Bone Machine di Violetta_ (/viewuser.php?uid=45478)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Al Poirot ***
Capitolo 2: *** Nuovo caso al centro commerciale ***
Capitolo 3: *** Nomi ***
Capitolo 4: *** Ballo di gala ***
Capitolo 5: *** Liar ***
Capitolo 6: *** Incidente ***
Capitolo 7: *** Grazie ***
Capitolo 8: *** Out of Character ***
Capitolo 9: *** Palestra ***
Capitolo 10: *** Kissing Stranger ***
Capitolo 11: *** Virus ***
Capitolo 12: *** Bombe ***
Capitolo 13: *** Invito ***
Capitolo 14: *** Fratello ***
Capitolo 15: *** Dojo ***
Capitolo 16: *** Voice ***
Capitolo 17: *** Lezioni di boxe ***
Capitolo 18: *** Calcio ***
Capitolo 19: *** Punti di vista ***
Capitolo 20: *** Secret ***
Capitolo 21: *** Let him go crazy ***
Capitolo 22: *** Sonno ***
Capitolo 23: *** Mare ***
Capitolo 24: *** Allievo modello ***
Capitolo 25: *** Come in una favola ***
Capitolo 26: *** Dimostrazioni d'affetto ***
Capitolo 27: *** Tropical land ***
Capitolo 28: *** Doppi sensi ***
Capitolo 29: *** Presentazioni ***
Capitolo 30: *** Una situazione che non ti aspetti ***
Capitolo 31: *** No escape ***
Capitolo 32: *** Musica ***
Capitolo 33: *** Madre ***
Capitolo 34: *** Barbecue ***
Capitolo 35: *** Regole per una serena convivenza -Risveglio- ***
Capitolo 36: *** Papà iperprotettivo ***
Capitolo 37: *** Blush ***
Capitolo 38: *** Mancanza ***
Capitolo 39: *** Miyao ***
Capitolo 40: *** Tennis ***
Capitolo 41: *** Whiskey ***
Capitolo 42: *** Surprise! ***
Capitolo 43: *** Gelosia ***
Capitolo 44: *** Peluche ***
Capitolo 45: *** Regole per una serena convivenza -Caffè- ***
Capitolo 46: *** Babs ***
Capitolo 47: *** Lettura ***
Capitolo 48: *** Poor baby ***
Capitolo 49: *** Scudo ***
Capitolo 50: *** First ***
Capitolo 51: *** Nuvoletta ***
Capitolo 1 *** Al Poirot ***
Al
Poirot
<<
Mouri-sensei come mai oggi tutto solo? >>
L'uomo
alzò gli occhi dal suo giornaletto sportivo.
<<
Eh da quando quell'arrogante è tornato in città Ran sembra aver
perso il senno >>
Amuro
sorrise divertito.
Anche
se l'uomo non era un padre particolarmente geloso, sapere che la sua
figlioletta fosse in compagnia di un ragazzo lo irritava.
<<
Chi sarebbe "l'arrogante"? >>
<<
Ah già tu non lo conosci. Si chiama Shinichi Kudo, è un compagno di
classe di mia figlia e si crede un detective >>
<<
Ah interessante... >>
In
realtà conosceva bene la verità. Sapeva che il ragazzino fosse
tornato adulto.
Era
stato proprio grazie a Shinichi se lui e Akai erano riusciti a
catturare Gin, Vodka e Vermout.
Nonostante
le sue proteste l'ex attrice adesso era negli stati uniti sotto la
custodia dell'FBI.
Non
avevano sconfitto del tutto l'organizzazione, motivo per cui
continuava ad agire sotto copertura sotto il nome di Tooru Amuro,
anche se senza i suoi contatti aveva dovuto ricominciare le indagini
dall'inizio.
In
quel momento la porta del locale si aprì facendo tintinnare la
campanella.
<<
Dai su vieni >>
<<
Si ho capito Ran non mi tirare... >>
Goro
incrociò le braccia al petto.
<<
Parli del diavolo... >>
Shinichi
era insieme a Ran, che lo stava spingendo verso il locale, e Sonoko
che se la rideva sotto i baffi.
<<
Dai muoviti voglio presentarti una persona >>
<<
So camminare da solo! >> disse il ragazzo infastidito.
<<
Si ma sei lento >> Ran si guardò intorno e quando vide il
profilo di Tooru lo chiamò facendogli cenno con la mano <<
Amuro-san ti presento Shinichi >> si voltò avvicinandosi al
viso di Shinichi << Sai Amuro è un detective come te >>
Il
ragazzo del Poirot sfoggiò uno dei suoi soliti sorrisi.
<<
Molto piacere. Mouri-sensei mi ha parlato di te >>
Shinichi
roteò gli occhi facendo buon viso a quella situazione.
<<
Eh eh immagino... >>
In
quel momento la voce allegra di Masumi riecheggiò nel locale.
<<
Eeehi gente!!! Ciao! Scusate il ritardo ma sono passata a prendere
una persona >>
Dietro
la detective infatti c'era Shiho.
Dopo
aver trovato l'antidoto a differenza di Shinichi aveva aspettato un
po' prima di prenderlo dato che l'organizzazione non era stata
sgominata del tutto. Ma con Vermout sotto custodia dell'FBI e Gin
dietro le sbarre poteva sperare di condurre una vita normale.
Aveva
deciso di tornare a studiare.
La
medicina l'aveva sempre incuriosita e dopo aver passato gli ultimi
mesi a risolvere perlopiù casi di omicidio con Conan si era
appassionata, grazie agli studi conseguiti in America che le erano
stati riconosciuti aveva iniziato da subito una collaborazione col
dipartimento della scientifica, ma preferiva spacciarsi per una
comune matricola.
<<
Buon pomeriggio >> disse pacata come al solito.
Sonoko
mise il broncio.
Non
le piaceva la ragazza, non le era piaciuta sin da quando, qualche
settimana prima, le era stata presentata e aveva sentito che aveva
aiutato Shinichi a risolvere dei casi quando si trovava negli stati
uniti.
Sospettava
che ci fosse stato qualcosa tra loro anche se, ovviamente, entrambi
avevano negato.
Ran
ricambiò il saluto con cortesia.
Ran.
Contrariamente
alla sua migliore amica lei l'aveva accettata subito, anche se in
fondo in fondo qualche dubbio le era sorto, si fidava di Shinichi e
si era imposta di trattare la ragazza al meglio.
Dal
canto suo Shiho la trovava dolce, complice la sua sorprendente
somiglianza con Akemi, ma cominciava ad essere insofferente ai suoi
discorsi un filino troppo smielati per i suoi gusti.
Masumi
avvolse il braccio attorno al collo della ragazza.
<<
Su dottoressa. Beviamo qualcosa dai >>
Con
lei il discorso si faceva un pochino più complicato.
Diciamo
che dopo aver conosciuto la vera identità di Ai Haibara e dopo aver
scoperto ciò che la accomunava con Akai non se l'era più scrollata
di dosso.
La
chiamava almeno cinque volte al giorno facendole le proposte più
disparate: dallo shopping al cinema.
Apprezzava
davvero avere un'amica della sua età ma alle volte era davvero
troppo per una come lei.
<<
Come vuoi... >> disse cercando di allentare la presa.
Masumi
la spinse letteralmente sul divanetto accanto a lei, di fronte a
Sonoko.
Il
suo sorriso di circostanza la infastidiva ma decise di ignorarlo.
Ma
se c'era una cosa che trovava ancora più irritante erano le occhiate
fin troppo evidenti del detective Goro.
Diamine
poteva essere sua figlia!
<<
Di che parlavate? >> chiese la detective.
<<
Siamo appena arrivate anche noi >> rispose Ran <<
Ovviamente Shinichi ha perso tempo a prepararsi >>
Il
ragazzo mise il broncio.
<<
Ma se abbiamo dovuto aspettare Sonoko... >>
<<
Ehi come ti permetti? >>
Mentre
i due ragazzi erano intendi a guardarsi in cagnesco, Masumi alzò la
mano attirando l'attenzione del cameriere.
<<
Ciao Amuro-san >>
Lui
si avvicinò col suo solito sorriso.
<<
Salve ragazze. Cosa vi porto? >>
<<
Io voglio una fetta di torta >> disse Sonoko facendo una
brevissima pausa dal piccolo litigio con Kudo.
<<
Anche io voglio la torta >> Disse Ran con un gran sorriso.
<<
Io prenderò uno dei tuoi panini speciali >> disse Masumi con
la testa poggiata tra le mani.
Il
ragazzo prese nota.
<<
E per te Doc? >>
Shiho
stava controllando il sito dell'università col suo ony e non
realizzò immediatamente quello che stava accadendo fuori dallo
schermo del cellulare. Aggrottò le sopracciglia ed alzò la testa.
<<
Come mi hai chiamata? >>
Il
ragazzo batté le palpebre spiazzato.
<<
Doc. Nelle serie americane è l'abbreviativo di... >>
<<
...doctor. Come sai cosa studio? >>
<<
Ho sentito Masumi che ti chiamava così... >>
In
quel momento cadde uno strano silenzio. I ragazzi guardavano
alternativamente prima Amuro, che aveva le mani in avanti quasi a
volersi difendere e Shiho le lo analizzava con lo sguardo nemmeno
fosse una provetta. Alla fine parlò.
<<
E' un po' presto per chiamarmi così... comunque vorrei un caffè.
Bollente. Niente zucchero >>
Amuro
alzò un sopracciglio.
Era
una donna veramente terribile.
Scorbutica,
analitica, furba. Bellissima.
Era
diventata davvero meravigliosa.
<<
Come vuoi capo >> disse infine il biondo sfoggiando un gran
sorriso.
Shinichi
incrociò le braccia al petto.
<<
Sei sempre tanto dolce Shiho >>
<<
E' un'ordinazione Kudo. Rilassati >>
Il
giovane detective roteò gli occhi al cielo e si beccò l'ennesima
frecciatina da parte di Sonoko.
Shiho
guardò di sottecchi il biondino.
A
quanto le era stato concesso sapere c'erano ancora parecchie indagini
da fare sull'organizzazione, nonostante i tre corvi fossero dietro le
sbarre.
Lavorava
con estrema naturalezza, perfettamente calato nella parte del bravo
cameriere.
Aveva
come l'impressione che la fissasse quando era nei paraggi, ma non era
riuscita ancora ad averne una conferma.
*
Rei
Furuya era una persona piuttosto complessa.
Aveva
un passato misterioso che lo aveva portato in una posizione di spicco
all'interno di un'organizzazione fantasma.
Era
un ottimo attore e apparentemente una brava persona: gentile,
generosa, simpatica. E forse lo era davvero.
Ma
sotto quel faccino adorabile e dietro a quegli occhioni azzurro cielo
non c'erano dubbi che nascondesse un lato oscuro.
Era
un agente vendicativo, manipolatore, subdolo, pronto a tutto per
mettere le mani sulla sua preda.
Non
c'erano dubbi sul fatto che fosse uno stronzo....
<<
Ragazze ecco le vostre ordinazioni >> disse poggiando i
piattini sul tavolo << Ecco il tuo caffè signorina. Attenta a
non scottarti >> disse con un tono di voce dolce, ma sapeva
vagamente di frecciatina << A proposito non ho capito il tuo
nome >>
La
ragazza poggiò comodamente la schiena contro lo schienale del
divanetto ed accavallò le gambe in modo elegante.
<<
E io ho capito perché sei ancora solo l'assistente del
detective Mouri... invece di metterti in proprio >> fece
volutamente apposta quella pausa << Il mio nome è stato
ripetuto ben due volte da quando sono entrata qui >>
...
quello che non aveva previsto è che lo era anche lei.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Nuovo caso al centro commerciale ***
Nuovo
caso al centro
commerciale
<<
Eddai che ci divertiamo >>
Shiho
roteò gli occhi al cielo.
<<
Non mi interessa >>
<<
Ma dai non puoi sempre stare col naso dentro i libri! >>
<<
Ti ho detto di no... >>
Msumi
Sera era in ginocchio sul divano accanto a Shiho che invece era
seduta composta con in mano un libro di istologia.
<<
Sei la solita. Sei quasi peggio di... >>
Shihò
la fulminò con lo sguardo.
<<
Ok. Afferrato scusa... però dai accompagnami >>
In
quel momento Agasa scese le scale avviandosi verso il frigorifero.
<<
Sera-kun ha ragione Shiho cara. Esci un po' a divertiti >>
La
ragazza sospirò.
Il
giorno in cui decise di prendere l'antidoto era terrorizzata all'idea
di rimanere sola. Invece al contrario si era ritrovata più e più
volte a desiderare un po' di privacy.
<<
Poi
Kinoshita-san
mi ha detto che ha dato l'esclusiva per il nuovo negozio >>
continuò il dottore.
<<
Ok allora vengo... >>
Masumi
alzò i pugni al cielo.
<<
Evvai! >>
<<
Agasa posa immediatamente quella fetta di torta >>
L'uomo
abbassò il capo con aria delusa.
Beccato.
*
<<
Shin dai muoviti! >>
<<
Arrivo arrivo... >>
Sonoko
e Ran si trovavano nel nuovo centro commerciale di Beika city insieme
a Shinichi.
Da
quando era tornato tale le due ragazze si divertivano a trascinarlo
nei posti più disparati.
Erano
in uno dei corridoi principali quando Sonoko spalancò gli occhi
indicando un ragazzo.
<<
Ehi Ran guarda chi c'è >>
Il
ragazzo in questione passeggiava guardando distrattamente le vetrine
con le mani in tasca.
<<
Amuro-san... Hei Amuro-san... >>
Sentendo
il suo nome Tooru si girò ed alzò la mano a mo di saluto.
<<
Ehi salve ragazzi >>
Shinichi
si sentì sollevato. In presenza del barista forse le due
ragazze si sarebbero date una calmata.
<<
Ciao >>
<<
Che sorpresa. Che ci fai qua? >> chiese Sonoko andandogli
incontro.
<<
Ho sentito che qui hanno aperto anche un negozio di musica e volevo
dare un'occhiata >>
Ran
congiunse le mani all'altezza del petto e si girò di scatto verso
Shinichi.
<<
Ah già. Tooru è anche un bravissimo chitarrista >>
<<
Già potreste fare un duetto. Lui suona e tu canti Kudo >>
disse Sonoko ridacchiando.
"No...
col cavolo che si danno una calmata". Pensò piccato il
detective.
<<
AAAH >>
Improvvisamente
da uno dei negozi si udì l'urlo di una ragazza terrorizzata.
<<
Ma che succede? >> Si chiese Sonoko guardandosi intorno.
<<
Da dove vengono queste grida? >> disse Ran avvicinandosi a
Shinichi.
Amuro
e il detective liceale corsero all'istante seguendo quelle voci.
Provenivano
da un piccolo studio fotografico posizionato in uno dei corridoi
secondari, non molto in vista.
Quando
i due detective arrivarono videro un uomo che giaceva a terra dietro
la cassa ed una ragazza con le mani sul viso.
<<
Che è successo? >>
A
rispondere fu proprio la ragazza.
<<
Il signor Shirane è... è... >>
Vedendola
sotto shock l'agente psb in incognito pensò bene di farla sedere per
farle prendere lucidità mentre Shinichi iniziava ad analizzare la
stanza.
<<
Signorina lei chi è? >> domandò non appena vide la ragazza
iniziare a respirare normalmente.
<<
Mi chiamo Mikae, sono una delle truccatrici. Ero sul retro quando ho
sentito un rumore e quando sono arrivata ho trovato il signor Shirane
a terra... >>
Sonoko
portò le mani sui fianchi.
<<
Forse è scivolato >>
<<
No. La scala è troppo bassa per un danno simile >>
I
quattro si girarono e Shinichi non poté fare a meno di sgranare gli
occhi.
Masumi
e Shiho erano appena uscite dalla stanza accanto alla cassa.
<<
E voi che ci fate qui? >> domandò il Kudo.
<<
Io volevo passare un pomeriggio a guardare la nuova collezione di
borse Fusae. Però Masumi è rimasta incuriosita dalle nuove tecniche
fotografiche... >> La ragazza si chinò analizzando meglio la
testa dell'uomo << E invece ci sei tu e c'è un caso da
risolvere... guarda un po'... >> disse sfoderando il suo
magnifico sarcasmo.
Quello
scambio di sguardi non sfuggì né a Ran né a Sonoko che non stette
di certo zitta.
<<
Che intendi dire? >>
<<
Abbiamo collaborato a qualche caso quando eravamo in America,
perlopiù omicidi. Ne calamita per cadaveri? >>
Shinichi
fece un sorrisetto. Sempre la solita creatura amorevole.
<<
Comunque dato che ci sono tre detective spero che il caso si risolva
prima della chiusura dei negozi >> Disse guardando Masumi,
Shinichi ed infine Rei.
Quest'ultimo
non poté fare a meno di inclinare la testa.
Terribile
quella ragazza.
Fu
proprio lui a parlare.
<<
Direi di metterci a lavoro. Avete già chiamato la polizia? >>
<<
Si, stanno arrivando >>
*
<<
La vittima è Shirane Masuko. 39 anni. È il proprietario del negozio
>> disse Takagi sfogliando il suo taccuino << A rinvenire
il corpo è stata Mikae Shibuki 32 anni >>
Oltre
alla ragazza dal retro dello studio uscì una ragazza molto molto
magra dai lunghi capelli neri. Mentre dalla stanza accanto alla cassa
uscì un ragazzo dai capelli ricci e rossi.
Raiko
Sagashi 27 anni. Acconciatrice e truccatrice
Rotaru
Baba, 25 anni. Fotografo.
L'ispettore
Megure si avvicinò ai due.
<<
Voi dov'eravate? Perché non siete usciti quando la vostra collega si
è messa ad urlare? >>
<<
Mi dispiace ma ero sul retro a cercare una palette di trucchi e visto
che la camera è vicino ai macchinari e alle casse dello stereo non
ho sentito nulla. Questa è la palette, come potere vedere è ancora
nuova >> disse neutra Raiko mostrando la scatola coi trucchi.
<<
E lei? >> chiese a Rotaru.
Il
ragazzo portò una mano dietro la nuca.
<<
Io ero dentro la camera oscura e anche da lì non si sente nulla >>
<<
Può provarlo? >>
<<
Le due clienti possono testimoniare >> disse indicando Shiho e
Masumi.
L'ispettore
fece un sorriso sorpreso.
<<
Miyano-san. Salve >>
A
sentire quella reazione il gruppo di liceali si corrucciò.
<<
La conosce ispettore? >> domandò Shinichi.
<<
Certo. Fa parte dell'equipe della scientifica. Lavora con noi da poco
ma devo dire che è già nota nell'ambiente >>
La
ragazza fece un sorriso di circostanza. Avrebbe preferito che non si
sapesse.
<<
Quella ragazza già lavora con la polizia? Ma quanti anni ha? >>
chiese Sonoko mormorando all'orecchio di Ran.
<<
Ho diciotto anni. Te l'avevo già detto... >>
Sonoko
fece una smorfia capendo che era stata beccata.
<<
...E non lavoro con la polizia, sono solo una tirocinante >>
Rei
accennò un sorrisino.
Che
bugiarda.
Sapeva
bene che la ragazza faceva parte dell'equipe del laboratorio di
scienze giudiziarie e medicina legale di Tokyo, che a sua volta
collaborava con la scientifica del distretto di Beika.
Quando era
entrata in veste di tirocinante nessuno si aspettava da lei nulla
di più che stampare qualche documento e sbirciare il lavoro dei
professionisti, ma dopo qualche caso si era fatta immediatamente
notare grazie alla brillantezza delle sue deduzioni ed alla rapidità
con cui riusciva a diagnosticare le varie cause di decesso o trauma
delle vittime.
La
responsabile dell'equipe l'aveva assunta subito come assistente
approfittando del fatto che la ragazza avesse già una laurea in
biochimica.
Definirla
“tirocinante” era praticamente un insulto.
Nel
frattempo le indagini procedevano.
<<
Quindi lei lavora qui da quattro anni >> chiese Takagi a Raiko.
<<
Hai >>
<<
E non aveva alcun problema col proprietario? >>
<<
Se c'era qualcuno che aveva problemi quella non era certo io. Rotaru
è obbligato a fare turni assurdi ed è anche sottopagato... >>
<<
Ehi che vorresti insinuare? Io amo il mio lavoro, la fotografia è
tutta la mia vita! >>
Shiho
assottigliò lo sguardo.
Aveva
come la sensazione che Rei la stesse fissando.
Come
ufficiale del PSB era dannatamente pignolo e pretendeva che tutte le
analisi dei casi di cui si occupava gli venissero recapitati
personalmente, quindi lo aveva incontrato più volte tra i corridoi
del laboratorio.
Le
ricercatrici e le giovani agenti, persino il suo capo, stravedevano
per lui ammaliate del suo aspetto e dal suo portamento.
Lei
era rimasta incuriosita dal suo comportamento invece.
Era
bravo come agente, dannatamente bravo. Ma non ostentava minimamente
il suo ruolo ed era molto cortese con i membri dell'equipe, a
differenza degli altri agenti che tendevano a trattare i ricercatori
alla stregua di strumenti.
Quello
che però non riusciva a capire era perché, ogni volta che i due si
trovavano nella stessa stanza, lei si sentisse i suoi occhi puntati
addosso.
Non
era ancora riuscita a beccarlo in flagrante ma sentiva che era così.
<<
Miyano-san che ne pensa? >>
La
ragazza si voltò verso l'ispettore rispondendo prontamente
nonostante la distrazione.
<<
Penso che l'uomo sia stato tramortito altrove e poi sia stato
trascinato qui. Non ci sono tracce di sangue nonostante il colpo in
testa fosse molto forte, inoltre la posizione della scala e la
posizione del corpo non corrispondono >>
I
tre detective non poterono che concordare con lei.
<<
… comunque io sono qua in vesti civili. Chieda a loro di svolgere
le indagini, non vede che muoiono dalla voglia di investigare?
>> disse indicando Shinichi, Masumi e Tooru.
Masumi
scosse la testa.
<<
Shiho-chan, sei sempre adorabile >>
Lei
fece spallucce.
Shinichi
si avvicinò a Mikae iniziando a fargli una serie di domande.
Da
quando era tornato normale quel poco di modestia che Conan gli aveva
trasmesso era andata a farsi friggere e capitava spesso che facesse
saltare i nervi agli indagati.
<<
Come ti permetti? >>
La
ragazza era l'ex fidanzata del proprietario, ma dopo la rottura del
loro rapporto aveva mantenuto un atteggiamento perfettamente
professionale e non apprezzava per nulla che si facessero
insinuazioni al riguardo.
In
uno scatto d'ira aveva urtato una delle lampade fotografiche
facendola cadere e provocando un gran frastuono.
A
quel rumore Sonoko si spaventò ed urtò la macchinetta del caffè
che cadde rovesciando gran parte del contenuto sul pantaloni di Rei.
<<
Ahi. Cavolo brucia >> disse il ragazzo facendo uno scatto
all'indietro.
<<
Sei proprio una ragazza delicata... >> mormorò
Shiho.
Rei
assottigliò lo sguardo.
Già
lo infastidiva che Goro si ostinasse a dargli dell'effeminato, se in
più si ci metteva lei...
<<
Pezzo di ghiaccio... >> gli rispose a bassa voce.
Avrebbe
voluto risponderle a tono, ma in quel momento non gli venne in mente
una frase più intelligente.
*
Le
indagini si conclusero pochi minuti dopo.
Raiko
aveva rotto apposta la palette in modo da andare sul retro, aveva
colpito il proprietario con una base per macchina fotografica e
l'aveva trascinato utilizzando il carrellino per gli strumenti come
aiuto, poi aveva rimesso tutto a posto senza farsi scoprire.
<<
Voleva licenziarmi perché non avevo accettato di uscire con lui...
ogni giorno cercava un pretesto e io non lo sopportavo più >>
Si
mise a piangere in modo incontrollabile inginocchiandosi per terra.
*
<<
Masaka... ormai il negozio di borse sta per chiudere... >>
Shiho si voltò verso Shinichi << ...almeno tu non potevi
essere un tantino più veloce Sherlok? >>
Il
ragazzo roteò gli occhi al cielo.
<<
Le deduzioni richiedono tempo Shiho... >>
Masumi
poggiò le mani sulle spalle della scienziata.
<<
Dai non ti arrabbiare... ci veniamo domani >>
<<
Domani ho lezione tutto il giorno mia cara. Non sono spensierata come
te >>
<<
Quanto sei allegra... mi ricordi una certa person... >>
Lo
sguardo omicida della Miyano la indusse a tacere.
<<
Comunque sono stanca, grazie per questa meravigliosa giornata minna
>>
Le
due stavano per andarsene quando vennero bloccate dal fotografo.
<<
Signorina >>
<<
Si? >>
Rotaru
allungò le mani porgendole una serie di foto scattate qualche ora
prima.
<<
Queste sono vostre >>
Il
gruppo si avvicinò a guardarle: erano tutte molto belle ma una in
particolare spiccava su tutte.
<<
Sei bellissima qui Shi-chan >> disse Masumi guardando meglio lo
sfondo << Ma sembra sia stata scattata nella stanza con la
cassa e non nell'altra stanza >>
<<
Esatto, l'ho scattata mentre si svolgevano le indagini. Domando
scusa, non ho chiesto il permesso ma ho trovato la sua espressione
davvero meravigliosa. Chiunque sia l'artefice di quel meraviglioso
sorriso dev'essere una persona veramente fortunata >>
Shiho
abbassò lo sguardo a disagio.
<<
A... arigatò >>
Rei
continuò a fissare quella fotografia.
Dall'angolazione
sembrava che stesse guardando proprio verso la macchina del caffè.
No.
Non era possibile.
***
Angolo
dell'autrice.
Ho
voluto scrivere un capitolo seguendo lo schema classico degli
episodi... che fatica!
Spero
di aver fatto un lavoro decente (se così non fosse non
preoccupatevi, non si ripeterà!)
Inoltre
vorrei fare una precisazione ma dato che potrebbe essere interpretato
come spoiler dovrete evidenziare col mouse il seguente testo
se volete leggerlo:
Nel
2014 Gosho
Aoyama in
un'intervista ha
rivelato che due madri si sarebbe scoperto essere sorelle. La tesi
più accreditata è che siano Mary Sera ed Elena Miyano.
Ora, questa è
solo un'ipotesi ma io per questa ff do la notizia per vera.
Questo
è il motivo per cui Masumi è così affezionata a Shiho e viceversa.
Cercherò
di mantenere quest'informazione velata a meno che noi siate proprio
voi lettori a farmi la richiesta di sviluppare questo aspetto della
ff.
Spero
che il capitolo vi sia piaciuto. Grazie a tutti.
A
presto.
Violetta_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Nomi ***
Nomi
Goro
Mouri, il famoso detective in trance, sta collaborando con la polizia
per risolvere il caso del diamante “occhio di Drago”.
Secondo
alcune indiscrezioni il...
Shiho
stava guardando distrattamente il telegiornale alla tv con la testa
poggiata su una mano.
Prese
una carota dandole un morso.
Era
insofferente nei riguardi del detective dell'agenzia investigativa,
troppo borioso e spaccone per i suoi gusti.
Di
tanto in tanto Shinichi continuava a farlo andare in trance oppure
gli dava dei suggerimenti velati durante i casi e dato che la stessa
cosa la faceva anche Rei in veste di allievo, la sua carriera al
momento era assicurata.
<<
Shinichi ha chiamato poco fa, dice che starà via un paio di giorni
proprio per seguire le indagini >> Disse Agasa.
<<
Mh... >> fu l'esaustiva risposta della ragazza.
L'uomo
le mise davanti una fetta di carne con delle verdure al vapore come
contorno.
<<
Com'è andata oggi a lezione? >>
<<
Mi sono divertita un sacco... >>
<<
Simpatica. Dai racconta... >>
<<
Beh oggi abbiamo approfondito tutto ciò che riguarda i prelievi. Un
aneddoto interessante riguarda un'infermiera che ha accidentalmente
rotto l'ago mentre era dentro... >>
Agase
sbiancò.
<<
Ti prego risparmiami i dettagli >>
In
quel momento i due sentirono suonare il campanello.
<<
Vado io... >>
La
ragazza aprì la porta e spalancò gli occhi.
Di
fronte a lei c'erano i detective boys.
Non
li vedeva da un po' di tempo, da quando aveva abbandonato le vesti di
Ai per la precisione.
I
tre avevano preso molto male la sparizione di Conan, il bambino
infatti aveva ingerito l'antidoto svanendo nel nulla e lasciando a
lei il gravoso compito di consolare i tre piccoli ed asciugare le
lacrime di Ayumi.
La
sfuriata che ne era conseguita il detective liceale se la ricordava
ancora: era stato costretto dalla piccola scienziata a chiamare i tre
uno per uno e inventarsi una spiegazione decente.
Successivamente
quando lei aveva deciso di tornare Shiho aveva gentilmente
avvertito Shinichi che doveva formulare una scusa decente anche per
lei, anche perché aveva ancora qualche pillola di aptx con se e
avrebbe potuto discioglierlo nel suo caffè mattutino in ogni
momento.
Comunque
secondo la cronaca ufficiale Conan era andato a vivere negli Stati
uniti con i suoi genitori ed Ai lo aveva raggiunto poco tempo dopo
perché non poteva stare senza di lui.
Col
senno di poi affidare il compito di inventare la balla al Kudo non
era stata un'idea geniale.
<<
Tu chi sei? >>
La
voce di Ayumi la riscosse dai suoi pensieri.
Si
piegò sulle ginocchia in modo da guardarli negli occhi.
<<
Io sono Shiho... sono una parente del Dottor Agasa >>
<<
Davvero? >>
Prima
che potesse rispondere in viso rubicondo del dottor Agasa spuntò da
dietro la porta.
<<
Bambini che sorpresa. Che fate davanti la porta? Su entrate >>
I
tre ubbidirono seguiti da Shino che andò verso il frigorifero per
prendere della spremuta d'arancia.
Mitsuiko
continuava a fissarla col viso sul punto di ebollizione.
<<
Come ti chiami piccolo? >> chiese mentre riempiva i bicchieri.
<<
Piccolo... eeeh Mistuiko io sono... >>
Il
ragazzino abbassò lo sguardo dandosi dello stupido.
<<
Agasa... possiamo continuare a giocare qui anche se non c'è più
Conan né Ai con noi? >> domandò Genta tirandogli il camice.
<<
Ma certo figlioli >>
I
tre bambini sorrisero felici iniziando ad invadere il salotto.
<<
Era per questo che non siete più venuti a trovarmi? >> domandò
Agasa al bambino mentre si dividevano dei biscotti.
Mitsuiko
si avvicinò alla ragazza mettendosi una mani tra i capelli.
<<
Giochi con noi Shiho-san? >>
Il
bambino le era sempre sembrato un tipetto sveglio ma non gli aveva
mai dato altra connotazione oltre a questo. Adesso che era tornata
adulta e lo vedeva sotto un'altra prospettiva doveva ammettere che lo
trovava adorabile.
<<
Si si dai giochi con noi? >> chiesero gli altri due
avvicinandosi.
<<
Un'altra volta bambini, adesso devo andare a lavoro >> disse
scompigliando i capelli al piccolo con le lentiggini.
<<
Va beeene... >>
Prese
velocemente il pacco di biscotti che era posto davanti Agasa dicendo
che sarebbero stati “il suo spuntino” ed uscì in fretta di casa.
Shiho
Miyano non faceva spuntini coi biscotti.
*
Una
volta dentro il laboratorio di medicina legale si mise il camice e
andò nella stanza dove si svolgevano le analisi.
Adorava
il suo lavoro.
Fare
ricerca farmacologica era interessante ma scoprire le cause di morte,
le dinamiche di un delitto, aiutare le persone, questo era appagante.
Poi
aveva instaurato un buon rapporto coi suoi colleghi e lavorare in un
ambiente rilassante era un'esperienza bellissima.
Nessuno
che ti minaccia, nessuno che ti punta contro una pistola...
Una
donna di mezza età ma ancora bellissima e con dei capelli rosso
fuoco sbucò da un ufficio con una cartella in mano.
<<
Ok ragazzi chi si è occupato di questi rilevamenti? >>
L'intera
equipe gelò.
La
dottoressa Santana Baba, a capo del dipartimento della scientifica,
sapeva incutere timore come pochi.
<<
Sono stata io dottoressa >> disse Shiho con tono garbato.
La
donna la squadrò dall'alto in basso.
<<
Sorprendente Miyano... come sempre... qualcuno mi spiega come mai una
studentessa sia più preparata di voi? >>
Ovviamente
nessuno osò rispondere.
Santana
le avvicinò una cartelletta e le fece cenno di seguirla.
<<
Poco fa è arrivata una salma vorrei dargli un'occhiata insieme a te
>>
<<
Va bene >>
Si
recarono nella camera delle autopsie dov'era stato posizionato il
corpo e si misero le mascherine.
La
donna le indicò una profonda ferita sull'addome.
<<
Che ne pensi? >>
<<
Sembra che la lama fosse riscaldata. Guardi questo lembo di pelle
cauterizzato... >>
<<
Mh. E poi? >>
<<
Non è stata questa la causa del decesso. La pelle era già morta, il
sangue si era già depositato sulla parte bassa del corpo >>
La
donna annuì soddisfatta.
<<
Shiho ho un compito per te >>
<<
Si dottoressa >>
<<
Ti affido l'autopsia >>
La
ragazza rimase per un attimo spiazzata.
<<
Ontoni? >>
Era
davvero un compito importante, un'ottima possibilità per avanzare di
grado.
<<
Aspetto il tuo rapporto per domani mattina. Pensi di farcela? >>
Anche
se sicuramente le avrebbe occupato tutta la notte la ragazza annuì
convinta.
*
00.37
Shiho
era china sulla salma col registratore in mano.
Prima
di effettuare l'autopsia aveva dovuto svolgere gli altri suoi
incarichi e non si era riposata un secondo.
Era
distrutta ma si era autoimposta di non fare nemmeno una pausa in modo
da finire presto e poi andare a dormire.
<<
Hai trovato tracce di metadone nel sangue? >>
Alzò
la testa di scatto riconoscendo la voce dell'agente Furuya.
Lui
era poggiato con la schiena contro il muro.
La
sua aria seria e quel completo grigio gli davano un'aria veramente
affascinante ma il fatto che non aveva emesso il minimo rumore la
mise a disagio.
Non
aveva minimamente percepito la sua presenza, e nemmeno l'odore
dell'organizzazione nonostante lui fosse ancora Bourbon.
<<
Non ho l'autorizzazione per passarti queste informazioni >>
disse severa.
L'agente
le fece vedere il foglio con le autorizzazioni del caso.
<<
Ho richiesto io l'autopsia. Sono a capo delle indagini >>
Shiho
lesse il foglio e poi lo riconsegnò al proprietario.
<<
Non ne ero stata informata. In questo caso... no nessuna traccia di
droga, né di veleno. Ci avevo pensato anch'io visto il colorito del
viso. Ma dopo aver effettuato le prime analisi posso dire che al
momento la causa più plausibile di morte sia per asfissia >>
Il
ragazzo si accigliò.
<<
Ne sei certa? >>
<<
Non del tutto. Devo aprire la cassa toracica ed analizzare i polmoni
>>
<<
Ce la farai da sola? Dopotutto ci vuole molta forza per trapassare la
cassa torac... >>
<<
Ce la faccio benissimo >>
*
Perchè
non se ne andava?
Perché
continuava a fissarla in quel modo?
La
irritava questa cosa.
Non
era una sensazione questa volta, la fissava di sottecchi mentre
girovagava per la stanza.
<<
Che vuoi? >>
Rei
si fermò e alzò le mani.
<<
Non sto dicendo nulla. Calmati doc >>
La
ragazza posò il bisturi con fare frustrato.
Doc.
Aveva
un nome per la miseria e la vita sembrava volerglielo sempre celare.
Sherry,
Ai, quella dell'organizzazione, principessa...adesso era
"Doc".
<<
Io mi chiamo Shiho. SHIHO. Per la miseria >> soffiò secca
poggiando le mani sul tavolo in modo un po' troppo forte.
Rei
la fissò soffermandosi sui suoi occhi.
<<
Lo so >>
Oh
e chi meglio di lui poteva saperlo?
Incrociò
le braccia al petto avvertendo una sensazione di calore sul viso.
L'aveva
cercata a lungo ed alla fine aveva trovato una piccola indifesa,
spaurita, sospettosa di tutti.
Era
una bambina e avrebbe fatto di tutto per proteggerla.
Era
una bambina...
No
errore.
Lei
non era più una bambina, ne aveva l'aspetto a causa di un farmaco da
lei stessa creato.
Ma
adesso quel farmaco era stato debellato e lei era tornata ad essere
un'adulta.
Era
stramaledettamente bella.
E
stronza.
E
i pensieri nei suoi confronti stavano cominciando ad evolversi in
qualcosa di nuovo.
Si
mise una mano sugli occhi. Scuotendo la testa.
Maledizione
ma che andava a pensare?
Era
un agente non certo un ragazzino del liceo.
<<
Hai sonno agente? >>
Lui
alzò la testa battendo le palpebre.
La
ragazza aveva ripreso a lavorare.
<<
Ti stavi stropicciando gli occhi o sbaglio? >>
<<
Sto bene... Shiho >> disse dando particolare inflessione
quel nome.
Shiho
non poté fare a meno di notarlo.
Si
passò la lingua sul palato ponderando le sue parole, era stata
decisamente troppo scontrosa, in fondo non l'aveva insultata.
<<
Goumen... ho esagerato >>
L'agente
scosse la testa rivolgendole un sorriso d'intesa.
<<
Suppongo che tu sia molto stanca, devi ancora abituarti a questi
orari >> fece una pausa << Vado a prendere un caffè. Te
ne porto uno? >>
Lei
annuì frettolosamente.
<<
Si... grazie >>
*
<<
Furuya-sama che ci fate qui? >> domandò un'agente che si
trovava a passare di li.
L'uomo
prese mezza bustina di zucchero mettendola nel caffè, poi ne bevve
la metà.
<<
Ho un impegno >>
<<
Se non sbaglio tutti i vostri casi sono passati nelle mani di
Kazami-san perchè domani dovete partire per una missione importante…
>>
<<
Lo so... è per questo che sono qui
>> disse con un mezzo
sorriso.
La
ragazza fece una faccia stranita ma non domandò oltre.
Una
volta solo Rei premette il pulsante della macchinetta e fece il
secondo caffè.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Ballo di gala ***
Ballo
di gala
In
occasione del Golden week lo zio di Sonoko aveva organizzato
un superbo ricevimento nel nuovo hotel aperto in una delle zone più
chic di Tokyo.
Shinichi
si guardò intorno: la struttura era immensa con le camere poste sui
piani più alti mentre quelli più bassi erano adibiti a sale
ricevimento che per l'occasione erano gremite di gente.
Un'enorme
fontana posta di fronte l'edificio faceva zampillare l'acqua mentre i
fari posti sul fondo creavano giochi di luce.
Come
al solito quei ricconi avevano organizzato tutto nel modo più
esagerato possibile ed avevano invitato mezza città.
<<
Allora portasfiga ti muovi? >>
Sonoko,
avvolta nel suo vistosissimo abito di seta arancione, continuava ad
urlare mentre il ragazzo correva tappandosi le orecchie.
<<
E' una serata importantissima e non posso certo far tardi per colpa
tua >>
<<
Sei una strega >>
Ran
si mise tra i due ragazzi.
<<
Su su... non litigate... >>
In quel momento
una
Volkswagen
parcheggiò vicino l'edificio, le portiere si spalancarono e subito
ne uscirono tre bambini.
<<
Siii guardate quante luci! >>
<<
Andiamo a vedere il buffet >>
Il
Dottor Agasa diede le chiavi al parcheggiatore e si voltò cercando
di tenerli a bada.
<<
Ragazzi fate i bravi >>
Mitsuiko
prese la sua macchina fotografica iniziando a fare delle foto, Ayumi
si avvicinò alla fontana mentre Genta continuava ad urlare.
<<
Insomma ragazzi >>
Il
dottore, oltre che dei bambini, era in compagnia della sua "lontana
parente".
<<
Bambini non correte per favore. Avanti tornate qui >>
I
tre si girarono ed annuirono ubbidendo all'istante.
<<
Ok Shiho nee-chan >>
La
parente in questione stava destando la curiosità della maggior parte
della popolazione maschile.
Non
era vestita in maniera appariscente, un semplice abito bianco e degli
orecchini lunghi, ma tanto bastava per attirare l'attenzione.
Sonoko
mise una mano sul fianco.
<<
Certo che quella ragazza se la tira come poche. Mi ricorda quella
scorbutica di Ai... >>
Shinichi
si irrigidì all'istante.
<<
Ma che dici dev'essere una tua impressione >>
<<
Ehi perché la difendi così? Non dirmi che c'è stato qualcosa tra
voi mentre eravate a "svolgere casi" in America >>
Ran
drizzò le orecchie.
<<
Ma smettila >> disse Shinichi mettendo le mani avanti <<
Ti ho già detto che mi ha solo aiutato in qualche caso visto che è
una studentessa di medicina >>
<<
Si si... come vuoi... >>
*
<<
Papà finalmente >> disse Ran portando le mani sui fianchi.
I
ragazzi si erano spostati in una delle sale più grandi vicino ad uno
dei tanti buffet.
Goro
li raggiunse con le mani dentro le tasche ed un'espressione
scocciata.
<<
Ran quante storie, molti degli invitati stanno arrivando solo ora
>>
<<
Ma tu sei un invitato speciale. Lo zio di Sonoko ci tiene tanto che
tu faccia un discorso dopo essere riuscito a sventare il piano di
ladro Kid >>
L'uomo
stava per parlare ma venne interrotto.
<<
Devi scusarlo, ha fatto tardi per colpa mia >>
Le
due si girarono e arrossirono spalancando gli occhi.
Shinichi
non mancò di notare quel comportamento della sua dama ed assottigliò
gli occhi.
Tooru
era veramente affascinante in smoking: alto, slanciato,
elegantissimo. Aveva un che di autoritario che non dispiaceva affatto
e quel sorriso sarebbe riuscito a sciogliere anche il cuore più
congelato.
Oltre
alle due liceali molte altre ragazze si erano voltate apprezzando lo
spettacolo ma lui non sembrava averci fatto molto caso.
<<
Ciao Tooru. Sono contenta che ci sia anche tu stasera >> disse
Sonoko sistemandosi una ciocca di capelli dietro i capelli.
<<
Come mai sei qui? >> chiese Ran giocherellando con le dita.
Goro
gli passò un braccio sul collo.
<<
Gli ho chiesto io di venire. Noi due scapoli infatti adesso andiamo a
divertirci al bar >>
Ran
alzò il pugno contro il padre.
<<
Non ti azzardare. Non ti permetterò di fare figuracce anche perché
sta venendo la mamma >>
<<
Cooosa? >>
<<
Esatto. Quindi vedi di comportarti bene >>
Ancora
una volta il biondo si mise davanti al detective dormiente per
difenderlo.
<<
Tranquilla Ran, sono certo che il maestro saprà controllarsi >>
disse con un gran sorriso.
*
Shino
si era messa in disparte in un angolo della sala con un bicchiere di
vino in mano.
Non
tanto per berlo, quanto per essere lasciata in pace dal gruppo di
uomini snob ed altolocati che continuavano a cercare di attirare la
sua attenzione.
<<
Shiho-chan senti... >>
La
ragazza abbassò la testa.
<<
Si Mitsuiko? Dimmi pure >>
<<
Eeetto... io... mi chiedevo se.. insomma io... >>
La
ragazza si abbassò in modo da sentirlo meglio dato che il bambino
mormorava ed era rosso come un peperone.
<<
Ti va di ballare con me? >> disse infine facendosi coraggio ed
alzando la testa.
La
ragazza si intenerì: quella era stata la proposta più dolce della
serata.
<<
Perché invece di chiederlo ad una vecchietta come me non lo chiedi
ad Ayumi? Sono certa che le farebbe piacere >>
In
affetti la bambina ondeggiava su se stessa e sembrava avere una
voglia matta di ballare.
<<
Ma io... >>
<<
Da su non fare il timido e va da lei >> disse spingendolo
affettuosamente.
*
La
piccola Ayumi era arrossita e aveva accettato con gioia l'invito del
suo compagno di classe.
Si
era massa a ballare con Mitsuiko, più che altro gli pestava i piedi
ed il bambino subiva senza lamentarsi.
Dopo
aver visto quella scena aveva sorriso ma poi i suoi pensieri si erano
spostati prepotentemente verso un'altra persona.
Andò
sul terrazzo poco distante dalla sala poggiandosi alla ringhiera e
guardando le stelle.
Era
particolarmente malinconica quella sera.
In
effetti c'era un motivo, si avvicinava l'anniversario della morte di
sua sorella.
Akemi.
Sua
sorella sarebbe stata un'ospite impeccabile in una serata come questa
mentre lei sembrava il tristo mietitore che aveva fatto un lavaggio
nella candeggina.
Improvvisamente
vide un flute davanti a se.
Alzò
gli occhi di scatto e riconobbe il viso di Rei, il ragazzo la fissava
con aria cordiale.
<<
Ho pensato avresti gradito un po' di vino >>
La
ragazza guardò il vino e poi nuovamente il ragazzo prima di prendere
il bicchiere.
I
due ormai si vedevano di frequente, sia al Poirot che tra i corridoi
dell'istituto di medicina legale.
Inizialmente
Shiho era molto scettica nei suoi confronti, ma piano piano aveva
preso confidenza trovando la sua compagnia sempre meno fastidiosa.
<<
Arigatò... >>
<<
Perché sei qui tutta sola? In sala ci sono i tuoi amici... c'è il
dottore... >>
<<
Non sono in vena di festeggiamenti... >> iniziò a sorseggiare
il vino << in realtà non volevo nemmeno venire >>
<<
Sarebbe stato un peccato. E' una bella festa >>
<<
E' tutto molto bello ma io... >> sospirò e finì la frase con
un filo di voce << ...mi sento a disagio... >>
Rei
alzò la testa capendo la situazione.
In
effetti non doveva essere abituata a quel genere di eventi, non come
Shiho almeno.
<<
Lei si che si che avrebbe saputo come comportarsi in una serata del
genere >>
<<
Lei? >>
<<
Mia sorella... >> finì di sorseggiare il vino << era
spontanea, allegra, vivace. Le risultava facile parlare con tutti
>>
<<
Non occorre necessariamente parlare con tutti per divertirsi >>
Lei
non sembrò aver udito la frase, troppo intenta a guardare le stelle
e a perdersi nei ricordi.
<<
Non mi sento a mio agio con quest'abito addosso. Mi sento ridicola
>>
Il
ragazzo inclinò la testa di lato guardandola dal basso verso l'alto.
L'abito
bianco le cadeva addosso senza fasciarla eccessivamente, il viso era
leggermente arrossato, forse per via del vino.
Le
labbra erano naturalmente rosse e quegli occhi mozzavano il fiato
nonostante non avesse nemmeno un accenno di trucco.
Non
si rendeva conto di quanto fosse bella.
<<
Non sei affatto ridicola >>
Lei
continuava ad udire la sua voce ma non vi prestava particolare
attenzione.
<<
Akemi era divertente,
gioiosa... bellissima. Un raggio di sole >>
<< Molte
persone preferiscono la luna >>
Questa
volta la ragazza si voltò.
Aveva
parlato con un tono di voce che la fece sussultare e la fissava in un
modo così intenso da catturare completamente la sua attenzione.
Aprì
le labbra per rispondere ma si ritrovò senza parole.
Rei
si avvicinò prendendole il bicchiere vuoto e poggiandolo su una
sporgenza della colonna che era situata proprio dietro la ragazza,
poi le prese la mano.
<<
Sono certo che tua sorella avrebbe fatto un'ottima figura se fosse
stata qui al tuo fianco ... ma ... >> Si era avvicinato man
mano che parlava
<<
... tu non sei certo da meno >>
Aveva
poggiato la fronte contro la sua e le sussurrava le parole
praticamente contro le sue labbra.
La
ragazza avvertì un'improvvisa sensazione di calore.
Rei
continuava a fissarla.
<<
Shiho. Dove sei cara? >>
La
voce del dottor Agasa la fece sussultare. Indietreggiò di un paio di
passi continuando a fissare quegli spettacolari occhi azzurro cielo.
<<
A... arrivo ... un secondo >> disse in modo meccanico.
Si
umettò le labbra e si rese immediatamente conto di avvertire un
forte senso di delusione.
Anche
il ragazzo sembrava deluso.
<<
Devo... mi stanno chiamando >> balbettò andando verso la sala.
Rei
annuì.
In
fondo era sempre stato così: lui che la cercava e lei che era
costretta ad allontanarsi.
Anche
se questa volta c'era qualcosa di diverso.
La
guardò rientrare verso il corridoio, poi abbassò il capo.
*
Shiho
entrò velocemente in sala andando incontro al dottore che la
guardava con aria preoccupata.
<<
Che fine hai fatto cara? >>
<<
Ti chiedo scusa. Avevo bisogno di una boccata d'aria >>
<<
In effetti sei tutta rossa. Non avrai preso la febbre vero? >>
<<
No no... sto bene >>
L'uomo
le sorrise e le prese gentilmente il braccio conducendola vicino al
buffet.
Lei
poggiò la schiena contro il muro guardando distrattamente le coppie
che danzavano al centro della sala.
Sonoko
volteggiava in compagnia di un ragazzo con gli occhiali, Ran
trascinava uno svogliato Shinichi che però non sembrava molto
propenso a ballare.
Si
rese conto di avere una voglia inesprimibile di tornare in quel
terrazzo.
Portò
una mano al petto.
Cosa.
Diamine. Stava. Succedendo?
***
Angolo
dell'autrice
Il
Golden Week,
ovvero la settimana d’oro o ponte lungo, è
un periodo dell'anno a cavallo tra i mesi di aprile e maggio dove si
concentrano alcine delle festività nazionali giapponesi:
Inizia
il 29
Aprile e
termina il 5
Maggio con
decreto di legge istituito nel 1948 in occasione del compleanno
dell’Imperatore.
Nonostante
venga spesso paragonata ad Helena, il bellissimo angelo nero, io
penso che Shiho non si senta così bella, anzi nel corso degli
episodi mi è sorto il sospetto che lei si creda piuttosto bruttina.
Nell'ep
804 si scusa se il suo aspetto non corrisponde alle aspettative,
nell'ep 897 sente la necessità di truccarsi, nell'ov 9 si menziona
che ricorre spesso a delle diete, nell'oav 11 quando Ayumi le fa
notare che è molto bella si guarda allo specchio con aria dubbiosa,
nell'oav 12 sente la necessità di coprirsi testa e faccia, e lei
stessa ha ammesso che veniva presa in giro in America per i suoi
tratti orientali.
(Poi
immagino che al Mib non fosse esattamente valorizzata in quel senso)
Precisiamo
non sono prove schiaccianti, alcune nemmeno così attendibili, però
non mi sembra nemmeno una teoria così inverosimile.
Comunque
che ve ne pare di questo capitoletto? Spero vi sia piaciuto.
Grazie
a tutti.
Violetta_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Liar ***
Liar
<<
Shiho vado all'incontro
di shoji di Shukichi
sabato. Vieni?
>>
<<
Perchè no... >>
Era
nel nuovo appartamento di Masumi, un bilocale piuttosto piccolo ma
che per la ragazza andava più che bene.
Era
stanca di girare per hotel, di andare da una parte a l'altra... di
scappare. Voleva una dimora fissa, un posto stabile per una volta. E
voleva condurre una vita normale con le persone che le erano care,
per quanto possibile.
<<
A proposito Shu-nii verrà a casa per il week-end >>
<<
Che gioia... >> disse la ramata con una dose tale di sarcasmo
da risultare spiazzante.
Masumi
sorrise imbarazzata. Il rapporto tra Shiho e il maggiore Akai era più
glaciale che tra quello tra due statue di ghiaccio.
<<
E' il tuo modo per dire che non verrai a pranzo vero? >>
<<
Sei una detective eccezionale Sera-chan ... >>
La
ragazza sbuffò.
<<
Potresti almeno provarci ad instaurare un dialogo. Lui ti vuole molto
bene anche se non lo dimostra >>
Shiho
la guardò fisso per due secondi con un'espressione impenetrabile.
<<
Devo andare >>
Masumi
sospirò delusa.
<<
Shiho... >>
<<
Ho un impegno >> disse frettolosamente chiudendo la porta alle
sue spalle.
Si
diresse verso il parcheggio del palazzo, indossò il casco e si mise
sopra la sua Harley.
La
sua moto, la sua bellissima moto.
Guai
a toccarle la harley.
Sarà
che detestava prendere i mezzi pubblici, sarà che detestava chiedere
passaggi, sarà che voleva la sua autonomia.
Fatto
sta che amava la sua moto quasi quanto amava le sue borse.
Uno
dei vantaggi di essere stata membro del mib, oltre la laurea
conseguita alla giovanissima età di tredici anni in una delle
migliori scuole del paese, era l'aver avuto la patente internazionale
a sedici.
Per
fortuna tutti i suoi documenti ed attestati fungevano anche da
copertura, nulla era collegato all'organizzazione e quindi erano
assolutamente legali.
Detestava
ammetterlo, ma doveva ringraziare proprio il maggiore degli Akai se
era riuscita a rientrarne il possesso.
Ovviamente
non lo avrebbe mai ringraziato, nemmeno con una pistola puntata sulla
testa.
In
quel momento Ran, Sonoko e Shinichi passavano nella strada lì
vicino. Il giovane detective si mise a guardarla due minuti di
troppo. Era la prima volta che la vedeva col completo da
motociclista: col casco, il giubbotto di pelle e quei pantaloni
aderenti.
La
ragazza faceva sicuramente la sua figura con quegli abiti addosso.
<<
Hei! Pianeta terra chiama Kudo >>
Il
ragazzo diventò rosso come un peperone incrociando lo sguardo di
Sonoko.
*
Shiho
non si accorse del gruppetto che la fissava con aria allibita. Quindi
si sistemò la cinghia del casco, salì in sella alla moto con un
movimento veloce delle gambe, girò il manico ed iniziò a sfrecciare
per le strade di Beika.
Poter
nuovamente andare in moto era una sensazione magnifica, una
sensazione che credeva di avere perso.
Parcheggiò
in giardino ed aprì la porta.
<<
Sono tornata >>
<<
Ciao tesoro >> la voce allegra di Agasa proveniva dal salotto
<< ...hai mangiato? >>
<<
Si... tu ti sei limitato a mangiare quello che ti ho preparato ieri
sera? >>
L'uomo
mise il broncio.
<<
Si >>
<<
Sicuro? >>
<<
... >>
I
due si fissarono per trenta interminabili secondi.
<<
Ok ho mangiato anche qualche biscotto >>
La
ragazza scosse la testa e si avvicinò per abbracciarlo.
<<
Non esagerare. Io vado a farmi un bagno >>
*
Finalmente
sola.
Aprì
l'acqua, si versò del succo d'arancia poggiandolo sul bordo della
vasca e mise una canzone a volume molto basso.
Si
spogliò e si immerse nella vasca giocherellando con la schiuma che
si era venuta a creare, poi si sdraiò e chiuse gli occhi.
Voleva
rilassarsi, ne sentiva proprio la necessità.
Ma
ovviamente il suo cervello aveva altri piani.
Chiuse
gli occhi portandosi una mano tra i capelli.
Inevitabilmente
i suoi pensieri tornarono a quella sera, a quell'incontro sul
terrazzo.
Quegli
occhi azzurri erano quasi ipnotici, i lineamenti delicati ma così
terribilmente attraenti, il suo profumo intenso e quelle labbra...
Si
toccò il labbro inferiore rendendosi conto di desiderare
ardentemente quelle labbra.
Dannazione
quando era diventata una ragazzina in preda a certi desideri?
Deglutì
rendendosi conto che in realtà quelle sensazioni le aveva già
provate in passato.
E
se n'era pentita enormemente.
Si
era fatta molto, molto male in passato.
Scosse
la testa e si sciacquò il viso.
No.
Non poteva ricascarci un'altra volta.
*
Era
in laboratorio.
Nonostante
avesse dei giorni e degli orari prefissati capitava che la dottoressa
Baba la chiamasse per chiedere la sua collaborazione, a qualsiasi
ora.
Stava
analizzando un tessuto sintetico alla ricerca di residui di polvere
da sparo quando uno dei ragazzi dell'equipe le si avvicinò.
<<
Senti Shiho fammi un favore >>
<<
Si dimmi >>
<<
Potresti andare a dare questi risultati all'agente al piano di sopra?
>>
A
quanto pare i ragazzi della scientifica non avevano un rapporto
idilliaco con gli agenti, questi ultimi li trattavano come fossero
degli stagisti o peggio dei semplici passacarte quindi preferivano
avere il minor numero possibile di contatti.
A
lei la cosa non faceva né caldo né freddo.
<<
Tranquillo dammi qua >>
Salì
le scale e un'agente le disse di andare nel parcheggio.
Anche
l'essere spediti da un piano a l'altro era una cosa del tutto normale
per gli agenti.
*
Shiho,
da brava scienziata, non credeva nel concetto di sfiga anche se la
vita le aveva posto davanti diversi elementi per dubitare delle sue
convinzioni. E continuava a farlo.
L'agente
in questione era Kazami, ed era con Rei.
Maledizione.
Non
appena la vide l'agente Furuya assottigliò gli occhi.
<<
Kazami inizia ad andare in macchina, arrivo subito >>
<<
Wakatta >> rispose l'uomo limitandosi ad eseguire gli
ordini del suo superiore.
Le
andò incontro con passo deciso ma quando le fu di fronte avvertì un
peso sul petto.
Shihò
aveva allungato il braccio per dargli i fogli mentre guardava da
tutt'altra parte.
<<
Qui ci sono i risultati delle analisi >>
Rei
continuò a fissarla nella speranza che lei si convincesse a fare
altrettanto.
<<
Suppongo che non ci sia tempo da perdere: sono positivi >>
disse con tono piatto.
<<
Ho forse fatto qualcosa che ti ha offeso Shiho? >>
Questa
volta la ragazza dovette girare la testa per guardarlo.
<<
Com...? No, perché mi fai questa domanda? >>
<<
Sei più fredda in questi giorni. E non è che tu sia una pasta di
zucchero solitamente >>
<<
Va tutto bene. Sono solo sotto pressione per gli studi >>
Il
ragazzo prese quei fogli fissandoli senza molto interesse poi,
rapido, si avvicinò al suo orecchio.
Shiho
avvertì il suo battito cardiaco accelerare, poteva sentire il
respiro del ragazzo sfiorarle il collo. Socchiuse gli occhi.
Rei
si umettò le labbra inspirando il delicato profumo della ragazza.
<<
Bugiarda >> sussurrò.
Poi
si recò velocemente verso la sua Mazda.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Incidente ***
Incidente
Entrare
in casa di Masumi comportava sempre qualche sorpresa: come trovare la
ragazza, in intimo, circondata da foto di omicidi o Shukichi intento
a mangiare formaggio mentre si allenava a Shogi.
O
peggio trovarsi il fratellone in mutande.
Alzò
gli occhi al cielo.
No,
i gusti di sua sorella non li capiva nemmeno col senno di poi.
<<
Ciao principess... >>
<<
Sparati >>
Lo
superò velocemente e si sedette sul divano.
Shuichi
pensò bene di recuperare i pantaloni della tuta ed una maglietta,
mettendoseli addosso.
<<
Perdonami non sapevo saresti venuta >>
<<
Masumi mi ha chiesto di analizzarle delle tracce di sangue, ho
pensato di darle i risultati >>
L'uomo
fece un sorrisino.
<<
Da quando la scientifica fa indagini su ordinazione? >>
Shiho
avvertì l'impulso fisico di strangolarlo ma si trattenne.
<<
Oh quindi sarei poco professionale perché ho fatto un favore ad
un'amica... vuoi davvero giocare a questo gioco? Davvero Shu?
Tre
settimane fa chi ha contaminato le prove al parco botanico? >>
Akai
spalancò gli occhi trovandosi spiazzato.
<<
Come lo sai? >>
<<
Ho dovuto fare io i rilevamenti... Maledetto >>
Shiuichi
si mise una mano dietro la nuca. Tecnicamente l'FBI non era lì
durante quell'attacco terroristico e avevano dovuto lasciare il campo
facendo le cose in fretta.
<<
Aspetta. In quel caso non era coinvolta la polizia bensì... >>
<<
Perché per l'FBI il concetto di “vacanza” è interferire nel
lavoro delle altre agenzie governative? >> disse secca
interrompendo il suo ragionamento. Un monito per fargli capire che
non doveva indagare oltre.
L'Akai
stava per risponderle a tono ma in quel momento Masumi aprì la porta
del bagno.
<<
Mamma devi andare a comprare urgentemente gli assorbent... Oh sei tu.
Ciao Shiho >>
La
ragazza alzò la mano a mo di saluto.
<<
Ti ho portato i risultati >>
<<
Fantastico grazie. Mangi con noi? >> chiese con un gran sorriso
speranzoso.
Per
tutta risposta la ramata fece un sorriso tirato.
<<
Magari un'altra volta >>
Le
diede la busta coi risultati ed una piccola pochette. Poi uscì
velocemente dall'appartamento.
<<
Che c'è in quella borsetta? >> chiese Shuichi inclinando la
testa.
<<
Non sono affari tuoi nii >> rispose seccata la sorella.
*
In
realtà il piano era proprio quello di mangiare con Sera quando era
andata a casa sua.
Agasa
non c'era, lei non aveva avuto il tempo di fare la spesa e come se
non bastasse aveva delle lezioni nel pomeriggio.
Stava
morendo di fame ma mangiare con quel ragazzo, con quel bugiardo,
borioso ed arrogante, era veramente troppo al momento.
Dato
che stava passando davanti al Poirot decise di pranzare al volo lì
per poi andare all'università.
Non
appena aprì la porta la voce cordiale di Azusa la accolse.
<<
Irasshaimase
>>
Le
stava simpatica quella ragazza, cordiale, allegra ma riservata. Se
non fosse che avevano davvero poche occasioni di incontrarsi
sarebbero potute essere buone amiche.
Si
sedette al bancone ed ordinò un sandwich.
<<
Shiho che sorpresa >>
Rei,
o meglio Tooru era appena rientrato dal retro.
Non
si aspettava di vederla lì, non da sola almeno.
<<
Sei qui da sola? >>
Lei
annuì frettolosamente provando ancora dell'imbarazzo nel vederlo. Ma
ormai era passato del tempo, avevano avuto molte altre occasioni di
vedersi e si erano comportati con molta naturalezza tutte le volte.
Il
ragazzo guardò l'ordinazione, prese gli ingredienti ed accese la
vaporiera.
<<
Come mai da queste parti? >>
<<
Non farti strane idee... mi serviva un posto dove pranzare
velocemente. Quindi cerca di non avvelenarmi >>
Il
suo tono di voce era apparentemente serio ed il biondo non seppe
esattamente come reagire.
<<
Farò del mio meglio >> disse infine con un mezzo sorriso.
Finì
di comporre il panino e prese il coltello per tagliarlo.
Quel
silenzio non gli piaceva, lo metteva a disagio.
<<
Hai notizie di quei tre bambini che si divertono ad investigare? Non
li vedo da qualche giorno >>
Shiho
fece un sorrisino.
<<
E da bravo detective tu non hai svolto delle indagini? >>
Il
ragazzo stava per risponderle quando la suoneria di un cellulare lo
interruppe.
Shiho
prese il suo ony non riconoscendo il numero.
<<
Moshi moshi? Si … si sono io... >>
La
ragazza stava per portarsi il primo boccone del panino alla bocca
quando la vide irrigidirsi, sbiancare e poi alzarsi in piedi con uno
scatto.
Tooru
si allarmò.
<<
Shiho? >>
Lei
non lo ascoltava, anzi aveva cominciato ad alzare la voce al telefono
ed a tremare.
<<
Com'è successo? Dov'è ora? NO. Siete voi che mi dovete rispondere!
>>
Quando
la ragazza chiuse la chiamata era completamente nel pallone, si
guardava intorno e tremava.
Rei
uscì da dietro il bancone e le mise le mani sulle spalle.
<<
Shiho che è successo? >>
*
Il
professore aveva avuto un incidente ed ora era in ospedale.
Doveva
rimanere ricoverato per accertamenti.
<<
Lo sapevo che quel catorcio di macchina non era affidabile.
Maledizione perché non ho insistito per farla portare dal meccanico?
>>
Shiho
camminava avanti ed indietro per il corridoio tenendo in mano un
bicchierino vuoto da caffè.
Era
molto nervosa e faticava a concentrarsi.
Un'infermiera
le aveva detto che non poteva rimanere, che avrebbe potuto fargli
visita il giorno dopo ma lei era cocciutamente rimasta pretendendo
non solo di vederlo ma anche di visionare la sua cartella clinica.
Rei
la osservava preoccupato.
La
ragazza era sempre concentrata ed attenta, era veramente difficile
farla distrarre nonostante in laboratorio le si presentassero i casi
più disparati.
Doveva
essere veramente affezionata a quell'uomo per reagire in quel modo.
<<
Non puoi guidare in questo stato >>
<<
Io... io devo andare da lui... Rei... lasciami... >>
Era
così sconvolta che non era riuscita a distinguere il suo vero nome
da quello di copertura, per fortuna il locale in quel momento era
vuoto ed Azusa era scesa a prendere delle lattine.
Alla
fine si era tolto il grembiule e l'aveva accompagnata all'ospedale,
il professore si trovava a Tokyo per un convegno quindi dovettero
dirigersi sino a lì.
Shiho
si sedette su una delle sedie poste in corridoio e si mise una mano
sul viso.
Rei
le si avvicinò.
<<
Dai vieni... ti porto a casa... >>
*
L'aveva
portata nel suo appartamento.
<<
E' più vicina
all'ospedale, e poi non ho intenzione di lasciarti da sola >>
Shiho
non aveva replicato oltre, non ne era nelle condizioni.
La
casa dell'agente era davvero bella, non molto grande ma arredata
decisamente bene.
Dal
grande divano posto al centro del salottino vicino l'ingresso
riusciva a vedere una bella cucina ad isola con annesso un piano
bar, in fondo un tavolo e una porta che doveva portare nelle altre
camere.
