Thunderstorm

di Mar966
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 1-Nettare scuro e cellulari perduti ***
Capitolo 3: *** 2-Sguardi e patatine fritte ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PROLOGO
 
Ho sempre avuto pensieri e sentimenti contrastanti riguardo la pioggia. La amo, e la odio, nello stesso momento. Chiudo gli occhi per qualche secondo, assaporandone il rumore persistente sul cemento. Inspiro l'odore umido che queste nubi trasportano con se e, alzando il viso verso il cielo, lascio che le minuscole goccioline mi scivolino addosso. Lascio che una, e non più di una lacrima mi solchi la guancia. Apro le mie palpebre lentamente, fissando il mio sguardo a terra, sulle punte delle mie sneakers, sento il suono dei tuoni che rimbombano, e li avverto così forti, così vicini, mi riempiono la testa, quasi a volerla far scoppiare.Io, la pioggia, la amo e la odio, e probabilmente, come è già accaduto, chi sentisse questa mia affermazione mi crederebbe pazza, e lo sono, pazza da legare. Appoggio piano i piedi sull'asfalto, uno davanti all'altro, come se stessi camminando su un filo, come un funambolo, e forse è così, io sto camminando su un filo, in mezzo ad una strada, solitaria, silenziosa. Alzo lentamente il cappuccio grigio sopra la mia testa, anche se ormai, sono già fradicia.Aumento il passo, poggiando sul terreno solo la punta delle mie scarpe, e cammino e cammino, senza una meta, in mezzo ad una strada deserta, nel buio della notte. Se qualcuno mi vedesse ora, penserebbe che sono pazza, pazza da legare.
È così che lo conobbi, in una sera d'autunno, danzando sotto la pioggia, in una strada deserta, sul mio filo.
"Ti piace la pioggia?" mi chiese, "La odio." risposi io.
"E allora perché stai ballando nel bel mezzo di un temporale?"
"Sei pazza." disse notando che non avevo intenzione di dargli una risposta.
"Lo sono." affermai.

***Author's Note***
Ciao a tutti! Spero che il prologo vi piaccia e vi abbia messo un po' di curiosità per continuare la mia storia. Sono ben accette critiche (costruttive) e suggerimenti!
Grazie dell'attenzione e buon proseguimento. ❤️

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Capitolo 2
*** 1-Nettare scuro e cellulari perduti ***


