegeta, che ti prende, stai ancora pensando alla mia proposta?” Radish era intervenuto con l’evidente intenzione di mettere al corrente anche Goku
Infatti il sayan non tardò a chiedere, abboccando all’amo “Di cosa sta parlando?”
“D-di niente”
“Vorrà dire che glielo dirò io”
Goku era sempre più curioso di sapere e Radish era sempre più perfido, vendendo la reazione del fratello.
“Avevo proposto al nostro caro principe di allearsi con me, ma sta indugiando. Cosa devo fare, Vegeta, per convincerti del tutto che è la decisione giusta?”
“Vegeta!” Goku non poteva credere che stesse indugiando e non avesse rifiutato subito quella folle alleanza “P-pensavo fossimo amici” era profondamente offeso
“Ora non esageriamo con le parole, Karoth. Io e te non siamo amici e non lo saremo mai. Ma non vedi che cerca solo di metterci uno contro l’altro??”
Rideva sguaiatamente Radish davanti a quella scena; lo divertiva il fatto di riuscire a manipolarli come pedine, senza che loro nemmeno se ne accorgessero.
“Non mi importa di quello che vuole mio fratello. Dimmi perché hai indugiato. Come faccio a fidarmi di te, se tu pensi di voltarmi le spalle?!”
Radish aveva incrociato le braccia e assisteva alla scena “Tranquilli, continuate pure, fate finta che io non ci sia”
“Sei ridicolo, Karoth. Facciamo questa fusione e chiudiamo questa storia una volta per tutte”
Goku lo fissava con espressione grave.
“Karoth, se poi non vorrai avere più niente a che fare con me, non ho alcun problema, ma ora abbiamo bisogno di Gogeta, altrimenti rischiamo che ci mandi entrambi all’altro mondo”
“Ok” mise da parte per un momento i rancori
 
Goku e Vegeta fecero la tanto attesa fusione e sotto gli occhi increduli di Radish comparve un uomo guerriero.
“E tu chi sei?”
“Il mio nome è Gogeta e sono qui per distruggerti”
“No, non penso proprio. Non sono rimasto a piangermi addosso in questi ultimi anni, sono certo che i miei allenamenti saranno sufficienti per eliminarvi definitivamente” Radish si preparò ad attaccare
Gogeta percepiva un’aura spaventosa intorno al suo avversario e in cuor suo sperava di riuscire a trattenerlo, almeno fino all’arrivo di quel ragazzo.
 
Continua…

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Capitolo 25
*** Storia di un sayan sconosciuto ***


Storia di un sayan sconosciuto
 
Kayle viveva con la madre su un lontano pianeta appartenente all’Universo 7 e molto simile alla Terra.
La sua vita trascorse serenamente fino a quando un giorno successe uno strano episodio che gli permise di conoscere le sue origini.
 
Kayle percorreva serenamente il corridoio della sua scuola, era concentrato sui suoi passi e ripeteva mentalmente una lezione che avrebbe a breve dovuto ripetere davanti ai suoi compagni di classe.
Un grido lo distolse dai suoi pensieri. Si bloccò, cercando di capire da dove potesse provenire quella voce. Finalmente rispose ai suoi quesiti e si fiondò alla ricerca.
Appena svoltato l’angolo trovò davanti ai suoi occhi una scena orribile: due ragazzi si stavano picchiando, o meglio, uno dei due stava pestava a sangue l’altro. Kayle gridò di finirla con la speranza di far cessare quell’abominio, ma l’altro non gli diede retta, continuando nella sua azione.
Davanti a quella crudele indifferenza, una rabbia incomprensibile inondò il ragazzo, la sentì crescere in profondità e con essa una forza indescrivibile aumentò dentro di sé.
I due giovani “lottatori” si bloccarono, con gli occhi fissi sul nuovo arrivato, quando videro i suoi capelli diventarono biondi all’improvviso. Un’intermittenza di nero e giallo intorno a lui.
Il ragazzo, che pochi minuti prima, era impegnato a ridurre uno straccio un povero coetaneo, si allontanò velocemente.
Kayle cadde in ginocchio sfinito. Non riusciva ancora a comprendere quello che era successo.
 
