Raccolta di One Shot fantasy Slash/Het .

di Fujiko91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Aneddoti della mia vita. ***
Capitolo 2: *** L'amore, c'è non c'è e poi torna. ***
Capitolo 3: *** Bilbo Mìriel e Thorin. ***
Capitolo 4: *** Un messaggio in Bottiglia. ***
Capitolo 5: *** Il mio affetto fraterno si tramutò in amore. ***
Capitolo 6: *** C'era una volta ... ***
Capitolo 7: *** Il mondo oltre la finestra. ***
Capitolo 8: *** Incondizionatamente. ***
Capitolo 9: *** La parola chiave è: amore! ***
Capitolo 10: *** Bag End. ***
Capitolo 11: *** Una storia no sense. ***
Capitolo 12: *** Gli occhi sono lo specchio dell'anima. ***
Capitolo 13: *** Gli Eroi della Terra di Mezzo. ***



Capitolo 1
*** Aneddoti della mia vita. ***


Leggenda: vi faccio sapere che ogni One shot avrà una nota d'inizio con la presentazione della storia, tipo Coppia presente, Genere e se ci saranno anche Avvertimenti. 
Note: ed eccoci con la prima One shot .
Coppia: Thorin/Bilbo 
Genere: sentimentale - drammatica. (Lo riletta e corretta!) ù.ù





 


Visto che erano diverse notti che non riuscivo più a chiudere occhio alla fine decisi di svegliare il mio Hobbit

:“Bilbo ti prego svegliati.”

:“Che cosa vuoi? Sai stavo dormendo!”

:“Ecco... io vorrei raccontarti delle cose che non ti ho mai detto ...”

: “ Si, capisco. Non puoi aspettare … domani mattina. Sono cose così urgenti?” Thorin si alzò furioso dal letto, indossò la sua vestaglia

:“ Allora se non vuoi ascoltarmi è meglio che io cambi stanza, per stanotte dormirò in un'altra delle camere!”

:“Oh ma dai Thorin dopo tutti questi anni” sbuffò continuò poi

:” e va bene … su forza torna qui e racconta che ti ascolto!” Thorin tornò vincitore nel suo letto e dopo essersi sistemato come si deve ed aver aspettato che anche Bilbo si sistemasse incominciò il suo racconto.

                                                                                                        ***

“Nacqui in una mattinata fredda, correva l’anno 2746 T.E,  sin dal primo vagito mi dimostrai un nano forte, così mio padre mi prese sollevandomi in aria e dicendo “ questo è mio figlio, si chiamerà Thorin ma per tutti sarà l’erede al trono”

***

Bilbo lo interruppe subito “ Domanda: ma come fai a sapere questa cosa? Si è vero, c’eri,  ma eri troppo piccolo per ricordarti ciò che ti ha detto ”

:“ Oh, ma è ovvio, mi è stato detto, ora non ricordo da chi.”

:“Secondo me te lo sei inventato. Con me puoi essere sincero sai?”

“Non me lo sono inventato! Ora se permetti io riprenderei con il racconto a meno che tu non voglia continuare con questa storia della mia nascita!?”

:“Ma certo che no continua pure sono curioso!”

***

Visto che un giorno sarei diventato Re fui costretto fin da subito a seguire dei rigidi insegnamenti e così alla fine mi ritrovai a non poter mai stare con i nani della mia età.

Balin era il mio insegnate di storia e comportamento, lui mi istruiva su tutto ciò che dovevo sapere sulla storia di Erebor, sull’importanza dell’oro e in ultimo, ma non per importanza di certo, come comportarsi con gli ospiti.

***

Bilbo interruppe di nuovo ma questa volta alzando la mano

:“ Secondo il mio modesto parere quelle lezioni di comportamento non le hai seguite come si deve …”

“E questa da che pulpito nasce?”

“Dal fatto che in questi undici anni di convivenza non ti ho mai visto usare almeno una volta le buone maniere …”

:“Si  forse non le seguivo molto ma sono pur sempre un nano, ora continuando...”

***

“Per fortuna c’era il mio salvatore: Dwalin, adoravo le sue lezioni di ascia e spada anche se personalmente prediligevo l’ascia con cui mi rivelai bravo sin dalla più tenera età. Quando non pensava al regno mio nonno veniva da me per insegnarmi tutto ciò che sapeva sull’arte delle armi ed ero felicissimo perché significava poter stare con lui.

Una mattina poco dopo aver compiuto i miei quattordici anni venne a chiamarmi mio padre per dirmi “ la mamma è entrata in travaglio e sta per nascere un fratellino o una sorellina” in cuor mio speravo per un fratellino almeno avrei avuto qualcuno con cui giocare un poco e per fortuna era un magnifico nano con gli occhi pieni di vita e uno sguardo vispo che girava per la stanza pieno di curiosità per ogni cosa.

Il nome che scelsi per il mio adorato fratellino fu Frerin. Lui  combinava solo guai e scherzi molti dei quali finivano con me in punizione e lui se la cavava  quasi sempre.

Però mi ricordo molto bene quando mi chiese una cosa “ ma Thorin perché devi sempre fare lezioni con quel vecchio nano?” “Frerin si chiama Balin e non è vecchio... comunque è perché io sono il futuro Re!” “Sai sono felice di essere nato dopo di te  fratello, non so come tu faccia a rinunciare a tutto il divertimento che c'è là fuori per stare qui dentro...” poi se andò a giocare con altri nani alle porte di Dale.

Quelle parole mi avevano lasciato cupo e pensieroso, perché erano vere e  dette con quella sincerità che solo Frerin aveva e sapeva usare erano state taglienti come una lama e mi avevano ferito il cuore proprio per la loro veridicità

A cui però io cercai di non pensare più ...

non potevo permettermi di continuare a rimuginarci sopra io ero il futuro Re e come tale avevo dei doveri verso la mia famiglia e il popolo di Erebor che dovevo rispettare e così lo feci reprimendo tutto.

Era estate quando Frerin corse da me per dirmi “corri è nata nostra sorella si chiamerà Dis ti piace come nome? Sai l’ho scelto io!” “ Sì,è  molto bello comunque ora andiamo a vederla!”

Quando entrammo Dis era già nata sorrideva tantissimo a Frerin ma con me  purtroppo piangeva quasi sempre.

Quando  compii diciannove anni , ero sempre così impegnato da non riuscire mai a vedere nemmeno i miei fratelli e  mia madre. Mio nonno Thor mi voleva sempre al suo fianco vicino al trono e così passavo le mie giornate nella grande sala del trono. All'inizio era molto divertente, ma poi le cose cambiarono e non in meglio, dopo aver trovato l'archengemma Thor impazzì e del nonno dolce e affettuoso non rimase nulla.

Ma non potendone parlare con nessuno tutto rimase dentro di me.

Ogni giorno poi incontravo Dis e Frerin che correvano insieme fuori da Erebor e così un giorno li fermai chiedendogli “dove andate così di fretta?” “Ma come fratello, andiamo a Dale, sai Frerin deve ...” “stupida non dirglielo, sai com'è lui in queste cose!” “ Quali cose?” “Uffa, Dis per causa tua ora devo dirglielo , ecco io ... ehm ...” “Frerin deve incontrare una ragazza, per dirgli addio perchè parte e va molto lontano non è vero?” “Si ecco ti ha detto tutto lei , ora però andiamo ciao e a dopo!” Non feci neppure in tempo a fermarli che erano già lontani.

Quella sera rincasarono molto tardi e mio padre  mi redarguì :“ma si può sapere perchè non li hai fermati? Thorin” “ma padre non sono più dei bambini e poi io ho altre cose da fare che pensare a loro!”prima che lui potesse schiaffeggiarmi arrivarono loro “allora cosa sono queste facce?” “Frerin dove sei stato?” “Ma come dove? A Dale io e Dis siamo andati a salutare una mia amica che è partita per un  lungo viaggio, un giorno partirò anch'io lo sai vero padre...si me ne andrò e viaggerò e andrò a vedere il mare e anche altre terre e conoscerò tante nuove razze!” “E io verrò con te, vero?” “Certo Dis senza di te non andrei mai da nessuna parte in fondo il vostro erede ce l'avete no?Quindi non avete bisogno ne di me né di lei ...”

Ma Frerin, Dis, io e vostra madre vi amiamo tantissimo  se ne avete dubitato anche solo per un minuto ci dispiace, comunque ora ceniamo che è tardi!” “No padre non ne abbiamo mai dubitato, ma questo non ci farà cambiare idea sul nostro futuro!” cenammo e prima di andare a letto mio fratello si avvicinò a me per dirmi “guarda che anche tu hai una scelta Thorin non vorrai mica metterti con una nana vero?” “Come... cosa stai dicendo?” “Non fare il finto tonto sono tuo fratello, a me non puoi nascondere nulla,tu non  ami il genere femminile a te piace quello maschile!” Non gli risposi perché rimasi completamente basito.

Il giorno del mio ventesimo compleanno mio nonno mi fece convocare nel grande salone del tesoro ormai  era diventato l’unico luogo dove passava il suo tempo “mio caro nipote, sai ora che hai vent’anni anni è ora di trovarti una moglie. Domani arriveranno tantissime nane da molti regni mi raccomando scegli bene...” “ma nonno, sono ancora un ragazzo!” “ Ormai è deciso, quindi va e preparati per domani” e così andai senza aggiungere altro.

Quando arrivai nelle mie stanze i miei fratelli mi corsero incontro “allora cosa voleva il nonno?””Domani incontrerò le nane per scegliere la mia compagna...” fu Dis a parlare “ma Thorin non è giusto, cioè a te piacciono i nani non è così Frerin?” Prima di rispondergli il suo sguardo si posò su di me e infine rispose “sono sicuro che Thorin abbia le sue buone ragioni per fare una cosa simile …” “Grazie del tuo appoggio fratellino” “Se Frerin è dalla tua parte allora la sono anch’io fratello!” “Grazie anche a te Dis”

Il giorno dopo ci fu un gran ballo in cui dovetti fare la conoscenza di innumerevoli nane, alla fine vedendo mio nonno allontanarsi dalla folla andai verso di lui sussurrandogli “nonno io ecco … non posso sposarmi ...” “e perché mai?” “Perchè io ... sono già fidanzato con una nana!” “Davvero? Ma bene, comunque potevi dirmelo prima , ora tuo padre dovrà trovare una soluzione, sai cosa ti dico lasciamo che sia  Balin ad occuparsene lui ci sa fare in queste cose ... ora vai!”.

Da quella volta le cose si fecero più difficili, visto che tutti volevano conoscere la fortunata .

***

A questo punto Bilbo emise un forte colpo di tosse “ scusa ma come sarebbe a dire e quindi nella tua giovinezza eri fidanzato con una nana?” “Ma certo che no! Ovviamente era una bugia...una di quelle a fin di bene! Ma sempre una bugia però funzionò.” “Mi fa piacere che fosse solo una bugia! Ora continua”

***

La fortunata che prese il ruolo della mia finta fidanzata fu

la sorella maggiore di una delle migliori amiche di Dis.

 

La farsa andò avanti per un anno, arrivato però il mio ventunesimo compleanno decisi che avrei dovuto finalmente prendere in mano la mia vita, sarebbe dovuto essere  un giorno indimenticabile e purtroppo lo fu, un giorno in cui un destino sin troppo crudele si scagliò su di me e sulla mia gente.

Era pomeriggio e come sempre Dis e Frerin erano sul Lago Lungo, a loro piaceva andare lì e forse, ripensandoci, fu meglio così, si risparmiarono molte sofferenze.

Io invece, come sempre, mi trovavo vicino al trono fin quando Balin non mi chiamò portandomi sulla grande terrazza dove i pini si scagliavano contro le montagne come in un uragano, ma non si trattava affatto di un uragano, anzi era il Drago

“ attenzione arriva il drago!” riuscii a dire solo quelle parole che le fiamme di Smaug prima avvolsero Dale e infine giunsero ad Erebor e anche se noi nani cercammo di difendere la montagna fu tutto inutile e così con i pochi sopravvissuti , tra cui mio nonno e mio padre scappammo oltre Dale e infine giungemmo sulle rive del Lago Lungo e fu lì che Frerin “cos'è successo?Thorin per favore parlami? Padre che qualcuno mi parli” invece la prima cosa che mi chiese Dis fu “e la mamma dov'è?” io riuscii solo a dirgli“la montagna è persa, un drago ci ha attaccato non c'è più nulla da fare e gli Elfi ci hanno abbandonato..” Frerin mi prese per la maglia di Mithril  “non mi interessa della montagna Thorin! Dis ti ha chiesto di nostra madre?” “Nostra madre è morta...” vidi Dis stringersi a Frerin e lui fissarmi come fossi stato io stesso ad ucciderla.

Dopo un po purtroppo anche se molti di noi erano feriti e altri avevano perso molti dei loro familiari, fummo ugualmente costretti ad andare via.

Giungemmo nelle terre selvagge e li iniziammo a vagare senza meta ,senza nulla e ci accampammo un po qua e un po là ora eravamo solo un popolo migratore in cerca di una nuova terra da poter chiamare casa.

Una notte  entrò nella mia tenda mio nonno “sai ci ho pensato molto con Thrain e alla fine siamo arrivati alla convinzione che dobbiamo riprenderci Moria!” “Nonno è pura follia!”  in quel momento entrò Frerin “nonno con il tuo permesso vorrei essere io a guidare il nostro popolo verso la vittoria, in fondo Thorin è il tuo successore , non vorrai mica che venga ucciso?” “Mi sembra un'ottima idea nipote, tu si che sai come si parla, ti verranno affidati i migliori nani  di cui dispongono qui nel Dunland quindi buona fortuna!” appena la conversazione ebbe fine io corsi fuori dalla tenda e lo raggiunsi “cosa stai facendo? Tu non puoi andare...” “si che posso per una volta avrò la possibilità di dimostrarti che anch'io sono bravo in qualcosa, piuttosto prenditi cura di Dis lei non capirà.... arrivederci fratello e prenditi cura  anche di te!” “E cosa ne sarà dei tuoi sogni di viaggiare e di esplorare tutti i vari regni della terra di mezzo?“Guarda che io non morirò mica tornerò vittorioso e quel viaggio lo faremo insieme fratello!”

Dopo un mese tornò ma al suo fianco non c’era alcuna traccia dell’esercito che si era portato al fianco e il suo sguardo era pieno di dolore per ciò che avevano visto  “dobbiamo ripartire con un esercito di nani e ci riprenderemo Moria!” e così partimmo io avevo appena ventitré anni e mio fratello solo ventun’ anni quando scoppiò la battaglia di  Azanulbizar: una guerra sanguinosa che vide nani contro orchi davanti alle porte di Moria purtroppo davanti ai miei occhi vidi morire mio fratello Frerin davanti ai miei stessi occhi non potendo far nulla.

Giunsero mio nonno e mio padre a cui dissi la triste notizia “Frerin è morto!” mio nonno si lanciò su Azog e fu decapitato e infine mio padre scomparve nel nulla e nessuno ne seppe mai più niente .

La guerra fu vinta ma non cantammo e non festeggiammo perchè furono troppi i nostri morti. Che bruciammo in quel luogo.

Quando tornammo al nostro accampamento Dis mi corse incontro “ allora dov'è Frerin non lo vedo?” “Dis è meglio che tu ti sieda sorellina, ecco vedi Frerin non tornerà più… è morto!” “Tu dovevi proteggerlo ... lui aveva detto che visto che si trovava con te era al sicuro e invece tu... io ti odio tu l'hai abbandonato , maledetto ora capisco tutto visto che lui sapeva del tuo segreto non l'hai salvato. Ora cosa farai ucciderai anche me? Sentimi bene devi starmi lontano non ti voglio più vedere!” “Ma Dis capisco il tuo dolore ma accusarmi di queste cose.... per piacere perdonami... per favore Dis...” “no non lo farò mai tu mi hai tolto tutto senza Frerin la  mia vita non ha più alcun senso!Ora lasciami stare Thorin anzi mio sire”.

La mattina seguente mi alzai prestissimo, deciso ad andarmene, ma una voce fermò i miei intenti : Balin “ dove stai andando?Tu sei il nostro Re!” “Ed è proprio per questo motivo che devo andare a cercare denaro e viveri nei villaggi degli uomini un Re deve anche sapersi umiliare  per il bene del proprio popolo”

oh Thorin, tu sei un bravo Re e sarai amato per sempre! Ora va e torna presto.”

Vagai nelle terre di Rohan e di Gondor in cerca di lavoro nei villaggi umani e li ne trovai tantissimi ma tutti veramente molto umilianti dovetti fare lo stalliere , poi  il cameriere in quelle luride taverne frequentate da tanti miseri uomini stupidi e ignoranti che non sapevano nulla di me.

Però dovevo tollerare tutto e mettere da parte i soldi e così feci per diversi anni, fino a quando non decisi che, avendo messo da parte abbastanza denaro, potevo tornare dalla mia gente e così  con loro decisi di andare a vivere sui Colli Ferrosi dove già vivevano i nostri cucigni. Fu comunque molto bello, ricominciammo una vita normale da nani, ci fu chi ricominciò a lavorare nelle miniere e chi invece ritornò nelle forge comunque ognuno di noi trovò un lavoro.

Dis nel frattempo conobbe un nano a cui si affezionò in breve tempo, era biondo e molto simpatico ma cosa più importante : faceva ridere mia sorella come da tempo non la vedevo più fare.

 

I due si sposarono e dopo sei mesi nacque Fili, il mio amato nipote, lo presi in braccio e lo designai come mio futuro erede, sarebbe diventato sicuramente forte e saggio. Mia sorella si commosse quasi, chiedendomi perdono per le sue parole, per i torti del passato dovuti al dolore che l’aveva scossa con la morte di Frerin.

L'anno dopo nacque Kili e appena lo vidi non potei che constatare che aveva lo stesso sguardo di Frerin era vispo e curioso e quindi sarebbero stati guai.

E infatti fu così mentre Fili era pacato e amava studiare e imparare a tirare di ascia, Kili era tutto l'opposto amava scorrazzare di qua e di là e fare un mucchio di scherzi purtroppo molte volte coinvolgeva anche Fili.

E poi ci fu la cosa più sconvolgente “zio sai io amo usare l'arco!” “Come!? Stai scherzando vero?” “No zio sono serissimo!” “Ma è un'arma elfica, tu non puoi amarla...” “e invece si io l'adoro e quindi la userò anche se tu non vuoi! Farò ciò che voglio perchè questa è la mia vita!” “E va bene fa quello che vuoi allora!” “Grazie tante zio! Fili sai la novità....” e così corse via.

***

:“Ahahah, avrei voluto esserci anch'io solo per vedere la tua espressione facciale!”

:“Bilbo sarai anche il mio consorte, ma ti consiglio di non dirlo più è una cosa che non amo ricordare di quanto Kili preferisse gli archi …”

:“cosa che l’ha portato a sposarsi con Tauriel... scusa, scusa, non volevo rivangare anche questo passato! Continua …”

:“Si è meglio continuare con la storia … dopo penserò a come fartela pagare.”

***

Rimasi allibito mio nipote era proprio l'incarnazione di Frerin.

Purtroppo anche sui Colli Ferrosi la pace durò poco e così io e altri nani tra cui il padre di Fili e Kili fummo costretti a scendere di nuovo in battaglia contro gli orchi.

Un’altra volta fui portatore di brutte notizie per mia sorella che stavolta perse il suo amato, fu così che decisi di trasferirmi in casa sua.

Un giorno Kili  chiese “ zio perchè non ti sei mai sposato?” “Perché a me non piacciono le nane...” “non dirmi che ti piacciono le elfe?Eh eh!” “Cosa? Certo che no!” “E allora cosa?” “Infondo tu sei mio nipote posso dirtelo a me non piacciono le femmine in generale io preferisco i maschi...” “davvero? Scusami zio, è che è una sorpresa questa non avrei mai pensato una cosa simile di te … ma non c’è nulla di strano” “Ti ringrazio Kili”.

***

:“Ahahah un’elfa tu? Anche all’ora Kili era troppo simpatico!”

:“Bilbo ti informo che sei sulla via di non ritorno se mi interrompi ancora una volta …”

:“Oh! Allora continua non ti interromperò più se non necessario.”

***

In  quel momento una voce Sai vero che sei stato molto coraggioso a dirlo a Kili?” “Dis sei tu! Mi avevi spaventato certo che lo so, ma molti anni fa Frerin mi disse che dovevo essere sincero con le persone a me care” “Però Kili lo ha già detto a Fili, per tua fortuna non lo dirà a nessun altro ed è meglio che anche tu non lo faccia, Balin e Dwalin sono ottusi e amano le tradizioni purtroppo...” “esageri loro mi vogliono bene, accetterebbero qualunque cosa di me!” “Fai come vuoi...”.

Durante i giorni seguenti ripensai alle sue parole, che riecheggiavano nella mia mente, solo la voce di Dwalin le placò “Thorin mio fratello mi ammazzerà se sa che te l’ho detto, ma lui ti sta cercando una fidanzata” “una cosa?” “si una fidanzata!” “Dov'è ora ?” “Non dirgli che sono stato io a dirtelo promettilo, comunque lui è nello studio...”

Mi diressi verso lo studio che usava Balin appena entrai lui mi disse “bene, mi fa piacere vederti Thorin stavo giusto per farti chiamare da Dwalin!Volevo dirti che ho trovato la nana che diverrà la futura regina!” “Balin io ti ringrazio ma io non posso, ecco vedi io ...” “lo so ragazzo che tu amavi quella nana ma lei ora è morta e tu devi andare avanti”.

No tu non capisci,  a me non interessano le nane ... lei faceva solo finta di essere la mia compagna a me piacciono i nani ...” “come sarebbe Thorin? Tu non puoi parlare sul serio, tu sei il nostro Re e come tale hai dei doveri non dimenticartelo ” “Balin io te l’ho detto perchè tu sei come un padre per me. ti voglio bene però non ti permetto di criticarmi” “e tu devi capire che sei il Re e proprio per questo non puoi fare ciò che vuoi! E comunque ho tutto il diritto di criticarti ... ora vai devo pensare”.

Me ne andai da quella stanza completamente giù di morale, alla fine aveva ragione Dis , ma quando uscii non pensai mai che la parte peggiore dovesse ancora arrivare e  infatti appena uscii vidi Dwalin appoggiato ad una colonna dire verso di me :”Non è che per giungere fin qui, li hai guadagnati in altri modi?” “Cosa.. ma ti senti cosa stai dicendo sei scemo! E in quali altri modi dovrei averli avuti è Dwalin?” “Non so visto che ti piacciono gli uomini. Magari con prestazioni particolari …” non so cosa mi successe ma mi ritrovai a fare a pugni con lui ,mi fermai solo quando vidi in lontananza Kili e allora  dissi “ non perdo il mio tempo con te!” e me ne andai via.

Quando ritornai a casa di mia sorella era sera tarda e fu Kili a intavolare la conversazione “zio perchè ti stavi picchiando con Dwalin?” “Perchè lui non è stato rispettoso” “in cosa non ti ha portato rispetto?” “Non ora Kili, tuo zio sta mangiando poi ne riparleremo domani e ora a letto!”.

Quando furono a dormire Dis venne da me “ allora Thorin perchè vi stavate picchiando?” “Perchè avevi ragione su di loro ... non tanto su Balin che la messa su un piano d'onore macchiato,quanto su Dwalin che mi ha ferito profondamente ha insinuato che io abbia guadagnato i nostri soldi andando a letto con gli uomini dei vari villaggi ti rendi conto?” “Oh Thorin in questa casa nessuno pensa una cosa simile se a te piacciono i maschi, non c'è nulla di male in questo tranquillo. E’ solo che loro sono ottusi ... in fondo fanno parte di una vecchia generazione di nani” “grazie, sono fortunato ad avervi al mio fianco” “io ci sarò sempre per te, sono tua sorella come ci saranno sempre i tuoi nipoti tu sei il loro amato zio”

Nonostante tutto il supporto che la mia famiglia mi aveva mostrato, i giorni a venire furono troppo duri per me, Dwalin faceva continuamente battute e Balin mi guardava e sospirava alla fine me ne andai e partii alla ricerca di mio padre alcune voci lo davano  vivo nelle vicinanze di Brea.

 

Appena giunsi a Brea mi fermai a mangiare nella locanda” Il Puledro Impennato” li conobbi Gandalf che mi disse quella frase “io ti spronerei a marciare su Erebor , Thorin, figlio di Thrain e nipote di Thor futuro re, sotto la montagna raduna gli eserciti riprenditi ciò che è tuo di diritto!” “Si ma ti ricordo che c'è un drago la sotto...” “ed è proprio qui che entra in gioco il mio scassinatore”.

E così, dopo quell’incontro, tornai sui Colli Ferrosi e li formai una compagnia di tredici nani , anche Dwalin e Balin vi entrarono, ma per mia fortuna riuscii a convincere Dis a portare con me i miei nipoti: Kili e Fili, partimmo dirigendoci verso la contea.

***                                        

Bilbo si intromise un altra volta

:“Non vorrai mica raccontarmi tutto il viaggio vero?”

:“Ma come ti viene in mente... certo che no! Ora se posso riprenderei con il racconto”

: “Che sciocco che sono! Perdonami e continua pure Thorin”.

Prima di ricominciare il nano accarezzò la nuca al suo amato il quale divenne leggermente rosso per l’imbarazzo. Poi riprese con il suo racconto.

***

Prima del nostro matrimonio non sai ciò che ho dovuto passare.

Dopo la vittoria della Battaglia dei Cinque Regni, dopo la mia guarigione dalla malattia del drago e dopo essermi rimesso completamente dalle ferite decisi che era giunto il momento di prenderti come mio sposo.

Ma il difficile ora stava nel doverlo dire prima a mio cugino Dàin II , anche perchè a lui non avevo nemmeno detto di amare il genere maschile e infine convincere Balin che sposare uno Hobbit non era il male , certo significava portare un'altra razza all'interno della famiglia reale ma visto che oramai avevano accettato tutto di me pensavo che avrebbero accettato anche questa!

Ma così non fu anzi Dàin mi disse “ quel mezz'uomo ti deve aver fatto fare qualche incantesimo, è certamente così! Mio cugino non può essersi innamorato di un essere debole e in più non dimenticarti che lui ci ha già tradito e derubato una volta, pensa cosa potrebbe fare una volta divenuto tuo consorte?” “Non ti permetto di parlare così di Bilbo,lui l'ha fatto per aiutarmi ed  è stato l'unico, tu non ci avresti nemmeno provato cugino!” “Non è questo il punto Thorin e tu lo sai bene, io e Dàin vogliamo solo il tuo bene” “ No, non è vero, se voi due avreste voluto il mio bene non saremmo qui a litigare su una cosa già decisa”“allora perchè chiederlo?” “Perchè pensavo che dopo il viaggio intrapreso insieme a me tu Balin mi volessi bene oltre ogni cosa!Ma purtroppo non è così e questo mi rammarica..” “Io non so cosa dire … e tu Dàin?” “Se Thorin è felice allora lo sarò anch’io!” “Grazie cugino”.

Dain in fondo era sempre stato un nano dolce, ma in ogni caso il giorno dopo decise di tornare a casa sua mentre fu Balin a sorprendermi cominciando a fare una cosa che mai avrei potuto pensare facesse.

Comunque, diverse settimane dopo, arrivò Dis e fu una grande gioia per me e per Fili averla lì con noi. Appena fummo nelle stanze fui io a parlare “mi sto per sposare ...” “Spero che sia un maschio e non una femmina ...” “No per, la precisione è uno Hobbit si chiama Bilbo!” “Non vedo l'ora di conoscerlo, Kili me ne ha parlato per tutto il viaggio.” “Spero bene?” “Ma certo zio! Bilbo è un hobbit meraviglioso ti piacerà madre!” concluse Kili.

La mattina seguente un gruppo di nani venne da me dicendo “mio sire dovrebbe sapere che Balin sta organizzando un gruppo per partire alla volta di Moria...” “Cosa? Convocate subito Balin devo parlargli!”mentre stava arrivando al mio cospetto io ripensavo al passato, tempi in cui per me era stato un secondo padre, fui bruscamente riportato alla realtà dalla sua voce“cosa vuole il mio sire da me?” “Balin , cos'è questa storia di Moria e poi questa  freddezza nei miei confronti?” ma lui continuò a rivolgersi a me in modo freddo e distaccato“si è vero dovevo informarla prima, ma vede non ho avuto tempo,ho deciso di riprendermi Moria e di diventarne il re, in fondo gli orchi non ci sono più” “non ne siamo sicuri, non puoi andartene così ...” “Si che posso, io non sono più legato a nulla qui” “ma ci sono io!” “Il ragazzo che ho cresciuto non esiste più, quel nano che teneva alla sua razza purtroppo non c'è più, non ti rendi conto Thorin che quello che stai per fare è sbagliato? Bilbo non è un nano ... E infine tu sei il re, dov'è il re che faceva qualunque cosa per il suo popolo?” “Lui non esiste più... e ..” Venni interrotto da Dis “Balin sei un vecchio nano  troppo legato alle tradizioni, lascia in pace mio fratello in fondo lui e Bilbo si amano, lascia che si sposino te ne prego ...” “ E’ andata così e questo non cambierà nulla, dispiace forse più a te che a me, addio…”

***

“Non avrei mai pensato che Balin pensasse questo di me! Durante il viaggio io mi confidavo parecchio con lui e mi era stato persino d’aiuto …”

“Non me ne parlare Bilbo, per me è ancora una ferita aperta”

***

La sera dello stesso giorno venni da te a comunicarti , che ti amavo e che ti volevo come sposo e tu mi risposi “anch'io lo voglio mio amato Thorin!” il quel momento tu mi rendesti il nano più felice di Erebor solo con quelle semplici parole, poi ci sposammo.

Dopo il matrimonio tu creasti un altro problema, dopo circa due mesi di nozze era mattina che tu ricevessi una lettera e mi svegliassi. “Thorin devo partire subito per la Contea, sono morti dei miei parenti”

“Vuoi che venga con te?”

“No grazie, vado da solo, ora torna a dormire che hai un regno da mandare avanti”.

 

Dopo due settimane tu non avevi ancora fatto ritorno, Kili mi disse “ zio, vedrai che tornerà, lui ti ama!” “Perché dici questo?””Perché ti vedo pensieroso “ “Non preoccuparti per me”, anche se avevo rassicurato mio nipote dentro di me i dubbi cominciavano ad assalire la mia mente, perché te ne eri andato via? Iniziai a pensare che forse non mi avessi ancora perdonato del tutto e che io avessi corso troppo riguardo al nostro rapporto. Una sera andai in una delle taverne a Dale e li incontrai Bard e con lui mi ubriacai alla fine della serata “magari è meglio che ti riaccompagni a casa?” “No è meglio di no!” “ Sei sicuro?” “Si che sono sicuro tranquillo” “allora notte” “notte”.

Quando uscii per dirigermi verso Erebor incontrai Dwalin era da quando Balin lasciò la montagna che non lo vedevo anzi speravo di passare inosservato, ma così non fu “ehi! Cos'è mi eviti è Thorin?” “No io non ti evito, però ora lasciami passare sei sbronzo..” “senti chi parla, anche tu lo sei , anzi cosa direbbe il tuo Hobbit se sapesse  che eri qui con Bard?” “Non iniziare di nuovo con questa storia te ne prego. Non è il momento magari ne riparliamo domani mattina” “no! Io ne voglio parlarne ora, sai per colpa tua ho perso mio fratello, che se n’è andato a Moria! Non potevi essere come tuo padre? Come tutti noi? Perché sei così?” Quelle parole fecero male dette da lui, a quelle si aggiunse il dolore per quelle antecedenti e così’, forse per l’alcool, mi misi a correre e solo quando arrivai sulle rive del Lago Nero mi accorsi che l’altro mi aveva seguito, sguainando l’ascia e fissandomi con uno sguardo colmo di rabbia “per favore non fare sciocchezze, sei stato tu a crescermi e ad insegnarmi l'arte dell’ascia , quindi ti prego mettila giù ...” ma non parlò si avvicinò solo per rifarmi quella stupida domanda “dimmi la verità Thorin quei soldi, con cui ci hai aiutato come li hai guadagnati?” “Lavorando sodo e umiliandomi e non come pensi tu “amico” ma non penso che tu lo sia davvero!” “Io non ti credo...Come credo che sia stato tu a mandare via Balin... e ora sei solo, anche lo hobbit ti ha abbandonato!” “No lui è andato da dei parenti, e tornerà da me!Ora se mi perdoni me ne andrei...”Sai Dwalin è sempre stato più forte di me, tutto ciò che ricordo è  solo la fredda roccia sotto di me, ma prima che lui potesse sferrare un secondo pugno il caso volle che di lì passasse Fili “zio!Stai bene?” “Cosa?Si tranquillo qualcuno mi ha colpito ma non ho visto chi è stato ... torniamo a casa” appena arrivammo ad Erebor Dis mi medicò e poi sentii Fili dirgli “madre sono sicuro che fosse Dwalin !Il nano che ho visto scappar via!” “Se tuo zio lo difende avrà le sue buone ragioni ...” “lo spero bene madre!”.

Dopo quell’episodio divenni paranoico, mi sembrava che tutti mi guardassero costantemente con odio, arrivai a pensare che i miei stessi nipoti non mi volessero più bene come prima.

Un giorno le cose precipitarono “Dwalin non hai nessun diritto di aggredire nostro zio!” “Magari non l’ho aggredito, magari lui ci stava...” “cosa dici brutto ...” “Fili cosa fai?” “Zio, ma lui...” “Lascialo stare!” “Ma  Fili voleva solo difenderti!” “Non ne ho bisogno, so difendermi da solo!” Penso che alla fine approdammo alla situazione originalmente voluta da Dwalin, molti nani tra cui, purtroppo, anche i miei nipoti, pensarono che tra noi ci fosse stato qualcosa, invece io l’avevo difeso solo perché avrei voluto di nuovo il mio vecchio amico e confidente vicino a me e avevo finito con il peggiorare le cose.

 

Poi ritornasti tu portasti con te il piccolo Frodo, non volendoti creare ulteriori problemi ti mandai a casa di Dis con la banale scusa che sicuramente lei avrebbe saputo farci meglio di me con un bambino.

La realtà era ben peggiore, il mio trono era in pericolo, nessuno mi voleva più come Re e infine Dwalin stava per ottenere ciò che voleva ma fu di nuovo Gandalf a salvarmi “ ho notato che i tuoi sudditi non ti rispettano più” “Già, tu noti sempre tutto eh? Comunque è vero, però promettimi di non dire nulla a Bilbo … Io me la saprò cavare,oggi stesso andrò a parlarne con Dwalin in persona!”

