Two Ghosts

di Thebravest666
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Capitolo ***
Capitolo 2: *** 2. Capitolo ***
Capitolo 3: *** 3. Capitolo ***
Capitolo 4: *** 4. Capitolo ***



Capitolo 1
*** 1. Capitolo ***


                               

Osservai attentamente il piatto poggiato sul tavolo e trattenni il respiro per alcuni secondi, sperando che il pavimento mi inghiottisse.
Il bordo del piatto, all'epoca blu, oramai era di un azzurrino sbiadito che in alcuni punti faceva intravedere il bianco della ceramica. 
Il mio sguardo scivolò verso il centro del piatto e un conato di vomito raggiunse il retro della mia gola, facendomi chiudere gli occhi per una manciata di secondi.

                            
Carote: 45 Calorie.
Patate: 60 Calorie.



"Louis, amore!"
Ashley.
Alzai lo sguardo, posandolo in seguito su di lei. I suoi lunghi capelli biondi, solitamente legati con una coda, ora erano lasciati cadere sulle spalle, era così bella.
Le sorrisi dolcemente mentre con la mano cercai di spingere via il piatto, più lontano possibile da me. 
"Non mangi?" Mi domandò con dolcezza e innocenza, sedendosi sulla sedia di plastica rossa accanto alla mia. 
Scossì la testa e le dissi che avevo un leggero mal di pancia e che non mi andava di pranzare, ma ormai la sua attenzione era già passata ad altro.
Harry Styles. Patetico.
Il tipico belloccio, ignorante e capitano della squadra di football, con appresso minimo cinque ragazze tutte pompate che ridono ad ogni sua battuta-penosa.- solo per passare una serata con lui.
Ho già detto; patetico?
Ashley pobabilmente non la pensava come me, visto che i suoi occhi erano fissi su di lui, attirava le ragazze come un magnete. 
"Io vado, ho lezione di fisica." 
Non mi rispose nemmeno, quindi afferrai la mia borsa di tela e mi avviai verso l'uscita della mensa.
Due ragazzi stavano chiacchierando della partita che si sarebbe svolta la settimana prossima, uno era poggiato sull'armadietto e l'altro era difronte a lui, ad ascoltarlo. 
"Nessuno ti sta guardando, Louis." Sussurrai chiudendo gli occhi; dovevo convincermi fino in fondo altrimenti non sarei mai riuscito a passare avanti a loro.
Aumentai la velocità del passo, chinai la testa verso il pavimento e strinsi con violenza il bordo della manica della felpa con la mia stessa mano.
Grasso.
Grasso.
Grasso.
Fianchi.
Cosce.
Pancia.
Grasso.
Grasso.

Era questo che pensavano guardandomi.

Il mio cuore accelerò violentemente e ebbi seriamente paura di avere un attacco di panico nel corridoio, così senza avere dei ripensamenti mi lanciai sulla porta del bagno, entrandoci.
Mi lasciai cadere in uno dei bagni, scivolai lungo il muro, accanto al water e mi portai le mani alle tempie, stringendo gli occhi.
Feci uno sforzo enorme per prendere il cellulare e le cuffie dalla borsa e portarmi le cuffie alle orecchie.
La musica mi faceva sentire bene, era come se fossi in un altro mondo, uno bello, però.
"I'm so happy because today
I've found my friends
They're in my head
I'm so ugly, but that's okay, 'cause so are you
We've broken our mirrors
Sunday morning is everyday for all I care
And I'm not scared
Light my candles in a daze
'Cause I've found god
Hey, hey, hey."

Le mani cominciarono a tremare e con esse anche le gambe e le spalle, spalancai gli occhi e guardai la porta rossa avanti a me. Delle scritte nere erano incise su essa, ovviamente le solite cavolate da liceali. 
Dovevo concentrarmi su esse, ma ogni lettera mi sembrava essere deformata e sfuocata, mentre la musica sembrava essere lontana, quasi ovattata.
Di conseguenza al battito accelerato cominciai a respirare con foga, cercando aria.
La mia testa girava vorticosamente, rendendomi impossibile alzarmi da terra ed uscire fuori.
Il mio corpo sapeva di cosa avevo bisogno in quel momento e me lo stava richiedendo con violenza. Afferrai un elastico nero dal mio polso, mi legai il ciuffo di capelli che avevo avanti agli occhi e mi voltai in modo da avere la faccia  rivolta sul water.
Presi un respiro profondo, prima di poggiare una mano tremante sulla ceramica fredda del water; portai l'altra mano alla bocca, già aperta, e spinsi le dita in gola.
Il primo conato di vomito mi scosse il corpo e mi riempì gli occhi di lacrime, ma non uscì niente dal mio stomaco.

Tomlinson stai calmo. Sai che puoi farcela. L'hai già fatto altre volte.

Riprovai, spingendo le dita con più forza verso la gola, finchè non sentii qualcosa di liquido ritornarmi su.
Rimasi con gli occhi chiusi per alcuni minuti, testa china verso il water e mani strette sui bordi di esso; le nocche erano diventate bianche dallo sforzo. Deglutii rumorosamente prima di aprire gli occhi e alzarmi: non avevo vomitato nulla. Solo acqua.
Ero fiero di me stesso, il mio stomaco era vuoto.
Afferrai la  borsa e uscii di corsa dal bagno, ero in ritardo di 20 minuti alla lezione di fisica e sicuramente una nota non me l'avrebbe evitata nessuno.
Odiavo il liceo. 



