Chi, con chi, che cosa facevano.

di Io_amo_Freezer
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione. ***
Capitolo 2: *** Amore bizzarro. ***
Capitolo 3: *** Un youtuber per caso. ***
Capitolo 4: *** Quanto si è invadenti, lo si è sempre troppo. ***
Capitolo 5: *** Non me lo aspettavo. ***
Capitolo 6: *** Troppo caffè. ***
Capitolo 7: *** L'amore in gara. ***
Capitolo 8: *** Scommesse mortali ***
Capitolo 9: *** Accontentati che ti impacchetto. ***
Capitolo 10: *** Cambiamenti di troppo. ***
Capitolo 11: *** Lettere sulla sabbia. ***



Capitolo 1
*** Introduzione. ***


Bonus Track 0) 6 e 8 hanno una relazione clandestina. 1 li scopre.
1) 1 e 7 sono ubriachi, e 5 ne approfitta.
2) 3 vuole chiedere un appuntamento a 8, ma qualcosa o qualcuno gli metterà i bastoni tra le ruote.
3) 10 ha una malattia imbarazzante. 9 lo aiuterà o se ne approfitterà?
4) Primo giorno di lavoro per 6 e 2. Si vedranno le mutande di 6.
5) 4 e 1 hanno una cotta per la stessa persona oppure una torta da finire.
6) 7 e 3 finiscono nei guai. Ci deve essere un piede di porco o un pappagallo o un cane impagliato.
7) 2 compra un regalo orribile per 6 e non è neanche impacchettato bene.
8) Gender Bender! 4 e 9 cambiano sesso, ops! Tutta colpa di 10.
9) 8 e 5 si scambiano di corpo, ma questa volta 10 è innocente.
10) Quel furbacchione di 3 ha scattato delle foto piccanti a 1 e ora minaccia di mostrarle in giro. Se 3 non conosce l’esistenza delle macchine fotografiche, tanto meglio.
11) 5 non riesce a decidersi tra 8 e 6, ma non c’entra l’amore.
12) AU! 7 partecipa a un reality di cucina e piange in diretta.
13 a) NC17! 9 ha una kink per le sculacciate e non vede l’ora di rimanere solo/a con 4.
13 b) 9 è geloso/a di 4 e lo pedina.
14) 2, 8 e un orso polare. Che magnifica avventura! O forse no.
15) 4 non è stato invitato alla festa di compleanno di 3 e intende fargliela pagare.
16) Time Warp! 5 è diventato un bambino! Se è già un bambino, è diventato un adulto.
17) Zoo Safari! 1, 2 e 6 diventano animali.
18) 7 vuole sposare 9, ma 9 non per forza è consenziente. Matrimonio a Las Vegas!
19) 10 si prende delle libertà. Genere: Commedia.
20) AU! 8 accompagna un famoso personaggio storico in un’impresa grandiosa.
21) One Shot! 1 ha paura di volare.
22) Perché 6 ha paura di 7?
(Bonus! Perché 7 ha mangiato 9.)
23) Mi dispiace, 9, ma ti tocca morire. Death-Fic!
24) Oh no, 10! Il tuo piano è fallito. Ora ti tocca pulire.
25) AU! 2 è un vampiro. Se è già un vampiro, diventa una mummia.
26) 3 impara a guidare un....? (Bonus! … carro armato.)
27) 4 perde uno dei cinque sensi, ma ne acquista un sesto.
Roulette! 28) 1 o 2 o 3 è a cena a un tavolo di tredici persone. Uno di loro è morto.
Roulette! 29) 4 o 5 o 6 ha una macchina del tempo e nessuna paura di usarla.
Roulette! 30) 7 o 8 o 9 diventa eroe per caso salvando la vita di 10.
 
1) Goku
2) Vegeta
3) Chichi
4) Bulma
5) Oscar
6) Yamcha
7) Trunks 
8) Freezer
9) Cooler 
10) Cell

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Capitolo 2
*** Amore bizzarro. ***



Bonus Track 0) 6 e 8 hanno una relazione clandestina. 1 li scopre.

Descrizione: Due spasimanti si rincontrano prima del Torneo del potere. Non si aspettavano una chance del genere, ma ora sono lì, uno vicino all'altro anche se l'altro non avrebbe potuto rimanergli accanto per quella sfida che stava per affrontare.


Rincontrarlo era stata una cosa incredibile, non si aspettava che dopo averlo visto atterrare con suo padre sulla Terra con quella navicella e vederlo ucciso ad una distanza improponibile per colpa di un Trunks del futuro avrebbe potuto rincontrare il suo amore, ancora troppo lontano per via che Goku lo aveva appena teletrasportato alla Capsule & Co. E lui rimase a sorvegliarlo, appartato dietro un muro con il fidato amico felino volante, Pual, ascoltando le spiegazioni, quello che riusciva ad udire da quella distanza. Alcuni ancora non si fidavano, non sapendo del cuore che quella lucertola bianca e dagli occhi rossi splendenti possedeva. Come avrebbe voluto correre da lui in quel momento, e il suo battito trasalì quando quei due occhi vermigli incrociarono i suoi, neri e limpidi per saperlo così vicino ma così distante. Lui sorrise, era un ghigno di sfida mentre decise di avviarsi dentro dopo avergli rivolto un gesto del capo che nessuno sembrò notare a parte il sottoscritto. 
Sorridendo, felice e imbarazzato decise di correre dentro ma usando un'altra porta, per poi recarsi sopra le scale di quel soggiorno illuminato per finire al secondo piano, buio e isolato. Si era nascosto bene il suo angioletto, pensò mentre lo cercava tra le varie stanze, per fortuna il signore e la signora Brief non erano in casa in quel momento.
-Buh.- 
Delle braccia avvolsero il suo busto, per poi risalire e accarezzare il suo petto con delicatezza. Sorrise nel riconoscere quella voce sensuale e quegli arti, dalle mani leggere e le unghie laccate di nero come lo spazio in cui viveva molto tempo fa. Si lasciò cullare un attimo, permettendogli di lasciare passionali e densi baci sul suo collo da farlo gemere.
-Mhm... Mi sei mancato Freezer.-
Nel ammetterlo quasi arrossì, ascoltando poi l'alieno battere la coda contro il pavimento in modo festoso ed eccitante per quel commento prima di trascinarlo nella stanza da letto di Vegeta e Bulma, forse anche per una ripicca verso il suo vecchio rivale saiyan.
-Anche tu, Yamcha.- 
Gli accarezzò i capelli neri e fluidi prima di lasciarsi stendere contro il materasso, lasciandolo mettersi a cavalcioni mentre iniziava a sfilarsi la maglia della tuta, arancione come quella che possedeva il nemico che più odiava al mondo e che per quel ragazzo era come un fratello. Così diversi, ma così uniti da un sentimento che entrambi i loro cuori provavano, poco importava se gli altri guerrieri della sua squadra non avrebbero capito.
Il ragazzo iniziò a far scivolare le mani su quelle del corpo puro e morbido dell'alieno, in quel buio così sensuale che lasciava i loro corpi avvolti in un calore innaturale prima che strizzassero entrambi gli occhi appena un fuoco intenso non invase le loro pupille rompendo quell'atmosfera.
-Chissà, forse è qui il bagno.- la porta si aprì di scatto lasciando che un Goku frettoloso entrasse saltellando da un piede all'altro, non riuscendo a trattenersi più prima di bloccarsi con la mano sulla maniglia e l'altra che aveva acceso la luce che tanto aveva infastidito i due in procinto di concedersi l'uno all'altro, facendo così capire all'eroe dell'universo di aver commesso un tremendo errore. -O forse è da quest'altra parte.- si affrettò a dire chiudendosi la porta alle spalle e iniziando a correre dopo aver visto un Freezer che, nell'attimo in cui la porta si era aperta si era alzato con il busto, e appena aveva capito chi fosse il colpevole di quell'interruzione... Beh, c'era poco da dire sullo sguardo che gli aveva lanciato, ed era meglio scappare. 
Era riuscito a fare un patto con lui, temeva con quel gesto inconscio avrebbe rovinato tutto. Già lo odiava di suo, con quello pensò che avrebbe preferito ucciderlo e far squalificare l'intero universo sette; era meglio nascondersi fino all'inizio del Torneo del potere... 



Angolo Autrice:
Questa mi è risultata difficile anche solo pensarla, quindi l'ho fatta breve. Voi non potete immaginare il ribrezzo e i brividi da pelle d'oca che mi sono venuti nel scrivere i pensieri di Yamcha rivolti al mio Freezer (che deve essere sempre uke in una coppia. XDD). Se ci ripenso mi viene la nausea... Bleah! >-< Povero il mio amore. :( 
Spero sia di vostro gradimento (?). A presto. XD
Io_amo_Freezer.

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Capitolo 3
*** Un youtuber per caso. ***


1) 1 e 7 sono ubriachi, e 5 ne approfitta.

Definizione: Due dei nostri Guerrieri Z si trovano ad affrontare un nemico potente e senza pietà: l'alcol. Le persone scappano, fuggono di fronte alla forza che i nostri amici hanno nel combattimento contro questo arduo avversario, ma cosa accadrà? Riusciranno a resistere alla sua potenza o perderanno anche la faccia in questa sfida senza eguali per colpa di un terzo sconosciuto che adora occasioni simili?


Singhiozzando e barcollando si adagiò contro il muro per non cadere, peccato che le sue gambe non furono dello stesso parere scivolando fino a farlo sedere a terra, ma almeno non era caduto bruscamente. Osservò le luci colorate che possedevano quel locale e che si muovevano veloci senza una reale meta, e il suono di qualcuno che cantava, forse stonato o forse suonava così alle sue orecchie appannate, usando il karaoke. Ridendo senza un vero e proprio motivo si era tirato su solo per andare a prendere un altro bicchiere di birra, buttandolo giù tutto nella gola e chiedendone anche un'altro. Non pensava che fosse così poco robusto da resistere al sapore amaro e forte dell'alcool dopo almeno venti bicchieri, infondo era un sayian. La sfida che il suo amico gli aveva proposto non era stata una buona idea, se Chichi fosse stata lì per lui sarebbe stata la fine... Amico? Ora che ci pensava, che fine aveva fatto?
Ricordava ancora come gli si era rivolto, con un sorriso sghembo e di chi non aveva paura di niente perché sapeva già di avere la vittoria in pugno; affermando un: "Avanti Goku, vieni al karaoke. Ci divertiremo! E poi voglio vedere chi di noi regge maggiormente all'alcol, non lo dirò a Chichi.". Gli aveva fatto l'occhiolino complice e lui aveva accettato solo per passare del tempo con un vecchio amico che non frequenta molto da tempo.
Con l'intento di cercarlo si voltò di scatto tenendo stretto e con gelosia il boccale pieno di liquido giallastro e denso di schiuma in superficie nella mano, ma nel farlo troppo forte e con troppa enfasi ebbe un capogiro, delle fitte e in un secondo piombò addosso al povero cliente di turno, e non era la prima volta. Di questo passo avrebbe avuto tutto il locale contro e cacciarlo. Ma al momento l'unico pensiero che oltrepassò la sua, già di per sé, vuota testa era che il povero bicchiere era caduto a terra, e oltre che rompersi aveva sparso tutto il liquido per terra e addosso all'uomo robusto, bagnando anche la sua amata tuta arancione che sentiva appiccicarsi al suo petto. Osservò il povero malcapitato, la vista offuscata gli fece vedere una figura che conosceva, gli sembrava proprio che davanti a lui si trovasse un certo Vegeta e così si sporse verso le sue labbra con un sorriso soddisfatto e lo sguardo un po' confuso. Non lo aveva visto, e ora che aveva l'occasione di baciarlo non voleva farselo scappare mentre lo chiamò con desiderio.
-E scansati!- lo levò da sopra di sé, alzandosi e cercando di pulirsi prendendo con furia dei tovaglioli e stirandoli sull'indumento compromesso. -Non sono Vegeta o come si pronuncia!- sbottò allontanandosi il più in fretta possibile, perché quel ragazzo continuava a fissarlo con desiderio, quindi era meglio fuggire.
Strabuzzò gli occhi nel vederlo svanire nel nulla a velocità strabiliante, o forse era colpa della poca lucidità? Continuò a non capire, non si era nemmeno accorto di essere rimasto a terra sopra quell'uomo, o meglio, non si era accorto che era caduto. Scuoté il capo avendo le mani arpionate dietro di lui sopra il pavimento freddo, e quel contatto gli fece comprendere che fosse ancora per terra, ormai era un'abitudine rimanere con il sedere sul pavimento. Portandosi una mano dietro la nuca la sfregò con fare energico com'era solito fare e poi si rimise in piedi, squadrandosi attorno con fare curioso dopo un'immenso "Urca!" che spaventò le persone più vicine che si girarono verso di lui guardandolo con timore. 
Il nostro eroe invece si limitò a guardarsi intorno con fare curioso come se fosse la prima volta che vedeva quel posto, esaminandolo come a capire quando c'era finito. Cos'è che doveva fare?, pensò senza pensarci prima di ridere per quel pensiero.
-Goku! Vieni, sigh, a cantare, sigh con, sigh me!- 
Ah, ecco cosa. Doveva trovare il suo amico, ma chissà dove si trovava. Forse chiamarlo lo avrebbe aiutato e lo avrebbe individuato appena gli avrebbe risposto. Squadrò il bancone ancora una volta, ignorando lo sguardo del barista su di lui che puliva i bicchieri e che sembrava oltremondo infastidito dalla sua presenza, avevano anche provato a farlo andare via qualche ora fa usando sia le parole che la forza, ma non era servito né l'uno e né l'altro appena avevano capito che fosse più forte di tutti loro messi assieme, e alcuni speravano perfino nell'aiuto del grande Mr. Satan, inconsci che anche quello era inutile contro il vero eroe del mondo: Son Goku; troppo modesto per desiderare far passare Satan per un'imbroglione nel spifferare che era lui quello che aveva salvato la Terra più e più volte, anche se Cell lo aveva ucciso suo figlio Gohan. Afferrò prontamente un altro bicchiere che si trovava sul bancone e che, molto probabilmente non gli apparteneva prima di recarsi a camminare tra i vari tavoli, sbattendoci contro e smuovendoli, facendoli tremare e sobbalzare i clienti che fino a poco tempo prima stavano passando una bella serata.
-Goku! Ma dove, sigh guardi? Sono qui!- 
Qualcuno si stava sbracciando a mani aperte, facendo volare sopra a delle testa innocenti due microfoni con cui stava cantando e che, mentre uno crollava svenuto l'altro protestava prima di allontanarsi toccandosi la parte dolente colpita, ma almeno quella persona sul palco era riuscita nell'intento attirando l'attenzione del più piccolo che gli si avvicinò barcollando con poco equilibrio finendo anche per inciampare, ma all'ultimo si aggrappò ad un tavolo rotondo che, per via del peso e della forza con cui si era attutito contro di lui si rovesciò facendo cadere tutto a terra compreso il signore sulla quarantina dai capelli neri, gli occhi marroni coperti dagli occhiali da vista e i vestiti eleganti che rimase a fissare il ragazzo dall'aspetto più giovane ad occhi sgranati prima di gattonare via dalla sua visuale, mettendosi in piedi e uscendo in fretta dopo aver pagato, capendo che ormai ci sarebbe solo stato caos.
-Yamcha!- 
Si mise a ridere, felice di aver trovato il complice di quella sfida, o meglio la persona che lo aveva convinto in questo, senza curarsi del fatto che entrambi urlassero in un modo incredibile da rovinare la quiete della musica, sovrastandola, e facendo andare via sempre più persone ad ogni cosa disturbante che causavano.
-Foza, vieni a cantare! Il microfono ti aspetta!- 
In un attimo lo raggiunse, affiancandolo e afferrando la chitarra non trovando il microfono, sembrava stesse per suonarla ma invece, nel prenderla distese il braccio di scatto lungo la spalla senza un apparente motivo che gli scivolò dalla mano, e con quel gesto sbagliato finì lanciata contro il barista che si chinò di riflesso, in tempo per non soccombere mentre le bottiglie riposte sugli scaffali crollarono a terra senza pietà, rompendosi in mille pezzi con il ragazzo che si protese le mani sopra la testa per proteggersi, non salvandosi da qualche taglio superficiale, con Goku chiedeva scusa con una risata per poi tornare a bere dal boccale che continuava a tenere in mano e che si era salvato dall'ultima caduta.
-Divertirsi senza quella strega di tua moglie è il massimo, vero?- balbettò l'amico, pavoneggiandosi al massimo, fiero di ammettere che odiava Chichi, per poi affermare che tutta l'umanità provava per lei lo stesso sentimento.
-Già, un po' come Bulma. Crillin mi ha detto che durante Nameck era insopportabile, non faceva che, come diceva? Rompere e rompere qualcosa che rompono le cose...- non seppe spiegarsi bene, ma il senso era quello, pensò. 
-Ora basta! Fuori! Tutti e due!- scattò il proprietario indicando la porta, però ormai il locale era totalmente vuoto ma almeno lo avrebbe salvato da altri danni catastrofici.
I due si guardarono perplessi, non capendo quel cambio di umore improvviso ma poi sorrisero come due ebeti iniziando a cantare dopo il commento di Goku di voler dedicare quella canzone al suo amato principe, Vegeta, senza capire davvero quello che aveva appena annunciato, e non era nemmeno la prima volta che lo nominava con fare romantico da quando l'alcol aveva preso il sopravvento su di lui.
-Non mi avete sentito? Via, ho chiamo la polizia!- si avvicinò al palco, il barista biondo passandosi una mano tra la chioma per assicurarsi che non ci fossero pezzi di vetro mentre stringeva il resto della parte superiore della chitarra come in una minaccia, tenendo il manico come un fucile, forse un po' inutile visto i colossi che si trovava davanti.
-Sei fuori di testa come una zucca!- commentò Yamcha, ridendo a più non posso prima di crollare a terra per il troppo alcool ingerito, non riuscendo a reggersi in piedi restò disteso sul pavimento tra la nausea e le vertigini, con il soffitto giallo che si faceva sempre più lontano cambiando colore per via delle luci colorate che si muovevano, forse troppo veloce per i suoi occhi.
-Okay, lasciaci cantare un'altra canzone.- si limitò a boccheggiare, Goku afferrando un microfono lì vicino, sul pavimento insieme al suo amico dove giacevano pezzi di vetro e qualche strumento musicale che l'altro aveva distrutto andandoci a sbattere contro, ormai quel locale sembrava un campo di battaglia.
-No, basta.- asserì cacciando fuori il suo telefono dalla tasca.
Inutile dire che nemmeno la polizia servì, ma il fatto che l'alcool continuasse a circolare in loro annebbiandogli la mente aiutò a facilitare i poliziotti a farli perdere i sensi con un colpo ben riuscito in testa, colpendoli per puro miracolo vista la stazza e come si dimenavano, portandoli in un attimo in centrale e ignorando il maialino Oolong che con un ghigno soddisfatto aveva filmato tutto fino a quel momento senza nemmeno nascondersi e che decise di mandarlo subito su youtube sperando di diventare famoso, anche perché non pubblicava video divertenti da tempo, per fortuna aveva convinto Yamcha ad invitare Goku in una sfida di bevute. E inutile dire che appena fu pagata loro la cauzione, i due amici, insieme al caro Crillin che li malediceva per aver fatto la spia scapparono a vicenda, correndo per cercare di evitare la furia di una demoniaca Chichi che blaterava cose senza senso dalla rabbia e per la schiuma che gli usciva dalla bocca; di un'irascibile Vegeta che lanciava sfere di energie con l'intento di disintegrarli entrambi e di una Bulma che, come le parole di Goku nel video che aveva visto desiderava rompergli quelle cose.

