L'incantesimo del lago

di harrypotter_vita
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitlo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** capitolo 7 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


CAPITOLO 1


SBAAAAM!!!!!!!!

Ecco, neanche iniziato il 1° giorno di scuola, ancora prima di essere salita sul treno, era andata a sbattere contro qualcosa o qualcuno.

Hermione fece una caduta epica sopra quella persona/cosa, facendosi anche male alle ginocchia e ai polsi. Quando riaprì gli occhi, frustrata e incazzata, si accorse di essere distesa sul petto di un ragazzo che non le sembrava di aver mai visto, il che era strano, a guardarlo doveva essere quasi dell'ultimo anno, eppure come poteva non aver mai visto un ragazzo così alto in tutti quegli anni?

Si rialzò, pronta a porgere le sue scuse, quando il ragazzo aprì degli splendidi occhi azzurri e le parlò: - Herm?! -

Ron?!

La ragazza spalancò gli occhi e si rimise apposto gli occhiali, era abbastanza scioccata, non poteva essere Ron quello e, sopratutto, Harry dov'era?

- Non ti avevo riconosciuta! Vieni qui Hermione! - E la strinse in un enorme e goffo abbraccio. Sì, era Ron. Evidentemente, deve aver fatto una faccia strana, anche perchè il Weasley la guardò in modo strano. - Stai bene Hermione? Come mai hai gli occhia... -

- HERMIONE! - Un altro ragazzo che non riconobbe, spuntò dietro da una colonna come se fosse qualche agente segreto o qualcosa del genere e la abbracciò. Poi capì, era Harry.

- Ciao ragazzi -. E in quel momento capì quanto la sua voce e il suo aspetto, rispecchiassero tutto ciò che aveva passato quell'estate.

Era gobba ormai, con un carico di roba da portare in treno, di più rispetto agli anni passati. Aveva di sicuro le occhiaie e i capelli spettinati, ma la cosa che si intravedeva di più era quel suo tono spento nella voce, roca e triste, lei che aveva sempre la risposta a qualsiasi problema, ora ne aveva trovato un altro che non si poteva risolvere con il sapere o la conoscenza.

E questo la spaventava, quando si ritrovava davanti a cose sconosciute, senza che ci fosse una risposta scritta e chiara, o un ragionamento logico, lei andava in palla e sentiva la paura assalirla.

Passò qualche attimo di silenzio in cui potè osservare i due ragazzi: erano entrambi più alti, Ron aveva cambiato la tonalità di azzurro nei suoi occhi, facendoli diventare azzurro-cielo, i capelli erano ancora più rossi e spettinati, che gli donavano una certa aria sexy alla quale Hermione non aveva mai fatto caso. Sembrava anche molto meno impacciato e più sicuro di sè rispetto agli anni passati.

- È successo qualcosa Hermione? - Le chiese Harry preoccupato. Si vedeva così tanto lo sguardo triste e stressato che ormai si portava in giro da mesi?

- Qualunque cosa sia successa, ci penseremo dopo -. Disse Ron. Hermione lo ringraziò mentalmente e si chiese quando fosse diventato così premuroso, o forse gli importava solo di non perdere il treno. In ogni caso, non avrebbe raccontato loro cos'era successo in quei tempi e perchè fosse sparita così all'improvviso.

- HARRYYYYYYY!!!!!!!!!!! - Una voce maschile molto acuta urlò il nome del suo amico, la ragazza si guardò intorno per poi vedere un ragazzo biondo catapultarsi nelle braccia di Harry. All'inizio Hermione non lo riconobbe, ma quando lo fece, quasi svenne.

- Draco? - Harry prese in braccio il Malfoy e lo abbracciò.

Draco?! Draco Malofy?! Hermione non poteva crederci, non avrebbe mai immaginato quel ragazzo così in sintonia con i propri amici; e poi perchè le sembrava così... Gay?

- Ma che è successo? - Chiese.

- Sono successe tante cose quest'estate -. Disse Ron posandole una mano sulla spalla in modo affettuoso. - In poche parole Lucius era contenta di poter dare una moglie a Draco che gli facesse un buon pargolo e che portasse avanti il nome della famiglia. Ecco, adesso non è più tanto felice visto che dovrà cambiare il sesso della sposa -.

Sgranò gli occhi. Draco gay? Dopo questa notizia si preannunciava un anno molto interessante, forse un anno pieno di cambiamenti che poteva dare uno strappo alla sua vita. Le serviva davvero uno strappo, un cambiamento, qualcosa che la potesse aiutare.

- Ginny? -

- Ora è felicemente single -. Sospirò Ron. - A proposito, dove sei stata tutta l'estate? -

Hermione venne salvata da un uomo che gridò: - IN CARROZZAAAAAA! -

Non aveva alcuna voglia di rispondere non sapeva neanche il perchè, visto che probabilmente i suoi amici erano gli unici a poterla aiutare. Ma quello che le era successo quell'estate l'aveva uccisa dentro.

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Era un semplice pomeriggio di giugno, piuttosto caldo ma con un vento fresco che stava scompigliando i capelli alla ragazza in coda per prendere i biglietti del treno.

Quel giorno, non molti babbani avevano deciso di usare il suo mezzo di trasporto, quindi la coda fu veloce e riuscì a sedersi dove voleva sopra al veicolo.

Mentre il treno partiva, cominciò a farsi nuvoloso, il che era normale in Inghilterra, purtroppo. (per chi non lo sapesse, il tempo, in Inghilterra, varia molto spesso, solitamente è più freddo e più piovoso, ma anche in una giornata di sole possono arrivare temporali improvvisi a distanza di dieci minuti).

La ragazza guardò la campagna susseguirsi intorno a lei, si passò dai campi di grano che circondavano la casa dei Weasley, a foreste immense che sembravano grondare di pericoli (le era anche sembrato di vedere qualche hobbit dentro in quei cespugli, ma non so perché sto qui a raccontarvelo).

Poi cominciò a vedere in lontananza delle montagne, e allora capì di essere arrivata.

Non vedeva l'ora di rivedere i suoi genitori, l'ultima volta che li aveva sentiti era stato il giorno prima di andare a quella festa dei Weasley dove poi c'era stato quell'attacco dei Mangiamorte, quando aveva loro cancellato la memoria.

Dovevano essere molto preoccupati, non l'avevano più sentita né vista, né avuto più notizie di lei. Doveva raccontare loro di tutta la sua esperienza, gli Horcrux, i giorni in cui avevano vissuto in una tenda (suo padre sarebbe stata fiera di lei), Bellatrix, il Malfoy Manor, la Battaglia di Hogwarts, il sacrificio di Harry, la Gringott, la sconfitta di Voldemort.

Un sorriso le illuminò le labbra mentre scendeva dal treno.

Controllò il cielo per capire se era meglio prendere un pulman o farsela a piedi, ma dai tuoni che sentì decise di optare per la prima opzione. Prese un pulman e purtroppo si ritrovò seduta vicino a un uomo (che poteva essere anche bello), ma puzzava in modo incredibile. Insomma, i deodoranti esistevano da decenni, perché CeRTa GeNTe NoN lo sAPevA aNCorA uSaRe?

Dopo pochi minuti arrivò alla sua fermata. Scese di corsa, super contenta di rivedere i suoi genitori. Già si aspettava sua amdre accoglierla con una bella cioccolata calda mentre suo padre voleva sapere tutto sulle tecniche del camping.

Con questo pensiero felice corse verso casa sua, ma purtroppo cominciò a piovere. Non se ne curò, corse ancora più veloce e cominciò a vedere casa sua in lontananza.

Man mano che si avvicinava, cominciò a capire che qualcosa non andava. Perché c'erano un mucchio di macerie? Dov'era casa sua?

Arrivata davanti al punto in cui un tempo c'era la sua casa, la sua famiglia, i suoi ricordi e la sua infanzia... Trovò tutto distrutto.

Un rombo più forte fece aumentare la pioggia ed Hermione si ritrovò ancora più zuppa.

Cos'era successo?

Dov'era casa?

La sua casa?

Intorno a lei, tutto sembrava distrutto e fumante, era scoppiato un incendio?

No. Era stato qualcuno.

Hermione strinse i pugni, mentre una lacrima le rigava la guancia.

Calciò una maceria che andò a schiantarsi qualche metro più in là.

Doveva aspettarselo, stupida, stupida. Non era bastato cancellare la memoria ai suoi genitori, avrebbe dovuto nasconderli, lei aveva programmato la loro memoria in modo tale che tornassero dall'Australia proprio in quei giorni, per risparmiarsi la ricerca.