___


"Lou, sì davvero! Mi ha chiesto di uscire e non ci posso credere. Ti giuro, mi sto sentendo male."
Ashley mi stava tenendo al telefono da più di un' ora e l'unica cosa che volevo fare era riattaccarle in faccia. Ma volevo sentirla felice prima che uno come Harry le avrebbe spezzato il cuore.
Ero steso sul letto, con un cuscino schiacciato sull'addome per reprimere i dolori. Dall'episodio in bagno avevo vomitato altre due volte. 
"Tesoro, scusami davvero, ma ora devo scendere giù che è pronta la cena. Ci sentiamo domani, va bene?"
Quando riattaccò mi sentii libero da un peso enorme. Mi sentii egoista per non essere stato felice per lei, ma non sopportavo queste frivolezze da ragazzina. 
Mia madre entrò in camera mia e posò un vassoio sul comodino accanto al mio letto, le avevo parlato dei dolori allo stomaco, così si era offerta di portarmi  la cena in camera. 
C'erano due piatti e un bicchiere. In un piatto c'era del riso con l'uovo, nell'altro piatto c'era l'insalata condita con fagioli e tonno, mentre nel bicchiere della coca cola.
450 Calorie.

Guardai mia mamma e la ringraziai, prima di vederla aprire bocca.
I nostri discorsi erano per di più insulti, o "grazie, si, okay, va bene." quindi ebbi paura di cosa potesse uscire da quelle labbra così carnose che ovviamente non avevo ereditato da lei.
"Ti vedo ingrassato ultimamente, dovresti metterti un po' a dieta, sai?"
Sperai con tutto me stesso di averlo sognato, che fosse solo un brutto incubo e che non avesse detto veramente quello.
Annuii arricciando il naso per rimandare in dietro le lacrime, per fortuna non notò   visto che uscì dalla camera, oppure semplicemente non le importava.
Quella sera non mangiai nulla, niente insalata o crackers, come le altre sere. 
Strisciai i piedi sul pavimento e raggiunsi lo specchio, barcollando, facevo fatica a reggermi in piedi.
Passai l'indice sulla carne delle mie cosce e lo feci scorrere fino all'addome.
Grasso. Grasso. Grasso.
Tutto ciò che vedevo era quello. 
Strinsi le mani in due pugni, ero arrabbiata e frustrata per non aver raggiunto il fisico che volevo.
Nella mia testa si continuava a ripetere: "Grasso, Grasso, Grasso" come una canzoncina sempre in riproduzione.
Tremai quando i vetri dello specchio si infransero contro la mia mano, le nocche erano ricoperte di sangue, mentre sul pavimento erano sparsi dei vetri.
Lanciai un urlo, non di dolore, non lo sentivo nemmeno più quello; dovevo liberarmi da tutta quella rabbia interiore. 
Nessuno venne a controllarmi, quella notte, nessuno si chiese come stavo, semplicemente perché a nessuno importava, forse nemmeno a me.






Babies, salve salve.
Allora, questo è un capitolo "Introduttivo", diciamo, i capitoli sucessivi saranno molto più lunghi e ricchi di dettagli, prometto.
Alla prossima.

xx

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Capitolo 2
*** 2. Capitolo ***



