Red Cricket random moments

di Nao Yoshikawa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** #1 Risveglio ***
Capitolo 2: *** #2 Aspettando la luna piena ***
Capitolo 3: *** #3 La notte ***
Capitolo 4: *** #4 Gelosia ***
Capitolo 5: *** #5 Un fidanzato per Granny ***
Capitolo 6: *** #6 Di profumi e messaggi compromettenti. ***
Capitolo 7: *** #7 Incontri sotto la pioggia ***
Capitolo 8: *** #8 Serata hot... più o meno... ***
Capitolo 9: *** #9 TV ***
Capitolo 10: *** #10 Adorabile ***
Capitolo 11: *** #11 Rosso ***
Capitolo 12: *** #12 Soprannomi ***
Capitolo 13: *** #13 Macchina rotta ***
Capitolo 14: *** #14 Vestiti striminziti ***
Capitolo 15: *** #15 Vino ***
Capitolo 16: *** #16 Proposta ***
Capitolo 17: *** #17 Abiti e fiori ***
Capitolo 18: *** #18 Ansia ***
Capitolo 19: *** #19 Insieme per sempre ***
Capitolo 20: *** #20 Disordine ***
Capitolo 21: *** #21 Raffreddore ***
Capitolo 22: *** #22 Compleanno ***
Capitolo 23: *** #23 Peggy ***
Capitolo 24: *** #24 Amici ***
Capitolo 25: *** #25 Cuccioli ***
Capitolo 26: *** #26 Famiglia ***
Capitolo 27: *** #27 Nausee mattutine e voglie ***
Capitolo 28: *** #28 Nomi ***
Capitolo 29: *** #29 Vestitini ***
Capitolo 30: *** #30 Ecografia ***
Capitolo 31: *** #31 Fuori forma [?] ***
Capitolo 32: *** #32 Luna ***
Capitolo 33: *** #33 Notti insonni ***
Capitolo 34: *** #34 Mezzosangue ***
Capitolo 35: *** #35 Un'ora d'aria ***
Capitolo 36: *** #36 Piccoli amici ***
Capitolo 37: *** #37 Dov'è Luna? ***
Capitolo 38: *** #38 Favole della buonanotte ***
Capitolo 39: *** #39 Tuoni e fulmini ***
Capitolo 40: *** #40 Natale ***
Capitolo 41: *** #41 Piccoli amici pt.2 ***
Capitolo 42: *** #42 Nuovi arrivi ***
Capitolo 43: *** #43 Capricci ***
Capitolo 44: *** #44 Luna piena per Luna ***
Capitolo 45: *** #45 Diana ***
Capitolo 46: *** #46 Gelosia fraterna ***
Capitolo 47: *** #47 Vendesi Diana ***
Capitolo 48: *** #48 Richiami da scuola ***
Capitolo 49: *** #49 Missione baby sitter ***
Capitolo 50: *** #50 Tempo libero? ***
Capitolo 51: *** #51 Primi fidanzatini? ***
Capitolo 52: *** #52 Teenager ***
Capitolo 53: *** #53 Traumi! ***
Capitolo 54: *** #54 Archie e i suoi complessi ***
Capitolo 55: *** #55 Vestiti rubati ***
Capitolo 56: *** #56 Appuntamento ***
Capitolo 57: *** #57 Sigarette ***
Capitolo 58: *** #58 Crescere ***
Capitolo 59: *** #59 College ***
Capitolo 60: *** #60 Pronta? ***



Capitolo 1
*** #1 Risveglio ***


#1 Risveglio

 

Quando Archie entrò non poté fare a meno di sospirare sconfortato.

Erano le sette del mattino, e se la sua giornata iniziava in quel momento, quella di Ruby finiva nello stesso istante.

La ragazza doveva sicuramente essere rientrata non più di mezz’ora prima, dopo una nottata per niente tranquilla.

Archie conosceva lo spirito un po’ libertino di Ruby, sempre in cerca di avventure e divertimenti, uno dei tanti lati del suo carattere che lo avevano fatto innamorare.

Si inginocchiò per guardarla in viso: malamente distesa sul divano, con ancora addosso i soliti abiti succinti e molto, forse troppo, provocanti, Ruby si era addormentata, con un’espressione stanca e anche le labbra dipinte di rosso rossetto.

Cosa doveva fare con quella ragazza? Alle volte era così incorreggibile…

“Ruby...” - sussurrò piano il suo nome. Lei si mosse appena, mugolando.

“Ancora cinque minuti” - si lamentò.

“Immagino… un’altra serata troppo movimentata, eh?” - domandò con un tono misto tra l’apprensione e la dolcezza.

Solo a quel punto Ruby aprì un occhio per guardarlo.

“Beh, perché lo dici così? Potevi venire con me, se proprio ci tenevi”

“Lo sai che le discoteche non fanno per me” - disse concedendole un sorriso

Ruby alzò gli occhi al cielo. Archie molto spesso era così apprensivo e razionale, cosa che andava perfettamente ad armonizzarsi con il suo carattere decisamente spericolato e intrepido.

“Adesso devo andare a lavoro. Prima però ti preparo un caffè, così ti svegli, ok?” - disse gentilmente.

Ruby non rispose. Insomma, non era di certo una bambina. Ma adorava quelle attenzioni.

“Quando esci mi compri delle aspirine? La testa mi sta scoppiando...” - piagnucolò.

“Va bene...”

Lei sorrise.

“Sei un angelo”

Archie sospirò. Bisognava proprio essere degli angeli per avere tutta quella pazienza

“Lo so”

 

Notuccia:
Dovevano essere delle drabble in realtà, ma non ho capacità di sintesi, sono brava.
Io non lo so, 'sti due insieme mi piacciono proprio, sembrano così opposti eppure così complementari
E direi che forse il fatto di ruolarli ha fatto il resto.
Una scena del genere comunque me la immagino tipo tantissimo

 

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Capitolo 2
*** #2 Aspettando la luna piena ***


#2 Aspettando la luna piena

 

“Ti prego Ruby, sta calma, ok?”

Ruby era irriconoscibile, e i suoi occhi erano diventati di un innaturale colore giallo.

“Lasciami in pace! Non sono dell’umore giusto per parlare con nessuno, tanto meno con te!” - esclamò digrignando i denti.

“Ma...” - Archie fece per dire qualcosa, ma capì che sarebbe stato meglio non parlare, anche perché era già stato morso.

Sul dorso della sua mano destra vi era il chiaro segno di denti, di canini per la precisione. Tutto ciò solo perché aveva provato a farle una carezza.

Quando la luna piena di avvicinava Ruby tendeva a diventare un po’… intrattabile.

Proprio male non era, visto che quando tutto passava, tornava ad essere estremamente affettuosa e dolce… il problema era il prima.

Improvvisamente Archie si rese conto di come la ragazza avesse preso a singhiozzare.

“E adesso cosa c’è?”

“Tu non mi capisci, non pensi ai miei sentimenti!”

“Io? Guarda che...”

“Sta zitto! - lo fulminò con lo sguardo – non parlare, altrimenti ti azzanno di nuovo, chiaro?!”

Archie sospirò, ma non si arrabbiò. Non si arrabbiava mai, perché capiva che probabilmente non doveva essere facile convivere con un’identità da licantropo che ogni mese prendeva il sopravvento.

Per questo preferiva non infierire e lasciarle sbollire la rabbia… per conto suo.

Così fece anche quella volta. Uscì di casa e si diresse alla tavola calda di Granny.

Quando entro prese un caffè, nella speranza che il suo mal di testa passasse.

“Salve dottor Hopper!”

Ad averlo salutato era stato Henry, suo ex paziente.

“Ciao Henry – gli rivolse un sorriso – tutto bene?”

“Io sì, e lei? - domandò osservando la sua espressione – come va con Ruby?”

“Eh… insomma – sospirò – Ruby si sta avvicinando ad un periodo del mese che la rende piuttosto nervosa...”

“Ah, la capisco perfettamente – disse ridendo – anche Violet è così… e finisco sempre con il divenire il bersaglio dei suoi malumori”

Archie gli concesse un sorriso. Non era certo che stessero alludendo alla stessa cosa, ma una cosa era certa: la situazione di Ruby era ben peggiore.

Forse...

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Capitolo 3
*** #3 La notte ***


#3 La notte

Le lancette dell’orologio scandivano i secondi con un sonoro ticchettio.

Ruby dormiva, o quanto meno ci provava. Come se si fosse trovata dentro il peggiore film horror, spalancò uno dei due occhi chiusi, lanciando un calcio ad Archie, il quale dormiva accanto a lei, con la testa poggiata sulla sua spalla.

“Ah! - esclamò – che c’è, che ho fatto?!”

“Dico, vuoi spostarti oppure no? - borbottò assonnata – mi fai mancare l’aria”

“Andiamo, voglio solo starti vicina”

“Stammi vicina da lontano. Fa come Pongo, che se ne sta ai piedi del letto senza disturbare nessuno” - disse affondando il viso sul cuscino.

Archie gli si avvicinò, cercando di addolcirla.

“E’ solo che non riesco a starti lontana...”. Ruby sollevò il capo, sorridendo a sua volta.

Ma immediatamente dopo lo spinse giù dal letto, con semplicità.

“Oh, non c’era bisogno di essere così violente” - borbottò Archie tirandosi su.

Nel frattempo Pongo si era svegliato, e scodinzolando aveva preso il suo posto accanto a Ruby.

“Amorino! - quest’ultima si dimostrò entusiasta – stai pure qui, come sei carino!”

“Scusa, io ora dove dovrei dormire?” - domandò contrariato.

“Non so cosa dirti tesoro, o lo metti giù tu oppure dormi a terra” - affermò la ragazza divertita.

“Pongo – chiamò Archie – avanti, scendi subito, accuccia”

Il Dalmata però non sembrava intenzionato a spostarti. Anzi, si era accoccolato accanto a Ruby, la quale si era fatta scappare un “aw” di dolcezza.

“Mi dispiace, ma non mi sembra intenzionato ad ascoltarti – gli lanciò un cuscino – beh, buonanotte!”

Archie guardò accigliato Pongo.

“Traditore...”

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Capitolo 4
*** #4 Gelosia ***


#4 Gelosia


Pongo adorava Ruby, e non era difficile capire il perché. Dopotutto erano più simili di quel che sembrava, avevano un legame di empatia piuttosto particolare.

Peccato che l’adorabile Dalmata pareva essersi dimenticato chi fosse effettivamente il suo padrone.

Era sempre stato un cane abbastanza tranquillo, solo che ultimamente Arche faticava a farsi ubbidire… lui, perché invece a Ruby non aveva alcun problema, e non solo.

Il cane preferiva di gran lunga fare le feste e dare tutte le attenzioni alla ragazza, la quale adorava passare il suo tempo con lui.

Per questo Archie si era sentito tradito. Insomma, Pongo era sempre stato il suo amico più fidato.

E Ruby la sua fidanzata. Ma entrambi si comportavano come se non esistesse.

“Oh, ma che bravo cane che, che bravo cane! - esclamò Ruby accarezzando la testa del cane – non è vero Archie?”

Quest’ultimo però accanto a lei, leggeva, anzi, faceva finta di leggere.

“Sì, sì… proprio bravo...” - disse distrattamente.

“Avanti Pongo, prendi la palla!”- esclamò Ruby lanciando l’oggetto.

Immediatamente Pongo prese a correre, tornando poco dopo con la palla tra i denti.

“Bravo cucciolino! Archie, vuoi tirargliela tu, adesso?”

Non proprio convinto, prese la palla. Ma come ovviamente si aspettava, Pongo rimase completamente indifferente, contrariamente a com’era successo prima con Ruby.

“Ah, sai che c’è, sei proprio un ingrato, ecco” - borbottò Archie.

“Oh – Ruby sorrise – mi sa che qui qualcuno è geloso...”

“Assolutamente no, non c’è alcun motivo...”

“Coraggio Pongo, fa vedere ad Archie che gli vuoi bene”

Il Dalmata si sollevò su due zampe, sfiorando con il naso umido il viso del suo padrone.

“Eh no… adesso va via, hai fatto come se non esistessi nelle ultime settimane...”

Pongo però non demorse, e prese a leccarlo.

“Oh – alzò gli occhi al cielo, sconfitto dinnanzi la sua dolcezza – sei un ruffiano. E va bene, va bene, è tutto a posto...” - disse accarezzandolo.

“Visto? - sorrise Ruby – vuole sempre più bene a te...”

“Già… anche tu vuoi sempre più bene a me, vero?”

Ruby cercò di trattenere una risata.

“Mah… chissà...”

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Capitolo 5
*** #5 Un fidanzato per Granny ***


#5 Un fidanzato per Granny

 

“Ruby, era proprio il caso?”

“Qual è il problema Archie? Non dovresti avere paura di mia nonna, lei ti conosce bene”

“Lo so che mi conosce bene, peccato che da quando ci siamo messi insieme non fa altro che trattarmi come se fossi un delinquente, se non peggio!”

“Sono la sua unica nipote, è normale che si preoccupi!” - affermò tranquillamente Ruby, passandogli davanti.

La ragazza aveva infatti deciso di invitare la nonna a casa loro per cena. Il problema è che dietro l’aspetto da vecchietta simpatica e carina si nascondeva l’indole di una donna pronta a fare di tutto pur di difendere da sofferenze la propria nipote.

“Beh, io comunque non mi sento a mio agio quando la gente mi guarda male – sospirò – però forse… c’è qualcosa che posso fare per scampare all’inevitabile”

Un’idea ben architettata cominciò a costruirsi nella sua mente.

La sera arrivò presto, e Granny si presentò puntuale.

“Nonna! - esclamò Ruby aprendo la porta – grazie per essere venuta!”

“Figurati! Devo pur vedere come te la passi, quando non ti vedo! - esclamò entrando – piuttosto, dove si nasconde il tuo uomo?”

Archie sbucò dietro di loro, sgranchendosi la voce.

“Emh, emh, sono qui. Ciao Granny, è un piacere vederti!”

“Sì, suppongo proprio che sia un piacere vederti. La tua casa è davvero – si guardò intorno – apprezzabile”

“Ah… grazie – disse sorridendo nervosamente – prego, accomodati pure da questa parte” - le fece segno di seguirlo in soggiorno.

“Ebbene – esordì Granny sedendosi – come va la vostra relazione? Tutto regolare? Ruby?”

“Sì, nonna, non preoccuparti, tutto bene” - la rassicurò.

“Ti rispetta? Si prende cura di te? - abbassò un po’ la voce – anche a letto?”

“Ma nonna!” - esclamò Ruby diventando paonazza.

“Ok, la discussione è diventata strana” - Archie si sgranchì la voce.

Fortunatamente fu salvato dal tempestivo suono del campanello.

“Chi è?” - domandò Ruby.

“Ah, ho soltanto pensato di invitare un amico” - rispose l’altro.

“Un amico, e chi?”

Archie però non rispose, mentre andava ad aprire.

“Marco – disse sorridendo – grazie per essere venuto”

L’uomo si fece avanti, un po’ intimidito in realtà.

“Grazie a te per avermi invitato. Mi sa che uno svago mi ci vuole ogni tanto”

Archie gli fece segno di seguirlo, e quando Marco e Granny si ritrovarono davanti calò un silenzio… piuttosto strano.

Il primo infatti sorrise quasi istintivamente, mentre la seconda invece… era arrossita!

Ruby non poteva crederci.

“Oh… Granny, sono decisamente contento di vederti”

“Marco – rispose lei, cercando di darsi un contegno – anche io...”

Ruby aveva iniziato a capire cosa probabilmente Archie avesse in mente.

Durante la cena infatti, quei due avevano preso a parlare, e come se fosse la cosa più naturale del mondo, si stavano avvicinando.

Ad un certo punto Ruby si era ritrovata da sola con loro due, seduta al tavolo.

Era una situazione strana per certi versi, e forse era il caso di lasciare i due… da soli.

“Amh… è finito il vino, torno subito” - inventò una scusa sul momento, per allontanarsi..

Quando fu sicura che non potessero vederla, affacciò un poco il viso dalla porta, in modo da poterli osservare. Non vedeva sua nonna con quella luce degli occhi da anni.

“Allora, sono stato bravo?”

La voce che e arrivò alle spalle la fece sussultare.

“Quindi non mi sono immaginata niente. E’ stata davvero un’idea tua?”

“Beh sì. Pensavo che magari tua nonna sarebbe tornata a trattarmi normalmente se le avessi trovato un fidanzato”

“Ah, sei un genio – sospirò – sono così carini, credo avessero entrambi bisogno di ciò...”

“E’ l’amore. Tutti hanno bisogno dell’amore...”

A quelle parole Ruby si addolcì.

“L’amore… come quello che provo per te...”

Archie sorrise, e avvicinandosi fece per posarle un bacio sulle labbra, prima che una voce squillante li facesse sussultare.

“GUARDATE CHE VI VEDO! AH, QUESTI GIOVANI D’OGGI!”

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Capitolo 6
*** #6 Di profumi e messaggi compromettenti. ***


#6 Di profumi e messaggi compromettenti.

 

Dopo una giornata abbastanza faticosa di lavoro, tutto ciò che Ruby avrebbe voluto era passare del tempo con il proprio compagno. Ma invece no, perché quest’ultimo si intratteneva con i propri pazienti anche oltre l’orario di chiusura.

Archie era troppo buono e tendeva ad aiutare tutti… il che ovviamente era un bene, se solo non fosse stata per la sua eccessiva gelosia.

Sapeva perfettamente che non ci fosse alcun motivo di essere gelosa, dopotutto vivevano a Storybrooke, si conoscevano tutti tra di loro, ed anche se fosse stato Archie non era di certo tipo da dar corda alla prima donna che passava.

Questo le diceva la sua parte razionale,perché quella irrazionale, quella più selvaggia le ordinava di tenere gli occhi aperti.

“Sono tornato!” - Archie annunciò il suo arrivo aprendo la porta di casa. Trovò Ruby seduta sul divano a braccia conserte e con le gambe incrociate.

“Ah, sei tornato – disse alzandosi – è tardi… dove sei stato?”

“Emh… a lavoro ovviamente...” - disse nervosamente, a causa dell’aura oscura che gravava attorno a Ruby.

Quest’ultima lo osservò, chinando la testa di mezzo lato. I suoi sensi ben sviluppati, ed in particolari il suo olfatto, le fecero notare che c’era qualcosa… di diverso.

Si avvicinò ancora.

“Ruby…?”

Lei lo fulminò con lo sguardo.

“Questo è profumo da donna!”