Ma, evidentemente, finchè lei aveva ancora la memoria, qualcuno avrebbe potuto guardare dentro i suoi ricordi. Improvvisamente si ricordò quando ciò doveva essere successo: al Malfoy Manor, durante la tortura da parte di Bellatrix. Avrebbe dovuto capirlo che quella strega avrebbe fatto qualcosa!

Si accovacciò piangendo, i corpi dei suoi genitori non si vedevano, chissà, magari si erano salvati?

Vide un cartello in cima a una pila di macerie, a fatica lo raggiunse.

"I coniugi Granger, defunti il..."

Urlò.

Ulrò così tanto che si graffiò gli occhi, le bruciò la gola e le ginocchia si sbucciarono al contatto con il terreno.

I suoi genitori erano morti pochi giorni prima, erano morti senza neanche ricordarsi di lei, senza neanche un ultimo saluto da parte della loro unica figlia che li aveva portati alla morte.





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- Hermione? - Una voce flebile e preoccupata la risvegliò dal suo incubo/ricordo, riportandola alla realtà. Non era alla morte dei suoi genitori. Era ad Hogwarts, a casa, nel suo dormitorio Grifondoro ed era già passato mezzo mese.

La ragazza si alzò di sopraffatto, in un bagno di sudore, con i capelli spettinati e bagnati.- Ciao Ginny -. Salutò la sua amica, felice che lei fosse lì con lei in quel momento. Per un attimo si stupì di quanto la famiglia Weasley si fosse ripresa dopo la morte di Fred. Perchè loro ce l'avevano fatta e lei no?

- Che succede? - Chiese la rossa.

- Incubi della guerra. Anche te? -

La ragazza fece uno strano mugugno che molto probabilmente doveva essere un'affermazione.

Di fianco ad Hermione, una gemella Patil si mosse nel letto. Allora non erano le uniche a non riuscir a dormire.

In sincronia, tutte e 5 le ragazze, si alzarono, accesero le luci e si raggrupparono sul letto di Hermione. Ginny prese dei dolci, mentre le prese la mano: - Hermione, hai voglia di raccontarci il tuo incubo? -

Lei sorrise.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2



Hermione entrò in biblioteca.
Erano ormai le dieci, quindi sperò di riuscire a fare in tempo prima del coprifuoco.

Si diresse verso un tavolo impolverato e mezzo mangiato dalle termiti che si trovava in fondo alla sala. Cercò di usare un passo leggero e abbastanza silenzioso per non destare sospetto a quell'ora, le uniche persone ancora in biblioteca erano qualche corvonero sperduto e Madama Chips che ordinava i suoi libri. Lei avrebbe di certo fatto sospettare qualcuno, nessuno a quell'ora si sarebbe mai diretto al reparto di "Storia della Magia Nera".

Arrivata al tavolo appoggiò la sua borsa sulla sedia. A quell'ora c'era sempre un'aria strana in quel posto, persone silenziose e schive chine su libri polverosi, finestre oscurate e chiuse che non lasciavano intravedere il mondo esterno e le fiaccole accese che gettavano ombre inquietanti sulle pareti, cercando di non appiccare fuoco ai libri.

Hermione sapeva bene cosa voleva dire rimanere fuori fino a tardi, ma questa volta non era per i compiti o per lo studio. Era da un mese che cercava tutti i nomi possibili di Mangiamorte poco conosciuti che non avevano partecipato alla Battaglia di Hogwarts.

Aveva ricevuto la conferma dal Ministero: casa sua era stata bruciata da un incendio appiccato da un Mangiamorte, che aveva cercato di uccidere i suoi genitori per ripicca, esattamente la notte della Battaglia di Hogwarts. La ragazza aveva pregato il Ministero di indagare sui presunti assassini, ma le tracce erano pochissime e avevano altri casi tra le mani "Molto più importanti" dell'assassinio dei suoi genitori. Le parole del nuovo Ministro, un certo Gender Blubbles, erano state queste: - Ci dispiace signorina Granger, non possiamo indagare sul caso dei suoi genitori, non possiamo sprecare tempo su un caso di babbani uccisi, con tutti quelli che Voldemort ha ucciso ci metteremmo anni a seguire le piste di tutti. E poi, stiamo continuando a catturare Mangiamorte, siamo certi che un giorno prenderemo anche gli assassini dei suoi genitori -.

La parte più razionale di lei gli aveva dato ragione, l'altra avrebbe voluto strangolare quel piccolo ometto comparso all'improvviso, figlio di buona famiglia inglese e faccia da topo.

Quindi, da quando era ritornata ad Hogwarts, che possedeva una delle cinque biblioteche magiche più grandi dell'Inghilterra, aveva cominciato a fare ricerche di ogni tipo, con un dolore e una solitudine straziante nel petto. Aveva ispezionato tutti i nomi di Mangiamorte catturati, vecchi servi del Signore Oscuro, morti, ancora liberi, i contatti della vita di Voldemort, le famiglie di Purosangue più antiche, Magia Nera... Di tutto.

Un mese di ricerche, un mese di delusioni, un mese di altrettanto dolore.

- La biblioteca sta per chiudereeee -. Disse la vecchia bibliotecaria con quella voce da "Unghie sulla lavagna" che la faceva tanto infastidire.

Sospirò, anche quel giorno non aveva trovato niente. Prese il primo libro sulla Battaglia di Hogwarts, che di sicuro era una delle tante brutte copie di ciò che era successo, e si sedette al tavolo.

Si chiese perchè continuasse a cercare, insomma, i suoi genitori erano morti, ora non era più importante capire chi fosse l'assassino. La cosa era fatta, punto. Una parte di lei voleva dare retta a quella faccia di topo, magari l'assassino era già stato catturato e lei sprecava solo tempo. Forse avrebbe dovuto rifarsi una vita, avrebbe dovuto riprendere l'allegria di un tempo che ormai fingeva di possedere quando parlava con i suoi amici.

I suoi amici...

Aveva rotto tutti i contatti con loro. Non ci riusciva. Non riusciva a stare con loro vedendoli  così felici e rinati, lei stava ancora aspettando di rinascere da quel dolore in cui si era ritrovata. Aveva rifiutato la maggior parte delle loro richieste di uscire perchè doveva fare i "Compiti", fingeva di star bene quando stava con loro, quando la salutavano e le sorridevano, era ormai da un mese che la cosa andava avanti. Perchè non poteva finirla lì?

Ma c'era una parte di lei, quella più determinata, il motivo per cui era finita in Grifondoro, la incitava a continuare a cercare e cercare e cercare e cercare... Cominciò a sfogliare, appunto, era solo una brutta copia che parlava solo di Harry e del suo coraggio, ignorando tutto ciò che era success-

- Hermione? - Per poco non si prese uno spavento.

La ragazza alzò lo sguardo per trovare lo sguardo del suo amico Ron che la guardava. - Ciao Ron... - Gli rispose in modo che sembrava non molto convincente, si sentiva piuttosto inquieta mentre veniva guardata da quei due occhi azzurri.

Lui alzò un sopracciglio e si sedette sul tavolo di fronte a lei. - Noi ci stai andando troppo pesante con lo studio? -

- Mi conosci Ron... - Anche questa volta mentì, non si riconosceva più neanche lei. - A me piace studiare fino a tardi, e poi quest'anno abbiamo i M.A.G.O. ! Tu e Harry state studiando? -

Lui sorrise prendendo un libro. - Insomma... Non mi piace molto studiare e poi sei consapevole del fatto che questo anno è solo un ripasso no? Non siamo obbligati a frequentare tutto e a superare gli esami, io e Harry abbiamo già il posto da Auror assicurato! -

Sempre il solito Ron... - Sei sempre il solito Ron. Non hai mai voglia di impegnarti -. Disse sorridendo, un sorriso un po' tirato, Ron se ne accorse.

Hermione si ritrovò a riflettere. Ron ed Harry sarebbero diventati degli Auror, Ginny una giocatrice di quidditch, Luna una naturalista, Neville un esperto in Erbologia... E lei? E lei cosa avrebbe fatto? Una volta finita la scuola, finiti gli studi, senza una casa o una famiglia dove tornare... Dove sarebbe andata? Dove avrebbe studiato per un lavoro? Tutti i suoi amici avevano un futuro, Ron era riuscito a rialzarsi dopo la morte di Fred, Harry era abituato all'idea di non avere dei genitori, entrambi sapevano cosa fare e dove andare... Lei no. Lei non sapeva niente sul suo futuro incerto, la morte dei suoi genitori era stato uno strappo alla sua vita che ormai la stava consumando. Anzi, ultimamente le stava frullando una terribile idea in testa. E se fosse andata in un altro stato a vivere? Nuovo posto... Nuova vita...

- Hermione -. Ron la riportò con i piedi per terra. - Ti va di fare un giro, non ti vedo molto apposto ultimamente -.