"Mi ha baciato con trasporto  e con desiderio. Sai, Louis, credo sia quello giusto." Chiusi violentemente l'anta dell'armadietto per scrutare Ashley, che con sguardo sognante stava ammirando un Harry immaginario proprio alle mie spalle.
Mi venne un conato di vomito per quella scenetta ma scrollai le spalle, odiavo dover spezzare i sogni della mia amica ma mi sembrava chiaro che quel ragazzo portasse solo guai, aveva la fama di essere solo un puttaniere e lo sapeva pure lui, ma le ragazze sembravano continuare a cadergli ai suoi piedi, facendogli solo aumentare l'ego.
Allungai lo sguardo alle spalle della mia amica e oh, pensi al diavolo e spuntano le corna.
"Oh, sta arrivando il tuo maritino con tutta la sua gang." Osservai facendo un cenno con la testa dietro di lei; Harry, Zayn e Niall si stavano dirigendo verso di noi con passo deciso.
Mi feci piccolo piccolo quando vidi Niall e Zayn scambiarsi un occhiata intenditrice, per poi avvicinarsi a me e a Ash. Mi spaventò quell'occhiata ma decisi comunque di ignorarla.
Quest'ultima si attaccò al riccio e per un momento ebbi paura che scopassero negli armadietti, storsi il naso a quella visione e mi concentrai sui suoi due amici che al contrario di me sembravano
apprezzare quello che stavano vedendo.
"Ciao, frocio." 
Rabbrividii a sentire una voce maschile e roca proveniente da qualcuno che stava passando accanto a me, Stan, amico di Harry and Co. si avvicinò a me e mi diede una spallata con prepotenza, facendomi inciampare
sui miei stessi piedi e scivolare sul pavimento.
Harry si staccò bruscamente dalla mia amica, mi guardò e scosse la testa per poi tornare sulle labbra di Ashley; Niall invece rise sguaiatamente, come se fosse una delle cose più divertenti del mondo e Stan arricciò il naso continuando
a mandarmi frecciatine.
Ero abituato al suo comportamento, mi scivolavano quasi addosso i suoi commenti, oramai questa storia andava avanti da un paio di anni, ma la reazione che ebbe Zayn mi lasciò senza parole; si avvicinò a me e con un espressione più che seria
allungò una sua mano verso di me, accennò un leggero sorriso di cortesia per poi rivolgersi al suo amico Stan.
"Mi spieghi che cazzo ti ha fatto Lou? Devi essere sempre così maleducato."
Cercai di prendere fiato mentre stringevo la sua mano e mi alzavo da terra, da quando Zayn Malik era così gentile con me? E sopratutto "Lou"?
Sperai che Ashley si fosse accorta di questa situazione imbarazzante ma a quanto pare  le labbra del riccio erano davvero molto interessanti, in quel momento. 
Stan rimase sconvolto alla frase del suo amico, Niall invece continuò a ridere e notai che lo faceva spesso.
Nonostante quella piccola scenetta nel corridoio, tutta la giornata sembrò passare normalmente, finché a pranzo mi ritrovai da solo, seduto in mensa con un vassoio vuoto sotto gli occhi.
La mia amica fidata ormai si era trasferita al tavolo dei vip e io non sapevo più cosa fare, mi limitavo a passare qualche minuto in mensa giocerellando con le mie stesse dita per poi uscire fuori a vomitare acqua, ormai mi sembrava una routine.
Quella mattina in particolare avevo però deciso di portarmi un libro da leggere, ma quando proprio ero sul più bello sentii la sedia di fianco alla mia strisciare sul pavimento e poco dopo mi sentii osservato.
Deglutii rumorosamente alzando lo sguardo e incontrando gli occhi di Zayn, mi corrucciai un attimo e inclinai la testa di lato per poi far scorrere lo sguardo sul tavolo dove c'era seduta la mia amica, nessuno ci stava però guardando e questo mi rincuorò, in parte.
"Ciao, Louis. Volevo chiederti come stavi dopo l'episodio di Stan e volevo scusarmi da parte sua, alcune volte è proprio un bambino."
E okay, stavo decisamente sognando. 
Decisi di ignorarlo e mi limitai a mimare un "grazie"; inclinai nuovamente la testa sul libro e rincominciai a leggere. 
"Tu non mangi niente?"  La sua voce mi risvegliò nuovamente dai miei pensieri e quella domanda mi bruciò, scossi la testa e alzai lo sguardo, portandolo alla sua mano.
Stava mangiando una mela, rossa e succosa, potevo sentire il gusto dolciastro di essa sulla punta della lingua, e con tutto l'auto controllo del mondo decisi di distogliere lo sguardo posando gli occhi sui suoi.
Era bello Zayn, era proprio questo il motivo per cui ero così confuso della sua presenza. Certo, è vero che Harry, Niall e Zayn non  mi hanno mai fatto niente se non ridere alle battute di Stan nei miei confronti, ma tutto quello mi  sembrava così strano.
Una parte di me era decisa a fidarmi di lui  mentre l'altra voleva uscire da lì dentro velocemente.
"Non ho molta fame, oggi." Borbottai fra me e me chiudendo il libro, incrociai le gambe e accennai un leggero sorriso che subito dopo venne ricambiato.
Mi si sciolse il cuore quando porse la sua mela verso  la mia bocca, e sussurrò un "sicuro? Guarda che è buonissima.".
Cercai con tutto me stesso di non farlo, di non addentare la mela e mandare giù tutte quelle calorie ma persi e diedi un morso al frutto; a seguire ce ne furono altri, finché non gli finii la mela.
Odiavo essere così, odiavo avere poco autocontrollo sul mio corpo e sul cibo. Per metà mela probabilmente avrei vomitato tre volte e fatto quattro ore di corsa.
Il moro, ancora una volta mi distrasse dai miei pensieri, poggiandomi una mano sulla spalla.
"Senti, qua dentro c'è molta confusione, ti va di fare quattro passi fuori? Lezione inizia fra due ore." 
Non potei dargli torto, la mensa era gremita di gente e mi sentivo troppo osservato per i miei gusti, così annuii e lo seguii fuori dall'aula. 
Incredibilmente e al contrario delle mie aspettative passai una delle pause pranzo migliori della mia vita, andavo d'accordissimo con Zayn, mi sentivo a mio agio e mi fece quasi arrossire quando prima di lasciarci per lezione mi diede un bacio in
fronte.
Mi spiegò che voleva staccare dai suoi amici viziati e io gli sembravo una persona molto gentile e umile, questo mi rese veramente felice e in quella giornata per la prima volta dopo mesi vomitai solo una volta prima di andare a letto.
Mi rigirai nelle coperte, maledicendomi più volte, non riuscivo a chiudere proprio occhio, ripensavo a Zayn come un mantra, lo avevo ignorato per tanto tempo, credendolo uno stronzo subdolo, che in quel momento fui tentanto a dargli una possibilità.


