Miraculous Ladybug

di Mi_scoccio01
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo giorno di scuola ***
Capitolo 2: *** A casa Agreste ***
Capitolo 3: *** Un incontro inaspettato ***
Capitolo 4: *** Pranziamo insieme! ***



Capitolo 1
*** Primo giorno di scuola ***


~~Sono passati quasi tre mesi da quando mi sono trasferita a Parigi per via del lavoro di mio padre. Ho passato tutta l’estate a studiare pronunce, vocaboli e regole grammaticali in poche parole a studiare francese. Un’intera lingua in tre mesi non so come io ci sia riuscita ma sono soddisfatta del mio lavoro.
È il giorno prima dell’inizio della scuola, sono sola a casa, come sempre, ma a tenermi compagnia è la mia migliore amica Annarita, lo faceva sempre quando ero in Italia e continuava a farlo nonostante vi fossero un po’ di chilometri a separarci.
“Allora come ti senti? Sei nervosa?” “Un po’, ho solo paura di non riuscire a capire un tubo o di sbagliare pronuncia, vocabolo” “Se può rassicurarti possiamo fare una prova” “Cioè?” “Parliamo in francese, poi visto che sono al quinto anno di un liceo linguistico qualcosa dovrò pur saperla” “Grazie mon amour” “Prego mon minou” “Non capisco perché ti ostini a chiamarmi così non sono un gatto…” “Lo sembri, sei così cucciola e poi adori i gatti” “E va bene” dissi arrendendomi “Allora mon minou iniziamo questa chiacchierata” “Certo!” parlammo per ore intere del più o del meno, era come se fossimo due francesine doc.
Dovevano essere le 7:00 quando la sveglia suonò, non volevo alzarmi; avevo fatto tardissimo con Annarita, saranno state le 2 quando ci siamo salutate per l’ennesima volta per poi parlare ancora per un’altra ora di ragazzi e cose del genere “Su Alessia devi alzarti” mi dissi e facendomi coraggio scesi dal letto e andai in bagno a prepararmi. Dopo circa 15 minuti uscii “Vediamo un po’ cosa indossare” aprii l’armadio “Questo no, troppo elegante” presi un altro capo “Questo no, troppo sportivo” “Alessia è tardi, sbrigati” disse una vocina stridula “Si Tikki, hai ragione. Però non so cosa indossare” ci pensai un secondo “Trovato” “Brava Alessia, hai ancora 30 minuti” mi vestii (optai per un jeans aderente e la canotta dell’Adidas, la mia preferita, e per finire le mie amate Converse nere), con i 20 minuti rimasti mi truccai e pettinai “Okay, prendiamo la borsa e andiamo, vieni Tikki” e l’esserino rosso a pois neri entrò nella mia borsa nascondendosi, presi al volo un croissant ed uscii “Menomale che abito a 5 minuti dalla scuola, altrimenti sarei morta” presi il cellulare per controllare l’ora: 7:50 perfetto, la campanella avrebbe suonato alle 8:00, sarei arrivata anche in anticipo.
“Bene, ce l’ho fatta, sono arrivata in anticipo” presi il telefono e accesi la mia connessione dati, arrivarono decine di messaggi che mi auguravano ‘Buona Fortuna’ ma quello di Annarita non c’era, strano… dopo circa 3 secondi il telefono squillò “Buongiorno mon minou, volevo augurarti buona fortuna di persona, beh più o meno” “Buongiorno mon amour, ti ringrazio” non potei fare a meno di ridere “Dimmi che sono stata l’unica ad avere quest’idea. Su su” disse tutta soddisfatta “Si, sei stata l’unica” “Ecco, sono geniale” la campanella suonò “Devo andare, ci sentiamo mon amour” “A dopo mon minou, e non perderti” staccai. Entrai in quel maestoso edificio, come potevo non perdermi? ‘Posso farcela’ pensai, potevo chiedere, anzi dovevo chiedere, a qualcuno dove fosse la presidenza, andai vicino ad un ragazzo alto, biondo “Scusami, ciao, mi sono persa, potresti  per favore indicarmi la presidenza” “Oh beh” mi guardò “Sei nuova qui?” mi chiese “Si vede così tanto?” “No, beh, nessuno il primo giorno di scuola chiede dove si trovi la presidenza” “Giusto” “Beh, andiamo?” “Dove?” “In presidenza no?” “Oh si, grazie” dopo pochi minuti, “Eccola qui, in tutto il suo splendore” risi, “Grazie” “Comunque piacere Adrien” “Piacere, io sono Alessia” “Il piacere è mio” arrossii “Beh, ci vediamo” ed entrai in presidenza. “C’è qualcuno?” chiesi “Salve” “Salve, dovrei parlare col preside” “Si prego, si accomodi” entrai in un ufficio “Buongiorno lei è?” “Alessia Grigori” “oh, la figlia del nostro generale giusto? La aspettavo” “Si.” “L’accompagnerò nella sua nuova classe, su venga” uscimmo dalla presidenza, girammo sulla destra e c’era l’aula, il preside bussò alla porta “Avanti” disse una voce dall’interno dell’aula, stava per essere aperta la porta. Ero nervosa, e se non fossi piaciuta? E se mi avessero preso in giro? Guardavo