Tornò a casa pensieroso quel giorno e la madre se ne accorse.
“Figliolo, che hai? È successo qualcosa a scuola?”
Il ragazzo rimase perplesso per un momento. La fissava con sguardo assente, ma poi le raccontò l’episodio che lo aveva visto protagonista.
La donna rimase in silenzio per interminabili secondi, non sapeva da dove iniziare per dare una spiegazione plausibile a quello che il figlio aveva vissuto.
Lo invitò a sedersi e fece lo stesso anche lei. Gli raccontò delle origini del padre.
“Io e tuo padre ci siamo conosciuti in circostanze poco romantiche”
La interruppe “Perché non mi hai mai parlato di lui?”
“Quando arrivò sul nostro pianeta, le sue intenzione non erano buone. Lui, insieme ad altri sayan, voleva distruggerci. I sayan non sono un popolo pacifico” riprese fiato, non era facile per lei rivangare un passato così doloroso “Un giorno però uno di loro ebbe cattive intenzioni verso di me e non so per la quale strana ragione, ma Radish mi salvò, mettendo addirittura in discussione la fedeltà verso la sua gente” guardava il figlio, aveva sempre notato una parte di quell’uomo nel suo ragazzo “Dopo quell’attacco i sayan se ne andarono, fortunatamente lasciando alle loro spalle poche vittime, ma tuo padre rimase con me. Un giorno però mi disse che non poteva più restare, che la sua vita era altrove e così ripartì. Non seppi più nulla di lui, ma qualche mese dopo scoprii di aspettare te”
Kayle rimase stupefatto da quel racconto.
 
Suo padre non seppe mai di aver avuto un figlio. Kayle pensò che forse avrebbe gradito conoscerlo, così si mise in contatto, contro la volontà della madre, con un essere malvagio in grado di rivelargli dove si trovasse Radish. Una profonda rabbia travolse il ragazzo quando seppe che era stato ucciso da suo zio sul pianeta Terra. Architettò la sua vendetta e promise a se stesso che non si sarebbe arreso fino al momento in cui non avrebbe definitivamente distrutto Goku ed insieme a lui tutti i sayan sopravvissuti, perché era consapevole del fatto che quelle origini furono l’inizio delle sue disgrazie.
 
 
 
 
Chichi insistette per parlare con quel ragazzo. Non accettò la compagnia di altri se non di Goten, che l’accompagnò in quel suo viaggio.
Quando arrivarono, si ritrovarono nello stesso luogo in cui era sopraggiunto Goku prima di loro. Il luogo era familiare, ma non si fecero ingannare dalla sua tranquillità.
“È un piacere conoscervi”
Una voce alle loro spalle gli fece voltare.
“Tu devi essere mia zia” poi osservò attentamente il ragazzo al suo fianco “e tu sei” indugiò “Goten, vero?”
Quest’ultimo si preparò ad attaccare, voleva assolutamente fargliela pagare per tutto il male che aveva provocato loro, ma Chichi lo fermò.
“Tuo padre è vivo”
Kayle fu preso alla sprovvista da quell’affermazione “N-no, non è vero! Mi stai mentendo”
Chichi cercò di essere il più comprensiva possibile, nonostante tutto lei conosceva bene quello che provava quel ragazzo, anche lei aveva cresciuto un figlio da sola e comprendeva perfettamente quelle frustrazioni.
“No. Goku, lo ha riportato in vita, andando contro tutto e tutti” gli si avvicinò lentamente, sapeva che era un sayan poco propenso all’amicizia, ma non ebbe paura, anzi il suo istinto materno la spingeva verso quello slancio d’affetto “Vieni con noi. Potrai conoscerlo” gli porse una mano con la speranza che lui accettasse quell’invito.
 