“Eh?! Ruby, ma che dici?”

“So bene quello che sento. Chi è lei?”

“Lei chi?! Ruby, stai fraintendendo tutto!”

“Ah, sto fraintendendo tutto?! - esclamò costringendolo con le spalle al muro – dimmi la verità Archie Hopper, mi stai tradendo? Perché se è così sappi che non te la farò passare liscia!”

Archie sentì l’aria mancargli.

“Ruby, non ti ho tradita con nessuna! Ho fatto tardi perché Emma aveva bisogno di parlarmi, e il profumo è il suo, è vero, ma solo perché faceva freddo e mi sembrava carino non farla congelare!”

Solo in quel momento Ruby indietreggiò, lasciandogli spazio.

“Oh… capisco – disse imbarazzata – che stupida che sono...”

“Non… ti preoccupare, non fa niente – sospirò – dai… vieni di l’ha, ho preparato qualcosa...”

Archie fece per seguirla, ma il cellulare della ragazza, poggiato sul tavolino attirò la sua attenzione.

“Ruby, ti è arrivato un messaggio...” - disse distrattamente, afferrandolo e aprendo accidentalmente l’sms. Sgranò gli occhi non appena lesse il mittente, e poi il testo:

Da: Dott. Whale

Testo: Ciao bellissima, come te la passi?

Archie strinse i pugni, sentendo per la prima volta il bisogno di uccidere qualcuno.

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Capitolo 7
*** #7 Incontri sotto la pioggia ***


#7 Incontri sotto la neve

 

Storybrooke di inverno aveva il suo fascino, e sarebbe stato un peccato rimanere a casa.

Archie e Ruby avevano deciso di fare una passeggiata per godere della visione dei fiocchi di neve che cadevano.

Lei stava attaccata al suo braccio, mentre lui portava a guinzaglio Pongo.

Vi era silenzio…. Praticamente una perfetta atmosfera romantica.

“Io vorrei una cioccolata” - affermò ad un tratto la ragazza, con gli occhi chiusi.

“E sia” - rispose Archie sorridendo. Quando però posò lo sguardo sull’altro lato della strada, si immobilizzò.

“Oh, guarda un po’ chi si vede! Dottor Hopper, Ruby!”

Ad aver parlato e ad esserci avvicinato era niente meno che il Dottor Whale, proprio lui, proprio l’uomo che ogni qualvolta guardava Ruby come se fosse stata una preda da addentare e divorare.

Ed Archie lo sapeva. E la cosa infastidiva terribilmente… forse fin troppo…

“Amh salve…. - Ruby sorrise nervosamente – dove sta andando con questo freddo?”

“Amo la neve – rispose con un certo fare teatrale – e voi invece? Passeggiata romantica?”

“Sì, esattamente – disse Archie frettoloso – ci piacerebbe tanto rimanere qui a parlare, ma purtroppo siamo di fretta, quindi, se non le dispiace...”

“Ah beh…. Immagino che che vuole passare il suo tempo da solo con Ruby. E mi sembra anche più che giusto. Dopotutto chi non lo vorrebbe? Ha accanto una ragazza che è davvero…. Una rosa...”

Nel dire ciò si rivolse nuovamente a guardare Ruby, con degli occhi… maliziosi. Ruby se ne accorse, e per quanto non avesse problemi ne sentirsi dire certe cose, in quel momento deglutì nervosamente.

“Grazie… lo so… lo so...” - rispose infatti con un sorriso decisamente finto.

La sua immensa pazienza era sempre messa a dura prova davanti a Whale.

Afferrò Ruby, trascinandosela dietro.

“Ah, Ruby – disse infine l’altro – quando torni single…. Vieni a trovarmi...”

Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Ruby vide l’espressione di Archie cambiare come non mai. Vide anche Whale voltarsi di spalle.

Infine osservò Archie abbassarsi e sussurrare qualcosa all’orecchio di Pongo. Poco dopo, quest’ultimo sfrecciò verso Whale come abbaiando.

“Ah! - esclamò il medico – che succede? Fermatelo…. AH, MI HA MORSO!”

“Archie ma….” - Ruby si voltò a guardarlo, vedendo la sua espressione incredibilmente e stranamente soddisfatta.

“Cosa? - domandò facendo spallucce – io non ho fatto niente”

La ragazza rimase lì, stralunata. Una cosa era certa. La gelosia poteva far uscire del alti delle persone molto… strani.

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Capitolo 8
*** #8 Serata hot... più o meno... ***


#8 Serata hot... più o meno...


Quando Ruby si metteva in testa una cosa era la fine. E quella volta aveva deciso che quella sarebbe stata una serata… a luci rosse.

Aveva preparato la cena con grande sforzo, cucinando per ore, visto che non era troppo ferrata. Aveva preso dell’ottimo vino rosso e aveva indossato la sua migliore lingerie… ovviamente dello stesso colore del sangue.

Insomma, tutto perfetto.

Oramai mancava poco prima che Archie tornasse. Ruby lo aspettava, osservando la fiammella della candela profumata che aveva appositamente acceso.

Cinque, dieci, quindici minuti… e non arrivava ancora. Ciò stava iniziando a spazientirla, e poi ad annoiarla, tant’è che si appisolò senza neanche accorgersene.

A svegliarla fu il rumore della porta che sbatteva.

“Sono a casa!”

Ruby sussultò, alzandosi immediatamente.

“Archie – lo chiamò stralunata, sorridendo – sei qui...”

“Scusa se ho fatto tardi, ho dimenticato di avvertirti – guardò la tavola rimandata - hai fatto tutto tu?”

“Sì, tutto io!” - rispose con orgoglio.

“Ah… sei riuscita a non bruciare niente vedo!” - scherzò. Ruby sorrise nervosamente. In realtà si aspettava qualcosa di più di quella sottospecie di complimento, ma andava bene così.

Afferrò la bottiglia di vino e due bicchieri, versandone un po’.

“Oh, grazie” - disse Archie.

“A noi - sussurrò sensualmente, portandosi il bicchiere alle labbra e bevendo un lungo sorso che la scaldò immediatamente - oh .. torno subito… aspettami… mi raccomando...”

La serata poteva avere inizio. Prima però andò al bagno, spruzzandosi del profumo ala vaniglia e passandosi sulle labbra del rossetto bordeaux,, giusto per fare un po’ di scena.

Profumata, uscì dal bagno, eccitata come non mai. Tornò in soggiorno.

“Tesorino… sono qui...”- sussurrò divertita. Dovette però rendersi ben presto conto che Archie non c’era!

Si guardò intorno con le mani sui fianchi, abbassando lo sguardo: si trovava sul divano che dormiva alla grande.

Questo era veramente troppo, era così che i suoi sforzi venivano ripagati?

Furiosa lo sovrastò, afferrandolo per la cravatta.

“Archie Hopper!” - esclamò.

“Presente! - esclamò assonnato – ah… Ruby… sei tu…?”

“E’ tutto quello che hai da dire?!”

“In che senso…?”

“In che senso?! Ho cucinato delle ore! Ti ho aspettato! Ho comprato dell’intimo nuovo di pizzo solo per te! Io detesto il pizzo, hai presente quanto sia scomodo?! Quindi adesso tu farai l’uomo e mi prenderai… o se lo farai….!”

“Mi… mi dispiace – si scusò intimorito – ma non potevi dirlo direttamente?”

Ruby si portò una mano sul viso. Era partito tutti così bene, peccato che l’atmosfera fosse stata smorzata. Seriamente era così difficile da capire?

Archie la guardò, sorridendo.

“Hei Ruby… - cercò di rimediare – sei sexy...”

Lei lo guardò in truce.

“Eh no, caro mio! Adesso fai tutto da solo!”

“Ma...”

“HO DETTO CHE FAI TUTTO DA SOLO! - gli lanciò una scatola di fazzoletti – BUONANOTTE!”

Archie sospirò tristemente, consapevole del fatto che quel suo atteggiamento gli sarebbe costato chissà quanti giorni di astinenza….

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Capitolo 9
*** #9 TV ***


#9 TV

 

A braccia conserte, Ruby sbadigliò.

“E dai Archie, non potremmo guardare qualcosa di più emozionante?” - sbuffò la ragazza fissando lo schermo acceso del televisore.

“Cosa c’è di più interessante di un documentario sull’arte Gotica?” - protestò l’altro, come se fosse stata la cosa più ovvia del mondo.

Ruby alzò gli occhi al cielo.

“Un mal di denti, ecco cosa – borbottò – io voglio guardare “L’alba dei morti viventi” “.

“Non pensarci neanche. Quei film fanno venire gli incubi”

“Fanno venire gli incubi solo a te! - esclamò mettendosi in ginocchio sul divano – e dai, ti prego!”

Archie non poté a meno di sorridere. Con le guance gonfie e quell'espressione imbronciata, Ruby sembrava una bambina.

“Non so, devo pensarci...” - la stuzzicò.

La ragazza, indispettita, salì a cavalcioni sopra di lui.

“Dammi il telecomando!” - esclamò.

“Perché? Così è divertente” - rispose sorridendo e tendendo il braccio all’indietro in modo che non potesse afferrare l’oggetto.

Ruby inarcò un sopracciglio. Forse era il caso di cambiare strategia.

“Osi forse sfidarmi, signor Hopper? Ogni volta che lo fai non ti finisce mai bene” - sussurrò suadente.

“Beh forse… forse mi piace rischiare, chissà”

Lei allora si chinò su di lui, con un’espressione e un sorriso che parlavano già da se.

Gli posò un bacio sulle labbra molto, molto passionale. Per un attimo Archie chiuse gli occhi, ma quell'attimo gli fu fatale: approfittando della sua distrazione, Ruby allungò un braccio, afferrando il tanto bramato telecomando.

“Preso! - esclamò – ah, forse dovresti essere meno ingenuo, tesoro caro...”

“Ecco, dovevo immaginarlo...” - sbuffò Archie sconfitto.

Come una bambina felice, Ruby si accoccolò al divano, cambiando canale.

“Visto che non vuoi guardare mi prendi i pop corn?” - chiese con un innocenza che gli fece fin troppa tenerezza.

Amava quel suo lato bambinesco che tanto bene di mescolava al suo essere una donna forte e sensuale.

E guardandola, non poteva fare a meno di pensare a quanto l’amasse.

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Capitolo 10
*** #10 Adorabile ***


#10 adorabile

 

“Oh, no, no, no… lo sapevo!”

Archie si guardò intorno strabuzzando gli occhi

Forse non era stata una buona idea lasciare Ruby da sola a casa quel giorno.

Soprattutto considerando il fatto che l’aveva lasciata in forma non esattamente umana.

Eppure si era raccomandato con lei di non mettere a soqquadro tutto.

E lei cosa aveva fatto? Tutto il contrario! La casa era un vero disastro, dai cuscini del divano fuoriusciva il morbido interno bianco, zampate di fango erano evidenti sul pavimento e fogli malamente strappati svolazzavano ovunque.

“Io lo sapevo che non dovevo lasciare un licantropo in giro per casa! - esclamò con una mano sulla testa – Ruby! Ruby, vieni qui immediatamente!”

Poco dopo, la testa di un lupo fece capolino dalla porta: Ruby entrò scodinzolando.

“Cosa hai combinato?! - domandò Archie esasperato – una cosa ti avevo chiesto, di non fare confusione. Non potresti imparare a trattenere i suoi istinti animaleschi?”

Il lupo iniziò a guaire, come se stesse cercando di dirmi qualcosa.

“Non mi guardare così, ti sto solo dicendo che...”

Ruby ringhiò. Ciò doveva essere il segno che fosse molto arrabbiata e che assolutamente non voleva essere contraddetta. E se Archie non stava attento lei lo avrebbe anche morso, sicuramente.

“Oh, che caratterino – alzò gli occhi al cielo – va bene, d’accordo, metto tutto a posto io… - poi ad un tratto cambiò espressione – ed io che ti avevo anche portato un bell’osso da sgranocchiare, ma se non lo vuoi posso sempre darlo a Pongo...”

A quel punto Ruby parve cambiare completamente modo di fare. Divenne immediatamente più amichevole e si sollevò sulle zampe posteriori, come a volerlo abbracciare, e a leccargli il viso.

“Va bene, d’accordo, ho capito – rise – probabilmente non potrei arrabbiarmi neanche volendo, perché anche sotto questa forma…. Sei un adorabile cucciolo...”

Fece per accarezzarla, ma Ruby lo fulminò con lo sguardo, facendogli intendere che l’”adorabile” tra i due non era di certo lei.

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Capitolo 11
*** #11 Rosso ***


#11 Rosso

 

“Allora, che ne pensi?”

Ruby sembrava… entusiasta. Che il rosso fosse il suo colore preferito era risaputo, il problema era che adesso aveva “espanso” questa sua passione in tutta la casa. Aveva pensato bene di cambiare le tende, mettendo quelle del suo colore preferito.

“Sì… direi che ci stanno molto bene...” - rispose Archie, mentendo in realtà.

Il rosso era un bel colore, ma era così acceso.

“Stai dicendo una bugia – disse la ragazza a braccia conserte – non ti piacciono”

Fossero state solo l tende il problema. Ruby aveva pian piano trasformato tutta la casa, dai divani, alla carta da parati, a qualche mobile.

“No è che… forse è tutto troppo rosso...” - provò a dire.

“Perché è un bel colore! - esclamò – rosso è il colore della passione, dell’amore, del sangue...” - lo guardò.

“Sì, appunto. Ed è anche il colore dei tuoi vestiti, dei tuoi rossetti e delle tue extension”

“Che cos’hai contro le mie extension? - affermò stizzita, afferrandosi le ciocche colorate dei capelli colorati – ah, ho capito, non ti piacciono!”

“Non ho detto questo!”

“Va bene, d’accordo – borbottò offesa – scusa se tento di rendere la nostra casa più confortevole!”

Archie sospirò. Ruby certe volte tendeva ad essere così permalosa, però forse aveva esagerato: insomma, che male c’era se la sua casa somigliava ad un locale notturno?

Ruby andò in camera da letto, e davanti lo specchio si sistemò le extension, imbronciata.

Rinnegare quel colore sarebbe stato rinnegare se stessa!

Vide Archie tornare poco dopo, ma non gli diede troppa attenzione.

“Suppongo… tu sia offesa con me” - disse nascondendo qualcosa dietro la schiena.

“No, cosa te l’ha fatto pensare? – disse sarcastica, guardandolo – cos’hai dietro la schiena?”

A quel punto lui le porse qualcosa, un tulipano rosso.

“Accetti questo in segno delle mie scuse?”

Lei sorrise appena, prendendo il fiore.

“Potrei, ma non lo so...”

“Allora potresti se ti dicessi che io amo il colore rosso? Fa parte di te. Perché come dici te è amore, passione, sangue, quindi vita… e tu sei tutto questo. Per questo mi sono innamorato di te”

Ruby sentì gli occhi divenire lucidi.

“Oh, Archie...”

“Quindi se vuoi trasformare la nostra casa in…. Qualsiasi cosa tu voglia, mi va bene!”

Contenta, la ragazza lo abbracciò.

“Ti ringrazio infinitamente! Questo significa che – lo guardò – potrei cambiare anche te… o i tuoi vestiti”

Lo guardò divertita, ma Archie non fu in grado di ricambiare. Non avrebbe mai indossato qualcosa di rosso, né ora né mai.

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Capitolo 12
*** #12 Soprannomi ***


#12 Soprannomi

 

“Ecco la tua tazza di cappuccino, grillino!”

Archie strabuzzò gli occhi guardandosi intorno. Fortunatamente nessuno si era voltato a guardarlo. Aveva pensato che andare a trovare Ruby a lavoro fosse una buona idea, e lo aveva pensato finché lei non lo aveva chiamato in quel modo.

“Grazie ma.. io non sono un grillo”

“Veramente lo sei – affermò divertita – cosa c’è? Ti imbarazzo forse?”

Forse no, non si sarebbe imbarazzato se non fossero stati in un luogo pubblico pieno di gente.

“No, ma ho un nome, perché non usarlo?” - domandò gentilmente.

“Ok, grillino!” - rise divertita.

Archie bevve il cappuccino tanto velocemente da ustionarsi. Sapeva che adesso Ruby non lo avrebbe lasciato in pace, era così dispettosa alle volte”

La ragazza gli lanciò un’occhiata mista tra il malizioso e il divertito, era evidente che si stesse divertendo davvero molto a prenderlo in giro e a farlo imbarazzare.

Adorabile, ma… forse avrebbe potuto contraccambiare.

Si alzò, andandole incontro.

“Io adesso devo andare….”

“Va bene grillino – gli sistemò la cravatta – non fare tardi”

“D’accordo”

Le diede le spalle, ma prima di uscire si voltò di nuovo.

“Non fare tardi neanche tu, lupacchiotta” - disse ad alta voce, in modo che tutti potessero sentire.

Rubby sentì il viso diventarle bordeaux.

Ma almeno adesso erano pari.

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Capitolo 13
*** #13 Macchina rotta ***


#13 Macchina rotta

 

“Insomma, ma quanto ci vuole a riparare il motore di un auto?! Che razza di uomo sei?”

“Per tua informazione, io sono un tipo più intellettuale!”

“Certo, scuse, tutte scuse!”

Nella strada deserta e buia si udivano solo le voci di Archie e Ruby. La loro macchina aveva ben pensato di fermarsi nel bel mezzo del nulla, di notte, e aveva deciso di non ripartire più.

“Vuoi che lo aggiusti io?” - borbottò la ragazza.

“Non credo ne saresti in grado, mi sa che il motore è andato – sospirò – come torniamo a casa in questo modo?”

Ruby sospirò a braccia conserte senza rispondere, poi si guardò intorno. Era buio e desolato, eppure non era tanto male. Vi era un silenzio quasi innaturale. Le venne istintivo sollevare lo sguardo

“Oh” - sussurrò. Dopodiché penso bene di arrampicarsi fino al tettuccio.

“Hei ferma, cosa fai! Così rovini l’auto!” - esclamò Archie.

“Ah, ti assicuro che gran perdita! - sbuffò mettendosi in piedi e porgendogli una mano – avanti, vieni anche tu!”

Archie non capì, probabilmente doveva essere una delle tante idee folli di Ruby, che però decise di assecondare. Salì insieme a lei, capendo solo in quell’istante il perché della sua insistenza. Il cielo sopra le loro teste, sembrava un telo oscuro, riempito però da miriadi di stelle. Intorno a loro non ‘erano palazzi, né caso, perciò ogni cosa era illuminato da esse e dalla Luna.