Ed è quello che feci,andai nella taverna a Dale dove ero sicuro di trovarlo, ma appena entrai lui davanti ad altri nani “ehi! Non dovremmo incontrarci così..chissà cosa potrebbero pensare gli altri !” Poi si alzò e venne verso di me solo per concludere girandosi verso gli altri nani che alla fine avevano gli occhi puntati su di noi “sapete non può stare senza di me!” io mi avvicinai a lui furioso e gli dissi “perchè tutta questa stupida messinscena? Ricordati che io sono il tuo re!” “E tu Thorin ricordati, che mi hai portato via mio fratello !” Uscii dalla taverna più infuriato di prima.

Ma Fili e Kili mi fermarono appena fuori “zio ci devi delle spiegazioni!” “Voi mi dovete credere tra me e Dwalin non c'è stato nulla... Pensate veramente che sia così?” “No zio solo che non capiamo perchè tu non gli abbia tirato un pugno, non stai reagendo alle sue provocazioni. Non è da te!”

In effetti come potevo dargli torto se nemmeno loro mi credevano “dovete capirmi sono stato cresciuto da Dwalin, questa storia è così surreale e poi ora ho il dovere di proteggere Bilbo e Frodo, quindi credetemi se vi dico che questa è l'unica soluzione!” “Ok però se ne avrai bisogno chiedici aiuto, anche se non è da te farlo hai capito zio?” “Si ho capito!”.

E infatti fu così, quella era l'unica soluzione, solo a te era incominciato ad apparire tutto strano e diverso“senti un po Thorin non ti sembra che sia Dwalin che gli altri nani con te siano freddi come il marmo e invece con me e Frodo dolci come lo zucchero?” “No mio caro Bilbo, è solo la tua immaginazione!” “Si come no... Thorin se c'è qualcosa che non va io voglio saperlo.” “No,te lo assicuro, non c'è nulla che non vada. Ora torna pure da Frodo”.

Frodo crebbe bene , era sano e vispo, all'età di sedici anni amava leggere,però non amava stare con i nani, un giorno mi venne vicino “zio Thorin, senti mi è parso di pensare che alcuni nani ti odino, per qualcosa legato al fatto che stai con zio Bilbo … Io non ci vedo nulla di male” “vedi mio caro Frodo ci sono persone e purtroppo anche nani che pensano che a tutti debbano piacere le femmine ma non è così, ognuno deve seguire il proprio cuore ...” “Allora tu ami  zio Bilbo?” “Certo che amo Bilbo!” “Mi fa piacere”.

Finita la conversazione, mi diressi velocemente nelle forge e li trovai Dwalin e lo presi per la tunica “tu non provarci mai più a dire qualcosa a Frodo” “ma Thorin cosa dici?”  “Puoi dirmi ciò che vuoi, ma non toccare la mia famiglia hai capito?” “ Guarda però che non sono io che racconto bugie...” “Dwalin tu stai rischiando grosso… Se fino ad ora ti ho difeso è perchè  in fondo ero affezionato a te perchè quello che so fare in guerra lo devo a te però, visto come stanno le cose mi vedo costretto a bandirti dal mio regno!” “E dove dovrei andare?” “Andrai nei Colli Ferrosi da Dàin! Questa è la mia decisione e ti assicuro che è una scelta che fa più male a me che a te!”.

Poi dopo tutti questi avvenimenti, la nostra famiglia poté stare un po tranquilla, fino a quando Frodo ritornò alla Contea e infine ci fu la guerra dell'anello.

Un giorno Gandalf venne a trovarci facendoci sapere che Frodo era vivo e che l’anello era finalmente stato distrutto. “ Thorin ti devo parlare” tuonò il mago, andai con lui nel mio studio “nelle miniere di Moria abbiamo ritrovato la tomba di Balin mi dispiace” “anche a me dispiace che sia finita così, senza poter chiarire, però Gandalf vorrei che fossi tu a dirlo a Dwalin, lui non è più qui con noi da anni, lo troverai da mio cugino Dàin ” “tranquillo amico mio glielo riferirò io non preoccuparti!” “Grazie”.

Il mio cuore era triste, alla fine non c’era più alcun modo di chiedere scusa a Balin. Qui si conclude la mia storia e tutte le cose che volevo dirti.

***

Prima che Thorin potesse aggiungere qualcosa Bilbo disse

:  “Non ci posso credere, tu per tutti questi anni ti sei tenuto tutto dentro!?Pensavo che tu ti fidassi di me?”

:“Non ha nulla a che vedere con la fiducia...si forse sì! In realtà non volevo trascinarti in mezzo a dei miei problemi personali!”

:“Si forse hai ragione tu, ma d’ora in avanti dovrai essere sempre sincero con me mio caro Thorin! E per quanto riguarda Balin sono sicuro che alla fine ti avesse perdonato...e anche Dwalin lo ha fatto se no perchè sarebbe venuto alle nozze di Kili?”

:“Beh ecco … a dire il vero …”

:“No aspetta! Non dirmelo non voglio neppure saperlo...era meglio che stessi zitto.. è tardi sarà meglio dormire anche perchè domani, sai vero che giorno è?”

:“Ma certo che lo so domani cederò il trono a Fili...un po mi fa male, ma ora avrò più tempo per stare con te e poi ho già abbastanza anni!”

:“Siamo entrambi dei vecchi..è ora di lasciare il passo ai giovani mio caro Thorin”

:“Si è vero, ora dormiamo che è tardi...lo sai vero che ti amo Bilbo?”

:“Certo che lo so sciocco di un nano, anch’io ti amo”







 

 
Angolo dell'autrice:

1° ecco a voi l'inizio di questa Raccolta di One shot, spero che come inzio vi sia piaciuto ovviamente la prima non poteva essere altro che una Thilbo! Che adoro *w*

2° non ci saranno uscite regolari di questa raccolta, significa che ogni volta che me ne verrà in mente una su una coppia diversa la scriverò e poi la pubblicherò! 

3° Ringrazio la mia beta! E chiunque recensirà sono curiosa di sapere le vostre opinioni su questo mio progetto grazie! :*

A presto la vostra Fuji.

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Capitolo 2
*** L'amore, c'è non c'è e poi torna. ***


Note: in questa One shot sono presenti...
Personaggi: Thorin, Nuovo personaggio,Bilbo e altri 
Genere:Sentimentale 
Avvertenze:AU (i nuovi personaggi inseriti fanno parte della cultura irlandese). "Lo riletta e corretta" ù.ù



 

Ci trovavamo a Esgaroth da diversi giorni, la città degli uomini non mi piaceva e non mi sarebbe mai piaciuta

Non di certo come al signor Baggins, lui in fondo è uno Hobbit e come tale ama la compagnia degli uomini. Invece io sono un nano anzi io sono Thorin Scudo di Quercia e come tale non posso rimanere qui a guardare la mia montagna, così vicina eppure così lontana …

Alla fine decisi di uscire dalla casa di Bard e andai a farmi un bel giro per le vie di quella lurida città. Era da un quarto d’ora che camminavo e non potevo assolutamente ammettere a me stesso di essermi perso.

Alla fine mi decisi a chiedere informazioni a una fanciulla. “Mi scus-” il respiro mi si bloccò non di certo perché fosse bella, la sua bellezza era piuttosto nella media, piuttosto perché mi sembrò un elfo date le sue orecchie a punta, così pensai di andarmene, non avrei mai chiesto aiuto a uno di quei maledettissimi orecchie a punta…ma a un certo punto ella disse: “Ehi piccoletto ti togli dai piedi! Così m’intralci il passo”

“Come osi rivolgerti a me con questo tono? Io sono Thorin Scudodiquercia!”

“E allora? Io non ti conosco ma visto che mi dici il tuo nome allora ti faccio sapere che io mi chiamo Rowan e provengo dall’Irlanda, ora con permesso.”

“No aspetta! Tu allora non sei un elfo?”

La ragazza mi guardò e poi mi sorrise e infine si mise a ridermi in faccia. “Come ti vengono certe idee, nano... ahaha.”

“Ma le tue orecchie... non prendermi in giro o assaggerai la mia spada e allora cosa saresti, eh?”

Lei iniziò a giocherellare con una delle ciocche dei suoi capelli, solo allora notai che aveva lunghi capelli rossi raccolti in due code di cavallo ai lati fatti su a mo’ di fusi con delle ciocche ribelli che ne fuoriuscivano. La seconda cosa che notai fu l’armatura marrone ed i pantaloni del medesimo colore che indossava, il tutto accompagnato da una lunga giacca di pelle. Le sue dite erano guarnite con degli anelli e le sue calzature erano degli scarponi.A quel punto il mio sguardò tornò sul suo viso, aveva gli occhi color argento e solo ora notavo che portava anche una sciabola con se, sembrava una pirata in tutto e per tutto una piratessa.

E fu in quel momento che dissi: “Lei è un pirata, non è vero? Lo si capisce dagli abiti! Non mentire non a me”

Si, sono molto fiera di esserlo! Ma non sono un'elfa, sono una folletta, solo che sono alta, infatti i folletti sono più o meno alti come voi nani … ed è per questo motivo che preferisco navigare che stare in Irlanda! Oh! Ma ora che ci penso lei, signor Thorin, mi doveva chiedere qualcosa ebbene ora l’ascolto parli pure.”

“Sì ecco ... io … ehm … come dire … mi sarei perso …”

 Ah! Capisco, si vergogna a chiedere aiuto, le dico una cosa che mi disse mio padre solo i deboli non chiedono mai aiuto e lei di certo non mi sembra un debole! E, visto che la trovo simpatico, se mi dice dove deve andare la accompagno perfino”

“Io devo andare a casa di un certo Bard... comunque mi chiami solo Thorin se no mi fa sentire un vecchio nano …”

“Ok! Allora Thorin, per tua fortuna io so dov’è la casa di Bard quindi ti ci accompagno subito”.

E così andai con lei e arrivati davanti alla casa come temevo, fummo subito visti da Fili per mia fortuna Kili non stava molto bene… “Zio! Ma che fine avevi fatto eravamo tutti preoccupati … ehi! Chi è lei?”

“Ecco … lei …”

Rowan mi spostò come se non pesassi nulla. “ Sono colei che vi ha riportato vostro zio sano e salvo! Il mio nome è Rowan, ora dove sono i miei denari?”

Io sgranai gli occhi: “Come sarebbe a dire? Io non avevo mai detto che saresti stata pagata... Fili non darle nul-”

“Tranquillo, per ora non voglio nulla da te, ma un giorno tornerò per il mio pagamento Re di Erebor... sì lo sapevo fin dall’inizio chi eri ma mi sono divertita a prenderti un po’ in giro ahah! Mio scorbutico nano alla prossima!”

Appena se ne andò e scomparve dalla nostra vista, fui riportato al presente da Fili: “Non so chi fosse ma quella Rowan è molto carina e simpatica, non trovi zio?”

“Non penserai che io la trovi simpatica … o peggio carina ... ora non c’è tempo per queste cose! Torna da Kili, ha bisogno di te.”

Appena mio nipote tornò all’interno, venni raggiunto da mastro Bilbo: “Thorin dove sei stato oggi? E chi era quella ragazza?”

“Bilbo! Si chiama Rowan ed è una folletta d’Irlanda. Comunque perché sei qui... prenderai freddo …”

“Sono solo venuto a vedere se stavi bene Thorin ... e … sono belle le stelle questa sera non trovi anche tu?”

“Sì molto belle… grazie per esserti preoccupato di me…”

Dopo quella sera non ebbi più tempo per quel tipo di cose nella mia mente annebbiata dalla Malattia del Drago, esisteva solo l’oro…

Poi dopo la malattia arrivò la guerra, nella quale persi molte persone a me care, tra cui i miei nipoti. Per me fu un dolore così enorme da volermi rinchiudere in una delle stanze e non uscirne più.

Poi un giorno qualcuno venne a bussare a quella porta dalla voce capii di chi si trattasse. “Thorin sono io... Rowan! Apri subito questa porta o giuro che la butto giù!”

“Non farmi ridere non puoi farlo, lasciami solo... non voglio nessuno... Kili è morto ed è morto anche il mio erede Fili... questo regno è destinato dopo la mia morte a trovare la sua fine... quindi vattene.”

“Come puoi voler stare lì, quando Bilbo sta mandando avanti il tuo regno?”

“Verrà ricompensato per essermi stato fedele come amico e a te verranno dati i tuoi denari e se sei venuta per trovare altro... non posso esserti d’aiuto... ora lasciami solo.”

“Thorin Re di Erebor, tu sei un Re cieco e stupido... come fai a non capire che qui non sono l’unica ad amarti anche … Bilbo ti ama … io me ne vado ci si vede in giro Thorin.”

Mi dovetti sedere sul letto Bilbo mi ama… ma come può essere capitato ... sì lui dà l’idea di uno un po’ femmineo per alcuni lati ... ma no Rowan si è sbagliata ... però è meglio mettere fine a tutto ciò.

Uscii dalla stanza e a gran passi veloci raggiunsi la sala del trono e seduto su di esso stava Bilbo il quale appena mi vide esclamò: “Thorin! Non sai quanto io sia felice di …”

“Zitto! Tu non puoi amarmi, tu essere inferiore, io sono un Re e come tale sposerò una regina, e questa ragazza sarà Rowan.”

Bilbo scese dal trono e in quel momento nei suoi occhi lessi disperazione allora lui mi amava veramente ... ed io … mi odierò per sempre ma ora sono un Re e come tale ho dei doveri verso il mio popolo …

Mi voltai convinto di vedere Rowan felice di tale decisione invece urlò: “Thorin! Ma come puoi trattarlo così? Non se lo merita …”

A intervenire fu Bilbo: “Tranquilla in fondo ha ragione Thorin è un amore impossibile il mio... invece il tuo no quindi prenditi cura di Thorin promettimelo!”

“ Te lo prometto Bilbo sul mio onore di pirata!”

Non dissi più nulla, tornai nella mia stanza ma questa volta portandomi dietro Rowan.

La mattina dopo fui raggiunto da Balin: “Thorin, Bilbo se n’è andato... ma forse, ragazzo mio, è meglio così... in fondo entrambi sappiamo bene che la tua scelta è stata giusta e per una volta ponderata… sono fiero di te ragazzo.”

“Grazie Balin, spero che un giorno anche Bilbo mi perdoni... ora andiamo c’è un regno da mandare avanti!”

Con mia grande sorpresa capii che Bilbo aveva fatto in quei undici anni dei magnifici lavori, aveva anche mantenuto dei rapporti meravigliosi con gli elfi e non solo anche con gli uomini di Dale la quale era stata ricostruita alla perfezione.

Dopo soli tre mesi mi sposai con Rowan, alle nozze vennero invitati i suoi genitori, suo padre era il tipico Folletto Irlandese piuttosto elegante nel suo vestito verde, con un cappotto sempreverde con un taglio squadrato, un cappello a tricorno in testa e un panciotto bianco, il tutto riccamente decorato d’oro e scarpe con fibbia anch'esse d’oro. Infine con fare saltellante venne verso di me e solo quando fu molto vicino notai quanto somigliasse a un elfo solo più barbuto, un po’ più basso e rugoso e parecchio raggrinzito con occhiali tondi inforcati sul naso appunta. E con fare altezzoso e la sua pipa in bocca disse: “Guai a te, nano, se cerchi di rubare il nostro oro, quindi prenditi solo Rowan anche se avrai da bisticciare parecchio” poi concluse con una lunga risata per tornarsene al suo tavolo.

E solo allora il mio sguardo si posò sulla madre di Rowan e nella mia mente pensai solo ma come fa una rara bellezza come quella a stare con quello…

Infatti la madre era più alta, indossava un lungo vestito verde di seta tutto decorato di fine oro, portava un corpetto anch'esso verde con delle foglie argentee, il suo viso era privo di rughe o sul suo viso non vi era alcuna ruga e i suoi capelli di un rosso più tendente al castano, con sé portava un coltellino e un arpa.

E così mi avvicinai per dirle: “Perché non ci suona o canta qualcosa signora?”

“Oh, non so... e va bene... cosa ne pensi caro?”

“Ottima idea, meglio una canzone Irlandese che queste di ‘sta terra cara!”

La donna prese l’arpa iniziando a suonare, dallo strumento uscirono dei suoni melodiosi ma mai quanto la sua voce delicata ed agile, dal binomio venne fuori una canzone molto orecchiabile.

 

“Nel chiarore di una notte di luna vidi un folletto, aveva un cappellino scarlatto e una giacchetta verde, una fiaschetta a tracolla, “tap-tap, tap-tap” picchiettava il suo martelletto su di una singola scarpa ed io risi al pensiero della sua pentola dell’oro. Ma anche il folletto se la rideva…

Con passo rapido e trattenendo il respiro mi avvicinai silenziosa, c’era malizia nel suo sguardo allegro, uno strano scintillio nei suoi occhi. Picchiettava e cantava con la sua vocetta stridula sorseggiando ogni tanto un po’ del suo liquore ed io risi al pensiero che finalmente era nelle mie mani. Ma anche il folletto se la rideva…

Veloce come il pensiero lo afferrai, “dammi la tua borsa(1)” gli gridai. “La mia borsa?” Disse. “È nella mano di quella signora lì, proprio quella che è dietro a te” …mi girai…il folletto era sparito E allora che cosa mi rimaneva da fare? Risi pensando a che ingenua ero stata. Ma anche il folletto se la rideva…”

 

E così ebbero inizio le danze. Ballammo tutta la notte e alla fine il mattino seguente alle prime luci dell'alba, i genitori della mia sposa partirono per tornarsene in Irlanda.

A Rowan piaceva molto andare in giro per Dale portandosi dietro le sue nane di compagnia. Poi tornava da me: “Thorin, stai sempre qui in questo studio a mandare avanti il tuo regno... perché invece domani non vieni con me a Dale... mio padre va sempre in mezzo alla nostra gente per vedere come sta dovresti farlo anche tu!”

“Ma cara … quella non è la mia gente, i nani lo sono. Io devo mandare avanti le miniere, mi dispiace così tanto costringerti a stare e a vivere qui sotto terra... tu che sei una folletta anzi una pirata abituata a mille avventure... scusa …”

“Ma cosa dici Thorin, a me basta stare al tuo fianco… parlando d’altro dopo il matrimonio mi volevi chiedere una cosa... ti ascolto.”

“Oh quella, certo che hai memoria, sì volevo sapere cos’è tua madre, non mi è sembrata una folletta, ma forse mi sono sbagliato io.”

“Ahah no non lo è lei è una Banshee, lei e mio padre si sono conosciuti ai piedi la palude è in pianura non puoi dire ai piedi ... mio padre stava nascondendo uno dei suoi pentoloni d’oro e mia madre è comparsa nel nulla ed è stato amore a prima vista. Sì lo so, mio padre non è bello e invece mia madre lo è però si amano, sai l’amore va oltre ogni difficoltà!”

“Capisco, mi fa piacere che tu me lo abbia raccontato, è un passo in avanti nelle nostre nozze, cara Rowan”

“Sì lo è, caro Thorin”.

Passarono velocemente tre anni da quella conversazione non che non ce ne furono altre, anzi ce ne furono molte altre e tutte diverse.

Quando un giorno “Thorin! Ho una notizia favolosa!”

“Parla, su forza Bifur, cosa c’è Rowan sta male?”

“Uffa Thorin sei sempre pessimista... comunque è incinta, sarai padre, non è meraviglioso?”

“Certo che lo è, fammi andare da lei.”

Arrivai davanti alla nostra stanza e bussai a rispondermi fu Rowan: “Ma cosa fai ora ti metti pure a bussare... sei proprio un nano strano, ci scommetto che Bifur mi ha tolto la soddisfazione della sorpresa non è così?”

“Purtroppo sì, ma non essere arrabbiata con lui, non lo fa apposta è solo che è fatto così … non sa resistere! Quale pensi sarà il sesso?”

“Forse un maschietto… o magari una femminuccia... e chi lo sa! Tu cosa vorresti Thorin?”

“Fa lo stesso... anche se magari fosse un maschio sarebbe meglio, gli lascerei il mio regno ... e così io e te potremmo andare ad abitare in Irlanda … se tu vuoi.”

“Sarebbe magnifico!”.

Dopo sette mesi finalmente l’ottavo mese nacque ed io che mi trovavo nella sala del trono venni raggiunto da Oin: “È nato! È un bellissimo maschio!”

“Oin, è una meravigliosa notizia va ad avvertire il nostro popolo che per tre giorni si festeggerà la nascita del mio erede!”

Io invece corsi dalla mia consorte e appena aprii la porta la trovai coricata sul grande letto con in braccio il mio erede la prima domanda di Rowan fu: “Allora come lo chiamiamo?”

“Se tu sei d’accordo, lo vorrei chiamare Frein Fili Kili II che ne pensi?”

“Mh ... non lo so ... secondo me visto che significa nuovo inizio direi di lasciarci alle spalle i vecchi nomi ... nella mia terra d'Irlanda porta male dare i nomi dei morti ai nuovi nati … quindi se non ti dà fastidio io lo chiamerò Fallon che significa leader o capo cosa ne pensi?”

“Che è un'ottima idea, non posso ribattere, a una così bella donna!”

“Grazie Thorin! Ora se mi scusi, devo allattarlo, lavarlo e poi vestirlo”.

Avere un figlio fu per entrambi una cosa stupenda almeno fin quando il giovane Fallon non compii l’età di quattro anni  e  iniziarono le liti.

Trovai Rowan in camera appena tornai dalla sala del trono. “Thorin, dobbiamo parlare, oggi Dwalin voleva prendersi Fallon ... voleva insegnargli l’arte dell’ascia e della spada ... ma ti rendi conto?”

“Ma io all’età di 4 anni sapevo già combattere! Nostro figlio sarà il futuro Re deve saper maneggiare un’arma e lo sai anche tu! Ti prego di non farmelo pesare così …”

Lei non ribatté ma quel silenzio durò poco infatti proseguì: “C’è una cosa che non ti ho detto… Fallon non ha preso nulla da te …”

“Come sarebbe a dire? Ma se è piccolo e non mi sembra che cresca di molto ... è un nano!”

“No lui è un folletto ieri l’ho trovato a nascondere un pentolone d’oro nel terreno ... sai come scorta ... infatti ha le stesse orecchie di mio padre, Thorin, non mettermi quella faccia, lui è pur sempre tuo figlio solo che è un folletto più che un nano …”

“Io gli vorrò lo stesso bene, anche se come erede non penso che sarà adatto…” in quel momento mi arrivò uno schiaffo in pieno volto.

“Sentimi bene, Thorin di Erebor, tu non puoi assolutamente dire una cosa simile, ti faccio notare che io come regina sono molto meglio di te come Re quindi se non vuoi perdere il tuo unico erede ti consiglio di non dire mai più una cosa simile e di far cambiare le leggi di ‘sto paese di nani trogloditi! Siamo intesi?”

Mi rialzai da terra “Sì Rowan, sarà fatto, e perdonami … per ciò che ho detto …”

Tornai nella sala del trono furente, mi sentivo arrabbiato con me stesso e arrabbiato con le leggi del mio popolo, ma alla fine in quei giorni convocai mio cugino Dain e con lui stipulai delle nuove leggi.

Gli anni passarono così velocemente che nemmeno me ne accorsi ma alla fine Fallon compii la bellezza di 30 anni.

Io ero troppo occupato nelle mie faccende ma un giorno fui raggiunto da mio figlio che almeno con me non aveva mai parlato. “Padre, sono io Fallon, vorrei parlarti.”

“Oh entra pure, cosa vorresti dirmi?”

“Si tratta del mio futuro, io mi sento anzi sono certo di essere un folletto, e vorrei come tale andare in Irlanda... non voglio rimanere qui sotto a ‘sta montagna con un popolo che non sento mio…”

Non mi girai a guardarlo non distolsi il mio sguardo dalle mie carte: “Oramai è deciso, tu sarai il mio erede al trono! Fattene una ragione e qui si chiude il nostro discorso!”

“No! Ho già scritto una lettera... a mio nonno in Irlanda e lui mi ha detto che lì c’è il mio vero popolo che mi attende, sarò un bravo leader per loro, ma non voglio esserlo per dei nani!”

Mi avvicinai a passo veloce e stavo per sferrargli uno schiaffo, ma fui bloccato da una mano ma non era quella di Rowan. “Dis cosa ci fai tu qui? È dal funerale di …”

“Sì lo so, ma ho ricevuto una lettera da Rowan, Fallon ti prego lasciaci soli io e tuo padre dobbiamo parlare di alcune cose.”

“Sì, zia”.

Dis mi guardò con quel suo sguardo furbo e severo allo stesso tempo. “Thorin sono venuta a dirti di lasciarlo andare per la sua strada …”

“Non posso e tu lo sai bene!”

“Sì che puoi, non te l’ho detto perché non volevo litigare con te, ma dopo la morte di Fili e Kili mi sentivo morta dentro, ma poi ai Colli Ferrosi ho incontrato un nano con cui ho riscoperto l’amore. Da quell’unione  è nato un bellissimo e forte nano, senti, facciamo un patto, mio figlio diventerà il nuovo erede al trono e Fallon andrà dalla sua gente che ne dici?”

“Ci devo riflettere ... c’è altro che mi devi dire?”

“Sì, si tratta di Bilbo ... tu stai sempre rinchiuso qui quando nella terra di mezzo è iniziata una guerra sanguinosa e il tuo Bilbo è solo a combatterla... alcune volte penso che se ci fossero stai al tuo fianco Fili e Kili ti saresti messo con Bilbo, in fondo lui ti amava e anche tu... alcune volte, Thorin, non ti capisco proprio, tu anteponi sempre questa montagna alla tua felicità, appena mio figlio sarà Re e so che lo diventerà... voglio che tu sistemi la tua vita e sii sincero con Rowan! Ora posso andare.”

“Grazie Dis.”

Lei non mi rispose se non con un cenno della mano.

Alla fine Frerin II divenne re sotto la montagna. Ed io mi decisi a parlare con  con Rowan e Fallon: “Padre cosa c’è che non va? Non vieni con noi in Irlanda?

“No figliolo, io devo seguire... scusami Rowan ... io … avrei dovuto capirlo prima”

“Fallon, tuo padre deve seguire per la prima volta nella sua vita ciò che gli dice il suo cuore, anche se mi fa male ammetterlo, in fondo siamo stati entrambi degli stupidi ... a non capire che quel sentimento era solo un’attrazione passeggera ... e che la magia si era spenta ormai da tempo... vai da lui, torna da Bilbo, sono sicura che lui ti ama ancora!”

“Grazie Rowan e perdonami se puoi Fallon …”

“Padre ... io ti voglio bene... ma lasciami un po’ di tempo per capire ... allora questo è un addio?”

“No è solo un arrivederci”

Li salutai e li vidi partire, poi io stesso partii alla volta della Contea, partii che era inverno e ci arrivai che là era già estate.

Seguii il mio cuore ed esso non fallì seduto su di una panchina ai piedi di una maestosa quercia, stava un anziano Bilbo, che vedendomi mi sorrise ed io chiesi: “C’è posto per un vecchio nano stupido e innamorato?”

“Certo! Per te ci sarà sempre Thorin, sapevo che saresti tornato da me, anche se non sapevo quando …”

Entrai poggiai la mia roba sul verde prato e appena mi fui seduto sulla panchina presi tra le mani la testolina di Bilbo e dopo aver capito che fosse reale lo baciai sulle labbra e  sussurrai: “Sono tornato per restare per sempre al tuo fianco, mastro Bilbo.” e lui in risposta “Sì per sempre insieme, mastro Thorin”.


 

Angolo dell'autrice:

1° questa doveva essere una one shot interamente Het e invece andando avanti...è diventata metà e metà non ci posso fare nulla se la mia testa è fatta così xD La prossima sarà interamnte Het lo prometto! ù.ù


2° visto che amo così tanto la coppia Thorin/Bilbo e visto che piace così tanto...allora ho pensato che magari la inserirò in altre one shot della raccolta...forse la maggior parte saranno su di loro u.u

3° ringrazio voi che recensite! E la mia beta e anche chi legge solo! Grazie :*

Al prossimo capitolo Fuji.

 

 

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Capitolo 3
*** Bilbo Mìriel e Thorin. ***


Note: in questa One shot sono presenti...
Personaggi: Bilbo, Nuovo Personaggio, Thorin e altri
  Tipo di coppia:Het/Slash ma maggiormente Het
 Genere sentimentale/drammatica 
Avvertimenti:Bilbo può risultare OOC. (Riletta e corretta).




 

Il signor Bilbo Baggins era sempre stato uno hobbit diverso dalla massa  un po anche perché gli piaceva la solitudine.

Ma non era sempre stato così, infatti quando era un bambino amava andare per il bosco alla ricerca di elfi, gnomi e tesori di nani.

Non ne aveva mai trovato nemmeno uno, nonostante questo, non si arrendeva.

Poi, con il susseguirsi degli anni, aveva modificato il suo stile di vita, regolarizzandolo. A trentatre anni passava infatti molto tempo nella locanda discorrendo con gli amici.

Il primo era uno hobbit piccolo e grassottello con i capelli riccioluti castano scuro, parlava solo del suo orto e diceva: “Anche quest’anno le mie zucche hanno vinto un premio!”

Il secondo invece era biondo e magro con gli occhi color azzurro. “Miei cari amici, quest’anno ho vinto un premio per il miglior giardino dell’anno!”

I discorsi giravano sempre intorno a giardini, orti, case, mercatini, birre, campi, bestiame e molte altre cose che a Bilbo non interessavano.

A quel tempo frequentava ancora molto i cugini Took, evitati dagli altri a causa del loro amore per le avventure. A  Bilbo piaceva invece andarli a trovare, facendosi raccontare le loro storie, bevendo birra speciale fatta dallo zio.

Le avventure di suo zio parlavano di draghi, elfi, nani, stregoni, orchi e tantissime altre creature.

Bilbo però si era innamorato di una sola di quelle storie: quella che parlava di una principessa bellissima, con capelli dorati, caduta sotto un incantesimo lanciato da un mago malvagio, finendo col venir salvata da un principe. L'Hobbit si immedesimava a tal punto da credersi lui quel principe dall’armatura dorata.

Poi purtroppo lo zio Took morì e così Bilbo divenne un Baggins a tutti gli effetti.

Ebbe inizio il solito tran-tran , il quale divenne anche alquanto noioso, tutti i giovedì c’era il bucato, ogni giorno era buono per mettere a posto l’argenteria e i pizzi di sua madre. C’era pure il giorno per togliere la polvere dagli scaffali. E infine ogni volta che andava alla locanda era per parlare del suo orto e del suo bel giardino con altri vecchi Hobbit, anche se il signor Bilbo Baggins aveva solo 50 anni quindi, per uno hobbit, era ancora molto giovane.

Molti nel villaggio commentavano la sua vita privata, era solo e non aveva figli ma nessuno osava chiedere al diretto interessato, d’altro canto se da giovane Bilbo era stato un hobbit compagnone ora era un’amante della solitudine.

Quella stessa solitudine che ora gli era stata rubata, sottratta per un’avventura e poi lui stesso alla fine di quella cosa ne aveva iniziata un'altra ma più personale. Infatti, alla fine della guerra, quando il suo amico Thorin si era ripreso dalla malattia del drago, lui gli aveva chiesto di rimanere lì, nel regno di Erebor.

Quei soli tre mesi si erano trasformati in anni e quell'amico ora era divenuto, qualcosa in più.

Ma un giorno mentre si trovava a preparare del thè una voce femminile chiese: “Mi scusi, lei sa per caso dov’è lo studio del Re Thorin?”

Bilbo si voltò immediatamente, anche perché non poteva essere una nana  la proprietaria di una tale voce femminile, quando lo fece rimase per dei minuti senza parlare ma poi si riprese e si rimise a posto. “Ma certo che lo so anzi l’accompagno io.”

La giovane elfa stava di fianco a un Bilbo molto più agitato del solito tanto che, quell’insolita scenetta, attirò l’attenzione di Kili e Fili i quali si misero a pedinarli. A un certo punto a rompere il ghiaccio fu lo stesso Bilbo: “Mi deve perdonare... se la sto osservando così, ma lei mi ricorda la dama dei miei sogni... detto così è un po’ patetico, non trova?”

L’elfa abbasso il suo sguardo e con le sue lunghe mani morbide accarezzò i riccioli di Bilbo. “Certo è strana come frase... ma la trovo molto dolce e carina, magari dopo la conversazione con il Re potremmo andare a Dale... mi hanno detto che ora è molto bella…”

“Oh! Ma certo ed io sarò lieto da farle da cicerone…”

Fili e Kili si guardavano sempre più smarriti, alla fine dovettero abbandonare il pedinamento visto che i due erano giunti davanti allo studio dello zio.

I nipoti attesero che i due uscissero dalla stanza e se ne andassero per poi entrare a loro volta e dopo aver chiuso alle loro spalle la porta, “Zio, ti dobbiamo parlare di Bilbo”

Thorin si voltò verso Kili. “Che ha fatto stavolta Bilbo?”

“Zio, tra te e Bilbo le cose come vanno?” fu la domanda diretta di Fili a quel punto, Thorin si dovette sedere. “Tra me e lui va tutto bene, in fondo siamo sposati da quattro anni... Ma perché mai questo vostro interesse?”

A rispondere questa volta fu Kili: “L’abbiamo visto con un elfa…”

“Ma certo sono venuti prima, l’elfa non sapeva la strada per il mio studio e Bilbo l'ha accompagnata e quindi?”

“Sì lo sappiamo ma ... Ora lui e lei sono andati a Dale e poi Bilbo ha detto una cosa strana... Le ha detto che lei è come la dama dei suoi sogni, scusaci zio,magari è solo una nostra preoccupazione infondata, in fondo Bilbo ama solo te!”

Thorin non disse più nulla gli fece solo cenno di uscire.

Mentre Thorin rifletteva, su cosa fare o chiedere a Bilbo, quest’ultimo era in giro per Dale con l’elfa e non si era accorto che era stato visto da parecchi amici vecchi e nuovi, i quali chissà cosa avrebbero mai potuto pensare. Ma a Bilbo non importava.

“Adesso che ci penso non ci siamo neppure presentati. Io mi chiamo Bilbo e tu mia dama?”

“Io mi chiamo Miriel, sai, hai un bellissimo nome Bilbo ma visto che tu mi chiami mia dama,  ti posso chiamare mio cavaliere?”

Era ovvio che in quel momento Bilbo aveva perso ogni pudore e buon senso. “Ma certo io sarò per sempre il suo cavaliere! Mia dama dorata.”

Miriel era un'elfa dai lunghi capelli dorati e fini, gli occhi azzurri e il vestito bianco con delle rifiniture dorate.

Bilbo dopo averla riaccompagnata alla sua tenda, ai margini del lago, fece ritorno a Erebor quando ormai era notte fonda.

Appena accese la candela posta sul suo comò nella stanza da letto che divideva con suo marito:

“Oh! Thorin mi hai spaventato… Ma cosa ci fai lì seduto?”

“Come cosa ci faccio?Stavo per mandare le guardie a cercarti! Sai almeno che ore sono?”

