Battle Spirits Moments

di HikariMoon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Our Kiss (Episodio 49x2 - L'Operazione Zodiaco) ***
Capitolo 2: *** You Are My Strength (episodio 50x2 - Il momento degli addii) ***
Capitolo 3: *** I'll Be Strong (tra episodio 38x2 - La Scelta di Barone e episodio 39x2 - Si Prepara una Nuova Avventura) ***
Capitolo 4: *** Forgive Me (episodio 44x1 – Il Giardino delle Rose) ***
Capitolo 5: *** Unfortunately, It's You (episodio 50x2 - Il Momento degli Addii) ***



Capitolo 1
*** Our Kiss (Episodio 49x2 - L'Operazione Zodiaco) ***


Salve a tutti! ^-^ Dopo quasi due mesi di assenza dal sito (causa esami), rieccomi qui per inaugurare un nuovo progetto che mi ronzava in testa già da un bel po’… guardando le due serie, in molti momenti mi sarebbe piaciuto sapere quali fossero i pensieri dei nostri eroi o semplicemente che qualche scena fosse stata mostrata leggermente di più. Da ciò nasce questa raccolta di flash-fic, un po’ missing-moments, che non seguirà un ordine preciso: non seguirò l’ordine degli episodi ma semplicemente l’ispirazione che avrò. ;)

E per inaugurarla, ho deciso di dedicare il primo capitolo a quello che considero la “scena mancante per antonomasia” di Battle Spirits… ovvero quella scena non mostrata per cui il 90% di coloro che hanno seguito Battle Spirits (io compresa) avrebbero voluto andare a dire quattro a quelli della Sunrise. XD Avrete già capito, vero? Quindi, basta chiacchiere… buona lettura! ^-^

Our Kiss (Episodio 49x2 - L’Operazione Zodiaco)

Sedutosi nella colibrì, Dan sospirò. Il momento della battaglia era finalmente giunto. Sentiva ora più che mai la pressione di quel duello. Un peso che doveva portare da solo: non avrebbe più permesso che le persone a cui teneva pagassero per le sue battaglia.

Avrebbe fatto di tutto per vincere e dare al mondo un futuro migliore. In quei mesi aveva dato speranza agli altri, ma non ne aveva conservata per sé… forse per lui non ci sarebbe stato un futuro, come temeva Mai, ma non importava. Era pronto a qualsiasi conseguenza.

I passi di Mai lo distolsero dai suoi pensieri e lo fecero voltare. La ragazza si inginocchiò sorridente accanto alla colibrì.

“Puoi rispondere solo a una domanda?”

“Va bene, sentiamo.”

“C’è qualcosa che vuoi fare quando tornerai?”

Quella domanda lo prese alla sprovvista. Non ci aveva mai pensato. Era da tanto tempo che non pensava a quello che ci sarebbe stato dopo.

“Non lo so, fammi pensare…”

Forse, proprio perché sentiva che per lui non ci sarebbe stato un futuro. Neanche di questo suo presentimento aveva mai parlato con gli altri. Non voleva farli preoccupare. Soprattutto Mai. Improvvisamente le immagini di Gran RoRo e di Zungurii si fecero largo nella sua mente…

“Mi piacerebbe mangiare un piatto di riso al curry.”

Un velo di malinconia offuscò lo sguardo di Mai, che però fu rapida a scacciarlo tornando a sorridere.

“Bene, te lo cucinerò. Tu non dovrai far altro che mangiarlo.”

“D’accordo.”

Dan si voltò verso Mai che continuava a sorridere. Capiva solo in quel momento quanto fosse difficile per lei lasciargli fare quel duello. Ma nonostante tutto cercava di essere forte anche per lui. Gli aveva detto che lo amava. Ma lui non voleva dare nome a quello che provava per lei, non poteva e non sarebbe stato giusto.

“Dimenticavo che ci saranno anche En e Fant, quindi ne dovrò fare un quintale.”

Mai era una ragazza straordinaria. Come gli aveva detto Zolder… le parole dell’istruttore gli tornarono in mente. Chissà, forse era stato Yuuki a dargli quel consiglio. Per fargli capire di non sprecare quell’occasione che lui e Kajitsu non aveva mai avuto. Dan sorrise: ora era troppo tardi. O forse no, non per tutto. Una decisione improvvisa gli attraversò la mente. Passò una mano dietro la nuca di Mai. Non le diede tempo di chiedergli una spiegazione e annullò la distanza tra i loro volti. Mai chiuse gli occhi. Fecero durare quel bacio per lunghi istanti, cancellando qualsiasi altro pensiero perché ora l’unica cosa importante erano loro due.

