You're perfect to me

di Arya_95
(/viewuser.php?uid=537146)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Hogwarts ***
Capitolo 3: *** Primo giorno ***
Capitolo 4: *** Amici ***
Capitolo 5: *** Il primo mese ***
Capitolo 6: *** Segreti ***
Capitolo 7: *** La confessione ***
Capitolo 8: *** Un nuovo ragazzo ***
Capitolo 9: *** Hogsmeade ***
Capitolo 10: *** Alla babbana ***
Capitolo 11: *** Di nuovo insieme ***
Capitolo 12: *** December ***
Capitolo 13: *** Christmas ***
Capitolo 14: *** Natale ***
Capitolo 15: *** Touches ***
Capitolo 16: *** La festa ***
Capitolo 17: *** Family ***
Capitolo 18: *** Semplice istinto ***
Capitolo 19: *** Solo una settimana ***
Capitolo 20: *** ...ma ci stava riuscendo sorprendentemente bene. ***
Capitolo 21: *** Capodanno ***
Capitolo 22: *** Capodanno - pt.2 ***
Capitolo 23: *** Sex ***
Capitolo 24: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


1. Prologo
 
Do you ever feel like breaking down?
Do you ever feel out of place?
Like somehow you just don't belong
And no one understands you
 
Do you ever wanna run away?
Do you lock yourself in your room?
With the radio on turned up so loud
That no one hears you screaming
 
No you don't know what it's like
When nothing feels alright
You don't know what it's like
to be like me
 
Welcome to my life – Simple Plan
 
Giugno si era ormai concluso e con lui l’anno scolastico alla Scuola di Magia e di Stregoneria di Hogwarts.
Tutti i ragazzi erano stipati nei vagoni dell’Espresso per poter passare gli ultimi momenti con gli amici che non avrebbero rivisto per almeno un paio di mesi. Nell’ultimissimo vagone del treno una ragazza sedeva sola, con la testa appoggiata al finestrino e un libro tra le mani, già in vestiti babbani sebbene fossero appena partiti.
Rose Weasley non aveva amici con cui passare il viaggio e, come spesso accadeva, trovava tutta la compagnia di cui aveva bisogno tra le pagine consunte dei suoi amati libri.
La giovane Corvonero era ormai giunta alla fine del suo sesto anno ed era felice che solamente un anno la dividesse dalla libertà.
Al contrario dei suoi compagni, a cui tutto sommato il Castello, e soprattutto i compagni, sarebbero mancati, lei non vedeva l’ora di lasciare la scuola, per lei simbolo di oppressione e sofferenza.
Infatti, fin dal primo anno, la ragazza era sempre stata oggetto di prese in giro a causa del suo aspetto fisico: i capelli crespi e indomabili della madre, le lentiggini e la goffaggine del padre, per non parlare dei tanti chili di troppo.
L’unica cosa che avrebbe voluto ereditare dal padre era il metabolismo: Ronald e Hugo potevano mangiare tutte le deliziose pietanze di nonna Molly senza mettere su un etto mentre Rose ormai era arrivata a pesare quasi il doppio di quello che avrebbe dovuto.
Era consapevole che la colpa non fosse solo del metabolismo o dei deliziosi manicaretti della nonna paterna come era consapevole del trovarsi in un circolo vizioso – più mangi, più si allarga lo stomaco, più si allarga lo stomaco, più hai fame e più mangi – e di non sapere come uscirne.
Aveva provato a perdere peso, iniziando almeno dieci diete differenti, ma non c’era mai riuscita ed era arrivata ad una sorta di dolorosa rassegnazione: l’ennesimo fallimento avrebbe solamente sotterrato la sua autostima già scarsa.
 
L’annuncio dell’arrivo alla stazione di King’s cross la riscosse e, dopo aver preso i pesanti bagagli, scese dal treno per tornare dalla sua famiglia.
-La mia piccolina- esclamò Ron abbracciando la figlia e dandole un dolce bacio sulla testa rossastra, simbolo della sua famiglia da generazioni.
-Ciao papà, ciao mamma- disse la ragazza salutando entrambi i genitori.
Gli zii Harry e Ginny, con i tre figli, erano poco lontano e la salutarono calorosamente con la mano.
Da bambini lei e Albus, essendo coetanei, erano stati molto uniti ma, con il passare degli anni, Rose si era isolata sempre di più fino ad avere rapporti freddi persino con i suoi stessi familiari.
Arrivato anche Hugo, attardatosi con gli amici, la famiglia Weasley uscì dalla stazione e si smaterializzò nel cottage del Somerset.
Come sua abitudine, a casa come a scuola, Rose si chiuse nella propria stanza uscendo solo per la cena.
-Ragazzi, per le vacanze quest’anno stavamo pensando a Barcellona. Zio Harry e zio George hanno già affittato una casa per tre settimane e ci sarebbe posto anche per noi- disse Ron a cena, esponendo il piano che avevano pensato con la moglie, il cognato e il fratello.
Barcellona sembrava la meta ideale: bellissimi negozi, ottimo cibo, chilometri di spiaggia, numerosi locali adatti ad ogni età e quel tanto di cultura da soddisfare anche Hermione.
-Ma…dobbiamo proprio andare con gli zii? In una località di mare poi…?- chiese Rose in ansia alla sola idea di doversi mettere il costume.
-Andiamo tesoro, un po’ di mare potrebbe farti bene...- le rispose dolcemente la madre, dispiaciuta per l’infelicità della figlia che traspariva dai suoi grandi occhi azzurri.
-Mamma io non…se volete andare però andate, io posso stare dai nonni- si affrettò a chiarire Rose, non voleva essere un peso per la sua famiglia più di quanto già non fosse.
-Rose quando siete a scuola non ci vediamo mai, se facciamo una vacanza dobbiamo esserci tutti- disse Ron stupito che la figlia preferisse rimanere a casa. Solitamente Rose era la prima a voler partire e l’ultima a voler tornare.
Tutti in famiglia sapevano che la ragazza non si trovava bene a scuola ma non sapevano come aiutarla. Non riuscivano a vedere il problema e ogni volta che provavano a parlargliene, la Corvonero cambiava argomento chiudendosi ogni volta di più.
-Hugo, tu cosa vuoi fare?- chiese Hermione al suo piccolo Grifondoro.
-Per me è uguale, Barcellona o un altro posto fa lo stesso- rispose il ragazzo continuando a mangiare la propria bistecca.
-Ragazzi decidete voi- disse Ron guardando i figli.
-Papà, se volete andare a Barcellona con gli zii andate, davvero. Non cambiate i vostri programmi per me- ripeté Rose sentendosi in colpa.
-Ma no tesoro, vogliamo che anche tu sia felice e che venga con noi! Per noi non è importante il posto, che ne dici di Venezia? O Berlino, Amsterdam, Atene…decidete voi ragazzi- disse Hermione guardando i figli che si guardarono a loro volta.
-Mamma io voto Amsterdam- disse Hugo con un sorrisino furbo.
-Hugo non ti avvicinerai nemmeno a certi quartieri e ovviamente non fumerai niente- lo minacciò la madre con sguardo severo.
-Ritiro il mio voto allora, sarebbe noioso- annunciò il ragazzino deluso.
-Che ne dite di Roma? Sono davvero curioso di vedere se il cibo italiano è davvero buono come dicono- propose il signor Weasley.
-Ronald, non puoi basare le tue vacanze su un piatto di pasta o una fetta di pizza!- lo riprese la moglie ridacchiando, poi continuò –Ma, tutto sommato, Roma mi sembra un’ottima idea. È una delle città con più storia del mondo-
-Ed è sul mare!- aggiunse Hugo.
-Non proprio tesoro, però c’è vicino- lo corresse la madre.
-Rosie, a te va?- le chiese il fratello.
-Si, mi piacerebbe visitare l’Italia- rispose la Corvonero.
-Perfetto! Allora è deciso!- disse Hermione chiudendo il discorso, l’indomani avrebbero prenotato tutto.
 
***
 
Luglio, un luglio caldo e afoso persino in Inghilterra, passò velocemente.
Rose rimase quasi sempre in camera propria, uscendo di casa solo per andare a trovare i nonni o per comprare un nuovo libro al Ghirigoro.
Il 3 agosto la famiglia Weasley, previa approvazione del Ministero della Magia, raggiunse un solitario campo di grano disseminato di papaveri e si raccolse attorno ad una vecchia bottiglietta di succo che, alle 9 in punto, cominciò a brillare.
Dopo una fastidiosa sensazione di strattonamento nella zona ombelicale, i ragazzi e i genitori si ritrovarono in un angusto salottino che, a giudicare dall’arredamento, non veniva toccato dagli anni 80.
-Benarrivati, siete la famiglia Weasley, giusto?- chiese, con un inglese segnato da un forte accento, un’anziana strega alzandosi con fatica dalla poltrona di pelle rovinata su cui era seduta.
-Si signora- rispose Hermione facendosi avanti e stringendo la mano ruvida e rugosa della donna, imitata dal marito e dai figli.
-Venite allora, vi mostro il vostro appartamento- detto questo la donna si voltò e uscì dalla porta, salì una rampa di scale e si fermò davanti ad un portoncino di legno chiaro.
Girò la chiave nella toppa e mostrò alla famiglia un piccolo appartamento costituito da un semplice salottino con angolo cottura, un bagno e due camere.
-Per le prossime due settimane sentitevi come a casa vostra. Queste sono le vostre chiavi, sul tavolo vi ho lasciato alcune guide e cartine, compresa una lista di negozi magici e come raggiungerli. Il camino nella stanza principale è collegato con tutti i punti magici della città ma fate attenzione all’accento. Se avete bisogno di qualunque cosa io sono al piano di sotto. E soprattutto benvenuti a Roma!- disse la donna consegnando le chiavi a Hermione e uscendo dalla porta per lasciare alla famiglia il tempo e la privacy per sistemarsi.
Nel pomeriggio uscirono per fare un primissimo giro nella calda capitale italiana rimanendo comunque nel quartiere dell’appartamento e facendo un po’ di spesa in un piccolo supermercato babbano.
Ronald volle comprare ogni tipo di pasta esistente mentre il figlio agguantava dolci tipici di ogni genere sotto lo sguardo sconvolto di Hermione.
Nei giorni seguenti la famiglia Weasley visitò l’afosa Città Eterna mangiando i famosi gelati italiani per rinfrescarsi.
Rose faceva del suo meglio per stare dietro ai genitori e al fratello ma il suo peso la rallentava per cui dovevano fare frequenti soste per riposarsi e reidratarsi.
 
***
 
Erano a Roma da ormai quasi 10 giorni e gli ultimi, a giudicare dalle previsioni metereologiche, si prospettavano i più caldi di una vacanza già infuocata.
-Domani potremmo andare al mare- propose Hugo il 12 agosto, a cena.
-Certo, almeno ci evitiamo qualche ora di caldo! Sapevo che in Italia facesse caldo ma non immaginavo così caldo- accettò Ron.
-Rosie, tesoro, tu vieni?- le chiese la madre immaginando, però, già la risposta.
-No, ma voi andate. Davvero, mi farebbe piacere fare un giretto per Roma da sola-
-Sei sicura? Se vuoi io posso rimanere qui con te, possiamo andare ai Musei Vaticani visto che loro non ci vogliono andare- le propose Hermione dolcemente, voleva davvero la felicità della sua bambina.
-No mamma, tranquilla. So quanto ti piace andare al mare, andate e divertitevi- rispose la ragazza con un sorriso prima di tornare in camera.
Ovviamente le sarebbe piaciuto andarsi a rinfrescare con un bel bagno al mare, fare una nuotata per lavare via quel velo di sudore che si sentiva addosso da ormai più di una settimana e che nemmeno le docce facevano scomparire completamente, ma non poteva certo mettersi in costume.
Era consapevole di non avere nemmeno lontanamente il classico fisico da spiaggia e, sebbene i genitori le continuassero a dire di ignorare i pensieri degli altri, lei non se la sentiva di farsi vedere in quelle condizioni.
Non si piaceva, riusciva a malapena a convivere con il suo stesso riflesso, come poteva pretendere di metterlo in faccia a tutti?
 
La mattina dopo Ron, Hermione e Hugo partirono di buon’ora per raggiungere la spiaggia lasciando la ragazza sola nell’appartamento, intenta a fare colazione.
Rose uscì verso le 9 del mattino ma, sebbene fosse ancora relativamente presto, il sole era già alto nel cielo e l’aria era rovente per cui, dopo un paio di giri per i vicoli della città, si sedette in un parco, all’ombra di un grande albero, con  il suo fidato libro in mano.
Nel primo pomeriggio tirò fuori dalla borsa il pranzo e si mise a mangiare, abbandonando il suo riparo ombroso solo dopo le 4 del pomeriggio nella speranza che la temperatura fosse calata almeno un po’.
Stava passeggiando in uno dei tanti vicoli della città quando, da dietro un angolo, qualcuno spuntò all’improvviso e lei non poté far altro che rovinargli addosso, facendolo cadere.
-Scusa!- esclamò Rose alzandosi prima di pietrificarsi alla vista dei capelli platinati che, contro ogni aspettativa, non potevano che appartenere a Scorpius Malfoy.
-Rose Weasley?- chiese lui stupito, riconoscendo la ragazza che subito si vergognò dei leggings attillati e del vestitino che il caldo e la sicurezza di non incontrare nessun viso conosciuto, l’avevano convinta a indossare.
-Uhmm..ciao- disse lei imbarazzata.
-Merlino Weasley, potevi stare più attenta- disse lui alzandosi e spazzolando con la mano i vestiti immacolati.
Indossava un paio di pantaloni kaki di tela leggera e una camicia azzurrina, un paio di occhiali da sole nascondevano gli occhi grigi.
-Scusami, non ti avevo visto- si scusò nuovamente lei, rossa per il caldo e l’imbarazzo.
-Me ne sono accorto. Cosa diavolo ci fai qui a Roma?-
-Sono in vacanza con i miei genitori ma loro sono al mare, tu?- chiese lei timidamente, conscia di non aver mai scambiato così tante parole con il Serpeverde.
-Mia cugina abita qui, sono venuto a trovarla. A proposito, devo andare, mi sta aspettando. Ci si vede a scuola- disse il ragazzo proseguendo per la propria strada e allontanandosi dalla ragazza ancora imbarazzata.
Dopo alcuni momenti, anche Rose continuò il suo giro, tornando a casa poco prima del tramonto e trovando la famiglia già nell’appartamento.
 
Nei giorni seguenti Rose non incontrò più il ragazzo e quando, il 17 agosto, la famiglia si riunì nell’appartamento della padrona di casa per prendere la passaporta che li avrebbe riportati in Inghilterra, la ragazza era felice di lasciare quella città bollente, con tutti quei cibi deliziosi e la possibilità di vedere un certo ragazzo conosciuto.
 
***
 
Era passata una settimana dal loro ritorno dall’Italia ed erano ormai diversi giorni che Hermione cercava di convincere la figlia ad andare da McClan per una nuova divisa.
Rose tuttavia si lasciò convincere solo la settimana prima dell’inizio della scuola e, il mercoledì mattina, la ragazza si smaterializzò a Diagon Alley per acquistare la nuova, e fortunatamente ultima, divisa e le ultime cose in previsione del ritorno a Hogwarts.
La Corvonero passò prima negli altri negozi, rifornendosi del necessario per le pozioni in farmacia e comprando più libri di quanti gliene servissero dal Ghirigoro,  lasciando per ultimo quello che più la spaventava.
-Buongiorno signorina! Le serve una divisa per Hogwarts o altro?- le chiese l’anziana proprietaria con una voce fastidiosamente acuta.
-Due divise, sono Corvonero- disse la ragazza.
-Un ingegno smisurato per il mano è dono grato! Seguimi nel retro cara- cinguettò la donna facendole strada verso un camerino passandole poi una divisa che, ad occhio e croce, doveva starle.
Rose uscì dal camerino pochi minuti dopo, imbarazzata dalla gonna corta e dalla divisa troppo attillata.
-Mettiti lì in piedi, arrivo subito a sistemarla- disse la donna indicandole un basso piedistallo davanti ad uno specchio.
In linea generale, la ragazza tendeva ad evitare gli specchi e il perché non era difficile da immaginare: vedere il proprio riflesso strizzato nella stoffa scura della divisa troppo stretta la fece sentire subito male.
-Non credevo che Madama McClan vestisse anche cetacei- disse una vocina tagliente.
Rose si voltò di scatto vedendo sulla porta che portava all’ingresso Natalia Woodly, una compagna Serpeverde dal fisico perfetto e dal viso angelico.
-Signorina! Non è una bella cosa da dire!- la riprese la donna scandalizzata mentre Rose arrossiva e faticava a trattenere le lacrime.
-Mi dispiace, ma le servirà molta più stoffa per coprire tutto…tutto quello- continuò la Serpeverde malvagiamente.
-Signorina dovrebbe proprio uscire- la invitò freddamente la proprietaria indicandole la porta.
Natalia ridacchiò un’ultima volta lanciando un’occhiata di scherno alla Corvonero prima di uscire.
-Sono mortificata- si scusò la donna, avvicinandosi alla ragazza per cominciare a sistemarle la divisa.
-Non si preoccupi, non è colpa sua- rispose Rose rossa di vergogna, ormai abituata a prese in giro del genere.
Durante tutta la prova, Rose cercò di guardarsi il meno possibile allo specchio e quando, circa un’ora dopo, uscì dal negozio con le divise in un sacchetto si sentiva molto più a suo agio nei vestiti babbani che nella divisa che era costretta a portare per gran parte del tempo.


NOTE:
Buongiorno carissimi, innanzitutto grazie mille per essere giunti alla fine di questo primo capitolo.
Vorrei precisare che 14 capitoli sono già scritti (ma la storia sarà più lunga) per cui gli aggiornamenti dovrebbero essere regolari e a circa una settimana di distanza l'uno dall'altro.
Questa storia è stata iniziata più di due anni fa ed è forse la fanfiction più difficile che abbia mai scritto (dopo This is your chance!,quella era follia) non per la complessità della storia ma per i temi trattati. Per lo stesso motivo, è ora difficile pubblicarla ma essendo stata per me una valvola di sfogo, un aiuto e fonte di motivazione voglio condividerla con voi, chissà non sia utile a qualcuno.
Vorrei ringraziare, anche se i ringraziamenti di solito vanno alla fine, GeaRose Malfoy che, qualche anno fa, ha scritto questa one-shot Raggio di sole., dandomi il coraggio di affronare l'argomento.
Sebbene siano tante le persone che vorrei ringraziare, il ringraziamento più grande va al mio Scorpius personale che, anche se non leggerà mai queste righe, è sempre al mio fianco e mi sopporta supporta.
Spero mi facciate sapere cosa ne pensate.
A presto,
Arya

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Hogwarts ***


 
2. Hogwarts
 
I'm gonna try anything that just feel better
Tell me what to do
You know I can't see through the haze around me
And I do anything that just feel better
 
And I can't find my way
Girl I need a change
And I do anything that just feel better
Any little thing that just feel better
 
Just feel better – Santana ft. Steven Tyler
 
Il fatidico 1 settembre era arrivato e quasi ogni ragazzo con un briciolo di magia nel sangue si stava ormai dirigendo a Londra per il tanto atteso ritorno ad Hogwarts.
Esattamente come due mesi prima, Rose si infilò, sola, nell’ultimissimo vagone dell’Espresso per Hogwarts tirando fuori l’ennesimo libro.
Era felice che il caldo estivo stesse ormai facendo spazio ad un’arietta fresca che le permetteva di coprirsi con felpe o maglioncini.
Questo finché non sarebbe stata nuovamente costretta ad indossare la divisa, ancora un paio d’ore e avrebbe dovuto abbandonare i suoi amati jeans.
Quella notte non aveva chiuso occhio e rigirandosi nel letto aveva preso una decisione: voleva dimagrire.
No, non era esatto. Doveva dimagrire.
Doveva farlo, ad ogni costo e con ogni mezzo.
Quella mattina aveva bevuto solo un caffè giustificando con i genitori il suo scarso appetito come frutto dell’ansia, cosa del tutto normale per lei.
Invece fame ne aveva, e tanta anche, ma era decisa anche a saltare il pranzo: appena arrivata in stazione aveva, senza farsi vedere, gettato via il pacchetto che la madre le aveva amorevolmente preparato per non cadere in tentazione e aveva anche lasciato i soldi in fondo al baule, in caso fosse passato il carrello.
Aveva sperato che il libro l’avrebbe distratta abbastanza ma già nel primo pomeriggio i morsi della fame si erano fatti insistenti e al suo arrivo in Sala Grande, diverse ore più tardi, lo stomaco le faceva capire con insistenza i propri bisogni.
Lo smistamento sembrò durare un secolo, molto più di quando era stato il suo turno. Ad undici anni era una ragazzina timida e vogliosa di imparare quanto più possibile su un mondo di cui aveva sentito parlare da sempre.
Aveva visto i suoi cugini, uno dopo l’altro, salire sul convoglio scarlatto e ritornare a casa felici ed entusiasti, con tanti amici e tante cose da raccontare.
Purtroppo i suoi sogni erano andati in fumo presto: anche se magica, Hogwarts era pur sempre una scuola e, esattamente come quella che aveva frequentato fino ai suoi 11 anni, era piena di ragazzini che non si curavano di quanto le parole potessero fare male.
Quando lo smistamento terminò, dopo un breve discorso della preside McGranitt in cui dava il benvenuto e ripeteva le solite regole, i cibi apparvero sui quattro tavoli delle Case ed essi parvero così invitanti che Rose non riuscì a trattenersi e si servì una porzione di pasticcio di carne e poi ancora un’altra, sentendosi in colpa ad ogni morso.
La mattina dopo aveva di nuovo saltato la colazione e, all’ora di pranzo, aveva deciso di non avvicinarsi nemmeno alla Sala Grande per non cadere in tentazione.
Si era rintanata tutto il pomeriggio nella sua stanza cercando di sconfiggere i crampi della fame distraendosi con qualsiasi cosa a disposizione ma con scarsi risultati.
Non scese nemmeno per la cena e la notte prendere sonno fu praticamente impossibile: lo stomaco le faceva malissimo e non aveva mai desiderato così tanto mangiare qualcosa. Qualunque cosa.
 
Era ormai notte fonda quando decise di alzarsi e raggiungere le cucine dove gli elfi, sempre disponibili ad accogliere ogni richiesta, le cucinarono qualsiasi cosa volesse.
Mangiò, mangiò troppo e una volta tornata in camera si chiuse in bagno a piangere: non poteva fare così, non doveva essere debole com’era sempre stata.
Lanciò un muffiliato alla porta per non far sentire alle sue compagne i suoi singhiozzi e, dopo diversi minuti di pianto incontrollato, tutto ciò che aveva appena mangiato le tornò su e lei si ritrovò chinata sulla tazza a tirare fuori il contenuto del suo stomaco.
 
***
 
Per tutta la prima settimana la vicenda si era ripetuta: aveva cercato di mangiare meno e di saltare tutti i pasti possibili ma ogni volta che si trovava davanti tutto l’ottimo cibo preparato dagli elfi, la sua volontà veniva meno e mangiava, troppo, ritrovandosi poi in bagno a piangere e, dopo ore di pianti incontrollati, vomitare.
Da un paio di giorni aveva deciso di evitare completamente la Sala Grande nel tentativo di non farsi trascinare dalla gola: nessuno se ne sarebbe accorto, anche negli anni passati Rose aveva la tendenza a mangiare in Sala Grande sempre prima o dopo il pienone e non aveva amici che potessero tenerla d’occhio.
 
Era mercoledì poco dopo l’ora di pranzo, l’ennesimo pasto che la ragazza aveva saltato, e Rose stava tornando nel dormitorio dopo essere stata in biblioteca quando, in un corridoio del quarto piano, avvertì un mancamento ed ebbe appena il tempo di appoggiarsi al muro prima che tutto si facesse nero e lei crollasse a terra.
Caso volle che in quel preciso istante il passaggio fosse quasi deserto ad eccezione di un gruppetto di ragazzi dall’altra parte del corridoio.
Uno di loro, un ragazzo con una chioma platinata ed un paio di freddi occhi grigi, si staccò dagli amici per raggiungere la ragazza che aveva visto cadere.
Scorpius, arrivato vicino a Rose, la riconobbe e, dato che la ragazza non aveva ancora ripreso conoscenza, gridò agli amici che l’avrebbe portata in infermeria prima di farle un incantesimo levitante per poterla trasportare facilmente.
Arrivati a destinazione, Scorpius sistemò la ragazza su un lettino prima di andare a chiamare l’infermiera nell’ufficio.
Tornati dalla ragazza, questa stava riprendendo conoscenza, sebbene ancora confusa, e Scorpius si andò a sedere dietro un separé poco lontano mentre Madama Luiss visitava la ragazza.
-Queste ragazze con la mania del peso!- esclamò l’infermiera attraversando la stanza per tornare nel proprio studio senza prestare la minima attenzione al ragazzo che si alzò vedendo la ragazza raggiungerlo.
-Come stai?- le chiese.
Rose, alla vista del ragazzo, rimase senza parole per un momento prima di rispondergli ‘bene’ con voce flebile, in mano teneva ancora il bicchiere di acqua e zucchero che l’infermiera le aveva dato.
-Mi hai portato tu qui?- chiese lei imbarazzata, giocherellando con il contenitore di plastica.
-Si, dimmi che non sei stata stupida come credo- disse il ragazzo capendo al volo la situazione e facendola arrossire per via del suo sguardo severo.
-Weasley, sinceramente, voi Corvonero dovreste essere quelli intelligenti, no?- disse lui con tono di disapprovazione.
-Non farmi la ramanzina, non ora che cercavo di cambiare le cose. Tu non puoi sapere come sia- disse lei senza guardarlo e con gli occhi lucidi.
-Magari non so come ci si sente, ma so che stai provando a cambiare nel modo sbagliato. Weasley, se davvero avessi voluto dimagrire l’avresti già fatto- disse lui freddamente.
-Pensi che non ci abbia provato?! Pensi che mi piaccia essere così…così grassa!- esclamò la ragazza scoppiando a piangere.
-È inutile che piangi, le lacrime non risolveranno la situazione- disse lui per niente intenerito dai lacrimoni che ormai rigavano il viso della Corvonero.
-È così difficile! Da sola non ce la farò mai…- piagnucolò Rose asciugandosi le guance.
-E ti aspetti che sia io ad aiutarti?- chiese lui sarcasticamente, se lei avesse voluto cambiare, l’avrebbe dovuto fare da sola.
-No, scusami...non...grazie per avermi portato qui- disse lei con la voce malferma e gli occhi, puntati sul bicchierino tra le mani, lucidi.
-Nessun problema. Io vado, riprenditi- disse il ragazzo girando i tacchi e allontanandosi.
-Scorpius!- lo richiamò lei e, dopo il suo cenno, continuo -Per...per favore, non dirlo ad Albus-
-Non sono affari miei, non gli dirò nulla-
-Grazie- rispose lei veramente grata.
Il ragazzo le lanciò ancora un’occhiata e poi uscì mentre lei rimase in infermeria dove venne obbligata a consumare il primo pasto normale dall’inizio dell’anno.
Il giorno dopo, comunque, Rose riprese a saltare i pasti e a vomitare ogni volta che, inevitabilmente, cedeva alle sue voglie strafogandosi.
Stava male ma non sapeva come risolvere la situazione, si sentiva sempre più debole e la gola non smetteva mai di bruciarle, irritata dagli acidi dello stomaco che le stavano rovinando l’esofago.
 
Non era passato molto tempo dalla sua visita in infermeria e, dopo un pranzo fin troppo sostanzioso, la ragazza era seduta sul pavimento del bagno del primo piano a piangere.
Non ce la stava facendo, niente stava andando come voleva.
-Weasley, esci- disse una voce quasi annoiata, cogliendola di sorpresa.
-E...e tu cosa ci fai qui?- chiese lei socchiudendo la porta del cubicolo per posare i suoi occhi su una figura dai capelli platinati, appoggiata al muro.
-Ho notato fin troppe volte che ti chiudi in bagno dopo le poche volte che ti vedo mangiare e non ci vuole molto per immaginarne il motivo. Io non ho detto nulla ad Albus ma tu devi risolvere questa situazione-
-Non...nessuno lo avrebbe dovuto notare…- disse lei non sapendo cos’altro dire.
-Beh io l’ho fatto, ora esci di lì-
Rose aprì un po’ di più la porta, uscendo timidamente senza riuscire a guardare il ragazzo negli occhi.
-Sai che stai facendo una cazzata, vero?- disse lui con assoluta indifferenza.
-Non so più come fare, forse dovrei solo arrendermi..- disse lei asciugandosi le lacrime sulle guance.
-Ti arrendi dopo così poco? Albus mi ha sempre detto che i membri della sua famiglia sono tutti molto determinati...ma forse tu sei un’eccezione-
-Non posso fare altrimenti, non so più cosa provare-
-Weasley, ascoltami bene, se lo vuoi davvero un modo c’è sempre. Evidentemente non lo vuoi abbastanza-
-Non c’è nulla che vorrei più al mondo, tu...tu non puoi capire-
-Magari non potrò capire questa particolare situazione ma quando io voglio qualcosa muovo il culo e me la vado a prendere, nessuno ti regala quello che vuoi gratuitamente. Dovresti provare a muovere il culo, letteralmente-
Rose rimase perplessa per un momento, nessuno le aveva mai parlato così...così sinceramente.
-Mi aiuti?- chiese spontaneamente.
-Cosa?- chiese lui stupito con una risata.
-No, niente…scusa, non avrei dovuto pensare…è che non ne ho mai parlato con nessuno e…ma non ti preoccupare, dimentica quello che ho detto…-balbettò lei mentre il ragazzo la guardava, presente solo in parte.
Infatti il resto del suo cervello stava valutando la situazione e, dopo qualche istante, tornò in sé dicendo un deciso ‘va bene’ che spiazzò la ragazza.
-Cosa?- chiese lei.
-Ho detto che va bene, ti aiuto a dimagrire. Ma sappi Weasley che sarò severo e ti farò sudare sangue- disse lui.
-Da…davvero? Scorpius, non so come ringraziarti- disse lei grata e disposta a provarle tutte.
Se il Serpeverde fosse riuscito ad aiutarla a dimagrire gli sarebbe stata debitrice per sempre.
-Andiamo in camera tua- disse Scorpius serio, facendo impallidire e preoccupare la ragazza.
-Non ho intenzione di portarti a letto Weasley, stai tranquilla. Voi corvonero pensate così male di tutti i Serpeverde o è una questione personale?- chiese lui uscendo dal bagno e dirigendosi alla Torre Corvonero.
Rose si scusò e lo seguì attraverso il castello e poi gli fece strada nel dormitorio fino alla sua stanza.
La camera, a quell’ora del pomeriggio, era vuota ma Rose era sicura che chiunque fosse presente in Sala Comune al loro passaggio adesso si stesse chiedendo cosa diavolo ci facesse il famoso Scorpius Malfoy con quella sfigata della Weasley.
-Ora Weasley, metti qui dentro tutte le schifezze che, sono sicuro, sono sparse per la stanza- disse il ragazzo facendo comparire un sacchetto della spazzatura e aprendoglielo davanti.
-E con schifezze intendo ogni cosa: merendine, cioccolata, caramelle, ogni prodotto di Mielandia, gomme da masticare…ogni cosa Weasley. Se dovessi trovare qualcosa dovrai cavartela da sola, e questo succederà se trasgredirai ad una qualunque delle mie regole- spiegò il ragazzo mentre Rose gettava tutto il cibo che aveva in camera nel sacchetto.
-Ti aspetto questa sera alle 9, al campo da Quidditch. Vestiti comoda. Ovviamente non dovrai farti beccare, negherò di essere coinvolto. Hai un paio di scarpe da ginnastica?-
-Si, cos’hai in mente?-
-Lo vedrai. Sappi anche che a cena, e durante tutti i pasti, ti terrò d’occhio. Non più di un pezzo di pane, evita il fritto, almeno metà piatto deve essere pieno di verdure e salta il dolce. E guai a te se ti vedo saltare un pasto, intesi?- disse Scorpius severo chiudendo il sacchetto e facendolo evanescere.
-Perché non c’è cosa più stupida di saltare un pasto e una ragazza che si presume essere intelligente dovrebbe saperlo. Non fa altro che farti aumentare la fame, perdere le forze e appena mangi qualcosa i chili persi ritornano. Vomitare è ancora peggio perchè ti rovini anche lo stomaco e l’esofago. Si dimagrisce con il sudore, l’impegno costante e imparando a mangiare in modo sano, capito?- chiese lui.
Rose annuì imbarazzata e intimorita dalla serietà del Serpeverde.
-Ah, e ovviamente le cucine sono zona preclusa. Ci vediamo a cena, alle 19- disse lui aprendo la porta per uscire.
-Scorpius- lo richiamò lei.
-Si?-
-Perché lo stai facendo?-
-Mi annoio- rispose lui prima di voltarsi e uscire.


NOTE:
Non sono una dottoressa, né una dietologa, né nutrizionista. Ma la mia esperienza me la sono fatta per cui mi sono permessa di scrivere cose che non devono essere prese come consigli ma che tuttavia, per me, hanno funzionato.
Detto questo, spero che il capitolo vi sia piaciuto e che vogliate farmelo sapere, anche per migliorare quelli futuri.
A settimana prossima,
Arya

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Primo giorno ***


 

3. Primo giorno
 
I still don't know what I was waiting for
And my time was running wild
A million dead-end streets
Every time I thought I'd got it made
It seemed the taste was not so sweet
So I turned myself to face me
 
Changes - David Bowie
 
Nelle ore seguenti Rose rimase nella sua stanza a pensare allo strano patto che aveva appena siglato con nientemeno che Scorpius Malfoy.
Il ragazzo le aveva detto di aver accettato per noia ma la faccenda le sembrava comunque così strana!
Era assurdo che il Serpeverde, uno dei ragazzi più popolari della scuola, non solo le parlasse ma avesse addirittura deciso di aiutarla.
Magari lo stava facendo per Albus, il suo migliore amico, in modo che il Potter non si dovesse vergognare della cugina.
Lui era sempre gentile e sorridente con lei, le poche volte che si incrociavano almeno, ma Rose era sicura che avere una cugina come lei non dovesse fargli piacere.
 
