Once Upon a True Love

di SwanShine
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** -L'odio.- ***
Capitolo 2: *** -Zitta Emma.- ***
Capitolo 3: *** -Autunno.- ***
Capitolo 4: *** -Il Sindaco e lo Sceriffo.- ***
Capitolo 5: *** -Hop hop!- ***
Capitolo 6: *** -Ruby strana.- ***
Capitolo 7: *** -Tappetta.- ***
Capitolo 8: *** -L'influenza.- ***
Capitolo 9: *** -Freddo e Caldo.- ***
Capitolo 10: *** -Ti prego.- ***
Capitolo 11: *** -Teppisti.- ***
Capitolo 12: *** -Henry.- ***
Capitolo 13: *** -Il cuore e il pugnale.- ***
Capitolo 14: *** -Lasciami.- ***
Capitolo 15: *** -Ferite.- ***
Capitolo 16: *** -Libero.- ***
Capitolo 17: *** -Nuova Storybrooke.- ***
Capitolo 18: *** -Morto morto.- ***
Capitolo 19: *** -Fuoco e sangue.- ***
Capitolo 20: *** -Dall'inizio.- ***
Capitolo 21: *** -Operazione..?- ***
Capitolo 22: *** -Il sogno.- ***
Capitolo 23: *** -Idiota.- ***
Capitolo 24: *** -Insieme.- ***
Capitolo 25: *** -03:00.- ***
Capitolo 26: *** -Il nuovo Signore Oscuro.- ***
Capitolo 27: *** -Luoghi strani.- ***
Capitolo 28: *** -Dark Side.- ***
Capitolo 29: *** -L'Ospedale.- ***
Capitolo 30: *** -Lo sconosciuto.- ***
Capitolo 31: *** -Lo specchio.- ***
Capitolo 32: *** -Il ritorno.- ***
Capitolo 33: *** -I piani di Ade.- ***
Capitolo 34: *** -Addii.- ***



Capitolo 1
*** -L'odio.- ***


Regina era nel suo ufficio, davanti alla finestra. 

I suoi occhi grandi e scuri indugiarono per un po' nel paesaggio davanti a lei finché vide una delle cose più sgradevoli del mondo:

Killian Jones, conosciuto come Capitan Uncino,  con le labbra posate su quelle di Emma Swan, lo sceriffo...

Quell'uomo le faceva mmm... Come dire... Ribrezzo?

 Tirò le tende per non assistere a quella scena penosa e si mise seduta dietro la sua scrivania, ad osservare una foto di Henry da piccolo poggiata lì. 

Ma i suoi pensieri non erano affatto concentrati su quel ragazzino che le aveva fatto capire cosa volesse dire essere madre, erano concentrati su quello stoccafisso di Uncino.

Si era messo più e più volte in mezzo alle sue discussioni con Emma, una volta l'aveva pure fermata quando voleva andare da lei.

 La donna si giurò che se avesse rivisto Emma e Uncino baciarsi spudoratamente davanti a lei, li avrebbe picchiati... O meglio, avrebbe picchiato Uncino soltanto. 

 

 

Passarono due giorni, Regina ricevette una chiamata da Henry.

Mamma! Ti prego aiutami! Per sbaglio ho allagato la casa di Emma!

La donna, allarmata, si precipitò fuori dall'ufficio e uscì dall'edificio di corsa, non prese nemmeno la macchina, la casa di Emma era a due passi da lì. 

Corse velocemente finché vide un'altra volta la cosa più sgradevole del mondo. 

Frenò la corsa e si mise proprio dietro Uncino che stava pomiciando alla grande con Emma, e che quindi non si sarebbe accorto della sua presenza. 

Regina fece rumore con le nocche delle mani, Emma aprì gli occhi e la fissò stranita.

 La bruna si allontanò di qualche centimetro mentre Uncino si stava girando verso di lei, Regina si mise a correre e si alzò in un salto che finiva con un bel calcio sulla testa di rapa di quello stoccafisso. 

STA LONTANO DALLA SIGNORINA SWAN, OKAY!?» 

e gli teneva la testa per quei sudici capelli, dandogli dei pugni nella spalla con la mano libera. 

O-okay.. Lasciami ti prego! ansimò Uncino  che quando fu mollato da Regina se la diede a gambe.

 Emma era sconcertata e, mentre Regina si spolverava la giacca, chiese:

 «Ehi! Perché l'hai fatto?» 

Regina parve bloccarsi di colpo, stava arrossendo. 

Con un fil di voce disse:

 «Scusa, devo andare da Henry... Ha.. Allagato casa tua.». 

E in quel momento arrivò un Henry tutto bagnato che tirò la manica di Regina e disse «Mary Margaret sta togliendo l'acqua con un secchiello da spiaggia...» 

«Vado ad aiutarla.» disse prontamente Regina, correndo verso la casa di Emma, la quale era rimasta lì impalata senza capire perché  avesse picchiato Uncino. 

Però la cosa la fece sentire... Importante per lei. Poi scosse la testa e si rivolse ad Henry 

«Com'è che hai inondato la casa?» 

«Ehm... Volevo lavare i piatti e... Quando ho finito ho scordato l'acqua aperta e il tappo nello scarico...» 

disse Henry con gli occhi spalancati, per paura che Emma lo sgridasse. 

Ma non lo fece, alzò una mano e scompigliò i capelli bagnati del ragazzo 

 «La prossima volta sta' attento » e se ne andò.

 

 

//Angolo scrittore\

Salve Salve, il capitolo è MOLTO corto e lo so. 

Soltanto i primi due capitoli sono corti, perché poi vanno ad allungare... A voi i commenti; ditemi che ne pensate!

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Capitolo 2
*** -Zitta Emma.- ***


Il giorno dopo Emma decise di andare nell'ufficio di Regina. 

Bussò.

 «Avanti» disse la voce della bruna.

 Emma entrò e si chiuse la porta alle spalle. 

«Oh, signorina Swan» disse Regina posando le carte che aveva appena compilato «mi dica.» Emma si avvicinò alla scrivania tormentandosi le mani. 

«Ecco...» cominciò sentendo lo sguardo di Regina addosso «volevo sapere... Perché ieri, beh, perché hai fatto a quel modo?» 

Regina spalancò gli occhi e arrossì lievemente «Oh...ohoh...» e incrociò le braccia al petto abbassando lo sguardo sulla scrivania.

 «Sto per chiederti una cosa stupida, non picchiarmi...» disse Emma che a poco a poco arrossiva. 

«Dica, Signorina  Swan, l'ascolto» 

La bruna accennò un sorriso. 

«Ecco... Mi chiedevo se.. Beh ecco..» 

Emma sospirò e diventò rossa più di un pomodoro «non è che... Ti piaccio?».

 Regina stava diventando rossa quanto Emma, non rispose. 

La bionda, più rossa che mai, si girò

 «Scusa. Sono una stupida e..» era già davanti la porta quando Regina le afferrò il polso e la bloccò lì. 

«R-Regina... Cosa...?» 

«Zitta Emma.»

 Era la prima volta che Regina non la chiamava Signorina Swan, si avvicinò con il viso e la baciò a lungo. 

Emma era bloccata.

Dopotutto, aveva capito che anche a lei piaceva Regina... Non Neal.. Non Uncino... Regina. 

Così bella, così perfetta.. La bruna si staccò dal bacio e fissò gli occhi verdi di Emma per qualche minuto, poi aprì la porta e la fece uscire.

 Regina si accasciò a terra con la schiena poggiata contro la porta, la testa fra le mani e il viso rossissimo. 

Emma era ancora lì, dietro la porta, si toccò le labbra con l'indice 

Forse sogno...

 pensò. 

Camminò per il corridoio con un'espressione scioccata ma felice allo stesso tempo, Regina le piaceva.

 Le piaceva davvero. 

 

La bionda entrò in casa ed Henry la salutò, si accorse della sua espressione, non l'aveva mai vista in quel modo, e chiese: 

«Ehy ma', che succede? Perché sei rossa?»

 Emma scosse la testa e sorrise al ragazzino 

«Oh, nulla. Dai, va' a fare i compiti.»

 

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Capitolo 3
*** -Autunno.- ***


Regina era al molo, aveva le braccia conserte, le gote arrossate per il freddo e lo sguardo fisso sul mare.

 Faceva così freddo che avrebbe potuto immaginare una nevicata improvvisa e l'oceano diventare una lastra di ghiaccio, ed era solo autunno... 

L'immagine di lei che baciava Emma le passava davanti continuamente, ed erano ben due settimane e tre giorni che non si vedevano. Anche se il giorno dopo il bacio Emma aveva cercato di parlarle e lei l'aveva evitata andando in macchina e partendo in fretta e furia.

 In quei giorni si sentiva come osservata e se la prendeva con chiunque le desse anche un po' di fastidio, sbattendolo fuori dall'ufficio o (se non era al lavoro) gli urlava contro e se ne andava. «Ma tu guarda» si disse «La regina cattiva... Innamorata della figlia di Biancaneve...» e si guardò le mani intrecciando le dita fra loro. «Perché io?» continuò aggrottando la fronte. «Cosa tu?» disse una voce maschile

Regina si girò e vide Uncino, con il suo sorriso beffardo.

 «Quanto t'interessa da uno a dieci?» chiese Regina con le mani ai fianchi e lo sguardo che mandava saette.

 «M'interessa abbastanza se ha a che fare con Emma.» rispose lui facendo qualche passo. 

«La Signorina Swan? Cosa c'entra lei? È inutile e non mi serve, ho pensato anche di licenziarla e farle abbandonare il suo ruolo di sceriffo! Ma non lo faccio perché deve sfamare il mio piccolo Henry.» 

Quelle parole le uscirono di bocca improvvisamente, e tutto quello non era vero. Emma per lei era veramente importante.

 «Certo, certo, certo.» disse Uncino ridacchiando. Regina a quel punto scoppiò e alzò la mano.

Uncino si sentì soffocare da una mano invisibile, in quel momento arrivò Robin

 «Regina! Mollalo! So che è un idiota, ma ucciderlo così..!». 

La donna abbassò il braccio e ridusse gli occhi a fessure andandosene via dal molo lasciando un Capitan Uncino ansante che per poco non diventava viola e un Robin Hood stranito. Camminò fino al locale di Granny, dove si recò al bancone e si mise seduta su uno sgabello

 «un caffè.» 

disse con il suo tono nervoso. 

Granny con uno sbuffo le diede una tazza di caffè e se ne andò a servire gli altri clienti senza dar conto a Regina, forse aveva capito che quando lei era nervosa era meglio non parlarle. Una mano si poggiò sulla spalla della bruna che si girò di scatto e vide due grandi occhi verdi e una massa di capelli biondi. 

«Possiamo uscire fuori?» chiese Emma senza spostare la mano. 

Regina annuì e lasciò il suo caffè sul bancone. 

 

«Dimmi.» disse la bruna una volta fuori. 

«Perché non mi parli più?» chiese Emma quasi tristemente.

 «Perché... Perché.. Oh» la bruna non seppe rispondere e Emma le prese la mano «Camminiamo nel frattempo.» disse.

 Regina strinse la sua mano calda e restò in silenzio per gran parte del tragitto 

«Non sai che rispondere?» chiese Emma ad un certo punto

 «Credo che ci siamo evitate a vicenda... O meglio, tu l'hai fatto» 

«Lo so.» disse Regina quasi in una sussurro. 

«Io no... Ti sono stata dietro, ecco la verità. Ero sempre ad osservarti e non potevo fare a meno di accorgermi che...» e si bloccò. 

«Che?» chiese Regina guardandola con serietà     «CheSeiVeramenteBellaEAttraente.» dichiarò Emma in un attimo.  

Regina aggrottò un'altra volta la fronte non capendo nulla

 «Ripeti.» 

«Ho notato...» disse Emma lentamente in preda all'imbarazzo «che sei veramente bella e..» e Regina la zittì e la strinse in un caldo abbraccio. 

La bionda spalancò gli occhi sentendola tremare.

 «Hai... Hai freddo?» chiese passandole una mano nel braccio. 

Regina negò con la testa senza parlare, a quel punto Emma capì che stava piangendo

 «Ehy, Ehy.. No, non piangere ti supplico» e si staccò dall'abbraccio per vedere il bel viso di Regina rigato da due lacrime che la bionda asciugò 

«io...» cominciò la bruna. 

«calmati, su» disse Emma dolcemente 

«Emma.» Regina le aveva preso i polsi e la guardava con serietà.

 «Non posso stare con questo peso enorme sul petto, quindi parlerò. Io ti amo. Sei speciale per me, e odio vederti con quel... Coso.» riferendosi ad Uncino « tu sei mia. Non di Uncino e non di Neal. Mia. Io ti amo, ti direi questa parola all'infinito.» e le guance di Regina cominciarono ad assumere sfumature di rosso. 

Emma non seppe rispondere e la guardò in quei suoi bei occhi scuri.

 Si avvicinò e le stampò un bacio sulle labbra, si era staccata per un attimo, poi, dopo aver portato le mani al viso della bruna, continuò in modo dolce e passionale. 

Regina chiuse gli occhi e quasi sorrise. 

Il primo vero bacio con sentimento... 

Un bacio autunnale...

 Il suo.

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Capitolo 4
*** -Il Sindaco e lo Sceriffo.- ***


«Lo sceriffo Swan è qui? Se c'è falla accomodare nel mio ufficio, devo parlarle.» 

disse Regina alla segretaria, aveva un tono serio e autoritario, fingeva di non provare alcuna emozione. 

A quanto pareva Regina Mills era molto brava a non scomporsi. 

Ma appena la segretaria uscì, la bruna si accomodò sulla sua sedia dietro la scrivania e prese una carta da compilare. 

Fece un sorriso così dolce e felice che poteva far concorrenza ad un panda per la dolcezza. 

Da quando aveva capito che anche Emma l'amava stava più di buon umore. 

Beh, solo a pensare la bionda sorrideva, a dir la verità.

La porta dell'ufficio si aprì ed entrò Emma con un sorriso a trentadue denti

«Mi avevi chiamata?» chiese. 

Regina annuì, si alzò dalla sua sedia e fece un giro intorno alla scrivania, poi con tono autoritario disse

«Signorina Swan, ho pensato per ben tutto il giorno, si, da quando mi sono svegliata, ad una cosa. Che farebbe comodo a me, a lei e al piccolo Henry.» e con un sorriso si accostò davanti la scrivania.

«Dica tutto, Signor Sindaco.» continuò Emma. «Avevo pensato...» cominciò Regina «... Di far venire a vivere lei, e il signorino Henry, in casa mia. C'è molto spazio e sembra vuota se non condivisa con qualcuno. C'è pure l'eco a volte..» Emma si trattenne dal saltellare e tutta felice disse «Certo! Ovviamente! Lo dirò ad Henry!!!» e scappò via dall'ufficio. 

Regina pensò che volesse andarlo a prendere prima da scuola, e siccome, da donna autoritaria e da madre iper protettiva, non approvava: si affacciò alla finestra e vide Emma sul punto di salire sul suo maggiolino.

«Emma Swan! Il suddetto Henry Mills NON deve uscire prima da scuola se la sottoscritta è ancora in vita!». 

La bionda mise il broncio cercando di convincere il Sindaco che dopo dieci buoni minuti disse 

«Oh! E va bene! Però vengo anch'io!».

 

Henry uscì da scuola tutto contento, e fu ancora più contento quando vide che erano Emma e Regina insieme a prenderlo, e non doveva essere successo nulla di grave visto che sorridevano tutte e due. 

Quando salirono tutti in macchina Emma parlò «Allora ragazzino, ho una notizia da darti.» 

«Che notizia?» chiese Henry.

Emma si schiarì la voce e con tono autoritario disse «Il qui presente Sindaco di Storybrooke, Regina Mills, ha annunciato che Emma Swan e il figlio Henry Mills, nonché figlio adottivo di Regina Mills, andranno a vivere in casa della suddetta signora Mills!»

Henry quasi esplose per la felicità e diede un bacio nella guancia a Regina che sorrise e disse «Attaccati la cintura! Se la Signorina Swan frena potresti ritrovarti fuori dal finestrino!» 

Henry ubbidì. 

 

Dopo che Henry e Emma portarono le loro cose a casa di Regina, la bionda si avvicinò alla bruna e chiese

«questa sera Granny da' una festa, ci andiamo?» «certo!» rispose Regina. 

 

Era sera, si poteva dire che mezza Storybrooke era nel locale di Granny.

Emma e Regina, con Henry, si fecero largo fra la folla e ordinarono due boccali di birra e un bicchiere d'acqua (quello per Henry eh!). 

Uncino e Robin erano lì vicino, Emma li vide e c'era anche Mary Margaret con il marito, si avvicinò a loro 

«Bella serata, vero?» chiese tenendo il suo boccale in mano, facendo si che gli altri vedessero che non aveva ancora bevuto. 

«Si, proprio bella!» rispose Mary Margaret annuendo. 

Uncino si avvicinò , la bionda vide Robin avvicinarsi a Regina e parlarle.

«Che vuoi?» chiese Emma

«Non mi dai un bacino da un bel po'..» rispose lui indicandosi le labbra con l'uncino. 

Emma sorrise e alzò il boccale, «scusami, devo parlare un attimo a Regina» e andò verso di lei. Regina si voltò e alla sua vista sorrise, Robin si scostò e Emma tenendo in alto il boccale non usato baciò Regina davanti a tutti, senza arrossire.

Mary Margaret spalancò la bocca e barcollò finendo sul marito, Uncino rimase di stucco, Robin che era lì vicino rimase scioccato e si allontanò. 

Henry prima sorrise e spalancò gli occhi e la bocca, Granny andò dietro di lui e disse

«Oh! La mia OTP! Le ho sempre shippate segretamente!» e quasi quasi esultava. 

Regina afferrò il viso di Emma e continuò a baciarla, poi la bionda si staccò e disse 

«avete visto il mio boccale?» e lo poggiò sul bancone «non l'ho nemmeno sfiorato con la bocca, e si,sono sobria! Ho baciato il sindaco perché... beh, perché stiamo insieme!» tutti applaudirono, tranne Uncino, Robin e Mary Margaret. Lei perché era svenuta, David applaudiva alla grande, e gli altri due, beh, loro erano ancora scioccati.

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Capitolo 5
*** -Hop hop!- ***


Fuori c'era una tempesta, i vetri delle finestre erano tutti bagnati e appannati. 

Emma e Regina erano sedute a terra davanti al mobiletto con i DVD, quella sera avrebbero visto un film.

«Dai Emma!» disse Regina 

«Hey! Sono indecisa!» disse la bionda. 

La bruna prese un CD a caso e chiese 

«Perché hai... Biancaneve e il cacciatore?» 

Emma prese velocemente il CD e guardò la copertina, osservando la regina del film e la regina che stava davanti a lei 

«Tu sei di gran lunga più bella!» e lo posò. 

Regina inarcò un sopracciglio e prese un altro film «... Fight Club?»

«Oddio, no!» disse Emma arrossendo e afferrando il DVD «Non.. Ehm... Guardiamo Harry Potter?»

«Oh si!» disse Regina che si piombandosi sul divano tutta contenta.

«La pietra filosofale!» esclamò Emma prendendo il DVD.

«No no no! Io voglio l'ordine della Fenice!» «Ma... Perché?» chiese la bionda 

«Perché c'è Helena Bonham Carter e a me piace l'attrice.» rispose con decisione la bruna, incrociando le braccia al petto. 

Emma sbuffò e mise il film, spense la luce, si mise seduta vicino a Regina e avvicinò i pop corn. 

 

Una volta finito il film Regina accese la luce e vide Emma in lacrime, si rimise seduta accanto a lei e le carezzò la schiena «Ehy.. Cosa succede?» 

«È morto Sirius!» piagnucolò la bionda. 

«Ma... Allora?» disse Regina abbracciandola «Allora? 'Gina tu adori la Lestrange, ecco perché non piangi!» esclamò Emma

«Cosa!? Non è vero! E non chiamarmi Gina!».

In quel momento Henry, in pigiama, scese le scale e si avvicinò a loro

«Perché urlate? Io dormivo!»

«Tua madre dice che Bellatrix è meglio di Sirius!» disse Emma puntando il dito contro Regina. 

«Io non ho mai detto nulla di simile..» disse Regina scioccata

«Beh, non ha tutti i torti. Insomma, Bellatrix Lestrange è... Wow!» 

E vedendo l'espressione di Henry, Regina sgranò gli occhi e disse

«Henry Mills! Non tollero simili espressioni in casa mia! Fila a nanna!»

e Henry, rosso in viso, ubbidì. 

Emma ridacchiava, la bruna se ne accorse e la guardò a lungo con gli occhi ridotti a fessure. «Ehm...»

«Emma.» disse Regina 

«S-si?» 

«A nanna.» 

«cosa? E va beeene...» 

Emma diede un bacio veloce a Regina e salì in una camera, che momentaneamente era la sua. 

 

A notte fonda, Regina dalla sua stanza sentì un botto e i lamenti di Emma, si alzò velocemente dal letto e si recò da lei con indosso solo il suo pigiama di raso rosso. 

«Emma! Emma! Emm... Ma dove sei?» disse cercando nella stanza.

«Sono qui» e la bionda spuntò da dietro il letto, a quanto pareva era caduta.

«Fatta male?» chiese la bruna aiutandola a rimettersi a letto, le rimboccò le coperte e le diede un bacio nella fronte che Emma ricambiò con una carezza sul bel viso di Regina. 

«no» disse quasi in un sussurro. 

«Beh.. Buona notte allora» disse avviandosi verso la porta. 

«Regina.» disse Emma da sotto le coperte facendo fermare la bruna. 

«Si?» 

«Mi sento sola... Dormi con... Me?»

Regina la guardò per una frazione di minuto e poi si convinse e si infilò sotto le coperte con lei. Emma la strinse a sé e le baciò la fronte come  aveva fatto lei 

«Buona notte.» le disse dolcemente.

 

Le due dormirono abbracciate per tutta la notte e furono svegliate da uno scatto di macchina fotografica

«Ma cosa...?» dissero tutte e due aprendo piano gli occhi e ritrovando Henry con la sua macchina fotografica fra le mani davanti a loro tutto contento

«Questa va a Granny e Ruby!» e uscì fuori dalla camera. 

La bruna e la bionda si guardarono a lungo in faccia ancora mezze addormentate 

«Ma perché Granny e Ruby ci shippavano segretamente?» chiese ad un certo punto Emma

 «ed io che ne so?» rispose Regina con sincerità «Su, alzati.» e le diede un bacio

«Dobbiamo accompagnare Henry a scuola e andare al lavoro, hop hop!»

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Capitolo 6
*** -Ruby strana.- ***


«Signor Sindaco!» 

«Signora Mills!» 

«Scusi c'è un problema!»

 cercavano sempre lei per tutti i problemi e, oltre le carte infinite da compilare, erano sempre cose da portare a termine. 

Era stressata e non ce la faceva più. 

Così un giorno, quando la segretaria entrò per dirle qualcosa, disse 

«Scusa, ma oggi mi prendo un giorno libero.» e uscì prendendo la sua giacca e le chiavi dell'auto. 

«Hey, Regina!» 

la salutò Emma alzando la mano 

«Scusa Emma, ma oggi ho il giorno libero e sto andando a prendere qualcosa da Granny. Se vuoi mi trovi lì.» e uscì dalla porta d'ingresso velocemente, lasciando Emma con la mano ancora alzata nel suo saluto.

 Quando la bruna arrivò all'auto si ricordò di non aver salutato la ragazza decentemente e fece dietro front, entrò di nuovo, trovò Emma dove l'aveva lasciata (la mano l'aveva abbassata) e le diede un bacio a stampo 

«Ciao dolcezza.» e uscì di nuovo. 

 

Entrò nel locale di Granny, che parve essere contenta di vederla e disse

 «un caffè caldo, Signor Sindaco?» e le fece vedere la caffettiera fumante.

 «No, Granny. Dammi un qualcosa di buono e un bicchierino di vino rosso.. Devo stendere i nervi.» 

Granny ubbidì e chiamò Ruby 

«Ruby! Prepara la miglior specialità per il nostro Sindaco!» 

appena la ragazza sentì la parola "Sindaco" si mise a correre nella cucina tutta felice.

 «Ehm... Che vi prende?» chiese Regina con un'espressione stranita sedendosi su uno sgabello davanti al bancone. 

«Oh, niente!» rispose Granny con un sorriso mentre poggiava il bicchiere di vetro davanti a Regina

 «E... Sai com'è. Lei e la Signorina Swan.. Cioè Emma..» e versò del vino rosso fino a mezzo bicchiere. 

«Cosa?» chiese ancora una volta Regina 

«Oooh! Vi adoro!» Granny fece la faccia felice come quella di una bambina a cui hanno comprato una bambola nuova.

 In quel momento arrivò Ruby con un piatto pieno di insalata, crocchette di pollo e due cotolette

 «il pranzo!» e lo posò davanti a Regina che sgranò gli occhi per il troppo cibo prendendo le posate.

 «Granny mi ha raccontato che ti sei "fidanzata"! Chi è il fortunato, Regina?» chiese Ruby con un sorrisino malizioso. 

Granny la guardò e poi, come se lo avesse dimenticato, disse 

«Oh, vero! Il giorno in cui è successa quella cosa tu non c'eri! Ed io ho pensato che fosse più educato fartelo dire da Regina» 

Regina ingoiò un pezzettino di cotoletta e disse 

«N-non lo sa? Henry non ha portato la foto?» e sorseggiò del vino. 

«Oh, no. È arrivato qui l'altro giorno tutto triste perché il fotografo lo ha fatto aspettare. Dovrebbe venire oggi, mi ha detto.» disse Granny sistemandosi gli occhiali sul naso. 

«Beh, comunque sia, io voglio sapere...» stava dicendo Ruby, quando un cliente la chiamò «Scusate. Regina, voglio detto tutto.» e se ne andò. 

Regina si avvicinò a Granny e le bisbigliò 

«Come fa a non saperlo? Insomma.. pensavo che tu gliel'avessi detto, visto che io e Emma siamo la tua... Come si chiama?» 

«OTP.» disse Granny prontamente 

«Si, ecco, quella.»

 «Beh, pensavo che, come ho detto prima, sarebbe stato educato farlo dire a te. Certe volte le cose raccontate non vengono prese sul serio.» disse Granny incrociando le braccia al petto.

 «Mmm... Ragioni bene. Almeno tu, fra gli altri cittadini.» disse Regina dopo aver mangiucchiato dell'insalata.

 Ruby ritornò e posò un vassoio lì vicino a lei «Dai su! Parla!» 

«Ecco, allora..» stava dicendo Regina, quando in quel momento entrò Henry seguito da Emma 

«Granny! Ho la foto! Ciao mamma!» disse sventolando qualcosa e avvicinandosi al bancone. 

«Oh. Vero, oggi uscivi prima...» disse Regina pulendosi il muso in un tovagliolo

 «grazie Granny, sono molto piena» e allontanò un pochino il piatto ancora pieno di cibo.

 Henry girò dietro al bancone e diede la foto a Granny che fece un sorriso enorme 

«Oooh!!!! Ma che dolci!!!» 

«Hey Granny! Fammi vedere il ragazzo di Regina!» disse Ruby con le mani ai fianchi. Regina sorrise e disse 

«È solo...» e Emma la interruppe dandole un bacio sulla guancia «Emma». 

Ruby aggrottò la fronte vedendo Emma compiere quel gesto e incredula chiese, come se non avesse capito:

«Emma?» e levò la foto dalle mani di Granny, e vide Emma e Regina abbracciate nel letto, in pigiama, dormire beatamente. 

La ragazza fissò le due, sembrava arrabbiata, posò lo sguardo su Emma e si morse il labbro, uscendo dal locale sbattendo la porta. 

Regina si girò e disse 

«...che diamine le prende?» mentre la sua bionda l'abbracciava da dietro con la fronte aggrottata

 «Non lo so...» disse. 

Granny si rivolse ai clienti che si erano girati a quel gesto di Ruby dicendo:

«Che avete da guardare? Non è successo nulla!» e quelli tornarono a mangiare e a chiacchierare. 

 

 

Intanto Ruby era fuori, dietro il locale dove nessuno l'avrebbe vista, e stringeva la foto in pugno. 

Guardò un'altra volta quell'immagine, tutta stropicciata, delle due che dormivano. Aveva gli occhi pieni di lacrime, lacrime di rabbia, sussurrò fra i denti stretti 

«Regina Mills... Io... Ti odio..» 

fissò per un altro po' la foto e poi la piegò posandola in una tasca interna della giacca, poi entrò nel locale dalla porta del retro, senza andare a servire i clienti per non vedere la Mills e la Swan insieme.

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Capitolo 7
*** -Tappetta.- ***


Quella sera Henry volle passare la notte dai nonni, Mary Margaret e David, e Emma e Regina erano sole in casa.

 «Che facciamo?» chiese Emma contemplando gli occhi grandi e scuri di Regina nei minimi dettagli. 

«mmm... Non so..» rispose la bruna levandosi la giacca restando così in camicia bianca.

 Emma la guardò per un po' attentamente e posò lo sguardo sulle scarpe vertiginose della donna e aggrottando la fronte chiese 

«Come fai a camminare con quelle cose?»

 Regina inarcò un sopracciglio e si guardò le scarpe 

«non sono scomode.. Mi piacciono.» 

«Sono scomode e ti piacciono o...» stava dicendo Emma ridacchiando 

«o?» fece Regina inarcando un sopracciglio. 

«...o sei bassina?» continuò la bionda. 

Regina sbuffò 

«Io bassa? Pft! Ma per favore!»

 «Si, bassa. Sei alta quanto me con quei tacchi, e ora voglio sapere quanto sei alta senza.» disse Emma con l'espressione divertita e le braccia incrociate al petto. 

«Ah-ah. Non mi leverò mai le scarpe così per caso, Swan.» disse la bruna con il suo sguardo sicuro e il suo sorrisino beffardo.

 «Io scommetto che sei bassa» continuò la bionda avvicinandosi alla bruna che indietreggiò così tanto che finì contro il muro.

 Emma la bloccò con le braccia e avvicinò il viso contro quello di Regina parlando sulle sue labbra «ti leverò quelle scarpe, Mills. Fosse l'ultima cosa che faccio sta' sera.» e le diede un bacio.

 La bruna sorrise al bacio e scostò un po' il viso per parlare 

«Devi prima passare sul mio corpo.» disse ridendo. 

Emma la lasciò passare e andare verso la cucina, quella si fermò davanti al frigorifero e prese una bottiglia d'acqua e quando si girò si ritrovò Emma davanti, che velocemente mise le mani alle cosce della bruna e la prese in braccio. Regina fece cadere la bottiglia a terra e cominciò a tempestare di pugni la schiena della bionda che rideva divertita e la portava verso il divano. 

«Emma Swan! Esigo che tu mi lasci immediatamente!» disse Regina con voce isterica. 

«Come vuole lei, signor Sindaco!» e la lasciò cadere sul divano, dove la bloccò e le levò le scarpe che buttò dall'altra parte della stanza. «Aaaah! Emma!» strillò Regina appallottolandosi sul divano 

«Prima o poi dovrai alzarti!» disse Emma con le mani ai fianchi. 

«Mai.» disse Regina. 

«Come vuoi.» Emma la prese in braccio di nuovo, era straordinaria la forza della ragazza, mise Regina in piedi davanti a sé e vide che il suo naso le arrivava alle labbra.

 «Oooh! La mia tappetta!» disse Emma facendo come se avesse visto un panda 

«Non è divertente Swan.» disse Regina con le braccia incrociate al petto. 

«Dai piccola, non offenderti, ma sei dolcissima.» e la bionda le diede un dolce bacino sulla punta del naso. 

Regina si arrabbiò e disse «Quello me lo chiami bacio!?» si alzò sulle punte e tirò Emma per il colletto dandole un bacio così grande che quando si staccò  per poco non cadde  all'indietro. 

La bionda la guardò per qualche minuto e poi la prese in braccio come un principe fa con una principessa, e guardò i suoi occhi restando ferma sul posto. 

«Quanto sei maledettamente bella?» chiese. 

«Ti chiederei la stessa cosa.» disse prontamente Regina che non staccava lo sguardo dal suo.

 Poi la bruna spostò un attimo lo sguardo sul suo orologio e vide che era mezzanotte. 

«Forse è meglio se andiamo a dormire, domani lavoriamo...» disse. 

«Certo, andiamo» disse Emma tenendola sempre in braccio, la portò nella stanza da letto e la mise dolcemente sul letto; aprì l'armadio e prese il pigiama che Regina aveva addosso la prima notte che avevano dormito insieme, quello di raso rosso, e lo mise vicino alla bruna che lo prese e iniziò a spiegarlo. 

Emma era lì vicino a lei che fissava ogni suo movimento mentre si levava l'orologio, gli orecchini e la collana.

 Ad un certo punto avvicinò le mani al petto della bruna e sbottonò alcuni bottoni della sua camicia bianca. 

Regina la fissò attentamente, aveva la fronte aggrottata e sembrava davvero concentrata, quando si ritrovò la camicia del tutto sbottonata rimase in silenzio per molti minuti, finché tutto in un colpo si aggrappò a lei facendola stendere sul letto, e la cominciò a baciare ripetutamente sulle labbra fino al collo. [...]

 

 Il sole entrò dalla finestra illuminando i loro visi quella mattina, erano sotto le coperte abbracciate l'una all'altra e dormivano beatamente. 