“Daremo il via all’operazione tra quindici minuti.”

Dan si separò leggermente da Mai e le sorrise. “Affronteremo insieme il presente.”

La ragazza sorrise a sua volta. Avrebbero voluto entrambi che quegli istanti durassero per sempre, ma era arrivato il momento di andare ai propri posti. Mai si alzò sorridendogli dolcemente.

“Ti aspetto, Dan…”

Dan sorrise, mentre Mai si allontanava e usciva. Ora sapeva che, se mai avrebbe avuto un futuro, sarebbe stato in quel bacio. Ti amo, Mai…

Eccoci giunti alla fine di questa prima flash-fic. Che ne pensate? ^-^ Dopotutto, era finalmente ora di dar voce ai pensieri di Dan in quegli istanti… spero di esserci riuscita nel migliore dei modi.

Ah, ovviamente l’inizio di questa raccolta non sostituisce gli episodi della serie “I Guerrieri della Luce”… diciamo che questa raccolta l’aggiornerò ogni volta che avrò un po’ d’ispirazione. Quindi, sentitevi liberi di poter suggerire una qualsiasi scena o momento che vi fosse sembrato incompleto. ^-^

Ultima cosa e poi me ne vado… tra i pensieri di Dan è inserita una frase che è più o meno la trasposizione in terza persona di alcune parole pronunciate in uno dei miei film preferiti (ovviamente non pretendo che tutti la possano cogliere, ognuno ha i propri gusti… U.U però dovresti coglierla tu, ShawnSpenstar XD)… ovvero Il Signore degli Anelli in cui Aragorn dice: “Ho dato speranza agli uomini, non ne ho conservata per me.”

Con questo ho detto tutto. Grazie a tutti coloro che leggeranno e a quelli che magari mi faranno sapere che ne pensano. ^-^ A presto, HikariMoon

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Capitolo 2
*** You Are My Strength (episodio 50x2 - Il momento degli addii) ***


You Are My Strength (episodio 50x2 - Il momento degli addii)


Dan alzò lo sguardo verso la Rampa di Lancio. Era maestosa. La leggenda aveva ragione.

L’uniforme si dissolse in scintille dorate. Aveva vinto. Sarebbe stato lui ad attivarla.

Aspettò. Aspettò per lunghi istanti che il pulsante apparisse.

Un’attesa quasi insostenibile dopo l’adrenalina del duello. Il silenzio era quasi assordante, rotto soltanto dal battito del suo cuore e dal crepitio delle fiamme.

Il ragazzo sgranò gli occhi. Il battito del suo cuore. Non erano le carte dello zodiaco il vero potere.

“Sì, certo. Ho capito.” Abbassò lo sguardo. L’ultimo duello, l’ultima missione, il sacrificio ultimo.

“Non esiste un pulsante. Sono io un essere pulsante.”

“Che cosa vuoi dire? Tu saresti il pulsante?” Barone era incredulo, Dan lo capiva. Ma lui non aveva dubbi. Sollevò una mano davanti a sé e la guardò, fissando quasi affascinato le vene appena visibili sotto la pelle. Era tutto così chiaro. Come avevano fatto a non rendersene conto prima?

“Non si parlava di un oggetto. Ma del cuore che pulsa.”

L’energia che mancava era il battito di un cuore.

Un vortice iridescente lo avvolse. Per la prima volta, Dan si rese conto di avere veramente paura. Un terrore gelido che si diffondeva in tutto il corpo. Era questo quello che aveva provato Yuuki? Era questo quello che si provava davanti alla fine?

E non poteva fare nulla. Neppure i suoi amici potevano fare nulla. Ma non voleva morire.

Inghiottì il groppo che gli si era formato in gola. Non poteva piangere. I suoi amici erano lì. Lo stavano guardando. Doveva essere forte per loro.

Clarky, Hideto, Yus, Barone, Mai… sorrise appena.

Loro sarebbero stati al sicuro.

Ci era riuscito. Aveva mantenuto la promessa fatta quell’estate di due anni prima.