Continua…
 

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Capitolo 26
*** Piccoli attimi di tenerezza ***


Piccoli attimi di tenerezza
 
Persino Gogeta iniziò a trovarsi in serie difficoltà. Il risultato della fusione riusciva a respingere gli attacchi, ma non a contrattaccare. Era stanco e il suo avversario non tardò ad accorgersene.
“Perché non la facciamo finita?”
“Scord” ma non fece nemmeno in tempo a finire la parola, che i due sayan si separarono prematuramente
“Ma cosa diavolo è successo??” Goku non riusciva a capire, rimase pietrificato, ora non avevano davvero più speranze
“Te lo dico io cosa è successo, razza di idiota! Non ti fidi di me e come credi che funzioni la fusione con questi presupposti?!”
“Vegeta, io”
Radish era stufo di ascoltare quelle discussioni e senza alcun preavviso si preparò a lanciare un’onda sufficientemente potente da spazzare via entrambi.
“Vegeta, mi dispiace, ma dimmi che ora hai qualche idea”
“Nemmeno mezza” si stava rassegnando persino il principe al triste destino a cui stavano andando incontro
 
Una voce mise le terribili intenzioni di Radish in sospeso.
“Papà”
Si voltò verso la fonte di quel suono e davanti a lui si palesò Kayle. Un attimo di incertezza attraversò entrambi. Il padre rimase sconvolto dalla grande somiglianza tra il figlio e Goku.
“Tu sei” non riusciva a terminare la frase
“Sono tuo figlio Kayle”
Radish si voltò verso Goku e realizzò in quel momento che suo fratello non gli aveva mentito.
“Ho fatto di tutto per vendicare la tua morte” il ragazzo riprese attirando l’attenzione del padre su di sé “Ma ora sei vivo e non credo ce ne sia più bisogno”
Guardò Kayle come se fosse impazzito “Tu non puoi essere mio figlio” lo guardò con aria disgustata “Se lo fossi, vorresti vendicarmi per tutti gli anni che lui ci ha fatto perdere” indicò con rabbia il fratello
“Papà, ascoltami, io vengo dal futuro, ma tu devi cercarmi in questa realtà. Mia madre”
Lo interruppe “So chi è tua madre e so anche da che pianeta arrivi. È l’unica donna che io abbia mai amato” una grande malinconia prese il posto della furia omicida
Tutti i presenti rimasero stupefatti a sentire quelle parole uscire dalla bocca di Radish.
“Allora cosa stai aspettando??” il ragazzo cercava in ogni modo di lasciar perdere quell’inutile guerra che lui stesso aveva iniziato, sapeva che era stato il dolore a spingerlo a tanto, ma ora quel dolore si era placato
Il padre guardò il figlio negli occhi: erano grandi e profondi come quelli di sua madre, una caratteristica che sicuramente aveva contribuito ad innamorarsene.
“Perché l’hai abbondonata se l’amavi così tanto?” era un po’ che attendeva di rivolgergli quella domanda e finalmente gli si era presentata l’opportunità, quindi non si fece scappare l’occasione
“Non mi aspetto che tu capisca”
“Voglio sapere, non capire!”
Quella determinazione lo prese alla sprovvista.
“La mia vita era altrove, ma con lei trascorsi il periodo più bello della mia vita”
“Ne parli come se fosse tutto perduto, ma non lo è, anzi, sono certo che la faresti felice se tornassi. Parla di te con nostalgia, non con rabbia”
Radish sorrise, non capiva cosa aveva fatto di così buono per meritarsi un figlio simile “Assomigli molto a tua madre, sai?”
“Lo so. Me lo dicono in tanti” guardava il padre con aria speranzosa “Allora? Lo zio si è già sdebitato, ci ha permesso di incontrarci, non continuiamo questa lotta insensata” si voltò verso Goku “Mi dispiace per tutto quello che ti ho fatto passare. Mi tocca rivalutarti”
Il sayan era rimasto in silenzio fino a quel momento “Non ci pensare, ragazzo” poi si voltò verso il fratello “Radish, non è per intromettermi, ma credo che una possibilità tu debba dartela. E credimi che ne varrà la pena”
Goku conosceva bene lo spaesamento che stava provando, ma con il tempo anche lui dovette ricredersi: quello che gli donava la sua famiglia, nessun combattimento o vendetta avrebbe potuto darlo.
Vegeta gli si avvicinò “Avevi ragione, Karoth”
Goku non si aspettava quella frase “Come??”
Il principe non ripeté quello che aveva detto, il suo orgoglio glielo impedì, ma il suo rivale era convinto di aver sentito bene e sorrise. In un solo giorno era riuscito a far cambiare idea a due testardi sayan, quindi poteva ritenersi più che soddisfatto.
 