La sveglia suonò e Regina la spense subito per non far svegliare Emma, si mise una vestaglia che era lì vicino e scese le scale fino alla cucina dove preparò la colazione per entrambe. 

Emma scese poco dopo con i capelli tutti arruffati e addosso una canottiera bianca e un paio di pantaloncini, si avvicinò a Regina e l'abbracciò da dietro poggiando il mento sulla sua spalla 

«Buongiorno..» disse ancora con la voce assonnata. 

«Buongiorno a te» disse Regina girando la testa e stampandole un bacio nella guancia per poi andare a mettere la colazione sul tavolo: due tazze di latte con dei cereali con frutta secca. Quando finirono andarono a vestirsi, dopodiché si salutarono un'altra volta, si diedero un bacio e ognuna andò dentro la propria macchina.

 «A più tardi!» disse Regina con un sorriso che Emma ricambiò. 

«Ci rivediamo da Granny, tappetta».

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Capitolo 8
*** -L'influenza.- ***


Emma poggiò la mano nella maniglia della porta del locale di Granny quando una mano le toccò la spalla.

 Non era il tocco dolce e delicato di Regina, infatti, si girò e trovò Uncino con un sorrisino stampato in faccia 

«Devo parlarti, facciamo due passi?»

 La bionda sbuffò e cominciò a camminare seguita dal... Tizio. 

Non parlarono per niente per circa tre metri di strada, Mr. Senza-mano ruppe il silenzio: «Emma. Ti amo.» 

Emma stava guardando in su con le mani in tasca «Amen» disse distrattamente. 

«Ti amo.» ripeté Uncino. 

«Io no.» rispose Emma. 

«Sai che ti amo?» disse ancora Uncino. 

A quel punto Emma alzò le mani e andando via gli urlò 

«AMO REGINAAA» lasciandolo lì solo come un... Coso sgradevole senza mano.

 

 Intanto Regina era appena uscita dal suo ufficio, e si ritrovò Robin davanti che la prese per le spalle e disse

 «Regina, io ti amo.» 

Regina inarcò le sopracciglia e sorrise «io no!» e si girò uscendo dall'edificio. 

Arrivò all'auto e Robin era dietro di lei 

«Ti amo!» ripeté.

 «Si, anch'io mi amo, così come amo Emma.» disse la bruna entrando in macchina e partendo a tutto gas. 

Stava arrivando al locale di Granny quando, mentre la macchina si muoveva, Robin spuntò vicino al finestrino correndo con il fiatone

 «Re... Re... Regina! Io ti.. Ti... Amo!»

 Regina alzò il finestrino e accelerò, parcheggiò e a passo veloce si recò alla porta del locale di Granny, in quel momento anche Emma era arrivata seguita da Capitan stoccafisso uncinato. 

«TI AMO!» dissero in coro i due fessi.

 Le donne si girarono verso di loro e facendo ondeggiare le dita davanti alla faccia dissero «MOCALAAAA!!!» ed entrarono lasciandoli soli. 

Robin e Uncino si guardarono in faccia disperati ed andarono via.

 Insieme andarono a sedersi ad un tavolo libero, l'una di fronte all'altra. 

«Cosa vuoi mangiare tappetta?» chiese Emma. «Io voglio un'insalata.» rispose Regina guardandola negli occhi. 

«un'insalata? Regina, non hai bisogno di fare la dieta! Sei un fuscello delicato!» protestò la bionda 

«Ma io non sono a dieta» disse prontamente la bruna sorridendo. 

«Beh, come vuoi tu.» e le sorrise; in quel momento arrivò Ruby per prendere gli ordini e le guardò male dicendo «Che volete mangiare?» con voce scocciata.

 «Un hamburger per me e un'insalata per la mia Regina» disse Emma lanciando uno sguardo alla donna. 

Ruby se ne andò e Emma e Regina rimasero sole, per poco, perché Mary Margaret con David e Henry erano nel tavolo accanto.

 «Salve ragazze!» disse Mary Margaret con un sorriso. 

«Salve» dissero le due senza calcolarla del tutto. Qualche minuto dopo arrivarono l'hamburger e l'insalata che avevano un aspetto appetitoso, le due cominciarono a mangiare finché Regina si fermò lasciando metà piatto di insalata. 

Emma la guardò in faccia e vide che aveva le guance tutte rosse, ed anche la fronte.

 Regina prese un bicchiere e bevve, sentiva le orecchie bruciare e le veniva da vomitare. 

Emma lasciò il suo panino e si mise velocemente seduta vicino a lei con aria preoccupata 

«Stai bene? Sei tutta rossa Regina!»

 «Ho caldo... Tanto caldo...» rispose Regina.

 Mary Margaret si avvicinò al loro tavolo e Regina, che non aveva parlato per deglutire, disse «e ho una gran nausea...» e si mise una mano sulle labbra. 

All'ultima affermazione della bruna Emma si preoccupò e senza pensarci disse 

«Ieri non ti avrò mica lasciata incinta!?»

 «Emma, come potresti mettermi in...» 

«Voi due avete...» stava dicendo Mary Margaret con un sorrisino malizioso. 

«Ma un bel mazzo di cavoli tuoi?» chiese Regina infastidita e accaldata.

 Si alzò velocemente e uscì fuori.

 Ruby si avvicinò ad Emma e sorridendo disse «Oh, forse l'insalata le fa male..» e tornò al bancone con quel suo sorriso che faceva sospettare qualcosa.

 Emma corse fuori e andò da Regina che si era appoggiata ad un muro; era bollente e rossa come un pomodoro. 

«Dio mio, Regina, potresti sv...» e proprio mentre la bionda stava per dirlo, Regina svenne.

 

 Quando aprì gli occhi era sdraiata sul suo letto, a casa, Emma era vicino a lei seduta su una sedia e le stringeva la mano dolcemente.

 Aveva ancora caldo e sentiva quel senso di nausea che le rendeva la voce bassa e roca come quella di una con il mal di gola. 

«Em-Emma..» disse la bruna in un sussurro. «sh....» fece Emma accarezzandole il viso

 «Non parlare... Tu hai l'influenza o qualcosa di simile, non so dov'è il termometro e non ho potuto misurarti la temperatura...» 

Regina le indicò il cassetto vicino a lei. 

La bionda lo aprì e prese una scatolina «oh.» fece prendendo il termometro «Non ci avevo pensato. È quello che si mette nella bocca, vero?» chiese. Regina annuì, Emma fece abbassare la lineetta del termometro e lo mise in bocca alla bruna. Erano passati circa cinque minuti, la bionda prese il termometro e lo guardò

 «trentotto...» si alzò e andò nel bagno dove riempì una bacinella d'acqua fredda e vi bagnò una pezza che mise sulla fronte di Regina che sussurrò 

«Grazie...». 

Emma l'accarezzò nuovamente sorridendole dolcemente 

«Riposa tesoro... Domani chiamo io all'ufficio per dire che stai male...»

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Capitolo 9
*** -Freddo e Caldo.- ***


Emma si era addormentata nella sedia con la testa poggiata sul letto dove era Regina. 

La bionda si svegliò di soprassalto e posò lo sguardo su Regina, era rossissima e respirava pesantemente.

«Regina?» disse Emma alzandosi e mettendo una mano sulla fronte della bruna che ritirò all'istante. 

«Sei bollente!» le tolse le coperte e prese il termometro, e mentre aspettava andò a riempire un'altra bacinella con dell'acqua gelata.

Tornò da lei e le tolse il termometro 

«cosa... Quaranta!?» e le mise velocemente la pezza fredda in fronte.

Le sbottonò la camicia del pigiama e aprì le finestre per far entrare più aria possibile e prese anche un ventilatore che puntò contro la donna sul letto. 

Emma misurava la stanza a passi veloci e nervosi.

«Come faccio... Come faccio... Non ho il numero del dottore, Regina lo saprà a memoria ma non posso chiederglielo...» il labbro della bruna tremava, aprì leggermente gli occhi e prese due lunghi respiri.

«E-Emma.. Fre-Freddo...» sussurrò. 

Emma chiuse le finestre, spense il ventilatore e le attaccò i bottoni, poi le accarezzò il viso bollente e levò la pezza che era secca, come se l'acqua fosse evaporata.

Le mise nuovamente il termometro e poi: «Cosa!? Quaranta e cinque!?» prese tutta la bacinella d'acqua gelata e la rovesciò su Regina che urlò 

«SEI IMPAZZITA!?» e l'acqua che le evaporava intorno.

«Regina! Spogliati!» disse Emma istericamente. «Cosa!? Ma perché? Mi hai g-già bagnata con l'acqua fredda!» protestò Regina. 

«Si, ma sta evaporando. Spogliati che non guardo!» disse la bionda girandosi.

Sentì Regina sbuffare e pensò che avesse incrociato le braccia al petto, ma invece si girò e la vide tutta sudata, i capelli gonfi per il vapore e gli sbalzi di temperatura. 

«Regina! Regina!» Emma le andò incontro e quella si piegò strizzando gli occhi

«Mi fa male tutto..» disse. 

«Oddio! Oddio! Il dottore!» disse istericamente Emma, Regina le indicò il cassetto ancora una volta, Emma lo aprì e prese un foglietto con il numero telefonico del dottore al quale chiamò. «La prego! Venga subito a casa del Sindaco Mills! Sta male! La prego! Oh, grazie.» e lo posò. 

Si avvicinò a Regina che era meno rossa di prima e le disse 

«il dottore sta arrivando..» e le mise una mano sulla fronte «Ma... Sei fresca..» 

Regina stava sbiancando e tremando, la mano di Emma sentiva il cambiamento, ed era diventata freddissima.

«Regina, sei fredda come il ghiaccio!» e sempre più preoccupata le mise circa sette o otto coperte, ma Regina continuava a sussurrare 

«Freddo... Freddo...». 

«Perché il dottore non arriva!?» urlò Emma mettendo panni bollenti sulla fronte di Regina, alla quale aveva appena misurato appena "29°" cosa del tutto non normale.

Ed ecco che qualcuno bussò. 

Emma si precipitò all'ingresso

«Il dottore! Il dott...» e quando aprì si trovò Uncino davanti. 

«MA MUORI MORTO!» disse sbattendogli la porta in faccia.

Dopo circa due ore il dottore arrivò, salirono da Regina che era tornata più bollente di prima.

«mi fa male... Tutto... Aiuto... Aiuto...» sussurrava con gli occhi chiusi e agitandosi sul letto che era del tutto sgombro delle coperte che prima aveva messo la bionda.

Il dottore cominciò a controllarla e Emma osservava preoccupata.

«è strano. Dice che un'ora fa era gelida?» chiese il dottore. 

«Si... E ora di nuovo bollente!» disse Emma. 

«Non mi è mai capitato nulla del genere...» «COSA!? Non ha una cura!?»

«Temo di no... Ha mangiato qualcosa di strano o qualcos'altro?» chiese il dottore. 

«Ha solo mangiato la sua solita insalata da Granny... Da Granny... E gliel'ha portata Ruby!» disse Emma scioccata «Ha messo qualcosa nell'insalata di Regina!»

E in quel momento Regina si lamentò sussurrando 

«Emma...» la bionda le andò incontro

«Andrò da Ruby, amore mio... E troverò un modo per curarti.. Ti farò passare questa strana febbre, te lo prometto» e le accarezzò il viso per poi baciarle la fronte

«Ti amo.» le sussurrò e uscì dalla stanza di corsa.

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Capitolo 10
*** -Ti prego.- ***


Emma si precipitò dentro il locale di Granny e dirigendosi verso il bancone quasi urlò 

«Dov'è Ruby!?» 

Granny si spaventò e poco dopo Ruby arrivò con un sorrisino 

«Oh, Emma! Qual buon vento?» 

Emma girò dietro il bancone e la bloccò parlandole a pochi centimetri di distanza «Cos'hai messo nell'insalata di Regina?!» 

«Io? Proprio io non ho messo nulla!» rispose Ruby senza levarsi quel sorriso dalla faccia. Granny vide che la ragazza aveva qualcosa in tasca e la prese 

«Questa cos'è?» 

«Niente!» disse Ruby cercando di riprendersi la boccetta che teneva Granny in mano. «Quella è una polvere speciale che serve a far venire una strana febbre e se versata in grandi quantità porta alla morte.» 

Tremotino era appena arrivato davanti al bancone e prese la boccetta mezza vuota dalle mani di Granny

 «e a quanto pare questa è stata molto usata.» «COSA!?» urlò Emma «REGINA NON PUÒ MORIRE! DIMMI CHE C'È UNA CURA, TREMOTINO! DIMMI CHE C'È, TI PREGO!» «Potrei provare con la magia» disse tranquillamente lui. 

Emma girò velocemente verso di lui e si inginocchiò con le lacrime agli occhi 

«Ti prego Tremotino! Ti scongiuro! Non voglio perderla!» 

«Mmm... E tu cosa mi darai in cambio?» «Qualunque cosa! Basta che la mia Regina sopravviva!»

 «Va bene! Va bene! Andiamo!». 

Prima di andarsene Emma si rivolse a Ruby «Prometto che appena tornerò te la farò pagare!» e andò via con Tremotino. 

Entrarono nella stanza dove era Regina, che respirava faticosamente e sudava e tremava.

 Non si sa come mai ma dopo qualche minuto Granny, Robin, Uncino, Henry, Mary Margaret, David, Belle e Brontolo entrarono in casa e salirono fino alla stanza di Regina. 

«Voi cosa fate qui?» chiese Emma ancora con le lacrime agli occhi. 

«Siamo qui per appoggiarti.» disse Mary Margaret. 

«Vi ringrazio..» disse Emma che tornò vicino Regina e le prese la mano, fissò Tremotino, che era in piedi vicino all'altra parte del letto. «Salvala, Tremotino.» disse Emma facendo scorrere delle lacrime sul volto, diede un bacio sulla fronte di Regina, e lasciò la sua mano calda e morbida per poi alzarsi e mettersi vicino Mary Margaret e gli altri. 

Tremotino tese le mani con i palmi rivolti verso Regina e sussurrò qualcosa. 

Si creò una specie di barriera dorata intorno a lei che aveva aperto leggermente gli occhi e guardato Emma. 

«Ti prego Regina... Puoi farcela...» la bionda sentì qualcuno stringerle la mano 

«Mamma..» era Henry «Ce la farà. Mamma Regina ce l'ha fatta sempre» 

«Lo so, tesoro.» rispose Emma, anche se il suo cuore non la pensava così, era una cosa brutta solo pensarlo...

 Il campo dorato intorno Regina si ristrinse e svanì dentro di lei che aveva preso un lungo respiro ed era rimasta immobile. 

Silenzio. 

Tremotino sgranò gli occhi e aggrottò la fronte per poi guardare Emma 

«Allora?» chiese frettolosamente. 

Tremotino non rispose e ritirò le braccia in silenzio. 

«Che significa questo?» chiese ancora Emma, sempre più preoccupata.

 Tremotino scosse piano la testa. 

Mary Margaret si portò le mani alla bocca e David la strinse a sé, Brontolo si levò il cappello, Henry spalancò gli occhi e aggrottò la fronte, Belle scoppiò in lacrime insieme a Granny, dagli occhi di Robin sgorgavano delle lacrime e Uncino gli batteva nella spalla. 

Emma era rimasta lì con lo sguardo fermo su Tremotino

 «no.. No... Nononononono... Non può essere.. Lei non può..» 

«Tutti possono.» la interruppe Tremotino. 

Emma si precipitò da Regina e iniziò a scuoterla «Regina! SVEGLIATI TI PREGO! SVEGLIATI!» e piangeva «Apri gli occhi! Ti scongiuro!» e la strinse in un abbraccio «Apri gli occhi... Per favore.. Tu non puoi morire! Io ho bisogno di te! Henry ha bisogno di te! Tu hai bisogno di noi...» e posò le labbra sulle sue, ma non successe nulla. Emma continuò a piangere e delle lacrime cadevano sul volto della bruna, la bionda urlò «REGINA! TI PREGO! SVEGLIATI!». 

Ci fu un'esplosione di luce che scaraventò tutti contro i muri, tranne Emma e Regina che rimasero sul letto. 

La luce sparì, il pavimento e tutto il resto era coperto di rose rosse, Emma indossava un abito celeste e Regina, che era sdraiata sul letto pieno di petali, indossava un abito rosso ed in testa aveva una coroncina di rose rosse. 

Regina aprì gli occhi e trovò Emma vicino a lei che piangeva, le accarezzò la testa bionda 

«Ehy... Che succede qui?» chiese guardandosi intorno. 

Anche gli altri erano vestiti con degli abiti eleganti. 

Emma alzò la testa e balzò su Regina cingendola in un abbraccio 

«Sei viva! Sei viva!» diceva piangendo. 

Henry, in smoking e panciotto rosso, si alzò da terra e andò ad abbracciare le due

 «Le mie mamme...». 

Emma baciò Regina a lungo e Henry sgattaiolò da Mary Margaret che lo abbracciò e disse

 «Il vero amore ha salvato Regina!» 

Tremotino fece un passo avanti e disse «Il frutto del vero amore ha sconfitto la gelosia» 

Regina aggrottò la fronte

 «Gelosia?» 

«Ne parleremo dopo, Regina, ora abbracciami e basta!» disse Emma.

 Regina scosse la testa

 «Io non ti abbraccio!» e la guardarono tutti straniti 

«io ti bacio!» e tirò a sé Emma che sorrise al suo dolce bacio.

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Capitolo 11
*** -Teppisti.- ***


Il giorno dopo Regina fu costretta a rimanere in casa, Emma credeva che avrebbe potuto avere una ricaduta e sarebbe potuta svenire al lavoro, quando invece la bruna era sana come un pesce.

Ma nel pomeriggio la bruna scese, perché voleva dare il buongiorno alla bionda e ad Henry. 

«Buongiorno!» disse con un sorriso.

 «Buongiorno mamma!» disse Henry,

 Emma spalancò gli occhi e disse 

«Regina! Va a letto! Potresti sentirti male, avere caldo o freddo da un momento all'altro!» «Emma! Sto benissimo!» protestò Regina. «Gina...»

 «No, non chiamarmi Gina!»

 «Allora va! Gina!» disse la bionda indicando le scale.

 Henry rise e le due lo fissarono interrogative. 

Ma alla fine capirono e all'unisono, puntando gli indici verso le scale, dissero 

«IN CAMERA!» e ovviamente il ragazzino ubbidì.

 «Perché è diventato così pervertito?» chiese Regina all'improvviso. 

«Oh, saranno i suoi nuovi amici. Sai a quell'età...»

 «cosa!? Nuovi amici? "quell'età"!? Emma Swan, nostro figlio non deve pensare a queste cose!» disse Regina con tono isterico «E domani quando accompagni Henry voglio esserci anche io e vedere questi tizi con i miei occhi!»

 «O-okay...» fece Emma spaventata. 

 

-La mattina dopo-

 

«Chi sono?»

 chiese Regina guardando tutti i ragazzini presenti davanti alla scuola da dentro alla macchina di Emma. 

La bionda indicò un gruppo di ragazzini con i capelli tutti all'aria, ed uno di loro fumava una sigaretta 

«Sono solo...» stava dicendo Emma, che però fu interrotta da Regina

 «Teppisti! Degli stupidi teppisti che potrebbero rovinare il mio piccolo Henry da un momento all'altro! Guarda quello là! Fuma! No, io scendo!» e uscì dalla macchina dirigendosi verso Henry e il gruppo di ragazzini.

 Poggiò una mano sulla spalla del figlio e disse «Henry, chi sono loro?» 

Henry stava per rispondere, ma il ragazzo che prima fumava aveva buttato la sigaretta e lo aveva interrotto

 «Chi è lei, amico?»

 «Io sono sua madre.» disse Regina.

 «Wow. Tuo figlio non è tanto attraente come te. E poi, Henry, tua madre non era bionda?» disse il ragazzo maleducatamente.

 Regina s'infuriò 

«Anche lei è mia madre! E...» disse Henry 

«Oh-oh, hai le mamme lesbiche Henry?» fece un ragazzo con il cappellino nero.

 «NON TI PERMETTO DI DIRE SIMILI COSE, RAGAZZINO!» tuonò Regina. 

«Piantala Mark, piantatela tutti. Lei è mia madre adottiva e non va per niente d'accordo con mia madre e..» disse Henry. 

«Henry Mills! Ti proibisco di parlare con questi individui!»

 «Finiscila!» urlò Henry. 

Regina rimase scioccata «Henry!» disse al ragazzo «Questi qui ti danno solo il brutto..» «Mamma, va via.» disse Henry.

 Regina ridusse gli occhi a fessure e si girò, quando sentì un ceffone arrivarle al sedere, si rigirò di scatto e diede uno schiaffo enorme al ragazzino, tutti i presenti si girarono verso di lei.

Emma, che aveva visto quella cosa dalla macchina, uscì e si precipitò da lei 

«Regina! Cosa succede?» 

«Questa maledetta mi ha schiaffeggiato!» fece il ragazzo che ora aveva la guancia tutta rossa «Tobias, basta.» disse Henry, che se ne andò dentro la scuola. 

Regina andò in macchina a passo veloce e Emma la seguì e nel frattempo un ragazzo di quella banda disse 

«va' dalla tua ragazza, lesbicotta!». 

Emma fece per girarsi ma lasciò perdere ed entrò in macchina. 

«Voglio andare a lavoro. Quelle carte da compilare mi faranno stendere i nervi.» disse Regina tenendo lo sguardo fisso al vuoto.

 Emma partì verso il suo ufficio e la lasciò lì, tanto doveva fermarsi anche lei nell'edificio.

 La bruna partì velocemente senza nemmeno salutare, doveva essere veramente arrabbiata. Più tardi Emma entrò nell'ufficio di Regina, era nella sua sedia dietro la scrivania messa in modo da dare le spalle alla porta. 

«Regina..?» la bionda si avvicinò e posò una mano sullo schienale della sedia

 «Li schiaccerò tutti quei piccoli teppisti...» disse Regina. 

«Suvvia Regina... Sono solo...» 

«Degli schifosissimi cafoni che fanno ribrezzo più di Uncino!» 

urlò la bruna che si era alzata di scatto ed era proprio davanti ad Emma, a pochi centimetri da lei. 

Regina aveva gli occhi lucidi e pieni di lacrime, si stava trattenendo. 

«Regina, cos'è successo di preciso?» chiese Emma aggrottando la fronte e guardando la sua donna tristemente. 

«Henry... Ha detto che ti odio! Nostro figlio si vergogna di noi, Emma, del nostro rapporto! E ora sta imboccando sulla strada per diventare come quei tipi!» disse Regina quasi urlando di collera. 

«Volevo sapere anche perché...» stava per chiedere Emma, e Regina rispose senza farle completare la domanda 

«Mi ha schiaffeggiato il sedere quel teppista! Quel brutto schifoso figlio di...» e si trattenne per non dirlo «Come osa fare questo a me!? Me! La Regina...» 

«Cattiva?» chiese Emma facendola ammutolire «Regina, tu non sei cattiva. Sei buona come il pane e..»

 «Questo è uno di quei momenti in cui vorrei essere come prima.» tagliò corto Regina mentre una lacrima le rigava il volto. 

Emma l'abbracciò... 

 

La sera Regina stava preparando la cena per lei, Henry e Emma. 

«Mamma» disse il ragazzo rivolgendosi alla bionda «Mark e gli altri oggi mi hanno chiesto se domani sera potevo uscire con loro.»

 Emma non sapeva che Mark era uno della banda di teppisti e disse 

«Non so, Henry. Chiedi a Regina». 

Henry andò in cucina e si avvicinò a Regina che stava tagliando delle carote 

«Mamma, domani sera posso uscire con Mark e gli altri?»

 Regina sapeva benissimo chi era e disse «No. Non ti lascio uscire con quelli.»

 «Dai mamma..» 

«Ti ho detto di no, Henry Mills. Anzi, non voglio nemmeno che ci parli con quei tipi.»

 «Quei tipi sono i miei amici!» disse Henry alzando la voce.

 Regina conficcò il coltello nella tavoletta di legno in cui stava tagliando una carota e si girò bruscamente verso il figlio 

«Dovresti cambiare le tue amicizie! Quelli ti portano solo sulla brutta strada!» 

Henry aggrottò la fronte

 «E cosa ti dice che succederà così!?»

 «Hai visto il modo in cui mi hanno trattata!? Hai visto il modo in cui parlavano a tua madre!? Hai visto cos'ha fatto quel Tobias!?» 

«Non sono fatti miei!»

 «Non sono fatti tuoi!? SONO TUA MADRE!» Emma sbirciò in cucina, ma non volle immischiarsi. 

«A loro non piaci!» urlò di rimando Henry 

«E perché no!?» 

«PERCHÉ SEI LESBICA!» 

Regina gli mollò un ceffone così forte che lui cadde a terra, Emma spalancò gli occhi e andò lì «Calmi su! Non è successo nulla!» cercò di dire. 

Regina fissava Henry con rabbia, il labbro inferiore le tremava. 

Henry si alzò da terra massaggiandosi la guancia scarlatta 

«TI ODIO!» urlò «CON TUTTO ME STESSO! TU NON SEI  MIA MADRE!» e corse via. 

Regina a quelle parole trattenne il respiro e sgranò gli occhi. 

«Ragazzino!» disse Emma ad alta voce, e sentì la porta della sua camera sbattere.

 Regina si inginocchiò a terra con le mani in faccia, la bionda si inginocchiò vicino a lei e le accarezzò la schiena dolcemente

 «Dai Regina.. Passerà, domani si sarà pure dimenticato...»

 ma le sue parole non funzionarono.

 La bruna dondolava e stringendo le mani ai capelli ripeteva 

«Lui mi odia... Mi odia mi odia mi odia...». Sentiva una fitta al petto, era come se avesse perso una parte di sé...

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Capitolo 12
*** -Henry.- ***


«Lei ha un vuoto nel cuore che ha bisogno di essere riempito.» 

aveva detto Archie.

 Regina era andata ad adottare un bambino, ed è quando lo prese fra le braccia che sentì l'amore crescerle nel petto 

«Si chiamerà Henry, Henry Mills» aveva detto con un sorriso.

 Henry piangeva quando lei lo prendeva in braccio, all'inizio pensò che stava male, così portò a controllarlo. 

Il dottore aveva detto che non aveva nulla, forse era lei che non dava troppo amore. 

Poi quando posò il bambino fra le braccia di un'infermiera quello la smise di piangere. 

«Come hai fatto?» aveva chiesto.

 «Io non ho fatto nulla» aveva risposto la donna con un sorriso. 

Regina prese di nuovo il bambino fra le braccia e quello cominciò a piangere. 

La bruna era disperata e tentava di zittirlo. «Forse deve abituarsi alla tua voce. Cantagli delle ninne nanne» le disse l'infermiera. 

Regina tentò in tutti i modi di non farlo piangere, cantava e raccontava storie... 

Ma non ci riusciva. 

Finché un giorno quasi pianse

 «Ti prego.. Non piangere.. Ti scongiuro..» ed il bambino pian piano si era calmato. 

Regina lo prese fra le braccia con un sorriso a trentadue denti e lo cullò dolcemente, come solo una madre sa fare. 

Poi scoprì dei suoi genitori, e fu tentata dal restituirlo all'orfanotrofio. 

Ma non ci riuscì e lo riportò con sé e per dimenticare le preoccupazioni preparò una pozione per la memoria.

 «C'era una volta...» raccontava mentre faceva l'intruglio «Una regina. Che un giorno conobbe un piccolo principe..» e sorrise al bambino, 

una volta finita la storiella bevve la pozione e si girò verso il bambino che prese in braccio con un sorriso. Quel bambino era stato la sua benedizione... 

Ricordò anche tutto quello che gli aveva combinato Peter Pan...

 Prima gli aveva rubato il cuore, poi lo aveva rinchiuso dentro lo scrigno di Pandora..

 Ma alla fine lo avevano sconfitto.

 Anche quando Zelena stava cercando di ucciderlo...

 Quello fu anche il giorno in cui Regina spezzò l'incantesimo baciando Henry sulla fronte..

 Il bacio del vero amore, l'amore di una madre. Quante ne avevano passate... 

Regina si svegliò con le lacrime agli occhi, Emma era vicino a lei e ancora dormiva. 

Non voleva farsi vedere in quello stato, così sgattaiolò fuori dalla stanza e andò in bagno. Erano le cinque del mattino, ed il sonno era andato via. 

Lasciò la vasca da bagno riempirsi e nel frattempo se ne stava davanti allo specchio, e guardò gli occhi della donna che era diventata. Non era più quello sguardo pieno di rabbia di una volta. 

Era lo sguardo di chi sapeva amare. 

Ora aveva Emma e.. Henry forse non c'era più. Chiuse il rubinetto della vasca da bagno, si svestì e si immerse nell'acqua calda piena di schiuma profumata. 

Alzò lo sguardo verso il tetto. 

Poi immerse tutta la testa sott'acqua e si premé le mani al petto prendendo il suo cuore. 

Lo fissò per qualche minuto, era caldo ed emanava una tenue luce rossa.. 

Sarebbe anche potuto essere più brillante.. 

Lo rimise in petto e riemerse prendendo fiato, si levò i capelli da davanti la faccia e poggiò la testa sull'orlo della vasca. 

Il sole stava spuntando, Regina si sciacquò e uscì dalla vasca mettendo l'accappatoio. Andò nella stanza da letto e si vestì per poi andare da Emma e svegliarla con dei dolci baci sul viso. 

«Hey...» disse Emma sbadigliando «Tutto bene?» Regina annuì con un sorriso

 «Andiamo di sotto, ti preparo la colazione» disse. Scesero in cucina, Regina iniziò a cucinare dei pancakes con sciroppo d'acero, ed in quel momento scese Henry che si stropicciava gli occhi e vedendo Regina disse

 «Buongiorno mamma» ma lei non rispose. «Buongiorno mamma!» ripeté, e lei non rispose ancora. 

«Mamma!» disse alzando la voce.

 «Emma. Tuo figlio ti sta dando il buongiorno.» disse Regina freddamente. 

Emma andò da loro «Buongiorno ragazzino..» e gli scompigliò i capelli.

 «io stavo salutando mamma Regina...» 

«Sbaglio o ieri hai detto che non lo ero più?» disse Regina con rabbia, per poi posare un solo piatto di pankakes sul tavolo. 

«e per me?» chiese Henry. 

«Usa i tuoi risparmi o chiedi ad Emma di cucinarti qualcosa.» disse Regina che prese la sua borsa, diede un bacio alla bionda e disse

 «Vado al lavoro.»

 e uscì di casa senza aggiungere altro. 

 

 

«Molto bene.»

 disse Ruby, che aveva assistito alla scena di nascosto. 

«Allora che dobbiamo fare?» chiese Tobias. «Convincete Henry a seguirvi... Solo così potremmo colpire Regina dal profondo del cuore... Io penserò ad Emma.»

 

Nel pomeriggio Emma e Regina andarono a prendere qualcosa da mangiare da Granny. «L'ho licenziata.» disse Granny riferendosi a Ruby 

«Nessuno può fare certe cose.. Stava per uccidere Regina!» 

«E ora dov'è?» chiese Emma aggrottando la fronte. 

«Non lo so» rispose sinceramente Granny. «Voglio solo capire..» disse Regina «Perché vuole mettere fuori gioco... Me?» 

«Non lo so.» fece Granny posando dei bicchieri «so solo che qui c'è bisogno di un'altra cameriera.».

 Regina si girò un attimo verso Mary Margaret che stava mangiando insieme a David e Henry... Ce l'aveva ancora con lui... 

«Regina?» fece Granny, ma la bruna non si girò. Emma si avvicinò a Granny e le spiegò la situazione. 

«Ah.. Passerà, è solo un ragazzino.» disse l'anziana facendo spallucce. 

«Andiamo a casa.» disse Regina. 

Emma disse a Henry di seguirla ma invece lui disse 

«Oggi dormo dalla nonna.». 

«Okay..» fece Emma, che andò in macchina da Regina. 

Arrivarono in casa e posarono le borse, Regina andò a mettersi sul divano a guardare il vuoto, Emma andò a sedersi accanto a lei. 

«Hey... Su non fare così..» disse la bionda accarezzandole la schiena. 

La bruna si sdraiò di lato, poggiando la testa sulle gambe di Emma che cominciò a giocherellare con delle ciocche dei suoi capelli scuri.

 Regina sospirò.

 «Aspetta» disse Emma, che fece alzare Regina e si coricò sul divano e fece cenno alla donna di sdraiarsi su di lei.

 Regina si levò le scarpe e ubbidì. 

Poggiò il capo sul petto della bionda, poteva sentire battere il suo cuore, Emma le accarezzava la testa.

 «Mi odia...» disse ad un certo punto Regina.

 «No, non è vero...» le disse Emma 

«Non mi rivolge la parola...» una lacrima rigò la guancia di Regina.

 «Regina... Amore mio, Henry non potrebbe mai odiarti sul serio. Sei sua madre, l'hai cresciuto tu..» le disse la bionda accarezzandole la testa. 

«... Era solo un cucciolo quando me lo diedero... Riempì la mia vita... Mi fece capire cosa voleva dire essere madre... Non sono stata brava... Io ho fatto del mio meglio... Voglio solo portarlo sulla giusta strada..» sussurrò Regina con voce tremula. 