I suoi amici avrebbero avuto un futuro.

Se quello era sempre stato il suo destino, forse non era così brutto. Non era venuto nel futuro per cercare un domani.

Era venuto per ritrovare una ragione di combattere.

E l’aveva trovata.

La felicità dei suoi amici. La felicità delle persone che amava.

Se era quello il prezzo da pagare, era pronto. Non avrebbe avuto paura.

“Barone.” Alzò la mano verso l’avversario. “Ti sono molto grato. È stato un duello avvincente.”

Nessuno di loro avrebbe capito. Ma era contento. Lo faceva per loro.

La colibrì di Barone si staccò dal terreno di gioco e fu sempre più lontana.

“DAN BASHIN!”

Il ragazzo sorrise. Avrebbe voluto poter dire ancora così tante cose. Avrebbe voluto dar coraggio ai suoi amici. Il suo sguardo si fissò sulla Magnifica Sophia.

Gli occhi gli s’inumidirono. Avrebbe voluto dire loro addio.

La luce si stava facendo sempre più accecante. Ma non aveva bisogno di vedere. I volti dei suoi amici erano per sempre incisi nella sua mente e nel suo cuore.

Sentì una lacrima rigargli il volto. Il vortice luminoso era quasi insostenibile. Ma non chiuse gli occhi.

I suoi amici erano davanti a lui. E li avrebbe guardati fino alla fine.

Erano la sua forza e lo sarebbero sempre stati. Vi voglio bene.

 

SPAZIO DELL’AUTRICE:

Questa è la mia versione dei pensieri di Dan in quegli ultimi istanti prima della fine. Spero di averli resi al meglio e di essere riuscita a mantenere l’impatto emotivo che la scena generava in chiunque abbia visto l'episodio.

Se volete rileggerla, vi consiglio di ascoltare la prima parte (i primi due minuti) della track “The Fortress of gods” delle OST di Battle Spirits Brave. Qui il link: https://www.youtube.com/watch?v=VDbUXOutDv0&index=62&list=PLs-ZVXQe5IcI55KVpZc8yEbfmfSvXBK3h.

Non so quando arriverà la prossima flsh-fic. Sto già lavorando sulla prossima, ma sono sempre disponibile a sentire i vostri suggerimenti sulle scene che vorreste approfondite.

Alla prossima, HikariMoon

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Capitolo 3
*** I'll Be Strong (tra episodio 38x2 - La Scelta di Barone e episodio 39x2 - Si Prepara una Nuova Avventura) ***


I’ll Be Strong (tra Episodio 38x2 - La scelta di Barone e Episodio 39x2 - Si prepara una nuova avventura)

Mai non sapeva da quanto tempo fossero lì e Gaspard era troppo gentile per farglielo notare.

Il Museo davanti a lei aveva sicuramente visto periodi migliori. Semidiroccato com’era, era un miracolo traballante.

La ragazza chiuse gli occhi ed espirò cercando di fare il minimo rumore possibile. Perché aveva deciso di venire?

Avevano ricevuto le coordinate pochi giorni prima, era stato confermato che potevano esserci informazioni su Dan.

Avrebbe potuto facilmente evitare quel viaggio. Non erano informazioni prioritarie. Tra rivolte, catastrofi naturali e panico generale, aveva ben altro cui pensare.

Eppure era lì.

Mai tornò a fissare l’insegna. Aveva cercato in tutti i modi di non pensare a loro. Era più facile. Faceva meno male.

Scosse la testa. “Entriamo.”

Non aspettò la conferma di Gaspard. Se esitava, era certa che avrebbe cambiato idea.

Dentro, il museo era scuro, ma non così tanto da non vedere. Tra tutti i crolli che aveva subito, c’era più di qualche “finestra” improvvisata.

Lasciò che lo sguardo vagasse su ciò che restava. Era un’immagine desolante vedere quel luogo, un tempo celebrazione di Battle Spirits, ridotto in quello stato.

Poche targhe erano rimaste appese. Una colpì la sua attenzione e, nonostante tutto, la fece sorridere. Julian Fines. Era stata stupida a non pensarci. Erano in Inghilterra, la sua patria. Era ovvio che avessero celebrato il loro… 15 volte campione del mondo?

Lo scricchiolio di vetro schiacciato la distrasse. Il suo sguardo cadde verso il terreno. Sbiancò e accelerò il passo.