Di
fronte a se c'erano delle tende piuttosto spesse che dovevano coprire
un grande balcone.
Una
volta dentro l'aveva scortata sino alla camera da letto, l'aveva
fatta sedere e le aveva messo una morbida coperta addosso.
<<
Direi che per oggi è meglio evitare il caffè... vado a prepararti
un the caldo >>
Shiho
era rimasta immobile qualche secondo poi si era guardata intorno.
Era
una camera piuttosto spartana ma aveva il pregio di avere il bagno in
camera ed un piccolo balcone.
Posò
gli occhi sul plaid: era morbido e caldo ed aveva il suo profumo.
Chiuse
gli occhi avvicinando un lembo della coperta al viso e li riaprì
solo quando sentì i passi del ragazzo dirigersi verso la camera.
Rei
poggiò il vassoio sul comodino e si voltò a guardarla.
Pose
la mano sulla sua guancia accarezzandole lo zigomo col pollice, poi
le fece un sorriso rassicurante.
<<
Vedrai che non è nulla di serio. Adesso mangia qualcosa e poi riposa
un po'... >>
Il
suo tono di voce era come un caldo abbraccio e per un momento fu
veramente tentata di tirarlo a se e stringerlo.
Ma
non fece nulla del genere, rimase immobile limitandosi ad annuire.
<<
… buonanotte >>
Non
appena il ragazzo chiuse la porta lei guardò il vassoio: oltre al
thè c'era un piattino pieno di biscotti e due panini.
Se
non fosse stata così triste e preoccupata le sarebbe scappato da
ridere.
*
L'indomani
Shiho si risvegliò molto presto avvolta comodamente nel plaid blu
del ragazzo.
Sbadigliò
e si diresse in bagno per darsi una rinfrescata, poi andò in cucina.
Rei
era addormentato sul divano con una mano dietro la nuca e l'altra
penzolante. La cravatta sul tavolino e la camicia sbottonata.
Shiho
si ritrovò ad avvampare in una maniera forse un po' troppo
esagerata.
Prese
un bigliettino ed una penna dalla sua borsa, poi uscì di casa senza
fare rumore.
Ti
devo un favore. Grazie per
l'ospitalità.
Shiho
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Grazie ***
Grazie
<<
Shinichi ascoltami per una buona volta. Io devo lavorare ok? >>
Lamenti
sommessi e borbottii dall'altro capo del cellulare.
<<
E smettila di fare così. Dimostravi più maturità quando avevi le
sembianze di Conan... >>
Un
insulto velato dall'altro capo del cellulare.
<<
Se ci tieni tanto ad uscire con Ran la prendi per mano e ve ne andate
insieme in ospedal... no. Non me ne frega niente se hai comprato i
biglietti! Va da Agasa e assicurati che non si faccia comprare
schifezze da qualche infermiera facilmente corruttibile >>
Chiuse
il telefono e sbuffò.
Stupido
ragazzo egoista. Era così che ricambiava le mille premure e la
disponibilità che il dottore gli aveva riservato negli ultimi anni?
Erano
passati un paio di giorni dall'incidente e a dirla tutta Agasa adesso
stava benissimo. Lo avevano trattenuto in ospedale per fargli le
ultime analisi e togliergli le fasciature alla testa.
Shiho
aveva fatto letteralmente il diavolo a quattro chiedendo aiuto
persino alla dottoressa Baba e alla fine era riuscita a vedere la
cartella clinica e si era intromessa nella terapia assicurandosi le
migliori cure.
Ovviamente
si era accertata che il professore mangiasse in modo consono.
Ma
quel giorno era piena di lavoro e non poteva andare in ospedale per
la gioia delle infermiere e del medico di turno.
*
Era
intenta a guardare delle sostanze al microscopio quando l'agente
Furuya entrò nella stanza.
Si
irrigidì un paio di secondi ma poi un pensiero la rincuorò: per sua
fortuna non erano soli, c'erano i suoi colleghi dell'equipe mentre
lui era in compagnia del suo sottoposto con gli occhiali.
Purtroppo
per lei la cocciutaggine dell'agente superava qualsiasi forma di
imbarazzo.
Le
si piazzò davanti fissandola con insistenza.
Lei
ringraziò di avere addosso la mascherina perché si sentiva
avvampare.
Non
si erano più visti da quella sera: la ragazza aveva cercato di
evitarlo in ogni modo.
Ogni
volta che lui si avvicinava troppo lei avvertiva in disagio
irrazionale, il battito cardiaco accelerava e faticava a mantenere un
atteggiamento freddo e distaccato.
<<
Sei scappata di nuovo >> sussurrò in modo che lo sentisse solo
lei.
<<
Non so di che parli... >> rispose con lo stesso volume nei
toni.
<<
Smettila di fare la finta tonta. Ti sei svignata e te la sei data a
gambe lasciandomi quel ridicolo biglietto >>
La
ragazza alzò la testa guardandolo negli occhi.
<<
Che avrei dovuto fare? Restare? >>
<<
Si >> disse lui convinto.
Shiho
abbassò il capo iniziando a fissare un punto indecifrato del
microscopio.
<<
Almeno sei riuscita a dormire? >>
Perché
si ostinasse a trattarla come una bambina non lo capiva.
Insomma,
non si comportava certo come tale e non aveva più nemmeno l'aspetto
di una bambina.
<<
Si. Ho dormito >>
<<
Sei tornata in ospedale stamattina? >>
Lei
scosse la testa.
<<
Spero di poterci andare prima che lo dimettano >>
<<
Posso accompagnarti? >>
Quella
semplice domanda la lasciò basita. Inoltre quelle domande a raffica
la stavano opprimendo.
<<
No >> disse secca senza nemmeno pensare.
Vide
chiaramente che lo aveva offeso e si sentì un verme.
Rei
chinò il capo chiudendo gli occhi.
<<
Wakatta. Perdona l'invadenza >>
Per
la giovane donna udire quel tono di voce fu come un colpo allo
stomaco.
Deglutì
non sapendo come reagire.
L'agente
se ne stava andando, probabilmente non sarebbe dovuto essere lì quel
giorno dato che non aveva richiesto alcuna analisi.
La
porta si era richiusa da un paio di minuti.
Shiho
assottigliò gli occhi.
Ci
volevano sette minuti per scendere con l'ascensore, cinque a scendere
le scale.
Si
tolse la mascherina gettandola sul tavolo e si diresse a passo svelto
fuori dalla stanza mentre i suoi colleghi la guardavano straniti.
*
<<
Agente Furuya >>
Lui
si stava dirigendo verso la sua macchina, era solo ma concentrato a
guardare il telefono.
<<
Rei! >> Urlò sentendo il respiro farsi pesante.
Erano
nel garage sotterraneo e quell'urlo rimbombò tra le pareti.
Il
ragazzo si voltò guardandola con aria corrucciata mentre la
scienziata si piazzava davanti a lui riprendendo fiato.
Rei
si mise le mani in tasca guardandola con aria neutra.
Shiho
inspirò e lo guardò fisso negli occhi.
<<
Io... non sono brava con queste cose... >>
Lo
abbracciò stringendolo a se e chiuse gli occhi.
<<
… però... grazie... grazie davvero >>
Rei
la guardò sbigottito non sapendo come reagire, l'abbraccio per
quanto forte era durato poco, non più di qualche secondo, poi la
ragazza era corsa via verso l'ascensore senza nemmeno dargli il tempo
di risponderle.
Alla
fine l'agente poggiò un dito sulla sua guancia arrossendo in modo
lieve e sorrise.
***
Angolo
dell'autrice.
Per
chi avesse visto il secondo live action. Avete presente il momento in
cui Shiho abbraccia Shinichi? Ecco quello è il tipo di abbraccio a
cui avevo in mente quando ho descritto la scena.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Grazie a tutti, a presto.
Violetta_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Out of Character ***
Nota:
flashfic.
Out
of Character
Quella mattina Agasa
si svegliò e andò dritto in cucina facendosi un thè. Si guardò
intorno e aprì la dispensa prendendo dei biscotti con lo stesso
atteggiamento con cui un ladro ruba un televisore in piena notte.
Si
mise davanti al computer sorseggiando il suo the.
<<
Buongiorno >>
Agasa
si irrigidì guardando i biscotti con aria terrorizzata.
<<
Ciao Shiho cara >> disse cercando di comportarsi con
nonchalance.
<<
Che fai? >> domandò lei sinceramente curiosa.
<<
Sto guardando un video sulle nuove tecniche di assemblaggio dei
metalli, è per una nuova invenzione >>
La
scienziata si avvicinò a lui poggiando una mano sulla sua spalla e
l'occhio le cadde su quei biscotti.
L'uomo
raggelò.
La
ragazza ne prese due e poi si diresse verso la libreria salendo sulla
scaletta per prendere uno dei libri più in alto. Il tutto senza
occhiate raggelanti o battutine.
Agasa
si girò a fissarla ed inclinò la testa.
Ultimamente
Shiho era strana.
Girovagava
per casa con un'aria talmente serafica che sembrava volteggiasse come
una ballerina, ascoltava la musica ad alto volume mentre sbrigava le
sue faccende, invece che rintanarsi in camera e mettersi le cuffie, e
capitava che canticchiasse.
Si.
Canticchiava.
Certo
si comportava così solo in casa e bastava un niente per farle
tornare la sua solita aria corrucciata, però era davvero bello
sapere che in fondo in fondo era di buon umore.
Chissà
come mai.
***
Shinichi
si trovava al caffè a leggere il giornale e a gustarsi una spremuta
d'arancia quando notò lo sguardo preoccupato della giovane barista.
<<
Azusa va tutto bene? >>
<< Si... solo che sono quasi
le quattro ed ancora Amuro-san non è arrivato >>
Il
ragazzo in questione entrò dalla porta due minuti dopo tutto
trafelato iniziando a scusarsi con la collega.
<<
Tooru sei in ritardo >> disse Azusa con tono severo ma anche un
po' preoccupato.
Il
ragazzo mise le mani giunte davanti il viso e chiuse gli occhi.
<<
Perdonami Azusa, ho trovato traffico >>
<<
Ok... dovresti preparare delle zuppe per quel tavolo >> disse
indicando uno dei tavoli in fondo al locale e l'anziana coppia seduta
attorno ad esso.
<<
Wakatta... >>
Amuro
tagliò gli ingredienti e si procurò una piccola ferita al dito,
pochi minuti dopo rischiò di fare cadere i piatti.
Shinichi
corrugò la fronte con aria stranita.
Ultimamente
Rei era strano.
Era
decisamente distratto, spesso si perdeva in arcani pensieri fissando
il vuoto e guardava costantemente il cellulare.
Ovviamente
si comportava così solo quando la situazione non richiedeva alta la
guardia e quelle poche volte che lo aveva visto indagare per conto
del PSB era il solito agente attento e concentrato, però era
bizzarro vederlo in quello stato.
Chissà
cosa gli passava per la testa.
***
Angolo
dell'autrice.
Ormai
i neuroni sono andati. Ciao ciao neuroni da scienziata, addio neuroni
da detective... è stato bello.
Scherzi
a parte questo è un piccolo scorcio di quello che capita loro in un
limitato periodo di tempo e sempre e solo durante momenti in cui
hanno abbassato la guardia. Però mi sembrava doveroso mostrarlo.
Laix
ti chiedo scusa per la lunghezza, non ho ignorato il tuo suggerimento
solo che questo capitolo era già destinato ad essere una flashfic.
Spero
che vi sia piaciuto questo capitolo. Grazie a tutti i lettori.
Violetta_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** Palestra ***
Nota:
Possibile spoiler per chi non ha visto l'ep 918
Palestra
<<
Non mi rispondere con quel tono! >>
<< Mamma se
continui a fare quelle espressioni corrucciate ti verranno le rughe
>>
Shiho si bloccò: era difficile che le venissero le
rughe con le sembianze di bambina ma d'altro canto i ragionamenti di
quel ragazzo le erano sempre sembrati strani.
Poggiò
le spalle contro il muro accanto alla porta d'ingresso
dell'appartamento e prese il cellulare.
Sono
fuori casa tua...
Masumi, intenta a digitare sullo
schermo del cellulare, inclinò la testa di lato schivando un coltello
che si conficcò nel
muro alle sue spalle e sbuffò vistosamente guardando verso la
porta.
Potresti
anche entrare. Non mordono e hanno le pistole conservate.
A
Shiho scappò un sorriso.
Ti
aspetto giù.
Masumi
guardò torvo sua madre e suo fratello, poi prese la giacca.
<<
Io esco. Non vi accapigliate e non lanciate oggetti >>
Quei
due non la ascoltarono nemmeno troppo intenti a fulminarsi con lo
sguardo reciprocamente.
<<
Ok bella chiacchierata. Quando uscite chiudete la porta >>
***
Shiho
era sulla moto intenta a giocare ad ungry birds.
<<
Che problemi ha tuo fratello? >>
Lei
non rispose, si limitò a ridacchiare in modo nervoso.
<<
Ti sei assicurata che non abbiano bombe a mano dentro le tasche?
>>
infierì ulteriormente la scienziata.
Masumi
assottigliò gli occhi e portò le mani sui fianchi.
<<
Ah-ah-ah. Divertente >> disse con sarcasmo.
Si misero
entrambe il casco e accesero le rispettive moto andando sfrecciando
per le strade in direzione di Yokohama.
Comunicavano
tramite il microfono posto nel casco.
<<
La palestra è piccola ed è anche poco conosciuta quindi potrai
studiare in pace. Poi ce ne andiamo a mare >>
<<
Perfetto >>
Shiho
adorava il mare. Le dava un senso di libertà e le trasmetteva calma.
Più che nuotare preferiva stare stesa sulla sabbia con un
ombrellone per evitare l'insolazione di pochi anni prima, magari con
un buon estratto di carota freddo ed una rivista in mano, cosa che
con la compagnia di Sera-chan sicuramente non avrebbe potuto fare.
Probabilmente
la ragazza l'avrebbe trascinata in acqua senza nemmeno aspettare che
si abituasse alla temperatura, l'avrebbe convinta a giocare con la
palla e a fare luuunghe e stremati nuotate.
Per
questo aveva accettato di accompagnarla in palestra prima, sperava
che si stancasse per poter rilassarsi sulla sabbia almeno per
un'oretta buona
<<
Come mai ti non alleni in una palestra più vicina? >>
<<
Ho sentito Shu-nii che ne parlava al telefono e ho fatto una ricerca
su internet. Gli istruttori sono veramente bravi ed ha il pregio di
avere delle piccole palestre riservate >>
<<
Mh... ok >>
<<
...chissà forse più tardi lo incontriamo >>
Il
primo impulso di Shiho fu quello di frenare la moto e fare un rapido
dietrofront, il suo silenzio doveva essere risultato piuttosto
eloquente poiché Masumi si affrettò a rettificare.
<<
Sto scherzando. Doveva andare a casa di Shinichi. Verso quest'ora
dovrebbe
iniziare un documentario sulla vita di Holmes >>
Uh se
li immaginava quei due sul divano l'uno accanto a l'altro. Shinichi
con un succo d'arancia ghiacciato e l'altro con un bicchiere di -e
in quella frazione di secondo non se ne rese nemmeno conto ma sul suo
volto si tinse un piccolo sorriso- bourbon.
Forse Sonoko
più che di lei avrebbe dovuto sospettare di Subaru.
<<
A che pensi? >>
<< Secondo me quei due sarebbero tanto teneri
come coppia: tuo fratello cucina roba indigesta e Shinichi mangia
rischiando un'intossicazione per non offenderlo. Come due sposini...
>>
Masumi per poco non perse in controllo della moto che
sbandò in modo evidente.
<< Piantala! >>
Arrivarono
a destinazione ed entrarono nella struttura.
La
hall era piuttosto spartana con una ragazza dietro il bancone intenta
a leggere una rivista sportiva.
Non
appena incrociò lo sguardo di Masumi poggiò la rivista.
<<
Avete prenotato? >>
<<
Ho parlato con lei a telefono. Sera >>
La
ragazza annuì e digitò velocemente sulla tastiera del computer
posto sulla scrivania, poi le diede una schedina elettronica.
<<
35 >> disse indicandole il corridoio.
<<
Arigatò >>
*
<<
Forza Masumi alza di più quella gamba! >>
Shiho
roteò gli occhi al cielo.
Avere
un'intera stanza solo per loro era una cosa carina, avevano più
privacy rispetto ad una palestra tradizionale, ma quell'istruttore
gridava come un ossesso ed aveva un tono di voce decisamente
sgradevole.
Sera
sembrava si stesse divertendo mentre lei si era mesa seduta in un
angolo col suo libro in mano.
Aveva
finito il capitolo nonostante le urla e gli incitamenti di
quell'odiosa persona.
Cercò
nella borsa e si accorse di aver finito l'acqua.
Sbuffò.
Sicuramente
Masumi ne avrebbe avuto ancora per un po' quindi decise di non
disturbarla.
Si
alzò uscendo dalla stanza e si guardò intorno alla ricerca di un
distributore di bibite.
Era
una palestra, di sicuro ce n'era uno.
Si
mise a girovagare per i corridoi con aria piuttosto annoiata, benché
quella struttura fosse piccola, i corridoi erano fatti male, in modo
piuttosto intricato come un labirinto e poi erano tutti uguali, senza
un poster, una pianta o qualcosa che favorisse l'orientamento.
Aprì
una porta convinta che portasse ad un altro corridoio.
Si
bloccò sgranando gli occhi.
Ma
era davvero lui?
Rei
stava tirando pugni ad un sacco da boxe.
Sapeva
che il ragazzo fosse uno sportivo, glielo aveva accennato lui stesso
durante qualche pausa pranzo.
I
due ormai andavano d'accordo ed anche se non mancavano mai di tirarsi
qualche frecciatina reciproca.
Ad
ogni colpo il sacco oscillava in maniera evidente mentre le ciocche
bionde ricadevano scompigliate sulla fronte.
Era
coperto da dei pantaloni sportivi neri. Solo dai pantaloni.
I
suoi lineamenti delicati, motivo per cui ogni tanto lo prendeva in
giro definendolo una ragazza, in quel momento erano totalmente celati
da uno sguardo duro e i denti serrati.
Ogni
singolo muscolo del suo corpo era in tensione, le braccia si
muovevano velocemente contro il sacco, i muscoli dei pettorali ed gli
addominali erano perfettamente definiti.
La
ragazza inclinò la testa e notò che era imperlato da gocce di
sudore che andavano scendendo sempre più gi...
Si
girò di scatto e si mise una mano sul viso. Ma che stava facendo?
Lei
non era così, non era una superficiale.
Mettersi
a fissare come una bambinetta. Ma che cavolo!
Si
allontanò velocemente da quel corridoio ringraziando il cielo di non
essere stata vista.
Finalmente
dopo pochi minuti trovò il distributore, si trovava al piano
superiore il maledetto.
Prese
una bottiglietta di the verde e ne bevve due lunghi sorsi.
Stava
per avviarsi quando un ragazzone intento a parlare al telefono in
modo concitato uscì da una delle stanze correndo in modo piuttosto
goffo e le diede uno spintone senza nemmeno accorgersene.
Shiho
era vicino alla rampa di scale e, complici le zeppe e l'effetto
sorpresa, perse l'equilibrio.
Chiuse
gli occhi d'istinto aspettandosi di ruzzolare per giù le scale.
Dopo
un paio di secondi però aveva ancora l'osso del collo intatto.
Riaprì
un occhio e si ritrovò davanti due occhioni azzurri che la fissavano
con aria piuttosto divertita.
Rimase
spiazzata.
<<
Ciao >> disse secca.
<<
Ciao >> rispose lui con un tono di voce decisamente più
allegro.
Rei
si era preso una pausa dall'allenamento per prendere qualcosa da bere
e aveva visto la scena giusto in tempo.
Con
uno scatto l'aveva raggiunta e l'aveva presa al volo.
Shiho
non poté fare a meno di notare che era ancora senza maglietta.
<<
Sei vestita in modo decisamente inadeguato per questo posto >>
disse lui scrutandola.
In
effetti la ragazza oltre alle zeppe aveva addosso un paio di
pantaloncini jeans e una maglietta con spalline sottili viola.
<<
Ho accompagnato una persona >> disse continuando con
quell'atteggiamento freddo che celava il suo disagio.
<<
Ah capisco. In effetti non ti ci vedo a frequentare un posto del
genere >>
Lei
lo fissò con sguardo truce.
Ma la stava prendendo in giro?
<<
Pensi di mettermi giù adesso? >>
<<
Ma certo madame >>
Il
ragazzo scese gli ultimi tre gradini poi le fece poggiare i piedi per
terra.
<<
E comunque prego. Non c'è di che. Non c'è bisogno di ringraziare.
Ho solo evitato che ti rompessi l'osso del collo >>
*
<<
Shi scusami ho perso più tempo del solito. Spero tu non ti sia
annoiata >> Disse Masumi sistemando il suo borsone.
Shiho
era rientrata nella palestra da pochi minuti.
<<
Decisamente no >> disse con un sorrisetto stampato in faccia.
Masumi
la guardò stranita.
<<
Tutto ok? >>
<<
Certo. Andiamo a mare forza >> rispose con aria serafica
avviandosi verso l'uscita della palestra.
***
Angolo
dell'autrice.
Shiho
ha appena scoperto che oltre ai neuroni ha degli ormoni (stavano lì,
nascosti e sedati da qualche parte).
Il
fatto che si siano incontrati è stata una semplice (e fortuita)
coincidenza. Rei non la sta pedinando.
Che
dite? Carino? Spero di si.
Ne
approfitto per ribadire i miei ringraziamenti a tutti i lettori e a
tutte le persone che hanno commentato la storia, non avrei mai
immaginato di ricevere tante recensioni per una flash. Grazie
ragazzi.
Che
dire, a presto. Bacioni.
Violetta_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** Kissing Stranger ***
Kissing
Stranger
Buffo
come un bacio innocente, veloce, a fior di labbra, possa trasformarsi
velocemente in qualcosa di molto più intenso.
Si
guardarono negli occhi per un paio di secondi allibiti dai loro
stessi gesti e con lo sguardo velato da un desiderio celato da ormai
parecchio tempo.
Per
un instante si domandarono se non fosse stato un errore, un gesto
sciocco e dettato da un sentimento sbagliato, ma quel veloce momento
venne sopraffatto dagli eventi e nessuno dei due riuscì più a
pensare con raziocinio.
Il
ragazzo si avvicinò nuovamente a lei prendendole il viso tra le mani
ed accarezzandole la guancia con pollice mentre, con garbo ma deciso,
insinuava la lingua tra le sue labbra.
Lei
chiuse gli occhi circondandogli il collo con le braccia e
premendoselo addosso. Aprì la bocca rispondendo a quel bacio così
intenso.
Prese
a solleticargli il labbro inferiore con la punta della lingua e
inclinò la testa per catturare meglio quelle labbra.
Rei
aprì appena gli occhi in modo da guardare quella ragazza che ormai
continuava a presentarsi prepotentemente nei suoi pensieri
distraendolo e rendendogli difficile svolgere il suo lavoro.
Era
convinto che una volta attirata a se lei lo avrebbe schiaffeggiato ed
insultato, invece era lì, davanti a lui, con gli occhi chiusi, le
guance arrossate e le mani poggiate sulla sua nuca.
Bella.
Diamine se era bella.
Chiuse
nuovamente gli occhi e mosse la lingua solleticando quella della
ragazza.
Shiho
sentiva il cuore tamburellarle furiosamente nel petto, la testa era
sgombra da qualsiasi pensiero razionale ed avvertiva una forte
sensazione di calore che non riusciva a frenare.
Inspirò
cominciando ad avvertire anche carenza di ossigeno.
Riusciva
a ricordare a stento gli ultimi minuti: lo stava accompagnando in uno
degli stanzini del laboratorio, camminavano in silenzio col loro
solito atteggiamento serio ed estremamente professionale quando
improvvisamente l'agente l'aveva tirata per un braccio.
Poi
il limbo o forse l'eden.
Il
suo profumo era così intenso da frastornarla e la attraeva in
maniera incredibile.
L'aveva
notato quella sera al ballo, anche se in quell'occasione non aveva
voluto ammetterlo a se stessa, ma da quando frequentava il
dipartimento della scientifica se l'era trovato parecchio intorno e
quel profumo le aveva provocato più di una volta una leggera
tachicardia risvegliandole desideri che era convinta di non poter
provare più.
Fece
scivolare le mani sul suo collo scendendo lentamente sul petto,
sentendo i muscoli perfettamente definiti sotto la camicia.
Nello
stesso momento il ragazzo scese con le mani accarezzandole la schiena
molto lentamente.
Shiho
lo afferrò per la cravatta e iniziò a muovere la lingua con
maggiore intensità spiazzando l'agente che spalancò gli occhi per
poi ridere soddisfatto contro le sue labbra.
La
ragazza risalì velocemente ed affondò le dita tra i suoi capelli
biondi avvicinandosi ulteriormente al suo viso.
Rei
strinse la presa attorno alla sua vita, poggiò la schiena contro il
muro trascinandola a se in modo un po' irruento, facendo cadere una
pila di fogli ed un contenitore posto sulla scrivania li vicino, e
catturò il suo labbro inferiore.
Shiho
assecondò i movimenti del ragazzo ritrovandosi premuta contro di
lui, poggiò le mani sulle sue spalle chiudendo i pugni e
sgualcendogli la giacca. Udì appena il rumore del contenitore che
rimbalzava per terra.
Alla
fine dovettero staccarsi l'uno dall'altra per riprendere fiato.
Entrambi
respiravano in maniera affannosa guardandosi intensamente negli
occhi, scrutandosi e studiando l'uno le reazioni dell'altra mentre
realizzavano quello che era appena
successo.
Rei
accennò un mezzo sorriso.
<<
NO >> disse improvvisamente Shiho.
<<
Cosa...? >> domandò frastornato.
<<
Hai la faccia di uno che sta per fare una battuta cretina. NON farlo
>>
Al
ragazzo sfuggì una risata, allungò una mano sul suo viso
solleticandole il labbro inferiore col pollice.
<<
La prossima volta potremmo vederci in un posto un po' più carino?
>>
disse con un tono di voce che metteva i brividi.
In
effetti il piccolo stanzino dietro il laboratorio di biologia non era
esattamente il posto più romantico del mondo, ma d'altro canto quel
momento non era assolutamente previsto.
E
con tutta probabilità i loro rispettivi colleghi li stavano
cercando.
<<
Ho capito. Sei quel genere di ragazza >> disse Shiho con
un mezzo sorriso.
Lui
dapprincipio mise il broncio poi le diede un buffetto sul naso.
<<
Sta zitta. Ti sono piaciute le attenzioni di questa "ragazza">>
Lei
sorrise divertita cercando di non far notare il suo rossore sul viso.
Non ci teneva a dargli troppe soddisfazioni.
<<
Devo tornare a lavoro >> disse l'agente guardandosi intorno
ancora un po' su di giri. Si schiarì la gola nel tentativo di riprendere un atteggiamento professionale << dove sono i risultati delle
analisi? >>
<<
Le hai messe nella tasca dentro la giacca poco prima di saltarmi
addosso... >> disse lei canzonatoria mentre usciva dallo stanzino
per raggiungere i suoi colleghi.
Rei
alzò gli occhi al cielo e scosse la testa domandandosi se sarebbe
mai riuscito ad avere la meglio in una discussione con quella
imprevedibile scienziata.
Angolo
dell'autrice.
Il
titolo strizza l'occhio al singolo degli DNCE
ma l'unico riferimento sta nel tono un po' rock che ho cercato di
dare alla shot, non ci sono riferimenti al testo.
Allora
Simo, Laix, ShiRan, Lady Sherlok, Kokka, Marta (spero di non aver
dimenticato nessuno) avete visto che alla fine questi due si son dati
una mossa? Magari non come ci si aspettava: con cielo stellato e
fiori di ciliegio o attorno ad un tavolo a lume di candela o che so
io... considerato i tipi mi sembrava un po' banale.
Comunque
tranquilli ci sarà tempo e spazio per l'idillio.
Spero
mi perdonerete per la lunghezza ma avevo come l'impressione che se
avessi continuato a scrivere quello stanzino si sarebbe ridotto
piuttosto male....
Che
dite. Piaciuto? Spero di si.
Grazie
a tutti i lettori. A presto.
Ciao.
Violetta_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** Virus ***
Nota:
OOC, demenziale.
Virus
Rei
si trovava sul divano del salotto nel suo appartamento, la finestra
era coperta dalle spesse tende il che creava un'illuminazione soffusa
alla stanza nonostante fossero le undici del mattino.
Nel
pomeriggio sarebbe dovuto andare a lavoro ma in quel momento non
aveva molto da fare.
Guardò
il cellulare e sbuffò seccato.
Aveva
il suo numero ma non poteva contattarla. Questo si che era
frustrante.
*
Qualche
giorno prima Shiho gli aveva mandato un messaggio e lui aveva da
subito notato qualcosa di strano.
Aveva
fatto i dovuti controlli e dopo poco aveva scoperto che il cellulare
della ragazza era sotto controllo.
<<
Cerca di utilizzarlo il meno possibile >>
Shiho
alzò un sopracciglio.
<<
Come? >>
<<
Sei sotto attacco di un haker... ma è praticamente impossibile che
siano loro >>
La
ragazza poggiò il bisturi sul tavolino e fece mente locale, poi
scosse la testa e si rimise a lavorare.
<<
Tranquillo credo di sapere chi è >>
<<
Chi? >>
<<
Un burlone... >>
*
Shiho
era sdraiata sul letto della sua camera nel seminterrato.
Aveva
addosso solo un top corto sportivo azzurro ed un paio di pantaloncini
bianchi e guardava con aria truce il cellulare poggiato sul suo
comodino.
Si
morse il labbro inferiore ripensando a qualche giorno prima.
Aveva
lasciato intendere a Rei che "il burlone" che fosse un
collega di università. Ma la realtà era ben diversa.
Non
poteva dire chi fosse il responsabile. O meglio preferiva evitarlo.
Sbuffò.
Akai
doveva smetterla di hakerare i suoi apparecchi elettronici.
Già
quando era nei panni di Ai la cosa le dava parecchio fastidio,
figuriamoci adesso che era tornata nelle sue sembianze da adulta e
che aveva un lavoro all'interno della polizia.
Doveva
trovare il modo di fargli passare la voglia una volta per tutte.
Peccato
che non potesse chiedere aiuto ad Agasa, troppo vicino a Shinichi,
sicuramente sarebbe andato a riferirgli tutto all'istante. E Shinichi
sarebbe andato immediatamente da Akai.
Perchè
quel maledetto portasfiga non si faceva mai i fatti suoi?
Guardò
l'orologio: era quasi ora di partire per andare a lavoro.
Si
mise in piedi, scelse un paio di pandaloni dall'armadio ed una giacca
cambiandosi velocemente, poi prese la borsa ed il casco ed uscì di
casa.
*
Arrivò
un po' in anticipo e ne approfittò per fare una deviazione in un
ufficio al di fuori della sua competenza.
Bussò
un paio di volte ma non ricevette alcuna risposta.
Poco
male se lo aspettava.
Aprì
piano la porta e vide che la stanza era completamente buia, c'erano
monitor e macchinari ovunque, un poster degli AC/DC alla parete ed
una figura con un paio di occhiali spessi e delle grosse cuffie
addosso che digitava sulla tastiera di un pc.
<<
Ehi Sumy >>
Sumire
Nekoi era l'informatica del dipartimento. Una ragazza poco più
giovane di lei dal carattere piuttosto particolare ma molto alla
mano.
<<
Sumy! >> urlò.
Se
Shiho era un genio biochimico Sumire era un genio informatico...
<<
Sumire! >>
...peccato
fosse davvero tanto tanto particolare.
Quando
Shiho le si piazzò davanti agitando la mano la ragazza alzò la
testa togliendosi gli occhiali e le cuffie.
<<
Ciao splendore. Che c'è? >>
<<
Fammi un favore >>
<<
Tutto quello che vuoi bambola >>
*
<<
Che diavolo ci fai qui? >>
Rei
si trovava in una delle basi segrete di Adachi per un meeting con i
suoi colleghi.
<<
Lo sai bene... >> rispose con sufficienza Akai in compagnia dei
suoi colleghi dell' FBI.
<<
Non mi riferivo a te >>
Il
gruppo aggrottò le sopracciaglia per poi voltarsi in direzione dello
sguardo di Furuya.
Akai
sgranò gli occhi.
Shinichi
spuntò da dietro di uno degli scatoloni da imballaggio.
<<
Mi hai seguito... >>
<<
Certo che ti ho seguito. Voglio sapere cos'è successo al porto >>
L'agente
aveva fatto un incontro piuttosto interessante durante un
apostamento.
<<
Cosa hai scoperto? >>
L'agente
prese il pc poggiandolo sopra uno scatolone e lo accese.
Mise
il video ed invitò tutti i presenti a guardare la registranzione.
Lui invece si mise in disparte digitando dei tasti sul suo cellulare.
Era
ormai da qualche giorno che il cellulare della principessa
mostrava molta meno attività. Le comunicazioni con i suoi colleghi
di università erano ridotti all'osso e sembrava aver rotto i
contatti con quella dottoressa, se non ricordava male il suo nome era
"Baba".
Inoltre
ultimamente usciva parecchio di casa e tornava ad orari assurdi.
Premette
sull'applicazione cercando di scoprire dove si trovasse adesso.
Stranamente
il suo cellulare ci mise più tempo del solito a caricare.
Aggrottò
la fronte.
<<
Ehi ma che succede? >> domandò Jodie notando che il video al
pc aveva inizato a bloccarsi mentre l'audio era decisamente sporco.
Shuichi
si avvicinò allo schermo cercando di sbloccarlo.
Dopo
un paio di secondi di caricamento spuntò una strana schermata rossa.
<<
Mh? >>
Poi
iniziarono a spuntare delle immagini che non avevano nulla a che fare
con l'organizzazione.
E
non lasciavano nemmeno spazio all'immaginazione.
<<
Aaah. Oh si! Shu ancora... >>
Mugugnii,
versi espliciti e gemiti.
Jodie
si mise le mani sul viso nascondendo il rossore.
<<
Uhmmm continua... >>
Le
voci sembravano di persone diverse e di diverso genere.
Camel
cercava di fissare lo schermo ma veniva spintonato dal collega.
<<
Shuuu! >>
Gli
agenti del PSB si guardarono tra di loro alcuni ridacchiando, altri
portadosi una mano sul viso.
<<
Aaaah >>
Shinichi
era completamente paonazzo si girò tossicchiando cercando di darsi
un contegno ma era veramente difficile per un adolescente
controllarsi davanti a certi scenari.
Rei
invece si era soffermato ad analizzare la situazione preoccupato: se
era così facile per l'Akai beccarsi un virus forse non era così
impeccabile come pensava.
Intanto
il suddetto Akai stava premendo pulsanti come un disperato cercando
di mantenere il controllo. Ma vista la sua espressione e la faccia
rossa come un peperone diciamo che la cosa non gli stava riuscendo
esattamente bene.
<<
Siii agente dammi il tuo bell... >>
L'uomo
chiuse con forza il pc ma l'audio continuava a procedere.
Dopo
un momento di silenzio si udì il tipico rumore che si ha quando si
inizia a registrare un suono e poi si udì una voce sorprendentemente
familiare.
<<
Ciao Shu. Allora che ne dici di smetterla di hakerare il mio
cellulare ed il mio pc? >>
Shinichi
aprì la bocca ma non riuscì ad emettere suono.
Rei
spalancò gli occhi e siccessivamente portò due dita sul mento
cominciando ad aferrare la situazione.
Shuichi
aprì lo schermo trovando finalmente il virus. In realtà era un
programmino di piuttosto blando e facilmente rimovibile.
Una
finestra popup imperava sullo schermo.
Al
prossimo tentativo di hakeraggio il virus sarà parecchio più
dannoso e molto più umiliante. Chiaro?
Con
affetto, quella-che-vuole-la-sua-privacy <3
Rei
era completamente piegato in due dalle risate.
Conosceva
solo una ragazza talmente pazza da orchestrare uno scherzetto simile
e talmente brava da insinuarsi dentro gli strumenti di un agente
dell'FBI.
Ed
esisteva solo un'altra ragazza talmente sadica da commissionarle tale
scherzetto.
Che
accoppiata terrificante.
*
<<
Sumire sei certa che il virus non intaccherà dati sensibili
dell'FBI? Voglio dargli una lezione senza mettere a repentaglio il
suo lavoro >>
<<
Tranquilla dolcezza. A rimetterci sarà solo la sua faccia >>
Shiho
aggrottò le sopracciglia e sorseggiò il suo caffè.
<<
Ok mi fido. Adesso torno a lavoro >>
***
Angolo
dell'autrice.
Piccolo
cameo.
Lo
ammetto, mi sono voluta divertire giocando con la trama e coi
personaggi a scapito di Akai.
Spero
di avervi divertito. Alla prossima.
Ciao.
Violetta_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 12 *** Bombe ***
Bombe
Il
monte Fuji era sempre uno spettacolo, anche se in quel momento era
parecchio distante e ne si scorgeva solo la punta.
Shiho
aveva il gomito poggiato vicino al finestrino di un'auto e guardava
il panorama con aria pensierosa.
Era
un po' stanca, si era dovuta alzare molto presto per collaborare ad
un caso di omicidio nei pressi di Chiba, aveva passato quasi tutta la
giornata ad effettuare analisi ed adesso stava tornando a casa.
Non
le piaceva particolarmente doversi spostare per lavoro. Preferiva di
gran lunga che i corpi venissero portati nel laboratorio della
dottoressa Baba ed analizzarli lì, dove sapeva esattamente dove
fossero posti gli strumenti ed i macchinari.
Poi
dover collaborare con agenti che non conosceva la innervosiva.
D'un
tratto dalla radio udì una canzone che le piaceva molto ed alzò il
volume.
<<
Che cos'e? >>
La
ragazza girò la testa assumendo un'espressione stranita poichè il
tono di voce di Rei sembrava proprio schifato.
I
due si trovavano sulla Mazda dell'agente che si era offerto di
accompagnare la giovane assistente del capo della scientifica dato
che dovevano svolgere le indagini per lo stesso caso.
<<
L'ultima canzone di Yoko Okino >>
<< Toglila subito >>
Il
ragazzo allungò la mano per poter cambiare stazione radio ma venne
prontamente fermato dalla ragazza che gli diede uno schiaffo sulla
mano.
<< No... ma che ti prende? >>
<<
Non permetterò a quelle onde sonore di propagarsi in questa macchina
>>
Si
guardarono fissi per due secondi, poi il ragazzo rinunciò a premere
il pulsante della radio. Tanto sapeva che Shiho avrebbe rimesso
nuovamente la canzone, e se questa fosse finita avrebbe trovato il
modo di fargliela pagare.
<<
Hai dei gusti musicali orribili >>
<< Ehi non
criticare >>
<<
Si che critico... La musica pop commerciale cerca di
accontentare il maggior numero di persone, sopratttutto giovani
ragazzi, e quindi ha una qualità minore rispetto ad altri generi
>>
Aveva
alzato l'indice all'insù e parlava con un atteggiamento saccente.
Shiho
alzò gli occhi al cielo, lo trovava parecchio odioso quando si
comportava in quel modo.
<< Piantala professorino >>
Rei
socchiuse gli occhi.
<<
Zero-chan smettila di fare il maestrino >>
Si
morse l'interno guancia e strinse le mani sul volante.
Shiho
notò quello strano combiamento d'umore.
<< Mh? Ti sei
bloccato? >>
Il
ragazzo guardò fuori dal finestrino per due secondi, poi sorrise
beffardo.
<<
Sei grandicella per certe canzoncine >>
<<
Canzoncine? >>
*
Se
c'era una cosa che Shiho Miyano detestava era essere presa in giro.
Quando
succedeva dava sempre una manciata di secondi al suo interlocutore,
giusto una piccola chance per scusarsi.
Poi
ringhiava.
Ti
guardava fisso negli occhi e si metteva a ringhiare a bocca chiusa
con quell'inquiestante suono gutturale di sottofondo.
Rei
aggrottò le sopracciglia fisandola con la coda dell'occhio. No,
quell'atteggiamento non gli piaceva affatto.
Era
furba quindi non avrebbe mai dato sfogo al suo nervosismo dandogli un
pugno in testa. Sapeva che sarebbe riuscito a bloccarle il polso con
molta facilità.
Non
si sarebbe nemmeno messa ad urlare, raramente alzava la voce.
No
la sua vendetta sarebbe stata ben calcolata e a sangue freddo. Ed
estremamente efficace.
<<
Certo che sei permalosa... >> disse infine per sdrammatizzare.
Shiho
assottigliò gli occhi in modo inquietante.
<<
Ok. Questa particolare canzone è piuttosto carina >> continuò
assecondandola.
<<
Ah. Non sei credibile Furuya >>
Il
ragazzo sospirò ed ingranò la marcia.
<<
Guarda che stai sbagliando strada >> disse la ragazza severa
<<
Dovevi andare dritto >>.
<<
Non stiamo tornando al dipartiento >>
Lei
inclinò la testa.
<<
Dove stiamo andando allora? >>
<<
Al
Miraikan
>>
Shiho
ammutolì tornando a guardare fuori dalla finestra.
Eh
si la direzione era proprio quella.
Aveva
sempre desiderato visitare il museo
nazionale delle scienze situato
ad Odaiba.
Ricordava
di aver pregato Agasa di portarla con lui quella volta che era andato
a presentare una sua invenzione, ma sia lo scienziato che Conan si
erano opposti per via di un'indagine.
La
ragazza girò il viso per guardare quello, sorridente, del ragazzo.
Come
faceva a saperlo?
Portò
due dita sul mento riflettendo. Si ricordò che qualche tempo prima
Shinichi le aveva fatto una battuta al riguardo mentre pranzavano al
caffè Poirot.
Lo
guardò con la coda dell'occhio sorpresa dalla sua straordinaria
capacità mnemonica.
<<
Dovremmo tornare a lavoro... >> disse severa incrociando le
braccia al petto.
Lui
non si scompose continuando a guindare verso Odaiba.
<<
Al rapporto penso io e il tuo turno non inizia prima di stanotte.
Possiamo permetterci di ritardare qualche ora >>
Shiho
scosse la testa e sorrise, questa volta in modo più evidente, prese
il suo cellulare e si collegò su internet.
<<
Caschi male allora. Per oggi c'è in programma un workshop sui
bioreattori terapeutici. Sappi che ho intenzione di parteciparvi
>>
Rei
si mise a ridacchiare, le circondò le spalle con un braccio e
l'attirò a se dandole un bacio sulla testa.
<<
Tutto quello che vuoi >>
Shiho
roteò gli occhi al cielo poi allungò la mano uscendo dalla modalità
radio e selezionando un brano a caso dalla pennetta usb collegata
alla macchina.
La
cosa ovviamente non sfuggì all'agente che sorrise soddisfatto.
In
fondo era piuttosto bravo a disinnescare le bombe.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 13 *** Invito ***
Invito
Al
liceo Teitan l'orario delle lezioni era appena finito e tutti gli
studenti erano stati congedati, comprese tre amiche affiatate.
<<
Aaah per oggi è finita! >>
<<
In realtà ci hanno assegnato dei compiti Sonoko... >> Disse
Ran a mo' di monito.
<<
Si ma abbiamo tempo per farli. Che ne dite se andiamo a fare
shopping? >>
Masumi
e Ran si scambiarono uno sguardo complice con aria insofferente:
nessuna delle due amava particolarmente far spese, soprattutto con la
ragazza che tendeva a scegliere boutique non proprio abbordabili.
<<
Allora ragazze? >> chiese Sonoko con aria impaziente.
<<
Aspetta un secondo che mando un messaggio >> disse Masumi
prendendo il suo cellulare.
<<
Eee... immagino la destinataria sia Shiho vero? >>
La
ragazza continuò a digitare sullo schermo.
<<
Si certo. Perché? >> chiese senza darle particolare
attenzione.
<<
No no … niente.. >>
Sera
aspettò qualche istante poi sentì il suo cellulare vibrare. Aprì
il messaggio e sorrise.
<<
Uh si trova qui vicino. Raggiungiamola >>
<<
Oook... >> dissero le altre due. Una contenta l'altra un po'
più seccata.
*
Quando
Shiho vide in lontananza le due ragazze oltre a Masumi non poté fare
a meno di corrucciarsi.
La
ragazza le aveva detto di essere sola e che avrebbero fatto una
semplice passeggiata, ma con le altre due le premesse erano
evidentemente di tutt'altro genere.
E
quel giorno non poteva assolutamente permettersi di perdere tempo.
<<
Eeehi ciao dottoressa >>
<<
Ciao Masumi. Salve ragazze >> disse con tono molto pacato.
Le
altre due agitarono la mano.
<<
Allora quali sono i programmi? >> domandò la Miyano col suo
solito atteggiamento “spumeggiante”.
Sera
le si avvicinò con un gran sorriso stampato in volto.
<<
Certo che potresti essere un po' più allegra. Hai il broncio tipico
di... >>
Shiho
la ghiacciò con lo sguardo e Sera decise di non continuare la frase.
<<
Volevamo andare per negozi >> disse gentilmente Ran
avvicinandosi a lei.
<<
Mh... ne ho visti di carini da quella parte >> e così dicendo
indicò una strada piuttosto trafficata.
<<
Ok andiamo >>
Shiho
iniziò ad incamminarsi e quando fu lontana dalla portata d'orecchio
Sonoko portò le mani sui fianchi.
<<
Si può sapere perché la assecondi sempre? >>
C'era
un motivo se Masumi cercava di evitare conflitti con Shiho.
Lei,
ottima karaketa, un tipo tosto che non si impressionava facilmente,
cresciuta circondata da familiari piuttosto particolari, di quelli
che ti temprano il carattere, assecondava una delicata studentessa
universitaria.
Insomma
era un controsenso.
Eppure
la delicata ragazza l'aveva veramente terrorizzata quella
volta.
Vermout
era stata incastrata dall'fbi. Calmel e Jodie l'avevano caricata in
macchina per metterla ufficialmente sotto la custodia dei servizi
segreti americani.
Akai
era rimasto nel magazzino insieme a lei, Shinichi, Shiho e Rei.
L'agente
PSB si era dovuto dileguare per mantenere la sua compertura mentre i
tre ragazzi renstanti erano tornati a casa dell'ex piccolo detective.
Dentro
la maestosa libreria di casa Kudo, con aria seriosa e leggermente
inquientante ad attenderli c'erano Mary e Shiuichi.
Quella
era la primissima volte che Shiho ed il maggiore dei fratelli Akai si
incontravano con le loro vere forme. La prima volta dopo anni.
La
gente normale si sarebbe aspettata un commovente scambio di battute,
un chiarimento o comunque un minimo di riconciliazione.
Ed
invece tra i due si era istaurata una civilissima
conversazione composta da grida, insulti e libri tirati in testa. Da
entrambe le parti.
Il
risultato fu che Shinichi dovette sostituire la vetrinetta del suo
studio, Mary si era volatilizzata prima di essere la prossima
sfidante e Sera-chan era rimasta leggermente traumatizzata.
Masumi
portò una mano dietro la nuca e rivolse un gran sorriso a Sonoko.
<<
Ma no... non è vero. Sarà una tua impressione >>
*
Dopo
aver visitato i negozi della via principale il gruppo di ragazze si
diresse verso il centro commerciale.
Sonoko
alzò i pugni al cielo con fare entusiasta.
<<
Andiamo da questa parte >>
Shiho
approfittò di un momento di distrazione delle due ragazze per
afferrare Sera per un braccio facendola voltare.
<<
Mi spiace Masumi ma io devo andare adesso >> disse con un tono
molto serio.
La
mora la fissò capendo la situazione: in effetti aveva letto qualcosa
su internet.
Da
qualche tempo un pericoloso terrorista esperto in armi
batteriologiche era evaso da una prigione degli stati uniti e si
pensava si fosse rifugiato in Giappone.
<<
Lavoro? >>
Shiho
annuì.
La
mora si avvicinò al suo orecchio.
<<
Cercate di non litigare fino alla fine delle indagini >>
Lei
ridacchiò. E così aveva capito.
<<
Farò del mio meglio Sera-chan... però tu inizia a preparare il kit
di pronto soccorso a casa >>
<<
Non sei divertente >>
*
Shiho
scese e parcheggiò la sua harley nel parcheggio li vicino.
Entrò
nell'edificio, un'agente domandò le sue credenziali e lei gli porse
il suo tesserino.
<<
Oh salve Miyano-san. Gli agenti arriveranno tra qualche minuto. Può
aspettare lì >>
Shiho
guardò la sedia con aria indispettita domandandosi se nel caso fosse
stata uomo, o se fosse stata un agente effettivo, sarebbe comunque
stata costretta ad aspettare zitta e buona in un anonimo angolo del
corridoio.
Si
guardò intorno: il dipartimento
del quarto distretto era enorme ma preferì correre il rischio di
perdersi che stare lì ad aspettare.
Dopo
qualche minuto passato a salire e scendere le scale si rese conto che
si era effettivamente persa.
Fantastico.
Davvero fantastico.
<<
Ha bisogno di qualcosa? >>
Nel
sentire la sua voce, Shiho si girò e spalancò gli occhi.
Quell'uomo
era onnipresente.
Rei
era in pantaloncini e guantoni da boxe.
Evidentemente
era finita nella palestra del dipartimento.
Shiho
si schiarì la gola e cercò di darsi un contegno.
Rei
aggrottò la fronte non appena la riconobbe.
<<
Shiho >>
<<
Ciao >>
<<
Che ci fai qui? >>
<<
Io... informazioni riservate >> disse distogliendo lo sguardo.
L'uomo
annuì poco convinto.
<<
Non dirmi che ti sei persa >>
Annuì
imbarazzata, in fondo in parte era vero.
<<
Non sei la prima a cui capita, tranquilla. Sei qui per il caso
Ramirez?
>>
Shiho
si domandò come facesse quel ragazzo ad essere sempre informato su
tutto.
Seriamente
sembrava avere occhi ed orecchie ovunque.
<<
... Non te lo poso dire... >> rispose seccata.
<<
Ok sei qui per il consulto sulle armi batteriologiche. Dammi cinque
minuti e ti accompagno >>
<<
Non è necessario, dimmi solo in che direzione devo andare >>
<<
Tranquilla faccio presto >>
Shiho
lo vide sparire velocemente dietro una porta, una volta sola si
sedette su una sedia vicino ad un sacco da boxe e si guardò intorno:
c'erano un sacco di attrezzi e un grande specchio che ricopriva per
intero il muro di fronte a se.
Sentì
l'acqua della doccia scorrere ed incrociò le braccia al petto
abbassando il capo.
*
Rei
si infilò sotto la doccia senza aspettare che arrivase
l'acqua calda, e nemmeno quella tiepida.
Aveva
avuto molto a che fare con un caso come detective privato e non la
vedeva da qualche giorno, quindi anche se per poche rampe di scale ci
teneva a scambiare qualche parola con lei.
Si
cambiò in fretta ed uscì dallo spoiatoio.
<<
Eccom... >>
Quando
tornò nella palestra però non vide nessuno.
Si
mise la mani sui fianchi e sospirò seccato.
Ma
perché aveva questo brutto vizio di sparire?
<<
Ok... torniamo davanti il sacco... >> mormorò tra se e se.
*
Per
fortuna in uno dei corridoi aveva incrociato la dottoressa Baba, che
conosceva quell'edificio molto bene, e si erano messe a conversare.
<<
Dopo 15 anni di matrimonio quello stronzo si è accorto che avevo un
lavoro e non avevo il tempo di fargli trovare il pranzetto pronto in
tavola e la casa perfetta >>
Shiho
annuì invitando la dottoressa a proseguire. La vita privata di
quella donna sembrava essere stata scritta da un regista di soap
opera.
Lei
stessa era un tipo davvero particolare: schietta, pratica, per nulla
vittima di quelle moine e di quelle cerimonie che si fanno in ambito
lavorativo.
<<
... un bel giorno lui, il cretino, mi ha detto di andare in cucina
perchè ero sua moglie ed era quello il mio dovere e io l'ho guardato
negli occhi e gli ho detto: "Facciamo un bel gioco: io vado in
cucina e tu te ne vai a fanculo" >>
La
ragazza si mise una mano davanti la bocca ridendo. Quella donna era
veramente un portento.
<<
...evidentemene non gli è piaciuto quel gioco >> continuò la
dottoressa con fare sarcastico.
Shiho
annuì continuando a ridacchiare, poi guardò dritta davanti a se
inclinò il capo e assottigliò gli occhi incuriosita.
Accanto
alla porta della stanza dove si sarebbero svolte le indagini, Jodie
Starling fissava il suo collega mentre questo le parlava.
Gli
occhi della donna sembravano persi e sognanti, probabbilmente non
stava udendo una sola parola di quello che stava dicendo Akai.
Camel
era in disparte poggiato con la schiena cotro il muro e digitava i
tasti del suo cellulare.
<<
Ecco la concorrenza >> mormorò la Baba indispettita.
<<
Già... >>
Dovete
sapere che c'è una specie di legge non scritta per cui se fai parte
del PSB, o semplicemente collabori con esso, devi detestare l'FBI o
come minimo Akai Shuichi.
O
per dirla alla Bourbon: Akai... SHUUICHI!
Shiho
si mise a fissare gli occhi verdi dell'agente.
Scoccò
la lingua contro il palato. Provava un senso di irritazione ogni
volta che lo vedeva con quel suo atteggiamento alla "ce l'ho
d'oro e ricoperto di cioccolato".
Takana
Baba e Shiho si quardarono complici per due secondi poi la prima
abbassò il capo scocciata.
<<
Andiamo... >>
*
<<
Jodie sto parlando con te >>
La
donna arrossì e si mine una mano davanti le labbra.
<<
Eh!? >>
<<
Dove hai la testa? >>
La
donna diventò prima paonazza poi abbassò il capo iniziando a
balbettare.
La
Baba si avvicinò a passo svelto verso gli agenti ed aprì la porta
dell'ufficio seguita da una divertita Shiho.
<<
Salve agenti. Camel-san si può accomodare >> si fermò
fissando i due con la coda dell'occhio << Quando voi due avete
finito di fare i piccioncini sarei ben contenta se iniziassimo a
lavorare >> disse con un'aria severa ma anche vagamente
maliziosa.
Akai
alzò un sopracciglio mentre Jodie si ritrovò ad avvampare.
*
Era
notte fonda e negli uffici del sesto piano della sede del PSB non
c'era nessuno.
Rei
intravide la luce dello studio della Baba
accesa.
Strano.
La dottoressa non c'era mai dopo l'orario di
lavoro dato che aveva due figli terrificanti che tendevano a
cacciarsi spesso nei guai.
La
stanza era semiilluminata dallo
schermo acceso di un computer e regnava il silenzio. Incuriosito si
avvicinò ad un vetrino.
<<
Non toccarlo >>
Ritirò
immediatamente la mano.
<<
Non dovresti toccare mai nulla senza guanti quando sei qui o in
laboratorio. Potresti infettarti >>
Shiho
era seduta su una poltroncina e gli dava le spalle.
<<
Che ci fai qui? >>
<<
Non sono autorizzata a dirtelo >>
Rei
alzò gli occhi al cielo seccato dall'eccessiva pignoleria della
ragazza, anche se in fondo condivideva pienamente il suo essere così
professionale.
Era
uno degli aspetti che più ammirava in lei: ligia al dovere, attenta
e sempre ben preparata.
La
guardava mentre digitava le dita sulla tastiera con quell'espressione
seria e concentrata sullo schermo del computer.
<<
Com'è andata coi colleghi americani? >>
<<
Non sono autorizzata a dirtelo >> disse con una punta severa.
<<
Potrei almeno chiederti se ne hai per molto o hai intenzione di
mordere? >>
<<
Sssh >>
Ah
adesso lo zittiva pure.
Alzò
le mani in segno di resa.
<<
Ok ho capito >>
Sospirò
e si diresse verso la porta.
<<
Comunque se dovessi essere troppo stanca per guidare fino a Beika...
>>
Aprì
la porta.
<<
... sappi che sei sempre benvenuta a casa mia >> disse uscendo
dalla stanza.
Shiho
continuò a digitare imperterrita sulla tastiera, ma un velo di
rossore si tinse sul suo viso.
Angolo dell'autrice.
Sera ragazzi. Come andiamo?
Ho notato che le venature
comiche non dispiacciono quindi, dove possibile e dove rendono, ho
deciso di inserirle.
Povera Masumi mi domando se non
sia il caso di mandarla con gli assistenti sociali vista la famiglia
che si ritrova...
Come avrete capito mi piace
accanirmi sul "piccolo" Akai. Però non posso dire che non mi piaccia...
provo una sorta di "simpatica antipatia" per lui.
Rei ha invitato Shiho a casa...
l'ha buttata giù così con nochalance (ed è il pezzo che titola il
capitolo)
Che ve ne è sembrato? Piaciuto?
Come sempre grazie a tutti i
lettori. Mi fa davvero piacere sapere che questi capitoli siano
apprazzati. Grazie ragazzi.
Un bacione. A presto.
Violetta_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 14 *** Fratello ***
Fratello
L'agente
del psb si trovava un anonimo cimitero alla periferia di Tokyo munito
di occhiali da sole e cappellino per rendere difficile la sua
identificazione.
Aveva
le mani dentro le tasche dei jeans, il capo chino e guardava una
lapide con l'espressione irritata.
Non
avevano ancora sistemato la targhetta. Incompetenti.
Si
umettò le labbra e deglutì sentendo un nodo alla gola.
<<
Eh Scotch... alla fine l'ho trovata >> iniziò a dire incerto,
cercando di scegliere le parole adatte.
<<
Avrei tanto voluto presentartela, fartela conoscere per quello che è.
E non come profilo di una traditrice da ricercare >>
Fece
una pausa sospirando con amarezza.
<<
Ma questo non sarà possibile... >>
Rei
si chinò poggiando un girasole sulla lapide, con un nome falso
inciso.
Mise
una mano davanti la bocca continuando a parlare a bassa voce
guardando il terreno poiché non c'era nemmeno una foto a rendere
omaggio alla sua memoria.
Proprio
come un fantasma.
Scosse
la testa scacciando dei brutti ricordi, non era quello il momento di
riportarli a galla.
Bensì
preferì immaginarsi il suo sguardo di disapprovazione se avesse
potuto udire le sue parole.
<<
Non avevo intenzione di provare certi sentimenti per lei. Non era
previsto.
Volevo
solo saperla in salvo, al sicuro. Volevo che
stesse bene.
Ma
poi ho iniziato a passare del tempo con lei... Se
la sentissi parlare, fa uscire fuori di testa! >>
Ridacchiò
ripensando alle frecciatine che gli tirava quando erano a lavoro.
<<
È caparbia, scontrosa e ha sempre ragione... Ti sarebbe piaciuta
>>
Gli
scappò un sorriso.
<<
Avevi ragione... >>
Quattro
anni prima, in un anonimo bar di periferia...
<<
A te piacciono le stronze >>
Bourbon
prese il boccale di birra in mano.
<<
Ma che dici? L'ultima cosa che mi serve è la compagnia di qualche
donna insopportabile. O meglio un'altra donna insopportabile
>>
Scotch
si accese una sigaretta.
<<
Non ho detto insopportabile io >>
<<
E che intendevi con “stronza”? >>
<<
Una tipa tosta. Una con un carattere deciso, che sappia tenerti testa
insomma >>
Bourbon
scosse la testa ridacchiando in modo scettico.
<<
Ma fammi il favore... >>
L'uomo
rise in modo pacato.
<<
Tu prima o poi perderai la testa per una stronza. Te lo dico io >>
Gli
venne da ridere ripensando a quella bevuta al bar.
<<
Me lo ripetevi sempre.
Mi
conoscevi bene.
Io
invece non avevo capito fino in fondo il tuo modo di ragionare >>
La
sua espressione si rabbuiò.
<<
Ti sei sacrificato per proteggere tutti. Per proteggere me.
E
io ho passato anni a dare la colpa a chi in realtà ti voleva salvare
>>
Si
sedette per terra incrociando le gambe, proprio come si farebbe se si
parlasse al parco con un vecchio amico.
<<
Provo ancora del rancore nei suoi confronti. Un sentimento un po'
irrazionale dato che adesso conosco la verità... ma non posso farne
a meno.
Forse
è l'unico modo che ho per affrontare la verità.
Odiare
lui significa … >>
Si
morse l'interno guancia cercando di scacciare quel pensiero.
Perché
se ci pensava troppo, se si
soffermava a pensare che era stata
tutta colpa sua,
gli venivano alla mente pensieri troppo brutti.
Come
detective sapeva che non era un atteggiamento giusto, ma era l'unico
modo per continuare ad affrontare quella situazione.
Forse
col tempo avrebbe smesso di odiarlo senza conseguenze.
Ma
al momento la ferita sanguinava ancora.
Portò
una mano davanti agli occhi vergognandosi come un bambino per non
essere in grado di gestirla meglio di così.
<<
Sono stanco di tutto questo odio.
Sono
stanco delle menzogne, sono stanco di tutto questo marcio che
continuo a cercare di eliminare >>
Si
passò una mano dietro la nuca.
<<
Avrei tanto bisogno di una tua parola di conforto... >> Si
grattò dietro la nuca sorridendo imbarazzato << Goumen. Non
sono granché di compagnia oggi. Ne? >>
Si
mise in piedi e poggiò una mano sulla fredda lapide.
<<
Ti porto nel cuore amico mio. Fratello.
Adesso
devo andare. Ma ti verrò a trovare ancora >>
Deglutì
e chiuse gli occhi.
<<
E comunque buon compleanno >>
*
Stava
aprendo la porta di casa sua quando vide il bordo di una busta
sbucare da sotto la porta.
La
aprì ed aggrottò le sopracciglia.
Dopo
aver appreso che non sei a lavoro ti ho cercato ovunque...
Assottigliò
lo sguardo domandandosi chi potesse essere il mittente. Girò
il biglietto e notò che non era firmato.
Possibile
fosse...? Naaa non era da lei mettersi a cercarlo.
Non
solo per via del suo carattere ma soprattutto perché sapeva che
spesso lui doveva sparire senza lasciare alcun preavviso.
Incuriosito
continuò a leggere.
Sei
di cattivo umore da qualche giorno e... non so … ho come
l'impressione che non dipenda dal lavoro.
Alzò
un sopracciglio deducendo che doveva essere proprio lei. Incredibile.
Non
pensava che il suo cattivo umore fosse così evidente. Era sempre
stato molto bravo a mascherare ciò che gli passava per la testa.
Inoltre
non pensava che la ragazza fosse tipo da scrivergli un biglietto.
Non
pretendo che tu mi dica quello che ti passa per la testa …
Chinò il capo e spalancò gli
occhi non sapendo cosa aspettarsi nella frase successiva.
… sappi
solo che
quell'espressione
non ti dona affatto. Femminuccia.
Dopo
la delusione iniziale Rei non poté fare a meno di sorridere.
Che...
stronza.
Entrò
in casa e andò nel balcone mettendosi a fissare il panorama serale.
Come
parole di conforto non erano certo il massimo ma conoscendo la
mittente erano più che sufficienti.
Angolo
dell'autrice.
Scotch...
ho adorato immediatamente quel barbettino. (Ovviamente mi affeziono a
personaggi che hanno fatto una brutta fine... un classico)
Ho
immaginato che l'identità dell'agente fosse ancora celata,
nonostante le richieste dell'ufficiale PSB.
Avrei
tanto voluto usare il suo vero nome e non quello in codice, ma
purtroppo Gosho non mi ha ancora fatto la grazia.
Spero
vi sia piaciuto questo capitoletto. Grazie a tutti.
Baci.
Violetta_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 15 *** Dojo ***
Nota:
Allarme Spoiler da questo capitolo in poi.
(Per
chi ha letto le note autore nascoste del capitolo 2 si tratta di
quell'argomento)
Dojo
<<
Amuro-san è finito il pane e la lattuga >>
<<
Vado a fare la spesa >>
<<
Amuro-san non arrivo a quei bicchieri in alto. Li prendi tu?
>>
<<
Certo >>
<<
Amuro-san la cassa della birra è troppo pesante per me >>
Cominciava
a sentire la mancanza di Vermouth. Che strano...
<<
Tranquilla la salgo io >>
<<
Amuro-san quel tavolo è traballante... >>
<<
Vado a prendere la cassetta degli attrezzi >>
<<
Arigatò >>
Azusa
era intenta a pulire il bancone quando il tintinnio della porta
d'ingresso del locale attirò l'attenzione della ragazza.
<<
Irasshaimase >>
Erano
le tre ragazze del liceo Teitan insieme ai piccoli detective boys.
<<
Ciao Azusa come va? >> chiese Sonoko allegra e pimpante.
<<
Molto bene e voi? >>
<<
Bene, sai oggi mia mamma... >>
Azusa
stava pulendo uno dei tavoli mentre ascoltava Genta.
<<
Amuro-san certo che potresti aiutare Azusa invece di stare poggiato a
quel tavolino >>
Il
ragazzo stava prendendo fiato dopo aver sistemato il suddetto mobile
e dopo aver svolto molti altri lavori -tra i quali sistemare in
magazzino tutte le casse di birra arrivate quella mattina-.
Forse
per la stanchezza, forse per le preoccupazioni degli ultimi giorni,
ma dopo aver udito le parole di Sonoko gli venne in mente che a
confronto magari Gin era una brava persona.
<<
Hai ragione. Prendo subito le ordinazioni >> disse facendo un
“ommm” mentale e avvicinandosi con un taccuino in mano <<
Shiho-san non c'è? >>
Masumi
scosse la testa.
<<
Aveva da fare >>
Rei
assottiglio gli occhi ed abbassò lo sguardo.
<<
Capisco... allora che prendete? >>
<<
Gelato >> disse Ran.
<<
Anche noi vogliamo il gelato >> gridarono in coro i tre
bambini.
<<
Io un caffè >> disse Masumi.
Ecco
un'altra adepta del caffè proprio come il fratello.
<<
E tu Sonoko-san? >>
Sonoko
stava chattando in modo molto concitato, tanto che il naso era quasi
attaccato al suo cellulare.
<<
Sonoko? >> Insistette.
Improvvisamente
la ragazza fece un grosso sorriso emettendo un urletto stridulo.