Angolo Autrice:
Ammetto che all'inizio non sapevo che pesci prendere, poi ho iniziato a scrivere e mi è uscito questo. Accontentatevi perché non sapevo proprio cos'altro far fare ad Oscar/Oolong. XD 
La cosa più incredibile è che continui ad uscire quel "maledetto" di Yamcha! XD Non lo odio ma non voglio più scriverci dopo il primo capitolo, ho ancora i brividi! >-<
Io_amo_Freezer. <3

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Capitolo 4
*** Quanto si è invadenti, lo si è sempre troppo. ***


2) 3 vuole chiedere un appuntamento a 8, ma qualcosa o qualcuno gli metterà i bastoni tra le ruote.

Era seduto a fissarla da ore ormai, più per noia o per incuterle timore, ma con lei non funzionava, eh no! Ed ora che suo marito, Goku era fuori a godersi i suoi allenamenti con i suoi amici, lei poteva anche farsi avanti, lo desiderava dopo aver visto Goku portarlo a casa, e come se il tipo in questione fosse un cane chiederle se potevano tenerlo. All'inizio la sua sfuriata aveva scosso perfino l'alieno, poco le importava se lui serviva per quel torneo del coso, ma poi aveva lasciato perdere, assottigliando lo sguardo su di lui e studiandolo come lui studiava lei, osservando poi che fosse anche morto come dimostrava quella aureola sopra la sua placca viola che era la sua testa e battibeccare con lui per come avesse rischiato di distruggere la sua casa per qualcosa che aveva detto Goku o lei su di lui. E adesso si limitava ad osservare la coda bianca, aggraziata di quell'essere magnifico volteggiare nell'aria, seccato di quella situazione mentre teneva le braccia conserte; magnifico perché, infondo non era così male.
-Allora, caro Freezer.- iniziò la giovane donna stirandosi con le mani la parte superiore della tunica viola, dando uno sguardo veloce ai suoi pantaloni rosa semi-coperti dal lungo vestito e poi i suoi stivali blu scuro, come a sperare di essere il più presentabile possibile prima di mettersi seduta davanti a lui, con solo il tavolo a dividerli. -Ti andrebbe...- iniziò, un po' rossa in visto prima di essere interrotta dall'interpellato che, assottigliando lo sguardo borbottò sadico:
-Tieni così poco alla tua vita?-
-Come prego?- si irritò con una smorfia, oltraggiata da quel commento e alzandosi di botto sbattendo le mani contro il tavolo. -Vedi di abbassare la cresta, smilzo!- 
Ringhiò stringendo i pugni lungo i fianchi e scrutando l'omino che, per protesta, colpì la sedia dietro di lei distruggendola con un colpo di coda con il suono che echeggiò mentre tornava a ondeggiare vicino al suo padrone, facendole intendere che quella sarebbe potuta essere lei se avrebbe continuato a parlare.
-Dicevo.- si schiarì la voce tornando ad adagiare i palmi delle mani sul legno liscio del tavolo per apparire sicura mentre preferì lasciare correre per quella volta la questione della sedia, e ignorare i cocci di quest'ultima che dopo avrebbe dovuto raccogliere, o meglio, avrebbe raccolto il colpevole. -Ti andrebbe...-
Fu interrotta dal suono della porta principale che si aprì e sorrise all'arrivo del suo bambino che si fece largo, lasciando la porta d'ingresso aperta, anche se ormai era più che un adulto, grande e grosso com'era poi. Si avvicinò a sua madre con un sorriso e la salutò mentre Chichi iniziò, con uno sbuffo, a sistemargli la tuta un po' sgualcita e impolverata, rimproverandolo per quel modo di presentarsi in casa che rischiava di sporcare tutto.
-Scusami mamma, farò in fretta. Devo solo prendere i senzu per continuare con l'allenamento. E' tutto a posto qui?- si affrettò a chiedere nel notare gli scheggi e i pezzi distrutti della povera sedia di legno riversa al suolo, quasi irriconoscibile.
-Oh, sì. Abbiamo solo avuto dei battibecchi, nulla di cui allarmarsi. Non è il primo idiota che tengo a bada.- sorrise lei, tra il vittorioso e il seccato per aver perso una sedia e anche la seconda opportunità di parlare con la lucertola.
-D'accordo.- commentò mandando un'occhiataccia al bianco che ghignò in risposta, ma il giovane non fece finta di non aver visto l'occhiata in tralice che lui aveva mandato a sua madre per l'ultima frase da lei detta.
Continuando a mandargli occhiate per tenerlo d'occhio, il giovane Gohan si avvicinò al tiretto dell'armadio in soggiorno, prendendo il sacchetto per cui era venuto e poi tornando sui suoi passi per uscire.
-Allora moccioso, quanto ci metti?- scattò Vegeta adagiandosi contro il muro della cucina dopo essersi avvicinato prima di far incrociare il suo sguardo a quello rosso dell'alieno che, del tutto indifferente continuò a pensare ai fatti suoi e a come era finito in una baracca del genere. 
-Freezer, come ti sei ridotto...- osò prenderlo in giro con tono altezzoso che servì solo a farsi colpire da uno dei suoi pugni.
-Maledetto! Vuoi morire? Ah, come potevo essermene dimenticato: sei già morto.- 
Rise sghembo il principe della razza aliena guerriera migliore dell'universo prima di afferrargli il polso, guardando il bianco che si era alzato e che era ad un passo da lui ora. Tolse il pugno dalla sua guancia che era diventata viola per il livido, e sputò qualche goccia di sangue che fecero ridere l'altro mentre Gohan, con sguardo serio si avvicinò per separarli.
-Fatti da parte, moccioso.- scattò il principe, ignorando i lamenti della padrona di casa che non ammetteva questo atteggiamento contro il suo bambino dentro la sua personale dimora oltretutto, lasciando quest'ultimo un po' imbarazzato per la definizione affibbiatagli da sua madre.
-Avanti, credi davvero di poter battere me, il Grande Freezer?- scattò irato l'alieno, smuovendo l'aria con la sua coda che fremeva, agitandosi mentre cercava di liberarsi dalla morsa del sayian, riuscendoci e poi balzando su di lui per colpirlo ancora ma con un calcio rotante, atterrando poi dandogli la schiena mentre con la coda si affrettò ad avvolgergli il collo, sollevandolo.
-Freezer finiscila!- scattò Gohan con un salto, arrivandogli davanti ma prima che potesse colpirlo, Vegeta gli lanciò contro una sfera di energia che serviva solo a fermarlo e non farlo avvicinare.
-Lui è mio, levati di torno!- ordinò, con una mano tesa contro il più giovane e l'altra che stringeva la punta della coda dell'avversario che, non accettando il gesto lasciò la presa, scuotendo la coda come a far passare il lieve dolore e attendendo poi la mossa del principe con un ghigno.
-Fermatevi!- 
L'urlo abnorme di Chichi ammutolì tutti i presenti, o quasi, lasciandoli come statue di ghiaccio con Freezer che non la degnò nemmeno di uno sguardo, dedicandolo solo al suo nemico. 
-Fuori! Tutti e due! E vedete di non tornare! Capito Vegeta? O vuoi che chiami Bulma?- 
A quelle parole il principe lasciò la posa di attacco, abbassando le braccia dall'altezza del volto e sospirando rilassando le spalle con amarezza, ascoltando il suono della coda di Freezer che parve come una frusta per terra subito dopo che ebbe udito il nome di sua moglie.
-Andiamo.- si affrettò a portarlo via, Gohan, prima che le cose potessero degenerarsi per quel commento silenzioso dell'alieno bianco, dando un'ultima occhiata a lui e a sua madre, per far capire a Freezer che se osava toccarla gli è l'avrebbe fatta pagare molto volentieri.
Chichi aspettò che tornasse di nuovo il silenzio prima di abbandonare il suo sguardo feroce come quello di una tigre e rilassarsi, sospirando delusa per quel comportamento rozzo.
-Ora che siamo di nuovo soli.- 
Tornò a parlare, e sembrava di nuovo tranquilla mentre si insediò nei suoi occhi minacciosi, pensò la lucertola che non voleva demordere la sua barriera nera, sadica e maligna che lo circondava da sempre e che amava avere addosso. 
-Volevo chiederti...- 
-Sì, insomma...-
-Io stavo pensando se...-
Continuò, dando una pausa dopo l'altra alle frasi, ma non perché lo temesse, solo per trovare le parole giuste mentre l'alieno notò come diventasse sempre più rossa e timida ad ogni parola, e si chiese che fine avesse fatto la donna di prima dall'aria demoniaca e che sembrava non avere paura nemmeno della morte, motivo che pensava essere dovuto a quelle sfere del drago che tanto aveva bramato e che loro potevano usare ogni volta che volevano. Infondo nessuno sano di mente poteva parlargli con quel tono osando perfino offenderlo se era debole, non se sapeva di poter resuscitare ogni volta che voleva. Sospirò annoiato, non sapendo se porre fine alle sofferenze di quella donna o aspettare che terminasse di parlare e poi ucciderla; interdetto sul da farsi si mise a braccia conserte, osservandosi attorno con fare annoiato non sapendo cosa poteva fare di divertente ricordandosi che non gli era concesso uccidere nessuno. Iniziava però a infastidirsi in quel silenzio interrotto solo da quella donna, credendo che quella lì non avrebbe mai finito, o che lui non sarebbe mai riuscita a sentire quello che gli diceva visto come borbottava, con voce sempre più flebile. Il silenzio non lo disturbava, ma quella lì sì, eccome se lo disturbava.
-Freezer!- 
Apparì Goku dietro di lui con il teletrasporto, poggiandogli una mano sulla spalla come se fossero dei vecchi e buoni amici, ma che tolse subito allo sguardo furente e in tralice che gli rivolse il cosiddetto "amico", senza rendersi conto di quello che farfugliava sua moglie che non si era nemmeno accorta del suo arrivo.
-Non ti stavi allenando?- domandò l'alieno, distaccandosi e voltandosi a guardarlo, con Chichi che era assorta tra le sue delucidazioni e borbottare il nome del bianco e qualcos'altro mentre giocherellava con le dita.
-Ciao tesoro.- alzò una mano in segno di saluto, Goku, allegro come sempre, ma poi la osservò con un volto interrogativo per come fosse concentrata da non accorgersi della sua voce e presenza, così decise di rispondere a Freezer. -Sì, ma Vegeta e Gohan mi hanno raccontato quello che è successo. E sono qui per chiederti di unirti a noi, sarà divertente.- sorrise, ebete come al solito agli occhi dell'alieno che volse prima uno sguardo alla donna che continuava a parlottare di lui e poi a Goku.
-Sì, sarà divertente.- concordò con un ghigno, anche se allenarsi non faceva più per lui visto la forza acquisita volle almeno godere nel pestarlo a sangue, e osservò Goku porgergli la mano mentre si portò due dita sulla fronte. Freezer concesse mentalmente alla mano del sayian di essere degna di afferrare la sua, e così scomparvero nel nulla.