Lei accettò, per una volta sembrava che Ron volesse fare qualcosa in modo serio. Il ragazzo le prese la borsa e la trascinò letteralmente fuori dalla biblioteca. Percorsero il corridoio in modo frenetico, Ron quasi stava correndo e sembrava molto arrabbiato. Hermione decise di starsene in silenzio per un po', ma alla fine parlò: - Ron, perchè mi hai portata fuori? -

Lui si girò, con gli occhi azzurri arrabbiati che gli davano un'aria molto dolce. - Hermione, si può sapere che hai in questi tempi? Non ti riconosciamo più, è successo qualcosa vero? Quando sei tornata a casa? È successo qualcosa con la tua famiglia? -

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Hermione si sentì gelare.

La domanda di Ron le aveva letteralmente congelato il pensiero, non sapeva come rispondere, l'unica cosa che riusciva a percepire erano quei suoi enormi occhi azzurri incatenati al suo sguardo. Da quando Ron aveva la capacità di farti sentire in quel modo? come mai non era più il solito insensibile con la capacità di provare sentimenti pari a quella di un cucchiaino? Era stata davvero così tanto lontana dai suoi amici per così tanto tempo?

- Hermione... -

Silenzio.

La ragazza era bloccata all'uscita della biblioteca con Ron che la guardava più distante, in fondo al corridoio. Le finestre spalancate con le tende che gettavano ombre inquietanti sulle pareti, le candele quasi consumate e spente per la vicinanza al coprifuoco e un vento gelido che penetrava nel corpo e nel cuore di Hermione.

- Ho capito -. Con lo sguardo deluso, il ragazzo si girò. - Ci vediamo domani a lezione, Hermione -.

Il modo in cui sottolineò il suo nome la fece rinvenire.

- Ron, aspetta! - Lui si girò con lo sguardo che le diceva: "Ti abbiamo aspettato per mesi, ma tu non sei venuta, perchè ora io dovrei aspettare?"

- Io... - La voce le tremò. - Io... Mi dispiace... Davvero... - le gambe cominciaronoa tremarle e cadde a terra. - Io... Non volevo! Non volevo lasciarvi così! - Urlò, con una lacrima solitaria che le rigava il volto.

Era stata una vigliacca, davvero, non avrebbe mai dovuto andarsene così, facendoli sentire in colpa. Ron le si avvicinò, scrutandola con un po' di delusione. Hermione si rialzò.

- Cos'è successo? -

La ragazza non le rispose subito, ma Ron aveva ragione, se n'era andata. Ricordava tutte le volte in cui in Sala Grande i suoi amici le venivano incontro ridendo, invitandola fuori, chiedendole di aiutarli o semplicemente seguendo i loro allenamenti. Aveva rifiutato tutti gli appuntamenti, dal funerale di Fred quell'estate alla partita Grifondoro-Corvonero tenuta pochi giorni prima in cui i corvi avevano drasticamente vinto. Era stata un'amica terribile e per questo non sentiva di meritarsi tutto quell'affetto. Si sentiva pentita ma non riusciva in alcun modo a dirgli cosa c'era che non andava.

- Senti Hermione -. Disse Ron severo. - Noi ti abbiamo aspettata per mesi, dal funerale di Fred quest'estate al festino che adesso sta tenendo Harry nella sua stanza. Mentre ricostruivamo Hogwarts, tutti ci chiedevano di te. Dov'è Hermione? Dov'è la strega più brillante della sua età? Dov'è colei che vi ha salvato il culo ad ogni santissimo anno senza la quale Harry non sarebbe mai neanche sopravvissuto? Noi non sapevamo cosa rispondere, non sapevamo dove fossi. Ti abbiamo cercata in ogni metodo ma eri irrintracciabile, finchè un giorno il ministro ci ha detto che era tutto okay e che eri semplicemente in vacanza con i tuoi genitori -.

Lei lo guardò dritto negli occhi.

- Allora abbiamo aspettato che cominciasse il nuovo anno, ti abbiamo aspettata tutti i giorni, tutti i weekend ad Hogsmeade, ti abbiamo aspettata e cercata ma tu non sei mai arrivata. L'unica cosa che riesci a fare ormai da un mese è cercare su quei stupidi libri di Magia Nera -.

Sobbalzò.

- Non ci vuole un genio per capire che c'è qualcosa che non va, non ci serve un'altra mente geniale come la tua. Ma ci manchi. Ci manchi tanto. Quindi, o mi tiri fuori un motivo valido sul perchè ti comporti così, o ti giuro che me ne andrò da questo corridoio e puoi ben sperare che non ti inviti più da nessuna parte -.

Per Ron era stato difficile dire quelle parole. La guerra l'aveva cambiato sì, l'aveva fatto diventare più adulto, ma era sempre rimasto il solito imbranato sotto sotto, quindi per lui era ancora dura assumersi quelle responsabilità. Sperò che Hermione accettasse di ritornare con loro, perchè non ce l'avrebbe mai fatta a lasciarla sola davvero. Piuttosto l'avrebbe insitgata fino a farsi odiare, ma non l'avrebbe abbandonata perchè stava passando un periodo difficile.

Allora la ragazza decise di parlare: - Ron... Ho passato un brutto periodo. Lo sto ancora passando. Ma non è che non riesco più a stare con voi, è che mi sembra tutto innaturale. Voi siete felici, siete in compagnia, siete rinati. Io devo ancora cercare quella rinascita che voi avete con fatica ottenuto, è successo qualcosa, di cui non vi ho parlato, quest'estate. Il motivo per cui sono ancora triste -. Lo sguardo di Ron si addolcì leggermente, anche perchè non sarebbe riuscito a sostenere quello sguardo ancora per molto. Era terribilmente incazzato con lei, ma la voleva ancora come amica. - Sono stata stupida a no vedervi più e non ho neanche scuse o ragioni per commentare. Ero troppo presa da quello che stavo facendo e ho sbagliato -.

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La porta in fondo al corridoio si spalancò, facendo uscire una massa di capelli rossi (aka Ginny) che saltò addosso ad Hermione abbracciandola.

- Ginny cosa ci fai qui?! - Urlò Ron preoccupato. - Ti avevo detto di rimanere in camera tua! Con il coprifuoco così vicino poi... - Ma la sorella non lo ascoltò. Lei era l'unica che aveva mantenuto un po' i contatti con Hermione, essendo compagne di stanza, e si era accorta meglio di chiunque altro che non stava bene. Non erano mai state grandi amiche, ma aveva cominciato a preoccuparsi seriamente quell'anno. Quindi non era riuscita a trattenersi dal seguire il fratello. - Stiamo facendo un bellissimo festino nella camera di Harry! Vuoi venire Herm? Ti prego, di' di sì!!! -

Hermione annuì silenziosamente, abbozzando un lieve sorriso. Chissà, magari divertirsi un po' non le poteva fare poi così tanto male. Avrebbe provato a non fingere di divertirsi questa volta.

Le ragazze si allontanarono, sparendo dietro l'angolo. Ron, rimasto solo, si mise a pensare. Hermione non era stata assolutamente perdonata per quello che aveva fatto, era ancora incazzato con lei e soprattutto non gli aveva detto il vero motivo per cui si era comportata così, non era stata ben chiara. Non era tutto finito e pronto, tutto lasciato alle spalle, lui era una persona che si ricordava bene questo genere di cose, ma capì che magari aveva bisogno semplicemente di un po' più di tempo. Ma fino a quel momento, non poteva dire di averla perdonata.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


CAPITOLO 3



*Intanto, nella stanza di Harry...*

Ore: 20:30

Harry gironzolò nella sua stanza controllando gli ultimi preparativi al suo "festino". Le bibite c'erano, (ovviamente anche alcolici), patatine babbane di ogni tipo, caramelle strane del mondo magico (cioccorane comprese), scherzi dei Weasley (possibilmente non troppo rumorosi) e le decorazioni.

Quel festino era stato organizzato in nessun giorno speciale, era solamente un piccolo incontro che aveva deciso di fare insieme ai suoi compagni di stanza con i rispettivi fidanzati/e o un amico a scelta. Quindi si teneva appunto in camera sua, con un numero ristretto di invitati e sarebbe durato tutta la notte. Già fremeva di aspettativa, sarebbe stata una cosa molto divertente.

Ore 20:45

Era da un po' che Harry sentiva quella sensazione di vuoto.

Magari si era dimenticato qualcosa, ricontrollò tutta la stanzetta dieci volte ma non riuscì a capire cosa mancasse. Magari si era dimenticato di lavarsi? No. Puzzava? No. I vestiti erano adatti? Sì. C'era il regalo per il suo ragazzo? Sì.
Solo con l'inizio della festa, alle 21, si accorse cosa mancava.
Qualcuno bussò alla sua porta.
Aprì subito.