“Wow – sussurrò – questo è… sorprendente...”

“E’, bello vero? - domandò Ruby stringendo la sua mano - forse non un male che l’auto si sia fermata. Almeno così abbiamo visto questo splendido panorama”

“Sì… tu sei incredibile. Riesci a trovare il bello in ogni cosa”

Ruby sorrise lusingata, mentre le sue guance si coloravano appena.

“Allora… hai ancora fretta di tornare?”

“No. Questo momento è perfetto”

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Capitolo 14
*** #14 Vestiti striminziti ***


#14 vestiti striminziti

 

Ruby si guardò allo specchio, sistemando l’aderente camicetta che, con un nodo legato stretto sotto il seno, lasciava la pancia scoperta.

Archie la vide guardarsi con tanta soddisfazione. Non gli era mai piaciuto il fatto che lei si vestisse in maniera così provocante e che il suo corpo fosse messo così tanto in mostra... anche se non l’aveva mai fatto notare troppo.

“Dove vai?” - domandò.

“Tu dove pensi che vada? A lavoro ovviamente!” - esclamò.

Lui le lanciò un’occhiata.

“Vestita così?”

“Perché? - si guardò – che cosa c’è che non va?”

No, non c’era nulla che non andava, a parte il fatto che veniva coperto solo lo stretto indispensabile.

“No, è solo che…. Forse potresti indossare qualcosa di più… accollato?”

“Accollato? Ma fa caldo! - sbuffò – cosa vuoi che mi metta, un Burqa ?”

“Ecco, quella sarebbe una buona idea!”

“Ma smettila! - decise di provocarlo, accarezzandosi una gamba – le cose belle devono vedersi, no?”

A quel punto Archie fu preso da uno scatto di gelosia acuta. Afferrò un lenzuolo e glielo mise attorno.

“Ma che stai facendo adesso?!”

“Sto proteggendo la tua virtù – la avvolse stretta – ecco, adesso puoi uscire!”

“Sei il mio fidanzato o mio padre?! - esclamò contrariata – così non riesco a muovermi!”

“Allora è perfetto” - disse sorridendo, per poi andarsene e lasciarla lì da sola, avvolta come un salame

“Archie aspetta, non ho ancora finito con te!”

Saltellò per tentare di raggiungerlo, con il risultato di cadere sul pavimento.

Tutto ciò era assurdo, i suoi vestiti non erano striminziti, era lui che era decisamente esagerato.

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Capitolo 15
*** #15 Vino ***


#15 Vino

 

“Stai cercando forse di farmi ubriacare?”

Ruby era stata colta in flagrante. Era già il quarto bicchiere di vino che riempiva ad Archie, nella speranza di vederlo ubriacarsi. Era sempre così posato e attento, che vederlo sotto quella luce sarebbe stato estremamente divertente, ne era sicura.

“No - disse guardandosi intorno distrattamente – perché pensi una cosa del genere?”

“Ah, meglio così… perché, per tua informazione, io reggo benissimo l’alcol” - affermò bevendo il liquido rosso rubino dal bicchiere.

Ruby però non era dello stesso parere. Non beveva quasi mai, e dubitava che il suo corpo avrebbe resistito ancora a lungo. Due bicchieri e mezzo dopo infatti, iniziò a vederlo vacillare.

Le guance di Archie e il suo intero viso si colorarono di rosso.

“Qualcosa non va, mio caro? - domandò sorridendo – vuoi che mi fermi?”

“N… no – borbottò – coraggio, versane ancora un po’, è ottimo questo vino”

“Beh… se lo dici tu” - affermò divertita, obbedendo a quel suo comando.

Poco dopo, Archie sembrava completamente andato. Anche seduto per com’era, l’equilibro del suo corpo non sembrava stabile.

“Stai bene?” - domandò.

“Sì sì – rispose con eccessiva allegria – però fa un po’ caldo. Sei carina lo sai?”

“Oh, grazie” - rispose lusingata e divertita

“Ti vorrei tanto baciare...” - nel dire ciò si alzò, ma l’alcol aveva assopito completamente il senso dell’equilibro, perciò Ruby lo sostenne

“Archie?”

“Va tutto benissimo. Adoro i tuoi capelli, una volta una donna con i capelli neri ha provato a baciarmi, però non era carina come te….”

“Ah… davvero?”

“Sì… ma cosa pensavi, che nessuna mi venisse dietro? E’ ovvio che non sia così, ho il fascino dell'intellettuale io”

Ruby strinse i pugni e inarcò un sopracciglio. Aveva dimenticato quanto l’alcol rendesse fin troppo sinceri e disinibiti, e non sapeva fin quanto ciò fosse un bene.

“Sì sì… e ammetto che se fossi stato single….”

“… COSA?!” - esclamò lei avvicinandosi.

“Ruby… perché ti arrabbi? Guarda che ti fa male alla salute. Posso avere un altro po’ di vino?”

“NO! - esclamò – per te niente più alcol!”

Incredibile, la sua idea le si era rivoltata contro. 

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Capitolo 16
*** #16 Proposta ***


#16 Proposta

 

Erano giorni, se non settimane, che lo stesso pensiero premeva Archie. Lui non era mai stato bravo con certe cose, non era mai stato particolarmente coraggioso o intraprendente Ma l’anello che aveva comprato, richiuso nello scatolino poggiato sul tavolo di fonte, gli ricordava continuamente il motivo per cui l’avesse acquistato. Peccato che i dubbi e le ansie avevano preso a tormentarlo

“Ok, ok – sussurrò iniziando a passeggiare nervosamente – non è detto che dica di sì, ma neanche che dica di no. Ed anche se dice di no, questo non vuol dire che non mi ama, giusto?”

Da minuti interminabili si lasciava andare ad assai tristi monologhi.

Ruby entrò in quel momento, del tutto ignara.

“Con chi stai parlando?”

Archie sussultò, trovando il tempo di nascondere lo scatolino dietro la schiena.

“Con nessuno – sorrise nervosamente – Ruby, ti va di uscire?”

“Ora? Ma sta tramontando?”

“Beh, meglio no?”

Ruby inarcò un sopracciglio, quel suo atteggiamento era strano, ma decise comunque di accettare.

Il cielo fuori era colorato di azzurro a sprazzi arancione. Raggiunsero il molo, dove la barche si muovevano dolcemente sul pelo ‘acqua. Ruby respirò a fondo l’aria salmastra, mentre Archie la guardava, sentendo il cuore battere a mille.

Avanti, si ripeteva, è questo il momento perfetto, ora o mai più

Prese un profondo respiro.

“Emh…. Ruby… io dovrei parlarti”

Lei si voltò a guardarlo, con gli occhi leggermente sgranati.

“Che succede, Archie?”

“Ecco… io non so come potresti prendere la cosa”

“Oh no – la ragazza parve preoccuparsi immediatamente – hai deciso di lasciarmi? E’ per il mio caratteraccio, vero?”

“No, no! - esclamò – non è questo!”

“Certo, non deve essere facile stare con una ragazza che è per metà un lupo, ma non pensavo arrivassimo a tanto!”

“Ti ho già detto che non è questo!”

“Allora forse… oh no, sei malato! - Ruby pareva non starlo ascoltando – che cos’hai? Quanto ti rimane da vivere?”

Esasperato dall’ansia, Archie lasciò che le parole gli uscissero dalla bocca da sole.

“Voglio sposarti, maledizione!”

In quel momento Ruby si zittì, sentendo una piacevole stretta al cuore. Archie si rese conto di aver parlato troppo.

“Oh no… non era così che doveva andare...”

La ragazza si avvicinò con gli occhi lucidi.

“Tu…. Vuoi sposarmi?” - sussurrò.

“Beh – sospirò – avrei dovuto chiedertelo io ma… sì, la mia intenzione è quella. Sono così imbranato che a volte non so come tu facci a s sopportarmi”

Un tenero sorriso si era dipinto sulle labbra di Ruby. Ella lo strinse, e soffocò le sue parole in un dolcissimo bacio.

“Io ti sposerò”

Quella risposta lasciò Archie sorpreso. Ci aveva tanto sperato e aveva avuto così tanta paura, che quasi non riusciva a crederci. Sorrise anche lui, stringendola tra le sue braccia.

“Bene… Allora adesso non ti dispiace se ti infilo l’anello al dito, vero?”

“No, affatto”

Così egli prese l’anello che le aveva comprato, d’oro bianco e con un rubino piccolo al centro.

“Oh - a Ruby brillarono gli occhi – perfetto”

Arche la guardò.

“Lo è”

Il cuore della ragazza batté più forte.

Quella era una nuova avventura da cominciare insieme.

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Capitolo 17
*** #17 Abiti e fiori ***


#17 Abiti e fiori

 

Archie fino a quel momento era stato convinto che la proposta di matrimonio fosse la parte più difficile, e che tutto il resto sarebbe poi stato una passeggiata.

Ma ovviamente si era sbagliato. Ruby si era dimostrata sin da subito entusiasta, e non aveva perso tempo: aveva voluto pensare a tutto, dagli invitati alla cerimonia, dai fiori agli abiti.

Questi due erano punti dolenti visto che Archie avrebbe tanto voluto dire la sua, ma ovviamente era difficile.

“Dunque, voglio tanti fiori! - esclamò lei – gigli rossi, tulipani rossi, rose rosse… ovviamente anche il mio bouquet sarà rosso!”

“Ah – sospirò Archie – ma non potremo scegliere qualche altro colore? Giallo? Verde…. Marrone?”

“Assolutamente no – dichiarò a braccia conserte – il matrimonio è mio e decido io”

Archie avrebbe tanto voluto aggiungere che si trattava anche del suo matrimonio, ma prima che potesse farlo, la ragazza cambiò nuovamente discorso.

“Ed inoltre – disse con gli occhi che brillavano – anche il mio abito sarà rosso, di un rosso scuro, quasi bordeaux! E avrà uno strascico lungo e...”

“Ma non sarebbe meglio un abito bianco?” - azzardò a chiedere.

Era decisamente un tradizionalista, e si era immaginata Ruby accanto a lui sull’altare con un abito candido come la neve.

“Un abito bianco non fa per me, non rispecchierebbe la mia personalità! - esclamò – e magari puoi indossare anche tu qualcosa di rosso...”

“Ruby, ti prego, è troppo appariscente...”

“Andiamo – batté ripetutamente le ciglia – lo sai che non amo essere convenzionale. Mi farebbe davvero felice un abito di quel colore...”

La ragazza sapeva che guardandolo in quel modo avrebbe ottenuto quello che voleva.

Poco dopo infatti, Archie sospirò. Probabilmente Ruby non sarebbe stata una sposa convenzionale, anzi, si poteva dire che lei non fosse per niente convenzionale.

Ma dopotutto la amava soprattutto per questo.

“E sia – disse – in fondi credo che hai ragione. Un abito bianco non rispecchierebbe la tua personalità”

“Sei un angelo – sussurrò – quindi indosserai anche tu qualcosa di rosso?”

Archie sorrise nervosamente.

“Non esageriamo”

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Capitolo 18
*** #18 Ansia ***


#18 Ansia

La notte non era mai sembrata tanto lungo come in quel momento. Forse se Archie non riusciva a dormire era per colpa del divano, che trovava così scomodo. Si era girato e rigirato più volte, senza però riuscire a prendere sonno. Ma dopotutto come avrebbe potuto?

Dall’indomani la sua vita sarebbe cambiata per sempre. Era felice sì, ma anche molto pensieroso: sarebbe stato in grado di adempiere ad un compito tanto importante?

Anche se non poteva saperlo, Ruby stava pensando le stesse identiche cose.

Distesa sul proprio letto fissava il soffitto. Non era da lei essere così ansiosa, quelle settimane erano state così frenetiche, ma adesso che c’era quasi, non riusciva a cederci.

Non avrebbe mai pensato che una come lei potesse arrivare fino a quel punto.

La porta si aprì lentamente. La ragazza sollevò il capo, scorgendo nella penombra l’espressione stanca di Archie.

“Hei! - esclamò – cosa fai qui? Mi sembrava di avertelo già detto: non possiamo dormire nello stesso letto la notte prima del matrimonio, porta sfortuna!”

“Lo so, lo so – rispose avvicinandosi – non sono qui per questo. Non riesco a dormire”

“E nemmeno io” - sospirò.

“Già. Nervosa?”

“Stranamente…. sì. Non lo credevo, insomma, non è da me preoccuparmi”

“Ma è da me – sospirò – pensi che sarò in grado di renderti felice?”

Sulle labbra di Ruby si dipinse un dolce sorriso.

“Ci sei riuscito fin ora, non vedo perché adesso dovrebbe essere diverso. Ed io invece? Sarò la moglie perfetta per te?”

L’uomo alzò gli occhi al cielo.

“Che domande, certo che sì. Detto fra noi, ma penso che molti mi invidieranno. A meno che tu non ci ripensi. Ti prego di non farlo, non voglio rimanere da solo all’altare, non saprei che fare”

“Ma smettila! - rispose colpendolo con il cuscino – non cambierò idea. Non ti libererai mai di me”

Quella frase suonava un po’ come una minaccia e un po’ come una promessa, cosa che ad Archie piacque. Si avvicinò, sfiorò le sue labbra con le proprie, e poi la baciò con passione.

Ruby si lasciò baciare, ma prima che potesse perdere il controllo si staccò.

“Ah – ah – lo cantilenò – la prima notte di notte di nozze è domani. Adesso torna di là, non vorrai essere tormentato dalla sfortuna, vero?”

“Oh no, non ci penso neanche – rispose alzandosi – allora ci si vede sull’altare”

“Non mancherò” - sussurrò sorridendo.

Quando se ne fu andato, la ragazza guardò la sveglia: le tre e mezza del mattino.

Solo poche ore. Si lasciò cadere con la testa sul cuscino, poi chiuse gli occhi.

Stranamente, adesso non aveva più paura. Anzi, non ne avevano entrambi.

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Capitolo 19
*** #19 Insieme per sempre ***


#19 Insieme per sempre

 

La vide arrivare. Ruby era raggiante, e il suo sorriso splendido. L’abito da sposa rosso avvolgeva perfettamente il suo corpo.

Proprio il colore adatto a lei. Archie non poté fare a meno di sorridere a sua volta nel vederla percorrere la navata.

Lei arrivò, guardandolo negli occhi. Per quanto difficilmente si commuovesse, in quel momento stava lottando contro se stessa per non lasciarsi andare alle lacrime.

Lui le strinse la mano.

“Sei bellissima” - sussurrò.

Ruby però non riuscì a rispondere: un nodo alla gola le impediva anche solo di respirare, ed inoltre sapeva che se avesse parlato, le emozioni avrebbero preso il sopravvento.

Stava succedendo veramente.

La ragazza sussultò quasi quando si sentì afferrare la mano e infilare l’anello al dito.

“Con questo anello io pendo te come mia sposa, per amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita”

Una promessa, forse non troppo semplice da mantenere. Ma essa sarebbe stata mantenuta, di ciò ne era certa.

“Con questo anello io prendo te come mio sposo, per amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita”

Quando fu il suo turno di pronunciare quelle parole, fu quasi strano. Per sempre sarebbe stata legata nell’anima ad una persona sola.

Ciò però non la impaurì, anzi, non impaurì nessuno dei due, perché in quel momento, avrebbero potuto giurarlo, avevano tutto ciò di cui avevano bisogno.

Archie si avvicinò alle sue labbra per baciarla, ma prima di farlo la guardò un attimo negli occhi.

“Tu sei pronta per cominciare?” - sussurrò.

Ruby sospirò, per poi sorridere maggiormente.

“Pronta”

Poi si lasciò baciare, e con quel gesto un nuovo capitolo della loro vita fu aperto.

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Capitolo 20
*** #20 Disordine ***


# 20 Disordine

 

Con un sonoro sbuffo, Ruby si chinò a raccogliere i vestiti sparsi sul pavimento.

Si sentiva decisamente usata, senza dubbio. Archie era sempre stato estremamente ordinato, ma da quando si erano sposati, aveva l’impressione che se ne approfittasse un po’ troppo.

“Pff, certo – borbottò tra sé e sé – tanto adesso c’è la dolce e gentile Ruby che pensa a tutto! Cosa crede, che diventerò una casalinga matta che passa le giornate a cantare mentre fa le pulizie? E chi sono io, Biancaneve?!”

Si tirò su con in mano la cesta dei vestiti da lavare. Passò poi dalla cucina, dove la sua attenzione fu catturata da una pila di piatti sporchi in bella mostra sul lavandino.

Il suo respiro divenne immediatamente pesante: non aveva alcuna intenzione di essere schiavizzata ancora.

Del tutto ignaro dei nervi della moglie, Archie uscì dalla camera da letto, sistemandosi il nodo della cravatta.

“Buongiorno Ruby! - si guardò intorno – Ruby, ma dove sei?”

Ciò che non poteva sapere, era che la ragazza lo stesse osservando neanche fosse stato una preda da addentare, da dietro una porta.

Qualche secondo dopo sbucò dal nulla con un salto, puntandogli il manico di una scopa contro.

“Ruby! - esclamò Archie, con le spalle al muro – ma che fai?! Mi farai venire un infarto!”

“Stammi bene a sentire signor Hopper, solo perché ti ho dato il dito, non vuol dire che devi prenderti tutto il braccio!”

“Ma… io non ho fatto niente” - tentò di difendersi confuso.

“Precisamente! Io ti conosco bene, sei sempre stato ordinato e attento, e adesso?! Pensi di poter lasciare fare a me tutto il lavoro solo perché siamo sposati? Te lo puoi scordare!”

Nel dire ciò gli punto nuovamente il manico di scopa contro il petto. Archie sorrise nervosamente: doveva ammettere di essersene LEGGERMENTE approfittato, ma dopotutto non c’era niente di male, no?

“Va bene, d’accordo – deglutì – prometto di aiutarti”

“Benissimo! - esclamò – allora puoi andare a lavare i piatti, stendere i panni e spazzare il pavimento. E tutto ciò sotto la mia completa supervisione, sono stata chiaro?” - domandò infine porgendogli la scopa.

Lui sospirò.

“Sì, mia padrona”

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Capitolo 21
*** #21 Raffreddore ***


# 21 Raffreddore

“Etciù!”

Per Archie non era facile rimanere fermo a letto a causa di un raffreddore. Era abituato a lavorare e ad essere indipendente, e l’essere ammalato gli impediva di fare tutto ciò.

Ruby, con molta pazienza, gli rimboccò le coperte.

“Avanti, prendi la medicina” - disse gentilmente.