Tikki che mi guardò con serenità, aveva ragione potevo farcela. “Buongiorno Signor Preside” e tutti gli alunni si alzarono, lanciai un’occhiata ai ragazzi seduti tra quei banchi, sembravano tutti simpatici, poi mi voltai e lo vidi, il ragazzo che poco fa mi aveva indicato la presidenza, ero contenta… ma perché mi sentivo così? Neanche lo conoscevo… “Buongiorno ragazzi, questa è una vostra nuova compagna di classe, si è appena trasferita dall’Italia. Mi raccomando siate gentili. Arrivederci e buona giornata” e il preside uscì “Salve signorina Alessia, può scegliere dove accomodarsi, c’è un posto libero vicino la signorina Alya, o qui vicino la signorina Chloè” annuii, non sapevo cosa dire… ero un po’ nervosa “Ma perché non parli? Il gatto ti ha forse mangiato la lingua?” disse Chloè che scoppiò a ridere “Chloè forse è solo a disagio” disse un ragazzo dai capelli rossi “Chloè giusto?” dissi rivolgendomi a lei “Parlo perfettamente il francese, anche perché mia madre è originaria di qui e da piccola non faceva altro che parlare in francese e della Francia, quindi per favore la prossima volta lavati la bocca prima di parlare grazie” le dissi, e le rivolsi uno di quei sorrisetti falsi che adoravo fare “Professoressa, credo che mi siederò vicino ad Alya” “Ragazzi, ho avuto un’idea” disse alla classe “Che ne dite se vi lascio questa giornata per conoscervi meglio?” e tutti esultarono. Tutti si alzarono per venire vicino al mio banco, uscii da quella folla, dirigendomi verso il centro dell’aula    “Okay, risponderò a tutte le vostre domande però, sedetevi così se la professoressa dovesse ritornare ci troverebbe in modo ordinato no?” mi ascoltarono e uno per volta iniziò ad alzare la mano “Prima però, presentiamoci. Ho già avuto modo di conoscere Chloè e Alya, vorrei conoscere anche gli altri” si presentarono tutti “Quindi ricapitoliamo, Sabrina, Chloè, Nathan, Ivan, Kim, Max, Juleka, Rose, Melane, Alix, Alya, Nino e per ultimo” “Ma non meno importante” disse il giovane biondo “Mai affermato questo, Adrien. Ora potete farvi sotto con le domande” “Da che parte dell’Italia vieni?” chiese Alya “Sud, Campania per la precisione in un paesino di nome Scafati” “Cosa ti piace fare?” chiese Adrien “Mm vediamo, adoro disegnare abiti, infatti vorrei diventare una stilista, poi leggere, cucinare e ovviamente stalkerare i ragazzi” “Ti adoro, diventerai la mia migliore amica” disse Alya, risi “Cosa ti piace cucinare” chiese Nathan “beh, tutto. Anche perché sono stata per così dire costretta a imparare tutto, mio padre non c’è mai e mia madre…” “Tua madre non è capace di farlo?” disse Chloè con la sua risatina sprezzante “No, visto che…” “Una madre che non sa cucinare che madre è? E poi esiste il detto: Tale madre tale figlia. Scommetto che quello che cucini è pessimo.” continuò lei “visto che alessia?” chiese Rose “Visto che…” feci un bel respiro, l’avevo superato potevo raccontarlo ai miei nuovi compagni di classe, mi fidavo di loro, restando con gli occhi chiusi “è morta tre anni fa” “Chloè la prossima volta sta zitta” disse Alix “Non preoccuparti, non poteva saperlo” “Ma prima hai detto che tua madre è originaria della Francia” disse Kim “Se è morta, avresti dovuto usare era…” continuò il ragazzo “Per me mia madre continua a vivere nel mio cuore, su non parliamo di cose tristi” “Perché tuo padre non c’è mai?” domandò Nino “è un generale dell’esercito e al momento è in missione in Tibet” “E quindi sei sempre sola, ti piace questo?” chiese Adrien “No certo, vorrei tanto che mio padre passasse più tempo con me ma è il suo lavoro e non posso farci niente. E poi grazie a questo, io e la mia migliore amica, in Italia intendo, ne abbiamo fatte di idiozie” “Qual è il tuo colore preferito?” chiese Melane “Blu. Ora vorrei conoscere un po’ voi, raccontatemi qualcosa” e la giornata passò in fretta, quando la campanella suonò tutti si diressero verso la porta per poter tornare a casa, io invece fissavo quel ragazzo biondo, che aveva un non so che di familiare “Scusami Adrien giusto? Faccio ancora fatica a ricordare tutti i nomi” “Non preoccuparti, comunque si sono io, ti serve qualcosa?” “E’ solo che hai una faccia familiare, ma non ricordo dove ti ho già visto. Puoi dirmi il tuo nome per intero?” “Adrien Agreste” “O MIO DIO, il figlio di Gabriel Agreste? Uno dei stilisti più noti al mondo?” “Si, sono proprio io” “Adoro tuo padre, è uno dei miei stilisti preferiti, anzi è il mio stilista preferito” “Vorresti conoscerlo?”