Poco prima delle 19, Rose si avviò verso la Sala Grande prendendo posto al tavolo Corvonero girata verso i Serpeverde.
La ragazza si era appena seduta quando Scorpius, suo cugino Albus e altri Serpeverde entrarono sedendosi all’altezza di Rose. Scorpius, proprio di fronte a lei, si limitò a lanciarle una rapida occhiata significativa per poi prestare attenzione agli amici.
In un momento un dubbio terrificante solcò la mente della Corvonero: e se Scorpius avesse parlato del loro patto con suo cugino Albus?
Certo, le aveva detto che si sarebbe fatto gli affari suoi ma...adesso riguardava anche lui, sebbene in piccola parte. Come avrebbe giustificato ad Albus la sua assenza di quella sera?
Rose non voleva certo essere sottoposta ad una tale vergogna, tuttavia represse i suoi dubbi e cominciò a servirsi dell’insalata e del roast beef.
Cercò di comportarsi bene, mangiando solo un piccolo panino e uscendo dalla stanza non appena i secondi scomparvero, sostituiti dai dolci: non voleva cadere in tentazione. Aveva ancora fame e Merlino solo sa quanto avrebbe voluto affondare i denti in una fetta di torta di zucca ma non poteva per cui cercò di non pensarci e andò in camera.
Alle nove meno qualche minuto la ragazza indossò una tuta nera, una canotta blu, una felpa e le scarpe da ginnastica e, facendo attenzione a non farsi vedere, uscì dal castello e si diresse verso il campo da Quidditch dove Scorpius già la stava aspettando.
-Almeno sei puntuale Weasley, seguimi- la accolse. Anche vestito con un paio di pantaloncini e una maglietta, non perdeva la sua eleganza.
Rose lo seguì nello spogliatoio e si sedette diligentemente sulla panca che lui le stava indicando.
Era imbarazzata, molto, e si stringeva nelle spalle come se provasse a diventare più piccola, a nascondersi. Scorpius le si parò davanti e la guardò ma lei non se ne accorse, non riusciva nemmeno ad alzare gli occhi e guardare il Serpeverde.
Era mortificante stare lì, stava seriamente dubitando che la cosa potesse funzionare.
-Non sono né un medico né altro ma ho sentito mio padre parlarne così tante volte che credo di saperne qualcosa quindi dovrai fidarti di me e fare esattamente ogni cosa che ti dico nel modo in cui te la dico. Ci vedremo qui alle 9 di sera tre giorni alla settimana: lunedì, mercoledì e venerdì-
-Va bene- rispose Rose con voce flebile. Scorpius era autoritario e sembrava sapesse il fatto suo. Trovava comunque la faccenda strana e abbastanza mortificante ma era seriamente disposta a provarle tutte.
Non ce la faceva più ad essere sè stessa. Aveva bisogno di essere una nuova Rose Weasley.
-Questa- continuò il ragazzo lanciandole una bottiglietta d’acqua –Sarà la tua nuova migliore amica. Devi bere di più e l’acqua è l’unica cosa che ti puoi permettere, se vuoi con un po’ di limone. Niente bibite gassate, succhi di frutta o cose simili. La mattina puoi bere una spremuta se vuoi o un caffè, con poco zucchero e mangiare qualcosa tipo uno yogurt, un frutto o una fetta di toast, non imburrata. Anche i cereali vanno bene. Per quanto riguarda il pranzo: verdure. Trovane qualcuna che ti piace e riempiti il piatto di quelle, poi qualche proteina e pochi carboidrati. Stessa cosa per la cena. Se a metà pomeriggio ti viene fame mangia un frutto e mangialo sia dopo pranzo che dopo cena, essendo dolce ti farà diminuire la voglia di zucchero. Ora spogliati e metti questo- concluse il ragazzo passandole un accappatoio candido che lei andò ad indossare dietro una fila di armadietti.
Si svestì lentamente, ovviamente lui non sarebbe riuscito a vederla attraverso il metallo, ma lei si stava vergognando lo stesso.
Se non altro, si era depilata.
-Muoviti Weasley, non abbiamo tutta la sera- lo sentì dire con voce strascicata.
La ragazza fece un profondo sospiro e tornò da Scorpius, vicino a lui c’era una bilancia.
-Su, sali- le intimò lui.
Rose si avvicinò incerta e ci si fermò davanti. Era parecchio tempo che si rifiutava di conoscere il proprio peso.
-Weasley sali per l’amor di Merlino!- si spazientì lui e lei salì.
92kg.
La ragazza era rossa di vergogna: 92kg erano diventati decisamente troppi per il suo metro e sessantacinque.
-Scendi, ora misuriamo la vita, i fianchi e le cosce- disse Scorpius tirando fuori un metro e annotando i risultati mentre la ragazza era sempre più rossa.
Nessuno l’aveva mai vista così scoperta, specialmente mentre il nastro, magicamente incantato, le misurava le cosce.
La sicurezza e la tranquillità con cui Scorpius affrontava la cosa però, contribuirono a farla sentire un briciolo meglio.
-Faremo queste misurazioni ogni mese, ora vatti a rivestire-
Rose tornò dietro gli armadietti per indossare nuovamente la tuta e seguì Scorpius fuori, sul campo da Quidditch.
Poco lontano, sul prato, erano stesi due tappetini da Yoga.
-Iniziamo con gli addominali, sdraiati- disse lui mettendosi su uno dei due.
-Li farai anche tu?- chiese lei stupita.
-Pensavi che ti sarei stato a guardare? Basta parlare, cominciamo con 10 addominali- disse il ragazzo cominciando subito a farli e finendoli prima che lei fosse arrivata a metà.
-Su Weasley, muoviti. Vorrei andare a dormire ad un’ora decente- la spronò lui bloccandole i piedi per aiutarla.
-Ma fa male- rispose lei.
-Deve fare male, su muoviti-
 
Quando la ragazza ebbe finito, cominciarono a fare una lentissima corsa attorno al campo.
Dopo i primi due giri la ragazza cominciò a rallentare e lui cominciò a correre all’indietro per guardarla.
-Weasley muoviti! Non pensare a quanto fa male adesso ma a quanto ti sentirai bene dopo- la spronò lui.
Dopo circa venti minuti di corsa -più una camminata veloce, a dire il vero-, la ragazza si fermò.
-Ti prego Scorpius, mi fa malissimo- disse lei, piegata in due e con i muscoli doloranti.
-Come prima sera può bastare, andiamo a fare stretching- rispose il ragazzo, praticamente riposato, avviandosi verso i tappetini da yoga e sedendoci sopra per mostrare alla ragazza gli esercizi per allungare i muscoli.
-Non è male come inizio Weasley, migliorerai sempre di più andando avanti. Ci vediamo a lezione, buonanotte- disse il ragazzo uscendo dallo stadio alcuni minuti dopo.
-Buonanotte...e grazie!- disse la ragazza imbarazzata prima di andare a farsi la doccia.
Nessuno l’aveva mai vista sudare tanto, e nessuno lo avrebbe mai dovuto fare, ma Scorpius le infondeva abbastanza forza e per la prima volta si ritrovò a pensare che forse ce l’avrebbe fatta.
 
L’indomani mattina i muscoli le dolevano parecchio ma, nonostante ciò, si alzò e raggiunse la Sala Grande in tempo per fare colazione.
Il suo primo istinto fu di afferrare una delle deliziose brioches sparse a intervalli regolari lungo il tavolo ma fu in grado di fermarsi prima, prendendo invece una tazza con del latte e dei cereali.
Non erano nemmeno lontanamente buoni come la brioche a poche decine di centimetri da lei ma doveva resistere, non poteva mollare, non il primo giorno!
Finiti i cereali si alzò e, lentamente, raggiunse l’aula di Incantesimi mettendosi davanti ma nel posto più laterale.
Di lì a poco arrivarono anche i suoi compagni Corvonero e Grifondoro e la lezione cominciò.
 
Dopo Incantesimi i Corvonero avevano Erbologia con i Serpeverde e Rose era un po’ preoccupata.
Sebbene Neville fosse un grande amico di famiglia, la ragazza non aveva mai brillato in quella materia, mantenendosi sempre sulla sufficienza comunque. A tutto ciò adesso si aggiungeva il fatto di dover frequentare delle lezioni insieme a Scorpius Malfoy, il suo nuovo personal trainer. Come si sarebbe dovuta comportare? Doveva salutarlo? Ma Scorpius Malfoy voleva davvero essere salutato da una sfigata come lei? O se ne sarebbe vergognato?
Raggiunse la serra n.5 e si posizionò in uno dei tavoli laterali, semi nascosta dietro ad una grande pianta con profumati fiori viola.
Per evitare di dover decidere tra salutarlo o meno, rimase tutto il tempo con il capo chino a prendere appunti o a lavorare sulla sua pianta di Formicaleone, un po’ troppo avvizzita.
Le due ore passarono lentamente e alla fine la ragazza aspettò che la maggior parte dei ragazzi uscisse prima di avviarsi verso il castello dove la aspettava una ancor più lenta ora di Storia della Magia.
 
Alla fine delle lezioni Rose si diresse in Sala grande e si sedette ad un angolo del tavolo, prendendo un gran piatto d’insalata e un filetto di salmone.
Ci avrebbe voluto la maionese, Merlino solo sa quanto ne aveva voglia, ma decise di lasciar perdere.
Non è indispensabile e, anche se è buona, non è salutare si disse.
Dopo aver spazzolato tutto, sul tavolo comparvero la frutta e, ahimé, i dolci.
Proprio davanti a lei apparve un vassoio di bignè, un vassoio di deliziosi bignè.
Rose allungò una mano ma, a pochi centimetri dal pasticcino, si fermò e guardò il tavolo Serpeverde.
Lui la stava guardando.
In imbarazzo e sentendosi come una bambina che viene sorpresa con le mani nel barattolo di Nutella e la faccia tutta sporca, Rose ritirò la mano e distolse lo sguardo.
Dopo qualche istante afferrò una mela e cominciò a sbucciarla, la frutta in generale non la faceva impazzire ma si sarebbe dovuta abituare.
Finito il pranzo si diresse in biblioteca, raggiungendo un corridoio poco frequentato, pieno di vecchi libri polverosi che non venivano consultati da anni: il suo rifugio.
Fece apparire due grandi cuscini e li sistemò sotto la finestra in modo che un fascio di luce la illuminasse permettendole di leggere il suo libro.
Dopo appena una mezz’ora la ragazza venne disturbata da un rumore di passi sempre più vicino e in paio di secondi Scorpius girò l’angolo e la vide lì accucciata.
-Weasley, che ci fai qui?- chiese il ragazzo sorpreso.
-Io...di solito sono sempre qui a leggere o a studiare. Non viene mai nessuno- rispose lei.
-Non sapevo nemmeno che esistesse questo corridoio ma Miss Moore mi ha detto che il libro che cerco è qui-
-Che libro ti serve?- chiese lei, sapeva l’esatta ubicazione di ogni volume in quegli scaffali grazie agli anni passati in quell’angolo nascosto a tutti.
-Teorie della trasfigurazione, è un libro vecchio ma Harris mi ha detto di leggerlo-
-Se non sbaglio è nel quarto scaffale, quinto o sesto libro partendo da sinistra-
Scorpius si voltò verso dove gli era stato indicato e afferrò il libro impolverato.
-Dovrebbero assumerti, grazie. Ci si vede- disse lui facendole un rapido sorriso prima di voltarsi e dirigersi verso l’uscita.
Lei lo salutò con voce flebile e si costrinse a mettere via il suo libro e a cominciare a studiare Erbologia.
 
Uscì dalla biblioteca quando il sole stava ormai tramontando e si avvicinò alla Sala Grande.
Avrebbe preferito cenare più tardi, quando la Sala sarebbe stata quasi deserta, ma sapeva che Scorpius non avrebbe approvato: la teneva costantemente sotto controllo durante i pasti.
Se non impara ad essere più discreto Albus se ne accorgerà, pensò la ragazza sedendosi al suo tavolo.
I tavoli erano già imbanditi e, sedendosi, lanciò un rapido sguardo al tavolo Serpeverde notando immediatamente la nuca platinata del ragazzo che non la stava guardando ma, invece, parlava con Albus.
Si servì e cominciò a mangiare lanciando, di quando in quando, rapide occhiate al tavolo affianco.
Dopo cena tornò velocemente alla propria Sala comune chiudendosi in camera e andando a dormire presto: l’indomani Scorpius l’avrebbe fatta stancare.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Amici ***


4. Amici
 
Do you ever feel like a plastic bag?
Drifting throught the wind
Wanting to start again
 
Do you ever feel, feel so paper thin
Like a house of cards
One blow from caving in
 
Do you ever feel already buried deep
Six feet under scream
But no one seems to hear a thing
 
Do you know that there’s still a chance for you
Cause there’s a spark in you
 
Fireworks - Katy Perry
 
Il giorno seguente passò esattamente allo stesso modo del giorno prima, e degli anni prima, con solo le materie diverse.
Cenò presto e poi andò in camera per prepararsi: mancavano pochi minuti alle 9 quando raggiunse il campo.
-Mi fa piacere il tuo impegno in questa cosa, Weasley. Tuttavia, dobbiamo ancora vedere quanto resisterai- disse Scorpius pochi minuti dopo, entrando negli spogliatoi.
-Io...spero di farcela- rispose lei con un filo di voce.
-No, così non va. Devi essere sicura di farcela- la riprese lui con un tono di rimprovero.
-Ma io non ne sono sicura-
-Se lo vuoi davvero, devi farcela. Senza se e senza ma, comunque andiamo, torneremo su questo discorso-
Senza ribattere la ragazza lo seguì sul campo dove, esattamente come due sere prima, si misero a fare gli addominali e poi cominciarono a correre lentamente.
Rose cercò di resistere il più possibile ma dopo circa 20 minuti si sentiva morire: la milza sembrava volerle uscire dal corpo per protesta e le gambe erano in fiamme.
Fosse stata da sola si sarebbe fermata al secondo giro di campo, o forse non avrebbe neanche iniziato, ma Scorpius la spronava a sfiorare i propri limiti.
-Stai bene?- le chiese lui vedendola respirare a fatica, preoccupato che si fosse spinta troppo oltre.
Rose riprese fiato per ancora qualche momento prima di rispondere un flebile -Bene- che lo fece sorridere.
Gli piaceva la sua determinazione e sperava continuasse così.
-Dai muoviti, stretching- disse però tornando serio e dirigendosi verso i tappetini dove avrebbero fatto gli addominali.
 
La mattina dopo Rose non sentì la sveglia, stanca com'era dalla sera prima.
Si svegliò grazie alla porta del dormitorio sbattuta un po' troppo forte e si vestì come meglio poté nei 10 minuti che le rimanevano prima dell'inizio delle lezioni.
Arrivò a trasfigurazione che la professoressa Finch stava chiudendo la porta, beccandosi un'occhiataccia.
Andò a sedersi in uno dei posti lasciati liberi davanti e improvvisamente si ricordò il perché le piacesse entrare in classe per prima: passare in mezzo alla classe ormai piena e con gli occhi di tutti puntati addosso le fece venir voglia di vomitare.
A fine lezione, avendo poi un'ora buca, lasciò uscire la maggior parte della classe prima di cominciare a raccogliere la propria roba.
-Vai pure Natalia, io devo parlare un momento con la Weasley- sentì dire da in fondo alla classe e, girandosi, notò Scorpius e Natalia Woodly, lei la stava palesemente squadrando con un'espressione di disprezzo e disgusto.
Tuttavia non disse nulla e uscì dalla classe mentre il serpeverde le si avvicinava.
-Non eri a colazione- esordì lui, duro.
-Mi sono svegliata tardi-
-Cerca di non saltarla più, è il pasto più importante- disse lui, un filo più dolce, passandole una mela che lei mise nella borsa.
-Almeno mangia questa, ci vediamo stasera ad astronomia- continuò prima di girarsi e uscire dalla classe, seguito poco dopo da lei.
Natalia non era andata in classe ma era rimasta con un gruppetto di altre Serpeverdi poco più avanti per aspettare Scorpius.
-Cosa volevi da quella...cosa?- chiese la ragazza senza curarsi di abbassare la voce per non farsi sentire.
-Nulla Natalia, andiamo a lezione- disse lui irrigidendosi un po' sentendo il tono sprezzante della ragazza.
-Non capisco come faccia ad essere parente di Albus, è normale che lui se ne vergogni. Chiunque lo farebbe, insomma, l'avete vista?- continuò lei fissando Rose che stava passando in quel momento e facendo ridere le altre ragazze.
-Natalia non fare la stronza- la riprese lui.
-Ora ti metti a difendere i rifiuti della società, Scorpius? Vuoi fare volontariato?- continuò la Serpeverde ridendo con cattiveria guardando la rossa correre via, ormai in lacrime.
 
Le parole di Natalia la seguirono per tutto il tragitto fino alla biblioteca, le rimbombavano in testa diventando più dolorose di volta in volta.
Raggiunse rapidamente il suo corridoio, ignorando Miss Moore che la riprendeva, -Non si corre in biblioteca!-, e si sedette sul pavimento freddo.
Le sarebbe piaciuto abbracciarsi le ginocchia e nasconderci il viso ma la pancia troppo abbondante non le permetteva di farlo per cui rimase li, le gambe stese in avanti e il viso rigato dalle lacrime.
Poco dopo sentì bussare sul legno dello scaffale e, alzando lo sguardo, scorse Scorpius in piedi poco distante.
-Posso?-
-Non hai lezione?- chiese lei asciugandosi le guance arrossate.
-Di Storia della magia posso anche farne a meno- rispose lui avvicinandosi e sedendosi vicino a lei.
-Non dovresti nemmeno ascoltarla Natalia, se l'è presa perché mi sono fermato a parlarti. Un po' è anche colpa mia-
-Non è colpa tua, non ti preoccupare, fa sempre così. Sto bene, vai pure- rispose lei tirando su col naso.
-Ora che ho un’ottima scusa per saltare Ruf? E poi voglio assicurarmi che tu non creda a ciò che ha detto Natalia-
-Apprezzo tanto, davvero, ma già mi sembra strano che mi aiuti..con l’altra cosa. Non sentirti obbligato a consolarmi-
-Non mi obbliga nessuno a stare qui, non sono solo uno stronzo, lo sai vero?- rispose lui piccato.
-Perchè ti sembra così strano, comunque?- chiese ancora lui.
-Non ci siamo mai calcolati e tu sei forse il ragazzo più popolare della scuola..e quando ‘il figo’ si interessa della sfigata la maggior parte delle volte è per prenderla in giro-
-Non ti sto prendendo in giro, giuro-
-E allora perchè lo fai? Hai detto ‘perchè mi annoio’ ma non puoi fare tutto questo per noia-
-I motivi sono più di uno, c’è anche la noia tra questi-
-E posso sapere gli altri?-
-Albus mi ucciderebbe se te lo dicessi ma soffre parecchio per te- ammise lui facendola sprofondare nella delusione. Sentirlo dire da Natalia era doloroso, ma da Scorpius, migliore amico di Albus, era una stilettata. Suo cugino davvero si vergognava di lei.
-Finito quest’anno non dovrà più ammettere alcun tipo di parentela tra di noi, non dovrà più vergognarsi- rispose lei cercando di non scoppiare nuovamente a piangere.
-Stai scherzando vero? Natalia se lo è inventato, Albus non si vergogna di te-
-Non ti preoccupare, non ce l’ho con lui per questo. Lo capisco-
-Non pensavo che la situazione fosse così grave, insomma che fossi insicura l’avevo capito ma...comunque, Albus ti vuole molto bene e non ha mai capito cosa ti abbia spinto a allontanarti da lui. Ma secondo me non è lui il problema, sei tu. Cioè, non nel senso che sei un problema. Credi di essere un problema per le persone che ti stanno intorno e quindi stai da sola- disse Scorpius esprimendo le sue supposizioni e lasciando la ragazza senza parole per un momento.
-Co...come sei giunto ad una tale conclusione?- chiese Rose cercando di rimanere distaccata, non si sentiva così scoperta e vulnerabile da tantissimo tempo.
-Non stai mai con nessuno, mi sono fatto le mie idee- rispose lui.
-Non credevo di essere oggetto di studio di qualcuno- disse lei sulla difensiva.
-Mi piace capire le persone, dopo Hogwarts voglio studiare per fare lo psicomago-
-E quindi io sono la tua prima paziente?-
-Vuoi definirti tale?- chiese lui con una risata -Comunque c’è un altro motivo per cui voglio aiutarti-
-Sarebbe?- chiese Rose insieme curiosa e preoccupata.
-Sinceramente, a me non me ne può fregare di meno di quanto pesi ma prima ti ho vista svenire, poi chiuderti in bagno per vomitare...non volevo che la cosa degenerasse. Sai che sei stata un imbecille, vero?-
-Io...mi dispiace. Non voglio sembrarti un’ingrata, perchè ti giuro che la apprezzo tanto, però, insomma, non spetta a te-
-Non mi sei sembrata abbastanza in te per accorgerti dell’enorme cazzata che stavi facendo e qualcuno doveva intervenire- rispose lui semplicemente.
-Io...non so come ringraziarti, davvero. Lo so che è una cosa triste da dire ma al momento sei la cosa più simile ad un amico che io abbia- disse la ragazza commossa e imbarazzata.
-Come ho già detto, sei tu che allontani tutti, e non dovresti. Comunque, a parte tutto, se lo faccio è perchè mi fa piacere aiutarti. Stai meglio?-
-Si, grazie mille. Per tutto-
-Di nulla, ora alzati e andiamo. Dobbiamo andare a lezione-
Si alzarono entrambi e uscirono dalla biblioteca, poi si separarono diretti a lezioni diverse.
 
Il resto della giornata passò come al solito: finite le lezioni, Rose raggiunse la Sala Grande per pranzare e poi tornò in biblioteca un po’ a leggere e un po’ a studiare.
Uscì solo all’ora di cena, quando raggiunse la Sala Grande per cenare prima di tornare alla Torre Corvonero per prendere i libri e dirigersi ad Astronomia che avrebbe frequentato con i Serpeverde.
-Ehi Rose, Scorpius mi ha detto che volevi parlarmi. Che succede?- le chiese Albus, avvicinandosi imbarazzato alla cugina.
La rossa lanciò uno sguardo assassino oltre le spalle di Albus, ma Scorpius non la stava guardando.
-Ehmm forse si, dovremmo parlare..ma non penso che questo sia il luogo più adatto-
-Ma è successo qualcosa? Insomma, so che non siamo….però sono tuo cugino, puoi parlarmi di tutto- rispose lui cercando di trasmettere alla cugina quanto le mancasse.
-Grazie Albus, non è successo nulla, non ti preoccupare- rispose lei sempre più rossa in viso ma con un sorriso sincero stampato in volto.
-Ok, ti va se ci vediamo domani? La prima ora dovremmo averla libera entrambi, no?- propose lui.
-Va bene- accettò Rose, poi ognuno tornò alla propria postazione dato che la lezione stava cominciando.
 
-Perchè sorridi?- chiese Albus all’amico.
-Nulla, non ti preoccupare-

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Il primo mese ***


 

5. Il primo mese
 
If i could turn back the hands of time
I swear I never wanna cross that line
I should of kept it between us but no
I went and told the whole world how I feel and oh
So I sit and I realise with these tears falling from my eyes
I gotta change if I wanna keep you forever
Promise that I'm gonna try
 
Nobody’s perfect - Jessy J
 
L’indomani mattina Rose arrivò a colazione che la Sala era quasi deserta, prese posto ad un capo del tavolo, si versò una spremuta e prese un toast.
I due Serpeverde arrivarono poco dopo e lanciarono entrambi un’occhiata a Rose prima di sedersi uno affianco all’altro.
Sapendo di dover parlare con Albus, l’ansia di Rose cominciò a farsi sentire. Cosa gli avrebbe dovuto dire? Erano anni che non si parlavano, se non un saluto frettoloso alle riunioni di famiglia.
Troppo presto, non si era ancora preparata nulla da dire, i due ragazzi la raggiunsero.
-Ciao Rose- la salutò Albus mentre Scorpius si limitò a farle un cenno con la testa.
-Ehi- rispose lei in imbarazzo. I due ragazzi si erano forse parlati?
-Al io vado, ci vediamo dopo. Weasley- disse Scorpius salutando entrambi e uscendo dalla Sala mentre l’amico si sedeva di fronte a Rose.
-Come stai?- le chiese Albus dopo parecchi minuti di teso, imbarazzante silenzio.
-Bene, tu?-
-Tutto okay-
E il silenzio si fece nuovamente largo tra di loro.
-Rose…-
-Senti Al…-
Si zittirono entrambi, di nuovo.
-Vai tu- disse Rose.
-Ieri ho parlato con Scorpius e…-
-Cosa ti ha detto?- chiese immediatamente lei, spaventata.
-Mi ha raccontato cos’è successo ieri- rispose il ragazzo a disagio.
-Non puoi credere a quello che ha detto Natalia- continuò lui dopo qualche secondo.
-Albus, non ti devi preoccupare per questo, davvero-
-Rose io non mi vergogno di te, non ho mai voluto allontanarmi da te. Sei tu che hai cominciato a respingermi, cosa potevo fare io?-
-Albus, non...mi dispiace Al- rispose Rose mortificata e non riuscendo a trovare le parole per spiegare le emozioni che stava provando.
-Posso sapere perchè? Eravamo così uniti da piccoli…-
-Non lo so Albus…-rispose lei ancora a corto di parole.
Albus si alzò e andò ad abbracciarla. Quando si separarono, Rose aveva gli occhi lucidi.
-Ehi, non piangere. Non sono così importante- disse lui con un sorriso, felice per avere di nuovo la cugina al suo fianco e rimpiangendo il tanto tempo sprecato.
Era davvero così semplice? Probabilmente no, ci sarebbe voluto del tempo per recuperare gli anni passati ma almeno ci stavano provando.
La Corvonero sorrise e si asciugò gli occhi umidi.
-Scorpius non avrebbe dovuto dirti quello che è successo comunque-
-Non me lo ha esattamente detto, ho sentito mentre parlava con Natalia. Non l'avevo mai visto così arrabbiato-
-Ti prego, non dirmi che le ha fatto una scenata in Sala Comune- supplicò lei sempre più in difficoltà nascondendosi il viso tra le mani paffute.
-Un Malfoy non fa scenate, l’ha presa da parte e le ha parlato nel modo più freddo e distaccato che io abbia mai sentito. Segno che era davvero, davvero infuriato-
-Non si sarebbe dovuto arrabbiare, non era il caso- disse Rose sebbene, in fondo in fondo, le facesse anche piacere.
-L’avessi saputo, non mi sarei limitato ad arrabbiarmi. Non può permettersi di mettermi in bocca parole che non ho mai detto e, soprattutto, non può far soffrire te-
-Grazie Al-
-Dai andiamo che dobbiamo ancora prendere i libri prima di andare a lezione-
 
Rose non ebbe occasione di parlare con Scorpius fino a sera, alle 9 al campo da quidditch.
-Ehi Weasley, scusa il ritardo- disse il serpeverde entrando negli spogliatoi con appena un paio di minuti di ritardo.
-Non ti preoccupare. Volevo...ecco, volevo solo ringraziarti. Ho perso il conto di tutte le cose per cui devo ringraziarti. Sei tipo il mio angelo custode in questo periodo-
-Addirittura? Non esagerare- rispose lui ridendo. -Comunque Albus è davvero felice di aver riallacciato i rapporti con te-
-Anche io, ed è merito tuo-
-Non esattamente, Rose io ti do solo dei piccoli aiuti, poi stai facendo tutto te. Stamattina non hai nemmeno guardato le brioche e, anche se abbiamo appena iniziato, è un’ottima cosa. L’importante è non mollare, ok?-
Lei annuì, sorridente.
-Perchè sorridi?- chiese lui, quel sorriso le sembrava strano.
-Nulla, è la prima volta che ti sento chiamarmi Rose e non con il cognome-
-Preferisci che torni a Weasley?-
-No, no. Rose va bene- rispose lei.
-Ok, andiamo ora. Vediamo se stasera riusciamo a fare cinque addominali in più-
 
***
 
Il primo pensiero di Rose, quella mattina, fu che la sera si sarebbe dovuta vedere con Scorpius.
Il secondo fu che era passato già un mese dal loro primo allenamento insieme quindi quella sera si sarebbe dovuta pesare.
Il terzo fu che, nonostante non avesse sgarrato nemmeno una volta, aveva comunque paura di vedere quel numero.
Si vestì e si guardò allo specchio, rimanendo delusa nel non notare nessun cambiamento. Anche Scorpius sarebbe rimasto deluso? Avrebbe trovato inutile continuare?
Questi pensieri la accompagnarono durante tutto il giorno. La sua routine adesso era leggermente diversa: ovviamente le lezioni erano sempre le stesse ma a volte Albus la raggiungeva a pranzo o, più spesso, in biblioteca dove si sedevano ad un tavolo e studiavano insieme.
Non gli aveva detto dei suoi ‘incontri’ con Scorpius, e le dispiaceva per questo, ma non si sentiva pronta per affrontare quell’argomento con Albus.
Si conoscevano da sempre ma si stavano riscoprendo dall’inizio.
Poi, tre sere a settimana, raggiungeva Scorpius al campo di Quidditch e sudava sangue in quegli allenamenti, le restanti sere le passava in camera a studiare o a leggere.
 
Tra preoccupazioni e ansia, la giornata passò velocemente e presto, troppo presto, le nove arrivarono e lei raggiunse gli spogliatoi.
-Allora Rose, pronta?-
-Non molto-
-Su, vatti a svestire- ribatté Scorpius passandole il noto accappatoio.
Rose lo prese e andò dietro gli armadietti per cambiarsi.
Lo indossò velocemente e, dopo aver preso un profondo respiro, raggiunse il ragazzo, già vicino alla bilancia.
-Sali- le ordinò.
-Ho un po’ paura-
-Dai, sali- le ridisse, più gentilmente, e la ragazza salì.
-Apri gli occhi- le disse Scorpius, notando le palpebre serrate della ragazza.
Rose obbedì e rimase sconvolta nel vedere il numero sulla bilancia: 89,5 kg.
-Brava Rose- le disse Scorpius, sorridendo orgoglioso.
-Per l’amor di Merlino, ho perso due chili!- esclamò Rose entusiasta.
-Più di due chili- precisò Scorpius continuando a sorridere.
-Scorpius, non so davvero come ringraziarti!-
-Smettila di ringraziarmi. Su, vatti a rivestire che cominciamo-
La ragazza tornò dietro gli armadietti, continuando a sorridere, e indossò nuovamente la tuta prima di raggiungere Scorpius già fuori.
In quel mese erano diventati, se non proprio amici, almeno dei buoni compagni di allenamento anche se, fuori dal campo, si limitavano a salutarsi con un sorriso.
Albus, che non sapeva nulla, trovava strani questi sorrisetti e aveva chiesto più volte spiegazioni sia a lui che a lei senza ricevere una risposta soddisfacente e lui proprio non riusciva a farsene un’idea.
 
Quando andò a dormire, Rose si sentì soddisfatta di se stessa per la prima volta da...beh forse per la prima volta in assoluto. Oltre ad aver perso due chili e mezzo, era riuscita a correre per quasi mezz’ora e a fare più addominali.
Inoltre la mattina dopo non si era nemmeno sentita distrutta come all’inizio, segno che la sua resistenza era aumentata, e, rispetto ai primi allenamenti in silenzio, ora capitava che chiacchierassero di cose poco importanti come compiti, scuola e Quidditch.
Ovviamente solo la sera, da soli al campo.

NOTE:
Hey, volevo ringraziare chiunque stia leggendo questa storia. Ci tengo particolarmente sebbene non sia la migliore che abbia mai scritto.
Baci,
Arya
 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Segreti ***


 

6. Segreti
 
Blue Moon
You saw me standing alone
Without a dream in my heart
Without a love of my own
Blue Moon
You know just what I was there for
You heard me saying a prayer for
Someone I really could care for
 
Blue moon - Elvis Presley
 
Ottobre era iniziato da un paio di settimane ma il freddo non era ancora arrivato. Quella fu la prima mattina in cui, alzandosi, Rose afferrò il primo maglione trovato in fondo al letto prima di avere il coraggio di mettere i piedi fuori dalle coperte.
Si preparò, come ogni mattina, prima ancora che le sue due compagne si alzassero e, indossando una maglia in più e le calze più pesanti, prese i libri e raggiunse la Sala Grande.
Di solito arrivava sempre qualche minuto prima di Scorpius, comunque piuttosto mattiniero come lei, per cui quella mattina fu sorpresa di vederlo già seduto al suo tavolo, da solo, e piuttosto imbronciato.
Lo guardò per salutarlo ma lui si limitò a farle un veloce cenno con il mento, cosa insolita per lui dato che da un po’ di tempo le sorrideva gentile, per cui decise di, cosa insolita per lei, infrangere le regole non-scritte e avvicinarsi al tavolo Serpeverde.
-Ehi, buongiorno- disse lei, sorridendo e spostando il peso da un piede all’altro, a disagio.
-Ciao, che ci fai qui?- chiese lui, stupito, ma con tono piatto.
-Io...beh, ti ho visto un po’ giù stamattina. Mi stavo chiedendo...insomma, c’è qualcosa che non va?-
-Tranquilla, nulla di importante. Tu come stai?- chiese rivolgendole un sorriso gentile che non coinvolse gli occhi. Sicuramente frutto della sua educazione esemplare.
-So che non siamo proprio amici, non so cosa siamo, ma sai di poter parlare con me, vero?- rispose lei imperterrita, ignorando la domanda.
Scorpius sospirò prima di farle un vero sorriso.
-Grazie Rose, ti va di fare colazione con me?-
-Io...okay- rispose lei sorpresa, piacevolmente sorpresa, sedendosi di fronte al biondo.
-Comunque come mai sei venuto qui così presto? Di solito arrivi più tardi e con Albus- chiese lei.
-Dovevo parlare con la professoressa McGranitt, il che è anche il motivo del mio pessimo umore- rispose con un sorriso tirato.
-Ah- Non sapeva cosa dire, non voleva costringerlo a parlare di qualcosa di cui non voleva parlare.
Comunque Scorpius prese un respiro profondo prima di parlare, quasi sfogarsi, con lei.
-Rockfeller si è diplomato l’anno scorso quindi quest’anno hanno dovuto scegliere un nuovo capitano per i Grifondoro. Purtroppo la preside ha perso qualche colpo e ha deciso di dare il distintivo a Welles. Che è un coglione. Ma ci sono altri capitani imbecilli, il problema è che Welles, l’anno scorso, è stato quasi buttato fuori dalla squadra per il suo rendimento minimo, inoltre è un imbecille che è stato un sacco di volte vicino all’espulsione per i suoi comportamenti dentro e fuori dal campo. E la McGranitt che fa? Lo premia con quella stupida spilla e dice a me che me la prendo troppo- sbottò lui irritato.
Rose non sapeva cosa rispondere. Possibile che la McGranitt avesse davvero preso un abbaglio del genere?
-Ehi Rose! Che ci fai al nostro tavolo?- chiese Albus raggiungendoli sorpreso.
-Ciao Albus, come stai?- rispose Rose ignorando la domanda. Come avrebbe dovuto rispondere?
-Tutto bene, tu? Scorp, dalla tua faccia direi che la vecchia Minerva non ti ha voluto ascoltare- disse Al.
-Lascia perdere, Al. Non la credevo così attaccata a quella stupida coppa-
-Facciamo vedere a quell’imbecille che possiamo batterlo anche se lui è uno scorretto pezzo di merda-
-Non ho paura di lui, so che possiamo battere quella squadretta, ma un ragazzo del genere non ha bisogno di altro per sentirsi superiore agli altri-
-Lo so, ma cosa suggerisci? Rompergli una rotula?- chiese Albus sedendosi vicino a Rose e afferrando una brioche e addentandola.
-Sai che non mi piace la violenza, speravo di risolvere la cosa parlando con la preside-
-Scusate ma è così pessimo Welles? Sembra pieno di sé, si, ma non poi così cattivo- chiese Rose con un filo di voce dopo aver bevuto il suo caffè caldo.
Albus alzò gli occhi al cielo, ma fu Scorpius a rispondere.
-Non mi piace per niente il suo modo di fare- disse semplicemente ma Rose ebbe l’impressione che ci fosse qualcosa in sospeso tra di loro.
Ne seguì un breve silenzio, interrotto da Albus che rifece l’ultima domanda che Rose avrebbe voluto sentire.
-Comunque non mi hai ancora risposto, che ci fai qui tra le serpi?-
Rose non sapeva cosa rispondere. Cosa ci era venuta a fare? Scorpius le sembrava giù. Ma ciò avrebbe comportato un sacco di altre domande. Lei davvero voleva rispondere?
-Cercavo te, avevo pensato di fare colazione insieme- mentì Rose arrossendo e, se Albus avesse prestato attenzione, avrebbe saputo che quello era un chiaro segno della bugia.
L’attenzione di Albus però era rivolta al suo amico che, guardando Rose in attesa della risposta, abbassò lo sguardo sentendo la bugia.
Mi nascondono qualcosa, pensò Albus.
-Forse è meglio se andiamo a lezione- disse Scorpius prendendo la sua roba e alzandosi, seguito poco dopo dagli altri due.
Nessuno dei tre notò gli occhi dell’intera sala posati su quel gruppo mal assortito.
 