Archie però assunse un’espressione di disgusto.

“No, non mi va”

“Archie Hopper, non fare il bambino! - esclamò – se non la prendi non starai meglio!”

“Ho soltanto bisogno di un po’ di riposo – borbottò tirando a sé le coperte – domani starò già meglio!”

La ragazza però avvicinò la mano alla sua fronte, retraendola poi subito dopo.

“Ma tu scotti! Scommetto che hai anche la febbre! Avanti, prendi questo sciroppo e basta!”

“Ma ha un sapore terribile!” - si lamentò.

Ruby sospirò: avere a che fare con un uomo malato era come avere a che fare come un bambino. Per cui avrebbe dovuto agire di conseguenza.

“Allora facciamo così, ti do un bel lecca lecca dopo, d’accordo?”

L’altro parve per un attimo convincersi.

“All’arancia?”

“Certo, tutti i gusti che vuoi – disse affabile, avvicinando la medicina alle sue labbra – coraggio, prendila”

Archie allora, con grande sforzo, chiuse gli occhi e mandò giù quello sciroppo violaceo e dal sapore amaro.

“Ah, che schifo” - si lamentò.

“Bravo bambino – disse sorridendo e posandogli un bacio sulla fronte – adesso vado a prendere i tuo lecca”

“Sì… - sussurrò – grazie di prenderti cura di me”

“E’ mio dovere… ed è anche un piacere, lo ammetto” - nel dire ciò si chinò, baciandolo dolcemente sulle labbra.

Poco dopo si staccò, portandosi una mano davanti il viso per starnutire.

Poi spalancò gli occhi, preoccupata.

Adesso sì che sarebbero cominciati i problemi.

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Capitolo 22
*** #22 Compleanno ***


#22 Compleanno

 

Si sa che per un giorno speciale bisogna organizzare qualcosa di speciale. E questo lo sapeva anche Archie. Probabilmente quello era il più importante dei giorni speciali, più importante di Natale e S. Valentino.

Quello era il giorno del compleanno di Ruby. Aveva già iniziato a pensare al da farsi una settimana prima: sapeva quanto lei ci tenesse, e per questo non intendeva deluderla.

Così le aveva comprato un regalo, ben infiocchettato in un pacco dalla busta verde, ed aveva preparato, o per meglio dire, provato a preparare, una torta rigorosamente al cioccolato.

Non era mai stato molto ferrato ai fornelli, ma per Ruby questo ed altro.

La sera del suo compleanno, Ruby si trovava ancora al lavoro. Di certo non si sarebbe mai aspettata una cosa del genere, e per questo Archie era sicuro che ne sarebbe stata felice.

Era tornato a casa prima della moglie, ed aveva sistemato l’intero soggiorno per il suo arrivo.

Solo un piccolo ringraziamento per tutto ciò che lei faceva.

Tornata da lavoro, Ruby, stanca, aprì la porta. Quando entrò si guardò intorno, stupita nel trovare tutto così in ordine e profumato.

“Archie? - chiamò – ma dove sei?”

L’altro sbucò alle sue spalle, sorridendo.

“Sorpresa!”

“Oh, che succede?”- domandò.

“Ho fatto tutto per te. Ho anche fatto una torta, però non sono sicuro sia venuta bene. Volevo solo organizzare qualcosa di carino per te, per festeggiare questo giorno speciale”

Ruby sorrise, confusa.

“Giorno speciale?”

“Ma certo! Il tuo compleanno, pensavi me ne fossi scordato, vero?”

La ragazza a quel punto cambiò totalmente espressione.

“C’è qualcosa che non va? - domandò Archie preoccupato – ho sbagliato qualcosa?”

“Amh… che dire – cercò di essere gentile – sei adorabile, però…. Vedi, il mio compleanno è domani”

“EH?!”

Si immobilizzò, sconvolto. Ciò non era possibile. Come aveva potuto confondere un giorno così importante? Forse non conosceva così bene Ruby? O forse era stato talmente preso da confondere i giorni. Sicuramente adesso lei si sarebbe arrabbiata per una dimenticanza del genere.

La ragazza però non sembrava arrabbiata. Si avvicinò alla torta dalla strana forma indefinita, affondandovi un viso e portandolo sulle labbra.

“Non male” - costatò.

“Ma…. Oh, no! - Archie si portò una mano sul viso – sono un’idiota, come ho potuto dimenticarmene! Dovresti picchiarmi per questo!”

“Sì, in effetti dovrei – si guardò intorno – ma hai fatto tutto questo per me… e sei stato molto dolce”

“Eh? Vuol dire che non sei arrabbiata?”

“Come posso essere arrabbiata? Sei sempre così premuroso con me!” - esclamò sincera.

“Oh Ruby, mi spiace, al solito la mia sbadataggine rovina tutto. Volevo fosse un giorno speciale”

Ella si avvicinò, avvolgendogli le braccia attorno al collo

“Con te è sempre un giorno speciale – sussurrò – e poi, mancano solo poche ore alla mezzanotte, per cui...”

Archie provò a rispondere, ma fu bloccato da un bacio di Ruby.

Forse quella era stata una grave dimenticanza, ma poco importava.

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Capitolo 23
*** #23 Peggy ***


# 23 Peggy

 

Ruby accarezzò con energia la testa di Pongo.

“Io proprio non capisco quale sia il problema, perché non vuoi prendere un altro cane?” - sbuffò sonoramente.

Archie si tolse gli occhiali, cercando di essere paziente.

“Io lo prenderei volentieri, ma la nostra casa non è abbastanza grande, e poi è già abbastanza faticoso stare dietro a Pongo”

“Oh, non essere egoista! - esclamò accoccolandosi al Dalmata – almeno così Pongo potrà avere una compagnia!”

“Sì, così dovrò stare dietro a tutti e tre” - sospirò.

Ruby si avvicinò a lui, con la fronte aggrottata.

“Andiamo! Ti prego!” - supplicò.

Archie tentò di non guardarla, perché sapeva altrimenti che avrebbe ceduto, ma ogni suo tentativo fu ovviamente vano.

“Beh… magari… magari ci possiamo pensare...”

“Evviva! - esclamò – prenderemo un altro Dalmata, una femmina però, sei contento Pongo?”

“Ma… ma...” - Archie cercò di dire qualcosa.

Aveva l’impressione che così facendo casa loro si sarebbe trasformata in un canile.

La felicità di Ruby era così evidente che decise però di non rovinare il momento.

Qualche giorno dopo…

“Oh, benvenuta a casa Peggy! Vedrai, ti piacerà stare qui!”

Tutta contenta, Ruby teneva al guinzaglio rosa la nuova arrivata, un Dalmata femmina di tre anni molto, molto affettuosa.

“Peggy?” - domandò Archie alle sue spalle.

“Sì, è così che ho deciso di chiamarla. Perché, non ti piace?”

Egli notò immediatamente di come i due cani, dopo essersi annusati a vicenda, presero immediatamente a giocare insieme.

Sorrise.

“E’ perfetto. Forse dopotutto non era un’idea così pessima”

“Ah, quindi mi stai dicendo che ho ragione?”

“No”

“Sì. Io ho sempre ragione, ricorda – sussurrò suadente, voltandosi poi verso i cani – venite dalla mamma!”

Archie dovette rendersi conto che, per l’ennesima volta, Ruby aveva ragione. Come sempre.

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Capitolo 24
*** #24 Amici ***


#24 Amici


Passare una serata diversa dal solito era sempre piacevole. Ruby amava stare in compagnia, e quella di Belle, Mery Margaret ed Emma era assolutamente ben gradita.

Le quattro donne, sedute su uno dei due divani, parlavano del più e del meno.

“Ruby, la vostra casa è adorabile – disse Mery Margaret – quando pensate di allargare la famiglia?”

“Beh, in effetti abbiamo preso un altro cane”

“Emh, quello che Mery Margaret vuole dire – disse Belle cullando Gideon, addormentato tra le sue braccia – quando avete intenzione di mettere su famiglia? Nel senso… avere un figlio”

Ruby strabuzzò gli occhi, fingendo di cadere dalle nuvole.

“Ah, in quel senso – rise, per poi tornare seria – non lo so. E poi insomma… voi mi ci vedete a diventare… tipo come Belle?”

“Che cosa ho che non va?” - domandò quest’ultima inarcando un sopracciglio.

Sull’altro divano, Killian, David, Archie e Gold parlavano a loro volta, nonostante quest’ultimo sembrasse alquanto annoiato.

“E bravo Archie – David si congratulò con lui – chi l’avrebbe mai detto che uno come te avrebbe sposato una come lei”

“Io non ci avrei scommesso” - aggiunse il pirata.

“Emh… dovrebbe essere un complimento, questo?”

“Oh, per favore – Gold alzò gli occhi al cielo – ti sei messo in un bel guaio a sposare una come quella. Insomma, è un licantropo, è imprevedibile. E come se non bastasse è anche una ragazzina insopportabile e con un pessimo gusto per il vestiario”

Il caso volle che Ruby sentisse quei poco carini commenti nei propri confronti.

Lei e Gold non si amavano di certo, e questo era risaputo, ma per il bene comune tentavano di andare d’accordo.

La ragazza lo guardò, mentre un silenzio tombale calava intorno a loro.

“Che cosa hai osato dire?” - sussurrò.

“Oh, no” - Archie si portò una mano sul viso.

“Sei anche sorda? Vuoi che te lo ripeta?” - domandò l’uomo in segno di sfida.

Ruby sentì il sangue ribollirle nelle vene e la sua parte più primitiva prendere il sopravvento.

“Io ti uccido!”

“Provaci se hai il coraggio!”

“NO, FERMI!” - esclamarono Belle e Archie, tentando di fermare i rispettivi coniugi prima che si scatenasse una guerra.

Emma si sgranchì la voce.

“Com’è bello passare una serata tranquilla tra amici...”

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Capitolo 25
*** #25 Cuccioli ***


# 25 Cuccioli

 

“Allora, allora? Come sta andando?!”

“Archie, ti avverto, toccami un’altra volta e ti colpirò tanto forte da farti perdere i sensi!”

Con una sola frase Ruby aveva zittito Archie, il quale stava cercando di rimanere calmo.

Quella notte la loro cagna Peggy aveva deciso di mettere al mondo cinque adorabili cuccioli, ed il sesto era in procinto di nascere.

Ovviamente ad occuparsi di tutto era Ruby, visto che Archie era un po’… sensibile a certe cose.

Quest’ultimo deglutì nervosamente.

“Va tutto bene, Ruby?” - sussurrò.

La ragazza, con aria concentrata, lo ignorò.

“Avanti bella mia, resisti ancora un po’ “ - sussurrò incoraggiante all’animale.

Peggy parve sforzarsi, e dopo un mugolio soffocato, il più piccolo dei cuccioli venne al mondo.

“Sì! - esclamò Ruby con gli occhi lucidi – brava ragazza!”

Archie si avvicinò, stordito.

“E’… è finita?”

“Sì, sciocco. E’ finita” sospirò avvicinando il piccolo alla madre, che prese a pulirlo.

Quattro del mattino. Pongo si era accucciato accanto a Peggy, come a volerla coccolare, mentre quest’ultima allattava i cuccioli, tutti tranne uno.

L’ultimo nato, il più piccolo, aveva un appetito minore rispetto ai fratelli, e preferiva stare al caldo tra le braccia di Ruby.

“Oh, sei il più piccolo ma sono certa che sarai anche il più vispo – sussurrò sorridente – adesso dovremmo pensare ai nomi”

“E’ il caso? Dopotutto… non possiamo tenerli tutti...”

“Ma non possiamo neanche darli via! Non pensi a Peggy e a Pongo? Si spezzerebbe loro il cuore!”

“D’accordo, d’accordo… hai ragione – costatò – comunque sei stata brava stasera. Io non avrei saputo cosa fare”

“Ohi, ohi, tipico di voi uomini andare in panico per così poco. Fai una cosa allora, occupati tu del piccolo Pepe per ora” - disse porgendogli il cucciolo.

“Pepe?”

“Sì. E così che ho deciso di chiamarlo. Se non ti piace potresti provare a fare di niente”

“Oh, non potrei mai – sorrise accarezzando le orecchie vellutate di Pepe - Ruby...”

Sollevò il viso, accorgendosi di come la moglie si fosse addormentata accanto a lui.

Ma non osò svegliarla. Quello era un più che meritato riposo.

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Capitolo 26
*** #26 Famiglia ***


#26 Famiglia

 

Belle guardava Ruby camminare nervosamente avanti e indietro. La conosceva da molto tempo, eppure poteva giurare di non averla mai vista tanto in ansia.

“Ebbene?! Quanto ci vuole?”

“Ruby, sta calma – sospirò – devono passare due minuti”

“Oh, fantastico – la ragazza si portò le mani sul viso – cosa faccio se è positivo?”

Non avrebbe pensato che un momento come quello sarebbe arrivato tanto presto.

Era praticamente terrorizzata.

“Forse dovevi aspettartelo – cercò di tranquillizzarla l’amica – cosa c’è di male?”

“Non c’è niente di male! - esclamò – non è che non voglio figli, è solo che è più facile immaginarlo che viverlo! E se non fossi in grado?”

“Oh, smettila – Belle alzò gli occhi al cielo, abbassando poi di nuovo lo sguardo sul test di gravidanza che teneva in mano e sgranchendosi la voce – emh… Ruby….”

“E’ positivo, vero? - esasperata cominciò di nuovo a camminare nervosamente – ok Ruby, sta calma, respira. Non sei mica la prima donna al mondo a diventare madre. Ma ora come lo dico ad Archie?! E se la prende male?”

“Ma chi, lui?! - Belle la afferrò per le spalle – non dire sciocchezze. Sei una ragazza coraggiosa, non ti farai buttare giù da questo. Dovresti essere felice”

“Lo sono – sospirò – lo sono, davvero. Ok, forse hai ragione, non c’è motivo per cui debba preoccuparmi”

“Brava ragazza” - le sorrise l’altra, donandole poi un abbraccio.

Qualche ora dopo…

Ruby aveva metabolizzato l’idea che tra qualche mese sarebbe diventata madre, e dopo lo spavento iniziale era passata all'euforia, e poi alla preoccupazione più totale.

Era stata a pensare tutto il tempo alle parole giuste da usare per dire ad Archie una notizia tanto importante, ma più ci pensava più non riusciva a trovarle.

“Sono a casa! - Archie rientrò in quel momento, trovando Ruby – hei, mi aspettavi?”

“Ciao – ella sorrise nervosamente – in realtà sì...”

“Hai un’espressione strana, è successo qualcosa?”

La ragazza sospirò.

“Forse è meglio se ti siedi”

“Amh… ok, adesso sto iniziando a preoccuparmi davvero” - sussurrò sedendosi.

Ruby lo raggiunse, mentre si contorceva le mani.

“Ascolta… probabilmente dovevamo aspettarci che una cosa del genere sarebbe successa… solo che non pensavo così presto… per questo non so come dirtelo...”

“In realtà sapevo che prima o poi sarebbe successo – sospirò – a volte l’amore non dura per sempre, solo che speravo durasse un po’ di più...”

“Ma di che parli?!”

“Emh… non stai per lasciarmi?”

“COSA?! - il suo viso divenne rosso – ma cosa ti passa per la mente?!”

“Mi dispiace! E’ solo che ho dato per scontato che fosse questo, dalla tua espressione preoccupata!”

“Ho la faccia preoccupata perché non so come dirti che sono incinta!” - esclamò, accorgendosi solo dopo di ciò che aveva detto.

Archie sgranò gli occhi.

“Tu… tu cosa…?”

L’altra si sgranchì la voce.

“Ebbene sì. L’ho scoperto oggi. Solo che temevo non la prendessi bene, non avevamo mai parlato di mettere su famiglia e...”

“Questa è sicuramente la notizia migliore che potessi darmi, Ruby” - sussurrò Archie con un sorriso e gli occhi lucidi.

Lei incrociò il suo sguardo, sentendo il cuore battere un po’ più veloce.

“Quindi… sei contento?”

“Accidenti, sì che sono contento! Oh, vieni qui – la abbracciò – Ti amo”

Più tranquilla, Ruby sorrise.

“Ti amo anche io”

Probabilmente era stata sciocca a preoccuparsi tanto.

Non c’era assolutamente nessun motivo per non essere felici.

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Capitolo 27
*** #27 Nausee mattutine e voglie ***


#27 Nausee mattutine e voglie

Archie batté ripetutamente il pugno contro la porta del bagno.

“Ruby – chiamò – andiamo, almeno mi fai entrare?”

Non udì alcuna risposta, se non dei mugolii e dei rumori indefiniti.

Qualche attimo dopo la ragazza si decise ad aprire la porta: aveva un’espressione stralunata e i capelli scombinati sul viso.

“Ho finito, sto bene!” - borbottò.

“Non stai bene, forse dovresti stenderti” - suggerì.

“Io sono forte… però effettivamente vorrei stendermi” - rispose debolmente.

Con una serie di lamenti incomprensibili, la ragazza si trascinò sul materasso.

Una delle “gioie” della gravidanza, a quanto pare. Erano passate poche settimane dalla lieta notizia, e le cose stavano già cambiando.

“C’è qualcosa che posso fare per farti stare meglio?” - domandò premuroso.

Ruby parve pensarci un po’ su.

“Io vorrei delle ciliege”

“Ma… ma siamo a Gennaio, dove prendo delle ciliegie?”

“Va bene – sbuffò alzando gli occhi al cielo – allora voglio… carne fresca… perché non vai ad uccidere qualche cinghiale?”

“Mi hai preso per un temibile predatore? Non ci penso neanche, è terribile”

“Benissimo, se non vuoi accontentare le mie voglie allora non parlarmi. Non dovresti farmi arrabbiare, ultimamente sono così sensibile” - disse strizzando gli occhi, come se volesse trattenere le lacrime.

“No, no, no, non piangere! - esclamò esasperato – va bene, troverò delle ciliegie, ma non posso andare a caccia, va bene lo stesso un hamburger?”

“E sia – Ruby tirò su con il naso – e voglio anche delle patatine”

“Non ti fa bene mangiare così… - aggiunse, interrompendosi poi ad un’occhiataccia della moglie – vado, torno subito!”

Quando se ne fu andato, Ruby sorrise divertita. Quella situazione era davvero vantaggiosa per lei.

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Capitolo 28
*** #28 Nomi ***


#28 Nomi

 

“Ruby, posso…?”

“No”

“Ma...”

“Ho detto di no. Non hai voce in capitolo, o almeno non più”

La discussione fra i due coniugi andava ormai avanti da più di mezz’ora… senza che Archie riuscisse a venirne fuori.