-... Se... Cioè... Vuoi uscire con me?- buttò fuori la frase e alzò lo sguardo verso Freezer, sbarrando gli occhi nel constatare che ormai non c'era più nessuno davanti a lei, e comprese solo una cosa, che la colpa appartenesse unicamente ad un saiyan di sua conoscenza, e anche se non era stato lui meritava sempre di essere sgridato. -Goku!-
L'urlo echeggiò fino a raggiungere il campo di allenamento che avevano trovato, entrando nell'orecchio del marito che sobbalzò proprio quando aveva dato il via, e così non riuscì a deviare in tempo il pugno nello stomaco di Freezer che lo trascinò lontano, portandolo a frantumare una montagna. E così, Freezer, anche se si disse che ci sarebbe riuscito comunque, ringraziò mentalmente quella vecchia megera e ghignando tornò a quell'allenamento, per lui inutile visto che era già il più forte.



Angolo Autrice:
Ho pensato di far capitare più occasioni che avrebbero impedito a Chichi di chiedere l'appuntamento, perché sì. Che oltraggio poi, ma come osa solo pensare una cosa del genere? Il mio Freezer esce solo con me. v_v
Io_amo_Freezer. <3

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Capitolo 5
*** Non me lo aspettavo. ***


3) 10 ha una malattia imbarazzante. 9 lo aiuterà o se ne approfitterà?

Descrizione: Uno strano alieno incappa in una scena molto buffa prima degli avvenimenti del Cell game. Certo che quando due cattivi si incontrano in certe circostante, scoprendo qualcosa dell'altro che non si aspettava la cosa più ovvia da fare è... Per chi finirà male?


Stava guardando la strada da parecchio, ammirando le strisce bianche che servivano ad attraversare. Fremendo con le sue lunghe e rigide ali nere e indeciso se incamminarsi o meno continuava ad attendere delle macchine che proprio non arrivavano, forse anche perché aveva distrutto la città uccidendo tutti gli abitanti, cosa che avrebbe dovuto rassicurarlo per quello che stava per fare ma proprio non ci riuscita; temeva troppo di essere visto da occhi indiscreti che poi, di chiunque fossero, avrebbe eliminato quella persona indegna. Sospirò rilassando le enormi spalle e avanzò di un passo, centrando appieno con il suo piede giallo e appuntito la riga rettangolare del colore delle nuvole sopra di lui, in quel cielo così tranquillo che ammirava la tragedia che aveva appena compiuto. Con entrambi i piedi sopra la striscia bianca si guardò ancora intorno, come ad aspettarsi che da un momento all'altro arrivassero i guerrieri Z a rovinare il suo divertimento, non successe niente e così continuò quella specie di gioco. Con un saltello atterrò su un piede solo per poi adagiare anche l'altro e sorridere, sicuro che nessuno lo avrebbe visto. Continuando a sghignazzare tornò a saltare, adagiando prima il piede destro su una striscia e poi saltare atterrando su un'altra con quello sinistro, senza fermarsi se non quando raggiunse il marciapiede.
-Questo non me lo aspettavo.- 
L'uomo dalle sembianze di un insetto si irrigidì a sentire una voce arrivata alle sue spalle mentre sentiva le sue gote imporporarsi e accaldarsi per l'imbarazzo. Strizzò gli occhi stringendo i pugni con forza da far sbiancare le nocche e rischiare di far penetrare le unghie laccate di nero a tal punto da far uscire il sangue dai palmi. Nel spalancare subito dopo le palpebre fece incrociare i suoi occhi viola brillanti con quelli rossi di una certa lucertola di sua conoscenza davanti a lui e che non sapeva nemmeno da dove fosse spuntata fuori, poi.
-Cooler?- decise di deviare l'argomento di quello che aveva appena fatto con il tono di voce sorpreso ma il più serio possibile, volendo anche capire da dove fosse spuntato fuori.
-Sì, Cell. Piacere che conosci il mio nome. Sono qui da un paio di giorni, sono atterrato con la mia astronave, mi sono informato e non pensavo di trovarti così... Pensavo fossi un degno alleato, non uno che gioca come un bambino.- borbottò, sembrando infastidito dal fatto che quell'essere non avesse usato l'appellativo "Lord" nel pronunciare il suo maestoso nome.
-Sei qui per vendicare tuo padre e Freezer?- continuò a deviare argomento, centrandolo più su di lui che sul sottoscritto, facendolo ghignare.
-Ho voglia di uccidere e vedere il super sayian. Ma sarà più divertente dire al mondo quello che ho visto e filmato con il mio scuoter.- 
-Ehi, ehi!- protestò l'androide ibrido, ignorando quel ghigno e afferrandogli lo scuoter grazie alla sua velocità, ma lui lo deviò teletrasportandosi dietro di lui. -Perché diamine lo hai fatto?- si voltò per inquadrarlo.
-Volevo solo farlo vedere ai tuoi nemici, sempre se non mi farai partecipare al Cell game. Potevi trovare un nome migliore, eh.-
-Debole come sei non mi saresti di nessun utilizzo. E poi vieni a me a parlare di nomi quando tu e tuo fratello davate i vostri ai pianeti conquistati aggiungendoci al massimo un numero.- scattò portandosi le braccia al petto, con ancora le gote arrossate per essere stato visto nell'atto di attraversare in quel modo che amava ma di cui si vergognava anche.
-Okay, proviamo una cosa.-
Lo vide teletrasportarsi sul marciapiede opposto al suo, e che aveva appena finito di attraversare poco fa l'androide che non comprese quel gesto alzando un sopracciglio.
-Se vuoi che non lo faccia vedere a nessuno, attraversa e dimostrami che non sei quel bambino che ho visto poco fa.- affermò indicando le strisce, non tollerando il commento del tizio verde sulla sua forza.
-Questo è tutto da vedere.- asserì iniziando ad alzarsi in aria per raggiungerlo, fremendo con le ali che si aprirono come a simulare l'atto del volo per scagliarsi su di lui.
-Ah. Ah.- negò con il capo, muovendo l'indice verso lo scuoter minacciando di inviarlo a qualcuno premendo il tasto rosso se non sarebbe tornato con i piedi per terra.
-Vuoi davvero ricattarmi? Sei un'essere effimero in confronto alla mia perfezione.-
-Eppure sei tornato sul marciapiede.- si mise a ridere, divertito da come la situazione di fosse rivolta a suo piacimento.
-D'accordo.- borbottò avanzando sconfitto, ma con un luccichio di vendetta negli occhi cupi che bramavo di ucciderlo appena possibile.
-Oh, sei così buffo.- non si trattenne dall'esplodere in una grossa risata, tenendosi lo stomaco con una mano visto come l'androide stesse saltellando peggio di un grillo per centrare solo le strisce bianche, non riuscendo proprio a camminare decentemente.
Ma quella distrazione gli fu fatale, abbastanza da venire carbonizzato in un netto secondo da uno dei raggi laser dell'ibrido verde che ghignò, attraversando il resto della strada in volo e afferrando lo scuoter per poi distruggerlo e osservare con stizza e ribrezzo la lucertola riversa al suolo in una pozza vermiglia, ormai senza vita. Con una smorfia gli puntò la mano contro caricando un'onda di energia abbastanza potente da disintegrarlo, non volendo lasciare tracce. E ghignò, felice di aver avuto la supremazia che gli spettava.
Certo, non si sarebbe aspettato una presenza così seccante, ma alla fine aveva vinto lui, come sempre d'altronde.


Angolo Autrice:
Non poteva che finire così. (?)
Non sapevo che malattia imbarazzante potevo affibbiargli, non ne conosco. Così spero vada bene questa, anche se non è esattamente una malattia; ma visto che lo faccio sempre quando vedo le strisce bianche ho attaccato il vizio anche a Cell. XD
Però ammetto che  non mi convince molto, ma non sapevo nemmeno cosa far fare a quei due, però non è venuta così male. Spero. -w-
Io_amo_Freezer. <3

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Capitolo 6
*** Troppo caffè. ***


4) Primo giorno di lavoro per 6 e 2. Si vedranno le mutande di 6.


Descrizione: Lavorare è duro, molto. Sopratutto se si tratta di due guerrieri, e sopratutto se uno di loro è così orgoglioso da non muovere un muscolo.


Riposare non era esattamente da lui, preferiva di gran lunga allenarsi ma non poteva rimanere rinchiuso in quella stanza di allenamento a vita. La freschezza di quell'aria fresca che lo circondava in mezzo a quel buio ristoratore lo aggradava a tal punto che sarebbe rimasto immobile fino a data immemore, o al massimo fino a quando lo stomaco non avrebbe protestato alla ricerca di cibo e i muscoli non avrebbero preteso la razione di allenamento quotidiana. 
Spaparanzato sul materasso e con il lenzuolo stropicciato e riverso in un angolo, visto il caldo estivo che aveva colpito la città, ignorò il suono dei passi sicuri e intraprendenti di sua moglie, era di certo lei, lo capiva nell'udire il ticchettio perenne dei tacchi. Ma non poté continuare a dimenticare quella presenza perché aveva alzato le tappare con un suono secco e fastidioso, lasciando entrare i fastidiosi raggi del sole, e aprendo la finestra. Nel sentire sulla pelle il vento freddo capì che dovesse essere ancora presto, che il sole non aveva ancora riscaldato la terra.
-Forza, ti aspetta il lavoro.- affermò lei piantandosi le mani sui fianchi e scrutandolo dal bordo del letto.
Borbottò tra sé e sé, cercando di non aprire gli occhi e lasciare che il buio tornasse solo grazie all'avambraccio appoggiato sopra le palpebre. Sospirò, sentendosi meglio senza il fastidio bruciante della luce su di sé. Purtroppo le orecchie avevano udito bene quelle parole, e appena arrivarono al cervello servì solo la parola "lavoro" per svegliarlo completamente.
-Che hai detto, donna?- ruggì mettendosi seduto e scrutandola mentre gli lanciava dei vestiti, più normali rispetto alla battle suite che continuava ad avere, anche se al momento non aveva niente se non dei boxer neri, facendo intravedere alla perfezione quel fisico scolpito che possedeva.
-Muoviti, Yamcha ti aspetta di sotto.- protestò lei, facendogli arrivare in testa un pantalone nero ed una camicia bianca che si apprestò a buttare bruscamente al suo fianco.
-Cosa ti salta in mente? E poi perché proprio quel decerebrato?- si alzò per arrivarle davanti e guardarla negli occhi, sovrastandola giusto perché i suoi capelli amavano infrangere le leggi della forza della gravità nella loro tipica forma a fiamma.
-Ho in mente che Yamcha mi ha chiesto un favore, e quindi tu lo aiuterai.-
Stava per ribadire ma rimase un attimo perplesso a quella frase, cioè, il mollusco andava da sua moglie, e poi lei lo costringeva ad aiutare il suddetto mollusco quando non centrava proprio niente? A volte dubitava che la sua donna ragionasse sui suoi stessi pensieri e le sue stesse parole.
-Non posso, mi devo allenare.- affermò poi, cercando di sembrare il più ragionevole possibile, e stava anche per recarsi in bagno se lei non lo avesse ricattato con la sua sala d'allenamento che aveva appositamente sigillato.
Così, imprecando mentalmente e verbalmente si diresse a lavarsi per poi indossare quei fastidiosi jeans e quella maledetta camicia che, per quanto leggera e trasparente fosse lo faceva comunque morire di caldo.
-Mi puoi dire almeno di che lavoro si tratta?- borbottò raggiungendo la cucina e ingozzandosi di tutti i piatti prelibati che avevano preparato Bulma e sua madre, almeno una soddisfazione l'aveva avuta quella mattina. Non accettava essere raggirato in quel modo, ma preferì non pensarci per non arrabbiarsi di più e rischiare l'allenamento.
-Starete dietro il bancone, in un bar pasticceria.- spiegò l'azzurra per poi tornare al suo laboratorio a lavorare.
In tutta risposta lui le mandò un'occhiataccia come a dire "Stai scherzando, vero?". Occhiataccia che riservò solo alle sue spalle visto che non si voltò, forse aspettandoselo, ma gli servì rimarcare ancora il ricatto, aggiungendoci che se non avesse fatto un ottimo lavoro la gravity room se la sarebbe scordata per i secoli a venire per farlo ammutolire e farlo tornare seduto al suo posto, ovviamente con qualche maledizione in più rivolta a lei.
-E perché ti serve il mio aiuto? Non sai fare nulla da solo?-
Si voltò a guardare il mollusco nella sedia accanto che assaggiava dei pasticcini preparati dalla signora Brief, che giuliva e sorridente li porse anche al suo cognato, ridendo in quel modo fastidioso e snervante.
-Beh, io ho solo parlato che avrei lavorato, e Bulma che dopo un attimo ha detto che sarebbe piaciuto anche a te.-
Quasi si strozzò a quelle parole, e quasi si alzò per recarsi da quella strega ma appena ripensò al suo ricatto tornò sui miei passi e si sedette, dando un'occhiata al mollusco e al suo vestiario da pinguino. Il fatto che persino il sayian possedesse lo stesso ridicolo costume, omettendo la giacca e la cravatta nera lo fece andare ancora di più su tutte le furie.
-A che ora?-
-Cinque minuti.-
-Muoviti, mollusco.- sbottò alzandosi e uscendo senza nemmeno salutare la cara signora Brief, ma ormai, lei ne aveva fatto il callo di quel comportamento, cosa che la bellezza del cognato sostituiva e gli faceva perdonare tutto, ma infondo la madre di Bulma era sempre stata molto tollerante e gentile con tutti.
-Non chiamarmi in questo modo!- scattò il moro dai lunghi capelli, dietro di lui che lo seguì alzandosi in volo e restandogli dietro. -Non sai nemmeno dove si trova.- affermò poi nel guardare il principe in testa.
-Sei tu che ti sei messo dietro, idiota.- ruggì furente stringendo i pugni e guardando costantemente dritto, con il vento che gli scompigliava i capelli e gli rinfrescava il volto, aiutandolo a calmarsi.
Certo che se quell'idiota non avrebbe parlato avrebbe solamente fatto il giro del pianeta alla ricerca di un posto per allenarsi, ma no, lui doveva sempre ficcare il naso. Ed ora eccolo lì, davanti, che gli faceva strada. Assottigliando lo sguardo verso il terreno sottostante dove il mollusco, perché chiamarlo con il suo vero nome sarebbe stato troppo per un codardo di quel calibro, stava scendendo e si affrettò a seguirlo, atterrando in un vicolo per non attirare attenzioni prima di avviarsi lungo il marciapiede.
-Allora... è questo il fantomatico "bar-pasticceria"?- brontolò a braccia conserte, osservando il negozio luminoso e grande, con delle vetrate che lasciavano vedere tutti i dolci esposti, e poi il dentro, sembrava magico per quanto colorato e dolcioso fosse. Le decorazioni a forma di caramelle e dolciumi rendeva tutto più bello, ammise.
-Ben arrivati. Puntualissimi. Io sono Lesy, il vostro capo.- sorrise una ragazza dietro al bancone dai capelli biondi ondulati e due occhi celesti, mentre sbatteva le sue folte ciglia senza ritegno, quasi a volerci provare con due fusti del genere.
-Allora, cosa dobbiamo fare? Non c'è anima viva?- 
-Apriamo tra poco. Ma questo che farete oggi è solo una prova, avrete il lavoro solo se lo farete bene.- espose, contenta come se non fosse importante.
-Okay.- annuì Yamcha, convinto e determinato.
-Non ti accettano più a baseball e così lo hai rimpiazzato con questa cosa?- borbottò il principe mettendosi dietro al bancone e voltandosi a scrutare tutte quelle bottiglie, o quell'enorme macchina che forse serviva per fare il caffè; c'era perfino una macchina per lo zucchero filato. Quanta idiozia, ma non poteva non ammettere che gli stava tornando fame immerso com'era in un posto doveva si annusava solo aria di cibo succoso e buono.
-Diciamo che non sono affari tuoi.- asserì, offeso e amareggiato prima di cominciare a servire un cliente che era arrivato; molto giovane e con un giornale in mano si limitò a chiedere un caffè ed un cornetto per poi sedersi su una sedia tra i vari tavoli rotondi che erano sparpagliati nella sala.
-Colpito e affondato?- ghignò il principe incrociando le braccia e osservando come, da quando erano arrivati e la ragazza aveva voltato il cartellino sulla porta a vetro da chiuso ad aperto, molta gente stava giungendo affamata, attratta anche dalle vetrina e dai colori; di certo non dal suo musone perenne.
-Buongiorno ragazzo, potrei avere una tazza di caffè da portar via?- si avvicinò al saiyan, una ragazzina magrolina e dai capelli castani, con dei libri stretti al petto ed uno sguardo che esaminava il posto con attenzione, forse non essendoci mai entrata.
-Mollusco, hai sentito la ragazzina?- borbottò Vegeta guardando l'altro che aveva una fila di clienti da governare, e ignorò il fatto che molti erano con una faccia schifata e oltraggiata nel vedere chi li serviva praticamente, e letteralmente in mutande. I pantaloni non erano calati del tutto, forse troppo grandi per lui, e il fatto che non se ne fosse accorto era il colmo, ma pazienza. 
Non ricevendo risposta, Vegeta si voltò e contemplò quel aggeggio di metallo e pieno di manovelle. Alzando le spalle cliccò un pulsante e mise una tazzina sotto dove credeva sarebbe uscito il caffè, mentre la ragazzina sembrava molto impaziente di andarsene, cosa che a lui poco importava. Diede un'occhiata all'amico che, frettoloso era corso con un vassoio in mano a portare l'ordinazione al tavolo, sembrava davvero stanco e stressato, anche perché stava facendo tutto lui e da solo. Invece il capo era volatilizzata, chissà dove e perché...
Tornò a fissare la ragazzina con severità e tenendo le braccia conserte che, spaventata da qualcosa se ne corse via. Alzò un sopracciglio, non ricordando di aver assunto una posa così tanto minacciosa senza accorgersene e così si voltò indietro per chiudere quell'arnese, ma a vedere l'accaduto comprese cosa fosse successo alla ragazzina. Nel vedere la macchina tremare e sbavare caffè da ogni dove anche Vegeta avrebbe esitato a rimanere di più in quel posto, ma lui era orgoglioso e testardo, quindi rimase a fissare la macchina con un'occhiataccia, come se con quella potesse farla impaurire e farla cessare di apparire come una bomba innescata.
-Vegeta!- urlò disperato Yamcha che, non potendo più trattenere i clienti che non biasimava gli aveva lasciati andare per fermare quella calamità. 
-Lo sai che ti si vedono le mutande?- commentò indifferente, allontanandosi e indietreggiando di qualche passo, coprendosi con una barriera e lasciando che l'esplosione colpisse solo il mollusco che ora aveva i pantaloni calati fino a terra e il corpo ricoperto di caffè e zucchero.
Dava l'impressione di essere davvero appiccicoso, quindi preferì rimanere in disparte e non toccarlo, limitandosi a fissarlo in quella posa inebetita, bocca aperta, le mani alzate all'altezza delle spalle e le gambe divaricate, ignorando le sue mutande rosa chiaro con i cuoricini e la camicia che da bianca era diventata marrone, lo stesso colore che aveva ricoperto le pareti e il soffitto. Ormai tutti i passanti, nel vedere quella scena cambiarono idea di entrare istantaneamente, proseguendo il cammino e borbottando e criticando quella scena.
-Ma cosa è accaduto?- urlò Lesy, sgranando gli occhi e spuntando fuori da una porta che forse era il suo ufficio o qualcosa del genere, aprendo sempre di più la bocca più esaminava lo spettacolo che aveva davanti.
-La prego, le posso spiegare... Ci dia almeno una seconda possibilità!- la pregò Yamcha, avvicinandosi a lei senza nemmeno rialzarsi i pantaloni, e Vegeta decise di avviarsi per uscire.
-Pervertito!- scattò lei a quella visione malsana, colpendolo con la propria borsetta sulla guancia, borsetta che aveva la stessa tonalità di quelle mutande.
Vegeta si limitò a guardare il cosiddetto "pervertito" accasciarsi al suolo con le gambe all'aria mentre la ragazza scappò via inorridita coprendosi gli occhi, verso la porta da dove era uscita, forse per chiamare la polizia. Così Vegeta, imprecando per quella mattinata sprecata, afferrò Yamcha e lo trascinò via per un certo tratto prima di pensare: "Ma chi me lo fa fare?", e così mollarlo in un parco pieno di gente per poi volarsene via quando l'attenzione non era su di lui. 
Stava per tornare a casa, ma di certo Bulma si sarebbe sorpresa nel vederlo tornare così presto e senza il mollusco, e appena sarebbe venuta a sapere ogni cosa dubitava che lo avrebbe lasciato in pace, o che lo avrebbe fatto allenare. Sbottando e maledicendo sia lei che il mollusco se ne andò in un posto deserto, restando lì ad allenarsi finché le acque non si sarebbero calmate, cosa che dubitava fortemente.