Conosceva quel giornale.  L’ho aveva letto l’anno prima e non prevedeva di rileggerlo finché viveva.

La polvere continuava a salirle nel naso, rendendo sempre più difficile non starnutire. Con la mano, spostò una ragnatela. E la vide.

Perfettamente illuminata. Quasi brillante. Quale ironia.

Mai si avvicinò. Deglutì, lo stomaco contratto.

Sbattè le palpebre e sgranò gli occhi quando vide che, nella teca, c’erano ancora le carte. C’era ancora Siegwurm-Nova.

Alzò lo sguardo sulla targa e istintivamente fece un passo indietro. Sentì mancarle l’aria.

30 agosto 2010.

L’ultimo giorno in cui Dan era stato visto. Il giorno in cui l’aveva portato nel futuro.

No.

Non voleva crederci. Lei aveva ricominciato a combattere. Stava iniziando a immaginare un futuro per loro.

Allungò le mani e prese le carte, stringendole al petto. Chiuse gli occhi, le vertigini che minacciavano di farla crollare. Si sforzò di non tremare. Era come se, lì fuori, da qualche parte, ci fosse qualcuno che si divertiva a beffeggiarla. Come il Re, come i giornalisti, come…

Inspirò. No.

Non doveva pensare così. Non doveva farsi abbattere. Non doveva avere paura.

Non. Di. nuovo.

Doveva essere forte.

Aprì di scatto gli occhi e fissò con determinazione quella targa. E sorrise.

Aveva una possibilità. Sapeva.

Ora poteva correre ai ripari. Se poteva convincere i Mazoku a collaborare con gli umani, se li poteva convincere ad ascoltarla, c’erano poche cose che non avrebbe potuto fare.

Salvare Dan non sarebbe stato tra quelle. Sarebbe diventata più forte di quanto lo fosse mai stata.

“Gaspard, andiamo. La nostra missione ci attende.”

 

SPAZIO DELL’AUTRICE:

Eccomi qua con un nuovo “BS Moments”, questo qui suggeritomi da ShawnSpenster ancora l’altro anno… XD Meglio tardi che mai, no?
A chi non fosse chiaro, o non si ricordasse, questa scena è riferita al momento in cui Mai recupera Siegwurm-Nova e scopre che il 30 agosto 2010 è l’ultima volta in cui Dan è stato visto (ne parla nell’episodio 48). Ho collocato temporalmente la scena tra questi due episodi perché nel 38 Mai parte con Barone e nel 39 fa il suo primo duello (e ha già Siegwurm-Nova).

So che dovrei pubblicare il nuovo episodio, ma il tempo è quello che è e il fatto che ci sia un duello complica comunque di più le cose. Ho pensato quindi di pubblicare questa one-shot sia perché ho avuto ispirazione per scriverla sia perché è un modo per rassicurarvi che non è iniziato un nuovo “periodo di latitanza” dal sito. ;)

A presto, HikariMoon

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Capitolo 4
*** Forgive Me (episodio 44x1 – Il Giardino delle Rose) ***


Forgive Me (Episodio 44x1 – Il Giardino delle Rose)

L'eco della sua rabbia risuonava nella sua mente. Avrebbe voluto urlare ancora, e ancora. Ma non aveva più forza.

Il selciato annerito, il silenzio che lo circondava dopo la furia, la battaglia, la sconfitta, sembravano condannare il suo fallimento.

“Lascia che se ne occupino i grandi, Yuuki. Non puoi fare nulla per tua sorella.”

Le parole di suo padre bruciavano nella sua mente, così maledettamente vere. Aveva provato ad aiutarla, aveva pensato sempre e soltanto a lei quando erano rimasti soli. Sognava solo di vederla libera e sorridente.

Ma aveva fallito, sempre e comunque.

“Yuuki, fratello…”

Sentì la sua mano sulla spalla e alzò lo sguardo a incrociare il suo, ancora carico d’affetto, anche se avrebbe dovuto odiarlo per averla delusa di nuovo.

Ma Kajitsu sorridente portò la mano sulla sua guancia, impedendogli di distogliere lo sguardo.

“Andiamo a guardare le rose?”

Yuuki annuì con gli occhi umidi, incapace di dirle la verità: le sue rose erano appassite, bruciate dal Re, bruciate come il loro futuro. La strinse tra le braccia, così fragile che un soffio di vento l’avrebbe portata via, e ritornò al padiglione distrutto.

