THE ROAD (so far) TO ALEXANDRIA

di Rossoakemi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** WELCOME TO ALEXANDRIA ***
Capitolo 2: *** NOSTRO PADRE ***
Capitolo 3: *** I MOSTRI ESISTONO - CORRETTO ***
Capitolo 4: *** LA GUERRA IN CORSO - CORRETTO ***
Capitolo 5: *** RICK GRIMES ***



Capitolo 1
*** WELCOME TO ALEXANDRIA ***


WELCOME TO ALEXANDRIA
 
Viaggiavano senza sosta da più di dieci ore, fermandosi solo per rifornire il serbatoio.
La notizia che gli aveva dato l’Angelo aveva sconvolto – anche se ci vorrebbe una parola più appropriata – i due fratelli.
 
Il loro padre era vivo, e si trovava in Virginia.
 
Fortunatamente avevano ormai da tempo deciso di stabilirsi in quella che una volta era stata la loro casa, a Lawrence, quindi erano a meno di un giorno di viaggio.
 
Castiel aveva detto loro di cercare un villaggio chiamato Alexandria e quando videro i primi cartelli, la tensione che li aveva tenuti svegli per tutte quelle ore, aumentò.
 
Alexandria.
Davanti a loro un cancello. Una torretta con una sentinella di guardia, che aveva già imbracciato il fucile di precisione e li teneva sotto tiro.
“E adesso cosa facciamo?” chiede Sam
“Aspettiamo” risponde Dean, preoccupato che questa storia non avrebbe portato altro che guai.
 
Il cancello si apre e due uomini armati escono.
Sam e Dean si lanciano uno sguardo d’intesa: non avrebbero reagito, avrebbero mantenuto la calma.
 
Dietro alle due guardie, una donna di colore dai lunghi capelli intrecciati, alta e muscolosa.
“Scendete” intima loro.
I due fratelli obbediscono e una volta fuori dall’auto si vedono puntare le armi dai due uomini.
 
“Chi siete e cosa ci fate qui?” chiede con tono di comando. Lo sguardo fiero.
Il primo a parlare è Sam “Stiamo cercando un uomo. Un certo Rick”
“E perché lo state cercando?”
“Ecco noi…” inizia a balbettare Dean “preferiremmo dirlo a lui, se permetti”
 
La donna si avvicina minacciosa “Quello che dovete chiedere a lui, lo potete chiedere a me”
“Scusa bellezza, ma non parleremo con nessuna altro” stavolta Dean si è ricomposto e il suo tono è deciso. Non gli importa chi sia la tipa armata di katana: Castiel gli ha detto di cercare Rick, e lui parlerà solo con Rick.
 
Da poco lontano un uomo si sta avvicinando. Passo sicuro, ampie falcate, il viso in una smorfia tra il preoccupato e l’arrabbiato.
Si avvicina alla donna “Michonne cosa sta succedendo qui?”
E’ agitato, nervoso. Squadra i due fratelli con sospetto “Chi siete?”
Ora è chiaro chi sia il capo qui “Noi stiamo cercando una persona”
L’uomo li scruta e prima di poter dire qualcosa interviene Michonne “Indovina chi stanno cercando?”
Lui si gira e la guarda incuriosito e indispettito, poi torna su Sam e Dean “Allora?”
“Cerchiamo un certo Rick Grimes” risponde Sam.
“E perché lo cercate?” posando la mano sull’impugnatura della pistola che tiene al fianco.
“Sei tu vero?” esordisce Dean.
“Sì. Sono io. E ora ditemi chi vi manda”
“Veramente è un po’ complicato” interviene Sam.
Rick è chiaramente sempre più nervoso. La situazione negli ultimi tempi è tesa. Una guerra è in corso, ma questo, i due fratelli non lo sanno.
Rick dà loro le spalle, si gira verso Michonne e si avvina a lei, parlandole quasi all’orecchio “Cosa ne pensi?”
“Io non mi fido”
Rick annuisce, poi si volta di scatto con la pistola in mano e la punta verso Dean, a forse un metro dalla sua fronte
“Wow wow wow! Diamoci una calmata okay?” dice Dean alzando le mani e facendo un piccolo passo indietro. Sam freme, ma mantiene il controllo. La situazione non è certo a loro favore.
“Io non mi dò una cazzo di calmata finché non mi dite chi siete e chi vi manda! CHIARO?”
“Ehi amico…. Hai vinto tu. Tranquillo” ma quella pistola è sempre più vicina a lui. Capisce che si trova di fronte a qualcuno che non esiterebbe a fargli saltare il cervello.
“Però ora mi devi far prendere il portafogli che ho nella tasca dei Jeans, va bene?”
Rick gli fa un gesto di assenso mentre controlla ogni sua mossa.
Dean prende il portafogli e ne estrae una foto, mostrandola a Rick



“Stiamo cercando quest’uomo, e ci hanno detto che tu puoi darci una mano”
 
Rick trasalisce e rivolge a Dean uno sguardo pieno di odio “Voi state cercando quest’uomo e siete venuti da me?”
Annuiscono.
“Toglietegli le armi e portate la macchina dentro. Perquisitela e prendete tutto quello che trovate. “ fa un cenno a Michonne “Portateli da me e se anche dicono solo una parola di troppo…uccideteli”
Seguito dalla donna si allontana in fretta, lasciando i due fratelli allibiti ma impossibilitati a reagire.
Non resta loro che fare qualsiasi cosa gli venga detto.

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Capitolo 2
*** NOSTRO PADRE ***


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Vengono scortati da almeno cinque persone che non li perdono di vista.
I due fratelli si guardano ma non proferiscono parola. E’ chiaro che sono preoccupati e non solo per la situazione in cui si trovano. La loro auto sta per essere controllata, e quello che ci troveranno non piacerà affatto ai loro “ospiti”.
 
Il posto assomiglia a un tranquillo quartiere residenziale da ricchi borghesi, se non fosse per quello che c’è lì fuori, per le armi che li tengono sotto tiro, per la palpabile tensione che Dean, ne è certo, non dipende solo da loro. L’aria è pesante. Molto pesante e non possono essere due sconosciuti adesso disarmati ad averla resa così.
 
Li fanno entrare in una delle tante villette, e ritrovano Rick e Michonne. Accanto a loro, una ragazza dai capelli scuri e l’aria buffa. Seduto al tavolo del soggiorno, un ragazzino, con un cappello da sceriffo e un occhio bendato.
 
Rick è in piedi, dall’altra parte del tavolo, e fa loro un brusco cenno di sedersi.
 