CAPITOLO 1- NETTARE SCURO E CELLULARI PERDUTI

Isobel's point of view

La luce che filtra dalla persiana mi infastidisce, ma rimango immobile, nella stessa posizione. Un vortice di pensieri mi sta invadendo la testa in questo momento, e il sole è l'ultimo di questi. Potrei alzarmi dal confortevole letto, ma non basta, c'è qualcosa che mi impedisce di farlo, qualcosa che mi chiama a se con voce languida e ammaliatrice, ma che anche stamattina respingo per un po'. Poggio i piedi sul pavimento freddo, che mi provoca un brivido improvviso. Sbuffo leggermente, e mi dirigo alla finestra, alzando la persiana e spalancando le vetrate, mi affaccio un attimo, inspirando ad occhi chiusi l'aria mattutina autunnale. Giro pacificamente per il mio appartamento, indossando solo la mia maglia extralarge con una stampa non definita sul davanti. Decido di non sprecare troppo del mio limitato tempo, facendo colazione con una semplice barretta energetica al cioccolato, pensando a come, successivamente, avrei potuto assaporare il mio caffè giornaliero, o perlomeno uno dei tanti, alla caffetteria del college. Mi trovo seduta sulla seggiola di vimini, davanti ad una tazza di caffè fumante poggiato sopra al tavolino, assieme alle mie scartoffie, e la mia borsa, che ho lasciato cadere sulla sedia accanto a me. Osservo l'ambiente che mi si presenta davanti, grazie alla vetrata di fronte a cui mi posiziono quasi ogni volta, scrutando tutti i giovani intraprendenti che si dirigono, chi di fretta e chi a passo calmo, verso le proprie aule, o chi proprio come me si appresta a ingurgitare un qualsiasi cosa pur di tenersi in piedi. Il Caffeine (lo so, nome non troppo originale) è un posticino tutto sommato carino, nulla di che, semplice e pulito, ma che specialmente nella stagione fredda, è invaso da studenti di ogni facoltà, rendendolo sempre un posto di ritrovo per gruppi d'amici che riempiono con le loro risate l'intero locale. Anche ora, alle 8.12 di un mattino d'ottobre, le mie orecchie sono invase dalle risa e dal suono delle sedie trascinate sul pavimento di legno. "Buongiorno! Posto libero?" dice una voce al mio lato. Osservo per pochi secondi la figura slanciata che trattiene tra le sue mani un tè all'arancia, di cui riesco a percepire l'essenza anche da centimetri di distanza.
"Accomodati pure." sorrido cordialmente alla mia amica, rimuovendo la borsa dal posto accanto a me, poggiandola a terra.
"Allora Isobel che si dice? Come stai? Non ci vediamo da un paio di giorni." afferma.
"Lo so, mi dispiace Abby. Sono stata sommersa dallo studio e non ho trovato il tempo di chiamarti. Oltre a questo sto bene, tu invece? Come vanno le cose?" rispondo io sorseggiando il liquido scuro contenuto nella tazza grigio chiaro.
"Il signor Callaway vuole che tenga una delle sue lezione a quelli del primo anno, e la mia voglia di organizzare il tutto è pari a zero." sbuffa leggermente. "Beh dai non è così male.." rispondo con un leggero sorrisino.
"Non è così male? Sei per caso impazzita Isobel? Lo sai quanto odio dover parlare di fronte a tanta gente!" mi guarda lei alzando il suo tono di voce, facendomi ridacchiare.
"Beh sono sicura che Callaway apprezzerà lo sforzo." dico io, scoppiando subito dopo a ridere a causa della sua espressione infuriata ma pur sempre buffa. "Certo certo, come dici tu..oh accidenti ma che ore sono?" dice estraendo il cellulare dalla tasca della sua giacca verdognola.
"Le 8.30! Diamine, devo correre a lezione!" sbotta poi alzandosi e avviandosi a passo veloce all'interno di una delle strutture del campo, mimandomi che ci saremmo sentite in giornata. Io le sorrido leggermente, riprendendo ad assaporare quel nettare scuro, ormai raffreddatosi. Grugnisco appena, contrariata dal doverlo finire ormai freddo. Inizio a sistemare tutte le mie cose dentro la borsa, raccogliendola da terra e poggiandomela sul grembo. Riordino in fretta, alzandomi di balzo e avviandomi, seguendo il precedente esempio della mia amica, dentro uno degli edifici.
"Isobel!" sento come una voce in lontananza, ma lo ignoro, pensando che la mia mente mi stia facendo un altro dei suo scherzi. "Isobel! Aspetta!" questa volta odo più chiaro e vicino, così mi giro, vedendo un massiccio ragazzo venirmi in contro, con in mano..il mio cellulare. Tasto velocemente qualunque tasca presente sui miei abiti, e mi accorgo che indubbiamente, quello, è il mio telefono.
"Isobel, Isobel, ma la testa dove ce l'hai?" mi beffeggia il ragazzo.
"Ma Josh, lo sai che era tutto calcolato. Sapevo che lo avresti trovato e me lo avresti riportato." dico con tono scherzoso, recuperando l'aggeggio dalle sue mani e rivolgendogli un sorriso di ringraziamento, prima di infilarlo velocemente nella borsa.
"Certo Isobel, tu calcoli sempre tutto." dice ridendo "Comunque, dovresti stare più attenta, molte persone non avrebbero esitato ad intascarselo."
"Lo so, ti sono veramente grata. Non so dove ho la testa in questo periodo." rispondo io, sbuffando al pensiero di quanto io sia smemorata.
"Beh allora ho proprio ciò che ti serve!" dice imitando uno dei tanti spot pubblicitari che girano in televisione, con tanto di indice ad indicarmi, suscitando una mia risatina.
"Sentiamo allora, macho." rispondo ridendo.
"Venerdì sera, allo Starlight." afferma sicuro facendomi un occhiolino.
"Oh no, non penso sia quello di cui ho bisogno." dico incamminandomi verso la mia aula, lasciandolo così leggermente indietro.
"Oh ma è proprio ciò che ti serve invece cara Isobel." insiste lui, avvolgendomi un braccio intorno alle spalle, camminando al mio fianco.
"Sarà una festicciola semplice, una serata in discoteca tra amici." continua.
"Oh e chi dice che tu sia mio amico?" lo schernisco io con tono divertito, dandogli un leggero pizzicotto al braccio che penzola davanti a me. Lui mi guarda fingendo uno sguardo dispiaciuto.
"Prometto che ti divertirai, Isobel. È da tanto che non esci con noi. I ragazzi domandano sempre se qualcuno ti ha visto in giro, ma ti volatilizzi sempre." afferma osservandomi. Noto che siamo arrivati a destinazione, e quindi mi fermo accanto alla porta d'entrata, permettendo così agli altri studenti il passaggio.
"Dì agli altri che ci sarò, insomma come posso perdermi una serata col mitico Josh, no?" rispondo portandomi una ciocca di capelli bruni dietro l'orecchio e buttando un occhio all'interno della stanza per accertarmi che il professore non sia ancora entrato, altrimenti rischierei di rimanere fuori.

