Music and magic can change life

di Alibanana97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 - Natale ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 - San Valentino ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 33 ***
Capitolo 34: *** Capitolo 34 ***
Capitolo 35: *** Capitolo 35 ***
Capitolo 36: *** Capitolo 36 ***
Capitolo 37: *** Capitolo 37 - Fine ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Ciao a tutti! Questa storia è un crossover, che vede i personaggi di Glee nel mondo magico di Harry Potter; è scritta a quattro mani con l'utente claudd97. Spero vi piaccia, buona lettura! :)

CAPITOLO 1:

Dopo la morte di Sirius, Harry e l’Ordine della Fenice riuscirono a sconfiggere Voldemort e i Mangiamorte e la pace ritornò nel Mondo magico. Harry, Ron ed Hermione si ritrovarono ancora una volta alla stazione di King’s Cross, sul binario 9 ¾, davanti all’espresso per Hogwarts.
Harry era appena arrivato alla stazione e stava aspettando il treno con la famiglia Weasley. All’improvviso, lui e Ron sentirono una voce alle loro spalle. “Ciao ragazzi!” li salutò Hermione, correndo verso di loro. “Come avete passato le vacanze?” chiese loro, dopo averli abbracciati. “Bene, le ultime settimane le ho passate con lui alla Tana!” esclamò Harry in risposta. “Tu cosa hai combinato? Non siamo riusciti a vederci questa estate!” continuò. “Ma come ma se ci siamo visti un sacc- Ahi!” disse Ron, riferendosi ad Hermione, che lo interruppe con una gomitata nei fianchi. “Ron non dire stupidaggini!” esclamò lei, imbarazzata. “Ok, non indagherò oltre ... Iniziamo a salire sul treno, oppure non rimarranno scompartimenti liberi!” concluse Harry, prendendo la sua valigia e salendo sull’espresso, seguito dagli altri due ragazzi. Qualche ora dopo, l’espresso arrivò a destinazione e tutti i ragazzi, esultanti, uscirono all’aria aperta, respirando di nuovo il profumo di quel posto magico. Poi si incamminarono tutti verso il Castello, pieno di ricordi.
Appena arrivati all’ingresso di Hogwarts, Harry e gli altri entrarono e si diressero subito verso la Sala Grande, guardando i ragazzi del primo anno che venivano scortati attraverso i corridoi. Subito, Nick – quasi senza testa li salutò. All’improvviso, videro sul palco Silente, che sorrideva agli studenti nuovi. Poco dopo, si sedettero al tavolo dei Grifondoro e dopo la cerimonia di Smistamento fatta dal Cappello Parlante, quando tutti si furono seduti ai tavoli delle rispettive case, il preside si mise a parlare. “Benvenuti alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts! Do il benvenuto a tutti, soprattutto agli studenti del primo anno!” tuonò Silente, che ricevette un sonoro coro di applausi. Dopo le solite raccomandazioni, Silente fece un annuncio: “Quest’anno la nostra scuola ha deciso di partecipare ad un progetto interculturale indetto dalla scuola McKingley High di Lima, quindi vi comunichiamo che, a partire da dopodomani, ospiteremo un gruppo di studenti americani di quella scuola. Spero che li tratterete con il dovuto rispetto! Ora, bando alle chiacchiere e buon appetito!” concluse lui, ricevendo altri applausi. Così, improvvisamente, le tavolate si riempirono di cibo e tutti cenarono. Poi tutti gli studenti si recarono nei loro dormitori, compresi i nostri tre protagonisti. “Mi sembra un progetto interessante, quello dell’altra scuola!” disse Hermione entusiasta, mentre andavano nella Sala comune dei Grifondoro. “Basta che non finisca come il Torneo Tre Maghi: l’ultima volta che abbiamo ospitato qualcuno, non è andata a finire molto bene!” esclamò Ron, con un alzata di spalle, facendo ridere Harry. “Era un’occasione totalmente diversa, Ronald!” esclamò lei, alzando gli occhi al cielo. “Basta litigare voi due, non abbiamo iniziato l’anno e voi vi mettete già a discutere come una coppia sposata!” li interruppe Harry. Hermione diventò paonazza e, dopo averli salutati frettolosamente, scappò nel dormitorio delle ragazze. “Ma che gli è preso?” domandò Ron. Harry alzò le spalle e poi si diresse insieme all’amico nella propria camera.
 
Quello stesso giorno, dall’altra parte dell’Oceano, gli studenti del McKingley High si preparavano per iniziare il nuovo anno. “Ciao ragazzi! Avete sentito della nuova iniziativa del Preside?” domandò Rachel allegra, dirigendosi verso i suoi compagni del Glee. “Di che cosa stai parlando, nano da giardino?” chiese Santana, guardandola male, poiché aveva interrotto il suo discorso con Brittany. “Sta parlando del progetto interscolastico indetto dal Preside Figgins” rispose Mercedes, al posto dell’amica. “Esatto! Ha deciso che quest’anno gli studenti di tutta la scuola verranno mandati a  gruppi nelle scuole di magia di tutto il mondo!” continuò Rachel, entusiasta. “Io spero di andare a Beauxbatons, in Francia! Dicono che sia pieno di belle ragazze lì!” li interruppe Puck, facendo l’occhiolino a Sam. “Io spero solo di incontrare qualche unicorno!” esclamò Brittany, sorridendo distrattamente. “Ok, ora entriamo, così potremmo scoprire dove manderanno noi!” concluse Artie, incitando gli altri. I ragazzi fecero appena in tempo a sistemarsi nelle loro camere, che si sentì la voce del Preside Figgins risuonare nella scuola. “Non so quanti di voi lo sappiano già, ma quest’anno abbiamo deciso di organizzare un progetto interscolastico. Gli studenti, a partire dal quinto anno, verranno divisi nei vari gruppi dei laboratori e saranno mandati in varie scuole da ogni parte del mondo. Ora, vi chiameremo a gruppi e vi diremo in che scuola sarete mandati” annunciò l’uomo, per poi concludere, facendo fischiare le orecchie agli alunni. Dopo un po’ di tempo, finalmente vennero convocati nell’ufficio di Figgins gli studenti del Glee club, che erano tutti del quinto e sesto anno. “Voi studenti del Glee club abbiamo pensato di assegnarvi ad una scuola in Inghilterra, dove ci sono pochi laboratori come i nostri. Precisamente, voi verrete accompagnati alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, ovviamente dal Professor Schuester qui presente e dalla Sigorina Pillsbury. Bene, ora fate le vostre valigie, dato che partirete stasera stessa con il nostro veloce autobus scolastico volante! Domani verrete introdotti nella scuola di Hogwarts e smistati nello loro case. Ora, andate!” disse Figgins tutto d’un colpo, per poi congedarli.
“Sarà un viaggio emozionante, non credete?” disse Tina, cercando di attirare l’attenzione degli altri, specialmente del suo ragazzo Mike. “Certo, sarà curioso andare in quella scuola e vedere se ci possono essere altre prede per la mia collezione!” commentò malizioso Sebastian, leccandosi le labbra. “Sebastian! Pensi sempre a quello!” lo rimproverò Thad. “Che c’è, sei geloso Harwood?” ribatté l’altro, girandosi verso l’ispanico e facendogli l’occhiolino. Thad lo ignorò e tornò vicino a Nick e Jeff. “Odio ammetterlo, ma Sebastian ha ragione: sarà interessante conoscere gente nuova … magari incontreremo Harry Potter!” esclamò Kurt, eccitato all’idea di vedere il salvatore del mondo magico. “Sì, sarebbe davvero emozionante!” rispose Trent, con lo sguardo sognante. “Ma la smettete di dire idiozie? Quell’ Harry Potter è solo un altro stupido gay come voi!” disse scocciato Hunter, guardandoli con aria da superiore. “Secondo me invece sarà interessante conoscerlo!” ribadì Quinn, pensierosa. “Beh, ora pensiamo a fare le valigie, prima di arrivare tardi e perdere l’autobus!”li interruppe Blaine. “Ah, è vero, le valigie! Devo portare un sacco di vestiti che mi ha comprato il mio paparino!” esclamò Sugar, irrequieta. “Ok, beh, ci vediamo all’ingresso quando abbiamo finito!” concluse Finn, dirigendosi verso la propria stanza, cosa che fecero anche gli altri.
Finito di preparare le valigie, i ragazzi si trovarono come previsto all’entrata dell’edificio, pronti per prendere l’autobus che li avrebbe portati ad Hogwarts.  Quando arrivò il mezzo che li avrebbe portati a destinazione, salirono tutti e presero posto sui sedili dell’autobus. “Siete pronti?” domandò, dopo aver fatto l’appello, il professor Schuester, che era seduto sul sedile dietro all’autista, vicino alla Signorina Pillsbury. “Sì!” urlarono tutti. A quel coro di voci, l’autista lasciò andare il freno e il pullman partì, lasciando una scia infuocata dietro di sé. 


Angolo Autrice:
Rieccomi qui! Il capitolo è un po' corto perchè è il primo, mentre gli altri saranno un po' più lunghi! Cercherò di pubblicare il prima possibile! Spero vi sia piaciuta, lasciate commenti, recensioni, critiche, accetto tutto! Baci, alla prossima!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Dopo un lungo viaggio, durato tutta la notte e il giorno successivo, il pullman finalmente arrivò a destinazione, verso le sette di sera, e i ragazzi scesero, avviandosi con le proprie valigie verso il Castello. Al suo interno, trovarono subito la Professoressa McGrannit, che li attendeva per accompagnarli nella visita del Castello. “Wow, questo castello è tre volte il McKingley!” esclamò Sugar, mentre entravano. “Fai anche quattro volte …” sussurrò Mercedes meravigliata. “Benvenuti ragazzi! Io sono la Professoressa McGrannit e insegno Trasfigurazione. Vi illustrerò le parti del Castello che potete visitare e le vostre stanze. Dopodiché, vi sistemerete e raggiungerete gli altri studenti nella Sala Grande, dove il Cappello Parlante vi smisterà nelle nostre case e dove cenerete” disse la McGrannit, interrompendo i loro discorsi. “Ma che acida sta tipa!” esclamò Mike. “Secondo me questa vecchietta non scopa da almeno una ventina d’anni, ecco perché è così scontrosa!” sussurrò Puck, ridacchiando sotto i baffi e facendo l’occhiolino agli altri. Ad un certo punto, un colpo di tosse li destò dai loro pensieri. “E-ehm! Se volete seguirmi, da questa parte prego” concluse la McGrannit girandosi e guidandoli lungo le scale del corridoio principale di Hogwarts.

Poco dopo aver sistemato le loro valigie, i ragazzi vennero scortati fino all’enorme portone che li separava dalla Sala Grande, da cui arrivavano diversi schiamazzi degli studenti. Appena si avvicinarono, le porte si spalancarono e nella sala cadde il silenzio. Quest’ultimo fu interrotto pochi secondi dopo dalla voce di Silente. “Come vi ho preannunciato ieri, questi sono il gruppo di studenti stranieri che dovremo ospitare quest’anno. Come ciascuno di voi, verranno divisi nella varie casate, partecipando anche alla Coppa delle Case. Spero che possiate aiutarli a integrarsi bene!” disse, per poi risedersi. La sala ripiombò di nuovo nel silenzio precedente al discorso del Preside, mentre i ragazzi del McKingley si guardavano intorno. Il Preside, con un gesto della testa, li invitò ad avvicinarsi e, man mano che camminavano, si sentirono aumentare i sussurri degli altri studenti. “Bene ragazzi, mettetevi in fila e uno ad uno, in ordine alfabetico, verrete assegnati alla vostra casata” disse la McGrannit, che nel frattempo era andata a prendere il Cappello Parlante e uno sgabello, che aveva adagiato al centro del piccolo palco dove stavano i Professori. “Uhm, vediamo chi è il primo … Artie Abrams!” esclamò la donna, chiamando Artie, che salì sul palchetto aiutato da Finn e Sam, dato che era in carrozzina. A quel punto l’insegnante poggiò il cappello su Artie. “Interessante … C’è tanta intelligenza in questo cervello, ma anche tanta dolcezza e spirito d’animo! Ma credo che per te possa andar bene … Corvonero!” esclamò il Cappello, facendo partire un piccolo coro di applausi, tra cui quelli di Harry, Ron ed Hermione. “Bene, ora … Blaine Anderson!” Blaine avanzò verso il Cappello e si sedette sullo sgabello, pronto per il verdetto. “Oh, ma chi abbiamo qui … una bella testa intelligente … Vedo anche che hai uno spirito gentile, sempre disposto a mettersi in gioco per gli altri … Tassorosso!” “Rachel Berry!” chiamò la McGrannit a gran voce. Rachel con molta grazia si avvicinò al Cappello Parlante e se lo mise in testa da sola. “Uh, cosa abbiamo qui? Una ragazza intelligente e scaltra, decisamente una mente astuta … direi Serpeverde!” Rachel sorrise a quel verdetto e si avviò verso il tavolo dei Serpeverde, contenta. “Ora … Mike Chang!” Mike si avviò velocemente verso lo sgabello, cercando di non inciampare negli scalini. “Oh! Abbiamo un’ottima testa qui, bravo, premuroso, intelligente … Corvonero!” “Hunter Clarington!” Hunter, dopo essere salito sul palco, fece un passo verso lo sgabello e non riuscì neanche a mettersi in testa il Cappello, che questo esclamò “Serpeverde!” facendo sorridere maliziosamente Hunter. Dopo, Hunter toccò a Tina, che si avvicinò titubante al Cappello. “Uhm, abbiamo una ragazza dolce, ma anche una mente brillante … Corvonero!” Tina sorrise a quella rivelazione e raggiunse il suo ragazzo Mike al tavolo dei Corvonero. “Nick Duvall!” Nick avanzò piano verso il Cappello Parlante. “Allora, cosa abbiamo qui? Una bella testa, non c’è che dire! Sei un ragazzo con l’animo molto gentile, potresti stare bene a Tassorosso … Ma hai anche una mente brillante, quindi per me staresti meglio a … Corvonero!” Poi toccò a Sam. “Sam Evans, eh? Sei un ragazzo coraggioso, non è così? Ma hai un animo dolce e altruista … Tassorosso!” Appena raggiunse il tavolo dei Tassorosso, Blaine gli batté il cinque, contento. “Quinn Fabray!” Appena si avvicinò al Cappello, questo esclamò: “Bene bene, vedo una ragazza ambiziosa, che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, molto scaltra e furba … Serpeverde!” “Thad Harwood!” Thad camminò lentamente in direzione del Cappello e si sedette delicatamente sullo sgabello, leggermente nervoso. “Vediamo po’… Sembri un ragazzo intelligente, ma anche molto altruista e diligente … per te, credo vada bene Tassorosso!” “Finn Hudson! … Finn Hudson!” “Eh, arrivo!” esclamò il ragazzo, correndo sulle scale, facendo ridacchiare gli altri studenti. “Oh … ecco qui una mente leggera, dominata dall’amore e dalla tenerezza … Sei anche molto forte, vedo … Tassorosso!” Finn si alzò subito dopo aver sentito la sua casata e raggiunse i suoi amici. Fu finalmente il turno di Kurt. “Uhm, Kurt Hummel … una mente veloce, scattante, brillante … ma anche un animo determinato e fermo … Grifondoro!” “Mercedes Jones!” Mercedes avanzò sicura di sé e si sedette sullo sgabello. “Oh! Una mente decisa e temeraria … Grifondoro!” Era il turno di Santana, che procedette convinta verso il Cappello Parlante. “Serpeverde!” esclamò quest’ultimo appena si fu posato sulla testa della latina, che sorrise, raggiungendo Rachel e Hunter. “Sugar Motta!” Sugar si diresse verso lo sgabello con passo agile e tranquillo. “Uhm … tu sei veramente facile … Sei agile e dolce: Tassorosso!” “Trent Nixon!” Trent avanzò titubante e dubbioso. “Ciao Trent, spaventato? Io non lo sarei al tuo posto … Sei un ragazzo intelligente e altruista … Tassorosso!” Trent sospirò di sollievo e si alzò, raggiungendo gli altri. “Brittany Pierce! ... Brittany S. Pierce! Brittany Susan Pierce!” urlò la McGrannit, per farsi sentire. “Ehm, Brittany … ti hanno chiamato” la ammonì Jeff. Brittany si risvegliò dal suo stato di stupore e poi distrattamente avanzò trotterellando verso il Cappello. “… Tassorosso!” esclamò questo e Brittany si rialzò, riutilizzando lo stesso tipo di passo precedente per andare a sedersi. Fu la volta di Puck. “Ehm … Noah Puckerman!” Il ragazzo si accostò all’oggetto. “Interessante … sei un ragazzo atletico e sicuramente hai una mente geniale, ma anche singolare … Serpeverde!” Alla fine rimasero solo Sebastian e Jeff. Sebastian camminò scocciato verso il palchetto. “Sebastian Smythe … Una testa piuttosto brillante, acuta e ingegnosa … Saresti un ottimo Corvonero, ma direi che sei perfetto per … Serpeverde!” “Bene … infine Jeff Sterling!” Jeff si sedette piano sullo sgabello. “Oh … Una testa intelligente e originale, ma anche un’anima interessante e sincera … Tassorosso!” concluse il Cappello. Appena anche Jeff si fu seduto al tavolo della sua casata e la Professoressa ebbe messo via il Cappello e lo sgabello per poi sedersi, Silente parlò. “Bene, ora che tutti i nuovi alunni sono stati smistati, spero che li tratterete con rispetto e vi auguro una buona serata!” esclamò, per poi far comparire il cibo sui tavoli.

Finito lo smistamento, Harry si girò verso i nuovi arrivati salutandoli con un sorriso: "Ciao ragazzi! Sono contento che siate stati assegnati alla nostra casata! Io sono..." incominciò lui, per poi essere bloccato. "Oh mio Dio, tu sei Harry Potter! Era da anni che sognavo di conoscerti!" lo interruppe Kurt, con un grido eccitato. "Si sono io" gli rispose Harry imbarazzato. "Non credevo di essere famoso anche dall'altra parte dell'oceano" continuò. “Come potremmo non conoscerti? Hai sconfitto il mago oscuro più potente del mondo! Se non fossi intervenuto tu, probabilmente la guerra avrebbe avuto proporzioni gigantesche!" continuò Kurt senza quasi riprendere fiato. "Frena l'entusiasmo Kurt se continui così li farai scappare! Comunque voi due dovreste essere Ron Weasley e Hermione Granger!" disse Mercedes indicando i due ragazzi. “Esatto voi invece siete?"domandò Hermione, curiosa di conoscere i loro nomi. “Io sono Mercedes Jones e questo pazzo di fianco a me è Kurt Hummel!” spiegò la nera. “Scusate l'entusiasmo, ma ancora non riesco a credere di avere davanti persone così famose!" disse Kurt, arrossendo. "Tranquillo amico!" disse Ron, mentre si abbuffava. "Ronald, quante volte ti ho detto di non mangiare con la bocca piena?!" lo ammonì Hermione facendo una smorfia. “Comunque la vostra scuola deve essere fantastica! Ho letto che fate un sacco di attività interessanti nelle ore libere!" continuò la ragazza, rivolgendosi ai nuovi arrivati. “Oh si! Noi, per esempio, facciamo parte del Glee club!" rispose Mercedes, sorridendo. "Cos'è un Glee club?" domandò Ron, confuso. "Come fai a non saperlo? Non ne avete uno qua? Da noi ogni scuola ne ha uno!" domandò Kurt sorpreso, ma vedendo le facce confuse dei ragazzi continuò “Il Glee club è un gruppo di canto e ballo! Ogni settimana abbiamo un tema o un cantante da utilizzare come ispirazione e ognuno di noi porta una canzone in base a quello. Ognuna delle persone che sono venute con noi ne fa parte" spiegò orgoglioso. “Che bello! Ho sempre amato ballare; da piccolo mi avevano iscritto a un corso di ballo" disse Neville sorprendendo tutti. "Davvero? non lo sapevamo!" rispose Dean girandosi curioso verso l’amico. "Io si! Al ballo del ceppo è stato bravissimo!" si intromise Ginny. "Beh ragazzi che ne dite di andare al dormitorio? Non so voi ma io sono stanco morto" disse Ron con uno sbadiglio. “Sono d'accordo, seguitimi!” disse Hermione, parlando a Kurt e Mercedes, per poi condurli alla torre.

Nel frattempo, nel Tavolo dei Tassorosso, anche Finn e gli altri stavano facendo conoscenza con i loro nuovi compagni di Casa. “Ciao ragazzi! Io sono Ernie Macmillan! E loro sono Hannah Abbott e Justin Finch-Fletchley!” incominciò Ernie, salutandoli cordialmente. “Siamo felici che siate capitati con noi! Io sono Susan Bones! Voi come vi chiamate?” si intromise Susan, sorridendo ospitale. “Ehm, io sono Finn Hudson e loro sono Sugar Motta, Brittany Pierce e Sam Evans!” disse, indicando i tre che gli stavano vicino. “E io sono Blaine Anderson, mentre loro sono Jeff, Thad e Trent!” esclamò Blaine. “È un piacere conoscervi! Sappiamo che nella vostra scuola ci sono un sacco di laboratori! Diteci: voi cosa fate?” chiese Hannah, guardandoli incuriosita. “Noi tutti facciamo parte del Glee club!” esclamò Sam. “Il Glee Club? E che roba è?” domandò Ernie. “È un club in cui cantiamo e balliamo e ogni settimana abbiamo un compito diverso da svolgere!” spiegò velocemente Thad. “Sembra bello!” esclamò Justin. “Sì, è molto bello e inoltre siamo tutti molto uniti!” commentò Finn, sorridendo loro. “Beh, ora sarà meglio andare in dormitorio! Venite, vi facciamo vedere la strada!” disse Ernie, alzandosi e guidando i nuovi arrivati. “Ma qui da voi ci sono gli unicorni?” domandò Brittany, mentre si avviavano verso il loro dormitorio, facendo ridere tutti.

Anche nel tavolo dei Corvonero si stavano facendo nuove conoscenze. “Ehi, è un piacere avervi qui con noi! Io sono Padma Patil e lui è Zacharias Smith! Voi siete?” domandò la ragazza, sorridendo ai nuovi. “Ehm, io sono Artie Abrams e loro sono Mike Chang, Tina Cohen-Chang e Nick Duvall! È un piacere anche per noi!” rispose il ragazzo sulla sedia a rotelle, girandosi verso di loro, sorridente. “Mike Chang! Wow, hai il mio stesso cognome! Comunque io sono Cho Chang e lei è la mia amica Marietta” intervenì Cho, indicando sé e la sua amica che ridacchiava dietro di lei. “Davvero? Beh, io sono Tina e lui è il mio ragazzo!” esclamò Tina, prendendo sotto braccio Mike e guardando male Cho, che si risedette, delusa. “Ciao ragazzi, io sono Luna, Luna Lovegood. Wow, siete pieni di Nargilli nelle vostre teste!” esclamò all’improvviso Luna, per poi distrarsi. “Questa andrebbe bene con Brittany …” sussurrò Nick ad Artie, guardando strano la povera Luna. “Ok, forza mangiamo adesso! Dopo vi faremo vedere il nostro dormitorio!” concluse Zachary, per poi rigirarsi verso la cena.

Intanto, nell’ultimo tavolo della Sala, le Serpi stavano cenando, ma non stavano esattamente facendo “conoscenza”. Infatti, Draco stava guardando male i nuovi “arrivi”. “E così voi sareste le nuove reclute dei Serperverde?” disse il ragazzo, scrutandoli attentamente, con uno sguardo di superiorità. “Ma tu ti sei visto? Che senza il tuo paparino non riesci a fare un passo ...” commentò acido Hunter, guardandolo supponente. “Beh, almeno io sono qualcuno, tu invece non sei neanche degno di essere ricordato.” Hunter stava per controbattere, incazzato, ma Blaise fu più veloce e li interruppe. “Non fate caso a lui, è sempre diffidente con le persone che non conosce” disse, fermando la lite tra i due. “Devo ammettere però che in questa scuola ci sono proprio dei bei bocconcini” sussurrò Sebastian, guardandosi intorno, leccandosi le labbra. Appena sentì queste parole, Draco si girò verso il francese e lo incenerì con lo sguardo. “Che vuoi? Sei carino anche tu, ma non sei un granchè; preferisco decisamente i mori!” esclamò Sebastian, girandosi verso Blaise e facendogli l'occhiolino. “Mi spiace caro, ma sono etero” rispose Blaise, ridendo. All'improvviso Rachel si fece avanti e si presentò. “Io sono Rachel, Rachel Berry!  È un piacere conoscervi!” esclamò, sorridendo a 32 denti. “Sta zitta Berry, nessuno ha chiesto il tuo parere!” intervenne Santana. “Oh finalmente qualcuno che parla la mia lingua!” disse Draco, guardando curioso la latina. “Comunque, io sono Santana Lopez. Voi siete?” “Io sono Pansy Parkinson! E loro sono Draco Malfoy e Blaise Zabini! Questi due qui, invece, sono Tiger e Goyle!” rispose Pansy, sorridendo. “Io sono Quinn Fabray, e loro sono Sebastian, Hunter e Noah Puckerman” continuò la bionda. “Puoi chiamarmi Puck, dolcezza” intervenne il ragazzo, rivolgendosi a Pansy con un occhiolino. “Non credo possa essere interessata a uno come te!” lo fulminò Blaise, con un'occhiataccia. “Credo sia meglio finire di mangiare, così dopo possiamo andare in dormitorio” concluse Rachel, sedendosi con gli altri.

Angolo dell'autrice:
Scusate per il "leggero" ritardo nel pubblicare, purtroppo dovuto a diversi impegni. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto!

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Ecco il terzo capitolo!

Arrivati al dormitorio, i ragazzi dei Grifondoro rimasero ancora un po' svegli a parlare nella Sala Comune. “Allora, come vi sembra Hogwarts per il momento?” domandò Harry. “È un bel posto, però avrei preferito finire nella stessa casata di Blaine ...” commentò Kurt, pensieroso. “Chi è Blaine?” chiese Ron, confuso. “È il ragazzo al quale il nostro Kurt strapperebbe volentieri tutto, ma proprio tutto!” commentò ridendo Mercedes. Kurt arrossì violentemente. “Non è vero!” esclamò imbarazzato. “Ah no? Ma se lo spogli con gli occhi ogni volta che lo vedi?” domandò retorica Mercedes. “Ok forse mi piace un pochino... Comunque, lui non mi cagherà mai!” rispose Kurt, incrociando le braccia al petto. “Non so chi sia, ma non credo che tu non gli possa almeno interessare un po'! Dovresti continuare a provarci con lui!” intervenne Hermione, sincera. “Lui è bellissimo, ha una voce fantastica ed è sempre gentile con tutti … Non credo proprio di poter piacere a uno come lui ...” sussurrò Kurt, amareggiato. “Smettila di dire cazzate, Kurt! Quel ragazzo ti va dietro come un cane sbava su un osso!” esclamò Mercedes, guardandolo saccente. “Adesso siamo curiosi di conoscerlo!” concluse Neville. “Va bene, ve lo farò vedere domani!” disse Kurt sospirando, facendo ridere gli altri.

Il giorno seguente, mentre Kurt scendeva per la colazione sentì una voce familiare che lo chiamava. “Kurtie! Aspettami!” gli gridò Rachel, per poi raggiungerlo. “Oh, ciao Rach! Come va? Com'è andata la prima nottata tra le Serpi?” le domandò lui. “Bene, dai. E te?” “Bene! I Grifondoro sono stati gentilissimi con noi; e ho finalmente conosciuto Harry Potter!” esclamò eccitato. “Wow, sono contenta per te, Kurtie! Le Serpi invece sono un po' scontrose, ma tutto sommato non sono male; Pansy per esempio è simpatica! Comunque, ti ho chiamato per un'altra cosa: ho scoperto che qui non hanno un Glee Club, potremmo proporre di aprirne uno!” “Sì, mi piace come idea! Facciamo così, io ne parlo con gli altri Grifondoro e tu ne parli alle Serpi; poi ne parleremo anche agli altri! Ora vado, che sto morendo di fame!” disse Kurt, correndo via per raggiungere il tavolo dei Grifondoro.
Sedutosi al tavolo, tra Mercedes e Harry, li salutò. “Ciao Kurt! Che ci racconti?” gli chiese Hermione. “La mia migliore amica e nostra compagna Rachel mi ha detto che le piacerebbe aprire un Glee Club anche qui, voi che ne pensate?” “È una bella idea, mi piacerebbe ballare e cantare con voi!” rispose Neville, entusiasta. “Sì, non è una brutta idea, potrebbe funzionare!” disse Ron, come sempre con il cibo in bocca. “Ronald!” lo ammonì Hermione. “Comunque, io sono d'accordo; se vuoi dopo possiamo andare assieme a parlarne con il Preside!” continuò lei. “Ora passiamo alle cose importanti: non dovevi farci vedere un certo Blaine?” domandò Ginny, cosa che fece girare tutti verso il povero Kurt. “Ok, va bene … È il ragazzo che sta in Tassorosso, quello coi capelli pieni di gel!” disse lui, girandosi a indicare Blaine. Quando anche gli altri si stavano per girare, Kurt li interruppe. “Non giratevi tutti insieme, per favore, è imbarazzante!” li ammonì, rigirandosi poi verso il tavolo.

Nel frattempo, anche Blaine stava chiacchierando con i suoi compagni. “Hogwarts è bellissima!” esclamò il ragazzo, ricevendo l'approvazione anche dagli altri ragazzi del Glee. “Sì, ma io volevo il mio Nick!” esclamò Jeff, sbuffando. “A chi lo dici!” esclamarono all'unisono Finn e Sam, pensando alle loro ragazze. “Ehi, Nick è solo mio!” “Non credo si riferissero a lui, Jeff” commentò Trent. “Comunque anche a me manca la mia Santana!” esclamò Brittany. “E a me Artie!” continuò Sugar. “Ragazzi non deprimiamoci così; non sono mica morti: sono solo in un'altra casata!” li fece osservare Blaine. “Tu non puoi capire, Blaine! Non sei mica fidanzato!” disse Finn, roteando gli occhi. “Hai ragione … purtroppo” sussurrò Blaine, abbassando lo sguardo afflitto. “Tranquillo Blaine, sicuramente anche Kurt starà pensando a te!” tentò di consolarlo Sam. “Sì è vero … Aspetta, cosa centra mio fratello?” chiese Finn, confuso. “Secondo te? Forse Kurt piace a Blaine, no?” domandò retorica Sugar. “Apettate ma chi è Kurt?” chiese Ernie. “È il fratello di Finn e il ragazzo che piace a Blaine!” spiegò Trent. “Ah, ed è carino?” domandò Hannah. “Non è carino, è stupendo! Ha due occhi che sono così meravigliosi e profondi e ogni volta che sorride illumina il mio mondo!” esclamò Blaine, sognante. “Siete due delfini bellissimi!” esclamò Brittany, beccandosi un'occhiataccia dagli altri. “Calmo Blaine! Ti aiuterò io, ho già in mente un piano!” intervenne Jeff, con gli occhi che gli brillavano. “Io inizierei a preoccuparmi ...” sussurrò Sam.

Dopo la colazione, Kurt e Hermione stavano aspettando Rachel all'uscita della Sala Grande, quando questa arrivò, insieme a Pansy. “Ciao Kurt! Lei è Pansy, le piace l'idea del Glee Club e voleva unirsi a noi per chiederlo al Preside!” disse la più bassa, sorridendo loro. “Ok! E lei è Hermione!” esclamò Kurt. “E io dovrei collaborare con “lei”?” chiese Pansy, guardando male Hermione. “Nemmeno io ne sono entusiasta, ma per una volta possiamo lasciar perdere i pregiudizi. Tregua?” chiese Hermione, porgendole la mano. “Ok ...” sussurrò Pansy, poco convinta. “Ora organizziamoci: dobbiamo parlarne prima con il nostro professore; giusto Rachel?” continuò Kurt, riportando il discorso sull'argomento principale. “Sì, allora andiamo dal professor Schuester subito!” concluse l'altra, e così tutti si incamminarono per andare a cercare il professore. Pochi minuti dopo, videro il professore uscire dalla Sala e così lo raggiunsero, correndo. “Salve professore! Volevamo chiederle una cosa!” iniziò Kurt. “Ditemi pure” “Volevamo sapere se per lei andasse bene istituire un Glee Club anche qui, per quest'anno!” continuò Rachel. “Beh, ve ne avrei parlato tra pochi giorni; in effetti io e il Preside eravamo già d'accordo per istituirne uno, quindi va bene. Non parlatene con il Preside, lo farò io, poi vi riferirò i dettagli.” rispose il professore, rendendo felici i quattro alunni, che gli sorrisero, lo salutarono e se ne andarono.

Il giorno successivo, a pranzo, Silente, prima di far mangiare i ragazzi, fece un discorso. “Quest'anno, vista la presenza degli studenti del McKingley, noi professori abbiamo deciso di istituire un Glee Club anche nella nostra scuola. Per chi non lo sapesse, è un laboratorio dove potete sperimentare le vostre doti di danza e canto. Per le iscrizioni, abbiamo appeso ad ogni bacheca dei dormitori dei fogli con su scritti gli orari e il luogo delle audizioni e dove potrete scrivere il vostro nome se siete interessati. Grazie per l'attenzione e ora … Abbuffatevi!” esclamò Silente, facendo comparire il cibo sulle Tavole.

Dopo le lezioni, tutti tornarono nei loro dormitori e notarono il foglio delle iscrizioni nelle bacheche delle Sale Comuni. Nella Sala Comunque dei Grifondoro, c'era una piccola folla davanti al foglio delle iscrizioni. “Cavolo, non avevo mai visto così tanta gente che volesse iscriversi ad un Glee Club!” commentò Thad, piuttosto curioso. “Già, non abbiamo mai avuto così tanta affluenza per le iscrizioni al McKingley!” disse Kurt. “Beh, qui da noi è una nuova opportunità, quindi parecchie persone tenteranno di iscriversi!” esclamò Hermione, spiegando la situazione ai nuovi. “Allora, voi vi iscrivete?” domandò Mercedes agli altri ragazzi di Grifondoro, quando finalmente anche loro furono arrivati davanti al foglio. Harry guardò prima Ron e poi Hermione, poi annuì. “Ma sì dai, sarà una bella esperienza!” esclamò, segnandosi insieme agli altri.

Per quanto riguarda i Serpeverde, invece, non c’erano molte persone che vollero iscriversi al Glee; così, i primi ad inserire i loro nomi furono i nuovi arrivati, che erano già abituati. “Vi iscrivete a quel coso?” domandò Draco, leggermente disgustato. “Sì, perché?” chiese Rachel, saccente. “No, niente, solo mi sembra molto da sfigati …” sussurrò l’altro. “Ascolta bello, per te sarà anche da sfigati, ma noi amiamo il Glee Club, ci tiene uniti, quindi sta zitto” lo ammonì Santana, per poi andarsene con Quinn. Poco dopo, entrarono nella Sala Comune anche Puck, Sebastian e Hunter, che si diressero a passo spedito verso il foglio e segnarono i loro nomi. “Vi iscrivete anche voi?” chiese ancora Draco. “Sì! Problemi, amico?” chiese Puck, guardandolo male. Draco scosse la testa. “Sì, noi ci iscriviamo! Dovresti farlo anche tu, bel culo” ammiccò Sebastian, per poi uscire con gli altri due. “Pansy, tu ti iscrivi?” chiese Rachel alla sua nuova compagna, prima di uscire. “Uhm, sì dai perché no!” esclamò questa, dirigendosi verso il foglio e segnandosi. “Beh, vengo anch’io allora!” si intromise Blaise, che fino a quel momento era stato vicino a Draco, in silenzio. “Che cosa?! Sei per caso impazzito, Blaise?” domandò Draco, sconcertato. “No, in fondo potrebbe essere una bella idea, no? Andiamo Draco, non fare sempre lo scontroso, almeno proviamoci!” “Non ho la ben che minima intenzione di andare a quella specie di laboratorio!” “E invece verrai, forza!” esclamò Blaise, prendendolo per il braccio e trascinandolo verso il foglio. “E va bene, ma solo perché lo fate anche voi …” si arrese Draco, staccandosi da Blaise, che sorrise soddisfatto, mentre lo vedeva firmare.
 
Angolo autrice:
Ciao a tutti! Mi scuso ancora per il mio ritardo, spero che questo capitolo vi sia piaciuto e soprattutto spero di poter riaggiornare presto la storia! Recensite, se vi va! Alla prossimaaa

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Le audizioni, come era scritto sui fogli appesi nelle bacheche sarebbero iniziate quel pomeriggio, alle quattro. Un’assidua folla stava aspettando in fila davanti al palchetto della Sala Grande, dove si tenevano le audizioni. Il professor Schuester era seduto, vicino alla Professoressa McGrannit che sorvegliava il tutto. I ragazzi del Glee decisero di arrivare quasi per ultimi, insieme alle loro nuove conoscenze, così non dovettero fare una fila stratosferica. Così, si ritrovarono tutti assieme davanti alla Sala Grande. “Ehi Rachel, guarda chi c’è!” esclamò Pansy, indicando alla sua nuova amica, l’arrivo degli altri ragazzi. Draco, che era venuto giù con loro, rimase esterrefatto non appena vide che anche Harry, Ron ed Hermione volevano fare le audizioni. “Ciao Rachel! Ciao Pansy!” le salutò Kurt, avvicinandosi a loro. “Oh no, io non ho la minima intenzione di fare l’audizione se la fanno anche questi qui!” esclamò Draco, guardando i Grifondoro con disprezzo. “Smettila piccolo furetto! Tu farai l’audizione, punto” lo rimproverò Santana, guardandolo male. Draco sbuffò. “Che succede? Paura, Malfoy?” gli domandò Harry. “Ti piacerebbe” sussurrò Draco, sfidandolo con lo sguardo. “Ehm guardate chi arriva!” esclamò Thad, per allentare la tensione. Fortunatamente infatti, in quel momento stavano arrivando anche gli altri ragazzi dei Tassorosso e dei Corvonero. “Ciao ragazzi! Ciao Rachel!” li salutò Finn, avvicinandosi alla propria ragazza, baciandola. “Ok, beh visto che ci siamo tutti, che ne dite di andare?” domandò Artie, spingendo la carrozzina verso la porta della Sala. Ottenne un cenno di assenso da parte di tutti, che lo seguirono.

Quella sera, alla fine di tutte le audizioni, il professor Schuester appese la lista di coloro che erano stati presi fuori dalla porta della Sala Grande: ovviamente tutti quelli del Glee erano stati presi, così come i loro nuovi amici. “Fantastico!” esultò Rachel, quella sera dopo cena, quando vide per la prima volta il foglio, in compagnia degli altri. All’improvviso arrivò il professore. “Ehi ragazzi! Come avete potuto vedere, siete stati presi tutti! Non vedo l’ora di iniziare il Glee con voi! Ora andate a festeggiare, e buonanotte!” disse lui, per poi andarsene e ritirarsi nella sua camera. Presi dall’euforia, i cosiddetti “Niff” (Nick e Jeff si intende) si misero a pomiciare. “Siete disgustosi! Prendetevi una camera!” esclamò Hunter, guardandoli inorridito. “Io li trovo dolci!” disse Quinn, guardando i due ragazzi. I due interessati si staccarono, ridacchiando, quando un lampo di genio attraversò la mente di Jeff. “C’è un posto abbastanza appartato qui?” domandò agli studenti di Hogwarts. “Sì, beh, c’è la Stanza delle Necessità!” rispose Hermione. “Io e Nick dobbiamo andare, allora!” concluse il biondo, trascinando via con sé il più basso, alla ricerca della Stanza delle Necessità. “Quei due non torneranno tanto presto, hanno da fare! Sarà meglio andare a letto!” concluse Mercedes, ridendo, per poi salutare gli altri.

Il lunedì seguente, al pomeriggio, iniziarono le prove del Glee club, che si tenevano nell’Aula di Trasfigurazione, una delle più grandi nel Castello. Dopo le lezioni, i ragazzi delle diverse Case si ritrovarono nell’aula e appena furono arrivati tutti, il professor Schuester li accolse per la loro prima lezione. “Benvenuti a tutti ragazzi! Per coloro che facevano già parte del Glee club non c’è niente da spiegare, per tutti gli altri, vi posso solo dire che canterete e ballerete molto e inoltre imparerete molto sulla storia della musica! Ogni settimana avremo un tema diverso da affrontare e tutti dovranno esibirsi in un numero su quel tema. Beh, detto questo, iniziamo subito, spero vi divertirete!” esclamò il professore, entusiasta, ricevendo i sorrisi di molti degli studenti nuovi di Hogwarts. “Bene, per questa prima settimana di lavoro, inizierete a presentarvi e potrete cantare una canzone che vi rappresenta. Qualcuno vuole cominciare?” continuò il professore, rivolgendo quell’ultima domanda ai suoi precedenti alunni. “Se me lo permette, professore, avrei una canzone perfetta da mostrare ai nostri nuovi “acquisti”, e sia da il caso che mi rappresenti parecchio” rispose Blaine. “Certo, vieni pure” lo invitò ad avvicinarsi il professore, spostandosi dal centro dell’Aula, per far accomodare Blaine. “Vi stupirete, Blaine è un animale da palcoscenico: è bravissimo” sussurrò Rachel ad Hermione e Pansy. Così, Blaine mise un cd nella radio presente in classe e improvvisamente le note di “Teenage Dream” riempirono la sala.

You think I’m pretty without any makeup on

You think I’m funny when I tell the punch line wrong

I know you get me so I let my walls come down, down

Before you met me I was alright but things were kinda heavy

You brought me to life

Now every February you’ll be my Valentine, Valentine

Let’s go all the way tonight, no regrets, just love

We can dance until we die, you and I, will be young forever!

 

Blaine, mentre intonava queste parole, si girò verso Kurt, guardandolo intensamente, cercando di trasmettergli quello che provava con quella canzone. Intanto, i nuovi arrivati al Glee erano stupefatti dalla bravura e dalla naturalezza con cui Blaine si muoveva sul palco. “Wow, è molto bravo …” sussurrò Hermione a Rachel, che sorrise, orgogliosa.

 

You make me feel like I’m living a Teenage Dream

The way you turn me on, I can’t sleep

Let’s run away and don’t ever look back, don’t ever look back

My heart stops when you look at me

Just one touch, now baby I believe

This is real so take a chance and don’t ever look back, don’t ever look back

 

Kurt, mentre Blaine gli cantava quelle parole, arrossì vistosamente, soprattutto tutte le volte che Blaine si girava a fissarlo, ossia per circa tutta la canzone.

 

[…] I’m a get your heart racing in my skin-tight jeans

Be your Teenage Dream tonight

Let you put your hands on me in my skin-tight jeans

Be your Teenage Dream, tonight, tonight!

 

Quando finì la canzone, tutti applaudirono e, naturalmente, il primo che lo fece fu proprio Kurt, completamente rapito dall’esibizione di Blaine, che sorrise soddisfatto.

 

Jeff, mentre applaudivano, sussurrò qualcosa all’orecchio di Nick. “Ma quei due non si sono ancora dichiarati? Qui ci vuole l’intervento di zio Jeff, vero Nick?” domandò al suo ragazzo, guardandolo con gli occhi che gli brillavano. Nick gli sorrise, però sapeva che i piani del suo Jeffy erano sempre “strani”.

Quando uscirono dall’aula, a fine lezione, tutti poterono vedere come Kurt e Blaine camminavano vicini, chiacchierando teneramente. “Ragazzi, dobbiamo intervenire. Ma li vedete quei due?” domandò Nick, parlando a Rachel, Hermione e Pansy, che erano vicino a lui e a Jeff. “Già, sembrano un po’ presi …” notò Hermione, guardando i Klaine da lontano. “Solo un po’? Quei due si mangiano con gli occhi! Ed è proprio adesso che tocca a noi! Dobbiamo spingerli l’uno tra le braccia dell’altro!” continuò Jeff, entusiasta. “Sì, hai ragione! Voglio bene a Kurt e so che prova qualcosa per Blaine!” constatò Rachel, contenta di sapere che anche i suoi amici erano d’accordo. “Se proprio dovete aiutare quei due inetti/perdenti ad accoppiarsi, vi servirà l’aiuto di una persona con un intelletto superiore al vostro, ossia me” disse Pansy, con un’aria altezzosa. Allora i Niff guardandosi maliziosamente, presero da parte le tre ragazze e gli raccontarono il loro piano. Appena finirono di descrivere il progetto, le tre ragazze sorrisero compiaciute. “Mi piace questo piano!” disse Hermione, sorridendo euforica. “Almeno Kurt la smetterà di assillarmi con le sue stupide paranoie!” esclamò Rachel. “Perfetto! Allora, visto che siamo d’accordo, mettiamolo in atto il più presto possibile! Io pensavo di farlo stasera…” disse Nick, cercando il consenso degli altri, che annuirono.

Quella sera, mentre stavano cenando nella Sala Grande, arrivarono due gufi che portarono a Kurt e Blaine un biglietto con scritta la medesima cosa l’uno da parte dell’altro:

Ho bisogno di dirti una cosa importante. Troviamoci nella Stanza delle Necessità per le 21.00

Kurt, letto il messaggio, si sbrigò a finir di mangiare e si diresse, nervoso, nel luogo dell’incontro, chiedendosi il perché dell’appuntamento così improvviso. Arrivato davanti alla Stanza delle Necessità, trovò la porta aperta e vi entrò, vedendo che Blaine era già all’interno. La stanza era una sala piccola e circolare, ma accogliente, con al centro un paio di divanetti che stavano in fronte ad un camino, e sul lato destro c’era una finestra che dava sul lago di Hogwarts. L’ attenzione di Kurt però fu subito catturata da Blaine, che stava camminando avanti e indietro per la stanza, continuando a torturarsi un riccio che non stava a posto con gli altri capelli. Sentendo i suoi passi, Blaine si girò verso di lui e così gli occhi di ghiaccio di Kurt si persero in quelli dolci come il miele del ragazzo. Dopo qualche attimo di incertezza, Kurt si avvicinò all’altro. “Cosa dovevi dirmi?” si chiesero all’unisono. “Ma come? Non dovevi essere tu a parlarmi?” domandò Blaine confuso, ma ottenne in risposta solo uno sguardo da un’ancora più confuso Kurt. In quello stesso istante, sentirono il rumore della porta sbattere e chiudersi a chiave.


Angolo autrice:
Scusate l'assenza, ma sia io che l'altra scrittrice siamo impegnatissime, specialmente con la scuola, spero che ci capiate! Speriamo che il capitolo vi sia piaciuto, recensite se volete! Alla prossima!

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Appena capirono di esser stati intrappolati, tornarono a guardarsi. “Presumo che non sia stato tu a spedirmi il biglietto, giusto?” domandò Blaine. “No, decisamente no. Anche a me è arrivato lo stesso” rispose Kurt. Dopo un paio di minuti di silenzio, Blaine parlò. “Ehm, che facciamo ora?” chiese a Kurt. “Beh, ci hanno rinchiuso qui per un buon motivo: per parlare. Allora, parliamo” disse Kurt, alzando le spalle. “Ok … In effetti, ci sarebbe una cosa che vorrei dirti da un po’ di tempo, ma ho sempre avuto paura della reazione che potresti avere …” confessò Blaine, imbarazzato. “È una cosa così terribile?” domandò Kurt, preoccupato. “No, cioè forse … Dipende da come la prendi, ecco …” “Adesso inizio a preoccuparmi … Dai prova, se non me lo dici non potremo mai sapere come reagirò! Poi, più aspetti, più potresti peggiorare la situazione…” lo incitò a parlare Kurt. “Peggio di così… Però, più passa il tempo più quello che provo mi tormenta, in effetti…” sussurrò Blaine, indeciso, senza che Kurt lo sentisse. “Va bene, però ho bisogno che tu non parli fino a che non ho finito di dirti tutto, se no non credo di riuscirci” accettò Blaine, guardando serio l’altro. “Ok … Ti ascolto” rispose Kurt, mettendosi seduto su uno dei divanetti presenti nella stanza. Blaine seguì il compagno e si sedette vicino a lui, per poi incominciare il discorso. “Kurt, arriva un momento in cui diciamo a noi stessi: Oh, eccolo là. Cerco uno così da una vita. Da quando sei entrato nella mia vita, l’hai stravolta completamente. Ora tutto quello che faccio gira intorno a te e sei continuamente nei miei pensieri. Da un po’ di tempo, ho capito una cosa: t-tu mi emozioni, Kurt. La canzone che ho cantato ieri per il Glee Club, in realtà, era per te, per farti capire ciò che provo, perché rispecchia molto come mi fa sentire quando mi guardi. Mi sono innamorato di te fin dal primo momento in cui ti ho visto scendere dalle scale del McKingley e, anche se avevo paura, dovevo dirtelo perché non riuscivo più a nascondere i miei sentimenti” confessò Blaine, nervoso. Appena ebbe finito di parlargli, calò un silenzio imbarazzante, ricco di tensione emotiva. Kurt, sentite quelle parole, infatti, non riusciva a credere che l’altro ragazzo provasse quelle emozioni verso di lui e rimase in silenzio, scioccato dalla confessione. “Scusa, sapevo di non dovertelo dire! Adesso non mi vorrai più vedere …” disse Blaine sconsolato, mettendosi le mani nei capelli e abbassando lo sguardo. Così, si girò e fece per andarsene quando Kurt lo fermò, tenendolo per un braccio. “No, aspetta!” “Non dire nient’altro, ho capito che ho rovinato tutto e che non potrò mai avere un’occasione con t-” il flusso di parole di Blaine venne interrotto improvvisamente da Kurt, che si avvicino a lui e unì le proprie labbra alle sue, in un bacio appassionato.
 “Non ho intenzione di rinunciare a te proprio ora che ho scoperto che tu provi quello che provo io, quindi smettila di dire stupidaggini” disse Kurt, non appena si staccarono entrambi dal dolce bacio. “Provi veramente questi sentimenti per me? ...Non riesco ancora a credere di essere così fortunato!” ribatté Blaine, con gli occhi che gli brillavano. “Sono io ad essere il ragazzo più fortunato del mondo, perché ora so di piacerti” rispose Kurt, guardandolo dolcemente negli occhi. Blaine gli ricambiò il sorriso, quando improvvisamente un pensiero gli attraversò la mente. “E ora come usciamo da qui?”

Nello stesso momento, dall’altra parte della scuola, alcuni ragazzi del Glee club erano riuniti a parlare. “Qualcuno di voi ha per caso visto dove sono Kurt e Blaine?” domandò Finn, curioso. “È vero non li vedo dall’ora di cena! Chi sa dove sono finiti?” chiese anche Mercedes. “Di sicuro si saranno imboscati da qualche parte a scopare … Sarebbe anche ora!” commentò acido Sebastian, sogghignando. A quel punto, Rachel e i Niff si guardarono, consapevoli di aver lasciato Kurt e Blaine nella Stanza delle Necessità. “Ehm, noi dobbiamo andare …” disse Rachel, per poi correre via con gli altri due. “Dite che ora quei due avranno finito di parlare?” domandò Nick, mentre correvano lungo il corridoio. “Se non si sono messi a fare qualcos’altro, credo di sì …” disse Jeff, ridacchiando. Arrivati finalmente alla porta della Stanza, la aprirono velocemente, trovandosi davanti Kurt e Blaine che si baciavano appassionatamente. “Beh, poteva andarci peggio” constatò Rachel. Appena sentirono la voce di Rachel, i Klaine si girarono verso gli altri e così si staccarono, imbarazzati. “Vi abbiamo interrotto? Se volete torniamo dopo” disse Nick, ridendo. “Sono un genio, sapevo che avrebbe funzionato! Perché voi vi siete messi insieme vero?” continuò Jeff, esultante. “Ehm, più o meno” sussurrò Kurt. “Beh io ti considero già il mio ragazzo” rispose Blaine, guardando Kurt dolcemente e prendendogli le mani. Così Kurt si girò verso Blaine, emozionato dalle sue parole. “Ok, adesso basta. Scrollatevi di dosso: tutto questo essere sdolcinati mi fa venire il diabete!” commentò acido Sebastian. “Voi che ci fate qui?” chiese Nick, confuso, vedendo dietro di loro tutti i compagni del Glee. “Vi abbiamo seguiti, forse? Secondo voi?” domandò ironica Pansy. “Ci siete sembrati strani …” continuò Blaise. “Questi qui ci hanno rinchiuso qui dentro!” esclamò Blaine, indicando i Niff e Rachel. “Ehi, ci hanno aiutato anche loro, in realtà!” confessò Jeff, indicando Pansy ed Hermione. “Hermione, da quando ti allei coi Serpeverde?” chiese Ron, allibito. “Da quando facciamo parte dello stesso Glee Club, Ronald” esclamò lei, orgogliosa, guardando i suoi nuovi amici. “Faremo parte dello stesso Club, ma non dimentichiamoci che sono gli stessi che ci hanno insultato per anni!” urlò Ron, per poi andarsene infuriato. “Scusatelo, di solito non fa così …” sussurrò Hermione, mentre guardava il ragazzo che si allontanava. “Tranquilla. In fondo, ha ragione: ci siamo insultati per anni!” disse Blaise. “Però non ci conoscevamo neanche così bene, quindi possiamo cambiare … Sarà meglio che vada a parlargli” concluse Hermione, correndo via. Così, rimasero tutti gli altri, davanti alla Stanza delle Necessità, dove c’erano ancora Kurt e Blaine. Calò un silenzio agghiacciante, in cui nessuno sapeva cosa dire. “Ehm, noi vorremmo dirvi che ci siamo messi insieme…” intervenne Kurt, tenendo la mano di Blaine tra la sua. “Menomale! Era anche ora …” commentò Santana, facendo ridere tutti. “Beh, da domani dovrò trovarmi due nuove prede da shippare” sussurrò Puck. Tutti risero. Più tardi, tornarono tutti nei propri dormitori a dormire.

Nel frattempo, Hermione era alla ricerca di Ron. Nonostante i suoi sforzi e la sua astuzia, non sapeva proprio dove potesse essere andato e aveva già cercato in tutti i posti più prevedibili. Ad un certo punto, un’idea le passò per la mente: c’era un posto in cui non aveva ancora guardato, il loro posto. Mentre saliva le scale ripensò al momento in cui quel luogo era diventato qualcosa di speciale per loro.

Era la fine del loro quinto anno ad Hogwarts, mancavano poche settimane. La battaglia contro Voldemort stava per iniziare, più cruenta che mai ed Hermione sapeva che sarebbe stato difficile affrontare una prova del genere, non voleva che la crudeltà di Voldemort colpisse di nuovo altre persone come era successo in passato e quindi non si sentiva pronta, perché sarebbe stato un momento decisivo per il futuro del mondo magico. Si era rifugiata nella Torre dell’Orologio, dove poteva stare tranquilla: quella torre non conteneva nulla senza contare gli ingranaggi dell’orologio e quindi nessuno ci veniva mai. Si era appena seduta vicino alla finestra che dava sul giardino, quando sentì dei passi riecheggiare alle sue spalle. Così si voltò verso la fonte del rumore e vide Ron che la guardava, in piedi vicino alle scale. “Finalmente ti ho trovata!” esclamò lui, avvicinandosi. “Come facevi a sapere che ero qui?” domandò lei, curiosa, fissandolo. “So che quando si è pensierosi, si vuole stare da soli e questo è il posto perfetto per stare da soli, ci vengo sempre anch’io quando ne ho bisogno e quindi ho pensato che potevi essere qui” disse lui, alzando le spalle e sedendosi accanto a lei. “Mi stupisci, Ronald” sussurrò lei, ridacchiando. “Adoro quando ridi” si lasciò sfuggire Ron. Quando lui si accorse di ciò che aveva detto, era troppo tardi ormai: infatti, Hermione lo stava già guardando esterrefatta ed era diventata paonazza. “Dici sul serio? Grazie, sei stranamente gentile …” sussurrò lei, imbarazzata, fissando Ron negli occhi. “Senti, so che sei spaventata per ciò che sta succedendo e per tutto quello che dovremo affrontare nei prossimi giorni, ma non sei da sola, ci siamo io e Harry e gli altri e l’unica cosa che possiamo fare è combattere per riuscire ad eliminare questa guerra per sempre e per proteggere le persone che amiamo” disse Ron, improvvisamente serio. “Harry ha bisogno del tuo supporto in questo momento difficile e devo ammettere che anche io ne ho bisogno. Insomma, ammettiamolo: non dureremmo due giorni senza di te” continuò poi, ridendo. “Grazie Ron, mi hai rassicurata. Mi fa piacere sapere che conto qualcosa per voi” sussurrò lei. “Ovvio che conti per noi, tu sei importante! Beh, per lo meno per me …” rispose lui, abbassando lo sguardo. “Questa è la cosa più dolce che qualcuno mi abbia mai detto, Ron!” esclamò la ragazza, stupita. “Vedi, ogni tanto anch’io posso essere intelligente” rise Ron. “Tu sei sempre intelligente Ronald, solo che ti sottovaluti. Anche tu sei importante per me” continuò Hermione, prendendogli la mano. Ron alzò la testa verso di lei e i loro sguardi si incrociarono, erano così vicini che potevano sentire i loro respiri sulla pelle. In un impeto di coraggio, Ron si avvicinò a lei e la baciò. Quando si staccarono, entrambi si sorrisero e rimasero seduti lì assieme, in silenzio, beandosi di quegli istanti di pace e di amore ritrovati.

Quando si distaccò dai suoi pensieri, era ormai arrivata alla porta che conduceva alla Torre dell’Orologio. Pensò ancora a come avevano tenuto nascosta la loro relazione ad Harry fino alla fine della battaglia, per paura di deluderlo e per lasciargli il tempo di assimilare la morte di Sirius. Quando gliel’avevano detto, Harry era stato così contento di sapere che i suoi due migliori amici si erano trovati nonostante le difficoltà e li aveva accettati con facilità. Ormai, era arrivata alla fine delle scale. Così, aprì piano la porta che dava sulla torre e vide subito Ron seduto per terra, dove c’erano loro due esattamente pochi mesi prima.

Angolo dell'autrice:
Vi ringrazio per l'enorme pazienza che avete nell'aspettare i capitoli, purtroppo non riesco ai a pubblicarli in tempo! Spero abbiate apprezzato questo capitolo!