Emma le alzò il viso, così da poterla guardare; le asciugò una lacrima e con voce dolce le disse: «Regina, tu sei perfetta. Hai educato Henry alla grande. È solo... Che ora ha tredici anni e le sue amicizie non contribuiscono e fanno uscire la parte.. Maleducata che c'è in lui..» e guardò ancora una volta Regina negli occhi 

«Tu hai fatto un ottimo lavoro. Sei una donna speciale, sia per me che per lui.». 

Regina sospirò e si avvicinò al suo viso e la baciò sulle labbra, e rimasero a baciarsi appassionatamente per qualche minuto.

 Finché il cellulare di Emma cominciò a squillare. «È Mary Margaret » disse Emma rispondendo «Si?... Che cosa? Ma... Arriviamo subito». 

Regina si mise seduta

 «Cos'è successo?» chiese preoccupata.

 Emma mise il cellulare in tasca, aveva la fronte aggrottata ed era preoccupata tanto quanto lei, e disse

 «Henry è scappato.»

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Capitolo 13
*** -Il cuore e il pugnale.- ***


Fuori nevicava. 

Emma e Regina arrivarono presto a casa di Mary Margaret che stava piangendo come se non ci fosse stato un domani.

 «Mary! Com'è successo!?» chiese Regina bruscamente.

 «N-non lo so! Ero andata per dargli la buona notte ma... Non c'era più!» 

Regina corse nella stanza di Henry e la squadrò da cima a fondo. 

«Non avete litigato, vero?» chiese Emma a Mary Margaret con voce preoccupata. 

Mary negò con la testa mentre tirava su con il naso. 

«Dov'è David?» chiese Regina che stava guardando sotto il letto. 

«È andato a cercarlo..» rispose con voce tremula Mary Margaret. 

«Non può essersene andato senza un motivo.» disse la bruna continuando a guardare ogni angolo della camera.

 «Non aveva motivo di scappare!» disse Emma «E se l'hanno rapito?» continuò.

 Regina la fissò con la fronte aggrottata e disse «Ora che mi ci fai pensare... Ieri aveva chiesto di uscire con quei.. Teppisti! È scappato da loro!» 

«Ma come ha fatto?» chiese Mary Margaret «Insomma... Tu gliel'hai vietato, no? E lui ti ascolta sempre. E quando gli ho portato il latte caldo aveva il pigiama ed era dentro le coperte.. Poi sono salita e...» e si mise di nuovo a piangere. 

Regina si girò e guardò verso la finestra

 «È aperta...» si avvicinò 

«Era chiusa Regina!» disse Mary Margaret. «Manca il vetro... Emma...» Regina si girò verso la bionda con gli occhi lucidi 

«Non farebbe mai questo.. Emma... Hai... Hai rag-ragione...» la sua voce tremava, aveva un groppo in gola e tentava di non piangere «Hanno rapito il mio bambino...»

 La bionda si avvicinò a lei e la cinse in un abbraccio, anche a lei si formò un groppo in gola, ma cercava di non farlo capire alla bruna «Troveremo Henry... Troveremo nostro figlio...». 

Le due donne uscirono in fretta da casa ed andarono dove c'era la finestra della camera di Henry e a terra trovarono pezzi di vetro tutti vicini. 

«Saranno stati loro?» chiese Emma riferendosi al gruppo di ragazzini teppisti. 

«Ci scommetto il cuore.» disse Regina che percorse la strada che avrebbero potuto percorrere quei ragazzi. 

«Regina! Aspetta!» Emma la raggiunse e le disse «Tu va da una parte, io da un'altra. Così avremo più possibilità di trovarli. E c'è anche David che cerca Henry, lo troveremo in fretta..» 

Regina strinse i pugni e annuì andando per la sua strada.

 

 Emma camminò a lungo, i suoi occhi guardavano ovunque e le sue orecchie erano pronte a scorgere il minimo suono. 

Non trovò nulla per circa un'ora, ma poi vide un ragazzino, uno di quella banda, si avvicinò e con voce dura lo chiamò

 «Hey tu, ragazzino.» quello si girò, era Tobias, spalancò gli occhi e cercò di darsela a gambe, ma Emma lo tirò per la manica e lo bloccò al muro. «Sai dov'è Henry, ragazzino? Non è uscito con voi!?» 

lui scosse la testa più volte e disse 

«No signora! Non l'abbiamo visto! Nemmeno di striscio! Lo giuro!» 

Emma continuò «Di' la verità!» 

«È la verità signora!» e cominciò a piangere. Emma pensò che quella scena era raccapricciante e lo lasciò andare

 «Se lo vedi, devi dirmelo subito!» e quello scappò. 

«Vorrei essere come Regina a volte...» e continuò la sua ricerca. 

 

«Ehilà Tremotino!» 

disse Ruby che era entrata dentro il negozio di antiquariato di Gold.

 L'uomo si girò di scatto 

«Chiamami signor Gold! Ragazzina!» 

«Sisì, come vuole lei. Non le darò più del tu.» disse lei. 

«Cosa vuoi? Ah si, poi mi spieghi perché hai usato la mia polvere su Regina per metterla K.O.»

 «Perché.. Caro Gold... Io voglio il suo cuore.» disse Ruby guardando degli oggetti lì intorno. 

«Cosa? Sei innamorata di lei? Potevi dirmelo subito e avrei evitato di mettermi fra le scatole! Magari volevi salvarla tu con il vero amore!» la derise Tremotino. 

«No, Gold. Voglio il suo cuore nel vero senso della parola. Lo voglio per schiacciarlo, per ucciderla. Ci ho provato con quella tua polverina, ma tu, a quanto pare, hai lanciato un incantesimo che le poteva proteggere il cuore. Anche se era quasi morta, il suo cuore funzionava alla grande. Ho dovuto pensare a tutt'altro.. Il tuo incantesimo lo proteggerà da altre cose simili, ma non da quello che ho in mente ora.» 

Ruby sorrise sotto i baffi «Ed ho bisogno del tuo contributo» 

Tremotino la fissò per tutto il tempo sconcertato e chiese 

«Cosa diamine vuoi da me? E come pensi di "uccidere" Regina? Io non ti aiuterò, stanne certa.»

 «Vuoi la risposta? La farò soffrire. E così il suo cuore cederà, una volta per tutte. E l'incantesimo svanirà, tu prenderai il suo cuore e lo schiaccerai sotto i tuoi piedi. E si, mia aiuterai.» 

e prese una lunga scatola di legno, la aprì e prese il pugnale di Tremotino.

 Lui scosse la testa

 «No. No. Nonononono. Come hai fatto a...» 

«Ho i miei segreti.» lo interruppe Ruby «E così farai ciò che voglio io. Ed Emma Swan finirà per appartenermi.» e se ne andò via.

 Tremotino era rimasto da solo. 

Ora Ruby poteva fargli fare delle cose e lui non poteva fermarsi. 

«Quindi.. Vuole Emma..» disse fra sé. 

 

Emma e Regina erano tornate in casa alle cinque del mattino, senza traccia di Henry.

 Emma era al piano di sotto seduta nel divano e si tormentava le mani, Regina, invece, era al piano di sopra, in bagno. 

Forse stava piangendo, si stava disperando e cose simili.. 

Emma pensò a lei, e solo a lei. 

Perché sapeva che lei soffriva molto, molto più di tutti. 

Si alzò da divano e salì le scale, andando davanti la porta del bagno. 

C'era silenzio. 

Bussò, ma nessuno rispose 

«Regina? Posso entrare?» e sempre la bruna non rispose. 

Emma entrò lo stesso e trovò i suoi abiti a terra, la vasca da bagno era piena d'acqua e schiuma.

 Si avvicinò alla vasca e guardò dentro, Regina doveva essere sott'acqua. 

Immerse la mano dove si intravvedevano i capelli, ma neanche il tempo e la donna riemerse dall'acqua. 

«Stai bene?» chiese Emma guardandola con aria preoccupata.

 Regina non rispose alla sua domanda e disse «Entra in acqua con me. La vasca è enorme ed io ho bisogno di te.» 

Emma aggrottò la fronte e si levò la giacca 

«Entra vestita, non spogliarti. Basta che ti levi le scarpe ed entri qui con me.» disse Regina.

 «Ma tu sei... Ehm... Nuda!» fece Emma quasi arrossendo. 

«E allora? Io sono quella che sta nuda in acqua e tu quella che conforta quella che sta nuda.» disse Regina velocemente. 

Emma si levò le scarpe e si immerse in acqua, per un attimo sentì la maglia farsi pesante, ma poi, quando si mise seduta, la sentì vorticare lentamente. 

Regina poggiò la testa sulla sua spalla e le strinse la mano. 

«Dimmi come stai,ti prego..» disse Emma intrecciando le dita alle sue.

 Regina sospirò e si mise dritta. 

Sprofondò le mani nel petto e prese il cuore facendoglielo guardare. 

«Cosa...?» chiese Emma 

«Non ha la stessa luce di prima. Era così prima che io conoscessi te, perché avevo Henry che mi amava.. Poi.. Sei arrivata tu, e la sua luce era bellissima... Poi Henry mi ha detto quella cosa e...» si bloccò.

 Emma continuò per lei 

«La luce ha cominciato a diminuire?» 

Regina annuì mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime

 «È sparito.. E so che mi odia ancora.. Lo sento... E se potesse succedergli qualcosa, resterà con quell'odio verso di me...» 

Emma poggiò le mani alle sue e le portò al petto della bruna, così da farle rimettere il cuore dentro. 

La strinse a sé e le sussurrò 

«Regina, ti ho detto che Henry non ti odia...»

 «Se trovo chi lo ha rapito.. Io... Io... Gli prendo il cuore e lo trituro...»

 «Ed io te lo lascerò fare... Perché è quello che sta accadendo a te..»

 «Emma..» disse Regina 

«Si?» chiese Emma. 

«Baciami. Ti prego...» 

Emma non esitò e prese il viso della bruna fra le mani, la baciò e sentì le sue labbra bagnate dall'acqua profumata e dalle sue lacrime, che si stavano unendo a quelle che le stavano venendo fuori dagli occhi socchiusi...

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Capitolo 14
*** -Lasciami.- ***


Emma e Regina quel giorno si dedicarono solo alla ricerca del bambino, non andarono neanche al lavoro.

 Beh, Emma era lo sceriffo e quindi lo stava facendo in quel momento...

 Non trovarono traccia del ragazzino, nemmeno un misero indizio.

 Decisero di andare da Granny, dove si sarebbe riunita quasi tutta Storybrooke, e nella strada Regina vide qualcuno. 

«Ferma.» disse facendo bloccare Emma.

 Tobias stava andando da qualche parte, Regina si mise a correre come una pantera verso di lui che si accorse di lei solo quando se la ritrovò ad un centimetro di distanza. 

Lo sbatté contro il muro e gli urlò contro

 «DOV'È IL MIO BAMBINO!?» 

Emma corse verso di loro 

«Regina! Gli ho già parlato io, lasc...» 

«ZITTA!» 

Emma si zittì e la lasciò fare, ma stando attenta ad ogni sua mossa. 

«Dov'è Henry!?» ripeté Regina scuotendo Tobias.

 «Io-Io non lo so!» balbettò lui.

 «DI' LA VERITÀ, RAGAZZINO!» e con la mano libera accese una palla di fuoco. 

Tobias alla vista di quella cosa si mise ad urlare «AAAH!!!!! Non lo so!» 

«Tu menti!» e fece per lanciare la palla in faccia a Tobias 

«Regina!» Emma la tirò per un braccio facendole spegnere la palla.

 Regina si liberò della presa e affondò la mano nel petto del ragazzo tirando fuori il cuore. «Dimmi dov'è Henry, o lo schiaccio.»

 «REGINA! NO!» Emma cercò di farglielo posare ma la bruna la spinse. 

«Scusa Emma. Ma è per nostro figlio.» 

Tobias pianse «Non posso dirlo... Mi ucciderà...»

 «Chi ti ucciderà!?» 

«Non posso dirlo!» 

Regina guardò il cuore e glielo mise in petto in malo modo per poi andare via. 

Emma la raggiunse

 «Ora sappiamo che chi lo ha rapito potrebbe uccidere chiunque dica il suo nome.. Non può essere Tremotino, insomma, è suo nonno!»

 «Ma è Tremotino.» 

Regina però sapeva che Tremotino non lo avrebbe mai fatto, quindi rimase a scervellarsi finché entrarono nel locale di Granny, ma Emma vide qualcosa e disse «Aspetta, tu entra.» e lasciò Regina. 

Si avviò nel vialetto vicino al locale, lì vicino c'erano le finestre, e non vide nulla muoversi.

 Poi fece dietro front e si ritrovò Ruby davanti «AH! TU!»

 «Si, Emma. Io» disse Ruby con un sorrisino.

 «Noi abbiamo molto da discutere.» disse Emma con voce ferma e guardandola male. 

«Oh, si Swan.» 

«Devi dirmi perché hai fatto quella cosa a Regina. Subito.» 

Ruby fece un sorriso malefico e sussurrando disse 

«Perché ti voglio per me.» Emma sgranò gli occhi e ripeté

 «Per te?» 

«Si, Swan.» e si poggiò al muro.

 La bionda si avvicinò a lei e le puntò il dito contro 

«Io non posso essere tua! Io appartengo a Regina. Io amo lei e lei ama me!»

 «Ma davvero?» chiese Ruby, che fece un altro dei suoi sorrisi e poi mise le mani sulle spalle di Emma 

«Vediamo allora.» e la strinse a sé baciandola con passione, passione senza amore.

 Emma riuscì a staccarsi dopo un po' e la guardò con disgusto. 

«Mi sa che qualcuno ci ha viste..» disse Ruby spostando lo sguardo verso l'entrata del vialetto. 

Emma aggrottò la fronte e girò lentamente la testa verso l'entrata e vide l'unica persone che non voleva vedesse quella scena.

 Regina. 

Aveva gli occhi spalancati e la fronte aggrottata, il labbro inferiore le tremava, forse per la rabbia. 

Emma si sentì come immobilizzata.

 Ad un certo punto Regina cominciò ad annuire e se ne andò. 

Emma corse via da Ruby che stava ridacchiando come soddisfatta, e urlò

 «REGINA! REGI...» e fu fermata da Tremotino.

 «Swan, e la riunione di città?» 

«Rimandata, Gold.» rispose Emma. 

«Potrei aiutarvi a trovare Henry.» 

«Davvero?» 

«Certo, ma sai che voglio sempre qualcosa in cambio...» 

«Qualunque cosa, Gold. Basta che lo ritrovi. Regina sta soffrendo abbastanza, e non voglio vederla ancora così.»

 «Ci penserò su, sulla cosa che voglio in cambio..»

 «Okay, va bene. Ma ora devo andare» disse velocemente Emma che lo lasciò lì da solo. 

 

Intanto Regina era sulla strada di casa, camminava a passo veloce, ma dovette fermarsi per un'improvvisa forte fitta al petto. 

Si inginocchiò a terra sporcandosi le ginocchia di neve e si portò le mani al petto. 

«Cosa succede...» affondò le mani e prese il cuore. 

Non brillava più, nemmeno un po'.

 «No... No...» sussurrò e nel frattempo si stava accendendo una tenue luce nera.

 «Che cosa significa?». 

Poi sentì dei passi in lontananza e la voce di Emma 

«Regina!». 

Regina si rimise il cuore in petto e si alzò spolverando via la neve, Emma era più vicina, si mise a camminare quasi altezzosamente. 

La bionda la raggiunse col fiatone 

«Re-Regina!» 

Regina rispose con voce fredda

 «Che vuoi? Il bacio della Signorina Ruby non ti è bastato?» 

«Regina, non è come sembra!» 

Regina non disse nulla ed arrivò davanti la sua casa. 

«Regina! Ascoltami!» disse Emma quasi disperata mentre Regina saliva gli scalini.

 «Regina!» ripeté la bionda. 

La bruna si girò di scatto 

«Stammi lontana Swan. Dicono tutti così "non è come sembra"! Beh, ma io tanto sono solo un oggetto. No?» chiese con rabbia. 

Emma non rispose.

 La bruna scosse la testa con un sorriso

 «Non sarò il giocattolo di qualcun altro.»

 e si girò. 

Emma la prese per un polso, Regina con uno scatto della mano la scaraventò lontana da lei di circa un metro.

 «Re-Regina...» Ma la bruna era già entrata in casa. 

 

«Molto bene, Gold.» 

disse Ruby 

«Ora odia Emma. E pensa che Henry la odi, va tutto secondo i piani.»

 «Sei spregevole...» disse Tremotino digrignando i denti. 

«Taci!» urlò Ruby «E tieni d'occhio il ragazzino. Non voglio che scappi o cose simili.»

 e lanciò uno sguardo al povero Henry svenuto.

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Capitolo 15
*** -Ferite.- ***


«Allora mi spieghi perché ieri non sei andata a casa con Regina?» chiese Mary Margaret posando una tazza di caffè davanti a Emma. 

Era mattina e la bionda aveva dormito in casa di Mary Margaret. 

«Perché..» cominciò «Era arrabbiata con me. E poi mi ha spinto tornandosene a casa..»

 «Ma tu cosa le hai fatto?» chiese Mary.

 «Le ho dato una sofferenza in più...» Emma posò la tazza che stava per portarsi alle labbra e continuò «Ruby... Mi ha baciata ed in quel momento Regina è passata lì ed io non ho saputo dire nulla.. Poi per un attimo mentre la seguivo mi è sembrato che fosse a terra, ma poi si è rialzata e non mi ha dato conto... E... Mi ha detto che non voleva essere il giocattolo di qualcun altro...E...» 

Emma non poté continuare perché la porta si aprì ed entrò Regina con una scatola fra le braccia. 

«Non ti hanno mai insegnato a bussare?» chiese Mary Margaret alquanto irritata. 

Regina posò la scatola sul tavolo e disse «Perché non si fa gli affari suoi, Snow? Oh, e dica alla signorina Swan che fuori casa mia ci sono tutte le sue altre cose.» e uscì di corsa. 

Emma era rimasta senza dire una parola per quella frazione di minuto, e la bruna non l'aveva nemmeno degnata di uno sguardo.

 La bionda si alzò dalla sedia lasciando il suo caffè sul tavolo, prese la sua giacca, mise il cappellino di lana e uscendo disse

 «Vado un po' da Granny.» lasciando Mary Margaret sola. 

La neve per strada le arrivava alle caviglie, ma non le importava. 

In quel momento stava solo pensando a Regina. Non stava pensando a quello che era successo la sera prima, no, sentiva solo il suo nome e la sua immagine ronzarle in testa. 

Regina Regina Regina Regina Regina...

Era entrata nel locale di Granny e Belle le era andata incontro 

«Oh Emma! Qualche notizia di Henry?»

 Emma scosse la testa

 «Cosa?» 

«Ho detto..» ripeté Belle «Hai qualche notizia di Henry?» 

«Oh.. No Belle.. Mi dispiace» rispose dispiaciuta. Belle poggiò una mano sulla spalla di Emma e disse 

«Emma, ti aiuteremo a trovare Henry... Ad ogni costo! Fosse l'ultima cosa che facciamo.» «Grazie...». 

E quando Belle uscì, Emma andò a sedersi su uno sgabello davanti al bancone 

«Granny, un caffè per favore...» disse. 

Granny gliene portò uno velocemente e si avvicinò a lei per parlarle.

 «Come mai ieri tu e Regina non siete venute? Vi abbiamo aspettato fino tardi.»

 «Abbiamo avuto un contrattempo.» rispose Emma bevendo il caffè tutto in un colpo.

 «Povero ragazzo.. Chissà dove si trova adesso...»

 

 «Ohi... Ma... Ma dove sono?»

 chiese Henry a se stesso massaggiandosi la testa, si guardò intorno, era in una specie di rifugio, uno di quelli per salvarsi dai tornado. 

Fece per alzarsi, e si accorse di avere una catena legata al piede 

«Cosa...?» 

«Calma ragazzo.» disse una voce femminile. Henry si guardò intorno chiedendosi da dove venisse 

«Chi sei? Fatti vedere!»

 «Non mi pare il momento per le presentazioni ragazzo. E ora cerca di stare zitto.»

 e si sentì qualcosa di metallico chiudersi da qualche parte.

 «E... Ora che cosa faccio?» 

si chiese portandosi le mani ai capelli

 «Vorrei che mamma Regina fosse qui...»

 

Emma arrivò in casa di Regina, bussò alla porta ma nessuno rispose. 

Tutte le sue cose erano lì davanti messe in scatoloni lungo il vialetto in attesa di essere portate via da lei. 

Però voleva vedere Regina e parlarle in qualche modo. 

«Hey Swan!» fece la voce di Uncino. 

«Killian, non è il momento per dichiararmi il tuo amore. Ho molto da fare.» disse Emma.

 Uncino alzò la mano e l'uncino e disse 

«Volevo solo sapere come andava con le ricerche.» 

«Non molto bene al momento.» rispose Emma mettendo le mani nelle tasche dei jeans. 

Regina spuntò dal giardino e li vide e disse

 «A quanto pare alla signorina Swan non basta Ruby. Ci prova anche con il signor senza-mano che fa gli occhi dolci.» 

«Ci risiamo con i suoi dolci nomignoli...» si disse Uncino. 

Emma avanzò verso di lei 

«Regina, voglio parlarti» 

«Ed io no, signorina Swan. Sono molto impegnata.»

 disse Regina recandosi verso la porta di casa. «Con le ricerche di Henry, spero.» 

«Henry? Perché mai dovrei cercarlo?» chiese la bruna inarcando un sopracciglio e accennando un sorriso. 

«Ma come perché? Regina, è tuo figlio! Nostro figlio!» disse Emma ad alta voce. 

«A me non importa di quel ragazzino, signorina Swan. E non è mio figlio. Trovi qualcun'altro che possa essere un buon secondo genitore per vostro figlio, perché io non sono per niente disponibile. Per lei.» la voce di Regina aveva un non so che di malefico, era come se non provasse nulla per Henry, il suo bambino. 

«Regina, ma sei impazzita!?» urlò Emma avvicinandosi alla bruna che si era fermata davanti agli scalini prima della porta.

 Regina le puntò l'indice contro e disse

 «Intanto mi dia del lei quando mi parla. E deve chiamarmi o Signor Sindaco o signorina Mills.» e salì gli scalini «e vada per la sua strada adesso, che io ho molto da fare.». 

Emma sapeva che c'era qualcosa che non andava, la guardò e poi così dal nulla le chiese «Tu mi ami ancora. Vero?».

 Regina la fissò con la fronte aggrottata e non disse nulla, anche Emma la fissava e aspettava una sua risposta. 

Rimasero a guardarsi per dieci buoni minuti, finché Regina con uno scatto delle mani la scaraventò lontano, nella strada.

 «Swan!» Uncino andò in suo soccorso. 

Regina li guardò un'ultima volta e rientrò in casa tranquillamente.

 Emma alzò il viso dallo spalto e lanciò un'occhiata alla casa di Regina. 

Si era graffiata la guancia destra e le si erano strappati i jeans dalle ginocchia che si erano anche sbucciate e perdevano sangue.

 Si alzò piano con l'aiuto di Uncino e sussurrò fra sé 

«Questa non sei tu, Regina. Torna in te.»

 

 Uncino aveva portato per lei gli scatoloni in casa di Mary Margaret che le stava disinfettando le ferite. 

Dopo Emma andò al molo con Mary, faceva freddo, ma la bionda non ne voleva sapere di tornare a casa. 

«Emma... Si sistemerà tutto. Troveremo Henry e...»

 «Lei ha detto che non le importa di Henry. Ed ora è sola.. Come prima. E so che soffre.»

 disse Emma, Mary Margaret si accorse che gli occhi le erano diventati lucidi. 

«Regina non è una persona forte... È sensibile e lo so. E se in passato ha fatto del male non è stato per colpa sua. È stata... Abusata, ricattata, manipolata ancora e ancora e ancora... E non ha ancora avuto il suo lieto fine. Io voglio farglielo avere, e stavo per riuscirci... Ma ho fallito. Ed ora so che sta soffrendo di nuovo. So che sta dietro la porta a piangere come quando mi ha baciata per la prima volta. Come tutte quelle settimane in cui mi evitava fin quando non le ho detto di amarla... Ha solo sofferto. E ora è di nuovo così... Ed infondo posso solo immaginare che la colpa... È mia.» 

Mary Margaret la cinse in un abbraccio perché si era accorta della sua espressione triste, e non riusciva a vederla in quel modo.

 «Emma, non è colpa tua e non devi piangere... Non mi piace vederti così..»

 «Scusa mamma..» sussurrò Emma stringendola a sé. 

 

In quello stesso momento Henry, chissà in quale posto, aveva pronunciato le stesse parole di Emma... 

Ma per Regina, alla quale aveva detto la parola "ti odio" e non riusciva a pensare ad altro che a quel maledetto giorno in cui sicuramente l'aveva fatta soffrire.

 

 Regina era davanti lo specchio della sua camera, e si guardava fissa negli occhi.

 Lei non pensava ad Emma ed Henry come loro pensavano a lei. 

Sentiva bisogno di fare del male, di far soffrire. Poi abbassò lo sguardo e vide una foto di Henry da neonato dentro una cornice, la prese e la fissò. Per un attimo il suo sguardo parve ammorbidirsi alla vista del bambino e sussurrò accarezzando la foto 

«Henry...» ed i suoi pensieri andarono sulla bionda, si girò e lanciò uno sguardo al letto e vide se stessa addormentata fra le sue braccia «Emma...» ma poi sentì qualcosa al petto, si morse il labbro e lanciò la foto a terra e i pezzi di vetro della cornice finirono lì intorno, passò le mani sul mobile facendo cadere tutto ciò che c'era sopra, strappò via le lenzuola dal letto e urlò 

«Dovete soffrire! Dovete soffrire come soffro io ogni singolo giorno!». 

Il suo cuore era sprofondato nell'oscurità...

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Capitolo 16
*** -Libero.- ***


«Voglio tornare a casa! Liberami!» urlò Henry. Non sapeva se qualcuno l'avesse sentito, ma intanto provava e riprovava, urlava a squarciagola fino a diventare rosso.

Alla fine qualcuno bussò fortissimo su qualcosa di metallo e la voce della donna che aveva sentito il giorno prima parlò di nuovo 

«TACI RAGAZZINO!» e non disse più nulla. 

Henry si mise seduto in un angolo con le ginocchia al petto, quel luogo era freddo ed era illuminato da due candele che minacciavano di spegnersi.

Sul tetto c'era una specie di finestra ma era impossibile vedere qualcosa perché c'era uno spesso strato di neve sopra e il rumore metallico veniva da non si sa dove nella parte buia di quel posto e lui non aveva il coraggio di andarci. 

Si appallottolò tentando di riscaldarsi e sfregò le mani fra loro, una leggera nebbiolina bianca gli usciva dalla bocca ad ogni respiro e sentiva la punta del naso congelata. 

«Mamma.. Ti prego vieni a prendermi..» sussurrò fra sé. 

 

«Sindaco Mills, c'è una visita per lei.» disse la segretaria una volta entrata nel suo ufficio. 

«Fa' accomodare.» disse distrattamente Regina firmando una delle sue solite carte.

Sentì la porta aprirsi e richiudersi, l'ospite era entrato e lei non si era degnata di alzare lo sguardo da quei fogli

«Si?» chiese solamente. 

«Regina.» appena udì la voce di Emma si fermò di scrivere e alzò lo sguardo.

«Cosa vuole questa volta, signorina Swan?» «Regina, smettila di fare questo stupido teatrino e torna in te.» disse Emma con serietà.

La bruna inarcò un sopracciglio

«Di che teatrino sta parlando? Non sono io quella che ha baciato Ruby avendo un'altra donna da poter amare.» disse posando nuovamente lo sguardo sulle sue carte. 

Emma si avvicinò quasi infuriata. 

«Io non volevo baciarla! È stata lei a... Senti se non vuoi vedermi mai più prima aiutami a trovare nostro figlio! E non fare la bambina!» «Fino a prova contraria, io sto facendo il mio lavoro Swan. E vostro figlio non è affar mio, lei è lo sceriffo, suo padre pure. Non avete bisogno di me.» disse Regina senza guardarla. 

Emma perse la calma e buttò giù a terra tutto ciò che si trovava sulla scrivania della bruna e le urlò contro 

«VUOI FINIRLA!? DEVI AIUTARMI! HENRY È ANCHE TUO FIGLIO! CHE FAI, PRIMA TI PRENDI TUTTI I SENSI DI COLPA E POI MOLLI COSÌ A CAZZO!?»

Regina si era alzata dalla sua sedia «Moderi il linguaggio nel mio ufficio e raccolga tutto all'istante!» 

«COL CAVOLO CHE RACCOLGO TUTTO! ORA TU MUOVI IL CULO E CERCHI HENRY CON ME!». Regina non si scompose e la fissò aggrottando la fronte. 

Emma perse del tutto le staffe e le tirò un ceffone in piena guancia e la fece barcollare all'indietro.

 «COME OSI!?» urlò Regina massaggiandosi la guancia scarlatta. «SEI LICENZIATA! LICENZIATA! VA' FUORI DAL MIO UFFICIO SUBITO!» e girò intorno alla scrivania per poi trovarsi di fronte a lei. 

«IO NON MI MUOVO DI QUI!» urlò Emma di rimando. 

La bruna le si avventò contro mollandole pugni sul torace, Emma le fermò le mani e insieme caddero a terra. 

La bionda si mise su di lei e le tenne le braccia ferme, il viso a pochi centimetri dal suo 

«Basta. Vedi di calmarti ora!»

la bruna respirava velocemente ma si calmò dopo un po' senza lasciare lo sguardo di Emma. Dopo quell'episodio Emma fu buttata fuori dall'ufficio e dall'edificio ed anche licenziata dal ruolo di sceriffo.

 

Fece una lunga passeggiata con le mani dentro le tasche dei jeans, il freddo le faceva arrossare le gote e la punta del naso.

Andò al parco e si mise seduta sulla panchina vicino al laghetto ghiacciato, il suo sguardo 

vagò per quella lastra di ghiaccio, i suoi pensieri erano tutti incentrati su Regina e Henry... 

Chissà dove si trovava quel ragazzino... 

Magari stava congelando, morendo di fame e di sete, o magari...

No, non poteva pensare ad una cosa simile. «Hey, ma lei non è la signorina Swan?» 

Emma si girò e vide Robin

«oh, sei tu..» disse. 

L'uomo si mise seduto sulla panchina con lei «Qualcosa non va? Oltre al fatto di Henry intendo..» chiese. 

Emma annuì debolmente e sussurrò «Regina..»

«Regina? Ma come, voi due non...?» 

«Non più credo. O almeno per lei...» 

«Qualche discussione?» 

«È cambiata... Tutta in un colpo...» 

«Non è da lei...» disse Robin incredulo. 

«Non vuole cercare più Henry...» disse Emma con lo sguardo sul laghetto ghiacciato. 

«Ma è davvero strano. Lei ha sempre amato Henry»

«Lo so. Ma ora è... Molto diversa.». 

Robin non sapeva cosa dirle e decise di stare in silenzio per un po'.

Ma poi parlò Emma. 

«Quando stavate insieme... Cosa facevate?» chiese. 

«Oh... Beh... Un bel po' di cose...» rispose Robin imbarazzato. 

Emma sgranò gli occhi e gli puntò l'indice contro

 «Non ti sarai mica fatto la mia donna!?» 

«Hey, una volta era la MIA donna!» 

Emma lo fissò per un po' con rabbia, e poi, come se si fosse rilassata, incrociò le braccia al petto e si girò dall'altra parte. 

«Beh, anche se non lo sapevi lei è sempre stata la mia donna!»

Robin la guardò con un sopracciglio inarcato «Ooookaaaay...» e ridacchiò.

«Dai... Sinceramente ora. Cosa ti piaceva di lei?» chiese Emma. 

«Mi piaceva tutto, il...» stava rispondendo Robin, ma Emma rispose al posto suo. 

«... Il suo sguardo, il suo modo di parlare, il modo in cui si muove, le sue espressioni, le sue belle e calde mani, i suoi capelli profumati, le sue labbra così perfette... I suoi occhi così grandi, dolci e scuri... Il suo sorriso quand'è felice... È bella anche quando piange...» aveva sorriso con dolcezza per tutto il tempo, al solo pensiero della bruna. 

Robin sorrise «Devi amarla proprio tanto..» Emma annuì e continuò «Amo il modo in cui mi abbraccia... Amo quando mi sgrida perché faccio qualcosa di sbagliato e si mette le mani sui fianchi come per darsi autorità. O allora quando io ho torto e lei ragione.. Incrocia le braccia al petto e mi guarda divertita... Non ho ancora avuto l'occasione di vederla spaventata, ma scommetto che è sempre bellissima...» 

Robin alzò gli occhi al cielo e capì che doveva andare via e disse 

«Io... Vado». 

«Va bene» disse Emma tenendo lo sguardo basso. Dopo qualche minuto si alzò dalla panchina e riprese la sua passeggiata senza meta. 

 

Passarono delle ore, il sole stava per tramontare, arrivò in un campo tutto innevato che non aveva mai visto, le parve di sentire qualcosa e si fermò di botto.

Era una voce.

«Aiuto! Aiuto! Fatemi uscire da qui!» urlava. Emma capì 

«Henry... HENRY!» 

Henry la sentì e si mise a urlare

«MAMMA! MAMMA SONO QUI!».

«NON SMETTERE DI URLARE HENRY!» la voce del bambino veniva da terra, si mise a quattro piedi e cominciò a scavare nella neve. 