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Capitolo 3
*** 2-Sguardi e patatine fritte ***


CAPITOLO 2-SGUARDI E PATATINE FRITTE


"Sei veramente sicura di ciò che dici, Melody? Mi sembra un po'..strana, ecco, come cosa." dico rivolgendomi alla ragazza rossa, che non fa altro che agitarsi sulla sedia e schiamazzare.

"Ve lo giuro! L'ho visto con questi occhi!" dice indicandosi le pupille verdi. "Peter con Hannah! Lui l'ha presa velocemente per il polso e si sono avviati insieme verso la zona..riservata." continua sussurrando l'ultima parola, come a non doversi far sentire da nessuno.

"Certo che quei due sono proprio strani, il giorno prima si fanno ognuno gli affari suoi e quello dopo organizzano una fuga d'amore?" chiede retorica Abby. "Qui qualcosa non quadra." afferma guardandosi intorno con circospezione, infilandosi poi una patatina fritta in bocca.

"In ogni caso, non sono affari nostri." sentenzia Paul. "Piuttosto, dovresti un po' tacere tu Melody, non mi sembra che la tua situazione con Luke sia molto più normale." continua poi con un sorrisino. Mel diventa in un secondo tutta rossa e inizia a guardarsi in giro boccheggiando, iniziando poi a tirare qualunque cosa le capiti sotto mano al biondo. Sorrido guardando quella scena, e osservo i volti sereni e rilassati dei miei amici, mentre si punzecchiano tra loro. Inzuppo una delle mie patatine nel ketchup che avevo precedentemente versato nel piatto, e me la infilo in bocca leccandomi i baffi. 'Certo che questi grassi potevano pensarli più schifosi, magari in questo modo non ne mangerei così tanti' penso sconsolata crogiolandomi nel mio temporaneo dispiacere legato al cibo e tutto ciò che esso comporta, ma alla fine a chi importa? Il cibo è vita.

"Isobel a te come vanno le cose?" mi domanda Aaron con un sorriso ad increspargli le labbra.

"Oh io? Tutto bene grazie." sorrido. "Solamente sommersa dallo studio, ma tiro avanti." affermo alzando un pollice all'insù.

"Certo che questa filosofia ti stressa eh?" dice Josh.

"Già, ma dopo tutto ne vale la pena no?" rispondo continuando a mangiare ciò che si trova sul mio piatto.

"Certo, lo sappiamo che è quello che desideravi fin da piccola. Poi questo venerdì ci si svaga vero?" chiede speranzosa Abby, guardandomi con un luccichio negli occhi.

"Ovviamente, come potrei perdermi una serata con voi?" affermo ironica, tirandole addosso un pezzo di mollica, a cui lei risponde con una linguaccia.