***

Ecco a voi il primo capitolo della mia prima storia... Che ne pensate? Fatemelo sapere lasciando un commento. Avrete notato che un altro personaggio copre il ruolo di Marinette come protagonista femminile, forse non sarà una cosa gradita ma volevo provare le sensazioni dell’essere Ladybug, combattere con Chat insomma volevo provare a essere Marinette… forse questa sostituzione non vi sarà piaciuta ma spero che sia avvenuto il contrario. Baci e a sabato!
 

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Capitolo 2
*** A casa Agreste ***


Uscimmo da scuola per andare a casa sua ma prima ci saremmo fermati da me, dovevo prendere i miei bozzetti. Durante il tragitto “Sai la mia migliore amica è totalmente innamorata di te” “Davvero?” “Si, ha la sua stanza tappezzata di tue foto… Forse questo non dovevo dirtelo, promettimi che nel caso dovessi incontrarla non glielo dirai.” “Promesso” “Ecco casa mia in tutto il suo splendore” “Non copiarmi le battute però” risi “Torno subito vado a prendere un attimo delle cose” “Si, aspetto qui” “Si, serviti pure, sul tavolo ci sono dei croissant che ho fatto ieri, e in frigo una torta fragola e panna se ti va” “Grazie” entrai in camera mia, Tikki uscì dalla mia borsa, presi i bozzetti che avevo sulla scrivania ma non riuscivo a trovare quella foto “Dove l’ho messa?” “Cosa cerchi?” “La foto di Adrien che Annarita mi ha messo in valigia nel caso in cui lo avessi incontrato. Vorrei fargliela firmare” “Che dolce che sei” disse Tikki “Grazie, oh eccola!” “Adrien è un bel ragazzo, non trovi?” “Si, molto carino, simpatico” “Non è che ti piace?” “Tikki, non lo conosco nemmeno” “Amore a prima vista?” “Andiamo su” e rientrò nella borsa. Ritornai da Adrien “Eccomi, scusa se ti ho fatto aspettare tanto è che non riuscivo a trovare questa” gli mostrai la foto, “L’amica di cui ti parlavo me l’ha data nel caso in cui ti avessi trovato per fartela autografare” “Ha pensato proprio a tutto” “Si” “Hai una penna?” “Si, perché?” “Le faccio quest’autografo my lady” “Oh monsieur sono onorata” e scoppiammo a ridere, gli diedi la penna “Come si chiama la tua amica?” “Annarita” dopo pochi secondi “Ecco fatto” “Grazie mille, sarà molto contenta” misi la foto nella borsa “Andiamo?” chiese Adrien “Si.” Durante il tragitto, parlammo del più e del meno “Ecco casa mia in tutto il suo splendore” “Non hai altre battute?” risi, entrammo in casa “Andiamo in camera mia” “Si.” Mi portò in camera sua, era enorme “Ho visto stadi più piccoli” “Ti intendi di calcio?” “Si, quando mi annoio… ma anche di basket e altri sport” “Sei la prima ragazza che conosco che si interessa allo sport” “Davvero? Io e Annarita ci divertiamo a vedere partite e fare scommesse sulle squadre che poi vince sempre lei.” risi, mi squillò il telefono, era lei “Mon amour, tutto bene?” “AVEVI DETTO CHE QUANDO SARESTI USCITA DA SCUOLA MI AVRESTI CHIAMATA.” Urlò lei “Calmati mon amour, me ne sono dimenticata, scusami” “DIMENTICATA? CHI E’ PIU’ IMPORTANTE DI ME?” “Nessuno, lo sai. Dai calmati, devo dirti una cosa importante che sicuramente ti piacerà” “Solo se è importante” “Lo è. Però sono a casa di un amico, ti chiamo tra 5 minuti okay?” “Amico? Cosa? Chi è?” staccai, “Scusami, si preoccupa tutto qui” “Ci credo è il tuo ragazzo” disse lui “No, è la mia migliore amica” risi “Ma l’hai chiamata mon amour” disse lui confuso “E’ una cosa tra noi” ridemmo “Posso chiederti un favore?” gli chiesi “Certo” “Ora devo richiamare la mia amica, altrimenti prende il primo volo per Parigi per ammazzarmi; Potresti salutarla?” “Certo, ma non conosco molto bene l’italiano” “Non importa, è all’ultimo anno del liceo linguistico e parla benissimo il francese” “Benissimo” “Mi scuso in anticipo” “Perché?” “Poi capirai” presi il telefono e cliccai sul tasto della videochiamata, rispose in meno di un secondo “Finalmente, ora spiegami tutto. Chi è questo amico?” “L’ho conosciuto oggi a scuola” “E poi?” “E’ un bel ragazzo, biondo, occhi verdi, bel fisico” guardai Adrien che sembrava arrossito “Il ragazzo perfetto” “Mon amour!” “Dico la verità, manca solo che è Adrien Agreste e puoi considerarmi già in aereoporto per Parigi” “Beh…” feci segno ad Adrien di avvicinarsi “Ciao Annarita, sono felice di conoscerti” non ci fu segno di vita per alcuni minuti “Mon amour, mi sto preoccupando” “va-va t-tutto b-bene” “Eccola che ritorna” iniziò a urlare “Non ti scuso” mi disse Adrien “Un bel vassoio di croissant potrebbero andare?” un sorriso a trentadue denti si formò sul suo volto “E vassoio di croissant sia. Hai finito?” “Si” tutti e tre scoppiammo a ridere “Ora vi lascio parlare, così potrete conoscervi. Io nel frattempo devo andare in bagno. Adrien dove lo trovo?” “Uscendo da qui, la terza porta sulla sinistra” “Grazie” una volta in bagno Tikki uscì dalla borsa “Che gesto carino” “Grazie Tikki, ora aspettiamo un pochino qui e poi ritorniamo in camera” “Si” “Tikki, se qualcuno mi ha donato il Miraculous della Coccinella, significa che c’è una minaccia su Parigi?” “Si purtroppo, e per donare il Miraculous della Coccinella e quello del Gatto Nero, significa che è pericolosa” “Il Miraculous del Gatto Nero? Non me ne avevi mai