Le mani le bruciavano e continuava ad urlare al figlio 

«STO ARRIVANDO!» 

e lui urlava il suo nome per farsi sentire, le pelle delle mani iniziò a spaccarsi e a perdere sangue e dovette smettere.

«Maledizione, ma io ho i poteri!» tese le mani verso la neve e si sforzò

«Dai.. Dai..» e un getto di fuoco fece sciogliere all'istante un po' di neve e spuntò una finestra. Henry si mise sotto di essa e iniziò a dimenare le braccia

«Mamma! Sono qui!»

«oh, Henry! Ti tiro fuori da lì!» sciolse altra neve e scoprì qualcosa di metallo

«Dev'essere la porta» si disse e continuò a sciogliere.

Appena la porta fu scoperta l'aprì e delle scale metalliche scesero fino al suolo della casa sottoterra, scese le scale e andò da Henry 

«Henry! Henry!»

«Mamma!» il ragazzo si lanciò fra le sue braccia «Mio Dio, sei congelato!» disse Emma abbracciandolo forte. 

Uscirono da quel luogo e chiusero la porta in metallo per poi riabbracciarsi ancora. 

La bionda scorse qualcosa di rosso dietro ad un albero, ma non ci badò, ora doveva solo portare il figlio in un luogo caldo. 

Da Granny.

Fecero una lunga corsa verso il locale dove furono accolti fra esultazioni e abbracci, offrirono delle cioccolate calde e delle coperte ai due e li fecero sedere ad un tavolo, Granny stava preparando del cibo e glielo avrebbe offerto anche gratis! 

«Henry! Come ti senti?» chiese Belle scompigliando i capelli del nipote 

«Bene, nonna!» rispose lui con un sorriso. «Suvvia, non chiamarmi nonna!»

La porta del locale si aprì ed entrò qualcuno, Emma non capì chi, perché erano messi tutti davanti, poi sentì il rumore dei tacchi e pensò «Regina..» si alzò facendo cadere la sua coperta sulla sedia e si fece largo fra la folla.

Regina le dava le spalle mentre era seduta su uno sgabello e beveva un caffè, Emma poggiò una mano sulla sua spalla 

«Regina! Ho ritrovato Henry!»

La bruna girò lievemente il capo e la guardò con la coda dell'occhio 

«Mh.» fece indifferente. 

«Regina..?»

«Mamma!» disse Henry appena la vide e si piombò fra le sue braccia.

Regina rimase con le braccia allargate e un'espressione stranita 

«Oh, mamma... Quanto mi sei mancata..» disse Henry stringendola a sé 

«Mamma, perché non mi abbracci?»

La bruna se lo spiccicò di dosso e si alzò dallo sgabello 

«Ma che vuole?» chiese quasi schifata, i presenti al locale si girarono tutti verso di lei e la adocchiarono scioccati. 

«Mamma... Ti prego, non fare così. Io non volevo dirti quella cosa l'altro giorno, sono stato spregevole ed io ti voglio bene!» disse Henry che tentò un altro abbracciò che però la donna riuscì ad evitare. 

Lo guardò con la fronte aggrottata e si allontanò verso la porta. 

«Regina, ma che ti prende? Tuo figlio è tornato!» disse Mary Margaret. 

«Mio figlio? Da quando in qua lui è MIO figlio?» e scuotendo la testa uscì dal locale ridendo in modo spregevole.

Gli sguardi dei presenti si concentrarono su Emma che era rimasta lì impalata.

«Si può sapere che diavolo ha?» chiese Belle irritata. 

Emma scosse la testa 

«Non è più in lei.. Devo parlarle.» e fece per andare fuori, Granny la prese per un braccio e disse 

«Fuori si congela! Potresti diventare anche un cubetto di ghiaccio!» 

«Non importa. Devo parlare con Regina.»

e si liberò della presa dell'anziana ed uscì fuori. Henry con tutta la coperta avvolta uscì fuori e la seguì. 

«Henry no!» urlò Belle, ma Henry già fuori dalla porta disse 

«Devo salvare il loro rapporto!» e corse via. 

Mary Margaret e Belle fecero per seguirlo ma Granny le fermò 

«É inutile fermarli.» disse «Regina è inafferrabile, Emma testarda e Henry tutte due cose. È proprio come loro, è inutile seguirli.». 

 

C'era una bufera di neve, Emma non si fermò, ed Henry neanche, Regina stava camminando indisturbata in mezzo alla strada, tanto nessuno sarebbe passato con quel tempo e loro tre erano gli unici pazzi lì fuori.

«Regina! Ascoltami!» urlò la bionda tenendosi le braccia davanti al viso come per proteggersi dal freddo, ma Regina ne aveva fin troppo dei suoi "ascoltami", si girò di scatto e creò una sfera di energia che lanciò contro la bionda che per proteggersi fece lo stesso e l'esplosione fu forte, accecante e soprattutto spaventosa.

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Capitolo 17
*** -Nuova Storybrooke.- ***


Emma alzò lentamente la testa dallo spalto, che non era più ricoperto di neve... 

Beh, se dobbiamo dirla tutta non era nemmeno spalto. 

La strada ora era fatta solo di terra, qua e là c'erano foglie e sassolini. 

«Cos'è successo...?» si chiese la bionda, che si girò dall'altra parte e vide un ragazzino sdraiato a terra qualche metro da lei.

 «Henry!» corse verso il figlio che aprì piano gli occhi per abituarsi alla luce e chiese: 

«Mamma... Ma non era notte?»

 Emma alzò gli occhi al cielo

 «A quanto pare qui è giorno...» rispose.

 Si alzarono da terra e si guardarono intorno; Regina non c'era. 

«Dov'è mamma Regina?» chiese Henry 

«Non lo so... È scomparsa.» rispose Emma, che  cercava di nascondere la preoccupazione. «Allora.» cominciò «Innanzitutto dobbiamo chiedere informazioni e farci dire dove siamo. Chiediamo mmm... Ah! In quella libreria.» «Mamma, è una biblioteca!»

 «Stessa cosa!» e lo trascinò con sé. 

Entrarono nella biblioteca, non si udiva altro che i passi di Emma e Henry sul pavimento in legno, gli scaffali erano pieni zeppi di libri vecchi e nuovi e di tutte le misure.

 I due si guardarono intorno e poi Emma parlò ad alta voce 

«C'È QUALCUNO QUIII?» 

«Mamma!» fece Henry. 

«Zitto Henry! Siamo in una bibliolibreria!»

 Si sentirono delle ruote e da dietro uno scaffale spuntò una ragazza su una di quelle scale per librerie enormi. 

Emma sgranò gli occhi:

 «Belle!?» 

La ragazza scese dalla scala e si avvicinò 

«si, sono Belle, e questa la mia biblioteca, dove non si urla signorina. E come sa il mio nome?»

 «È una lunga storia» rispose in fretta Henry. Belle aggrottò la fronte. 

«Volevamo sapere dove ci troviamo..» disse Emma. 

«A Storybrooke, signorina.» rispose Belle. 

La bionda ed il ragazzino si lanciarono un'occhiata come per dirsi "siamo ancora a Storybrooke?", rimasero in silenzio e a guardare Belle per qualche minuto, finché qualcuno aprì la porta di scatto.

 «Signorina Belle! Le guardie nere!»

 Emma aggrottò la fronte

 «Robin?» era proprio lui.

 L'uomo le lanciò un'occhiata 

«Dobbiamo uscire tutti fuori!» e se ne andò. Emma e Henry fecero per seguirlo ma Belle li fermò. 

«Voi siete nuovi, e vi tartasserebbero di domande o potrebbero portarvi dalla Regina. Nascondetevi!» 

e uscì lasciando la porta aperta. 

«Vieni Henry!» disse Emma nascondendosi dietro il bancone dove si pagava.

 Henry negò 

«Voglio vedere chi sono e se hanno preso mamma Regina!» e si mise nascosto dietro la porta. 

«Benedetto ragazzo!» sussurrò Emma «Vieni sub...»

 ed entrò una guardia, la bionda si zittì e nascose anche la testa, Henry era dietro la porta in silenzio. 

Emma chiuse gli occhi e dopo qualche minuto sentì qualcuno trattenere uno starnuto e la porta chiudersi di scatto. 

Alzò la testa e guardo nell'angolo dietro la porta. Henry non c'era.

 La bionda si alzò da terra allarmata e iniziò a cercarlo lì intorno 

«Henry! Henry!» sussurrava.

 Sentì il trotto dei cavalli allontanarsi e Belle si piombò dentro biblioteca, Emma si girò di scatto.

 «Hanno rapito quel ragazzo che era con te!» disse Belle. 

«COSA!? Ma... Si era nascosto e poi non c'è stato alcun rumore...»

 Emma era sconvolta, come aveva fatto a non accorgersi di nulla? 

«Dove lo porteranno?» chiese. 

«Dalla Regina...» rispose Belle. 

«Ci andrò di persona. Cavolo, l'ho ritrovato solo ieri!» e fece per andarsene, ma Belle la fermò «Non credo che dovresti andartene con quei cosi strani addosso.. E poi non hai nemmeno una mappa!»

 Emma aveva addosso un paio di jeans, una maglietta bianca e la sua amata giacca rossa, in effetti nessuno era vestito a quel modo, erano tutti vestiti "all'antica". 

Belle le prestò un abito verde che si intonava molto con gli occhi della bionda e le fece tenere gli stivali, tanto non si notavano sotto la gonna lunga, poi prese un libro con la copertina da un lato rossa e dall'altro celeste e  senza titolo. 

Lo aprì dall'ultima pagina che era tutta bianca e disegnò una mappa 

«Ecco qua.» e lo mise dentro una borsa di cuoio che diede a Emma. 

«Grazie.» disse la bionda che si congedò e uscì. 

 

Camminò fino ad un pub, dove c'era un gran frastuono, si avvicinò al bancone e vicino a lei c'era Robin che beveva qualcosa.

 Ad un certo punto la donna si sentì toccare la spalla e appena si girò un uomo disse

 «Ehy, che ci fa una ragazza bella come te, in un posto come questo?»

 Non poteva crederci. 

Era ovunque. 

Nei giardini, davanti alla casa di Regina quando cercava un dottore, a inseguirla tipo uno stalker, dentro la tazza del water.. Beh, era la tazza del water.

 Era lui. 

L'essere "ribrezzoso" Uncino.

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Capitolo 18
*** -Morto morto.- ***


«Oh, no...» fece la bionda disperata 

«Cosa vuoi?» 

«Un uomo per bene non può dare il benvenuto ad una bella fanciulla?» chiese Uncino «Mi presento, sono Killian...» 

Emma lo interruppe in fretta «si, so chi sei e..» questa volta fu lui ad interromperla

 «Allora sono famoso?» 

Emma fece un sorriso enorme e disse «Eeeeeeeeeeeee...» 

facendolo attendere tutto eccitato

 «no.» concluse infine.

 Uncino parve ammosciarsi. 

Emma si avvicinò a Robin

 «Robin.» disse e quello si girò. 

«Oh, lei è la ragazza che era nella biblioteca della signorina Belle»

 «si, sono io. Ho bisogno di un passaggio.. O meglio, di qualcuno che mi accompagni» continuò la bionda. 

«Dove vuole andare di preciso?» chiese Robin con curiosità.

 «Dalla regina» rispose Emma «Hanno portato mio figlio da lei». 

Robin la fissò per alcuni minuti «Mi servirà una mano...» e si alzò lasciando Emma da sola. 

 

Dopo alcuni minuti la chiamò 

«Venga qui, signorina. Ho raccolto una piccola squadra.». 

Emma uscì dal pub e si ritrovò davanti le persone che meno si aspettava. 

Killian, Neal e Graham. "ma quei due non sono morti già da un pezzo?" pensò. 

Killian fece un sorriso da idiota

 «La signorina che ho incontrato prima!»

 Emma si sbatté una mano in faccia e disse a bassa voce «Ma perché sempre a me?». 

La squadra partì verso il castello, i tre stoccafissi non facevano che fissarla, e Robin tentava di ridestarli 

«Insomma ragazzi, non è una cosa educata!»

 

 

 «Ma perché rapiscono sempre a me?» si chiese Henry che stava dentro una cella in mezzo alla paglia.

 Davanti alle sbarre stavano due guardie che sembravano aspettare qualcuno.

 Ad un certo punto dalle scale risuonarono dei passi. 

Le guardie si misero sull'attenti. 

Arrivò una donna dall'abito nero sontuoso, i capelli bruni che le arrivavano fino alla vita, gli occhi grandi e scuri e una cicatrice sul lato sinistro del labbro superiore... "mamma!" pensò Henry, che si alzò da terra e si avvicinò alle sbarre. 

Regina si avvicinò con fare altezzoso e disse

 «chi sei ragazzino?». 

«Ma... Come chi sono? Sono io! Henry!» disse il ragazzo.

 «Henry? L'unico Henry che ho conosciuto era mio padre, quindi non credo di conoscerti, ragazzino.» 

E si mise proprio di fronte a lui.

«Se vuoi uscire di qui sta bene attento a quel che fai e non continuare a usare quel tono confidenziale con me. Sono la regina io.» e con fare altezzoso fece per andarsene.

 «Mamma! Ti prego!» urlò Henry. 

La donna si fermò un attimo e aggrottò la fronte, lo fissò attentamente e poi velocemente disse «Domani al rogo.» e se ne andò. 

Henry si accasciò a terra piangendo, Regina intendeva ucciderlo. 

 

 

Il gruppo si stava recando verso il castello della regina, ad un certo punto Uncino fece una domanda ad Emma

 «Ma lei da dove viene?»

 La bionda esitò un attimo e poi disse

 «Non so se mi crederai ma... Vengo da un'altra dimensione, credo. E purtroppo in quella dimensione ci sei anche tu.» 

tutti quanti si fermarono, e Graham con curiosità chiese: 

«E come siamo?» 

Emma aspettava quel momento da una vita.

 Indicò Neal «Morto»

 indicò Graham «Morto»

 indicò Robin «Tu morirai per mano mia se osi ancora avvicinarti alla mia donna»

 ed infine indicò Uncino «e tu morirai per mano mia e della mia donna perché si.» e con un sorrisino continuò la sua camminata.

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Capitolo 19
*** -Fuoco e sangue.- ***


«Maestà, è tutto pronto.» disse una guardia.

La regina indossava un sontuoso abito di velluto rosso cupo, accennò un sorriso

«Bene...» fece girando il capo verso lo specchio «Non vedo l'ora di cominciare...» 

 

«Dannazione, muovetevi!» urlò Emma che era parecchi metri lontana da Neal, Killian e Graham. 

L'unico che teneva il passo era Robin. 

Erano a pochi chilometri dal castello e quindi da Henry e Regina. 

«Graham, devi darmi una mano.» disse Robin «Sei già stato nel castello della regina e sai come muoverti, ora devi aiutarmi a stendere due guardie per rubarne le armature.». 

Killian si fece avanti alzando l'uncino

«Ehi ehi ehi! Perché solo Graham?» chiese. «Perché Graham è più sveglio di te e Neal.» disse Robin distaccato.

«Tornerete qui vestiti da guardie e.. Per farvi riconoscere fate qualcosa di ridicolo.» disse Emma.

Graham la guardò stranito «Perché ridicolo?» «Perché sì. Andate, ora! Susu!» 

I due "leggermente più svegli" entrarono dentro il castello e Emma restò sola con Neal e Killian che si guardavano in faccia e poi guardavano Emma.

«Se non la smettete, vi picchio.» disse la bionda facendo rumore con le nocche.

Neal si avvicinò a lei e disse «Come scusa?» con un sorriso da ebete.

 Emma gli mollò un pugno. 

Killian scoppiò a ridere 

«La donna più manesca che io abbia mai visto a Storybrooke!» e, come aveva sempre sognato, Emma diede un pugno anche a lui. 

 

 

 

Henry si dimenava cercando di liberarsi dalla presa di due guardie che dovevano portarlo "al rogo" 

«Fermi! Lasciatemi! La mamma non vuole farmi del male, lo so!»

 «La mamma?» la guardia rise «sei convinto che la regina sia la tua mamma? Quella ha ucciso perfino suo padre e credi che ami te come un figlio? Ma per favore!».

 Henry sapeva che Regina lo amava, lo sapeva. 

 

 

 

Due guardie nere si fecero spazio fra i cespugli saltellando e Emma capì che erano Robin e Graham. 

Graham mise delle manette a lei, Killian e Neal 

«scusate, ma dobbiamo fare per forza così » disse. 

Robin sospirò «Dobbiamo sbrigarci o sarà troppo tardi.»

 «Troppo tardi?» chiese Emma stranita «Per cosa?» 

Robin iniziò a camminare «al castello gira voce che la regina vuole uccidere un bambino che dice di essere suo figlio.» 

Emma sgranò gli occhi 

«Cosa!? No! Regina non lo farebbe mai! Devo fermarla o ucciderà il nostro bambino!» e si mise a correre trascinando Killian e Neal.

 Graham e Robin si unirono alla corse «Vostro?» chiese Robin

 «Si, nostro, è una storia lunga. Ora sbrighiamoci!» fece la bionda correndo ancora più velocemente.

 

 

 Regina era in piedi di fronte al rogo dove sarebbe stato bruciato il bambino che entrò poco dopo trascinato da due guardie. 

«Legatelo stretto.» disse. 

«Mamma!» urlò Henry in preda alle lacrime «MAMMA! TI PREGO! SONO TUO FIGLIO! MAMMA!» 

una guardia lo zittì dandogli un pugno nella pancia. 

Lo legarono stretto stretto, con la testa che ciondolava. 

«E ora..» disse Regina alzando una mano creando una palla di fuoco

 «Dì addio a mammina...» 

«REGINA! NO!» urlò Emma saltando addosso a Regina che lanciò la palla di fuoco contro una guardia che iniziò a rotolare a terra urlando. Subito arrivarono Neal, Killian, Robin e Graham con delle spade, pronti a combattere. 

Regina spostò Emma in malo modo e si alzò in piedi

 «COME OSI!?» 

anche Emma si alzò

 «Regina, torna in te, ti prego! Tu non sei così!»

 «Di cosa stai parlando?» chiese la regina ridendo «io sono sempre stata così!»

 «No! Non è vero! Tu sei la mia donna, e mi ami, così come io amo te! E Henry è nostro figlio!» urlò Emma sperando di farla ragionare. L'espressione di Regina era mutata, guardò i quattro uomini in sala e con un cenno della mano li bloccò tutti impedendogli di muoversi. Poi guardò Henry, Emma e di nuovo Henry. «Regina...» disse piano Emma.

 Regina creò un'altra palla di fuoco e la lanciò nel rogo dove Henry era ancora legato

 «AIUTO! AIUTO!»

 «HENRY!» Emma si mise a correre, prese una spada da terra e si gettò in mezzo alle fiamme cercando di strappare le corde strette. 

Non le importava di bruciarsi o di sfigurarsi, doveva salvare suo figlio.

 Dopo pochi tentativi le corde si ruppero e Emma riuscì a liberare Henry e lo poggiò nel pavimento. 

«Henry! Henry! Di' qualcosa!»

 Emma aveva bruciature ovunque, le faceva male il più piccolo movimento, ma non mollò. 

«S-sto bene, mamma...» sussurrò Henry, che era messo peggio. 

Regina si era avvicinata a loro con una sfera di energia pronta ad essere lanciata.

 «Regina...» sussurrò Emma mentre delle lacrime le rigavano il viso «Se devi uccidere qualcuno... Uccidi me, non Henry...» 

e si inginocchiò davanti a Regina coprendo il figlio. 

Spalancò le braccia e fece incontrare i suoi occhi verdi con quelli castani scuri di Regina. 

La bruna lanciò la sfera di energia a Emma che fu scaraventata contro un muro.

 Si avvicinò a lei con un'espressione dura, priva di sentimenti, un'altra sfera di energia pronta, quella che avrebbe ucciso la Salvatrice. «Regina...» sussurrò Emma con un fil di voce «Prima di uccidermi.. Ascoltami..»

 Regina restò ferma in silenzio. 

«Regina... Ricordi quando..» e faticosamente Emma cercò di alzarsi, ma non ci riuscì e restò sdraiata a terra 

«Quando hai picchiato Killian.. Perché mi aveva baciata...» e fece un lungo respiro. 

Regina la fissava con la fronte aggrottata 

«ricordi quando mi hai baciata e mi hai buttata fuori dal tuo ufficio.. Quando mi hai fatto venire a vivere con te insieme Henry.. Quando ti ho curata perché rischiavi di morire per colpa di una polvere... Quando mi hai fatto vedere il tuo cuore..»

 Regina fece un sorriso

 «Non ho idea di cosa tu stia parlando. E se sei innamorata di me, sappi che io non ricambio.»

 e fece per lanciare la sfera 

«Aspetta!» urlò Emma più forte che poté, e fermò di nuovo Regina 

«se non funziona con me, funziona con Henry... Ricordi quando lo hai adottato? Mi hai raccontato tu com'è andata..lui piangeva sempre, ma poi, dopo aver capito che tu l'amavi, non ha pianto più... Quando per colpa di un pasticcio alle mele era all'ospedale e tu piangevi... Quando era rimasto bloccato nella miniera e volevi calarti tu stessa.. Quando Greg e Tamara lo rapirono e tu volesti inseguirli per ucciderli... Quando Peter Pan gli tolse il cuore e tu combattesti per riaverlo.. Quando hai dovuto staccarti da lui per un anno intero per colpa di un sortilegio.. E ti ricordi quando lui non si ricordava di te perché aveva perso la memoria? Non riuscivi ad essere felice perché lui non ti ricordava... Quando Zelena lo stava per soffocare e tu lo salvasti, e dopo spezzasti il suo sortilegio baciandolo sulla fronte... Regina... Torna in te.. Se non vuoi farlo per me fallo per Henry! Tu che l'hai fatto diventare un bambino meraviglioso... Fallo per lui..» 

gli occhi di Regina erano spalancati e lucidi «Emma...» sussurrò e fece scomparire la sfera di energia. 

«Emma...» ripeté e una lacrima le rigò il viso, si inginocchiò accanto alla bionda che pian piano prese fra le braccia «Amore mio... Scusami, mi dispiace.. Non riuscivo a controllarmi.. Ti chiedo perdono...» e piangeva. 

Emma cercava di prendere respiro «Ti perdono.. non era colpa tua.. Non eri tu...». 

«Emma... Dimmi che stai bene, dimmi che non te ne andrai, sei la mia Salvatrice...» disse Regina piangendo a dirotto 

«E tu la mia regina...» sussurrò Emma. «Mamma...» Henry era riuscito ad alzarsi e ad avvicinarsi lentamente, cadde in ginocchio vicino a loro. 

«Mamma.. E mamma...» 

Regina prese anche lui fra le braccia

 «State fermi.» disse e tese una mano verso di loro «Provo a curarvi..».

 «Eh no, Regina.» fece la voce di una donna, Regina non arrivò nemmeno a girarsi che qualcuno affondò la mano nel suo petto e ne estrasse il cuore.

 «Bravo, Tremotino.» disse Ruby, che aveva addosso degli abiti neri. 

Tremotino posò il cuore di Regina nelle mani della ragazza che lo esaminò 

«Oh, ma guarda! Sta schiarendo!» 

Regina respirava velocemente 

«Ferma!» si alzò e le corse contro con delle sfere infuocate che le lanciò, ma furono fermate con un cenno della mano di Tremotino. 

«Regina, ti sei rammollita parecchio con tutto questo amore!» disse Ruby beffarda

 «Ma si sa che rammollirsi è da te!» e proprio Ruby, con un cenno della mano scaraventò Regina vicino ad Emma, poi strinse il cuore di Regina che si contorse urlando di dolore. 

«Fa male?» chiese ridendo mentre stringeva ancora.

 «FERMA!» urlò Emma, ma era troppo tardi, Regina aveva ceduto e il cuore si era spezzato. Ruby rise. 

Emma scosse Regina con quella poca forza che aveva

 «NO! NO! REGINA! REGINA!»

 «Non si possono richiamare i morti, Swan! E di certo non usando la voce!» 

disse Ruby con un ghigno.

 «Perché!?» tuonò Emma piangendo 

«Non sei mai stata cattiva!» 

«Infatti non sono cattiva, Swan..»

 Emma la fissò stranita, Ruby schioccò le dita e il suo volto cambiò 

«... Sono perfida.». 

Non era mai stata Ruby, era una persona che doveva essere morta da tempo... 

Zelena.

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Capitolo 20
*** -Dall'inizio.- ***


«Non può essere... Tu sei morta!» disse Emma sgranando gli occhi. 

«Qui l'unica ad essere morta è la tua Reginella, mia cara!» ribatté Zelena. 

«Regina non è morta! Io la salverò! Le darò il mio cuore, così come ha fatto mia madre per salvare mio padre!» 

«Oh beh, anche se la salvi ci sarà sempre qualcosa che vi impedirà di stare insieme» e prese un'ampolla

«Qui dentro c'è un sortilegio, tutto tornerà come una volta e Regina non saprà nulla della tua esistenza!»

«Non m'importa.» disse Emma affondandosi una mano nel petto prendendo il cuore 

«Regina sarà viva. E sarà con Henry.» spezzò il cuore in due più velocemente possibile per sentire meno dolore, una metà se la mise in petto, l'altra metà la mise a Regina. 

«Stupida!» tuonò Zelena che buttò l'ampolla a terra sprigionando un fumo verde smeraldo, fece comparire una scopa e vi salì con Tremotino

«Ci rivedremo Swan!» e partì. 

Il fumo si stava allargando velocemente in tutta la sala

«Emma...» sussurrò Regina aprendo gli occhi, Emma la zittì 

«Ci rivedremo presto, te lo prometto» la bionda baciò la bruna e fu inghiottita nel fumo smeraldino, così come tutta la città intorno in breve tempo.

 

--------------------------

 

La sveglia suonò, era mattina, Emma aprì gli occhi. 

Era sdraiata su un divano; si mise seduta e si accorse di avere i suoi vecchi abiti: i jeans, la canottiera e la giacca rossa.

Si guardò le mani e si tastò il viso; non aveva bruciature e non sentiva alcun dolore.

Si accorse che quello era il suo vecchio appartamento di Boston, dove abitava da sola prima dell'arrivo di Henry che la portò a Storybrooke per la prima volta. 

Mise velocemente gli stivali e si alzò

«Henry! Regina!» nessuno rispose. 

Sul tavolo c'era una borsa di cuoio, come quella che le aveva dato Belle nella "Storybrooke antica", la aprì e vi trovò il libro che le aveva dato per leggere la mappa.

 Nella copertina (da un lato azzurrina e dall'altro rossa) vi era stampato un segno: una corona con delle ali di cigno.

 Aprì il libro, nella prima pagina c'era un disegno di Regina seduta sulla sedia della sua scrivania nel suo ufficio.

 Lesse le prime righe "C'era una volta, una regina innamorata di una principessa; Regina Mills passava le sue giornate a sistemare gli affari della sua città: Storybrooke. Un giorno, mentre era immersa nei suoi pensieri, vide una cosa orribile dalla sua finestra d'ufficio. C'era il Capitano Uncino che baciava la bella figlia di Biancaneve: Emma Swan..." 

Emma chiuse il libro e fissò la copertina ancora per molto 

«Questo libro... Parla di me e Regina...» lo mise sul tavolo e fece avanti e indietro per la stanza. «Devo tornare subito a Storybrooke.» mise il libro dentro la borsa che mise in spalla, e prese le chiavi dell'auto uscendo dall'appartamento. 

Partì e andò velocemente per tutta la strada, voleva capire cosa aveva combinato quel sortilegio.

 E se avesse cancellato la città e tutti i suoi abitanti dalla faccia della terra? 

Era una cosa orribile solo a pensarla, ma non poteva essere. 

Perché Zelena aveva detto soltanto che tutto sarebbe tornato come prima. 

In poche ore attraversò il confine di Storybrooke con il suo maggiolino giallo; arrivò in città e parcheggiò l'auto vicino la torre con l'orologio. Scese dalla macchina. 

Storybrooke era cupa, l'orologio fermo. 

Proprio come una volta.

 Emma sentì abbaiare e si girò, vide Archie portare Pongo e Peggy a passeggio

 «Fe-Fermi!» disse cercando di calmare i cani, poi alzò lo sguardo e vide Emma. 

«Oddio! Emma!»

 Emma corse verso di lui «Archie! Ti ricordi di me?»

 «Si, Emma! Tutti ci ricordiamo le cose, credo. Però è tornato tutto come prima del tuo arrivo qui a Storybrooke..» 

«Aspetta..» fece Emma aggrottando la fronte «Mary Margaret dov'è?» 

«In ospedale» rispose Archie, Emma si mise a correre, entrò in ospedale e si fece spazio fra i medici, poi arrivò da Mary Margaret.

 «Mamma!» disse, Mary Margaret si girò verso di lei, stava piangendo 

«Oh! Emma!» disse stringendo la figlia fra le braccia. 

«Che succede?» chiese Emma dandole delle leggere pacche sulla schiena.

 «D-David... Lui è di nuovo in coma... E tuo fratello Neal.. Non esiste!» piagnucolò Mary Margaret. 

«Cosa!?» Emma si staccò dall'abbraccio e andò dove stava David, in coma.

 Era tornato davvero tutto come prima...

 «È tutta colpa di Zelena..» disse Emma

 «Cosa?» fece Mary «Ma lei dovrebbe essere...» «Morta? Sì, lo credevo anch'io.» la interruppe Emma «e con lei c'era pure il signor Gold. Lo starà controllando con il pugnale, lo so.» «Dovremmo andare nel suo negozio.» disse Mary Margaret. 

«Si, andiamo.» disse Emma, e insieme andarono al negozio di antiquariato del signor Gold. 

«È chiuso a chiave e le finestre sono sbarrate!» esclamò Mary Margaret una volta che arrivarono al negozio.

 «Dannazione!» fece Emma dando un calcio alla porta, fece dietro front e si diresse al locale di Granny. 

«Emma! Oh tesoro!» urlò l'anziana Granny cingendo Emma in un abbraccio 

«Salve Granny» fece la bionda dandole una leggera pacca nella spalla per poi andarsi a sedere davanti al bancone insieme a Mary Margaret. 

«Mio Dio, non avrei mai immaginato che Ruby sapesse fare sortilegi..» disse Granny posando una tazza di cioccolata calda e panna con sopra la cannella davanti a Emma. 

«Non era Ruby, era Zelena..» disse Emma. Granny sgranò gli occhi

 «Cosa? Zelena? E... E la mia Ruby? Che fine ha fatto mia nipote?»

 «Non lo so..» rispose Emma tenendo lo sguardo basso «Se non è qui vuol dire che è da qualche altra parte... Forse in mano di Zelena così come il signor Gold.» 

«La mia bambina! » singhiozzò Granny «Devo ritrovarla!» 

Mary Margaret prese una mano di Granny 

«La ritroveremo, e fermeremo di nuovo Zelena, te lo prometto.».

 La porta del locale si aprì, Granny si asciugò le lacrime e si sistemò il grembiule

 «Desidera un caffè?» chiese al o alla cliente.

 «No, Granny. Vorrei un' insalata per me e una fetta di carne e delle patatine per mio figlio» era la voce di Regina.

 Emma sgranò gli occhi, si alzò e si girò di scatto verso di lei 

«Regina...» disse piano. 

«Scusi?» chiese Regina inarcando un sopracciglio. 

Mary Margaret sussurrò il più piano possibile «Non ricorda nulla lei.» 

Emma mosse la bocca senza parlare; Regina aveva di nuovo i capelli corti e indossava uno dei suoi soliti completi eleganti, dietro di lei c'era un bambino di dieci anni: Henry, che appena vide Emma spalancò gli occhi ma non la salutò. 

«Oh, stavo dicendo... Lei deve essere Regina Mills, il Sindaco di questa città!» disse velocemente la bionda.

 «Sì..» fece la bruna osservandola

 «E lei chi è? Non l'ho mai vista nella mia città.»

 «Io sono Emma Swan..e mi sono imbattuta in questa città per puro caso, credo che mi fermerò per una settimana circa...» disse Emma stando attenta alle parole, poteva anche destare dei sospetti. 

«Mmm..» fece Regina «Beh, spero che la città le piaccia.» 

«È incantevole.» disse Emma, che si riferiva a lei e non alla città. 

«Ma guarda che ore sono! Granny metti il cibo in una busta, non mi ero accorta di essere in ritardo. Henry, mi sa che dovrai stare in casa da solo, mi dispiace.»

 «Tranquilla mamma.» disse il ragazzino. 

Regina diede i soldi a Granny e prese la busta, nel frattempo Henry mosse la bocca senza emettere suono per dire "ci vediamo a casa sua" a Emma che annuì.

 «arrivederci Granny, signorina Blanchard. E si goda la permanenza a Storybrooke, Signorina Swan» 

disse Regina uscendo seguita dal piccolo Henry. Quando la porta fu chiusa Emma si sedette sullo sgabello 

«mi ha chiamata Signorina Swan...»

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Capitolo 21
*** -Operazione..?- ***


Non ricorda nulla! Niente di niente! E mi manda ancora da Archie...disse Henry tristemente.

Emma era andata a casa di Regina come aveva detto Henry, e la bruna non c'era.

Essere di nascosta nella casa in cui ormai abitava con la sua donna  le sembrò strano.

Tutto come prima... David in coma, l'orologio fermo, tu hai dieci anni...disse Emma

E Graham è vivo.continuò Henry

Cosa!? 