-Vegeta, maledetto!-
Intanto la moglie in questione aveva già appreso tutto, e pregustava il suo ritorno per fargli capire che con lei non si scherza. E la stanza di allenamento che aveva mandato in autodistruzione ne era una conferma abbastanza ovvia.


Nessuno era preoccupato del povero Yamcha, rinchiuso in una prigione con ancora i pantaloni calati e il corpo coperto dal liquido ormai asciutto e secco dal colore scuro, che pregava i poliziotti per una sola telefonata mentre loro lo ignoravano senza esitazioni.


Angolo Autrice:
Io me lo immagino così. Mi immagino Vegeta che non sa trattenersi e offende anche mentalmente il povero Yamcha. XD
Beh, mi dispiace per Vegeta. Gli ripago tutto io, non problem. :3
Mentre Yamcha... chissà se avrà quella telefonata. :')
Io_amo_Freezer. <3

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Capitolo 7
*** L'amore in gara. ***


5) 4 e 1 hanno una cotta per la stessa persona oppure una torta da finire.


Descrizione: Goku è tornato in anticipo sulla Terra e ne approfitta per andare a casa della sua amica visto l'ira della moglie, così, tra un piatto e l'altro si fa avanti per chiedere una cosa.


La ragazza adagiò tutto il cibo che possedeva in dispensa, che era il minimo rispetto a quanto mangiasse quel sayian, suo amico d'infanzia ed eroe della Terra. Lo guardava mangiare e mangiare senza ritengo mentre lei, vicino al davanzale cacciò un sospiro, lasciando che il fumo volasse oltre tra la fessura della finestra. Le capitava di fumare raramente, di solito solo quando lavorava; e infatti Goku era venuta a trovarla proprio in quel momento, interrompendola dalle sue invenzioni. Era perfino ad una svolta, ne era certo; ma poi, con l'arrivo di Goku che la pregava di dargli da mangiare non poteva fare altro, anche perché non l'avrebbe mai lasciata in pace altrimenti. 
-Dophgmv'è Vtrhrgta?- farfugliò ad un tatto con la bocca piena, attirando la sua attenzione.
-Come?- domandò lei, non capendo nemmeno una sillaba di quello che le aveva detto, così lo vide ingoiare tutto quello che prima masticava, quasi strozzandosi solo per poterle parlare chiaramente.
-Dov'è Vegeta?- sorrise, come suo solito.
-Vuoi allenarti con lui?- chiese, fremendo un attimo per come avesse osato, quel principe da strapazzo, trattarla quella stessa mattina. Non lo sopportava, e non capiva perché aveva avuto l'idea di farlo stare a casa sua. Che seccatura. Tra l'altro era tornato qualche giorno fa, visto che aveva osato partire con la gravity room per cercare Goku. E appena questo era tornato Vegeta aveva fatto lo stesso, nemmeno a farlo a posta. Ovviamente a Chichi non era andata giù la faccenda che suo marito preferisse allenarsi che stare con lei e trovarsi un lavoro, quindi lo aveva cacciato di casa, almeno questo gli aveva raccontato tra un boccone e l'altro, e non aveva capito il resto.
-No, gli voglio solo parlare.- asserì tranquillo, e con un rossore sospetto sulle gote.
-Ah, sì?- assottigliò gli occhi l'azzurrina, tenendo le braccia conserte dopo aver abbandonato la cicca bianca di sigaretta nel posa cenere, trasparente ed elegante, dalla forma di una corona.
-Già.- continuò a sorridere come un'ebete, dondolandosi sulla sedia appena ebbe finito di mangiare.
-Okay, ma perché? Cosa gli devi dire?-
Era troppo spensierato per i suoi gusti, e al tempo stesso troppo impacciato e rosso. La cosa la insospettiva tremendamente. E nel sentire la sedia cigolare decise di non fare nulla, non volendo avvertirlo, si sentiva troppo infastidita da quei modi, e qualcosa le imponeva di portarlo lontano dalla sua meta.
-Solo una cosa che riguarda...- si bloccò, giusto il tempo di sentire le gambe della sedia cederli e farlo cadere bruscamente a terra con il sedere, dolorante portò le mani sul fondo schiena per massaggiarlo vista la brutta e dura botta.
-D'accordo.- ghignò l'azzurrina, ridacchiando per quella vista prima di avviarsi verso la porta. -Si trova in camera sua.- mentì, desiderosa di raggiungerlo per primo.
-Okay, grazie. E scusa per la sedia.- affermò correndo più veloce di lei, ma dalla parte opposta.
Bulma non poté che ridere ancora, fiera e dandosi dei complimenti mentalmente, sapendo di poter fare ogni cosa con la sua intelligenza. Continuando a ridacchiare si avviò a passi svelti e decisi, ma non per questo meno leggiadri. Avrebbe sedotto quel principino e sarebbe stato suo, sopratutto perché, ormai era ovvio che la stessa idea aveva sorvolato la mente del più giovane, e visto che non tornava ci avrebbe messo un po' a capire che non era in camera. Almeno così credeva.
-Bulma, penso che tu ti sia sbagliata. Non c'era Vegeta in camera sua.- mugolò affranto e con un broncio, ormai dietro di lei che aveva appena raggiunto la porta ed era corsa fuori. -Ehi, Bulma! Perché corri?- 
Sì era dimenticata della sua velocità, maledizione. Ovviamente era inutile provare a batterlo in quel modo, troppo forte. Meglio inventarsi altro per fargli perdere tempo e farle avere a lei.
-Oh, scusa. Non ti avevo sentito.- ridacchiò giuliva, unendo le mani davanti al viso come ad interpretare la scena di un'ingenua fanciulla; sbattendo le ciglia per ammaliarlo, cosa che con lui era difficile visto che aveva la dose di attrazione verso le donne quanto una pianta, e ora capiva il perché. Ma non avrebbe avuto il suo Vegeta. Mai. Sarebbe stato un disonore per il suo orgoglio di donna affascinante e sexy.
-Okay.- tornò a sorridere come se nulla fosse. 
-Vegeta deve essere in laboratorio allora. Forse starà parlando con mio padre per farsi dare altri macchinari per gli alienamenti.- tentò di convincerlo, ma appena lui esclamò la frase:
-Oh, ma la sua aura è nella gravity room! Si vede che deve aver iniziato ora, prima non l'avevo sentita.- 
Comprese che fosse troppo tardi, ma poi un'illuminazione alla vista della salvezza.
-C'è il furgone dei gelati. Vado io a chiamarti Vegeta, tu vai. Avrai ancora fame.- sorrise, uno troppo tirato e finto, ma Goku non ne capì la differenza, anche se negò con il capo.
-Lo prenderò insieme a Vegeta.- commentò, con uno strano luccichio di emozione che la donna non comprese se fosse per il gelato o per l'altro sayian. 
Lo guardò iniziare ad incamminarsi verso l'astronave a forma di sfera, bianca e con il nome della "Capsule & Co." tatuato su un lato e serrò i pugni, non poteva permetterglielo.
-No!- quasi urlò, seccata mentre avanzò a passi pesanti, quasi volendo lasciare l'orma sotto di sé. -Io prenderò un gelato con Vegeta!- serrò la mascella e lo superò, lasciandolo inebetito.
-Ehi!- protestò come un bambino, iniziando a correre e lei fece lo stesso. -Io voglio chiederlo a Vegeta!- asserì, venendo solo spintonato dalla donna appena tentò di avvicinarsi, cadendo a terra per poi rialzarsi subito dopo.
Continuarono a mandarsi occhiatacce elettriche, con lei che continuava ad affermare che Vegeta fosse suo, venendo interrotta poi dal moro che affermava il contrario, stringendo i pugni e cacciando una linguaccia tutta per lei.
-Come osi?- scattò lei, oltraggiata, fermandosi solo per dargli un calcio nello stinco; e visto che non se lo aspettava e non era concentrato ad un colpo così inaspettato come il primo, gli fece male. -Appena vedrò Chichi gli dirò tutto.-
Sghignazzò, Bulma, e si precipitò verso la porta, lasciandolo lì a saltellare come un ossesso e con un broncio bambinesco e capriccioso. Premurandosi di aprire la porticina e cliccare il tasto di spegnimento della gravità, non volendo morire in quel modo, optò per l'ignorare l'urlo sovrumano di negazione della persona all'interno, contrariato del suo gesto.
-Chi diamine ha osato spegnere tutto?- ruggì uscendo fuori con gli occhi dilatati e furenti dalla rabbia, soprattutto nel riconoscere Bulma come colpevole.
-Oh, caro il mio principe.- iniziò lei, prendendogli la mano a attirandolo più vicino, provando a dissuaderlo con i suoi occhi dolci. -Non ti va un altro tipo di allenamento?- cinguettò facendogli alzare un sopracciglio, confuso dalla proposta, ma era ancora troppo furioso per averlo interrotto.
-Vegeta!- l'urlò di Goku raggiunse entrambi, e anche la sua "aggraziante" figura che atterrò su entrambi, schiacciandoli come in un sandwich.
-Ma che diamine...? Maledetto, Kakaroth!- urlò furente, avendo il viso di quest'ultimo ad un centimetro dal suo e a cui rivolse imprecazioni varie insieme al suo volto accigliato e adirato.
-Ciao.- ridacchiò lui, senza rendersi conto di una Bulma completamente oppressa tra i due, con il volto contro il petto, muscoloso di Vegeta che sentiva ringhiare.
-Levati di dosso. Levatevi entrambi!- scattò prima di irrigidirsi sotto il contatto delle labbra dell'eroe della Terra contro le proprie che si staccò con immenso sorriso di soddisfazione, solo per poi ricevere un pugno che lo mandò fino all'isola di Muten e oltre.
Vegeta borbottò cose insensate contro di lui prima di spostare Bulma dal suo corpo e lasciarla lì sul prato verde e fresco, svenuta per il respiro che era venuto troppo a mancare, ma la sentiva ancora viva. Poco le importava di lei. Con il rosso più vivo di un peperone sulle guance rientrò dentro la navicella, chiudendosi dentro e tornando ad allenarsi, ovviamente con molte imprecazioni contro il suo acerrimo nemico a fargli compagnia.