“No non lo so e non m’importa!”

“Cosa? Ma stai bene, Bilbo? Vuoi un thè?”

“Il thè è per vecchi Hobbit! Ed io sono al pieno della mia giovinezza, in fondo ho appena cinquantatre anni e poi oggi ho incontrato la dama dei miei sogni... lei è così bella, sai si chiama Miriel.”

Thorin rimase stupefatto da tanta maleducazione da parte del suo compagno. “Bilbo, come osi, parlarmi di un elfo femmina in questi termini? Tu non stai bene, è ovvio che quella lurida ti abbia incantato con uno dei suoi incantesimi, è meglio che domani vada a far chiamare Gandalf…”

“Ma quali incantesimi, tu non sai nulla dell’amore, per stanotte dormirò da lei se domani mi vuoi sono ai piedi del lago nella sua tenda.”

Thorin non fece neppure in tempo a ribattere che Bilbo non c’era più.

Il giorno seguente, davanti al trono di Thorin, vi era invece Gandalf

“Vecchio amico mio, perché mai mi hai fatto tornare qui?”

“Gandalf, non sono mai stato così felice di vederti, si tratta di Bilbo... Si comporta in modo strano,più strano del normale intendo... Magari tu capirai qualcosa in più!”

“Mh, non so... Bilbo è sempre stato un po’ strano, ma se tu dici che è più pazzo del normale allora penso proprio che una bella chiacchierata con lui gli farà bene.”

Alla fine Gandalf s’incamminò fino all’accampamento degli elfi, ovviamente fu accolto con molti riguardi e fu fatto entrare nella tenda di Miriel.

Lei se ne stava seduta su di un trono intagliato nel legno di quercia e accanto a lei c’era Bilbo che l’ ascoltava cantare.

Appena il piccolo Hobbit lo vide esclamò: “Gandalf vecchio amico mio! Cosa ci fai qui? Non mi dire che alla fine Thorin ti ha fatto venire qui”

“Penso che lui sia preoccupato per te... Che ne dici di uscire un attimo da qui e parlarmene, Bilbo?”

“Mia dama, esco un attimo con il mio amico poi torno subito da te, aspettami.”

Gandalf rimase un attimo con il pensiero a quel breve scambio di parole che pareva ricordargli qualcosa gli venne in mente appena si trovarono all’esterno della tenda. “Bilbo, non ci posso credere... Lei non è la dama di quella storia che ti raccontava tuo zio, questo lo sai vero?”

“Ma certo che lo so, anche se devi ammettere che le assomiglia molto... Comunque a lei non dà fastidio dirmi quelle parole! Allora cosa volevi da me Gandalf?”

“Tu ed io siamo amici, quindi dimmi ciò che ti preoccupa Bilbo.”

“Io ... L’amo ... Ho sempre pensato fino a ieri di amare Thorin e invece mi accorgo di amare quest’elfa, ma non perché lei assomiglia a quella dama, ma perché con lei io mi sento di nuovo vivo come un tempo. Vorrei tanto rompere il matrimonio che mi lega a Thorin e potermene andare a vivere nelle terre di Lindon a Ovest della Contea. Prima che tu dica qualcosa a Thorin sappi che questa è la decisione del mio cuore …”

Gandalf nel frattempo si era seduto su d'una pietra e si era messo a fumare la sua erba pipa. “Sappi una cosa, mio caro Bilbo, rompere il matrimonio con Thorin significherebbe farsi odiare. Lui ti odierebbe e magari ti vorrebbe morto, non si scherza con le leggi dei nani, anzi con i Durin loro sono molto vendicativi …”

In quel momento dalla tenda uscì Miriel.

“Io non abbandonerò Bilbo! Ora se vuole andare, le mie guardie l’accompagneranno fino alle porte di Erebor” ma Bilbo aggiunse:

“Domani io e Miriel andremo a parlare con Thorin, se vuoi esserci anche tu... vieni pure.”

Alle orecchie di Gandalf apparve come una supplica così alla fine fece cenno di sì , ci sarebbe stato anche lui, sicuro di dover salvare per la seconda volta il suo amico Bilbo dalle mani di Thorin. Anche se questa volta gli pareva che la vera vittima fosse proprio il nano.

Il giorno dopo arrivò veloce, Gandalf aveva deciso la sera prima di dormire a Dale per non dover rispondere a domande troppo scomode, alla fine però era andato a Erebor di mattina presto e si era fatto ricevere da Thorin.

“Allora si può sapere cos’ha Bilbo?”

“A dire il vero verrà lui stesso a dirtelo... con Miriel. Senti Thorin, ti prego di non far pazzie o sarò costretto a fermarti per la seconda volta …”

In quel momento arrivarono anche Kili e Fili.

“Ma Gandalf, lo zio ora sta meglio, come puoi solo pensare che potrebbe far del male a Bilbo?”

“Non lo penso … lo so

Thorin non fece in tempo a rispondere che in quel momento qualcuno bussò alla porta.

“Avanti! Entrate pure, spero che tu Bilbo abbia delle spiegazioni valide per tutto ciò!” gli disse con tono arrabbiato Thorin.

Bilbo entrò tenendo per mano Miriel, Kili e Fili si guardarono, mentre Gandalf teneva pronto il suo bastone nel caso Thorin non avesse retto.

In quel momento a parlare fu Bilbo

: “Hai ragione, ti devo delle spiegazioni... ma non so cos’altro dirti se non che  amo Miriel, con lei mi sento vivo, come un tempo , come quando avevo trentatré anni. Lei è la mia vera metà, io a te Thorin ,voglio bene ,ma non in quel modo, ti vedo più come un amico. Ora non ti chiederò di non odiarmi anzi fallo, ma ti prego lasciami andar via con Miriel.”

Thorin si dovette trattenere molto dal non prendere la sua spada dal fodero e usarla per uccidere Bilbo, ma in fondo lui l’amava. “Ma io ti amo, non posso lasciarti andare, tu sei mio marito siamo sposati, tu sei mio!”

Bilbo gli si avvicinò, forse un po’ troppo.

“Thorin ti prego, lasciami andare, io me ne andrò in un modo o in un altro con Miriel!” Non avrebbe dovuto pronunciare quel nome così vicino. Thorin gli si avventò contro, fu troppo veloce per Gandalf o per Kili e Fili, ma non per Miriel che, prima che Thorin potesse tirar fuori la sua spada, gli aveva già ferito la spalla con una delle sue frecce

“Zio! Stai bene?”

“Il mio braccio! Tu, maledetta elfa, non ti sei già presa tutto? Hai preso il mio Bilbo”

“Io non mi sono presa nulla, diglielo mio cavaliere.”

“Io e Miriel ci conosciamo da tanto, non è come pensi tu Gandalf, lo so anch’io che non è la dama del racconto di mio zio Took! Ma dopo aver ascoltato varie volte quella storia, un giorno incontrai nel bosco della contea, una giovane elfa, allora avevo trentacinque anni ero giovane. Le medicai la caviglia e quando lei mi chiese il mio nome io riuscii solo a dirgli che ero e sarei stato per sempre il suo cavaliere.  Quando l’ho rivista, l’altro giorno, non l’ho riconosciuta subito ma lei aveva il mio fazzoletto, quello usato per la fasciatura anni fa, lì ho capito quanto la amavo. Io e Miriel ce ne andiamo, tieni, questo è l’anello e se ci seguirai . . . Ti prego di non farlo Thorin”

A parlare fu Fili, Thorin era troppo addolorato da quell’addio per pronunciare alcun che

“Se  te ne andrai da questo regno, Bilbo, non potrai più farci ritorno, sappilo. Ma dimmi, Miriel vale veramente questo alto prezzo?”

“Si! In fondo lo sappiamo entrambi che io sono uno Hobbit e come tale amo la natura e non di certo le caverne, quindi alla fine non mi mancherà molto... Anche se un po’ mi mancherete voi. Ma, se vorrete, potrete venirci a trovare , addio Thorin.”

Thorin non rispose. Bilbo e Miriel, avevano fuori dal portone, dei cavalli bianchi che li attendevano e con essi in un paio di minuti scomparvero alla vista dei nani.

Fu Gandalf a parlare: “Thorin, non so cosa dirti se non che mi dispiace molto per tutto ciò!”

“Non dispiacerti, forse era destino che io e il signor Baggins non stessimo insieme per sempre …”

Anche se nei giorni e nei mesi e negli anni seguenti Thorin cercò di dimenticare Bilbo, fu del tutto inutile, perché il suo cuore non si era legato più a nessuno se non per fugaci avventure, della durata di una sola notte.

Invece per Bilbo fu tutto diverso, alla fine lui e Miriel andarono a vivere nella contea con più precisione in una casetta vicino alla casa dei Took.

E lì ,tre anni dopo , presero con loro il piccolo Frodo Baggins, il piccolo Hobbit era rimasto orfano di entrambi i genitori ma Miriel gli fece da madre nei migliori dei modi.

Un giorno d’estate il giovane Frodo, di soli 11 anni, se ne stava tranquillamente a giocare con i suoi cugini Merry e Pipino e il suo migliore amico Sam, quando un giovane nano che aveva lasciato indietro altri due chiese: “Scusate, conoscete per caso la nuova ubicazione della casa del signor Bilbo Baggins?”

A rispondere con un certo entusiasmo fu Pipino: “Ma certo! Lui è il figlio di Bilbo e di Miriel!”

Un Frodo alquanto imbarazzato, rivolgendosi al nano più anziano che si fece avanti con aria interrogativa e arrabbiata, disse: “Io e Bilbo siamo cugini... Ma visto che i miei genitori sono venuti a mancare, sono stato cresciuto da Bilbo e da Miriel... Ma voi cosa volete da loro?”

A rispondere fu un altro nano giovane e biondo: “Siamo solo dei suoi vecchi amici, volevamo sapere se stava bene , tutto qui …”

A interferire fu di nuovo Pipino il quale non era mai stato il più sveglio degli Hobbit. “Mio cugino Frodo voleva dire che il suo amico, quello lì il vecchio, sembra alquanto nervoso, ergo voi volete uccidere Bilbo e Miriel!”

Merry corresse la frase: “Mio cugino Pipino voleva dire che noi sappiamo chi siete... voi due siete Kili e Fili e lui è Thorin, il nano che non vuole che Bilbo faccia la sua vita felice con Miriel.”

Fili trattenne Thorin il quale però disse: “Io vorrei vederlo con i miei occhi quanto sono felici quei due!” e così fu accontentato.

I tre nani furono condotti dai tre giovani Hobbit vicino a casa Baggins, quando arrivarono Frodo corse in casa. “Zio Bilbo! Zia Miriel! C’è Thorin!”

“Cosa? Arriviamo subito!”

Bilbo e Miriel uscirono immediatamente, a parlare fu Bilbo

: “Cosa vuoi Thorin?”

“Vedo che non sei molto felice di vedermi Bilbo... Questo mi rammarica molto. Sai in questi anni, ho solo avuto avventure con molti nani, ma mi manchi. Ti rivoglio al mio fianco!”

“Non posso e non voglio tornare! Io sono felice qui , con la mia Miriel e Frodo... Mi dispiace Thorin”

“Tu sei sempre stato molto bravo a chiedere scusa o a dirmi che ti dispiace... Ma alla fine sono solo menzogne! Ecco cosa sono, io ti amo, io ti ho sempre amato, ma tu non l’hai mai fatto, mi hai sempre mentito... Ma io ti rivoglio, io raderò al suolo tutto, io porterò la guerra in queste terre!”

In quel momento due giovani Hobbit gli si scagliarono contro e lo buttarono giù da cavallo e Pipino gli sferrò un pugno e Merry urlò: “Se oserai farlo, chiameremo Gandalf! Bilbo è felice e tu devi solo lasciarti il passato alle spalle!”

Miriel per tutto il tempo non si era mossa.

Ma in quel momento Thorin sentì la voce di Miriel nella sua mente che gli diceva: “Thorin Re di Erebor, se tu farai una cosa simile, il mio esercito ucciderà tutta la tua gente e i tuoi eredi saranno ridotti in schiavitù. Vuoi questo futuro per loro? Lo farò se tu oserai far del male a Bilbo.”

“Andiamocene, non torneremo mai più, deve star tranquillo signor Baggins che non ci rivedrà mai più!”

“Zio? Tu lo ami,non puoi lasciare l’impresa!”

“Sì che posso... per non soffrire più del dovuto, addio signor Baggins!”

Bilbo tornò in casa con Miriel e furono seguiti da Frodo dopo che aveva salutato i suoi cugini e Sam. E appena fu in casa andò da Bilbo. “Ma ora lascerai Miriel?”

“Ma certo che no! Io e tua zia staremo insieme per sempre!”

Da quell’episodio passarono molti anni, e nessuno seppe più nulla di Thorin o dei suoi nipoti, poi le molte guerre dovute all’anello del potere fecero dimenticare tutto.

Bilbo avrebbe compiuto la bellezza di centoquattordici anni ma Miriel gli donò parte della sua immortalità e così tornò giovane come ai suoi trentatré anni.

Miriel e Bilbo, dopo che Frodo decise di salpare con Sam per la volta delle terre immortali, decisero di andare a trovare Thorin per vedere come stava.

Dale era sempre più bella, ora al posto di Bard c’era Bain, che era un ottimo Re forse non come suo padre, ma era allo stesso modo rispettato e amato.

Invece Erebor, all'esterno era più grigia del solito, Bilbo aveva saputo da Frodo della scoperta nelle Miniere di Moria dei due corpi di Balin e di Ori e gli era dispiaciuto molto.

Ma ora che si trovava lì, non sapeva bene se fosse stata una buona idea, ma alla fine lui e Miriel erano andati a bussare alla porta e ad aprirgli venne con sua grande sorpresa Bofur, certo era più anziano e leggermente più grasso,appena aprì la porta esclamò:

“Bilbo? Ma come? Sei tu? Come fai a essere sempre così giovane?”

“È grazie a lei, a mia moglie! Dove sono Kili, Fili e Thorin?”

“Vieni con me …”

Bilbo e Miriel si ritrovarono all’interno di quello stesso studio, dove tutto era iniziato, dopo un paio di minuti furono raggiunti da Kili, Fili e Thorin. Kili e Fili rimasero di sasso davanti a Bilbo ma prima che  potessero dire qualcosa fu Bilbo a parlare: “Sì lo so, sono sempre uguale anzi sono più giovane... Miriel mi ha donato parte della sua immortalità!” Solo allora notò che Thorin aveva solo più capelli bianchi e il viso segnato dal dolore, Kili aveva più barba e Fili aveva più barba e più capelli bianchi; a rispondergli fu lo stesso Thorin: “Capisco... Quindi perché sei venuto qui? Per vedere se ero morto così da poterti godere la tua nuova vita?”

“Quello che si deve lamentare qui sono io, Thorin! Non ti sei più fatto vedere… Neppure per la guerra dell’anello, sai che il portatore era Frodo? Lo sai quanto dolore ho patito, sai quanto mi sia sentito in colpa... Perché quello che non sai è che sono stato io a trovare l’anello e a usarlo per salvarti durante il nostro viaggio, sono stato io a portarlo alla contea e sempre io a darlo a Frodo, sono stato un vigliacco, avrei dovuto farmi donare prima questa cosa da Miriel e risparmiare tutto l’inferno al mio Frodo ma non l’ho fatto, alla fine io e te Thorin non siamo così diversi!”

“E dimmi ora ti senti meglio? Ora che me l’hai detto, ti senti meglio Bilbo?”

“Sì, ora che l’ho detto a qualcuno anzi, al mio migliore amico, al mio secondo amore, si, mi sento meglio!”

“Io sarei stato il tuo secondo amore?”

“Si Thorin, alla fine quando mi sono sposato con Miriel,  le ho detto che tu sei stato il mio secondo amore! Perché tu sei questo per me Thorin…”

“Oh! Non so cosa dirti... Io ti amo Bilbo ma devi capirmi, in questi anni io…”

“Tu hai sofferto per causa mia, non ti chiederò scusa, tranquillo, perché sono diverso, quello che ti chiedo è solo una cosa chiudi gli occhi ti prego.”

Thorin e gli altri nani chiusero gli occhi, quando li riaprirono erano tutti e tre di nuovo giovani, e a quel punto Bilbo chiese: “Allora siete pronti per una nuova avventura insieme a noi?”

“Sì che lo siamo, Bilbo, mio migliore amico! E amore.”

Il gruppo era formato da Bilbo, Miriel, Thorin, Fili e Kili e il nuovo viaggio li portò lontano e infine verso le terre immortali.

Un giorno di un anno non bene definito

“Lo sai Thorin, che sei un buon compagno?”

“Lo so io, come lo sa anche Miriel, tu Bilbo Baggins sei un buon compagno per entrambi!”


Angolo dell'autrice:

1° Non picchiatemi ma ho voluto cambiare un po e far in modo che per una volta fosse Bilbo a tradire Thorin per un'elfa e spero di esserci riuscita bene u.u Anche se magari ora molte di voi volete uccidermi! xD

2° Mi scuso per il ritardo ma è stato un brutto periodo che per fortuna pare sia finito si spera! ù.ù

3° Ringrazio chi recensisce e chi legge e la mia beta grazie mille! :*

A presto! La vostra Fuji.

 

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Capitolo 4
*** Un messaggio in Bottiglia. ***


Note: non ci saranno uscite regolari...perchè non ci sono quasi mai a casa per via del lavoro! ç.ç
Coppie:Thorin/Bilbo e un breve accenno a Kili/Fili 
Genere: Angst/Sentimentale
 Avvertimenti:Incest (breve accenno) (Riletta e corretta!) ù.ù

 


Un anziano Bilbo Baggins si accomoda sulla sedia, di fronte alla sua scrivania, tira fuori una pergamena e inizia a scrivere …

 

Cari Thorin, Kili e Fili,

le emozioni sono tantissime, ogni volta che penso a quel giorno in cui le vostre vite sono state spezzate da quell’orco pallido. Ogni volta che penso a voi, il mio cuore soffre, alcune volte penso sarebbe stato meglio fossi morto anche io … Ma in fondo è così che stanno le cose. Aveva ragione Gandalf, quel viaggio mi ha cambiato, non in peggio ma in meglio. Prima di partire non sapevo più cosa significasse vivere, avere degli amici ma durante il viaggio verso Erebor ho trovato dei grandi  amici come voi Kili e Fili, si, voi eravate giovani, ma eravate anche dei nani magnifici pieni di vita che meritavano una vita più felice e invece …

L’anziano hobbit smette di scrivere, i suoi occhi si sono riempiti di lacrime che non vogliono decidersi a smettere di scorrere. Tira su col naso, aspetta alcuni minuti per calmarsi e ricomincia da dove aveva lasciato.

rimarrete sempre nel mio cuore.

Ma  non sto scrivendo questa lettera per dedicarla solo a voi, anche se meritereste molto più spazio, la voglio dedicare a te Thorin …

Non so neppure da dove iniziare …

Vorrei dirti che per me eri solo un buon amico, ma non sarebbe la verità, no,non la sarebbe … Fin da quando ho aperto la porta di casa, ho sentito il mio battito cardiaco cambiare, quei tuoi occhi di quel magnifico azzurro e quel tuo carattere così ammirevole. Sì perché io ti ammiravo molto.

Quando ti ho salvato, con quell’abbraccio ho capito che ti amavo e che avrei fatto qualunque cosa per te.

Ma tu mi vedevi solo come un buon amico e come avrei mai potuto biasimarti, tu eri un Re e un nano, eravamo due razze troppo diverse tra loro. Anche a distanza di così tanti anni il mio cuore si spezza ripensando alla notte prima della Battaglia, a come, indossando quell’anello, mi sono intrufolato all’interno di Erebor, nella tua stanza e mentre dormivi ti ho baciato quella labbra così morbide, belle eppur così lontane. Ti rivoglio, darei qualunque cosa, per riaverti qui con me Thorin, tornerei indietro nel tempo se potessi, solo per dirti “Io ti amo!” e invece non posso …

Mi odio tantissimo per non averlo fatto quella sera, se fossi stato veramente un hobbit coraggioso, come dicevate tutti voi, tu saresti ancora vivo!

Invece sono qui solo, all’età di 130 anni e vorrei raggiungerti almeno ora  che sto per morire e invece sono su  una nave, che mi condurrà i Valinor “le terre immortali degli elfi”, so già cosa penseresti di questa mia decisione, diresti una frase del tipo “come fai ad andare, nelle terre di quegli esseri così deboli?”e ci faremmo due risate come i vecchi tempi eh vecchio mio?

Sei morto tra le mie braccia, su quel lago ghiacciato,scommetto che c’è ancora quel luogo. Sarai voluto venire ad Erebor ma non ce l’ho fatta mi dispiace così tanto, ma quel giorno il mio cuore è morto insieme a te.

Pensavo di non riuscire più ad amare nessuno e invece nella mia vita è tornato l’amore ma un amore diverso.

Un amore paterno, si, per il mio dolce e piccolo Frodo lui è stato la mia ancora di salvezza.

Non so perché io ti stia scrivendo, forse perché vorrei il tuo perdono, vorrei perdonare me stesso per non averti detto ciò che provavo, per non esserti stato vicino nel momento del bisogno e per averti abbandonato quando eri preda della malattia del drago …

Non so il reale motivo per cui lo sto facendo ma alla fine credo che la getterò in mare, sperando che un giorno queste mie parole arrivino a te.

Mi hai detto di essere forte, di continuare la mia vita senza di te , fu facile per te, tu la tua missione l’avevi portata a termine d’altro canto: Erebor era tua e della tua discendenza ma a me, hai pensato mai a me Thorin?

Anche a quest’età mi sto rendendo ridicolo, per esempio sono molto invidioso di Frodo perché con lui è venuto il suo fidanzato Sam, lui non sarà mai più solo.

Tu invece sei stato un nano egoista, lo sei sempre stato chissà perché mi meraviglio tanto che sia finita così …

Gandalf è sempre stato un mago troppo sincero, con quel “cambierai” intendeva che mi sarei perso ma si riferiva a ben altro, mentre invece io mi persi in te Thorin: nel tuo odore, nei tuoi occhi, nel tuo carattere temerario. Tu mi facevi sentire forte, con te mi sentivo invicibile.

Ed è per questo che appena ho compreso che quella pietra ti avrebbe allontanato da me sono stato egoista, ti ho salvato in quel modo anche se sapevo che così facendo ti avrei perso per sempre.

Per fortuna i Valar, come dicevi spesso tu, hanno voluto che tu ed io prima della tua dipartita ci salutassimo come si deve.

Sono venuto anche al tuo o meglio vostro funerale, ma alla fine non ce l’ho fatta a fermarmi a Erebor infatti sono ripartito il giorno dopo.

Chissà quanto ti ha odiato Dis per avergli portato via  i suoi due figli, in fondo su quel lago io capii anche che di quel nano che aveva iniziato l’impresa, era rimasto ben poco, tu eri già morto, quando sono morti davanti a te Fili e Kili i tuoi adorati nipoti, loro erano la tua vita, la tua forza.

Ma sai una cosa se me lo avessi lasciato fare, io ti avrei donato la mia di forza e il mio affetto e invece tu hai voluto fare l’eroe... alla fine gli eroi, devono morire per diventare ed essere ricordati come tali.

L’ho capito quel giorno, infatti tu Thorin sei passato alla storia, io stesso ho scritto di quel viaggio…

Ma la cosa che fa più male, è che mentre tu stavi morendo io ti ho baciato e tu hai ricambiato, perché? Perché l’hai fatto Thorin? Se almeno tu non l’avessi fatto, il mio dolore non mi avrebbe accompagnato per tutti questi anni di vita.

Ora però ti dico una cosa, ho deciso che se morirò voglio che il mio corpo sia portato accanto al tuo, Gandalf mi ha detto che ha avuto il permesso da uno dei Re dei nani.

A proposito di Re anche Balin alla fine è morto, quel vecchio stupido ha deciso di andare alle miniere di Moria con il povero Ori e altri amici e alla fine è morto.

Con l’età sono diventato un vecchio brontolone, quando chiudo gli occhi al mio fianco ci sei tu e in quei sogni io e te siamo sposati e abbiamo il nostro regno.

Fili e Kili sono sempre più legati…

E tu sai cosa io voglia dire non è vero Thorin? Si certo tu lo sapevi che il loro affetto andava al di là di un normale rapporto tra fratelli.

Facevi finta di nulla, per non alimentare troppe voci, per non disonorare la casata dei Durin. Solo a diversi anni di distanza alla fine ho trovato la tua debolezza mio caro Thorin, tu eri un nano fondamentalmente solo. Solo a distanza di anni ho capito la tua debolezza: eri solo, preferivi non macchiare l’onore dei Durin, a non perdere la fiducia del tuo popolo e questo ti ha portato verso una morte solitaria.

Io non ti perdonerò mai per non aver voluto accettare i sentimenti che legavano i tuoi nipoti e il legame che legava noi. In fondo tu eri un vigliacco! Finalmente te l’ho detto ma tranquillo del nostro rapporto non ne ho parlato nel mio libro. Ho solo parlato di una forte amicizia perché, in fondo, è meglio concludere il tutto dicendo l'ennesima bugia:  tra di noi c’era solo una buona amicizia.

La verità la saprà solo il mare perché questa lettera finirà lì!

Questo è un addio, mio Thorin, anche se non sei mai stato mio ma mi fa piacere che alla fine tu non sia stato d’altri se non della dama morte. Ma di lei non sono geloso …

Non vi deluderò mai, continuerò a vivere la mia vita fino alla fine.

Forse a presto.

Bilbo Baggins.

Dopo aver concluso la sua lettera Bilbo la arrotola mettendola all’interno di una bottiglia e,  dopo esser salito sul ponte della nave, la lascia cadere giù pensando solamente :” Quest’ultimo mio segreto lo lascio a te o mare mio”

 


 Angolo autrice:

1° La lunghezza di questa One shot è abbastanza breve ma, come già detto non ho molto tempo... e purtroppo, non so quando aggiornerò questa raccolta! Mi dispiace molto ç.ç

2° Molti di voi mi hanno fatto notare che in queste one shot, c'erano degli errori, che io alla fine ho corretto! Appena ho avuto un po di tempo lo fatto grazie anche all'aiuto della mia nuova beta! Grazie mille :*

3°  Comunque ringrazio chi recensisce e chi legge e la mia beta per tutto il suo impegno! Grazie :*

Alla prossima!

Fuji.

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Capitolo 5
*** Il mio affetto fraterno si tramutò in amore. ***


Note: mi scuso enormemente per il mio ritardo nell'aggionare questa raccolta, ma purtroppo ho avuto vari problemi famigliari che per fortuna si sono risolti nel migliori dei modi! ù.ù E così eccomi con questa nuova One shot! 
 Coppie: Fili/Kili - Kili/Nuovo personaggio 
 Genere: Slash - Het 
 Avvertenze: Incest - Tematiche delicate. (Capitolo Betato). Ci sivede giù! ù.ù



 

La compagnia di nani si era fermata a Gran Burrone per riposare, anche se all’inizio Gandalf aveva dovuto lottare parecchio con Thorin.

Il nano covava ancora un antico rancore per tutti gli elfi, quindi non poteva permettersi di cedere neppure per far riposare la sua compagnia ma alla fine Gandalf riuscì a convincerlo.

“Non fare lo stupido! Re Elrond può aiutarci a leggere la pergamena!”

“ Anche se mi dispiace ammetterlo questa volta devo dare ragione a Gandalf Thorin …” continuò Balin

“Non posso crederci che anche tu sei dalla sua parte ma se anche un vecchio saggio come te pensa una cosa simile allora .... Ci fermeremo qui avete capito! Ma solo per un paio di giorni è tutto chiaro?” la compagnia annuì ma non aggiunsero altro.

Dopo aver fatto la conoscenza di Re Elrond ogni nano fu accompagnato alla sua stanza, solo Fili decise di andare a dormire con suo fratello Kili come di consueto.

Appena i due giovani furono soli Kili cominciò a parlare “ Questo posto è veramente molto bello e poi non hai visto come sono carine queste elfe?” “S-si ma a dire il vero io … Oh nulla dormiamo che ho sonno!” “Ok, notte Fee” “Notte Kee”

Ma mentre Kili stava già dormendo, Fili invece stava pensando, “ma cosa stavi per fare stupido che non sei altro … Non puoi mica dirgli che per tutto questo viaggio non fai altro che guardarlo … E’ tuo fratello chissà cosa penserà di te! O peggio cosa penserebbe Thorin … Meglio dormirci su!” e così alla fine si addormentò.

La mattina dopo Kili venne svegliato da un'elfa “ Buon giorno! Finalmente si è alzato giovane principe nano!” “Oh! Grazie, ma non sono mai stato abituato … io sono Kili, il successore al trono è Fili, quindi la prossima volta chiamami Kili o Kee! Ok?” “Come vuoi tu! Allora buon giorno Kee sta per essere servita la colazione” “Grazie ma non so il tuo nome?” “Io mi chiamo Idrial ora devo andare o chissà cosa penseranno a dopo”

Fili aveva assistito alla scenetta mielosa con un certo disgusto così alla fine aveva quasi deciso di far finta di dormire, invece appena l’elfa se ne era andata si alzò di scatto dal suo letto “ Mi sbaglio o quell’elfa ti ha chiamato Kee!?” “Non ti sbagli! Non è molto carina? Ho fatto colpo così in fretta … E comunque si chiama Idrial! Ricordatelo, te ne prego Fee …” “Ok! Ora andiamo a far colazione”

Per tutta la durata della colazione, Thorin se ne stette  in disparte ad ascoltare Gandalf. Invece Kili si guardava intorno alla ricerca della sua nuova amica elfa, alla fine la ricerca diede i suoi frutti una mano gli coprì gli occhi e una voce femminile disse “Indovina chi sono?” “Fammi pensare … Capelli lunghi lisci, di color dell’ebano tu devi essere … O ma certo Idriel non è così?” “Si indovinato, anche se dicendo tutte quelle cose mi hai fatto arrossire e poi … Ora tutti ci stanno guardando … E tuo zio mi sà che mi odia …” “Oh ma certo che no, lui odia tutti gli elfi, non farci caso!” a quell’affermazione Fili si portò le mani alla testa e tirò su lo sguardo al cielo e sospirò, mentre Kili continuava imperterrito a scherzare con quell’elfa come se nulla fosse.

Fino a quando Fili stufo di tutto quello, si alzò dalla sua sedia e lo tirò via con la forza e lo trascinò nella loro stanza “Ma cosa ti viene in mente, lei è un elfa, non ci pensi hai sentimenti di nostro zio?” “Non mettere in mezzo Thorin, quando non c’entra nulla, l’unico invidioso sei tu e non riesco a capire il perchè ti debba dare così fastidio se per una volta una lei si sia innamorata di me e non di te!” Non si sa cosa succede, ma alla fine la nostra rabbia repressa deve avere una via d’uscita e così fu per Fili il quale sbottò contro al povero Kili “ tu non capisci, io sono geloso, sono geloso di te. Tu sei mio! Lei non ti deve neppure toccare, quella …” “Ma cosa stai dicendo Fee? Io e te siamo fratelli … Tu non puoi essere innamorato di me non è vero?” “Io … Ti amo Kee e questa cosa la so da quando siamo partiti per questo viaggio, io ti amo e non è amore fraterno ma amore!Io ti vorrei spogliare e far mio ma alla fine mi trattengo davanti alla mia follia, e così mi sono deciso un giorno me ne andrò via mi farò la mia vita e ti lascerò fare la tua Kili!”

Kili si sentiva confuso, così alla fine prima di dire qualcosa di sbagliato optò di uscire dalla stanza, correndo senza voltarsi, arrivando ad uno dei magnifici giardini e lì vi incontrò di nuovo Idriel. All’inizio rimase in silenzio dietro ad una delle querce, doveva ammettere a se stesso che quell'elfa era proprio carina, tanto che alla fine dimenticandosi cosa gli fosse appena accaduto uscì allo scoperto e disse “Ehi Idriel, cos’hai?” l’elfa presa alla sprovvista, si girò di scatto verso quella voce familiare “ Oh! Kili! Ecco,tra pochi giorni dovrò partire per le terre immortali e li mi attende una nuova vita … ma io vorrei tanto poter rimanere qui … E tu invece Kee cos’hai sento la tristezza del tuo cuore ...” “Io… Vorrei potertelo dire, ma penso che non sia una buona idea anche perchè è troppo complicato …” “Permettimi di leggere la tua mente, così potrò sapere senza che tu mi dica nulla che ne dici?” “Non so … Se tu lo saprai magari penserai male di Fee “ ma senza farsi accorgere Idriel si era già spinta oltre “Cosa stai facendo … Non dirmi che?” “Scusami Kee è solo che mi ero preoccupata, ma invece ho capito che Fili ti ama, in questo io non ci vedo nulla di male … Ma forse i nostri popoli sono diversi sotto certe leggi!” “Non c'entrano le leggi, è solo che io provavo qualcosa per lui, ma ora che ho conosciuto te, non so più cos’è che provo per lui mi capisci?” “certo che voi nani siete un po arroganti! Kili ti rendi conto che mi hai appena detto che forse ti piaccio?” “Si l’ho appena fatto,e ti chiedo di perdonarmi per questo Idriel, in fondo ci conosciamo da così poco tempo, ma io provo veramente qualcosa per te!” “Mah non penso che sia amore, forse una cottarella o forse è solo per via di ciò che ti ha detto Fili e così ora mi usi …” Kili si alzò e le si inchinò davanti “perdonami Idriel se sono uno stupido nano, ma ti giuro che io non ti sto usando! E se pensi una cosa simile mi dispiace molto” “Tirati su Kili, così mi metti in una situazione di imbarazzo pensa se altri elfi ci vedessero … o peggio mio padre ti vedesse ,penso che ti ucciderebbe e io non voglio” a quel punto si alzò e fece alzare anche Kili facendo ritorno ognuno alla propria stanza.

Il giovane nano però non aveva risolto il suo problema e così si fermò per un bel po al rinfresco con gli altri nani.

In quel momento invece nella loro stanza, vi era un Fili nervosissimo, non sapeva cosa o come comportarsi con Kili, ma quando sentì qualcuno bussare alla porta “Kili , mi fa piac- Oh! Zio sei tu , è successo qualcosa?” Thorin entrò nella stanza non sapeva più cosa dire al nipote ma alla fine optò per  il modo più indolore e rapido “Io so tutto! Ora siediti dobbiamo parlare”

Dopo un'ora passata ad ascoltare tutti i contro della faccenda, Fili intervenne “lo so zio che io sarò il tuo discendente al trono … Ma ...” “Niente ma Fili. Non mi far fare una cosa di cui in futuro so già che mi pentirò! Se tu non parlerai con Kili lo farò io! Voi due siete fratelli, non potete sposarvi tra di voi! Un giorno sarai il Re avrai bisogno di una regina al tuo fianco e di piccoli nani per una discendenza! Ora aspetta che tuo fratello torni qui e dirgli ciò che ti ho detto di dirgli hai capito?” “Si è tutto chiaro zio …”

Fili non poteva sapere due cose, la prima :Thorin si sentiva in colpa per tutto ciò ma come Re doveva far rispettare le leggi anche se come zio odiava tali leggi e si odiava ancora di più nel doverle far rispettare proprio ai suoi nipoti.