L’uomo è nervoso, troppo. Tiene sempre la mano sull’impugnatura della pistola, ora di nuovo nella fondina.
“Ricominciamo da capo, va bene?”
I fratelli si guardano solo un momento poi tornano su Rick, in attesa delle sue domande.
“Voi venite qui, a casa mia, dicendo che volete parlare con me…. mostrandomi la foto di un uomo che stareste cercando” si passa una mano sulle labbra come a contenere parole di odio
“e guarda caso quell’uomo è il primo della mia lista. No. Mi correggo. E’ l’unico della mia lista”
Tutte le parole sono soppesate. Pianta un’occhiata feroce negli occhi di Dean
“Non ve lo chiederò di nuovo: chi vi manda? LUI?”
Dean non capisce. Lui? Lui chi?
“Senti amico”
“IO NON SONO TUO AMICO!” sbotta Rick lasciando Dean di ghiaccio. La situazione ha preso una piega davvero brutta e mentalmente si ritrova a pregare Castiel di intervenire.
“Qui dentro” dice Rick indicando le persone intorno a lui e con un gesto anche quelle fuori dalla stanza “nessuno è vostro amico”
Si prende qualche secondo “Ora sarò magnanimo, e vi permetterò di darmi una spiegazione. Quindi parlate”
Dean guarda il fratello e gli fa gesto di cominciare. D’altro canto è lui quello che ci sa fare con i discorsi.
Sam si compone sulla sedia, poi si schiarisce la voce.
“Ecco…quello nella foto è…nostro padre. Ci è stato detto che è in zona, e che tu potevi aiutarci a trovarlo”
“Vostro…padre?” una risata quasi divertita esce dalla bocca del loro interlocutore. Gli altri nella stanza hanno uno sguardo che definire stupito è dir poco.
“Esatto” prosegue Sam “John Winchester è nostro padre”
 
John? Questo dunque era il vero nome di Negan?
“E chi vi ha detto che noi vi avremmo aiutato a trovarlo?”
stavolta a parlare è il ragazzino, con un atteggiamento che vuole essere da duro.
 
E adesso?
Come rispondere a una domanda simile?
“Sono stato io”
 
Una voce che i due fratelli conoscono fin troppo bene. Castiel è dietro di loro, appena apparso nella stanza.
Rick prende di scatto la pistola e gliela punta tremando. Michonne estrae la sua spada. La ragazza paffuta e, incredibile, anche il ragazzino, puntano una pistola verso l’angelo
“Chi…chi sei? Come sei entrato qui? Cosa hai fatto a Mike!”


“Io sono Castiel, e le vostre armi sono inutili contro di me”

l’angelo non si scompone e avanza lentamente.
“Tara” dice Rick rivolto alla ragazza mora “Vai a vedere se Mike sta bene” riferendosi all’uomo che era stato messo di guardia alla porta. Rick è certo che quell’uomo appena entrato –apparso?- nella stanza lo abbia fatto fuori.
Tara corre e apre la porta d’ingresso, con grande stupore di Mike, che si gira verso di lei vivo e vegeto “Tutto bene?” chiede intuendo lo stupore negli occhi della ragazza.
Tara si volta verso gli altri e guardando Rick negli occhi “Mike sta bene”
 
“Come sei entrato?”
Castiel è ora accanto ai due fratelli. Solo il tavolo lo separa da Rick.
“COME SEI ENTRATO?”
 Castiel risponde serafico
“Semplicemente, sono arrivato qui. Dean mi ha chiamato.”
 
Dean l’ha chiamato? Come …quando?
 
“Chi sei?”
“Sono un angelo del Signore”
Questa frase è troppo. Rick preme il grilletto e centra in pieno la fronte di Castiel, per poi essere percorso da un’ondata di terrore, e con lui tutti gli altri, nel vedere che il colpo non l’ha nemmeno fatto indietreggiare.
 
Castiel si porta una mano sulla fronte. Estrae il proiettile e lo posa sul tavolo di fronte a lui
“Come ho detto, le vostre armi sono inutili contro di me”
In preda al panico si trova sommerso da una scarica di proiettili. I due fratelli si riparano sotto al tavolo. L’angelo è immune ai proiettili: loro no!
 
Scaricata l’arma, Rick resta comunque con la pistola in mano, di fronte all’Angelo.
Ancora, Castiel estrae i proiettili che gli sono rimasti in corpo e li posa a uno a uno nel tavolo.
Decide quindi di avvicinarsi a Rick, pietrificato.
Passa accanto a Michonne e la supera per poi trovarsi di fronte all’uomo.
“Lascia che ti mostri” e fa per alzare una mano sulla sua fronte quando sente la lama della katana di Michonne sul suo collo.
Non si scompone e allungando il braccio tocca Rick, delicatamente.
La donna indietreggia, sconcertata, e scosta la spada.
Rick lascia andare la pistola e i suoi occhi si riempiono di lacrime mentre si accascia in ginocchio, fissando sempre l’Angelo che mantiene la mano sulla sua fronte.
In un pianto dirotto e liberatorio, Rick posa le mani sul pavimento, quindi si scosta in una risata quasi isterica, appoggiando la schiena contro il bancone della cucina dietro di lui.
 
Castiel, sotto gli occhi sgranati degli altri, torna dai due fratelli, che ora sono in piedi e guardano con pena quell’uomo ora seduto in terra che, in quel pianto e in quella risata, mostra tutto il dolore e la rabbia che lo costringevano da anni.
 
“Papà” il ragazzino corre dal padre che lo stringe a se.
“Sto bene Carl, sto bene” finalmente, in un respiro profondo, si rilassa e bacia il figlio in fronte “Sto bene”.
 
Si alza, quindi, e va a prendere una bottiglia di liquore. Prende tre bicchieri, anche, poi si siede al tavolo e indica ai due fratelli di fare lo stesso. Si versa da bere e ne versa a loro.
Butta giù il primo bicchiere “Quindi sarebbe questo…Angelo che vi ha mandato da me”
Dean si rigira il bicchiere tra le mani “Esatto”
“E Negan sarebbe vostro padre”
 
Negan? E che nome è mai questo?
“Non conosciamo nessuno con quel nome”
Rick li osserva, poi si rivolge a Castiel “Tu invece sai, non è vero? Per questo li hai mandati da me”
 
Castiel abbassa lo sguardo. Non aveva informato i due Winchester della reale situazione.
“Potreste spiegarci che succede?” la voce di Sam è stizzita. Quello scambio tra Rick e Castiel l’ha messo all’erta.
“Succede che quello che voi dite essere vostro padre, si fa chiamare Negan, ed è un mostro”
Dean ha un sussulto “Come un mostro?”
Che Rick sapesse dell’esistenza di altri mostri, oltre ai vaganti che avevano devastato il loro mondo?
“Ha messo su un esercito. Ha molti uomini fidati…e molti schiavi” inizia Rick
“Ma soprattutto… ha ucciso due dei miei migliori amici, e altre brave persone che vivevano qui, ad Alexandria”
I due fratelli si guardano
“No. Non nostro padre” esordisce Sam
“Oh sì. Se quello della foto è vostro padre, Negan è vostro padre. E Negan ha spaccato la testa dei miei amici con una mazza da baseball chiodata”
Un groppo in gola impedisce ai fratelli di dire qualsiasi cosa.
Dean guarda Castiel “Ha ragione lui. Tu lo sapevi. Per questo ci hai mandato qui”
Castiel annuisce.
“E sei proprio certo che sia lui?”
Annuisce ancora.
“E che sia…umano?”
A queste parole Rick e gli altri trasaliscono “Che vorrebbe dire –se è umano-?”
Dean si rivolge di nuovo a Rick “Ecco…nostro padre, il padre che io e Sam conoscevamo…è morto ormai da molti anni. Da prima che tutto questo cominciasse. Non sappiamo perché sia di nuovo in vita, ne’ chi l’abbia riportato qui tra noi, ma da quello che mi dici…temo che”
“Che sia tornato senza anima” conclude Sam.