parlato” “Il Miraculous del Gatto Nero è il Miraculous della distruzione e della sfortuna, praticamente il tuo opposto ma insieme sono potenti e chi li possiede entrambi avrebbe tra le mani un potere assoluto” “Impedirò a chiunque di prenderli” “Ora andiamo, altrimenti un vassoio di croissant non basterà” disse Tikki che rientrò nella borsa e ritornai in camera, però prima di aprire la porta “Come trovi Alessia?” “In che senso?” “Ti piace?” “Non la conosco, però è una bella ragazza, simpatica” abbassai la maniglia ed entrai “Allora piccioncini, vi siete conosciuti abbastanza?” “Si direi di si” risposero i due “A quando il matrimonio?” chiesi divertita “Preferisco essere la cognata di Adrien piuttosto che la moglie” “Come mai questo cambiamento?” e si sentì un rumore provenire dal tetto “Cos’è stato?” chiese Annarita “Non lo so” rispondemmo io e Adrien all’unisono, poi guardai Tikki in borsa “Mon amour ci sentiamo dopo okay?” “Vabbene mon minou, sta attenta” “Sempre” e chiusi la chiamata “Ho dimenticato una cosa in bagno torno subito” e uscii dalla stanza per andare in bagno “Tikki è quello che pensi?” “Credo proprio di si” “Beh, allora Tikki trasformami” un lampo di luce travolse il bagno, per poi trasformarmi in Ladybug. “Wow, questo costume è stupendo” e mi guardai allo specchio, un altro tonfo “Non posso perdere tempo, andiamo” uscii dal bagno e dalla casa, c’era un mostro sul tetto, come avrei potuto raggiungerlo? il mio yo-yo certo! Lo presi “Come funziona però?” mi concentrai per poi ricordare le parole che Tikki mi aveva detto, lo lanciai in aria e come dire VOLAI, era incredibile, però avevo sbagliato i miei calcoli come sarei atterrata sul tetto? Ero pronta a temere il peggio, quando qualcuno mi prese al volo “Salve my lady, bel modo di incontrarci non credi?” “E tu chi saresti?” quel tizio già mi irritava “Chat Noir per servirla” “Puoi mettermi anche giù adesso” “Ladybug e Chat Noir, datemi i vostri miraculous” disse quel mostro a pochi metri da noi “Anzi, meglio di no” gli misi le braccia al collo “Quanto acceleri my lady, neanche ci conosciamo e già le braccia al collo” che nervi “Chat Noir piantala” “Come vuole my lady, ora tieniti forte” e mi strinsi a lui, non amavo l’altezza “So che adori essere avvinghiata a me Ladybug, ma adesso abbiamo un cattivone da fermare, rimandiamo il resto a dopo” e accompagnò quest’affermazione con uno sguardo malizioso, lo guardai sfinita “Come lo fermiamo?” mi chiese “Prima di tutto, facciamolo scendere da quel tetto qualcuno potrebbe farsi male… oh no, Ad…” mi zittii se avessi detto qualcosa di troppo, avrei potuto dare indizi sulla mia vera identità non che fosse proibito scoprirsi a vicenda ma di quel gattino ancora non mi fidavo “Allora gattino andiamo a prendere a calci quella cosa?” “Certo, my lady dopo di lei” e lanciai il mio yo-yo, ora riuscivo a controllarlo “Allora, da quel che so dovremmo trovare un oggetto dentro cui dovrebbe esserci un akuma e poi distruggerlo, facile no?” “Certo, come bere un bicchiere d’acqua” “Micetto non avrai mica paura?” “Io? Nono” “Bene” riuscimmo a portare il mostro in un parco di Parigi, guardandolo meglio riconobbi chi era… CHLOE’ “Forse l’akuma è nel suo cerchietto” “Come lo prendiamo?” mm.. pensiamo “Lucky Charm” “Una canna da pesca?” disse Chat Noir “A cosa ci serve?” continuò, mi guardai intorno ‘Trovato!’ “Chat Noir, usa il tuo cataclisma su quei lampioni, così sarà in trappola e potrò prendere il cerchietto con questa” “Bel piano my lady” “Lo so, ora usa il cataclisma” sconfigemmo il mostro, purificai l’akuma, che divenne una semplice farfalla, e tutto tornò alla normalità “Ben fatto micetto” “Tutto grazie a te my lady” e si inchinò, alzai gli occhi al cielo, era irritante ma simpatico. Non mi fidavo completamente di lui ma era carino come compagno “Ora my lady…” e si avvicinò tirandomi a sé “Puoi stringermi quanto vuoi” misi le mie mani sul suo petto per allontanarlo “Non farmi ridere Chat Noir” “Non sto scherzando my lady” e portò le mie mani dal suo petto intorno al suo collo “Non dimenticherò i tuoi occhi my lady” “Chat Noir” e con una semplice capriola mi liberai da quella presa “Ladybug e Chat Noir se pensate di averla fatta franca vi sbagliate” disse un gruppo di farfalle che pian piano assunse il volto di un uomo “Avete vinto la battaglia ma non la guerra avrò i vostri miraculous. Oh ma che maleducato, non ho avuto modo di presentarmi sono Papillon” mi feci avanti “Papillon se stai cercando di intimorirci stai solo perdendo tempo, io e Chat Noir difenderemo Parigi a costo della vita e non avrai mai i nostri miraculous. Oggi ho visto come hai trasformato una semplice ragazza in un mostro, ma il vero mostro sei tu che usi persone innocenti per i tuoi brutti scopi. Giuro su me stessa che ti troverò e ti sconfiggerò” poi saltai e gli lanciai contro il mio yo-yo “Amo chiunque sia la ragazza che si nasconda sotto quella maschera” disse Chat Noir “Hai detto qualcosa micetto?” il mio miraculous lampeggiò “Devo andare, ci vediamo Chat” “A presto my lady” e ci lasciammo, corsi verso casa di Adrien, ero in pensiero, ‘Speriamo che non gli sia successo niente’ mi dissi, con