È vivo, ricorda ancora quando è morto e si ricorda di te. E fa di tutto per non incontrare mamma.

Meglio così.fece Emma mettendo le braccia conserte

Eh? Henry la guardò stranito.

È meglio che non la incontra. Insomma, lui e la mia... si bloccò ricordando che Henry era piccolo per sapere "certe cose" ... niente

Henry alzò le spalle confuso. 

È meglio che vada, non vorrei farmi trovare qui da Regina e farmi odiare o mettere dietro le sbarre

Emma si alzò e prese la giacca rossa dallo schienale della sedia, salutò il figlio e uscì di casa per poi salire sul suo maggiolino. 

 

Fece un giro per Storybrooke, controllando che tutto fosse a posto; poi cominciò a diluviare. 

La macchina fece un rumore strano e del fumo uscì dal cofano davanti poi a poco a poco si spense e si fermò. 

Emma poggiò la testa sul volante con aria esausta

Non ci voleva. 

Uscì dall'auto e cominciò a spingerla per portarla da un meccanico. 

Pioveva a dirotto e cominciarono a sentirsi dei tuoni in lontananza. 

Le luci dei fari di un'auto offuscarono la vista di Emma che chiuse gli occhi.

Poi sentì l'auto fermarsi di fianco a lei e una voce  che la fece irrigidire.

Signorina Swan, le si è rotta l'auto? 

Emma girò il capo e guardò la donna. 

Regina.

Sindaco Mills..

Se resta così sotto la pioggia si beccherà un malanno. Ha un posto dove andare?chiese Regina tenendo le mani al volante della sua auto.

Io stavo andando a prendere una stanza da Granny..disse Emma

È molto lontano da qui.la bruna riflettè un attimo e poi guardò Emma casa mia è qui vicino, se vuole posso ospitarla per una sera

Per me va bene.. ma la mia auto..?chiese Emma leggermente imbarazzata

Manderò il meccanico qui per prenderlarispose Regina con un sorriso su, adesso salga in macchina.

La bionda chiuse lo sportello del maggiolino e mise le chiavi in tasca per poi entrare nell'auto del Sindaco.

 

Benvenuta nella mia casadisse Regina aprendo la porta.

Emma asciugò le suole delle scarpe sullo zerbino per poi entrare.

Ha davvero una bella casadisse guardandosi intorno, conosceva bene la casa ma non doveva darlo a vedere. 

Henry?chiamò Regina alzando lo sguardo sulle scale. 

Il ragazzino scese in fretta 

Ciao mamma!poi guardò Emma stranito

Henry, non saluti la nostra ospite?disse Regina in tono di rimprovero. 

Henry fece un cenno con il capo

Salve signora

Emma sorrise.

Lei è la Signorina Swandisse Regina Signorina Swan, questo è mio figlio Henry

Piacere di conoscerti, ragazzinodisse la bionda.

La bruna la guardò un attimo e poi le chiese:

Vuole accomodarsi in salotto? Sarà stanca dopo aver spinto l'auto per non so quanta strada

Oh, si. Grazie molto gentiledisse Emma goffamente; 

Regina si avvicinò

 mi permetta e le levò la giacca rossa per appenderla all'appendi abiti così si asciuga

Emma fece un cenno con il capo e andò in salotto sedendosi sul divano. 

Guardò attentamente Regina e si accorse che non era scontrosa, anzi, era gentilissima e disponibile.

La donna si mise seduta nella poltrona di fronte ad Emma e poggiò due tazze di thè sul tavolino lì in mezzo.

Allora, Signorina Swan, da dove viene?chiese la bruna prendendo una tazza.

Emma fece lo stesso e rispose Da Boston, signor Sindaco

E non è mai stata a New York?chiese Regina alzando un sopracciglio.

New York? Tre anni fa, perchè?Emma la guardò confusa.

Oh niente.disse Regina Mi sembrava di averla vista da qualche parte ma forse mi sbaglio. Sa, dieci anni fa abitavo lì. Prima arrivare qui a Storybrooke 

Cosa? Pensò Emma. Non hai mai vissuto a New York, Regina!

È stata solo a New York, Sindaco?chiese la bionda. 

Regina annuì e sorseggiò del thè. 

Non stava mentendo.

Il telefono squillò e Regina si alzò per rispondere. Henry era davanti alla  porta e aveva ascoltato tutto. 

Temo di dover andare un attimo. Lo sceriffo Graham dice di dovermi parlaredisse Regina con un tono leggermente preoccupato può stare con Henry mentre non ci sono?

Certo, con piaceredisse Emma. 

 

 

Regina uscì e Henry e Emma rimasero soli. 

Non ricorda proprio NULLAdisse HenryNon sa neanche di essere stata la regina cattiva. Non sa della foresta Incantata, non sa della magia!

Emma mise le braccia conserte 

Dobbiamo trovare il modo per farle ricordare, le hai fatto vedere il libro?

Henry scosse la testa e salì in camera sua seguito da Emma e cominciò a cercare. 

Alla fine lo trovò Emma dentro un cassetto.

Questo dovrebbe rendere tutto più facile disse Henry. 

Sai... Nella "Storybrooke antica" Belle mi aveva dato un libro bianco. Quando mi sono svegliata a Boston il libro era con me e dentro era scritta la storia di me e lei, da quando ha picchiato Killian in poi.disse Emma guardando il libro "Once Upon a Time" attentamente Solo che ora quel libro è nel maggiolino.

Questo è curioso fece Henry 

Ma al momento lasciamo da parte la storia del nuovo libro e occupiamoci della memoria di Regina.

Giusto. Come la chiamiamo?

Cosa?

Quest'operazione

Oh beh.. Non lo so..Emma pensò Per spezzare il primo sortilegio l'abbiamo chiamata "cobra"

E con Regina avevo chiamato "mangusta" quella per trovare l'autore e riscrivere il suo lieto fine 

E questa la dovremmo chiamare... "Cobrangusta"?

Cobra-che?chiese Henry stranito

No niente, pessimo nome.

Mmm... operazione SwanQueen

Mi sa di ship.disse Emma.

Granny sarebbe d'accordo...

Eh, ma non è Granny che deve far tornare la memoria alla mia Regina. Poi è troppo palese che si parla di me e lei

Giusto. Disse Henry.

...operazione patata.disse Emma a caso.

Ma Che...? No.

Hamburger.

No.

Lasagna

Nemmeno

Torta di mele!

Perché il cibo?!

Perché mi piace.

...certo

Silenzio. 

Perché non la chiamiamo...stava dicendo Emma, ma Henry la interruppe

Tigre!

Stavo per dire pizza ma... tigre va bene

La porta si aprì, Henry prese il libro "Once Upon a Time" e lo nascose sotto il divano.

Regina entrò in salotto con aria triste

..e quindi ti piacciono i carciofi?chiese Emma a Henry facendo finta di continuare una discussione con il ragazzino che fece una faccia disgustata ma dovette annuire. 

Davvero?chiese Regina posando il cappotto

Henry la guardò

Uh... significa che al più presto li farò. Se ti piacciono...

Il ragazzino guardò Emma come per dire Ora mi tocca mangiare i carciofi per colpa delle tue improvvisazioni e si alzò dal divano.

Vi lascio fra voi adultee se ne andò.

Regina si mise seduta in poltrona con la testa fra le mani. 

Qualcosa non va, Signor Sindaco?chiese Emma preoccupata. 

No nulla. Vuol bere qualcosa?

..sì; va bene..

Regina si alzò e prese una bottiglia di whiskey e due bicchierini, si mise seduta nel divano con Emma e versò l'alcolico nei bicchierini. 

Ognuna ne prese uno 

Alla salute dissero per poi bere in un sorso solo.

Allora lei è nata a Boston?chiese Regina versando ancora Whiskey nei bicchieri. 

Più o meno rispose Emma avvicinando il bicchiere alle labbra

E la sua famiglia?

Sono stata in casa famiglia, quindi..

Oh, mi dispiace..disse Regina che stava per bere il terzo bicchierino. Anche io sono stata in casa famiglia.

Emma la guardò stranita chiedendosi "Davvero?" Ma devo dire di essere stata adottata da una buona famiglia, i NewYorchesi sono simpatici. 

Forse le è andato il whiskey alla testa. Pensò Emma.

E Henry? Chiese Emma È suo figlio o..?

L'ho adottato un mese dopo essere stata eletta Sindaco di Storybrookerispose Regina bevendo il sesto bicchierino. 

Ehm... forse dovrebbe smettere di bere.. 

Dammi del tu

Dovresti smettere di bere o il whiskey ti andrà al cervelloripetè Emma notando le gote arrossate di Regina. 

La bruna fece spallucce e ne versò ancora. 

Sai Emmadisse Sono sicura di averti vista da qualche parte, ma non ricordo dove. Sicura che questa è la tua prima volta a Storybrooke?

Sicurissima.mentì Emma. 

Mhla bruna bevve un altro bicchierino. 

Basta, ti prego disse Emma levando la bottiglia a Regina. 

Ne ho bisogno 

E per cosa?

Lo sceriffo Graham dice di essere andato a letto con me non so quante volte e che sono stata io a costringerlo

Emma alzò le sopracciglia. 

Forse ha bevuto qualcosa anche lui 

Era convintissi-missi-missi-missimo.

Regina poggiò il capo alla spalla di Emma che irrigidì. 

Sei comoda, Swan

Davvero?

Regina annuì. 

Mi piacerebbe sapere dove ti ho vista... mmm...

Ubriaca fradicia. Pensò Emma. 

Forse nei miei sogni continuò Regina. 

Emma la guardò mentre Regina iniziò a canticchiare fra sè "So chi sei" della Bella Addormentata. 

Regina... Emma cercò di farla mettere dritta.

Ho freddo, voglio gli abbraccidisse Regina. 

Sei ubriaca

No, sono Regina

Emma alzò gli occhi al cielo e sospirò. 

Regina si mise seduta all'improvviso è guardò Emma negli occhi.

...eh?

La bruna la baciò. 

Emma sentí un brivido salirle per la schiena. 

Regina la stava baciando e non ricordava nemmeno chi era. 

Non ricordava nulla.

Dopo essersi staccata dalle labbra di Emma, Regina si sdraiò poggiando la testa sulle gambe della bionda e si addormentò. 

Quella non era la Regina che conosceva. 

Era una Regina ubriaca fradicia. 

Emma si spostò piano piano mettendo un cuscino sotto la testa della bruna addormentata e si alzò.

Prese la giacca rossa e la poggiò sulle spalle di Regina, scrisse un bigliettino che poggiò sul tavolo e si abbassò uscendo un pochino la punta del libro di Henry in modo che Regina lo possa trovare.

La bionda uscì di casa, sotto la pioggia. 

Si dia inizio all'Operazione Tigre.

Pensò. 

Spero che il libro dia una mano con la sua memoria...

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Capitolo 22
*** -Il sogno.- ***


~Regina's pov~

 

/Prima dell'arrivo di Emma\

 

Non vedo nulla.

Sento di essere sdraiata su un pavimento tiepido, con la testa appoggiata alle gambe di qualcuno che mi tiene con fare protettivo. 

Io non riesco a muovermi, i miei occhi sono chiusi e non riesco ad aprirli.

Forse non sto neanche respirando.

Penso e basta. 

Ad un certo punto quel qualcuno che mi sta proteggendo poggia la mano sul mio petto spingendo qualcosa dentro. 

Ed ecco che riesco ad aprire gli occhi, ma pochissimo. 

Vedo un fumo smeraldino che si allarga, alzo lo sguardo sul mio protettore e vedo dei biondi capelli lunghi e scompigliati, un paio d'occhi verdi e bagnati di lacrime. 

È una donna. 

Sussurro qualcosa, ma non so cosa e la donna mi accarezza il viso

Ci rivedremo prestodice avvicinando il suo viso te lo prometto 

E poggia le labbra sulle mie. 

Il fumo smeraldino ci inghiotte ed io non vedo nulla. 

Di nuovo. 

 

Mi sveglio nella mia stanza, sopra il letto con la coperta stretta in pugno.

Il mio sguardo vaga per il soffitto.

Quel sogno era così reale...

Sentivo tutto... come la carezza sul mio viso e il bacio della donna. 

Mi porto una mano al petto. 

È tutto normale. 

Capita di sentire le cose come se fossero reali nei sogni. 

È ora di alzarsi e andare a lavoro. 

 

/Present day\

 

Regina si svegliò presto, sentiva la testa pesante.

Si mise seduta e si accorse di avere una giacca rossa sulle spalle. 

La Signorina Swan l'avrà dimenticata. 

Pensò per poi piegarla e poggiarla sullo schienale del divano. 

Si alzò e fece per uscire dal salotto, quando si accorse di un biglietto sul tavolo. 

Lo prese e lesse:

 

La ringrazio dell'ospitalità, Signor Sindaco. 

Sono andata via prima del previsto per paura di recare disturbo in casa. 

Chiedo scusa. 

Buona giornata, ci rivedremo presto;

 

Emma Swan.

 

Regina rimase a fissare la frase "ci rivedremo presto" per un po'. 

Le ricordava qualcosa. 

Piegò la lettera e la mise dentro la tasca del cappotto che stava appeso all'appendi abiti e andò a sistemarsi per andare al lavoro. 

 

Emma era riuscita ad arrivare al motel di Granny a piedi; aveva passato il resto della nottata lì. 

Il pensiero di Regina che beveva le tormentava la mente, quella non era la Regina che conosceva. Quella era un'altra persona. 

Uscendo dalla stanza per fare colazione, Emma si scontrò con Graham, anche lui aveva preso una stanza al motel. 

Emma lo fissò con la fronte aggrottata e poi gli puntò il dito contro

...tu!

Graham sgranò gli occhi 

Emma!

Emma un corno!disse lei bloccandolo al muro.

Co-cosa succede!?

Ti rendi conto di essere un emerito idiota!?

Ma io non..

Non dire cazzate!

Granny spuntò nel corridoio 

Che succede qui?

VA VIA GRANNY!urlò Emma mentre teneva fermo Graham. 

L'anziana se ne andò stizzita. 

Non ho fatto nulla!disse Graham.

Emma gli urlò in faccia

Nulla? NULLA!? Ieri Regina è tornata a casa ed ha bevuto come un ubriacone!

Non sono affari miei

Tu non capisci!la bionda tirò un pugno alla spalla dell'uomo Tu dovresti essere morto! Tutto è andato avanti! Sono successe cose che non puoi neanche immaginare e per colpa di un sortilegio è tornato tutto come una volta.. Regina non conosce nulla, non sa di essere la regina di un regno, non sa della foresta Incantata... Ha dimenticato tutto... E tu per lei sei solo lo sceriffo Graham. Non siete mai stati a letto insieme!

Graham rimase in silenzio per parecchio tempo. Emma lo mollò lì 

Vedi di farti perdonare da lei. E se ne andò.

 

Emma andò nel bar e prese una cioccolata calda con panna e cannella.

Tenne la tazza fra le mani per riscaldarle, Granny era davanti a lei con sguardo triste.

Che hai?chiese Emma

Vorrei ritrovare mia nipote...rispose l'anziana. 

La bionda sospirò 

Ti prometto che la cercherò in lungo e in largo

Grazie Emma..Granny scoppiò in lacrime la tengo con me da quando è una bebè, mi manca anche se non andavamo per nulla d'accordo

Ehi... dai calmati disse Emma.

Che succede?chiese Regina entrando nel locale. 

Granny si asciugò le lacrime e si ricompose anche se non del tutto 

Nulla signor Sindaco

Stavi piangendo continuò la bruna.

Non è importante, mi è solo venuto il mal di schiena in modo terribile disse Granny portando una mano alla schiena. 

Regina la guardò poco convinta e si mise seduta vicino ad Emma. 

Signorina Swan, buonsalve

Buongiorno, Sindacola salutò Emma accennando un sorriso.

Magari ha dimenticato il bacio.

Pensò.

Granny portò un caffè a Regina e andò a lavare delle tazze.

Il silenzio fra la bionda e la bruna era imbarazzante; Emma si alzò e uscì a fare due passi. 

 

Andò al molo e posò lo sguardo sul mare che sembrava tanto una lastra di ghiaccio.

È autunno... e fa freddo... 

Qualche tempo prima era Regina a stare sul molo con mille pensieri per la testa. 

Mille pensieri per Emma. 

Ed ora era proprio la bionda ad avere mille pensieri. 

Su Regina. 

Aveva bisogno di lei, delle sue carezze, dei suoi baci.. dei suoi sguardi..

Signorina Swan? 

Emma si girò e si trovò Regina davanti.

Oh, Sindaco Millsdisse 

Regina le tese la giacca rossa 

L'ha lasciata a casa mia e gliel'ho riportata.

Grazie...Emma la prese timidamente e se la mise. 

Regina la guardò in silenzio per un pochino. 

Signorina Swan, ancora penso di averla vista da qualche parte, sa?

Emma sorrise tristemente ricordando quello che aveva detto la sera prima.

Magari mi ha sognata

Regina aggrottò la fronte e riflettè. 

Mise una mano nella tasca del cappotto e prese il bigliettino che Emma aveva lasciato sul tavolino e lesse la frase "Ci rivedremo presto".

Poi guardò di nuovo Emma. 

Santo cielo.. quante coincidenzemormorò.

Coincidenze?Emma assunse un'espressione speranzosa; forse Regina stava per ricordare qualcosa.

Si.la bruna le mostrò la frase sul bigliettino e disse questa frase... questo Ci rivedremo presto... l'ho sentito in un sogno. Da una donna bionda.. con gli occhi verdi...

Emma deglutì e arrossì

Ci rivedremo presto, te lo prometto.disse;

Regina sgranò gli occhi.

Come fa a..?

Non era un sogno, Reginadisse subito Emma era un ricordo.

Regina aveva una strana espressione in viso.

Un ricordo di cosa?

È difficile da spiegare... se te lo dicessi non ci crederesti

Parli.disse Regina fermamente.

Io ti ho salvato la vita.. ma non lo ricordi perchè una strega perfida ha lanciato un sortilegio ed hai dimenticato tutto. Nella tua testa ci sono ricordi falsi e...

Credo di aver sentito abbastanza, Signorina Swan.La bloccò Regina. 

Non mi credi, vero?chiese Emma tristemente.

Temo di non poter credere a simili storie.e detto questo se ne andò.

 

Emma rimase ferma in silenzio per molti minuti, intenta a non crollare in lacrime. 

Fece per entrare nel locale di Granny ma sentì un rumore provenire dal retro. 

Si recò lì facendo il meno rumore possibile e vide una ragazza appoggiata al muro, le dava le spalle. 

Emma si avvicinò alla ragazza tremolante, che si girò lentamente e sussurrò con un fil di voce 

E-Emma..E crollò a terra.

La bionda si inginocchiò e la prese fra le braccia. 

Spalancò gli occhi guardando il viso della ragazza

Ruby!

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Capitolo 23
*** -Idiota.- ***


Emma portò Ruby dentro il locale e la poggiò a terra, Granny si precipitò da loro e prese la nipote fra le braccia

Ruby! Oh Piccola mia!

N-nonna...mormorò appena la rossa.

Sono qui tesoro, che ti hanno fatto?

Zelena... Emma... dov'è Emma?

Sono qui Ruby disse Emma facendo in modo da entrare nella visuale di Ruby. 

Perdonami... Non sono riuscita a resistere..

Non è colpa tua. Zelena ti ha fatto un... Non so cosa ti ha fatto, ma non è colpa tua, ecco.

Devi stare attenta.. a lei e Tremotino... 

Zelena ha il suo pugnale.. vero?

Ruby annuì socchiudendo gli occhi.

Granny la abbracciò più forte e disse

Ora basta.. ha bisogno di riposare.

Hai ragione..

Emma prese Ruby in braccio e la portò in una stanza con un letto.

 

Regina era appena uscita dal Municipio e si stava avviando alla sua auto.

Ciao Regina

Una voce sconosciuta la salutò,  la bruna si voltò verso di essa: era una donna dagli occhi chiari e e capelli color carota, con un ghigno stampato in faccia e dei vestiti strani addosso. 

Chi sei? Come conosci il mio nome?chiese allarmata. 

Oh tranquilla, di me ti puoi fidare. Sono una vecchia amica, anzi direi più che altro una specie di sorellala donna allargò il sorriso e si avvicinò Mi chiamo Zelena

Regina squadrò la donna poco convinta

Una vecchia amica, eh? E come mai non mi ricordo di te? Di solito riconosco le persone. E tu non sei una faccia che si dimentica. 

So di essere indimenticabile, intanto ti sei scordata di me. Il che è un bene 

Un bene?Regina aggrottò la fronte e si poggiò alla sua auto mettendo le braccia conserte Che cosa sei? Un serial killer? Una specie di Stalker? Vedi di sputare il rospo, non voglio certa gente dietro. 

Zelena si fece come dispiaciuta

Te l'ho detto, sono una vecchia amica, e volevo vedere come stavie tornò a sorridere. 

Sì, certo..

La bruna non volle ascoltare altro, così entrò in macchina e mise in moto allontanandosi. 

Continuò a guardare la donna sconosciuta dallo specchietto, e potè vedere chiaramente che aveva mosso le mani ed era scomparsa in una nebbia smeraldina; a quel punto la bruna frenò di botto e uscì la testa fuori dal finestrino, guardando il punto dove la donna era scomparsa.

Ma che diamine...!?

 

Quando Regina tornò a casa ancora scossa per quello che aveva visto circa mezz'ora prima. 

Posò il cappotto nell'appendi abiti e riempì un bicchiere di whisky,  per poi andarsi a sedere sul divano, cominciando a sorseggiare l'alcolico.

Come diamine ha fatto? Le persone non scompaiono per magia. Dev'esserci sotto qualche trucco, ne sono certa.

Poggiò il bicchiere vuoto sul tavolino e si abbassò per togliersi le scarpe, quando si accorse di qualcosa sotto al divano. 

Era lo spigolo di un libro. 

Lo tirò fuori e se lo poggiò in grembo, passando la mano sulle lettere leggermente in rilievo della copertina.

Once Upon a Time... 

Mormorò, per poi cominciare a sfogliarlo. 

Era un normalissimo libro di fiabe, quelle classiche come Cenerentola, Pinocchio, Cappuccetto Rosso e... Biancaneve.

Il capitolo di Biancaneve era il più lungo del libro, Regina non lesse nulla, guardò solo le figure. 

Si bloccò a guardare la figura di una donna dagli abiti neri, un ghigno stampato in volto. 

E... aveva una cicatrice sul labbro superiore, dalla parte sinistra, proprio come Regina. 

Quel disegno ritraeva la Regina Cattiva. 

La bruna contemplò quella figura con grande attenzione e appena toccò l'immagine con l'indice, un sacco di immagini iniziarono a scorrerle davanti agli occhi. 

La vita della Regina Cattiva e la VERA vita di Regina Mills. 

Tutto quel che aveva passato con Emma, le varie battaglie combattute con lei, il suo amore per lei, i baci,  le carezze,le risate, le lacrime, le parole dolci e consolatorie, i teppisti, Henry scomparso, il suo cuore che comincia a spegnersi,  Ruby che bacia Emma, il lato cattivo che ritornava, l'esplosione improvvisa, la Regina Cattiva, il bambino mandato al rogo, Emma che si gettava fra le fiamme per salvarlo, le sue parole che cercavano di farla ragionare... e poi Zelena che le strappava il cuore dal petto sbriciolandolo... Emma che metteva una metà del suo nel petto di Regina... il sortilegio... e il buio. 

Regina si alzò in piedi dal divano lasciando cadere il libro per terra, una mano poggiata sul petto.

Emma... 

Mormorò sentendo il cuore martellarle in petto.  

Ricordava tutto, tutto! 

E ora doveva trovare Emma, corse fuori da casa lasciando la porta aperta, corse come una furia per arrivare al locale di Granny. 

 

Emma Swan era davanti alla porta del locale di Granny insieme a Mary Margaret, in silenzio. 

Ad un certo punto si sentì una voce da lontano.

SWAAAAAAAAAAN! 

Mary Margaret guardò la figlia spalancando gli occhi

Cos'hai combinato 'sta volta?

Io? Niente!disse la bionda andando in mezzo alla strada, e fu lì che vide Regina correre verso di lei. 

EMMA! EMMA!ripeté,  aveva le lacrime agli occhi.

Emma cominciò a correre verso di lei e insieme si scontrarono in un abbraccio

Emma! Io ricordo tutto! Tutto!disse Regina prendendo il viso della bionda fra le mani e baciandola mentre delle lacrime le rigavano le guance.

Emma cominciò a piangere di gioia appresso a lei

Sapevo che ci saresti riuscita! Lo sapevo!e prese a baciarle le labbra.

Regina si staccò urlandole in faccia

Hai messo metà del tuo cuore nel mio petto! Sei.. sei un'idiota, Swan!era terribilmente arrabbiata, si vedeva dalla sua espressione.

La bionda però non fece altro che sorriderle 

Sono la tua idiota...

Non farlo mai più!la bruna scoppiò nuovamente in lacrime e strinse a sè Emma. 

Mary Margaret restò a guardarle commossa, non intendeva rovinare un momento così bello.

Però qualcuno si aggiunse all'abbraccio: Henry. 

Regina si abbassò per arrivare alla sua altezza e mise le mani alle guance del bambino

Henry! Guardati! Sei di nuovo un ragazzino di dieci anni! E gli diede un affettuoso bacio sulla fronte.

Emma strinse fra le braccia sia Regina che Henry, e in quel momento successe qualcosa. 

Vicino a Mary Margaret comparì un passeggino con dentro un bambino; era Neal. 

Mary Margaret lo prese in braccio piangendo di felicità 

Bambino mio! Mio piccolo Neal!;

Graham, che era dentro al locale di Granny, scomparì,  lasciando cadere un bicchiere dal quale stava bevendo;

David si risvegliò dal coma, lasciando il Dottor Whale di stucco;

Henry diventò di nuovo della sua età e l'orologio di Storybrooke tornò a funzionare.

Il sortilegio era stato spezzato.

 

TREMOTINO!urlò Zelena brandendo il pugnale.

L'Oscuro Signore comparì immediatamente 

Che vuoi?

La donna si avvicinò a lui puntandogli il pugnale contro

Mi avevi detto che il sortilegio non poteva spezzarsi! 

No mia cara. Avevo detto che il sortilegio poteva essere spezzato solo dal vero amore della famiglia di Regina. E tu pensavi che la Signorina Swan non sarebbe riuscita a far tornare la memoria a Regina, ma l'hai sottovalutata. Un ghigno comparve nel viso di Tremotino ti ricordo che ha dato una metà del suo cuore a tua sorella 

Zelena strinse i denti su tutte le furie, si voltò e lanciò una sfera di energia contro un muro che si distrusse. 

Poi si tranquillizzò, le doveva esser passato qualcosa per la mente.

Vero... la Salvatrice ha dato metà del suo cuore.. questo è un bene

Il ghigno di Tremotino scomparve 

Cos'hai intenzione di fare?

La donna si voltò verso di lui ghignando 

Regina ama con tutta se stessa Emma Swan, e ovviamente nulla le può dividere. 

Su questo ci hai azzeccato. Il loro è vero amore, mia cara. 

E se... a distruggere il loro amore fosse una di loro due? 

Tremotino sgranò gli occhi 

E come vorresti farlo? Se rubi il cuore di una le comandi entrambe. 

Quanto sei sciocco. 

Zelena fece un movimento elegante con la mano e fece comparire una boccetta dal contenuto nero. 

No... 

Mormorò Tremotino. 

Oh si, mio caro. Oscurità. È poca ma dovrebbe bastare. 

La vittima diventerebbe l'essere più oscuro del pianeta! Non puoi farlo! 

Oh, si che posso. Una bella manciata e la Salvatrice è spacciata. Regina non potrà far nulla, Emma vedrà solo la parte peggiore della mia amata sorellina

Si avvicinò a Tremotino e gli fece un graffio nella guancia facendo colare del sangue dentro la boccetta, l'uomo non poteva fare nulla. 

Bene... ed ora chi salverà la Salvatrice?

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Capitolo 24
*** -Insieme.- ***


19:30

 

BENTORNATAAAA!

urlarono tutti i presenti al locale di Granny,dove Emma, con grande aiuto dell'anziana Granny, aveva organizzato una festa di "Bentornato" per Regina.

Grazie, vi ringrazio tuttiaveva detto la bruna, senza riuscire a nascondere un lieve imbarazzo per tutte quelle persone presenti. 

 

Anche Ruby era lì, seduta in un tavolo lontano dagli altri, mentre mescolava con aria assente i cubetti di ghiaccio dentro al bicchiere di thé freddo; 

Una ragazza dai capelli lisci e neri, gli occhi a mandorla, si avvicinò a lei. 

Ti perdi la festadisse sedendosi su una sedia.

Ruby la guardò stringendo le labbra e parlò con un fil di voce 

Non me la sento di unirmi.. Mi sento parte dei problemi che sono accaduti, quindi... e si interruppe concentrando lo sguardo sul bicchiere torna tu alla festa piuttostodisse infine.

La ragazza aggrottò la fronte Non conosco nessuno e sospirò, tendendole la mano Mi chiamo Mulan 

Ruby alzò lo sguardo e sorrise appena stringendo la mano della ragazza io sono Rubydisse.

 

Mamma e mammadisse Henry avvicinandosi ad Emma e Regina Io oggi vado a dormire dai nonni ehm.. e lanciò uno sguardo a Mary Margaret e David che fecero dei piccoli cenni con la testa 

Così.. uhm... insomma... dopo tanto che non state insieme a casa.. con tutto quello che è successo..le sue guance si arrossarono leggermente; si girò di nuovo verso i nonni Perché non glielo dite voi? È imbarazzante! 

La bionda e la bruna aggrottarono la fronte,  anche se divertite. 

Pensavamo esordì Mary Margaret mettendosi dietro Henry poggiando le mani sulle sue spalle Che magari avevate bisogno di un po' di intimità 

Lei lo pensava.disse David con le braccia conserte, messo di fianco alla moglie. 

David!

Che c'è? Sono suo padre e... sono geloso di Emma!

Ma è un'adulta ormai! 

È sempre la mia bambina! 

Regina non potè fare a meno di scoppiare in una risata, mentre Emma si metteva fra i genitori cercando di farli smettere. 

Okay okay okay! Volevate solo che io e Regina passassimo la serata insieme, magari a guardare un film

Solo un film... mormorò David

Si papà,  solo quello..

E qualche bacio! Aggiunse Mary Margaret

BIANCANEVE!

JAMES!

CRISTO! 

Okay okay okay okay Regina si intromise e prese Emma sotto braccio 

Io e Emma non faremo nulla di strano, sta tranquillo David. Suvvia, non fate quelle facce, la coppia azzurra non è forse l'emblema del vero amore? Ora datevi un bacio ed è tutto finito.. si si, ma non davanti a me perché poi mi viene la nausea a vedere le vostre smancerie e i vostri nomignoli come "meringa amorosa" e "principino del mio cuore", Ciao ciaoe detto questo girò i tacchi trascinando Emma con sè. 

Io non la chiamo meringa amorosa!disse David, seguito da Mary Margaret che se la rideva tirandolo a sè per baciarlo 

Lasciale andare, principino del mio cuore... sembra un nome troppo smielato perfino a me

 

21:10

 

Andiamo a casa? Chiese Regina alla bionda, una volta finita la festa. 

Emma la fece entrare dentro al suo maggiolino giallo, e quando entrò anche lei si ritrovò le labbra di Regina poggiate sulla guancia baciandola dolcemente facendo un piccolo schiocco. 

È tanto che non stiamo insieme così..mormorò la bruna mettendosi composta al suo posto. 

Lo so... disse Emma, mentre metteva in moto il maggiolino e partiva con tutto quel che è successo siamo state lontane.. ma ora siamo qui, insieme. Questo è l'importante, no? 

Emma le lanciò uno sguardo sorridendo, Regina pure, senza però staccare gli occhi da lei. 

 

Arrivate a casa, le due andarono in cucina, Regina aveva intenzione di preparare due cioccolate calde con panna e cannella, proprio come piaceva ad Emma. 

I know you, i walked with you once upon a dream... Regina canticchiava mentre mescolava il latte con il cacao, Emma era appoggiata ad un mobile della cucina e la ascoltava. 

I know you, the gleam in your eyes is so familiar a gleam..continuò la bruna. 

La bionda si mise dietro di lei poggiando le mani ai suoi fianchi, continuando la canzone a voce bassa 

...and I know it's true that visions are seldom all they seem 

Regina girò di poco il capo e poi tornò a concentrarsi sulla cioccolata ancora da mescolare e continuò a canticchiare

But if i know you, I know what you'll do

You'll love me at once.. 

The way you did once...

...upon a dream Emma concluse lasciandole un piccolo bacio al collo, per poi tornare al suo posto, poggiata al mobile della cucina.

Ti piaceva la Bella Addormentata?chiese mentre la bruna era intenta a mettere della cannella insieme al latte e al cacao. 

No, mi piace solo la canzoncina

Anche a me..

Regina mise la cioccolata pronta in due tazze

Sbaglio o hai conosciuto Aurora?chiese prendendo la panna dal frigorifero.

Emma annuì

Sì.. quando sono finita dentro al cappello con Mary Margaret. Non era come quella del cartone animato

La storia è del tutto diversa, sai piccola Swan?disse Regina porgendole una tazza con cioccolata compresa di panna e spruzzatina di cannella quella del cartone animato era cresciuta con quelle tre fatine maldestre. Mentre quella reale a Palazzo. E poi.. indovina chi ha dato una mano a Malefica?