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Capitolo 3
*** I MOSTRI ESISTONO - CORRETTO ***


Rick ha troppe domande che gli girano per la testa. E’ già al terzo bicchiere, la mano tremante.
Michonne si siede accanto a lui cercando di tranquillizzarlo, ma la verità è che lì dentro nessuno è affatto tranquillo.
 
Un Angelo è apparso davanti a loro, due ragazzi parlano di un padre riportato indietro non si sa da dove e forse senza anima.
 
“Capisco che tutto questo sia strano” esordisce Sam nel tentativo di dare una spiegazione.
“Strano? Voi lo chiamate così?”
 
Rick si era svegliato da un coma solo pochi anni prima, trovandosi circondato da morti che non morivano.
Il mondo era andato a pezzi e certo non pensava che da qualche parte ci potesse essere qualcosa di peggiore.
“I vaganti sono strani, ma quello di cui parlate voi è”
“Soprannaturale” conclude Dean
“Sì. Esatto. E tu” continua Rick rivolgendosi a Castiel “Tu saresti un angelo? E immagino che questo significa che esiste un Dio! E dove è dio in tutto questo?”
“Questa non è opera di Dio, ma della natura”
“Della natura?”
“Un virus. Non è certo una punizione di mio padre”
“Ma tuo padre ha permesso tutto questo, o no?”
Castiel inclina quindi la testa corrucciando la fronte
“Rick non lo fare” interviene Dean
“Cosa non dovrei fare?”
“Non metterti a fare certe domande. Se pensi che gli Angeli, o Dio, siano dalla nostra parte, che siano accanto a noi a proteggerci come nelle favole, ti sbagli di grosso. Io non so dove sia Dio, ma di certo non gliene frega un accidente di te di me o di questo pianeta”
Castiel non apprezza il discorso del ragazzo, ma non può negare che Dio non si faccia vedere in giro ormai da un pezzo.
“Allora perché quest’Angelo è con voi?” stavolta a parlare è Tara
Sam accenna un sorriso “Perché è più umano di molte delle persone che abbiamo conosciuto”
 
Improvvisamente Mike, il ragazzo di guardia, apre la porta lasciando entrare un uomo
“La macchina è stata ispezione come hai chiesto. Non puoi immaginare cosa abbiamo trovato!”
Il ragazzo si accorge poi della nuova presenza nella casa “E questo chi è?”
Rick non trattiene una risata “Aaron, questo è Castiel. Un Angelo!”
 
Silenzio.
“Rick. Hai bevuto?”
Castiel guarda Aaron e serio se ne esce con “Non serve aver bevuto per vedere un angelo” poi si rivolge ai suoi due amici “Io non sono uno spirito alcolico. Come si chiamano?”
“Shojo…Castiel. Quelli sono gli Shojo” risponde Sam non potendo nascondere un certo imbarazzo.
Aaron si guarda intorno in attesa di una qualche spiegazione, che non arriva.
Rick si alza “Cosa avete trovato?”
Dean sa benissimo che se avessero visto il loro strano arsenale prima di tutta quella strana conversazione, si sarebbero trovati in un brutto guaio.
Di certo, e questo i due cacciatori l’avevano capito subito, quel Rick non era un tipo da sottovalutare.
 
Dirigendosi verso l’Impala, Rick non può fare a meno di ridere. Forse l’indomani mattina si sarebbe svegliato, perché non poteva essere altro che un sogno. Dannatamente reale, però.
 
“A cosa vi serve tutta questa roba?”



Dean non può che guardare Sam “Gli fai il solito discorsetto?” sorride quasi divertito.
Sam sbuffa sollevando gli occhi al cielo. Quel discorso sembrava ormai una filastrocca imparata a memoria, ma era davvero da tanto tempo che non aveva avuto più bisogno di farlo a nessuno.
“Vedete…è vero quello che dice Castiel. Questi zombie non sono niente di…soprannaturale. Sappiamo tutti che un qualche virus ci ha contagiati e che dopo morti diventeremo come loro”
“Parla per te. Io sarò fantastico, come sempre!”
“Sì…certo. Posso continuare, Dean?”
“Vai! E non tralasciare nulla, mi raccomando” dice gesticolando “Fantasmi , demoni, streghe, vampiri!”
“Hai finito?”
Dean annuisce, si sta divertendo nonostante siano entrambi circondati da uomini e donne armati e pronti a farli fuori al minimo cenno del loro leader.
“Tutte queste cose…tutto quello che ha detto mio fratello, esiste. Esistevano gli zombie, anche, ma riportati in vita da incantesimi. E i fantasmi, i demoni…e come avete visto esistono gli angeli. Tutto, quasi tutto quello di cui avete letto nei libri esiste”
“Tranne babbo natale, ovviamente” Dean mostra un sorriso beffardo
“Ovviamente” ripete Rick.
 
E’ solo un sogno.
 
“E voi chi sareste?”
“I buoni” dice Dean impettendosi come un galletto “noi facciamo fuori i cattivi. C’è uno spirito vendicativo in giro? Arriviamo, troviamo le ossa e le bruciamo!”
 
“Voi state scherzando!” Carl li fissa incredulo
“Tutto vero ragazzino!”
“Dean…basta. Cerca di non…cerca di non essere te stesso!” e a queste parole il fratello si ricompone.
“Voi mi state dicendo che siete degli acchiappa-fantasmi?” Rick non ce la può fare.
 
Sam allarga le braccia in segno di assenso.
Hanno visto Castiel….ma tutto questo e tutto insieme è davvero troppo da digerire.
 
Rick si porta una mano a massaggiarsi le tempie “Va bene. Vi credo. Devo credervi dopo quello che mi ha mostrato il vostro amico”
 
I due fratelli guardano Castiel “Posso mostrargli altro, se pensate sia il caso”
Dean scuote la testa “Direi che basta così, per oggi”
“E poi siamo qui per un motivo ben preciso” interviene Sam
“Rick. Parlaci ancora di nostro padre.”
 
E il discorso è davvero lungo. C’è una guerra in corso…Negan la fa da padrone ed è uno psicopatico che deve essere fermato.
 