Era l’ultima lezione della giornata: Storia della Magia.
I Serpeverde la frequentavano con i Grifondoro ma tra le due Case non c’era alcuna differenza: tutti erano ugualmente assopiti.
-Sco’- sussurrò Albus per richiamare l’attenzione dell’amico, persa chissà dove fuori dalla finestra.
-Eh?- rispose lui riscuotendosi.
-C’è qualcosa che dovresti dirmi?- disse il moro a bassa voce.
-Di cosa stai parlando?-
-Rose-
-Cosa c’entra lei?- chiese Scorpius improvvisamente all’erta.
-Da quando siete diventati così...intimi?-
-Intimi?- chiese lui con una risatina che rasentava l’isterico. Albus aveva intuito qualcosa? E poi la loro relazione non l'avrebbe definita proprio ‘intima’. Certo, passavano tre sere a settimana insieme, ma non affrontavano argomenti poi così privati, se non si consideravano i problemi di Rose con il peso.
E certo non avrebbe potuto parlarne con Albus.
-Si, intimi. Tutti sorrisetti complici e occhiatine-
-Albus, stai delirando-
-Okay, non me ne vuoi parlare. Però fammi dire una cosa: mia cugina è una ragazza fantastica e io sono appena riuscito a tornarle amico, non rovinare tutto. Non so cosa tu abbia in mente, ma non farla soffrire- sbottò lui infastidito. Scorpius gli aveva sempre detto tutto, cosa gli stava nascondendo? E perchè?
-Albus ti stai inventando tutto. Complimenti per la fantasia- lo prese in giro Scorpius con una risatina. Probabilmente Albus si stava costruendo una storia con i pochi indizi che aveva ma le sue congetture non potevano avvicinarsi alla realtà per cui lo avrebbe lasciato fare. L’unica cosa che gli aveva chiesto era di non farla soffrire e quella era l’ultima intenzione di Scorpius: in poco più di un mese si era sinceramente affezionato alla ragazza.
-Quindi, se non ti vedi con lei come stavo sospettando, dove vai tre sere a settimana da un mese?-
Albus sapeva qualcosa? Probabilmente sospettava solo, se avesse saputo qualcosa la sua reazione non sarebbe stata così pacata.
Ma cosa poteva rispondergli?
-Al non puoi pretendere che io mi ricordi cos’ho fatto per un mese- disse provando a prender tempo.
-Amico ho l’impressione che tu mi stia nascondendo qualcosa, e sai che lo scoprirò, quindi non fai prima a dirmelo? C’è una ragazza?- chiese Albus, provando ad indovinare.
-Albus, preferirei che evitassi di provare a scoprirlo-
-Ma perchè?!- esclamò Albus, un po’ troppo forte, facendosi riprendere dal professore.
-Ma perché?- richiese, a voce più bassa, dopo qualche secondo.
-Sei appena stato ripreso da Ruf, non vorrai farti riprendere di nuovo-
-Va bene, continua a non dirmi nulla- ribatté Albus offeso.
-Al ti prego non fare così. Non posso dirtelo, ok? Non riguarda me e non posso dirtelo, fine del discorso-
-Beh ma sei tu a sparire, quindi ti riguarda- insisté Albus.
-Non solo me, quindi non posso dirtelo-
-Okay- rispose Albus, finalmente arreso. Sapeva riconoscere quando non sarebbe riuscito a scucirgli un’altra parola.
 
Poco dopo pranzo Scorpius abbandonò Albus, alle prese con la seduzione di una Serpeverde, e, senza dire nulla all’amico, raggiunse Rose in biblioteca.
-Ehi, posso?- chiese svoltando nel ‘corridoio di Rose’ e spaventandola, immersa com’era nel suo libro.
-Ciao, che ci fai qui?-
-Volevo parlarti un attimo- disse il ragazzo andando a sedersi sotto la finestra, vicino a Rose.
-Stamattina Albus ha fatto molte, troppe, domande. Pensa che tra me e te stia ‘succedendo qualcosa’ quindi ti volevo avvertire perché è probabile che interroghi anche te-
-Speravo di avere un cugino più stupido- disse Rose sospirando e chiudendo il libro. -Cosa gli posso dire?-
-A parte la verità?-
-Scorpius, io...io non me la sento. è imbarazzante- disse Rose arrossendo.
-Rose non è imbarazzante, anzi. Secondo me è una cosa positiva: non ti piaci e stai cercando di cambiare-
-Ma se non ci riesco? Oltre deludere me, e ora te, deluderei anche lui! E io non voglio deludere nessuno-
-Rose ce la stai già facendo, ok? E non pensare che io ti faccia mollare solo perchè siamo diventati amici, se serve posso tornare ad essere freddo e distaccato come all’inizio-
-Quindi siamo amici?- chiese Rose, era parecchio che se lo domandava.
-Di tutto il mio discorso ti è rimasto solo quello?- chiese Scorpius ridendo e facendo arrossire la ragazza.
-Comunque si, penso che ‘amici’ sia la cosa che più si avvicina al nostro rapporto, no?-
-Direi di si- rispose lei sorridendo.
-Comunque, lungi da me dirti cosa devi fare, ma secondo me dovresti parlarne con lui. Ti vuole bene, non ti giudicherà e ti starà vicino-
-Ci penserò- rispose Rose, non del tutto convinta. Non era la paura di essere giudicata a bloccarla, non sapeva bene cosa fosse a farlo.
Forse il fatto che non parlava con nessuno del suo peso. A parte Scorpius.
Ma non era stata lei ad iniziare il discorso, era successo e basta.
-Va bene, adesso è meglio che vada prima che tuo cugino sospetti qualcosa- disse Scorpius alzandosi e uscendo dalla biblioteca.

NOTE:
Buongiorno miei piccoli amici. 
Mi dispiace per questo piccolo ritardo e voglio anche informarvi che è altamente probabile che l'aggiornamento di settimana prossima salti a causa della mia imminente partenza per il mio Erasmus in Spagna (yeeeeeee) e sono un filino incasinata.
Però ringrazio tanto tutti coloro che stanno leggendo, siete dei tesori.
Baci,
Arya

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** La confessione ***


7. La confessione
 
Every minute gets easier
The more you talk to me
You rationalize my darkest thoughts
Yeah you, set them free
 
Came to you with a broken faith
Gave me more than a hand to hold
Caught before I hit the ground
Tell me I'm safe, you've got me now
 
Take me home - Jess Glynne

Albus non le chiese nulla per tutta la giornata ma quando, l’indomani mattina, lo vide arrivare al tavolo Corvonero, non aveva ancora deciso cosa dirgli.
-Ciao Rosie, posso sedermi?- chiese tornando al soprannome che usava quando erano bambini, accompagnato da un sorrisetto per nulla rassicurante.
-Certo- rispose lei ingoiando una cucchiaiata di yogurt ai mirtilli. Non le piaceva granchè lo yogurt ma c'aveva fatto l'abitudine, Scorpius le aveva consigliato di non mangiare sempre pane tostato la mattina, troppi carboidrati.
-Allora, come va?- chiese il moro afferrando un french toast da un vassoio fluttuante e addentandolo, continuando a guardare la cugina.
-Tutto bene, tu?-
-Divinamente! Pensavo che stasera potremmo stare un po’ insieme, è venerdì!- propose lui, pronto a ricevere il rifiuto della ragazza. Aveva una teoria e voleva convalidarla.
-Uh beh pensavo di studiare stasera- rispose lei grattandosi la nuca e accampando una scusa.
-Ma domani è sabato!- ribatté lui con finta sorpresa.
-Quindi potremmo vederci domani sera, che ne dici?- propose lei con un sorriso tirato.
-Va bene dai, puoi venire nel mio dormitorio se ti va...Christopher sarà sicuramente dalla sua ragazza e Scorpius...beh una ragazza per il sabato sera se la trova sempre- buttò lì Albus stando attento alla reazione della ragazza e rimanendo molto deluso nel non vederla arrivare.
Non era gelosa? Quindi davvero non uscivano insieme?
-Oh va bene, se sei sicuro che non disturberò…-
-Perfetto allora! Hai finito? Andiamo?- chiese il ragazzo alzandosi e afferrando la propria borsa, prima di andare a lezione.
 
Corvonero e Serpeverde avevano due ore di Erbologia in comune, subito prima di pranzo.
-Ragazzi, oggi lavorerete a coppie, è venuto il momento di spillare il veleno dai vostri formicaleone e, a seconda della qualità e della quantità del veleno della vostra pianta, verrete valutati. Dividetevi in coppie e poi vi spiegherò come fare- esordì Neville portando tra le braccia una quantità industriale di becher.
Nella serra ci fu un momento di chiacchiericcio mentre le coppie, per la maggior parte consolidate da anni di amicizia e collaborazione, venivano definitivamente decise.
Albus, inaspettatamente, si allontanò da Scorpius raggiungendo Annelise che divideva il tavolo con Rose, proprio di fronte a quello suo e di Scorpius.
-Ehi ciao, sei Annelise, giusto? Ti va di fare coppia con me?- chiese il moro con il suo classico sorrisino ammaliante mentre sia Rose che Scorpius lo guardavano a bocca aperta.
-Al, cosa diavolo stai facendo?- gli sussurrò all’orecchio Scorpius, raggiungendolo.
-Uh si scusa Scorpius, non ho pensato che ti avrei lasciato da solo!- esclamò Albus fingendo di essersene accorto solo in quel momento.
-Ehi! Ma anche Rose è sola! Perchè non fate coppia voi due?- propose Albus come se fosse l’idea del millennio.
-Non so cosa tu abbia in mente, ma ti stai sbagliando- disse Scorpius prima di prendere il proprio vaso e spostarsi vicino a Rose mentre Albus afferrava quello di Annelise e lo portava al proprio tavolo. Le ragazze non avevano avuto voce in capitolo: Rose era troppo sconvolta per parlare e Annelise troppo imbarazzata.
Albus Severus Potter non l’aveva mai nemmeno guardata e ora dovevano spillare un liquido disgustoso da una pianta insieme, romantico da morire.
-Credo che tuo cugino abbia qualcosa in mente- disse Scorpius voltandosi verso la rossa.
-Credo, e temo, anche io- rispose lei lanciando un’occhiata al cugino che chiacchierava amabilmente con l’altra Corvonero.
-Allora ragazzi, ora che avete fatto le coppie il proprietario della pianta si occuperà di raggiungere la linfa nella vena principale dentro alle fauci della pianta, senza farsi mordere, mentre l’aiutante dovrà occuparsi di tenere il becher in modo che nemmeno una goccia di linfa vada sprecata e di tenere calma la pianta come abbiamo fatto due settimane fa. Al lavoro ora- spiegò il professor Paciock consegnando due becher per ogni coppia.
Nelle due ore che seguirono i ragazzi scoprirono ben presto che tenere calma la pianta, che nelle settimane precedenti era parso così facile, non era affatto un gioco da ragazzi. Infatti, evidentemente, alla pianta non piaceva avere un tubo che aspirava la sua preziosissima linfa velenosa.
Le coppie che riuscirono a non farsi una doccia di quella sostanza puzzolente furono poche, tra cui anche Rose e Scorpius che, lavorando in silenzio, finirono prima di tutti ottenendo due ottimi voti: un Oltre ogni previsione per Rose e un'Eccellente per Scorpius.
-Stamattina mi è venuto a parlare Albus- sussurrò la rossa per non farsi sentire dal cugino che, impegnato con il suo formicaleone, probabilmente non avrebbe sentito comunque.
-Cosa gli hai detto?-
-Non ha fatto domande precise su di te, però mi ha chiesto di vederci stasera e io gli ho detto che non potevo. Allora abbiamo deciso di vederci domani sera dato che né tu né Christopher ci sareste stati-
-Ma io domani non ho nulla da fare..- rispose Scorpius confuso.
-Ha detto che dovevi uscire con una ragazza, come tutti i sabato sera-
-Oh. Credo di aver capito- disse Scorpius con una risatina, -Voleva vedere se ne saresti stata gelosa-
Rose lo guardò allibita per un momento prima di scoppiare a ridere.
-Albus sta decisamente esagerando!- esclamò Rose lanciando un'occhiata al cugino.
-Credo semplicemente che si senta escluso, sta ingigantendo la cosa. Sai come la penso però, se sei ancora decisa a non dirgli nulla, vederci stasera potrebbe essere...rischioso-
-Quindi saltiamo l’allenamento?- chiese Rose stupita, non avevano MAI saltato un allenamento.
-No, ovviamente. Lo rimanderei a domani mattina, io mi sarei allenato comunque come tutti i sabati mattina, se vuoi puoi farmi compagnia- propose Scorpius alzandosi, la campanella era appena suonata.
 
Non dovendosi vedere con Scorpius, Rose cenò velocemente e, dopo un bagno caldo, alle nove e venti era già nel suo pigiamone, sotto le coperte, con il libro di Erbologia in mano: era venerdì sera e le sue compagne, seppur coscienziose e diligenti Corvonero, non sarebbero tornate prima delle undici passate quindi aveva tutta la sera per studiare tranquillamente.
Erano quasi le dieci quando, con la coda dell’occhio, vide la porta aprirsi lentamente e, dopo pochi attimi, vide una chioma scura e due brillanti occhi verdi spuntare dietro il legno.
-Albus? Che ci fai qui?- chiese lei stupita.
-Ehi Rose, che sorpresa trovarti qui- disse lui entrando e grattandosi la nuca in imbarazzo.
-Già, immagino sia strano trovarmi in camera mia. Immagino anche passassi di qui per caso- disse lei, felice di aver spostato l’allenamento.
-Ok, lo ammetto, ero sicuro che non ti avrei trovata. Pensavo fossi con Scorpius- ammise Albus avvicinandosi al letto della ragazza.
-Albus, ancora con questa storia?-
-Me lo sento che mi state nascondendo qualcosa e non capisco perchè. Lui è il mio migliore amico, tu sei mia cugina. Anche se è da poco che siamo tornati amici sono sempre tuo cugino e il fatto che tu non mi ritenga degno della tua fiducia…-
-Al, non è perchè non mi fidi di te..-lo interruppe lei prima di venire a sua volta interrotta.
-Allora ammetti che qualcosa c’è!-
-Non quello che pensi tu. Andiamo Al, se ci avessi riflettuto un attimo coglieresti l’assurdità della tua supposizione- rispose Rose, ormai negare era inutile.
-Spiegami allora!-
-Io…- che fare? Non le piaceva continuare a mentire al cugino però nemmeno l’idea di affrontare l’argomento.
-Se te lo dico, devi promettermi che non cambierà nulla. Lo so che può sembrare brutto ma...non devi intrometterti, devi solo fare come se non ti avessi detto nulla-
-Rose, mi stai facendo preoccupare-
-Prometti-
-Va bene, prometto. Ora parla per favore-
-Io e Scorpius ci vediamo tre sere alla settimana, giù al campo da Quidditch. Mi sta...mi sta aiutando a dimagrire- ammise lei guardandosi le mani a disagio.
-E perchè non me lo hai detto?- chiese dolcemente Albus dopo qualche minuto di silenzio.
-Per non vedere quella faccia e non sentire quel tono, innanzitutto. E poi...non è un argomento di cui mi piace parlare quindi, ora che lo sai, vorrei che il discorso finisse qui-
-Ok, non parliamone più. Però sai che se hai bisogno di qualcosa io sono sempre qui, vero?- chiese lui abbracciandola. Non aveva pensato ad una spiegazione del genere e non sapeva cosa dire, non sapeva nemmeno cosa pensasse della cosa.
-Lo so Al, grazie.-
-Ora ti lascio studiare, ci vediamo domani- rispose lui dandole un bacio sulla fronte prima di uscire dal dormitorio e dirigersi nei sotterranei.
Tutto sommato, Rose era felice di averne parlato ad Albus.Per quanto, anche dopo più di un mese, la situazione con Scorpius le sembrasse strana, Albus aveva il diritto di sapere.
Scorpius era stato il primo ad aiutarla davvero e a capire quanto stesse male, se ce la stava facendo era grazie a lui.
Improvvisamente le venne in mente come Scorpius si era accorto del suo dolore, e se lo avesse detto ad Albus? Magari ne avrebbero parlato, cosa già di per sé terribile, ma se gli avesse raccontato dei suoi problemi ad inizio anno…!
Rose si alzò velocemente e, una volta agguantati un pezzo di carta e una piuma, scrisse un rapido biglietto a Scorpius e, con un colpo di bacchetta, glielo inviò sperando che la magia fosse più rapida del cugino.
 
Scorpius aveva appena letto le poche righe di Rose - Ho parlato ad Al ma sa solo degli allenamenti, non sa dell’inizio. Per favore non dirgli nulla, grazie. Buonanotte, Rose - quando Albus entrò.
-Ehi Scorp, niente da fare stasera? Strano- disse Albus entrando in camera.
-So che lo sai, non fare quella faccia- rispose Scorpius guardando l’amico che sfoggiava la sua faccia da ‘io so qualcosa che tu non sai’
-Te lo ha già detto? Ma come ha fatto?!-
-Mi ha appena scritto- disse Scorpius facendo evanescere il foglietto. -Mi dispiace di non avertelo detto ma non volevo tradire la sua fiducia- si scusò Scorpius.
-Non capisco perchè non me ne abbia voluto parlare, non gliel’ho chiesto perchè ho visto che le faceva male parlarne ma…-
-Non lo so, ne abbiamo parlato più d'una volta ma non l’ho mai capito-
-Quindi con te ne parla- affermò Albus un po’ geloso, Rose era sua cugina.
-Al, probabilmente si è trovata meglio a parlare con me proprio perchè non avevo nulla a che fare con lei. A volte è più facile parlare con uno sconosciuto-
-Ma tu sai quello che sta facendo? Non state esagerando, vero? La cosa può degenerare se…-
-Albus, calmati. So quello che sto facendo e per ora sta andando bene, credo sia felice-
-Bene, non sapevo che questa cosa la facesse stare così male-
-Dai Al, è una ragazza e sai anche tu che ci sono persone che non si fanno troppi scrupoli a prendere in giro gli altri- disse Scorpius irrigidendosi.
-Sono un pessimo cugino, non mi sono mai accorto che stesse così male-
-Credo dovesse scattare qualcosa in lei, nella sua testa- disse Scorpius indossando il pigiama.
-Vai già a letto?- chiese Albus sorpreso.
-Non ho altro da fare e domani mattina mi alzo presto per l’allenamento, tanto, a quanto pare, uscirò domani sera-
-Si beh, volevo vedere se si sarebbe ingelosita- si giustificò Albus grattandosi la nuca.
-Si, me ne sono accorto- rispose Scorpius ridendo prima di infilarsi sotto le coperte.

NOTE:
Buongiorno! Mi scuso ancora per il mancato aggiornamento della settimana scorsa ma sono stata piuttosto impegnata.
E grazie a tutti voi che continuate a leggere, ho messo il cuore in ogni parola.
Baci,
Arya

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Un nuovo ragazzo ***


8. Un nuovo ragazzo
 
I've been dreaming things yet to come
Living, learning, watching, burning
Eyes on the sun
I'm leaving gone yesterday
Brutal, laughing, fighting, fucking
The price I have to pay
Bright lights, big city
She dreams of love
Bright lights, big city
He lives to run
 
-Bright light - 30 second to mars
 
Con l’arrivo di novembre la prima neve cominciò a ricoprire ogni cosa, portando con sé il tipico freddo scozzese e allenarsi al campo di Quidditch divenne impraticabile.
Dopo un allenamento particolarmente segnato dal vento freddo che schiaffeggiava i loro visi e che mordeva il resto del corpo, Rose e Scorpius decisero di vedersi in un aula in disuso del terzo piano, magicamente ampliata grazie all’abilità dei ragazzi.
Gli allenamenti erano andati avanti come da programma: tre sere a settimana facevano gli addominali, poi si mettevano a correre, aumentando gradualmente la velocità, e infine stiravano i muscoli per evitare l’intorpidimento del giorno dopo che, a dirla tutta, era drasticamente diminuito rispetto all’inizio.
Albus si limitava a chiedere qualche informazione a Scorpius che, nelle sue risposte, non entrava mai nel dettaglio rispettando così la privacy della ragazza.
Ad Halloween, Scorpius le aveva portato una fetta di torta di zucca in biblioteca, dove era sicuro di trovarla, permettendole il primo dolce da più di un mese.
Ogni tanto poi la sorprendeva, raggiungendola nel suo rifugio con un pezzettino di cioccolato fondente e tante belle parole in grado di rallegrarla anche quando si sentiva demoralizzata o quando le prese in giro, che erano diminuite notevolmente da quando era amica dei due Serpeverde, si facevano troppo pesanti.
Una volta in particolare si era sentita davvero male, in colpa nei confronti di sé stessa e del ragazzo: non aveva resistito alla tentazione e aveva mangiato una deliziosa fetta di torta al cioccolato per poi correre in biblioteca.
Si sentiva davvero male per quello sgarro e non sapeva come dirlo a Scorpius. Quando lui la raggiunse in biblioteca, la trovò seduta sul pavimento e dopo averle chiesto cosa stesse succedendo, la ragazza, mortificata, gli raccontò l’accaduto.
Scorpius, dolcemente, le aveva spiegato che era stato necessario essere così duro all’inizio ma che, una volta ogni tanto, un piccolo dolce o uno sgarro erano permessi. Senza esagerare comunque, ma voleva lasciarle un po’ più di libertà per vedere come si sarebbe comportata.
Ormai erano amici e, sebbene molti - soprattutto Natalia - la trovassero ancora una strana accoppiata, ormai i più neanche facevano loro caso quando, magari, camminavano insieme in un corridoio o consumavano un pasto insieme.
Quasi sempre erano con Albus ed era così che l’intero castello si spiegava questa nuova amicizia: entrambi volevano passare tempo con il cugino o il migliore amico per cui erano finiti passare tempo anche tra di loro.
Anche la misurazione mensile era andata bene: aveva perso altri tre chili, arrivando a 86,5.
Scorpius era orgoglioso di lei e anche Rose lo era di se stessa, stava andando bene.
Certo, a volte era difficile resistere a quelle torte che le apparivano sotto il naso in Sala Grande, e, spesso, la mattina i muscoli le facevano male però era in qualche modo piacevole.
Erano segni che qualcosa stava cambiando.
 
***
 
Una mattina, verso la metà di novembre, alla fine dell’ora di incantesimi, il professore li fece rimanere in classe qualche minuto dopo il termine della lezione.
-Ragazzi, aspettate un attimo. Voglio assegnarvi un progetto a coppie, voglio tre rotoli di pergamena sulla storia di un incantesimo in programma questo semestre. Avete una settimana-
-Professore, mi scusi, come dobbiamo dividerci?- chiese una ragazza Grifondoro.
-Siete al settimo anno, fate come vi pare- rispose lui prima di afferrare la sua cartella e uscire dall’aula, seguito poco dopo dai suoi studenti che, chiacchierando e discutendo, cominciavano a creare le prime coppie.
Rose odiava questi progetti.
Preferiva lavorare da sola. L’idea di doversi adattare al metodo di studio di un’altra persona, di non poter prendere le sue decisioni e di dover passare tanto tempo in compagnia di qualcun altro non le piaceva. Forse con Albus sarebbe riuscita a farlo, forse persino con Scorpius, ma gli altri? Sfortunatamente i Serpeverde non seguivano Incantesimi con i Corvonero quindi Rose avrebbe dovuto fare coppia con un Grifondoro o con un suo compagno di casa.
Ma nessuno gliel’avrebbe mai chiesto e l’ultima volta che aveva fatto da sola un progetto da fare in coppia aveva preso un’insufficienza per non aver rispettato gli ordini, l’unica di tutta la sua carriera scolastica, quindi doveva decidersi, scegliere qualcuno e…
-Rose Weasley, giusto?- la chiamò una voce profonda, facendola voltare.
-Si?- chiese lei trovandosi davanti Chad Welles, il neopromosso capitano della squadra Grifondoro.
-Come va?-
-Tu...tutto bene? Tu?- chiese Rose sorpresa, cosa poteva mai volere?
-Mi chiedevo se ti andasse di fare il progetto a coppie insieme a me- disse il ragazzo con un sorriso sicuro di sé.
-Io...ok, va bene- rispose lei sorpresa.
-Perfetto, allora poi ci mettiamo d’accordo per quando e dove vederci! Buona giornata Rose- la salutò il ragazzo rivolgendole un ultimo sorriso prima di allontanarsi.
Rose era confusa, era davvero, davvero confusa mentre guardava il ragazzo voltare l’angolo. Welles le aveva davvero chiesto di fare il progetto insieme?
 
***
 
Rose e Chad si accordarono per vedersi quel venerdì, dopo pranzo, in biblioteca.
-Ehi Rose, scusa il ritardo- disse Chad raggiungendo la ragazza con dieci minuti di ritardo.
-Non ti preoccupare. Stavo sfogliando il libro per decidere che incantesimo preparare, hai già qualche idea?-
-No, tu? Sono sicuro di si- rispose Chad rivolgendole un sorriso.
-Oh beh...stavo pensando a l’Incanto Fidelius- sussurrò Rose, non sapeva cosa dire né cosa fare.
-Perfetto, va benissimo! Cominciamo allora!-
Era poco più di un’ora che stavano lavorando, avevano quasi definito la scaletta e deciso quali tratti dell’incantesimo trattare, quando Chad chiuse di colpo il libro.
-Non ce la faccio più. Direi che per oggi è abbastanza, vero??- chiese anche se, in effetti, era stata Rose a fare gran parte del lavoro, per non dire tutto. Ma ad entrambi andava bene così.
-Ok, finiremo un altro giorno- rispose lei raccogliendo la propria roba.
-Vai già via?-
Lei lo guardò come se avesse appena fatto una domanda estremamente stupida ma non disse nulla, al che lui continuò -Dai, facciamo due chiacchiere e poi vai-
Rose continuava a fissarlo senza proferire parola: cosa mai si sarebbero potuti dire?
-Allora...hai già pensato a cosa fare dopo il diploma?- chiese lui dopo un momento di silenzio.
-Ehmm non ancora, ho un paio di idee ma...ancora nulla di deciso. Tu?-
-Oh beh non lo so ancora, ho bisogno di un buon voto in incantesimi per entrare in praticamente ogni corso che mi interessa e questo compito vale quasi metà del voto finale…-
-Sono sicura che prenderemo un ottimo voto, non è un esercizio così difficile-
-Forse per Rose Weasley no, ma non tutti hanno un cervello come il tuo- rispose lui con un sorrisino e facendola arrossire.
-Che ne dici se domenica andiamo insieme ad Hogsmeade? Andiamo a bere qualcosa da qualche parte…-
-Perchè?- chiese Rose di getto.
-Beh pensavo che potremmo conoscerci un po’ meglio, chiacchierare. In sette anni non lo abbiamo mai fatto e ora me ne pento, sembri una brava ragazza-
A Rose sembrava di star vivendo la vita di qualcun altro. Perchè Chad Welles, capitano della squadra di Quidditch di Grifondoro e uno dei ragazzi più ambiti della scuola, voleva conoscerla?
-Allora? Ti va?- chiese nuovamente lui dopo qualche minuto in cui lei continuava a fissarlo imbambolata.
-Ok, va bene-
-Perfetto, ci vediamo domenica alle tre davanti al portone d’ingresso! Scusa ma si è fatto tardi e ho gli allenamenti, a presto!- disse lui sorridendole prima di allontanarsi.
 
Quella sera Rose raggiunse Scorpius nella loro aula e cominciarono ad allenarsi come al solito, solo verso la fine Scorpius, vedendola un po’ troppo sorridente, le chiese se ci fossero delle novità.
-No, perchè?-
-Mi sembri...felice- disse lui con una scrollata di spalle e un sorriso.
-Sai di essere arrossita?- riprese lui notando le guance della rossa imporporarsi mentre facevano stretching.
-A incantesimi dobbiamo fare un progetto a coppie e Chad Welles mi ha chiesto di farlo insieme, inoltre domenica mi ha invitato ad Hogsmeade. Non che mi piaccia o che mi sia fatta strane idee, so chi è lui e so chi sono io, però è bello essere invitata da qualche parte- rispose lei imbarazzata ma con un sorriso stampato in viso.
-Quindi non hai accettato, vero?- chiese lui improvvisamente irrigidito.
-Certo che ho accettato, nessuno mi ha mai invitato da qualche parte e non ho motivi per dire di no-
-Non puoi uscire con Wells! Con tutti, ma non con lui!-
-Ancora con quella storia del quidditch! Sul campo è un po’ falloso ma oggi abbiamo parlato tanto e mi sembra un ragazzo splendido!- lo difese lei.
-Non è solo per il Quidditch, non puoi uscire con...lui!- gridò Scorpius.
-Non puoi dirmi cosa devo fare!- urlò lei di rimando, infuriata.
-Non lo conosci come lo conosco io, è uno stronzo e ti farà soffrire- disse lui abbassando la voce, con un tono gelido.
-Non spetta a te proteggermi-
-Già, non so perchè mi ostino a preoccuparmi per te- rispose lui più freddo che mai, alzandosi e allontanandosi mentre Rose rimaneva seduta a fissare quelle spalle muscolose uscire dalla stanza senza mai girarsi.
 
***
 
Scorpius era sudato marcio.
Goccioline gli scendevano lungo il viso, il collo e il torace. La maglietta che portava fino a pochi momenti prima era stata lanciata, bagnata, in un angolo della stanza.
I babbani avevano tantissimi sport stupidi ma qualcuno era davvero degno di nota. La boxe ad esempio, quale migliore sfogo?
Certo, volare a diversi metri su una scopa dava sensazioni che nessun babbano avrebbe mai potuto nemmeno sognare, però la boxe permetteva di soddisfare la voglia di fare a pugni senza realmente fare del male a qualcuno.
-Fanculo- grugnì lui tirando l’ennesimo potente pugno al sacco appeso al soffitto.
-Deve averti fatto arrabbiare parecchio quell’oggetto inanimato-
-Che vuoi?- chiese Scorpius senza nemmeno girarsi, riconoscendo la voce del suo migliore amico.
-Volevo sapere perchè è due giorni che sei sparito, credevo che almeno stamattina avresti dormito, è domenica!-
-Non riuscivo a dormire- rispose il biondo senza smettere di sferrare pugni.
-E hai sentito la necessità di spaccarti le nocche contro un sacco di plastica poiché…?- indagò Albus cercando di decifrare cosa passasse per la testa dell’amico.
-Oggi tua cugina esce con Welles- ringhiò Scorpius tirando un pugno particolarmente forte.
-Stai scherzando? Sai che adoro Rose ma lei non è esattamente il suo tipo. Ma perchè ti infastid...sei geloso!- esclamò Albus come se avesse capito ogni cosa.
-No che non sono geloso, è che lui è uno stronzo e lei ci starà male. Ci ho messo mesi ad alzare un minimo la sua autostima, prima non sarebbe nemmeno riuscita a parlargli, e lui manderà tutto a puttane- rispose lui cominciando a slegare le bende con le quali si era fasciato le mani.
In alcuni punti erano macchiate di sangue.
-Non ho mai capito perchè tu abbia deciso di...aiutarla? Insomma, sono felice che tu lo abbia fatto, sembra davvero contenta quando è con te, però non riesco a capire. Non ti mai importato molto del prossimo…-
-Mi stai dando dell’insensibile?-
-Hai capito cosa intendo- sbottò Albus continuando a guardare l’amico in attesa di una spiegazione.
-Non lo so Al, ho sentito troppe persone prenderla in giro e dopo che l’ho vista piangere...volevo solo essere utile, ok?- la mente di Scorpius era tornata indietro di un paio di mesi, a quando era svenuta, a quando la vedeva piangere e vomitare, aveva sentito la necessità di aiutare quella ragazza.
-Beh comunque grazie, credo che nonostante tu dica il contrario ti sia affezionato a lei e…-
-Certo che mi sono affezionato a lei! Ed è per quello che non voglio che esca con Welles-
-Ma hai appena detto…- cominciò Albus confuso prima di essere nuovamente interrotto.
-Non sono geloso di lei e nemmeno innamorato, ma le voglio bene. E come non potrei? Non credo si sia resa conto di quanto lui la farà soffrire. è così ingenua...- disse lui guardando un punto nel vuoto, perso nei propri pensieri.
-Continui a dirlo e sembri esserne piuttosto sicuro-
-Lo sono...l’ho sentito prenderla in giro, più d'una volta. Ho provato a difenderla ma sarebbe finita in rissa e lui è il beniamino della Preside, a chi credi avrebbe dato ragione?- disse Scorpius fermandosi con la mano sulla maniglia della porta, guardando l’amico in faccia.
-Quindi è per questo che ce l’hai tanto con lui! Ma a lei lo hai detto?-
-Non con queste parole, non sapevo come dirglielo per farla soffrire meno. Il primo ragazzo che la invita ad uscire è in realtà uno stronzo coglione, anche se non so cosa sia meglio...se scoprirlo prima o dopo- rispose il biondo uscendo nel corridoio freddo, subito sentì il corpo accaldato percosso da brividi.
-Vado a farmi la doccia prima di prendermi un malanno, spero solo che lei non si affezioni- continuò Scorpius affrettandosi verso i sotterranei.


NOTE:
Non ho avuto tempo per rileggerlo quindi potrebbero esserci errori. In tal caso, cercherò di controllare domani!
Grazie a tutti,
Arya

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Hogsmeade ***


8. Hogsmeade
 
But I'm a creep, I'm a weirdo.
What the hell am I doing here?
I don't belong here.
 
I don't care if it hurts
I want to have control
I want a perfect body
I want a perfect soul
I want you to notice
When I'm not around
You're so fuckin' special
I wish I was special
 
Creep - Radiohead
 
Subito dopo pranzo Rose si era rintanata in camera sua.
Le poche volte che andava ad Hogsmeade le piaceva togliersi finalmente la divisa e tornare ad indossare i vestiti babbani, jeans e felpa era il suo outfit preferito, però non c'era mai andata con qualcuno.
E se Chad avesse tenuto la divisa? Sarebbe parso strano se lei avesse indossato abiti babbani? E cosa si sarebbe dovuta mettere?
Alla fine si decise per un paio di jeans e un maglione verde scuro, mancavano pochi minuti alle tre e già era pronta, in piedi vicino al portone d’ingresso, emozionata come poche altre volte nella vita.
Aveva detto a Scorpius di non essersi fatta ‘strane idee’ ma in realtà non aveva potuto evitarlo. Non era riuscita a non pensare a Chad come il principe azzurro delle fiabe che la nonna le raccontava da bambina o al bel ragazzo dei libri babbani che si innamora perdutamente della ragazzina.
La facevano arrabbiare quei libri perchè sapeva che a lei non sarebbe mai toccato. Nessuno sarebbe venuto a salvarla dall’inferno della sua vita, nessun bel principe era stato disegnato per lei.
I principi vogliono le principesse, non le sguattere si ripeteva.
Ma se finalmente fosse arrivato il suo turno?
Chad la raggiunse dopo pochi minuti e si diressero al paesino, direttamente ai Tre manici di scopa.
Entrarono nel piccolo locale affollato sedendosi in un tavolino appartato, uno dei pochi liberi.
-Fuori si gela e qui si muore di caldo- commentò il ragazzo, tanto per dire qualcosa. Rose era troppo imbarazzata per parlare infatti si limitò ad annuire.
-Ti senti in imbarazzo?- sussurrò lui sporgendosi verso la ragazza che annuì di nuovo, con un sorrisino incerto.
-Non dovresti, anzi. Io dovrei esserlo, sei la ragazza più intelligente che conosco. Ogni frase che dico ho il terrore di sbagliare qualcosa e fare la figura dell’ignorante-
-Non devi preoccuparti, so che sei intelligente-
-Grazie, detto da te significa molto- disse Chad a bassa voce, posando la sua mano su quella della Corvonero, rossa per il caldo e l’imbarazzo.
-Ragazzi, cosa vi porto?- chiese la cameriera accostandosi al loro tavolo e rivolgendo uno sguardo interessato al bel ragazzo seduto al tavolo con...sua cugina? Perchè certo non potevano uscire insieme.
-Per me un Rum di ribes rosso, tu Rose cosa prendi?-
-Una burrobirra per favore- rispose lei e subito le si annodò lo stomaco. Non avrebbe dovuto, e lo sapeva. Se solo Scorpius...no. Interruppe velocemente quel filone di pensieri, non voleva guastarsi il pomeriggio.
-Arrivano subito- rispose la ragazza facendo l’occhiolino a Chad e allontanandosi.
-Allora...stavamo dicendo?- chiese il grifondoro tornando a guardare la ragazza dopo che la cameriera fu sparita nel retro.
-Nulla di importante-
-Proprio non mi ricordo, mi confondi Rose- continuò il ragazzo tenendo il proprio sguardo fisso in quello di lei, in modo un po' inquietante secondo Rose.
Non dissero altro ma continuarono a fissarsi finché non arrivarono le bibite, dopodiché fu Rose a proporre un argomento.
-Per...per il compito di incantesimi stavo pensando che, se ti va, potrem...-
-Su Rose, non parliamo di scuola adesso. Inoltre sono sicuro che qualunque cosa tu abbia scelto vada benissimo, mi fido ciecamente del tuo giudizio- la interruppe lui prima di rivolgerle un sorriso ammaliatore.
-Okay- disse la ragazza sottovoce, se non voleva parlare di scuola...di cosa avrebbero mai potuto parlare?
Chad cominciò a chiederle di sé, dei suoi gusti, della sua famiglia mostrandosi interessato ad ogni aspetto, cosa che, agli occhi di Rose, gli fece acquisire diversi punti.
-Ne vuoi un'altra o andiamo? Mi piacerebbe portarti in un posto- chiese lui dopo un'oretta.
Rose accettò di uscire quindi prese la giacca e lo seguì fuori, attraversando il piccolo paesino sferzato dal vento i cui abitanti e gli ancor più numerosi turisti camminavano piegati per contrastare le raffiche fredde. Si diressero poi su per una collinetta spoglia con piccoli cumuli di neve ghiacciata, rimasti dall’ultima nevicata, dalla cui cima si poteva vedere il Castello in tutto il suo splendore.
-È un posto molto bello- commentò Rose guardandosi intorno.
Il lago rifletteva il cielo bianco, una promessa silenziosa della nevicata che sarebbe arrivata da lì a qualche ora, e il castello risaltava ancora di più sullo sfondo candido delle nuvole.
-Quando posso vengo sempre qui, mi rilassa e mi fa pensare. Non ci ho mai portato nessuno ma so di potermi fidare di te. Non sei come le altre ragazze, sei unica. E tra noi c'è qualcosa di speciale, so che lo senti anche tu- parlando Chad si era avvicinato e aveva gradualmente abbassato la voce fino a farla diventare quasi un sussurro, la sua mano destra si era alzata andandosi a posare sul viso di Rose che era immobile, quasi in iperventilazione.
Chad continuava ad avvicinarsi e la mente della ragazza lavorava frenetica oddio mi sta per baciare. Ma io voglio bacialo? È un bel ragazzo e sembra gentile ma...
Prima che se ne accorgesse Chad aveva posato le labbra sulle sue e le stava muovendo con decisione mentre lei rimaneva impietrita, immobile e spaventata.Quando lui provò ad insinuare la lingua tra le sue labbra morbide, si ritrasse delicatamente rivolgendogli un sorriso imbarazzato.
-C'è qualcosa che non va?- chiese lui premuroso, carezzandole una guancia con il dorso della mano.
-No, è che non me la sento...- sussurró Rose arrossendo e guardandosi le mani.
-Tranquilla piccola, anzi scusami. Torniamo al Castello?-
Rose annuì e seguì Chad per la stessa strada dell'andata. Il ragazzo la accompagnò fino al quarto piano, dove le loro strade si sarebbero divise, e le diede un piccolo bacio sulla guancia prima di allontanarsi lungo il corridoio deserto.
 