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Scusate VERAMENTE TANTO l'assenza, ma purtroppo è così: io e la mia amica siamo piene zeppe di impegni e roba da studiare e ci vediamo ben poco per scrivere! Vi pubblico il sesto capitolo, a breve pubblicheremo il settimo :)

“Cosa ci fai qui? Credevo che volessi rimanere con i tuoi nuovi “amici”” iniziò acido Ron, senza voltarsi verso di lei. “Smettila di dire così, lo sai che per me tu conti di più” rispose Hermione. “Non sembrava. Eravate così affiatati...” esclamò ironico lui, continuando a rimanere girato. Così, lei gli si avvicinò piano e si sedette vicina a lui, cercando di attirare la sua attenzione, anche se Ron faceva di tutto per evitare il suo sguardo. “Te l'ho già detto: sei importante per me. Nonostante tutto quello che è successo in passato con gli altri, vorrei solo conoscerli meglio” Ron fece una smorfia e stette zitto. A quel punto, Hermione si arrabbiò e così si avvicinò di più a lui, gli mise una mano sotto il mento e gli fece voltare la faccia verso di lei. “Ronald! Ti ho detto mille volte che odio essere ignorata!” gli urlò contro. “Lo so, ti ascolto quando parli... Ma non voglio parlarti, mi hai fatto incazzare” “Non fare il bambino!” esclamò lei, poi abbassò la voce, cercando di farlo parlare. “Ti prego Ron, parliamone...” “Uhm, va bene …” sussurrò Ron, girandosi verso di lei. “Grazie. Ascoltami, lo so che cosa provi: tu hai paura. Hai paura che io e Harry ti lasceremo perdere per loro, ma non sarà così Ron! Harry ti vuole bene … e io ti amo, davvero.” “Come fai a sapere sempre tutto perfino su di me?” domandò lui, stupito. Lei rise. “Semplicemente, ti conosco” sorrise, poi continuò. “Comunque, so anche che hai paura che loro ci mentiranno, ma la guerra è finita e non possiamo incolparli degli sbagli dei loro genitori. E inoltre, nonostante siano stati un po' rudi con noi, anche noi non siamo stati migliori nei loro confronti, perciò dobbiamo fidarci se vogliamo che le cose cambino! Non dico di diventare subito migliori amici, ma potremmo provare a conoscerli, tu non credi?” chiese Hermione, mettendogli una mano sulla spalla e fissandolo negli occhi. “Va bene dai, non ne sono ancora convinto di questa idea, ma lo faccio per te... e perché mi sono stufato di litigare con loro! Proverò a sopportarli e ad essere gentile con loro, ma non prometto niente!” esclamò Ron, arrendendosi davanti agli occhioni di Hermione. Lei rise nuovamente, poi si alzò e tese la mano verso di lui. Lui la afferrò e si alzò, poi si avviarono insieme verso la Sala Comunque dei Grifondoro. Giunti lì, lei gli diede la buonanotte, ma, mentre stava per salire nei dormitori femminili, lui la bloccò per un braccio. “Ehi, io ti ascolto, però mi merito un premio, giusto?” domandò malizioso, guardandola. Così, lei tornò indietro di qualche passo e gli diede un bacio. “…'Notte, Ron” lo salutò, per poi salire per le scale.

Quel mercoledì pomeriggio, al Glee Club, il professor Schue si presentò alla classe con un'inspiegabile gioia. “Bene, lunedì abbiamo fatto una lezione di presentazione, ma da oggi inizieremo con le veri lezioni! Come prima cosa, che varrà per tutta questa settimana e anche per la prossima, vi ho assegnato un compito per integrarvi” detto questo, girò la lavagna posta al centro dell'aula, dove spiccava la scritta: “Duetti misti”. “I duetti misti!” esclamò il professore, guardando i ragazzi, in maniera entusiasta. “Cosa intende per “misti”?” domandò Puck, confuso. “Beh, diciamo che, per conoscervi meglio, dovrete fare dei duetti composti da una persona del McKingley e una di Hogwarts, intesi?” “Ok!” esclamarono tutti, eccitati. “Bene! Ho messo i vostri nomi dentro questi due cappelli, iniziamo il sorteggio. Chi vuole essere il primo?” chiese il professore, guardandoli. Rachel subito si alzò, poco prima di Kurt, e si accinse ai due cappelli posti sul pianoforte nel centro della stanza, vicino al professore. Rachel mise così una mano nel cappello con i nomi dei ragazzi di Hogwarts e ne tirò fuori un bigliettino spiegazzato. Poi lo aprì e lesse il nome. “Draco Malfoy!” esclamò lei, non tanto entusiasta. “Tra tutti mi doveva capitare proprio questa qui... Quasi, quasi preferivo stare con Potter ...” commentò acido Draco, facendo una smorfia, che fece indispettire Rachel. “Professore non possiamo fare un cambio, per caso?” domandò la ragazza, girandosi verso Schue. “No, mi spiace Rachel. Quello che capita, capita: è proprio questo lo scopo di questo compito! Le coppie non si cambiano!” annunciò l'insegnante, mandando a posto una Rachel infuriata. Subito dopo, Kurt si precipitò verso il pianoforte ed estrasse un nome. “Harry Potter!” annunciò sorridendo, per poi sedersi vicino al nuovo compagno. “Sono contento di essere finito con te!” sussurrò Harry a Kurt, sorridendogli a sua volta. Draco li guardò male, schifato e stranito. Poi fu il turno di Ginny, che andò diretta verso il cappello del McKingley. “Noah Puckerman!” lesse lei guardandosi attorno, per poi individuare il ragazzo e sedersi accanto a lui. “Ehi dolcezza, faremo scintille io e te” ammiccò Puck, facendole l'occhiolino. Ginny fece una smorfia, per poi ridacchiare sotto i baffi, lusingata. Seguendo l'esempio dell'amica, Hermione si alzò e andò a pescare. “Blaine Anderson!” esclamò, sorridendo vedendo il nuovo amico sorriderle di rimando. All'improvviso Sebastian si alzò. “Va beh, mi levo questo peso ….” disse, scocciato, mentre prendeva un bigliettino. “Blaise Zabini” esclamò, per poi alzare lo sguardo dal foglietto e fissare il moro, leccandosi le labbra. “Beh, poteva capitarmi di peggio, anzi non sei niente male ...” asserì Seb, guardandolo ed andandosi a sedere vicino a Blaise, che rise. Thad decise così di alzarsi e pescare. “Bravo nanetto, pesca così magari trovi la tua anima gemella” scherzò Sebastian, rivolto al ragazzo, che lo guardò male. “Ron Weasley” esclamò Thad, osservando Ron, contento dell'esito. “Hai visto, Harwood? Hai trovato il tuo compagno ideale, è scemo come te!” disse Sebastian, ridendo. “Ehi!” esclamò Ron, offeso, girandosi verso di lui, con Hermione che lo consolava. Thad alzò gli occhi al cielo, mentre tornava a sedersi. “Che c'è, geloso Smythe?” gli fece poi il verso, guadagnandosi uno sguardo infuriato da parte dell'interessato. “Ma ti pare! Io geloso di te? Pff, neanche tra mille anni, Harwood! E poi con un bocconcino del genere come compagno, ti pare che guardo te?” domandò scettico Sebastian, mentre Thad si girava con una smorfia sul viso. “Ehm, grazie … Ma non sono interessato all'offerta ...” commentò Blaise. “Stai zitto, io sono figo, piaccio per forza!” concluse Sebastian, incrociando le braccia sul petto. Quando tutti ebbero pescato, la campanella suonò e tutti tornarono ai loro affari.

Nei giorni seguenti tutti i componenti del Glee Club si dettero da fare per provare i loro duetti. La settimana successiva, si ritrovarono nell'Aula di Trasfigurazione, adibita ad aula canto, portando i loro duetti. Dopo alcune esibizioni, fu il turno di Puck e Ginny. “Bene ragazzi, tocca a voi: cosa ci cantate?” domandò il professor Schue, con quella sua aria allegra. “Canteremo “This is how we do” di Katy Perry” affermò Ginny. “Perfetto, iniziate pure”. La musica partì e le note della canzone riempirono la stanza.

Ginny:
(This is how we do, This is how we do)
Sipping on rosé, sipping on sun, coming up all lazy
(This is how we do)
Slow cooking pancakes for my boy, still up, still fresh, she's a Daisy
Playing ping pong all night long, everything's on me and then hazy
(This is how we do)

Chanel this, Chanel that, hell yeah
All the girls vintage Chanel baby


Ginny, alla fine della sua parte, si girò verso Puck, aspettando che si unisse a lei, sorridendogli.

Ginny e Puck:
It's no big deal, It's no big deal, It's no big deal
This is no big deal

This is how we do, yeah, chilling, laid back
Straight stuntin’ ya we do it like that
This is how we do, do do, this is how we do

This is how we do, yeah, chilling, laid back
Straight stuntin’ ya we do it like that
This is how we do, do do, this is how we do


Durante l'esibizione i loro occhi si scontrarono, facendoli ridere.

Puck:
[…] This one goes out to the ladies, at breakfast, in last night's dress
Uh-huh, I see you
Yo, this goes out to all you kids that still have their cars at the club valet and it's Tuesday
Yo, shout out to all you kids, buying bottle service, with your rent money
Respect

[···]

Alla fine della canzone, si batterono il cinque, complici. “Non male come esibizione, Puckerman. Non credevo fossi capace di combinare qualcosa di giusto” disse Ginny, sghignazzando. “Come credi che le conquisti le ragazze?” domandò retorico lui, alzando un sopracciglio. Poi entrambi si girarono per ricevere gli applausi.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Scusate come sempre per l'assenza, ma la maturità mi sfianca! Ecco a voi il capitolo 7, spero vi piaccia! (Vi farò una statua per la vostra immensa pazienza!)
 
Qualche giorno dopo, fu il momento delle ultime esibizioni. Quel lunedì, dopo un'esibizione alquanto strana di Luna e Brittany sugli unicorni, arrivò il turno di Kurt e Harry. “Noi abbiamo deciso di portare una canzone che ci piace e che rappresenta molto il nostro modo di fare rispetto all'amore” annunciò Harry. “Quella che abbiamo scelto è “Everybody Talks” dei Neon Trees” continuò Kurt, sorridendo ad Harry. “Muovete il culo, che dopo tocca a me e non ho tempo da perdere” li interruppe Sebastian, scocciato, incrociando le braccia. “Taci mangusta!” lo riprese Kurt. “...Ok ragazzi, volete iniziare?” domandò il professore, interrompendoli prima che Sebastian rispondesse.  “Sì” affermò Harry, facendo partire la base. 

Harry:
Hey baby won’t you look my way
I can be your new addiction
Hey baby what you gotta say?
All you’re giving me is fiction
I’m a sorry sucker and this happens all the time
I found out that everybody talks
Everybody talks, everybody talks


Draco, appena sentì Harry cantare, pensò: “Che bella voce... Aspetta! Non posso pensare queste cose di Potter...” “Nah!” disse ad alta voce. “Cosa?!” domandò confuso Blaise. “Niente, la mia testa mi gioca brutti scherzi” commentò Draco, per poi incrociare le braccia, fingendosi indifferente.

Harry e Kurt:
It started with a whisper
And that was when I kissed her
And then she made my lips hurt
I could hear the chit chat
Take me to your love shack
Mamas always gotta back track
When everybody talks back


Mentre i due cantavano assieme il ritornello, iniziarono tutti a battere le mani a tempo.

Kurt:
Hey honey you could be my drug
You could be my new prescription
Too much could be an overdose
All this trash talk make me itchin
Oh my my
Everybody talks, everybody talks
Everybody talks, too much


Durante il suo pezzo, Kurt si girò verso il suo ragazzo, incastrando con i suoi occhi azzurri cristallini quelli di Blaine, ambrati e dorati. Blaine rimase estasiato dalla voce di Kurt, che ogni volta lo incantava sempre di più. “Credo di essere la persona più fortunata del mondo in questo momento. Guarda com'è perfetto...” sussurrò Blaine, parlando a Sam. Quest'ultimo fece una faccia confusa, poi alzò le spalle e tornò ad ascoltare l'esibizione, con Blaine di fianco che sognava ad occhi aperti.

[…]

Harry e Kurt:
It started with a whisper
And that was when I kissed her
And then she made my lips hurt
I could hear the chit chat
Take me to your love shack
Mamas always gotta back track
When everybody talks back

It started with a whisper
And that was when I kissed her

Everybody talks
Everybody talks…back


Finita l'esibizione tutti gli fecero i complimenti, soprattutto Rachel e Mercedes che esultarono per Kurt in piedi. “Si bravi, bravi, adesso lasciate fare il vero “esperto”...” disse Sebastian, alzandosi, per poi iniziare la sua esibizione con Blaise.

Dopo qualche giorno, Kurt e Harry si ritrovarono in biblioteca per studiare insieme Trasfigurazione. Avevano da poco aperto i libri quando un gruppo di Serpeverde entrò in biblioteca con le stesse intenzioni. Tra i Serpeverde, vi era anche Draco, che vide i due Grifondoro e notò come quest'ultimi erano vicini e chiacchieravano amabilmente, scherzando insieme. A quella visione, Draco sentì una strana sensazione all'altezza dello stomaco, che non si sapeva spiegare; così, involontariamente, si mise una mano sul petto. Pansy lo guardò male. “Hai le tue cose, Draco?” dice, ridacchiando, facendo ridere tutti gli altri. Draco si destò e la fulminò con lo sguardo per poi dire uno sbrigativo “Andiamo”.

Il mese successivo passò tranquillo, Kurt e Harry diventarono sempre più affiatati ed uscirono molte volte insieme; queste uscite vennero notate spesso da Draco, che tutte le volte avvertiva la stessa strana sensazione della prima volta e si sentiva sempre più frustrato per questo e quindi, ogni volta che li vedeva insieme, sentiva il bisogno di cambiare strada per non stare male. Finito ottobre, Draco non riuscendo a controllare quello che sentiva, decise di parlarne con qualcuno a lui fidato. Così, una mattina nuvolosa di inizio Novembre, Draco si ritrovò a parlare dell'argomento con Blaise nella loro stanza. “(...) Hai capito Blaise? Non riesco a controllarmi! Cosa mi succede?” chiese Draco dopo avergli raccontato tutti gli episodi di sofferenza che aveva passato. Blaise rimase un attimo in silenzio. “E tu mi hai svegliato di prima mattina solo per dei piccoli episodi di gelosia?” domandò poi, guardandolo male. “No, è una questione importan- Aspetta? Gelosia? Cosa stai dicendo? Io n-non sono geloso! E poi di chi dovrei essere geloso? Di Potter? Non farmi ridere, Blaise! Io non provo la “gelosia”, è un sentimento per ragazzine arrapate...” “Ma tu sei una ragazzina arrapata, Draco! Comunque si, secondo me sei solo geloso” “Beh, se fossi solo geloso, come dici tu, di sicuro non lo sarei di Potter!” “Su questo avrei da ridire, cioè in realtà credo che-” “Taci Blaise! L'hai visto? Solo un cretino si potrebbe innamorare di Potter!” “Sì, ma io volevo dire che-” “Basta dire baggianate, Blaise!” urlò Draco, per poi uscire dalla stanza sbattendo la porta, furioso e incredulo delle parole dell'amico.

Una volta rimasto solo Draco si mise a meditare e, nonostante ci fossero le lezioni, non smise di pensare a quell'argomento per tutto il resto della giornata. Durante la lezione di Incantesimi, era seduto vicino a Blaise, nei banchi in fondo alla classe; davanti a loro, c'erano proprio Kurt e Harry, così Draco iniziò ad avvertire la ormai famigliare fitta e continuò a pensare al suo problema. Essendo costretto a vedere quei due per tutta la lezione, Draco iniziò a sentire ripetutamente nella sua mente le parole di Blaise. “Ho trovato!” urlò nel bel mezzo della spiegazione. Tutti si girarono a guardarlo, compreso il professor Vitius, così, imbarazzato, rimase in silenzio. Blaise lo guardò, confuso, e Draco gli mimò un “te lo dico dopo” per non interrompere ancora l'insegnante e per non finire nei guai.

Dopo cena, Draco andò subito in camera sua per riflettere e pensare ad un piano, così Blaise lo seguì, curioso a che rivelazione fosse arrivato il suo migliore amico. Appena giunsero nella loro stanza, Blaise si arrischiò a chiedere quale fosse la geniale intuizione a cui era arrivato il ragazzo nel pomeriggio. “Allora, “genio”, qual è la brillante scoperta riguardo il tuo problema?” chiese, scettico. “Beh, mi sembra ovvio, no? Come dicevi tu, la mia è solo gelosia, te l'avevo detto!” gridò Draco, entusiasta. “Seriamente, TU me l'avevi detto?!” “Si più o meno … Comunque, da domani, inizierà il mio piano per conquistare Kurt! Quindi, ho deciso che mi devi aiutare ad architettare il piano perfetto!” “Kurt?! Ma, io credevo-” “Sì, sì, Kurt! Ora smettila di sparare stupidaggini e pensa! Per prima cosa, dobbiamo allontanarlo dalla brutta compagnia di quello stupido sfregiato, prima che lo contagi con le sue malsane idee! Seconda cosa, quel piccolo hobbit ingellato che si porta sempre appresso deve scomparire dalla sua vita...” Mentre Draco continuava il suo monologo su come sedurre Kurt, Blaise era rimasto ancora spiazzato dalla sua rivelazione. Insomma come poteva pensare a Kurt? Era davvero così deficiente? A quanto pareva, sì! Dopo un po' di tempo, Blaise si sentì richiamare. “Blaise, fino ad adesso sei stato completamente inutile, come sempre del resto! Quindi, smettila di farti gli affaracci tuoi, e pensa a risolvere questa situazione! Se devo impossessarmi di Kurt, devo trovare un modo per avvicinarlo a me e parlargli! Anzi, prima vado a vedere in che luoghi va di solito, così sarò pronto!” disse all'improvviso Draco, per poi alzarsi e correre via, senza che Blaise riuscisse a dire nulla. Quando si accorse che l'amico era sparito, Blaise si sbatté una mano sulla fronte, disperato. “Ma com'è possibile?! Parla sempre di Potter, non può realmente essere così cretino da credere di essere attratto da quel folletto di Hummel!”

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Ecco qui il capitolo 8, enjoy it! Spero di riuscire a pubblicare il prossimo presto! :)
 
La mattina seguente, Draco arrivò al Tavolo dei Serpeverde con un sorriso entusiasta stampato sul volto. Appena si sedette al tavolo vicino a Blaise e Pansy, quest'ultimi, insieme a tutti gli altri, lo guardarono straniti. “Ieri sera ti sei dato alla pazza gioia, principino?” chiede Santana, ridacchiando. “Taci Lopez, e comunque no e anche fosse, non sono affari tuoi! Comunque, ho solo parlato con una certa persona ...” sorride malizioso Draco. “Per caso, sei così contento perché hai parlato con il tuo “amichetto” Potter?” domandò Hunter, sorridendogli ammiccante. Draco lo guardò in cagnesco. “Ma siete tutti fissati con Potter?!” “Chissà perché ...” sussurrò Blaise a Pansy, che rise. “...Ad ogni modo, no! Ho parlato con il vostro amico Kurt!” affermò sorridendo. Tutti rimasero basiti, specialmente Rachel. “Amico? Parla per loro!” disse Sebastian, disgustato. “Aspetta, che c'entra Kurt?!” chiese Quinn, confusa. “Beh, si dia il caso che io abbia intenzione di sedurlo” “COSA?! COSA VUOI FARE TU, BRUTTO PERFIDO LURIDO SCHIFOSO SCARAFAGGIO?!” urlò Rachel, alzandosi in piedi e puntando il dito contro Malfoy, facendosi notare da tutti. Infatti, nella sala scese il silenzio e tutti si girarono a guardarla. Rachel si guardò intorno, imbarazzata, poi si lisciò le pieghe della gonna e si risedette. Draco assottigliò lo sguardo verso di lei, per poi ritornare alla sua solita espressione indifferente. “Nessuno ha chiesto il tuo parere, nanetta isterica. Farò quello che voglio con Kurt” esclamò il ragazzo, per poi finire la colazione, alzarsi ed andarsene.

Dopo qualche minuto di smarrimento, Rachel, infuriata, si alzò dal tavolo, dirigendosi a passo deciso verso Kurt e non appena fu dietro di lui, lo prese per un braccio e lo trascinò, facendolo quasi cadere, per poi portarlo fuori dalla Sala Grande. Appena furono fuori dalla portata di tutti gli altri studenti, Rachel iniziò ad urlargli contro. “Cosa hai detto a quel presuntuoso di Malfoy? Quel cretino si è messo in testa strane idee!” “Strane idee? In realtà, abbiamo solo parlato del Glee Club...” sussurrò Kurt, confuso dall'atteggiamento dell'amica. “Ah, davvero... Fa niente! Hai idea di cosa voglia fare con te quel tipo? Sai-” iniziò Rachel, ma all'improvviso arrivò il professor Piton che la interruppe. “Signorina Berry, la lezione sta incominciando, vada in classe” disse Piton, guardandola. “Scusi professore, vado subito!” sussurrò Rachel, guardando Kurt e mimandogli un “ne parliamo dopo” per poi correre nella sua classe. Appena Rachel se ne fu andata, Piton si girò verso Kurt. “Signor Hummel, 10 punti in meno a Grifondoro!” “M-ma cosa ho fatto, professore? Ho l'ora buca!” provò a giustificarsi Kurt. “Cosa ha fatto? Non mi interessa se non ha lezione in questo momento, ma ha trattenuto volontariamente una mia studentessa! E se non vuole che tolga altri punti alla sua casata, faccia in modo di sparire dalla mia vista... E occupi questo tempo in maniera produttiva, magari studiando un po' la mia materia, che non le farebbe male” sibilò il professore. Kurt annuì e corse via, ancora confuso dal suo discorso con Rachel. Cosa voleva dire la sua amica? Cosa voleva fare Draco con lui? Con questi pensieri, si mise a camminare, del tutto intento a non ascoltare il consiglio del professor Piton, e arrivò al campo di Quidditch, dove alcuni dei suoi compagni si stavano allenando. Si fermò proprio lì, salutandoli e decise di guardarli, aspettando la fine dell'allenamento. Appena finirono, Harry si avvicinò a lui per salutarlo, i due ragazzi avevano legato molto ed erano diventati amici. “Ciao Kurt!” disse sorridendo il moro. “Ciao Harry! Come stai?” chiese Kurt al ragazzo. “Bene dai, e tu?” “Bene... Anche se sono molto confuso, Rachel mi ha detto una cosa...” “Cosa? Se posso saperlo...” domanda Harry, curioso, sedendosi vicino all'amico. “In realtà non è stata molto chiara... mi ha solo detto che Draco vuole qualcosa da me, ma non riesco a capire cosa intenda...” Harry rimase spiazzato da quella confessione. “Uhm... Beh, tu hai fatto qualcosa con Draco?” chiese titubante. “Beh, ci ho solamente parlato... perché tutti pensate male? Non sembrava così male...” “Ehm, non credo di essere la persona più adatta per confermarti la tua deduzione... Abbiamo sempre avuto un rapporto non propriamente bello” confessò anche Harry. “E come mai?” “In realtà, non lo so nemmeno io il perché... Siamo sempre stati avversari...” disse, sospirando rammaricato, poi si alzò. “Ora vado, Kurt, devo cambiarmi... A dopo! E sta attento a Draco!” urlò, per poi correre via. Kurt rimase lì ancora più confuso di prima.

Nei giorni seguenti, Rachel si dimenticò di parlare dell'argomento con Kurt e anche lui, troppo preso dalle lezioni, non se ne ricordò più; finché pochi giorni dopo la sua chiacchierata con Harry, Kurt incontrò Draco nella biblioteca mentre stava studiando. Infatti, mentre stava leggendo un libro di Incantesimi, Draco gli si parò davanti. “Buon pomeriggio, Kurt...” disse il biondo, con un ghigno sulle labbra. “Hey, ciao Draco! Come va?” chiese il castano, non appena si sentì chiamare, alzando la testa dal suo libro, sorridendo. “Meravigliosamente, Kurt” Kurt stava per rispondergli, quando si ricordò delle parole di Harry e lo guardò. “Perchè sei qui Draco?” domandò, un po' sospettoso. “Sono venuto a studiare Pozioni! Stavo passando di qui per caso e ti ho visto da solo, così ho pensato di venire a salutarti e di chiederti se potevamo studiare insieme...” sorrise falsamente Draco. “Ehm, perché no?” disse titubante. Draco, allora, senza chiedere, fece il giro del tavolo e si sedette di fianco a Kurt e aprì il libro, iniziando a far finta di leggere, facendosi “aiutare” dall'altro nelle spiegazioni. Dopo qualche minuto, entrò in biblioteca Blaine, che stava cercando Kurt e quando lo vide, si avvicinò a lui, ma notò subito dopo che era affiancato da Draco, molto, troppo vicino a Kurt, per i suoi gusti, così si avvicinò più svelto, mettendosi in piedi di fronte al loro tavolo. “Eh-ehm, disturbo?” disse, per farsi notare. Kurt alzò la testa e appena vide Blaine sorrise, ma poi si ricordò di Draco e si girò verso di lui, diventando rosso. “Ehm, no tranquillo! Stavamo solo studiando...” rispose, rigirandosi verso il suo ragazzo. “Davvero? Ok... Beh, Kurt ero venuto per chiederti se ti andava di fare una passeggiata con me, adesso...” chiese titubante Blaine. “Cert-” stette per rispondere Kurt, ma venne interrotto da Draco. “Non vedi che abbiamo da fare, Anderson! Stiamo “studiando”!” sibilò Draco, freddo ma rivolgendo a Blaine un sorrisino di scherno. “Grazie Draco, ma penso che per oggi possiamo smettere, non credi? Sta tranquillo! Se tu vuoi, continua pure, io vado...” sussurrò Kurt, sistemando i suoi libri e alzandosi, raggiungendo Blaine dall'altra parte. “Ok...” sospirò Draco “...Ci vediamo domani!” disse poi, con un finto sorriso stampato sul viso. Blaine lo guardò male, ma subito Kurt gli prese la mano e gli sorrise dolcemente, così Blaine si rasserenò. “Ciao ciao Malfoy...” disse poi con un sorrisino quest'ultimo, andandosene con il suo ragazzo. Appena furono usciti dalla biblioteca, Blaine si rivolse a Kurt. “Cosa stavi facendo con Malfoy? Non mi piace quel ragazzo...” “Stavamo studiando... Oddio Blaine, non sarai mica geloso?! Lo sai che amo solo te, ok? Tranquillo!” disse ridacchiando, per poi baciarlo. “Ok... Forse un pochino” disse ridendo anche lui, ricambiando il bacio, anche se era ancora titubante sul rapporto tra i due.

“Come ha osato lasciarmi da solo per quel piccolo hobbit ingellato?” urlò Draco, entrando nella sua camera, sbattendo la porta, dove un Blaise lo guardò stranito. “Ma di chi parli?” “Secondo te?! Di Kurt!” disse Draco. Blaise sospirò, alzando gli occhi al cielo. “Beh, a questo punto non hai ancora capito che Potter è il tuo vero amore?” chiese quest'ultimo. “Ma che dici, Blaise?! Dovresti fidanzarti con Potter, parli sempre di lui!” sbraitò Draco. Blaise lo guardò male, pensando che era proprio l'altro che parlava sempre di Harry. “No, scherzo, non potrei mai sopportare il mio migliore amico con quello sfregiato di Potter! Comunque, tornando al mio problema... Come si fa a preferire chiunque a me? Figuriamoci poi quel nano maledetto!” continuò Draco. Blaise sospirò ancora una volta e si sedette sul suo letto, guardando l'amico. “Mi vuoi dire cos'è successo?” “Stavo “studiando” con Kurt, quando Anderson ci ha interrotti, chiedendo a Kurt di uscire e lui ha accettato! Non è un disastro?” domandò retorico. “Sì, sì è proprio un disastro...” disse ironico “...Quindi hai ancora in mente questa malsana idea di corteggiare Kurt?” “Ovvio! Lui deve essere mio, non capisci Blaise: io ottengo sempre quello che voglio! E al momento desidero Kurt! E perciò, lo avrò! ...Devo solo separarlo dall'hobbit che si porta sempre appresso e ho già qualche idea...” concluse, sorridendo malizioso, deciso più di prima, mentre Blaise lo guardava disperato.

Un paio di giorni più tardi, Blaine stette male e Draco colse la palla al balzo. Di fatti, quel pomeriggio era stata organizzata la gita ad Hogsmeade. Visto che Blaine giustamente non poteva venire, Draco si offrì a Kurt come guida turistica del villaggio e così, partirono insieme da Hogwarts. Arrivati, iniziarono a fare un giro per i vari negozi del luogo. A metà gita, molti andarono a bere una Burrobirra ai “Tre Manici di Scopa”, tra cui Harry, Ron ed Hermione che presero posto vicino all'entrata, iniziando a chiacchierare. “Avete visto Kurt e Draco che passano sempre più tempo insieme? Cosa ci troverà Kurt di buono nel furetto?” domandò Ron, perplesso. Hermione fece una faccia disgustata, mentre Harry si incuriosì. “Ah, eccoli lì! Come si suol dire tra i babbani, parli del diavolo e spuntano le corna!” affermò Hermione, indicando i due ragazzi che entravano. Harry alzò lo sguardo e vide proprio Kurt e Draco che entravano nel locale, scherzando, e provò una strana e brutta sensazione all'altezza dello stomaco. “Ciao Harry! Ciao ragazzi!” li salutò Kurt, avvicinandosi a loro, seguito da Draco. “Ciao Kurt! Malfoy...” risposero Ron ed Hermione. “Ciao Kurt!” si limitò a dire Harry, sorridendo, per poi osservare Malfoy, serio. Draco guardò il cambiamento nel viso del ragazzo e ci rimase “stranamente” male. “Dov'è Blaine?” chiese improvvisamente Hermione, guardandoli. “Oh, il mio piccolo Blaine si è preso l'influenza...” rispose Kurt, tristemente. Draco lo guardò malissimo e Harry lo notò e si infastidì, ma non disse nulla. “Però fortunatamente, Draco si è gentilmente offerto di guidarmi in giro per Hogsmeade, vero?” disse poco dopo Kurt, girandosi verso Draco e sorridendo. “Ovvio! Ora se volete scusarci, avremmo altro da fare...” sibilò Draco, trascinando Kurt in un altro tavolo, dove ordinarono due Burrobirre.

Più tardi, dopo un intenso pomeriggio passato tra i negozi di Hogsmeade, gli studenti tornarono ad Hogwarts a gruppi. Appena arrivati nel cortile interno, Draco e Kurt si fermarono per salutarsi. “Grazie per avermi accompagnato Draco, sei stato molto gentile, mi sono divertito molto” sorrise dolcemente Kurt all'altro ragazzo. “Di niente Hummel, è stato un piacere” sorrise malizioso Draco, avvicinandosi pericolosamente alle labbra dell'altro.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Blaine era rimasto tutto il pomeriggio in camera, influenzato, ma ad un certo punto, quando vide da lontano alcuni dei ragazzi che tornavano da Hogsmeade, si tolse le coperte dal corpo, si alzò dal letto sul quale era sdraiato e si avvicinò alla finestra, sperando di vedere Kurt. Appena lo notò nel cortile, si accigliò, vedendolo in compagnia del biondino tanto odiato. Nonostante fosse lontano, riuscì a scorgere i due avvicinarsi per baciarsi. In quel momento, gli si spezzò il cuore e, non riuscendo a sopportare la vista dei due insieme, si allontanò dalla finestra infuriato e triste, gettandosi sul letto, piangendo disperato.

Nel frattempo, anche Harry stava tornando dalla gita, dopo aver lasciato Ron ed Hermione a fare una passeggiata romantica. Anche lui, come Blaine, fu spettatore involontario della scena tra Draco e Kurt, ma lui vide come andarono realmente le cose. Dopo il tentativo di approccio di Draco a Kurt, quest'ultimo l'aveva rifiutato. “Draco, mi dispiace, ma io sono fidanzato con Blaine, ok? Tu sei molto carino, ma sono impegnato... Rimaniamo amici” sussurrò Kurt, per poi rientrare nel castello. Harry rimase molto deluso, non da Kurt, ma dal fatto che Draco ci avesse provato con lui, non sapeva perché ma questa cosa lo infastidiva parecchio.

Quella notte, Harry fece fatica ad addormentarsi; infatti, continuava a rigirarsi nel letto, pensando a ciò che era successo pomeriggio tra Kurt e Draco. Non era la prima volta che faceva strani pensieri sul biondino, specialmente in quell'ultimo periodo e non riusciva a spiegarselo. Decise quindi di alzarsi per schiarirsi le idee e andò nella Sala Comune, dove vide Hermione seduta, che dormiva con la testa poggiata sui libri; avvicinandosi, lei si svegliò, alzò la testa e lo vide. “Oh Harry, ciao... Cosa ci fai sveglio? Io stavo studiando...” chiese, sorridendogli assonnata. “Non riuscivo a dormire, ho troppi pensieri per la testa...” rispose Harry, distratto. “A cosa stai pensando?” gli domandò Hermione, curiosa. “E' un po' complicato... Diciamo che sono rimasto troppo turbato da qualcosa che non dovrebbe colpirmi così tanto” “Si potrebbe sapere da cosa sei stato sconvolto così tanto?” gli chiese Hermione, guardandolo curiosa. “Malfoy…” disse sospirando. “Malfoy? Perchè, cos'ha combinato Draco questa volta? Vi siete presi ancora a botte?” gli rispose la ragazza perplessa. “In realtà, tra me e Malfoy non è successo nulla ...” “E allora cos'ha fatto lui per farti rimanere così male?” “Beh, ecco, non so se riesco a dirtelo ...” “Harry! Siamo migliori amici, si o no?” asserì Hermione, guardandolo saccente. “Si ...” sospirò Harry. “Dai, prova a dirmelo... Magari posso aiutarti in qualche modo” disse Hermione sorridendo. “Va bene, ci provo. Ma tu non dire niente finché non ho finito” chiarì Harry, poi prese un bel respiro e poi iniziò: “È da un po' di tempo che mi succede. Ogni volta che vedo Malfoy, non so, mi sento strano. Sembra quasi che il suo comportamento mi irriti sempre di più, però al tempo stesso mi incuriosisce. Cioè, si crede superiore a tutti! E poi pensa che tutti i ragazzi debbano cadere ai suoi piedi, come se lui fosse il più figo della scuola! Non che sia brutto eh, ma dovrebbe smetterla di provarci con tutti! Sembra quasi che sia talmente disperato da provarci perfino con i ragazzini più piccoli, tipo quelli che vengono dietro a me! Non che mi dia fastidio, ovviamente, ma dovrebbe puntare più in alto, no? Non è mica un bambino!” si sfogò Harry. “Uhm, beh hai ragione … Anche se in questo periodo sembra molto preso pure da Kurt!” osservò la sua migliore amica. “Si esatto, oltretutto il povero Kurt non se ne accorge nemmeno! Come fai a provarci con un ragazzo che è così ingenuo e dolce... e tra l'altro è anche fidanzato! Non sai poi cos'ha fatto oggi: sai quando la classe stava tornando da Hogsmeade? Ecco, mentre tu e Ron siete rimasti la, io sono tornato con gli altri e proprio davanti a me c'era Draco che stava parlando con Kurt e quando siamo arrivati davanti al portone di Hogwarts ha provato a baciarlo! Ti rendi conto?” “Cosa?! Sul serio l'ha fatto?!” chiese Hermione sconvolta. “Sì! Insomma non posso credere che ci abbia provato veramente, sono indignato! ...Ed è proprio per questo che sono turbato!” sospirò Harry, finendo il suo monologo. “Ah...” commentò la ragazza. “...Perchè sono così interessato a qualcuno che mi ha dato solo fastidio in questi anni?” sbottò Harry. “Ora posso dirti seriamente quello che penso?” “Ehm ...No? Non voglio sentirmelo dire... ...Sono davvero così messo male?” domandò retorico, sapendo già la risposta. “Beh, sì Harry... Abbastanza” rispose Hermione. “...Tra tutte le persone del mondo, come ho fatto ad innamorarmi di un coglione del genere?” sbuffò Harry, buttandosi sul divano.

Nei seguenti giorni, Kurt notò come Blaine lo ignorasse ed evitasse di parlargli, non capendo il perché. Decise così di avvicinarlo lui stesso per chiedergli una spiegazione di quel comportamento. Finita l'ora di Erbologia, che avevano in comune, lo seguì e tentò di raggiungerlo, chiamandolo. “Blaine!” urlò il ragazzo. Il moro si bloccò e, lentamente, si girò verso Kurt, con lo sguardo vuoto. Kurt lo vede e, dopo essersi fermato a pochi metri da lui, lo fissò, chiedendosi come mai avesse quell'espressione così assente. “Se non hai niente da dirmi puoi anche andartene, ho altro da fare.” Kurt non riusciva a concepire come mai Blaine fosse così freddo e distante rispetto al solito. “Aspetta Blaine! ...Io, mi chiedevo perché mi stessi evitando di proposito in questi giorni” riuscì a dire il più alto. “Dovresti saperlo” sussurrò Blaine, sempre più distaccato. “I-io in realtà non so di cosa tu stia parlando, Blaine... Cosa è successo?” domandò Kurt, tremante. “Lascia perdere, non ho voglia di sprecare del tempo prezioso parlando con te” rispose il più piccolo, per poi rigirarsi ed andarsene. Kurt era sconvolto da ciò che gli aveva detto il ragazzo e così rimase lì in piedi, basito, perdendo di vista il suo Blaine tra gli studenti.

Appena si era allontanato un po' da Kurt camminando velocemente, Blaine riprese la sua normale camminata, per poi chiudersi in camera sua e buttarsi sul letto. Sam, seduto sul suo letto, lo vide arrivare e capì che qualcosa non andava, così si alzò e si avvicinò al suo migliore amico. “Ehi amico, tutto bene?” domandò il biondo. Blaine alzò la testa dal cuscino e lo fissò. “No, Sam. Non va tutto bene, ok?!” replicò con gli occhi rossi, per poi ributtare la testa sul suo guanciale. Sam, confuso, si sedette accanto a lui. “Cos'è successo?” “Ho litigato con Kurt...” mugugnò il moro, tenendo la testa giù. “Oh davvero? Perchè?” “Non mi va di parlarne, è una lunga storia e poi devo pensare come superarla” sussurrò Blaine; così Sam annuì, si rialzò ed uscì dalla stanza, lasciandolo solo, andando a cercare Mercedes.

Nel frattempo Kurt, camminava avanti e indietro nella stanza di Rachel. “Capisci, Rach?! Io non so cosa ho fatto e lui è così freddo con me … Non so come risolvere la situazione, cosa posso fare?” disse velocemente. “Non saprei, se Finn facesse una cosa del genere, beh, io sicuramente lo bloccherei e mi farei dare una spiegazione! Dovresti fare così anche tu con Blaine!” affermò decisa l'amica. Kurt ci pensò su. “Uhm, forse hai ragione. Devo riuscire a fermarlo da qualche parte... Tu sai dov'è adesso?” Rachel scosse la testa. “No, ma sarà sicuramente in camera sua a parlarne con Sam” Kurt annuì e si diresse a passo spedito verso il dormitorio dei Tassorosso, sperando di trovare qualcuno che lo facesse entrare. Di fortuna, incontrò proprio Sam che stava uscendo. “Aspetta Sam! Blaine è in camera sua?” domandò avvicinandoglisi. “Sì, perché?” chiese l'altro. “Devo parlargli... Posso entrare?” Sam acconsentì e, dopo aver pronunciato aperto la porta per lui, se ne andò, mentre Kurt entrò.

Arrivato davanti alla porta della camera, fece un respiro profondo e spalancò la porta, facendo qualche passo all'interno della stanza. “Sam? Cosa sei tornato a fare?” chiese Blaine, sentendo il rumore. “Non sono Sam...” Al suono della sua voce, Blaine sollevò la testa e lo vide, rimanendo sorpreso da quella visione, poi, prendendo coraggio, si alzò di scatto. “C-che cosa ci fai TU qui?” “Ho bisogno di chiarire con te” “Io no. La situazione mi è già molto chiara” tornò freddo il moro. “Per me non lo è Blaine! Si può sapere che cosa ti ho fatto?!” iniziò ad alterarsi Kurt. “Non fare finta di niente, sai benissimo cosa hai fatto di sbagliato!” si avvicinò l'altro. “No, se te lo sto chiedendo è perché non ne ho idea!” “Bene, facciamo finta che tu non lo sappia, ma io lo so piuttosto bene! Vi ho visti!” urlò Blaine. “Cosa?! Ma di chi stai parlando?” lo guardò Kurt, accigliato. “Vi stavate baciando, tu e quel biondino approfittatore!” sbraitò il più basso. “Cosa?! Io e Draco intendi?! Ma non ci siamo baciati! Mi ha solo portato in giro per Hogsmeade...” “Ah, anche quello?! Mi hai mentito!” “Non ti ho mentito, ho solo omesso il fatto che sarei andato con lui... Ma non te l'avevo detto per non farti arrabbiare!” “Beh, comunque è come se mi avessi mentito! Ed inoltre l'hai anche baciato!” “Ma non l'ho baciato!” ribatté Kurt. “Non potrei mai fare una cosa del genere, specialmente a te” “Però l'hai fatto! Io vi ho visti tornare insieme da Hogsmeade l'altro giorno e ho distinto chiaramente che vi baciavate!” “Ma non è vero! L'ho rifiutato appena si è avvicinato, non ti mentirei mai!” “Prima l'hai fatto e anche adesso mi stai mentendo! Non posso credere che tu abbia fatto una cosa simile!” “Non ti sto mentendo, Blaine... Per favore, credimi” disse Kurt, sul punto di piangere. “Basta con tutte queste bugie! Anche volendo, non posso crederti, perché vi ho guardati dalla finestra” “Forse hai visto male...” “Non ho visto male! Non sono certo stupido, per chi mi hai preso? Ammetti che mi hai tradito!” gridò Blaine, sentendosi sempre più ferito. “Non posso ammettere qualcosa che non ho fatto! Lui ci ha provato con me, ma ti giuro che io l'ho respinto! Ti amo, non ti avrei mai fatto del male!” replicò il più alto, con gli occhi lucidi. “Sei un bugiardo e in più mi hai spezzato il cuore... Ti credevo diverso, pensavo non fossi come tutti gli altri ragazzi!” “Blaine, ma io...” Kurt non sapeva cosa rispondere, tutto quello che avrebbe potuto dire, l'aveva già detto e più che ribadirlo, non poteva fare altro. “Non posso, non VOGLIO stare con una persona così spregevole come lo sei stato tu... E' finita, Kurt.” sussurrò Blaine.

Angolo dell'autrice:
Questo era il capitolo 9, spero vi sia piaciuto! Se vi va, recensite e fatemi sapere cosa ne pensate!

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Ed ecco subito per voi il capitolo 10, presto pubblicherò l'11!

“...E' finita, Kurt.” sussurrò Blaine. Kurt, a quelle parole, si sentì come se il mondo gli fosse crollato addosso. I suoi occhi si riempirono di lacrime, mentre lo sguardo di Blaine si abbassava, e così Kurt scappò via, correndo finché non si scontrò con la porta della Stanza delle Necessità. Fermandosi davanti ad essa, decise di entrare nella stanza per rimanere da solo, per poi accasciarsi contro la porta, sospirando e scoppiando in un pianto disperato. Blaine, intanto, dopo averlo visto uscire, aveva tirato un pugno al muro, incazzato, per poi chiudere la porta della camera e appoggiarsi ad essa.

All'improvviso, le note di “Goodbye” di Miley Cyrus riempirono le menti dei due ragazzi che iniziarono a cantare.

Kurt:
I could honestly say
You've been on my mind
Since I woke up today (up today)
I look at your photograph
all the time
These memories come back to life
And I don’t mind

I remember when we kissed
I still feel it on my lips
The time that you danced with me
With no music playing
I remember those simple things
I remember till I cry
But the one thing I wish I'd forget
A memory I wanna forget
Is goodbye



Blaine:
I woke up this morning
And played our song
And I know my tears sing along
I picked up the phone and then put it down
Cuz I know I’m wasting my time
And I don’t mind

I remember when we kissed
I still feel it on my lips
The time that you danced with me
With no music playing
I remember those simple things
I remember till I cry
But the one thing I wish I'd forget
A memory I wanna forget

 
Il giorno dopo, mentre Blaine era ancora sdraiato sul suo letto, che ricordava tristemente ciò che era successo, entrarono nella stanza i suoi compagni di dormitorio. “Ehi Blaine! Hai sentito la notizia?! Settimana prossima inizia il campionato di quidditch e noi siamo i primi a giocare!” esclamò Sam. “E indovina? Giochiamo contro i Serpeverde!” continuò Finn, anche se notò che c'era qualcosa che non andava. “Già! Ci serve il nostro cercatore nel meglio delle sue forze per batterli, soprattutto per batter quel damerino di Draco Malfoy!” proseguì Sam, senza rendersi conto dell'umore del migliore amico. “Sam, non penso che Blaine sia interessato alla partita e nemmeno a Draco... Non vedi che sta male?” “Oh davvero?” domandò Sam, guardando Blaine, confuso. “Sì Sam... Cos'hai Blaine?” domandò Thad, avvicinandosi all'amico. “Ho lasciato Kurt...” “Ah... E per quale razza di motivo avresti fatto una TALE CAZZATA?!” chiese Jeff, adirato. Blaine spiegò l'accaduto ai suoi amici, che rimasero basiti. “Wow... Non pensavo che mio fratello potesse fare una cosa simile, non è il tipo” sussurrò Finn, pensando che ne avrebbe parlato a Rachel per sapere la verità. “Neanche io lo pensavo...” sospirò Blaine, mettendosi seduto sul letto, con lo sguardo basso. “...Sono certo che vi chiarirete, voi vi amate!” si intromise Sam. “Speriamo...” “Ma certo! E comunque, beh, potrai far cadere Draco dalla scopa!” ridacchiò Jeff, cercando di consolarlo. “Già...” sussurrò Thad, ricominciando a pensare alla partita e pensando alla scommessa che aveva fatto con Sebastian poco prima.

Quella mattina, Thad stava per rientrare nel suo dormitorio dopo le prime due ore di lezione, seguendo i suoi compagni, quando vide in bacheca le partite del campionato, così si fermò e si mise a leggere le date delle partite, notando come i Tassorosso fossero i primi a giocare contro i Serpeverde. “Paura di perdere la partita Harwood?” disse improvvisamente una voce alle sue spalle. Thad sussultò, per poi girarsi e vedere Sebastian. “Oh ciao Sebastian... Assolutamente no, non perderemo mai contro di voi” disse sicuro di sé. “Vuoi scommettere?” lo guardò Sebastian, sogghignando. “Scommettere? In realtà, non ho niente da scommettere...” disse Thad. “Beh, potresti scommettere te stesso” disse malizioso il francese. “Cosa?! ...Non ho intenzione di venire a letto con te, Smythe!” esclamò il più basso, capendo dove Sebastian stava andando a parare. “Io pensavo più a farti diventare il mio schiavetto personale per un giorno, ma se vuoi fare sesso con me basta dirlo, Harwood” ridacchiò Sebastian. “Non voglio venire a letto con te...” lo guardò male Thad. “Beh, come vuoi … Allora, accetti la scommessa?” “Io non saprei, non mi sembra una buona idea...” sussurrò titubante lo spagnolo. “Allora hai paura di perdere!” rise sotto i baffi l'altro. “No! Non perderò contro uno come te!” affermò, cercando di essere credibile. “Quindi, accetta la scommessa: guarda il lato positivo, se vinci, io ti farò da schiavetto per un giorno intero... Potresti soddisfare i tuoi desideri più segreti con me, Harwood” “Tipo il desiderio che ho di bruciarti vivo?” disse Thad, sarcastico. “Non pensavo proprio a quello” ridacchiò il più alto “Allora, accetti?” “Accetto”. Sebastian gli porse la mano e Thad la strinse, poco convinto. “Bene, perciò ci vediamo alla partita Harwood... Allenati bene, ti darò del filo da torcere” sussurrò al suo orecchio il francese, facendolo rabbrividire, per poi andarsene. Thad rimase lì imbambolato e si diede del perfetto idiota per aver accettato quella sfida.

Intanto, anche Kurt era da solo nella sua stanza, quando ad un tratto arrivò Harry con Ron al suo seguito. “Ciao Kurt!” lo salutarono i due. “Ciao Harry, ciao Ron...” sussurrò, mettendosi seduto sul letto, tirando su con il naso e asciugandosi malamente gli occhi, che rimasero rossi per il pianto. Harry lo notò. “Ehi Kurt, cos'hai? E' successo qualcosa?” domandò il moretto, preoccupato. “B-Blaine mi ha lasciato ...” mormorò, singhiozzando. “Che cosa?! Davvero?!” chiese Ron, stupefatto. Kurt annuì. “Oddio Kurt, mi dispiace così tanto...” sussurro Harry, correndo verso di lui e abbracciandolo. “Ma perché l'ha fatto? Se possiamo saperlo...” “Sì … Beh, mi ha detto che mi ha visto con Draco e che ha visto che ci baciavamo” rispose Kurt, tirando ancora su con il naso. “Ma non vi siete baciati! Io c'ero!” “Lo so, ma Blaine deve averci visto da camera sua e crede che ci siamo baciati … Mi ha dato del traditore e del bugiardo e non lo biasimo, anch'io mi sarei arrabbiato se lo avessi visto baciare qualcun altro” “Ma non l'hai fatto! Dovresti dirglielo!” “Ci ho provato, ma è stato tutto inutile, non mi ha creduto … E poi mi ha rivelato che non potrebbe stare con un bugiardo come me e mi ha detto che è finita” “Beh, in effetti, se non sa la verità, la sua reazione è più che capibile ...” commentò Harry. “Già...” confermò Kurt, tristemente. Harry, guardandolo, capì che doveva fare qualcosa, non poteva stare con le mani in mano e rimanere a vedere il suo amico soffrire, così decise di intervenire.

Infatti, qualche ora più tardi, dopo aver finito i suoi compiti, Harry si precipitò alla ricerca di Blaine. Lo trovò poco dopo in biblioteca con i suoi amici. “Ciao ragazzi. Blaine, ti devo parlare” disse, avvicinandosi a loro. “Di cosa?” domandò confuso il diretto interessato. “Ehm, di Kurt” sussurrò il Grifondoro. Blaine sospirò. “Ti ha mandato lui?” “No, assolutamente no. Sono venuto da solo, per spiegarti delle cose” “Non mi va di parlarne, scusa Harry. Per me è finita, sono stato troppo male” “No Blaine, tu non capisci! Tu hai visto male: io so che cosa è successo il giorno in cui siamo tornati da Hogsmeade” “In che senso?” chiese Blaine, confuso e curioso di scoprire cosa intendesse l'altro. “Beh, so la verità. Kurt non ti ha mentito: lui non ha baciato Draco” “Ma io li ho visti! Come puoi dire che non mi abbia mentito?!” “Perché tu li hai visti dalla finestra, che ti ha dato una prospettiva sbagliata. Io sono tornato più o meno nel loro stesso momento e perciò ero dietro di loro mentre rientravamo nel castello” “E quindi?” domandò Jeff, seduto vicino a Blaine ed incuriosito dalla loro conversazione, ma soprattutto desideroso di sapere quale fosse la verità. “E quindi ho visto cos'è realmente successo: Draco e Kurt erano andati a fare un giro ad Hogsmeade come amici, ma Draco non voleva solo questo, così ha ingannato Kurt e, non appena ha avuto l'occasione, durante il loro ritorno, si è avvicinato a lui e ha provato a baciarlo, ma lui lo ha rifiutato, dicendogli che ti amava e che voleva che fossero solo amici. Perciò è colpa di Draco, non di Kurt!” affermò Harry. Blaine rimase esterrefatto. “...E quindi Kurt non ha colpa, lui non ha davvero fatto nulla di cattivo e, anzi, ha rifiutato Draco per me!” “Già” annuì Harry. “Ma allora lui non stava mentendo, è stato sincero quando abbiamo parlato, lui mi ha detto la verità e io l'ho incolpato ingiustamente! ...Oddio, sono un idiota! L'ho ferito ed inoltre l'ho lasciato per qualcosa che non ha fatto!” realizzò Blaine, disperandosi, appoggiando la fronte sul tavolo davanti al quale era seduto. “Sì, e ti devi chiarire con lui! Devi parlargli, sarà molto depresso” commentò Nick, anch'esso vicino al Tassorosso. “Devo chiedergli scusa e tornare con lui!” Blaine si alzò dalla sedia su cui era seduto. “Grazie Harry, devo andare subito da lui!” annunciò, deciso, per poi correre via. Harry sorrise, speranzoso del fatto che si sarebbe sistemato tutto tra i due ragazzi.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Blaine corse come un pazzo alla ricerca di Kurt, quando notò Rachel che camminava in mezzo al corridoio centrale del castello e così le si avvicinò, fermandola. “Ciao Rach. Sai dov'è Kurt?” le domandò, tutto trafelato e con il fiatone. “Oh ciao Blaine. Ehm sì, è nel giardino interno, voleva stare solo … Mi ha raccontato cos'è successo” rivelò lei, guardando l'altro ragazzo. “Immaginavo che te l'avesse detto. Sì, lo so, sono un idiota. Harry mi ha detto la verità, ora stavo cercando Kurt per provare a scusarmi” confessò lui, abbassando lo sguardo. “Non sei un idiota, Blaine. Non sapevi la verità, non è colpa tua. Ma ora devi andare da Kurt, lui ha bisogno di te, e tu di lui” sussurrò Rachel, sorridendogli dolcemente. “Sì ... grazie Rachel” la salutò lui, per poi ricominciare a correre, diretto al giardino interno della scuola.

Non appena vide Kurt dalle colonne di marmo del porticato intorno al giardino, rallentò la sua corsa e si avvicinò a lui, camminando lentamente sull'erba fresca. Appena fu a qualche metro da Kurt, si fermò. “Kurt ...” lo chiamò fievolmente. Kurt, sentendosi chiamare e riconoscendo la voce del suo Blaine, si girò, dopo essersi sfregato gli occhi con le maniche della divisa. “Blaine? Cosa ci fai tu qui?” domandò con la voce bassa e gli occhi rossissimi. “Ecco, io …. Mi dispiace” sussurrò il moro. “T-ti dispiace? P-per cosa?” “Per non averti creduto e per averti mollato; sono stato un cretino, avrei dovuto crederti … Avevi ragione” “Come fai a saperlo?” “Me l'ha detto Harry. Mi ha rivelato che vi ha visti e mi ha detto che tu e Draco non vi siete baciati, ma che è stato Draco a provarci e tu l'hai rifiutato … Avevi detto la verità, avrei dovuto ascoltarti ...” confessò Blaine. “Davvero?” gli occhi di Kurt si illuminarono e così si alzò da terra, dopo essersi staccato dall'albero su cui era appoggiato, e si mise davanti all'altro. “Blaine non è colpa tua, tu non lo sapevi!” “Sì, ma mi sarei dovuto fidare di te” disse il ragazzo riccio, sentendosi maledettamente in colpa. “Forse sì, ma non in questo caso, poiché tu ci avevi visto e sinceramente anche io avrei reagito così … Scusami tu, dovevo dirti che sarei andato con lui ad Hogsmeade, e comunque, avevi ragione fin dall'inizio su Draco, non dovevo fidarmi di lui”. Blaine annuì e sorrise leggermente. “Non è stata nemmeno colpa tua, Kurt. Tu non potevi sapere che Draco avrebbe fatto una cosa simile” “Già … Beh, ora che lo so, dato che avevi ragione tu, ti prometto che mi fiderò di te” “E io ti giuro che farò lo stesso con te … Ti amo Kurt” “Ti amo anche io Blaine”. I due sorrisero, per poi avvicinare i propri visi per baciarsi leggermente sulle labbra. “... Possiamo tornare insieme?” chiese Blaine, guardandolo dolcemente e stringendogli le mani. “Certo, anzi è come se non ci fossimo mai lasciati. In fondo è stato uno sbaglio e gli errori si fanno nella vita. E poi in questo caso è stato addirittura un fraintendimento, quindi ovvio che stiamo ancora insieme” ridacchiò il biondino. Il sorriso sul volto di Blaine si allargò e il suo cuore ricominciò di nuovo a battere dopo tutto quello che era successo. “Ti amo davvero tanto Kurt … E ti prometto che ammazzo Draco, magari durante la partita della settimana prossima ...”. Kurt rise e Blaine, dopo essersi beato di quel suono meraviglioso, lo prese per mano ed insieme rientrarono nei corridoi della scuola.

Quella settimana passò velocemente e il giorno della partita arrivò presto. Tutta la scuola era emozionata per l'inizio del campionato, infatti nella Sala Grande, durante la colazione, si potevano vedere gli studenti con i colori di una casata o dell'altra. Al tavolo dei Tassorosso, erano tutti curiosi di vedere i nuovi giocatori all'opera. “Allora ragazzi, siete pronti per la partita?” domandò Ernie. “Oh sì, è pieno di nargilli, sarà una partita difficile ma ce la possiamo fare” rispose Brittany, con la testa fra le nuvole. “Ok … E voi, ragazzi?” chiese Hannah, girandosi verso gli altri giocatori. “Sì, siamo pronti” rispose Blaine, sorridendo. “Non ho intenzione di farmi rubare il boccino da quell'arrogante biondino”. Proprio, in quel momento passò vicino al loro tavolo un gruppo di Serpeverde. “Ti stai preparando a perdere, Harwood?” una voce si levò dal gruppo delle Serpi. Thad si girò, sentendosi chiamare e notò come Sebastian lo stesse guardando maliziosamente. “Se sei così sicuro, non dovresti neanche chiedermelo … Ma non sarei così sicuro se fossi in te” replicò il più basso. “Sono sicurissimo … Volevo solo essere certo che non ti tirassi indietro all'ultimo. Mi sto già pregustando la vittoria” rispose l'altro, ghignando, per poi andarsene con i suoi amichetti. “A cosa si riferiva?” chiese Jeff, assottigliando gli occhi e guardando male Thad, cercando di capire cosa ci fosse sotto. “Oh, ehm, niente … Sta solo facendo il cretino, come al solito” sussurrò Thad. “Se lo dici tu ...” replicò Jeff, poco convinto, pensando che doveva assolutamente scoprire cosa fosse successo tra quei due. Tutti i Serpeverde erano andati via, tranne Puck, che era rimasto lì e si era avvicinato a Finn per parlare. “Ehi amico … Buona fortuna per la partita” “Grazie, anche a te … È la prima partita che non giochiamo insieme” “Già... Stavolta non potrò coprirti le spalle” ridacchiò Puck, imbarazzato. “Infatti, nemmeno io potrò farlo con te. Stavolta saremo uno contro l'altro … Non era mai successo in nessuna occasione in tutti questi anni che ci conosciamo” “Esatto … Beh, che vinca il migliore” commentò Puck, porgendogli la mano. Finn annuì e gliela strinse, poi Puck raggiunse i suoi compagni di squadra.