Rick non tralascia i particolari, nemmeno quelli più dolorosi.
E’ così che Sam e Dean vengono a sapere di Glenn, e di Abraham. Delle minacce, delle uccisioni. Costretti per mesi a sottostare alle richieste di Negan, per non mettere in pericolo nessun altro. Per proteggere quel poco che era rimasto loro.
Vengono a sapere degli altri villaggi, di Hilltop, del Regno. Ma cosa più importante, Rick li informa che si stanno organizzando per contrattaccare.
“Il regno del terrore di Negan deve finire” e nel dirlo stringe la mano di Michonne in un segno di intesa.
 
I due sono sconvolti. Quello di cui parlano non è di certo John Winchester.
“Castiel…come è mai possibile” chiede Sam.
“Papà era scappato dall’inferno. La sua anima dovrebbe essere in paradiso. Inoltre, abbiamo bruciato il suo corpo”
L’Angelo scuote la testa. Non ha una risposta.
“Ho cercato la sua anima, ma non è di certo in paradiso. Non ho idea di come sia successo, ma qualcuno ha riportato qui vostro padre”
 
Paradiso. Inferno.
Alla fine a Rick importa solo proteggere la sua famiglia, i suoi amici.
 
Si sentono delle voci. Qualcuno sta rientrando e quindi si dirigono verso il cancello.
Un uomo dall’aria incredibilmente seria, entra per primo, a bordo di una Harley. Alle spalle una balestra.
Dietro di lui, altri due uomini guidano un furgoncino.



Entrati tutti, il cancello viene richiuso. Il centauro scende e per prima cosa raggiunge Rick. I due si salutano con un abbraccio. E’ pericoloso là fuori, ora. E non per i vaganti. Veder tornare i loro compagni sani e salvi è un sollievo.
“Amico, lasciatelo dire. La tua moto è favolosa!”
Dean preferisce le auto, certo, ma quella moto è fantastica. Anzi, a dirla tutta, trova che quel tipo con l’aria corrucciata e la balestra, sia davvero figo.
“Rick. Cosa sta succedendo?” chiede senza degnare minimamente il commento di Dean
“Daryl…sarà meglio andare in casa e che tu ti metta comodo. Non puoi nemmeno immaginare che razza di mattinata sia stata”
 
“Rick” chiede Daryl prima di seguirlo “Ma quel tipo indossa un trench e un completo?”
“Sì amico. Un trench e un completo”

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Capitolo 4
*** LA GUERRA IN CORSO - CORRETTO ***


Rientrati nell’abitazione di Rick, trovano una ragazza ad aspettarli. In collo, ha una bambina di circa cinque anni.
Rick le va incontro e prende la piccola
“E’ tua figlia?” chiede Sam
“Sì, la piccola Judith.”
Detto questo, Rick la consegna al figlio, che si mette sul divano a giocare con lei.
Tara e Rosita decidono di iniziare ad approntare qualcosa per il pranzo.
“Sedetevi” dice Rick rivolto ai due fratelli.
Daryl si siede a capotavola, scrutando i due senza dire una parola.
 
Dopo aver ascoltato l’assurdo racconto, Castiel gli dice che se vuole, può dimostragli di essere davvero un Angelo, ma Daryl gli intima di non toccarlo “Senti amico, non so chi tu sia ma stai lontano da me”
Castiel sorride, si avvicina e dopo averlo fissato per alcuni secondi “Mi dispiace per tuo fratello. Ha fatto le scelte sbagliate”
Daryl sgrana gli occhi ma non replica, si limita a distogliere lo sguardo.
“Rick” inizia Sam “ho visto che fuori i tuoi uomini sono molto agitati. Hai detto che volete combattere. Come?”
Rick prende un profondo respiro “Abbiamo trovato alleati e armi. Quando Negan verrà qui, avrà una bella sorpresa”
Dean è preoccupato all’idea di rivedere il padre “E quale sarebbe il piano?”
“Un momento...Rick, non vorrai fidarti di loro?” Daryl non ha ben inquadrato i due, inoltre è diffidente per natura.
“Non mi pare abbiamo molta scelta” interviene Michonne
Carl è ora con loro “Non esiste una possibilità che vedendo i suoi figli, Negan decida di lasciarci in pace?”
Dean non può smorzare una risata amara “Ragazzino…se davvero nostro padre è senza anima, non c’è alcuna speranza. Non si farebbe scrupoli ad uccidere anche noi”
“Sembra che parliate per esperienza”
Sam abbassa lo sguardo “Direi di sì. Io. Io sono stato riportato indietro senza anima”
Di nuovo silenzio, di nuovo sguardi basiti
“Indietro da dove? Tu sei morto?” stavolta è Daryl a parlare
Sam accenna un sorriso triste “Non esattamente. E’ molto complicato da spiegare.”
“In realtà no” interviene Castiel, poco prima di svanire.
E stavolta Daryl si alza di scatto “Dove è andato?”
“Scusa amico. Cosa non hai capito della parola Angelo?” interviene Dean col suo solito sarcasmo
“Non sono tuo amico” Daryl avrebbe solo voglia di prenderlo a pugni.
“Ma cosa è? La frase del giorno? Ho capito. Qui nessuno è amico di nessuno.”
“Daryl, calmati. Non sono meno scosso di te, solo che ho avuto un paio d’ore in più”
 
Castiel è di ritorno e ha in mano una dozzina di libri, che posa sul tavolo davanti a Carl.
Dean si porta una mano sulla faccia. Odia quei libri.
“Ecco. Qui troverete le risposte che cercate”
“Cosa sono?” chiede Carl
“Sono stati scritti da un Profeta del Signore. Qui c’è la loro storia, fino a quando hanno sconfitto Lucifero”
“Lucifero? Quel Lucifero?”
Castiel corruccia la fronte “Non mi risulta ce ne siano altri”
 
Carl è eccitato. Prende in mano i libri “Supernatural! Questi siete voi?”



“Sì” risponde Dean scocciato “Castiel. Dove diavolo li hai trovati, mi spieghi? Speravo che a questo punto non ce ne fosse più traccia”
L’Angelo non capisce “Perché? Agli zombie non interessano i libri”
 
Carl inizia a sfogliare il primo libro “E’ incredibile!”



Certo! Iniziamo subito!” risponde il fratello “Ma che peccato…abbiamo giusto altri impegni!”
 
“Questi libri parlano di VOI?” chiede Rick esterrefatto.
 
“I Vangeli dei Winchester…sì” annuisce Dean seccato
“Guarda papà! Qui…nel primo libro. Si parla di…del loro padre”
e passa il volume a Rick, che inizia a leggere le prime pagine “Quest’uomo. Questo di cui si parla, sarebbe quindi quello che noi chiamiamo Negan?”
“Fammi leggere!” Tara è curiosa.
“Grazie Castiel” Sam spera che l’Angelo colga l’ironia.
“Scusate. Pensavo di far bene”
L’ha colta.
 
“Potremmo per favore concentrarci su altro? Stavate parlando di un attacco a…Ecco! Io non so più come lo devo chiamare!” Dean alza le mani al cielo, e guarda il fratello in cerca di aiuto.
 