- Buongiorno signor Potter -. Un ragazzo biondo fece un inchino.
Si tolse le sue scarpe eleganti e le ripose ai piedi del letto di Harry, ripose la giacca nera e firmata su un appendino. Sotto di essa c'era un'elegante camicia tenuta fuori dai pantaloni e con i primi due bottoni slacciati. I capelli biondi spettinati.
Il suo ragazzo.

- Dovresti smetterla di chiamarmi per cognome, Malfoy -. Ghignò. - Sai bene che tra un po' saranno gli altri a chiamarti così -.

Draco rise. - Non penso proprio Harry-. Si avvicinò a passo lento verso di lui. -Mio padre mi ucciderà -. Continuò la sua camminata verso il moro, il quale indietreggiò fino a finire con la schiena contro al muro. - Ma prima dovrò uccidere te -.

- Sono proprio curioso di vedere come farai -. Sghignazzò il grifondoro consapevole delle sue intenzioni.

Draco si avvicinò ancora di più, fino a intrappolare il suo ragazzo contro al muro, premuto su di lui, con il fiato sul collo di Harry, il quale fremeva di aspettativa. Per loro era così bello baciarsi dopo essersi provocati, una cosa così dolce e passionale, una pace e un amore che entrambi cercavano da quando erano bambini. Qualcuno con cui sentirsi bene, qualcuno di cui fidarsi e con cui sentirsi a casa.

Quando Draco lo baciò, a Harry sembrò proprio i morire, perchè quando si finiva nelle spire di un serpente la morte era assicurata.
Nonostante Draco fosse quello passivo, era sempre lui quello che provocava gli altri. E con gli altri intendo: tutti. Sia che volesse un pugno o un bacio.

Il bacio durò qualche minuto, entrambi avevano creato una barriera dal mondo esterno, esistevano solo loro, esisteva solo Draco che stava conducendo Harry sul letto e lo sovrastava facendo intravedere il suo petto scolpito e diafano attraverso i bottoni slacciati della camicia, che ben presto raddoppiarono.

- Voi due, potreste andare a fare questo genere di cose da un'altra parte? - Presi dal loro bacio non si erano accorti dell'entrata di Ginny e di Dean. No, non erano fidanzati. Dean stava con Seamus, il quale era un loro compagno di stanza, quindi aveva detto che lui non valeva come ospite e aveva deciso di invitare anche Ginny.

I due ragazzi si staccarono imbarazzati, con le guance rosse e il fiato pesante, per poi notare un Dean che sghignazzava in modo decisamente rumoroso e faceva fluttuare verso di loro qualcosa. - Vi servono delle protezioni per caso? - Chiese.

- Meglio di sì Dean -. Rispose Ginny. - Altrimenti il nostro caro Furetto rischia di rimanere incinto -.

Draco ringhiò. Sì, lui era quello passivo, ma lo era soltanto con Harry, soltanto quando erano soli, odiava essere sminuito per ciò al di fuori della camera da letto. Era pur sempre un Malfoy per l'amor del cielo!

- Allora vogliamo cominciare questa festa? - Disse Seamus entrando con una ragazza corvonero che Harry non aveva mai visto. - Questa è una mia vecchia amica d'infanzia -. Sottolineò la parola "Amica" dopo aver visto lo sguardo cruciale che Dean gli aveva lanciato. - Si chiama Alya -.

Subito dopo entrò Neville, tutto rosso in viso e con un completo abbastanza imbarazzante, di certo non gli donava. Al seguito c'era Luna Lovegood, la sua fidanzata, con un vestito verde ricamato con tanti pizzi che le donava molto. - Vi dispiace se orno la vostra stanza con questo profumo creato da mio padre? Serve per allontanare i Retksy, sono delle creaturine che approfittano delle feste per infilarsi nelle mutande degli invitati e... -

- Fai pure tutto ciò che vuoi Luna -. Disse velocemente Ginny, nessuno in quella stanza aveva la minima voglia di sapere cosa facessero i Retksy nelle mutande delle persone.

Erano tutti impazienti di aspettare gli ultimi invitati, che sarebbero stati Ron ed Hermione ovviamente.

Pochi minuti dopo, mentre Luna raccontava a Seamus cosa facessero i Retksy e mentre la maggior parte dei compagni si erano già catapultati sul cibo, entrò anche Ron. Era vestito esattamente come lo era stato quella sera a cena. Maglione di lana e jeans grigi. Aveva uno sguardo affranto e si guardava le scarpe nere con nostalgia, come se all'improvviso fossero diventate più interessanti dei Retksy di Luna. Al suo seguito entrò... Lavanda.

Draco fece cadere il bicchiere e sputò il Whisky in faccia a Dean. Tutti gli altri ebbero più o meno la stessa reazione.
Cosa ci faceva Lavanda? Con un vestitino viola che avrebbe fatto invidia alla regina Elisabetta e con una faccia che avrebbe fatto invidia alla regina Vittoria? Dov'era Hermione?

- Ciao ragazzi! - Urlò l'arpia con una voce così acuta che fece cadere un altro bicchiere a Draco. - Visto che Hermione è sparita, il mio Ron Ron ha deciso di invitarmi qui al suo posto! Non è fantastico?! -

Nessuno disse niente, a parte Draco ovviamente: - La prossima volta non potremmo organizzare il festino a una notte di Luna piena?! - (In realtà io non ho ben capito se Lavanda alla fine era morta o no. Quindi ho deciso di inserirla lo stesso nella storia ma facendola diventare un lupo mannaro).

Lavanda ovviamente si mise a sbraitare come un'ossessa, Ron cercò di calmarla ma si beccò solamente uno schiaffo.
Alla fine la ragazza si sedette sul letto del Weasley e cominciò a mangiare la porzione di caramelle di 3 persone.

- Ron dov'è Hermione? - Chiese Harry preoccupato mentre si dirigeva verso l'amico ancora a disagio.
- Non lo so -. Rispose. - Non la trovo -.

Harry si sentì sprofondare. Allora era vero, Hermione non voleva più stare con loro. Spariva quando le chiedevano di uscire, fingeva di ridere quando era con loro a cena, non usciva più con loro a Hogsmeade (non mi ricordo come si scrive, aiut-), non avevano più visto l'ombra di un sorriso su di lei.
Non capivano cosa le fosse successo, mancava a tutti, non solo a loro, gli insegnanti, a vederla triste, non avevano più la stessa voglia di fare lezione, i compagni della casa si erano meravigliati di vedere la strega più brillante della sua età ridotta in quel modo...

- Vado a cercarla -. Disse Ron di punto in bianco, girandosi verso l'uscita.
- Ma Ron Ron! - protestò Lavanda rincorrendolo.
- Ginny, tu rimani qui, voi continuate con la festa, i prometto di riportarvi Hermione -. Detto questo, uscì, seguito di nascosto da Ginny.



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La musica in sala comune era altissima.
Oltre a quella c'erano bolle di sapone che vagavano in giro, spari fortissimi, coriandoli e persino fuochi d'artificio. Gli alcolici avevano avuto un tremendo effetto su tutti gli invitati della piccola festicciola, che infatti si era allargata ancor di più fino ad arrivare all'intera casata Grifondoro.

Tutti i Grifondoro, persino quelli del primo anno, erano in pista a ballare, gli alcolici erano persino riusciti a finire nelle mani dei minori (per colpa di qualche Malfoy che aveva urlato: - LIBERTÀ AL DIRITTO DI BEREEEE!!!!! -)

Solo Harry se ne stava in disparte. E dico solo lui, perchè stava seduto su una delle panchine rosse della sala facendosi domande paranoiche sulla vita e sulla sua amica Hermione. Si chiedeva perchè anche lui non poteva buttarsi nella mischia e ballare con il suo tremendamente sexy e ubriaco ragazzo, ma era troppo preoccupato e la guerra l'aveva reso molto paranoico.

Ormai il coprifuoco è passato, perchè Ron non è tornato? Alla fine è uscita anche Ginny, non è che le è successo qualcosa? Perchè Hermione non sta più con noi? E se hanno incontrato Gazza? E se li hanno messi in punizione? E se si sono persi? Perchè non hanno prima controllato la Mappa del Malandrino? E se sono stati mangiati da un secondo Fuffi? E se...

- Ti prego Potter, si sente l'odore di paranoia fino al bagno -. Il suo ragazzo era prontamente arrivato da lui per interrompere quei suoi pensieri contorti. Parlò con una leggera voce lenta mentre riusciva a mala pena a stare in piedi sulle proprie gambe. Gli occhi annebbiati dal fumo e i vestiti fradici di sudore.

- Ti avevo detto di non chiamarmi Potter, Potter -. Ghignò Harry accogliendo il suo ragazzo barcollante che si sedette sulle sue gambe.

