E bla bla … bleah. di Violetta_ (/viewuser.php?uid=45478)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Io sono... bleeeah ***
Capitolo 2: *** Piacevoli mansioni ***
Capitolo 3: *** Una normale giornata di lavoro ***
Capitolo 4: *** Al parco ***
Capitolo 5: *** Il disastro ***
Capitolo 6: *** Il mio peggior incubo ***
Capitolo 7: *** Shopping... che incubo ***
Capitolo 8: *** Il ricevimento ***
Capitolo 9: *** Paradiso, inferno, paradiso ***
Capitolo 10: *** Altri nodi ***
Capitolo 11: *** Cinema ***
Capitolo 12: *** A mali estremi... ***
Capitolo 13: *** "Persone normali" ***
Capitolo 14: *** Liti ***
Capitolo 15: *** Telecomando ***
Capitolo 16: *** Tregua ***
Capitolo 17: *** Buon compleanno Karura ***
Capitolo 18: *** Countdown ***
Capitolo 19: *** Vigilia di Natale ***
Capitolo 20: *** Natale ***
Capitolo 21: *** Capodanno ***
Capitolo 22: *** Colazione a letto ***
Capitolo 23: *** Piaghe da decubito e cicatrici ***
Capitolo 24: *** Lite ***
Capitolo 25: *** San Valentino ***
Capitolo 26: *** Il segreto dei Sabaku ***
Capitolo 27: *** Metodi alternativi per farsi licenziare ***
Capitolo 28: *** Verità ***
Capitolo 29: *** Scuse ***
Capitolo 30: *** Bla bla bla... yeah! ***
Capitolo 1 *** Io sono... bleeeah ***
E
bla bla … bleah.
Io
sono... bleeeah
Salve
a tutti, sono Sumire ho... lol non ve lo dico quanti anni ho, forse
più avanti, dipende.
Comunque
sono una ragazza, sono un disastro, ho sempre sonno, sempre fame,
sempre qualche lavoro arretrato e questa è la storia di come sono
morta.
Na
scherzo.
Sono
viva e vegeta anche se la suddetta vita non è del tutto rose e
fiori: sono perseguitata dalla sfiga, dovrei perdere cinque o sei
chili, dovrei reiscrivermi in palestra e questa volta frequentarla in
modo serio, dovrei ammettere a me stessa che gelato, cereali al miele
e nesquik non sostituisce una cena bilanciata e il mio armadio sembra
la porta per Narnia.
Ho
un incubo: Il mio capo.
Il
più grande, stronzo, borioso, megagalattico, testa di cazzo sulla
faccia della terra.
Sempre
con quel suo atteggiamento da: “c'è l'ho solo io, è ricoperto
d'oro e costellato di diamanti”.
Capo
di numerose aziende, ereditate da papà ovviamente.
<<
Ciao Sumy io sto uscendo >>
Quella
che vedete, ops pardon, quella che leggete, perché nonostante il
tono da commediola americana questa e una fanfiction, ah e mi
sentirete leggerete sproloquiare spesso, alle volte
con discorsi sconnessi o inutili.
“Bla
bla bla” sapete...
Comunque
quella è mia sorella, gemella.
Omozigote
di fatto, eterozigote anzi completamente opposta nella vita.
Da
quando i nostri genitori sono morti investiti da uno stronzo sulla
sua Lamborghini di merda (che grazie ai verdoni è riuscito a
scomparire magicamente nel nulla), lei ha deciso di cambiare la sua
vita.
Forse
perchè lei ha assistito alla scena mentre io ero in casa a cercare
le chiavi, o forse perchè lei è lei, o forse è stata baciata dagli
Dei.
Boh.
Avete
presente quelle persone che un giorno si alzano dal letto e decidono
che butteranno giù cinque o sei chili, andranno bene all'università,
troveranno un buon lavoro, inizieranno a mangiare sano, bere tanta
acqua … e ci riescono? Ci riescono per davvero? Ecco, quella è mia
sorella.
Già
la odiate vero?
In
realtà non è una brutta persona, anzi è una bellissima persona,
dolce e simpatica. E' una che si impegna e fa le cose come devono
essere fatte.
Io,
come accennato, l'opposto.
Non
è sempre stato così: fino a qualche anno fa eravamo molto simili,
ci piaceva uscire con le amiche, mangiare la pizza, guardare la tv.
Il solito insomma.
Ma
quando mamma e papà sono venuti a mancare ci hanno affidato ad una
biondona con due enormi, stratosferiche tette.
Era
quasi sempre ubriaca ma anche tanto simpatica.
Dato
che i suoi amici “birra” e “sakè” la tenevano occupata per
la maggior parte del tempo io mi sono occupata di mia sorella,
l'aiutavo a studiare, cucinavo per lei, pulivo casa...
Lei
era distrutta, ha impiegato anni a superare il trauma.
Poi
all'università, a metà dei corsi per l'esattezza, lei è diventata
“the perfect woman” ed io la … bleeeh.
Lei
è infermiera, aiuta la gente, adora aiutare la gente e la gente la
adora.
Io
“laggente” la detesto.
A
proposito torniamo al mio capo.
<<
Sumire devi prendere tutte le fatture dello scorso mese e catalogarle
in ordine alfabetico >>
<<
Ma aveva detto che le voleva in ordine cronologico... >>
<<
Ho cambiato idea >>
Cinque
anni di sudare sui libri per diventare l'assistente di questo
maledetto...
Lo
uccido.
Lo
uccido così sto in una cella a dormire h24.
<<
Mi stai ascoltando? >>
<<
Si Mr. Sabaku. Vado subito >>
<<
E portami un caffè, con un cucchiaino di zucchero di canna >>
Il
cianuro ti metto nel caffè.
<<
Si Mr. Sabaku >>
*
<<
Hai la faccia raggiante Sumy >>
<<
E tu due palle in testa Ten ten >>
Ten
ten, ufficio acquisti, una tipa simpatica, gira sempre con quelle
palle in testa e a natale se le decora con dei fiocchettini rossi.
Cinque
anni fa il suo fidanzato è morto sul lavoro. Faceva la scorta per
conto di una famiglia molto ricca. Si sarebbero dovuti sposare sei
mesi dopo.
C'est
la vie... de merde.
Mi
ha chiesto due o tre volte di uscire per conoscerci fuori
dall'ufficio ma l'occasione non è mai capitata.
<<
Questa battuta sta diventando vecchia. Che ti ha fatto questa volta
il grande capo? >>
<<
Quello che fa ogni giorno: tentare di farmi venire un esaurimento
>>
Lei
ride, una bella risata allegra e sincera.
<<
Non te la prendere. Affronta la vita con un sorriso >>
Ecco,
da quando frequentava Rock Lee, l'istruttore della palestra qui
sotto, è diventata tutta filosofica.
<<
Si, sorrido, sorrido... dov'è lo zucchero di canna? >>
<<
E' finito >>
<<
Fanculo >>
*
<<
Casa dolce dolcissima casa. Per piccina che tu sia tu mi sembri...
>>
In
quel momento apro il frigo. Il vuoto cosmico, solo uno yogurt bianco
che supplica pietà sul fondo.
<<
… uno schifo >>
Porto
gli occhi al cielo chiudo il frigo e dopo l'ennesima imprecazione
della giornata guardo l'orologio.
19.35
Il
supermercato chiude alle otto e mezza in punto.
Ce
la posso fare!
Armata
di sacchetti di plastica robusta e di buona volontà esco di casa con
l'intenzione di fare una corsa.
Piove.
Quando
è successo?
Torno
a casa e prendo le chiavi della mini cooper che condivido con mia
sorella, soprannominata Sheldon dalla sottoscritta.
Si,
lo so, che fantasia...
Ovviamente
la macchina è asperger, quindi non appena si accende lo spioncino
rosso non parte.
<<
Dai lo so che c'è un altro po' di benzina... le altre macchine
camminano anche se c'è lo spioncino rosso acceso! >>
Ma
ovviamente Sheldon non parte.
<<
Vaffanculo >>
Corro
come una centometrista e raggiungo il supermercato, entro bagnata
fradicia e comincio a gettare nel carrello roba a caso, anche un po'
di verdure così Matsu è contenta.
Ah
mia sorella si chiama Matsuri.
Arrivo
alla cassa e mi accoglie una tizia che ha una voglia di vivere
peggiore della mia che mi guarda male malissimo mentre mastica
svogliatamente una gomma.
<<
Scusa, pago sta roba e mi tolgo dai piedi >>
<<
Lo sai che sono le otto e venticinque? >>
Si,
si che lo so. E tu devi far stare il tuo culone seduto su quello
sgabello per altri cinque e dico cinque minuti. Quindi passa queste
cose alla cassa e taci stronzetta.
Questo
dovrei dire, invece rispondo:
<<
Si, scusa. Ho finito di lavorare poco fa... >>
Lei
annuisce visibilmente storcendo le labbra e getta malamente i
prodotti sul rullo facendo partire la mia ansia da prestazione da
“riempimento sacchetti alla cassa”.
Mi
parte sempre il panico quando devo fare a gara con la tizia che passa
i prodotti alla cassa ed io che devo prenderli al volo manco fossi un
portiere di serie A e metterli nel sacchetto.
Primo
sacchetto pieno.
La
tizia mi guarda male malissimissimo.
<<
Che per caso ti serve un sacchetto? >>
<<
No ne ho un altro >>
Ah!
Alla faccia tua!
Ovviamente
il secondo sacchetto è mezzo vuoto, la tizia mi guarda troppo male
perchè io possa spartire equamente la roba quindi mi avvio verso
casa “torre di Pisa style” fermandomi ogni cinque minuti a
riprendere fiato.
Sotto
la pioggia.
Vaffanculo.
***
Angolo dell'autrice.
Salve a tutti.
Vi presento la long-fic del
2017, numero perfetto viste le vicissitudini che dovrà affrotare la
protagonista.
Per chi mi conosce, so bene che
devo aggiornare "Omeostasi", cercherò di far conciliare entrambe le
storie.
Spero che questo primo capitolo
vi sia piaciuto, è un genere un po' diverso dal mio solito quindi
fatemi sapere che ne pensate.
Un bacione e spero abbiate
passato un buon capodanno.
Violetta_
|
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Capitolo 2 *** Piacevoli mansioni ***
Piacevoli mansioni
<<
Sumire vieni con me, ti porterò nel mio regno, ad Halloween Town,
dove potrai coccolare Zero tutto il giorno e vivere dove un tempo
viveva il Bau bau >>
Sorrido.
<<
Mmh … si … si Jack … portami con te … >>
Driiin
driiin driiiiin
Apro
gli occhi di scatto, sono rossi, come iniettati di sangue.
Driiin
driiin
Nooo
la realtà no...
Alzo
il busto meccanicamente nemmeno fossi un vampiro e vado tastando il
cielo finché la mia mano non tocca per puro caso il cellulare.
Socchiudo gli occhi e premo sul touch screen cercando di spegnare
quel maledetto coso.
Poi
mi ricordo che devo scorrere delicatamente se no il cellulare si
offende e ricomincia a suonare dopo cinque minuti.
Vado
in bagno e mi guardo allo specchio.
Dovrei
farmi uno shampoo.
Na
lo faccio stasera.
Mi
ficco dentro la doccia, mi lavo, mi vesto e grazie a: pettine,
forcine e un bell'elastico spesso e lacca riesco a dare un senso ai
miei capelli... la frangetta continua ancora a ribellarsi ma decido
che per oggi è un tocco fashion.
Vado
in cucina e mi preparo un caffè.
Caffeeè!
Mentre
bevo la gloriosa bevanda vedo entrare in cucina mia sorella.
Ha
i capelli leggermente arruffati ed è ancora in pigiama.
Lei
sembra una persona normale di prima mattina, con le gote leggermente
rosse e l'aria da cerbiattina assonnata.
Io
dopo un'ora di veglia, dopo la doccia e dopo il caffè sembro ancora
mezzo zombie.
<<
Buongiorno Sumy. Ce n'è pure per me? >> dice allegra
indicandomi la caffettiera.
Annuisco
fissando il vuoto.
Com'è
che lei ha fatto la notte in ospedale, ha dormito si e no due ore ed
è deliziosa, mentre io dopo otto ore di sonno sono un mostro
orrendo?
<<
Misteri della vita >>
<<
Come dici? >>
<<
Niente niente 'Tsu 'tsu... com'è che tu che puoi non dormi? >>
<<
Il nuovo medico dell'ospedale, Sakura, mi ha invitata a fare jogging
al parco. E' molto in gamba pensa che ha solo due anni più di noi
>>
<<
Mh >>
Correre
di prima mattina, anzi correre in generale, è contronatura.
<<
Tu lavori oggi vero? >> mi chiede mentre sceglie la frutta
secca da portare come spuntino.
<<
Beh sai è mercoledì... >>
<<
E ti ricordi che oggi chiudono la strada principale per lavori vero?
>>
Sgrano
gli occhi e guardo l'orologio.
<<
Cazzo cazzo cazzo cazzo! >>
Afferro
la borsa e mi precipito fuori di casa.
<<
Hai scordato le chiavi della macchina >>
<<
E' senza benzina, prendo il bus! >>
<<
… ok... >>
Arrivo
alla fermata e il bus sta per chiudermi le porte in faccia. Mi metto
a correre come una condannata a morte, ribadisco che correre è una
cosa contronatura, e forse la mia faccia fa pietà all'autista perchè
riapre le porte e sorride divertito.
<<
Si dorme ancora eh? >>
I
cazzi tuoi no, eh autista?
<<
Eh mi scusi. Grazie di avermi aspettata >>
<<
Biglietto? >>
Gli
mostro il mio abbonamento e poi mi guardo intorno per vedere se c'è
una sedia libera. Ovviamente no. Quindi mi appendo al palo accanto ad
una specie di licantropo che emana un cattivo odore.
La
giornata inizia benissimo!
*
Arrivo
in ufficio e mi reco nella stanza del grande capo.
Apro
la porta e lui non è in ufficio.
Strano,
ultimamente si assenta spesso.
<<
Ehi Kurotsuchi. Dov'è? >> Chiedo indicando la porta col
pollice.
Kurotsuchi
(non riesco a dire mai bene il suo nome) nonostante sia la nipote di
un riccone fa l'assistente ad uno dei caposettori dell'azienda.
E'
una ragazza stupenda, la mia migliore amica.
<<
Tranquilla non è ancora arrivato >>
Yeee
alleluja!
Mi
levo subito la giacca, metto la camicia per l'ufficio e mi metto
davanti al computer.
Rispondo
alle mail più importanti e controllo gli appuntamenti quando il
telefono inizia a suonare.
<<
Pronto? >>
<<
Ciao tigrotta! >>
La
voce dall'altro capo del telefono è così alta e squillante che un
piccolo gruppo di gente si gira a fissarmi.
Alzo
gli occhi al cielo: io lo so che mi farà licenziare prima o poi.
<<
Salve Mr. Uzumaki. Desidera? >>
Naruto,
collega del mio capo, migliore amico del mio capo.
Non
chiedetemi come perché lui è sempre allegro, frizzante, dinamico e
simpatico mentre Gaara ha sempre il morto davanti.
Comunque
da quando ci siamo presentati ad una festa aziendale mi ha preso in
simpatia.
Kurotsuchi
ed altre mi hanno suggerito di farci un pensierino ma sinceramente lo
vedrei più come un fratello maggiore.
<<
Perché devi essere sempre così formale? >>
<<
Perché siamo in ufficio signore >>
<<
“Signore”. Mi ha chiamato “signore” >> lo sentii
sospirare pesantemente << Lasciamo perdere, senti passami Gaara
che devo dirgli una cosa >>
<<
Mr. Sabaku non è ancora arrivato in ufficio >> dico facendo
cenno a una tipa di alzare i tacchi e andarsene invece di continuare
a fissarmi.
<<
Come sarebbe non è in ufficio? Lui non arriva mai in ritardo in
ufficio >>
<<
Avrà avuto un contrattempo. Posso riferire un messaggio?
<<
No... tanto lo beccherò stasera. Ciao tigre >>
<<
Arrivederci Mr. Uzumaki >>
Chiudo
il telefono e due secondi dopo arriva Gaara vestito di tutto punto
con suo completo nero e la ventiquattrore in mano. Cammina guardando
davanti a se con un'espressione che ricorda vagamente il robot di
Terminator. Avete presente?
<<
Buongiorno Mr. Sabaku, ha appena chiamato Mr... >>
<<
Non mi interessa. Mi serve quel modulo che ti ho fatto stampare ieri,
il numero del direttore della filiale in Francia e mi devi fissare un
appuntamento col sindaco >>
Ok,
ieri mi ha fatto stampare circa millecinquecento moduli. Ce la posso
fare a trovare quello giusto!
<<
… e portami un caffè macchiato con un cucchiaino di zucchero di
canna >>
Te
la dovresti fumare, la canna.
<<
Certamente Mr. Sabaku >>
*
Finalmente
dopo aver scoperto qual'era il famoso modulo, dopo aver avuto l'onore
di poter parlare per 2,5 secondi con l'assistente del sindaco, dopo
aver fatto altre tremila telefonate finalmente l'incubo è finito.
Almeno per oggi.
La
giornata però non è del tutto da buttare.
E'
mercoledì!
<<
Mr. Sabaku io vado >>
<<
Dove vai? >>
Questa
domanda mi fa incazzare, ma cerco di non darlo a vedere.
<<
E' mercoledì signore >>
Tra
i vari compiti che spettano dell'assistente di Sabaku no Gaara c'è
n'è uno particolare.
Motivo
per il quale molte assistenti si erano licenziate, per me motivo per
cui rimango (oltre ovviamente all'affitto, luce gas, la spesa ecc...)
<<
Giusto. Ok buon pomeriggio >> dice senza nemmeno sollevare lo
sguardo dal mac.
Ogni
mercoledì devo andare dalla signora Sabaku no Karura, la madre di
Gaara.
Per
via di alcuni problemi di salute il figlio le paga un appartamento a
“El Jardín del Desierto” una specie di
residence dove gli ospiti vengono seguiti da personale specializzato
e hanno tutti i confort a portata di mano: stupendi giardini,
piscina, palestra, yoga, circoli privati...
Io
lo definisco l'ospizio più costoso del mondo.
Ho
la delega per farle visita, devo controllare lo stato delle stanze,
controllare e pagare i conti.
All'inizio,
quando ero una novellina, mi sembrava assurdo che un figlio trattasse
così la propria madre, più come un dovere da assolvere che come una
parente, ma poi mi sono abituata.
Col
tempo mi sono anche affezionata a quella donna, che doveva avere
sicuramente la sua età, ma era di una bellezza e di una dolcezza
disarmante.
Non
parliamo quasi mai della sua famiglia, difatti avevo soltanto intuito
che il marito doveva essere morto, ma nessuno me ne aveva mai dato
conferma.
<<
Ciao Karura, come stai? >>
Mi
aveva pregato così tante volte di darle del “tu” che alla fine
avevo ceduto.
<<
Piccola pequeña >> così mi chiama e adoro
essere chiamata così da lei << ... vieni qui fatti abbracciare
>>
Come
al solito profuma di rose fresche e il suo abbraccio è proprio come
quello di una mamma; confortante e caldo.
<<
Sembri stanca tesoro come mai? Mio figlio ti fa lavorare troppo?
>>
Perchè
non sei tu la mia mamma? E come hai fatto a generare quello stronzo?
<<
No Karura sto bene e Mr. Sabaku non mi fa lavorare troppo. Stai
tranquilla >>
<<
Ne sono lieta. Come vanno le cose? >>
Mi
siedo sul divano e mi sistemo la gonna.
<<
L'ho chiesto prima io a te >>
<<
Ah ah furbetta... >> ride con quella sua dolcezza che mi fa
sciogliere il cuore << … rispondi tu. Qualche novità? Non
c'è un qualche giovanotto che ti fa la corte? >>
Ecco
che ricomincia. Quella donna non si da pace, non si darà mai pace,
finchè non mi vedrà accoppiata.
Scuoto
la testa.
<<
No nessuno, preferisco rimanere nella mia singletudine >>
<<
Una ragazza bella e dolce come te non dovrebbe restare sola. Dovrei
raccomandarti a mio figlio, scommetto che così verrebbe anche a
trovarmi più spesso... >>
Oh
oh. Allarme rosso!
<<
No Karura fidati non è assolutamente necessario! >> dico forse
con un po' troppa foga.
Io
con Gaara? Ma nemmeno sotto tortura!
<<
Ma tesoro... >>
<<
Apprezzo l'offerta ma apprezzo di più rimanere sola. Adesso devo
andare Karura, ci vediamo tra qualche giorno >>
<<
D'accordo tesoro. Ti aspetto >>
|
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Capitolo 3 *** Una normale giornata di lavoro ***
Una
normale giornata di lavoro
Stamattina
mi sono svegliata presto, prima del suono della sveglia. A volte mi
capita anche se non ne so spiegare la ragione.
Dato
che il mio cervello mi ha fatto guadagnare qualche minuto in più ne
approfitto per fare le cose con calma.
Ancora
in pigiama, in realtà è una maglietta nera di due taglie più
grande della mia con la faccia di Jack Skeletron all'altezza del
petto, mi faccio un caffè e mi metto davanti la finestra.
Apro
il mio pacchetto di sigarette e ne accendo una guardando il cielo che
va via via rischiarandosi.
Mentre
mi illudo che quella sarà una giornata senza stress ecco che il
maniaco del palazzo di fronte comincia a fissarmi.
Jiraya
è un ex insegnante di letteratura. È in pensione e per passare il
tempo scrive libri e fissa le ragazze.
Ha
i capelli lunghissimi e bianchi legati da una blanda coda di cavallo,
due occhi piccoli e un sorriso perenne.
Mi
fa accapponare la pelle.
Chiudo
le tende e la finestra spengo la sigaretta fumata a metà. Nel farlo
urto la tazzina di caffè che cade macchiando le tende e il
pavimento.
<<
Ma vaffanculo... >>
*
Arrivo
in ufficio e mi attacco alla macchinetta del caffè. Pochi minuti
dopo vedo Kurotsuchi col suo croissant al cioccolato in mano.
Quella
tizia mangia come una porca e non ingrassa. Maledetta.
<<
Ciao bella >>
<<
Mh... Kurostmpf... >>
<<
Il tuo linguaggio speciale di prima mattina è fantastico... >>
da un altro morso al cornetto e mette la monetina alla macchinetta
per prendersi un cappuccino << ...oggi c'è la cena coi
dirigenti delle filiali estere. Sei pronta? >>
Spalanco
gli occhi.
Porca...
Ecco
perché mi sono svegliata presto. Altro che favore del mio cervello,
era ansia repressa.
<<
Mh si si pronta >> dico cercando di restare calma.
Mi
ficco tre quattro bustine di zucchero di canna in tasca, non si sa
mai.
<<
Vado a preparare i documenti con le tabelle se no quello chi lo sente
>>
<<
Io finisco di mangiare, a dopo Sumy >>
<<
Cia... >>
Mi
dirigo alla mia scrivania e inizio a catalogare i moduli dentro
carpette di colore diverso, nel frattempo arriva il grande capo con
la sua ventiquattrore in mano ed i suoi occhiali da sole.
<<
Buongiorno Sumire >>
Aggrotto
la fronte udendo un tono di voce dolce, quasi amichevole.
Da
qualche mese Gaara è più allegro e pimpante del solito. Meno
stronzo e più distratto, spesso arriva in ritardo o esce prima
dall'ufficio.
<<
Buongiorno Mr. Sabaku... >>
<<
Oggi me ne vado prima, non fissarmi appuntamenti >>
<<
Ma signore oggi c'è la cena >>
Lui
si blocca due secondi.
<<
Anticipala a pranzo, stasera ho da fare >>
Si
certo, molti non sono nemmeno nello stesso fuso orario della città e
io gli dico di venire a pranzo.
Che
nervi!
<<
Vedrò quel che posso fare signore >>
<<
No. Devi farlo, senza scuse >>
Lui
se ne va beato nel suo ufficio e io mi faccio una corsa.
<<
Kuro.... Kuro! >>
<<
Che? >>
<<
Quello vuole anticipare a pranzo. Mi devi dare una mano >>
<<
Ma sta andando fuori di testa? >>
Centinaia
di chiamate dopo riesco a fissare la riunione per le 15,30 del
pomeriggio. Mr Schneider,
filiale svizzera, mi fissa senza dire una parola ma il suo sguardo
indignato misto puro odio mi spaventa non poco.
*
Torno
a casa, vuota ovviamente, Matsu sta diventato un'entità evanescente
da queste parti.
Accendo
il mio pc, tre ore per avviarsi.
<<
Dai pc, almeno tu non farmi stressare >>
Ah
io parlo con le cose, spero che la cosa non vi dispiaccia.
Finalmente
il rottame parte, metto in testa le mie fide cuffie bianche con le
orecchie
da gatto viola e metto al massimo la musica.
<<
♪♫ These
wounds won't seem to heal. This pain is just too real. There's just
too much that time cannot erase... ♪♫
>>
Per
fortuna non potete sentirmi, ho una voce terrificante.
Certo
che potevo risparmiarmi di dirvi questa cosa e fare la figa... vabbè
ormai...
Mentre
sono intenta a spulciare sui vari siti le nuove uscite di videogiochi
mi arriva un messaggio.
Matsu
<3: Non torno stasera. Ci vediamo domani. Baciotti.
Sbuffo.
Probabilmente un'emergenza in ospedale.
Che
palle, stasera volevo mangiare in compagnia..
Ormai
è tardi per chiamare uno dei miei amici e l'unico che non ha orari
conoscendolo starà dormendo per poter rimorchiare qualche povera
anima in tarda serata.
Scuoto
le spalle e mi guardo intorno.
Che
fare?
Tamburello
con le dita sul bordo della tastiera.
Potrei
sempre mettermi una cosa carina addosso ed uscire...
Naaa
meglio ordinare una pizza.
|
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Capitolo 4 *** Al parco ***
Al
parco
La
mia vita è una palla.
Lavoro,
casa, lavoro, pc, caffè, lavoro, mangiare, lavoro... mangiare.
Tanto.
A
proposito oggi ho finito prima da lavoro e ne ho approfittato per
fare una passeggiata.
Mi
sto recando verso il parco, ho scelto una strada piena di vetrine
quando d'un tratto incrocio un mio amico, Deidara, con in mano tre o
quattro sacchetti tutti colorati e con le scritte coi brillantini.
Quando
mi vede il ragazzo spalanca gli occhi e si mette ad agitare la mano
in aria incurante del fatto che l'interno del sacchetto emette un
tintinnio assurdo.
Kami
vi prego non ditemi che ci sono decine di orecchini ed occhiali da
sole lì dentro...
<<
Ciao bella >>
<<
Dei... ti dai alla pazza gioia vedo... >>
Dei
dei è un artista, lavora con l'argilla e fa sculture spettacolari,
ma alle volte un po' chic.
E'
stato compagno di liceo di Kurotsuchi e lei ha una cotta per lui da
sempre. Ma il biondino preferisce la pannocchia quindi...
<<
Si chiamano Saldi cara... >> dice sottolineando quella
parola unendo l'indice ed il pollice di entrambe le mani. <<
Dove vai? >>
<<
Una passeggiata >> dico sorprendendomi delle mie stesse parole.
<<
Fantastico allora mi fai compagnia >>
<<
Noo... sai che detesto andare per negozi >>
Ma
niente, lui non mi ascolta nemmeno e mi trascina.
Entriamo
in tre o quattro negozi. Deidara mi parla della sua ultima mostra e
di un nuovo giovane stagista molto attraente.
<<
Ehi Sumy guarda la... quel tizio ti sta fissando >>
<<
Si Deidara... ancora la scienza non ha trovato un rimedio per i tuoi
disturbi vero? >>
<<
La smetti di fare la scema stronza? Sotto tutto quel nero e
quell'espressione incazzata c'è una bella gnocca, ed ogni tanto
capita che qualcuno se ne accorga... >>
Lo
fisso per due secondi in completo silenzio.
<<
Taaanto disturbato... >>
*
Dopo
aver fatto acquisti ci dirigiamo al parco e come prima cosa vado a
comprare una birra al chiosco vicino l'ingresso.
Mi
piace il parco: è pieno di verde, di animali e la gente si fa i
fatti propri, almeno la maggior parte.
<<
Dei guarda c'è un mimo... Dei? Deidara! >>
Il
ragazzo è intento a rimorchiare un ragazzo che fa jogging dall'altra
parte della strada.
<<
Hei biondo, ti piace l'arte? >>
Alzo
gli occhi al cielo mentre mi dirigo verso di lui. Appena è
abbastanza vicino gli do un pugno in testa. La preda ne
approfitta per fare un sorriso imbarazzato e darsela a gambe.
<<
Ahio! Eddai stavo solo … prendendo l'ispirazione >>
<<
Si... conosco la scusa, l'ho già sentita >> dico trascinandolo
per un orecchio.
Improvvisamente
sentiamo degli strilli familiari.
<<
Ti ammazzo >>
<<
Smettila di fare la pazza! >>
Karin
e Suigetsu.
Karin
è la dimostrazione vivente che un uomo non ti migliora la vita, anzi
se possibile te la peggiora di parecchio.
Al
liceo eravamo nella stessa classe e non è mai stata una ragazza
dolce e raffinata, anzi era piuttosto zoccola, ma nonostante i suoi
difetti mi è sempre stata simpatica.
Al
quinto anno ha incontrato Suigetsu, che era stato espulso da un'altra
scuola, e ciò ha segnato la fine del suo equilibrio mentale.
Adesso
è sempre incazzata, sempre acida sempre isterica.
Con
cautela alzo la mano agitandola per attirare la loro attenzione.
<<
Hei ragazzi... >>
I
due si bloccano e Karin si avvicina per salutarmi.
<<
Ciao Sumire >>
<<
Che è successo? >>
<<
Il cretino mi ha fatto fare
una figura di merda col mio staff >>
Karin
è una capo-ricercatrice per conto di un'azienda farmaceutica.
Faccio
spallucce e mi metto le mani sui fianchi.
<<
Ma perchè non lo lasci? >>
<<
Dovrei farlo in effetti >> dice girandosi e guardando il
ragazzo.
Lui
per tutta risposta le alza il dito medio.
<<
Cosa? A me? Vieni un po' qui che ti stacco quel dito e te lo
faccio e te lo infilo su per il ... >>
Quei
due riprendono a litigare più ferocemente di prima, faccio un passo
per cercare di mettere evitare il morto ma Deidara mi poggia una mano
sulla spalla e scuote la testa.
<<
Non ti immischiare. Se la sbrigano da soli >>
<<
Ma si stanno ammazzando >>
<<
Fanno sempre così... dai andiamocene >>
<<
Ma... >>
<<
Ascoltami per una volta >>
Ci
allontaniamo verso una piccola area attrezzata con panchine ed una
fontana piena di pesciolini rossi.
<<
Mah! Io non li capisco >>
<<
Le relazioni sono complicate >>
<<
Non è vero. Se stai bene con uno ci stai se no, amen. Vedi? It's
easy! >>
Lui
mi guarda dall'alto in basso.
<<
Sei diventata così cinica. Prima non eri così >>
<<
Io sono sempre stata così >>
<<
Non è vero. C'è stato un periodo in cui eri dolce, romantica...