La seconda invece riguardava il fatto che suo fratello Kili aveva confessato i suoi sentimenti ad una elfa, Fili non poteva sapere queste due cose ma soprattutto la seconda quando, Kili entrò nella sua stanza e lui …

 

Appena Kili fece il suo ingresso nella stanza si trovò suo fratello addosso “dobbiamo andarcene via!” “Ma cosa stai dicendo Fee!?” “Thorin sa tutto … E vuoi che io un giorno mi faccia una mia famiglia! Ma io alla fine ho deciso ce ne andremo via e ci trasferiremo in una bella montagna e ci faremo la nostra vita, che ne dici Kee?”

Il fratello più giovane invece stava cercando le parole più giuste per dirgli un'altra cosa e così alla fine “ Fili io … Non ti amo non in quel modo almeno! Io in quel modo provo qualcosa verso Idriel, infatti ho deciso che una volta finito questo viaggio, tu diventerai Re e io invece salperò per le terre immortali e mi ricongiungerò con Idriel!”

“Tu non sai ciò che stai dicendo, Kili è solo la tensione del momento …”

“No è la pura verità! Ti prego lasciami fare ciò che voglio fare! Te ne prego Fee tu sei mio fratello e vorrei il tuo affetto, ma vorrei anche la tua benedizione”

Fili si sentiva tradito da colui che amava o meglio da colui che chiamava fratello, così alla fine l’unica cosa che uscì dalle sue labbra fu “fai quello che ti pare, di te non mi importa più nulla per me puoi anche morire!” “Fili se è questo quello che vuoi allora, ogni rapporto tra di noi è finito e non vedo l’ora che anche questo viaggia finisca presto!”

I due fratelli per la prima volta nella loro vita dormirono in stanze separate. Se Fili non riuscì a dormire scosso dal pianto, Kili, andò nella stanza di Idriel e anche se questa all'inizio non sapeva bene come comportarsi alla fine lo invitò a restare e i due dormirono insieme fino alle prime luci dell’alba.

La mattina seguente la compagnia di nani ripartì per il lungo viaggio, ma Kili prima di ripartire “Idriel promettimi che aspetterai il mio ritorno, promettimelo” “Te lo prometto, Kili! Non salperò finché tu non tornerai” “grazie” e i due si scambiarono un lero bacio a fior di labbra.

                                                               ****

Era un giorno d’autunno Gran Burrone, le querce si stavano spogliando delle loro maestose foglie, tutto intorno era di color oro. E Idriel non era più una timida giovane elfa al suo posto c’era una donna, vestita di una lunga tunica bianca e i capelli raccolti in una treccia. Aveva appena parlato con il padre, del suo primo amore, del giovane Kili e di come non vedesse l’ora di rivederlo, perchè lui sarebbe tornato da lei.

Il robusto elfo dalla chioma castana  invece non sembrava molto contento di tale unione, infatti in cuor suo sperava che quel nano avesse dimenticato per sempre la sua bellissima figliola.

Le stagioni passarono velocemente, Gran Burrone prima di color oro, poi di color bianco e ora variopinta  per via dei molteplici fiori della primavera. Idriel era sempre uguale, anche se di anni, da quella promessa , ne erano passati forse anche più di sessanta. Ma lei era come la prima volta in cui Bilbo l’aveva vista, alta con la sua chioma del colore dell’ebano si proprio come ne aveva parlato Kili per tutto il loro lungo viaggio ormai da tempo portato a termine.

E fu proprio Bilbo che una sera “tu sei Idriel?” “E tu chi sei, anziano hobbit?” “Tu non mi riconosci, ma io sono Bilbo lo hobbit che sessant’anni fa viaggiava con il Kili …” l’elfa lo guardo prima con meraviglia, poi improvvisamente i suoi occhi si velarono di lacrime “Dimmi, il perchè il mio Kili non è più tornato qui da me? Dimmelo te ne prego,permettimi di lasciare queste terre senza alcun rimpianto!” “Si te lo dirò, siediti”

L'elfa si  sedette sul letto e l’anziano Hobbit invece su una delle sedie e  iniziò il racconto.

“Non ti parlerò di tutto il viaggio ma solo della fine, una fine triste seppur gloriosa”

“I nani e la loro gloria! Continua pure Bilbo”

“Kili e Fili alla fine avevano fatto pace, Thorin finalmente era guarito dalla sua malattia ma purtroppo una guerra incombeva e Kili scese in battaglia.

Fili venne ucciso per primo dall'orco pallido, Kili gli si avventò sopra ma fu tutto inutile… alla fine della guerra tra le vittime morte c’erano Fili e Thorin.

Kili era solo ferito ma in modo grave, l’elo Legolas ha fatto del suo meglio ma purtroppo dopo alcune settimane di agonia è morto ....”

“Sai Bilbo, alla fine lo sapevo Kili non avrebbe mai abbandonato suo fratello neppure alla morte. E ora io sono qui, viva e immortale ma cosa mi rimane veramente? Dimmelo, te ne prego, cosa mi rimane, te lo dico io nulla, Fili potrà stare per sempre al fianco del suo amato Kili ma a me non rimane nulla di nulla! E non è giusto” “La vita mia cara è ingiusta e io lo capito, quando tutto è finito, ho capito le parole di Gandalf questo viaggio ti cambierà aveva ragione quel viaggio mi ha fatto cambiare, mi ha fatto vedere la vita sotto lati diversi e mi ha fatto capire che ogni momento va vissuto a pieno e che ognuno di loro rimarrà per sempre nel nostro cuore per sempre!” “Grazie Bilbo”

Bilbo alcuni giorni dopo, salpò per le terre immortali con altri hobbit, invece Idriel rimase lì.

E alla fine decise di rinunciare alla sua immortalità e di spegnersi coricandosi su quel letto in cui aveva dato il suo unico bacio al suo Kili.

Riaprendo gli occhi davanti a se c’erano i nani di quella compagni tutti giovani come un tempo e lei corse dal suo amore, Kili non si aspettava di rivederla dopo tanti anni “Idriel ma tu … Non puoi essere morta …” “Invece si una vita senza di te , non era vita. Io ho deciso che questo sarà il mio futuro rimanerti accanto per sempre se tu mi vorrai?” “Ma certo che ti voglio!”

In quel momento un altro nano comparve ed era Fili “Io mi devo scusare con tutti e due, per il comportamento … Vi auguro ogni bene!” “Ma Fili siamo tutti morti!” “Si lo sò, però ora siamo di nuovo tutti insieme non è così?” “Si!E’ così!”

Idriel aveva ritrovato di nuovo la sua antica felicità e il suo corpo venne ritrovato da alcuni elfi su quel letto, ma la cosa strana è che stava sorridendo segno di un nuova vita felice.

Angolo dell'autrice:

1° Come ho detto su mi scuso per il mio ritardo, ora visto che si è risolto tutto e sono di nuovo serena allora questa raccolta, sarà più regolare come uscite! ù.ù

2° Ringrazio chiunque la recensirà e la mia beta per il suo prezioso aiuto! *w*

3° Alla fine non potevo non inserirne una con la coppia Incest di Fili e Kili, però lo resa un po più soft inserendoci anche il nuovo personaggio dell'elfo Idriel, non so se piacerà come idea forse non ha tutte xD

A presto! La vostra Fuji :*

 

 

 

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Capitolo 6
*** C'era una volta ... ***


Note: mi scuso ancora per il mio ritardo ç.ç 
Coppia presente: Bilbo/Thorin 
Genere:Slash - sentimentale  
Avvertenze:Nessuna  (One shot betata) ù.ù





C’ERA UNA VOLTA uno Hobbit che viveva nella Contea. Ma non era come tutti gli altri Hobbit. Infatti il signor Bilbo Baggins era rispettabile: per lui non c’era posto per inutili e futili avventure.

“Le avventure fanno solo perdere del tempo prezioso” questa era la frase che si ripeteva nella mente.

Il signor Bilbo era carino per essere uno Hobbit: aveva capelli ricci e di color marrone e occhi di color verde. Era inoltre di giusta altezza, infatti per molti era una cosa strana che un simile Hobbit, rispettabile e per giunta così bello, fosse ancora scapolo!

Ma nel cuore del signor Bilbo non c’era posto per le Hobbit femmine, bensì per quelli maschi, ma era una cosa di cui non aveva parlato con nessuno.

Poi arrivò il giorno del suo trentatreesimo compleanno “Mi devo alzare o farò tardi, da oggi sono uno Hobbit adulto!” si alzò dal letto e si andò a lavare il viso, indossò i suoi abiti più belli e scese per la colazione.

Intorno al tavolo ad attenderlo c’erano già i suoi genitori: il signor Bungo se ne stava in disparte a leggersi il giornale, invece la signora Belladonna aveva appena finito di decorare una tortina e dopo averla posta nel piatto del figlio “Oh! Finalmente Bilbo ti sei alzato, ora mangia poi vai pure dove vuoi. Ma ricordati che stasera c’è la festa, in cui ci saranno anche i tuoi cugini Took! E anche Gandalf con i suoi fuochi d’artificio”  il giovane hobbit si affrettò a mangiare la tortina e dopo aver bevuto anche il latte rispose alla madre “Grazie, a questa sera”.

Senza aggiungere altro corse fuori e andò subito alla taverna e lì si incontrò con i suoi amici.

“Bilbo! Ti stavamo aspettando, ognuno di noi ha un regalo per te! Cosa ne pensi, ti piacciono?”

Su una delle tavole, c’erano tantissimi pacchettini, anzi alcuni dei regali non erano neppure fasciati perchè erano fiori, zucche, semenze varie, insomma tutta roba per Hobbit.

Bilbo ringraziò tutti per il pensiero, poi rimase lì seduto con loro a cantare e a bere una buona birra.

Appena venne l’ora di pranzo, il giovane Bilbo, salutò tutti e tornò a casa ad aiutare la madre per i preparativi della grande festa.

Belladonna Took era una Hobbit molto robusta e forte, a differenza di suo marito Bungo il quale preferiva stare rinchiuso nel suo studio, a leggere libri o a scriverne alcuni che parlavano di avventure mai compiute.

La madre avrebbe preferito che Bilbo fosse più simile a lei e non al padre…

Verso tarda sera fecero capolino alla festa i primi invitati, il giardino era decorato meravigliosamente bene, pieno di fiori, con tavole imbandite alcune piene solo di dolci, altre piene di torte salate.

Per i cugini Took fu tutto meraviglioso, sia per gli occhi che per lo stomaco.

L’unico che pareva non divertirsi molto alla sua festa era Bilbo, che se ne stava in disparte, seduto su una delle panchine a fumarsi la sua erba pipa.

Ad un certo punto venne raggiunto da un uomo alto vestito di grigio e con una lunga barba anch'essa grigia. Il giovane Hobbit si voltò subito verso il signore “Gandalf, come stai?”, “Io bene mio piccolo amico, ma tu come stai? Non sei felice per la meravigliosa festa?”, “Sì, è solo che … Tu non potresti capire Gandalf”, “Tu prova a spiegarmi e io capirò!”, “Un po di tempo fa ho capito che a me piacciono, gli hobbit maschi … Ma non trovo nessuno che sia adatto a me, vorrei tanto trovare l’amore Gandalf!”, “Oh! Sai io conosco un nano, anche a lui piacciono i nani maschi ma … Ahimè lui un giorno sarà Re, con questo Bilbo io vorrei farti capire che lui è messo peggio di te!”. “E come può essere messo peggio di me?”, “Ma è ovvio! Lui un giorno sarà Re e come tale dovrà mettersi con una nana…”, “Ma non è giusto! Non si può far nulla per lui Gandalf?”, “No, nulla. Dai Bilbo ora torniamo alla festa o tua madre ti verrà a cercare ed è meglio non far arrabbiare Belladonna”, “Sì, è meglio non farla arrabbiare, ma poi un giorno mi parlerai meglio di questo nano, va bene?”, “Sì, forse sì”.

In realtà Bilbo sapeva bene che appena la festa sarebbe finita il mago se ne sarebbe andato per un'altra avventura, e così fu.

Ma non passava giorno che il giovane Hobbit non pensasse al giovane nano e a come si potesse sentire, tanto che un giorno ne parlò con sua madre “Madre, vorrei parlarvi di un nano…” Belladonna divenne di colpo così pallida che per un attimo Bilbo credette che sua madre stesse per svenire sul posto. Ma per fortuna la hobbit riuscì a sedersi sulla sedia dietro di lei “Scusa Bilbo, ma puoi ripetere? La mamma non ha capito bene!”, “Io vorrei parlarti di un nano…”, “Oh, e cosa vorresti mai dirmi su questo ‘nano’. Ti ha importunato? Ti ho detto mille volte di non andare a Brea con gli altri Hobbit!”, “No madre, nulla di simile. É che Gandalf mi ha detto che c’è un nano che un giorno sarà Re e che per questo è costretto a sposarsi con una nana, ma a lui non piacciono le femmine! Secondo te è giusto?” Molte volte a Belladonna era parso di star parlando con uno hobbit piccolo e non con uno di già trentatre anni, proprio come in quel momento, ma alla fine vedendo che il figlio aspettava una risposta lei rispose “Ma certo che non è giusto. Ma bisogna anche rispettare le leggi naniche, che a detta mia sono molto dure. Ricordati sempre che loro sono diversi da noi…”, “In che modo sono diversi?”, “Beh, ecco… Come posso dire ... Prima di tutto loro abitano sotto terra nelle montagne, sono tutti dei minatori; usano le armi come asce e spade e amano la guerra. Ecco: penso che anche solo per queste ragioni uno Hobbit non potrà mai e poi mai legare con uno di loro!”, “Uhm, non lo so mamma… Tu mi dici sempre che ci sono le eccezioni! Non pensi che io un giorno…”, “No! Bilbo tu sei il mio unico figlio. Non puoi metterti con un volgare nano. Mamma sa che ti piacciono gli Hobbit maschi e in questo non c’è nulla di male: ti puoi fidanzare con uno di loro, ma non con un nano, capito?”, “Sì madre ho capito, tranquilla”.

Quella sera durante la cena sorprendentemente c’era un silenzio che non v’era mai stato. A romperlo fu Bungo “Io conoscevo un nano: nella mia giovinezza feci amicizia con uno di loro. Era molto ricco, dopotutto penso che non ci sia nano che non ami l’oro!”, “Davvero? E ora padre siete ancora amici?”, “Purtroppo no, alla fine lui ed io eravamo troppo diversi. Io amavo stare all’aperto e lui amava andare in guerra, ma devo ammettere che mi farebbe piacere rivederlo un giorno!”, “Hai sentito mamma?”, “Sì, ho sentito … Ma io non dico che tu, un giorno, non possa avere un nano per amico, solo che spero che costui sia un nano come si deve”, “Grazie madre, grazie padre”.

Bilbo abbandono la cucina e andò a dormire felice.

Poco dopo Belladonna cominciò “Perchè hai tirato fuori quella cosa?”, “Cara nostro figlio ormai, è un adulto e come tale deve sapere tutto ciò che ci circonda!”, “Ma pensa se … No, non ci voglio pensare! Qui nella contea è tutto bello e sicuro, ma sai meglio di me che là fuori non lo è. Non ci sono solo i nani, ma anche… Gli orchi e molto altro!”, “Lo so cara, ma se un giorno il suo lato Took avrà la meglio su di lui, noi dobbiamo solo appoggiarlo”, “Sì, caro hai ragione”.

Purtroppo la vita non fu molto, sorridente con la famiglia di Bilbo, infatti un anno dopo venne a mancare la madre e due anni dopo il padre, il quale non riusciva più a stare senza sua moglie.

 

C’ERA UNA VOLTA uno Hobbit di cinquant'anni, che viveva solo e che amava la sua solitudine…

…e che odiava i nani. I quali, nella sua mente, erano ritenuti responsabili della precoce morte dei suoi genitori.

Bilbo stava molte ore seduto sulla panchina nel suo giardino a fumare erba pipa.

Un giorno rincontrò il suo amico Gandalf “Mio piccolo amico Bilbo, cosa ci fai lì seduto e come stanno i tuoi genitori?” Lo hobbit non rispose, ci mise un bel po’ a capire che quel vecchio mago fosse davvero Gandalf. Ma quando comprese chi fosse si infuriò “I miei genitori sono morti per causa tua, perché mi ha parlato di quel nano?”, “Perchè, cos’è successo?”, “Io ne parlai con mia madre … E lei ne rimase molto sconvolta, al punto da ammalarsi. Perché aveva paura che io sarei partito. Dopo che è venuta a mancare, mio padre non fu più lo stesso Hobbit e un giorno la seguì. E io da allora sono solo”, “Oh mio caro Bilbo, sono sicuro che tu non c'entri nulla in questa tragedia … E se pensi una cosa simile allora sei solo uno sciocco!” Bilbo non rispose ma assunse una specie di broncio. Poi si alzò accennò un ‘buon giorno’ e tornò in casa sua.

Gandalf invece, appena lo hobbit fu rientrato in casa sua, pensò solamente “credo proprio che il viaggio ad Erebor gli farà bene! Caro mio amico Bilbo”

Così detto e fatto.

 

C’ERA UNA VOLTA uno hobbit che si innamorò di un nano.

Lo hobbit dopo aver accolto in casa sua tutti quei nani stava solo, pensando a come farla pagare al suo buon vecchio amico Gandalf.

Ma proprio mentre si stava per scatenare, qualcun’altro bussò alla porta.

“Arrivo! Ma si può sap…” Bilbo si bloccò non appena la porta si spalancò e davanti a sé si ritrovò due occhi blu, così belli da perdersi in essi.

In quel momento il nano entrò all'interno della casa e parlò, mentre Bilbo era ancora troppo preso da quello sguardo per ascoltarlo veramente “Io sono Thorin Scudodiquercia e lei sarebbe il nostro futuro scassinatore?” Bilbo non dava segni di vita, ma nella sua mente “Allora questo bellissimo nano sa anche parlare… Sì, ma cos’ha detto?” In quel momento gli arrivò un spallata da Gandalf “Bilbo rispondi a Thorin!”, “Oh sì, certo. Ecco io… Ma certo che lo sono!”, “Cosa saresti?”, “Beh ecco… Uno… Non lo so… Lo sa vero che hai due bellissimi occhi?” infondo sua madre gli aveva sempre detto di essere sincero. I nani presenti pensarono solo “ed ecco come abbiamo perso il nostro scassinatore…” Ma per fortuna in aiuto di Bilbo intervenne Gandalf “Perdonalo Thorin è solo che gli Hobbit sono molto sinceri. Ecco tutto” Thorin accettò le sue scuse e raggiunse Balin e Dwalin nell’altra stanza.

Invece Bilbo andò un attimo in bagno “ma cos’ho detto di male? Non capisco… Io gli ho solo fatto i complimenti per i suoi bellissimi occhi … Ma certo ci sono! Forse il corteggiamento tra i nani funziona in modo diverso. Mi dovrò documentare per bene, prima di partire per quest’avventura!”

Bilbo non raggiunse gli altri nella cucina, anzi andò nella biblioteca e lì cercò e cercò dei libri che parlassero di nani e per fortuna ne trovò uno proprio adatto a lui.

E leggendo il capitolo che gli interessava, capì dove aveva sbagliato “ecco! Ma certo, come supponevo: avevo sbagliato tutto. Qui dice che prima di tutto devo capire il suo rango e poi ... Sì, ecco! Ora ho capito.”

E a quel punto tornò dagli altri, che nel frattempo si erano seduti intorno al fuoco e avevano innalzato una meravigliosa canzone che parlava di montagne e di tantissime altre cose che a Bilbo piacquero molto.

Il primo a chiedere dove poteva dormire fu proprio Thorin “Mastro Baggins dove posso sistemarmi?”, “Ecco … Venga con me” lo portò nella sua stanza, e quando furono soli Bilbo decise di chiedergli “Mastro Thorin, lei è un Re?”, “No io sono un principe! Perchè mai questa domanda?”, “Allora, mi scuso enormemente per prima”, “Scuse accettate, ora vorrei dormire”, “Certo, buona notte!”

Bilbo andò subito nella biblioteca e lì venne raggiunto da Gandalf “Allora Bilbo partirai con noi?”, “Non posso! Io… Mi sono innamorato. Di Thorin. Come posso partire con voi?”, “Oh, non avrei mai pensato che gli Hobbit si innamorassero così presto… Voglio dire, Bilbo non pensare male, ma tu non lo conosci neppure…”, “Sì, lo so. Ma non è per questo che non posso partire, è che non mi sono neppure documentato come si deve... Ma ci pensi a che figura potrei fare se non sarò bravo come un nano vero a corteggiarlo?”

Gandalf a quel punto era molto preoccupato per il suo piccolo amico Bilbo e sulla sua stabilità mentale.

“Secondo me sei solo molto stanco. Ora dormi, poi domani mattina ne riparleremo, va bene?”, “Sì. Ma non penso che tu abbia capito Gandalf!”

Però alla fine Bilbo si sentiva troppo stanco e così saluto il suo amico stregone e andò a dormire sul divano.

Il mattino dopo quando si alzò si sentiva felice, come non si era sentito da anni. Quando però si accorse che i nani erano partiti senza di lui ci rimase male, ma, sapendo che non dovevano essere andati molto lontani, preparò in fretta il suo zaino, prese il suo bastone da passeggio e partì per l’avventura che lo stava attendendo.

Appena li raggiunse molti erano felici che alla fine lo Hobbit si fosse unito a loro, ma Thorin “Mastro Baggins, spero che lei sappia tenere il passo!”, “Sì, certo che lo so tenere, non si preoccupi mastro Thorin”

Ed è così che ebbe inizio il viaggio.

 

C’ERA UNA VOLTA un nano scorbutico.

Bilbo aveva pensato a tutto, ma proprio a tutto. Però non aveva immaginato che Thorin potesse essere così scorbutico con il prossimo, tanto da essere insopportabile.

La prima volta in cui lo notò fu durante la prima tappa del viaggio, a Gran Burrone, dove Thorin fu maleducato nei confronti degli elfi quando per Bilbo era tutto così nuovo e bello e gli elfi erano creature fantastiche e molto eleganti.

Una sera, si era ritrovato da solo con Thorin e non sapendo cosa dire aveva quasi pensato di starsene zitto e ad ammirare quei bellissimi occhi. Mentre invece il nano parlò “Mastro Baggins, avrà ascoltato di come nella mia famiglia siano tutti pazzi…” Bilbo sentì in quella voce un velo di tristezza “No a dire il vero, ero troppo intento a fare altro…”, “A fare cosa?” e ora cosa doveva dirgli? Come poteva dirgli che stava guardando i suoi occhi o che si era innamorato senza sapere nulla di lui? No, non poteva. Doveva seguire il libro sul corteggiamento dei nani quindi rispose “Stavo guardando il meraviglioso giardino che sta alle sue spalle, mastro Thorin”, “Meglio così”.

Quella volta l’aveva scampata, ma ci fu un secondo episodio che gli fece capire di quanto lunga tortuosa fosse la strada per raggiungere il cuore di Thorin.

E questo episodio avvenne nelle Montagne Nebbiose dove, dopo essere sopravvissuto per puro miracolo e dopo esser stato salvato da Thorin, Bilbo si sentì ferire dallo stesso nano con queste esatte parole “Lui si è perso fin da quando ha lasciato la sua casa, questo non è il suo posto!”

Tutta quella cattiveria Bilbo non si sentiva di meritarla. Aveva quasi deciso di abbandonare tutto, ma si ritrovò nelle mani il libro, che aveva portato con sé e dopo una breve lettura di alcune pagine nella sua mente fece capolino una frase “possibile che Thorin si sia innamorato di me? Quindi con quella frase in realtà lui voleva proteggermi! Che stupido e io che me ne stavo per andarmene via… Ora che le cose stanno andando nel verso giusto!”

E meno male che non se ne era andato.

La terza volta che ebbe un’altra prova della scorbuticità di quel nano fu dopo averlo salvato da un orco.

Lui lo aveva salvato, ma ora Thorin lo stava insultando e Bilbo era in un certo senso stufo di tutto ciò, ma all’improvviso si sentì avvolgere da un caldo abbraccio “Thorin non c’è alcun bisogno di tutto ciò!”, “Sì, che c’è. Tu mi hai salvato Bilbo amico mio”.

Quella notte Bilbo pensò solo “certo per ora sono solo suo amico, ma è già un buon passo in avanti!”

 

C’ERA UNA VOLTA uno Hobbit geloso.

La compagnia di nani, era stata catturata dagli elfi e Bilbo si sentiva in dovere di salvarli.

Erano giorni o settimane che si aggirava per quelle immense stanze, si sentiva stanco e affamato. E fu in quel girovagare che si ritrovò in quella stanza. Nel posto e nel momento sbagliato.

Da una lato stava in piedi Thorin e dall’altro stava seduto un elfo bellissimo, con i capelli di un biondo quasi bianco, la pelle bianca e levigata, insomma una vera e propria divinità della bellezza.

Ma Bilbo venne riportato alla realtà dalla voce profonda di Thorin “ Allora cosa vuoi da me? Dopo così tanto tempo, dopo che mi avevi promesso cose… Che tu stesso non hai mantenuto!”, “Dillo Thorin, tu pensi che io ti abbia usato come passatempo, non è così?”, “Io non lo penso, ne sono certo! Tu sei venuto a letto con me solo per ottenere le tue gemme bianche da mio nonno” Bilbo perse un battito, se ne sarebbe andato volentieri da quella scena, ma il suo lato Took glielo impedì: era il suo lato curioso. L’elfo nel frattempo si era alzato “Io non ti ho usato,ma tu forse hai usato me… Tu Thorin sei un nano e io un elfo, non ci sarebbe mai stato amore. Quello era solo sesso!” poi fece cenno alle guardie di riportare il nano nella sua cella.

Nei giorni seguenti alla liberazione Bilbo avrebbe desiderato tornare sull’argomento anche perchè vedeva che Thorin si stava sentendo in colpa per tutto.

Così un giorno mentre si trovavano a casa di Bard “Thorin dobbiamo parlare di una cosa in privato” allora Thorin lo portò in una delle stanze da letto e lì “Allora Bilbo cos’hai?”, “Thorin io so di te e Thranduil… Io non ti sto giudicando, anche perchè non trovo nulla di male in tutto ciò. Ma detesto veder come tu ora ti stia riducendo!”, “ Quindi tu, Bilbo, pensi di sapere come io mi senta? Pensi di sapere quanto io abbia sofferto nella mia vita? Sapevo che mi piacevano i nani e non le nane, ma dentro di me ero cosciente di un’altra cosa: che io ero e sono tutt’ora un principe e ho dei doveri verso il mio popolo. Quindi sì, mi sento in colpa di essere così! E no, non potrò mai amarti. Ora è meglio tornare dagli altri”.

Bilbo non si sentiva giù di morale anche se avrebbe dovuto e così mentre Thorin stava uscendo dalla stanza “ Io non mi arrenderò così facilmente, sappilo!”

Thorin non disse nulla, si limitò solo a chiudere la porta  e a tornare giù dagli altri. “Ma chi voglio prendere in giro, Thorin … Aspetta un momento che sia lui il nano della storia di quella sera di Gandalf? Ma se è lui allora… Non posso arrendermi!”

 

C’ERA UNA VOLTA uno Hobbit che mise a rischio la sua vita, per un nano.

Bilbo aveva perso il conto di tutte le volte in cui aveva messo a rischio la propria vita per Thorin.

Ma ora era tutto diverso: Thorin era malato e lui doveva agire con astuzia. Avrebbe portato l’archengemma agli elfi e agli uomini così che nessuna battaglia sarebbe avvenuta.

Tutto era andato secondo i piani, ma ad una cosa non aveva pensato Bilbo: al suo lato Baggins, a quel lato così sincero che non avrebbe mai e poi mai potuto mentire a Thorin.

Così quando Bard tirò fuori l’Archengemma tutti i nani si misero ad urlare “Ladro!” e Thorin “Bugiardi!” una voce dal nulla dicendo “Non sono bugiardi, gliel’ho portata io!” quelle uniche parole ruppero qualcosa, un qualcosa che non si poteva sentire mentre si spezzava e iniziava a sanguinare. Quella cosa era il cuore di Thorin, il quale aveva iniziato ad affezionarsi silenziosamente di Bilbo, l’unico essere che lo aveva compreso, ma che ora gli aveva voltato le spalle, anzi: che lo aveva tradito.

Bilbo invece cercava di dare una spiegazione a quel gesto, anche se non riusciva a trovarne di vere e proprie. Ma alla fine in suo aiuto venne il suo unico vero amico Gandalf che lo salvò.

Mentre se andava via Bilbo senti solo alcune parole di Thorin “Lurido Hobbit, se non ti avessi mai conosciuto sarebbe stato meglio!” parole che trafissero il suo cuore e lo fecero piangere.

 

C’ERA UNA VOLTA una guerra che finì senza vinti né vincitori.

C’era una volta un Re nano, che cadde in un sonno profondo da cui si svegliò solo mesi dopo.

C’era una volta uno Hobbit che rimase ad aspettare quel nano, fino al suo risveglio.

 

C’ERANO UNA VOLTA un nano e uno Hobbit che si parlarono con il cuore per la prima volta.

“Thorin io…”, “No, non hai nulla di che scusarti Bilbo. Sono io a doverlo fare, tu hai fatto tutto ciò per me e io… Potrai mai perdonarmi Bilbo?”, “Sì, che posso! Io voglio solo poterti amare e rimanere al tuo fianco per sempre!”, “Grazie Bilbo”.

 

C’ERANO UNA VOLTA uno Hobbit coraggioso e un nano scorbutico che andarono contro ad ogni legge nanica pur di coronare il loro amore e così vissero per sempre felici e contenti fino alla fine dei loro giorni.

Angolo dell'autrice:

1° Ringrazio la mia nuova beta per il suo aiuto *ebbene si ho un altra beta* è una storia troppo lunga da raccontare vi annoierei solo xD

2°  Questa nuova One Shot è diversa da tutte le altre per via di questo modo un po originale che ho usato per raccontare gli eventi spero che vi sia piaciuta fatemi sapere! Cosa ne pensate! u.u

3° Ringrazio tutti quelli che recensiscono e tutti coloro che leggono! 

4° Un grazie speciale alla mia amica Ghil che si è offerta di farmi da beta, ti ringrazio veramente molto per il tuo aiuto! :*

A presto! Fuji.

 

 

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Capitolo 7
*** Il mondo oltre la finestra. ***


Note: Bilba è la versione femminile di Bilbo! Poi ci sono dei leggeri accenni a Merry/Pipino e Frodo/Sam! 
Coppia: Thorin/Bilba
Genere : Het / Con leggere sfumature di Slash 
Avvertenze: OOC /Gender Bender / piccolo accenno ad un Incest. Tra Merry/Pipino! (Non lo si capisce molto ma è sempre meglio inserirlo nelle avvertenze non si sa mai) ù.ù



 

Thorin finita la battaglia dei cinque eserciti aveva lasciato il regno a suo nipote Fili ed era andato ad abitare con Bilba nella contea…

                                                                                                     ****

Un piccolo hobbit di nome Tom Gamgee si aggirava per la casa sulla collina sotto la grande quercia.
Un giorno il giovane Tom, frugando in uno dei cassetti della scrivania, trovò un libro sulla quale copertina si leggeva “Il mondo oltre la finestra di Bilba” e, senza farsi vedere dal padre, prese il volume e corse fuori in giardino, andandosi a sedere sotto la grande quercia, dove aprì lo strano libro.

Cara finestra che dai sul mondo,
Oggi mi sposo con il mio amato Thorin, “Dai Thorin scrivi qualcosa anche tu?”, “E va bene, seppur io sia un ex Re… Io e Bilba ci amiamo, ci sposeremo e saremo felici per sempre!”

Cara finestra che dai sul mondo,
È primavera e come ogni giorno sono qua seduta ad aspettare che Thorin torni dalla forgia di Brea.
I fiori sono meravigliosi, il prato è pieno di margherite, per non parlare delle prime rose… Con le rose farò dei succosi succhi e con le margherite, magari, delle ghirlande. A Thorin piace molto la torta ai petali di rosa.
Il campo dall'altra parte invece è pieno di tarassachi e li odio: ogni volta che il vento soffia io starnutisco.
Ora devo lasciarti sta arrivando Thorin.

Tom si interruppe, perchè la madre lo aveva chiamato per la cena, prese con sé il diario e andò in sala da pranzo.
Appena si sedette al grande tavolo sua sorella Daisy: “Cos’è quello?”, “Non sono affari tuoi!”, “Tom! Non rispondere male a tua sorella. Comunque, quello cos’è?”, “Questo è il libro di Bilba Baggins. Ti prego papà: non lo rovinerò, però vorrei finire di leggerlo, posso?”, “E va bene, ma stai attento! Una volta che lo avrai letto lo riporteremo alla legittima padrona!”, “Davvero? E dove abita Bilba?” chiese un’altra giovane hobbit  seduta dall’altra parte del tavolo “Questo è un segreto. Lo scoprirete al momento giusto”.
Alla fine la famiglia Gamgee riprese la cena. Purtroppo, una volta finito di mangiare, Tom era troppo stanco per continuare la sua lettura e così andò a dormire.
La mattina dopo si alzò presto, fece colazione e, preso il libro, andò nuovamente a sedersi sotto la quercia aprendo una pagina a caso.

Cara finestra che dai sul mondo,
È iniziata l’estate, sono così felice! Finalmente Thorin si è ambientato maggiormente e ora va più d’accordo con gli altri parenti, soprattutto coi Took.
Oggi ho raccolto molte mele, penso che ci farò del sidro, delle torte e magari delle frittelle; però forse alcune le metterò via per l’autunno.
Dalla finestra si vedono già i preparativi per la festa d’estate, è arrivato persino Gandalf con i fuochi d’artificio! Sono così curiosa…

Tom si bloccò un attimo e, prima di continuare a leggere, andò un attimo in casa a prendersi un paio di frittelle di mela: quella pagina gli aveva fatto salire un po’ di appetito.
Quando fu tornato aprì la stessa pagina per continuare la lettura e capì dalla calligrafia che a scrivere quella volta era Thorin.

Cara finestra che dai sul mondo,
Non ho mai fatto una cosa come questa, ma purtroppo Bilba è dovuta andare al funerale di alcuni parenti.
Mi ha detto che tornerà con un piccolo Hobbit. Sono così felice: tra poco sarò padre e così saremo una famiglia.
Io purtroppo non so cosa significhi averne una, molte volte sono geloso di Bilba…

Tom addentò la sua frittella  poi girò la pagina.