- Se pensi che prenderò il tuo cognome allora non hai proprio la minima idea di chi io sia... Malfoy -. Disse Draco, sussurandoglielo in un orecchio e specificando che Harry avrebbe preso il suo cognome. Era di certo ubriaco.

Il biondo mise un braccio intorno al collo del Grifoncino, per poi immergere il viso nella sua clavicola e farsi coccolare lentamente dal suo ragazzo, che gli accarezzava i capelli lisci e morbidi come solo lui sapeva fare. Draco non l'avrebbe mai ammesso, ma gli piaceva essere il passivo e fare in modo che fosse Harry a guidarlo. Il suo ragazzo aveva un certo portamento, una certa luce negli occhi, un certo coraggio che ti faceva capire tutti i guai che aveva passato. E l'avevano fatto crescere, ormai era un uomo adulto, un uomo pronto ad accogliere un piccolo Malfoy tra le sue braccia, che non era ancora riuscito a riprendersi dalla sua infanzia.

C'erano solo loro due, il viso di Draco premuto sul petto, la mano di Harry che lo accarezzava e dondolava leggermente... Il Grifondoro aveva praticamente un piccolo cucciolo tra le sue braccia.

E se ora si trovano nella foresta Proibita per punizione? E se fanno anche il mio nome? E se sono stati rapiti? E se...

- Harry... - Il suo ragazzo miagolò il suo nome in modo estremamente implorante. - Dovresti piantarla di fare certi pensieri... Lo sai che io li sento, e fanno stare male anche me! - Draco prese il viso di Harry e premette le sue labbra contro quelle del Grifondoro, creando un bacio che alleviò immediatamente la tensione del moro. Era così bello baciare il suo furetto... Un cucciolo che si agitava nelle proprie braccia voglioso di altri abbraccini e bacini...

- Lo sai che non piace quando leggi nella mia mente, Potter - Harry lo prese di nuovo in giro, chiamandolo di nuovo con il suo cognome e provocando uno sbuffo di indignazione nel suo cucciolo.
- Lo farò solo quando la smetterai di chiamarmi così -.
- Dracuzzo? Dray? - Si beccò quasi uno schiaffo.
- Perchè non andiamo in pista a ballare e a ubriacarci? - Chiese Draco. - Invece di rimanere qui da soli, solo io e te...-
- Lo sai che non mi piace il casino, Dracuzzo -. Schivò ridendo un altro schiaffo. - E poi non puoi ubriacarti se lo sei già... -

Il suo ragazzo gemette ridendo. - Io non sono ubriaco... - Disse in un modo proprio da... Ubriaco mentre premeva la testa contro il petto del Grifondoro, come se volesse altre coccole.
- Questo è quello che direbbe un ubriaco -
Draco rise. - Okay... forse sono ubriaco. Cioè, ci sarebbe anche questa possibilità... Ma che male c'è?! Anche Neville si sta divertendo come un matto! - Disse indicando Neville che ballava ubriaco con una cravatta in testa... E ballava davvero bene. - Noi invece siamo qui a non fare niente! - Strofinò il suo naso contro quello di Harry. - Eddai... Amoree... Andiamo a fare qualche cazzata anche io e te, qui mi sto annoiando...! - Poi cominciò a fare le fusa e ad implorare come un gattino, quindi Harry si ritrovò costretto a dargli ragione.

- Ehi ragazzi! - Una voce dal fondo della sala richiamò la loro attenzione. C'era Seamus che agitava le mani urlando cercando di condurli in mezzo alla sala. - Abbiamo deciso di fare un gioco, venite anche voi?! - Immediatamente si resero conto che la sala si stava svuotando, quasi tutti i ragazzi dei primi anni se ne stavano tornando a nanna, il che era strano visto che erano solo le undici.

- Che gioco è?! - Urlò Draco trascinando il suo fidanzato verso Seamus e Dean che si tenevano per mano.

- Perchè tutti se ne stanno andando? - Chiese invece Harry cercando di fare resistenza al suo ragazzo, non aveva voglia di fare nessun gioco, soprattutto ad Hogwarts, i giochi magici erano pericolosi. E il livido sul collo prodotto da uno degli stupidi scherzi dei gemelli ne era la conferma.

- Obbligo e verità -. Esclamò Dean a sorpresa. - Abbiamo deciso di far partecipare solo le coppie del sesto e del settimo anno... Per certi obblighi che abbiamo deciso di mettere -. Rispose ghignando.

- Che diavolo è "Obbligo o verità?" - Chiese Draco disorientato, essendo forse l'unico che non conosceva il gioco. - Sarà qualche cazzata babbana vero? - Sbuffò.

- Anche se fosse, Draco, tu non sei più razzista nei confronti dei babbani ricordi? - Specificò Harry al suo ragazzo.

Subito dopo, un gruppo di venti o trenta persone si radunò in mezzo alla sala comune, spostando le poltrone e sedendosi in cerchio.

- Allora Malfoy -. Cominciò Seamus. - "Obbligo o verità" è un gioco in cui devi scegliere una delle due opzioni. Se scegli verità noi del gruppo dobbiamo metterci d'accordo su quale domanda farti alla quale tu dovrai rispondere con estrema sincerità, per quanto imbarazzante possa essere. Se invece scegli obbligo devi fare per forza una cosa che ti diciamo di fare -.

Il serpeverde non sembrava molto contento del fatto che doveva fare tutto ciò obbligatoriamente, era l'unico della sua casata in quel posto quindi aveva una miriade di Grifondoro che potevano obbligarlo a fare qualsiasi cosa che avrebbe potuto far cadere la reputazione alla sua casa. Sapeva benissimo che non avrebbe dovuto farsi convincere da Harry a venire lì, ma lui l'aveva minacciato dicendogli che altrimenti l'avrebbe trasformato in un furetto.

- Dai Draco, tranquillo, non ti chiediamo uno spogliarello -. Disse Dean sghignazzando. Decisamente quel posto traboccava di gay, il che non era un buon segno per il furetto che trasudava ormoni da tutti i pori.

Il gioco non era niente male, era cominciato con Neville che doveva imitare un pollo finchè non era davvero diventato un pollo. Mentre lui starnazzava a destra e sinistra c'era stato un impatto di magia enorme venuto da chissà dove e si era rimpicciolito, tutti lo guardavano stupito mentre gli crescevano le piume e il becco. Alla fine era uscita una bella gallinella da una nuvola di fumo grigio e tutti erano scoppiati a ridere. La scena era così comica che nessuno cercò di ritrasformarlo, anche se Neville continuava a starnazzare di qua e di là come a chiedere aiuto.

Altri obblighi erano stati ad esempio: esci fuori dalla sala comune e portami il cuscino della Sprite, mettiti in mutande e balla davanti alla finestra aperta, sbaciucchia tizio/tizia, imita un pesce (almeno quella volta Harry era rimasto un umano in carne e ossa)...

Alla fine venne il turno di Draco. - Obbligo o verità, Dray? - Sghignazzò un ragazzo del sesto anno che shippava Drarry alla follia. Meglio non fare il giro nella sua camera o si potevano trovare foto inopportune dei due fidanzati mentre venivano colti di sospresa nei posti più strambi del castello. (Il bagno di Mirtilla Malcontenta, le serre, al foresta proibita, l'ufficio di Lumacorno, la sala Grande alle 3 di notte...)

- Obbligo -. Rispose subito Draco. Sapeva dei rischi che stava correndo, ma voleva risvegliare il suo ragazzo che si stava facendo delle super paranoie mentali sul fatto che magari i suoi amici erano stati mangiati da un fiore malefico o qualcosa del genere.

Avrebbe voluto dargli uno schiaffo e ricordagli che una volta, per saltare le lezioni, avevano fatto il bagno nel Lago Nero alle quattro di notte rischiando di essere mangiati dalla piovra gigante o rapiti dalle sirene (soprattutto Draco, sapete, lui è segzi).

Ci fu qualche brusio di gruppo, Harry ascoltò le opinioni di tutti, si riuscivano a vedere le sue pupille che si allargavano e restringevano dalla paura, ma cosa diavolo gli stavano proponendo?

Dopo cinque minuti di interminabili brusii (durante i quali Draco era anche andato al bagno), finalmente Dean parlò. - In onore al tuo ragazzo... - Ghignò accompagnato da tutti gli altri nella stanza, con Draco che alzò gli occhi al cielo. - Abbiamo deciso che... -

*rullo di tamburiiiiiiiiiiiii*

- Devi ballare la lap dance davanti al tuo ragazzo -.

Draco si diede uno schiaffo da solo, sapendo che non sapeva come si ballasse su un palo.

- Con al camicia sbottonata -.

Questa volta fu Harry a schiaffeggiarsi.