>>
dice unendo le mani ed alzando lo sguardo al cielo.
<<
Ma che hai fumato? >>
La
sua espressione diventa seria e così come il suo tono di voce.
<<
Dopo Yuri sei cambiata... e non hai più avuto nessuno >>
Yuri...
avvocato, beh al tempo studente in giurisprudenza, primo del corso,
impeccabile, capelli rossi ed occhi di ghiaccio.
…
Dio
santo solo adesso riconosco la somiglianza col mio capo.
Bleeeeeeah.
Comunque
mi ha lasciato il giorno della mia laurea, due ora prima della
discussione della tesi...
No
comment please!
<<
Yuri era uno stronzo egocentrico bastardo. E poi chi te lo dice?
>>
Si
gira e mi fissa dritto negli occhi.
<<
Ok. Hai avuto qualcuno dopo Yuri? >>
<<
Mnnn... non sono affari tuoi! >>
*
<<
'Tsu 'tsu >>
<<
Si Sumy? >>
<<
Cena giapponese? >>
<<
Mmmh ci sto >>
Adoro
quando Matsu fa il turno la mattina così la sera possiamo mangiare
davanti la tv come quando eravamo piccole.
In
cucina ho tutto l'occorrente per preparare il ramen e la tempura.
Matsu
mi da una mano a tagliare le verdure ma non adora particolarmente
cucinare, soprattutto con me, dice che sono una tiranna quando sono
in cucina, ma io credo che sia una grande esagerazione.
Quando
tutto è pronto ci avvolgiamo nel plaid sul divano davanti la tv.
<<
Allora com'è andata oggi? Qualche morto? >>
Matsu
si arrabbia quando faccio certe domande, ma secondo me lavorare in un
ospedale dev'essere una gran figata, con tutti quei tagli, le mani
mozzate, il sangue...
<<
Smettila dai >>
Scuoto
le spalle.
<<
Chiedevo soltanto... >>
<<
E' stata una giornata tranquilla. Ho cambiato le bende in testa al
signor Sarutobi, si sta riprendendo completamente per fortuna. Poi
sono andata a fare una corsetta insieme a quel ragazzo tanto
simpatico con gli occhioni dolci. Tu invece? >>
Mentre
lei parlava ne avevo approfittato per aprire una bottiglia di birra e
la stavo sorseggiando. Mi lecco le labbra e faccio spallucce.
<<
Il mio stronzissimo capo continua a stronzeggiare come al solito, i
documenti si moltiplicano tra loro e odio il suono del telefono >>
Matsu
si limita ad annuire.
<<
Tutto normale insomma >>
<<
Già. Però dopo ho fatto una passeggiata con Deidara e mi sono
svagata un po' >>
Lei
si gira a guardarmi e mi sorride.
<<
Quindi hai fatto un po' di movimento all'aria fresca. Brava! Lo vedi
che fa bene? Sei anche più pimpante >>
<<
Matsu non cominciare >>
<<
Di che cosa parli? Ho solo detto che dovresti uscire più spesso,
prendere ossigeno. Lo sai che basta camminare mezz'ora al giorno per
mantenersi in forma? Ovviamente dovresti anche eliminare le
merendine. Quella roba fa male e... >>
Avete
presente il rumore dell'encefalogramma piatto? Ecco per ora sento
solo quel “biiip”.
Lo
so che lo fa per il mio bene ma … insomma io sono pastafrollosa
e mi sono abituata alla mia pastafrollosità.
<<
Ok Matsu ho afferrato. Riprendiamo il film adesso? >>
<<
Ok, va bene >> Si rigira a guardare il televisore <<
Perché non la bruciano quella cassetta? >> dice indicando il
televisore.
<<
Perché è una copia. Devono trovare quella originale >>
<<
Ma perché la polizia non sequestra tutte le copie? >>
Alzo
gli occhi al cielo.
<<
Matsu mangia e guarda il film in silenzio! >>
***
Angolo dell'autrice.
A Leo. So che non sono andata
avanti con la trama, ma ti prometto che provvederò nel prossimo
capitolo.
Agli altri lettori. Grazie a
tutti. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
Besos.
Violetta_
|
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Capitolo 5 *** Il disastro ***
Il
disastro
Giorno
libero.
A
parte la domenica, da contratto dovrei avere anche il sabato come
giornata di riposo, ma la realtà è piuttosto diversa: diciamo che
io ed il mio capo ci mettiamo d'accordo una volta ogni due-tre
settimane.
Comunque
per farla facile questo sabato non lavoro.
Ho
voglia soltanto di patatine film horror e magari ubriacarmi.
Si
sono le dieci del mattino. E allora?
Finisco
la mia birra quando mi suona il cellulare.
Un
messaggio su what'sapp:
Kiba
bau sta scrivendo...
Wei
sto andando in pausa pranzo e tu mi fai compagnia. Non si accettano
rifiuti!
Kiba
Inuzuka, “Kiba bau” per la sottoscritta, ha un negozio di animali
all'angolo della strada, è un bravo ragazzo, un po' scemo ma bravo.
E'
anche molto carino e lo vedrei bene con mia sorella, ma stranamente
lui e Matsu si odiano.
Forse
non proprio stranamente: due anni fa Kiba l'ha presa in giro e lei
gli ha dato un bel pugno sul naso. Cose che capitano.
Aspetta,
pausa pranzo? Ma che ore sono?
Nooo
ho dormito quasi tutta la mattina.
Mi
guardo allo specchio: il mostro.
Ok
vabbè usciamo lo stesso.
Mi
infilo una maglietta, un paio di jeans e lego alla meglio quella
creatura che la scienza definirebbe “i miei capelli”
Afferro
la borsa ed esco.
Dieci
minuti di strada ed arrivo vicino al parco dove il ragazzo mi aspetta
in compagnia del suo cane.
<<
Ma buongiorno bella >>
Mi
saluta allegramente, ed io tanto allegramente lo ignoro e vado ad
abbracciare il suo Akita
Inu.
<<
Ciao Akamaru! Bello cucciolone di zia. Dammi un bacino! >>
Il
cane mi fa le feste come al solito. Vorrei tanto avere un animale in
casa, adoro gli animali, ma Matsu è fissata con l'igiene e secondo
lei un animale combinerebbe un disastro in casa.
<<
Quanto sei bello tu >>
<<
Guarda: se vuoi te lo lascio e vado a mangiare da solo >> dice
Kiba facendo il finto offeso.
Quando
fa così assume un'espressione che mi fa morire dal ridere.
Lo
abbraccio e gli do un bacione sulla guancia.
<<
Ciao anche a te Kiba bau. Che si dice? >>
<<
La signora Damata mi ha portato il suo barboncino già cinque volte
questa settimana. Certa gente dovrebbe prendersi un peluche e
lasciare in pace le povere creature. Per il resto tutto come sempre.
Tu invece? >>
<<
Io stavo provando la fu-si-o-ne col divano quando mi è arrivato il
tuo messaggio. E ora ho fame >>
<<
Kebab? >>
<<
Cazzo si! >>
*
Verso
le quattro del pomeriggio torno a casa.
Dopo
aver mangiato Kiba mi ha convinta a giocare con Akamaru: praticamente
io correvo mentre il cane saltellava sul posto.
Nonostante
ciò mi sento meglio, come rinvigorita.
Devo
dire che Deidara ha ragione, uscire mi fa bene.
Ovviamente
non glielo ammetterò nemmeno sotto tortura!
Getto
le chiavi sul piattino e mi butto sul divano quando odo degli urletti
piuttosto inquietanti provenire dalla camera di Matsu.
<<
'Tsu? Sei tu? >>
Lei
spalanca la porta e si precipita verso di me iniziando a saltellare.
<<
Sumi … HO UNA NOTIZIA SPETTACOLARE >>
E'
raggiante, sprizza felicità ed entusiasmo da tutti i pori.
<<
Hai avuto una promozione? >>
<<
No. MI SPOSO >>
…
…
AAAH!
<<
Tu ti che? >> dico non afferrando bene il concetto.
Sempre
odiata anche solo la parola “matrimonio”.
Per
quanto mi riguarda è solo un contratto tra due persone e, dopo aver
firmato, uno dei due deve avere la meglio sull'altro per non finire
come uno zerbino umano.
Ma
poi che era questa notizia? Quando? Dov'ero io?
<<
Ma... scusa da quando sei fidanzata? >> inizio a dire cercando
di analizzare, o quanto meno capire, la situazione.
<<
Hai presente il tizio che fa jogging con me la mattina? >>
<<
Ma chi “occhioni dolci”? >>
Lei
si spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio imbarazzata.
<<
Si. Ci frequentiamo da qualche mese. Non te ne ho parlato perché ti
conosco e so che avresti cominciato coi tuoi discorsi. Comunque oggi
mi ha fatto la proposta! >>
E
dov'era la bella notizia?
<<
E tu che hai risposto? >>
<<
Che domande. Si! >>
<<
Aspetta... tu ti sposi con uno che frequenti solo da... da quanto?
Sei mesi? >>
<<
Sette. Comunque no. Io mi sposerò tra un anno, in modo da
organizzare le cose per bene, con un ragazzo meraviglioso che amo e
che mi ricambia pienamente >>
Annuisco
per nulla convinta.
<<
Ah-ah... ragazzo dolce, occhi dolci, sempre dolce … mi sa tanto di
serial killer >>
Lei
mette le mani sui fianchi e gonfia le guance. È adorabile quando si
imbroncia.
<<
Gaara non è affatto un serial killer. E' un ragazzo perbene che
gestisce l'impresa di famiglia e... >>
Momento.
Momento
momento momento momento!
<<
Che? >> Dico con un filo di voce.
<<
Cosa “che”? >> risponde lei stranita.
<<
Potresti ripetere? >>
<<
Cosa? >>
Ecco.
Sento che mi stanno venendo le palpitazioni...
<<
Come hai detto che si chiama il tizio? >>
Lei
scuote le spalle e apre le mani.
<<
Gaara. Il mio fidanzato si chiama Sabaku no Gaara >>
…
…
…
AAAAAAH!!!
|
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Capitolo 6 *** Il mio peggior incubo ***
Il mio peggior incubo
…
AAAAAAH!
<<
Sumy? Sumy ti senti bene? >>
Ho
appena visto scorrermi davanti tutta la mia vita.
Una
noia assurda.
Improvvisamente
focalizzo mia sorella, mi scuote per le spalle e sembra piuttosto
preoccupata.
Aspetta
che è successo?
<<
Eh? Ah si si sto bene >>
<<
Certo che sei proprio strana tu! Tua sorella ti dice che si sposa e
tu reagisci così >>
Ok
ecco che era successo.
Oddio...
Ok
Sumy non svenire.
È
confermato: mia sorella si sposa col mio peggior incubo.
Ok
ok calma.
<<
Ti chiedo scusa sono solo... molto felice per te! >> dico
sfoggiando uno dei miei migliori sorrisi di facciata.
Matsuri
non ci casca del tutto.
<<
Lo so che non sei una fan del matrimonio ma fidati, lui è un ragazzo
d'oro >> dice con gli occhi sognanti.
Si
si... un ovetto d'oro.
*
Dio,
Kami, Spongebob... chiunque tu sia. Perché mi fai questo?
Mia
sorella ed il mio capo.
Mi
giro per l'ennesima volta nel letto e cado come un'idiota perché
alcune doghe sono rotte.
<<
Ahi... >>
Mi
massaggio la natica destra e apro la finestra.
Jiraya
sposta piano la tenda di camera sua.
<<
Fanculo vecchio >>
Lo
ignoro e mi fumo una sigaretta poi apro il cassetto della scrivania e
prendo un sonnifero.
Mi
corico con metà materasso che strofina per terra.
Per
almeno otto ore non voglio avere contatti col mondo della veglia.
*
Bevo
il terzo caffè della mattina con un'aria ancora assonnata.
<<
Aspetta... tua sorella sta col capo? Con quello in quella stanza li?
>>
Kurotsuchi
giocherella col bastoncino che serve per girare lo zucchero nel caffè
davanti all'area relax.
<<
Si >> dico annuendo lentamente.
<<
E come ha reagito quando gliel'hai detto? >>
<<
Non gliel'ho detto >>
<<
NON GLIEL'HAI DETTO? >>
Una
decina di persone si girarono a fissarci.
<<
Ssssh taci per favore >>
<<
E che intenzioni hai? Non potrai tenere il segreto, prima o poi lo
scoprirà >>
<<
Lo so. Devo fare qualcosa, ma non so bene cosa >>
In
realtà lo so: devo sabotare questo dannato matrimonio!
Mia
sorella, la mia dolce sorellina non può finire nelle grinfie di quel
coso, per quanto ne so potrebbe avere una decina di mogli
imbavagliate in cantina.
Tutte
terrorizzate che non ci sia abbastanza zucchero di canna in casa.
<<
Beh, forse così ti tratterà meglio >>
Rido
divertita.
<<
Si come no. Ci chiameremo “cognatina e cognatino”, ci saluteremo
con baci e abbracci e passeremo il sabato sera a farci le trecce e a
dirci i segreti >>
Kuro
sta per ribattere ma viene bloccata da una telefonata.
<<
Scusa è urgente. Ci vediamo a pranzo >>
<<
Ok >>
*
La
mia pausa pranzo consiste in un panino o un pranzo al sacco divorati
velocemente sulla scrivania, giù nel retro o nel terrazzo sul tetto.
Non
vado mai in mensa perché la fila è sempre interminabile ed il caffè
è orrendo.
Ho
appena finito di fumare la mia sigaretta da sola, Kurotsuchi è
dovuta andare ad un pranzo di lavoro.
Sto
davanti la macchinetta del trentasettesimo piano per prendere il mio
caffè quando un collega mi avvisa che il grande capo mi sta
cercando.
Bevo
il caffè ustionandomi la lingua, mi accorgo che l'ascensore è
occupato e salgo alla velocità della luce fino all'ultimo piano.
<<
Signore >> prendo fiato cercando di mantenere un certo
contegno, anche se il viso arrossato non dev'essere un bello
spettacolo << Mi cercava signore? >>
<<
Ah Sumire si. Devi disdire tutti i miei impegni >>
Nooo,
l'agenda era pianificata in maniera perfetta.
<<
D'accordo signore. Ma Mr. Downey non ne sarà molto contento >>
<<
Ho altro da fare >>
<<
Come vuole. Gli fisso l'incontro per sabato >>
<<
No. Da questo momento il sabato sarò irreperibile >>
Nooo
niente più straordinari il sabato? Yeeee!
<<
D'accordo >>
<<
Tu dovrai venire comunque in ufficio, ma solo la mattina >>
Yeee...
<<
A proposito: tra un'ora verrà Ebizo e ti consegnerà il mio completo
bianco. Devi portarlo in tintoria e ritirarlo proprio sabato mattina.
Portalo qui in ufficio manderò qualcuno a prenderlo >>
Si
lo so che state pensando: “ma non puoi portarglielo a casa?” No.
Perchè il malato di mente non vuole che si sappia il suo indirizzo
di casa, quindi le sue cose passano anche per tre- quattro mani prima
di arrivare a lui.
Ah
Ebizo è il suo maggiordomo. E' talmente vecchio che credo possa
morire da un momento all'altro, ma non vuole andare in pensione. E'
tipo Alfred per intenderci, ma più decrepito.
<<
Come desidera >>
*
Alle
17:59 Alfred... Pardon Ebizo è giù che mi aspetta con una busta
nera.
<<
Salve signorina Nekoi >>
Nekoi
è il mio cognome. Non ricordo se ve l'avevo già detto....
<<
Buonasera Ebizo. Tutto bene? >>
<<
Certamente signorina. E' uno splendido tardo pomeriggio ma questa
arietta frizzante è un po' subdola. Suggerirei un cappotto più
pesante >>
Mi
sento come catwoman nella batcaverna.
<<
Grazie Ebizo, seguirò il tuo consiglio >>
<<
Buona serata >>
<<
Anche a lei >>
La
lavanderia preferita di Gaara (si, il signorino ha una lavanderia
preferita) dista mezz'ora di macchina da lavoro, per fortuna chiude
alle sette.
Prendo
la macchina e mi dirigo li, consegno l'abito e mi assicuro che sia
pronto per sabato mattina. Poi me ne vado dritta a casa.
Le
mie gambe camminano da sole: cucina.
Afferro
un pacco di biscotti poi vado nella mia stanza e mi spalmo sul letto.
A
proposito l'ho riparato il letto, almeno spero.
Dolce
giaciglio...
Apro
la busta di biscotti quando sento le chiavi della porta girare nella
serratura.
Matsuri
ha finito presto stasera.
<<
Sumire? Ci sei? >>
<<
Eh >>
<<
Sumy? >>
<<
Eeeh? >>
Lei
si incammina fino a camera mia e poggia la schiena contro il muro.
<<
Ciao, tutto ok? >>
Annuisco
svogliata.
<<
Sabato sera tieniti libera ok? >>
Mangio
un biscotto e parlo con la bocca piena.
<<
Perché? >>
<<
Siamo invitate ad una festa. Un piccolo ricevimento >>
<<
Mh... di chi? >>
<<
Gaara >>
Noto
che ha sorriso dicendo il suo nome.
Kami
e Spongebob la situazione è seria...
<<
Vuole farmi conoscere alla sua famiglia e ai suoi amici. Quando ha
saputo che ho una sorella ha deciso di invitare anche te >>
Nooo...
<<
Ok... suppongo sarebbe poco delicato rifiutare l'invito >> dico
togliendomi le briciole dagli angoli della bocca.
<<
Si. Sarebbe veramente molto scortese >> dice lei seria
fissandomi con due occhi severi per enfatizzare la frase.
<<
E Matsu? >>
<<
Si? >>
Ok
ora glielo dico: Matsu il tuo fidanzato è uno stronzo. No così non
va bene. Sorellina il tuo fidanzato è quello stronzo del mio capo...
<<
Allora Sumy? Che mi devi dire? >>
<<
Ehm... tu che ti metti? >>
Sumire
… sei senza speranza.
|
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Capitolo 7 *** Shopping... che incubo ***
Shopping...
che incubo
Ok
è venerdì mattina.
Suona
la sveglia e per poco non cado dal letto. Come al solito.
Imprecando
in turco mi alzo e mi preparo... come al solito.
Una
volta vestita mi faccio il caffè e lo bevo mentre guardo l'armadio.
Mi
rendo conto di una cosa: non ho niente da mettere per la festa.
Tutti
i vestitini che ho sono vecchi o con disegni di protagonisti di film
e serie tv o decisamente troppo otaku.
Non
posso mettere un paio di pantaloni neri ed una maglietta. Matsuri mi
guarderebbe storto tutta la sera.
Sbuffo
e chiudo l'armadio, ci penserò dopo il lavoro.
*
Mentre
sono intenta a leggere le mail della mattina col viso poggiato tra le
mani e una matita tenuta tra il labbro superiore ed il naso mi viene
un'idea.
<<
Sumire devi andare dal fornitore qui di fronte. Deve darmi dei
documenti >> dice Gaara aprendo di scatto la porta del suo
ufficio.
Sobbalzo
e mi cade la matita dalla faccia.
Perché
cazzo ha fatto istallare l'interfono se poi deve spalancare la porta
facendomi venire un infarto?
<<
Si subito signore >>
*
Durante
la pausa pranzo afferro il telefono.
Amico
gay i choose you!
Troppo
politicamente scorretto?
<<
Deidara mi serve una mano >>
<<
Tesoro mio fammi finire il naso di questa scultura e poi sono tutto
tuo >>
<<
Dei è urgente. Ho una festa domani e solo due ore per trovare un
abito elegante >>
<<
Uh una sfida... adoro le sfide >>
<<
Già... puoi farti trovare qui verso le sei? >>
<<
Oook. Conosco dei negozietti adatti allo scopo >>
<<
Grazie sei un tesoro >>
Mentre
mi metto il cellulare in tasca vedo una pila di carte e dietro la
testa di Kurotsuchi.
<<
We bella brunetta ti serve una mano? >>
<<
Tra poco mi cascano le mani! >> dice lei con un filo di voce.
Rido.
<< Ok dammi un po' di quelle carte >>
Mentre
la aiuto le accenno il piano di questo pomeriggio.
<<
Vuoi venire? >>
Lei
storce il naso.
<<
Devo stare due ore con quell'odioso? Mh ok. Ma lo faccio per te >>
Si
Kuro... come no.
*
Finisco
il turno e mi sistemo la scrivania. Kurotsuchi deve finire un lavoro
quindi la aspetto fuori in compagnia di una sigaretta.
L'ho
fumata a metà quando vedo Deidara venirmi incontro.
<<
Ciao bella... >> mi squadra dall'alto in basso come se fosse
una vecchia zia << Se non fosse per quella orrida maglietta coi
pupazzetti saresti più bella >>
I
suddetti pupazzetti sarebbero
“Vado, Vedo e Prendo” gli
scagnozzi di Oogie boogie.
<<
Oh Dei... tu si che sai come fare i complimenti a una donna >>
Lui
sbuffa e mette le mani sui fianchi.
<<
Una parola Sumi: Camicia >>
<<
Ce l'ho la camicia. La tengo in ufficio >>
E'
una camicia nera che metto sopra la maglietta, così nessuno si
lamenta sul fatto che sembro poco professionale.
<<
Ok mi arrendo. Andiamo in negozio >>
<<
Aspetta viene anche Kuro non appena finisce con i conti >>
<<
Uh viene anche miss Simpatia? Che bello … >>
<<
Dai non cominc... >>
Da
dietro le spalle sento una vocina minacciosa.
<<
Chi sarebbe “miss Simpatia”? >>
<<
Di certo non tu maschiaccio. Fatti allungare quei capelli >>
Si
il loro rapporto è anomalo: sono come Will e Grace, solo che
litigano molto, molto di più.
Alzo
gli occhi al cielo.
<<
Dei serve la macchina? >>
<<
Sembri un maschio! Uno di quelli brutti >> si gira verso di me
<< Si serve la macchina >> si rigira verso Kuro <<
E mettiti un filo di trucco ogni tanto... >>
Percorro
il tragitto dall'ufficio al negozio con loro che litigano.
E
l'ora di punta quindi oltre a loro si ci mettono le altre macchine, i
pedoni i semafori...
Che
mal di testa.
Una
volta arrivati mi rendo conto del guaio in cui mi sono cacciata: il
posto è una di quelle bountique con le commesse tutte perfettine,
tutte chicchettine, tutte fashiottine...
Entriamo
e veniamo devastati da uno di quei brani di atmosfera che mi fanno
salire l'omicidio.
Mi
piazzo davanti ad entrambi e li fisso con sguardo serio.
<<
Ok Guys. Niente colori sgargianti, niente minigonne microscopiche,
niente brillantini e niente pizzo! >>
Deidara
mi guarda con disapprovazione.
<<
Vuoi un vestito o un abito da monaca? >>
Kuro
incrocia le braccia.
<<
Ti sei depilata le gambe? >>
Io
li guardo male entrambi.
<<
Vi odio >>
Deidara
inizia a rovistare tra le stampelle e afferra due o tre abiti, idem
fa la ragazza.
Io
mi guardo intorno come se fossi in un universo parallelo.
Le
commesse mi guardano dall'alto in basso come se fossi una poraccia.
Ora
le ammazzo.
<<
Dai Sumi vieni >>
Mi
faccio passare gli istinti omicidi e mi dirigo verso i camerini dove
ad attendermi ci sono un cumulo di abiti sopra una sedia.
Oh
mio dio...
Un
vestito fucsia, un tubino blu scuro, un monospalla nero ma talmente
corto da sembrare una maglietta lunga, una roba strana con una gonna
di tulle.
<<
Ragazzi ma siete sicuri di questa roba? >>
<<
Dai vatteli a provare prima che le commesse ci caccino >>
<<
Oook >>
Questo
è stretto, questo è brutto, questo pizzica...
<<
Uff... che palle >>
Deidara
sposta un angolo della tendina e mi guarda con aria critica.
<<
Ragazza fa un sorriso ti prego! >>
<<
Per una volta sono d'accordo con Deidara... devi essere più allegra
ragazza. E tira in dentro la pancia! >> dice Kurotsuchi
spuntando da l'altro lato del camerino.
Ora
li strozzo.
<<
Ma nera c'è solo questa specie di maglietta? >>
Il
ragazzo alza gli occhi al cielo.
<<
Non puoi metterti sempre cose nere. Non sei a lutto >>
Ecco
che inizio a sudare. Mi capita sempre quando cerco dei vestiti nuovi.
<<
Fuori. Privacy please! >>
Spingo
le loro facce oltre la tenda e sbuffo guardando con astio il cumulo
di abiti, le mie cosce e il mio culone.
Devo.
Frequentare. Una. Palestra!
Mi
lego i capelli con una coda di cavallo, mi metto il vestito fucsia e
inizio a rovistare in un angolo buio del negozio. Sembro la sorella
brutta della strega dell'est.
Deidara
e Kurotsuchi mi guardano
con condiscendenza.
Le
commesse si mettono in un angolo e mi lanciano occhiate di
compatimento.
Poraccia...
poraccia...
Kuro
si mette le mani sui fianchi.
<<
Ma cosa speri di trovare lì? >>
<<
Più colore ragazza... >>
Li
ignoro tutti. Ora mi chiudo nel mio mondo magico e fatato dipinto di
blu.
Oh.
Trovato!
<<
Questo è perfetto! >>
Deidara
storce il naso.
<<
Quello? >>
<<
Si. Questo >>
Provo
l'abito e dopo venti minuti convinco anche i miei due amici. Anche
perché intanto le commesse ci stanno gentilmente cacciando.
Usciamo
dal negozio e andiamo a bere qualcosa in un bar li vicino.
Birra,
aiutami tu...
<<
Guarda quanto sei carina quando esci e comunichi con altri esseri
viventi. Non è una bella sensazione Sumy? >>
<<
Dei per favore... >>
Kurotsuchi
annuisce vistosamente.
<<
In effetti dovresti staccarti un po' dalla tv e dal pc >>
<<
Kurotsuchi non mettere in crisi la mia relazione con tv e
videogiochi! Sfasciafamiglie >>
Anche
se in effetti la serata è piuttosto rilassante e divertente.
Di
certo non lo ammetterò mai a quei due però si, è una bella serata.
|
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Capitolo 8 *** Il ricevimento ***
Il
ricevimento
Sabato
mattina.
Prima
di andare in ufficio vado a prendere il completo bianco di Gaara.
Mi
viene un flash: magari non ho detto la verità a Matsu ma posso dirlo
a Gaara.
E'
facile: “Capo. Matsu è mia sorella”. E magari ci aggiungo un
“veda di lasciarla in pace”.
<<
Mr. Sabaku? >>
<<
Si? >>
<<
Eeee... >>
Ecco
che alza gli occhi e mi fissa. Mi sento improvvisamente a disagio.
<<
… Devo chiudere la porta? >>
Stupida
stupida stupida stupida...
Lui
batte le palpebre due volte guardandomi come se avessi un ritardo
mentale e mi risponde come si risponderebbe a una con un ritardo
mentale.
<<
Si Sumire... come al solito >>
<<
Bene signore >>
Sbuffo
vistosamente e mi metto a lavoro.
Bene.
Se
non faccio la figura dell'imbecille almeno una volta al giorno non
sono io.
*
Dopo
il lavoro mi catapulto a casa e mi faccio una doccia.
Mi
depilo.
Si,
Kuro aveva indovinato a chiedermelo come detto sopra... o nel capitolo
precedente... non lo so, questo chiedetelo alla tipa che scrive (che
detto tra noi è una tipa strana... ma non andate a fare la spia
perché è capace di uccidermi e rimpiazzarmi con un opossum).
Mentre
canto “d'ora in poi scoprirò... la mia vera identità” sento
Matsuri entrare in casa.
<<
Sumiii non ci mettere una vita. Mi devo dare una sistemata pure io!
>>
Sembra
pimpante. Anzi accelerata.
<<
Esco esco. Cinque minuti! >>
Esco
dalla doccia quindici minuti dopo (ops!)
e vado in camera mia.
Mi
ficco il vestito nero senza spalline con una piccola cinta viola
intorno alla vita, un paio di scarpe nere col tacco e mi lego i
capelli con uno chignon alto.
Mentre
cerco di infilarmi l'orecchino destro che mi sta distruggendo il lobo
vedo che Matsuri ha messo un abito rosso, uno splendido abito rosso
con degli elegantissimi, e apparentemente costosissimi, sandali
rossi.
Un
filo di trucco, lei non ha bisogno di coprirsi la faccia.
Dio
quanto è bella.
<<
Sei pronta Sumy? >> dice sistemandosi l'eyleiner.
<<
Si pronta. Guidi tu? >>
<<
No. Ci vengono a prendere >>
Che?
<<
Chi? >> dico forse un filo troppo terrorizzata.
<<
Alle 7:35 verrà un'autista >>
Uh
che sciccheria.
<<
Bello... >>
*
Alle
7.35 in punto una limousine nera arriva davanti casa nostra.
L'autista
ci apre gli sportelli e ci fa accomodare, ci sorride, ci mette la
musica e si mette a fare tutta quella roba tipo film romantico.
Mi
sento a disagio a stare in una macchina del genere, Matsuri invece
non sembra nervosa ma elettrizzata.
<<
Siamo arrivati signorine >>
L'autista
ci apre lo sportello e ci porge la mano.
Matsuri
esce con la stessa grazia della Monroe mentre la sottoscritta per
poco non cade di faccia sull'asfalto. Ovviamente.
Il
posto è spettacolare: una villa stupenda con un immenso giardino ed
una fontana centrale.
Che
lusso.
<<
Wooow >> mi lascio sfuggire.
<<
Bello vero? >>
<<
Questa è la casa del tuo ragazzo? >>
<<
No. Non è la casa di Gaara, ma una delle proprietà di famiglia >>
Oh
certo. Dimentico sempre che quello è malato di mente.
Varchiamo
il cancello e subito veniamo sopraffatte da una marea di gente. Tutti
ricconi dell'alta società.
Mi
sale il vomito.
Mi
guardo intorno, alcuni di loro li riconosco: sono colleghi di Gaara.
Oh
c'è anche Karura. Siii qualcuno con cui parlare!
Vado
verso di lei quasi di corsa.
<<
Salve Karu... Signora Sabaku >> Devo essere diplomatica, non
posso essere così informale davanti a tutta quella gente.
La
donna non la pensa come me, difatti si allontana dal gruppo di donne
con la quale stava conversando e mi abbraccia.
<<
Tesoro sei stupenda! Un vero fiore! … E ti prego, dammi del tu. Non
far caso a questi snob >> mi sussurra alla fine.
<<
Va bene >>
<<
Che ci fai qui? Non dirmi che devi lavorare anche stasera >>
<<
No no >> mi schiarisco la gola << Matsuri, la fidanzata
di tuo figlio, è mia sorella... >>
Lei
spalanca la bocca.
<<
Nnno? Davvero? In effetti vi somigliate così tanto >>
<<
L'hai conosciuta? >>
<<
L'ho vista solo in foto, ma spero di poterle parlare stasera >>
Gaara
ha presentato la fidanzata a mezzo mondo tranne che alla madre? Ma
che razza di persona è?