Più tardi, i giocatori si ritrovarono tutti negli spogliatoi, mentre mano a mano le tribune si riempivano con tutti gli studenti e i professori di Hogwarts. Poco dopo, anche i giocatori uno alla volta uscirono ed andarono sul campo. “In bocca al lupo, Blainy” sussurrò Kurt, avvicinandosi al suo ragazzo, già pronto per la partita in piedi sul bordo del campo, per poi stampargli un bacio sulla guancia. “Grazie, Kurt” rispose l'altro, sorridendogli amabilmente. Draco, poco lontano dai due, fece una smorfia, disgustato dalla scena, mentre stava già iniziando a pensare ad un'idea per conquistare ancora Kurt. Così, si alzò dalla panchina sulla quale era seduto ed andò verso di loro e, facendo finta di dover andare dall'altra parte, gli passò di fianco, spingendo Blaine con la spalla, per poi camminare oltre e raggiungere i suoi compagni Serpeverde. Blaine si girò, infuriato. “Giuro che lo distruggo oggi” ringhiò, guardandolo male. “Calmati, Blaine, pensa a divertirti … Anche se sono sicuro che tu sarai indubbiamente più bravo di lui” lo rassicurò Kurt. Blaine sorrise, poi salutò il suo ragazzo, che salì con Rachel sulle tribune.

Una volta entrati in campo tutti i giocatori, Madama Bumb fischiò l'inizio del campionato, tirando in aria la pluffa. Subito, i Serpeverde entrarono in possesso e si avvicinarono alla porta dei Tassorosso, segnando il primo punto della stagione. Sebastian, che aveva fatto il punto, si girò velocemente a cercare con lo sguardo Thad, poco lontano da lui. “Mi immagino di già quanto sarà bello sconfiggerti” affermò il francese, ammiccando verso l'altro, per poi riprendere a giocare. Thad, sentendosi umiliato e pensando che non poteva, non DOVEVA, far vincere Sebastian, partì all'attacco, intercettando un colpo degli avversari e avanzando verso la loro porta. Hunter, vedendolo, cercò di fermare la sua avanzata tirandogli contro un bolide che Thad riuscì prontamente ad evitare, ma che sfiorò la scopa di Brittany, rischiando di farla cadere. Santana, sebbene fosse in squadra con Hunter, si girò a guardarlo male, dato che aveva rischiato di colpire la sua “migliore amica”. Intanto, Thad continuò a volare verso la porta, fin quando non arrivò davanti ad essa e tirò la palla. Quinn si slanciò per pararla, mancandola per un soffio, facendo fare punto ai Tassorosso. “Dicevi, Sebastian? ...Te l'ho detto che non dovevi sottovalutarmi!” urlò poi, sorridendo. Sebastian si fermò a guardarlo. “La partita è appena iniziata, Harwood. Staremo a vedere” commentò. Le due squadre continuarono a sfidarsi agguerrite e, nonostante qualche colpo basso da parte dei Serpeverde, i Tassorosso erano in vantaggio di 20 punti. Nel frattempo, i due cercatori, Draco e Blaine, continuavano a scrutare il campo alla ricerca del boccino. All'improvviso, Draco vide un luccichio dorato vicino alle tribune dei Grifondoro, così, senza neanche pensarci, partì a gran velocità verso il boccino. Blaine si lanciò subito al suo inseguimento, finché non lo raggiunse, mettendosi spalla contro spalla con lui. “Sei sicuro di riuscirti a tenere in sella alla scopa a questa velocità? Non riesci a tenere un ragazzo a terra, figuriamoci una scopa qui” commentò sprezzante Draco. Blaine rimase esterrefatto e si infuriò per la battuta di Draco. “Ti schiaccerò come un moscerino Malfoy, anche per Kurt” rispose arrabbiato. Draco, stette per rispondere, ma, alzando la testa, vide Kurt, seduto vicino ad Harry, che incitava il suo ragazzo, speranzoso; così Draco capì quale poteva essere la sua strategia. “Non credo proprio” controbatté allora il Serpeverde, con un ghigno perfido. Proprio in quel momento, un bolide andò nella traiettoria dei due, così Blaine cercò di schivarlo, e ci riuscì ma per un pelo, dato che il bolide lo sfiorò, facendogli perdere l'equilibrio. Harry e Kurt videro la scena e sussultarono. Draco approfittò di quella occasione e sporse la gamba sinistra per spingere la sua scopa, in modo prepotente, facendolo cadere, per poi allungare il braccio per prendere il boccino e far vincere la partita ai Serpeverde. Gli studenti esultarono, ma molti di loro, vedendo Blaine steso a terra, corsero a soccorrerlo, insieme ai professori. Kurt si inginocchiò vicino a lui, preoccupato, cercando di sorreggergli la testa, mentre Silente chiamava Madama Chips. Intanto, i Serpeverde esultavano per la vittoria, sollevando da terra Draco, che, guardando Blaine, ridacchiò divertito. Harry, che era andato con Kurt a soccorrere Blaine, lo vide e, sapendo cos'era realmente successo poiché l'aveva visto, lo incenerì con lo sguardo, zittendolo, e voltandosi per andarsene, deluso da Draco. Quest'ultimo ci rimase male, colpito più dal gesto di Harry che dalla reazione di Kurt.

Angolo dell'autrice:
Questo era l'undicesimo capitolo della mia storia, cosa ne pensate? Fatemi sapere!

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Più tardi Thad, uscendo dagli spogliatoi dopo essersi lavato, si ritrovò davanti Sebastian. “Cosa vuoi Smythe?” chiese sgarbato, cercando di andarsene. “Beh, sono venuto per sapere quando vorresti darmi il mio premio …” rispose l'altro, sogghignando. “Domani va bene?” continuò, chiedendoglielo. “Neanche per sogno, Smythe! Avete vinto slealmente, Draco ha buttato giù Blaine dalla scopa, è stata una vittoria non meritata!” sbraitò Thad. “È pur sempre stata una vittoria, Harwood … Io non avevo specificato come dovevamo vincere” ridacchiò il più alto. “No, mi rifiuto di pagare la nostra scommessa, perché non vale più” sibilò allora Thad, scostando Sebastian e dirigendosi verso l'interno della scuola. “Quindi ti vuoi tirare indietro, eh? Non sarà solo per una scusa del genere … Che c'è hai paura, “Thaddy”?” lo sfidò Sebastian, girandosi verso di lui. Thad, che aveva fatto qualche passo, si bloccò. Così, si girò e gli si avvicinò, arrivando ad un palmo dal suo naso con il viso. “Cosa hai detto?! Ripetilo se hai il coraggio, Smythe”. Sebastian ridacchiò. “Te lo posso ripetere tutte le volte che vuoi, “Thaddy” ... Forse ho colpito nel segno? Forse hai davvero paura ...” “Io non ho paura!” “Dimostralo. Hai perso la scommessa Harwood, ammettilo e dammi il mio premio, poi crederò al fatto che tu non hai paura” “Io non ho paura, ma non ti devo un bel niente …” “Ah sì? Una scommessa è una scommessa. Tu l'hai accettata e devi pagarne le conseguenze” “Tu mi hai ingannato!” “No, mio caro Thad. In realtà, io te l'ho chiesto normalmente e poi io non ho barato durante la partita, ho giocato lealmente” “Strano ma vero ...” commentò Thad, sarcastico. Sebastian rise. “Già … Beh, in ogni caso, tu hai perso e devi pagarmi il tuo debito.” asserì Sebastian, avvicinandosi a lui. “Ci vediamo domani mattina nel mio dormitorio, Harwood” gli sussurrò all'orecchio, per poi sorpassarlo e iniziare a camminare. Thad si girò verso di lui, rimanendo di stucco per ciò che gli aveva appena detto. “...Alle sette in punto!” urlò Sebastian, continuando a camminare, entrando nella scuola.

Nel frattempo, Blaine, che era stato portato in infermeria, si risveglio e trovò Kurt seduto di fianco a lui e tutti i suoi amici in piedi di fronte al suo letto. “Oddio Blaine, sei sveglio! Mi sono spaventato un sacco” lo abbracciò subito Kurt. “Sì, sono sveglio... Sono ancora vivo” sorrise leggermente. “Stai bene, amico?” domandò Sam, che l'aveva visto cadere dall'alto. Blaine lo guardò. “Ehm, sì … Più o meno” sussurrò, cercando di alzarsi, ma non riuscendosi per un dolore alla gamba. “Fate largo!” urlò Madama Chips in quel momento, passando tra i ragazzi e avvicinandosi a Blaine. “Signor Anderson, beva questa pozione e si sentirà meglio. Ha rotto la gamba destra, ma con questa pozione il processo di guarigione si velocizzerà, ma dovrà rimanere qui questa notte.” continuò l'infermiera. Blaine annuì e bevve la pozione, facendo una faccia disgustata, per poi riappoggiare la testa sul cuscino, mentre Kurt gli accarezzava i capelli, premuroso. “Vedrai che ti riprenderai … Intanto io ucciderò Draco” gli sussurrò all'orecchio, facendolo sorridere. “...E voi, andatevene! Ha bisogno di riposo. Signor Potter, lei dovrebbe saperlo bene … Mi stupisco che non ci sia lei al posto del signor Anderson” disse poi l'infermiera. “Non ho ancora giocato. Probabilmente verrò qui tra qualche settimana” rispose Harry, sorridendo. “Bene, la aspetterò signor Potter. Ora su su, andatevene” li incitò Madama Chips. “Io posso rimanere?” domandò Kurt, guardando prima l'infermiera, poi Blaine e poi di nuovo lei. Lei annuì, poi se ne andò, mentre gli altri ragazzi salutarono Blaine ed uscirono dalla stanza.

Intanto, i Serpeverde stavano festeggiando la loro vittoria con protagonisti i giocatori, anche se Draco non sembrava molto partecipe. Blaise, che stava chiacchierando con Pansy, lo notò, così si alzò, si scusò con la ragazza e si avviò verso di lui. “Ehi, che hai?” gli domandò, sedendosi di fianco a lui. “Niente … Sono solo stanco” rispose schivo Draco, alzandosi, dirigendosi verso i dormitori. Blaise lo guardò andarsene, capì che qualcosa non andava, ma preferì lasciarlo stare, almeno per quella sera.

La mattina seguente, Blaise si svegliò, notando Draco che preparava i vestiti per quel giorno, così si alzò e fece lo stesso. Ma, quando vide che il ragazzo stava per uscire, lo bloccò, mettendosi davanti alla porta. “Non sono scemo, Draco. Ora che siamo soli, mi devi dire che cosa ti sta succedendo, è da ieri sera che sei strano e no, non credo che tu fossi solo stanco” “Non mi va di parlarne e non voglio far tardi a lezione” “Smettila di dire fesserie, abbiamo lezione con Ruf, non potrebbe importartene meno di così! Avanti, dimmi cos'è successo. È per Kurt?” “No. In realtà, non lo so neanche io per che cos'è.” commentò acido Draco, dicendo però la verità. “Come fai a non saperlo?” chiese Blaise, confuso. “Non lo so! Comunque potrei avere un motivo, ma ti spiegherò dopo. Per quanto sia inutile storia della magia, odio fare tardi” concluse il biondo, uscendo dalla camera.

Quel pomeriggio, quando rientrarono nel dormitorio, Blaise si mise seduto sul suo letto, di fronte a Draco, sperando che il suo amico gli dicesse tutto. “...Presuppongo che io ti debba dire tutto ora, vero?” domandò Draco, guardandolo, mentre era in piedi in mezzo alla stanza. Blaise annuì. “Bene ...” sospirò Draco “È tutta colpa di Potter!” iniziò il biondino irritato “Come sempre...” sussurrò Blaise in risposta. “Cos'ha fatto stavolta?” chiese poi, aspettandosi uno dei soliti monologhi di Draco. “Mi ha guardato male!” “E quindi?” “...Beh, sai che ho spinto giù Blaine dalla scopa, vero? Ecco, ovviamente l'ho fatto per vincere la partita e monopolizzare l'attenzione di Kurt su di me. Solo che mi ha snobbato ed è andato subito a soccorrere quel nanetto ingellato. Insomma, come ha osato snobbare me? Cioè, sono un Malfoy, nessuno ignora un Malfoy!” “Ok... e in tutto questo Potter che c'entra?” chiese Blaise. “Quello sfigato, occhialuto, perbenista grifondoro, ha avuto il coraggio di guardarmi male per ciò che ho fatto! Come se fosse qualcosa di sbagliato, lo facciamo tutti, che diamine! Come può quell'idiota giudicarmi, non sono affarracci suoi!” sbraitò Draco. “Da quando in qua ti interessa il parere di Potter?”. Draco stette per rispondere, ma si bloccò non sapendo cosa dire. Dopo un po', si schiarì la voce e guardò male Blaise. “Sta zitto. Semplicemente, non voglio che nessuno mi giudichi, compreso Potter, tutto qui” disse, non credendo nemmeno lui alle sue stesse parole.

Nel frattempo, Santana e Brittany, tornate da lezione, si erano rifugiate in camera di Santana per stare un po' insieme dopo la vittoria, dato che Santana aveva passato la notte precedente a festeggiare con i compagni. “Ieri, durante la partita, Draco non è stato un delfino gentile, ha buttato giù dalla scopa Blaine usignolo!” disse ad un tratto Brittany, mentre intrecciava i capelli di Santana tra le sue dita. “...Però sono contenta che abbiate vinto, San. Tu sei stata bravissima!” aggiunse poi, sorridendo. “Già, Draco è stato un vero stronzo... Però almeno abbiamo vinto! Anche se pure tu sei stata bravissima, Britt-Britt” rispose la mora, alzando la testa per darle un bacio sul naso. “...E sei anche stupenda” commentò poi. Brittany arrossì e le sorrise, continuando a giocare con i suoi capelli.

Più tardi, tutti i ragazzi del Glee si trovarono per la consueta lezione con il professor Schue. Appena entrarono nell'aula, si sedettero e videro il professore girare la lavagna, per mostrare il tema della settimana: Le canzoni Disney.

Angolo dell'autrice:
Ciao a tutti! Mi scuso ancora una volta per il ritardo, purtroppo in questo periodo non abbiamo avuto molto tempo per scrivere, ma rimedieremo e cercheremo di pubblicare il più presto possibile! Grazie a tutti quelli che leggono questa storia, siete le nostre gioie! A presto con un nuovo capitolo!

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Ciao a tutti! Visto che il capitolo 12 l'avevo pubblicato dopo tanto tempo rispetto al capitolo 11, vi metto precocemente rispetto al solito il capitolo 13, con la promessa di pubblicare più spesso i capitoli(sperando che voi continuiate a leggerla). Buona lettura!
 
Per organizzare la prova di quella settimana, i ragazzi del Glee si divisero in piccoli gruppi per preparare una canzone a tema Disney da cantare. Draco aveva deciso di cantare con Blaise e Pansy e il giorno dopo si erano messi subito a cercare la canzone adatta: si erano trovati nella Sala Comune dei Serpeverde e si erano seduti sulle poltrone, a pensare a cosa scegliere. Verso le cinque, non avevano ancora trovato nessuna idea, quando Pansy improvvisamente ebbe un'illuminazione. “Ho io la canzone giusta!” disse alzandosi. “E sarebbe?” la guardò scettico Draco. “Ora lo capirai, è adatta per te” disse sorridendo maliziosa, poi andò a sussurrare una cosa all'orecchio di Blaise, il quale annuì sorridendo, e iniziarono a intonare la melodia. Draco capì e iniziò a cantare, un po' dubbioso.

Draco:
Se esiste un premio per gli ingenui,
io l'ho già vinto da tempo.
Ma nessun uomo vale tanto,
di delusioni ne ho avute troppe.

Blaise e Pansy:
Cosa credi amica, non si può far finta quando
tutto parla chiaro ma noi ti leggiamo dentro
e anche se lo neghi, sai si vede bene quanto immenso sia.

Draco:
Non so perché non lo ammetterò mai.

Blaise e Pansy:
Ti vada o no, l'ami e dillo, oh oh.

Draco:
Ma è certo che l'amo e non lo saprà.
So bene come andrà a finire, ed i pensieri miei vanno.
Io sento dentro "puoi fidarti", mentre la testa mia "non lo fare".

Blaise e Pansy:
Certo sei curiosa, tu nascondi l'evidenza.
Noi ti conosciamo, non t'arrabbieresti tanto senza una ragione,
se non fossi tanto presa da, da, dall'eroe!

Draco:
Non so perché, ma è più forte di me!

Blaise e Pansy:
Ammettilo, che felice sarai.

Draco:
Scusatemi, ma non glielo dirò

Blaise e Pansy:
Che storie fai? Tanto glielo dirai!

Draco:
Non lo farò, io, piuttosto, lo so

Blaise e Pansy:
Tanto lo sa già

Draco:
Lasciatemi, tanto no...

Blaise e Pansy:
Ti vada o no, l'ami e glielo dirai

Draco:
Non cederò, ma io l'amo e lo so...
 
Appena finirono di cantare, Draco incrociò le braccia sul petto e guardò i due amici con un sopracciglio alzato. “Abbiamo delle idee differenti sul concetto “adatta”” disse schietto, guardandoli male, anche se sapeva benissimo il perché di quella canzone, nonostante non volesse ammetterlo in quel momento. Pansy ridacchiò. “Se lo dici tu, Draco” commentò; poi guardò Blaise. “Beh, è stato divertente cantare con voi, ma ora devo andare. Ciao Draco... ciao Blaise” li salutò, facendo un occhiolino a Blaise, per poi andarsene in camera sua. Blaise sorrise, guardandola uscire dalla Sala, poi si girò verso Draco. “Era un occhiolino quello che ti ha appena fatto Pansy? Che cosa sta succedendo, eh?” domandò Draco a Blaise, sorridendogli maliziosamente. “Sì, può essere. Comunque, non chiederlo a me” gli rispose. “Anche se qualsiasi cosa sia, non mi dispiace” pensò, sorridendo. “Quando hai finito di fantasticare su Pansy, vorrei andare nella nostra camera. Devo parlarti” disse Draco acido. Blaise si distolse dai suoi pensieri e annuì, per poi seguirlo nella loro stanza. Una volta lì, Draco lo guardò serio e disse: “Detesto ammetterlo, ma ho bisogno del tuo aiuto. Potter è arrabbiato con me e nessuno può esserlo, men che meno lui!” Blaise lo guardò confuso, non capendo cosa c'entrasse ancora Potter, poi intuì a cosa stesse pensando. “Questa volta cosa hai intenzione di fare con Potter?” gli domandò, malizioso. “Insomma, voglio la sua totale attenzione su di me, dato che ora abbiamo capito che lui si è impadronito della mia” rispose Draco, facendogli capire di essere interessato ad Harry, senza volerlo ancora ammettere a sé stesso. Blaise sorrise, capendo che l'amico aveva compreso il punto della situazione. “Ok, allora qual è il tuo piano?” “Devo, per prima cosa, fare in modo che mi parli, perciò devo avvicinarmi a lui.”
 
Intanto, Thad aveva chiesto a Nick e Jeff di fare un giro in cortile per parlare. Dopo essersi trovati, avevano iniziato a camminare, chiacchierando. “Perchè volevi parlarci Thad?” domandò Jeff, curioso, dato che erano giorni che vedeva il compagno piuttosto strano. Thad tentennò, poi prese un respiro profondo e si decise a rivelargli tutto. “Io e Sebastian abbiamo fatto una scommessa, qualche giorno fa...” iniziò. “Di che tipo?” chiese Nick. “Spero non di “quel” tipo” si intromise Jeff, guardandolo male. Thad sbiancò. “No, dannazione, no! In ogni caso, avevamo scommesso sulla partita di Quidditch e, se uno di noi avesse perso, avrebbe dovuto fare da “schiavetto personale” all'altro per un giorno... E ovviamente, ho perso” “Tu che cosa hai fatto?! Sei pazzo! Scommettere con Sebastian? Ti sei drogato per caso?” domandò Jeff, iperprotettivo, puntando il dito contro Thad. Nick cercò di calmarlo. “Tesoro, cerca di far spiegare a Thad cos'è successo, sono sicuro ci sia una spiegazione... Vero Thad?” “Sì, insomma lui mi ha provocato, voi non sapete quanto e, beh, è stato piuttosto convincente...” rispose Thad. “Ok... Va bene. Beh, comunque cos'è successo quindi?” lo esortò a continuare Nick. “Beh, ho perso. E perciò Sebastian ha voluto farmi fare ciò che gli avevo promesso. Quindi, ieri sono andato subito in camera sua alla mattina e l'ho seguito per tutto il giorno...” sussurrò, poi si fermò. “E poi? Che è successo Thad?” continuò Jeff, cercando di capire. Thad ci pensò su, poi decise di dire tutto ai suoi due migliori amici, così iniziò a raccontare.

La mattina seguente alla partita, Thad si recò in camera del Serpeverde tanto odiato alle sette in punto. Appena arrivato, vide che Sebastian stava ancora nel letto, sdraiato a leggere. Quando questo vide arrivare Thad, sorrise malizioso. “Oh, eccoti Harwood. Temevo non saresti venuto” ridacchiò. “Vuoi unirti a me? C'è spazio nel letto...” sussurrò maliziosamente. “Anche no, Smythe. Sono qui solo per la scommessa.” commentò acido il più basso. “Peccato, ci saremmo “divertiti”... Comunque inizia a prepararmi i libri per le lezioni” sussurrò poi il francese, alzandosi e andando in bagno a cambiarsi. Poco dopo uscì e guardò Thad. “Allora? Andiamo a fare colazione o no? Ho fame! E poi, oggi devi faticare, non vorrai mica lavorare senza aver mangiato! Voglio che tu sia in forze, devo farti fare un po' di cosette ... Su!” lo esortò Sebastian, per poi uscire, seguito dal più basso. Dopo aver fatto colazione, Sebastian si alzò e chiamò Thad. “Thaddy, andiamo. Non vorrai farmi far tardi a lezione! ...A proposito, portami i libri” sussurrò il francese, sorridendo malefico, lasciando il suo borsone a Thad. Le lezioni trascorsero tranquillamente, Sebastian ascoltava le lezioni e ogni tanto faceva scomodare Thad per qualche materiale. Appena finite le lezioni, i due andarono a pranzo. Sebastian a questo punto iniziò a diventare più esigente, infatti faceva camminare avanti e indietro Thad per posate, bicchieri e altre cose che a lui in realtà non servivano. Verso la fine del pranzo, Sebastian si girò verso Thad e gli porse il piatto con la sua fetta d'anguria. Thad lo guardò confuso. Sebastian ridacchiò. “Forza Harwood, togli i semini dalla mia fetta” “Cosa?! No, non ho intenzione di farlo, sei benissimo capace di farlo anche tu!” “Ti ricordo che abbiamo fatto una scommessa e tu hai perso. Su, su, Thaddy, non vorrai farmi arrabbiare” Thad si infuriò, ma non disse nulla e gli tolse i semi. “Che c'è, Harwood, sei diventato il suo schiavetto personale?” commentò Hunter, vedendolo e ridendo. Thad lo guardò male, mentre il francese sogghignava. “No, Hunter, purtroppo no. Solo per oggi” rispose Sebastian, ridendo. “Guarda” sussurrò, per poi dare una gomitata al suo piatto, facendolo finire addosso a Thad. “Thaddy, non vorrai rimanere lì a sporcare il pavimento, vero? Forza pulisci, ovviamente senza magia!” lo intimò poi Sebastian, facendo ridere tutti i Serpeverde. Thad arrossì per la vergogna e, anche se non voleva, fece ciò che gli era stato detto. Subito dopo, Sebastian ritornò in camera sua con lui. “Perchè devi essere così stronzo?” sbottò Thad, una volta che furono da soli nella stanza del più alto. “Oh, Thaddy, perché ti struggi per una cosa del genere? Stavo solo scherzando con i miei amici! E poi, dovevo pur trovarti qualcosa da fare!” ridacchiò Sebastian. Thad incrociò le braccia al petto, infuriato, ma non disse niente: era inutile controbattere e inoltre quella storia sarebbe durata solo fino a fine giornata. Quel pomeriggio fu abbastanza tranquillo per Thad, visto che Sebastian doveva fare i compiti e perciò aveva lasciato a lui un po' di tempo per fare i suoi. Verso sera, il francese si alzò dal suo letto improvvisamente e andò nello sgabuzzino, da dove tirò fuori un secchio e un moccio, che diede a Thad, che lo guardò stupito. “Cosa dovrei fare ora?” gli chiese il più basso, confuso. “Secondo te? Giocare a quidditch? Devi pulire, Thaddy!” “Ma non ci sono gli elfi domestici che lo fanno di già? ...E non chiamarmi Thaddy” “Sì, ma voglio divertirmi ancora un po' con te. Io ora vado a farmi la doccia, quando torno, voglio che questa stanza brilli, è chiaro, Thaddy?” sussurrò Sebastian, sottolineando l'ultima parola. Thad sospirò e annuì, incominciando a pulire, mentre Sebastian si diresse in bagno per lavarsi. Quando Sebastian uscì dal bagno, si ritrovò davanti una scena piuttosto divertente: Thad stava pulendo l'ultima parte di pavimento sporco della camera, cantando “Aspettando una nuova vita” del cartone Rapunzel. Così, si appoggiò allo stipite della porta, con le braccia incrociate sul petto, a guardarlo, sorridendo.

Thad:
Sono le sette, è ora di cominciare.
Prendo la scopa e spazzo di qua e di là.
Corro di sopra, ho i panni da sistemare...
L'orologio, però, più veloce non v- Sebastian!” smise improvvisamente di cantare Thad, notando il ragazzo. “Non ti avevo visto uscire dal bagno... I-io stavo finendo di pulire e, beh, mi esercitavo per la prova del Glee...”  “Ah, tranquillo, era uno spettacolino piuttosto esilarante. Se vuoi continua pure” sussurrò l'altro, ridendo. “No, tranquillo, avevo finito di pulire... Comunque, potresti metterti qualcosa addosso!” esclamò Thad, abbassando lo sguardo, imbarazzato, dopo aver notato che il compagno indossava solo un asciugamano in vita e per il resto era nudo, con le goccioline d'acqua che gli scendevano lungo il petto.  Sebastian si accorse del suo imbarazzo, così rise sotto i baffi. “Ti imbarazza così tanto vedermi così?” domandò poi, avvicinandosi a lui. Thad alzò lo sguardo ed iniziò a indietreggiare “Ehm, no, è solo che, si, beh, insomma, devi vestirti, tra poco si cena...” farfugliò il moro. “Tranquillo, Thaddy, mi so vestire in fretta... e anche svestire, anche se questo di solito lo lascio fare agli altri. Vuoi provare?” gli domandò Sebastian, ormai vicinissimo a lui. “No, sto a posto, Smythe. Io lo dicevo solo per dire, eh...” sussurrò Thad, che, indietreggiando sempre di più, arrivò ad essere con le spalle contro il muro. “Ah, quindi, non vuoi che mi rivesta?” chiese l'altro, ghignando e intrappolandolo tra il muro e il suo corpo. Thad arrossì violentemente e, senza sapere cosa dire, rimase zitto a fissarlo, guardandolo prima negli occhi, per poi osservare i suoi pettorali ancora bagnati. “Allora? Non mi rispondi, Thaddy?” continuò Sebastian, sussurrandogli all'orecchio, facendo rabbrividire Thad, che provò una strana attrazione verso il più alto e alzò lo sguardo verso le sue labbra, che sembravano stranamente attirarlo. Sebastian lo notò, così si leccò le labbra, sorridendo. Thad, senza accorgersene, avvicinò le sue labbra a quelle di Sebastian, ma questo lo bloccò, staccandosi da lui e mettendogli un dito sulla bocca. “No, mio caro Thaddy. I miei baci sono preziosi, non ti aspetterai mica che io te li dia senza avere nulla in cambio. Non sono il tuo fidanzatino, prima voglio qualcos'altro...Ora andiamo a cena su!” lo provocò, per poi staccarsi definitivamente da lui e andare a vestirsi. Thad rimase spiazzato e, riprendendo il controllo di sé, si staccò dal muro, annuì e poi aspettò che Sebastian si vestisse, per poi scendere con lui nella Sala Grande. Quella sera, Sebastian non gli diede molto disturbo e lo fece andare via presto.
 
Thad finì di raccontare la storia ai suoi amici, che rimasero esterrefatti. “E la cosa inquietante è che volevo baciarlo, capite? Lui non mi ha costretto a fare nulla, beh, a parte i lavori imbarazzanti... Tra tutti, perché doveva piacermi proprio lui?!” si disperò Thad. Jeff e Nick lo guardarono, poi si guardarono a vicenda, dopo aver capito la situazione. “Dobbiamo fare qualcosa, per quanto odiamo Sebastian...” sussurrò Nick all'amico. Jeff sorrise, avvicinandosi anche lui a Thad. “Lascia fare a mamma Jeff, Thad. Sebastian cadrà ai tuoi piedi” sorrise Jeff, maliziosamente.

Angolo dell'autrice:
Eccomi di nuovo! Vi è piaciuto questo capitolo? Fateci sapere cosa ne pensate!

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Il giorno seguente, un freddo giovedì dell'ultima settimana di Novembre, ci fu il consueto incontro del Glee. Poco prima dell'inizio della lezione, i ragazzi entrarono uno dopo l'altro in aula. Harry fu uno dei primi ad entrare in aula, mentre Draco arrivò per l'ultimo insieme a Blaise e Pansy. “Ciao ragazzi” sussurrò Draco, entrando. “Potter, ti vedo silenzioso in questi giorni, Lenticchia è riuscito a farti un incantesimo decente per farti stare zitto?” lo provocò Draco. Harry lo fulminò con lo sguardo, ma ignorò la sua provocazione e non disse nulla. Draco ci rimase molto male e andò a sedersi vicino ai suoi amici, ancora più invogliato a fare qualcosa per attirare l'attenzione di Harry.

Dopo una prima esibizione dei Finchel, che cantarono “È una storia sai” da “La Bella e la Bestia”, si misero al centro dell'aula i Niff. “Che cosa cantate?” domandò loro il professor Schuester. “È una sorpresa” sorrise Jeff, malizioso, guardando Thad e Sebastian, per poi girarsi verso Nick ed iniziare a cantare.

Lei ti è accanto
se ne stà seduta lì
Non sà cosa dire ma
i suoi occhi ti parlano
E tu lo sai che vorresti
darle un bacio
allora baciala...


Thad era già timoroso quando aveva visto Jeff guardarlo, ma quando sentì la canzone che stavano intonando, i suoi sospetti diventarono fondati: stavano cantando quella canzone per intimare Sebastian ad avvicinarsi a lui. Così sospirò.

Lei ti piace
tanto tanto da morir
Forse tu le piaci
ma lei non sa come dirlo
Ma non servono
le parole sai
allora baciala...


I Niff si avvicinarono pericolosamente a Sebastian, che era in prima fila. Sebastian li guardò, dapprima confuso, poi capì il loro intento e sbuffò: non avrebbe mai dato un'opportunità a quel nano di Harwood se non gli avesse dato qualcosa in cambio, nonostante pensasse che Thad fosse un bocconcino niente male.

Sciala la la la la la
Il ragazzo è troppo timido,
coraggio baciala
Sciala la la la la la
Non lo fa ma che peccato
se insiste lui la perderà


I Niff si allontanarono da lui, per avvicinarsi a Thad, il quale iniziò ad arrossire, dato che gli altri li guardavano in modo strano.

E' il momento
guarda che laguna blu
Ora devi muoverti
e questo è il momento tuo
Non ti parlerà
finché tu non la abbraccerai
e bacerai...


Ad un tratto, Jeff prese Sebastian, tirandolo su in piedi, per poi farlo sedere vicino a Thad, nel frattempo Nick, per coinvolgere anche gli altri e distrarli, prese qualche altro ragazzo, mettendolo vicino alla propria ragazza.

Sciala la la la la la
Ora vai
c'è l'atmosfera giusta
forza,
baciala


Anche Draco si accorse che avevano spostato Harry vicino a lui, per puro caso, e così lo guardò malizioso. Harry continuò ad ignorarlo ma arrossì.

Uoooh uoooh

Sciala la la la la la
Stringila
non puoi nascondere
che l'ami,
baciala...


I Niff continuarono a cantare guardando Thad e Sebastian, il primo tutto rosso per l'imbarazzo, il secondo che sbuffava, scocciato, anche se la vicinanza con Thad non gli dispiaceva così tanto come voleva far credere.

Uoooh uoooh
Sciala la la la la la
Non parlare
ascolta la canzon
che dice,
baciala

Uoooh uoooh

Questa musica ti aiuterà
coraggio abbracciala
e dopo,
baciala...
Baciala,
baciala,
baciala...
Avanti,
baciala!


I Niff finirono di cantare, guardando Thad e Sebastian fisso negli occhi, a pochi metri da loro; quando Gazza entrò nella stanza. “Avete finito di cantare? Devo pulire!” si intromise l'uomo, con in mano la scopa. Il professor Schue si alzò, annuendo, intimando i ragazzi ad uscire e Thad fu il primo ad alzarsi e correre via, seguito da Harry.

Le settimane passarono velocemente e presto arrivò Dicembre. Quel periodo fu particolarmente veloce per Draco, che lo passò continuando ad avvicinarsi ad Harry, inutilmente. Fu invece il contrario per Thad, il quale aveva passato intere giornate, che a lui sembravano interminabili, a cercare di capire i suoi sentimenti verso Sebastian e di chiarire con il più alto, senza successo. Nonostante quelle settimane furono diverse per i ragazzi, esse passarono e portarono con sé lo spirito del Natale, che sarebbe stato da lì a meno di due settimane. Proprio in quell'ultimo periodo prima delle vacanze, i prefetti della scuola avevano deciso con l'approvazione dei professori, di istituire un ballo scolastico il penultimo giorno di scuola. Infatti, stavano facendo in quei giorni i preparativi per la festa. Inanzitutto avevano deciso che la festa sarebbe stata solo per i ragazzi del penultimo e dell'ultimo anno; inoltre avevano scelto di far partecipare sia gli studenti di Hogwarts che gli ospiti provenienti dal McKinley. Appena ebbero finito di preparare tutto, i prefetti di ogni casa appesero in ogni sala comune e in ogni parte del castello l'annuncio del ballo con annesse regole. L'annuncio venne anche consegnato personalmente a tutti professori, compreso il professor Schuester che, il 16 Dicembre, primo giorno dell'ultima settimana di scuola, andò verso l'aula del Glee per comunicare ai ragazzi la notizia. “Ciao a tutti ragazzi! Ho una notizia da darvi: questo sabato la scuola istituirà un ballo per tutti gli studenti del sesto e dell'ultimo anno!” disse, entrando in classe, seguito da un applauso di assenso. “Ci saranno delle indicazioni per la festa: si svolgerà a partire dalle 20.00 in Sala Grande. Ci saranno musica e buffet e chiunque potrà andare sul palco a cantare, compresi noi. Inoltre bisognerà vestirsi elegantemente e, per ultima cosa, anche se non meno importante, bisognerà avere un partner. È tutto chiaro?”. I ragazzi annuirono, tutti molto contenti, ed iniziarono a discuterne tra di loro. Thad, ascoltando la notizia, fu dapprima entusiasta poi, sentendo che doveva portarsi un partner, il suo sorriso si spense e automaticamente guardò con la coda dell'occhio Sebastian, pensando che gli sarebbe piaciuto andare con lui, se non fosse stato che il carattere del francese non era dei migliori e lui non se la sentiva di invitarlo.

Il giorno seguente, Ginny stava camminando nel corridoio per andare a far colazione, quando improvvisamente le comparve Puck davanti che le bloccava la strada. “Ehi bellezza, ho da proporti una cosa che non potrai rifiutare” affermò il ragazzo guardandola saccente. “Sei troppo sicuro di te, Puckerman. Come fai a sapere che non la rifiuterò?” “Perchè è una MIA proposta, è ovvio! Nessuna rifiuta Puckerman, dolcezza” rispose, facendole l'occhiolino. “Forza, sentiamo questa proposta” disse lei ridacchiando. “Tu ed io. Al ballo. Insieme. Che ne dici?” domandò allora il crestato maliziosamente. Ginny lo guardò titubante, pensando alla sua offerta, poi, dato che non aveva un cavaliere, decise di accettare, ma, volendo tenere il ragazzo sulle spine, gli rispose: “Uhm, proposta interessante. Ma chi ti dice che io non abbia già un cavaliere?” “Se fosse così, avresti già rifiutato Weasley. Non mi freghi. Allora? Sai, non ho tutto il tempo di questo mondo e poi ho un sacco di ragazze con cui potrei andarci” Ginny sospirò, arrendendosi. “Ok, hai vinto. Verrò con te. Ma non ti aspettare nulla in cambio da me, siamo intesi?” Puck annuì, poi le fece un occhiolino e se ne andò. 

Poco lontano da loro, Dean, che aveva seguito Ginny per chiederle di andare al ballo insieme, vide la scena e rimase deluso da quel finale, così corse via. Quel pomeriggio, la notizia fu sulla bocca di tutti e quasi ogni studente sapeva che la rossa non era più disponibile, e nemmeno Puck, con grande sconforto di molti. Infatti, anche Santana aveva sentito lo scoop ed era subito corsa nel suo dormitorio per comunicarlo alle altre ragazze dei Serpeverde. Quando lo ebbero saputo, le ragazze rimasero di stucco. “Davvero? Puckerman ha invitato Ginny?! Pensavo avrebbe invitato te, Quinn, dopo quello che è successo tra di voi!” esclamò Rachel. Quinn alla notizia si rabbuiò, ma non lo diede a vedere e, sempre compostamente, rispose: “Tra me e Puck non c'è niente. È stato solo una breve parentesi nella mia vita” mormorò, poi se ne andò, psicologicamente delusa. Quella sera, mentre lei passeggiava per il castello, riflettendo su ciò che era successo quel giorno, notò Dean seduto sugli scalini che portavano alla biblioteca, così si avvicinò a lui e gli si sedette di fianco. “Ciao Dean... Tutto ok? Sembri giù di morale” Dean, sentendo la sua voce, alzò la testa. “Tutto bene, più o meno... Sono solo un po' deluso” replicò. La ragazza annuì. “Ti capisco, anche io lo sono...” Dean si fece improvvisamente curioso. “Per cosa? Se posso chiedertelo...” “Puckerman... Pensavo sarebbe venuto con me al ballo di Natale... E invece, a quanto pare, ha chiesto a Ginny di accompagnarlo” rispose lei, sospirando. “Tu invece?” “Per lo stesso motivo” Quinn lo guardò confusa, con un sopracciglio alzato. “...Cioè per Ginny, intendo.” si affrettò lui a dire. Quinn ci pensò su e ad un tratto le venne un'idea geniale per vendicarsi. “...Che ne pensi se ci andiamo noi due insieme? È un modo per dimostrar loro che non ci siamo rimasti così male!” “Ehm, ma noi ci siamo rimasti male...” puntualizzò il Grifondoro. “Lo so!” sbuffò Quinn “Ma è per convincere loro! E anche per risollevare il nostro morale... Ci stai?” Dean ci riflettè su, poi annuì. “Sarà una maniera per distrarci da loro e comunque divertirci. Ci sto” disse poi, sorridendo.

Angolo dell'autrice:
Eccoci qui finalmente tornati dopo un bel po' che non pubblicavo (sono dispiaciutissima, purtroppo ho avuti impegni tra esami scolastici e altro...)! Spero che il capitolo vi sia piaciuto, se è così, se volete, lasciate una recensione!

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Un paio di giorni dopo, Hermione era seduta nella Sala comune dei Grifondoro a parlare con Harry del modo in cui Ron le aveva chiesto di venire al ballo il giorno precedente. “...È stato così romantico, non me lo sarei mai aspettata da lui! Sai, portarmi nella torre dell'orologio per chiedermelo con un mazzo di fiori in mano non è una cosa che Ron farebbe tutti i giorni!” concluse la strega, sorridendo. Harry sorrise, contento per i suoi amici, pensando che quella strategia Ron l'avesse pescata da “Dodici Passi Infallibili per Sedurre una Strega”, il libro che gli aveva regalato poco tempo prima. “Sono felice per voi. Anche a me piacerebbe che qualcuno facesse una cosa simile per me... qualcuno in particolare che però sappiamo non lo farà mai” mormorò il moro. “Dai Harry, non deprimerti così! Dovresti semplicemente andare avanti, anche se sarà dura. Sai, ci sono un sacco di bei ragazzi che vorrebbero venire al ballo con te! Ti ricordi al Ballo del Ceppo? Forza, troverai qualcuno che te lo chiederà, guardati intorno...” lo incitò lei, sorridendo dolcemente. “Ci proverò” sussurrò Harry in tutta risposta. Quello stesso pomeriggio, mentre tornava dagli spogliatoi del Campo da Quidditch, sul quale si era allenato per rilassarsi e sfogarsi, incontrò Terry Steeval, un ragazzo Corvonero della sua età, che usciva dalla scuola. “Ciao Terry!” esclamò il Grifondoro vedendolo. Terry, sentendolo, si girò verso di lui e sorrise, così gli si avvicinò. “Ciao Harry, ti stavo proprio cercando!” “Oh davvero? Come mai?” chiese curioso. “Beh, mi stavo chiedendo se tu avessi già un accompagnatore per il ballo...” borbottò Terry, abbassando lo sguardo. “Ecco, a dire la verità no, non ho ancora trovato nessuno che mi ci accompagna. Perchè?” rispose sorridendo all'altro ragazzo. “...Allora, ti andrebbe di venirci con me?” domandò tutto d'un fiato il Corvonero. Harry rimase spiazzato, ma ripensando alle parole di Hermione decise di buttarsi, così accettò. Come era successo per Ginny, anche questa notizia volò velocemente tra i ragazzi della scuola. A cena, infatti, gli studenti non stavano parlando d'altro e anche al tavolo dei Serpeverde, si stava discutendo della questione e, mentre mangiava, anche Draco udì la notizia. Appena ebbe sentito infatti di quell'invito, ne rimase amareggiato, ma se ne fece una ragione, in fondo lui andava già al ballo con Astoria, e poi, era Draco Malfoy, lui non aveva bisogno di nessuno!

In quegli stessi giorni, anche Pansy e Blaise erano alla ricerca di un partner per il ballo; una di quelle sere, i due si erano trovati insieme nella Sala Comune dei Serpeverde a chiacchierare, com'erano soliti fare. “...Pensa che non ho ancora trovato nessun ragazzo adatto a me per il ballo!” sbottò Pansy all'improvviso. “Dici sul serio? Com'è possibile? Comunque neanche io ho una partner...” “È quello che mi sono chiesta anche io, cioè sono fantastica! Ma effettivamente, tutti i migliori sono già stati presi...” spiegò la ragazza. “Ehi, mi ritengo offeso!” commentò lui. “Oh, non ti avevo calcolato... Ma non perché tu non sia alla mia altezza, ma perché sei il mio migliore AMICO!” “Ah... Sì, è vero” mormorò il moro “...Ma dato che non abbiamo trovato nessuno e chi ci rimane come alternativa fa abbastanza schifo, potremmo andarci insieme, come amici, ovviamente” tentò poi. Pansy sembrò titubante, ma dopo averci pensato su, annuì. “Sì, perché no?! Sarà divertente. Così controlleremo anche quel cretino di Draco”. Blaise sorrise ed annuì.

Quel venerdì, il giorno prima del ballo, Thad era ancora in alto mare per quanto riguardava il suo invito. Infatti, a lui sarebbe piaciuto andare con il francese, ma, nonostante i numerosi tentativi di approccio, non aveva ancora trovato il coraggio per chiederglielo. Quel pomeriggio, decise che sarebbe stato il tentativo decisivo, così, si era diretto a passo spedito verso il cortile interno, dove aveva visto Sebastian, e, una volta arrivato di fronte al più alto, si fermò e aprì la bocca per chiederglielo, ma fu subito interrotto. “Oh, Thaddy. Cosa c'è? Ti sei finalmente deciso a lasciarti scopare da me? Perché è questo quello che succede alle feste” disse Sebastian, facendogli l'occhiolino e facendo intuire al più basso che aveva capito le sue intenzioni di invitarlo al ballo. Thad rimase spiazzato da quell' affermazione e si bloccò, non sapendo bene cosa rispondere. “Thaddy, chiudi quella bocca prima che ti entrino le mosche, oppure te la chiudo a modo mio” sussurrò l'altro ridacchiando, facendogli intendere ora le proprie intenzioni verso di lui. Thad, a quelle parole, arrossì. “E-ecco, i-io, in realtà... “iniziò a balbettare, mentre le parole gli si smorzavano in gola. “Diamine, devo fare tutto io eh?” lo interruppe Sebastian, sbuffando. “Ci vediamo domani davanti alla porta della Sala Grande alle 20.00 in punto, non fare tardi e vestiti bene, Harwood, ci tengo alla mia immagine” concluse il francese, per poi andarsene, senza dar tempo a Thad di rispondere.

La sera del ballo, tutti si ritrovarono alle 20.00 nella Sala Grande, che era stata addobbata per quell'occasione. Una volta che furono arrivati tutti, il professor Silente salì sul palco per parlare. “Salve a tutti, ragazzi. Ringraziamo i prefetti che hanno organizzato questo ballo e il signor Gazza per averci gentilmente lasciato la Sala Grande per festeggiare, divertitevi e che inizino le danze!” esclamò il preside, per poi scendere dal palco e lasciare il posto alle band che avrebbero suonato quella serata e dando così l'avvio alla festa e al buffet. Molti cominciarono ad andare in mezzo alla pista a ballare, mentre altri stavano in disparte a mangiare, tipo Ron e Finn. “Ehi... che ne dici di ballare?” domandò Terry ad Harry in quel momento. “In realtà non so ballare molto bene...” mormorò il moro. “Non importa, andiamo!” esclamò Terry, prendendolo per mano e trascinandolo sulla pista da ballo. Hermione li guardò intenerita, poi si girò verso il suo “cavaliere”. “Che c'è?” domandò Ron, con in mano una coscia di pollo. Hermione ridacchiò e scuotè la testa, tornando a parlare con Rachel. Tra le coppie che ballavano, anche Hunter ballava con la sua dama, Lavanda, anche se continuava a lanciare strani sguardi verso Trent, che parlava con il suo accompagnatore Zacharias Smith. Trent lo notò e ricambiò gli sguardi, ma fece finta di niente quando Zacharias gli chiese cosa stesse guardando. Poco dopo, durante la serata, i prefetti misero sul tavolo le bevande alcoliche, dando il via ai giochi alcolici. Draco fu uno dei primi ad arrivare al bancone per prendere un drink, in quanto, dopo aver visto Harry ballare con Terry, si sentì pervadere da un moto di gelosia, e, volendo parlare con il moro per scusarsi, sentì la necessità di prendere almeno un cocktail per farsi coraggio. Appena vide Terry allontanarsi da Harry per andare in bagno, trangugiò velocemente l'ultimo sorso del suo drink e andò spedito dal Grifondoro. “Hey Potter” proferì, avvicinandosi a lui. Harry si girò e lo guardò. “Cosa vuoi, Malfoy?” Domandò freddo, non appena lo vide. “Tranquillo, Potter. Anche se ti sembrerà strano, voglio solo parlare. Insomma, volevo dirti che so di non essermi comportato bene con te, in realtà non l'ho mai fatto, ma soprattutto nell'ultimo periodo, e perciò, beh, volevo sc-” tossì leggermente, schiarendosi la gola. “scusarmi con te...” disse, abbassando il tono di voce mentre pronunciava le ultime parole. Harry ascoltò il suo discorso, esterrefatto, sentendo a malapena le ultime parole per via della musica. “Puoi ripetere? Non credo di aver capito bene...” mormorò così il moretto, per farsi ripetere quelle parole, che non era sicuro fossero uscite dalle labbra perfette di Draco Malfoy. “Hai capito benissimo, Potter. Non farmelo ripetere. Buona continuazione” concluse il biondo, leggermente imbarazzato, per poi andarsene via, poiché Terry stava tornando verso Harry. Quest'ultimo rimase spiazzato dal discorso con Draco, ma non appena vide Terry fece finta di nulla e riprese con lui a ballare, anche se quelle parole gli continuavano a girare nella testa e gli facevano venire mille dubbi: perché Draco si sarebbe scusato con lui? E soprattutto perché nell'ultimo periodo aveva reagito così? Harry non lo sapeva, ma era determinato a scoprirlo entro la fine della serata.

Nel frattempo, anche il resto delle coppie si era fiondato al bancone degli alcolici, poiché i prefetti avevano richiamato l'attenzione di tutti i ragazzi per fare dei giochi alcolici. Jeff, il quale aveva visto ballare imbarazzantemente Thad con Sebastian e voleva che il Tassorosso si rilassasse bevendo, propose subito un gioco: Fiori al gusto di vodka. Dopo aver spiegato le regole a tutti, i quali concordarono nel fare il gioco, Jeff costrinse Thad a partecipare con lui, Nick, Sebastian e gli altri. Dopo circa un'ora, più o meno tutti erano ubriachi o comunque brilli per colpa dei giochi. Le uniche ancora sobrie, dato che non avevano bevuto perché si erano rifiutate di partecipare, erano alcune ragazze, tra cui Hermione e Rachel, che una volta finiti i giochi, stavano cercando i loro ragazzi. Li trovarono poco dopo, vicino al buffet, che parlavano con... Lavanda e Calì?! Infatti, Ron e Finn erano vicini alle due ragazze. “Ehi ragazze! Siete da sole... o da vista?” domandò loro Ron, ridacchiando ubriaco, facendo ridere anche Finn. Lavanda e Calì si guardarono e ridacchiarono. “Comunque siamo sole, i nostri accompagnatori ci hanno abbandonato… Effettivamente non so dove sia Hunter” mormorò Lavanda, guardandosi intorno per poi alzare le spalle. Hermione e Rachel, vedendo questa scena e capendo che i due ragazzi stavano flirtando spudoratamente con le altre due, si avvicinarono, infuriate. Rachel, toccò con una mano la spalla di Finn, che si girò con Ron verso lei ed Hermione. “Ehi, ciao! Sei davvero carina! Ahahah scusa ho bevuto un po', ma... Dov'è che ti ho già vista?” domandò il più alto, ridendo. Rachel lo guardò male. “Sono la tua ragazza, idiota!” esclamò, arrabbiata. “Ah...” commentò Finn, confuso. Ron rise a quella scena. “Amico, non riconosci nemmeno la tua ragazza! Io invece sì, è questa!” esclamò il rosso, indicando Lavanda. Hermione, spazientita, gli si fece vicino e gli mollò uno schiaffone in pieno viso. “Miseriaccia! Ma che ho fatto?” domandò Ron, stordito, girandosi verso Finn, che alzò le spalle. Così Rachel ed Hermione se ne andarono dal ballo, indignate.

Intanto, tutte le altre coppie, alla fine dei giochi, avevano ricominciato a ballare, mentre ogni tanto qualcuno saliva sul palco per cantare. Proprio in quel momento, Sebastian stava ballando stretto a Thad, che era molto più che brillo, a differenza sua che aveva retto di più l'alcool, ma quando vide passargli di fianco Santana con Brittany mano nella mano, gli venne in mente un'idea: così si staccò da Thad, che per poco non cadde. “Tranquillo, zuccherino, torno subito” gli disse Sebastian, facendogli l'occhiolino, poi il francese si diresse dalla latino-americana e la fermò. “Lopez, ho bisogno di un favore: devi andare sul palco e cantare una canzone specifica che ti dirò”. Santana lo guardò con un sopracciglio alzato. “Perchè mai dovrei farlo, Smythe?” “Perchè sei l'unica che sa cantare in spagnolo e a me serve qualcuno che canti una canzone in spagnolo e tu sei bravissima...” la raggirò Sebastian. “Mmmh, continua” “E poi potrai fare colpo anche su Brittany, o no?” domandò lui, guardando la bionda al fianco di Santana, che guardava incuriosita gli addobbi che scendevano dal soffitto. Santana guardò la ragazza e sembrò pensarci su, poi si rigirò verso Sebastian. “Ci sto. Ma mi devi un favore, Smythe” mormorò ghignando. Sebastian annuì. “Bene, ora va sul palco e canta questa canzone” concluse il più alto, sussurrandole all'orecchio il titolo della canzone in spagnolo che voleva che lei cantasse. “Sei così disperato? Ma va bene...” ridacchiò la latina, per poi salire sul palco ed iniziare a cantare. Il ritmo della canzone spagnola riecheggiò in tutta la sala mentre Sebastian tornava a stringersi a Thad. Appena sentì Santana pronunciare le prime parole della canzone, quest'ultimo la riconobbe subito. “M-ma questa canzone spagnola è ...” mormorò il moro. Sebastian annuì. “Sì. Ora sta zitto Harwood, balliamo”

Que bien te ves,
Te adelanto, no me importa quién sea él.
Dígame usted,
Si ha hecho algo travieso alguna vez.
Una aventura es más divertida
Si huele a peligro.
Y si te invito a una copa
Y me acerco a tu boca.
Si te robo un besito,
Al ver que no vas conmigo.
¿Qué dirías si esta noche
Te seduzco en mi coche?
Que se empañen los vidrios
si la regla es que goces.
Si te falto el respeto
y luego culpo al alcohol.
Si levanto tu falda,
¿Me darías el derecho
A medir tu sensatez?
Poner en juego tu cuerpo,
Si te parece prudente,
Esta propuesta indecente.
A ver, a ver,
Permíteme apreciar tu desnudez.
Relájate,
Que este Martini calmará tu timidez.
Una aventura es más divertida
Si huele a peligro.


Sebastian fin da subito strinse a sé il moro, in modo da far combaciare i loro corpi, mimando con la bocca le parole della canzone, facendo arrossire fin da subito Thad.
Santana cantava molto bene quelle parole e con sensualità, guardando Brittany negli occhi, mentre si muoveva sul palco.

Y si te invito a una copa
Y me acerco a tu boca.
Si te robo un besito,
Al ver que no vas conmigo.
¿Qué dirías si esta noche
Te seduzco en mi coche?
Que se empañen los vidrios
Si la regla es que goces.
Si te falto el respeto
y luego culpo al alcohol.
Si levanto tu falda,
¿Me darías el derecho
A medir tu sensatez?
Poner en juego tu cuerpo,
Si te parece prudente,
Esta propuesta indecente.


Sebastian mentre mimava le parole della canzone, mimava anche i gesti, iniziando a baciare sul collo Thad, che, per colpa non solo dell'alcool, si lasciava andare, senza riuscire ad opporre resistenza alcuna.

...How about you and I
Me and you
Bailamos bachata.
Y luego
You and I
Me and you
Terminamos en la cama. (x2)


Mentre ballavano sempre più avvinghiati l'uno all'altro, Thad, preso dal momento e dalla sensualità dell'altro, si sporse e lo baciò, lasciando dapprima sorpreso Sebastian, che poi però rise sulle sue labbra, soddisfatto, ricambiando il bacio e approfondendolo.

How about it you and I (You and I)
Me and you (Me and you)
You and I (You and I)
Me and you (You)
You and I (You and I)
Me and you
(I’m a bad boy)
Me and you (You).


Verso la fine della canzone, dopo essersi staccati dal bacio, Sebastian lo guardò negli occhi, desideroso. “Che ne dici se, come dice la canzone, andassimo in camera mia?” chiese sorridendo maliziosamente. Thad annuì ammaliato e si lasciò trascinare via dal più alto. Jeff li vide uscire dalla stanza, mentre ballava con Nick, e sorrise leggermente, per poi tornare a “risucchiare” il proprio ragazzo di baci.

Thad lo guardò negli occhi e, nonostante la sbornia, riuscì a distinguere ancora quelle meravigliose iridi verde smeraldo, mentre il francese lo portava nel suo dormitorio. Sebastian gli sorrise, poi lo prese per mano e lo trascinò sul letto, dolcemente, a differenza di come faceva con gli altri ragazzi, forse perché Thad era diverso, il perché non lo sapeva neanche lui in realtà.
 
Angolo dell'autrice:
Eccoci qui con un altro capitolo, spero davvero tanto che vi sia piaciuto! Come sempre, se vi va lasciate una recensione per farmi sapere cosa vi è piaciuto o cosa dovremmo migliorare. Alla prossima!

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Ecco a voi il capitolo 16, spero continuiate a leggere la mia storia nonostante il mio enorme ritardo nel pubblicarla, cercherò di pubblicare più spesso, promesso! Se vi va lasciate una recensione, una critica o un parere! Buona lettura!

Nel frattempo, sulla pista, le persone rimaste stavano ancora ballando, tranne Lavanda, che, dopo che Finn e Ron se n’erano andati ubriachi, si era messa di nuovo alla ricerca di Hunter, che sembrava non esserci da nessuna parte. Ad un certo punto, si scontrò con Zacharias Smith. “Oh scusa Zac, stavo cercando Hunter e mi sono distratta. A proposito l’hai visto?” “No, mi spiace. In realtà anche io stavo cercando il mio accompagnatore, Trent. L’hai visto da qualche parte? Sembra essere sparito.” “Oh… Beh, potremmo cercarli insieme!” esclamò quindi Lavanda, sorridendo. Zacharias annuì e i due ricominciarono insieme le ricerche. Hunter però, come Trent d’altronde, non l’avrebbero mai trovato, in quanto era con quest’ultimo ben nascosto in uno sgabuzzino poco distante dalla Sala Grande. Infatti, i due non avevano intenzione di uscire allo scoperto in quel momento, poiché erano “impegnati” a limonare.