“Ma il figlio è anche mio, perché non posso decidere il nome che avrà?” - protestò giustamente.

“Perché hai in mente dei nomi troppo stupidi. O antichi. Come il tuo” - rispose la ragazza.

“Il mio? - domandò offeso – il mio nome non è antico. E non lo è neanche il nome Anastasia, è regale”

“Certo, e se è un maschio lo chiamiamo Dimitri, che ne pensi?” - sbuffò ironica.

“Questa è una buona idea”

Ruby alzò gli occhi al cielo.

“Ascolta, un nome è una cosa importante, dice chi sei e ti accompagna tutta la vita. Quando lo avremo tra le braccia capiremo qual’è il nome più adatto”

“Più adatto? - domandò inarcando un sopracciglio – perdonami, ma i nomi che piacciono a te sarebbero più adatti ai cuccioli di Pongo e Peggy che a nostro figlio”

“E infatti i loro cuccioli hanno dei nomi adorabili! - esclamò nervosa – va bene, allora parleremo della questione “nome” fra altri sei mesi – si toccò il ventre – scusa figlio mio se tuo padre ha un senso del gusto discutibile!”

Archie scosse il capo. Ruby aveva già un carattere particolare di suo, e la gravidanza non stava facendo altro che peggiorare le cose. Si era ripromesso che sarebbe stato attento, avrebbe avuto pazienza e che avrebbe resistito. Ma era alquanto difficile.

“Emh, Ruby...”

Dal suo tono di voce, la ragazza era convinta che Archie le avrebbe chiesto scusa per ciò che aveva detto poco prima.

“Sì?”

“Sul serio pensi che il mio nome sia antico?”

Lei lo guardò in truce, andandosene senza proferire una parola.

“Cosa? Che ho detto?”

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Capitolo 29
*** #29 Vestitini ***


#29 Vestitini

Archie sgranò gli occhi quando vide Ruby entrare in soggiorno con una montagna di vestiti tra le mani, tanto alta da impedirle di vedere.

"Ruby! - egli andò in suo soccorso - ma che fai, non dovresti sforzarti!

"Suvvia, non essere apprensivo, sono solo vestiti!" - sospirò poggiando quest'ultimi sul divano.

"Vestiti? Per chi?"

"Ma per il bambino ovviamente!"

"Ancora? - esclamò - ma di questo passo sarà a posto per i prossimi sei anni!"

"Meglio no? Non posso rifiutare dei regali. Questi sono da parte di Mery Margaret, questi di Emma, questi di Belle... oh, e questo era mio" - disse sorridendo, prendendo tra le mani una tutina bianca e rossa di cotone.

“Sì... è alquanto adorabile - ammise - e sono sicuro che starà bene anche a nostro figlio... o forse sarebbe meglio dire figlia, visti quegli strani lustrini luccicanti"

"Non sono strani! - proclamò - non vedo perché un neonato non dovrebbe avere stile - schioccò poi le dita - ti dispiace portare questa montagna di vestiti di sopra?"

"Aspetta, perché devo farlo io? “

Lei lo guardò divertita.

"Io non devo sforzarmi. Metti caso cado e mi rompo qualcosa..."

"Non dirlo neanche per scherzo! - esclamò - vado io!"

Ruby trattenne una risatina. Forse se ne stava approfittando un po' troppo, ma in fin dei conti era divertente.

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Capitolo 30
*** #30 Ecografia ***


#30 Ecografia

 

Con nervosismo, Archie strofinò le mani.

“Suvvia, non essere nervoso, è solo un’ecografia” - tentò di tranquillizzarlo Ruby.

“Lo so, ma sai anche come sono io” - sospirò lui.

Poco dopo, entrò l’ultima persona che Archie avrebbe desiderato vedere, anche se forse avrebbe dovuto aspettarselo.

Lui e Whale si fissarono in truce per qualche istante.

“Lei?” - domandò Archie con un filo di voce.

“Beh, sono un medico, cosa ti aspettavi, Hopper?” - domandò divertito.

“Beh, è sorprendente, considerato tutti i dottori che ci sono in quest’ospedale” - disse esasperato.

Ruby però gli poggiò una mano sul braccio nel tentativo di calmarlo, sorridendo.

“E’ tutto a posto, Archie. Vero che è tutto a posto, dottor Whale?” - domandò con tono ed espressione decisamente più seri, rivolgendosi all’altro.

“Assolutamente sì – rispose tutto impettito – Ruby, puoi stenderti in quel lettino”

Per quanto l’idea che quel dottore da strapazzo mettesse anche solo un dito su sua moglie non facesse impazzire Archie, tentò di non farsi prendere dal nervosismo, dopotutto era un momento speciale quello.

Whale poggiò l’ecografo sul ventre di Ruby, su cui vi era stato spalmato un gel freddo.

“Ah… sono due...”

“EH?!” - esclamò Archie sorpreso.

“Stavo scherzando, è solo uno. O una. Non saprei, dall’ecografia non è chiaro”

Ruby sorrise nel vedere quel piccolo esserino attraverso lo schermo.

“Sta bene?”

“Ah sì, sta molto bene, ed è anche molto vivace a quanto pare, avrete un bel da fare tutti e due”

Archie non aveva fatto caso al suo tono irritante, troppo preso dalla gioia del momento. Adesso sembrava tutto così reale, anzi, era reale.

“Non pensavo che insieme potessimo fare qualcosa di così bello” - sussurrò commosso.

“Oh sì, tutto questo è molto commovente – Whale alzò gli occhi al cielo – è tutto regolare comunque, continua pure così Ruby. E soprattutto, grazie per esserti affidata a me”

“In… che senso?” - sussurrò Archie.

La ragazza si sgranchì la voce.

“Whale farà nascere il bambino”

“Che.. cosa?! - esclamò arrossendo – non ne vedo proprio il motivo!”

“La cosa ti crea disturbo, Hopper?”

Archie gli lanciò un’occhiata malefica.

“Ruby, non voglio che ti veda lì.. insomma, hai capito!”

“Rilassati! Dopotutto è il suo lavoro, sai quanti bambini ha fatto nascere?”

“Ruby ha ragione, io sono estremamente professionale”

Serio, Archie sospirò.

“Mi fido di te come medico, non come persona. Difficilmente qualcuno non mi piace… ma direi che questo è il tuo caso”

“Il mio sentimento è assolutamente ricambiato” - disse melenso.

La tensione fra i due si sarebbe potuta tagliare con il coltello.

Senza toccarsi, si stavano uccidendo con lo sguardo.

Ruby, imbarazzata, si sgranchì la voce.

Cosa aveva mai fatto di male per trovarsi in mezzo ad un triangolo del genere?

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Capitolo 31
*** #31 Fuori forma [?] ***


#31 Fuori forma [?]

 

I mesi passavano veloci, e ciò si poteva ben capire guardando il corpo di Ruby che era giustamente cambiato.

Anzi, neanche tanto alla fine: il suo ventre era diventato rotondo, ma per il resto era rimasta sempre uguale. Anche se la ragazza non era dello stesso parere.

“Accidenti, accidenti, accidenti!”

Con fare isterico, Ruby si guardò allo specchio.

“Cosa c’è che non va?” - domandò prontamente Archie, preoccupato.

“Cosa c’è che non va?! - esclamò isterica – dico, mi hai vista? Non mi entra più niente, tutto mi sta stretto!”

“Sai com’è – Archie allargò le braccia – nelle condizioni in cui sei penso sia normale”

“… Avevo un corpo sexy! - disse continuando ad ignorarlo – non riavrò più il fisico di prima. Diventerò brutta e grassa”

“Ma cosa stai dicendo? Io penso che tu sia bellissima. Anzi, sei più bella di prima”

Ruby tirò su col naso.

“Lo pensi davvero?”

“Assolutamente sì – la tranquillizzò – e poi ormai manca poco”

“Sei così dolce, ed io sono così infantile alle volte – si accarezzò il ventre – e mi dimentico che oramai non sono più una bambina”

“No, non sei infantile – poggiò una mano vicino alla sua – e…. penso che lui sia d’accordo con me, perché ha appena scalciato”

“L’ho sentito – disse sorridendo – allora… beh… mi amerai anche se dovessi diventare brutta?”

Lui le accarezzò il viso.

“Dubito che questo possa accadere, ma sì, ti amerò comunque”

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Capitolo 32
*** #32 Luna ***


#32 Luna

 

Immerso nei suoi sogni, Archie non poteva immaginare che presto sarebbe stato svegliato bruscamente.

Ruby lo colpì ad una spalla.

“Svegliati!” - esclamò.

“Mmmh? - mugugnò addormentato - che succede?”

“Te lo dico solo se mi prometti che non ti farai prendere dal panico”

Quella frase attirò immediatamente tutta la sua attenzione.

“Cosa c’è?” - domandò serio.

“Io – annaspò – credo che mi si siano rotte le acque...”

Ovviamente le parole di Ruby di poco prima non erano servite a nulla. Malgrado fosse lei quella in preda ad atroci dolori, quello più impaurito sembrava proprio Archie.

“D’accordo, d’accordo, niente panico, è tutto sotto controllo” - disse nervosamente.

“Archie, piantala di parlare a vanvera e portami subito all’ospedale!” - ordinò la ragazza nervosa.

“Giusto, in ospedale! Penso a tutto io, tu… tu non ti muovere”

“Ah, guarda non vado da nessuna parte” - sbottò alzando gli occhi al cielo.

Il tragitto da casa all’ospedale sembrò uno dei più lunghi mai percorsi.

Ruby non aveva mai provato un dolore tanto grande, e ovviamente la vittima dei suoi sfoghi era Archie.

“Maledetto, è tutta colpa tua! - esclamò scossa da un’altra contrazione – chi me l’ha fatto fare?!”

“Dai Ruby, stai calma..” - tentò di tranquillizzarla.

“Non dirmi di stare calma, oppure giuro che se esco viva di qui ti uccido!”

Negli occhi di Ruby c’erano le fiamme, raramente l’aveva vista nervosa come quella volta.

Il dottor Whale entrò in quel momento.

“Bene, ma che bella coppia felice” - proclamò.

“Dottore, senta – Ruby tagliò subito corto – lo tiri fuori di qui, ora!”

“Va bene, d’accordo, quanta fretta – si avvicinò – direi che puoi anche cominciare a spingere. Ah Hopper… rimani o sei troppo debole di cuore?”

“Io veramente...”

Prima che potesse rispondere la ragazza gli strinse la mano.

“Ti prego, rimani – supplicò – ho bisogno di te...”

“Ruby – sussurrò – sta tranquilla, non vado da nessuna parte”

Nel dire ciò ricambiò la stretta, riuscendo a calmarla almeno un po’.

Era evidente che stesse soffrendo, e in quel momento non gli importava nulla se non sostenerla come meglio poteva.

Circa un’ora dopo….

“Avanti, spingi, ci siamo quasi!” - le disse Whale.

Ruby strinse i denti, stringendo anche la mano di Archie, il quale cercò di non mugolare per il dolore.

Usando le poche energia rimaste, spinse un po’ più forte, avvertendo un dolore inimmaginabile, che poi lasciò posto al nulla più totale.

Un secondo di silenzio, poi il suono di un vagito.

Ruby trovò la forza di sollevare lo sguardo.

“Oh, finalmente – disse Whale – congratulazioni a tutti e due, è una bambina forte e sana”

Dopodiché gliela porse. Ruby guardò commossa e, anche sorpresa, la piccola poggiata comodamente sul suo seno.

Altrettanto commosso, Archie si avvicinò, sfiorandole con un dito la testa piena di capelli neri.

“Ruby è….”

“Perfetta – sussurrò – benvenuta al mondo. Oh Archie, scusa se ti ho attaccato”

“Non importa, direi che ne è valsa la pena lasciarmi dire tutte quelle cose – disse guardando con gli occhi lucidi la bambina – forse…. Forse so come potremmo chiamarla”

“Oh cielo – disse preoccupata – come?”

“Luna” - rispose.

Sorpresa, Ruby guardò la neonata, la quale teneva i pugni chiusi vicini al viso.

“Luna… mi chiedo perché non ci ho pensato io – disse sorridendo – sì… ti chiami Luna, decisamente...”

“Ti piace? - sospirò – oh, meno male – si avvicinò, posando un bacio sulla fronte della piccola – Benvenuta, piccola Luna”

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Capitolo 33
*** #33 Notti insonni ***


#33 Notti insonni

 

Archie e Ruby avevano portato Luna a casa da qualche giorno.

Quest’ultima era una bambina estremamente calma…. Di giorno.

La notte era tutta un’altra storia.

Luna si svegliava ogni due ora circa, e all'ennesimo pianto da parte sua, Ruby diede un colpo di cuscino ad Archie.

“Vai tu!” - gli ordinò.

“Eh? - domandò assonnato – perché devo andarci io?”

“Perché io mi sono alzata già quattro volte di fila, perché ho ancora addosso i postumi del parto e perché se mi fai arrabbiare produrrò latte acido che finirà nello stomaco di tua figlia, facendola stare male!” - esclamò tutt’ad un fiato.

“Va bene, mi hai convinto, vado”- sospirò.

Raggiunse la cameretta della bambina, chinandosi poi sulla culla: Luna più che piangere si lamentava, quasi come se stesse protestando.

“Ti sembra l’orario giusto per fare i capricci? - sussurrò – stai mettendo a dura prova la pazienza della tua mamma”

Per tutta risposta, Luna agitò le braccia, facendo intendere la sua volontà di essere presa in braccio. Archie la afferrò, cullandola.

“Va bene, d’accordo. Ti cullerò finché non ti addormenterai – andò a sedersi sulla poltrona – ah, le gioie dell’essere genitore”

Passò circa un’ora. In camera da letto Ruby si svegliò, stranita nel non sentire alcun pianto né di vedere Archie accanto a lei.

Così si alzò, andando nella cameretta della figlia: suo marito era praticamente crollato sulla poltrona, e la cosa più sorprendente era che anche Luna stava finalmente dormendo beatamente.

Un modo di tenerezza infinita la colse.

Poi tornò a dormire. Sarebbe stato meglio approfittarne finché la quiete regnava.

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Capitolo 34
*** #34 Mezzosangue ***


#34 Mezzosangue

 

I giorni passavano e Luna diventava sempre più carina: la particolarità del suo aspetto fisico erano gli occhi bicromatici, visto che l’occhio destro era azzurro e il sinistro di un verde intenso.

“Sei la bambina più bella del mondo, lo sai?” - disse Archie, mentre la piccola nel passeggino lo guardava con gli occhi spalancati.

“Se continui a ripeterglielo, è ovvio che lo sa!” - aggiunse Ruby.

Nello stesso frattempo Pongo e Peggy si avvicinarono per annusare la new entry della famiglia. Entrambi i cani avevano ben accolto il suo arrivo, e si dimostravano molto curiosi.

“Tu non dovresti andare a lavoro piuttosto?!” - esclamò Ruby.

“Ma io voglio stare qui!” - si lamentò Archie.

“Non fare il bambino e sbrigati!” - lo rimproverò la moglie.

“Va bene, va bene – sbuffò, rivolgendosi poi ai cani – ragazzi, tenete d’occhio Luna”

Come se lo avessero preso in parola, i due continuarono ad osserva la piccola che ora si ora portata i pugnetti vicino al viso e li guardava con curiosità.

Vi fu però qualcosa in lei che fece agitare Pongo, il quale iniziò ad abbaiare all’impazzata.

“Hei! - Archie tornò poco dopo – Pongo, che hai?!”

Dal suo modo di fare capì che probabilmente si stesse agitando così per Luna, e preoccupato raggiunse il passeggino.

“Oh – sospirò – vecchio stupido, mi farai venire un colpo qualche volta. Vieni qui, tu...”

Dicendo ciò prese in braccio la bambina. Qualche attimo dopo però si accorse che c’era qualcosa di troppo nel corpo di sua figlia.

E allora urlò.

“Archie, che succede?!” - esclamò Ruby.

“N-n-n...” - balbettò lui.

“CHE C'È’?!

“Come dire – disse tenendo Luna in braccio – nostra figlia ha la coda”

“La coda?” - domandò inarcando un sopracciglio.

Avvicinandosi dovette rendersi conto che effettivamente una piccola coda da lupo sbucava dalla tutina della neonata. Poi sollevò lo sguardo.

“A dire il vero ha anche le orecchie”

“Le orecchie?! - esclamò Archie scorgendo due piccole orecchiette canine sopra la sua testolina corvina – ma che cos’ha?! Sta male!”

“No, stupido – sbuffò – si sta avvicinando la luna piena e… come dire, Luna è per metà un licantropo, per cui...”

“Ma come, anche lei?”

“Beh, guarda il lato positivo, almeno lo è solo in parte” - affermò con una punta di divertimento.

Archie guardò Luna. Vedere una neonata con le orecchie e la coda da lupo era strano, ma probabilmente era giusto che fosse così.

“Ok, ok, dopotutto dovevo immaginarmelo. E comunque sei sempre la mia dolce, piccola Luna”

C’era però un’altra cosa che era cambiata, solo che nessuno se n’era accorta. A Luna erano sbucati dal nulla due affilatissimi canini da lupo, che pensò bene di affondare nella spalla del padre.

Archie spalancò gli occhi, in preda al dolore.

“AAAH! MI HA MORSO!”

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Capitolo 35
*** #35 Un'ora d'aria ***


#35 Un’ora d’aria

 

“Andate pure tranquilli, io e Luna staremo benissimo” - li rassicurò Granny tenendo in braccio la bambina.

Archie però non sembrava starla ascoltando.

“Emh… d’accordo. Chiamaci subito se c’è qualche problema. E se piange leggile un libro, è l’unica cosa che la fa dormire, e poi...”

“Archie insomma, vogliamo andare?” - si lamentò Ruby dietro di lui.

“Non preoccuparti. Ho già cresciuto una bambina, so bene come si fa”- li rassicurò ancora una volta la donna.

Sempre non troppo convinto, Archie si allontanò, con un’espressione che diceva tutto da sé e che Ruby cercò di ignorare.

Ella aveva infatti chiesto alla nonna di fare da baby-sitter alla piccola Luna, in modo che lei ad Archie potessero uscire, visto che da un po’ non si ritagliavano del tempo per loro.

E sarebbe stato tutto perfetto, se non fosse stato per l’eccessiva apprensione del marito.

I due giunsero in un ristorante. Ruby sperava di passare una serata piacevole, ma Archie non sembrava ascoltare molto ciò che aveva da dire, visto che passava tutto il tempo al telefono.