“Sì. Come ho detto, abbiamo trovato degli alleati. E abbiamo molte armi. Dopo mangiato, vi faremo vedere”
Daryl guarda l’amico poco convinto, ma si fida, quindi non dice nulla.
 
“Perché c’è un posto in più? Stiamo aspettando qualcuno?” chiede Dean indicando un posto libero ma apparecchiato.
“Sì” risponde Rick “Qualcuno che più di tutti noi, merita di incontrare un vero Angelo”
 
“Ci hai parlato di altre comunità. Sono loro che si uniranno a voi?” chiede Sam
Rick è chiaramente preoccupato “Hilltop. Lì abbiamo Maggie. Sta cercando di convincerli. Non so se ci riuscirà, ma li sta comunque addestrando. Poi c’è il Regno. Ho parlato con il loro capo, Re Ezekiel…ma non mi aspetto che ci venga in aiuto”
“Un Re? Addirittura?”
“Già. E con una tigre ammaestrata”
“Sentito Sammy? Una Tigre!” a Dean si illuminano gli occhi.
 
Dopo pochi minuti, arriva l’ospite atteso.
I due fratelli sono sorpresi, vedendo che indossa gli abiti di un prete.
Rick si alza e va verso di lui
“Mi hai mandato a chiamare. E’ successo qualcosa?”
“Vieni. Ho una sorpresa per te” e dicendo questo, accompagna l’amico davanti a Castiel.
“Gabriel, questo è Castiel, un Angelo del Signore!”
 
Gabriel sgrana gli occhi, guarda Rick pensando che sia uno scherzo.
Castiel lo sta fissando, con un sorriso sghembo.
Gabriel torna su di lui “Tu…tu saresti cosa?”
“Un Angelo. E per me è un onore conoscere un così devoto emissario di mio Padre”
Gabriel non sa cosa dire. Rick ride sotto i baffi, e alla fine chiede a Castiel di fare come con lui prima.
Castiel posa quindi una mano sulla fronte di Gabriel, che però non crolla. Semplicemente, i suoi occhi si illuminano in uno sguardo estatico.
Poi si inginocchia “L’onore è mio”
Castiel è imbarazzato “Alzati, ti prego. Tra l’atro porti il nome di un Arcangelo. Uno dei miei fratelli più cari”
“Cosa? Tu conosci Gabriele? E allora anche Raffaele e Michele…”
“Li conoscevo. Sono tutti morti. Gabriele però, ha combattuto al nostro fianco contro Lucifero.” Castiel ora ha un’espressione cupa.
“Morti?” Gabriel si siede “Rick…credo di aver bisogno di bere”
“Sì. Lo capisco”
 
Anche Gabriel viene aggiornato. Ogni volta che ripete quello che è successo, a Rick sembra sempre più assurdo. Forse questa volta, è davvero impazzito.
 
Mangiano. Il cibo non è molto. Devono dare metà delle loro scorte a Negan.
 
Ad ogni nuovo aneddoto sul padre, ai ragazzi corre un brivido lungo la schiena.
Sono davvero in pensiero. Un padre risorto e senza un’anima, che si diverte a spaccare la testa della gente.
Non sanno se potranno sopportarlo.
 
Dopo il pranzo, Rick invita i fratelli a seguirlo, e con loro anche Daryl. Vuole mostrargli cosa stanno preparando.
 
“Vedrete. Abbiamo raccolto molto esplosivo. Sarà un’autobomba ad accoglierlo”
“Un’autobomba?” Sam e Dean sono sempre più perplessi. Con cosa si troveranno ad avere a che fare, se addirittura queste persone hanno deciso di costruire una bomba?
 
Si avviano quindi fuori, verso il mezzo che verrà usato.
Ad un tratto, Rick e Daryl si girano e gli puntano le pistole armate



D’istinto, i due fratelli alzano le mani “Che succede?” chiede Dean. E ha paura.
“Presto incontrerete vostro padre” spiega Rick “Ora…io posso anche fidarmi di voi. Ma chi mi dice che vedendolo non passerete dalla sua parte? Cosa dovrei fare, ditemelo. Chiudervi in una cella e tenervi nascosti? Provare a usarvi contro di lui?”
“Nessuna delle due cose” dice Sam “Perché come abbiamo detto, a lui non importa che noi siamo i suoi figli. Quindi non fa alcuna differenza. Ma se ha fatto quello che dite, vogliamo combattere con voi”
“Perché?” ringhia Daryl “E’ sempre vostro padre. Perché dovreste combatterlo?”
Stavolta è Dean a rispondere “Perché abbiamo imparato già da tempo, che esiste un ordine naturale delle cose, e che ciò che è morto, deve restare morto”
E la sua espressione è davvero seria ma anche contrita.
Anche uno come Daryl capisce che il ragazzo è sincero.
Abbassa l’arma per primo, e Rick a quel punto lo segue.
“Non vorrei essere al vostro posto” aggiunge Daryl, con aria di comprensione
“Nessuno in nessuna era, passata presente o futura, vorrebbe mai essere al nostro posto, fidati” conclude Dean.

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Capitolo 5
*** RICK GRIMES ***




Sembra che il punto sia stato chiarito.
Sembra che Rick e Daryl abbiamo deciso di fidarsi.
Sembra.
Ma la verità è che nemmeno Sam e Dean hanno idea di come reagiranno rivedendo il padre. O peggio, di come reagirà lui.
 
Rick fa loro strada. Li aiuteranno nei preparativi.
I due fratelli li seguono, distanti forse tre metri.
“Dean…forse dovremo dire loro del bunker”
“Già. Ci ho pensato, quando ho visto la bambina”
I due aspettano giusto qualche secondo, poi chiamano Rick
“Senti…hai due figli” comincia Dean “e una ha solo pochi anni”
“Quale è il punto?”
“C’è un posto. Un posto sicuro, intendo. Non possono certo starci tutte queste persone…ma i tuoi figli sarebbero al sicuro. Se avete malati, se ci sono persone che non possono combattere…sarebbero al sicuro”
Rick aggrotta la fronte. Un posto sicuro dagli zombie e da Negan?
“E’ lì che vivete?”
“Noi? No. Abbiamo scelto di vivere in quella che una volta era casa nostra”
“Non capisco…perché?”
“Perché?” Dean abbozza un sorriso “perché questi sono solo zombie…”
 
E Rick guarda Daryl per un momento. Non riesce a immaginare la portata di quello che devono aver vissuto i due fratelli, per dire così. Ma inizia a farsene un’idea.
“Che posto sarebbe, quindi?”
“E’ un Bunker…a mezza giornata di viaggio”
“Un bunker? Ma dite sul serio?” e stavolta è Daryl a parlare.
“Sul serio…”
“E ha tutto. Corrente, acqua calda…forse occorrerà portarci del cibo. Ma davvero, non manca nulla”
“Rick…forse dovresti pensarci. Per Judith e Carl, dico”
“Carl non ci vorrà andare mai. Lui vuole combattere”
“Lo capisco. Si vede che è tuo figlio” dice quindi Sam “Ma quanto ha? Quattordici anni? E’ un ragazzino…”
“E’ un soldato. E comunque, avete detto a mezza giornata di viaggio? E come faremo ad arrivarci senza essere fermati dagli uomini di Negan? Non abbiamo il tempo per organizzarci. E non esiste che io mi allontani da loro”
Sam insiste, può portarla Castiel.
Rick è indeciso. Vuole la sua famiglia lì, ad Alexandria.
Dice solo che ci penserà.
Nessuno aggiunge altro, ma i due fratelli non possono nascondere la loro perplessità, nemmeno Daryl che in fondo Rick lo capisce e conosce bene.
 