Emma assogliò lo sguardo tu? 

Esatto.. ero giovane. Potevo avere... diciannove? Vent'anni? Anno più, anno meno?

Regina accennò ad una risata, che però si congelò subito ... ancora non ero una persona cattiva. Non del tutto. 

Ehy...mormorò Emma avvicinandosi a lei, tenendo la tazza in mano Lo sei stata un tempo, e se lo sei stata di recente è stato per colpa di Zelena, e non tua.. 

Regina accennò ad un sorriso triste

Lo so..

Allora sorridi ora.. sei così bella. E poi ora andrà tutto bene, te lo prometto 

Oh Swan...Regina le sorrise dolcemente 

Mills?

La bruna alzò le spalle mantenendo il sorriso

Sei diventata una persona romantica? Stile Charmings? 

Emma rise e assaggiò la cioccolata calda

Mm, buona! 

Regina la guardò divertita 

Lo vedo! Apprezza anche la punta del tuo naso, eh? Ti sono cresciuti anche dei baffetti niente male! 

Ops 

Emma ridacchiò 

Fatti puliredisse la bruna, che poggiò la propria cioccolata sul mobile della cucina e si avvicinò a Emma, dandole un bacio sulla punta del naso, levando così la piccola punta di panna da esso. 

Poi guardò le labbra sottili della bionda 

Che dici.. leviamo quei baffi di panna e cannella?

E senza lasciare che rispondesse, cominciò a baciarla. 

Emma posò la cioccolata vicino a quella di Regina, e mise poi le mani ai suoi fianchi, senza staccarsi dalle labbra carnose della sua donna. 

 

22:35 

 

Tremotino era seduto su una sedia, in un angolo, dove Zelena gli aveva ordinato di stare finchè lei  Non gli avrebbe dato un nuovo ordine utilizzando il pugnale. 

La donna aveva passato quelle ore a contemplare la pozione dell'oscurità con aria assente, come se stesse attendendo qualcosa. 

Che aspetti? Chiese Tremotino, battendo un piede sul pavimento. 

Il momento giusto.rispose Zelena, poggiando l'indice sul tappo di sughero della boccetta. 

Ovvero?

Ovvero? Ovvero non t'importa, caro.

Tremotino sbuffò sonoramente E almeno dimmi questo. Cosa farai se fallirai con quella pozione?

Zelena sorrise e si voltò verso di lui

Ho sempre un piano B. E se quello non funzionasse o si trovasse qualche modo per sistemare le cose.. c'è sempre il piano C. Quello però non può essere sistemato. Diciamo che è... una cosa perenne. 

Tremotino aggrottò la fronte

Non ho la minima idea di cosa tu abbia in mente.. ma so per certo che fallirai miseramente. Come sempre.

Il sorriso di Zelena scomparve

Non questa volta.

 

23:39

 

Emma e Regina si erano ritrovate in stanza da letto, una abbracciata all'altra, pelle contro pelle. La bruna accarezzava il petto della bionda con gli occhi socchiusi quasi meccanicamente, un po' più in su, nel collo, le aveva lasciato un piccolo livido con le labbra, così come lei, che però ne aveva tre tutti da un lato.

Emma sospirò e guardò un attimo il soffitto

Sai, ho pensato...disse a bassa voce, facendosi però sentire

Che cosa?Regina alzò lievemente il capo per guardarla in viso

..che dovremmo sposarci.continuò Emma. 

Regina alzò le sopracciglia e si puntellò su un gomito per tirarsi un po' su.

Sposarci? Sai che cosa significa, Swan? 

Emma la guardò seria

Certo che lo so

E allora?

E allora cosa?

Lo sai Swan.

Ma cosa?

Che...

Emma si drizzò, mettendosi seduta sul letto, con la schiena poggiata alla parete e la coperta che la copriva fino al petto, lo sguardo fermo sulla bruna.

Che...?

Regina fece un sorriso e si mise dritta di fronte a lei

Che la mia risposta è "sì" 

Prese il viso della bionda fra le mani e le schioccò un  bacio sulle labbra, per poi spostare le mani alle sue spalle e stendersi con lei di sopra. 

Emma sorrise sulle sue labbra

Ora cosa sei? La futura Signora Swan o sono io la futura Signora Mills? 

Swan-Mills, tesoro 

Disse Regina dandole un altro bacio

E magari...mormorò poi più avanti potremmo... Non so... adottare una sorellina per Henry

È un'idea magnificadisse Emma sorridendole sorniona

Chissà, magari sarà una piccola biondinacontinuò Regina con gli occhi castani

Una piccola mostriciattola

E avrà Emma Swan come esemplare di mamma irresponsabile

E anche una Regina Mills come mamma responsabile che  cerca di responsabilizzare la mamma irresponsabile

Esatto Swan.

 

02:00

 

Ora.

 

02:25

 

Fuori in strada si sentì un forte botto, capace di far svegliare l'intera città.

Tutti i cittadini di Storybrooke si erano riuniti sotto alla Torre dell'orologio, alcuni erano in vestaglia, altri vestiti.

Emma e Regina erano arrivate ancora occupate a sistemarsi, Regina aveva messo una camicia e non l'aveva infilata dentro ai pantaloni, mentre Emma aveva la canottiera e un normalissimo paio di jeans. 

Cos'è successo qua?chiese Regina ai cittadini.

Non lo sappiamo, abbiamo sentito quel... grande botto che proveniva da qua e  ci siamo avvicinati disse Leeroy, mente i suoi fratelli facevano cenni di affermazione con la testa. 

Regina, che succede?Mary Margaret si era avvicinata tenendo il piccolo Neal sveglio fra le braccia, dietro di lei c'erano anche David e Henry ancora in pigiama come lei. 

Non lo chiederei alla gente se non lo sapessi disse Regina con tono infastidito, mentre Emma vagava con lo sguardo lì intorno. 

Sono stata io, Branco di idioti.disse la voce di Zelena, forte e chiara mentre si faceva largo fra la folla, seguita da Tremotino.

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Capitolo 25
*** -03:00.- ***


02:25

 

Ancora tu? Quand'è che ti leverai dai piedi?Regina fece qualche passo avanti verso la sorella, con le mani ai fianchi. 

Quando toglierò di mezzo te, sorellina.Zelena fece un sorriso smielato e inclinò il capo notando le macchie sul collo di Regina vedo che ti sei data da fare con la tua ragazza

La bruna alzò il colletto della camicia fatti gli affari tuoi. 

Emma si mise di fianco a Regina

Perché ci hai svegliati tutti? Che intenzioni hai?chiese bruscamente

Zelena sorrise ancora di più e mise una mano dietro la schiena

Diciamo che volevo parlare con te, Salvatrice.mormorò avvicinandosi, stappando la boccetta e facendo un gesto per lanciare il contenuto alla bionda. 

Però la boccetta si ruppe cadendo a terra con il liquido nero, una freccia era conficcata a terra. 

EHY! Urlò Ruby, mentre teneva la balestra di sua nonna fra le mani pronta a scoccare un'altra freccia

Ruby!urlò Granny quella è per le emergenze!

E questa cos'è, nonna?! Guardami mentre ti salvo la... la?

La ship! Anzi, L'OTP

Ecco, quella. 

Zelena ringhiò 

Stupida ragazzina! Non ti è bastato quello che ti ho fatto? 

Mi hai fatta passare per un mostro! È il momento di rimediare

Scoccò una freccia, che Zelena distrusse con un movimento della mano. 

Con un gesto bloccò Ruby avvicinandola a sè quasi fulmineamente

Non c'è tempo per rimediare... lupa! 

E si sentì un "crack" poi Ruby cadde a terra inerme.

NO!Mulan fece per correre verso di loro, ma fu scaraventata lontano, e Granny prese ad urlare disperata, inginocchiata a terra. 

COS'HAI FATTO!? 

Urlò Emma, con due sfere di energia nelle mani, Regina dietro di lei fece lo stesso. 

Zelena fece due passi indietro parandosi dai colpi con una sottospecie di campo di forza, senza muovere un dito, con un ghigno stampato in volto. 

I cittadini intorno presero a correre da una parte all'altra, Granny era ancora a terra in lacrime, Mulan svenuta sopra il vetro di una macchina che minacciava di spaccarsi da un momento all'altro. 

Mary Margaret corse con il bambino in braccio verso un riparo, David era occupato a convincere Henry a scappare, che non ne voleva sapere nulla  di allontanarsi da Emma e Regina.

 

02:40

 

Emma e Regina combattevano senza fermarsi, sfere di energia e di fuoco volavano da una parte all'altra.

Ad un certo punto Zelena scomparve nella sua nebbiolina smeraldina e ricomparì dietro Regina bloccandola

Una mossa sbagliata e sei finita, sorellina.

LASCIALA ANDARE!urlò Emma, con una sfera di fuoco pronta in mano, che però non poteva lanciare o avrebbe preso anche Regina ferendola.

Emma! Lanciala! Adesso!la bruna si dimenò leggermente, ma Zelena la strinse di più puntandole qualcosa di affilato al collo. 

Non posso!Emma fece svanire la sfera, e fissò Zelena infuriata Perché fai tutto questo!? 

PERCHÈ?! Hai il coraggio di chiedere Swan?! Zelena assunse un'espressione folle, ma con un velo di tristezza. 

LEI ha sempre avuto tutto. E ora ha il suo lieto fine, che non smetterà di combattere per lei! E cos'ha fatto per essere felice? Nulla! Ottiene tutto quello che vuole restando seduta in una sedia, mentre io faccio di tutto e non ottengo NULLA!

Balledisse Regina con voce strozzata, e la sorella la scosse per zittirla.

TREMOTINO!lo chiamò Zelena. 

E Tremotino, che era sparito nel bel mezzo di quel trambusto, ricomparve. 

Combatti.Zelena mosse la mano e fece comparire una spada fra le mani di Emma 

Ora, sorellina, vedrai la fine della Salvatrice.

NO! FERMA!

Attacca Tremotino.

Tremotino fece dei passi avanti e si fece comparire una spada fra le mani; 

Emma strinse la sua indietreggiando.

Subito l'uomo iniziò ad armeggiare con l'arma mentre la bionda parava i colpi con la sua

Gold! Fermo!urlò 

Mi dispiace, non possodisse lui a denti stretti, affondando la spada senza però colpire Emma, le graffiò solo il braccio. 

I due combatterono con le spade per almeno venti minuti, Emma riusciva ad evitare i colpi fulminei di Tremotino, anche se si procurava qualche graffio.

Regina non poteva muoversi con Zelena che la stringeva puntandole un pugnale al collo, e poteva solo osservare la battaglia. E forse era quello che voleva Zelena.

Ad un certo punto, mentre la bionda stava dando un colpo dritto con la spada, Zelena urlò 

ORA, TREMOTINO! 

Lui non si parò e la spada di Emma gli si conficcò al petto.

E la spada non c'era più. 

Emma! NO!Zelena lasciò Regina che cominciò a correre verso la bionda, che era rimasta a fissare la sua mano attaccata al pugnale. 

M-mi dispiace..furono le ultime parole di Tremotino, che cadde all'indietro. Morto.

Emma fissò il pugnale insanguinato spaventata, dove il nome di Tremotino stava scomparendo e lo gettò a terra. 

Regina era vicina a lei, fino a quando qualcosa di nero arrivò dal nulla, spingendola a terra e avvolgendo Emma. 

La bruna si alzò velocemente 

EMMA! 

Emma dentro a quella spirale nera potè parlarle con le lacrime agli occhi

Mi dispiace Regina disse mentre i capelli le vorticavano intorno Se avessi saputo che fosse successo tutto questo.. ti avrei sposata tempo fa. Quando ti ho detto per la prima volta "ti amo". Ed ora so che tu mi salverai come io ho salvato te! 

La spirale si chiuse attorno ad Emma e sparì. Lasciando il pugnale a terra, con un nome scalfito a lettere chiare sulla superficie metallica.

 

 

03:00

 

Emma Swan era il nuovo Signore Oscuro.

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Capitolo 26
*** -Il nuovo Signore Oscuro.- ***


Regina si inginocchiò sullo spalto e raccolse il pugnale con le mani tremanti, passò le dita sulle incisioni che formavano il nome della sua Emma e si rialzò piano

No... Emma no...mormorò mentre gli occhi le si inumidivano. 

Strinse il pugnale e si voltò verso Zelena, furente, la vena sulla fronte che si gonfiava.

TU.sibilò a denti stretti mentre si avvicinava a lei, a passo lento. 

Zelena aveva un sorrisetto stampato in faccia

Oh, e ora?

E ora la paghi. 

Regina le lanciò una sfera di fuoco, poi subito un'altra seguita da un'altra ancora e così via senza fermarsi.

Zelena le teneva testa, mantenendo il suo sorrisetto

Dimmi sorellina, chi è verde d'invidia ora? 

La bruna ringhiò e cominciò a lanciare sfere più grandi, una dopo l'altra più velocemente, facendo indietreggiare la sua avversaria. 

Sarei potuta stare bene con lei! Avrei potuto vivere in serenità, non sarei più stata quella che chiamavano la "regina cattiva", sarei stata solo me stessa!

Fece un cenno con entrambe le mani scaraventando Zelena contro un muro; 

Perdeva sangue da un lato della fronte ed era allo stremo delle forze.

Sorrise, non come prima, ma con rabbia.

Te l'ho già detto Regina.. Non si può avere sempre tutto. Tu l'hai avuto per molto tempo, ed ora è arrivato il momento di perderlo 

Regina strinse i pugni e si avvicinò, aveva l'espressione cattiva di un tempo, era senza pietà.

Certo, la solita storia. Io ho avuto tutto, un castello, servitori, abiti e gioielli sfarzosi, sin diventata sovrana di un regno.. mentre tu... povera piccola orfanella trovata in un cesto perché la mammina voleva una vita migliore e non voleva la figlia di un giardiniere... Non hai avuto nulla. Giusto, sorellina?

Zelena strinse le labbra fissandola male

Esatto. 

E secondo teRegina si fermò di fronte a lei, guardandola con disprezzo avere tutto significa avere qualcosa di materiale. Beh, ti sbagli. Nostra madre ha ucciso l'uomo che amavo... "l'ho fatto per il tuo bene, Regina" ha detto. Ed ho dovuto sposare un uomo che non amavo. E da quel giorno che è cominciato il mio cammino nell'oscurità, quel giorno era nata la regina cattiva.

Si abbassò all'altezza di Zelena

Tu mi hai tolto una persona importante. Mi hai tolto la persona che amavo. Di nuovo.

Non meriti un lieto finesibilò Zelena. 

E chi lo meritava? Tu?

Più di te, sicuramente!

Regina assottigliò lo sguardo 

Tu sei una cattiva, Zelena. E dovresti ben sapere che i cattivi non hanno un lieto fine 

E perché tu sì, eh?

Io non sono più cattiva. Sono cambiata. 

Peccato che non lo avrai, Emma è andata.

La bruna strinse le labbra e affondò una mano nel petto di Zelena, estraendone il cuore

Proteggere il tuo cuore con l'incantesimo del sangue non è stata una mossa astuta, lo sai? 

Strinse il cuore leggermente e Zelena cacciò un piccolo urlo

STA FERMA 

Perché? Tu non hai avuto pietà, mai. Quindi non ho il motivo di averla.

Lo strinse di più

IO TI MALEDICO, REGINA MILLS

Sono stata maledetta il giorno in cui sono nata, non mi cambierà nulla. 

E con questo, del cuore di Zelena rimase solo cenere. 

 

Regina si alzò in piedi e riprese il pugnale con il nome di Emma inciso sopra, lo osservò attentamente, poi sentì un rumore alle sue spalle, lo stesso rumore di qualcuno che compare.

Si girò velocemente aspettandosi Emma, ma lei non c'era. 

Era apparso un oggetto a terra dove era prima il pugnale; si avvicinò e lo raccolse: era un acchiappa sogni. 

Mamma! 

Henry corse verso Regina affiancandola 

Henry, cosa ci fai qui? Perché non sei con Mary e David? 

Chiese la donna cercando di non cedere alle lacrime che si stavano impadronendo di lei. 

Ho sentito che non c'era più rumore e sono corso qua... loro sono al Granny's che cercano di tranquillizzare Neal

Il ragazzo lanciò un'occhiata intorno e vide Zelena a terra

Mamma... dov'è mamma Emma?

A Regina di mozzò il fiato e strinse il manico del pugnale tenendolo girato dalla parte in cui non c'era il nome. 

Mamma?

Ripetè e Regina non disse nulla di nuovo, stringendo le labbra guardando il vuoto mentre una lacrima le rigava una guancia

Mamma!? Dov'è!?

Henry cominciò a preoccuparsi e alzò la voce, la bruna cedette e mostrò il pugnale al figlio. 

Emma Swan

Il ragazzo osservò il nome incredulo

Non è possibile, non può essere diventata...

Invece sì, Henry. 

Regina lo interruppe, parlando con voce ferma

Emma è diventata il Signore Oscuro

Invocala, prova a farlo, vedrai che non è così

No, non voglio farlo 

Posò il pugnale e osservò ancora l' acchiappa sogni 

Andiamo dai suoi genitori. Devono saperlo.

 

No! Io non posso perdere mia figlia per colpa dell'Oscurità! 

Disse ad alta voce Mary Margaret sbattendo la mano sul tavolo

David osservava distrutto il pugnale 

Dopo.. dopo averla trovata dopo ventotto anni... 

Non dirlo, David 

Lo interruppe Mary Margaret mettendosi seduta. 

Regina aveva la testa fra le mani, non riusciva a guardarli

Avrei dovuto proteggerla 

Regina, non è colpa tua 

David poggiò una mano sulla spalla della bruna, che con un cenno gli disse di levarla. 

Si alzò dalla sedia e prese il pugnale

Tremotino è morto, non ho modo di ricevere un suo aiuto... Dovrò fare tutto da sola. Vado a casa 

Henry fece per seguirla ma Regina lo fermò

Resta con Mary... avrà bisogno di aiuto con Neal 

Il ragazzo annuì e fece un passo indietro lasciandola andare. 

 

Regina camminò fino a casa, non aprì bocca neanche per sospirare. 

Passò vicino al maggiolino giallo di Emma, parcheggiato di fronte a casa sua.. molte ore prima erano sedute insieme là dentro e stavano rientrando dopo la festa da Granny...

Entrò dentro casa. Era tutto silenzioso, come una volta. 

Mancava l'aria di festa della bionda, sul piano della cucina erano ancora poggiate le loro tazze con la cioccolata alla cannella. 

Immaginò quello che era accaduto, Emma che l'abbracciava da dietro dandole dei baci dolci, il loro canticchiare.. 

Regina si girò in fretta sentendo un nodo formarglisi in gola, andò nel salotto e si mise seduta sul divano. 

Aveva fra le mani l'acchiappa sogni che era comparso a terra, se era comparso in quel modo voleva dire che aveva della magia. 

Lo sollevò all'altezza del viso e osservò al centro. 

Passò poco e cominciò a vedere delle immagini sconnesse di se stessa. 

Poi capì di cosa di trattava solo quando vide una mano che accarezzava il suo viso. 

Erano i ricordi di Emma.

Se i suoi ricordi erano lì, Emma non ricordava più nulla. 

Lasciò l'oggetto cadere a terra e si alzò mettendosi le mani fra i capelli; doveva vederla. 

Si avvicinò alla porta della cucina, prese il pugnale e lo fissò, la mano le tremava;

Emma poteva essere in qualsiasi modo. 

Chiuse gli occhi e strinse il manico

Emma Swan... Emma Swan... Emma Swan...

Regina Mills.

Il sangue le si gelò nelle vene nel sentire quella voce calma; si girò di scatto e la vide.. 

Emma era seduta sul braccio del divano, con la gamba accavallata, era vestita di nero, con una specie di casacca di pelle e dei pantaloni attillati ed un paio di stivali dal tacco alto che erano lunghi fin sopra il ginocchio. 

Le labbra rosse spiccavano sulla sua pelle pallidissima, i suoi occhi verdi sembravano glaciali e i capelli, tirati tutti indietro e legati in uno chignon, erano quasi bianchi. 

Emma... Che ti è successo?

Le chiese Regina in un mormorio con voce spezzata. 

Non è ovvio? 

Emma si alzò e avanzò elegantemente verso la bruna, la sua voce era strana, tanto simile ad una cantilena; metteva i brividi. 

Sono diventata il contrario di quel che ero prima.

Si fermò di fronte a Regina e le sfiorò una guancia con le dita

Sono il Signore Oscuro.

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Capitolo 27
*** -Luoghi strani.- ***


Quelle parole gelarono il sangue nelle vene di Regina, sapeva che la sua donna ora era l'Oscuro Signore, ma detto proprio da lei era come prendere una pugnalata nel fianco. 

La bruna la osservò attentamente facendo caso ad ogni suo minimo cambiamento, quella non era la dolce Emma che la baciava, che andava matta per gli hamburger e giocava con i video Games insieme ad Henry. 

Emma osservò la donna attentamente senza sorridere 

Ti hanno mangiato la lingua, Mills?

Non chiamarmi Mills... ne abbiamo passate tante insieme.

Ohoh... già, davvero tante. 

Regina strinse i pugni e abbassò il viso, non riusciva a mantenere quello sguardo. 

Hai paura Mills. 

Io non ho paura, non di te, Emma. 

Ah no? E allora perché non mi guardi? Dimmi cosa provi Regina. 

La bruna trattenne il fiato e non rispose, a quel punto Emma strinse una mano al suo braccio 

Dimmi cosa provi, Mills. 

Ripetè, portando una mano al mento della bruna e alzandole il viso obbligandola così a guardarla.

Io...

Dimmi cosa provi, Mills!

E lì Emma strinse fortissimo la presa al braccio di Regina che chiuse gli occhi e alzò la voce. 

Io ti amo; Emma Swan! 

No, non è vero. Non mi ami.

La bionda strinse la mano al suo mento senza curarsi se le lasciava segni sulla pelle

Se tu mi avessi amata... io non sarei così! 

Emma ti giuro che io... 

STA ZITTA! STA SOLO ZITTA! NON HAI FATTO NULLA, HAI LASCIATO L'OSCURITÀ IMPADRONIRSI DI ME, IO TI ODIO!

Strinse la mano al collo di Regina che tentò di liberarsi dimenandosi

No non è così, lo giuro Emma! Tu non sei così, non sai quello che stai facendo!

Emma avvicinò il viso a quello di Regina, e poggiando la fronte alla sua sibilò

Le classiche parole che si dicono a chi è caduto nell'oblio dell'oscurità... Non funzionano con me, Mills. 

La mollò con uno strattone e si voltò lasciandola ansimante, con il viso di un colorito roseo.

Si avvicinò al divano e si accorse di un oggetto a terra: l'acchiappa sogni. 

Lo raccolse da terra e lo osservò attentamente. 

Ha della magia. Cosa contiene?

Regina si avvicinò tremolante

Emma, guarda dentro. Ti prego.

Prima devi dirmi cosa contiene.

GUARDA E BASTA! 

Emma fece un gesto con la mano e la scaraventò contro il muro facendola sbattere violentemente 

Non sei più la regina, e anche se lo fossi non puoi permetterti di darmi ordini.

La bruna era sul pavimento, con le lacrime agli occhi, le mani portate al fianco sinistro.

Em-mamormorò

La bionda creò una sfera di fuoco e l'avvicinò all'acchiappa sogni 

Dimmi cosa contiene o lo brucio.

Sono i tuoi ricordi... ti prego, guarda dentro...

Emma osservò attentamente la bruna sofferente, poi l'acchiappa sogni. 

Allora non serve

Bruciò l'acchiappa sogni subito, Regina urlò

NO! COS'HAI FATTO?!

L'oscura svanì subito dopo in una nebbiolina grigia scura lasciando le ceneri dell' acchiappa sogni a terra.

Regina scoppiò in lacrime, aveva perso Emma, l'aveva persa definitivamente. 

Si trascinò con i gomiti fino al mobile su cui stava il telefono e tentò di afferrarlo, ma non riuscì per la forte fitta al fianco che la fece accasciare del tutto a terra. 

Era finita, non poteva nemmeno chiamare aiuto.

 

~Regina's pov~

 

Il corridoio che sto percorrendo è abbastanza stretto ed è illuminato da delle torce che stanno appese in alto nelle pareti. 

Subito più avanti ci sono delle scale in pietra, non ho idea di dove sto andando, ma so per certo che devo salire. 

Al mio passaggio le torce si spengono lasciando dietro di me l'oscurità che mi crea un leggero senso di inquietudine, ma non ho la minima intenzione di darlo a vedere, così mi limito soltanto ad andare avanti verso una meta imprecisa. 

Le scale percorrono un tracciato a chiocciola e salgono sempre più in alto, devo trovarmi in una Torre. 

Raggiungo l'ultimo gradino che dà su un pianerottolo illuminato come il corridoio di prima; davanti a me c'è solo una pesante porta in legno dai battenti in ferro. 

Mi avvicino un po' titubante, potrei trovare qualunque cosa, vorrei fermarmi ma non riesco. 

Alzo il chievistello e spingo la porta, le torce dietro di me si spengono del tutto quando entro e vengo investita da una luce che dovrebbe essere quella del sole. 

La stanza è illuminata da una finestra, il pavimento dalle assi di legno scricchiolanti è polveroso e pieno di fili di paglia, in un angolo ci sono dei sacchi che, secondo me, fungono da giaciglio per qualcuno. 

Ci sono delle scodella vuote vicino a me, il cibo era stato consumato da molto visto il loro stato. 

Al centro della stanza vi è una figura rinchiusa a Riccio tremolante, coperta da una mantella blu tutta rovinata e piena di fili di paglia. 

Faccio un passo avanti facendo scricchiolare un'asse di legno, il rumore si sente fortissimo, ma la figura in mezzo alla stanza non si gira a guardarmi, anzi, sembra smettere di tremare. 

Una folata di vento entra dalla finestra facendo alzare della polvere; il cappuccio della mantella dello sconosciuto davanti a me si alza scoprendo dei boccoli biondi e molto spettinati, con frantumi di foglie secche in mezzo. 

È una donna.

La mia mente comincia ad elaborare, continuo ad avvicinarmi fino a trovarmi ad un passo di distanza da lei

Emma sussurro.

La figura sussulta a e si volta verso di me, fissandomi con quei suoi occhi spalancati color Verde-azzurro; il viso è tutto sporco e qualche ciuffo ribelle le va davanti agli occhi. 

Re-Regina?

Si alza tremando, sembra terrorizzata, ma felice di vedermi, tende le mani verso di me ma si trova bloccata da delle pesanti catene attaccate al muro che le legano i polsi. 

Santo cielo, chi ti ha ridotta così?

La stringo fra le mie braccia, lei continua a tremare

Non lo so... Mormora piano. 

Poggio entrambe le mani al suo viso e la guardo, ha le labbra screpolate e un rivolo di sangue secco ad un lato della fronte. 

Si abbassa, così anch'io, e poggia le mani fredde sulle mie, sono piene di lividi e di graffi, deve aver tentato di liberarsi in qualche modo ma senza riuscirci. 

Ti tiro fuori di qui... 

Poggio le labbra sulle sue dandole un leggero bacio, lei non ricambia a e mi guarda con le lacrime agli occhi

Non puoi Regina...

Dice piano.

Io scuoto il capo più volte tenendo le mani sul suo viso

Certo che posso, Emma!

No... 

La luce che entra dalla finestra si affievolisce, Emma toglie le mani dalle mie e guarda a terra con aria assente. 

Emma?

Mi dispiace...

La stanza si fa del tutto buia e ad un certo punto mi sento precipitare. 

Mi ritrovo subito in un tunnel ben conosciuto, so dove andare e cammino a passo svelto senza fare caso ai topi che zampettano via al mio passaggio. 

Ecco le sbarre della cella che un tempo conteneva Tremotino.

Mi avvicino e guardo dentro. La cella è vuota. 

Poggio una mano in una sbarra e subito qualcosa lì dentro piomba giù dal soffitto e stringe la mia mano con una presa ferrea.

Tento in tutti i modi di liberarmi da quella mano che è pallidissima e sembra brillare

Lasciami! LASCIAMI TI DICO!

Ma non molla la presa

Chi o cosa sei!? Mostrati!

Il mio nome...

Una voce che conosco, un sussurro, una cantilena.

È...

No, non può essere.

Emma.

Lascia la mia presa ed io barcollo all'indietro. 

L'Emma oscura si avvicina alle sbarre come faceva Tremotino un tempo e mi osserva con curiosità. 

Faccio vari passi indietro, spaventata e mi sento risucchiata da qualcosa che mi porta indietro, facendomi allontanare velocemente da lei. 

Sento solo dei sussurri fare il mio nome, poi non vedo e sento più nulla.

 

Sembra di aver fatto un salto enorme. 

Sono sdraiata da qualche parte, sento la testa pesante e il fianco dolorante. Qualcosa mi punzecchia l'incavo del gomito e sento di avere qualcosa sul muso, mi sembra una bolla che manda aria. 

Sento un rumore conosciuto, ma al momento sono troppo confusa per capire di cosa si tratta. 

Apro piano gli occhi e cerco di abituarmi alla luce di questa strana stanza dal tetto bianco a quadri... Sembra di polistirolo. 

Mi trovo in un letto e ho una mascherina, vicina a me c'è un'asta che tiene in alto una bottiglietta contenente un liquido trasparente che, da un tubicino che ha nel tappo, scende fino all'incavo del mio gomito, entrando da un ago nascosto da un cerotto quadrato e bianco.

Guardo un'altra volta il tetto e capisco.

Sono in ospedale.

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Capitolo 28
*** -Dark Side.- ***


{Special Chapter}

 

There's a place that I know 

It's not pretty there and few have ever gone 

If I show it to you now 

Will it make you run away 

Or will you stay 

Even if it hurts 

Even if I try to push you out 

Will you return? 

And remind me who I really am 

Please remind me who I really am 

 

 

Regina, sono qui, portami via da questo luogo, non posso parlarti, non posso stringerti,  posso solo vedere il tuo viso triste quando guardi lei che ti sta davanti e non ti ama come meriti. 

Forse correrai spaventata, ma non farlo.

Ricordale chi è veramente e tornerò, sarò di nuovo da te.

 

Everybody's got a dark side 

Do you love me? 

Can you love mine? 

Nobody's a picture perfect 

But we're worth it 

You know that we're worth it 

Will you love me? 

Even with my dark side? 

 

Lo sai meglio di me che tutti hanno un lato oscuro, e  lei è il mio. 

Mi amerai lo stesso così? Amerai questo cigno nero? 

So che lavorerai e lotterai per riavere la vera me, lo so e credo in te.

 

Like a diamond 

From black dust 

It's hard to know 

It can become 

A few give up 

So don't give up on me 

Please remind me who I really am 

 

Non ti farai ingannare dal mio oscuro aspetto e non cederai quando ti tratterò male, quando ti spingerò lontana da me facendoti soffrire. 

Continuerai ad avvicinarti per riavere il cigno bianco come la neve che hai perso.

 

Everybody's got a dark side 

Do you love me? 

Can you love mine? 

Nobody's a picture perfect 

But we're worth it 

You know that we're worth it 

Will you love me? 

Even with my dark side? 

 

Mi amerai ancora dopo tutto questo? Dopo aver visto questa me? Questa me oscura e senza cuore?

 

Don't run away 

Don't run away 

Just tell me that you will stay 

Promise me you will stay 

Don't run away 

Don't run away 

Just promise me you will stay 

Promise me you will stay 

 

Ti prego Regina, non mollare, non correre via e salvami. 

Sarà dura ma puoi farcela, tifo per te, tu sei forte  e farai tutto quel che è giusto  e necessario per tirarmi fuori da qui, per togliere quest'oscurità dal mio cuore, lo so. 

 

Will you love me? ohh 

Everybody's got a dark side 

Do you love me? 

Can you love mine? 

Nobody's a picture perfect 

But we're worth it 

You know that we're worth it 

Will you love me? 

Even with my dark side?

 

 

Sono qui. Ti aspetto e non mollo. Ti ho fatto una promessa prima di sparire e la manterrò, fosse l'ultima cosa che faccio. 

 

Don't run away

Don't run away

Don't run away

Promise me you will stay...

 

Non scappare da me...torna indietro, non voltare le spalle a tutti i momenti, i ricordi, passati insieme

Promettimi che starai con me...

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Capitolo 29
*** -L'Ospedale.- ***


~Regina's pov~

 

Non sono mai stata in ospedale come paziente, ho sempre odiato tutte queste robacce che ti si conficcano nella pelle per inniettare medicinali e cose del genere. 

Già sento l'ansia, e se fosse qualcosa di grave? Non avrei potuto lavorare per salvare Emma... 

Sento la porta aprirsi e cerco di apparire disinvolta. 

Ah, quindi si è svegliata, Signor Sindaco.

Whale entra tutto contento con un quaderno e una penna in mano, mi accorgo dopo due minuti dei suoi capelli biondo platino. 

Che c'è? 

Mi chiede paralizzato.

Alzo il braccio senza flebo attaccata e mi indico la testa 

Cosa diamine hai fatto ai capelli? 

Nulla, abbiamo tagliato solo una ciocca per mettere i punti alla ferita 

Non ai miei, idiota! Che diamine hai fatto ai tuoi capelli! 