un balzo atterai nel suo giardino e mi ritrasformai, corsi in casa a cercarlo, mi stavo dirigendo verso la sua camera e poi eccolo lì a metà strada “Eccoti, temevo che ti fosse successo qualcosa” dicemmo all’unisono, arrossimmo entrambi, “Oh, sto bene” dicemmo di nuovo all’unisono “Beh, io ora devo andare” dissi guardando il cellullare, erano le 7 passate “Si è fatto un po’ tardi, non vorrei disturbare” dissi dirigendomi verso la porta “Non disturbi affatto” disse prendendomi la mano per fermarmi “E poi ti avevo promesso che avresti conosciuto mio padre” “Sei sicuro? Non vorrei creare alcun disturbo” “Sicurissimo” “Beh allora, visto che ti devo un vassoio di croissant, che ne dici se te li preparo adesso?” “SI” urlò Adrien, risi. Andammo in cucina “Farina c’è, latte c’è, uova ci sono, cioccolata c’è. Okay c’è tutto” inizia ad impastare “Quel mostro che era sul tetto che fine ha fatto?” ‘e ora cosa dico?’ “Beh, dalla finestra del bagno ho visto due supereroi che se ne sono occupati” “Davvero? Credevo di aver avuto qualche allucinazione” “Erano in due, un ragazzo e una ragazza” “Il ragazzo vestito di nero, e la ragazza di rosso e nero, vero?” “Sisi, assaggia” e gli feci provare l’impasto “Buonissimo” “Grazie”, passarono circa tre ore e alla fine furono pronti “Finalmente” disse Adrien “Fermo gattino, devo riempirne metà con la cioccolata” presi una siringa e riempii 6 croissant con la cioccolata “Ecco, ora puoi mangiarli” “Ah siii” ripulii la cucina e mi tolsi il grembiule “Si è fatto tardi, sono le 10 e mezza credo proprio che sia ora di andare” “Mi spiace che mio padre non sia ancora tornato” “Non preoccuparti, ci siamo divertiti no?” e gli feci un sorriso “Certamente” mentre stavo per uscire mi fermai alla vista di un ritratto mozzafiato “E’ bellissima. Chi è?” “Mia madre” “Dov’è ora? Aiuta tuo padre con la maison?” “Mia moglie è morta circa 3 anni fa” disse una voce alle nostre spalle; mi voltai, era Gabriel Agreste “Mi scusi non lo sapevo, mi spiace tantissimo” dissi rivolgendomi ad Adrien “Non preoccuparti” “Adrien, chi è questa fanciulla?” disse il signor Agreste “Oh, è una mia nuova compagna di classe, si è appena trasferita dall’Italia. Ci teneva tanto a conoscerti… sai vorrebbe diventare una stilista” “Uh davvero?” “Si” “Hai portato delle creazioni?” “Si certo” “Allora andiamo nel mio studio, sono curioso di vederle”, ero vicina ad Adrien mi voltai per guardarlo, gli sorrisi “Si, andiamo”, il signor Agreste si voltò nella direzione del suo studio, “Grazie” sussurrai ad Adrien e gli presi la mano “Tu vieni con me però” “Ma…” disse Adrien “Non era mica una domanda” dissi divertita e lo tirai verso lo studio di suo padre. “Eccoci, accomodati pure” mi sedetti in una delle due poltrone disposte vicino la sua scrivania, di fronte a lui; stringevo ancora la mano di Adrien, mi rassicurava farlo “Mostrami i tuoi disegni” disse il signore Agreste “Si” per prendere il mio album dovetti lasciare la mano del mio amico “Eccoli”, lo stilista guardava i miei disegni con attenzione, ero nervosissima; questa volta fu Adrien a prendermi la mano e sorridermi. Dopo alcuni minuti snervanti, che sembravano essere ore il signore Agreste si alzò, mi venne vicino per ridarmi l’album e infine parlò “Sei molto brava, i tuoi modelli mi piacciono molto. Vorrei tanto che una volta finiti gli studi venissi a lavorare per me, potremmo fare grandi cose insieme”, non potevo crederci, il mio stilista preferito voleva che lavorassi per lui. Senza neanche pensarci l’abbracciai, era una cosa stupida ma fu alla prima che pensai “La ringrazio molto davvero” e sciolsi l’abbraccio, sembrava arrossito “Non ringraziarmi, hai talento, meriti questo e molto altro.” Lo salutai un’ultima volta, poi io e Adrien uscimmo dal suo studio “Sei la prima che impressiona mio padre da non so quanto tempo” “Addirittura, comunque si è fatto molto tardi devo tornare a casa anche perché ho una certa fame e non so cosa prepararmi” “Sicura di non voler rimanere qui? E’ buio e tra un po’ noi ceniamo” “Non preoccuparti, ho causato anche fin troppo disturbo, ci vediamo Adrien” mi aprì la porta “Ciao Alessia” gli sorrisi e gli diedi un bacio sulla guancia, sentii una leggera risatina provenire dalla mia borsa, era Tikki, per fortuna Adrien non se ne accorse. Oltrepassata la porta di casa Agreste mi accorsi di quanto fosse tardi, erano le 11, presi il cellulare e trovai un centinaio di messaggi di Annarita, voleva sapere dove fossi finita; le scrissi: ‘Sto tornando adesso a casa, ti chiamo appena arrivo’ lo posai in borsa anche perché era scarico, mi guardai intorno e non sapevo da che parte andare, bene mi ero persa. Non potevo usare il navigatore poiché appunto il cellulare era scarico, volevo chiedere indicazioni ma non c’era nessuno in giro ‘Come avrei fatto adesso?’ “Tikki rimani in borsa, non voglio che tu prenda freddo okay?” “Si” disse con la sua vocina acuta. Sentii qualcuno dietro le mie spalle, avevo un po’ di paura ma mi voltai lo stesso "Chat Noir" —•—•—•— Ecco giunti alla fine del secondo capitolo, ringrazio ognuno di voi che legge e segue la mia storia. Fatemi sapere cosa ne pensate… baci e a mercoledì!