Continua…
 
Spazio dell’autrice
 
Scusatemi, lo so, mi sta venendo infinita questa storia…spero comunque di non annoiarvi! 😉
A presto 😊 baci :3

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Capitolo 27
*** Tempo di pace ***


Tempo di pace
 
Era una scena paradossale. Goku aveva avuto la brillante idea di invitare Radish e il figlio a casa sua. Gohan, però, non era del tutto convinto di quel repentino cambiamento nello zio; temeva di dover rivivere i terribili momenti di anni fa, in cui aveva rischiato di perdere suo padre, così esternò a lui le sue preoccupazioni.
“Papà, sicuro sia una buona idea?”
Goku non capiva la domanda del figlio e lo guardò interdetto.
“Voglio dire, l’ultima volta non ha avuto nobili intenzioni”
“Se è per questo nemmeno Vegeta” abbassò la voce per evitare di farsi sentire dal diretto interessato “Figliolo, tranquillo, non farebbe nulla rischiando di rovinare il rapporto con Kayle. E poi ricordati che è mio fratello, avremo pure qualcosa in comune no?” cercava di sdrammatizzare, ma in cuor suo sapeva che una piccola percentuale di rischio c’era, dopotutto in quel tentativo avrebbero dovuto inevitabilmente abbassare la guardia
“Spero davvero tu abbia ragione”
 
Kayle era veramente felice di aver avuto la possibilità di incontrare il padre, ma sapeva che quello non era il suo posto, doveva ritornare nel futuro e dare la possibilità a Radish di vivere il presente con la sua famiglia.
“Ma posso venire nel futuro con te, non cambia nulla” cercava di dissuaderlo, per lui era come un secondo distacco
“No, papà, è una pessima idea. Se resti in questa dimensione avremo perso meno anni insieme” era doloroso anche per lui dire addio a quel padre appena conosciuto
“Posso tornare. Da quello che ho capito hai viaggiato con una navicella. Posso incontrare tua madre e ritornare”
Kayle fu illuminato da quell’idea, avrebbe reso felice sua madre, ma poi ci sarebbe stata una un'ulteriore separazione.
“Non so se possa essere la soluzione migliore per tutti”
“Figliolo, mi manca davvero tua madre e non voglio abbia un pessimo ricordo di me. Le spiegheremo la situazione, ma almeno ho la possibilità di raccontarle le mie ragioni”
“Va bene”
 
Decisero così ti partire e di raggiungere quel futuro così lontano.
Per Kayle è il momento dei saluti, lui non sarebbe più tornato. Il ragazzo aveva conosciuto la sua famiglia; ne era felice, perché quell’avventura gli aveva permesso di rivalutare Goku e non solo lui.
“Mi dispiace veramente, zio. Ho rischiato davvero di rovinarti la vita”
“In realtà, ti devo ringraziare”
Goku non era del tutto convinto che quello che aveva vissuto era stato semplicemente una nefasta calamità, gli era servito per riscoprire l’importanza della sua famiglia e la gravità dei suoi errori, che ripromise a se stesso di non commettere più. Solo un dubbio gli era rimasto.
“Mi hai detto che abbandonerò di nuovo la mia famiglia. Te lo sei inventato o è vero?”
Kayle esitò un momento a rispondergli “Non so se dovrei dirtelo”
“Ti prego, non lasciarmi con questa paura”
“Credo che tu abbia imparato la lezione” gli sorrise “Fidati del tuo istinto e non commetterai più gli stessi errori”
Anche Goku gli sorrise “Buona fortuna, ragazzo”
 