<<
Ragazze! Makoto ha organizzato un torneo nel suo dojo per attrarre
giovani appassionati ed ha invitato anche te Masumi >>
<<
Me? >>
<< Hai. Ti considera un'ottima
avversaria >>
<<
Ah... che gentile >>
Nel
sentire quelle parole il visino innocente di Ayumi si illuminò.
<<
Tooru-san dovresti andare
anche tu! >>
Le
ragazze si girarono verso la bambina.
<<
Perché Ayumi? >>
La
piccola si voltò raccontando tutta contenta il giorno in cui il
ragazzo li aveva salvati dai due falsi fattorini del corriere
ghepardo.
<<
Tooru lo ha steso con un solo pugno! >>
Le
tre batterono le palpebre sorprese.
<<
Davvero? >>
<<
Ehi ehi no... vi ho solo visto in pericolo ed ho agito d'impulso...
>> si affrettò a cercare di minimizzare Amuro, che non ci
teneva affatto ad ostentare le capacità che potevano collegarlo
all'identità di agente PSB.
Genta
alzò i pugni.
<<
Dai non fare il modesto. Sei fortissimo >>
<<
Ma no... state esagerando bambini >> insistette il ragazza
cercando di riparare all'irreparabile.
<<
Non è vero. Quella volta sembravi un pugile! >> disse Mitsuiko
entusiasta.
Masumi
assottigliò gli occhi e fece un piccolo sorrisino mettendo in
evidenza il canino.
<<
Un pugile eh? In effetti hai delle braccia fin troppo allenate …
>>
<<
Avevo notato anch'io >> disse innocentemente Ran.
<<
Meglio di Nadal, meglio di ladro Kid... a questo punto sono curiosa
di vedere se sei meglio di Makoto >> Disse Sonoko in modo molto
meno innocente poggiando la testa sul palmo della mano.
Amuro
arossì e batté due volte le palpebre mettendo le mani aperte
davanti il viso come a volersi difendere da un incombente pericolo:
le facce di quelle ragazze non sembravano suggerire nulla di buono.
*
<<
Dunque il reparto ortofrutticolo è di là... >>
<<
Ti ringrazio di avermi accompagnato. Oggi Yumi lavora e non mi andava
di stare da solo >>
<<
Ma figurati >>
Shiho
e Shukichi erano a fare la spesa.
Il
ragazzo inclinò la testa fissandola dubbioso.
<<
Sicura che non avevi da fare? Continui a guardare il cellulare con
uno strano atteggiamento >>
Lei
si affrettò a riporre l'oggetto in tasca e scosse la testa.
<<
Tranquillo, mi fa piacere passare del tempo con te >> disse con
un dolce sorriso cordiale.
Shukichi
non riusciva a capire perché la ragazza avesse la nomea di “pezzo
di ghiaccio”. Con lui era sempre gentile.
Certo
era pacata e non iperattiva come sua sorella però a modo suo era
simpatica.
<<
Uh formaggio >> disse entusiasta.
<<
Troppi latticini stagionati fanno male. Hanno un sacco di calorie
>>
Il
Taiko arrossì grattandosi la nuca.
<<
Si ma mi aiuta a concentrarmi... >> disse con un sorriso
imbarazzato.
Shiho
scosse la testa e ridacchiò.
Aveva
sempre provato una certa ammirazione per lui.
Quando
lo conosceva solo di fama era una sua fan, anche se solo per motivi
superficiali.
Poi
entrambi erano venuti a conoscenza della loro parentela.
Shiho
era convinta di dover comunque mantenere le distanze ma il ragazzo
non era dello stesso avviso. Difatti, così come la sorella, l'aveva
accolta a
braccia aperte e quando poteva cercava di passare del tempo con lei.
La
scienziata accettava sempre di buon grado l'invito poiché lui era
una delle persone più interessanti e piacevoli con cui si potesse
parlare.
Poi
era molto umile nonostante il suo grado nello shoji.
Come
diavolo era possibile che fosse imparentato con quel borioso
arrogante col cappello di lana?
Beh
tecnicamente lo era anche lei...
Rabbrividì.
Meglio non pensarci.
Mentre
era persa in quei pensieri Shukichi ricevette una telefonata.
<<
Moshi moshi? Hai... no non sono a casa... aspetta un
attimo >> Il ragazzo portò una mano sul telefono e si rivolse
a lei << Ehi Shiho. Masumi è stata sfidata in un incontro. Ci
andiamo? E' qui vicino >>
Lei
fece spallucce, non aveva molto da fare quel giorno.
<<
Ok... >>
*
Non
appena entrarono nel dojo videro Ran e Sonoko con le mani davanti la
bocca, un altro ragazzo palestrato con un cerotto vicino la tempia si
puliva gli occhiali
con aria corrucciata mentre un gruppo di persone si affrettava ad
uscire dall'edificio.
Sembravano
tutti piuttosto shockati.
Shiho
e Shukichi si fissarono straniti per un paio di secondi poi
guardarono verso l'area di allenamento incuriositi.
E
lì compresero la situazione.
Tooru
Amuro e Masumi se le stavano suonando di santa ragione.
Anche
se a ben vedere era la cugina ad avere gli occhi assassini, il
ragazzo invece sembrava limitarsi alla difesa.
<<
Poveretto... che ha fatto quel ragazzo per cacciarsi in quella
situazione? >> domandò Shukichi che era ben cosciente della
forza -e del livello di isteria- della sorella.
<<
Le ha solo detto di mettersi le protezioni sul viso e alle gambe... e
lei si è sentita presa in giro >> disse Ran.
Shukichi
poggiò due dita sulla fronte imbarazzato.
<<
Cavolo... Masumi diventa una bestia quando si sente presa in giro.
Credo che andrà avanti per un bel po' senza nemmeno voler sentire
ragioni >>
Shiho
comprendeva bene: in effetti anche lei alle volte aveva confuso
l'atteggiamento premuroso del ragazzo per una presa in giro. In
realtà lui cercava solo di essere gentile.
<<
Ti faccio fuori! >>
<<
Insomma Masumi è solo un incontro amichev... >> parò un colpo
allo stomaco << ... ole >>
Inclinò
la testa e in cuor suo si mise a tifare per il ragazzo. Poveretto
come al solito subiva in silenzio.
Per
essere una testa calda era piuttosto paziente. Ovviamente non glielo
avrebbe mai detto.
Nel
frattempo Ran si era avvicinata a Shukichi.
<<
Tu sei il fratello di Sera-chan vero? >>
<<
Hai... >>
<<
Io sono Ran e lei è Sonoko >>
<<
Si, mi ha parlato delle sue compagne di classe. Piacere ragazze >>
<<
Piantala di assecondare i miei colpi e comportati da uomo! >>
<<
Da questo momento io non ti farò mai più un caffè >>
<<
Come mai voi due siete insieme? >> Chiese Sonoko a Shiho con
uno strano atteggiamento.
<<
Facevamo la spesa >> si limitò a dire con tono neutro.
<<
E quello sarebbe un calcio? Ti faccio vedere io come si da un calcio!
>>
<<
Voglio tornare a lavoro... >>
<<
Ah e come mai? Avevate in programma una cenetta romantica? >>
incalzò Sonoko mettendo le mani sui fianchi.
A
rispondere questa volta fu il ragazzo.
<<
Iee iee ci siamo incontrati per caso al supermercato >>
Preferivano
evitare che quel dettaglio venisse allo scoperto, almeno per il
momento. Giusto per precauzione.
<<
Che cosa stai guardando? Credi di poterti distrarre mentre stai
lottando con me? >>
<<
Immaginavo ci fosse uno squilibrio latente anche in te... >>
<<
Che? Come ti permetti?! >>
Makoto
guardava l'intero scenario con una mano davanti le labbra.
Ma
era l'unico a non reputare normale quella situazione?
Non
ebbe il tempo di esporre i suoi dubbi poiché altri due ragazzi
varcarono la soglia della palestra.
<<
Ran? Ran >>
La
ragazza aveva mandato un messaggio al giovane detective Kudo
avvisandolo del torneo, che ormai per evidenti motivi era stato
annullato.
<<
Ehi Shinichi siamo qui >> disse la ragazza agitando la mano
entusiasta come sempre di vedere il suo caro “amico”.
Il
ragazzo era insieme a Subaru.
Appena
quest'ultimo incrociò lo sguardo di Shukichi entrambi accennarono un
sorriso.
Poi
lo studente universitario notò Shiho: la ragazza aveva una strana
espressione pensierosa e guardava di sottecchi il cellulare.
<<
Ma hai sempre il broncio? Tu devi essere più sorridente... >>
La
ragazza si riscosse dai suoi pensieri e drizzò la testa guardando
dritto davanti a se.
No.
Già si partiva male con la Miyano.
Forse
con “tu dovresti”, “magari se tu fossi” o “ti imploro di”
si sarebbe sortito l'effetto desiderato ma così si scatenava
l'avversione più totale.
<<
Io devo? >>
Lo
disse con un tono talmente inquietante e serio che persino Masumi si
accorse del pericolo e il suo sguardo da assassino diventò
preoccupato.
<<
E' meglio se ci spostiamo >>
Amuro
si sistemò la maglia lieto che quella belva si fosse calmata.
<<
Come? >>
<<
Quando Shi ha quella faccia è meglio stare lontani >>
Rei
alzò la testa guardando alternativamente Shiho e Subaru.
Era
a conoscenza del passato tra Akemi e Shuichi quindi comprendeva bene
perché Shiho avesse un atteggiamento ostile nei suoi confronti e
anche perché Shuichi non si ribellasse.
Però
c'era qualcosa che non gli tornava: come se mancasse un tassello per
completare il quadro completo.
<<
Si tu devi >> disse Subaru sicuro di se. Tratto tipico
di Akai che era prepotentemente uscito fuori.
Shiho
serrò le labbra e Shukici cominciò ad intuire a cosa fosse dovuta
la sua fama.
<<
Oh diamine... >> mormorò Masumi.
Ma
perchè suo fratello si divertiva a stuzzicarla?
A
questo punto anche Rei si allarmò: tutti i presenti fissavano la
scena come se da un momento a l'altro dovesse esplodere una bomba.
In
realtà Shiho non fece nulla di eclatante: si limitò a dare un colpo
nella parte inferiore della lattina di caffè che il ragazzo teneva in mano in modo che il
contenuto si rovesciasse sui suoi pantaloni.
<<
E tu devi darti una lavata >> disse prendendolo in giro e
lasciando tutti basiti.
Poi si voltò con eleganza ed uscì dal dojo con passo deciso.
Angolo
dell'autrice.
Salve
lettori, come avrete notato questo capitolo non è del tutto
incentrato su Rei e Shiho e c'è un motivo.
Ok
allarme SPOILER
(siete avvertiti)
Nel
secondo capitolo di questa raccolta ho detto che avrei cercato di
mantenere l'informazione velata però ho recentemente scoperto che in
un'intervista a Singapore nel 2016, Gosho ha confermato che Akai e
Akemi sono cugini quindi, visto che è ufficialmente canon, da questo
capitolo in poi il rapporto tra Shiho e l'Akai
family
sarà più esplicito.
Detto
ciò spero che il capitolo vi sia piaciuto. Grazie a tutti i lettori
(sbaglio o siete aumentati? Mi fa molto piacere)
Un
bacione. Ci sentiamo.
Violetta_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 16 *** Voice ***
Nota:
songfic ("Alive" Sia)
Suggerisco
di ascoltare il brano quando sarà citato.
Voice
Le
pareti del caffè Poirot erano inondate dalle voci allegre e
frizzanti di tre giovani ragazze che, a causa della lontananza, erano
felici di rincontrarsi e dovevano raccontarsi più aneddoti possibile
per recuperare il tempo perduto.
Ran,
Sonoko e Kazuha erano attorno ad un tavolino intente a parlare mentre
si gustavano un thè nero accompagnato da una gustosa fetta di torta
al cioccolato e crema di lamponi.
<<
Ma che avranno di così interessante da dirsi... tutto il tempo a
squittire! >>
Heiji
Hattori, reduce dal lungo ed estenuante viaggio da Osaka, guardava
con disappunto le ragazze mentre Shinichi sorseggiava il suo succo
d'arancia.
<<
Amuro-san come fai ad assistere a queste scene ogni giorno senza
farti venire un esaurimento? >>
Per
tutta risposta il biondo si mise a ridacchiare grattandosi una
guancia.
A
volte si poneva la stessa domanda, poi però si ricordava che aveva
superato prove ben peggiori, come, ad esempio, passare le giornate
con Vermouth.
<<
Nè nè ragazze che ne dite di andare al karaoke questa sera?
>>
La
voce di Kazuha arrivò come una minaccia alle orecchie dei ragazzi
liceali.
<<
Ecco lo sapevo che farle stare troppo in contatto non era una buona
idea >> disse Heiji sbuffando.
Shinichi
sorrise preparandosi mentalmente a venire trascinato da un locale a
l'altro.
In
quel momento le campanelle poste sopra la porta del locale
tintinnarono e le tre si voltarono scorgendo Masumi che camminava
tutta allegra tenendo saldamente per mano Shiho, quest'ultima più
che camminare era letteralmente trascinata dalla karaketa.
<<
Ehi Sera-chan siamo qui >> disse Sonoko agitando la mano.
Il
ragazzo di Osaka alzò un sopracciglio inclinando notevolmente la
testa.
<<
Uh... ma è la scienziata quella dietro? >>
Shinichi
lo guardò male.
<<
Si chiama Shiho >>
<<
Mh... >>
Era
la prima volta che il detective di Osaka vedeva la ragazza nelle sue
vere sembianze, e doveva ammettere che erano delle gran belle
sembianze.
<<
Heiji-san credo che Kazuha-san non approverebbe quello sguardo se ti
vedesse >> disse Amuro con un tono scherzoso ma con uno sguardo
forse un filo troppo irritato.
<<
Eh? No. .. io... non stavo dicendo niente >>
Shinichi
annuì molto poco convinto.
<<
Certo certo... >>
Intanto
le ragazze continuavano a parlare tra loro.
<<
Perdonate l'attesa. Abbiamo trovato traffico >>
<<
Veramente io non volevo venire >> disse Shiho a denti stretti
ed un volume talmente basso da farsi sentire solo da Sera.
<<
Devi socializzare con gli umani di tanto in tanto >> rispose la
cugina usando il suo stesso tono basso mentre prendeva posto sul
divanetto.
Le
altre ragazze intanto non avevano udito il veloce scambio di battute
e Ran rispose col suo solito sorriso allegro e caloroso.
<<
Tranquille siamo arrivate da poco anche noi >>
<<
Quindi sei tu Shiho >> disse la ragazza di Osaka con tono
cordiale << Io sono Kazuha >>
Shiho
fece un piccolo cenno con la testa.
<<
Piacere >>
<<
Piacere mio. E' vero che sei un medico? >>
<<
No... non ancora almeno >>
<<
Ah dev'essere interessante come campo di studi >>
<<
Si... è molto appagante >>
Shiho
continuava a dare risposte gentili, ma sintetiche, il che non dava
molto spazio per una conversazione. Kazuha però non demorse, si limitò a
cambiare argomento.
<<
Abbiamo deciso di andare al karaoke stasera. Voi due verrete? >>
<<
Io passo >> disse Shiho alzando una mano, un gesto ormai
collaudato quando non voleva fare qualcosa.
<<
Perché? Cosa c'è che non va? >> domandò guardandola fisso
negli occhi.
Shiho
non volle essere scortese dandole una risposta secca.
<<
Sera-chan non avevamo quell'impegno...? >>
Si
voltò lentamente verso Masumi con lo sguardo di chi deve
reggerle il gioco, purtroppo per lei la ragazza aveva altri piani.
<<
Ma tranquilla Shi. Possiamo rimandare >> rispose piazzandosi di
fronte lei e facendole un gran sorriso.
La
scienziata inspirò con tutta calma e poi si limitò a fare
spallucce.
<<
Va bene che karaoke sia allora... >>
Sonoko
roteò gli occhi al cielo ben poco entusiasta che si unisse anche
lei, ma nessuno sembrò accorgersene.
<<
Allora ci conviene andare. Io devo truccarmi >>
<<
Prima dobbiamo decidere dove andare. Non un luogo troppo grande, non
mi va di fare figuracce >> disse Ran.
In
quel preciso istante Azusa spalancò gli occhi folgorata da un'idea.
<<
Potremmo organizzarlo qui! Dopotutto da quando abbiamo aumentato le
ore di apertura il direttore cercava un nuovi modi di attirare
clienti >>
<<
Non ... credo sia una buona idea... >> tentò di dire Amuro
portando le mani avanti.
<<
Si che lo è! >> disse convinta Sonoko << Allora adesso
ci andiamo a cambiare mentre tu monti le casse e lo schermo >>
Shiho
si ritrovò a dover frenare una risata: l'immagine di Rei che veniva
schiavizzato era troppo divertente.
Incrociò
per un istante il suo sguardo e vide che lui aveva assunto una strana
espressione.
Il
divertimento cessò all'istante lasciando un leggero disagio e si
voltò immediatamente mordendosi l'interno guancia.
*
La
residenza Agasa era totalmente invasa da ragazze che correvano su e
giù per le scale, dal bagno alla camera degli ospiti, per la gioia
del proprietario.
<<
Hai portato quel buon profumo che hai fatto arrivare dalla Francia?
>>
<<
Ragazze gonna o pantalone? >>
<<
Che capelli orrendi che ho >>
La
scienziata aveva l'orticaria: troppa gente, troppa confusione.
<<
Shiho hai una trousse? >> le chiese Kazuha avvicinandosi
educatamente.
<<
E' in bagno, sulla mensola >>
<<
Arigatò >> disse con un sorriso dirigendosie velocemente in
bagno e subito dopo si udì la sua voce dal salone << Uuuh ma
che bella palette! >>
In
un angolo della stanza Hattori, Shinichi e Subaru stavano guardando
le foto di una rapina avvenuta qualche giorno prima.
Sembravano
tre gufi appollaiati attorno al tavolo con le mani sotto il mento e
lo sguardo concentrato.
<<
Mi ricordi che ci fai tu qui. Sei perduto senza Shihichi? >>
Akai,
che continuava a vestire i panni di Subaru, viveva ancora in casa
Kudo provocando le peggio battute da parte della scienziata.
Shiho
sapeva bene perché continuasse a travestirsi ma non capiva perché
un agente FBI volesse passare una serata a sentire delle liceali
cantare a squarciagola.
Il
ragazzo le rivolse un serafico sorriso.
<<
Ho pensato di passare una serata diversa >>
Da
dietro il divano Masumi scosse la testa: altro che “serata
alternativa”, lui voleva tenerle d'occhio. Entrambe.
Per
tutti i kami com'era iperprotettivo.
<<
Mh... dovresti pensare a studiare invece. Sempre se hai intenzione di
prendere il dottorato prima o poi >>
Il
ragazzo aprì gli occhi fissandola con astio e lei rispose
rivolgendogli un sorrisino irritante. Poi si voltò andando al piano
di sopra.
<<
Appena siete tutti pronti fatemi sapere >>
*
Era
andata sul tetto della villetta e si era seduta portando le ginocchia
al petto.
Si
mise a scrutare il cielo che man mano stava diventando sempre più
scuro e sospirò in preda ad una leggera ansia.
<<
Ti va di vederci sabato? >>
La
ragazza sgranò gli occhi ed alzò la testa dal computer.
<<
Come? >>
<<
Forse non mi sono spiegato bene: ti sto chiedendo di uscire con me
>>
La
ragazza aggrottò le sopracciglia.
Fino
a quel momento i loro incontri erano sempre stati dettati da caso o
dal lavoro. E le loro effusioni erano state sempre molto lievi, nulla
a che vedere col loro primo bacio.
Diamine
quel bacio...
Shiho
poggiò la testa contro il muretto accanto alla porta che dava
l'accesso sulla terrazza e sospirò pensierosa.
Un
appuntamento: la cosa la metteva a disagio.
Non
aveva la minima esperienza in quel campo.
Francamente
non sapeva nemmeno che cosa stesse combinando con quel ragazzo, non
ci aveva ancora riflettuto.
Non
erano amici, non erano semplici colleghi... e no, non erano
quell'altra cosa.
Non
sapeva come ma quel ragazzo, piano piano, lentamente ma
inevitabilmente, era entrato prima nella sua routine lavorativa e poi
nella sua vita.
Era
passata dal trovarlo irritante a... a cosa?
Negli
ultimi tempi si era allontanata in preda alla confusione, cercava di
evitarlo e lui se n'era accorto.
<<
Shiho non mi piacciono i tira e molla >>
<<
Strano eppure col tuo lavoro... >>
Aveva
iniziato a parlare col suo tono ironico ma venne bloccata sul
nascere.
<<
Appunto. Per lavoro sono costretto a sorbirmi certe situazioni. Con
te non voglio farlo >>
Aveva
parlato con un tono molto serio, spiazzandola.
Si
morse il labbro inferiore tornando a fissare il cielo.
<<
Proviamoci almeno >>
Inclinò la testa e le sorrise guardandola
con uno sguardo dolce e rassicurante.
<< Non sarà certo il tuo
azzardo più grande >>
Gli
aveva dato una risposta vaga e poi con una scusa era andata
nell'ufficio della Nekoi.
Da
quel momento, circa cinque giorni prima, non ne avevano più parlato.
Lei aveva temporeggiato accettando altri inviti, prendendo altri
impegni e ignorava la maggior parte dei suoi messaggi.
Ma
scorgere quello sguardo deluso di poche ore prima le aveva fatto
male.
E
come se non bastasse, per punizione, il destino aveva voluto che
l'intera serata si svolgesse nel bar dove lavorava, sotto i suoi
occhi.
Grande
autogol Shiho.
*
<<
Perchè non canti invece di guardare il cellulare? >>
<<
Mh? >>
Erano
nel locale già da un'ora e francamente cominciava ad annoiarsi: le
altre avevano dato sfogo alle loro doti canore e avevano già preso
un paio di cocktail a testa quindi per lei la serata poteva anche
finire la.
Ed
invece no.
Sonoko
la guardava con l'aria da furbetta.
Assottigliò
gli occhi irritata.
<<
Io passo... sono certa che tu sappia cantare meglio di me >>
Quella
punta di acido nella frase non sfuggì a Subaru, Sera, Hattori,
Shinichi e nemmeno a Rei.
Sonoko
invece non ci fece caso e le prese la mano tirandola a se in modo da
farla alzare.
<<
Ah coraggio! Magari non sei così male >>
Aiutata
da Ran, che era sinceramente curiosa di sentirla cantare, le due
ragazze la spinsero sino all'angolo e le diedero il microfono.
Si
sentiva come quando i detective boys la trascinavano costringendola a
giocare con loro. Anche se Ayumi era decisamente più dolce... e
simpatica.
<<
Dai Shiho fa vedere che sai fare >>
Ok
volevano lo spettacolino? E diamogli lo spettacolino.
Almeno
poi sperava di essere lasciata in pace.
Selezionò
il brano, un brano che aveva udito qualche giorno prima e che aveva
da subito catturato la sua attenzione. Un brano che sapeva di lei.
Attese
che iniziasse la base.
Guardò
i presenti, e l'occhio le cadde sul ragazzo biondo dietro il bancone
che stava lavando i piatti.
Ecco
magari se fosse andato in magazzino si sarebbe sentita un po' più a
suo agio.
Nell'aria
si propagò il suono del gong iniziale.
I
ragazzi stavano parlando tra loro, Sonoko e Ran la fissavano in
trepidazione coi pugni vicino al viso, così come Masumi che però
teneva una soda da una mano e l'altra pigramente poggiata sul tavolo,
Subaru invece giocherellava col suo cellulare.
La
base partì e lei inspirò a fondo.
I
was born in a thunderstorm
I grew up overnight
I
played alone
I'm playing on my own
I survived
Alcuni
ragazzi nel locale si girarono verso il microfono incuriositi.
Shinichi
si protrasse in avanti iniziando a dubitare del suo orecchio
musicale.
No,
non c'erano dubbi, quella era un'intonazione perfetta.
Hey
I
wanted everything I never had
Like the love that comes with
light
I wore envy and I hated that
But I survived
Il
vociare nella sala cessò del tutto. I presenti che ancora non
l'avevano fatto si voltarono per ascoltare meglio.
Shiho
mise i capelli dietro l'orecchio, un gesto istintivo per frenare
quell'imbarazzo nato dalla consapevolezza di aver scelto un brano
sbagliato dato i presenti.
Ma
ormai il guaio era fatto.
I
had a one-way ticket to a place where all the demons go
Where the
wind don't change
And nothing in the ground can ever grow
No
hope, just lies
And you're taught to cry into your pillow
But I
survived
"Nessuna
speranza. Solo bugie"
Subaru
aprì un occhio sentendosi preso in causa.
Ma
l'aveva fatto apposta a scegliere quel testo?
Sonoko
spalancò gli occhi cominciando ad intuire che il suo piano di farle
fare una brutta figura era fallito miseramente.
I'm
still breathing
I'm
still breathing
Hattori
si alzò in piedi spalancando gli occhi.
Bella,
intelligente e con una voce che ti folgorava.
Cominciava
seriamente a rivalutare la "piccola e scorbutica bambina".
I'm
alive.
I'm
alive.
Aveva
alzato la voce eseguendo alla perfezione quel pezzo, quasi al pari
dell'originale.
A
Subaru cadde il cellulare dalle mani.
A
Rei cadde il bicchiere che stava pulendo.
Shinichi
non poté fare a meno di sentire un peso nel petto.
Non
stava dando il contentino alle due ragazze, ma non stava nemmeno
cercando di dare spettacolo anche se, inevitabilmente, era così.
I
found solace in the strangest place
Way
in the back of my mind
I
saw my life in a stranger's face
And
it was mine
Il
giovane detective abbassò il capo com'era solito fare quando
rifletteva.
"Ho
visto la mia vita nella faccia di un’estranea"
Fece
un mezzo sorriso. In effetti il riflesso di Ai doveva sembrarle
proprio il volto di un'estranea.
La
stessa cosa gli era accaduta un paio di volte quando aveva le
sembianze di Conan. Anche lui molto spesso non si era riconosciuto in
quelle sembianze, con quel faccino e quegli occhiali che tanto
detestava.
I
had a one-way ticket to a place where all the demons go
Where
the wind don't change
And
nothing in the ground can ever grow
No
hope, just lies
And
you're taught to cry into your pillow
But
I survived
Sembrava
più un grido liberatorio.
Anzi
togliamo il "sembrava".
Ma
come mai aveva scelto quella sera?
<<
Certo che è un gran bel pezzo di... >>
<<
Ti faccio saltare i denti Heiji. E poi lo dico a Kazuha >>
<<
“E poi lo dico a Kazuha” >> disse il ragazzo imitandolo in
modo canzonatorio, prendendolo in giro << ...come se tu non
avessi gli occhi usciti fuori dalle orbite in questo momento >>
<<
Ma che vai farneticando? >> urlò diventando tutto rosso.
I'm
still breathing, I'm still breathing
I'm
still breathing, I'm still breathing
I'm
alive
I'm alive
I'm alive
Rei la guardò intensamente, quasi ipnotizzato.
Due ciocche ramate le ricadevano delicatamente sul viso sfiorandole
il naso, le guance erano rosee, più colorite del solito, segno che
nonostante la sicurezza che stava mostrando era emozionata. Aveva gli
occhi chiusi, ma le ciglia vibravano ad ogni cambiamento di nota,
seguendo il testo.
Era
persa nei suoi pensieri, ormai cantava per istinto.
Quella
ragazza era un rebus.
Sarcastica,
con quell'aria fredda, a volte malinconica.
Eppure
aveva una luce.
Aveva
la voce di un angelo.
You
took it all, but I'm still breathing... You took it all, but I'm
still breathing... You took it all, but I'm still breathing...You
took it all, but I'm still breathing ...
No.
Non di un angelo. Quella canzone non aveva certo delle note celesti.
Aveva
la voce di una che aveva vissuto il vero senso del dolore e che si
stava rialzando.
Fece
un mezzo sorriso.
Non
era un angelo, piuttosto era una fenice.
I
have made every single mistake
That you could ever possibly make
I
took and I took and I took what you gave
But you never noticed
that I was in pain
I knew what I wanted; I went in and got it
Did
all the things that you said that I wouldn't
I told you that I
would never be forgotten
And all in spite of you
Era
abituata a stare nascosta, nella penombra, a farsi bastare quello che
la vita le concedeva. Era abituata ad essere trattata come uno
strumento non più importante di un bisturi o di un microscopio.
Scrollarsi
di dosso il suo passato era difficile, dannatamente difficile.
Non
era certa che ci sarebbe mai riuscita però aveva deciso di non
sottrarsi più, di non star li in disparte ad accontentarsi delle
briciole.
Doveva
piantarla di comportarsi come se il suo unico scopo fosse stare
dietro un tavolo da laboratorio.
Aveva
perso così tanto tempo a ripetere sempre le stesse azioni, giorno
dopo giorno, crogiolandosi dentro una confort zone che la stava
soffocando.
And
I'm still breathing, I'm still breathing
I'm still breathing, I'm
still breathing
I'm alive (You took it all, but I'm still
breathing)
(You took it all, but I'm still breathing)
I'm alive
(You took it all, but I'm still breathing)
(You took it all, but
I'm still breathing)
I'm alive (You took it all, but I'm still
breathing)
(You took it all, but I'm still breathing)
I'm alive
I'm
alive
I'm alive
I'm
alive
“Io
respiro ancora”. “Io sono viva”.
*
Quando
l'ultima nota fu suonata Shiho riaprì gli occhi trovandosi gli
sguardi dell'intero locale puntati addosso.
Si
irrigidì trovandosi a disagio e subito dopo si schiarì la gola.
Posò
il microfono e si sedette compostamente sulla sedia con il suo solito
atteggiamento freddo mentre ancora i presenti la fissavano nella più
completa sorpresa.
<<
Shiho... wow >> Disse
Masumi sorridendole e facendo spuntare il
piccolo canino << Non immaginavo fossi tanto brava >>
<<
Nulla di che... >> disse frettolosamente prendendo il suo
cellulare.
In
realtà il cuore continuava a batterle furiosamente nel petto.
Prese
il suo cellulare.
1
Chiamata persa.
1
messaggio in bozze.
Cliccò
sull'icona del messaggio.
Mi
spiace per stasera. Forse la prossima volta...
Assottigliò
lo guardo.
Cancellare
il messaggio tra le bozze?
Si
*
Rei
era andato sul retro del locale a buttare la spazzatura.
Diede
una rapida occhiata al suo cellulare: aveva provato a chiamarla ed
era sicuro che la ragazza avesse visto la notifica. Tuttavia non gli
aveva dato nessuna risposta quindi probabilmente non gli aveva dato
il minimo credito come nei giorni precedenti.
Per
un istante si era illuso che quella canzone fosse una sorta di
indizio, un segnale.
Forse
aveva insistito troppo.
Che
si aspettava da una ragazza che aveva passato diciotto anni
all'inferno?
Aprì
la porta e quando alzò lo sguardo si irrigidì.
Shiho
era in piedi di fronte a lui con le mani incrociate dietro la
schiena.
Era
fasciata da un delicato miniabito color acquamarina con scollo
all'americana. La gonna le lambiva appena il ginocchio.
Si
soffermò qualche secondo più del dovuto a guardarle la dolce curva
dei fianchi.
<<
Allora questo appuntamento? >>
Rei
batté gli occhi confuso.
<<
Com... adesso?! >>
Lei
lo squadrò dall'alto in basso e poi fece un piccolo sorriso.
<<
Non sarà certo il tuo azzardo più grande >>
Rei
guardò all'interno del locale e poi guardò nuovamente la ragazza.
Prese
il grembiule e lo gettò in un angolo della stanza insieme al sacco
ed uscì velocemente.
La
prese per mano e andò a passo svelto verso la mazda.
Angolo
dell'autrice
Nel
film 11 (mi pare) si dice che Ai abbia una bella voce ed uno stile un
po' troppo adulto, beh a me ricorda lo stile di Sia, per quanto
riguarda l'intonazione però me la immagino con la splendida voce di
Megumi Hayashibara ovviamente.
Che
dire piano piano Rei ci sta riuscendo. Da una serie di incontri
occasionali è riuscito ad ottenere un vero appuntamento. Vai così
ragazzo!
Poretto
quante gliene faccio passare in questa raccolta...
Spero
che anche questo capitolo vi sia piaciuto. Fatemi sapere.
Ciao.
A presto.
Violetta_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 17 *** Lezioni di boxe ***
Lezioni
di boxe
<<
Ok colpisci il sacco >>
Gli
diede un pugno ma il sacco non si mosse.
Un
altro. Niente da fare.
Al
terzo tentativo il sacco si mosse di poco.
Rei
si mise una mano sul viso.
Niente, era negata.
*
<<
Fammi capire: quello è il tuo pranzo? >> disse guardando
quella triste porzione di riso.
Shiho
e Rei stavano pranzando nell'appartamento di quest'ultimo.
Generalmente era Rei a cucinare, adorava cucinare, era decisamente
bravo e a Shiho faceva decisamente piacere farsi servire.
<<
Si perchè? >>
Il
ragazzo la guardò trattenendosi dal commentare, era abbastanza
intelligente da non impelagarsi in una discussione del genere con una
donna.
Da
bravo detective aveva facilmente scoperto che la ragazza affidava il
70% della sua sopravvivenza al caffè, spesso tendeva a sostituire i
pasti con quella bevanda.
Il
che spiegava in parte perchè fosse sempre di cattivo umore.
<<
Il tuo turno inizia nel tardo pomeriggio vero? >>
<<
Si perchè? >>
Il
ragazzo si alzò sparecchiando la tavola.
<<
Il nostro distretto ha
una palestra ben funzionante. Ti insegno le basi della boxe >>
Shiho
lo guardò sorpresa, anzi
forse era più accurato definirla sospettosa.
<<
Come scusa? >>
<<
Si ti insegno qualche
mossa.... >>
La
ragazza assottigliò gli
occhi facendosi ancor più sospettosa.
<<
Perchè? >>
Lui
alzò un sopracciglio, solo
una volta era stato così stupido da far notare ad una donna che
avrebbe dovuto fare un po' più di sport invece che evitare di
mangiare e Vermouth per poco non lo aveva investito con la moto,
quindi decise saggiamente di dirle una mezza verità.
<<
...ti confesso che
starei più tranquillo nel sapere che sai difenderti da sola anche
senza essere armata >>
Shiho
assottigliò ulteriormante
gli occhi poggiando la forchetta sul tavolo con estrema lentezza e
Rei decise di continuare la frase, giusto per essere più chiaro.
<<
Perchè collabori con
la polizia e potresti trovarti coinvolta in qualche situazione
spiacevole >> finì la frase con un dolce ed affabile sorriso.
*
Shiho
avrebbe tanto voluto che in quell'istante ci fosse un'emergenza per
potersi defilare da quella situazione così imbarazzante.
Era
convinta di avere forza sufficiente per un piccolo allenamento,
giusto quei dieci minuti per assecondarlo e poi andare a lavoro.
Ed
invece stava facendo una figura orribile. E lei detestava fare brutte
figure.
Frustrata
diede un potente calcio al sacco, e questa volta oscillò in modo
molto evidente.
<<
Wow >> disse Rei incrociando le braccia al petto.
Lei
fece un piccolo sorriso soddisfatto.
<<
Allora? >>
<<
Beh considerati i tentativi precedenti è un risultato notevole >>
La
ragazza si imbronciò per nulla soddisfatta da quel commento.
<<
Non capisco come tu sia riuscito a convincermi ad allenarmi... >>
<<
Perchè in fondo sai che è una cosa positiva. Dai riprendi >>
Shiho
fece per alzare un piede ma venne prontamente fermata dalla voce
ferma del ragazzo.
<<
Eh no. Con i pugni >>
<<
Tiranno... >> Mormorò tra i denti.
*
Stavano
girando intorno a quella situazione da venti minuti buoni.
Il
sacco da boxe della palestra era uno di quelli regolamentari e non
c'era modo di alleggerirlo. Rei non avrebbe potuto renderle il
compito più facile nemmeno con tutta la buona volontà.
Shiho
stava cominciando a spazientirsi seriamente quindi era meglio lasciar
perdere.
<<
Ok stop >>
La
aiutò a togliersi i guantoni e le avvicinò una bevanda energetica.
La ragazza era talmente stanca e assetata che bevve senza replicare
che avrebbe preferito dell'acqua e non quel mix zuccherato.
<<
Nel tuo caso credo sia
meglio allenarsi nel Jujutsu.
Almeno per ora
>>
Shiho
staccò le labbra dalla bottiglietta e lo guardò sconcertata mentre
aveva ancora il fiatone.
<<
Stai dicendo che non abbiamo finito qui? >>
<<
No>>
Shiho
lo guardò bene in volto sperando sinceramente che stesse scherzando
visto il suo stato. Insomma era sudata e rossa in viso, non doveva
essere certo un bello spettacolo.
<<
Sei serio Rei? >>
Lui
annuì convinto.
<<
Certo >>
*
Il
Jūjutsu
fa parte dei
programmi di addestramento della polizia giapponese.
Dato
che l'arte marziale si fonda sul principio del "Hey yo shin kore
do" ovvero sull'applicazione, non della forza, ma di varie
tecniche di autodifesa, risultava più facile per Shiho imparare le
basi ed applicare da subito le varie tecniche.
Difatti
dopo poche spiegazioni e qualche dimostrazione riuscì ad atterrare
il ragazzo e si mise a cavalcioni su di lui bloccandogli i polsi.
<<
Ah. Fregato >> disse con un sorrisino soddisfatto.
Rei
battè gli occhi ammirato: imparava in fretta la ragazza.
Non
abbastanza però per tenerlo bloccato.
Con
una mossa fulminea difatti si liberò dalla presa capovolgendo i
ruoli e gli poggiò un ginocchio sullo stomaco per bloccarla.
Sorrise
divertito.
<<
E adesso che... >>
Si
bloccò scorgendo un riflesso di puro terrore negli occhi di Shiho.
Non
capì che cosa stesse succedendo ed aggrottò la fronte.
<<
Ehi. Va tutto bene? >>
<<
Io... >> Si mise seduta e si schiarì la gola << sisi...
basta così per oggi >>
Rei
si avvicinò cercando di sfiorarle il viso ma lei si ritirò e si
alzò in piedi di scatto.
<<
Ma Shiho... >>
<<
Sono stanca >> disse secca uscendo velocemente dalla stanza e
sbattendo la porta.
Il
ragazzo fissò l'intera scena in silenzio e, una volta solo, portò
una mano sulla testa.
Che
le era preso?
Angolo
dell'autrice
Capitolo
più complesso di quel che sembra.
Generalmente
quando non approfondisco certi dettagli lo faccio per lasciare una
libera interpretazione al lettore, ma non in questo caso.
Forse
qualcuno di voi avrà letto un'altra mia raccolta "Quando
arriva la sera"
e
forse avra notato un dettaglio in comune con questo capitolo, se così
fosse allora capirete le ragioni che hanno spinto Shiho a comportarsi
così.
Spero
che il capitolo vi sia piaciuto. Grazie a tutti i lettori.
A
presto.
Violetta_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 18 *** Calcio ***
Calcio
Le
luci del giorno si erano tinte di sfumature più calde, più
scarlatte ed ambrate e si avviavano, piano piano, a lasciare il posto
a note via via più zaffiro.
Rei
stava digitando sulla tastiera del suo pc seduto sul divanetto del
soggiorno.
Aveva
uno studio tutto suo con una bella e comoda scrivania, ma in realtà
non lo usava mai. Lavorava ovunque tranne che in quella stanza.
Il
silenzio era interrotto solo dal costante ticchettino dei pulsanti
che venivano premuti velocemente.
I
suoi occhi si muovevavo velocemente sul monitor attenti a non
tralasciare nulla.
Stava
per aprire un nuovo documento quando sentì suonare alla porta.
Guardò
l'orologio e sorrise d'istinto.
A
quell'ora poteva essere solo lei.
Ripose
il pc nel suo studio e andò ad aprire.
*
Le
faceva sempre piacere quando la ragazza si presentava a casa sua.
Però
era strano: solitamente se non finiva troppo tardi da lavoro
preferiva sempre tornarsene a casa sua.
<<
Cosa ti porta qui? >> chiese inclinando la testa di lato.
Shiho
alzò un sopracciglio.
<<
Ti dispiace? >>
<<
Conosci già la risposta >>
La
ragazza incrociò le braccia al petto squadrandolo e poi lo superò
di pochi passi alzando la testa e chiudendo gli occhi.
<<
Comunque sono qui per la tv. Sta per iniziare la partita e se mi
mettessi in moto per guardarla a casa non arriverei a vederla >>
E
lui che si era immaginato chissà che motivazione. Ah! Illuso.
Rei
incrociò portò le mani sui fianchi ed assottigliò gli occhi mentre
accenava uno dei suoi soliti sorrisetti.
<<
Non ci provi nemmeno ad inventarti una scusa. Eh? >>
Lei
fece spallucce e gli rivolse il medesimo sorrisetto.
<<
Na... te ne accorgeresti >>
Il
ragazzo roteò gli occhi al cielo e mise su il bollitore.
Per
sua natura quando si trovava ad avere ospiti sentiva sempre la
necessità di offrir loro qualcosa, se si trattava della ragazza poi,
sentiva come l'impulso di allungarle degli zuccheri di nascosto, ma si
tratteneva
per timore della sua reazione.
Shiho
accese la tv e sintonizzò il canale. Poi si tolse la giacca
appendendola sull'appendiabiti.
Rei
la guardò di sottecchi.
Se
avesse saputo che bastava nominarle il calcio per farla venire a casa
sua avrebbe usato quella scusa mooolto prima.
*
Dopo
cinque minuti di infusione Rei si sedette sul divano passandole una
tazza di the.
Shiho
era poggiara con la schiena contro il bracciolo del divano. Quando il
ragazzo le si avvicinò prese la tazza soffiandoci sopra e spostò le
gambe in modo da farlo sedere, poi mise le gambe sopra le sue.
Non
era insollito, ormai avevano preso parecchia confidenza e a Rei non
dispiaceva affatto. Anzi alle volte doveva prendersi un paio di
istanti per realizzare la cosa.
Rei
girò il cucchiaino in modo da far sciogliere il miele più
velocemente.
<<
Ti piace il calcio... non lo avrei mai detto >>
<<
E' stato Shinichi a farmi apprezzare questo sport. E non manca mai di
farmelo notare... >>
Rei
sorrise nell'udire quel tono di voce tra lo scocciato e l'affettuoso.
Immaginava
che il suo rapporto col detective liceale dovesse essere piuttosto
comico dai pochi accenni che aveva sentito, anche se non aveva mai
avuto una vera occasione di vederli.
<<
Quindi stasera giocano i Tokyo spirits contro i Big osaka. Giusto?
>>
<<
Hai >>
<<
E tu tifi per...? >>
<<
I big >>
Sapeva
già la risposta, ricordava bene la storia del pupazzetto, però gli
serviva per la domanda successiva.
<<
Mh... c'è un motivo particolare? >>
La
ragazza aprì la bocca ma ci mise un paio di secondi prima di
rispondere.
<<
Mi piacciono i colori del logo >>
<<
Capisco... >> disse annuendo con la testa con un movimento
lento.
Finalmente
Shiho staccò gli occhi dal televisore e si girò a guardarlo
degnandolo della sua attenzione per ben trenta secondi prima di
rigirarsi nuovamente.
<<
Non mi sembri molto interessato. Non ti piace il calcio? >>
<<
Preferisco il tennis >>
*
<<
Higo torna a far parlare di se dopo l'infortunio della sua ultima
partita >>
La
voce del telecronista sportivo parlava in modo molto concitato
facendo risaltare ogni minima movenza del calciatore.
Shiho
si sistemò piu comodamente sul divano stendendo meglio le
gambe sopra quelle del ragazzo, non rendendosi conto della reazione
biologica che questo gesto comportava, fissando la tv con un sorriso
stampato sulla faccia.
Rei
inclinò la testa.
<<
Con un'abile mossa Higo riprende possesso della palla >>
Gli
occhi di Shiho si illuminarono e strinse la mano a pugno come a voler
dare il suo personale incitamento.
Rei
assottigliò gli occhi guardando storto il televisore.
<<
Ed è gol! Strabiliante gol da parte di Higo! >>
Shiho
represse a stento un sorriso mordendosi il labbro inferiore.
Ed
erano tre!
Rei
incrociò le braccia al petto gonfiando appena le guance formando un
broncio.
"I
colori del logo" un corno...
No.
Decisamente non gli piaceva il calcio.
***
Una
volta finita la partita Shiho spense il televisore, era ancora
sdraiata ed aveva un sorriso soddisfatto stampato in faccia.
Rei
le si avvicinò e le rubò un bacio poggiando una mano sulla sua
guancia.
<<
E' piuttosto tardi ti va di andare a letto? >>
<<
Na torno a casa >>
Il
ragazzo sentì la gola farsi improvvisamente secca.
<<
Come? >> emise con tono flebile.
<<
Si domani ho un impegno >> si alzò sgusciando dalle braccia
del ragazzo e si mise la giacca << Grazie. Ci vediamo >>
disse dandogli un velocissimo bacio a stampo sulle labbra ed uscendo
di casa.
Rei
era ancora piegato col gomito sinistro poggiato sopra il cuscinone
del divano e la mano destra aperta, memore della carezza che stava
dando alla ragazza pochi secondi prima.
Rimase
immobile, pietrificato, con gli occhi fissi sulla porta.
Angolo
dell'autrice.
Signori
e signore ecco la Miyano nel suo più alto livello di stronzagine.
Si
autoinvita, si fa servire, si mette comoda, ignora... che personcina
adorabile.
Che
ne dite? Spero vi sia piaciuto.
Ciao
ciao. A presto.
Violetta_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 19 *** Punti di vista ***
Punti
di vista
Shinichi
Kudo godeva di una buona popolarità al liceo.
Le ragazze lo
adoravano, i compagni gli volevano bene, ed alcuni ragazzi
addirittura lo invidiavano.
Anzi da quando si era dichiarato a
Ran, la più bella ragazza della scuola, in uno dei luoghi più
importanti del mondo, molti ragazzi lo invidiavano.
Ma
quando Shiho si era presentata di fronte al liceo, sulla sua harley
con un paio di jeans aderenti ed una giacca da motociclista di pelle,
la sua popolarità era schizzata alle stelle.
*
Quel
pomeriggio, subito dopo la fine delle lezioni, tutti i ragazzi si
ritrovarono a girare la testa, chi rimanendo a bocca aperta chi
iniziando a parlare e a fare domande al compagno vicino.
Sonoko,
che si trovava a pochi metri dallo spettacolino, diede una forte
gomitata a Ran, chiaro suggerimento ad intervenire, ma lei si limitò
a massaggiarsi il braccio guardando la scena in silenzio e col capo
leggermente chino.
Intanto
Shiho si era tolta il casco e aveva fatto cenno a Shinichi di
avvicinarsi.
<<
Sherlok >> disse a mo' di saluto << Agasa mi ha detto che
ti servivano gli occhiali >>
Il
ragazzo con la borsa scolastica poggiata sulla sua spalla si era
avvicinato sorridendole.
<< Grazie, che gentile >>
<<
Non li userai per barare al prossimo test vero? >>
Il
ragazzo chiuse gli occhi stringendo i pugni con fare offeso.
<<
Ma che vai farneticando! Smettila >>
Sonoko
gonfiò le guance e mise le mani sui fianchi.
<<
Vedi? Ti ho detto che quella non mi piace >>
<< E'
venuta solo per dargli gli occhiali speciali di Conan... gli servono
per un caso >> disse Ran stropicciandosi nervosamente un lembo
della giacca dell'uniforme.
<< Ma sentila con quelle
frasette. “Non le userai per il test vero?” >> disse
l'ultima frase mimando male la sua voce.
Masumi
scosse la testa sospirando, preferiva non immischiarsi in quel
discorso.
Intanto
Shiho aveva finito il suo compito e stava per andarsene, quando si
voltò alzando di poco la voce.
<<
A proposito... per stasera ricordati
di riportarmi la maglietta di
Kazunori
che ti ho prestato l'altro giorno
o non ti faccio entrare in casa >>
Ora. Quella frase era
un innocente riferimento al fatto che avrebbero trasmesso in tv un
nuovo episodio della serie preferita di Shiho, con protagonista
Sannomiya
Kazunori,
e la ragazza la voleva vedere indossando la sua maglietta a tema.
Tutto qui.
Però
alle orecchie di tutti ragazzi liceali il significato arrivò in modo
del tutto diverso.
Avevano
iniziato a parlare e a fare ipotesi formando dei piccoli gruppetti.
Masumi
vide un suo compagno di classe coprirsi il naso che aveva iniziato a
sanguinare.
Shinichi,
che non si era accorto della situazione che stava capitando oltre il
suo campo visivo, rispose con sarcasmo alla sua amica.
<<
Sarà fatto principessa Shiho >>
Lei
lo salutò con un velato insulto e si rimise in moto sfrecciando via.
Una
volta rimasto solo Shinichi venne letteralmente accerchiato dai suoi
compagni.
<<
Ma chi è quella? >>
<< Dove l'hai conosciuta? >>
<<
Ma quanti anni ha? >>
<<
Ma perché vi dovete vedere stasera? >>
Il
ragazzo mise le mani davanti il viso.
<< Ehi ehi piano!
Quella è Shiho... la mia vicina di casa >>
Silenzio
generale.
<<
Tu hai quella come vicina di casa? >>
<<
Ma non c'era quell'inventore matto? >>
<<
E'... una sua parente >> rispose Shinichi grattandosi la nuca.
Un
ragazzo con la camicia tutta in disordine e senza giacca si avvicinò
al detective con fare spavaldo.
<< Ehi Kudo posso venire
a casa tua? >>
<< Perché? >> Domandò
sinceramente curioso.
Il
ragazzo portò una mano sul mento iniziando a parlare in modo
malizioso.
<<
Beh se è tua vicina allora forse c'è una finestra che dà sulla sua
camera e... >>
Il pugno di Masumi fu così violento da
scaraventarlo contro un albero.
<< Razza di maiale! >>
Un
altro ragazzo si grattò la testa sorpreso dalla scena.
<<
Ehi ma che ti prende? >>
<<
Si da il caso che Shiho sia anche... una mia grande amica >>
disse la giovane detective celando in parte la verità.
L'ennesimo
ragazzo, questo più educato, si avvicinò a Shinichi. Era tutto
rosso in viso e si grattava la nuca.
<<
Ma... per caso è fidanzata? >
Shinichi
aggrottò la fronte.
<<
Chi Shiho? Ma per favore, col suo carattere solo un matto se la
prenderebbe! >>
*
<<
Che facciamo stasera? >>
<<
Io mi guardo il nuovo episodio del detective Sannomiya
con Shinichi ed i ragazzi. Tu non ne ho idea
>>
<< Che modo dolce di dirmi che
non staremo insieme >>
<<
Penso anche io >>
Shiho
e Rei si trovavano nel parco poco distante dalla casa del ragazzo.
passeggiavano
a pochi passi dagli alberi di ciliegio seguendo uno dei viali
principali.
Era
un bel posto, pieno di fiori e non troppo affollato.
Erano
l'uno accanto a l'altra intenti a guardare il panorama.
Rei
aveva provato un paio di volte a baciarla ma dalle sue reazioni, come
ad esempio schiaffeggiargli il braccio o ghiacciarlo con lo sguardo,
aveva capito che quella ragazza non era propensa ad assecondare certi
atteggiamenti in pubblico, quindi non aveva insistito oltre.
Pochi
minuti dopo però era tornato alla carica provando a tenerle la mano
e Shiho gli schiaffeggiò il dorso con forza.
<<
La finisci? >> soffiò guardandolo torvo.
Rei
batté le palpebre spiazzato.
<<
Ma non sto facendo nulla di male... >>
Shiho
incrociò le braccia al petto e girò la testa dall'altra parte.
<<
Stupido >>
Rei
sospirò e portò una mano dietro la nuca con fare seccato.
Acida.
Acida
e antipatica.
La
guardò con la coda dell'occhio mentre continuavano a camminare.
Però
nonostante sembrasse sempre burbera c'erano
degli aspetti della sua persona che trovava adorabili.
Come il
fatto che avesse percorso tutta quella strada solo per fargli visita,
dopotutto quel giorno non lavorava e non aveva altri motivi per
venire fin li.
O il leggero rossore che si era fatto strada sulle
sue guance.
Oppure
il modo in cui stava puntando un piccolo chiosco del gelato poco
distante.
Alzò
il capo e gli scappò un sorriso mentre un dubbio si insinuava nella
sua testa.
Shiho
andava matta per il cioccolato.
Andava matta per i dolci in
generale ma il cioccolato era quello che prediligeva, l'aveva
scoperto per caso due anni prima mentre stava scambiando quattro
chiacchiere con Azusa.
Non
capiva perché si ostinasse ad evitare la pietanza. Si negava
qualsiasi strappo alla regola come se la vita con lei fosse stata
clemente.
<<
Hai mai pensato che il fatto che tu sia sempre incazzata derivi in
buona parte dalle tue diete? >> domandò improvvisamente.
<<
Come? No. E poi io non sono sempre incazzata >> rispose la
ragazza presa alla sprovvista.
<<
Scommetto che hai saltato il pranzo anche oggi >>
Lei
tentennò un istante.
<<
No... >>
Rei
chiuse gli occhi accennando un piccolo sorriso.
<<
Come vuoi... io comunque ti vado a comprare un gelato al cioccolato
>> disse dirigendosi verso il chiosco.
Shiho
incrociò le braccia al petto rimanendo ferma sul posto.
<<
Non lo voglio il gelato al cioccolato >>
Per
tutta risposta il ragazzo continuò a camminare alzando la mano
destra.
<<
Io te lo prendo poi fa quello che ti pare... >>
*
La
guardò di sottecchi mangiare il suo gelato con aria soddisfatta.
Erano
seduti su una panchina sotto un ciliegio in una zona isolata del
parco.
O
meglio, Rei era seduto sulla panchina, Shiho era seduta sulle sue
gambe.
Non
appena la ragazza si accorse di essere osservata gli avvicinò il
cucchiaino colorato alle labbra.
<<
Vuoi? >> chiese con voce dolce.
Lui
annuì, aprì le labbra lasciandosi imboccare e le sorrise.
Aveva
il suo caratterino ma in fondo bastava saperla prendere.
Angolo
dell'autrice.
Ci
sono dei riferimenti al radio drama CD “A Challenge from Detective
Boys”
Per
chi non lo conoscesse in questo brano Conan prende in giro
Haibara perchè è una fan di Sannomiya Kazunori, un attore che in un
programma interpreta un detective.
Spero
che vi sia piaciuto. Un bacione.
Violetta_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 20 *** Secret ***
Secret
<<
Sei stupido per caso? >>
<<
Si può sapere che ti prende? Che ho fatto? >>
“Che
ho fatto?”
“Che
ho fatto?”
Aveva
pure il coraggio di chiederlo.
***
Quella
mattina...
<<
Ragazzi sono così contenta. Non mi era mai capitato di vincere
qualcosa >>
Masumi
aveva partecipato ad un piccolo concorso di arti miste ed aveva vinto
un soggiorno in un resort.
Aveva
invitato i suoi amici più cari e Goro, che nella sua infinità bontà
e con grande senso di altruismo, si era offerto di accompagnarli in
cambio di un biglietto.
A
quel punto mancava solo il dettaglio del mezzo di trasporto, dato che
i ragazzi avevano saggiamente fatto notare che con una macchina sola
mancava il posto per una persona e Goro aveva risolto chiedendo una
mano al suo allievo migliore dato che “quel caro ragazzo era sempre
disponibile”.
Altro
piccolissimo, microscopico dettaglio: avevano parlato del viaggio
davanti ai bambini che ovviamente alla parola “piscina” si erano
messi a fare il diavolo a quattro per poter andare anche loro.
E
chissà come mai a Subaru era venuta voglia di farsi una nuotata, ed
aveva chiesto il passaggio ad Agasa poiché la sua macchina era dal
meccanico.
Quindi
una divertente gita tra liceali si era trasformata in una specie di
viaggio della speranza.
Masumi
era seduta sul sedile anteriore accanto a Tooru, mentre Shiho stava
dietro, da sola.
Mentre
tutti erano stretti come sardine lei si era trovata con tre posti
liberi nell'unica macchina con l'aria condizionata funzionante.
Mica
scema la ragazza.
<<
Grazie per il passaggio Amuro >> disse Masumi guardando il
paesaggio dal finestrino.
Il
ragazzo le rivolse un sorriso cordiale.
<<
Ma figurati ci fa piacere >>
Shiho
si irrigidì avvertendo come una sensazione di pericolo.
<<
“Ci fa”? >> domandò Masumi non afferrando bene il
soggetto.
Amuro
fece un gran sorriso.
<<
Si insomma a me e a Sh... >>
La
scienziata gli diede un potente calcio attraverso il sedile puntando
al centro della spina dorsale e fece un rumore sordo tanto che Masumi
si voltò allarmata.
<<
Shiho va tutto bene? >>
<<
Si si... una staffa >>
<<
Ok... stavi dicendo Amuro? Fa piacere a te e a “Sh”...? >>
<<
...Sensei. Sia a me che a Mouri sensei fa piacere accompagnarvi >>
Masumi
fece un piccolo sorriso chiudendo gli occhi.
<<
Ah... beh molte grazie >>
Rei
diede una rapida occhiata allo specchietto retrovisore e notò che
gli occhi di Shiho erano molto simili a quelli di un killer assetato
di sangue.
Come
Chianti il lunedì mattina.
*
Dopo
cinque ore, sette pause pipì, altrettante pause sigaretta e una
mezza crisi isterica da parte di Sonoko che aveva dimenticato il suo
pareo preferito, finalmente il gruppo si trovò nella hall
dell'hotel.
Ad
accoglierli fu il signor Futoba, il proprietario, che quando vide un
corteo di nove persone più tre bambini sbiancò all'istante.
<<
Signorina mi scusi... il premio era riservato soltanto a cinque
persone, noi non... >>
<<
Stia tranquillo pagherò la differenza. Il fatto è che ho davvero un
sacco di amici >> disse Masumi con un gran sorriso portando una
mano dietro il collo.
<<
Ok, se le cose stanno così, non ci sono problemi >>
Genta
agitò la mano in direzione della ragazza.
<<
Ehi Masumi! Andiamo in piscina? >>
La
ragazza alzò il braccio agitando la mano.
<<
Si arriv... >>
<<
E come pensi di pagare la differenza? >>
Gelò
all'istante sobbalzando. Poi si voltò incrociando il sorrisino
sornione di Subaru che la fissava con un occhio socchiuso.
<<
Ho dei soldi da parte nii... >>
<<
Oh e scommetto che mamma sarà entusiasta di scoprire che spendi così
i tuoi risparmi >>
Ammutolì
un paio di istanti.
<<
Non hai intenzione di dirglielo. Vero? >>
<<
Non ne ho bisogno. Sappiamo entrambi che lo scoprirà da sola >>
La
ragazza abbassò lo sguardo arrossendo.
<<
… a meno che non ti dia una mano io >> continuò il ragazzo
spostando la testa di lato.
Lei
sorrise. Non sapeva se lo stava facendo per affetto fraterno o perché
ci provava un sottile piacere a fregare l'impassibile e glaciale Mary
Sera. Ma dopotutto lei ci guadagnava ed andava bene così.
<<
Ti ringrazio molto. Andiamo in piscina? >>
<<
Spiacente, non posso correre il rischio di bagnare >> si indicò
il collo coperto da una maglia a collo alto << ...tu sai cosa
>>
Lei
scosse le spalle.
<<
Come vuoi >>
<<
E indossa un costume decente! >> disse alzando l'indice.
Roteò
gli occhi al cielo.
<<
Cooome vuoi! >>
*
<<
Tooru ti va di venire a fare una nuotata? >>
Il
ragazzo si sistemò gli occhiali da sole sugli occhi e portò le mani
dietro la nuca.
<<
Grazie Sonoko ma sto bene qui >> attese che la ragazza si
allontanasse << ...a meno che tu non voglia andare >>
mormorò alla persona sulla sdraio accanto alla sua.
Shiho
lo guardò di sottecchi con aria severa mentre finiva di spalmarsi la
crema solare sulle braccia.
<<
Shut up! >> sibilò.
Rei
sbuffò.
<<
Si può sapere perché sei arrabbiata con me? >>
La
ragazza roteò gli occhi al cielo.
<<
Insomma che ho fatto? >> insistette lui.
<<
Abbassa la voce! Sei stupido per caso? >>
<<
Ok >> disse mormorando << Ma si può sapere che ti
prende? Che ho fatto? >>
<<
Hai anche il coraggio di chiederlo? >>
Ok
il bacio.
Ok all'appuntamento.
Ok alla relazione.
Ma
dirlo a tutti no. Assolutamente no!
Stava
per dirlo a Masumi, ok lo poteva tollerare un piccolo errore, una
piccola svista.
Ma
poi -il cretino- stava per rivelare la verità a Shinichi facendole
prendere un colpo.
L'aveva
visto pochi minuti prima all'ingresso della piscina e per fortuna era
riuscita a fermarlo in tempo.
Ma
che credeva che dopo due bacetti avrebbe potuto fare i suoi comodi?
Ah che illuso!
<<
Shiho... >> continuò lui cercando di chiarire.
In
quel momento Shinichi si sedette nella sdraio accanto alla ragazza e
Rei giurò di vedere del panico nei suoi occhi pervinca.
<<
Shiho-san. O se preferisci Miyano-san >> disse la scienziata a
voce alta per farsi sentire dal Kudo.
Shinichi
guardò Amuro confuso.
<<
Che succede? >>
<<
Ha dimenticato la crema solare e io non gliela do la mia. Non mi
sembra un tipo così a rischio scottature >> mentì guardando
il ragazzo in modo da far passare il messaggio “reggimi il gioco o
ti affogo in piscina”.
Rei
si sdraiò più comodamente.
Certo
tenere il segreto aveva i suoi lati eccitanti. Però era anche un po'
offensivo, sembrava quasi che si vergognasse.
Ovviamente
non intendeva dirlo a tutti, ci sarebbero state troppe complicazioni
sia a lavoro sia -e quella era la motivazione più importante- con la
sua missione sotto copertura. Però avrebbe voluto farlo sapere a
persone fidate come la piccola Akai, o a Shinichi ed Agasa.
Almeno
loro.
<<
Sei seria? >> domandò innocentemente Shinichi.
<<
Ovvio >> rispose lei con naturalezza, ma un orecchio attento ed
informato dell'intera situazione riuscì a carpire il doppio senso di
quel tono.
Rei
incrociò le braccia al petto.
Non
voleva farlo sapere? Ok. Nessun problema.
<<
Quanto sei cattiva Shiho. Tranquillo Amuro vado a prenderti la mia
>>
disse il ragazzo andando verso il suo zaino.
<< Molto
gentile Shinichi >> disse con un sorrisetto assottigliando gli
occhi nascosti dagli occhiali da sole.
*
L'ora
di cena si era dimostrata alquanto movimentata.
I
bambini non avevano fatto altro che correre per la sala studiando
ogni singolo piatto del buffet, le ragazze si erano messe a
spettegolare.
<<
Le nostre compagne diventeranno verdi di invidia quando sapranno che
siamo qui >> disse Sonoko con una mano davanti le labbra.
<<
Ah non mi interessa. Per me quello che conta è essere qui con voi
>>
disse Masumi prendendo del sashimi con le hashi.
<<
Sono un po' preoccupata per papà >> mormorò Ran guardando
verso il balcone.
Goro
si era ubriacato. Si era messo a cantare al centro della sala
trascinando con se anche Amuro che con sua infinita pazienza lo aveva
trascinato fuori per fargli prendere una boccata d'aria fresca.
<<
Sono certa che sta bene. Non è una novità che faccia così >>
<<
Difatti sta benissimo >>
Sonoko
diventò incandescente ritrovandosi Amuro alle sue spalle che la
guardava con un gran sorriso mentre Goro sorseggiava dell'acqua
fresca.
Ran
incrociò le braccia guardando storto il genitore.
<<
Papà stai rovinando la cena ad Amuro-san >>
<<
Tranquilla Ran. Adesso io e il maestro scendiamo nella hall >>
<<
Ah ma non voglio scendere. Andiamo al bar... ho visto certe signorine
niente male... >>
Subaru
guardò con la coda dell'occhio Shinichi.
<<
Tu sei cosciente che quello diventerà tuo suocero? >>
Il
ragazzo rabbrividì.
<<
Lasciamo perdere, ti prego >>
Ran
assottigliò lo sguardo.
<<
Papà ci sono i bambin... >>
<<
Non è poi una cattiva idea >> disse Amuro interrompendola
<<
… dopotutto mi pare che stia meglio >>
Shiho
si irrigidì colta da uno strano dubbio. Il tono del biondo era
piuttosto ambiguo.
Non
era una cattiva idea andare a bere o andare a vedere le “signorine
niente male”?
<<
Allora noi andiamo >> per una frazione di secondo gli occhi del
giovane apprendista si incrociarono con quelli della scienziata
<<
a dopo >> disse con un tono di voce che lei non riuscì proprio
a decifrare.
*
Nonostante
la cena fosse stata alquanto caotica e a tratti imbarazzante, niente
era stato paragonabile al momento della suddivisione delle camere.
Erano
rimaste quattro stanze, tutte triple.
Sonoko
mise le mani sui fianchi indicando i detective boys.
<<
Beh i bambini possono dormire insieme >>
Quella
frase scatenò le ire di Ayumi che iniziò a gridare alzando i pugni.
<<
Io voglio dormire con delle ragazze. Voglio stare con Shiho nee!
>>
disse convinta << ...sono grande ormai >>
Shiho
si chinò avvicinando la mano a quella della bambina.
<<
Va bene, sono d'accordo con te. Allora andiamo nella 312. Ok? >>
La
bambina annuì tutta contenta prendendole la mano e seguendola per il
corridoio.
Ran
si rigirò la schedina elettronica tra le mani.
<<
Io e Sonoko andiamo nella 313. Vieni pure tu Masumi? >>
<<
Se non vi dispiace io vado con Shiho ed Ayumi >>
<<
Ok >> disse le ragazza agitando la mano << Notte gente
>>
Adesso
che le ragazze erano sistemati mancavano solo i maschietti.
