E bla bla … bleah.

di Violetta_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Io sono... bleeeah ***
Capitolo 2: *** Piacevoli mansioni ***
Capitolo 3: *** Una normale giornata di lavoro ***
Capitolo 4: *** Al parco ***
Capitolo 5: *** Il disastro ***
Capitolo 6: *** Il mio peggior incubo ***
Capitolo 7: *** Shopping... che incubo ***
Capitolo 8: *** Il ricevimento ***
Capitolo 9: *** Paradiso, inferno, paradiso ***
Capitolo 10: *** Altri nodi ***
Capitolo 11: *** Cinema ***
Capitolo 12: *** A mali estremi... ***
Capitolo 13: *** "Persone normali" ***
Capitolo 14: *** Liti ***
Capitolo 15: *** Telecomando ***
Capitolo 16: *** Tregua ***
Capitolo 17: *** Buon compleanno Karura ***
Capitolo 18: *** Countdown ***
Capitolo 19: *** Vigilia di Natale ***
Capitolo 20: *** Natale ***
Capitolo 21: *** Capodanno ***
Capitolo 22: *** Colazione a letto ***
Capitolo 23: *** Piaghe da decubito e cicatrici ***
Capitolo 24: *** Lite ***
Capitolo 25: *** San Valentino ***
Capitolo 26: *** Il segreto dei Sabaku ***
Capitolo 27: *** Metodi alternativi per farsi licenziare ***
Capitolo 28: *** Verità ***
Capitolo 29: *** Scuse ***
Capitolo 30: *** Bla bla bla... yeah! ***



Capitolo 1
*** Io sono... bleeeah ***


E bla bla … bleah.

Io sono... bleeeah












Salve a tutti, sono Sumire ho... lol non ve lo dico quanti anni ho, forse più avanti, dipende.
Comunque sono una ragazza, sono un disastro, ho sempre sonno, sempre fame, sempre qualche lavoro arretrato e questa è la storia di come sono morta.


Na scherzo.


Sono viva e vegeta anche se la suddetta vita non è del tutto rose e fiori: sono perseguitata dalla sfiga, dovrei perdere cinque o sei chili, dovrei reiscrivermi in palestra e questa volta frequentarla in modo serio, dovrei ammettere a me stessa che gelato, cereali al miele e nesquik non sostituisce una cena bilanciata e il mio armadio sembra la porta per Narnia.

Ho un incubo: Il mio capo.

Il più grande, stronzo, borioso, megagalattico, testa di cazzo sulla faccia della terra.
Sempre con quel suo atteggiamento da: “c'è l'ho solo io, è ricoperto d'oro e costellato di diamanti”.
Capo di numerose aziende, ereditate da papà ovviamente.

<< Ciao Sumy io sto uscendo >>

Quella che vedete, ops pardon, quella che leggete, perché nonostante il tono da commediola americana questa e una fanfiction, ah e mi sentirete leggerete sproloquiare spesso, alle volte con discorsi sconnessi o inutili.



Bla bla bla” sapete...



Comunque quella è mia sorella, gemella.
Omozigote di fatto, eterozigote anzi completamente opposta nella vita.

Da quando i nostri genitori sono morti investiti da uno stronzo sulla sua Lamborghini di merda (che grazie ai verdoni è riuscito a scomparire magicamente nel nulla), lei ha deciso di cambiare la sua vita.
Forse perchè lei ha assistito alla scena mentre io ero in casa a cercare le chiavi, o forse perchè lei è lei, o forse è stata baciata dagli Dei.


Boh.


Avete presente quelle persone che un giorno si alzano dal letto e decidono che butteranno giù cinque o sei chili, andranno bene all'università, troveranno un buon lavoro, inizieranno a mangiare sano, bere tanta acqua … e ci riescono? Ci riescono per davvero? Ecco, quella è mia sorella.


Già la odiate vero?


In realtà non è una brutta persona, anzi è una bellissima persona, dolce e simpatica. E' una che si impegna e fa le cose come devono essere fatte.
Io, come accennato, l'opposto.

Non è sempre stato così: fino a qualche anno fa eravamo molto simili, ci piaceva uscire con le amiche, mangiare la pizza, guardare la tv. Il solito insomma.
Ma quando mamma e papà sono venuti a mancare ci hanno affidato ad una biondona con due enormi, stratosferiche tette.
Era quasi sempre ubriaca ma anche tanto simpatica.

Dato che i suoi amici “birra” e “sakè” la tenevano occupata per la maggior parte del tempo io mi sono occupata di mia sorella, l'aiutavo a studiare, cucinavo per lei, pulivo casa...

Lei era distrutta, ha impiegato anni a superare il trauma.

Poi all'università, a metà dei corsi per l'esattezza, lei è diventata “the perfect woman” ed io la … bleeeh.

Lei è infermiera, aiuta la gente, adora aiutare la gente e la gente la adora.
Io “laggente” la detesto.

A proposito torniamo al mio capo.

<< Sumire devi prendere tutte le fatture dello scorso mese e catalogarle in ordine alfabetico >>
<< Ma aveva detto che le voleva in ordine cronologico... >>
<< Ho cambiato idea >>

Cinque anni di sudare sui libri per diventare l'assistente di questo maledetto...

Lo uccido.
Lo uccido così sto in una cella a dormire h24.

<< Mi stai ascoltando? >>
<< Si Mr. Sabaku. Vado subito >>
<< E portami un caffè, con un cucchiaino di zucchero di canna >>

Il cianuro ti metto nel caffè.

<< Si Mr. Sabaku >>







*






<< Hai la faccia raggiante Sumy >>
<< E tu due palle in testa Ten ten >>

Ten ten, ufficio acquisti, una tipa simpatica, gira sempre con quelle palle in testa e a natale se le decora con dei fiocchettini rossi.
Cinque anni fa il suo fidanzato è morto sul lavoro. Faceva la scorta per conto di una famiglia molto ricca. Si sarebbero dovuti sposare sei mesi dopo.

C'est la vie... de merde.

Mi ha chiesto due o tre volte di uscire per conoscerci fuori dall'ufficio ma l'occasione non è mai capitata.

<< Questa battuta sta diventando vecchia. Che ti ha fatto questa volta il grande capo? >>
<< Quello che fa ogni giorno: tentare di farmi venire un esaurimento >>

Lei ride, una bella risata allegra e sincera.

<< Non te la prendere. Affronta la vita con un sorriso >>

Ecco, da quando frequentava Rock Lee, l'istruttore della palestra qui sotto, è diventata tutta filosofica.

<< Si, sorrido, sorrido... dov'è lo zucchero di canna? >>
<< E' finito >>
<< Fanculo >>





*





<< Casa dolce dolcissima casa. Per piccina che tu sia tu mi sembri... >>

In quel momento apro il frigo. Il vuoto cosmico, solo uno yogurt bianco che supplica pietà sul fondo.

<< … uno schifo >>

Porto gli occhi al cielo chiudo il frigo e dopo l'ennesima imprecazione della giornata guardo l'orologio.



19.35




Il supermercato chiude alle otto e mezza in punto.

Ce la posso fare!

Armata di sacchetti di plastica robusta e di buona volontà esco di casa con l'intenzione di fare una corsa.

Piove.
Quando è successo?

Torno a casa e prendo le chiavi della mini cooper che condivido con mia sorella, soprannominata Sheldon dalla sottoscritta.

Si, lo so, che fantasia...

Ovviamente la macchina è asperger, quindi non appena si accende lo spioncino rosso non parte.

<< Dai lo so che c'è un altro po' di benzina... le altre macchine camminano anche se c'è lo spioncino rosso acceso! >>

Ma ovviamente Sheldon non parte.

<< Vaffanculo >>

Corro come una centometrista e raggiungo il supermercato, entro bagnata fradicia e comincio a gettare nel carrello roba a caso, anche un po' di verdure così Matsu è contenta.

Ah mia sorella si chiama Matsuri.

Arrivo alla cassa e mi accoglie una tizia che ha una voglia di vivere peggiore della mia che mi guarda male malissimo mentre mastica svogliatamente una gomma.

<< Scusa, pago sta roba e mi tolgo dai piedi >>
<< Lo sai che sono le otto e venticinque? >>




Si, si che lo so. E tu devi far stare il tuo culone seduto su quello sgabello per altri cinque e dico cinque minuti. Quindi passa queste cose alla cassa e taci stronzetta.





Questo dovrei dire, invece rispondo:

<< Si, scusa. Ho finito di lavorare poco fa... >>

Lei annuisce visibilmente storcendo le labbra e getta malamente i prodotti sul rullo facendo partire la mia ansia da prestazione da “riempimento sacchetti alla cassa”.

Mi parte sempre il panico quando devo fare a gara con la tizia che passa i prodotti alla cassa ed io che devo prenderli al volo manco fossi un portiere di serie A e metterli nel sacchetto.

Primo sacchetto pieno.

La tizia mi guarda male malissimissimo.

<< Che per caso ti serve un sacchetto? >>
<< No ne ho un altro >>

Ah! Alla faccia tua!

Ovviamente il secondo sacchetto è mezzo vuoto, la tizia mi guarda troppo male perchè io possa spartire equamente la roba quindi mi avvio verso casa “torre di Pisa style” fermandomi ogni cinque minuti a riprendere fiato.

Sotto la pioggia.


Vaffanculo.











***
Angolo dell'autrice.

Salve a tutti.
Vi presento la long-fic del 2017, numero perfetto viste le vicissitudini che dovrà affrotare la protagonista.

Per chi mi conosce, so bene che devo aggiornare "Omeostasi", cercherò di far conciliare entrambe le storie.
Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto, è un genere un po' diverso dal mio solito quindi fatemi sapere che ne pensate.

Un bacione e spero abbiate passato un buon capodanno.

Violetta_


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Capitolo 2
*** Piacevoli mansioni ***


Piacevoli mansioni




<< Sumire vieni con me, ti porterò nel mio regno, ad Halloween Town, dove potrai coccolare Zero tutto il giorno e vivere dove un tempo viveva il Bau bau >>

Sorrido.

<< Mmh … si … si Jack … portami con te … >>


Driiin driiin driiiiin


Apro gli occhi di scatto, sono rossi, come iniettati di sangue.


Driiin driiin


Nooo la realtà no...

Alzo il busto meccanicamente nemmeno fossi un vampiro e vado tastando il cielo finché la mia mano non tocca per puro caso il cellulare. Socchiudo gli occhi e premo sul touch screen cercando di spegnare quel maledetto coso.
Poi mi ricordo che devo scorrere delicatamente se no il cellulare si offende e ricomincia a suonare dopo cinque minuti.

Vado in bagno e mi guardo allo specchio.
Dovrei farmi uno shampoo.

Na lo faccio stasera.

Mi ficco dentro la doccia, mi lavo, mi vesto e grazie a: pettine, forcine e un bell'elastico spesso e lacca riesco a dare un senso ai miei capelli... la frangetta continua ancora a ribellarsi ma decido che per oggi è un tocco fashion.

Vado in cucina e mi preparo un caffè.


Caffeeè!


Mentre bevo la gloriosa bevanda vedo entrare in cucina mia sorella.
Ha i capelli leggermente arruffati ed è ancora in pigiama.
Lei sembra una persona normale di prima mattina, con le gote leggermente rosse e l'aria da cerbiattina assonnata.
Io dopo un'ora di veglia, dopo la doccia e dopo il caffè sembro ancora mezzo zombie.

<< Buongiorno Sumy. Ce n'è pure per me? >> dice allegra indicandomi la caffettiera.

Annuisco fissando il vuoto.

Com'è che lei ha fatto la notte in ospedale, ha dormito si e no due ore ed è deliziosa, mentre io dopo otto ore di sonno sono un mostro orrendo?

<< Misteri della vita >>
<< Come dici? >>
<< Niente niente 'Tsu 'tsu... com'è che tu che puoi non dormi? >>
<< Il nuovo medico dell'ospedale, Sakura, mi ha invitata a fare jogging al parco. E' molto in gamba pensa che ha solo due anni più di noi >>
<< Mh >>

Correre di prima mattina, anzi correre in generale, è contronatura.

<< Tu lavori oggi vero? >> mi chiede mentre sceglie la frutta secca da portare come spuntino.
<< Beh sai è mercoledì... >>
<< E ti ricordi che oggi chiudono la strada principale per lavori vero? >>

Sgrano gli occhi e guardo l'orologio.

<< Cazzo cazzo cazzo cazzo! >>

Afferro la borsa e mi precipito fuori di casa.

<< Hai scordato le chiavi della macchina >>
<< E' senza benzina, prendo il bus! >>
<< … ok... >>

Arrivo alla fermata e il bus sta per chiudermi le porte in faccia. Mi metto a correre come una condannata a morte, ribadisco che correre è una cosa contronatura, e forse la mia faccia fa pietà all'autista perchè riapre le porte e sorride divertito.

<< Si dorme ancora eh? >>


I cazzi tuoi no, eh autista?


<< Eh mi scusi. Grazie di avermi aspettata >>
<< Biglietto? >>

Gli mostro il mio abbonamento e poi mi guardo intorno per vedere se c'è una sedia libera. Ovviamente no. Quindi mi appendo al palo accanto ad una specie di licantropo che emana un cattivo odore.

La giornata inizia benissimo!

*

Arrivo in ufficio e mi reco nella stanza del grande capo.
Apro la porta e lui non è in ufficio.

Strano, ultimamente si assenta spesso.

<< Ehi Kurotsuchi. Dov'è? >> Chiedo indicando la porta col pollice.

Kurotsuchi (non riesco a dire mai bene il suo nome) nonostante sia la nipote di un riccone fa l'assistente ad uno dei caposettori dell'azienda.
E' una ragazza stupenda, la mia migliore amica.

<< Tranquilla non è ancora arrivato >>


Yeee alleluja!


Mi levo subito la giacca, metto la camicia per l'ufficio e mi metto davanti al computer.
Rispondo alle mail più importanti e controllo gli appuntamenti quando il telefono inizia a suonare.

<< Pronto? >>
<< Ciao tigrotta! >>

La voce dall'altro capo del telefono è così alta e squillante che un piccolo gruppo di gente si gira a fissarmi.
Alzo gli occhi al cielo: io lo so che mi farà licenziare prima o poi.

<< Salve Mr. Uzumaki. Desidera? >>

Naruto, collega del mio capo, migliore amico del mio capo.
Non chiedetemi come perché lui è sempre allegro, frizzante, dinamico e simpatico mentre Gaara ha sempre il morto davanti.
Comunque da quando ci siamo presentati ad una festa aziendale mi ha preso in simpatia.

Kurotsuchi ed altre mi hanno suggerito di farci un pensierino ma sinceramente lo vedrei più come un fratello maggiore.

<< Perché devi essere sempre così formale? >>
<< Perché siamo in ufficio signore >>
<< “Signore”. Mi ha chiamato “signore” >> lo sentii sospirare pesantemente << Lasciamo perdere, senti passami Gaara che devo dirgli una cosa >>
<< Mr. Sabaku non è ancora arrivato in ufficio >> dico facendo cenno a una tipa di alzare i tacchi e andarsene invece di continuare a fissarmi.
<< Come sarebbe non è in ufficio? Lui non arriva mai in ritardo in ufficio >>
<< Avrà avuto un contrattempo. Posso riferire un messaggio?
<< No... tanto lo beccherò stasera. Ciao tigre >>
<< Arrivederci Mr. Uzumaki >>

Chiudo il telefono e due secondi dopo arriva Gaara vestito di tutto punto con suo completo nero e la ventiquattrore in mano. Cammina guardando davanti a se con un'espressione che ricorda vagamente il robot di Terminator. Avete presente?

<< Buongiorno Mr. Sabaku, ha appena chiamato Mr... >>
<< Non mi interessa. Mi serve quel modulo che ti ho fatto stampare ieri, il numero del direttore della filiale in Francia e mi devi fissare un appuntamento col sindaco >>

Ok, ieri mi ha fatto stampare circa millecinquecento moduli. Ce la posso fare a trovare quello giusto!

<< … e portami un caffè macchiato con un cucchiaino di zucchero di canna >>

Te la dovresti fumare, la canna.

<< Certamente Mr. Sabaku >>


*


Finalmente dopo aver scoperto qual'era il famoso modulo, dopo aver avuto l'onore di poter parlare per 2,5 secondi con l'assistente del sindaco, dopo aver fatto altre tremila telefonate finalmente l'incubo è finito. Almeno per oggi.

La giornata però non è del tutto da buttare.

E' mercoledì!

<< Mr. Sabaku io vado >>
<< Dove vai? >>

Questa domanda mi fa incazzare, ma cerco di non darlo a vedere.

<< E' mercoledì signore >>

Tra i vari compiti che spettano dell'assistente di Sabaku no Gaara c'è n'è uno particolare.
Motivo per il quale molte assistenti si erano licenziate, per me motivo per cui rimango (oltre ovviamente all'affitto, luce gas, la spesa ecc...)

<< Giusto. Ok buon pomeriggio >> dice senza nemmeno sollevare lo sguardo dal mac.

Ogni mercoledì devo andare dalla signora Sabaku no Karura, la madre di Gaara.
Per via di alcuni problemi di salute il figlio le paga un appartamento a “El Jardín del Desierto” una specie di residence dove gli ospiti vengono seguiti da personale specializzato e hanno tutti i confort a portata di mano: stupendi giardini, piscina, palestra, yoga, circoli privati...

Io lo definisco l'ospizio più costoso del mondo.

Ho la delega per farle visita, devo controllare lo stato delle stanze, controllare e pagare i conti.

All'inizio, quando ero una novellina, mi sembrava assurdo che un figlio trattasse così la propria madre, più come un dovere da assolvere che come una parente, ma poi mi sono abituata.
Col tempo mi sono anche affezionata a quella donna, che doveva avere sicuramente la sua età, ma era di una bellezza e di una dolcezza disarmante.

Non parliamo quasi mai della sua famiglia, difatti avevo soltanto intuito che il marito doveva essere morto, ma nessuno me ne aveva mai dato conferma.

<< Ciao Karura, come stai? >>

Mi aveva pregato così tante volte di darle del “tu” che alla fine avevo ceduto.

<< Piccola pequeña >> così mi chiama e adoro essere chiamata così da lei << ... vieni qui fatti abbracciare >>

Come al solito profuma di rose fresche e il suo abbraccio è proprio come quello di una mamma; confortante e caldo.

<< Sembri stanca tesoro come mai? Mio figlio ti fa lavorare troppo? >>

Perchè non sei tu la mia mamma? E come hai fatto a generare quello stronzo?

<< No Karura sto bene e Mr. Sabaku non mi fa lavorare troppo. Stai tranquilla >>
<< Ne sono lieta. Come vanno le cose? >>

Mi siedo sul divano e mi sistemo la gonna.

<< L'ho chiesto prima io a te >>
<< Ah ah furbetta... >> ride con quella sua dolcezza che mi fa sciogliere il cuore << … rispondi tu. Qualche novità? Non c'è un qualche giovanotto che ti fa la corte? >>

Ecco che ricomincia. Quella donna non si da pace, non si darà mai pace, finchè non mi vedrà accoppiata.

Scuoto la testa.

<< No nessuno, preferisco rimanere nella mia singletudine >>
<< Una ragazza bella e dolce come te non dovrebbe restare sola. Dovrei raccomandarti a mio figlio, scommetto che così verrebbe anche a trovarmi più spesso... >>

Oh oh. Allarme rosso!

<< No Karura fidati non è assolutamente necessario! >> dico forse con un po' troppa foga.

Io con Gaara? Ma nemmeno sotto tortura!

<< Ma tesoro... >>
<< Apprezzo l'offerta ma apprezzo di più rimanere sola. Adesso devo andare Karura, ci vediamo tra qualche giorno >>
<< D'accordo tesoro. Ti aspetto >>


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Capitolo 3
*** Una normale giornata di lavoro ***


Una normale giornata di lavoro



Stamattina mi sono svegliata presto, prima del suono della sveglia. A volte mi capita anche se non ne so spiegare la ragione.
Dato che il mio cervello mi ha fatto guadagnare qualche minuto in più ne approfitto per fare le cose con calma.
Ancora in pigiama, in realtà è una maglietta nera di due taglie più grande della mia con la faccia di Jack Skeletron all'altezza del petto, mi faccio un caffè e mi metto davanti la finestra.
Apro il mio pacchetto di sigarette e ne accendo una guardando il cielo che va via via rischiarandosi.
Mentre mi illudo che quella sarà una giornata senza stress ecco che il maniaco del palazzo di fronte comincia a fissarmi.

Jiraya è un ex insegnante di letteratura. È in pensione e per passare il tempo scrive libri e fissa le ragazze.
Ha i capelli lunghissimi e bianchi legati da una blanda coda di cavallo, due occhi piccoli e un sorriso perenne.

Mi fa accapponare la pelle.

Chiudo le tende e la finestra spengo la sigaretta fumata a metà. Nel farlo urto la tazzina di caffè che cade macchiando le tende e il pavimento.

<< Ma vaffanculo... >>

*


Arrivo in ufficio e mi attacco alla macchinetta del caffè. Pochi minuti dopo vedo Kurotsuchi col suo croissant al cioccolato in mano.

Quella tizia mangia come una porca e non ingrassa. Maledetta.

<< Ciao bella >>
<< Mh... Kurostmpf... >>
<< Il tuo linguaggio speciale di prima mattina è fantastico... >> da un altro morso al cornetto e mette la monetina alla macchinetta per prendersi un cappuccino << ...oggi c'è la cena coi dirigenti delle filiali estere. Sei pronta? >>

Spalanco gli occhi.

Porca...

Ecco perché mi sono svegliata presto. Altro che favore del mio cervello, era ansia repressa.

<< Mh si si pronta >> dico cercando di restare calma.

Mi ficco tre quattro bustine di zucchero di canna in tasca, non si sa mai.

<< Vado a preparare i documenti con le tabelle se no quello chi lo sente >>
<< Io finisco di mangiare, a dopo Sumy >>
<< Cia... >>

Mi dirigo alla mia scrivania e inizio a catalogare i moduli dentro carpette di colore diverso, nel frattempo arriva il grande capo con la sua ventiquattrore in mano ed i suoi occhiali da sole.

<< Buongiorno Sumire >>

Aggrotto la fronte udendo un tono di voce dolce, quasi amichevole.
Da qualche mese Gaara è più allegro e pimpante del solito. Meno stronzo e più distratto, spesso arriva in ritardo o esce prima dall'ufficio.

<< Buongiorno Mr. Sabaku... >>
<< Oggi me ne vado prima, non fissarmi appuntamenti >>
<< Ma signore oggi c'è la cena >>

Lui si blocca due secondi.

<< Anticipala a pranzo, stasera ho da fare >>

Si certo, molti non sono nemmeno nello stesso fuso orario della città e io gli dico di venire a pranzo.
Che nervi!

<< Vedrò quel che posso fare signore >>
<< No. Devi farlo, senza scuse >>

Lui se ne va beato nel suo ufficio e io mi faccio una corsa.

<< Kuro.... Kuro! >>
<< Che? >>
<< Quello vuole anticipare a pranzo. Mi devi dare una mano >>
<< Ma sta andando fuori di testa? >>

Centinaia di chiamate dopo riesco a fissare la riunione per le 15,30 del pomeriggio. Mr Schneider, filiale svizzera, mi fissa senza dire una parola ma il suo sguardo indignato misto puro odio mi spaventa non poco.

*


Torno a casa, vuota ovviamente, Matsu sta diventato un'entità evanescente da queste parti.

Accendo il mio pc, tre ore per avviarsi.

<< Dai pc, almeno tu non farmi stressare >>


Ah io parlo con le cose, spero che la cosa non vi dispiaccia.


Finalmente il rottame parte, metto in testa le mie fide cuffie bianche con le orecchie da gatto viola e metto al massimo la musica.

<< ♪♫ These wounds won't seem to heal. This pain is just too real. There's just too much that time cannot erase... ♪♫ >>

Per fortuna non potete sentirmi, ho una voce terrificante.
Certo che potevo risparmiarmi di dirvi questa cosa e fare la figa... vabbè ormai...

Mentre sono intenta a spulciare sui vari siti le nuove uscite di videogiochi mi arriva un messaggio.



Matsu <3: Non torno stasera. Ci vediamo domani. Baciotti.



Sbuffo. Probabilmente un'emergenza in ospedale.

Che palle, stasera volevo mangiare in compagnia..

Ormai è tardi per chiamare uno dei miei amici e l'unico che non ha orari conoscendolo starà dormendo per poter rimorchiare qualche povera anima in tarda serata.

Scuoto le spalle e mi guardo intorno.

Che fare?

Tamburello con le dita sul bordo della tastiera.

Potrei sempre mettermi una cosa carina addosso ed uscire...

Naaa meglio ordinare una pizza.

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Capitolo 4
*** Al parco ***


Al parco





La mia vita è una palla.

Lavoro, casa, lavoro, pc, caffè, lavoro, mangiare, lavoro... mangiare. Tanto.

A proposito oggi ho finito prima da lavoro e ne ho approfittato per fare una passeggiata.
Mi sto recando verso il parco, ho scelto una strada piena di vetrine quando d'un tratto incrocio un mio amico, Deidara, con in mano tre o quattro sacchetti tutti colorati e con le scritte coi brillantini.

Quando mi vede il ragazzo spalanca gli occhi e si mette ad agitare la mano in aria incurante del fatto che l'interno del sacchetto emette un tintinnio assurdo.

Kami vi prego non ditemi che ci sono decine di orecchini ed occhiali da sole lì dentro...

<< Ciao bella >>
<< Dei... ti dai alla pazza gioia vedo... >>


Dei dei è un artista, lavora con l'argilla e fa sculture spettacolari, ma alle volte un po' chic.
E' stato compagno di liceo di Kurotsuchi e lei ha una cotta per lui da sempre. Ma il biondino preferisce la pannocchia quindi...


<< Si chiamano Saldi cara... >> dice sottolineando quella parola unendo l'indice ed il pollice di entrambe le mani. << Dove vai? >>
<< Una passeggiata >> dico sorprendendomi delle mie stesse parole.
<< Fantastico allora mi fai compagnia >>
<< Noo... sai che detesto andare per negozi >>

Ma niente, lui non mi ascolta nemmeno e mi trascina.

Entriamo in tre o quattro negozi. Deidara mi parla della sua ultima mostra e di un nuovo giovane stagista molto attraente.

<< Ehi Sumy guarda la... quel tizio ti sta fissando >>
<< Si Deidara... ancora la scienza non ha trovato un rimedio per i tuoi disturbi vero? >>
<< La smetti di fare la scema stronza? Sotto tutto quel nero e quell'espressione incazzata c'è una bella gnocca, ed ogni tanto capita che qualcuno se ne accorga... >>

Lo fisso per due secondi in completo silenzio.

<< Taaanto disturbato... >>


*


Dopo aver fatto acquisti ci dirigiamo al parco e come prima cosa vado a comprare una birra al chiosco vicino l'ingresso.
Mi piace il parco: è pieno di verde, di animali e la gente si fa i fatti propri, almeno la maggior parte.

<< Dei guarda c'è un mimo... Dei? Deidara! >>

Il ragazzo è intento a rimorchiare un ragazzo che fa jogging dall'altra parte della strada.

<< Hei biondo, ti piace l'arte? >>

Alzo gli occhi al cielo mentre mi dirigo verso di lui. Appena è abbastanza vicino gli do un pugno in testa. La preda ne approfitta per fare un sorriso imbarazzato e darsela a gambe.

<< Ahio! Eddai stavo solo … prendendo l'ispirazione >>
<< Si... conosco la scusa, l'ho già sentita >> dico trascinandolo per un orecchio.

Improvvisamente sentiamo degli strilli familiari.

<< Ti ammazzo >>
<< Smettila di fare la pazza! >>

Karin e Suigetsu.

Karin è la dimostrazione vivente che un uomo non ti migliora la vita, anzi se possibile te la peggiora di parecchio.
Al liceo eravamo nella stessa classe e non è mai stata una ragazza dolce e raffinata, anzi era piuttosto zoccola, ma nonostante i suoi difetti mi è sempre stata simpatica.
Al quinto anno ha incontrato Suigetsu, che era stato espulso da un'altra scuola, e ciò ha segnato la fine del suo equilibrio mentale.

Adesso è sempre incazzata, sempre acida sempre isterica.

Con cautela alzo la mano agitandola per attirare la loro attenzione.

<< Hei ragazzi... >>

I due si bloccano e Karin si avvicina per salutarmi.

<< Ciao Sumire >>
<< Che è successo? >>
<< Il cretino mi ha fatto fare una figura di merda col mio staff >>

Karin è una capo-ricercatrice per conto di un'azienda farmaceutica.

Faccio spallucce e mi metto le mani sui fianchi.

<< Ma perchè non lo lasci? >>
<< Dovrei farlo in effetti >> dice girandosi e guardando il ragazzo.

Lui per tutta risposta le alza il dito medio.

<< Cosa? A me? Vieni un po' qui che ti stacco quel dito e te lo faccio e te lo infilo su per il ... >>

Quei due riprendono a litigare più ferocemente di prima, faccio un passo per cercare di mettere evitare il morto ma Deidara mi poggia una mano sulla spalla e scuote la testa.

<< Non ti immischiare. Se la sbrigano da soli >>
<< Ma si stanno ammazzando >>
<< Fanno sempre così... dai andiamocene >>
<< Ma... >>
<< Ascoltami per una volta >>

Ci allontaniamo verso una piccola area attrezzata con panchine ed una fontana piena di pesciolini rossi.

<< Mah! Io non li capisco >>
<< Le relazioni sono complicate >>
<< Non è vero. Se stai bene con uno ci stai se no, amen. Vedi? It's easy! >>

Lui mi guarda dall'alto in basso.