"E quella bellezza chi è?" sussurra lussurioso Josh guardando davanti a sé la ragazza muoversi sinuosa tra i tavoli della mensa conversando con le sue amiche. Osservo la sua figura slanciata, le gambe lunghe e affusolate, i capelli lunghi e mori che le ricadono sulle spalle, mentre si sposta una ciocca da davanti gli occhi. Sorride e le luccicano gli occhi mentre parla con le sue compagne, rivolgendo loro un gran sorriso. La vedo arrossire appena mentre rivolge lo sguardo verso il nostro tavolo, per poi rigirarsi velocemente avviandosi alla sua tavolata. Guardando alla mia destra, vedo il mio amico seguirla con lo sguardo.

"Qualcuno è cotto qui." dico facendo risvegliare il ragazzone accanto a me, che mi guarda prima di abbassare appena lo sguardo e sussurrarmi un "ma fammi il piacere" dando un morso al suo panino.

"Guarda che non c'è nulla di cui vergognarsi!" interviene Abby "magari qualcuno mi guardasse come fai tu con lei." afferma mentre il suo sguardo si perde, probabilmente pensando a come sarebbe. Sorrido appena, lanciando uno sguardo Aaron, intento a fissare la ragazza mora. E' così palese che lui provi qualcosa per Abby, eppure sembra che io sia l'unica ad essermene accorta. Lo ricordo bene quello sguardo, io, quello che si riserva solo alle persone speciali. Sospiro appena, accorgendomi di essermi, per l'ennesima volta, persa nei miei pensieri contorti e prima che il mio cibo si faccia ancora più freddo di quello che è, finisco in fretta il mio pranzo.

"Vi va di trovarci più tardi?"chiede Melody mentre impiliamo ognuno il nostro vassoio sul bancone in modo che poi possano essere lavati dalle cuoche della mensa.

"Purtroppo io non posso" dice Abby "devo preparare la lezione a quelli di prima per Callaway." continua con sguardo amareggiato.

"Voi?" domanda allora speranzosa Melody, guardandoci uno per uno.

"Io sono libera per un paio d'ore." dico rivolgendole un sorriso.

"Grazie mille!" mi ringrazia abbracciandomi di slancio.

"Di nulla" rispondo ridendo.

"Ehi io e il ragazzone oggi abbiamo una partitella di calcio con alcuni compagni della facoltà di legge, potete venire a vederci." dice Paul indicando se stesso e Josh.

"Certo, va bene." risponde Melody mentre ha ancora appoggiato un suo braccio sulle mie spalle.

"A che ora e dove ragazzi?"domando io guardandoli.

"Al solito campetto, verso le 17.15." dice Josh facendomi l'occhiolino.

"Perfetto allora è deciso!" afferma sorridente la rossa "si va a vedere i ragazzi!" dice decisa indicandoli.

Sposto il mio sguardo verso Aaron, che vedo perso a guardare il nulla. Un cipiglio mi si forma sul volto, oggi è piuttosto silenzioso. "Tu Aaron cosa fai?" gli chiedo destandolo dai sui pensieri. "Oh io? Beh..ho da fare, mi dispiace ragazzi sarà per la prossima." afferma grattandosi la nuca.

"Va bene, allora io mi avvio, ho altre due lezioni purtroppo." dice Paul salutandoci e avanzando verso l'uscita della mensa e dirigendosi all'edificio dove si sarebbero tenute le sue due ore rimanenti.

"Bene, andiamo anche noi donzelle?" domanda Josh alle due ragazze.

"Certo, prima però passiamo alla caffetteria che un mio compagno deve passarmi degli appunti." dice Abby, mentre il ragazzo si posiziona in mezzo alle due avvolgendo loro un braccio sulle spalle, girandosi leggermente e rivolgendomi un occhiolino a cui rispondo con un piccolo sorriso.

"Va tutto bene?" dico poi rivolgendomi al ragazzo rimasto accanto a me, sorprendendolo a fissare i nostri amici sparire girando l'angolo.

"Cosa?" domanda Aaron rivolgendomi un'occhiata confusa.