E
Shinichi non riuscì a capire esattamente il perché ma venne colto
da uno strano senso di ansia.
*
<<
Ad Ayumi piace tanto questo letto >> disse la piccola tastando
il lenzuolo.
Shiho
intanto le sprimacciava il cuscino.
<<
Hai freddo? Vuoi un'altra coperta? >>
Lei
scosse la testa.
<<
No, sto bene così >>
La
ragazza le accarezzò la testa scompigliandole appena i capelli.
<<
Vuoi il tuo peluche? >>
<<
Iee. Se ci sei tu in camera
con me, non ho paura >>
Masumi
guardava di sottecchi quel dolce quadretto mentre si metteva una
canotta leggera che fungeva da pigiama.
Non
avrebbe mai definito Shiho un tipo dolce però in quel momento
dovette ricredersi.
Era
affettuosa ed anche molto premurosa con la bambina.
Per
un piccolo, piccolissimo istante, le tornò in mente un breve periodo
della sua infanzia, quando mamma Mary le rimboccava le coperte
dandole un dolce bacio sulla guancia.
Shiho
somigliava davvero molto a sua madre. Forse era anche per questo che
le voleva molto bene.
Shiho
si voltò sentendosi osservata.
<<
Tutto ok Masumi? >>
<<
Si si... ero sovrappensiero >>
*
<<
Togliti quella cazzo di maschera. Sei ridicolo >>
Nonostante
prestasse sempre molta attenzione a mantenere il controllo, si notò
un piccolo tic all'occhio destro di Subaru.
Shinichi
sistemò il cuscino e si sdraiò nel letto coprendosi con le morbide
coperte.
<<
Ah che comodo questo materasso! Ragazzi visto che ci troviamo in
questa situazione che ne dite di passarci delle informazioni su.. ?
>>
<<
Lo sapete che sono armato. Si? >>
Shinichi
ammutolì. Quando Rei si arrabbiava era meglio assecondarlo.
E
quella sera stranamente aveva come la sensazione che gli girassero
parecchio.
Purtroppo
Akai non era dello stesso avviso.
<<
Lo sono anch'io >> disse fronteggiandolo.
Shinichi
realizzò esattamente da cosa dipendesse quel senso di ansia di
qualche minuto prima.
<<
Beeene siete tutti e due armati. Vi devo ricordare che fuori da
questa camera ci sono delle persone innocenti? Tipo ragazze...
bambini... anziani... >>
Akai
e Furuya continuavano a fissarsi con odio.
<<
Ragazzi >> tentò nuovamente Shinichi.
Dopo
un'altra manciata di secondi di scambio di sguardi di puro odio, Rei
chiuse gli occhi e digrignò i denti.
<<
Datti una calmata Kudo. Credo che andrò a fare una passeggiata >>
<<
Ma Amuro... >>
<<
Fate sogni d'oro piccioncini >>
Uscì
sbattendo violentemente la porta lasciando i due ragazzi ammutoliti.
<<
Dovremmo fare qualcosa? >>
<<
Lascialo stare. Appena gli verrà sonno verrà a dormire >>
*
Rei
era uscito per fare una passeggiata e per fumarsi una sigaretta,
giusto per schiarirsi le idee e farsi passare il nervoso.
Era
arrivato sino al parcheggio e poi era tornato all'hotel con l'idea di
farsi una bella dormita.
Stava
attraversando il corridoio del secondo piano quando venne scosso da
un urlo.
Si
voltò di scatto seguendo quella voce e vide la piccola Ayumi correre
terrorizzata.
Si
inginocchiò stingendola a se ed accarezzandole i capelli.
<<
Piccola che è successo? >>
<<
C'è un... un... >>
Piccina
era così sconvolta che riusciva a malapena a boccheggiare.
<<
Ayumi! >>
Shiho
era scesa dal letto non appena aveva notato che la bambina non
tornava dal bagno e si era messa a correre non appena sentito l'urlo.
Si
tranquillizzò non appena la vide tra le braccia dell'agente.
<<
Amuro-san che è successo? >>
Il
ragazzo fece spallucce confuso quanto lei ed aspettò che la bambina
si calmasse.
<<
Fudoba-san è a terra di fronte la sua camera >>
*
<<
E qui ci sono le telecamere >>
La
polizia e l'ambulanza non si erano fatte attendere.
<<
Allora... Il proprietario solitamente dorme in questa stanza ... il
personale fa turni di 24 ore ma nessuno ha visto nulla >>
disse Takagi ricontrollando il suo block notes.
<<
Già... l'assassino dev'essere uno in gamba. Ma io lo sono di più
>>
disse Goro ridacchiando e gongolando.
<<
Certo maestro >> disse Amuro in piedi dietro di lui.
Takagi
si avvicinò all'ispettore Megure.
<<
Fudoba Watanabe,
56 anni, proprietario dell'hotel >>
<<
Ispettore … >>
I
due si voltarono riconoscendo la ragazza.
<<
...vorrei dare una mano con le indagini >>
<<
Ma certo Myiano-san, può fare i primi rilevamenti mentre arriva la
scientifica >>
<<
Wakatta >>
Rei
alzò la testa e mise le mani in tasca.
<<
Dovresti fare attenzione Miyano-san. Una ragazzina come te non
dovrebbe girare per l'hotel tutta sola con un assassino a piede
libero >>
La
ragazza alzò un sopracciglio piccata.
Aveva
capito il giochetto: dato che non vinceva il punto di rivelare la
loro relazione ad almeno un elemento della cerchia, allora si era
deciso a farle quei piccoli dispetti.
Qualche
parolina, qualche frecciatina...
Quando
faceva così era irritante quanto Akai.
<< Farò
attenzione >> disse con un piccolo sorriso.
Aaah
ma non sapeva che lei sapeva giocare benissimo a quel gioco.
*
Era
in corridoio al piano di sotto da ormai una buona mezz'ora, aveva
fatto i primi rilevamenti e consegnato tutto all'ufficiale Tome che
nel frattempo era arrivato col suo team.
<<
Miyano-san è stata davvero preziosa >>
<<
Non ho fatto nulla di speciale Tome-san >>
<<
Analizzeremo tutto in laboratorio. Ma lei e deve rimanere qui >>
<<
Certo capisco. Allora torno di sotto. Buon lavoro >>
<<
Oyasumi
Nasai
>>
La
ragazza aveva girato per il corridoio dirigendosi verso le scale.
Vista
la situazione tutti gli ospiti dell'hotel erano stati fatti scendere
nella hall e i corridoi erano completamente vuoti.
Improvvisamente
si sentì tirare per un braccio e si ritrovò spalle contro il muro e
due forti braccia che la braccavano.
Per
due secondi si spaventò davvero, ma poi riconobbe quegli occhioni
azzurri leggermente socchiusi a formare un'espressione irritante.
<<
Molto simpatica Miyano-san >>
<< Non so di che
stai parlando >> disse lei con un mezzo sorriso facendo la
finta tonta.
Un
po' gli piaceva irritarlo in quel modo. Era carino quando metteva il
broncio, e poi era molto divertente tenergli testa.
Lui
assottigliò ulteriormente gli occhi e fece un sorrisetto sornione.
<<
Certo sarebbe imbarazzante se adesso gli agenti scendessero e ci
beccassero in questa posiz... >>
Prima che potesse
finire la frase Shiho portò i pugni al petto e fece un urletto
spaventato.
Rei
fu così sorpreso da quella reazione che indietreggiò di un paio di
passi con la bocca semiaperta.
In
quel preciso istante Goro, Takagi e il resto del gruppo si misero a
correre verso di loro.
<<
Che è successo? >> domandò Goro in ansia.
Shiho
assunse una posa adorabile, paragonabile a quella di una bambina
spaventata, e girò il capo guardando il detective con due occhioni
innocenti.
<<
Scusate non volevo allarmare nessuno. E' sono che Amuro-san è
sbucato all'improvviso nel corridoio e mi sono spaventata >>
Rei
la fissò intensamente completamente sconcertato.
<<
Insomma Tooru che modi sono? >> domandò Goro severo.
<<
Ma io... >>
<<
Certo che sei proprio infantile >> continuò scuotendo la
testa.
Shiho lo fissò per due secondi e fece un sorrisino
soddisfatto, poi gli diede le spalle dirigendosi verso il gruppo.
L'agente
PSB assottigliò gli occhi.
Ma
che piccola vipera.
*
Dopo
le dovute indagini, svolte prevalentemente da Shinichi e Subaru, la
cameriera si decise a confessare gettandosi a terra e mettendosi a
piangere.
<<
Ha licenziato mio padre pur sapendo che era in difficoltà, così mi
sono fatta assumere aspettando il momento giusto >>
<<
Non penso che suo padre sarà fiero di lei >> disse Shinichi
con la sua solita verve teatrale.
Amuro
approfittò di quel momento di distrazione generale, incrociò le
braccia al petto continuando a fissare la ragazza in lacrime e si
avvicinò a Shiho.
<<
Sai essere peggio di Vermouth >> mormorò.
Lei
incrociò le dita delle mani dietro la schiena guardando anche fisso
di fronte a se.
<<
Molti direbbero che questo è un complimento >>
<<
Non io … >> disse con un tono grave.
Shiho
si umettò le labbra portando una mano sul fianco e inclinando la
testa di lato.
<<
Sembra che tu la conoscessi bene >>
<<
Lavoravamo insieme nella divisione ricerca. Ero la sua spalla >>
Quella
notizia la lasciò con una strana sensazione allo stomaco.
Per
un piccolissimo secondo le venne il sospetto che fosse l'ennesima
ripicca, ma le bastò guardare il disprezzo nei suoi occhi per capire
che non era un trucco.
Chiuse
gli occhi e fece spallucce.
<<
Non ti invidio per niente >> si limitò a dire con calma,
chiudendo lì il discorso.
Mentre
l'assassina veniva scortata fuori dall'agente Megure, Ran si avvicinò
a suo padre.
<<
Forse sarebbe meglio tornare a casa. I bambini saranno terrorizzati
>>
L'uomo
spalancò gli occhi.
<<
Ma … è notte fonda! >>
<<
E allora? Io non ho intenzione di dormire in questo posto dopo che è
stato assassinato un uomo. Mi vengono i brividi solo a pensarci >>
Sonoko
alzò la mano.
<<
Si anche a me >>
L'uomo
sbuffò.
<<
Ragazze ma non potete aspettare fino a domani? >>
<<
Su maestro non possiamo certo costringere a star qui delle ragazze
spaventate >> disse indicando con lo sguardo Shiho che ricambiò
con un sorrisino tirato.
Goro
portò una mano sulla testa scompigliandosi i capelli con fare
nervoso.
<<
Ok Ok. Ce ne andiamo... >>
*
Amuro
fu il primo a raggiungere la macchina, si era seduto al volante in
attesa che tutti gli altri fossero pronti.
Si
voltò verso Shiho che intanto lo fissava fuori dal finestrino.
<<
Non sali in macchina? >>
Le
fece un dolce ed adorabile sorriso.
<<
Non pensare di cavartela così Rei-chan >>
Vide
trasformarsi quel sorriso in un'espressione fin troppo inquietante.
Poi
la vide alzare un braccio e fare cenno al piccolo gruppo che stava
raggiungendo le rispettive macchine poco lontano da loro.
<<
Subaru-san! Salgo io in macchina col dottor Agasa. Amuro-san si è
offerto di darti un passaggio >>
Rei
sbiancò.
<<
Che? >>
Shinichi
e Akai si guardarono perplessi per due secondi.
<<
Ontoni? >> domandò l'universitario portando una mano
sulla nuca.
<<
Si si. Preferisco stare in macchina coi ragazzi >>
Furuya
la fissò con gli occhioni spalancati.
<<
No... no no no... >>
Shiho
abbassò lo sguardo guardandolo in modo piuttosto inquietante.
<<
Oh yes, my darling >>
Intanto
l'Okya si stava avvicinando alla macchina.
<<
Divertiti >> disse Shiho mentre si dirigeva verso il maggiolino
dove si potevano intravedere i bambini addormentati nel sedile
posteriore.
Shinichi
era ancora assorto dalla scena e aveva portato due dita sotto il
mento come faceva quando le cose non gli quadravano.
<<
Allora Kudo hai intenzione di andare in macchina o dobbiamo rimanere
qui? >> chiese Shiho mentre si accomodava molto elegantemente
sul sedile anteriore accanto ad Agasa.
Mentre
il suo più acerrimo nemico e sua sorella prendevano posto nella
Mazda, Rei fulminò con lo guardo Shiho per l'ultima volta, ma non
sortì il minimo effetto se non quello di ricevere un suo piccolo ed
antipatico sorriso.
Accese
il motore sbuffando seccato.
Capì
che tirare la corda con lei era del tutto inutile, anzi sembrava
quasi controproducente.
Angolo
dell'autrice.
Povero Rei... per
una volta che si ribella, finisce col fare da autista ad Akai...
Spero
che vi sia piaciuto anche questo capitoletto.
Ciao
ciao.
Violetta_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 21 *** Let him go crazy ***
Let
him go crazy
<<
Ehi >>
<<
Buonasera. Posso entrare? >>
Rei
si spostò facendole cenno di accomodarsi.
Shiho
entrò nell'appartamento poggiando il casco sopra un tavolino
all'ingresso e appendendo la giacca sull'appendiabiti.
Erano
le tre del mattino.
<<
Stanca? >>
Shiho
si sedette sul divano rilassandosi con la testa contro il cuscino
morbido.
<<
Distrutta. Ad un certo punto la dottoressa si è ritrovata dei
frammenti di cervello tra i capelli >>
Rei
fece un'espressione disgustata.
Ci
voleva uno stomaco di ferro per svolgere un lavoro some il suo. E non
è che fare l'agente sotto copertura prevedesse scenari carini e
coccolosi.
Quando
si girò vide che la ragazza aveva chiuso gli occhi e si massaggiava
le tempie.
Doveva
essere veramente stanca per accettare il suo invito.
Nonostante
lui le avesse proposto più e più volte di trascorrere la notte nel
suo appartamento, soprattutto quando si ritrovava ad affrontare certi
orari, lei aveva sempre declinato.
Si
mise dietro di lei iniziando a massaggiarle le spalle.
<<
Hai fame? >>
La
ragazza scosse la testa.
<<
Ok... vuoi bere qualcosa? >>
Lei
scosse nuovamente la testa.
Rei
si avvicinò dietro di lei e fece scorrere le sua mani dalle spalle
sino a circondarle in busto abbracciandola in modo delicato, le diede
un bacio sulla nuca inspirando il delicato profumo dei suoi capelli.
Le
cinse i fianchi iniziando a giocherellare lentamente coi lembi della
camicetta.
<<
Forse dovremmo spostarci in camera da letto allora... >> disse
con voce molto bassa e gli occhi socchiusi.
Shiho
si scrollò di dosso le sue mani alzandosi in piedi.
<<
Scordatelo. Tu rimani qui a dormire >> disse indicando il
divano.
Rei
spalancò gli occhi sconcertato e portò una mano tra i capelli.
Insomma
si presentava in piena notte, svegliandolo, e lo buttava fuori dal
suo stesso letto.
<<
Oh cavoli, sei davvero terribile! >>
*
<<
Novità sul boss? >>
Tooru
roteò gli occhi al cielo mentre asciugava dei piatti per poi riporli
nell'apposito ripiano.
<< Shinichi lo sai che non ne
posso parlare... >>
<< Ma dai... solo qualche piccola
informazione >> disse con una vocetta supplichevole.
<<
Il fatto che il tuo amichetto ti passi delle informazioni non
significa che lo farò anche io >> rispose Amuro con tono
severo.
Shihichi
assottigliò gli occhi piccato e ridacchiò nervosamente.
<<
Eheheh... >>
<< E poi dovresti pensare a studiare
ogni tanto... l'ultimo test scolastico è andato maluccio... >>
Il
giovane detective arrossì come un pomodoro.
Aveva
fatto delle indagini su di lui?
<<
Recupererò in fretta >> mormorò.
In quel preciso
istante gli suonò il telefono.
<< Moshi mos...
>>
<< Hai di nuovo messo mano al mio pc! >>
L'urlo
era talmente forte che il ragazzo dovette allontanare il telefono
dell'orecchio.
<<
No... non è vero >> cercò di mentire.
<< Continuano
a spuntarmi annunci... gonne sportive? Sei passato all'altra sponda
Kudo? >>
Rei dovette voltarsi per nascondere un sorriso
divertito
<< Era per Ran... >>
<< E poi è
lentissimo... i casi sono due: o mi hai scaricato qualche virus o il
tuo amichetto mi sta hakerando di nuovo... >>
Ok.
Akai era ufficialmente il suo amichetto.
<<
...in ogni caso me la prendo con te >>
Shinichi boccheggiò un paio di istanti prima di parlare.
<<
Aspetta io che c'entr... >>
Niente,
gli aveva riattaccato il telefono in faccia.
Amuro ridacchiava
sommessamente mentre asciugava i piatti.
<<
Quella ragazza mi manderà al manicomio >> borbottò Shinichi
mettendosi il cellulare in tasca.
“A
chi lo dici” pensò Rei continuando a ridacchiare.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 22 *** Sonno ***
Sonno
Era
una fresca serata estiva alla periferia di Tokyo e, come ormai
accadeva sempre più di frequente, Shiho si trovava a casa
dell'agente Furuya.
Stavano
guardando un programma in tv seduti sul divano. Rei le stava
massaggiando le gambe.
Ad
un certo punto la ragazza aveva preso il telefono ed era andata
vicino il balcone.
Lui
era rimasto seduto sul divano ma aveva teso le orecchie, non per
mancanza di fiducia, era più deformazione professionale.
<<
Ciao. Che fai? >>
Il
ragazzo aggrottò la fronte: Shiho stava usando un tono fin troppo
dolce per i suoi standard.
<<
Sta attento con quel coso, potresti farti male >>
Ma
che cosa...?
<<
Hai mangiato? Che hai mangiato? >>
Poggiò
il viso sul palmo della mano continuando ad origliare.
<<
Quante porzioni?... ok adesso dimmi la verità >>
Rei
assottigliò gli occhi.
<<
Che fai ora? No no no spegni e lavati i denti >>
Gli
venne da ridere intuendo chi ci fosse all'altro capo del telefono.
<<
No... guarda che me ne accorgo. Ok si... Ciao >>
Chiuse
il telefono sbuffando.
Non
poteva abbassare la guardia nemmeno cinque minuti con quell'uomo, era
come un gigantesco bambino coi baffi. Per fortuna non era l'unica a
controllarlo.
Si
sistemò una ciocca di capelli ed infilò il cellulare nella tasca del
jeans, poi si voltò e spalancò gli occhi irrigidendosi.
Rei
la fissava dietro il tavolo con la testa poggiata tra le mani, uno
sguardo da furbetto e un sorrisetto divertito.
Arrossì
appena.
Ecco,
aveva sentito tutto.
<< Cosa c'è? >> disse
scocciata per celare l'imbarazzo.
<< Non sapevo avessi un
figlio... >>
Lei
roteò gli occhi al cielo.
<<
Era Agasa... >>
<< Un figlio grande >>
<<
E smettila... >>
*
A
differenza della musica, Shiho e Rei avevano gusti molto simili per i
programmi tv ed i film.
Non
certo per i programmi di moda, ma per il resto apprezzavano le storie
complicate, con toni un po' tristi e magari con un sottofondo di
mistero.
E
gli horror.
Era
paradossale che due persone coi loro trascorsi apprezzassero tale
genere ma questi erano i fatti.
Rei
pensava che fosse una cosa positiva dato che solitamente quei film
erano perfetti per appropinquarsi verso atti più dolci.
Il
classico scenario della fanciulla che si spaventa si rifugia tra le
braccia del prode cavaliere che la abbraccia difendendola.
In
teoria.
<< È anatomicamente sbagliato >>
<<
È un film >>
<< Si ma è sbagliato. Le interiora non
sono così >>
In
pratica guardare un film horror con lei, a meno che non fosse
studiato e girato alla perfezione, era impossibile.
<<
Poi da quando il sangue ha quel colore? E' stupido >>
Rei
portò due dita in fronte scuotendo la testa.
Niente. Shiho
non aveva nulla a che fare con una dolce ed innocente fanciulla
spaventata.
Lei era una donna tosta, non un maschiaccio ma
comunque una tosta ed estremamente perfezionista.
<< Che
scena scontata >>
Rei
inspirò.
<< Giuro. Un altro commento e la prossima
volta che guardiamo un giallo ti rivelo il nome dell'assassino sin da
subito >>
Shiho
spalancò gli occhi e le labbra emettendo un comicissimo “hiii...”.
<<
Non oseresti! >>
<< Scommettiamo? >>
*
Dopo
la prima metà del film, finalmente Shiho si era arresa alle
inesattezze cinematografiche e si era seduta accanto a lui con le
gambe incrociate.
Rei
le circondò le spalle con un braccio accarezzandole la spalla con le
dita.
D'un
tratto avvertì la ragazza farsi più pesante e decisamente più
calda.
Shiho
si era addormentata ed aveva poggiato la testa contro il suo petto.
Aggrottò
la fronte.
Non
era la prima volta che succedeva.
La
ragazza aveva preso ad appisolarsi un po' ovunque: in macchina, sul
divano, una volta persino al cinema.
Cominciava
a pensare che fosse narcolettica.
Spostò
la testa in modo da guardarla meglio: le labbra rosse appena
socchiuse ed un'espressione tremendamente dolce e rilassata.
Sorrise.
Diventava
un fornetto quando si addormentava.
Le
prime volte si era chinato toccandole la fronte, ma poi aveva capito
che non si trattava di febbre, era una sua caratteristica.
Si
chinò per prenderla in braccio e portarla a letto ma venne bloccato
dalla ragazza che prontamente aveva poggiato una mano sul suo petto
scuotendo la testa.
<<
Finisci di guardare questo stupido film >> disse lei in un
sussurro.
<<
Ma non stai scomoda? >> bisbigliò.
Con
ancora gli occhi chiusi, lo spinse facendolo sdraiare sul divano e si
mise sopra di lui accoccolandosi contro il suo petto.
<<
No no... >> disse con la voce mezza addormentata.
Rei
diventò incandescente, gli ci vollero un paio di secondi per
realizzare la situazione.
Prese
il telecomando ed abbassò il volume di qualche tacca poi la
abbracciò affondando il naso tra i suoi capelli.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 23 *** Mare ***
Mare
Il
vociare della gente che solitamente la disturbava in quel momento le
metteva molta allegria.
Nell'aria
aleggiava il profumo della salsedine e in lontananza si sentivano i
versi dei gabbiani.
La
sabbia era finissima e molto chiara, quasi bianca.
<<
Eccoci qui >>
Rei
aveva un grosso zaino in spalla e un ombrellone sotto braccio, gli
occhiali da sole appesi sulla testa.
Shiho
si girò verso di lui.
<<
Carino >>
<<
Sono contento che ti piaccia. È una delle mie spiagge preferite >>
Il
biondo si guardava intorno tutto contento senza risentire minimamente
del peso di tutta quella roba che si stava portando dietro.
Un
paio di ragazze avevano girato il capo parecchio interessate, non era
da tutti i giorni vedere un faccino d'angelo sopra un corpo come
quello.
A
Shiho quel dettaglio non era sfuggito, ma non si disturbò a farlo
notare celando la cosa con un gesto innocuo come sistemarsi il
borsone sulla spalla.
<<
Dallo a me >> disse il ragazzo allungando l'unico braccio
libero.
<<
Tranquillo ce la faccio >>
<<
Sembra pesante >>
<<
E tu sembri un albero di natale >>
Rei
sorrise scuotendo il capo poi si fermò guardandola di sottecchi.
Non
era la prima volta che andavano a mare insieme, e non era la prima
volta che la vedeva in costume, fino a quel momento la ragazza aveva
optato per un modello intero a collo alto. A collo alto santo
cielo!
Sinceramente
ne era rimasto un po' deluso.
Mentre
con quel semplice bikini bianco che stava indossando in quel momento
era davvero uno spettacolo.
E
purtroppo non era l'unico ad esssersene accorto.
Stavano
camminando lungo la spiaggia cercando un posto adatto dove stendere i
teli, ed i ragazzi la guardavano con un sorrisino idiota stampato in
faccia, qualcuno aveva anche tirato fuori il cellulare per scattare
una fotografia.
Rei
aveva provato a fulminarli con lo sguardo, e ci era anche riuscito
con un paio di loro, ma erano in troppi e alla fine ci rinunciò
continuando a camminare accando alla ragazza che intanto si godeva il
panorama.
<< Tutto ok? Hai una faccia >> domandò
Shiho vendendo che il ragazzo sembrava essersi rabbugliato parecchio.
Rei
battè gli occhi riscosso dai suoi pensieri e sorrise.
<<
Sto bene. È il sole, mi da fastidio agli occhi >> mise la mano
aperta sulla fronte per fare ombra e si guardò intorno <<
Senti... ti andrebbe di andare dietro quegli scogli la? >>
disse indicando con un cenno della testa.
Shiho alzò la testa
fissando quel punto: non era vicinissimo ma non le dispiaceva fare
qualche passo in più.
Fece
spallucce.
<< Come ti pare... >>
*
Dietro
gli scogli c'era un piccolo pezzo di spiaggia. Era ombreggiato e
riservato anche se un po' scomodo da raggiungere, ma per entrambi era
perfetto: lei avrebbe potuto leggere in pace senza essere disturbata
dalle grida e lui non avrebbe dovuto preoccuparsi tutto il tempo dei
giovani dagli ormoni in fermento.
Proprio come avrebbe fatto
un bambino, Rei mise il telo per terra in modo frettoloso e ando'
subito a gettarsi in mare.
Shiho invece si mise all'ombra. Si
spalmò la crema solare con tutta calma e poi si mise a leggere.
Circa venti minuti dopo venne distratta da alcune gocce che
cadevano sulla gamba.
Alzò la testa e incrociò Rei, in costume,
completamente bagnato.
Un "oh santo cielo" era più
che d'obbligo. Per fortuna si ritrovò solo a pensarlo.
Il
ragazzo intanto la guardava con aria contrariata.
<<
Fammi capire... tu starai tutto il tempo qui sdraiata? >>
Lei
alzò le spalle e reagì come se la risposta fosse ovvia.
<<
Si >>
Rei
scosse la testa e fece un piccolo sorrisino.
<<
Nooo... >>
Shiho
si mise in allerta ma decise di insistere.
<<
Siii... >> disse con maggiore enfasi.
<<
Nooo... >> rispose lui scuotendo la testa in modo più
evidente.
Shiho spalancò lentamente gli occhi.
Quell'espressione non presagiva nulla di buono.
Si mise a sedere
di scatto nel tentativo di scappare ma lui fu piu veloce e la prese
in braccio.
<< Lasciami >>
<< Ora ti
lascio... aspetta che arriviamo in acqua >>
Lei
iniziò a scalciare.
<<
Non ci provare! >>
*
<<
Lasciami >>
<<
Un attimo... >>
<< No. Rei, l'acqua è fredda e poi
non ho voglia di bagnarmi >>
Nonostante
stesse scalciando, il ragazzo la teneva con un braccio solo, mentre
camminava con tutta calma, pacifico e contento, come se stesse
tenendo una piccola e leggera bambina.
<<
Rischi di sentirti male se te ne stai tutto il tempo ferma con questo
caldo >> disse calmo.
<< Non è vero! >>
<<
E poi puoi leggere benissimo a casa >>
<< Rei giuro
che ti sciolgo dell'aptx nel caffè >> sibilò.
<<
Essere un bambino ha i suoi vantaggi >> disse con un sorrisino
infantile che lei avrebbe trovato molto irritante se avesse potuto
vederlo.
<< E di sicuro tu partiresti avvantaggiat...
>>
Con un movimento veloce il ragazzo si tuffò in acqua
trascinando anche lei, poi erano risaliti velocemente a galla.
Shiho respirò con la bocca aperta ansimando forte e poi si
asciugò gli occhi frastornata mentre sentiva una forte incazzatura
affiorare dal punto più oscuro della sua mente malvagia.
Rei
invece rideva tutto contento.
<< Vedi? Non è stato così
terrib... >>
Non fece in tempo a finire la frase che
Shiho si fiondò sopra di lui abbastanza decisa a farlo affogare. Per
fortuna aveva degli ottimi riflessi.
*
Finalmente
dopo quasi un'ora il marmocchio si era convinto a stare
sdraiato, buono e tranquillo, per la gioia di Shiho che si era seduta
accanto a lui col famoso libro tra le mani.
Ah
finalmente pace e silenzio.
Si
sistemò più comodamente sul telo incrociando le gambe.
Bene
aveva tutto il tempo per rilassarsi e leggere.
Chinò
la testa e girò la pagina.
Picchiettò
l'indice sul bordo della copertina ed ispirò.
Le
condizioni erano perfette per la lettura però lei non era più
concentrata come prima.
Era
già la terza volta che si ritrovava a guardarlo di sottecchi.
Le
ciocche bionde ed ancora bagnate gli ricadevano scompigliate sul
viso, sfiorandogli le palpebre chiuse.
Aveva
un'espressione rilassata e le mani dietro la nuca, con quella posa i
muscoli del petto risaltano maggiormente, in più erano imperlati
dalle piccole gocce d'acqua marina.
Si
rigirò affondando il naso tra le pagine cercando di riprendere la
sua lettura e magari nascondere il leggero rossore che si era fatto
strada sul sul viso.
Cavolo
era un bel libro, interessante, ben scritto.
Già...
Passò
la lingua sul palato.
Cavolo...
Picchiettò
nuovamente l'indice sul bordo della copertina e si sistemò una
ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Stava
per spostare lo sguardo nuovamente alla sua destra quando avvertì
una sensazione fredda alle sue spalle.
Sobbalzò
e si voltò alla sua sinistra incrociando gli occhi azzurri del
ragazzo.
Come
diamine c'era riuscito?
<<
Che leggi? >> domandò lui poggiando il mento sulla sua spalla.
<<
Istologia microscopica >> rispose con tono neutro.
Rei
non nascose un sorrisetto.
<<
Tutta vita insomma >>
<<
Devo aggiornarmi costantemente per essere sempre efficiente a lavoro.
E poi è interessante >>
<<
Ma siamo a mare... rilassati un po' >>
<<
Mi sto rilassando >>
Le
diede un bacio sulla spalla.
<<
Andiamo a fare un altro bagnetto? >> le sussurrò all'orecchio
mentre la stringeva delicatamente a se.
Lei
scosse la testa e cercò di divincolarsi.
Rei
poggiò nuovamente le labbra sulla sua pelle candida.
<<
Eddai... mi fai il solletico >> disse Shiho con tono seccato.
<<
La gente normale ride quando le fanno il solletico >>
<<
Non ho mai affermato di essere normale >>
Lui
rise nuovamente.
<<
Touché. Però seriamente, metti giù quel libro e facciamo una
passeggiata >>
<<
Non mi va... >>
<<
Allora mangiamo qualcosa. C'è un bar qui vicino. Ti va un gelato?
>>
<<
Iee. Tanto tra poco dobbiamo andare >>
Rei
aggrottò la testa confuso.
<<
Come scusa? >>
<<
Devo andare in laboratorio >> precisò vedendo la sua reazione.
Lui
boccheggiò spiazzato.
<<
Ma... è uno scherzo vero? >>
<<
No no io lavoro oggi >>
<<
Ma io... >> si sdraiò e sbuffò scocciato << … speravo
di passare un po' di tempo con te >>
<<
E fin'ora che abbiamo fatto? >>
Rei
sbuffò nuovamente: detestava quando faceva la finta tonta.
Risultava
tremendamente finta.
<<
Ok... posa questo libro >> disse togliendole l'oggetto tra le
mani e riponendolo frettolosamente dentro lo zaino.
Shiho
cercò di riprendersi l'amato oggetto senza riuscire nell'impresa.
<<
Ma insomma... >> soffiò infine infastidita.
Rei
la prese delicatamente per le spalle facendola sdraiare, poi si mise
sopra di lei coi gomiti poggiati a terra in modo da non gravarle col
suo peso.
Il
suo viso era così vicino che le solleticava il naso col suo.
Aveva
un'espressione così decisa che Shiho si ritrovò ad assecondare ogni
suo movimento senza protestare.
<<
Che intenzioni hai? >> si limitò a chiedere.
<<
Se tra poco dobbiamo andare allora voglio qualche attenzione in più
da parte tua >>
<<
Proprio come un bambino >> disse lei con un sorrisetto di
scherno.
<<
Proprio come un bambino >> ripeté lui con un tono caldo per
poi poggiare morbidamente le labbra sulle sue.
Le
diede un bacio, poi un altro e poi le solleticò le labbra con la
punta della lingua.
Shiho
assecondò quelle coccole rispondendo ad ogni bacio premurandosi però
di tenere gli occhi aperti.
Era
sempre guardinga, come se dovesse tenere sempre tutto sotto
controllo.
Vide
le palpebre del ragazzo vibrare mentre un piccolo sorriso gli si era
stampato in faccia, tra un bacio e l'altro.
Con
la coda dell'occhio notò che la sua mano si era poggiata sulla sua
tempia per poi scendere lentamente sino alla base del suo collo.
Sentì
un brivido dietro la schiena ed alla fine si decise a chiudere gli
occhi.
Poggiò
una mano sulla sua guancia e stese la gamba sistemandosi più
comodamente sotto di lui.
Rei
si staccò di poco dal suo viso dandole un bacio sulla guancia, tornò
a concentrarsi sulle sue labbra dandole una serie di morbidi e caldi
baci, poi scese sul collo.
Shiho
si rabbuiò.
<<
Ehi... >>
Il
ragazzo poggiò una mano sul suo fianco destro.
<<
Mh? >>
<<
Non esagerare >>
<<
Ma non sto facendo niente >> disse col viso nascosto
nell'incavo tra la spalla ed il collo.
<<
Rei siamo in spiaggia >>
<<
E' una zona riservata >>
Gli
prese il viso tra le mani guardandolo fisso negli occhi.
<<
Rei >> disse seria.
Con
un movimento veloce lui le baciò le labbra ignorando completamente
le sue proteste.
<<
Su forza adesso andiamo >> disse Shiho mentre si spostava per
mettersi in piedi.
<<
Altri cinque minuti >> disse di rimando Rei prendendola per i
fianchi e riportandola sotto di lui.
La
ragazza chiuse gli occhi sentendo le sue labbra stuzzicarle il lobo
dell'orecchio, ma il suo buonsenso era sempre allerta.
<<
No. Ce ne andiamo adesso >>
<<
Eddai … >>
Shiho
espirò col naso e si mise a guardarlo con insistenza per un paio di
secondi, ma lui non se ne accorse troppo intento a baciarle il collo.
Fece
un piccolo sorriso e gli prese il viso tra le mani poi si avvicinò
lentamente alle sue labbra.
Rei
si avvicinò a sua volta socchiudendo gli occhi.
Con
un gesto veloce la ragazza aprì la bocca e gli morse il labbro
inferiore.
Lui
allontanò la testa di scatto e si portò una mano sulla zona
dolorante.
<<
Ahi >> disse infine disorientato e risentito.
Shiho
si mise a sedere sistemandosi la spallina del costume che casualmente
era scivolata dalla sua spalla.
Lo
guardò rendendosi conto che gli aveva fatto veramente male e subito
dopo girò il capo guardando una conchiglia semicoperta dal telo.
Ok
forse quella reazione era stata un po' esagerata.
Sospirò
e si sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Ma
perchè ci provava?
Tanto
lo sapeva che lei non era così, che lo avrebbe deluso.
Lei
deludeva sempre tutti.
Lo
guardò di sottecchi un paio di secondi, lui si stava massaggiando la
zona dolente.
<<
Va bene... facciamo un ultimo bagno. Però poi subito a casa, voglio
farmi una doccia prima di andare a lavoro >>
Rei
alzò lo sguardo osservandola con aria un po' risentita se doveva
essere sincero.
Però
si rese anche conto di averla messa in imbarazzo e che quello era il
suo modo di chiedere scusa dunque decise di non dare troppo peso alla
cosa.
Poggiò
le mani sulle sue spalle dandole un bacio, veloce, per precauzione, e
poi si mise in piedi allungandole una mano per aiutarla ad alzarsi.
<<
Va bene capo. Come vuoi tu capo >>
Shiho
inclinò la testa di lato un po' sorpresa ma anche intenerita:
bastava così poco per farsi perdonare da lui.
Gli
prese la mano e si mise in piedi dirigendosi verso l'acqua insieme a
lui.
<<
Mi piace questo soprannome. Chiamami sempre così >>
Rei
la guardò arricciando il naso e poi le fece un sorrisino irritante.
<<
Non ti allargare >>
|
Ritorna all'indice
Capitolo 24 *** Allievo modello ***
Allievo
modello
<<
Un favore? >>
Shinichi
ispirò a fondo riconoscendo perfettamente quel tono di voce.
Quella
ragazza si era rivelata un'ottima partner quando si trattava di
risolvere un mistero, ma quando si trattava di un
semplice favore
allora le risaliva il lato Sherry in tutto il suo sadismo.
<<
Si.
Un favore >> continuò cercando di mantenere la calma <<
Ho avuto una piccola discussione con Ran... e ... >>
La
ragazza roteò vistosamente gli occhi al cielo, facendogli intendere
di terminare velocemente il discorso.
<<
... insomma io vorrei... >>
Lo
vide grattarsi nervosamente la nuca e batté il piede per terra.
<<
Traduzione: avete litigato perché tu sei un idiota e adesso ti devi
fare perdonare. Giusto? >>
Il
ragazzo si immobilizzò per un paio di secondi prima di alzare gli
occhi e guardarla con una punta di risentimento.
<<
Non hai un briciolo di tatto >>
<<
Non ho tutto il giorno Shi >>
Il
ragazzo arrossì portando un dito sulla guancia.
<<
Allora mi dai una mano? >>
Lei
strinse le spalle avvertendo un leggero disagio.
Anche
se il giovane Sherlock era troppo "smaliziato" per capire
la situazione, lo stesso non valeva per lei che al contrario aveva
tutto ben chiaro.
<< Non
puoi chiederlo a Sonoko? >>
<< Ah
lo sai com'è lei... Spiffererebbe
tutto >>
Annuì
in modo mesto facendo spallucce.
Ecco.
Quella era la conferma che il ragazzo era davvero negato per certe
cose.
<<
Dai Shiho, per una volta non farti pregare... >>
Decise
di compitarsi come suo solito.
Dopotutto
si trattava solo di un piccolo favore.
Sul
suo viso si tinse un sorrisetto che fece rabbrividire il giovane
Kudo.
Eccola
là. La faccia da Sherry.
<<
Se
ci scappa un pensierino anche per me allora forse... >> disse
con tono innocente.
<< Sei
veramente terribile >>
<< Si...
>> fece un sorrisetto ambiguo << ... me l'hanno gia detto
>>
*
Erano
andati prima in libreria, poi in una boutique, ed infine in una
gioielleria.
Shiho
aveva scelto accuratamente il tragitto in modo da finire proprio lì.
Quando vide il suo sorriso compiaciuto, Shinichi capì di
essere caduto in una trappola.
<<
Avevo detto "un pensierino giusto per farmi perdonare" non
"voglio farmi dissanguare" >>
<<
Quanto sei tirchio Kudo >>
<<
Piantala con i giochetti mentali, tanto io qui non ci entr... >>
Erano
quasi di fronte al negozio quando vennero fermati da un agente.
<<
Voi due allontanatevi prego. C'è un'indagine in corso >>
Shiho
alzò un sopracciglio.
<<
Ecco le parole magiche. Scommetto che adesso ci vuoi entrare qui
>>
Il
ragazzo le scoccò uno sguardo storto per poi voltarsi verso
l'agente.
<<
Tranquillo ci lasci passare. Sono Shinichi Kudo >>
L'uomo
incrociò le braccia al petto inclinando la testa di lato.
<<
Chi? >>
Shiho
ebbe una reazione così istintiva che dovette piegarsi portando una
mano vicino alle labbra per non scoppiare a ridergli in faccia.
<<
Ben ti sta pallone gonfiato >>
Il ragazzo avvampo'
chiudendo gli occhi per la vergogna.
<<
Chiami l'ispettore Megure per cortesia >>
*
Quando
finalmente riuscirono ad entrare nel negozio la prima cosa che videro
fu un gran caos: vetri rotti ovunque, sedie capovolte e persino
qualche prezioso sparso a terra.
Al
centro della stanza il detective Mouri, con il petto in fuori, le
mani sui fianchi e un'espressione di chi la sa lunga sul viso,
esponeva le sue ipotesi al detective Takagi.
<<
Secondo me il responsabile non è altri che il ladro che ha preso di
mira le gioiellerie della zona negli ultimi giorni >>
<<
Probabile, ma le dinamiche sono strane: negli altri casi il ladro non
ha creato tutta questa confusione >>
L'uomo
si schiarì la gola temporeggiando, come faceva di consueto quando
non aveva la minima idea su come rispondere. Si guardò intorno e poi
fissò il bancone.
<<
Trovato qualcosa? >>
Chino
sotto di esso c'era un'altra persona che cercava degli indizi.
Sia
Shiho che Shinichi si avvicinarono incuriositi, fu in quel momento
che Amuro si sollevò di scatto battendo sui pantaloni per togliere
il grosso della polvere dal tessuto.
<<
Purtroppo nulla. Nella cassaforte sotto la cassa non ci sono segni di
effrazione, e nessun altro indizio ... >> In quel preciso
istante alzò il viso e riconobbe il giovane detective << Ciao
Shinichi >> disse con un gran sorriso.
<<
Ah. Ciao Amuro-san >>
L'apprendista
girò la testa e rimase basito quando vide che c'era anche Shiho.
<<
Salve doc >>
La
ragazza inclinò la testa ed incrociò le braccia al petto.
<<
Ti ho detto che è presto per chiamarmi così >> disse secca.
Lui
si limitò a fare un sorriso di circostanza mentre Shinichi
ridacchiava imbarazzato.
<<
Ma salve signorina >> disse Goro avvicinandosi alla ragazza con
un atteggiamento melenso ed alquanto ambiguo.
Shinichi
roteò gli occhi al cielo.
Kami
quell'uomo con conosceva nemmeno le basi della decenza.
Shiho
girò la testa cercando di ignorare le "lusinghe" del
detective.
<<
Che ci fa una bella signorina come te in un posto tanto... oooh
ahi! >>
Amuro-san
stava spostando il fucile da sotto il bancone ed aveva casualmente
colpito il detective in pieno volto con la canna.
<<
Oh Mouri-sensei sono mortificato... >>
Shinichi
assottigliò gli occhi stranito da quello strano comportamento.
Shiho
lo guardò con la coda dell'occhio premurandosi di interrompere sul
nascere le sue elucubrazioni mentali.
<<
Sherlock parliamo di argomenti seri: non dovresti iniziare a fare le
tue... "cose da detective?" >>
<<
Mh... si hai ragione >>
Amuro
abbassò lo sguardo.
<<
Parliamo di argomenti seri... >>
<<
Ok e adesso parliamo di argomenti seri >>
Wataru
Date rigirò lo stuzzicadenti con la lingua ascoltando Matsuda che
parlava con un'espressione seria in volto.
<< Le donne.
Queste sconosciute >> si girò puntando l'indice verso un terzo
ragazzo che stava tranquillamente leggendo in un angolo << ...
a Furuya! >>
Il ragazzo roteò talmente tanto gli occhi
al cielo che per un attivo si intravide solo il bianco.
La
scuola di polizia, contrariamente a quanto si potesse pensare, era un
luogo frequentato da selvaggi.
Soprattutto la palestra e lo
spogliatoio.
Le docce poi erano l'anticristo della
civilizzazione.
E se non eri un gradasso, o uno sbruffone, o
peggio, se eri noto per essere il secchione di turno allora
rischiavi di avere delle brutte giornate li dentro.
Rei era il
miglior cadetto della polizia giapponese.
Abile, scaltro,
intelligente, con un ottimo intuito ed una preparazione fisica
eccezionale.
Caratterialmente parlando però era troppo buono e
con modi di fare fin troppo gentili.
Inoltre
era molto studioso e meticoloso. Insomma era un tipo “erbivoro”
il classico secchione e come tale era scontato che fosse stato preso
di mira dagli altri allievi della scuola di polizia.
Due
in particolare avevano deciso che il biondino sarebbe stato una
divertente fonte di svago.
Jinpei Matsuda: il playboy del
gruppo, con quel suo atteggiamento menefreghista e distaccato. E
Wataru Date: il rude ragazzone “carnivoro”.
<<
Ti sei addormentato Tooru? >>
Amuro
stava fissando con fare assorto un angolo della stanza quando Goro
gli diede una gomitata sul braccio.
<<
No. Stavo solo ... riflettendo >>
L'uomo
alzò un sopracciglio e portò le mani sui fianchi.
<<
Su cosa? >>
<<
Il ladro ha creato un gran caos e ha lasciato cadere molto preziosi
per terra: questo farebbe pensare ad un dilettante. Eppure non ha
lasciato impronte e ha oscurato le telecamere. Credo che volesse
depistarci >>
Goro
annuì sorpreso, poi fece una fragorosa risata.
<<
Esattamente quello che pensavo io! Bravo Tooru. Vedo che stai
imparando in fretta >>
Amuro
sorrise quasi intenerito.
Che
gran bugiardo.
<<
La ringrazio molto maestro >>
Shihi
fece un risolino divertito portando una mano davanti le labbra.
<<
Che secchione... >> mormorò prendendolo in giro.
<<
Ehi guarda! C'è il secchione >>
<<
Ora ci penso io >>
Matsuda
si avvicinò al biondo e gli circondò il collo col braccio.
<<
Ok Furuya parla col tuo amico Jimpei. Come stiamo messi a donne?
>>
Il
ragazzo avvicinò il libro che stava leggendo al suo viso.
<<
Non ho una relazione Wataru >>
<< Ho detto donne.
Donne. Plurale >>
Rei
gonfiò le guance e spostò la testa di lato.
<<
Non capisco che intendi >>
<<
Ok sarò più chiaro: con quanta facilità rimorchi? >> disse
sottolineando con dei gesti delle mani ogni singola parola.
Il
ragazzo spostò gli occhi verso un angolino della sala.
<<
Sei disgustoso >>
Date
e Matsuda si lanciarono un'occhiata complice.
Rei
aveva un rispetto assoluto, quasi reverenziale, nei confronti del
gentil sesso e in quell'ambiente quel comportamento portava ad essere
considerati noiosi ed un po ' bacchettoni.
Senza contare che era
anche pericoloso perché i peggio criminali spesso si rivelavano
essere donne.
Insomma si doveva dare una svegliata!
E
Wataru e Date si erano autoimposti il compito di dargli quella
suddetta svegliata.
<<
Sai dovresti mettere un po' di massa muscolare. Sei così gracilino
>>
Rei
assottigliò gli occhi parlando in modo petulante.
<<
Ma se alla prova fisica di stamattina ti ho superato... così come
tutte le altre volte... >> disse con un sorrisino irritante.
Date
ebbe un leggerissimo tic all'occhio sinistro ed incrinò lo
stuzzicadenti con la lingua. Poi chiuse gli occhi inspirando e lo
guardò con la medesima, fastidiosa espressione.
<<
Comunque... stasera ce ne andiamo in un localino niente male >>
Rei
incrociò le braccia al petto.
<<
No! >>
<< E invece si! >>
<< Voi due
non siete normali >>
I
due non lo ascoltarono nemmeno e continuarono a parlare raffica.
Matsuda
scavò nella tasca dei suoi pantaloni tirandogli davanti un pacchetto
di sigarette.
<<
E poi ti insegni a fumare >>
Rei
abbassò il libro guardando il pacchetto e poi alzò il capo per
guardarli con aria sconcertata.
<<
Come? No mai! >>
<<
Oh si. Guarda me: fumo e sono un gran figo. Le donne vanno matte per
quelli come me >>
Il
ragazzo strinse con forza le estremità del libro stropicciando
alcune pagine.
<<
Siete due … merde >> disse esitando sull'ultima parola.
Date
fece una finta faccia scandalizzata.
<< Oh oh! Furuya
che dice le parolacce. Che ragazzaccio! >>
Amuro
sollevò la testa di scatto battendo le palpebre.
<<
Tooru vieni qui! Ti insegno a riconoscere un bugiardo >>
Goro
aveva radunato il proprietario del negozio ed i suoi dipendenti
vicino alle scale.
Prima
di avviarsi guardò Shiho con la coda dell'occhio.
Glielo avrebbe
rinfacciato fino alla morte ne era certo, ma il suo dovere imponeva
di continuare quella ridicola recita.
<<
Sissignore Goro sensei >>
E com'era prevedibile vide la
ragazza ridacchiare divertita.
*
<<
Guarda quella >>
Rei sbuffo' spazientito.
Si
trovavano in un locale da ormai due ore, avevano bevuto l'impossibile
e l'unica cosa che voleva era tornare al dormitorio e infilarsi sotto
le coperte.
I
due colleghi invece non erano minimamente stanchi, anzi si erano
impuntati di continuare la “caccia”.
La
ragazza davanti a loro era truccata in modo vistoso, con tanti monili
e dei tacchi davvero vertiginosi.
Prese
la sua lattina di birra distogliendo lo sguardo.
<<
Non mi interessa... >>
Date
poggiò il gomito sulla sua spalla indicando un'altra ragazza.
<<
E quella Furù? Guarda che gambe! >>
Aveva
i capelli tinti, pantaloncini aderenti e ballava tenendo un cocktail
con la mano sinistra.
Con
un gesto secco Rei spinse via il gomito dalla sua spalla.
<<
Vacci a parlare allora >>
Date
rigirò lo stuzzicadenti con la lingua in modo davvero inappropriato.
<<
E quella biondina vicino al piano bar allora? >>
<<
No >>
Matsuda
sbuffò mandando giù un bicchiere di gin.
<<
Insomma Rei avrai un tipo che ti piace! >>
Il
ragazzo abbassò gli occhi fissando le sue scarpe.
Avrebbe
preferito cento volte fare da bersaglio al poligono che intraprendere
quell'argomento.
Purtroppo
per lui i due compagni non desistevano.
<<
Mora? Bionda? >>
<<
Alta? Ben fornita? >>
<<
Magari una straniera... >>
Matsuda
portò due dita sul mento.
<< Non è che per caso
preferisci i ragazzi? >>
Il
ragazzo sbatté la lattina sul tavolo in modo violento facendo un
gran rumore.
<<
Che? No! >>
*
Mentre
la polizia, Amuro e Goro si occupavano di interrogare i dipendenti,
Shinichi corse al piano superiore seguito da Shiho.
<<
Hai capito chi è stato? >>
<<
No. Non ancora... >> potò due dita sulle labbra << …
c'è qualcosa che non mi convince >>
Shino
poggiò la schiena contro il muro.
Dal
piano inferiore poteva sentire Amuro fare lo stronzo con una
dipendente.
<<
E così ha cercato di sedurre il fratello in modo da metterli l'uni
contro l'altro ed avere le attenzioni di entrambi... >> Disse
con un tono vellutato e malizioso.
La
commessa alzò i pugni e diventò paonazza.
<<
Ma che va insinuando?! >>
<< Oh mi scusi... pensavo ad
alta voce >> disse con tono innocente.
Shiho
non riuscì a trattenere un sorriso divertito.
Le
piaceva quando si comportava da stronzo, non con lei, ma se lo faceva
con terzi allora andava bene.
<<
Forse il ladro ha avuto un imprevisto ed è dovuto scappare in fretta
>> disse poi voltando il capo verso Shinichi.
<<
Dammi il cellulare >>
La
ragazza aggrottò la fronte.
<<
Come? Perché? >>
<<
Perché è più veloce del mio... >>
<<
Ok ok... diamine devo iniziare ad allungarti un tranquillante di
tanto in tanto... >>
Digitò
velocemente sullo schermo e spalancò gli occhi.
<<
Il penultimo furto del ladro è stato fatto in una gioielleria poco
lontana da qui. Voglio andare a controllare >>
<<
A piedi? Non mi sembra una mossa geniale. Tra poco farà buio e il
tuo skate sta morendo da mesi in un angolo del salotto di Agasa >>
<<
Tranquilla so correre velocemente >>
<<
Si ma questa non è una zona sicura la sera... >>
<<
Tornerò presto >> disse iniziando a correre.
<<
Aspetta >>
Shiho
lo seguì sino all'ingresso del negozio e poi si fermò lì
incrociando le braccia al petto e sbuffando.
Rei
le si avvicinò alle spalle.
<<
Concordo con lui. Ha scelto una buona pista >>
Sorprendente
come riuscisse sempre ad avvicinarsi senza riuscire a fare il minimo
rumore.
<<
Tu non capisci lui è un ragazzo fondamentalmente stupido. Se si
tratta di un caso lui... perde la testa e si caccia nei guai >>
Il
ragazzo inclinò la testa sorpreso da quell'atteggiamento
preoccupato, per nulla indifferente.
<<
Come siamo apprensivi oggi... >> disse ridacchiando.
<<
Baka >>
Per
l'ennesima volta in quella giornata Goro richiamò all'attenzione il
suo allievo.
<<
Tooru dove ti sei cacciato? >>
Shiho
lo guardò negli occhi con un sorrisino di scherno.
<<
Non vai? Non vorrai far arrabbiare il sensei. Ne Tooru-chan?
>>
Lui
arricciò il naso guardandola seccato.
<<
Arrivo subito maestro >>
Shiho
si girò fingendo di cercare il suo cellulare nella borsa pur di non
ridere.
<<
Smettila. Ti vedo >>
La
ragazza si lasciò scappare una risata.
*
Col
tempo aveva rafforzato il carattere diventando forse più stronzo del
suo amico Jimpei che, invece, si era dato una calmata.
Anche
Date si era dato una regolata dopo aver conosciuto una ragazza. Una
straniera.
Alla
fine era riuscito ad entrare nelle simpatie della maggior parte dei
suoi colleghi e si era guadagnato il rispetto di tutti.
Quei
ragazzi erano diventati la sua nuova famiglia e per un periodo fu
tentato di continuare quella vita. Magari come ispettore.
Ma
poi il suo passato era prepotentemente tornato indietro.
<<
Furuya san... abbiamo vagliato la sua richiesta e... è risultato
idoneo per la missione >>
*
<<
E così ha pensato di sfruttare i furti degli ultimi tempi in questa
zona per simulare un furto e truffare l'assicurazione >> disse
Goro alzando il pugno al cielo.
Il
proprietario portò due mani sul viso.
<<
Avevo bisogno di soldi >>
Amuro
portò le mani sui fianchi.
<<
Che scusa ridicola. Non si rende conto che se ne stava solo
approfittando? >>
<<
Ma io... >>
<<
La ragazza si è goduta i suoi regali e lei ne pagherà le
conseguenze >>
Il
detective poi si avvicinò alla ragazza con fare severo.
<<
Lei signorina dovrebbe vergognarsi >>
<<
Io non ho fatto proprio nulla... >> disse con aria sicura e con
voce stridula, ma completamente rossa in viso.
L'ispettore
Megure mise le mani dentro le tasche del suo impermeabile.
<<
Dovrà comunque venire in centrale per ulteriori accertamenti. E'
probabile... che ci siano gli estremi per accusarla di complicità
>>
<<
Cheee?! Ma che sciocchezze dice? >>
Goro
sorrise vittorioso per la conclusione della vicenda, si allontanò
verso l'uscita della gioielleria e poggiò una mano sulla spalla si
Amuro.
<<
Bel lavoro. Vieni andiamo a farci una bevuta >>
Il
ragazzo fece un piccolo e rispettoso inchino.
<<
Mi spiace ma ho un impegno e per via del caso sono in ritardo >>
*
<<
Ehi ma dove si è cacciato quel coglione? >>
Matsuda
si sistemò gli occhiali da sole e poi si accese una sigaretta.
<<
Non lo so. Non lo sento da parecchio ormai >>
<<
Ora gli mando un messaggio >>
Nascosto
dietro un vicolo Rei fissava i due colleghi con le braccia incrociate
all'altezza del petto.
Sentì
il cellulare vibrare nella sua tasca, aprì il messaggio leggendone il
contenuto e sospirò.
Quei
due bastardi gli sarebbero mancati parecchio.
Si
sistemò il cappello sulla testa e girò l'angolo sparendo
nell'ombra.
*
<<
Ciao allievo modello >>
Shiho
lo riscosse dai suoi pensieri.
Era
poggiata con la schiena contro il muro vicino la sua macchina.
<<
Simpatica >> disse col sorriso sulle labbra.
Si
guardarono negli occhi per una manciata di secondi, poi Shiho decise
di spezzare quello strano silenzio.
<<
Ti senti bene? >>
<<
Mh? >>
<<
Hai un'aria strana >>
Rei
rimase sorpreso dall'incredibile intuito della ragazza nel
riconoscere anche il suo minimo cambiamento d'umore.
Il
che era al contempo allarmante ed estremamente dolce.
Alzò
le spalle cercando di minimizzare.
<<
Sto bene Shi... >>
<<
Ok... Apri questa macchina. Dormo da te stanotte >>
Rei
alzò un sopracciglio.
<<
E come farai con Shinichi? >>
<<
Ho detto a Goro di andarlo a prendere ed accompagnarlo a casa perché
avevo un impegno. Che c'è? non mi vuoi tra i piedi? >> disse
diventando acida all'ultimo.
Rei
boccheggiò spiazzato.
<<
Insomma Rei avrai un tipo che ti piace >>
<<
Mora? Bionda? >>
<<
Alta? Ben fornita? >>
<<
Magari una straniera... >>
Avevano
quasi indovinato, mancavano solo gli aggettivi stronza e matta.
Sorrise.
Aveva
un modo tutto suo di esprimere affetto, ma c'era sempre quando ce
n'era bisogno.
I
suoi colleghi l'avrebbero adorata sicuramente.
<<
Sali. Ti preparo i dorayaki col cioccolato >>
Lei
portò l'indice vicino le labbra tentata da quella dolce proposta.
<<
Meglio con la marmellata di mirtilli. Sono più leggeri >>
"Uomini
erbivori"o
"uomini
divora-erba"
è un'espressione giapponese con cui si evidenziano i tratti della
personalità di uomini che sono poco interessati verso le relazioni
con l'altro sesso e attratti da passatempi tradizionalmente
considerati femminili.
Il
termine è stato coniato nel 2006 e si è diffuso nel 2008-2009,
periodo nel quale sono stati pubblicati diversi libri sull'argomento.
(Wikipedia)
Angolo
dell'autrice
Rei
comunque porta sfiga quasi quanto Conan eh...
Ciao
ragazzi come va? Vi siete già pesati?
Scherzi
a parte spero che questo capitoletto vi sia piaciuto, ho descritto un
argomento piuttosto importante per me, ovvero il passato di rei nella
scuola di polizia.
Io
me lo immagino bacchettone, perfettino ed antipatico, un po'
sbruffone, il classico tipo della classe come suggeriva Date
nell'anime.
Detto
ciò ne approfitto per augurarvi buone feste e Buon anno nuovo. Ciao
ciao.
Violetta_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 25 *** Come in una favola ***
Come
in una favola
<<
Complimenti
Sonoko. Ottimo
smash!
>>
La
ragazza fece un gran sorriso e strinse le mani a pungo.
<<
Grazie Amuro-kun >> disse con un tono acuto, quasi uno
squittio.
La
giovane ereditiera aveva invitato il prodigio del tennis, Goro e
altri amici nella sua villetta in riva al lago per potersi allenare a
tennis.
<<
Tooru è veramente un bravo insegnante >> disse Ran sorridente
mentre guardava il campo da tennis dalla veranda.
Shinichi
annuì distrattamente mentre leggeva la prima edizione del suo libro
preferito comodamente sdraiato su un lettino da esterni.
La
karaketa lo guardò con aria contrariata intuendo che il ragazzo non
le stava prestando molta attenzione.
<<
Shinichi... posa quel libro e andiamo a fare una passeggiata >>
Lui
girò pagina avvicinando le pagine al suo viso.
<<
Non mi va... >>
<<
Eddai... >>
<<
Chiedilo a Masumi. Io ho da fare >>
Ran
si voltò cercando di incrociare la suddetta ragazza e la trovò poco
più avanti a pochi passi dal lago sdraiata accanto a Shiho che si
godeva il sole mentre sfogliava una rivista di moda.
Roteò
vistosamente gli occhi al cielo portando una mano chiusa a pugno
davanti al petto.
<<
Sei proprio antipatico >>
Il
ragazzo si limitò ad annuire di nuovo meritandosi un potente pugno
in testa da parte sua.
<<
Ahi! Ma che ho detto? >>
Ovviamente
non aveva capito un accidenti della situazione.
<<
Se vuoi vengo io a passeggiare con te >> disse Ayumi con voce
allegra e gentile.
Ran
si voltò incrociando gli occhi ed il visino sorridente della
piccola.
<<
Davvero Ayumi? Grazie >> disse sorridendo a sua volta mentre le
allungava la mano.
*
Genta
si avvicinò a Shiho tirandole la minigonna.
<<
Shiho-chan io ho una gran fame >>
La
ragazza non si scompose, si sistemò l'indumento sul fianco e girò
pagina.
<<
Pazienta. Manca poco all'ora di pranzo >>
Il
bambino le tirò nuovamente la gonna.
<<
Uffa io ho fame adesso >>
<<
Se mangi ora niente dessert >>
<<
Nooo... >>
Prima
che il ragazzino potesse tirarle il lembo della gonna per la terza
volta, intervenne Mitsuhiko piazzandosi davanti a lei.
<<
Genta insomma lasciala stare >> disse con tono severo e il viso
completamente rosso.
<<
Ma io... >>
<<
Dai andiamo al parco giochi >>
Masumi
si ritrovò a ridacchiare mentre vedeva il bambino allontanarsi con
aria sconsolata verso l'altalena sotto lo sguardo severo dell'altro
che si era voltato per guardare di sottecchi la ragazza e per poco
non era caduto di faccia sull'erba.
<<
Hai fatto colpo >>
<<
Smettila, è solo una fase... >>
<<
Si... che dura da quando eri Ai... >> mormorò ironica.
Shiho
spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e Masumi spostò la
sua attenzione sul povero Genta che si dondolava con aria mesta
mentre si massaggiava la pancia.
<<
Sei stata troppo dura con lui >>
<<
No Masumi. Genta è in un'età delicata: se non da una regolata ora
alla sua dieta rischia di avere dei problemi di salute in futuro
>>
Dopo
un momento di sorpresa la karaketa sorrise intenerita.
Sembrava
tanto severa ed antipatica ed invece si stava preoccupando per lui.
<<
Sembri quasi una mamma >>
<<
Passo >> disse alzando la mano come ad allontanare anche solo
l'idea << A proposito... dov'è Agasa? >>
<<
È entrato dentro poco fa. Ha detto che andava in camera sua a
dormire >>
Shiho
aggrottò la fronte.
<<
No... ha dormito fino a tardi oggi >> disse alzandosi di scatto
con aria sospettosa ed entrando a passo svelto dentro la villa.
Poco
più in là, nel campo da tennis, Sonoko stava per lanciare la palla
per un servizio...
<<
Metti immediatamente giù quel pasticcino! >>
...
trasalì tanto che le cadde la racchetta dalle mani.
Tutti
i presenti si voltarono verso la villa con aria vagamente spaventata,
tranne Rei che portò un dito sulla guancia destra ridacchiando.
*
Finalmente
arrivò l'ora di pranzo tanto agognato da Agasa e Genta.
<<
Finalmente si mangia! >>
<<
Quante portate sono previste Sonoko? >> domandò il dottore
leccandosi i baffi.
<<
Tre >>
<<
Ma tu non avrai il secondo. Ho già parlato col cuoco >> si
intromise Shiho guardandolo ancora furibonda, tanto che l'uomo non
provò nemmeno a ribattere.
Una
volta che tutti gli ospiti furono seduti, la cameriera servì la
prima portata.
Sonoko
fece un cenno a Ran per ottenere la sua attenzione.
<<
Ieri sera ho visto un film davvero bellissimo >> disse agitando
le mani e sventolando la forchetta, rischiando di accecare Tooru
seduto alla sua destra.
<<
Davvero? Sono curiosa racconta >> disse Ran protraendosi in
avanti per sentire meglio la sua amica.
<<
Parlava di un principe ed una principessa che si sono incontrati in
tenera età, giocavano insieme ed erano ottimi amici. Purtroppo a
causa di una guerra i due si sono dovuti separate ma il principe non
ha mai dimenticato la sua amica e, anni dopo, quando fu abbastanza
grande, si mise a cercarla >> inspirò e portò le mani al
petto << Passarono gli anni e una volta trovata scoprì che era
diventata una splendida ragazza e si innamorò perdutamente di lei
>>
<<
Aaah e lei? Anche lei lo cercava? >> chiese Ran con aia
sognante.
<<
No la principessa non ricordava nulla. Ma una volta incontrato anche
lei si innamorò di lui ed alla fine si sono sposati >>
<<
Aaaah che meraviglia! >> Espirò Ran.
<< Già. Un film
meraviglioso >> Rispose di rimando Sonoko unendo le mani vicino
al viso.
Masumi,
seduta alla destra di Ran, si mise a girare la forchetta nella pasta
evitando di fare commenti. Alle volte si sentiva fuori posto con
quelle ragazze, soprattutto quando i loro discorsi deviavano verso
pizzi e merletti.
<<
Che storia melensa.... >>
La
piccola Akai alzò la testa di scatto guardando Shiho con sorpresa ed
una punta di ammirazione per aver detto quello che lei stava solo
pensando.
La
scienziata aveva usato un tono di voce seccato ma nonostante ciò
Shinichi si era messo a ridacchiare.
<<
Il tuo lato romantico è adorabile Shiho >>
<<
Sai bene come la penso Shinichi >>
Masumi
poggiò il mento sul palmo della mano. La storia ricordava molto
vagamente quello che era successo a lei con Shinichi e Ran a mare,
senza sfondo romantico ovviamente.
Incoraggiata
dalla piega che aveva preso la situazione, stava per intervenire ma
venne distratta da un dettaglio. Aggrottò la fronte fissando di
sottecchi Tooru: il ragazzo non aveva detto una parola ma aveva
un'espressione strana, quasi... malinconica?