Angolo Autrice:
Non poteva mancare il bacio, li shippo quei due e sono felice che mi sia capitata un'occasione di questo tipo. v_v
Per il resto non so, c'è l'ho messa tutta. Spero vada bene. XD
Io_amo_Freezer. <3

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Capitolo 8
*** Scommesse mortali ***


6) 7 e 3 finiscono nei guai. Ci deve essere un piede di porco o un pappagallo o un cane impagliato.

Descrizione: Mai scommettere contro un'androide, le conseguenze saranno sempre tremende. C'è la farà il sayian a sopravvivere ad un affronto del genere? O verrà ucciso da suo padre Vegeta per come si è ridotto? Sempre se "l'amabile" moglie di Goku non arrivi prima. 


Perché era lì?, solo questo poteva chiedersi in un momento del genere. Ah, che vergogna. Se solo suo padre fosse stato lì in quel momento lo avrebbe desiderato - o disintegrato - senza pensarci nemmeno una volta, e non gli dava nemmeno torto. 
Mandò un'occhiataccia alla donna al suo fianco che di certo era in bilico come lui in quel momento, così cercò di rasserenarsi per non darle una colpa anche se le apparteneva, perché se era lì la colpa era solamente di quell'androide da quattro soldi del Dottor Gelo e di quella donna, moglie di Son Goku. Sapeva che non avrebbe dovuto accettare quella scommessa, ma Chichi; la donna che si trovava al suo fianco, aveva voluto sfidarla ed ora eccoci qui. Dannata C-18, appena l'avrebbe avuto tra le mani...
-Forza Trunks, possiamo andare.- asserì mentre il ragazzo ringraziava il cielo che non ci fosse nessuno lì a vederli, con quel vestito bianco da donna non avrebbe accettato di vivere un giorno in più se visto.
Ma appena le porte si spalancarono comprese di aver parlato troppo presto e fu sul punto di strapparsi la lingua a morsi mentre il respiro gli si bloccò in gola, ma avrebbe dovuto aspettare per quello, perché suo padre era proprio lì e dallo sguardo sembrava che volesse proprio pensarci lui a pestarlo per bene.
-Chichi... perché?- si limitò a sussurrare, con il respiro bloccato in gola e gli occhi sgranati quanto quelli di Vegeta a pochi passi da lui che teneva la forchetta con il braccio bloccato a mezz'aria, seduto dietro il buffet e con la bocca spalancata, ma non troppo per non perdere il suo onore. Perché C-18 aveva indetto un buffet? Maledizione, pensò.
-Perché devo vincere, ovvio.-
Ebbe quasi la tentazione di portarsi una mano in faccia per quella risposta ma rinunciò, non volendo morire per mano di quella donna assatanata che dentro quel vestito aggraziato e bianco, con la gonna vaporosa ed enorme sembrava un angelo. Il ragazzo ignorò anche il fatto che ci fosse Goku - non sembrava nemmeno troppo scandalizzato come suo padre, bloccato in quella posizione per i prossimi secoli, forse - che, chissà con quale coraggio o briciolo di cervello in testa gli incitava ad avanzare sottobraccio lungo il rosso tappetto, senza smettere di mangiare ovviamente.
-Tieni.- esclamò brusca, C-18, che in quel momento equivaleva, per Trunks ad un carceriere che non lo avrebbe lasciato in pace fino alla fine, e nella scommessa lei aveva voluto anche dei soldi che aveva dovuto cacciare di propria tasca visto che Chichi non aveva una tale somma da spendere.
Si pentiva amaramente, e giurò che non sarebbe più tornato indietro nel tempo, mai più. All'inizio pensava di tornare solo per dirgli che aveva sconfitto Cell, e magari festeggiare. E invece gli era toccata una cosa terribile. Mentalmente si aggiunse anche di evitare sia C-18 che Chichi, soprattutto se si trovano insieme nello stesso momento e sono in lotta per dei vestiti dentro un centro commerciale. Si era sorpreso che fosse ancora viva, ma ora sembrava più buona, ma non abbastanza da evitargli quella tortura senza senso alcuno, solo per vincere un vestito! Preferiva starle alla larga in questo momento, i ricordi del suo mondo lo tormentavano appena incrociava i suoi occhi freddi, anche se con una scintilla in più che non sapeva ben identificare, ma era certo non fosse un luccichio malvagio.
-Beh? Ti sei addormentato, Trunks?- lo richiamò dai suoi pensieri, Chichi, spintonandolo in avanti quasi da farlo cadere a terra e costringendolo ad afferrare quello che, effettivamente era un pappagallo dal piumaggio bianco e il becco giallo affusolato. La forza di Chichi lo sorprendeva sempre, era forzuta e pericolosa, quando si infuriava soprattutto.
-Che ci devo fare?- bofonchiò indicando il volatile, già troppo a disagio in quel momento.
-Io trovo comunque che questo vestito ti stia benissimo, sai? Il pappagallo è il testimone comunque.- sbuffò la bionda con un terrificante ghigno sul volto.
-G-Grazie.- si limitò a sussurrare. Voleva domandare perché un pappagallo dovesse essere il testimone, ma poi preferì avanzare, cercando di non guardare né lei né nessun altro in faccia, poi sarebbe tornato dentro casa, da dove era uscito pochi minuti fa, e si sarebbe lasciato picchiare da suo padre, e poi si sarebbe sotterrato. Tornò ad incamminarsi. E non attese nemmeno un secondo Chichi che subito gli fu addosso, tornando sottobraccio; certo, con un evidente rossore alle guance, ma per il resto non sembrava più costretta come pochi minuti fa, era a suo agio dentro quel vestito e in quel momento, forse non con Trunks, ma c'era poco da fare.
In che guaio era finito?, pensò Trunks mordendosi l'interno del labbro inferiore. E perché Goku continuava a mangiare invece di aiutarlo? Era l'eroe della Terra, ma quanto c'era davvero bisogno di lui non faceva mai nulla! 
-Finalmente sul podio.- esordì Chichi, sciogliendo un nastro rosa dalla zampa del pappagallo candido e bianco, prelevando l'oggetto dall'animale. Evitò di correggerla, perché non erano su un podio, ma su un palco.
Poveretto, si ritrovò a pensare mentre lo liberava dalla seconda zavorra attaccata alla seconda zampetta prima che volasse via. E ovviamente il gentile pappagallo preferì aggredirlo con un paio di beccate prima di prendere il volo, furono inutili i suoi modi di cacciarlo via, si rese solo più ridicolo del previsto. Okay, povero lo doveva dire a se stesso guardando gli occhi neri della donna davanti a lui.
-Forza.- ci incitò l'androide che si tratteneva dal ridere, sotto le scale del palco.
Trunks mandò un'occhiata alla donna davanti a lei, che aprì il biglietto prelevato poco prima dal pappagallo e lo lesse per sapere quale cosa dovevano fare là sopra. Seguì a ruota il suo gesto e lesse il biglietto anche lui. In un attimo un sospetto rossore prese vita sulle sue guance causandoli un calore che scuoté tutto il suo corpo. Gli toccava ballare... Ballare con un vestito da sposa addosso? Però era sempre meglio di ciò che aveva pensato all'inizio, temeva che su quel biglietto ci sarebbero state scritte le promesse che si sarebbero dovuto scambiare, meglio che non era andata così.
Diede uno sguardo a Chichi che aveva già iniziato senza nemmeno la musica, ma più che un ballo sembravano mosse di base di arti marziali. Scuoté il capo sospirando, e notò perfino che suo padre lo stava letteralmente ignorando, preferendo fingere che non esistesse e mangiare, ma non ebbe il tempo di fare o pensare niente su di lui e di quanto avesse ragione, che Chichi lo trascinò al centro della pista, portandolo pericolosamente vicino al suo petto contro il proprio.
-Ehm, Chichi?- sussurrò basito e le pupille ristrette a due fessure. -Cosa stai facendo?-
-Sul biglietto c'è scritto che dobbiamo ballare insieme per almeno un'ora, idiota.- sbottò conducendo tutto lei, muovendo i passi con decisione per costringerlo a fare altrettanto, e Trunks era così scosso che non sapeva davvero come e cosa fare, solo la decisione dei movimenti della donna incitava il suo corpo a muoversi pari al suo.
Sospirò ancora appena il suo cervello si concentrò sulla situazione attuale: ballare, e non sull'inverosimile guaio in cui era incappato, maledicendo se stesso ancora una volta per aver avuto l'idea malsana di tornare qui a salutarli. Adesso era anche certo che Vegeta non avrebbe più voluto né vederlo né sentirlo per i prossimi secoli a venire. Davvero fantastico, pensò con ironia.
-Trunks, ci sei? Finiscila di dormire e balla.- asserì senza voler repliche, Chichi, come se per lei tutto questo fosse normale, o forse per lei contava solo vincere.
Si irrigidì di scatto e provò a fare come voleva, facendola volteggiare per il palco, ma forse con troppa forza ed enfasi dovuta alla situazione visto che le sfuggì dalle mani e se ne volò via come una palla di cannone. Per sua fortuna e della donna, atterrò proprio tra le braccia possenti di Goku che teneva la bocca piena e le sorrise come se nulla fosse, e lui ne approfittò per svignarsela di nuovo dentro casa sua precipitandosi in camera, ma non ebbe tempo di cambiarsi e rimettersi dei vestiti decenti che la voce di Chichi irruppe funesta nella casa dopo che ebbe spalancato la porta dietro di lui che si incrinò contro il muro affianco su cui attutì la sua fermata. Trattenne il fiato senza nemmeno voltarsi, sapendo chi fosse - era abbastanza ovvio, poi - e preparandosi a fuggire il prima possibile: aveva mollato il ballo prima che finisse la scommessa, quindi avevano perso, cosa che la donna non gli avrebbe perdonato facilmente. Corse via, sapendo che almeno in velocità poteva battere la moglie di Goku che deviò per fiondarsi fuori dalla stanza. Andava così veloce per i corridoi che nemmeno si preoccupò di guardare avanti ma la donna, e fu quindi normale che finì addosso a qualcuno che lo fece atterrare malamente con il sedere a terra e con la gonna che indossava che quasi gli scoprì tutta la visuale delle gambe e delle cosce facendolo trasalire dall'imbarazzo. Trunks portò subito gli occhi in alto per riconoscere la persona e nell'incrociare il suo sguardo freddo, duro e virile pensò che avesse il potere di Medusa: saper pietrificare le persone con lo sguardo, altrimenti non si spiegava la capacità di non potersi più muovere. Ma appena l'urlo animalesco della donna entrò penetrante nelle sue orecchie, mandando una scossa di allarme al cervello, bastò a risvegliarlo e si alzò di scatto.
-Ciao papà, salutami la mamma.- 
Si limitò a dire, chissà con quale coraggio, solo questo - ringraziando Dente che almeno sua madre non ci fosse e non lo avesse visto in quel modo - scomparendo subito dopo dietro l'angolo, e nel non vedere la donna uscire dalla casa subito dopo di lui pensò che forse suo padre lo accettava ancora come figlio e gli aveva permesso di fuggire dandogli un po' di tempo bloccando la moglie di Goku. Sorrise, ma neanche tanto visto che riconobbe distintamente il pappagallo di prima venirgli addosso come un'aquila per poterlo aggredire, così corse dentro la macchina del tempo, rifugiandosi grazie al vetro e inserendo le coordinate in quei pulsanti, pregando che andasse tutto bene. La macchina si alzò in volo e poi scomparve nel nulla sotto lo sguardo stupefatto del pappagallo che era rimasto di guardia sperando che uscisse. E quando Trunks riaprì gli occhi si ritrovò nella sua epoca; la città ancora in riparazione dopo gli anni degli androidi, ma almeno era a casa. Tirò un sospiro e scese da lì, incamminandosi nel prato per arrivare dentro. 
Si raggelò e strinse i pugni, nascondendo la testa tra le spalle nel sapere chi ci fosse proprio dietro di lui e che aveva appena parlato dicendo il suo nome.
-Trunks, perché hai un vestito da sposa?-
Sua madre, quella del suo mondo e suo padre, di un'altro tempo lo avevano visto in quel modo. Desiderò solo morire in quell'istante, anche ucciso da Cell gli andava bene, bastava che succedesse in quel preciso momento o non sarebbe più potuto continuare a vivere dopo un'umiliazione del genere. Peccato che Cell lo avesse ucciso e quindi gli toccò recuperare abbastanza lucidità mentale per poter parlare e spiegare tutto l'accaduto a sua madre, che sembrava molto confusa dallo sguardo, e non le dava torto.


Angolo dell'Autrice:
C'è l'ho messa davvero tutta, ho avuto tante strane idee nella testa mentre scrivevo e le ho messe tutte (ho quasi, e per questo Trunks mi deve ringraziare di tutto cuore -credo -(?)). :3 
Sono strana, lo so. v-v
E ora scappo prima che Trunks venga ad uccidermi male con dietro Chichi che lo rincorre. XD
Io_amo_Freezer. <3

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Capitolo 9
*** Accontentati che ti impacchetto. ***


7) 2 compra un regalo orribile per 6 e non è neanche impacchettato bene.

Descrizione: Vegeta è costretto a comprare un regalo per il festeggiato, ma non è molto in vena di feste: non lo è mai. Cosa combinerà, allora il nostro caro principe?