----


Chiusi la sveglia con un pugno,  facendo traballare il comodino con violenza. Non avevo chiuso occhio tutta la notte e come se non bastasse un fastidioso senso di vomito mi fece svegliare con il piede sbagliato.
Come previsto non c'era nessuno in casa, così evitai di fare colazione, limitandomi a bere un sorso d'acqua, per poi uscire e dirigermi verso la scuola.
Pensai per tutto il tragitto a come dovevo comportarmi appena avrei incontrato Zayn, avrei dovuto salutarlo?
Non ebbi tempo però di farlo, quando i nostri sguardi si incrociarono nei corridoi, mi corse in contro e lasciandomi di stucco mi abbracciò.
Mi irrigidii a quel gesto, non abbracciavo quasi nessuno, se non Ashley, mi sentii ancora più in imbarazzo quando però mi sussurrò all'orecchio un "Oggi sei ancora più bello.".  Azzardai un sorriso per nascondere il rossore sulle mie guance; da quando era diventato così gay?
Possibile che in tre giorni il mondo si fosse ribaltato? Scossì la testa e salutai la mia amica, che se ne stava alle spalle del moro, stringendo la mano del suo "fidanzato", mi sorrise nervosamente e poi mi diede spalle, abbracciando il riccio.
Non capivo cosa diavolo stava succedendo a tutti, perché la mia migliore amica mi stava ignorando così e perché Zayn stava cercando di essere mio amico?
Fu un attimo, la vista mi si appannò e gli occhi mi si riempirono di lacrime, mi sentii come immobilizzato, le gambe non si muovevano più e le braccia sembravano quasi di marmo. Nessuno si accorse dei miei problemi, tutti stavano parlando di cose futili, Niall stava perfino parlando di quanto fosse sbagliato aver deciso di cambiare fornitore alle macchinette.
Vomitai senza preavviso e sopratutto senza averlo deciso io, mi inginocchiai sul pavimento della scuola, facendo così voltare tutti i presenti. Volevo piangere dal nervoso e dall'imbarazzo che si era creato, non dovevo essere guardato, non dovevo.
Tutti mi guardavano perché ero una balena, me lo sentivo, mi sentivo i fianchi esplodere nei jeans e se possibile il getto di vomito aumentò.
Parecchi "eww" uscirono dalle labbra di Ashley che a mia sorpresa si girò dall'altra parte e trascinò via con se anche Harry e Niall.
Sentii il mio cuore sprofondare nel petto, avevo perso anche lei?
Una mano si poggiò delicatamente alla base del mio collo dove cominciò a fare movimenti circolari, finché smisi di vomitar e alzai lo sguardo, accasciandomi contro un armadietto.
L'unico ragazzo ancora fermo accanto a me era Zayn che premurosamente mi aveva avvicinato una bottiglia d'acqua  e  che bevvi lentamente, passandomi poi una mano sugli occhi.
"Sarà il caso di chiamare la bidella, per pulire sto casino." Mormorai verso il moro, tossi leggermente per cercare di eliminare la sensazione di bruciore che si era impossessata delle mia gola.
Ero abituato a vomitare quando lo decidevo io, quando ero pronto, non così alla sprovvista in mezzo al corridoio. Pensai di aver preso una brutta influenza, teoria che si accertò quando toccandomi la fronte Zayn urlò un:
"Cazzo, Louis ma sei bollente."
Inutile dire che passai tutte le successive quattro ore di scuola sul lettino dell'infermeria, con il mio nuovo amico accanto, alla fine decisi di dargli veramente una possibilità.
Si era comportato gentilmente con me e in meno di un giorno aveva fatto di più di quelli che conoscevo da una vita. La medicina che l'infermiera mi diede, mi fece venire un sonno terribile, mi si chiudevano le palpebre da sole.
"Grazie mille, Zayn."
Lo ringraziai veramente quella volta, non sapevo cos'altro dirgli, nessuno si era mai preso così cura di me e nessuno era mai stato così simile a me come lui, quelle poche ore passate assieme a lui mi sembrarono anni, era come se lo conoscessi
da una vita.
Passammo l'intera mattinata in infermeria, decise perfino di saltare le lezioni e stare con me, sorrisi e arrossii solamente quando mi afferrò la mano.
Rimanemmo mano per mano tutto il tempo, parlavamo di cavolate, niente di speciale ma nella mia testa un piccolo barlume di speranza si accese, mi addormentai così, mano per mano con lui e sorriso sulle labbra.





SPAZIO ME.
Allora, so che ci sono un sacco di personcine che hanno messo fra i seguiti o preferiti questa storia, ed ecco, sarebbe il momento di lasciarmi una piccola recensione! 
Voglio sapere cosa ne pensate e anche come posso migliorarmi nella mia scrittura; perché senza spronamento non mi va di continuare, ecco.
Intnato però vi ringrazio per averla messa fra le seguite|etc.., mi fa piacere sapere che vi piace.

Baciones.

 

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Capitolo 3
*** 3. Capitolo ***



ALLORA: QUESTO E' UN CAPITOLO CONTENENTE PARTI SMUT (SESSO IN QUESTO CASO FRA MASCHI, MOLTO ESPLICITO. ). 
LEGGETE LO SPAZIO AUTRICE, E' MOLTO MOLTO IMPORTANTE.