<<
Purtroppo si. Dai non sarebbe bello sapere che il mondo non è
soltanto un luogo pieno di tristezza e terrore? >> chiese
Shinichi mandando giù l'ennesima forchettata di spaghetti.
<<
Parli come se una cosa del genere possa capitare nella realtà >>
rispose Shiho con tono freddo.
Shinichi
fece spallucce.
<<
Magari non ogni singolo
dettaglio della
storia, però cerca di vedere il significato di fondo ... Piantala di
essere "Miss cinismo" >>
Shiho
posò la forchetta portando le mani unite vicino al viso.
<<
Quindi,
dimmi se ho capito bene: secondo la tua logica è possibile che due
bambini, amici, per un motivo "x" si separano, solo uno dei
due ricorda e spreca anni e anni della sua vita per ritrovare una che
non si ricorda assolutamente niente? E che nel frattempo potrebbe
essere cambiata diventando una persona antipatica, o potrebbe essere
morta o potrebbe essersi rifatta una vita? Poi si incontrano e...
coincidenza
delle coincidenze,
si innamorano? Nella realtà? Ti rendi conto di quanto sia assurdo?
>>
Sera
assottigliò gli occhi: Tooru aveva fatto uno strano sorriso,
come a contraddire le parole della cugina.
Che
strano comportamento.
Intanto
quei due continuavano a tirarsi frecciatine a vicenda scaturendo le
occhiate truci di Sonoko e i sospiri affranti di Ran che si stava
massacrando la stoffa della sua maglietta.
Shinichi
sospirò seccato.
<<
Sei la demotivational per eccellenza >>
Shino
si indicò le labbra.
<<
Shinichi guarda... mi vedi ridere? >>
<<
Eh eh. Lasciamo perdere >>
*
Dopo
pranzo Goro e Agasa si erano recati nelle loro rispettive stanze a
schiacciare un pisolino, mentre i bambini si erano piazzati davanti
alla piscina a giocare i attesa che passassero le fantomatiche due
ore imposte da Shiho prima di tuffarsi.
La
ragazza si era premurata di ripetergli quell'avvertimento due o tre
volte prima di allontanarsi dalla villa e passeggiare tra gli alberi
nel bosco.
Era
davvero un posto bellissimo, colorato, silenzioso e molto rilassante.
<<
Posso farti compagnia? >>
Si
voltò riconoscendo la voce di Rei, aveva una mano poggiata su un
tronco in modo da non perdere l'equilibrio sul pendio da dove stava
scendendo.
<<
Non dovresti allenare Sonoko? Dopotutto sei qui per questa ragione
>>
<<
Sonoko è al telefono con Kyogoku-san. Credo ne avrà per un po'...
>> con un balzo atterrò sul terreno e si avvicinò alla
ragazza << ... e quindi ho del tempo libero >>
La
ragazza incrociò le mani dietro la schiena.
<<
Io sto andando da questa parte >> disse indicando una stradina
in discesa << Con un po' di fortuna vorrei fotografare una
volpe >>
<<
Bene ti seguo >>
<<
Come vuoi >>
Stettero
a camminare per qualche minuto in silenzio limitandosi a guardare
l'ambiente circostante.
<<
Ehi Shiho guarda là >>
La
ragazza seguì il punto indicato da Rei: c'era un piccolo gruppo di
cervi, brucavano a poca distanza da loro due.
<<
Non mi sorprende che ce ne siano così tanti, dopotutto siamo vicino
Nara >> disse a voce bassa il biondo avvicinandosi con cautela.
Shiho
vide due cuccioli seguire quella che doveva essere la made, la cerva
si muoveva agile tra gli alberi brucando di tanto in tanto l'erba,
mentre i due piccoli si muovevano con passo incerto guardandosi
intorno con curiosità.
Era
una bella scenetta. Molto dolce.
Uno
dei due cuccioli cercò di saltare ma evidentemente l'impresa era
ancora troppo grande per lui e si ritrovò ad inciampare per poi
essere prontamente consolato dalla cerva.
Shiho
accennò un sorriso e svelta prese il suo cellulare catturando quel
momento poi la sua attenzione fu catturata dal ragazzo alla sua
destra.
Lo
fissò.
Aveva
quell'espressione gioiosa ed entusiasta che - segretamente- adorava.
Nonostante
fosse più grande di lei guardava ancora il mondo con meraviglia, con
genuina curiosità.
Era
un entusiasta, una persona solare.
Che
ci stava a fare con una cinica pessimista?
<<
Perché ti piace stare con me? >> domandò all'improvviso senza
tanti giri di parole.
Lui
si voltò e dopo un momento di sorpresa le fece un piccolo sorriso.
<<
Perché quanto ti guardo negli occhi io rivedo una bambina...
un'adorabile piccola bambina che guarda il mondo con curiosità ed
allegria >>
Shiho
riportò lo sguardo in direzione dei cervi ma non era più
concentrata su di loro. Era intenta a domandarsi quando Ai Haibara
avesse guardato il mondo in quel modo e soprattutto quando in sua
presenza.
Aggrottò
la fronte e poggiò una dito sulla guancia rimuginando su quel
pensiero.
Rei
la fissò con la coda dell'occhio e poi sorrise nostalgico.
Non
poteva sapere che quella frase celasse una verità ben più grande.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 26 *** Dimostrazioni d'affetto ***
Dimostrazioni
d'affetto
<<
Che ci fai qui? >>
Masumi aveva parlato con tono grave
ed autoritario e teneva un'espressione seria e convinta, però Rei
non poté fare a meno di provare tenerezza.
Le stava simpatica
quella ragazza. Intelligente, allegra alla mano. Nulla a che
vedere col fratello.
Certo
tranne quando doveva fare a botte, in quel caso diventava
insopportabile. Come il fratello.
<< Ciao
Sera-san >> Disse con un sorriso stampato in faccia <<
Potrei farti la stessa domanda >>
<< Lavoro per conto
del signor Toto >> La ragazza mise le mani sui fianchi ed
assottigliò gli occhi << … e sembra proprio che tu lo stia
pedinando >> disse con aria sospetta ed autoritaria.
Rei
socchiuse le palpebre.
<<
Io lavoro per conto della sorella >> disse con tono pacato.
Sera
spalancò gli occhi colta alla sprovvista, ma subito dopo mise due
dita sul mento in modo da riflettere.
<<
Capisco... entrambi vogliono il posto a capo dell'azienda una volta
che il padre si sarà ritirato e quindi cercano delle informazioni
compromettenti l'uno a scapito dell'altro >>
<<
Si concordo con te >>
Masumi
si sistemò il cappello blu sulla testa guardando da lontano il suo
cliente.
<< Che gente... come si fa ad andare contro la
propria famiglia? >>
Amuro
fece spallucce.
<<
Non ne ho idea... immagino che non siano molto uniti >>
<<
Io non potrei mai tradire i miei fratelli. Insomma sono dei ragazzi
fantastici >>
Il
ragazzo mise le mani in tasca distogliendo lo sguardo.
Tappati
la bocca Rei. Non fiatare Rei...
Masumi
adorava i suoi fratelli, soprattutto il più grande, non ci voleva
certo un intuito da detective per capirlo.
Quella
volta in macchina non aveva fatto altro che cercare di attirare la
sua attenzione.
<<
Ne ne Okiya-san... Che fai domani? >>
Rei
girò lo sguardo guardando Subaru con la coda dell'occhio, il ragazzo
fece lo stesso con un'aria scocciata e forse anche vagamente
imbarazzata.
Era
una situazione piuttosto “simpatica”: Masumi conosceva l'identità
di Subaru, Amuro conosceva l'identità di Subaru, però Masumi non
sapeva che Amuro sapeva.
Sembrava
una di quelle soap opere americane.
<<
Devo studiare >>
Masumi
si sporse nella parte anteriore dell'abitacolo reggendosi con le mani
ai due sedili in modo da avvicinarsi ai ragazzi, Rei poteva vedere
benissimo il canino sporgente spuntargli da sotto il labbro.
<<
Amuro-san, sai che Okya san si è laureato col massimo dei voti? >>
<<
Oooh? Ma che bravo Subaru-san! >>
Il
ragazzo socchiuse un occhio scuotendo appena il capo.
<<
Ne ne Okya-san >>
<<
Sembra che qualcuno di sia presa una cotta. Nè Sera-San? >>
Vedersi
puntati addosso due paia di verdissimi e minacciosissimi occhi Akai
non era stato certo il massimo, ma almeno era riuscito ad ottenere il
tanto agognato silenzio in quello che si stava rivelando il viaggio
in macchina più lungo della sua vita.
<<
Tu hai fratelli? >> gli domandò improvvisamente Masumi
scuotendolo sai suoi pensieri.
<< No... >> le rispose
con semplicità.
<< Sorelle? >>
<< No no...
>>
<< Mh... i tuoi che tipi sono? >>
<<
Non li ho mai conosciuti >>
Sera non pote fare a meno di
provare tristezza. Quel ragazzo sembrava sempre tanto allegro eppure
il suo passato, indiscutibilmente misterioso, le sembrava tanto
triste.
In
effetti non era la prima volta che gli dava quella sensazione.
Non
sapeva perché ma le infondeva quel sentimento tanto amaro.
Improvvisamente
udì la suoneria del suo cellulare.
<< Pronto? Shiho
ciao. Dimmi tutto >>
<<
Ti. Affogo. Nel. Sonno. >>
La
ragazza deglutì e sbiancò.
Rei
inclinò la testa, evidentemente la liceale non se n'era accorta ma
il volume del cellulare era abbastanza alto affinché lui potesse
udire l'interlocutrice.
<< Che è successo? >>
<<
Dovevamo pranzare insieme ed invece sono sola con tuo fratello >>
Sera
inspirò e deglutì nuovamente.
Rei
alzò un sopracciglio.
Che
curiosa reazione.
<<
... Shukichi? >>
<<
No l'altro. Quello riuscito male >>
Rei
soffocò una risata tossendo un paio di volte.
Sera
si grattò la testa in imbarazzo.
<<
Senti... ho un caso per le mani e mi sono dimenticata del pranzo...
perché non fai uno sforzo e mangi con lui? So che è migliorato in
cucina >>
Il
biondo assottigliò lo sguardo infastidito. Francamente non capiva
perché Shiho dovesse “fare uno sforzo” e passare del tempo con
Akai.
Che
la ragazza cercasse di combinare qualcosa col fratello?
Quel
pensiero le sembrava tanto fastidioso quanto inquietante.
<<
È convinto che il pollo possa essere mangiato al sangue! >>
Questa
volta Rei dovette girarsi e mettersi una mano davanti la bocca per
non ridere.
<<
E comunque non ho intenzione di passare del tempo con lui. Me ne vado
>>
Masumi
sospirò vistosamente.
<<
Almeno passamelo >>
Da
l'altro capo della cornetta i due udirono la voce della ragazza
passare dall'incazzato al sarcastico.
<<
Occhio di falco... tua sorella al telefono >>
Rei
dovette sgualcire la manica della sua felpa e mordersi l'interno
guancia per non ridere.
<<
A proposito. Guarda che ti sta controllando il pc >>
Sera
spalancò gli occhi.
<<
Come? >>
E
per la prima volta da quando era suonato il cellulare si udì la voce
di Akai.
<<
Shiho quando ti ci metti sei davvero antipatica >>
<<
È quello lo scopo >> disse la ragazza due secondi prima di
sbattere la porta.
Ne
seguì qualche secondo di silenzio in cui Amuro fissava il fratello
della sua cliente, Masumi si toccava nervosamente il dentino
sporgente con la punta della lingua ed Akai, sdraiato sul divano
della cucina di sua sorella e con una lattina di birra sulla mano
sinistra, prendeva il telefono.
<<
Che? >> rispose annoiato.
<<
Le hai fatto qualche battutina? >> domandò con tono dolce,
quasi reverenziale.
Rei
inclinò la testa. La ragazza aveva completamente cambiato
atteggiamento, adesso era triste, come delusa dalla situazione.
Il
tono di voce del fratello invece era sempre il solito.
<<
No >>
<<
Ok... senti io non dovrei finire tardi. Ti trovo ancora a casa quando
torno? >>
<<
No. Ho da fare >>
La
reazione della ragazza fu talmente desolante che Rei fu tentato per
un istante di afferrare il telefono e riempire di insulti quel
maledetto.
Masumi
si era limitata ad annuire ma aveva abbassato lo sguardo e stretto a
pugno la mano libera.
<<
Ok... va bene. Ciao >>
Poi
aveva attaccato il telefono.
Rei
assottigliò nervosamente lo sguardo.
Ragazzo
fantastico un corno.
Masumi
si accorse di essere osservata di sottecchi e fulminò Amuro
assottigliando gli occhi.
<<
Beh. Che c'è? >>
Rei
trattenne un sorriso.
Ma
chi voleva prendere in giro con quell'atteggiamento da dura?
<<
Credo che mi sarebbe piaciuto avere una sorella come te >>
Masumi
spalancò gli occhi arrossendo all'istante. Quella era l'ultima cosa
che si aspettava di sentirsi dire.
<<
Il signor Toto si sta dirigendo verso il centro commerciale. Capirai
bene che devo seguirlo >> disse Amuro accelerando il passo.
<<
Aspetta che intendevi con quella frase? >> Masumi gonfiò le
guance mentre un dubbio si insinuava nella sua testa << Hai
origliato per caso? >>
Il
ragazzo aumentò il passo.
<<
Ehi rispondimi! >>
Con
uno scatto Masumi lo raggiunse afferrandolo per il braccio e proprio
in quel preciso istante udirono due voci familiari.
<<
Sera-chan. Amuro-san >>
I
due si girarono riconoscendo Ran e Sonoko.
Tooru
fece un gran sorriso.
<<
Che sorpresa. Ciao ragazze >>
Le
due guardarono alternativamente prima Tooru e poi Masumi. E la
ragazza lo notò.
<<
Hei ciao >> disse velocemente ben conscia che le amiche
avrebbero, anzi stavano già fraintendendo tutto << Che fate
qui? Noi siamo a lavoro >> si premurò di puntualizzare.
Sonoko
alzò un sopracciglio dando prova evidente di non aver capito.
<<
Che genere di lavoro? >> disse maliziosa.
Masumi
mise le mani in tasca ed alzò la testa con aria fiera.
Diventava
sempre un po' primadonna quando lavorava ad un caso.
<<
Stavo svolgendo delle indagini da detective >>
<<
A questo proposito, io devo andare >> disse Amuro
allontanandosi.
<<
Ehi … no aspetta >>
Lui
accelerò il passo ed alzò la mano come cenno di saluto.
<<
Ti farò sapere se ci sono novità >>
<<
Ehi no! >>
Masumi
fece per inseguirlo ma venne braccata dalle due amiche che la
fissavano con dei fastidiosi occhi a cuoricino.
<<
Uh uh... e così esci con Tooru... >>
<<
No... sei fuori strada Sonoko >>
<<
E su, ammettilo che hai una cotta! >>
<<
Non è così >> disse guardandosi intorno << E adesso
dove si è cacciato...? >>
<<
E allora perché lo stai cercando? >> insistette la ragazza.
<<
Perché sto lavorando e poi devo tirargli un pugno in faccia! >>
sbraitò.
Rei,
nascosto dietro un muretto a poca distanza dal trio, fece una piccola
risata divertita.
Che
caratterino...
*
<<
Vacci piano col sale, fa aumentare la pressione e favorisce la
ritenzione idrica. Ehi cosa pensi di fare con tutto quell'olio? >>
Shiho
era a casa di Rei.
Il
ragazzo stava preparando la cena con tanto di grembiule nero addosso
mentre lei era seduta sul divano intenta a sfogliare una rivista,
oltre che a dettar legge.
Lui
sorrideva ed annuiva, poi alla minima distrazione della ragazza
continuava a cucinare come faceva di solito.
Aprì
il forno mettendoci dentro la teglia e impostò il timer.
<<
Ci vorrà un bel po' prima che sia pronto. Ti va un the? >>
<<
Si ci sto >>
Rei
prese il bollitore versandoci dentro l'acqua.
<<
Oggi mi sono trovato coinvolto in uno strano caso >>
Prese
due le tazze dalla credenza mentre Shiho continuava a guardare senza
molto interesse una nuova linea di borse.
<<
Qualcosa mi dice che c'era anche Shinici con te >>
Rei
sorrise divertito da quel tono sarcastico.
<<
No ero con Masumi >>
<<
Mh. Come mai? >>
Non
avvertì alcun tipo di gelosia in quella domanda. E un pochino ci
rimase male.
<< Ti ricordi di quella mia cliente che
voleva controllare il fratello? La signora Toto? >>
<<
Aaahi >> annuì in modo un po' infantile.
<<
Beh lo stavo pedinando quando me la sono trovata davanti, anche lei
stava svolgendo delle indagini. Quella ragazza mi ha dato parecchio
filo da torcere >>
<<
Quando c'è di mezzo un caso diventa invasata come tutti i detective
>>
Rei
ignorò la frecciatina e continuò a parlare.
<<
Figurati che ad un certo punto ero convinto di averla seminata invece
me la sono ritrovata nel bel mezzo dell'indagine. È brava >>
<<
Si ha un gran talento >> disse con un sorriso compiaciuto.
<<
... anche se ho avuto la sensazione che comunicasse con suo fratello
durante le indagini >>
<< Probabile. Shukichi le da
sempre volentieri una mano >>
Rei
fece una piccola pausa prima di risponderle non celando un sorrisino
antipatico dato che le dava le spalle e Shiho non poteva vederlo.
<<
Ma no il mejin... l'altro... come si chiama? >> portò un dito
sulle labbra facendo il finto innocentino << Forse “Occhio di
falco”? >>
Shiho arrossi ed alzò la testa guardando
dritto di fronte a se.
Ecco
dove voleva andare a parare.
<< Come? >>
Rei
ridacchiò.
<<
Hai origliato la telefonata? >> domandò la ragazza per nulla
contenta.
<<
Non è colpa mia se il volume del suo cellulare era alto... Come ti è
venuto in mente di chiamarlo così? >>
<<
Non ne voglio parlare >> soffiò secca.
<<
E come mai eri a casa da sola con lui? >>
<<
Perché stavo aspettando Masumi. Se devi origliare fallo bene la
prossima volta >>
In
realtà aveva fatto quella domanda perché sperava che si tradisse.
Dato che il trucchetto non aveva funzionato decise di essere più
diretto.
<<
Seriamente come mai tutta questa confidenza? >>
La
ragazza roteò gli occhi al cielo seccata.
<<
Ti ho detto che non ne voglio parlare >>
Rei
prese il cofanetto con le bustine di the e tisane mettendolo sul
tavolo e sistemò le tazze.
<<
So che vi conoscete, ma non pensavo a tal punto da inventare
nomignoli... >> continuò cercando di carpire qualche
informazione in più.
La
ragazza soffiò con le narici poi gettò malamente la rivista sul
tavolino.
<<
Sei scemo o sordo? >>
Rei
sistemò il piano cottura in silenzio decidendo saggiamente di non
proseguire oltre.
Che
caratterino...
*
Una
volta pronta l'acqua il ragazzo spense il fuoco e si avvicinò alla
tavola.
<<
Com'è andata all'università? >>
Shiho
era seduta compostamente sulla sedia prese una bustina dall'apposito
contenitore versandola nell'acqua calda.
<<
Bene. Anche se non capisco com... >>
Si
bloccò guardandolo con orrore.
<< Che c'è? >>
domandò Rei stranito da quella reazione.
<< Hai messo il
latte nel the >>
Il
ragazzo guardò la tazza e poi la piccola caraffa col latte.
<<
Si. E allora? Mi piace. Gli da un gusto più rotondo >>
La
ragazza fece una smorfia disgustata.
<< Bleh... che
gusti orribili >>
<< Disse la fan di Yoko... >>
Rei celò un sorrisetto dietro la tazza di the poco prima di
sorseggiarlo.
La
ragazza arrossì appena.
<<
Ancora con questa storia? >>
<<
Era solo una semplice costatazione, perdonami se sono ripetitivo. Non
possiamo essere tutti arguti e brillanti come Occhio di falco
>> disse con un sorrisetto divertito.
Lei
assottigliò lo sguardo emanando un ringhio appena percettibile.
*
Shiho
Miyano non era una donna normale.
Lei
non picchiava, raramente urlava e meno ancora piagnucolava o
piangeva.
Quindi, quando si arrabbiava, si innervosiva o
semplicemente si indispettiva, le alternative erano o occhiate
omicide o peggio dei veri e propri attentati domestici.
Tipo
il peperoncino nel the.
Rei
spalancò gli occhi e portò una mano alla bocca correndo verso il
bagno.
Si
era distratto solo per un paio di minuti per prendere un po' di miele
e qualche fetta di limone.
Shiho
fece un sorrisetto malioso e soddisfatto, accavallò elegantemente le
gambe e si leccò le labbra prima di poggiarle sul bordo della tazza.
Perché
in fondo il peperoncino, per lei, è una dimostrazione d'affetto.
Angolo
dell'autrice
Eh
si Rei non è a conoscenza della parentela e Shiho non ci tiene molto
a svelare il mistero. Dopotutto come ben sapete, la scienziata è una
persona molto mooolto riservata.
Spero
che il capitoletto vi sia piaciuto. Grazie a tutti.
Violetta_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 27 *** Tropical land ***
Tropical
land
Shiho
si biascicava a passi lenti ed incerti verso il bagno di casa
desiderando ardentemente una superficie morbida dove sdraiarsi.
Era
tornata tardissimo da lavoro. Si era struccata in modo molto
superficiale e si era gettata a letto senza nemmeno mettersi il
pigiama sprofondando in un sonno profondo.
*
Quando
aprì gli occhi vide i vestiti del giorno prima gettati sulla sedia
davanti la scrivania, la manica della camicetta azzurra lambiva per
terra, il reggiseno era sulla tastiera del pc fisso, la borsa gettata
in un angolo.
Per
il resto la stanza era in perfetto ordine ed il sole era alto nel
cielo.
Sbadigliò
sbattendo lentamente gli occhi e strusciò il viso contro il morbido
cuscino.
Il
sole era alto nel cielo.
Spalancò
gli occhi e si mise a sedere di scatto guardando l'orologio nel suo
cellulare: era tardissimo.
<<
Oh dannazione >>
Mandò
un messaggio ad Ayumi e si infilò sotto la doccia.
Quando
ne uscì vide che la bambina le aveva risposto già da cinque minuti.
"Saremo
li tra dieci minuti"
Scoccò
la lingua contro il palato.
Fantastico
in pratica erano già dietro la porta... sperava solo che il dottore
li distraesse con qualche indovinello.
Si
vestì in fretta e furia con i capelli ancora umidi.
<<
Quelle pesti me lo rinfacceranno a vita... >> mormorò tra se e
se.
Si
mise un paio di pantaloncini jeans ed una maglietta corta. Già ci
sarebbe stato caldo al parco divertimenti, in più i tre l'avrebbero
trascinata a destra e a sinistra, quindi meglio star comodi e
leggeri.
Sentì
suonare al campanello.
<<
Fantastico e io devo ancora preparare la borsa... >>
Il
campanello suonò nuovamente.
<<
Agasa puoi aprire tu? >> disse ad alta voce.
Nessuna
risposta.
<<
Bene... iniziamo a preoccuparci anche per l'udito... >> mormorò
seccata.
Salì
velocemente le scale.
<<
Agasa ma almeno sei pronto? I bambini sono... >> aprì la porta
e spalancò gli occhi << ...qui >> terminò la frase con
un filo di voce.
Di
fronte a se il giovane cameriere del poirot, vestito con una
maglietta bianca, pantaloni corti al ginocchio e scarpette da
ginnastica, la guardava sorridente.
Dietro
di lui i fantomatici tre bambini.
<<
Buongiorno doc >> disse Amuro con tono allegro.
<<
Cosa...? >> disse Shiho completamente spiazzata e guardò i
bambini in cerca di risposte.
Ayumi
rispose entusiasta coi pugnetti vicino la faccia.
<<
Il dottor Agasa è dovuto partire per lavoro e quindi Tooru ci
accompagna >>
Giusto.
La ovvia conseguenza.
<<
Allora andiamo? >> disse Genta sistemandosi lo zainetto sulle
spalle.
Shiho
deglutì ancora spiazzata dalla situazione.
<<
Io... si ... due minuti. Devo finire di prepararmi >>
<<
Fa presto... io ho fame e voglio mangiare i nuovi gelati che fanno li
>>
Fece
cenno di entrare.
<<
Ci metto due minuti giuro >>
*
Una
volta dentro la villetta Rei si guardò intorno: davvero una bella
casa, forse con qualche aggeggio strano qua e la, ma comunque molto
carina.
I
bambini si sedettero sul divano parlando tra loro della giornata che
li attendeva.
Shiho
gettò un borsone sul suo letto e iniziò a riempirlo.
Maglietta
di riserva, asciugamani -perché sicuramente almeno uno di loro si
sarebbe sporcato (ogni riferimento a Genta è puramente casuale)-
crema solare...
Aprì
un cassetto alla ricerca dei cappellini.
<<
Serve una mano? >>
Sobbalzò
e girò velocemente la testa. Rei era poggiato contro lo stipite
della porta con le braccia incrociate.
<<
No. Ho quasi fatto >>
<<
Ok... >>
Mentre
lei rovistava tutta trafelata Rei aveva preso a guardarsi in giro ed
a giocherellare con una fotografia posta vicino al comodino.
La
ragazza se ne accorse.
<<
Che ci fai qui? >>
Il
ragazzo inclinò la testa.
Il
giorno prima.
I
bambini stavano mangiando un gelato insieme al dottor Agasa al
poirot. I tre erano visibilmente allegri e pimpanti, come se non
stesero più nella pelle per l'attesa di un evento divertente, e
questo destò la curiosità di Azusa.
<<
Come mai tanto contenti bambini? >>
<<
Domani andiamo a Tropical Land! C'è una nuova attrazione e hanno
ingrandito anche le montagne russe! >>
Il
dottor Agasa sbiancò.
<<
Ragazzi... >> disse con voce grave.
I
tre si voltarono.
<<
Si? >>
<<
Ve l'avrei detto una volta tornati a casa... domani devo andare da un
cliente e non potrò accompagnarvi >>
Le
facce deluse di quei bambini avrebbero fatto sciogliere il cuore di
chiunque.
<<
Come no? >>
<<
Ma ce lo aveva promesso... >>
<<
Beh se proprio no può venire, può accompagnarci Shiho-nee
>>
disse Mitsuiko con un piccolo sorriso stampato in faccia.
<<
Spiacente la macchina mi serve bambini. E di sicuro non potere
viaggiare tutti sulla moto >>
<<
Però... noi ci tenevamo tanto... >> iniziò a piagnucolare
Genta.
<<
Bambini... >> mormorò il professore non sapendo che
inventarsi.
I
tre presero a lamentarsi.
<<
Ero riuscita a convincere Shiho ad andare sulla giostra coi
cavalli... >> mormorò Ayumi con aria mesta.
<<
Mia madre dice sempre che una promessa è una promessa! >>
Stavano
iniziando a uscire i lacrimoni.
<<
E se vi accompagnassi io? >>
I
tre si voltarono incrociando il gran sorriso del cameriere biondo.
<<
Davvero? >>
<<
Domani è il mio giorno libero... e il maestro Goro ha un impegno
quindi non potrà darmi alcuna lezione. Per lei ci sarebbero problemi
Agasa-san? >>
L'uomo
scosse la testa. Shinichi gli aveva rivelato la sua identità e
sapeva che i bambini sarebbero stati in ottime mani, inoltre non era
la prima volta che il ragazzo se li trascinava per le vie della
città.
Amuro
sorrise ai tre bambini.
<<
Allora piccoli ci vediamo domani >>
Shiho
continuava ad osservarlo con insistenza in attesa di una risposta e
Rei alzò la testa accennando un sorriso.
<<
Ti ha già risposto Ayumi. Agasa non c'è e vi accompagno io >>
Shiho
alzò il capo fulminandolo con uno sguardo alla "non pensaci
nemmeno a trattarmi da scema" e Rei afferrò all'istante.
<<
Ieri il dottore ha dato la brutta notizia al Poirot. I piccoli
l'avevano presa molto male e visto che oggi non avevo nulla da fare
mi sono offerto di dar loro un passaggio >>
Shiho
lo squadrò per due secondi e poi si voltò a rovistare per i
cassetti apparentemente soddisfatta dalla risposta.
<<
Molto gentile da parte tua >>
Finalmente
trovò i cappellini.
<<
Senti... giusto per conferma... sicuro non ci siano problemi? Per il
lavoro intendo... quel posto è stato sotto la loro attenzione
per un po' >> domandò già pronta a munirsi di occhiali da
sole e cappello e, in casi estremi, ad elaborare una scusa
convincente per non andare.
Rei
fece spallucce.
<<
Ah! Credo che a Korn sia passata la voglia di salire sulle giostre
>>
Shiho
si voltò verso di lui allibita. Non pensava che fosse al corrente di
certi dettagli.
<<
L'intera area è al sicuro. Non ci sono pericoli >> precisò
per tranquillizzarla.
Lei
annuì sollevata da quelle parole.
In
effetti, a pensarci razionalmente, se ci fosse stato anche il minimo
segno di allarme lui o Shinichi avrebbero fatto di tutto per
allontanare i bambini dalla zona. Ma lei era sempre molto ansiosa se
si toccavano certi tasti.
<<
Va bene, allora andiamo >>
*
Il
parco era enorme e stracolmo di gente.
L'imponente
fontana al centro imperava sulla scena e i divertenti giochi d'acqua
che zampillavano al centro attiravano immediatamente l'attenzione.
I
bambini erano elettrizzati: si guardavano intorno con gli occhi
spalancati e carichi di entusiasmo.
<<
Siii andiamo sulle montagne russe >>
<<
Ma io ho fame >>
<<
Se mangi ora poi rischi di sentirti male sulle montagne russe >>
disse Mitsuiko ammonendo il suo amico.
Rei
sorrise divertito dal tenero quadretto.
<<
Potremmo mangiare qualcosa e andare su giostre più tranquille. Ayumi
ieri pomeriggio parlavi di un cavallo vero? >>
Shiho
socchiuse gli occhi in due fessure.
Ok
lo avrebbe ucciso. Deciso.
<<
È vero! Shiho mi hai promesso di andare sulla giostra >> disse
la bambina ricordandosi della promessa.
<<
È vero >> confermò Mitsuiko.
<<
Io non ho fame ci andiamo subito? >> domandò la bambina
tirandola per la mano.
<<
Ma certo tesoro... >>
La
ragazza prese la crema solare dal borsone che Rei si era offerto di
portare per tutta la giornata, non ricordava esattamente quando o
come, però stava là, appeso sulla sua spalla, quindi...
<<
Divertiti sul cavallo >> disse facendole "ciao ciao"
con la mano.
Shiho
gli diede un pizzicotto sul braccio e gli sorrise forzatamente.
<<
E tu con i ragazzi... buona fortuna >>
Aggrottò
la fronte stranito.
"Buona
fortuna"?
Che
cosa potevano combinare due innocenti bambini?
*
Shiho
teneva per mano Ayumi mentre entrambe si dirigevano sulla giostra dei
cavalli, una volta lì si misero a fare la fila.
La
giostra era carina, grande, colorata, con un sacco di cavalli,
unicorni, persino un piccolo panda.
Abbassò
lo sguardo su Ayumi, la bambina guardava quei buffi animaletti
ondeggiare a ritmo di un'allegra canzoncina. Sembrava non stare più
nella pelle.
Un
ragazzo con la divisa coi colori del parco si avvicinò alle due.
<<
Signorine tocca a voi >>
<<
Allora Ayumi qual è il cavallo su cui vuoi salire? >>
<<
Quello bianco con la criniera rosa! Quello lì. E tu ti metti su
quello accanto... mi tieni la mano? >>
Non
riuscì a non sorridere intenerita.
<<
Ma certo piccola >>
*
Rei
aveva accompagnato i due bambini in una gelateria dove Genta non si
era fatto problemi ad ordinare in enorme gelato con tre gusti, panna,
zuccherini, due cialde ed un ombrellino.
Quando
il ragazzo si recò alla cassa si domandò se stesse pagando solo un
gelato o quello di un'intera scolaresca.
Poi
erano andati a fare la fila per un gioco con le pistole ad acqua.
<<
Ragazzi tocca a voi. Scegliete una pistola >>
Genta
si passò il gelato da una mano a l'altra rovistando tra le tasche.
<<
Aspetta non trovo il gettone >>
Nella
foga il sul gelato alla crema si spalmò felicemente sul pantalone di
Rei.
<<
Oh Amuro-no-nii-chan scusa >>
Una
bella macchia gialla.
Rei
prese un fazzoletto cercando di minimizzare il danno.
<<
Sono cose che capitano Genta. Tranquillo >>
*
<<
Shiho-nee-chan andiamo a vedere gli animali? >>
<<
Ma certo >>
Aiumi
teneva per mano Shiho senza allontanarsi mai da lei. Anche quando
vedeva qualcosa che la incuriosiva molto.
La
bambina sembrava adorare la sua compagnia e Shiho ne era felice.
Era
come una tenera e dolce sorellina.
Arrivarono
verso la zona dove era permesso di giocare coi cuccioli e francamente
in quell'istante un occhio esterno non sarebbe riuscito a distinguere
chi tra le due fosse la bambina.
Entrambe
presero un cucciolo in braccio. Ayumi un barboncino bianco mentre
Shiho si mise a coccolare un piccolo gattino color crema tigrato.
<<
Guarda quanto è carino >>
<<
Il micino fa le fusa >>
Ayumi
fece saltellare il cagnolino e quando questo si mise ad abbaiare
alzandosi su due zampe entrambe si misero a ridere.
*
Rei
stava dribblando una folla guardandosi intorno come un furetto.
Si
era distratto solo due secondi!
<<
Che forza le pistole laser! >>
<<
Guarda c'è un negozio di giocattoli >>
<<
Bambini non correte! >>
Ok
poteva capire Mitsuiko ma Genta... come diamine faceva a correre così
velocemente?
Finalmente
riuscì a raggiungerlo.
<<
Genta ti avevo detto di non allontanarti >> disse sentendosi a
corto d'aria.
<<
Ma volevo vedere i giocattoli >>
<<
Si ok. Ora li hai visti >>
<<
Me ne compri uno? >>
Seriamente?
*
<<
Guarda che dolci quei cuccioli. Uh. Un coniglietto! >>
Shiho
in quel momento si trovava nel suo piccolo paradiso privato: era
circondata da cuccioli insieme alla sua piccola amica.
Quando
era diventata quel genere di ragazza?
Prese
in braccio il coniglietto che la bambina desiderava tanto farle
vedere e si mise ad accarezzarlo.
Ayumi
la guardava con un sorrisone stampato sulla faccia.
<<
Grazie per avermi accompagnata Shiho-nee. Mi sto divertendo un mondo
>>
<<
Anche io piccola >>
La
bambina abbassò il capo come a voler prendere coraggio e poi la
guadò fissa negli occhi.
<<
Shiho? >>
<<
Si? >>
<<
Ti posso abbracciare? >>
Shiho
arrossì.
Seriamente,
quando era diventata quel genere di ragazza?
Si
chinò sulle ginocchia ed allargò le braccia.
<<
Ma certo >>
*
Aveva
impiegato diversi minuti a convincere Genta che prima dovevano
trovare il terzo elemento e poi, forse, avrebbero scelto un
giocattolo.
<<
Mitsuiko dove ti sei cacciat...? >>
All'improvviso
sentì un violento colpo alla testa.
Si
massaggiò con forza la zona dolente e poi guardò a terra per capire
cosa l'aveva colpito: era un cellulare.
Alzò
la testa e vide il ragazzino con le lentiggini arrampicato sul ramo
di un albero.
<<
Scusa sono salito quassù perché volevo scattare delle foto >>
Ok,
seriamente, lui era un agente di polizia sotto copertura.
Era
addestrato ad ogni genere di situazione: sparatorie, torture,
inseguimenti...
Dieci
anni dentro al mib e nemmeno un graffio. Mezza giornata con quei due
bambini e rischiava una commozione celebrale.
<<
Adesso scendi >>
<<
Non ce la faccio. Ho paura >>
Seriamente?!
Rei
mise le mani sui fianchi e sospirò.
<<
Ok resta fermo lì. Ti vengo a prendere >>
<<
Io intanto vado a vedere i giocattol... >> disse Genta
preparandosi a scattare.
<<
NO. Sta fermo qui >>
*
Dopo
aver giocato con gli animali a Shiho ed Ayumi venne fame.
Le
due presero un gelato sedute su un tavolino di un bar vicino ad un
laghetto con le paperelle.
La
ragazza abbozzò un sorriso vedendo quei buffi uccelli giocherellare
sull'acqua.
Si
domandò se Rei si stesse rilassando come stava facendo lei.
<<
Shiho >>
<<
Si Ayumi? >>
<<
Mi piace un sacco stare con te >>
<<
Grazie tesoro. Che ne dici se dopo il gelato andiamo a fare shopping?
>>
Ayumi
stava per rispondere quando un bel ragazzo si avvicinò alle due.
<<
Signorine? >>
<<
Kawaii... >> mormorò la bambina arrossendo.
Il
ragazzo la guardò sorridendole e portando una mano dietro la nuca.
<<
Grazie piccoletta. Anche tu sei molto carina >>
La
bambina arrossì come un peperone.
<<
Grazie >>
<<
Lei è tua sorella? >> chiese guardando di sottecchi Shiho.
<<
Iee è una mia amica >>
<<
E la tua amica per caso mi direbbe come si chiam...? >>
<<
No >> rispose Shiho glaciale.
*
Seduto.
Grazie al cielo.
Finalmente
i due ragazzini si erano dati una calmata e si erano seduti su una
panchina, Genta giocava col suo robottino e Mitsuiko sfogliava il suo
nuovo libro.
Rei
aveva le braccia poggiate allo schienale della panchina e guardava
distrattamente il cielo.
Pensò
che in fondo in fondo Goro non aveva tutti i torti ad incazzarsi a
morte quando vedeva i bambini girovagare intorno a lui.
Improvvisamente
una donna si avvicinò ai tre.
<<
Oh che bei bambini >>
Rei
si sedette più compostamente.
<<
Già... anche vivaci. Salutate bambini >>
<<
Saaalve! >> dissero i due in coro.
<<
E la madre dov'è? >>
Il
biondo fece spallucce.
<<
Ah non lo so. Immagino che siano a lavoro a quest'ora >>
La
signora si fece subito seria.
<<
Oh... ho capito la situazione. Lei è un uomo coraggioso >>
Aggrottò
le sopracciglia confuso, poi capì.
<<
No. Guardi che non è come pensa... >>
<<
Stia tranquillo. Non si deve vergognare. Anzi, dev'essere orgoglioso
di se stesso >>
E
così dicendo gli allungò una banconota e se ne andò.
Rei
abbassò lo sguardo guardando la banconota nella sua mano destra.
Ma
che diamine...?
*
Quando
i due gruppi si rincontrarono era pomeriggio inoltrato.Shiho
spalancò gli occhi incredula.
I
due bambini erano tutti contenti e sfoggiavano nuovi giocattoli e
souvenirs, ma Furuya aveva un aspetto davvero disastrato.
Era
sudato, stanco, bagnato fradicio e con una bella macchia sul
pantalone.
Stava
mostrando molta resistenza nel trattenere una risata.
Non
appena intravide i suoi amici Ayumi si mise a correre verso di loro
per raccontare tutta contenta la sua giornata.
<<
Siamo andate sulla giostra... poi a vedere gli animali... abbiamo
mangiato il gelato.... >>
<<
Anche io ho mangiato il gelato >> disse Genta tutto entusiasta.
<<
Poi siamo andate a fare shopping. Abbiamo comprato tante cose belle.
E voi? >>
Genta
mise in bella mostra il suo giocattolo robot.
<<
Io ho un giocattolo nuovo >>
Mitsuiko
aprì la sua borsa prendendo un quaderno.
<<
Ho scattato delle foto bellissime e poi siamo andati a farle
stampare. Guardate che bello il mio album! >>
Shiho
inclinò la testa di lato e con la coda dell'occhio vide Rei
trattenere uno sbadiglio.
Si
avvicinò ai tre poggiando le mani sulle ginocchia.
<<
Ragazzi che ne dite di tornare a casa adesso? >>
<<
Haaai! >>
*
Il
tragitto iniziale verso casa era stato decisamente rumoroso, i
bambini parlavano contemporaneamente e cercavano di attirare
l'attenzione dei due adulti.
Shiho
annuiva rispondendo alle loro domande mentre guardava con la coda
dell'occhio Rei. Lui era taciturno e fissava la strada con un'aria un
po' stanca, anzi stralunata.
Quando
arrivarono a casa il sole era calato del tutto ed all'interno
dell'abitacolo aleggiava il silenzio più totale.
<<
Che combinano la dietro? >> domandò Rei guardando dallo
specchietto retrovisore.
<<
Si sono addormentati. Sto mandando un messaggio ai loro genitori per
avvertirli che dormono da me. Mi aiuti a portarli a letto? >>
domandò Shiho a bassa voce.
<<
Certo >>
*
Shiho
aveva rimboccato le coperte ai bambini e poi si era seduta accanto a
Rei sul divano.
Il
ragazzo stava sorseggiando un caffè.
<<
Hai un aspetto orribile >> disse senza mezzi termini.
<<
Grazie. Come sei gentile >> rispose sarcastico abbozzando un
sorriso.
Shiho
poggiò una mano sulla sua guancia e si avvicinò alle sue labbra
dandogli un lento e morbido bacio.
<<
Com'è andata oggi? Ho sentito le versioni dei ragazzi ma tu non hai
detto una parola >> domandò con la mano poggiata sulla sua
spalla.
<<
Mai sottovalutare un avversario >>
Ridacchiò.
<<
Si... possono essere un po' troppo pimpanti a volte ... >>
<<
Sgattaiolavano ovunque... peggio di Conan davanti ad una scena del
crimine >>
E
Shiho rise nuovamente.
<<
Oh santo cielo inizi a parlare come Goro >>
<<
Beh comincio a compatirlo quel pover'uomo >>
Alzò
prontamente la mano puntando l'indice a pochi centimetri dal suo
naso.
<<
No! Non diventare come Goro >>
Risero
entrambi e poi si guardarono negli occhi.
Rei
poggiò la tazza sul tavolino e si sporse in avanti dandole un altro
bacio, poi un altro e poi poggiò le mani sui suoi fianchi.
<<
Sai... non mi va di lasciarti sola soletta in questa grande casa...
>> disse contro le sue labbra.
<<
Ci sono i bambini... >> mormorò Shiho con gli occhi chiusi.
<<
Appunto. Se ci fossero pericoli dovresti difenderli tu. E chi
difenderebbe te? >> chiese con voce calda.
<<
Rei... ci sono i bambini >> disse in modo più eloquente
aprendo gli occhi ed allontanando la sua mano che stava scivolando
sotto il lembo del pantaloncino.
<<
Potrei trarre la conclusione che se non ci fossero... >>
<<
Se usi troppo il cervello rischi di diventare calvo >> disse
spingendolo senza esercitare molta forza.
Rei
ridacchiò.
<<
Ok va bene... va bene... >> si alzò prendendo la sua giacca
<<
Ci vediamo domani? >>
Shiho
annuì dandogli un dolce bacio sulla guancia e poi un altro veloce a
fior di labbra.
<<
E adesso fuori da qui. Voglio andare a dormire >>
|
Ritorna all'indice
Capitolo 28 *** Doppi sensi ***
Doppi
sensi
Era
un tranquillo martedì nella residenza del dottor Agasa.
Shiho
stava giocando ad un nuovo videogioco creato dal dottore insieme ai
piccoli detective.
<<
Quanto sei brava Shiho... sei un vero portento >>
La
ragazza non poté fare a meno di sorridere: Mitsuiko faceva parte
della squadra avversaria eppure non la finiva di farle i complimenti.
<<
Ho solo avuto modo di fare pratica. Attento al fantasmino... >>
<<
Ah. Evitato! >> urlò il bambino con un gran sorriso.
Genta
si portò una mano sullo stomaco.
<<
Io comincio ad avere fame >>
<<
Già pure io... che si mangia dottore? >> domandò Ayumi.
<<
Ecco... vediamo che cosa ci propone la cuoca >>
La
cuoca in questione mise in pausa ed alzò la testa.
<<
Che ne dite di mangiare fuori? È una bella giornata >>
<<
Si. È una bella idea >> disse Mitsuiko con un po' troppa foga
sorridendole con aria sognante.
Shiho
non ci fece molto caso e spense il gioco dopo aver salvato gli ultimi
dati.
<<
Ok andata. Preparatevi >>
I
tre bambini si alzarono rassettando la stanza. Abitudine che avevano
iniziato a prendere nell'ultimo periodo grazie alla presenza della
ragazza.
<<
Agasa paghi tu? >>
<<
Solo se posso prendere almeno due portate >>
Shiho
lo fissò dritto negli occhi portando le mani sui fianchi.
<<
Al massimo due. E devi scegliere: o cibo fritto o il dessert
>>
<<
Uff... abbi pietà >>
*
<<
Bambini allora andiamo? >>
<<
Siii si mangia! >>
Erano
quasi tutti davanti la porta quando Shiho si accorse dalla mancanza
della bambina.
<<
Ayumi? >> Si guardò intorno << Dove sei piccola? >>
<<
Sono qui... >>
La
bambina si trovava in bagno e continuava a dannarsi con la sua fascia
per capelli che, nonostante i vari tentativi di fare un fiocco ben
stretto, continuava a caderle.
Quando
si accorse della presenza della ragazza le si avvicinò con la fascia
in mano.
<<
Shiho-nee-chan mi aiuti? >> chiese con i suoi grandi
occhioni celesti.
Quella
bambina era una delle poche persone che riuscivano a fare intenerire
Shiho a tal punto da farle quasi cambiare personalità.
Quando
si era presentata davanti a lei nella sua vera forma aveva paura che
la bambina la giudicasse troppo seria, troppo antipatica.
Temeva
che il loro rapporto sarebbe finito, ed invece la piccola l'aveva
accolta a braccia aperte, le sorrideva sempre, chiedeva consigli su
come vestirsi o come comportarsi, voleva stare con lei e le chiedeva
sempre di uscire a fare compere o di giocare.
Poi
quando le aveva chiesto se poteva chiamarla nee-chan le erano
quasi uscite le lacrime dagli occhi.
<<
Ma certo tesoro >>
La
ragazza le sistemò la fascia tra i capelli facendole un fiocco
laterale.
<<
Ce ne dici? >>
La
bambina si guardò allo specchio analizzando il suo riflesso.
<<
Kireeè! Grazie
Shiho-nee-chan >> disse abbracciandola.
Shiho
sorrise e ricambiò l'abbraccio.
<<
Dammi la mano su >> disse alzandosi ed allungando il braccio.
La
bambina afferrò la mano della ragazza ed insieme si recarono verso
la porta dove ad attenderle c'erano già pronti Agasa ed i due
ragazzi.
<<
Dove andiamo? >> chiese Mitsuiko sistemandosi un bottone della
camicia.
Sul
viso di Genta si tinse un gran sorriso.
<<
Io ho un'idea! >>
*
Ormai
il Poirot era il locale di ritrovo dei giovani detective, dei liceali
dell'istituto Teitan e anche di alcuni studenti universitari.
E
visto che quel particolare giorno era festivo si erano ritrovati
tutti lì.
Subaru
era seduto dietro il tavolino in un angolo intento a sorseggiare una
lattina di caffè mentre sfogliava il giornale, questo almeno era
quello che stava facendo prima di essere puntato da Shinichi che si
era prontamente staccato dal gruppo delle ragazze per andare a
parlare con lui dei libri di Holmes.
Sera,
Sonoko e Ran si erano sedute attorno ad uno dei tavolini vicino la
finestra e chiacchieravano animatamente.
Amuro
ed Azusa erano intenti a verificare le ordinazioni.
<<
Tooru non so come dirtelo ma abbiamo finito le scorte di
cioccolata... >>
Il
ragazzo ridacchiò grattandosi la guancia destra. Forse proporre la
torta al cioccolato in un posto frequentato da tante liceali
dipendenti dagli zuccheri raffinati non era stata una trovata
geniale.
Più
che altro perché sarebbe toccato a lui la corsa per fare
rifornimento al supermercato.
<<
Ho una fame! >> disse Genta entrando tutto allegro dentro il
bar.
E
in quel preciso istante Azusa guardò Amuro con un eloquente sguardo
alla "va a cambiarti che devi correre a fare la spesa".
Il
Dottor Agasa si accomodò attorno al tavolino accanto a quello delle
ragazze.
<<
Salve >>
<<
Salve a lei dottore >>
<<
Ehi Shiho vieni qui >> disse Masumi indicandole il posto vuoto
accento a lei.
Perché
aveva proposto di mangiare fuori? Ah si le scocciava cucinare.
E
per legge del contrappasso adesso le toccava quella situazione.
<<
Iee... preferisco stare accanto ad Agasa >> disse
fissando prima il menù e poi il professore << Non ti dispiace
vero dottore? >> proferì con quella punta di sarcasmo che
tanto la caratterizzava.
L'uomo
sospirò.
<<
Ma certo che no Shiho cara >>
<<
Ok allora vengo io >> disse tutta allegra la più giovane
degli Akai.
*
Dopo
il terzo giro di ordinazioni Ran e Sonoko si misero a parlare dei
nuovi amori che si stavano formando nella loro classe.
<<
E perché quel tizio con le lentiggini che ci prova con Sana? Ne
vogliamo parlare? >>
<<
Eeeh quando un ragazzo è innamorato si vede subito >>
Shinichi
non poté far a meno di alzare gli occhi al cielo.
<<
A proposito... secondo me Subaru ha una cotta per Shiho >>
mormorò improvvisamente Sonoko alle due ragazze convinta che non la
sentisse nessuno.
Quella
semplice frase provocò molteplici reazioni: Rei si irrigidì e
socchiuse gli occhi, Subaru non poté fare a meno di sentirsi a
disagio e nascondersi dietro alla lattina di birra che aveva ordinato
iniziando a sorseggiarla lentamente, Masumi diventò rossa come un
pomodoro dato che sapeva benissimo chi si celasse dietro
l'universitario.
<<
Dici? >> mormorò Ran portando una mano sul viso.
Il
giovane cameriere chinò il capo mettendosi a lavare i piatti.
In
effetti anche lui aveva il forte dubbio che le cose stessero così.
Akai
e Shiho erano molto vicini, si conoscevano sin dai tempi
dell'organizzazione, Shiho gli aveva dato addirittura un nomignolo,
cosa che gli faceva saltare i nervi in modo indicibile, e Masumi
sembrava voler fare di tutto pur di vederli insieme.
Oltre
al resto, Shuichi era noto per essere un gran don Giovanni e sapeva
bene quanto fosse attratto dalle Miyano.
Prese
un panno mettendosi ad asciugare i bicchieri con rabbia.
<<
Naaa ma che vai dicendo... >> cercò di divagare la piccola
Akai.
<<
Massì... sta sempre a fissarla... cerca sempre di parlare con lei
alle volte facendo delle battute davvero ridicole... >>
Shinichi
guardò Subaru mettendosi ridacchiare.
Il
diretto interessato stava per parlare quando venne interrotto.
<<
Troppo poco biondo... >>
A
parlare questa volta era stata Shiho.
Ed
anche questa volta le reazioni furono diverse e molteplici: Subaru si
girò a guardarla aprendo un occhio, Sera aggrottò le sopracciglia,
Rei avvertì uno strano senso di tachicardia.
Sonoko
portò una mano davanti agli occhi per la vergogna, forse era
arrivato il momento di controllare il suo tono di voce.
<<
Intendi dire che dovrei tingermi i capelli per attirare la tua
attenzione signorina? >> chiese Subaru prendendola in giro.
Rei
drizzò le orecchie ed assottiglio gli occhi, sentì che le mani gli
prudevano.
Lei
continuava imperterrita a sfogliare la sua rivista "com com".
<<
Intendo dire che io sono troppo poco bionda per i tuoi
standard >> disse con tono sprezzante facendo un evidente
riferimento a Jodie << Però se non ti sbrighi a fare la tua
mossa prima poi quella poveretta si stancherà e cercherà attenzioni
altrove... >>
Le
tre ragazze, soprattutto Sera, si voltarono a guardare l'affascinante
studente universitario che intanto aveva stretto la mano molto forte.
<<
Quindi ti piacciono le bionde Subaru-san? >> domandò Sonoko.
<<
E chi sarebbe questa "poveretta bionda" di cui parla Shiho?
>> chiese con un tono un po' troppo indagatorio Masumi.
Il
ragazzo si voltò concentrandosi nuovamente sulla sua lattina, e
Shinichi non poté fare a meno di notare un leggero rossore sul suo
viso.
<<
Lasciamo perdere >>
Rei
guardò di sottecchi Shiho che intanto ghignava divertita.
Lei
si era accorta di essere osservata ed incrociò volutamente il suo
sguardo con aria vagamente maliziosa.
Rimasero
a fissarsi per una manciata di secondi, cosa che turbò il ragazzo,
poi Shiho si alzò dal tavolino avvicinandosi al bancone e si piegò
in avanti prendendo un tovagliolino di carta.
<<
Non fare quella faccia. È anche troppo poco... abbronzato...
per i miei standard >> bisbigliò quando fu abbastanza vicina
al suo orecchio.
Rei
rimase imbambolato un paio di istanti, tempo che lei impiegò a
prendere il fazzoletto, tornare al suo posto e riaprire la rivista.
Batté
due volte le palpebre e poi scosse la testa ridacchiando mentre si
toglieva il grembiule per andare a fare la spesa.
Angolo
dell'autrice.
Rei
lo può fare ingelosire solo Shiho e solo alle sue condizioni.
Titolo fuorviante lo so...
Piaciuto
questo capitoletto? Spero di si.
Grazie
a tutti i lettori.
Ciao
ciao.
Violetta_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 29 *** Presentazioni ***
Presentazioni
Shinichi
e Shino si trovavano al campetto del parco pubblico vicino casa.
Non
era insolito per loro due, di tanto in tanto giocavano a calcio, beh
per la precisione facevano qualche palleggio in memoria dei vecchi
tempi.
In
più era un'occasione per stare insieme, solo loro due, e scambiare
quattro chiacchiere.
Shiho
fece rimbalzare due volte la palla sul ginocchio sinistro e poi
la calciò in direzione della porta ma essa venne prontamente
bloccata dal ragazzo.
<<
Ne devi fare di allenamenti prima di fregarmi >> disse con un
sorrisetto stampato in faccia.
<<
Solo in questo caso Sherlok... >>
Shinichi
ridacchiò.
Anche
se non passavano tutto il tempo che passavano quando avevano le
sembianze di due bambini, Shiho continuava ad avere un posto
importante nella sua vita.
Ricordava
ancora quando gli aveva chiesto di andare a casa sua circa due anni
prima.
Non
era insolito che lo facesse ma quel giorno era particolarmente
nervosa e lui non era riuscito a capirne il motivo.
Poi
erano scesi nel seminterrato, lei aveva una pillola e se la rigirava
tra le mani.
La
guardò stupefatto.
<<
Hai deciso di prenderla? >>
Lei
fissò il piccolo oggetto umettandosi le labbra.
<<
Si >>
Ci
fu un momento di silenzio.
<<
Shinichi... >>
<<
Si? Dimmi >>
Dato
che la bambina non gli rispondeva il ragazzo si piego sulle ginocchia
cercando di analizzare il suo viso.
Improvvisamente
lei lo guardò fisso con gli occhi tremanti.
<<
... mi starai vicino? >>
Il
ragazzo la guardò con
dolcezza.
Sapeva
che aveva paura, per lei era un salto enorme.
Avrebbe
assunto le sue vecchie sembianze ma per lei sarebbe stata una vita
del tutto nuova.
La
abbracciò incurante delle sue poteste e dei suoi spintoni.
<<
Non ti lascerò da sola. Mai. Te lo prometto >>
<<
Allora come va con la nuova vita? >>
Shiho
si irrigidì colta dal dubbio che il ragazzo avesse scoperto tutto.
Dopotutto
il suo acume non era da sottovalutare.
<<
... che intendi? >> disse cercando di risultare il più
naturale possibile.
<<
Intendo col tuo lavoro... non parli mai dei casi di cui ti occupi
>>
La
ragazza emise sospiro di sollievo interiore.
<<
Questo perchè non sono una narcisista come te >>
Lui
gonfiò le guance guardandola con aria truce, immediatamente dopo
sospirò concentrandosi a guardare la palla.
<<
Ma sarebbe divertente. Insomma parlare dei casi come ai vecchi tempi
>>
<<
Ma lo facciamo ancora, per fortuna il tuo talento nell'attirare
cadaveri ovunque passi funziona ancora a meraviglia >>
<<
Ah-ah-ah >>
Il
ragazzo fece qualche palleggio con la testa e si preparò a calciare.
<<
Shinichi >>
Quella
voce lo fece sobbalzare distraendolo e colpì la palla un po' troppo
forte, quando si girò riconobbe la ragazza che lo aveva chiamato.
<<
Ehi Ran ciao >> disse lui con un gran sorriso.
Ran
guardò Shinichi e poi la sua attenzione si spostò verso la ragazza
dai capelli ramati. La guardò per due secondi e lei sostenne il suo
sguardo fino a quando la bruna non abbassò la testa.
<<
Ascolta ho parlato con
Kazuha.
Lei ed Heiji arriveranno a momenti e abbiamo deciso che stasera
andiamo
a mangiare
al nuovo sushi bar di Haido >>
<<
Ok. Vieni anche tu Shi? >>
La
ragazza inclinò la testa chiedendosi come un detective del suo
calibro potesse avere così poco intuito per certe cose.
Indicò
il pallone che era caduto oltre il campetto.
<<
Va a recuperarlo >>
<<
Uff... ma toccava a te >>
Vedendo
lo sguardo della ragazza decise di non replicare oltre.
<<
Ok ok... >>
A
quella scena Ran abbassò lo sguardo e strinse i pugni, ma poi, come
da suo carattere, si avvicinò alla ragazza e le rivolse un cordiale
sorriso.
<<
Allora ci vediamo stasera >>
<<
Se non vuoi che venga dimmelo in faccia Ran >>
La
ragazza si irigidì ed unì le mani al petto.
<<
Ma no... ma che dici... io non >> balbettò torturandosi le
dita << Perchè pensi che...? >>
<<
Per quanto risulti poco gradevole, almeno la tua amica Sonoko ha il
coraggio di parlare chiaro >>
<<
Di che stai parlando scusa? >>
Shiho
si sentì montare la rabbia, non sopportava i finti tonti.
<<
Di me e Shinichi >> disse con tono lapidario.
Ran
si bloccò ed incrociò le braccia al petto, poi iniziò a parlare a
capo chino.
<<
Sembra volerti molto bene e mi parla spesso di te >> disse in
sun sussurro.
<<
E lui mi parlava in continuazione di te... quando eravamo in America
intendo. Non so se l'hai notato ma il tuo ragazzo ha il vizio di
parlare tanto e si entusiasma anche piuttosto facilmente >>
<<
Quindi non pensi che Shinichi sia innamorato di te >>
<<
Decisamente no >>
<<
E tu? >>
Shihò
si morse l'interno delle labbra.
Amare
Shinichi.
Le
era venuto il dubbio. Non poteva negarlo.
Shinichi
era stato il suo faro, la sua roccia, la sua salvezza.
Nonostante
il loro rapporto fosse iniziato nel peggiore dei modi, i due, col
passare inesorabile dei giorni, dei mesi, avevano legato e Shiho si
era ritrovata a pensare a lui sempre più spesso.
Avrebbe
fatto di tutto per quel ragazzo, ed ogni volta che quell'incosciente
si cacciava nei guai non poteva fare a meno di preoccuparsi.
Anche
per questo, una volta tornata adulta, aveva deciso di restare un po'
in disparte rispetto al suo gruppo di amici, per evitare qualsiasi
discussione.
Per
una col suo passato confondere l'affetto, il desiderio e l'amore era
una cosa piuttosto facile.
Almeno
lo era stato.
Ma
adesso riusciva a scindere molto bene quei sentimenti.
Quello
che si era trovata a provare nell'ultimo periodo della sua vita era
qualcosa di inconfondibile, di spaventoso e bellissimo al contempo.
Qualcosa di unico.
E
anche grazie a questo aveva capito che per lei, Shinichi non era
niente di più che un amico. Certo gli voleva un gran bene, ma al
massimo poteva paragonarlo ad un fratello.
Si
raddrizzò sulle spalle guardando Ran fisso negli occhi.
<<
Io... vorrei poter passare qualche minuto col ragazzo che mi ha
savato la vita senza che la sua ragazza e la sua amica del cuore
mi guardino come se fossi una sgualdrina che se lo vuole
accalappiare >>
Ran
ammutolì nuovamente, evidentemente a disagio per la schiettezza di
quelle parole.
Non
poteva negare che a volte Sonoko tendesse ad esagerare con le
frecciatine e lei non aveva fatto nulla per evitarlo.
<<
Ti ha salvato la vita? >> chiese con tono flebile.
Shiho
annuì e non riuscì a trattenere un accenno di sorriso.
<<
Mi ha salvata più di una volta e in tanti modi diversi. Non posso
negare che, si, gli voglio bene, ma non ho secondi fini >>
La
karaketa diventò tutta rossa colpita ancora una volta dalla
schiettezza di quella ragazza.
Quei
suoi modi di fare e la sua maturità la mettevano sempre a disagio.
<<
Ah... >> riuscì solamente a dire non sapendo dove posare gli
occhi.
Si
portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio destro ed infine la
guardò con l'aria piuttosto pentita.
<<
Scusa >>
Shiho
fece un mezzo sorriso. Quella ragazza le faceva tanta tenerezza e
nonostante quegli atteggiamenti tipici della sua età, le infondeva un
senso di sicurezza.
Le
ricordava davvero tanto Akemi e questo le rendeva impossibile provare
antipatia nei suoi confronti.
<<
Ora che ci penso non siamo mai state presentate seriamente >>
Le
porse la mano.
Ran
la guardò stupita, poi la guardò in faccia e non potè fare a meno
di sorriderle.
Le
strinse la mano.
<<
Piacere. Sono Ran >>
<<
Ed io sono Shiho... spero che diventeremo amiche >>
Ran
venne colpita da un fortissimo senso di deja-vu ma non riuscì a
dargli una spiegazione ragionevole.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 30 *** Una situazione che non ti aspetti ***
Una
situazione che non ti aspetti
Il
famoso giovane detective Kudo si trovava nella libreria di casa sua
in compagnia del cecchino.
Era
una bella giornata, tuttavia in quel momento non aveva voglia di
uscire preferendo ciondolare con un bicchiere di succo d'arancia in
mano.
Il
cecchino invece fissava lo schermo del suo pc mentre fumava la sua
ottava sigaretta e di tanto in tanto sorseggiava del bourbon.
Erano
le dieci del mattino.
<<
Che combini? >>
L'uomo
assottigliò gli occhi e iniziò ad inserire codici in una schermata
nera.
Shinichi
si avvicinò alle sue spalle incuriosito e quando capì ciò che
stava facendo spalancò gli occhi.
<<
Non dirmi che continui ad hackerare i suoi dispositivi >>
<<
Di tanto in tanto... >>
<<
Se lo scopre ti ammazza >>
<<
Ha degli strani messaggi >> disse incurante dell'ultima frase
del ragazzo << Non c'è molto però... >>
<<
Ti avverto: la prossima vetrina la paghi tu >>
Lui
annuì senza dargli troppo retta.
Shinichi
sospirò capendo bene che non lo stava ascoltando, quando si
comportava in quel modo gli dava sui nervi.
<<
Ascolta sono un po' preoccupato >> disse questa volta l'Akai
con tono serio.
Shinichi
incrociò le braccia ascoltandolo questa volta interessato.
<<
Amuro e Shiho sono stati visti insieme in più di un'occasione negli
ultimi tempi... >>
Shinichi
rimase completamente immobile ma i suoi occhi persi nel vuoto
lasciavano trasparire più di quanto volesse.
<<
Beh adesso che non ci sono pericoli Shiho va al Poirot a pranzo. E
Amuro lavora lì >>
Shuichi
scosse la testa.
<<
Ho chiesto a Camel di verificare: li ha visti anche al luna park
>>
<<
… coi bambini. Si mi hanno accennato. Amuro stava facendo un favore
ad Agasa >>
L'agente
dell'FBI finalmente staccò lo sguardo dal pc per guardare negli
occhi il giovane detective.
<<
E poi hai visto come parlottavano quella volta in hotel? >>
<<
A me sembra che lo abbia maltrattato come fa col resto del genere
umano. A proposito com'è andato il viaggio di ritorno quella volta?
>> chiese con un mezzo sorriso.
L'agente
non riuscì a reprimere un piccolo tic all'occhio destro.
<<
Mi stava quasi per dimenticare
in un autogrill ma per il resto bene... >> digitò una serie di
combinazioni di tasti ed entrò nella cartella delle immagini del
cellulare della ragazza <<
C'è
qualcosa di strano. Persino un tipo come lei dovrebbe avere qualche
fotografia... che ne so... dell'aula all'università, di qualche sua
collega, invece ha solo immagini di quel calciatore e gattini >>
<<
Shiho adora i gattini >> disse continuando ad usare un tono
neutro, come se la situazione fosse divertente.
Akai
si girò per guardarlo in faccia.
<<
Tu sei tranquillo? >>
<<
Io... >>
Shinichi
aggrottò la fronte ed abbassò lo sguardo.
In
effetti negli ultimi tempi stavano insieme sempre meno. La ragazza
diceva sempre di avere un sacco di impegni e i “casi” di cui si
occupava erano sempre a lui sconosciuti.
E
poi quelle occhiatine, quegli strani comportamenti con Amuro. C'era
qualcosa che non tornava e il fatto che la ragazza non gli parlasse
lo rendeva nervoso.
<<
Credi ci siano di mezzo loro? >>
L'organizzazione
continuava ad incombere sulle loro vite come una spada di Damocle e
questo era motivo di grande preoccupazione per tutti.
Akai
non rispose, eppure il suo sguardo era molto eloquente.