Intanto, in un punto nascosto della sala, dopo aver bevuto più di un paio di drink, Harry era finalmente riuscito ad allontanarsi da Terry e ad avvicinare Draco, che aveva provato a evitarlo tutta la sera. Di fatti Harry in quel momento era riuscito a frapporsi tra Draco e la pista, bloccandolo prima che scappasse di nuovo da lui. “Draco dobbiamo parlare” iniziò Harry, preso da un impeto improvviso di coraggio. “Che cosa vuoi, Potter?” controbatté sgarbatamente il biondo. “Vorrei solo sapere che ti passa per la testa in questo periodo! Continuavi a trattarmi male, più del solito, e poi improvvisamente vieni a chiedermi scusa?!” spiegò il moro. “Non mi pare ci sia niente di strano nel fatto che io ti tratti male, semplicemente in questo periodo mi sono accanito più delle altre volte e il perché non è affar tuo. E poi oggi non capisco come mai tu sia venuto al ballo con Terry Steeval, è uno sfigato!” “Ok… Ma cosa ti importa con chi vengo al ballo? Ti interessi di me ora?! E poi anche tu sei venuto con Astoria, lei è meno sfigata di Terry? E davvero, non capisco: quale problema hai con me? E…” Harry aveva iniziato a fare una serie di domande, preso dalla confusione e dalla gelosia verso Astoria, quando Draco lo interruppe. “Fai troppe domande, Potter. Ce l’ho con te perché sei tu e basta. E per quanto riguarda le scuse, chiaramente l’alcool deve avermi dato alla testa…” “Si ma questo non giustifica nulla!” sbottò il Grifondoro. Draco, stanco del suo continuo parlare, alzò gli occhi al cielo. “Senti, ti ho già detto che parli troppo. Stai zitto adesso” sussurrò per poi posare le proprie labbra su quelle del moro, impadronito dalla passione che l’alcool contribuì ad aumentare. Harry rimase spiazzato dal suo gesto, ma non lo bloccò e in un primo momento ricambiò con foga il bacio, d’altronde lui provava qualcosa di davvero forte per il Serpeverde; successivamente, preso da un momento di lucidità, si rese conto di cosa stesse succedendo e così si staccò, guardò Draco negli occhi e dopodiché corse via, rintanandosi nel suo dormitorio.

Il giorno dopo, Thad fu svegliato dalla luce del sole che filtrava dalla finestra, e mettendosi seduto, si ritrovò con un gran mal di testa da post sbornia. Così si massaggiò la testa e iniziò a guardarsi intorno, cercando di ricordarsi cosa fosse successo la sera prima. In quel momento, si rese conto di non essere in camera sua e di essere in parte svestito, poi notò vicino a lui un ragazzo seminudo avvolto nelle coperte. Ma che diamine aveva combinato? Pensò. Poi si avvicinò per vedergli il viso e si accorse che il ragazzo sconosciuto era Sebastian. Improvvisamente i ricordi si fecero vividi nella sua mente, così cacciò involontariamente un urlo, che fece svegliare il francesino. Sebastian aprì gli occhi, lo vide e sorrise maliziosamente. “Oh, buongiorno Thaddy. Che bella visione di primo mattino” mormorò facendogli l’occhiolino e mettendosi seduto a guardarlo. “Buongiorno? Buongiorno?! Buongiorno un corno! …Dimmi che non è successo veramente quello che penso” “Cosa? Che siamo andati a letto insieme?” rispose retoricamente il più alto, schernendolo. “No, no, no, no, no! Non doveva succedere!” “Beh, stanotte non mi sembravi così contrariato alla cosa, anzi mi dicevi continuamente di…” “SEBASTIAN!” lo bloccò Thad irritato. “Io NON volevo venire a letto con te! Mi ci hai trascinato tu! Io ero ubriaco e tu ne hai approfittato!” “Io non ho approfittato proprio di niente, tu sei voluto venire. E poi, non eri così ubriaco, ricordi tutto! Quindi, ammettilo, nella parte più profonda di te, non vedevi l’ora di saltarmi addosso, ti ricordo il nostro quasi bacio dell’altro giorno…” spiegò saccente il francese, ghignando. Thad arrossì sentendo quelle parole. “N-non è affatto vero, è stata solo una svista data dal mio essere brillo di ieri sera!” “Beh, ciò che so è che eri consenziente e che io non ti ho costretto a fare nulla! Anzi, sono stato carino e pacato con te, il che è strano per me.” concluse il più alto, un po’ effettivamente confuso dal suo comportamento. “…Quindi dovrei sentirmi onorato?!” domandò dopo un po’ Thad, sarcastico. Sebastian si riprese dai suoi pensieri. “Come vuoi tu” commentò, alzando le spalle. “Comunque non sei stato affatto male” sussurrò ridacchiando, per poi alzarsi e vestirsi. “Oddio, oddio, oddio… Non posso aver- aver perso la mia verginità con lui…” sussurrò Thad a sé stesso, passandosi una mano tra i capelli neri scompigliati. Sebastian, sentendolo nonostante avesse parlato a bassa voce, si girò verso di lui. “Aspetta cosa?! Hai perso la verginità con me? Quindi tu non avevi mai…” “No! No, Sebastian! Non avevo mai fatto sesso prima!” sbraitò Thad, tutto rosso in viso. “E non posso credere di aver sprecato la mia prima volta con TE!” “Ehi, guarda che mi offendo! E ripeto: non sembravi così infelice quando l’abbiamo fat-” spiegò Sebastian, altezzoso, ma venne ancora una volta interrotto da Thad. “Ho capito cosa abbiamo fatto, va bene?” sospirò. “Però volevo che la mia prima volta fosse speciale…” mormorò deluso. Sebastian lo guardò. “Tutte baggianate, Harwood. La storia della prima volta è una cagata. Non si è mai contenti della propria prima volta, ok? E poi, poteva andarti peggio. Anzi, ti è andata bene: hai fatto sesso con il ragazzo più esperto” mormorò Sebastian, sghignazzando. Thad sospirò. “Forse hai ragione… Ma non doveva andare così! Non dovevo finire a letto con te, né baciarti, né venire al ballo con te! È stato tutto un errore… Ma tra tutti, perché proprio tu, eh?” Sebastian sorrise. “Forse era destino, mon petit cherì” commentò. “Hai ragione, forse lo era. In fondo non avevo previsto tutto questo, ma non posso dire che non mi sia piaciuto… Ehi, aspetta: come mi hai chiamato?” chiese il più basso, curioso. Sebastian ridacchiò. “Vedi, così si ragiona! E poi, non posso non ammettere che sia piaciuto anche a me” gli fece l’occhiolino, maliziosamente. “Comunque, ti ho chiamato mon petit cherì, è francese, vuol dire mio tesoro” gli spiegò il più alto, finendo di vestirsi. Thad arrossì alle sue parole e poi sorrise involontariamente: anche se aveva fatto una cosa che non avrebbe mai fatto in passato, anche se aveva fatto una cazzata, alla fine gli era piaciuto e forse ne era valsa la pena perché si stava avvicinando a Sebastian. Così sorrise, più rilassato, e si alzò, iniziando a cercare i suoi vestiti con calma, fortunatamente era domenica e non avevano lezioni quel giorno. “…Ah! E Thad?” lo richiamò Sebastian, dopo averlo guardato. “Sì?” domandò curioso il più basso, alzando lo sguardo in direzione del Serpeverde. “Vorrei riavere i miei boxer” sussurrò ridacchiando il francese, indicando le mutande che aveva su Thad in quel momento. Il Tassorosso, esterrefatto, abbassò lo sguardo e notò che i boxer che indossava non erano suoi, così avvampò. “E-ehm sì, vado a cambiarmi e te li ridò!” esclamò poi, imbarazzatissimo, per poi raccogliere i suoi vestiti e correre in bagno a cambiarsi. “Ok, Thaddy!” concluse Sebastian, ridendo: era la prima volta che trattava così gentilmente una delle sue “prede”, ma non gli dispiaceva affatto Thad, era davvero carino e aveva un bel culo, ma era diverso dagli altri, forse era questo che lo spingeva ad essere gentile con lui… o forse si stava rammollendo davvero? Nah, Sebastian Smythe non si rammollisce! Però tutto sommato, la compagnia di Thad non gli faceva poi così male.

Quella stessa mattina, dopo le lezioni, anche Draco e Blaise si ritrovarono a chiacchierare, passeggiando nel giardino della scuola. “…Allora hai baciato Potter, eh?” domandò Blaise all’amico, ridacchiando, dopo che questo gli ebbe raccontato della sera prima. “Shhh, sta zitto Blaise!” lo ammonì Draco. “Comunque sì, ma non so come sia successo e mi sono sentito strano; e credo anche Potter, da come è corso via”. Blaise alzò le spalle. “Forse doveva andare così e comunque, guarda il lato positivo: Harry sarà anche scappato, ma ora sa che vuoi avvicinarti a lui, sei un passo più vicino alla meta, no?” rispose sorridendogli. “Sì, forse hai ragione. In fondo sono Draco Malfoy, riesco sempre nel mio intento” affermò l’altro, riprendendo la sua sicurezza. “…E a te? Come è andata?” chiese dopo, curioso. Blaise improvvisamente sbiancò. “Oh, ehm, niente di che…” mentì nervosamente. Draco lo guardò con un sopracciglio alzato. “Ok, ok. Ieri sera, come te, anzi come tutti, ero leggermente ubriaco. E sai che sono andato al ballo con Pansy per tenerti d’occhio e per avere comunque un’accompagnatrice?” continuò allora Blaise. Draco annuì, intimandolo a continuare il discorso. “Beh, quando non ti abbiamo più visto, siamo andati a ballare e, dato che lei era molto ubriaca poiché si era lasciata andare, si è appiccicata a me per tutto il tempo e poi siamo tornati insieme nella Sala Comune dei Serpeverde verso mezzanotte. Ci stavamo salutando e poi, all’improvviso, beh, ci siamo baciati” confessò Blaise, sospirando. “Tu e Pansy… Cosa?!” domandò Draco esterrefatto. “Già… Ma ammetto che lei mi piace e che effettivamente in questo periodo ho flirtato con lei, ma solo così, perché è una bella ragazza. Ma quando l’ho baciata… Beh, è stato davvero strano e mi è piaciuto” “Oh, ok… Allora qual è il problema? Vi siete baciati, chiedile di uscire!” “È questo il problema: ci siamo baciati, ma non credo se lo ricordi, era ubriaca marcia! Stamattina, quando ci siamo visti a lezione le ho chiesto se si ricordava qualcosa di ieri sera e lei mi ha chiesto il perché glielo chiedessi e se fosse successo qualcosa, io non le ho detto nulla e lei ha fatto come se non fosse successo niente! …E poi, lei mi vede solo come il suo “migliore amico”” spiegò Blaise, mormorando deluso, poi sospirò. “Ma forse non è una tragedia, forse è solo una mia paranoia, in fondo è stato solo un bacio e ci sono molte altre ragazze” concluse poi, anche se in realtà non poteva non pensare a Pansy e alla sensazione che lui aveva provato a stare con lei, anche solo per una serata.
 
Quello stesso giorno, dopo l’ora di pranzo, tutti gli studenti si ritrovarono in Sala Grande, dopo essere stati chiamati da Silente. Il preside fece un discorso per salutare i ragazzi che dovevano partire per le vacanze natalizie e che quella mattinata avevano fatto le valigie, poi lasciò spazio agli studenti per salutarsi prima delle partenze. Come ogni anno, la maggior parte degli studenti di Hogwarts stava partendo per tornare dalle proprie famiglie, anche se il castello, al contrario del solito, non si stava svuotando del tutto, poiché quasi tutti gli studenti del Glee club del McKingley rimanevano lì a causa della lontananza dalle loro case. Infatti solamente Sebastian e Hunter, che erano di famiglia benestante, avevano deciso di ritornare in America dai propri genitori. Anche molti ragazzi del Glee club di Hogwarts avevano però deciso di rimanere nel castello per stare con i loro nuovi amici. Per l’appunto, tutti i Grifondoro facenti parte del Glee club rimasero a scuola, mentre i Serpeverde partirono tutti, tranne Pansy. Tra i Serpeverde che se ne stavano andando c’era anche Draco, che era impaziente di partire, poiché voleva sfruttare quelle vacanze per avere del tempo da solo per riflettere su cosa gli stesse accadendo e su ciò che era successo la sera del ballo. Al contrario suo, Harry avrebbe voluto subito parlargli per capire cosa gli stesse succedendo e perché lo avesse baciato. Per questo motivo Harry, appena sentite le parole del preside, si alzò per andare a cercare il biondo, ma quest’ultimo, appena lo vide arrivare, si nascose in mezzo alla folla prima che lo potesse raggiungere, lasciando il Grifondoro confuso e con le sue paranoie. Nel frattempo, un po’ più lontano, Thad, seduto al suo posto al tavolo dei Tassorosso, osservava Sebastian mentre salutava i suoi compagni Serpeverde, timoroso di avvicinarsi a lui per parlare, poiché temeva che il più alto non considerasse al suo stesso modo quello che era successo tra di loro e lo vedesse solo come un passatempo. Improvvisamente Sebastian, sentendosi squadrato, si girò e incrociò il suo sguardo con quello del moro, che appena lo vide, abbassò lo sguardo, cercando di concentrarsi sul tavolo davanti a sé; però, continuando a sentire lo sguardo dell’altro su di sé, alzò di nuovo la testa e Sebastian ne approfittò per fargli un occhiolino ammiccante, che portò Thad ad arrossire. Il Serpeverde, soddisfatto della reazione dell’altro, ridacchiò, si voltò e si avviò per andare a prendere il treno. Intanto, in un angolo nascosto della Sala, stava infine Trent che scrutava la folla alla ricerca di Hunter, pensando che gli sarebbe piaciuto avvicinarsi e salutarlo davanti a tutti, ma sapeva che l’altro non sarebbe stato d’accordo e l’avrebbe allontanato. Infatti, una volta avvistato il ragazzo, Trent sospirò, si girò e se ne andò, anche se proprio in quel momento Hunter si era voltato e aveva notato il Tassorosso che lasciava la stanza.

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Ecco a voi il capitolo 17! Spero vi piaccia e se vi va, lasciate una recensione per favore, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate del continuo di questa storia, grazie!

Una volta che tutti gli studenti che dovevano partire se ne furono andati con il treno, Thad fu subito preso in disparte dai Niff, che lo portarono nel cortile interno, ormai deserto. “Cos’è appena successo tra te e Sebastian?” domandò con entusiasmo Jeff. “Ciao anche a voi ragazzi…” mormorò ironico il moro. “Comunque cosa dovrebbe essere successo? Non è successo assolutamente niente!” “Abbiamo visto chiaramente quell’occhiolino!” esclamò Nick. “Vuoi forse farci pensare che Sebastian ti avrebbe fatto un occhiolino per nulla?” continuò Jeff sorridendo. “Vabbè sapete com’è Sebastian, avrebbe fatto l’occhiolino a chiunque… E poi sapete che vuole sempre darmi fastidio!” si giustificò il Tassorosso. “Non mi pareva che ti desse tanto fastidio quando avete ballato appiccicati l’uno all’altro alla festa…” disse maliziosamente Jeff. “Quello che successo la sera della festa non c’entra niente, avevo bevuto troppo…” “Quindi è successo qualcosa tra e te e Sebastian alla festa! Devi dirci tutto!” esclamò eccitato Nick. Jeff guardò orgoglioso il suo ragazzo. “Bravo Nicky, inizi a capire come si fanno gli interrogatori, hai imparato dal migliore, modestamente parlando” sussurrò poi, dandogli un bacio. “Va bene, se volete vi lascio da soli…” disse Thad, cercando di scappare. Jeff lo guardò male. “Non ci pensare nemmeno ad andartene. Abbiamo appena iniziato: se non ci racconterai tutto, saremo costretti a farti noi delle domande scomode, Thad”. In quel momento Thad, non trovando altri modi per sfuggire a quei due, fu costretto a raccontar loro tutto quello che era successo dalla sera precedente al ballo fino a quella mattina, in fondo erano i suoi due migliori amici. “Lo sapevo che alla fine avresti ceduto alle sue avance!” esclamò Jeff. “Ero brillo, Jeff… Non ero sicuro di quello che stavo facendo! E in più, ti assicuro che Sebastian è molto persuasivo, fin troppo…” “Beh, quello che successo è successo. Ora devi solo capire cosa vuole Sebastian” commentò Nick, interrompendolo. “Non saprei… Non si è comportato male con me, nemmeno stamattina, ma non sono sicuro che per lui sia significato qualcosa di più di quello che è stato” mormorò infine Thad.

Nonostante le lezioni fossero finite, i ragazzi del Glee club, visto che mancavano solo poche persone, avevano deciso di continuare a fare le sfide tra di loro. Così si erano trovati il giorno dopo e avevano deciso di cantare liberamente: chi voleva poteva cantare ciò che più gli piaceva. Ron e Finn furono i primi a farsi avanti, sotto lo sguardo confuso delle proprie ragazze, ancora arrabbiate con loro per ciò che era successo al ballo. “Abbiamo deciso di cantare una canzone italiana” mormorò Ron, dopo essersi messo al centro dell’aula con Finn. Il professor Schuester gli diede il via e così le note della canzone riecheggiarono per la stanza e i due ragazzi cominciarono a cantare “Perdono” di Tiziano Ferro. Durante la canzone, Ron e Finn continuarono a guardare le loro fidanzate, che, mentre li ascoltavano, bisbigliavano tra di loro. Lo scopo dei due ragazzi era quello di farsi perdonare da Hermione e Rachel, anche se queste due non erano del tutto convinte delle loro scuse. Finita la canzone, Rachel si alzò in piedi. “Credete davvero che basti una canzone del genere per farvi perdonare da noi?” domandò guardando Finn negli occhi. “Già, dovrete lavorarci di più” disse Hermione, alzandosi di fianco all’altra ragazza, per poi uscire con lei. Finn e Ron le guardarono uscire, stupiti: ci erano rimasti davvero male, perché avevano sperato di farsi perdonare con quella canzone. In realtà le due ragazze avevano già perdonato i due ragazzi, ma volevano vedere fino a che punto erano disposti ad arrivare per loro, poiché non ricevevano spesso queste dichiarazioni così romantiche e per una volta volevano godersele.

Nel frattempo anche gli altri ragazzi iniziarono ad uscire dall’aula, perché il professore aveva dichiarato che la lezione era finita, e tra i primi ad uscire c’erano Puck e Ginny che chiacchieravano amabilmente. Santana, vedendoli così affiatati e conoscendo Puck, si lasciò sfuggire un commento sprezzante. “Certo che quei due potrebbero essere meno espliciti, è palese che siano andati a letto insieme” disse. Dean la sentì dire quelle parole, ma fece finta di niente e uscì anche lui dalla stanza. Per il resto della giornata quelle parole però gli rimbombarono nella testa, cosa che si protese fino a quella sera, per la quale non riuscì a dormire. Infatti, quella notte, non riuscendo proprio a prendere sonno, il ragazzo si alzò dal suo letto e si mise a gironzolare per la Sala Comune ormai deserta. Mentre camminava avanti e indietro con quel pensiero fisso in testa, sentì la porta della Sala Comune che si apriva, così si girò e vide Ginny entrare furtivamente con qualcosa in mano. Ginny, non appena fu dentro la stanza, alzò lo sguardo, sentendosi osservata, e lo vide. “Oh cavolo! Ah, sei tu Dean. Mi hai fatto prendere un colpo! Cosa ci fai sveglio a quest’ora?” “Potrei farti la stessa domanda…” rispose il ragazzo ridacchiando. “Oh, beh, avevo un certo languorino così sono scesa nelle cucine a sgraffignare qualcosa… Hai fame?” domandò sorridendo la ragazza, sedendosi su un divano, offrendogli dei dolcetti. Dean annuì e si sedette di fianco a lei e prese in mano un paio di crostatine. “Aspetta: non sono quelle dei tuoi fratelli che mi fanno diventare un canarino o qualcosa del genere, vero?” “No, no tranquillo, sono innocue” rispose lei ridendo. Dean annuì e prese un morso da una delle sue crostatine. “Comunque non mi hai risposto: cosa ci fai tu sveglio?” gli chiese Ginny. “Ehm, non riuscivo a dormire, troppi pensieri per la testa” “Cos’è, Quinn ti fa pensare?” domandò lei guardandolo curiosa. “Cosa? Quinn? No, no, tra me e lei non c’è assolutamente niente, siamo solo amici, più o meno…” “Oh capisco” rispose la rossa, sorridendogli leggermente, un po’ confusa. “E, ehm, a te come va con Puck?” cambiò discorso lui. “Bene, ma in realtà quello che c’è stato tra di noi è stata solo una scappatella, niente di più, sia per me che per lui…” “Ah, credevo ci fosse qualcosa di più tra di voi” “No, no, quello no; effettivamente sto cercando qualcosa di diverso, è stata una breve parentesi, in realtà non cerco un’avventura di una notte, ma mi piacerebbe una relazione più duratura.” “Ti capisco, perché anche a me piacerebbe avere una storia seria come a te” disse lui, sorridendole; lei gli sorrise di rimando e poi rimasero lì per un paio di ore a chiacchierare insieme.

Il giorno dopo, la Vigilia di Natale, Hermione e Rachel, come loro solito, stavano passeggiando nel cortile della scuola, quando all’improvviso videro davanti a loro fluttuare due sacchettini pieni di cioccolatini, con un bigliettino attaccato. Così, allungarono le mani per prenderli e lessero “Perdonami”; in quel momento, attorno a loro iniziarono a risuonare le note di una canzone, quindi si girarono, seguendo la direzione della musica, e videro Ron e Finn che iniziarono a cantare.

Ron:
Un giorno è come vuoi, un giorno non è facile avermi sempre accanto a te
Fortuna che tu sei più avanti dei miei limiti e che sei saggia più di me
 
Ron e Finn:
Non dire mai bye bye, non dire mai vai via
Resta insieme a me io non chiedo di meglio, perché oramai già sai che sei e sarai mia
Davanti a noi un mondo di strade che si aprono e anche se io sto cercando ancora mille scuse
è chiaro che ora io non posso più fare a meno di te
 
Io non voglio più bruciare nella cenere di una sconosciuta anche fosse Venere
io non voglio più saperne, io non posso più fare a meno di te
Ogni giorno farsi una ragazza facile non ha reso mai un uomo meno fragile
non le voglio più vedere, io non posso più fare a meno di te
 
 
Finn:
C'è ancora gente che parla di sesso debole, ma non ha conosciuto te
però io so che hai un punto più sensibile che ti fa piangere per me
 
Finn e Ron:
Non dire mai bye bye, non dire mai vai via
Resta insieme a me io non chiedo di meglio, perché oramai già sai che sei e sarai mia
Davanti a noi un mondo di strade che si aprono e anche se poi non saranno sempre solo rose
è chiaro che ora io non posso più fare a meno di te
 
Io non voglio piú bruciare nella cenere di una sconosciuta anche fosse Venere
io non voglio più saperne, io non posso più fare a meno di te
Ogni giorno farsi una ragazza facile non ha reso mai un uomo meno fragile
non le voglio più vedere io non posso più fare a meno di te
 
Finn:
Tu mi hai tirato su dal fondo della cima, non è che salvi il mondo però è meglio di prima
Chi mi conosce da sempre ora si sorprende, mi metti a posto ma non sposti niente
Per me è un miracolo, ma quando mai è successo dopo tutto sto tempo tutti giorni videogiochi e
sesso
 
Ron:
E bevi tutto me stesso, liscio e non corretto, presa bene dell'affetto
e anche se io sto cercando ancora mille scuse è chiaro che io ora non posso più fare a meno di te
 
Ron e Finn:
Io non voglio più bruciare nella cenere di una sconosciuta anche fosse venere
io non voglio più saperne, io non posso più fare a meno di te
Ogni giorno farsi una ragazza facile non ha reso mai un uomo meno fragile
non le voglio più vedere io non posso più fare a meno di te
 
Quando finirono di cantare, Rachel e Hermione si scambiarono uno sguardo d’intesa, si sorrisero, poi andarono da Finn e Ron e li abbracciarono, per poi dir loro che li avevano perdonati già dalla prima volta.

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 - Natale ***


Scusatemi assolutamente per l'assenza, purtroppo è stato un periodo molto difficile e ho avuto diversi problemi, ma eccomi di nuovo! Spero che continuiate a leggere la storia e che vi piaccia!

Il giorno di Natale, tutti quelli rimasti ad Hogwarts si svegliarono presto per riunirsi in Sala Grande per festeggiare il grande giorno. Infatti, i ragazzi del Glee, essendo rimasti praticamente solo loro, avevano deciso proprio di ritrovarsi lì ad aprire tutti insieme i regali di Natale. Man mano che arrivavano i ragazzi, iniziarono a scartare i regali, che si erano scambiati o che gli erano arrivati per posta. Anche tutte le coppie si scambiarono i regali, per esempio Kurt aveva regalato un papillon a Blaine, mentre Luna aveva regalato a Neville un libro di Erbologia. Nel frattempo, Harry stava guardando tutti i regali che aveva ricevuto: tutti i suoi amici gli avevano fatto un regalo, addirittura i Dursley gli avevano spedito una matita come regalo. Harry però si sentiva come se gli mancasse qualcosa, perché, nonostante nemmeno lui gli avesse spedito un regalo, sperava che Draco, dopo tutto quello che era successo, gli avesse mandato qualcosa. In quel momento, Hermione, vedendolo leggermente giù di morale, si avvicinò a lui. “Va tutto bene, Harry? Ti vedo un po’ distratto…” “Oh no, tranquilla, sono i soliti pensieri” mormorò in risposta Harry. “Vuoi parlarne?” “No, in realtà, mi ero solamente illuso che, dopo quel bacio, le cose sarebbero cambiate e che magari mi avesse spedito qualcosa” “Mi dispiace, Harry. Beh, comunque potresti scrivergli tu qualcosa. Se fai il primo passo forse lui ti risponderà” “Se non mi ha mandato nulla oggi, non credo abbia voglia di sentirmi” “Ok, come preferisci; però non stare troppo a preoccuparti, almeno per oggi voglio vederti sorridere” sussurrò lei, sorridendogli leggermente. “D’accordo, seguirò il tuo consiglio” gli rispose sorridendole di rimando, anche se nella sua testa non riusciva a scacciare via quel pensiero. “Ah, Harry, un’ultima cosa. Dovresti parlarne anche con Ron, ultimamente lo vedo un po’ giù visto che non ti confidi con lui e sinceramente credo che tu abbia bisogno di un suo parere” “Hai ragione, dovrei parlargli. Lo farò uno di questi giorni” Hermione gli sorrise e poi tornò a scartare i suoi regali.

Nel frattempo, al Malfoy’s Manor, anche Draco si era alzato presto e aveva iniziato ad aprire i suoi regali. Finito di aprire i doni dei suoi parenti e dei suoi amici più stretti, si guardò intorno, cercando un regalo in particolare, che però non trovò e che lo fece rimanere deluso. Aveva sperato che Harry gli avesse spedito qualcosa per Natale, visto quello che era successo tra di loro; ma, in effetti, nemmeno lui gli aveva spedito un regalo, quindi perché aspettarsi qualcosa in cambio dal Grifondoro? Scuotè la testa: non aveva senso farsi tutte quelle paranoie, perché mai Harry avrebbe dovuto pensare a lui? Draco avrebbe scommesso che in quel momento il moro si stava divertendo con i suoi amici senza pensarlo, perciò anche lui doveva fare lo stesso, o forse no? Per il resto della giornata il Serpeverde tentò di passare una giornata con la sua famiglia senza preoccupazioni, nonostante non ci riuscì a pieno per colpa di quel timore che continuava a tormentarlo.

Quel pomeriggio, i ragazzi che erano rimasti ad Hogwarts si riunirono al Glee Club per cantare insieme qualche canzone natalizia. Alla fine di tutte le esibizioni, una volta che Mercedes finì di cantare “All I want of Christmas is you”, tutti i ragazzi decisero di cantare una canzone tutti insieme.
 
Shake up the happiness
Wake up the happiness
Shake up the happiness
It's Christmas time
 
There's a story that I was told
And I wanna tell the world
Before I get to old
I don't remember it
So let's December it
And reassemble it oh yeah
Once upon a time in a town like this
A little girl made a great big wish
To feel the world full of happiness
­And be on Santa's magic list
 
Shake it up
Shake up the happiness
Wake it up
Wake up the happiness
Come on you all
It's Christmas time
 
At the same time miles away
A little boy made a wish that day
That the world would be okay
And Santa Claus would hear him say
I got dreams and I got love
I got my feet on the ground
And family above
Can you send some happiness?
With my best to the rest
Of the people of the East and the West And
Maybe every once in a while you
Get my grandma a reason to smile
Tis the season of smile
It's cold but we'll be freezing in style
Let me meet a girl one day that
Wants to spread some love this way
We can let our souls run free and
She can know some happiness with me
 
Shake it up
Shake up the happiness
Wake it up
Wake up the happiness
Come on you all
It's Christmas time
I know you're out there
I hear your reindeer
I see the snowing
Your boots have been
I'm gonna show them
So they will know then
This love will grow in
Than to live again
 
Shake it up
Shake up the happiness
Wake it up
Wake up the happiness
Come on you all
It's Christmas time
Finito di cantare, i ragazzi si salutarono e si diedero appuntamento per la cena di quella sera.

Più tardi, si ritrovarono nella Sala Grande, che, per l’occasione, era stata allestita dagli elfi con un solo tavolo sia per i ragazzi sia per i professori e con numerose portate più abbondanti del solito. Appena arrivati, i ragazzi si sedettero al tavolo tutti insieme e iniziarono a chiacchierare tra di loro mentre cenavano. “Sei stata davvero brava oggi al Glee, Mercedes” disse Sam guardando la ragazza. “Grazie, Sam” rispose lei sorridendo. “Sì, oggi siamo stati tutti bravi, è stato divertente!” commentò successivamente Brittany. “Ehi ragazzi, che ne dite se uno dei prossimi giorni andassimo a fare una gita ad Hogsmeade?” si intromise Tina. “Mi sembra un’ottima idea!” esclamò Mike. “Sì, perché no? Sarebbe divertente! Che giorno potremmo andare?” domandò Artie. “Magari dopodomani!” rispose Ginny. “È perfetto! Allora è deciso, andremo a Hogsmeade tutti insieme!” concluse Ron. “Oh sì, che bello! In questi giorni dev’essere pieno di Gingiripicci!” esclamò Luna, facendo ridere tutti.

All’improvviso, a metà della cena, comparve un gufo maestoso, che entrò da una finestra con una lettera attaccata alla zampa e atterrò sul tavolo proprio davanti a Thad. Il ragazzo, stupito, staccò la lettera legata alla zampa dell’animale e la osservò: era una lettera rilegata con il timbro della famiglia Smythe e che recava in basso a destra le iniziali S. S.. Thad arrossì di colpo, mentre il gufo volava via. “Ehi guardate, Thad ha ricevuto una lettera!” esclamò Neville. “Da parte di chi è?” domandò curiosa Sugar. Thad si girò a guardarla. “Nessuno di importante!” esclamò, diventando ancora più rosso di prima, per poi mettere via la lettera. Tutti si guardarono confusi, mentre Nick e Jeff si scambiarono uno sguardo d’intesa, capendo subito chi fosse il mittente del messaggio.

Alla vista della lettera, Trent si incupì: qualche giorno prima aveva spedito anche lui una lettera ad Hunter e si era aspettato una risposta dal Serpeverde, che però non era arrivata. A pensarci bene, non si sarebbe dovuto aspettare una bella risposta da Hunter, non era tipo da queste cose, però in fondo in fondo ci aveva sperato. In realtà aveva sperato che tra loro due le cose si evolvessero di più rispetto a quello che era successo la sera della festa, quando avevano pomiciato nello sgabuzzino di Gazza. Lui però sapeva che Hunter non aveva nessunissima intenzione di rivelare la loro storia, poiché la considerava solo un “incidente” di percorso dato che continuava a considerarsi eterosessuale. Il Tassorosso c’era comunque rimasto parecchio male, era deluso dal fatto che Hunter non ammettesse di provare sentimenti per lui e, al contrario, continuava a evitarlo, a parte le rare occasioni in cui si trovavano da soli per scambiarsi qualche bacio appassionato, ma comunque solitamente non lo degnava di uno sguardo. Trent aveva però deciso di non pensarci, almeno durante quelle vacanze, e pensò che fosse un bene per lui evitare Hunter anche al suo ritorno, per non ricadere nella sua “trappola”.

Più tardi, dopo la cena, quando tutti se n’erano andati nei propri dormitori, Thad si sedette sul suo letto, da solo nella stanza, e tiro giù le tende; a quel punto, assicurandosi che non ci fosse nessuno nei dintorni, tirò fuori la busta della lettera che aveva ricevuto, se la rigirò tra le mani e, alla fine, dopo aver sospirato, si decise ad aprirla e a leggerla.

“Carissimo Thaddy, ho ricevuto il tuo inaspettato, ma gradito, regalo. Mi piace molto, lo userò nelle occasioni speciali, solo per te. Io sfortunatamente non ho fatto in tempo a pensare a un bel regalo da farti, però quando torno ho intenzione di rimediare e di farti gli auguri personalmente. Te li farei ora, ma non voglio perdermi la reazione che farai mentre ti dirò quanto mi è mancato il tuo bel faccino durante queste vacanze. Effettivamente la compagnia qui non è delle migliori, ma spero di recuperare con te tutto il tempo perso al mio ritorno. Non divertirti troppo senza di me Thaddy, ricordati che sono io quello che ti fa divertire di più. Il tuo Usignolo preferito, Seb.”

Durante la lettura, a Thad erano passate sulla faccia tutte le sfumature di rosso possibili e immaginabili. Infatti per Thad quella lettera era stata piuttosto imbarazzante da leggere, non si era aspettato nemmeno che Sebastian gli rispondesse, figurarsi in quel modo, con il quale continuava a ricordargli ciò che era successo tra di loro. Aveva speso tanto tempo a cercare un regalo non troppo costoso e adatto a lui, e alla fine gli aveva mandato un braccialetto argentato con incisa una “S”, e sentirsi rispondere così da lui, per quanto imbarazzante, era stato per Thad una bella sensazione. Dopo aver riletto il messaggio diverse volte, per rendersi conto che era proprio Sebastian ad avergli scritto, posò la lettera nel cassetto del suo comodino, spense la luce e buttò la testa sui cuscini, continuando a sorridere finché non si addormentò.

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Due giorni dopo, come previsto, i ragazzi andarono tutti insieme ad Hogsmeade a fare una gita. A metà giornata, dopo una visita a diversi negozi e alla Stranberga strillante, decisero di fermarsi a bere una Burrobirra ai Tre manici di scopa. Arrivati, si sedettero ai tavoli all’interno del locale e ordinarono le loro bevande, iniziando a chiacchierare sul più e il meno. “Questo villaggio è piccolo, ma carino. Il villaggio vicino alla nostra scuola è molto più grande ma confusionario” disse Mercedes. “Già, qui invece passa pochissima gente; specialmente in questo periodo, in cui tutti gli studenti sono tornati a casa per le vacanze” ammise Ginny. “Sì, ma è comunque molto bello passeggiarci, hanno decorato molto bene le strade per Natale” mormorò Tina. A partire da queste frasi, tutti animarono la conversazione discutendo sulle differenze culturali tra le loro due scuole e i loro Paesi. In tutto questo, Trent se ne stava seduto in silenzio in un angolo a fissare il vuoto con lo sguardo rivolto verso il cielo fuori dalla finestra alla sua sinistra. Blaine notò il comportamento del ragazzo e gli si sedette di fianco. “Ehi Trent. Come mai te ne stai qui seduto tutto solo senza dire niente?” gli chiese sorridendogli dolcemente. “Oh, scusami Blaine. Niente di importante, ero solo… distratto, distratto a fissare la neve” sussurrò girandosi verso l’altro ragazzo sorridendo leggermente. “Sicuro? Se hai bisogno di parlare, sappi che puoi contare su di me” disse Blaine sempre sorridente. “Lo terrò presente, grazie Blaine” mormorò Trent ricambiando il sorriso, poi tornò a guardare la neve che cadeva fuori.

Più tardi, i ragazzi, usciti dal locale, prima di tornare a scuola, decisero di fare un ultimo giro per la cittadina. Mentre camminavano, Harry notò Ron che passeggiava da solo dietro a tutti gli altri ragazzi del gruppo, così gli si avvicinò. “Ehi Ron, come va?” gli domandò sorridente. “Tutto bene, specialmente da quando io e Hermione ci siamo riappacificati, le cose vanno a gonfie vele con lei” rispose l’altro sorridendo fra sé e sé. Dopo un paio di secondi di silenzio, Ron si girò verso il moro. “E tu, invece, cosa mi racconti? Ultimamente ti vedo un po’ pensieroso” esordì poi guardandolo. “Hai ragione, effettivamente nell’ultimo periodo sono stato un po’ sulle mie. Dovevo chiarire alcune cose con me stesso.” “Ah, e di cosa si tratta? Sempre se ne vuoi parlare…” “È un argomento difficile da spiegarti…” sussurrò Harry, leggermente imbarazzato, anche se sapeva di dovergliene parlare, poi sospirò e deciso iniziò a raccontare all’amico ciò che lo preoccupava da mesi ormai. “Si tratta di un ragazzo. Non so come tutto è partito, ma dall’ inizio di quest’anno ho cominciato a guardarlo diversamente e a provare sentimenti contrastanti verso di lui. Non abbiamo mai avuto un rapporto semplice, siamo sempre stati molto diversi io e lui, ma poi qualcosa dentro di me è scattato e ho iniziato a vederlo da un’altra prospettiva e mi sono reso conto di provare qualcosa per lui.” “Per la miseria, Harry! Avresti dovuto dirmelo. Perché non me ne hai mai parlato?” gli chiese Ron un po’ confuso. “Beh, non è perché non mi fidi di te o non volessi parlarti dei miei sentimenti, più che altro è stato difficile accettarli anche per me perché sono rivolti all’ultima persona per la quale mi sarei aspettato di provare dei sentimenti così forti. Dall’inizio dell’anno sono successe molte cose e non ho mai trovato un modo per dirtelo.” “Si può sapere chi è di così sconvolgente da non riuscire a parlarne?” domandò il rosso stupito. “Ok te lo dirò, ma cerca di non dare di matto.” Affermò Harry, poi prese un grosso respiro e parlò tutto d’un fiato. “È Draco” Ron lo guardò per un po’, sconvolto, senza riuscire a trovare le parole per rispondergli. “Hai proprio detto… Cioè intendi Malfoy?” Harry annuì, tutto rosso in volto. “Miseriaccia Harry! Proprio Malfoy?! Ora capisco perché ti era così difficile dirmelo” asserì Ron. “Già, è capitato tutto così in fretta che anche io non ho avuto tempo per metabolizzare la cosa. È iniziato tutto quando ho cominciato ad essere geloso di lui perché ci provava con Kurt. Quando poi ha smesso, anche lui è diventato strano nei miei confronti e continuavamo ad evitarci. E poi c’è stata la festa… Mi ha baciato e non ho capito più nulla” spiegò il moro ripensando a quel momento di pochi giorni prima. “Cosa?! Vi siete baciati?!” urlò Ron ancora più sorpreso di prima. “Shh, non urlare! Non lo sa nessun’altro a parte Hermione, che, come al solito, ha capito praticamente tutto da sola” disse Harry, guardandosi intorno per controllare che nessuno li avesse sentiti. “Comunque sì, ci siamo baciati… O meglio lui ha baciato me e poi mi ha ignorato fino alla sua partenza. Non so più cosa pensare, forse voleva solo prendersi gioco di me o forse no, sembrava quasi geloso quando mi ha visto con Terry… Ma non sono sicuro su nulla. So solo che lui mi piace e non capisco come mi dovrei comportare con lui” Ron lo ascoltò in silenzio. “Quindi a lui non hai mai detto quello che provi?” gli chiese subito dopo che Harry ebbe finito di parlare. Harry scuotè la testa. “No, non sapevo come dirglielo e poi ho paura delle conseguenze che ne potrebbero derivare” “Non so cosa provi lui per te, ma secondo me per capire meglio la situazione dovreste davvero parlarne. Spesso le conversazioni possono portare risvolti inaspettati. Anche io quando mi sono innamorato di Hermione non credevo che lei mi potesse ricambiare, ma poi ho preso coraggio e sono andato a parlarle e ho scoperto che anche lei provava lo stesso che provavo io. Capisco che tu abbia mille dubbi e paure, ma per risolvere questa situazione credo che tu debba andare da Malfoy e farti spiegare come stanno davvero le cose” rispose serio Ron. “Forse hai ragione, ci penserò su. Ma quindi mi stai dicendo che accetti la cosa?” chiese il moro guardandolo fisso negli occhi. “Devo ancora metabolizzare la notizia, però se a te piace posso solo supportarti e sperare che le cose si chiariscano tra di voi”. Harry gli sorrise, poi insieme raggiunsero il resto del gruppo per tornare a Hogwarts.
 
I giorni seguenti passarono abbastanza velocemente, i ragazzi sfruttavano il tempo a loro disposizione per stare quasi sempre insieme e avevano già organizzato, insieme agli altri ragazzi dell’istituto rimasti, una festa nella Sala Grande per l’ultimo dell’anno. Il giorno prima della festa, i ragazzi erano tutti presi dai preparativi e dal sentimento generale di eccitazione. In particolare Kurt e Blaine erano emozionati perché sarebbe stato il primo Capodanno che avrebbero passato insieme. Blaine inoltre aveva intenzione di organizzare qualcosa di speciale, ma era preoccupato per il possibile esito della serata. Infatti quel giorno Blaine era piuttosto agitato e Sam stava cercando di capire cosa c’era che non andava nel suo migliore amico. “Amico, ma perché ti agiti tanto? È solo una serata che passerete in compagnia…” borbottò Sam guardando l’amico camminare nervosamente avanti e indietro per la stanza. “Tu non capisci, è il primo Capodanno che passeremo assieme e…” Blaine si fermò sospirando. Sam fece una faccia perplessa. “E cosa?” chiese confusamente. “…Beh, volevo passare una serata speciale con lui. Capisci cosa intendo?” “Ehm, no?” Blaine sbuffò, voleva che Sam capisse in modo da potergli raccontare le sue paure, ma era difficile per lui spiegare che cosa stesse pensando. “Mi piacerebbe, sai, portare la nostra relazione ad un altro livello” sussurrò allora il moro, cercando di far capire definitivamente all’amico. “Oh… capisco” mormorò Sam, capendo finalmente cosa volesse dire Blaine. “Quindi vorresti andare a letto con Kurt?” Blaine annuì. “Sì, ma sono davvero spaventato all’idea di farlo… E se non fossi capace? E se lui non si sentisse pronto? Magari non gli piaccio abbastanza…” “Secondo me, dovresti buttarti Blaine. Insomma, è normale avere dubbi la prima volta, ma sono sicuro che Kurt provi lo stesso per te e che andrà tutto bene” “Lo spero. Io amo Kurt, vorrei solo che fosse tutto perfetto per la nostra prima volta” “Lo sarà, vedrai” gli disse il più alto, dandogli una pacca sulle spalle. Blaine sorrise, leggermente rincuorato da quel discorso.

Dall’altra parte del castello, anche Kurt aveva le stesse preoccupazioni su come potesse finire la serata come il moro e quindi aveva deciso di confidarsi con Mercedes. “Ma quindi cos’è che ti preoccupa tanto per la serata di domani?” gli domandò l’amica nel bel mezzo della conversazione. Kurt sospirò. “È che vorrei fare il passo successivo con Blaine, capisci? Ma sono preoccupato” “Di cosa ti preoccupi Kurt? Se ti senti pronto non c’è niente di male…” “Lo so, ma ho paura che lui non voglia farlo, o che peggio, io non riesca a concludere. Insomma, lui sarà sicuramente perfetto, come in tutte le occasioni, e io ho paura di non essere alla sua altezza” mormorò lui, sconsolato. “Kurt, davvero ti preoccupi per una cosa del genere? Voi due vi amate e sono sicura che Blaine ti troverà stupendo” “Tu dici?” “Certo! Sono sicura che anche lui ti trova perfetto e vorrà sicuramente affrontare questa cosa importante con te, insomma ti spoglia con gli occhi ogni volta che ti vede!” esclamò lei, sorridendo. “Grazie Mercedes, ora mi sento più sicuro. Spero che sia come dici tu e che vada tutto bene” mormorò il castano sorridendo lievemente.

Il giorno dopo, tutti i ragazzi rimasti ad Hogwarts stavano allestendo la Sala Grande per la festa di quella sera, compresi Kurt e Blaine che ogni tanto si scambiavano sguardi dolci da una parte all’altra della stanza. Nel frattempo, dall’altra parte dell’oceano, Sebastian stava decidendo cosa fare quella sera: infatti non si era organizzato prima e stava pensando di andare semplicemente in qualche locale. Così quel pomeriggio si preparò per uscire, decidendo di andare in una caratteristica discoteca gay vicino casa sua. Dopo essersi vestito di tutto punto, come suo solito, si avviò verso il locale con le mani in tasca. Una volta arrivato, si guardò intorno per scrutare un po’ i ragazzi che c’erano, successivamente si diresse al bancone del bar e ordinò un drink. Poi continuò la sua esplorazione con un braccio appoggiato al bancone mentre sorseggiava il suo Cosmopolitan appena fatto. Ad un tratto, un ragazzo alto e biondo gli si avvicinò e gli sorrise. “Ciao! Ti ho visto qui da solo, posso unirmi a te per bere qualcosa?” gli domandò non appena gli fu vicino. Sebastian lo scrutò, poi ricambiò il sorriso. “Perché no” rispose ammiccandogli e iniziando a flirtare con lui. Poco dopo però cominciò a distrarsi dalla conversazione che stavano avendo e iniziò a perdersi nei suoi pensieri, ritornando con la mente a Hogwarts; così, quando il ragazzo lo richiamò, Sebastian lo congedò con un semplice gesto della mano, tornando a bere disinteressato il suo drink. Per il resto della serata Sebastian continuò a osservare i ragazzi che c’erano in pista, senza trovare però nessuno che attirasse particolarmente la sua attenzione, anche perché quella sera non riusciva a togliersi dalla testa quel paio di penetranti occhi color cioccolato, quindi non aveva nessuna intenzione di farsi qualcuno, cosa che lo straniva moltissimo perché non era da lui.

Intanto, quella stessa sera, ad Hogwarts, dopo che si furono preparati, si ritrovarono tutti in Sala Grande pronti per festeggiare. Iniziarono tutti a ballare con entusiasmo seguendo la musica. Nel pieno della festa, Brittany, leggermente brilla, salì sul palco e iniziò a cantare, coinvolgendo anche Sam.
 
It's going down, I'm yelling timber
You better move, you better dance
Let's make a night, you won't remember
I'll be the one, you won't forget
 
The bigger they are, the harder they fall 
This biggity boys are diggity out 
I have 'em like Miley Cyrus, clothes off 
Twerking on a roseton, timber 
Crazy town, booty on, timber 
That's the way we like the war, timber 
I'm sticking it in oil spill 
She say she won't, but I bet she will, timber 

Swing your partner round and round 
End of the night, it's going down 
One more shot, another round 
End of the night, it's going down 
Swing your partner round and round 
End of the night, it's going down 
One more shot, another round 
End of the night, it's going down 

It's going down, I'm yelling timber 
You better move, you better dance 
Let's make a night, you won't remember 
I'll be the one, you won't forget 

It's going down, I'm yelling timber 
You better move, you better dance 
Let's make a night, you won't remember 
I'll be the one, you won't forget 

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


Eccoci giunti al capitolo 20! Spero vi piaccia!

Tra i ragazzi che c'erano in pista, si distinguevano Quinn e Puck, che, dopo aver ballato, avevano iniziato a baciarsi appassionatamente, sotto lo sguardo incredulo e anche un po' divertito degli altri, perché tutti sapevano che sarebbe finita così tra loro due. Seguendo il loro esempio, anche altre coppie avevano iniziato a scambiarsi effusioni. Perfino Sam, sceso dal palco dopo aver finito di parlare, era tornato da Mercedes, per ballare molto vicini. Intanto Trent, non riuscendo a godersi pienamente lo spirito di festa che aleggiava tra tutti gli altri ragazzi poiché era stato da solo per la maggior parte della serata, fu uno dei primi a lasciare il party e si rifugiò in camera sua, dove si sdraiò sul letto a pensare, con le mani dietro la testa, fissando il soffitto. Quella sera era stata davvero una tortura per lui: aveva visto tutte quelle coppie stare insieme apertamente, mentre lui purtroppo non poteva neanche palesare la sua pseudo-relazione che aveva con Hunter. Ma era davvero una relazione la loro? Non lo sapeva neanche lui; sapeva solo che provava qualcosa per Hunter e che forse anche quest'ultimo ricambiava, ma sembrava non avere nessuna intenzione di mostrare i suoi sentimenti né a lui né agli altri. In preda a queste preoccupazioni, si addormentò poco dopo, subito dopo lo scadere della mezzanotte, mentre giù tutti stavano festeggiando l'inizio del nuovo anno con un brindisi e dei fuochi artificiali presi dal negozio Tiri Vispi Weasley.

Più tardi, molti dei ragazzi si allontanarono dalla sala, alcuni per andare a dormire, altri per appartarsi, tra cui Sam e Mercedes e Quinn e Puck, presi dai loro baci. Così rimasero solo poche persone alla festa, intente ancora a ballare o a chiacchierare.  In un angolo della sala, Harry era seduto su una sedia con in mano il suo bicchiere semi vuoto, quando Thad, anche lui solo, lo raggiunse. “Ehi, come va?” mormorò il Tassorosso, sedendosi di fianco a lui. “Tutto a posto... più o meno” rispose Harry, sospirando. “Cosa c'è che non va?” “Beh, è difficile stare a guardare tutte queste coppie, quando sei da solo” “Ti capisco... anche tu problemi di cuore?” domandò Thad guardandolo. Harry annuì. “Già. Mi piaceva questo ragazzo e all'inizio sembrava che io non piacessi a lui, sai ci siamo sempre odiati, ma ultimamente sembrava sempre evitarmi e avvicinarsi allo stesso tempo... e poi l'altra sera, al ballo, ci siamo baciati e poi mi ha ignorato” gli spiegò tutto d'un fiato Harry. “Oh, wow... Non sei in una bella situazione” “Esatto. Più che altro è che non capisco proprio che intenzioni abbia Draco e cosa provi davvero per me, sempre che provi qualcosa” continuò il Grifondoro. “Beh, effettivamente, la mia situazione è simile. Io e questo ragazzo siamo sempre stati distanti, non ci siamo mai parlati molto e comunque non avevamo un buon rapporto, ma poi io e lui abbiamo fatto una scommessa e tutto è cambiato... Ha iniziato a piacermi sul serio e lui ha iniziato a provarci con me, ma non nel modo in cui vorrei io.” raccontò Thad, per poi sospirare. “Mi dispiace, ma temo che io e te siamo sulla stessa barca. Forse è meglio non pensarci, almeno per stasera” concluse Harry, per poi cambiare argomento e continuare a parlare con il Tassorosso.

Nel frattempo, tra i ragazzi che erano ancora sulla pista, c'erano Finn e Rachel, che dopo un duetto insieme, si erano guardati negli occhi e si erano scambiati un bacio appassionato. “E' stata una serata davvero magnifica” sussurrò Finn sorridendole. “Già, mi sono divertita molto, è bello iniziare l'anno nuovo con te” rispose lei. Finn annuì. “Già… Senti, ti andrebbe di continuare l’anno nuovo e la serata da soli insieme?” domandò titubante: non voleva spingere Rachel a fare qualcosa che non volesse, però l’amava e anche lui, come Kurt e Blaine, voleva portare la relazione al passo successivo, se lei fosse stata d’accordo. Rachel lo fissò negli occhi, poi annuì, sorridendogli dolcemente, così poi Finn la prese per mano e la portò in camera sua.

Dall'altro lato della pista, Ginny e Dean si erano avvicinati molto quella sera, infatti avevano ballato insieme tutto il tempo. Quando ebbero finito, si sedettero ad un tavolino e iniziarono a chiacchierare del più e del meno; dopo un po', Ginny si alzò. “Grazie per la bella serata e per aver ballato con me” “E' stato un piacere per me, era da tanto che volevo passare una serata così con te” mormorò Dean, poi la salutò, dandole un bacio sulla guancia, dopodichè lei se ne andò.

Una delle coppie che rimasero per ultime furono i Klaine, che stavano ancora ballando abbracciati al centro della pista come se non ci fosse nessuno intorno a loro. “E' bellissimo averti qui tra le mie braccia” gli sussurrò Blaine all'orecchio. Kurt arrossì. “Per me è bello anche solo stare qui con te” gli rispose. Blaine sorrise e gli si avvicinò, per poi appoggiare le proprie labbra su quelle del castano. Ben presto il bacio si approfondì e i due si staccarono l'uno dall'altro solo quando gli mancò il respiro. Blaine lo guardò negli occhi intensamente e, prendendo coraggio, iniziò a parlargli. “Sai Kurt, è da poco che stiamo insieme, ma pensandoci credo di non aver mai provato una cosa simile per qualcuno. Non riesco a spiegarlo a parole... Tu mi hai cambiato la vita, in meglio. Da quando stiamo insieme, sei tutto per me e spesso ho paura di perderti. L'unica cosa che so di per certo è che ti amo. Mi piacerebbe portare la nostra relazione al livello successivo, ma non voglio fare le cose di fretta se tu non provi lo stesso per me o se non ti senti pronto” Kurt si commosse. “Blaine, nessuno mi aveva mai detto delle cose del genere... Anche tu sei speciale per me e ti amo da impazzire... Mi fido di te e sento che è il momento giusto, voglio affidarmi a te” rispose Kurt guardandolo negli occhi. Blaine gli sorrise, dopodichè lo prese per mano e lo trascinò per i corridoi di Hogwarts.

Il mattino dopo, Blaine si svegliò in un letto che non era il suo, così si mise seduto e si guardò intorno e notò che era nel dormitorio dei Grifondoro, solo allora si ricordò della sera prima e si girò verso la figura al suo fianco, sorridendo, mentre lo osservava dormire beatamente. Dopo poco, si avvicinò al viso di Kurt e gli diede un leggero bacio sulle labbra. Kurt, a quel contatto, si svegliò e, aprendo gli occhi, si trovò di fronte un Blaine tutto spettinato. “Ti trovo ancora più adorabile quando non hai tutto quel gel nei capelli, lo sai?” mormorò Kurt, passando una mano tra i ricci del moro, che gli sorrise di rimando. “Tu sei sempre adorabile” sussurrò poi Blaine, facendo arrossire Kurt. “Grazie… e grazie per stanotte, è stato fantastico” rispose il castano con gli occhi che gli brillavano. “Anche per me. È stata una delle più belle esperienze della mia vita. Non ho mai provato niente di simile con nessun altro, Kurt. Ti amo” disse Blaine, guardandolo intensamente negli occhi. “Ti amo anche io, Blaine” sussurrò Kurt, prima di baciarlo.

I giorni successivi passarono velocemente e si avvicinò presto il ritorno dei ragazzi che avevano passato le vacanze fuori da Hogwarts. Tutti i ragazzi infatti tornarono nella prima nuvolosa domenica di Gennaio. Uno dei primi ad arrivare al castello fu Draco, che, appena entrato, vide i suoi amici e si diresse proprio da Pansy e Blaise, che era arrivato solo poche ore prima. Mentre parlava con loro, Harry lo notò. Poco dopo, quando Draco decise di allontanarsi dai suoi amici per andare nel suo dormitorio, il Grifondoro ne approfittò per avvicinarsi a lui e bloccargli il passaggio. Il Serpeverde lo vide e lo guardò, un po’ confuso. “Cosa c’è, Potter?” gli domandò guardandolo negli occhi. “Dobbiamo parlare, Draco” disse Harry deciso, voleva assolutamente parlare con il biondo di ciò che era successo. “Non ho niente di cui discutere con te, Potter. Spostati” rispose secco Draco. “Io sì, e lo sai bene. Non mi hai ancora spiegato cosa è significato quello che è accaduto tra di noi” continuò il moro, avvicinandosi a lui. Il Serpeverde lo guardò. “Non c’è niente da spiegare, Potter” mormorò. “Ma come non c’è niente da spiegare? Quel bacio non era niente allora?” domandò allora Harry irritato, avvicinandosi ancora di più a lui. Draco arrossì, poi scosse la testa e lo spinse con una mano. “Levati” sussurrò, per poi andarsene piuttosto velocemente, lasciando lì Harry deluso che lo fissava allontanarsi. Poco più tardi, al castello arrivarono insieme anche Hunter e Sebastian, che, appena videro i ragazzi del Glee chiacchierare nella Sala Grande, camminarono verso di loro. Trent li notò e li vide avvicinarsi, ma continuò imperterrito a conversare con gli altri, non aveva intenzione di interagire con Hunter. Puck, che stava parlando con gli altri, li vide e sorrise. “Ehi ragazzi!” esclamò, facendo girare tutti, compreso Thad, che rimase sorpreso nel vedere Sebastian. I due ragazzi appena arrivati ricambiarono il saluto. Hunter li guardò, soffermandosi su Trent, che non aveva ancora parlato e stava tenendo lo sguardo lontano dal suo. “Vi siamo mancati?” domandò poi sorridendo, mentre Sebastian fece un ghigno. A quella domanda, Trent finalmente si girò verso di loro, ma solo per guardare male Hunter, che rimase scosso dal suo sguardo, mentre Thad arrossì verso Sebastian e gli altri ridevano. “Come sono andate le vostre vacanze?” domandò loro Finn, sorridendo. Sebastian sorrise maliziosamente. “Oh, benissimo direi. Ho conosciuto tanta gente interessante e la notte di Capodanno l’ho passata con uno di loro a letto, se capite cosa intendo” mormorò ghignando. Thad a quelle parole rimase di stucco, non si sarebbe mai immaginato che Sebastian potesse fare una cosa simile, almeno non dopo quello che avevano passato, o meglio, lui aveva sperato che non facesse una cosa del genere. “Smythe risparmiaci i dettagli! Non vogliamo sapere i particolari della tua vita sessuale!” esclamò Santana, disgustata. Sebastian rise di gusto, poi continuò a parlare con loro, mentre Thad rimase in silenzio per il resto della mattinata, c’era rimasto troppo male.