Padre e figlio raggiunsero il pianeta di origine di Kayle.
Radish aveva insistito per parlare con quella donna, ma ora aveva paura di essere respinto.
“Papà, che hai? Perché esiti?”
Tutta la forza che aveva dimostrato in battaglia, ora gli veniva a mancare.
“Temo possa essere arrabbiata con me per averla abbandonata”
“Non è arrabbiata con te” il ragazzo lo intimò a farsi avanti con un sorriso
Arrivarono ad una casetta poco lontano da un fiumiciattolo.
La donna non era pienamente al corrente del piano del figlio, quindi, quando uscì dalla porta con disinvoltura per raccogliere il bucato e si trovò davanti Radish, il suo cuore minacciò di fermarsi. Rimasero a fissarsi per interminabili secondi.
Kayle ruppe quel silenzio “Vi lascio soli” ma la donna non gradì “No, fermo”
Radish si stava preoccupato, a dispetto delle parole del figlio, sembrava molto arrabbiata.
“Ma non eri morto?” aveva un tono deluso
“Amelia, è una lunga storia” era a disagio “Consentimi di spiegarti”
Era diffidente e Radish non fece ulteriori passi verso di lei, era intenzionato a rispettare la sua volontà, qualunque essa fosse.
“Sembra tu sappia già che abbiamo un figlio”
“Sì, lo so” sorrise a Kayle “E sono fiero di lui” anche il figlio gli sorrise
Amelia non riusciva a capire quella complicità che si era creata tra il ragazzo e suo padre e il non esserne al corrente la infastidiva.
“Sembra che voi due abbiate un bel po’ di cose da spiegarmi” il suo tono era grave, ma disposto al dialogo

Continua…

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Capitolo 28
*** Un legame indissolubile ***