<< Sei diventata così cinica. Prima non eri così >>
<< Io sono sempre stata così >>
<< Non è vero. C'è stato un periodo in cui eri dolce, romantica... >> dice unendo le mani ed alzando lo sguardo al cielo.
<< Ma che hai fumato? >>

La sua espressione diventa seria e così come il suo tono di voce.

<< Dopo Yuri sei cambiata... e non hai più avuto nessuno >>

Yuri... avvocato, beh al tempo studente in giurisprudenza, primo del corso, impeccabile, capelli rossi ed occhi di ghiaccio.



Dio santo solo adesso riconosco la somiglianza col mio capo.

Bleeeeeeah.

Comunque mi ha lasciato il giorno della mia laurea, due ora prima della discussione della tesi...

No comment please!

<< Yuri era uno stronzo egocentrico bastardo. E poi chi te lo dice? >>

Si gira e mi fissa dritto negli occhi.

<< Ok. Hai avuto qualcuno dopo Yuri? >>
<< Mnnn... non sono affari tuoi! >>


*


<< 'Tsu 'tsu >>
<< Si Sumy? >>
<< Cena giapponese? >>
<< Mmmh ci sto >>

Adoro quando Matsu fa il turno la mattina così la sera possiamo mangiare davanti la tv come quando eravamo piccole.
In cucina ho tutto l'occorrente per preparare il ramen e la tempura.
Matsu mi da una mano a tagliare le verdure ma non adora particolarmente cucinare, soprattutto con me, dice che sono una tiranna quando sono in cucina, ma io credo che sia una grande esagerazione.

Quando tutto è pronto ci avvolgiamo nel plaid sul divano davanti la tv.

<< Allora com'è andata oggi? Qualche morto? >>

Matsu si arrabbia quando faccio certe domande, ma secondo me lavorare in un ospedale dev'essere una gran figata, con tutti quei tagli, le mani mozzate, il sangue...

<< Smettila dai >>

Scuoto le spalle.

<< Chiedevo soltanto... >>
<< E' stata una giornata tranquilla. Ho cambiato le bende in testa al signor Sarutobi, si sta riprendendo completamente per fortuna. Poi sono andata a fare una corsetta insieme a quel ragazzo tanto simpatico con gli occhioni dolci. Tu invece? >>

Mentre lei parlava ne avevo approfittato per aprire una bottiglia di birra e la stavo sorseggiando. Mi lecco le labbra e faccio spallucce.

<< Il mio stronzissimo capo continua a stronzeggiare come al solito, i documenti si moltiplicano tra loro e odio il suono del telefono >>

Matsu si limita ad annuire.

<< Tutto normale insomma >>
<< Già. Però dopo ho fatto una passeggiata con Deidara e mi sono svagata un po' >>

Lei si gira a guardarmi e mi sorride.

<< Quindi hai fatto un po' di movimento all'aria fresca. Brava! Lo vedi che fa bene? Sei anche più pimpante >>
<< Matsu non cominciare >>
<< Di che cosa parli? Ho solo detto che dovresti uscire più spesso, prendere ossigeno. Lo sai che basta camminare mezz'ora al giorno per mantenersi in forma? Ovviamente dovresti anche eliminare le merendine. Quella roba fa male e... >>

Avete presente il rumore dell'encefalogramma piatto? Ecco per ora sento solo quel “biiip”.

Lo so che lo fa per il mio bene ma … insomma io sono pastafrollosa e mi sono abituata alla mia pastafrollosità.

<< Ok Matsu ho afferrato. Riprendiamo il film adesso? >>
<< Ok, va bene >> Si rigira a guardare il televisore << Perché non la bruciano quella cassetta? >> dice indicando il televisore.
<< Perché è una copia. Devono trovare quella originale >>
<< Ma perché la polizia non sequestra tutte le copie? >>

Alzo gli occhi al cielo.

<< Matsu mangia e guarda il film in silenzio! >>








***
Angolo dell'autrice.

A Leo. So che non sono andata avanti con la trama, ma ti prometto che provvederò nel prossimo capitolo.

Agli altri lettori. Grazie a tutti. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto.

Besos.

Violetta_

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Capitolo 5
*** Il disastro ***


Il disastro





Giorno libero.
A parte la domenica, da contratto dovrei avere anche il sabato come giornata di riposo, ma la realtà è piuttosto diversa: diciamo che io ed il mio capo ci mettiamo d'accordo una volta ogni due-tre settimane.

Comunque per farla facile questo sabato non lavoro.

Ho voglia soltanto di patatine film horror e magari ubriacarmi.



Si sono le dieci del mattino. E allora?



Finisco la mia birra quando mi suona il cellulare.
Un messaggio su what'sapp:







Kiba bau sta scrivendo...
Wei sto andando in pausa pranzo e tu mi fai compagnia. Non si accettano rifiuti!







Kiba Inuzuka, “Kiba bau” per la sottoscritta, ha un negozio di animali all'angolo della strada, è un bravo ragazzo, un po' scemo ma bravo.

E' anche molto carino e lo vedrei bene con mia sorella, ma stranamente lui e Matsu si odiano.

Forse non proprio stranamente: due anni fa Kiba l'ha presa in giro e lei gli ha dato un bel pugno sul naso. Cose che capitano.


Aspetta, pausa pranzo? Ma che ore sono?
Nooo ho dormito quasi tutta la mattina.


Mi guardo allo specchio: il mostro.

Ok vabbè usciamo lo stesso.

Mi infilo una maglietta, un paio di jeans e lego alla meglio quella creatura che la scienza definirebbe “i miei capelli”
Afferro la borsa ed esco.

Dieci minuti di strada ed arrivo vicino al parco dove il ragazzo mi aspetta in compagnia del suo cane.

<< Ma buongiorno bella >>

Mi saluta allegramente, ed io tanto allegramente lo ignoro e vado ad abbracciare il suo Akita Inu.

<< Ciao Akamaru! Bello cucciolone di zia. Dammi un bacino! >>

Il cane mi fa le feste come al solito. Vorrei tanto avere un animale in casa, adoro gli animali, ma Matsu è fissata con l'igiene e secondo lei un animale combinerebbe un disastro in casa.

<< Quanto sei bello tu >>
<< Guarda: se vuoi te lo lascio e vado a mangiare da solo >> dice Kiba facendo il finto offeso.

Quando fa così assume un'espressione che mi fa morire dal ridere.
Lo abbraccio e gli do un bacione sulla guancia.

<< Ciao anche a te Kiba bau. Che si dice? >>
<< La signora Damata mi ha portato il suo barboncino già cinque volte questa settimana. Certa gente dovrebbe prendersi un peluche e lasciare in pace le povere creature. Per il resto tutto come sempre. Tu invece? >>
<< Io stavo provando la fu-si-o-ne col divano quando mi è arrivato il tuo messaggio. E ora ho fame >>
<< Kebab? >>
<< Cazzo si! >>



*



Verso le quattro del pomeriggio torno a casa.

Dopo aver mangiato Kiba mi ha convinta a giocare con Akamaru: praticamente io correvo mentre il cane saltellava sul posto.

Nonostante ciò mi sento meglio, come rinvigorita.

Devo dire che Deidara ha ragione, uscire mi fa bene.

Ovviamente non glielo ammetterò nemmeno sotto tortura!

Getto le chiavi sul piattino e mi butto sul divano quando odo degli urletti piuttosto inquietanti provenire dalla camera di Matsu.

<< 'Tsu? Sei tu? >>

Lei spalanca la porta e si precipita verso di me iniziando a saltellare.

<< Sumi … HO UNA NOTIZIA SPETTACOLARE >>

E' raggiante, sprizza felicità ed entusiasmo da tutti i pori.

<< Hai avuto una promozione? >>
<< No. MI SPOSO >>







AAAH!


<< Tu ti che? >> dico non afferrando bene il concetto.

Sempre odiata anche solo la parola “matrimonio”.
Per quanto mi riguarda è solo un contratto tra due persone e, dopo aver firmato, uno dei due deve avere la meglio sull'altro per non finire come uno zerbino umano.


Ma poi che era questa notizia? Quando? Dov'ero io?


<< Ma... scusa da quando sei fidanzata? >> inizio a dire cercando di analizzare, o quanto meno capire, la situazione.
<< Hai presente il tizio che fa jogging con me la mattina? >>
<< Ma chi “occhioni dolci”? >>

Lei si spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio imbarazzata.

<< Si. Ci frequentiamo da qualche mese. Non te ne ho parlato perché ti conosco e so che avresti cominciato coi tuoi discorsi. Comunque oggi mi ha fatto la proposta! >>



E dov'era la bella notizia?



<< E tu che hai risposto? >>
<< Che domande. Si! >>
<< Aspetta... tu ti sposi con uno che frequenti solo da... da quanto? Sei mesi? >>
<< Sette. Comunque no. Io mi sposerò tra un anno, in modo da organizzare le cose per bene, con un ragazzo meraviglioso che amo e che mi ricambia pienamente >>

Annuisco per nulla convinta.

<< Ah-ah... ragazzo dolce, occhi dolci, sempre dolce … mi sa tanto di serial killer >>

Lei mette le mani sui fianchi e gonfia le guance. È adorabile quando si imbroncia.

<< Gaara non è affatto un serial killer. E' un ragazzo perbene che gestisce l'impresa di famiglia e... >>




Momento.



Momento momento momento momento!




<< Che? >> Dico con un filo di voce.
<< Cosa “che”? >> risponde lei stranita.
<< Potresti ripetere? >>
<< Cosa? >>

Ecco. Sento che mi stanno venendo le palpitazioni...

<< Come hai detto che si chiama il tizio? >>

Lei scuote le spalle e apre le mani.

<< Gaara. Il mio fidanzato si chiama Sabaku no Gaara >>









AAAAAAH!!!









 

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Capitolo 6
*** Il mio peggior incubo ***


Il mio peggior incubo







AAAAAAH!


<< Sumy? Sumy ti senti bene? >>


Ho appena visto scorrermi davanti tutta la mia vita.
Una noia assurda.


Improvvisamente focalizzo mia sorella, mi scuote per le spalle e sembra piuttosto preoccupata.


Aspetta che è successo?


<< Eh? Ah si si sto bene >>
<< Certo che sei proprio strana tu! Tua sorella ti dice che si sposa e tu reagisci così >>


Ok ecco che era successo.

Oddio...

Ok Sumy non svenire.

È confermato: mia sorella si sposa col mio peggior incubo.

Ok ok calma.


<< Ti chiedo scusa sono solo... molto felice per te! >> dico sfoggiando uno dei miei migliori sorrisi di facciata.

Matsuri non ci casca del tutto.

<< Lo so che non sei una fan del matrimonio ma fidati, lui è un ragazzo d'oro >> dice con gli occhi sognanti.

Si si... un ovetto d'oro.


*


Dio, Kami, Spongebob... chiunque tu sia. Perché mi fai questo?

Mia sorella ed il mio capo.

Mi giro per l'ennesima volta nel letto e cado come un'idiota perché alcune doghe sono rotte.

<< Ahi... >>

Mi massaggio la natica destra e apro la finestra.
Jiraya sposta piano la tenda di camera sua.

<< Fanculo vecchio >>

Lo ignoro e mi fumo una sigaretta poi apro il cassetto della scrivania e prendo un sonnifero.

Mi corico con metà materasso che strofina per terra.

Per almeno otto ore non voglio avere contatti col mondo della veglia.



*



Bevo il terzo caffè della mattina con un'aria ancora assonnata.

<< Aspetta... tua sorella sta col capo? Con quello in quella stanza li? >>

Kurotsuchi giocherella col bastoncino che serve per girare lo zucchero nel caffè davanti all'area relax.

<< Si >> dico annuendo lentamente.
<< E come ha reagito quando gliel'hai detto? >>
<< Non gliel'ho detto >>
<< NON GLIEL'HAI DETTO? >>

Una decina di persone si girarono a fissarci.

<< Ssssh taci per favore >>
<< E che intenzioni hai? Non potrai tenere il segreto, prima o poi lo scoprirà >>
<< Lo so. Devo fare qualcosa, ma non so bene cosa >>

In realtà lo so: devo sabotare questo dannato matrimonio!

Mia sorella, la mia dolce sorellina non può finire nelle grinfie di quel coso, per quanto ne so potrebbe avere una decina di mogli imbavagliate in cantina.

Tutte terrorizzate che non ci sia abbastanza zucchero di canna in casa.

<< Beh, forse così ti tratterà meglio >>

Rido divertita.

<< Si come no. Ci chiameremo “cognatina e cognatino”, ci saluteremo con baci e abbracci e passeremo il sabato sera a farci le trecce e a dirci i segreti >>

Kuro sta per ribattere ma viene bloccata da una telefonata.

<< Scusa è urgente. Ci vediamo a pranzo >>
<< Ok >>



*


La mia pausa pranzo consiste in un panino o un pranzo al sacco divorati velocemente sulla scrivania, giù nel retro o nel terrazzo sul tetto.
Non vado mai in mensa perché la fila è sempre interminabile ed il caffè è orrendo.

Ho appena finito di fumare la mia sigaretta da sola, Kurotsuchi è dovuta andare ad un pranzo di lavoro.
Sto davanti la macchinetta del trentasettesimo piano per prendere il mio caffè quando un collega mi avvisa che il grande capo mi sta cercando.
Bevo il caffè ustionandomi la lingua, mi accorgo che l'ascensore è occupato e salgo alla velocità della luce fino all'ultimo piano.

<< Signore >> prendo fiato cercando di mantenere un certo contegno, anche se il viso arrossato non dev'essere un bello spettacolo << Mi cercava signore? >>
<< Ah Sumire si. Devi disdire tutti i miei impegni >>

Nooo, l'agenda era pianificata in maniera perfetta.

<< D'accordo signore. Ma Mr. Downey non ne sarà molto contento >>
<< Ho altro da fare >>
<< Come vuole. Gli fisso l'incontro per sabato >>
<< No. Da questo momento il sabato sarò irreperibile >>


Nooo niente più straordinari il sabato? Yeeee!


<< D'accordo >>
<< Tu dovrai venire comunque in ufficio, ma solo la mattina >>


Yeee...


<< A proposito: tra un'ora verrà Ebizo e ti consegnerà il mio completo bianco. Devi portarlo in tintoria e ritirarlo proprio sabato mattina. Portalo qui in ufficio manderò qualcuno a prenderlo >>

Si lo so che state pensando: “ma non puoi portarglielo a casa?” No. Perchè il malato di mente non vuole che si sappia il suo indirizzo di casa, quindi le sue cose passano anche per tre- quattro mani prima di arrivare a lui.

Ah Ebizo è il suo maggiordomo. E' talmente vecchio che credo possa morire da un momento all'altro, ma non vuole andare in pensione. E' tipo Alfred per intenderci, ma più decrepito.

<< Come desidera >>


*


Alle 17:59 Alfred... Pardon Ebizo è giù che mi aspetta con una busta nera.

<< Salve signorina Nekoi >>

Nekoi è il mio cognome. Non ricordo se ve l'avevo già detto....

<< Buonasera Ebizo. Tutto bene? >>
<< Certamente signorina. E' uno splendido tardo pomeriggio ma questa arietta frizzante è un po' subdola. Suggerirei un cappotto più pesante >>

Mi sento come catwoman nella batcaverna.

<< Grazie Ebizo, seguirò il tuo consiglio >>
<< Buona serata >>
<< Anche a lei >>

La lavanderia preferita di Gaara (si, il signorino ha una lavanderia preferita) dista mezz'ora di macchina da lavoro, per fortuna chiude alle sette.
Prendo la macchina e mi dirigo li, consegno l'abito e mi assicuro che sia pronto per sabato mattina. Poi me ne vado dritta a casa.

Le mie gambe camminano da sole: cucina.
Afferro un pacco di biscotti poi vado nella mia stanza e mi spalmo sul letto.

A proposito l'ho riparato il letto, almeno spero.

Dolce giaciglio...

Apro la busta di biscotti quando sento le chiavi della porta girare nella serratura.

Matsuri ha finito presto stasera.

<< Sumire? Ci sei? >>
<< Eh >>
<< Sumy? >>
<< Eeeh? >>

Lei si incammina fino a camera mia e poggia la schiena contro il muro.

<< Ciao, tutto ok? >>

Annuisco svogliata.

<< Sabato sera tieniti libera ok? >>

Mangio un biscotto e parlo con la bocca piena.

<< Perché? >>
<< Siamo invitate ad una festa. Un piccolo ricevimento >>
<< Mh... di chi? >>
<< Gaara >>

Noto che ha sorriso dicendo il suo nome.

Kami e Spongebob la situazione è seria...

<< Vuole farmi conoscere alla sua famiglia e ai suoi amici. Quando ha saputo che ho una sorella ha deciso di invitare anche te >>

Nooo...

<< Ok... suppongo sarebbe poco delicato rifiutare l'invito >> dico togliendomi le briciole dagli angoli della bocca.
<< Si. Sarebbe veramente molto scortese >> dice lei seria fissandomi con due occhi severi per enfatizzare la frase.
<< E Matsu? >>
<< Si? >>

Ok ora glielo dico: Matsu il tuo fidanzato è uno stronzo. No così non va bene. Sorellina il tuo fidanzato è quello stronzo del mio capo...

<< Allora Sumy? Che mi devi dire? >>
<< Ehm... tu che ti metti? >>

Sumire … sei senza speranza.

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Capitolo 7
*** Shopping... che incubo ***


Shopping... che incubo









Ok è venerdì mattina.
Suona la sveglia e per poco non cado dal letto. Come al solito.
Imprecando in turco mi alzo e mi preparo... come al solito.

Una volta vestita mi faccio il caffè e lo bevo mentre guardo l'armadio.
Mi rendo conto di una cosa: non ho niente da mettere per la festa.
Tutti i vestitini che ho sono vecchi o con disegni di protagonisti di film e serie tv o decisamente troppo otaku.
Non posso mettere un paio di pantaloni neri ed una maglietta. Matsuri mi guarderebbe storto tutta la sera.

Sbuffo e chiudo l'armadio, ci penserò dopo il lavoro.



*



Mentre sono intenta a leggere le mail della mattina col viso poggiato tra le mani e una matita tenuta tra il labbro superiore ed il naso mi viene un'idea.

<< Sumire devi andare dal fornitore qui di fronte. Deve darmi dei documenti >> dice Gaara aprendo di scatto la porta del suo ufficio.

Sobbalzo e mi cade la matita dalla faccia.

Perché cazzo ha fatto istallare l'interfono se poi deve spalancare la porta facendomi venire un infarto?

<< Si subito signore >>



*


Durante la pausa pranzo afferro il telefono.

Amico gay i choose you!


Troppo politicamente scorretto?


<< Deidara mi serve una mano >>
<< Tesoro mio fammi finire il naso di questa scultura e poi sono tutto tuo >>
<< Dei è urgente. Ho una festa domani e solo due ore per trovare un abito elegante >>
<< Uh una sfida... adoro le sfide >>
<< Già... puoi farti trovare qui verso le sei? >>
<< Oook. Conosco dei negozietti adatti allo scopo >>
<< Grazie sei un tesoro >>

Mentre mi metto il cellulare in tasca vedo una pila di carte e dietro la testa di Kurotsuchi.

<< We bella brunetta ti serve una mano? >>
<< Tra poco mi cascano le mani! >> dice lei con un filo di voce.
Rido. << Ok dammi un po' di quelle carte >>

Mentre la aiuto le accenno il piano di questo pomeriggio.

<< Vuoi venire? >>

Lei storce il naso.

<< Devo stare due ore con quell'odioso? Mh ok. Ma lo faccio per te >>

Si Kuro... come no.


*


Finisco il turno e mi sistemo la scrivania. Kurotsuchi deve finire un lavoro quindi la aspetto fuori in compagnia di una sigaretta.
L'ho fumata a metà quando vedo Deidara venirmi incontro.

<< Ciao bella... >> mi squadra dall'alto in basso come se fosse una vecchia zia << Se non fosse per quella orrida maglietta coi pupazzetti saresti più bella >>

I suddetti pupazzetti sarebbero “Vado, Vedo e Prendo” gli scagnozzi di Oogie boogie.

<< Oh Dei... tu si che sai come fare i complimenti a una donna >>

Lui sbuffa e mette le mani sui fianchi.

<< Una parola Sumi: Camicia >>
<< Ce l'ho la camicia. La tengo in ufficio >>

E' una camicia nera che metto sopra la maglietta, così nessuno si lamenta sul fatto che sembro poco professionale.

<< Ok mi arrendo. Andiamo in negozio >>
<< Aspetta viene anche Kuro non appena finisce con i conti >>
<< Uh viene anche miss Simpatia? Che bello … >>
<< Dai non cominc... >>

Da dietro le spalle sento una vocina minacciosa.

<< Chi sarebbe “miss Simpatia”? >>
<< Di certo non tu maschiaccio. Fatti allungare quei capelli >>

Si il loro rapporto è anomalo: sono come Will e Grace, solo che litigano molto, molto di più.

Alzo gli occhi al cielo.

<< Dei serve la macchina? >>
<< Sembri un maschio! Uno di quelli brutti >> si gira verso di me << Si serve la macchina >> si rigira verso Kuro << E mettiti un filo di trucco ogni tanto... >>

Percorro il tragitto dall'ufficio al negozio con loro che litigano.
E l'ora di punta quindi oltre a loro si ci mettono le altre macchine, i pedoni i semafori...

Che mal di testa.

Una volta arrivati mi rendo conto del guaio in cui mi sono cacciata: il posto è una di quelle bountique con le commesse tutte perfettine, tutte chicchettine, tutte fashiottine...

Entriamo e veniamo devastati da uno di quei brani di atmosfera che mi fanno salire l'omicidio.
Mi piazzo davanti ad entrambi e li fisso con sguardo serio.

<< Ok Guys. Niente colori sgargianti, niente minigonne microscopiche, niente brillantini e niente pizzo! >>

Deidara mi guarda con disapprovazione.

<< Vuoi un vestito o un abito da monaca? >>

Kuro incrocia le braccia.

<< Ti sei depilata le gambe? >>

Io li guardo male entrambi.

<< Vi odio >>

Deidara inizia a rovistare tra le stampelle e afferra due o tre abiti, idem fa la ragazza.
Io mi guardo intorno come se fossi in un universo parallelo.

Le commesse mi guardano dall'alto in basso come se fossi una poraccia.

Ora le ammazzo.

<< Dai Sumi vieni >>

Mi faccio passare gli istinti omicidi e mi dirigo verso i camerini dove ad attendermi ci sono un cumulo di abiti sopra una sedia.

Oh mio dio...

Un vestito fucsia, un tubino blu scuro, un monospalla nero ma talmente corto da sembrare una maglietta lunga, una roba strana con una gonna di tulle.

<< Ragazzi ma siete sicuri di questa roba? >>
<< Dai vatteli a provare prima che le commesse ci caccino >>
<< Oook >>

Questo è stretto, questo è brutto, questo pizzica...

<< Uff... che palle >>

Deidara sposta un angolo della tendina e mi guarda con aria critica.

<< Ragazza fa un sorriso ti prego! >>
<< Per una volta sono d'accordo con Deidara... devi essere più allegra ragazza. E tira in dentro la pancia! >> dice Kurotsuchi spuntando da l'altro lato del camerino.

Ora li strozzo.

<< Ma nera c'è solo questa specie di maglietta? >>

Il ragazzo alza gli occhi al cielo.

<< Non puoi metterti sempre cose nere. Non sei a lutto >>

Ecco che inizio a sudare. Mi capita sempre quando cerco dei vestiti nuovi.

<< Fuori. Privacy please! >>

Spingo le loro facce oltre la tenda e sbuffo guardando con astio il cumulo di abiti, le mie cosce e il mio culone.

Devo. Frequentare. Una. Palestra!

Mi lego i capelli con una coda di cavallo, mi metto il vestito fucsia e inizio a rovistare in un angolo buio del negozio. Sembro la sorella brutta della strega dell'est.

Deidara e Kurotsuchi mi guardano con condiscendenza.
Le commesse si mettono in un angolo e mi lanciano occhiate di compatimento.


Poraccia... poraccia...


Kuro si mette le mani sui fianchi.

<< Ma cosa speri di trovare lì? >>
<< Più colore ragazza... >>

Li ignoro tutti. Ora mi chiudo nel mio mondo magico e fatato dipinto di blu.

Oh. Trovato!

<< Questo è perfetto! >>

Deidara storce il naso.

<< Quello? >>
<< Si. Questo >>

Provo l'abito e dopo venti minuti convinco anche i miei due amici. Anche perché intanto le commesse ci stanno gentilmente cacciando.

Usciamo dal negozio e andiamo a bere qualcosa in un bar li vicino.

Birra, aiutami tu...

<< Guarda quanto sei carina quando esci e comunichi con altri esseri viventi. Non è una bella sensazione Sumy? >>
<< Dei per favore... >>

Kurotsuchi annuisce vistosamente.

<< In effetti dovresti staccarti un po' dalla tv e dal pc >>
<< Kurotsuchi non mettere in crisi la mia relazione con tv e videogiochi! Sfasciafamiglie >>

Anche se in effetti la serata è piuttosto rilassante e divertente.
Di certo non lo ammetterò mai a quei due però si, è una bella serata.

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Capitolo 8
*** Il ricevimento ***


Il ricevimento







Sabato mattina.
Prima di andare in ufficio vado a prendere il completo bianco di Gaara.

Mi viene un flash: magari non ho detto la verità a Matsu ma posso dirlo a Gaara.

E' facile: “Capo. Matsu è mia sorella”. E magari ci aggiungo un “veda di lasciarla in pace”.

<< Mr. Sabaku? >>
<< Si? >>
<< Eeee... >>

Ecco che alza gli occhi e mi fissa. Mi sento improvvisamente a disagio.

<< … Devo chiudere la porta? >>



Stupida stupida stupida stupida...



Lui batte le palpebre due volte guardandomi come se avessi un ritardo mentale e mi risponde come si risponderebbe a una con un ritardo mentale.

<< Si Sumire... come al solito >>
<< Bene signore >>

Sbuffo vistosamente e mi metto a lavoro.

Bene.

Se non faccio la figura dell'imbecille almeno una volta al giorno non sono io.



*



Dopo il lavoro mi catapulto a casa e mi faccio una doccia.

Mi depilo.


Si, Kuro aveva indovinato a chiedermelo come detto sopra... o nel capitolo precedente... non lo so, questo chiedetelo alla tipa che scrive (che detto tra noi è una tipa strana... ma non andate a fare la spia perché è capace di uccidermi e rimpiazzarmi con un opossum).


Mentre canto “d'ora in poi scoprirò... la mia vera identità” sento Matsuri entrare in casa.

<< Sumiii non ci mettere una vita. Mi devo dare una sistemata pure io! >>

Sembra pimpante. Anzi accelerata.

<< Esco esco. Cinque minuti! >>

Esco dalla doccia quindici minuti dopo (ops!) e vado in camera mia.
Mi ficco il vestito nero senza spalline con una piccola cinta viola intorno alla vita, un paio di scarpe nere col tacco e mi lego i capelli con uno chignon alto.
Mentre cerco di infilarmi l'orecchino destro che mi sta distruggendo il lobo vedo che Matsuri ha messo un abito rosso, uno splendido abito rosso con degli elegantissimi, e apparentemente costosissimi, sandali rossi.
Un filo di trucco, lei non ha bisogno di coprirsi la faccia.

Dio quanto è bella.

<< Sei pronta Sumy? >> dice sistemandosi l'eyleiner.
<< Si pronta. Guidi tu? >>
<< No. Ci vengono a prendere >>


Che?


<< Chi? >> dico forse un filo troppo terrorizzata.
<< Alle 7:35 verrà un'autista >>

Uh che sciccheria.

<< Bello... >>


*


Alle 7.35 in punto una limousine nera arriva davanti casa nostra.
L'autista ci apre gli sportelli e ci fa accomodare, ci sorride, ci mette la musica e si mette a fare tutta quella roba tipo film romantico.
Mi sento a disagio a stare in una macchina del genere, Matsuri invece non sembra nervosa ma elettrizzata.

<< Siamo arrivati signorine >>

L'autista ci apre lo sportello e ci porge la mano.
Matsuri esce con la stessa grazia della Monroe mentre la sottoscritta per poco non cade di faccia sull'asfalto. Ovviamente.

Il posto è spettacolare: una villa stupenda con un immenso giardino ed una fontana centrale.
Che lusso.

<< Wooow >> mi lascio sfuggire.
<< Bello vero? >>
<< Questa è la casa del tuo ragazzo? >>
<< No. Non è la casa di Gaara, ma una delle proprietà di famiglia >>

Oh certo. Dimentico sempre che quello è malato di mente.

Varchiamo il cancello e subito veniamo sopraffatte da una marea di gente. Tutti ricconi dell'alta società.

Mi sale il vomito.

Mi guardo intorno, alcuni di loro li riconosco: sono colleghi di Gaara.


Oh c'è anche Karura. Siii qualcuno con cui parlare!


Vado verso di lei quasi di corsa.

<< Salve Karu... Signora Sabaku >> Devo essere diplomatica, non posso essere così informale davanti a tutta quella gente.

La donna non la pensa come me, difatti si allontana dal gruppo di donne con la quale stava conversando e mi abbraccia.

<< Tesoro sei stupenda! Un vero fiore! … E ti prego, dammi del tu. Non far caso a questi snob >> mi sussurra alla fine.
<< Va bene >>
<< Che ci fai qui? Non dirmi che devi lavorare anche stasera >>
<< No no >> mi schiarisco la gola << Matsuri, la fidanzata di tuo figlio, è mia sorella... >>

Lei spalanca la bocca.

<< Nnno? Davvero? In effetti vi somigliate così tanto >>
<< L'hai conosciuta? >>
<< L'ho vista solo in foto, ma spero di poterle parlare stasera >>

Gaara ha presentato la fidanzata a mezzo mondo tranne che alla madre? Ma che razza di persona è?
Bah.