Ah, i mieifa un sorriso sbilenco Ti piacciono? Volevo essere più alla moda 

Mi guarda speranzoso ed io non accenno ad alcun sorriso, rimanendo con la mia espressione sconcertata

Eddai. So che ti piacciono

Così come mi piacciono i canditi dei panettoni.

Ohh visto che... ehi, ma i canditi fanno schifo! E qui faccio un sorrisetto. 

Mamma! 

Henry entra nella stanza, ha gli occhi spalancati e sembra aver pianto. 

Tendo il braccio libero verso di lui che si avvicina e mi prende la mano 

Mamma stai bene? 

Sì, credo di sì. Ma sono un po' confusa 

Entrano pure Mary Margaret, David e una ragazza con gli occhi a mandorla che non ho mai visto. Strano. 

Regina, finalmente ti sei svegliata

Mary Margaret si mette vicino ad Henry e si dà una sistemata al ciuffo

Finalmente? Perché?  Quanto sono stata addormentata? 

Whale si avvicina al letto con aria di chi la sa lunga e comincia a spiegare 

Vediamo.. siamo andati a prendervi con l'ambulanza,  ha avuto le convulsioni in auto... aggrotto la fronte 

Cosa? 

Lui continua lo stesso

...ma siamo riusciti a calmarvi subito. Poi siamo arrivati in ospedale, vi abbiamo messa su un lettino, portata in sala operatoria per le ferite che ha alla testa e al fianco sinistro e prima dell'operazione ha avuto di nuovo le convulsioni...

Perché le convulsioni?

Signor Sindaco, mi fa finire?

Lo fulmino con lo sguardo, una cosa che mi viene naturale fare. Nonostante il mio sguardo lui continua 

Comunque.. vi abbiamo operata, tutto andato bene, poi vi abbiamo portata qui e ha avuto ancora una volta le convulsioni, e queste sono state le più... come si può dire? 

Durature? 

Azzarda David, Whale schiocca le dita

Ecco, sì. E poi...  

Smetti di raccontare la fiaba e dì tutto in fretta, idiota. 

Comincio ad innervosirmi e a quel punto Whale si blocca e fa un passo indietro. 

Ferita alla testa, tre punti di sutura. Frattura al bacino sinistro. Convulsioni: due prima dell'operazione e una dopo. 

Sospiro pesantemente e chiudo gli occhi tentando di darmi una calmata, ora si era messo a parlare come un computer. Che razza di idiota. 

Bene. Ora spiegami perché ho avuto queste convulsioni. 

Non lo sappiamo.

Lascio la mano di Henry e sbuffo 

Possibile che non sono riuscita a portarmi dietro un dottore capace di fare il suo lavoro quando ho fatto quel dannato sortilegio!? 

Regina, calma...

Mary Margaret cerca di tranquillizzarmi, fulmino anche lei con lo sguardo 

Calma? Dovrei stare calma quando sono bloccata su un letto d'ospedale circondata da incapaci!? 

Whale si dirige verso la porta della stanza dicendo 

A quanto pare dobbiamo aumentare la morfina per il sindaco nervosetto...

Fulmineamente afferro un vaso con i fiori dal comodino vicino a me e glielo lancio più forte che posso, purtroppo lo manco per un soffio e la ceramica va a spaccarsi sulla porta.

Regina!mi riprende Mary Margaret

CHE VUOI?-ARGH!

Faccio una mossa fulminea per mettermi seduta, ma non riesco sentendo un dolore spaventoso al fianco sinistro

Ferma! Dimentichi di esserti fratturata il bacino!?

Mary Margaret mi mette una mano sulla spalla come per tenermi ferma, io continuo a lamentarmi di dolore. 

Certo che lo so; Bucaneve. 

Mormoro distrutta. Henry mi guarda preoccupato, in silenzio, messo in piedi vicino a David e alla ragazza sconosciuta. 

Lei chi è?chiedo istintivamente

Mi chiamo Mulanla ragazza dagli occhi a mandorla  fa un passo avanti con aria solenne, a quel punto collego a lei quello che avevo sentito anni prima, quando ero ancora la regina cattiva.

Tu sei quella che si è vestita da uomo per salvare il suo popolo

Esatto

Accenno ad un sorriso solo per mostrarle un po' di cordialità, poi guardo mio figlio e gli faccio cenno di avvicinarsi, lui lo fa e si china per arrivare alla mia altezza ed abbracciarmi.

Stringo un braccio intorno alle sue spalle, stento a credere di quanto sia cresciuto il mio bambino...

Henry, tesoro, stai bene? 

Annuisce ma non dice una parola

Che succede?

Deglutisce e mi stringe a sè

Quand'è che potremo vivere tranquillamente come una vera famiglia? 

Sta piangendo, la sua voce è tremula. 

Mi si forma un groppo in gola e comincio a vedere sfuocato a causa delle lacrime che mi stanno salendo agli occhi 

M-molto presto, Henry, ti prometto che salverò Emma... e potremmo vivere in tranquillità. È una promessa

Chiudo gli occhi per cacciare le lacrime, Henry si mette dritto e si asciuga gli occhi con la manica del cappotto. 

Un'infermiera si affaccia dalla porta 

Svuotate un po' la stanza, siete in troppi

Henry si avvicina e mi bacia una guancia

Torno più tardi mamma, ti lascio riposare 

Gli sorrido dolcemente, guardandolo uscire seguito da Mulan e David. 

È rimasta solo Mary Margaret, ha lo sguardo basso, deve essersi lasciata sfuggire qualche lacrima perché ha gli occhi leggermente rossi. 

Biancaneve 

A sentirmi chiamarla così alza fulmineamente la testa, non capisco se la sua è sorpresa

Si? 

Ti ringrazio. Per avermi portata qui, magari...beh, dire che sarei morta è tanto?

Forse 

Si avvicina timidamente, una domanda mi sorge spontanea

Come sapevate che ero messa male? 

Abbiamo ricevuto una telefonata 

Dice seria, sembra però confusa. 

Una telefonata? Da chi? 

...Da Emma. 

Cosa? Argh- 

Ho fatto di nuovo la mossa di sollevarmi e la forte fitta non ha tardato a farsi sentire, Mary Margaret mi ferma di nuovo poggiando una mano sulla mia spalla

Lo so, sembra assurdo... 

No... insomma si lo è... 

Stringo i denti guardando in alto, cercando di concentrarmi su qualcosa che non sia il mio fianco malridotto. 

È scomparsa, mi chiedo come abbia fatto 

Non è scomparsa, Biancaneve. 

Lo dico troppo duramente forse, ma non posso fare a meno di sentirmi nervosa. 

Come? 

Mi guarda confusa, Santo cielo, come fa ad essere così... così... AH, non mi viene neanche una parola esatta per dire com'è, ora come ora.

Se ti ha chiamata significa che non è scomparsa, genio. 

Aggrotta la fronte, sembra tanto Emma così. 

Mi addolcisco istintivamente.

È venuta a casa mia... insomma, l'ho invocata. Avevo bisogno di vederla. E... sai l'acchiappa sogni? 

Annuisce

Dentro c'erano i suoi ricordi. Alcuni 

Deglutisco ripensando alle ceneri 

L'ha bruciato. Lei.. Non era più lei, Biancaneve. Era diversa, era l'oscura. Non la mia Emma... Non tua figlia.

Mary Margaret si porta una mano al petto, sembra sul punto di scoppiate in lacrime

Ed è stata lei a ridorti così? 

Annuisco, chiudendo di nuovo gli occhi

Ed ora non ricorda più nulla... nulla di quel che conteneva l'acchiappa sogni. 

Regina, pensi che... abbiamo perso Emma? 

No. C'è sempre un rimedio. Ed io voglio salvarla

Ridotta così non arriveresti neanche alla porta della stanza 

Ma taci. 

Le faccio un cenno nervoso con la mano, lei prende una sedia da  un angolo e si siede vicino al letto

Raccontami cos'è successo quando mi avete trovata. 

Mary Margaret di mette dritta e comincia

Sì, ecco...

 

//////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////

 

La mia bambina...disse Granny distrutta, seduta su una sedia, con Mulan vicina che si teneva una borsa di ghiaccio nel gomito destro.

Sono una donna inutile.. Non ho saputo proteggere mia nipote da quella maledetta per ben due volte... 

Granny...mormorò la ragazza dagli occhi a mandorla Non è colpa tua... Non sono stata capace di proteggerla nemmeno io...

Mary Margaret era fra le braccia del marito, Regina era appena uscita dal Granny's con il pugnale di Emma in mano e aveva lasciato Henry ai nonni. 

David... 

Dimmi Mary Margaret 

Perché capita tutto questo nella nostra famiglia? 

David accarezzò i capelli della moglie quasi meccanicamente e lanciò un'occhiata al piccolo Neal nel passeggino accanto. 

Non lo so, tesoro.. 

Vorrei solo... della tranquillità. Non solo per me, ma per tutti. Ne abbiamo passate tante 

Lo so...

La porta del negozio si spalancò ed entrò Belle con l'espressione sconvolta

Cos'è successo dopo l'attacco?

Zelena è morta 

Disse Mary Margaret alzandosi, ora doveva affrontare Belle.

Morta? Se lo meritava! 

Una scintilla di speranza parve accendersi negli occhi chiari della donna

Quindi se è morta Tremotino è libero, giusto?

Tutti la guardarono in silenzio, lei li guardò aggrottando la fronte 

Perché mi guardate così?

Belle... 

Mary Margaret si avvicinò leggermente, ma non riusciva a parlarle, a dirle di Tremotino. Belle la osservò aspettando che parlasse

Cosa? 

Belle, Tremotino... vedi lui... lui non c'è più, Belle. 

Belle rimase paralizzata, scosse la testa facendo una risatina nervosa 

No, non è possibile. Tremotino non può morire, lui è immortale, è l'Oscuro

David sospirò e guardò la moglie che continuò a parlare

Immortale quando viene ferito con un'arma normale... mortale se viene ferito dal suo pugnale. 

La donna sgranò gli occhi, delle lacrime cominciarono a rigarle le guance

Come? Chi è stato? Dimmelo Mary Margaret, voglio saperlo!

È stata Emma.

Disse David alzandosi

Non l'ha fatto volontariamente, è tutta colpa di Zelena. 

Belle era in preda alle lacrime, Mary Margaret l'aveva aiutata a sedersi su una sedia. 

David si mise in modo che tutti potessero guardarlo. 

Oggi abbiamo perso tutti qualcuno. La persona che amavamo...

Belle e Mulan alzarono gli occhi verso di lui

...o un membro della nostra famiglia. Abbiamo perso tre persone importanti oggi e... 

Nonno Henry lo interruppe 

Si? 

Il ragazzo si avvicinò a lui, il telefono in mano

Mamma Regina... le è successo qualcosa 

Mary Margaret si avvicinò 

Come? Cosa le è successo? Come lo sai?

Non so cosa le è successo ma... Mi ha chiamato Emma. 

Gli sguardi dei presenti si concentrarono sul ragazzo e subito Belle, Mulan e Granny si alzarono 

Sbrighiamoci, potrebbe essere successa qualunque cosa 

Mary Margaret uscì dal locale seguita dagli altri, salirono tutti sull'auto di David e subito arrivarono al numero 108 di Mifflin Street. 

Il maggiolino di Emma era scomparso, la porta d'ingresso era socchiusa. 

Entrarono; Henry davanti a tutti. 

Si fermò nel salotto, dove trovò Regina a terra con la fronte sporca di sangue

Mamma! 

Il ragazzo si inginocchiò e la scosse leggermente, ma la bruna non diede alcun segno. 

Mary Margaret si inginocchiò insieme al nipote

Chiamate l'ambulanza! 

E dopo pochi minuti, i dottori portarono il sindaco in ospedale. 

 

 

Henry era scosso dal tutto, vicino all'auto ambulanza. Mary Margaret e Belle erano salite con Regina.

Il ragazzo si voltò appena a guardare il giardino di casa sua e notò una figura vestita di nero con la pelle pallida, nella penombra. Emma. 

David gli diede un colpetto sul braccio

Andiamo Henry

Henry diede un'ultima occhiata a quel punto del giardino, ma Emma era scomparsa.

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Capitolo 30
*** -Lo sconosciuto.- ***


~Henry's pov~

 

Non riesco a stare lì dentro, vedere mia mamma in quello stato mi distrugge. 

Non posso fare nulla per lei, mi sento così inutile... 

Henry

Il nonno... ehm... David... mi mette una mano sulla spalla 

'Sta tranquillo, si sistemerà tutto. Sbaglio o Emma e Regina non hanno mai mollato?

Mai ma... ora è diverso 

Mormoro sinceramente, perché so che ora è tutto più difficile visto che mamma Emma è l'Oscuro.

David mi guarda rassicurante mettendosi di fronte a me

Henry, devi stare tranquillo.  Regina si rimetterà subito e tutti quanti riporteremo Emma indietro e vivremo come una normale famiglia Annuisco piano, non del tutto convinto. 

È da quattro anni che combino pasticci; se non ci fossi sarebbe tutto migliore. 

Mi sono avvelenato con una torta, sono stato rapito da Peter Pan, messo in ostaggio da Zelena ben due volte tra cui quella in cui si fingeva Ruby, ho fatto diventare mia madre cattiva e stavo per essere ucciso da lei. Ed ora sono la persona inutile della situazione. 

David va nella sua macchina, io faccio per seguirlo ma appena faccio due passi cado nel vuoto. 

 

Sento Mulan e David urlare il mio nome nell'attimo in cui cado giù all'improvviso, poi non vedo o sento più nulla appena tocco terra. 

 

Mi trovo in una specie di tunnel sotterraneo; alzo la testa e mi aspetto di trovare qualche buco nel soffitto e invece non c'è nulla. Come sono finito qui? 

Henry 

Sento chiamare dal fondo del tunnel, delle torce nelle pareti accendono le loro fiamme da sole illuminando la strada verso quella che sembra una cella con delle sbarre. 

Mi avvicino a passi veloci, mi sembra di conoscere questa voce simile ad una cantilena. 

Poggio una mano in una sbarra e quella svanisce come se fosse fumo, e così anche le altre. 

Guardo dentro e noto una figura scura seduta sul giaciglio a terra. 

Chi... Chi sei?

Chiedo titubante, senza fare un passo. 

Non riconosci tua madre, ragazzino? 

La figura si alza; è proprio lei. Ma è diversa. 

Mamma? 

Aggrotto la fronte e faccio un passo indietro, istintivamente. 

Lei si avvicina fermandosi di fronte a me, non riesco a parlare. 

Henry mormora perché mi guardi così? 

Cerco di cambiare espressione, ma a quanto pare sono una frana a fingere

Io... Mamma, perché hai fatto male a mamma Regina? 

Mi osserva attentamente senza mutare espressione 

Ho dovuto 

Come? No mamma, che stai dicendo?

La verità, Henry 

Ora il suo tono si è fatto serio. 

Hai paura di me?

Non potrei mai avere paura di mia madre... 

Si china leggermente verso di me

Quindi mi accetti così come sono?

Non rispondo; non riesco. 

Se dicessi di sì, magari farebbe come Tremotino fece con mio padre. 

Se dico di no ci rimarrà male. 

Fa un sospiro profondo e si raddrizza facendo qualche passo voltandomi le spalle 

Ti faccio tornare indietro. Saranno preoccupati per te 

Mamma, aspetta. 

Dimmi

Rimane di spalle 

Tornerai come prima? Abbiamo bisogno di te... io ho bisogno di te. E anche mamma Regina. Sai quanto ti vuole bene... 

Non dice nulla e alza una mano facendomi avvolgere da una nebbiolina nera, e subito sono davanti l'ospedale; dove prima ero caduto nel vuoto. 

 

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Whale sei un'idiota!si sentì urlare dalla stanza di Regina quanto hai aumentato la morfina?!

Mary Margaret stava urlando contro il dottore che aveva aumentato di molti gradi la morfina del sindaco ora steso sul letto che minacciava di chiudere gli occhi e addormentarsi. 

Avrebbe dovuto urlare lei, non Mary Margaret, ma non riusciva, era troppo annebbiata. 

David e Mulan erano entrati da poco con la notizia dell'improvvisa scomparsa di Henry, Regina aveva fatto solo una strana espressione e poi si era tranquillizzata in un attimo dicendo solo "ma come?". 

Durerà per poco! Solo il tempo che la bottiglia finisca! 

E indicò la bottiglia ancora piena. 

Mary Margaret girò e andò a togliere la flebo dall'incavo del braccio di Regina, che le lanciò solo un'occhiata stanca. 

Ma che-Whale fece per fermarla ma David lo bloccò mettendogli entrambe le mani sulle spalle. 

Discussero per alcuni minuti e in quel momento entrò Henry che notò solo Regina che, con voce assonnata, disse 

Ma Henry non è scomparso... è proprio lì; davanti la porta.

Tutti si girarono verso il ragazzo

Henry, stai bene? Chiese Mary Margaret facendo un passo verso di lui 

Si... ho visto mamma Emma 

Regina aprì gli occhi del tutto per un attimo e mormorò 

E cos'è successo? 

Mi ha detto solo se- e si bloccò, così come tutti gli altri nella stanza. 

Era magia. 

Regina riusciva a muoversi, per quanto ci riuscisse, e li guardò tutti stranita

Henry?

Gli ho chiesto solo se aveva paura di me.

La bruna spostò lo sguardo sulla donna che stava entrando nella stanza con aria altezzosa.  

E volevo chiederlo anche a te 

Perché dovrei avere paura? 

Chiese con voce assonnata 

Perché sono così.

Regina si mise seduta, non sentiva nessun dolore sotto effetto di tutta quella morfina

Come posso aver paura della mia fidanzata?

Emma alzò gli occhi al cielo e tese una mano verso Regina, che sentì subito come un'ondata di calore percorrerle tutto il corpo. 

Ci rivedremo.

E detto questo, la bionda sparì, lasciando liberi gli altri.

 

----------------------------------------------------------------------

 

~Regina's pov~

 

Ho lasciato l'ospedale appena l'effetto della morfina è passato, non sento più alcun dolore e pare che le ferite si siano rimarginate e so benissimo come.

Emma mi ha curata. 

Non avevo risposto bene alla sua domanda, non ero per niente lucida, avrei voluto dirle di più.

La strada per tornare a casa sembra deserta e delle folate di vento freddo mi investono senza pietà. 

Siamo in pieno inverno, è normale. Subito dopo quella specie di sortilegio che si era creato il tempo era tornato come prima e la neve, anche se poca, faceva capolino su qualche tetto. 

Emma andava matta per la neve, me l'aveva detto una volta mentre mi parlava delle città in cui era andata. Mi dispiace non aver avuto occasione di vederla felice in mezzo al manto soffice e bianco della neve. 

Mamma!

Henry mi raggiunge appena passo davanti al Granny's e mi affianca

Mamma come ti senti?

Sto bene tesoro

Gli dico, anche se so che ha capito che non è vero, perché mi sento a pezzi dentro. 

Secondo me mamma Emma vuole farci capire qualcosa

Dice Henry dopo un pochino mettendo le mani nelle tasche del suo cappotto

Ha chiesto a tutti e due se abbiamo paura di lei

E mi ha curata.

Aggiungo guardando di fronte a me, fermandomi alla fine del marciapiede

So per certo che la vera  Emma, nonostante l'oscurità, riesca ancora a venir fuori. Non perfettemente ma so.. Henry cosa guardi?

Noto lo sguardo stranito di mio figlio mentre guarda alle mie spalle e poi indica

C'è sempre stato quello?

Mi volto verso il punto da lui puntato con aria interrogativa e noto una cosa che effettivamente non c'era mai stata dall'altra parte della strada. 

Un negozio di pompe funebri.

Attraverso la strada seguita da Henry e mi affaccio alla vetrina cercando di vedere dentro

Entriamo mamma

Dice Henry avvicinandosi alla porta

No, tu no 

Lo fermo, non mi piace che mio figlio entri in posti simili. 

Mamma, ne ho viste di tutti i colori, non mi scombussolerò per delle bare vuote

Lo lascio fare zittendomi, a volte dimentico quanto sia cresciuto, e di quante ne abbia passate. 

Entriamo.

Avanziamo piano fino alla cassa, guardandoci intorno, il posto sembra vuoto, ed ha un qualcosa di raccapricciante.

Posso fare qualcosa per voi? 

Dice una voce maschile da me sconosciuta, mi volto di scatto e noto un uomo abbastanza alto con i capelli biondi scuri brizzolati. 

Mi sembra di aver già visto la sua faccia, ma non riesco a capire dove.

Da quanto tempo siete qui?

Chiedo con voce autoritaria, l'uomo alza le spalle poggiandosi ad un mobile

Non tanto 

Inarco un sopracciglio mettendo le braccia conserte, Henry continua a guardare intorno

Come ha  fatto ad arrivare qui?

Lunga storia

Vedo che è molto riservato. Mi dica almeno chi era nella foresta incantata

L'uomo fa un sorriso

Oh, ma io non vengo dalla foresta incantata

Le sue parole mi straniscono

E da dove?

Ogni cosa a suo tempo, lo scoprirà. Per ora posso dirvi che mi chiamo Eddie

Tende la mano, io non mi muovo di un centimetro e lo osservo attentamente. 

Henry, andiamo via di qui. 

Dico ferma, mentre  "Eddie", sempre se si chiami così, ritira la mano. 

Henry esce prima e di me, e prima che io possa varcare la soglia, Eddie alza la voce

La ringrazio!

Mi volto istintivamente

Per cosa?

Per avermi dato molto lavoro da svolgere.

Non comprendo. Così mi giro ed esco senza capire.

Chi diamine era? Perché non voleva dirmi nulla? E soprattutto, cosa intendeva con quella frase di ringraziamento?

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Capitolo 31
*** -Lo specchio.- ***


Cosa deve fare qui? È in mezzo al nulla.

Chiese il tassista da dentro la sua auto, contemplando la strada deserta e trascurata. 

La ragazza dai capelli castani uscì dal veicolo con un grande zaino sulle spalle

Non le importa, ha fatto il suo lavoro, ecco i soldi 

E lasciò un dollaro sul sedile del taxi con noncuranza, per poi avanzare verso una linea arancione disegnata sullo spalto. 

Boh, contenta tu. 

Mormorò fra sè l'uomo, che partì subito tornandosene in città con il suo taxi. 

La ragazza frugò nella tasca della felpa uscendo una mappa scarabocchiata che segnava quella stradina abbandonata con un cerchio rosso. 

Dev'essere qui..mormorò a sè stessa ripiegando la mappa, per poi sollevare il polso e controllare l'orario nel suo piccolo orologio, tolto dal polso di una donna qualche settimana prima, mentre camminava indisturbata. 

La manica della felpa troppo larga scivolò, mostrando la piccola voglia a forma di stella che faceva capolino nel suo polso. 

Lasciò il braccio penzolare lungo il fianco

Mezzogiorno. 

Si disse, tirando poi un lungo respiro. 

Fece un passo avanti, e scavalcò la linea retta che segnava il confine di qualcosa di sconosciuto.

Aveva oltrepassato la linea e sembrava tutto come prima, guardò per bene e vide la segnaletica che diceva "Benvenuti a Storybrooke".

Un leggero ghigno si formò sulle labbra della sconosciuta

Eccomi qui

Mormorò per poi cominciare il suo cammino verso la città. 

 

----------------------------------------------------------------------

 

Regina si mise seduta dietro la sua scrivania con aria pensierosa, cominciò a giocherellare distrattamente con una penna che faceva roteare su se stessa sul ripiano in legno chiaro. 

Dove l'avrò mai visto?si chiese bloccando la penna sotto il palmo della mano, aggrottando la fronte confusa. 

Aveva conosciuto e incontrato un sacco di persone nel corso della sua vita e le ricordava quasi tutte, e di certo non poteva aver dimenticato qualcuno a cui aveva dato molto lavoro da fare.

Alzò lo sguardo e lo fece vagare per tutto l'ufficio. Si soffermò sullo specchio, in quel momento ebbe un colpo di genio. Si alzò e si mise di fronte allo specchio

Specchio? Specchio!? 

Strinse le mani al mobile 

SIDNEY. 

in un attimo il viso di un uomo comparve allo specchio, sembrava scocciato. 

Oh, quindi vostra maestà si ricorda ancora di me? 

Non è il momento

Certo che è il momento, avevi promesso di farmi uscire di qui! 

Solo dopo che mi avrai mostrato quello che ti chiederò.

Sidney alzò gli occhi al cielo e sbuffò

Pensa che mi fidi ancora?

Devi. Sono cambiata Sidney, e questa volta lo dico davvero. Ti libererò se mi mostri... 

Va bene Va bene.  Che cosa vuole che le mostri? 

Regina fece un sorriso compiaciuto 

Mostrami il giorno in cui ho conosciuto quell'uomo delle pompe funebri. Eddie; dice di chiamarsi così. 

Sidney inarcò le sopracciglia

Non ho idea di chi sia 

Regina mosse la mano e fece comparire sullo specchio la figura dell'uomo, intento a parlare con Granny. 

Ah; lui? Chiese Sidney Non mi sembra di averlo mai visto. Ma vedrò cosa fare. 

L'immagine di Sidney svanì dallo specchio e Regina attese. 

 

----------------------------------------------------------------------

 

La ragazza sconosciuta vagò per la città per ben un'ora, alla ricerca di qualche luogo dove magari poter passare la notte, poi avrebbe cercato chi doveva cercare. 

Passò davanti al Granny's, vide un uomo vestito con abiti eleganti da uomo d'affari, decise di chiedere informazioni a lui. 

Scusi, può dirmi dove posso trovare un motel o qualcosa di simile?

L'uomo si girò, era Eddie. 

C'è un posto simile, ma la proprietaria al momento è a lutto e quindi non apre. Mi sa che dovrai arrangiarti dentro la tua auto, se la possiedi.sorrise.

Non ne possiedo.Disse la castana seccamente.

Eddie la guardò attentamente in silenzio, lei cominciò ad innervosirsi. 

La smette di fissarmi!?disse ad un certo punto, e l'uomo parlò.

So che la cerchi.  È qui.

La ragazza si bloccò

Chi?

Lo sai benissimo.

Eddie rimase sorridente, indicò la biblioteca con la Torre dell'orologio

È proprio lì sotto.

La ragazza mise le mani nelle tasche della felpa

Portami da lei

 

I due arrivarono davanti la biblioteca, Eddie senza tanti sforzi aprì la porta dalla quale penzolava un cartellino con scritto "chiuso per lutto". 

Appartiene alla stessa proprietaria di quel motel che mi dicevi?chiese la ragazza

NoEddie rispose tranquillo, facendole spazio per entrare. 

Allora qui c'è un alto tasso di morte..

E già.un sorriso strano comparve sulle labbra dell'uomo, che non lo fece notare alla ragazza che guardava tutt'intorno con curiosità.

Si avvicinò all'ascensore che aprì con la stessa facilità della porta d'ingresso e fece cenno di entrare. 

 

L'ascensore, che somigliava uno di quelli delle miniere, scese molto in basso, fino ad arrivare ad una sorta di enorme cavità in pietra. 

Non c'è nessuno qui. Mi prendi in giro? Sei un maniaco vero?

Santi numi non scaldarti così tanto! Ho detto che è qui. Basta solo... tese la mano avere pazienza.

 

----------------------------------------------------------------------

 

Ma quanto ci vuole!?

Regina stava camminando per il suo ufficio nervosamente, attendendo il ritorno di Sidney. Ebbe più volte l'istinto di lanciare qualcosa contro lo specchio ma dovette controllarsi. 

Maestà...fece la voce sommessa di Sidney da dietro il vetro

ERA ORA!sbottò la donna avvicinandosi Cos'hai trovato?

Non ho trovato lui, ma tracce. Presenze.

Regina inarcò un sopracciglio

Mostrami.

Sidney fece una faccia scocciata

Sa cosa serve dire per cose così

Regina fece roteare gli occhi e si schiarì la voce

Specchio, specchio delle mie brame. Mostrami le presenze dell'uomo sconosciuto arrivato qui a Storybrooke sotto il nome di Eddie.

E da quelle parole cominciarono ad apparire delle immagini. 

 

~

Una bambina innocente veniva sollevata in aria, in modo da essere mostrata agli uomini e alle donne presenti nella grande sala, da mani regali che avevano e provocavano sofferenza. 

Il suo nome è Regina, perché un giorno porterà la corona.

Tutti acclamarono per la piccola futura sovrana, che secondo alcuni avrebbe portato un'era di pace. 

-

Da ragazzina correva per i giardini in  cui le guardie si allenavano, passò proprio mentre uno di loro levava in alto la spada e colpiva la principessa in viso, che si inginocchiò a terra, perdeva molto sangue dal labbro, dove la lama molto affilata l'aveva presa. 

Rimase solo una cicatrice di quella ferita, la guardia fu giustiziata.

-

La principessa si era innamorata dello stalliere, sarebbero scappati insieme quella notte stessa. La regina Cora entrò nelle stalle, sembrava aver accettato l'amore della figlia per quel giovane uomo. Affondò una mano nel suo petto estraendone il cuore

No madre! No!la giovane principessa urlava fra le lacrime mentre sua madre riduceva il cuore in polvere e diceva

L'amore è una debolezza

Tutto quello era successo a causa di Biancaneve, che l'avrebbe pagata cara. 

-

Un villaggio in fiamme, gli abitanti che urlano di terrore, contadini a terra privi di vita, un'elegante figura che camminava vicino quei corpi inermi. 

Non volevate dirmi dove si trova Biancaneve, l'avete pagata cara. 

La nuova regina andava via con la sua camminata fiera, sulla sua carrozza, senza provare rimorso per quelle morti. 

-

Il cuore del suo destriero non bastava per il sortilegio; doveva sacrificare qualcuno di più importante. 

Abbracciò il padre, era combattuta, non ci riusciva. Le lacrime cominciarono a rigarle il viso 

Io voglio solo essere  felice..

E aveva fra le mani il cuore dell'ultima persona a cui teneva.

-

Era entrata in una stanza, il sortilegio stava per inghiottire tutti. A terra vi erano Biancaneve e il suo Principe, ormai inerme. 

Perché fai questo!? Aveva urlato la ragazza, che aveva già dovuto rinunciare a  sua figlia; la Regina urlò di rabbia, una vena le si gonfiava in fronte mentre sputava le parole con rabbia

PERCHÈ QUESTO È IL MIO LIETO FINE

-

Emma Swan era arrivata a Storybrooke, stava risvegliando i ricordi di Graham. Andava fermata, ma prima andava fermato l'uomo.  Non ci pensò due volte quando ormai l'aveva perso del tutto.

Andò nella sua cripta e prese il cuore del cacciatore,  lo strinse, e quello morì fra le  braccia della bionda che tanto odiava. 

L'edificio era andato in fiamme, il tetto stava per cedere sulla sua testa. 

Afferrò il braccio dello sceriffo Swan

Aiutamie scampò alla morte grazie a lei, per la prima volta. 

-

L'avevano torturata, non ce la faceva più, quelle scariche elettriche l'avrebbero uccisa. 

David era riuscito a salvarla appena in tempo. 

-

Nessuno la voleva, nessuno le credeva, ed ora poteva mostrare a tutti che era cambiata. Il diamante era fra le sue mani, sarebbe morta da eroina e l'avrebbero ricordata come tale. Non voleva essere più la Regina Cattiva. 

Emma era arrivata da lei, l'aveva aiutata, entrambe erano sopravvissute.

-

Stava male, Ruby le aveva rifilato qualcosa nel cibo ed ora rischiava di morire. Emma era sul letto a piangere, Regina con gli occhi chiusi che non respirava. Mezza Storybrooke era lì, ormai nessuno la vedeva più come la Regina Cattiva da qualche tempo. Anche quella volta Emma la salvò, inconsapevolmente, ma lo fece, era come se l'avesse richiamata da un luogo lontano. 

-

Zelena le aveva frantumato il cuore, era andata. Emma affondò la mano bruciata dentro al petto e divise il suo a metà, così come aveva fatto Biancaneve un tempo con il Principe. Mise una metà nel petto di Regina e una nel proprio, l'aveva salvata ancora una volta, lasciando un pezzo di sè. 

-

Le due e venticinque del mattino, da quell'ora era iniziato il finimondo. Prima Ruby, poi Tremotino e infine Zelena. Morti. 

Emma era diventata il Signore Oscuro e Regina aveva cominciato una nuova battaglia per riportarla indietro. 

~

 

Regina era rimasta bloccata, gli occhi pieni di orrore, non voleva piangere, non ci riusciva. 

Maestà, ha trovato quello che cercava?chiese piano Sidney, vedendola scossa.

La bruna lo guardò dura

Tutte queste immagini...

Si voltò verso la sua scrivania, camminando lentamente verso essa con fare pensieroso

...hanno solo una cosa in comune.

Si bloccò a pochi passi dalla scrivania e poi si voltò verso lo specchio fulmineamente. 

Sidney! Mostrami Eddie!

Lo specchio ubbidì, e mostrò Eddie insieme alla ragazza sconosciuta nel sotterraneo della biblioteca. 

Sapevo che qualcosa non andava in lui.

Maestà?

So chi è, bisogna fermarlo o la riporterà in vita

In vita? Chi riporterà in vita?

Regina mise il cappotto 

Malefica.

E svanì nella sua nebbiolina viola, lasciando Sidney dentro lo specchio.

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Capitolo 32
*** -Il ritorno.- ***


Le ceneri cominciarono a vorticare riunendosi in un solo punto; la ragazza sconosciuta osservava Eddie fare il suo lavoro meravigliata, a Boston la magia non c'era, e quella era quindi la prima volta a cui assisteva a cose simili. 