Cara finestra che dai sul mondo,
Oggi è una splendida giornata d’autunno: la quercia sta perdendo le sue ghiande e le sue grandi foglie. Sono appena tornata con Frodo dal mercato, mi sono presa un paio di zucche. Alcune le decorerò per la grande festa di Halloween, le altre le cucinerò per la cena di questa sera.

Cara finestra che dai sul mondo,
Oggi è Halloween e si vede proprio che Thorin è un nano fuor d’acqua… Frodo tenta di far sentire Thorin a suo agio, ma alla fine risultano solo un buffo siparietto.
Per esempio oggi alla festa c’erano i cugini Took ad un certo punto i due piccoli, Pipino e Merry, si erano messi a far scherzi e Thorin è stata una delle loro vittime preferite. Hanno nascosto un paio di pepite d’oro all’interno di un fuoco d’artificio e appena Thorin si era abbastanza avvicinato i due malandrini hanno acceso la miccia.
Ad un certo punto Frodo mi aveva detto: “Mamma, papà sta volando!” io ho tentato di non ridere, ma ho resistito per poco tempo. Thorin invece non rideva per nulla, anzi mi tenuto il broncio per due settimane! Ovviamente sia Pipino che Merry si sono presi delle gran sculacciate.

“Tom! È da due minuti che ti chiamo per la cena! Allora, vieni?”, “Sì mamma, arrivo subito” .
Quella sera Tom chiese al padre “Papà, ma gli zii Merry e Pipino erano veramente due pesti da giovani?”, “Purtroppo sì, lo erano eccome! Facevano così tanti scherzi… Soprattutto al compagno di Bilba, il padron Frodo se la rideva sempre tanto. Ma tu… Oh, ma certo: il libro; chissà quante altre cose ci saranno la dentro”.
Sam lo disse con un certo velo di tristezza, perchè in fondo la sua vera paura era che all’interno di quel libro stesse scritta anche la verità sull’anello. Una verità che faceva ancora molto male, almeno a Sam: troppi ricordi che avrebbe desiderato dimenticare, soprattutto di amici morti troppo presto.
Ma non potendo dire nulla a Tom decise di lasciargli leggere il libro.

Il mattino dopo Tom si fece preparare un’abbondante colazione e andò a casa Took per leggere in tranquillità il libro.

Cara finestra che dai sul mondo,
È arrivato l’inverno, Frodo è corso fuori sulla sua prima neve e anche Thorin lo ha fatto ora, sono entrambi sulla neve a giocare. Io invece preparo le varie torte. Domani è natale, verranno i Took e altri Hobbit a festeggiare e anche Balin altri nani.

Cara finestra che dai sul mondo,
Oggi è finita la festa durata due giorni, è stato molto bello rivedere il buon vecchio Balin, ma soprattutto rivedere Fili e Kili, sono sempre così adorabili quei due giovani nani.

Girando la pagina si accorse immediatamente che erano trascorsi molti anni dalla precedente.

Cara finestra che dai sul mondo,
Mi scuso per questi anni d’assenza, ma… L’anello ha preso il sopravvento su di me, l’oscurità ha prevalso in me ed io ho fatto una cosa di cui mi pentirò per sempre. Thorin dice che non devo sentirmi in colpa in questo modo, ma io non posso farci nulla… Ho lasciato l’unico anello a Frodo e lui lo sta portando al Monte Fato per distruggerlo. Per fortuna con lui ci sono Sam, Pipino e Merry.
Io mi sento una stupida… All’inizio, durante il viaggio, lo usai per il mio amore Thorin, ma con il tempo lo usavo solo per me, per poter vivere fino all'età di 114 anni.
Oggi non mi sento né felice né tranquilla. Non so cosa Thorin stia pensando di me, spero solo di non perderlo…

Tom rimase un attimo senza parole e si sentiva girare la testa, ma volle continuare a leggere.

Cara finestra che dai sul mondo,
Sam e Frodo e gli altri sono tornati a casa, ora siamo di nuovo una grande famiglia. Purtroppo Frodo ha dato a Thorin una triste notizia: è morto Balin.
Le cose stanno tornando alla normalità, Frodo mi vuole di nuovo bene, Sam si è sposato e Pipino e Merry anche e sono andati a vivere a casa Took.

Cara finestra che dai sul mondo,
È di nuovo primavera, ma io mi sento troppo vecchia per fare delle torte di rosa. Thorin ha quasi trecentoquarantacinque anni, seppur faccia ancora il giovane nano anche lui ha i primi acciacchi di vecchiaia. Frodo si vede che è sofferente, di una sofferenza dell’anima.

Cara finestra che dai sul mondo,
Bilba non può più scrivere, io sono Frodo Baggins.
Alla fine non partirò per i porti grigi, ma non rimarrò nemmeno qui alla contea. Sam si è sposato, non posso più stare al suo fianco, sarei di troppo… Me ne andrò a vivere nella Foresta di Fangorn, in casa di un vecchio amico di Gandalf: Radagast il Bruno.
Pipino e Merry viaggiano sempre, meglio per loro, e Bilba… lei starà per sempre con zio Thorin.

Tom tirò su col naso, poi ad alta voce “Io sono un hobbit adulto e come tale non devo piangere!”, “Cos’hai detto?”, “Oh, Pipino. Nulla di che, io stavo… leggendo un libro triste, ecco tutto”, “Ti consiglio di lasciarlo perdere e di dedicarti a cose più divertenti. Come facevo io con Merry alla tua età!”, “Ti manca qualche volta? E ti mancano Bilba e Thorin? E Frodo?”, “Quante domande ragazzo! Comunque sì. Sai, Bilba era una hobbit forte: lei è partita per prima per un’avventura, poi è tornata da essa con un fidanzato nano! All'inizio la famiglia Took non era per nulla felice, ma poi Thorin si è dimostrato un buon partito. Invece per quanto riguarda Frodo lui sta ancora bene, tuo padre lo sa meglio di me. Merry è solo in un posto migliore e sì, mi manca, ma sono sicuro che presto lo seguirò e saremo di nuovo insieme! Ora su, continua a leggere il tuo libro”.
Tom riprese in mano il libro per poi capire che era già all'ultima pagina.

Cara finestra che dai sul mondo,
Tu finestra che ti sei sempre aperta solo sul mondo di Bilba e di Thorin per raccontarne sia gli eventi felici che quelli tristi. Tu che ti sei aperta sempre: in Primavera, in Estate, in Autunno e anche in Inverno.
Tu che ti sei aperta anche per il matrimonio di Bilba e di Thorin, per l’arrivo di Frodo e per l’amicizia tra me e lui. Per tutti i tipi di amore, anche quello non troppo giusto tra due giovani hobbit. Tu che hai mantenuto un tale segreto su di loro!
Per la partenza nostra partenza e il nostro ritorno. Tu ci sei sempre stata.
E io ti ringrazio, ma ora è arrivato il giorno in cui tu ti chiuda, almeno sulle nostre vite. Bilba è venuta a mancare silenziosamente e Thorin l’ha voluta seguire al più presto. Frodo è andato via ad abitare a Fangorn, per non essere di troppo nel mio amore, Pipino e Merry viaggiano sempre, un altro amore sbagliato, ed io sono rimasto qui con la mia famiglia. Qui, a vegliare su di te.
Cara finestra che dai sul mondo, ti prego, prenditi cura di me e della mia famiglia. Sam Gamgee

Tom deglutì un paio di volte a vuoto. Dentro di lui sapeva che tra gli zii Pipino e Merry c’era del tenero, ma non avrebbe mai immaginato che c’era qualcosa anche tra Frodo e suo padre…
Ma quando chiuse, il libro sulla copertina esterna stava scritto da Bilba

A chiunque leggerà questa raccolta, sappia solo che il mondo oltre la finestra, non è il mondo all'esterno, ma il mondo all’interno di casa Baggins e soprattutto degli hobbit che ci hanno abitato. Quindi tu che leggi, se li giudichi, non hai capito nulla della vita.

Tom prese il libro, salutò lo zio Pipino, e se ne tornò a casa. Appena fu all'interno andò da suo padre “Papà, dobbiamo scrivere una nuova pagina, in fondo non parla del mondo all'esterno della casa, ma degli hobbit che stanno interno di essa!”, “Sì! Cosa vuoi che ci scriviamo?”, “Solo la verità dei nostri veri sentimenti, poi un giorno lo porteremo da Bilba”.

Cara finestra che da sul mondo…

Angolo dell'autrice:

1° questa la dedico a te ThorinOakenshield che sei il mio tesoro! So quanto tu ami questa coppia! Fammi sapere cosa ne pensi! (Devo ammettere che mi sono affezionata anch'io a loro) u.u


2° Ringrazio anche Ghil per il suo aiuto come beta! Grazie mille *^*

3° Per finire ringrazio chi recensisce! Grazie mille per il vostro supporto :*

Alla prossima Fuji.

 

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Capitolo 8
*** Incondizionatamente. ***


Note: mi scuso per il mio ritardo, ma sono stata via in vacanza! \(´∇`)/ 
Genere:Het, con piccoli riferimenti di slash 
Altri generi: Sentimentale / drammatico /fluff  
Coppie: Thorin/Bilba - Kili/Fili - Nuovo personaggio/Bilba 
Avvertenze: Gender bender (Bilba è la versione femminile di Bilbo)- Tematiche delicate (quali razzismo e violenza privata)- OOC - Incest. Ci vediamo giù! u.u



   

Bilba aveva sempre sentito parlare della diversità tra razze.

Anche da sua madre, Belladonna, che le diceva sempre: “Mi raccomando: sposati con un bravo hobbit!”. Bilba a quel tempo era ancora troppo piccola per capire cosa significasse e così finiva sempre col risponderle “E se mi sposassi con un elfo, o magari con un nano? Cosa mi accadrebbe?”.

La madre non era una cattiva hobbit, ma voleva troppo bene alla sua unica figlia e così le rispondeva sempre “Nulla, ma i nani sono abitanti delle montagne e non amano ché l’oro. Invece gli elfi sono creature alte e per questo non fanno per noi. Ecco tutto, cara. E poi io sono tua madre: voglio solo il meglio per la mia piccolina!”

A distanza di cinquantaquattro anni quelle parole parevano così lontane da far parte di un’altra vita perché ora Bilba abitava ad Erebor: un reame imponente fondato dai nani. E ne era la regina.

Era successo che, una volta finita la Battaglia dei Cinque Eserciti, Bilba fosse rimasta al fianco di Thorin e se ne fosse presa cura, anche quando era ferito gravemente e pareva che non ce l’avrebbe fatta. Però dopo alcuni mesi, e grazie all'aiuto degli elfi, Thorin riuscì a riprendersi e fu nuovamente in ottima forma.

Bilba pensava a quel punto di dover tornare alla contea, ma Thorin: “Bilba, dove vai? Mi abbandoni?”, “Oh, ma certo che no. È solo che… so bene che tra di noi non ci potrà mai essere nulla di serio. Io sono un hobbit e tu sei un nano. Le nostre razze sono troppo diverse!”, “Non puoi chiedermi di lasciarti andare. E poi non eri tu a dire che non c’è alcuna differenza se due si amano?”, “Ma allora tu mi… oh Thorin! Anch’io ti amo. È da troppo tempo che te lo volevo dire, ma… scusami”, “E per cosa? Per avermi fatto rinsavire? Non devi scusarti Bilba, sono io a doverlo fare: ti chiedo scusa Bilba. Ora torniamo dentro”, “Sì, torniamo dentro Thorin”.

Alla fine Bilba era rimasta ad Erebor, anche se Gandalf l’aveva messa in guardia “Thorin ti amerà anche, ma ricorda che è pur sempre un nano. Non dimenticartelo Bilba: lui amerà sempre di più l’oro! E poi gli altri della sua razza non ti accetteranno. Ti aspettano tempi duri”, “E io che pensavo che tu, Gandalf, fossi mio amico e invece… come puoi dirmi queste cose?”, “È proprio perchè tengo a te che mi piacerebbe che tu tornassi nella contea con me, mia cara amica Bilba”, “Capisco, ma io lo amo e se dovrò combattere per ottenere la mia personale felicità, allora lo farò! Non mi arrenderò mai. Ora, arrivederci mio caro amico, e a presto” Bilba salutò il vecchio mago che svanì all'orizzonte in pochissimi istanti.

I mesi passarono e quello di Gandalf risuonava ora come una funesta previsione: gli anziani consiglieri, tra cui Balin, non riuscivano a dare il loro benestare alle nozze tra il loro re e Bilba.

Una sera Bilba aveva anche sentito una conversazione tra l’anziano Balin e il suo innamorato “Thorin, tu lo sai che per me sei come un figlio, ma… non posso darti la mia benedizione per queste nozze: è pura pazzia. Bilba è brava, ma lei è un hobbit!”, “Ma ti rendi conto di ciò che stai dicendo? È grazie a lei se avete ancora un re! Non dimenticartelo Balin”, “Non me lo dimentico, è solo che… non si può fare. Le nostre razze sono troppo diverse: loro amano la natura; Bilba ne soffrirà! Lei non può stare lontano dalla sua terra verde, come tu Thorin non puoi allontanarti da qua!”, “C’è una bella differenza, Balin, tra ciò che vuole Bilba e ciò che vorrei io…”, “Cosa vorresti dire, ragazzo?”, “Che io vorrei andare ad abitare nella contea e magari lasciare il trono a Fili. Ecco cosa vorrei. Ma non posso, e sai perchè? Perchè gli anziani me lo impediscono. Dicono che Fili non è degno di tale ruolo”, “Thorin, non vorrai parlare anche di quel vecchio argomento?”, “A Bilba non ho mai detto la vera ragione per cui Fili e Kili furono costretti a lasciare il nostro regno. Ma cosa avrei dovuto dirle? Che io, Thorin, ho lasciato che dei vecchi nani buttassero fuori i miei nipoti, solo perchè si amano? Ti rendi conto di quanto ci sarebbe rimasta male, e di quanto questa cosa faccia soffrire me? Ma è inutile sprecare parole con te Balin, tu sei come tutti loro…” Balin uscì dalla stanza furente e Thorin si coricò sul letto.

Quella notte Bilba preferì dormire in un'altra stanza, così da non correre il rischio di dire qualcosa di sconveniente a Thorin.

Il mattino seguente si alzò presto e andò subito a Dale a parlarne con Bard.

Indossò il suo vestito più comodo e la sua mantella verde. Appena fu fuori dalla montagna fu investita da un’aria fredda, tutto intorno c’erano neve e ghiaccio. Appena scese giù dalla rupe si ritrovò invece in una valle piena d’erba e di fiori. Davanti a lei c’era Dale.

La città era stata ricostruita e ora risplendeva di nuovo, di una bellezza propria, le mura erano bianche e le case tutte in pietra. Moltissimi erano i fiori sulle finestre e sui balconi. E per le strade c’era di nuovo un via vai di gente d'ogni razza e di ogni taglia, c’erano persino degli hobbit.

Ad un tratto Bilba urtò qualcosa o meglio qualcuno e infatti “Ahi! Ma guarda dov- Oh, signorina, lei è la più bella hobbit che io abbia mai conosciuto. Io mi chiamo Reginard Tuc e lei, mia graziosa?”, “Oh, ma allora siamo cugini, io mi chiamo Bilba Baggins, mia madre era Belladonna Tuc!”, “Sì, la conoscevo; e sì, siamo cugini, ma alla lontana. Cosa ci fate così lontano dalla contea?”, “Chiamami Bilba! Io abito ad Erebor…” il giovane hobbit tirò su una bella pipata di fumo e poi “È deciso: non posso lasciarti sola, mia cara Bilba, in un posto di nani. Cosa penserebbero di te gli altri hobbit?”, “Allora grazie! Sì, in effetti, mi farebbe piacere un po’ di compagnia, è da tanto tempo che non parlo con un altro hobbit!”, “Allora è deciso, ci si vede a più tardi”

Bilba non aveva pensato che quella sua azione avrebbe cambiato molte cose ad Erebor, e soprattutto di come si sarebbe potuto sentire Thorin.

Alla fine Bilba non riuscì a parlare con Bard, visto che quest’ultimo era dagli elfi per degli affari urgenti, e tornò ad Erebor accompagnata da Reginard.

Appena arrivarono davanti al grosso portone ad aspettarli c’era Thorin, il quale si era preoccupato parecchio, non avendo trovato da nessuna parte Bilba, “e, detto tra di noi, a lei fece alquanto piacere leggere quella espressione, di preoccupazione, sul viso del suo amato”.

Ma Thorin non la lasciò parlare, infatti il suo guardo cambiò repentinamente appena incrociò quello di un altro hobbit “E lui chi è?”, “Io sono il cugino di Bilba, piacere di conoscerla”, “Allora entrate pure, siete il benvenuto”.

Reginard entrò all’interno della montagna e rimase stupefatto davanti a tanta maestosità, ma rimasero altrettanto senza parole gli altri nani nel vedere un altro hobbit all'interno del loro regno.

Invece Bilba rimase indietro, c’era qualcosa che non riusciva a comprendere. Il suo cuore batteva forte e non era solo per via dell’essere vicina a Thorin, ma anche perché… non voleva nemmeno pensarci.

Alla fine entrò anche lei, la cena fu servita nella grande sala e Reginard non sembrava più così tanto stupefatto, come lo era stato appena entrato.

Ora il suo sguardo era fisso su l'unica cosa di suo interesse in quella stanza, cioè Bilba. Cosa che non sfuggì minimamente a Thorin, infatti appena la cena fu finita “Bilba, mia cara, torna pure nelle tue stanze, io devo parlare un attimo da solo con tuo cugino…”, “Va bene, allora a dopo”.

Appena i due furono soli a parlare per primo fu Reginard “Bilba è una hobbit, non starà mai bene qui, con un nano!”, “Non può saperlo, signore… non sa cosa vuole Bilba, lei non la conosce…”, “Non è vero. Anche se Bilba non mi riconosce, io sono il primo hobbit che lei abbia baciato e un tempo eravamo sempre insieme e ci amavamo!” e tirò su un pipata di fumo per rilassarsi e per poter riflettere prima di parlare.

Thorin era confuso, quindi quello che aveva davanti era il primo fidanzato di Bilba? “E perchè siete q-” ma prima di poter finire la sua domanda fu interrotto Bilba, che si era fermata ad aspettarlo ed aveva involontariamente sentito la conversazione, e ricordandosi chi fosse Tom era intervenuta “Ma certo, tu sei Tom! Non ti avevo riconosciuto, scusami tanto”, “Non devi scusarti, Bilba. Io non ho avuto il coraggio di dirtelo, sai dopo che… meglio lasciar perdere”, “No continua pure, io sono curioso di sapere!”, “Ma Thorin, sono cose private”, “No! Lui deve parlare. È nel mio regno quindi deve rispettarne il re” Bilba ci rimase male e a quel punto il giovane hobbit disse “Non c’è motivo di urlare. Io ho spezzato il cuore a Bilba: ho baciato un’altra hobbit davanti a lei; ma voglio dirti una cosa Bilba io ti amo ancora molto, come a quel tempo. So di non aver alcun diritto su di te, ma ti prego: non sposare un nano; è troppo diverso da noi, non saresti mai felice! Lui abita qui ed è tutto molto maestoso, ma è sotto terra, noi hobbit abbiamo bisogno di sole. Pensi che io non abbia visto quelle desquamazioni sulla tua bellissima pelle? È tempo che mi ritiri nella mia stanza, però permettetemi di dire un’ultima cosa: se tu l’amassi veramente, Thorin, la lasceresti venir via con me” .

Anche il nano e la hobbit tornarono nella loro stanza e lì “Thorin! Cosa stai facendo? Fermo!”, “Bilba, cosa sono queste chiazze sulla tua pelle?”, “Non volevo che tu le vedessi. Ho deciso di mia spontanea volontà di rimanerti accanto perchè ti amo. Sapevo a cosa sarei andata in contro!”, “Spiegati meglio, te ne prego”, “Io so il perchè Fili e Kili sono dovuti tornare alle montagne Azzurre, so del loro amore. Io ho dovuto anche andare incontro a tutte le cattiverie del tuo popolo, a causa della mia razza. Come il venir invitata a prendere il tè con le altre nane e venir allontanata, senza nessuno che mi parlasse o magari che mi chiedesse come stessi, obbligata ad ascoltare senza ribellarmi di come tu saresti stato molto più felice con una di loro… insomma, cose così. E poi, dulcis in fundo, purtroppo la mia pelle ha risentito del fatto di poter attingere alla luce del sole. Piano piano perderò il mio colore naturale, anche i capelli diverranno grigi… ma io, pur sapendo a quante difficoltà, soprattutto di razza, sarei andata incontro, ho deciso di rimanerti accanto perchè ti amo ed è quello che continuerò a fare!”, “Oh, Bilba, io ti amo, ma non voglio saperti soffrire così. Io voglio saperti felice, ma sono contento che non te ne andrai”.

Bilba non partì con Reginard “Tom” Tuc e quest’ultimo, anche se alquanto triste, se ne andò dicendo alla sua amata “Un giorno so che tornerai da me, e sappi che io ti aspetterò! Perché capirai che purtroppo ci sono troppe differenze tra te e Thorin...” Bilba lo salutò e non aggiunse altro.

Passò un anno, Bilba si stava ammalando e i dottori nanici non trovavano una cura adeguata; Thorin era cambiato, o meglio, secondo Bilba, alla fine aveva fatto vedere il suo vero volto.

Non gliene fregava più di Bilba, pensava solo alla sue stupide miniere piene d’oro, non parlava d’altro. Abitare lì non era più un sogno, anzi per la poveretta era divenuta una prigione.

Bilba si sentiva ogni giorno più debole, anche andare a Dale le era diventato impossibile, ma voleva uscire da quelle stanze, da quella montagna maledetta, che le aveva portato via di nuovo il suo amato Thorin.

Di notte sognava di essere alla contea, su di un prato. Ma di giorno si rendeva conto che invece era ancora prigioniera di quella fredda roccia.

Alla fine anche la sua stabilità mentale venne meno. ma in ultimo strascico di normalità riuscì ad inviare una lettera d’aiuto a Gandalf.

“Caro amico mio,

vienimi a prendere, Thorin è impazzito, non mi fa più uscire, dice che io lo tradirei… queste idee gliele hanno messe in testa Balin e altri anziani nani. Devi sapere che l’anno scorso è venuto a farmi visita un mio cugino e da allora Thorin si è comportato in maniera possessiva. Alla fine ci siamo anche sposati, pensare che io non aspettavo altro, ma da una parte il suo popolo mi odia e dall’altro ora anche Thorin stesso mi odia, o forse mi ama in un modo del tutto sbagliato. Ieri gli ho detto che sarei uscita per andare da Bard, ma lui mi si è girato contro e mi ha schiaffeggiata! Ho tanta paura, ti prego vieni a prendermi, voglio tornare a casa mia nella contea. Anche se amerò sempre Thorin…

Bilba.”

Bilba riuscì ad inviare quella lettera, ma dopo svenne. Quando si riprese era nel suo letto, di fianco a lei c’era Thorin “Come ti senti? Te lo avevo detto di non fare alcun tipo di sforzo”, “Thorin ti prego, non urlare…” ma una mano si levò in aria per posarsi delicatamente su di lei “Bilba, non mi abbandonare, ti prego, ho bisogno di te, del tuo amore. Io… non mi guardare così, non lo fare! Hai capito? Non lo fare!” Bilba con un filo di voce “Thorin, i-”, “Non mentirmi, tu volevi andartene con quel… se torna lo uccido! E non tirare in ballo la diversità di razza ti prego, qui non c'entra nulla, hai capito!?” Bilba tentò di spostarsi, ma lo schiaffo le arrivò in pieno volto, seguito poi dal secondo e dal terzo. Alla fine si sentiva stanca e distaccata non voleva pensare che quello che lei amava la stava picchiando, la sua mente viaggiava in un mondo parallelo in cui lei e Thorin erano felici e con loro c’erano Fili e Kili.

Ma nei giorni a seguire, le cose peggiorarono molto, oramai la sua mente troppo debole e fragile non le permetteva più di viaggiare in altri mondi quando Thorin si sfogava su di lei “Tu non capisci, io mi ritrovo a fare il re di un regno che non ho mai voluto! Li senti: mio nonno vuole cose da me che io non posso più dargli, ti prego Bilba falli smettere!” Ma Bilba non gli rispondeva più, era troppo stanca, voleva quasi quasi morire e forse era l’unico modo per andarsene da quel luogo. Inoltre quando non c’era Thorin venivano a farle visita alcune nane che invece di medicarla e starle accanto “Tu non riesci a soddisfarlo, devi fare di più! Lui è un nano e tu una lurida hobbit perchè non muori?” loro non la picchiavano, ma quelle parole la ferivano più di una lama affilata.

Due giorni dopo a far visita a Bilba vennero Fili e Kili i quali, non ricevendo più alcuna lettera dalla loro amica, decisero di andare a vedere come stava.

E anche se Balin cercò di trattenerli loro riuscirono ugualmente ad andare nella stanza di Bilba. Ma ciò che si presentò loro davanti fu orribile: la loro piccola amica denutrita, con vari lidi, lasciata in mezzo alla sporcizia e i suoi occhi spenti. Fili accorse “Bilba! Rispondimi ti prego, chi ti ha fatto questo? Dov’è Thorin?”, “Ti prego, non arrabbiarti con lui, sii adulto e responsabile, lui è troppo indaffarato e io sono troppo…”, “No! Non è colpa tua, è colpa nostra, ti abbiamo lasciato qui con lui, in questo luogo di pazzia, non dovevamo. Su forza, ora verrai con noi!”, “Non posso, devo rimanergli accanto. Lui è solo…” a quel punto a parlare fu Kili “Bilba, cosa stai dicendo, non puoi difenderlo così, alla fine devi ammettere che la differenza di razza tra te e lo zio è troppa. E lui dovrebbe ammettere a se stesso, che deve abbandonare questo luogo, è il solo modo che ha per curarsi dalla malattia del drago” Bilba voleva controbattere ma in quel momento le vennero in mente le parole che sua madre le diceva da piccola e fu come se un incantesimo si fosse rotto “Voglio tornare a casa mia. Vi prego, aiutatemi a tornare a casa!” quel luogo per lei non era più la sua casa, ma un posto orribile, da dimenticare.

Nessun nano o nana tentò di fermarli, Fili e Kili rimasero schifati da un tale comportamento tanto che prima di andarsene Fili disse rivolto al suo popolo “Con tutto ciò che Bilba ha fatto per voi! Voi le avete voltato in questo modo spregevole le spalle? Vergognatevi, voi non siete nani degni della Terra di Mezzo!”

Il viaggio di ritorno a Bilba sembrò infinito, nella sua mente sorgevano solo due domande “Chissà se Tom mi sta ancora aspettando? E chissà perchè Gandalf non è venuto da me?” dopo altre due settimane di viaggio, il gruppo arrivò finalmente nella contea.

La contea non era minimamente cambiata, era sempre verde e piena fiori, verdure e animali da giardino. Appena Bilba fu lasciata a terra, un gruppo di hobbit si avvicinarono e lei per paura chinò il capo, anche se più che paura oramai era un riflesso. Ma una hobbit più anziana “Bilba! Pensavamo che tu fossi morta, ma cosa ti hanno fatto quei barbari di nani? Vieni con me” Bilba non la riconobbe, ma era la madre di Tom.

Venne portata a casa Tuc con un carretto, Kili e Fili la salutarono e tornarono a casa loro con la promessa che sarebbero tornati presto a farle visita. Appena arrivarono a casa Tuc “Bilba, oh mia cara, cosa ti ha fatto? È stato quel Thorin non è vero? Io quello lì, lo ammazzo! Parola di Tuc!”, “No Tom, non farlo. Per me lui è morto, non voglio più saperne nulla” Bilba venne fatta coricare su uno dei letti.

I mesi passarono e alla fine trascorsero sei anni da quando Bilba era tornata a vivere nella contea. Ora abitava di nuovo a casa Baggins, le ferite erano guarite,  quelle del cuore come quelle dell’anima. Al suo fianco c’erano due hobbit: uno era Tom e l’altro era il suo giovane nipote Frodo, il quale aveva perso i suoi genitori. Anche se Tom e Bilba abitavano insieme, Bilba era stata chiara: per lei c’era ancora spazio solo per Thorin.

Del nano non si sapeva nulla, fino alla visita di Gandalf.

“Oh! Sei tu…”, “La tua lettera non è mai arrivata, forse Thorin l’aveva presa. Non so se Fili e Kili te l’hanno detto, ma Thorin ora abita da loro, sulle Montagne Azzurre. Sai, ora sta meglio…”, “Perchè non viene lui a parlarmi? Io voglio vedere Thorin!”

Gandalf avvertì la rabbia di Bilba, la lesse nel suo sguardo e la sentì nelle sue parole, così non aggiunse altro.

Il giorno dopo gli hobbit della contea si svegliarono con un brutta sorpresa, a detta di tutti, cioè vedere aggirarsi per il villaggio un nano. O meglio Thorin. Uno hobbit gli si avvicinò “Cos’è che vuole un nano da queste parti?”, “Io cerco la signorina Bilba Baggins, la conosce?”, “Se già noi non siamo felici di averla qui, figuriamoci lei di vedere il nano che le ha rovinato la vita! È meglio che se ne vada, altrimenti…”, “Altrimenti cosa?”, “Altrimenti vedrai cosa ti farò, Thorin, re dei miei stivali”. Tom sopraggiunse e per nulla intimorito lo prese per il mantello “Quando è tornata a casa non sembrava più lei e ora che sta meglio, tu torni di nuovo. Cosa vuoi da lei? Tu e la tua gente non vi siete già presi abbastanza da Bilba?”, “Io so di aver sbagliato ma i-” non fece in tempo a finire la frase che un pugno lo fece andare al tappeto. Venne poi legato ad un cavallo da una folla di hobbit che lo trascinarono per la contea.

Nel frattempo, Bilba se ne stava in casa, ma attirata dalla confusione inusuale “Frodo, cosa succede là fuori?”, “Hanno legato un nano ad un cavallo e lo stanno trascinando, per le strade. Hanno detto che è il nano che ti ha fatto del male, zia” a Bilba venne un colpo. Certo, anche lei odiava Thorin, e alcune volte voleva la sua morte, ma in altre avrebbe solo desiderato sapere perché le avesse fatto patire tutto quello che le era successo.

E ora si trovava a doverlo salvare da una folla di hobbit arrabbiati. Era il colmo!

Ma alla fine lo fece “Bilba, io…” e uno schiaffo lo colpì “Non dire nulla Thorin! Slegatelo, gli devo parlare, poi potrete fargli ciò che volete”.

Thorin venne slegato e Tom lo guardò dritto negli occhi, solo per capire che erano diversi… anche Bilba li guardò e ne rimase felice, perchè erano di nuovo gli occhi del nano che anni addietro aveva suonato alla porta di casa Baggins.

Quando furono abbastanza lontani da non essere ascoltati “Bilba, io… non ho scuse per ciò che ti ho fatto. Io…”, “Non parlare Thorin, taci un po’. Sai, questa lontananza da te mi ha fatto capire molte cose: primo, io voglio abitare qui e voglio che tu venga a stare con me; secondo, voglio che abdichi lasci quel regno della malora, al suo triste destino; e, terzo, voglio che tu ti prenda le tue responsabilità. Oh, a proposito, voglio anche che quelle befane di nane la paghino, hai capito?” a Thorin scappò un mezzo sorriso, ma si trattenne“ Sì, però…”, “Però cosa?”, “Non mi capacito che tu mi perdoni così, io ti ho fatto soffrire troppo. Tu non mi odi?”, “Certo che ti odio, infatti dovrai riconquistarmi, e avrai anche una bella concorrenza da parte di Tom!”, “Ma questo non mi fermerà di certo, e tu lo sai bene, Bilba”, “E poi sei già in vantaggio Thorin”, “E come?”, “I tuoi occhi sono di nuovo blu come quella sera a casa Baggins!”, “Bilba, c’è un’altra cosa che volevo dirti, ho già lasciato il mio regno a Fili, e al suo compagno Kili. Loro due penseranno al resto!”

Ovviamente non passò neppure un anno che Thorin e Bilba si sposarono nuovamente, ma questa volta con amore e rispetto. Thorin non si perdonò mai per ciò che aveva fatto alla sua amata, ma pian pianino sia lui che Bilba ce la fecero.

Soprattutto da oggi in avanti…

C'è molto via vai a casa di Bilba e Thorin. Il nano è seduto sulla panchina sotto la quercia in uno stato di apprensione “Stai tranquillo Thorin, il bambino sarà sano!”, “E tu come fai a dirlo, Gandalf? Non si è mai visto il figlio di due razze così diverse come un nano con una hobbit…”, “Sì è vero, ma Bilba sta bene quindi il bimbo è sano…”, “Mah, speriamo bene”, “E speriamo altrettanto bene che non abbia preso nulla dal padre, ma tutto dalla madre!”, “Gandalf, non hai qualcosa di urgente da fare?”, “Oh, ora che ci penso devo proprio andare… a dopo” ma anche se il mago ha usato delle giustificazioni più che ragionevoli, Thorin non si sentiva tranquillo, non fino a quando non avrebbe visto con i propri occhi che Bilba e il nuovo nato stessero bene.

Alla fine nacque una bellissima e sanissima bambina, con la bellezza di una hobbit e le fattezze di una nana, l’unica cosa che riuscì a dire Bilba fu “Per fortuna non ha la barba!”, “Già!” Thorin e Bilba scoppiarono in una bellissima  risata.

Era una famiglia piena d’amore. A ogni compleanno la piccola Eruannie, che significa dono di dio, perché per Bilba e Thorin era proprio così: era un dono venuto da Mahal, come diceva Thorin; partecipavano tutti gli hobbit, come Frodo, Merry, Pipino, Sam e moltissimi altri. Ma come nani c’erano solo Thorin, Kili e Fili e Dis. Gli altri nani si ostinavano a proteggere la razza nanica e le vecchie leggi, le ultime che oramai non esistevano nemmeno più.

Nonostante le cose stessero così, Eruannie crebbe bene. Una ragazza sveglia che superò bene anche la guerra dell’anello. Ormai era una signorina e si sentiva forte, “Madre, ma te e papà siete di due razze diverse, giusto?”, “Sì, perché me lo chiedi?”, “Perchè io mi sono innamorata! Ma non penso che a papà piacerà…”, “Tu fallo venire a cena, magari questa sera che ci sono anche Frodo e gli altri, così almeno Thorin non si arrabbia!”, “Posso?”, “Ma certo che puoi”, “Grazie madre!”