Kajitsu, la testa posata sul suo petto, fissava serena le siepi avvizzite, quasi ne vedesse ancora i colori. Dietro di loro, alcune parti del selciato crollarono.

“Ricordi la prima rosa che mi hai regalato? Bianca come la neve del tuo Regno…”

Gli si formò un groppo in gola, i ricordi così vividi che non parevano appartenere a una vita che non esisteva più.

“L’ho conservata in un libro fino alla fine, sai? Anche se mi avevi regalato un intero giardino, quella era speciale…”

Yuuki cadde in ginocchio e intrecciò le loro mani, vergognandosi di cercare in lei morente la forza di sopravvivere.

“E quando hai iniziato a insegnarmi a duellare? Per i tuoi amici ero troppo piccola.” Abbozzò una risata e scosse debolmente la testa. “Non sei potuto uscire di casa per una settimana per averlo spinto nel fango…”

Rise amaramente a quel ricordo di un tempo in cui la vita era stata semplice.

“E Bareno. Aveva sempre un racconto pronto. Volevo tanto visitare tutti i regni anch’io. Avevo fatto una lista delle cose che volevo vedere. Ho sempre pensato che l’avrei viste insieme a te…”

Lei avrebbe meritato un futuro meraviglioso. E lui l’aveva condannata al dolore. Aprì bocca per chiedere un perdono che non meritava, ma lei glielo impedì, quasi leggesse nei suoi pensieri.

“Tornati a Gran RoRo era tutto diverso. Ma eravamo così felici… così spensierati…”

“È vero, sorellina. Eravamo felici.”

La vide chiudere gli occhi, un sorriso leggero che rasserenava il suo volto esangue. Realizzò allora che l’avrebbe vista spegnersi davanti a lui. Di nuovo

La sua parte migliore, la sua luce, la sua vita.

Lei.

Che aveva pensato solo a confortarlo, la sua Kajitsu, mentre avrebbe dovuto essere lui a darle coraggio. La strinse delicatamente a sé, sfiorandole la fronte con un bacio leggero.

Chiuse gli occhi e affondò il viso nei suoi capelli che odoravano di primavera.

“Perdonami.”

 

SPAZIO DELL’AUTRICE:

E direi che mi accodo a Yuuki nelle richieste di perdono. In questi mesi sono successe tante cose che mi hanno distratto un po’…
E scusate se ritorno con un nuovo capitolo di Battle Spirits Moments invece che con l’episodio. Ma posso assicurarvi con discreta sicurezza (75%) che entro i primi di agosto pubblicherò il primo capitolo dell’episodio 2!

Giusto due parole su questo capitolo: è ambientato nei momenti che precedono l’arrivo degli altri Maestri della Luce e la morte di Kajitsu. Ho sempre pensato che, tra il momento in cui Yuuki urla tutto il suo dolore e quando gli altri arrivano, ci fosse stato un momento solo per i due fratelli.

Beh, che dire… la prossima volta mi impegnerò a fare un missing moment meno strappalacrime! In quattro capitoli ne ho scelto uno “peggio” dell’altro! XD Cercherò di farvi sorridere next time!

A presto,

HikariMoon

P.S. il Bareno citato da Kajitsu è un personaggio creato (anche se appena nominato) da Shawn Spenstar in Battle Spirits Rising ed è il cugino della precedente reincarnazione di Kajitsu (la principessa del Regno di Smeraldo amata dal Re del Regno di Diamante, la precedente reincarnazione di Yuuki).

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Capitolo 5
*** Unfortunately, It's You (episodio 50x2 - Il Momento degli Addii) ***


Unfortunately, It’s You (episodio 50x2 - Il momento degli addii)

Una cosa, Zolder odiava più di un allenamento interrotto: interromperlo, cause minacce gratuite, per restare impalato fuori da una porta.

Esasperato, batté per l’ennesima volta il pugno sulla lucida superficie di metallo. “FLORA!”

“Arrivo, che modi!”, replicò stizzita la Mazoku.

L’uomo incrociò le braccia al petto e alzò un sopracciglio. Un gruppo di addetti della base lo superarono, un paio si azzardò a sghignazzare.

“Allora?”, li interpellò. “Qualcuno vuole farmi compagnia in sala pesi?”