Finito di salutare tutti, Sebastian si incamminò verso il suo dormitorio senza degnare neanche di uno sguardo Thad, il quale, sconfortato, lo osservò andare via. Il Serpeverde, nonostante sentisse gli occhi del Tassorosso puntati su di lui, continuò a camminare imperterrito. Una volta che fu arrivato nella sua camera, sospirando si tolse il mantello e solo allora si accorse di avere al polso il braccialetto regalatogli da Thad. Istintivamente sorrise vedendolo, poi però si domandò perché l’avesse ancora addosso. Probabilmente si era dimenticato di toglierlo visto che da quando l’aveva ricevuto lo teneva sempre su. Così si sedette sul bordo del suo letto e si slacciò il bracciale, per poi riporlo nel cassetto del comodino. Negli ultimi giorni aveva riflettuto molto e si era accorto di essersi molto legato al Tassorosso, forse troppo, addirittura da non riuscire a stare con altri ragazzi. Per questo aveva deciso di allontanarsi da lui, mettendo un muro tra di loro e cercando di essere il più possibile freddo con lui per troncare il rapporto che si era venuto a creare tra loro dopo la notte passata insieme; infatti, appena l’aveva visto, aveva pensato bene di ignorarlo e di mentire di fronte a tutti riguardo a ciò che aveva fatto durante le vacanze.

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


Eccoci qui con il capitolo 21, questa volta tutto incentrato sui Trunter (la coppia Trent/Hunter), buona lettura!

Nel frattempo, nella Sala Grande gli altri avevano continuato a parlare da quando Sebastian se n’era andato. Successivamente, piano piano i ragazzi iniziarono a tornare ai loro dormitori e alla fine rimasero solo Hunter e Trent, che, appena si accorse della situazione, cercò di andarsene. Hunter, però lo bloccò, prendendolo per un braccio. “Tutto bene, Trent? Ti vedo un po’ strano…” mormorò il Serpeverde guardandolo. Trent si girò verso di lui. “Non è più affar tuo, non ti devi preoccupare” gli rispose, freddo, per poi staccarsi dalla sua presa. Hunter ci rimase male per quella risposta, non se l’aspettava proprio da Trent, non l’aveva mai visto così distaccato; dopodiché scosse la testa e lo guardò negli occhi. “Se riguarda te, è sempre affar mio. Non posso smettere di preoccuparmi per te” disse serio in volto. Trent arrossì, rimanendo spiazzato da quelle parole: avrebbe voluto essere impassibile davanti a lui, ma come poteva se gli diceva quelle cose? Questo lo mandò ancora più in confusione, non sapeva che fare con lui. Dopo qualche secondo di silenzio, decise di non dire nulla e di scappare via, lasciando Hunter lì da solo.

Quella sera, dopo aver riflettuto tutto il pomeriggio sulla sua situazione e aver capito che da solo non sarebbe giunto a nessuna soluzione, decise di doverne parlare con qualcuno, così si mise a cercare Blaine, il quale si era mostrato disponibile ad aiutarlo. Lo trovò nella Sala comune dei Tassorosso, intento a leggere un libro. Appena lo vide, gli si avvicinò. “Ciao Blaine…” mormorò, richiamando la sua attenzione. Blaine alzò lo sguardo dal suo libro, sentendolo, e sorrise. “Oh ciao Trent. Stai bene?” gli domandò, invitandolo a sedersi sulla poltrona affianco a lui. Trent scosse la testa, sedendosi. “In realtà sono venuto a parlarti proprio per questo.” Blaine si drizzò sulla poltrona. “Cosa c’è che non va?” “Ho un problema. Ho un rapporto parecchio complicato… con Hunter” bisbigliò Trent in risposta. “Con Hunter?” domandò Blaine, piuttosto stupito. Trent annuì, sospirando. Blaine, vedendolo in difficoltà, capì la situazione e decise che sarebbe stato giusto saperne di più per aiutarlo. “Com’è cominciata?” gli chiese quindi, guardandolo. “Sarà una storia lunga…” iniziò Trent. “Da quando è arrivato al McKingley l'anno scorso, Hunter ha sempre attirato la mia attenzione. Fin dal principio, l'ho trovato molto affascinante e misterioso, era diverso dagli altri ragazzi che avevo conosciuto fino a quel momento, allo stesso tempo, però, non mi sono avvicinato a lui all'inizio, perché non mi sentivo alla sua altezza, sai che sono sempre stato timido. Successivamente, come tu ben sai, Hunter è entrato nel Glee Club e da quel momento sono rimasto sorpreso, non avrei mai pensato che uno come lui potesse entrare in questo genere di attività extrascolastiche... Allora ho preso coraggio e sono andato da lui per parlargli, incuriosito, subito dopo la prima lezione del Glee, per saperne di più su di lui e per accoglierlo...

Trent, finita la lezione del professor Schuester, si avvicinò ad Hunter, ancora seduto. “Ciao, piacere io sono Trent” esordì sorridendo, allungandogli la mano. Hunter lo guardò con un sopracciglio alzato, curioso dell'approccio di Trent verso di lui. “Hunter” borbottò lui in risposta, stringendogli la mano. “Benvenuto nel Glee Club! È sempre bello avere nuovi membri con noi. Ho visto che ti sei trasferito nella nostra scuola da quest'anno, probabilmente sarai di un'altra città. Da dove vieni?” disse tutto d'un fiato il moro. Hunter lo squadrò. “Da casa mia” rispose secco, ironicamente. Trent ridacchiò nervosamente, lui già non era un granché nel parlare con gli altri, ma parlare con Hunter era risultato più difficile del previsto. Hunter, vedendo che Trent non gli rispondeva, si alzò, prendendo la sua tracolla e mettendosela su una spalla. “Beh, devo andare. È stato... bello parlare con te” sussurrò, prima di andarsene. Trent rimase lì a guardarlo mentre se ne andava, un po' sorpreso da quella reazione, poi si riprese e uscì dall'aula, convinto che avrebbe provato a riparlare con Hunter. Nel periodo successivo, Trent aveva continuamente provato a chiacchierare con Hunter, che alcune volte lo stava a sentire, mentre altre lo ignorava. Trent scoprì presto che Hunter aveva quel carattere particolare, un po' scontroso, e che non era molto loquace, ma piano piano era riuscito a farlo sciogliere un po'.

Perciò, da quando ero riuscito a farlo parlare con me, io e lui ci fermavamo ogni tanto a chiacchierare nei corridoi della scuola quando ci incrociavamo”. “Sì, vi ho visti insieme qualche volta, ma non credevo foste così legati...” lo interruppe Blaine, guardandolo negli occhi. “In realtà, in quel periodo, non eravamo ancora così “legati”, parlavamo e basta; è cominciato tutto quando Hunter ha scoperto che io sono gay, tramite una battutina che Sebastian gli aveva detto su di me. Da quel momento, Hunter ha iniziato a squadrarmi più del solito, mi sentivo osservato da lui, sembrava che non si aspettasse che io lo fossi. Un giorno, dopo che erano passate un paio di settimane, curioso, gli avevo chiesto se ci fosse qualcosa che non andava e se per caso la strana situazione che si era creata tra di noi fosse per quella rivelazione. Hunter confermò la mia ipotesi e iniziò a pormi delle domande, poiché non si era proprio aspettato che io lo fossi. Così quello stesso pomeriggio, per rispondere a tutte le sue domande, gli proposi di uscire per parlarne davanti a un caffè.

Dopo un lungo pomeriggio passato a chiacchierare al Lima Bean, Trent e Hunter erano usciti dal bar e si erano avviati per strada per fare una passeggiata. Mentre camminavano, Trent continuò a parlare, quando si accorse che Hunter era rimasto in silenzio, come suo solito, però sembrava strano, come se fosse assorto nei suoi pensieri. Così, si fermò a guardarlo. “Ehi Hunter, tutto bene? Ti vedo un po' distratto...” mormorò il moro. Hunter si girò verso di lui, lo fissò in silenzio per qualche secondo, poi si avvicinò, gli prese il volto tra le mani e lo baciò lentamente. Dopo pochi secondi, si staccò da Trent e sbiancò, accorgendosi di ciò che aveva appena compiuto. “Oddio scusa, non volevo... Io non so cosa mi sia preso... Cioè, io sono etero! Non ho proprio idea di cosa mi sia passato per la mente!” disse per giustificarsi. Trent, nel frattempo, era rimasto lì fermo, ancora frastornato dal gesto impulsivo che aveva compiuto Hunter poco prima. “Mi dispiace davvero tantissimo, Trent...” continuò Hunter. “Non volevo.... Ti prego, non dirlo assolutamente a nessuno!” esclamò il castano, per poi andarsene di tutta fretta.

“Oh... Sinceramente non mi sarei mai aspettato che Hunter facesse una cosa simile” mormorò Blaine, intromettendosi nel discorso di Trent. “Già, nemmeno io. E in quell'attimo mi sono accorto di provare davvero qualcosa per lui; insomma, prima pensavo fosse irraggiungibile, ma poi lui mi ha baciato ed è cambiato tutto.” commentò Trent. “E poi cos'è successo? Non credo sia solo questo che ti ha turbato così tanto...” “No, infatti. Dopo quel giorno, Hunter smise di parlare con me, mi ignorava, e così io lo lasciai perdere. Dopo la prima lezione del Glee al rientro dalle vacanze di Natale dell'anno scorso, mi prese in disparte e, contro ogni mia aspettativa, mi baciò di nuovo e mi disse che avremmo dovuto farlo più spesso. Quando gli chiesi a che cosa si riferisse, lui mi ribaciò. Da quel momento, io e lui abbiamo iniziato ad avere una sorta di strana “relazione”, se così si può definire: generalmente in pubblico parlavamo come prima, forse anche meno, mentre sporadicamente ci vedevamo di nascosto semplicemente per baciarci, perché Hunter non voleva assolutamente far sapere a nessuno quello che succedeva tra di noi.” spiegò nervosamente Trent. “E a te, per quello che valeva, andava bene così, vero?” domandò Blaine guardandolo compassionevolmente. Trent sospirò, abbassando lo sguardo. “Non proprio, lo facevo solo per lui. Ma sinceramente mi sarebbe piaciuto qualcosa di più simile ad una vera relazione. Infatti, nonostante avessimo continuato a vederci in quella maniera, verso la fine della scuola quella situazione iniziò a diventarmi un po' stretta. A quel punto, iniziai a farglielo presente, dicendoglielo più volte nel corso di quelle ultime settimane di scuola, ma a lui non sembrava importare; così, un giorno, stufo di quella situazione, gli dissi che non volevo più continuare in quel modo, quindi litigammo e smettemmo di vederci. Questo fino all'inizio di quest'anno scolastico, quando, dopo essere arrivati qui a Hogwarts, ci siamo riavvicinati...

Era passata una settimana esatta dall'arrivo degli studenti del McKingley a Hogwarts e quel pomeriggio Trent stava raggiungendo la sua Sala comune, quando si sentì afferrare per un braccio e trascinare via dietro ad un'armatura; subito dopo sentì delle labbra famigliari posarsi sulle sue. Quando il bacio finì, aprì gli occhi e vide Hunter. “Cosa stai facendo? Credevo che l'ultima volta ci fossimo detti tutto e che io fossi stato abbastanza chiaro” mormorò, tenendo però gli occhi puntati verso il basso, non riuscendo a sostenere lo sguardo dell’altro più di tanto. Hunter lo ascoltò, poi gli tirò su la testa mettendogli due dita sotto il mento e lo guardò profondamente negli occhi. “Lo so, però... mi sei mancato” mormorò. Trent arrossì. “...T-ti sarò anche mancato, m-ma non puoi venire qui e baciarmi come se niente fosse” sussurrò guardandolo. Hunter sospirò, staccandosi da Trent, che si accorse dell'improvvisa mancanza di calore. “Senti, non è facile per me, e lo sai. Ho bisogno di tempo, ma senza di te non ce la posso fare. Nonostante tutto quello che è successo, ci tengo a te” dichiarò il Serpeverde.

Successivamente a quel pomeriggio, io non ho saputo resistere ulteriormente e io e Hunter abbiamo ricominciato a vederci come prima, senza vincoli e di nascosto da tutti. Nei mesi che sono passati dall'inizio della scuola fino a Dicembre, ci siamo visti parecchie volte e io ho spesso ripensato a quelle parole e al fatto che me ne sarei potuto andare. Infatti molte volte ci ho riflettuto e ho provato a staccarmi da quella situazione, ma, sia per il fatto che Hunter insisteva nello sviare la conversazione altrove, inventando scuse su scuse, sia per il fatto che in realtà non volevo davvero allontanarmi da lui, ho continuato a credere alle sue parole e sono rimasto incastrato in quella situazione” chiarì Trent, per poi abbassare lo sguardo sulle sue mani, che stavano torturando il lembo del suo mantello. “Beh, è sicuramente una situazione piuttosto scomoda, la tua... Però non so quanto valga la pena soffrire per qualcuno che in fin dei conti non ti ha ancora dato nulla di concreto” disse Blaine, cercando di consigliarlo. Trent sospirò e rialzò lo sguardo. “Lo so, però in quel periodo credevo davvero che quello che mi avesse detto fosse vero; ho iniziato a rendermi conto della verità solo poco prima del ballo pre-natalizio, quando avevo sentito che Hunter sarebbe andato alla festa con una ragazza. Infatti avevo deciso di andarci con Zacharias, nella speranza di attirare la sua attenzione, cosa che effettivamente accadde.

La sera del ballo, durante la prima parte della serata, Trent aveva sentito lo sguardo di Hunter su di sé per tutto il tempo, e anche lui spesso si era soffermato a guardare il Serpeverde, incrociando di tanto in tanto i suoi occhi verdi. Più tardi, mentre tutti gli altri ragazzi, compresi Zacharias e Lavanda, i loro accompagnatori, erano alle prese con i giochi alcolici, Hunter gli si era avvicinato. “Seguimi” gli sussurrò all’orecchio, facendolo rabbrividire; dopodiché il più alto lo trascinò fuori dalla Sala Grande, prendendolo per mano, cosa di cui Trent era piuttosto sorpreso dato che Hunter poche volte l’aveva tenuto per mano. Una volta usciti dalla Sala Grande, Hunter aveva svoltato a destra e poi si era infilato nello sgabuzzino di Gazza, poco distante da lì. Dopo che Hunter ebbe chiuso la porta dello stanzino, Trent lo guardò confusamente nella semi oscurità. “Hunter, perché siamo qu-” provò a chiedere, ma non riuscì a finire la domanda che Hunter si era già avventato sulle sue labbra. Trent, nonostante avesse provato a resistere, cedette e ricambiò il bacio profondo dell’altro. Quando si staccarono per riprendere fiato, Hunter lo guardò con gli occhi che gli brillavano. “È da tutta la sera che volevo baciarti…” sussurrò maliziosamente. “Ah davvero? Non sembrava da come eri avvinghiato a Lavanda” commentò Trent, staccandosi da lui. “Parli tu che sei venuto al ballo con Zacharias” sibilò sprezzante Hunter. “Beh, mi sarebbe piaciuto andarci con il ragazzo che mi piace, ma lui, senza nemmeno dirmelo, ha preferito andarci con un'altra” replicò secco il Tassorosso, guardandolo negli occhi. “Lo sai perché sono andato con lei: non sono ancora pronto a dirlo in giro... Però anche a me ha dato fastidio che tu sia venuto con un altro ragazzo, perché tu avresti potuto farci qualsiasi cosa, mentre io non sarei mai riuscito a fare qualcosa con Lavanda, ci tengo troppo a te...” mormorò Hunter, riavvicinandosi all'altro, che arrossì vistosamente, ma continuò a guardarlo arrabbiato. “Questo non ti giustifica, sono mesi che mi dici di voler fare passi avanti, ma non mi hai ancora dimostrato niente coi fatti” “Lo so, hai assolutamente ragione. È solo che io avevo bisogno davvero di tempo per pensarci, sai che tutta questa situazione con te è stata una novità per me... Però non voglio perderti, ci tengo troppo a te e non voglio perdere quello che abbiamo creato fra di noi; perciò, dato che ci tieni così tanto, ho intenzione di non nascondermi più quando stiamo insieme” rispose Hunter, sfiorandogli la guancia con una mano. Trent, nel sentire quelle parole, arrossì di nuovo. “Va bene, ho deciso di darti fiducia, ma è l'ultima volta.” sussurrò. “Perché finisco sempre per dargli retta?” pensò tra sé e sé Trent, poi guardò Hunter, che gli sorrise solo come lui sapeva fare, così lui sospirò. “Ecco perchè” pensò di nuovo guardandolo. Hunter ricambiò lo sguardo, poi si avventò di nuovo sulle labbra del Tassorosso.

Quindi, dopo quella sera, ci sono ricascato di nuovo, mio malgrado. La mattina dopo, quando lui doveva partire per le vacanze, sono andato verso l'ingresso per salutarlo, però, quando l'ho visto con i suoi amici, non mi sono azzardato ad andare là a salutarlo e sono rimasto in disparte” spiegò Trent all'amico. Blaine annuì, sentendo il suo discorso. “Capisco... E cos'è successo durante le vacanze di Natale che ti ha fatto sconvolgere così tanto?” domandò Blaine. “In realtà durante le vacanze di Natale non è successo niente ed è proprio quello il problema. Non mi aspettavo chissà che, ma gli avevo spedito una lettera per il giorno di Natale, in cui gli facevo gli auguri e gli dicevo che mi sarebbe piaciuto uscire con lui per un appuntamento non appena fosse tornato. Però lui non si è degnato di rispondermi nemmeno per farmi gli auguri e allora, dal giorno di Natale, ho iniziato a ripensare a tutta la nostra storia e mi sono reso conto di aver ceduto troppe volte, così avevo in mente di ignorarlo completamente, anche quando sarebbe ritornato qui. Ed è quello che ho fatto, fino ad oggi, quando mi ha preso in disparte e mi ha detto che è preoccupato perché mi ha visto distaccato. Da quel momento, sono entrato in confusione: non so più cosa fare con lui; prima dice che ci tiene a me e che vuole fare passi in avanti per la nostra relazione, ma poi fa finta di nulla e continua a nascondersi, però subito dopo mi rivela che ci tiene davvero a me e che è preoccupato. Davvero, non ho la più pallida idea di cosa possa fare, per questo sono venuto qui a parlarne con te, avevo bisogno del parere di un amico.” concluse Trent, guardando Blaine disperatamente. “Beh, non mi aspettavo che tu fossi in una situazione del genere, specialmente con uno come Hunter” disse Blaine, per poi sospirare. “Visto dall'esterno, ti direi che non vale la pena continuare una storia del genere con una persona che non ha mai saputo dimostrarti niente, specialmente vedendo come stai soffrendo, però posso immaginare che non sia così semplice rinunciare a qualcuno a cui si tiene così tanto. Secondo me, hai bisogno di prenderti una pausa da lui e riflettere con te stesso per capire che cosa vuoi veramente e se ne vale davvero la pena. Se lui ci tiene realmente, verrà da te” gli consigliò Blaine, sorridendogli dolcemente. Trent lo ascoltò, poi annuì. “Credo tu abbia ragione, cercherò di evitarlo per un po' di tempo” disse, poi si alzò e andò ad abbracciare l'amico. “Grazie per avermi ascoltato, Blaine”.

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


Ecco un nuovo capitolo! Se volete, mi farebbe piacere se mi dite cosa ne pensate con una recensione!


Quella stessa sera, nel dormitorio dei Serpeverde, Draco era intento a sistemare le sue cose, riflettendo su quanto era successo quel giorno con Harry, quando Blaise entrò nella stanza. Dopo essersi seduto sul suo letto, Blaise si mise a fissare Draco, aspettando che il biondo gli parlasse per primo. Vedendo che l’altro non era proprio intenzionato ad aprire bocca, decise di parlare lui. “Ti vedo molto silenzioso oggi Draco… C’entra qualcosa il fatto che Potter ti sia venuto a parlare?” “No… Ero concentrato a svuotare la valigia, tutto qui” borbottò in risposta Draco, senza guardarlo. “Ah… Quindi non ti interessa sapere che Potter è venuto da me e Pansy a chiedere di te, giusto?” lo provocò il nero. Draco si voltò di scatto. “Cosa vi ha chiesto?” “Credevo non ti interessasse” rispose Blaise, ghignando. Draco sbuffò. “Non ho mai detto questo. Allora, vuoi dirmi cosa vi ha chiesto sì o no?” “In realtà niente. Volevo solo vedere come reagivi. Quindi ti decidi a dirmi cosa è successo e cosa ti ha detto Potter questa mattina?” “Niente, voleva parlarmi di ciò che è successo al ballo, ma io non ho voluto, l’ho spinto via e me ne sono andato” spiegò Draco all’amico. “E si può sapere per quale diavolo di motivo l’hai fatto? Pensavo avessi appurato che lui ti piacesse!” replicò Blaise. "Sì, ma non posso semplicemente andare lì e dirglielo. Lui mi odia. Probabilmente, vuole parlarmi solo perché è arrabbiato per quello che ho fatto e per mettere in chiaro che non prova niente per me. In ogni caso, tu sei l’ultimo che può parlare, vai dietro da anni alla tua migliore amica e non sei nemmeno riuscito a dirglielo!” “Non cambiare argomento. La mia situazione è diversa, proprio perché Pansy è la mia migliore amica: se glielo dicessi, rischierei di rovinare il nostro rapporto e anche tu non potresti più uscire insieme con entrambi. E invece tu con Potter non hai niente da perdere e inoltre si vede lontano un miglio che lui ti viene dietro, se no perché vorrebbe così disperatamente parlare con te?” “In realtà, si vede che anche a Pansy non sei indifferente, ha sempre un occhio di riguardo per te, è diverso da quando parla con me o con gli altri. E poi non puoi andarle dietro per tutta la vita rimanendo solo il suo migliore amico, devi parlarle!” “Senti chi parla! Tu hai solo paura di cogliere l’occasione per parlare con Harry per le tue mille paranoie infondate!” “Beh, io non ho intenzione di parlare con Harry, finchè tu non parli con Pansy!” esclamò Draco, convinto che il suo migliore amico non avrebbe mai accettato un ricatto del genere. “Mh, ok. Ma solo perché voglio che tu parli con Harry. Preparati a consolarmi quando finirà male con Pansy” rispose Blaise, per poi uscire dalla camera, lasciando Draco basito.

Durante la settimana successiva, Blaise aveva provato diverse volte ad approcciarsi a Pansy senza però grandi risultati. Ogni volta che si avvicinava, infatti non riusciva mai ad esprimere quello che veramente voleva dirle. Pansy aveva notato il comportamento strano di Blaise in quei giorni, ma non riusciva a capire che cosa gli passasse per la testa. Quel giovedì sera, aveva quindi deciso di parlarne con le altre ragazze dei Serpeverde. Dopo l’ennesimo confronto con il ragazzo, che le aveva detto ancora una volta che doveva parlarle senza però rivelarle cosa c’era che non andasse, entrò nel loro dormitorio domandando “Avete notato anche voi l’insolito comportamento di Blaise in questi giorni?” “In effetti l’ho visto più pensieroso del solito, ma con noi si comporta normalmente” le rispose Daphne Greengrass, una sua compagna di casata. Pansy sospirò. “Allora lo fa solo con me… Continua a dirmi che deve parlarmi, ma una volta che è lì per farlo, non mi dice niente e se ne va o si inventa una scusa” spiegò, raccontando di tutte le volte che Blaise aveva provato a parlare con lei in quei giorni. “Effettivamente è strano… Ma hai qualche idea su cosa potrebbe volerti dire?” le chiese Rachel dopo averla ascoltata. “Un’idea ce l’avrei, o almeno è quello che spero… Alla festa di Natale ci siamo baciati da ubriachi, ma il giorno dopo ho fatto finta di non ricordarmi niente. Non volevo prendermi la responsabilità di ciò che è successo. Ma la verità è che lui mi piace, ma non gliel’ho mai detto perché pensavo che quel suo bacio fosse dovuto solo all’alcool e magari è anche così. Ora lui vuole parlarmi e non so cosa aspettarmi” chiarì Pansy. “Ma se guarda solo te ogni volta che entri in una stanza! Secondo te cosa vuoi che ti dirà?!” commentò sprezzante Santana, che fino a quel momento era rimasta in disparte. “Mi duole ammetterlo, ma Santana ha ragione. Blaise sembra molto preso da te. Forse ha solo le tue stesse paure” ammise Quinn, lasciando Pansy piuttosto pensierosa. “Se le cose stanno così, spero si faccia avanti presto” concluse lei.

Il giorno dopo, Santana stava camminando lungo il corridoio dei Sotterranei, quando sentì le voci di Blaise e Draco, poco lontani da lei, che parlavano proprio di Pansy. “…Io ci ho provato un sacco di volte a parlarle, ma non ci riesco, non so davvero cosa aspettarmi. L’unica volta che ci siamo baciati è stata al ballo e lei non se lo ricorda nemmeno!” esclamò Blaise, facendosi sentire da Santana. “Oh, in realtà se lo ricorda benissimo…” mormorò la latina, ghignando, mentre gli passava di fianco. “Cosa?!” domandò stupito Blaise, dopo averla sentita, girandosi verso di lei. Santana si fermò. “Stai parlando di Pansy, giusto? Beh, lei se lo ricorda eccome quel bacio. E tu dovresti darti una mossa a dichiararti, prima che lei si stufi di aspettarti” borbottò, per poi andarsene. “Beh, ora non hai più scuse, credo che questa fosse una conferma abbastanza esplicita di ciò che prova Pansy per te” disse Draco, sorridendo a un Blaise ancora incredulo.

Quel sabato, Blaise, dopo aver riflettuto tutta la notte su quello che gli era stato detto, aveva deciso di dichiararsi. E, dato che ora sapeva che anche lui piaceva a Pansy, avrebbe potuto farlo di fronte a tutti. Infatti, quel pomeriggio al Glee, quando il professor Schuester chiese se qualcuno volesse esibirsi, Blaise si alzò in piedi, dicendo che lui voleva cantare. Così, dopo l’assenso del professore, andò al centro dell’aula e fece partire la musica.

Blaise iniziò schioccando le dita, per poi continuare cantando.
Go!
So 1, 2, 3, take my hand and come with me
Because you look so fine
and I really wanna make you mine.
 
I say you look so fine
that I really wanna make you mine.
 
Oh, 4, 5, 6, c'mon and get your kicks
Now you don't need that money
When you look like that, do ya honey?
 
Big black boots,
Long brown hair,
She's so sweet
With her, get back stare.
 
Mentre cantava, si mise a guardare Pansy, che era nel centro in prima fila.
 
Well I could see,
You home with me,
But you were with another man, yeah!
I know we ain't got
much to say,
Before I let you get away, yeah!
I said, are you gonna be my girl?
 
Blaise indicò Pansy dopo aver detto quella strofa, sorridendo.
 
Oh yeah. Oh yeah. C'mon!
I could see,
You home with me,
But you were with another man, yeah!
I know we,
Ain't got much to say,
Before I let you get away, yeah!
Uh, be my girl.
Be my girl.
Are you gonna be my girl?! Yeah!
 
Alla fine della canzone, scivolò in ginocchio davanti a Pansy, per poi ripetere l’ultima frase della canzone.
Pansy, dopo un primo momento di sorpresa, lo guardò sorridendo. “Era ora che ti facessi avanti!” esclamò, per poi alzarsi e baciarlo sulle labbra, dopodichè uscì con lui dall’aula, mentre gli altri applaudivano. Alla fine della canzone, dopo aver visto Blaise e Pansy baciarsi, Draco si voltò istintivamente verso Harry che stava sorridendo alla scena e che, appena sentì lo sguardo di Draco su di lui, si girò verso il biondo, facendo incrociare i loro sguardi. Successivamente i ragazzi del Glee iniziarono ad uscire dall'aula e il moro decise di approfittare del momento per andare a parlare con il Serpeverde, così si avvicinò a lui prima che superasse la porta.

Intanto, Pansy aveva trascinato Blaise fuori dalla classe e l'aveva portato in un angolo isolato del cortile interno. “...Quindi che intenzioni hai adesso?” domandò lei, guardandolo negli occhi. “Credevo di essere stato abbastanza chiaro prima... o forse vuoi una dichiarazione scritta?” rispose lui, ricambiando lo sguardo. “Non sarebbe male, in effetti, ma mi accontenterò di sentirtelo dire senza canzoni e senza pubblico” Blaise alzò gli occhi al cielo e sospirò. “D'accordo, è troppo tempo che mi tengo tutto dentro... Era da un po' di mesi che provavo qualcosa per te, qualcosa di diverso dal solito sentimento di amicizia che ci legava. Me ne sono accorto all'inizio di quest'anno scolastico, quando ci siamo rivisti dopo tutta l'estate passata lontani. Non capivo cosa fosse, ma aveva iniziato a darmi fastidio il fatto di essere trattato solo come un amico. Quando sei voluta venire al ballo con me, nonostante fossimo solo amici, mi sono sentito al settimo cielo perché ti avrei avuta tutta la sera con me. Così, quella sera, mi sono fatto avanti e, grazie anche all'alcool, ti ho baciato, ho capito finalmente che cosa provavo per te e che mi piacevi. Ma poi, quando la mattina seguente mi hai detto che non ti ricordavi di nulla, non ho avuto il coraggio di dirti la verità e ho lasciato perdere. Nei giorni seguenti, ho provato a parlartene, ma non mi sembrava mai il momento adatto. Così, capendo che stavo sprecando l'occasione, mi sono fatto forza e mi è venuto in mente di dichiararmi con una canzone, visto che a parole non ci riuscivo. Quindi, ora che sai tutto, arriviamo al punto: vuoi essere la mia ragazza?” Pansy lo guardò intensamente, poi si sporse per baciarlo. “Tu parli troppo, mi bastava solo la domanda. Se non l'avessi ancora capito, è un sì” gli disse ridacchiando, per poi riprendere a baciarlo.

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


Draco stava uscendo dall'aula del Glee, quando sentì la voce di Harry chiamarlo. “Draco, fermati. Non mi potrai evitare per sempre, sai benissimo che dobbiamo parlare”. Draco, sentendolo, ripensò all'accordo che aveva fatto con Blaise e al fatto che effettivamente l'altro aveva tenuto fede alla parola data e aveva parlato con Pansy, quindi ora toccava a lui. Così, dopo aver preso un respiro profondo, si girò verso Harry. “Non possiamo metterci una pietra sopra? È stato un qualcosa dettato solo dall'alcool. Ricordo a malapena quello che ho fatto quella sera...” Il Grifondoro lo guardò male. “Malfoy, non mi prendere in giro. Se non te lo ricordassi veramente, non avresti problemi a parlare con me. Inoltre, per come mi hai parlato quella sera, non mi sembravi così ubriaco” “Ok, forse me lo ricordo... Ma è stata comunque una cosa dettata dall'alcool, non l'avrei mai fatto da sobrio” rispose il biondo, cercando di difendersi. “Quindi, è una cosa che volevi, ma che non avevi il coraggio di fare?” gli chiese Harry, avvicinandosi a lui. “Non è quello che ho detto, Potter...” “Ma è quello che volevi far intendere” “Senti, andiamo al punto: sei qui solo per farmi ammettere che volevo che accadesse quello che è successo oppure vuoi parlarmi per un altro motivo?” “In realtà ho ottenuto più di quanto sperassi, volevo sapere le ragioni che ti avevano spinto a trattarmi in quel modo durante le ultime settimane e a baciarmi” “Allora cosa vuoi sentirti dire, Potter?” “Vorrei che ammettessi che quel bacio non era solo dettato dalla foga del momento, ma dal fatto che ti piaccio almeno quanto tu piaci a me”. Draco, preso alla sprovvista da quelle parole, si bloccò per un attimo. Non si aspettava una confessione del genere da parte del Grifondoro, credeva che il moro l'avrebbe solamente deriso per ciò che aveva fatto e invece aveva appena scoperto che anche l'altro ricambiava il suo interesse. Dopo averci pensato su, decise di rispondergli. “Da me certamente non riceverai dichiarazioni d'amore eterno, sai che sono fatto così. Quindi, ora che hai ottenuto le tue risposte, deciditi: prendere o lasciare?” “Mi stai proponendo di provare a uscire e vedere come va?” “Potter, sapevo che non eri una cima, ma questa cosa mi sembrava abbastanza chiara. Quindi?” “Non vedo motivo per dire di no. Perciò, ci sto. Che ne dici di approfittare della prossima uscita ad Hogsmeade?” Draco lo guardò e, dopo averci riflettuto, annuì. “Vedi di vestirti bene, non voglio fare brutta figura” gli rispose, abbandonando l'aula, lasciando Harry con tutti i suoi pensieri.

Il lunedì successivo, il professor Schuester per quella settimana del Glee propose il tema libero: ognuno avrebbe potuto cantare ciò che voleva. Il giorno dopo, durante la lezione pomeridiana del Glee, Thad approfittò del compito dato per alzarsi per primo e cantare ciò che rispecchiava la sua situazione. Così, dopo essersi messo al centro dell'aula, iniziò a cantare.

You had me hooked again from the minute you sat down
The way you bite your lip
Got my head spinnin' around
After a drink or two
I was putty in your hands
I don't know if I have the strength to stand


Thad, mentre cantava, si ricordò della sera del ballo, in cui si era lasciato “abbindolare” da Sebastian proprio dopo aver bevuto qualche drink, come recitava la canzone. Proprio per quello aveva deciso di cantare quella canzone: perché esprimeva al meglio lo stato in cui lui si trovava per colpa del Serpeverde.

Oh oh oh
Trouble troublemaker yeah
That's your middle name
Oh oh oh
I know you're no good but you're stuck in my brain
And I wanna know

Why does it feel so good but hurt so bad
Oh oh oh
My mind keeps saying
Run as fast as you can
I say I'm done but then you pull me back
Oh oh oh
I swear you're giving me a heart attack
Troublemaker



Mentre cantava, Thad si mise a fissare proprio Sebastian, il quale lo stava guardando a sua volta, a differenza degli altri che si erano messi a fare da coro per la canzone: Thad voleva che il più alto si sentisse responsabile del suo stato d'animo.

It's like you're always there in the corners of my mind
I see a silhouette every time I close my eyes
There must be poison in those fingertips of yours
Cause I keep comin' back again for more

Maybe I'm insane
Cause I keep doing the same damn thing
Thinking one day we gonna change
But you know just how to work that back
And make me forget my name
What the hell you do I won't remember
I'll be gone until November
And you'll show up again next summer



Thad era arrabbiato perché il Serpeverde non l'aveva degnato di uno sguardo dal suo ritorno di dieci giorni prima e in più credeva che l'altro l'avesse davvero “tradito” durante le vacanze di Natale e questo, nonostante loro due non stessero insieme, l'aveva ferito profondamente.

But damn boy it's like I love the trouble
And I can't even explain why

Why does it feel so good but hurt so bad
Oh oh oh
My mind keeps saying
Run as fast as you can
Troublemaker
I say I'm done but then you pull me back
Oh oh oh
I swear you're giving me a heart attack
Troublemaker


Nonostante tutto quello che era successo tra di loro, proprio come diceva la canzone, Thad non riusciva a toglierselo dalla mente, per questo, quando finì di cantare, lo fissò ancora una volta, prima di tornarsene a sedere lontano da lui, mentre i ragazzi applaudivano.

Poco più tardi, finita la lezione, i ragazzi si alzarono tutti per uscire e Sebastian, rimasto in fondo, non appena vide Thad proprio davanti a sé, non riuscì a trattenere un commento sarcastico. “Non sapevo di esserti entrato così tanto nella testa, Thaddy” gli sussurrò alle spalle. Thad sentendolo, si irrigidì. Dopo qualche secondo si girò verso il Serpeverde. “Mi prendi in giro? Dopo tutto quello che è successo, era ovvio che pensassi a te! E nonostante tu mi ignori e mi abbia causato un sacco di paranoie, continuo a farlo! E pensavo di esserci entrato almeno un po' anche io nella tua testa, visto che dalla lettera sembrava che ti fossi mancato anche io. Dannazione, con ciò che è accaduto, immaginavo ci fosse qualcosa tra noi, o per lo meno lo speravo!” gli sbraitò addosso. Sebastian lo guardò con un sopracciglio alzato. “Davvero credevi che potesse esserci qualcosa di più da parte mia? Quella lettera era soltanto una presa in giro” “Sì lo credevo, ma a quanto pare mi sono illuso che anche per te ci potesse essere qualcosa, almeno finché non hai iniziato ad ignorarmi quando sei tornato dalle vacanze” gli rispose il Tassorosso. Sebastian ridacchiò. “Non ti ho mai promesso niente, sei tu che ti sei fatto mille castelli in aria. Lo sai che ho sempre voluto una sola cosa e, da quando l'ho ottenuta, ho perso interesse per te”. Thad, a quella rivelazione, rimase paralizzato: sapeva che Sebastian era sempre stato un “playboy”, ma nei suoi confronti non si sarebbe mai aspettato delle parole così dure. Nonostante il dolore che gli avevano causato quelle parole, Thad riuscì a non mostrare ciò che provava realmente. Dopo qualche secondo, infatti, si ricompose. “Direi che non abbiamo più niente da dirci” sussurrò tenendo lo sguardo basso, per poi girarsi e andarsene via. Non appena fu fuori dalla portata degli occhi dell'altro, iniziò a correre e andò a rintanarsi nell'aula più vicina, per poi lasciare libero spazio alle emozioni e scoppiare a piangere. Sebastian rimase per un attimo sorpreso dalla reazione del Tassorosso e lo fissò mentre si allontanava finché fu alla portata dei suoi occhi, senza sentirsi così sollevato come si era aspettato di essere per non avere più legami con l'altro.

Nel frattempo, Harry, perso nei suoi pensieri su Draco, stava camminando lentamente per i corridoi del castello, quando improvvisamente sentì dei rumori provenire da un’aula e, avvicinandosi curioso, riconobbe la figura di Thad seduto su un banco che piangeva, dandogli le spalle. Sentendosi in dovere di fare qualcosa, decise di entrare nella classe e di avvicinarsi al ragazzo. “Thad, tutto bene?” gli chiese, facendo qualche passo verso di lui. Thad sobbalzò, dato che non si era accorto della presenza del Grifondoro, poi si girò verso di lui. “Oh Harry, sei tu… Non ti avevo sentito arrivare. Comunque, in realtà non proprio, ma non voglio star qui ad assillarti con i miei problemi” mormorò il Tassorosso guardandolo. “Ma no tranquillo, anche io ti ho parlato dei miei problemi a Capodanno. Se vuoi parlarne, sarebbe un modo per ricambiare il favore. A proposito, per caso riguarda il ragazzo di cui mi stavi parlando proprio quella volta?” chiese Harry, sedendosi cautamente di fianco a lui sul banco. Thad rimase in silenzio per un paio di secondi sentendo la sua domanda, poi annuì, girandosi a guardare l’amico. “Effettivamente credo di aver bisogno di parlarne con qualcuno esterno alla vicenda” mormorò. “Si tratta di Sebastian. Ho sempre saputo che voleva solo una cosa da me. Però, dopo quella scommessa, ci siamo avvicinati, infatti lui mi ha anche accompagnato alla festa prima delle vacanze. Complice anche l’alcool, quella sera siamo stati insieme, però mi è sembrato diverso dal solito Sebastian menefreghista e anche la mattina dopo prima della sua partenza si è comportato allo stesso modo. Così mi sono illuso che potesse esserci qualcosa di più di quello che era già successo, e questo me l’ha confermato scrivendomi durante le vacanze, dove mi ha esplicitamente detto che gli mancavo… Solo che quando è tornato ha ricominciato ad essere quello di prima e poco fa mi ha rivelato che mi ha solamente preso in giro e che non gli interesso minimamente” confessò il Tassorosso, sospirando amaramente. “Cavoli, che situazione… Secondo me, per quanto sia difficile superare un episodio del genere, dovresti andare avanti perché uno come lui non ti merita” rispose Harry dopo aver ascoltato l’amico. Thad accennò un sorriso. “Forse hai ragione… Grazie Harry. Spero che a te vada meglio che a me con Draco” “Grazie, ho buoni presentimenti dato che abbiamo deciso di uscire questo weekend” ammise il Grifondoro sorridendo, poi quest’ultimo accompagnò Thad al suo dormitorio, incominciando a chiacchierare come se si conoscessero da sempre.

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


Quel sabato mattina, Harry era particolarmente felice dell’appuntamento imminente con Draco e gironzolava per il dormitorio con un sorriso stampato sul volto. Kurt, passando per la Sala comune, lo vide e gli si avvicinò, incuriosito dal suo atteggiamento. “Buongiorno Harry! Come mai tutta questa felicità stamattina?” gli chiese sorridendogli. “Oh niente di che, sono solo contento perchè tra un paio d’ore uscirò finalmente con Draco!” esclamò il moro. Kurt sorrise, felice per il suo compagno, poi notò il suo abbigliamento, più o meno il solito di sempre, un po’ trascurato, così gli lanciò un’occhiataccia. “Sono felice per te, ma… hai davvero intenzione di andare ad un appuntamento conciato così?” Harry lo guardò confuso, dopo essersi guardato i vestiti. “L’intenzione era quella… Perché?” Kurt scosse la testa, alzando gli occhi al cielo. “Beh, vedi un po’ tu… Comunque, se non dovessi prepararmi anche io per un’uscita con Blaine, ti avrei già rifatto il look. Ti conviene comunque chiedere un aiuto a qualcuno, dico sul serio. Buona fortuna Harry” replicò, per poi tornare nella sua stanza. Harry ascoltò le parole dell’amico, poi si guardò intorno spaesato: doveva trovare qualcuno che lo aiutasse, effettivamente non era vestito nel modo migliore per un appuntamento con uno come Draco Malfoy, però non sapeva a chi rivolgersi. D’un tratto gli venne in mente Ginny, l’amica avrebbe sicuramente saputo come aiutarlo, così andò a cercarla. Pochi minuti dopo, si ritrovò nella sua stanza con lei che guardava nell’armadio, cercando dei vestiti adatti. “Harry è davvero difficile trovarti un outfit adatto per un appuntamento con quello che hai qui dentro, ho troppo poco tempo per scegliere” affermò la ragazza mentre frugava tra i suoi cassetti. “Lo so, scusa Ginny, ma pensavo che i miei vestiti andassero bene fino a che Kurt non mi ha smontato l’idea, quindi abbiamo poco tempo per decidere cosa farmi mettere… Ora capisco perché ci mettete sempre così tanto a prepararvi voi ragazze” borbottò Harry guardandola sospirando. Ginny si girò a fissarlo. “Questo è il minimo Harry! Tu non devi neanche pensare all’acconciatura o al trucco! L’altro giorno sono uscita con Dean e non hai idea di quanto tempo ci ho messo per decidere cosa mettermi, avevo deciso i vestiti già giorni prima” gli spiegò la ragazza, lasciandolo sorpreso. “Bene… Ma quindi hai deciso di dare una possibilità a Dean?” “Diciamo che, parlando con lui, mi sono resa conto che poteva essere il ragazzo con cui condividere qualcosa di più di un’amicizia. Perciò abbiamo deciso di iniziare a frequentarci e vedere come va e per il momento direi che sta andando più che bene” affermò la rossa. “Sono felice per voi, vi meritate entrambi qualcuno con cui star bene insieme” Ginny annuì sorridendogli, per poi tirar fuori una maglietta dall’armadio del ragazzo. “Grazie… Ma oggi tocca a te fare colpo, quindi tieni, prova questa. Dovrebbe andare bene, risalta il colore dei tuoi occhi. E abbinala con quelli” concluse la ragazza, indicandogli dei jeans neri che aveva precedentemente tirato fuori.

Qualche ora più tardi, Harry stava aspettando Draco subito fuori dall’ingresso di Hogwarts per il loro appuntamento. Il Serpeverde, infatti, si stava facendo attendere e arrivò solo 10 minuti dopo, uscendo dal portone camminando con nonchalance verso il Grifondoro. “Sei in ritardo, Malfoy” brontolò Harry, che si stava facendo già mille paranoie sulla possibilità che il biondo gli avesse dato buca. “Sono elegantemente in ritardo, Potter. Dieci minuti è il minimo che devi aspettare prima che arrivi uno come me ad un appuntamento” gli rispose Draco con un ghigno, poi si avviò in direzione di Hogsmeade. “Beh, allora Potter che fai lì impalato? Muoviti, non abbiamo tutta la giornata” disse il Serpeverde, dopo essersi girato a guardare il Grifondoro, per poi tornare a camminare. “Cosa vuoi Malfoy? Sei tu quello che è arrivato in ritardo, mica io!” esclamò Harry, per poi sbuffare e seguire il biondo.

Appena arrivati, i due ragazzi iniziarono a fare un giro per il villaggio. Ad un certo punto, passarono davanti a Mielandia, così Draco si girò a guardare il moro. “Potter, ti va di entrare a comprare dei dolci? Inizio ad avere fame” gli propose. Harry annuì ed entrarono insieme nel negozio, dove Draco iniziò a guardarsi intorno e a prendere subito dei dolciumi. Il Grifondoro lo guardò incuriosito. “Non ti facevo tipo da dolci, Malfoy. Sei sempre così acido” commentò, ridendo sotto i baffi. “Non sono acido!” ribattè Draco con una voce più acuta del solito, girandosi a guardarlo male. “E poi ci sono tante cose che non sai di me, Potter” borbottò, rigirandosi verso il banco dei dolci. “Beh, è per questo che siamo qui. Per conoscerci meglio” asserì il moro sorridendogli. Draco rimase stupito da quella affermazione e arrossì leggermente, senza farsi però notare dall’altro, che si era girato a guardare le cioccorane. Più tardi, usciti dal negozio con in mano un sacchetto pieno di caramelle e cioccolatini, fecero un rapido giro al negozio di Zonko, poi ad un tratto Draco si fermò. “Andiamo a bere una Burrobirra, Potter?” consigliò, indicandogli il pub “I Tre Manici di scopa”, a cui erano vicini. Harry lo guardò, poi annuì e lo seguì all’interno del locale. Entrati, Draco addocchiò un tavolo vicino ad una finestra e si diresse verso di esso, finchè non sentì una voce famigliare. “Ciao Harry! Anche tu qui?” sentì dire, così si girò e vide Terry Steeval che salutava il Grifondoro, abbracciandolo. Quando si staccò, Draco guardò la reazione di Harry, che era rimasto sorpreso quanto lui di vedere il suo ex accompagnatore del ballo. “Ciao Terry…” mormorò il moro. “Effettivamente sì, sono qui con Draco per bere una Burrobirra”. Draco sentendo quelle parole rilassò i muscoli del suo corpo, che si erano improvvisamente irrigiditi alla vista di Terry che abbracciava l’altro. Terry si girò e si accorse in quel momento del biondo. “Oh ciao Malfoy…” disse, accenando un sorriso di circostanza. “Ciao…” replicò il biondo, poi, dopo essersi guardato intorno, riguardò il ragazzo. “Scusaci Steeval, ma ora dobbiamo andare o ci ruberanno il tavolo” borbottò velocemente, per poi prendere Harry per un braccio, trascinandolo via dal Corvonero, senza lasciargli il tempo di salutarlo. Terry lo guardò confuso, dato che c’erano la metà dei tavoli del pub liberi, poi sbuffò e se ne andò con i suoi amici. Non appena Terry se ne fu andato, Draco si sedette sospirando. Harry, che era già seduto, lo guardò. “Che ti è preso, Malfoy? Stavo solo salutando il mio amico Terry” disse sogghignando. “Se non ti conoscessi, avrei detto che quella fosse una scenata di gelosia”. Draco strinse i pugni sotto il tavolo. “Ma che dici Potter? Non volevo semplicemente perdere il posto… E poi non mi andava di parlare con quello sfigato” rispose il biondo. “Se lo dici tu, Malfoy” mormorò Harry sorridendo. Passarono un’oretta a chiacchierare del più e del meno, del Quidditch e delle lezioni, tra cui quelle al Glee, e dei loro amici: ad Harry faceva piacere conoscere meglio Draco, che sembrava essere abbastanza disposto a parlare, cosa non abituale del Serpeverde.

Dopo un po’ decisero di andare a fare quattro passi, così, dopo che Draco ebbe pagato per entrambi, uscirono insieme dal pub, iniziando a camminare, dirigendosi verso la Stamberga Strillante. “È stato molto carino da parte tua pagare anche per me, Draco” mormorò il moro sorridendogli mentre camminavano fianco a fianco nella neve. “Non ti ci abituare, Potter” borbottò Draco, arrossendo, nascondendosi il volto nella sciarpa pesante dei Serpeverde. “Vorrà dire che la prossima volta pagherò io” rispose Harry sorridendo. Draco alzò lo sguardò, fissando negli occhi il Grifondoro. “Perché, pensi che ci sarà una prossima volta, Potter?” gli domandò il biondo guardandolo curiosamente. “Beh, credo di sì, insomma siamo stati bene e poi ho apprezzato quando hai fatto la tua scenata prima, ovviamente non di gelosia eh, per “prendere posto” al pub, dopo che Terry si era avvicinato a me” affermò il moro sorridendogli. Draco arrossì di nuovo, cercando continuamente di nasconderlo ad Harry, per poi tentare di rispondergli a tono, iniziando a sproloquiare. “Un Malfoy non fa scenate di gelosia, Potter. E anche fosse, io non ero affatto geloso, volevo solo prendere il tavolo vicino alla finestra, come ti avevo già detto. Un Malfoy deve sempre avere il meglio, no? Di certo non mi lasciavo soffiare il tavolo più bello solo perché tu ti sei fermato a parlare con quello là. E poi lui ti stava importunand-” In quel momento Harry, sicuro dopo quel giorno di piacere al Serpeverde, stanco di sentirlo parlare a vanvera, decise di prendere in mano la situazione da vero Grifondoro, e si avvicinò all’altro, fino a quando gli fu abbastanza vicino per baciarlo. Draco rimase sorpreso da quel gesto inaspettato: non pensava che Harry sarebbe stato abbastanza coraggioso da baciarlo per primo, anche se doveva ammettere che l’aveva sottovalutato… e che non gli dispiaceva affatto, così ricambio il bacio a poco a poco. Poco dopo, quando si staccarono, Draco guardò l’altro negli occhi. “Chi ti ha dato il permesso Potter?” gli chiese guardandolo male. Harry lo guardò confuso. “M-ma hai ricambiato… Insomma io credevo che… S-scusa non volevo, cioè volevo, però non volevo essere indiscreto…” borbottò imbarazzato. “Ma che hai capito, Potter? Intendevo dire chi ti ha dato il permesso di staccarti?!” esclamò l’altro, per poi riavvicinarsi a lui, riattaccandosi alle sue labbra.

Nei giorni dopo Draco e Harry continuarono ad uscire tra di loro, continuando a punzecchiarsi a vicenda come al solito, ma grazie anche a questo avevano trovato un loro equilibrio come coppia; non era più una novità infatti vederli insieme ad Hogwarts e anche il resto della scuola ci stava facendo l'abitudine, nonostante fossero stati due rivali in precedenza. In quello stesso periodo, anche un'altra coppia era uscita alla luce del sole, anche se provocarono meno scalpore dei primi due: infatti, Ginny e Dean si erano molto avvicinati durante i giorni seguenti al ballo di Capodanno ed avevano iniziato a frequentarsi ufficialmente, tanto è vero che i due venivano spesso visti mano nella mano per i corridoi della scuola o venivano beccati a pomiciare nel cortile.

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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***


Per la fine del mese, il professor Schuester aveva deciso di organizzare una nuova sfida per il Glee Club: era una cosa che il Glee faceva tutti gli anni, la sfida ragazzi vs. ragazze. Dato che tutti erano coinvolti, i ragazzi erano emozionati di poter cantare tutti e di sfidare l’altro sesso.


La sfida si svolse alla fine dell’ultima settimana del mese, in modo da dar tempo a tutti di prepararsi, anche a chi non era abituato. I primi ad iniziare furono i ragazzi, che per l’occasione si erano vestiti tutti di bianco con canottiere e pantaloni della tuta. Le ragazze appena li videro, ridacchiarono, mentre il professore li guardò incuriosito. “Che cosa cantate?” domandò loro sorridendo. “Beh, se non si fosse capito… Faremo “I want it that way” dei Backstreet Boys” rispose Finn un po’ imbarazzato.


Detto questo, lui e gli altri ragazzi si misero al centro dell’aula canto in posizione e iniziarono a ballare e cantare.


Blaine cominciò ad intonare le prime note della canzone, mettendosi davanti agli altri ragazzi, che si stavano muovendo a tempo, facendogli da coro.


Blaine:
You are my fire
The one desire
Believe when I say
I want it that way
 
Blaine, finita la sua strofa, si spostò, lasciando spazio a Harry.


Harry:
But we are two worlds apart
Can't reach to your heart
When you say
That I want it that way
 
 
Ron: Tell me why
Tutti: Ain't nothin' but a heartache
Ron: Tell me why
Tutti: Ain't nothin' but a mistake
Ron: Tell me why
Tutti: I never wanna hear you say
I want it that way
 
Sebastian:
Am I your fire
Your one desire
Yes I know it's too late
But I want it that way
Mentre cantava, Sebastian si girò verso Thad fissandolo strafottente negli occhi e, poco prima di tornare al suo posto, gli fece l’occhiolino ghignando, lasciando Thad a metà tra l’infuriato e lo scombussolato.
 
Sam: Tell me why
Tutti: Ain't nothin' but a heartache
Sam: Tell me why
Tutti: Ain't nothin' but a mistake
Sam: Tell me why
Tutti: I never wanna hear you say
I want it that way
 
Finn:
Now I can see that we've fallen apart
From the way that it used to be, yeah
No matter the distance
I want you to know that
Deep down inside of me
 
Puck:
You are my fire
The one desire
You are, you are, you are, you are
Don't wanna hear you say...
 
 
A questo punto, anche le ragazze iniziarono a muoverele braccia a tempo di musica, cantando in playback.


Blaise:
Ain't nothin' but a heartache
Ain't nothin' but a mistake
(I wanna hear you say)
I never wanna hear you say
I want it that way
 
Draco: Tell me why
Tutti: Ain't nothin' but a heartache
Draco: Tell me why
Tutti: Ain't nothin' but a mistake
Draco: Tell me why
Tutti: I never wanna hear you say
I want it that way     
 
Blaine: ‘Cause I want it that way…
 
Finita la performance, le ragazze si alzarono ad applaudire, nonostante fossero i loro rivali. Prima che fossero tutti usciti dall’aula, però, Mercedes si alzò in piedi e li guardò. “Sì, bravi, bravi, ora però aspettatevi le vere dive” mormorò prima di uscire di scena, visto che loro si sarebbero esibite il giorno dopo.


La mattina seguente, Thad entrò nell’aula di Pozioni e, appena vide Harry seduto da solo, si sedette stancamente di fianco a lui. “Ti dispiace se mi siedo qui? Jeff continua a tartassarmi di domande ogni volta che mi vede” disse al Grifondoro guardandolo. “Sì tranquillo, tanto non avevo nessun compagno per questa lezione, Draco si siede sempre al primo banco…” rispose Harry, poi guardò meglio il Tassorosso. “Sicuro di stare bene Thad? Ti vedo un po’ provato” “Non ho dormito molto bene stanotte…” ammise l’altro. Draco, in quel momento, notò i due seduti insieme a parlare, fin troppo vicini per i suoi gusti. Il biondo stava per alzarsi, ma vide entrare in quel preciso istante Lumacorno e quindi dovette risedersi, ma li tenne d’occhio per tutta la lezione. Thad fece caso allo sguardo omicida di Draco. “Harry, sei sicuro che vada bene che io mi sieda qui? Credo che Draco non sia molto felice della cosa…” sussurrò, indicando ad Harry il Serpeverde che li stava fissando con gli occhi assottigliati. Harry si girò a guardare Draco, poi sospirò. “Tranquillo, non stai facendo niente di male. Con Draco ci parlerò alla fine della lezione. Piuttosto, non credo tu ti sia seduto qui solo per sfuggire alle grinfie di Jeff, o sbaglio? Il fatto che tu non abbia dormito è abbastanza indicativo di come tu ti senta” mormorò il Grifondoro. Thad sospirò “Hai ragione, ma non c’è molto di diverso da dire dall’ultima volta che abbiamo parlato…” “Fammi indovinare? Di nuovo Sebastian? Cosa ha combinato stavolta?” “C’è che continua a prendermi per i fondelli! Hai visto come si è comportato ieri durante l’esibizione? Sono furibondo… Sono dannatamente arrabbiato con lui, però allo stesso tempo non riesco a togliermelo dalla testa in quel senso” Harry lo guardò dispiaciuto, non sapeva bene cosa dire all’amico per consolarlo più di quello che gli aveva già detto, forse doveva solo cercare di dimenticarsi di Sebastian. “Sono davvero dispiaciuto per te, Thad… Ma hai mai provato ad uscire con qualcun altro? Forse potrebbe aiutarti ad andare avanti. Sai come si dice tra i babbani, no? Chiodo schiaccia chiodo” provò ad incoraggiarlo. “In realtà non ci ho mai provato, anche perché avendo in testa solo lui non riuscirei neanche a concentrarmi su qualcun altro” concluse il Tassorosso sospirando. Draco li aveva fissati per tutto il tempo, e, appena finita la lezione si alzò ed uscì dall’aula, fulminandoli con lo sguardo. Prima che Thad e Harry si alzassero, però, vennero bloccati da Sebastian. “Ma come Thaddy, mi hai già dimenticato? Credevo di esserti rimasto impresso nella mente” mormorò sprezzante, guardandolo però con amarezza, per poi uscire dall’aula. Thad scosse la testa sentendolo, per poi avviarsi fuori dalla stanza, mentre Harry notò un particolare che prima gli era sfuggito: Sebastian si stava comportando come aveva fatto Draco fino a poco tempo prima, sembrava quasi geloso.


Quel pomeriggio, le ragazze erano pronte a esibirsi per la sfida e a battere i ragazzi; infatti, non appena furono tutti in aula canto e il professor Schuester dette loro il via, incominciarono a ballare e a intonare “Wannabe” delle Spice Girls.
 