Bah.
<<
Oh tesoro c'è la moglie del presidente di una casa editrice molto
importante. Vado a salutarla >>
<<
Va bene >>
Mi
mordo l'interno labbra e mi guardo intorno.
E
adesso che faccio?
<<
Sumire >>
Congelo.
Quella
voce...
Spongebob
ammazzami adesso.
Inspiro
a fondo come se dovessi tuffarmi sott'acqua, giro e sfoggio uno dei
miei sorrisi migliori.
<<
Gaara... posso chiamarla Gaara viste le circostanze si? >>
<<
Io... non sono sicuro di capire >> dice molto sorpreso.
<<
Bel vestito >> faccio volutamente la stronza, ma dentro mi
sento morire tanto tanto.
Matsuri,
che è a braccetto col ragazzo, ci guarda entrambi sorpresa.
<<
Voi due vi conoscete? >>
Ok
ormai è inutile tenerlo segreto.
<<
Il signore qui presente è il mio capo... >>
Lui
annuisce come imbambolato e poi si schiarisce la gola.
<<
Si sono... Sumire è la mia assistente >>
<<
Oh... >> dal tono di Matsuri intuisco che si è ricordata di
tutti i soprannomi che ho dato al suo fidanzatino in quegli anni,
difatti spalanca gli occhi e si irrigidisce << Oh! Quant'è
piccolo il mondo >> continua celando l'imbarazzo.
<<
Davvero piccolo... >> risponde Gaara continuando a fissarmi.
<<
Già. Se non si fosse capito sono anche la sorella di Matsuri
comunque. Gemella. É per questo che sono qui... mi ha invitata >>
dico mettendomi le mani tra le pieghe del vestito.
<<
… >>
<<
Oh Guarda c'è Sakura insieme a Naruto. Vai a salutarli ti raggiungo
tra due secondi >> dice improvvisamente Matsuri.
Gaara
obbedisce a quella richiesta e la cosa mi sconcerta e mi sorprende
non poco, ma mia sorella non mi da molto tempo per analizzare quella
situazione.
<<
Perchè non me l'hai detto? >>
<<
Che? >>
<<
Dai Sumy lo sai. Gaara è il tuo capo, quello che detesti. Perchè
non mi hai detto nulla? >>
<<
Ti sei risposta da sola Matsu: è il mio capo ed io lo detesto.
Sembravi così felice che non ho voluto rovinarti la festa >>
Inoltre
non ho avuto le palle di dirti tutto... ma questo magari me lo tengo
per me.
La
vedo sospirare e sfoggiare un dolce sorriso.
<<
Ok va bene... non è grave. Ci saranno tante occasioni come questa.
Sono certa che avrete modo di conoscervi meglio e scommetto che anche
tu lo troverai un ragazzo adorabile... >>
Sta
veramente pianificando quella situazione come se fosse un tavolo
operatorio?
<<
… Forse a lavoro è un po' severo ma ti assicuro che fuori da quel
contesto è... >>
Ok
devo interrompere quello sproloquio.
<<
… adorabile? >>
Lei
mette il broncio ed annuisce convinta.
<<
Si. Adorabile. Adesso perché non cerchi di socializzare con qualche
ospite? >>
<<
Perché sono asociale? >>
Lei
mi prende per le spalle e mi da una leggera spinta.
<<
Sei una ragazza bella e divertente. Va e divertiti! >>
Detto
ciò raggiunge velocemente il fidanzato.
Avrei
voluto restare con Karura ma le sue condizioni non le permettono di
intrattenersi a lungo. Una limousine l'ha portata a casa due minuti
fa.
Mi
guardo intorno: l'inferno deve essere proprio così.
Rassegnata
prendo un bicchiere al volo dal vassoio di un cameriere e mi siedo su
un muretto appartato accanto ad uno, un tipo qualsiasi.
Inizio
a sorseggiare il contenuto del bicchiere finché non mi accorgo che
il tipo qualsiasi è gnocco.
Ma
no gnocco di poco, gnocco della serie “la mamma si è impegnata con
tutte le sue forze ed i suoi sentimenti”.
Complimenti
alla mamma.
Calmati
Sumire, fa la persona normale.
Abbasso
lo sguardo per terra e poi apro la borsetta prendendo una sigaretta,
prendo l'accendino ed ammacco il pulsante.
Ammacco
il pulsante.
Ammacco
il pulsante.
E
non si accende!
Sbuffo
vistosamente mentre tengo ancora la sigaretta tra le labbra.
<<
Questi clipper non funzionano quasi mai >>
Spalanco
gli occhi. Chi ha parlato?
Gnocco
da paura mi sta parlando?
Alzo
il busto e mi tolgo la sigaretta dalla bocca.
<<
Valgono quello che costano >>
<<
Già.. ti aiuterei se non avessi perso il mio >>
<<
Sei ad una festa come questa senza accendino e non sei ancora uscito
fuori di testa? Ammirevole >> dico senza riflettere più di
tanto.
Lui
ride divertito.
<<
Ci provo. Tu sei? >>
Perchè
gnocco da paura mi sta parlando?
Sospiro
indicando la dolce coppia con un cenno della testa: lui con abito
bianco e cravatta rossa, lei abito rosso.
Ma
che sono, i bravi gemellini?
<<
La sorella della futura sposina ed assistente di quello stronzo,
egocentrico, cadavere dai capelli rossi del suo fidanzato. Tu? >>
Dopo
due secondi di completo silenzio lui mi risponde guardandomi fisso
negli occhi.
<<
Io sono il fratello di quello stronzo, egocentrico, cadavere dai
capelli rossi >>
<<
… >>
Meeeeeeerda!
Annuisco.
Mi metto in piedi con estrema lentezza. E mi sistemo il vestito.
<<
Con permesso. Vado a prendermi da bere... e poi a suicidarmi credo
>>
Mentre
cammino verso il buffet vedo che mi segue. Vuole per caso ammazzarmi
lui?
Dopo
pochi passi mi è accanto.
<<
Posso farti compagnia? La parte del bere, per la seconda parte credo
che ti lascerò la tua intimità >>
ah
ah ah... muoio dal ridere.
Vede
che non rispondo e continua.
<<
Che prendi? >>
<<
Scotch >>
E
lo vedo alzare un sopracciglio con aria di ammirazione.
<<
Che? >> Lo guardo non capendo quell'occhiata.
<<
Avrei detto un composto zuccherato, caramellato, fruttato... >>
<<
Non è mica il lunedì mattina >> rispondo ancora una volta
senza riflettere troppo.
E
questa volta lo vedo ridacchiare.
Denti
perfetti.
Complimenti
a mamma Karura.
Dopo
aver preso da bere ci sediamo in un divanetto un po' appartato ed
iniziamo a parlare.
Lavora
nel campo dell'informatica. Gli piace smontare e rimontare computer,
conosce bene i software ed i programmi. Se ne intende anche di
videogiochi ma più a scopo ludico che lavorativo.
Vive
in Spagna, paese natio della madre. In effetti avevo intuito da
parecchi indizi che c'era un lato spagnoleggiante in famiglia.
<<
Non sapevo che Mr. Sabaku avesse un fratello >>
Lui
ride divertito.
<<
Prima lo definisci uno stronzo e adesso lo chiami “Mr. Sabaku”?
Che cambiamento >>
Che
stronzo. Dev'essere vizio di famiglia.
Arrossisco
e poso il bicchiere sul tavolino davanti a noi.
<<
Per favore non fare la spia... la situazione è già abbastanza
complicata così >>
<<
Tranquilla. So mantenere i segreti. Comunque si, Gaara ha un fratello
>>
Ma
dai?
<<
La nostra non è una famiglia molto unita >>
Mi
da la conferma che il padre è morto in un incidente, non aveva
un buon rapporto con lui, ed intuisco anche col fratello, per questo
motivo se n'è andato mentre Gaara ha ereditato tutto.
Hanno
anche una sorella che si è sposata con un “pappamolle bradipo
senza molti interessi”. Un professore di matematica.
Anche
qui i rapporti sono complicati.
Mentre
sono intenta ad ascoltare ed annuire mi parte in testa la sigla di
“beautiful”:
♪♫♪
Paparappara... pappa.
Pappara... ♪♫
<<
Temari abita in una città vicina, credo che verrà per le nozze >>
<<
Tu perchè sei venuto qui stasera? >>
Lo
vedo fare spallucce.
<<
Sono qui da qualche giorno, per lavoro. Mi è arrivato l'invito per
e-mail e così... >>
Annuisco.
<< Giusto.
Scarpe scomode,
giacca lunga, un caldo infernale, l'età media degli invitati è la
stessa di Dick
Van Dyke. Insomma un'ottima occasione per una serata alternativa, no?
>>
Ride
per l'ennesima volta.
<<
Però c'è l'alcool gratis >> dice alzando il bicchiere.
Faccio
cin cin col mio.
<<
Touché >>
***
Angolo dell'autrice.
Salve gente, scusate il
ritardo ma sto cercando di dividermi tra due fandom.
Comunque eccoci arrivati al famoso ricevimento. E no niente tragedie,
niente spatorie... ma questo non vuol dire che la situazione si
emplifichi eh!
Che ve ne pare? Piaciuto? Spero di si.
Come al solito grazie a tutti. A presto
Violetta_
|
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Capitolo 9 *** Paradiso, inferno, paradiso ***
Paradiso,
inferno, paradiso
Il...
miglior... sesso... di... SEMPRE!
Sono
a casa sua, nel suo appartamento, un gran bel appartamento.
E
ho visto si e no due stanze, ricordiamolo.
Sto
fissando il lampadario d'acciaio moderno semilluminato dalle luci del
mattino mentre sento ogni muscolo del mio corpo completamente
rilassato.
Quel
materasso è una favola.
Quelle
lenzuola sono una favola.
Quel
tocco di manzo che dorme accanto a me è una favola.
… oh-oh.
Il
tocco di manzo dorme accanto a me ed il lampadario è semilluminato
dalle luci del mattino.
Mi
sono addormentata!
Sumy...
sei proprio una novellina.
Ravano
a terra alla ricerca delle mie mutande e del reggiseno. Me li metto
facendo il meno rumore possibile.
Sono
quasi pronta mi manca solo il vestito.
Eccolo
sotto la scrivania.
Come
c'è arrivato lì?
Mi
chino per prenderlo.
<<
Dove vai? >>
Mi
blocco col culo per aria e l'abito tra le mani. Quanto me ne rendo
conto sollevo la testa di scatto e la sbatto contro il bordo della
scrivania.
Taaac...
trauma cranico.
<<
Ahia... >>
Prima
figura di merda della giornata fatta. Bene.
<<
Accidenti. Fatta male? >>
Nooo
mi sono fatta bene Kankuro. Lo faccio ogni mattina.
<<
Tranquillo tutto ok >>
Mi
massaggio la testa e quando apro gli occhi lui è di fronte a me
completamente nudo.
Oh
santo cielo.
<<
Sei sicura? Mi sembri un po' arrossata... >>
<<
No no tranquillo. Devo andare... >>
<<
Così di fretta? E dove? >>
<<
In effetti devo andare da tua madre >> dico rendendomi conto
della cosa.
<<
Eh? >>
L'ho
detto ad alta voce vero?
Dannazione
ma perché non controllo il mio cervello prima del caffè?
Vabbè
sarei ache giustificata dal trauma cranico ad essere precisi.
<<
Ci vado ogni mercoledì e quando posso di domenica quando permettono
le visite ai non parenti >>
Lo
vedo farsi diffidente, o forse curioso, non capisco.
<<
Perché? >>
<<
All'inizio per dovere... ma la domenica perché solitamente tutti gli
ospiti del residence vanno dai parenti e detesto che Karura mangi da
sola >>
<<
Quindi non va ancora a trovarla? Che pezzo di merda... >> dice
parlando tra se e se. Intuisco che parli di Gaara.
Mi
infilo velocemente il vestito e le scarpe cercando di non guardare
quel meraviglioso spettacolo che mi si para davanti senza la benché
minima vergogna.
<<
Aspetta sei tu la “piccola pequena”? >>
Perché
detto da lui sembra il nome di una battona?
<<
Eh... colpevole >>
Mi
scruta dalla testa ai piedi ed inclina la testa da un lato.
<<
Mamma ti adora >>
Questa
volta lo guardo in faccia.
<<
E tu che ne sai? >>
<<
Mi ha parlato spesso di te >>
Sento
che sto arrossendo parecchio e francamente non so bene cosa
rispondere.
<<
Lei invece non mi ha mai parlato di te >> dico impacciata
<<
Non parla mai della vostra famiglia... >>
Lui
annuisce come se conoscesse bene la situazione.
<<
Ci scriviamo di tanto in tanto e qualche volta mi ha parlato della
“ragazza tanto dolce che si occupa di lei” >> dice
canzonatorio, vuole mettermi in imbarazzo apposta.
E
ci riesce.
<<
Beh … comunque vado … così tu ti vesti... o torni a dormire....
o qualsiasi cosa tu faccia la domenica mattin... >>
<<
Vengo con te >>
Come?
Che?
<<
No. No vado sola tranquillo >>
<<
Insisto >>
No
no no...
Scherziamo?
Dopo stanotte è già tanto se riuscirò a guardare Karura negli
occhi.
<<
Non è necessario … figurati... >>
<<
Non puoi certo impedirmi di andare a trovare mia madre >>
Ecchecazz...
<<
No è solo che non mi pare il caso... >>
Ma
lui è già andato in bagno ed ha aperto la doccia.
<<
Vuoi entrare? >>
Eh?
<<
Ho notato che te ne stai andando senza esserti lavata... hai sudato
parecchio stanotte >>
Che
brutto bastardo figlio di... eh no la madre è una donna dolcissima.
Rimango
immobile senza avere la minima idea di cosa fare.
E
dato che non agisco agisce lui.
Senza
che lo sentissi avvicinare si mette dietro di me e con le dita sfiora
il tiretto della cerniera iniziando ad abbassarlo molto lentamente.
Arrossisco.
Mi
cinge la vita e mi stringe in un caldo e forte abbraccio.
Mi
bacia la nuca.
Chiudo
chi occhi.
Che
cosa sto facendo?
<<
Mi... posso usare l'altro bagno, dimmi solo dov'è... >>
balbetto come una completa idiota.
<<
Perchè usare un altro bagno se l'acqua della doccia qui è già
calda? >> dice lui intento a buttare il reggiseno per terra.
Ok
come ha fatto?
Deglutisco
e chiudo chi occhi.
Mi
gira lentamente e mi accarezza la schiena guardando ogni singolo
dettaglio del mio viso, io riapro gli occhi ed abbasso lo sguardo
incapace di sostenere il suo.
Con
un movimento fluido mi toglie definitivamente l'abito e mi afferra
per i fianchi il che mi fa diventare il viso completamente
incandescente.
<<
Sumi... >>
Alzo
la testa e lo guardo interrogativa, lui mi fissa strusciando il naso
contro il mio e mi sorride.
Vuole
mettermi a mio agio e ci riesce.
Chiudo
nuovamente gli occhi ed inizio a dargli dei lenti e morbidi baci sul
collo mentre lui mi porta dentro la doccia continuando ad
accarezzarmi la schiena ed i fianchi con una mano.
Per
tutti i dei del cielo il suo tocco sulla mia pelle è sublime.
Poggio
una mano sulla sua nuca e mi avvicino alle sue labbra per...
<<
Uh caldo. Ahio ahio scotta! >>
Con
un gesto fulmineo cambia la temperatura del getto e mi sposta.
<<
Scusa >>
Ci
guardiamo per un paio di secondi e poi scoppiamo a ridere.
Allunga
una mano per controllare la temperatura e mi porta sotto il getto.
Oh
si ora è perfetto.
*
Dopo
mezz'ora siamo pronti per uscire.
Si
alla fine mi ha convinta.
Lo
so. Lo so. Sono una pappamolla. Anzi pastafrollosa.
Ho
addosso un pantaloncino jeans, una dimenticanza dell'ultima visita
della sorella, ed una maglietta nera con uno strano disegno al
centro: un cerchio metà giallo metà rosso.
Mi
sta larga ma è comoda e fresca. Ed il suo odore addosso non mi
dispiace.
Per
fortuna le mie scarpe sono abbastanza semplici da adattarsi con
tutto.
Andiamo
al residence con la sua geep.
L'abitacolo
profuma di pelle e di caffè.
Persino
la sua macchina è sexy.
Una
volta arrivati a destinazione apro la porta dell'appartamento di
Karura e la chiamo a gran voce.
<<
Karura? Sono io, ho portato una persona >>
<<
Piccola pequena ciao! Sono di sopra vieni >>
Arriviamo
alla porta d'ingresso e Karura si avvicina per salutarmi. Quando vede
Kankuro si blocca e grana gli occhi.
<<
Kankuro >>
Lui
sorride e la sua voce si fa dolce.
<<
Ciao mamma... >>
Superato
il momento di stupore la donna gli corre incontro e lo abbraccia
iniziando a piangere.
<<
Il mio bambino... il mio bellissimo bambino... >> sussurra tra
le lacrime.
Kankuro
arrossisce, ed è la prima volta che lo vedo imbarazzato da quando
l'ho incontrato.
<<
Non chiamarmi così dai... >>
<<
E come dovrei chiamarti? Oh che bello il mio bambino è venuto a
trovarmi >> poi si rivolge a me << La mia piccola pequena
mi ha riportato il mio piccolo bambino... >>
Ed
è il mio turno di arrossire.
<<
Io non c'entro, è stata una coincidenza … >>
<<
Venite sedetevi >>
<<
No no io... io vado a preparare qualcosa da mangiare e poi me ne
vado... insomma vorrete stare soli >>
<<
Che sciocchezze! Mi dovete raccontare come vi siete incontrati. Come
vi conoscete? >>
<<
Ci siamo incontrati alla festa di Gaa, mamma. Dopo che te ne sei
andata >>
<<
Capisco... e siete rimasti insieme da allora? >> dice
assottigliando appena lo sguardo.
<<
No no >> mi affretto a rispondere io << sapeva che oggi
sarei venuta qui e ci siamo messi d'accordo >>
<<
Esatto >> conclude Kankuro dando man forte alla mi a balla.
Ma
vedendo l'espressione di Karura non mi sembra molto convinta.
Forse
è vero che le mamme sanno sempre tutto.
O
più probabilmente ha riconosciuto la maglietta dato che continua a
fissarne il disegno.
Ecco
adesso sarò la “piccola sgualdrina che ha irretito il figlio”.
Cerco
di cambiare discorso.
<<
Perciò... che volete mangiare? >>
<<
Avrei voglia di qualcosa al forno. Qui non mi fanno mangiare niente.
Solo verdure al vapore o cose bollite. Mangio bene solo quando ci sei
tu tesoro >> poi si rivolge a Kankuro << Sai questa dolce
ragazza ha un dono! Qualsiasi cosa cucina è deliziosa! >>
Ti
supplico Karura smettila!
Ridacchio
come un'idiota e mi dirigo in cucina.
Che
situazione di merda.
Apro
il frigo: la dispensa è sempre ben fornita grazie al personale del
residence. Inizio a tirar fuori delle verdure, patate e della carne.
Il ragazzo che fa la spesa ha portato del pollo.
<<
Come posso aiutarti? >>
Sobbalzo
sul posto e mi giro di scatto. Ma è un uomo o un felino quel tizio?
<<
Ti ho spaventata? >>
<<
No no... va da tua madre, avrete tante cose da dirvi >>
<<
Spiacente, i suoi ordini sono: “va a dare una mano a quella cara
ragazza” >>
Grande
Karura, grazie.
<<
Ehm... sai cucinare? >>
Lui
mi fissa dritto negli occhi con aria offesa.
<<
Certamente >>
<<
Ok ok non ti scaldare... inizia a pelare queste patate e me le tagli
a tocchetti piccoli così cucinano più velocemente e poi mi tagli
quelle due cipolle a fette non troppo sottili se no bruciano. Io mi
occupo delle altre verdure e della carne >>
Ok
forse sono un pochino autoritaria quando sto ai fornelli.
<<
Si chef! >> dice con tono militare.
Mi
scappa un sorriso.
Scopro
che è divertente cucinare con lui, di solito mi irrito quando
qualcuno mi ronza intorno in cucina.
<<
Attento quello è zucchero... >>
<<
Guarda che lo sapevo eh... >> dice cambiando barattolo.
Una
volta infilata la teglia nel forno imposto la durata e mi siedo su
una sedia.
Lui
mi porta mezzo bicchiere di vino rosso.
<<
Non c'è birra qua... >>
Annuisco.
Gli alcolici vengono un po' limitati, per quanto possibile, dagli
inservienti.
<<
Ci vorrà un po' prima che sia pronto... io andrei a fumare una
sigaretta mentre tu vai da... >>
<<
Te la offro io una sigaretta >>
<<
Ok >> dico secca.
Sono
in imbarazzo.
Ok
mi sono lasciata andare ieri sera, e stamattina, ma da “una botta e
via” questa sta diventando “pranzo con mamma”. Letteralmente.
Aiutatemi...
qualcuno prenda il comando e tolga il pc dalle mani di quella pazza
che sta scrivendo!
Kankuro
mi poggia una mano sul viso ed inclina la testa scrutandomi. Quel
gesto mi risveglia dai miei pensieri.
<<
Il calore della cucina ti ha fatto arrossire le guance... o forse è
il vino >> mi passa l'accendino << sei molto carina
quando sei tutta rossa >>
Siii...
una top model...
<<
Grazie... >>
Mentre
mi accendo la sigaretta il mio sguardo cade su di lui.
Ha
un modo di fumare interessante.
No
non fa nulla di particolare: aspira ed espira fumo come un normale
essere umano ma il modo in cui tiene la sigaretta, il modo che ha di
muovere le labbra...
I
nostri occhi si incrociano per un istante e io giro di scatto la
testa tirando l'ennesima boccata di fumo.
*
Il
pranzo si rivela piuttosto piacevole tutto sommato, solo qualche
battutina ed ammiccamento ma nulla che non riesca a controllare.
Kankuro
è molto dolce con sua madre. No, non è un mammone, ma si preoccupa
della sua salute e ha grande considerazione di lei.
Mi
stranizza il fatto che non parlino né di Gaara né della sorella.
Tutti i discorsi girano intorno alla musica, ai libri, al lavoro di
Kankuro in Spagna ma nulla che riguardi la famiglia.
Mi
domando se non dipenda dalla mia presenza.
|
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Capitolo 10 *** Altri nodi ***
Altri
nodi
Il
giorno seguente mi alzo ancora mezza addormentata, non riesco a
smettere di sbadigliare.
<<
Sumire >>
Apro
gli occhi di scatto.
Il
tono di voce di Matsuri sembra serio. Molto serio.
Nooo...
Mi
reco in cucina e lei mi aspetta seduta davanti il tavolo con le
braccia conserte.
<<
Si Matsu? >>
Lei
mi fissa con un atteggiamento strano.
<<
Dove sei sparita? >>
<<
Come dici? >>
<<
E' dal ricevimento che non ti vedo. Dove sei stata? >>
Concentrati
Sumi. Anche se sei senza caffè.
Concentrati:
non dire o fare stronzate.
<<
Ah ho dormito da Kiba... sai mi ha chiamata dicendo che uno degli
animali in negozio stava male e mi ha chiesto una mano... >>
<<
E ti è venuto a prendere alla villa? >>
<<
Ma no ho preso un taxi... >>
T'oh
da quando sono brava a mentire?
Lei
continua a fissarmi in modo molto serio.
<<
D'ora in poi se hai notizie importanti potresti riferirmele con
appena un po' di anticipo? >>
<<
… ok >>
<<
C'è altro che mi tieni nascosto? >>
Oh
- oh
“Mi
sono fatta tuo cognato”
No.
Non posso.
<<
Niente.. a meno che … non è che per caso frequenti Jiraya quello
del palazzo di fronte? No perché se è così devo confessarti che
sono certa che sia un maniaco >>
Lei
mi guarda e poi si mette a ridere.
<<
Sei una scema >>
Ok
l'ho scampata.
<<
E dimmi hai conosciuto il fratello di Gaa...? >>
<<
Devo andare. Il lavoro chiama, se no chi lo sente il tuo fidanzatino?
>> comincio a sproloquiare mentre mi preparo e mi fiondo fuori
di casa in tempo da record.
*
Arrivo
in ufficio in anticipo e quando incontro Gaara mi aspetto che mi dica
qualcosa.
Non
so una ramanzina, un accenno, un tentativo di seppellirmi viva nel
deserto... qualcosa.
Invece
lui non dice niente, mi tratta come se nulla fosse successo e io
preferisco assecondarlo.
*
Verso
le sei del pomeriggio vado nel laboratorio di Deidara e lo trovo
intento a appiccicare argilla sopra una montagnetta di altra argilla.
<<
Sembri un bambino sulla spiaggia >>
<<
Non osare! Io sto creando qui >>
Rido.
<<
Dai crea dopo, salutami adesso >>
Lui
sbuffa si alza dalla sua posizione semiaccovacciata e mi abbraccia.
<<
No. Troppo affetto... mi stai sporcando la maglietta di argilla!
>>
Ha
argilla ovunque: nelle mani, sulla faccia, persino tra i capelli. Si
scrosta da me e apre il minibar porgendomi una birra, lui si
prende un succo di pera.
Bleah.
<<
Allora com'è andato il matrimonio? >>
<<
Non era un matrimonio Deidara, era un ricevimento >>
<<
Due piccioncini, fiori, tanta gente... come lo chiami non cambia
molto. Allora com'è andata? >>
Sorseggio
lentamente la mia birra per prendere tempo. Imbrogliare la gente è
piuttosto facile ma Dei ha il sesto senso per certe cose.
<<
E' andata come mi aspettavo... ho fumato, ho bevuto... >>
<<
Hai conosciuto qualcuno? >>
<<
No! >>
Oh
cavolo. Troppa foga.
Lui
inarca un sopracciglio.
<<
Sicura? >>
<<
Si >>
Ok
meglio.
<<
Mh come dici tu... e il tuo capo? Ha spalancato occhi e bocca e si è
sciolto come neve al sole? >>
<<
No anzi... ok in un primo istante è parso sorpreso. Adesso si
comporta come se non fosse successo nulla >>
Finisce
di bere il suo succo e si rimette ad attaccare argilla.
<<
Dev'essere un uomo dai nervi d'acciaio, uno anaffettivo. Sai che noia
a letto >>
<<
Dei... >>
<<
No seriamente. Tua sorella si scopa un pezzo di ghiaccio >>
Mi
metto le mani alle orecchie e chiudo gli occhi.
<<
Deidara! Dio santo e chi dorme stanotte? Avrò gli incubi >>
|
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Capitolo 11 *** Cinema ***
Cinema
Sono
passate circa due settimane dal ricevimento.
Matsuri
è su di giri e ormai la vedo solo qualche volta la sera, passa il
suo tempo libero con Gaara per discutere sui preparativi.
Ma
voi ce lo vedete Gaara scegliere i fiori, la location, il colore dei
tovaglioli? No perché per me è un pensiero inquietante.
Una
volta finito il mio turno di lavoro vado in un negozio di
videogiochi. Ci vado spesso tanto che ormai sono amica col
proprietario.
<<
Ehi Sax come va? >>
Sasori
Rossi è un uomo che si avvicina ai cinquanta ma dal suo aspetto non
gli si danno più di trentacinque anni. Non chiedetemi come faccia,
se lo sapessi gli ruberei l'elisir della giovinezza.
Cortese,
puntuale, grande esperto nel suo lavoro. Ma soprattutto ha una virtù
che apprezzo particolarmente: si fa i cavolacci suoi.
<<
Ciao Sumire. Va tutto bene, grazie >>
<<
Sono arrivate le nuove action figures? >> dico prendendo due
videogiochi che avevo adocchiato da tempo e che adesso sono
finalmente in saldo.
Lui
apre uno dei cassettoni dietro di lui e ne estrae un sacchetto.
<<
Non ancora ma ho della roba per te >>
<<
No dai... fa vedere... >>
Ogni
tanto mi passa qualche gadget e se gli gira bene qualche gioco di
seconda mano. E anche questa volta non si smentisce.
<<
Mi sono informato su quel programma per l'ufficio. La licenza costa
un botto. Se te lo cerco hackerato? >>
<<
Non sia mai Sax. In ufficio non entra niente che non abbia i permessi
o la licenza >>
<<
Posso passartelo io... >>
Mi
irrigidisco riconoscendo la voce.
<<
Credo di sapere quale programma cerchi e ne ho una copia con licenza
a casa >>
Mi
giro e ho la conferma che è Kankuro con un paio di picchiaduro
originali in mano.
Dopo
il pranzo da Karura non ci siamo più visti né sentiti. Sono ancora
piuttosto imbarazzata.
Che
ci fa qui?
Sasori
poggia le mani sul bancone.
<<
Conosci questo mascalzone Sumire? Dovresti stare alla larga da certa
gente >> dice Sax fissandolo.
Kankuro
si mette a ridere e risponde a tono.
<<
Se c'è un farabutto quello sei tu Sasori. Guarda che prezzi! >>
<<
Vattene in quel negozio di elettronica dentro il centro commerciale
se non ti conviene >>
Non
sto capendo un tubo.
Dopo
essersi azzuffati verbalmente quei due si stringono la mano e si
abbracciano.
<<
Allora ci pensi tu a Sumi? Trattamela bene è la mia cliente più
simpatica >>
<<
Si capo >>
Senza
che me ne renda conto paga anche le mie cose e mi scorta fino
all'uscita.
<<
Aspetta ma che... ? >> dico ancora confusa.
<<
Ciao Sasori >>
<<
A presto ragazzi >>
Ci
incamminiamo verso il parco ed io sono ancora piuttosto imbarazzata e confusa.
<<
Come conosci Sasori? >>
<<
E' stato il mio capo. Quando ero un ragazzino ho lavorato in quel
negozio ... non cambia mai >> dice con un sorriso.
<<
Capisco. Sax è uno simpatico, ti sarai divertito >>
<<
Ah si è simpatico ma fa lavorare duro. E guai a sbagliare ordine dei
titoli! >>
<<
Condivido appieno questa cosa >>
Lui
mi fissa dritto negli occhi con sguardo serio ed io mi ritrovo a
disagio.
<<
Dimentico che sto parlando con un tirannico chef >>
Credo
di star arrossendo non poco.
<<
No non è vero! >>
Ci
fermiamo in un chiosco di hot dog, poi prendiamo un kebab e dopo una
mezz'ora un hamburger.
Adoriamo
la carne ed entrambi ne mangiamo in quantità industriali.
Con
la differenza che lui, nel week end, fa freerunning mentre io faccio
free pants sul divano.
<<
Che fai stasera? >>
<<
Dormo >>
Lui
strabuzza gli occhi e ridacchia.
<<
Posso proporti una cena prima? >>
<<
Dopo tutto quello che abbiamo preso? >>
Lui
annuisce.
No.
Uno che mi batte in fatto di cibo!
<<
Non avrei mai pensato di dirlo ma sono sazia >>
<<
Cinema? >>
<<
Non ti conviene >>
<<
Perchè? Sei una fan della Heigl?
>>
<<
No sono più tendente verso Tobe
Hooper... sai quel genere lì >>
Ecco
che torna quello sguardo.