Che state facendo? 

Una voce fredda echeggiò per la grotta, Eddie si fermò e come la ragazza si girò verso la voce.

Oh, la Signora Oscura.disse l'uomo.

La ragazza sgranò gli occhi 

Non è possibile...mormorò.

Emma fece alcuni passi verso di loro mostrandosi in tutta la sua altezza

Parlano così tanto della nuova Signora Oscura che pure gli sconosciuti sanno del suo aspetto? 

Io sapevo com'eri da molto molto tempo.l'uomo mise le mani nelle tasche dei pantaloni E non immagini da quanto.

Poco importa.Emma posò lo sguardo sulla ragazza che ancora la fissava sorpresa

Vedo che sei in compagnia.

Em...Emma...disse piano la ragazza.

La Signora Oscura si avvicinò a lei e parlò sprezzante

Quindi ti ricordi ancora di me, Lilith.

Cosa ti è successo...? 

Molte cose. Diciamo che sono il frutto di quello che mi è stato detto e fatto.

Emma fece qualche passo di lato e squadrò Lilith dalla testa ai piedi 

Mi dispiace per quello che hai passato a causa mia... Ma io stavo solo puntando a questola ragazza indicò il mucchio di ceneri.

Emma alzò un sopracciglio tenendo le mani dietro la schiena

Vuoi riportare indietro Malefica? Perché? E come sai di questo luogo?

So di questo luogo da prima di te. È a causa tua se sono cresciuta in questo mondo, ed ora sto riportando in vita mia madre.

Commovente.L'Oscura roteò gli occhi infastidita e fece qualche altro passo andandosi a poggiare contro una roccia

E quando troverò chi l'ha ridotta così... Mi vendicherò. Così come farò con i tuoi genitori.

E cosa farai di preciso? Dimostralo.

Lilith parve spiazzata. 

Emma si staccò dalla sua roccia e avanzò verso di lei 

Se proprio vuoi saperlo... ho ridotto io la tua mamma-drago in cenere.

Lilith sgranò gli occhi

Tu... grande figlia di...e si scagliò contro Emma, che con un gesto della mano la bloccò e la scaraventò vicino ad una parete. 

In quel momento il montacarichi della libreria aprì le porte, l'Oscura Signora sparì, e fece capolino la figura del sindaco che si dirigeva velocemente verso Eddie. 

TU. 

Oh, Signor Sindaco! Sono davvero lieto di rivederla!Eddie sorrise nel suo solito modo e Regina gli puntò il dito contro

So chi sei e cosa stai facendo, non puoi più nasconderti.

Nascondermi? Io non mi sto nascondendo. Aiuto solamente una povera ragazza a rivedere la sua povera mamma ormai in cenereed indicò Lilith che si massaggiava la testa mentre cercava di alzarsi da terra.

Regina la osservò 

Tu saresti la figlia di Malefica?chiese sorpresa

Qualche problema in questione?disse sgarbatamente Lilith guardandola in cagnesco.

Docile quanto la madre.mormorò sarcastica Regina, che tornò subito dopo a rivolgersi ad Eddie. 

Tornando a noi.

Sono tutto oreccchi.

Il tuo intento non è quello di aiutare la povera orfanella spuntata dal nulla, lo so. C'è qualcos'altro sotto. Non è vero, Eddie?poi fece un passo verso di lui o forse dovrei chiamarti... Ade?

L'uomo sorrise 

Ho sempre saputo che eri una donna intelligente.

Fece un passo indietro e delle fiamme blu lo avvolsero facendolo cambiare; la sua pelle divenne pallida quasi sul grigiastro, indossava la tipica tunica da greco tutta nera e i suoi capelli... beh, non erano capelli, ma fiamme. Blu come quelle che lo avevano avvolto prima.

 

Regina assottigliò lo sguardo, Ade la guardò con un sorrisetto sulle labbra

Sai, mia cara, è grazie a te se negli Inferi c'è stato tanto da fare. Ma a quanto pare ti sei... come dire... rammollita.disse sussurrando l'ultima parola mentre avanzava verso di lei. 

La bruna incrociò le braccia sotto al seno 

Una persona debole per te è una che non uccide persone?chiese inarcando entrambe le sopracciglia e continuò che assurdità.

Senti chi parla... mormorò Ade girandole intorno Se il mio modo di pensare è un'assurdità... perché non parliamo un po' della tua vita?

Non occorre che glielo rammenti. Non tu.Emma era comparsa di nuovo e si stava avvicinando ai due tenendo le mani dietro la schiena Questa è una cosa che voglio fare io.

Ade alzò le mani all'altezza del mento

Fa pure. Quella che deve ferirla sei tu, non io.

Regina tenne lo sguardo fermo sulla bionda, stentando a credere alle sue parole. 

Da dove comincio?mormorò la Signora Oscura Allora...

Non cominci da nessuna parte, Swan.

Disse poi Regina, sentendosi gelare dentro quando Emma la guardò fissa negli occhi senza dire una parola. 

Riassumerò, Mills.mormorò freddamente la bionda Hai cercato di uccidere Biancaneve senza riuscirci, passano anni, ti rassegni e vai a metterti con sua figlia. Fine. Non ti sembra un'assurdità?

Regina strinse le labbra nervosamente, poi parlò acidamente

E mi sembra che la figlia di Biancaneve sia tu, no? Sei tu quella che mi ha accettata. O sbaglio, Swan? 

Emma assottigliò lo sguardo osservandola impassibile. 

Ade.Disse poi portiamo in vita questa Malefica?

Speravo che me lo dicessi.

Ade tornò vicino alle ceneri e mosse pigramente le mani facendo alzare una grande nube grigia, che poi si ristrinse lasciando posto alla figura di Malefica. 

La donna si guardò intorno con l'aria di una che non resuscita per la prima volta e fece scorrere lo sguardo su tutti i presenti

Quindi le nostre strade si sono reincontrate, Ade. Poi guardò Emma E tu saresti?

La Signora Oscura.rispose la bionda

Ah si? E Tremotino?

Ade sbadigliò Uhw, morto.

Mh, interessante.

Poi spostò lo sguardo e notò Regina Ma guarda chi si rivede. L'ultima volta mi hai sbattuta al muro per sottrarmi il sortilegio oscuro.

Regina si limitò ad un sorrisetto.

E quella lì?chiese indicando Lilith con noncuranza

Lei?Ade guardò con un sorrisetto la ragazza che si stava avvicinando 

Ma-stava per parlare, ma qualcosa le si strinse alla gola impedendoglielo. 

Regina la guardò interrogativa e Malefica inarcò le sopracciglia. 

Una persona di poca importanza che cercava di interferire. disse Emma freddamente. 

Allora non vi dispiacerà se...e Malefica si avvicinò a Lilith e le estrasse il cuore dal petto ... mi alleno un po'...

Ade alzò una mano Fa pure.

Regina stava per fermarla, ma quando tentò di parlare la sua voce non uscì, proprio come era successo a Lilith.

In un attimo il cuore della ragazza fu ridotto in polvere e quella si accasciò a terra senza vita. 

Bene, ora direi  che io, tu e la Signora Oscura dobbiamo parlare.disse Ade tranquillo. 

Malefica guardò Regina E lei?

Lei deve solo starci lontana.disse Emma per poi schioccare le dita e far scomparire la bruna in una nube nera. 

 

----------------------------------------------------------------------

 

Regina si ritrovò sdraiata a terra in un posto privo di luce. I piccoli sassolini che ricoprivano il suolo si insinuavano fra le dita delle mani meticolosamente incatenate dietro la schiena da delle pesanti catene. 

Con qualche difficoltà riuscì a tirarsi su e a mettersi in ginocchio. 

EHIurlò, sperando che qualcuno la sentisse. 

Si alzò in piedi velocemente ma fu bloccata dalle catene troppo corti, attaccate da qualche parte dietro di lei, che la fecero ricadere in ginocchio fra  i sassolini che le si conficcavano nella pelle trapassando la stoffa dei pantaloni. 

TIRATEMI FUORI DI QUI!

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Capitolo 33
*** -I piani di Ade.- ***


Una cerchia di persone dall'aspetto bizzarro si era riunita nella grande grotta dove Malefica era tornata in vita. 

Vi erano tutti i cattivi delle favole, perfino quelli che ormai erano morti, Ade li aveva riportati lì.

Emma era vicino al Dio dei morti e teneva le braccia conserte, osservando tutte quelle persone dall'animo oscuro, si chiedeva cosa dovessero fare ora. 

Perché tutti i cattivi delle fiabe sono qui? Anzi, quasi tutti.chiese riferendosi alla mancanza della Regina cattiva.

Vedrai.si limitò a dire Ade Tu intanto... perché non vai dalla tua amica? La Regina Cattiva?

Emma assottigliò lo sguardo e si allontanò dall'uomo nervosa. 

 

Pochi passi e si accorse di una persona, che si era girata e aveva sorriso in modo... perfido. 

Zelena. 

Oh, eccola qua la nuova signora Oscura!esordì spalancando le braccia. 

L'Oscura si avvicinò fulmineamente Tu...

Zelena inclinò il capo di lato mantenendo quel suo odioso sorrisetto Come si ci sente, mh? Con tutta quell'oscurità in corpo dev'essere una vera goduria...

Ti sbagli.disse Emma fra i denti, facendo scattare la mano dentro al petto della strega che spalancò gli occhi. 

Ade comparì fra loro e le separò. 

Oscura, la Perfida Strega dell'Ovest ci serve. E poi, non ne vale la pena di consumare così la magia, non trovi?

Emma lo guardò in cagnesco stringendo i pugni, mentre Zelena ritornava con il suo sorrisetto. 

Ora va.

E la Signora Oscura scomparì in una nuvola di fumo nero. 

Scontrosa la tua nuova amica...mormorò Zelena

Taci.fece Ade piuttosto dopo va dalla tua sorellina, appena ritorna Emma, e dille... 

 

----------------------------------------------------------------------

 

Delle torce si accesero nella piccola grotta dove vi era stata confinata Regina. 

Emma avanzò verso la figura inginocchiata a terra con il capo chino. 

Chi sei?mormorò la bruna

Lo sai.

Regina alzò la testa di scatto e il suo viso parve illuminarsi per un attimo alla vista della bionda, ma poi si ricompose e fece scomparire quell'ombra di sorriso dalle sue labbra. 

...che vuoi?

Nulla. Assolutamente nulla.disse piano Emma, avvicinandosi lentamente ed abbassandosi alla sua altezza. 

Regina alzò il viso abbastanza per incontrare lo sguardo della bionda, che le parve diverso dal solito. 

Regina...mormorò facendo per poggiare una mano al suo viso, ma la bruna si ritirò istintivamente. 

Emma rimase bloccata e la osservò attentamente. Regina aveva paura. 

Alla bionda balenò un ricordo di quando Regina si stava perdendo nell'oscurità e Henry era scomparso. Era seduta su una panchina con Robin Hood, e parlavano della bruna. 

 

'«Devi amarla proprio tanto..» Emma annuì e continuò «Amo il modo in cui mi abbraccia... Amo quando mi sgrida perché faccio qualcosa di sbagliato e si mette le mani sui fianchi come per darsi autorità. O allora quando io ho torto e lei ragione.. Incrocia le braccia al petto e mi guarda divertita... Non ho ancora avuto l'occasione di vederla spaventata, ma scommetto che è sempre bellissima...»'

 

Ed aveva ragione. Regina era bellissima anche quando era spaventata. Ma non voleva che avesse paura di lei, questo no. 

Regina... perdonami...mormorò nuovamente, sentendo una stretta al cuore non volevo spaventarti...farti del male...

Regina dischiuse le labbra e inclinò leggermente il capo di lato 

Io non ho paura di te, Emma... Ho paura di perderti...

Emma accarezzò il viso di Regina, sembrava che tutta l'oscurità che l'aveva avvolta fosse sparita, poi si rialzò e si allontanò dandole le spalle. 

La bruna rimase in quella posizione, sentendo ancora il tocco delicato di Emma sulla guancia. 

La signora Oscura, prima di scomparire, voltò appena il capo e sussurrò Salvami... 

Poi scomparve. 

 

Che cosa commoventedisse la voce di Zelena, che entrò in scena. 

Regina sgranò per un attimo gli occhi tu cosa ci  fai qui? Sei morta!

Ho già sentito dire questa cosa dalla tua fidanzata, sii più creativa.e si poggiò ad una parete mettendo le braccia conserte. 

Che vuoi?mormorò la bruna, tenendo il viso basso.

Volevo raccontarti una storiella sai? Una lunga storiella.

Ovvero un resoconto di tutto quello che hai combinato a me e Emma?

Intelligente la mia sorellina. 

 

Eravate convinti che fossi morta per sempre, ma, miei cari, vi sbagliavate. Perfino il caro vecchio Tremotino era convinto di avermi fatta fuori!

Devi sapere, sorellina, che io ho SEMPRE un asso nella manica. 

Comunque sia, saltiamo tutta la storia del mio ritorno fra i vivi, mi annoia andare troppo nel dettaglio e non voglio svelare certe cose.

Mi ero accomodata tranquillamente al Granny's, con l'aspetto di una normale cittadina, nessuno avrebbe sospettato di me. 

Tu eri al bancone a parlare con la vecchia nonna di Cappuccetto Rosso di quello che, capii, era il tuo lieto fine.  

La stupida nipotina di Granny non ne sapeva nulla e, chi poteva essere più adatta da usare per ricevere informazioni se non lei?

Si era allontanata nelle cucine, io andai da lei. Neanche il tempo di girarsi e la poveretta si è trovata  a terra sotto l'effetto della polvere dei papaveri di Oz.

Mi è bastato un semplice gesto della mano per farla sparire e prendere le sue sembianze. Il tuo cibo era già pronto, non ho nemmeno dovuto scomodarmi per cucinare, vedi?

Poi è arrivata Emma, il tuo lieto fine tanto atteso. 

Quanta rabbia, ho sempre odiato vederti felice, sai? 

Ho adorato essere Ruby e combinare tutto quello scompiglio senza che nessuno sapesse  chi ero in realtà! Poi, alla fine, l'ha scoperto la tua fidanzata. Ti avevo fatta fuori, finalmente, ma quell'imbecille si è spezzata il cuore dandotene una metà. 

Poi non capisco cosa ci trovi in lei, ha le labbra così sottili! È magra come uno stuzzicadenti e senza forme. 

Ma si sa, tu hai gusti strani. Lo stalliere utile quanto una mollica di pane, il ladro che puzza di foresta e quella bionda gracilina. 

Forse la bionda è un po' interessante solo ora, sai? 

 

Regina aveva ascoltato la sorella in silenzio, senza dire nulla. 

Zelena sorrise nel vederla così impotente

E... c'è dell'altro mia cara. Notizie fresche fresche da Ade. Mi sa che vuole fare qualcosa alla tua adorata..

La bruna a quel punto alzò il viso, i ciuffi corvini davanti gli occhi. 

Vuoi sapere cosa?

Parla e renditi utile, pistacchio.

Oh, è un nuovo nomignolo quello? Che dolce.

Ti decidi a parlare?

Zelena si mise seduta a terra con le gambe incrociate, a misura di sicurezza da Regina. 

Il nostro amico dai capelli infuocati... ha portato qui tutti i cattivi. C'è anche mamma, sai?

La bruna aggrottò la fronte 

Cosa diamine ci fanno qui?

Quanto sei scontrosa! Ci stavo arrivando!disse la strega Perfida  come se stesse per raccontare un pettegolezzo vedi, Ade, ha intenzione di prendere l'oscurità di tutti quanti... E darla a lei.

Cosa!? Ha solo mezzo cuore, non sopravviverebbe!

Regina cominciò ad andare in panico, non poteva perdere Emma in quel modo.

Potrebbe, invece. So solo questo, il nostro amico non ha voluto dirmi altro.

Zelena si alzò da terra e fece un gesto con le mani facendo illuminare per un attimo le catene di Regina

Fra un po' dovrebbero scomparire.

Ora mi aiuti anche?

La strega fece una smorfia

Non proprio. Mi piace quando si smuovono le cose. Diciamo che sto facendo un favore ad entrambe. Tu tenti di salvare la tua bionda e io mi godo lo spettacolo.

disse, per poi scomparire in una nuvola verde smeraldo. 

 

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Emma stava camminando verso la grande cavità della grotta dove avrebbe dovuto fare qualcosa con Ade e tutti quei cattivi. Si fermò a metà strada quando sentì delle urla e la voce del Dio dei morti. 

Suvvia, non fate così, mi state solo dando una mano. Non è un onore servire Ade?

E un rumore strano seguito da un urlo. 

Chi è il prossimo?

Emma avanzò lentamente con le spalle al muro, e si avvicinò abbastanza da poter intravedere Ade con una sfera scura in mano. Vide Zelena comparire e guardare in basso confusa 

Che succede qui?

Oh cara, giusto in tempo! Ti sei persa la dipartita della tua dolce madre, ma possiamo rimediare facendoti vivere direttamente la sua esperienza!

Il Dio mosse una mano e fece uscire dei filamenti di magia oscura dal petto di Zelena, che urlava cercando di muoversi, invano. Poco dopo, la strega cadde a terra senza vita. 

Emma indietreggiò tremando, forse Ade voleva fare lo stesso anche con lei. Ma a cosa doveva servire tutta quell'oscurità?

Doveva fuggire, prendere Regina e fuggire di lì.

Dove vai, bellezza?

Chiese la voce di Ade da lontano; delle sbarre infuocate chiusero il passaggio che Emma avrebbe dovuto utilizzare per raggiungere Regina 

Io non scomparirei per andare da quella parte, sai?

Emma corse dall'altra parte, il Dio della morte si mise davanti a lei bloccandola. 

La signora Oscura ha paura? Sai, non dovresti. La mia mietitrice non deve aver paura.

Mietitrice?

Ade sorrise. 

La bionda sgranò gli occhi e scosse la testa

Che ne dici di lasciarmi lavorare? Va a farti una passeggiata.

Disse l'uomo, facendo scomparire Emma in un falò dalle fiamme azzurrine, che la fecero ricomparire davanti alla porta della biblioteca. 

 

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Regina muoveva le braccia il più possibile per liberarsi da quelle catene, Zelena le aveva sicuramente detto una bugia e lei non sarebbe riuscita a salvare Emma da Ade. 

Si sollevò da terra e cominciò a tirare, in quel momento le catene scomparvero e lei cadde a terra, graffiandosi mani e viso. 

Nonostante il bruciore dei graffi e il dolore alle spalle e alle ginocchia, la bruna si alzò da terra e corse fuori da quella grotta che, scoprì, aveva un'apertura di lato che dava su un tunnel. 

Percorse il tunnel velocemente, non sentiva alcun rumore  e si spavento di aver fatto troppo tardi; in poco tempo arrivò alla grande cavità dove Malefica era tornata in vita e non vi trovò nessuno, nemmeno Ade. 

Avanzò lentamente guardandosi bene intorno, poi vide un corpo a terra, quello di sua sorella. 

Vicino al suo ce n'erano tanti altri, quello di Cora, Crudelia, Ursula, Jafar, Malefica, e tanti altri che non era in grado di riconoscere, alcuni indossavano dei mantelli neri che, con il cappuccio, gli coprivano il viso.

Per un attimo pensò che quella fosse stata opera di Emma, ma non poteva essere così. 

Tuttavia, mancava Ade, e questo era male. Doveva trovarli. Lui e Emma. 

Regina salì con il montacarichi in libreria, quando arrivò in cima sentì una bufera provenire da fuori. 

Spalancò le porte, il cielo era ricoperto di nuvole scure che partivano dalla Torre dell'orologio della biblioteca formando una spirale inquietante. 

Tutti gli abitanti correvano per le strade coprendosi il viso dal vento, Regina riconobbe Henry che correva vicino a Robin e al piccolo Roland. 

Regina corse verso di loro urlando 

Robin! Henry!

I due si girarono verso di lei

Mamma! Mamma sei qui!disse Henry alzando la voce, mentre teneva per mano Roland

Cosa sta succedendo!?chiese Robin con lo stesso tono di Henry

Non lo so, Robin! Ma non è niente di buono! Tu, Henry e Roland andate a rifugiarvi nella mia cripta, sarete al sicuro lì!

Va bene!

E i tre corsero verso il cimitero, per fare come aveva detto Regina. 

 

La bruna si voltò correndo verso una meta non precisa e riuscì ad intravederla. 

Emma stava girovagando come disperata, i capelli quasi bianchi stavano sfuggendo al sobrio chignon. 

Emma! EMMA!

Regina urlò per sovrastare gli ululati del vento, Emma la vide e le si illuminò il viso

REGINA!

cominciò a correre verso di lei, Regina anche. 

Un tuono violaceo squarciò il cielo andando a toccare la punta della Torre dell'orologio e cadde con un tonfo enorme sullo spalto della città. 

Le lampadine dei lampioni esplosero, il maggiolino giallo di Emma esplose appena qualcosa gli passò vicino. 

Le due erano riuscite a raggiungersi, ora stavano immobili, ad osservare con terrore quello che stava accadendo alla loro città.  

Che facciamo adesso!?

Urlò Emma, il vento si era alzato ancora di più, Regina sgranò gli occhi e scosse la testa velocemente. 

Forse stava per finire tutto quanto. 

Prese il viso della bionda fra le mani e la baciò, come non la baciava da tempo. Poteva essere l'ultima volta che lo faceva. 

Qualcosa spinse Emma indietro con violenza, sembrava un'ombra dalle dimensioni enormi

REGINA!

Le loro mani si lasciarono, Regina cadde all'indietro e Emma fu scaraventata contro il muro di un edificio da quella sostanza oscura che la stava intrappolando. 

EMMA! NO!

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Capitolo 34
*** -Addii.- ***


EMMA! NO!

Regina aveva urlato fortissimo, il braccio ancora proteso verso la bionda che stava per essere inghiottita da quella sostanza oscura. 

Si alzò da terra velocemente, in quel momento il vento tirò più forte. 

Prima parve vorticarle intorno, poi cominciò a spingerla lontana da Emma. 

La bruna mise le braccia davanti al viso per proteggersi gli occhi meglio che poteva, cominciò a correre controvento per raggiungere la bionda, ma l'impresa era più difficile di quanto pensava.

Era come se una forza sconosciuta le impedisse di camminare, ma nonostante questo lei non si dava per vinta e continuava. Provò a muovere le gambe più velocemente, sembrava di star scalando una montagna, per un attimo si sollevò da terra e scivolò all'indietro.

Emma intanto stava cercando di liberarsi da quella strana sostanza che le si avvolgeva con dei filamenti attorno alle braccia, alle gambe e al busto, tirandola verso la grande macchia oscura alle sue spalle. 

LASCIALA STARE!urlò nuovamente Regina, che la vedeva cedere; cominciò ad aggrapparsi ai lampioni per riuscire ad avanzare e la raggiunse. Prese entrambe le mani della bionda e la tirò verso di sè con forza, Emma cercava di liberarsi da quei filamenti ma senza successo. 

Si moltiplicavano e l'avvolgevano.

La bionda si guardò, poi guardò Regina che metteva tutta la forza che aveva in corpo per tirarla via da lì. Sapeva che quegli sforzi erano inutili, tutto era inutile. Doveva lasciarla andare.

Regina...

La bruna capì cosa voleva fare dal suo tono e scosse la testa provando a staccare i filamenti che si riattaccavano subito o, direttamente, non si staccavano.

Non ti lascerò Emma! Non posso perdere pure te!

Una lacrima rigò il viso della bionda

Neanch'io voglio perderti, ma non c'è nulla da fare...

La sostanza nera la avvolgeva sempre di più e Regina continuava a provare a staccarla via. 

La bionda le prese le mani stringendole.

Basta...

No, Emma... ti prego...

Il viso di Regina era rosso, le lacrime le avevano solcato le guance e le labbra le tremavano.  

Regina, guardami negli occhi..

La bruna cercò di mantenere il suo sguardo e guardò quegli occhi verdi azzurri che le avevano sempre Mozzato il fiato. Annuì.

So che mi salverai e che, ovunque sarò, mi troverai. So chi sei, Regina.

Te lo prometto...

L'oscurità non può dividerci... ricordalo.

Il vento si fermò. La sostanza scura aveva coperto quasi tutta Emma. 

Regina tenne lo sguardo sui suoi occhi e prima che potesse vederla scomparire del tutto la baciò 

Ti amo Emma...

Lo so... anch'io ti amo.

Le loro mani si lasciarono, Emma era scomparsa, la sostanza scura l'aveva portata via. 

EMMAAAAAAAAA! 

L'urlo disperato di Regina squarciò la notte, nella città tutti si erano fermati, sapendo di aver perso qualcuno di importante. 

 

A poco  a poco tutti i cittadini si avvicinarono al luogo dove il loro Sindaco stava accovacciato a terra a piangere disperatamente. 

David si staccò dalla folla e si chinò alla sua altezza per sollevarla. 

È inutile piangersi addosso, tutto è appena cominciato!

Ade comparve dietro la folla che si girò allontanandosi dal dio della morte 

Regina si rimise dritta e, presa dall'ira, lanciò un'enorme sfera di fuoco all'uomo 

TU... BASTARDO!

Ade si fece avvolgere dalle fiamme e urlò come se stesse bruciando, però poi rise assorbendole

Cara, dolce, stupida Regina... Non puoi uccidere il Dio dei Morti!

Cosa vuoi ancora!? Non ci hai rovinati abbastanza!?

Urlò Mary Margaret dalla folla, tenendo fra le braccia il piccolo Neal. 

Ade si portò l'indice al mento come pensieroso 

Mmm... no! Tutto questo era solo l'inizio, Biancaneve

David corse davanti alla moglie

Cos'hai intenzione di fare!?

Oh, vedrete.Ade schioccò le dita e dal cielo cominciò a crearsi un fumo nero che scendeva minaccioso

Io andrei a controllare quelli che non sono nati nel vostro mondo, prima di ritrovarvi catapultati indietro.

Indietro?ripetè David sgranando gli occhi, Ade scomparì senza rispondere. 

I cittadini andarono in panico e cominciarono a correre da tutte le parti urlando, Regina raggiunse gli azzurri Henry! Dobbiamo andare alla cripta da lui! Ora!

 

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Fuori sembra tutto calmo.disse Robin non sentendo più il fischio del vento da alcuni minuti.

Vado a controllare.Henry si alzò da terra e corse verso le scale che portavano all'uscirà della cripta.

Henry aspetta!l'uomo corse dietro al ragazzo seguito dal piccolo Roland, quando arrivò fuori Henry era col il viso rivolto verso il cielo. 

Che succede?

Un altro sortilegio.. credo... questo è strano.rispose Henry 

Robin strinse Roland vicino a sè.

Dev'essere andato qualcosa storto con la mamma.. o con Ade.

Henry!

Il ragazzo si voltò verso la voce, Regina correva verso di lui seguita da Mary Margaret e David. 

Mamma!Henry corse a sua volta verso la donna, con le braccia spalancate pronte ad abbracciarla, e quando si ritrovò sul punto di farlo successe qualcosa: le passò attraverso. 

Regina si bloccò e si toccò il petto girandosi verso Henry che stava facendo lo stesso 

Che significa?la donna si avvicinò al figlio e fece per toccargli una spalla, ma era come toccare un ologramma. 

M-mamma? Henry alzò una mano all'altezza del viso e riuscì a vedervi attraverso, stava scomparendoMamma, cosa mi sta succedendo!?

Regina spalancò gli occhi senza trovarsi una spiegazione, in quel momento Mary Margaret urlò disperata

NEAL!e tastava la copertina del bambino, vuota. 

"Io andrei a controllare quelli che non sono nati nel vostro mondo". 

Ade li stava facendo sparire per sempre. 

Henry... Henry ti prego prova ancora ad abbracciarmi...

Henry stava piangendo così come Regina, tese le braccia verso di lei, cercò di abbracciarla ma nel momento che lo fece scomparì così come Neal, lasciando solo la sua sciarpa fra le mani di Regina. 

Rimase bloccata in piedi, il volto inespressivo e bagnato dalle lacrime, Mary Margaret piangeva inginocchiata a terra fra le braccia di David che piangeva a sua volta. 

Robin era davanti alla cripta con Roland in braccio che piangeva, lui osservava il cielo ormai oscurato dal fumo dello strano sortilegio che li aveva quasi raggiunti. Dovevano solo aspettare.

La bruna stringeva la sciarpa del figlio fra le mani, non le era rimasto più niente, aveva perso le sue uniche ragioni di vita. Quel sortilegio non le metteva ansia, non le era sorta nemmeno la domanda su quel che sarebbe potuto succedere. 

Il fumo nero li avvolse e fu il buio più totale... 

 

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Regina aprì gli occhi, era coricata in un divanetto, dal lato destro un vaso con delle rose nere faceva capolino su un mobile in mogano. 

Si sollevò mettendosi seduta, indossava uno dei suoi sontuosi abiti ed era nel suo castello. Osservò tutta la stanza e notò una figura conosciuta... 

P...Padre?mormorò.

L'uomo era poggiato alla ringhiera del balcone che dava vista su tutto il regno, si girò vero la figlia e sorrise. 

Figlia mia, ti sei svegliata

Regina si alzò dal divanetto, confusa e si avvicinò al padre

Da quanto dormo?

Quattro ore. La passeggiata a cavallo l'avrà stancata

Passeggiata a cavallo? Di cosa parlate padre?

Regina cara, cosa vi prende? Ero con voi, siamo anche passati vicino al Lago...

La bruna cominciò a fare avanti e indietro per la stanza. 

Pochi minuti prima era a Storybrooke, come poteva aver fatto una passeggiata a cavallo?

Si rigirò verso il padre

Ma... il sortilegio oscuro?

L'uomo fece un sorriso

Non lo ricordate? Avete lasciato perdere perché non avevate intenzione di uccidermi, due settimane fa..

Regina fece un'espressione confusa

E Biancaneve?

L'avete lasciata perdere e... maestà?

La regina era corsa via dalla stanza tenendosi la gonna sollevata abbastanza da poter correre bene, delle guardie nere si fermavano al suo passaggio a mo' di saluto. 

Preparate subito una carrozza!disse ad alta voce correndo via. 

Il padre la seguì con l'affanno, pensando che la figlia stesse per riprendere la strada che aveva lasciato da poco tempo. 

Immediatamente le prepararono una carrozza e dei cavalli, la bruna salì in carrozza con il padre che cercava spiegazioni. 

Figlia mia, che succede?

Devo vedere Biancaneve padre, è successa una cosa

Lui la guardò senza capire 

Vi spiegherò, lo prometto.

La carrozza camminava da alcuni minuti, Regina era impaziente e quella era la massima velocità che potevano fare.

Scosse la testa nervosa e scomparve in una nuvola violacea lasciando da solo il padre sempre più confuso; ricomparì subito dopo in uno dei corridoi del castello di Biancaneve. 

Mary Margaret!disse ad alta voce sperando di vedersela spuntare davanti. 

Si fermò un attimo. Lei era comparsa nel suo divanetto, e stava dormendo, quindi Mary Margaret magari era nelle sue stanze. 

Ricominciò a camminare lungo il corridoio passando davanti a diverse porte chiuse. 

Ma dove dormono quei due con tutte le enormi stanze che ci sono?!mormorò fra sè stringendo i pugni. 

Passò davanti ad una porta socchiusa dalla quale proveniva una tenue luce che catturò la sua attenzione. Si fermò un attimo e fece dietro front per vedervi dentro. 

Spinse leggermente quella porta in legno dai battenti argentati; era una cameretta molto luminosa, c'erano molti giocattoli e peluche, al centro di essa una culla dai fiocchetti celesti, una giostrina con dei piccoli unicorni azzurri e bianchi che pendevano quasi fin dentro la culla.

Regina dischiuse le labbra e si avvicinò alla culla lentamente, come titubante. 

Riuscì ad intravedere una piccola testolina bionda spelacchiata oltre ad una copertina in lana bianca che catturò l'attenzione della donna. Sopra, con lettere in lana violetta, vi era ricamato il nome 'Emma'. 

Sgranò gli occhi per un attimo, poi si avvicinò di più, mettendo una mano dentro la culla e abbassando leggermente la copertina, abbastanza per vedere il viso delicato della creaturina che dormiva beatamente. 

La sua pelle era perlacea e vellutata, le manine chiuse in piccoli pugnetti vicino al viso. Quella era la sua Emma, quella con cui aveva combattuto, la madre di Henry, la Salvatrice... il suo lieto fine... 

Una lacrima solcò il viso di Regina, che tese una mano verso il visino candido della piccola principessa, sfiorandoglielo con una carezza. 

La bimba si mosse e lei ritirò subito la mano, vedendola aprire per un attimo gli occhi. 

Oh... Emma...sussurrò la bruna. 

Ricordò che, quando le sfiorava il viso, Emma apriva sempre gli occhi facendole un sorriso, e poi li richiudeva tornando a dormire come se nulla fosse successo, tranquilla. 

Regina sorrise tra sè osservando la bambina

Sono felice che tu stia bene... Swan... Anche se ora non potremo stare più insieme come una volta...assottigliò lo sguardo ...ho mantenuto la promessa... ti ho ritrovata...

Sta lontana da mia figlia.

Regina si irrigidì nel sentire quella voce decisa e severa che non sentiva da tempo.

Mary Margaret, anzi, Biancaneve era sulla soglia della porta pronta ad attaccare.

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