Thorin aveva sentito tutto, da dietro alla porta accostata “Bilba! Nostra figlia porterà un amico, questa sera a cena?”, “Non puoi essere così ingenuo Thorin! Non è un suo amico è il suo fidanzato…”, “Cosa? Ma è solo una bambina…”, “No, è una signorina e sarà meglio che tu te ne ricordi, mio caro”, “Già, ma per me sarà sempre la mia bimba…”

La sera arrivò presto, troppo presto per i gusti di Thorin, e quando vide la figlia “Allora, dov’è il tuo lui? Spero che sia un nano o un hobbit come si deve!”, “No padre, non è un nano e nemmeno uno hobbit, lui è… ecco… lo vedrai, no?”, “Bilbaaaa!”, “Che c’è? Oh!” Sulla porta c’era un giovane Elfo con i capelli biondi e dietro di lui c’era Thranduil “Che ci fai qui?”, “Padre, lui è il mio fidanzato!”, “Cosa? Thranduil…”, “Ma cosa dici, no! Lui è vecchio quanto te papà. No, il mio ragazzo è suo nipote: Amdir!”, “Allora lui è...? No, Bilba devo sedermi, ma ti rendi conto: nostra figlia sta con il figlio di Legolas e Tauriel… ma quant’è piccola la terra di mezzo?”, “Thorin, alzati immediatamente e chiedi scusa! Perdonate Thorin, è che con l’età è diventato… come posso dire?”, “Scorbutico!”, “Si ecco e bravo il nostro Amdir, come hai fatto a capirlo?”, “Perchè dicono la stessa cosa di mio nonno!” tutti tranne Thorin e Thranduil risero.

Più tardi, tutti andarono a casa loro e in giardino seduti sotto la grande quercia “Thorin, sai vero che ti amo?”, “Sì, lo so. E so anche che lo fai incondizionatamente!”, “Sì, e sai un’altra cosa? Alla fine, in qualche modo, ce l’abbiamo fatta: abbiamo sconfitto la differenza tra razze. Almeno, in questa famiglia non esiste, io sto con te, che sei il mio nano, e nostra figlia con Amdir, che è il suo elfo per sempre”, “Non è ancora detto che sarà per sempre tra la mia piccola e quel elfo!”, “Thorin, ti prego, datti una regolata o vuoi uno schiaffo?”, “Lo sai, mia cara, che sei molto violenta? O magari mi ridai quello che mi merito…”, “Thorin quello è solo il passato, ora c’è il futuro e ci sono nostra figlia, un elfo, due fratelli nani innamorati, Frodo e noi”, “Sì, verissimo. La parte che amo di più è il ‘noi’, e so cosa fare…”, “Thorin… Oh!”

Finalmente la famiglia di Thorin e Bilba dopo tante peripezie potè vivere per sempre in armonia. Un’armonia costruita con difficoltà da Bilba e dallo stesso Thorin. Una Hobbit e un nano andati contro ogni legge grazie al coraggio di una hobbit forte, che credeva nelle sue idee e non si è mai arresa fino alla fine.

Tom Tuc, invece, si sposò con una graziosa hobbit, ed è ancora tutt’oggi amico con sua cugina Bilba.

Angolo dell'autrice:

1° in questa One Shot ho inserito, parecchie cose come il razzismo e la violenza privata, mi sono sembrati due argomenti da dover trattare, con la giusta serietà spero di esserci riuscita fatemi sapere grazie ù.ù

2° Thorin come lo si può capire all'inizio della storia, non è ancora del tutto guarito dalla malattia del drago e di certo le varie pressioni da parte del suo popolo non aiutano... con questo però non voglio giustificare in alcun modo il suo comportamento u.u Comunque nella seconda parte Bilba lo perdona anche se lui non si perdona del tutto! E poi c'è presente la differenza di razza, che purtroppo colpisce anche la Terra di mezzo una cosa che la si vede a par mio presente sia nei film che nei libri di Tolkien ç.ç

3° Come sempre ringrazio, la mia beta Ghil per il suo aiuto, nella correzione del testo e voi che recensirete grazie! :*

Alla prossima Fuji.

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Capitolo 9
*** La parola chiave è: amore! ***


Note: Ho appena visto la bella e la bestia e lì l'attore di Bard è Gaston quindi mi è venuta l'idea di rendere Bard cattivo insomma diverso dall'arciere a cui siamo abituati nello Hobbit! ù.ù 
Tipo di coppia:Slash 
Coppie presenti:
Thorin/Bilbo - Bard/Bilbo - Fili/Kili (brevi accenni a Frodo/Sam e a Merry/Pipino)
Genere: Sentimentale - Drammatico
Avvertenze: Tematiche delicate (quali razzismo e violenza fisica), Incest e alcuni personaggi possono risultare OOC.
Beta: La storia è stata betata da Ghil, grazie! *^*


 

Infondo cos’è l’amore, può sembrare una semplice parola ma con esso, si possono fare molte cose e si possono aprire molte porte. L’amore è tutto ciò che rende migliore una qualsiasi persona, basta solo saperlo donare nel modo e alla persona giusti….


L’autunno era alle porte, la contea era avvolta da mille foglie di vari colori, dall’arancione al marrone chiaro…

L’aria era divenuta più frizzantina e tutti i camini delle minuscole case degli hobbit fumavano. Agli hobbit piaceva l’autunno, non solo perché c’era la festa di Halloween che prevedeva la raccolta e poi la gara alla più grande zucca! Ma anche per il fatto che dopo la gara ci sarebbe stata la festa delle zucche, e perciò cibo.

Le hobbit femmine cucinavano: torte, soufflé, muffin, zuppe e tantissime altre prelibatezze con la zucca vincitrice.

L’unico hobbit che si stava annoiando era Bilbo. A lui non piacevano le feste, neppure ora che con lui viveva Thorin.

Quest’ultimo dopo la battaglia dei cinque eserciti e dopo aver sistemato il regno nelle mani di suo nipote Fili aveva deciso di andare a vivere con Bilbo nella contea e di ritirarsi a vita privata in quel luogo di pace.

L’unica cosa che a Bilbo non tornava affatto era il motivo di una tale decisione, troppo frettolosa da parte del nano. Sapeva fin troppo bene che non poteva essere solo perché Thorin lo amava, era sicuro al cento per cento che dietro ad essa ci fosse qualcos’altro che il nano gli stava tenendo nascosto.

Thorin era molto bravo a deviare la conversazione, infatti appena Bilbo gli diceva qualcosa del tipo “Thorin, che ne dici se un giorno di questi partiamo e andiamo ad Erebor a trovare Fili e Kili?”, “Non se ne, parla nemmeno! Fili è un nano adulto, non ha più bisogno di nessun mio consiglio. E ora, se permetti, devo uscire” e sbatteva la porta e andava in giardino, lasciando Bilbo senza parole.

Il giorno prima della festa, Thorin se ne stava comodamente seduto sulla panchina fuori ad intagliare un bel pezzo di legno. Ci avrebbe ricavato una graziosa ascia per il suo piccolo, hobbit adottato.

Sì, perché appena un anno dopo il trasferimento, a Bilbo erano morti dei cugini e alla fine, dopo alcune piccole liti, Thorin aveva accettato di prendere in casa il piccolo Frodo, ma solo a patto che sarebbe rimasto solo fino a quando i cugini Tuc non l’avrebbero preso in casa loro.

Ma così alla fine non fu perché il nano se ne era affezionato, e con gran sorpresa di Bilbo, una notte lo beccò a dirgli “Un giorno, magari, prenderai il posto di Fili, sul trono. Sarebbe troppo bello!” Bilbo se ne preoccupò non poco, ma non ne parlò mai con Thorin, anche perché non sapeva proprio da dove iniziare la conversazione.

Comunque, quel giorno, Thorin era in giardino, quando ad un certo punto “Thorin! Leggi qui!”, “Cos’è successo?”, “È arrivata questa, è una lettera di tua sorella Dis. Dice che ci verrà a far visita!”, “Cosa? Non voglio, dirgli che non ci siamo, non fare domande non ora Bilbo”, “Come vuoi Thorin, ma dovremo parlarne prima o poi. Questo tuo comportamento non ci rende una vera coppia. Tu non ti confidi con me!”

Passarono solo due giorni, che già Bilbo non riusciva più a tenersi tutto dentro, così decise di andarne a parlare con l’unico che l’avrebbe ascoltato, anche se non sperava in un aiuto vero da parte di Gandalf.

Così prese il suo bastone da passeggio. Dopo circa un'ora era già fuori dalla contea. Gli hobbit hanno il passo molto veloce e molto silenzioso se vogliono. E in quel momento Bilbo, voleva essere il più silenzioso e il più veloce possibile.

Silenzioso perché non voleva attirare troppo l'attenzione su di sé e veloce per arrivare prima di sera da Gandalf e far ritorno a casa da Thorin in modo che non si preoccupasse per lui.

Appena fu alle porte di Brea ne fu molto felice, perché non era ancora pomeriggio. Brea non era di certo un posto accogliente, anzi era un piccolo villaggio di umani sporco e pieno di ubriaconi. Ma lì, a detta di tutti gli hobbit che conosceva, si facevano ottimi affari. Ma a Bilbo non importava, così andò a passo più svelto alla locanda del “Puledro impennato”, un luogo non troppo sporco, anzi più accogliente del previsto. Il proprietario, un tipo tozzo, non troppo alto e con un paio di baffoni fu felice di vedere che fosse uno hobbit.

“Se sta cercando Gandalf, lo dovrà aspettare ancora per un paio di minuti, nel frattempo là c’è un’altro suo amico piccolo signore” Bilbo ringraziò, anche se nella sua voce c’era un velo di preoccupazione “chissà chi sarà mai l'altro uomo?” Appena Bilbo si avvicinò al tavolo, si accorse subito che l'altro non era altro che Bard, non lo vedeva da tanto tempo.

Non sapeva bene cosa volesse, ma appena gli si avvicinò “Bilbo, mi fa veramente molto piacere rivederti! Sai, le cose a Erebor non vanno molto bene…”, “Cosa vuoi dire? Fili non è un buon re?”, “No, anzi, lui è molto bravo, ma purtroppo il vero problema è Thorin, lui non ha ancora accettato il fatto che Fili sta con suo fratello Kili. Sai, quei due si amano… Io non so come reagirei se i miei figli mi dicessero che si amano. Cioè, sai com’è, no… ma io sono io. Speravo che magari per Thorin fosse diverso visto che, lo sai, no?”, “Visto che sta con me? Sai, ora si capiscono parecchie cose, comunque penso proprio che gli dirò quattro cosette, non mi aveva detto nulla. Ma questa non gliela faccio passare gli…”, “Non farai nulla mio caro amico Bilbo! Thorin non deve sapere di questa conversazione, o perderà anche la piccola fiducia che ha ancora in te. Lui, mio caro Bilbo, è annebbiato. Sai, c’è un’altra cosa che tu non sai. Thorin ha di nuovo con se l’arkengemma. Come ne è venuto in possesso, non è risaputo, ma è scomparsa dal suo nascondiglio, proprio quando voi siete ripartiti per la contea!”, “Cosa? Ma non può essere, io pensavo che quella pietra maledetta, fosse andata distrutta! E invece… ma poi me lo dite così? Tutto in una volta sola? Con che faccia, tornerò a casa da lui?”, “Con la tua solita faccia Bilbo! E non farai nulla fino a quando io e Gandalf non sapremo la verità, va bene?”, “Sì, va bene, ma voglio che lo facciate in fretta, io so di cos’è capace quella pietra!” Bilbo bevve molto volentieri la pinta di birra che Gandalf gli offrì, poi si rimise il mantello e decise che era giunta l’ora di tornare alla Contea e salutò i suoi vecchi amici.

Appena lo hobbit, se ne fu andato via, Bard si alzò per rivestirsi e andarsene ma venne fermato da una frase che il mago, con estremo garbo, gli disse “Bilbo è innamorato di Thorin, anche se quel nano distruggesse la terra di mezzo lui lo amerebbe comunque. Ricordatene!”, “Non è detto che lo amerà per sempre…”, “Quello che volevo dire è che”, “Lo so, che devo tenere i miei sentimenti per me. Ma un giorno Bilbo conoscerà il vero volto di Thorin, è un Durin non dimenticartelo. Lui farà qualcosa e quel qualcosa gli costerà la perdita di Bilbo, e io sarò lì per proteggerlo. Non me lo puoi impedire Gandalf!”

Gandalf lo lasciò andar via, ma nella sua mente, soffiò la frase “Io no ma temo che Thorin non ti lascerà portare via il pezzo, più prezioso, del suo tesoro. E io conosco bene i Durin e le loro pazzie…”

In quel momento un’hobbit spensierato, o almeno cercava di esserlo, tornava a casa sua. Ignaro dell’altra conversazione e ignaro del fatto che Bard provasse qualcosa per lui.

Bilbo non era uno stupido, infatti aveva pensato un tempo che forse quel arciere provasse qualcosa per lui. Ma alla fine, aveva preferito pensare, semplicemente, che tutto fosse solo una semplice ammirazione. Sarebbe stato meglio per entrambi, che l’infatuazione trovasse la sua fine immediatamente, per il bene di Thorin.

Alla fine prese il coraggio ed entrò in casa, ad attenderlo c’era Frodo, il quale gli saltò subito in braccio “Dove sei stato?”, “Sono stato a trovare i tuoi cugini, e tu?”, “Io sono stato qui in casa, con lo zio” Thorin se ne stava seduto, sulla poltrona a fumare una pipa nanica.

In quel momento Bilbo capì che non poteva mentirgli, e se le cose fossero andate male avrebbe indossato di nuovo l’anello.

Ma prima di iniziare, mandò a letto il piccolo Frodo, e poi tornò da Thorin.

Poi “Thorin ti devo dire, che ho parlato, con Gandalf e mi ha detto della scomparsa dell’arkengemma! Ti prego, non dirmi che…”, “Come puoi anche solo pensare che io abbia preso quella pietra, o peggio che io l’abbia portata qui, a casa tua. O peggio ancora qui dove c’è Frodo!”, “Non trattarmi da stupido, te ne prego, se non l’hai presa tu chi dovrebbe essere stato?”, “Non lo so! Ma lo scoprirò! E appena avrò trovato il colpevole, gliela farò pagare per avermi usato”, “ In che senso?”, “Nel senso, che sono sicuro che lui non te l'abbia detto, Gandalf in fondo sarà sempre uno stregone e come tale lavora per Saruman il bianco. Sai, ci sono delle cose che non ti ho detto Bilbo…”, “Dimmele! Ora!”, “E va bene, tutto è successo un mese prima di andarcene via… Tu ti stavi ambientando e io avevo preso la decisione di venire ad abitare qui. L’avevo detto a Balin il quale, sì, forse non ne fu molto felice, ma poi gli andò bene, in fondo a prendere il mio posto sarebbe stato Fili; ero andato a dirlo al diretto interessato e io… non so come dirlo… io me li trovai a letto insieme! Per me fu come perdere la fiducia nella vita e in tutto ciò che credevo. Tutti mi dissero, che come non potevo accettarli, visto che io volevo stare con te? Era la stessa domanda che mi ponevo io, ma poi capii: loro sono fratelli, io per Frerin provavo ammirazione, ma non avrei mai provato ciò che provo ora per te, Bilbo. Così alla fine, decisi di andarmene prima. Ma successe quella cosa…”, “Quale cosa? Thorin”, “L’archengemma sparì, e tutti pensarono che fossi stato io, era come se qualcuno, non volesse che io e te partissimo. Io avevo persino pensato a Fili e Kili ti rendi conto? Io forse ho sbagliato molte cose nella mia vita, ma non avrei mai rifatto lo stesso errore che mi sarebbe costato il tuo amore, Bilbo, mi devi credere ti prego” Bilbo non sapeva cosa rispondere, e non solo perché quel ti prego risuonava nella sua testa come una cosa che non aveva mai sentito dire o peggio implorare da Thorin. Perché ora Thorin, lo stava proprio implorando, voleva il suo aiuto e lui non poteva dirgli di no, anche se la sua parte Tuc gli stava urlando di stare attento.

Così dopo essersi seduto sull’altra poltrona “ Io ti aiuterò però, vorrei sapere, una cosa. Se tu non sai chi è stato, a rubarla, dalle mani si Saruman il bianco, allora come fai a sapere che voleva che noi non partissimo?”, “Perché… non lo so, avevo pensato che poteva essere stato Fili, perché io gli ho imposto di sposarsi con una nana… non dirmi nulla, te ne prego, perché non ho nessuna voglia di pensare anche a quello! Ma poi c’era anche un’altra cosa a cui avevo pensato… tipo che c’era un'altra persona che voleva che rimanessimo lì”, “E chi era?”, “Era Bard. Sai, lui ti ama, o comunque prova qualcosa per te, ed è uno umano! La loro razza non accetta un rifiuto, lui ci avrebbe riprovato con te e così io l’ho dovuto fermare , usufruendo di una nostra vecchia conoscenza…”, “Di chi?”, “Di Thranduil! Lo so, non dovevo, ma l’ho fatto per te, Tu alcune volte sei troppo ingenuo, pensavi veramente che Bard non ti volesse più di ogni altra cosa al mondo? Comunque, io ho bloccato ogni suo agguato alla tua persona e non me ne pento!”, “Perché lui ora dovrebbe voler vendetta contro di te? Usando me?”, “Perché io gli ho… minacciato la famiglia! Senti Bilbo, io avevo paura di perderti e che tu mi avresti odiato già per la storia di Fili e Kili, poi si aggiunge lui e a quel punto io, ho fatto una cosa tremenda. Gandalf ti direbbe solo un te l'avevo detto: è un Durin, ma lui non capisce. Io l’ho fatto per noi!”, “Cos’è che hai fatto Thorin, perché Bard ce l’ha con te?”, “Perché io, gli ho mosso contro l’esercito del re! Ma solo per farlo smettere, lui diceva in giro che tu… cose non vere, ma troppo pericolose se fossero arrivate ad orecchie sbagliate…”, “Thorin stai girando intorno, perché ce ne siamo andati via da Erebor, perché dopo tanta fatica nella riconquista, tu l’hai abbandonata così in fretta? Perché? Dimmelo! Se mi ami, devi dirmelo!”, “Io ho indossato la mia armatura per un'ultima volta e sono andato a vendicare il tuo onore, ma qualcuno aveva parlato, perché ad attendermi c’erano le sue guardie… ed io sono stato costretto a difendermi e durante la lotta ne ucciso uno…”, “Non capisco dove stia il problema, tu ti sei solo difeso!”, “Il problema sta nel fatto che io ho rotto il patto di pace che c’è tra i nostri popoli, il problema sta anche nel fatto che ho ucciso un uomo, e che ne soffro. Perché tu, Bilbo, mi hai donato una cosa che io prima non possedevo, e questo qualcosa è un cuore! Ed io mi sento morire dentro quando penso alla famiglia di quel soldato, o penso a come si deve sentire Fili, dopo che io, suo zio, gli ha detto di vergognarsi… ti rendi conto? Io, che nella mia giovinezza, prima della caduta di Erebor, sono stato a letto con un elfo… io che dopo la caduta del regno, pur di salvare la mia gente, mi sono anche venduto a degli umani pur di salvarli tutti e dargli una vita migliore… io che-” prima che Thorin potesse infliggersi altra sofferenza Bilbo gli saltò al collo e lo baciò, per poi dirgli “Mi avevi già detto tutto ciò. Ti prego, non fartene una colpa. Ora noi due risolveremo ogni cosa e tutto tornerà a posto. Fidati di me, va bene?”, “Sì, va bene. Se tu non ci fossi stato, a quest’ora io sarei ancora in uno di quei luoghi abbandonati da Mahal”, “Ma ora ci sono!”

Bilbo e Thorin andarono in camera loro. Ma qualcun altro aveva sentito le colpe di Thorin e quel qualcuno non si sarebbe mai lasciato scappare un'occasione simile. Pur di avere Bilbo tutto per se.

Bard sapeva benissimo da chi andare e così, dopo aver preso il cavallo bianco che gli aveva dato Gandalf, l’arciere partì alla volta delle Montagne Azzurre per andare a parlare con il cugino di Thorin, sapendo che, dopo quello che aveva fatto, Dain non si fidava più di lui. Pensava che fosse di nuovo preda della malattia del drago, e non era l’unico a pensarla così, infatti anche il popolo nanico non amava più Thorin come un tempo. E non solo perché pensava che il loro re fosse impazzito, ma anche perché si sentiva tradito dal fatto che Thorin avesse abbandonato tutto per andare a vivere con un misero hobbit.

Bard non sopportava molto Dain e le sue idee su Bilbo, ma non avrebbe mai e poi mai lasciato andare un’occasione più rara che unica, come quella, di vendicarsi di Thorin umiliandolo davanti al suo stesso popolo.

Dopo quindici giorni di cavalcata, continuata se non per brevi soste per far riposare e bere il cavallo, alla fine giunse alle porte del regno di Dain Piediferro, un regno non molto grande come quello di Erebor, ma altrettanto maestoso e pieno d’oro. Appena le guardie lo videro “Cosa l’ha portata alle Montagne Azzurre, Re Bard?” Sì, perché, Bard, dopo la morte dell’altro Re e come figlio del vecchio, e vero, Re di Dale, ora aveva preso il suo legittimo posto a capo della città ed era riconosciuto come tale dalla maggior parte delle razze della Terra di Mezzo, anche se lui amava essere chiamato Bard l’arciere, dagli amici.

“Io desidero parlare con il vostro Re. Vi prego di aprirmi, è urgente!” Le guardie, lo fecero entrare. All’interno il regno di Dain era ancora più bello e pieno di vita. Certo, Erebor era come se fosse stato un nuovo regno appena nato, ma in fondo andava ricostruito dalle fondamenta, invece le Montagne Azzurre prosperavano da secoli. Ad un certo punto venne accompagnato dalle guardie al cospetto di Dain II “Bard! Se non ti vedessi con i miei occhi, non ci crederei mai. Cos’è che ti porta da queste parti, così lontano da Dale?”, “Io sono venuto qui perché tuo cugino Thorin sta creando grandi guai… non solo alla mia gente, ma anche alla vostra. Cosa penseranno dei nani le altre razze se tu, grande Dain II, non intervieni a fermare la pazzia di tuo cugino?” Dain lo guardò con un punto interrogativo, ma poi, prontamente, cambiò un attimo il discorso “Approposito, se Erebor dovesse cadere… non che io voglia una cosa simile, sia chiaro, ma se dovesse capitare, tu e quel orecchie-a-punta farete affari con noi nani di Nogrod, grande città nanica degli Ered Luin, non è vero?”, “Sì! Anche perché non ci sarebbero altri modi, per fare affari con la vostra razza, grande Dain II!” Bard sapeva di aver colpito il punto giusto e che a breve avrebbe ottenuto la sua vendetta per la morte del soldato, e in più, non meno importante, avrebbe ottenuto Bilbo. Non dovette rincalare neppure la dose, perché Dain II “Va bene, Re degli uomini, tu puoi contare su di noi. Inviterò qui al mio cospetto Thorin e poi lo farò, rinchiudere nelle prigioni del mio sotterraneo o del tuo, mio buon amico!” L’unica cosa che pensava Bard mentre se ne andava via era “infondo i nani sono una razza che solo all’apparenza sembra forte, ma che in realtà è malvagia, e stupida. Quindi, facilmente manovrabile”.

E questo gli andava benissimo, perché li avrebbe usati per ottenere la sua vendetta.

Intanto, Thorin e Bilbo se ne stavano comodamente seduti nel salotto di casa Baggins. Bilbo preparava la torta a base di zucca per la festa e Thorin “Sai, mio amato, sono felice che almeno tu mi creda… perché tu mi credi, vero?”, “Certo che tu sei proprio uno stupido! È ovvio che ti creda, con gli occhi che hai. Sai, sono di nuovo vivi come la prima volta, ergo tu sei di nuovo il mio Thorin e non hai l’Arkengemma con te. Anche perché non passeresti il tuo tempo che con lei, e non con Frodo!”, “Da una parte sono felice che tu mi creda, ma dall’altra capisco che quando ero sotto l’influsso di quella pietra ero divenuto proprio ceco. Ora pensiamo solo alla festa, anche se sono seriamente preoccupato per tutto il resto…”, “Oh! La torta sta bruciando! Appena in tempo, comunque non ti devi preoccupare troppo: alla festa ci sarà anche Gandalf, ne parlerai con lui e tutto si sistemerà!” Anche se Thorin annuì non ne era molto convinto che ogni cosa sarebbe tornata veramente al suo posto, e il fatto che Bilbo non capisse che Bard era veramente determinato ad averlo ad ogni costo lo preoccupava non poco, lui comunque lo avrebbe protetto anche a costo della sua vita.

Quella sera il nano e lo hobbit andarono alla grande festa d’autunno, gli hobbit avevano cucinato davvero di tutto. Prima ci fu la premiazione della zucca più bella e grossa. Poi vennero tirati fuori i grandi tavoli e tutti, si sedettero e mangiarono tra canti, grandi bevute e chiacchiere varie. Ma tra quelle chiacchiere ce ne fu una che attirò l’attenzione di Gandalf. Uno hobbit che faceva il mercante diceva che a Nogrod, la città nanica, c’era un gran via vai di soldati, non solo nani, ma anche umani e giurava di averci visto tra di loro il Re di Dale. A Gandalf andò di traverso la pinta di birra, tossì e si tirò in piedi “COSA? Tu dici il vero, mastro Hobbit?” Lo hobbit interpellato si alzò anche lui “Certo che dico il vero, mastro stregone, uno hobbit non mente mai! Però è strano che gli umani di Dale, siano sugli Ered Luin… nessun umano si è mai, spinto così all’interno del regno di Dain II. Te lo dice uno che fa il mercante e ci va da anni, e di umani non ne ha mai visti lì!”, “Non so cosa pensare… se questo è vero, e non lo metto in dubbio, allora è grave…” Thorin e Bilbo avevano sentito solo un paio di parole, perché erano dall'altra parte, ma quando videro Gandalf allontanarsi dalla festa lo seguirono.

Gandalf era andato appunto a casa di Bilbo, perché non l’aveva visto alla festa, comunque appena fu al cancelletto “Gandalf! Perché te ne sei andato dalla festa, è successo qualcosa?”, “Bilbo, Thorin, è meglio andare dentro, dobbiamo fare in fretta e in silenzio, questo luogo non è più sicuro per voi… su forza, dentro!” Certe volte Gandalf poteva sembrare un vecchio mago pazzo, ma in quel momento era serissimo e faceva paura e Thorin, che si fidava cecamente di lui, eseguì il suo ordine, seguito poi da Bilbo. Appena furono all’interno “Allora, cos’è successo? Cosa ti ha detto quello hobbit di così spaventoso, Gandalf?” Ma il mago si era seduto e si era acceso la lunga pipa, lo aiutava a riflettere, poi si girò verso Bilbo “Tu sai perché Thorin si è dovuto allontanare da Erebor?”, “Certo, perché ha ucciso un uomo…”, “Si ma non è tutto, lui-”, “No! Gandalf, ti prego. Bilbo non sa il resto, ti scongiuro di non dirlo”, “Cos’è che non so? Tu mi avevi giurato di avermi detto tutto e invece… Gandalf, io voglio sapere tutto!”, “Thorin ha ucciso quell'uomo per proteggere te, perché era una guardia mandata da Bard per prenderti. Lui ti vuole, lui è un umano, non devi mai dimenticarlo, non c’è razza peggiore mio caro Bilbo! Anche se Bard un tempo era più razionale, ora è spinto dalla sola voglia di averti. Lui vuole te, a qualunque costo… e ahimè non è stato così difficile, fare in modo che la tua gente, Thorin, ti si rivolti contro...di certo tu con il tuo comportamento hai reso tutto più facile, e ora forse ci vedremo costretti ad andare a chiedere aiuto alla dama bianca degli elfi!”, “No, io non lo farò mai e poi quella lì, non aiuterà mai e poi mai un nano come me! Ricordati che i Durin hanno ucciso molti elfi della sua dinastia! Se Dain, mio cugino, è così stupido da credergli, allora io andrò a Nogrod, farò rinsavire mio cugino e insieme andremo a far capire a quell’umano che Bilbo è il mio amato! Come vedi, lui non è come un tesoro, è più dell’oro. Bilbo è amore puro, è il mio cuore , io senza di lui non sono nulla”, “Se tu vai con Gandalf in quel posto, allora ci verrò anch’io, lasciatemi prendere Pungolo. Se provi a partire senza di me, giuro che ti uccido io Thorin!” a Gandalf gli si disegnò un sorriso. Ma ci vollero pochi secondi che quel sorriso svanì nel nulla, perché qualcuno busso alla porta “Chi va là?”, “Sono il messaggero di re Dain II. Sono qui per consegnare un invito a Thorin, Re di Erebor. Posso entrare? Non sono armato”, “Entra pure, nano” il giovane nano entrò all’interno, ma fu molto meravigliato di vedersi davanti il mago, così consegnò la lettera e andò via senza aggiungere nulla.Gandalf la passò a Bilbo che, da buon Tuc,l’aprì subito “Oh! Siamo stati invitati da tuo cugino, ad una festa sui Monti Azzurri! Cosa si fa? Io dico di andarci!”  “Ci andremo, ma solo io e Gandalf, per te Bilbo è troppo pericoloso… se ti dovesse capitare qualcosa io non me lo perdonerei mai, capiscimi. Diglielo anche tu, Gandalf ”, “No mio caro, io non  dirò nulla a Bilbo. Lui è adulto, può decidere per conto suo! Allora, vieni con noi, oppure rimani qui?”, “Vengo con voi. È inutile Thorin, il mio lato Baggins mi dice di restare, per rimanere accanto a Frodo, ma il mio lato Tuc mi dice di venire con te e con lui concorda anche il mio cuore. Lasciami venire con te, ti prego!”, “E va bene, vieni, ora andiamo, così domani saremo lì”.

I tre si prepararono, Bilbo prese il suo mantello, il suo zaino e il suo fedele Pungolo; Thorin la sua spada e la sua ascia e Gandalf il suo bastone e la fedele pipa. E così la compagnia partì alla volta di Nogrod.

Nel frattempo, all’interno delle sale reali, di Erebor la tensione era alta, Fili non riusciva più a gestire il suo popolo e non riusciva neppure più a stare con la nana impostogli dallo zio. Odiava Thorin per avergli fatto una cosa simile, e appena ricevette l’invito alla festa di suo cugino Dain II prese la decisione definitiva di portare con sé suo fratello Kili e dire al suo popolo una volta per tutte, che lui amava suo fratello e che non ci vedeva, nulla di male a cambiare le leggi naniche, in suo favore in fondo l’aveva fatto Thorin pur di stare con Bilbo.

Così anche lui e Kili si diressero con i loro cavalli a Nogrod.

Ma non solo i nani vennero invitati, infatti anche Thranduil ricevette l’invito e, seppur non volesse andarci, fu costretto da Legolas e da Tauriel perché le vicissitudini del passato dovevano aver fine e le due razze far pace.

Così ora alla volta di Nogrod ci stavano andando nani, elfi e uomini. E tra di loro un solo e unico Hobbit.

Nogrod non era poi così grande, ma si estendeva in profondità e sotto le grandi miniere c’era la città era come nano sterno di Moria, con cui era pure collegata da un antico passaggio. Il quale era stato fatto murare, perché Moria era piena di abitanti oscuri.

E di un passato, troppo oscuro da essere, svelato al mondo, i nani preferivano dimenticarlo.

E così ora Nogrod viveva di vita propria, era una città potente, che Dain II aveva rafforzato con il suo esercito, infatti sotto quel punto di vista era più forte di Erebor. Ora era addobbata a festa, i primi ad arrivare furono Fili e Kili che vennero accolti da Dis, poi giunsero Bard e altri esponenti della razza umana, tra cui il sovrintendente di Gondor, poi c’erano alcuni esponenti della razza elfica tra cui Thranduil, suo figlio Legolas e la Dama Bianca. Poi c’era anche Saruman il Bianco, come rappresentante, degli stregoni.

Quando Gandalf, Thorin e Bilbo arrivarono tutta la sala piombò in un silenzio quasi surreale, ma a rompere tale silenzio fu Bard “Signori è arrivato il motivo, per cui, vi trovate qui!” a rispondere fu Thranduil “Non mi vorrete dire, che il motivo è Thorin? I vostri problemi, signori, ve li potete tenere per voi!” ma ad intervenire fu Saruman “Silenzio! Fate parlare il re di Dale, io sono curioso di sapere ciò che ci ha da dire! Non penso, che Dain II ci abbia fatto, venire fino a qui, per nulla… parla pure!” Gandalf era pronto a dover difendere, Thorin e Bilbo. Thorin invece cercava una via di fuga, ma non riusciva ad individuarla. Bard iniziò a parlare “Thorin non ha solo approfittato della vostra clemenza, rubando l'arkengemma, ma in passato ha disonorato le vostre leggi naniche… Thorin è stato a letto con un elfo e con molti uomini....”, “Hai le prove di tali affermazioni?”, “Purtroppo, sì, ho le prove. Le prove sono che me l’ha detto lui stesso… mi dispiace Bilbo…” Thorin non seppe resistere dopo tale frase, sentire il nome del suo amato uscire dalle labbra di quel lurido umano, lo fece andare fuori di testa e dopo aver sguainato la spada si lanciò su Bard “Io ti ammazzo, come puoi dire queste cose, come osi dire il nome di Bilbo. Tu lurido, non puoi. Solo io posso!” a bloccarlo con un sol gesto del suo bastone fu Saruman  “Ora basta! Qui non si parla di quel hobbit, ma del fatto che tu, sei andato contro ogni legge della terra di mezzo. Come ti ritieni?”, “Io mi ritengo innocente per quanto riguarda l’Arkengemma, ma… non per gli altri crimini di cui costui mi imputa, io in gioventù sono andato a letto con un elfo, e poi quando il mio regno è caduto in rovina per salvarlo, e per salvare il mio popolo io sono andato anche con degli uomini e me ne vergognavo molto. Ma ora grazie a Bilbo, so di non aver fatto nulla di male e chiedo perdono anche a voi a te Fili e a te Kili, spero che mi possiate perdonare, non subito ma magari in futuro!”

Fili e Kili non risposero, si voltarono semplicemente di lato, perché se da una parte quello era ancora loro zio, dall'altro non lo ritenevano più tale da troppo tempo. E il loro cuore non voleva ancora, saperne di perdonarlo, per il dolore che gli aveva causato.