Ero follemenete, totalmente, pienamente innamorato di lui. Era entrato nella mia vita in punta di piedi ed ormai, dopo quasi tre mesi, era parte integrante di essa; la mattina mi svegliavo avvolto contro il suo corpo e la sera mi addormentavo nel suo letto. 
Con Ashley avevo chiuso tutti  i rapporti, e lei come prevedibile stava già passando un periodo di "crisi" con Harry, Zayn invece si sentiva ancora con i suoi amici, nonostante dicesse di voler tagliare i ponti con loro, li vedevo ancora scmabiarsi occhiate divertite nei corridoi.
Era una domenica mattina quando finalmente ci scambiammo il primo bacio; avete presente i primi baci? Quelli che non hanno niente di malizioso, quelli dolci, romantici e delicati, ecco, era uno di quelli. A seguire ce ne furono altri, sempre più sporchi e maliziosi, finché arrivammo al culmine.
"Zayn?" Lo richiamai un giorno, alzando la testa dal suo petto, poggiando poi il mento su esso, mi mordicchiai il labbro con violenza mentre cercavo il suo sguardo.
Aprì gli occhi e con un cenno della testa mi invitò a continuare la frase, posò poi una mano sul mio sedere, stringendolo in essa e provocandomi un gridolino poco virile che lo fece però scoppiare a ridere.
"Dovresti mettere su qualche chiletto, fra poco mi sparisci fra le mani."
Il mio cuore si gonfiò a quelle parole, ero felice di essere così  magro, ero orgoglioso dello sterno che si vedeva tramite le cannottiere ed ero così felice di essere finalmente sottopeso di nove chili.
Accennai un sorriso e scossi la testa quasi impercettibilmente, continuai poi la frase, posando una mano sulla sua guancia.
"Non è che lo stai facendo solo per pena, vero? Cioè questi baci e tutto il resto, non è che te ne pentirai, vero? Perché magari ti sei stufato dei tuoi amici e ora mi usi solo come svago, diciam- umph." Venni interrotto bruscamente dalle sue labbra, che con una mossa abile erano già contro le mie. Insinuò la lingua fra esse, mentre con una mano andava ad accarezzarmi dolcemente i capelli, inclinai la testa di lato per permettere meglio alle nostre lingue di vagare insieme per le nostre bocche. Dopo qualche secondo si staccò a riprendere fiato,
posando la fronte contro la mia. 
"Nemmeno per sogno, tu  mi  piaci. E poi, abbiamo appena iniziato con queste cose e già credi che mi stufi?" E per la prima volta ebbi paura, incontrai il suo sguardo ma fu diverso dal solito; era quasi falso. 
Non ebbi tempo di chiedergli cosa succedesse perché si buttò niovamente sulle mie labbra, schiusi leggermente la bocca solo per permettere alla sua lingua di vagare alla ricerca della mia, la sua mano scivolò sul mio sedere e gemetti sulle sue labbra, senza rendermene conto.
In pochi minuti mi trovai a cavalcioni sul suo bacino, mentre le sue mani continuavano a vagare sotto la mia t-shirt.
I suoi tocchi mi bruciavano addosso, mi sentivo tremendamente sbagliato in quel momento, grasso e sbagliato, per precisare.
Cercai di non farlo notare quando mi levò la maglietta, cercai di continuare a fingere, ma senza rendermene conto mi ritrovai a trattenere le lacrime; Zayn se ne accorse e si staccò appena dalle mie labbra, inclinando la testa di lato.
"Lou? Che succede?"
Succede che sono un ammasso di grasso, succede che quando mi siedo le mie cosce diventano come dei continenti, succede che i rotolini della mia pancia non mi fanno chiudere i jeans e succede che tu non devi vedere lo schifo che vedo io.
"Niente, continuiamo." Non lo feci dire altro, per quella serata.
Ci baciammo ancora e ancora, finché mi ritrovai senza jeans e senza maglia a farmi guardare con lussuria da Zayn, non riuscii a farmi levare anche i boxer, perché nonostante fossi eccitato e dovessi non pensarci, il mio punto fisso era quello; il grasso.
Cominciai a lasciare baci sulla linea a 'v' del suo corpo, passai la lingua sopra l'elastico dei suoi boxer per poi abbassarglieli in un colpo solo, mi morsi il labbro a osservare la sua erezione rivolta sullo stomaco, e niente, in quel momento avrei voluto fermare il tempo
solo per godermi quell'immagine.
Mi immobilizai quando si allungò verso il comodino e afferrò il cellulare, seriamente? Inclinai la testa di lato, e feci per dire qualcosa ma ovviamente mi anticipò.
"Voglio immortalare questo momento, mica ti secca se ti faccio un video vero?Lo terrò solo per noi, ovviamente. Fidati di me."
E avrei dovuto urlargli contro che era un folle, che non mi sarei mai abbassato a fare quelle cose, che se lo doveva sognare, ma ebbi paura di perderlo, di rimanere solo, di nuovo, così accettai.
Accettai di farmi filmare mentre prendevo il suo membro fra le labbra, mentre leccavo la punta di esso e  scendevo fino alla base, non alzai quasi mai lo sguardo verso l'obbiettivo, sentendomi così usato e sporco avrebbe solo peggiorato le cose.
Tremavo e infondo sentivo di fare quelle cose contro voglia, l'unica cosa che mi spronava a farlo erano i gemiti soffocati di Zayn.
Continuai a pompare con le labbra la sue erezione, finché arrivò al culmine e mi vennè in faccia, senza chiedere il permesso e senza dirmi niente mi ritrovai sporco del suo seme con il flash puntato in faccia. Accennai un debole sorriso, per cercare di non rovinare del tutto quel momento.
Chiuse il telefono e lo ripose nuovamente sul comodino, poi mi guardò e mi lanciò contro un pacchetto di fazzoletti. 
Ci rimasi male, veramente molto male, che diavolo gli prendeva?
"Vuoi che ricambi?"
Scossi appena la testa e dopo essermi pulito il viso, mi infilai sotto le coperte, mi attorcigliai dentro il piumino e gli diedi spalle, sospirando.
Volevo rischiare, ora o mai più.
"T-Ti amo." Lo dissi in un sussurro, quasi impercettibile, chiusi gli occhi e sentii  una lacrima scivolarmi sullo zigomo, incontrandosi con un'altra sul mento.
Non rispose subito, o meglio, non rispose mai, si alzò dal letto e si rivestì. Sentii che si allacciò i jeans e si infilò la maglia, lo fece lentamente e a me sembrò un supplizzio.
"Buoanotte, Louis." Mi lasciò un bacio sulla guancia e uscì dalla camera, come se non fosse successo niente.
Giustificai quell'azione, magari non mi aveva nemmeno sentito.