<<
Allora credo che ci sarà da divertirsi >>
*
Dopo
il film mi accompagna sino alla mia macchina, gli ho detto che sono
abituata a camminare da sola la sera ma non ha voluto sentire
ragioni.
<<
Grazie della bella serata... è stata divertente >>
<<
Magari potremmo ripetere... >>
Mi
sta chiedendo un appuntamento? Naa...
<<
Ok ci organizziamo... buona notte >>
Sto
per entrare macchina quando lui mi prende delicatamente il braccio e
si avvicina per darmi un veloce bacio sulla guancia.
<<
Buenas noches Sumire >> dice dolce poco distante dal mio
viso e guardandomi fisso negli occhi.
Ecco
ora muoio.
<<
Si, ok … Ciao >>
Avvampo,
agito la manina a mo'
di teletubbies
ed entro velocemente
in macchina.
A
metà strada ripenso al mio saluto.
<<
... >>
Do
una testata al volante.
<<
Che figura di merda! >>
|
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Capitolo 12 *** A mali estremi... ***
A
mali estremi...
Driiin
driiin DRIIIIIN!
ORA
PRENDO IL CELLULARE E LO TIRO CONTRO IL MURO.
Mi
alzo completamente rincoglionita e coi capelli che mi ricoprono gran
parte del viso.
Non
sembrano nemmeno capelli, sembra più paglia secca.
Mi
gratto la testa e sbadiglio con l'eleganza dell'ippopotamo, entro in
cucina e trovo Matsuri con una rivista in mano.
<<
Buongiorno >>
<<
Mnng... g'orno... >> biasticcio camminando come uno zombie.
<<
Ieri hai fatto tardi >> dice lei sorseggiando il suo the.
<<
Sono tornata alle dieci e mezza >>
<<
Per i tuoi standard è tardi >>
Una
piccola parte del mio cervello si attiva.
Mi
sta forse facendo il terzo grado?
<<
Sono stata al cinema >> dico vaga.
<<
Strano, dici sempre che al cinema ci sono troppe persone che
rompono... >>
<<
Eh... una volta tanto ho voluto fare qualcosa di diverso >>
*
Scrivo
al pc e il maledetto si blocca. Tutto bloccato come se avessi fatto
uno screenshot.
Sbuffo.
<<
Kuro qui si è impallato tutto di nuovo >>
Lei
è nella mia stessa situazione, continua a picchettare sull'ipad come
una serial killer.
<<
Ho chiamato il tecnico ma non risponde >>
<<
Ok vado a resettare il wi fi... >> dico alzandomi dalla
scrivania.
<<
Non è il modem è questo programma che ci ha passato l'azienda che
non funziona. É sintonizzato su tutti gli apparecchi e continua a
bloccarsi >>
Servirebbe
il programma più potente, quello che doveva passarmi Sasori. Ma
figurati se i tecnici di qua ci passano il programma giusto.
<<
Sumire mi serve il numero del signor Hashoda >> dice Gaara
apparendo come un'entità.
<<
Mi dia cinque minuti Mr. Sabaku, purtroppo il pc... >>
<<
Non mi interessa del pc >> e svanisce come se fosse un'entità.
Casper...
o meglio uno degli zii di Casper...
Metto
le mani ad artiglio come se stessi per strangolarlo e digrigno i
denti.
Kurotsuchi
cerca di consolarmi.
<<
Dai su, non te la prendere. Gaara non ci capisce di programmi, lo sai
>>
Si
che lo so. E' anche per questo che i tecnici ci prendono per il culo.
Poggio
le mani sul tavolo e tamburello con le dita.
Ok
a mali estremi...
Afferro
il cellulare e seleziono il contatto.
<<
Naruto? >>
Si
ormai mi sono arresa anche con lui e gli do del “tu”.
Se
lo scopre Gaara mi seppellisce in mezzo al deserto.
<<
Tigre ciao! >>
<<
Mi serve un favore. Mi daresti il numero di Mr. Hashoda? Sai quello
grosso... >>
<<
Certo gattina dammi qualche momento... ok inviato >>
<<
Grazie infinite >>
Chiudo
il telefono e trascrivo il numero su un post-it.
<<
Allora questo numero? >>
Gli
passo il foglietto.
<<
Ecco a lei Mr. Sabaku >>
*
Mi
ripasso il cellulare tra le mani passandomi la lingua contro il
palato, poi passo a mordicchiarmi l'interno guancia.
Alla
fine decido di accettare la proposta di Kankuro.
Gli
mando un messaggio.
Hei
ciao sono Sumire. E' ancora valida la proposta del cd?
Mi
risponde dopo un paio di minuti e ci mettiamo d'accordo.
Dopo
mezz'ora sono sotto casa sua.
La
porta è aperta.
<<
Ehi... >>
<<
Entra! >> dice a voce alta.
Entro
e percorro il corridoio dirigendomi dritta in camera da letto, la
stanza è vuota, solo una giacca sul letto.
Mi
guardo intorno e lo trovo nella camera accanto chino sulla scrivania
con due occhiali assurdi in faccia intento a smanettare con quelli
che sembrano pezzi di computer... penso, non lo so, io sono più
portata nella parte software, e più per la parte “videogiochi”.
Mi
metto a ridere senza contegno.
<<
Sembri uno scienziato pazzo >>
Lui
stende le labbra in un sorriso ma rimane concentrato nel suo lavoro.
<<
Dammi due minuti >>
<<
Ok... >>
Mi
guardo intorno, quella stanza non l'avevo vista, in realtà non è
che abbia visto molto a parte la camera da letto e il bagno.
Sembra
uno studio con qualcosa in più: ha qualche quadro di Dalì e poster
degli
ACϟDC.
Sugli
scaffali un sacco di cd, casse, pezzi di ricambio e un paio di
nacchere che sembrano molto antiche. Il tutto sistemato in modo molto
ordinato.
<<
Ok fatto >>
Si
toglie quegli occhiali assurdi e allunga una mano su uno degli
scaffali prendendo un cd.
<<
Ti va una birra? >>
<<
Magari >>
Andiamo
in cucina dove mi passa una bottiglia e ci dirigiamo sul balcone.
C'è
una bella vista da lì, si vedono i giardini e solo in lontananza la
strada.
Mi
passa una sigaretta e l'accendino.
<<
Che stavi facendo? >>
<<
Un lavoro per un cliente, una piccola riparazione >>
Mi
passa il cd.
<<
Puoi tenerlo a me non serve >>
<<
Grazie, ti devo un favore >>
|
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Capitolo 13 *** "Persone normali" ***
"Persone normali"
<<
Ciao Karura, scusa ho fatto tardi >>
Come
al solito faccio visita a quella dolce donna, peccato che il traffico
ha seriamente messo alla prova la mia salute mentale.
<<
Tranquilla tesoro. Come va? >>
<<
Tutto nella norma >>
Lei
annuisce e continua a fissarmi con un'aria indagatoria.
Eee...
che vuole?
Le
faccio un sorriso di circostanza ma mi sento un po' a disagio.
Mi
guardo intorno nel tentativo di spezzare quel silenzio imbarazzante e
vedo su un tavolino da the una statua rappresentante una ballerina di
flamenco che prima non c'era.
Non
mi piacciono i soprammobili ma devo ammettere che questo è davvero
splendido.
Karura
segue il mio sguardo.
<<
Ah me l'ha regalata mio figlio... a proposito come va con Kankuro?
>>
Ecco.
Lo sapevo!
Sapevo
dove voleva andare a parate. Lo sapevo!
Ecco
questa è la mia salute mentale che se ne va...
Dopo
quasi un mese ero convinta di aver scansato la minaccia ed
invece mi sono scavata la fossa da sola. E senza nemmeno aprire
bocca!
<<
In che senso? Non capisco... >> faccio la vaga sperando in un
colpo di fortuna.
<<
Sumire... sarò vecchia ma non sono una rimbambita. E conosco la Walk
of Shame >>
Se
ve lo state chiedendo:
-
No. Non sembra affatto vecchia. E non lo è nemmeno. E' più di mezza
età.
-
Si. Sono diventata incandescente per la vergogna.
Abbasso
lo sguardo imbarazzata.
<<
Mh... >>
<<
Sai Kankuro è tremendamente geloso delle sue cose. Il cielo ce ne
scampi se qualcuno tocca uno dei suoi cd o il suo computer... >>
Rido
per quella sua performance così tragicomica.
Strano,
da quando lo conosco il ragazzo non si è fatto problemi a cedermi
oggetti di sua proprietà. Inoltre devo ricordarmi di restituirgli i
vestiti.
<<
…e quella che portavi è la sua maglietta preferita, mi sorprende
che te l'abbia prestata >>
Il
disagio continua ad aumentare. Preferirei che si comportasse come una
vecchietta normale.
Ok
magari non come una vecchietta normale.
Una vecchietta
normale si metterebbe ad urlare e direbbe “hai disonorato il mio
bambino” o “meretrice” o roba simile.
Vorrei
una via di mezzo. O forse no. Non lo so raga. Io non lo so!
Ve
l'ho detto che la mia salute mentale è instabile.
<<
Non sei arrabbiata? >>
<<
E perché dovrei? Se avessi la tua età me ne andrei in giro a
divertirmi come una collegiale >>
Decisamente
non ha la mentalità dei suoi coetanei.
Mi
sistemo una ciocca di capelli.
<<
Comunque non c'è niente tra noi >> dico seria.
Lei
inclina la testa da un lato e mi fissa per qualche istante.
Vizio
di famiglia anche questo.
<<
Ok tesoro ti ho pressata abbastanza per oggi. Andiamo a fare una
passeggiata? Le gambe stanno meglio e se passiamo dal campo di rose
puoi fumare senza che nessuno se ne accorga >>
Faccio
spallucce e le sorrido.
<<
E passeggiata sia >>
*
Ci
incamminiamo un po' per il giardino del residence.
E'
carino con tutte le piante, i fiori, i morti viventi che giocano a
carte...
Non
appena gli infermieri si distraggono ce ne andiamo verso il centro
città, dove ci sono persone dalle sembianze un po' più vive. Magari
mentalmente instabili come gli ospiti del residence ma comunque meno
resident evil d'aspetto.
Mi
piace il parco perchè si può fare il cavolo che si vuole senza
essere giudicati.
Insomma
ci sono luoghi dov'è socialmente accettato scuotere i fianchi
davanti ad altra gente o dove mettersi in mutande e reggiseno (che
però in qual caso si chiama costume), momenti e luoghi dove puoi
tingerti la faccia e metterti una coda o un cappello strambo senza
sembrare un pazzo (una volta l'anno, peccato) e luoghi dove urlare. Se
si devia dal contesto
allora è la fine.
Il
parco no, è uno di quei luoghi che ti da una certa libertà.
<<
Sumire guarda un gruppo di ragazzi sta giocando a tennis. Andiamo a
vedere? >>
<<
Ok... >>
*
Torno
a casa quando il sole è ormai calato e mi blocco.
Sono
passati i ladri e hanno tirato post-it ovunque?
E'
passato un unagan-it?
Ho
sbagliato casa?
Dove
diamine sono?
Superato
il momento “inondazione da post-it” realizzo la situazione.
Matsuri
ha un abitino verde e svolazza per la casa intenta a prendere
cataloghi. Non so di che genere, è già tanto che so che sono
cataloghi.
Mi
guardo io: t-shirt nera, jeans e rotolini di contorno.
Io
e mia sorella sembriamo una di quelle foto"prima e dopo la cura"
Non
faccio in tempo ad autocompatire il mio aspetto che mia sorella si è
spostata dal salottino alla cucina.
La
seguo e la fisso: è intenta ad afferrare dei pezzi di stoffa
arancioni e guardarli come se fossero una nuova invenzione della
scienza.
<<
Che stai facendo? >>
Matsuri
si gira e mi sorride.
<<
Oh ciao Sumi >>
Aspetta...
non si era accorta che ero in casa? Seriamente?
<<
Seleziono i colori principali della cerimonia. Tema: “oasi nel
deserto”. Ti piace? >>
Annuisco
e parlo senza celare il sarcasmo.
<<
Esaltante >>
Matsuri
mi guarda storto ed insiste a volermi coinvolgere.
<<
Secondo te quali colori starebbero meglio sulla tavola? Questo è
mandarino,
questo fiamma, poi carota, corallo, melograno... >>
Mi
gira la testa, mi fischiano le orecchie ed avverto una leggera
nausea.
<<
...vermiglione, salmone, cadmio e questo è Arancione internazionale!
Io lo trovo molto elegante >>
<<
Metà dei potenziali suicidi di San Francisco la pensano come te*
>>
<<
Che? >>
<<
Niente, niente Matsu... comunque a me sembrano tutti arancioni.
Inoltre tutto questo scegliere colori e tessuti mi una grossa perdita
di tempo. Fa fare tutto ad un catering no? >>
Lei
palanca gli occhi come se avessi detto una grossa bestemmia.
<<
Cosa? >>
<<
Si, lascia fare tutto a un gruppo di fissati della moda >>
<<
No! Un matrimonio va organizzato personalmente e con la massima cura
perchè … >>
Bla
bla bla... uccidetemi.
<<
Uffa... mi stai ascoltando? >>
<<
Parli come quelle persone che vogliono sposarsi, avere una famiglia,
comprare una casetta vicino alla scuola... >>
<<
Si chiamano persone normali >>
<< Beh le
persone normali sono strane >>
Angolo dell'autrice.
Per chi non lo sapesse il Golden Gate Bridge è dipinto di arancione
internazionale. Purtroppo tra le altre cose il ponte è conosciuto per
la quantità di suicidi.
Un leggero black humour.
Spero che il capitolo sia piaciuto. Grazie a tutti.
A presto.
Violetta_
|
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Capitolo 14 *** Liti ***
Liti
Fisso
svogliatamente il computer. Odio quei quarti d'ora in cui non ci sono
telefonate, email o altro. Mi mettono ansia.
Qualcuno
si avvicina all'ufficio del capo ed alzo lo sguardo per vedere chi è.
Perdo
un battito quando riconosco Kankuro.
Avvertenze:
Kankuro causa infarti.
<<
Ciao >> dico sorpresa.
<<
Ciao >> risponde lui gentile, tuttavia ha un'aria strana <<
Senti devo parlare con mio fratello >>
Non
so che fare. Gaara odia essere disturbato.
<<
Posso riferire io? Non aspettava appuntamenti >>
Lui
scuote la testa.
<<
No. È una cosa personale >> dice molto seriamente.
Sospiro
mentre sento salirmi l'ansia.
<<
Ok aspetta un secondo che ti annuncio >>
Butto
giù dal cielo qualche creatura celeste e poi busso alla porta prima
di aprirla.
Gaara
mi ghiaccia con lo sguardo.
<<
Sai bene che non voglio essere disturbato >>
<<
Sono spiacente Mr. Sabaku ma c'è suo fratello... vorrebbe parlare
con lei >>
Sento
Gaara digrignare i denti.
<<
Aveva preso un appuntamento? >>
<<
No signore >> deglutisco << ma ha insistito... >>
Lo
vedo chiudere gli occhi irritato.
Mmmh
brutto segno... brutto segno!
<<
Fallo entrare >>
<<
Bene signore >>
Mi
giro e vedo che lui è proprio dietro di me. Appiccicato a me.
<<
Devi avere una pazienza infinita tu... >> mi sussurra
all'orecchio.
<<
Ti supplico non farlo arrabbiare … >> mormoro facendogli
cenno di entrare.
Chiudo
la porta e mi risiedo davanti la mia scrivania.
Passano
due minuti e sento l'ansia che mi sale.
Dai
sono due fratelli che parlano. Non c'è motivo di essere
preoccupati...
<<
Ma come cazzo ragioni? Abiti a venti minuti da lei e non ti
degni di farle nemmeno un telefonata! >>
… o
forse si.
<<
Sentilo. Tu sei a Madrid a spassartela mentre io qui mi devo occupare
di tutto >>
Un
piccolo gruppo di gente si ferma e si mette a fissare la porta da
dove vengono le urla.
<<
Sei uno stronzo! >>
<<
E tu un coglione >>
E
io vorrei morire.
Dato
che la situazione non è abbastanza dimmerda, perché io SO che Gaara
si incazzerà con me, in quell'istante arrivano i conti trimestrali
da consegnare.
Fisso
malissimo Sari.
<<
Sono sempre in ritardo queste carte, proprio oggi dovevi portarmeli
puntuali? >>
<<
Spiacente, io non ho colpe >>
Brutta
stronza.
<<
Mi raccomando mi servono firmate e timbrate. Veloce... >>
La
piccola odiosa ochetta se ne va e io rimango col plico di fogli in
mano.
Non
oso bussare alla porta.
Solo
che: se non busso quello si incazza, se busso si incazza il doppio...
Dopo
una ventina di minuti di urla, Kankuro esce dall'ufficio sbattendo la
porta.
E'
di umore nero. Mette in soggezione quanto il fratello.
Io
distolgo lo sguardo a disagio.
<<
Ti chiedo scusa >> mormora abbassando lo sguardo, poi fulmineo
se ne va.
Deglutisco
non sapendo come reagire, aspetto qualche secondo e poi busso
timidamente alla porta.
Gaara
la spalanca guardandomi con due occhi assassini.
<<
Sono mortificata ma mi serve la sua firma ed il suo timbro su
quest... >> dico con un filo di voce porgendogli il plico di
fogli.
Lui
me li strappa dalle mani e mi sbatte la porta in faccia.
Odio
il mio lavoro.
*
Torno
a casa e mi metto i calzini, quelli di lana perché se no mi becco il
raffreddore, mi butto sul divano coprendomi col plaid quello bello
morbido e caldo, e mi metto a fissare il tetto.
Se
è vero che l'età e uno stato mentale allora io son morta di
vecchiaia circa cinque anni fa.
Chiudo
gli occhi.
Mia
sorella è al telefono la sento parlare da camera sua.
<<
No tesoro hai ragione. No non ti preoccupare. Povero piccolo devi
pensare a tutto tu... >>
Aggrotto
la fronte.
Ma
non starà parlando con...?
<<
Si ma lei non poteva sapere... prossima volta le dici che se non
hanno appuntamento non li deve nemmeno annunciare >>
Apro
gli occhi di scatto.
Mi
incazzo come una faina.
Ma
sta parlando di me con Gaara? Ma stiamo scherzando?
Mi
apposto dietro la porta di camera sua e non appena esce la fulmino.
<<
Senti Matsuri se te lo vuoi sposare va bene. La vita è tua. Ma non
mettetemi in mezzo per cortesia >>
Lei
mette il broncio.
<<
Guarda che ti stavo difendendo. Hai una bella faccia tosta >>
<<
Che? Non ho bisogno di essere difesa >>
La
vedo fare spallucce.
<<
Non direi... >>
Ok
allora: è vero fare l'assistente non è il sogno della mia vita e
non sono nemmeno la donna perfetta. Ma porca troia io prendo
seriamente il mio lavoro e lo faccio bene!
<<
Sentimi bene. Non sarei nemmeno obbligata a dirtelo. Comunque oggi mi
si para davanti il fratello del mio capo dicendomi che deve parlare
con lui. Che dovevo fare? Cacciarlo? >>
<<
Potevi inventarti una scusa >>
<<
Siii è vero. Perchè io sono veggente e so di cosa dovevano parlare
quei due... senti fammi il favore e limitati a fare la fidanzatina
>>
Lei
mi guarda con una faccia offesa e molto arrabbiata.
<<
Farò finta di non aver sentito >>
<<
Uh sembra una minaccia >>
<<
Ci credo che Gaara è stressato. Tra i suoi impegni, un fratello come
quello ed un'assistente come te è già tanto che non gli sia venuto
un esaurimento >>
<<
“Un'assistente come me”? Come ti permetti? >>
Ma
che stava succedendo? Da quando io e mia sorella ci azzanniamo?
<<
E poi Kankuro mi sembra molto più normale di quell'automa. Di sicuro
è più umano >>
Matsuri
ridacchia e mi guarda con aria di sufficienza.
<<
Kankuro è un debosciato. Non fa altro che andare alle feste, bere e
rimorchiare una donna dopo l'altra. È così che fa, prende in giro
tutte. TUTTE. E non pensa mai alle conseguenze >>
Una
parte di me si sente morire. Perché una parte di me si sente
morire?
<<
Chi te l'ha detto? >>
<<
Gaara ovviamente. Da quando il padre è morto lui si è fatto carico
delle aziende, delle proprietà, della madre. Mentre Temari si è
sposata abbandonando tutti e Kankuro è scappato in Spagna a
divertirsi >>
<<
Ok Gaara è il santo e tutti noi siamo delle merde. Ode al grande
Gaara! >>
<<
Potresti smetterla di parlare così di lui? >>
<<
Sai che ti dico? La smetto proprio di parlare con te. Mangio in
camera mia. Ciao >>
Non
aspetto nemmeno che mi risponda.
Afferro
al volo un pacco di patatine e le mangio a letto mentre faccio
zapping.
Gaara.
Stupido pezzo di merda.
Prima
mi rovinava la vita solo a lavoro e adesso si infila anche nella mia
vita privata trasformando mia sorella in una … paperetta snob.
E
Kankuro prende in giro tutte.
Che
c'entra? Perché mi viene in mente questa cosa?
Dev'essere
la stanchezza.
Dopotutto mentalmente ho l'età di una pensionata.
Angolo
dell'autrice
Mi
rendo perfettamente conto della piega antipatica, un po' ooc, che sta
prendendo la parte di Gaara e quela di Matsuri. Ora ci tengo a dire che
sono stata e sono tutt'ora una grande sostenitrice di entrambi i
personaggi e il motivo per cui in questi capitoli appaiono così si
capirà più chiaramente andando avanti con la storia.
Spero
che questo capitoletto vi sia piaciuto. Grazie a tutti i lettori e a
tutti i sostenitori di questa ff.
Ciao.
Violetta_
|
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Capitolo 15 *** Telecomando ***
Telecomando
Il
mattino dopo tra me e mia sorella c'è ancora la guerra fredda.
Non
mi va di discutere quindi mi prendo al volo un caffè, afferro le
chiavi della macchina e chiudo la porta.
Sarebbe
il suo turno per la macchina, ma tanto se ha bisogno la dama
chiama l'autista quindi …
Ehi.
Non guardatemi così. Non sono io la stronza qua! OK?!
Arrivo
in ufficio in anticipo quindi ne approfitto per andare sul retro a
fumare.
<<
Mi sembri stressata >>
Kurotsuchi
dimostra le sue straordinarie capacità di osservazione.
<<
Sono stressata >>
<<
Se vuoi la mia estetista mi passa ancora della roba buona... >>
<<
No Kuro grazie >>
<<
Come vuoi … >>
Mi
accendo un'altra sigaretta, arrivo a fumarmela a metà quando mi vedo
spuntare il grande capo.
<<
Buongiorno Mr. Sabaku >> dice Kurotsuchi.
<<
Buongiorno Kurotsuchi >> risponde Gaara.
<<
Buongiorno Signore >> dico seria.
<<
Vieni con me >> mi dice senza nemmeno salutare e passandomi
davanti nemmeno fossi una cartaccia.
Sbuffo
e passo la sigaretta alla mia amica che mi guarda come a volermi dire
“fa un respiro profondo”.
Prendiamo
l'ascensore in assoluto silenzio. Solo quando arriviamo nel suo
ufficio inizia a parlare.
<<
Allora … >>
Prende
due grosse carpette e me le para davanti.
<<
… ti affido la gestione delle mie proprietà privare >>
Lo
fisso con un sopracciglio alzato per una manciata di secondi.
Ho
sentito bene vero?
<<
Come scusi? >>
<<
E' un problema Sumire? >>
Alzo
entrambe le sopracciglia e sbatto le palpebre.
Uh
come sono espressiva oggi.
<<
Ero convinta di subire un richiamo visto l'incidente di ieri >>
<<
Non avevi direttive è normale che tu abbia sbagliato >>
“è
normale che tu abbia sbagliato”
Che
stronzo...
<<
Questi sono i documenti delle proprietà estere. Qui il numero di
telefono di Baki >>
<<
Ho già il numero del suo avvocato signore >>
<<
Questo è il numero privato >>
… ok...
<<
Va bene >>
Inizio
ad andare quando un dubbio si insinua nella mia testa.
<<
Signore? >>
<<
Che c'è Sumire? >>
<<
Mi sta affidando questo compito per via della mia parentela con
Matsuri? >>
Lo
vedo irrigidirsi ed io continuo.
<<
E' stata lei a chiederle di affidarmi questo compito? >>
<<
No >> dice risoluto << Semplicemente ti ritengo idonea.
Mi sbaglio forse? >>
Scuoto
la testa.
<<
No signore >>
Vallo
a capire...
*
Nel
pomeriggio Kurotsuchi mi aiuta a sistemare delle cose in magazzino.
Che
palle l'inventario, passare tutto il pomeriggio in una stanza
illuminata solo da luci a led gialle e spostare scartoffie e
scatoloni.
Beh
almeno non ho a che fare con “laggente”.
<<
… questo tizio mi si
avvicina e cerca di rifilarmi da bere una cosa che teneva già in
mano. Ma si può essere più patetici? >>
Annuisco
mentre controllo
l'ennesima scatola.
<<
Eh i ragazzi sono degli
idioti >>
<<
Puoi dirlo forte cara
>>
<<
Ed invece quel ragazzo
della gelateria? Quello era carino e mi sembrava quasi del tutto
privo di disturbi mentali >>
Kuro
incrocia le braccia al
petto.
<<
Na... troppo noioso >>
Ispiro
e parlo cosciente che mi
arriverà qualche insulto.
<<
Sappiamo entrambe
qual'è il problema di fondo >>
<<
Problema? Quale
problema? Io non ho problemi >>
Sbuffo.
<<
Tu vuoi qualcosa che non potrai mai avere... >>
<<
Sta un po' zitta... >>
<<
Dai Kuro sii seria! A 27 anni non si chiama “cotta”. A 27 anni si
chiama “patetica illusione” >>
<<
Piantala Sumire >>
<<
Sei tipo la ragazza che si innamora del lupo cattivo >> Evito
una calcolatrice che mi arriva a gran velocità verso la testa <<
Che poi, francamente, cappucetto rosso era una gran rompipalle
Tutte
quelle domande: come mai le mani così grandi, ed il naso così
grande e che bocca grande che hai... ma fatti i cavoli tuoi! >>
Kutotsuchi
mi guarda come se fossi ebete e mi passa una carpetta stracolma.
<<
Controlla questo va... >>
<<
Si capo >>
Mentre
apro la carpetta leggendo i vari documenti al suo interno sento il
mio cellulare vibrare.
Kankuro
mi ha manato un messaggio, un semplice saluto.
Gli
rispondo velocemente e continuo a lavorare.
<<
Chi era? >>
Alzo
le testa di scatto.
<<
Nessuno >>
Kurotsuchi
alza un sopracciglio poco convinta.
<<
Stavi sorridendo >>
Arrossisco.
<<
No. Non è vero >>
*
Torno
a casa e il silenzio è imperante.
Praticamente
vivo sola ma se fumo in casa lo spettro mi rompe le palle per
due giorni.
Mi
sdraio sul divano mentre mangio una mela.
Uuuh
Sumire che mangia una mela!
Eh
si sto mangiando una mela ok? Che secondo voi sono composta solo di
carboidrati e grassi saturi?
Mi
accorgo che il telecomando è rimasto sul tavolo.
Lo
fisso con aria schifata.
Perchè
non me ne va mai bene una?
|
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Capitolo 16 *** Tregua ***
Tregua
<<
Si mr. Yama... No non può riceverla oggi. Le fisso un appuntamento
per la settimana prossima >>
Chiudo
il telefono e sbuffo.
<<
Ehi begli occhioni >>
Kurotsuchi
mi fa cenno di avvicinarmi.
<<
Che c'è? E che è questo rumore? >>
Mi
indica fuori dalla finestra.
<<
Gli sbirri >>
Sgrano
gli occhi.
Mi
sono dimenticata del disco orario!
Finisco
di sistemare le carte per l'indomani con una velocità record.
<<
Kuro esco prima da lavoro. Se qualcuno mi cerca inventa una scusa
>>
Ok
ce la posso fare!
Corro
come una condannata a morte in fuga, per poco non cado dalle scale.
Cielo
come corro male, sembro un bufalo de “il re leone”
Continuo
a correre verso la mia macchina.
Vedo
il vigile in lontananza.
No
no no no....
<<
Aspett... >>
Improvvisamente
vedo un viso familiare avvicinarsi al vigile ed iniziare a parlarci.
Ma
che ca...?
Finalmente
li raggiungo col fiatone ed il cuore che mi scoppia.
Kankuro
mi si avvicina con un gran sorriso.
<<
Oh tesoro eccoti. Devo aver dimenticato le chiavi nella tua borsa. Me
le daresti? >>
Guardo
Kankuro come se gli fossero spuntate delle corna in testa.
Lui
con naturalezza continua a parlare al vigile. O meglio ora che sono
vicina vedo che è una donna.
<<
Mi scusi sono proprio distratto. La mia ragazza me l'aveva detto di
non parcheggiare qui e io invece non l'ho ascoltata >>
La
vigilessa ci guarda entrambi.
Poi
guarda me.
Poi
scuote la testa.
<<
Voi uomini siete tutti uguali. Ok per questa volta passi ma d'ora in
poi dia retta alla sua ragazza. Guardi come l'ha ridotta: è tutta
sudata e paonazza >>
Oooh
che dolce.
Mentre
si allontana Kankuro la saluta con la manina.
<<
Grazie >>
<<
Figurati pechegnita >>
Deglutisco
avvertendo che sta per arrivare uno di quei momenti di silenzio
strani, di quelli che vuoi riempire subito perché ti mettono
l'ansia. E a me mette ansia un sacco di cose.
E
poi parlo a vanvera.
<<
Ti devo un altro favore >>
Ecco. Che vi dicevo?
<<
Questo lo riscuoto subito. Ho perso il bus, mi dai uno strappo? >>
<<
Io sono a lavoro in questo momento >>
<<
Oh hai ragione >> dice con aria seria.
Mi
blocco rigirandomi la lingua nel palato.
Ecco
di nuovo che arriva il silenzio time!
Mi
guardo intorno, mi allontano di qualche passo e poi prendo il
cellulare.
<<
Kuro di a Gaara che sono malata >>
<<
Malata? Tu non ti sei mai data malata! >>
<<
E oggi invece sto male! >>
Che
poi non è del tutto una bugia io, mentalmente, credo di star male
davvero.
*
Passeggiamo
tra le vetrine dei negozi ed i piccoli bar disseminati un po'
dappertutto.
<<
Carino qui. Non c'ero ancora stata >> dico guardandomi intorno
con le mani intrecciate dietro la schiena.
<<
Qualcosa mi dice che non ti piacciono i negozi >>
<<
Quelli di abbigliamento soprattutto, e riguardo ai negozi di
elettronica non me la sento di tradire Sax >>
Ridacchia.
<<
Se lo facessi ti guarderebbe con odio >>
<<
Infatti >>
Passeggiamo
in silenzio per due o tre minuti.
<<
Tutto ok a lavoro? >> dice lui improvvisamente serio.