Rimase tutta la sera in camera, in silenzio a pensare e ripensare al calore e alla morbidezza delle labbra di Chad sulle proprie.
Era stato il suo primo bacio.
E lo aveva dato ad uno dei ragazzi più belli della scuola.
Era felice, non vedeva l’ora di ribaciarlo.
Non si sarebbe mai azzardata a farlo davanti a tutti, tipo a lezione, però forse nel pomeriggio si sarebbero visti. Dovevano ancora finire un progetto…
Fece fatica ad addormentarsi, la mente troppo carica di pensieri, e la mattina ci mise un po’ a realizzare che non si era sognata quel bacio.
Quante volte lo aveva immaginato? E non solo l’atto in sé, ma tutto ciò che ricevere un primo bacio avrebbe dovuto comportare: essere amata.
Si vestì e scese a colazione, felice.
Un briciolo di felicità svanì nel vedere Scorpius dirigersi al suo tavolo senza degnarla di uno sguardo.
Si era abituata al suo sorriso gentile tutte le mattine, era il loro modo per augurarsi una buona giornata, ma non si erano lasciati bene l’ultima volta che si erano visti e negli ultimi due giorni non si erano mai nemmeno incrociati.
Cosa avrebbe dovuto fare quella sera?
Prese un cappuccino e una fetta di pane da toast, continuando a guardare il serpeverde che non alzò lo sguardo nemmeno una volta.
Non vide nemmeno Chad quella mattina se non all’ultima ora, l’unica della giornata che avevano in comune,
-Ciao- la salutò lui dolcemente, raggiungendola dopo la fine della lezione mentre tutti stavano uscendo dalla classe.
-Ciao- rispose lei sottovoce, imbarazzata.
-Come stai?-
-Bene, tu?-
-Bene, sono felice di vederti- disse spostando una ciocca di capelli rossicci dal viso di Rose.
-A...anch’io-
-Ti va se oggi ci vediamo?-
-Certo, dobbiamo anche finire il progetto-
-Perfetto, cercheremo di fare anche quello- scherzò lui con una risata.
-Uh! Cavolo, mi sono ricordato solo ora di avere gli allenamenti questo pomeriggio! Ti va se ci vediamo stasera? Magari stiamo una mezz’oretta insieme- propose Chad.
Doveva decidere: sarebbe andata all’allenamento o sarebbe uscita con Chad?
Non aveva mai saltato una serata ma erano due giorni che Scorpius non la guardava nemmeno.
-Certo, non c’è problema. Intanto oggi pomeriggio posso continuare il progetto da sola e stasera lo rivediamo-
-Ma piccola mi dispiace farti lavorare da sola…-
-Non ti preoccupare, per me non è un problema- disse lei sorridendogli genuinamente.
-Ci vediamo stasera allora, ok? In biblioteca alle 8.30. A dopo- la salutò lui dandole un bacio sulla guancia e uscendo dalla classe mentre lei doveva ancora raccogliere la propria roba.
 
Rose rimase tutto il giorno in biblioteca e vi ritornò dopo aver cenato, per aspettare che Chad la raggiungesse.
-Ehi ciao piccola, scusa il ritardo. Come stai?- disse il ragazzo arrivando e sedendosi vicino a lei.
-Sono piuttosto a buon punto con il progetto, manca davvero poco a finirlo- rispose lei.
-Ma non c’era bisogno che lavorassi così tanto!-
-Non ti preoccupare, non mi ha dato fastidio farlo-
-Va bene allora, grazie. Cos’hai fatto oggi?-
Rimasero una mezz’oretta in biblioteca a chiacchierare, poi uscirono e tornarono ai rispettivi dormitori.
 
Scorpius era andato all’appuntamento e, non vedendola arrivare, si era infuriato e, facendo comparire il sacco da boxe, lo prese a pugni così forte da farsi male ad entrambe le mani.
Quella piccola ingrata. Negli ultimi mesi era stato lui ad esserci. Era sempre stato lì quando aveva avuto bisogno, era stato il primo ad aiutarla e sostenerla.
E qual era il ringraziamento? Rose non lo aveva ascoltato ed era uscita con Welles che, sicuramente, aveva in mente qualcosa.
Scorpius era arrabbiato, arrabbiato con Rose, con Welles, con se stesso, con il mondo.
Quella ragazzina poteva andare a farsi fottere, lui non avrebbe più aiutato nessuno. Non si aspettava certo di rimanerci così male, per una cosa del genere poi...ma non importava. Lei non lo aveva ascoltato, non si era fidata e tanto bastava.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Alla babbana ***


10. Alla babbana
 
You say it’s only words
it doesn’t matter if they’re yours or mine
nothing’s only words
that’s how hearts get hurt
I can’t, I can’t, I can’t stop hearing
all the words you said
i can’t stop hearing
all the words you said
i can’t stop hearing
all the words you said
let’s stop using words
that’s how hearts get hurt
 
Hurts - Mika
 
Rose si era aspettata una qualche reazione da parte di Scorpius invece aveva ricevuto solo indifferenza.
Albus aveva provato a chiedere ad entrambi se fosse successo qualcosa ma non aveva ricevuto altro che un ‘niente’ e per una volta aveva deciso di non ficcanasare. Credeva riguardasse qualcosa degli allenamenti e Rose aveva subito messo in chiaro di non volerne parlare mentre Scorpius non gli avrebbe mai detto nulla che lei non volesse fargli sapere.
Il suo migliore amico era dannatamente onesto.
Troppo onesto per essere una Serpe.
Erano giorni che non si parlavano e non si guardavano ed ad entrambi mancava l’altro ma non lo avrebbero mai ammesso.
Rose almeno aveva Chad.
Le piaceva uscire con lui, la faceva sentire carina e apprezzata, e lei non si sentiva mai così.
Non sapeva se definirlo il suo ragazzo, in classe lui continuava a stare con i suoi amici, ma la sera in cui si erano visti era stato dolce e gentile e le sue labbra, durante quel bacio rubato sulla collinetta ad Hogsmeade, erano molto morbide, piacevoli e calde.
 
Era mercoledì mattina e, alla fine della lezione di incantesimi, Rose andò da Chad, fermo nel corridoio con i suoi amici, per confermargli di aver consegnato il progetto.
-Ed è a nome di entrambi, vero?- chiese lui.
-Certo-
-Non ci credo! Ce l’hai fatta veramente!- esclamò un amico Grifondoro di Chad scoppiando a ridere.
-Te l’avevo detto Joe, non avrei dovuto alzare un dito e sono certo prenderemo un ottimo voto. Sei stata utile piccola- disse lui con un sorriso diverso dal solito e dandole un buffetto sulla guancia.
-Non...non credo di star capendo-
-Piccola, da una come te mi aspettavo un po’ più di intelletto. Mi sono assicurato un ottimo voto senza dover aprire nemmeno un libro, sono bastate un paio di uscite con te. Un prezzo equo, direi-
-Ma...ma noi…- cominciò Rose con le lacrime agli occhi. Cosa stava succedendo? Il cuore aveva capito prima del cervello.
-Noi? Ti sembra che io potrei mai uscire con una come te? Ti sei vista?- esclamò Chad ridendo sprezzante.
Rose lo guardò immobile per un momento, le lacrime che le rigavano il volto, mentre immagazzinava le parole del ragazzo.  Si era illusa, come aveva fatto ad essere tanto scema? Davvero pensava che uno come Chad Welles potesse uscire con lei?
Corse via, non sopportando di stare un secondo di più sotto gli sguardi divertiti e umilianti dei compagni.
 
Scorpius e Al si stavano dirigendo a lezione quando una ragazza dai ricci capelli rossi corse loro accanto, superandoli velocemente, e lasciandosi dietro solo un singhiozzo.
-Ma...ma era Rose? E stava piangendo?- chiese Albus guardando la figura scomparire dietro ad un angolo.
-Credo di si- rispose Scorpius confuso.
-Ma cosa diavolo è successo?-
-Forse non dovrei ma...ma devo andare da lei, puoi inventare una scusa? Dì che sono stato poco bene o qualcosa del genere- chiese Scorpius all’amico, pensando già al modo più veloce di raggiungere la biblioteca, sapeva che Rose sarebbe andata lì.
-Non posso andare io? Sono suo cugino-
-Credo di dover andare io, per favore-
-E va bene, vai. Non capirò mai cosa c’è tra di voi- concesse Albus mentre l’amico già correva via.
 
Non ci mise molto a raggiungere la Biblioteca e ancora meno a trovare Rose: ovviamente era nel suo corridoio, seduta a terra, la schiena appoggiata al muro e il viso rigato di lacrime.
-Ciao- esordì lui facendole alzare lo sguardo.
Tutto il rancore era sparito, era bastato vederla soffrire per non voler altro se non farla stare meglio.
-Sei venuto a dirmi ‘te l'avevo detto’? Puoi rimandare a più tardi? Al momento non sono dell’umore- chiese lei tra un singhiozzo e l’altro.
-Sono venuto solo per sapere come stai- disse lui sedendole affianco.
-Di merda- rispose lei schietta, asciugandosi le lacrime.
-Vuoi parlarne?- chiese allora lui gentilmente.
-Non c’è molto da dire. Chad mi ha solo usata e tu avevi ragione- esclamò lei strofinandosi gli occhi arrossati  e tirando su col naso.
Scorpius tirò fuori un fazzoletto di stoffa bianca e glielo porse, facendola sorridere.
-Si può sapere chi gira ancora con un fazzoletto di stoffa in tasca?- chiese lei asciugandosi gli occhi e soffiandocisi il naso.
-Era di mio nonno, il padre di mia madre. Lo porto sempre con me-
-E io te l’ho appena riempito di moccio, perfetto. Ora si che mi sento bene- disse lei guardando il fazzoletto umido tra le sue mani.
-I fazzoletti si lavano- rispose lui con un mezzo sorriso.
-Mi dispiace di non essere venuta ad allenamento, mi dispiace per tutto. Scusami, sono una stupida- disse Rose a disagio.
-Non sei una stupida e puoi ancora recuperare tutto, l’importante è non mollare, Rose. Non è che potrei sapere il motivo per cui devo picchiare Welles? Non che sia importante dato che lo farò comunque-
-Sono stata un’imbecille, me lo sarei dovuto aspettare. è che finalmente sembrava che qualcuno mi notasse ed era bello sentirsi apprezzati, anche se erano tutte bugie. Mi ha solo usata...- spiegò Rose mentre le lacrime riprendevano a rigarle il volto arrossato.
-Sapevo che avrebbe rovinato tutto, è un coglione. Un po’ è anche colpa mia, avrei dovuto spiegarti meglio che razza di stronzo imbecille fosse, l’avevo sentito prenderti in giro settimane fa. Mi dispiace non avertelo detto, avrei dovuto, volevo solo evitare che stessi male e ho solo peggiorato le cose- disse Scorpius realmente dispiaciuto.
-Non è colpa tua, avrei dovuto immaginarlo. Uno così non esce con una come me…-
-Uno come lui dovrebbe sentirsi fortunato ad uscire con una ragazza come te e ti giuro che non lo dico solo perchè stai piangendo, lo penso davvero- disse Scorpius sinceramente. Certo, Rose aveva qualche chilo di troppo ma, una volta conosciuta, quelli non importavano più. Era unica, non c’era altro modo per descriverla.
-Era il mio primo bacio- ammise lei dopo qualche secondo di silenzio, poi continuò -So che è strano, non aver ancora baciato nessuno a quest’età, ma mi vedi, nessuno vorrebbe mai baciarmi e ora le sue labbra saranno le ultime ad aver toccato le mie per molto tempo- ammise lei guardandosi le mani impacciata.
Senza dire nulla Scorpius le prese il mento con una mano e si avvicinò fino a sfiorare leggermente le sue labbra con le proprie. Un bacio semplice e tenero, nulla più di uno sfiorarsi, più un gesto simbolico che un vero bacio.
-Adesso non sarà lui l’ultimo. E l’importante non è a chi hai dato il primo, ma l’ultimo- disse lui sorridendo dolcemente e facendole l’occhiolino.
-Grazie Scorpius io...io non so dove sarei se non ci fossi tu, sei decisamente il mio angelo custode-
-Non mi ringraziare, stai un po’ meglio?-
-Si, graz...- incominciò Rose prima di accorgersi di ciò che lui le aveva appena detto e sorridere divertita e imbarazzata.
-Allora andiamo, è quasi ora di pranzo- disse lui alzandosi e aiutandola, prima di dirigersi verso la Sala Grande.
 
La Sala era semi deserta ma in un paio di minuti, con la fine delle lezioni, si sarebbe riempita. Scorpius e Rose andarono ognuno al proprio tavolo, la prima guardando il proprio piatto e il secondo fissando la porta e stringendo entrambe le mani a pugno sotto il tavolo.
Quello stronzo. L’aveva fatta soffrire e lui sapeva che l'avrebbe fatto, avrebbe dovuto evitarlo.
Rose era una ragazza fantastica e lui le era davvero affezionato, non poteva permettere che un tale imbecille si prendesse gioco di lei.
Finalmente entrò, circondato dal suo solito entourage di amici, e Scorpius non ci vide più: si alzò con una furia omicida negli occhi e, una volta raggiunto, gli tirò un pugno in piena faccia, spaccandoli il labbro.
Un momento dopo, nella Sala regnava il caos.
I due, ora avvinghiati in una lotta in cui Scorpius primeggiava senza troppo sforzo, vennero presto allontanati da un incantesimo della preside McGrannit che, con la bocca ridotta ad una fessura, li invitò gentilmente a seguirla nel suo studio.
 
Rose, una volta riuscita a farsi largo tra la folla che si era ammassata per vedere i ragazzi fare a botte, cercò di seguire il trio, raggiungendolo solo davanti al Gargoyle di pietra.
-Professoressa! Non è colpa di Scorpius- disse, la voce rotta dal fiatone, facendo girare tutti e tre.
-Signorina Weasley, che ci fa lei qui?- chiese la donna sorpresa.
-Preside, è colpa mia quello che è successo-
-Signorina Weasley ho notato la sua amicizia con Malfoy dell’ultimo periodo ma non pensarà che io creda ad una cosa del genere, lei non era nemmeno nelle vicinanze quando Malfoy ha attaccato Chad. Non è la prima volta che il ragazzo si accanisce contro Welles e la situazione sta degenerando. Signor Malfoy, mi vedo costretta a prendere seri provvedimenti-
-Preside la prego, le chiedo due minuti- supplicò Rose che, a dirla tutta, non sapeva nemmeno cosa avrebbe detto in questi minuti. Ma doveva fare qualcosa.
-Rose lascia stare- disse Scorpius a denti stretti mentre Chad sembrava completamente a suo agio, annoiato quasi, anche se con il labbro gonfio e sanguinante non era facile leggere la sua espressione.
-La prego Preside-
-Venga nel mio studio-
-Preside, mi scusi, non può certo credere che la Wealsey c’entri qualcosa, come ha saggiamente detto lei non era nemmeno lì. Starà solo cercando di salvare il suo amichetto- s’intromise Chad probabilmente spaventato dal fatto che la McGranitt potesse crederle.
-Silenzio, seguitemi- esclamò la preside, cominciando a salire le scale e entrando nell’ufficio.
Li fece accomodare e si sedette alla sua scrivania, squadrandoli con un cipiglio severo.
-Chi vuole iniziare?-
-Non c’è molto da raccontare, signora Preside, Malfoy mi ha attaccato senza nessun motivo e ci sono decine di testimoni- disse Welles sicuro di sé.
-Tu lo sai cos’hai fatto, stronzo- ringhiò Scorpius a bassa voce.
-Malfoy, non accetto un simile linguaggio!- lo riprese immediatamente la donna.
-Mi scusi preside-
-Allora, hai qualcosa da dire prima che convochi tuo padre per prendere una decisione? E sappi che sto valutando l’espulsione, un comportamento di questo tipo non viene tollerato ad Hogwarts-
Prima che Scorpius potesse parlare, fu Rose a prendere la parola.
-Scorpius lo ha fatto solo per proteggere me, Welles…- cominciò la ragazza prima di fermarsi, indecisa su come continuare.
-...Welles l’ha fatta soffrire, l’ha illusa e trattata male. E non me ne frega niente se è il suo pupillo, preside. Non può continuare a fare quello che vuole e passarla liscia-
-Non ti permetto di insinuare che io abbia delle preferenze tra i miei studenti! E qualunque cosa sia successa non ti autorizza a prendere a pugni un tuo compagno. Ora qualcuno mi spiega cos’è successo precisamente?-
I ragazzi rimasero un momento zitti e alla fine fu Chad a prendere la parola.
-Non ho fatto nulla di male. Siamo usciti un paio di volte e la cosa non ha funzionato, capita- disse il Grifondoro scrollando le spalle.
Le nocche già chiare di Scorpius impallidirono ulteriormente mentre stringeva i pugni. Per cercare di calmarlo e darsi coraggio, Rose posò una mano su quella chiusa di Scorpius che si rilassò un po’.
-La hai solo presa in giro e ancora non capisco perchè! Che sadico piacere provi nel far soffrire le persone?-
-Voleva che facessi il compito di incantesimi, firmato anche da lui- ammise Rose con un filo di voce.
Era una situazione imbarazzante.
I pugni di Scorpius si strinsero più forte ma il ragazzo riuscì a trattenersi. La mano di Rose, ancora posata sulla sua, sembrava riuscire a calmarlo a sufficienza.
-Non mi sembra di aver infranto qualche regola, ho comunque dato il mio contributo al compito, magari non molto ma ho aiutato- disse Chad sicuro di passarla liscia.
-Welles vai, parlerò io con il professore- disse la preside congedando il ragazzo sotto gli sguardi sconvolti degli altri due. Quindi l’avrebbe davvero passata liscia?
-Mi dispiace molto per il comportamento di Welles, trovo che sia assolutamente disdicevole, ma non posso fare niente tranne che parlare con il professore e provvedere affinchè vi faccia rifare il compito...separatamente- disse la McGranitt una volta che il Grifondoro si fu allontanato.
-Sebbene il tuo gesto fosse nobile, non posso non punirti Malfoy. Prendere a pugni un compagno...come in una rissa babbana. Dovrai lucidare la sala trofei, una sera alla settimana per un mese. E sappi che se dovesse ricapitare un episodio del genere, non potrò far altro che espellerti-
-Grazie preside, possiamo andare ora?- chiese Scorpius alzandosi.
-Rose tu puoi andare, vorrei parlare ancora un momento con te Scorpius, se non ti dispiace-
-Buona giornata- salutò Rose uscendo dall’ufficio dopo aver lanciato uno sguardo interrogativo a Scorpius che intanto si stava risedendo.
-Forse in questi anni non ti ho trattato come meritavi ma, e negherò di aver detto una cosa simile, ti voglio ringraziare per aver preso le difese di Rose. So che non dovrei ma, in quanto figlia di Ron e Hermione, nutro un affetto speciale per lei e Welles non si è comportato bene. Voglio solo scusarmi con te e dirti grazie- disse la preside ad uno Scorpius incredulo.
-Non c’è problema preside, se proprio devo essere sincero ho fatto solo quello che mi sembrava giusto e le giuro che lo rifarei-
-Facciamo finta che l’ultima parte tu non l’abbia detta, ora puoi andare- lo congedò la preside cercando di nascondere un sorriso.

NOTE:
Grazie a tutti per le recensioni e per aver messo questa storia tra le preferite/seguite/da ricordare. Grazie, grazie, grazie. Per quanto riguarda l'aggiornamento della settimana prossima, potrei essere in ritardo di un giorno a causa di un'altra gita Erasmus (yeeee). Cercherò di pubblicare sabato sera ma, dato che non sono completamente certa di riuscirci, vi avverto che il prossimo aggiornamento potrebbe essere lunedì prossimo, scusate!
Baci e ancora grazie,
Arya

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Di nuovo insieme ***


11. Di nuovo insieme
 
Come up to meet you, tell you I'm sorry,
You don't know how lovely you are.
I had to find you, tell you I need you,
Tell you I set you apart.
Tell me your secrets and ask me your questions,
Oh, lets go back to the start.
 
The scientist - Coldplay
 
Rose era rimasta fuori dall’ufficio per aspettarlo.
-Ehi- lo salutò lei imbarazzata. Si era cacciato in un mare di guai a causa sua e ne era davvero dispiaciuta.
-La Mcgranitt dovrebbe espellere quello stronzo, non me-
-Cosa? Ti ha espulso?- chiese Rose allarmata.
-No, ma in pratica mi ha dato un ultimatum: la prossima volta che sgarro mi butta fuori e io non sono sicuro di riuscire a trattenermi con...con quello- disse Scorpius, le mani strette a pugno.
-Non saresti dovuto intervenire neanche oggi, ti sei quasi fatto buttare fuori per colpa mia!-
-Non è colpa tua, è Welles che ha fatto lo stronzo e io...non lo so. Ero così furioso! Non sono una persona che si perde in sentimentalismi ma mi sono davvero affezionato a te e dovevo fargliela pagare- ammise Scorpius cercando di spiegare lo strano senso di protezione che lo legava a lei.
Sorprendendo sia lui che se stessa, Rose gli si avvicinò e lo abbracciò, posando la testa sul suo petto.
-Dovrebbero inventare una nuova parola per esprimere tutta la gratitudine che sento per te- sussurrò lei stingendolo.
Dopo qualche secondo di sorpresa, Scorpius ricambiò l’abbraccio dandole un dolce bacio sui capelli.
Non aveva mai avuto un’amica e, anche se l’esperienza con l’altro sesso certo non gli mancava, non aveva nemmeno mai avuto una relazione romantica.
Gli parve strano come quell’abbraccio sembrasse normale e piacevole.
-Andiamo- disse lui sciogliendo l’abbraccio ma cingendole le spalle subito dopo.
Prima di conoscere Rose non gli era mai nemmeno venuto in mente di abbracciare una ragazza senza fini sessuali, cosa gli stava succedendo?
-Dove?-
-In camera tua-
 
Raggiunsero la torre Corvonero in pochi minuti e, una volta dentro il dormitorio del settimo anno, Scorpius le chiese di indossare la tuta e poi si diressero nuovamente fuori dalla torre, verso la loro aula.
-Oggi iniziamo un nuovo tipo di allenamento- disse Scorpius entrando nella stanza enorme e facendo apparire un grosso sacco da boxe appeso al soffitto.
-Cos’è quella cosa?- chiese Rose preoccupata.
-è un sacco di sabbia e viene usato dai babbani per allenarsi e sfogarsi. In pratica lo devi prendere a pugni ma ora ti faccio vedere-
-Scorpius io non ho mai preso niente a pugni, non sono il tipo-
-Scommetto che ti farà bene, vieni qui-
Il serpeverde fece comparire una serie di bende arrotolate e cominciò a fasciare le mani di Rose.
-Perché mi stai bendando? Mi farò male?-
-Con le bende no. Allora mettiti dietro e tienilo fermo mentre ti faccio vedere come fare-
Rose afferrò il sacco, tenendolo fermo tra sé e Scorpius mentre il ragazzo cominciava a prenderlo a pugni, piano.
-Ora prova tu- disse dopo un po’, afferrando il sacco.
Rose caricò il braccio per tirare un pugno, titubante, e poi lo rilasciò.
-Su Weasley, scommetto che sai fare di meglio- la prese in giro lui.
-Te l’ho detto, non sono il tipo da prendere a pugni qualcosa-
-Pensa a tutti quelli che ti hanno fatto soffrire, Welles, Natalia, tutti...ora riprova e non ti fermare. Continua a tirare pugni-
Rose cominciò a colpire la plastica, dapprima esitante, poi ci prese gusto e i suoi pugni divennero più decisi.
-Cosa diavolo state facendo?- chiese Albus entrando nella stanza e interrompendo il loro allenamento.
-Ehi Al, che ci fai qui?- chiese Scorpius guardando l’amico.
-Vi cercavo! Ero preoccupato! L’ultima volta che vi ho visto lei stava piangendo e tu le sei corso dietro! Poi ho sentito delle voci in cui sembra che tu, Scorpius, abbia massacrato di botte Welles! Ne parla tutto il castello! Vi ho lasciato fare tutto quello che volete senza rompervi, ma ora voglio - no, no, pretendo! - qualche spiegazione!- disse Albus fuori di sè.
-Cosa vuoi sapere?- chiese Rose avvicinandosi al cugino, timorosa.
-Perchè piangevi oggi?- chiese lui.
-Welles...non si è comportato bene…-
-Welles ha fatto lo stronzo, vorrai dire- la interruppe Scorpius ancora infuriato.
-Cosa ti ha fatto?! Devo picchiar...Ah! è per quello che lo hai picchiato! E la preside? Che ha detto? Sei nei guai?-
-Mi ha dato un ultimatum ma non mi pento minimamente di quello che ho fatto-
-Te l’ho detto, non avresti dovuto…- cercò di dire Rose prima di essere interrotta e ignorata.
-Rose cosa ti è saltato in mente? Uscire con un elemento simile…- la interruppe Albus scuotendo la testa.
-Non farle la paternale, Welles ha giocato sulle sue debolezze- la difese Scorpius sorprendendo entrambi i ragazzi.
-Ma cos’è successo? La preside lo sa? Ha intenzione di prendere provvedimenti? Aspetta. Ti ha fatto qualcosa?- continuò a chiedere Albus.
All’ultima domanda, Scorpius si voltò velocemente verso Rose, preoccupato, stingendo forte entrambe le mani. Una simile possibilità non lo aveva nemmeno sfiorato ma se invece fosse successo qualcosa? Non sarebbe riuscito a controllarsi, lo sapeva.
-Non è successo nulla Scorpius- lo tranquillizzò lei e lui non poté far altro se non tirare un profondo sospiro di sollievo e rilassarsi.
-Allora, mi rispondete?- chiese Albus ormai spazientito.
-La preside sa tutto Albus, ma non può fare nulla perchè tecnicamente Welles non ha infranto nessuna regola. Ha finto di tenere a lei per farle fare un compito e prendere un buon voto- spiegò Scorpius velocemente come se dirlo nel minor tempo possibile le facesse anche meno male possibile.
Non voleva ritirare fuori tutto, voleva che il capitolo Welles si chiudesse il prima possibile.
-Quel pezzo di merda. La prossima volta che me lo trovo davanti…-
-Non fare nulla, ti prego- disse Rose. Scorpius si era già messo nei guai per colpa sua, non poteva permettere che lo facesse anche Albus.
-Tu come stai?- le chiese allora in cugino avvicinandola e abbracciandola.
-Sto bene- rispose lei e, in fondo, era vero. Era delusa e forse un po’ triste ma stava bene.
Non se n’era ancora resa conto ma stava bene, non era più sola.
Non aveva bisogno di Chad.
Aveva di nuovo Albus e Scorpius, poteva definirsi soddisfatta.
Con questi pensieri in testa, sciolse l’abbraccio e sorrise sinceramente ad entrambi i ragazzi.
-Grazie, ad entrambi- disse, un po’ imbarazzata.
I due ragazzi le sorrisero di rimando.
-Vi lascio al vostro allenamento, ci vediamo a cena- disse Albus lasciando un bacio sulla guancia della cugina prima di uscire dalla stanza.
-Allora, riprendiamo da dove eravamo?-
 
L’indomani, appena sveglia, Rose sentì subito le spalle e le braccia indolenzite, frutto del poco allenamento che solitamente faceva con le braccia.
Rigirandosi nel letto, vide sul comodino una boccetta e un foglietto che afferrò per leggerlo.
 
Forse ieri abbiamo un po’ esagerato, ti faranno male le braccia. Bevi questo, spero aiuti. A fra poco, S.H.M.
 
Rose sorrise e prese la fiala, gettandosi poi il liquido ambrato in gola e ingoiandolo in un solo sorso.
Aveva uno strano sapore. Quasi salato, ma non esattamente. Non avrebbe saputo come descriverlo.
Immediatamente il dolore agli arti si affievolì, lasciandole solo un leggero fastidio, quindi si alzò e si vestì prima di scendere a colazione e raggiungere il tavolo Serpeverde.
Al giovedì facevano sempre colazione insieme avendo poi due ore di Erbologia che i Corvonero condividevano con i Serpeverde.
Ore che passarono velocemente.
Solo verso la fine Rose cominciò ad essere nervosa, pensando alla lezione seguente: Incantesimi.
Albus e Scorpius la salutarono all’ingresso, diretti a Storia della magia, con un sorriso incoraggiante ma, in realtà erano preoccupati quanto lei.
Non pensavano certo che Welles potesse farle qualcosa, non in mezzo alla classe e dopo tutto ciò che era successo, ma l’idea che lei potesse soffrire rivedendolo non piaceva a nessuno dei due.
Rose si diresse velocemente verso il suo solito banco e rimase lì, buona e in silenzio, fino alla fine della lezione quando il professore chiamò lei e Welles alla cattedra.
-La preside mi ha informato dell’accaduto. Non permetto che certe cose accadano nella mia classe. Ragion per cui ho deciso di togliere 50 punti a Grifondoro…-
-Ma professore…- cercò di interromperlo Welles ma, alzando la mano, l’insegnante lo fermò immediatamente.
-Ed entro domani sera a cena voglio avere i nuovi saggi di entrambi. Potete andare- continuò lui, congedando i due ragazzi con un cenno della testa.
Rose e il grifondoro uscirono dall’aula in silenzio, mantenendosi a qualche passo di distanza.
-Vai a fanculo grassona di merda- disse Welles non appena uscirono dalla classe, senza nemmeno notare i due ragazzi poco lontano.
-Come l’hai chiamata?- chiese Scorpius, incredulo e infuriato, avanzando in direzione del ragazzo seguito a ruota da Albus, ugualmente infuriato.
-No, no, no. Vi prego. Non dategli importanza- li implorò Rose parandocisi davanti per fermarli.
-Fai bene ad ascoltare la tua amica Malfoy, non vorrai mica essere espulso. Certo che da uno come te ci si aspetterebbe di più...almeno una ragazza che non necessiti di una tenda da circo per vestirsi- continuò il grifondoro con una risata di scherno.
-Non ascoltarlo, lascia perdere- chiese nuovamente Rose avvicinandosi a Scorpius, che già si stava muovendo in direzione di Welles, e mettendogli le mani sul petto per bloccarlo.
-Ci vediamo in campo Welles- si limitò a dire Scorpius, gelido, prima di voltarsi e allontanarsi, seguito da Rose e Albus.
Dopo un paio di corridoi, Scorpius finalmente si fermò e i due amici lo affiancarono.
-Stai...stai bene?- chiese Rose guardandolo in faccia. Era ancora infuriato, si vedeva.
-Dovrei chiederlo io a te-
-Io sto bene, ci sono abituata. Queste cose posso gestirle- disse Rose con una scrollata di spalle.
Improvvisamente Scorpius si voltò verso di lei e la abbracciò, baciandole i capelli rossastri.
-Mi dispiace, grazie per avermi fermato-
-Non puoi essere espulso, mi servi qui- rispose lei con il viso nascosto, schiacciato sulla spalla del biondo.
 
Quella sera, nel dormitorio Serpeverde, Albus si decise a affrontare nuovamente un discorso.
Il discorso.
-Scorpius, dobbiamo parlare- esordì lui mentre il biondo si infilava il pigiama.
-Dimmi-
-Cosa c’è tra te e Rose?-
-Ancora? Avrò risposto a questa domanda almeno duecento volte, e un centinaio erano tue. Siamo amici-
-Ma le vuoi bene-
-Agli amici si vuole bene di solito, no?-
-Ma le vuoi un po’ più bene che ad un’amica normale- precisò Albus, attendendo la risposta.
-Non lo so Al, non ho mai avuto un’amica femmina. Suppongo di volerle bene come ne vorrei ad una sorella, ma non ho nemmeno una sorella quindi non lo so- cercò di spiegare Scorpius, sistemando il cuscino prima di sdraiarsi e cominciare a guardare il soffitto, perso nei propri pensieri.
-Non ho mai abbracciato mia sorella come tu oggi hai fatto con Rose-
-Albus ti prego di non metterti ad analizzare ogni mio movimento. L’ho abbracciata, non mi sembrava nulla di così grave- rispose lui, cominciando a spazientirsi.
-Posso farti un’ultima domanda?-
-Dimmi, Albus-
-Perchè lei?-
-Non lo so, è capitato-
-Ma…-
-Albus ti prego, ti giuro che se mi scoprissi innamorato di lei saresti il primo a saperlo ma per ora no, non sono innamorato di Rose e ti scongiuro di non ritirarlo fuori, ne abbiamo parlato fin troppe volte e io sono stufo di ripetere sempre le stesse cose-
-Va bene, scusami. Sono solo preoccupato per lei...se si dovesse innamorare di te, ma tu non la ricambi…-
-Se la cosa ti fa stare meglio, posso parlarle e chiarire con lei. Non penso sia innamorata di me comunque, ma se vuoi lo faccio-
-Non lo so ma, se dovesse uscire l’argomento, non farla soffrire- gli chiese Albus, preoccupato per la cugina.
-Non la farei mai soffrire, lo sai. Buonanotte Albus-
-Buonanotte-

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** December ***


12. December
 
Those Christmas Lights
Light up the street
Down where the sea and city meet            
May all your troubles soon be gone            
Ohh Christmas Lights keep shining on          
 
Those Christmas Lights
Light up the street
Maybe they bring here back to me
Then all my troubles will be gone              
Ohh Christmas Lights keep shining on
 
Christmas light - Coldplay
 
A Rose sembrò incredibile che fossero passati già più di tre mesi dall’inizio dell’anno quando, una mattina di dicembre, issò la sua valigia su un vagone dell’espresso per Hogwarts in direzione della capitale.
La Corvonero, gli anni passati, era sempre stata smaniosa di tornare a casa ma quest’anno, quando aveva visto l’avviso in bacheca, non sapeva cosa avrebbe fatto.
Non sapeva se tornare a casa perchè, sebbene volesse rivedere la sua famiglia, non era sicura di potersi controllare con il cibo e di riuscire a continuare con gli allenamenti da sola, senza Scorpius al suo fianco.
Si era pesata nuovamente, pochi giorni prima di dover decidere, ed era riuscita a perdere qualche altro chilo: non pesava così poco da anni.
Non si vedeva diversa, lo specchio rifletteva sempre la stessa terribile figura, ma si sentiva diversa.
La sera stessa aveva chiesto a Scorpius cosa avrebbe fatto lui e, se lui fosse rimasto, sarebbe rimasta anche lei.
Sfortunatamente il ragazzo sarebbe tornato a casa ma, accorgendosi di qualcosa di strano nell’espressione di Rose, le chiese a cosa stesse pensando e, dopo che lei ebbe esternato i propri timori, lui la sorprese chiedendole di passare le vacanze a casa sua, nella sfarzosa villa Malfoy.
La sera stessa Rose scrisse ai genitori, senza spiegare loro il perchè della strana richiesta, e la loro risposta, ora riposta nella tasca interna del mantello, arrivò poche ore dopo, con la posta del mattino.
 