<< Oh tesoro c'è la moglie del presidente di una casa editrice molto importante. Vado a salutarla >>
<< Va bene >>

Mi mordo l'interno labbra e mi guardo intorno.
E adesso che faccio?

<< Sumire >>

Congelo.


Quella voce...


Spongebob ammazzami adesso.


Inspiro a fondo come se dovessi tuffarmi sott'acqua, giro e sfoggio uno dei miei sorrisi migliori.

<< Gaara... posso chiamarla Gaara viste le circostanze si? >>
<< Io... non sono sicuro di capire >> dice molto sorpreso.
<< Bel vestito >> faccio volutamente la stronza, ma dentro mi sento morire tanto tanto.

Matsuri, che è a braccetto col ragazzo, ci guarda entrambi sorpresa.

<< Voi due vi conoscete? >>

Ok ormai è inutile tenerlo segreto.

<< Il signore qui presente è il mio capo... >>

Lui annuisce come imbambolato e poi si schiarisce la gola.

<< Si sono... Sumire è la mia assistente >>
<< Oh... >> dal tono di Matsuri intuisco che si è ricordata di tutti i soprannomi che ho dato al suo fidanzatino in quegli anni, difatti spalanca gli occhi e si irrigidisce << Oh! Quant'è piccolo il mondo >> continua celando l'imbarazzo.
<< Davvero piccolo... >> risponde Gaara continuando a fissarmi.
<< Già. Se non si fosse capito sono anche la sorella di Matsuri comunque. Gemella. É per questo che sono qui... mi ha invitata >> dico mettendomi le mani tra le pieghe del vestito.

<< … >>

<< Oh Guarda c'è Sakura insieme a Naruto. Vai a salutarli ti raggiungo tra due secondi >> dice improvvisamente Matsuri.

Gaara obbedisce a quella richiesta e la cosa mi sconcerta e mi sorprende non poco, ma mia sorella non mi da molto tempo per analizzare quella situazione.

<< Perchè non me l'hai detto? >>
<< Che? >>
<< Dai Sumy lo sai. Gaara è il tuo capo, quello che detesti. Perchè non mi hai detto nulla? >>
<< Ti sei risposta da sola Matsu: è il mio capo ed io lo detesto. Sembravi così felice che non ho voluto rovinarti la festa >>

Inoltre non ho avuto le palle di dirti tutto... ma questo magari me lo tengo per me.

La vedo sospirare e sfoggiare un dolce sorriso.

<< Ok va bene... non è grave. Ci saranno tante occasioni come questa. Sono certa che avrete modo di conoscervi meglio e scommetto che anche tu lo troverai un ragazzo adorabile... >>


Sta veramente pianificando quella situazione come se fosse un tavolo operatorio?


<< … Forse a lavoro è un po' severo ma ti assicuro che fuori da quel contesto è... >>


Ok devo interrompere quello sproloquio.


<< … adorabile? >>

Lei mette il broncio ed annuisce convinta.

<< Si. Adorabile. Adesso perché non cerchi di socializzare con qualche ospite? >>
<< Perché sono asociale? >>

Lei mi prende per le spalle e mi da una leggera spinta.

<< Sei una ragazza bella e divertente. Va e divertiti! >>

Detto ciò raggiunge velocemente il fidanzato.

Avrei voluto restare con Karura ma le sue condizioni non le permettono di intrattenersi a lungo. Una limousine l'ha portata a casa due minuti fa.

Mi guardo intorno: l'inferno deve essere proprio così.

Rassegnata prendo un bicchiere al volo dal vassoio di un cameriere e mi siedo su un muretto appartato accanto ad uno, un tipo qualsiasi.
Inizio a sorseggiare il contenuto del bicchiere finché non mi accorgo che il tipo qualsiasi è gnocco.

Ma no gnocco di poco, gnocco della serie “la mamma si è impegnata con tutte le sue forze ed i suoi sentimenti”.

Complimenti alla mamma.


Calmati Sumire, fa la persona normale.
Abbasso lo sguardo per terra e poi apro la borsetta prendendo una sigaretta, prendo l'accendino ed ammacco il pulsante.


Ammacco il pulsante.


Ammacco il pulsante.


E non si accende!


Sbuffo vistosamente mentre tengo ancora la sigaretta tra le labbra.

<< Questi clipper non funzionano quasi mai >>


Spalanco gli occhi. Chi ha parlato?
Gnocco da paura mi sta parlando?


Alzo il busto e mi tolgo la sigaretta dalla bocca.

<< Valgono quello che costano >>
<< Già.. ti aiuterei se non avessi perso il mio >>
<< Sei ad una festa come questa senza accendino e non sei ancora uscito fuori di testa? Ammirevole >> dico senza riflettere più di tanto.

Lui ride divertito.

<< Ci provo. Tu sei? >>

Perchè gnocco da paura mi sta parlando?

Sospiro indicando la dolce coppia con un cenno della testa: lui con abito bianco e cravatta rossa, lei abito rosso.

Ma che sono, i bravi gemellini?

<< La sorella della futura sposina ed assistente di quello stronzo, egocentrico, cadavere dai capelli rossi del suo fidanzato. Tu? >>

Dopo due secondi di completo silenzio lui mi risponde guardandomi fisso negli occhi.

<< Io sono il fratello di quello stronzo, egocentrico, cadavere dai capelli rossi >>
<< … >>


Meeeeeeerda!


Annuisco. Mi metto in piedi con estrema lentezza. E mi sistemo il vestito.

<< Con permesso. Vado a prendermi da bere... e poi a suicidarmi credo >>

Mentre cammino verso il buffet vedo che mi segue. Vuole per caso ammazzarmi lui?
Dopo pochi passi mi è accanto.

<< Posso farti compagnia? La parte del bere, per la seconda parte credo che ti lascerò la tua intimità >>

ah ah ah... muoio dal ridere.

Vede che non rispondo e continua.

<< Che prendi? >>
<< Scotch >>

E lo vedo alzare un sopracciglio con aria di ammirazione.

<< Che? >> Lo guardo non capendo quell'occhiata.
<< Avrei detto un composto zuccherato, caramellato, fruttato... >>
<< Non è mica il lunedì mattina >> rispondo ancora una volta senza riflettere troppo.

E questa volta lo vedo ridacchiare.
Denti perfetti.
Complimenti a mamma Karura.

Dopo aver preso da bere ci sediamo in un divanetto un po' appartato ed iniziamo a parlare.

Lavora nel campo dell'informatica. Gli piace smontare e rimontare computer, conosce bene i software ed i programmi. Se ne intende anche di videogiochi ma più a scopo ludico che lavorativo.
Vive in Spagna, paese natio della madre. In effetti avevo intuito da parecchi indizi che c'era un lato spagnoleggiante in famiglia.

<< Non sapevo che Mr. Sabaku avesse un fratello >>

Lui ride divertito.

<< Prima lo definisci uno stronzo e adesso lo chiami “Mr. Sabaku”? Che cambiamento >>

Che stronzo. Dev'essere vizio di famiglia.
Arrossisco e poso il bicchiere sul tavolino davanti a noi.

<< Per favore non fare la spia... la situazione è già abbastanza complicata così >>
<< Tranquilla. So mantenere i segreti. Comunque si, Gaara ha un fratello >>

Ma dai?

<< La nostra non è una famiglia molto unita >>

Mi da la conferma che il padre è morto in un incidente, non aveva un buon rapporto con lui, ed intuisco anche col fratello, per questo motivo se n'è andato mentre Gaara ha ereditato tutto.
Hanno anche una sorella che si è sposata con un “pappamolle bradipo senza molti interessi”. Un professore di matematica.
Anche qui i rapporti sono complicati.

Mentre sono intenta ad ascoltare ed annuire mi parte in testa la sigla di “beautiful”:



♪♫♪ Paparappara... pappa. Pappara... ♪♫


<< Temari abita in una città vicina, credo che verrà per le nozze >>
<< Tu perchè sei venuto qui stasera? >>

Lo vedo fare spallucce.

<< Sono qui da qualche giorno, per lavoro. Mi è arrivato l'invito per e-mail e così... >>

Annuisco.

<< Giusto. Scarpe scomode, giacca lunga, un caldo infernale, l'età media degli invitati è la stessa di Dick Van Dyke. Insomma un'ottima occasione per una serata alternativa, no? >>

Ride per l'ennesima volta.

<< Però c'è l'alcool gratis >> dice alzando il bicchiere.

Faccio cin cin col mio.

<< Touché >>





***
Angolo dell'autrice.

Salve gente, scusate il ritardo ma sto cercando di dividermi tra due fandom.
Comunque eccoci arrivati al famoso ricevimento. E no niente tragedie, niente spatorie... ma questo non vuol dire che la situazione si emplifichi eh!
Che ve ne pare? Piaciuto? Spero di si.
Come al solito grazie a tutti. A presto

Violetta_

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Capitolo 9
*** Paradiso, inferno, paradiso ***


Paradiso, inferno, paradiso








Il... miglior... sesso... di... SEMPRE!


Sono a casa sua, nel suo appartamento, un gran bel appartamento.
E ho visto si e no due stanze, ricordiamolo.

Sto fissando il lampadario d'acciaio moderno semilluminato dalle luci del mattino mentre sento ogni muscolo del mio corpo completamente rilassato.

Quel materasso è una favola.
Quelle lenzuola sono una favola.
Quel tocco di manzo che dorme accanto a me è una favola.


oh-oh.


Il tocco di manzo dorme accanto a me ed il lampadario è semilluminato dalle luci del mattino.



Mi sono addormentata!



Sumy... sei proprio una novellina.

Ravano a terra alla ricerca delle mie mutande e del reggiseno. Me li metto facendo il meno rumore possibile.

Sono quasi pronta mi manca solo il vestito.
Eccolo sotto la scrivania.

Come c'è arrivato lì?

Mi chino per prenderlo.

<< Dove vai? >>

Mi blocco col culo per aria e l'abito tra le mani. Quanto me ne rendo conto sollevo la testa di scatto e la sbatto contro il bordo della scrivania.


Taaac... trauma cranico.


<< Ahia... >>

Prima figura di merda della giornata fatta. Bene.

<< Accidenti. Fatta male? >>


Nooo mi sono fatta bene Kankuro. Lo faccio ogni mattina.


<< Tranquillo tutto ok >>

Mi massaggio la testa e quando apro gli occhi lui è di fronte a me completamente nudo.


Oh santo cielo.


<< Sei sicura? Mi sembri un po' arrossata... >>
<< No no tranquillo. Devo andare... >>
<< Così di fretta? E dove? >>
<< In effetti devo andare da tua madre >> dico rendendomi conto della cosa.
<< Eh? >>

L'ho detto ad alta voce vero?
Dannazione ma perché non controllo il mio cervello prima del caffè?
Vabbè sarei ache giustificata dal trauma cranico ad essere precisi.

<< Ci vado ogni mercoledì e quando posso di domenica quando permettono le visite ai non parenti >>

Lo vedo farsi diffidente, o forse curioso, non capisco.

<< Perché? >>
<< All'inizio per dovere... ma la domenica perché solitamente tutti gli ospiti del residence vanno dai parenti e detesto che Karura mangi da sola >>
<< Quindi non va ancora a trovarla? Che pezzo di merda... >> dice parlando tra se e se. Intuisco che parli di Gaara.

Mi infilo velocemente il vestito e le scarpe cercando di non guardare quel meraviglioso spettacolo che mi si para davanti senza la benché minima vergogna.

<< Aspetta sei tu la “piccola pequena”? >>

Perché detto da lui sembra il nome di una battona?

<< Eh... colpevole >>

Mi scruta dalla testa ai piedi ed inclina la testa da un lato.

<< Mamma ti adora >>

Questa volta lo guardo in faccia.

<< E tu che ne sai? >>
<< Mi ha parlato spesso di te >>

Sento che sto arrossendo parecchio e francamente non so bene cosa rispondere.

<< Lei invece non mi ha mai parlato di te >> dico impacciata << Non parla mai della vostra famiglia... >>

Lui annuisce come se conoscesse bene la situazione.

<< Ci scriviamo di tanto in tanto e qualche volta mi ha parlato della “ragazza tanto dolce che si occupa di lei” >> dice canzonatorio, vuole mettermi in imbarazzo apposta.

E ci riesce.

<< Beh … comunque vado … così tu ti vesti... o torni a dormire.... o qualsiasi cosa tu faccia la domenica mattin... >>
<< Vengo con te >>


Come? Che?


<< No. No vado sola tranquillo >>
<< Insisto >>


No no no...

Scherziamo? Dopo stanotte è già tanto se riuscirò a guardare Karura negli occhi.


<< Non è necessario … figurati... >>
<< Non puoi certo impedirmi di andare a trovare mia madre >>

Ecchecazz...

<< No è solo che non mi pare il caso... >>

Ma lui è già andato in bagno ed ha aperto la doccia.

<< Vuoi entrare? >>

Eh?

<< Ho notato che te ne stai andando senza esserti lavata... hai sudato parecchio stanotte >>

Che brutto bastardo figlio di... eh no la madre è una donna dolcissima.

Rimango immobile senza avere la minima idea di cosa fare.

E dato che non agisco agisce lui.

Senza che lo sentissi avvicinare si mette dietro di me e con le dita sfiora il tiretto della cerniera iniziando ad abbassarlo molto lentamente.

Arrossisco.

Mi cinge la vita e mi stringe in un caldo e forte abbraccio.
Mi bacia la nuca.
Chiudo chi occhi.

Che cosa sto facendo?

<< Mi... posso usare l'altro bagno, dimmi solo dov'è... >> balbetto come una completa idiota.
<< Perchè usare un altro bagno se l'acqua della doccia qui è già calda? >> dice lui intento a buttare il reggiseno per terra.

Ok come ha fatto?

Deglutisco e chiudo chi occhi.

Mi gira lentamente e mi accarezza la schiena guardando ogni singolo dettaglio del mio viso, io riapro gli occhi ed abbasso lo sguardo incapace di sostenere il suo.

Con un movimento fluido mi toglie definitivamente l'abito e mi afferra per i fianchi il che mi fa diventare il viso completamente incandescente.

<< Sumi... >>

Alzo la testa e lo guardo interrogativa, lui mi fissa strusciando il naso contro il mio e mi sorride.

Vuole mettermi a mio agio e ci riesce.

Chiudo nuovamente gli occhi ed inizio a dargli dei lenti e morbidi baci sul collo mentre lui mi porta dentro la doccia continuando ad accarezzarmi la schiena ed i fianchi con una mano.

Per tutti i dei del cielo il suo tocco sulla mia pelle è sublime.

Poggio una mano sulla sua nuca e mi avvicino alle sue labbra per...

<< Uh caldo. Ahio ahio scotta! >>

Con un gesto fulmineo cambia la temperatura del getto e mi sposta.

<< Scusa >>

Ci guardiamo per un paio di secondi e poi scoppiamo a ridere.
Allunga una mano per controllare la temperatura e mi porta sotto il getto.

Oh si ora è perfetto.


*



Dopo mezz'ora siamo pronti per uscire.

Si alla fine mi ha convinta.
Lo so. Lo so. Sono una pappamolla. Anzi pastafrollosa.

Ho addosso un pantaloncino jeans, una dimenticanza dell'ultima visita della sorella, ed una maglietta nera con uno strano disegno al centro: un cerchio metà giallo metà rosso.
Mi sta larga ma è comoda e fresca. Ed il suo odore addosso non mi dispiace.
Per fortuna le mie scarpe sono abbastanza semplici da adattarsi con tutto.

Andiamo al residence con la sua geep.
L'abitacolo profuma di pelle e di caffè.
Persino la sua macchina è sexy.

Una volta arrivati a destinazione apro la porta dell'appartamento di Karura e la chiamo a gran voce.

<< Karura? Sono io, ho portato una persona >>
<< Piccola pequena ciao! Sono di sopra vieni >>

Arriviamo alla porta d'ingresso e Karura si avvicina per salutarmi. Quando vede Kankuro si blocca e grana gli occhi.

<< Kankuro >>

Lui sorride e la sua voce si fa dolce.

<< Ciao mamma... >>

Superato il momento di stupore la donna gli corre incontro e lo abbraccia iniziando a piangere.

<< Il mio bambino... il mio bellissimo bambino... >> sussurra tra le lacrime.

Kankuro arrossisce, ed è la prima volta che lo vedo imbarazzato da quando l'ho incontrato.

<< Non chiamarmi così dai... >>
<< E come dovrei chiamarti? Oh che bello il mio bambino è venuto a trovarmi >> poi si rivolge a me << La mia piccola pequena mi ha riportato il mio piccolo bambino... >>

Ed è il mio turno di arrossire.

<< Io non c'entro, è stata una coincidenza … >>
<< Venite sedetevi >>
<< No no io... io vado a preparare qualcosa da mangiare e poi me ne vado... insomma vorrete stare soli >>
<< Che sciocchezze! Mi dovete raccontare come vi siete incontrati. Come vi conoscete? >>
<< Ci siamo incontrati alla festa di Gaa, mamma. Dopo che te ne sei andata >>
<< Capisco... e siete rimasti insieme da allora? >> dice assottigliando appena lo sguardo.
<< No no >> mi affretto a rispondere io << sapeva che oggi sarei venuta qui e ci siamo messi d'accordo >>
<< Esatto >> conclude Kankuro dando man forte alla mi a balla.

Ma vedendo l'espressione di Karura non mi sembra molto convinta.

Forse è vero che le mamme sanno sempre tutto.
O più probabilmente ha riconosciuto la maglietta dato che continua a fissarne il disegno.

Ecco adesso sarò la “piccola sgualdrina che ha irretito il figlio”.

Cerco di cambiare discorso.

<< Perciò... che volete mangiare? >>
<< Avrei voglia di qualcosa al forno. Qui non mi fanno mangiare niente. Solo verdure al vapore o cose bollite. Mangio bene solo quando ci sei tu tesoro >> poi si rivolge a Kankuro << Sai questa dolce ragazza ha un dono! Qualsiasi cosa cucina è deliziosa! >>

Ti supplico Karura smettila!

Ridacchio come un'idiota e mi dirigo in cucina.

Che situazione di merda.

Apro il frigo: la dispensa è sempre ben fornita grazie al personale del residence. Inizio a tirar fuori delle verdure, patate e della carne. Il ragazzo che fa la spesa ha portato del pollo.

<< Come posso aiutarti? >>

Sobbalzo sul posto e mi giro di scatto. Ma è un uomo o un felino quel tizio?

<< Ti ho spaventata? >>
<< No no... va da tua madre, avrete tante cose da dirvi >>
<< Spiacente, i suoi ordini sono: “va a dare una mano a quella cara ragazza” >>

Grande Karura, grazie.

<< Ehm... sai cucinare? >>

Lui mi fissa dritto negli occhi con aria offesa.

<< Certamente >>
<< Ok ok non ti scaldare... inizia a pelare queste patate e me le tagli a tocchetti piccoli così cucinano più velocemente e poi mi tagli quelle due cipolle a fette non troppo sottili se no bruciano. Io mi occupo delle altre verdure e della carne >>

Ok forse sono un pochino autoritaria quando sto ai fornelli.

<< Si chef! >> dice con tono militare.

Mi scappa un sorriso.

Scopro che è divertente cucinare con lui, di solito mi irrito quando qualcuno mi ronza intorno in cucina.

<< Attento quello è zucchero... >>
<< Guarda che lo sapevo eh... >> dice cambiando barattolo.

Una volta infilata la teglia nel forno imposto la durata e mi siedo su una sedia.
Lui mi porta mezzo bicchiere di vino rosso.

<< Non c'è birra qua... >>

Annuisco. Gli alcolici vengono un po' limitati, per quanto possibile, dagli inservienti.

<< Ci vorrà un po' prima che sia pronto... io andrei a fumare una sigaretta mentre tu vai da... >>
<< Te la offro io una sigaretta >>
<< Ok >> dico secca.

Sono in imbarazzo.

Ok mi sono lasciata andare ieri sera, e stamattina, ma da “una botta e via” questa sta diventando “pranzo con mamma”. Letteralmente.




Aiutatemi... qualcuno prenda il comando e tolga il pc dalle mani di quella pazza che sta scrivendo!




Kankuro mi poggia una mano sul viso ed inclina la testa scrutandomi. Quel gesto mi risveglia dai miei pensieri.

<< Il calore della cucina ti ha fatto arrossire le guance... o forse è il vino >> mi passa l'accendino << sei molto carina quando sei tutta rossa >>

Siii... una top model...

<< Grazie... >>

Mentre mi accendo la sigaretta il mio sguardo cade su di lui.
Ha un modo di fumare interessante.
No non fa nulla di particolare: aspira ed espira fumo come un normale essere umano ma il modo in cui tiene la sigaretta, il modo che ha di muovere le labbra...
I nostri occhi si incrociano per un istante e io giro di scatto la testa tirando l'ennesima boccata di fumo.



*



Il pranzo si rivela piuttosto piacevole tutto sommato, solo qualche battutina ed ammiccamento ma nulla che non riesca a controllare.

Kankuro è molto dolce con sua madre. No, non è un mammone, ma si preoccupa della sua salute e ha grande considerazione di lei.
Mi stranizza il fatto che non parlino né di Gaara né della sorella. Tutti i discorsi girano intorno alla musica, ai libri, al lavoro di Kankuro in Spagna ma nulla che riguardi la famiglia.
Mi domando se non dipenda dalla mia presenza.

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Capitolo 10
*** Altri nodi ***


Altri nodi







Il giorno seguente mi alzo ancora mezza addormentata, non riesco a smettere di sbadigliare.

<< Sumire >>

Apro gli occhi di scatto.
Il tono di voce di Matsuri sembra serio. Molto serio.


Nooo...


Mi reco in cucina e lei mi aspetta seduta davanti il tavolo con le braccia conserte.

<< Si Matsu? >>

Lei mi fissa con un atteggiamento strano.

<< Dove sei sparita? >>
<< Come dici? >>
<< E' dal ricevimento che non ti vedo. Dove sei stata? >>

Concentrati Sumi. Anche se sei senza caffè.

Concentrati: non dire o fare stronzate.

<< Ah ho dormito da Kiba... sai mi ha chiamata dicendo che uno degli animali in negozio stava male e mi ha chiesto una mano... >>
<< E ti è venuto a prendere alla villa? >>
<< Ma no ho preso un taxi... >>

T'oh da quando sono brava a mentire?

Lei continua a fissarmi in modo molto serio.

<< D'ora in poi se hai notizie importanti potresti riferirmele con appena un po' di anticipo? >>
<< … ok >>
<< C'è altro che mi tieni nascosto? >>


Oh - oh


Mi sono fatta tuo cognato”


No. Non posso.


<< Niente.. a meno che … non è che per caso frequenti Jiraya quello del palazzo di fronte? No perché se è così devo confessarti che sono certa che sia un maniaco >>

Lei mi guarda e poi si mette a ridere.

<< Sei una scema >>


Ok l'ho scampata.


<< E dimmi hai conosciuto il fratello di Gaa...? >>
<< Devo andare. Il lavoro chiama, se no chi lo sente il tuo fidanzatino? >> comincio a sproloquiare mentre mi preparo e mi fiondo fuori di casa in tempo da record.


*





Arrivo in ufficio in anticipo e quando incontro Gaara mi aspetto che mi dica qualcosa.

Non so una ramanzina, un accenno, un tentativo di seppellirmi viva nel deserto... qualcosa.

Invece lui non dice niente, mi tratta come se nulla fosse successo e io preferisco assecondarlo.




*


Verso le sei del pomeriggio vado nel laboratorio di Deidara e lo trovo intento a appiccicare argilla sopra una montagnetta di altra argilla.

<< Sembri un bambino sulla spiaggia >>
<< Non osare! Io sto creando qui >>

Rido.

<< Dai crea dopo, salutami adesso >>

Lui sbuffa si alza dalla sua posizione semiaccovacciata e mi abbraccia.

<< No. Troppo affetto... mi stai sporcando la maglietta di argilla! >>

Ha argilla ovunque: nelle mani, sulla faccia, persino tra i capelli. Si scrosta da me e apre il minibar porgendomi una birra, lui si prende un succo di pera.


Bleah.


<< Allora com'è andato il matrimonio? >>
<< Non era un matrimonio Deidara, era un ricevimento >>
<< Due piccioncini, fiori, tanta gente... come lo chiami non cambia molto. Allora com'è andata? >>

Sorseggio lentamente la mia birra per prendere tempo. Imbrogliare la gente è piuttosto facile ma Dei ha il sesto senso per certe cose.

<< E' andata come mi aspettavo... ho fumato, ho bevuto... >>
<< Hai conosciuto qualcuno? >>
<< No! >>


Oh cavolo. Troppa foga.


Lui inarca un sopracciglio.

<< Sicura? >>
<< Si >>


Ok meglio.


<< Mh come dici tu... e il tuo capo? Ha spalancato occhi e bocca e si è sciolto come neve al sole? >>
<< No anzi... ok in un primo istante è parso sorpreso. Adesso si comporta come se non fosse successo nulla >>

Finisce di bere il suo succo e si rimette ad attaccare argilla.

<< Dev'essere un uomo dai nervi d'acciaio, uno anaffettivo. Sai che noia a letto >>
<< Dei... >>
<< No seriamente. Tua sorella si scopa un pezzo di ghiaccio >>

Mi metto le mani alle orecchie e chiudo gli occhi.

<< Deidara! Dio santo e chi dorme stanotte? Avrò gli incubi >>











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Capitolo 11
*** Cinema ***


Cinema







Sono passate circa due settimane dal ricevimento.
Matsuri è su di giri e ormai la vedo solo qualche volta la sera, passa il suo tempo libero con Gaara per discutere sui preparativi.



Ma voi ce lo vedete Gaara scegliere i fiori, la location, il colore dei tovaglioli? No perché per me è un pensiero inquietante.



Una volta finito il mio turno di lavoro vado in un negozio di videogiochi. Ci vado spesso tanto che ormai sono amica col proprietario.

<< Ehi Sax come va? >>

Sasori Rossi è un uomo che si avvicina ai cinquanta ma dal suo aspetto non gli si danno più di trentacinque anni. Non chiedetemi come faccia, se lo sapessi gli ruberei l'elisir della giovinezza.
Cortese, puntuale, grande esperto nel suo lavoro. Ma soprattutto ha una virtù che apprezzo particolarmente: si fa i cavolacci suoi.

<< Ciao Sumire. Va tutto bene, grazie >>
<< Sono arrivate le nuove action figures? >> dico prendendo due videogiochi che avevo adocchiato da tempo e che adesso sono finalmente in saldo.

Lui apre uno dei cassettoni dietro di lui e ne estrae un sacchetto.

<< Non ancora ma ho della roba per te >>
<< No dai... fa vedere... >>

Ogni tanto mi passa qualche gadget e se gli gira bene qualche gioco di seconda mano. E anche questa volta non si smentisce.

<< Mi sono informato su quel programma per l'ufficio. La licenza costa un botto. Se te lo cerco hackerato? >>
<< Non sia mai Sax. In ufficio non entra niente che non abbia i permessi o la licenza >>
<< Posso passartelo io... >>

Mi irrigidisco riconoscendo la voce.

<< Credo di sapere quale programma cerchi e ne ho una copia con licenza a casa >>

Mi giro e ho la conferma che è Kankuro con un paio di picchiaduro originali in mano.
Dopo il pranzo da Karura non ci siamo più visti né sentiti. Sono ancora piuttosto imbarazzata.



Che ci fa qui?



Sasori poggia le mani sul bancone.

<< Conosci questo mascalzone Sumire? Dovresti stare alla larga da certa gente >> dice Sax fissandolo.

Kankuro si mette a ridere e risponde a tono.

<< Se c'è un farabutto quello sei tu Sasori. Guarda che prezzi! >>
<< Vattene in quel negozio di elettronica dentro il centro commerciale se non ti conviene >>

Non sto capendo un tubo.
Dopo essersi azzuffati verbalmente quei due si stringono la mano e si abbracciano.

<< Allora ci pensi tu a Sumi? Trattamela bene è la mia cliente più simpatica >>
<< Si capo >>

Senza che me ne renda conto paga anche le mie cose e mi scorta fino all'uscita.

<< Aspetta ma che... ? >> dico ancora confusa.
<< Ciao Sasori >>
<< A presto ragazzi >>

Ci incamminiamo verso il parco ed io sono ancora piuttosto imbarazzata e confusa.

<< Come conosci Sasori? >>
<< E' stato il mio capo. Quando ero un ragazzino ho lavorato in quel negozio ... non cambia mai >> dice con un sorriso.
<< Capisco. Sax è uno simpatico, ti sarai divertito >>
<< Ah si è simpatico ma fa lavorare duro. E guai a sbagliare ordine dei titoli! >>
<< Condivido appieno questa cosa >>

Lui mi fissa dritto negli occhi con sguardo serio ed io mi ritrovo a disagio.

<< Dimentico che sto parlando con un tirannico chef >>

Credo di star arrossendo non poco.

<< No non è vero! >>

Ci fermiamo in un chiosco di hot dog, poi prendiamo un kebab e dopo una mezz'ora un hamburger.
Adoriamo la carne ed entrambi ne mangiamo in quantità industriali.
Con la differenza che lui, nel week end, fa freerunning mentre io faccio free pants sul divano.

<< Che fai stasera? >>
<< Dormo >>

Lui strabuzza gli occhi e ridacchia.

<< Posso proporti una cena prima? >>
<< Dopo tutto quello che abbiamo preso? >>

Lui annuisce.

No. Uno che mi batte in fatto di cibo!

<< Non avrei mai pensato di dirlo ma sono sazia >>
<< Cinema? >>
<< Non ti conviene >>
<< Perchè? Sei una fan della Heigl? >>
<< No sono più tendente verso Tobe Hooper... sai quel genere lì >>

Ecco che torna quello sguardo.