<<
Che vuoi sapere di preciso? >>
<<
Ti ho messo nei guai l'altro giorno? >>
Questa
domanda mi coglie di sorpresa.
Scuoto
le spalle.
<<
Sta tranquillo. Immagino ci sia stato un buon motivo >>
Lui
annuisce con un'aria un po' amareggiata.
<<
In effetti si. Io... >>
Viene
interrotto dalla suoneria del suo cellulare.
<<
¿Hola? >>
Mi
giro a guardarlo incuriosita.
<<
Sí ... sí, yo soy. Hey hola. no, yo soy de mi madre .... >>
Sta
parlando spagnolo. Non ho idea di cosa dica ma quel suono ha un che
di arrapante.
Cambia
completamente accento quando parla spagnolo.
<<
Escucha, de ese viaje ... tenemos que cancelar. No molestar a ...
>>
Uuuh
com'è caliente quando parla in spagnol...
Lo
vedo corrucciarsi.
<<
Tutto ok? >>
<<
Si, scusami questioni di lavoro >>
Annuisco.
<<
Tranquillo. Saranno ansiosi di riaverti alla base suppongo >>
Che
battuta del cazzo Sumire. Perchè sei così cretina Sumire?
Lui
si limita a ridacchiare.
<<
In effetti nel mio campo sono il migliore >> dice spavaldo
<<
...ma dovrò farli penare per il momento >>
*
Entro
in casa con le cuffiette alle orecchie mentre canticchio il
ritornello di “airplanes”.
Chiudo
la porta e quando mi giro vedo Matsuri intenta a leggere sul divano
in salotto.
<<
Ciao >>
<<
Ciao >>
L'Alaska
è meno fredda.
Mi
tolgo le cuffiette, appendo la giacca al gancio al muro e me ne vado
in cucina a bermi una birra.
Dopo
qualche istante lei chiude il libro di scatto e mi viene incontro.
<<
La finisci di comportarti in modo così infantile? >>
Sbatto
le palpebre e butto giù l'ultimo sorso di birra.
<<
Bel tentativo di far pace Matsu. Complimenti >>
Lei
porta le braccia al petto e distoglie lo sguardo.
<<
Questi preparativi ti stanno facendo diventare cretina >>
<<
Che stai dicendo? >>
<<
Sei strana ultimamente ok? Tutta perfettina... insopportabile >>
Lei
si mette le mani sui fianchi ed inspira.
<<
Sto cercando di organizzare il mio matrimonio. Perdonami tanto se
questo non è importante come superare il livello successivo di
Teccen >>
<<
Tekken >>
<<
Si quello che è... >>
Ci
guardiamo in cagnesco per un paio di secondi, poi lei lascia
scivolare le mani lungo i fianchi e sospira.
<<
Senti... tregua. Ok? >>
Sembra
sinceramente stanca di quella situazione, e francamente lo sono
anch'io.
Mi
avvicino e le scompiglio affettuosamente i capelli.
<<
Ok sorellina >>
|
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Capitolo 17 *** Buon compleanno Karura ***
Buon
compleanno Karura
<<
Karura! Non crederai mai a cosa ho trovato su e-bay! >>
Entro
tutta contenta in casa della donna, vedo la luce della cucina accesa
e mi fiondo verso quella stanza con un ventaglio ben imbustato ed
impacchettato in mano.
Karura
adora i ventagli e quello che le ho portato è molto antico. Sono
certa che lei lo adorerà.
Mentre
sono intenta a correre con la stessa grazia dell'ippopotamo rosa vedo
Kankuro intento a preparare la paella.
Mi
blocco all'istante e per poco non scivolo sul tappeto.
No
ok... qui qualcuno deve rubare la tastiera a quella stronza! Mi stava
per far morire con la faccia sul pavimento. Su lettori datemi una
mano...
<<
Ciao … >> dice con un mezzo sorrisino divertito.
<<
Ciao... che ci fai qui? >>
Si
sto tentando di comportarmi con nochalance. Si nota?
<<
E' il compleanno di mia madre ed io per una volta sono nello stesso
fuso orario... tu che dici? >>
Di
solito Karura è sola per il suo compleanno. Gaara si limita a
mandargli delle rose ed un biglietto.
Mi
schiarisco la gola e mi guardo intorno.
<<
Si in effetti ha un senso... senti ero venuta a darle questo >>
dico indicandogli i fiori ed il pacchetto << Ora me ne vado.
Falle gli auguri da parte mia >>
<<
Perché scusa tu hai perso la facoltà di farmeli di persona? >>
Sobbalzo.
Ma
sono tutti dei ninja in questa famiglia?
Mi
giro e vedo che la donna ha addosso un bell'abito color Borgogna,
nulla di eccessivo e le cade anche molto bene addosso.
Dei
piccoli orecchini a clip e tacchi medi comodi.
La
guardo sinceramente ammirata.
<<
Che eleganza >>
Lei
mi sorride.
<<
Grazie piccola. Dopo pranzo andiamo al museo, espongono i Picasso per
un periodo di tempo limitato >>
<<
Sono contenta che tu ti diverta, soprattutto oggi, e ti faccio molti
auguri di persona >>
dico in modo un po' canzonatorio.
Karura
fa una risata fresca ed allegra, una di quelle che ti sciolgono il
cuore.
Sorrido
e le porgo la scatola << Spero ti piaccia. Adesso io
vado... >>
Lei
mi si piazza davanti scuotendo la testa.
<<
No no no... tu vieni con noi >>
E te pareva....
*
A
me non piacciono particolarmente i musei, cioè magari alcuni pittori
si, ma io il cubismo non lo capisco.
Sono
di fronte un quadro insieme ad un piccolo gruppo di persone.
<<
“I tre musici”
un
olio
su
tela.
Realizzato
nel 1921.
L'opera
raffigura tre personaggi: al centro Arlecchino con una chitarra, a
sinistra Pulcinella, che suona un clarinetto, e a destra Pantalone
che canta mostrando lo spartito... >>
Guardo
la guida e poi guardo il quadro.
Mah...
Sarò ignorante ma io non ci capisco.
Karura
invece è estasiata.
Lei
ha sempre adorato l'arte, è anche piuttosto esperta, difatti è già
la decima volta che si allontana senza dar particolare importanza
alla guida seguendo un percorso tutto suo.
Sa
dove guardare, conosce i dettagli e le curiosità più ricercate.
Sembra
sentirsi meglio del solito: è allegra, pimpante e ha una bella
scintilla sugli occhi.
Le
fa davvero bene uscire sono felice che si stia divertendo.
Siamo
di fronte la “Ragazza di fronte allo specchio” quando si siede su
una delle panchine poste al centro della galleria mettendosi un po'
in disparte.
Mi
avvicino a Kankuro che osserva il quadro con le mani in tasca.
<<
Perdonami, non volevo intromettermi in questo giorno >>
Lui
si gira guardandomi in faccia e mi lancia un sorriso rassicurante.
<<
Hai pensato di farle compagnia per il suo compleanno. Sei stata
gentile >>
Faccio
un sorriso di circostanza e mi metto a guardare il quadro, devo dire
con molto poco interesse.
<<
Non ti piace la pittura >> dice con tono retorico.
<<
Diciamo che non è la passione della mia vita... e diciamo che
preferisco Munch... >>
Lui
annuisce.
<<
Chissà perché non mi sorprende >>
*
Arrivati
verso la fine della galleria Kankuro riceve una telefonata, e ciò
scaturisce le occhiatacce di tutti i presenti in sala.
Lui
si limita a scusarsi e a dirigersi all'esterno a passo svelto, lo
ammiro per questo, io mi sarei dannata per cinque minuti buoni
cercando di spegnare il cellulare, poi avrei cercato di staccare la
batteria senza ricordare che la batteria nel mio cellulare non si
stacca, poi sarei diventata paonazza e magari sarei anche
inciampata sul posto.
Sarebbe
stato divertente vero? Mi spiace raga. La prossima volta...
Mi
siedo incurvando la schiena e muovo i piedi.
Si
come una bambina.
Karura
si siede accanto a me.
<<
Grazie per questa giornata piccola pequena >>
<<
Ma che dici, non ho fatto nulla. Il merito è tutto di tuo figlio.
Fosse stato per me saremmo state a casa a fissare un ventaglio >>
Karura
scuote la testa divertita e si sistema un orecchino.
<<
Si sono molto grata anche a lui. Il mio bambino sa essere molto
premuroso quando vuole. Poi guarda che carino che è. Inoltre gli
piacciono tutte quelle cose elettroniche che piacciono anche a te...
>>
La
guardo con la coda dell'occhio.
Che
stai cercando di fare Karura cara?
<<
...non l'ho mai visto così preso da una ragazza. Gli si illuminano
gli occhi quando parla di te >>
Batto
ripetutamente le palpebre presa alla sprovvista.
Come?
Ssssi...
certo.
<<
Beh è molto gentile... >>
<<
Già >>
Credo
che aspetti una risposta.
Ok.
che le dico?
<<
E quindi... >>
Oddio
perchè mi fissa in questo modo?
Non
crederà che...? Oh no no!
<<
Credo che tu stia fraintendendo. Siamo solo in buoni rapporti >>
Lei
annuisce e mi guarda con un'espressione che, veramente, non riesco a
decifrare.
<<
Ok Sumire. Come dici tu >>
|
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Capitolo 18 *** Countdown ***
Countdown
<<
Hei Sumy >>
<<
Kiba, ciao >>
<<
Porto Akamaru dal veterinario. Vieni con me? >>
Guardo
il povero cagnolone con compassione.
Akamaru
detesta il veterinario. Di solito in sala d'aspetto sta prima steso a
terra con le orecchie abbassate e due occhioni supplicanti che
metterebbero in difficoltà persino Gaara, poi inizia a lamentarsi,
poi ulula ed infine si agita come un ossesso.
E
solitamente quella è la volta buona in cui le persone fanno passare
avanti Kiba pur essendo l'ultimo della fila.
E
ovviamente Kiba accetta l'offerta con un gran sorriso perchè è un
pochino stronzo come ragazzo.
Una
volta nella stanza il ragazzo mette Akamaru sul tavolo accarezzandolo
continuamente per non farlo innervosire.
<<
Akamaru! Ciao cucciolone >> dice il veterinario con un gran
sorriso.
Però
il cane non sembra affatto tranquillizzato, muove la coda e tira le
orecchie indietro facendo dei piccoli guaiti.
Povero
come lo capisco, anche io non vado d'accordo coi medici, mi mettono
l'ansia.
L'uomo
lo visita in modo minuzioso con mano ferma ma delicata.
<<
E' un po' troppo cicciottello >>
Kiba
gonfia le guance offeso.
<<
Ehi non è vero >>
Io
giro la testa.
Siii
che è vero!
Kiba
rimpinza quel cane senza contegno.
<<
Comunque a parte questo non ha niente >> si gira verso una
porta dietro la sua scrivania << Tamaki vieni qui >>
Dalla
porta spunta una ragazza adorabile. O almeno io la adoro. E'
simpatica, allegra ed entrambe adoriamo i gatti.
<<
Ciao Kiba >>
È
la toilettatrice del negozio di Kiba e fa tirocinio dal veterinario.
Kiba
ha una cotta allucinante per lei e i suoi neuroni vanno in ferie alle
Barbados ogni volta che la vede.
<<
Ciao Tamaki. Come mai qui? >>
Entrame
lo guardiamo come se fosse deficente.
<<
Sai che faccio tironcinio qui >> dice la ragazza con calma.
Lui
fa un enorme sorriso e inizia a farfugliare.
<<
E si … no è che io >>
Ragazzi. Sinceri però. Io sono
meno idiota quando sto con Kankuro vero? VERO?
La
ragazza inizia ad accarezzare il cane che adesso scodinzola tutto
contento decisamente più tranquillo.
Akamaru
adora Tamaki, la guarda con autentico amore.
<<
Fa freddo per tosarlo, ma almeno una spuntatina... >>
Kiba
poggia i gomiti sul tavolo con un sorrisetto irritante.
<<
Se riesci a “spuntarlo” fa pure dolcezza >>
Mi
metto una mano sul viso.
Che
battuta idiota Kiba...
*
<<
Chi è il tuo personaggio preferito di the walking dead? >>
<<
Lucille >>
Ten
ten rotea gli occhi al cielo.
<<
Ma no. Una persona >>
<< Ok allora gli zombie >>
<<
… >>
Faccio
le ultime tre flessioni e mi metto a sedere riprendendo fiato.
<<
Ehi perché ti sei fermata? >>
Rock
lee mi sta facendo morire. E' già la terza volta che mi becca a
respirare e la terza volta che mi riprende.
<<
Dai altre cinque ripetizioni! >>
<<
Tu stai male nell'anima >>
Ma
perchè mi sono lasciata convincere ad andare in palestra?
Oh
non ci esco mai con Ten Ten. Una volta, una volta che accetto
e ci ritroviamo agonizzanti per terra.
<<
Il tuo amichetto è schizzato >> mormoro cercando di non farmi
sentire.
<<
No dai è solo un po' iperattivo >> mormora Ten ten a sua
volta. Fa gli ultimi due addominali e si mette a sedere incrociando
le gambe sul tappetino << Sai dopo lui non avevo voglia
di uscire, non avevo voglia di fare nulla. Lee mi è stato vicino...
mi ha aiutato davvero tanto. E' stato come... ok ora dirai che sono
una romanticona melensa, ma è stato come un angelo che mi ha salvata
>>
Guardo
Ten ten e mi sento sopraffatta.
Povera
ragazza, la vita è stata davvero ingiusta con lei.
Faccio
spallucce ed un sorriso di circostanza, poi inclino la testa.
<<
Beh sembra proprio il tipo col quale non ci si annoia mai >>
Lei
mi sorride.
<<
Non hai idea di quanto sia vero! >>
*
<<
Sumire devi mandare questo pacco >>
<<
Chiamo subito il fattorino signore >>
<<
No. Vai tu personalmente >>
Ma
lui la mattina si alza e pensa “come faccio a rovinare la giornata
alla mia assistente” o cosa?
<<
Vado signore >>
Se
mi rompo la schiena pretendo un mese di ferie pagate, massaggi
pagati... tutto pagato.
Carico
lo scatolo in macchina e mi dirigo alla posta.
Una
volta arrivata guardo la scalinata che mi separa dall'entrata
dell'ufficio.
Scale.
Il mio vecchio nemico giurato.
Ci
incontriamo di nuovo eh?
Prendo
lo scatolone e salgo cercando di mantenere l'equilibrio.
Ora
cado ora cado...
Qualcuno
afferra lo scatolone dall'altra parte salvandomi la vita.
<<
Infinita. Pazienza infinita >>
Non
è possibile.
<<
Mi stai seguendo per caso? >> dico senza riuscire a trattenere
un sorriso.
Kankuro
prende lo scatolone senza il minimo sforzo e mi sorride.
<<
No... credo di avere solo molta fortuna >>
Non
ci vediamo da qualche settimana. In generale ci siamo sentiti poco
scambiandoci solo qualche breve messaggio.
Sono
felice di rivederlo, mi è mancato.
Eeeeh
su non guardatemi in quel modo! Vi vedo eh?! Vi tengo d'occhio tutti
quanti!
<<
Certo che te lo fa sudare lo stipendio. Letteralmente >> dice
indicando il pacco con un cenno del capo.
Il
alzo le mani e assumo un'espressione innocente.
<<
Parole tue... >>
*
Una
volta consegnato l'oggetto maledetto ci incamminiamo seguendo una
stradina piena di vetrine.
<<
Che fai da queste parti? >>
<<
Sono andato in agenzia a comprare il biglietto aereo. Torno a casa
>>
Sento
una strana sensazione all'altezza del petto. Ma non lo do a vedere.
<<
Lavoro finito eh? Povera Karura non ne sarà contenta... >>
<<
Già... >> dice con un tono che non riesco a decifrare. <<
Ascolta Sumire... >>
Mi
giro a guardarlo, sembra in difficoltà.
<<
Mia madre … >> inizia a dire serio << ….vorrei che
venisse in Spagna con me. Non mi piace come vive qua. Non vede mai
nessuno della sua famiglia >>
<<
Ti assicuro che Gaara non le fa mancare niente >>
<<
Non esistono solo i soldi Sumy >
Vero.
Dannatamente vero.
Ma
questa possibilità mi fa star male.
<<
Gliel'hai proposto? >> domando cercando di non sembrare
invadente.
Annuisce
e questo mi fa venire un dubbio atroce.
<<
Partirà con te? >> dico forse un po' troppo angosciata.
<<
No, non mi ha dato ancora una risposta. Per lei è difficile prendere
una decisione del genere >>
Annuisco
e sposto lo sguardo da una parte a l'altra sentendomi agitata ed a
disagio.
Alla
fine mi decido a fare la domanda decisiva.
<<
Quando partirai? >>
<<
Tra due mesi >>
Quindi
non prestissimo, questo mi rende un po' più felice.
<<
Devo tornare a lavoro adesso >> dico incrociando le mani dietro
la schiena.
Lui
mi si avvicina e mi sistema una ciocca di capelli ribelle, poi mi
sorride.
<<
Ci vediamo. Ciao piccolina >>
|
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Capitolo 19 *** Vigilia di Natale ***
Vigilia
di Natale
24
dicembre.
Da
oggi mi iniziano ufficialmente le ferie!
Ah
il Natale... i regali, il camino acceso, Matsuri che è partita ieri
con Gaara in una baita lasciandomi sola in casa come una povera
stronza.
Sto
cominciando ad odiarla giuro.
Girovago
per la cucina mangiucchiando delle patatine e poi penso che sono sola
in casa.
Sola
soletta.
Posso
fumare!
Prendo
il mio fido portasigarette e ne estraggo una scegliendola
accuratamente poi prendo l'accendino.
Accendo
ed aspiro con soddisfazione.
In
quel preciso istante suona il cellulare spaventandomi a morte.
Ovviamente
la boccata mi va di traverso e comincio a tossire lacrimando male.
Non
appena la piccola crisi finisce riprendo aria e guardo il cellulare.
Matsuri.
Ma
che ha istallato delle telecamere senza il mio permesso?
<<
Pronto? >>
<<
Dove sei? >>
<<
A casa. Dove dovrei essere? >>
<<
Ho mandato l'autista a prenderti. Sei ospite nell'hotel di famiglia
>>
Per
“di famiglia” intende quella Sabaku. Precisiamo.
Tra
le proprietà c'è un hotel sulle montagne, poco lontano da un
complesso sciistico sempre di loro proprietà.
Sette
stelle. E ho detto tutto.
<<
Ma … pensare di avvisare con un po' di anticipo magari? >>
<<
Scusami tanto... abbiamo avuto un sacco da fare >>
Io
la strangolo!
<<
Su muoviti, Ebizo sta arrivando >>
LA
UCCIDO!
Per
un attimo mi passa per la mente l'idea di non andarci, ma poi penso
che in fondo non dovrei star per forza con loro, l'hotel è grande e
se non sbaglio c'è anche la sauna.
E
poi Alfr... perdòn Ebizo si è precipitato con la limousine per me e
adesso mi sta aspettando fuori.
Dalla
finestra vedo l'inquietante vicino che mi guarda male, nemmeno fosse
il mio fidanzato e lo stessi tradendo.
Dio
quanto è sinistro...
Comunque
vado in camera mia, afferro qualche maglione e qualche altra cosa dal
mio armadio ficcandolo nel mio bel borsone coi teschi ed esco di
casa.
E
speriamo che da qui a l'anno prossimo l'odore della sigaretta sia
sparito.
*
Durante
il viaggio guardo distrattamente fuori dal finestrino.
Oddio
l'ho chiuso il gas?
<<
Signorina è a suo agio? Ha freddo? >>
Quanto
è gentile. Posso tenerlo?
<<
No Ebizo sto benissimo >>
Lui
annuisce e poi guara nello specchietto retrovisore.
<<
Vorrebbe che attivassi l'aspirazione così può fumare? >>
Spalanco
gli occhi.
Potrei
amare davvero quest'uomo.
<<
Davvero? >>
<<
Certo. Prometto di non dire niente a nessuno >>
<<
Sei un grande Ebby >>
<<
Niente soprannomi prego >>
<<
Si. Mi scusi Ebizo >>
*
Arriviamo
all'hotel ed Ebizo si affretta a prendere il borsone per portarlo in
camera mia.
<<
Lascia stare faccio io >>
<<
Non sia mai signorina. E poi la stanno salutando >>
<<
Eh? >>
<<
Sumire >>
Spalanco
gli occhi e mi giro lentamente sfoggiando un sorriso.
<<
Kankuro >>
Anche
lui mi sorride e si avvicina.
<<
Sono felice di vederti, sei qui come assistente o …? >>
<<
No sono un'ospite >> mi sistemo una ciocca di capelli dietro
l'orecchio << che cretina avrei dovuto pensare che ci saresti
stato anche tu >>
<<
No. Ti assicuro che non era così scontato. Però mia madre ci teneva
tanto così l'ho accompagnata. Sarà felicissima di vederti >>
E
io sono entusiasta di quella notizia.
<<
Dov'è ora? >>
<<
In camera sua e... >>
<<
Ehi hai mica visto la mia valigia rossa? >>
Mi
giro e mi ritrovo davanti una biondona con due bocce da paura. Anche
il suo viso fa paura, nel senso che incute timore.
Mi
fissa i modo strano, con una strana aria rabbiosa.
<<
Sei una cameriera nuova? >>
Ehi!
Abbassa i toni sorella!
<<
No splendore sono un'ospite dell'hotel. Tu sei una delle
ballerine? >>
Dietro
di me Kankuro parla con uno strano tono divertito.
<<
Ehi Temari ciao. La tua valigia è già in camera con le altre... >>
Temari.
Dove ho già sentito questo nome?
Spalanco
gli occhi.
Meeeerda.
Merda
merda merda. Ma perchè faccio sempre figure di merda coi Sabaku?
<<
… e lei è Sumire, la sorella di Matsuri. È anche l'assistente di
tuo fratello >>
<<
E' anche tuo fratello >> dice severa, poi si gira a guardarmi
<< Beh... piacere >>
Si
un piacere immenso.
<<
Che palle, che sonno >>
A
parlare è stato un uomo molto alto e anche piuttosto figo se non
fosse per quel codino orrendo.
Ha
una camminata ciondolante paragonabile a quella di un alcolizzato.
<<
Salve >> dico in modo gentile.
Lui
mi fa un cenno con capo.
<<
Piantala di rompere i coglioni e vai a mettere le tue valigie in
camera >>
Dio
santo quella donna è la reincarnazione di un soldato nazista.
Improvvisamente
mi sento tirare per il giubbotto.
<<
Tao... mi fai vedere il cappello? >>
Per
informazione ho addosso un cappellino di lana col disegno di zero.
Abbasso
lo sguardo e vedo un bimbetto di circa quattro anni che mi fissa.
Ha
due occhioni verdi meravigliosi e un faccino che è un amore.
Un
momento che mi prende?
<<
Si che ti faccio vedere il cappello. Sai chi è? >>
<<
Ti. Zio mi ha regalato il cd per il mio compleanno … Zio! >>
Vedo
Kankuro prendere il braccio il bambino e farlo volare in aria. Il
piccolo ride e lo guarda quasi con venerazione.
<<
Ehi campione! Dimmi >>
<<
Zio. Lei ha il cappello col film che mi hai regalato >>
<<
Davvero? Dev'essere proprio un bel cappello >>
<<
Si Si >>
Ho
una strana sensazione allo stomaco, come quando vedo una scatola
piena di gattini.
Trattieniti
Sumire, fa finta di essere una persona normale.
<<
È tuo nipote? >>
<<
Si lui è Shikadai. Shikadai lei è Sumire >>
<<
Ciao Tumi'e >>
E'
così carino che vorrei strapazzarlo di coccole.
Ok
che mi prende?
*
Dopo
le varie presentazioni mi ritiro in camera mia.
Il
borsone è compostamente adagiato su una poltroncina accanto la
finestra.
Oh
Ebizo quanto sei caro. Io lo avrei tranquillamente gettato per terra.
La
stanza è stupenda, ampio letto a due piazze, armadio enorme una
finestra enorme dalla quale si vedono le montagne.
Quella
stanza è più bella di casa mia.
Mi
siedo sopra il letto.
Ohmmioddio
mi sono innamorata di nuovo!
Mi
sdraio e chiudo gli occhi finché una cameriera non bussa alla mia
porta informandomi che è pronta la cena.
*
Oddio
no, la cena tutti insieme no!
Siamo
in un'ala privata di quell'enorme complesso. Non è un'hotel sembra
più una reggia.
Che
schifo.
Gaara
non fa altro che annuire mentre Matsuri parla del matrimonio in modo
incessante.
Shikamaru,
il tizio che cammina come un alcolizzato, sta praticamente dormendo
con la testa poggiata sulla mano mentre Temari, che è sua moglie,
cerca di mantenerlo sveglio.
Oh
mi dicono che questa parte l'avevate intuita già, ma io ho preferito
precisare.
<<
Hai avuto problemi con i turni in ospedale? >> domando a mia
sorella cercando di fermare il suo sproloquio.
Matsuri
scuote la testa.
<<
No per fortuna sono riuscita ad organizzarmi con le mie colleghe
>>
<<
Mh >> rigiro l'insalata con la forchetta.
Siamo
seduti attorno ad un tavolo enorme imbandita a festa, eppure c'è
un'aria tetra come nella scena del matrimonio de “la sposa
cadavere”
Gaara
e Karura quasi non si parlano.
Kankuro
sbuffa appena guardando il fratello con astio.
<<
Tumi'e vuoi giocare alla play con me? >>
Quel
dolce bambino rallegra un po' l'atmosfera.
Quanto è carino!
Non
faccio in tempo a rispondere che Temari fulmina il figlio con lo
sguardo.
<<
Non si gioca a tavola Shikadai >>
Lui
abbassa lo sguardo con aria colpevole.
<<
Ti mamma >>
Io
guardo prima lei poi il bambino.
<<
Hei... dopo mangiato ci facciamo una bella partita ok? >>
Lui
sfoggia un sorriso entusiasta.
<<
Ti >>
Io
sorrido di ricambio ignorando le occhiate omicide di Temari.
*
Dopo
la cena ho approfittato di un momento di pausa per salire in camera
mia, però non ho ancora sonno quindi mi faccio coraggio e busso
sulla porta della camera di Kankuro.
<<
Avanti >>
Lui
si è messo comodo sdraiato sul letto con una tuta nera e dei calzini
con una fantasia con le renne.
<<
Ehi >>
<<
Sai che ti prenderò per il culo a vita dopo aver visto i tuoi
calzini? >>
Si
mette a ridere e si mette a sedere.
<<
E' una promessa? >>
Santo
cielo come fa ad averla sempre vinta lui?
<<
Karura ha preso le sue pillole e dorme. Dorme anche Shikadai. Non mi
va di tornare giù sola con i due sposini e i due sposati >>
Lo
vedo ridere nuovamente.
<<
Dammi due minuti >> dice entrando in bagno.
La
stanza non è grandissima ma ha un sacco di scaffali e di roba.
Il
pc sulla sua scrivania entra in modalità screensaver e parte una
galleria di immagini con delle foto.
Alcune
ritraggono paesaggi delle spiagge spagnole ma la maggior parte ritrae
ragazze. Bellissime ragazze.
Brunette,
rosse, e delle biondone da urlo. Una in particolare è piuttosto
ricorrente.
Mi
avvicino appena col viso.
Capelli
lunghissimi biondi, pelle diafana occhi color cielo, snella e con...
<<
Lei è Ino, una mia collega >>
Scatto
sull'attenti come un bambino colto a fare una marachella.
<<
E' davvero bellissima >> dico imbarazzata.
<<
Si, lo sa anche lei >> dice sistemandosi il colletto della
camicia. << Andiamo? >>
Annuisco.
Non
appena ci avviciniamo al corridoio non riesco a trattenere un sospiro
scocciato.
La
morte è più allegra di quel gruppo.
Kankuro
mi da una leggera gomitata e mi fa un cenno col capo.
<<
Vieni con me >>
<<
Mh? Dove andiamo? >>
<<
Lontano da loro >>
<<
Oh... ok non chiedo altro >>
Mi
porta sul retro dell'hotel dentro un piccolo prefabbricato in legno.
È
un posticino adorabile, intimo, molto rustico.
Mi
metto a sedere su un cuscino vicino la finestra e lui mi fa un cenno
col capo.
<<
Guarda fuori >>
Una
famiglia di daini.
<<
Che dolci. È un posto adorabile >>
<<
Ho pensato di mangiare il dessert qui >>
<<
Ma abbiamo già mangiato il dessert >>
<<
Ti prego quella era una macedonia con gelato >> prende un
vassoio mostrandomi una torta grondante di cioccolato con fragoline
al centro << questo è un dessert >>
Spalanco
gli occhi entusiasta.
<<
Oooh vedo che la pensiamo allo stesso modo! >>
Lui
annuisce ed apre una bottiglia di fragolino versandolo in due calici.
<<
Sono felice che tu sia venuta >>
Mi
mordo l'interno labbra e sono certa di star arrossendo.
<<
Comincio ad esserlo anch'io >>
Facciamo
cin cin col fragolino.
Angolo
dell'autrice.
Salve
a tutti gente! Vi siete ripresi?
Questo
è il mio primo aggiornamento dell'anno e spero vi sia piaciuto.
A
differenza nostra, Sumire deve ancora affrontare le feste... e la
famiglia del suo capo... e sua sorella. Sono indecisa se farla
impazzire del tutto o solo a metà...
Comunque
grazie a tutti i lettori e tanti tanti auguri.
Buon
anno!
Violetta_
|
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Capitolo 20 *** Natale ***
Natale
Apro
gli occhi e la prima cosa che vedo sono le travi in legno nel tetto.
Mi
metto a sedere e sbadiglio mentre mi gratto lo stomaco.
E
dire che nell'altra storia sono una principessa... la tizia che
scrive deve avere le idee un po' confuse...
C'è
un gran rumore al piano di sotto. Ma che avranno da ridere tanto?
Ah
giusto oggi è Natale!
Vado
in bagno e comprendo solo adesso quanto sia figo e meraviglioso avere
il bagno in camera.
Mi
metto un jeans ed una felpa e scendo, i rumori vengono dall'altra ala
dell'hotel, quella aperta alla clientela.
Nel
salone principale impera un maestoso albero di natale circondato da
un gruppo di bambini.
Ecco
da dove proveniva quel rumore.
Sono
tutti felici ed iperattivi intenti ad aprire i regali.
E
urlano. Tanto.
No,
non ce la posso fare.
Esco
e mi siedo su una delle panchine al coperto, fuori è tutto innevato
ma non c'è vento il che rende la giornata molto piacevole.
<<
Ehi campione guarda che pigna! >>
<<
Uh che grande! Bella! >>
Alzo
lo sguardo e in lontananza vedo Shikadai, coperto da strati e strati
di vestiti, inseguire Kankuro.
Shikadai
vuole bene a Gaara ma non gli rivolge particolare attenzione, mentre
venera lo zio Kankuro e posso vedere il motivo: Kankuro ci gioca, gli
da retta, conversa con lui senza usare un tono di sufficienza o
peggio quegli odiosi squitii che spesso si usano coi bambini.