Cara Rose,
tuo padre ed io siamo davvero sorpresi da questa tua richiesta. Non ci hai mai detto di essere amica di Scorpius Malfoy, ad essere sincera pensavamo quasi non avessi amici a scuola.
Eravamo a conoscenza della sua amicizia con Albus e siamo felici che tu ti sia riavvicinata a lui. Da bambini eravate così uniti e vedervi salutare a mala pena spezzava il cuore sia a noi che agli zii.
Anche se straniti, se ai signori Malfoy non crea problemi, per noi puoi andare a passare le vacanze da loro. Ci mancherai tantissimo ma siamo contenti di vederti socializzare con qualcuno della tua età.
Speriamo comunque che tu venga a trovarci durante le vacanze.
Ti vogliamo bene,
Mamma e papà
 
Rose non aveva veramente sperato nel permesso dei suoi genitori per cui, fino al giorno della partenza, aveva riletto la lettera più di una volta per essere certa di aver capito bene.
Davvero la lasciavano andare? Senza dire una parola poi.
Era davvero così disperata agli occhi dei suoi genitori?
Probabilmente si. Sapeva di non aver reso loro la vita facile come sapeva di non renderli felici con questa decisione.
Ron e Hermione Weasley si erano sempre impegnati per darle tutto ciò che era in loro potere, a volte fin troppo, dandole allo stesso tempo importanti valori, senza mai viziarla, e ora lei si sentiva in colpa a dir loro, senza mezzi termini, di non voler passare le vacanze di Natale con loro, la sua famiglia.
Scrivendo la lettera si era dovuta fermare più volte a causa delle emozioni che la sopraffacevano, impedendole di scrivere con chiarezza, ma era decisa a perseguire il suo obiettivo. Non si sarebbe fermata.
I suoi genitori avrebbero capito e l’avrebbero perdonata.
Se i signori Weasley erano stati comprensivi oltre ogni previsione, così non si poteva dire di Albus che, una volta appresa la notizia, cominciò a gridare a proposito di qualcosa che, a suo dire, gli stavano nascondendo. Alla fine accettò la cosa, minacciandoli con un severo ‘vi terrò d’occhio’ a cui i due amici risposero con uno sbuffo annoiato.
 
Quel 23 dicembre fu il secondo viaggio sull’espresso per Hogwarts in compagnia di qualcuno per Rose. Il primo, e fino a quel momento unico, era stato al primo anno in cui aveva condiviso il vagone con i cugini.
Una volta arrivati a King’s cross, Rose non era sicura di voler vedere i genitori ma si sarebbe sentita perfida ad andare via senza nemmeno salutarli quindi, accompagnata da Scorpius e Al, si diresse verso l’agglomerato Weasley-Potter per salutarli.
-Piccola sei dimagrita tantissimo! Stai bene?- le chiese Hermione, preoccupata, dopo averla abbracciata.
-Mamma possiamo non parlare di questo per favore?- chiese la ragazza, sebbene con Scorpius ormai ne parlasse quasi senza imbarazzo, con il resto del mondo il peso era ancora un taboo.
-Come vuoi tesoro, ma stai bene?-
-Si mamma, sto bene. Non ti preoccupare- rispose Rose con un sorriso sincero e la madre, vedendo l’espressione della figlia, si tranquillizzò.
Quel sorriso era cambiato, era più felice.
-Vorrei sapere che tipo di relazione c’è tra te e mia figlia-
Rose, sentendo le parole del padre, si voltò per vedere Ronald Weasley squadrare il giovane serpeverde e si sentì in dovere di soccorrerlo, cosa che penso anche la madre, mettendosi al fianco del marito per evitare reazioni troppo accese.
Albus, al contrario, dopo aver salutato i genitori, se ne stava pochi passi dietro lo zio a ridacchiare, godendosi la scena.
-Siamo amici signor Weasley, solo amici. Essendo entrambi amici di Albus siamo finiti con il passare diverso tempo insieme- rispose Scorpius fornendo la scusa che avevano deciso con la complicità di un riluttante Albus.
-Sicuro?- chiese Ron, scettico.
-Papà, davvero. Siamo solo amici- ripeté Rose.
-Comunque sia, Malfoy, prenditi cura di mia figlia e non farle accadere nulla-
-Papà, non sono una bambina. Sono maggiorenne ormai- sussurrò Rose mentre Scorpius, con tono sicuro, rispondeva -Certo Signor Weasley, non permetterei mai che succedesse qualcosa a Rose-
Dopo di che uscirono nella Londra babbana, dividendosi e dirigendosi verso stradine e vicoli vicini e solitari per potersi smaterializzare senza essere visti.
-Ma i tuoi genitori?- chiese Rose, accorgendosi solo in quel momento della mancanza dei signori Malfoy.
-Ti ho detto che ci sarebbero stati poco, adesso che posso smaterializzarmi da solo non devono lasciare il lavoro per venirmi a prendere. Cosa che facevano poche volte anche prima a dire la verità..-
-E come facevi a tornare a casa?- chiese Rose, dispiaciuta. Scorpius doveva aver passato un’infanzia molto solitaria con i genitori sempre a lavoro, nessun fratello né cugino.
-Di solito tuo zio Harry mi accompagnava. è una bravissima persona, non ha mai avuto problemi con la mia amicizia con Albus, nemmeno dopo tutto quello che mio padre e mio nonno gli hanno fatto passare…-
-Tu non sei né tuo padre e tantomeno tuo nonno-
-Io lo so, ma raramente gli altri lo sanno- rispose Scorpius con un sorriso triste, prima di afferrare la mano di Rose e smaterializzarsi.
 
Villa Malfoy, costruita su una collinetta nella campagna dello Lincolnshire, era un antico, ma ben curato, edificio dalle dimensioni gigantesche, circondato da un parco ben tenuto. Un viale costeggiato da un roseto fiorito nonostante il manto di neve e il freddo conduceva fino al portone principale, attraverso il quale si entrava in un ampio ingresso, elegantemente arredato.
-Cosa ve ne fate di una casa così grande?- chiese Rose guardandosi intorno, sorpresa dall’ampiezza delle stanze e dall’altezza dei soffitti.
-I Malfoy vivono qui da generazioni, personalmente preferirei una casa più piccola ma non posso andarmene.-
-Credo che vivere qui dia la stessa impressione di vivere in un museo- commentò Rose ammirando i quadri raffiguranti gli avi di Scorpius.
-Probabile- rispose Scorpius con una risata, -Vieni, ti faccio vedere la tua camera- continuò poi, prendendo il pesante baule di Rose e portandolo su per le scale, lungo un corridoio riccamente decorato, fino ad una porta al di là della quale si trovava la camera degli ospiti.
Sobria ma elegante, la stanza conteneva un letto matrimoniale con un copriletto verde a ricami bianchi, uno scrittoio, un grande armadio e perfino una libreria stracolma di volumi di ogni genere. Due grandi finestre davano sul giardino retrostante e una porta portava in un piccolo bagno.
-Non è granchè, se ti serve un bagno più grande puoi usare anche quello qui fuori, poi ti faccio vedere. La camera è un po’ anonima ma…-
-Scorpius- lo interruppe lei, -Casa mia, calcolando tutte le stanza, non è nemmeno il doppio di questa camera. Non ti preoccupare, è perfetta-
-Se hai bisogno di qualcosa, dimmelo- rispose lui prima di avvicinarsi a Rose e, con estrema naturalezza, posarle un bacio sui capelli, raccolti in una treccia disordinata, che la fece sorridere.
-Ti mostro il resto della casa- disse Scorpius precedendola fuori dalla porta.
 
-Posso farti una domanda?- chiese Rose dopo aver mangiato il pedone nero di Scorpius.
-Certo, dimmi- rispose lui, distrattamente, cercando la miglior mossa per distruggere la rossa. Evidentemente Rose aveva ereditato il talento del padre che, a quanto sapeva, era un gran giocatore di scacchi magici.
-Papà mi ha raccontato diverse volte del periodo di guerra…- cominciò lei, prima di fare una piccola pausa per vedere la sua reazione e capire se avrebbe potuto continuare.
-Mi...mi ha detto che i mangiamorte usavano questa casa come quartier generale-
-Si. è questo che volevi chiedere? Credo che tuo padre sia piuttosto affidabile su questo argomento- rispose lui con un sorrisino, leggermente a disagio.
-Veramente la mia domanda era un’altra- mormorò lei, indecisa se continuare.
Non aveva mai parlato del periodo della guerra con Scorpius, non perchè avesse evitato l’argomento, semplicemente non era mai capitato, e non aveva idea di come il ragazzo avrebbe reagito.
-E hai intenzione di farla prima che tramonti il sole o no? Ormai ci siamo quasi-
-Mi stavo chiedendo...come mai tuo padre è rimasto a vivere qui? Cioè, è una bellissima casa ovviamente ma probabilmente io non riuscirei a viverci. Non dopo quello che lui ha visto succedere qui...i ricordi mi assalirebbero. Ci fossi nata dopo, come te, magari non mi  darebbe così fastidio ma...tuo padre c’era...-
Rose cercò di spiegare il suo pensiero meglio che potè e, una volta finito, cercò di interpretare lo sguardo di Scorpius, ancora puntato sulla scacchiera.
-Credo...credo che sia proprio ciò che vuole mio padre. Non dimenticare. Non ne sono certo, non ne abbiamo mai parlato, però credo che sia molto legato al suo passato. Mi ha sempre detto di non provare rimorso o rimpianto per qualcosa perchè è anche grazie a quello se siamo chi siamo adesso e di prendere il passato come un insegnamento-
-Sarai un bravissimo psicomago- rispose lei, toccata dall’analisi di Draco.
-Lo spero, però non prendere troppo sul serio questa cosa, è solo una mia congettura, e soprattutto cerca di non tirare fuori l’argomento, per favore-
-Ovvio, non lo farei mai. Scusami se ho chiesto una cosa così personale- rispose lei imbarazzata, arrossendo.
-Non ti preoccupare, non mi ha dato fastidio. E comunque, te l’ho detto prima, mi piacerebbe trasferirmi ma adesso sicuramente non posso e quando avrò una famiglia mia...non so se potrò. Essere un Malfoy non è così semplice- spiegò Scorpius con un sorriso tirato, decidendosi a muovere l’alfiere.
-Non dovevi farlo- disse Rose, vittoriosa, spostando la propria regina e bloccando il re di Scorpius.
-Non vale, mi hai distratto! Un’altra-

NOTE:
Anche voi sentite il Natale nell'aria? Non è nemmeno passato Halloween e qui c'è già il torrone nei supermercati. Gli spagnoli hanno una concezione del tempo tutta loro...
Comunque, spero che il capitolo vi sia piaciuto. Sebbene non metta le note in ogni capitolo, ci tengo a dirvi che vi ringrazio infinitamente. In molti state leggendo questa storia e mi fa davvero piacere, perchè è davvero importante per me.
Baci,
Arya

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Christmas ***


13. Christmas
 
Caterpillar in the tree, how you wonder who you'll be
Can't go far but you can always dream
Wish you may and wish you might
Don't you worry hold on tight
I promise you that there will come a day
Butterfly fly away
 
Butterfly fly away - Miley Cyrus
 
La cena, quel 23 dicembre, fu inizialmente imbarazzante ma i signori Malfoy si rivelarono più gentili e alla mano di quanto si sarebbe aspettata e contribuirono a metterla a suo agio.
La mattina seguente, quando si svegliò, Rose trovò Scorpius già in cucina, intento a fare colazione.
-Buongiorno Rose, cosa vuoi mangiare?- le chiese il ragazzo dopo aver mandato giù una cucchiaiata di latte e cereali.
-Va bene qualunque cosa, anche i cereali- rispose lei, sedendosi e afferrando la scatola posata sul marmo nero, insieme ad una ciotola e ad un cucchiaio mentre Scorpius, con un colpo di bacchetta, appellava il cartone del latte.
Finita la colazione, i ragazzi decisero di andare a Diagon Alley per comprare i regali per le rispettive famiglie e rimasero nel piccolo quartiere magico di Londra fino quasi al tramonto, quando tornarono a Villa Malfoy carichi di sacchetti.
 
Quella sera, i signori Malfoy fecero solo una breve apparizione verso le 18.30, giusto il tempo per prepararsi per un galà a cui dovevano partecipare.
-Siamo felici che ci sia tu a tenere compagnia a Scorpius, ci vediamo domani a pranzo, buonanotte ragazzi- disse Astoria, elegantemente vestita, prima di dare un bacio ad entrambi i ragazzi e poi uscire nella fredda aria invernale dove, afferrato il braccio del marito, si smaterializzò.
-Cosa vuoi fare stasera?- chiese Scorpius, girandosi verso la rossa.
-Non lo so, cosa fai di solito la notte della vigilia di Natale?-
-Nulla, questa festa si ripete ogni anno per cui io sono sempre solo, un paio di volte sono andato a casa di Albus ma per il resto rimango qui-
-Mi dispiace-
-Tranquilla, alla fine è una serata come un’altra- rispose Scorpius con un sorriso e con gli occhi velati di tristezza. -Tu solitamente cosa fai?-
-Di solito io e Hugo andiamo a casa dei nonni materni e guardiamo A Christmas Carol-
-E cos’è?-
-Un film babbano, più un cartone veramente, sul Natale, ormai lo so a memoria. Lo guardiamo ogni anno- spiegò Rose, malinconica. Le mancava la sua famiglia.
-Ti va di guardarlo? Di sopra ho un computer, non lo so usare molto bene ma se tu lo sai fare possiamo vederlo. Si possono guardare film lì, no?-
-Un Malfoy con un artefatto babbano?- chiese Rose con una risata.
-Persino loro ogni tanto hanno qualche buona idea. Lo usa mia madre per lavoro, a volte deve lavorare con associazioni babbane e loro usano sempre...come si chiamano? Email? Quindi ci siamo dovuti organizzare- rispose Scorpius con una risata, alzandosi per andare a prendere l’aggeggio babbano al piano di sopra.
Dopo qualche minuto di ricerca, con il ragazzo che fissava affascinato le dita veloci di Rose picchiettare sulla tastiera, la Corvonero riuscì a trovare il film che stavano cercando e, sistemato il computer portatile sul tavolino del salotto, i due si sedettero sul divano per godersi il film.
 
Quando Draco e Astoria tornarono, a mezzanotte passata, trovarono Scorpius e Rose addormentati sul divano, il capo di lei posato sulla spalla del serpeverde che, con un braccio, le cingeva le spalle. Il computer spento, probabilmente a causa della batteria scarica.
Astoria non poté che sorridere a quella tenera vista e, facendo comparire una coperta, avvolse i due ragazzi cercando di non svegliarli.
-Sembra che si vogliano bene, vero?- chiese sottovoce Astoria al marito, cingendogli la vita mentre lui la abbracciava.
-Se vent’anni fa mi avessero detto che i migliori amici di mio figlio sarebbero stati un Potter e una Weasley non gli avrei creduto- rispose Draco soffocando una risata.
-Io sono felice che abbia dei veri amici, lo lasciamo sempre così solo...e lui non si lascia avvicinare facilmente dalle persone. Non mi aveva mai detto niente di Rose prima di invitarla qui...-
-Lo so amore, dai, andiamo a dormire- disse Draco, dando un dolce bacio alla moglie prima di prenderla per mano e accompagnarla in camera.
 
La mattina del 25 dicembre iniziò confusamente per Rose.
Aprendo gli occhi non riuscì immediatamente a capire nè dove si trovasse nè perchè avesse così caldo.
Lentamente, si accorse di un braccio intorno alla sua schiena e di una spalla sotto la sua guancia e, aprendo gli occhi, si rese conto di essersi addormentata sul divano con Scorpius.
Cercò di spostarsi senza svegliarlo ma, inevitabilmente, il serpeverde aprì gli occhi.
-Buongiorno- biascicò lui, strofinandosi gli occhi assonnati. -Mi sa che ci siamo addormentati-
Rose emise un vago verso d’assenso, continuando a guardare il ragazzo.
La maglietta che portava la sera prima adesso era tutta stropicciata a causa della posizione scomoda in cui avevano dormito ed era la prima volta che vedeva i suoi capelli così scompigliati. Sembra ancora più bello pensò Rose, arrossendo.
-Ah giusto, buon Natale Rose- disse lui, rivolgendole un tenero sorriso prima di sporgersi e darle un bacio sulla guancia.
-Grazie, buon Natale anche a te-
-Siete svegli finalmente, buon Natale ragazzi!- disse Astoria entrando in salotto con due tazze di tè caldo e dei biscotti di pan di zenzero.
Rose e Scorpius ricambiarono gli auguri prima di avventarsi sulla colazione.
Appena Astoria fu tornata in cucina, Rose si fermò a guardare Scorpius, il corpo decapitato di un biscotto ancora in mano.
-Io...posso?- chiese sottovoce. Nei due giorni passati non aveva trovato difficile mangiare sano, evidentemente a Villa Malfoy vigevano regimi salutari, ma questi erano biscotti. Praticamente burro e zucchero.
-Direi che ti sei meritata un paio di biscotti- rispose lui con un sorriso sincero e orgoglioso.
Ovviamente era felice dei cambiamenti fisici di Rose ma ciò che davvero lo rendeva contento erano quelli psicologici. Rose era più sicura di sè e aveva trovato in lui e Albus due amici sinceri. Non doveva più stare sola e nessuno meglio di lui poteva sapere come fosse rimanere soli.
Sin da piccolo aveva sempre trovato difficile farsi degli amici e, una volta arrivato ad Hogwarts, gli era parso strano che tutti quei ragazzini volessero conoscerlo e stare con lui.
Poi aveva capito.
Gli ci era voluto qualche mese ma, alla fine, aveva capito che tutte quelle persone non erano interessate a lui come persona ma solo al suo cognome.
Da lì in poi si era chiuso, all’apparenza poteva sembrare una persona circondata da amici ma nessuno di loro lo conosceva veramente. Solo Albus, che condivideva il problema del cognome famoso e che, malgrado le enormi differenze, gli somigliava più di quanto ritenesse possibile, lo conosceva. E ora Rose ovviamente. Ci aveva messo talmente poco tempo ad entrargli dentro quella ragazza che Scorpius proprio non riusciva a capire.
 
Stavano finendo la colazione quando suonò il campanello e Scorpius andò ad aprire.
Pochi istanti dopo rientrò in salotto con Albus alle calcagna.
-Buon Natale Rosie- la salutò il moro buttandosi sul divano vicino alla ragazza e afferrando un biscotto.
-Buon Natale Albus, come stanno gli zii?-
-Tutti bene, erano sorpresi dal fatto che non saresti stata dai nonni oggi e sconvolti dal fatto che fossi qui, nessuno sano di mente si caccerebbe nella tana del serpente-
-Ti ricordo che anche tu sei serpeverde- gli disse Scorpius, sedendogli affianco e dandogli uno schiaffetto in testa.
-Si, ma io sono migliore-
-Allora non mi ero sbagliata, mi sembrava di aver sentito la tua voce! Che piacere vederti Albus, Scorpius non mi aveva detto che saresti venuto. Ti fermi a pranzo?- chiese la donna impeccabilmente educata.
-Buon Natale Astoria. No, ti ringrazio, come ogni anno c’è il pranzo dai nonni e non posso proprio perderlo- disse Albus, alzandosi dal divano per andare a salutare Astoria.
-Questo è da parte dei miei genitori, che vi salutano e vi augurano un felice Natale- continuò poi, facendo comparire un grosso pacco che consegnò alla donna.
-Ma non dovevano, ringraziali e salutali tanto. E ovviamente ricambia gli auguri. Scorpius, puoi passare ad Albus il pacco incartato di viola sotto l’albero? Mi dispiace usarti come gufo Albus, ma saresti così gentile da portarlo ai tuoi genitori?-
-Certo, nessun problema. Draco non c’è? Volevo fare gli auguri anche a lui-
-Giusto mamma, papà dov’è?- chiese Scorpius accorgendosi solo in quel momento della mancanza del signor Malfoy.
-Stamattina è stato richiamato al lavoro per un’emergenza, incantesimi di cucina sperimentale finiti male a quanto ho capito, ma mi ha assicurato che sarebbe tornato per pranzo-
-Certo-
-Scorpius…- cominciò la madre, prima di essere interrotta.
-Vado un momento di sopra a cambiarmi. Arrivo. Al, aspettami-
Astoria guardò il figlio allontanarsi, sconsolata, prima di sospirare e tornare in cucina.
-Scorpius non lo ammetterebbe mai ma odia il fatto che suo padre sia sempre a lavoro. Lo capisce, ma vorrebbe passare più tempo con lui e il fatto di sentirsi egoista lo fa stare ancora peggio- spiegò Albus, mordendo il biscotto che ancora teneva in mano.
-Non la trovo una cosa così egoista. Credo sia normale che un ragazzo voglia passare un  po’ di tempo con il padre-
Sentendo i passi di Scorpius entrambi si zittirono.
Entrando, il ragazzo si diresse verso l’albero ai piedi del quale erano impilati decine di pacchi. Ne prese due e poi li porse agli amici, augurando loro un felice Natale.
I cugini lo ringraziarono e ricambiarono il gesto, scambiandosi poi un pacchetto anche tra di loro.
-Ragazzi grazie, scusate se non li apro qui ma sarei dovuto essere alla Tana cinque minuti fa- disse Albus alzandosi e, dopo aver risalutato gli altri due, si affrettò ad uscire e a smaterializzarsi a casa dei nonni.
 
Il giovane Potter aveva regalato una maglietta autografata da Aidan Ern, il suo giocatore preferito, a Scorpius e un libro, un romanzo babbano, a Rose.
Rose, che aveva trovato particolarmente difficile trovare un regalo adatto per i due ragazzi ma alla fine aveva comprato un kit preso da ‘Accessori di prima qualità per il quidditch’ per Albus e una scacchiera magica a Scorpius. Nonostante le batoste del giorno precedente, a Scorpius piaceva molto giocare a scacchi ed era anche bravino.
Scorpius, fino al giorno prima, non aveva idea di cosa avrebbe comprato. Poi, al ghirigoro, aveva trovato il libro perfetto per un donnaiolo come Albus, 101 modi per sedurre una strega, e una collana con un piccolo ciondolo a forma di farfalla per Rose, a cui aveva allegato un bigliettino:
 
Alla bellissima farfalla che sta nascendo,
Buon Natale,
Scorpius. H. Malfoy
 
-Scorpius, è...sono senza parole. Grazie- disse Rose, con gli occhi lucidi, prima di alzarsi ed andarlo ad abbracciare.
-Sono davvero orgoglioso di te Rose- disse Scorpius, e lo pensava davvero. Rose aveva fatto passi da gigante e, nonostante il brutto episodio con il grifondoro, il ragazzo la vedeva finalmente felice.

NOTE:
Hola chicos! Mi dispiace tantissimo per non aver pubblicato questo weekend ma...eccolo qui?
Grazie a tutti!
Baci,
Arya

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Natale ***


14. Natale
 
You can buy your hair if it won't grow
You can fix your nose if he says so
You can buy all the make-up that M.A.C. can make
But if you can't look inside you
Find out who am I to
Be in a position to make me feel so damn unpretty
 
Unpretty - TLC
 
Erano mesi che Rose non mangiava così tanto. Si sentiva piena e in colpa ma felice di essere a Villa Malfoy con Scorpius: alla Tana avrebbe sicuramente mangiato di più mentre lì era riuscita a controllarsi...abbastanza almeno. Scorpius l’aveva lasciata fare e si era sentito orgoglioso quando Rose aveva rifiutato il secondo piatto di patate arrosto e si era limitata ad una fettina sola di tronchetto di Natale.
Il Natale era molto diverso rispetto a quello festeggiato alla Tana, in una parola poteva essere descritto come silenzioso. Nella piccola cucina di nonna Molly, magicamente ampliata, ogni anno si riunivano almeno una ventina di persone senza contare eventuali amici che passavano per gli auguri mentre nella sala da pranzo di Villa Malfoy avevano festeggiato solo loro quattro e, appena finito il pranzo, Draco era dovuto scappare nuovamente in ospedale.
Scorpius ne soffriva, era evidente agli occhi di tutti, ma non l’avrebbe mai ammesso.
-Cosa vuoi fare oggi pomeriggio?- le chiese Scorpius una volta che la madre li ebbe salutati: dato che quell’anno ci sarebbe stata Rose a tenere compagnia a Scorpius, lei poteva andare ad aiutare ad organizzare la festa di Natale di quella sera a cui anche Rose era stata invitata. Aveva fatto molta, moltissima fatica a trovare un vestito ma Scorpius l’aveva aiutata, come sempre.
-Non lo so, fa lo stesso. Mi piacerebbe andare a salutare la mia famiglia, ma stanno ancora mangiando adesso-
-Ma sono le tre del pomeriggio-
-Fidati, stanno ancora mangiando. Magari potremmo fare una passeggiata, ti va?- propose Rose.
-Certo, vado a cambiarmi e arrivo-
 
Scorpius era appena salito quando il campanello suonò e il ragazzo le gridò di aprire.
Certo Rose non si aspettava di vedere Natalia Woodly sulla soglia di Villa Malfoy. E probabilmente nemmeno lei, a giudicare dallo sguardo sorpreso che lasciò subito il passo ad un ghigno perfido.
-Rose Weasley. Non immaginavo che tu e Scorpius foste diventati così...intimi. Beh immagino sia questo il motivo per cui non ha mai avuto una fidanzata. Non aveva ancora trovato la...ragazza giusta-
-Non stiamo insieme, siamo amici- rispose Rose, cercando di mantenere la voce ferma. Natalia l’aveva fatta soffrire tantissimo e le era difficile controllare le emozioni parlando con lei.
-Ah ok, che paura. Quindi non sei tu che porta alla festa stasera, stavo già pensando all’imbarazzo che avrebbero provato i signori Malfoy! Scorpius Malfoy con...beh, te-
-Natalia, cosa vuoi?- disse Scorpius, scendendo le scale di corsa dopo averla vista.
I due ragazzi si misero a parlare della festa e di qualcosa che Astoria le aveva chiesto di fare ma Rose non stava ascoltando.
Non aveva pensato alla reputazione dei Malfoy e lei di certo non voleva rovinarla. Come aveva potuto pensare di mettersi un vestito, un odioso vestito che la segnava sulla pancia, sui fianchi e sul sedere, e presentarsi ad una festa elegante accompagnata da uno dei ragazzi più famosi non solo di Hogwarts ma dell’intero mondo magico?
Oltre a tutta la pubblicità negativa dovuta al passato della famiglia Malfoy, adesso erano conosciuti per i meriti di Draco in campo medico, per i lavori di design di Astoria che la portavano a viaggiare in tutto il mondo e per la beneficenza che entrambi facevano. Il passato della famiglia era stato dimenticato dai più.
Come poteva Rose condannarli ad una serata di imbarazzo e sguardi?
Scorpius era sparito in cucina con Natalia e Rose, come una vigliacca, afferrò la giacca e uscì di casa, smaterializzandosi appena fuori dalla proprietà dei Malfoy.
 
Quando Scorpius tornò nell’ingresso, si stupì nel non vedere Rose ma non si preoccupò, pensando fosse andata di sopra.
Salutò Natalia e poi risalì al piano superiore per cercare la ragazza. Non era nella camera degli ospiti, né in bagno. Cominciò a preoccuparsi ma continuò a girare per casa e a chiamarla. Dopo quasi dieci minuti dovette ammetterlo: Rose non era più a Villa Malfoy.
Cos’era successo? Perchè se n’era andata? E soprattutto dove?
Il primo istinto di Scorpius fu di smaterializzarsi alla Tana ma se non fosse stata lì, come avrebbe spiegato al signor Weasley di aver perso la loro amata figlia?
Non sapeva nemmeno da dove partire a cercarla per cui si mise a vagliare diverse opzioni: trovava improbabile che Rose si fosse incamminata da sola e anche che fosse tornata ad Hogwarts: avrebbe comportato troppe domande e forse anche una chiamata ai genitori ed era sicuro che Rose non volesse.
Fossero stati al Castello, Scorpius era sicuro di dove andare a cercarla ma così, con il mondo a disposizione...come trovarla?
Sarebbe voluto andare a casa sua ma non essendoci mai stato non sapeva dove smaterializzarsi. L’unica sua speranza era Albus: corse in camera sua per prendere il foglio che usavano per comunicare sperando che il moro avesse il suo con sé.
Al, puoi venire qui un attimo? Non è successo nulla ma non dire niente a nessuno.
 
Appena qualche minuto dopo il campanello suonò di nuovo e Albus apparve sulla porta.
-Che succede?- chiese subito, preoccupato.
-Rose è sparita, volevo andarla a cercare a casa sua ma non so dove sia-
-Come sarebbe che è sparita?- chiese ancora Albus, questa volta sconvolto.
Scorpius spiegò all’amico l’accaduto con un nodo alla gola, frutto della preoccupazione per la ragazza dispersa. Natalia le aveva detto qualcosa? Probabilmente si, ma cosa poteva essere di così grave da farla fuggire così?
Senza dire una parola, i ragazzi uscirono di casa e si smaterializzarono davanti a casa di Rose. Le luci erano tutte spente e non sembrava ci fosse qualcuno dentro. La neve sul vialetto era ancora intatta per cui era improbabile che Rose fosse lì ma vollero comunque suonare il campanello. E poi suonarlo ancora una volta. E bussare alla porta. Tutto senza risposta.
-Scor, non è qui- disse Albus all’amico che, per l’ennesima volta, bussava alla porta gridando il nome della ragazza.
-Dove può essere andata? Alla Tana non c’era vero?-
-No, non ho idea di dove sia-
-Al, forse tu dovresti tornare alla Tana, se arriva fammelo sapere o se ti viene qualche idea-
-Va bene, anche tu se la trovi. La troveremo Scor-
Scorpius annuì e i due si smaterializzarono insieme ma diretti in posti diversi: il primo alla Tana, il secondo a Villa Malfoy per controllare per l’ennesima volta.
 
Aveva setacciato tutta la zona intorno a Villa Malfoy ed era tornato più volte a controllare casa sua e i dintorni. Faceva freddo e ad inverno inoltrato il sole sarebbe tramontato presto, doveva trovarla e doveva farlo in fretta.
Si stava smaterializzando nuovamente quando gli venne in mente una conversazione avuta quasi un mese prima. Erano seduti nel “corridoio di Rose” ad Hogwarts e lei gli stava raccontando che aveva trovato quell’angolino durante il primo anno, quando aveva bisogno di allontanarsi dagli sguardi delle persone. Quando era a casa stava quasi sempre in camera sua ma, non avendo una camera propria dai nonni, si era trovata una radura nascosta in un boschetto vicino alla Tana, vicino ad un fiumiciattolo.
Senza pensarci due volte, Scorpius si smaterializzò nella campagna intorno alla Tana, sperando che nessuno avesse deciso di fare una passeggiata.
La Tana era visibile poco lontano, in basso alla sua sinistra, e lui era atterrato esattamente dove voleva: alla sua destra si estendeva un piccolo bosco di querce e sperava con tutto il cuore che Rose fosse lì.

NOTE: Sono in ritardo, di nuovo, lo so, scusate.
Grazie a tutti, davvero. Sebbene le recensioni non siano molte (sapere cosa ne pensate aiuta!), siete in molti a seguirla e ciò mi basta per essere felice!
Un bacio,
Arya

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Touches ***


 
15. Touches
 
I’ve been hearing symphonies
Before all I heard was silence
A rhapsody for you and me
And every melody is timeless
Life was stringing me along
Then you came and you cut me loose
Was solo singing on my own
Now I can’t find the key without you
 
Symphony - Clean Bandit ft Zara Larsson
 
Tra gli alberi, la luce del sole morente non riusciva a filtrare e ciò rendeva tutto molto più cupo ma a Scorpius non servì nemmeno accendere la bacchetta per trovarla. Dopo appena poche file di piante, queste si diradavano creando una piccola radura in cui una ragazza dai ricci capelli rossi sedeva su una roccia.
-Perchè te ne sei andata?- chiese subito Scorpius, rimanendo qualche passo dietro la ragazza che si voltò di scatto sentendo la sua voce. Aveva pianto, il ragazzo se ne accorse subito.
-Come mi hai trovato?-
-Perchè te ne sei andata? Senza dirmi niente, senza un biglietto, senza una spiegazione. Ero preoccupato da morire- disse lui avvicinandosi e abbracciandola. Il sollievo di averla trovata sciolse la tensione e la rabbia che si portava addosso da diverse ore, inumidendogli gli occhi.
Scorpius tirò fuori il foglio per scrivere trovata ad Albus e poi lo ripose nuovamente nella giacca, non guardò nemmeno la risposta arrivata dopo pochi istanti.
-Spiegami, per favore. Ti ha detto qualcosa Natalia?- chiese Scorpius, accovacciato al suo fianco. Nelle ultime ore aveva pensato e ripensato a cosa potesse essere successo ma non gli era venuto in mente nulla.
-Mi dispiace di averti fatto preoccupare. Non c’ho pensato- disse lei e Scorpius scattò in piedi.
-Non ci hai pensato? Sono ore che giro in tondo come un coglione per cercarti. Qualunque cosa ti abbia detto Natalia e qualunque cosa ti dirà in futuro, non farmi mai più una cosa del genere- il tono di Scorpius era freddo, le stava impartendo un ordine.
-Non mi interessa cosa ti ha detto, sono sicuro fosse qualcosa di falso e tu dovresti smetterla di starla a sentire. Ti fa solo soffrire inutilmente-
-Si ma…-
-Rose ascoltami- la interruppe lui. -Natalia si diverte così. Sa che bastano poche parole dette nel momento giusto per ferirti e non perde occasione ma tu dovresti ascoltare me e Albus che ti vogliamo bene- disse lui tornando al suo tono normale. Non riusciva a rimanere arrabbiato con lei, non quando la ragazza lo guardava con quei suoi grandi occhi azzurri, ora arrossati dal pianto.
Rose era ancora incredibilmente fragile e a Scorpius vennero in mente le parole di Albus: se lei si fosse innamorata di lui…
Lui le voleva davvero bene ma non aveva mai considerato una relazione con lei, né con nessun’altra. Come affrontare l’argomento senza rischiare di ferirla?
-Lo so Scorpius. Ve ne voglio anche io- disse Rose a bassa voce. Non aveva mai avuto un amico e ora ne aveva addirittura due che, per di più, le volevano molto bene.
-Torniamo a casa? Dobbiamo prepararci per la festa-
-Io non vengo- disse Rose a bassa voce, senza guardarlo negli occhi.
-E posso sapere perchè?- le chiese Scorpius.
-Scorpius io...io non posso-
-Dimmi perchè-
-Metterei in imbarazzo te e la tua famiglia. Pensa anche a loro, pensa a cosa diranno le persone vedendoti arrivare con una come me-
-Andiamo- disse Scorpius prendendola per mano e smaterializzandosi, portandola con sé.
Un secondo dopo erano davanti al cancello di Villa Malfoy e Scorpius stava entrando, continuando a tenere Rose per mano e a trascinarla lungo il prato innevato.
-Scorpius dove stiamo andando?- chiese lei ma il ragazzo non le rispose.
Aprì il portone, salì le scale e si fiondò nella camera degli ospiti occupata da Rose. Solo lì le lasciò la mano per andare ad aprire l’armadio e tirare fuori il vestito che avevano scelto insieme.
-Mettitelo- le ordinò Scorpius, usando lo stesso tono di parecchi mesi prima.
-Mi hai già visto con quel vestito- rispose lei, confusa e intimidita dall’improvviso cambio di tono.
-Mettitelo e non farmelo ripetere- disse ancora Scorpius, autoritario e distaccato.
Rose prese l’abito e si diresse in bagno, sorpresa dal tono duro di Scorpius. Lo conosceva bene, ma era parecchio che non lo usava con lei.
Si cambiò, facendo attenzione a non rovinarlo, e uscì pochi minuti dopo.
-Contento? Posso toglierlo?- chiese lei, imbarazzata. Il vestito di chiffon nero le aderiva al corpo e lo scollo le metteva in risalto il seno prosperoso. Si sentiva intrappolata nella stoffa, avrebbe preferito rimanere a casa in pigiama.
-Vieni qui- le ordinò nuovamente in ragazzo, facendola posizionare davanti ad uno specchio. Lui le si mise dietro.
-Guardati- disse ancora lui, notando lo sguardo di Rose, rivolto verso il basso.
Rose guardò il suo riflesso allo specchio. Non vedeva nessun cambiamento rispetto a settembre: anche con più di dieci chili in meno era sempre la solita Rose, grassa e inguardabile.
-Non vedi quanto già sei cambiata? E quanto ancora cambierai? Avrai anche qualche chilo in più ma la tua bellezza sta uscendo. I capelli, gli occhi, le lentiggini che ti caratterizzano. Il tuo viso dai lineamenti dolci- cominciò Scorpius e mentre elencava le parti del corpo di Rose le sfiorava delicatamente.
-Le labbra rosse e carnose, il seno morbido, la pancia…-
Quando Scorpius le toccò i fianchi, Rose si mosse a disagio. Non le piaceva essere toccata, soprattutto vicino alla pancia.
-La tua pancia è molto più piatta adesso Rose- disse lui, posandole l’intero palmo sullo stomaco e premendo leggermente.
Rose faticava a mantenere il respiro sotto controllo, adesso all’imbarazzo si era aggiunto qualcos’altro: nessuno l’aveva mai toccata in quel modo e lei non sapeva come reagire.
-Le gambe muscolose che si stanno assottigliando sempre di più...non vedi quanto sei bella Rose?-
Scorpius si era spostato, piazzandosi davanti a lei per guardarla negli occhi ed entrambi si persero nello sguardo dell’altro.
Dopo un tempo indeterminato, Scorpius fece un passo indietro, interrompendo il contatto visivo.
-Mi faresti l’onore di venire alla festa con me stasera e dimostrare a Natalia che le sue parole non ti hanno scalfita e che tu sei molto meglio di lei?-
Rose si limitò ad annuire, rossa come un pomodoro e con il battito accellerato.
Cosa era appena successo? Nessuno dei due sapeva spiegarselo.
-Fatti una doccia e preparati, tra poco più di un’ora dobbiamo essere pronti- disse lui, accarezzandole una guancia prima di uscire dalla porta ed andare in camera sua.
 