<<
Ma abbiamo fatto tutti i controlli: nella zona di Tokyo ormai non
esercitano più alcun potere. Sono tranquilli perché sono certi di
essere coperti da Bourbon >> disse Shinichi più per convincere
se stesso che l'amico, ormai si sentiva attanagliato da un fastidioso
senso d'ansia.
Akai
portò due dita sotto il mento mentre il ragazzo continuava a
parlare.
<<
Bourbon è l'unico agente operativo in tutta l'area... >>
<<
O almeno questo è quello che ci ha riferito >>
Shinichi
chiuse gli occhi portando due dita sul mento.
<<
Suppongo che la cattura di Vermouth gli abbia fatto perdere
popolarità. Dopotutto senza di lei ha poche possibilità di ottenere
informazioni >> riaprì gli occhi guardando il suo coinquilino
con aria preoccupata << Credo stia cercando di usarla >>
Shinichi
spalancò gli occhi. Certo aveva anche lui il medesimo dubbio ma
sentirlo dire ad alta voce gli scatenava uno sgradevole senso di
panico.
<<
Che? >> si limitò ad emettere con tono flebile.
<<
Con la sua consegna potrebbe rientrare nelle grazie delle alte sfere
>>
<<
Ma Shiho non è stupida, non si farebbe abbindolare tanto facilmente
>>
Shuichi
scosse la testa portando una mano sul mento.
<<
Non metto in dubbio l'intelligenza e la furbizia della ragazza. Ma
conosco bene Rei. Ti posso assicurare che è straordinariamente
testardo e la maggior parte delle volte riesce ad ottenere ciò che
vuole.
Con
qualsiasi mezzo >> disse l'ultima frase con un tono di voce
preoccupante.
Il
ragazzo si allarmò.
<<
Se è così, se dovessi avere ragione, rischia di metterla seriamente
in pericolo >>
Akai
portò una mano davanti le labbra.
<<
Non permetterò che le venga fatto del male >>
<<
Domani le parlerò e... >>
<<
Iee meglio tenerla all'oscuro >>
In
effetti nessuno dei due osava immaginare quali reazioni avrebbe
potuto avere la ragazza se fosse stata al corrente di una situazione
del genere.
Si
era faticosamente costruita una vita normale e non era giusto
gettarla nuovamente nelle tenebre.
I
due si guardarono negli occhi per una manciata di secondi.
<<
Li pedineremo >> dissero infine all'unisono.
*
Nei
giorni successivi non trovarono nulla di anomalo.
Shiho
andava all'università e poi tornava a casa. Di tanto in tanto si
fermava da Masumi o si incontrava con qualche collega per qualche
progetto universitario oppure faceva dei piccoli rilevatemi per il
CSI ma rientrava tutto nella norma.
Occuparsi
del ragazzo invece era ben più complesso: come Amuro era sempre al
Poirot a fare il bravo barista oppure a casa Mouri fingeva di essere
un allievo un po' inesperto. Come Rei erano riusciti a scorgerlo una
volta in una breve e forzata collaborazione tra PSB e FBI. Ma come
Bourbon era praticamente invisibile.
Dopo
qualche settimana avevano iniziato a dubitare delle loro ipotesi:
persino sul cellulare di Shiho non c'erano movimenti sospetti.
Forse
entrambi erano troppo sospettosi ed iperprotettivi.
Stavano
per rinunciare quando, per puro caso, scoprirono che Shiho aveva
preparato un borsone da viaggio ma né Masumi, nè i bambini e
nemmeno il doc sapevano dove sarebbe andata.
<<
Non parti con Shiho? >> domandò innocente Shuichi mentre
sorseggiava un caffè a casa della sorella.
<<
No... è con un paio di colleghe dell'università e parleranno di
medicina e dei prossimi esami. Mi annoierei >>
<<
Dottore ma Shiho non la aiuta a preparare la cena? >> chiese
Shinichi con naturalezza.
<<
No dopo la lezione è partita con le sue colleghe >>
<<
E dove andavano di bello? >>
<<
In montagna credo... parlava di piante e di fare spese... poi ha
cominciato a parlare di trasfusioni e non ho indagato oltre >>
Eh
eh... che furbetta, sapeva come deviare la conversazione
.
<<
Senta ho dimenticato un quaderno in camera di Haib... eeeh Miyano
>>
dannazione quel lapsus lo fregava sempre << … posso andare?
>>
<<
Certo >>
*
Si
trovavano nella
penisola di Izu in un
residence balneare.
<<
Quindi Shiho sarebbe venuta qui... >>
Non
erano riusciti a seguire la ragazza, il che avvalorava
l'ipotesi che fosse con Rei data l'abilità innata dell'agente nel
non lasciare tracce, ma Shinichi era riuscito a scoprire tutti gli
indizi necessari in camera sua, a casa del dottore.
<<
Allora adesso non ci resta che trovarla >>
<<
Salve signori. Avete prenotato? >>
Alle
loro spalle si presentò una ragazza di circa una vent'anni con una
divisa azzurra e la targhetta col logo del residence.
Shinichi
si impanicò per qualche istante, si era così abituato a comportarsi
da bambino per depistare gli adulti che adesso trovava difficoltà
nel recitare come un diciassettenne.
Per
fortuna Akai aveva i nervi decisamente più saldi.
<<
Signorina per fortuna ci siete venuta incontro. Stiamo cercando un
ragazzo, sui trent'anni, uno sportivo, capelli biondi dovrebbe essere
arrivato oggi qui nel residence >>
Il
ragazzo lo guardò a denti stretti: non avevano prove certe che Rei
fosse effettivamente lì e quello ce stava facendo era un enorme
azzardo.
La
ragazza si illuminò.
<<
Per caso vi riferite a quel magnifico ragazzo abbronzato in compagnia
di una ragazza coi capelli corti? >>
Ragazza
dai capelli corti...
Shuichi
assottigliò gli occhi avvertendo le mani fremere.
<<
Sisi esatto. Lui è un caro amico. Sono appena tornato in Giappone e
vorrei tanto fargli una sorpresa >>
Shinichi
si stupì delle sue doti recitative, sembrava così affabile ed
innocuo, tanto che la ragazza gli credette sulla parola.
Sfogliò
la cartelletta che teneva sotto braccio e poi risollevò la testa.
<<
Ha prenotato il piccolo bungalow di fronte la spiaggia. Se mi date i
vostri nomi vado ad avvertirl... >>
Shiuichi
le prese la mano guardandola intensamente negli occhi.
<<
La prego ci terrei tanto a fargli una sorpresa. Non potrebbe dirmi
dove si trova questo bungalow? Resterà tra noi due >>
La
ragazza avvampò completamente perdendosi nello smeraldo dei suoi
occhi.
<<
348 >> emise incantata per poi riprendere fiato.
Shinichi
spalancò gli occhi e la bocca diventando tutto rosso.
*
Dopo
aver preso una piantina del residence si diressero verso la villetta,
era ormai piuttosto tardi, il sole era tramontato da un paio d'ore.
<<
Questa spiaggia è isolata. Il luogo perfetto per una trappola. Mi
domando quale sia il suo piano >>
<<
Dici che ha in mente uno scambio? >>
<<
Mi auguro di no... >>
La
villetta aveva grandi vetrate dalle quali si vedeva il salotto.
Come
agente dell'FBI e come detective che aveva speso un intenso periodo
della sua vita a dare la caccia a dei pazzi squilibrati vestiti di
nero, sia Shinichi che soprattutto Akai erano parecchio temprati a
qualsiasi tipo di situazione.
Ma
mai si sarebbero aspettati uno scenario simile.
I
due ragazzi erano sul divano intenti a guardare un programma in tv.
Shiho,
vestita con top viola dalle spalline sottili e gli slip neri, era
comodamente sdraiata sopra Rei.
La
testa poggiata sul suo petto ed una gamba accavallata all'altezza
dello stomaco, giocherellava con un lembo del colletto della camicia
bianca del ragazzo mentre guardava la tv.
Rei
non sembrava minimamente risentire del peso della ragazza anzi
sembrava totalmente a suo agio.
Le
cingeva un fianco col braccio sinistro mentre col destro teneva il
telecomando.
Shinichi
e Shiuichi si guardarono completamente allibiti per un paio di
secondi.
*
Rei
abbassò il capo sorridendo e poi le diede un bacio sulla testa.
Shiho arrossì sorridendo appena e strusciando la testa contro il suo
petto.
I
due ragazzi continuavano a fissare la scena sconcertati.
<<
Shiho sa sorridere in quel modo? >>
<<
È un trucco... deve essere un trucco... >>
Akai
parlava meccanicamente, come se quelle parole fossero pronunciate da
qualcun altro, quella sensazione non gli era mai capitata nemmeno
quando usava il modulatore di voce.
Shinichi
fu colto da una strana emozione, una strana morsa all'altezza dello
stomaco.
<<
Io lo ammazzo >> disse improvvisante Shuichi cercando qualcosa
dentro la tasca dei suoi pantaloni.
Quando
Kudo intuì cosa stava cercando si affrettò ad afferrarlo per le
spalle cercando di farlo ragionare.
<<
No
calmati. Non possiamo entrare senza un valido motivo >>
<<
E a te quella situazione non sembra un valido motivo? >>
<<
Rifletti entriamo e poi? Gli facciamo una ramanzina? >>
<<
Qualcosa mi verrà in mente >> disse con uno strano scintillio
sadico all'occhio destro.
Shinichi
cercò di serrare la presa su di lui, cosa non facile visto che
l'agente era molto più avvantaggiato se si trattava di forza bruta.
Ma
non di ingegno.
<<
Rifletti. Sai quant'è riservata se ti vede apparire dal nulla mentre
è con... in quella situazione... si incazza e minimo ti tira una
padella in testa... di nuovo >>
Shuichi
abbassò il capo togliendo la mano dalla tasca.
<<
… Senza contare che sanno essere dannatamente inquietanti e
vendicativi entrambi >>
L'agente
dell'fbi si mise una mano in testa sistemandosi il berretto.
Con
Rei se la sarebbe cavata con qualche cazzotto ma Shiho era un'esperta
di veleni. Forse violare la sua privacy in quel modo non era una
buona idea.
<<
Davvero tu non ne sapevi niente? >>
<<
No. Certo che no... >>
Shinichi
fu colto da un dubbio.
<<
Akai san... tu sai perché Rei ha iniziato a dare la caccia al mib?
>>
<<
So solo che non appena ne ha avuto l'occasione si è unito al PSB...
due anni fa ero riuscito a scoprire che Rei era quasi ossessionato
dall'organizzazione e sembrava avere parecchie informazioni già
prima di entrare sotto copertura >>
La
sua indole da detective venne immediatamente stuzzicata.
Furuya-san.
Chi diavolo sei tu?
*
All'improvviso
il cellulare della ragazza iniziò a suonare.
I
due si nascosero meglio dietro la finestra ascoltando con attenzione.
<<
Moshi moshi?...
ah Agasa... si dormo fuori te l'avevo detto. Ma no, sono con
un paio di amiche... >>
Non
appena udì quella frase Rei incrociò le braccia al petto
guardandola storto.
La
ragazza parlava al telefono facendo avanti ed indietro di fronte a
lui.
<<
Si ci sarò per il pranzo con Fusae... massì tranquillo figurati se
mi perdo l'occasione di stare con lei... Si... Si. Ci sentiamo domani
>>
Shiho
chiuse il telefono e roteò gli occhi al cielo.
<<
La puoi smettete di fare quella faccia? >>
Rei
continuava imperterrito a guardarla male. Offeso.
<<
No >> voleva essere secco e diretto ma in realtà il suo tono
di voce risultò un po' infantile.
Shiho
sospirò.
<<
Rei ne abbiamo già parlato. Dirò ad Agasa di noi quando sarà il
momento >>
Da
dietro la finestra i due ragazzi drizzarono le orecchie.
“Noi?”
Il
Furuya si imbronciò ancora di più.
<<
Fare quella faccia non funzionerà >>
<<
Quale faccia? >>
<<
Quella che ti ritrovi ora. Te l'ho già detto: gli ho già causato
così tanti problemi … e poi Agasa è un tantino iperprotettivo >>
<<
Credo di saper affrontare un uomo di mezz'età >>
Shiho
si portò le mani sui fianchi.
<<
Ti ho già detto che due mesi fa ha costruito un robot con un idrante
e l'ha scagliato contro il ragazzo della pizza? >>
Rei
fece una faccia shockata.
<<
No. Non ci credo... >>
<<
Credici >> Disse lei con convinzione.
<<
Tu mangi la pizza? >>
<<
… >>
Persino
Akai non riusci a trattenere una risata a quella battuta, anche se
fece molta attenzione a non farsi scoprire.
Per
tutta risposta Shiho gli tirò un cuscino in faccia.
<<
Sei un cretino >>
*
Le
luci della casa si erano spente da qualche minuto, c'era calma
nell'aria il silenzio era spezzato solo dal suono delle onde e dei
grilli.
Alla
fine Shinichi parlò.
<<
Sembrano felici insieme >>
Shuichi
annuì senza aver afferrato appieno le sue parole.
<<
Già.... >>
Era
così concentrato nel suo obiettivo che non aveva mai pensato che
quella ragazza sarebbe mai stata di qualcun altro.
Che
errore abbassare la guardia.
<<
Quando diamine è successo? >>
<<
E io che ne so? >>
<<
Sei il suo migliore amico o no? >>
Shinichi
non rispose, troppo concentrato ad elaborare la situazione.
Rei
non aveva alcuna intenzione di farle del male. Probabilmente non
l'aveva mai avuta.
<<
Che facciamo adesso? >> domandò Akai accendendosi una
sigaretta.
<<
Niente >>
<<
Niente? Sei tu quello dei piani malvagi >>
<<
Niente >> disse con maggior enfasi << Aspettiamo e
vediamo come si mettono le cose >>
Il
ragazzo gli rivolse uno sguardo severo.
<<
Questo è il piano più idiota che tu abbia mai concepito >>
Shinichi
scosse la testa.
<<
Lasciamo perdere >>
|
Ritorna all'indice
Capitolo 31 *** No escape ***
No escape
<<
Sei un cretino >>
Rei
prese al volo il cuscino ridacchiando.
<<
Quanto sei permalosa! >>
Subito
dopo aggrottò la fronte ed assottigliò gli occhi dirigendosi verso
la finestra mentre lei, con le guance gonfie e leggermente
imporporate per l'imbarazzo, andò dritta in camera da letto.
Chiuse
la porta alle sue spalle e si bloccò.
*
Sapeva
bene dove avrebbe portato il suo invito a passare un week end al mare
con lui, non aveva certo bisogno di un disegnino.
Aveva
accettato con piacere e non se n'era affatto pentita: il viaggio in
macchina era stato molto divertente, tra discussioni su quale musica
ascoltare e le performance canore di Rei (non che non sapesse cantare,
ma tendeva ad esagerare con gli acuti).
<<
I have faith in what I
see...
Now
I know I have
met an aaangel in person... >>
Shiho
aveva le mani sulle orecchie.
<<
Rei... se continui si spaccheranno i vetri! >>
Avevano
passato la giornata al mare e cenato in un bel ristorante vicino al
residence.
Erano
rientrati nel bungalow e avevano acceso la tv dopo aver scoperto che
in programmazione c'era un thriller molto interessante per entrambi e
le era sembrato così naturale sdraiarsi comodamente su di lui, senza
alcun imbarazzo e con tanta complicità.
Nulla
da dire era stata una giornata perfetta.
Ma
adesso la vista di quella splendida camera e quel letto così
invitante le metteva addosso una tensione e un senso di angoscia
indicibile.
Deglutì
sbiancando completamente.
*
<<
Scusami tanto mi era sembrato di vedere qualcosa dietro la finestra
ma quando sono andato a controllare non c'era niente >> disse
Rei entrando in camera << ...perché stai con la luce spenta?
>>
La
ragazza le dava le spalle e continuava a fissare il letto.
Non
potendo vedere la sua espressione, Rei lo prese come un invito.
Si
avvicinò alle sue spalle poggiando le mani sulle sue braccia e
chiuse gli occhi dandogli dei lenti baci sulla nuca.
Shiho
spalancò gli occhi risvegliandosi dai suoi pensieri sentendosi tesa
e a disagio.
Era
convinta di saperla gestire. Di essere pronta. Ma adesso...
Serrò
gli occhi decisa ad ignorare qualsiasi dubbio.
Il
tocco del ragazzo era gentile e, se non fosse stato per quei
pensieri, anche molto piacevole.
Inspirò
cercando di concentrarsi su quelle sensazioni positive e si voltò
iniziando a baciargli il collo.
Rei
sorrise scendendo con le mani suoi suoi fianchi, la ragazza non era
impacciata, più che altro sembrava intimidita, come se aspettasse un
qualche comando.
Considerato
la loro differenza d'età non ci fece molto caso.
La
baciò sulle labbra avvicinandola a se e le prese le mani
intrecciando le dita con le sue cercando di metterla a suo agio.
Quella
che voleva essere una presa gentile per Shiho era l'ennesimo richiamo
ad un ricordo oscuro. Istintivamente ritrasse le mani chiudendo le
dita a pugno ed ispirò allontanandosi di un passo.
Si
pentì immediatamente di quel gesto impulsivo, soprattutto perché
Rei la stava guardando con quell'aria confusa, con quegli splendidi
occhioni che tanto adorava.
Come
a voler rimediare, circondò il suo collo con le braccia.
Il
ragazzo le cinse i fianchi e poi scese ulteriormente fino alle sue
cosce prendendola in braccio e facendola sdraiare sul letto
piazzandosi tra le sue gambe. La vide distogliere lo sguardo mentre
il viso era completamente rosso.
Shiho
si sentiva braccata.
Quelle
attenzioni non le dispiacevano affatto ma ad ogni tocco, ad ogni
sensazione di calore, le venivano prepotentemente in mente altri
ricordi, altre sensazioni che le davano la nausea.
Respirò
affannosamente sentendo di aver bisogno di aria.
Rei
le sorrise intenerito dandogli dei morbidi baci sulle labbra, poggiò
una mano sulla sua guancia intravedendo la tensione nei suoi occhi.
Fino
a quel momento aveva avuto solo poche storie con ragazze molto
sfacciate e quella novità lo intenerì.
<<
Sta tranquilla, non hai motivo di essere tanto nervosa >>
Le
veniva da piangere.
La
voce del ragazzo era dolce, rassicurante, complice, ma lei non
riusciva a provare altro che quel fastidioso senso d'angoscia.
<<
Non è la mia prima volta Rei... >> disse seria, indecisa se
continuare.
Lui
si accigliò appena colto da uno strano senso di gelosia ma poi pensò
che tutti avevano un passato e non si doveva giudicare una persona
per quello.
Le
baciò la base del collo.
<<
Oh. Ok... >>
Shiho
deglutì sentendo gli occhi pizzicarle ed un macigno sul petto.
<<
... ma è la prima volta che lo voglio anche io >> disse non
riuscendo a controllare completamente il tono della sua voce.
Il
ragazzo si paralizzò all'istante rimanendo fermo per qualche
secondo.
Alzò
la testa molto lentamente con gli occhi inchiodati ai suoi, prendendo
consapevolezza della gravità di quelle parole.
*
Giravano
delle voci all'interno dell'organizzazione.
Gin
era noto per non avere alcun rispetto delle ragazze all'interno del
mib, anche se negli ultimi due anni sembrava essersi calmato.
Alcuni
dicevano che si fosse stancato ma, anche se meno accreditata come
teoria, alcuni sostenevano che avesse trovato una preferita.
Al
tempo non diede molto peso a quelle voci troppo preso dalle sue
indagini, poi dopo la morte di Scotch aveva avuto ben altri pensieri
per la testa.
Gli
tornò in mente un episodio in particolare.
Era
riuscito ad ottenere una certa notorietà tra quegli uomini e gli era
stato dato l'ordine di mettersi sulle tracce della scienziata
traditrice.
Gin
l'aveva presa molto male. Si era ribellato, aveva iniziato ad urlare
con due occhi da pazzo.
<<
Quella preda è mia. Soltanto mia... >> sibilò in modo
inquietante.
Alla
fine aveva dovuto cedere poiché gli ordini provenivano da Rum.
Rei
aveva creduto che quella reazione dipendesse dal fatto che aveva
fallito la missione e sapere che adesso passava a qualcun altro
leniva il suo orgoglio.
Ma
adesso capiva che la verità era molto diversa.
Ecco
il perché della sua reticenza, non era per vergogna o per estrema
discrezione.
Adesso
che era lì, rannicchiata di fronte a lui, con gli occhi lucidi ed il
viso arrossato, la vide per quello che era.
Una
ragazza spaventata.
Per
una che nella sua vita dagli uomini ha ricevuto solo violenza era
normale che quella situazione risultasse scomoda, opprimente, forse
persino dolorosa.
Come
era potuto essere tanto idiota?
Shiho
si era messa a sedere con la schiena contro testata del letto e le
braccia conserte. Aveva il capo chino e il viso completamente rosso.
<<
Sarebbe una bugia se dicessi che non mi piaceva, che non cercavo le
sue attenzioni >> inspirò non riuscendo a controllare un
singhiozzo << … almeno finché non ho capito qual'era la sua
vera natura >>
Dato
che il ragazzo non pronunciava alcuna parola fraintese e dedusse in
modo sbagliato.
<<
Mi rendo conto che dopo questa informazione adesso io possa
disgustarti... >> disse con un filo di voce.
Era
la prima volta che ne parlava.
Questo
era il motivo per cui era terrorizzata ogni qualvolta Conan si
metteva ad indagare specificatamente su Gin: la sola idea che quel
segreto venisse a galla la nauseava e la spaventava.
Aveva
provato con tutta se stessa a nascondere il passato, ma adesso le era
sembrato inevitabile.
<<
Shiho >>
La
voce di Rei era dolce ma anche seria e preoccupata.
La
guardava con quegli occhioni meravigliosi e non sembrava disgustato,
anzi...
<<
Non dire certe cose, non pensarle nemmeno >> disse
accarezzandole teneramente la guancia
Lei
aggrottò le sopracciglia avvertendo nuovamente gli occhi pizzicarle
ed il respiro farsi pesante.
Si
sdraiò molto lentamente in modo da dargli le spalle.
Rei
sospirò sentendosi terribilmente in colpa.
"Baderai
a lei mentre
non ci sono?"
Dannazione.
Non adesso...
Aveva
fatto tutto il necessario per infiltrarsi nell'organizzazione, per
ritrovarla.
E
nonostante questo non era riuscito a mantenere la sua promessa.
Mentre
Gin la distruggeva lentamente, lui continuava a guardare da
tutt'altra parte perso in altre tracce ed altri eventi.
Che
idiota, non si era accorto di niente.
<<
Se solo avessi capito prima... >>
Chiuse
gli occhi inspirando a fondo.
Le
circondò i fianchi con le braccia sdraiandosi dietro di lei e le
diede dei delicati baci in testa.
<<
Mi dispiace >>
La
sentì tremare.
*
Le
guardava il viso, era tesa nonostante il sonno.
Respirava
in modo irregolare e di tanto in tanto veniva scossa da un singulto.
Non
aveva pianto, si era imposta di non farlo, e quel sonno agitato era
il prezzo che stava pagando per non essersi sfogata.
Rei
l'aveva tenuta tutto il tempo stretta a se, nonostante i suoi blandi
tentativi di sciogliere quell'abbraccio, e aveva continuato a
stringerla sino a quel momento aspettando che si addormentasse.
Shiho
si era voltata pochi minuti dopo aver preso sonno.
Rei
alzò una mano e prese a accarezzarle le guance ed i capelli,
delicato, in modo da non svegliarla.
Le
baciò le labbra e continuò a coccolarla con delicate carezze finché
non la sentì rilassarsi contro il suo petto.
Quanto
era stato stupido. Stupido e cieco.
Sapeva
che la ragazza avesse sofferto, ma non aveva realizzato appieno il
suo dolore sino a quel momento.
In
quel preciso istante prese una decisione importante.
Non
era riuscito a mantenere la sua promessa però forse sarebbe riuscito
a darle una vita normale.
O
almeno ci avrebbe provato.
*
L'indomani
Shiho si svegliò con una strana ed inusuale sensazione di calma
considerata la notte precedente.
Aprì
gli occhi e si preparò a dover sostenere il suo sguardo ma quando si
voltò facendo leva con un braccio nel letto non vide nessuno.
Si
accigliò mettendosi a sedere e si stropicciò gli occhi.
Si
guardò intorno: la stanza era perfettamente ordinata ad eccezione
del suo top viola della sera prima ai piedi del letto.
Per
un istante prese in considerazione l'ipotesi che il ragazzo se la
fosse svignata a gambe levate e la cosa le fece male ma le sembrò
perfettamente logica.
Chiuse
gli occhi e portò una mano sul viso pronta a dover affrontare
l'ennesima, amara, delusione della sua vita.
Ma
poi udì dei rumori provenienti da un'altra camera.
Si
alzò mettendosi addosso il top e si diresse in cucina.
Una
volta lì non riuscì a credere ai suoi occhi.
Rei
era dietro i fornelli con un pantaloncino celeste, una maglietta
bianca ed un grembiulino del medesimo colore, intento a girare
qualcosa in padella.
La
tavola era piena di qualsiasi cosa: c'era una colazione all'inglese
completa, sandwich, compresi quelli al burro d'arachidi e marmellata
di mirtilli, e una torta.
Si.
Una torta.
<<
Buongiorno >> disse improvvisamente il ragazzo mentre le dava
ancora le spalle.
Shiho
lo fissò inebetita.
Era
ancora lì...
Il
ragazzo si girò a guardarla con un gran sorriso.
<<
Caffè? >>
Lei
annuì ancora un po' frastornata.
<<
Arriva subito >>
Shiho
si sedette a tavola e lo guardò mentre caricava la macchinetta.
Era
completamente matto. Non c'erano altre spiegazioni.
Quale
essere umano preparava un banchetto dopo una serata catastrofica come
quella precedente?
Poi,
lentamente, i suoi prodigiosi neuroni da scienziata decisero di
attivarsi e capì.
Se
Rei si fosse messo a consolarla, a tempestarla di parole gentili, a
compatirla, sarebbe stato come girare il coltello nella piaga.
Se
avesse continuato a trattarla come una vittima non avrebbe fatto
altro che alimentare il suo senso di inadeguatezza e di vergogna.
In
quel modo invece sperava di allentare la tensione e dimostrarle che
non aveva alcun motivo per preoccuparsi.
Spostò
lo sguardo in modo da guardarlo con la coda dell'occhio.
Le
era rimasto accanto e adesso cercava di tirarla su come poteva.
Nessuno
si era mai prodigato così tanto per lei.
Rei
le si avvicinò poggiandole la tazzina davanti.
<<
Bollente, amaro. Come piace a te >>
Shiho
si alzò di scatto abbracciandolo.
Quei
gesti, il modo in cui si stava comportando, valevano più di mille
parole.
Capì
che il suo passato non avrebbe interferito, non avrebbe cambiato
quello che stava succedendo tra loro.
Si
sentì parecchio fortunata di averlo accanto.
<<
Grazie >> bisbigliò.
<<
Non dirlo neanche >> disse lui stringendola a se e dandole un
bacio tra i capelli.
Le
piaceva quando si mostrava affettuosa nei suoi confronti, però vista
la motivazione era deciso a cambiare discorso il prima possibile, per
questo mise le mani sulle sue spalle facendole uno dei suoi sorrisi
infantili.
<<
… adesso perché non mangi qualcosa? >>
Shiho
avvertì una leggera tachicardia ed una forte sensazione di calore
farsi strada dal petto sino al suo viso. Ma preferì non farglielo
notare.
Si
limitò ad annuire tornando a sedersi e prendendo un sandwich.
*
Lo
guardava di sottecchi mentre sorseggiava un the.
Rei
stava mangiando una fetta di torta mentre leggeva il giornale. I
capelli erano scombinati e lo sguardo ancora un po' addormentato.
Shiho
si morse il labbro inferiore sistemandosi una ciocca di capelli
dietro l'orecchio.
Dopo
quello che aveva fatto, dopo l'affetto -per non dire altro- che le
aveva dimostrato negli ultimi tempi, un semplice abbraccio era un
gesto davvero misero.
In
tutto quel periodo il ragazzo non aveva mai preteso nulla, l'aveva
assecondata in tutto e per tutto, mostrando pazienza anche in momenti
in cui si era comportata in maniera davvero antipatica.
Solo
ultimamente le aveva fatto una richiesta e lei aveva sempre negato
per paura di complicare troppo le cose.
Adesso
però non vedeva alcun motivo per non accontentarlo.
<<
Rei? >>
<<
Si? >>
<<
Ti andrebbe... >> si umettò le labbra << Sabato Agasa ha
organizzato un piccolo barbecue in casa per presentarmi ufficialmente
Fusae come sua fidanzata >> si umettò nuovamente le labbra e
poi lo guardò dritto negli occhi << …vuoi venire? >>
Il
ragazzo le sorrise felice.
Finalmente
si era decisa.
<<
Con piacere >>
Angolo
dell'autrice.
Jaki,
che dici, adesso sei sazia? (o magari un piccolo languorino ancora
c'è?)
Allora
la particina su Rei che canta, ooc lo so, ma è ispirata da una serie
di fanart (una delle quali la potete vedere nel primo capitolo di
“Normali
momenti di vita quotidiana") in tutte si vede Rei che canta con
un trasporto piuttosto notevole.
E
si sta cantando "Perfect" di Ed Sheeran. Lo so, lo so, è
schifosamente ooc...
Momento
decisivo per loro, soprattutto per Shiho. Era un argomento che andava
trattato.
Spero
che vi sia piaciuta la lettura. Grazie a tutti.
A
presto.
Violetta_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 32 *** Musica ***
Musica
Non
era insolito per Shiho stare a casa dell'agente Furuya, ma
solitamente vi trascorreva solo la notte e qualche sporadica mattina.
Quel
giorno era uno di quei pochi casi in cui avevano entrambi tempo
libero e avevano deciso di tacito accordo di trascorrerlo a casa.
Le
piaceva tantissimo quel piccolo appartamento: era silenzioso ma
accogliente, piuttosto spartano ma confortevole.
E
poi Rei era un ottimo padrone di casa, si premurava sempre di farla
sentire a suo agio lasciandole anche i suoi spazi se serviva.
Poco
dopo pranzo si era messa a studiare seduta sul comodo divano del
salotto, poi aveva deciso di fare una pausa ed aveva preso a
sfogliare una rivista.
<<
Ti disturba un po' di musica? >> domandò Rei entrando in
salotto.
La
ragazza fece cenno di no con la testa continuando a leggere un
articolo su una nuova serie tv.
Non
diede molto peso alle parole del ragazzo, tuttavia aveva dato per
scontato che volesse accendere lo stereo, quindi si sorprese quando
udì il suono di una chitarra elettrica.
Alzò
lo sguardo e lo vide sul divano con la chitarra poggiata sulle gambe
intento a sistemare le corde.
Aveva
sentito dire da Shinichi che il ragazzo fosse un bravo musicista ma
non lo aveva mai sentito suonare.
Tornò
a leggere la sua rivista, era a metà articolo quando Rei finì di
accordare la chitarra ed iniziare a suonare seriamente.
Shiho
alzò nuovamente lo sguardo e questa volta abbassò la rivista.
Lo
osservava incantata mentre muoveva il plettro contro le corde.
Cavolo,
era davvero bravo.
Il
modo in cui socchiudeva gli occhi, come muoveva le labbra per tenere
il ritmo, c'era qualcosa di magnetico in lui.
<<
Questa è "Enter sandman" dei Metallica >>
Rei
smise di suonare girando la testa per guardare la compagna con un
sorriso ammirato.
<<
Si brava. Allora i tuoi gusti musicali non sono proprio da buttare
>>
disse riferendosi alla sua passione per le canzoni di Yoko Okino.
Shiho
lo fulminò con lo sguardo e riprese a leggere la sua rivista.
<<
Eheh... eddai non fare la permalosa >>
Per
ripicca lo ignorò non degnandolo nemmeno di uno sguardo.
<<
Shi stavo scherzando >>
<<
Mh >> disse
girandosi di scatto con fare altezzoso poggiando le gambe sul bracciolo
del
divano.
Rei
alzò gli occhi al cielo sorridendo e inclinò la testa di lato
guardandola in modo molto dolce.
<<
Ti va di provare? >>
Lei
girò di poco la testa guardandolo con la coda dell'occhio.
<<
Mh? >>
Spostò
lo sguardo prima sul ragazzo, poi sulla chitarra.
<<
Etto... non credo di esserne capace >>
Rei
poggiò la base dello strumento per terra.
<<
Non lo saprai mai se non ci provi >> poggiò una mano sul
divano dando una pacca sul cuscino << Su vieni >> disse
paziente e con tono gentile.
Dopo
un momento di incertezza la Miyano poggiò la rivista sul tavolino
rotondo posto accanto alla poltrona e si sedette sulle gambe del
biondo, poi prese la chitarra.
Senza
volerlo Rei si ritrovò ad arrossire, per fortuna la ragazza le dava
le spalle e non poteva vederlo.
<<
Allora si tengono cosi... >> le prese la mano destra
sistemandole le dita sulle corde << … rilassa il polso, non è
un intervento chirurgico >> disse con un velo di ironia.
Shiho
seguì le sue indicazioni sentendosi piuttosto impacciata.
<<
Ok ora prendi il plettro >> disse passandole il piccolo
triangolino arrotondato in metallo.
La
ragazza fece scorrere il plettro sulle corde ma ne uscì un suono
molto debole.
<<
Devi pizzicare le corde con più forza >>
<<
Non voglio correre il rischio di romperne una. So che queste cose
costano una fortuna >>
<<
Non sono così delicate. Puoi metterci più forza guarda >>
Le
prese la mano muovendola in modo da far vibrare le corde con maggior
decisione. Il suono che ne uscì fu più acuto ed intenso.
<<
Vedi? >>
La
ragazza poggiò schiena più comodamente contro il suo petto ed
incrociò le gambe mentre associava le corde alle note.
Rei
si ritrovò ad arrossire nuovamente.
Lei
non si accorse di nulla: quando si concentrava su qualcosa tutto il
resto passava in secondo piano.
<<
Ok forse ho capito: questo è il “do” giusto? >>
Lui
annuì.
Shiho
iniziò a suonare la scala molto lentamente e muovendo le dita in
modo impacciato emettendo un suono spiacevole.
<<
Sono un disturbo per le orecchie >>
<<
Non sei andata tanto male >>
Bugiardo!
Il
ragazzo abbassò di poco la zip della felpa prendendo un pletto di
nylon bianco con un kanji come decorazione.
<<
Prova con questo, è più morbido e dovrebbe risultarti più facile
da usare >>
<<
Arigatò >> disse provando nuovamente a muovere le code, il
suono era meno acuto ma sicuramente più melodioso << ... è
divertente. Mi insegni a suonare il dandelion di Yoko? >>
Lui
scosse la testa in modo deciso.
<<
Scordatelo. Persino la mia chitarra si rifiuta >>
Shiho
girò la testa guardandolo negli occhi.
<<
Eddai >>
<<
No >>
Shiho
gonfiò le guance.
<<
Antipatico. Se la metti così torno a leggere >>
Fece
per alzarsi ma lui le circondò la vita con le braccia.
<<
Eddai... >>
<<
Anzi sai che ti dico? Torno a casa >>
Rei
sbuffò stringendo delicatamente la presa.
<<
E va bene. Ok ok, ti insegno >>
Shiho
si risedette sulle sue gambe sorridendo soddisfatta.
<<
Ecco bravo >>
Rei
poggiò le labbra sul suo collo.
<<
Certo che sei testarda lo sai? >>
|
Ritorna all'indice
Capitolo 33 *** Madre ***
Madre
<<
Ciao tesoro >>
Shiho
alzò la testa di scatto presa di sorpresa, ma si rilassò
immediatamente.
<<
Salve signora Kudo >>
La
donna sventolò la mano davanti al suo viso.
<<
Oh chiamami Yukiko ti prego. Non sono una vecchia... >>
incrociò le mani dietro la schiena protraendosi in avanti,
squadrandola con i suoi grandi occhioni azzurri ed un vispo sorriso
<< ... che fai? >>
<< Sto rientrando a casa...
>> Rispose pacatamente sistemando la borsa sulla spalla.
Yukiko
unì le mani vicino al viso felice di quella risposta.
<<
Quindi non hai impegni. Su vieni con me allora ci prendiamo un the
>>
disse prendendole la mano.
<<
No... in realtà ho da fare più tardi >>
<<
“Più tardi” appunto >> Disse prendendola per le spalle
trascinandola con se.
*
Una
volta varcata la porta di casa le due incrociando l'ospite
illustre.
La
donna lo salutò con un tono di voce che ricordava un cinguettio, con
tanto di mano al petto. Shiho invece incrociò le braccia ed alzò un
sopracciglio.
<<
Senza parrucca? È il tuo giono libero agente? >>
Shuichi
si grattò la testa e sbuffando mestamente.
<<
Mi stavo andando a cambiare >>
<<
Non ti trattengo >> disse guardandolo andare verso il bagno,
poi mise la mano aperta accanto alla bocca ed aggiunse ad alta voce
<< ... non lesinare sul phard! >>
Yukiko
portò una mano davanti la bocca ridacchiando, prese una teiera e una
miscela pregiata di the mettendole sul vassoio, poi mise l'acqua sul
gas in attesa che prendesse il bollore.
<<
Allora... come vanno le cose? >>
Shiho
posò la giacca sulla sedia e la borsa sul divano.
<<
Bene >>
<< So che collabori con la polizia >>
Si
sedette di fronte al tavolo incrociando elegantemente le gambe
scegliendo accuratamente le parole da dire. Quella donna sembrava
tanto innocua, addirittura ingenua, ed invece era più intuitiva di
suo marito e suo figlio messi insieme.
<< Solo qualche
volta. Do una mano coi rilevamenti, fa punteggio >>
<<
Dev'essere impegnativo >>
<<
Alle volte, dipende dai casi. Però è bello sapere che lavoro per
dare una mano al prossimo >>
<<
E l'università? >>
<<
Interessante. La ricerca è andata così avanti che ogni giorno mi
ritrovo a studiare nuovi metodi di analisi e nuove procedure mediche.
E' un ambiente molto stimolante >>
In
quel momento udirono la porta di ingresso aprirsi e chiudersi molto
velocemente emettendo un rumore sordo.
<<
Subaruuu! Non ci crederai mai >>
Shinichi
correva per la casa togliendosi velocemente prima le scarpre, poi il
giubotto ed infine la cravatta gettandoli a casaccio qua e là.
Arrivò
fino in cucina continuando a urlare tutto contento.
<<
Subaru l'ho... >> le parole quasi gli morirono in gola quando
vide le due donne << ... trovato ... >> disse quasi in
un sussurro.
<<
Il tuo cervello? In effetti ci domandavamo tutti dove fosse finito.
Eravamo così in ansia >> disse Shiho con un
atteggiamento molto divertito >>
Anche
Yukiko si mise a ridere.
<<
Ah ah ah >> rise il ragazzo per nulla divertito <<
Alle volte ti comporti come mia madre >>
<<
Beh è una donna in gamba >>
E
anche se non lo vide perché gli dava le spalle percepì uno
scintillio di orgoglio provenire dai suoi occhi.
<<
Che ci fate qui? >>
<<
Prendiamo il the. E tranquillo la tua mogliettina, o maritino, non ho
ancora afferrato le dinamiche del vostro rapporto, è in bagno a
truccarsi >>
Yukiko
poggiò il palmo della mano sul piano cottura e mise l'altra mano
sopra la sua bocca soffocando una risata.
Shinichi
scosse la testa.
<<
Vado in camera mia... >>
In
quel momento l'acqua iniziò a bollire e la padrona di casa la versò
nella teiera, poi posò il vassoio sul tavolo ed avvicinò una tazza
a Shiho.
Lei
soffiò un paio di volte prima di sorseggiare quel gradevolissimo the
nero servito su porcellana pregiata.
Yukiko.
Quella donna doveva fare le cose in grande anche quando si ci
ritrovava semplicemente a chiaccherare.
<<
L'altro giorno Shinichi mi ha detto che hai in progetto un nuovo film
>>
<<
Ah non è niente, robetta... sono protagonista in un film di
spionaggio >>
"Robetta".
<<
Di che si tratta? >>
<<
E' una libera interpretazione
di
"Uno
scandalo in Boemia"
in
versione
moderna. Al regista piace sperimentare e... >>
<<
... e poi Irene è sempre stato un personaggio affascinante >>
disse con sagacia.
L'attrice
la guardò socchiudendo le palpebre.
<<
Esattamente >> disse annuendo lentamente e con un ambiguo
sorriso << Sai... doveva essere una donna molto, molto in gamba
per tenere testa a Sherlok >>
Shiho
la guardò stranita da quel tono.
Yukiko
sorseggiò il the riponendo poi la tazza sul piattino.
<<
Sai... di solito mio figlio non parla del mio lavoro. Sono davvero
contenta che ne abbia parlato a te >>
La
scienziata aggrottò la fronte.
Ok
era davvero strano. Dove voleva arrivare?
La
donna inclinò la testa e le sorrise.
<<
Che hai da fare più tardi? >>
Shiho
aprì le labbra spiazzata.
<<
Io... >>
<<
Dopotutto sei appena tornata dall'università e non ho sentito
parlare di omicidi. Allora? >>
Eh.
Come già detto quella donna era peggio del Kudo.
<<
Perchè vuoi saperlo? >> domandò scaltramente Shiho.
<<
Perchè vorrei ispirarmi a te per la mia parte e vorrei portarti agli
studi cinematografici. So che ti piace Sannomiya
Kazunori, anche lui recita nel film. Così potrai conoscerlo >>
Proposta
allettante, ed essere di ispirazione per caratterizzare un
personaggio come la Adler era... fantastico. Decisamente fantastico.
<<
Mi dispiace Yukiko. Oggi non posso >>
La
donna inclinò la testa socchiudendo gli occhi, celando la sua
delusione ed anche la sua sorpresa.
Conosceva
la ragazza abbastanza bene da sapere che difficilmente si sarebbe
fatta scappare un'occasione del genere.
<<
Oh che peccato... che avrai mai da fare di così importante? >>
<<
Io... un impegno >>
Yukiko
incrociò le dita e poggiò il viso sopra di esse inclinando
lentamente la testa.
La
squadrò a lungo mentre lei beveva il suo the.
<<
Hai un appuntamento per caso? >>
La
ragazza spalancò gli occhi continuando a bere molto, molto
lentamente il suo the.
Prima
di risultare sospetta poggiò la tazzina sul piattino e si umettò le
labbra. Il tutto con un atteggiamento molto pacato e naturale.
<<
Yee... solo devo incontrare dei colleghi per un esame >>
mentì piuttosto bene.
<<
Ah, ok. Lo studio prima di tutto. Allora dai, finisci il the, così
ti trucco e ti sistemo i capelli >>
Lei
alzò la mano scuotendola.
<<
Non serve, è una cosa informale >>
<<
Ciò non significa che tu non debba apparire al meglio. Su ti aiuto
io >>
<<
No... non è assolutamente necessario >>
<<
Oh.. si invece tesoro >>
*
Yukiko
le passò un velo di ombretto sulle palpebre, la matita e le mise il
mascara.
Shiho
ricordò con nostalgia ed affetto quando la sorella si metteve il
mascara, ereditato dalla madre, con quell'espressione concentrata e
le labbra piegate. La trovava molto buffa.
Una
volta finito di occuparsi degli occhi, l'attrice le tinse le labbra.
Prese
un pennellino ed immerse eppena la punta in un rossetto dal colore
rosa pesca, molto naturale e delicato, e lo passò con tocco preciso
sulle labbra della ragazza.
Si
allontanò guardando il risultato finale e sorrise soddisfatta.
<<
Ok ora tocca i capelli >> disse prendendo una spazzola.
Shiho
teneva il capo leggermente chino mentre Yukiko la pettinava in modo
lento, passando la spazzola tra quei sottili fili ramati.
Nessuno
le aveva mai pettinato i capelli. Nemmeno sua sorella.
Troppo
corti, con quel misto mosso-liscio che non permetteva grandi
cambiamenti quindi Akemi non ci aveva mai fatto molta attenzione.
Eppure
quel gesto, il modo in cui la guardava, la mano sulla sua spalla, le
trasmise un senso di calore e di conforto.
Una
sensazione materna.
Lei
non aveva mai avuto una madre.
Certo
ora c'era una persona che forse un giorno avrebbe potuto trattarla
alla stregua di una figlia, mentre con Mary aveva un rapporto
conflittuale quasi come quello che potrebbe avere un'adolescente col
proprio genitore.
Però
lei se pensava ad una "madre" pensava a Yukiko.
Dolce,
solare, un po' pazza, non perdeva occasione per indispettire il
figlio ma al contempo si prodigava per lui aiutandolo in tutti i modi
e restandogli accanto quando la situazione lo richiedeva.
Si,
alle volte era un po' civettuola, soprattutto col caro cuginetto,
ma non si comportava mai con vera malizia, anzi dispensava consigli
anche a lui proprio come una mamma tradizionale.
La
ammirava davvero molto.
Yukiko
le mise l'ultima forcina tra i capelli.
<<
Ecco guardati. Sei splendida >>
Quel
semplice chignon alto in effetti le dava un'aria davvero elegante.
Da
dietro il muro del salotto i due ragazzi in casa spiavano
incuriositi.
<<
Che stanno facendo? >> domandò Akai assottigliando gli occhi.
<<
Ma che ne so... >>
<<
Ma non stavano prendendo il the? >>
<<
Boh. Sono donne, valle a capire... >>
Yukiko
spalancò gli occhi come se avesse avuto un colpo di genio.
<<
Aspetta manca un tocco di luce! >> disse aprendo un piccolo
portagioie.
La
collana che ne estrasse brillava un po' troppo per essere semplice
bigiotteria.
Oh
no. No no no.
<<
Yukiko non posso accettare >> disse Shiho un po' a disagio.
<<
Su zitta... >>
<<
Ma... >>
<<
“Ma” lo dico io... guarda come ti sta bene. Mi sa che te la
regalo >>
I
due ragazzi inclinarono la testa piuttosto ammirati.
Soprattutto
Akai la guardò con un leggero rossore tinto sul viso.
Shiho
era veramente una creatura incantevole con quel filo di trucco e
quelle ciocche ramate che le incorniciavano il viso...
<<
Eee... per caso c'è qualche amico speciale nella tua vita? >>
chiese improvvisamente la donna avvicinandosi al suo orecchio.
<<
“Speciale” come tuo figlio o il travestito di la? >>
...Almeno
finché non parlava.
La donna arrossì e si mise a ridere.
<<
Non fare la furba. Sai che intendo >>
Shiho
assottigliò lo sguardo.
<<
Sembra che tu stia cercando di raccogliere informazioni... >>
La
donna si bloccò facendo una risatina forzata.
<<
Ma che vai dicendo? Sono solo curiosa... >>
<<
Beh c'è ben poco da curiosare >>
Shinichi
poggio il palmo della mano contro il muro drizzando le orecchie.
Shuichi
poggiò una mano sulla testa di Shinichi protraendosi in avanti.
<<
Quindi non c'è nessun ragazzo? >>
<< No >>
I
due ragazzi si guardarono e scossero la testa delusi. Poi si
allontanarono, uno tornando in bagno, l'altro nella sua stanza, certi
che quella conversazione non avrebbe portato da nessuna parte.
Yukiko
si avvicinò al suo orecchio e bisbigliò piano.
<<
E allora chi te l'ha fatto quel succhiotto? >>
Il suo
viso si tinse di un rosso innaturale per una controllata come
lei.
<< Non è come sembra! >>
Yukiko fece
un sorrisetto malizioso.
<< E io che credevo ti
piacesse mio figlio... che peccato saresti stata un'ottima alleata
per fargli i dispetti >>
Shiho
ridacchiò sistemandosi il colletto della maglietta e spingendolo
verso l'alto.
<<
Yukiko... >>
<< Si? >>
<< Chi lo dice
che non possiamo torturarlo comunque? >>
La
donna si mise a ridere.
<<
Ti adoro ragazza! >
*
<<
Che ne diresti se andassimo al cinema? >>
<<
Al cinema? >>
<< Si
>>
Shiho
scosse la testa con aria disinteressata mentre riponeva il camice da
laboratorio nel suo armadietto.
<<
Mh... sai che preferisco
andarci da sola... o coi ragazzi >>
Rei
fece spallucce e le sorrise tentando di convincerla.
<<
Fai
finta che sia uno dei piccoli detective... tipo Mitsuiko >>
Shiho
sorrise d'istinto.
<<
Oh tranquillo. Sei
più Mitsuiko di quanto pensi >>
Lui
alzò un sopracciglio non afferrando la battuta. Poi portò una mano
dietro la nuca chinando il capo.
<<
Mi spiace di non poterti portare in un locale più carino >>
A
causa del potenziale pericolo che ancora rappresentava
l'organizzazione i due non potevano esporsi troppo e la scelta dei
posti dove potevano andare insieme era piuttosto limitata.
Era
una fortuna che, come Bourbon, conoscesse la maggior parte degli
spostamenti dei suoi “colleghi”.
Shiho
portò le mani dietro la schiena.
<<
Non mi interessa... >>
In
quel momento da uno dei corridoi laterali spuntò un'agente e Shiho
si irrigidì d'istinto contrariamente a Rei che si limitò a salutare
con un cenno del capo.
L'uomo
si fermò inchinandosi rispettosamente davanti al suo superiore.
<<
Konbanha
Furuya-sama.
Miyano-san...
>> disse velocemente per poi proseguire nella direzione
opposta.
Shiho
eccellerò il passo.
<<
...per quanto mi riguarda possiamo anche stare a casa >> disse
abbassando così tanto il tono della voce che il ragazzo la sentì
appena.
Rei
chiamò l'ascensore in modo da arrivare direttamente nel parcheggio
senza correre il rischio di incrociare altri agenti.
<<
Strano. Avevo come l'impressione che volessi uscire >> disse
guardandole i capelli e scendendo lentamente verso il collo.
<<
Spiacente ma ti sei sbagliato Sherlok >>
Una
volta dentro Rei le prese la mano facendola voltare e le diede un
veloce bacio a fior di labbra.
<<
Comunque sia oggi sei particolarmente... bella >>
Shiho
socchiuse gli occhi inclinando la testa di lato tentata dal dire la
classica frase da inizio tempesta: “Perché? Non sono sempre
bella?”
Tuttavia
aveva capito perfettamente il senso di quella frase e il modo in cui
la stava guardando avrebbe addolcito chiunque.
Sorrise
sfiorando con due dita una delle catenine dorate.
<<
Grazie. Dev'essere il tocco di una persona speciale >>
|
Ritorna all'indice
Capitolo 34 *** Barbecue ***
Barbecue
<<
Accidenti >>
Il
tono del dottor Agasa era nervoso e carico di agitazione.
Shiho
alzò gli occhi al cielo.
Era
dalle prime luci dell'alba che faceva così e ormai faticava a
sopportarlo.
<<
Che è successo questa volta? >>
<<
Mi sono tagliato >>
La
ragazza si avvicinò all'uomo.
<<
Fa vedere … >>
Agasa
aveva ripreso i contatti con Fusae da qualche mese ma era la prima
volta che la invitava a casa.
Non
che per Shiho ci fossero problemi, anzi.
<<
Agasa lo so che stai partendo per andare da lei... invitala qui.
Dopotutto questa è casa tua >>
<<
È anche casa tua Shiho. Non te lo dimenticare mai >>
Però
il dottore era decisamente impacciato e troppo timido per certe cose.
Una
volta sicuro che il rapporto con la donna fosse una cosa seria e non
un'infatuazione legata ad una cotta giovanile, allora si era deciso a
fare quel passo.
Lei
sarebbe arrivata a minuti e il professore era talmente nervoso da non
riuscire a compiere gesti elementari come pelare le verdure.
<<
Fusae-san è una donna molto dolce e simpatica. Quindi perché sei
così tanto nervoso? >>
<<
Vorrei che voi due andaste d'accordo >>
Shiho
ammutolì.
<<
Come? >>
<<
Si... insomma tengo molto a lei ma confesso che il tuo giudizio è
molto importante per me >>
La
ragazza deglutì sentendo un groppo in gola.
Agasa
le aveva appena rubato il discorso.
Fantastico.
Adesso doveva inventarsi qualcos'altro.
Si
perché oltre a Fusae era stata invitata anche un'altra persona.
Shiho
aveva provato più volte ad accennarglielo ma per un motivo o per un
altro le era mancato il coraggio.
<<
Ma noi andiamo d'accordo >>
Le
sue si erano già incontrate in qualche diversa occasione ed ogni
volta Fusae l'aveva trattata in modo molto gentile.
All'inizio
le due erano molto tese, ma una volta superato l'imbarazzo iniziale
si erano trovate subito in sintonia.
<<
È diverso... questa non è una passeggiata o un incontro in una
caffetteria.... >>
Shiho
finì di disinfettagli la ferita e gli mise un cerotto.
<<
Tieni molto a lei vero? >>
L'uomo
aggrottò le sopracciglia ed annuì.
<<
Come l'hai capito? Come sapevi che era la persona giusta per te?
>>
domandò Shiho sinceramente curiosa.
Questa
volta sorrise.
<<
Credo di averlo sempre saputo in fondo >>
La
ragazza espirò un po' delusa. Sperava in una risposta migliore.
Driiin
Il
padrone di casa sobbalzò e poi andò tutto trafelato verso la porta.
Shiho
invece rimase seduta con gli occhi socchiusi.
Lui
sarebbe venuto più tardi, non appena finito il turno al bar.
Questa
cosa la metteva in agitazione.
<<
Fusae >>
La
voce del dottore la risvegliò dai suoi pensieri e si mise in piedi
avvicinandosi ai due.
<<
Ciao Hiroshi >>
La
donna la osservò ammirata e la abbracciò di istinto.
<<
Ciao bella ragazza.... >>
Dopo
un momento di imbarazzo Shiho si rilassò senza però ricambiare
l'abbraccio, si limitò a poggiare una mano sulla sua spalla.
<<
Salve Fusae-san >>
<<
Ti avrò ripetuto una decina di volte di eliminare quel suffisso >>
<<
Magari la prossima volta >>
*
Si
accomodarono intorno al tavolo nel giardino sul retro.
<<
La mia piccola Shiho adora le tue nuove borse >>
<<
Agase... >> mormorò imbarazzata.
<<
Davvero? >> domandò Fusae entusiasta.
Shiho
annuì timidamente.
<<
Ah ne sono molto lieta. E dimmi c'è una linea che preferisci? Sarei
contenta di ricevere un parere da una bella ragazza giovane come te
>>
Troppi,
troppi complimenti per i suoi standard.
<<
Apprezzo molto i borselli e le piccole borse da sera col nuovo motivo
floreale anche se queste ultime le uso poco >>
<<
E come mai cara? >>
<<
Beh... >>
<<
La mia piccola Shiho è quasi un medico, le servono borse grandi per
contenere i libri >> disse Agasa aprendo una bottiglia di vino.
<<
Agase... >> mormorò nuovamente la ragazza.
La
stilista si voltò guardandola ammirata.
<<
Davvero? Non ne avevo idea. Santo cielo! Pensavo fossi una liceale
>>
Shiho
girò il capo imbarazzata. Non le piaceva che si parlasse di
quell'argomento.
La
donna inclinò la testa, intuendo il suo disagio.
<<
Allora... lavorerò su una linea più adatta ad una donna in
carriera. Ho sperimentato poco su questo genere. Sarà una sfida
interessante >>
Shiho
le sorrise.
<<
Non è affatto una cattiva idea >>
*
I
minuti passavano veloci tra una chiacchiera e l'altra.
Fusae
era sensibile, dolce ma anche interessante e molto colta.
Poi
era divertente poter rispolverare qualche discorso in americano,
sopratutto perché il dottore ci capiva poco.
<<
Oh insomma! Mi sento escluso! >> disse l'uomo avvicinando il
vassoio e poggiando gli spiedini già cotti
Le
due risero.
<<
Su su... non imbronciarti >> disse la donna alzandosi per
aiutarlo coi piatti.
Shiho
abbassò lo sguardo e sbloccò il cellulare per guardare l'orologio.
Accidenti...
Inspirò
nervosamente e si alzò di scatto dirigendosi verso l'interno della
casa.
<<
Agasa è finito il succo d'arancia, mi accompagni a prenderlo insieme
a qualche altra cosa? >>
<<
Mh..? Ok... >> disse lui stranito da quella richiesta.
Una
volta soli in cucina Shiho fece un lungo respiro.
<<
Agasa ascolta. Io ho invitato... >>
In
quel momento udirono un vocìo fuori dalla casa e subito dopo il
campanello.
<<
Chi sarà? >> domandò l'uomo dirigendosi verso la porta
principale.
Shiho
alzò la voce sentendosi sempre più agitata.
<<
Aspetta ti devo dire... >>
Troppo
tardi, aveva aperto la porta.
<<
Ragazzi. Ciao >>
Shiho
sussultò.
<<
Salve Agasa. Siamo venuti perché... >>
<<
Ah lo so. Me lo stava accennando in questo istante >>
Mitsuiko
aggrottò la fronte confuso.
<<
Che? >>
L'uomo
li trascinò dentro con fare gioviale.
<<
Ma non state lì impalati. Su venite così ve la presento >>
I
tre bambini si guardarono confusi.
<<
Ma chi? >>
*
Shiho
poggiò la schiena contro il muro fissando con aria assente un
angolino del pavimento.
I ragazzi erano entrati in casa e lei,
quasi come fosse una ladra, si era andata a nascondere dietro la
porta della scala.
Sentiva
perfettamente le voci degli altri ma i suoni le arrivavano lontani,
ovattati.
<<
Evviva il barbecue! >>
<<
Genta non correre. Cerca di controllarti! >> urlò Mitsuiko
Shiho
sospirò mettendosi una mano sulla fronte sentendosi ridicola.
Decise
di uscire, aveva poggiato la mano sul pomello della porta quando udì
altre voci familiari.
<<
Ragazzi certo che ci potevate aspettare. Che cos'è questo odore?
>>
disse un ragazzo con tono seccato.
<<
Il professore vi ha dato la cintura? >> disse una voce
femminile con tono più dolce.
Spalancò
gli occhi sentendo tornare quella sensazione di disagio più forte di
prima.
Adesso
anche Shinichi e Ran.
Era convinta sarebbero stati solo loro
due, Agasa e Fusae.
<<
E così lei è la famosa Fusae... molto lieto >> disse Shinichi
facendo un veloce inchino.
Ran
le si avvicinò facendole un sorriso cordiale.
<<
Forse non si ricorda di me, ma noi due ci siamo già incontrate >>
<<
Davvero cara? >>
No,
non ce la faceva. Non così...
Prese
il cellulare mettendosi e compose il numero.
<< Salve
>>
Ghiacciò riconoscendo quella voce.
Troppo
tardi.
<<
Amuro san che ci fai qui? >> domandò Agasa confuso.
Il
ragazzo si mise una mano dietro la nuca.
<<
Beh in realtà io... cercavo Shiho-san >>
Shiho
avvertì come una potente scossa elettrica attraversarle la schiena e
le mani congelarle.
Shinichi
assottigliò gli occhi.
<<
Perché la cerchi? >>
<<
Ha dimenticato questo libro al caffè... >>
Shiho
rimase inebetita un paio di secondi.
Shinichi
assottigliò ulteriormente lo sguardo.
<<
Strano, non è da lei perdere qualcosa >>
<<
Difatti non l'ha perso. Lo ha solo dimenticato >>
Shiho
fece un mezzo sorriso.
L'aveva
fatto apposta.
Previdente
come sempre, invece di presentarsi nel bel mezzo della grigliata e
dire la verità aveva inventato una scusa plausibile per venire lì.
Lo
ringraziò mentalmente per questo.
Scese
velocemente le scale andando verso la cantinetta e prese un paio di
bottiglie poi aprì la porta come niente fosse.
<<
Fusae ho trovato del succo di fragola, ho pensato di prenderlo visto
che ti piace tant... oh ciao ragazzi >> disse fingendo
sorpresa.
<<
Shiho nee chan! >>
Come
al solito i tre la salutarono correndole incontro, abbracciandola e
riempendola di coccole e festoni.
<<
Che facevi? >>
<<
Perché avete fatto una grigliata e non ci avete invitato? >>
<<
Chi è quella signora? >> domandò Ayumi indicando Fusae.
Sorrise
a tutti e tre.
<<
Oh la signora è la fidanzata del dottor Agasa >>
Sia
Agasa che Fusae diventarono incandescenti, Ran portò una mano
davanti le labbra ed i bambini si voltarono tempestando di domande il
povero padrone di casa.
<<
Sei sempre una campionessa nel mettere a disagio >> disse
Shinichi guardandola con la coda dell'occhio.
<<
Che ho detto di male? >> domandò innocentemente poi si voltò
verso Amuro.
Bastò
un veloce scambio di sguardi e il ragazzo capì che doveva continuare
la recita.
<<
E tu? Ti sei perso? >>
Rei
alzò gli occhi al cielo e si avvicinò allungandole il libro che in
realtà aveva lasciato sul tavolino del suo salotto un paio di giorni
prima.
<<
Quindi era al caffè. Molto gentile >> disse lei con tono
neutro.
Il
ragazzo le fece un allegro sorriso.
<<
Prego figurati >>
Shinichi
osservò prima Shiho poi Amuro.
Quei
due si comportavano come se fossero dei semplici conoscenti. Eppure
ricordava bene la scena al mare.
Chiuse
una mano a pugno.
Non
sapeva bene cosa fosse quella sensazione allo stomaco.
Forse lo
irritava il fatto che non gli avesse ancora detto niente.
Era
il suo migliore amico perché tenerglielo nascosto?
Che
fosse un elaborato scherzo?
Per
un attino gli venne persino il dubbio che quella scena al mare fosse
solo frutto della sua immaginazione.
<<
Adesso vado. Buon pranzo >>
<<
Ma no Tooru, hai fatto tutta questa strada. Resta. Aggiungo delle
sedie >> disse Agasa con tono molto allegro.
In
realtà dopo l'adorabile rivelazione di Shiho era molto in
imbarazzo e sperava che la presenza di quel ragazzo sempre allegro e
divertente distraesse tutti i presenti.
Rei
portò una mano dietro la nuca dando una rapidissima occhiata alla
ragazza.
<<
Mi piacerebbe molto. Ma devo fare il doppio turno al caffè oggi >>
*
Arrivata
la sera i bambini, Ran e Shinichi se ne andarono con la cintura spara
“palloni pirotecnici” il vero motivo per cui erano andati dal
professore.
Fusae
si era offerta di sistemare le ultime stoviglie in cucina e Shiho ne
aveva approfittato per poggiare una mano sulla spalla del professore,
prenderlo in disparte e dirgli la verità.
<<
Tu e Amuro? >>
<<
Si Agasa... è per questo che era qui. L'avevo invitato io >>
L'uomo
non aveva avuto nessuna reazione particolare. Si era messa a fissarla
incredulo, poi allarmato ed infine aveva chiuso gli occhi sospirando.
<<
Shiho cara... sei sicura di quello che fai? >>
<<
Hai... >>
Lui
si passò una mano sulla testa cercando le parole giuste da dire.
<<
Beh tu sei una ragazza con la testa sulle spalle. Ho fiducia in te e
poi immagino che Shinichi... >>
Lei
spalancò gli occhi alzando le mani.
<<
Lui non ne sa e non ne deve sapere niente. Nessuno lo sa. L'ho detto
solo a te >>
<<
Ma Shiho... >>
<<
Ti prego Agasa >> gli prese le mani << Ti prego. Ho
bisogno di gestire questa cosa a modo mio >>
L'uomo
la guardò stringendole delicatamente le dita.
<<
Va bene piccola mia... >>
*
L'indomani,
all'interno del laboratorio di ricerca.
<<
Agente Furuya? >>
Il
ragazzo si allontanò dai suoi colleghi avvicinandosi alla ragazza.
<<
Si? >>
<<
Mi prenderebbe quel contenitore là in alto? >>
Entrò
nella stanza alzando la testa.
<<
Dove? >>
Con
un gesto veloce la ragazza lo spinse contro la porta dandogli un
intenso bacio sulle labbra.
Rei
spalancò gli occhi completamente incredulo. Lei non si comportava
mai in quel modo. E di sicuro non a lavoro.
<<
Troppo affetto. Mi devo preoccupare? >>
<<
Na... Ma non ti ci abituare. È solo per ringraziarti per ieri
pomeriggio >>
Le
poggiò una mano dietro la nuca rubandole un altro bacio prima di
tornare a lavoro.
<<
È stato un piacere Shi-chan >>
Angolo
dell'autrice.
Vedi
Rei che se ti comporti bene le cose le ottieni? Shiho non è poi così
cattiva, in fondo, in fondo, estremamente in profondità.
Povero
Shinichi... sta uscendo pazzo con questa storia.
Come
sempre spero che il capitolo vi sia piaciuto.
A
presto.
Violetta_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 35 *** Regole per una serena convivenza -Risveglio- ***
Risveglio
Shiho
stava dormendo con la faccia affondata dentro il cuscino.
No,
non era un errore, la sua faccia era proprio dentro il
cuscino.
Ed
era bellissimo.
<<
Buongiorno! >>
Una
voce allegra e squillante la fece sobbalzare e spalancare gli occhi.
Che
era?
Riuchiuse
gli occhi strusciandosi nuovamente contro il cuscino ma qualcosa le
si fiondò addosso dandole un forte bacio sulle labbra.
Sentì
un forte bisogno di sangue.
<<
Lavori oggi? >> chiese l'entità con aria pimpante.
Sbattè
gli occhi guardandosi intorno con aria totalmente spiazzata.
Cosa
diamine era?
<<
Mmmh >> emise portandosi una mano alla testa riprendendo
lentamente lucidità.
<<
Allora? >> insistette l'entità malefica.
Finalmente
le si attivò di poco il cervello.
Oh!
Era Lui...
*
Dopo
il week end al mare avevano preso a dormire nello stesso letto, per
la gioia di Rei che fino a quel momento aveva sempre dormito sul
divano quando lei era in casa.
La
prima volta era stato veramente entusiasta tanto che, come sempre
nelle volte successive, si era svegliato di buon'ora e l'aveva
guardata dormire come incantato sfiorandole i capelli e stringendola
a se.