Un legame indissolubile
 
Era una graziosa casetta l’abitazione dove Amelia aveva cresciuto da sola il suo bambino.
A Radish fece un certo effetto ritornare in quel luogo dopo così tanto tempo. Tutto era come allora e questo fece rivivere al sayan quell’idilliaco periodo della sua vita.
La vendetta aveva lasciato spazio alla colpa e con questi presupposti come avrebbe fatto a chiedere perdono e pensare di meritarlo?
La voce di Amelia lo riportò tra loro.
“Radish, vuoi sederti?”
Il sayan si sedette e pensò alle parole più adatte da impiegare, ma il dialogo per lui non era mai stata cosa facile.
Anche Kayle si sedette accanto a loro e notata l’incertezza del padre, decise di rompere il ghiaccio.
“Mamma, mio padre è vivo perché è stato resuscitato dallo zio Goku”
La donna era interdetta, il figlio era partito perché voleva vendicare la morte del padre proprio facendo del male a Goku.
Il ragazzo proseguì “Mi ero sbagliato sul suo conto, mi ha permesso di conoscerlo”
Amelia si voltò verso Radish, le parve davvero di essere difronte ad un fantasma “Mi spieghi perché mi hai lasciata in piena notte senza nemmeno una spiegazione?”
“Sono un vigliacco, lo so”
“Lascia giudicare a me cosa sei, ora rispondi alla mia domanda” aveva una voce pacata
Esitò a risponderle “Sentivo che quel comportamento era scorretto nei confronti della mia famiglia, li avevo delusi. Se avessi saputo di Kayle sarei tornato”
“Però non ti sei preoccupato di deludere me” il suo tono era pungente, ma calmo
Radish non poteva che darle ragione “Amelia, sono un sayan che ti aspettavi?!”
“Solo quello che mi avevi dimostrato” le stava venendo da piangere “Ho saputo che eri morto per mano di tuo fratello, ma prima di questo non ti è mai venuto in mente di tornare?”
“Pensavo ad altro in quel periodo, desideravo solo uccidere Karoth e sterminare i terrestri” si avvicinò un pochino a lei “Ma ora sono tornato. Aspetta un momento, come hai saputo che ero morto?”
“A differenza tua, ho cercato di informarmi su che fine avessi fatto. Non c’era essere in tutta la galassia che non conoscesse i sayan in quegli anni. Ho saputo della distruzione del tuo pianeta e della tua morte. Parlavano di te come di un essere spietato, ma non credevo loro, con me sei stato clemente e mi hai amata, almeno fino alla tua partenza”
Forse era stata davvero l’unica a vedere la nobiltà del suo cuore.
Amelia proseguì “Non ero d’accordo che Kayle ti vendicasse, non perché non mi importasse di te, ma ero certa che non avresti approvato. Tu non lo avresti incoraggiato all’odio”
“E invece ti ho delusa di nuovo, perché ho provato io stesso a vendicarmi e a uccidere Karoth”
La donna gli prese la mano, lasciando senza fiato il sayan a quel contatto.
“Però sei qui, quindi significa che hai capito che era un errore. È grazie a lui se sei tornato, vero?”
Si accorse solo in quel momento di quanto le fosse mancata.
“Non posso restare però, devo tornare nel presente”
“Non importa, Radish. Ora so che le voci sul tuo conto erano false. Questo mi basta”
Il sayan le diede un dolce bacio sulla mano che in precedenza lei gli aveva allungato “Abbi cura di te, Amelia” si alzò con un nodo al cuore, ma la voce del figlio lo richiamò indietro
“Aspetta, papà”
Kayle gli si avvicinò “Prendi” gli porse un ciondolo “È tuo, vero? Lo avevi regalato alla mamma prima che io nascessi. Vorrei che lo tenessi tu per ricordarti di me”
Radish era rimasto senza parole a quel gesto, faceva vagare lo sguardo dal ciondolo al viso del ragazzo.
Il figlio proseguì “So che è giusto che torni nel presente, dopotutto ti occuperai di me anche lì, ma non posso evitare di sentire la tua assenza. Non ora che ti ho conosciuto”
Radish, dopo un momento di sorpresa, abbracciò Kayle “Mi mancherai anche tu, figliolo. Sono davvero fiero di te. Ti ringrazio, mi hai fatto capire quanto fosse sbagliato quello che stavo per fare e grazie a te ora ho la possibilità di vivere con la mia famiglia”
 
Arrivò il triste momento dei saluti. Amelia con un peso sul cuore dovette assistere alla partenza di Radish. Ora però avevano la certezza che non sarebbe stato un addio, ma un arrivederci, perché c’era un destino che andava oltre l’odio, la vendetta o il semplice distacco. Quel ragazzo, il loro ragazzo, aveva reso indissolubile quel legame.
Questi erano i pensieri dei due innamorati, mentre la navicella accendeva impaziente i motori. Solo un sorriso sul volto di entrambi per comunicarseli.
 
Continua…

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Capitolo 29
*** Una ritrovata fratellanza ***


Una ritrovata fratellanza
 
Radish tornò nel presente, ma una parte di sé rimase in quel futuro così lontano. Aveva il cuore distrutto, lui che non sapeva nemmeno di averne uno.
Guardò il ciondolo che gli era stato restituito da Kayle: era semplicemente uno stemma sayan, il quale però in quelle circostanze aveva assunto un valore affettivo molto più profondo. Ricordava il giorno in cui lo aveva regalato ad Amelia, poche ore prima della sua partenza, un vigliacco gesto di cui non si sarebbe mai perdonato.
Ora l’unico desiderio era quello di tornare dalla sua famiglia.
 