<< Allora credo che ci sarà da divertirsi >>



*



Dopo il film mi accompagna sino alla mia macchina, gli ho detto che sono abituata a camminare da sola la sera ma non ha voluto sentire ragioni.

<< Grazie della bella serata... è stata divertente >>
<< Magari potremmo ripetere... >>



Mi sta chiedendo un appuntamento? Naa...



<< Ok ci organizziamo... buona notte >>

Sto per entrare macchina quando lui mi prende delicatamente il braccio e si avvicina per darmi un veloce bacio sulla guancia.

<< Buenas noches Sumire >> dice dolce poco distante dal mio viso e guardandomi fisso negli occhi.

Ecco ora muoio.

<< Si, ok … Ciao >>

Avvampo, agito la manina a mo' di teletubbies ed entro velocemente in macchina.

A metà strada ripenso al mio saluto.

<< ... >>

Do una testata al volante.

<< Che figura di merda! >>

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Capitolo 12
*** A mali estremi... ***


A mali estremi...







Driiin driiin DRIIIIIN!


ORA PRENDO IL CELLULARE E LO TIRO CONTRO IL MURO.


Mi alzo completamente rincoglionita e coi capelli che mi ricoprono gran parte del viso.
Non sembrano nemmeno capelli, sembra più paglia secca.

Mi gratto la testa e sbadiglio con l'eleganza dell'ippopotamo, entro in cucina e trovo Matsuri con una rivista in mano.

<< Buongiorno >>
<< Mnng... g'orno... >> biasticcio camminando come uno zombie.
<< Ieri hai fatto tardi >> dice lei sorseggiando il suo the.
<< Sono tornata alle dieci e mezza >>
<< Per i tuoi standard è tardi >>

Una piccola parte del mio cervello si attiva.

Mi sta forse facendo il terzo grado?

<< Sono stata al cinema >> dico vaga.
<< Strano, dici sempre che al cinema ci sono troppe persone che rompono... >>
<< Eh... una volta tanto ho voluto fare qualcosa di diverso >>



*



Scrivo al pc e il maledetto si blocca. Tutto bloccato come se avessi fatto uno screenshot.

Sbuffo.

<< Kuro qui si è impallato tutto di nuovo >>

Lei è nella mia stessa situazione, continua a picchettare sull'ipad come una serial killer.

<< Ho chiamato il tecnico ma non risponde >>
<< Ok vado a resettare il wi fi... >> dico alzandomi dalla scrivania.
<< Non è il modem è questo programma che ci ha passato l'azienda che non funziona. É sintonizzato su tutti gli apparecchi e continua a bloccarsi >>

Servirebbe il programma più potente, quello che doveva passarmi Sasori. Ma figurati se i tecnici di qua ci passano il programma giusto.

<< Sumire mi serve il numero del signor Hashoda >> dice Gaara apparendo come un'entità.
<< Mi dia cinque minuti Mr. Sabaku, purtroppo il pc... >>
<< Non mi interessa del pc >> e svanisce come se fosse un'entità.

Casper... o meglio uno degli zii di Casper...

Metto le mani ad artiglio come se stessi per strangolarlo e digrigno i denti.
Kurotsuchi cerca di consolarmi.

<< Dai su, non te la prendere. Gaara non ci capisce di programmi, lo sai >>

Si che lo so. E' anche per questo che i tecnici ci prendono per il culo.
Poggio le mani sul tavolo e tamburello con le dita.
Ok a mali estremi...

Afferro il cellulare e seleziono il contatto.

<< Naruto? >>

Si ormai mi sono arresa anche con lui e gli do del “tu”.
Se lo scopre Gaara mi seppellisce in mezzo al deserto.

<< Tigre ciao! >>
<< Mi serve un favore. Mi daresti il numero di Mr. Hashoda? Sai quello grosso... >>
<< Certo gattina dammi qualche momento... ok inviato >>
<< Grazie infinite >>

Chiudo il telefono e trascrivo il numero su un post-it.

<< Allora questo numero? >>

Gli passo il foglietto.

<< Ecco a lei Mr. Sabaku >>



*



Mi ripasso il cellulare tra le mani passandomi la lingua contro il palato, poi passo a mordicchiarmi l'interno guancia.
Alla fine decido di accettare la proposta di Kankuro.
Gli mando un messaggio.



Hei ciao sono Sumire. E' ancora valida la proposta del cd?



Mi risponde dopo un paio di minuti e ci mettiamo d'accordo.
Dopo mezz'ora sono sotto casa sua.
La porta è aperta.

<< Ehi... >>
<< Entra! >> dice a voce alta.

Entro e percorro il corridoio dirigendomi dritta in camera da letto, la stanza è vuota, solo una giacca sul letto.
Mi guardo intorno e lo trovo nella camera accanto chino sulla scrivania con due occhiali assurdi in faccia intento a smanettare con quelli che sembrano pezzi di computer... penso, non lo so, io sono più portata nella parte software, e più per la parte “videogiochi”.

Mi metto a ridere senza contegno.

<< Sembri uno scienziato pazzo >>

Lui stende le labbra in un sorriso ma rimane concentrato nel suo lavoro.

<< Dammi due minuti >>
<< Ok... >>

Mi guardo intorno, quella stanza non l'avevo vista, in realtà non è che abbia visto molto a parte la camera da letto e il bagno.
Sembra uno studio con qualcosa in più: ha qualche quadro di Dalì e poster degli ACϟDC. Sugli scaffali un sacco di cd, casse, pezzi di ricambio e un paio di nacchere che sembrano molto antiche. Il tutto sistemato in modo molto ordinato.

<< Ok fatto >>

Si toglie quegli occhiali assurdi e allunga una mano su uno degli scaffali prendendo un cd.

<< Ti va una birra? >>
<< Magari >>

Andiamo in cucina dove mi passa una bottiglia e ci dirigiamo sul balcone.
C'è una bella vista da lì, si vedono i giardini e solo in lontananza la strada.

Mi passa una sigaretta e l'accendino.

<< Che stavi facendo? >>
<< Un lavoro per un cliente, una piccola riparazione >>

Mi passa il cd.

<< Puoi tenerlo a me non serve >>
<< Grazie, ti devo un favore >>

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Capitolo 13
*** "Persone normali" ***


"Persone normali"







<< Ciao Karura, scusa ho fatto tardi >>

Come al solito faccio visita a quella dolce donna, peccato che il traffico ha seriamente messo alla prova la mia salute mentale.

<< Tranquilla tesoro. Come va? >>
<< Tutto nella norma >>

Lei annuisce e continua a fissarmi con un'aria indagatoria.


Eee... che vuole?


Le faccio un sorriso di circostanza ma mi sento un po' a disagio.
Mi guardo intorno nel tentativo di spezzare quel silenzio imbarazzante e vedo su un tavolino da the una statua rappresentante una ballerina di flamenco che prima non c'era.
Non mi piacciono i soprammobili ma devo ammettere che questo è davvero splendido.

Karura segue il mio sguardo.

<< Ah me l'ha regalata mio figlio... a proposito come va con Kankuro? >>


Ecco. Lo sapevo!


Sapevo dove voleva andare a parate. Lo sapevo!

Ecco questa è la mia salute mentale che se ne va...

Dopo quasi un mese ero convinta di aver scansato la minaccia ed invece mi sono scavata la fossa da sola. E senza nemmeno aprire bocca!

<< In che senso? Non capisco... >> faccio la vaga sperando in un colpo di fortuna.
<< Sumire... sarò vecchia ma non sono una rimbambita. E conosco la Walk of Shame >>

Se ve lo state chiedendo:
- No. Non sembra affatto vecchia. E non lo è nemmeno. E' più di mezza età.
- Si. Sono diventata incandescente per la vergogna.

Abbasso lo sguardo imbarazzata.

<< Mh... >>
<< Sai Kankuro è tremendamente geloso delle sue cose. Il cielo ce ne scampi se qualcuno tocca uno dei suoi cd o il suo computer... >>

Rido per quella sua performance così tragicomica.
Strano, da quando lo conosco il ragazzo non si è fatto problemi a cedermi oggetti di sua proprietà. Inoltre devo ricordarmi di restituirgli i vestiti.

<< …e quella che portavi è la sua maglietta preferita, mi sorprende che te l'abbia prestata >>

Il disagio continua ad aumentare. Preferirei che si comportasse come una vecchietta normale.

Ok magari non come una vecchietta normale.

Una vecchietta normale si metterebbe ad urlare e direbbe “hai disonorato il mio bambino” o “meretrice” o roba simile.



Vorrei una via di mezzo. O forse no. Non lo so raga. Io non lo so!

Ve l'ho detto che la mia salute mentale è instabile.


<< Non sei arrabbiata? >>
<< E perché dovrei? Se avessi la tua età me ne andrei in giro a divertirmi come una collegiale >>

Decisamente non ha la mentalità dei suoi coetanei.
Mi sistemo una ciocca di capelli.

<< Comunque non c'è niente tra noi >> dico seria.

Lei inclina la testa da un lato e mi fissa per qualche istante.
Vizio di famiglia anche questo.

<< Ok tesoro ti ho pressata abbastanza per oggi. Andiamo a fare una passeggiata? Le gambe stanno meglio e se passiamo dal campo di rose puoi fumare senza che nessuno se ne accorga >>

Faccio spallucce e le sorrido.

<< E passeggiata sia >>



*



Ci incamminiamo un po' per il giardino del residence.
E' carino con tutte le piante, i fiori, i morti viventi che giocano a carte...

Non appena gli infermieri si distraggono ce ne andiamo verso il centro città, dove ci sono persone dalle sembianze un po' più vive. Magari mentalmente instabili come gli ospiti del residence ma comunque meno resident evil d'aspetto.

Mi piace il parco perchè si può fare il cavolo che si vuole senza essere giudicati.
Insomma ci sono luoghi dov'è socialmente accettato scuotere i fianchi davanti ad altra gente o dove mettersi in mutande e reggiseno (che però in qual caso si chiama costume), momenti e luoghi dove puoi tingerti la faccia e metterti una coda o un cappello strambo senza sembrare un pazzo (una volta l'anno, peccato) e luoghi dove urlare. Se si devia dal contesto allora è la fine.
Il parco no, è uno di quei luoghi che ti da una certa libertà.

<< Sumire guarda un gruppo di ragazzi sta giocando a tennis. Andiamo a vedere? >>
<< Ok... >>



*



Torno a casa quando il sole è ormai calato e mi blocco.


Sono passati i ladri e hanno tirato post-it ovunque?

E' passato un unagan-it?

Ho sbagliato casa?

Dove diamine sono?


Superato il momento “inondazione da post-it” realizzo la situazione.
Matsuri ha un abitino verde e svolazza per la casa intenta a prendere cataloghi. Non so di che genere, è già tanto che so che sono cataloghi.

Mi guardo io: t-shirt nera, jeans e rotolini di contorno.

Io e mia sorella sembriamo una di quelle foto"prima e dopo la cura"

Non faccio in tempo ad autocompatire il mio aspetto che mia sorella si è spostata dal salottino alla cucina.

La seguo e la fisso: è intenta ad afferrare dei pezzi di stoffa arancioni e guardarli come se fossero una nuova invenzione della scienza.

<< Che stai facendo? >>

Matsuri si gira e mi sorride.

<< Oh ciao Sumi >>


Aspetta... non si era accorta che ero in casa? Seriamente?


<< Seleziono i colori principali della cerimonia. Tema: “oasi nel deserto”. Ti piace? >>

Annuisco e parlo senza celare il sarcasmo.

<< Esaltante >>

Matsuri mi guarda storto ed insiste a volermi coinvolgere.

<< Secondo te quali colori starebbero meglio sulla tavola? Questo è mandarino, questo fiamma, poi carota, corallo, melograno... >>


Mi gira la testa, mi fischiano le orecchie ed avverto una leggera nausea.


<< ...vermiglione, salmone, cadmio e questo è Arancione internazionale! Io lo trovo molto elegante >>
<< Metà dei potenziali suicidi di San Francisco la pensano come te* >>
<< Che? >>
<< Niente, niente Matsu... comunque a me sembrano tutti arancioni. Inoltre tutto questo scegliere colori e tessuti mi una grossa perdita di tempo. Fa fare tutto ad un catering no? >>

Lei palanca gli occhi come se avessi detto una grossa bestemmia.

<< Cosa? >>
<< Si, lascia fare tutto a un gruppo di fissati della moda >>
<< No! Un matrimonio va organizzato personalmente e con la massima cura perchè … >>


Bla bla bla... uccidetemi.


<< Uffa... mi stai ascoltando? >>
<< Parli come quelle persone che vogliono sposarsi, avere una famiglia, comprare una casetta vicino alla scuola... >>
<< Si chiamano persone normali >>
<< Beh le persone normali sono strane >>
















Angolo dell'autrice.

Per chi non lo sapesse il Golden Gate Bridge è dipinto di arancione internazionale. Purtroppo tra le altre cose il ponte è conosciuto per la quantità di
suicidi. Un leggero black humour.

Spero che il capitolo sia piaciuto. Grazie a tutti.
A presto.

Violetta_




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Capitolo 14
*** Liti ***


Liti










Fisso svogliatamente il computer. Odio quei quarti d'ora in cui non ci sono telefonate, email o altro. Mi mettono ansia.

Qualcuno si avvicina all'ufficio del capo ed alzo lo sguardo per vedere chi è.
Perdo un battito quando riconosco Kankuro.



Avvertenze: Kankuro causa infarti.



<< Ciao >> dico sorpresa.
<< Ciao >> risponde lui gentile, tuttavia ha un'aria strana << Senti devo parlare con mio fratello >>

Non so che fare. Gaara odia essere disturbato.

<< Posso riferire io? Non aspettava appuntamenti >>

Lui scuote la testa.

<< No. È una cosa personale >> dice molto seriamente.

Sospiro mentre sento salirmi l'ansia.

<< Ok aspetta un secondo che ti annuncio >>

Butto giù dal cielo qualche creatura celeste e poi busso alla porta prima di aprirla.

Gaara mi ghiaccia con lo sguardo.

<< Sai bene che non voglio essere disturbato >>
<< Sono spiacente Mr. Sabaku ma c'è suo fratello... vorrebbe parlare con lei >>

Sento Gaara digrignare i denti.

<< Aveva preso un appuntamento? >>
<< No signore >> deglutisco << ma ha insistito... >>

Lo vedo chiudere gli occhi irritato.



Mmmh brutto segno... brutto segno!



<< Fallo entrare >>
<< Bene signore >>

Mi giro e vedo che lui è proprio dietro di me. Appiccicato a me.

<< Devi avere una pazienza infinita tu... >> mi sussurra all'orecchio.
<< Ti supplico non farlo arrabbiare … >> mormoro facendogli cenno di entrare.

Chiudo la porta e mi risiedo davanti la mia scrivania.
Passano due minuti e sento l'ansia che mi sale.



Dai sono due fratelli che parlano. Non c'è motivo di essere preoccupati...



<< Ma come cazzo ragioni? Abiti a venti minuti da lei e non ti degni di farle nemmeno un telefonata! >>



o forse si.



<< Sentilo. Tu sei a Madrid a spassartela mentre io qui mi devo occupare di tutto >>

Un piccolo gruppo di gente si ferma e si mette a fissare la porta da dove vengono le urla.

<< Sei uno stronzo! >>
<< E tu un coglione >>

E io vorrei morire.

Dato che la situazione non è abbastanza dimmerda, perché io SO che Gaara si incazzerà con me, in quell'istante arrivano i conti trimestrali da consegnare.

Fisso malissimo Sari.

<< Sono sempre in ritardo queste carte, proprio oggi dovevi portarmeli puntuali? >>
<< Spiacente, io non ho colpe >>

Brutta stronza.

<< Mi raccomando mi servono firmate e timbrate. Veloce... >>

La piccola odiosa ochetta se ne va e io rimango col plico di fogli in mano.

Non oso bussare alla porta.

Solo che: se non busso quello si incazza, se busso si incazza il doppio...

Dopo una ventina di minuti di urla, Kankuro esce dall'ufficio sbattendo la porta.
E' di umore nero. Mette in soggezione quanto il fratello.

Io distolgo lo sguardo a disagio.

<< Ti chiedo scusa >> mormora abbassando lo sguardo, poi fulmineo se ne va.

Deglutisco non sapendo come reagire, aspetto qualche secondo e poi busso timidamente alla porta.

Gaara la spalanca guardandomi con due occhi assassini.

<< Sono mortificata ma mi serve la sua firma ed il suo timbro su quest... >> dico con un filo di voce porgendogli il plico di fogli.

Lui me li strappa dalle mani e mi sbatte la porta in faccia.

Odio il mio lavoro.






*






Torno a casa e mi metto i calzini, quelli di lana perché se no mi becco il raffreddore, mi butto sul divano coprendomi col plaid quello bello morbido e caldo, e mi metto a fissare il tetto.



Se è vero che l'età e uno stato mentale allora io son morta di vecchiaia circa cinque anni fa.



Chiudo gli occhi.

Mia sorella è al telefono la sento parlare da camera sua.

<< No tesoro hai ragione. No non ti preoccupare. Povero piccolo devi pensare a tutto tu... >>

Aggrotto la fronte.
Ma non starà parlando con...?

<< Si ma lei non poteva sapere... prossima volta le dici che se non hanno appuntamento non li deve nemmeno annunciare >>

Apro gli occhi di scatto.
Mi incazzo come una faina.


Ma sta parlando di me con Gaara? Ma stiamo scherzando?


Mi apposto dietro la porta di camera sua e non appena esce la fulmino.

<< Senti Matsuri se te lo vuoi sposare va bene. La vita è tua. Ma non mettetemi in mezzo per cortesia >>

Lei mette il broncio.

<< Guarda che ti stavo difendendo. Hai una bella faccia tosta >>
<< Che? Non ho bisogno di essere difesa >>

La vedo fare spallucce.

<< Non direi... >>



Ok allora: è vero fare l'assistente non è il sogno della mia vita e non sono nemmeno la donna perfetta. Ma porca troia io prendo seriamente il mio lavoro e lo faccio bene!



<< Sentimi bene. Non sarei nemmeno obbligata a dirtelo. Comunque oggi mi si para davanti il fratello del mio capo dicendomi che deve parlare con lui. Che dovevo fare? Cacciarlo? >>
<< Potevi inventarti una scusa >>
<< Siii è vero. Perchè io sono veggente e so di cosa dovevano parlare quei due... senti fammi il favore e limitati a fare la fidanzatina >>

Lei mi guarda con una faccia offesa e molto arrabbiata.

<< Farò finta di non aver sentito >>
<< Uh sembra una minaccia >>
<< Ci credo che Gaara è stressato. Tra i suoi impegni, un fratello come quello ed un'assistente come te è già tanto che non gli sia venuto un esaurimento >>
<< “Un'assistente come me”? Come ti permetti? >>

Ma che stava succedendo? Da quando io e mia sorella ci azzanniamo?

<< E poi Kankuro mi sembra molto più normale di quell'automa. Di sicuro è più umano >>

Matsuri ridacchia e mi guarda con aria di sufficienza.

<< Kankuro è un debosciato. Non fa altro che andare alle feste, bere e rimorchiare una donna dopo l'altra. È così che fa, prende in giro tutte. TUTTE. E non pensa mai alle conseguenze >>


Una parte di me si sente morire. Perché una parte di me si sente morire?


<< Chi te l'ha detto? >>
<< Gaara ovviamente. Da quando il padre è morto lui si è fatto carico delle aziende, delle proprietà, della madre. Mentre Temari si è sposata abbandonando tutti e Kankuro è scappato in Spagna a divertirsi >>
<< Ok Gaara è il santo e tutti noi siamo delle merde. Ode al grande Gaara! >>
<< Potresti smetterla di parlare così di lui? >>
<< Sai che ti dico? La smetto proprio di parlare con te. Mangio in camera mia. Ciao >>

Non aspetto nemmeno che mi risponda.
Afferro al volo un pacco di patatine e le mangio a letto mentre faccio zapping.



Gaara. Stupido pezzo di merda.

Prima mi rovinava la vita solo a lavoro e adesso si infila anche nella mia vita privata trasformando mia sorella in una … paperetta snob.

E Kankuro prende in giro tutte.


Che c'entra? Perché mi viene in mente questa cosa?


Dev'essere la stanchezza. Dopotutto mentalmente ho l'età di una pensionata.









Angolo dell'autrice

Mi rendo perfettamente conto della piega antipatica, un po' ooc, che sta prendendo la parte di Gaara e quela di Matsuri. Ora ci tengo a dire che sono stata e sono tutt'ora una grande sostenitrice di entrambi i personaggi e il motivo per cui in questi capitoli appaiono così si capirà più chiaramente andando avanti con la storia.

Spero che questo capitoletto vi sia piaciuto. Grazie a tutti i lettori e a tutti i sostenitori di questa ff.
Ciao.

Violetta_




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Capitolo 15
*** Telecomando ***


Telecomando










Il mattino dopo tra me e mia sorella c'è ancora la guerra fredda.
Non mi va di discutere quindi mi prendo al volo un caffè, afferro le chiavi della macchina e chiudo la porta.

Sarebbe il suo turno per la macchina, ma tanto se ha bisogno la dama chiama l'autista quindi …



Ehi. Non guardatemi così. Non sono io la stronza qua! OK?!



Arrivo in ufficio in anticipo quindi ne approfitto per andare sul retro a fumare.

<< Mi sembri stressata >>

Kurotsuchi dimostra le sue straordinarie capacità di osservazione.

<< Sono stressata >>
<< Se vuoi la mia estetista mi passa ancora della roba buona... >>
<< No Kuro grazie >>
<< Come vuoi … >>

Mi accendo un'altra sigaretta, arrivo a fumarmela a metà quando mi vedo spuntare il grande capo.

<< Buongiorno Mr. Sabaku >> dice Kurotsuchi.
<< Buongiorno Kurotsuchi >> risponde Gaara.
<< Buongiorno Signore >> dico seria.
<< Vieni con me >> mi dice senza nemmeno salutare e passandomi davanti nemmeno fossi una cartaccia.

Sbuffo e passo la sigaretta alla mia amica che mi guarda come a volermi dire “fa un respiro profondo”.

Prendiamo l'ascensore in assoluto silenzio. Solo quando arriviamo nel suo ufficio inizia a parlare.

<< Allora … >>

Prende due grosse carpette e me le para davanti.

<< … ti affido la gestione delle mie proprietà privare >>

Lo fisso con un sopracciglio alzato per una manciata di secondi.



Ho sentito bene vero?



<< Come scusi? >>
<< E' un problema Sumire? >>

Alzo entrambe le sopracciglia e sbatto le palpebre.



Uh come sono espressiva oggi.



<< Ero convinta di subire un richiamo visto l'incidente di ieri >>
<< Non avevi direttive è normale che tu abbia sbagliato >>


è normale che tu abbia sbagliato”

Che stronzo...


<< Questi sono i documenti delle proprietà estere. Qui il numero di telefono di Baki >>
<< Ho già il numero del suo avvocato signore >>
<< Questo è il numero privato >>


ok...



<< Va bene >>

Inizio ad andare quando un dubbio si insinua nella mia testa.

<< Signore? >>
<< Che c'è Sumire? >>
<< Mi sta affidando questo compito per via della mia parentela con Matsuri? >>

Lo vedo irrigidirsi ed io continuo.

<< E' stata lei a chiederle di affidarmi questo compito? >>
<< No >> dice risoluto << Semplicemente ti ritengo idonea. Mi sbaglio forse? >>

Scuoto la testa.

<< No signore >>



Vallo a capire...


*






Nel pomeriggio Kurotsuchi mi aiuta a sistemare delle cose in magazzino.
Che palle l'inventario, passare tutto il pomeriggio in una stanza illuminata solo da luci a led gialle e spostare scartoffie e scatoloni.
Beh almeno non ho a che fare con “laggente”.

<< … questo tizio mi si avvicina e cerca di rifilarmi da bere una cosa che teneva già in mano. Ma si può essere più patetici? >>

Annuisco mentre controllo l'ennesima scatola.

<< Eh i ragazzi sono degli idioti >>
<< Puoi dirlo forte cara >>
<< Ed invece quel ragazzo della gelateria? Quello era carino e mi sembrava quasi del tutto privo di disturbi mentali >>

Kuro incrocia le braccia al petto.

<< Na... troppo noioso >>

Ispiro e parlo cosciente che mi arriverà qualche insulto.

<< Sappiamo entrambe qual'è il problema di fondo >>
<< Problema? Quale problema? Io non ho problemi >>

Sbuffo.

<< Tu vuoi qualcosa che non potrai mai avere... >>
<< Sta un po' zitta... >>
<< Dai Kuro sii seria! A 27 anni non si chiama “cotta”. A 27 anni si chiama “patetica illusione” >>
<< Piantala Sumire >>
<< Sei tipo la ragazza che si innamora del lupo cattivo >> Evito una calcolatrice che mi arriva a gran velocità verso la testa << Che poi, francamente, cappucetto rosso era una gran rompipalle
Tutte quelle domande: come mai le mani così grandi, ed il naso così grande e che bocca grande che hai... ma fatti i cavoli tuoi! >>

Kutotsuchi mi guarda come se fossi ebete e mi passa una carpetta stracolma.

<< Controlla questo va... >>
<< Si capo >>

Mentre apro la carpetta leggendo i vari documenti al suo interno sento il mio cellulare vibrare.

Kankuro mi ha manato un messaggio, un semplice saluto.
Gli rispondo velocemente e continuo a lavorare.

<< Chi era? >>

Alzo le testa di scatto.

<< Nessuno >>

Kurotsuchi alza un sopracciglio poco convinta.

<< Stavi sorridendo >>

Arrossisco.

<< No. Non è vero >>


*



Torno a casa e il silenzio è imperante.

Praticamente vivo sola ma se fumo in casa lo spettro mi rompe le palle per due giorni.
Mi sdraio sul divano mentre mangio una mela.



Uuuh Sumire che mangia una mela!
Eh si sto mangiando una mela ok? Che secondo voi sono composta solo di carboidrati e grassi saturi?



Mi accorgo che il telecomando è rimasto sul tavolo.

Lo fisso con aria schifata.


 

Perchè non me ne va mai bene una?

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Capitolo 16
*** Tregua ***


Tregua









<< Si mr. Yama... No non può riceverla oggi. Le fisso un appuntamento per la settimana prossima >>

Chiudo il telefono e sbuffo.

<< Ehi begli occhioni >>

Kurotsuchi mi fa cenno di avvicinarmi.

<< Che c'è? E che è questo rumore? >>

Mi indica fuori dalla finestra.

<< Gli sbirri >>

Sgrano gli occhi.



Mi sono dimenticata del disco orario!



Finisco di sistemare le carte per l'indomani con una velocità record.

<< Kuro esco prima da lavoro. Se qualcuno mi cerca inventa una scusa >>



Ok ce la posso fare!



Corro come una condannata a morte in fuga, per poco non cado dalle scale.

Cielo come corro male, sembro un bufalo de “il re leone”

Continuo a correre verso la mia macchina.

Vedo il vigile in lontananza.



No no no no....



<< Aspett... >>

Improvvisamente vedo un viso familiare avvicinarsi al vigile ed iniziare a parlarci.



Ma che ca...?



Finalmente li raggiungo col fiatone ed il cuore che mi scoppia.

Kankuro mi si avvicina con un gran sorriso.

<< Oh tesoro eccoti. Devo aver dimenticato le chiavi nella tua borsa. Me le daresti? >>

Guardo Kankuro come se gli fossero spuntate delle corna in testa.

Lui con naturalezza continua a parlare al vigile. O meglio ora che sono vicina vedo che è una donna.

<< Mi scusi sono proprio distratto. La mia ragazza me l'aveva detto di non parcheggiare qui e io invece non l'ho ascoltata >>

La vigilessa ci guarda entrambi.

Poi guarda me.

Poi scuote la testa.

<< Voi uomini siete tutti uguali. Ok per questa volta passi ma d'ora in poi dia retta alla sua ragazza. Guardi come l'ha ridotta: è tutta sudata e paonazza >>


Oooh che dolce.


Mentre si allontana Kankuro la saluta con la manina.

<< Grazie >>
<< Figurati pechegnita >>

Deglutisco avvertendo che sta per arrivare uno di quei momenti di silenzio strani, di quelli che vuoi riempire subito perché ti mettono l'ansia. E a me mette ansia un sacco di cose.
E poi parlo a vanvera.

<< Ti devo un altro favore >>



Ecco. Che vi dicevo?




<< Questo lo riscuoto subito. Ho perso il bus, mi dai uno strappo? >>
<< Io sono a lavoro in questo momento >>
<< Oh hai ragione >> dice con aria seria.

Mi blocco rigirandomi la lingua nel palato.


Ecco di nuovo che arriva il silenzio time!


Mi guardo intorno, mi allontano di qualche passo e poi prendo il cellulare.

<< Kuro di a Gaara che sono malata >>
<< Malata? Tu non ti sei mai data malata! >>
<< E oggi invece sto male! >>

Che poi non è del tutto una bugia io, mentalmente, credo di star male davvero.



*




Passeggiamo tra le vetrine dei negozi ed i piccoli bar disseminati un po' dappertutto.

<< Carino qui. Non c'ero ancora stata >> dico guardandomi intorno con le mani intrecciate dietro la schiena.
<< Qualcosa mi dice che non ti piacciono i negozi >>
<< Quelli di abbigliamento soprattutto, e riguardo ai negozi di elettronica non me la sento di tradire Sax >>

Ridacchia.

<< Se lo facessi ti guarderebbe con odio >>
<< Infatti >>

Passeggiamo in silenzio per due o tre minuti.