Santana: Yo, I'll tell you what I want, what I really really want
Mercedes: So tell me what you want, what you really really want
Santana: I'll tell you what I want, what I really really want
Mercedes: So tell me what you want, what you really really want
Santana: I wanna, I wanna, I wanna, I wanna, I wanna really
Really really wanna zigazig ha.
 
Quinn: If you want my future forget my past,
If you wanna get with me better make it fast,
Now don't go wasting my precious time,
Get your act together we could be just fine.
 
Ginny: I'll tell you what I want, what I really really want
Hermione: So tell me what you want, what you really really want
Ginny: I wanna, I wanna, I wanna, I wanna, I wanna really,
Really really wanna zigazig ha.
 
Brittany iniziò a ballare in mezzo all'aula canto, cominciando a far battere le mani ai ragazzi.
Subito dopo, durante il ritornello, tutte le ragazze si misero a fare un balletto, imitando le parole della canzone verso i loro ragazzi.
Tutte: If you wanna be my lover, you gotta get with my friends,
Make it last forever friendship never ends,
If you wanna be my lover, you have got to give,
Taking is too easy, but that's the way it is.
 
Rachel: What do you think about that now you know how I feel,
Say you can handle my love are you for real,
I won't be hasty, I'll give you a try, If you really bug me then I'll say goodbye.
 
Santana: Yo I'll tell you what I want, what I really really want,
Mercedes: So tell me what you want, what you really really want,
Santana: I wanna, I wanna, I wanna, I wanna, I wanna really,
Really really wanna zigazig ha.
 
Le ragazze ricominciarono il loro balletto, mentre Brittany tirò dentro a ballare anche i ragazzi.
 
 
Tutte: If you wanna be my lover, you gotta get with my friends,
Make it last forever friendship never ends,
If you wanna be my lover, you have got to give,
Taking is too easy, but that's the way it is.
If you wanna be my lover, you gotta, you gotta, you gotta,
You gotta, you gotta, slam, slam, slam, slam
Ginny: Slam your body down and wind it all around,
Slam your body down and wind it all around,
Slam your body down and wind it all around,
Slam your body down zigazig ha.
 
Tutte: If you wanna be my lover!
 
Appena finirono di cantare, tutti applaudirono; dopodiché il professor Schuester si alzò per dichiarare il vincitore: “Come avete potuto constatare, siete stati tutti bravissimi, quindi direi che questa sfida è finita con un pareggio!” esclamò sorridendo, lasciando però tutti particolarmente contrariati per il responso, dato che sia i ragazzi che le ragazze avevano sperato di vincere gli uni contro le altre.

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Capitolo 26
*** Capitolo 26 ***


Passò una settimana da quel giorno e la scuola cominciò ad essere in fermento per l’arrivo di San Valentino. Le coppie infatti cercavano di trovare qualcosa da fare con la loro metà per quel giorno speciale, mentre gli innamorati pensavano a come fare per dichiararsi al loro amato.


Quel lunedì pomeriggio, il professor Schuester aveva già in mente l’idea per festeggiare l’evento, così aveva convocato tutti i ragazzi del Glee in aula canto per annunciar loro il tema della settimana: le dediche. Il professore infatti aveva pensato che il tema perfetto per San Valentino fossero le canzoni d’amore da dedicare a chi si ama. I ragazzi furono entusiasti dell’idea e iniziarono tutti già a parlarsi pensando a cosa cantare.


Subito dopo che il professore ebbe detto il tema della settimana, Hunter si era girato verso Trent e l’aveva guardato istintivamente, facendolo arrossire: era da qualche giorno che il Serpeverde aveva ricominciato a lanciargli occhiatine e a cercare di riattirare la sua attenzione. Quando tutti iniziarono ad uscire dall’aula, anche Trent si alzò e andò verso la porta, ma fu fermato da Hunter, che bloccò l’uscita davanti a lui. “Possiamo parlare?” gli domandò guardandolo negli occhi. Trent lo guardò titubante. “Di che cosa vuoi parlare?” chiese cercando di sostenere il suo sguardo. “Oh niente di particolare, solo parlare… Da soli” rispose il Serpeverde. Trent sgranò gli occhi a quelle parole, non se lo aspettava in quel momento. “Scusa, ma adesso… ho un impegno” mormorò, girando la testa dall’altra parte per non guardarlo negli occhi mentre gli stava mentendo, per poi allontanarsi. “Prima o poi dovremmo parlare, non potrai evitarmi per sempre!” esclamò Hunter guardandolo andare via.


Trent era immerso nei suoi pensieri mentre camminava via il più lontano possibile da Hunter quando si scontrò nel corridoio con Neville. “Oh scusa Neville, non guardavo dove stavo andando” mormorò Trent non appena si accorse dell’altro. “Tranquillo Trent…. Piuttosto, sei sicuro di star bene? Ti vedo un po’ sovrappensiero” rispose l’altro guardandolo. “Non ti preoccupare, ho solo molto a cui pensare…” “Oh ok, se vuoi un consiglio, magari posso esserti d’aiuto. Non sarò Hermione, ma magari un parere esterno ti può essere d’aiuto” propose Neville sorridendogli. “Uhm, effettivamente un’opinione diversa dalla mia potrebbe essermi utile… Ecco, vedi, mi stavo sentendo con questo ragazzo, siamo usciti un paio di volte assieme l’anno scorso e anche quest’anno, però lui non voleva rendere la storia pubblica, così mi sono allontanato. Solo che adesso lui mi ha detto di volerci riprovare e in effetti anche io vorrei, perché mi manca, ma ho paura che non cambi niente e non so cosa dirgli.” confessò Trent, stufo di tenersi tutto dentro. “Accidenti, è una situazione parecchio complicata, però secondo me si può affrontare. Probabilmente, dovresti accettare la sua proposta e uscirci insieme, vedendo come va. Una seconda possibilità non si nega a nessuno, no? E poi se lui ti fa stare così bene e ti manca dovresti riprovarci seguendo il tuo cuore. Mal che vada, se non cambia niente, puoi sempre dirgli di no più avanti, non credi?” “Sì, forse hai ragione… Ci penserò su. Grazie Neville” rispose Trent sorridendogli grato, poi salutò il Grifondoro e tornò nel suo dormitorio.


A partire dal giorno dopo, i ragazzi del Glee iniziarono così a svolgere il tema della settimana, facendo le dediche ai propri amati. Finn decise di iniziare a cantare per primo e cantò “Miss Indipendent” di Ne-Yo a Rachel, subito dopo venne il turno di Ron, che dopo essersi congratulato con Finn, ormai suo amico, cantò “Your song” di Elton John a Hermione. Entrambe le ragazze furono estasiate dalle esibizioni inaspettate dei propri ragazzi. Nei giorni successivi tutti fecero le proprie dediche, tranne qualcuno, per esempio Sebastian, che però continuava a stuzzicare Thad mandandogli occhiate maliziose durante le esibizioni degli altri e dandogli fastidio al termine delle lezioni.


Il giorno prima di San Valentino, toccava alle ultime dediche e così Nick si presentò al centro dell’aula. “Vorrei dedicare una canzone al mio ragazzo.” esordì sorridendo “Jeff, questa è per te” affermò, per poi far partire la base e iniziare a cantare.


I found a love for me
Darling, just dive right in and follow my lead
Well, I found a boy, beautiful and sweet
Oh, I never knew you were the someone waiting for me
‘Cause we were just kids when we fell in love
Not knowing what it was
I will not give you up this time
But darling, just kiss me slow, your heart is all I own
And in your eyes, you’re holding mine



Jeff, già dalle prime note, si emozionò e guardò Nick con occhi sognanti mentre cantava. Nick a sua volta ricambiò lo sguardo per tutta la canzone, sorridendo.

Baby, I’m dancing in the dark with you between my arms
Barefoot on the grass, listening to our favorite song
When you said you looked a mess, I whispered underneath my breath
But you heard it, darling, you look perfect tonight



We are still kids, but we’re so in love
Fighting against all odds
I know we’ll be alright this time
Darling, just hold my hand
Be my boy, I’ll be your man
I see my future in your eyes



Dopo la seconda strofa, Nick si avvicinò a Jeff e lo prese per mano, per poi trascinarlo al centro dell’aula, facendolo ballare abbracciato a lui mentre cantavano insieme l’ultima parte della canzone.


Baby, I’m dancing in the dark, with you between my arms
Barefoot on the grass, listening to our favorite song
I have faith in what I see
Now I know I have met an angel in person
And he looks perfect
I don’t deserve this
You look perfect tonight



Alla fine della canzone, tutti applaudirono e Nick diede un bacio a Jeff, facendolo arrossire.


Finita la lezione, Trent tornò nel suo dormitorio pensieroso: la canzone di Nick e Jeff aveva smosso qualcosa dentro di lui e gli aveva ricordato di dover ancora dare una risposta ad Hunter. Appena arrivato al suo dormitorio, sentì il picchiettare alla finestra da parte di un gufo, così si avvicinò alla finestra, la aprì e notò nel suo becco un bigliettino, lo prese e, dopo aver visto volar via il gufo, si sedette sul suo letto e lo lesse; era un messaggio da parte di Hunter e c’era scritto: “Siamo stati molto lontani nell’ultimo periodo e mi manchi Trent, volevo parlarti per poter mettere le cose a posto. Ti andrebbe di passare San Valentino con me a Hogsmeade? Hunter” Trent rimase sorpreso da quel messaggio, non si aspettava una richiesta del genere da Hunter, forse a quel punto era davvero cambiato e voleva farsi vedere con lui. Sorrise leggermente a quel pensiero, così decise di accettare e gli scrisse un messaggio in risposta: “Hai ragione, è vero che siamo stati molto lontani in questo periodo… e mi sei mancato anche tu. Mi dispiace non averti dato modo di parlare con me, ma avevo bisogno di pensare. Non voglio più essere tenuto nascosto, come se ti vergognassi di me, però ho deciso di darti un’ultima possibilità, perciò accetto l’invito, ma sappi che se non cambia niente non avrà senso continuare. Ci vediamo domani pomeriggio davanti all’uscita. Trent”. Una volta scritto, lo mandò con il suo gufo ad Hunter. Nel frattempo, nel dormitorio dei Serpeverde, Hunter stava aspettando una risposta un po’ agitato per paura di un rifiuto da parte dell’altro, in piedi di fianco alla finestra, continuando a guardar fuori, sperando di vedere arrivare il gufo. In quel momento entrò nella stanza Sebastian, per recuperare una cosa dal suo armadio, quando notò il compagno attaccato alla finestra, lo guardò per un po’ e poi sorrise sornione. “Devi farli crescere ancora un po’ i capelli prima di poterli lanciare giù dalla finestra Rapunzel, se no il principe azzurro come ti raggiunge?” affermò ridacchiando. Hunter si girò sentendolo, accorgendosi di lui e lo guardò male. “Che vuoi?” gli domandò freddo. “Oh niente… Sembravi star aspettando qualcuno” “Fatti gli affaracci tuoi Sebastian” borbottò Hunter scocciato. Sebastian rise di nuovo, poi uscì dalla stanza. Poco dopo Hunter vide arrivare finalmente il gufo dalla finestra, così lo fece entrare, prese il biglietto nel suo becco e lo fece volar via. Appena ebbe il biglietto tra le mani lo lesse velocemente, cercando di metabolizzare cosa ci fosse scritto. Era sollevato dal fatto che Trent avesse accettato di uscire nuovamente con lui, anche se era preoccupato per quello che sarebbe potuto accadere il giorno seguente. Lui ci teneva veramente al Tassorosso e non voleva perderlo, sperava che il giorno dopo sarebbe stato perfetto per la loro uscita, anche se era ancora molto spaventato dall’idea di uscire allo scoperto, non per Trent, anzi, ma più per sè, non riusciva ancora ad ammettere agli altri di essere omosessuale, già aveva fatto fatica e ci aveva messo tempo ad ammetterlo a sé stesso… Però per Trent ci avrebbe provato.


Il giorno seguente a scuola erano tutti in fermento, ogni studente avrebbe voluto passare quella giornata con la persona che amava di più, ma non tutti erano così fortunati da poterlo fare. C’era infatti chi, per svariati e diversi motivi, era da solo e non era così contento del fatto che quel giorno fosse S.Valentino; vedere tutte le coppie innamorate o che si stavano formando non era infatti per tutti una gioia. Tra quelle persone afflitte da quel fatidico giorno c’era Thad, il quale, demoralizzato dagli ultimi eventi successi tra lui e Sebastian, era rimasto chiuso in camera, non scendendo neanche per la colazione.


“Su Thad, il sole splende, è una magnifica giornata! Non puoi rimanere in dormitorio tutto il giorno! C’è pure la gita ad Hogsmeade oggi, quindi non ti permetterò di fare la larva che sta rinchiusa tutto il tempo!” esclamò Jeff, dopo averlo visto ancora sdraiato sul suo letto, entrando in camera e avvicinandosi per spalancare le finestre e fare entrare la luce. Thad sospirò, mettendosi seduto sul bordo del letto. “Davvero Jeff? È una bella giornata?! Perché per me non lo è affatto” borbottò. Jeff si girò a guardarlo. “Sì, è una bella giornata, perché è esattamente come tutte le altre qui a Hogwarts! Devi alzarti da lì, vestirti e scendere, pronto per venire ad Hogsmeade con noi!” “Sai bene che non è una giornata come le altre, Jeff… E non ho nessuna intenzione di venire ad Hogsmeade a vedere tutte le coppiette felici che si sbaciucchiano a ricordarmi che io invece sono solo!” rispose il moro guardando male l’altro. “Le coppiette ci sono tutti i giorni, Thad, mi spiace dirtelo… E poi non sei da solo, sei con le persone più belle del mondo, i tuoi migliori amici, me e Nick! Quindi vedi di alzare il tuo culetto e di portarlo giù, che è da un po’ che non passiamo una giornata insieme noi tre” rispose a tono Jeff, tirandolo per le maniche del pigiama e facendolo alzare. “Grazie Jeff, ma non voglio rovinare la giornata di San Valentino a te e Nick con il mio umore nero” “Thad, io e Nick passiamo tutte le giornate insieme, non abbiamo bisogno di San Valentino per festeggiare! E poi mi rovineresti di più la giornata stando qua, dato che penserei soltanto a te che saresti qui da solo a deprimerti!” Thad alzò gli occhi al cielo. “Non smetterai di chiedermelo fino a che non accetterò, vero?” gli chiese poi guardandolo. Jeff sorrise e annuì. “Come mi conosci bene, Thad” mormorò il biondo ridendo. Thad sospirò per l’ennesima volta e si alzò. “Dammi cinque minuti che mi preparo… Ma vi concedo solo un paio d’ore, poi voglio ritornare qui!” esclamò poi, andando verso il bagno. Jeff esultò, poi uscì e decise di aspettarlo nella Sala Comune dei Tassorosso.

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Capitolo 27
*** Capitolo 27 - San Valentino ***


Il fatto che San Valentino coincidesse con l’uscita ad Hogsmeade concesse alle coppie di passare la giornata lì. Tra di loro c’erano anche Draco e Harry che avevano deciso di trascorrere quella gita insieme come fosse un appuntamento. Draco in quel periodo si era sentito un po’ messo da parte da Harry, sempre circondato dai suoi amici, infatti era stato più che contento di accettare quando Harry gli aveva chiesto di uscire solo loro due per quella giornata. Mentre camminavano per arrivare alla cittadina, il Serpeverde osservò il moro di sottecchi. “Finalmente ti sei deciso a passare un po’ di tempo con me, Potter” disse dopo un po’ di silenzio. Harry si girò a guardarlo. “Perché? Non credevo di esserti mancato così tanto” esclamò il Grifondoro ridendo sotto i baffi. Draco, sentendosi rispondere con quel tono di sfida, arrossì. Harry, notandolo, lo guardò negli occhi. “Sei arrossito per caso?” gli domandò. Il biondino scosse la testa. “No, assolutamente, è colpa del freddo. I Malfoy non arrossiscono, io ho solo la pelle sensibile” borbottò. Harry sorrise. “Comunque volevo passare anch’io più tempo con te” mormorò il moro. Draco si sentì soddisfatto e sorrise compiaciuto. “È ovvio che tu voglia passare più tempo con me, chi non vorrebbe?” gli rispose poi a tono, facendolo ridere.


Poco più tardi, mentre passeggiavano, Harry si fermò davanti ai Tre manici di scopa. “Ti va di andare a bere qualcosa per scaldarci?” domandò quindi al Serpeverde. Draco annuì stringendosi nel cappotto, per poi entrare con il Grifondoro nel locale. Appena entrati, si diressero al bancone per ordinare, quando Harry notò in fila davanti a loro Trent e Hunter, che, come si erano ripromessi, erano venuti insieme a Hogsmeade per l’occasione festiva, così si avvicinò a loro con Draco per salutarli. “Ciao ragazzi!” esclamò il Grifondoro appena fu loro vicino. Trent, sentendolo, si girò e lo vide, così gli sorrise. “Ciao Harry, come stai? Anche tu qui? Vedo che vanno bene le cose tra voi due” gli disse il Tassorosso, guardando lui e Draco, che prese la parola dicendo “Sì, tra noi va tutto bene. Voi, invece, siete venuti insieme?” gli domandò con fare inquisitore, piuttosto incuriosito. Trent fece per rispondergli in modo affermativo, quando Hunter, evidentemente a disagio, si intromise negando. “…In realtà no, ci siamo appena incontrati anche noi; infatti ero da solo a fare un giro e stavo cercando qualcuno della nostra casata, quando ho visto Trent e mi sono solo fermato a salutarlo” mentì spudoratamente, senza riuscire a guardare in faccia il suo accompagnatore: non avrebbe voluto mentire, ma dopo aver visto Draco, le parole gli erano uscite spontaneamente, avendo paura della reazione del compagno. Trent, sentendolo dire quelle cose, si girò verso di lui e lo fulminò con lo sguardo, sentendosi tradito dalle promesse che gli aveva fatto e sentendosi offeso, dato che l’altro aveva praticamente ammesso di vergognarsi di lui davanti agli altri. Dopo un paio di secondi di silenzio, Trent si girò verso gli altri due. “Già, me ne stavo giusto andando, c’è troppa folla qui e io non vorrei farmi vedere con la gente sbagliata” disse secco il Tassorosso, salutando la coppia e tornandosene verso Hogwarts. Harry confuso guardò Trent uscire, poi si rigirò verso Hunter. “Mi sono perso qualcosa?” gli chiese il Grifondoro. “Non ne ho idea… Comunque, ora scusatemi, ma ho visto David Ainshtain fuori e volevo chiedergli una cosa, ci vediamo” rispose Hunter, scappando fuori dal locale. “Ma chi è David Ainshtain?” domandò Draco guardando Harry, che alzò le spalle. “Non lo so, sarà uno che conosce lui” gli rispose il moro, per poi scuotere la testa e ordinare per lui e il biondo.


Appena fuori dalla locanda, Hunter corse in direzione del castello inseguendo Trent, quando lo raggiunse urlò. “Aspetta Trent!” Trent fece finta di non sentirlo e continuò a camminare. Hunter lo affiancò, cercando di bloccarlo. “Dai Trent, parliamone!” esclamò il Serpeverde, guardandolo supplicante. “Sei stato abbastanza chiaro, non c’è niente di cui dobbiamo parlare” borbottò in risposta il Tassorosso, spostandolo con una spalla e continuando a camminare. “Sai che non volevo, ma non sono abituato a uscire con qualcuno…” “Qualcuno come me?” domandò Trent sprezzante, guardandolo negli occhi. “Dai hai capito cosa intendevo dire…” cercò di giustificarsi Hunter. “Sì, ho capito benissimo” gli sibilò contro il Tassorosso. “No non hai capito niente, il problema non sei tu” mormorò l’altro. “Invece sì, il problema sono sempre stato io, se no non ti vergogneresti di farti vedere con me!” replicò Trent, alzando il tono di voce, poi lo guardò saccente. “Con le ragazze con cui sei uscito, non mi sembrava che tu avessi problemi” “Era una situazione diversa e lo sai” “Hai ragione, sono stato stupido a pensare che potesse andare diversamente con te” Hunter sospirò. “Ho solo bisogno di altro tempo, dammi l’ultima occasione” sussurrò guardandolo negli occhi. Trent lo fissò, poi scosse la testa. “Era oggi la tua ultima occasione. Non ho più voglia di soffrire per qualcuno che si vergogna di me” “Trent…” mormorò Hunter cercando di fermarlo. “Basta Hunter, non mi farai cambiare idea, sono arrivato al limite. Chiudiamola qui” concluse Trent, guardandolo un’ultima volta negli occhi, per poi superarlo e andarsene. Hunter rimase lì in silenzio, guardando Trent allontanarsi da lui, esterrefatto, capendo che stavolta l’altro non sarebbe più tornato da solo da lui.


Nel frattempo, anche Nick, Jeff e Thad avevano fatto il loro giro per i vari negozi di Hogsmeade e Thad, per un momento, si era distratto dalla tristezza che aveva in quei giorni; ad un certo punto, dopo aver controllato l’ora, il Tassorosso si girò verso i suoi amici. “Ok ragazzi, grazie per la giornata, ma penso che per me sia arrivato il momento di andarmene e lasciarvi fare le vostre cose da fidanzati” Jeff stette per rispondere, ma Thad lo interruppe. “Tranquillo sto meglio, davvero. Non vi preoccupate per me e godetevi queste ultime ore insieme, io tornerò al castello” concluse sorridendo, per poi allontanarsi da loro e dirigersi verso Hogwarts. Lungo il tragitto, lo sguardo di Thad fu catturato da una coppia che veniva nella sua direzione. Non appena gli furono vicini, uno dei due prese la parola. “Ciao Thaddy, cosa ci fai qui tutto solo?” domandò Sebastian con un ghigno. “Niente, lasciami in pace Sebastian” rispose scocciato Thad, cercando di ignorare le sue frecciatine. “Cosa c’è Thaddy, ho detto qualcosa di male?” gli chiese il Serpeverde, guardandolo innocentemente. “Lo sai benissimo cosa c’è Sebastian. Non mi dare fastidio e torna dal tuo giocattolino” rispose schietto Thad, dando un’occhiata al ragazzino che era di fianco a Sebastian. Il Serpeverde ghignò di nuovo e fece un passo verso di lui. “Ma lo sai che sei tu il mio giocattolino preferito, Thaddy” gli sussurrò. In quel momento, il ragazzo con cui era stato accompagnato, li guardò confusamente. “Sebastian, chi è questo qui?” domandò scrutando Thad. “Oh, nessuno, è soltanto uno sfigato, tesoro” mormorò il Serpeverde al ragazzo maliziosamente. “Se davvero fossi soltanto quello per te, non saresti qui a parlare con me” borbottò Thad, che stava iniziando ad infuriarsi. “Tu non sei niente per me, mi diverte solo vedere che, nonostante tutto ciò che ti dica o ti faccia, tu sia sempre lì pronto ad aspettare che io ti dia un minimo di attenzione o che io ti accolga di nuovo tra le mie braccia, o meglio nel mio letto” rispose pronto Sebastian. “Non è assolutamente vero, sai bene che non mi piegherei mai ai tuoi capricci” “Non puoi negare l’evidenza, sai benissimo anche tu che, se solo io lo volessi, in qualsiasi momento, anche ora, tu saresti lì pronto a gambe aperte davanti a me, gridando il mio nome” gli sussurrò il Serpeverde ghignando. A quelle parole, Thad non ci vide più per la rabbia e mollò uno schiaffo in pieno viso a Sebastian, per poi andarsene senza voltarsi indietro. Sebastian rimase lì impietrito. “Dai Sebastian, andiamocene” intervenne il ragazzino guardandolo. “No, vai da solo, mi è passata la voglia” riuscì a borbottare il Serpeverde, girandosi poi e allontanandosi, lasciando lì da solo il ragazzino.


Harry e Draco stavano camminando tranquillamente, dopo essere usciti dal locale, quando videro in lontananza tutta la scena. Harry, vedendo Thad in difficoltà, senza pensarci un attimo, decise di doverlo seguire, così si girò verso Draco. “Scusa Draco, devo andare a vedere come sta. Ci vediamo dopo!” esclamò, giustificandosi, per poi correre dietro a Thad. Draco, vedendo Harry andar via, si infuriò: come aveva potuto lasciarlo lì da solo, soprattutto dopo aver passato già le giornate precedenti ad ignorarlo? Non aveva intenzione di passare sopra alla questione come se niente fosse, questa volta non lo avrebbe perdonato, pensò andandosene via.


Mentre Draco rimaneva con i suoi pensieri, Harry raggiunse Thad sulla via di ritorno per Hogwarts. “Aspetta Thad!” gli urlò, facendo fermare il Tassorosso. “Ciao Harry, scusa ma non è un buon momento…” “Lo so, ho visto quello che è successo e volevo vedere come stavi…” mormorò il Grifondoro in risposta. “Ah, hai visto… Immagino non dev’essere stato un bello spettacolo” “Decisamente no, ma non è colpa tua, Sebastian è stato proprio meschino a giocare così con i tuoi sentimenti... Tu cos’hai intenzione di fare adesso con lui?” domandò Harry, guardando Thad. “Che cosa vuoi che faccia? Lui è stato fin troppo chiaro e io non ho più intenzione di soffrire per lui, sono già stato fin troppo male…” sussurrò il Tassorosso. “È comprensibile, anche io la penserei come te, ma sei sicuro che a lui non interessi più niente di te?” “A parte portarmi a letto? È stato piuttosto esplicito nelle sue intenzioni” “Io non ne sarei così sicuro…A me ricorda molto Draco prima che iniziassimo ad uscire: non faceva altro che cercare di attirare la mia attenzione nell’unico modo che conosceva, facendo battuttine e prendendomi in giro. Non gli importava che fosse il modo sbagliato, l’importante era che io mi concentrassi su di lui… E credo che Sebastian stia facendo la stessa cosa con te” spiegò Harry, cercando di rassicurarlo. “Non lo so Harry, la situazione mi sembra molto diversa e poi sinceramente non voglio più illudermi. Se anche fosse come dici tu, cosa che non credo, ormai è andato decisamente troppo oltre, mi merito di meglio” affermò Thad serio. “Sì, devi vedere tu. In ogni caso se hai bisogno io sono qua” disse Harry, non insistendo e facendogli un grosso sorriso. “Grazie del supporto, non voglio disturbarti oltre… Non dovevi uscire con Draco oggi?” rispose Thad guardandolo. “Sì, ero con lui, ma ho pensato che tu avessi bisogno… Ora che ci penso, sarà parecchio arrabbiato dato che l’ho lasciato lì da solo, forse è meglio se torno da lui. Ci vediamo Thad!” esclamò Harry, per poi tornare dove aveva lasciato Draco, non trovandolo però più lì.


Il Serpeverde, ancora adirato, aveva ormai raggiunto il castello, era sceso nei sotterranei ed era entrato nel suo dormitorio, borbottando tra sé e sé insulti al povero Harry. Appena arrivato in camera, iniziò ad andare in giro per la stanza, sistemando ossessivamente tutto quello che gli capitava sotto mano. I suoi compagni, vedendolo, provarono a chiedergli cosa ci fosse che non andava, ma lui fulminava ognuno di loro con lo sguardo anche solo se gli si avvicinavano. Poco più tardi, Blaise, di ritorno dal suo appuntamento con Pansy, rientrò in camera e notò il comportamento insolito del biondo. “Cosa è successo stavolta?” domandò avvicinandosi a lui, sbuffando già esasperato. Draco, sentendo la sua voce, si girò a guardarlo più arrabbiato che mai. “Cosa è successo?! È successo che lo sfregiato mi ha malamente abbandonato da solo durante il NOSTRO appuntamento per correre dietro al suo amichetto!” esclamò il biondo furibondo. “Dopo tutto quello che gli ho detto sul fatto che mi avesse già snobbato in questi giorni, ha osato abbandonarmi così! Non ho intenzione di correre dietro a qualcuno a cui non interessa niente di me!” “Non ti sembra di essere un po’ affrettato nel tuo giudizio Draco? In fondo voleva aiutare un amico…” si intromise Blaise, guardandolo saccente. “No, non voglio che mi ferisca più di quanto non abbia già fatto…” mormorò l’altro sospirando. Blaise rimase sorpreso da quelle parole, l’amico non lasciava quasi mai vedere questo suo lato più fragile. “Non credo che Harry abbia intenzione di ferirti, penso che sia stato il suo carattere da Grifondoro a portarlo ad aiutare tutti. Però posso capire se non te la senti di continuare con lui” gli confessò poi il più alto. “Sinceramente, mi piacerebbe avere qualcuno che mi metta al primo posto e da quello che ho visto non credo che Harry riuscirebbe a farlo, quindi preferisco lasciarlo ora prima di innamorarmi seriamente di lui e soffrire ancora di più” concluse Draco, per poi sedersi sul suo letto, lasciando andar via Blaise. Il biondo decise poi così di scrivere una lettera ad Harry perché gli veniva più facile scrivergli. “Potter, dopo quello che è successo oggi non voglio più essere preso in giro da te, perciò ho deciso di smettere con questa nostra messa in scena, possiamo smetterla di fingere entrambi che ci importi l’uno dell’altro. Non venire più a cercarmi. Draco Malfoy”. Una volta finita, la mise in una busta e la consegnò al suo gufo.


Quella sera Harry ricevette la lettera e non riuscì a capire come mai il Serpervede si fosse arrabbiato così tanto, sapeva di aver sbagliato lasciandolo a Hogsmeade da solo, ma non pensava che si sarebbe infuriato al punto da lasciarlo con una lettera per una questione del genere. Dopo aver finito di leggere, si alzò dal suo letto sul quale si era appena seduto, prese il Mantello dell’invisibilità e uscì dalla Sala comune, diretto verso il dormitorio dei Serpeverde. Una volta arrivato lì, aspettò che qualcuno entrasse, per approfittare della porta aperta e sgattaiolare dentro senza farsi notare, si diresse verso la stanza di Draco e, notando il biondo da solo, si tolse il Mantello. “Dobbiamo parlare” esordiì il Grifondoro guardandolo. Draco sussultò sentendo la sua voce e si girò verso di lui. “Cosa ci fai tu qui?! Non si usa più bussare?” domandò. Harry ignorò la sua domanda. “Cosa significa questa?!” chiese, brandendo la lettera in mano. “Significa esattamente quello che c’è scritto. Non sai più leggere, Potter?” disse sprezzante il Serpeverde. “Smettila di fare il finto tonto, sai benissimo quello che intendo. Cosa vuol dire “possiamo smetterla di fingere entrambi che ci importi l’uno dell’altro”?! Credo di averti dimostrato che ci tengo a te” continuò il moro, dopo aver letto parte della lettera. “Bel modo di dimostrarlo… In ogni caso, mi spiace per te, come ti ho già scritto non ho intenzione di continuare qualsiasi cosa ci fosse tra di noi” commentò Draco. “Quindi vuoi far finire tutto soltanto perché oggi ho deciso di aiutare un mio amico invece che rimanere con te?” domandò Harry, cercando di capire cosa ci fosse sotto l’atteggiamento improvviso del Serpeverde. “Sì, mi sono stufato di questa relazione” borbottò il biondo. Harry lo guardò e sospirò. “So che non mi stai dicendo tutto, ti conosco...” “Non c’è altro da dire, Potter” “Va bene, ho capito che non mi vuoi dire più nulla, ma capirò da solo qual è il problema, non voglio rinunciare a te” concluse il Grifondoro guardandolo. Draco, sentendolo, si girò verso la finestra e arrossì. “Fa quello che vuoi” mormorò. Harry gli diede un ultimo sguardo, per poi uscire e tornare nel suo dormitorio. “Stupido coraggio da Grifondoro” borbottò il Serpeverde guardandolo andar via.

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Capitolo 28
*** Capitolo 28 ***


La settimana dopo San Valentino le cose non erano cambiate: Draco, ancora arrabbiato con Harry, si rifiutava di rivolgergli la parola e il Grifondoro di conseguenza cercava di capire le reali motivazioni dietro il suo comportamento; Thad cercava di dimenticare Sebastian, provando a ignorarlo il più possibile, mentre l’altro non riusciva a capire perché continuasse a ripensare alla discussione avuta con lui; Trent aveva deciso di chiudere tutti i ponti con Hunter dopo quello che gli aveva fatto, mentre il Serpeverde aveva cercato in tutti i modi di parlargli e farsi perdonare senza successo, così si era chiuso in sé stesso.

Quel lunedì di fine Febbraio, i ragazzi, come ogni lunedì, si stavano incamminando verso la lezione di Difesa contro le Arti Oscure. Quando arrivò in aula, Thad stette per sedersi, quando qualcuno lo spintonò. “Spostati sfigato” gli borbottò Draco superandolo: essendo arrabbiato con Harry anche perché lo aveva lasciato da solo per Thad, era di conseguenza arrabbiato anche con lui e doveva sfogare la sua rabbia. “Ehi, fai attenzione” mormorò il Tassorosso. “Hai detto qualcosa, sfigato?” si girò il Serpeverde guardandolo male. Thad non seppe cosa rispondergli all’inizio, non capiva perché l’altro se la stesse prendendo con lui. “Tranquillo, non prendertela con me per i tuoi problemi” gli sussurrò poi ricambiando il suo sguardo. “Senti sfigato, i miei problemi, come dici tu, sono anche colpa tua” rispose a tono Draco avvicinandosi a lui, mentre tutti gli altri studenti si girarono a guardarli, tra cui Harry, che era appena arrivato in classe. “Ma se non ti ho fatto niente!” esclamò stupito Thad. “Niente?! È colpa tua se-“ stette per replicare il biondino, quando qualcuno li interruppe. “Visto che avete tanto da discutere, scommetto che avrete anche voglia di mostrare ai vostri compagni gli incantesimi non verbali con un duello, vero?” si intromise il professor Piton guardandoli. I due ragazzi, presi alla sprovvista, dovettero dare risposta affermativa, così annuirono e si misero al centro dell’aula, seguiti da Piton, che fece una breve introduzione sugli incantesimi non verbali che avevano appena iniziato a studiare e diede il via al duello. Harry, che aveva assistito al battibecco dei due ragazzi rimanendo sorpreso dalle parole di Draco, guardò quest’ultimo confuso; il Serpeverde ricambiò, guardandolo intesamente come a volergli comunicare cosa provava, dopodichè si girò velocemente verso Thad e gli lanciò un incantesimo di disarmo sussurrandolo, incantesimo che però il Tassorosso riuscì a parare sempre parlando. “Si chiamano incantesimi non verbali, signor Harwood” borbottò Piton guardando male solo lui, nonostante avessero sbagliato entrambi. Thad sospirò sentendolo, così provò a lanciare un incantesimo paralizzante senza parlare, ma non gli riuscì bene e Draco riuscì a schivarlo, per poi concentrarsi e lanciargli uno schiantesimo che andò dritto verso di lui, facendolo volare all’indietro sul pavimento. “Complimenti Malfoy, 10 punti a Serpeverde” disse Piton, per poi decretare la fine del duello. Draco sorrise per poi girarsi soddisfatto verso Harry, che improvvisamente si rese conto che c’era davvero qualcosa che lui non gli aveva detto, così decise che avrebbe parlato con Blaise per schiarirsi le idee, sperando che il migliore amico di Draco potesse dargli qualche consiglio in più. Nel frattempo, Sebastian, presente a lezione, vedendo Thad cadere per terra colpito dall’incantesimo, si avvicinò istintivamente a lui e gli domandò “Tutto bene?”, preoccupato che si fosse fatto male, ma quando si sporse verso di lui per aiutarlo ad alzarsi, il Tassorosso, accorgendosene, si scansò e si alzò da solo, per poi ritornare al proprio posto, senza degnarlo di uno sguardo. Sebastian rimase un po’ spiazzato, ma riuscì a ricomporsi e a tornare al suo banco, tuttavia fece fatica a seguire il resto della lezione, troppo concentrato a pensare a quello che era successo: perché si era alzato ed era andato istintivamente da Thad e perché si era così tanto preoccupato per lui?

Finita la lezione, Sebastian uscì dall’aula con ancora quelle domande che gli giravano nella testa, sapeva che probabilmente non ne sarebbe uscito e non trovando soluzione decise di tornare al dormitorio e trovare qualcosa da fare per non pensarci. Arrivò in camera sua ancora borbottando, irritato dal fatto che non riusciva a togliersi Thad dalla mente, non notando la presenza di Hunter, che era arrivato prima di lui e lo stava guardado stranito. “Si può sapere cos’hai da borbottare?” gli domandò. Sebastian, accorgendosi finalmente di lui, lo guardò male. “Non rompere Clarington” borbottò, per poi sedersi sul suo letto sbuffando. “Guarda che non devi prendertela con me se Harwood non ti fila più!” esclamò allora Hunter guardandolo saccente. “…È davvero così evidente?” “Abbastanza, almeno per me che ti conosco. Solitamente dopo che ti porti a letto qualcuno perdi interesse, ma con lui evidentemente non è così. Guarda oggi che sei corso da lui non appena l’hai visto cadere!” gli spiegò l’altro. Sebastian sospirò. “Sinceramente non so nemmeno io cosa mi stia succedendo! Perché sono ancora così preso da lui? Ho già avuto quello che volevo, davvero non capisco” “Sei sicuro che volevi solo quello da lui?” “Ma sì, perché dovrei volere altro da Harwood?!” “Beh, non saprei, sei tu quello che continua a parlarne” disse Hunter sarcastico. Sebastian sembrava poco convinto dalle parole dell’amico, così fece una smorfia. “Prova a pensarci” continuò l’altro. Sebastian, nonostate avesse già la sua idea, decise di ascoltarlo e di rifletterci su. Hunter nel frattempo lo lasciò ai suoi pensieri e si mise a leggere. Qualche minuto dopo, nel silenzio sentì urlare un “Merde!” dal suo compagno francese, così chiuse il libro e si girò a guardarlo. “Ci sei arrivato? Non ci hai messo tanto dai” disse scherzosamente. “Come ho fatto a non accorgermene… Ma soprattutto come fa a piacermi Harwood? Lui è… Harwood!” esclamò Sebastian stupito. “Non scegliamo noi chi ci piace, Sebastian” mormorò Hunter in risposta, e la sua mente automaticamente andò a pensare a Trent. Sebastian, che notò lo sguado perso dell’altro, lo guardò sorridendo. “Ti riferisci a me o a te?” gli chiese allora ridacchiando. “Cosa c’entro io?!” disse Hunter risvegliandosi dai suoi pensieri. “Vuoi dirmi che non stavi pensando a nessuno in particolare? Ti ho visto più sulle tue in questo periodo, perciò è palese che ci sia qualcuno a cui tu pensi…” gli spiegò l’altro. “Non cambiamo argomento, stavamo parlando di te e della tua cotta per Harwood” “Va bene torniamo a parlare di me… Tanto so che prima o poi verrai da me a parlarne!” esclamò Sebastian. “Ok… Allora, cos’hai intenzione di fare adesso che hai capito finalmente che ti piace Harwood?” “Semplice, andrò da lui, ci proverò e tornerà da me” rispose il francese, alzando le spalle, per poi buttarsi sul suo letto, mentre Hunter lo guardava decisamente scettico.

Dopo la lezione di Piton, Harry aveva deciso che doveva parlare al più presto con Blaise, così quella sera dopo cena, vedendo che Draco era già andato in dormitorio, si avvicinò a lui. “Possiamo parlare?” gli chiese sedendosi di fianco a lui al tavolo. A quel punto, Blaise si accorse di lui e si girò a guardarlo. “Potter, immagino che tu non sia venuto qui per parlarmi dell’arrosto di stasera, vero?” Harry scosse la testa imbarazzato. “Peccato, era proprio buono” commentò il Serpeverde ridacchiando. “Allora, cosa vuoi sapere di Draco?” chiese poi guardandolo. “Mi ha detto di essersi stufato di me, ma so che non mi ha detto il vero motivo”. Blaise sembrò pensarci su, poi disse “…Se io te lo dico, cosa mi garantisce che tu non commetta gli stessi errori? So che entrambi teniamo a lui, ma io non voglio continuare a vederlo soffrire” “Perché sono innamorato di lui” rivelò Harry. Blaise lo guardò dritto negli occhi per essere sicuro di quello che aveva sentito, poi annuì. “Draco ha molte insicurezze. Per quanto possa sembrare una persona forte, ha bisogno di una persona che gli dia certezze. La sua paura è che tu non riesca a metterlo al primo posto” “Ma per me lui è al primo posto!” “Non è me che devi convincere Potter, è lui. E per lui non contano le parole, ma i fatti. Se non riesci a dimostarglielo, lo perdi” concluse Blaise, per poi alzarsi e andarsene. Harry ripensò a quelle parole mentre tornava al suo dormitorio: doveva trovare assolutamente un modo per dimostrare quello che provava a Draco.

Nonostante i suoi buoni propositi, Harry non riuscì a risolvere il suo problema per mancanza di tempo: in quel periodo i professori li avevano riempiti di compiti e lui doveva stare dietro anche al Quidditch in vista delle prossime partite. Quel weekend infatti i Grifondoro avrebbero dovuto sfidare i Serpeverde e Harry si era concentrato sugli allenamenti. Quella domenica mattina, Harry voleva cogliere l’occasione della partita per parlare con Draco, con il quale aveva provato ad approcciarsi diverse volte nei momenti liberi durante quella settimana, senza però esserci riuscito perché l’altro continuava a evitarlo.

Poco prima dell’inizio, mentre le squadre si stavano preparando per andare in campo, Sebastian notò con la coda dell’occhio Thad mentre andava sugli spalti, così, per iniziare a riconquistarlo, decise di raggiungerlo e fermarlo per parlargli. “Sei venuto a fare il tifo per me Thad? Perché a me piacerebbe molto che tu lo facessi” disse, sorridendogli sornione. “…Da quando mi chiami per nome, Smythe?” chiese il Tassorosso guardandolo male. “Perché? Preferivi Thaddy?” rispose Sebastian ghignando. Thad alzò gli occhi al cielo. “Smettila Smythe, non rompere” concluse, per poi andarsene, lasciando Sebastian a bocca aperta.

Poco dopo, le due squadre si ritrovarono una di fronte all’altra sul campo. “I Capitani si stringano le mani!” esclamò Madama Bomb vicino a loro. Harry si avvicinò a Draco e gli tese la mano. “Anche se sei arrabbiato con me, volevo augurarti buona fortuna” sussurrò sorridendo leggermente. Draco non gli rispose, si limitò a stringergli la mano frettolosamente, per poi salire in sella alla sua scopa e iniziare a giocare dopo il fischio di inizio.

Non appena la partita fu iniziata, Sebastian prese subito possesso della pluffa e si diresse verso la porta avversaria: era intenzionato a fare più punti possibili per mettersi in mostra davanti a Thad. Si destreggiò tra gli altri giocatori e lanciò la pluffa, che Ron non riuscì a prendere, facendo il primo punto della giornata, per poi girarsi verso gli spalti cercando Thad. Quando lo individuò, si avvicinò e gli fece un occhiolino, che il Tassorosso ignorò, girandosi dall’altra parte. Sebastian decise di non demordere e continuò a giocare, facendo fare alla propria squadra un punto dopo l’altro. Vedendolo, Thad pensò bene di tifare a gran voce per gli avversari, i Grifondoro. “Forza Grifondoro! Vai Harry! Vai ragazzi!” urlò quindi. Sebastian, a quel gesto, ci rimase male. Non fu l’unico però a sentirlo, infatti anche Draco aveva sentito chiaramente il Tassorosso fare il nome di Harry, così si era girato a guardarlo male.

Nel frattempo, Hunter, che aveva visto il suo compagno di squadra fare un sacco di punti, sorrise contento guardandolo, ma, nel girarsi, notò Trent sugli spalti che parlava molto vicino a Zacharias Smith, così perse la concentrazione e non vide il bolide che incombeva verso di lui, così fu travolto, cadde dalla scopa e precipitò a terra, perdendo i sensi, facendo voltare tutti verso di lui, compreso Trent, che corse giù dagli spalti per andare da lui, insieme ai professori che l’avevano visto cadere. Il Tassorosso decise così di accompagnare il Professor Schuester mentre lo portava in infermeria.

Harry, approfittando della situazione, scrutò il cielo e individuò il boccino, così si scagliò velocemente a prenderlo, subito seguito da Draco. Nel momento in cui il Grifondoro stava per prendere il boccino, il Serpeverde gli si avvicinò. “Non pensare di portarmi via anche questo, Potter” gli disse arrabbiato. Harry riuscì però ad afferrare il boccino, rendendosi conto solo dopo delle parole di Draco. Appena lo prese, il commentatore dichiarò la vittoria dei Grifondoro, che si riunirono intorno ad Harry esultando, ma il moro aveva in mente solo le parole del Serpeverde, che durante la confusione si era allontanato, così decise di raggiungerlo per chiarire una volta per tutte. “Draco aspetta!” esclamò seguendolo. Il biondo fece finta di non sentirlo e continuò a camminare imperterrito. Harry aumentò il passo fino a che non si avvicinò abbastanza da poterlo prendere per un braccio, fermandolo. “Lasciami andare, Potter” sussurrò il Serpeverde, girandosi a guardarlo. “No, voglio sapere che cosa intendevi prima con quella frase” disse deciso il Grifondoro. “Devi aver sentito male, non ho detto niente. E comunque non ti riguarda” rispose secco Draco, cercando di liberarsi dalla presa di Harry, che però lo teneva stretto. “Non prendermi in giro, ti ho sentito benissimo. La cosa riguarda me quanto te. Quindi te lo richiedo: cosa intendevi dire?” Il Serpeverde sbuffò. “Niente, stavo solo parlando del boccino. Non tutto quello che dico riguarda te” borbottò sempre più scocciato. “So che non intendevi solo quello, ma non capisco perché tu non me lo dica” confessò Harry. “Non è la prima volta che non mi capisci. Tornatene pure dalle persone che ti interessano e lasciami stare” disse Draco sprezzante, guardando finalmente negli occhi. “Tu mi interessi, ma non capisco perché tu non mi dici mai cosa ti passa per la testa!” “Non sembra da come ti sei comportato” controbattè il Serpeverde, riuscendo poi a staccarsi dalla presa dell’altro e facendo per andarsene. “E come mi sarei comportato?! Tu mi hai lasciato con una lettera da un giorno all’altro senza dirmi il perché! Per una volta nella vita, abbi il coraggio di dirmi le cose come stanno, senza nasconderti dietro la tua facciata di ragazzino viziato che non si fa scrupoli e non viene scalfito da niente e da nessuno, quando in realtà hai solo paura di affrontare la realtà e di mostrarti per quello che sei!” sbottò il moro. Sentendo quelle parole, a Draco si gelò il sangue nelle vene, così si irrigidì e si rivolse al Grifondoro. “Così è questo che pensi su di me? Ho provato più volte a dirti che volevo sentirti più vicino a me e non sentirmi una seconda scelta, ma a quanto pare non hai capito quanto realmente fosse importante per me e mi hai visto solo per come appaio e non per come sono in realtà. Stavo iniziando a pensare di aver sbagliato a mandarti quella lettera, ma se pensi davvero queste cose di me, allora non abbiamo più niente da dirci.” concluse il Serpeverde, per poi girarsi e andarsene. Harry rimase sorpreso da quelle parole, si era reso conto di averlo giudicato male, ma non riuscì nemmeno a chiamarlo, che il biondo era già scomparso dentro il castello.

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Capitolo 29
*** Capitolo 29 ***


Nel frattempo, Sebastian era tornato negli spogliatoi per cambiarsi dopo la partita e poi si era diretto verso l’infermeria per andare a vedere come stava Hunter, in fondo era il suo migliore amico. Una volta arrivato, notò Trent uscire frettolosamente dall’infermeria e lo guardò confuso, ma il Tassorosso evitò il suo sguardo e se ne andò. Il Serpeverde alzò le spalle ed entrò. In quel momento vide Hunter svegliarsi, così gli si avvicinò. “Allora, come stai Bella Addormentata?” gli chiese mettendosi di fianco al suo letto. Hunter si stropicciò gli occhi, poi lo vide. “Ah sei tu. Diciamo che sono stato meglio… Allora, com’è finita la partita?” “Da schifo. Dopo che sei caduto, Potter ha preso il boccino e ha fatto vincere i Grifondoro”. Hunter fece una smorfia. “Beh, se solo fossi rimasto in sella con la scopa, forse avremmo vinto” commentò Sebastian. Hunter sorrise a quell’affermazione. “Stai dicendo che senza di me non avreste potuto vincere?” chiese maliziosamente. “No. Sto dicendo che ti sei fatto distrarre per nulla. A proposito, cosa stavi guardando così attentamente?” gli domandò Sebastian. “Niente” rispose prontamente l’altro. “Mh, hai ragione, riformulo la domanda: CHI stavi guardando?” A quella domanda, Hunter sembrò agitarsi, era decisamente imbarazzato. “Te l’ho detto, niente. Cosa ti fa pensare che fossi interessato a qualcuno?” disse nervosamente. “Quindi, sei veramente interessato a qualcuno che ti ha distratto, eh?” “Non è quello che ho detto, Smythe” “Ma non l’hai neanche negato” ridacchiò Sebastian. “E credo di avere qualche idea su chi sia, ma vorrei che fossi tu a dirmelo” continuò. “Non penso che tu possa aver capito chi sia” commentò Hunter sospirando. “Oh, credo di averlo capito benissimo” “Non credo. Tu non puoi immaginare che tipo di persona mi piaccia realmente.” “In realtà penso di avere piuttosto chiaro che tipo di persona ti piaccia. Dopotutto, credo di essere piuttosto bravo a capire certe cose, non credi?” domandò Sebastian retoricamente. Hunter fece un grugnito poco capibile, guardandolo scettico. A quel punto, Sebastian incrociò le braccia sul petto e si fece più serio. “Hai davvero paura che IO possa giudicarti per QUESTO?” gli domandò guardandolo negli occhi. “Non ho paura del tuo giudizio, è che non è semplice ammetterlo ad alta voce” confessò Hunter. “Se vuoi imparare ad accettarti, dovrai pur iniziare a parlarne con qualcuno o rischierai di stare solo male, te lo posso assicurare”. Hunter in quel momento capì che il suo migliore amico lo sapeva e che non si sarebbe fatto problemi e forse per lui era giunto il momento di ammetterlo davvero a qualcuno, così fece un respiro profondo. “Ok, te lo dirò... è iniziato tutto l’anno scorso dopo che ho baciato un ragazzo. Non sapevo perché l’avessi fatto, è stata una cosa che non avevo programmato, dopotutto non mi sono mai immaginato insieme a un ragazzo prima di quel momento, però mi è piaciuto più baciare lui che qualsiasi altra ragazza. Così ho intrapreso una specie di relazione con lui, ma mi hanno sempre spaventato le sensazioni che mi dava, perchè non mi è mai piaciuto nessun ragazzo prima. Questo mi ha portato a tenere nascosta la cosa e a lui chiaramente non faceva piacere, così si è allontanato ed è ritornato da me diverse volte, quando ho provato a fare un passo avanti, la paura è stata più forte di me e ho rovinato tutto, così adesso non ne vuole più sapere di me” raccontò. Sebastian ascoltò tutto il discorso dell’altro, poi sentì l’ultima frase. “Se non ne avesse più voluto sapere di te, non sarebbe venuto a trovarti in infermeria” ammise sogghignando. “Cosa? Trent era qui?! …Aspetta, come facevi a sapere chi era se non te l’ho ancora detto?” “Allora ho indovinato! Comunque, non è stato difficile, ho solo visto un certo Tassorosso correre verso di te non appena sei caduto e poi l’ho visto uscire poco fa da qui con circospezione, perciò ho unito i puntini!” rispose Sebastian. “Ah, bene. Beh adesso lo sai anche tu. Allora, hai qualche consiglio da darmi?” chiese Hunter guardandolo. “Sinceramente credo tu abbia bisogno di fare chiarezza dentro di te, prima di provare di nuovo a riavvicinarti a lui… A meno che tu non voglia portartelo a letto, in quel caso, qualche consiglio ce l’avrei. Per il resto, non penso di essere la persona più indicata, non so se hai capito che siamo in una situazione simile” borbottò l’altro, dapprima serio, poi ironico. Hunter sospirò, effettivamente aveva ragione: entrambi erano in una situazione decisamente complicata. “Perché siamo amici noi due?” gli domandò allora. Sebastian rise. “Perché non potresti stare senza di me, ecco perché” gli rispose sorridendo, poi continuarono a parlare.

Quando Sebastian se ne fu andato, Hunter rimase da solo con i suoi pensieri, a riflettere su tutto ciò di cui aveva parlato con l’amico. Era vero che prima di incontrare Trent non aveva mai pensato a se stesso insieme con un ragazzo. Essendo cresciuto in una famiglia piuttosto tradizionalista, l’idea non lo aveva mai sfiorato. Infatti, nonostante fosse amico di Sebastian e non avesse mai avuto problemi ad accettare gli altri, su di sé non riusciva a concepire il pensiero che potesse essere omosessuale. Si era considerato eterosessuale perchè aveva avuto qualche ragazza, anche se nessuna lo aveva mai preso più di tanto, ma pensava fosse solo questione di trovare la ragazza giusta. Nel momento in cui era arrivato Trent, le sue certezze erano venute meno e aveva iniziato a dubitare di se stesso. Voleva stare con lui, così aveva instaurato quel rapporto particolare, ma col tempo era rimasto confuso e aveva troppa paura di mostrarsi per quello che era. Quando Trent gli aveva dato l’ultimatum, si era reso conto che non voleva perderlo, così si era sforzato di uscire allo scoperto per lui, ma al primo ostacolo si era bloccato: non si era sentito ancora pronto. Non riusciva a capire che cosa lo avesse fermato in quel momento, perché era così terrorizzato dal farsi vedere? Forse perchè, come gli aveva detto Sebastian, doveva capire lui stesso che cos’era e doveva prima chiarire con sé stesso. Così, iniziò a pensarci: Trent gli faceva quello strano effetto, era bello stare con lui e lo faceva sentire felice. Ma era stato Trent a fargli partire quel sentimento? Decisamente no. Certo, non si era mai visto con un altro ragazzo prima di lui, ma in passato qualche ragazzo aveva attirato la sua attenzione, solo che non ci aveva mai dato peso. Inoltre, anche se era stato con qualche ragazza, non si era mai sentito attratto da loro, ma lo faceva solo per sentirsi normale, perché i suoi genitori gli avevano sempre insegnato che era giusto così. Forse era stato quello il problema: non si era mai considerato omosessuale perché con gli insegnamenti che aveva ricevuto pensava fosse una cosa che poteva riguardare solo gli altri. Ma a quanto pare, non era così. Lui era omosessuale e doveva accettarlo. Capito questo, Hunter comprese che solo da quel momento avrebbe potuto lavorare su sé stesso e provare a riavvicinarsi a Trent.

Il giorno dopo, i ragazzi del Glee erano appena entrati in aula per la prima lezione della settimana, quando arrivò il professor Schuester che sembrava decisamente entusiasta. “Buongiorno ragazzi! Ho una grossa novità!” esclamò mettendosi al centro dell’aula. “Ho parlato con il professor Silente e ha accettato una proposta che avevo in mente per la fine dell’anno!” “Di che cosa si tratta professor Schue?” domandò Finn curioso. “Faremo un musical!” affermò il professore. “Davvero? Non vedo l’ora! …Ma chi sceglierà i ruoli professore?” domandò prontamente Rachel. “Li sceglierò io, ma non ho ancora deciso. Il musical sarà ambientato in una scuola e sarà liberamente ispirato a Grease, anche se sarà diverso. Mi serviranno quattro coppie principali miste, un preside e un altro personaggio adulto. Tutti gli altri potranno fare le comparse e preparare il set: mi serve qualcuno che prepari le coreografie, qualcuno che pensi alle scenografie, qualcuno per i costumi e il resto per gli effetti speciali. Che ne dite?” spiegò il professore sorridendo. “Se qualcuno vuole proporsi per qualche ruolo o incarico, lo terrò presente”. Rachel alzò subito la mano. “Io mi candido per la protagonista!” esclamò. Quasi tutti alzarono gli occhi al cielo. “Non ce lo saremmo mai aspettato” commentò ironica Santana, beccandosi un’occhiataccia da Rachel. “Va bene Rachel… Qualcun altro si propone per altri incarichi o ruoli?” chiese il professore. Blaine alzò subito la mano, seguito da altri ragazzi. Il professore, vedendoli, si segnò tutti i nomi e i vari ruoli, poi disse che ci avrebbe pensato. Mentre gli altri discutevano, ad un tratto Sebastian si alzò in piedi e si avvicinò al professore senza farsi notare. “Senta professor Schue, avrei una proposta per lei. Visto che ha bisogno anche di coppie miste, mi piacerebbe lavorare con Thad. Sa, tra me e lui c’è molta intesa e potremmo lavorare bene insieme” propose il Serpeverde sorridendo: il suo piano era quello di riavvicinarsi a Thad e quale modo migliore se non essere coinvolti con lui in una coppia del musical? Il professor Schuester lo fissò interessato. “Non è male come proposta Sebastian, ci penserò in base anche alle altre persone e domani farò sapere tutti i personaggi” ammise.