--




"Signor. Tomlinson, mi fa piacere che la lezione la rilassi così tanto da farla dormire, ma questa è una scuola, non casa sua."
Alzai la testa di botto e guardai il professor. Thompson che con un cipiglio arrabbiato mi indicò la porta, mi guardai attorno e notai che quasi tutti nella classe non stavano ridendo o meglio, non mi stavano nemmeno guardando.
Scrollai le spalle e scusandomi affranto uscii dalla porta; mi diressi verso il corridoio dove poi scivolai contro il muro, era colpa di Zayn se quella mattina avevo così tanto sonno, però era un sonno piacevole, visto la serata di coccole e baci 
passata la giornata precedente.
Era appena passata la prima ora quando ricevetti un suo messaggio.

 
Da: Zayn 
A: Louis

Terzo piano, bagno dei maschi, quarto bagno a destra.
Vai là e aspettami, nudo.
Ho troppa voglia di te;).

Rilessi il messaggio una, due, tre volte, era serio?
Ebbi pura di essere diventato come un giocattolo sessuale per lui, da quella notte era passata una settimana e lui continuava a farmi video, foto, ma non mi aveva mai toccato, non in quel senso.
Scossi la testa e ovviamente mi incominciai a dirigere verso il bagno, la paura era troppa per potermi ribellare.
Amavo Zayn, e avrei fatto di tutto per vederlo felice.
Raggiunsi il bagno con passo spedito e mi chiusi dentro a esso, mi cominciai a svestire lentamente, senza mai guardarmi allo specchio. Avrei vomitato quasi sicuramente.
Non toccai nemmeno i miei fianchi grassi, per essere sicuro di non fare cavolate, non avrei voluto che appena mi avesse baciato  avrei avuto gusto di vomito.
Deglutii lentamente e aspettai, aspettai minuti che sembravano ore.
Mi immaginai tutto, l'arrivo di Zayn che mi chiedeva scusa e si dichiarava innamorato perso oppure lui che mi faceva una sorpresa, ma il nucleo era sempre che si dichiarasse innamorato di me.
Continuai ad aspettare finché non sentii dei passi al di fuori della porta, e sorrisi, sentivo il cuore battere all'impazzata e le mani tremare, quella volta ero convinto di donargli tutto, tutto me stesso.
Avrei messo da  parte le mie paure e insicurezze per lui.
Quando però la porta si aprì e io caddì a terra con un tonfo, dopo una spinta violenta, sentii il mio cuore spezzarsi in mille pezzi.
Davanti a me non c'era Zayn, c'erano Stan e Niall, insieme a circa un altra decina di persone, ragazze e ragazzi. 
Stan rise sguaiatamente, il cellulare puntato verso di me e la bocca che continuava a far uscire parole.
"Oh, sembri ancora più grasso dal vivo." 
"Niall, guarda, guarda come aspettava che gli venissero in faccia di nuovo."

Cominciai a sentire tutto ovattato, non capii più niente, fui certo che ad un certo punto qualcuno mi tirò un calcio nello stomaco, o forse era solo voglia di vomitare.
Scappai, senza afferrare niente, uscii di corsa da quel bagno, corsi lungo le scale e mi ritrovai in corridoio, dove tutto il mondo che mi ero creato mi si frantumò davanti agli occhi.
Gli armadietti erano pieni zeppi di miei foto, foto di me con l'intimità di Zayn in bocca, foto della mia faccia con il seme di Zayn e foto mie, di me nudo, del mio grasso in bella vista agli alunni che in quel momento riempivano i corridoio.
Si girarono tutti verso di me, alcuni ridendo, alcuni fingendo conati di vomito e alcuni schifati. 
Era un incubo, ero deciso che fosse un incubo, doveva esserlo. Sentivo gli occhi altrui bruciarmi addosso, non dissi niente, camminavo dritto dritto in mezzo al corridoio, sentivo i commenti, le risate acide e gli occhi puntati dritti verso di me, ma tutto mi 
sembrava finto, come se stessi sognando, mi sentivo in una bolla d'aria, pronta ad esplodere da un momento all'altro. Non uscì nemmeno una lacrima dai miei occhi.
"LOUIS." Tremai alla sua voce; mi voltai verso Zayn, ormai ero stremato, lo guardai solo implorandolo di non influire, di non continuare, che ormai ero in frantumi. 
Rise soltanto, rise divertito e buttò la testa indietro, dando una leggera gomitata ad Ashley, che era al suo fianco. 
I miei occhi incontrarono i suoi, lei non rise, mi guardò implorante, gli occhi pieni di lacrime e la bocca che tremava leggermente. Era davvero a conoscenza di tutto? 
Arretrai quando qualcuno urlò un "Cazzo, che frocio obeso.", e corsi fuori, corsi per chilometri, per minuti, forse anche per ore, finché le mie gambe cedettero e mi ritrovai con gambe e mani sull'asfalto freddo.
Non mi mossi, mi ranicchiai sul marciapiede in posizione fetale e cominciai a fissare il vuoto, tutto sembrava andare a rallentatore, ignorai perfino la signora che mi corse incontro chiedendomi se stesse andando tutto bene.
Urlai, urlai fino a sentire la gola bruciare, urlai perché avevo perso tutto, urlai perché non avevo più una dignità, urlai perché stavo morendo ucciso dal mio stesso corpo e infine urlai perché faceva tutto troppo male.
Non capii bene che la signora chiamò l'ambulanza, finché non sentii il suono ovattato delle sirene entrarmi nelle orecchie, cercai di incontrare il suo sguardo ma ormai tutto era diventato nero e poi non ricordai più niente.