Ma Saruman tornò a parlare, per dire una cosa che fece applaudire molti , ma fece rabbrividire Gandalf e Bilbo. “Thorin Oakenshield ex re di Erebor, io Saruman il Bianco, il più alto consigliere della Terra di Mezzo, ti ritengo responsabile per tutti i tuoi crimini, per questo verrai condotto nelle segrete, fino a quando non si deciderà sul da farsi! Così è deciso”, “No! Gandalf fa qualcosa, non possono, è vero che non possono? Thorin è innocente, lui non ha fatto nulla… come potete fargli questo, come potete portarmelo via, io…” ma prima di poter finire la frase venne bloccato da Thorin stesso che dopo avergli dato un ultimo bacio e avergli detto “Arrivederci” lo ha tramortito e consegnato a Gandalf dicendogli “Prenditi cura di lui, che stia alla Contea lontano da qualsiasi tipo di male, fallo per me! Me lo giuri Gandalf?”, “Sì, te lo giuro! Farò tutto ciò che posso per proteggere lui e il piccolo Frodo… approposito a lui devo dire qualcosa?”, “Sì, che diventerà un bravo guerriero! Ora vai, e addio Gandalf. Bilbo mi odierà, ma non c’era altro modo…”

Thorin fu fatto, incatenare, e fu portato giù nelle segrete, invece Gandalf con lo svenuto Bilbo ignaro di quel che era accaduto, se ne andavano per tornare alla contea.

La vita nella contea non era più come prima. Bilbo non sorrideva più, non andava più alle feste, se ne stava sempre chiuso in casa, pensava solo al suo Thorin, ogni notte il pensiero andava su di lui “cosa stai, facendo, Thorin? Io ti amo ancora molto, ma tu… chissà se tornerai mai da me…”

Mentre Bilbo pensava queste cose, Thorin rinchiuso nella piccola cella nelle segrete, di Nogrod se ne stava seduto sul pagliericcio, ad osservare da una minuscola finestra con le sbarre le stelle e cercava di immaginare il suo Bilbo alla contea e di essere a casa Baggins tra le sue braccia, per non impazzire. Non sapeva neppure che erano passati tre anni, dal giorno in cui si erano lasciati.

Non c’era nulla con cui, si poteva stabilire, la stagione o l’anno e Thorin si stava lasciando andare, non sembrava neppure più un re: i capelli erano diventati grigi ed erano tutti ingarbugliati tra di loro, le vesti erano logore e il corpo magro, con qualche parvenza di muscolatura. Nessuno gli andava a far visita, sentiva la mancanza di Bilbo, ma anche della sua famiglia, alcune volte gli pareva di vedere Frerin, ma non voleva  ammettere a se stesso che stava impazzendo, così si faceva forza sul pensiero del suo unico amore Bilbo.

In quel momento Bilbo stava arrivando a Dale, perché era stato invitato da Bard alla sua corte. Era andato via dalla contea tranquillo, perché Frodo, stava con i suoi cugini Tuc.

Non sapeva bene, il perché fosse andato a far visita a Bard soprattutto dopo tutto ciò che era accaduto, ma dentro di sé sapeva di esser andato nel posto giusto, dove ogni cosa avrebbe trovato il suo giusto lieto fine.

Appena arrivò, venne accolto come se fosse stato lui il Re di quel regno. Le strade piene di gente, tutta ben vestita e i fiori erano ovunque.

Poi, a prenderlo con il suo cavallo, c’era Bard “Bilbo! Non sai quanto io sia felice di vederti. Come stai?”, “Come, sto… beh… bene, ecco. Diciamo così, che è meglio!”, “Non mi dirai mica che dopo questi quattro anni, tu stai ancora pensando a lui?”, “Io, ma certo che no! Menti Bilbo, così ti farai dire il perché di tanta pazzia… Non penso più a Thorin da tanto, è ora di andare avanti, perché pensi che io sia qui…”, “Oh! Questa si che è una bellissima notizia, bisogna festeggiare!”

Quella stessa sera ci fu un bel banchetto, in onore, della buona novella Bilbo e re Bard si erano già fidanzati, anche se aveva fatto tutto lo stesso Bard, Bilbo comunque non disse una sola parola, forse però era stato un azzardo, fare una mossa simile.

La notizia corse veloce e il mattino seguente era già arrivata alla citta di Nogrod, e arrivò anche alle orecchie, per via di Dain, a Thorin “Povero il mio cugino, tu qui a marcire… e il tuo Hobit a tradirti con quel Bard. Non hai saputo che si sono appena fidanzati?”, “Tu menti! Bilbo non farebbe mai una cosa simile…” Dain II se ne andò via ridendo e Thorin appena fu solo “se lo hai fatto ci sarà una buona ragione… ti prego Mahal proteggilo da quel Bard, se gli dovesse succedere qualcosa non risponderò delle mie azioni, quant’è vero che sono un Durin!”

Bilbo aveva pensato a tutto, ma non proprio a tutto infatti non pensava che Bard si fosse innamorato così tanto di lui, e non aveva neppure immaginato che gli uomini sotto l’effetto di alcool diventassero così forti.

Appena si ritrovò nella stanza da letto, l’arciere gli fu subito sopra, senza dargli neppure il tempo di spostarsi “Fermo! Non si può fare così, almeno dammi il tempo di prepararmi!”, “No, ho aspettato troppo a lungo, io ti voglio da sempre, dalla prima volta. Io ti desidero, voglio farti mio! Stai fermo!” e gli arrivò in pieno viso un pugno, Bilbo sanguinante dal naso, riuscì a svincolarsi da quella stretta, ma non riuscì a scappare dalla stanza che Bard lo afferrò per un polso “Tu! Tu non lo hai dimenticato, anzi sei venuto qui per quella, vero? L’Arkengemma si trova lì, ma ora che sei qui, io non ti lascerò andare. Prima ti farò mio, poi, se tu cercherai di scappare, ti ucciderò!”, “Cosa ne è stato di quel l'arciere, mite e coraggioso? Sai il vecchio cugino Tuc nei suoi racconti, parlava sempre del fatto che gli esseri umani sono degli esseri subdoli che sanno indossare molteplici maschere. Io gli dicevo sempre che esagerava, e invece… purtroppo aveva ragione! E io ne sono molto dispiaciuto, perché tu Bard mi hai deluso molto!” Bard gli sferrò un altro pugno e il povero Bilbo si accasciò contro il letto, poi l’uomo gli si sedette sopra e cominciò a tirargli un’altra serie di pugni “Tu non puoi dirmi queste cose, non te lo permetto, non c’è il tuo grande e forte Thorin a proteggerti, mio stupido e piccolo hobbit!” Bilbo, cercava di raggiungere pungolo, ma i pugni stavano avendo il loro effetto, le mani di Bard erano livide e il viso di Bilbo pieno di sangue e i suoi occhi ora erano annebbiati.

Gandalf, invece arrivato a casa Baggins e non trovandoci Bilbo, capì che il suo piccolo amico aveva fatto una sciocchezza, così grazie ad un incantesimo, di magia nera, quella usata da Sauron, riuscì a teletrasportarsi, nei sotterranei di Nogrod “Gandalf! Cosa ci fai qui… non dirmi che… cos’è successo a Bilbo, parla!”, “Non c’è tempo di parlare, bisogna fare presto! Togliti da lì” aprì la cella e lo fece uscire. Appena furono fuori all’aperto i due salirono a bordo di un dorso di un’aquila e con lei raggiunsero in pochi istanti Dale.

Thorin scese giù e corse il più infretta possibile, sapeva dove si trovava la stanza da letto di Bard, così appena entrò non fece in tempo a dire nulla che “Thorin! Io… volevo solo che lui smettesse di picchiarmi… non volevo ucciderlo!”, “Bilbo, ma tu sanguini, stai tranquillo. Gandalf vieni presto, Bilbo è ferito e…”, “Bilbo! Dov’è Bard?”, “Lui è là… ma è morto e sono stato io ad ucciderlo…”

Thorin lo stringeva a sé, anche quando arrivarono le guardie del re, e li accerchiarono e anche dopo averli incatenati per l’omicidio del Re, Thorin stringeva a se Bilbo, il quale tremava come una foglia e piangeva e chiedeva scusa.

Ma nessuno voleva ascoltarlo, solo Gandalf riuscì a far tacere, la folla inferocita “Meritano un processo giusto! Chiameremo il consiglio! E loro decideranno cosa fare…”

A Thorin e Bilbo sembrava una scena già vista, ma Thorin questa volta non voleva rivivere tutto e non voleva neppure che il suo unico amore vivesse una cosa simile, quindi stava addirittura ponderando di uccidere Bilbo e poi suicidarsi.

Ma a parlare per primo questa volta fu Gandalf “Io chiedo che Bilbo venga ascoltato, prima di affermare cose a caso!” a rispondere a gran voce fu Saruman “Allora che parli! E gli altri che tacciano! Parla pure, piccolo hobbit” Bilbo si fece coraggio “Io ho deciso di venire a Dale, perché sapevo che in qualche modo c'entrava Bard, lui voleva me ed è per questo che ha preso questa!” Tirò fuori dalla tasca l’Arkengemma “Sì, ce l’ho di nuovo io, ma non è per questo motivo che l’ho dovuto uccidere. L’ho dovuto fare perché, lui mi aveva bloccato e mi stava picchiando! Poi mi avrebbe fatto altro… e lo chiamava amore, ma era solo pazzia o meglio quello era il suo vero volto. Io Bilbo Baggins ho solo, rotto la maschera che portava il vostro Re, Bard non era un brav’uomo, mi dispiace dirlo, sopratutto davanti ai suoi figli, ma è la verità!” solo a discorso finito si accorse che Thorin lo teneva per mano, come per fargli capire che, lui c’era e ci sarebbe stato in ogni caso.

“Tu hai coraggio da vendere, piccolo hobbit! Bard non si può difendere da tali accuse, ma non può nemmeno confermarle ed io mi vedo costretto a-”, “Fermi!” Un solo urlo proveniente da una giovane fanciulla zittì tutti. Thilda prima di ricominciare si asciugò le lacrime che volevano uscire e disse con parole amare “Bilbo ha ragione, mio padre era cambiato, l’oro di quella montagna l’aveva cambiato, o forse ne ha tirato fuori solo il suo vero volto… questo nessuno di noi lo saprà mai. Quello però che vi posso dire è che l’arkengemma la prese mio padre, perché voleva che Thorin facesse una specie di scambio, la pietra per Bilbo… e questa è pazzia, perché anche un cieco capirebbe che tra quei due pur essendo di due razze diverse, c’è un’amore al disopra di tutte le leggi di questa terra di mezzo, altre razze un giorno prenderanno spunto da loro, me lo sento”, “Dopo aver sentito le parole saggie dette da questa ragazzina, da cui noi adulti dovremmo imparare molto, io, Saruman il bianco, mi rendo conto che delle scuse sono doverose, anche da parte sua Dain II! Voi due siete liberi di tornarvene alla contea o dovunque vogliate tornare!”

Thorin e Bilbo non ringraziarono nessuno, ma se ne andarono a bordo dell’aquila. E tornati a casa raccontarono tutto a Frodo, Merry, Pipino e agli altri hobbit.

Le parole di Tilda vennero ripetute molte altre volte nella storia della terra di mezzo e l’esempio di Thorin e di Bilbo, venne usato per aiutare l’amore tra un elfa e un uomo, il futuro Re di Gondor.

Invece finita la guerra dell’anello, Bilbo aveva ormai la bellezza di centoquattordici anni e Thorin di qualche anno in più, lui non amava dire l’età, infondo non si vedeva su di lui.

La dama bianca, come a voler farsi perdonare, per le ingiustizie, fatte subire alla coppia, decise di donare ai due, un po di potere elfico così da farli tornare un po più giovani, ora i due avevano di nuovo cent’anni entrambi.E sembravano due giovinetti. Thorin approfittò, di questo fatto per andare a trovare, ovviamente con Bilbo, i suoi nipoti ad Erebor.

E fu con grande gioia vederli felicemente sposati e non solo vedere anche di come tenevano bene Erebor, ora era proprio come se la ricordava Thorin, come quando era piccolo prima della scoperta dell’Arkengemma, quando era l’età d’oro di Erebor e della sua famiglia.

Fili era invecchiato, ma stava proprio bene e Kili anche lui aveva la barba lunga e intrecciata, e stava bene.

Fili lo invitò un attimo nel suo studio “Zio io…”, “Non hai alcun bisogno di dire nulla, io non ti odio, per nessuna delle tue decisioni!”, “Mi fa piacere, certo che te e Bilbo ve li portate proprio bene i vostri anni! Io e Kili siamo felici di avervi qui, anche se ve ne andrete non è vero?”, “Sì, abbiamo deciso, che il nostro tempo su queste terre è finito, in fondo c’è una fine per tutto. Io e Bilbo andiamo alle terre immortali, con Frodo e con noi verranno altri, questo è un arrivederci ricordatelo Fili!”, “Me lo ricorderò, zio!” dopo tre giorni, di ricordi e storie di vecchie avventure, Bilbo e Thorin salutarono gli ultimi nani rimasti e se ne andarono.

Quello stesso giorno, andarono ai porti grigi, e lì si incontrarono con Frodo “Zio Bilbo, e zio Thorin, io non salperò con voi, rimarrò qui a vivere a casa Baggins con Sam… sapete, tra di noi c’è amore! Spero che capiate cosa intendo…”, “Ma certo che capiamo ragazzo mio! Tranquillo anche Thorin capisce, io spero solo che altri due hobbit capiscano che anche tra di loro non c’è motivo di nascondere i loro sentimenti! Anche se sono cugini…”, “Tranquillo zio, Pipino e Merry viaggeranno per sempre uno accanto all’altro e lasceranno che il loro amore invadi l’intera terra di mezzo! Allora addio, o meglio arrivederci”, “Sì, arrivederci!” Bilbo e Thorin salparono, lasciandosi dietro di se tutte le avventure avute e passate insieme, e guardavano davanti a se il loro futuro e nuove avventure che si stagliavano all'orizzonte “Bilbo! Sai una cosa, io ti amo, molto. Secondo te cosa ci aspetterà nelle terre immortali?”, “Non so chi ci sarà in quel luogo, ma so cosa ti donero io!”, “Cosa mi donerai?”, “Altro amore! È ovvio”, “Bilbo, non parlare più, va bene?”, “E cosa… Oh, sì. È molto meglio baciarsi… su questo mare” Bilbo e Thorin si baciarono e dimenticarono ogni cosa, che avevano lasciato nella terra di mezzo, un nuovo futuro si stagliava all'orizzonte nelle Terre Immortali.

Angolo dell'autrice:

1° ringrazio Ghil per la sua pazienza nei miei confronti e ce ne vuole molta, credetemi ù.ù
 

2° Non voglio essere ripetitiva ma non ci saranno uscite regolari, un po perchè ci sono le vacanze estive e un po perchè in questo periodo mi sento pelandrona... quindi attendo sempre l'idea giusta prima di scriverla... quindi alla fine tra una storia e l'altra potrebbe passare un po di tempo! Ma non abbandonerò nulla quindi tranquilli! ù.ù Ma di certo non ci metterò degli anni a finire la raccolta xD

3° Ringrazio anche le persone che ancora la seguono e recensiscono! Voi lettori forse non lo sapete ma a noi scrittrici, fa piacere che voi lasciate la vostra opinione perchè è un modo per migliorarsi! Almeno io la pensò così! Quindi recensite in tanti grazie :*

4° Alla fine scrivere One shot slash mi riesce meglio che scriverle Het xD Voi cosa ne pensate? *u*

A presto Fuji! .


 

 

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Capitolo 10
*** Bag End. ***


Note: Bag End è la casa dei Baggins e questa One shot è raccontata da lei, capirete leggendola...
Coppie Presenti: Thorin/Bilbo - Frodo/Sam - Merry/Pipino
Generi: Slash - Fluff - Malinconico
Avvertenze: Incest - What it? (Perchè in questa One shot ne Frodo ne nessun altro Hobbit parte per la guerra dell'anello!)- alcuni personaggi possono risultare OOC.
Betata: da Ghil, che ringrazio per il suo aiuto! :*




 

Io sono la casa dei Baggins, sono stata costruita da Bungo Baggins.

Sono la casa Hobbit più bella di tutta la contea! E se non ci credete, peggio per voi. Ma è la pura verità: se un Baggins non mente mai, figuriamoci io che sono la loro dimora. La mia bellezza la si deve alla mia porta tonda e ai miei oblò di color verde, con un pomello d’ottone sempre lucido; ad un tunnel confortevole, senza fumo, pareti foderate di legno, pavimenti di piastrelle ricoperte da sontuosi tappeti. E sono anche fornito di sedie, sempre lucide.

Un tempo, ormai troppo lontano, ero anche una casa usata, perchè lo hobbit che ci abitava dava molte feste. Quindi mi riempivo di cappotti, di hobbit che parlavano e di piccoli hobbit che giocavano.

Ora sono una casa come tante, non sono più di proprietà Baggins, ma della famiglia Gamgee, una famiglia Hobbit numerosa: hanno tanti figli, i più piccoli alcune volte disegnano avventure sui miei muri, altre volte la madre le lava via. In alcuni giorni vengo addobbata a festa, il che mi piace perchè vengono messi, ad ogni angolo, fiori bellissimi. Ora le cose vanno di nuovo bene, ma un tempo non è stato così… ho passato dei periodi bui.

Prima di tutto, è meglio che io inizi dal principio, ovviamente non da Bungo Baggins, a chi potrebbe mai interessare di uno hobbit così… ordinario. A nessuno! Quindi è meglio andare subito alla parte interessante, che ne dite? Sì, è molto meglio.

Il mio padrone, Bilbo Baggins, non mi era mai parso uno hobbit interessante: era taciturno e preferiva stare in casa che andare in giro. Non aveva mai una ragazza da portare a casa, alla fine eravamo sempre io e lui.

Ma una sera tutto cambiò. Quella sera pioveva ed io, a differenza di Bilbo, mi stavo bagnando il tetto, quindi non ero molto felice, infatti tra me e me brontolavo, ma ad un tratto qualcuno bussò alla mia porta e non con la solita delicatezza che si addice agli hobbit, ma con fare più forzuto, insomma: da maleducato. Appena Bilbo aprì la porta, io guardai all’interno, per capire di chi fossero state quelle mani, ed ecco davanti a me un nano! Non ne avevo mai visti, pensavo che fossero più piccoli degli hobbit e invece questo era alto, ma di certo la bellezza era un’altra cosa. A quel punto, molti altri nani entrarono uno ad uno. Tranne due di loro, che non mi scorderò mai, due giovani nani insolenti, uno era biondo e l'altro bruno. Quello biondo, osò pulirsi gli stivali infangati sulla, cassa di legno della bisnonna di Bilbo. Il mio padrone protestò ma fu completamente ignorato. Un altro maleducato era Gandalf, oltretutto era anche troppo alto per stare dentro di me, quindi mi veniva da dirgliene quattro.

Ma poi quando alla porta bussarono di nuovo, vidi gli occhi di Bilbo cambiare, come se in lui si fosse fatta strada un’emozione nuova. Di certo non poteva essere amore, non così presto… eppure, sembrava proprio quel sentimento. Allora io cercai di capire a chi fosse rivolta tanta gioia: era un altro nano, ma questo era più altro, più bello. Dai suoi occhi di color blu traspariva un velo di tristezza, mi soffermai a guardarli ed era come se riuscissi a leggere in loro un passato fatto di molta sofferenza, di orrori ai quali padron Bilbo non poteva pensare nemmeno nei suoi peggiori incubi.

Alla fine quel tizio parlò di un’avventura, io sarei partita subito, invece Bilbo era titubante “ma non è vero, non ha nessuno qui alla contea! Vai con loro, Bilbo, vai!” cercai di raggiungere Bilbo, ma se ne andò a dormire.

Invece quel giovane nano, sì, dico giovane perchè inconfronto a me lo era, comunque, Thorin, sì, quello era il suo nome, iniziò a cantare, una canzone che parlava di montagne, di guerre e di morte. Troppa morte, troppi pianti, non volli ascoltare oltre.

Bilbo invece dormiva, beato lui che poteva farlo.

Ma alla fine lui partì per quel viaggio e io rimasi sola.

Una solitudine che non andò avanti per molto, perchè a tenermi compagnia c’erano i Took, famiglia interessante.

Esmeralda, era una hobbit piena di vita e mi ricordava Belladonna, soprattutto quando riprendeva il marito.

Mi ricordo che una volta “Caro, io voglio una casa mia! Qui dentro non mi sento libera, è come se Bag End mi guardasse…”, “Non dire di queste sciocchezze, cara, se non vuoi abitarci dimmelo e basta! Ti costruirò una casa tutta nostra, ai margini della foresta”, “Stupenda notizia!”.

In pochi giorni rimasi di nuovo sola, ma non era così male: gli uccelli facevano i loro nidi sul mio tetto, le lepri cercavano riparo all’interno e i fiori nel giardino mi tenevano compagnia.

Alcuni mesi dopo iniziai a preoccuparmi, alcuni Hobbit dicevano che Bilbo era morto, altri ancora che era stato fatto prigioniero dai nani, e io mi sentivo in colpa per averlo lasciato andare, in quell’avventura.

Ma per fortuna, Bilbo tornò. Se avessi avuto un volto, su di esso si sarebbe disegnato da principio un bellissimo, sorriso, poi una faccia dubbiosa e infine “come sarebbe a dire? Si è fidanzato con un nano?” Eccomi lì, di fronte alla mia porta quel nano dagli occhi blu, ma ora in essi leggevo felicità, amore. Amava Bilbo e solo per questo l’avrei accettato.

Da lì in avanti, iniziarono dei piccoli guai: Thorin non veniva accettato dagli altri. Gli Hobbit sono gente strana, ama essere ignorata dal mondo esterno e quando quel mondo così lontano entra all’interno della contea, gli Hobbit si spaventano, perchè temono un’invasione. Io le chiamo sciocchezze da Hobbit.

Ma una buona occasione, per far conoscere meglio il nano agli altri arrivò con la nascita di due piccole pesti Merry e Pipino.

Io venni agghindata con i migliori tessuti, venni anche spolverata e lucidata e i miei cardini cigolanti vennero aggiustati da Thorin. Ora mi sentivo di nuovo giovane e bella. Sì, perché, se non lo avevate capito, io sono una femmina.

E come tale ci tengo ad un minimo di bellezza!

Ma se notavo felicità negli occhi di Thorin, invece gli occhi di Bilbo li trovavo spenti, oltre tutto appena fece ritorno all’interno delle mura di casa io stessa sentii una forza oscura, che tentò di impadronirsi di me.

Comunque ora era un gran giorno, non c’era tempo di pensare a quello. I miei occhi vennero, abbagliati dalla bellezza dei due piccoli Took, tutti e due pieni di riccioli, Pipino castani e Merry d’oro. Entrambi belli e vispi, che quando volevano qualcosa si mettevano a piangere fino a quando la madre non gliel’avesse data.

Ma i miei occhi caddero di nuovo su Bilbo, che se ne stava tutto solo nel suo studio e maneggiava qualcosa di piccolo, lo guardai meglio ed era un anello!

Molte domande si fecero largo nella mia mente “cos’è che ti è successo? Che fine ha fatto lo hobbit di casa Baggins? E cos’è quello? Dimmelo Bilbo!”

Ovviamente la risposta non sarebbe potuta arrivare, come infatti non arrivò. Arrivò invece Thorin, a prendere il suo compagno, e lo portò con sé in cucina e sul volto di Bilbo si ridisegnò un  piccolo sorriso, anche se pareva finto.

L’altra gioia di questa casa fu l’arrivo di Frodo Baggins, cugino di Bilbo.

Il piccolino aveva perso i suoi genitori “piccolo, se potessi ti stringerei a me”, lui non sentiva la mia voce, non capiva che io lo tenevo d'occhio e che quando Bilbo e Thorin uscivano, io mantenevo la porta e le finestre chiuse.

Ma alcune volte, nella sua innocenza di bambino, lui parlava con me, anche se erano sempre discorsi a senso unico, ma era divertente vederlo zampettare per casa, vedere Thorin che lo lavava, gli dava da mangiare e poi vedere come gli insegnava l’arte della spada, tutto sotto lo sguardo attento di Bilbo.

Quel dolce Hobbit aveva riportato il padron Bilbo a casa.

Gli hobbit erano diventati tutti grandi, Merry e Pipino erano due pesti, scorrazzavano senza alcun ritegno per la contea, persino alle mie orecchie arrivano le loro avventure. Ed erano tutti canti che parlavano di due giovani hobbit che rubavano e mangiavano torte, anch'esse rubate...

Il mio Hobbit preferito era il timido e dolce Sam, lui passava le sue giornate a coltivare il giardino, che dava sul mio didietro. C’erano pervinche, fiordalisi, papaveri, rose e tantissimi altri fiori. Lui cantava mentre piantava quei fiori, e gli parlava. Sussurava loro dolci parole d’amore. E raccontava a me i suoi amori.

Un giorno mi disse “Mia dolce Bag End, quanto vorrei che padron Frodo mi guardasse con occhi diversi… invece per lui io rimarrò sempre solo un buon amico…” rimasi un attimo meravigliata, non avrei mai pensato che lui provasse qualcosa per il padron Frodo.

Ma Frodo non era di certo, uno dei più svegli dei Baggins, anche se l’amore gli avesse bussato alla mia porta, lui non se ne sarebbe neppure accorto.

Alcune volte pensavo che quel Thorin l’avesse fatto assomigliare un po’ troppo ai nani… una mia personale idea era che i nani volessero bene solo all’oro, con Thorin la mia idea era migliorata, ma lui era sicuramente l’unico della sua razza ad essersi innamorato di uno hobbit.

La vita nella contea scorreva meravigliosamente bene, ogni giorno era uguale all'altro, di certo agli Hobbit erano qualità apprezzabili, ma Bilbo si annoiava, infatti con Thorin organizzava feste, piccole camminate, e portava con sé anche Merry e Pipino, Frodo e Sam.

Alcune volte pensavo che anche tra Merry e Pipino ci poteva essere del tenero, ma poi arrivavo alla conclusione che, essendo parenti, era normale.

Improvvisamente tutto cambiò, le giornate belle scomparvero e vennero rimpiazzate da dei giorni tristi, Bilbo stava solo nel suo studio e Thorin stava iniziando a preoccuparsi per lui e per la sua salute.

Frodo si era trasferito da Sam, non abitava più lì da tempo.

Io invece potevo vedere meglio il suo declino, il suo deperimento, era una cosa che mi stava lacerando il cuore, quel maledetto anello gli stava rubando l’amore.

Si stava impossessando delle felicità della casa, non potevo permettermelo. Così io, mentre Bilbo stava preparando la cena, riuscii a far trovare a Thorin l’anello.

Appena Thorin lo vide il suo volto sbiancò e corse immediatamente da Bilbo, il quale appena vide Thorin ridotto in quello strano stato “Cos’hai? Frodo ha toccato di nuovo il tuo oro nascosto nel giardino?”, “No! Bilbo, questo cos’è?” e tirò fuori l’oggetto, Bilbo volle apparire del tutto normale e non agitato com’era in realtà e così rispose “Quello, è un anello e, se permetti, sarebbe mio! Non mi sembra di averti dato il permesso di prenderlo!”, “Come il permesso? Io e te stiamo insieme da così tanto tempo… di certo tu, quando mi hai preso l’archengemma, non mi hai chiesto il permesso!” non sapevo che fare, l'anello aveva annebbiato le loro menti, anch’io sentivo una voce all’interno della mia, non riuscivo a pensare come si deve ad una soluzione. Bilbo invece come preso da una rabbia incontrollata si buttò con tutta la forza su Thorin spingendolo a terra, e ad un certo punto disse una frase che mai e poi mai avrei pensato che dicesse “Tu cosa vuoi saperne dell’amore! Tu che non hai mai avuto nulla, e mai nessuno ti vorrà, chi vorrebbe mai uno come te!” Thorin non reagì, rispose solo “Se tu, il mio Bilbo la pensi così su di me, allora non c’è più alcun motivo di vita per me. Meglio morire qui ora!” In quel momento io urlai con tutta la forza che mi rimaneva “BASTA! Vi prego, padron Bilbo lui è il vostro amato Thorin, è quell'anello a parlare per voi, ma perchè sta capitando tutto questo…” iniziai a piangere e quelle mie parole e quelle lacrime ruppero quell’incantesimo oscuro e l’anello si richiuse in se stesso.

Bilbo si riprese e si ritrovò sul nano “Thorin! Ma cos’è successo?”, “Tu mi hai detto delle cose… non ricordi per davvero?”, “No, non mi ricordo nulla, se non l’averti visto con il mio anello e poi il buio… se ho detto delle cose brutte mi dispiace, ti prego di credermi e di perdonarmi!”, “Io ti perdono, ma non perdono questo oggetto. Domani farò venire Gandalf”.

Bilbo annui ma non era, molto convinto così quella notte io tenni l'anello lontano da lui, perchè Bilbo si alzò diverse volte per cercarlo.

La mattina dopo Bilbo e Thorin rimasero a casa in attesa dell'arrivo di Gandalf anch’io rimasi nell'attesa, di sapere cos’era quell’anello portatore di un tale male.

Appena Gandalf fu fatto entrare “Thorin, Bilbo, cos’è successo di tanto grave da farmi venire fin qui?”, “Bilbo non vorrebbe che te lo mostrassi, ma” tirò fuori l’oggetto misterioso “Tu sai cos’è questo?” Gandalf, lo guardò attentamente, poi se lo fece dare e una volta che ce l’aveva in mano con mia grande meraviglia, lo gettò tra le fiamme e dopo un paio di minuti disse “Prendilo, Thorin, è freddo! Leggi qualcosa?” in un primo momento non c’era scritto nulla ma poi venne alla luce una scritta. Io capii subito che era scritta in lingua nera, la lingua di Mordor, e non volli neppure guardare. Thorin si voltò di scatto verso Bilbo “Dove l’hai trovato?”, “Non fate quelle facce. Io, con quell’anello, ti ho salvato varie volte la vita, caro il mio nano!” Gandalf intervenne “Bilbo, tu l’hai trovato nelle montagne nebbiose, non è così? Ma non ha nessuna importanza, ora devo portarlo immediatamente al consiglio, così che si troverà una soluzione. E tu, Bilbo, non cercarlo più e tu, Thorin, stargli accanto! E a presto!” e poi se ne andò.

All’inizio Bilbo si comportò come un bambino che vuole a tutti i costi un biscotto dalla madre, ma questa non glielo dà, poi pian pianino tornò tutto com’era un tempo.

Anch’io mi sentii come nuova, la mattina dopo mi svegliai di buon umore, tanto che mentre aprivo gli occhi sentii una voce “Ciao, io sono quercia, piacere”, “Cosa? Ma chi è che parla?”, “Sono io, la quercia…”, “Oh! Non sapevo che anche tu potessi parlare…”, “Sì che posso, ma quell’anello bloccava ogni mio sforzo per mettermi in contatto con te!” Feci amicizia con quell'albero che da piccola ghianda tornata a casa nella mano di Bilbo ora era lì, dinanzi a Bag End a tenermi al fresco, con le sue alte fronde. Io, come casa d'alta classe, un tempo non mi sarei mai e poi mai permessa di parlare con una quercia, ma infondo io stessa sono fatta di quel legno.

I miei padroni stavano di nuovo bene, negli occhi di Bilbo leggevo di nuovo amore e felicità e anche negli occhi di Thorin.

Dell'anello non ne sapemmo più nulla per alcuni mesi, finché la guerra arrivò anche da noi.

Era una mattina come tante, Bag End non era più abitata da Bilbo e da Thorin, loro ormai avevano fatto il loro tempo, se ne erano andati via in un posto migliore. Io invece, come sempre, ero rimasta, e come nuovi ospiti ora c’erano: Frodo e Sam. Io ero il loro nido d’amore, ma una guerra incombeva sulla contea. Quella mattina venimmo raggiunti da Merry e Pipino, nel frattempo anche loro si erano promessi una vita insieme, di certo era stata una decisione sofferta, non tanto per loro, ma il doverlo dire alle proprie famiglie fu una tragedia. Esmeralda Took non capì come poteva esser successo un simile misfatto, io avrei voluto dirle di come non c’era nulla di male in tutto ciò, ma non potevo.

Alla fine i due hobbit, andarono ad abitare in una graziosa casetta, proprio davanti a me. Era verniciata di giallo, non era grande quanto me, ma era adorabile. Con un minuscolo giardino, con molti fiori. E seduti in giardino c’erano sempre loro due.

Poi arrivò quella dannata mattina, io venni svegliata dalla confusione, c’era sangue, hobbit che scappavano, hobbit feriti, hobbit morti… e poi c’erano loro: gli orchi. Distruggevano tutto ciò che incontravano, distrussero la casetta gialla e tentarono di distruggere anche me. Ma io ero troppo forte, io rimasi, solo per vedere la morte e la distruzione, pensavo che fosse tutto finito quando arrivarono degli elfi e degli uomini e ci liberarono.

“La guerra dell’anello è finita! Siete tutti liberi” il mio cuore era felice, ma sentii qualcuno piangere, la mia mente balenò immediatamente sulla casetta gialla, ma, a malincuore, capii che quelle lacrime non erano per lei, ma per ciò che c’era dentro. Infatti all’interno era rimasta l’anziana madre di Pipino e Merry. Il giorno dopo, ci furono solo lacrime per i nostri morti, poi la ricostruzione e, infine, cercare di ricostruirsi una vita.

Io persi la mia vecchia amica di chiacchiere, la quercia, non solo una buona amica, ma anche un ricordo prezioso del buon vecchio Bilbo.

Pipino e Merry avevano perso loro madre e la casa, quindi, appena vennero a farci visita, padron Frodo aprì loro le mie porte, ma Pipino e Merry, troppo stufi di tutto, e della contea e di venir giudicati, alla fine decisero di abbandonare quelle terre e partire per delle avventure, in altre terre.

Di tanto intanto mandavano varie lettere, di com’erano le terre che visitavano, scrissero anche di voler andare a Erebor.

Invece al mio interno le cose non erano di certo migliori, qualcosa si era rotto, forse la mia magia o forse qualcos’altro, ma ora davanti a me stavano un infelice Frodo e un altro Sam.

Padron Frodo non scriveva più, non parlava più di nessun viaggio, Sam non parlava più con i fiori, non faceva più alcun giardino ed io iniziavo a risentirne.

Le mie sedie non erano più lucide, i miei pavimenti e i miei bellissimi tappeti avevano visto tempi migliori, la gente non veniva più a farci visita.

Nessuna festa veniva fatta in giardino e senza la quercia era anche più spoglio del previsto.

Una sera, a rompere per sempre l’incantesimo, fu Frodo “Sam, ma chi prendiamo in giro, fra di noi non c’è più amore, era solo una cotta giovanile… ora, guardaci, siamo degli hobbit anziani, abbiamo superato i cinquant’anni… tu ti sposerai con Rose ed io me ne andrò per la mia strada!”, “No, padron Frodo, non dite così… semmai sono io quello che deve andarsene via…”, “Bag End ha bisogno di nuova vita e tu e Rose la portere, sono sicuro che farete molti figli. Addio Sam!” Nessuna parola fu aggiunta, solo una lacrima silenziosa scese giù dalla mia grondaia, ma nessuno ci fece caso.

La mattina dopo, Frodo se n’era andato via, ed io mi sentivo sola.