Una volta oltrepassata la porta, Scorpius si sedette sul letto.
Voleva solo mostrare a Rose quanto lui la vedesse bella ma era stato sopraffatto dalle sue stesse emozioni. Ad un certo punto gli era venuto l’impulso di baciarla, di prenderle il viso e posare le sue labbra su quelle di lei, continuando a toccarla e a sentire il suo calore. Gli ci era voluto molto autocontrollo per non farlo e comportarsi in modo normale. Da amico.
Dopotutto aveva promesso ad Albus di non farla soffrire e lui per primo non desiderava altro che vederla felice. Possibile che gli piacesse Rose e che non se ne fosse mai accorto? Non aveva mai avuto una ragazza fissa e nemmeno l’aveva voluta, come avrebbe potuto distinguere l’affetto tra amici da qualcosa di più profondo?
E, sebbene Rose fosse dimagrita molto, lui era sempre stato attratto da altri tipi di ragazze.
Decise di non mostrare nessun segno d’affetto particolare alla ragazza, non finché non ne fosse stato sicuro, e andò in bagno a farsi la doccia.
 
Nell’altra stanza, Rose stava ancora cercando di riprendere fiato.
Sentiva ancora le mani di Scorpius che le accarezzavano il corpo e quello sguardo...quello sguardo le aveva annebbiato la mente, facendole dimenticare chi fosse.
Si era sentita amata e accettata ma in modo completamente diverso rispetto a come l’aveva fatta sentire Chad.
Quando il cuore si fu calmato un po’, si tolse il vestito facendo attenzione a non rovinarlo e andò a farsi la doccia.
Persino sotto l’acqua calda, non riusciva a non pensare al tocco di Scorpius. L’aveva sfiorata appena, provocandole brividi lungo tutta la schiena, tranne quando le aveva posato la mano sul ventre. Aveva sentito il suo calore dietro di sé e il suo sguardo sul suo corpo.
Per la prima volta, non le dispiaceva essere guardata.
Si era sentita imbarazzata all’inizio ma il ragazzo era riuscito a metterla a suo agio, come sempre.
Dopo la doccia si era asciugata i capelli con la bacchetta e si era messa un po’ di mascara. Le sarebbe piaciuto sapersi truccare per un’occasione del genere ma non l’aveva mai fatto e non voleva rischiare di sembrare un clown e far vergognare Scorpius e la sua famiglia ancora di più.
Nonostante quello che le aveva detto Scorpius, le parole di Natalia non riusciva proprio a togliersele dalla testa.
Si vestì e si fece una treccia, tutto senza guardarsi allo specchio. Dopo anni di esperienza, le veniva naturale evitare ogni superficie riflettente.
Poco dopo, Scorpius bussò alla porta.
-Sei pronta?- le chiese senza aprire la porta.
-Prendo la giacca e ci sono- gli rispose lei, afferrando il cappotto dall’armadio e aprendo la porta.
Scorpius era mozzafiato. Non l’aveva mai visto così elegante. Indossava un completo nero elegante che contrastava con la candida camicia che aderiva al suo petto.
-Sei davvero bellissima Rose- le disse lui, offrendole un braccio come un vero signore.
-Anche tu stai davvero bene- rispose lei mentre sentiva le guance scaldarsi.
Si misero i cappotti e uscirono nella fredda aria natalizia. Il cielo minacciava neve e i due ragazzi si strinsero nelle spalle per contrastare il vento ma non riuscirono a non rimanere incantati dalla vista del paesino dall’altra parte della valle, illuminato a festa.
I due si presero per mano e si smaterializzarono.


NOTE:
Ciao a tutti! Si, sono puntuale questa settimana e si, il capitolo è scandalosamente corto ma è uno dei più importanti perchè da qui in poi...diciamo che è un punto di svolta non indifferente.
Ero un po' preoccupata perchè recentemente non ho scritto molto ma stamattina invece di studiare ho scritto due capitoli e sono decisamente catturata dalla trama in questo momento (che comincia a farsi a luci...se non rosse almeno arancioni haha), spero di riuscire a continuare prima di ributtarmi nella letteratura inglese di epoca vittoriana, evviva.
Ovviamente, commenti e critiche sono sempre ben accetti.
Baci,
Arya

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** La festa ***


16. La festa
 
You look so wonderful in your dress
I love your hair like that
The way it falls on the side of your neck
Down your shoulders and back
 
We are surrounded by all of these lies
And people who talk too much
You've got that kind of look in your eyes
As if no one knows anything but us
 
And should this be the last thing I see
I want you to know it's enough for me
'Cause all that you are is all that I'll ever need
 
Tenerife Sea - Ed Sheeran
 
La sala in cui si teneva la festa era enorme ed elegante, gremita di persone altolocate e ben vestite. Rose si sentì immediatamente fuori luogo ma non potè non rimanere colpita dalla bellezza del posto.
Scorpius le offrì nuovamente il braccio e la accompagnò verso i genitori, seduti ad un largo tavolo rotondo da 8 insieme ad altre 4 persone: mancavano solo loro.
-Ragazzi, siete arrivati finalmente! Siete bellissimi- disse Astoria, salutandoli prima di presentarli al resto del tavolo.
I due presero posto, tra i commenti sbalorditi dei commensali nello scoprire l’identità della ragazza e le insinuazione di una relazione romantica tra i due, e poco dopo la serata iniziò: la cena era a dir poco deliziosa, meglio dei banchetti di Hogwarts, e sebbene Rose non intervenne molto nella conversazione si divertì a sentir spettegolare la Signora Robinson.
La cena era accompagnata da un quartetto d’archi in un angolo della sala che diffondeva una piacevole melodia e, una volta finito di mangiare, aveva permesso a qualche coppia di mostrare la loro abilità nel ballo.
-Perchè non inviti la tua fidanzatina a ballare Scorpius?- chiese un’anziana signora dai buffi capelli cotonati seduta al loro tavolo, indicando i due ragazzi.
-Non siam…- iniziò Rose, per la trentesima volta, imbarazzata, ma Scorpius la interruppe.
-Non sono un gran cavaliere ma sarei felice di accopagnarla a fare un giro della sala e del cortile se ha voglia- disse lui facendo un occhiolino all’amica: era la loro occasione per allontanarsi da noiose chiacchiere da adulti.
-Ricordatevi di prendere le giacche se uscite- disse la signora Malfoy, premurosa come sempre.
Rose e Scorpius si alzarono e andarono al guardaroba a prendere i loro cappotti prima di affrontare la fredda serata invernale.
Il giardino sul retro dell’edificio, illuminato dalla luce della luna, era coperto di neve e le rose rosse, magicamente fiorite, spiccavano in contrasto con il manto candido che si era posato su ogni superficie e rendeva i loro passi ovattati e incerti.
Camminando verso una panchina di pietra poco distante, Rose si appoggiava completamente al ragazzo, dimentica solo per qualche momento dei quasi ottanta chili che si portava appresso.
Arrivati alla panchina, Scorpius si sbarazzò della neve con un rapido colpo di bacchetta prima di creare un piccolo fuocherello azzurrino sotto la roccia in modo da mantenerla ad una temperatura costante e piacevole.
-Sono davvero felice che tu sia qui- disse Scorpius, dopo essersi seduto, sorridendo alla ragazza.
-Anche se tutti pensano che sono la tua ragazza?- chiese lei, le dispiaceva che tutti pensassero ciò: Scorpius, se avesse voluto avere la ragazza, si sarebbe potuto permettere qualcuno di molto meglio.
-L’anno scorso, per non venire da solo e finire inevitabilmente tartassato da Natalia, ho portato Albus. Ed evidentemente quelle vecchie megere sono così aperte mentalmente e ansiose di spettegolare da prendere in considerazione anche relazioni omosessuali per me-
Rose, inevitabilmente, scoppiò a ridere.
-Non c’è molto da ridere. Quando siamo tornati a casa, mia madre mi ha detto che mi avrebbero accettato e voluto bene comunque ma avrebbero preferito saperlo- raccontò Scorpius, imbarazzato.
Rose non riusciva a smettere di ridere. Era tanto tempo che non rideva così di gusto.
-Sareste una bella coppia- lo prese in giro lei.
-No grazie- disse lui, unendosi alla risata della ragazza -Al è un buon amico ma non è il mio tipo-
-Ah quindi...mi sembrava strano che non avessi una ragazza- disse Rose sorpresa e, anche se non voleva ammetterlo, un po’ ferita.
-Cosa? Non sono gay Rose. Se non ho una ragazza è perchè non ho ancora trovato la persona giusta-
-Scusa, pensavo…- cominciò lei imbarazzata.
-Non ti preoccupare. L’anno scorso, quando aveva cominciato a girare questa storia, almeno quattro ragazze si sono presentate alla mia porta intenzionate a farmi cambiare idea- disse lui ridacchiando, con lo sguardo perso in un periodo passato.
Anche quel commento ferì Rose che si sorprese nel capire di essere gelosa di Scorpius. Questo rovinava tutto! Lei non aveva nessun diritto su Scorpius e non poteva prendersi una cotta per lui, avrebbe complicato tutto: la loro amicizia, gli allenamenti e il rapporto tra Albus e Scorpius.
Si sforzò di fare una risatina, sperando di passare solo per imbarazzata e non come se avesse qualcosa conficcato nel petto.
-Comunque per ora non mi interessa avere una ragazza fissa- disse lui guardando verso la distesa stellata sopra di loro.
Il cielo era occasionalmente solcato da nuvole che rendevano il buio della notte ancora più buio ma per il resto la luna riusciva ad illuminare tutto il giardino facendo apparire ogni cosa di uno strano colore argentato.
Rose non rispose, rimase in silenzio ad ammirare i riflessi sui capelli di Scorpius e il leggero afflusso di sangue sulle guance e sul naso, dovuti al freddo pungente.
-Credi che ci sia una persona giusta per ognuno di noi? Il grande amore intendo- chiese lui all’improvviso, voltandosi verso di lei che ancora lo stava guardando.
-Una volta...una volta ho letto un libro[1] che comparava la ricerca dell’amore con l’andare al mercato- rispose lei, dopo essersi schiarita la gola in imbarazzo.
-In pratica ogni persona va al mercato per cercare il proprio partner perfetto ma non avrà mai il tempo per girare tutti gli stand così compra quello che gli sembra migliore al prezzo più conveniente sapendo che potrebbe esserci qualcosa di meglio. Hai comprato un maglione che ti piace e ti sta bene e con il tempo cominci ad affezionartici, hai ricordi legati al maglione e continua a piacerti, anche se si è un po’ sformato e infeltrito. Un giorno per caso vedi il maglione dei tuoi sogni, che fai? Butti via quello vecchio che ti ricorda tanti momenti piacevoli? O lo tieni e rinunci al maglione perfetto?-
-Direi che è una definizione piuttosto cinica dell’amore-
-Secondo me è anche peggio di così, magari fosse così. I maglioni non hanno tutti lo stesso prezzo e non tutte le stesse persone hanno la stessa quantità di soldi. Io praticamente non ho soldi, mentre tu sei molto ricco, per esempio-
-Com’è possibile che tu non abbia soldi se entrambi i tuoi genitori sono capi dipartimento al Ministero?- chiese Scorpius, confuso.
-Guarda un po’ oltre la realtà, è una metafora. Tu puoi permetterti tutti i maglioni che vuoi e le ragazze che ci stanno dentro- rispose lei, giocherellando distrattamente con la sciarpa.
-Allora mettiamola così, non sono disposto ad accontentarmi del maglione carino. Non spenderò i miei soldi prima di aver trovato il maglione perfetto-
-Il maglione perfetto non esiste. Non nel lungo periodo, almeno. I maglioni invecchiano e le imprese tessili continuano a fabbricarne di nuovi e migliori-
-Pensavo fossi più romantica di così, con tutti i romanzi rosa che leggi-
-So semplicemente distinguere la fantasia dalla realtà- rispose lei con un sorriso triste. Le sarebbe piaciuto credere nell’amore ma era troppo razionale per pensare realmente che ognuno fosse destinato ad una persona. Sebbene fosse certa dell’amore tra i suoi genitori, era convinta che fosse soprattutto frutto di casualità: il maglione non era così male e ancora non si era rovinato.
 
Scorpius non aveva saputo ribattere e poco dopo erano rientrati. La tristezza e la rassegnatezza nelle parole di Rose gli avevano lasciato l’amaro in bocca. Voleva allo stesso tempo farla ricredere e che continuasse a pensare così, almeno avrebbe sofferto meno in caso di una delusione d’amore.
Ma Scorpius sapeva che Rose era fragile, l’aveva vista soffrire per Chad e non voleva vedere mai più le lacrime rigarle il viso e arrossarle gli occhi. Come fare però?

NOTE:
[1] How the mind works, Steven Pinker (1997). Ho letto questo libro per un corso all'università e, nonostante le sue 660 pagine e i primi capitoli riguardanti la visione e come il cervello interpreta le immagini un tantino pesantucci, me lo sono divorato in una settimana.
Buongiorno e buon cinico sabato a tutti! Dopo questo scandalosamente corto e indecente capitolo non posso che ringraziare chiunque l'abbia letto. Sono stata ferma per mesi a questo punto, non sapendo come continuare la storia. Ho scritto e riscritto questa festa mille volte, per non parlare di quanto spesso ho visto il cursore lampeggiare sotto il numero 16. senza altre parole al di sotto.
Da qui in poi, mi sono accorta di aver esplorato più i sentimenti di Scorpius che quelli di Rose, forse perchè quelli di lei non sono così interessanti, forse perchè già li conoscevo, forse perchè non volevo esplorare i miei.
Meno di un mese fa ero qui e adesso sto scrivendo il capitolo 23 che è ancora durante le vacanze di Natale, succedono giusto un paio di cose durante le vacanze!
Ci tengo a precisare di aver accelerato i tempi per ragioni di scrittura, nessuno riuscirebbe a perdere tutto quel peso in modo sano in così poco tempo e nessuno dovrebbe farlo, salvo ragioni mediche.

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Family ***


17. Family 
 
Seventeen and coming clean for the first time
I finally figured out myself for the first time
I found out what it takes to be a man
Now mom and dad will never understand
What's happened to me
 
Coming clear - Green Day
 
Erano tornati a casa tardi ma Rose non era riuscita a prendere sonno e si era sorpresa nel vedere il cielo schiarirsi all’orizzonte, al di là della finestra.
Aveva tanti pensieri per la testa che non la facevano dormire. Non riusciva a dimenticare le mani di Scorpius sul suo corpo il giorno prima: era solo perchè nessuno l’aveva mai accarezzata o c’era di più? E poi c’erano i suoi genitori, per la prima volta non aveva passato il Natale con loro e non era nemmeno andata a salutarli o a far loro gli auguri.
Sarebbe dovuta andare a casa e lo sapeva, ma la cosa la spaventava perchè le avrebbero chiesto del peso e lei non voleva parlarne, non si sentiva ancora pronta per aprirsi con chiunque non fosse Scorpius.
Guardò la sveglia sul comodino, le 7 del mattino e lei non aveva chiuso occhio. Non avendo altro da fare ed essendo piuttosto sicura che Scorpius dormisse ancora, andò in bagno a farsi una doccia.
Mentre si stava svestendo, si vide riflessa nello specchio dell’armadio e, per la prima volta, si fermò volontariamente a guardarsi.
Non si vedeva poi così diversa rispetto a settembre anche se aveva perso più di 10 kg. La pancia era ancora molliccia e formava rotoli di grasso che non riusciva a guardare per più di qualche secondo, le cosce erano enormi e ora arrossate per il continuo sfregamento della sera prima. Non aveva pensato a mettere un paio di pantaloni sotto il vestito e ora se ne pentiva.
Se fossi magra magari io e Scorpius…
Fermò subito quel pensiero, non avrebbe portato a nulla di buono. Si spogliò completamente ed entrò nella doccia.
 
Una volta vestita era scesa in cucina dove aveva trovato un biglietto: “Siamo dai McKinnon, torniamo per cena.” e la tavola apparecchiata per fare colazione.
Ignorando i biscotti, prese una tazza, si preparò latte e cereali e andò a mangiare sul divano per allontanarsi dalla tentazione.
-Come mai stai mangiando lì?- chiese Scorpius assonnato.
-Buongiorno- rispose lei ignorando la domanda. -I tuoi genitori hanno lasciato un messaggio, sono dai McKinnon-
-Non mi sorprende- rispose lui preparandosi la colazione e raggiungendo la ragazza.
-Cosa vuoi fare oggi?- chiese lui una volta seduto.
-Pensavo di andare a salutare i miei genitori- rispose lei dopo un profondo respiro.
-Non mi sembri entusiasta- indagò lui.
-Faranno domande e io…- disse Rose guardando i cereali galleggiare in fondo alla tazza.
-E tu devi imparare ad affrontarlo, non c’è nulla di cui vergognarsi-
-Lo so, però non è facile…-
-Però lo devi affrontare, io vado da Albus intanto. Devo ringraziare Harry e Ginny per il loro regalo-
-Non mi accompagni?-
-Devi affrontarli da sola e penso che la mia presenza provocherebbe solo altre domande, potenzialmente più imbarazzanti. Quante volte ancora vuoi dire a qualcuno che non stiamo insieme?- rispose lui con un sorriso.
Rose non rispose. Si era sentita fare quella domanda un’infinità di volte ed era sicura di sentirla ancora ma Scorpius aveva ragione, la sua presenza avrebbe reso tutto più imbarazzante.
-Vado a vestirmi- disse lei, prima di portare la tazza in cucina e salire in camera sua.
 
Dopo appena 20 minuti, si era smaterializzata con una giravolta nel giardino di casa sua, proprio davanti alla porta.
Prese un profondo respiro e busso.
-Tesoro, sono così felice che tu sia qui!- esclamò Hermione aprendo la porta e abbracciando la figlia.
-Ciao mamma, tanti auguri-
-Anche a te, tuo padre sta ancora dormendo ma lo vado a svegliare sub…-
-No aspetta, possiamo parlare un secondo prima?- chiese Rose, parlare solo con sua madre sarebbe stato più facile.
-Rose, è successo qualcosa?- chiese immediatamente Hermione, sedendosi con la figlia sul salotto del divano.
-No, no. Va tutto bene, semplicemente so che vorresti farmi delle domande e preferisco parlarne solo con te-
-Si, in effetti ho delle domande e capisco che con tuo padre possa essere imbarazzante. Cosa c’è tra te e Scorpius?- chiese subito Hermione.
Rose non poté fare a meno di alzare gli occhi al cielo. Come facevano le persone a vedere l’impossibilità di una relazione tra lei e un ragazzo come Scorpius Hyperion Malfoy?
-Siamo solo amici-
-Pensavo non ave...non ci avevi mai parlato di lui prima di quella lettera-
-Lo so, siamo diventati amici quest’anno. Grazie a lui mi sono riavvicinata ad Albus-
-Ma non avevi detto il contrario? Che hai conosciuto Scorpius tramite Albus?- chiese Hermione, sorpresa.
-Mi dispiace di aver mentito, ma era la spiegazione più facile- rispose Rose, sentiva che si stavano avvicinando all’argomento e si sentiva sempre più nervosa.
-Rose cosa succede? Cosa mi stai nascondendo?- le chiese la madre, realmente preoccupata.
Il momento era arrivato: doveva dirlo a sua madre e affrontare l’argomento con lei.
-Scorpius...ci alleniamo insieme. Da settembre. E ho preferito stare da lui queste vacanze per non...perdere il ritmo-
Hermione, che già si stava immaginando tutti i possibili, tragici, scenari, fu sorpresa da quella risposta e rimase in silenzio, indecisa su come replicare.
-Cosa intendi? Che tipo di allenamento?- chiese dopo qualche minuto.
-Di solito corriamo e facciamo esercizi tipo addominali, squat, cose così..- rispose lei senza alzare lo sguardo dal tappeto davanti al divano e giocherellando con un angolo del cuscino.
-Ed è per questo che sei dimagrita così tanto? Non stai male? Va tutto bene?- chiese finalmente Hermione, esternando le paure che le avevano assalita quando aveva visto la figlia così diversa.
-Mamma non sono mai stata così bene, Scorpius e Albus sono davvero degli ottimi amici-
-Mi fa tanto piacere per te tesoro, non sai quanto sono orgogliosa di te- le disse la madre, abbracciandola forte, e Rose dovette sforzarsi per ricacciare indietro le lacrime che già le avevano inumidito gli occhi.
-Ma come avete iniziato ad allenarvi insieme?- chiese ancora Hermione, facendo accelerare il battito cardiaco di Rose. Non poteva dirle la verità.
-è capitato per caso, mi sono sfogata con lui e si è offerto di aiutarmi- rispose Rose, dicendo solo una mezza verità alla madre.
-Ma non state esagerando vero? Non hai smesso di mangiare? Perchè sai che…-
-Mamma, tranquilla. Scorpius non ha mai permesso che saltassi un pasto-
-Sembra davvero un caro ragazzo, dovremmo invitarlo a cena-
A quelle parole, un brivido freddo percorse la schiena di Rose. Sarebbe stato estremamente imbarazzante.
-Non è il caso…-
-Ti sta anche ospitando per le vacanze, è il minimo che possiamo fare! Anzi, dovremmo invitare anche Draco e Astoria ma…-
-Perchè mai dovremmo inv...Rosie! Non sapevo fossi qui, mi sarei svegliato prima- esclamò Ron scendendo le scale per andare ad abbracciare la figlia.
-Come stai tesoro?-
-Tutto bene papà, buon Natale-
-Buon Natale anche a te. Allora? Perchè dovremmo invitare le serpi?-
-Ronald- lo rimproverò la moglie.
-Che c’è? Sono serpeverde o no? Non ho mica detto che sia negativo- rispose lui facendo l’occhiolino alla figlia.
-Stanno ospitando tua figlia Ronald, il minimo che possiamo fare è invitarli a cena- rispose Hermione.
-Sai se sono a casa adesso?- chiese poi alla figlia.
-No, sono da amici e Scorpius è dagli zii Harry e Ginny-
-Perfetto, potremmo andare tutti a mangiare da Ginny- suggerì Ron.
-Non puoi autoinvitarti così! Anche se è tua sorel…-
-Le ho lasciato sposare il mio migliore amico e farci tre figli, dopotutto me lo deve. Vado a vestirmi e a svegliare Hugo-
-Non capirò mai come funziona il cervello di tuo padre- disse Hermione ridendo e osservando il marito appellare un toast salendo le scale.
-Davvero andiamo dagli zii? Tutti?- chiese Rose allarmata. Gran parte della sua imbarazzante famiglia, tutta riunita e Scorpius lì con loro.
-Non ti va di vedere gli zii? Manderò un messaggio a Ginny, mi piacerebbe mantenere un rapporto civile con mia cognata, alla fine mi ha lasciato sposare suo fratello- disse Hermione con una risata.
 
Appena mezz’ora dopo, la famiglia Weasley-Granger camminava lungo la stradina innevata di Godric Hollow, curvi contro il vento freddo.
Suonarono il campanello e pochi secondi dopo, Harry aprì la porta, invitandoli ad entrare.
-Dovresti trasferirti più a Sud, si gela lì fuori- disse Ron, salutando il suo migliore amico.
-Allora forse dovresti smetterla di venire qui- intervenne Ginny, salutando la cognata e i nipoti.
-Sei cambiata tantissimo dall’ultima volta che ti ho visto Rose- si complimentò Ginny.
-Già, sei sempre più bella- aggiunse Harry.
Entrambi gli zii erano genuinamente felici della ritrovata amicizia tra i cugini ma Rose si sentiva a disagio. Aveva imparato a starsene in un angolo in silenzio, magari leggendo, aspettando la fine delle poche occasioni di famiglia a cui era obbligata ad andare ma ora non sapeva come gestire le interazioni sociali, nemmeno con i suoi stessi parenti.
-Ehi Rose, sali. Io e Scorp siamo in camera mia- gridò Albus dal piano superiore e lei fu più che felice di raggiungerli.
-Non pensavamo venissi, non mi ricordo nemmeno l’ultima volta che sei stata a casa mia- disse Albus, seduto per terra a lucidare la sua scopa mentre Scorpius era sul letto, appoggiato alla parete.
-Si, lo so…- mormorò Rose. Lei ricordava l’ultima volta che era stata lì, era la sera del 31 agosto 2017, la sera prima di iniziare Hogwarts e in quella stanza l’aria era satura di eccitazione e aspettativa.
Finalmente era il loro turno! Avevano passato ore e ore a pianificare tutto, fino ai M.A.G.O., per poter vivere gli anni migliori della loro vita al Castello, come avevano fatto genitori, zii e cugini prima di loro.
Inutile dire quanto le cose nella realtà fossero diverse rispetto ai sogni di quei due undicenni.
-Non è cambiata molto camera tua, meno giocattoli e più poster di quidditch ma fondamentalmente è la stessa- disse Rose dopo essersi guardata intorno per un momento.
-Non è cambiato lui, non vedo perchè dovrebbe cambiare la sua camera- disse Scorpius ridacchiando.
-Ehi! Sono cambiato in questi sette anni, sono un uomo adesso- disse lui, gonfiando il petto inorgoglito peggio di un pavone dalla coda colorata.
-Se la tua definizione di “uomo” corrisponde a “radersi” e “non essere più vergine”, certo- ribatté l’altro, senza smettere di ridere.
-E tu secondo quali criteri ti consideri un uomo?- chiese l’altro piccato mentre Rose li osservava in silenzio.
-Non ho mai detto di considerarmi un uomo ma, se lo fosse, non sarebbe certo per essere andato a letto con Annette al quarto anno. Non so davvero come tu abbia fatto- rispose Scorpius che ormai stava ridendo apertamente. Raramente Rose lo aveva visto così...felice e spensierato. Un normale ragazzo di 17 anni.
-Ancora con questa storia? Per quanto vorrai prendermi in giro per Annette? Ero accecato dagli ormoni- rispose Albus sulla difensiva, sbuffando come se avesse ripetuto le stesse parole un milione di volte.
-Volevo solo scopare in quel periodo- disse, -Non che sia cambiato molto dopotutto- aggiunse, con un ghigno degno del serpeverde che era.
-Rose, scusalo. Tuo cugino è un maiale- disse Scorpius, rendendosi conto solo in quel momento della presenza di una signora tra di loro.
-Non ti scandalizzarai mica a parlare di sesso no? Insomma, siamo tutti maggiorenni- le chiese Albus.
-No no certo, continuate pure con le vostre...cose da maschi- rispose lei che, a differenza di ciò aveva appena detto, era in forte imbarazzo. Non aveva mai parlato di sesso con nessuno! A parte quella volta con sua madre, ma si era limitata a qualche consiglio di contraccezione e ad insegnarle l’incantesimo “se per caso…”.
Quella era tutta l’esperienza sessuale di Rose che, a sentir parlare i due ragazzi, era arrossita più del solito ed era rimasta in silenzio, seduta sulla poltrona.
-Non definirei il sesso “cosa da maschi”, a quanto ne so anche le ragazze ne parlano, a volte più di noi. Non hai mai avuto un’amica…?-
Rose si limitò a scuotere la testa, imbarazzata. Non solo non aveva mai parlato di sesso con un’amica, non aveva mai avuto un’amica.
Senza che Rose se ne accorgesse, Scorpius lanciò un’occhiataccia ad Albus che lo guardò confuso, non capendo di aver appena ferito la cugina.
-Comunque, i tuoi fratelli dove sono Al?- chiese Scorpius, cambiando argomento e Rose gliene fu immensamente grata.

NOTE:
Hola chicos, come sempre grazie a tutti coloro che stanno leggendo.
Se qualcuno fosse stato interessato anche all'altra storia, 14 storie per 14 giorni, mi dispiace tantissimo ma la seconda parte di questa settimana è stata infernale e non sono riuscita a pubblicare. Ho preferito dare precedenza a questa essendo l'altra fatta di capitoletti separati.
Alla prossima settimana,
Arya

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Semplice istinto ***


18. Semplice istinto
 
I'm addicted to you
Don't you know that you're toxic?
And I love what you do
Don't you know that you're toxic?
It's getting late
To give you up
I took a sip
From my devil's cup
Slowly, it's taking over me
 
Toxic - Britney Spears
 
Erano rimasti a pranzo dai Potter e a Ron Weasley quello era sembrato più che sufficiente come ringraziamento per la famiglia Malfoy, nonostante le critiche della moglie secondo la quale erano stati Ginny e Harry a offrire il pranzo e non lui. -Fa lo stesso, siamo della stessa famiglia- aveva risposto lui e Hermione aveva rinunciato a farlo ragionare.
Rose, tutto sommato, si era aspettata di peggio da quel pranzo. La sua famiglia si era comportata in modo quasi civile e, non appena ebbero finito di mangiare, i tre giovani si erano rifugiati nuovamente in camera di Albus in cui erano rimasti fino a poco prima della cena quando la famiglia Weasley era tornata a casa e Rose si era smaterializzata con Scorpius a Villa Malfoy. Le era parso di vedere una punta di dolore negli occhi della madre mentre si salutavano ma nessuna delle due aveva detto niente ed entrambe erano andate per la loro strada.
 
Una volta tornati alla Villa, i due ragazzi furono sorpresi nel vedere non solo Astoria ma anche Draco in casa, lei cucinando e lui seduto su uno sgabello della penisola con un bicchiere di vino rosso in mano e dei documenti davanti.
-Siete tornati, eravate dai Potter?- chiese Draco, girandosi per salutare i ragazzi.
-Lo sai che non ci sono problemi, ma lasciaci un messaggio la prossima volta, ok? Come stanno i tuoi zii Rose? Hai visto anche i tuoi genitori? Tutto bene?- chiese Astoria, gentile e premurosa come sempre.
-Stanno tutti bene, vi salutano e vi ringraziano- rispose Rose.
-La cena sarà pronta tra circa un’ora. Ti piace il pollo vero Rose?-
Dopo aver confermato, Rose seguì Scorpius in camera sua ed entrambi si sedettero sul letto.
-Scorpius, domani ci alleniamo no?- chiese lei, intristita e imbarazzata a causa dei rotoli di grasso che si facevano ancora più evidenti ogni volta che si sedeva.
-Si, ma come mai questa domanda?- chiese lui. Rose non era mai stata entusiasta degli allenamenti, li faceva perchè li doveva fare, e questa domanda gli parve molto strana.
-Semplicemente non voglio...c’è ancora del lavoro da fare- rispose lei.
-Rose, non ti preoccupare ok? è solo il 26 dicembre, un giorno o due di pausa non cambieranno le cose. Stai andando benissimo, non immaginavo risultati del genere a settembre- le disse lui, facendola arrossire e abbassare lo sguardo.
-E mi dispiace per i discorsi con Albus, prima. Non mi ero accorto che ti sentissi a disagio- continuò lui.
-Non c’è problema, potete parlare di quello che volete-
-Sei stata zitta tutto il tempo…-
-Non avevo molto da dire…- rispose Rose sinceramente. Erano tornati a parlare di sesso ma questa volta solo lei e Scorpius. Scorpius non ci aveva mai pensato seriamente ma ora una rivelazione si fece largo nella sua mente: Rose era ancora vergine!
-Non sono un esperto in materia ma, se hai dubbi, problemi, o semplicemente vuoi parlare di qualcosa...mi puoi dire tutto, lo sai no?-
-Scorpius, se Chad era il mio primo bacio, credi davvero che abbia...fatto altro?- chiese lei, rossa come un pomodoro, ammettendo la sua esperienza inesistente.
-Probabilmente no, ma quando succederà...semplicemente voglio che tu sappia che ci sono e non voglio che tu ti senta in imbarazzo. Magari con Albus, che è tuo cugino, è più difficile ma…-
-Grazie Scorpius, sei l’unico con cui potrei mai parlarne- rispose lei, sincera, mettendogli una mano sul braccio.
-Se vuoi un consiglio, anche se lo avrai sentito mille volte, aspetta a farlo con qualcuno di speciale. Non farti prendere dalla smania di perdere la verginità, fallo con qualcuno con cui ti senti a tuo agio, che ami e che ti ami- le disse lui, genuinamente.
Lui non aveva mai avuto nulla del genere. Dopo anni di sesso occasionale, sentiva che qualcosa stava mancando e non provava più il piacere che era solito provare. Recentemente, i suoi incontri erano drasticamente diminuiti e ciò aveva alimentato le voci di una presunta relazione tra Rose e Scorpius.
Rimasero entrambi in silenzio per qualche minuto, immersi nei propri pensieri.
-Com’è stata la tua prima volta?- chiese Rose, di getto, prima di aggiungere -Scusa, non sei obbligato a dirmelo. Non ho pensato prima di parlare-
-Non ti preoccupare, non ho segreti con te- rispose lui, poi continuò -Terribile, comunque. Ero al quarto anno ed ero ancora un bambino praticamente ma, come ha detto prima Albus, “volevo solo scopare”. Una ragazza del sesto anno un giorno è venuta da me e me lo ha proposto. Come se mi stesse chiedendo se volevo una burrobirra e niente, ho detto di si ed è successo. Non sapevo nemmeno cosa fare- raccontò lui con una risatina, ripensando a quella notte lontana.
-Aspetta, questa ragazza è venuta da te e ti ha chiesto di fare sesso con lei? Non stavate nemmeno uscendo insieme?-
-Non sono mai uscito con una ragazza- ammise lui, vagamente in imbarazzo.
-Ah...e non hai mai voluto una relazione?- chiese ancora lei. Sapeva di essere insolente e di star facendo domande molto personali ma le stavano uscendo dalle labbra in automatico.
-No, non sul serio almeno. Ammetto di averci pensato…- ammise lui non riuscendo a non pensare a quando aveva sfiorato il corpo di Rose e sentito il suo calore.
Cercava di non pensarci perchè non voleva che la relazione tra di loro diventasse strana ma a volte non poteva evitarlo e cominciava a valutare i suoi sentimenti ancora confusi verso la ragazza.
Le voleva bene, su questo non c’erano dubbi, ma non aveva idea di quanto profondo questo affetto fosse.
Lei d’altro canto non voleva proprio saperlo perchè se si fosse scoperta attratta da Scorpius...non voleva perdere né lui né Albus.
 