Mi
accendo una sigaretta e mi godo il panorama: le decorazioni
dell'hotel sono state fatte in modo da non invadere troppo l'ambiente
circostante, la stessa struttura è stata costruita in modo da non
danneggiare troppo gli alberi, alcune mura infatti hanno delle
fessure per far passare i tronchi, altre sono curvate, il che rende
l'edificio particolare ed unico al mondo.
È
un piacere per gli occhi.
<<
Poi dove hai intenzione di buttare la cicca? >>
Mi
giro spaventata da quell'imboscata e vedo Temari con le mani sui
fianchi intenta a fissarmi.
Mi
umetto le labbra e con calma prendo dalla tasca il mio posacenere
portatile, gentile regalo di Kiba.
<<
Sarò anche selvaggia ma non sono una villana >>
La
vedo schiarirsi la gola e sedersi sulla stessa panchina dove sto io.
Mi sa che non mi rivolgerà delle scuse.
<<
Io odio il fumo >>
Annuisco
ma non accenno a smettere di fumare.
<<
Kankuro fagli rimettere il cappello! >> urla con la stessa
grazia di uno scaricatore di porto.
I
due si girano e ci salutano con la manina, non appena Shikadai mi
vede si mette a correre sino a buttarsi tra le mie gambe.
<<
Attento... >>
Quanto
è dolce.
<<
Tia Tumi'e andiamo a giocare con la neve? >>
<<
Zia? >> chiede Temari. Sembra un po' contrariata.
Il
bambino annuisce.
<<
Se tio Gaata sposa Matturi lei diventa mia tia. E Tumi'e è torella
di Matturi: di'entano tutte e due mie tie >>
Sbatto
gli occhi allibita: nonostante l'utilizzo discutibile della lettera
“t” il ragionamento è poi così sbagliato.
<<
E chi ti ha raccontato questa cosa furbetto? >>
<<
Nettuno. Tio Kankuro mi ha solo detto che Matturi è la fidanzata di
tio Gaata >>
Lei
annuisce.
<<
Ok.. >>
<<
Allora vieni a gioca'e tia? >>
Annuisco
ancora un po' sorpresa.
<<
Tra qualche minuto Ok? >>
Lui
annuisce tutto contento e si rimette a correre, questa volta verso
Kankuro.
<<
L'ha dedotto da solo? >>
Temari
si mette a ridacchiare e si sistema la sciarpa.
<<
Il furbetto ha un Q.I. sopra la media. La maestra e la pediatra lo
hanno definito un “piccolo genio”. Come il papà >>
<<
Ah... >>
<<
Ma se è così intelligente come mai fatica a parlare? Ha iniziato da
poco? >>
Temari
annuisce questa volta con aria scocciata.
<<
Perché è pesaculo come il papà >>
<<
Ha iniziato a parlare l'hanno scorso ma la pediatra mi ha detto che
era pronto da almeno due anni >>
Mi
metto a guardare quel frugoletto ammirata. È un piccolo adorabile
genietto insomma.
<<
Ti piacciono i bambini? >>
Storgo
il naso.
<<
Pesti urlanti perennemente sporche … na, non fanno per me >>
Lei
alza un sopracciglio ed annuisce, ma non sembra tanto convinta.
<<
Sono contenta che stia con Kankuro. Almeno si muove un po'. A casa
non fa altro che dormire o stare davanti al computer >>
“Chiamalo
scemo” mi ritrovo a pensare.
<<
Io lo trovo un bambino adorabile. È così affettuoso e non l'ho
ancora sentito urlare o fare l'indemoniato per ottenere qualcosa. E
poi ha quegli occhioni che gli brillano per ogni nuova scoperta >>
Lei
si mette a fissarmi con uno strano sorrisetto.
<<
Non avevi detto che i bambini non fanno per te? >>
Mi
blocco per qualche istante.
<<
Si infatti >> dico quasi balbettando << Ma Shikadai è un
amore >> continuo con tono via via più deciso.
Annuisce
con una strana espressione in viso.
Il bambino si mette
davanti al masso di neve rimuginando perché non riesce a fare una
palla abbastanza grande e Kankuro lo consola iniziando ad ammucchiare
altra neve.
Subito
dopo si mettono a correre all'interno delle camere e della cucina
alla ricerca di olive carote e sciarpe. Non si capisce chi sia il
bambino tra i due.
Mi
ritrovo a ridere come una scema.
<<
Mi sembri una a posto tu >>
Sobbalzo
e mi giro di scatto.
Temari
adesso mi guarda con aria affabile e mi ha anche fatto un
complimento.
Ha
preso una botta in testa mentre ero distratta?
<<
Grazie bionda >> dico con tono incerto << Lo è anche
Matsuri >> continuo poi con tono più convinta << È una
ragazza buona e lavora sodo. È questo matrimonio che... la sta
facendo rimbambire >>
Temari alza un sopracciglio.
<<
Un tempo ero come te >>
Riprendo
fiato non riuscendo ad inquadrare quella donna.
<< Un
completo disastro? >>
Ride.
<<
Capirai che voglio dire a tempo debito >>
Inclino
la testa e poi mi metto in piedi sistemandomi il cappello.
<<
Beh sarà meglio che vada. Una promessa è una promessa >>
*
<<
Ehi ragazzi che si combina qua? >>
Shikadai
mi allunga una carota.
<<
Quetto è il te'zo pupa'to. Mettigli il naso >>
<<
Agli ordini >>
Vedo
Kankuro ridacchiare.
<<
Tia Tumi'e sai fare i pupazzi di neve? >>
Mi
sistemo una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
<<
So ammucchiare la neve. Vale lo stesso? >>
Il
piccolo si mette a ridere come se avessi detto la barzelletta del
secolo.
<<
Sei divertente. Posso andare a prendere altre carote? >>
Kankuro
annuisce.
<<
Però non esagerare... e non correre >> dice alzando
progressivamente il tono della voce.
<<
Va bene >> risponde lui mettendosi a correre verso la cucina.
Mi
porto una mano davanti le labbra trattenendo un sorriso e Kankuro se
ne accorge. Lo vedo arrossire e mettersi una mano dietro la testa.
È
così dolce e paterno.
Abbasso
lo sguardo e mi porto una mano sulla fronte. Ma che cavolo di
pensieri!
<<
Non ascoltano mai... >> dice improvvisamente lui con tono
sarcastico, quasi volesse alleggerire quella situazione tesa.
<<
Che esagerato. È un bambino tanto bravo >>
<<
Si ma alle volte ha la testa dura come sua madre! >>
Alzo
un sopracciglio.
<<
O come lo zio >> dico con un sorrisetto divertito stampato in
faccia.
Lui
mi fissa ricambiando il medesimo sorriso.
<<
Touchè >>
|
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Capitolo 21 *** Capodanno ***
Capodanno
Voi
non potete capire quanto è divertente vedere Temari discutere con
Shikadai.
Siamo
a tavola e il bambino fissa con aria imperscrutabile il piatto
davanti a se da tre minuti buoni.
<<
Sono spinaci >> dice infine Temari.
<<
Ti. Lo to >>
<<
Ti fanno bene >>
<<
Non è detto >>
Mi
mordo l'interno labbra per frenare una risata.
“Non
è detto”
Ma
quale bambino da risposte del genere?
Intanto
Temari continua la sua battaglia.
<<
Shika mangia subito questi spinaci >>
<<
No >>
<<
E invece si >>
<<
Tio Kankuro non li mangia >>
E
fu così che calò il silenzio.
Vedo
Temari girarsi a guardare il fratello e lui sbiancare come un
lenzuolo.
Kankuro
ha otto anni davanti alle verdure. Praticamente tu gli presenti un
piatto di verdure e lui diventa un bimbo di otto anni dentro il corpo
di uno di ventotto.
Gli
do una piccola gomitata avvicinandomi al suo orecchio.
<<
Dai Kankuro mangiali >>
Mi
guarda malissimo.
Mamma
mia quando si ci mette è davvero infantile!
Insisto
cercando di usare il tono più dolce possibile.
<<
Fallo per tuo nipote >>
Lui
mi guarda per un paio di secondi, sbuffa ed infine si gira verso il
bambino sfoggiando un sorriso d'intesa.
<<
Dai Shikadai facciamo a gara a chi li finisce prima >> dice con
entusiasmo.
Il
bambino ricambia con un sorriso adorabile.
<<
Va bene tio >>
*
Dopo
pranzo mi metto un po' sdraiata nel letto a leggere.
Si
raga io leggo.
E'
un libro carino, un giallo, anche se non molto avvincente, sono
abbastanza certa di aver capito chi è il killer.
Curioso
come passi velocemente il tempo qui. Sembra ieri che sono scesa dalla
macchina e invece già l'ultimo giorno dell'anno.
Eh
si ormai ho capito come siete voi tutti. Si mentre leggevo mi sono
messa a pensare ad altro.
Che.
È proibito?
E
poi dai, seriamente, credo di non vederla da almeno un paio di giorni
e comincio a pensare che Gaara l'abbia sepolta da qualche parte.
Chiudo
il libro che stavo leggendo, il fatto che si tratti di un thriller
non penso che influenzi i miei pensieri, e mi stiracchio.
Chissà
se il buffet è già aperto...
Si
lo so che ho appena mangiato!
Ma
siete per caso mia madre?
Scendo
nella hall e mi trovo dentro Hel (riferimento ad Heleim voluto e per
nulla casuale).
La
sala è stracolma di gente e in pratica ci sono tutti quelli che
conosco, più un sacco di altra gente intenta a parlare, ridacchiare,
sistemare i bagagli...
<<
Ciao tigre! >>
La
voce di Naruto mi trapana i timpani.
<<
Sakura lei è “tigre” >>
Ma
che cazz...?
La
ragazza mi guarda un po' confusa.
Eh.
Naruto fa quell'effetto...
Allungo
la mano con fare cordiale e le sorrido.
<<
Sumire, il mio nome è Sumire... Lei è la dottoressa che lavora
nello stesso ospedale di Matsuri giusto? >>
Lei
mi sorride e allunga la mano a sua volta.
<<
Si giusto. Ma dammi del tu ti prego >>
<<
Alla fine Naruto è riuscito a convincerti ad uscire con lui suppongo
>>
La
vedo fare spallucce.
<<
Eh... ho ceduto per disperazione >>
Ridacchio
divertita finchè non sento una voce familiare alle mie spalle.
<<
Wei bambola >>
<<
Deidara? Che ci fai qui? >>
<<
Kurotsuchi è qui con suo nonno e mi ha gentilmente invitato >>
Ma
daaai?
Non
sono per nulla sorpresa.
*
Pantaloni
neri e maglietta viola elegante e comoda.
Lo
so che a capodanno si ci veste di rosso ma io preferisco il nero, o
al massimo il viola.
Tanto
anche se mi vestissi di rosso la sfiga mi troverebbe comunque.
Se
questo pomeriggio ero ad Hel ora sono letteralmente all'inferno.
Il
cenone è durato un'eternità e adesso tutti i presenti sono mezzi
sbronzi, pieni come ovetti e con quell'aria euforica di chi sta per
presentarsi al nuovo anno.
I
saloni sono pienissimi e la musica è tremenda.
Alcune
sale sono adibite a discoteca. Riesco ad intravedere Kurotsuchi
ballare con un tipo.
Mi
porto una mano nella tasta e roteo vistosamente gli occhi al cielo.
Maledizione
le sigarette.
Nooo
devo tornare in camera.
Sbuffo
mentre rovisto nella mia stanza.
Dove
cavolo ho messo la mia borsa?
Daiii
manca poco alla mezzanotte....
<<
Rischi di perderti il saluto al nuovo anno se non scendi >>
Mi
giro di scatto e vedo Kankuro, l'ho visto poco per tutta la sera,
l'ultima volta era vicino al bar.
<<
Si... sto cercando una cosa... dannazione la mia solita sfiga >>
Non
lo sento rispondere.
<<
Tu perchè sei qui? >>
<<
Volevo saltare il nuovo anno in buona compagnia >>
Io
continuo a tirare roba non dandogli molta attenzione.
Se
non fumo divento matta.
<<
Sumire? >>
<<
Si si lo so. Mi sto sbrigando. Tu vai pure... >>
Si
avvicina dietro di me e mi cinge la vita, giro la testa verso di lui
e vedo che mi guarda dritto negli occhi scrutandomi attentamente.
La
sua mano gioca col bordo della maglietta solleticandomi la vita.
Mi
irrigidisco cominciando ad intuire cosa sta succedendo.
<<
Kankuro non dovremmo farlo... di nuovo >>
Mi
bacia la nuca.
<<
Perchè? >>
<<
Tu sei il fratello del mio capo... >>
Mi
prende delicatamente per un braccio facendomi voltare.
<<
Uh è vero sarebbe così inappropriato. E poi stiamo per diventare
parenti. Sarebbe uno scandalo! >>
<<
Non scherzare io... >>
Mi
tappa le labbra con le sue.
*
Al
piano di sotto.
<<
Dov'è mia sorella? >>
<<
Avrà sbagliato sala Matsu. L'hotel è molto grande >> dice
Gaara porgendole un bicchiere di champagne.
*
La
spallina del reggiseno scivola delicatamente sulla pelle …
Kankuro
mi bacia la guancia, poi la spalla ed intanto mi sfila i pantaloni.
Solo
ora mi rendo conto di quanto mi sia mancato in quel senso. Dopo il
ricevimento non c'è stato più niente tra noi, nemmeno un bacio.
Mi
sdraia sul letto e si mette sopra di me.
Mi
bacia il collo ed intanto mi accarezza il viso scendendo con
delicatezza.
Si
comporta in maniera diversa. La prima volta era stato più diretto,
adesso sembra voler prolungare quelle coccole.
Mi
bacia l'incavo tra i seni, poi scende e si sofferma all'altezza
dell'ombelico.
Inarco
la schiena ed affondo la testa sul cuscino ma lui ignora qualsiasi
mio tentativo di arrivare al punto.
Si
comporta come se volesse prolungare quel momento all'infinito.
<<
Mmmh >>
L'ultimo
bacio è stato più intenso e non sono riuscita a soffocare il
gemito.
Lo
sento sorridere contro la mia pelle e subito dopo scendere sino a
raggiungere il bordo degli slip.
Mi
mordo il labbro inferiore.
Dannazione
sbrigati...
Scosta
la stoffa e mi bacia in un punto molto molto sensibile. Schiudo le
labbra e cerco di avvicinarmi ma lui mi prende le cosce limitando
ogni mio movimento.
<<
Di solito sei una donna molto paziente Sumire, non fare un'eccezione
adesso >>
La
sua voce è come se mi riportasse alla realtà e mi ritrovo ad
arrossire.
Puntello
i gomiti in modo da mettermi a sedere e riprendere un po' di
controllo ma prima di poter fare qualunque cose sento la sua lingua
muoversi tra le mie gambe.
<<
Ah! >>
Chiudo
gli occhi e serro le mani che sono poggiate sul letto all'altezza
della testa.
Il
mio respiro inizia a farsi via via più pesante.
Cerco
di parlare ma l'unica cosa che mi esce sono mugugni sconnessi.
Dopo
qualche minuto contraggo i muscoli delle gambe per qualche istante
poi mi rilasso completamente sul letto.
Maledizione
se è bravo.
Lo
sento sdraiarsi accanto a me e baciarmi una spalla, poi mi prende con
delicatezza per la vita e mi avvicina a se.
Poggio
la testa sul suo petto, sono ancora un po' a corto di fiato.
Quando
riprendo lucidità lo vedo baciarmi la base del collo.
<<
Kankuro adesso dovremmo scend... >>
<<
Sssh >> parla contro la mia pelle mentre continua a baciarmi.
Mi
umetto le labbra e deglutisco.
<<
Immagino che prima vorrai ... >> dico con una punta di
imbarazzo.
Lui
scuote la testa e subito dopo mi da una serie di baci umidi sul seno
mentre con le mani mi accarezza la schiena.
Puntello
i gomiti e finalmente riesco a mettermi a sedere, gli afferro il viso
e lo bacio sulle labbra, con uno scatto riesco a mettermi a
cavalcioni su di lui e poggio le mani sulle sue spalle.
Lui
mi avvicina a se, mi bacia sulle guance, sul naso, per poi
impossessarsi delle mie labbra.
Mi
cinge i fianchi con le mani e poi scende afferrandomi per le cosce ed
avvicinarmi ulteriormente a se.
Sono
ancora intenta a baciarlo quando apro gli occhi di scatto: non
ricordavo fosse così dotato.
Aspetta
un po' prima di avvicinare il suo bacino al mio poi entra dentro di
me lentamente senza smetterla di baciarmi.
<<
Mh... >>
Questa
volta è lui a gemere per poi iniziare a muoversi con movimenti
decisi.
Lo
abbraccio muovendomi su di lui.
Mi
cinge la vita con un braccio e ribalta le posizioni con decisione ma
attento a non farmi male a a non gravare su di me.
Ho
il suo corpo sudato addosso ed il suo respiro è men mano più
pesante.
Inarco
la schiena e cerco di muovermi al suo stesso ritmo.
Mi
sento come se... Come se...
Mi
afferra per i fianchi e mi solleva contro il suo bacino con un
movimento deciso.
Avverto
un'improvvisa ondata di caldo ed inarco la schiena. Mi manca l'aria o
forse sto urlando non riesco a capirlo.
So
solo che mi ritrovo ad abbracciarlo forte.
Al piano di sotto
hanno stappato lo champagne e stanno suonando le trombette.
Cerco
di riprendere fiato con le labbra poggiate sul suo collo, le palpebre
si fanno molto pesanti.
Mi
rilasso contro il suo petto nudo e mi addormento.
<< Ti amo pequena >>
|
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Capitolo 22 *** Colazione a letto ***
Colazione a letto
Il
mattino dopo mi sveglio e struscio il viso contro quel meraviglioso e
comodissimo cuscino.
Il
braccio di Kankuro mi avvolge stretta all'altezza della vita. Non
posso alzarmi.
Sento
il suo respiro solleticarmi la nuca.
Sorrido.
In fondo è dolce.
Afferro
il cellulare, sono le sette del mattino ed io sono sveglia e riposata.
Si
avete letto bene.
Anche
se, ad essere sincera, non ho molta voglia di alzarmi. Sto così bene
qui...
<<
Buongiorno hermosa >>
<<
Ciao >>
Allenta
la presa in modo da permettermi di voltarmi e mi bacia la fronte.
<<
Dormito bene? >>
Annuisco.
<<
Davvero un bel modo di salutare l'anno nuovo >>
<<
Non è finita qui >> con l'indice mi da una veloce carezza
sulla punta del naso << … Caffè e... pancackes? >>
Mi
ritrovo a sorridere come una deficiente.
<<
Mmmh caffè... >>
Lo
sento ridere.
Quanto
è bella la sua risata...
<<
Aspettami qui, dammi qualche minuto >>
Torna
con in mano un piatto di mini donut vari gusti e una tazzina piccola.
<<
Pancake finiti purtroppo... >>
Riconosco
l'odore di caffè ma è più accentuato.
Guardo
la tazzina delusa, la quantità è davvero misera se confrontata con
quella che prendo solitamente.
Lui
sembra accorgersene.
<<
Questo è caffè italiano. Va servito così >>
Porto la
tazzina alle labbra con fare scettico.
Lo
assaggio e chiudo gli occhi.
Mi
sembra di bere caffè per la prima volta in vita mia.
In
confronto, quello che ho bevuto sinora sembra una tisana al sapore di
caffè.
<<
Oddio che meraviglia! >> dico forse un po' troppo esaltata.
Kankuro
si mette a ridere con aria soddisfatta.
<<
Si, avevo intuito ti sarebbe piaciuto >>
Facciamo
colazione a letto. Mentre addento l'ultimo donut lui, con addosso
solo il pantalone nero del pigiama apre la finestra. Fuori è tutto
bianco.
Un
panorama bellissimo. Anche gli alberi imbiancati non sono male.
Kankuro
apre un pacco di sigarette e me ne indica una.
<<
Vuoi? >>
Annuisco.
*
Dopo
colazione ce ne andiamo all'aperto.
Tra
le tante attrazioni dell'hotel c'è una pista di pattinaggio su
ghiaccio, Matsuri sta insegnando a Gaara ad andare sui pattini.
La
scena mi è così strana... avete
presente quando vedete una roba
troppo surreale per essere vera?
Come
ad esempio.... Matsuri che insegna a Gaara ad andare sui pattini.
Il
ragazzo è impacciato e tiene saldamente le mani di mia sorella.
<<
Dai tesoro non temere ce la puoi fare >>
Gaara
raddrizza la schiena arrossando appena.
Gaara
sa arrossire? SERIAMENTE?!
<<
Tua sorella è dolce quando vuole >> dice Kankuro seduto
accanto a me.
Guardo
Matsuri, poi mi giro a guardare lui.
<<
Tu conosci “la sposina”. In realtà lei è sempre dolce,
allegra... è perfetta >>
<<
Anche tu lo sei >>
Scuoto
la testa forse un po' troppo velocemente.
<<
Na … >>
Lui
accenna un sorriso e si avvicina per darmi un veloce bacio sulla
guancia, il che rende la mia faccia incandescente.
<<
Vado a fare una sciata. Vieni con me? >>
<<
Grazie dell'invito ma decisamente no >>
No
ragà, può essere bello e figo quanto vuole ma io mi rifiuto di
sciare.
Ridacchia.
<<
A dopo allora >>
Mi
da un bacio in testa e se ne va.
Io
mi rimetto a guardare i due sposini per qualche minuto, poi mi dirigo
verso il bar vicino la pista da sci.
Kurotsuchi
mi saluta con un gran sorriso.
<<
Ehi scii? >>
<<
No Kuro. Assolutamente no >>
<<
Quindi rimarrai con quell'ammasso di argilla >>
Deidara
assottiglia gli occhi fissandola male malissimo per due secondi.
<<
Rompiti una gamba >>
<<
Sta attento che se proprio dovessi cadere farei di tutto per cadere
sopra di te >>
Lo
penso solo io o quei due litigano come una coppia sposata?
Mi
avvicino al biondino dandogli una pacca sulla spalla.
<<
Su cerca di mantenere la calma >>
<<
Lo farei se quella non fosse così... rompipalle >>
Scuoto
la testa alzando gli occhi al cielo.
Perché
non imparo a lasciar perdere le cause perse?
<<
Ah Sumy ho perso la scommessa >>
<<
Di che parli? >>
<<
Mentre ero in sauna ho dato una sbirciatina, peccato ero convinto
fosse piccolino ed invece è nella norma. Beh meglio per tua sorella
>>
<<
Piantala di fare il pervertito! >>
<<
Invece il fratello! Wow. non puoi immaginare >>
Eh
invece posso...
<<
Peccato che non sia gay, tanta tanta roba sprecata >>
Avvampo.
<<
Te lo ripeto: piantala! >>
*
Visto
che Deidara non la piante di parlare del coinquilino del piano di
sotto di Kankuro decido di rientrare in hotel. Magari riseco a
superare il livello bastardo di ungru birds.
Attraverso
il corridoio e vedo una porta semiaperta.
Si
ok. Non è carino sbirciare... eddai non fate i noiosi!
Uh
dentro c'è Temari e sta piegando dei vestiti.
<<
Ehi bionda che fai? >>
<<
Le valigie >>
La
guardo confusa.
<<
Ma Shikamaru non ha le ferie fino al 6? >>
<< Lui si,
io no >>
La guardo ancora più confusa. Non so perché
ma ero convinta non lavorasse.
Lei
mi guarda di rimando mentre piega dei jeans.
<< Sono
sergente di polizia e devo tornare in servizio >>
Ah.
Ah!
Ripenso
al nostro primo incontro e deglutisco.
Ho rischiato di far
incazzare più e più volte una donna armata!
Meeerda
merdissima!
<<
A proposito me lo vai a chiamare? >>
Eh
come dire di no ad una donna armata?
<<
Certo >>
*
È
una giornata serena e assolata e questo rende il panorama pieno di
alberi ancora più piacevole.
Vedo
Shikamaru in lontananza, è dietro un albero. Credo avesse già
avvertito il pericolo e stia cercando di scappare dalla moglie.
<<
Ciao Shikamaru >>
<<
Ehi... >> sbadiglia << è già ora di pranzo? >>
Mi
viene da ridere.
Questo
prof. non è poi cosi male sapete.
È
fancazzista e fuma.
Praticamente
me solo più intelligente. Parecchio più intelligente.
<<
No tranquillo. Però Temari vorrebbe una mano con le valigie >>
Mi
palpo sui fianchi ma non vi sconvolgete non una cosa “secsi” sto
solo cercando l'accendino che ovviamente è finito in un universo
parallelo.
Sbuffo
seccata. Vi giuro che prima di uscire c'era.
<<
Hai da accendere? >>
Lui
mi tira uno zippo.
Bello,
d'argento. Un bel giocattolino.
Mi
accendo una sigaretta guardando l'ingresso dell'hotel poco distante.
<<
Tutto ok con Kankuro? >>
Il
fumo della sigaretta mi va al cervello, mi brucia i neuroni e mi
saltano contemporaneamente le funzioni visive e orali.
<<
… c... cosa? >> dico con voce talmente flebile che sembra
l'ultimo respiro.
Lui
si accende l'ennesima sigaretta con fare sereno. Come se stessimo
parlando del tempo.
<<
Io vado a letto preso anche a capodanno... e abbiamo le camere vicine
>>
Muoio
dentro.
<<
Ah.... >>
Silenzio.
Silenzio
imbarazzante.
<<
Ma Temari.... >>
<<
Lei ha fatto tardi tranquilla >>
Ok
dai che forse sono mezza resuscitata.
<<
Santo Spongebob ti ringrazio. Non ne farai parola con nessuno giusto?
>>
Lui
espira lasciandomi sulle corde per una manciata di secondi.
<<
Sta serena >>
<<
Bene. Ah io faccio una passeggiatina e più tardi se tua moglie mi
chiede dirò che non ti ho visto >>
Lui
mi sorride.
<<
Mi piaci. Non sei una
seccatura come tutte le donne >>
<<
Grazie. E tu non sei malaccio per essere un prof >>
|
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Capitolo 23 *** Piaghe da decubito e cicatrici ***
Piaghe
da decubito e cicatrici
<<
Kuro mi serve un favore >>
<<
Dimmi >>
<< Una
volta in ufficio controlla i resoconti dell'anno scorso >>
<< Ok >>
<<
Ah e l'agenda! In caso facci una foto e me la mandi con what'sapp
>>
<< Si >>
<<
E poi chiama il signor... >>
<<
Sumire sono passati solo quattro giorni, ed è stato il capo a darti
queste ferie, quindi datti una calmata. Ci vediamo mercoledì >>
Kuro mi chiude il telefono in
faccia e io lo fisso male malissimo.
<<
Hai finito di fare la malata del controllo? >>
Sbuffo.
<< Hai una vaga idea del
cataclisma che si forma in ufficio se per caso qualcosa va male?
>>
Kankuro finge una faccia
spaventata.
<<
Uh... esploderà tutto! >> dice con finto panico.
Scuoto la testa ma mi ritrovo a
sorridere.
L'ultimo mese
è stato meraviglioso, talmente meraviglioso che non me ne frega
niente se Matsuri si è trasformata in una isterica wedding planner,
o se Gaara mi delega impegni su impegni perché ovviamente deve
andare dietro a Matsuri.
Forse
è per questo che ha deciso di darmi dei giorni di ferie.
Quattro giorni prima...
Matsuri è davanti la mia
scrivania con aria tutta pimpante.
Si
è presentata lì all'improvviso e mi si è attaccata come una papera
con Lorenz.
<< Ehi
andiamo a... che stai facendo? >>
<<
I resoconti per domani >>
<<
No Sumy da domani sei in ferie >>
Mi
metto a ridere.
<<
Magari. Senti le previsioni dicono che potrebbe grandinare quindi
dovremo tenere Sheldon al coperto >>
<<
Guarda che sono seria >>
<<
Confermo Sumire >>
Raggelo.
Dietro di lei c'è Gaara.
Quando è apparso? Ma non è
che per caso è davvero uno spettro?
<<
Che? >> dico con un filo di voce.
Guardo
Gaara e poi riguardo Matsuri.
<<
Ah e stasera torni con noi con la limousine. Buon lavoro >>
Scende al piano di sotto con la sua
solita energia.
Una volta
soli mi avvicino a Gaara.
<<
Gaara ascolti >>Dopo la vacanza sulla neve lo chiamo per
nome ma continuo a dargli del lei.
<<
Immagino che questa storia delle ferie sia stata una richiesta di
Matsuri ma non … >>
<<
Ammetto sia stata una sua richiesta, ma la condivido Sumire …
dopotutto hai un sacco di ferie arretrate >>
Mi
irrigidisco.
<<
Ok... >>
<<
Inoltre per il momento non aspetto chiamate urgenti quindi se vuoi
prenditi una pausa e raggiungi tua sorella al piano di sotto >>
<<
Ok... >>
… ok....
Sento
le labbra di Kankuro sul collo.
<<
Ehi... che hai? >>
Mi
giro e lo guardo negli occhi.
Quel
ragazzo ha la capacità di rendermi sana di mente. E non è poco.
Nell'ultimo
mese ci siamo visti quasi tutti i giorni anche se stiamo ben attenti
a non farlo sapere in giro.
Visto
che sono praticamente sola a casa ho deciso di accettare il suo
invito a passare queste ferie a casa sua.
Abbiamo
trascorso quasi tutto il tempo a giocare, si anche coi videogiochi, e
devo dire che è molto forte. Anche se gongola un po' troppo quando
vince.
Mi
giro e poggio la testa sul suo petto.
<<
Nulla. Stavo pensando … al pranzo >>
<<
Sono le 15 passate... >>
Sbatto
le palpebre analizzando l'informazione.
<<
Che? >>
Lui
poggia la labbra sulla mia spalla ed annuisce.
<<
Abbiamo passato mezza giornata a letto? >>
Lui
sorride piuttosto compiaciuto ed annuisce di nuovo.
<<
Ah ok... >>
Ce
ne stiamo in silenzio un paio di minuti, io sdraiata sul suo braccio
e Kankuro intento a darmi dei morbidi baci sulla spalla.
<<
Spuntino? >>
<<
Si. Ci sto >>
*
<<
Quando hai parlato di spuntino
intendevo a letto. Servito da te >>
Kankuro
ride mentre è intento ad aprire la bustina di ketchup per le
patatine.
Stiamo
passeggiando in una stradina vicino il parco.
<<
Lo so che stai lavorando sodo per formare sul tuo corpo delle piaghe
da decubito, ma devi rimandare i tuoi piani malvagi >>
<<
Uff... detesto quando ti metti tra me e le mie piaghe da decubito
>>
dico prendendo una patatina << ...io non dico niente quando ti
metti a fare parkour sui tetti >>
Lui
alza la testa con aria orgogliosa.
<<
Fare attività fisica fa bene >>
<<
Le cicatrici non fanno bene >> dico con un tono che smonterebbe
anche il più antipatico dei palloni gonfiati.
<<
Non metterti tra me e le mie cicatrici >>
Mi
giro a fissarlo con le labbra appena socchiuse indecisa se ridere o
tirargli un pugno.