Ma le cose cambiarono un'altra volta, e come si dice in questi casi “dopo la tempesta, c’è sempre il sole” e fu così.

Sam si sposò con Rose, una simpatica e dolcissima Hobbit, il giardino fu rimesso a nuovo e con mia grande sopresa, dalla ceneri una nuova quercia stava nascendo, proprio come una fenice.

Ero felice finalmente avrei di nuovo potuto parlare con la quercia, poi nacquero i figli di Sam e Rose e ne nacquero parecchi.

E così c’erano di nuovo i piccoli Hobbit che disegnavano sui miei muri.

Ci sarebbero molte altre cose da raccontare, tipo che Sam visse fino all’età di centododici anni, e che fino all'ultimo aveva sperato di rivedere Frodo. Ma quest’ultimo non venne che al funerale, solo per stare lontano e passare per la casa.

Durante la notte mi capita di vederli, tutti loro, tutti quelli che hanno creato me, che hanno fatto di Bag End un posto speciale.

Bilbo e Thorin, Frodo e Sam, Merry e Pipino, di quest'ultimi non so più nulla, qui alla contea non hanno più fatto ritorno e di loro lettere non ne sono più giunte. Spero però che abbiano trovato il loro angolo di pace e amore.

Un ultima cosa, sono felice di aver visto e conosciuto così tanti Hobbit e nani e anche degli elfi. Il padron Thorin li chiamava “orecchie a punta”. Ripensarci ora a distanza di così tanti anni, strappa un sorriso e una lacrima.

Mi mancano, ma saranno sempre parte di Bag End. Perchè ogni notte questa casa prende di nuovo vita.

Bilbo e Thorin che litigano per delle sciocchezze…

Frodo e Sam che parlano di avventure da fare insieme…

Merry e Pipino che corrono e rubano al vecchio Hobbit al di là della collina…

Come diceva sempre il buon vecchio Bilbo a Frodo “uscire dalla porta ti mette in strada e se non dirigi bene i piedi, non si sa dove puoi finire spazzato via”

In effetti è vero! Se tu esci da casa, non sai dove andare e quindi ti metti nelle mani della provvidenza. Ma ricordatevi sempre: una Bag End c’è per tutti voi.

E ora, se non vi dispiace, devo andare che, mi sembra, uno delle piccole pesti  abbia macchiato uno dei miei tappeti. Arrivederci...



Angolo dell'autrice:

 1°Vi piace come idea? La trovate originale? Ultimamente io passo molto tempo in casa e così mi è nata l'idea, di scrivere questa One shot! Mi è sembrata un idea carina, che per una volta a raccontare non fosse la solita/o hobbit, o nano o elfo, ma la casa dei Baggins u.u
Certo però che è meglio che la mia casa non sappia parlare, chissà cosa potrebbe raccontare xD

2°Fatemi sapere voi cosa ne pensate! *^*

3° Come sempre ringrazio ancora Ghil per il suo aiuto e tutte coloro che lasciano una loro recensione! E che leggono solo grazie! :*

Alla prossima Fuji.


 

 

 

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Capitolo 11
*** Una storia no sense. ***


Note: come avrete capito dal titolo, questa storia non alcun senso! Ma per qualcuno ce l'ha,di questo qualcuno saprete il nome alla fine!
Personaggi /Coppie presenti: Thorin/Bilbo - Pipino e Merry.
Genere: Slash - commedia - fluff 
Avvertenze: OOC sopratutto, Bilbo risulterà per molti diverso dall'originale! 
Corretto: dalla mia beta e amica Ghil! Grazie :*

 



Era una mattinata frescolina e Bilbo, dopo aver ricevuto l’improvvisa visita del suo vecchio amico Gandalf, aveva deciso di mettere in ordine la libreria del nonno Tuc.

Stava ripulendo l’ultimo scaffale “e questo cos’è?” lo guardò attentamente, ma senza i suoi piccoli occhialini, non riusciva a leggere nulla di ciò che ci stava scritto sopra. Così, scese la scala e andò a prenderli all’interno del cassetto della sua scrivania.

Una volta indossati si sedette sulla sedia e lì apri il libro. Le pagine erano consumate, sulla prima stava scritto “seguite questi tre punti e riuscirete ad avere un nano come fidanzato!” da un lato stava un appunto scritto, indubbiamente dal nonno Tuc, “usare con cautela”. A Bilbo non importava molto, ma fu come rapito da esso, così voltò la pagina. Ma nel farlo, non si accorse di averne saltato una, forse quella più importante…

Indubbiamente era quella più importante, infatti su di essa stava scritta una precisione in merito al cosiddetto manuale “si raccomanda il lettore di non seguire nessun consiglio presente in esso. Perchè ci sono scritte solo cose da non fare in presenza di un nano, a meno che tu non voglia morire prematuramente… In tal caso, si augura una buona lettura”

A Bilbo, era sempre piaciuto il genere maschile, ma lì, nella contea, non c’era una vera e propria libertà di scelta. Infatti, per gli hobbit, l’importante era farsi una famiglia e avere molti figli. Da giovane aveva avuto parecchi amanti, ma ora, all’età di cinquant’anni, si sentiva solo e pensò che quel manuale fosse una buona occasione per farsi un fidanzato vero e che durasse per sempre.

Nella seconda pagina, stava scritta una lista, e Bilbo si rimise i suoi occhiali e si sedette comodo su di una delle poltrone, poi riprese in mano il libro.

Il primo punto era “prima di tutto, si raccomanda il piccolo lettore, ad avere a portata di mano un nano, se no perchè mai sta leggendo questo manuale…”

Bibo si afflosciò, come un gambo di girasole all’assenza del sole, e si sentì uno stupido, perchè li nella contea non c’erano nani, quindi perchè mai stava leggendo quel manuale? Non c’era un motivo, così si alzò dal divano e dopo essersi sgranchito per bene, andò in cucina e si fece la cena.

Ma appena fu comodamente seduto, qualcuno suonò alla porta e Bilbo andò ad aprire. Con sua grande sorpresa, era un nano!

Dopo averlo fatto accomodare Bilbo corse a prendere il suo manuale, ma poi pensò “questo nano è troppo alto e poi è pelato!”, dopo un poco bussarono alla porta moltissimi altri nani, ma Bilbo aveva un pensiero per tutti “troppo vecchio, troppo giovani, troppo grasso, non è il mio tipo…” alla fine si sentì troppo scoraggiato, ma ad un tratto sentì alcuni dei presenti parlare di un giovane Re che stavano aspettando, e le sue orecchie da Tuc iniziarono a vibrare, così Bilbo corse nella sua stanza e riaprì il manuale.

“Adesso, che sapete dove trovare il vostro nano, seguite bene questi altri punti mi raccomando…

1- Se è il vostro primo incontro vestitevi per bene, meglio di colori dorati, perchè  risaputo che i nani amano l’oro.

2- Non fate i deboli, siate strafottenti ai nani piace e siate volgari.

3- A questo punto, baciatelo!

E se avete capito tutto, su forza, correte da lui”

Bilbo aprì il suo grande armadio e in esso vi trovò, solo un vecchio costume di un ormai lontano carnevale, però per fortuna era dorato, dopo averlo indossato, dovette correre alla porta perchè qualcuno stava bussando.

Ma quel qualcuno, era anche parecchio nervoso perchè aveva dovuto, girare parecchie volte prima di trovare la strada giusta, quindi appena la porta si aprì, ritrovarsi davanti agli occhi uno hobbit travestito da gallo, non fu per nulla divertente, anzi Thorin si incavolò, ma non ebbe neppure il tempo di controbattere, che Bilbo “Tu, lurido nano, cosa ci fai davanti alla mia porta?” Non ricevendo, alcuna risposta, Bilbo pensò solo “magari non sono stato abbastanza volgare, devo esserlo molto di più” “Tu, puzzolente nano maleodorante, vieni immediatamente dentro!” Thorin si guardò per bene intorno, per vedere se magari non avesse sbagliato casa, poi arrivò anche a pensare che fosse tutto uno scherzo dei suoi nipoti. Ma Fili e Kili, e anche gli altri nani, si guardavano stupefatti l’un l’altro e anche Gandalf, non sapendo cosa dire o fare, disse “Bilbo, lui è Thorin: il Re dei Nani di Erebor!” A quel punto Bilbo si avvicinò a Thorin e lo baciò a fior di labbra essendo troppo piccolo per arrivarci per bene.

La reazione di Thorin non mancò ad arrivare, infatti, il povero Bilbo ne uscì K.O. e fu portato da Gandalf nella sua camera.

Appena lo stregone tornò da Thorin quest’ultimo “Non mi avevi detto, che gli hobbit, fossero così… strani. La prossima volta voglio da te, Gandalf, più sincerità! Ora, iniziamo la nostra vera missione” il commento di Balin fu solo “Mi dispiace dirlo, ma, ahimè, abbiamo appena perso il nostro scassinatore!”

La mattina dopo, Bilbo si sentiva felice, perchè nel manuale si diceva che quello era il gesto tipico d’amore dei nani. Così, dopo essersi vestito, raggiunse gli altri. Thorin invece capì solo che l’avventura si era trasformata in un incubo.

Dopo molti giorni di cammino, la compagnia giunse a Gran Burrone e lì Bilbo prese subito la palla al balzo, così appena fu solo nella sua grande stanza aprì immediatamente il manuale “Voi siete molto fortunato, in pochi sono arrivati fin qui! Ora passiamo al secondo punto: dovete approfittare di un momento in cui lui sta dormendo ed infilarvi nel suo letto, poi, la mattina dopo, fategli trovare una colazione verde e salutare, mi raccomando”

Bilbo andò a cena, ma neppure le urla schifate degli altri nani davanti alle pietanze elfiche gli fece comprendere che forse quel libro aveva qualcosa di sbagliato…

Così, appena tutti furono a dormire, Bilbo sgattagliolò nel letto di Thorin.

Thorin erano anni che anche quando dormiva era teso e pronto all’azione, perchè sapeva che i suoi nemici l’avrebbero potuto attaccare, quindi appena sentì le coperte muoversi si girò di scatto e afferrò il povero Bilbo per il collo “Tu! Cosa fai qui?”, “Io… ecco… non riuscivo a dormire! Troppi rumori… e così avevo pensato di dormire qui…”, “Non se ne parla nemmeno! Ora tu te ne torni nel tuo letto! Hai capito?” “Sì, ma… nulla” Bilbo non volle tornare sulla discussione perchè vide molta rabbia negli occhi di Thorin.

Sentendosi in colpa, tornò nella sua camera, ma lì si ricordò della colazione e così, il mattino dopo, Thorin si ritrovò ad essere lo zimbello degli altri nani, davanti alla sua camera c’era un grosso cesto pieno di verdure e altre cose che ai nani fanno schifo.

Quindi, appena lesse la lettera “Buon appetito, Bilbo”, Thorin lo maledì e gli augurò una morte lenta e dolorosa. Mentre Bilbo stava ancora dormendo sonni tranquilli.

A mattinata inoltrata i nani erano già partiti e Bilbo li raggiunse a passo veloce, non sapeva perché Thorin fosse così di pessimo umore, ma dava la colpa al tempo.

Dopo diversi giorni di cammino, giunsero alle montagne nebbiose, per Bilbo, in quel luogo così spaventoso, non ci furono possibilità di farsi aiutare dal manuale per la conquista dei nani.

Ma per fortuna sua, le possibilità tornarono nella casa di un certo Beorn, un muta forma. Bilbo si cerco un posto tranquillo tra la paglia e lì tirò fuori il manuale “Oh! Allora siete un tipo assai fortunato! Complimenti. I miei consigli sono i seguenti, ora che il vostro nano è troppo innamorato di voi per dirvelo, allora dovete essere voi a prendere l’iniziativa: ditegli che lo volete vostro! Su, forza e coraggio”

“Se lo dice lui, e poi fin’ora è andato tutto per il meglio”

Thorin si sentiva irrequieto, perchè sapeva che si stava avvicinando al regno di Thranduil e lì le cose sarebbero solo peggiorate. Poi, un’altra parte della sua mente andava sul fatto che quel hobbit si stava comportando in modo molto strano, e che sperava che non fosse innamorato di lui.

Ma Bilbo non poteva sapere di tali pensieri, così, appena il buio fu dalla sua parte, lui si catapultò su Thorin, il quale non riuscì neppure a fare in tempo ad afferrare la sua spada, per fortuna.

“Tu mastro Hobbit, potevo ammazzarti, cosa vuoi?”, “Io sono innamorato di te. Tu sei mio, mi appartieni!” Thorin rimase senza parole, ma una rabbia repressa per tanto tempo, lo fece scatenare contro l’unico essere che per unica colpa aveva quella di seguire un manuale.

Ma il nano afferrò il poveretto spaventato per il bavero della camicia e lo portò all’esterno della grande casa “Tu, come osi, essere inferiore, trattarmi così, come se io potessi essermi innamorato di te! Chiariamoci, prima che io ti uccida” Bilbo deglutì a vuoto un paio di volte, forse ho sbagliato il modo, ma certo, è così, dovevo essere più forte, di certo ora non mi arrenderò sono così vicino alla metà! “Tu non ucciderai proprio nessuno!” e lo baciò, con tutta la forza che aveva arrivando alle labbra del nano e lasciandolo in giardino. Thorin si sentiva umiliato e arrabbiato.

La mattina dopo il viaggio riprese e dopo aver passato molte notti in bianco, finalmente giunsero, o è meglio dire vennero catturati e portati al cospetto di Re Thranduil.

Ma Bilbo riuscì a salvarsi, non riuscì ad aprire il manuale, ma riuscì  a fare un'altra cosa.

Un giorno, girovagando per il reame, riuscì ad arrivare almeno dalla cella di Thorin e lì Bilbo “o cavolo, quanto è sexy! Ora devo solo… non ho letto il manuale, ma so cosa devo fare” “Thorin, sono qui, io vi libererò!”

Bilbo dopo vari piani riuscì a salvare i suoi amici.

A casa di Bard le cose non andarono molto meglio, ma Bilbo non ebbe il tempo di usare il manuale.

Ma lo usò una volta all'interno della montagna

“Il passo successivo, consiste nel privare il vostro nano di una cosa che ama, così facendo lui capirà che voi lo amate veramente.”

A Bilbo non ci volle molto tempo per capire che doveva prendere: l’arkengemma. E così fece e poi la consegnò agli elfi e agli uomini.

Il mattino dopo Bilbo tutto fiero, sulla terrazza “Sono stato io a dargliela! Lo so che tu l’amavi e lo fatto per questo”, “Cosa? Tu? Come hai osato”, “No aspetta, ora tu dovresti dirmi, quanto mi ami… uffa ed io che ho fatto tutto, ciò per trovarmi un fidanzato nanico, e ora?”, “Ora ti ucciderò! Non posso pensare che io mi fidassi di te e tu invece…”, “Aspetta un attimo, oh cavolo, ho perso il manuale! Dobbiamo cercarlo! Senza di esso non posso provarci con un altro nano” Fili e Kili, guardavano il loro amico hobbit con aria preoccupata quando ad un certo punto a parlare fu Gandalf “Amico mio, forse è meglio che tu venga giù e che torni a casa tua!” “No! Non posso, prima dev- Oh! Eccolo, finalmente, ora posso tornare alla contea. Poi andrò a Brea mi hanno detto che lì ci sono molti nani” a quel punto prima di andarsene si avvicinò a Thorin “Mio caro, le cose tra di noi non sono andate nel verso giusto, forse perchè noi non siamo fatti per stare insieme, quindi sappi, che questo è un addio, ma non disperare, un giorno troverai anche tu la tua anima gemella, come me!” A quel punto scese giù, poi salì a cavallo e se ne andò.

                                                          ****

“Pipino, si può sapere cosa calovo, stai scrivendo lì sul libro dello zio Bilbo?”, “Una mia teoria, di come sarebbero dovute andare le cose!”, “Ed è uscita bene?”, “Ma certo, mio caro Merry, è uscita benissimo!”

Angolo dell'autrice:

1* Lo so ho maltrattato Thorin... Ma devo ammettere che mi è piaciuto, far fare di queste cose al nostro Bilbo, non uccidetemi xD

2* Ringrazio la mia beta per la sua ottima correzione, come già detto lei corregge i miei errori ma l'idea è mia e la storia è scritta da me! Non vorrei che alcuni pensassero che beta significhi che la storia la scrive lei, perchè non è così, lei mi aiuta a correggere i miei errori e credetemi la grammatica italiana mi odia xD

Ghil è un ottima amica che non mi fa pesare mai, nulla anche se sò che il suo lavoro da beta, per le mie storie non è cosa facile, grazie per essere così paziente u.u

3* Ringrazio chi legge silenziosamente questa raccolta, ma ringrazio con mia grande gioia chi recensisce ogni singola One shot, facendomi sapere cosa ne pensa!Grazie :*

Alla prossima Fuji.

 

 




 

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Capitolo 12
*** Gli occhi sono lo specchio dell'anima. ***


Note:  una One shot che parla degli occhi, di Thorin e cosa ci vede ogni volta, all'interno Bilbo.  
Personaggi:  Thorin/Bilbo 
Tipo di coppia: Slash
Genere: Angst - sentimentale 
Corretta: come sempre ringrazio la mia beta Ghil, per la sua correzione.




 

Gli occhi non mentono mai. E se tento di leggere i tuoi occhi, ci vedo una montagna lontana.

 

Ho appena aperto la porta di casa Baggins e mi sono perso nel tuo sguardo, vorrei non averlo mai incrociato. Quelle tue iridi blu, come il mare, come un cielo lontano pieno di stelle. Sono occhi tristi, hanno visto troppi orrori.

Solo in quei pochi istanti vorrei abbracciarti, anche se non so il tuo nome, anche se non so nulla di te.

****

Siamo qui a Gran Burrone, ti ho seguito per ritrovarmi, in mezzo ad una discussione, che non mi riguarda. L’elfo e Gandalf stanno parlando della tua famiglia, ed io mi giro dall'altra parte. E lì incontro il tuo sguardo, all'inizio indagatore, ma poi di nuovo lontano, che guarda al passato, ossessionato da esso. Il blu è acceso, brillante, forse per via delle lacrime che cerchi di trattenere, ma che stanno cadendo.

Vorrei dirti qualcosa, ma non lo faccio, preferisco rimanere in silenzio e osservarti, finchè me lo permetti.

****

Un’altra volta che il tuo sguardo mi colpì, fu durante il nostro abbraccio, io ero pronto a vederli arrabbiati e invece erano gioiosi, ed è in quel momento che vi ho letto desiderio.

Poi venne quella notte, fatta di carezze e di baci, in quell’occasione erano furtivi e avevano paura che io vi leggessi qualcosa di sbagliato.

Le notti a seguire invece furono pieni di vita, e di voglia.

****

Eravamo giunti a casa di Beorn, il muta forma. E tu iniziasti a cantare vicino al camino, la stessa canzone che avevi cantato a casa Baggins. Parlava di monti lontani, di guerre e di morti. I tuoi occhi cambiavano in base ad ogni strofa ed io mi sentivo triste, quando i tuoi occhi lo erano, felice e così via. Fu una notte diversa dalle solite.

****

Quando incontrarono lo sguardo, di Thranduil in loro lessi smarrimento e consapevolezza di un qualcosa, che all’ora io non afferrai.

In quelli di Thranduil invece solo certezza.

****

Qui, a casa di Bard, leggo in loro, un passato fatto di tristezza. Anche ora che tu mi stringi a te, con tutta la forza, io vi leggo pur sempre una certa mancanza del passato. Tu mi parli e mi dici che “non dovrei perdermi troppo nel tuo sguardo, che una volta giunti a destinazione, ogni cosa troverà il suo posto. E che tu ed io staremo per sempre insieme”Nelle tue parole leggo veridicità, o almeno speranza, mentre i tuoi occhi mi dicevano che mi stavi mentendo, solo per tranquillizzarmi. Invece, nulla di tutto ciò era vero, lo avremmo scoperto da lì a poco. I tuoi occhi erano più sinceri di te Thorin.

****

Nella montagna li vidi cambiare, dal giorno alla notte. Divennero freddi, come la neve che circondava Erebor, mentre tu divenisti distaccato.

Poi, vi lessi pazzia, seguita da follia pura e infine, la voglia di uccidermi.

Erano diventati occhi assassini, che bramavano sangue e morte, niente a che vedere, con quelli di cui mi ero innamorato a casa Baggins. Quando ti dissi che ero stato io a prendere l’arkengemma, i tuoi occhi divennero furiosi, solo quello sguardo mi uccise. Perchè vi lessi delusione e abbandono.

Così io ti abbandonai.

****

Durante la battaglia, io rividi per un secondo lo sguardo di casa Baggins “bentornati da me” Ma fu solo un pensiero, fugace, visto che un secondo dopo. Li vidi disperarsi per le morti di Fili e di Kili.

Ora erano occhi spenti, troppo stanchi per sopportare altro dolore.

****

Venni da te, ma ti trovavi in un letto di sangue, su quella lastra di ghiaccio, ed io cercai solo il tuo sguardo, ma era quasi del tutto vitreo, pensava ai nani che non sarebbero più riusciti a vedere, non in quella vita. Ed io non riuscivo a far tornare i tuoi occhi come un tempo.

Poi il bacio, e con esso loro tornarono sorridenti, ma in essi leggevo un addio.

E questo arrivò, ora erano vitrei e morti. “Non lasciarmi, ti prego, Thorin”.

E la tua morte si portò via la felicità dai miei.

****

A distanza di tanti anni, i miei occhi ora sono di nuovo belli e pieni di vita, perchè in essi si riflettono i piccoli occhi vispi e sereni del piccolo Frodo.


 

Angolo dell'autrice:

1° Lo so è un po corta, ma non la volevo fare più lunga di così, anche perchè parla solamente dell'emozioni degli occhi. Io trovo il linguaggio dell'occhio una cosa molto affascinante! Da esso si capiscono sempre tante cose u.u

E voi cosa ne pensate? *u*

2° Vi faccio sapere che questa è la penultima One shot di questa raccolta! Perchè poi vorrei dedicarmi ad altri progetti! u.u

3° Ringrazio tutti coloro che continuano a recensire grazie! E anche a chi legge :*

Alla prossima! Fuji.

 



 

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Capitolo 13
*** Gli Eroi della Terra di Mezzo. ***


Note: ed eccoci giunti all'ultima One shot di quest raccolta! Spero che vi sia piaciuta, a me personalmente è piaciuto molto scriverle ed essermi getta in quest'avventura u.u
Personaggi: Frodo/Sam - Bilbo/Thorin e un po tutti.
Tipo di coppia: Slash.
Genere:  Generale - Malinconica - Fluff.
Betato: corretta da Ghil, grazie di tutto! :*



 

Frodo Baggins, si sentiva annoiato, così dopo essersi seduto su di un prato, tirò fuori carta e piuma. E si mise a scrivere:

 

Hobbits

Noi Hobbit siamo creature particolari. Un tempo, non amavamo neppure gli altri popoli. Poi, sono successe alcune cose che hanno cambiato tutto…

Mio zio Bilbo partì per un’avventura con dei nani e tornò sposato con uno di essi. Ma non era un nano qualsiasi, era Thorin, re di Erebor.

Bilbo ne andava molto fiero, ad ogni festa parlava di come fosse nato quel sentimento e di come aveva dovuto lottare per esso.

Gli altri Hobbit lo seguivano con molta attenzione, visto che qui alla contea il massimo dell’avvenuta che si poteva trovare era una strepitosa battaglia tra uno hobbit e una talpa un po più esuberante del solito.

Altri fatti insoliti sono dovuti al sottoscritto, che dopo aver intrapreso un pericolosissimo viaggio alla volta di Mordor per distruggere l’unico, tornai a casa con un fidanzato, ma questa volta niente nani o altri abitanti strani, bensì il mio migliore amico Sam.  Siamo ancora felicemente sposati, anche a distanza di così tanti anni.

Altri due hobbit, che stanno ancora facendo la storia, sono Merry e Pipino. Viaggiano alla volta di nuove terre, sono gli unici due Hobbit esploratori della terra di mezzo.

Io l’impresa non l’avrei mai portata a termine senza l’aiuto di Sam e di loro due!

 

Men

Gli uomini sono strani, perchè alti. Inoltre, ognuno di loro è diverso dall'altro, si varia dal più temerario al più vigliacco: ci sono uomini che sanno cos'è l'onore e altri che, invece, preferiscono voltarti la faccia nel momento del bisogno e schierarsi dalla parte del malvagio.

Io ne ho conosciuti di tutti i tipi.

Aragorn è stato dapprima un ramingo molto coraggioso e poi un Re molto amato. Infine, ha sposato un elfa con la quale vive a Gondor.

Ho conosciuto poi altri Re indecisi, e altri ancora che non amavano i loro stessi figli.

Principi che pur di venir amati dai loro padri, hanno sacrificato la loro vita.

Donne che sapevano combattere, meglio dei loro parenti uomini.

Sono felice di averli conosciuti e di averci fatto amicizia.

Un altro umano, al quale mio zio Bilbo deve molto, è Bard, il re di Dale, il quale, con un'unica freccia, uccise il drago Smaug.

 

Elves.

Il primo elfo di cui sentii parlare in casa fu Thranduil, e non di certo bene, infatti zio Thorin lo chiamava sempre “orecchie a punta”.

Il secondo elfo con cui ho avuto il piacere di viaggiare era suo figlio Legolas, lui era, e penso che lo sia ancora, coraggioso, simpatico e un vero combattente, il quale sapeva mettere al primo posto l’amicizia con Aragorn e in seguito con Gimli.

Poi ci sono due elfe una è Arwen, dolcissima: ha rinunciato alla sua immortalità per amore di Aragorn e poi è divenuta la sua sposa e la futura regina di Gondor.

E infine la meravigliosa Dama Lòrien, di cui mi sono anche preso una leggera cotta, ma non solo io, anche Gandalf.

Ci sarebbero molti altri elfi, ma non voglio soffermarmi troppo su di loro.

 

Wizards.

Gli stregoni, invece sono tutti strani, alcuni anche un po’ pazzi.

Prendete ad esempio Gandalf. Lui, un tempo, quando era Gandalf il Grigio, era un mago sempre pronto all’avventura: fu lui a far conoscere Bilbo e Thorin e fu sempre lui a scoprire che Sauron stava tornando; indubbiamente era un mago coraggioso. Durante il nostro viaggio alla volta di Mordor lui morì e quando rinacque a nuova vita venne chiamato Gandalf il Bianco. Non so se fosse per via del colore, ma ora era anche più giudizioso. Un anno fa partì alla volta dei porti grigi.

Invece, un mago che poi e poi mai si sarebbe pensato che fosse malvagio fu Saruman il Bianco. Molti che lo conoscevano da giovane dicevano che era buono, almeno all’inizio, anche mio zio Bilbo lo disse. Invece, quello che ho conosciuto io non lo era affatto, e trovò la sua morte nella sua torre per merito di Pipino e di Merry.

Un altro mago, che io però non ho conosciuto, ma lo zio sì, è Radagast il Bruno, un tipo completamente pazzo, che fumava sempre e solo erba pipa e faceva uso anche di funghi allucinogeni. Amava vivere con gli animali nel Bosco Atro. Dopo la caduta di Mordor, di lui non se ne seppe più nulla, se non che forse si era trasferito dagli Ent, almeno così mi dissero Pipino e Merry in una delle loro ultime lettere.

 

Dwarves

I nani: una razza che ama l’oro, forgiare armi e combattere.

Il primo nano che conobbi nella mia vita fu Thorin, un nano il cui passato travagliato l’ha portato a conoscere mio zio Bilbo.

Thorin un tempo era il re di Erebor, ma una volta ripresosi dalla malattia del drago, capì di aver sbagliato e lasciò il regno in mano a Fili e lui venne ad abitare con Bilbo qui alla contea.

Fili e Kili, due giovani nani, molto simpatici e combina guai, ne hanno fatto di tutti i colori, ma la cosa che mandò Thorin fuori di testa fu lo scoprire una relazione tra i due fratelli. Ma dopo una serie di malintesi, lo zio riuscì ad accettarli e ora ogni volta che possono vengono ancora a trovare me e Sam.

Balin e Dwalin, anche questi due erano fratelli, purtroppo la tomba di Balin la trovai io nel mio viaggio, nel Reame di Nanosterro a Moria. Invece Dwalin, rimase ad Erebor fino alla fine dei suoi giorni a vegliare, su Fili e Kili.

Gimli, un nano che ha viaggiato al mio fianco. Figlio di uno dei nani della compagnia di Thorin. Grande combattente. Mi aiutò molto durante la battaglia dell’anello. Non l’ho più visto da dopo l’ultimo incontro avvenuto a Gondor.

 

Dragon.

La Terra di Mezzo un tempo era piena di queste maestose creature. Ma ora che l’ultimo è morto, non se ne sono più viste.

L’ultimo drago è stato Smaug, ogni volta che Bilbo mi raccontava la sua storia io sentivo nella sua voce una vena di tristezza, per averlo dovuto uccidere, anche a me dispiaceva che fosse morto.

Secondo le letture, Smaug aveva scaglie di varie tonalità di rosso, dalla più scura alla più chiara. Gli occhi di color giallo, come quelli di un serpente. E il portamento maestoso.

 

The shire

La contea è il luogo in cui abitiamo tutti noi Hobbit. Persone, pacifiche, amiamo lavorare la terra. Gli unici hobbit che sono passati alla storia sono stati mio zio Bilbo, io, Sam, Merry e Pipino.

 

Rohan

La terra dei cavalieri, che hanno combattuto tutti insieme per sconfiggere un male più grande e troppo oscuro per loro.

Di loro, i più grandi sono stati Theoden, un grande Re, che ha combattuto fino alla fine per il suo popolo; Eomer, un principe all'inizio coraggioso e poi un re altrettanto capace; ed Eowyn, l’unica donna della compagnia, Merry e Pipino mi dissero che li aveva protetti con grande coraggio nella battaglia finale, per questo le sono molto grato.

 

Moria.

L’unico posto, dopo Mordor, che passerà alla storia per essere il luogo più pericoloso della Terra di Mezzo.

Gandalf una volta mi disse “I nani hanno scavato, con troppa avarizia e hanno risvegliato un mostro più grande di loro”.

E aveva ragione, quel luogo è stato in seguito sigillato dallo stesso Gandalf il Bianco, così che nessun altro nano potrà più andarci a morire.

Balin e Ori e molti altri nani amici di Bilbo e di Thorin, vi trovarono la morte, fu un triste giorno io tornai a casa con queste tristi notizie. Thorin pianse molto per colui che considerava come un padre.

 

Mordor.

Era un posto oscuro, io lo so bene ci sono dovuto andare per distruggere l’unico. Ancora oggi, quella storia viene raccontata per non dimenticare e per non ricadere in quegli anni bui.

Abitato solo da orchi e da altri esseri creati da Sauron.

Sauron non era altro che un occhio, un tempo un Re oscuro ora un occhio che controllava la Terra di mezzo per trovare l’unico. Dopo la sua disfatta anche Mordor andò distrutta con il suo padrone.

 

Minas Tirith.

Un tempo, la città dei Re, poi conobbe il suo declino e infine oggi è nelle mani dei discendenti di Aragorn e Arwen. Discendenti saggi e forti, che difendono la bellezza e il popolo della città Bianca.

Dopo la fine dei Re venne data in mano al Sovrintendente, il padre di due cari amici: Boromir, grande combattente, che purtroppo venne corrotto dal potere dell’anello e morì; e Faramir, giovane principe troppo succube del padre che pur di farlo felice, decise di sacrificare per esso la vita. A salvarlo dalla pazzia di Denethor II fu Pipino, il quale, per fortuna, arrivò in tempo appena prima che Faramir potesse bruciare vivo. Ora so solo che è felicemente sposato con la principessa di Rohan.

Poi il trono passò ad Aragorn, che divenne il più amato dei re della razza degli umani, l'unico a trattare sia col popolo elfico che con quello nanico, e anche ad avere un rapporto d’amicizia con quello degli Hobbit. Un tale Re non era mai esistito.

 

Erebor.

Un tempo, grande regno dei nani, poi venne distrutto da Smaug. Conquistato da Thorin, cadde di nuovo in un periodo di pazzia. Ora, è gestito da Fili e Kili. I due giovani nani l’hanno riportato al suo antico splendore. Io sono andato a trovarli, è un regno maestoso, con grandi spazi abitati solo da nani e nane.

I quali sono grandi forgiatori di vari tipi di armi, che vendono anche agli elfi e agli uomini. Poi sono sempre dei grandi minatori, ma ora il loro oro viene usato anche per far migliorare la vita degli abitanti di Dale.

 

Dale.

Un tempo una città, molto potente, poi purtroppo data alle fiamme da Smaug e infine ora di nuovo portata ad un maggior splendore da re Bard.

Bard prima ha ucciso Smaug, poi ha combattuto nella Battaglia dei Cinque eserciti e poi ha ricostruito la città.

Ora Dale è di nuovo  una città che fa commerci con Erebor e con molte altre città portuali degli uomini.

Ora il nuovo re è il figlio di Bard, il trono passerà di generazione in generazione.

 

Io…

Come già detto in precedenza: mi sono sposato, con Sam. Non sono partito con Bilbo e Thorin alla volta dei porti Grigi. Sono rimasto qui alla contea. E ora, all’età di cent'anni, mi sono deciso di scrivere questa pergamena, perchè  è giusto che queste persone che hanno segnato la storia della Terra di Mezzo, vengano ricordate per sempre. Io, inconfronto a loro, ero solo il Portatore dell’Anello. Ed ora sono solo Frodo Baggins, felicemente sposato con Sam Gamgee.


Angolo dell'autrice:

Ringrazio tutte le persone che hanno sempre recensito questa Raccolta di One Shot:
-ThorinOakenshield
-Giusina95
-Mutant_And Proud
-Anwa_Turwen 
-Another_brick_in_the_wall
-Lola1991 
-Ghil
Grazie mille ragazze per il vostro supporto! :*
Poi ringrazio anche le persone che l'hanno aggiunta alle seguite:
-Anwa_Turwen
-baileyzabini90
-Mutant_And Proud
-siriaki
-ThorinOakenshield
Grazie anche a voi! :*
E infine ringrazio quelle persone che l'hanno solo lette, grazie! *^*

Ringrazio anche la mia beta Ghil per il supporto e il suo aiuto nelle correzioni, grazie mille :*

Ora che ho finito con i ringraziamenti, vi faccio sapere, che la prossima storia, la scriverò per un altra sezione, per un po resterò di nuovo lontano da questa voglio gettarmi in nuovi progetti! E forse ma no so mi dedicherò anche alla scrittura di un originale, con personaggi e tutto di mia invenzione! u.u E' un progetto a cui sto lavorando da un po, ma non ho mai avuto tempo di iniziarla, ora pensavo di farlo, a presto! :*

La vostra Fuji.




 

 

 

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