ALLORA:
SALVE, SALVE, SALVE. Mi dispiace veramente tantissimo per non aver potuto aggiornare prima, ma purtroppo ho avuto parecchi impegni. Seconda cosa, quella più importante: So che in questi due capitoli le cose fra Zayn e Louis sono andate molto velocemente, ma questi capitoli erano introduttivi alla storia fra Harry e Louis, quindi diciamo che erano un introduzione alla storia. Non vorrei che pensiate che tutti i capitoli siano così.
E niente, spero di leggere altre recensioni bacione.

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Capitolo 4
*** 4. Capitolo ***



Aprii gli occhi lentamente e ci misi qualche minuti prima che i miei occhi mettessero a fuoco tutto ciò che mi circondava; ero quasi sicuro di essere in un ospedale, sentivo
l'odore di disinfettante inebriarmi le narici ed ero quasi sicuro di sentire le gocce provenienti dalla sacca per la flebo.
Mi sforzai maggiormente di voltare la testa e sì, ero decisamente in un ospedale.
Gemetti, frustato e feci per alzarmi ma una fitta alle tempie mi fece ritornare in posizione supina; strinsi gli occhi con forza, cercando di ricordarmi di tutto quello che fosse successo l'ultima volta che avevo visto la luce e quando realizzai tutto, sperai di svenire una seconda volta e magari non svegliarmi più.
"Ma sì, ti stavo raccontando che ieri, Michael mi-Oh." Una ragazza, sulla ventina, entrò nella stanza e chiuse immediatamente la chiamata, mettendo il cellulare in tasta. "Mh, vedo che ti sei svegliato."
Annuii impercettibilmente e socchiusi gli occhi mentre lei si avvicinava a me con un ampio e dolce sorriso, aveva dei bellissimi capelli biondi che le ricadevano mossi sulle spalle e i suoi occhi glaciali erano così vivi e vispi che un po' la invidiavo.
"Ora chiamo il dottor. Walson, così ti dirà esattamente cosa è successo. Se vuoi intanto faccio entrare tua madre."
Sgranai gli occhi e inclinai la testa di lato, sorpeso, mia madre? 
Era quasi impossibile che l'avessero contattata, ero quasi sicuro al cento per cento di aver lasciato lo zaino con i documenti e il cellulare nel bagno a scuola, come diavolo avevano fatto a trovarla?
Mi ritrovai comunque ad annuire, più che altro per curiosità, così la bionda si afferrò il labbro fra i denti prima di voltarsi per uscire dalla stanza.
"Lo hanno capito vero?" Sussurrai con un filo di voce, facendola fermare immediatamente.
Si girò nuovamente verso di me e sul suo sguardo c'era un chiaro segno di tristezza e compassione, che non riuscii proprio a reggere. Cercò di non capire immediatamente,
inclinando la testa verso sinistra e aggrottando le sopracciglia folte.
"Hanno capito che-" Tossicchiai per schiarirmi la voce. "C-Che non mangiavo da un po'."
Abbassai definitivamente lo sguardo sulle mie mani, mi sentivo così terribilmente nudo ed esposto ad uno sguardo sconosciuto che si sentiva sull'orlo di una crisi di pianto, aveva
dispratamente voglia di correre in bagno e vomitare.
"Non sono un medico, solitamente è il dottor. Walson ad occuparsi di queste cose, ma devo essere sincera-" Fece scorrere un momento lo sguardo sulla cartellina plastificata che aveva in mano. "Louis,  sei arrivato qua in sotto peso di dieci chili, dopo uno svenimento improvviso e le tue analisi erano molto sballate. Non voglio mettersi nessun tipo di paura addosso, devi stare tranquillo e fidarti del dottore, ti vogliamo solo aiutare."
Non riuscii a ribattere, così l'infermiera si congedò con un sorriso amaro stampato  sul volto, il nodo alla gola mi impediva di respirare e il vuoto che sentivo alla bocca dello stomaco mi fece rabbrividire, non riuscivo nemmeno a deglutire, avevo troppa voglia di piangere, le lacrime spingevano agli angoli degli occhi e dopo qualche secondo fu' impossibile trattenerle.
Piansi per minuti, che mi sembrarono ore, la testa fra le mani piccole ed ossute e le spalle tremanti per i singhiozzi, piangevo per me, per Zayn, per tutta quella situazione che mi era sfuggita di mano o piangevo
perché forse, infondo, non volevo essere salvato?
I miei singhiozzi vennerò bruscamente interroti dal cigolio della porta, alzai gli occhi ancora colmi di lacrime e il mio cuore smise di battere quando incontrai gli occhi verdi di Harry.
Harry era lì, nella mia stanza, assieme ad una donna, che collocai subito come sua madre, vista la somiglianza, lei teneva fra le mani delle rose rosse mentre lui se ne stava sull'uscio della porta, le mani
nella testa dei jeans e la testa abbassata sulla punta delle scarpe.
Mi pulii dai residui di lacrime con i dorsi della mano e presi un grosso respiro, prima di sedermi come dio comanda, mettendo il busto in posizione eretta.
"Harry?"
La mia voce, più alta di due ottavi, risultò spezzata e debole, e la donna lo notò, avvicinandosi a me e sedendosi ai piedi del letto bianco, stringendo a se il mazzo
di rose rosse.
Solo in quel momento mi resi conto che quella era una delle uniche volte in cui parlai al riccio.
Contro ogni mia aspettativa a parlare però fu la donna, che si presentò immediatamente, togliendo le parole di bocca dal figlio.