“Quindi adesso?” ed è Dean a cambiare discorso.
“Adesso ci darete una mano. Ci sono molte cose da fare. A voi, ci penserà Aaron. Vi darà istruzioni”
“Immagino vi stiate preparando da tempo…”
“Sì. Negan avrà l’accoglienza che merita. Abbiamo armi. Abbiamo persone. Non possiamo perdere. E trovare quell’esplosivo, è stata davvero una botta di fortuna inaspettata”
Rick ha un tono deciso, rabbioso. Ma si sente che ha paura. Forse non per se stesso, ma ha paura.
Negan l’ha terrorizzato, e questo pensiero non abbandona i due fratelli.
“Cosa ti aspetti da noi?” chiede quindi Sam.
“Se vorrete salutare vostro padre un’ultima volta…lo farete da dietro le mura di Alexandria” risponde senza esitare Rick.
E a quella frase, Sam e Dean non possono fare a meno di guardarsi preoccupati.
L’ultimo saluto al padre? E se ci fosse una sola possibilità di salvarlo?
Di riaverlo?
Alla faccia dell’ordine naturale delle cose, è il pensiero di Dean.
 
Ad Alexandria i compiti sono stati assegnati: chi si occupa delle armi, chi si allena e chi allena. Recinzioni da controllare, pochi fidati che preparano la bomba.
Nello scorrere della giornata, Sam e Dean hanno modo di conoscere altri. Vengono squadrati, evitati, osservati di nascosto.
I figli di Negan e il loro amico in trench. Sì, perché Rick ha ben pensato che far girare la voce sull’angelo non fosse una buona idea.
Castiel di fatto osserva. Carl sta con loro il più possibile tempestandoli di domande.
Ad ogni domanda, Dean risponde “Non ora, ragazzino” mentre Sam tenta di essere più comprensivo, anche se in effetti, non è il momento per raccontare i loro trascorsi. E nemmeno ne hanno voglia.
“Hai i libri no? Leggiti quelli!” sbotta alla fine Dean.
Carl lo manda a quel paese “Non trattarmi come un bambino”
“Ma sei un bambino. Alla tua età dovresti pensare ai video-giochi e alle ragazzine”
e stavolta non è solo Carl a sgranare gli occhi a quella frase, ma anche Sam “Video-giochi? Dean…ma in che anno pensi di stare? Anzi, in quale universo parallelo? No, perché nel mio mondo questo ragazzino è cresciuto combattendo i non-morti. Non è tanto diverso da noi!”
E Dean è costretto ad abbozzare. Ha detto un’enorme cazzata, e quindi deve scusarsi con Carl. Anche se il suo istinto protettivo lo vorrebbe fuori da tutto quello.
I due fratelli non hanno interagito con molte persone, negli ultimi anni, e forse quello è il gruppo più grande con cui hanno avuto a che fare. Si sono trovati in mezzo a una faida che è una vera e propria guerra, e un ragazzo non dovrebbe farla, una guerra.
Ma Sam ha ragione. In un altro mondo, in un altro universo…
 
Il ragazzo però si rivela utile.
Non è facile avere informazioni. Gli uomini di Alexandria si fidano di Rick ma non di loro.
L’unico che risponde è, guarda caso, Carl. Rick e Daryl si sono volatilizzati, impegnati a coordinare tutto.
Quindi, i tre raggiungono un patto: per ogni informazione che Carl gli darà, loro gli
racconteranno qualcosa sulla loro vita. E su John. Il John che loro conoscono.
Vengono a sapere quindi di Eugene, che era uno di loro e ora si è votato ai Salvatori.
Sì, perché lo scoprono ora che il gruppo di Negan si fa chiamare così.
I Salvatori.
Di Maggie, la moglie di Glenn. Lo stesso Glenn ucciso da loro padre. Uno dei migliori amici di Rick. E Maggie è ora alla guida di Hilltop, ed è incinta.
Di Carol, che ora vive vicino al Regno. Isolata.
 
Ma i due fratelli vogliono capire chi sia Rick. Chi sia l’uomo che guiderà lo scontro.
Perché no, non lo hanno inquadrato.
Carl lo adora, lo ammira, ma “Ha perso la fiducia nelle persone” dice il figlio.
E quando i due cercano di capire, Carl non sa esattamente come spiegarlo.
Perché anche la loro, di storia, è lunga. Quella di Rick lo è. E Carl riesce a dar giusto qualche accenno partendo da Atlanta, dal ricongiungimento col padre, creduto morto. Parla di come hanno incontrato Maggie e la sua famiglia, che non c’è più.
Riesce anche a raccontare della madre. Non piange più, quando ricorda quel giorno. Il giorno in cui le ha sparato in testa.
 
E alla fine, parla di Alexandria. Di come era quando ci sono arrivati. Di Jessie. Dei Lupi.
 
Decisamente, Carl non è un ragazzino. E Rick forse ha davvero smesso di credere nelle persone.
Hanno perso molti amici e familiari in pochi anni. Hanno perso quasi tutto.
 
Quando arriva la sera, Sam e Dean sono ospiti di Rick, che ha approntato per loro un letto fatto di coperte, in salotto. In fondo, nemmeno lui e Michonne dormono più in un vero materasso. Altro regalo di Negan.
 
Rick si concede di giocare molto con la figlia. Carl lo aggiorna su quello che ha scoperto della vita dei fratelli.
Michonne sorride.
Osserva in silenzio sorseggiando del caffè.
E’ molto materna con Carl e Judith.
Eppure, Sam e Dean preferiscono starle a distanza. Lei di loro non si fida, e loro non si fidano di una donna con una katana che li guarda storto.
 
Finalmente, vanno tutti a letto.
Ma nessuno dorme.
Sam e Dean sono arrivati lì proprio per avere informazioni su loro padre. Le hanno avute.
Quello che hanno scoperto è peggio di qualsiasi cosa avrebbero potuto immaginare. Probabilmente quando lo vedranno, sarà per l’ultima volta.
Ma anche fosse, e già questo pensiero li tormenta, perché John Winchester è stato riportato tra i vivi? E questa sì, che è una bella domanda.
 