Il giorno successivo, il professor Schuester tornò per comunicare chi avesse scelto per il musical. Appena entrò nell’aula, tutti si misero sull’attenti: erano davvero curiosi di sapere quali parti avesse assegnato. “Ok ragazzi, ho deciso i ruoli per il musical!” affermò l’uomo sorridendo. “La coppia principale sarà composta da Rachel e Blaine!” A quella notizia, i due protagonisti esultarono contenti. “Le altre tre coppie saranno così divise: Harry e Ginny…” I due si guardarono sorridendo, sarebbe stato divertente lavorare insieme. “Kurt e Draco e Sebastian e Thad!” Sentito il professore, i ragazzi iniziarono a fare casino: Kurt era stranito di essere capitato con Draco, poiché non aveva avuto a che fare con lui da tempo, così come Draco, che pensava che sarebbe stato sicuramente interessante recitare con l’altro. Blaine e Harry però erano decisamente più sconvolti. Blaine non credeva alle sue orecchie: tra tutti i compagni che il professore poteva assegnare al suo ragazzo era capitato proprio Draco? “Professore, mi scusi, è davvero sicuro di queste coppie?” domandò il Tassorosso guardandolo scettico. “Certo Blaine, ci ho pensato a lungo e queste sono le combinazioni vincenti!” Blaine sospirò, avrebbe dovuto tenere d’occhio Draco per un bel po’. Anche Harry era parecchio preoccupato di quella accoppiata, già lui e Draco erano a un punto morto, ci mancava che si riavvicinasse a Kurt. Draco, notando la preoccupazione del Grifondoro, sorrise sornione e si avvicinò di più a Kurt. “Allora Kurt, siamo capitati insieme, eh? Ci sarà da divertirsi” disse il biondo. “Ti ricordo che sono fidanzato con Blaine, Draco. È vero, sarà interessante recitare insieme, ma non pensare ad altro” gli rispose Kurt. “Tranquillo, ho capito che siamo entrambi troppo simili per stare insieme Kurt… E poi ho anche io in testa qualcun altro” mormorò Draco. Kurt sentendolo notò Harry guardarli. “Capito. Beh, se vuoi una mano a fare ingelosire Harry, io ci sto. Però diciamolo a Blaine se no rischia di staccarti la testa da un momento all’altro” concluse ridacchiando. Nel frattempo, c’era un’altra persona non proprio contenta dell’abbinamento ricevuto: Thad, infatti, non avrebbe voluto dover stare in coppia con Sebastian per il musical, perché sarebbe significato passare più tempo con lui ed era una cosa che avrebbe voluto evitare. Così, si alzò dal suo posto e andò direttamente dal professor Schuester. “Scusi professor Schue, le coppie sono confermate così o c’è la possibilità che cambino?” “No Thad, non cambieranno, come ho detto a Blaine. Sebastian mi ha detto che siete molto amici, non credo ci saranno problemi, giusto? E poi, dato che tu sei un ragazzo particolarmente timido, questa occasione in cui lavorerai con lui potrebbe aiutarti a scioglierti!” spiegò il professore. Thad rimase un attimo confuso: Sebastian gliel’aveva chiesto? Si girò verso il Serpeverde che li stava guardando sorridendo e sospirò, poi gli si avvicinò. “Lavorerò con te, ma non pensare che questo cambi le cose. Parleremo solo del musical e di nient’altro” disse sicuro. “E chi ha detto che io voglia parlare?” gli domandò il Serpeverde ammiccandogli. Thad alzò gli occhi al cielo, poi tornò al suo posto, seguito da Sebastian che ghignava. Dopodichè il professore annunciò che Hermione avrebbe fatto la preside e Luna la segretaria nel musical, mentre tutti gli alti avrebbero fatto le comparse e aiutato lui a sviluppare scenografia, costumi e coreografie, poi disse a tutti di mettersi al lavoro, entusiasta.

La mattina seguente, mentre tutti erano nella Sala Grande a fare colazione, insieme al resto della posta, Edvige entrò con una busta legata alle zampe e si posò sul tavolo dei Serpeverde di fronte a Draco, il quale si stupì di vederla dato che lui e Harry non si parlavano più da giorni ormai. Con cautela, decise di sfilare la busta dalla zampa della civetta, che poi volò via. Non appena ebbe la busta, Draco se la rigirò tra le mani, guardato curiosamente da Blaise e Pansy, poi si decise ad aprirla. Al suo interno il Serpeverde vi trovò un bigliettino che recitava: “Ciao Draco, visto che vuoi evitarmi, pensavo di farmi perdonare in un altro modo per farti capire che per me sei davvero importante e continuerò a provarci finchè non capirai quanto ci tengo a te. Un bacio, Harry”. Leggendo il bigliettino, Draco arrossì, poi alzò lo sguardo per cercare Harry e lo vide di fronte a lui al tavolo opposto, così lo guardò male, scuotendo la testa, poi buttò il bigliettino di fianco al suo piatto e riprese a mangiare. Harry rimase un po’ male da quella reazione, anche se un po’ se lo aspettava, e ricominciò anche lui a mangiare; finita la colazione, però, si alzò e notò che il Serpeverde se n’era andato e non c’era più nemmeno il bigliettino, così sorrise: voleva dire che Draco l’aveva tenuto con sé.

Dopo la colazione, tutti i ragazzi erano tornati nelle Sale comuni per prepararsi alle lezioni e in quel momento Draco continuava a lamentarsi con Blaise di quello che era successo. “Non so cosa stia pensando di fare Potter. Crede che basti una lettera per farmi cambiare idea su di lui e su quello che mi ha fatto? Io non credo proprio! Non ci penso nemmeno a farmi incastrare di nuovo da lui, non mi interessa minimamente! Lui…” “Ma smettila” intervenne Blaise. “Cosa c’è?” si girò a chiedergli Draco. “Smettila di dire che non ti importa, se no non avresti tenuto il bigliettino! E poi, da come ne parli, si vede lontano un miglio che non vedevi l’ora che Potter facesse qualcosa per te!” “Non è assolutamente vero Blaise, stai vaneggiando.” borbottò in risposta Draco. “E poi sei mio amico! Dovresti stare dalla mia parte, non dalla sua!” Blaise sospirò. “Proprio perché sono dalla tua parte che ti dico così, è soltanto la verità! E poi, devi ammetterlo, è stato un gesto carino da parte di Potter, sembra davvero che voglia riconquistarti!” “Stai zitto, Blaise” disse Draco, mettendolo a tacere, per poi ricominciare a parlare e a lamentarsi, facendo scuotere la testa a un disperato Blaise.

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Capitolo 30
*** Capitolo 30 ***


In quei giorni, le coppie di ragazzi che dovevano prepararsi per il musical stavano passando più tempo insieme per vedere come organizzarsi; tra queste, anche Thad, suo malgrado, dovette decidere di stare con Sebastian durante alcuni pomeriggi dopo le lezioni per riuscire a lavorare sul loro copione. Così, gli aveva dato appuntamento per quel pomeriggio in un’aula vuota del castello. Appena arrivato, vide che Sebastian non era ancora lì, così, sospirando, si sedette ad un tavolo e tirò fuori il copione, iniziando a sfogliarlo. Qualche minuto dopo, entrò nell’aula Sebastian sorridendo. “Eccomi! Ti sono mancato Thad?” domandò vedendolo e sedendosi di fronte a lui. Thad ignorò la sua domanda. “Iniziamo a lavorare” borbottò rimanendo con lo sguardo sul suo copione. Sebastian guardò il Tassorosso, poi sospirando aprì anche il suo copione. Iniziò a leggere le battute delle loro scene, quando una scena gli saltò all’occhio: c’era un momento dello spettacolo in cui si sarebbero dovuti baciare. Così sorrise maliziosamente e rialzò lo sguardo verso l’altro. “Partiamo da questa scena!” esclamò indicandola. Thad guardò il copione del compagno, poi guardò male Sebastian. “Possibile che pensi sempre solo a quello, Smythe?” gli chiese irritato. “Vabbè, io ci ho provato” rispose il Serpeverde ridacchiando, per poi alzare le spalle e continuare a guardare il copione. Thad lo guardò, sorpreso dal fatto che Sebastian si fosse arreso così presto, ma non ci fece caso più di tanto e tornò anche lui a studiare.

Draco continuò a ricevere bigliettini da Harry, che era intenzionato a non arrendersi per farsi perdonare dal Serpeverde, il quale, nonostante non volesse ammetterlo, era compiaciuto da quelle dichiarazioni da parte del Grifondoro, ma continuava ad evitarlo, facendo finta che non gli interessasse. Nonostante non volesse perdersi d’animo, Harry però era piuttosto scoraggiato dopo l’ennesima sfuggita di Draco, non riusciva a capire cosa poteva fare di più per riconquistare il Serpeverde. Durante uno di quei pomeriggi di prova per il musical che facevano tutti insieme in aula canto, Ginny si accorse che qualcosa non andava, Harry sembrava piuttosto distratto, così si fermò dal recitare e gli si avvicinò. “Harry, vuoi stare qui a fissarlo tutto il giorno o hai intenzione di fare qualcosa?” gli domandò ridacchiando. Il Grifondoro si destò dai suoi pensieri, distogliendo lo sguardo da Draco, che dall’altra parte della stanza stava provando con Kurt, e si girò verso la rossa. “Non so cos’altro fare, se provo ad avvicinarmi non vuole ancora parlarmi e nonostante tenga i miei bigliettini, si comporta come se non gli importasse” mormorò sospirando. “Se tiene i bigliettini vuol dire che gli importa Harry, e se quello è l’unico modo con cui puoi comunicargli, fai in modo di fare un passo avanti” gli suggerì Ginny. Harry ci pensò su: forse Ginny aveva ragione, avrebbe dovuto fare un passo avanti chiedendogli di uscire, perché aveva bisogno di guardare Draco negli occhi e dirgli tutto quello che provava per farsi perdonare davvero. Così per capire il modo migliore per approcciarsi al Serpeverde, Harry decise di prendere un paio di giorni per rifletterci su, isolandosi dal resto appena poteva, andando spesso a schiarirsi le idee volando con la scopa sul campo da Quidditch. Dopo averci meditato a lungo, una sera il Grifondoro si convinse a scrivere il suo ultimo biglietto, sperando che il Serpeverde accettasse la sua offerta.

Quella sera, Draco era seduto sul suo letto nel dormitorio dei Serpeverde, quando sentì Edvige picchiettare contro il vetro della finestra, così si alzò, andò ad aprirle e, quando vide il bigliettino di Harry legato alla sua zampa, si sentì sollevato, perché era da qualche giorno che aveva notato il moro più distante e non si era più visto recapitare bigliettini fino a quel momento. Così, un po’ emozionato, Draco prese la lettera per poi vedere la civetta volare via, dopodichè si risedette sul letto, aprì la busta e, dopo aver visto che non ci fosse nessuno intorno, lesse il contenuto. “Ciao Draco, visto che questi bigliettini non mi hanno aiutato a riavvicinarmi a te, ho deciso che questo sarà l’ultimo. Nonostante ciò, non ho ancora intenzione di rinunciare a te, perché per me sei molto importante e voglio avere l’occasione per dimostrartelo. Mi manchi e vorrei tornare a passare il tempo insieme a te come facevamo prima. So che è complicato fartelo capire via messaggio e proprio per questo vorrei parlarti guardandoti negli occhi, quindi ti aspetterò domani sera alle 9 alla Torre di Astronomia, sperando di vederti arrivare. Harry.” Draco, leggendo, arrossì leggermente: le parole di Harry riuscivano sempre a colpirlo, in un modo o nell’altro. Anche a lui mancava il Grifondoro ed egoisticamente non voleva che Harry rinunciasse a lui perché ci teneva ancora, però era sempre dell’idea che se fossero tornati insieme avrebbe sofferto. Con quelle idee nella testa, era confuso su cosa avrebbe dovuto fare, così si mise a borbottare, camminando per la stanza. “Stupido Potter… Crede davvero che questa lettera cambi qualcosa? Non può sparire per due giorni facendomi preoccupare, per poi rispuntare con una proposta simile! Non cambierà quello che penso. Non ho intenzione di andare a quello stupido appuntamento, Potter dovrà farsene una ragione!” disse tra sé e sé, sapendo però in cuor suo che non sarebbe stato così facile prendere una decisione.

La sera successiva, Harry si presentò puntuale alla Torre di Astronomia, agitato perché non era sicuro che l’altro si sarebbe presentato. Dopo aver aspettato per quelle che a lui parvero ore, maledicendosi per aver lasciato la Mappa del Malandrino in dormitorio così non poteva controllare dove fosse Draco, stava per perdere le speranze, quando sentì dei passi risuonare dietro di sé, così si girò e vide il biondo comparire dalle scale. “Draco… Alla fine sei venuto…” mormorò Harry sorridendo. “Mettiamo subito le cose in chiaro Potter, sono venuto solo per dirti di smetterla una volta per tutte. Come ti ho già detto, non mi importa più di te” intervenne il Serpeverde. “Non ti credo” ribattè il Grifondoro convinto. “Come scusa?” chiese Draco indispettito. Harry si avvicinò a lui, fissandolo dritto negli occhi. “Non ci credi nemmeno tu… Non saresti qui se non ti importasse. Non sarebbe stato necessario venire se avessi voluto chiuderla” “No, volevo essere sicuro che la smettessi, per questo sono venuto” mormorò il biondo, cercando di evitare il suo sguardo. “Come ti ho già detto, non ti credo. Non riesci neanche a guardarmi negli occhi perché sai che non è la verità. Mi manchi Draco e non ho intenzione di perderti solo perché tu hai paura. So bene che entrambi teniamo l’uno all’altro.” “…Non è vero. Non sai quello che provo: io non ho paura” borbottò il Serpeverde, mettendosi sulla difensiva. Il Grifondoro si avvicinò ancora di più a lui. “Guardami negli occhi e dimmi che non provi quello che provo io”. Draco alzò lo sguardo e fissò Harry negli occhi, rimanendo sopraffatto dal suo sguardo e non riuscendo più a dire nulla. Harry, prendendo coraggio da vero Grifondoro, si sporse verso di lui e lo baciò. Draco rimase esterrefatto, ma ricambiò il bacio: gli era gli era mancata la sensazione delle labbra dell’altro sulle sue. Poco dopo, però, si accorse di quello che stava facendo. Non poteva cedere di nuovo, lui aveva troppa paura… così si staccò da Harry e lo riguardò negli occhi verdi. “Non posso…” sussurrò, per poi scappare via, correndo giù per le scale della Torre, lasciando lì il moro, che rimase stupito da quel gesto inaspettato.

Il giorno dopo, tutti si riunirono per la solita lezione del Glee Club. Nell’aula canto si poteva notare un certo nervosismo, dovuto alle varie situazioni irrisolte tra i ragazzi. Harry era particolarmente silenzioso, era rimasto molto male dalla reazione di Draco della sera prima e non aveva voglia di parlare con nessuno. Hermione, Ron e Ginny erano preoccupati per lui, così stavano cercando di tirarlo su di morale. Ginny, in particolare, si sentiva in colpa perché era stata lei a spingere il Grifondoro a incontrare Draco, quindi cercava di distrarlo per non fargli pensare a lui. Dean, vedendo la ragazza interagire così tanto con il moro, provò un po’ di gelosia, così le si avvicinò titubante. “Ginny, non è che ti piace ancora Harry, vero?” le chiese dubbioso. La rossa, sentendolo, si girò verso di lui e lo guardò. “Ancora con quella storia? Avevo 12 anni Dean!” Il ragazzo alzò le mani in segno di resa. “Va bene, va bene. Io chiedevo, non si sa mai!” esclamò. Ginny sospirò. “Tranquillo, non hai niente di cui essere geloso, ok?” gli sussurrò, per poi sorridergli. Nel frattempo, dall’altra parte dell’aula, Draco continuava a lanciare occhiate preoccupate a Harry, notando il suo stato d’animo, cercando di non farsi vedere. Blaise, vedendolo, lo guardò male. “La vuoi smettere? Sai perfettamente cosa dovresti fare per farlo stare meglio!” affermò saccente. Kurt, che era seduto vicino a Draco, li sentì, così si girò a guardarli. “Mi sono perso qualcosa. Che è successo questa volta?” domandò curioso. Blaise, da buon amico, gli raccontò gli avvenimenti della sera prima. Kurt, dopo averlo ascoltato, guardò Draco. “Come te ne sei andato? Ci credo che Harry stia così! Dovresti seriamente parlargli” commentò. “Non tornerò da lui” borbottò il Serpeverde, poi però si girò di nuovo verso Harry e pensò “O forse sì…”. In quel momento, Blaine, che aveva notato Kurt parlare con il Serpeverde, sospirò. “Va bene che dovete lavorare insieme, ma devi proprio stare così attaccato a Draco?” domandò un po’ stizzito. Kurt, sentendolo, lo guardò. “Sei adorabile quando sei geloso… Comunque tranquillo, nella mia testa c’è posto solo per un bel ragazzo” gli mormorò. Blaine sorrise dopo essersi reso conto delle sue parole e gli schioccò un bacio sulle labbra, dopodichè lasciò tornare il castano a parlare con Draco e lui si rimise a chiacchierare con Trent, seduto di fianco a lui, che sembrava parecchio nervoso. “Tutto bene Trent?” gli chiese allora Blaine, stranito. “Non so bene come comportarmi” sussurrò in risposta il Tassorosso. Blaine capì quale fosse il problema: Hunter. “È successo qualcos’altro tra di voi dopo che l’hai lasciato?” “In realtà niente di rilevante, ma vedo che continua a osservarmi da giorni, come si gli importasse ancora di me” “E a te? Importa ancora di lui?” chiese Blaine guardandolo negli occhi. “Non è facile dimenticarsi di una storia simile, ma mi ha fatto soffrire. E ora non capisco cosa lui stia cercando di fare…” “Da amico, ti direi di cercare di evitarlo, se continua potresti provare a parlarci per chiarire la situazione una volta per tutte” gli suggerì Blaine. Trent sospirò, ma annuì, per poi girarsi a vedere con la coda dell’occhio Hunter, che lo stava ancora osservando. “Ma la smetti di fissarlo? Sei inquietante! …Non so come ho fatto a non accorgermene prima. Anzi, non so come hai fatto a non accorgertene prima” mormorò Sebastian, richiamando l’attenzione di Hunter, che finalmente staccò lo sguardo da Trent per girarsi a guardare il compagno. “Sai bene perché non me ne sono accorto prima! Comunque ora il mio obiettivo è quello di riavvicinarmi a lui per parlargli chiaramente, So che gli interesso ancora, ma non so come fare, dato che probabilmente non vuole più vedermi” “Ok, ma se continui a fissarlo in questo modo non lo riconquisterai tanto presto!” commentò l’altro. Hunter lo guardò male. “Come se tu fossi messo meglio di me! Pensa alla tua situazione con Harwood!” ribattè saccente. Sebastian ricambiò l’occhiataccia. “Ho la situazione perfettamente sotto controllo, Clarington” “Se lo dici tu…” Sebastian sbuffò sentendolo, poi però si girò a guardare Thad: effettivamente nemmeno lui sapeva come portare avanti la sua situazione. “Ti sta ancora fissando? Quel ragazzo non ha proprio scrupoli, dopo tutto quello che ti ha fatto…” borbottò Jeff a Thad, dopo aver visto il Serpeverde fissare l’amico. “Già… Continua anche a provarci con me ogni volta che ci troviamo” ammise Thad. “Secondo me dovresti fargli capire che sta solo sprecando tempo, ormai ha perso la sua occasione con te!” affermò Jeff. “Perché non provi a uscire con qualcun altro? Magari ti farebbe stare meglio e allontanerebbe definitivamente Sebastian” propose Nick, intromettendosi. Thad stette per rispondere, ma Jeff lo interruppe. “È un’idea geniale! Sapevo di aver scelto il ragazzo giusto! Comunque ho già deciso: ti organizzerò degli appuntamenti, così troverai quello giusto per te!” esclamò entusiasta. “Non sono troppo convinto che questa sia una buona idea…” concluse Thad, anche se sapeva che Jeff avrebbe fatto di tutto pur di convincerlo.

All’improvviso, entrò in aula il professor Schuester, che si schiarì la voce per parlare, attirando l’attenzione di tutti. “Buongiorno ragazzi! Visto che con il musical siamo tutti molto impegnati e non riusciremmo a fare altre sfide di canto qui al Glee Club, ho deciso che fino alla fine dell’anno, vi lascerò decidere cosa cantare. Perciò siate liberi di scegliere le canzoni che più vi piacciono di settimana in settimana!” annunciò sorridendo. In quel momento, Santana si alzò in piedi. “Se possiamo cantare quello che vogliamo, allora io vorrei dedicare una canzone spagnola a Brittany” ammise mettendosi al centro dell’aula, per poi iniziare a cantare.

Yo te miro y se me corta la respiración
Cuando tú me miras se me sube el corazón (Me palpita lento el corazon)
Y en un silencio tu mirada dice mil palabras
La noche en la que te suplico que no salga el sol
 
Bailando (Bailando)
Bailando (Bailando)
Tú cuerpo y el mío llenando el vacìo
Subiendo y bajando (Subiendo y bajando)
Bailando (Bailando)
Bailando (Bailando)
Ese fuego por dentro me está enloqueciendo
Me va saturando
 
A metà canzone, Brittany la raggiunse e iniziò a ballare di fianco alla latina.
 
Con tu física y tu química
También tu anatomía
La cerveza y el tequila
Y tu boca con la mía
Ya no puedo más (Ya no puedo más)
Ya no puedo más (Ya no puedo más)
 
Con esta melodía
Tu color tu fantasía
Con tu filosofía mi cabeza está vacía
Y ya no puedo más (Ya no puedo mas)
Ya no puedo más (Ya no puedo mas)
 
A questo punto, Brittany invitò gli altri a ballare con loro, così tutti si alzarono e le raggiunsero, dimenticando per un paio di minuti tutte le preoccupazioni.
 
Yo quiero estar contigo
Vivir contigo
Bailar contigo
Tener contigo una noche loca (Una noche loca)
Ay besar tu boca (Y besar tu boca)
Yo quiero estar contigo
Vivir contigo
Bailar contigo
Tener contigo una noche loca
Con tremenda loca
 
Bailando…
Bailando…

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Capitolo 31
*** Capitolo 31 ***


Nei giorni seguenti, Draco vide che Harry rimaneva sempre più in disparte rispetto agli altri: lui che di solito era un ragazzo piuttosto espansivo, in quei giorni era particolarmente silenzioso e sembrava giù di morale. Il Serpeverde sapeva che lo stato d’animo del Grifondoro era dovuto all’incontro che avevano avuto nella Torre di Astronomia. Ogni volta che lo vedeva, gli tornava in mente il bacio che si erano scambiati e sentiva la sua mancanza, sia fisicamente che mentalmente, e avrebbe voluto avvicinarsi per vederlo sorridere di nuovo, però non riusciva a farlo perché la paura di quello che sarebbe potuto succedere tra di loro era ancora presente in lui e lo bloccava.


Il lunedì successivo, mentre erano tutti in Sala Grande per il pranzo, Silente si alzò in piedi, attirando l’attenzione di tutti. “Settimana prossima, come ben sapete, ricorrerà il primo anniversario dalla dipartita di Lord Voldemort. Io e gli insegnanti avevamo pensato di celebrare questa occasione con una giornata particolare con lezioni dedicate che si concluderà con una gran ballo. Speriamo di vedervi partecipi a questa iniziativa!” esclamò. La proposta fu accolta da un consenso generale: ricordavano tutti gli avvenimenti accaduti l’anno precedente, in particolare Harry, Ron e Hermione che avevano combattuto in prima linea, e pensavano che fosse un buon modo per celebrare la fine del periodo buio e oscuro che Voldemort aveva portato. Persino i Serpeverde erano contenti di questa notizia, soprattutto perchè la fine della guerra aveva significato un nuovo inizio per loro, dato che prima, con la presenza di Voldemort, molti dei loro genitori erano stati coinvolti. Draco, sentita la notizia, si girò subito verso Harry, che stava parlando con Ron e Hermione con un sorriso sincero sulle labbra, che non gli vedeva da giorni. Pensò a quanto gli fosse mancato vederlo sorridere e si dispiacque che quel sorriso non fosse rivolto a lui. All’improvviso, il Grifondoro si girò verso la sua direzione e, incrociando il suo sguardo, il suo sorriso si spense leggermente, poi si girò nuovamente verso i suoi amici, distogliendo gli occhi da Draco. Il Serpeverde, vedendolo incupirsi, ci rimase male e si rese conto che non gli piaceva vederlo soffrire così per causa sua. Blaise, notando lo sguardo afflitto del compagno, si decise a smuoverlo. “Lo sai che continuare solo a fissarlo non risolverà la situazione, vero?” gli disse serio. “Lo so… Però mi spaventa rendermi vulnerabile davanti a lui” rispose l’altro. “Credi davvero che Potter userebbe la tua vulnerabilità per farti del male?” “Non volontariamente, ma sarebbe un rischio” “A volte vale la pena correre il rischio. Harry ci tiene molto a te, ma penso che anche lui abbia bisogno di certezze da parte tua, se no potrebbe decidere davvero di ascoltarti e andare avanti senza di te” gli spiegò allora. Draco, sentendolo, rimase perso nei suoi penseri, mentre osservava Harry ridere con i suoi amici.


Harry, da parte sua, non aveva del tutto perso le speranze, ma era demoralizzato dal rifiuto subito dall’altro ed era preoccupato che la paura di Draco rimanesse sempre più forte del sentimento che li legava e che quindi lui non sarebbe mai tornato. Il pomeriggio dopo, il Grifondoro, mentre era da solo nel suo dormitorio, aspettando la lezione di Trasfigurazione, vide un gufo della scuola picchiettare contro il vetro della sua finestra. Harry si alzò, andò ad aprirgli e notò un bigliettino legato alla sua zampa, così lo prese e si risedette sul suo letto per leggerlo. “Harry, vorrei chiarire con te. Ti aspetto questa sera alla Torre di Astronomia al solito orario. Draco Malfoy.” Il Grifondoro rimase spiazzato leggendo quel bigliettino inaspettato, e non seppe cosa pensare. In cuor suo sperava che Draco avesse cambiato idea, ma non voleva farsi troppe aspettative dopo quello che era successo: il Serpeverde era imprevedibile e Harry sapeva che avrebbe potuto dirgli qualsiasi cosa.


Quella sera, Harry si mise il Mantello dell’invisibilità e si diresse verso la Torre di Astronomia. Una volta arrivato, salì le scale sempre avvolto dal mantello e, quando arrivò in cima, vide Draco che continuava a camminare avanti e indietro, sembrava decisamente nervoso. Harry rimase in silenzio sotto il mantello ad osservarlo per qualche secondo, voleva guardarlo ancora una volta prima di affrontarlo perché non sapeva come sarebbe andata a finire tra loro. Ad un certo punto Draco si fermò e si voltò verso le scale. “Dove diavolo si è cacciato Potter?” si chiese sospirando. Per un attimo pensò che il Grifondoro non si sarebbe presentato: era sempre stato convinto dei suoi sentimenti, poiché l’altro era stato esplicito a riguardo, però per un secondo ebbe il dubbio che avesse davvero deciso che lui non valeva la pena. Harry, sentendolo, si riscosse dai suoi pensieri e decise di farsi vedere, così si tolse il mantello, fece i pochi scalini che gli rimanevano e si mostrò a Draco. Il Serpeverde, quando lo vide, sospirò, quasi sollevato. “…Alla buon’ora” borbottò poi, fingendosi scocciato. “Scusa, c’era Pix nel corridoio, ho fatto più in fretta che potevo…” sussurrò. Draco annuì, poi rimase in silenzio, un po’ imbarazzato, senza guardarlo negli occhi, non era abituato ad aprirsi ad altre persone e quindi non sapeva come iniziare il discorso. “Che cosa volevi dirmi?” gli domandò allora Harry cercando di farlo parlare. “Non sono bravo in queste cose…” rispose Draco ancora con lo sguardo fisso sul pavimento. Harry, vedendolo, gli si avvicinò. “Guardami” sussurrò. Il Serpeverde alzò la testa e lo guardò finalmente negli occhi verdi. “Per quanto mi riguarda, non è cambiato niente da settimana scorsa, continuo a provare le stesse cose. Ma non riesco a capire quello che pensi e vorrei sentirmelo dire da te” continuò a dire Harry guardandolo. Draco prese un respiro profondo: sapeva di dover dire a Harry quello che sentiva, ma per lui non era facile esprimere le proprie emozioni. “Non mi piace sentirmi vulnerabile… Mi hanno sempre insegnato a non mostrare le mie paure e debolezze dietro a una facciata, in quello i Malfoy sono bravissimi.” Iniziò Draco. Harry sorrise leggermente, senza però interromperlo. “Con te però non riesco a nascondermi e la cosa mi spaventa. Quindi, quando ci stavamo avvicinando, ho preferito allontanarmi, prima di affezionarmi troppo e rimanere ferito.” Il Grifondoro cercò di dire qualcosa, ma l’altro lo interruppe. “Aspetta, fammi finire... Quello che non avevo previsto era che mi ero già affezionato a te. E da quando mi hai baciato l’altra volta, continuo a chiedermi cosa dovrei fare” concluse il Serpeverde. “Sai che non ti farei mai del male” “Magari non volontariamente, ma c’è sempre il rischio…” “Non ferirei mai la persona che amo” ammise Harry. Draco, sentendolo, sgranò gli occhi, sorpreso: non si sarebbe mai aspettato quella dichiarazione da parte dell’altro. “Cosa? Tu…” mormorò sconvolto. Harry sorrise. “Sì, ti amo... E come vedi, adesso sono io quello più vulnerabile, ma penso che ne valga la pena. E spero che ne valga la pena anche per te” disse leggermente imbarazzato, distogliendo lo sguardo. Draco rimase per un paio di secondi in silenzio, poi si avvicinò ancora di più all’altro, gli prese il viso tra le mani e lo baciò con passione. Harry ricambiò subito il bacio, chiudendogli gli occhi e sorridendo sulle labbra dell’altro. Appena si staccarono entrambi dal bacio, Harry lo guardò. “Quindi significa che siamo tornati insieme?” chiese titubante. “Stupido Grifondoro, certo che sì. Come potevo dirti di no dopo una cosa del genere? …Vedi però di non rincorrere più i tuoi amici quando sei con me” rispose Draco. “Va bene, solo se tu la smetti di farti mille paranoie mentali!” “Ma quello non dipende da me!” “Neanche io posso lasciare un mio amico in difficoltà, ma non vuol dire che ti amo di meno” spiegò il Grifondoro, per poi baciarlo. Draco fece una smorfia, poi ricambiò il bacio sorridendo, sentendosi finalmente bene.


Nei giorni seguenti, tutti i ragazzi del Glee Club erano indaffarati tra le lezioni, il fermento per il ballo che ci sarebbe stato la settimana successiva, per il quale erano stati incaricati di cantare delle canzoni da Silente, e i preparativi del musical finale. Un pomeriggio infatti erano tutti in aula canto per l’ennesima prova di una scena del musical di Rachel e Blaine. “Ce la faranno mai a fare una scena decente? Mi sono stufata di stare qui seduta a guardarli…” commentò d’un tratto Santana, facendo girare Rachel che la guardò male. “Effettivamente forse è meglio fare una pausa ragazzi” affermò il professor Schuester mandando Rachel e Blaine al posto e dichiarando dieci minuti di pausa per tutti. Appena il professore smise di parlare, tutti iniziarono a chiacchierare tra di loro. “Sei stato bravissimo Blaine, anche se io avrei fatto di meglio come protagonista” borbottò Kurt, invidioso del suo ragazzo. “Non ho deciso io le parti! Ovvio che avrei preferito farla con te!” ribattè Blaine. Kurt sospirò rassegnato. “E poi anche tu hai una parte importante… con Draco” continuò Blaine, stringendo i denti mentre pronunciava quel nome. Kurt si girò sentendolo e ridacchiò. “Smettila di fare il geloso, Blaine… Tenendo conto che Draco è appena tornato insieme ad Harry!” “Davvero?” domandò il Tassorosso, per poi girarsi a vedere Draco e Harry che stavano seduti vicini tranquillamente dietro di loro. “Oh ottimo, sono contento per loro!” esclamò poi, facendo ridere Kurt. In quel momento Harry diede un bacio a Draco, poi si alzò e andò a parlare con i suoi amici, quando vide Thad avvicinarsi a lui. “Ehi Harry, ho sentito di te e Draco! Sono felice che siate tornati insieme!” gli disse sorridendogli. “Grazie Thad, avevo quasi perso le speranze” rispose il Grifondoro ridendo. “A te invece come va?” “Come al solito… Nick e Jeff si sono fissati che potrebbe farmi bene uscire con qualcun altro, ma non sono così convinto io” “Tentar non nuoce, può essere un modo per andare avanti. Non devi per forza trovare subito quello giusto, ma può essere un primo passo per ricominciare. Prova a pensarci” gli suggerì Harry.


Il mercoledì successivo, alcuni dei ragazzi stavano seguendo la lezione di Pozioni sul Distillato della morte vivente. Poiché era una pozione difficile da preparare, il professor Lumacorno aveva deciso di farla fare a coppie. Al primo banco infatti c’erano Nick e Jeff, chiaramente in coppia tra di loro, seduti vicino a Thad, che faceva coppia con Trent; e per puro caso dietro di loro c’erano Sebastian e Hunter. Il professor Lumacorno aveva appena finito di dare le indicazioni su come inserire la radice di asfodelo nella pozione, così i ragazzi iniziarono a lavorare. Verso la fine della lezione, Lumacorno passò a controllare se tutti avessero fatto il procedimento giusto per la pozione. Ad un certo punto, Jeff approfittò del fatto che il professore fosse distratto dalla pozione esplosa di Seamus, per girarsi verso Thad. “Thad!” lo chiamò sottovoce. Il Tassorosso, sentendolo, si girò verso Trent disperatamente: era stufo di sentirsi chiedere da Jeff con chi sarebbe andato al ballo. “Non far finta di non sentirmi!” esclamò allora Jeff. Thad sospirò e si girò verso di lui. “No Jeff, non ho ancora scelto con chi andare al ballo di sabato!” “Perfetto! Perché ci ho già pensato io!” rispose prontamente l’altro. Sebastian, che stava ascoltando la conversazione, sentì le parole di Jeff e si irrigidì: cosa voleva dire che quel biondo platinato aveva già pensato con chi Thad dovesse andare al ballo? Nel frattempo Jeff continuò. “Ho due opzioni: o chiedi a qualcuno del Glee di andarci come amici... Tipo Trent! Tu sai già con chi andare al ballo?” chiese Jeff rivolto all’altro ragazzo. A questo punto, Hunter, che stava ridacchiando vedendo Sebastian agitarsi, li sentì e si irrigidì anche lui. “In realtà, ho già un accompagnatore. Zacharias mi ha chiesto stamattina di andarci insieme e io ho accettato!” rispose Trent, sentendosi preso in causa. In quel momento Hunter sbiancò sentendo che Trent andava al ballo di nuovo con Zacharias Smith, così fu il turno di Sebastian di ridacchiare dell’amico. “Ah, vi vedo spesso insieme ultimamente!” intervenne Nick. “Sì! Che cosa ci nascondi Trent?” domandò Jeff sorridendo malizioso. “Niente, siamo amici…” sussurrò Trent imbarazzato. “Ma non stavamo parlando di Thad?” “Sì, sì, prima o poi ci racconterai tutto… Comunque, sì, Thad è il nostro problema principale! Ma io ho già una soluzione!” esclamò Jeff, tornando sui suoi passi. Thad fulminò Trent con lo sguardo per aver riportato la conversazione su di lui, poi si girò verso Jeff. “Sentiamo che idea geniale ti è venuta in mente questa volta” borbottò. “Hai detto bene Thad: idea geniale! Comunque, ho pensato che tu possa andarci con Terry Steeval! Da quando ha lasciato perdere Harry, è di nuovo da solo e da quanto ho sentito ti trova pure carino!” spiegò Jeff entusiasta. Sebastian, sentendolo, si irrigidì nuovamente, non poteva pensare che Thad andasse al ballo con qualcun altro… Ma Thad non sarebbe mai andato con Terry, vero? “Non saprei Jeff…” sussurrò Thad. “Dai, è un’idea perfetta! E Terry è così carino, potrebbe essere il ragazzo giusto!” lo incitò Jeff. “Pensaci su. Potrebbe anche essere solo un modo per passare una bella serata” suggerì Nick sorridendogli. “Va bene, ci penserò” rispose Thad. Jeff lo guardò poco convinto della sua risposta. “Ci penso seriamente Jeff, ok?” disse Thad sorridendogli.


Finita la lezione, si precipitarono tutti fuori dalla classe. Thad, come tutti, stava uscendo, quando Sebastian, senza farsi notare, fece un incantesimo al suo barattolo di inchiostro, che cadde rovesciandosi per terra, costringendo il Tassorosso a fermarsi. “Andate pure ragazzi, vi raggiungo appena finisco qui di pulire!” esclamò quindi ai suoi amici che annuirono ed uscirono dall’aula. Sebastian aspettò che tutti furono usciti dalla classe, per poi avvicinarsi a Thad. Quest’ultimo, quando lo notò, alzò gli occhi al cielo e cercò di ignorarlo, concentrandosi a pulire le sue cose. Il Serpeverde si appoggiò al muro continuando a osservarlo. “Thad” lo chiamò poi sorridendo malizioso. “Che c’è?” domandò il Tassorosso sbuffando senza guardarlo. “Sai già con chi andare al ballo?” Thad alzò lo sguardo e lo fissò confuso: non si aspettava quella domanda da Sebastian. “Perché pensavo potessimo andarci insieme io e te” continuò il Serpeverde. “Ma sei serio?” gli domandò quindi Thad. “Perché no? In fondo siamo già andati una volta insieme” mormorò l’altro sorridendogli. A quel punto Thad si irritò. “Dopo tutto quello che mi hai fatto, pensi davvero che io ti dica di sì? Non ho nessuna intenzione di andarci con te” replicò guardandolo male e si girò per andarsene. “Vuoi andarci davvero con quello sfigato di Terry? Non mi sembravi convinto prima” disse l’altro, facendolo bloccare. Thad si rigirò verso di lui. “Adesso mi spii pure? …Comunque anche fosse? Terry è carino, simpatico e di sicuro non tratta le persone come tu hai trattato me!” “Quindi lo faresti solo per ripicca verso di me?” domandò il Serpeverde ghignando. Thad rimase spiazzato per un paio di secondi dalla risposta dell’altro, poi si riprese e si avvicinò a lui. “Mettiamo bene in chiaro le cose, Sebastian. Non sono affari tuoi cosa faccio io e se pensi così non hai capito proprio niente di me: se esco con una persona è perché mi interessa davvero. Tu hai perso la tua occasione, non sono più il tuo pupazzo, trovatene un altro e lasciami in pace!” esclamò, per poi girarsi e andarsene, lasciando lì Sebastian. Il Serpeverde era rimasto colpito dalle parole dell’altro: Thad sembrava davvero intenzionato a chiudere ogni rapporto con lui e se lui non fosse cambiato rischiava di perderlo veramente.

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Capitolo 32
*** Capitolo 32 ***


Quel sabato pomeriggio, dopo le lezioni, tutti erano in fermento per il ballo imminente e si stavano preparando nelle proprie camere. Nel dormitorio dei Tassorosso, Jeff continuava a camminare da una parte all’altra della stanza, cercando di aiutare i suoi amici a prepararsi, al contrario Thad non era così entusiasta per la serata: dopo aver parlato con Sebastian, era andato subito a invitare Terry Steeval al ballo, che aveva accettato di buon grado, per la gioia di Jeff e Nick; nonostante questo, non era convinto che lo avrebbe aiutato a distrarsi. Quando Jeff vide Thad ancora intento a mettersi la camicia, si avvicinò a lui. “Thad non sei ancora pronto?! E non fare quella faccia, sarà una bellissima serata! Devi solo pensare a divertirti e a lasciarti andare con Terry!” esclamò guardandolo sorridendo. Thad gli sorrise leggermente di rimando. “Va bene, ci proverò, ma non prometto nulla. Inoltre sono solo un po’ agitato perché non lo conosco bene” “Tranquillo, vedrai che andrà tutto bene” gli rispose Jeff sorridendogli di più. Intanto, sempre nello stesso dormitorio, Trent stava parlando con Blaine. “Sono contento che hai deciso di andare al ballo con Zacharias, sicuramente ti divertirai. Vedo che comunque passate tanto tempo insieme ultimamente” esordì Blaine sorridendo all’amico mentre finiva di mettersi la giacca. “Sì, mi trovo bene con lui, anche se non è come con Hunter. Sotto alcuni aspetti è molto meglio, però le emozioni che sento sono diverse: lo vedo più come un amico che come qualcosa in più e lui lo sa, quindi abbiamo deciso di andare insieme al ballo ma solo in amicizia” mormorò Trent in risposta. “Sono contento che comunque tu stia provando a rimetterti in gioco, vedrai che sarà una serata piacevole” concluse Blaine.


Quella sera, la Sala Grande era disposta con dei piccoli tavoli, ai quali si poteva mangiare con compagni anche di casate diverse, e una grande pista da ballo oltre che con un palco per far cantare e suonare chi volesse. Quando Silente finì di parlare, Harry fece un breve discorso sulla guerra passata dell’anno prima, poi si diede inizio alla cerimonia. Dopo aver mangiato, alcuni dei ragazzi andarono subito a ballare in pista, come Nick e Jeff, Kurt e Blaine, Neville e Luna. Poco dopo si aggiunsero anche Terry e Thad, che era stato trascinato in pista dal compagno entusiasta. Sebastian, che era venuto da solo con Hunter, appena li vide dal tavolo nel quale era seduto, strinse i pugni. “So che Harwood è venuto qui con quello solo per ripicca verso di me, ma perché sta ballando insieme a lui così vicino?” borbottò a Hunter, prendendo un lungo sorso del suo drink nervosamente. Hunter fece spallucce, era troppo concentrato a guardare Trent che parlava con Zacharias qualche tavolo più in là del loro.


Nel frattempo, in un tavolo vicino, Harry era seduto con Draco a osservare i ragazzi che ballavano. Il Grifondoro era particolarmente silenzioso quella sera, nonostante fosse contento di essere lì con il Serpeverde. Draco, dal canto suo, continuava a guardarlo, senza sapere bene come parlargli: sapeva che qualcosa lo turbava perché quel giorno ricordava la battaglia avvenuta l’anno precedente, ma non sapeva bene cosa fosse e come aiutarlo. Il Serpeverde, deciso comunque a scoprire cosa avesse l’altro, stette per parlargli, quando Harry lo precedette. “Scusa se stasera sono un po’ sulle mie, ma oggi è un giorno particolare…” sussurrò girandosi a guardarlo. Draco annuì. “Se vuoi possiamo fare un giro e stare tranquilli lontani dalla confusione” gli propose. Harry sorrise e accettò la sua proposta, così i due si alzarono e andarono a passeggiare nel cortile. “È una serata davvero bella, sembrano tutti così felici a festeggiare l’anniversario della fine della battaglia… Però mi sembra di non riuscire a godermi la serata” disse Harry mentre camminavano. “Ti capisco, anche per me è stato un periodo difficile da quando è finito tutto. Per colpa di quella guerra, non posso più vedere mio padre e a volte penso a come sarebbero andate le cose se la mia famiglia avesse fatto scelte diverse. Tu sicuramente però hai vissuto la guerra più di chiunque altro, quindi immagino che sia ancora più difficile per te ricordarla” intervenne Draco. “Mi dispiace che tu abbia “perso” tuo padre, anche io quella notte ho perso la persona che più si avvicinava a un padre per me e spesso mi manca” spiegò Harry. “Non ho mai conosciuto Sirius, ma immagino che avrebbe voluto vederti felice. Quindi secondo me dovresti solo goderti la festa, lasciando da parte i brutti pensieri, ricordando solo quelli belli e creandone di nuovi più piacevoli” Harry sorrise, sentendolo. “Sì, conoscendo Sirius mi avrebbe detto di godermi il momento… Grazie Draco” sussurrò per poi baciarlo. “…Ora dobbiamo stare qua tutta la sera o mi inviti finalmente a ballare?” chiese poi il Serpeverde, staccandosi dal bacio. Il Grifondoro rise, per poi tornare dentro con lui.


Intanto, nella sala da ballo, Sebastian non riusciva a godersi la serata, perché gli occhi continuavano a cadergli su Thad e Terry, che avevano continuato a ballare insieme, così, senza neanche rendersene conto, aveva continuato a bere e iniziava ad essere poco lucido. Hunter, che comunque gli era rimasto vicino perché anche lui era giù di morale a causa della vista di Trent con Zacharias, stava notando come l’amico avesse alzato un po’ troppo il gomito, così decise di fermarlo e gli rubò l’ennesimo drink che l’altro aveva in mano. “Ehi! Quello è il mio drink, ne ho bisogno, non vedi come ballano appicciati quei due!” esclamò Sebastian, riferendosi a Thad e Terry. “Sì, ma non ti sembra di star esagerando con l’alcool? Poi rischi di fare stupidate” replicò Hunter. Sebastian sospirò e lasciò perdere. Mentre si girava per posare il drink sul tavolo, Hunter notò Trent e Zacharias che parlavano estremamente vicini, così senza pensarci, bevve il drink che aveva appena rubato a Sebastian tutto d’un fiato: forse bere non era una cattiva idea in quel momento. Sebastian lo guardò male. “Ma non stavamo esagerando?” gli domandò titubante. “Tu stai esagerando, io non ho ancora iniziato!” rispose l’altro.


Mentre stava seduto a parlare con Trent, Zacharias si accorse di come Hunter li stesse guardando. Lui sapeva che Trent era interessato a qualcun altro, ma non gli aveva mai voluto dire chi fosse. “Scusa Trent, non vorrei essere invadente, ma quel ragazzo ci sta fissando da un po’” sussurrò. Trent, sentendolo, si girò verso dove gli stava indicando, poi, vedendo che si riferiva a Hunter, si rigirò immediatamente imbarazzato. “È lui il ragazzo che ti interessa, vero?” continuò Zacharias. “Sì, ma non credo possa esserci molto tra di noi, lui non è abbastanza preso da me” affermò Trent sospirando. “Da come ti sta guardando, direi che ti sbagli. Se stringe ancora un po’ la presa sul bicchiere che ha in mano mentre ci guarda, lo spacca” “Non credo, starà pensando ad altro…” “Vediamo se mi avvicino ancora un po’ a te cosa fa…” disse Zacharias, ridendo, avvicinandosi sempre di più a Trent, per poi prenderlo per mano. Trent, rimase spiazzato da quel gesto. “Cosa stai facendo?” “Aspetta e vedrai” mormorò Zacharias, per poi dargli un bacio sulla guancia, molto vicino alle labbra. In quel frangente di tempo, Hunter, che li stava sempre osservando, notò la scena, così, preso da un moto di gelosia, si alzò di scatto e d’istinto si diresse verso di loro. Zacharias, vedendolo, sorrise e fece l’occhiolino a Trent, che non capì subito, ma che poco dopo si sentì strattonare da Hunter lontano dall’altro Tassorosso. “Stagli lontano” borbottò il Serpeverde, per poi trascinare Trent dall’altra parte della Sala.


Sebastian, poiché Hunter l’aveva lasciato da solo, aveva continuato a bere sempre di più e ora era decisamente ubriaco. I suoi occhi insistevano a guardare Thad, che era seduto al tavolo con Terry e Zacharias, dopo che quest’ultimo era rimasto da solo senza Trent. Ad un certo punto, Zacharias si alzò in piedi. “Io vado a ballare, volete venire?” domandò ai due ragazzi. Thad scosse la testa, mentre Terry annuì. “Thad, ti dispiace se vado con lui?” “No tranquillo, vai pure, divertiti” rispose Thad tranquillamente, così Terry e Zacharias andarono in mezzo alla pista a ballare. Effettivamente, Terry e Thad si erano trovati bene l’uno con l’altro, ma avevano capito che non poteva esserci nulla tra di loro. Sebastian, notando che Thad era rimasto da solo al tavolo, si alzò barcollando e andò verso di lui. “Thad” lo chiamò mettendosi in piedi di fronte a lui. “Lasciami in pace Sebastian, non ho voglia di parlarti. Non rovinarmi la serata” replicò Thad in modo secco. “Aspetta Thaddy… So che sono stato uno stronzo, ma voglio solo parlarti” continuò Sebastian, biascicando le parole e barcollando leggermente. Thad, a quel punto, si rese conto che Sebastian non era affatto lucido, così sospirò. “Sebastian sei ubriaco… Non riesci nemmeno a reggerti in piedi, dovresti andare a letto” “Vieni con me…” sussurrò il Serpeverde in risposta guardandolo un po’ confuso. “Non mi sembra il caso Sebastian” mormorò Thad, evitando il suo sguardo. Sebastian cercò di replicare, avvicinandosi a lui, ma perse l’equilibrio. Thad, vedendolo cadere, gli prese la mano, tirandolo sù. “Ti prego Thad…” sussurrò Sebastian, tenendogli la mano. Il Tassorosso lo guardò: Sebastian era davvero messo male e probabilmente non sarebbe neanche uscito dalla Sala Grande se fosse andato da solo. Così sospirò. “Va bene… Ma solo perché non ti reggi in piedi!” esclamò, per poi affiancarsi a lui, mettersi il suo braccio sulle spalle e aiutarlo a camminare, portandolo fuori dalla Sala Grande verso il dormitorio dei Serpeverde.


Intanto, Hunter stava trascinando Trent per la Sala, il più lontano possibile da Zacharias Smith, quando Trent, scocciato, si impuntò e si fermò. “Hunter, fermati! Che cosa ti è preso?” domandò, staccando il braccio dalla sua presa. Il Serpeverde si girò verso di lui. “Se non l’avessi notato, quello là ti stava per baciare!” replicò geloso. “E anche fosse? Magari volevo farmi baciare! Non avevi nessun diritto di trascinarmi via” rispose Trent guardandolo negli occhi. Hunter sgranò gli occhi per un attimo, poi si riprese. “Non è il tuo tipo, è un idiota quello lì e non ti merita” Trent, sentendolo sbuffò. “E chi mi merita? Tu? Che hai paura di farti vedere con me?!” replicò arrabbiato. Hunter abbassò lo sguardo. “So che non ti merito, ma voglio dimostrarti che posso migliorare” “Me l’hai detto troppe volte Hunter, ho smesso di crederti. …Ora se non hai più niente da dirmi, torno insieme agli altri” rispose secco il Tassorosso, facendo per andarsene. Hunter lo prese per un braccio, fermandolo, lo girò di nuovo verso di sé, avvicinandosi, e lo baciò.


In quel momento, poco lontano da loro, Nick e Jeff stavano ballando abbracciati. All’improvviso, mentre si girò, Jeff notò Hunter baciare un ragazzo, così si staccò da Nick. “Nick, ma da quando Hunter bacia i ragazzi?”. Nick alzò le spalle, poi seguì lo sguardo del proprio ragazzo su Hunter e vide che il Serpeverde stava baciando proprio Trent. “Aspetta, ma non è Trent quello?” domandò confuso. “Sì… Ma Trent non era venuto con Zacharias?” chiese stupito, per poi, a quel punto, cercare Zacharias con lo sguardo. “Ma cosa sta succedendo? Perché ora Zacharias sta ballando stretto a Terry Steeval?” esclamò appena lo vide. “Ma soprattutto: dove diavolo è finito Thad?!” Nick sospirò. “Dai, non ci pensare adesso. Tanto la prima cosa che farai domani sarà fargli l’interrogatorio” rispose per poi portarlo da un’altra parte della Sala per rimanere da solo con lui e farlo distrarre.


Appena Hunter si staccò dalle labbra di Trent, quest’ultimo lo guardò esterrefatto. “Cosa stai facendo?” “Mi è sembrato abbastanza ovvio: ti ho baciato” rispose Hunter sorridendogli. “Lo sai che ci potrebbe vedere chiunque, vero?” chiese Trent di rimando. “Volevo farlo e ho solo agito d’istinto” “Tu non agisci mai d’istinto Hunter. Probabilmente hai solo bevuto un po’ troppo e domani te ne pentirai” ribattè il Tassorosso, sospirando. “Ci penserò domani…” mormorò Hunter, per poi riavvicinarsi e tentare di baciarlo di nuovo, ma Trent si scostò. “Non posso… Mi hai già ferito tante volte, non voglio più illudermi che possa cambiare qualcosa” sussurrò affranto, per poi girarsi e andarsene prima che Hunter potesse fermarlo.


Nel frattempo, Thad era riuscito a portare Sebastian al suo dormitorio: nonostante fosse ubriaco, Sebastian si era ricordato della parola d’ordine della sua Sala Comune, così lui aveva potuto accompagnarlo fino in camera sua. “Grazie Thaddy, sei così gentile con me…” sussurrò Sebastian, lasciandosi andare seduto sul suo letto. “L’avrei fatto per chiunque Sebastian” replicò Thad, arrossendo leggermente per le sue parole. “Lo so, ma non ero sicuro che l’avresti fatto proprio per me… Mi mancano le tue attenzioni” mormorò il Serpeverde guardandolo. Thad distolse lo sguardo. “Sebastian, smettila, sei ubriaco. Non dire cose che non pensi” borbottò. “Sei così bello, Thaddy… Ti voglio così tanto…”. A quelle parole il Tassorosso divenne completamente rosso. “…Riguardo a quello sei stato piuttosto chiaro. So che ti interesso solo per quello. Per te sono solo uno dei tanti. Un giocattolino da usare quando ti annoi” disse sospirando. Sebastian scosse la testa. “No, non lo sai. Da quando siamo stati insieme, tu mi hai incasinato la testa. Vorrei sempre e solo te” ammise. “Non prendermi in giro. Se fosse così non mi avresti trattato in quel modo e non saresti andato con altri, sai benissimo che mi sei sempre piaciuto” replicò Thad. “Non mi è mai capitato prima… Volevo dimenticarti, ma quando provavo ad andare con qualcun altro, continuavo a pensare a te. Sei l’ultima persona con cui sono stato” confessò Sebastian, ammettendo finalmente di aver mentito sul fatto di essere andato con altre persone. A quella confessione, Thad sbarrò gli occhi: non si aspettava che Sebastian potesse aprirsi in quel modo. Questo però non cambiava le cose, il Serpeverde l’aveva comunque trattato male e se davvero fosse stato interessato a lui probabilmente si sarebbe comportato in modo diverso. “…Questo non giustifica il tuo comportamento, mi hai ferito più volte” rivelò. Sebastian, che ormai si era sdraiato nel letto ed era mezzo addormentato, aveva sentito debolmente le ultime parole dell’altro. “Lo so… Ma non mi è mai piaciuto così tanto qualcuno prima di te” mormorò per poi chiudere gli occhi. Thad, sentendolo, sospirò di nuovo. “…Se solo tu fossi così gentile e aperto anche di solito…” sussurrò, poi sentì dei passi dietro di sé, così si girò e vide Hunter, che era appena tornato dalla festa. “Che ci fai tu qui?” gli domandò l’altro Serpeverde. “Niente, ho solo riportato Sebastian. Me ne stavo andando” borbottò frettolosamente, per poi uscire e tornare al suo dormitorio. Hunter vedendolo uscire sorrise leggermente, poi si girò verso Sebastian che stava già dormendo. “Alla fine ubriacarti ha dato i suoi frutti” disse, per poi cambiarsi e mettersi anche lui a letto.

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Capitolo 33
*** Capitolo 33 ***


La mattina seguente, nel dormitorio dei Tassorosso, quando si svegliò, Jeff vide che Trent era già in piedi e si stava cambiando, così, ricordando la sera precedente, si attivò subito e, dopo essersi alzato, andò da lui. “Trent!” esclamò rischiando di svegliare tutti gli altri. “Buongiorno anche a te Jeff” rispose Trent, sorpreso dall’entusiasmo dell’altro. “Hai qualcosa da raccontarci?” continuò il biondo sorridendo sornione. Trent lo guardò confuso. “A cosa ti riferisci? Non saprei che dirti…” borbottò. “Mi riferisco a ieri sera ovviamente!” Trent diventò rosso: non sapeva bene a cosa si riferisse Jeff, ma iniziò ad avere qualche sospetto. “Credevo ti interessasse Zacharias!” esclamò Jeff. “Lo sai che siamo solo amici…” “Sì, me ne sono accorto nel momento in cui ti ho visto con la bocca attaccata a quella di Hunter!” Trent, a quell’affermazione, sbiancò. In quel preciso istante, Thad, che si era appena svegliato per le urla di Jeff, si tirò su confusamente. “Hunter? Cosa c’entra Hunter?” domandò guardandoli. Jeff, sentendolo, si girò verso di lui. “Mi devi delle spiegazioni anche te Thad, quindi non intrometterti!” lo ammonì. Thad arrossì ripensando alla sera prima, poi sospirò rassegnato. “Quindi Trent? Cosa sta succendo? Lo sai che ti puoi fidare di noi” disse Jeff, rigirandosi verso l’altro Tassorosso. “È complicato. Sicuramente Hunter avrà già i sensi di colpa per avermi baciato davanti a tutti. Vi prego, non raccontatelo in giro” mormorò Trent imbarazzato. “Tranquillo non lo diremo a nessuno” si intromise di nuovo Thad, sorridendogli. Jeff annuì. “Già. Ma perché dovrebbe avere i sensi di colpa? Dovrebbe essere contento di stare con uno come te”. Trent sospirò. “Credo si vergogni di farsi vedere con me” sussurrò. “Beh, ma da quanto ho capito ieri eravate in pubblico, magari ha solo bisogno di accettare la situazione” mormorò Thad guardandolo. “Ha già avuto decisamente tempo per accettare la cosa, non credo che cambierà idea... E io sono stufo di ascoltare le sue giustificazioni. Probabilmente ieri era solamente ubriaco” “Bravo Trent, non devi farti trattare in quel modo, non ne vale la pena” disse Thad. “Thad ha ragione… Infatti dovrebbe imparare ad applicare i suoi consigli anche a sé stesso” replicò Jeff fissando il moro con uno sguardo indagatore. “Che c’è? Non ho fatto niente io! Ho pure seguito il tuo consiglio di uscire con Terry ieri!” “Sì certo… Ma allora dove sei finito a metà serata? E non dirmi con Terry, perché lui era a ballare con Zacharias, e invece guarda caso tu e Sebastian siete spariti nello stesso momento!” esclamò Jeff sospettoso. “In effetti quando sono tornato, tu non c’eri ancora, sei arrivato tardi” mormorò Trent pensandoci. “Dimmi che non sei finito di nuovo a letto con lui” disse Jeff esasperato. “Ok, ero con lui… Ma tranquillo non è successo niente e non ci sono andato di letto di nuovo” rispose Thad sospirando. “Niente?” domandò il biondo non troppo convinto. “Niente. Era completamente ubriaco e l’ho solo riportato nel suo dormitorio. Me ne sono andato via subito. Sai bene che lui mi piace ancora, ma non ho intenzione di farmi usare di nuovo da lui” “D’accordo, vedi di non farmi preoccupare troppo.” concluse Jeff. “Che ne dite di andare a fare colazione adesso e non pensare più a ieri sera?” chiese poi Trent, ottenendo l’assenso da parte degli altri due.