<< Tutto ok a lavoro? >> dice lui improvvisamente serio.
<< Che vuoi sapere di preciso? >>
<< Ti ho messo nei guai l'altro giorno? >>

Questa domanda mi coglie di sorpresa.
Scuoto le spalle.

<< Sta tranquillo. Immagino ci sia stato un buon motivo >>

Lui annuisce con un'aria un po' amareggiata.

<< In effetti si. Io... >>

Viene interrotto dalla suoneria del suo cellulare.

<< ¿Hola? >>

Mi giro a guardarlo incuriosita.

<< Sí ... sí, yo soy. Hey hola. no, yo soy de mi madre .... >>

Sta parlando spagnolo. Non ho idea di cosa dica ma quel suono ha un che di arrapante.
Cambia completamente accento quando parla spagnolo.

<< Escucha, de ese viaje ... tenemos que cancelar. No molestar a ... >>


Uuuh com'è caliente quando parla in spagnol...


Lo vedo corrucciarsi.

<< Tutto ok? >>
<< Si, scusami questioni di lavoro >>

Annuisco.

<< Tranquillo. Saranno ansiosi di riaverti alla base suppongo >>



Che battuta del cazzo Sumire. Perchè sei così cretina Sumire?



Lui si limita a ridacchiare.

<< In effetti nel mio campo sono il migliore >> dice spavaldo << ...ma dovrò farli penare per il momento >>






*






Entro in casa con le cuffiette alle orecchie mentre canticchio il ritornello di “airplanes”.

Chiudo la porta e quando mi giro vedo Matsuri intenta a leggere sul divano in salotto.

<< Ciao >>
<< Ciao >>

L'Alaska è meno fredda.

Mi tolgo le cuffiette, appendo la giacca al gancio al muro e me ne vado in cucina a bermi una birra.

Dopo qualche istante lei chiude il libro di scatto e mi viene incontro.

<< La finisci di comportarti in modo così infantile? >>

Sbatto le palpebre e butto giù l'ultimo sorso di birra.

<< Bel tentativo di far pace Matsu. Complimenti >>

Lei porta le braccia al petto e distoglie lo sguardo.

<< Questi preparativi ti stanno facendo diventare cretina >>
<< Che stai dicendo? >>
<< Sei strana ultimamente ok? Tutta perfettina... insopportabile >>

Lei si mette le mani sui fianchi ed inspira.

<< Sto cercando di organizzare il mio matrimonio. Perdonami tanto se questo non è importante come superare il livello successivo di Teccen >>
<< Tekken >>
<< Si quello che è... >>

Ci guardiamo in cagnesco per un paio di secondi, poi lei lascia scivolare le mani lungo i fianchi e sospira.

<< Senti... tregua. Ok? >>

Sembra sinceramente stanca di quella situazione, e francamente lo sono anch'io.

Mi avvicino e le scompiglio affettuosamente i capelli.

<< Ok sorellina >>

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Capitolo 17
*** Buon compleanno Karura ***


Buon compleanno Karura










<< Karura! Non crederai mai a cosa ho trovato su e-bay! >>

Entro tutta contenta in casa della donna, vedo la luce della cucina accesa e mi fiondo verso quella stanza con un ventaglio ben imbustato ed impacchettato in mano.
Karura adora i ventagli e quello che le ho portato è molto antico. Sono certa che lei lo adorerà.

Mentre sono intenta a correre con la stessa grazia dell'ippopotamo rosa vedo Kankuro intento a preparare la paella.
Mi blocco all'istante e per poco non scivolo sul tappeto.




No ok... qui qualcuno deve rubare la tastiera a quella stronza! Mi stava per far morire con la faccia sul pavimento. Su lettori datemi una mano...




<< Ciao … >> dice con un mezzo sorrisino divertito.
<< Ciao... che ci fai qui? >>




Si sto tentando di comportarmi con nochalance. Si nota?




<< E' il compleanno di mia madre ed io per una volta sono nello stesso fuso orario... tu che dici? >>

Di solito Karura è sola per il suo compleanno. Gaara si limita a mandargli delle rose ed un biglietto.
Mi schiarisco la gola e mi guardo intorno.

<< Si in effetti ha un senso... senti ero venuta a darle questo >> dico indicandogli i fiori ed il pacchetto << Ora me ne vado. Falle gli auguri da parte mia >>
<< Perché scusa tu hai perso la facoltà di farmeli di persona? >>

Sobbalzo.





Ma sono tutti dei ninja in questa famiglia?





Mi giro e vedo che la donna ha addosso un bell'abito color Borgogna, nulla di eccessivo e le cade anche molto bene addosso.
Dei piccoli orecchini a clip e tacchi medi comodi.

La guardo sinceramente ammirata.

<< Che eleganza >>

Lei mi sorride.

<< Grazie piccola. Dopo pranzo andiamo al museo, espongono i Picasso per un periodo di tempo limitato >>
<< Sono contenta che tu ti diverta, soprattutto oggi, e ti faccio molti auguri di persona >> dico in modo un po' canzonatorio.

Karura fa una risata fresca ed allegra, una di quelle che ti sciolgono il cuore.

Sorrido e le porgo la scatola << Spero ti piaccia. Adesso io vado... >>

Lei mi si piazza davanti scuotendo la testa.

<< No no no... tu vieni con noi >>


E te pareva....






*






A me non piacciono particolarmente i musei, cioè magari alcuni pittori si, ma io il cubismo non lo capisco.
Sono di fronte un quadro insieme ad un piccolo gruppo di persone.

<< “I tre musici” un olio su tela. Realizzato nel 1921.
L'opera raffigura tre personaggi: al centro Arlecchino con una chitarra, a sinistra Pulcinella, che suona un clarinetto, e a destra Pantalone che canta mostrando lo spartito... >>

Guardo la guida e poi guardo il quadro.




Mah... Sarò ignorante ma io non ci capisco.




Karura invece è estasiata.
Lei ha sempre adorato l'arte, è anche piuttosto esperta, difatti è già la decima volta che si allontana senza dar particolare importanza alla guida seguendo un percorso tutto suo.
Sa dove guardare, conosce i dettagli e le curiosità più ricercate.
Sembra sentirsi meglio del solito: è allegra, pimpante e ha una bella scintilla sugli occhi.
Le fa davvero bene uscire sono felice che si stia divertendo.

Siamo di fronte la “Ragazza di fronte allo specchio” quando si siede su una delle panchine poste al centro della galleria mettendosi un po' in disparte.
Mi avvicino a Kankuro che osserva il quadro con le mani in tasca.

<< Perdonami, non volevo intromettermi in questo giorno >>

Lui si gira guardandomi in faccia e mi lancia un sorriso rassicurante.

<< Hai pensato di farle compagnia per il suo compleanno. Sei stata gentile >>

Faccio un sorriso di circostanza e mi metto a guardare il quadro, devo dire con molto poco interesse.

<< Non ti piace la pittura >> dice con tono retorico.
<< Diciamo che non è la passione della mia vita... e diciamo che preferisco Munch... >>

Lui annuisce.

<< Chissà perché non mi sorprende >>





*





Arrivati verso la fine della galleria Kankuro riceve una telefonata, e ciò scaturisce le occhiatacce di tutti i presenti in sala.
Lui si limita a scusarsi e a dirigersi all'esterno a passo svelto, lo ammiro per questo, io mi sarei dannata per cinque minuti buoni cercando di spegnare il cellulare, poi avrei cercato di staccare la batteria senza ricordare che la batteria nel mio cellulare non si stacca, poi sarei diventata paonazza e magari sarei anche inciampata sul posto.



Sarebbe stato divertente vero? Mi spiace raga. La prossima volta...




Mi siedo incurvando la schiena e muovo i piedi.
Si come una bambina.

Karura si siede accanto a me.

<< Grazie per questa giornata piccola pequena >>
<< Ma che dici, non ho fatto nulla. Il merito è tutto di tuo figlio. Fosse stato per me saremmo state a casa a fissare un ventaglio >>

Karura scuote la testa divertita e si sistema un orecchino.

<< Si sono molto grata anche a lui. Il mio bambino sa essere molto premuroso quando vuole. Poi guarda che carino che è. Inoltre gli piacciono tutte quelle cose elettroniche che piacciono anche a te... >>

La guardo con la coda dell'occhio.




Che stai cercando di fare Karura cara?




<< ...non l'ho mai visto così preso da una ragazza. Gli si illuminano gli occhi quando parla di te >>

Batto ripetutamente le palpebre presa alla sprovvista.




Come?

Ssssi... certo.




<< Beh è molto gentile... >>
<< Già >>

Credo che aspetti una risposta.
Ok. che le dico?

<< E quindi... >>





Oddio perchè mi fissa in questo modo?

Non crederà che...? Oh no no!





<< Credo che tu stia fraintendendo. Siamo solo in buoni rapporti >>

Lei annuisce e mi guarda con un'espressione che, veramente, non riesco a decifrare.

<< Ok Sumire. Come dici tu >>

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Capitolo 18
*** Countdown ***


Countdown









<< Hei Sumy >>
<< Kiba, ciao >>
<< Porto Akamaru dal veterinario. Vieni con me? >>

Guardo il povero cagnolone con compassione.

Akamaru detesta il veterinario. Di solito in sala d'aspetto sta prima steso a terra con le orecchie abbassate e due occhioni supplicanti che metterebbero in difficoltà persino Gaara, poi inizia a lamentarsi, poi ulula ed infine si agita come un ossesso.
E solitamente quella è la volta buona in cui le persone fanno passare avanti Kiba pur essendo l'ultimo della fila.
E ovviamente Kiba accetta l'offerta con un gran sorriso perchè è un pochino stronzo come ragazzo.

Una volta nella stanza il ragazzo mette Akamaru sul tavolo accarezzandolo continuamente per non farlo innervosire.

<< Akamaru! Ciao cucciolone >> dice il veterinario con un gran sorriso.

Però il cane non sembra affatto tranquillizzato, muove la coda e tira le orecchie indietro facendo dei piccoli guaiti.

Povero come lo capisco, anche io non vado d'accordo coi medici, mi mettono l'ansia.

L'uomo lo visita in modo minuzioso con mano ferma ma delicata.

<< E' un po' troppo cicciottello >>

Kiba gonfia le guance offeso.

<< Ehi non è vero >>

Io giro la testa.



Siii che è vero!



Kiba rimpinza quel cane senza contegno.

<< Comunque a parte questo non ha niente >> si gira verso una porta dietro la sua scrivania << Tamaki vieni qui >>

Dalla porta spunta una ragazza adorabile. O almeno io la adoro. E' simpatica, allegra ed entrambe adoriamo i gatti.

<< Ciao Kiba >>

È la toilettatrice del negozio di Kiba e fa tirocinio dal veterinario.

Kiba ha una cotta allucinante per lei e i suoi neuroni vanno in ferie alle Barbados ogni volta che la vede.

<< Ciao Tamaki. Come mai qui? >>

Entrame lo guardiamo come se fosse deficente.

<< Sai che faccio tironcinio qui >> dice la ragazza con calma.

Lui fa un enorme sorriso e inizia a farfugliare.

<< E si … no è che io >>




Ragazzi. Sinceri però. Io sono meno idiota quando sto con Kankuro vero? VERO?




La ragazza inizia ad accarezzare il cane che adesso scodinzola tutto contento decisamente più tranquillo.
Akamaru adora Tamaki, la guarda con autentico amore.

<< Fa freddo per tosarlo, ma almeno una spuntatina... >>

Kiba poggia i gomiti sul tavolo con un sorrisetto irritante.

<< Se riesci a “spuntarlo” fa pure dolcezza >>

Mi metto una mano sul viso.


Che battuta idiota Kiba...






*






<< Chi è il tuo personaggio preferito di the walking dead? >>
<< Lucille >>


Ten ten rotea gli occhi al cielo.

<< Ma no. Una persona >>
<< Ok allora gli zombie >>
<< … >>


Faccio le ultime tre flessioni e mi metto a sedere riprendendo fiato.

<< Ehi perché ti sei fermata? >>

Rock lee mi sta facendo morire. E' già la terza volta che mi becca a respirare e la terza volta che mi riprende.

<< Dai altre cinque ripetizioni! >>
<< Tu stai male nell'anima >>




Ma perchè mi sono lasciata convincere ad andare in palestra?


Oh non ci esco mai con Ten Ten. Una volta, una volta che accetto e ci ritroviamo agonizzanti per terra.




<< Il tuo amichetto è schizzato >> mormoro cercando di non farmi sentire.
<< No dai è solo un po' iperattivo >> mormora Ten ten a sua volta. Fa gli ultimi due addominali e si mette a sedere incrociando le gambe sul tappetino << Sai dopo lui non avevo voglia di uscire, non avevo voglia di fare nulla. Lee mi è stato vicino... mi ha aiutato davvero tanto. E' stato come... ok ora dirai che sono una romanticona melensa, ma è stato come un angelo che mi ha salvata >>

Guardo Ten ten e mi sento sopraffatta.

Povera ragazza, la vita è stata davvero ingiusta con lei.

Faccio spallucce ed un sorriso di circostanza, poi inclino la testa.

<< Beh sembra proprio il tipo col quale non ci si annoia mai >>

Lei mi sorride.

<< Non hai idea di quanto sia vero! >>





*






<< Sumire devi mandare questo pacco >>
<< Chiamo subito il fattorino signore >>
<< No. Vai tu personalmente >>



Ma lui la mattina si alza e pensa “come faccio a rovinare la giornata alla mia assistente” o cosa?



<< Vado signore >>

Se mi rompo la schiena pretendo un mese di ferie pagate, massaggi pagati... tutto pagato.

Carico lo scatolo in macchina e mi dirigo alla posta.
Una volta arrivata guardo la scalinata che mi separa dall'entrata dell'ufficio.





Scale. Il mio vecchio nemico giurato.

Ci incontriamo di nuovo eh?




Prendo lo scatolone e salgo cercando di mantenere l'equilibrio.




Ora cado ora cado...




Qualcuno afferra lo scatolone dall'altra parte salvandomi la vita.

<< Infinita. Pazienza infinita >>



Non è possibile.



<< Mi stai seguendo per caso? >> dico senza riuscire a trattenere un sorriso.

Kankuro prende lo scatolone senza il minimo sforzo e mi sorride.

<< No... credo di avere solo molta fortuna >>

Non ci vediamo da qualche settimana. In generale ci siamo sentiti poco scambiandoci solo qualche breve messaggio.
Sono felice di rivederlo, mi è mancato.




Eeeeh su non guardatemi in quel modo! Vi vedo eh?! Vi tengo d'occhio tutti quanti!




<< Certo che te lo fa sudare lo stipendio. Letteralmente >> dice indicando il pacco con un cenno del capo.

Il alzo le mani e assumo un'espressione innocente.

<< Parole tue... >>



*



Una volta consegnato l'oggetto maledetto ci incamminiamo seguendo una stradina piena di vetrine.


<< Che fai da queste parti? >>
<< Sono andato in agenzia a comprare il biglietto aereo. Torno a casa >>

Sento una strana sensazione all'altezza del petto. Ma non lo do a vedere.

<< Lavoro finito eh? Povera Karura non ne sarà contenta... >>
<< Già... >> dice con un tono che non riesco a decifrare. << Ascolta Sumire... >>

Mi giro a guardarlo, sembra in difficoltà.

<< Mia madre … >> inizia a dire serio << ….vorrei che venisse in Spagna con me. Non mi piace come vive qua. Non vede mai nessuno della sua famiglia >>
<< Ti assicuro che Gaara non le fa mancare niente >>
<< Non esistono solo i soldi Sumy >




Vero. Dannatamente vero.

Ma questa possibilità mi fa star male.




<< Gliel'hai proposto? >> domando cercando di non sembrare invadente.

Annuisce e questo mi fa venire un dubbio atroce.

<< Partirà con te? >> dico forse un po' troppo angosciata.
<< No, non mi ha dato ancora una risposta. Per lei è difficile prendere una decisione del genere >>

Annuisco e sposto lo sguardo da una parte a l'altra sentendomi agitata ed a disagio.
Alla fine mi decido a fare la domanda decisiva.

<< Quando partirai? >>
<< Tra due mesi >>



Quindi non prestissimo, questo mi rende un po' più felice.



<< Devo tornare a lavoro adesso >> dico incrociando le mani dietro la schiena.

Lui mi si avvicina e mi sistema una ciocca di capelli ribelle, poi mi sorride.

<< Ci vediamo. Ciao piccolina >>

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Capitolo 19
*** Vigilia di Natale ***


Vigilia di Natale












24 dicembre.



Da oggi mi iniziano ufficialmente le ferie!



Ah il Natale... i regali, il camino acceso, Matsuri che è partita ieri con Gaara in una baita lasciandomi sola in casa come una povera stronza.

Sto cominciando ad odiarla giuro.

Girovago per la cucina mangiucchiando delle patatine e poi penso che sono sola in casa.
Sola soletta.



Posso fumare!



Prendo il mio fido portasigarette e ne estraggo una scegliendola accuratamente poi prendo l'accendino.
Accendo ed aspiro con soddisfazione.

In quel preciso istante suona il cellulare spaventandomi a morte.
Ovviamente la boccata mi va di traverso e comincio a tossire lacrimando male.
Non appena la piccola crisi finisce riprendo aria e guardo il cellulare.

Matsuri.



Ma che ha istallato delle telecamere senza il mio permesso?



<< Pronto? >>
<< Dove sei? >>
<< A casa. Dove dovrei essere? >>
<< Ho mandato l'autista a prenderti. Sei ospite nell'hotel di famiglia >>



Per “di famiglia” intende quella Sabaku. Precisiamo.



Tra le proprietà c'è un hotel sulle montagne, poco lontano da un complesso sciistico sempre di loro proprietà.
Sette stelle. E ho detto tutto.

<< Ma … pensare di avvisare con un po' di anticipo magari? >>
<< Scusami tanto... abbiamo avuto un sacco da fare >>



Io la strangolo!



<< Su muoviti, Ebizo sta arrivando >>



LA UCCIDO!




Per un attimo mi passa per la mente l'idea di non andarci, ma poi penso che in fondo non dovrei star per forza con loro, l'hotel è grande e se non sbaglio c'è anche la sauna.

E poi Alfr... perdòn Ebizo si è precipitato con la limousine per me e adesso mi sta aspettando fuori.
Dalla finestra vedo l'inquietante vicino che mi guarda male, nemmeno fosse il mio fidanzato e lo stessi tradendo.

Dio quanto è sinistro...

Comunque vado in camera mia, afferro qualche maglione e qualche altra cosa dal mio armadio ficcandolo nel mio bel borsone coi teschi ed esco di casa.

E speriamo che da qui a l'anno prossimo l'odore della sigaretta sia sparito.








*








Durante il viaggio guardo distrattamente fuori dal finestrino.



Oddio l'ho chiuso il gas?



<< Signorina è a suo agio? Ha freddo? >>



Quanto è gentile. Posso tenerlo?



<< No Ebizo sto benissimo >>

Lui annuisce e poi guara nello specchietto retrovisore.

<< Vorrebbe che attivassi l'aspirazione così può fumare? >>

Spalanco gli occhi.



Potrei amare davvero quest'uomo.



<< Davvero? >>
<< Certo. Prometto di non dire niente a nessuno >>
<< Sei un grande Ebby >>
<< Niente soprannomi prego >>
<< Si. Mi scusi Ebizo >>








*









Arriviamo all'hotel ed Ebizo si affretta a prendere il borsone per portarlo in camera mia.

<< Lascia stare faccio io >>
<< Non sia mai signorina. E poi la stanno salutando >>
<< Eh? >>
<< Sumire >>

Spalanco gli occhi e mi giro lentamente sfoggiando un sorriso.

<< Kankuro >>

Anche lui mi sorride e si avvicina.

<< Sono felice di vederti, sei qui come assistente o …? >>
<< No sono un'ospite >> mi sistemo una ciocca di capelli dietro l'orecchio << che cretina avrei dovuto pensare che ci saresti stato anche tu >>
<< No. Ti assicuro che non era così scontato. Però mia madre ci teneva tanto così l'ho accompagnata. Sarà felicissima di vederti >>


E io sono entusiasta di quella notizia.


<< Dov'è ora? >>
<< In camera sua e... >>
<< Ehi hai mica visto la mia valigia rossa? >>

Mi giro e mi ritrovo davanti una biondona con due bocce da paura. Anche il suo viso fa paura, nel senso che incute timore.
Mi fissa i modo strano, con una strana aria rabbiosa.

<< Sei una cameriera nuova? >>



Ehi! Abbassa i toni sorella!



<< No splendore sono un'ospite dell'hotel. Tu sei una delle ballerine? >>

Dietro di me Kankuro parla con uno strano tono divertito.

<< Ehi Temari ciao. La tua valigia è già in camera con le altre... >>





Temari. Dove ho già sentito questo nome?

Spalanco gli occhi.

Meeeerda.

Merda merda merda. Ma perchè faccio sempre figure di merda coi Sabaku?





<< … e lei è Sumire, la sorella di Matsuri. È anche l'assistente di tuo fratello >>
<< E' anche tuo fratello >> dice severa, poi si gira a guardarmi << Beh... piacere >>



Si un piacere immenso.



<< Che palle, che sonno >>

A parlare è stato un uomo molto alto e anche piuttosto figo se non fosse per quel codino orrendo.
Ha una camminata ciondolante paragonabile a quella di un alcolizzato.

<< Salve >> dico in modo gentile.

Lui mi fa un cenno con capo.

<< Piantala di rompere i coglioni e vai a mettere le tue valigie in camera >>



Dio santo quella donna è la reincarnazione di un soldato nazista.



Improvvisamente mi sento tirare per il giubbotto.

<< Tao... mi fai vedere il cappello? >>

Per informazione ho addosso un cappellino di lana col disegno di zero.
Abbasso lo sguardo e vedo un bimbetto di circa quattro anni che mi fissa.
Ha due occhioni verdi meravigliosi e un faccino che è un amore.



Un momento che mi prende?



<< Si che ti faccio vedere il cappello. Sai chi è? >>
<< Ti. Zio mi ha regalato il cd per il mio compleanno … Zio! >>

Vedo Kankuro prendere il braccio il bambino e farlo volare in aria. Il piccolo ride e lo guarda quasi con venerazione.

<< Ehi campione! Dimmi >>
<< Zio. Lei ha il cappello col film che mi hai regalato >>
<< Davvero? Dev'essere proprio un bel cappello >>
<< Si Si >>

Ho una strana sensazione allo stomaco, come quando vedo una scatola piena di gattini.



Trattieniti Sumire, fa finta di essere una persona normale.



<< È tuo nipote? >>
<< Si lui è Shikadai. Shikadai lei è Sumire >>
<< Ciao Tumi'e >>

E' così carino che vorrei strapazzarlo di coccole.



Ok che mi prende?







*








Dopo le varie presentazioni mi ritiro in camera mia.
Il borsone è compostamente adagiato su una poltroncina accanto la finestra.



Oh Ebizo quanto sei caro. Io lo avrei tranquillamente gettato per terra.



La stanza è stupenda, ampio letto a due piazze, armadio enorme una finestra enorme dalla quale si vedono le montagne.

Quella stanza è più bella di casa mia.

Mi siedo sopra il letto.



Ohmmioddio mi sono innamorata di nuovo!



Mi sdraio e chiudo gli occhi finché una cameriera non bussa alla mia porta informandomi che è pronta la cena.








*









Oddio no, la cena tutti insieme no!



Siamo in un'ala privata di quell'enorme complesso. Non è un'hotel sembra più una reggia.



Che schifo.



Gaara non fa altro che annuire mentre Matsuri parla del matrimonio in modo incessante.
Shikamaru, il tizio che cammina come un alcolizzato, sta praticamente dormendo con la testa poggiata sulla mano mentre Temari, che è sua moglie, cerca di mantenerlo sveglio.



Oh mi dicono che questa parte l'avevate intuita già, ma io ho preferito precisare.



<< Hai avuto problemi con i turni in ospedale? >> domando a mia sorella cercando di fermare il suo sproloquio.

Matsuri scuote la testa.

<< No per fortuna sono riuscita ad organizzarmi con le mie colleghe >>
<< Mh >> rigiro l'insalata con la forchetta.

Siamo seduti attorno ad un tavolo enorme imbandita a festa, eppure c'è un'aria tetra come nella scena del matrimonio de “la sposa cadavere”

Gaara e Karura quasi non si parlano.
Kankuro sbuffa appena guardando il fratello con astio.

<< Tumi'e vuoi giocare alla play con me? >>

Quel dolce bambino rallegra un po' l'atmosfera.


Quanto è carino!




Non faccio in tempo a rispondere che Temari fulmina il figlio con lo sguardo.

<< Non si gioca a tavola Shikadai >>

Lui abbassa lo sguardo con aria colpevole.

<< Ti mamma >>

Io guardo prima lei poi il bambino.

<< Hei... dopo mangiato ci facciamo una bella partita ok? >>

Lui sfoggia un sorriso entusiasta.

<< Ti >>

Io sorrido di ricambio ignorando le occhiate omicide di Temari.









*









Dopo la cena ho approfittato di un momento di pausa per salire in camera mia, però non ho ancora sonno quindi mi faccio coraggio e busso sulla porta della camera di Kankuro.

<< Avanti >>

Lui si è messo comodo sdraiato sul letto con una tuta nera e dei calzini con una fantasia con le renne.

<< Ehi >>
<< Sai che ti prenderò per il culo a vita dopo aver visto i tuoi calzini? >>

Si mette a ridere e si mette a sedere.

<< E' una promessa? >>

Santo cielo come fa ad averla sempre vinta lui?

<< Karura ha preso le sue pillole e dorme. Dorme anche Shikadai. Non mi va di tornare giù sola con i due sposini e i due sposati >>

Lo vedo ridere nuovamente.

<< Dammi due minuti >> dice entrando in bagno.

La stanza non è grandissima ma ha un sacco di scaffali e di roba.
Il pc sulla sua scrivania entra in modalità screensaver e parte una galleria di immagini con delle foto.

Alcune ritraggono paesaggi delle spiagge spagnole ma la maggior parte ritrae ragazze. Bellissime ragazze.
Brunette, rosse, e delle biondone da urlo. Una in particolare è piuttosto ricorrente.

Mi avvicino appena col viso.
Capelli lunghissimi biondi, pelle diafana occhi color cielo, snella e con...

<< Lei è Ino, una mia collega >>

Scatto sull'attenti come un bambino colto a fare una marachella.

<< E' davvero bellissima >> dico imbarazzata.
<< Si, lo sa anche lei >> dice sistemandosi il colletto della camicia. << Andiamo? >>

Annuisco.

Non appena ci avviciniamo al corridoio non riesco a trattenere un sospiro scocciato.

La morte è più allegra di quel gruppo.

Kankuro mi da una leggera gomitata e mi fa un cenno col capo.

<< Vieni con me >>
<< Mh? Dove andiamo? >>
<< Lontano da loro >>
<< Oh... ok non chiedo altro >>

Mi porta sul retro dell'hotel dentro un piccolo prefabbricato in legno.
È un posticino adorabile, intimo, molto rustico.
Mi metto a sedere su un cuscino vicino la finestra e lui mi fa un cenno col capo.

<< Guarda fuori >>

Una famiglia di daini.

<< Che dolci. È un posto adorabile >>
<< Ho pensato di mangiare il dessert qui >>
<< Ma abbiamo già mangiato il dessert >>
<< Ti prego quella era una macedonia con gelato >> prende un vassoio mostrandomi una torta grondante di cioccolato con fragoline al centro << questo è un dessert >>

Spalanco gli occhi entusiasta.

<< Oooh vedo che la pensiamo allo stesso modo! >>

Lui annuisce ed apre una bottiglia di fragolino versandolo in due calici.

<< Sono felice che tu sia venuta >>

Mi mordo l'interno labbra e sono certa di star arrossendo.

<< Comincio ad esserlo anch'io >>

Facciamo cin cin col fragolino.

















Angolo dell'autrice.

Salve a tutti gente! Vi siete ripresi?
Questo è il mio primo aggiornamento dell'anno e spero vi sia piaciuto.
A differenza nostra, Sumire deve ancora affrontare le feste... e la famiglia del suo capo... e sua sorella. Sono indecisa se farla impazzire del tutto o solo a metà...
Comunque grazie a tutti i lettori e tanti tanti auguri.
Buon anno!

Violetta_

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Capitolo 20
*** Natale ***


Natale













Apro gli occhi e la prima cosa che vedo sono le travi in legno nel tetto.
Mi metto a sedere e sbadiglio mentre mi gratto lo stomaco.



E dire che nell'altra storia sono una principessa... la tizia che scrive deve avere le idee un po' confuse...



C'è un gran rumore al piano di sotto. Ma che avranno da ridere tanto?

Ah giusto oggi è Natale!

Vado in bagno e comprendo solo adesso quanto sia figo e meraviglioso avere il bagno in camera.
Mi metto un jeans ed una felpa e scendo, i rumori vengono dall'altra ala dell'hotel, quella aperta alla clientela.
Nel salone principale impera un maestoso albero di natale circondato da un gruppo di bambini.

Ecco da dove proveniva quel rumore.

Sono tutti felici ed iperattivi intenti ad aprire i regali.


E urlano. Tanto.



No, non ce la posso fare.



Esco e mi siedo su una delle panchine al coperto, fuori è tutto innevato ma non c'è vento il che rende la giornata molto piacevole.

<< Ehi campione guarda che pigna! >>
<< Uh che grande! Bella! >>

Alzo lo sguardo e in lontananza vedo Shikadai, coperto da strati e strati di vestiti, inseguire Kankuro.

Shikadai vuole bene a Gaara ma non gli rivolge particolare attenzione, mentre venera lo zio Kankuro e posso vedere il motivo: Kankuro ci gioca, gli da retta, conversa con lui senza usare un tono di sufficienza o peggio quegli odiosi squitii che spesso si usano coi bambini.