Si fiondarono attraverso il corridoio a tempi record. Sarebbe scoppiato a ridere, se non fosse che era ancora da solo in quello stupido corridoio.

“Se non esci entro dieci secondi, me ne vado!”

La porta si spalancò all’istante. Flora ne uscì saltellando e si fermò davanti a lui con una piroetta. Aveva un sorriso a trentadue denti stampato in volto.

“Voilà!”

Zolder deglutì e sgranò gli occhi, la gelida realtà che si insinuava nella sua mente. Flora indossava un vestitino bianco. Quel vestitino bianco.

“E quello che sarebbe???”, berciò inorridito.

Il sorriso della Mazoku si spense, lasciando spazio alla confusione. “Questo?”, domandò afferrando la gonna tra le dita.

Lui annuì lentamente, ripetendosi di stare calmo. Doveva essere una coincidenza. Una banale coincidenza. Come i loro mazzi. Gemette internamente: non lo era.

“Lo indossavo in un sogno”, esordì Flora, “mi è sembrato carino! E spero che qualcuno lo veda…”

E aveva ridacchiato. Ridacchiato!

“Chi?”, si ritrovò a chiedere. Nonostante la situazione tragica, gongolava al pensiero della faccia che avrebbe fatto lei.

“Non so se ho voglia di raccontartelo”, borbottò picchiettandosi il dito sul labbro. Poi sorrise e intrecciò le mani. “Va bene, te lo dico, ma è un segreto! C’era un ragazzo. Era affascinante, educato, un vero cavaliere.”

Ridacchiò ancora e si posò le mani sulle guance. “Mi ha promesso di venirmi a cercare!”

Zolder alzò un sopracciglio e si posò sul muro del corridoio. “E, sentiamo, come lo dovresti riconoscere?”

“Un principe come lui non lo puoi confondere. E poi eravamo legati da una carta speciale: Ragnarock-”

La Mazoku trasalì. “- Cavaliere -”

Sbatté le palpebre. “- Signore -”

Inclinò la testa e lo fissò. “- del Fato. Oh.”

E l’uomo si ritrovò a ghignare. Flora sussultò, le sue pupille si dilatarono e la sua bocca si spalancò.

“AHHHHHHH! TUUUUU?”

Balzò e si schiantò contro la porta della sua stanza. Tremante, gli puntò contro un dito accusatorio, iridi e pupille ora contratte.

“Non può essere. Mi rifiuto di crederci! Eri educato! Eri gentile! Non puzzavi! Non-non mangiavi fiori! Per tutta Octo, che cosa ho fatto di male???”

Prima che Zolder potesse ribattere, la Mazoku fece apparire un fazzolettone bianco e lo strinse tra i denti. Grossi lacrimoni, da vera attrice, rigavano le sue guance.

“Non puoi essere tu! Voglio un cambioooo!”, ululò disperata.

“Spiacente, dolcezza. Dovrai accontentarti. Che a dirla tutta, neppure tu sei la graziosa fanciulla di allora.”

Flora si irrigidì, cogliendo di sorpresa l’uomo. Sul volto apparve una smorfia isterica. E gli si lanciò contro con le mani tese verso il suo collo.

“Arghhh!!!”





SPAZIO DELL’AUTRICE:

Ben ritrovati a tutti, miei carissimi lettori! E, anche se in ritardo, vi auguro un buon 2018!

Spero che non siate rimasti delusi sul fatto che questo aggiornamento sia stato di BS Moments e non del nuovo episodio. Ma che volete, le feste natalizie non mi hanno lasciato tanto tempo libero. Però vi prometto che l’attesa varrà la pena (o almeno spero).

E, come promesso nello scorso capitolo, il nuovo moment ha decisamente un’atmosfera diversa dai quattro precedenti. E se sono riuscita davvero a farvi divertire, sta voi a dirlo! XD

Giusto per fare le cose per benino, la scena è ambientata prima della cerimonia in cui Barone e Clarky si stringono la mano e promettono di impegnarsi per il futuro della Terra. Su uno dei tavoli, ci sono Kazan e Zolder, al cui fianco c’è Flora con l’abito identico a quello di Kajitsu. Non so se quello era solo una citazione per noi spettatori e se Flora avesse veramente recuperato i ricordi: questa è solo una mia interpretazione e spero che vi piaccia!

A presto,

HikariMoon

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