Un palo magicamente comparse alle loro spalle e Draco cominciò a sbottonarsi al camicia. Ghignò. Massì, forse sarebbe riuscito a fare una buona impressione. Cercò conforto negli occhi della gallinella-Neville che si era accoccolato tra le gambe di Luna mentre stava... Boh, covando un uovo?

Posò la mano destra sul palo e...



__________________________





Finito il balletto Draco era s.f.i.n.i.t.o. Tutti gli altri erano shoccati e trasudavano ormoni da tutte le parti (compresi quelli etero) e c'era Harry che non riusciva più a capire niente. Draco seppe che in quel momento il suo ragazzo pensava a tutt'altro rispetto a come se la stavano passando i suoi amici.

- Ma perchè Malfoy è in mutande? - Una voce sul fondo della sala li riscosse tutti.

Una voce che Harry riconobbe molto bene.

- Hermione! -







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Zalve!

Allora, so che questi capitoli forse possono sembrare noiosi, ma servono a far capire come se la stanno passando i nostri protagonisti dopo la guerra. La trasformazione avverrà durante la festa di Halloween, quindi a fine ottobre, ma il momento non è lontano! Vi interessa la storia?

Per il momento con i ____, non era successo niente di così tanto sconcio in quella stanza, ma semplicemente non sapevo come descrivere la scena e volevo lasciarsi con la suspense... :D. Se volete potete dirmi le vostre versioni di come è avvenuta la scena.

Baciiii

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Capitolo 4
*** Capitlo 4 ***


PREMESSA:
Vi avverto che molto probabilmente questo capitolo non sarà bello quanto vi aspettavate. Ma tranquilli che è solo un capitoletto di passaggio, dai prossimi si migliorerà sempre più.



CAPITOLO 4




" E così Voldemort riuscì a dividere la sua anima in 7 parti... "
Certo che le lezioni del professore Ruf erano noiose. Così noiose che quella parola era più un eufemismo che la realtà.

In molti si erano chiesti, per decenni, se quel fantasma avesse avuto mai la voglia di riposare in pace e lasciare quella scuola. Il problema era che il prof era così vecchio e rimbambito che non si era neanche accorto di essere morto! E gli altri insegnanti avevano troppa pena per dirglielo, anche perchè in quel periodo nessuno avrebbe voluto fare il prof in quella scuola... Dove si era combattuta la più grande guerra magica di sempre.
Era proprio questo quello di cui stava parlando il prof. Non che fossero informazioni poco importanti, ma quegli alunni la guerra l'avevano vissuta in prima persona, non c'era bisogno di così tante spiegazioni dettagliate, ne sapevano più loro che qualunque libro di storia contemporanea, la quale maggior parte era solo una farsa.

Hermione cercava di prendere appunti, come aveva sempre fatto. Ma al contrario delle altre lezioni, quella la conosceva meglio di chiunque altro (anche molto più di Harry, visto che si era messa sotto con lo studio prima di partire). Quindi non riusciva proprio a seguire il filo del discorso.

La classe era decimata.

Come prima ora del lunedì, sicuramente, molti avevano preferito rimanere a letto (come Harry e Draco, anche se nel letto stavano facendo ben altro). Ron stava dormendo nel banco di fronte, un gruppo di Grifondoro stava facendo casino nell'ultima fila e i serpeverde frequentavano già poco le lezioni.

Quell'anno, per i serpeverde, era il peggiore.

Molti avevano deciso di non frequentare più quella scuola, per le condizioni in cui la loro casata si era messa. Per le immense torture a cui avevano dovuto assistere l'anno precedente, per l'umiliazione e per la vergogna che ora sentivano. Molti di loro si erano pentiti e si erano detti di non meritare neanche più un posto nell'intera Inghilterra. Pochi, come Draco, erano riusciti a trovare sè stessi e una persona cara a cui affidarsi.

Per fortuna la lezione finì.

.
.
.
.

Hermione si sdraiò sul dolce prato intorno al lago.

Le piaceva tanto quel punto del parco. Era circondati da abbastanza alberi da fare ombra anche nelle giornate molto calde, ma permettevano anche di godersi tutto il paesaggio, il lago di fronte a lei, il castello dietro e la foresta alla sua sinistra.

Si sdraiò in un albero concavo dove erano raccolte tante foglie cadute per l'autunno ormai cominciato. Non aveva voglia di andare dai suoi amici.

Ci aveva riflettuto molto durante il weekend; della sua situazione, nel modo in cui si era comportata... Ed era stata una codarda. Ma ancora non riusciva a sentirsi a proprio agio in mezzo a così tanta gente allegra. Per il momento aveva smesso con le ricerche, ma ancora sentiva quel vuoto. Delle persone carissime se n'erano appena andate, come poteva pensare di stare bene? Si sentiva egoista anche semplicemente pensando che Ron e Harry avrebbero in qualche modo potuto sostituirle... Ma sapeva che era impossibile.

Eppure ora Ron stava bene, nonostante la morte di suo fratello. Harry stava bene, anche se non aveva mai avuto dei genitori. Per lei ci voleva solo del tempo o era in una situazione irrecuperabile?

- Hey -.

Hermione si riscosse, trovando la chioma di capelli bruni di Neville a guardarla. - Ciao Neville -. cercò di salutarlo nel modo più amichevole possibile, anche se in quel momento voleva solo stare sola. Ora che ci ripensava anche Neville era cresciuto senza genitori.

- Ciao... - Disse un po' imbarazzato.

Neville nell'ultimo anno era diventato proprio un bel ragazzo, aveva sviluppato dei forti muscoli, non era più cicciottello e imbranato, si era alzato molto e, dopo il suo discorso coraggioso davanti a Voldemort, le ragazze che gli erano letteralmente cadute ai piedi.

- Vuoi dirmi qualcosa di particolare? -

Annuì. - Qualche giorno fa, dopo cena, la McGranitt ci ha detto che quest'anno i Prefetti e i Caposcuola sono i responsabili per l'organizzazione delle feste natalizie e tutto il resto... Si ritrovano dopo il coprifuoco, al lunedì -.

Hermione sbuffò, le mancava solo quello. - Quindi mi stai dicendo che oggi sono incaricata di organizzare la festa di Halloween con tutti gli altri Prefetti? - Storse il naso pensando a Pansy Parkinson, la prefetta dei Serpeverde. Anche se quella ragazza era passata ad essere una di loro non le era mai piaciuta, soprattutto quando, durante la guerra, aveva proposto di consegnare Harry.

Lui annuì. - Mi dispiace di averti interrotta, ma so che tu non rimani mai in Sala Grande una volta finita la cena, quindi temevo che tu non avessi sentito l'annuncio... - Continuò un po' imbarazzato. In fin dei conti era sempre il solito puccioso Paciock.

- Grazie mille Neville! - Detto questo saltò giù dall'albero e si diresse verso le aule delle lezioni pomeridiane.

- Si ritrovano in un aula dismessa del quarto piano, la A54, dalle 9 alle 11! E aspetta un attimo Hermione! -

Lei si girò e lui le corse dietro.

- Sono contento che sei ritornata tra noi -.

Sorrise.













Draco non era entusiasta di andare alla riunione dei prefetti quella sera.

Insomma, prima di tutto, era lunedì, e già la consapevolezza di ciò gettava sempre strane nubi di nervosismo e stanchezza sulla maggior parte della popolazione, quindi, oltre al fatto che aveva dovuto sopportare l'intera casata depressa dei serpeverde, adesso doveva andare anche a una riunione di prefetti.

Non che non gli piacesse prendersi cura della sua casata.

Dopo la guerra, erano tutti, e dico tutti, erano precipitati in una solida e densa depressione dalla quale pochi ci erano usciti. E non sto neanche qui a elencare i motivi. Draco era riuscito a ritrovare la sua via solo grazie a Harry, che l'aveva preso in custodia per quattro intere settimane, dove avevano fatto cose che solo Dio sapeva.

Comunque, nonostante la depressione che aleggiava nella sala comune, la situazione stava decisamente migliorando. Almeno adesso la gente si scambiava qualche saluto e qualche sorriso forzato, segno che stavano provando a perdonare sè stessi e i propri compagni.

E poi aveva passato un weekend di fuoco con Harry. Non che fosse una novità, ogni weekend, anzi, ogni giorno, accadevano quelle cose ma Draco era sempre svogliato a fare qualsiasi altra cosa oltre a quella.

Fu l'ultimo a entrare nell'aula "allestita" per la riunione. Aveva lasciato in ritardo il suo ragazzo tutto solo e anche lui preso dal nervosismo del lunedì per venire lì.

Tutti lo stavano guardando male per il ritardo, non che fosse poi così eccessivo, soltanto 10 minuti! Era colpa di quel Corvonero, Anthony Goldstein, super perfettino e preciso. (Infatti era anche Svizzero).