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Capitolo 3
*** Un incontro inaspettato ***


“Chat Noir”
“Già si parla di me? Bene, ma ovviamente come si può non parlare di me? Sono eccezionale”
alzai gli occhi al cielo “Hai finito?”
“Non si finisce mai di parlare della perfezione”
 “Poco modesto comunque perché sei qui gattino?”
“Beh, ho visto una fanciulla in difficoltà e ho deciso di intervenire”
“Non sono in difficoltà”
“Ah no? Mi sembrava che ti fossi persa”
“Non mi sono persa”
“Ah, allora mi sono sbagliato” disse con quell’aria da finto innocente e fece per andarsene
“Aspetta”
“Cosa c’è?” disse divertito, anche se fosse buio ero sicura di averlo visto ridere
“Non mi sono persa, solo che a causa del buio non ricordo più da che parte devo andare.”
“Non ti sei persa, nono”
“Vuoi aiutarmi o no?”
“Certo my lady” e si avvicinò
“Chat Noir per servirla”
possibile che ero così sfortunata? “Mi porti a casa o no?”
“Come siamo maleducate, però le ragazze con carattere mi sono sempre piaciute”
Era un caso perso, si avvicinò e mi avvolse la vita con le braccia “C-cosa fai?” mi tirò a sé
“Quel che hai chiesto: ti porto a casa” e col suo bastone fece leva per portarsi in aria, mi strinsi a lui e nascosi il viso con gli occhi chiusi tra le sue spalle, senza muovermi gli dissi l’indirizzo ma lui sembrava già sapere dove andare.
“Puoi aprire gli occhi adesso” imbarazzata mi staccai e mi allontanai;
“Siamo sul mio terrazzo”
“Si”
“Beh, ti ringrazio”
“Neanche un bacino?”
“Cosa?” dissi allibita
“Di solito dopo che il ragazzo porta a casa la ragazza i due si scambiano un luuuungo bacio”
“1 non sei un ragazzo ma più un gatto, 2 non siamo usciti insieme”
“e 3? Di solito ci sono sempre 3 motivi”
“3, da quel che so vai dietro a Ladybug. Cosa penserebbe se ti vedesse provarci con un’altra?”
“Sai il fatto tutto piccolina, ci vediamo… Non so il tuo nome, io mi sono presentato dovresti farlo anche tu”
“Non ti ho chiesto di farlo e poi tecnicamente ti conoscevo già”
“Ma…”
“Ci vediamo micetto” stavo per entrare in camera mia dalla botola che vi era sul tetto quando, mi voltai e urlai “CHAT!” ma non lo vidi
“Si piccolina?” e sbucò dal tetto, sobbalzai
“Mi hai fatto prendere un colpo!”
“Sei così carina quando ti spaventi”
“Smettila”
“Allora cosa volevi chiedermi?” mi avvicinai a lui, gli misi una mano sulla guancia coperta quasi interamente dalla maschera e lo baciai...
“Grazie” forse ero un po’ arrossita ma non ci feci caso, prima di vederlo scomparire nella notte gli sorrisi e poi mi voltai per andare in camera mia.
“Hai baciato Chat Noir!” disse Tikki
“Lo so Tikki, possiamo non parlarne?”
“Stai bene?”
“Si credo… Annarita! Dovevo chiamarla” era 00:00 ma sapevo di trovarla ancora sveglia
“Ehilà” disse
“Scusami se non ti ho chiamata ma ho passato tutta la giornata a casa di Adrien poi l’attacco del mostro, ho conosciuto il signor Agreste a cui sono piaciuti i miei modelli, vuole che un giorno lavori con lui. Mi ero persa, Chat Noir mi ha portata a casa, l’ho baciato anche se non so il perché e ora mi dispero” dissi in meno di un secondo “Ehi-Ehi, calmati e spiegami tutto” guardai Tikki che mi rivolse un sorriso, avrei raccontato tutto ad Annarita.