Il giorno dopo a svegliare i fratelli è una ragazza che non conoscono. Ha in braccio la piccola Judith.
“Dove sono gli altri?”
Chiede Sam per primo.
“Vi stanno aspettando” è la risposta che ricevono “Vi ho preparato la colazione”
“Ma se hai appena detto che…?”
“Sì. Ma non partiranno senza di voi”
“Partire? Per dove?”
“Per una missione” e a parlare è Rick, appena entrato “e sì, non vi abbiamo svegliato perché non sapevamo se farvi venire con noi. Invece, direi che è la vostra occasione per dimostrarci che volete collaborare”
Rick vomita tutto d’un fiato quelle parole, senza lasciar intuire niente ai due.
Ma Castiel, prima invisibile, ora si palesa “Vogliono andare a parlare con un gruppo poco lontano da qui”
Rick ha un sussulto “Ci hai spiati?”
“Vi ho osservati di nascosto, certo”
“Quale gruppo?” chiede quindi Dean
“Beh…Tara li ha incontrati. Dice che hanno molte armi…”
“Quindi è di questo che si tratta. Volete le loro armi”
“Io vorrei che combattessero con noi, ma sì…mi prenderò comunque le loro armi”
I due fratelli si guardano. Questa cosa non gli piace. Affatto.
“Non è stata una decisione semplice” prosegue Rick “non lo è stata per Tara, che aveva fatto una promessa. Ma come vi ho detto, siamo in guerra. Finite la vostra colazione. Si parte fra pochi minuti” ed esce senza dare il tempo a nessuno dei due di dire alcunché.
 
Come escono, conoscono Jesus. Di Hilltop.
Castiel sorride, quando si presenta “Il nome ti si addice, ma Lui era molto diverso”
I due fratelli sgranano gli occhi, interrompendo subito l’Angelo e allontanandolo. Jesus resta con un’espressione interrogativa sul volto, ma alla fine conclude che quel tipo sia solo strano.
Daryl però gli dà una pacca sulla spalla “Ricordami di dirti una cosa dopo, amico” e si allontana, lasciando lì Jesus fronte aggrottata a chiedersi perché Daryl stia ridendo.
 
Il gruppo è formato da una decina di persone, tra cui una ragazzina, forse dell’età di Carl. Enid. E anche lei ha un fucile.
 
Dean e Sam montano nella stessa auto con Rick. Riprendono le loro pistole, e dei coltelli.
Durante il tragitto, Rick illustra loro il piano.
Spiega anche che Oceanside ha provato a ribellarsi a Negan, senza successo. E per questo, tutti i maschi del villaggio sopra i dieci anni, sono stati uccisi.
Ed eccola, un’altra storia su John.
E iniziano a pensare di averne abbastanza, di non voler sapere altro.
 
“E cosa succederà se faranno resistenza?” a Dean questa cosa non piace. Affatto.
Rick non li guarda. E’ intento a guidare “Niente. Non ho intenzione di fare del male a quelle persone. Credo che su questo siamo d’accordo”
Dean sbuffa, poi guarda il fratello che tiene le braccia incrociate al petto. Nemmeno a Sam piace questa cosa. Affatto.
Ma loro lì non comandano nulla. Anzi, se non fosse stato per Castiel, non sarebbero sopravvissuti due minuti faccia a faccia con Rick Grimes.
E’ chiaro che sappia il fatto suo, e che in una battaglia, persino loro gli affiderebbero le loro vite. Quello che non sanno, è fino a dove sia capace di spingersi per vincerla, questa battaglia.
 
Arrivati vicino al villaggio, scendono dalle macchine e proseguono a piedi. Nascondendosi. Solo Tara va avanti.
Rick fa salire Michonne su un albero. E’ un’ottima tiratrice. Ha un fucile di precisione con sé.
Tara si avvia all’accampamento.
Raggiungerà l’abitazione di Natania, il loro leader, e Cyndie, sua nipote. Cercherà di convincerle a combattere, o a dar loro le armi spontaneamente.
 
Intanto, Rick e gli altri approntano dell’esplosivo fuori dal perimetro. Questo sarà il diversivo, per riunire tutti e poterli controllare mentre loro saccheggiano l’armeria.
 
Sam e Dean sono con Daryl e Jesus.
Stanno sistemando alcuni candelotti di dinamite.
“Dovevo provare a fermare Rosita e Sasha” dice Jesus “se avessero aspettato un altro giorno…” ed è triste. E preoccupato.
“Sasha ha un’ottima mira. E Rosita sa badare a se stessa” cerca di tranquillizzarlo Daryl “Saranno già tornate a Hilltop…o almeno lo spero. Parecchie persone devono ancora morire…”
“Chi sono Sasha e…”
“Rosita”
“Rosita, sì”
Jesus sospira “Due amiche. Sono andate al Santuario. Per uccidere Negan”
“Al Santuario?”
“Sì. Così la chiamano, la loro base” risponde Jesus in un sorriso storto.
“Sono andate ad affrontare…ad affrontarlo da sole?”. No. Dean non riesce proprio a dirlo quel nome.
“Hanno un conto in sospeso con lui” risponde Daryl “Abraham era il compagno di Rosita, poi lo è stato di Sasha”
E nessuno chiede più nulla.
Perché una delle prime cose che hanno saputo i due fratelli, è stata proprio che John ha spaccato la testa di Abraham e di Glenn.
 
Attendono. Gli esplosivi verranno fatti saltare a un orario stabilito, se Tara non darà il segnale.
 
Le donne rifiutano la proposta di Tara di lottare con loro, e il gruppo di Rick dà il via al piano.
Una prima esplosione.
 
Gli abitanti dell’accampamento iniziano a correre verso l’armeria.
Un colpo ben mirato: Michonne li blocca.
Altre esplosioni, per radunarli tutti.
Daryl intima di mettere le mani sulla testa.
Jesus quasi li implora in un “Perfavore”.
In pochissimi minuti, vengono accerchiati e costretti in un angolo. A una di loro vengono legate le mani.
Daryl fa un segnale a Michonne. La situazione sembra sotto controllo.
 
“Tutte giù!” “State tutte calme” “Nessuno si farà del male” “Vogliamo che vada tutto nel modo più pacifico possibile. Se collaborate sarà così”
Questo viene detto a tutte loro.
 
Sam e Dean si guardano. Ci sono anche dei bambini, lì in mezzo…
 
“Abbiamo fatto molto rumore” inizia Rick “Vogliamo concludere in fretta, così qualcuna può deviare qualsiasi cosa stia arrivando. Tara ha detto che le vostre foreste sono libere. Non vogliamo correre rischi: Nessuno Deve Farsi Male” dice deciso.
“Si tratta solo di quello che avete” continua “quello che ci serve”.
Ma improvvisamente, arriva Natania. Ha preso in ostaggio Tara e le tiene una pistola puntata alla testa. Dietro di loro, Cyndie.
“Nessuno prenderà niente!” Urla la donna “dovete lasciarle andare tutte, e andare via subito…andate via o la uccido”
Rick non si scompone “Vi lasceremo in pace….ma prenderemo le vostre armi. Questo è più che sicuro”
 
Dean deglutisce. Davvero Rick rischierebbe così la vita di Tara?
 