Una
cosa è stare con uno che sopporta i tuoi disturbi mentali un'altra è
stare con uno che ha
i tuoi stessi disturbi mentali.
Sto
per rispondere quando vengo interrotta da una voce familiare.
<<
Sumire >>
Mi
giro di scatto.
<<
Deidara >>
Il
ragazzo mi guarda, poi guarda Kankuro, poi mi guarda di nuovo.
Io
mi sento a disagio: adoro il biondino, gli voglio un sacco bene però
è un tale pettegolo.
Non
voglio che si sappia di me e di Kankuro, qualsiasi cosa stia
capitando tra di noi è meglio aspettare dopo il matrimonio... e
oltre.
Dei
dei alza un sopracciglio.
<<
Tu sei il fratello del suo capo >>
Kankuro
annuisce senza troppi preamboli.
<<
Si.. tu sei quello che mi fissava dentro la sauna durante le vacanze
di natale? >>
Io
spalanco gli occhi mentre Deidara diventa bordeaux.
<<
Ecco... io ecco... >>
Mi
viene da ridere, non avevo mai visto Dei in difficoltà. Solitamente
è così sfacciato da mettere lui a disagio la gente.
Kankuro
lo fissa con un sorrisetto da stronzo colossale. Credo si stia
divertendo un mondo.
<<
Ti chiami Deidara giusto? >>
Lui
si limita ad annuire.
<<
Si... >>
<<
Anche io ho un nome, pensa un po'. Mi chiamo Kankuro >>
Mi
porto una mano davanti la faccia.
Ecco
adesso iniziano ad insultarsi...
<<
Comunque, che sorpresa vedervi qui. Che fate? >>
<<
Sumi sta cercando di superare il suo record personale di panini >>
Mi
tolgo la mano dalla faccia e aggrotto la fronte, contemporaneamente
Deidara accenna un sorrisetto divertito.
<<
Ah sarà un'impresa difficile. Sai quanto mangia? >>
<<
Ehi >>
Kankuro
gli lancia un sorrisetto complice.
<<
Beh però si allena parecchio. Magari ce la fa >>
<<
Kankuro! >>
I
due si mettono a ridere.
<<
A certo. “Insultiamo Sumire time” >> dico agitando le mani.
Mi
allontano accelerando il passo.
<<
Eddai. Che permalosa! >> dice Deidara agitando la mano.
<<
Stronzi! >>
Con
un paio di veloci passi Kankuro mi raggiunge alzandomi con un solo
braccio.
Mannaggia
al palestrato.
<<
Dai scema. Andiamo a distenderci sul prato >>
<<
NO >>
Deidara
si avvicina al mio viso.
<<
Sai che c'è chi fa sport al parco? >>
Lo
fisso cercando di dargli un pugno in testa ma Kankuro mi blocca il
braccio.
Missione
fallita.
<<
Ehi ma tu da che parte stai? >>
Lui
sorride tutto soddisfatto.
<<
Non so, devo decidere. Il biondo mi sta simpatico >>
Ah
fantastico. Ecco a voi stronzo e più stronzo finalmente riuniti!
|
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Capitolo 24 *** Lite ***
Lite
<<
T'ao nonna >>
<<
Ciao piccolo mio >>
<<
Che fai? Io sto imparando gli scacchi con papà >>
<<
Ma che bravo il mio angioletto >>
Sorrido
portandomi una mano sulla guancia.
Karura
è seduta sulla poltrona del salotto di casa sua. Parla con dolcezza
ed allegria ma ha le lacrime agli occhi.
Le
tremano le mani anche se le ha strette a pugno sopra le gambe.
<<
Io sono a casa con zio Kankuro, che ti manda un bacione grande grande
>>
<<
Anche io mando un bacio allo zio >>
Karura
non vede Shikadai da un paio d'anni.
Temari
si limita a farle una telefonata di tanto in tanto e a passarglielo
però il bambino saluta, dice poche frasi, poi si annoia e si
allontana con una scusa.
Lei
non è un tipo che si lamenta, di solito si tiene tutto dentro e cela
il suo stato d'animo dietro un dolce sorriso per cui è difficile
sapere cosa le passa per la testa, però ci rimane male.
Sperava
di poter giocare con lui durante le vacanze di natale ma per via dei
suoi problemi di salute non ha potuto trascorrere le vacanze in
famiglia e quindi non ha avuto occasione di rivederlo. Questo ha
peggiorato notevolmente il suo umore.
Ci
abbiamo impiegato un po' a capirlo.
Kankuro
ha deciso di ovviare al problema organizzando un'intera giornata con
lei e attivando una videochiamata dal suo pc.
L'ho
trovato davvero un bel gesto.
Lo
guardo con la coda dell'occhio: è in cucina intento a preparare una
tisana.
Sorrido
raddolcita. Per quanto possa essere stronzo, il ragazzo sa essere un
vero tesoro.
Esco
fuori, non mi va di stare lì, mi sento un po' a disagio.
Mi
porto una sigaretta alle labbra e l'accendo guardandomi intorno: non
fa caldo però c'è un'aria frizzantina che non dispiace e gli alberi
in fiore preannunciano l'arrivo della primavera.
Praticamente
i miei giorni di ferie stanno per finire e contemporaneamente il
clima sembra riscaldarsi giorno dopo giorno. Perché la cosa non
mi sorprende?
Sono
a metà sigaretta quando vedo Kankuro con la cosa dell'occhio.
<<
Come sta andando? >> domando incuriosita.
<<
Sta parlando con Temari. Preferisco lasciarle sole >>
<<
Si, ho pensato la stessa cosa >>
Il
ragazzo si accende una sigaretta.
<<
Shikadai parla meglio quando è al telefono >>
<<
Si ho notato >> mi scappa un sorriso << Scommetto che
questo dettaglio non è sfuggito nemmeno a Temari >>
Kankuro
rotea gli occhi seccato.
<<
Dovrebbe smetterla di stressarlo. Tanto Shika è come suo padre. Più
si costringe a svolgere un'attività più entra in modalità stand-by
>>
Mi
scappa una risata.
<<
Oddio mi sembra di sentire tua sorella >>
Lui
arriccia il naso.
<<
No grazie >> tira una boccata di fumo << Sai... Stavo
pensando di regalarle un ipad >>
<<
A Temari? >>
<<
No a mia madre >>
Inclino
la testa di lato poco convinta da quell'idea.
<<
Karura non è molto interessata dalla tecnologia, non so quanto lo
userebbe >>
<<
Così sarebbe più facile per lei poter comunicare con chi vuole. Te
la sentiresti di spiegarle le basi? >>
Alzo
la testa. Spiegarle come fare una semplice videochiamata non è una
roba impossibile e poi vedere Karura così felice mi riempie di
gioia.
<<
Ma certo. Con molto piacere >>
*
<<
Mamma tutto ok? >>
<<
Si tesoro, sono solo un po' stanca >>
Pochi
minuti dopo aver terminato la videochiamata Karura è impallidita di
colpo e riesce a malapena a tenere gli occhi aperti.
Forse
rivedere suo nipote e sua figlia l'ha emozionata fin troppo.
Kankuo
si è avvicinato prontamente e l'ha presa delicatamente per le
spalle.
<<
Dai vieni... ti porto a letto >>
<<
Grazie tesoro mio >> dice la donna con tono molto basso.
Abbasso
lo sguardo: da fuori sembra il ritratto della salute ed invece basta
un niente per farla crollare.
Mentre
loro sono al piano di sopra ne approfitto per sistemare un po' il
salotto e puntualmente mi ritrovo a sbattere contro il bordo del
tavolino.
<<
Ma porc... ahi >>
Autrice?
Hai finito ti tirarmi sfiga?
Voi
no dite niente? Ah ridete. Bravi... davvero bravi...
Mi
siedo sulla poltrona e mi massaggio la gamba quando in quel momento
si attiva lo screen saver del pc.
Sono
una serie di immagini che scorrono a caso, non è la prima volta che
vedo quelle fotografie: alcune in ufficio, altre al mare e altre in
diversi bar, ci sono diverse ragazze ma una in particolare spunta
sempre.
Ino,
la sua collega.
Mi
avvicino incuriosita.
Le
foto sono decisamente intime: in alcune sono persino sulla spiaggia
abbracciati, in un'altra la ragazza lo sta baciando sulla guancia
mentre è in braccio sulle sue gambe.
Con
la coda dell'occhio vedo Kankuro scendere le scale, guarda verso la
mia direzione e si irrigidisce all'istante.
Torno
a fissare lo schermo.
Mi
assale un dubbio tremendo.
Come
avrete capito non sono esattamente detective Conan però un dettaglio
non mi sfugge: molte di quelle foto risalgono a cinque mesi prima.
<<
Kankuro >> dico con tono serio, piatto, lapidario << …
Ino è la tua ragazza? >>
<<
No... >> dice lui velocemente. Forse fin troppo.
Mi
giro e lo fisso dritto negli occhi.
Lui
distoglie lo sguardo incrociando le braccia al petto.E' nervoso e
sembra anche parecchio a disagio.
<<
Kankuro >>
<<
Ok... va bene è la mia fidanzata... ma è una storia finita da tempo
non c'è più niente tra... >>
<<
Vattene >>
Non
so nemmeno da dove mi è uscita quella parola, razionalmente non
avrei nemmeno il diritto di dirla, però diciamo che in quel momento
di razionale in me c'è davvero ben poco.
<<
No Sumy lasciami spiegare >>
<<
Vattene >>
Kankuro
parla a bassa voce cercando di mantenere la calma, tuttavia sembra in
preda al panico.
<<
Mi ha tradito pochi giorni dopo la mia partenza. Con un pittore... Un
coglione... >>
Faccio
velocemente due più due.
Quando
ci siamo conosciuti Kankuro era arrivato in città solo da pochi
giorni.
<<
Quindi quella sera al ricevimento sono stata una ripicca? >>
Lo
vedo distogliere nuovamente lo sguardo.
<< Rispondimi
Kankuro >>
<<
Solo quella notte. Solo per quella notte >>
Annuisco
ed incrocio le braccia al petto.
<<
Ah certo è così: volevi spassartela con l'assistente di tuo
fratello... Però poi hai scoperto che ero la tua futura cognata e
che ero anche l'amica di tua madre, la piccola pequena, e ti
sei sentito una merda. È per questo che mi hai cercata dopo: per
lavarti la coscienza >>
Lui
si gratta la nuca e alza gli occhi guardando un punto indefinito e
questo mi manda letteralmente in bestia.
Tuttavia
non urlo, non mi agito nemmeno.
Qualcosa
mi spinge a stare insolitamente calma.
<< Oh certo
immagino che quel muro sia molto interessante. Sai che ti dico? Ok
finisce qui >> dico alzandomi di scatto << Gli ultimi
mesi non sono mai esistiti e quella notte è stata solo quello che è
stato... >>
<<
No. Sumire ... >> dice avvicinandosi ulteriormente.
Mi
allontano di un paio di passi.
<<
Che poi posso capire tutto.... Ma comportarsi in quel modo... il modo
in cui mi hai trattata in questi mesi... Perché ti sei comportato
cosi? >>
Mi
guarda dritta negli occhi serio, molto serio.
<<
Ti ho già risposto quella notte a capodanno >>
Vacillo
per qualche istante.
Credevo
di essermele sognate quelle parole.
Scuoto
la testa.
No.
Non può succedere di nuovo. Non mi farò raggirare come una cretina.
Ma
che problema ho io coi ragazzi? Seriamente. Qualcuno mi ha tirato la
macumba?
<<
Vattene >>
<<
Sumy... >>
Perché
mi sta succedendo di nuovo? Non credo di meritarmelo.
<<
Che imbecille. Che cretina >> soffio portandomi una mano sulla
fronte.
<<
Sumire parliamone ti prego >>
Sento
gli occhi pizzicare ma mi rifiuto di dargli questa soddisfazione.
<<
Ok me ne vado io >>
<<
No. Sumire! >>
Esco
di casa sbattendo la porta. Ho bisogno di restare sola.
Mentre
corro sul marciapiede la prima lacrima mi scorre sul viso.
Serro
gli occhi digrignando i i denti.
C'è
un limite anche alle ferite.
|
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Capitolo 25 *** San Valentino ***
San Valentino
Che
è San Valentino me lo ricordano tutti: i negozi, i cartelloni
pubblicitari, le pasticcerie, i bar... persino il ristorante cinese
qui all'angolo. Tutti. Meno che le coppie.
Prezzo
speciale per due, offerta coppiette, cioccolattini in offerta...
Bleah
mi viene la nausea.
Spengo
la tv ma visto che il telecomando ha una sua volontà le immagini
continuano a scorrere mentre appare la notifica che è stato attivato
il timer spegnimento. Quando si dice “reagire a scatto ritardato”.
Mi
sdraio sul letto e mi metto a fissare un punto indefinito del muro
bianco con qualche piccolo alone grigio e alcuni rimasugli di scotch,
vecchie prove che un tempo la stanza era tappezzata di poster.
Sono
passati sei giorni.
Kankuro
ha provato a mandarmi qualche messaggio ma non ho risposto.
Ha
provato a cercarmi in ufficio, ma dopo la loro litigata, Gaara ha
dato ordine alla vigilanza di non farlo salire. E non sa dove abito.
Non
penso che chiederebbe a Matsuri, non ha molta confidenza con lei.
Mi
rigiro portando una mano alla fronte.
Parte
tra due settimane...
Scuoto
la testa e stringo i pugni con forza.
Stronzo
bugiardo ipocrita.
Non
è la prima volta che qualcuno mi prende in giro ma al tempo ero
ingenua e lui sembrava la cosa più bella che potesse capitarmi.
Mi
metto una mano sugli occhi.
Credevo
di essere diventata più furba da allora.
Mi
mordo il labbro inferiore.
E
invece sono sempre la solita idiota.
*
Dopo
un paio d'ore dove la tv non solo non si è spenta ma mi
propina insistentemente solo pubblicità con cioccolatini contenenti
aforismi melensi e film da diabete, il pc mi spamma proposte di
viaggi per due e offerte telefoniche alla “parla infinitamente con
tuo ammmore” quindi decido di portare il culo fuori di casa prima
di spaccare qualche oggetto contro il muro.
E
tu, telecomando dimmerda, sei in cima alla lista.
Vado
nell'unico posto dove non ci sono tutte queste stronzate.
<<
Buongiorno Sumi >>
<<
Ciao Sasori. Ho bisogno di sangue >>
Lui
ridacchia ma non fa commenti, si limita ad allungarmi un picchiaduro
ed uno spara tutto a noleggio.
<<
Questi possono andare bene? >>
<<
Direi che per iniziare possono bastare >>
Annuisce
capendo che deve rincarare la dose.
<<
Ho anche altri articoli interessanti, anche qualche vestito. Tu porti
la XXXL giusto? >>
<<
Stronzo >>
Ridacchia
di nuovo.
<<
Vado un attimo in magazzino >>
Mentre
attendo il mio bottino mi suona il telefono.
Dei
Dei :3
<<
Si? Ehi... non eri andato a rimorchiare? Ok... No, non sono a casa...
ok... si però calmati. Sono nella settima strada dentro il negozio
di videogiochi >>
Dopo
un paio di minuti mi raggiunge.
<<
Sumi? >>
<<
Ehi sono qui al bancone >>
Il
ragazzo si avvicina guardandosi intorno con aria incuriosita.
Lui
non va matto per posti come quelli, come dice lui “è troppo poco
sofisticati”.
<<
Come fai a passare il tempo in posti come quest... >>
<<
Ehi ho trovato una vecchia compilation di demo. Ti senti nostalgica?
>> domanda Sasori rientrando dalla porta dietro il bancone.
Deidara
si mette a fissare il proprietario con insistenza.
<<
Deidara lui è Sasori. Sasori, il mio amico Deidara >>
Li
presento ma sembra che non mi stiano ascoltando.
<<
Salve... >> dice Deidara.
Alzo
un sopracciglio.
Oddio
no... conosco quel tono di voce.
<<
Ciao biondo >> dice Sasori.
Porto
indietro la testa.
Questo
tono invece mi è nuovo.
E
poi che sono quegli sguardi?
<<
Ok Dei Dei... andiamo? >>
Continuano
a guardarsi in modo piuttosto inquietante.
Batto
le mani davanti a loro.
<<
Allora ce ne andiamo? >>
<<
Come? Ah si ok andiamo... Ciao Sasori >> dice allungandogli un
foglietto.
<<
Ci sentiamo Dei Dei >> dice rigirandosi il suo biglietto
da visita tra le dita.
Usciamo
dal negozio e ci incamminiamo senza una meta precisa.
<<
Che amici simpatici che hai >> dice ancora con quel tono di
voce ambiguo.
<<
Potrebbe essere tuo padre! >>
<<
L'età è un concetto relativo mon cherì >>
Annuisco
poco convinta e basta questo piccolo momento di guardia bassa per far
corrugare la fronte del biondo.
<<
Sumi che hai? È da qualche giorno che mi sembri giù di corda >>
<<
Ma no... tutto ok >>
<<
Non raccontarmi stronzate >>
Provo
a deviare il discorso un paio di volte ma, sotto l'insistenza di
quell'irritante creatura, alla fine cedo.
<<
Quel ragazzo era... era... >>
<<
Era qualcosa di più di un amico? >>
Deglutisco.
<<
Decisamente >>
*
Mercoledì.
Finisco di impilare gli ultimi moduli e busso alla porta del mio
capo.
<<
Mr. Sabaku? >>
Lui
si degna di alzare la testa dal suo computer. Miracolo!
<<
Vado dalla Signora Sabaku signore >>
Lui
annuisce e rificca la testa dentro il pc.
<<
Buon pomeriggio >>
<<
Anche a lei signore >>
Karura
mi accoglie sempre con molta dolcezza ed entusiasmo.
<<
Ciao tesoro. Dammi un besito avanti >>
L'abbraccio
forte ma mi sento un po' a disagio. Non sembra essere a conoscenza
del litigio.
<<
I dottori hanno detto che sto meglio ultimamente ed in effetti mi
sento più in forze >>
<<
Mi fa tanto tanto piacere >>
<<
Sai ieri sono stata al circolo di lettura, quello con quelle
vecchiette pettegole che usano i libri come scusa per bere e giocare
a carte >>
<<
Non hai bevuto spero. Sai che ti fa male >>
<<
Ho preso solo mezzo bicchiere di vino bianco, e non l'ho nemmeno
finito. Dovete stare tranquilli, sono solo un po' cagionevole non in
fin di vita >>
<<
Dovete? Per caso Mr. Sabaku le ha detto qualcosa? >>
Lei
annuisce e io mi ritrovo felice nel pensare che Gaara si preoccupa
per la madre come una persona normale.
<<
Si. Ieri Kankuro è venuto a trovarmi e si è preoccupato quando mi
ha visto con quel calice in mano >>
Ah.
Ti pareva.
Gaara
che si comporta come una persona normale. Ma che vado a pensare?
Oh
no aspetta. Kankuro è venuto a trovarla. Oh-Oh.
<<
Beh... è un figlio preoccupato >> dico avvertendo un po' di
disagio.
<<
Si, lui si preoccupa sempre per me, e anche per Temari... è sempre
stato un po' iperprotettivo >>
Io
cerco di ascoltarla ma la mia testa vaga altrove.
Le
avrà parlato del nostro litigio? E' a conoscenza della situazione?
Dio...
odio quando mi sale l'ansia....
<<
Ah nulla di importante >>
Lei
mi guarda seria.
<<
Sumy. Devi riuscire ad avere un pizzico di fiducia in più. E non lo
dico perché stiamo parlando di mio figlio. Tu sei una ragazza
dolcissima e piena di qualità. Saresti più felice se ti aprissi di
più col prossimo >>
Adesso
provo un tipo di disagio diverso. Non mi aveva mai parlato con tanta
franchezza e sembrava che volesse dirmi quelle parole da molto tempo.
<<
Ma io lo sono Karura, ho degli amici e... >>
<<
Tu hai paura di impegnarti >>
Noooo
Karura ti prego non scadermi in questo orribile cliché.
<<
Ma no... figurati >>
Non
capisco se sa del nostro litigio oppure no.
<<
Come vuoi >>
<<
Sto Bene Karura. Davvero >>
D'un
tratto prendo coraggio. Insomma conosco questa donna da anni e poi è
stata lei a cominciare.
<<
Comunque dato che stiamo parlando con franchezza... perchè non mi
dici cosa è successo ai tuoi figli? Il loro rapporto mi sembra un
po' … freddo >>
E'
un azzardo quello che sto facendo. Ma in fondo che male c'è?
Dopo
un primo momento di titubanza la donna si mette a parlare di loro.
<<
… Kankuro è sempre stato un tipo impulsivo. Passionale. Ribelle.
Un tipo caliente come suo nonno >> Ride << o come me
prima...
>> dice con una punta di rimorso.
Assottiglio
lo sguardo perplessa.
<< Sai
… >> inizia a dire con lentezza, come se stesse cercando con
accuratezza le parole da dire <<
Rasa, mio marito, era un tipo dolce quando ci siamo conosciuti... era
pieno di attenzioni e premure. Lavorava presso una delle aziende più
piccole di mio padre e ci siamo conosciuti ad una festa aziendale...
avevo sedici anni e lui venti >>
Si
versa una tazza di tè ed inizia a sorseggiarla lentamente
<<
Ci siamo sposati non appena ho compito la maggiore età e in poco
tempo lui ha preso la gestione delle aziende. Mio padre era così
orgoglioso di avere un degno erede, né io né mio fratello avevamo
intenzione di prenderci cura di una tale responsabilità >>
Karura
mi aveva accennato una volta di avere un gemello. Un cardiochirurgo
mi pare.
<<
...non appena è diventato presidente Rasa è... è cambiato. E'
diventato piuttosto distaccato.
Quando
sono nati i nostri primi due figli era freddo, quasi infastidito
dalla loro energia >> la vedo ridere in modo amaro << Io
pensavo che fosse normale, in fondo aveva una marea di responsabilità
ed una famiglia da mandare avanti, ma mi dispiaceva per i bambini,
giocavano quasi sempre da soli, soprattutto Kankuro che stava tutto
il giorno davanti a degli aggeggi elettronici >> fa una piccola
pausa << Con Gaara è stato diverso. Abbiamo aspettato un po'
di più prima di riprovarci, è stata una decisione.. ponderata
>>
Parla
come se quelle parole le fossero state dettate.
<<
Gaara
è sempre stato il pupillo di mio marito. Calmo, riflessivo. Rasa lo
viziava. Era l'unico ad avere l'accesso allo studio... Credo che lui
senta tutt'ora il peso di quell'onore. Di essere all'altezza delle
aspettative del padre >>
Vedo
che fa fatica a reggere la tazza quindi gliela tolgo dalle mani con
la scusa di metterle altro tè.
<<
Dev'essere stato molto difficile per loro affrontare gli ultimi anni
>> dice guardando un punto indefinito nel vuoto.
<<
Perché gli ultimi anni? >>
La
vedo guardarmi ma il suo sguardo è vacuo, assente. Dura solo pochi
secondi, subito dopo riprende lucidità.
<<
Si... no. È complicato >> per un istante vedo il panico nei
suoi occhi e immediatamente dopo sorride << Oddio ti devo aver
tediato con questa storia... uuuh così triste >> ridacchia in
modo strano. È tesa e si vede << Ovviamente non è stato tutto
così brutto cara, sto esagerando. Devono essere i farmaci... >>
È
nervosa, molto nervosa. Come se avesse rivelato troppo.
Si
alza in piedi e si sistema la vestaglia di seta.
<<
Adesso
sarà meglio che io vada a riposare cara.
Mi sento parecchio stanca >>
Annuisco
senza essere molto convinta
<<
Ok Karura... come preferisci >>
|
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Capitolo 26 *** Il segreto dei Sabaku ***
Il
segreto dei Sabaku
Pausa
caffè. Santissima pausa caffè.
Come
di consueto Kuro mi fa compagnia trascinandosi verso la macchinetta
con delicate ed eleganti movenze da zombie.
Ci
mettiamo a sorseggiare la bevanda calda senza nemmeno scambiarci le
solite quattro chiacchiere. E un po' per colpa mia.
<<
Sembri pensierosa Sumi. È successo qualcosa? >>
Alzò
gli occhi su di lei giocherellando col bicchierino di plastica.
<<
Ieri Karura mi è sembrata strana.. anzi da quando mi ha parlato dei
suoi figli sembra parecchio strana e lo stesso vale per Gaara. È
diverso. Queste nozze sembra stiano facendo impazzire tutti >>
<<
Boh forse reagiscono male alle riunioni di famiglia >>
Roteo
gli occhi al cielo esasperata.
<<
Che poi che è successo a quella famiglia? Certa gente più è ricca
più è infelice >>
Kurotsuchi
abbassa lo sguardo.
<<
Non è così semplice >> mormora con voce flebile.
Alzo
un sopracciglio perplessa.
<<
In che senso? >>
Lei
sospira e si guarda intorno, poi inizia a parlare a bassa voce.
<<
Me ne ha parlato mio nonno, lui e il Signor Rasa Sabaku erano soci
molto intimi >> mi guarda molto seria << Sumi rischio
grosso a raccontarti questa cosa quindi acqua in bocca >>
Annuisco
e la invito a continuare.
<<
...A quanto pare una sera era completamente ubriaco e ha investito
due tizzi con la macchina. Il caso è finito su qualche giornale ma
non ha destato scalpore >>
Mi
avvicino a lei incuriosita.
<<
La situazione sembrava risolta lì. Nessuno ha indagato e la polizia
ha archiviato il caso come un incidente di un pirata dalla strada.
Ma
anni dopo un viscido, un certo Orochimaru, ha cominciato a ricattarlo
dicendo che aveva recuperato il video di una videocamera di sicurezza
quella sera, che se non lo pagava avrebbe mandato il video alla
polizia e avrebbe fatto in modo di diffondere lo scandalo.
Lui
ha subito ai ricatti per un certo periodo, non andava più alle feste
e ai ricevimenti dell'alta società, si chiudeva in ufficio ed era
diventato paranoico.
Voci
di corridoio dicono che Rasa non era mai stato un padre amorevole ed
affettuoso ma in quel periodo diventò anche violento coi figli >>
<<
Oh... >>
<<
Si le cameriere dicevano che picchiava spesso i figli, soprattutto i
maggiori. La madre era completamente succube e non aveva il coraggio
di affrontarlo. Poveretta non usciva più di casa e se lo faceva era
per andare a fare degli accertamenti in ospedale >>
Deglutisco
provando una pena infinita per quella donna così dolce.
<<
Loro sapevano dell'incidente? >>
La
ragazza fa spallucce e scuote la testa.
<<
Non lo so, ma ne dubito. I fratelli erano ragazzini e figurati se
Rasa parlava con la moglie. Quello se l'era sposata perché era ricca
e bella mentre lui era solo un rappresentante >>
Povera
Karura, mi immagino questa ragazzina ingenua ed innamorata che si
ritrova sposata ad un virus che le sottrae tutti i suoi averi.
Sempre
pensato che il matrimonio è una fregatura.
<<
Comunque un bel giorno Rasa non ce l'ha fatta più e ha deciso di
prendere di petto la cosa, purtroppo per lui non è stata un'idea
geniale perché è stato ritrovato accoltellato in un vicolo buio
poco lontano dal centro >>
<<
È stato allora che Gaara ha preso in mano la situazione? >>
<<
No lui era un ragazzino, il fattaccio è successo undici anni fa...
>>
<<
Che storia >>
<<
Quando è successo la famiglia ne è rimasta sconvolta e si è
allontanata dalla loro. Karura non ce l'ha fatta a reggere la
situazione ed ha cominciato ad ammalarsi sul serio. Credo le sia
venuto un esaurimento >>
<<
E chi ha mandato avanti le aziende? >>
<<
Il patrimonio e le proprietà sono finite in mano all'avvocato di
famiglia, Baki. Poi Gaara è diventato maggiorenne e ne ha preso le
redini di tutto. A quanto pare gli altri due figli non ne hanno
voluto sapere >>
Mi
prendo il decimo caffè della giornata.
<<
Tuo nonno come mai conosce così bene questa storia? >>
<<
C'è quasi finito dentro. La macchina usata da Rasa quella sera era
di mio nonno. In quel periodo dovevano ancora fare il trasferimento
di proprietà, quindi mio nonno è stato chiamato dalla polizia, era
sotto indagine, insomma un casino >>
<<
Wow >>
<<
Già mio nonno ancora oggi non vuole sentir parlare di Lamborghini
>>
Per
un decimo di secondo mi sento come colpita da una scarica elettrica.
<<
Che cosa hai detto? >> Urlo senza rendermene conto.
<<
Che ti prende? Ho detto Lamborghini. Hai presente la macchina?
>>
Vengo
colta da un dubbio atroce.
No.
non è possibile.
<<
Come si chiamavano? >>
<<
Ma chi? >>
<<
I tizzi che Rasa ha investito. Come si chiamavano? >> dico
abbastanza accelerata.
<<
Non lo so ma ti vuoi calmare? Erano due tizzi qualunque … una
coppia mi pare... ma vatti a ricordare... >>
<<
Hai detto che la notizia è uscita su alcuni giornali... >>
<<
Si... >>
<<
Dove posso trovare una copia dell'articolo? >>
Lei
mi guarda sconsolata alzando le spalle.
<<
Sumy sono passati quindici anni... >>
<<
Kuro io devo avere una copia di quell'articolo >>
Sospira
ma alla fine le viene un'idea.
Alza
l'indice vicino alla testa e sorride.
<<
Ho un amico che lavora al giornale locale. Posso chiedere a lui >>
*
Una
volta terminato l'orario andiamo alla redazione.
Non
è esattamente a due passi e ovviamente quando arriviamo gli uffici
sono chiusi, ma all'interno c'è ancora qualche impiegato.
<<
Salve. Cerco Shino Aburame >>
<<
Si è giù nel suo ufficio >>
<<
Grazie >>
Il
tizio colleziona insetti.
Ci
sono una marea di quadretti e barattolini con dentro piccoli mostri
dell'orrore.
Scarabei...
scorpioni... ragni.
Schifo
schifo schifo.
<<
Eccolo >>
Alzo
la testa vedendo uno strano individuo incappucciato con degli
occhialini scuri inquietanti.
<<
Cosa posso fare per te Kurotsuchi? >> domanda garbato.
<<
Alla mia amica serve una mano, puoi cercarmi un articolo risalente a
quindici anni fa... >>
<<
Ok si può fare. Ma dobbiamo spostarci in archivio >>
Oh
grazie al cielo!
Shiho
è un tipo silenzioso e scrupoloso, non si perde in chiacchiere e
dopo una mezz'ora riesce a trovare quello che cerchiamo.
<<
Se vi serve la copia cartacea avrò bisogno di un po' più di tempo
>>
<<
No no. Va bene così >>
Mi
avvicino al computer.
Tragedia
nella cittadina di D.E. Dove nella notte del 26 novembre i coniugi
Nekoi sono stati travolti da un pirata della strada. Unica testimone
la figlia che oggi è ricoverata in ospedale in totale stato di
shock.
Tremo
visibilmente.