La stanza consisteva in un unico tavolo lungo che la attraversava da sinistra a destra, un paio di finestre e due quadri di uomini barbuti che ti guardavano in modo sadico. Si sedette vicino a Ernie e rimase zitto per quasi tutta la riunione.







Ron era contento che Hermione fosse venuta alla riunione con l'allegria di sempre. (emh, più o meno).

Si erano seduti vicini e Anthony li aveva accusati di distrarre l'intera riunione mentre si scambiavano qualche parola.

Per la maggior parte del tempo avevano parlato soltanto i Corvonero, erano loro che organizzavano tutto, perfetti e puntuali. Presentavano il loro programma in modo dettagliato e noioso, permettendo poche volte l'intervento degli altri. Anche se alla fine la riunione sfociò in un'aperta discussione in cui tutti dicevano la propria.

- Io e Padma abbiamo progettato tutto per la festa di Halloween -. Cominciò orgoglioso Anthony senza neanche salutare. - Ovviamente ci sarà un tema, noi abbiamo pensato, com'è giusto che sia, al fatto che ognuno si debba vestire da qualche creatura sovrannaturale, che la sala debba essere addobbata con ragnatele, ragni, pipistrelli e ogni tipo di fantasma possibile! -

- TI PREGO I RAGNI NOOOO - Urlò Ron che era andato in paralisi appena sentita la parola "ragno".

- Saranno finti! - Lo rimproverò Hermione guardandolo divertita.

Lui tirò un sospiro di sollievo e Anthony riprese la parola con una piccola tosse. - Poi, ovviamente le bevande e il cibo sarà tutto a tema, ci sarà qualcosa come, ad esempio, il vomito finto... - Storse il naso, di sicuro quella idea non gli andava molto a genio. - Calderoni dove ci saranno tutti i tipi di pozioni, ovviamente riprodotte con gelatina sciolta, zucche, maschere... -

- Sarà una festa in maschera?! - Esclamò Hannan tutta entusiasta.

- Non sembra una cosa troppo ovvia? - Chiese Ron. - Insomma, ci sono sempre feste in maschera, facciamo qualcosa in cui ci possiamo guardare in faccia per una volta -.

Tutti annuirono alla sua affermazione.

- Ma Perchè invece di vestirci da creature sovrannaturali come dei bambini non lo facciamo in modo elegante? Con vestiti da sera che possano ricordarti il tuo costume così da sembrare molto più civilizzati e comodi? Magari facciamo un ballo a coppie -. Chiese Pansy, che era uno dei pilastri della moda dell'intera Hogwarts.

- L'idea di alcuni vestiti eleganti al posto dei costumi per bambini è molto carina -. Disse Ernie. - Ma il ballo non a coppie, insomma, per noi questo è l'ultimo anno! Dobbiamo conoscerci meglio, non restare fissi con le stesse persone o coppie, un ballo libero con tante varietà di canzoni -.

- Concordo con lui -. Disse Hannan Abbott. - Ma quali canzoni prendiamo? -

- Per quelle ce ne occupiamo noi -. Prese parole Anthony. - Conosciamo la varietà di gusti della maggior parte delle casate meglio di chiunque altro -. Gonfiò il petto orgoglioso e ritornò a sedere.

- Quindi siamo sicuri no? - Chiese Padma. - Ballo libero, senza maschere nè costumi ingombranti con una grande varietà di canzoni -. Tutti annuirono e Padma scrisse qualche appunto.

- Per le decorazioni, vi prego, non fate troppe cose rozze -. Borbottò Pansy.

- Possiamo fare in modo che non siano eccessive, che magari quelle della pista da ballo cambino a seconda della canzone proposta e che ognuno possa aggiungerne una in più -. Disse Draco in modo svogliato.

  Padma si appuntò l'ultima proposta.

- Non potremmo dividere la festa in più parti? - Chiese Hermione. - Insomma, la Sala Grande potrebbe essere la pista da ballo. Sul fondo ci possiamo mettere delle poltrone rosse... -

- Perchè rosse?! Perchè non verdi? - Chiese la serpeverde.

- Con un piccolo bar sul fondo-. Hermione la ignorò. - Mentre dove ora c'è il tavolo dei professori ci mettiamo un piccolo palco, ingaggiamo una band di musica varia e la pista da ballo che occupa quasi tutta la stanza. Le stanze vicine potremmo trasformarle in semplici sale comfort dove ci si parla o si fa qualche gioco -. Anche questa proposta fu approvata.

- Per l'orario? - Chiese Ernie.

- Per gli alcolici?!!!! - Urlò Draco.

- Niente alcolici buffone! - Lo rimproverò Pansy.

- La maggior parte degli studenti sono minorenni, vuoi finire nei guai?! -

- Possiamo farli entrare illegalmente! -

- Ma come ti permetti?! -

Anthony lanciò un incantesimo silenziante su Draco. - L'orario potremmo dividerlo: l'inizio alle 9.00 e poi, per gli studenti dei primi tre anni, la fine prima di mezzanotte, mentre, per gli altri, la fine per le due o le tre, dove potremmo fare del karaoke o dei giochi di gruppo -.

Fu la prima proposta di Anthony a venire approvata da tutti. Eccetto da Draco, lui non poteva parlare :D

- Perchè non organizziamo una prova di coraggio? O delle gare! -. Esclamò Hermione.

- Prova di coraggio? - Pansy rabbrividì.

- Sì! - Esclamò Ernie. - Ma di che tipo? - Al pensiero cominciò a tremare.

- Non so, magari un giro sicuro nella foresta proibita condotto da Hagrid. Potremmo metterci d'accordo con le creature al suo interno in modo tale che non ci attacchino. Che ci spaventino e basta -.

- Assolutamente no! - Esclamò Padma. - È troppo pericoloso -.

Ma purtroppo fu approvata dalla maggioranza.

Hannan prese la parola: - Potremmo anche... -

Ma si resero conto che ormai l'orario era scaduto.

Tutti cominciarono ad uscire, Draco incazzato come non mai e ognuno prese la propria strada.

Rimase Hermione da sola con Ron. La ragazza si era alzata dal tavolo, pronta ad andare a fare una bella dormita, ma Ron la bloccò. - Ti va di fare un giro Herm? -

- Ma Ron! Il coprifuoco, non possiamo -.

- Appunto -. Ron ghignò ed Hermione non potè resistere.




















Vi prego non uccidetemi!

Sì, sembra una cosa molto sadica scrivere bei capitoli prima e poi scriverne uno dove ci sono 8 persone che si scambiano le idee per un ballo scolastico... ma per favore abbiate pazienza.
Ora che ho cominciato il liceo per me diventa sempre più difficile trovare il tempo di scrivere, soprattutto questi capitoli, che sono solo un pezzo prima del grande evento.
Comunque nel prossimo ci sarà una scena romantica tra Ron e Hermione e tra Draco e Harry, quindi se avete la pazienza di aspettare lo potrete leggere pronto spero prima del prossimo mese D:

Baciii

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


CAPITOLO 5



Hermione era profondamente consapevole che rimanere fuori dal dormitorio oltre il coprifuoco era una cosa altamente proibita, ma a lei mancava il brivido di essere scoperti, di infrangere le regole.

A lei? Alla Strega più brillante della sua età?

La verità era che le era piaciuto infrangere le regole con Ron ed Harry, anche se dietro c'erano ragioni molto più nobili di una semplice chiacchierata.

Ma non poteva dire di no al ghigno di Ron. A lui era sempre piaciuto infrangere le regole, ma quello sembrava un richiamo ai vecchi tempi, come poteva resistere?

Hermione sorrise. - Cosa intendi dire? - Sghignazzò lei sull'uscio della porta.

- Sai bene cosa intendo dire -. Lui sorrise, la prese per un braccio in malo molo (per quanto si sforzasse lui con le ragazze non ci sapeva fare) e la trascinò per qualche corridoio facendola correre. Per lui erano solo dei passi lunghi, ma visto che le sue gambe erano il doppio di quelle di Hermione, lei fu costretta a correre cercando di stargli dietro.

- Ron ma dove stiamo andando?! - Il ragazzo arrivò davanti alla porta della Sala Grande. - Nella Sala Grande? Sai che c'è un alta probabilità di essere beccati? -

- P.e.r.f.a.v.o.r.e Hermione, chiudi la b.o.c.c.a -. Le disse schietto lui guardandola male.

- Perchè mi hai portata qui? Hai voglia di uno spuntino Ronald? - Rise lei incrociando le braccia.

Lui roteò gli occhi :- Quest'estate io e Harry abbiamo preso uno dei tesori rubati dai Mangiamorte al Ministero - Le rispose schietto lui, diventando all'improvviso serio. Di sicuro aveva trovato un modo per sbalordirla.