Passeggiava tranquillamente, con disinvoltura e uno sguardo serio e gli occhi che lampeggiavano di noia. Era riuscito a fuggire dalla festa di compleanno che sua moglie aveva organizzato per quell'idiota, ed era certo che nessuno si fosse ancora accorto della sua assenza, o non ci avevano dato molto peso. Osservò alla sua destra, ammirando il grande edificio dalla pittura giallino che doveva essere l'università dove si recava Gohan da qualche tempo. Ricordava vagamente che fosse venuto a casa sua per chiedere a Bulma una specie di travestimento, o una cosa simile. Che pagliacciata inutile...
Non si era fermato nella sua camminata senza fine e aveva raggiunto il centro della città in un attimo, con i negozi dalle vetrate luminose dovute al buio della sera che speravano di attirare l'attenzione di quelle poche persone che vagano verso una meta prefissata. Doveva ammettere che se era andato via da quella festa era anche per comprare un regalo a quel mollusco del festeggiato ma, sia ben chiaro, non perché volesse: doveva perché sua moglie lo aveva ricattato usando come minaccia la solita solfa della Gravity room, dicendo che l'avrebbe distrutta e cose così. Iniziava a non sopportarla più. 
Scrollò la testa e si avviò dentro, con fare scocciato e disgustato. Non diede nemmeno retta al negozio in questione, senza leggere la scritta sopra la porta in vetro sulla soglia che aveva appena varcato; ne scelse uno a caso come fece con il regalo: si avvicinò ad una mensola piena di piccole lampadine che servivano ad illuminare gli oggetti esposti e ne acciuffò uno che pensò potesse essere definito con la parola "regalo"; una parola abbastanza insensata per lui. Sul suo pianeta non esistevano queste tradizioni, ed era la cosa che preferiva, forse l'unica della sua casa natia. Con lo stesso sguardo, di disgusto per quello che era costretto a fare, e di rabbia, che era la solita faccia corrucciata di sempre che lo caratterizzava; si avvicinò al bancone e consegnò i soldi, afferrando poi il regalo malamente appena la signora, con un sorriso gentile e amichevole che mandava decisamente sui nervi il principe, passò l'acquisto alla cassa che lo analizzò con il solito e sconosciuto suono, lieve ma intenso. Vegeta ignorò di prendere il resto e negò alla ragazza la busta che gli stava porgendo insieme allo scontrino, così, stringendo l'acquisto quasi a voler strozzare la scatola che ricopriva l'oggetto all'interno, uscì per tornare alla festa, solo con l'idea di potersene poi andarsene di nuovo, ma questa volta dentro la sua stanza d'allenamento. Se non consegnava il regalo non avrebbe più potuto entrare nell'unico posto che apprezzava dell'intero pianeta. A volte si chiedeva cosa mai gli era passato per la mente a lasciarsi convincere di vivere in un posto del genere, ad avere una famiglia e tutta quella roba lì...
-Tsk...- digrignò i denti e si concentrò sulla scatola che aveva in mano, pensando che regalo migliore di quello non potesse esiste per Yamcha. Ma il volto del principe si incupì d'un tratto nel ricordarsi di tutti i pacchetti incartati che si trovavano alla festa, pieni di biglietti e firme. Quasi gli venne da vomitare a ripensare a quei colori sgargianti e festosi, ma poi decise di fare altrettanto. 
Si guardò attorno alla ricerca di un pezzo di carta e si avvicinò ad un cestino all'interno del parco immerso tra gli alberi, scuri per via della notte che aleggiava sulla città insieme alle stelle; afferrando pezzi di giornali e mettendoli alla rinfusa avvolse il regalo, e senza nemmeno tanta cura, lasciando anche qualche parte scoperta mentre, per sua fortuna trovò perfino una penna, anche funzionante. Ghignò a pensare alle parole che avrebbe riportato sopra in una parte libera di inchiostro del giornale e poi la rimise all'interno del cestino che aveva trovato, leggermente disgustato di essersi ridotto a rovistare nella spazzatura, ma di certo non avrebbe speso più alcun centesimo per quel mollusco che osava divertirsi a casa sua e a sue spese per colpa della cara mogliettina che il principe si ritrovava.
Tornò in fretta alla festa e mise il suo regalo, con tanto di firma, insieme alla pila di colori allegri degli altri pacchetti. Con l'ennesima smorfia si defilò, deciso più che mai a dedicarsi ai suoi allenamenti e a non uscirne mai più, almeno non fino a quando non avrebbe sconfitto Kakaroth.

Quando arrivò l'ora di aprire i regali, Yamcha, il festeggiato, gli aprì tutti tra le risate dei suoi amici, ridendo con loro nello scoprire il contenuto, ma poi si soffermò all'oggetto più in disparte dal mucchio e lo afferrò prendendo a leggere il bigliettino.
Con i miei "migliori" auguri, spero che ti divertirai con questo aggeggio perfetto per te. E strozzati con la torta! Il principe dei Sayian, Vegeta.
Yamcha rimase sconcertato ad aprire la scatola di colore viola e piena di fiorellini di sfumature più chiare, sgranando sempre di più gli occhi a capire che il "caro" Vegeta gli avesse regalato proprio una... bambola? Quelle che le bambine amavano vestire e con cui giocavano? Rimase oltraggiato, odiando quel sayian più di prima, e arrossendo per le risate di presa in giro dei propri amici che non pensavano che un guerriero come lui giocasse con delle bambole. E poi quella non era una bambola qualunque, no, era proprio la leader delle bambole... Era proprio...
Barbie.


Angolo Autrice:
Eccomi di nuovo qui! Yeah! :3
Non so se si è capito, ma il titolo è più una minaccia di Vegeta che altro. (?) XD 
Mi sono inventata sta cosa strana. Credo sia strana, non so. (?) Spero vi piaccia. Ciao. ^^
Io_amo_Freezer. <3

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Capitolo 10
*** Cambiamenti di troppo. ***


8) Gender Bender! 4 e 9 cambiano sesso, ops! Tutta colpa di 10.
Descrizione: Un'alquanto bizzarra mattinata si prospetta per Bulma. Sarà dura per lei risolvere la situazione tutta da sola, sempre se quello che vede è la pura realtà.


Si sgranchì le braccia portandole in alto prima di stropicciarsi un occhio e mugugnare con un grugnito che non le apparteneva, ma non ci fece caso credendo che fosse perché assonnata. Aprì un occhio e scrutò il soffitto mentre testò l'altra parte del letto, non trovando la figura mascolina di suo marito sbuffò, sempre con un tono troppo duro e rude, sapendo che si trovasse già in quella maledetta stanza di allenamento che lei aveva costruito. Quella mattina si sentiva così stanca però, non voleva lasciare il letto. Con suo malgrado aveva del lavoro da fare. Sbuffando si mise seduta e scostò bruscamente le coperte, entrando in bagno e dando, repentina uno sguardo allo specchio come da routine prima di sgranare gli occhi fino all'invero simile e spalancare la bocca, smettendo di respirare, o forse aveva finito il respiro per l'infinito urlo che aveva cacciato nell'inquadrare l'immagine che le poneva lo specchio. Anzi, non era più una lei, era un lui. E questa era una cosa mostruosa e abominevole. I suoi capelli azzurrini erano sempre gli stesso, corti e scompigliati per via della notte passata a dormire aggrovigliata alle coperte e al suo uomo, e i suoi occhi erano sempre dello stesso colore, ma avevano perso quel fascino e quella lucentezza, resi opachi e rudi, rudi come il suo volto duro e leggermente squadrato, con il petto che era piatto come una sardina, con la parte superiore delle coppe del reggiseno che calavano leggermente, mentre la camicia da notte sembrava così guasta e sbagliata in un corpo goffo e grosso, alto e dalle spalle larghe nel quale si trovava. Rimase ferma lì immobile ad attendere una speranza, che qualcuno gli avesse tirato un brutto tiro, uno scherzo e che quello non fosse il suo riflesso ma quello di una foto attaccata allo specchio; sì, doveva essere per forza così. Forse erano stati Goten e Trunks, e appena gli avrebbe avuti tra le mani gli avrebbe puniti per bene!
Con quella convinzione nella mente si avvicinò sorridendo, senza nemmeno rendersi conto che il riflesso dall'altra parte avesse fatto lo stesso, e appoggiò una mano verso la base dello specchio, pronta a strappare la foto come si fa con un cerotto. Peccato che non fu così, non si mosse di un millimetro, il vetro continuò a riflettere il suo volto che concretizzava amaramente la cruda realtà, osservando come quella faccia oltre lo specchio si muovesse insieme a lei, distruggendo ogni speranza, facendole capire che quello era davvero il suo riflesso e non una sua foto attacca lì per sbaglio o altro.
-Oh no.- sussurrò spezzata, con le palpebre che tornarono a sgranarsi, e la coscienza della speranza che fosse tutto uno scherzo svaniva dalle sue mani. -No, no, no, no, no, no...-
-Era ora che ci arrivassi.- sentì ghignare alle sue spalle e si voltò di scatto, e nell'incrociare quelle pupille viola chiaro che brillavano di ferocia e cattiveria desiderò solo urlare, peccato che non uscì niente dalla sua bocca; era troppo sconcertata da tutto. Quella mattinata era iniziata in un modo così snervante e spaventoso. Rivoleva il suo corpo!
-Non sei l'unica.- borbottò una voce lieve e chiara al suo fianco come se gli avesse letto nel pensiero, nel volarsi si trovò davanti un altro mostro e finì per trasalire, saltando fino a raggiungere la parte opposta del bagno, in modo da avere quei due più lontano possibile, senza pensare che era finita in trappola da sola; senza vie d'uscita.
Non poteva credere che ora fossero in due! E l'altro era anche più brutta del primo! Si trattava di un alieno completamente viola, a parte dei punti del corpo interamente bianchi come il petto, i polpacci, gli avambracci e la testa; con la coda da lucertola; dalle sembianze femminili e sottili. Sembrava quasi indifesa, ma quello sguardo glaciale, e quegli occhi rossi non promettevano bene mentre notò che si fosse coperta con un asciugamano trovato al suo fianco per non scoprire oltre le proprie parti delicate ad indegne e infime persone, almeno questo interpretò da quello sguardo. Non aveva ancora concretizzato chi fossero, ma di sicuro non erano brave persone visto che erano entrati in casa sua in quel modo ignoto, e che l'aspetto non era dei migliori, e nemmeno terrestre.
-M... M...- cercò di parlare ma il solo suono che uscì dalle sue labbra furono dei mugolii timidi e imbarazzati, facendola arrossire ancora di più. Lei, la grande e meravigliosa Bulma si era ridotta ad essere un grosso e goffo uomo con pochi muscoli, terribilmente alto, e dall'aspetto terribilmente spigoloso e rozzo per una come lei.
-Finiscila di balbettare.- sbuffò quello viola, alzando gli occhi al cielo con fare teatrale prima di indicare quella specie di cimice verde, e forse, se si avvicinava, avrebbe anche puzzato come quel disgustoso insetto. -Se siamo ridotti così e solo per il, se si può definire così, graffiante sarcasmo di questo imbecille, che se non ho capito male si chiama Cell.- sputò con odio, finendo in bellezza con una smorfia diretta a quest'ultimo che continuava a sogghignare fiero.
A quel punto, assimilando per bene quelle parole, tutta la rabbia tornò, conquistandola, e insieme a lei anche la sua sfacciataggine e il suo coraggio. Serrando i pugni, Bulma squadrò quello schifoso pallone gonfiato, che però, per un motivo o per un altro continuava a non temerla.
-Tu. Tu, vedi subito di ridarmi il mio bellissimo e favoloso corpo, altrimenti...!- ringhiò avvicinandosi a passi pesanti e stridendo i denti.
-No, questa è la mia vendetta su quello stupido sayian.- e continuò a ridersela divertito, borbottando che desiderava solo vedere la faccia di Vegeta quando avrebbe scoperto che sua moglie ora era un lui.
-No! Questa storia non uscirà da questo bagno, e nemmeno voi finché non riavrò il mio bellissimo e favoloso corpo!- asserì, sottolineando le ultime parole con stizza per la situazione, e con orgoglio, visto che la modestia non era mai stata il suo forte.
-Osi minacciare me? Devi essere folle per osare tanto contro Lord Cooler.- sbottò il viola, oltraggiato per quelle parole, ma pienamente d'accordo con esse mentre lasciò volteggiare la sua coda, molto sottile e aggraziata.
-Oh, quanta esagerazione. Uomo, donna... nessuno potrà mai eguagliare la mia perfezione.- commentò invece, Cell, mettendosi a braccia conserte tutto fiero.
-Ma voi non eravate morti, ora che ci penso?- scattò poi, decidendo di ignorare quello stupido insetto per non adirarsi maggiormente di quanto non fosse già; non li conosceva, ma Gohan gli aveva accennato qualcosa anche sul loro aspetto, e quindi era certa che fossero nemici ormai defunti.
-Ah?- sbottò contrariato dall'affermazione, il viola, oltraggiato mentre, con ancora l'asciugamano bianco avvolto in tutto il suo corpo, portò le braccia sotto al petto prosperoso.
-Ovvio, no? Esprimendo un semplice desiderio.- e ghignò, Cell, alzando di poco il mento e mostrando di più il petto, con orgoglio.
-Già, ma eri comunque morto per radunare le sfere!- grugnì con ferocia lei, guardandolo storto.
-Mhpf.- sbuffò allora, Cell, tornando serio, rilassando il corpo, e mettendosi a braccia conserte. -Semplice, è bastato chiedere a quella babbea di Baba di farmi tornare sulla Terra per soli ventiquattro ore. Ci voleva una giustificazione, ma è stato comunque facile raggirare quell'idiota di Re Enma, arrivare su questo inutile pianeta senza che quella strega mi facesse da balia, entrare in casa tua, prendere il radar cerca sfere e radunare le sfere.-
-Okay, ma perché anche quell'altro schifo?- cercò di essere composta nel dirlo, ma era difficile visto quanto fosse sbagliato l'aspetto di quell'essere, mentre entrambi le rivolsero un'occhiataccia per essere stati insultati.
-Beh, vedi, quest'idiota mi ha resuscitato per sbaglio. Invece di dire Freezer ha detto il mio nome, ed ormai il terzo desiderio era andato e sono rimasto. Visto che ho osato attaccarlo, appena ha trovato per pura casualità una maledetta lampada, che si è rilevata magica, per vendicarsi mi ha reso così, facendo lo stesso con te per ripicca con quel sayian.- spiegò Cooler, sempre con voce aspra e altezzosa nonostante la situazione ingombrante in cui si trovava.
-E così oggi, per te, è il giorno dei desideri... Che ingiustizia.- mormorò l'ultima frase, Bulma, abbassando le possenti spalle, capendo perché ieri il cielo notturno si era oscurato maggiormente per qualche minuto prima che andasse a dormire, e si malediceva per non aver dato retta a suo marito per una volta che voleva andare a controllare, avvertendola di quel cambiamento che altrimenti non avrebbe mai intuito da sé. E invece no, lo aveva costretto ad andare a buttare la spazzatura, e lui, per la rabbia, al ritorno, si era già dimenticato di quel fatto strano.
-Ehi! Come hai fatto ad entrare qui per prendere il radar senza essere notato? E come fate anche ora?- sbottò, non capendo proprio perché suo marito non fosse già lì, però non sapeva se fosse una cosa positiva o meno che la vedesse in quello stato. No, era meglio di no, preferiva morire.
-E' stato il suo secondo desiderio che lui e i suoi "scagnozzi" non venissero localizzati da nessuno e in nessuno modo. E, ahimè, lui mi considera un suo scagnozzo. Anche se penso che avrebbe preferito avere mio fratello tra le mani, e in tutti i sensi.- borbottò tra sé e sé.
-Okay, ma ora... Dammi quella lampada magica!- urlò saltando addosso a Cell che rimase sconcertato, e del tutto schiacciato sotto il nuovo peso di quello che rimaneva della ragazza, piombando a terra con un un colpo secco.
-Perché, secondo te se lui c'è l'avesse avuta addosso io non avrei già provato a prenderla...- il commento sfacciato e di sufficienza di Cooler che sventolava una mano come se stesse scacciando una mosca arrivò benissimo alle orecchie di Bulma che si alzò solo per mettersi davanti a lui e sovrastandolo, quasi sul punto di aggredire anche lui. -Pensi di farmi paura? Sarò anche in un corpo orribile come questo, ma la forza non mi manca.- minacciò l'alieno, e il suo sguardo ferreo servì abbastanza da farla congelare e indietreggiare mentre Cell si alzava.
-Okay. Prima Vegeta ti vede e prima tornerai come prima, mentre Cooler solo se mi chiede scusa per aver provato ad attaccare un essere perfetto come me.- spiegò, vantandosi come un pavone, facendo intendere al viola che avrebbe dovuto elogiarlo fino all'invero simile perché riavesse il suo corpo indietro.
-Scordatelo!-
-Peccato.- ghignò alla risposta all'unisono di entrambi, il verde, facendo scrocchiare il suo collo mentre lo teneva con una mano.
-Fammi capire... Invece di chiedere di essere invincibile o battere i sayian, hai chiesto questo?- sbottò Bulma, indicando prima se stessa e poi il viola, senza nascondere una smorfia di disgusto che quell'essere non tralasciò.
-Beh... vedi, il mio piano... consisteva, sì, in...- balbettò piano, alzando l'indice mentre iniziava a concepire l'idiozia della sua idea principale e che aveva, ormai attuato. -No. No. No, no, no!- ruggì portandosi entrambe le mani agli occhi, per poi togliersele, sospirare e recarsi nella prossimità del letto dove si gettò, stanco e distrutto mentalmente da quelle parole.
-Oh. Bastava così poco?- mormorò Cooler, tra il sorpreso e il demente per non averci pensato da solo prima di inquadrare che la lampada dai contorni dorati fosse attaccata alla punta della coda di quell'essere che sembrava più l'ago di una siringa, nascosto ben bene dalle ali nere e rigide, ma non abbastanza.
-Già.-
Si congratulò da sola e mentalmente, Bulma, portandosi le braccia al petto troppo piatto e muscoloso con fierezza, ridendosela tra sé e sé prima di scuotere con disinvoltura il capo, ma sgranando subito dopo gli occhi nel capire che quel Cooler ora tenesse in mano la fantomatica lampada, ignorando i mugugni contrariati verso se stesso di Cell.
-Ehi!- protestò l'azzurra, avanzando a pugni stretti.
E in un attimo le fu addosso, afferrando da una parte la bocca della lampada, fine e aggraziata che poneva verso l'alto, urlando un "Mio!" troppo forte, con Cooler che tirava dal manico ribadendo il contrario mentre si trovavano in piedi verso la fine del letto dove ancora si trovava disteso l'insetto verde. In quel momento potevano sembrare dei bambini che si contendevano un'inutile giocatolo, peccato che non fossero bambini e che quello non fosse un giocatolo. Nell'insieme la scena suonava inquietante, o divertente.
-Ohi!- li fermò Cell, prendendo la lampada dal coperchio e cercando di tirare il più forte possibile dalla sua parte.
-Ma che diamine...?-
Tutto si fermò in quel momento, e non solo per Bulma. In un gesto istantaneo e simultaneo si voltarono tutti verso la porta, rabbrividendo e spalancando la bocca nel ritrovarsi un Vegeta con lo sguardo sconcertato per quella scena, ma che allo stesso tempo; il suddetto principe dei sayian, avesse indosso un vestitino rosa con il grembiule bianco, i tacchi per renderlo più alto e un immancabile fiorellino sulla chioma, come se servisse quello a tenere fermi i capelli.
-Oh mio... Ma che ti sei messo, Vegeta?- scandalizzò Bulma, ignorando i coniglietti e un cerbiatto che si portava dietro, mentre iniziò a seminare petali di fiori per la stanzetta prendendoli dal suo cestello e saltellando come un'ebete.
-Semino fiori e felicità.- canticchiò come se nulla fosse prima di uscire per i corridoi e andare alla ricerca, da quello che udirono, del sale perduto che una farfalla aveva lasciato su un albero che si era staccato da terra ed era volato sopra una nuvola che aveva iniziato a piangere per il peso che doveva sostenere, inzuppando tutta la città del Sud.
-Okay... cosa?-
Solo questo sibillo uscì dalle labbra di Bulma, incurante che la lampada che possedeva in mano avesse iniziato a ballare a ritmo della canzone di Cooler che era dedicata tutta a quella ragazza non più tale e al suo sbigottimento, pronunciando parole come "La tipa che più un sapore non ha, non sa che fine farà la collana che, Vegeta motiverà. E il sale perduto nessuno ritroverà, perché esiste già nel sale di tutti i cieli pieni di nuvole che lacrimano."
-Va bene.- borbottò Cell con posa fiera, per poi finire a mugugnare, aggobbendosi, che gli mancasse il suo Freezer e tornando disteso sopra quel letto che non gli apparteneva.
-Ehi, Bulma!- ridacchiò la voce di Goku, con la testa che pendeva dal soffitto dove si era formato un buco che prima non c'era, e non c'era traccia del pezzo che era stato staccato da nessuna parte visibile nella stanza.
-G-Go-Goku?- domandò sorpresa, spalancando gli occhi e cercando di capire perché stesse accadendo tutto ciò mentre il ragazzo la fissò confusa, cercando un cambiamento evidente che lui non afferrava.
-Ehi...- iniziò curioso, alzando un sopracciglio confuso. -Non ti sei truccata, o sbaglio?-
A quelle parole fu naturale per Bulma lanciargli contro quello che aveva in mano, e che, purtroppo per lei, fu proprio la lampada, che, oltre ad urlare spaventata, centrò in pieno l'amico. Goku strizzò gli occhi un paio di volte mentre ispezionò l'oggetto magico, poi ringraziò l'amica del regalo e si dileguò nel nulla, svanito mentre il pezzo del soffitto mancante era di nuovo lì, come se lo fosse sempre stato.
-Grr! Ah! Goku!- urlò a pieni polmoni, prolungando l'ultima lettera del nome dell'amico capendo del guaio che aveva combinato, perdendo proprio l'oggetto magico che le serviva mentre nella stanza, dove la porta era ancora aperta, era entrato Goten con due ali da angioletto sulla schiena ed una coda da scimmia di color rosa, proprio come i capelli che erano tutti dritti verso l'alto.
-Papà è andato via.- mormorò lui svolazzando al fianco della proprietaria di casa che non lo notò nemmeno, occupata a mandare maledizioni contro il soffitto.
-Ehi, ho il mio corpo normale!- espose fiero, Cooler, levandosi di dosso l'asciugamano e lanciandolo contro la parete dove però comparve in quel momento Karin che lo prese in pieno, afflosciandosi a terra sconfitto e indebolito mentre sembrava essere stramazzato al suolo. Nemmeno fosse stato un pugno quello che lo aveva "attaccato".
-Voglio zucchero filato.- mormorò Goten ad un certo punto, anche se effettivamente lo stava già mangiucchiando da un pezzo, avendo il bastoncino filante di zucchero rosa tra le mani.
In un attimo arrivò anche Trunks che andò a sbattere contro l'amico, non sapendo ancora bene come controllare le sue ali rosso fuoco che sembravano come quelle di un pipistrello, con i capelli che erano di colore bianco come il latte, dello stesso colore delle orecchie da gatto che aveva sulla cute.
-Ciao mamma.- ridacchiò, trascinando via l'amico oltre la finestra mentre la suddetta era rimasta a fissare sconvolta Cooler che era di nuovo un uomo fatto e cresciuto, robusto e alto, ma sempre disgustoso per Bulma. Sconvolta che lui fosse tornato normale e lei no.
-Ed io?- scattò risentita, indicandosi mentre tutti, tra Vegeta, Goku, Goten, Trunks, Junior e Karin, compreso Cell che si era rialzato volendo le scuse da parte del viola, si erano messi a ridere, indicandola come se fosse il clown della festa, e infatti, nel guardarsi nello specchio che volava indifferente, notò di essere truccata proprio come un pagliaccio del circo.