Mi
stampo una copia di quella pagina e me la avvicino al viso come a
rendere più tangibile quello che sta succedendo.
Non
ho bisogno di altre prove.
<<
Erano i miei genitori... >> mormoro tra me e me.
<<
Come dici? >>
<<
Sabaku no Rasa ha investito i miei genitori: Kotono Murasaki e Kenji
Nekoi, con la macchina >>
Kurotsuchi
spalanca gli occhi incredula.
<<
Oh... dio santo Sumy... non ne avevo idea... >>
Mi
butto sulla sedie e mi porto le mani sul viso.
Ho
trovato l'assassino dei miei genitori.
<<
Ormai è passato tanto tempo e comunque l'ha pagata a caro prezzo...
>> Cerca di consolarmi anche se può fare ben poco.
Io
continuo a rimanere immobile, non riesco a pensare a niente.
<<
Chi poteva immaginare una cosa simile? Il padre del tuo capo...
sembra un film triller >>
Alzo
la testa di scatto.
“Il
padre del tuo capo”
Gaara.
Esco
di scatto dalla stanza e corro verso un'unica destinazione.
Kurotsuchi
mi guarda preoccupata.
<<
E adesso dove vai? Aspetta! >>
|
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Capitolo 27 *** Metodi alternativi per farsi licenziare ***
Metodi
alternativi per farsi licenziare
Faccio
una sgommata con la macchina in pieno stile fast and furios tanto
che Jiraya mi guarda dalla finestra tutto ammirato e alza persino i
pollici in su.
Tuttavia
quando mi vede uscire e scorge la mia faccia indietreggia velocemente
chiudendo le tende.
Entro
nel mio appartamento come una furia.
<<
Matsuri >>
Inizio
ad urlare.
<<
Matsuri! >> ripeto incazzata come una bestia.
Giro
per casa sperando di trovarla. Perché ovviamente quella non mi
risponde al telefono e non so se è effettivamente a casa.
<<
MATSURI! >>
La
trovo in cucina seduta sulla sedia davanti il tavolo. Mi guarda
basita ed anche un po' preoccupata.
<<
Sumi... >> inizia a dire.
<<
Tu a quello non te lo sposi >> la interrompo continuando a
urlare.
Matsuri
mi guarda come se fossi sotto crack.
<<
Come scusa? >>
Mi
scaglio come una furia contro di lei buttando malamente sul tavolo la
stampa con l'articolo.
<<
Il padre di quella parodia di essere umano del tuo fidanzato ha
ammazzato i nostri genitori. Alla guida di quella Lamborghini c'era
Sabaku no Rasa! >>
<<
Come ti permetti di fare queste insinuazioni? >>
A
parlare è Gaara che spunta improvvisamente dietro di me e mi fulmina
con lo sguardo.
Senza
curarmi di nulla lo fronteggio e comincio a parlare con un tono più
basso ma decisamente più velenoso.
<<
Tuo padre e il vostro avvocato hanno cercato di insabbiare l'intera
faccenda. Purtroppo per voi qualche granello è volato via
>>
dico irritante.
<<
Ti consiglio di tacere se non vuoi finire in guai seri Sumire >>
Quando
Sabaku no Gaara vuole incutere timore sa bene come fare. Ma in questo
momento sono troppo arrabbiata e troppo poco lucida per subire
minacce.
<<
Che vuoi fare? Prendere la tua auto ed aspettare che esca fuori dalla
porta? >>
Lui
rimane impassibile. È abituato alle minacce e alle frecciatine.
<<
Non essere ridicola >>
Mi
risponde calmo e pacato e ovviamente questo non fa altro che farmi
incazzare ancora di più.
<<
Per anni tuo padre è stato sotto ricatto. E io sono sicura che, come
erede di tutto ciò che era suo, TU sei venuto a conoscenza della
faccenda. Qualche eredità scomoda magari... >>
In
quel momento se possibile Gaara diventò più bianco del solito e
rimase in silenzio, cosa che non sfuggì a Matsuri.
<<
È la verità Gaara? >>
<<
Io... >> il ragazzo aveva cominciato a balbettare e a
distogliere lo sguardo.
Matsuri
si era avvicinata a lui.
<<
Allora? >>
Il
ragazzo si sedette mostrando una crepa nella sua impeccabile
maschera.
<<
Avevo dodici anni quando è successo... una svista di una sera e la
nostra famiglia è stata distrutta... >>
<<
La tua? E la nostra allora? >> dico con rabbia.
Vedo
Gaara inspirare e mettersi le mani con le dita incrociate davanti la
bocca. Lo fa sempre quando è in difficoltà.
<<
Sapevo che mio padre aveva commesso degli errori... >> Inizia a
dire in modo molto diplomatico << … ma non avevo idea.... >>
<<
Questo mi basta. Fuori. Fuori da casa mia! >> Dico furente
interrompendolo.
Matsuri
aveva cominciato a tremare.
<<
No >>
<<
Come dici Matsu? >> dico fissandola con le pupille ridotte a
due piccolissimi puntini.
<<
Non puoi cacciarlo. Lui è il mio fidanzato e non ha colpe di quello
che ha fatto suo padre... >> inizia a balbettare tra le
lacrime.
L'avete
sentita anche voi vero? Non sono pazza io giusto?
<<
Come prego? >> dico allibita.
<<
Aveva solo dodici anni hai sentito. Che colpa ne ha? >>
<<
Quando è venuto a conoscenza della faccenda avrebbe dovuto prendere
i giusti provvedimenti >>
Gaara
mi si avvicina con decisione ma poi china il capo e chiude gli occhi.
<<
Sono venuto a conoscenza del fatto solo dopo la morte di mio padre
>>
dice quasi per discolparsi << avevo sedici anni e non ho potuto
fare nulla. Baki si è occupato di salvare la reputazione delle
aziende e della famiglia... >>
<<
Non me ne frega niente delle tue scuse. Ho detto che te ne devi
andare fuori da casa mia >>
<<
E anche casa mia >> interviene Matsuri decisa << E lui
deve rimanere qui con me >>
Non
ci vedo più.
Mi
avvicino a quella ragazza che a stento riconosco come mia sorella e
mi fermo a meno due centimetri dal suo naso, la fulmino con lo
sguardo ed inizio a parlare con tono pericolosamente calmo.
<<
Per anni ho aspettato che ti riprendessi >> e in quelle parole
si avverte tutto il mio risentimento << Mi sono occupata di te.
Ho fatto in modo che non avessi problemi. E tu piangevi, piangevi,
non facevi altro che piangere!
Ti
ho sempre giustificata perché tu hai assistito all'intera scena
mentre io sono stata graziata da questo trauma. Ma adesso basta
>>
alzo la voce e sento gli occhi che mi pizzicano << Secondo te
io non ho sofferto? Io ho trattenuto le lacrime per anni! E adesso,
dopo aver fatto di tutto per te, tu mi ringrazi sposandoti col figlio
di quello che ci ha ammazzato i genitori? Che cazzo ti dice il
cervello? >>
I
due mi guardano come se fossi pazza.
Inizio
ad indietreggiare e quando mi accorgo delle lacrime che mi rigano il
viso capisco che devo cambiare aria.
<<
Vaffanculo >>
Me
ne vado sbattendo la porta infuriata e amareggiata.
|
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Capitolo 28 *** Verità ***
Verità
Senza
riflettere mi ritrovo davanti il residence e mi dirigo verso la casa
di Karura.
Sto
quasi per bussare alla porta quando mi blocco di scatto con la mano
ancora a mezz'aria.
Ma
che sto facendo?
È
sera, e io sto davanti la casa della madre di quello stronzo del mio
capo. Moglie di quel bastardo che ha distrutto la mia famiglia.
Deglutisco
e mi asciugo le lacrime poi mi giro con l'intenzione di uscire dal
residence il più velocemente possibile.
Non
ho un posto dove andare e non so quanti soldi mi sono rimasti nella
carta, spero sufficienti per un motel.
<<
Sumire >>
No.
No
no no no...
Ma
perchè tutte a me?
La
donna mi guarda ed io non so cosa dire. Non dovrei nemmeno essere
qui.
Si
avvicina con aria preoccupata e poggia le mani sulle mie spalle.
Evidentemente devo avere una brutta cera.
<<
Ti faccio una tisana calda con del miele e poi ci sediamo sul divano
e... >>
Io
non la ascolto nemmeno, ho troppi pensieri che si affollano nella mia
testa.
Mi ritrovo a piangere inconsolabile.
Karura
mi abbraccia e comincia ad accarezzarmi i capelli e la schiena.
*
Riesco
a calmarmi dopo un bel po' di tempo e quando finalmente smetto di
piangere mi sento distrutta, con gli occhi gonfi e pesanti ed il viso
arrossato.
<<
Va meglio ora? >>
Annuisco
e mi siedo sul divano.
<<
Ti va un bel bicchiere di latte caldo? >>
Scuoto
la testa mentre l'ennesimo singulto mi scuote tutta.
Adesso
lei vorrà una spiegazione. Mi sembra il minimo vista la scena.
<<
Posso sapere che è successo piccola pequena? >>
Ecco
appunto.
Mi
guardo intorno torturandomi le dita e poi abbasso la testa.
<<
Karura >> inizio seria.
<<
Si? Cosa c'è? >> lei sembra intuire la gravità della
situazione.
<<
So che per te è un argomento difficile da affrontare ma mi dovresti
dire... ho bisogno di sapere perché la tua famiglia è così
incasinata >>
Non
so se quello è il modo per affrontare il discorso ma devo iniziare a
sondare il terreno in qualche modo.
Lei
mi guarda con aria corrucciata.
<<
Te ne avevo già parlato mi pare >>
Scuoto
la testa.
<<
Non è quello che voglio sapere. Ora... Karura... com'è morto tuo
marito? >>
Spalanca
gli occhi sorpresa, forse anche offesa non riesco a capire bene.
Subito
dopo sospira affranta.
<<
Mio marito è morto undici anni fa... e questo ha sconvolto la mia
famiglia... i miei figli hanno reagito come meglio hanno potuto...
>>
Come
immaginavo è molto riservata sulla faccenda, cerca di girarci
intorno e mi trovo costretta ad essere più diretta.
<<
Com'è successo? >> insisto cercando di non pressarla troppo.
Lei
deglutisce e scosta lo sguardo.
<<
Un incidente... ma non capisco cosa c'entra col tuo stato d'animo...
insomma... >>
<<
Karura... tu sai che il mio cognome è Nekoi? >>
Non
appena sente quella parola la donna spalanca gli occhi e diventa di
pietra.
<<
C.. Che? >> inizia a balbettare.
<<
Questa reazione mi fa intuire che sai esattamente dove voglio
arrivare... >>
Si
porta una mano alla bocca mentre i suoi occhi diventano tutti rossi e
umidi.
<<
Oh santo cielo... oh mio dio... >>
Scosta
lo sguardo notevolmente a disagio.
<<
Io non ne avevo idea... >>
<<
Karura... io devo sapere tutta la verità >>
Mi
racconta tutto ciò che sa. Il che è ben poco ad essere sinceri.
È
sempre stata tenuta all'oscuro di tutto, ha scoperto dell'incidente
solo quando i ricatti di Orochimaru si erano fatti più insistenti.
Rasa
era diventato molto più freddo ed anche molto violento in quel
periodo, urlava e spesso picchiava Kankuro e Temari.
Gaara
aveva subito una sorte più benevola, lui era quasi sempre graziato
dalla sua ira.
Mi
si stringe il cuore a sentire questa storia.
<<
Quando l'hanno saputo Temari era appena diventata maggiorenne ed ha
preferito andarsene col suo fidanzato. Gaara era un ragazzino ma ha
cercato di affrontare la situazione in modo pratico,
razionalizzando... >>
<<
E Kankuro? >> domando quasi senza riflettere.
La
donna sembrava molto restia a volerne parlare.
<<
Lui... lui lo voleva denunciare... ha tentato più volte di rendere
nota la notizia. Quando mio marito l'ha scoperto gliele ha date di
santa ragione... ha anche cercato di toglierlo dal testamento ma io
mi sono fermamente opposta. Alla fine l'unica soluzione che ha
trovato è stata sbatterlo in un collegio in Spagna e portare la sua
credibilità al minimo... >>
La
fama di donnaiolo, di festaiolo, di incapace ed irresponsabile non
era la verità... erano tutte dicerie del padre.
E
in quell'ambiente scrollarsi di dosso certe nomee è veramente
difficile, ne ho avuto la conferma più e più volte durante le cene
di lavoro.
Kankuro
ha cercato giustizia.
Dio
mi sento così in colpa nei suoi confronti.
<<
Rasa è stato ucciso due mesi dopo. Ma ormai lui si era ambientato e
ha deciso di non tornare >>
Mi
sento un'idiota. Una vera idiota.
<<
Tu devi odiare me e la mia famiglia adesso >> dice Karura con
tono basso mentre inizia a tremare.
Scuoto
la testa e poggio le mie mani sulle sue.
<<
Voi non avete colpa degli errori di Rasa … >>
Lei
mi sorride con gratitudine.
<<
Solo … non capisco... una cosa >> dico incerta.
Lei
inclina la testa cordiale.
<<
Chiedi pure >>
Prendo
coraggio. Tanto ormai il vaso è aperto
<<
Perchè Gaara si comporta così con te? E' sempre così
dannatamente... distaccato >>
Lei
sorride come se si aspettasse quella domanda.
<<
Gaara si sente in colpa nei miei confronti. Era l'unico a riuscire a
comunicare con Rasa ma non ha fatto -o meglio. Lui è convinto di non
aver fatto- abbastanza. È convinto che se fosse riuscito a trovare
il coraggio di affrontarlo forse io non sarei finita... >> si
guarda intorno << ...qui >> sospira grave << Ma
tende sempre a dimenticare che era un ragazzino e non poteva molto
contro l'imperturbabile padre >>
Io
drizzo la schiena elaborando quella nuova informazione.
<<
E dire che sembra uno che affronta le situazioni di petto … >>
Karura
annuisce.
<<
E nelle situazioni “diplomatiche” lo è. Lui è sempre stato un
tipo freddo e razionale. Apparentemente distaccato e cinico e nel
lavoro questo lo ha reso un dirigente di successo. Ma con la famiglia
il discorso cambia >> abbassa lo sguardo affranta << …
ancora oggi non se lo perdona e quando... ho provato a parlargli ...
lui non ha più avuto il coraggio di guardarmi negli occhi >>
Gaara
portava sulla schiena un fardello tanto grande.
E
chi se l'aspettava?
Karura
abbozza un sorriso.
<<
Anche se negli ultimi tempi le cose sono un po' cambiate. Mi telefona
sempre più spesso. Anche se mi ha chiesto di mantenere il segreto.
Credo si vergogni... >>
Gaara
si vergogna?!
Davvero?!
Lei
intanto continua a parlare.
<<
… preferisce avere sempre tutto sotto controllo. Tu non puoi
saperlo ma era così in ansia per questo fidanzamento!
Lui
non è uno che si sa esprimere bene a parole... e anche Matsuri mi è
sembrata una ragazza tanto tanto timida ma dolce quanto te >>
Aggrotto
la fronte.
Parla
di lei come se si fossero incontrate più di una volta.
<<
...è sempre a lavoro o impegnata coi preparativi quindi non abbiamo
avute molte occasioni di incontrarci. Però vuole sempre parlare con
me quando Gaara mi chiama. Mi domanda sempre di te. Vuole sapere come
stai visto che ultimamente sembrate un po' distanti >> si mette
un dito davanti le labbra << … però io non ti ho detto
niente. Avevo promesso che avrei tenuto la bocca chiusa >>
Annuisco
ancora un po' incredula.
E
adesso mi rendo conto che mia sorella non ha fatto nulla di
sbagliato.
|
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Capitolo 29 *** Scuse ***
Scuse
Vista
l'ora tarda Karura insiste nel farmi dormire nella camera degli
ospiti e io sono così sfinita che accetto senza troppe storie.
L'indomani
mi sveglio più riposata e con le idee decisamente più chiare.
Faccio
una rapida “colazione” a base di caffè e sigaretta e poi guardo
l'orologio: è ancora presto. Se mi sbrigo arrivo a casa prima che
lei vada a lavoro.
Apro
la porta di casa e vado velocemente nella sua stanza sperando di
trovarla.
Matsuri
è seduta sul letto intenta ad abbottonarsi la camicia. Non sembra
essersi accorta di me.
Inspiro.
<<
Sono una sorella dimmerda >> sbotto << e mi dispiace. Mi
dispiace tanto >>
Lei
alza la testa di scatto e mi fissa per due secondi.
Due
interminabili secondi in cui non so se mi tirerà la lampada addosso.
Poi
si alza e mi abbraccia forte.
<<
Non voglio litigare mai più in questo modo con te >> continuo.
<<
Nemmeno io... e scusa se sono stata così stronza ultimamente. Non te
lo meritavi >>
Nooo
Matsu sa dire le parolacce?
<<
Non volevo rinfacciarti tutte quelle cose io... >> balbetto.
<<
Sono stata io che in tutti questi anni ho pensato solo a me stessa,
al mio dolore. Ero io ad averli visti morire quindi io a soffrire
>>
Mi abbraccia ancora più forte << Non ti ho mai chiesto come
stavi. Ma vedi... tu sei sempre stata così forte, così brava ad
affrontare la situazione... razionalmente sapevo che stavi male anche
tu ma... insomma... Sono stata un'egoista scusa >>
Io
quella forte? Davvero?
<<
E' tutto passato >> dico sciogliendo l'abbraccio.
La
guardo e adesso mi sento a disagio, troppo zucchero, meglio cambiare
discorso.
<<
E niente... quindi immagino che adesso dovrò mettermi accanto a te e
fare ricerche su abiti da sposa, fiori e vestiti. Se mi rifili un
abito arancione ti strozzo >>
Lei
ride e poi si sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
<<
Il matrimonio è saltato... >>
….
….
COOOSA!?
<<
Che? >> sorrido come un'imbecille << L'hai lasciato? Oh
santo cielo è una notizia meravigliosa! >>
Sento
le endorfine che mi sprizzano da tutti i pori
<<
Sumy... >>
<<
Lo sapevo che ti saresti resa conto dell'errore! >>
<<
Sumi... >>
<<
Insomma quello è uno stronzo e tu puoi avere di meglio... molto
meglio >>
<<
Sumire non ci siamo lasciati >> dice seria.
…
Perchè
non imparo a tenere la bocca chiusa?
<<
Abbiamo capito che è stata una decisione affrettata decidere di fare
questo passo... è meglio prolungare il fidanzamento e conoscerci
meglio >>
<<
Ah >> emetto come un'idiota.
<<
Eh già >>
<<
Immagino che devo richiederti scusa >>
Lei
mi fissa serissima per una manciata di secondi.
<<
Na... farò finta che questi ultimi due minuti non siano mai esistiti
tranquilla >> dice infine sorridendomi.
*
Lunedì
mattina. Ultimo piano del palazzo dell'azienda Sabaku.
Mi
fa male lo stomaco.
Faccio
un respiro profondissimissimo e busso alla porta di Gaara.
Dopo
la sfuriata non sono più andata in ufficio. Per fortuna c'era il
weekend di mezzo quindi ho saltato solo un giorno di lavoro.
<<
Avanti >>
Mi
sento male.
Apro
lentamente la porta dell'ufficio e Gaara si irrigidisce. Non dice
nulla, continua semplicemente a fissarmi con quei suoi occhi di
ghiaccio.
Mi
sento tanto male.
<<
Ok devo sapere se devo svuotare la mia scrivania, così mi risparmio
anche di chiamare il segretario del sindaco che mi riempie sempre di
insulti >> dico tutto d'un fiato.
Lui
mi fissa ancora.
<<
Senta. Io avrei una certa fretta perché se sono licenziata devo
andarmi a cercare un altro lavoro e devo trovarlo in fretta perché
ho un affitto da pagare e vorrei continuare a fare la spesa, anche se
la cassiera mi odia e... >>
<<
Mi dispiace >>
Eh?
<<
Eh? >>
<<
Ho chiesto a Baki di dirmi tutto sull'incidente di mio padre, nei
dettagli. Adesso ho un quadro chiaro e completo della situazione.
Capisco bene perché tu abbia reagito in quel modo l'altro giorno.
Io... io posso solo immaginare quello che tu e Matsuri avete passato
>> Parla con una diplomazia e una compostezza invidiabili. Non
sembra nemmeno umano. << Vorrei ribadirti che io non ne sapevo
nulla... o quasi.
Sapevo
dell'incidente e dei ricatti. Ma non avevo la minima idea che le
vittime fossero... >> si schiarisce la gola e prende il
blocchetto degli assegni << ...vorrei che tu accettassi un
risarcimento. Devi solo dirmi quanto... >>
<<
I soldi non sono l'unica cosa che conta Gaara! >> sbotto
arrabbiata << non puoi... comprare il mio dolore >>
Lo
vedo guardarmi sorpreso e poi ammirato.
<<
Capisco bene perché mio fratello si sia affezionato tanto a te >>
dice facendo un mezzo sorriso << … sei in gamba >>
Che?!
<<
Quindi... non sono licenziata? >>
<<
No. Non ho mai pensato di licenziarti >>
<<
Credevo mi giudicasse un'incompetente >>
<<
Dammi del “tu” >> dice con un tono di voce più dolce <<
Al di la del tuo carattere... piuttosto “particolare”... tu sei
un'ottima assistente Sumire. Organizzata, capace, una persona fidata.
Perché credi che ti affidassi tutti quegli incarichi? >>
<<
Mh... >> riesco ad emettere sorpresa.
Io
organizzata? CAPACE? Davvero?
<<
Credo di dovermi scusare anche per il mio atteggiamento. Dovrei
essere più comunicativo con le persone che collaborano con me >>
“Più'
comunicativo”. Sembra una frase presa dal “vocabolario Matsuri”.
Il
che mi fa pensare che quella scema parlava di me con Gaara per
aggevolarmi il lavoro.
Credo
che a suo modo si sia voluta prendere cura di me.
<<
Ok... allora... vado a farmi insultare del segretario del sindaco...
>>
<<
Se ci prova lo faccio licenziare. Fidati so come fare >>
È
inquietante vederlo così gentile.
<<
… Ok... >>
Esco
dall'ufficio e mi siedo sulla scrivania, prendo la cornetta del
telefono.
Momento.
Aspetta
un momento.
Mi
alzo dalla sedia e spalanco la porta dell'ufficio del mio capo.
<<
Che significa che “si è affezionato tanto a me”? >>
Gaara
mi guarda sorpreso.
<<
Come? >>
<<
Ha detto “capisco perché mio fratello si sia tanto affezionato a
te” poco fa. Che cosa significa? >>
Lui
si mette a ridere. Una risata pacata e composta con tanto di mano
davanti alla labbra... ma si mette a ridere!
Ok
è davvero inquietante.
<<
Sumire io credo che tu abbia capito perfettamente cosa intendevo dire
>>
Boccheggio.
No.
non è vero. Allora non mi aveva mentito.
Credo
di star sorridendo come un'idiota.
<<
Vado a mettermi a lavoro seriamente. Con permesso signore >>
<<
Gaara... >>
<<
Con permesso Gaara >>
"Forse
non è poi così stronzo" penso tornando alla mia postazione.
*
Da
dentro il suo ufficio Gaara fissò la porta chiudersi davanti a se.
Poggiò
i gomiti sulla scrivania, mise le mani con le dita incrociare davanti
alle labbra e fissò il telefono per cinque minuti buoni.
Infine
alzò la cornetta.
Angolo
dell'autrice.
Sssaaalve
gente. Come va?
Che
ne pensate della decisione presa dai due sposini? Sorpresi?
E
Kanky?
Spero
che questo capitolo vi sia piaciuto. Ormai ci avviamo alla fine.
Una
carrellata di grazie a tutti i lettori ed un bacione grande.
Violetta_
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Capitolo 30 *** Bla bla bla... yeah! ***
Bla
bla bla... yeah!
<<
Si signor
Brown...
no il 23 non può è impegnato... no, lo so, lo so... Per favore è
una faccenda delicata
non può spostare nuovamente la riunione... >> ora mi incazzo
<< Senta se non mi fissa un appuntamento entro la prossima
settimana io le giuro che mi apposterò davanti il municipio come il
corvo di fronte la finestra di Poe! … Allora confermato per lunedì
prossimo? Si? Grazie per la sua gentilezza è sempre un piacere
parlare con lei. Buona giornata >> dico dolce e gentile, con un
gran sorriso.
Metto
giù la cornetta sbuffando.
<<
Sei una donna veramente in gamba Sumi... e ribadisco che hai una
pazienza infinita >>
Alzo
lo sguardo con una lentezza degna di un bradipo mentre tengo gli
occhi spalancati.
Il
mio cuore manca di tre battiti.
<<
Non dovevi andare in aeroporto? >> dico quasi automaticamente.
Kankuro
scuote la testa.
Mi
sento avvampare ma mi ostino a mantenere un atteggiamento distaccato.
<<
Come sapevi che ero qui? E come hai fatto ad entrare? >>
<<
Oh... un folletto ha deciso di farmi un favore >>
Corrugo
le sopracciglia non capendo bene la frase ma non intendo cadere nel
suo tranello.
<<
Cosa ti fa credere che io sia contenta di vederti? >>
<<
Il fatto che tu non ti sia ancora messa ad urlare mi fa sperare...
inoltre hai questa strana forma di masochismo di innamorarti degli
idioti... >>
<<
… e tu sei un grandissimo idiota >>
Sorride
con quel suo sorriso bellissimo.
<<
Vieni. Andiamo in un posto più tranquillo >>dice guardandosi
intorno.
In
quel momento mi accorgo che l'intero settore ha sospeso di svolgere
il suo lavoro per godersi lo spettacolo.
Dio
che pettegoli.
<<
Devo lavorare, non posso venire con te >>
Lui
annuisce per nulla turbato dalla cosa.
<<
Ti aspetto stasera al ristorante giapponese >>
<<
Potrei fare molto tardi >>
<<
Vorrà dire che Teuchi mi guarderà male per tutta la sera >>
<<
Potrei non venire >>
<<
Vorrà dire che ti preparerò la colazione domani mattina >>
Ci
guardiamo fissi per una manciata di secondi. Poi lui mi sorrise dolce
e impertinente.
<<
Te quiero piccola peque... >>
<<
No! Parla la lingua di questo stato >>
Lui
rotea gli occhi al cielo e ride.
<<
Ti odio scema >>
Ridacchio
divertita.
<<
Io ti odio di più... imbecille >>
Mi
ruba un veloce bacio e se ne va.
I
colleghi e superiori continuano a fissarmi.
<<
Embè? Sono l'unica qua ad avere delle cose da fare? A lavoro su!
>>
Da
quando sono così spavalda?
* *
*
<<
Capo tavolo 30... >>
<<
Veloci con quegli antipasti. Konohamaru più sottile quella cipolla!
>>
<<
Si capo >>
Sistemo
i due piatti e li consegno al cameriere.
<<
Ragazzi occhio all'olio se no brucia! >>
<<
Si capo >>
Mi
guardo intorno.
<<
Che fine ha fatto il poll... ? >>
<<
Capo ci sono visite >>
<<
Si Kuro ho capito. Ma dov'è il mio pollo? >>
Lei
mi guarda scuotendo la testa.
<<
Lascia stare il pollo. Vuoi venire con me per cortesia? >>
Mi
tolgo la bandana sbuffando recandomi in sala.
<<
Allora Kuro si può sapere che...? >>
Mi
si illuminano gli occhi e sorrido.
Kurotsuchi
ridacchia tornando a sedere vicino la cassa.
<<
Shinki... amore vieni qui >>
Il
bambino mi sorride di rimando e mi corre incontro.
<<
Shinki non correre >>
Nel
sentire quella voce severa, il piccolo si nasconde tra le mie
braccia.
<<
Gaa >> dico senza il minimo timore << ... vedi di non
terrorizzare mio nipote >>
Lui
mi guarda assottigliando lo sguardo.
<<
Sai che è mio figlio vero? >>
Faccio
spallucce.
<<
Dettagli >>
Lui
scuote la testa alzando gli occhi al cielo.
Matsuri
ha sposato Gaara quattro anni fa e da allora il nostro rapporto è
migliorato col tempo.
Mi ha perfino offerto una promozione un paio
di anni fa, ma per tutta risposta io ho preferito licenziarmi e ho
accettato la più grande sfida della mia vita: mettere su un
ristorante.
E
sta andando bene! Ci credete?
<<
Ehi ehi... via tutti e due... questo ometto deve andare dalla nonna
>>
Vedo
Kankuro prendere in braccio il nipotino e dargli un bacione, per poi
recarsi verso Karura seduta a capotavola vicino la finestra.
Il
bambino gli sorride agitando le gambine tutto allegro e lei muove un
pupazzo imitando una voce buffa.
È
davvero una nonna fantastica.
Sta
meglio. Molto meglio.
E'
tornata nella sua vecchia casa ma ha ristrutturato fino all'ultima
camera, riempiendola di giochi e colori per i suoi nipoti.
Oggi
è il suo compleanno e a tavola sono riuniti tutti per festeggiarla:
Temari, Shikamaru, il piccolo Shikadai... Deidara...
Eh
si... da quando l'ha aiutata col trasloco lui e Karura non fanno
altro che girare per musei.
Ah
e alla fine il biondo si è messo con Sasori. Difatti non lo molla un
secondo... così... giusto per farvelo sapere.
Kankuro
si è trasferito in città e ha preso le redini delle aziende che
producono articoli elettronici. Si occupa anche di tutta la parte
informatica, il che è stato un toccasana per le aziende.
Viviamo
insieme in un bell'appartamento al centro.
No...
eheh so dove volete andare a parare. Ormai vi conosco sapete?
Comunque
no, niente fiori d'arancio per me, mi fanno allergia.
Anche
se, ad essere onesti onesti, Kanky me l'ha proposto due o tre volte.
Sento
vibrare il mio cellulare e guardo il display.
Kiba
bau
Wei
ti ricordo l'appuntamento in palestra per martedì!
Eh
si avete letto bene. Ora vado in palestra... anche se ho perso solo
due chili... e si...ogni volta Kiba mi deve ricordare
l'appuntamento... però ci vado, è questo che conta no?
Sorrido
rispondendogli con un'emoticon e poi mi reco al tavolo portando tra
le mani una golosa torta di compleanno.
<<
Ehi ragazzi. Tutti a sedere adesso si mangia! >>
L'intera
tavolata si mette a battere le mani.
Kankuro
mi fa l'occhiolino e io gli sorrido.
Insomma
qualche disastro qua, qualche disastro là ma alla fine la mia vita
non è poi così male.
Metto
della salsa al caramello sulla mia fetta e ne stacco un grosso morso.
<<
Mmmh che buona >>
Anzi
direi proprio: bla bla ... yeah!
Angolo
dell'autrice.
E
con questo siamo arrivati alla fine.
Questa
ff è stato un esperimento e mi sono davvero divertita a sviluppare
la storia. Spero di aver divertito ed interessato anche voi fino alla
fine.
Per
chi si è affezionato a Sumi, sappiate che l'ho inserita in altre
storie.
Grazie
infinite a tutti i lettori e... buon anno!
Un
bacione a tutti voi.
Violetta_
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