Nel frattempo, nel dormitorio dei Serpeverde, Hunter si era svegliato e si stava sistemando, quado sentì Sebastian alzarsi. “Che è successo ieri? Ho un mal di testa assurdo, credo di aver bevuto un po troppo” mormorò appena sveglio, mettendosi seduto nel suo letto. “Già…” borbottò Hunter guardandolo. “Hai passato tutta la serata a bere fissando Harwood che, a detta tua, ballava troppo appiccicato al suo amichetto” “Ah già… Quello me lo ricordo” disse l’altro, facendo una smorfia. “Però a quanto pare ha funzionato, perché quando sono tornato qui, Harwood era vicino a te e se n’è andato solo perché si è accorto di me” “Aspetta: Thad è venuto qui? …Dannazione, perché non riesco a ricordare?” “Sì, l’ho sentito borbottare qualcosa sul fatto che avresti dovuto essere così aperto e gentile anche di solito… A quanto pare l’alcool ti ha sciolto la lingua” rispose Hunter sogghignando. “Cosa diavolo gli avrò detto? Ricordo vagamente di essermi avvicinato a lui per parlare, ma poi nulla… Devo assolutamente capire cosa è successo e chiedergli scusa” borbottò Sebastian sospirando. “Tu che chiedi scusa? Cosa ti è preso? Sei sicuro di non essere ancora ubriaco?” chiese Hunter guardandolo. “A quanto pare Thad mi fa questo effetto…” concluse Sebastian, per poi alzarsi: doveva assolutamente parlare con il Tassorosso.


Quando arrivò nella Sala Grande con Hunter per fare colazione, Sebastian si sedette al suo solito posto vicino all’amico. Mentre mangiava, alzò gli occhi e cercò con lo sguardo Thad al tavolo dei Tassorosso. Quando lo vide alzarsi, Sebastian decise di andare da lui, quindi lo raggiunse nel corridoio. “Thad!” lo chiamò, facendo voltare sia lui che Jeff, Nick e Trent che erano con lui. “Possiamo parlare?” continuò guardandoli leggermente imbarazzato. Jeff, sentendolo, lo guardò male, pronto a rispondergli, ma Thad lo bloccò, per poi guardare il Serpeverde. “D’accordo” rispose, per poi girarsi verso gli altri. “Tranquilli ragazzi, voi andate pure, vi raggiungo dopo” mormorò, per poi guardare i suoi amici allontanarsi. “Di cosa vuoi parlare Sebastian?” domandò sospettoso rigirandosi verso di lui. “Volevo chiederti cosa fosse successo ieri sera. Ho bevuto troppo e non ricordo praticamente nulla… Temo di esser stato inopportuno, perciò scusami se ho esagerato” Thad rimase un attimo spiazzato da quelle parole. “…Mi stai chiedendo scusa?” Sebastian sospirò, sentendolo. “Sì, ti sto chiedendo scusa. Anche se non ci credi, ne sono capace anch’io” “Ok, devi essere ancora ubriaco: con me non sei mai così gentile” mormorò Thad guardandolo. “Non sono ubriaco. C’è sempre una prima volta, ma se preferisci torno a fare lo stronzo” borbottò Sebastian in risposta. “No, va bene così… Comunque tranquillo, non è successo niente. Abbiamo solo parlato e io ti ho riportato in camera visto che non ti reggevi in piedi” “Parlato di cosa?” chiese il Serpeverde. Thad arrossì: non si aspettava che Sebastian glielo chiedesse e lui si ricordava fin troppo bene le cose che si erano detti. “Beh, ci hai provato con me come tuo solito, ma sembravi più spontaneo” spiegò velocemente, senza dirgli proprio di cosa avessero parlato. “Più spontaneo? In che senso?” domandò Sebastian preoccupato. “Sei stato senza filtri, hai parlato senza pensare troppo a come apparire davanti a me…” mormorò Thad arrossendo ancora di più. “Non hai intenzione di dirmi cosa ti ho detto di preciso, vero?” “Anche se sono curioso di sapere se sia vero, no, non te lo dirò. Non saresti così sincero ora” confessò il Tassorosso. Sebastian sospirò. “D’accordo. Prima o poi me lo dirai” concluse, per poi tornare alla Sala Grande, pensieroso. Thad non gli aveva rivelato molto su cosa si erano detti, ma forse non era stato un disastro come pensava. Vedendolo arrossire, aveva capito che a Thad era piaciuto parlare con lui in quel modo la sera prima. Forse per riconquistarlo avrebbe dovuto mostrare un altro lato di sé, cercando di essere più spontaneo, senza preoccuparsi troppo di apparire troppo sensibile. In fondo, se voleva davvero stare con lui, doveva mostrarsi per quello che era veramente.


Nei giorni successivi ricominciarono le lezioni normalmente e anche i ragazzi del Glee ripresero a concentrarsi sui preparativi per il musical. Hunter, che dopo la sera del ballo avrebbe voluto parlare con Trent, non ci era ancora riuscito. L’occasione si presentò il lunedì dopo, al Glee Club, quando il professor Schuester chiese dei volontari per allestire una scenografia. Infatti, quando si propose Trent, sempre pronto a dare una mano quando ce n’era bisogno, Hunter colse la palla al balzo e si propose anche lui. Così, quel pomeriggio, uno dei primi del mese di Aprile, i due si trovarono nell’aula del Glee per iniziare ad allestire la scenografia per lo spettacolo. Appena arrivato, Trent si mise subito al lavoro, non volendo stare a pensare che di lì a poco sarebbe rimasto da solo con Hunter. Poco dopo, appunto, arrivò il Serpeverde che lo vide intento a dipigere un cartongesso, così gli si avvicinò. “Non ti facevo così bravo a dipingere” gli sussurrò. Il Tassorosso, che si accorse di lui, si girò. “Non me l’hai mai chiesto” rispose guardandolo. “Lo sto vedendo ora. Mi piace scoprire questi lati nascosti di te” replicò Hunter sorridendogli. Trent arrossì leggermente, poi sospirò “È un po’ tardi per conoscerli, non credi?” Hunter rimase in silenzio a quelle parole, non poteva dirgli di aver torto. “…Dai mettiti al lavoro” continuò Trent, cercando di cambiare discorso, per poi passargli un pennello per dipingere. Il Serpeverde annuì e si mise vicino a lui a disegnare. Rimasero per un po’ in silenzio, Hunter avrebbe voluto parlargli di quello che era successo, ma non sapeva bene come iniziare. Trent, dal canto suo, voleva semplicemente che quel pomeriggio passasse senza troppi problemi. “…Non mi sopporti proprio, vero?” chiese dopo un po’ Hunter guardandolo. Trent, sentendolo, sospirò. “Non è che non ti sopporto Hunter, lo sai bene quello che provo, se no non sarei nemmeno qui con te. Diciamo però che so che le cose non cambieranno e non voglio più soffrire” rispose evitando il suo sguardo. “Ma se io volessi cambiare?” domandò allora Hunter. A quel punto il Tassorosso si voltò a fissarlo. “Me l’hai già detto tante volte Hunter e sai anche tu che non è cambiato niente” “Però al ballo l’altra sera mi sono fatto avanti, ti ho baciato e poteva vederci chiunque” gli ricordò l’altro. “Eri ubriaco, probabilmente da sobrio non l’avresti mai fatto. Mi hai fatto soffrire troppe volte, non voglio più illudermi e credere che tu possa agire diversamente da quello che mi hai già mostrato” “Hai visto solo una parte di me. Posso essere migliore” affermò il Serpeverde. “Non me l’hai mai mostrata” ribattè Trent. Poi entrambi caddero nel silenzio più totale e passarono il pomeriggio a finire il lavoro cercando di parlarsi il meno possibile e continuando a ragionare sulle parole dell’altro. Quando finirono, ormai a ora di cena, rimasero fermi a guardarsi, non sapendo bene come salutarsi. Dopo poco, Trent fece per congedarsi, ma la voce di Hunter lo fermò. “Dicevo sul serio prima. Posso davvero essere migliore di così. Non voglio perderti”. Il Tassorosso a quel puntò si girò verso di lui. “Ma io non voglio più nascondere i miei sentimenti e voglio qualcuno al mio fianco che non si faccia problemi a stare con me allo scoperto, cosa che tu non hai mai fatto” “Hai ragione, meriteresti qualcuno che ti stia vicino in ogni occasione, ma voglio essere io quel qualcuno. Voglio cambiare, lasciami solo la possibilità di dimostrartelo” ammise Hunter serio. “Fai quello che credi, dubito che riuscirai a farmi ricredere” mormorò Trent. “Ci riuscirò. E ti mostrerò quella parte di me che non hai ancora visto”. Dopo quelle parole, Hunter uscì dall’aula per recarsi nella Sala Grande, lasciando lì da solo Trent con i suoi pensieri. Il Tassorosso era rimasto spiazzato da quel discorso: da un lato aveva visto Hunter molto sicuro di quello che aveva detto, ma dall’altro aveva paura di credere nuovamente alle sue parole.


Il giorno dopo, Thad aveva lezione di Trasfigurazione. Così, appena entrato in aula, si era seduto al suo solito posto di fianco alla finestra. Lui non era particolarmente bravo in quella materia, ma era riuscito a prendere il voto per continuare gli studi, anche se più di una volta era stato in difficoltà e ultimamente era stato ripreso dalla McGrannit, che gli aveva suggerito di farsi aiutare da qualcuno, anche se lui non sapeva da chi, visto che i suoi amici non frequentavano più la materia. Mentre fissava gli alberi in fiore fuori dalla finestra aspettando che iniziasse la lezione, sentì qualcuno sedersi vicino a lui. All’inizio pensò che fosse qualcuno degli altri Tassorosso, ma quando si girò si trovò davanti Sebastian. “Cosa ci fai qui?” gli domandò guardandolo confuso. “Seguo la lezione, cosa dovrei fare?” disse il Serpeverde ovvio. Thad sospirò. “Intendo cosa ci fai in questo banco?” chiese esasperato. “Perché era occupato? Credevo che i tuoi amici non seguissero Trasfigurazione” rispose l’altro. “Se sei qui per infastidirmi, cambia posto. Non ho le forze per stare dietro sia alla lezione che a te” mormorò il Tassorosso. Sebastian ridacchiò. “No, tranquillo. Ho visto il posto libero e volevo solo sedermi vicino a te e vedere la tua espressione sconvolta” confessò sorridendo. “Comunque non vorrò mai sprecare una lezione di Trasfigurazione per farti degli stupidi scherzi”. Thad rimase un attimo confuso: voleva davvero solo sedersi vicino a lui senza secondi fini? Stava ancora pensando a come la cosa gli sembrasse strana, quando la McGrannit iniziò a spiegare, così si staccò dai suoi pensieri per concentrarsi il più possibile sulla lezione. Dopo un po’, durante la lezione, la professoressa iniziò a fare domande sull’argomento che aveva presentato alla lezione precedente, ma Thad non era riuscito né a seguire né a capire molto la volta prima, così temeva una sua domanda. All’improvviso, si sentì richiamare. “Signor Harwood, visto che è stato così attento, le dispiacerebbe dirci che cosa fa l’incantesimo Geminio?” gli chiese la McGrannit, guardandolo. Thad rimase bloccato per un attimo, non si ricordava minimamente l’argomento. “Ehm… L’incantesimo Geminio, è-è quello per, ehm, …” balbettò dopo poco, non sapendo come rispondere. Sebastian, vedendolo in difficoltà, decise che era l’occasione giusta per dimostrargli di avere anche un lato buono, così gli bisbigliò la risposta. “È l’incantesimo di duplicazione degli oggetti” sussurrò, cercando di non farsi scoprire. Thad, sentendolo, lo guardò con la coda dell’occhio, pensando che gli stesse suggerendo in modo errato, ma, non sapendo cos’altro dire, decise di tentare la sorte. “… è l’incantesimo di duplicazione degli oggetti” rispose quindi, guardando la McGrannit. “…Esatto Harwood, è proprio quello” commentò la professoressa fissando prima lui e poi Sebastian, per poi riprendere la lezione, allontanandosi dal loro banco. Thad tirò un sospiro di sollievo, poi si girò a guardare il Serpeverde. “Grazie…” mormorò, anche se era ancora incredulo che l’altro l’avesse aiutato. Sebastian gli sorrise sinceramente di rimando, poi riprese a seguire la professoressa. Più tardi, la McGrannit diede loro il compito di provare l’incantesimo di duplicazione su un libro e poi, se fossero riusciti, su un oggetto più grande. Sebastian, in breve tempo, riuscì a duplicare il suo libro, soddisfatto, poi si mise ad osservare Thad, che invece stava avendo qualche difficoltà, così si intromise. “…Thad, mi spieghi come sei riuscito ad arrivare fino a qui in Trasfigurazione?” domandò ridacchiando. Il Tassorosso, sentendolo, era già pronto a rispondergli a tono, ma quando si girò verso di lui per farlo, notò che il Serpeverde stava sorridendo. “Me lo domando anch’io…” momorò quindi, sospirando. Sebastian rise. “Per tua fortuna ci sono qua io a darti una mano!” esclamò, per poi spiegargli come fare l’incantesimo. Thad ascoltò la spiegazione del più alto attentamente, poi riprovò a fare l’incantesimo e ci riuscì, così guardò il Serpeverde stupito e stette per dirgli qualcosa, ma la McGrannit li interruppe. “Harwood, Smythe, basta parlare. Se siete riusciti a duplicare il vostro libro, ora potete provare con un calderone!” li riprese. Thad, sentendosi richiamare, annuì imbarazzato, per poi avviarsi a prendere un calderone. Quando la lezione fu finita, mentre tutti stavano uscendo dall’aula, Thad fermò Sebastian. “Perché ti comporti così?” gli chiese guardandolo negli occhi. “Così come?” domandò l’altro. “Così… gentile. Sappi che, anche se hai cambiato strategia, non mi convincerai a venire a letto con te” borbottò il Tassorosso, credendo che Sebastian stesse semplicemente attuando un altro modo per portarselo a letto. “Non sto cercando di portarti a letto, almeno non in questo momento, anche perché se avessi voluto te ne saresti accorto Thaddy… Comunque, ora come ora, vorrei solo farti vedere che non sono solo lo stronzo che mi hai visto essere nei mesi scorsi” affermò, avvicinandosi all’altro. Thad arrossì vedendolo avvicinarsi a lui e sentendo quelle parole. “… Sappi che per adesso non mi fido ancora di te comunque!” esclamò, per poi andarsene, scosso da quella discussione. Sebastian stava davvero cercando di dimostrargli che gli importava qualcosa di lui?

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Capitolo 34
*** Capitolo 34 ***


Quel venerdì pomeriggio, all’ennesima lezione del Glee, tutti erano già pronti a mettersi a lavorare per il musical poiché nessuno aveva canzoni da cantare da quando avevano iniziato le prove dato che erano tutti concetrati su quello. Prima che iniziassero, però, il professor Schuester richiamò l’attenzione di tutti. “Ragazzi, prima di iniziare con le prove, ci sarebbe qualcuno che vorrebbe cantare una canzone… Hunter, vieni pure!” esclamò entusiasta come sempre. Hunter, che era già decisamente agitato, si innervosì ancora di più vedendo gli sguardi confusi dei suoi compagni, poiché lui non era solito cantare da solo di sua spontanea volontà. Si girò a guardare Trent, che lo fissò anche lui un po’ spaesato, ma, scambiando lo sguardo con lui, il Serpeverde gli sorrise e prese coraggio, per poi andare al centro dell’aula. Sebastian, notando lo scambio di sguardi, iniziò a pensare a che cosa diavolo avesse in mente il suo amico, anche se sperava per lui che qualsiasi cosa fosse avrebbe funzionato. Hunter, arrivato nel mezzo, prese un grosso respiro, poi iniziò a cantare.

Nobody sees, nobody knows,
We are a secret can't be exposed.
That's how it is, that's how it goes,
Far from the others, close to each other.


Trent, sentendo le prime parole della canzone, rimase perplesso: non capiva dove volesse arrivare cantando quelle parole.

In the daylight, in the daylight,
When the sun is shining,
On the late night, on the late night,
When the moon is blinding.
In the plain sight, plain sight,


Like stars in hiding,
You and I burn on, on.
Put two and to-gether, for-ever will never change
Two and to-gether will never change


Subito dopo la prima strofa, Trent comprese che Hunter stava davvero cantando una canzone per lui, davanti a tutti: continuava a fissarlo negli occhi e il testo faceva coincidere troppe cose su loro due.
In quel momento, anche gli altri iniziarono ad accorgersi dei loro sguardi e a capire che Hunter stava dedicando quella canzone proprio al Tassorosso.

Nobody sees, nobody knows
We are a secret, can't be exposed
That's how it is, that's how it goes
Far from the others, close to each other
That's when we uncover, cover, cover
That's when we uncover, cover, cover

My asylum, my asylum is in your arms
When the world gives heavy burdens
I can bear a thousand times
On your shoulder, on your shoulder
I can reach an endless sky
Feels like paradise

Put two and to-gether, for-ever will never change

Two and to-gether will never change.

Nobody sees, nobody knows
We are a secret, can't be exposed
That's how it is, that's how it goes
Far from the others, close to each other
That's when we uncover, cover, cover
That's when we uncover, cover, cover



Hunter continuò a cantare tutta la canzone guardando Trent negli occhi perché voleva vedere la sua reazione e poi voleva fargli capire che davvero non gli importava più del giudizio degli altri e che gli interessava solo riavere lui.
Il Tassorosso, dal canto suo, era decisamente sorpreso: non si era aspettato di certo che Hunter volesse dimostrare il suo cambiamento in questo modo così esplicito.

We could build a universe right here,
All the world could disappear,
Wouldn't notice, wouldn't care
We could build a universe right here
The world could disappear,
I just need you near

Nobody sees, nobody knows,
We are a secret, can't be exposed
That's how it is, that's how it goes
Far from the others, close to each other
That's when we uncover, cover, cover
That's when we uncover, cover, cover
That's when we uncover

 
Alla fine della canzone, tutti applaudirono, qualcuno più confuso di altri, mentre qualcuno era abbastanza felice che Hunter si fosse esposto così, come Sebastian e Jeff. “…Comunque era ovvio, si vedeva!” esclamò ad un tratto Puck, facendo ridere tutti gli altri. Blaine, che notò che Trent era rimasto zitto ed era parecchio in imbarazzo, si alzò. “Ok ragazzi, direi che, appurata questa cosa, possiamo andare avanti e iniziare le prove, che ne dite?” disse, ottenendo il consenso del professor Schuester, che li richiamò per farli mettere al lavoro. Mentre andava verso il centro dell’aula, Blaine si avvicinò ad Hunter. “Era ora che lo dicessi, di cosa avevi paura?! …Comunque d’ora in avanti, se Trent dovesse perdonarti, vedi di non farlo soffrire più” borbottò. “Non è mia intenzione farlo” gli sussurrò il Serpeverde. Blaine, in risposta, gli sorrise, per poi mettersi a fare le prove con gli altri. Hunter andò poi al suo posto a lavorare alla scenografia come sempre e in quell’istante, vedendolo da solo, Trent gli si avvicinò. “Non ti facevo tipo da gesti così plateali…” mormorò ancora imbarazzato. “Non sei il solo ad avere lati nascosti a quanto pare” rispose il Serpeverde sorridendo leggermente. “Comunque spero che tra le cose che non conosco di te ci sia un amore per i gesti plateali, perché se no non saprei che altro fare” continuò poi, ridacchiando. “In realtà è il primo gesto plateale che qualcuno abbia mai fatto per me…” “E ha funzionato?” domandò allora Hunter. “Ci sono ancora alcuni aspetti di cui discutere con te, ma sostanzialmente sì” sussurrò il Tassorosso sorridendo, facendo sorridere anche il Serpeverde. Si scambiarono uno sguardo e Trent fu tentato di avvicinarsi all’altro, ma nonostante tutto temeva ancora che non volesse mostrarsi troppo, ma Hunter, come se l’avesse letto nel pensiero, si sporse per baciarlo. Trent sorrise sulle sue labbra, ricambiando il bacio, poi i due ripresero a lavorare insieme.


Quel weekend, tutti erano particolarmente agitati perché ci sarebbe stata la partita di Quidditch tra Grifondoro e Tassorosso, che poteva decidere le sorti del campionato: se avessero vinto i Grifondoro sarebbero passati avanti in classifica e quasi sicuramente avrebbero vinto, se invece avessero vinto i Tassorosso, i primi in classifica sarebbero rimasti i Serpeverde, che avevano già vinto contro Tassorosso e Corvonero. Il giorno della partita, mentre andavano verso la Sala Grande per fare colazione, Draco stava discutendo con Harry. “Non crederai che oggi tiferò per voi Grifondoro, vero?” chiedeva il Serpeverde stupito. “Sei il mio ragazzo, dovresti tifare per me!” ribattè il Grifondoro. “Ci sono troppe ragioni per non tifare per te: innanzitutto, se voi doveste perdere noi Serpeverde saremmo primi in classifica; secondo, ti ho sempre visto prendere il boccino prima di me, siamo rivali, per una volta vorrei vedere qualcuno che te lo ruba da sotto il naso; e ultimo ma non meno importante, io non indosserò MAI i colori di Grifondoro” disse Draco orgoglioso. Harry alzò gli occhi al cielo sentendolo, poi si girò a guardarlo. “Quindi non hai nessuna intenzione di venire a fare il tifo per me e, nel caso, festeggiare la mia vittoria?” gli chiese perplesso. “Assolutamente no. La vostra vittoria sarebbe un’enorme sconfitta per noi! E io dovrei venire a festeggiare con i Grifondoro la sconfitta dei Serpeverde? Mai!” rispose il biondo. Harry sorrise malizioso. “D’accordo, allora in caso di vittoria chiederò a qualcuno a cui piacciono i colori di Grifondoro di festeggiare con me. E comunque, sai bene che noi siamo più forti” controbattè, per poi avviarsi verso il suo tavolo. Il Serpeverde rimase lì sconcertato per quella risposta, poi lo guardò male. “Potter, a chi ti riferisci? Potter!” lo richiamò, mentre Harry si allontanava sorridendo.


Quel pomeriggio, prima che le squadre entrassero in campo, Blaine si fermò vicino a Kurt. “Oggi niente bacio porta fortuna per me?” gli chiese sorridendo. Kurt si girò a guardarlo e scossè la testa. “No, mi spiace, oggi devo vincere io!” esclamò ridacchiando. “Non ti lascerò vincere facilmente” rispose Blaine, sfidandolo con gli occhi. “Nemmeno io, non ci andrò piano con te solo perché sei il mio ragazzo” ribattè il Grifondoro, ricambiando lo sguardo dell’altro. Blaine sorrise. “Comunque vada, alla fine della serata avremo qualcosa da festeggiare! Buona fortuna Kurt” “Buona fortuna anche a te!” concluse Kurt con un sorriso, per poi entrare in campo.


Poco dopo iniziò la partita e i giocatori sfrecciarono in aria. Anche se i Grifondoro erano i favoriti, i Tassorosso si difendevano bene e contrattaccavano i loro rivali. Verso la fine della partita, le due squadre erano in parità, quando Harry vide il boccino, così si fiondò per prenderlo. Blaine, vedendolo, gli si affiancò subito dopo. Il Grifondoro tese la mano verso il boccino per prenderlo, quando all’improvviso Brittany colpì un bolide che finì dritto sulla scopa di Harry, facendolo cadere a terra. Tutti abbassarono lo sguardo verso il moro che, nonostante si fosse fatto male, era riuscito ad afferrare in tempo il boccino, così i Grifondoro esultarono per la vittoria.


Più tardi, Draco andò verso l’infermeria, dove Harry stava parlando con i suoi amici. “Mi sembrava strano che quest’anno non fossì ancora finito qui, amico!” esclamò Ron ridendo. Harry sorrise leggermente. “Per lo meno quest’anno non mi hanno fatto sparire tutte le ossa! Mi dimettono stasera” mormorò ricordando il secondo anno, poi vide il Serpeverde arrivare. “Non ce la fai a passare un anno senza farti male, vero?” gli domandò Draco. “Almeno ho la scusa per farmi venire a trovare” rispose il Grifondoro sorridendo. In quel momento, vedendoli, Hermione prese Ron per un braccio. “Allora noi ci vediamo dopo Harry!” esclamò, per poi trascinare via il suo ragazzo. Dopo averli visti andare via, Draco si avvicinò di più a Harry. “La tua fortuna sfacciata non ti abbandona mai, eh? Nonostante tutto, sei comunque riuscito a farvi vincere… e a fare perdere noi” disse, facendo una smorfia. “Effettivamente non mi abbandona mai, se no non sarei riuscito a sopravvivere in questi sei anni” rispose il moro ridacchiando. “Quindi hai intenzione di festeggiare stasera quando uscirai di qui?” chiese Draco guardandolo. “Penso che i Grifondoro abbiano organizzato una festa… Perché vuoi venire?” domandò Harry sorridendogli. “Volere è una parola grossa, ma se ti lascio da solo con quellì lì chissà cosa mi combini!” borbottò Draco. “Menomale, perché non avrei voluto festeggiare senza il mio ragazzo geloso” sussurrò Harry in risposta, facendo sorridere Draco.

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Capitolo 35
*** Capitolo 35 ***


Quel mese passò in fretta tra le lezioni, le prove per il musical e lo studio per i G.U.F.O. che si avvicivano sempre di più. Trent e Hunter, dopo la dichiarazione del Serpeverde, avevano iniziato a frequentarsi alla luce del sole. Il Tassorosso aveva ricominciato a fidarsi di Hunter e quest’ultimo faceva ormai di tutto per dimostrargli che effettivamente non voleva più nascondersi e che ci teneva alla loro relazione.


Nel frattempo, anche la situazione tra Thad e Sebastian sembrava essersi stabilizzata. I due continuavano a lanciarsi frecciatine, ma spesso venivano visti insieme e sembravano aver trovato un loro equilibrio. Nonostante questo, non avevano parlato della situazione tra di loro e Thad temeva che a Sebastian bastasse il rapporto che avevano instaurato in quel mese e che non volesse cambiarlo. Per quanto riguardava il Serpeverde, quel periodo di riavvicinamento aveva confermato quello che già si era reso conto di provare per il Tassorosso, ma non aveva ancora fatto il primo passo per paura che l’altro fraintendesse le sue intenzioni. L’ultimo mercoledì di Aprile, Thad e Sebastian, come loro solito, si erano trovati da soli a provare per il musical. “Che ne dici di provare la scena della mia dichiarazione? Domani mi sa che il professor Schuester ce la chiederà” borbottò Sebastian, alzando lo sguardo dai loro copioni per guardare Thad. Il Tassorosso annuì e si mise al centro dell’aula vuota con l’altro per provare la scena. Sebastian iniziò a recitare. “Michael, non evitarmi anche stavolta! Volevo parlare con te” “Non abbiamo niente di cui parlare Jack” “Devo parlarti io, tu devi solo ascoltare. So che mi odi ancora per quello che ti ho fatto” recitò il Serpeverde, fermandosi per fissare Thad negli occhi, comunicandogli con lo sguardo tutto quello che avrebbe voluto dirgli anche lui, poi continuò. “Ma ti giuro che non commetterò più gli stessi errori, ci tengo davvero a te e vorrei che tu mi dessi un’altra possibilità” concluse Sebastian, aspettando la risposta dell’altro, continuando a guardarlo. Thad, che secondo il copione avrebbe dovuto rispondere negativamente, si era distratto pensando a quanto sembrassero realistiche quelle parole tenendo conto della loro situazione, così, senza starci a riflettere, si sporse verso il più alto e lo baciò. Il Serpeverde rimase stupito dal gesto del Tassorosso, ma lo ricambiò comunque; poi, quando si staccarono, sorrise. “Se volevi provare la scena del bacio, bastava dirmelo” mormorò maliziosamente. “In realtà non l’avevo previsto…” sussurrò Thad, arrossendo.  “Io non mi lamento” ribattè il Serpeverde ridacchiando. “…Comunque penso che dovremmo andare insieme ad Hogsmeade settimana prossima” continuò sorridendo. Il Tassorosso lo guardò incredulo. “Insieme? …Da soli?” gli domandò guardandolo. “Beh, di solito si fa così agli appuntamenti… O preferivi fare altro?” Thad rimase a fissarlo in silenzio, stupito. “Pensavo ti avrebbe fatto piacere… Ma se non è così, fa come se non te lo avessi chiesto” si giustificò Sebastian, per poi fare per girarsi e riprendere il copione in mano, quando la voce di Thad lo fermò. “Sì, mi farebbe piacere” rispose sorridendo timidamente. Sebastian, sentendolo, sorrise a sua volta. “Sei adorabile” mormorò il Serpeverde, facendo diventare Thad ancora più rosso, per poi riprendere a recitare come se niente fosse.


In quel periodo, Draco e Harry non avevano trovato molto tempo da passare insieme visti gli impegni scolastici e sportivi di entrambi. In realtà tutti e due avrebbero voluto fare il passo successivo nella loro relazione, ma, in quei pochi momenti in cui erano riusciti a ritagliarsi del tempo, non si era creata la situazione adatta. Quel primo sabato di Maggio, i due avevano finalmente programmato di passare tutta la giornata insieme, andando anche ad Hogsmeade con il resto della scuola nel pomeriggio. L’inizio di quella giornata la passarono insieme ai loro amici, passeggiando per il castello. Verso la fine della mattinata, si misero in disparte rispetto agli altri per stare un po’ da soli. Così, mentre gli altri continuavano a camminare, loro due si erano fermati sotto un albero del giardino a baciarsi. A un certo punto, Draco si staccò leggermente da Harry. “Dobbiamo andare per forza ad Hogsmeade oggi?” chiese al Grifondoro, guardandolo negli occhi. “Per me possiamo anche rimanere qui tutto il giorno” sussurrò Harry in risposta, ribaciandolo. “Mi stai dicendo che un Grifondoro leale come te vuole abbandonare i suoi amici per rimanere al castello con me?” domandò il Serpeverde ridacchiando. “I miei amici se la cavano anche da soli, non ti preoccupare… E comunque i Grifondoro non sono solo leali, ma sanno essere anche istintivi e passionali” ribattè Harry sorridendo. “Questa è una cosa a cui potrei abituarmi” rispose l’altro, per poi riprendere a baciarlo. Così, quel pomeriggio, finito di pranzare, Harry trascinò Draco per i corridoi, fino a che non trovò la Stanza delle Necessità che aprì per trovarci dentro una stanza con un grande letto, dove fecero l’amore per la prima volta.


Thad, nel frattempo, non aveva ancora detto a Nick e Jeff che sarebbe andato ad Hogsmeade con Sebastian, perché temeva la loro reazione. Quella mattina, però, aveva deciso di confessarlo ai suoi due migliori amici, così, quando li aveva visti passeggiare insieme nel castello, li aveva raggiunti. “Ciao Thad!” esclamò Nick, appena lo sentì chiamarli. “Ciao ragazzi” rispose Thad, ricambiando il saluto. “Allora sei pronto per Hogsmeade? Io e Nick ci stavamo giusto dicendo in che negozi vorremmo andare oggi pomeriggio con te!” esclamò Jeff sorridendo. “In realtà, vi stavo cercando proprio per questo. Non posso venire con voi oggi…” mormorò Thad. “Cosa? Perché?” chiese Jeff stupito. “Aspetta, esci con qualcuno?!” si intromettè Nick. “In effetti sì…” “Perché non ce l’hai detto subito?! Devi assolutamente prepararti per l’appuntamento, non puoi andare vestito così! …Aspetta, ma con chi esci?” domandò Jeff euforico. Thad abbassò lo sguardo e borbottò qualcosa. “Puoi dircelo, insomma siamo noi, non ti devi vergognare…” rispose Jeff guardandolo. Thad sospirò. “Con Sebastian…” sussurrò imbarazzato. Nick sospirò: se lo immaginava, visto che ultimamente passavano tanto tempo insieme. Jeff, al contrario, guardò Thad stupito. “Non credo di aver capito bene. Hai davvero detto Sebastian?” “Sì… Me l’ha chiesto mercoledì scorso” “E tu lo sai da mercoledì scorso e non ce l’hai detto?!” “Forse voleva evitare proprio questa reazione Jeff…” mormorò Nick. “Ok, forse ho un po’ esagerato… Ma non ci andrai, vero?” domandò Jeff all’altro Tassorosso guardandolo saccente. “In realtà, gli ho già detto di sì”. Jeff sospirò. “Lo sai a cosa vai incontro se esci con lui. Ti ha già fatto soffrire tanto, non voglio che lo faccia di nuovo” “Lo so, ma sai che non l’ho mai dimenticato e sembra che lui stia cercando di cambiare. Potrebbe essere l’occasione per ricominciare di nuovo con lui” spiegò Thad. “D’accordo. Ma sappi che se ti fa soffrire di nuovo, niente mi impedirà di ucciderlo” ribattè Jeff sorridendo. Thad annuì, poi si girò a guardare anche Nick, come a chiedere anche una sua opinione. “Penso che tu sia un pazzo ad accettare di uscire di nuovo con lui, ma so anche che non possiamo farti cambiare idea. Quindi sta solo attento, per quanto possa mostrarsi cambiato non sai se puoi fidarti ancora di lui… Però divertiti e goditi l’appuntamento” disse Nick. Thad sorrise, poi li abbracciò istintivamente, ricambiato prontamente dai suoi amici.


Quel pomeriggio, Thad si incontrò con Sebastian fuori dall’ingresso del castello, poi si avviò con lui verso Hogsmeade. Durante la passeggiata, come loro solito in quel periodo, iniziarono a parlare del più e del meno, del musical, del quidditch, dei G.U.F.O. imminenti… e alla fine arrivarono al villaggio. Una volta lì, dopo aver fatto un giro a Mielandia e da Zonko, Sebastian chiese a Thad se volesse prendere una Burrobirra con lui. Il Tassorosso accettò e così si diressero verso i Tre Manici di Scopa. Arrivati al locale, i due entrarono e si sedettero in un angolo del pub. Mentre aspettavano i loro calici, un ragazzo Serpeverde si avvicinò al loro tavolo e iniziò ad attaccare bottone con Sebastian. “Sebby! …Ti vedo in forma!” esclamò il ragazzo appena lo vide. Sebastian, nonostante fosse con Thad, gli resse il gioco. “Io sono sempre in forma” rispose sorridendo. Thad, sentendolo, alzò gli occhi al cielo. “Lo vedo… Tu sai sempre come attirare l’attenzione” mormorò il ragazzo malizioso. “Lo so o non sarei Sebastian Smythe, tesoro!” ribattè Sebastian, per poi fargli l’occhiolino. Thad, a quel gesto, sbuffò e si alzò. “Credo di essere di troppo” borbottò, per poi girarsi e andarsene. Sebastian, sentendolo, si accorse di aver sbagliato a dare retta al ragazzo Serpeverde, così, si alzò anche lui e, senza dire niente, uscì dal locale a cercare il Tassorosso.


Appena lo vide poco più in là, lo raggiunse. “Thad!” esclamò avvicinandosi a lui. “Perché sei qua? Pensavo ti stessi divertendo” rispose il Tassorosso guardandolo. “…E io che credevo fossi cambiato” sussurrò poi. “Scusa… Non volevo farti soffrire di nuovo. Sono troppo abituato a rispondere in quel modo ai ragazzi, ma non lo faccio con l’intenzione di provarci con loro, è semplicemente il mio modo di rapportarmi… Per questo non ho molti amici, perché non sono stato mai capace di avere rapporti duraturi, né in amicizia né in amore. Ed è per questo che non so come comportarmi con te: non voglio che le cose tra me e te finiscano come con gli altri, ma allo stesso tempo è una situazione nuova per me e continuo a fare errori” si spiegò il Serpeverde dopo essersi scusato, iniziando finalmente ad aprirsi di più con lui. Thad rimase spiazzato da quella confessione. “Non mi aspettavo che mi dicessi una cosa simile… Però devi capire che ogni volta che ti comporti in questo modo, io ci sto male” mormorò. “…Sono un coglione, vero?” domandò Sebastian. “Abbastanza…” rispose il Tassorosso. Sebastian sospirò. “Forse dovrei davvero lasciarti a qualcuno che ti merita più di me…” “Ma Seb-” Thad stette per controbattere, ma il Serpeverde ripensò a quello che aveva appena detto e riprese il suo discorso. “…Però non potrei mai farlo. Sarò egoista, ma non riesco a lasciarti andare. …Sono senza speranza…” concluse Sebastian. “Non eri mai stato così sincero con me, o almeno non da sobrio, e forse non sei così senza speranza” ribattè il Tassorosso guardandolo. Sebastian ci pensò su, poi decise di avvicinarsi a lui, questa volta guardandolo dritto negli occhi. “Non ho mai provato queste sensazioni per qualcuno e ora che ho trovato quel qualcuno, non voglio lasciarlo andare” confessò il Serpeverde. Thad arrossì vistosamente. “Beh… Ecco, io… Insomma, dopo tutto quello che è successo io non dovrei neanche essere qui con te, ma, per qualche strano motivo, nemmeno io riesco ad allontanarmi. Mi spaventa ancora l’idea che tu possa ferirmi di nuovo, ma stavolta sembri sincero, perciò possiamo provare a vedere come andranno le cose” mormorò, cercando di mettere insieme le parole. Sebastian annuì. “Dovrai essere paziente, ma giuro che farò del mio meglio. …Ora possiamo passare alla parte dell’appuntamento che preferisco?” disse serio, per poi chiedere questo, cercando di smorzare la tensione. Thad lo guardò confuso. “Intendevo il limonare ovviamente!” esclamò il Serpeverde in risposta. A quel punto, Thad scoppiò a ridere, poi lo baciò.

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Capitolo 36
*** Capitolo 36 ***


I giorni successivi furono sempre più frenetici per tutti i ragazzi. In particolare per quelli del Glee, che avevano da preparare sia il musical, che si sarebbe svolto un paio di settimane dopo, sia lo studio per i G.U.F.O.. Infatti quell’anno, non solo i ragazzi del quinto anno dovevano studiare per gli esami, ma anche quelli del sesto, poiché l’anno precedente erano stati annullati ovunque per colpa della battaglia contro Voldemort che non sapevano come sarebbe andata a finire. In quelle settimane infatti, tutti erano particolarmente agitati, c’era chi provava dalla mattina alla sera le scene per il musical, come ad esempio Rachel, che non lasciava mai in pace Blaine, e chi si dedicava principalmente allo studio, come Hermione, che passava la maggior parte del suo tempo in biblioteca.


Il giorno del musical arrivò presto e i ragazzi del Glee erano tutti molto entusiasti, ma anche agitati perché temevano di sbagliare o di dimenticarsi le battute per quella sera. Il pomeriggio si erano ritrovati per fare una prova generale, che era andata più che bene. Quella sera, giunta l’ora dello spettacolo, gli studenti di tutta Hogwarts si radunarono in Sala Grande e si sedettero nelle poltroncine che erano state adibite davanti ad un palcoscenico; i ragazzi che dovevano recitare, insieme a tutti quelli del Glee che avevano collaborato, erano invece dietro le quinte, ad aspettare l’inizio. Rachel, come suo solito, era particolarmente eccitata e andava avanti e indietro a dire a tutti di prepararsi. Quando arrivò da Blaine, il suo co-protagonista, che era in piedi vicino a Kurt, quest’ultimo cercò di calmare la ragazza, dicendole di smetterla di agitarsi e che sarebbe andato tutto bene. Rachel, stranamente convinta dal ragazzo, andò a cercare Finn per farsi dire da lui buona fortuna, così Blaine e Kurt rimasero da soli. “Quella ragazza avrà ripetuto la parte milioni di volte solo oggi ed è ancora convinta di sbagliare… Non cambierà mai” mormorò Kurt sorridendo. “Gliel’ho detto sempre anche io durante le nostre prove di non agitarsi più di tanto, ma è impossibile farle cambiare idea” rispose Blaine ridendo. “Comunque anche tu non devi agitarti, sarai bravissimo” ribattè il Grifondoro sorridendogli dolcemente. Blaine ricambiò il sorriso. “Grazie, anche se avrei preferito recitare con te… Non mi piace l’idea che devi baciare Malfoy” sussurrò storcendo il naso. Kurt rise. “Lo sai che amo solo te, non ti preoccupare. Prometto che sarà un bacio veloce. I migliori baci li do solo a te” disse, per poi dargli un bacio a stampo. Dall’altra parte delle quinte, anche Harry e Draco stavano parlando in attesa dell’inizio. “Allora, paura Potter?” chiese Draco malizioso, guardando il suo ragazzo. “Ti piacerebbe” rispose Harry a quelle parole. “Comunque sai, non ho mai fatto uno spettacolo, nemmeno quando ero tra i babbani, dato che non mi calcolavano molto” “Non sanno quello che si sono persi” ribattè il Serpeverde sorridendo. “Grazie… Buona fortuna comunque” “Buona fortuna anche a te, vedi di non godere troppo delle attenzioni della Weasley” borbottò poi Draco. Harry alzò un soppracciglio sorridendo. “Geloso Malfoy?” Draco lo guardò male. “Ti piacerebbe” concluse per poi sorridergli.


Poco dopo, il professor Schuester uscì sul palco, fece l’introduzione e diede inizio allo spettacolo, che, a livello di trama era molto simile a Grease, ma con un focus incentrato sulle coppie diverse dei due gruppi dei protagonisti. La storia dei due protagonisti, interprati da Rachel e Blaine, era praticamente uguale a quella del musical originale: i due si conoscono in vacanza e poi si rincontrano a scuola, dove lui inizialmente la tratta male, per poi ricredersi e mettersi con lei verso la fine. Per quanto riguarda le altre coppie, Ginny e Harry interpretavano i loro migliori amici, che, dopo essersi messi anche loro insieme, li spingono a riprendere la loro relazione; Draco e Kurt rappresentavano quelli che fingono di detestarsi, ma si trovano in segreto prima di uscire scoperto alla fine; invece Thad era colui che cerca di dissuadere i protagonisti a causa di una brutta esperienza avuta l’anno precedente, ma alla fine, grazie al tempo trascorso insieme tra i due gruppi, si lascia convincere e torna insieme al ragazzo dell’anno prima, cioè Sebastian. Anche gli altri ragazzi comunque avevano un ruolo, seppur minore, infatti durante lo spettacolo erano attenti a ricordarsi quando e come entrare in scena. Tutti quanti si impegnarono al massimo, mentre univano la recitazione alle performance musicali di gruppo, cantando a turno, e utilizzando i vari scenari preparati da loro. Trent e Hunter, infatti, che osservavano il musical da dietro le quinte insieme alle altre comparse, erano soddisfatti del loro lavoro come scenografi.


Alla fine, nonostante qualcuno si fosse dimenticato qualche piccola battuta, lo spettacolo andò bene e i ragazzi del Glee furono applauditi da tutta la scuola, sia per la recitazione sia per le scenografie e le musiche fatte tutte da loro, e anche il professor Silente fece loro i complimenti. Dopo aver sistemato tutto, i ragazzi del Glee rimasero lì un po’ di più per festeggiare insieme la riuscita del musical.


I festeggiamenti però non durarono a lungo, poiché tutti, già dal giorno successivo, dovettero concentrarsi sull’altro evento importante di Maggio: i G.U.F.O.. Infatti, anche i ragazzi del Glee, non avendo più il copione da ripetere, poterono impiegare tutte le loro energie nello studio per gli esami.


Prima fra tutti, Hermione stava utilizzando il suo tempo al di fuori delle lezioni per studiare e obbligare anche Ron e Harry a farlo. Tutti i giorni infatti li trascinava in biblioteca e li riprendeva se li vedeva distrarsi o bighellonare, cosa che succedeva spesso, specialmente a Ron. Lei invece era sempre circondata dai libri e passava dallo studio di una materia all’altra senza fare pause, e, nonostante questo, trascorreva le serate a lamentarsi con gli altri due Grifondoro dicendo loro che non si sentiva pronta e che stava studiando poco, anche se Harry e Ron sapevano benissimo che la ragazza stava studiando anche fin troppo e che comunque avrebbe preso tutti voti alti.


Harry, però, oltre a stare con Hermione in biblioteca, qualche pomeriggio lo passava a studiare con Draco. Quest’ultimo, nonostante non studiasse esageratamente come Hermione, era comunque parecchio concentrato sui libri e aveva trovato un modo per farsi aiutare da Harry in Difesa contro le arti oscure, in cambio del suo aiuto con Pozioni, con le quali il Grifondoro era sempre stato in difficoltà. “Potter, si può sapere come tu non riesca a fare neanche le pozioni più semplici? Basta leggere le istruzioni! Per quella devi mescolare cinque volte in senso orario, non sette!” lo aveva ripreso Draco un pomeriggio. Harry lo guardò imbarazzato. “Scusa, ho sbagliato di nuovo” mormorò sentendosi in colpa dato che stava facendo perdere tempo al Serpeverde. Draco sospirò. “Ah, come faresti senza di me?” domandò guardandolo con un sorrisetto.


Anche altri ragazzi cercavano di darsi man forte a vicenda studiando insieme, come Thad, che non solo studiava con Nick e Jeff, ma aveva deciso di continuare a farsi aiutare da Sebastian in Trasfigurazione e, all’occasione, di ripassare anche con altri ragazzi Tassorosso. Un giorno, infatti, mentre entrava in biblioteca, aveva notato Trent seduto da solo ad un tavolo, così lo aveva raggiunto e gli aveva proposto di studiare insieme Incantesimi, poiché anche lui era venuto lì per quello. Più tardi, mentre ripassavano l’incantesimo cambiacolore, si sentirono chiamare da qualcuno, così alzarono lo sguardo e videro Sebastian e Hunter davanti a loro. I due, dopo aver passato il pomeriggio insieme, erano venuti a cercarli per passare un po’ di tempo con loro. “Allora, avete finito di studiare voi due oppure ne avete ancora per molto?” chiese Hunter guardandoli. “In realtà, ci manca ancora un capitolo da ripassare” rispose Trent dispiaciuto. Sebastian sbuffò. “E presumo che non abbiate intenzione di scollarvi da qui finchè non avete finito, vero?” “Esattamente. Se volete però potete unirvi a noi” propose Thad sorridendo. “No quelle cose lì le so già fare a memoria…” ribattè Sebastian. “…Però rimaniamo qua con voi ad aspettarvi” continuò Hunter, sedendosi di fronte a loro, seguito dall’altro Serpeverde. “Ok, basta che non facciate troppo rumore” li riprese Trent, per poi riconcentrarsi sul libro con Thad. All’inizio, i due Serpeverde fecero come gli era stato detto, cercando di distrarsi, mentre aspettavano, fissando il vuoto. Dopo poco, però, si guardarono, alzando gli occhi al cielo spazientiti, e poi iniziarono a chiacchierare fra di loro, distraendo i due Tassorosso. “Ragazzi, se non state in silenzio, ci sbatteranno fuori…” sussurrò Thad guardandoli. In quel momento, infatti, Madama Pince li aveva appena lanciato un’occhiataccia. Sebastian e Hunter neanche se ne accorsero e continuarono imperterriti a parlare. Qualche minuto più tardi, notando che non avevano cambiato atteggiamento, Madame Pince si alzò e andò da loro, intimando a tutti e quattro di uscire poiché davano fastidio agli altri. Thad e Trent, imbarazzati, presero le loro cose e si scusarono con Madama Pince, per poi uscire seguiti dai due Serpeverde, che si erano alzati contrariati. I due Tassorosso, ormai rassegnati dal fatto che non avrebbero finito di studiare, avevano iniziato anche loro a parlare mentre uscivano dalla biblioteca. Appena furono fuori, Sebastian sbuffò. “Certo che quella donna è proprio isterica! Avrebbe davvero bisogno di una bella scopa-” “Sebastian!” lo bloccò Thad girandosi a guardarlo. “Che c’è? È la verità!” replicò il Serpeverde, alzando le spalle ridendo. Thad scosse la testa, esasperato, e decise di tornare a parlare con Trent, ignorando le battute del suo ragazzo. Il suo ragazzo… Ancora non ci credva che Sebastian fosse diventato effettivamente il suo ragazzo, ma, nonostante tutto, ne era felice. Mentre camminavano dietro di loro, Hunter e Sebastian avevano ripreso anche loro a chiacchierare, quando Hunter si distrasse fissando Trent. Sebastian lo notò. “La smetti di fissargli il culo?” gli domandò, ridacchiando. Hunter, sentendolo, si girò verso di lui, imbarazzato. “Non glielo stavo fissando…” borbottò. “Per fortuna che non eri gay...” concluse Sebastian ridendo. Hunter lo guardò male, ma non potè dargli torto.


I giorni successivi passarono in fretta, e arrivò il momento degli esami. La sera del 31 Maggio arrivarono gli esaminatori per l’ora di cena e i ragazzi, vedendoli, divennero tutti abbastanza agitati, anche chi sapeva di aver studiato e che gli sarebbe comunque andata bene. Dal giorno successivo, il primo di Giugno, cominciarono gli esami e il primo fu lo scritto di Incantesimi. Nel pomeriggio, dopo che fu finita anche la pratica di quella materia, i ragazzi si confrontarono sui risultati della giornata, per poi concentrarsi su quelli successivi.


Il secondo giorno fu il turno di Trasfigurazione. Quello più preoccupato per questa materia era Thad, che nonostante avesse studiato molto, aveva paura di fallirlo. Dopo aver fatto la teoria, il Tassorosso era molto nervoso, poiché gli incantesimi di Trasfigurazione erano sempre stati il suo debole, ma, poco prima dell’esame, Sebastian l’aveva raggiunto per parlare con lui. “Stai tranquillo, ti sei impegnato tanto per questo esame, vedrai che lo passerai” l’aveva rassicurato il Serpeverde, per poi rimanere con lui fino all’ora della pratica. Appena ebbe finito, Thad uscì dall’aula sorridendo. “Sono riuscito a fare l’Incantesimo di scambio!” esclamò, rivolto al suo ragazzo, che l’aveva aspettato fuori. “Cioè forse non l’ho fatto perfettamente, però ci sono riuscito!” Sebastian rise, sapeva che gli sarebbe andata bene; Thad, vedendolo, rise a sua volta e l’abbracciò, lasciando dapprima spiazzato il Serpeverde, che poi però ricambiò il gesto, facendo sorridere ancora di più Thad.


Anche gli altri ragazzi erano abbastanza soddisfatti dei risultati ottenuti, in particolare Harry, che durante l’esame di Difesa Contro Le Arti Oscure, aveva colpito gli esaminatori che gli avevano chiesto di fargli vedere il suo Incanto Patronus anche se non era in programma.


Nonostante l’agitazione generale, gli esami passarono in fretta e dopo l’ultimo esame di Storia della Magia, tutti si poterono rilassare negli ultimi giorni lì a Hogwarts.

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Capitolo 37
*** Capitolo 37 - Fine ***


I giorni seguenti, i ragazzi li dedicarono a stare più tempo tra di loro, per sfruttare gli ultimi momenti tutti insieme nel castello, visto che la settimana seguente i ragazzi del McKingley sarebbero partiti e tornati in America. Infatti, tutti i ragazzi del Glee erano molto dispiaciuti di dover lasciare i loro amici, perché probabilmente sarebbe stato difficile rincontrarsi tutti insieme in futuro. Per questo, cercavano di passare più tempo possibile in compagnia gli uni degli altri. In particolare, mentre Ron e Finn si trovavano a giocare a Quidditch, Hermione, Rachel e Pansy si incontravano per chiacchierare passeggiando per il castello, così come Luna e Brittany andavano insieme alla ricerca di nargilli e Harry e Thad si ritrovavano in giardino per parlare del più e del meno, dato che ormai erano diventati grandi amici per la grande gioia di Draco e Sebastian. Harry e Draco, inoltre, avevano provato qualche volta ad uscire anche con Kurt e Blaine, con i quali alla fine si erano trovati bene.


Quel venerdì, i ragazzi si ritrovarono per l’ultimo incontro ufficiale del Glee Club. Dopo aver parlato un po’ tutti insieme con anche il professor Schuester su come fosse andato quell’anno scolastico, decisero di cantare un’ultima canzone. Così, tutti si alzarono e si misero al centro dell’aula ad intonare “These Days”.


Iniziò Ron, che cantò la prima parte della prima strofa:


I know you moved onto someone new
Hope life is beautiful
You were the life of me to find my truth
I just wanna say, thank you
 
Subito dopo di lui, si unirono Finn e Puck:


Leaving to find my soul
Told her I had to go
And I know it ain’t pretty
When two hearts get broke
Too young to feel this old
Watching us both turn cold
And I know it ain’t pretty
When two hearts get broke
Yeah, I know it ain’t pretty
When two hearts get broke
 
Al ritornello, si aggiunsero le ragazze, prima Ginny e poi le altre che le facevano da coro:


I hope someday
We’ll sit down together
And laugh with each other
About these days, these days
All our troubles
We’ll lay to rest
And we’ll wish we could come back to these days
These days
 
La seconda strofa, invece, la cantò Sebastian, seguito da Hunter:


Three years of ups and downs
Nothing to show for it now
And I know it ain’t pretty when the fire burns out
Calling me when I’m drunk
And I know it ain’t pretty when you’re trying to move on
 
Infine, si unirono tutti quanti, formando una sola voce:


I hope someday
We’ll sit down together
And laugh with each other
About these days, these days
All our troubles
We’ll lay to rest
And we’ll wish we could come back to these days
These days
 
I hope someday
We’ll sit down together
And laugh with each other
About these days, these days
All our troubles
We’ll lay to rest
And we’ll wish we could come back to these days
These days
We’ll wish we could come back to these days
These days
 
Alla fine della canzone, tutti applaudirono e si abbraciarono commossi, contenti di essersi conosciuti quell’anno.


Il giorno successivo, i ragazzi furono impegnati a preparare le valigie prima della consueta cena di fine anno. Quella sera, tutta la scuola si riunì nella Sala Grande per l’ultima volta. I ragazzi si disposero nei tavoli delle loro casate e, mentre aspettavano che arrivassero tutti i professori e iniziasse l’ultimo discorso del professor Silente, iniziarono a chiacchierare. “Comunque come hanno fatto i Grifondoro a vincere? Eravamo davanti noi fino a due settimane fa!” disse ad un certo punto Hunter, dopo aver guardato le decorazioni della Sala, dedicate proprio ai Grifondoro. “È la loro solita fortuna sfacciata. Sono i preferiti di Silente, lui gli avrà dato qualche punto ad Harry solo perché respira!” spiegò Blaise, leggermente contrariato, mentre gli altri ragazzi Serpeverde annuivano. Anche Draco annuì, girandosi a guardare Harry che rideva con i suoi amici al loro tavolo.


Ad un certo punto, Silente si alzò in piedi e richiamò il silenzio. “Anche quest’anno è giunto al termine e sono soddisfatto che, nonostante la guerra sia finita da poco, le case si siano avvicinate e soprattutto abbiate fatto sentire i nostri ospiti americani come fossero stati a casa loro. Come da consueto, festeggiamo i vincitori della Coppa delle Case, che quest’anno sono i Grifondoro!” esclamò, facendo partire l’applauso da parte di tutti. “Bravi Grifondoro, bravi… Spero che quest’anno sia stato utile sia ai nostri ospiti che ai ragazzi di Hogwarts per imparare ad accettare le differenze e scoprire le cose che ci rendono simili.” Continuò, facendo sorridere tutti i ragazzi, che si scambiarono sguardi d’intesa. “Detto questo, abbuffatevi!” concluse il preside, per poi risedersi dopo aver fatto comparire il cibo sulle tavolate. I ragazzi ripresero a chiacchierare insieme mentre cenavano.


Il giorno seguente, i ragazzi si trovarono tutti all’ingresso del castello per salutarsi prima di partire. Quelli del McKingley, infatti, dovevano prendere il pullman per tornare a casa, mentre quelli di Hogwarts avrebbero preso il treno e per questo quel momento era l’ultimo che avrebbero condiviso. “Beh ragazzi, è stato bello passare quest’anno con voi. Dobbiamo assolutamente tenerci in contatto!” esclamò Hermione guardandoli. “Sì esatto, così potremo rivederci il prima possibile!” rispose Rachel, sorridendo. “Ci mancherete ragazzi” ammise Thad sorridendo ai suoi nuovi amici. Successivamente tutti iniziarono a salutarsi e ad abbracciarsi, commuovendosi e dandosi le ultime raccomandazioni. “State attenti ai Gorgosprizzi durante il viaggio!” esclamò Luna guardandoli sorridendo. Quando tutti si furono salutati, i ragazzi del McKingley salirono sul loro pullman, che partì subito, lasciando una scia infuocata dietro di sé.


Anche gli studenti di Hogwarts si avviarono verso il treno in partenza. Una volta giunti al binario, salirono e nello stesso scompartimento si ritrovarono Harry, Ron, Hermione, Draco, Blaise e Pansy. “Chi l’avrebbe mai detto che ci saremmo trovati noi sei insieme nello stesso scompartimento!” esclamò Pansy ad un tratto. “Io no di sicuro!” rispose Ron con una risata. “Sono succese tante cose quest’anno, ma è stato bello cambiare idea su di voi” disse Hermione sorridendo. “Dopo la guerra ci voleva un anno tranquillo” ammise Blaise. “Potremmo anche rivederci ogni tanto quest’estate. Potrei invitarvi tutti da me” propose Draco. A Harry, sentendolo, balenò in mente un pensiero, così si girò a guardarlo. “A proposito Draco, come diremo alla tua famiglia che ora sono il tuo ragazzo?” gli domandò titubante. Draco si bloccò per un attimo, pensandoci, poi lo guardò anche lui. “In qualche modo lo capiranno” sussurrò alzando le spalle.


Una volta arrivati al binario 9 ¾, i ragazzi scesero dal treno con le loro valigie e andarono dalle rispettive famiglie. Harry e Draco rimasero per qualche minuto davanti al treno e alla fine si diedero un veloce bacio per salutarsi. Quando si staccarono, Harry notò Narcissa che li fissava con gli occhi spalancati, così il Grifondoro indicò a Draco sua madre. “Credo che non ci sarà più bisogno di dirglielo” disse sorridendo imbarazzato. Draco rise, per poi baciarlo di nuovo.
 
FINE


Note dell'autore:
Il nostro viaggio insieme finisce qui; è stato bello poter condividere con voi questa storia e sia io che claudd97 vi ringraziamo per averci seguito fino a qui! Spero che la storia vi sia piaciuta e vi abbia fatto quanto meno divertire! Se volete lasciare una recensione, è sempre ben accetta!
Alla prossima!

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