Ma
quella precisa mattina però, invece di alzarsi e andare a fare il
caffè, aveva provato a svegliarla.
Terribile
errore.
Shiho
si portò una mano davanti agli occhi boccheggiando.
<<
Tu... io... >> iniziò a balbettare ancora mezza rimbambita.
Rei
sorrise divertito.
<<
... Noi >>
Era
un uomo morto mortissimo.
Niente veleni avrebbe utilizzato la
pistola.
Rei
le si avvicinò nuovamente dandole un dolce bacio sulla guancia, con
tanto di schiocco.
<<
Dai dormigliona! Facciamo colazione insieme >> disse dolce ed
entusiasta.
Shiho
si bloccò un paio di secondi fissando il tetto poi si girò a
guardarlo intensamente.
Il
ragazzo gli sorrise nuovamente.
<<
Cia... >>
Non
riuscì a finire di parlare perchè Shiho gli tirò una bottiglietta
contro.
Da
dove provenisse l'oggetto contundente non è dato sapere.
<<
Vai via! >> urlò improvvisamente.
Rei
si mise a sedere di scatto fiutando il pericolo.
<<
Ma che ti prende? >>
Per
tutta risposta Shiho poggiò i piedi sul suo fianco e lo spinse con
forza facendolo cadere dal letto.
Pessima
mossa portarla in palestra, era ecisamente più forte.
<<
Shiho! >> disse Rei a voce alta con aria offesa.
<<
Fammi dormire maledetto! >> urlò lei di rimando.
Il
ragazzo si mise una mano tra i capelli.
Ok
mai svegliarla in modo brusco. Afferrato.
<<
Ok ok me ne vado >> disse dirigendosi con aria mesta verso la
cucina.
Poco
prima di chiudere la porta le lanciò un'ultima occhiata e borbottò
a voce molto bassa.
<<
Sei una vera arpìa >>
Angolo
dell'autrice.
La
stronza è tornata gente!
Pensavate
che fosse diventata un dolce e tenero frugoletto eh?
Nope,
Shiho è Shiho, puoi ottenere qualche momento, ma poi torna sempre.
Sei
graziata solo se ti chiami Ayumi.
Capitoletto cortino lo so, fa parte di un piccolo esperimento. Vediamo
come va...
Grazie
a tutti i lettori (e perdonate il ritardo di questo giro). A presto.
Violetta_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 36 *** Papà iperprotettivo ***
Papà
iperprotettivo
<<
Ma ti stai truccando? >>
<<
Un po'. Stasera ho un impegno >>
Agasa
si soffermò davanti la stanza della ragazza sbirciando dalla porta
mezza aperta.
<<
Oh... un appuntamento cara? >> domandò alzando un
sopracciglio.
Shiho
rimase un attimo imbambolata.
In
effetti era proprio quello, ma la metteva a disagio ammetterlo.
<<
No >> rispose secca continuando a sfumare l'ombretto viola
sopra la palpebra.
Agasa
fece roteare il thè ormai tiepido nella tazza e sospirò.
Era
da un po' che la sua bambina non trascorreva una serata tranquilla
sola con lui. I pranzi erano una costante da un po'... ma le cene.
Quello
era un momento solo per loro due.
Andò
in cucina ed aprì il frigorifero: era un'occasione perfetta per
poter mangiare una fetta di quel buonissimo ciambellone al limone
preparato dalla ragazza quella mattina, ma in realtà non aveva il
minimo appetito.
Richiuse
il frigo con aria mesta e si voltò vedendo la ragazza avvolta in un
adorabile abito celeste sistemarsi un piccolo fermaglio tra i
capelli.
<<
Agasa mi raccomando non mangiare troppo e non passare tutto il tempo
davanti al computer >>
<<
Va bene Shiho cara >> fece trascorrere un paio di secondi poi
decise di fargli quella domanda << Farai tardi stasera? >>
<<
Mh... non so... comunque tranquillo non aspettarmi alzato >>
disse prendendo la borsa e uscendo in fretta di casa.
Hiroshi
fissò la porta chiusa e poi sospirò con profonda amarezza.
*
La
campanella posta sopra la porta del Poirot iniziò a tintinnare
allegramente segnalando la presenza di un cliente.
Amuro
stava preparando un'ordinazione ed era sceso al piano di sotto per
prendere del pane quando udì la voce di Azusa.
<<
Amuro san prendi anche dei noodles >>
Il
ragazzo alzò la testa portando una mano vicino la bocca.
<<
Per cosa ti servono Azusa-san? >>
Nessuna
risposta.
<<
Azusa-san? >>
Nessuna
risposta.
Ok
bene, lasciamo sbattere il novellino. Tutto
regolare.
Risalì
in fretta le scale vedendo che Azusa stava sistemando la vetrina per
poi incrociare il viso di Agasa, mero rubicondo del solito.
Rimase
spiazzato per qualche istante stranito da quello sguardo così cupo.
Sapeva
che Shiho gli aveva detto la verità ma era convinto che la ragazza
esagerasse coi suoi racconti e invece anche questa volta aveva
dimostrato di avere ragione.
Fece
finta di niente e sfoggiò un cordiale sorriso.
<<
Salve professore >>
<<
Già >> si limitò a dire secco.
Iniziamo
bene...
<<
Allora che vuole ordinare? >>
L'uomo
si sedette su una delle poltroncine vicino la finestra.
<<
Non hai sentito Azusa-san? >>
E
continuiamo bene bene...
<<
No. Mi dispiace dal piano di sotto non si sentiva >>
<<
Voglio dei noodles al pomodoro >>
Un
tono di voce che nemmeno Vodka quando gli girano le palle.
Rei
fece un sorriso serafico.
<<
Va bene. Arrivano tra pochi minuti >>
*
Stava
pulendo i bicchieri e si sentiva osservato.
Agasa
mangiava in maniera nervosa masticando in modo rabbioso ed emettendo
degli strani rumori nasali.
Era
un po' inquietante ad essere onesti.
Posò
una pila di bicchieri dietro il bancone continuando a sentire i suoi
occhi addosso.
Spostò
lo sguardo sul vetro incrociando il riflesso del dottore.
Uuuh
come lo stava guardando male...
Sembrava
volergli tirare addosso uno dei suoi congegni esplosivi.
<<
Va tutto bene dottore? >>
Lui
grugnì contrariato.
<<
I noodles sono gommosi >>
Gli
partì un istintivo tic all'occhio.
La
cosa cominciava ad essere personale.
Sfoggiò
un sorrisino tirato e si avvicinò al suo tavolo.
<<
Se vuole glieli rifaccio >>
<<
No >>
Quel
"no" doveva essere una caratteristica di quella strana
famiglia.
E
comunque sapeva benissimo che i suoi noodels erano perfetti.
*
Una
volta finito il pasto il dottore si avvicinò alla cassa estraendo il
portafoglio.
Amuro
si affrettò a scuotere il capo ed alzare la mano.
<<
Agasa-san offre la casa >>
<<
Non crederai di rabbonirmi così >>
Tooru
sospirò spazientito ed amareggiato.
Hiroshi
Agasa era un tipo sempre allegro e molto alla mano, era sempre stato
tanto gentile con lui e francamente gli dispiaceva questo repentino
cambiamento d'umore.
<<
Forse dovevo comportarmi diversamente l'altro giorno? >> disse
diretto, senza sorrisini o altri preamboli.
Agasa
si grattò la guancia imbarazzato.
<<
Non penso di dover giudicare >>
<<
E allora potrei sapere il motivo di tanto astio? >>
L'uomo
abbassò il capo rimanendo in completo silenzio per qualche istante.
Rei
si spostò dal bancone mettendosi di fronte a lui.
<<
Agasa-san... >>
L'uomo
si ostinò a non rispondere e Rei decise di assecondarlo.
<<
Odia il freddo >>
Il
mormorio del dottore era talmente basso che il ragazzo non fu certo
di aver sentito bene.
<<
Come? >>
<<
Odia il freddo, lo detesta. E non sopporta il disordine. E poi non mi
piace che faccia tardi la sera... >>
Rei
incrociò le braccia al petto alzando un sopracciglio.
Oh.
Ecco qual'era il problema.
<<
... lei va all'università quindi deve studiare e dormire
adeguatamente e poi... >>
E
poi, ti prego, non portarmela via.
<<
Dottor Agasa... >>
L'uomo
fermò il suo sproloquio colpito dalla serietà del suo tono di voce.
<<
...le garantisco che non farò mai nulla per nuocere nè a Shiho nè
a lei >>
Agasa
ammutolì all'istante.
Lui
non era dotato della stessa perspicacia di Shinichi o Shiho, non
sapeva leggere dentro le persone come loro.
Era
un uomo semplice e di poche pretese ma consapevole che colui che
aveva davanti era molto abile a mentire. Lo faceva di professione.
Lo
fissò per qualche istante ed alla fine decise di fidarsi del suo
tono di voce.
<<
Bene allora... va bene... >>
Rei
annuì accennando un sorriso d'intesa.
<<
Se le fai del male prendo i razzi dello skate di Conan e li punto
contro di te >>
Il
ragazzo annuì più lentamente e più vistosamente sorridendo
sincero.
Era
felice che Shiho avesse delle persone così affezionate attorno a
lei.
<<
Ho ricevuto minacce peggiori ma ne prendo atto comunque >>
Angolo
dell'autrice.
Eeeee...
si. Sono in ritardo. Perdonatemi.
Vi
sembrava che Agasa l'avesse presa bene eh? E invece no. Stava solo
assecondando la sua "bambina" (Si... "bambina")
Credo
che Rei stia ricevendo più minacce da parte di amici e familiari di
Shiho che dagli elementi mib.
Comunque,
senza divagare oltre, spero che questo capitoletto vi sia piaciuto e
che ovunque voi siate non vi stiate sciogliendo come la sottoscritta.
Grazie
a tutti. Un bacione.
Violetta_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 37 *** Blush ***
Blush
Masumi
ciondolò per casa grattandosi la testa e sbadigliando con molta poca
eleganza mentre si dirigeva verso la porta.
Qualcuno
stava suonando da diversi minuti interrompendo il suo meraviglioso
sogno: vinceva un incontro di Jeet
Kune Do contro suo fratello.
<<
Arrivo... un attimo >>
Il
campanello suonò nuovamente.
<<
Un attimo! >> sbraitò stringendo il pugno destro.
Aprì
la porta intenzionata ad usare il suddetto pugno ma le sue intenzioni
morirono sul nascere ed invece batté le palpebre sorpresa.
<<
Shiho >>
<<
Ciao >> disse lei entrando in casa << Ti scoccia se
rimango qui per qualche ora? >>
Masumi
lanciò una rapida occhiata all'interno dell'appartamento.
<<
No no è solo che... >>
<<
Masumi mi pare di averti già rammentato di essere più ordinata >>
Shiho
spalancò gli occhi e si voltò incrociando due occhi vedi e severi.
La
fissò per qualche secondo, sembrava la versione bionda e poco più
grande di Ai Haibara.
Avvertì
come un vuoto all stomaco e serrò i denti.
Masumi
chinò il capo portando una mano dietro la nuca.
<<
Si mamma >>
Mary
assottigliò lo sguardo ed incrociò le braccia al petto fissando
l'ospite.
<<
Shiho >>
La
ragazza alzò la testa guardandola con impassibilità.
<<
Mary >>
La
donna con le fattezze di bambina represse un sorriso.
Perché
doveva essere così simile a lei...
Shiho
chiuse gli occhi chinando il capo << Credo di aver commesso un
errore. Dovevo telefonare prima di venire qui >> fece un rapido
dietrofront << Perdonate il dist... >>
<<
Me ne vado io >> disse Mary prendendo la giacca ed aprendo la
porta << Masumi cerca di dare una sistemata >>
La
ragazza si grattò nervosamente la guancia destra.
<<
Ok... ciao mamma >>
Una
volta chiusa la porta la castana gonfiò le guance e sospirò.
<<
E niente... che bel momento... >> disse con sarcasmo <<
Cosa ti porta qui? >>
Shiho
incrociò le braccia al petto.
*
In
casa Agasa intanto.
<<
Fusae cara ti andrebbe una fetta di torta? >>
La
donna, avvolta da un lungo ed elegante pigiama di seta, si sedette
sul divano con una tazza di the fumante tra le mani.
<<
Perché invece non ti siedi qui accanto a me e magari ascoltiamo un
po' di musica? >>
*
<<
Devo
studiare e in casa ... non riesco a concentrarmi >>
<<
Ah... beh scegli: cucina o camera mia? >>
Shiho
accennò un sorrisetto ed assottigliò gli occhi.
<<
Quale delle due è meno disastrata? >>
Masumi
ponderò cosa fosse peggio: i resti dello yorkshire
pudding malriuscito della sera prima sul tavolo o i suoi slip e i
suoi calzini sul letto?
<<
Vado a sistemare la mia stanza. Ti prego non seguirmi >> disse
con una punta di panico.
Shiho
sorrise divertita.
<<
Ok... >>
*
La
scienziata si sedette sotto la finestra col suo libro tra le mani ed
una matita tra i capelli.
<<
Strano. Sai che credevo fossi già laureata? >> disse Masumi
stesa sul letto.
<<
In biochimica... >> si limitò a dire lei scrivendo un appunto
su un foglietto.
<<
E come mai hai fatto tutta questa strada per venire qui invece che
andare a casa Kudo? È più vicino >>
<<
Perché a casa Kudo c'è Shinichi... con sua moglie >>
Masumi
portò un dito sul viso.
<<
Ma Ran è ad un ritiro con la sua squadra >>
<<
Non parlavo di Ran... >>
La
ragazza aggrottò la fronte e rimase ferma in quella posizione finché
non capì e sorrise in modo forzato.
<<
Simpatica >>
*
A
parte una veloce pausa per pranzare con dei noodles in brodo, Shiho
aveva passato quasi tutta la giornata sui libri.
Era
l'ora del the e Masumi, che ormai aveva esaurito la sua poca
pazienza, entrò in camera sua con fare entusiasta e un gran sorriso.
<<
Andiamo in discoteca >>
Shiho
alzò la testa alzando un sopracciglio.
<<
Che? >>
<<
Stasera andiamo in discoteca >>
<<
Perché? >>
Masumi
mise lei mani sui fianchi.
<<
Perché è così che fanno le ragazze della nostra età... >>
Shiho
affondò nuovamente il naso tra le pagine.
<<
Devo studiare >>
<<
Ma è da stamattina che non fai altro >>
<<
Devo recuperare un sacco di pagine. Ho perso un sacco di tempo per
colpa... >> - di un faccino d'angelo - << ... del
lavoro >>
<<
Shiho ho come la sensazione che tu sia più preparata del tuo
professore >>
Magari...
<<
Dai solo un paio d'ore... >> la pregò Masumi unendo i pugni
vicino al viso.
*
<<
Sei una sporca traditrice >>
Masumi ridacchiò.
Non
era una discoteca bensì il nuovo locale della famiglia Suzuki. Ed
era una festa a tema.
<<
Ti odio >>
Masumi
chiuse gli occhi ridendo nervosamente.
<<
Se ti avessi detto la verità non saresti venuta >>
<<
Ma dai... >>
Il
tema della festa era “Romeo e Giulietta”.
No
sul serio?
La
sala era completamente addobbata con rose rosse, c'era uno sfarzoso
buffet di dolci e dei violini suonavano note dolci e romantiche.
L'apoteosi
dell'amour.
<<
Perché mi hai trascinata qui? >>
<<
Mi ha invitata Sonoko e non me la sono sentita di dirle di no >>
<<
Ah! Chiaro >>
La
sala era piena di coppie, c'erano persino Shukichi con Yumi, i due
parlavano amabilmente mentre sorseggiavano un vino rosè.
Goro
era in un angolo intento a cercare di rimorchiare la barista.
<<
Quindi è quella l'oca che gironzola intorno a mio fratello... >>
disse Masumi puntando la poliziotta << ...andiamo a salutarla
>>
<<
Passo >> si limitò a dire Shiho che non ci teneva a fatto a
ritrovarsi invischiata in una discussione con uno dei pochi membri
della famiglia Akai con cui andava d'accordo.
<<
Io vado >> disse battagliera.
*
Shiho
si mise in un angolo della sala ammirando un Monet appeso vicino il
buffet.
<<
Ciao Shiho >>
Si
voltò riconoscendo quella voce.
<<
Ciao Ran >>
Dopo
il chiarimento, il loro rapporto era decisamente migliorato: non
c'era più quella fastidiosa tensione e le due parlavano in modo più
rilassato.
<<
Sei qui da sola? >> domandò stranita.
Ran
fece spallucce con un'espressione inconfondibile stampata sul volto.
<<
C'è stato un omicidio eh? >>
<<
Eh... >>
Shiho
si guardo intorno finché il suo occhio non incrociò l'insegna che
si vedeva oltre la finestra.
<<
Io vado in quel bar a prendere un caffè, qui c'è troppo rosa e
troppi cuoricini per i miei gusti. Vuoi venire? >>
Ran
sorrise. Era sempre emozionata quando quella ragazza, che volente o
nolente la intimidiva, si comportava in modo amichevole con lei.
<<
Certo >>
*
<<
In che guaio si è cacciato questa volta? Omicidio? Rapina? Gli
alieni? >>
Ran
rise divertita.
<<
Mi ha solo detto che è rimasto coinvolto in un caso alla lavanderia
mentre ritirava il vestito per venire qui... >>
<<
No! E' riuscito a portare sfiga persino in una lavanderia. Ci vuole
talento >>
La
ragazza rise nuovamente per poi perdersi nei suoi pensieri.
<<
Mi manca Conan >> disse improvvisamente.
<< Mh? >>
<<
Era un bambino che ha vissuto con me e mio padre per due anni. Era
adorabile, molto intelligente. Un tesoro. Però anche lui sembrava...
attirare misteri >>
Shiho
la guardò con la coda dell'occhio e la vide giocherellare con una
ciocca di capelli.
<< C'era anche una bambina... >>
mormorò con gli occhi persi nei ricordi << Lei non viveva con
noi ma con Agasa >> scosse la testa e si diede un colpo sulla
fronte << Che sciocca. Di sicuro te ne avrà parlato >>
<< Sisi.... Haibara... >> rispose in modo
frettoloso.
<< Esatto. Era una bambina bellissima >>
socchiuse gli occhi guardando verso l'alto << Però aveva
sempre il broncio, si comportava come se il mondo fosse contro di
lei.
Avevamo uno strano rapporto: all'inizio sembrava mi
detestasse, poi però ha iniziato ad aprirsi un po' con me,
soprattutto nell'ultimo periodo. Figurati in certi momenti mi tirava
la maglietta o prendeva la mano e io mi sentivo come se... >>
portò una mano sul collo con un'espressione nostalgica, senza
trovare le parole per finire la frase << Quanto mi manca >>
Shiho
arrossì e girò lo sguardo fissando le finestre di un palazzo
anonimo senza sapere come reagire, o cosa dire.
Per
fortuna erano arrivati al bar e la ragazza entrò velocemente
ordinando un caffè.
<<
Tu cosa prendi? >>
<<
Un'aranciata >>
Presero
le loro rispettive ordinazioni e si sedettero in un tavolino
all'esterno.
Heiji
e Kazuha erano seduti su una panchina poco distante dal bar.
I
due si sbaciucchiavano convinti di essere da soli.
<<
Quanto sono adorabili >> mormorò la karaketa poggiando la
testa su una mano.
Shiho
osservò quei due di sottecchi ed arrossì. Poi scosse la testa e
girò il capo con le braccia conserte.
<<
Quante smancerie... >>
Poco
più avanti, dietro un vicolo, Rei Furuya guardava la situazione
dentro la sua Mazda.
Aveva
trovato una nuova pista e questo comportava sparire per qualche
giorno, ma nulla gli impediva di guardarla da lontano se faceva
attenzione.
Lei
sembrava sempre scorbutica ed anche un po' acida.
Ad
esempio quando riceveva un complimento o quando c'era una coppia che
dava a vedere manifestazioni d'affetto lei chiudeva gli occhi o
girava la testa di lato, oppure faceva qualche battutina. Come in
quel momento.
Aggrottò
la fronte e la sua famosa perspicacia non lo tradì nemmeno stavolta.
Non
era infastidita. Era imbarazzata.
Inclinò
la testa intenerito. Tutto sommato quella ragazza non aveva la scorza
tanto dura. Era solo poco abituata a certe situazioni.
Le
sembrò adorabile in quel momento.
Udì
vibrare il cellulare.
<<
Pronto? >> sospirò irritato << Si Kazami arrivo subito
>>
|
Ritorna all'indice
Capitolo 38 *** Mancanza ***
Mancanza
Prima
di iniziare questo capitolo è necessario fare una piccola, ma
doverosa, precisazione.
Vi
è mai capitato di entrare in contatto con un bambino di dieci anni?
Non
di quelli che si piazzano davanti la tv o al tablet e stanno buoni e
quieti sopra il divano, ma di quelli che vogliono GIOCARE.
Rei
Furuya era così.
Iperattivo,
cocciuto e tanto taaanto affettuoso.
Anzi diciamo pure che, in certi momenti, era
stramaledettamente appiccicoso.
*
Nonostante
solitamente le lasciasse i suoi spazi c'erano dei momenti in cui
proprio non lo reggeva.
Capitava quando erano soli, lontani
da occhi indiscreti.
Come quando arrivava a casa da nemmeno
cinque minuti e si chinava sul tavolino per sistemare dei fogli nella
sua borsa, senza nemmeno degnarlo di uno sguardo.
Lui si
avvicinava alle sue spalle poggiando le mani sui suoi fianchi e la
baciava sul collo.
<< Che fai? >> domandava come
un bambino.
<< Sistemo gli appunti per una ricerca per
l'università. Dubito che stasera i bambini mi daranno il tempo di
farlo e domani ho da fare >>
E allora Rei poggiava il
mento sulla sua spalla con fare da cagnolino.
<< Ti
serve una mano? >>
<< Iee... >> Si voltò
ritrovandosi vicinissima al suo viso << Insomma non stare così
appiccicato >>
E lui sospirava affranto.
<<
Sempre tanto dolce... >>
<< Sei tu che non hai chiaro
il concetto di “spazio personale” >>
Erano
slanci d'affetto che la gente normale avrebbe reputato dolci ma lei
non riusciva proprio a sopportarli.
E la doveva
abbracciare, e la doveva coccolare, e la baciava in continuazione,
sulle labbra, sulla fronte, sul collo...
Se non la
abbracciava e non la baciava allora le teneva la mano... o almeno ci
provava.
Shiho era un tipo completamente diverso.
Era
introversa e anche piuttosto fredda, inoltre non era assolutamente
abituata a tutte quelle manifestazioni d'affetto per cui ogni volta
si sentiva a disagio.
Anzi quando cercava di prenderle la
mano in pubblico le veniva proprio voglia di strozzarlo.
<<
Quante smancerie. Sei peggio di una ragazza >>
<<
Spiritosa >>
<<
Dai Rei piantala...>>
<< Sei così carina quando
diventi tutta rossa... come una bimba >
<< Ora ti cavo un
occhio con un bisturi! >>
<<
Rei ... >>
<<
Sssh... hai un così buon
profumo... >>
Era piuttosto
oppressa da tutte quelle attenzioni.
<<
Shiho... dovrò star via qualche giorno >>
Per
questo quando Rei le parlò con quel tono, quello che usava quando la
situazione richiedeva serietà, gli rispose quasi contenta.
<<
Meglio. Così respiro un po' ... e magari recupero qualche capitolo
arretrato >>
*
Era
stesa sul letto di camera sua.
Si girava e rigirava tra le
coperte da più di mezz'ora.
Sbuffò portando un braccio
sopra la fonte e si mise a fissare il tetto.
Erano quasi
due settimane
che non aveva sue notizie.
L'occhio gli cadde sulla
sciarpa rosa che il ragazzo le aveva prestato durante un'uscita in
montagna.
La osservò per una manciata di secondi, poi scostò le
coperte e si alzò andando verso la sedia posta di fronte la
scrivania, la prese, e se la rigirò tra le mani.
Era molto
morbida e calda.
Si rimise a letto con la sciarpa tra le
mani, la avvicinò al suo viso sentendo il suo profumo, e chiuse gli
occhi.
Per la miseria se le mancava il suo
abbraccio... in quel momento si sarebbe accontentata anche solo di
stringergli la mano.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 39 *** Miyao ***
Miyao
<<
Benvenuti >>
<<
Ciao Azusa >> disse Masumi col suo solito entusiasmo
precipitandosi su uno dei divanetti << …aaah seduta
finalmente >>
Shiho
alzò un sopracciglio scuotendo la testa e incrociò le braccia al
petto.
<<
Shiho-san tu prendi il solito caffè? >> domandò Azusa con
tono gentile.
<<
No oggi vorrei del succo di mirtillo. Grazie >>
Ne
aveva già presi cinque...
Si
sedette sulla sedia e si guardò intorno.
C'era
qualche cliente: una coppia, una madre con suo figlio e un ragazzo
che aveva tutta l'aria di essere uno studente.
Alla
sua destra Masumi stava bevendo a grandi sorsi la sua spremuta
d'arancia, dopo l'allenamento era anche andata a correre quindi era
assetata e su di giri.
<<
Ecco a te Shiho >>
<<
Grazie >> rispose gentile.
Chinò
il capo e si mise a fissare il suo succo.
Rei
mancava da quasi un mese.
In
quel periodo le era capitato più volte di andare al Poirot con
Shinichi, con Masumi, coi ragazzi, ma la situazione non era cambiata.
Anche
al laboratorio non avevano sue notizie e non poteva chiedere
informazioni agli agenti senza una motivazione valida.
All'inizio
era contenta, poi tranquilla, un po' giù di tono forse, ma adesso
era irrequieta e non riusciva a concentrarsi su niente.
<<
Shiho? >>
Batté
gli occhi incrociando il viso contrariato di Masumi, probabilmente le
aveva parlato sino a quel momento e si era resa conto di aver parlato
al vento.
<<
Tutto ok? >>
Lei
annuì.
<<
Si si. Tutto bene >>
*
Allo
scadere del trentesimo giorno Rei, nelle vesti del cameriere Amuro,
era tornato al bar con un grosso livido vicino l'occhio destro.
Com'era
facile immaginare sia le ragazze che i bambini l'avevano circondato
chiedendogli delle spiegazioni, lo avevano tempestato di domande,
Sonoko si era offerta di curarlo a casa sa, ma lui aveva minimizzato
dicendo che mentre si stava allenando a tennis la sua spalla gli
aveva tirato un brutto scherzo ed una palla lo aveva colpito a gran
velocità sulla faccia.
Shiho
non aveva detto nulla fingendo indifferenza, ma non appena ne ebbe
l'occasione si era precipitata a casa sua.
<<
Com'è successo? >>
Il
ragazzo chiuse un occhio avvertendo una leggera fitta di dolore.
La
ragazza aveva notato una ferita trascurata vicino la tempia e adesso
la stava disinfettando.
<<
Segreto professionale Shi... lo sai >>
In
realtà non si era procurato quel livido mentre era a lavoro.
Non
propriamente.
*
Furuya
ed Akai si trovavano in cima alla Tokyo
Sky Tree per via di un'indagine in comune che stavano svolgendo.
Erano
in attesa che uno di quegli uomini facesse un passo falso quando
venne fuori l'argomento Shiho.
Non
sapeva l'esatta dinamica di come si erano svolti gli eventi,
ricordava solo che l'agente dell'FBI gli aveva tirato un pugno in
faccia senza il minimo preavviso.
Solitamente
era lui ad iniziare i loro litigi quindi questa cosa lo aveva preso
totalmente alla sprovvista ed era caduto a terra come un ragazzino il
suo primo giorno in palestra.
Dopo
un primo momento di totale sorpresa si era tolto il sangue dal viso
col dorso della mano e lo aveva guardato con un sorrisino di scherno.
<<
Cazzo Akai dovresti piantarla col caffè. Ti rende un po' troppo
nervoso >>
Lui
continuava a fissarlo con una serietà quasi minacciosa. Somigliava
vagamente al corvo dai capelli argentei.
<<
Ti tengo d'occhio maledetto. Non provare a giocare con lei o te ne
farò pentire amaramente >>
Rei
non capì immediatamente il senso di quella frase. Inizialmente pensò
che si trattasse di gelosia e quindi si era alzato di scatto
iniziando a picchiarlo a sua volta.
<<
Tu maledetto bastardo >>
<<
Ti faccio saltare i denti! >>
<<
Lo sapevo che c'era qualcuno dietro quella finestra. Sei un
depravato! >>
<<
Sei un uomo morto! >>
Quella
che ne era seguita fu una scazzottata in piena regola fermata solo
dall'arrivo dell'agente Stirling che li aveva colti in flagrante e si
era messa ad osservarli con le braccia conserte e un sopracciglio
alzato aspettando che quei due la notassero.
Quando
finalmente si accorsero della ragazza si immobilizzarono all'istante.
<<
Appena avete finito, con calma... >> disse lei con tono molto
pacato.
I
due si erano messi in piedi sistemandosi i vestiti sgualciti sotto lo
sguardo neutro della donna.
Una
volta assunto una posa più presentabile lei continuò a parlare.
<<
...volevo informarvi che si trattava di un falso allarme. Akai
possiamo ritornare alla base. Per ragioni di sicurezza la stesura del
rapporto verrà effettuata da James.... E che i microfoni sono accesi
>> si era girata dando loro le spalle ed infine aveva mormorato
<< … idioti >>
*
Dopo
quell'episodio Rei aveva indagato a fondo sulla questione ed alla
fine aveva appurato che effettivamente si trattava di gelosia, ma non
nel senso romantico. Più nel senso fraterno.
Ci
aveva messo un po' ad elaborare quella nuova informazione.
Akai
Shuichi considerava Shiho al pari di Masumi.
Per
lui era una ragazzina da difendere e niente gli avrebbe fatto
cambiare idea.
Non le sue lauree, non il suo lavoro, non le sue
lunghe gambe.
Alzò
gli occhi su di lei, gli stava ancora curando le ferite, e si mise ad
analizzare i dolci lineamenti del viso.
Shiho
sembrava una ragazza vulnerabile.
Sembrava
appunto.
Ed
invece aveva scoperto che aveva due “fratelli” armati ed
iperprotettivi, tre se considerava quello famoso con le sette teste,
ed una sorella che era peggio degli altri tre.
Una
zia dal calcio letale. Un padre adottivo con una certa familiarità
con le esplosioni e tre piccoli pestifere canaglie che nonostante la
loro età sapevano come farti passare un brutto quarto d'ora.
Inoltre il suo aspetto delicato ed esile celava una mente sadica
e vendicativa. Con libero accesso a bisturi, veleni, virus, armi
batteriologiche varie e all'obitorio di uno dei dipartimenti più
nascosti e misteriosi della polizia.
Portò
il dorso della mano sulla fronte guardando fisso di fronte a se.
Oooh
cielo in che guaio si era andato a cacciare?
<<
Ehi! Non ti togliere la medicazione! >>
Rei
sobbalzò risvegliato da quell'amorevole ammonimento.
Due
secondi prima sembrava serena e poi si metteva a ringhiare.
Prima
era dolce e poi lanciava occhiatacce.
Era paragonabile e quei
gatti che ti leccano docilmente la mano e poi ti staccano un dito.
<<
Ma certo Shiho Miyao >> disse con un mezzo sorriso.
Lei
era un dolce, tenero, adorabile, letale gattino.
Non
dimostrava affetto come le ragazze normali, ad esempio cucinando,
anzi se poteva ti toglieva il piatto da sotto il naso.
Non
parlava usando parole dolci, anzi spesso ti mormorava frecciatine
sarcastiche che ti facevano saltare i nervi.
Shiho
notò una piccola ferita sulla sua guancia e si affrettò a mettergli
della crema disinfettante.
<<
Spero solo tu non abbia fatto qualche imprudenza agendo in modo
sconsiderato >> disse con sguardo assorto mentre lo sfiorava
delicatamente col polpastrello dell'indice.
Rei
fece un piccolo sorriso.
Però
era protettiva. Molto protettiva.
Se
le entravi nel cuore, sicuramente si sarebbe fatta ammazzare per te.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 40 *** Tennis ***
Tennis
Shiho
Miyano, nonostante il suo atteggiamento a volte fin troppo spavaldo,
si conosceva abbastanza da sapere quali fossero i suoi limiti, sia
mentali che fisici.
Per
questo preferiva defilarsi se le veniva proposto di fare qualcosa di
cui non era esperta.
Con
i bambini, con Agasa, persino con Conan non aveva mai avuto grandi
difficoltà a riguardo, il più delle volte le bastava dire semplicemente
“io passo” o “non contate su di me” per mettere
a tacere ogni questione.
Ma
con lui non c'era verso.
Era
cocciuto come un mulo ed insistente come un bimbo.
Poi
se si metteva pure a pregarla con quel faccino da bimbo era peggio
che andar di notte.
<<
Dai Shiho non è difficile >>
Eh
si. Facile per lui.
Alzò
gli occhi al cielo e sospirò, poi prese la pallina, la lanciò in
alto e la colpì con la racchetta.
La
pallina finì nella rete.
Abbassò
la testa imbarazzata e delusa. Era proprio negata col tennis.
<<
Brava! Hai visto che l'hai colpita? >> disse Rei tutto contento
convinto di averle fatto un complimento.
Si
perché fin'ora quello si era dimostrato il suo miglior servizio.
Fino a quel momento aveva sempre mancato la pallina.
No
ragazzi. No comment se no si incazza e comincia a tirare
peperoncino.
<<
Si... un tiro veramente eccellente... >> disse mostrando
tutto il suo sarcasmo.
<<
Su non ti scoraggiare... >> il ragazzo le si avvicinò
porgendole la pallina << Dai riprova >> disse dolce e
paziente.
<<
Preferirei star seduta sugli spalti... >>
<<
Eh no. Non puoi. E poi l'attività fisica fa bene >> disse con
quell'aria da saputello che lo rendeva adorabile e odioso al tempo
stesso.
Shiho
sbuffò vistosamente preparandosi mentalmente all'ennesima figura da
stupida.
Tirò
il alto la pallina e si preparò a colpirla con la racchetta ma nella
foga le scivolò dalle mani facendo un volo oltre la rete.
Ne
seguì qualche istante di imbarazzante silenzio.
<<
Beh qualcosa oltre la rete sei riuscita a mandarla... >> questa
volta c'era una punta di sarcasmo nelle sue parole.
Shiho
arrossì come un pomodoro maturo e strinse i pugni in completo
imbarazzo.
<<
Ok direi che ho finito di fare sport per oggi. Anzi per tutta la vita
>>
Si
sistemò il cappellino che aveva in testa e si diresse a grandi
falcate verso gli spalti.
Il
ragazzo rise prendendole la mano.
<<
Su su non fare così >>
<<
Ma ci tieni tanto a vedermi fare figuracce? >>
<<
Un po' forse... >>
In
realtà la trovava adorabile.
L'espressione
decisa che aveva poco prima di colpire la pallina e quel faccino
rosso erano uno spettacolo indescrivibile ai suoi occhi.
Poi
la divisa, composta da una polo viola ed una gonnellina bianca, le
stava davvero bene addosso.
<<
Solo un'ultima volta >>
<<
No >> disse secca.
Lui
congiunse le mani chiudendo gli occhi.
<<
Ti prego >>
Mamma
mia era proprio un bambino...
<<
Ok però mi porti il pranzo a lavoro per tutta la prossima settimana
>>
<<
Ci sto. Però proviamo così … >>
Si
mise dietro di lei prendendole la mano con la quale impugnava la
racchetta, l'altra la poggiò sul suo fianco.
Lei
aggrottò la fronte incuriosita.
<<
Tieni il braccio morbido se no rischi di farti male >>
<<
Ok >>
<<
Pronta? >>
Shino
annuì. Lanciò la pallina e al momento opportuno la colpì con la
racchetta seguendo i movimenti di Rei.
La
pallina andò dritta oltre la rete bloccandosi contro la recinzione.
Shiho
fece un mezzo sorriso soddisfatto.
<<
Brava >> disse lui sempre con quel suo entusiasmo un po'
infantile.
La
ragazza alzò un sopracciglio con quel suo solito cipiglio piccato.
<<
Smettila. Hai praticamente fatto tu il servizio >>
Rei
fece spallucce assumendo un'espressione adorabile.
<<
Ho solo dato un piccolo aiuto. Non ti scoraggiare con un po' di
pratica diventerai bravissima >>
Si
ritrovò a guardare il suo grande sorriso.
Tutto
sommato era un bravo insegnante.
Apprezzava
davvero che il ragazzo ci tenesse a condividere con lei le sue
passioni, come se volesse restituirle tutte le gite, le scampagnate,
tutte quelle attività che invidiava a sua sorella e che le erano
state negate quando era una ragazzina.
Il
realtà quei momenti le erano stati restituiti dai detective boys e
dal dottor Agasa quando era sotto le spoglie di Ai Haibara.
Quelli
con Rei erano nuovi momenti, nuove esperienze, segnavano un
nuovo capitolo della sua vita. Forse il più bello.
Rei
inclinò la testa sentendosi osservato.
<< Mh? C'è
qualcosa che non va? >>
Shiho scosse la testa.
<<
No va tutto benissimo. Aiutami a fare qualche altro servizio, voglio
imparare e giocare una partita contro di te >>
|
Ritorna all'indice
Capitolo 41 *** Whiskey ***
Whiskey
Shiho
non era un tipetto facile: era caparbia, introversa, con la battutina
sarcastica sempre pronta, solitamente non gli si dava un gran peso,
lei era così e dato il suo passato era anche giustificata.
<<
E che cavolo! E maledizione! Mattaku!
>>
Ma
quando aveva la luna storta allora diventava veramente
insopportabile.
<<
Ma dove cavolo... uffa... ma vai a vedere tu … >>
Stava
borbottando da almeno venti minuti.
<<
Siamo allegri oggi >>
Shiho
non lo degnò nemmeno di uno sguardo.
<<
Certo che te ne esci sempre con battute intelligenti >>
Aggottò
la fronte. Era decisamente acida quel giorno.
<<
Shi-ho >> tentò.
<<
Niente “Shi-ho”. Quello stronzo del mio collega ha perso dei dati
per la mia ricerca. Hai una vaga idea del casino.... >> Si
guardò intorno alla ricerca di chissà che cosa << dove
diamine l'ho lasciata? >>
Rei
alzò un sopracciglio.
<<
Cosa cerchi? >>
<<
La mia carpetta stupido detective mancato! >>
Sapeva
che aveva le sue ragioni per essere nervosa, ma così stava
esagerando.
<<
Calmina >> la ammonì pacato ma fermo << Quando sei
entrata in casa non avevi alcuna carpetta >> disse sicuro della
sua memoria.
Shiho
lo guardò allibita per due secondi. Poi serrò la mandibola con aria
assassina.
<<
Oh fantastico! Adesso devo tornare in ufficio >>
<<
Dai non è grave. Ti accompagno io... Stai calma >>
Ora,
poveraccio, aveva inavvertitamente detto le due parole che non vanno
mai dette ad un doppio cromosoma x incazzato.
Shiho
si mise a parlare a raffica.
<<
Non dirmi di calmarmi! Certo tu che ne sai... lui i suoi casi li
risolve in mezza giornata... lui fa una torta e passa la paura...
>>
Quel
“lui” stava moltiplicando le sue “l” e le sue “u”
diventando ad un certo punto “llluuui”
<<
Settimane buttate al vento e... >>
Il
ragazzo la guardo serio, poi la prese e la trascinò fino al muro
facendo attenzione a non farle male.
<<
Ehi! Che diamine... >>
Le
bloccò i polsi e la baciò nonostante le sue proteste.
Shiho
continuò a cercare di parlare nonostante le sue labbra fossero
bloccate da quelle di lui.
Dopo
trenta secondi buoni o poco più cominciò a rassegnarsi, smise di
ringhiare e dopo un minuto chiuse gli occhi lasciandosi baciare.
Apri
le mani e rilassò le braccia senza opporre più resistenza ed infine
ricambiò il bacio.
Rei
lascio la presa sui polsi e poggio le mani sui suoi fianchi. La
ragazza poggiò le mani finalmente libere sul suo collo.
Gli
venne il dubbio che volesse strozzarlo ma fortunatamente la ragazza
non era così malvagia.
Sorrise
contro le sue labbra.
<<
Va meglio? >>
Shiho
chinò il capo ed incrociò le braccia al petto sbuffando.
Rei
sospirò e le massaggiò la schiena.
<<
Non è un problema insormontabile. Ti accompagno a prendere la
carpetta e riguardo i dati possiamo chiedere a Sumi di recuperare i
vecchi backup dal computer >>
Shiho
piano piano si calmò ritrovando lucidità.
<<
Giusto Shi? >> tentò Rei continuando a massaggiarla.
La
ragazza annuì con un po' di vergogna.
<<
Forse ho esagerato >>
<<
Dici? >> Disse lui con una punta scherzosa
<<
Forse sarà meglio che vada. Ho bisogno di restare sol... >>
Lui
scese con le mani sino a toccarle le cosce e con un gesto rapido e
deciso la prese in braccio.
La
ragazza avvolse le braccia attorno al suo collo per non cadere.
<<
Tu non vai da nessuna parte >>
Shiho
cercò di divincolarsi.
<<
Rei... davvero oggi non è giornata >>
Il
ragazzo si sedette sul divano continuando a tenerla stretta a se e
Shiho sbuffò nuovamente.
<<
Rei rischi di beccarti qualche insulto >>
Il
ragazzo sorrise.
<<
E dove sarebbe la differenza con gli altri giorni? >>
Shiho
alzò un sopracciglio.
<<
Baka >>
Rei
le iniziò da dare dei delicati baci sul collo.
<<
Avrei un'idea per migliorarti la giornata... >> disse con un
tono strano.
Shiho
assottigliò gli occhi incuriosita.
<<
Che vorresti fare? >>
Lui
alzo un sopracciglio e parlò contro le sue labbra.
<<
Ti fidi di me? >>
*
Shiho
aveva un gran sorriso stampato in faccia da quasi un'ora.
Rei
inclinò la testa sorridendo soddisfatto.
<<
Grazie mille >>
Un
uomo di mezza età che era poggiato ad un muretto accanto a lui fece
spallucce.
<<
Ma figurati Furuya >>
All'unità
cinofila del dipartimento erano arrivati i nuovi cuccioli da
addestrare.
Come
ufficiale del psb conosceva il responsabile e l'addestratore e non
gli era risultato difficile entrare nell'area apposita.
Inizialmente
Shiho e Rei si erano messi a fissare i cuccioli da lontano ma poi uno
di loro si era allontanato dal branco e aveva iniziato a gironzolare
intorno alla ragazza.
Il
ragazzo aveva intuito le piacessero gli animali ma non pensava fino a
quel punto
Shiho
era letteralmente retrocessa a livelli infantili e aveva iniziato a
giocare col cucciolo inginocchiandosi per terra.
<<
Ehi vieni qui su... che bello che sei >>
Lo
accarezzava e lo coccolava tutta contenta.
<<
Ha un nome? >>
<<
Glielo assegneranno oggi >>
<<
Ne avrei in mente uno >>
*
<<
La signorina è la nuova veterinaria? >>
Rei
si poggiò contro la recinzione.
<<
No è l'assistente della Baba >>
<<
Che peccato... sarebbe bello vedere ogni mese una figura del genere
>>
Come
biasimarlo...
<<
“Assistente della Baba”... sarà mica il genio? >>
L'agente
ridacchiò, in effetti la ragazza aveva questa nomea.
<<
Si suppongo sia lei >>
<<
E che ci fate qui? >>
<<
Ecco... ho perso una scommessa >>
L'uomo
si girò meravigliato.
<<
Ontoni? In dieci anni non ti era mai capitato >> guardò
l'orologio << Beh io vado. Tra mezz'ora iniziamo
l'addestramento e vorrei mangiare qualcosa prima >>
<<
Ah senti >>
<<
Si? >>
<<
Il cucciolo 97K7... ci sono problemi se lo chiami "Whiskey"?
>>
L'uomo
aprì le labbra sorpreso, poi mise le mani sui fianchi riflettendoci
su.
<<
No anzi. È un bel nome. Bella dritta Furuya san >>
<<
Grazie. Matta nee >>
*
Dopo
mezz'ora i due si rimisero in macchina per tornare a casa. Da lontano
Shiho intravide il piccolo cucciolo saltellare contento dopo aver
ricevuto in premio un biscotto.
Rei
la guardò con la coda dell'occhio. Era un piacere vederla così
allegra.
<<
Allora va meglio? >>
Shiho
poggiò la testa sulla sua spalla.
<<
Molto meglio. Grazie >>
Rei
si girò a guardarla e sorrise con uno strano luccichio negli occhi.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 42 *** Surprise! ***
Capitolo
crossover con Zero tea time.
Surprise!
Shiho
dormiva beata a casa di Rei avvolta dalle lenzuola morbide.
Era
piuttosto stanca: la sera prima aveva fatto tardi tra il progetto
universitario da rifare e un nuovo lavoro assegnatole dalla Baba.
Comoda,
al caldo, tra le lenzuola morbide.
Il
cuscino poi era una meraviglia.
Improvvisamente
arricciò il naso sentendo un respiro pesante davanti alla sua
faccia.
Mugugnò
un po' infastidita.
<<
Mh... >>
Il
respiro riprese nuovamente.
Si
spostò di poco dato che il respiro si era fatto più pesante.
<<
Mmmmh... Eddai! >> mugugnò.
Strano.
Solitamente Rei aveva il respiro leggerissimo.
Forse
era raffreddato.
Si
girò dall'altro lato ma il respiro sulla nuca era ancora peggio.
<<
Adesso basta... >> soffiò ad occhi chiusi rigirandosi
nuovamente.
Il
respiro sembrava essersi fermato....
<<
Ah che pac... >>
…
per
poi riprendere per l'ennesima volta.
Shiho
sbuffò ed aprì gli occhi.
Occhi
azzurri e nasone rosa.
Richiuse
gli occhi rimettendosi a dormire.
Aspetta
che...?
Subito
dopo spalancò le palpebre gettando un urletto.
<<
AH! >>
Di
fronte a lei c'era un cagnolino bianco che la fissava con i suoi
occhioni blu ed annusava muovendo il suo grazioso musetto.
<<
Arf! >>
Si
stropicciò gli occhi.
Quando
li riaprì il cane era ancora lì, docile e con la lingua a
penzoloni.
<<
Ma che...? >>
Allungò
titubante una mano che il cucciolo la leccò con fare amichevole.
La
ragazza non poté fare a meno di sorridere e non ci mise molto a
prenderlo in braccio dato il suo amore incondizionato per gli
animali.
<<
Vedo che hai conosciuto Haro >> disse Rei sulla soglia della
camera con un vassoio in mano.
Shiho
si girò a guardarlo.
Rei
era sulla soglia della camera, la maglietta bianca a maniche corte
che indossava metteva in risalto la sua carnagione scura e il petto
scolpito. Teneva un vassoio in mano con la colazione ed aveva un
sorriso gentile.
Qualsiasi
donna normale sarebbe rimasta ammaliata da quella vista, ma lei
invece preferì girarsi per guardare la palletta di pelo che la
fissava adorante ed agitava la coda.
<<
Shiho? >> domandò cercando di catturare la sua attenzione.
<<
Cosa? >>
Rei
scosse la testa alzando appena gli occhi al cielo.
Posò
sul comodino il vassoio con all'interno caffè fumante tenuto in
caldo da un piccolo coperchio sulla tazzina, un succo e un goloso
croissant con crema di mirtilli.
<<
È il mio cane. Anche se forse definirlo “mio” non è proprio il
termine corretto: un bel giorno mi ha visto e da quel momento non me
ne sono più liberato >>
Shiho
chiuse un occhio mentre Haro le annusava la guancia.
<<
In che senso? >>
<<
Mi ha seguito per mezza città. Ha persino scoperto dove abito >>
Shiho
gli grattò dietro le orecchie ed il cucciolo guaì contento.
<<
Come hai detto che si chiama? >>
<<
Haro... >>
La
ragazza avvicinò il naso al suo.
<<
Il piccolo Haro-chan >> Sorrise << È davvero molto dolce
>>
Com'era
prevedibile la ragazza si mise a fargli le feste.
<<
Sei bellissimo tu! >>
E
com'era altrettanto prevedibile il cucciolo si mise ad abbaiare e
rispose alle coccole scodinzolando contento.
Adorava
le coccole e quella ragazza era dolce ed aveva un buon profumo.
<<
Arf! ARF! >>
Rei
ridacchiò. Non l'aveva mai vista così allegra prima del caffè.
<<
Dai adesso fa colazione … >> disse premuroso.
Shiho
alzò appena la mano.
<<
Ora mangio... >> disse assecondandolo per farlo stare zitto
<<
...ma guarda che carino... Come mai non l'ho visto prima? >>
<<
Ha il vizio di sparire per poi riapparire quando meno te l'aspetti.
Alle volte preferisce stare da Sumi o da Kazami. Fino a ieri non
sapevo se era il caso di parlartene... mi sembravi un tipo un po'
germofobico >>
Shiho
arricciò il naso guardandolo di traverso, ed anche un po' stupita,
dato che solitamente lui non sbagliava mai deduzione.
Ok,
girava con in borsa mascherine, guanti e una piccola farmacia
ambulante....
ma questo era normale no?
Abbassò
lo sguardo.
<<
Come potrei essere contraria a questo musetto? >>
Era
un cagnolino dall'aspetto molto dolce e simpatico. Una piccola palla
di pelo bianca.
Poi
era un furbetto, incredibilmente espressivo per essere un cuccioletto
e, a giudicare dalle parole di Rei, un ottimo segugio.
Shiho
rise.
<<
Mi ricorda qualcuno >>
Rei
alzò gli occhi al cielo non sapendo se interpretare quella frase
come un complimento o un insulto. E sicuramente era meglio non
approfondire.
<<
È uno spitz giusto? >>
Rei
portò una mano alla nuca.
<<
Credo sia un meticcio. Da come reagisce a certi rumori credo sia
incrociato con una razza vicina a quella dei lupi >>
<<
Ma davvero? >> se lo portò vicino al viso per guardarlo negli
occhi << Sei un lupetto Haro? Mh? >>
Rei
si sedette accanto a lei.
<<
Si … un lupetto... il caffè si fredda >> disse avvicinandole
il vassoio.
Shiho
lo ignorò nuovamente impazzendo quando Haro si mise a pancia in su
ed uscì la linguetta.
<<
Ma quanto sei adorabile! >> disse coccolandogli il pancino.
Il
cagnolino era così agitato che nell'euforia urtò involontariamente
il vassoio con la coda facendo cadere tutto il contenuto su Rei.
<<
Haro! >> sbottò il ragazzo.
Cazzo.
Scottava.
<<
Sei un monello. Un vero monello >>
<<
Non rimproverare Haro chan >> disse Shiho severa.
Rei
la guardò sentendo una stranissima sensazione alla bocca dello
stomaco. Come una strana inquietudine. Solitamente succedeva quando
era in missione.
<<
Ma... >> riuscì solamente ad articolare.
La
vide alzarsi col cucciolo in braccio.
<<
Povero piccolo. Così lo spaventi >>
<< … ma...
>>
Lei lo ignorò beatamente.
<<
Vieni cucciolo, ti riempio la ciotola. Vuoi un po' di prosciutto?
>>
Il
cucciolo guaì agitando piano la coda.
<<
Ma... >>
Shiho
gli chiuse la porta in faccia. Era attiva nonostante non avesse
assunto caffeina.
Rei
rimase solo, a letto, ricoperto di succo, marmellata di mirtillo e
caffè caldo.
<<
Fantastico >> disse annuendo tra se e se con un sorrisino
tirato e tanto tanto sarcasmo << … davvero fantastico >>
Angolo
dell'autrice.
Primo
capitolo dell'anno gente!
Come
va? Spero abbiate passato delle belle feste.
Ok
allora. È da quando ho letto Zero tea Time che volevo scrivere su
Haro. Mi
sono innamorata all'istante di quella pallina bianca.
Mi
sono arrovellata per capire come introdurlo nella storia. Avevo
scritto il pezzo centrale e finale ma non sapevo come iniziare finché
non ho
visto questa fanart.
Spero di averlo reso bene.
L'artista
è 鮭
川
su
pixiv (non ho trovato la traduzione del nikname).
A
presto ciao.
Violetta_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 43 *** Gelosia ***
Gelosia
Era
un tranquillo pomeriggio al Poirot.
I
raggi del sole entravano attraverso il vetro e tingevano di tonalità
calde le pareti del bar.
Due
clienti stavano gustando il piatto caldo della giornata, Azusa stava
preparando il thè e Amuro stava sistemando i piatti sulla credenza.
Improvvisamente
la campanellina appesa sopra la porta si mise a tintinnare ed un
allegro vociare spezzò quella calma ed il silenzio all'interno del
locale.
I
tre giovani detective entrarono nel locale parlando a voce alta.
<<
Che bello non vedo l'ora >>
<<
Chissà se riusciremo a prendere i cappellini ad edizione limitata...
>>
<<
Io voglio la trombetta! >>
<<
No Genta. La suoni troppo vicino alle orecchie! >>
<<
Eddai Ayumi. Questa volta giuro che sto attento >>
Dietro
i bambini il giovane Kudo camminava a passo lento con le mani in
tasca.
<<
Abbassate la voce! >>
Ovviamente
i tre lo ignorarono.
Shinichi
scosse la testa prendendo consapevolezza che rispettavano più Conan
che lui, poi si girò verso il balcone salutando il cameriere con un
gesto della testa. Il ragazzo ricambiò con un cenno della mano.
<<
Amuro-san per caso è pronta l'ordinazione? >>
<<
Hai >> rispose andando a prendere un sacchetto di
plastica << ...ecco qua i panini. Come mai tutto questo
fermento? >>
<<
Stasera andiamo al campo sportivo di Beika a vedere una partita >>
Quelle
parole ebbero uno strano effetto alle orecchie del ragazzo.
<<
Chi gioca? >>
Shinichi
fece un sorrisetto malizioso.
<<
Come non lo sai? I Big Osaka contro una squadra minore >>
Amuro
prese un altro sacchetto da riempire con le bibite incluse
nell'ordine celando un'espressione molto, molto irritata.
<<
Dev'essere un incontro importante >> disse con calma.
Shinichi
incrociò le braccia al petto irritato, sperava con quella
frecciatina di sortire qualche effetto.
<<
In realtà no. È un piccolo incontro per beneficenza però i ragazzi
non stanno più nella pelle >> Assottigliò gli occhi portando
due dita vicino al mento << Persino Shiho è contenta di uscire
>> mormorò.
Ma
dai?
La
cosa non lo sorprendeva affatto.
<<
Ah alla doc piace il calcio? Pensavo le interessasse solo lo shopping
>> disse con un tono talmente innocente che Shinichi non seppe
come controbattere.
<<
No le piace anche il calcio >> disse sperando di cogliere
qualche indizio dalla sua espressione. Niente. Era di ghiaccio <<
Beh allora vado >>
<<
Shinichi >>
<<
Si? >>
<<
Ci saranno le telecamere? >>
Il
ragazzo scosse la testa. Trattenendo un sorriso vittorioso.
Ecco
l'indizio.
<<
No. Come ti dicevo è un evento minore. Non mi azzarderei mai a
metterla in pericolo io >> disse uscendo velocemente dal
locale.
Amuro
alzò un sopracciglio.
*
All'interno
del piccolo campo sportivo c'era una folla incredibile, le urla erano
assordanti e si stava stretti.
Shiho
si guardò intorno con aria contrariata.
<<
Ma ti sembra regolare una cosa del genere? >>
Shinichi,
che non si era ancora seduto, venne colpito da una gomitata da un
uomo che stava camminando per raggiungere il suo gruppo di amici.
<<
Hai. In effetti potevano usare delle tribune più comode...
>>
disse massaggiandosi il braccio.
Shiho
fulminò con lo sguardo un ragazzo che agitava le braccia incurante
del fatto che accanto a lui ci fosse una bambina. Il ragazzo si fermò
immediatamente arrossendo e chinando il capo.
<<
Vieni qui Ayumi, siediti in braccio a me >>
Shinichi
si sedette accanto a lei.
<<
Eddai non lo vedi che ha smesso? >>
<<
Si. Ma sono certa che tra meno di due minuti ricomincerà e non
voglio occhi neri >>
Nel
senso che, se quel tipo si azzardava a anche solo a sfiorare la
bambina coi suoi modi maldestri, lei gli avrebbe fatto gli occhi
neri.
<<
Vuoi che la prenda io? >> domandò con ton cordiale ma questo
scaturì un rossore innaturale sulle guance della bambina.
Shiho
non poté fare a meno di sorridere con una punta di malizia: a quanto
pare la cotta non le era passata nonostante il passaggio da Conan a
Shinichi.
<<
Na stiamo bene così. Vero Ayumi? >>
<<
Sisi >>
*
La
partita si stava svolgendo come previsto con i Big a tre gol di
vantaggio sugli avversari, però al sessantaduesimo minuto, come
molto spesso succedeva quando c'era il Kudo ed i ragazzi nei paraggi,
un folle si mise a minacciare gli spettatori iniziando a sparare
sulla folla.
<<
Tutti a terra e fate tutto quello che vi diciamo >> disse un
secondo uomo.
Shinichi
chinò la testa guardando ogni angolo dello stadio: le uniche due vie
d'uscita erano state sigillate e le finestre erano troppo in alto.
Nel
trambusto Higo venne colpito ad una gamba aumentando il panico
generale.
Sanada
corse velocemente verso l'amico.
<<
Reisuke non ti muovere >>
L'allenatore
si mise le mani tra i capelli.
<<
Ci serve un medico! C'è un medico? >> disse in preda al panico.
Uno
di quegli uomini gli puntò la pistola alla testa.
<<
Stai zitto o ti faccio saltare il cervello >>
Nella
confusione generale Shiho si avvicinò con fare calmo.
<<
Se posso... >>
Il
criminale puntò la pistola contro la ragazza.
<<
Oh abbiamo wonder woman qui >>
I
bambini si misero a tremare mentre Shinichi cercava in tutti i modi
di farla tacere.
Era
diventata scema? Dov'era la ragazzina riflessiva e cauta che si
nascondeva dietro di lui?
Shiho
continuò a parlare con una calma invidiabile.
<<
Sono un medico e vorrei aiutare. Se quel ragazzo muore la vostra
situazione non farà che aggravarsi >>
Shinichi
la fissò con insistenza: il modo in cui stava gestendo la situazione
era davvero ammirevole.
Certo
era abituata a certe situazioni, però quel comportamento era
veramente da... manuale.
<<
Va bene. Gioca pure a fare il dottore ragazzina >>
Sanada
la guardò con un'espressione gentile cercando di nascondere una
punta di preoccupazione.
<<
Ragazzina... sicura di quello che fai? >>
<<
Si. Si calmi e mi faccia dare un'occhiata al giocatore >>
Reisuke
Higo era un tipo allegro e dalla scorza piuttosto dura, non era un
allarmista ed era rimasto immobile cercando di respirare con calma.
Quando
vide la ragazza che senza perdere tempo aveva abbassato il calzino
per visitarlo avvicinarsi fece un sorriso tirato.
<<
Come... come ti chiami? >>
<<
Miyano Shiho... >> disse lei controllando l'emozione di vedere
il suo idolo così da vicino.
<<
Shiho >> disse dolce << … che cosa si può fare? >>
Lei
lo guardò sorridendo rassicurante.
<<
Ok allora: so bene che con questa ci devi lavorare. Quindi cercherò
di fare in fretta ed evitare i nervi e legamenti. Siamo d'accordo?
>>
Higo
sorrise.
<<
Siamo d'accordo >>
La
squadra medica aveva ben poco: garze, anestetico spray e qualche
strumento base.
<<
Tranquillo la pallottola non ha colpito la vena femorale... cercherò
di capire se sono stati intaccati i nervi ma devi rimanere fermo
>>
<<
Wa... katta... >>
*
Due
giorni dopo.
Il
corridoio
della seconda divisione dell'ufficio investigativo
criminale era ancora
pieno di gente, testimoni oculari chiamati a deporre la loro versione
dei fatti.
Tra
questi Miyano Shiho.
Stava
appoggiata con le spalle contro il muro ed un'aria indifferente,
quasi annoiata, mentre attendeva il suo turno.
Shinichi
ed i bambini erano stati chiamati il giorno prima, lei aveva potuto
temporeggiare grazie alle sue conoscenze, ma non poteva certo
sfuggire a quel dovere, soprattutto non dopo essersi messa in mostra.
Improvvisamente
una figura catturò la sua attenzione distraendola dalla noia.
Drizzò
la schiena e lo raggiunse con passo svelto, le dava le spalle.
<<
Come mai sei tra i testimoni? >>
Rei
portò le mani dentro le tasche dei pantaloni e fece un sorrisetto
mentre chiudeva gli occhi e faceva spallucce con nonchalance.
<<
Questioni di lavoro >>
Shiho
assottigliò gli occhi. Quanto lo detestava quando si comportava in
quel modo.
<<
Eri nello stadio? >>
<<
Ti devo forse ricordare che gli attentati fanno parte delle mie
competenze come agente di pubblica sicurezza? >>
<<
Trovo solo strano che un caso del genere sia di tua competenza >>
<<
Potevano essere loro >>
Si.
Come no...
<<
Visto che ne parliamo... >> disse Rei cercando di approfondire
<< ...per caso tu...? >>
Venne
interrotto prima di poter ottenere qualsiasi informazione.
<<
Dottoressa Miyano >>
Lei
si girò incontrando gli occhi gentili del bellissimo calciatore.
<<
Si? >>
<<
Vorrei ringraziarla per l'aiuto. Il dottore ha detto che grazie al
suo intervento la mia carriera non sarà compromessa >>
Shiho
sorrise.
<<
Ne sono lieta >>
Rei
alzò gli occhi al cielo e fece per andare via. Non aveva voglia di
stare lì a vedere quel giocatore balbettare davanti a miss regina
dei ghiacci.
<<
Mi piacerebbero ringraziarla... che ne dice di un invito a cena?
Magari quando mi toglieranno la fasciatur.... >>
Fece
un rapido retrofront.
No.
Non stava affatto balbettando. E la regina dei ghiacci sembrava
propensa allo scioglimento.
<<
Domando scusa... >> disse con un sorriso serafico che celava
un'aura degna di uno shinigami << Signorina Miyano la cercano
per la deposizione >> disse prendendola gentilmente per un
braccio trascinandola con passo deciso.
Shiho
inizialmente gonfiò le guance guardandolo con disappunto, poi prese
consapevolezza e lo seguì non riuscendo a trattenere una risata.
<<
Sei geloso Furuya? >>
Lui
si girò fissandola intensamente negli occhi.
<<
Shiho sei la ragazza più folle, contraddittoria, sarcastica,
isterica ed inquietante che conosca... >>
Lei
alzò un sopracciglio pronta a rispondere a tono a quella sfilza di
insulti.
<<
... È ovvio che io sia geloso>>
Ammutolì
all'istante.
Rei
le prese la mano per condurla fuori dall'edificio.
Shiho
accennò un sorrisino, poi passò la lingua nel palato incrociando le
mani al petto ed inspirò.
<<
Comunque sappi che ho intenzione di farmi fare l'autografo >>
<<
No. Tu adesso esci da questo edificio >>
<<
Allora glielo chiedi tu? >> replicò con dolcezza.
Lui
strabuzzò gli occhi.
<<
Cos...? No! >>
Lei
sorrise dolcissima.
<<
Allora mi tocca accettare il suo invito a cena e farmi fare
l'autografo durante l'appuntamento >>
Rei
si girò e la fissò dritta negli occhi.
Lei
sostenne il suo sguardo con un sorrisino malizioso.
Sospirò
rassegnato.
<<
E va bene... torniamo a farci fare questo dannato autografo >>
<<
Torniamo? >>
<<
Si torniamo. Io vengo con te >>
|
Ritorna all'indice
Capitolo 44 *** Peluche ***
Peluche
Era
una normale serata alla Maison Mokuba. Il tempo era mite e c'era un
piacevole silenzio nell'aria.
All'interno
dell'appartamento al secondo, o terzo, piano c'era un piacevole tepore
che accolse Shiho non appena aprì la porta.
La
ragazza gettò la borsa sul divano e si tolse la giacca.
<<
Ehi... >> emise con tono stanco e il suo solito cipiglio
irritato.
Haro
le andò incontro scodinzolando e il suo umore cambiò all'istante.
<<
Ciao piccolo tesoro mio >> disse chinandosi a coccolarlo con un
adorabile sorriso.
Rei,
che stava cucinando, fece un sorrisino tirato.
Certo.
Lui era piccolo tesoro mio.
<<
È quasi pronto >>
<< Haaai... >> annusò l'aria
<< ...che profumo. Cos'è? >>
<< Risotto. Prendi
qualcosa da bere dal frigo? >>
La
ragazza annuì e si avvicinò al frigo prendendo dell'acqua e una
bottiglia di vino, poi finì di apparecchiare la tavola.
<<
Oggi Santana andava a mille e nella fretta ho dimenticato il
caricabatteria del pc al dipartimento. Mi presti il tuo? Dopo cena
devo studiare >>
Rei
continuò a girare il cucchiaio nella padella ma rallentò i
movimenti.
<<
Eeetto... si... è di là. Vado subito >>
<< No
tranquillo vado io >>
Il
ragazzo si girò a guardarela e poi torno a girare il riso in
padella.
*
Per
"di là" il ragazzo intendeva il suo studio.
Era
l'unica stanza in cui Shiho non era mai entrata dato che generamente
era chiusa.
Fece
due passi senza accendere la luce sfruttando quella della cucina e si
guardò intorno: come era facile da immaginare anche lì l'ordine era
imperante e trovò subito quello che stava cercando.
Trovò
anche un'altra cosa che le fece strabuzzare gli occhi.
Nonostante
fosse ben arredato, nell'appartamento dell'agente Furuya non c'erano
molti effetti personali: nessuna foto, nessun soprammobile, nessun
oggetto che lo identificasse.
Però,
posto sulla scrivania del suo studio, c'era un peluche. Un gatto
calico per la precisione.
Lo
prese rigirandoselo tra le mani ed uscì dalla camera.