Goku era contento del risvolto che la situazione aveva preso: aveva riportato in vita suo fratello ed era anche riuscito a redimerlo.
Radish provava vergogna persino verso di lui.
“Karoth, io non ho parole per ringraziarti, anche se forse dovrei chiederti scusa” faceva fatica a guardarlo in faccia mentre proferiva quelle parole, ma la sua espressione era sincera e questo era incredibilmente strano per tutti i presenti
“Né scusa né grazie. Siamo pari, mi hai risparmiato e questo è già tanto” non era così eccezionale il comportamento di Goku, però c’era ancora qualcosa che non gli quadrava “A proposito, come hai fatto a diventare così forte? Non ricordavo avessi tutta questa potenza”
“Mi sono allenato duramente in quel posto infernale, non accettavo di essere stato sconfitto” un velo di orgoglio negli occhi di Radish
“Vorrà dire che se in futuro avremo bisogno di una mano, ti chiameremo sicuramente” fece una pausa e ritornò serio “Però mi devi ancora una rivincita. Neanche a me piace essere sconfitto” gli allungo una mano
Il fratello indugiò un momento, ma poi accolse quel gesto “Contaci”
 
Anche Gohan, alla resa dei conti, dovette ricredersi. Il ragazzo era sempre stato scettico rispetto alle intenzioni di quello zio, rinomato per la sua malvagità.
Radish leggeva sul viso del nipote questi pensieri.
“Gohan, mi dispiace, so che mi odi. E come potresti non farlo, eri solo un bambino” le sue parole erano oneste e il suo viso rivelava un sincero pentimento
“Io non ti odio, per lo meno non più. Sono contento tu abbia capito gli errori che hai commesso. E torna a trovarci, non hai nemmeno conosciuto mia figlia”
Era commovente per Radish sentirsi parte di una famiglia. Lui che aveva sempre vissuto nell’odio e nel rancore, ora si sentiva amato, un sentimento che stava riscoprendo solo in quel momento.
“Sono sicuro che sia in gamba”
 
Era arrivato il triste momento. Bulma aveva messo a punto una navicella che potesse portare Radish a casa.
Il sayan aveva sempre considerato gli umani esseri deboli e inutili, ma capì ben presto che la loro non era debolezza, ma sentimento e amore, la sola cosa per cui valesse davvero la pena di vivere.
Stava salendo su quella navicella quando non poté evitare di scambiare un’ultima battuta con quella donna che aveva fatto breccia nel cuore del principe.
“Non so come tu abbia fatto, ma sembra che anche Vegeta abbia rinunciato alla guerra”
Questa affermazione provocò un sorrisetto alla signora Brief.
“Sì, bè, su questo ci sto ancora lavorando, ma credo di essere sulla buona strada”
“Buona fortuna, allora” Radish le sorrise e si preparò a partire
 
Il sayan accese i motori e si apprestò al decollo. I suoi ultimi pensieri furono per coloro che aveva dovuto salutare troppo presto, ma con la promessa nel cuore che si sarebbe preso cura di loro per sempre.
 
I nostri amici assistettero a quella partenza con malinconia.
Persino Chichi, nonostante avesse rischiato di perdere il marito per mano di quell’uomo, si commosse davanti a quella scena.
“Tesoro, stai bene?”
Goku non si aspettava una reazione simile nella moglie.
“Sì” gli sorrise “Mi sono sbagliata, Goku. Volevo sconfiggere l’odio con l’odio. Ma tu mi hai insegnato che nonostante tutto ciò che vince è l’amore”
Anche il sayan sorrise all’udire quelle parole.
“Sei stata tu ad insegnarmelo, Chichi, io ho solo messo in pratica i tuoi insegnamenti”
 
Rimasero ad osservare quella navicella, finché non diventò un puntino luminoso nel cielo azzurro.
 
Fine.
 
Spazio dell’autrice
 
Scusate se vi ho fatto attendere per la conclusione. Spero di non avervi deluso 😊
Ringrazio come sempre di cuore tutti coloro che hanno letto, seguito e recensito <3
Alla prossima, baci :3

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