“Sei Natania, vero?” continua Rick “metti giù la pistola…e parliamo di quello che possiamo cambiare”
Ma Natania non lo vuole stare a sentire. Vuole solo che vadano via subito.
Tara guarda in alto e urla “Michonne no!”
E’ chiaro che la donna tiene sotto tiro Natania.
“Voglio che ci lasciate in pace”
“Sì, vi lasceremo in pace….ma lasciala andare. Adesso. Oppure…ti uccideremo. Nessuno di noi lo vuole…”
 
I due fratelli si guardano.
Rick non ha il tono di chi bluffa…tutt’altro.
 
“Vogliono che affrontiamo i Salvatori” se ne esce quindi Cyndie, guardando le sue compagne.
Quelle parole sembrano scuoterle.
Ma la loro leader non ne vuole sapere “Ci abbiamo provato, abbiamo perso. Troppo. Non perderemo altro. Ne le nostre armi, ne la nostra sicurezza. Non dopo quello che abbiamo fatto per arrivare qui”
“Noi vinceremo!” Tara ci vuole provare ancora “con le vostre armi. Con o senza il vostro aiuto” e rivolge anche lei uno sguardo alle donne inginocchiate.
 
“Natania, metti giù la pistola” prova a intervenire Dean.
Rick lo guarda un momento, aggrottando la fronte. Ha capito che Dean non condivide quello che succede lì, in quel momento.
“Se mi uccidi morirai” aggiunge Tara “ il mio gruppo prenderà le armi e non cambierà niente!”
 
Le altre si guardano. Si sente bisbigliare. Una di loro interviene “Forse dovremo provare”.
E a quelle parole Cyndie si rivolge di nuovo a Natania “Sì…nonna, basta. E’ finita…devi parlarne con loro”
“Non è finita! Hanno dimenticato…tutte voi avete dimenticato. Qualcuno di voi vuole davvero affrontarli? Dopo quello che abbiamo passato? Possono prendere le nostre armi…ma lasciare questo posto per combattere…dopo quello che abbiamo passato…”
 
Sam improvvisamente sente qualcosa “Dean” prova a dire.
Ma il fratello è teso. Non lo considera. Fissa Rick e avrebbe solo voglia di andargli addosso e far finire tutto.
Natania continua…urla a tutte di ricordare.
“Dean” insiste Sam.
Il fratello si gira e proprio in quel momento si sente urlare Michonne “Rick! Vaganti” e poi inizia a sparare.
Le esplosioni ne hanno attirati tanti.
 
Cyndie approfitta della distrazione di Natania per colpirla alla testa e liberare Tara.
 
“Tutte indietro!” urla Rick “mettete i bambini dietro di noi, stanno arrivando”
“Unitevi a loro in prima linea, coltelli pronti! Solo i morti, Solo i morti!” urla Cyndie.
Rick libera la ragazza a cui aveva legato le mani e le dà il coltello
“Ascoltate…Sparate entro tre metri dalla linea, e basta!”
In pochi secondi sono circondati “Ora!” comanda Rick, e iniziano a sparare.
Sono tutti ben armati. Michonne non sbaglia un colpo.
 
Sam e Dean non si ricordano l’ultima volta che ne hanno visti così tanti.
Non sprecano munizioni, li affrontano direttamente col coltello.
Dean quasi si diverte. In fondo, è un cacciatore. Gli manca l’adrenalina.
 
In due minuti è tutto finito.
 
Si guardano intorno, nessun ferito.
Rick stringe la mano alla ragazza prima legata.
 
Ma è Natania la prima a parlare, mentre si allontana “Non combatteremo insieme a voi, quindi prendete le vostre dannate armi e andate via!” dice rabbiosa.
 
Le donne del villaggio, non ne sono contente. Si vede.
Vorrebbero combattere anche loro.
 
L’armeria viene svuotata. Completamente.
Gabriel è perplesso “Non ci serve tutto questo, vero?”
“Sì, sì ci serve” gli risponde però Rick, per poi allontanarsi. Ma Gabriel non è convinto.
 
Tara saluta quindi “Le riporteremo quando sarà finita” dice a Cyndie, che le risponde che lei vuole andare con loro. Che molte lo vogliono. Ma dice anche che devono decidere tutte insieme “Mia nonna crede che morirete”
“Sì beh…lei si sbaglia su molte cose”
 
Alla fine, l’ultima parola che dice Tara è Grazie.
“Grazie a te. Per quello che fai” è quello che le risponde Cyndie.
 
I due fratelli sono dietro lei e Rick, quando lui le chiede se stia bene. Lei annuisce, dice che no, non si sente in colpa.
 
Si allontanano tutti, quindi, per tornare ad Alexandria.
Dean tace, mentre cammina a passo spedito verso le auto con Sam accanto.
Non si son fatti un’idea. Ma hanno visto Rick preoccuparsi dei bambini. Preoccuparsi per Tara.
Ma anche irremovibile nel volere quelle armi.
Forse sono loro che non hanno ancora capito chi sia davvero Negan e di cosa possa essere capace, per averli spinti a tanto.
 
Rick si avvicina a loro “Visto? Nessuno si è fatto male”
Sam accenna un sorriso mentre Dean annuisce “Questa gente” dice indicando quelli del gruppo che hanno partecipato alla spedizione “e la gente di Alexandria, ti seguirebbe anche se ti gettassi in una fossa di leoni. E capisco perché”
Rick sorride.
Un sorriso rilassato che Dean gli vede fare per la prima volta da che sono lì.
“Vinceremo noi” lo sente ripetere.
 
Ma quella morsa nello stomaco non abbandona ne Sam ne’ Dean.
Perché sono tutti lì per un motivo: Negan.
E purtroppo, è loro padre. Nonostante tutto.
 
Sam e Dean siedono accanto, al ritorno.
“Cosa ne pensi?” chiede il minore
“Di cosa?”
“Perché ci hanno portato con loro, oggi? La nostra presenza è stata quasi inutile”
“Parla per te, Sammy! Ho fatto fuori qualche zombie. Avevo bisogno di sgranchirmi le ossa”
“Dean…hai capito”
Sì. Dean ha capito benissimo. Almeno la domanda del fratello, perché riguardo al motivo per cui siano lì, beh…quello è tutta un’altra storia.
Scuote quindi il capo, incapace di rispondere.
“Sai” riprende Sam “forse vuole farci sentire parte della squadra…”
“Ha paura che lo tradiremo? Che alla fine quando rivedremo papà, andremo con lui?”
“L’hai chiamato papà…fa strano”
“Tutto questo è strano. In cosa ci siamo infilati, Sam?”
“Non ne ho idea”

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