“Archie – Ruby sfiorò la sua mano – devi rilassarti, sul serio, ti farai venie un esaurimento”

“Ma io sono calmo, è solo che voglio tenere tutto sotto controllo. Ho mandato un messaggio a tua nonna due minuti fa, perché non mi ha ancora risposto?!”

“Lo sai che non se la cava bene con questi aggeggi, e poi starà badando a Luna. Devi stare tranquillo, ha cresciuto me, non sarà tanto difficile per una volta badare a lei!”

“Io… sarei più tranquillo se solo potessi controllare con i miei occhi...”

“Stai scherzando?!” - Ruby era esasperata.

“… No”

“Ah – sospirò – d’accordo, facciamo così, se vuoi andare a controllare va pure, a patto che quando torni però stai tranquillo e ti godi questa serata, d’accordo?”

“D’accordo, promesso! - esclamò più sollevato – grazie Ruby, sei un vero angelo!”

Non ci fu altro che la ragazza potesse aggiungere: Archie era già scappato via

Sospirando bevve un sorso di vino rosso. Poi una voce la fece trasalire.

“Cena solitaria?”

Ovviamente il destino ce l’aveva con lei, perché ad aver parlato era stato Whale.

“Emh… no, Archie torna tra poco...”

“Beh, in questo caso non ti dispiacerà se ti tengo compagnia intanto, vero?” - domandò mellifluo.

Ruby si guardò intorno, sentendosi in difficoltà.

E adesso?

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Capitolo 36
*** #36 Piccoli amici ***


 

#36 Piccoli amici

 

Belle e Ruby avevano pensato che far conoscere i rispettivi figli già dalla più tenera età fosse una buona idea.

Gideon era un po’ più grande di Luna, sapeva già camminare e diceva qualche parola, e con curiosità guardava la neonata dagli occhi bicromatici succhiarsi il pollice.

“Guardali, secondo me andranno molto d’accordo – disse Belle contenta – e pensare che mio marito non era neanche d’accordo”

“Guarda, se tuo figlio non è come lui non avremo problemi”

Archie guardò Gidon avvicinarsi di molto alla piccola.

“Ma siete sicure che sia una buona idea lasciarli giocare così vicini?”

“Archie, non essere noioso. Luna è per metà licantropo, ma non è pericolosa”

“No? - domandò alludendo al fatto di come molto spesso Ruby divenisse aggressiva – se lo dici tu...”

Il piccolo Gideon intanto osservava ancora la sua piccola amica. Luna aveva preso un sonaglino e aveva iniziato ad agitarlo.

Al bambino bastò un semplice gesto, allungò una mano e le rubò il giocattolo.

Luna allora iniziò a piangere rumorosamente.

“Gideon, ridai immediatamente il sonaglino a Luna!” - esclamò Belle.

Suo figlio però non sembrava molto propenso ad obbedirle, e in compenso Luna sembrava starsi innervosendo sempre di più.

Ed Archie sapeva bene questo cosa significasse.

Ad un tratto gli occhi chiari della bambina divennero gialli e le sue guanciotte si arrossarono. Gideon se ne accorse, e nel sentirsi osservare da quegli occhi così inquietanti, lasciò cadere il sonaglino, andando a nascondersi dietro a Belle.

“Oh beh – quest’ultima rise – sicuramente Luna sa già farsi rispettare”

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Capitolo 37
*** #37 Dov'è Luna? ***


#37 Dov’è Luna?

 

Più i mesi passavano più Luna imparava a fare una moltitudine di cose. Tra queste, la cosa più bella era stata imparare a camminare. Beh, non proprio a camminare, più che altro a gattonare, ma anche così la piccola aveva il modo di esplorare il mondo.

“Archie, io vado a lavoro! - esclamò Ruby – mi raccomando, stai attento a Luna!”

“Non preoccuparti, lo sai che sotto il mio sguardo non potrà accaderle nulla!” - la rassicurò.

Ruby allora andò incontro a Luna, e dopo averle posato un bacio su una guancia uscì di casa.

“Ah – Archie prese Luna e la mise sul divano – non combinare guai, piccoletta”

La bimba si portò il dito alla bocca divertita: lì intorno c’era così tanto da vedere o fa fare, ma nella sua piccola testa pensava, chissà come sarebbe stato uscire fuori?

Ora, Pongo e Peggy avevano la brutta abitudine di uscire ed entrare quando volevano, e molto spesso la porta rimaneva aperta…. Come in quel caso.

Aspettò che Archie si allontanasse. Poi tentò di scendere dal divano, a a causa dell’altezza finì con il cadere sul pavimento. Però non pianse, anzi i suoi occhi si illuminarono alla vista di ciò che l’aspettava.

Con molta tranquillità iniziò a gattonare verso l’esterno, come se nulla fosse.

Pochi minuti Archie ritornò. Sgranò gli occhi quando vide il divano nuovo, come faceva una bambina ad essere tanto piccola quanto veloce?

“Luna? - chiamò preoccupato – Luna, dove sei?”

Iniziò a cercare per casa, ma ovviamente la piccola non saltò fuori. Solo quando osservò la porta spalancata di casa si rese conto di ciò che realmente era successo.

“Oh no – andò in panico – no, no, questo non va bene! No!”

Oltre alla paura per Luna, sorgeva un grande problema: come avrebbe fatto a dirlo a Ruby? Lo avrebbe ucciso sicuramente, ma era necessario che glielo dicesse!

Così si armò di coraggio e compose il suo numero al telefono.

Ruby, tutta intenta a servire dei tavoli, non immaginava della notizia che le stesse per arrivare.

“Pronto?”

“Emh… Ruby?”

“Tesoro, ciao! - esclamò – come sta la mia Luna?”

“Ecco – deglutì nervosamente – io…. Non la trovo più”

“In che senso non la trovi più?”

“Che l’ho persa! Non è dentro casa, io temo che…. Sia uscita, ecco...”

“COME FA UNA BAMBINA DI NOVE MESI AD USCIRE DA SOLA?!” - esclamò, infischiandosene altamente della gente attorno a lei.

“Mi dispiace, mi sono distratto solo pochi secondi!”

“Ah! “Sotto il mio sguardo non le accadrà niente” - imitò la sua voce – ma ti prego, quale sguardo! Arrivo subito!”

Furiosa come solo una madre poteva essere, Ruby corse a casa.

“Forse dovrei chiamare la polizia?” - domandò Archie.

“Non l’hai ancora fatto?! Chiamala immediatamente! - esclamò – nostra figlia si trova chissà dove, potrebbe capitarle qualsiasi cosa!”

“Ti prego, non dirlo...”

“Lo dico! Anzi, sai che faccio, vado a cercarla, quanto può essere andata lontana?”

Fu così che Ruby partì per la sua ricerca: Luna gattonava appena, non poteva essere andata tanto lontano, il problema era in che direzione.

E se non l’avesse ritrovata più? Storybrooke non era grande, ma i pericoli in strada erano molti!

Ormai stava quasi per calare il sole e Ruby stava iniziando ad avvertire il panico corroderle l’anima.

Quando tornò a casa, si rese conto di una cosa sorprendente: Luna si trovava in giardino, e la stava guardando allegra mentre batteva le manine.

“LUNA! - esclamò prendendola in braccio – sei qui! Oh, che paura che ho avuto!”

Nell’udire le sue urla, Archie aprì la porta.

“Luna! - esclamò a sua volta – stai bene, ma dove ti eri cacciata?!”

Dopodiché corse ad abbracciare la moglie e la figlia, la quale però stava benissimo, era solo molto stanca. Alla fine di quell’esperienza non era rimasto nulla se non lo spavento, e l’avventura di Luna si era fermata ad essere intorno alla sua casa, nulla di più.

Ma la prossima volta magari sarebbe potuta andare più lontana...

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Capitolo 38
*** #38 Favole della buonanotte ***


#38 Favole della buonanotte

“… E così Cappuccetto Rosso e la nonna furono salvate dal cacciatore, e la ragazza decise che la prossima volta avrebbe fatto molta più attenzione. Fine della storia!”

La piccola Luna, quattro anni, seduta sul suo letto teneva gli occhi bicromatici spalancati.

“Mamma, puoi leggermela di nuovo?” - domandò.

“Di nuovo? Ma abbiamo appena finito di leggerla, ormai dovresti saperla a memoria!”

Archie bussò piano, e poi aprì la porta della cameretta.

“Hei… che succede…?”

“Favola della buonanotte” - sospirò Ruby.

“Fammi indovinare, Cappuccetto Rosso, vero?”

“Già. E la signorina vuole che glielo rilegga ancora, altrimenti dubito che dormirà”

“Allora leggetemi Pinocchio” - proclamò a braccia conserte.

“Anche quello te l’ho letto più di cento volte!” - disse sua madre esasperata.

“Sì, e tutte le volte non finiscono mai come devono finire” - borbottò.

“Cosa vuoi dire, Luna?” - domandò Archie.

“Le storie, le favole… non vanno veramente come c’è scritto nei libri, no?”

“Beh… effettivamente non hai tutti torti – disse Archie – facciamo così, se ti racconto una storia vera dormirai?”

Entusiasta la bambina annuì, stringendo a sé il suo pupazzo a forma di lupo.

“Dunque – iniziò a raccontare – c’erano una volta Cappuccetto Rosso e il Grillo Parlante. Erano molto diversi tra loro, il Grillo era sempre attento, razionale e saggio, mentre invece Cappuccetto era incosciente e a volte un po’ capricciosa...”

“Oh, ma grazie...” - disse Ruby divertita.

“Nonostante le diversità però si trovarono e si innamorarono – la guardò – e da quel momento non si lasciarono più, vivendo ciò che la vita aveva dato loro. E come si erano trovati una volta, si sarebbero trovati sempre”

A Ruby venne quasi istintivo sorridere, mentre sentiva gli occhi divenire lucidi.

E d’altro canto, Luna si era per davvero addormentata.

“Ha funzionato, si è addormentata per davvero - costatò Archie – quella storia è la migliore”

Ruby gli strinse una mano.

“Perché è la nostra”

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Capitolo 39
*** #39 Tuoni e fulmini ***


#39 Tuoni e fulmini

 

Un forte rumore fece spaventare Luna, la quale si arrotolò sotto le coperte

I tuoni non facevano male, facevano solo un gran rumore, eppure questa consapevolezza non le impediva di avere paura.

Si appallottolò tra le lenzuola, aspettando che passasse.

E proprio quando credeva che fosse tutto finito, eccone un altro ancora più forte di prima, tanto da illuminare l’intera stanza.

A quel punto fu chiaro cosa fare: uscì fuori dalle coperte e con il suo inseparabile peluche uscì dalla stanza, sgambettando nella camera dei genitori.

Ruby e Archie sembravano non badare troppo al rumore all’esterno.

La bimba si arrampicò sul letto.

“Mamma, papà” - chiamò.

Ma nessuna risposta.

“Mamma, papà, sveglia!” - disse un po’ più forte.

I due si svegliarono, sorprendendosi di trovare la figlia lì.

“E’ già mattino?” - domandò Ruby stordita.

“No, è notte – sussurrò Luna – ci sono i fulmini”

“Ma tesoro, i fulmini non hanno mai mangiato nessuno” - Archie sbadigliò.

“Sì, ma io ho paura, non riesco a dormire. Posso dormire con voi? Per favore” - supplicò teneramente.

Archie si addolcì immediatamente, voltandosi verso Ruby.

“Può dormire con noi, per favore?” - domandò.

“E va bene, va bene – disse sorridendo – ma che non diventi un’abitudine!”

“Sì! Però con noi deve dormire anche Ventogrigio” - disse prendendo in mano il peluche.

“E sia, porta anche Ventogrigio” - rispose la madre.

Così Luna si infilò nel letto, tra i suoi genitori, e si addormentò subito, perché stranamente, adesso i fulmini e i tuoni apparivano lontani.

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Capitolo 40
*** #40 Natale ***


#40 Natale

 

“AAAAAAAAH E’ NATALE, E’ NATALE!”

Luna correva per casa come una forsennata mentre fuori nevicava.

“Lo so, lo so – disse pazientemente Ruby – è una settimana che aspetti questo giorno”

Qualcuno suonò improvvisamente al campanello.

“E’ la nonna! - esclamò – vado iooo!”

“Ma – la donna provò a parlare, per poi sospirare – mi chiedo da chi abbia preso tutto questo entusiasmo”

“Già, chissà” - rise Archie.

La bambina aveva intanto aperto la porta a Granny e al suo compagno Marco.

“Nonnina! - esclamò – buon natale! Che cosa mi hai regalato quest’anno?”

“Adesso vedrai, secondo me non rimarrai insoddisfatta”

Ed effettivamente quello si rivelò essere un natale molto proficuo: ricevette una bici, una casa per le bambole, un monopattino, e molti altri giocattoli.

“Oh cielo – fece Archie mentre la figlia scartava i suoi regali – mi chiedo dove metteremo tutta questa roba. A proposito, ti piace la collana?”

“Oh, sì, è molto bella – rispose Ruby portandosi una mano sul collo e mostrandogli come l’avesse già indossata – ah, questo è per te”

Nel dire ciò gli porse un piccolo pacco incartato. Archie lo scartò, rivelando il contenuto: una cravatta, l’ennesima tra l’altro!

“Ah, grazie, proprio quello che mi serviva”

Ruby si portò una mano sul viso.

“No. Sono pessima a fare i regali. Tu hai sempre delle idee geniali, ed io invece Sono proprio negata”

“Hei – richiamò la sua attenzione – mi hai già fatto un regalo stupendo, per ben due volte:il primo è quando hai accettato di sposarmi, il secondo è quando è nata Luna. E poi a me piacciono le cravatte, la aggiungerò alla mia collezione”

Ruby sorrise radiosa.

“Davvero?”

“Davvero” - rispose lui.

Luna a quel punto si fece avanti, tenendo alto il vischio in una mano.

“Papà, mamma, guardate! - esclamò – adesso dovrete baciarvi!”

I due si guardarono, con dolcezza e passione. E poi si baciarono.

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Capitolo 41
*** #41 Piccoli amici pt.2 ***


41#Piccoli amici pt.2

Gideon guardava male Luna. Probabilmente perché quest’ultima doveva stargli facendo le linguacce, oltre ai mille mila dispetti.

“Lasciami stare – si lamentò il bambino – sei una bambina brutta e cattiva”

“Tu sei brutto e cattivo! - la piccola gli puntò un dito contro – e se mi fai arrabbiare giuro che ti mordo!”

Gideon avrebbe potuto difendersi tranquillamente, visto il potere e la magia che scorreva nelle sue vene, ma suo padre era stato abbastanza chiaro: non doveva usarlo assolutamente, sopratutto non per far male a qualcuno, specie ad una bambina poi. E quindi gli toccava subire.

“Se è per questo allora voglio giocare da solo”

Luna però, che non sembrò molto d’accordo con quella idea, si avvicinò e senza troppi problemi gli morse una mano. Gideon urlò dal dolore.

“Tu sei pazza!” - esclamò.

La bimba allora, con i pugni chiusi e la fronte aggrottata, se ne andò, in preda alla rabbia.

Da lontano, Belle, Archie e Ruby li avevano osservati per tutto il tempo.

“Oh cielo, questo è sicuramente amore” - scherzò la prima.

“Amore? - Archie inarcò un sopracciglio – forse sarà meglio se vado a recuperarla...”

“Vado io – rispose la corvina – queste sono cose tra donne”

“Cose fra donne? - chiese l’altro – in che senso?”

Ovviamente non ottenne risposta. Ruby aveva già raggiunto il giardino, dove sua figlia stava seduta sull’erba, impiastricciandosi le mani con la terra.

“Allora – esordì – cosa è successo?”

“La colpa è di Gideon! - esclamò – mi fa sempre arrabbiare, non mi ascolta mai e mi fa sempre i dispetti!”

“E’ un maschio, che vuoi farci. Però anche tu eh, guarda che ti ho vista”

Luna arrossì.

“Non è colpa mia! - ripetè – mi costringe, i maschi sono stupidi!”

“Quanto è vero…. Sai perché si comporta così? Perché tu gli piaci”

“Gli piaccio? - domandò con curiosità – allora perché quando provo a dargli un bacio lui scappa?”

“Perché i bambini sono così, timidi e impacciati. E a volte anche gli adulti. Io però ti direi di continuare a comportarti come sempre. Secondo me a Gideon piace”

La piccola strabuzzò gli occhi.

“Che cosa strana. Ma se me lo dici tu, mamma...”

Sentendosi meglio si tirò su, tornando dentro e pronta a giocare con il suo amico come se nulla fosse successo.

Quando Ruby si voltò trovò Archie a fissarla a braccia conserte.

“C’è forse qualcosa che devo sapere?”

L’altra fece spallucce.

“Assolutamente niente” - rispose divertita.

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Capitolo 42
*** #42 Nuovi arrivi ***


#42 Nuovi arrivi

 

“Archie, forse dovremmo dirglielo”

“Adesso? In quest’istante? E se la prende male?”

“Beh, tanto prima o poi dovrà saperlo, quindi meglio adesso che dopo!”

Archie e Ruby parlavano sottovoce, mentre sul pavimento Luna giocava indisturbata.

“E va bene – disse l’uomo – allora glielo diciamo adesso”

“Perfetto, comincia tu”

“Cosa?! Perché devo cominciare io?”

“Luna cara! - Ruby non lo stava neanche più ascoltando – c’è una cosa che dobbiamo dirti”

“Che cosa?” - domandò la bimba con curiosità.

La ragazza allora diede una gomitata al marito per incitarlo a parlare.

“Sì, emh…. Dunque…. Tra un po’ di tempo arriverà qualcuno a farti compagnia…”

“Avete deciso di prendere un altro cane?” - domandò Luna con gli occhi che brillavano.

“In realtà è un po’ diverso da un cane...” - rispose vago.

Ruby alzò gli occhi al cielo vedendo la sua titubanza, così decise di essere lei a parlare.

“Fra qualche mese avrai un fratellino o una sorellina”

A quella dichiarazione del tutto inaspettata, Luna strabuzzò gli occhi, poi però la sua espressione tornò serena.

“Ah, va bene. E per quanto tempo rimane?”

I due si guardarono negli occhi, tentando di trattenere una risata.

“Luna, rimarrà con noi per sempre” - rispose prontamente Archie.

Luna allora si imbronciò di nuovo. Chissà perché ma quell’idea non la faceva esattamente impazzire di gioia. Si limitò soltanto a dire una cosa.