Mi accendo una sigaretta e mi godo il panorama: le decorazioni dell'hotel sono state fatte in modo da non invadere troppo l'ambiente circostante, la stessa struttura è stata costruita in modo da non danneggiare troppo gli alberi, alcune mura infatti hanno delle fessure per far passare i tronchi, altre sono curvate, il che rende l'edificio particolare ed unico al mondo.
È un piacere per gli occhi.

<< Poi dove hai intenzione di buttare la cicca? >>

Mi giro spaventata da quell'imboscata e vedo Temari con le mani sui fianchi intenta a fissarmi.
Mi umetto le labbra e con calma prendo dalla tasca il mio posacenere portatile, gentile regalo di Kiba.

<< Sarò anche selvaggia ma non sono una villana >>

La vedo schiarirsi la gola e sedersi sulla stessa panchina dove sto io. Mi sa che non mi rivolgerà delle scuse.

<< Io odio il fumo >>

Annuisco ma non accenno a smettere di fumare.

<< Kankuro fagli rimettere il cappello! >> urla con la stessa grazia di uno scaricatore di porto.

I due si girano e ci salutano con la manina, non appena Shikadai mi vede si mette a correre sino a buttarsi tra le mie gambe.

<< Attento... >>



Quanto è dolce.



<< Tia Tumi'e andiamo a giocare con la neve? >>
<< Zia? >> chiede Temari. Sembra un po' contrariata.

Il bambino annuisce.

<< Se tio Gaata sposa Matturi lei diventa mia tia. E Tumi'e è torella di Matturi: di'entano tutte e due mie tie >>

Sbatto gli occhi allibita: nonostante l'utilizzo discutibile della lettera “t” il ragionamento è poi così sbagliato.

<< E chi ti ha raccontato questa cosa furbetto? >>
<< Nettuno. Tio Kankuro mi ha solo detto che Matturi è la fidanzata di tio Gaata >>

Lei annuisce.

<< Ok.. >>
<< Allora vieni a gioca'e tia? >>

Annuisco ancora un po' sorpresa.

<< Tra qualche minuto Ok? >>

Lui annuisce tutto contento e si rimette a correre, questa volta verso Kankuro.

<< L'ha dedotto da solo? >>

Temari si mette a ridacchiare e si sistema la sciarpa.

<< Il furbetto ha un Q.I. sopra la media. La maestra e la pediatra lo hanno definito un “piccolo genio”. Come il papà >>
<< Ah... >>
<< Ma se è così intelligente come mai fatica a parlare? Ha iniziato da poco? >>

Temari annuisce questa volta con aria scocciata.

<< Perché è pesaculo come il papà >>

<< Ha iniziato a parlare l'hanno scorso ma la pediatra mi ha detto che era pronto da almeno due anni >>

Mi metto a guardare quel frugoletto ammirata. È un piccolo adorabile genietto insomma.

<< Ti piacciono i bambini? >>

Storgo il naso.

<< Pesti urlanti perennemente sporche … na, non fanno per me >>

Lei alza un sopracciglio ed annuisce, ma non sembra tanto convinta.

<< Sono contenta che stia con Kankuro. Almeno si muove un po'. A casa non fa altro che dormire o stare davanti al computer >>



Chiamalo scemo” mi ritrovo a pensare.




<< Io lo trovo un bambino adorabile. È così affettuoso e non l'ho ancora sentito urlare o fare l'indemoniato per ottenere qualcosa. E poi ha quegli occhioni che gli brillano per ogni nuova scoperta >>

Lei si mette a fissarmi con uno strano sorrisetto.

<< Non avevi detto che i bambini non fanno per te? >>

Mi blocco per qualche istante.

<< Si infatti >> dico quasi balbettando << Ma Shikadai è un amore >> continuo con tono via via più deciso.

Annuisce con una strana espressione in viso.

Il bambino si mette davanti al masso di neve rimuginando perché non riesce a fare una palla abbastanza grande e Kankuro lo consola iniziando ad ammucchiare altra neve.

Subito dopo si mettono a correre all'interno delle camere e della cucina alla ricerca di olive carote e sciarpe. Non si capisce chi sia il bambino tra i due.
Mi ritrovo a ridere come una scema.

<< Mi sembri una a posto tu >>

Sobbalzo e mi giro di scatto.

Temari adesso mi guarda con aria affabile e mi ha anche fatto un complimento.



Ha preso una botta in testa mentre ero distratta?




<< Grazie bionda >> dico con tono incerto << Lo è anche Matsuri >> continuo poi con tono più convinta << È una ragazza buona e lavora sodo. È questo matrimonio che... la sta facendo rimbambire >>

Temari alza un sopracciglio.

<< Un tempo ero come te >>


Riprendo fiato non riuscendo ad inquadrare quella donna.

<< Un completo disastro? >>

Ride.


<< Capirai che voglio dire a tempo debito >>


Inclino la testa e poi mi metto in piedi sistemandomi il cappello.

<< Beh sarà meglio che vada. Una promessa è una promessa >>





*






<< Ehi ragazzi che si combina qua? >>

Shikadai mi allunga una carota.

<< Quetto è il te'zo pupa'to. Mettigli il naso >>
<< Agli ordini >>

Vedo Kankuro ridacchiare.

<< Tia Tumi'e sai fare i pupazzi di neve? >>

Mi sistemo una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

<< So ammucchiare la neve. Vale lo stesso? >>

Il piccolo si mette a ridere come se avessi detto la barzelletta del secolo.

<< Sei divertente. Posso andare a prendere altre carote? >>

Kankuro annuisce.

<< Però non esagerare... e non correre >> dice alzando progressivamente il tono della voce.
<< Va bene >> risponde lui mettendosi a correre verso la cucina.

Mi porto una mano davanti le labbra trattenendo un sorriso e Kankuro se ne accorge. Lo vedo arrossire e mettersi una mano dietro la testa.

È così dolce e paterno.




Abbasso lo sguardo e mi porto una mano sulla fronte. Ma che cavolo di pensieri!




<< Non ascoltano mai... >> dice improvvisamente lui con tono sarcastico, quasi volesse alleggerire quella situazione tesa.
<< Che esagerato. È un bambino tanto bravo >>
<< Si ma alle volte ha la testa dura come sua madre! >>

Alzo un sopracciglio.

<< O come lo zio >> dico con un sorrisetto divertito stampato in faccia.

Lui mi fissa ricambiando il medesimo sorriso.

<< Touchè >>

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Capitolo 21
*** Capodanno ***


Capodanno















Voi non potete capire quanto è divertente vedere Temari discutere con Shikadai.

Siamo a tavola e il bambino fissa con aria imperscrutabile il piatto davanti a se da tre minuti buoni.

<< Sono spinaci >> dice infine Temari.
<< Ti. Lo to >>
<< Ti fanno bene >>
<< Non è detto >>

Mi mordo l'interno labbra per frenare una risata.



Non è detto”



Ma quale bambino da risposte del genere?




Intanto Temari continua la sua battaglia.

<< Shika mangia subito questi spinaci >>
<< No >>
<< E invece si >>
<< Tio Kankuro non li mangia >>

E fu così che calò il silenzio.

Vedo Temari girarsi a guardare il fratello e lui sbiancare come un lenzuolo.

Kankuro ha otto anni davanti alle verdure. Praticamente tu gli presenti un piatto di verdure e lui diventa un bimbo di otto anni dentro il corpo di uno di ventotto.

Gli do una piccola gomitata avvicinandomi al suo orecchio.

<< Dai Kankuro mangiali >>

Mi guarda malissimo.




Mamma mia quando si ci mette è davvero infantile!





Insisto cercando di usare il tono più dolce possibile.

<< Fallo per tuo nipote >>

Lui mi guarda per un paio di secondi, sbuffa ed infine si gira verso il bambino sfoggiando un sorriso d'intesa.

<< Dai Shikadai facciamo a gara a chi li finisce prima >> dice con entusiasmo.

Il bambino ricambia con un sorriso adorabile.

<< Va bene tio >>






*






Dopo pranzo mi metto un po' sdraiata nel letto a leggere.




Si raga io leggo.






E' un libro carino, un giallo, anche se non molto avvincente, sono abbastanza certa di aver capito chi è il killer.

Curioso come passi velocemente il tempo qui. Sembra ieri che sono scesa dalla macchina e invece già l'ultimo giorno dell'anno.






Eh si ormai ho capito come siete voi tutti. Si mentre leggevo mi sono messa a pensare ad altro.

Che. È proibito?






E poi dai, seriamente, credo di non vederla da almeno un paio di giorni e comincio a pensare che Gaara l'abbia sepolta da qualche parte.

Chiudo il libro che stavo leggendo, il fatto che si tratti di un thriller non penso che influenzi i miei pensieri, e mi stiracchio.

Chissà se il buffet è già aperto...






Si lo so che ho appena mangiato!

Ma siete per caso mia madre?







Scendo nella hall e mi trovo dentro Hel (riferimento ad Heleim voluto e per nulla casuale).

La sala è stracolma di gente e in pratica ci sono tutti quelli che conosco, più un sacco di altra gente intenta a parlare, ridacchiare, sistemare i bagagli...

<< Ciao tigre! >>

La voce di Naruto mi trapana i timpani.

<< Sakura lei è “tigre” >>




Ma che cazz...?





La ragazza mi guarda un po' confusa.





Eh. Naruto fa quell'effetto...





Allungo la mano con fare cordiale e le sorrido.

<< Sumire, il mio nome è Sumire... Lei è la dottoressa che lavora nello stesso ospedale di Matsuri giusto? >>

Lei mi sorride e allunga la mano a sua volta.

<< Si giusto. Ma dammi del tu ti prego >>
<< Alla fine Naruto è riuscito a convincerti ad uscire con lui suppongo >>

La vedo fare spallucce.

<< Eh... ho ceduto per disperazione >>

Ridacchio divertita finchè non sento una voce familiare alle mie spalle.

<< Wei bambola >>
<< Deidara? Che ci fai qui? >>
<< Kurotsuchi è qui con suo nonno e mi ha gentilmente invitato >>






Ma daaai?
Non sono per nulla sorpresa.





*







Pantaloni neri e maglietta viola elegante e comoda.

Lo so che a capodanno si ci veste di rosso ma io preferisco il nero, o al massimo il viola.
Tanto anche se mi vestissi di rosso la sfiga mi troverebbe comunque.

Se questo pomeriggio ero ad Hel ora sono letteralmente all'inferno.

Il cenone è durato un'eternità e adesso tutti i presenti sono mezzi sbronzi, pieni come ovetti e con quell'aria euforica di chi sta per presentarsi al nuovo anno.

I saloni sono pienissimi e la musica è tremenda.

Alcune sale sono adibite a discoteca. Riesco ad intravedere Kurotsuchi ballare con un tipo.

Mi porto una mano nella tasta e roteo vistosamente gli occhi al cielo.






Maledizione le sigarette.

Nooo devo tornare in camera.






Sbuffo mentre rovisto nella mia stanza.





Dove cavolo ho messo la mia borsa?



Daiii manca poco alla mezzanotte....






<< Rischi di perderti il saluto al nuovo anno se non scendi >>

Mi giro di scatto e vedo Kankuro, l'ho visto poco per tutta la sera, l'ultima volta era vicino al bar.

<< Si... sto cercando una cosa... dannazione la mia solita sfiga >>

Non lo sento rispondere.

<< Tu perchè sei qui? >>
<< Volevo saltare il nuovo anno in buona compagnia >>

Io continuo a tirare roba non dandogli molta attenzione.
Se non fumo divento matta.

<< Sumire? >>
<< Si si lo so. Mi sto sbrigando. Tu vai pure... >>

Si avvicina dietro di me e mi cinge la vita, giro la testa verso di lui e vedo che mi guarda dritto negli occhi scrutandomi attentamente.
La sua mano gioca col bordo della maglietta solleticandomi la vita.
Mi irrigidisco cominciando ad intuire cosa sta succedendo.

<< Kankuro non dovremmo farlo... di nuovo >>

Mi bacia la nuca.

<< Perchè? >>
<< Tu sei il fratello del mio capo... >>

Mi prende delicatamente per un braccio facendomi voltare.

<< Uh è vero sarebbe così inappropriato. E poi stiamo per diventare parenti. Sarebbe uno scandalo! >>
<< Non scherzare io... >>

Mi tappa le labbra con le sue.








*



Al piano di sotto.

<< Dov'è mia sorella? >>
<< Avrà sbagliato sala Matsu. L'hotel è molto grande >> dice Gaara porgendole un bicchiere di champagne.



*






La spallina del reggiseno scivola delicatamente sulla pelle …


Kankuro mi bacia la guancia, poi la spalla ed intanto mi sfila i pantaloni.
Solo ora mi rendo conto di quanto mi sia mancato in quel senso. Dopo il ricevimento non c'è stato più niente tra noi, nemmeno un bacio.

Mi sdraia sul letto e si mette sopra di me.
Mi bacia il collo ed intanto mi accarezza il viso scendendo con delicatezza.

Si comporta in maniera diversa. La prima volta era stato più diretto, adesso sembra voler prolungare quelle coccole.

Mi bacia l'incavo tra i seni, poi scende e si sofferma all'altezza dell'ombelico.
Inarco la schiena ed affondo la testa sul cuscino ma lui ignora qualsiasi mio tentativo di arrivare al punto.
Si comporta come se volesse prolungare quel momento all'infinito.

<< Mmmh >>

L'ultimo bacio è stato più intenso e non sono riuscita a soffocare il gemito.
Lo sento sorridere contro la mia pelle e subito dopo scendere sino a raggiungere il bordo degli slip.

Mi mordo il labbro inferiore.



Dannazione sbrigati...




Scosta la stoffa e mi bacia in un punto molto molto sensibile. Schiudo le labbra e cerco di avvicinarmi ma lui mi prende le cosce limitando ogni mio movimento.

<< Di solito sei una donna molto paziente Sumire, non fare un'eccezione adesso >>

La sua voce è come se mi riportasse alla realtà e mi ritrovo ad arrossire.

Puntello i gomiti in modo da mettermi a sedere e riprendere un po' di controllo ma prima di poter fare qualunque cose sento la sua lingua muoversi tra le mie gambe.

<< Ah! >>

Chiudo gli occhi e serro le mani che sono poggiate sul letto all'altezza della testa.
Il mio respiro inizia a farsi via via più pesante.

Cerco di parlare ma l'unica cosa che mi esce sono mugugni sconnessi.

Dopo qualche minuto contraggo i muscoli delle gambe per qualche istante poi mi rilasso completamente sul letto.




Maledizione se è bravo.




Lo sento sdraiarsi accanto a me e baciarmi una spalla, poi mi prende con delicatezza per la vita e mi avvicina a se.

Poggio la testa sul suo petto, sono ancora un po' a corto di fiato.

Quando riprendo lucidità lo vedo baciarmi la base del collo.

<< Kankuro adesso dovremmo scend... >>
<< Sssh >> parla contro la mia pelle mentre continua a baciarmi.

Mi umetto le labbra e deglutisco.

<< Immagino che prima vorrai ... >> dico con una punta di imbarazzo.

Lui scuote la testa e subito dopo mi da una serie di baci umidi sul seno mentre con le mani mi accarezza la schiena.

Puntello i gomiti e finalmente riesco a mettermi a sedere, gli afferro il viso e lo bacio sulle labbra, con uno scatto riesco a mettermi a cavalcioni su di lui e poggio le mani sulle sue spalle.

Lui mi avvicina a se, mi bacia sulle guance, sul naso, per poi impossessarsi delle mie labbra.
Mi cinge i fianchi con le mani e poi scende afferrandomi per le cosce ed avvicinarmi ulteriormente a se.

Sono ancora intenta a baciarlo quando apro gli occhi di scatto: non ricordavo fosse così dotato.

Aspetta un po' prima di avvicinare il suo bacino al mio poi entra dentro di me lentamente senza smetterla di baciarmi.

<< Mh... >>

Questa volta è lui a gemere per poi iniziare a muoversi con movimenti decisi.
Lo abbraccio muovendomi su di lui.

Mi cinge la vita con un braccio e ribalta le posizioni con decisione ma attento a non farmi male a a non gravare su di me.

Ho il suo corpo sudato addosso ed il suo respiro è men mano più pesante.
Inarco la schiena e cerco di muovermi al suo stesso ritmo.




Mi sento come se... Come se...




Mi afferra per i fianchi e mi solleva contro il suo bacino con un movimento deciso.

Avverto un'improvvisa ondata di caldo ed inarco la schiena. Mi manca l'aria o forse sto urlando non riesco a capirlo.

So solo che mi ritrovo ad abbracciarlo forte.

Al piano di sotto hanno stappato lo champagne e stanno suonando le trombette.


Cerco di riprendere fiato con le labbra poggiate sul suo collo, le palpebre si fanno molto pesanti.
Mi rilasso contro il suo petto nudo e mi addormento.


<< Ti amo pequena >>

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Capitolo 22
*** Colazione a letto ***


Colazione a letto











Il mattino dopo mi sveglio e struscio il viso contro quel meraviglioso e comodissimo cuscino.
Il braccio di Kankuro mi avvolge stretta all'altezza della vita. Non posso alzarmi.
Sento il suo respiro solleticarmi la nuca.



Sorrido. In fondo è dolce.



Afferro il cellulare, sono le sette del mattino ed io sono sveglia e riposata.

Si avete letto bene.

Anche se, ad essere sincera, non ho molta voglia di alzarmi. Sto così bene qui...

<< Buongiorno hermosa >>
<< Ciao >>

Allenta la presa in modo da permettermi di voltarmi e mi bacia la fronte.

<< Dormito bene? >>

Annuisco.

<< Davvero un bel modo di salutare l'anno nuovo >>
<< Non è finita qui >> con l'indice mi da una veloce carezza sulla punta del naso << … Caffè e... pancackes? >>

Mi ritrovo a sorridere come una deficiente.

<< Mmmh caffè... >>

Lo sento ridere.


Quanto è bella la sua risata...


<< Aspettami qui, dammi qualche minuto >>

Torna con in mano un piatto di mini donut vari gusti e una tazzina piccola.

<< Pancake finiti purtroppo... >>

Riconosco l'odore di caffè ma è più accentuato.
Guardo la tazzina delusa, la quantità è davvero misera se confrontata con quella che prendo solitamente.

Lui sembra accorgersene.

<< Questo è caffè italiano. Va servito così >>

Porto la tazzina alle labbra con fare scettico.


Lo assaggio e chiudo gli occhi.





Mi sembra di bere caffè per la prima volta in vita mia.
In confronto, quello che ho bevuto sinora sembra una tisana al sapore di caffè.





<< Oddio che meraviglia! >> dico forse un po' troppo esaltata.

Kankuro si mette a ridere con aria soddisfatta.

<< Si, avevo intuito ti sarebbe piaciuto >>

Facciamo colazione a letto. Mentre addento l'ultimo donut lui, con addosso solo il pantalone nero del pigiama apre la finestra. Fuori è tutto bianco.
Un panorama bellissimo. Anche gli alberi imbiancati non sono male.

Kankuro apre un pacco di sigarette e me ne indica una.

<< Vuoi? >>

Annuisco.







*








Dopo colazione ce ne andiamo all'aperto.

Tra le tante attrazioni dell'hotel c'è una pista di pattinaggio su ghiaccio, Matsuri sta insegnando a Gaara ad andare sui pattini.



La scena mi è così strana... avete presente quando vedete una roba troppo surreale per essere vera?

Come ad esempio.... Matsuri che insegna a Gaara ad andare sui pattini.



Il ragazzo è impacciato e tiene saldamente le mani di mia sorella.

<< Dai tesoro non temere ce la puoi fare >>

Gaara raddrizza la schiena arrossando appena.



Gaara sa arrossire? SERIAMENTE?!



<< Tua sorella è dolce quando vuole >> dice Kankuro seduto accanto a me.

Guardo Matsuri, poi mi giro a guardare lui.

<< Tu conosci “la sposina”. In realtà lei è sempre dolce, allegra... è perfetta >>
<< Anche tu lo sei >>

Scuoto la testa forse un po' troppo velocemente.

<< Na … >>

Lui accenna un sorriso e si avvicina per darmi un veloce bacio sulla guancia, il che rende la mia faccia incandescente.

<< Vado a fare una sciata. Vieni con me? >>
<< Grazie dell'invito ma decisamente no >>



No ragà, può essere bello e figo quanto vuole ma io mi rifiuto di sciare.



Ridacchia.

<< A dopo allora >>

Mi da un bacio in testa e se ne va.
Io mi rimetto a guardare i due sposini per qualche minuto, poi mi dirigo verso il bar vicino la pista da sci.

Kurotsuchi mi saluta con un gran sorriso.

<< Ehi scii? >>
<< No Kuro. Assolutamente no >>
<< Quindi rimarrai con quell'ammasso di argilla >>

Deidara assottiglia gli occhi fissandola male malissimo per due secondi.

<< Rompiti una gamba >>
<< Sta attento che se proprio dovessi cadere farei di tutto per cadere sopra di te >>




Lo penso solo io o quei due litigano come una coppia sposata?




Mi avvicino al biondino dandogli una pacca sulla spalla.

<< Su cerca di mantenere la calma >>
<< Lo farei se quella non fosse così... rompipalle >>

Scuoto la testa alzando gli occhi al cielo.



Perché non imparo a lasciar perdere le cause perse?




<< Ah Sumy ho perso la scommessa >>
<< Di che parli? >>
<< Mentre ero in sauna ho dato una sbirciatina, peccato ero convinto fosse piccolino ed invece è nella norma. Beh meglio per tua sorella >>
<< Piantala di fare il pervertito! >>
<< Invece il fratello! Wow. non puoi immaginare >>




Eh invece posso...




<< Peccato che non sia gay, tanta tanta roba sprecata >>

Avvampo.

<< Te lo ripeto: piantala! >>








*








Visto che Deidara non la piante di parlare del coinquilino del piano di sotto di Kankuro decido di rientrare in hotel. Magari riseco a superare il livello bastardo di ungru birds.

Attraverso il corridoio e vedo una porta semiaperta.




Si ok. Non è carino sbirciare... eddai non fate i noiosi!




Uh dentro c'è Temari e sta piegando dei vestiti.

<< Ehi bionda che fai? >>
<< Le valigie >>

La guardo confusa.

<< Ma Shikamaru non ha le ferie fino al 6? >>
<< Lui si, io no >>

La guardo ancora più confusa. Non so perché ma ero convinta non lavorasse.


Lei mi guarda di rimando mentre piega dei jeans.

<< Sono sergente di polizia e devo tornare in servizio >>





Ah.

Ah!




Ripenso al nostro primo incontro e deglutisco.



Ho rischiato di far incazzare più e più volte una donna armata!





Meeerda merdissima!




<< A proposito me lo vai a chiamare? >>




Eh come dire di no ad una donna armata?




<< Certo >>






*







È una giornata serena e assolata e questo rende il panorama pieno di alberi ancora più piacevole.
Vedo Shikamaru in lontananza, è dietro un albero. Credo avesse già avvertito il pericolo e stia cercando di scappare dalla moglie.

<< Ciao Shikamaru >>
<< Ehi... >> sbadiglia << è già ora di pranzo? >>

Mi viene da ridere.



Questo prof. non è poi cosi male sapete.

È fancazzista e fuma.

Praticamente me solo più intelligente. Parecchio più intelligente.



<< No tranquillo. Però Temari vorrebbe una mano con le valigie >>

Mi palpo sui fianchi ma non vi sconvolgete non una cosa “secsi” sto solo cercando l'accendino che ovviamente è finito in un universo parallelo.

Sbuffo seccata. Vi giuro che prima di uscire c'era.

<< Hai da accendere? >>

Lui mi tira uno zippo.
Bello, d'argento. Un bel giocattolino.

Mi accendo una sigaretta guardando l'ingresso dell'hotel poco distante.

<< Tutto ok con Kankuro? >>

Il fumo della sigaretta mi va al cervello, mi brucia i neuroni e mi saltano contemporaneamente le funzioni visive e orali.

<< … c... cosa? >> dico con voce talmente flebile che sembra l'ultimo respiro.

Lui si accende l'ennesima sigaretta con fare sereno. Come se stessimo parlando del tempo.

<< Io vado a letto preso anche a capodanno... e abbiamo le camere vicine >>



Muoio dentro.



<< Ah.... >>



Silenzio.

Silenzio imbarazzante.



<< Ma Temari.... >>
<< Lei ha fatto tardi tranquilla >>




Ok dai che forse sono mezza resuscitata.




<< Santo Spongebob ti ringrazio. Non ne farai parola con nessuno giusto? >>

Lui espira lasciandomi sulle corde per una manciata di secondi.

<< Sta serena >>
<< Bene. Ah io faccio una passeggiatina e più tardi se tua moglie mi chiede dirò che non ti ho visto >>


Lui mi sorride.

<< Mi piaci. Non sei una seccatura come tutte le donne >>
<< Grazie. E tu non sei malaccio per essere un prof >>

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Capitolo 23
*** Piaghe da decubito e cicatrici ***


Piaghe da decubito e cicatrici







<< Kuro mi serve un favore >>
<< Dimmi >>
<< Una volta in ufficio controlla i resoconti dell'anno scorso >>
<< Ok >>
<< Ah e l'agenda! In caso facci una foto e me la mandi con what'sapp >>
<< Si >>
<< E poi chiama il signor... >>
<< Sumire sono passati solo quattro giorni, ed è stato il capo a darti queste ferie, quindi datti una calmata. Ci vediamo mercoledì >>

Kuro mi chiude il telefono in faccia e io lo fisso male malissimo.

<< Hai finito di fare la malata del controllo? >>

Sbuffo.

<< Hai una vaga idea del cataclisma che si forma in ufficio se per caso qualcosa va male? >>

Kankuro finge una faccia spaventata.

<< Uh... esploderà tutto! >> dice con finto panico.

Scuoto la testa ma mi ritrovo a sorridere.

L'ultimo mese è stato meraviglioso, talmente meraviglioso che non me ne frega niente se Matsuri si è trasformata in una isterica wedding planner, o se Gaara mi delega impegni su impegni perché ovviamente deve andare dietro a Matsuri.
Forse è per questo che ha deciso di darmi dei giorni di ferie.



Quattro giorni prima...



Matsuri è davanti la mia scrivania con aria tutta pimpante.
Si è presentata lì all'improvviso e mi si è attaccata come una papera con Lorenz.

<< Ehi andiamo a... che stai facendo? >>
<< I resoconti per domani >>
<< No Sumy da domani sei in ferie >>

Mi metto a ridere.

<< Magari. Senti le previsioni dicono che potrebbe grandinare quindi dovremo tenere Sheldon al coperto >>
<< Guarda che sono seria >>
<< Confermo Sumire >>

Raggelo. Dietro di lei c'è Gaara.



Quando è apparso? Ma non è che per caso è davvero uno spettro?



<< Che? >> dico con un filo di voce.

Guardo Gaara e poi riguardo Matsuri.

<< Ah e stasera torni con noi con la limousine. Buon lavoro >>

Scende al piano di sotto con la sua solita energia.

Una volta soli mi avvicino a Gaara.

<< Gaara ascolti >>Dopo la vacanza sulla neve lo chiamo per nome ma continuo a dargli del lei.

<< Immagino che questa storia delle ferie sia stata una richiesta di Matsuri ma non … >>
<< Ammetto sia stata una sua richiesta, ma la condivido Sumire … dopotutto hai un sacco di ferie arretrate >>

Mi irrigidisco.

<< Ok... >>
<< Inoltre per il momento non aspetto chiamate urgenti quindi se vuoi prenditi una pausa e raggiungi tua sorella al piano di sotto >>
<< Ok... >>



ok....




Sento le labbra di Kankuro sul collo.

<< Ehi... che hai? >>

Mi giro e lo guardo negli occhi.

Quel ragazzo ha la capacità di rendermi sana di mente. E non è poco.

Nell'ultimo mese ci siamo visti quasi tutti i giorni anche se stiamo ben attenti a non farlo sapere in giro.
Visto che sono praticamente sola a casa ho deciso di accettare il suo invito a passare queste ferie a casa sua.
Abbiamo trascorso quasi tutto il tempo a giocare, si anche coi videogiochi, e devo dire che è molto forte. Anche se gongola un po' troppo quando vince.

Mi giro e poggio la testa sul suo petto.

<< Nulla. Stavo pensando … al pranzo >>
<< Sono le 15 passate... >>

Sbatto le palpebre analizzando l'informazione.

<< Che? >>

Lui poggia la labbra sulla mia spalla ed annuisce.

<< Abbiamo passato mezza giornata a letto? >>

Lui sorride piuttosto compiaciuto ed annuisce di nuovo.

<< Ah ok... >>

Ce ne stiamo in silenzio un paio di minuti, io sdraiata sul suo braccio e Kankuro intento a darmi dei morbidi baci sulla spalla.

<< Spuntino? >>
<< Si. Ci sto >>




*




<< Quando hai parlato di spuntino intendevo a letto. Servito da te >>

Kankuro ride mentre è intento ad aprire la bustina di ketchup per le patatine.
Stiamo passeggiando in una stradina vicino il parco.

<< Lo so che stai lavorando sodo per formare sul tuo corpo delle piaghe da decubito, ma devi rimandare i tuoi piani malvagi >>
<< Uff... detesto quando ti metti tra me e le mie piaghe da decubito >> dico prendendo una patatina << ...io non dico niente quando ti metti a fare parkour sui tetti >>

Lui alza la testa con aria orgogliosa.

<< Fare attività fisica fa bene >>
<< Le cicatrici non fanno bene >> dico con un tono che smonterebbe anche il più antipatico dei palloni gonfiati.
<< Non metterti tra me e le mie cicatrici >>

Mi giro a fissarlo con le labbra appena socchiuse indecisa se ridere o tirargli un pugno.