"Ciao tesoro, io sono Anne. Sono la donna che ti ha soccorso appena sei svenuto." Anuii mandandole un finto sguardo di ringraziamento. "Sono la mamma di Harry, è stato grazie a lui se ora hanno tutti i tuoi dati e il tuo nome."
Arricciai il naso e puntai subito lo sguardo sul ragazzo, che in quel momento mi stava fissando intensamente.
Come diavolo, Harry Styles, poteva conoscere così bene i miei dati?
Decisi di ignorare la mia paranoia, tanto non avrei mai avuto risposte.
 "Mi sono finta tua madre, mi dispiace ma volevo sape
re come stavi, mi sembravi così bisognoso di affetto.Improvvisamente sentii così tanta pena per quella donna, che a fatica
riuscii ad avvicinarmi a lei per stringerla in un dolce abbraccio.
Riuscivo a sentire Harry dietro di noi, guardarci con interesse e quasi dolcezza, e per un attimo mi fece quasi sorridere; poi però mi arrivò tutto addosso come una secchiata di acqua gelida, lui era amico di Zayn e il fidanzato di Ashley, doveva per forza sapere di tutto, quindi in parte era anche colpa sua.
"Tu e il mio bambino avrete un sacco di cose di cui parlare scommetto, quindi andrò un attimo a bermi un caffè al bar." Sussurrò Anne al mio orecchio, poi prima id uscire rivolse un dolce sorriso a suo figlio ed uscì velocemente dalla stanza.
Rimanemmo in silenzio per minuti che sembrarono decenni, io continuavo a fissare le mie mani con insistenza e mi trattenevo dal piangere, mentre sentivo il suo sguardo bruciarmi sulla pelle come mille lame taglienti.
Feci per parlare, ma le parole mi morirono in gola e quindi scossi la testa, mi distesi nuovamente e senza degnarlo di mezzo sguardo gli diedi spalle.
Quando, però, pensavo se ne stesse per andare sentii uno; "Zayn è una testa di cazzo" da parte sua, che mi fece girare di scatto, con gli occhi sbarrati e le sopracciglia corrugate.
Cioè, stavamo parlando dello stesso Zayn?
"Sì, so che la colpa è anche mia, lo sapevo e anche Ashley, ma non sono mai stato d'accordo con questa puttanata, sappilo. Non so perché abbia voluto prendere di mira te, è che sei sempre sembrato così fragile, che sei stato per lui una preda facile. Non che voglia scusarlo." 
Rimasi un po' sorpreso dalle sue parole, lui e il moro erano migliori amici dai tempi delle medie e non credevo che potessero essere così diversi, anzi, in realtà credevo che il peggiore forsse Harrry, però non dissi niente, accennai un sorriso e  mi rimisi in posizione eretta, sedendomi sul letto.
Sapevo che dal suo sguardo, stava aspettando una mia risposta, ma non sapevo cosa dire ed ero troppo debole per parlarne veramente senza scoppiare a piangere o tentare di uccidermi con qualcosa di appuntito.
Mi sentivo ancora stordito, mi tremavano le spalle e sentivo di avere lo stomaco sottosopra, ma cercavo di non pensarci, per non vomitare proprio ora che le acque sembravano essersi messe apposto.
"Tutto bene?" Domandò con un pizzicò di preoccupazione nella voce, si sedette accanto a me nel letto e portò la mano fra i miei capelli, facendomi sussultare.
Non ero abituato ad essere toccato dagli estranei e, dopo l'ultima volta con Zayn, mi ero ripromesso dal non farlo fare a nessuno, ma ormai la sua mano era lì e decisi che ci stava più che bene.
Socchiusi gli occhi e per distrarmi dal dolore, guardai il piercing che stringeva le sue labbra, gli stava bene, ma secondo me il suo viso sarebbe stato più bello senza ferro inutile.
"S-Sì, sto be-"Non riuscii a continuare, il mio stomaco ebbe uno spasmo e io mi cercai di scansare dal suo corpo e portare le mani alla bocca per fermare il getto di vomito, ma fu' tutto inutile.
Vomitai per metà sulle coperte e per metà in un secchio, che Harry teneva fra le mani, sotto la mia testa, mentre con l'altra mano non aveva abbandonato la mia testa e passava le dita fra essa e il collo, facendo 
movimenti circolari.
Volevo allontanarlo da me e piangere in santa pace, ma era stato così carino che un senso di colpa mia avvolse al solo pensiero di allontanarlo.
"M-Mi dispiace." Borbottai mentre mi pulivo la bocca con il dorso della mano.
Sorrise con tanto di fossette e scrollò le spalle, come per dirmi che non c'era niente di cui preoccuparmi. Allungò le mani sul lembo della coperta e senza che riuscissi a concepire quello che stava per fare, mi ritrovai
senza coperta, con indosso solo uno stupido camice che   lasciava intravedere le mie gambe estremamente grasse.
Sentii le lacrime pungere agli occhi e urlai un "No." coprendo i miei arti inferiori con il busto, infilai la testa fra le ginocchia, lasciandomi poi sfuggire un singhiozzo spezzato.
"No, no, no, ehi." Portò il braccio tatuato attorno alle mie spalle e mi avvicinò al suo busto. "Louis, ho visto anche le foto di Zayn e fidati, sei davvero bello, non c'è niente che tu debba nascondere."




Salve, mi dispiace tantissimo di non aver potutto aggiornare prima, ma sono stata piena di impegni ed ora è l'unico momento libero che ho trovato, probabilmente il capitolo sarà troppo corto e sopratutto sgrammaticato visto che non ho avuto il tempo di controllare, e mi scuso per questo.


 

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