Si sollevò con il busto di scatto, con il petto prosperoso che si muoveva tragico, e gli occhi ridotti a due fessure, con qualche goccia di sudore che invadeva completamente il suo volto mentre si scrutò attentamente alzando le coperte, trattenendo il fiato nel mentre, per poi ispezionare i tratti somatici e caratteristici di suo marito. Sembrava tutto a posto, nulla di sbagliato in lei o in Vegeta. Così riprese fiato dopo aver ricacciato quello che teneva nei polmoni, sudando freddo e caldo mentre le stelle oltre la finestra illuminavano la stanza, rassicurandola. E appena concepì ogni cosa non poté che sorridere sollevata portandosi una mano al cuore.
-Oh, meno male... Era solo un sogno... un brutto, bruttissimo sogno.- ansimò tra una boccata e l'altra, ignorando le parole dure di Vegeta che si lamentavano di averlo svegliato così presto, infatti erano solo le tre del mattino. Così, sempre sorridente, si adagiò meglio contro la sua possente schiena nuda e calda, portando un braccio attorno al busto, sapendo che in fondo Vegeta desiderasse sapere cosa avesse concepito la sua mente per lasciarla così sconvolta in tutto quel lasso di tempo, ma lasciò correre. Non gli avrebbe mai rivelato nulla.


Intanto, negli abissi dell'inferno, in mezzo alle foreste di aghi acuminati, di laghi vermigli dal sapore del sangue, di enormi colossi di demoni come guardie che vagavano borbottando annoiati, e di mille anime che vagavano indisturbate, in un posto segreto, sormontato da montagne che nascondevano perfettamente tre figure, due delle quali ridacchiavano malignamente, si trovava un'enorme e magica sfera che permetteva di interferire nel mondo reale.
-Questo lo credi tu.- commentò Cell alle parole di Bulma, con un Cooler che gli inveiva contro, lamentandosi di essere stato costretto a cambiare sesso per colpa di quel rimbambito, infastidito di essere tornato in vita solo mentalmente e per delle scemenze, comportandosi come un'idiota, peggio di un certo Goku di sua conoscenza.
-Sei così dolce, Cell.- affermò invece la figura che si teneva sottobraccio al verde insetto, strusciando il volto contro il bicipite di quest'ultimo e facendo le fusa.
-Taci Freezer!- scattò invece, Cooler, troppo innervosito.
-E' stato divertente.- commentò invece Cell, spegnendo quella magica sfera con un ghigno.


Angolo Autrice:
Pensiamo per un attimo che la razza di Freezer abbia anche le femmine... fatto? Okay, allora la storia è realizzabile, anzi, mi correggo: è stata già realizzata, ed infatti eccola proprio qua sopra. (a parte che tutto è possibile per i desideri (anche se in realtà era un sogno (o forse no. :3))) XD
Certo che sono andata a crearmi una situazione bizzarra, si cade nel ridicolo è l'opinione di Vegeta. XDD
Povero Cooler, mi dispiace per lui. (Forse il mio Freezer non la pensa allo stesso modo. XD) Però Cell era molto felice, forse un po' OCC, ma pazienza. Certo, si è divertito in un modo tutto suo (o in un modo tutto mio?), ma cosa ci vogliamo fare? (Se non si fosse intuito, c'erano accenni della CellxFreezer, ship che amo, ma amo di più la CoolerxFrieza e la GokuxFrieza, sono fatta così. -3-)
Sento che Cooler e Bulma stanno arrivando da me ad uccidermi, vado. XDD
Io_amo_Freezer. <3

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Capitolo 11
*** Lettere sulla sabbia. ***


9) 8 e 5 si scambiano di corpo, ma questa volta 10 è innocente.

Descrizione: Un Wathif? sul Cell game. Con un Freezer resuscitato da un Cell perfetto, e il torneo agli sgoccioli. Mettiamo in conto che arriva un problema abbastanza inaspettato, chissà cosa succederà a due poveri malcapitati, e l'essere perfetto cosa farà per fargli uscire da questo guaio? Ma soprattutto, riusciranno a trovare il colpevole di questa nefandezza?