<<
E questo? Carenze d'affetto Furuya? >>
Il
velo di malinconia che riuscì a scorgere per un istante nei suoi bei
occhi azzurri le fece pentire subito di aver fatto quella battuta.
<<
Un uomo può sentirsi davvero molto solo in questa città... >>
rispose lui con tono teatrale e vagamente comico << ... dai
vieni. È pronto >>
Shiho
battè le palpebre un paio di volte, probabilmente era stata una sua
impressione a causa della stanchezza e quello era solo un giocattolo
di Haro.
Si
affrettò a posare l'oggetto sul divano e si mise a tavola iniziando
a mangiare quel delizioso piatto.
Haro
mangiava dalla sua ciotola vicino la finestra.
<<
Sai quando saranno pronti i risultati degli esami per il mio caso?
>>
domandò Rei versando un po' di vino nel bicchiere.
<<
Settimana prossima >> disse Shiho per poi prendere due sorsi di
vino.
<<
Ah >> disse con tono deluso << ... non c'è modo di
accellerare i tempi? >>
La
scienziata lo fissò severa.
<<
Sai che non è possibile >>
Lui
le rivolse uno dei suoi sorrisi ammalianti.
<<
Eddai tu sai fare tutto >>
<<
Lo so ma ci vuole tempo >>
<<
Antipatica >>
<<
Adularmi non servirà a nulla >> disse lei con un sorrisetto.
Haro
si mise a fissare il peluche ma non osò toccarlo. L'ultima volta che
si era avvicinato Rei l'aveva rimproverato severamente.
Angolo
dell'autrice.
No. Non spaventatevi ragà, sono viva.
Spero
che il capiroletto vi sia piaciuto. Grazie a tutti i lettori.
A
presto ciao.
Baci
baci.
Violetta_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 45 *** Regole per una serena convivenza -Caffè- ***
Caffè
Lunedì
mattina: ovvero mai mettersi tra una donna ed un suo caffè.
Il
piccolo Haro mangiava nella sua ciotola vicino la finestra
Rei
era seduto sul divano nella sua cucina intento a sfogliare una
rivista di sport.
Sentì
aprire la porta e vide una figura snella puntare il bancone della
cucina e muoversi velocemente verso di esso.
I
primi tempi commetteva l'errore di salutarla e puntualmente veniva
ignorato, o peggio si beccava certe occhiate omicide che nemmeno
Vermouth quando gli si nominava il capo.
Adesso
aveva capito che era meglio evitare.
Si
rimise a leggere guardandola di sottecchi di tanto in tanto.
Aveva
appena azionato la macchina del caffè.
Dopo
un trenta secondi vide la spia verde accendersi.
Ok
inizia il rituale.
Caraffa
di caffè piena.
Si
versa una tazza di caffè.
La
guarda con aria corrucciata nemmeno fosse contaminata da quanche
virus.
Posa
la tazza sul bancone prende la caraffa, una tazza pulita, una bustina
di zucchero, e se ne va.
Se.
Ne. Va.
Pa.
Pa.
*
Mezz'ora
dopo.
<<
Shiho? >>
Nessuna
risposta.
<<
Shi sei pronta? Dai dobbiamo andare a lavoro! >>
Non
ricevendo risposta aprì la porta del bagno.
<<
Shiho ti ho chi... >>
Venne
invaso da una temibile aura viola scuro e subito dopo per poco non
venne colpito da un pesante flacone di bagnoschiuma all'aloe formato
famiglia.
<<
QUANTE VOLTE TI HO DETTO DI NON METTERMI FRETTA! >>
...
ok...
A
pochi passi da lui Haro lo fissava con la tipica espressione da
"perchè te le cerchi?"
*
Dieci
minuti dopo la rivide andare verso l'ingresso e calzare con cura le
sue belle decoltè rosa antico con dettagli neri.
Apprifittò
di questo lasso di tempo per togliersi un dubbio.
<<
Hai mai pensato che i
tuoi disturbi sono dovuti al consumo eccessivo di caffè? >>
Shiho
lo guardò malissimo
mentre allungava la mano per aprire la porta.
<< Non essere ridicolo
>>
Angolo
dell'autrice.
Chiedo
davvero perdono per il ritardo. Non ci sono scuse ma solo una
motivazione... non ero molto convinta del capitolo.
Spero
comunque di aver fatto un lavoretto simpatico.
Grazie
infinite a tutti i lettori.
A
presto e
un bacione.
Violetta_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 46 *** Babs ***
Babs
<<
Che cazzo significa “hanno dato fuoco alle ruote della macchina”?
Li seppellisco vivi! >>
Shiho
spalancò gli occhi ma continuò a lavorare senza alzare la testa. I
suoi colleghi si stavano occupando di un altro caso e lei era sola
nella stanza con la Baba e il cadavere che stavano analizzando.
Adorava
il suo lavoro al laboratorio di medicina legale ma quando al suo capo
aveva la luna storta allora per tutto l'edificio aleggiava come
un'aria di terrore e disagio.
<<
No, non li vengo a prendere. No. Ehi! Perché non te ne occupi tu
sfaticato? >>
Shiho
rimase immobile per tutta la durata della telefonata.
I
figli di quella donna dovevano essere proprio due demoni, si
cacciavano nei guai almeno una volta a settimana.
E
pensare che non dovevano essere tanto più piccoli di lei dato che
frequentavano l'ultimo anno di liceo.
Inoltre
l'ex marito non era affatto di aiuto.
Santana
chiuse la chiamata sbuffando.
<<
Shiho ripeti con me: "i figli non si fanno” >>
<<
Eh? >>
<<
NON SI FANNO >> sbraitò rimettendosi la mascherina.
Shiho
sobbalzò. Quando la Baba faceva cosi era decisamente meglio
assecondarla.
<<
Scusate... >>
Santana
spalancò gli occhi mentre le pupille le si rimpicciolirono, un'aura
nera e funesta si formò partendo dai suoi piedi e nell'aria
aleggiarono le note di “Masked
ball".
Stava
per urlare contro il povero sventurato di turno che aveva osato
aprire la porta senza bussare, ma quando si rese conto che l'intruso
era il bel possessore di due occhioni azzurri ed un fisico da
copertina cambiò immediatamente umore.
<<
… sono qui per gli esami richiesti questa mattina >>
Santana
mise le mani sui fianchi accennando appena un sorriso.
<<
Sai che ci sono tuoi colleghi che attendono anche due settimane per
un esito? >>
Rei
fece un sorrisetto e poi le fece l'occhiolino.
<<
Ma non sono belli e simpatici come me >>
Lei
arricciò il naso e ampliò il sorriso tirandogli i fogli che
l'agente prese al volo.
<<
Ma vattene via! >> disse con tono insolitamente dolce <<
VIA >>
Lui
se la rise e fece un occhiolino più indirizzato a Shiho che alla
capa, poi uscì dalla stanza fischiettando.
Shiho
batté le palpebre e poi si rimise a lavoro celando la sua
perplessità.
<<
Acc... in realtà dovevo consegnare questi documenti >> disse
Santana.
Si
girò rinsavita dalle parole della capa.
<<
Vado io >>
*
Ci
mise poco a raggiungerlo, era ancora in corridoio.
<<
Rei >> lo chiamò consegnandogli la cartelletta.
Lui
sorrise.
<<
Ah ah! Lo sapevo che non mi lasciava a bocca asciutta >>
Dato
che il corridoio non era molto affollato Shiho decise di togliersi
quel dubbio.
<<
Come mai tu e la Baba siete tanto in confidenza? >>
Rei
fece un sorrisetto appena accennato.
<<
Ah... ci conosciamo da anni, è una tipa simpatica, abbiamo
collaborato ad un sacco di casi... >> disse girandosi e
salutandola con un cenno della mano.
<<
… e poi una volta ho arrestato i suoi figli >>
Lei
stava per annuire soddisfatta dalla risposta quando rimase basita
dall'ultimo dettaglio.
<<
Aspett... COSA? >>
Non
ebbe il tempo per ottenere risposta poiché la sua capa la richiamò.
<<
Shiho? Dove sei finita? >>
La
ragazza scosse la testa e si girò tornando a lavoro.
Angolo
dell'autrice.
Tornata
dopo un po' di tempo (vi prego non me ne vogliate).
So
che non è la prima volta che lo scrivo, e so che sto andando un po'
a rilento, ma spero che il mio lavoro sia comunque
apprezzato.
In
questo caso c'è sotto anche una sorta di dedica a tutti coloro che
apprezzano la figura della Baba e i suoi dolci figlioli.
Che
dire? Grazie a tutti i pazienti lettori e alla prossima.
Un
bacione.
Violetta_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 47 *** Lettura ***
Lettura
<<
Veleno?>>
<<
Si >>
<<
Quindi la causa del decesso non è infarto >>
*
<<
Perché devi sempre essere così idiota? >>
Rei
alzò la testa guardando verso la porta chiusa dell'appartamento.
Oh
-Oh...
<<
No ascoltami... >> disse Shiho concitata col cellulare tra
l'orecchio e la spalla, la borsa tenuta con la mano sinistra e la
destra intenta a rovistare tra appunti e trousse alla ricerca delle
chiavi << …. Shinichi se mi chiudi il telefono in faccia
scordati il mio aiuto. Non me ne frega niente se vai di fretta. Tu
vai sempre di fretta! >>
Entrò
nell'appartamento sbattendo la porta, tirò la borsa sul divano,
sbuffò appendendo nervosamente la giacca nell'appendiabiti e
finalmente prese il telefono in mano perché cominciava ad avvertire
un principio di cervicale.
<<
Ma non posso! Shini... >> disse rendendosi conto che lui le
aveva chiuso la chiamata.
Guardò
il telefono come se volesse incenerirlo con lo sguardo.
<<
Egoista egocentrico... >> mormorò con rabbia.
Come
quando voleva andate al viaggio d'istruzione. Il bimbo.
Lui
era il povero innocente con un desiderio, un sogno
meraviglioso ed irrinunciabile e lei la stronza che voleva
impedirgli di realizzarlo.
Lui
l'intraprendente e lei quella che lo ostacolava.
La cosa più
vicina al viaggio d'istruzione che aveva fatto lei era un
appostamento con due killer a fianco ed un'esaltata tatuata
appollaiata su un palazzo in periferia.
Rei
la fissò con
la coda dell'occhio senza commentare continuando a
massaggiare il pancino di Haro. Il cucciolo abbaiava entusiasta ed
agitava una zampina.
Erano
davvero adorabili insieme.
Shiho
rimase ferma a guardare in cucciolo che ansimava con la lingua di
fuori finché non fu lui ad accorgersi della “mamma”, a quel
punto rizzò le orecchie e le andò incontro scodinzolando.
Lei
si chinò prendendolo in braccio e gli diede un bacio.
<<
Ciao cucciolo >> disse un po' più dolce cominciando a
coccolarlo e a grattargli dietro le orecchie << ciao piccolo
adorabile >>
<<
Ciao anche a te >> disse sarcastico Rei, che oggi come sempre
era stato bellamente ignorato.
La
ragazza scosse la testa. Permaloso.
<<
Com'è andata? Problemi? >> domandò lui.
Shiho
alzò gli occhi al cielo.
<<
Quel cretino è stato coinvolto nel caso Miura e quindi crede che io
sia alle sue dipendenze... “trovami i casi simili” >> disse
facendo una brutta imitazione di Shinichi. << Come se fossi un
browser. O la sua segretaria >> si sedette sul divano e sbuffò
<< ... se solo mi ascoltasse... >>
Haro
mugolò e le leccò il naso.
Rei
l'ascoltò mentre finiva di apparecchiare la tavola.
<<
Dai vieni qui. Ho preparato degli onigiri >>
Shiho
inspirò.
<<
Certo io e la Baba abbiamo fatto l'autopsia ma questo non gli da il
diritto di... >>
<<
... se preferisci posso improvvisare qualcosa di più occidentale
>>
Shiho
lo guardò storto scontrandosi col suo sorrisetto affabile da
schiaffi.
Poi
capì che lamentarsi di quello scemo non avrebbe risolto nulla, solo
rovinato il resto della notte ad entrambi.
Mise
Haro a terra e si sedette a tavola, lo guardò e poi guardò il
piatto con poco interesse.
<<
Grazie ma non ho molta fame >>
Prese
il suo pc aprendolo e iniziando a digitate velocemente sui tasti.
<<
Che stai facendo? >> domandò Rei un po' retorico.
Shiho
inspirò nervosa.
<<
Niente >> disse effettuando le ricerche richieste dal bimbo
intraprendente.
Lui
la guardò deluso.
<<
Quindi hai deciso di non mangiare nulla? >>
<<
Si >>
<<
Ma devi mangiare qualcosa >>
<<
Rei non ho cinque anni >> disse scocciata.
Rei
le
fissò intensamente il petto.
<<
Oh
non lo metto in dubbio >>
Shiho
arrossì
appena.
<< Schibé!
>>
Lui
non aggiunse altro e si girò andando verso il ripiano della cucina
con un sorrisetto impertinente stampato sul viso.
Prese
un vassoio e vi mise sopra gli onigiri e due bicchieri di vino rosso,
prese un buon libro e si sedette sul divano.
<<
Dai vieni. Hai lavorato tutta la notte e tra un paio d'ore devi
presentarti davanti Tome-san. Se non riposi un po' rischi di crollare
>>
Shiho
lo guardò e si lasciò convincere dal suo sorriso rassicurante.
<<
Ok. Ma ricomincia dal capitolo 5 >>
Si
sedette accanto a lui sentendolo leggere.
Lo
facevano spesso. Sceglievano un libro, lui leggeva e lei ascoltava
con la testa poggiata contro il suo petto.
In
varie occasioni si era ritrovata in quella posizione: quando
dormivano, quando suonavano la chitarra, dopo un allenamento di
tennis o semplicemente quando guardavano la tv.
E sempre aveva la
stessa sensazione.
Dolce,
di tranquillità, di calma, di protezione di... familiare.
Rei
la guardò, aveva mangiato tre onigiri e sorseggiato un po' di vino.
Sorrise soddisfatto.
Era bello vederla più serena.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 48 *** Poor baby ***
Poor baby
<<
Quindi è stato assassinato >> disse Heiji.
<<
Già … Bisognerà perquisire la casa. Aspetto che la polizia si
procuri un mandato >> disse Shinichi mentre camminava con passo
lento accanto a lui.
<<
Viveva solo? >>
<<
No... con la nipote. Sono state lei e Sonoko a ritrovarlo, ieri
pomeriggio. Era steso a terra in fondo alle scale >>
Heiji
portò due dita sul mento.
<<
A me sembra un incidente in casa. Come mai investighi su questo caso?
>>
Shinichi
alzò gli occhi al cielo mentre si metteva le mani in tasca.
<<
Beh si all'inizio si è pensato ad un infarto con conseguente caduta
dalle scale, ma secondo gli esami l'uomo stava bene, non aveva
problemi cardiaci, quindi si è svolta l'autopsia e dai referti
risulta che l'uomo è stato avvelenato >>
<<
Oooh...? >>
Shinichi
annuì.
<<
Non è il primo caso in quella zona sai? Però mi serve tempo per
trovare un nesso >>
<<
Mi piacerebbe aiutarti ma sai che devo ripartire >>
<<
Grazie comunque. Mi servirebbe davvero una mano. Almeno un amico che
vorrebbe aiutarmi c'è... >>
<<
Che intendi? >>
Shinichi
roteò gli occhi al cielo.
<<
Ho chiesto aiuto a Shiho... potrebbe darmi una grande mano. Sai dato
che lavora per la scientifica e potrebbe avere informazioni
importanti. Ma lei non vuole aiutarmi... >>
Aprì
la porta del bar facendo tintinnare la campanellino.
<<
… certe volte quella ragazza è veramente insopportabile >>
Rei
aveva iniziato da poco meno di un'ora il suo turno al Poirot quando
il ragazzo era entrato nel caffè ordinando un'aranciata
sproloquiando su Shiho con Heiji.
Il
locale era vuoto e Azusa era uscita per fare la spesa.
Non
era la prima volta che Shinichi si lamentava del caratterino della
ragazza.
Rei
origliava in completo silenzio continuando a lavare i piatti.
<<
Le ho solo chiesto di verificare se per caso ci potessero essere
collegamenti con altri casi. Ma lei no... è troppo impegnata! >>
Bevve
due abbondanti sorsi della sua ordinazione.
<<
Sempre a dirmi di no... faceva così anche con la pillola. “No
Shinichi ti fa male” o “Potrebbero esserci degli effetti
collaterali” >> disse mimando male la sua voce.
Incrociò
le braccia al petto e gonfiò le guance imbronciato.
<<
Sai che mi stavo perdendo il viaggio di istruzione per colpa sua?
>>
Heiji
stava per rispondere ma venne prontamente bloccato da una terza voce.
<<
Oh povero piccino >>
Shinichi
si accigliò.
Fino
a quel momento Rei non aveva mai espresso la sua opinione, al massimo
qualche volta aveva fatto un sorriso di circostanza.
Ma
quella frase l'aveva detto con un tale tono di sarcasmo e
compatimento che lo spiazzò.
<<
Mi stai prendendo in giro? >>
Rei
posò il bicchiere appena pulito con un gesto secco.
<<
Lo sai qual'è stato il suo viaggio di istruzione? Il trasferimento
dall'università in America al laboratorio di ricerca nei sotterranei
di un'azienda farmaceutica >>
Shinichi
batté le palpebre spiazzato e Rei continuò a parlare.
<<
La sua scuola era costituita da professori che cambiavano in
continuazione in modo da non porsi alcuna domanda e i suoi “baby
sitter” giravano armati >>
Heiji
decise saggiamente di non proferire parola.
Kudo
posò le mani sul tavolino.
<<
Ma che stai dic... >>
Non
ebbe il tempo di finire la sua domanda.
<<
Quello che ha fatto lo ha fatto per disperazione dopo aver perso
tutta la sua famiglia e nonostante ciò si sente enormemente in colpa
nei tuoi confronti. Anche adesso. E anche se ha un carattere
particolare alla fine te le fa passare tutte. Dalla recita, al
viaggio in Inghilterra, alla gita ... >>
Il
liceale lo guardò sorpreso, ma poi abbassò la testa rendendosi
conto che era vero.
<<
… quindi perdonami tanto se quando fai così non riesco affatto a
prenderti sul serio Shinichi >>
Il
ragazzo sentì un peso allo stomaco.
<<
Come... come sai della recita e delle altre cose? >> domandò,
forse in un vano tentativo di cambiare discorso.
<<
Un po' di cose le ho scoperte indagando su di te, altre le ho intuite
grazie a Ran quando si confida con le sue amiche. Se te lo stai
chiedendo
no. Shiho non mi ha mai detto una parola >>
Shinichi
deglutì con lo sguardo fisso.
Non
aveva mai pensato a quanto la piccola Ai si prodigasse per lui.
<<
E comunque la ricerca la sta facendo >> continuò Rei <<
Probabilmente ti darà i risultati stasera dopo che avrà finito il
suo turno a lavoro. E ci tengo a precisare che il suo lavoro non è
facile >>
Heiji
si nascose dietro la sua coca cola sorseggiandola molto molto
lentamente.
Shinichi
si sentì un verme. Veramente un verme. Poi gli venne un dubbio e
alzò la testa
<<
E tu come fai a... ? >>
Venne
zittito dalla suoneria del suo cellulare.
<<
Ispettore salve. Novità? >> guardò Heiji con aria complice
<<
… hanno ottenuto il mandato >>
Amuro
assottigliò lo sguardo e si tolse il grembiule.
<<
Che fai? Non puoi lasciare il bar vuoto >>
Amuro
fece spallucce mostrando un sorriso affabile.
<<
Ho mandato un messaggio ad Azusa. Tanto sta tornando. E poi non vedo
l'ora di vedere il grande giovane detective e Goro sensei
all'opera insieme >>
Angolo
dell'autrice.
I'm
baaak. I'm baaaak!
In
questo periodo sfortunato l'unica cosa positiva poteva essere trovare
il tempo di scrivere no?
Sarebbe
stato bello no?
No.
Il pc non era dello stesso avviso.
Comunque.
Non
parlate male di Shiho davanti a Rei.
Non
toccatele Shiho perché si incazza come uno Shinigami senza mela.
A
parte gli scherzi, in realtà è una cosa che mi ha sempre dato un
po' fastidio il fatto che Shiho passa per la stronza mentre Shinichi
è quello sempre bravo, il poveretto, anche se poi Shiho lo
asseconda.
È
un pensiero solo mio o qualcuno condivide? Fatemi sapere.
Grazie
a tutti i lettori, spero che anche questo capitoletto vi sia piaciuto.
Un
saluto.
Violetta_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 49 *** Scudo ***
Scudo
<<
Su coraggio Kaeri >>
<<
Ti staremo vicine. Chiamaci per qualunque cosa >>
Sonoko
e Ran si trovavano in villa Miura intente a consolare la nipote del
padrone di casa, vittima di un incidente.
La
ragazza era molto scossa e con le lacrime agli occhi.
Takagi
stava interrogando i vicini e i curiosi che si erano avvicinato al
cancello.
Goro,
che si trovava vicino l'ispettore Megure, si avvicinò con rispetto
alle tre ragazze parlando con tono cortese.
<<
Signorina, mi rendo conto della situazione, ma siamo qui per
l'ispezione. Coraggio ci faccia strada >>
Kaeri
si girò mostrando i suoi occhioni verdi gonfi per il pianto. Annuì
lentamente e si alzò mostrando loro la casa.
All'ingresso
padroneggiava la bella scala in legno con un tappeto di spesso
velluto rosso al centro, ai piedi dei quali era stato trovato l'uomo.
In cima un grande orologio antico rifinito in oro.
Shiho
si trovava proprio lì con la figlia di Tome. Stavano effettuando i
rilevamenti.
Sulla
sinistra una bella cucina perfettamente ordinata, un salottino, una
sala da pranzo molto grande e lussuosa. Sulla destra un ampio salone,
una biblioteca e un'ampia veranda.
Sul
piano superiore uno studio privato e sei camere da letto.
<<
Nonno ha comprato questa casa dopo essersi sposato. Nonna è morta
dieci anni fa in un incidente stradale insieme ai miei genitori. Da
allora Nonno organizza sempre delle cene e delle feste. O permette a
me di organizzarle. Adorava essere circondato dagli amici e lo amavano
tutti...
>> deglutì cercando di trattenere le lacrime << Ancora
non capisco chi possa aver commesso questo orribile gesto >>
disse ricominciando a piangere.
Sonoko
sospirò affranta.
<<
I party organizzati in questa casa erano davvero splendidi >>
Goro
le porse un fazzoletto.
<<
Coraggio signorina... si calmi >>
Megure
guardò l'ufficio della vittima notando il perfetto ordine.
<<
Lei abita da sola con suo nonno? Non c'è nessun altro? >>
La
ragazza parlò con la voce tremante.
<<
C'è la domestica. Gochi san. Lei si occupa della casa e prepara i
pasti >>
<<
E dov'è adesso? >>
<<
Ecco... non si è ancora presentata a lavoro... è da ieri mattina
che non la vedo >>
Goro
alzò un sopracciglio.
<<
Ah... >>
Kaeri
lo guardò.
<<
Perché quella reazione? >> spalancò gli occhi e portò una
mano davanti le labbra scandalizzata << … non penserà sia
stata lei? >>
Sonoko
impallidì.
<<
Oh cielo... io ho mangiato qui così tante volte... >>
Megure
mise le mani avanti.
<<
Calma calma... non saltiamo a conclusioni affrettate >> si girò
verso un agente << … mettetevi in contatto con la signora
Gochi >>
<<
Hai >> rispose l'uomo eseguendo l'ordine.
Shinichi
si era soffermato a guardare l'orologio. Stava facendo qualche
domanda a Tome-san.
Amuro
si guardò intorno notando le pregiate rifiniture della scala e i
quadri di noti pittori appesi al muro. Aprì una porta trovandosi
nella camera dell'uomo.
<<
Hai notato qualcosa? >> domandò Shiho a bassa voce.
Il
ragazzo si girò guardandola gentile.
<<
Stavo solo notando che la camera si trova nella parte opposta
rispetto l'ufficio >>
<<
E allora? >>
<<
Beh penso che... >>
Schiuse
le labbra e batté le palpebre udendo dei passi dietro di lui.
<<
Signori... >>
Un
uomo distinto, elegante vestito con un completo nero, stava salendo
lentamente le scale.
Si
voltò a guardarlo. Alzò la testa e assottigliò lo sguardo.
Shinichi
si mise in piedi scrutandolo curioso. Era alto e con un'espressione
molto dura.
Shiho
si nascose istintivamente dietro la sua schiena poggiando una mano
sulla sua spalla.
Rei
sentì il respiro affannato della ragazza solleticargli il collo.
Socchiuse
gli occhi e la guardò con la coda dell'occhio.
<<
Tranquilla non può essere uno di loro. Ho la zona sotto controllo
>>
sussurrò rassicurante.
Shiho
lo guardò e accennò un sorriso.
<<
Ah... >>
Alle
volte il suo particolare sesto senso le giocava dei brutti scherzi.
<<
… scusa >>
Amuro
le sorrise. Uno dei suoi pochi sorrisi sinceri.
<<
Va tutto bene >>
Shinichi
aveva osservato di sottecchi tutta la scena.
Socchiuse
gli occhi.
C'era
stato un tempo in cui si rifugiava dietro di lui.
Serrò
la mascella guardando il ragazzo con aria truce.
Rei
se ne accorse ma decise di non dire nulla.
Non
si scompose più di tanto, dopotutto era praticamente certo che
Shuichi gli avesse parlato.
L'uomo
intanto si era avvicinato a Goro e all'ispettore.
<<
… sono l'avvocato della famiglia Miura >>
<<
Cosa ci fa qui? >>
<<
Come tutore legale della ragazza è mio dovere essere qui. Sono stato
informato questa mattina >>
Megure
annuì.
<<
Capisco >>
Kaeri
si avvicinò all'uomo in lacrime.
<<
Ah Ketagawa è orribile! Dicono che è stato avvelenato! Ma chi può
aver fatto questo? Tu eri qui ieri mattina. Non ti sei accorto di
niente? >>
I
detective e Megure alzarono la testa interessati.
<<
Lei era qui? >> domandò Shinichi.
L'uomo
annuì.
<<
Avevamo un appuntamento. Sono arrivato alle nove e mi sono
intrattenuto per un paio d'ore >>
Goro
fece il sorriso tipico di chi ha capito tutto.
<<
Quindi lei può averlo avvelenato >>
L'uomo
aggrottò la fronte piuttosto irritato.
<<
Ma come si permette? Perché avrei dovuto fare una cosa del genere?
>>
<<
Forse avete discusso >> ipotizzò il detective.
<<
No. Al contrario, era un cliente eccellente. Non avevo alcun motivo
per ucciderlo >> guardò Kaeri << … di sicuro tu ne
avevi più di me >>
Sonoko
alzò i pugni e si mise ad urlare.
<<
Ma che dici? Kaeri non sarebbe capace di un gesto del genere. A suo
nonno poi... È una mia amica e poi ieri è stata quasi tutto il
giorno con me! >>
Kaeri
si mise nuovamente a piangere.
<<
Io adoravo mio nonno... >>
Takagi
tornò con il suo block notes in mano.
<<
Sono riuscito a contattare la domestica: ieri mattina si è alzata
verso le 6.00, ha preparato sia la colazione che il pranzo, ha messo
in ordine, ed è uscita verso le 8.30 >>
Megure
inclinò la testa.
<<
Perché fare un orario simile? >>
<<
Sua figlia sta male e negli ultimi tempi fa un orario ridotto in
casa. Pulisce e prepara i pasti la mattina poi va dalla figlia.
Purtroppo il suo stato di salute è peggiorato quindi due giorni fa
ha chiesto un permesso più lungo >>
Amuro
mise due dita sul mento.
<<
Certo sarebbe stato davvero rischioso mettere il veleno sul cibo.
Dato che in casa vivono due persone e spesso ci sono ospiti, come
poteva assicurasi che il boccone avvelenato lo mangiasse proprio lui?
>>
Shiho
annuì.
<<
Senza contare che non abbiamo rilevato sostanze velenose in casa
>>
Kaeri
e Sonoko tirarono un sospiro di sollievo.
<<
Certo che... per essere una casa frequentata da tanta gente c'è un
ordine perfetto >> continuò Amuro.
Ketagawa
si avvicinò di due passi.
<<
Il signor Miura era un uomo estremamente ordinato. E poi le feste si
svolgevano sempre e solo nell'ala est. In salone. Nessuno usciva mai
da quella stanza >>
Sonoko
annuì.
<<
È vero... una volta sono uscita con un paio di amiche e lui si è
arrabbiato molto >>
Kaeri
fece spallucce.
<<
Aveva le sue particolarità... come tutti no? >>
Ci
fu un momento di silenzio rotto dalla voce dell'apprendista di Goro.
<<
Certo che è strano >> disse.
Megure
lo ascoltò curioso.
<<
Cosa? >> domandò
<<
Miura- san è un uomo ossessionato dall'ordine eppure poco fa ho
notato che sul suo comodino c'è una scatola di integratori in bella
vista … non è strano? >>
Kaeri
portò un fazzoletto davanti il viso.
<<
Mio nonno usava fare un sonnellino dopo pranzo. Subito dopo prendeva
quegli integratori e poi andava nel suo studio a lavorare >>
Ketagawa
annuì.
<<
Si è vero. Sosteneva che lo aiutassero a concentrarsi meglio >>
<<
Si d'accordo... >> disse Amuro << ma perché non
rimetterli a posto? >> domandò con la sua solita -finta-
innocenza.
La
ragazza non seppe dare risposta.
<<
Se ne sarà scordato >>
In
quell'istante Shinichi venne folgorato da un'intuizione.
Tornò
nuovamente davanti l'orologio e si girò guardando un dettaglio.
Sorrise.
Ecco come aveva fatto.
<<
No... suo nonno non se l'è scordato >>
Kaeri
si girò.
<<
C... cosa? >>
Shinichi
fece un sorriso un po' inquietante.
<<
Suo nonno era un tipo abitudinario: faceva sempre un sonnellino dopo
pranzo. Poi si alzava, prendeva l'integratore e si recava nel suo
ufficio.
Era
risaputo >>
<<
Si... è allora? >>
Shinichi
puntò il dito verso il pavimento vicino la scala.
<<
Che stai indicando Shinichi? >> domandò Megure.
<<
Non vedete niente? >>
Goro
si stufò.
<<
Si può sapere che dovremmo vedere? >>
Il
ragazzo sorrise.
<<
La piega >>
Amuro
sorrise e Shiho lo guardò con la coda dell'occhio con le mani
incrociate sul petto.
<<
Siete inquietanti quando fate così >> bisbigliò vicino a lui
facendolo ridacchiare sommessamente.
Shinichi
intanto continuava a parlare.
<<
Miura stava andando nel suo ufficio dopo aver preso l'integratore.
Durante il breve tragitto, proprio vicino le scale, vede il lembo del
tappeto piegato.
Qualsiasi
altra persona non ci avrebbe fatto caso ma l'uomo aveva un'attenzione
particolare per i dettagli, per l'ordine, non poteva farne a meno. Si
chiama “disturbo ossessivo compulsivo” >>
Kaeri
ebbe un impercettibile tic all'occhio ma Shinici se ne accorse e
sorrise diabolico.
<<
… Lei sapeva che si sarebbe trattenuto per cercare di sistemarlo,
giusto il tempo di dare al veleno il tempo di agire. A quel punto ha
sentito una fitta, ha portato la mano sul petto, ed è caduto giù
dalle scale >>
Kaeri
serrò gli occhi.
<<
C... Coosa? Ma che stai farneticando! >>
Shinichi
la guardò impassibile.
<<
Tu sapevi che sarebbe andata così. È per questo che hai sostituito
la scatola degli integratori quella mattina e sei andata a giocare a
Tennis con Sonoko, speravi che il corpo fosse ritrovato dalla
domestica, sarebbe passato per un malore o, nel peggiore dei casi, la
colpa sarebbe ricaduta su di lei >>
Mise
due dita sul mento e continuò sornione.
<<
Tuttavia vedi non hai considerato due fattori importati: il primo è
che in questa zona di recente sono capitati casi simili e quindi la
prassi imponeva alla polizia di effettuare l'autopsia del corpo e da
qui sappiamo che Miura non presentava dei problemi di salute tali da
giustificare l'accaduto.
Il
secondo fattore è che, sfortunatamente per te, Gochi-san è dalla
figlia. Non avrebbe mai e poi mai potuto sostituire gli integratori
per poi far sparire le prove >>
Kaeri
serrò i pugni.
<<
C...certo che avrebbe potuto! Lei... >>
<<
La scatola ritrovata in camera non presenta tracce di veleni né
manomissioni >> disse prontamente interrompendola.
La
ragazza diventò rossa in viso ed alzò la voce.
<<
E allora come potete accusare me? Con che prove? >>
Shinichi
fece spallucce.
<<
Una volta tornata a casa, solo tu potevi sostituire nuovamente le
scatole. Ma hai avuto poco tempo, Sonoko continuava a chiamarti in
preda alla disperazione, per questo l'hai lasciata sul comodino >>
La
ragazza alzò la voce.
<<
Ma... ma che dici? E' impossibile! E dove sarebbe poi questa
famigerata scatola? >>
Shinichi
guardò Sonoko.
<<
Beh dopo il ritrovamento non ti ha lasciata sola nemmeno un
secondo... >> si girò nuovamente verso di lei << ... Non
hai avuto molte occasioni per liberartene. Scommetto che con una
ricerca accurata verrà fuori >>
Amuro
mise le mani dentro le tasche dei pantaloni.
<<
Io comincerei dall'orologio. Il pendolo funziona piuttosto male.
Credo che qualcosa inceppi il meccanismo >>
Kaeri
diventò paonazza guardando i due ragazzi con occhi gelidi.
Sonoko
spalancò gli occhi.
<<
Quando l'abbiamo ritrovato ti sei precipitata nella sua stanza con la
scusa di chiamare aiuto... >>
Kaeri
serrò gli occhi e digrignò i denti.
<<
Era... un mostro! Non potevo mai uscire dopo le 22. Non potevo
mangiare davanti la tv... TUTTO doveva essere sempre in ordine. Tutto
doveva andare secondo i suoi piani.
Era
sempre così ossessivo... era insopportabile!
Fra
poco terminerò gli studi. Io volevo iscrivermi alla facoltà di arte
ma lui... voleva impormi economia. Dovevo lavorare in azienda.
Così
ho pensato che con lui fuori dai piedi e l'eredità...>>
Sonoko
portò una mano davanti le labbra.
<<
Sei veramente orribile Kaeri >>
Lei
la guardò con odio.
<<
Tu che ne sai? Ottieni sempre quello che vuoi. Non puoi capire!
>>
sbraitò mentre due agenti la portavano via.
*
<<
Non posso credere che quella matta fosse mia amica >> disse
Sonoko mentre Ran la consolava.
<<
Coraggio... stanotte vuoi stare a casa mia? Preparo il riso con le
verdure >>
Poco
lontano dalle due ragazze Shinichi osservò Shiho salire in macchina
insieme ai suoi colleghi.
<<
E così hai deciso di farti maltrattare h24 >> commentò con
tono neutro. Quasi annoiato.
Amuro
lo guardò con la coda dell'occhio.
C'era
rispetto tra loro eppure avevano quello strano rapporto: quello
scambio di sguardi sospettosi e quel tirarsi battutine taglienti.
Assottigliò
lo sguardo e fece un sorrisino.
<<
Tu prendi quelle tue dannate unghiette e scavi. Ne sorrisino
innocente? >>
Shinichi
girò il viso e sostenne il suo sguardo.
<<
Non sei divertente zero no nii chan>> si fece serio e
abbassò il capo
<<
Comunque... >>
Rei
si voltò
incuriosito da quel repentino cambio di tono.
<<
È... è una cosa seria? >>
Il
biondo inspirò
abbassando lo sguardo, poi socchiuse gli occhi con un sorrisetto
ambiguo.
<<
Shinichi sei geloso? >>
Il
ragazzo trasalì.
<<
Ma che vai a pensare! E solo... strano >>
Rei
alzò un sopracciglio.
<<
Strano? >>
Shinichi
annuì.
<<
Si... strano >>
Perchè
per lui Shiho non era "Shiho".
Lei
era Ai. Una piccola
rompiballe che gli dava filo da torcere. La sua piccola rompiballe.
Dov'era
finita la bambina riflessiva e cauta che si nascondeva dietro di lui?
Era
diventata, o meglio, era tornata ad essere una donna. Una dolce,
delicata, una bella e giovane donna.
Abbassò
il capo chiudendosi la porta di casa alle spalle.
Ovviamente
questo non significava che aveva cambiato opinione su Rei.
Ancora
non si fidava completamente di lui e le sue belle parole dette al
Poirot potevano essere solo un tentativo di confonderlo.
Angolo dell'autrice
Eh che dire?
Scusate.
Perdono a tutti i lettori che
seguono la storia nonostante i tempi d'attesa.
E ovviamente un immenso grazie.
Spero che anche questo capitolo vi
sia piaciuto.
Alla prossima. Un abbraccio a tutti.
Violetta_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 50 *** First ***
First
Quando
Shiho aprì gli occhi la prima cosa che vide fu il piattino bianco
decorato con dei fiori di ciliegio posto sul tavolino, quello dove di
solito tenevano le chiavi, e una rivista di moda.
Batté
le palpebre sbadigliando.
Ora
ricordava: si era appisolata subito dopo pranzo.
Negli
ultimi giorni aveva fatto degli straordinari poiché aveva intenzione
di chiedere al suo capo un aiuto riguardo un progetto universitario.
Aveva
un ottimo rapporto con la Baba, ma al chiedere un favore preferiva
far valere i suoi meriti.
Alzò
il busto poggiandosi sui gomiti e guardò il plaid azzurro che aveva
addosso.
Non
ricordava di averlo quando si era sdraiata.
Rei
stava lavando i piatti, il che significava che non aveva dormito poi
così tanto.
Sbadigliò
nuovamente e si guardò intorno: il salotto era illuminato dalla luce
del giorno grazie alle tende che, leggermente aperte, permettevano di
intravedere il cielo azzurro ed i palazzi della città.
Haro
dormiva perfettamente mimetizzato sul suo nuovo cuscino nuvola
bianco.
Sorrise
intenerita, secondo Rei tendeva a viziare un po' troppo il cucciolo,
per lei invece era il minimo sindacale.
Spostò
nuovamente le attenzioni sul ragazzo; era leggermente incurvato per
bagnare il meno possibile con addosso dei ridicoli guanti di gomma a
forma di t-rex.
Aveva
ancora la camicia bianca e i pantaloni del completo.
Si
alzò avvicinandosi lentamente alle sue spalle e poggiò una mano
sulla sua schiena.
<<
Ehi >> disse Rei per nulla colto di sorpresa << … dammi
due minuti e ti faccio il caffè >> continuò strofinando una
padella con la spugna.
Shiho
poggiò la fronte contro la sua spalla.
<<
Non dirmi che hai ancora sonno... >> continuò lui guardandola
con la coda dell'occhio.
Scosse
la testa sentendo la stoffa di cotone sulla sua guancia.
<<
Se vuoi c'è del gelato al sesamo nel freezer >>
<<
Yee... >> disse a bassa voce << ... devi tornare a
lavoro? >>
<<
No >>
Shiho
poggiò il mento contro la sua schiena.
<<
E allora perché non ti sei cambiato? Tu detesti girovagare per casa
con la camicia >>
<<
Si ma qualcuno mi aveva chiesto un aiuto riguardo la
presentazione di domani e dobbiamo tornare al dipartimento. Non
ricordi? >>
Strusciò
la guancia contro la sua schiena.
<<
Mh mi ero scordata di avvisarti. Uno dei figli della Baba si è rotto
la gamba. Niente presentazione fino a lunedì... >>
I
figli della dottoressa Baba, due
pargoli tranquilli come un diavolo della tasmania.
<<
Capito. Quindi entrerai in letargo per il resto della giornata >>
Lei
sorrise furbetta.
<<
Non è una cattiva idea >>
Rei
girò appena la testa.
<<
Scordatelo! Stavo scherzando. Che ne dici se andiamo a correre? >>
Shino
nascose il viso tra le pieghe della camicia.
<<
No... c'è vento e fa freddo >>
Lui
scosse la testa ridacchiando.
<<
Se fossimo in estate diresti che fa troppo caldo >>
<<
Probabile >>
Alzò
gli occhi al cielo scuotendo la testa.
Niente.
Non c'era verso.
Chiuse
il rubinetto togliendosi i guanti e girò la testa guardandola con la
coda dell'occhio: aveva gli occhi chiusi e le guance leggermente
arrossate.
Si
girò abbracciandola a sua volta poggiando le labbra sulla sua testa
inspirando il suo delicato profumo.
<<
E se cucinassimo qualcosa? >>
Lei
scosse la testa facendo una controproposta.
<<
Film? >>
Rei
le sollevò il viso con due dita dandole un veloce bacio a fior di
labbra.
<<
Così ti metti a criticare ogni dettaglio >> poggiò il mento
tra i suoi capelli e le massaggiò la schiena << Però ho
comprato un bel libro qualche giorno fa. Vado a prenderlo >>
*
Rei
si sedette sul divano con la schiena poggiata contro il bracciolo,
Shiho si mise tra le gambe del ragazzo con la schiena poggiata sul
suo petto si coprì col plaid azzurro.
Anche
se vedeva perfettamente le pagine adorava sentirlo leggere ad alta
voce: scandiva le parole alla perfezione, se il testo lo richiedeva
simulava le voci dei diversi personaggi e poi aveva una voce così
calda e morbida da farla sentire ammaliata.
<<
Quella notte sembrava che tutto stesse procedendo nel migliore dei
modi: il vento era calmo e non una nuvola in cielo.
La
ragazza si
svegliò per andare in bagno. Attraversò il corridoio sino alla
porta adiacente, strizzò gli occhi durante il tragitto per vedere
meglio dato che era tutto buio... >>
Strusciò
la testa contro il suo petto lasciandosi trasportare dal racconto.
<<
Cercò
di accendere la luce della stanza. Niente. Probabilmente la lampadina
si era fulminata.
Cercò
nella tasca della divisa per vedere se aveva con se la torcia.
Mentre
si muoveva a tentoni, si bloccò, si stropicciò gli occhi guardando
fisso di fronte a se. Sbatté di nuovo gli occhi: un’ombra opaca,
dei capelli bianchi, un volto pallido…
>>
Alzò
il capo in modo da guardarlo negli occhi.
Le
pupille si spostavano veloci seguendo le lettere, aveva
un'espressione così seria da trovarla quasi divertente.
Spostò
lo sguardo sulle sue labbra, studiandone ogni movimento.
<<
Rei... >> sussurrò a voce molto bassa.
Si
allungò su di lui poggiando una mano sul suo petto e chiuse gli
occhi mentre univa le labbra sulle sue: erano calde e molto morbide.
Si
allontanò di un paio di centimetri lasciando sfuggire un leggero
schiocco e poggiò la testa sul suo petto giocherellando con un lembo
della camicia.
Rei
aveva ricambiato con piacere quel tenero bacio, le sorrise e poi
riprese a leggere.
<<
“È
LUI! È
LUI!" urlò. L'uomo si avvicinò alla sua allieva e le sollevò
il viso con due dita. "Lui chi?" >>
Shiho
abbassò appena lo sguardo.
Dopo
quella sera non ne avevano più parlato. Le battute e i tentativi del
ragazzo erano completamente spariti.
Anche
il suo atteggiamento era cambiato virando verso gesti sempre più
dolci.
Fece
scorrere la punta delle dita dal petto alla base del collo
giocherellando coi bottoni della sua camicia.
Intanto
Rei che continuava a leggere.
<<
Lui
le fece cenno di aspettare e si diresse verso la stanza >>
mosse le labbra sempre più lentamente iniziando ad intuire le
intenzioni della compagna. << Era
di fronte la porta. Poggiò... la mano.... sulla ... maniglia... >>
La
ragazza chiuse gli occhi avvicinandosi ulteriormente a lui
sbottonandogli il colletto.
Rei
attese qualche istante, preso alla sprovvista, o meglio perplesso per
via di quel nuovo atteggiamento, fino a quando non sentì i suoi
polpastrelli delicati sfiorargli il collo.
In
quel momento le prese delicatamente la mano avvolgendola nella sua e le
accarezzò il dorso col pollice.
Shiho
si soffermò a guardare quella mano sentendo i suoi occhi dolci
puntati su di lei.
Le
mancava. Le mancavano tantissimo quelle battutine, quei bisbigli,
quei piccoli dispetti. Quei tentativi.
Era
certa che non lo facesse apposta eppure la trattava come se... fosse
di vetro.
Che
ipocrita, dopotutto era stata proprio lei a frenare le cose.
Alzò
nuovamente lo sguardo su di lui poggiando le labbra sulla sua
guancia, poi si spostò molto lentamente insinuando il naso tra il
colletto ed il suo collo dandogli dei morbidi baci.
Rei
era rimasto immobile lasciandola fare, assecondando ogni suo gesto ma
quando sentì la punta della lingua sulla sua pelle chiuse il libro
con una mano poggiandolo sul tavolino accanto a lui e le accarezzò
la schiena.
Poggiò
le labbra sulla sua scapola, sul collo, per poi risalire sulle sue
labbra, assaggiandole, sentendo la pelle delicata contro la sua.
Chiuse
gli occhi lasciandosi trasportare da quel momento, poi si irrigidì
ed alzò la testa guardandola dritta negli occhi colto da un dubbio
tremendo.
<<
Shiho se è uno dei tuoi scherzetti giuro che... >>
La
ragazza rise divertita cosciente che lui in fondo aveva le sue belle
motivazioni per essere così diffidente.
Si
girò e si mise in ginocchio su di lui. Lo guardò negli occhi
mordendosi il labbro inferiore e poggiò un dito sulle sue labbra
sfiorandole col polpastrello.
<<
Stupido >> mormorò mentre con l'altra gli sbottonava il
secondo bottone della camicia.
Rei
fece schioccare la lingua contro il palato sentendo la pressione
sanguigna che cominciava ad aumentare.
<<
Ma guarda se mi devo far insultare da una mocciosa impertinente >>
Ecco
quello che le mancava: quel punzecchiarsi, quel tenersi testa.
Quel
suo piccolo sorrisetto malizioso.
<<
Non è colpa mia se sei anziano >> disse contro le sue labbra
ridacchiando.
Rei
alzò un sopracciglio.
<<
Anziano eh? >>
Shiho
scostò la stoffa della camicia poggiando le labbra sulla sua
scapola.
<<
Un vecchietto >>
Il
ragazzo fece scorrere le mani dalla schiena ai sui suoi fianchi e con
uno scatto di reni si alzò prendendola in braccio portandola sino in
camera e lì la fece sdraiare sul letto.
<<
“Vecchietto...” >> disse sarcastico.
Si
mise sopra di lei e chiuse gli occhi baciandole il collo.
<<
E non mordere perché questa volta mi vendico >>
La
ragazza lo spinse e si portò una mano davanti al viso ridendo di
gusto.
Era
veramente così terribile?
<<
Maybe... >>
*
Vederla
sdraiata sotto di lui con quel dolce sorriso e la mano vicino alle
labbra lo emozionò in maniera incredibile.
Le
diede un bacio, poi un altro ed un altro ancora, facendo scorrere le
mani sul suo seno e sui suoi fianchi, poi le sfilò con delicatezza
la felpa facendola cadere sul letto.
Shiho
strinse la mano destra sulla camicia stropicciandone il tessuto e lo
attirò a se. Affondò le mani tra le ciocche dei suoi capelli biondi
riprendo a baciarlo con maggior ardore.
Rei
poggiò una mano sul suo stomaco sfiorando la pelle scendendo sino a
lambire l'elastico dei pantaloni della tuta, poi con un gesto veloce
glieli sfilò gettandoli per terra.
Si
soffermò a guardarla come incantato.
<<
Sei davvero bellissima >>
Shiho
incrociò le braccia al petto e distolse lo sguardo imbarazzata.
<<
E smettila... >>
Rei
sorrise risvegliato dalle sue parole e si allungò dandole un bacio.
<<
Non intendevo prenderti in giro Shi >>
Si
mise in ginocchio togliendosi la maglietta ed abbassandosi i
pantaloni ed i boxer.
La
ragazza sentì il cuore iniziare a batterle furiosamente nel petto.
Visto
il suo passato e col suo lavoro, era abituata alla vista di un corpo
nudo, però si sentì a disagio guardando il suo.
Molto
a disagio.
Arrossì
completamente spostando gli occhi da una parte a l'altra mordendosi
l'interno guancia.
Oh
cavolo...
A
Rei scappò un sorriso intenerito, era più timida di quanto
pensasse.
Si
chinò su di lei e poggiò la fronte sulla sua.
<<
Shiho... >> disse con tono dolce.
La
vide chinare il capo e le accarezzò il viso facendo scorrere le dita
tra le ciocche ramate.
<<
Dovresti rilassarti, il tuo viso sta andando a fuoco >>
<<
Simpatico... >> la sentì mormorare sarcastica.
Si
spostò dandole un bacio sulla guancia ed allungò la mani sul
gancetto del reggiseno.
<<
E poi dovresti sorridere di più >>
<<
Mh... dici? >> domandò ruotando lo sguardo verso di lui.
Per
tutta risposta il ragazzo continuò a darle dei veloci baci sul collo
scegliendo apposta un punto che sapeva fargli il solletico.
<<
Rei... >>
Lui
continuò imperterrito.
<<
Dai smettila... >> disse con un filo di voce che celava una
risata.
<<
Sei decisamente più bella quando sorridi >>
Allungò
le mani solleticandole i fianchi.
Shiho
soffriva terribilmente il solletico e si mise a ridere senza
controllo.
<<
No... il solletico no... >>
La
verità è che si stava divertendo un mondo.
Non
ricordava di aver mai riso tanto, di essere così coccolata e
riempita di attenzioni.
Poggiò
una mano sulla sua guancia specchiandosi nei suoi bellissimi occhioni
azzurri.
Si
fidava di lui.
Non
avrebbe mai pensato di ammetterlo a se stessa ma si fidava davvero di
quel ragazzo.
<<
Vieni qui >>
Il
suo Rei.
Arrossì
a quel pensiero e gli diede un bacio.
*
Rei
insinuò la lingua tra le
sue labbra mentre ragazza lo circondava con le braccia e con una mano
gli accarezzava la nuca.
Il
tocco di Shiho era leggero,
quasi intimidito, come se avesse il timore di esagerare o di
lasciarsi troppo andare.
Era
sempre così razionale,
calma, attenta ad aver la situazione sempre sotto controllo.
Chissà
cosa sarebbe successo se
avesse spento il cervello anche solo per pochi istanti.
Rei
le stuzzicò la lingua con
la sua dandole un bacio intenso e appassionato.
E
già … chissà...
Aprì
gli occhi e alzò il busto
guardandola con un sorrisetto impertinente e
poggiò
le mani sulle sue gambe.
Shiho
lo guardò con aria
interrogativa e lui assottigliò gli occhi di rimando, sempre con
quel sorrisetto ambiguo.
Le
sfiorò il ginocchio con le
labbra dandole un delicato bacio, poi si spostò sull'altro ginocchio
iniziando ad allargarle le cosce molto lentamente.
<<
Che fai? >>
domandò la ragazza con un tono talmente spiazzato da farla risultare
quasi ingenua.
Le
baciò la pelle diafana e
morbida iniziando a scendere su di lei.
Shiho
socchiuse le labbra
stringendo tra le dita il candido lenzuolo.
<<
Aspetta... >>
girò la testa contro il cuscino << aspetta.... >> disse
in un sussurro con tono sempre meno convinto.
Rei
continuò a lasciare una
scia di morbidi baci volutamente lenti, con gli occhi chiusi.
Shiho
si leccò il labbo
inferiore chiudendo gli occhi e poi schiuse le labbra non riuscendo a
frenare un gemito.
<<
Mh... >>
Il
ragazzo poggiò la punta
della lingua sul punto più intimo del suo corpo e la sentì fremere,
mise le mani sui suoi fianchi ed infine le diede un intimissimo bacio
muovendo la lingua in modo lento e deciso.
La
ragazza avvampò
completamente e spalancò gli occhi portando le mani sulla sua testa
ed incurvò la schiena.
Cercò
di parlare ma l'unica
cosa che uscì fu qualche mormorio sconnesso.
Strinse
le dita tra le sue
ciocche bionde e spostò il lenzuolo col piede.
Sarà
l'emozione, sarà che non
era abituata a quelle particolari attenzioni, ma non le ci volle molto
per percepire una forte sensazione di calore sul suo basso ventre e
gettare un urlo appagato.
Si
rilassò con la testa sul
cuscino ed inspirò socchiudendo gli occhi: aveva un'espressione
decisamente soddisfatta.
Col
viso ancora rivolto verso il
tetto sentì Rei che le si sdraiava accanto, spostò lo sguardo
guardandolo con la coda dell'occhio. Si
morse il labbro inferiore arrossendo quando i loro sguardi si
incrociarono.
Sembrava
quasi che stesse
gongolando.
Poco
dopo Rei afferrò un lembo
del lenzuolo coprendo entrambi e poggiò una mano sulla sua guancia
avvicinandola a se, unendo le labbra sulle sue.
Shiho
socchiuse le labbra
portando una mano sul suo petto sentendo i muscoli perfettamente
definiti sotto i polpastrelli.
Alzò
il ginocchio e cercò di
fare leva col piede per girarsi ed invertire le posizioni, ma lui fu
più veloce e poggiò i palmi delle mani ai lati della sua testa.
<<
Eh no >> disse
con un sorriso e un tono dolce, ma che non ammetteva repliche.
Dopo
averla desiderata così
tanto voleva che quel momento durasse il più a lungo possibile.
Shiho
espirò gonfiando le guance esprimendo la sua disapprovazione ma
riuscì solo a risultare semplicemente
adorabile.
Cercò
nuovamente di girarsi ma quando si specchiò nei suoi occhi azzurri
rimase catturata dal suo sguardo.
C'era
qualcosa di diverso in lui: una punta di desiderio, un ardore che la
imbarazzava ma che al contempo la attraeva come una calamita.
Rei
si piazzò tra le sue gambe e scivolò dentro di lei lentamente
stringendola a se. Si chinò su di lei baciandole il seno,
sfiorandole il capezzolo con le labbra.
<<
Mmmh >>
Sollevò
il capo e vide una smorfia di dolore dipingersi sul suo viso.
Quella
dannata pillola faceva sentire la sua presenza anche a distanza di
anni.
Portò
una mano sul suo fianco
muovendosi sopra di lei, stando attento alle sue reazioni.
Socchiuse
gli occhi portando la
mano libera sul suo viso sfiorandole la guancia con due dita.
Dopo
qualche istante Shiho alzò
la testa e chiuse gli occhi muovendo il bacino contro il suo.
Rei
inspirò cercando di
mantenere una certa lucidità ma il suo profumo e le sue labbra rosse
leggermente socchiuse gli rendevano l'intento piuttosto difficile.
Socchiuse
le labbra e
sospirò sentendo il corpo della ragazza reagire ad ogni mossa.
Non si era mai sentito così
coinvolto, il cuore gli bruciava nel petto.
Le
prese le mani intrecciando le
dita con le sue e continuò a muoversi aumentando
la velocità delle
spinte mentre le baciava la pelle delicata.
La
ragazza allungò il collo
cercando nuovamente le sue labbra e lo baciò guardandolo
insistentemente negli occhi.
Con una mossa veloce
strinse in modo delicato il suo labbro inferiore coi denti ed abbassò
la testa per attirarlo a se in un gesto molto sensuale.
Strinse le dita sulle sue inarcando
la schiena ed avvolse le gambe attorno alla sua vita.
I
suoi stessi gemiti le
arrivavano all'orecchio come suoni lontani, ovattati.
Rei
le lasciò le mani
afferrandole i fianchi stringendoli con forza verso di se. In quel
momento Shiho allargò
le gambe
muovendosi senza più alcun filo razionale a frenarla, lasciandosi
andare completamente.
*
La
luce dei lampioni rifletteva
sulle tende appena tirate e creava un leggero gioco di ombre sul
tetto.
Quando
il battito nel suo petto
iniziò a rallentare socchiuse gli occhi e mise il dorso della mano
sinistra sulla fronte
guardando dritto davanti a se.
Allora...
era così che doveva
essere.
Un
momento dolce, intenso che
quando finisce non lascia l'amaro in bocca, non fa sentire sporca e
piena di sensi di colpa.
Espirò
e si girò su un fianco
dandogli le spalle.
Era
stata coccolata e circondata
i attenzioni ma si era anche divertita sentendosi complice di un
momento bellissimo.
Sorrise
senza nemmeno
accorgersene.
Non
fece in tempo a sistemare la
testa sul cuscino che avvertì il braccio del ragazzo cingerle la
vita.
Si
aspettava che lui parlasse,
che le facesse delle domande, magari anche quelle stupide e banali
che si fanno in quei casi.
Invece
niente, lui continuava a stare zitto, si limitava a darle dei
delicati baci in testa.
Si
voltò incrociando i suoi occhi azzurri.
Rei
le sorrideva guardandola con molta dolcezza. Le poggiò una mano sul
viso accarezzandole lentamente la guancia col pollice.
Stettero
così, in silenzio, per qualche minuto.
Shiho
si umettò le labbra continuando a fissarlo.
Era
come ipnotizzata, non riusciva a staccare gli occhi dai suoi.
Diglielo.
Che
ti costa?
Dai,
diglielo, maledizione.
Ma
la timidezza, o forse l'orgoglio, ebbe la meglio.
Si
avvicinò a lui poggiando le labbra sulla sua guancia, chiuse gli
occhi premendo il viso contro la sua pelle infine gli diede un
morbido e lento bacio.
Sistemò
la testa contro il suo petto mentre sentiva le sua braccia avvolgerla
e si addormentò quasi subito.
Rei
poggiò una mano sul suo fianco e le diede un lieve bacio sulla
fronte, tirò le coperte fin sopra le loro teste, poi chiuse gli occhi.
Angolo
dell'autrice
Una
gioia per Rei. Non siete contenti?
Scherzi
a parte, vi è piaciuto questo capitolo?
Spero di essere riuscita a descrivere al meglio il momento facendo
trasparire le sensazioni dei due personaggi senza risultare volgare.
Sono passati ben 50 capitoli e nonostante ciò, e nonostante i ritardi,
ricevo ancora dei riscontri ad ogni aggiornamento.
Per questo
voglio dirvi
grazie. Grazie davvero a tutti i pazienti ed affezionati lettori.
Spero
continuerete a seguirmi ancora.
Un
bacione.
Violetta_
Ps: comunque alla fine ha vinto Shiho che è riuscita a rimanere in
letargo per il resto della giornata.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 51 *** Nuvoletta ***
nuvoletta
Nuvoletta
Quando Rei aprì gli occhi la
prima cosa che vide furono dei ben noti e ormai familiari capelli
ramati. Erano così vicini che si poteva sentire distintamente
il profumo di lavanda e iris.
Abbassò
lo sguardo per poter guardare il suo viso: Shiho aveva la testa
poggiata sul suo petto e la mano all'altezza del suo stomaco, la
bocca leggermente schiusa in un'espressione serena e rilassata.
Sorrise.
Non
riusciva a smettere di guardarla.
Era
difficile vedere un'espressione simile sul suo viso, solitamente era
seriosa ed imbronciata.
Ed
era davvero difficile vederla così tranquilla durante il sonno,
solitamente tendeva ad irrigidirsi o a scalciare, anche solo
sporadicamente.
Le
sfiorò un braccio coi polpastrelli mentre sbirciava il suo petto
che, lentamente, si alzava e si abbassava ad ogni respiro.
Risalì
con la mano sino al suo viso accarezzandole delicatamente la guancia.
Socchiuse
gli occhi e continuò a coccolarla, delicato come un pianista sui
tasti di un pianoforte pregiato.
*
Shiho
aprì gli occhi qualche minuto dopo e batté le ciglia più volte: si stropicciò un occhio sbadigliando.
Rei
non ricordava di
aver mai visto uno spettacolo più adorabile.
Si
ritrovò ad arrossire come un ragazzino alla sua prima cotta.
Scosse
la testa cercando di riprendere un po' di tono. O meglio dire un po'
di dignità.
<<
Buongiorno >> bisbigliò dandole un bacio sulla testa.
La
ragazza si limitò a rispondere con un verso gutturale << Mh...
>> fece guardandosi intorno ancora assonnata e con la vista
appannata.
Sbadigliò
e si umettò le labbra. <<
Mh... >> Si
irrigidì quando cominciò ad avere più lucidità.
<<
Mh! >>
Rei
sospirò mentalmente abituato a cogliere ogni minimo
cambiamento.
Ecco.
Fine della parte adorabile della giornata.
<<
Dormito bene? >> le domandò gentile cercando
di prolungare quell'idillio ancora per un po'.
E
ciò che lei
fece subito dopo lo sorprese: Shiho annuì con fare molto
lento e dolce dandogli un morbido bacio sul petto. Poi si riaccoccolò
sopra di lui.
Il
ragazzo non poté fare a meno di arrossire.
Di nuovo.
Le accarezzò lentamente la schiena guardandola
riposare comodamente sopra di lui.
Sorrise
con fare vittorioso.
La
miglior mattina dopo anni di risvegli
orribili.
*
Quando
Shiho si svegliò completamente si accorse che Rei stava
giocherellando coi suoi capelli.
Sorrise
ripensando alla notte precedente, si morse il labbro inferiore
avvertendo una punta di imbarazzo.
Si
sentiva come una ragazzina alle sue prime esperienze. Ma si sentiva
anche felice come non lo era mai stata mentre si crogiolava in quelle
dolci coccole.
Alzò
la testa e quando i loro occhi si incrociarono lui le rivolse un
caldo sorriso.
<<
Caffè? >> domandò con tono
dolce.
Shiho
annuì stropicciandosi gli occhi.
<<
Grazie... io vado a farmi una doccia >>
Prese
al volo la
camicia bianca del ragazzo mettendosela addosso con un gesto veloce e
fluido, si alzò con abbastanza nochalance da non far trasparire il
suo imbarazzo e si diresse verso il bagno.
Subito
prima di uscire dalla stanza lo guardò con la coda dell'occhio.
Rei
sembrava fin troppo contento, quasi divertito.
Giurò
di averlo visto quasi sull'orlo di una vera e propria risata.
Boh.
Chiuse
la porta alle sue spalle e si mise di fronte lo specchio, sbadigliò
e si stropicciò gli occhi per l'ennesima volta.
Già
faticava a carburare al mattino in situazioni normali, figuriamoci
dopo quella notte.
Quando
riaprì gli occhi li spalancò incredula.
I
suoi capelli.
Non
una ciocca al suo posto e talmente gonfi da sembrare un batuffolo di
cotone. Un enorme batuffolo sulla sua testa.
<<
Ma che...? >>
Erano
letteralmente esplosi.
In
diciotto anni mai capitata i a cosa simile.
Ok
non che si svegliasse sempre impeccabile come la protagonista di una
commedia, ma di solito la sua testa restava con una forma umana. Con
una logica.
Arrossì
realizzando la cosa e schiudendo le labbra.
E
lui l'aveva vista!
Ecco
perché ridacchiava.
Si
portò una mano sul viso.
Che
figura!
Si
fece una doccia e per fortuna il getto d'acqua calda, un buon balsamo
e venti minuti riuscirono a domare la chioma.
*
Quando
uscì dal bagno la camera da letto era vuota.
Si
tolse l'accappatoio di dosso e mise i primi vestiti che trovò, poi
si diresse in cucina.
Rei
stava cercando qualcosa nella dispensa e le dava le spalle.
<<
Buongiorno nuvoletta >>
Shiho
assottigliò gli occhi.
Eh
no. Non poteva certo arrogarsi il diritto di provocarla.
<<
Sai che detesto i nomignoli... >> disse con tono calmo, ma
eloquente.
<<
Però questo ti sta bene >> rispose lui con tono divertito.
<<
Taci.... >>
Rei
si girò con un faccino innocente.
<<
Dai non fare la permalosa. Non ho detto niente di mal... >>
<<
L'hai fatto apposta >>
Lui
la guardò sinceramente confuso.
<<
A fare che? >>
Shiho
si indicò la testa.
<<
Mi hai scombinato i capelli apposta! Non è divertente >>
Lui
batté le palpebre.
<<
Ma no... eravamo a letto... ero sovrappensiero e .... >> cercò
quasi di giustificarsi.
La
stava coccolando e, davvero, non aveva premeditato nulla, era solo
divertito dalla scena.
Ma
Shiho ormai si era convinta della sua teoria senza possibilità di
appello.
<<
Stupidaggini >>
Lui
sorrise rassicurante.
<<
E comunque eri lo stesso molto carina >> disse con sincera
innocenza.
Shiho
serrò la mascella.
<<
Piantala >>
Rei
socchiuse gli occhi cercando di salvare il salvabile.
<<
Lo vuoi questo caffè si o no? >>
<<
Ovvio! >>
<<
E allora torna il dolce batuffolo di cotone di poco fa >>
Lei
lo guardo inizialmente sorpresa, poi assottigliò gli occhi irritata
ed infine fece un piccolo sorriso.
Un
piccolo, inquietante, sorriso.
<<
Come vuoi... >>
Lui
colse subito il cambiamento di umore.
<<
A titolo informativo ho nascosto il peperoncino >>
Lei
continuò a tenere quell'inquietante sorrisino stampato in faccia.
<<
Ok. Va bene... >> disse adorabile.
Rei
deglutì.
La
maledetta aveva tutto un portfolio di attentati domestici.
E
lui ormai aveva involontariamente provocato la belva.
Sarebbe
stata una luuunga giornata.
Angolo
dell'autrice.
Un
enorme grazie a tutti cari lettori che ancora seguite questa storia
nonostante i ritardi ormai costanti.
Spero
abbiate passato delle belle feste e preso peso perché non posso
essere la sola. Sarebbe ingiusto no?
Tornando
alla storia spero che questo capitoletto vi sia piaciuto.
Un
piccolo slice of live. Nessun Rei è stato maltrattato durante la
giornata. Forse.
Un
bacione a tutti quanti.
Violetta_
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=3662630
|