***

Scusate se sono stata assente in questi giorni ma ho avuto problemi con il wi-fi, oggi pubblicherò due capitoli visto  che domani non potrò farlo. Questo capitolo è un po’ corto, il prossimo sarà più lungo. Cosa ne pensate dell’incontro con Chat? E del bacio? Commentateee… un bacio e a presto!
 

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Capitolo 4
*** Pranziamo insieme! ***


Erano le 7:00 quando la sveglia suonò, non riuscivo ad alzarmi dal letto, avevo fatto le 4 con Annarita che aveva preso benissimo il fatto che fossi Ladybug e mi aveva giurato che appena ci fossero state le vacanze natalizie sarebbe venuta a Parigi per vedere il mio costume, era completamente pazza! Mi alzai riluttante dal letto e andai a lavarmi ci misi più del previsto “Alessia, sono le 7:30, sbrigati” disse Tikki, sobbalzai era tardissimo non sapevo ancora cosa indossare, frugai un po’ nell’armadio e presi un leggins con la maglia della nike bianca e converse bianche; erano le 7:40, non sarei riuscita a truccarmi, pettinai i capelli ancora perfettamente lisci e misi solo un po’ di mascara, sorprendentemente stavo bene. Scesi di sotto e presi l’ultimo croissant rimasto, era ancora soffice. Uscii di casa in perfetto orario, ce l’avevo fatta!
“Brava, sei in orario!” disse Tikki
“Grazie Tikki” mentre camminavo mangiavo il mio adorato croissant mancava l’ultimo morso, l’ultima parte, la più buona quando “Buongiornoooooooo!” sentii dire alle mie spalle, sobbalzai facendomi cadere il pezzo di croissant
“ADRIEN!”
“Cosa c’è?”
“Mi hai fatto cadere l’ultimo morso di croissant a terra!” dissi amareggiata,
“Perdonami o mia signora, potrai punirmi se vorrai” scoppiammo a ridere,
“Signore, lei è colpevole di un crimine imperdonabile, sarà punito con la morte”
“Oh no la prego, tutto ma non la morte”
“E perché mai?” senza accorgercene arrivammo a scuola
si avvicinò “Non potrei più guardare questo magnifico paio d’occhi”
rimasi sbalordita “Adrien, io…” suonò la campanella
“La campanella! Andiamo altrimenti faremo tardi”
“Si andiamo”.
Entrammo in classe “Buongiornooooo” dicemmo io e Adrien all’unisono
“Buongiornooo” disse Alya
“Siamo contenti oggi?” chiese Nino ad Adrien
“Ti spiego poi, amico”
“Alya, tutto bene?” le chiesi
“Si, ieri ho aperto un blog sui due nuovi eroi di Parigi”
“Davvero?”
“Si, Chat Noir è troppo carino” disse lei, avrei voluto raccontarle quello che era successo ieri
“Però un po’ troppo sbruffone e si lusinga troppo ma ha del fascino nonostante la miriade di difetti”
“Parli come se lo avessi incontrato” disse Nino che insieme ad Adrien ascoltava la conversazione
“Infatti è così” dissi
“COSAAAAAA???” disse Alya, mi ero cacciata in un bel guaio
“RACCONTAMI TUTTO!”
“A educazione fisica okay?”
“Adesso quindi” dovevo ancora imparare l’orario
“Anche io voglio sapere” disse Nino
“Anch’io” disse Adrien
“E va bene” appena scendemmo in palestra, raccontai tutto, omettendo il bacio forse lo avrei raccontato dopo ad Alya
“Ma che ci facevi a quell’ora in giro per strada?” mi chiese quando eravamo sole
“Facciamo che dopo scuola vieni da me e ti racconto tutto?”
“SI!” risi, Alya era molto simpatica, ero convinta che sarebbe piaciuta molto anche ad Annarita.
La giornata passò in fretta, non avevamo ancora compiti, che bello!; uscimmo da scuola, era la mezza;
“A che ora vengo da te?” mi chiese Alya,
“Anche subito, così pranziamo insieme e potrai assaggiare un manicaretto italiano fatto da me. Che ne dici?”
“Mi sembra un’idea grandiosa” disse entusiasta
“Volete venire anche voi?” chiesi ad Adrien e Nino
“Certo!”
“Bene, casa mia è a 5 minuti da scuola. Fermiamoci al supermercato, devo comprare delle cose”
“Sai dove si trovi?” chiese Adrien divertito “O dobbiamo chiamare Chat Noir che arriverà subito in tuo soccorso?” continuò
“Ah-ah divertente” dissi, certe volte era irritante tanto quanto Chat Noir
“Adrien sbaglio o sei geloso?” chiese Alya
“Io geloso? Mai” io e Alya scoppiammo a ridere. Entrammo nel supermercato, visto che ero lì ne approfittai per fare un po’ di spesa, presi dei pacchi di pasta, le vongole, poi il latte, lo zucchero, la farina, sale, delle verdure, pane, prosciutto e soprattutto bottiglie di pomodori, “Ecco fatto, quant’è?”
“35€”
“Ecco a lei, arrivederci” “Visto che ho un brutto senso dell’orientamento e mi perdo spesso, non vi dispiacerà portare queste buste fino a casa mia mentre Alya mi spiega un po’ come orientarmi?” feci un sorrisetto ad Adrien
“Ma poi come farai senza il tuo Chat Noir che ti porta a casa? Come farà lui senza di te?” lui e Nino scoppiarono a ridere
“Me ne farò una ragione, e poi se vuole incontrarmi può trovare un’altra scusa per farlo non credi?” non sapendo come ribattere, presero le buste; io e Alya eravamo dietro di loro e non facevamo altro che ridere, “Devo dirti una cosa”
“Spara” disse Alya
“Promettimi che non urlerai”
“Promesso”
“Okay, ieri ho baciato Chat Noir” sapevo di essermi rovinata da sola
“TU HAI FATTO COSA?” urlò lei, i due ragazzi davanti a noi si girarono
“Successo qualcosa?” chiese Nino
“Alessia ieri ha ba…” le misi le mani sulla bocca
“Ha fatto cosa?” chiese Adrien curioso
“Nulla nulla” dissi “Eccoci siamo arrivati”
“Non ci sono scale vero?” chiese Nino
“No, purtroppo” dissi, aprii la porta e feci posare le buste della spesa sul tavolo della cucina, sistemai tutto nei mobili
“Bene, ora cuciniamo” dissi “Voi andate pure in salotto a guardare la tv” , dissi ad Adrien e Nino “Alya, potresti restare qui? Devo dirti una cosa”
“Certo” disse lei, quando i ragazzi si furono allontanati dissi “Alya, non raccontare a nessuno quello che ti ho detto su Chat Noir per favore”
“Scusami non sapevo volessi tenerlo nascosto” disse lei
“Non preoccuparti” iniziai subito a cucinare, feci gli spaghetti con le vongole e poi la parmigiana di melanzane, dopo circa un’ora era tutto pronto
“Prima però devo chiederti una cosa” disse Alya
“Dimmi”
“Che ci facevi in giro a quell’ora ieri sera?”