-Cell!- l'urlo feroce, che fece quasi tremare la terra, si sentì fino al pianeta di Beerus e ritorno mentre il piccolo maialino rosa girava per la casa con uno sguardo oltraggiato e i pugni serrati, anche se sembrava più buffo che minaccioso. -Dov'è quel pezzo di rottame?- ruggì guardandosi attorno dentro quella casetta calda, piena di mobili, e terribilmente angusta per i suoi gusti da standard elevati.
-In questa "casa", sempre se si può definire tale, non c'è anima viva. In che razza di posto mi ha mandato quel deficiente?- ruggì, odiando a morte il suo nemico dalla pelle verde e dalle antenne smisurate, e chissà dove si trovava; di sicuro a ridere a crepapelle per lo scherzetto che gli aveva fatto.
-Ahh! Un mostro!-
Il maialino, che un tempo era stato l'essere più temuto dell'universo, soprannominato Lord Freezer, alzò un sopracciglio, scrutando la porta dove sopra c'era scritto "Toilet" e che aveva tremato quasi volendosi staccare dai cardini appena quell'urlo era venuto fuori. Continuò a rimanere fermo, con uno sguardo curioso, in attesa che la persona all'interno uscisse, cosa che accadde l'istante seguente.
-Ahh!- continuava ad urlare, uscendo dal bagno dopo aver aperto la porta che, sbattendo contro il muro si distrusse in mille pezzi riversandosi al suolo, con la parete dietro che si incrinò, lasciando dei segni che si sparsero come ragnatele dal terreno fino al soffitto, e che non avevano affatto l'aria rassicurante, mentre il suddetto urlante continuava a correre come se stesse, effettivamente, scappando da un mostro.
Il maialino invece rimase pietrificato, immobile e con gli occhi sgranati da far paura, perché quello che correva come un mentecatto, era effettivamente il suo corpo. Bianco, alcune parti viola, con la coda lunghissima, gli occhi rossi, non troppo alto, abbastanza muscoloso, in pratica aveva davanti Lord Freezer, ovvero se stesso! E così, il vero Freezer realizzò che quella reazione spaventata era dovuta, forse al fatto che si fosse visto allo specchio e ad aver individuato un volto che non conosceva, senza realizzare che quello che aveva effettivamente visto fosse il suo nuovo e vero aspetto; e si sentì formicolare le mani, o meglio, zampe, per essere stato definito da quell'inutile essere un "mostro". Come se il vero corpo di quell'essere non fosse un obbrobrio peggiore!
-No, non è possibile...- sussurrò cercando di negare l'evidenza, preferendo di gran lunga di darsi del matto, che forse lo star troppo in quel giardino di fiori e con quei cosi di peluche e quelle fatine, che strimpellavano da mattina a sera; sempre se lì esisteva davvero il giorno e la notte, lo avevano fatto uscire di senno una volta per tutte. Di sicuro, si disse, quello era solo uno strano sogno, anzi un incubo, uno diverso dal solito dove non pensava minimamente all'uccidere Son Goku; e si appuntò di recuperare il sogno di vendetta mancato nel momento stesso in cui si sarebbe svegliato da quella visione orribile della sua mente, e a cui era costretto assistervi.
Maledicendosi ancora una volta per essere diventato pazzo, si diede un pugno sulla guancia, cercando di usare tutta la forza che quel misero corpo gli permetteva, anche se definirlo tale era un eufemismo. Purtroppo, e per quanto ci provasse più e più volte a farsi male, tanto che lo stesso punto colpito avesse iniziato a scolorirsi e tingersi pian piano di viola, con un lieve bruciore e calore che circondava quel punto da fargli capire di essersi procurato un livido solo con dei pugnetti, aveva realizzato che quello non era un sogno. Ed ora non sapeva se urlare come quell'idiota che si trovava nel suo corpo e che sembrava non voler smettere, né di gridare né di correre, o provare ad uccidere o distruggere qualcosa, speranza vana in effetti, visto la potenza che possedeva in quel momento. Gli venne solo un'idea che poteva concretizzare, e così optò per quella.
-Cell! Giuro che se non ti fai vedere e mi dai una spiegazione, ti faccio fuori!-
Evidentemente, quell'urlo era servito a qualcosa, ma non all'idea iniziale; solo, quel beota nel suo corpo aveva smesso di correre e di spremere le sue corde vocali per dedicarsi alla sua figura, ed era davvero imbarazzante trovarsi in una situazione del genere. Lui, il Grande e potente Freezer ridotto ad un misero maialino.
-E tu cosa ci fai nel mio corpo?- si limitò a tornare a gridare quell'idiota, causando in Freezer solo più stizza nei suoi confronti, e una voglia matta di ucciderlo, ma solo in un modo che lo avrebbe piegato e costretto a pregare pietà per una salvezza che non avrebbe ottenuto, e lui si sarebbe sentito appagato e felice; ma purtroppo non poteva, e quella notizia lo infuriava ancora di più.
Non lo degnò nemmeno di una risposta; anche se era nel suo corpo lo riteneva un'essere troppo infimo per poter parlare con Lord Freezer in persona. Si limitò ad una delle sue solite occhiate minacciose, troppo mal riuscite in quel corpo misero.
-Eccomi, mio caro.- ghignò Cell, comparendo al fianco del corpo del compagno, ignaro che non fosse veramente lui.
-Ah! Un altro mostro! No!- stavolta, oltre ad urlare, decise saggiamente di nascondersi, anche se optò a celarsi dietro il divano.
-Ma cosa...?- domandò con un fil di voce, l'essere perfetto, squadrando la piccola figura dietro al mobile che tremava spaventata nel guardarlo, e quasi non scoppiò a ridere a quella scena.
-Tu! Brutto idiota! Sono io Freezer, non quello stolto!- scattò il piccolo maialino, rendendosi conto che in quel momento Cell apparisse più alto di una montagna, ma non per questo si sarebbe fatto mettere i piedi in testa da qualcuno. -Cosa hai fatto? Sono sicuro che sia colpa tua! E se è uno scherzo, è davvero di cattivo gusto!- ruggì con quella voce che non gli apparteneva, troppo innocua e lieve per i suoi gusti.
-Freezer?- pronunciò il suo nome con stupore, voltandosi a guardarlo lentamente, come se non credesse ai suoi occhi, e forse aveva pienamente ragione, ma il fatto che scoppiò a ridere, quello no, quello fu davvero la goccia che fece traboccare il vaso.
-Fammi tornare come prima, invece di ridere!-
-Ma se io non ho fatto proprio niente, si vede che il karma ha colpito su di te.- ironizzò, cercando con tutte le sue forze di trattenersi per non tornare a ridersela.
-Come se tu fossi puro...- enfatizzò il maiale con un'occhiataccia prima di sbottare: -Sei un androide, troverai comunque un modo. Sarai pure un genio, no?-
-Vedrò cosa posso fare.- commentò allora mentre la sua risata iniziava a svanire, ma il suo sorriso di scherno no, cosa che fece sempre di più infuriare Freezer.
-Ah, quanto ti odio.- grugnì con stizza.
-Sappiamo entrambi che non è vero.- strizzò un occhio, il verde prima di avvicinarsi al divano e sollevare il falso Freezer che continuava a tremare, e poi a dimenarsi, avvolto dalla paura più viva. -Che inutile essere.- bofonchiò l'androide, alzando gli occhi al cielo con rammarico prima di guardarsi intorno, come alla ricerca di un possibile colpevole di tutto ciò mentre posò la lucertola bruscamente accanto al maialino, che rimase seduta sul pavimento, reggendosi con le braccia dietro di sé, con le palpebre sbarrate tra stupore e terrore puro, senza fermarsi dal tremare come una foglia.
-Senti, quella rana là... non è di Nameck?- chiese poi, Cell, inquadrando una piccola e ingenua ranocchia che, fischiettando indifferente provò a fuggire verso il giardino oltre la casa, ignorando il fatto che poi quella in cui si trovavano era un'isola e che quindi era circondata dal mare.
-Sai quanto me ne frega! Non cambiare discorso e cerca un modo per farmi tornare nel mio corpo, in modo che poi possa uccidere questo essere ignobile!- continuava a ribollire di rabbia, indicando il proprietario del suo corpo mentre Cell lo squadrò con una faccia interrogativa per quanto stesse accadendo, avviandosi fuori sulla spiaggia, seguito da entrambi, il primo con timore e che si guardava attorno come se temesse che potesse spuntare fuori un altro mostro orribile, l'altro cercando di fare la voce grossa con pessimi risultati.
-Sei il solito, Freezer... Certo che dobbiamo fare in fretta a trovare un modo per farti tornare normale, questa è l'isola di Muten, e se tornano sarà un problema per te.- commentò, già pensando alle risate generali dei Guerrieri Z nel vederlo in quello stato, e le sfuriate di Freezer che li imponeva di smetterla; non c'è l'avrebbe fatta a resistere alla tentazione di ucciderli tutti, beh, omettendo Freezer, e purtroppo non poteva toccarli: mancava ancora tanto al Cell Game, doveva aspettare per divertirsi.
-Io... Io sono Freezer?- realizzò allora colui che era all'interno del corpo lucertolesco, e che finalmente aveva messo in ordine i pezzi di quel quadretto senza senso appena la sua mente si era calmata. -Oh, ma allora sono potente!- asserì riacquistando tutta la sua sicurezza; sempre se ne aveva sempre avuta una, pensò Cell; per poi osservare la porta del bagno, o ciò che ne rimaneva, e la parete come prova, all'interno della casetta, sorridendo sempre di più.
-Finiscila con queste assurdità.- sbottò allora, Cell, che all'inizio aveva sperato che potesse spiegare quello che gli fosse accaduto, e invece aveva solo detto cose senza senso, e di nessun aiuto. Sperare di essere potente, quando in realtà era lui il più forte, che idiota.
-Ehi, aspetta un po'. E con questo cosa vorresti insinuare, eh? Che non sono alla tua altezza?- sbottò allora il maialino, cercando di imporsi, cosa ancora più ardua visto l'altezza e la potenza che possedeva in quel momento.
-Beh, mi sembra ovvio, e in tutti i termini tra l'altro.- tornò a ghignare, l'androide, ironizzando sul fatto che ora fosse anche più basso di quanto non lo era stato prima.
-Ma... Ma come diamine ti permetti?- urlò allora, il vero Freezer, per poi gettare lo sguardo a terra dove si trovava una bizzarra rana verde con delle piccole antenne che richiamava attenzioni da parte sua, quella che Cell aveva individuato prima e che aveva scritto delle parole sulla sabbia, come se volesse che qualcuno le leggesse. Ma il vero Freezer si limitò ad alzare un sopracciglio confuso, con Cell che fissava l'animale con altrettanto sguardo interrogativo.
-Perché ha scritto "Scambio"?- domandò allora quello stolto nel corpo di Freezer, chinandosi con il busto per sporgersi di più verso quelle lettere, felice di essere, per una volta, alto, cosa che durò abbastanza poco visto che in un attimo vide il mondo davvero più immenso di quanto non lo fosse prima, e con tre facce enorme che lo squadravano, tra cui il suo corpo vero e quello in cui aveva passato dei brevi istanti.
-Sono tornato! Il mitico Ginew è di nuovo qui!- esclamò l'alieno, pavoneggiandosi e mettendosi in una posa davvero poco consona per il corpo che aveva.
-Ginew?- alzò un sopracciglio, il vero Freezer, costretto a guardare dal basso all'alto il suo corpo e anche uno dei suoi soldati; e vergognandosi tremendamente visto che aveva compreso appieno il proprietario di quel balletto e la sua presentazione.
-Ma come? Non si ricorda di me, Lord Freezer? Non le dice niente: "Squadra Speciale Ginew in Azione!"- e nel dire quest'ultima frase ritornò a fare un'ennesimo balletto, incluso di posa finale che fece imbarazzare, se possibile, ancora di più il tiranno, soprattutto perché stava assumendo quelle pose nel suo corpo! Corpo di cui si era appropriato senza il suo permesso, tra l'altro! Anche se la situazione poteva ritornargli molto utile, e sorrise, e il ghigno che ne uscì fuori sembrò davvero troppo innocente agli occhi dell'androide, che si trattenne dal ridere con tutte le forze che possedeva, trattenendo anche il respiro per darsi un contegno.
-Mio caro Ginew, perché non utilizzi di nuovo lo "Change" per farmi tornare nel mio vero corpo? Te ne sarei davvero grato.- commentò ignorando l'androide, pronunciando falsamente l'ultima frase, mettendosi con le mani dietro la schiena in una posa in cui si attingeva a possedere nel suo vero corpo, di solito per apparire più nobile e altezzoso.
-Ma sicuro, Lord Freezer, per me sarà un'onore esserle di nuovo d'aiuto!- asserì, sicuro di sé, e con un ghigno prima di demoralizzarsi, assumendo una posa angosciata. -Non può immaginare cosa ho dovuto patire in questi anni, nel corpo di una rana! Tra tutti gli esseri viventi proprio una rana! E' stato davvero orribile e imbarazzante, una difficoltà dopo l'altra, sempre a dover...-
-Sì, abbiamo capito. Ora non è che puoi procedere?- sbottò Cell, interrompendolo, con il vero Freezer che lo ringraziò mentalmente, non volendo davvero sorbirsi tutta la storia del suo soldato.
-E tu chi sei?- domandò allora, Ginew, confuso di trovarsi quell'energumeno davanti e dall'aspetto davvero orripilante.
-E' un'alleato, ora non è che potresti usare il tuo potere?- domandò ancora, sul limite della sopportazione e con una vena sul collo che pulsava paurosamente, ignorando bellamente il vero proprietario del suo corpo che, tramutato in rana cercava di reclamare aiuto, o almeno un po' di attenzione.
-Solo un'alleato? Davvero? Possibile che non vuoi renderlo ancora pubblico? Capisco ai nemici, ma almeno ai tuoi scagnozzi.- borbottò offeso, Cell, dandogli la schiena e deprimendosi a capo chino, con un'alone scuro che aleggiava sopra la sua testa.
-Lascia stare.- fu la risposta di Freezer, sospirata sconsolatamente allo sguardo interrogativo di Ginew.
-D'accordo signore.- disse lui in risposta, mettendosi sull'attenti, coda compresa per poi prepararsi ad attuare lo scambio, lasciando che un'aura gialla invadesse il suo corpo, e in un attimo fu anche questa la sorte del maialino, che spalancò la bocca e lasciò che un raggio si conficcasse forzatamente all'interno, e prima di quanto immaginasse si ritrovò nel suo corpo.
-Mille grazie, Ginew.- commentò guardandosi i palmi delle mani bianche per assicurarsi che fosse tutto vero, lasciando che la coda sventolasse piano e con grazia. -Ora vedremo di trovare un corpo decente anche per te.- ghignò macabro, lasciando le braccia lungo i fianchi e voltandosi verso Cell.
-Avanti, dobbiamo muoverci. Non hai detto che potrebbero arrivare i guerrieri Z da un momento all'altro?- disse poi, aspettando che l'androide si voltasse, ma sembrava ancora e perennemente giù di morale, così sospirò, roteando gli occhi al cielo con rammarico. -Vedrò di dire della nostra relazione alla gente, ma in altri casi, ora non è meglio avviarci?- sbottò, dandogliela vinta, ma solo per quella volta, e solo perché era davvero stanco per quello che gli era accaduto.
-E della rana?- la indicò, il verde disgustato del fatto di come si contorceva e cercasse di imparare a muoversi in un corpo diverso dal solito.
-Cell?- giunse la figura di Trunks, e Freezer non resistette dal farsi sfuggire un sospiro di sollievo per essere tornato nel suo corpo appena in tempo. -Avevo sentito l'aura di Freezer, di Re Cold, Goku e molti altri; credevo che appartenessero tutte solo a Cell, e invece sei stato resuscitato anche tu.- digrignò i denti, il ragazzo, davvero furioso che il suo avversario fosse tornato nonostante lo avesse spezzettato come fosse stato un sushi.
-Cra, cra, cra cra, cra!- la rana decise, saggiamente di saltare sul polpaccio del guerriero amico, e cercare a parole di spiegargli la situazione, ma il figlio di Vegeta si limitò solo ad alzare un sopracciglio, confuso, e non c'era da biasimarlo.
-Ginew! Sdoppiamento!- esclamò allora il maialino, mettendosi in posa e ricominciando con la tecnica che aveva già usato prima, lasciando quel corpo per rifugiarsi in quello del guerriero di alto livello.
-Fantastico, ed ora tu dovrai infiltrati nei guerrieri Z per capire i loro piani, senza fare balletti ridicoli e poi, quando verrai al torneo farai il doppio gioco, unendoti a noi e aiutandoci ad ucciderli. Davvero perfetto.- si vantò Cell, piacevolmente grato di avere una mente così fine.
-Balletti ridicoli? Ma come osi? Questi sono incitamenti per tirare su il morale! E poi io eseguo solo gli ordini del Grande Freezer!- proclamò soddisfatto, sorridendo e mettendosi in un'altra posa.
-Fa come ti ha detto.- ordinò invece, la lucertola, contenta di come le cose si fossero svolte, e mentalmente decise anche di ringraziare colui che lo avesse reso un maialino, anche se aveva in mente di ucciderlo appena lo avrebbe incontrato per strada per il mancato rispetto che gli aveva dimostrato, e per aver osato tanto su di lui. Poi scrollò le spalle, decidendo di dimenticare quella storia, e lasciando stare questi pensieri mandò un'occhiataccia al maialino sconvolto e in preda al panico, quasi come la rana, e un ghigno si levò sul suo volto, talmente raccapricciante da far accapponare la pelle anche a Cell e Ginew. Ignorandoli, decise di vendicarsi del torto subito, di essere stato fatto a pezzi da un ragazzino e così, prendendolo per il lungo orecchio rosa si avviò dentro la casa, mandando un cenno del capo a Cell, in segno che nessuno lo avrebbe dovuto disturbare nelle sue torture, androide compreso.


Angolo Autrice:
Perché? Perché? Freezer, perché non mi capiti mai in un contesto decente con cui possa svagarmi al mio meglio e renderti felice? Tipo uccidere Goku tra mille torture? E invece no, mi capita di tutto come anche renderti Oolong ma non cose belle e atroci. Tra un po' mi toccherà scrivere anche di Freezer all'inferno con quei peluche?! Uff, spero di no. :')
Anche se, alla fine è andato tutto per il meglio per il mio amore. XD
Ma di sicuro è molto sconvolto della cosa dello scambio di corpi... Vado ad abbracciare il mio Frieza per consolarlo... :D (Sta lontano da me!- sbotta lui, muovendo la coda come se fosse un'arma, pronta a colpirmi.) Okay... <-<
P.s: Qui ovviamente c'erano accenni alla mia ship, CellxFreezer. (sempre se ha qualcuno interessava saperlo) XD
A presto. ^^
Io_amo_Freezer. <3

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