“Io comunque preferivo un altro cane”

E dopo questa sua dispotica risposta aveva ripreso a giocare come se nulla fosse, lasciando di sasso i suoi genitori.

“Beh dai – Archie si schiarì la voce – l’ha presa bene...”

“Oh sì… benissimo...”

Ruby però aveva l’impressione che ne avrebbero viste delle belle.

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Capitolo 43
*** #43 Capricci ***


#43 Capricci

 

 

Se Ruby era già un tipo poco paziente si suo, la gravidanza l’aveva resa ancora meno paziente. E chi spesso ne pagava le conseguenze era la sua famiglia.

“Luna! - esclamò con le mani poggiate sui fianchi, guardandosi intorno – raccogli immediatamente tutto, dobbiamo uscire!”

La piccola Luna stava seduta sul pavimento, ed intorno a lei vi era una confusione immane a causa dei giocattoli che aveva poco prima “versato” letteralmente a terra.

“No – disse imbronciata – io non voglio uscire, rimango qui!”

“Luna Hopper, non farmi arrabbiare, perché non ti conviene proprio!”

Archie arrivò tranquillo e calmo come al suo solito, nel sentire tutto quel baccano.

“E qui che succede?”

“Succede che tua figlia non mi ascolta. E’testarda, non vuole riordinare”

“Mi chiedo proprio da chi abbia preso. E poi non può riordinare dopo?”

Ruby apparve immediatamente indignata.

“No! Non devi contraddirmi! Con i bambini ci vuole un po’ di severità alle volte, quindi smettila di fare il tenero!” - esclamò furiosa.

“Tesoro, calma ok? Pensa al bambino...”

“Sta bene! E sto bene anche io! Luna, fa come ti ho detto!”

La bimba incrociò le braccia sul petto.

“E tu cosa mi dai in cambio?”

“Vuoi qualcosa in cambio? Questa poi… tu cosa vorresti?”

“Voglio stare sveglia fino a tardi come i grandi e guardare le cose strane alla televisione”

“Non ci pensare nean...”

“Va bene, Luna – la interruppe Archie – se riesci ad ordinare tutto in due minuti, allora puoi stare sveglia fino a tardi, oggi!”

“Sì!” - esclamò la bambina iniziando a correre da una parte all’altra.

“Ma cosa ti salta in mente?!” - sussurrò Ruby.

“Non preoccuparti, in due minuti non ci riuscirà mai!”

Qualche ora dopo, ore 00.00

 

Luna sembrava più attiva che mai, e come se la situazione non fosse già abbastanza tragica aveva deciso di improvvisarsi un pirata e aveva fatto del divano la sua nave personale.

Le cose non erano andate precisamente come Archie sperava, e lo sguardo riprovevole di Ruby non faceva che ricordarglielo.

“Bel lavoro, Hopper” - borbottò.

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Capitolo 44
*** #44 Luna piena per Luna ***


#44 Luna piena per Luna

 

Archie indietreggiò, deglutendo nervosamente.

“Luna… adesso papà si avvicina, ma tu non morderlo...”

Qualcosa colpì il muro alle sue spalle, sfiorandolo appena.

Quando arrivava la luna piena, sua figlia diveniva ingestibile, più del solito s’intende.

E nonostante con quelle orecchiette e con quella cosa sembrasse adorabile, in realtà era tutta apparenza.

La bimba si arrampicò sul divano, lanciando i giocattoli contro il povero sventurato.

“Vai via! - esclamò – altrimenti ti azzanno!”

“Luna, bada a come parli!” - esclamò l’altro tentando di farsi valere in qualche modo.

La porta dietro di lui si aprì, e Ruby apparve.

“Che succede?” - domandò.

La cosa positiva della gravidanza era che nel mentre Ruby non si trasformava in un licantropo, e questo era assolutamente un vantaggio, visto che avere a che fare con Luna soltanto era già abbastanza difficile.

“Tua figlia è ingestibile! - esclamò – guarda cosa ha fatto! Devo anche farti vedere quante volte mi ha morso?”

“Tsk, dilettante”

La ragazza alzò gli occhi al cielo, poi prese a fischiare.

“Su Luna, fai la brava bambina e vieni qui!”

La bimba trotterellò verso la madre, quasi come le stesse facendo la festa.

“Oh, brava – le accarezzò la testa, facendola scodinzolare – ti meriti proprio un croccantino...”

“Un croccantino? Ma Ruby non è un cane…!”

“Per metà sì, e comunque si fa come dico visto che sei un incompetente. Luna, va con papà, ci pensa lui a te!”

“Sì!” - esclamò aggrappandosi saldamente al suo braccio.

“Oh, no...” - sospirò lui.

Quello era troppo. Avere a che fare con un licantropo era un conto, ma avere a che fare con una piccola Mezzosangue scatenata era mille volte peggio.

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Capitolo 45
*** #45 Diana ***


#45 Diana

 

Luna era piuttosto contrariata. I suoi genitori l’avevano lasciata con Granny per andare in ospedale, senza una spiegazione ben precisa.

“Io non voglio venire – proclamò – che ci vengo a fare?”

“A conoscere la tua sorellina, ovviamente – rispose Granny – non sei neanche un po’ curiosa?”

“”No, per niente” - rispose offesa e a braccia conserte.

Perché tutti erano così eccitati? L’arrivo di un nuovo bambino non era niente di che. E lei allora non contava più?

La cosa non le piaceva già.

E nonostante non volesse, fu comunque portata in ospedale. Sua madre era stesa in un letto e stringeva tra le braccia un fagotto simile ad un bambolotto.

“Mamma, papà!” - esclamò Luna sollevata.

“Ciao piccola – Archie la prese in braccio – credo che ci sia qualcuno che vuole conoscerti”

Dicendo ciò la avvicinò a Ruby, la quale sorridendo le mostrò la nuova arrivata: una bimba dalle guance paffute e rosate e dai pochi capelli rossi.

Luna la osservò con curiosità, di solito i neonati le piacevano, e doveva ammettere che la sua sorellina era piuttosto carina.

“Come si chiama?” - domandò subito.

“L’abbiamo chiamata Diana. E so già che tu ti prenderai cura di lei, da brava sorella maggiore”

Luna non rispose. Con un dito aveva sfiorato la manina morbida della neonata. Era adorabile, senza dubbio. Tuttavia nessuno le avrebbe spodestato il trono. Lei era arrivata per prima.

“Sì, mi prenderò cura di lei” - affermò divertita.

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Capitolo 46
*** #46 Gelosia fraterna ***


#46 Gelosia fraterna

 

Luna osservava la confusione immane intorno a lei con fare imbronciato. Da quando Diana era arrivata tutti non facevano altro che fare mille moine a quest’ultima, dicendole come quanto fosse carina, quanto fosse adorabile, prenderla in braccio e coccolarla. E lei allora? Lei non esisteva più?

Incredibile come la nuova arrivata le avesse già rubato tutte le attenzioni.

Gideon, con fare dispettoso, si avvicinò a lei.

“Nessuno bada più a te” - cantilenò puntandole il dito contro.

La bimba gonfiò le guance.

“Zitto, sei uno stupido!”

“Non sono stupido, io dico solo la verità. E’ sempre così, quando arriva un neonato i bambini più grandi finiscono con l’essere dimenticati”

La piccola arrossì violentemente. Gideon non poteva dire sul serio, lei non poteva essere dimenticata, non in questo modo.

Qualche minuto dopo di Luna non vi rimase neanche l’ombra.

“Archie, dov’è Luna?” - domandò Ruby.

“Cosa? Ma era qui fino a poco fa!” - esclamò.

“Luna se n’è andata!” - Gideon rispose, sentendo i loro discorsi.

“COME SAREBBE SE N'È ANDATA?!” - esclamarono all’unisono.

“Giuro!” - esclamò il bambino alzando le braccia al cielo.

I due allora accorsero fuori: se Luna “era andata via”, il giardino davanti casa era il luogo più plausibile.

Come se non bastasse stava anche piovendo: Luna stava a qualche metro dalla porta, immobile.

“Luna! - Ruby la afferrò - Luna, ma cosa fai?!”

La figlia alzò lentamente lo sguardo.

“E’ vero che vi siete dimenticati di me?”

“Co… cosa?” - sussurrò la ragazza.

“Luna, non potremmo mai dimenticarci di te” - disse Archie.

“Ho pensato che se fossi scappata vi sareste di nuovo preoccupati per me”

“Noi ci preoccupiamo sempre! - disse di nuovo Archie – lo so che in questi giorni siamo stati indaffarati, ma non vuol dire che non ti vogliamo più bene. Solo che adesso c’è una neonata a cui badare. Magari ci potresti dare una mano”

Luna incrociò le braccia sul petto. Se poteva dare una mano lo avrebbe anche fatto, solo che lo avrebbe fatto a modo suo.

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Capitolo 47
*** #47 Vendesi Diana ***


#47 Vendesi Diana

Giocando tranquilla sul pavimento, Luna si guardava intorno con fare circospetto, come se avesse combinato qualche guaio.

Ed in effetti era così. Udì degli scalpitii al piano di sopra, poi un rumore di passi.

Ruby le comparve davanti, infuriata.

“D’accordo, piccoletta. Cosa le hai fatto?!”

Luna assunse l’espressione più innocente che poteva.

“Niente. Però non tornerà più” - rispose semplicemente.

“Ma Luna! - esclamò – cosa dici? Diana ha solo pochi mesi, possibile che non posso distrarmi un attimo?!”

Archie, con il respiro corto, la raggiunse poco dopo.

“Trovata?”

“No, questa volta l’ha nascosta per bene” - borbottò a braccia conserte.

Non era la prima volta che Diana spariva. Questo perché già numerose volte Luna l’aveva nascosta nei posti più impensabili, sperando che non venisse più trovata. M quella volta era stata particolarmente brava.

“Luna, non farmi perdere la pazienza!” - esclamò Ruby.

“Qui non la troverai!” - rispose lei.

“Che vuol dire?!”

In quel momento qualcuno bussò alla porta, e a quel rumore Luna andò a nascondersi, vedendo già guai in vista.

Ruby andò ad aprire la porta, spalancando gli occhi nel ritrovarsi Emma con in braccio sua figlia.

“Scusate…. Questa appartiene a voi, dico bene?”- domandò.

“Diana! - Ruby la prese subito in braccio – Emma, dove l’hai trovata?”

“Emh… davanti la porta di casa mia. Luna l’ha portata fin lì, e mi ha cercato di convincermi a comprarla per una cospicua somma di caramelle. Io ovviamente ho rifiutato, ma è scappata prima che potessi fermarla. E credo che prima di me abbia anche tentato con altri”

Ruby e Archie ascoltarono sconvolti la spiegazione di Emma. Fortunatamente Diana stava bene e sembrava anche molto tranquilla, ma quella storia aveva dell’assurdo.

Quando la bionda se ne fu andata, Archie tentò di tranquillizzare Ruby, in modo che non andasse su tutte le furie.

“Ruby, ascolta, respira…!”

“LUNA! - esclamò lei – SE TI PRENDO….!”

La bambina però si era appositamente nascosta dentro un armadio.

Quel piano non aveva funzionato, ma l’indomani ne avrebbe provato un altro.

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Capitolo 48
*** #48 Richiami da scuola ***


#48 Richiami da scuola

 

Ruby batteva nervosamente un piede sul pavimento. Com’era possibile che una bambina di sei anni potesse creare tutto quello scompiglio?

Il primo anno di scuola elementare non si stava rivelando essere tutto rosa e fiori. a causa del carattere vivace di Luna.

E proprio per questo lei ed Archie erano stati richiamati dalla preside.

Cosa aveva combinato? Conoscendola, avrebbe dato fuoco a qualcosa o aveva quasi ucciso qualcuno.

“Grazie per essere venuti – esordì la preside – Luna è una bambina estremamente intelligente… forse fin troppo…”

“Emh – Archie appariva nervoso – cos’ha combinato questa volta?”

“Beh… diciamo che ha preso un paio di forbici, è saltata addosso ad un suo compagno è a tentato di ucciderlo… ovviamente non ci sarebbe riuscita, ma non credo che il gesto sia normale”

Ruby sospirò, chiedendosi perché mai sua figlia dovesse avere quegli scatti d’ira.

La preside fece entrare Luna poco dopo. La bimba avanzò con i pugni stretti e i capelli legati in due codini.

“Luna, eccoti qua – disse ella – vuoi dire a me e a i tuoi genitori perché sei saltata addosso ad un tuo compagno?”

“Non è colpa mia – si difese subito – gli altri mi insultano”

“Ti insultano? - domandò Ruby – cosa ti dicono?”

“Che sono strana e che nessuno vuole essere mio amico perché hanno tutti paura di me”

Archie e Ruby si guardarono con sorpresa. Quest’ultima poteva ben capire cosa significasse essere giudicati.

“Però io so che non è vero! - esclamò Luna – quindi l’ho zittito, e lo farò con tutti quelli che mi parleranno così!”

Sua madre fu felice di vedere quanto fosse forte, nonostante fosse ancora piccola.

“Beh – disse infatti – allora non ci vedo nulla di strano. Nella vita bisogna difendersi”

“Ma...” - la donna provò a parlare.

“Ottimo lavoro, Luna” - sussurrò facendole l’occhiolino.

La bambina provò a nascondere una risata.

Le era andata bene anche quella volta.

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Capitolo 49
*** #49 Missione baby sitter ***


#49 Missione baby sitter

 

Archie, in piedi sull’uscio della porta, guardava Ruby con fare supplichevole.

“Ruby… sei sicura che me la caverò? Senza di te vado in panico”

La moglie, ben vestita, truccata e già pronta per una rilassante e divertente serata con le amiche, sorrise incoraggiante.

“Ma smettila, senza di me andrai benissimo. So che non mi deluderai” - aggiunse languida.

“Certo, non lo farò” - sorrise nel modo più convincente che poteva, mentre cullava Diana.

“Bene, allora me ne vado, ci vediamo più tardi!” - esclamò.

Archie la guardò allontanarsi con disperazione. Poi con un sospiro tornò dentro.

“Luna – chiamò – coraggio è il momento di andare a dormire”

La bambina però sembrava piuttosto sveglia e vispa.

“Non voglio, è ancora presto, io voglio giocare!” - esclamò saltando sul divano.

“Invece no, è l’orario perfetto per dormire”

“Mmm…. No! - esclamò decisa – io giocherò alla guerra. E Pongo è il mio destriero…. PONGO!”

“Oh no, no, no...”

Il cane arrivò poco dopo, sfrecciando in soggiorno.

“Bravo cane – lo accarezzò Luna – andiamo!”

“Ma andiamo dove?! Luna, fai subito quello che…”

In quell’istante la piccola Diana prese a piangere insistentemente.

“Oh no, Diana anche tu no, ti prego...”

Ed era passato solo un minuto. Archie si immaginava già che Ruby avrebbe trovato la casa distrutta o in fiamme, e questo non doveva succedere.

Doveva assolutamente recuperare quella peste di sua figlia.

“Luna! - la afferrò per un braccio – se non ti fermi mi farai venire un esaurimento”

La bambina si trattenne dal ridere.

“Papino non te la prendere ma… la mamma è più brava di te con queste cose”

“Grazie… lo so – sbuffò cullando Diana – ti dispiace darmi una mano? Così almeno faccio bella figura...”

“Mmm – Luna ci pensò su – ci sto”

 

Più tardi…

“Sono a casa!” - Ruby entrò, sorprendendosi parecchio di trovare la casa ancora tutta intera.

“Sssh – Archi la zittì – le bimbe dormono”

In effetti Diana e Luna stavano dormendo accoccolate sul divano come due angioletti.

“Non ci posso credere, stanno dormendo davvero. E la casa è tutta intera, come ci sei riuscito?”

“Non ti fidavi di me?” - domandò divertito.

“Forse un po’… - lo attirò a sé, abbracciandolo – potrei lasciarti più spesso con loro...”

Archie la strinse maggiormente.

“Ma anche no”

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Capitolo 50
*** #50 Tempo libero? ***


#50 Tempo libero?


Era notte e le lancette dell’orologio ticchettavano nell’oscurità
Archie però non riusciva a dormire. Con gli occhi spalancati fissava Ruby, la quale, al contrario suo, stava dormendo tranquillamente.
Quello sarebbe stato il momento per… assecondare le sue voglie, anzi, le voglie di entrambi. Era così difficile concedersi certe attenzioni quando si aveva una famiglia tanto turbolenta.
Così allunga una mano verso il braccio di Ruby.
“Ruby...” - sussurrò.
“Mmmh – la donna mugugnò -cosa c’è, Archie?”
“Mi dispiace averti svegliata, è solo che… ti stavo osservando, e stavo pensando che magari noi potremmo...”
Lasciò la frase in sospeso, ma Ruby intuì immediatamente le sue intenzioni.
Si avvicinò a lui, con uno sguardo misto tra la dolcezza e la malizia.
“Sei così tenero, vieni qui” - sussurrò sulle sue labbra per poi attirarlo a sé in un bacio passionale che fu subito ricambiato.
Si prevedeva una notte movimentata, ma a quanto pare Diana e Luna la pensavano diversamente.
La seconda camminava goffamente seguendo la sorella maggiore.
Luna sbucò all’improvviso, saltando sul letto.
“Ah! - esclamò Archie – cosa…? Luna…?”
“Io e Diana vogliamo dormire con voi!” - disse allegramente.
Ruby guardò il marito.
“Proprio in questo momento?” - domandò.
“Sì, sì, adesso. Perché, non possiamo? Cosa stavate facendo…?”
“Niente! - rispose prontamente la madre – non stavamo facendo nulla”
Diana allargò le braccia.
“In braccio, in braccio!” - esclamò.
“E va bene – sospirò Archie afferrandola – dormite pure con noi!”
Contente le due bambine si infilarono sotto le coperte.
Archie e Ruby si guardarono un’altra volta. Forse era turbolenta, risucchiava via tutto il loro tempo libero, ma era davvero bella così com’era, la loro famiglia.

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Capitolo 51
*** #51 Primi fidanzatini? ***


#51 Primi fidanzatini?