"Ti ho chiesto se è tutto ok." mi ripeto osservandolo. Fa un piccolo sorriso, "oh ma certo, stai tranquilla Isobel." dice infine. Espiro un po' forte, rilasciando l'aria dai miei polmoni, girandomi completamente a guardarlo.

"E' una brava ragazza, non fartela scappare." affermo alludendo ad Abby. Lo vedo accigliarsi e balbettare leggermente, e questo mi fa nascere una risata. "Stai tranquillo, il tuo segreto è al sicuro con me." gli faccio un occhiolino, prima di girarmi sventolando una mano in aria avviandomi anche io verso l'uscita dell'edificio. Purtroppo mancava anche a me una lezione, ma almeno poi avrei potuto tornare al mio appartamento e rinfrescarmi un po' prima di ritrovarmi con gli altri. Osservo l'orologio al mio polso accorgendomi che il tempo che avevo a disposizione prima dell'inizio della mia ultima ora era veramente poco, e accelero così il passo.

Devo ammettere che il calcio mi piace abbastanza, certo non sono la ragazza più sportiva del mondo, ma ogni tanto faccio anche io un po' di movimento. Ricordo quando da piccola andavo ogni fine settimana a vedere le partite della squadra preferita di mio padre allo stadio, e di come osservavo affascinata i tifosi incitare i giocatori, con cori e urla. Ricordo come mi piacesse quell'ambiente, in cui tutti, se pur diversi, stavano assieme legati da una passione comune. Sorrido appena al pensiero, accorgendomi di essere oramai arrivata di fronte all'entrata della facoltà di lettere e filosofia. Mi avvio velocemente all'interno dirigendomi verso l'aula 107, e attraversata la porta, mi accomodo in uno dei posti ancora liberi, accanto ad una ragazza dai capelli lilla. Li osservo per qualche minuto, forse un po' troppo, perché accorgendosi del mio sguardo insistente si gira a guardarmi scocciata.

"Hai qualche problema con i miei capelli?" mi domanda con sguardo tagliente.

"No, a dir la verità mi piacciono molto." affermo sicura rivolgendole un sorriso, spiazzandola. "Oh, ok." dice insicura tornando a guardare davanti a sé. Faccio girare lo sguardo per la stanza, accorgendomi che i posti liberi sono veramente pochi, eppure il professore non è ancora arrivato. Ne approfitto, prendendo a disegnare a casaccio sul mio block notes.

"Sei brava a disegnare." sento dirmi da una voce alla mia sinistra. Mi giro leggermente sorridendo, vedendo la ragazza di prima osservare il mio ultimo schizzo, che rappresentava semplicemente un viso dai contorni però non ben definiti.

"Grazie." le rispondo quando alza lo sguardo dal foglio e mi rivolge un'occhiata.

"Sono Stephanie." dice tendendomi la mano.

"Isobel." dico io rispondendo alla sua stretta. "Non ti ho mai visto a lezione prima." continuo, ripensando alle lezioni precedenti, accorgendomi che effettivamente, una ragazza del genere mi sarebbe saltata all'occhio.

"Già, mi sono trasferita da poco qui a Boston. A dir la verità è proprio la mia prima lezione di letteratura americana."

"Capisco, ma puoi stare tranquilla. Collins è un bravo professore, e beh qui tutti pendono dalle sue labbra, soprattutto le ragazze." affermo mentre lei mi guarda con aria confusa. Le faccio l'occhiolino prima di dirigere il mio 
sguardo davanti a me, dove è appena apparso appunto il precedentemente citato professore.

***Author's Note***
Ciao a tutti! Spero che la storia vi stia piacendo, so che i primi capitoli non sono troppo entusiasmanti e con molti colpi di scena ma questo perché preferisco prima di tutto dare uno sfondo alla storia, raccontando anche aspetti più abituali della vita della nostra protagonista. Non preoccupatevi però, l'azione arriverà ;)
E nulla spero comunque la storia vi stia piacendo, lasciatemi pure un parere mi farebbe piacere!
Al prossimo capitolo :*
 

 

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