Una cosa è stare con uno che sopporta i tuoi disturbi mentali un'altra è stare con uno che ha i tuoi stessi disturbi mentali.

Sto per rispondere quando vengo interrotta da una voce familiare.

<< Sumire >>

Mi giro di scatto.

<< Deidara >>

Il ragazzo mi guarda, poi guarda Kankuro, poi mi guarda di nuovo.
Io mi sento a disagio: adoro il biondino, gli voglio un sacco bene però è un tale pettegolo.
Non voglio che si sappia di me e di Kankuro, qualsiasi cosa stia capitando tra di noi è meglio aspettare dopo il matrimonio... e oltre.

Dei dei alza un sopracciglio.

<< Tu sei il fratello del suo capo >>

Kankuro annuisce senza troppi preamboli.

<< Si.. tu sei quello che mi fissava dentro la sauna durante le vacanze di natale? >>

Io spalanco gli occhi mentre Deidara diventa bordeaux.

<< Ecco... io ecco... >>

Mi viene da ridere, non avevo mai visto Dei in difficoltà. Solitamente è così sfacciato da mettere lui a disagio la gente.
Kankuro lo fissa con un sorrisetto da stronzo colossale. Credo si stia divertendo un mondo.

<< Ti chiami Deidara giusto? >>

Lui si limita ad annuire.

<< Si... >>
<< Anche io ho un nome, pensa un po'. Mi chiamo Kankuro >>

Mi porto una mano davanti la faccia.



Ecco adesso iniziano ad insultarsi...



<< Comunque, che sorpresa vedervi qui. Che fate? >>
<< Sumi sta cercando di superare il suo record personale di panini >>

Mi tolgo la mano dalla faccia e aggrotto la fronte, contemporaneamente Deidara accenna un sorrisetto divertito.

<< Ah sarà un'impresa difficile. Sai quanto mangia? >>
<< Ehi >>

Kankuro gli lancia un sorrisetto complice.

<< Beh però si allena parecchio. Magari ce la fa >>
<< Kankuro! >>

I due si mettono a ridere.

<< A certo. “Insultiamo Sumire time” >> dico agitando le mani.

Mi allontano accelerando il passo.

<< Eddai. Che permalosa! >> dice Deidara agitando la mano.
<< Stronzi! >>

Con un paio di veloci passi Kankuro mi raggiunge alzandomi con un solo braccio.



Mannaggia al palestrato.



<< Dai scema. Andiamo a distenderci sul prato >>
<< NO >>

Deidara si avvicina al mio viso.

<< Sai che c'è chi fa sport al parco? >>

Lo fisso cercando di dargli un pugno in testa ma Kankuro mi blocca il braccio.



Missione fallita.



<< Ehi ma tu da che parte stai? >>

Lui sorride tutto soddisfatto.

<< Non so, devo decidere. Il biondo mi sta simpatico >>



Ah fantastico. Ecco a voi stronzo e più stronzo finalmente riuniti!




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Capitolo 24
*** Lite ***


Lite









<< T'ao nonna >>
<< Ciao piccolo mio >>
<< Che fai? Io sto imparando gli scacchi con papà >>
<< Ma che bravo il mio angioletto >>

Sorrido portandomi una mano sulla guancia.

Karura è seduta sulla poltrona del salotto di casa sua. Parla con dolcezza ed allegria ma ha le lacrime agli occhi.
Le tremano le mani anche se le ha strette a pugno sopra le gambe.

<< Io sono a casa con zio Kankuro, che ti manda un bacione grande grande >>
<< Anche io mando un bacio allo zio >>

Karura non vede Shikadai da un paio d'anni.
Temari si limita a farle una telefonata di tanto in tanto e a passarglielo però il bambino saluta, dice poche frasi, poi si annoia e si allontana con una scusa.
Lei non è un tipo che si lamenta, di solito si tiene tutto dentro e cela il suo stato d'animo dietro un dolce sorriso per cui è difficile sapere cosa le passa per la testa, però ci rimane male.
Sperava di poter giocare con lui durante le vacanze di natale ma per via dei suoi problemi di salute non ha potuto trascorrere le vacanze in famiglia e quindi non ha avuto occasione di rivederlo. Questo ha peggiorato notevolmente il suo umore.

Ci abbiamo impiegato un po' a capirlo.

Kankuro ha deciso di ovviare al problema organizzando un'intera giornata con lei e attivando una videochiamata dal suo pc.

L'ho trovato davvero un bel gesto.

Lo guardo con la coda dell'occhio: è in cucina intento a preparare una tisana.

Sorrido raddolcita. Per quanto possa essere stronzo, il ragazzo sa essere un vero tesoro.

Esco fuori, non mi va di stare lì, mi sento un po' a disagio.
Mi porto una sigaretta alle labbra e l'accendo guardandomi intorno: non fa caldo però c'è un'aria frizzantina che non dispiace e gli alberi in fiore preannunciano l'arrivo della primavera.

Praticamente i miei giorni di ferie stanno per finire e contemporaneamente il clima sembra riscaldarsi giorno dopo giorno. Perché la cosa non mi sorprende?

Sono a metà sigaretta quando vedo Kankuro con la cosa dell'occhio.

<< Come sta andando? >> domando incuriosita.
<< Sta parlando con Temari. Preferisco lasciarle sole >>
<< Si, ho pensato la stessa cosa >>

Il ragazzo si accende una sigaretta.

<< Shikadai parla meglio quando è al telefono >>
<< Si ho notato >> mi scappa un sorriso << Scommetto che questo dettaglio non è sfuggito nemmeno a Temari >>

Kankuro rotea gli occhi seccato.

<< Dovrebbe smetterla di stressarlo. Tanto Shika è come suo padre. Più si costringe a svolgere un'attività più entra in modalità stand-by >>

Mi scappa una risata.

<< Oddio mi sembra di sentire tua sorella >>

Lui arriccia il naso.

<< No grazie >> tira una boccata di fumo << Sai... Stavo pensando di regalarle un ipad >>
<< A Temari? >>
<< No a mia madre >>

Inclino la testa di lato poco convinta da quell'idea.

<< Karura non è molto interessata dalla tecnologia, non so quanto lo userebbe >>
<< Così sarebbe più facile per lei poter comunicare con chi vuole. Te la sentiresti di spiegarle le basi? >>

Alzo la testa. Spiegarle come fare una semplice videochiamata non è una roba impossibile e poi vedere Karura così felice mi riempie di gioia.

<< Ma certo. Con molto piacere >>





*





<< Mamma tutto ok? >>
<< Si tesoro, sono solo un po' stanca >>

Pochi minuti dopo aver terminato la videochiamata Karura è impallidita di colpo e riesce a malapena a tenere gli occhi aperti.
Forse rivedere suo nipote e sua figlia l'ha emozionata fin troppo.

Kankuo si è avvicinato prontamente e l'ha presa delicatamente per le spalle.

<< Dai vieni... ti porto a letto >>
<< Grazie tesoro mio >> dice la donna con tono molto basso.

Abbasso lo sguardo: da fuori sembra il ritratto della salute ed invece basta un niente per farla crollare.

Mentre loro sono al piano di sopra ne approfitto per sistemare un po' il salotto e puntualmente mi ritrovo a sbattere contro il bordo del tavolino.

<< Ma porc... ahi >>



Autrice? Hai finito ti tirarmi sfiga?
Voi no dite niente? Ah ridete. Bravi... davvero bravi...



Mi siedo sulla poltrona e mi massaggio la gamba quando in quel momento si attiva lo screen saver del pc.
Sono una serie di immagini che scorrono a caso, non è la prima volta che vedo quelle fotografie: alcune in ufficio, altre al mare e altre in diversi bar, ci sono diverse ragazze ma una in particolare spunta sempre.
Ino, la sua collega.

Mi avvicino incuriosita.

Le foto sono decisamente intime: in alcune sono persino sulla spiaggia abbracciati, in un'altra la ragazza lo sta baciando sulla guancia mentre è in braccio sulle sue gambe.

Con la coda dell'occhio vedo Kankuro scendere le scale, guarda verso la mia direzione e si irrigidisce all'istante.

Torno a fissare lo schermo.



Mi assale un dubbio tremendo.



Come avrete capito non sono esattamente detective Conan però un dettaglio non mi sfugge: molte di quelle foto risalgono a cinque mesi prima.

<< Kankuro >> dico con tono serio, piatto, lapidario << … Ino è la tua ragazza? >>
<< No... >> dice lui velocemente. Forse fin troppo.

Mi giro e lo fisso dritto negli occhi.
Lui distoglie lo sguardo incrociando le braccia al petto.E' nervoso e sembra anche parecchio a disagio.

<< Kankuro >>
<< Ok... va bene è la mia fidanzata... ma è una storia finita da tempo non c'è più niente tra... >>
<< Vattene >>

Non so nemmeno da dove mi è uscita quella parola, razionalmente non avrei nemmeno il diritto di dirla, però diciamo che in quel momento di razionale in me c'è davvero ben poco.

<< No Sumy lasciami spiegare >>
<< Vattene >>

Kankuro parla a bassa voce cercando di mantenere la calma, tuttavia sembra in preda al panico.

<< Mi ha tradito pochi giorni dopo la mia partenza. Con un pittore... Un coglione... >>

Faccio velocemente due più due.



Quando ci siamo conosciuti Kankuro era arrivato in città solo da pochi giorni.



<< Quindi quella sera al ricevimento sono stata una ripicca? >>

Lo vedo distogliere nuovamente lo sguardo.

<< Rispondimi Kankuro >>

<< Solo quella notte. Solo per quella notte >>

Annuisco ed incrocio le braccia al petto.

<< Ah certo è così: volevi spassartela con l'assistente di tuo fratello... Però poi hai scoperto che ero la tua futura cognata e che ero anche l'amica di tua madre, la piccola pequena, e ti sei sentito una merda. È per questo che mi hai cercata dopo: per lavarti la coscienza >>

Lui si gratta la nuca e alza gli occhi guardando un punto indefinito e questo mi manda letteralmente in bestia.
Tuttavia non urlo, non mi agito nemmeno.
Qualcosa mi spinge a stare insolitamente calma.

<< Oh certo immagino che quel muro sia molto interessante. Sai che ti dico? Ok finisce qui >> dico alzandomi di scatto << Gli ultimi mesi non sono mai esistiti e quella notte è stata solo quello che è stato... >>

<< No. Sumire ... >> dice avvicinandosi ulteriormente.

Mi allontano di un paio di passi.

<< Che poi posso capire tutto.... Ma comportarsi in quel modo... il modo in cui mi hai trattata in questi mesi... Perché ti sei comportato cosi? >>

Mi guarda dritta negli occhi serio, molto serio.

<< Ti ho già risposto quella notte a capodanno >>

Vacillo per qualche istante.




Credevo di essermele sognate quelle parole.




Scuoto la testa.



No. Non può succedere di nuovo. Non mi farò raggirare come una cretina.

Ma che problema ho io coi ragazzi? Seriamente. Qualcuno mi ha tirato la macumba?



<< Vattene >>
<< Sumy... >>



Perché mi sta succedendo di nuovo? Non credo di meritarmelo.



<< Che imbecille. Che cretina >> soffio portandomi una mano sulla fronte.
<< Sumire parliamone ti prego >>

Sento gli occhi pizzicare ma mi rifiuto di dargli questa soddisfazione.

<< Ok me ne vado io >>
<< No. Sumire! >>

Esco di casa sbattendo la porta. Ho bisogno di restare sola.

Mentre corro sul marciapiede la prima lacrima mi scorre sul viso.
Serro gli occhi digrignando i i denti.



C'è un limite anche alle ferite.

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Capitolo 25
*** San Valentino ***


San Valentino













Che è San Valentino me lo ricordano tutti: i negozi, i cartelloni pubblicitari, le pasticcerie, i bar... persino il ristorante cinese qui all'angolo. Tutti. Meno che le coppie.

Prezzo speciale per due, offerta coppiette, cioccolattini in offerta...



Bleah mi viene la nausea.



Spengo la tv ma visto che il telecomando ha una sua volontà le immagini continuano a scorrere mentre appare la notifica che è stato attivato il timer spegnimento. Quando si dice “reagire a scatto ritardato”.
Mi sdraio sul letto e mi metto a fissare un punto indefinito del muro bianco con qualche piccolo alone grigio e alcuni rimasugli di scotch, vecchie prove che un tempo la stanza era tappezzata di poster.



Sono passati sei giorni.



Kankuro ha provato a mandarmi qualche messaggio ma non ho risposto.
Ha provato a cercarmi in ufficio, ma dopo la loro litigata, Gaara ha dato ordine alla vigilanza di non farlo salire. E non sa dove abito.
Non penso che chiederebbe a Matsuri, non ha molta confidenza con lei.

Mi rigiro portando una mano alla fronte.



Parte tra due settimane...



Scuoto la testa e stringo i pugni con forza.



Stronzo bugiardo ipocrita.



Non è la prima volta che qualcuno mi prende in giro ma al tempo ero ingenua e lui sembrava la cosa più bella che potesse capitarmi.

Mi metto una mano sugli occhi.



Credevo di essere diventata più furba da allora.



Mi mordo il labbro inferiore.



E invece sono sempre la solita idiota.





*






Dopo un paio d'ore dove la tv non solo non si è spenta ma mi propina insistentemente solo pubblicità con cioccolatini contenenti aforismi melensi e film da diabete, il pc mi spamma proposte di viaggi per due e offerte telefoniche alla “parla infinitamente con tuo ammmore” quindi decido di portare il culo fuori di casa prima di spaccare qualche oggetto contro il muro.



E tu, telecomando dimmerda, sei in cima alla lista.



Vado nell'unico posto dove non ci sono tutte queste stronzate.

<< Buongiorno Sumi >>
<< Ciao Sasori. Ho bisogno di sangue >>

Lui ridacchia ma non fa commenti, si limita ad allungarmi un picchiaduro ed uno spara tutto a noleggio.

<< Questi possono andare bene? >>
<< Direi che per iniziare possono bastare >>

Annuisce capendo che deve rincarare la dose.

<< Ho anche altri articoli interessanti, anche qualche vestito. Tu porti la XXXL giusto? >>
<< Stronzo >>

Ridacchia di nuovo.

<< Vado un attimo in magazzino >>

Mentre attendo il mio bottino mi suona il telefono.



Dei Dei :3



<< Si? Ehi... non eri andato a rimorchiare? Ok... No, non sono a casa... ok... si però calmati. Sono nella settima strada dentro il negozio di videogiochi >>

Dopo un paio di minuti mi raggiunge.

<< Sumi? >>
<< Ehi sono qui al bancone >>

Il ragazzo si avvicina guardandosi intorno con aria incuriosita.
Lui non va matto per posti come quelli, come dice lui “è troppo poco sofisticati”.

<< Come fai a passare il tempo in posti come quest... >>
<< Ehi ho trovato una vecchia compilation di demo. Ti senti nostalgica? >> domanda Sasori rientrando dalla porta dietro il bancone.

Deidara si mette a fissare il proprietario con insistenza.

<< Deidara lui è Sasori. Sasori, il mio amico Deidara >>

Li presento ma sembra che non mi stiano ascoltando.

<< Salve... >> dice Deidara.

Alzo un sopracciglio.



Oddio no... conosco quel tono di voce.



<< Ciao biondo >> dice Sasori.

Porto indietro la testa.



Questo tono invece mi è nuovo.

E poi che sono quegli sguardi?



<< Ok Dei Dei... andiamo? >>

Continuano a guardarsi in modo piuttosto inquietante.

Batto le mani davanti a loro.

<< Allora ce ne andiamo? >>
<< Come? Ah si ok andiamo... Ciao Sasori >> dice allungandogli un foglietto.
<< Ci sentiamo Dei Dei >> dice rigirandosi il suo biglietto da visita tra le dita.

Usciamo dal negozio e ci incamminiamo senza una meta precisa.

<< Che amici simpatici che hai >> dice ancora con quel tono di voce ambiguo.
<< Potrebbe essere tuo padre! >>
<< L'età è un concetto relativo mon cherì >>

Annuisco poco convinta e basta questo piccolo momento di guardia bassa per far corrugare la fronte del biondo.

<< Sumi che hai? È da qualche giorno che mi sembri giù di corda >>
<< Ma no... tutto ok >>
<< Non raccontarmi stronzate >>

Provo a deviare il discorso un paio di volte ma, sotto l'insistenza di quell'irritante creatura, alla fine cedo.

<< Quel ragazzo era... era... >>
<< Era qualcosa di più di un amico? >>

Deglutisco.

<< Decisamente >>




*




Mercoledì. Finisco di impilare gli ultimi moduli e busso alla porta del mio capo.

<< Mr. Sabaku? >>

Lui si degna di alzare la testa dal suo computer. Miracolo!

<< Vado dalla Signora Sabaku signore >>

Lui annuisce e rificca la testa dentro il pc.

<< Buon pomeriggio >>
<< Anche a lei signore >>

Karura mi accoglie sempre con molta dolcezza ed entusiasmo.

<< Ciao tesoro. Dammi un besito avanti >>

L'abbraccio forte ma mi sento un po' a disagio. Non sembra essere a conoscenza del litigio.

<< I dottori hanno detto che sto meglio ultimamente ed in effetti mi sento più in forze >>
<< Mi fa tanto tanto piacere >>
<< Sai ieri sono stata al circolo di lettura, quello con quelle vecchiette pettegole che usano i libri come scusa per bere e giocare a carte >>
<< Non hai bevuto spero. Sai che ti fa male >>
<< Ho preso solo mezzo bicchiere di vino bianco, e non l'ho nemmeno finito. Dovete stare tranquilli, sono solo un po' cagionevole non in fin di vita >>
<< Dovete? Per caso Mr. Sabaku le ha detto qualcosa? >>

Lei annuisce e io mi ritrovo felice nel pensare che Gaara si preoccupa per la madre come una persona normale.

<< Si. Ieri Kankuro è venuto a trovarmi e si è preoccupato quando mi ha visto con quel calice in mano >>

Ah. Ti pareva.

Gaara che si comporta come una persona normale. Ma che vado a pensare?

Oh no aspetta. Kankuro è venuto a trovarla. Oh-Oh.

<< Beh... è un figlio preoccupato >> dico avvertendo un po' di disagio.

<< Si, lui si preoccupa sempre per me, e anche per Temari... è sempre stato un po' iperprotettivo >>

Io cerco di ascoltarla ma la mia testa vaga altrove.



Le avrà parlato del nostro litigio? E' a conoscenza della situazione?

Dio... odio quando mi sale l'ansia....



<< Ah nulla di importante >>

Lei mi guarda seria.

<< Sumy. Devi riuscire ad avere un pizzico di fiducia in più. E non lo dico perché stiamo parlando di mio figlio. Tu sei una ragazza dolcissima e piena di qualità. Saresti più felice se ti aprissi di più col prossimo >>

Adesso provo un tipo di disagio diverso. Non mi aveva mai parlato con tanta franchezza e sembrava che volesse dirmi quelle parole da molto tempo.

<< Ma io lo sono Karura, ho degli amici e... >>
<< Tu hai paura di impegnarti >>



Noooo Karura ti prego non scadermi in questo orribile cliché.



<< Ma no... figurati >>

Non capisco se sa del nostro litigio oppure no.

<< Come vuoi >>
<< Sto Bene Karura. Davvero >>

D'un tratto prendo coraggio. Insomma conosco questa donna da anni e poi è stata lei a cominciare.

<< Comunque dato che stiamo parlando con franchezza... perchè non mi dici cosa è successo ai tuoi figli? Il loro rapporto mi sembra un po' … freddo >>

E' un azzardo quello che sto facendo. Ma in fondo che male c'è?

Dopo un primo momento di titubanza la donna si mette a parlare di loro.

<< … Kankuro è sempre stato un tipo impulsivo. Passionale. Ribelle. Un tipo caliente come suo nonno >> Ride << o come me prima... >> dice con una punta di rimorso.

Assottiglio lo sguardo perplessa.

<< Sai … >> inizia a dire con lentezza, come se stesse cercando con accuratezza le parole da dire << Rasa, mio marito, era un tipo dolce quando ci siamo conosciuti... era pieno di attenzioni e premure. Lavorava presso una delle aziende più piccole di mio padre e ci siamo conosciuti ad una festa aziendale... avevo sedici anni e lui venti >>


Si versa una tazza di tè ed inizia a sorseggiarla lentamente

<< Ci siamo sposati non appena ho compito la maggiore età e in poco tempo lui ha preso la gestione delle aziende. Mio padre era così orgoglioso di avere un degno erede, né io né mio fratello avevamo intenzione di prenderci cura di una tale responsabilità >>

Karura mi aveva accennato una volta di avere un gemello. Un cardiochirurgo mi pare.

<< ...non appena è diventato presidente Rasa è... è cambiato. E' diventato piuttosto distaccato.
Quando sono nati i nostri primi due figli era freddo, quasi infastidito dalla loro energia >> la vedo ridere in modo amaro << Io pensavo che fosse normale, in fondo aveva una marea di responsabilità ed una famiglia da mandare avanti, ma mi dispiaceva per i bambini, giocavano quasi sempre da soli, soprattutto Kankuro che stava tutto il giorno davanti a degli aggeggi elettronici >> fa una piccola pausa << Con Gaara è stato diverso. Abbiamo aspettato un po' di più prima di riprovarci, è stata una decisione.. ponderata >>


Parla come se quelle parole le fossero state dettate.

<< Gaara è sempre stato il pupillo di mio marito. Calmo, riflessivo. Rasa lo viziava. Era l'unico ad avere l'accesso allo studio... Credo che lui senta tutt'ora il peso di quell'onore. Di essere all'altezza delle aspettative del padre >>


Vedo che fa fatica a reggere la tazza quindi gliela tolgo dalle mani con la scusa di metterle altro tè.

<< Dev'essere stato molto difficile per loro affrontare gli ultimi anni >> dice guardando un punto indefinito nel vuoto.
<< Perché gli ultimi anni? >>

La vedo guardarmi ma il suo sguardo è vacuo, assente. Dura solo pochi secondi, subito dopo riprende lucidità.

<< Si... no. È complicato >> per un istante vedo il panico nei suoi occhi e immediatamente dopo sorride << Oddio ti devo aver tediato con questa storia... uuuh così triste >> ridacchia in modo strano. È tesa e si vede << Ovviamente non è stato tutto così brutto cara, sto esagerando. Devono essere i farmaci... >>

È nervosa, molto nervosa. Come se avesse rivelato troppo.

Si alza in piedi e si sistema la vestaglia di seta.

<< Adesso sarà meglio che io vada a riposare cara. Mi sento parecchio stanca >>


Annuisco senza essere molto convinta

<< Ok Karura... come preferisci >>

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Capitolo 26
*** Il segreto dei Sabaku ***


Il segreto dei Sabaku








Pausa caffè. Santissima pausa caffè.


Come di consueto Kuro mi fa compagnia trascinandosi verso la macchinetta con delicate ed eleganti movenze da zombie.
Ci mettiamo a sorseggiare la bevanda calda senza nemmeno scambiarci le solite quattro chiacchiere. E un po' per colpa mia.

<< Sembri pensierosa Sumi. È successo qualcosa? >>

Alzò gli occhi su di lei giocherellando col bicchierino di plastica.

<< Ieri Karura mi è sembrata strana.. anzi da quando mi ha parlato dei suoi figli sembra parecchio strana e lo stesso vale per Gaara. È diverso. Queste nozze sembra stiano facendo impazzire tutti >>
<< Boh forse reagiscono male alle riunioni di famiglia >>

Roteo gli occhi al cielo esasperata.

<< Che poi che è successo a quella famiglia? Certa gente più è ricca più è infelice >>
Kurotsuchi abbassa lo sguardo.

<< Non è così semplice >> mormora con voce flebile.

Alzo un sopracciglio perplessa.

<< In che senso? >>

Lei sospira e si guarda intorno, poi inizia a parlare a bassa voce.

<< Me ne ha parlato mio nonno, lui e il Signor Rasa Sabaku erano soci molto intimi >> mi guarda molto seria << Sumi rischio grosso a raccontarti questa cosa quindi acqua in bocca >>

Annuisco e la invito a continuare.

<< ...A quanto pare una sera era completamente ubriaco e ha investito due tizzi con la macchina. Il caso è finito su qualche giornale ma non ha destato scalpore >>

Mi avvicino a lei incuriosita.


<< La situazione sembrava risolta lì. Nessuno ha indagato e la polizia ha archiviato il caso come un incidente di un pirata dalla strada.
Ma anni dopo un viscido, un certo Orochimaru, ha cominciato a ricattarlo dicendo che aveva recuperato il video di una videocamera di sicurezza quella sera, che se non lo pagava avrebbe mandato il video alla polizia e avrebbe fatto in modo di diffondere lo scandalo.
Lui ha subito ai ricatti per un certo periodo, non andava più alle feste e ai ricevimenti dell'alta società, si chiudeva in ufficio ed era diventato paranoico.
Voci di corridoio dicono che Rasa non era mai stato un padre amorevole ed affettuoso ma in quel periodo diventò anche violento coi figli >>
<< Oh... >>
<< Si le cameriere dicevano che picchiava spesso i figli, soprattutto i maggiori. La madre era completamente succube e non aveva il coraggio di affrontarlo. Poveretta non usciva più di casa e se lo faceva era per andare a fare degli accertamenti in ospedale >>

Deglutisco provando una pena infinita per quella donna così dolce.

<< Loro sapevano dell'incidente? >>

La ragazza fa spallucce e scuote la testa.

<< Non lo so, ma ne dubito. I fratelli erano ragazzini e figurati se Rasa parlava con la moglie. Quello se l'era sposata perché era ricca e bella mentre lui era solo un rappresentante >>

Povera Karura, mi immagino questa ragazzina ingenua ed innamorata che si ritrova sposata ad un virus che le sottrae tutti i suoi averi.
Sempre pensato che il matrimonio è una fregatura.

<< Comunque un bel giorno Rasa non ce l'ha fatta più e ha deciso di prendere di petto la cosa, purtroppo per lui non è stata un'idea geniale perché è stato ritrovato accoltellato in un vicolo buio poco lontano dal centro >>
<< È stato allora che Gaara ha preso in mano la situazione? >>
<< No lui era un ragazzino, il fattaccio è successo undici anni fa... >>
<< Che storia >>
<< Quando è successo la famiglia ne è rimasta sconvolta e si è allontanata dalla loro. Karura non ce l'ha fatta a reggere la situazione ed ha cominciato ad ammalarsi sul serio. Credo le sia venuto un esaurimento >>
<< E chi ha mandato avanti le aziende? >>
<< Il patrimonio e le proprietà sono finite in mano all'avvocato di famiglia, Baki. Poi Gaara è diventato maggiorenne e ne ha preso le redini di tutto. A quanto pare gli altri due figli non ne hanno voluto sapere >>

Mi prendo il decimo caffè della giornata.

<< Tuo nonno come mai conosce così bene questa storia? >>
<< C'è quasi finito dentro. La macchina usata da Rasa quella sera era di mio nonno. In quel periodo dovevano ancora fare il trasferimento di proprietà, quindi mio nonno è stato chiamato dalla polizia, era sotto indagine, insomma un casino >>
<< Wow >>
<< Già mio nonno ancora oggi non vuole sentir parlare di Lamborghini >>

Per un decimo di secondo mi sento come colpita da una scarica elettrica.

<< Che cosa hai detto? >> Urlo senza rendermene conto.
<< Che ti prende? Ho detto Lamborghini. Hai presente la macchina? >>

Vengo colta da un dubbio atroce.



No. non è possibile.



<< Come si chiamavano? >>
<< Ma chi? >>
<< I tizzi che Rasa ha investito. Come si chiamavano? >> dico abbastanza accelerata.
<< Non lo so ma ti vuoi calmare? Erano due tizzi qualunque … una coppia mi pare... ma vatti a ricordare... >>
<< Hai detto che la notizia è uscita su alcuni giornali... >>
<< Si... >>
<< Dove posso trovare una copia dell'articolo? >>

Lei mi guarda sconsolata alzando le spalle.

<< Sumy sono passati quindici anni... >>
<< Kuro io devo avere una copia di quell'articolo >>

Sospira ma alla fine le viene un'idea.
Alza l'indice vicino alla testa e sorride.

<< Ho un amico che lavora al giornale locale. Posso chiedere a lui >>




*




Una volta terminato l'orario andiamo alla redazione.
Non è esattamente a due passi e ovviamente quando arriviamo gli uffici sono chiusi, ma all'interno c'è ancora qualche impiegato.

<< Salve. Cerco Shino Aburame >>
<< Si è giù nel suo ufficio >>
<< Grazie >>

Il tizio colleziona insetti.

Ci sono una marea di quadretti e barattolini con dentro piccoli mostri dell'orrore.

Scarabei... scorpioni... ragni.



Schifo schifo schifo.



<< Eccolo >>

Alzo la testa vedendo uno strano individuo incappucciato con degli occhialini scuri inquietanti.

<< Cosa posso fare per te Kurotsuchi? >> domanda garbato.
<< Alla mia amica serve una mano, puoi cercarmi un articolo risalente a quindici anni fa... >>
<< Ok si può fare. Ma dobbiamo spostarci in archivio >>



Oh grazie al cielo!



Shiho è un tipo silenzioso e scrupoloso, non si perde in chiacchiere e dopo una mezz'ora riesce a trovare quello che cerchiamo.

<< Se vi serve la copia cartacea avrò bisogno di un po' più di tempo >>
<< No no. Va bene così >>

Mi avvicino al computer.



Tragedia nella cittadina di D.E. Dove nella notte del 26 novembre i coniugi Nekoi sono stati travolti da un pirata della strada. Unica testimone la figlia che oggi è ricoverata in ospedale in totale stato di shock.





Tremo visibilmente.