Avevano cenato tutti insieme e subito dopo Draco si era chiuso nel suo ufficio, Astoria aveva cominciato a pulire la cucina e i due ragazzi erano tornati in camera di Scorpius.
-Eravate davvero piccoli tu ed Albus- disse Rose, sedendosi sul letto.
-Cosa?-chiese lui, senza capire a cosa si riferisse.
-Quando avete...lo avete fatto per la prima volta- rispose Rose mentre le orecchie le diventavano rosse. Parlare di sesso la metteva in imbarazzo, ma era anche curiosa.
-Si, ma immagino che per un ragazzo sia diverso..meno importante forse-
-Beh a giudicare dai pettegolezzi a scuola nemmeno alle ragazze frega tanto…-
-Che pettegolezzi?- chiese Scorpius, curioso.
-Le ragazze parlano un sacco di sesso, quasi tutti i giorni ci sono gruppetti di ragazze che ne parlano in bagno, se la preside sapesse...non hai idea del numero di volte che ho sentito parlare di Albus, di James, persino di mio fratello! E...e anche di te- ammise Rose. Quelle ragazze parlavano apertamente delle loro esperienze, senza preoccuparsi che Rose, parente di quei ragazzi, potesse sentirle.
-Cosa?!- esclamò lui, sorpreso e lei si limitò ad annuire.
-Aspetta, fammi capire. Le ragazze commentano quello che facciamo?-
-Già. Dettagliatamente anche- rispose lei, ridendo nel vedere la faccia sconvolta del ragazzo.
-Non so cosa dire. Non mi sarei mai immaginato...e cosa fanno? Si vantano? Danno voti?-
-Anche- rispose lei ridendo.
Aveva sempre pensato che discorsi del genere fossero estremamente stupidi e anche poco educati nei confronti della privacy dei ragazzi ma aveva sempre cercato di ignorarli, soprattutto perchè sentir parlare delle capacità dei suoi familiari le faceva senso.
-E posso chiedere cosa dicono di me?- chiese lui dopo qualche momento di silenzio e lei scoppiò a ridere.
-Non ti preoccupare, sei decisamente apprezzato- rispose lei.
-Non posso credere a quello di cui stiamo parlando-
-Io c’ho fatto l’abitudine, ci sono sempre stati gruppetti del genere in bagno e nessuno ci fa più caso. Prima non parlavano dei miei familiari almeno…-
-Dev’essere orribile- commentò lui e lei si limitò a scrollare le spalle.
-Ma i commenti su di me continuano?- chiese lui.
Lei rimase in silenzio per qualche secondo, cercando di riportare alla memoria conversazioni che aveva cercato in ogni modo di dimenticare.
-In effetti è qualche tempo che non ci sono voci su di te, magari hanno solo evitato sapendo che siamo amici-
-Rose, se non si fanno problemi con i tuoi familiari, figurati con me-
-Non ho mai avuto un rapporto così stretto con nessuno di loro però- rispose Rose, arrossendo.
-Ma loro non lo sanno- rispose lui, poi continuò -I commenti si sono fermati perchè io mi sono fermato, volevo solo assicurarmi che nessuna stesse mentendo-
-Ah- si limitò ad aggiungere lei mentre il suo cervello si riempiva di domande. Domande che non poteva fare. O forse si?
-Da quanto tempo ti...sei fermato?- chiese, pentendosene subito dopo. Non poteva chiedere cose del genere, anche se lui era il suo migliore amico. Lui comunque non ci dette molto peso e rispose dopo pochi secondi.
-Metà ottobre più o meno, non era quello che stavo cercando-
-Quindi non vuoi una ragazza ma non cerchi nemmeno avventure?- chiese lei senza riuscire a fermare la sua stupida bocca.
-Non è che non voglia una ragazza, semplicemente non ho trovato quella giusta. Negli ultimi mesi…- avevo te. Gli venne in automatico. Non potè fare a meno di non pensare quelle parole ma riuscì a bloccare proprio sulla punta della lingua.
-Negli ultimi mesi?- chiese lei.
-Ho deciso di mettere la testa a posto, tutto qua- mentì lui.
-Quanto parlare di sesso oggi!- commentò lui con una risata, per cambiare argomento. I suoi pensieri lo spaventavano.
-Già, scusa. Ero curiosa- rispose lei, con le orecchie ancora rosse.
-Non ti scusare, non è un problema. Siamo entrambi adulti-
-Secondo la definizione di Albus io non lo sono-
-Tuo cugino è un idiota Rose, fai bene ad aspettare-
-Non è esattamente una mia scelta- ribatté lei di getto, stupendosi di quella confessione.
-Cosa intendi dire?-
-Non sono vergine perchè non sono pronta, ma perchè non ho nessuno con cui farlo- ammise lei, rossa più che mai, aprendosi completamente con Scorpius.
Immagini cominciarono a susseguirsi nella mente di Scorpius - lei sotto di lui accaldata, i capelli ricci e rossastri sul cuscino candido, la pelle imperlata di sudore - ma si sforzò di ricacciarle indietro. Non poteva permettersi pensieri del genere in quel momento, né mai a dirla tutta, ma ci avrebbe pensato dopo.
-Arriverà Rose- disse semplicemente e lei sbuffò.
-Sono stanca di aspettare, sono l’unica del nostro anno a non aver ancora fatto niente. Cerco di convincermi che non mi interessa ma…a volte sarebbe più facile non esserlo. Alla fine non è che un pezzetto di pelle-
-Rose, smettila- la interruppe lui, serio. -Tu non sei così-
-Perchè no? Potrei chiedere a qualcuno…-
Immagini, le stesse immagini di prima, tornarono nella mente di Scorpius ma questa volta c’era un’altra persona al posto suo.
-No- disse, gelido. Poi cercò di controllarsi, -Non è solo una questione fisica, è anche voler donare tutto te stesso all’altra persona. Su quel fattore io sono vergine tanto quanto te-
-Non voglio morire vergine- rispose lei.
-Facciamo così, se tra 10 anni sarai ancora vergine farò io sesso con te, ok?- rispose lui, ridacchiando per nascondere le vere emozioni.
-Grazie Scorpius- rispose lei, ridacchiando a sua volta.
-Direi che è meglio se andiamo a dormire- propose lui, sicuro di non poter arginare i propri pensieri ancora per molto.
-Buonanotte, a domani mattina- rispose lei, tornando in camera sua.

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Solo una settimana ***


19. Solo una settimana
 
A-when there's no one else in sight,
A-in crowded lonely night
Well, I wait so long for my love vibration
And I'm dancing with myself
 
Dancing with myself - Billy Idol
 
La mattina dopo, quando Rose lo raggiunse in cucina per fare colazione, Scorpius riuscì a malapena a guardarla in faccia.
Quando lei se ne era andata, lui non era più riuscito a trattenere i propri pensieri e si era lasciato andare, fantasticando su come doveva essere fare l’amore con lei. Sentire il suo corpo caldo e toccarla ovunque. Baciare ogni centimetro di pelle candida.
Per la prima volta, si era toccato pensando ad una ragazza reale e se ne vergognava. Cercava di convincersi che fosse a causa di tutto quel parlare di sesso perchè la sola possibilità di provare qualcosa per la sua migliore amica lo spaventava a morte.
Era sicuro che non fosse solo attrazione fisica: Rose, per quando dimagrita e ormai vicina a rientrare in un peso normale, non si poteva definire sexy. Maglioni troppo larghi e pantaloni sformati erano il suo look abituale, i capelli raccolti e nemmeno un filo di trucco...ma, nonostante tutto ciò, qualcosa in lei lo attraeva come una calamita.
-’Giorno- lo salutò lei, prendendo una tazza di cereali. -A che ora ci alleniamo?-
-Tra un’ora?- propose lui.
-Certo-
Anche Rose faceva fatica a guardarlo e per motivi non tanto diversi. Sapeva che Scorpius stava solo scherzando ma, quando le aveva proposto di fare sesso, per un momento non le era parsa una cattiva idea. Non faceva altro che pensare a due giorni prima, quando l’aveva guardata e toccata. Voleva essere guardata e toccata ancora e ancora da quelle mani ruvide ma delicate.
La notte precedente si era persa nei propri sogni ad occhi aperti ma poi era rinsavita: non voleva rischiare la loro amicizia. La sua stupida cotta - perchè di questo si tratta, si era detta - le sarebbe passata presto.
 
Avevano fatto colazione e poi ripulito la cucina, i genitori di Scorpius erano entrambi a lavoro e Rose, mentre lavavano e asciugavano i piatti, si era sentita come se fossero una coppia sposata, intenta a rassettare la casa.
Scorpius, d’altro canto, cercava di non pensare alla notte precedente ma gli era dannatamente difficile avendola così vicina. Ogni superficie, dal bancone immacolato al muro freddo e rigido, poteva essere un ottimo posto per farla sua. Avrebbe voluto parlare con Albus ma non gli avrebbe potuto raccontare di essersi masturbato pensando a sua cugina. Lo avrebbe ucciso.
Un’ora dopo, erano nella piccola palestra al primo piano di Villa Malfoy.
Durante tutto l’allenamento, nessuno dei due guardò l’altro se non per brevissimi istanti, entrambi profondamente in imbarazzo, e dopo più di mezz’ora di corsa, addominali, stretching e imbarazzante silenzio, entrambi andarono a farsi una doccia per lavar via il sudore e raffreddare i bollenti spiriti.
 
Dopo essersi lavato rapidamente, Scorpius prese il foglio per i messaggi che divideva con Albus e scrisse “Dobbiamo parlare, posso smaterializzarmi da te?”.
Aveva deciso, doveva mettere chiarezza nei propri pensieri e aveva bisogno del suo migliore amico.
La risposta non tardò ad arrivare, “Direttamente in camera mia”, quindi Scorpius scrisse un biglietto per Rose nel caso lo avesse cercato e si smaterializzò, sperando di risolvere con Albus prima che lei si accorgesse della propria assenza.
 
La prima cosa che fece, una volta apparso, fu lanciare un Muffiliato alla porta, cosa che fece preoccupare Albus.
-Cosa diavolo è successo? Hai perso di nuovo Rose?-
-No, no. Lei sta bene, ci siamo allenati e ora sta facendo la doccia-
-Allora cosa c’è?- chiese Albus, confuso.
-Non so da dove iniziare-
-Inizia dall’inizio-
-Non c’è un vero inizio...facciamo così, giura di non uccidermi e io giuro di essere sincero-
-Cosa le hai fatto?- chiese subito l’altro.
-Nulla, non è successo nulla. Riguarda solo me- rispose l’altro. Non era completamente una bugia, no?
-Giuro di non ucciderti, ma ora dimmi cosa è successo!- ordinò Albus, preoccupato.
Da dove cominciare? Dalla notte precedente? Da quando le aveva fatto indossare il vestito? Da quella mattina?
-Non riesco a capire cosa provo per Rose- disse invece, semplicemente.
-Spiegati-
-Non riesco a non pensare a lei. In quel senso. Ma non solo- confessò Scorpius.
-Come puoi venirmi a dire che vorresti scoparti mia cugina e pretendere che io non ti uccida?- chiese Albus.
-Albus, ti prego. Ho bisogno del mio migliore amico- ammise Scorpius e Albus capì finalmente la gravità della situazione.
-Cazzo. Raccontami tutto, farò finta che tu stia parlando di qualcun altro-
E Scorpius cominciò a raccontare. Gli raccontò di quando aveva cercato di sollevarle l’autostima, facendole capire quanto bella già fosse e potesse ancora diventare. Di quando aveva sfiorato tutto il suo corpo e poi si era perso nei suoi occhi, impedendosi di baciarla con un estremo sforzo di volontà. Poi gli disse di tutte le chiacchierate che avevano avuto in quei giorni, di come si sentisse sempre a suo agio con lei, anche parlando di sesso, come il giorno prima. Senza entrare nei dettagli, confessò le scandalose immagini che il suo cervello non faceva altro che proiettargli nella mente e la gelosia provata nel pensare le stesse cose con un altro al suo posto.
Gli nascose solo la notte precedente, raccontando tutto il resto.
-Sai che tipo di ragazze mi piacciono, Albus, e Rose è completamente diversa. Non riesco a capire-
Albus non rispose subito ma rimase con lo sguardo fisso verso il pavimento, cercando di convincersi che la Rose di cui Scorpius era innamorato non era sua cugina ma con scarsi risultati.
-Lo sapevo che quest’idea di passare le vacanze con te era una cazzata. Merlino Scor, è ancora una ragazzina per queste cose. Non puoi pensare di scopartela come una qualunque, la distruggeresti-
-E io non ho alcuna intenzione di farla soffrire, è lei che se ne esce con l’idea di farsi scopare da uno qualunque solo per perdere la verginità- disse Scorpius pentendosi subito di aver rivelato qualcosa di tanto personale. Aveva parlato senza pensare.
-COSA?!- gridò Albus. -Scorpius Hyperion Malfoy. è successo qualcosa che non vuoi dirmi?-
-No- rispose Malfoy.
Immediatamente una pallina sul comodino di Albus cominciò ad emettere un piccolo bip e lampeggiare.
-Stai mentendo. Ti sei scopato mia cugina?- chiese Albus, infuriato, cercando di mantenere la calma per non uccidere quello che fino a pochi minuti prima considerava il suo migliore amico.
-No, e dovresti fidarti di me anche senza quel rilevatore di bugie- rispose Scorpius. Nessun segnale dalla pallina.
-Cosa mi stai nascondendo?-
Con quel rilevatore in mano, Scorpius non aveva altra scelta se non confessare.
-Ieri sera, abbiamo parlato di sesso tutto il tempo, e, dopo che lei se n’è andata, io non sono riuscito a controllarmi...-
-TI SEI MASTURBATO PENSANDO A MIA CUGINA?!- gridò Albus, alzandosi dal letto, e Scorpius non potè non ringraziare chiunque avesse inventato il Muffiliato.
Il biondo non rispose, lasciando intendere la verità.
-Cazzo, questo...questo è troppo. Io non so se ce la faccio- sospirò Albus, ricacciandosi sul materasso con la testa tra le mani.
-Al ti prego- lo implorò Scorpius e Albus non potè ignorarlo.
-Hai visto come si è fatta ingannare da Chad, Rose ha bisogno di qualcuno che le voglia bene ma tu saresti in grado di distruggerla se poi dovessi accorgerti di non provare quello che pensavi di provare. Allo stesso tempo, ha bisogno di te come amico, avete un rapporto che non riuscirò mai a capire. Se ti fossi limitato ad immaginare di andarci a letto ti direi che è astinenza ma c’è molto di più. Non so cosa dirti Scor, sei in un bel casino-
-Questo lo sapevo già Al, cosa dovrei fare?- rispose Scorpius, sedendosi sul letto.
-Oggi è il 27 di dicembre, prendiamo l’Espresso il 2 gennaio. Forse è solo la continua vicinanza a confonderti, resisti fino al 2 gennaio, valuteremo la situazione una volta tornati ad Hogwarts- propose Albus e Scorpius annuì.
-Sapevo che avrei fatto bene a parlare con te, grazie Albus-
-Vattene prima che decida di ammazzarti- rispose il moro, ma non sembrava arrabbiato. Con una giravolta, Scorpius tornò a Villa Malfoy.
Una settimana, doveva fingere ancora per una settimana e poi tutto sarebbe tornato normale.
 
Rose intanto si era fatta la doccia e si era vestita. Aprendo la porta, vide Scorpius uscire da camera sua.
-Hey- lo salutò lei e lui le fece un cenno di rimando, dandosi mentalmente dello stupido subito dopo.
Fingere di esserle amico, non di odiarla.
-Cosa ti va di fare?- chiese lui, mantenendo un tono di voce neutro.
-Potremmo fare i compiti, no? Non li abbiamo ancora toccati…-
Lui accettò e pochi momenti dopo si trasferirono sul tavolo della sala da pranzo, che ora era coperto da libri e pergamene.
Quale miglior distrazione?
Passarono così tutto il pomeriggio e per entrambi fu un vero e proprio sollievo. La concentrazione aveva cancellato tutto il resto dalle loro menti e ad entrambi sembrò assolutamente normale passare quelle poche ore a studiare insieme.
Probabilmente aveva ragione Albus: quest’improvvisa confusione era dovuta semplicemente al fatto di averla sempre vicino e in situazioni più intime del normale.
Una volta ad Hogwarts, tutto sarebbe tornato come prima.

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** ...ma ci stava riuscendo sorprendentemente bene. ***


20. ...ma ci stava riuscendo sorprendentemente bene. 
 
Days like these lead to
Night like these leads to
Love like ours
you like the spark in my bonfire heart
People like us we don't
Need that much, just someone that starts
Starts the spark in our bonfire hearts

Bonefire heart - James Blunt
 
La sera prima era andata decisamente meglio: avevano cenato con Draco, Astoria e i genitori di lei che si erano fermati a fare due chiacchiere e poi Rose e Scorpius si erano messi a giocare a scacchi magici.
Nessuna distrazione, nessuna tentazione, nessun pensiero impuro. Scorpius pensava sarebbe stato molto più difficile dimenticarsi dell’accaduto ma ci stava riuscendo sorprendentemente bene.
La mattina dopo, mentre stavano facendo colazione, il campanello aveva suonato e Scorpius era andato ad aprire. Un momento dopo era tornato, con Albus dietro di lui.
-Al che ci fai qui?- chiese Rose vedendolo.
-Ho pensato che potremmo fare il tema di pozioni insieme, io non ci capisco niente- disse lui afferrando una manciata di cereali direttamente dalla scatola e cominciando a sgranocchiarli.
-Inoltre volevo ricordarvi del 31- aggiunse.
-Cosa succede il 31?- chiese Scorpius.
-Vi avevo invitato alla festa a casa mia. Mamma e papà mi lasciano casa libera-
-A me non avevi detto nulla- disse Scorpius mentre Rose scrollava la testa per dire che nemmeno lei ne sapeva niente.
-Vabbè ora lo sapete. Inizia alle 10 ma un aiutino sarebbe gradito anche prima e poi potete fermarvi a dormire lì-
-Ok- rispose Scorpius con un’alzata di spalle.
-Al…- iniziò Rose.
-Dai Rose-
-Sai che non mi piacciono queste cose-
-Fallo per me- la implorò Albus.
-Inoltre, se lui viene alla festa, tu non puoi mica rimanere qui da sola, no?- aggiunse poi, vedendo che Rose non accennava a cambiare idea.
La ragazza annuì sconfitta ed Albus esultò.
-Vedrai che ci divertiremo- le disse Scorpius, sorridendo al che lei ricambiò il sorriso.
-Hey Scor, vieni un momento?- chiese Albus dirigendosi al piano di sopra, seguito dal biondo.
-Smettila- disse Albus una volta raggiunta la cima delle scale.
-Di fare che?- chiese l’altro confuso.
-Il sorriso di poco fa!- esclamò Albus, mantenendo un tono di voce basso per non farsi sentire.
-Ho semplicemente sorriso, le persone lo fanno a volte- rispose Scorpius alzando gli occhi al cielo.
-Perchè credi che sia qui oggi? E la festa? Voglio tenervi d’occhio-
-Albus mi stai facendo pentire di avertene parlato- disse Scorpius scendendo un gradino prima di essere fermato.
-Sono solo preoccupato per lei e non voglio essere costretto a scegliere tra di voi se qualcosa dovesse succedere-
-Non ti preoccupare, sta andando meglio. Forse era solo suggestione- disse Scorpius e i due scesero le scale, raggiungendo Rose.
Passarono tutta la giornata insieme, un po’ a fare i compiti e un po’ a chiacchierare, e quando Albus tornò a casa dopo cena era più tranquillo: Rose e Scorpius sembravano comportarsi come sempre, forse quella notte sarebbe riuscito a dormire.
 
I due giorni seguenti, passarono velocemente: fecero allenamento sia il 29 che il 30 dato che avrebbero probabilmente saltato quello del 31 e riuscirono, con molta forza di volontà, a finire i compiti.
-Scorpius...devo proprio venire stasera?- chiese Rose, il 31 mattina a colazione.
-Rose, ci divertiremo- ripetè lui.
-Non so nemmeno come vestirmi...non ho nulla per una festa. Il vestito dell’altra volta...è troppo elegante- rispose lei. Al nominare quel vestito, nella mente di entrambi si accese il ricordo di quel pomeriggio ed entrambi distolsero lo sguardo.
-Andiamo a Diagon Alley, sono sicuro che da Madama McClan troverai qualcosa che ti piaccia. Io intanto ho delle cose da comprare in città-
Dopo poco più di un’ora, i due ragazzi stavano attraversando la fredda e innevata cittadina magica, addobbata a festa per le vacanze.
-Ci vediamo tra un’ora davanti al ghirigoro, ok? Se per un motivo o per l’altro uno dei due non potesse farcela ci vediamo direttamente a casa- decise lui, gridando per sovrastare il brusio della folla e le canzoni stonate di un gruppetto di streghe poco distante che cantava carole natalizie.
-Perfetto, a dopo- rispose lei, attraversando la via per entrare nel negozio che più odiava.
Le vennero in mente tutte le divise troppo strette e scomode che aveva comprato lì e quel giorno di settembre in cui Natalia l’aveva messa in imbarazzo. E se non avesse trovato nulla?
Cercò di arginare quei pensieri negativi e spinse la porta che si aprì con un allegro tintinnio.
-Buongiorno e buone feste, cosa posso fare per te cara?- le chiese una donna sulla quarantina, sorridendole gentile.
-Io...avrei bisogno di sistemare queste- chiese, appellando le divise che ormai le stavano grandi e che teneva su con una cintura mal ridotta.
-Certo, provatene una e vediamo cosa possiamo fare-
Rose si infilò nel camerino e cominciò a spogliarsi. Le era venuto in mente all’ultimo momento ma aveva deciso di approfittarne: aveva già abbastanza vestiti che le stavano o troppo larghi o troppo stretti, voleva che almeno la divisa che era costretta ad indossare la maggior parte del tempo le stesse giusta.
Uscì pochi attimi dopo, tenendo su la gonna con una mano.
-Vedo che sei dimagrita molto, complimenti cara. Io sono anni che cerco di buttare giù questi chiletti di troppo. Ora ferma che ti sistemo-
La donna iniziò a lavorare e Rose si guardò nello specchio davanti a lei. Forse la pancia era un po’ più piatta dopotutto, no? E il viso un po’ meno rotondo…
-Ecco fatto, l’altra la faccio con le stesse misure così non devi cambiarti di nuovo. C’è altro che posso fare per te?-
-Avrei bisogno di qualcosa per stasera, devo andare ad una festa. Nulla di troppo elegante, solo...carino-
-Mai accontentarsi di essere carine, troveremo qualcosa che lascerà tutti a bocca aperta!-
Per trovare quel qualcosa ci misero più del previsto. Quasi due ore dopo - e dopo una miriade di vestiti, pantaloni, magliette, tuniche, camicie e ogni altro capo di vestiario scartati - Rose uscì dal negozio piuttosto soddisfatta.
Sapeva di aver mancato l’appuntamento con Scorpius ma non era poi così grave, si sarebbero visti a casa.
 
Si smaterializzò davanti al cancello di Villa Malfoy che era quasi ora di pranzo e attraversò il prato candido di neve piegata in due contro il vento freddo.
Le piaceva l’inverno, ma stando al caldo dentro casa.
Suonò il campanello e Scorpius le venne ad aprire.
-Stavo iniziando a preoccuparmi, ci hai messo una vita- la accolse lui, offrendosi di prendere i sacchetti di Rose.
-No tranquillo, porto tutto in camera. Arrivo subito-
Salì velocemente le scale e si rifugiò in camera sua. Non aveva problemi nel fargli vedere il vestito, quello poi lo avrebbe visto, ma la commessa l’aveva convinta a comprare anche un completino intimo rosso perchè, come aveva detto lei, “magari porta fortuna, magari no, ma ad indossarlo non abbiamo nulla da perdere”.
Nascose la borsa dentro l’armadio e scese nuovamente, raggiungendo Scorpius in cucina dove il ragazzo stava cucinando.
-Scorpius Malfoy ai fornelli, non so quanti possano godere di un tale spettacolo- scherzò lei, -posso aiutare?- chiese poi con un sorriso.
-Metti tavola va, stai per assaggiare la mia fantastica colazione per pranzo- rispose lui girando il prosciutto che stava rosolando in padella.
Rose prese le posate dal cassetto e ancora una volta le sembrò di essere una coppia di sposini, senza sesso però.
Scorpius aveva tostato il pane, cotto un uovo a testa -leggermente crudo per lui e completamente cotto per lei -, rosolato due fette di tacchino e preparato dei fagioli.
Una tipica colazione britannica, ma a pranzo.
-Non ho mai nè tempo nè voglia di cucinare tutta questa roba a colazione però la adoro, quindi a volte me la faccio per pranzo- spiegò lui servendo il cibo.
-Non vedo perchè non si possa fare- rispose lei, sorridendo e cominciando a mangiare.
 
-A che ora dobbiamo essere da Al?- chiese Rose una volta terminato di asciugare i piatti e riporli nella credenza.
-Dalle 6 in poi ha detto, se arriviamo prima delle 7 ceniamo insieme. Cosa vuoi fare?-
-Per me è uguale-
-Allora ceniamo qui, ti va? Qualcosa di leggero, tanto poi mangeremo tutta la sera schifezze-
-No...io non…- iniziò lei.
-Rose, è capodanno. Lasciati un po’ andare, non succederà nulla. Hai avuto uno straordinario controllo di te stessa fino ad ora, puoi permetterti una ricompensa ogni tanto-
-Non ho avuto controllo per niente nell’ultimo mese, soprattutto nelle vacanze di Natale! Tutti quei dolci e quei pasti esagerati…-
-Rose, per favore, fidati di me. Inoltre stasera balleremo un sacco quindi bruceremo calorie- disse lui scherzando.
Lui non era per niente preoccupato che lei potesse tornare sulla cattiva strada, aveva piena fiducia in lei e lui sarebbe stato al suo fianco.
-Io non ballo Scorpius- disse lei, terrorizzata alla sola idea.
-Sono sicuro che io e Al ti faremo cambiare idea, devi almeno un ballo ad entrambi- dicendo ciò, a Scorpius venne in mente quanto l’avrebbe avuta vicino se davvero avessero ballato insieme. Sarebbe riuscito a controllarsi?
Scosse la testa per scacciare quel pensiero. Non era successo nulla negli ultimi giorni e la cosa non sarebbe cambiata.
-Rose davvero, non ti preoccupare e divertiti ok?- disse lui con un sorriso incoraggiante e lei annuì.
Nel pomeriggio giocarono a scacchi magici chiacchierando e cenarono presto per avere il tempo di prepararsi. O meglio, perchè Rose avesse il tempo di prepararsi dato che a Scorpius bastavano 5 minuti per fare la doccia e altri tre per indossare una camicia.
 
Rose se la prese relativamente comoda, era un’occasione importante per lei e voleva essere il più carina possibile.
Si fece la doccia e si asciugò accuratamente i capelli per cercare di renderli almeno un po’ meno crespi del normale ma, non notando grandi miglioramenti, si decise a raccoglierli in una treccia laterale, almeno sarebbero stati fermi.
Si vestì guardandosi allo specchio solo per controllare che fosse tutto quantomeno decente e poi tornò in bagno per mettere il mascara e un po’ di rossetto che le aveva regalato sua cugina Lily per Natale l’anno precedente ma che lei non aveva neanche mai aperto. Era rimasto un anno e mezzo nel suo piccolo astuccio dei trucchi, inutilizzato come tutto il resto.
Alle otto meno qualche minuto, l’ora in cui avevano deciso di andare da Albus, Scorpius bussò alla porta della camera degli ospiti.
-Entra- gli rispose lei e lui abbassò la maniglia.
-Rose, sei splendida- disse lui, sincero, non appena la vide. Il leggero rossore che le si dipinse in viso le fece risaltare gli occhi che subito corsero al pavimento per nascondere il suo imbarazzo.
Scorpius non poté farne a meno e rimase con lo sguardo fisso su di lei per quelli che parvero interminabili secondi.
Gli stivaletti neri che indossava avevano un leggero tacco che faceva sembrare le gambe, avvolte in collant nere semi trasparenti, più slanciate del normale.
Il vestito che aveva comprato esaltava la sua figura, mettendo in risalto il seno prosperoso ma scendeva morbido, accarezzando le sue forme, fino ad appena sopra il ginocchio.
Rose non era il tipo di ragazze che aveva sempre immaginato al suo fianco, ma perchè allora aveva una voglia tremenda di attraversare la stanza, prenderla tra le sue braccia e baciarla su quelle labbra rosse e carnose?
-Mi piace quella camicia, il blu ti sta meglio del verde- scherzò lei, riferendosi alle loro case ad Hogwarts.
-Vieni, abbiamo una festa che ci aspetta- disse lui prendendola per mano e accompagnandola al piano di sotto dove, come un vero gentiluomo d'altri tempi, la aiutò a indossare il cappotto prima di uscire nella gelida aria notturna.


NOTE:
Grazie a chiunque stia leggendo questa storia, siete in tantissimi a seguirla e mi fa davvero piacere.
Volevo solo dirvi che, a causa del mio lungo, straziante, probabilmente scomodo e stancante ritorno a casa per le vacanze di Natale, settimana prossima NON ci sarà alcun aggiornamento. Scusate ma questa settimana ho mille cose da prepare, parto venerdì pomeriggio per arrivare la mattina dopo a Pisa, da cui mi aspettano ancora tre ore di treno e 40 minuti di macchina. Oltre a tutto ciò, quello stesso giorno dovrebbe nascere la mia cuginetta per cui passerò un po' di tempo in famiglia.
Gli aggiornamenti riprenderanno come al solito il sabato/la domenica seguente, 23-24 dicembre.
Grazie ancora a tutti, baci baci!
Arya

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Capodanno ***


 

21. Capodanno

You make me want to call you in the middle of the night
You make me want to hold you till the morning light
You make me want to love, you make me want to fall
You make me want to surrender my soul
I know this is a feeling that I just can't fight
You're the first and last thing on my mind
You make me want to love, you make me want to fall
You make me want to surrender my soul

U make me wanna - Blue

 
Le luci di casa Potter erano tutte accese quando i due ragazzi apparvero davanti al cancelletto di legno del giardino a cui qualcuno, probabilmente Lily, aveva appeso una ghirlanda natalizia.
Quando Albus aprì loro la porta, un’ondata di tepore li avvolse e la musica li assordò.
-Al, siamo in ritardo? è già iniziata la festa?- chiese Scorpius entrando, seguito da Rose.
-No no, stavo solo provando la musica- gridò l’altro per farsi sentire.
-Allora abbassala- rispose il biondo togliendosi il pesante mantello.
Con un colpo di bacchetta, la musica tornò ad un livello piacevole che permetteva di chiacchierare.
-Ciao Rose, sei bellissima- disse Albus salutando la cugina e prendendo i soprabiti per farli evanescere.
Un momento dopo, Lily, James, Hugo, Roxanne e Luis apparvero dalla cucina per salutare i nuovi arrivati.
Rose era in imbarazzo: erano i suoi parenti ma non parlava con la maggior parte di loro da anni. Loro comunque non sembrarono farci caso e cominciarono subito ad elencare le cose da fare per cui si misero tutti all’opera: nel giro di due ore i primi invitati sarebbero arrivati e la casa sembrava ancora...una casa.
 
Finirono poco prima delle 10 e nemmeno i signori Potter avrebbero potuto riconoscerla come casa loro: il salotto era stato sgomberato e magicamente ampliato, luci colorate volteggiavano a pochi centimetri dal soffitto e in un angolo della sala un grosso tavolo presentava bibite e stuzzichini. Soprattutto bibite però.
-Wow, chi avrebbe mai immaginato che il nostro salotto potesse diventare così?- esclamò Lily seduta sulle scale.
-Chiunque uscito da Hogwarts con un Eccezionale in trasfigurazione suppongo- rispose James facendo una linguaccia alla sorellina.
Rose guardava i cugini scherzare e divertirsi ma non si sentiva davvero parte della famiglia: rideva alle loro battute e ascoltava i loro discorsi ma non riusciva ad integrarsi.
-Rose, cosa c’è?- le chiese Scorpius, sussurrandole all’orecchio, dopo aver notato lo sguardo perso della ragazza.
-Forse la festa non è stata una buona idea- rispose lei. Lui si alzò, facendole cenno di seguirlo e i due si diressero in cucina per poter parlare più liberamente.
-Che succede? La festa non è neanche ancora iniziata- chiese lui prendendo un bicchiere d’acqua.
-Io...non riesco a essere a mio agio nemmeno in mezzo alla mia famiglia, sarà peggio quando arriveranno gli altri-
-No perchè nel casino che ci sarà spero riuscirai a liberare un po’ la mente e a divertirti-
-Ma…-
-Fallo per me ok? Cerca di rilassarti- disse lui interrompendola e avvicinandosi a lei.
-Che ci fate qui?- chiese Albus entrando e lanciando un’occhiataccia al suo migliore amico.
-Stiamo parlando, in sala c’era troppo rumore- rispose lui con uno sguardo di sfida. Albus doveva decisamente smetterla di pensare male di lui.
-Venite, sono già arrivati i gemelli, un paio di amici di James e le sorelle Shawn- disse Albus e i due ragazzi lo seguirono.
 
Nel giro di una mezz’ora, il salotto era quasi pieno: studenti ed ex studenti di Hogwarts si dimenavano a ritmo di musica al centro della sala, all’insaputa dei vicini babbani.
Rose conosceva solo una piccolissima parte di quella massa e, quei pochi, solo perchè erano in classe con lei o suoi parenti.
-Scorpius per favore, vai a ballare- ripetè lei per la quarta volta ma il ragazzo scosse la testa.
-Non finchè non vieni con me-
-E hai intenzione di rimanere qua in piedi tutto il tempo-
-Vieni a ballare?- chiese nuovamente il ragazzo.
-Ehi ragazzi, volete?- chiese loro James porgendogli due burrobirre appena prese da un secchio che levitava accanto a lui.
-Grazie James- rispose Scorpius afferrando due bottigliette e porgendone una a Rose che lo guardò stranita.
-Bevi e poi andiamo a ballare-
Lei non potè non alzare gli occhi al cielo mentre portava il vetro alle labbra che, nonostante tutto, si aprirono in un sorriso.
Pochi minuti dopo, Scorpius tolse la bottiglia vuota dalle mani di Rose e, con un sorrisetto, le fece cenno di precederlo sulla pista.
-Scorpius davvero, non ho idea di come si faccia- disse lei al che lui la prese per mano e la portò al margine della pista.
-Muoviti a caso, cercando di stare a ritmo- disse lui cominciando a fare dei piccoli passi che lei cercò di imitare.
Poco dopo anche Albus e altri ragazzi si unirono a loro e Rose e Scorpius entrarono a far parte di quella massa informe che saltava e ondeggiava a tempo di musica.
 
Rose, tutto sommato, si stava divertendo. Quella burrobirra e la consapevolezza di avere alcol in corpo più che l’alcol stesso la facevano sentire più disinibita e, dopo un po’ di imbarazzo iniziale, adesso aveva cominciato a muoversi con più sicurezza e senza troppi pensieri per la testa.
Quello pensieroso in quel momento era Scorpius che si era dovuto allontanare con la scusa di un’altra burrobirra per cercare di riordinare i suoi pensieri.
Appoggiato al muro a lato del tavolo degli alcolici, la stava guardando ballare.
Nonostante quei chiletti di troppo, si muoveva in modo sinuoso e sensuale e lui non riusciva a distogliere lo sguardo.
Le gambe avvolte in quel tessuto che lasciava intravedere la pelle candida sottostante, il vestito che le accarezzava i fianchi e la stringeva leggermente sul seno, facendolo sembrare più grande e sodo.
E infine il viso, sorridente e finalmente libero da pensieri e preoccupazioni, che trasmetteva tutta la bellezza racchiusa in lei.
Era cambiata così tanto in così poco tempo e, facendolo, era cambiato lui. Mai avrebbe pensato di affezionarsi così ad un’altra persona ma ormai era inutile negarlo: quella ragazza gli era entrata dentro e non accennava ad andarsene.
-Merlino Malfoy, mi fai impressione. E smettila di guardarla così, dovrei tirarti un pugno- disse Albus comparendo al suo fianco e facendogli quasi cadere la burrobirra di mano per lo spavento.
-Scusa Al- fu tutto ciò che lui riuscì a dire, prima di prendere un altro sorso.
In realtà, non si sentiva dispiaciuto. Aveva diciassette anni e una bella ragazza stava ballando davanti a lui, aveva tutto il diritto di guardarla e fare tutti i pensieri sconci che voleva.
Aveva deciso che non gliele fregava niente se lei non era la ragazza perfetta che aveva immaginato al suo fianco, non sempre le cose funzionavano così. Non sempre quando desideri qualcosa questo si avvera e, quando lo fa, non sempre poi ti piace.
Quindi da quel momento in poi avrebbe giocato, avrebbe ballato con lei e cercato di capire i suoi sentimenti, senza più nascondere i suoi.
Posò la bottiglia mezza piena sul tavolo e si diresse verso di lei, sorridendole e cominciando a ballare, ringraziando Merlino per calca che li obbligava a stare così vicini.
 