“Stavo tornando da casa di Adrien, ero andata da lui dopo scuola perché voleva farmi conoscere suo padre, poiché è il mio stilista preferito, una cosa tira l’altra e senza che me ne accorgessi l’orologio segnava le 11”
“Ma a te piace Adrien?”
“No, è solo un buon amico” ed era vero
“E Chat Noir?”
“No” avevo conosciuto due volte Chat Noir quel giorno, prima come Ladybug e poi come Alessia e in entrambe le occasioni si era mostrato come un pallone gonfiato
“Ma allora perché l’hai baciato?”
 Me lo stavo chiedendo anche io, non sapevo perché, in quel momento volevo farlo e basta “Me lo chiedo anche io”
“Ne parliamo meglio dopo okay?”
“Si”
Io e Alya chiamammo i ragazzi che appena entrarono in cucina si leccarono i baffi
“Sembra tutto buonissimo” disse Adrien. Tutti e tre leccarono anche il piatto letteralmente
“Sei una cuoca bravissima” dissero tutti all’unisono
“Beh, grazie”
 Mi aiutarono a sparecchiare e Alya mi aiutò a lavare i piatti, pulii la cucina, poi mi ricordai che Tikki era ancora nella borsa, la presi per portarla di sopra “Torno subito, porto questa di sopra” mi squillò il telefono, era in salotto “Adrien chi è?”
“Il tuo caro amore”
“Puoi risponderle e dirle che la chiamo dopo?”
“Va bene”
Aprii la porta della mia camera, “Tikki scusa se ti ho lasciata tutto il tempo nella borsa”
“Non preoccuparti, mi fa piacere che ti sia fatta dei nuovi amici” disse strofinandosi vicino la mia guancia
“Grazie Tikki. Torno giù, vieni con me?”
“Rimango qui a riposare un po’”
“Va bene”
 Ritornai di sotto, Adrien aveva in mano il mio cellulare, non si era accorto che ero dietro di lui, avevo fatto segno a Nino di stare zitto; Adrien stava leggendo la chat con Annarita “TI STAI DIVERTENDO?” gli urlai in un orecchio, sobbalzò tanto da far cadere il mio cellulare ma lo presi in tempo
“Allora?”
“Ehm...”
“Come ti sei permesso di leggere la chat con la mia migliore amica, le rivelo cose private”
“Scusa… ero solo curioso”
“E di cosa?”
“Annarita aveva accennato a Chat Noir e volevo sapere di che si trattasse”
“Chiedermelo no?”
“Hai ragione scusa”
“Non ti scuso, ora preferirei che andassi via grazie” e gli aprii la porta, Nino lo seguì in quanto suo migliore amico
“Hai fatto bene, Adrien ha sbagliato”
“Non credevo che fosse capace di una cosa del genere”, abbracciai Alya che dopo poco andò via.
Salii in camera, Tikki stava ancora dormendo, decisi di andare sul terrazzo, chiamai Annarita e le spiegai l’accaduto “E’ stata colpa mia, avrei dovuto tenere la bocca chiusa”
“Non è vero, non è stata colpa tua” sentii delle urla, mi affacciai e vidi gruppi di persone fuggire e urlare, in lontananza scorsi qualcosa di strano, dovevo trasformarmi “Mon amour sta succedendo qualcosa, devo andare”
“Okay, sta attenta mon minou”
“Sempre” staccai e corsi in camera, Tikki era già sveglia e pronta “Tikki trasformami”.
 Uscii sul terrazzo e col mio yo-yo mi muovevo tra i tetti della città, mi diressi verso il centro vicino alla Tour Eiffel “Chi sei tu?”
“Il Signore del Tempo”
“Mi sa tanto di film di fantascienza” disse Chat Noir
“Oh sei arrivato” dissi, mi faceva piacere vederlo
“Certo my lady. Come lo fermiamo?”
“Pima di tutto cerchiamo di scoprire dove si trova l’akuma” ci lanciammo verso di lui: io lo intrappolai con il mio yo-yo, in questo modo non avrebbe potuto muoversi “Un semplice yo-yo non può fermare il signore del tempo” disse quell’essere e si liberò “Guarda cosa sono in grado di fare Ladybug” puntò dei cittadini col suo orologio, da questo partì un raggio che iniziò a bloccare tutto ciò che toccava, il tempo si stava fermando “Chat Noir non farti toccare dal raggio!”
“Non ne ho molta voglia” rispose lui
“Devo usare il Lucky Charm”
“Ti copro io”
“Lucky Charm!”
“Interessante” disse Chat ironico
“Una scatola e una foto di Adrien?”
“Adrien? E’ il ragazzo nella foto?”
“Dobbiamo parlare o combattere?” mi guardai intorno, per capire come usare il Lucky Charm? Trovato! Ma perché la foto di Adrien? Era Nino! forse Adrien l’aveva accusato per non averlo avvisato del mio arrivo, ecco dov’era l’akuma! Usai la scatola come se fosse un proiettore e grazie alla luce proiettai la foto sulla Tour Eiffel, il Signore del Tempo si rivolse verso la torre e fermò il raggio “Chat Noir, usa il cataclisma sull’orologio” si lanciò su di lui cogliendolo di sorpresa e distrusse l’orologio da cui uscì l’akuma, la purificai col mio yo-yo e tutto tornò alla normalità.
“Ben fatto” dicemmo io e Chat Noir dandoci il cinque, i nostri miraculous lampeggiavano, era ora di andare
“Beh, meglio andare, non voglio scoprire cosa si trova sotto quella tutina”
“Aspetta, ma conosci quel ragazzo?”
“E’ un modello, lo conoscono tutti”
“Ma la reazione alla foto… sembrava fosse qualcosa di più” disse mettendosi una mano dietro la nuca e abbassando lo sguardo “No, conosco quel ragazzo solo dalle riviste di moda”
“Ti piace la moda?” un altro bip
“Chat farmi domande per intrattenermi è inutile” balzai sul tetto “Non scoprirai chi sono” e mi allontanai
“Non serve intrattenerti, già so chi sei” disse quando fui lontana.
 Ritornai a casa, Tikki si posò sul cuscino e iniziò a mangiare l’ultimo biscotto rimasto “Chat sembrava interessato a sapere di te” “Già, mancava poco che l’effetto del miraculous svanisse” mi buttai sul letto “Vuoi altri biscotti?”
“No, voglio solo dormire un po’… il telefono”
“Cosa?”
“Qualcuno ti sta chiamando” e poi si addormentò.
Andai sul terrazzo “Pronto?”
“Mon minou, com’è andata?” le raccontai dello scontro...
“Quindi Chat Noir ti ha chiesto di Adrien?”
“Si”
“Mh…”
“Mh cosa?”
“E se Adrien fosse Chat?”
“Cosa? Scherzi vero?
” “No, sono serissima”
“Tu sei pazza!”
“Non sono pazza, è solo che stando ai fatti mi sembra possibile”
“Non può essere. Adrien non è Chat”
“Se lo dici tu”

***
Adrien che legge le chat private… non si fa! Secondo voi Alessia lo perdonerà? Chat che fa il quarto grado… secondo voi ha davvero scoperto chi si nasconde dietro la maschera della nostra eroina? Fatemi sapere la vostra risposta lasciando un commento.

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