Archie si massaggiò le tempie, avvertendo la testa dolergli tantissimo.
Davanti a lui, Diana, sei anni, si divertiva a far andare fuori di testa Luna, di dieci anni.
Quest’ultima si era portata le mani sulle orecchie come a non voler sentire.
“Luna ha un fidanzato, Luna ha un fidanzato! - cantilenò puntandole il dito contro.
“Sta zitta, stupida!” - borbottò arrossendo.
“Ragazze, non è che potreste calmarvi per un attimo?” - provò a dire Archie.
“Ma è vero! - esclamò Diana, con le sue lunghe trecce rosse – Luna ha un fidanzato, l’ho vista che stava baciando Gideon!”
“Non è vero! - esclamò – ci stavamo solo abbracciando, tutto qua!”
A quel punto Ruby decise di intervenire per frenare quel trambusto.
“Ebbene? Qual’è il problema?” - domandò con le mani poggiate sui fianchi.
“Luna ha un fidanzato!” - cantilenò ancora la bambina.
“Ancora? Ma la vuoi smettere?!” - domandò furiosa.
Gli occhi della donna però si illuminarono.
“Un fidanzato? - domandò curiosa – e chi è?”
“E’ Gideon il suo fidanzato!” - esclamò la più piccola.
“Davvero? Aaah, lo sapevo, voi vi siete sempre piaciuti!” - disse felice.
Luna però aveva stretto i pugni.
“Lui non è il mio fidanzato! E poi ho diritto ad un po’ di privacy, non vi pare?!” - esclamò nervosa, voltandosi e risalendo le scale.
“Ma Luna!”
“Oh – Archie sbuffò – ho l’impressione che saranno anni molto, molto difficili”
Ruby gli diede un pizzicotto.
“Pensa per te, io sarò sempre dalla sua parte”

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Capitolo 52
*** #52 Teenager ***


#52 Teenager

 

Quattordici anni, chi dice che è un’età facile e tutta rosa e fiori?

Sicuramente non lo era per Luna, che da un po’ di tempo a questa parte era diventata piuttosto scorbutica e lunatica.

L’unica cosa a poterla consolare era la musica, per questo se ne andava in giro costantemente con le cuffie alle orecchie.

“Luna Hopper, almeno quando siamo a tavola potresti togliere quegli affari!” - esclamò Ruby contrariata.

Sua figlia stava crescendo in fretta, le somigliava molto e aveva dei lunghi capelli neri. Diana invece, che fortunatamente non era ancora entrata in quell’età difficile, aveva dei ricci capelli rossi e l’indole più timida

“Ah, non rompere” - borbottò la ragazzina.

“Un po’ di educazione non guasterebbe qui” - la riprese Archie.

Luna allora si sollevò, con i pugni chiusi.

“Voi non mi capite, anzi, non mi capisce nessuno, vado a rinchiudermi in camera mia!”

“Hei, torna subito qui! - esclamò Ruby esasperata – ma io cosa ho fatto mai di male?!”

“Che vuoi farci, è tutta sua madre” - rispose il marito.

Lei gli lanciò un’occhiataccia.

“Come hai detto prego? E’ così che la pensi? Bene, vado anche io a chiedermi in camera mia!”

“Cosa? Ma, aspetta!”

Ovviamente però Ruby non lo ascoltò. Se ne andò furiosa, lasciando Archie e Diana da soli.

“Oh – sospirò – non vorrai andartene anche tu, spero”

Diana fece spallucce, sorridendo.

Non ancora…. Probabilmente fra qualche anno...

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Capitolo 53
*** #53 Traumi! ***


#52 Traumi!

Si sa che i momenti in una coppia, specie quando ci sono figli, diventano radi e sbrigativi. Questo accadeva anche a Ruby ed Archie, ma essendo la prima un tipo molto passionale e il secondo vittima del suo fascino, cercavano di ritagliarsi dei momenti per loro, soprattutto quando Diane e Luna non erano in casa.
Quando ci riuscivano. Perché molto spesso si ritrovavano a fare “certe cose” con le figlie in casa.
“Sei sicura che Luna e Diana non ci sentano?” - ansimò Archie, tentando di sfuggire per un attimo alle labbra di Ruby.
“Non preoccuparti, saremo molto silenziosi – disse frettolosa – adesso vieni qui!”
Peccato che le cose non sempre andavano come previsto.
Al piano di sotto Luna si guardava intorno.
“Mamma? Dov’è la gonna rossa? Papà? Ma dove siete?” - chiamò.
“Luna! - a chiamarla fu Diana – dov’è mamma? Io ho fame!”
“E’ quello che sto cercando di capire. Eppure erano qui. Sarà meglio che li cerchi”
“Vengo con te!” - esclamò la più piccola.
E così senza paura le due sorelle iniziarono a cercare, salendo poi al piano di sopra.  Vi era silenzio, fatta eccezione per dei rumori provenienti dalla camera da letto.
“Ah, ecco dov’erano! - disse Diana spedita – vado io!”
“No aspetta!” - tentò di fermarla la più grande.
Diana però non la ascoltò, e quando aprì la porta si ritrovò davanti una scena che nessun figlio avrebbe mai voluto vedere.
“AH!” - ne seguì un urlo acuto. Ruby si staccò immediatamente da Archie, coprendosi con la coperta.
“DIANA?!”
La bambina rimase immobile, senza capire effettivamente cosa stesse accadendo.
La sorella arrivò alle sue spalle, coprendole gli occhi.
“NON GUARDARE! - si rivolse ai genitori – E VOI, MA COSA STATE FACENDO?!”
“Via, andate fuori!” - esclamò Archie completamente rosso per l’imbarazzo.
“Ma siete due snaturati! - disse la figlia trascinando Diana con sé – la mia crescita si è bloccata”
“Ma… cosa stavano facendo?” - domandò la sorella più piccola, con la tenera voce dell’innocenza.
Luna si portò una mano sul viso.
“Nulla… stavano giocando...”

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Capitolo 54
*** #54 Archie e i suoi complessi ***



#54 Archie e i suoi complessi

“Io non mi muovo di qui”
“Adesso stai diventando infantile. Son solo due ragazzini, cosa potrebbero combinare?”
“Sono adolescenti. Età pessima, l’età degli ormoni in subbuglio...”
“Ah, è questo il problema? Sei ridicolo”
A braccia conserte Ruby fissò Archie in truce. Quest’ultimo non voleva lasciare Luna da sola a casa visto che c’era anche Gideon.
“Ma noi dobbiamo uscire! - esclamò – e poi c’è Diana, farà lei da guardia”
“Certo, come no”
Alzando gli occhi al cielo Ruby lo tirò per un braccio, trascinandolo vicino la camera di Luna. La porta semi era aperta e la ragazzina stava seduta sul tappeto insieme a Gideon.
“Guarda, guarda come si guardano. Io non voglio scherzi!”
“Perché sei così paranoico?” - domandò stufa.
“Mamma?”
Ovviamente il bisticcio dei due non poteva rimanere segreto.
Ruby aprì la porta, sorridendo nervosamente.
“Tesoro, ciao. E ciao Gideon. Noi ecco, noi stiamo uscendo...”
“Sì, e mi auguro che vi comportiate bene – aggiunse subito Archie – non fate niente, non toccante niente e state almeno a dieci metri di distanza l’uno dall’altro. Soprattutto tu, capito Gideon?”
“Io? Sì ho capito” - disse confuso.
“Papà, mi stai mettendo in imbarazzo!” - esclamò Luna arrossendo.
“Infatti, per questo adesso ce ne andiamo – disse Ruby – a dopo”
Così trascinò il marito con sé.
“Sono preoccupato”
“Tu e i tuoi complessi avete rotto le scatole – lo afferrò per un orecchio – stai tranquillo oppure giuro che ti lascio a casa, hai capito?!”
“Sì… sì padrona...”

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Capitolo 55
*** #55 Vestiti rubati ***


#55 Vestiti rubati


“No, no, no, non posso crederci!”
Ruby sembrava disperata mentre dall’armadio tirava fuori dei vestiti, gettandoli sul materasso.
“A cosa non puoi credere?” - domandò Archie.
“Tua figlia ha preso la brutta abitudine di indossare i miei vestiti senza chiedermi il permesso!”
“Ah, capirai, credo che sia una cosa abbastanza normale”
“Forse non hai capito – dichiarò poggiando le mani sui fianchi – io sto parlando dei miei vecchi vestiti, quelli che avrei dovuto conservare in soffitta. Hai presente no? Mini gonne, calze a rete, top molto aderenti e… Archie? Ma dove sei?”
Il marito era già sparito dalla sua vita, e in preda al panico si era affrettato a raggiungere la camera della figlia.
“Luna Hopper, apri questa porta!”
La ragazza eseguì quell’ordine, seppur con molta stizza.
“Che vuoi?”
“Che voglio? Come ti sei vestita?”
Luna infatti sfoggiava un’aderente gonna in pelle, calze a rete e un top rosso decisamente striminzito, per non parlare poi del trucco esagerato.
“Come sono vestita?” - ripeté.
“Non puoi uscire così!”
“Sì che posso, a Gideon piace!”
“A Gideon piace, eh? Beh, non piace a me!”
Ad interrompere i due ci pensò Diana, ormai dodicenne. Aveva da poco scoperto le meraviglie del make up, e sul viso sfoggiava una maschera di trucco.
“Luna – chiamò – va bene così?”
“Oh, mio Dio. Diana, anche tu? Ormai vi ho perso entrambe!”
“Va bene Diana, solo calca di più la mano con quell’eyeliner, devi attrarre gli uomini!”
“Smettila di dirle queste cose, è solo una bambina!”
“Non lo rimarrà per molto – disse dispettosa – adesso se non ti dispiace, io e la mia sorellina andiamo a fare shopping!”
“Andiamo!” - esclamò la più piccola.
“Ma… ma… ferme...” - sussurrò senza che nessuno lo ascoltasse.
Ruby era rimasta ad osservare la scena sulla porta, divertita.
“Cavolo Archie, tu sì che sai essere autoritario”

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Capitolo 56
*** #56 Appuntamento ***


#56 Appuntamento

 

“DING DONG”

Archie e Ruby si precipitarono immediatamente alla porta.

Gideon era venuto a prendere Luna, e se la seconda era piuttosto eccitata all’idea che lui e la figlia stessero insieme, il primo non era dello stesso avviso.

“Caro Gideon, che bello vederti. Come sta tua madre?”

“Sta bene, grazie” - rispose il ragazzo.

“E tuo padre invece? Immagino che anche tu giochi con la magia oscura come fa lui, vero?” - domandò Archie a braccia conserte.

“Oh, smettila!” - Ruby gli diede un pizzicotto.

“Eccomi qua!”

Luna comparve in cima alle spalle, in tutto il suo splendore, mentre Gideon la guardava con gli occhi lucidi.

“Wow” - sussurrò.

“Oh, sei così carina, siete carini entrambi! - fece Ruby con fare sognante – mi raccomando, divertitevi”

“Non troppo, per piacere! Non bevete, non state da soli in posti appartati e soprattutto – guardò il ragazzo – riportala sana e salva entro mezzanotte. Anzi, le undici e mezza”

“Ma io...”

“Mi metti in imbarazzo così! - sbuffò Luna prendendo sottobraccio il ragazzo – torneremo presto… o forse no...” - rise dispettosa.

“Che vuol dire forse no? Hei! Guardate che vi vengo a cercare!”

Purtroppo le parole di Archie rimasero inascoltate. I due ragazzi erano già usciti.

“Su, su – Ruby lo consolò – arriva per tutti questo momento”

“Sì, ma adesso è arrivato. Non so se ce la posso fare”

“Oh, il mio povero uomo apprensivo – lo tirò per un braccio – se vuoi posso consolarti io. Abbiamo tempo fino a mezzanotte”

“Undici e mezza. Ma va bene. Accetto l’offerta”

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Capitolo 57
*** #57 Sigarette ***


 #57 Sigarette


Ruby si sentiva un’insegnante che aveva appena beccato i propri alunni a copiare, ed il motivo era semplicissimo. Mentre faceva le pulizie aveva trovato un pacchetto di sigarette nascosto sopra l’armadio. Ovviamente aveva chiamato a rapporto la sua famiglia.

“Ho trovato questo nascosto sopra un armadio – disse severa – adesso io pretendo di sapere chi di voi fuma!”

“Emh, tesoro – fece Archie – perché stai rimproverando anche me? Io sono un adulto”

“Non mi interessa! - esclamò – il fumo uccido! Oh, però forse hai ragione, non è da te – guardò poi le due figlie adolescenti – sei forse tu, Luna?”

“Perché dai per scontato che sia stata io?! - esclamò – certo che no! Non posso compromettere la mia salute e la mia fantastica prestanza fisica per il fumo!”

“Allora sei stato tu Archie, non c’è altra soluzione!”

“CHE COSA?! Ma hai appena finito di dire che non è da me!”

Diana si strofinava nervosamente le mani. Era ovvio che nessuno sospettasse di lei, lei che era sempre così tranquilla e rispettosa verso le regole.

Ma che qualcun altro si prendesse la colpa… no, questo era troppo!

“Emh… - sussurrò – sono stata io”

I tre si voltarono a guardarla.

“Cosa?! - esclamò Luna – la mia dolce sorellina fuma?”

“Silenzio! - disse Ruby – Diana, è vero?”

“Lo faccio solo ogni tanto – provò a giustificarsi – lo fanno tutti”

“Ma soltanto perché tutti lo fanno non vuol dire che devi farlo anche tu. Questo è sbagliato” - disse la donna dolcemente.

“Lo so, infatti per questo mi sento tanto stupida” - sospirò.

“Oh, non fa niente – aggiunse Archie – si fanno stupidaggini quando si è giovani”

“CHE COSA?! - urlò Luna – questa sì che è bella. Scommetto che se fossi stata io allora non sareste stati così gentili!”

“E non ho provato solo a fumare… ho anche provato l’erba”

A Luna venne un colpo.

“EEEEH?!”

“E quando esco bevo”

Un altro colpo.

“OH!”

“E mi imbottisco il reggiseno per sembrare più grande”

Luna svenne. Alla faccia della dolce e innocente sorellina.

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Capitolo 58
*** #58 Crescere ***


#58 Crescere


Diana tirò per un braccio la sorella, parlandole sottovoce.

“Luna, mi serve un consiglio – sussurrò – cosa metto stasera per il mio appuntamento?”

“Beh, dipende dal luogo… e dalla persona – assottigliò lo sguardo – coraggio, perché non dici alla tua sorellona chi è il fortunato”

Arrossendo, Diana abbassò lo sguardo.

“Neal Nolan...”

“Neal? Stai con un ragazzo più grande? Bene, complimenti! - le diede una pacca – e felicitazioni!”

“Ssssh! - la zittì – stiamo insieme da un po’, il fatto è che non lo sa nessuno!”

“E perché non ufficializzi la cosa? Potremmo fare delle uscite a quattro magnifiche, voi due, me e Gideon!”

“Ma… non pensi che la differenza di età sia un problema?”

“Ma va – le circondò le spalle con un braccio – l’età è solo un numero. E poi tu sei adorabile, per cui… d’accordo allora, ti aiuterò a scegliere qualcosa, parola mia!”

A loro insaputa, Archie e Ruby le stavano osservando con un po’ di malinconia.

“Sono davvero cresciute entrambe” - sospirò il primo.

“Beh… è naturale che sia così. Però abbiamo fatto un buon lavoro”

“E’ stata un’avventura. Adesso toccherà a loro affrontare tutto quello che abbiamo passato”

“Oh Archie, così però mi fai sentire vecchia. Io sono ancora nel fiore degli anni, dopotutto”

Erano stati anni meravigliosi quelli, e altrettanti ne sarebbero venuti.

Forse ci sarebbero stati dei cambiamenti. Magari però… non doveva essere necessariamente un male.

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Capitolo 59
*** #59 College ***


#59 College

 

Con una valigia stretta in mano, Luna si accingeva a salutare la sua famiglia.

Era arrivato il momento di diventare adulta, di lasciare la sua città per cominciare una nuova avventura.

I suoi genitori erano fieri di lei, per la giovane donna che era diventata, bella, forte e indipendente.

“Troverò a trovarvi presto” - disse.

“Mi mancherai!” - disse la sorella minore.

“Mi mancherai anche tu. Ma tra qualche anno toccherà anche a te”

“Sì… nel frattempo la tua stanza diventerà la mia” - affermò divertita.

“Oh, e va bene”

Ruby le si avvicinò.

“Riguardati, d’accordo?” - sussurrò con gli occhi lucidi.

“Mamma, starò benone. Ho preso da te l’istinto di sopravvivenza”

“Su questo ha ragione – Archie circondò le sue spalle con un braccio – buona fortuna, piccola”

“Grazie papà. Adesso per me è arrivato il momento di andare!”

Dopodiché la ragazza si diresse verso l’autobus che l’avrebbe condotta verso la sua nuova meta.

Archie e Ruby si strinsero a Diana. Lasciare andare i figli era sempre difficile, ma entrambi sapevano che la loro Luna se la sarebbe ben cavata.

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Capitolo 60
*** #60 Pronta? ***


#60 Pronta?

 

La casa appariva vuota da un po’. Luna oramai aveva un lavoro, Diana frequentava il college.

Erano solo loro due e nessun altro. Da un lato ciò era un bene, da un lato era un po’ triste. Per anni erano stati abituati ad avere le figlie intorno.

“Ah, accidenti – sospirò Ruby – non sono più abituata a starmene qui senza fare nulla”

“Ma come, prima ti lamentavi sempre di non avere tempo libero” - le rispose Archie.

“Sì, ma adesso ne ho fin troppo. Il fatto è che il tempo sembra volato, insomma hai visto Diana e Luna? Oramai sono indipendenti, presto andranno a vivere per i fatti propri, si sposeranno, poi arriveranno i bambini e...”

“Ho capito – si schiarì la voce – ti senti inutile oramai, vero?”

“Un pochino, ma penso sia normale. E mi sento anche un po’ come se fossi arrivata al capolinea… nonostante sia ancora giovane e bella”

“Sì che lo sei. E in effetti c’è una cosa che devo darti”

“Una cosa che devi darmi? Che cosa?”

A quel punto Ruby ebbe come una sorta di dejavu. Vide Archie inginocchiarsi davanti a lei, come aveva già fatto una volta più di vent’anni prima.

“Archie?”

“Io non credo tu sia arrivata al capolinea. Credo che questo potrebbe essere un nuovo inizio. Per questo volevo chiederti… vorresti sposarmi un’altra volta? Sei pronta a ripartire?”

A Ruby vennero gli occhi lucidi. Quella era la cosa migliore che avrebbe mai potuto chiederle.

Si abbassò, e lo abbracciò.

“Sono pronta”


NDA
E la raccolta termina qui T.T Ho amato scrivere di questa coppia e successivamente della loro famiglia. Penso che non potrei concluderla in un altro modo. Grazie a tutti quelli che hanno seguito

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