Era quasi mezzanotte quando James abbassò la musica, nel disappunto generale, e fece apparire un grande conto alla rovescia sul soffitto, in fiammeggianti numeri rossi.
-Ragazzi, è quasi mezzanotte! Afferrate tutti un calice e assicuratevi di avere una persona da sbaciucchiare al vostro fianco!- gridò lui facendo salire una sua vecchia compagna Serpeverde sulla panca da cui aveva parlato.
Rose arrossì immediatamente e abbassò lo sguardo. Sapeva chi voleva baciare ma di certo non poteva girarsi verso il ragazzo al suo fianco e baciarlo come se nulla fosse.
Intorno a lei, le persone avevano cominciato a contare e in quei 10 secondi successero molte cose tutte insieme: lei alzò gli occhi al soffitto per guardare i numeri scendere dal 9, all’8, al 7. Scorpius la stava guardando e vedeva le fiamme rosse riflesse nei suoi occhi e, forse a causa dell’alcol, decise che l’avrebbe baciata. Rose Weasley sarebbe stato il suo primo bacio dell’anno. I numeri continuavano a diminuire così come la distanza tra i due ragazzi che avevano incrociato lo sguardo ed erano pronti.
3...erano vicini ed entrambi avevano capito di volerlo.
2...ancora più vicini, entrambi chiusero gli occhi.
1...Rose sentì qualcosa posarsi sulle sue labbra e poi allontanarsi velocemente.
-Buon anno Rose!- gridò Albus, fermo tra lei e Scorpius che li stava guardando sconvolto.
-A-Al?- chiese lei, come se non fosse sicura di aver riconosciuto il cugino.
Senza dire una parola, nel bel mezzo dei festeggiamenti generali, Scorpius afferrò Albus per un braccio, trascinandolo ancora una volta in cucina.
-Fuori- ordinò con tono gelido ad una coppietta abbracciata sul bancone della cucina e loro, imbarazzati, andarono a cercarsi un nuovo posto per amoreggiare.
-Hai baciato tua cugina- disse Scorpius con tono piatto.
-Lo stavi per fare tu!- rispose l’altro. -Scorpius è mia cugina- continuò Albus come se la cosa dovesse chiudere la questione una volta per tutte.
-Lo so e, sinceramente, non me ne frega niente. Non ho mai voluto una ragazza ma lei è diversa-
-Appunto, è diversa. Guarda le ragazze con cui sei stato, Rose non è così-
-Non avrà il corpo più sexy del mondo, lo ammetto, ma…- a quel punto Scorpius si era bloccato, notando il riflesso di Rose nella finestra e, voltandosi, la vide allontanarsi.
-Scorpius!- lo chiamò Albus ma il biondo le stava già correndo dietro.

NOTE:
Tanti auguri di buone feste a tutti e grazie mille per aver letto questo capitolo, credo che non manchi molto alla fine!
Baci,
Arya

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Capodanno - pt.2 ***


22. Capodanno - pt.2
 
I know you’ve never loved
the crinkles by your eyes
when you smile
you’ve never loved
your stomach or your thighs
the dimples in your back
at the bottom of your spine
but I’ll love them endless
I won’t let these little things
slip out of my mouth
but if I do it’s you (oh, it’s you)
they add up to
i’m in love with you
and all these little things
 
Little Things - One Direction (ma scritta da Ed Sheeran)
 
Scorpius continuava a chiamarla, tra gli sguardi sorpresi e sconvolti di chi urtava per farsi largo nella calca, ma riuscì a raggiungerla e ad afferrarla solo a pochi passi dal cancello.
-Lasciami andare- rispose lei, tremando per il freddo.
-Rose ti prego-disse lui, -Parliamo un momento-
-Di cosa vuoi parlare?- chiese lei, continuando a non guardarlo. Era sicura che, se avesse incrociato il suo sguardo, sarebbe esplosa.
Lui rimase in silenzio, indeciso su come proseguire, e lei prese la parola.
-So di non avere il corpo più sexy del mondo...anzi, di non essere sexy per niente. Semplicemente non è stato bello sentirlo, specialmente dopo che credevo tu volessi…-
-Rose guardami- disse lui, mettendole due dita sotto il mento per sollevarglielo e guardarla negli occhi blu e lucidi.
-Sei bellissima e quello che stai facendo con il tuo corpo è meraviglioso, sono molto fiero di te- disse lui, facendo un passo verso di lei e abbracciandola. Era così fragile, avrebbe potuto distruggerla in un attimo.
Si strinsero per un momento contro il freddo della notte prima di essere nuovamente interrotti da Albus.
-Rose, tutto bene?- chiese lui.
-Sto bene, non ti preoccupare Al- disse lei facendo per rientrare ma fermandosi sulla porta quando si accorse che i due ragazzi non la stavano seguendo.
-Arriviamo subito Rose- le disse Scorpius.
-Non metteteci troppo, fa un freddo che si gela qui fuori-
 
Una volta che la ragazza ebbe richiuso la porta, Albus si girò a guardare il suo migliore amico.
-Scorpius, non puoi giocare con i suoi sentimenti- disse, serio.
-Non sto giocando-
-Una settimana, solo una settimana dovevi resistere-
-Non ce l’ho fatta-
-E cosa dovrei fare io?-
-Lasciarci in pace, per una buona volta! Senti Al, sei il mio migliore amico ma questa cosa non ti riguarda…- iniziò Scorpius prima di essere bruscamente interrotto.
-è di mia cugina che stai parlando, la cosa mi riguarda-
-Quando Lily usciva con Tommason non hai fatto tutte queste scene. So che Lily non ha bisogno di essere protetta e Rose si ma ti prego, credimi. Non ho intenzione di farla soffrire, semplicemente mi sono stufato di reprimere i miei sentimenti. Anche lei voleva baciarmi, glielo leggevo negli occhi-
-E non ti è mai venuto in mente che sia semplicemente perchè sei l’unico ragazzo non suo parente a mostrarle attenzioni? Non era innamorata di Welles, ma si è autoconvinta di esserlo perchè lui le dava quello che voleva.
-Merlino Albus perchè devi sempre tirare fuori cose del genere?- rispose Scorpius tirando un calcio ad un cumulo di neve.
-Benvenuto nella mia testa- disse il moro prima di voltarsi e ritornare in casa.
 
Scorpius rientrò solo alcuni minuti più tardi, infreddolito e confuso più di prima. Non sapeva cosa fare.
Diede una rapida occhiata alla sala ma non la vide da nessuna parte quindi raggiunse Albus in cucina.
-Il peggior Capodanno della mia vita- lo salutò il moro, passandogli una bottiglia di burrobirra identica a quella che già teneva in mano.
-Mi dispiace Al, nemmeno io sto passando una bella serata-
-Mi dispiace per quello che ho detto prima...sono solo preoccupato-
-Hai ragione ma credo di doverle parlare-
-E cosa le vuoi dire? “Hey Rose pensi di essere innamorata di me sul serio o è solo perchè sono l’unico che ti considera?”- disse Albus facendogli il verso.
-Cosa mi consigli di fare allora? Far finta di essere il suo amichetto del cuore finchè non arriva il prossimo Welles e me la porta via? Non ce la faccio Albus, non potrei sopportarlo- disse Scorpius.
Albus guardava fuori dalla finestra e rimase in silenzio per alcuni momenti prima di buttare giù l’ultimo sorso di burrobirra e girarsi verso il suo migliore amico.
-L’ho vista salire di sopra, cerca solo di non rovinare tutto- disse Albus consapevole dei forti sentimenti dell’amico per la cugina.
-Grazie- rispose Scorpius, riconoscente, prima di dirigersi su per le scale alla ricerca di Rose.
Per prima cosa aveva cercato in camera di Albus, essendo il posto più probabile in cui pensava di trovarla, ma aveva solo trovato una coppia intenta a festeggiare il nuovo anno e aveva richiuso velocemente la porta. Doveva ricordarsi di dire ad Albus di cambiare le lenzuola prima di andare a dormire.
Da sotto la porta di camera di Lily proveniva uno spiraglio di luce e fu lì che Scorpius si diresse, aprendo lentamente la porta.
-Ciao- disse lui, vedendola seduta su una poltroncina intenta a guardare il muro. Seguendo il suo sguardo, Scorpius notò un grande albero genealogico a tutta parete della famiglia Weasley-Potter.
-Ciao- rispose lei senza distogliere lo sguardo dai nomi dei suoi parenti.
-Possiamo parlare un attimo?- chiese lui, ancora in piedi sulla soglia.
Lei annuì e lui chiuse la porta, andandosi a sedere sul letto. La musica non li raggiungeva più, segno che qualcuno doveva aver insonorizzato la stanza.
-Rose, vieni qui per favore- disse lui posando una mano sul materasso al suo fianco e lei, in silenzio, lo raggiunse.
-Sto bene Scorpius, ho sentito cose peggiori di quello che hai detto tu. Mi sono allontanata dalla festa perchè avevo bisogno di un momento senza casino-
-Hai frainteso quello che stavo…-
-C’era poco da fraintendere- lo interruppe lei con un sorriso amaro.
-Forse hai ragione, ma non era tutto. Stavo dicendo che sebbene tu non abbia il corpo più sexy del mondo, sei bellissima e io non riesco a non pensare a te, in continuazione- ammise lui afferrandole una mano e portandosela alla bocca per lasciarci un piccolo bacio.
-Sei molto dolce ma davvero, sto bene. Non c’è bisogno…- iniziò lei, rossa fino alla punta delle orecchie, con lo sguardo fisso sul pavimento.
-Rose, guardami- disse lui, interrompendola.
-Non lo sto dicendo per farti stare meglio, non sono mai stato così bene con nessun altra persona e quello che provo per te va al di là della semplice amicizia-
-Non...non capisco- disse lei, senza distogliere lo sguardo da quello profondo e sincero di lui.
-Mi piaci, mi piaci tanto, e vorrei baciarti- sussurrò lui avvicinandosi sempre di più al suo viso.
Era ormai a pochi millimetri, Rose poteva sentire il suo respiro sul viso, quando lei si alzò e si allontanò di qualche passo.
-No, probabilmente sei ubriaco e io non voglio baciarti per poi pentirmene domani- disse lei, guardando fuori dalla finestra per non cadere in tentazione.
-Non sono ubriaco, perchè ti sembra tanto impossibile?- chiese lui che stava cominciando a dubitare. Non si era mai concentrato molto sui sentimenti di lei, quello sguardo allo scoccare della mezzanotte aveva chiarito tutto per lui, ma se a lei lui non piacesse? Aveva appena rovinato tutto?
-Scorpius io non posso piacerti, guardami per Merlino! Non sono come le ragazze che ti piacciono, non sono come le ragazze che piacciono, punto- disse lei guardandolo negli occhi per un secondo prima di tornare a guardare fuori, non riuscendo a reggere il suo sguardo.
Senza dire nulla, Scorpius si alzò e la abbracciò da dietro facendo aderire i loro corpi e posando il mento sulla sua spalla.
-Rose, ti prego di credermi. Sei bellissima. Sono innamorato del tuo sorriso e del modo in cui arricci il naso quando sei in imbarazzo. Sogno il suo dolce sguardo tutte le notti e la tua risata che mi fa sempre sentire meglio- le sussurrò lui all’orecchio.
-Io...credo sia perchè non hai mai avuto un’amica femmina. Me lo hai detto che tu. Ma non puoi trovarmi attraente in quel…-
Scorpius sciolse l’abbraccio con una risata.
-Quindi è questo quello che ti preoccupa? Prima che io risponda, hai altre obiezioni o questa è l’unica cosa che ti fa pensare che tu non possa piacermi?- chiese lui.
-Credo sia l’unica- rispose lei arrossendo. Era così in imbarazzo!
-Ha faticato molto a...stare concentrato...in questi giorni quando ti avevo vicino, tutto quello che volevo era farti mia su ogni superficie disponibile. Il tuo sguardo non è l’unica cosa che sogno tutte le notti- ammise lui, serio, avvicinandosi a lei.
Al sentire la voce profonda e sincera di Scorpius, il cuore di Rose mancò un battito e sentì un’improvvisa ondata di calore.
Era senza parole, completamente catturata da quello sguardo di ghiaccio che si era fatto improvvisamente torbido e magnetico.
-Potrebbe essere tardi per te, ma io vorrei ancora darti il primo bacio dell’anno- disse lui ad un soffio dalle sue labbra e lei non potè far altro se non annuire e chiudere gli occhi.
Quel bacio era diverso da tutti quelli che aveva ricevuto fino ad allora: non aveva nulla a che vedere con il semplice sfiorarsi del loro primo “bacio” e nemmeno con l’irruenza di Chad.
Le dolci e morbide labbra di Scorpius si muovevano gentilmente sulle sue, senza fredda, come a voler gustare ogni attimo, ogni millimetro di quel frutto scarlatto.
Le mani di Rose erano posate sul suo petto muscoloso mentre quelle di Scorpius la tenevano per i fianchi.
Dopo un tempo che parve interminabile, Scorpius si allontanò leggermente senza però lasciare la presa e le sorrise. Lei non potè far a meno di sorridere a sua volta prima di abbassare lo sguardo imbarazzata.
-No, non voglio che tu ti senta in imbarazzo. Voglio guardarti negli occhi- disse lui sollevandole il mento con un dito.
Rimasero a fissarsi così, occhi negli occhi, per quelli che parvero infiniti secondi finchè lei non distolse lo sguardo per sbadigliare.
-Scusa- disse subito, sentendo di aver rovinato un momento importante.
-è quasi l’una e non sei abituata a stare alzata fino a tardi, è normale che tu sia stanca-
-Sto bene, è capodanno. Possiamo scendere e…-
-Se non ti dispiace troppo, preferirei stare qui con te. Abbiamo ancora un paio di cose di cui parlare innanzi tutto- la interruppe lui, prendendola per mano e accompagnandola al letto.
-Ti sono venute in mente altre obiezioni o posso cominciare a chiamarti la mia ragazza?- chiese lui, sorridendo, senza lasciarle la mano.
Lei sorrise di rimando e annuì, sporgendosi leggermente mentre lui si riappropriava delle sue labbra.
Se il bacio di prima era dolce, questo era l’esatto opposto. Le labbra di Scorpius erano più decise, più focose, mentre si muovevano avidamente su quelle della ragazza.
Quando Rose sentì la lingua di lui accarezzargli le labbra, le dischiuse immediatamente per permettergli di assaporarla. Tutto le veniva così naturale, anni di fantasie e preoccupazioni risolte da un puro e semplice istinto.
Senza smettere di baciarsi si sdraiarono sul letto.
Puntellato con le braccia sul materasso per non pesarle addosso, Scorpius non diede un attimo di tregua alle labbra di Rose, che dopo tanta attesa, gli parvero la cosa più deliziosa mai provata e quando le braccia cominciarono a fargli male, rotolò su un fianco catturando la ragazza nel suo abbraccio e lei posò la testa sul suo petto, sentendo il battito accelerato del suo cuore.

NOTE:
Scusate il ritardo! Tanti auguri di buon anno a tutti
Baci,
Arya

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Sex ***


23. Sex

Way up in the air, you're finally free, and you can stay up there, right next to me
All this gravity will try to pull you down, but not this time
When the sun goes down, and the lights burn out,
Then it's time for you to shine
Brighter than the shooting star, so shine no matter where you are
Fill the darkest night, with a brilliant light,
'Cause it's time for you to shine
Brighter than a shooting star, so shine no matter where you are, tonight

Shooting star - Owl city

 
Svegliandosi, le sembrò di aver fatto uno strano sogno i cui frammenti volteggiavano senza un ordine preciso nella sua testa.
Questo prima di rendersi conto delle braccia di Scorpius che ancora la avvolgevano e venire invasa da immagini più definite. Le parole di Scorpius, la sua confessione, le sue labbra, il suo tocco gentile ma eccitante allo stesso tempo...tutto ciò la fece arrossire ma non si mosse per paura di svegliarlo.
Nonostante tutto, Rose aveva paura di cosa sarebbe successo al suo risveglio. Sembrava sincero la notte precedente, ma era tardi, era capodanno e lui aveva bevuto, e se si fosse rimangiato tutto?
Cercò di evitare certi pensieri per impedire ai suoi occhi di inumidirsi e, dopo pochi minuti, sentì il Scorpius cominciare a muoversi.
-Buongiorno- mormorò lui sorridendole.
Lei rimase abbagliata. Non lo aveva mai visto così disordinatamente sexy.
-’Giorno- farfugliò lei.
-Dormito bene?- chiese lui dopo averle dato un piccolo bacio sulle labbra che la fece sentire subito meglio.
Rose annuì, sorridendogli.
-Tu?- chiese poi.
-Una delle notti più belle della mia vita ad ess…-
-Se volete continuare a parlare andate da un’altra parte- disse Lily, irritata e assonnata, che evidentemente aveva dormito sulla poltrona.
Senza dire una parola, Scorpius fece segno a Rose di seguirlo e i due si alzarono. Non avevano neanche ancora chiuso la porta che Lily si era riappropriata del suo letto.
La casa non era ancora stata ritrasfigurata nel suo stato originale e, in una parola, era un casino. Bicchieri usati, bottiglie vuote, carte e avanzi di cibo giacevano sul pavimento. Una scarpa solitaria era in mezzo alla scala che portava al piano inferiore e sul tavolo in cucina James dormiva in mutande.
Presa da un moto di compassione per il cugino, probabilmente troppo ubriaco per andare a letto, Rose appellò una coperta per evitargli almeno qualche ora di freddo.
-Andiamo a casa?- le chiese Scorpius, sussurrando, e lei annuì.
Appellarono i mantelli e, uscendo nella fredda aria della prima mattina del nuovo anno, si smaterializzarono tenendosi per mano.
 
Villa Malfoy era silenziosa e buia, segno che i signori Malfoy stavano ancora dormendo e, guardando l’orologio antico appeso alla parete, si accorsero del perchè: erano le 7:10 del mattino del primo di gennaio, l’intera Inghilterra stava dormendo in quel momento salvo forse qualcuno che stava ancora festeggiando e pochi sfortunati lavoratori.
-Colazione?- sussurrò lui indicando la cucina e lei annuì.
-Posso...ti vanno i pancake?- chiese lei sottovoce, ancora in imbarazzo per la nuova situazione.
-Accomodati, se non trovi qualcosa chiedi- disse lui facendo un cenno verso la cucina e sorridendole.
Rose, per evitare di fare troppo rumore, lanciò un muffiliato verso le scale e poi cominciò a tirare fuori una ciotola e gli ingredienti, seguendo la ricetta che nonna Jane le aveva insegnato tanti anni prima.
Più che voglia di pancake, la giovane Corvonero aveva bisogno di una distrazione. Non poteva soffermarsi a pensare alle tante, troppe domande che le frullavano in testa per cui si concentrò nella cucina, dimenticandosi del ragazzo seduto a pochi passi di distanza che la stava guardando.
 
Era stato uno spettacolo degno di nota, vederla cucinare, e il risultato non era da meno: i pancake che stavano mangiando, seduti al bancone della cucina, erano decisamente buoni.
Nonostante ciò però, qualcosa era strano. Lei era strana. Scorpius si accorse che, da quando avevano lasciato la casa di Albus, Rose non lo aveva ancora guardato negli occhi.
-Rose, cosa c’è?- chiese lui, posando la forchetta con un boccone di pancake ancora attaccato.
-Nulla- mentì lei, guardando il piatto.
Scorpius si alzò dallo sgabello per mettersi al suo lato e con una mano le fece gentilmente girare la testa per portarla a guarlarlo negli occhi.
-Cosa c’è che non va?- chiese di nuovo, serio.
-Scorpius...non voglio stare male. Se non sei sicuro…- le parole di Rose erano state interrotte dalle labbra di lui ferocemente pressate su quelle di lei.
Il bacio non durò che pochi secondi, ma lasciò entrambi senza fiato.
-Sono assolutamente sicuro di te, Rose-
-Ma…-
-Rose ascoltami- la interruppe nuovamente lui, con il viso così vicino da poterle vedere le lentiggini quasi invisibili ai lati del nasino. -Sei la mia migliore amica e la cugina del mio migliore amico. Non avrei mai rischiato così tanto se non fossi completamente certo di quello che voglio. Smettila di dubitare di me, fidati- disse lui, afferrandole una mano e lasciandoci un leggero bacio.
-Ti fidi?- chiese lui e lei annuì, sorridendo.
Scorpius si avvicinò nuovamente, più lentamente questa volta, accarezzandole la guancia arrossata con il pollice mentre eliminava la distanza.
Le labbra inesperte di Rose cercavano di seguire i movimenti gentili ed esperti di Scorpius mentre quest’ultimo cercava di concentrarsi per essere paziente e non spaventarla. Avrebbe voluto far scorrere le sue mani su tutto il corpo della ragazza, assaggiare ogni lembo di pelle, assaporare quelle labbra dolci con trasporto e passione...ma Rose era inesperta, sotto tutti i punti di vista, e lui lo sapeva per cui ignorò certi pensieri e si concentrò sulle sensazioni che un semplice contatto come quello gli procuravano.
Quando si allontanarono, Rose era rossa come un pomodoro e persino le guance pallide di scorpius avevano acquisito un colore rosato.
-Finiamo colazione, poi troveremo qualcosa da fare- disse lui con un’occhiolino e un sorriso, tornando al suo sgabello dall’altro lato del tavolo.
 
Non avendo più compiti da fare e troppo stanchi per fare praticamente qualsiasi altra cosa, decisero di tirare fuori ancora una volta quell’aggeggio babbano chiamato computer e guardare un film.
Scorpius si era seduto il più vicino possibile a lei e le aveva messo un braccio intorno alle spalle con fare del tutto naturale. A Rose ancora sembravano strani questi piccoli gesti ma posò la testa sulla spalla di lui, cercando di rilassarsi e godersi il film.
Era appena iniziato quando una luce verde illuminò il camino e pochi istanti dopo uno sputacchiante Albus ne usciva, coperto di polvere che fece evanescere con un tocco di bacchetta.
-Tu! Voi due! Ma soprattutto tu! Mi dovete una spiegazione- gridò Albus e, sebbene la serietà nella sua espressione fosse evidente, i due ragazzi non poterono non scoppiare a ridere.
-Ma ti sei guardato prima di uscire di casa?- chiese Scorpius e Albus abbassò lo sguardo per la prima volta: aveva una scarpa sola e una gamba dei pantaloni era arrotolata sotto il ginocchio mostrando un grosso disegno, dall’apparenza indelebile, sul polpaccio. La camicia bianca era tutta stropicciata e fuori dai pantaloni, con la metà superiore sbottonata ma la cosa più divertente era la faccia di Albus: con la stessa sostanza indelebile, qualcuno gli aveva disegnato un paio di occhiali e una cicatrice a forma di saetta e sarebbe davvero sembrato suo padre se non fosse stato per i lunghi e arricciati baffi che gli erano stati disegnati sotto il naso.
-Chissenefrega! Mi dovete una spiegazione e la voglio ad…-
-Ma cosa sta succedendo?- chiese Draco, scendendo le scale e allacciandosi la vestaglia.
I tre ragazzi si zittirono.
-Cosa ci fate tutti qui? Non dovreste essere tutti dai Potter? Albus, cosa diavolo hai in faccia?- chiese Draco. Albus, preoccupato, si voltò per vedere il suo riflesso in un vetro e, una volta accortosi dello scempio, imprecò sonoramente.
-Scorpius? Qualcuno mi spiega?- chiese nuovamente Draco, ignorando il giovane Potter.
-Io e Rose ci siamo svegliati presto stamattina e abbiamo deciso di tornare qui per fare colazione e per non svegliare tutti gli altri che stavano ancora dormendo. E quando hai sentito le grida, Albus ci aveva appena raggiunto- rispose Scorpius.
-Cercate di non fare troppo rumore, Astoria sta ancora dormendo- si limitò a dire Draco, andando in cucina.
-Papà, Rose ha fatto i pancake se li vuoi. Sono sul bancone-
-Certo, grazie-
-Allora!?- chiese Albus, sedendosi sul bracciolo di una poltrona, dopo che Draco se ne fu andato.
-Allora cosa?- chiese Scorpius.
-Voglio sapere esattamente cos’è successo stasera e stanotte. E non mentite. Perchè Lily mi ha raccontato tutto! Come hai osato?! Quando ti ho detto che potevi andare da lei non intendevo assolutamente che potessi andarci a letto! E tu Rose, non ti saresti dovuta far abbindolare da un tale...smettila di ridere! Sono dannatamente serio!-
-Albus, io e Rose non abbiamo fatto sesso- disse Scorpius cercando, con scarsi risultati, di non ridere.
-Co..cosa?- chiese Albus, preso completamente alla sprovvista.
-Cosa ti ha detto esattamente Lily?-
-Mi ha detto che avete passato la notte insieme! Che vi ha trovato nel suo letto-
-Nient’altro?- chiese Scorpius.
-Un sacco di cose poco gentili, ma l’ho svegliata per sapere dove diavolo vi eravate cacciati per cui è comprensibile-
-Abbiamo passato la notte insieme ed eravamo sul letto di Lily ma stavamo solo dormendo- precisò Scorpius.
-Oh. Comunque penso dovremmo parlarne-
-Di cosa?- chiese Rose che era era rimasta in un imbarazzato silenzio tutto il tempo ma, se aveva capito bene, non poteva credere a quello che suo cugino aveva appena detto.
-Pensavo che voi due aveste…-
-Albus, quando succederà, sarà una cosa tra di noi. E basta- disse Scorpius afferrando la mano di Rose e stringendola dolcemente.
-Ma…-
-Nessun “ma” Albus- disse Scorpius, categorico.
-Vado a mangiare i pancake- rispose l’altro, sbuffando e avviandosi verso la cucina. -Ma il discorso è solo rimandato- aggiunse e Scorpius alzò gli occhi al cielo.
-Tuo cugino è impossibile- sbuffò Scorpius. -Rose, non ti preoccupare ok? Perchè lo so che ti stai preoccupando- continuò poi, facendole un sorriso e dandole un bacio sulla guancia.
-Scorpius lo sai che io…-
-Hey? Lo so. Non sto con te per il sesso. Dai, andiamo a vedere se hanno lasciato qualche pancake-
 
Albus era rimasto a Villa Malfoy per un paio d’ore ma poi un James decisamente furioso lo aveva richiamato a casa e, a malincuore, il giovane serpeverde aveva dovuto abbandonare la nuova coppia.
-Fate i bravi- li aveva avvertiti prima di andarsene ed entrambi i ragazzi non avevano potuto evitare di alzare gli occhi al cielo.
Nella mattinata, a Rose sembrò che non fosse cambiato nulla: forse Scorpius non voleva far sapere ai suoi genitori della nuova relazione, ma l’unico cambiamento che Rose aveva notato era stato un leggero aumento del contatto fisico, che poteva essere semplicemente frutto della sua immaginazione.
Avevano pranzato con i signori Malfoy, che dovevano essersi divertiti molto più di Rose e Scorpius a giudicare dalle loro facce assonnate, e poi erano andati in camera di Scorpius dove si erano seduti sul letto.
Quasi immediatamente, Scorpius l’aveva abbracciata e le aveva dato un piccolo bacio sulle labbra ma Rose, con un coraggio che non sapeva nemmeno di avere, gli aveva messo una mano dietro la nuca per portarlo nuovamente sulle sue labbra.
Scorpius non si era fatto pregare due volte: aveva passato la mattina a pensare a quelle labbra sulle sue.
Senza allontanarsi, i due giovani si sistemarono meglio sul letto, sdraiandosi uno accanto all’altra.
La mano di Rose era ancora tra i capelli biondi di Scorpius mentre la sua si era spostata sulla schiena di lei in modo da far aderire i loro corpi caldi. Lentamente, quasi senza accorgersene, Rose si sdraiò sulla schiena, con Scorpius su di lei, il bacio si era fatto più profondo e passionale.
Scorpius si allontanò leggermente, ma solo per pochi secondi, prima di cominciare a baciarle il collo mentre con una mano le accarezzava una coscia, sotto il vestito che la sera prima avrebbe tanto voluto strapparle di dosso.
Non che adesso non lo volesse, ma voleva andare con calma e seguire il suo ritmo.
Rose, al contrario, non aveva intenzione di aspettare. Guidata semplicemente dall’istinto, fece scivolare una mano sulla camicia stropicciata di Scorpius, sentendo la pelle calda e muscolosa sottostante, prima di raggiungere i pantaloni e il rigonfiamento che sentiva premuto contro la gamba.
-Rose, fai la brava- sussurrò lui, senza staccare le labbra dalla sua pelle, ma afferrandole la mano per spostarla.
-Perchè no?- chiese lei, confusa e ferita dal rifiuto.
-Lo sai perchè no- rispose lui, sdraiandocisi affianco, interrompendo il contatto tra i loro corpi.
-Ok- sussurrò lei mentre le tornavano in mente le parole di Scorpius di qualche ora prima: “Non sto con te per il sesso”. Le era sembrata una cosa carina da dire, ma se invece il significato fosse un altro?
-Cosa c’è?- chiese lui, notando lo strano cambio d’umore di Rose.
-Non vuoi fare sesso con me- disse lei, senza guardarlo negli occhi.
-Sto solo cercando di rispettarti- rispose Scorpius mentre dolcemente le accarezzava una guancia.
-E se io non volessi essere rispettata?- chiese, incrociando le braccia sul petto.
-Perchè devi rendermela così difficile?- mormorò lui, passandosi una mano tra i capelli.
-Non è difficile. Se mi vuoi, sono qui- sussurrò lei, imbarazzata ma completamente convinta.
-Se ti voglio...davvero credi che io non ti voglia? Dopo tutto quello che ti ho detto ieri sera? Non hai sentito quanto ti voglio?- chiese lui, tornando sopra di lei per guardarla negli occhi e intrappolarla tra le sue braccia.
Senza aspettare una risposta, le si avvicinò nuovamente per baciarla.
Rose non era mai stata baciata così. Le labbra di Scorpius, solitamente dolci e gentili, erano fameliche e aggressive mentre le mani si erano infilate sotto il vestito e stringevano le cosce calde della ragazza.
Rose, dopo un’iniziale sorpresa, aveva risposto al bacio con la stessa energia del ragazzo, e aveva cominciato ad accarezzarlo, dalle spalle muscolose, alla schiena irrigidita nello sforzo di non pesarle addosso, al sedere sodo.
Sfiorandole tutto il corpo, Scorpius fece scivolare le mani sul seno di Rose mentre con le labbra disegnava una scia di languidi baci sul suo collo, fino al solco tra i seni.
Rose aveva smesso di ragionare. Guidata completamente dall’istinto e dalle sensazioni che stava provando, infiló una mano tra i capelli morbidi di Scorpius mentre l’altra si intrufolava sotto la camicia di lui, cominciando a sbottonarla.
Le labbra di Scorpius baciavano e succhiavano la pelle delicata del collo di Rose che non riuscí piú a trattenere gemiti di piacere. Dopo aver aperto completamente la camicia, Rose spostó la sua attenzione sui pantaloni, cercando di sbottonarli, ma venne fermata ancora una volta.
-Vuoi per favore smetterla di cercare di portarmi a letto?- chiese Scorpius con una risatina ma senza spostarsi né allontanarsi da lei questa volta.
-Scorpius…-
-Ascolta Rose, ti voglio ok? Voglio fare l’amore con te, semplicemente non è il momento giusto. Voglio che sia un’occasione speciale e non solo perchè non hai avuto l’occasione per tanto tempo e ora vuoi toglierti lo sfizio. Ci saranno altre occasioni-
Rose non sapeva cosa rispondere. Non aveva pensato a quello, era quello il motivo per cui lo voleva così tanto? Perchè non aveva potuto averlo fino a quel momento?
-Mi piacerebbe continuare a baciarti però- continuó lui, tornando a baciarle il collo con il sorriso innamorato che non accennava ad andarsene.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** Epilogo ***


24. Epilogo
 
Maggio
 
-Rose?- la chiamó Scorpius.
-Weasley, muoviti- ripetè lui, non avendo ricevuto risposta.
-Arrivo, arrivo- rispose lei, uscendo da dietro gli armadietti dello spogliatoio, avvolta nel candido accappatoio che ora le stava fin troppo grande.
-Non capisco perchè continui a cambiarti dietro agli armadietti. Insomma, non c’è nulla che io non abbia già visto- commentò lui con una risatina, beccandosi uno schiaffo sul braccio da parte della ragazza.
-Fuori da qui sei il mio ragazzo ma qui no, sei il mio allenatore- rispose lei.
-Quindi non posso fare così?- chiese lui avvicinandosi e cingendole la vita da dietro prima di cominciare a baciarle il collo.
-Sarebbe meglio di no, se il mio ragazzo dovesse venirlo a sapere...sono abbastanza sicura si arrabbierebbe- disse Rose sorridendo.
-Allora non diciamoglielo- sussurrò lui, con le labbra ancora premute sul collo candido della ragazza.
-Signor Malfoy, mi sembra molto poco professionale quello che sta facendo- mormorò lei mentre Scorpius le accarezzava le cosce sotto la stoffa bianca.
-Scor, dovremmo allenarci- gli ricordò la ragazza che cominciava a gustarsi il tocco delicato del ragazzo.
-Ho letto che il sesso fa bruciare parecchie calorie, è un po’ come fare allenamento- ribatté lui mentre le sue mani avevano cominciato a salire, fino a raggiungere il sedere di Rose.
Lei si girò nel suo abbraccio per dargli un piccolo bacio prima di abbracciarlo.
-Facciamo così, ora mi peso, poi facciamo allenamento e poi stavo pensando che potremmo farci un bel bagno caldo insieme- propose lei cominciando a disegnare piccoli cerchi sulla maglietta sottile di Scorpius.
-Quando sei diventata così diabolica?- chiese lui e Rose lo ripagò con un sorrisetto malizioso prima di girarsi e salire sulla bilancia.
-Non vieni a vedere quanto peso?- chiese, vedendo Scorpius andare a prendere i tappetini da Yoga.
-Non mi interessa vedere quanto pesi, sei bella ed in salute. Ormai quello è solo un numero e l’aritmanzia non mi è mai interessata-
-Scorpius...è una delle cose più dolci che tu mi abbia mai detto- disse lei, commossa, scendendo dalla bilancia.
-Sicura? Insomma mi sono sforzato parecchio per la lettera che ti ho scritto al tuo compleanno-
-Ed era fantastica, ma questo è ugualmente dolce. Grazie-
-Vatti a vestire, non vedo l’ora di vedere quel sedere correre davanti a me- rispose lui con un sorrisino.
-Sempre più romantico vedo- disse Rose con una risata, andando a recuperare i suoi vestiti.
Mentre correva a fianco di Scorpius, pochi minuti più tardi, si ritrovò a pensare a quante cose fossero cambiate in meno di un anno. Il suo aspetto fisico, le relazioni con i suoi famigliari (Albus primo tra tutti ma anche il resto della famiglia), i rapporti con gli altri studenti e ovviamente Scorpius, tutto ciò era stato un grande cambiamento nella vita di Rose ma il cambiamento più grande era stato il rapporto con sè stessa.
Adesso poteva guardarsi allo specchio e ogni tanto riusciva addirittura a pensare di essere carina. Riusciva a scherzare e giocare con Scorpius, a volte persino sedurlo. Era sempre la stessa persona, tendenzialmente asociale e interessata più ai libri che alla maggior parte delle persone, ma ora si piaceva.

NOTE:
Ciao, innanzi tutto scusate per non aver aggiornato settimana scorsa (esami di fine semestre) e per il terribile capitolo che vi ho appena proposto. è corto e grossomodo inutile, lo so.
Nonostante ciò, sono felice che così tante persone stiano seguendo la storia, grazie mille davvero. Avrei voluto darvi un finale migliore ma al momento ho parecchie cose per la testa e ho faticato molto a scrivere queste poche righe.
Ancora grazie.
Baci,
Arya

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3687855