Mi stampo una copia di quella pagina e me la avvicino al viso come a rendere più tangibile quello che sta succedendo.

Non ho bisogno di altre prove.

<< Erano i miei genitori... >> mormoro tra me e me.
<< Come dici? >>
<< Sabaku no Rasa ha investito i miei genitori: Kotono Murasaki e Kenji Nekoi, con la macchina >>

Kurotsuchi spalanca gli occhi incredula.

<< Oh... dio santo Sumy... non ne avevo idea... >>

Mi butto sulla sedie e mi porto le mani sul viso.


Ho trovato l'assassino dei miei genitori.


<< Ormai è passato tanto tempo e comunque l'ha pagata a caro prezzo... >> Cerca di consolarmi anche se può fare ben poco.

Io continuo a rimanere immobile, non riesco a pensare a niente.

<< Chi poteva immaginare una cosa simile? Il padre del tuo capo... sembra un film triller >>

Alzo la testa di scatto.



Il padre del tuo capo”


Gaara.


Esco di scatto dalla stanza e corro verso un'unica destinazione.
Kurotsuchi mi guarda preoccupata.

<< E adesso dove vai? Aspetta! >>

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Capitolo 27
*** Metodi alternativi per farsi licenziare ***


Metodi alternativi per farsi licenziare















Faccio una sgommata con la macchina in pieno stile fast and furios tanto che Jiraya mi guarda dalla finestra tutto ammirato e alza persino i pollici in su.
Tuttavia quando mi vede uscire e scorge la mia faccia indietreggia velocemente chiudendo le tende.

Entro nel mio appartamento come una furia.

<< Matsuri >>

Inizio ad urlare.

<< Matsuri! >> ripeto incazzata come una bestia.

Giro per casa sperando di trovarla. Perché ovviamente quella non mi risponde al telefono e non so se è effettivamente a casa.

<< MATSURI! >>

La trovo in cucina seduta sulla sedia davanti il tavolo. Mi guarda basita ed anche un po' preoccupata.

<< Sumi... >> inizia a dire.
<< Tu a quello non te lo sposi >> la interrompo continuando a urlare.

Matsuri mi guarda come se fossi sotto crack.

<< Come scusa? >>

Mi scaglio come una furia contro di lei buttando malamente sul tavolo la stampa con l'articolo.

<< Il padre di quella parodia di essere umano del tuo fidanzato ha ammazzato i nostri genitori. Alla guida di quella Lamborghini c'era Sabaku no Rasa! >>
<< Come ti permetti di fare queste insinuazioni? >>

A parlare è Gaara che spunta improvvisamente dietro di me e mi fulmina con lo sguardo.
Senza curarmi di nulla lo fronteggio e comincio a parlare con un tono più basso ma decisamente più velenoso.

<< Tuo padre e il vostro avvocato hanno cercato di insabbiare l'intera faccenda. Purtroppo per voi qualche granello è volato via >> dico irritante.
<< Ti consiglio di tacere se non vuoi finire in guai seri Sumire >>

Quando Sabaku no Gaara vuole incutere timore sa bene come fare. Ma in questo momento sono troppo arrabbiata e troppo poco lucida per subire minacce.

<< Che vuoi fare? Prendere la tua auto ed aspettare che esca fuori dalla porta? >>

Lui rimane impassibile. È abituato alle minacce e alle frecciatine.

<< Non essere ridicola >>

Mi risponde calmo e pacato e ovviamente questo non fa altro che farmi incazzare ancora di più.

<< Per anni tuo padre è stato sotto ricatto. E io sono sicura che, come erede di tutto ciò che era suo, TU sei venuto a conoscenza della faccenda. Qualche eredità scomoda magari... >>

In quel momento se possibile Gaara diventò più bianco del solito e rimase in silenzio, cosa che non sfuggì a Matsuri.

<< È la verità Gaara? >>
<< Io... >> il ragazzo aveva cominciato a balbettare e a distogliere lo sguardo.

Matsuri si era avvicinata a lui.

<< Allora? >>

Il ragazzo si sedette mostrando una crepa nella sua impeccabile maschera.

<< Avevo dodici anni quando è successo... una svista di una sera e la nostra famiglia è stata distrutta... >>
<< La tua? E la nostra allora? >> dico con rabbia.

Vedo Gaara inspirare e mettersi le mani con le dita incrociate davanti la bocca. Lo fa sempre quando è in difficoltà.

<< Sapevo che mio padre aveva commesso degli errori... >> Inizia a dire in modo molto diplomatico << … ma non avevo idea.... >>
<< Questo mi basta. Fuori. Fuori da casa mia! >> Dico furente interrompendolo.

Matsuri aveva cominciato a tremare.

<< No >>
<< Come dici Matsu? >> dico fissandola con le pupille ridotte a due piccolissimi puntini.
<< Non puoi cacciarlo. Lui è il mio fidanzato e non ha colpe di quello che ha fatto suo padre... >> inizia a balbettare tra le lacrime.


L'avete sentita anche voi vero? Non sono pazza io giusto?


<< Come prego? >> dico allibita.
<< Aveva solo dodici anni hai sentito. Che colpa ne ha? >>
<< Quando è venuto a conoscenza della faccenda avrebbe dovuto prendere i giusti provvedimenti >>

Gaara mi si avvicina con decisione ma poi china il capo e chiude gli occhi.

<< Sono venuto a conoscenza del fatto solo dopo la morte di mio padre >> dice quasi per discolparsi << avevo sedici anni e non ho potuto fare nulla. Baki si è occupato di salvare la reputazione delle aziende e della famiglia... >>
<< Non me ne frega niente delle tue scuse. Ho detto che te ne devi andare fuori da casa mia >>
<< E anche casa mia >> interviene Matsuri decisa << E lui deve rimanere qui con me >>

Non ci vedo più.
Mi avvicino a quella ragazza che a stento riconosco come mia sorella e mi fermo a meno due centimetri dal suo naso, la fulmino con lo sguardo ed inizio a parlare con tono pericolosamente calmo.

<< Per anni ho aspettato che ti riprendessi >> e in quelle parole si avverte tutto il mio risentimento << Mi sono occupata di te. Ho fatto in modo che non avessi problemi. E tu piangevi, piangevi, non facevi altro che piangere!
Ti ho sempre giustificata perché tu hai assistito all'intera scena mentre io sono stata graziata da questo trauma. Ma adesso basta >> alzo la voce e sento gli occhi che mi pizzicano << Secondo te io non ho sofferto? Io ho trattenuto le lacrime per anni! E adesso, dopo aver fatto di tutto per te, tu mi ringrazi sposandoti col figlio di quello che ci ha ammazzato i genitori? Che cazzo ti dice il cervello? >>

I due mi guardano come se fossi pazza.
Inizio ad indietreggiare e quando mi accorgo delle lacrime che mi rigano il viso capisco che devo cambiare aria.

<< Vaffanculo >>

Me ne vado sbattendo la porta infuriata e amareggiata.

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Capitolo 28
*** Verità ***


Verità













Senza riflettere mi ritrovo davanti il residence e mi dirigo verso la casa di Karura.
Sto quasi per bussare alla porta quando mi blocco di scatto con la mano ancora a mezz'aria.



Ma che sto facendo?



È sera, e io sto davanti la casa della madre di quello stronzo del mio capo. Moglie di quel bastardo che ha distrutto la mia famiglia.
Deglutisco e mi asciugo le lacrime poi mi giro con l'intenzione di uscire dal residence il più velocemente possibile.
Non ho un posto dove andare e non so quanti soldi mi sono rimasti nella carta, spero sufficienti per un motel.

<< Sumire >>



No.

No no no no...

Ma perchè tutte a me?



La donna mi guarda ed io non so cosa dire. Non dovrei nemmeno essere qui.

Si avvicina con aria preoccupata e poggia le mani sulle mie spalle. Evidentemente devo avere una brutta cera.

<< Ti faccio una tisana calda con del miele e poi ci sediamo sul divano e... >>

Io non la ascolto nemmeno, ho troppi pensieri che si affollano nella mia testa.
Mi ritrovo a piangere inconsolabile.


Karura mi abbraccia e comincia ad accarezzarmi i capelli e la schiena.






*






Riesco a calmarmi dopo un bel po' di tempo e quando finalmente smetto di piangere mi sento distrutta, con gli occhi gonfi e pesanti ed il viso arrossato.

<< Va meglio ora? >>

Annuisco e mi siedo sul divano.

<< Ti va un bel bicchiere di latte caldo? >>

Scuoto la testa mentre l'ennesimo singulto mi scuote tutta.

Adesso lei vorrà una spiegazione. Mi sembra il minimo vista la scena.

<< Posso sapere che è successo piccola pequena? >>

Ecco appunto.

Mi guardo intorno torturandomi le dita e poi abbasso la testa.

<< Karura >> inizio seria.
<< Si? Cosa c'è? >> lei sembra intuire la gravità della situazione.
<< So che per te è un argomento difficile da affrontare ma mi dovresti dire... ho bisogno di sapere perché la tua famiglia è così incasinata >>

Non so se quello è il modo per affrontare il discorso ma devo iniziare a sondare il terreno in qualche modo.

Lei mi guarda con aria corrucciata.

<< Te ne avevo già parlato mi pare >>

Scuoto la testa.

<< Non è quello che voglio sapere. Ora... Karura... com'è morto tuo marito? >>

Spalanca gli occhi sorpresa, forse anche offesa non riesco a capire bene.
Subito dopo sospira affranta.

<< Mio marito è morto undici anni fa... e questo ha sconvolto la mia famiglia... i miei figli hanno reagito come meglio hanno potuto... >>

Come immaginavo è molto riservata sulla faccenda, cerca di girarci intorno e mi trovo costretta ad essere più diretta.

<< Com'è successo? >> insisto cercando di non pressarla troppo.

Lei deglutisce e scosta lo sguardo.

<< Un incidente... ma non capisco cosa c'entra col tuo stato d'animo... insomma... >>
<< Karura... tu sai che il mio cognome è Nekoi? >>

Non appena sente quella parola la donna spalanca gli occhi e diventa di pietra.

<< C.. Che? >> inizia a balbettare.
<< Questa reazione mi fa intuire che sai esattamente dove voglio arrivare... >>

Si porta una mano alla bocca mentre i suoi occhi diventano tutti rossi e umidi.

<< Oh santo cielo... oh mio dio... >>

Scosta lo sguardo notevolmente a disagio.

<< Io non ne avevo idea... >>
<< Karura... io devo sapere tutta la verità >>

Mi racconta tutto ciò che sa. Il che è ben poco ad essere sinceri.
È sempre stata tenuta all'oscuro di tutto, ha scoperto dell'incidente solo quando i ricatti di Orochimaru si erano fatti più insistenti.
Rasa era diventato molto più freddo ed anche molto violento in quel periodo, urlava e spesso picchiava Kankuro e Temari.
Gaara aveva subito una sorte più benevola, lui era quasi sempre graziato dalla sua ira.

Mi si stringe il cuore a sentire questa storia.

<< Quando l'hanno saputo Temari era appena diventata maggiorenne ed ha preferito andarsene col suo fidanzato. Gaara era un ragazzino ma ha cercato di affrontare la situazione in modo pratico, razionalizzando... >>
<< E Kankuro? >> domando quasi senza riflettere.

La donna sembrava molto restia a volerne parlare.

<< Lui... lui lo voleva denunciare... ha tentato più volte di rendere nota la notizia. Quando mio marito l'ha scoperto gliele ha date di santa ragione... ha anche cercato di toglierlo dal testamento ma io mi sono fermamente opposta. Alla fine l'unica soluzione che ha trovato è stata sbatterlo in un collegio in Spagna e portare la sua credibilità al minimo... >>

La fama di donnaiolo, di festaiolo, di incapace ed irresponsabile non era la verità... erano tutte dicerie del padre.
E in quell'ambiente scrollarsi di dosso certe nomee è veramente difficile, ne ho avuto la conferma più e più volte durante le cene di lavoro.

Kankuro ha cercato giustizia.



Dio mi sento così in colpa nei suoi confronti.



<< Rasa è stato ucciso due mesi dopo. Ma ormai lui si era ambientato e ha deciso di non tornare >>



Mi sento un'idiota. Una vera idiota.



<< Tu devi odiare me e la mia famiglia adesso >> dice Karura con tono basso mentre inizia a tremare.

Scuoto la testa e poggio le mie mani sulle sue.

<< Voi non avete colpa degli errori di Rasa … >>

Lei mi sorride con gratitudine.

<< Solo … non capisco... una cosa >> dico incerta.

Lei inclina la testa cordiale.

<< Chiedi pure >>

Prendo coraggio. Tanto ormai il vaso è aperto

<< Perchè Gaara si comporta così con te? E' sempre così dannatamente... distaccato >>

Lei sorride come se si aspettasse quella domanda.

<< Gaara si sente in colpa nei miei confronti. Era l'unico a riuscire a comunicare con Rasa ma non ha fatto -o meglio. Lui è convinto di non aver fatto- abbastanza. È convinto che se fosse riuscito a trovare il coraggio di affrontarlo forse io non sarei finita... >> si guarda intorno << ...qui >> sospira grave << Ma tende sempre a dimenticare che era un ragazzino e non poteva molto contro l'imperturbabile padre >>

Io drizzo la schiena elaborando quella nuova informazione.

<< E dire che sembra uno che affronta le situazioni di petto … >>

Karura annuisce.

<< E nelle situazioni “diplomatiche” lo è. Lui è sempre stato un tipo freddo e razionale. Apparentemente distaccato e cinico e nel lavoro questo lo ha reso un dirigente di successo. Ma con la famiglia il discorso cambia >> abbassa lo sguardo affranta << … ancora oggi non se lo perdona e quando... ho provato a parlargli ... lui non ha più avuto il coraggio di guardarmi negli occhi >>

Gaara portava sulla schiena un fardello tanto grande.



E chi se l'aspettava?



Karura abbozza un sorriso.

<< Anche se negli ultimi tempi le cose sono un po' cambiate. Mi telefona sempre più spesso. Anche se mi ha chiesto di mantenere il segreto. Credo si vergogni... >>



Gaara si vergogna?!
Davvero?!



Lei intanto continua a parlare.

<< … preferisce avere sempre tutto sotto controllo. Tu non puoi saperlo ma era così in ansia per questo fidanzamento!
Lui non è uno che si sa esprimere bene a parole... e anche Matsuri mi è sembrata una ragazza tanto tanto timida ma dolce quanto te >>

Aggrotto la fronte.
Parla di lei come se si fossero incontrate più di una volta.

<< ...è sempre a lavoro o impegnata coi preparativi quindi non abbiamo avute molte occasioni di incontrarci. Però vuole sempre parlare con me quando Gaara mi chiama. Mi domanda sempre di te. Vuole sapere come stai visto che ultimamente sembrate un po' distanti >> si mette un dito davanti le labbra << … però io non ti ho detto niente. Avevo promesso che avrei tenuto la bocca chiusa >>

Annuisco ancora un po' incredula.



E adesso mi rendo conto che mia sorella non ha fatto nulla di sbagliato.

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Capitolo 29
*** Scuse ***


Scuse















Vista l'ora tarda Karura insiste nel farmi dormire nella camera degli ospiti e io sono così sfinita che accetto senza troppe storie.

L'indomani mi sveglio più riposata e con le idee decisamente più chiare.
Faccio una rapida “colazione” a base di caffè e sigaretta e poi guardo l'orologio: è ancora presto. Se mi sbrigo arrivo a casa prima che lei vada a lavoro.

Apro la porta di casa e vado velocemente nella sua stanza sperando di trovarla.
Matsuri è seduta sul letto intenta ad abbottonarsi la camicia. Non sembra essersi accorta di me.

Inspiro.

<< Sono una sorella dimmerda >> sbotto << e mi dispiace. Mi dispiace tanto >>

Lei alza la testa di scatto e mi fissa per due secondi.
Due interminabili secondi in cui non so se mi tirerà la lampada addosso.
Poi si alza e mi abbraccia forte.

<< Non voglio litigare mai più in questo modo con te >> continuo.
<< Nemmeno io... e scusa se sono stata così stronza ultimamente. Non te lo meritavi >>



Nooo Matsu sa dire le parolacce?



<< Non volevo rinfacciarti tutte quelle cose io... >> balbetto.
<< Sono stata io che in tutti questi anni ho pensato solo a me stessa, al mio dolore. Ero io ad averli visti morire quindi io a soffrire >> Mi abbraccia ancora più forte << Non ti ho mai chiesto come stavi. Ma vedi... tu sei sempre stata così forte, così brava ad affrontare la situazione... razionalmente sapevo che stavi male anche tu ma... insomma... Sono stata un'egoista scusa >>



Io quella forte? Davvero?



<< E' tutto passato >> dico sciogliendo l'abbraccio.

La guardo e adesso mi sento a disagio, troppo zucchero, meglio cambiare discorso.

<< E niente... quindi immagino che adesso dovrò mettermi accanto a te e fare ricerche su abiti da sposa, fiori e vestiti. Se mi rifili un abito arancione ti strozzo >>

Lei ride e poi si sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

<< Il matrimonio è saltato... >>



.

.

COOOSA!?



<< Che? >> sorrido come un'imbecille << L'hai lasciato? Oh santo cielo è una notizia meravigliosa! >>

Sento le endorfine che mi sprizzano da tutti i pori

<< Sumy... >>
<< Lo sapevo che ti saresti resa conto dell'errore! >>
<< Sumi... >>
<< Insomma quello è uno stronzo e tu puoi avere di meglio... molto meglio >>
<< Sumire non ci siamo lasciati >> dice seria.





Perchè non imparo a tenere la bocca chiusa?



<< Abbiamo capito che è stata una decisione affrettata decidere di fare questo passo... è meglio prolungare il fidanzamento e conoscerci meglio >>
<< Ah >> emetto come un'idiota.
<< Eh già >>
<< Immagino che devo richiederti scusa >>

Lei mi fissa serissima per una manciata di secondi.

<< Na... farò finta che questi ultimi due minuti non siano mai esistiti tranquilla >> dice infine sorridendomi.




*




Lunedì mattina. Ultimo piano del palazzo dell'azienda Sabaku.

Mi fa male lo stomaco.

Faccio un respiro profondissimissimo e busso alla porta di Gaara.
Dopo la sfuriata non sono più andata in ufficio. Per fortuna c'era il weekend di mezzo quindi ho saltato solo un giorno di lavoro.

<< Avanti >>

Mi sento male.

Apro lentamente la porta dell'ufficio e Gaara si irrigidisce. Non dice nulla, continua semplicemente a fissarmi con quei suoi occhi di ghiaccio.

Mi sento tanto male.

<< Ok devo sapere se devo svuotare la mia scrivania, così mi risparmio anche di chiamare il segretario del sindaco che mi riempie sempre di insulti >> dico tutto d'un fiato.

Lui mi fissa ancora.

<< Senta. Io avrei una certa fretta perché se sono licenziata devo andarmi a cercare un altro lavoro e devo trovarlo in fretta perché ho un affitto da pagare e vorrei continuare a fare la spesa, anche se la cassiera mi odia e... >>
<< Mi dispiace >>



Eh?



<< Eh? >>
<< Ho chiesto a Baki di dirmi tutto sull'incidente di mio padre, nei dettagli. Adesso ho un quadro chiaro e completo della situazione. Capisco bene perché tu abbia reagito in quel modo l'altro giorno. Io... io posso solo immaginare quello che tu e Matsuri avete passato >> Parla con una diplomazia e una compostezza invidiabili. Non sembra nemmeno umano. << Vorrei ribadirti che io non ne sapevo nulla... o quasi.
Sapevo dell'incidente e dei ricatti. Ma non avevo la minima idea che le vittime fossero... >> si schiarisce la gola e prende il blocchetto degli assegni << ...vorrei che tu accettassi un risarcimento. Devi solo dirmi quanto... >>
<< I soldi non sono l'unica cosa che conta Gaara! >> sbotto arrabbiata << non puoi... comprare il mio dolore >>

Lo vedo guardarmi sorpreso e poi ammirato.

<< Capisco bene perché mio fratello si sia affezionato tanto a te >> dice facendo un mezzo sorriso << … sei in gamba >>



Che?!



<< Quindi... non sono licenziata? >>
<< No. Non ho mai pensato di licenziarti >>
<< Credevo mi giudicasse un'incompetente >>
<< Dammi del “tu” >> dice con un tono di voce più dolce << Al di la del tuo carattere... piuttosto “particolare”... tu sei un'ottima assistente Sumire. Organizzata, capace, una persona fidata. Perché credi che ti affidassi tutti quegli incarichi? >>
<< Mh... >> riesco ad emettere sorpresa.



Io organizzata? CAPACE? Davvero?



<< Credo di dovermi scusare anche per il mio atteggiamento. Dovrei essere più comunicativo con le persone che collaborano con me >>

Più' comunicativo”. Sembra una frase presa dal “vocabolario Matsuri”.

Il che mi fa pensare che quella scema parlava di me con Gaara per aggevolarmi il lavoro.
Credo che a suo modo si sia voluta prendere cura di me.

<< Ok... allora... vado a farmi insultare del segretario del sindaco... >>
<< Se ci prova lo faccio licenziare. Fidati so come fare >>

È inquietante vederlo così gentile.

<< … Ok... >>

Esco dall'ufficio e mi siedo sulla scrivania, prendo la cornetta del telefono.



Momento.

Aspetta un momento.



Mi alzo dalla sedia e spalanco la porta dell'ufficio del mio capo.

<< Che significa che “si è affezionato tanto a me”? >>

Gaara mi guarda sorpreso.

<< Come? >>
<< Ha detto “capisco perché mio fratello si sia tanto affezionato a te” poco fa. Che cosa significa? >>

Lui si mette a ridere. Una risata pacata e composta con tanto di mano davanti alla labbra... ma si mette a ridere!



Ok è davvero inquietante.



<< Sumire io credo che tu abbia capito perfettamente cosa intendevo dire >>

Boccheggio.



No. non è vero. Allora non mi aveva mentito.


Credo di star sorridendo come un'idiota.

<< Vado a mettermi a lavoro seriamente. Con permesso signore >>
<< Gaara... >>
<< Con permesso Gaara >>

"Forse non è poi così stronzo" penso tornando alla mia postazione.






*







Da dentro il suo ufficio Gaara fissò la porta chiudersi davanti a se.
Poggiò i gomiti sulla scrivania, mise le mani con le dita incrociare davanti alle labbra e fissò il telefono per cinque minuti buoni.
Infine alzò la cornetta.















Angolo dell'autrice.

Sssaaalve gente. Come va?
Che ne pensate della decisione presa dai due sposini? Sorpresi?
E Kanky?
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Ormai ci avviamo alla fine.
Una carrellata di grazie a tutti i lettori ed un bacione grande.

Violetta_

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Capitolo 30
*** Bla bla bla... yeah! ***


Bla bla bla... yeah!


















<< Si signor Brown... no il 23 non può è impegnato... no, lo so, lo so... Per favore è una faccenda delicata non può spostare nuovamente la riunione... >> ora mi incazzo << Senta se non mi fissa un appuntamento entro la prossima settimana io le giuro che mi apposterò davanti il municipio come il corvo di fronte la finestra di Poe! … Allora confermato per lunedì prossimo? Si? Grazie per la sua gentilezza è sempre un piacere parlare con lei. Buona giornata >> dico dolce e gentile, con un gran sorriso.

Metto giù la cornetta sbuffando.

<< Sei una donna veramente in gamba Sumi... e ribadisco che hai una pazienza infinita >>

Alzo lo sguardo con una lentezza degna di un bradipo mentre tengo gli occhi spalancati.

Il mio cuore manca di tre battiti.

<< Non dovevi andare in aeroporto? >> dico quasi automaticamente.

Kankuro scuote la testa.

Mi sento avvampare ma mi ostino a mantenere un atteggiamento distaccato.

<< Come sapevi che ero qui? E come hai fatto ad entrare? >>
<< Oh... un folletto ha deciso di farmi un favore >>

Corrugo le sopracciglia non capendo bene la frase ma non intendo cadere nel suo tranello.

<< Cosa ti fa credere che io sia contenta di vederti? >>
<< Il fatto che tu non ti sia ancora messa ad urlare mi fa sperare... inoltre hai questa strana forma di masochismo di innamorarti degli idioti... >>
<< … e tu sei un grandissimo idiota >>

Sorride con quel suo sorriso bellissimo.

<< Vieni. Andiamo in un posto più tranquillo >>dice guardandosi intorno.

In quel momento mi accorgo che l'intero settore ha sospeso di svolgere il suo lavoro per godersi lo spettacolo.



Dio che pettegoli.



<< Devo lavorare, non posso venire con te >>

Lui annuisce per nulla turbato dalla cosa.

<< Ti aspetto stasera al ristorante giapponese >>
<< Potrei fare molto tardi >>
<< Vorrà dire che Teuchi mi guarderà male per tutta la sera >>
<< Potrei non venire >>
<< Vorrà dire che ti preparerò la colazione domani mattina >>

Ci guardiamo fissi per una manciata di secondi. Poi lui mi sorrise dolce e impertinente.

<< Te quiero piccola peque... >>
<< No! Parla la lingua di questo stato >>

Lui rotea gli occhi al cielo e ride.

<< Ti odio scema >>

Ridacchio divertita.

<< Io ti odio di più... imbecille >>

Mi ruba un veloce bacio e se ne va.

I colleghi e superiori continuano a fissarmi.

<< Embè? Sono l'unica qua ad avere delle cose da fare? A lavoro su! >>




Da quando sono così spavalda?








* * *








<< Capo tavolo 30... >>
<< Veloci con quegli antipasti. Konohamaru più sottile quella cipolla! >>
<< Si capo >>

Sistemo i due piatti e li consegno al cameriere.

<< Ragazzi occhio all'olio se no brucia! >>
<< Si capo >>

Mi guardo intorno.

<< Che fine ha fatto il poll... ? >>
<< Capo ci sono visite >>
<< Si Kuro ho capito. Ma dov'è il mio pollo? >>

Lei mi guarda scuotendo la testa.

<< Lascia stare il pollo. Vuoi venire con me per cortesia? >>

Mi tolgo la bandana sbuffando recandomi in sala.

<< Allora Kuro si può sapere che...? >>

Mi si illuminano gli occhi e sorrido.

Kurotsuchi ridacchia tornando a sedere vicino la cassa.

<< Shinki... amore vieni qui >>

Il bambino mi sorride di rimando e mi corre incontro.

<< Shinki non correre >>

Nel sentire quella voce severa, il piccolo si nasconde tra le mie braccia.

<< Gaa >> dico senza il minimo timore << ... vedi di non terrorizzare mio nipote >>

Lui mi guarda assottigliando lo sguardo.

<< Sai che è mio figlio vero? >>

Faccio spallucce.

<< Dettagli >>

Lui scuote la testa alzando gli occhi al cielo.

Matsuri ha sposato Gaara quattro anni fa e da allora il nostro rapporto è migliorato col tempo.
Mi ha perfino offerto una promozione un paio di anni fa, ma per tutta risposta io ho preferito licenziarmi e ho accettato la più grande sfida della mia vita: mettere su un ristorante.




E sta andando bene! Ci credete?



<< Ehi ehi... via tutti e due... questo ometto deve andare dalla nonna >>

Vedo Kankuro prendere in braccio il nipotino e dargli un bacione, per poi recarsi verso Karura seduta a capotavola vicino la finestra.
Il bambino gli sorride agitando le gambine tutto allegro e lei muove un pupazzo imitando una voce buffa.

È davvero una nonna fantastica.

Sta meglio. Molto meglio.
E' tornata nella sua vecchia casa ma ha ristrutturato fino all'ultima camera, riempiendola di giochi e colori per i suoi nipoti.
Oggi è il suo compleanno e a tavola sono riuniti tutti per festeggiarla: Temari, Shikamaru, il piccolo Shikadai... Deidara...

Eh si... da quando l'ha aiutata col trasloco lui e Karura non fanno altro che girare per musei.
Ah e alla fine il biondo si è messo con Sasori. Difatti non lo molla un secondo... così... giusto per farvelo sapere.

Kankuro si è trasferito in città e ha preso le redini delle aziende che producono articoli elettronici. Si occupa anche di tutta la parte informatica, il che è stato un toccasana per le aziende.
Viviamo insieme in un bell'appartamento al centro.



No... eheh so dove volete andare a parare. Ormai vi conosco sapete?



Comunque no, niente fiori d'arancio per me, mi fanno allergia.
Anche se, ad essere onesti onesti, Kanky me l'ha proposto due o tre volte.

Sento vibrare il mio cellulare e guardo il display.





Kiba bau
Wei ti ricordo l'appuntamento in palestra per martedì!





Eh si avete letto bene. Ora vado in palestra... anche se ho perso solo due chili... e si...ogni volta Kiba mi deve ricordare l'appuntamento... però ci vado, è questo che conta no?

Sorrido rispondendogli con un'emoticon e poi mi reco al tavolo portando tra le mani una golosa torta di compleanno.

<< Ehi ragazzi. Tutti a sedere adesso si mangia! >>

L'intera tavolata si mette a battere le mani.

Kankuro mi fa l'occhiolino e io gli sorrido.



Insomma qualche disastro qua, qualche disastro là ma alla fine la mia vita non è poi così male.



Metto della salsa al caramello sulla mia fetta e ne stacco un grosso morso.

<< Mmmh che buona >>



Anzi direi proprio: bla bla ... yeah!














Angolo dell'autrice.

E con questo siamo arrivati alla fine.
Questa ff è stato un esperimento e mi sono davvero divertita a sviluppare la storia. Spero di aver divertito ed interessato anche voi fino alla fine.
Per chi si è affezionato a Sumi, sappiate che l'ho inserita in altre storie.
Grazie infinite a tutti i lettori e... buon anno!
Un bacione a tutti voi.

Violetta_

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