Hermione si aspettava tutto tranne quello. - COSA.AVETE.FATTO?! -

- Stai zitta! Così ci farai beccare! - La zitti lui mettendole la sua sciarpa sulla faccia. Ron sorrise fiero premendo i palmi contro le porte. - Come ti dicevo, abbiamo rubato questo libro pieno di... Incantesimi -. Hermione emise un gemito. - Sai, roba che non si insegna a scuola, cose che non trovi nel Reparto Proibito -. Ghingò e aprì la porta. - Ho intenzione di fartene vedere qualcuno qui -. I due ragazzi entrarono nella sala. - Sono principalmente tecniche che ti permettono di perfezionare gli incantesimi elementari e di... Offrirti molti vantaggi - Si girò a guardarla prendendole la mano. - Ma ti permettono di avere la piena padronanza della tua magia, il che può essere pericoloso se a farlo sono le persone sbagliate -.

Mentre ne parlava aveva una curiosa scintilla negli occhi che Hermione non gli aveva mai visto. Sembrava quasi che lui avesse la voglia di conoscere, di sapere di più sulla sua magia. Il che era impossibile. Ron aveva sempre avuto la voglia di studiare di una cucchiaino, era arrivato forse il momento dell'Apocalisse?

- Sono cose veramente mitiche Hermione -. Camminò verso il centro della Sala Grande sorridendole. - È meglio che tu rimanga lontana da me, devo ancora perfezionare questa tecnica e non voglio farti del male -.

- È pericoloso?! -

Ron, ovviamente, non le rispose. Ma stranamente, nonostante entrambi sapessero che era pericoloso, il ragazzo non aveva più paura. Era cambiato tanto quell'estate, anche se dentro di sè era sempre rimasto il solito Ron al quale i ragni facevano ballare il tip tap.

- Sapevi che il Wigardium Leviosa può essere controllato... - Sguainò la bacchetta. - ... su sè stessi... - Si tolse la giaca. - ... Per volare? - Hermione sgranò gli occhi e un secondo dopo Ron stava fluttuando a un metro da terra , concentrato, con gli occhi chiusi, come un fantasma. La ragazza ne rimase estasiata, il suo amico aveva puntato la bacchetta puntata sul proprio petto e stava volando! Ad un certo punto, si rimise in posizione verticale e si spostò lentamente in avanti salendo di altri due metri. Fluttuava sopra il tavolo dei Grifondoro come se fosse una farfalla.

Hermione si era sempre chiesta, da quando era entrata nel mondo dei maghi, se ci fosse un modo per volare. Ma l'unica risposta che aveva trovato erano state delle scope e degli ippogrifi. Il più grande dubbio della sua vita svelato davanti ai suoi occhi.

Ron aprì gli occhi: - Visto?! - Esclamò estasiato. - Possiamo volare! Anche noi maghi possiamo farlo! - La ragazza rise e non si accorse del fatto che Ron era stremato, in fin dei conti, stava sollevando il proprio peso con la sola forza del pensiero. - Adesso provo a toccare gli stendardi! - Urlò, ignorando la sua stanchezza. A Hermione parve una scelta pericolosa, gli stendardi si trovavano molto in alto e Ron si stava muovendo sempre più lentamente e a scatti. Forse, ad ogni metro in più la fatica diventava sempre di più. Dopo un po' il ragazzo perse all'improvviso il controllo e precipitò come un sasso verso terra.

- RON! -

Riprese il controllo per gli ultimi due metri e poi cadde con un tonfo sul tavolo dei serpeverde. Hermione si precipitò verso di lui preoccupatissima. Magari si era rotto qualcosa, magari adesso li scoprivano!

Soprattutto lei era diventata ancora più premurosa dalla morte dei genitori, quando qualcuno si faceva del male andava nel panico.

- Stai tranquilla Hermione -. Sospirò lui alzandosi dal tavolo, con tutte le braccia piene di lividi.

- Stai bene?! Ti sei rotto qualcosa?! -

- Hermione dai... - La guardò con quei suoi nuovi magnifici occhi azzurri. - Durante la Battaglia di Hogwarts mi sono fatto le ossa, cosa credi? Che una caduta di due metri mi faccia così tanto male? Se solo ci riprovassi... -

- NO! - Ron la guardò malissimo. - Consumi troppa energia e l'hai già quasi tutta esaurita. Poi sei tutto malconcio... -

- Allora potrei provarci su di te! - Ron poteva essere diventato più intrepido, ma rimaneva sempre un pazzo.

- Mai sei matto?! hai visto cosa ti è successo? Sprecheresti troppa energia, certo, se tu mi alleggerissi con un incantesimo sarebbe tutt'altra cosa, ma... -

- Grazie mille dell'idea -. Ron ghignò e puntò la bacchetta sul suo petto. Un secondo dopo Hermione si ritrovò improvvisamente più leggera. Era una sensazione stranissima, come se fosse fatta unicamente di aria e faceva fatica a mantenere l'equilibrio. Certo che era diventato parecchio bravo con gli incantesimi.

- E questo da quando lo sai fare?! - Ron non l'ascoltò e la fece fluttuare. Lei si spaventò ma dopo un po' cercò di concentrarsi meglio sulle sensazioni che percepiva. Il vuoto. Sentiva il vuoto sotto di sè, intorno a sè. Si sentiva leggera, libera, anche se si trovava in un castello a mezzanotte, in una sala da pranzo buia e solo a un metro di altezza. Aveva quella sensazione di vuoto nel petto che si ha quando si cade all'improvviso, era spaventoso ma, allo stesso tempo, eccitante. Il suo cuore cominciò a battere all'impazzata, in quella situazione Ron poteva essere imprevedibile. Poteva spostarla all'improvviso, spaventandola e facendola cadere. Nonostante tutto lei si fidò. Era il suo migliore amico. Doveva fidarsi di lui.

Il ragazzo la faceva fluttuare a massimo due metri da terra. Lei chiuse gli occhi e si fece condurre ovunque lui volesse. Sembrava essere trainati la una linea invisibile che ti portava o in una direzione o in un altra. Era magnifico. Era tutto magnifico, Hermione sentì sia l'adrenalina sia la calma dentro di sè, sensazioni che tanto aspettava da mesi. Finchè Ron non perse il controllo e la fece precipitare.

Per fortuna, riuscì a prenderla al volo, ma, invece di farla cadere tra le sue forti braccia, il suo peso fece cadere anche lui che le finì addosso. Fecero una marea di confusione.

Per fortuna nessuno dei due si era accorto della McGranitt che li fissava tramite uno dei quadri in Sala Grande. All'inizio era intenzionata a dare loro una di quelle punizioni che si ricordano a vita, ma poi decise di lasciarli fare. Quei ragazzi ne avevano passate tante, meritavano un po' di svago :D















Uscirono in giardino, ma si crepava di freddo.

Hermione batteva i denti mentre Ron la conduceva, pian piano, lungo tutta la riva del lago nero, senza tremare nè dimostrare il minimo segno di freddo. Il vento gelido provocava onde di spuma bianca sulla superficie del lago, dove si infrangevano creando un suono armonioso.

I due ragazzi si sedettero sulla spiaggia a contemplare il cielo stellato con l'assenza totale della Luna. Era fantastico, se c'era una cosa che Hermione amava era osservare il cielo pieno di stelle, studiarlo e orientarsi. Era la migliore a farlo (come in tutte le altre materie). Le costellazioni e la galassia erano bellissime viste da Hogwarts, senza inquinamento luminoso il cielo della scuola era uno dei migliori della Gran Bretagna.

Hermione osservò la stella Polare. "Lì c'è casa mia". Pensò. "O almeno, c'era."

- Ron, ho freddo -. Disse al ragazzo per distrarsi. Anche se rischiava davvero di diventare un ghiacciolo, stando all'aperto, alle 11 e mezza di sera e nel bel mezzo di ottobre.

Ron la guardò, distante mezzo metro da lei. Lui aveva addosso un pesantissimo maglione invernale in stile Weasley e per riscaldare la ragazza avrebbe dovuto semplicemente abbracciarla. - Mica posso controllare il tempo -. Le rispose.

Forse Hermione non avrebbe dovuto confidare così tanto in lui, era sempre il solito insensibile. Roteò gli occhi e provò a stringersi di più a lui e Ron non si mosse di un millimetro! Non aveva un minimo di sensibilità! - Forse potremmo organizzare un viaggio romantico sul Lago Nero per la festa di Halloween -. Disse lei spezzando quel silenzio imbarazzante e aggrappandosi il più possibile al maglione dell'amico.

- Giusto! - Urlò estasiato allontanandosi da lei e facendola morire assiderata. - Ho già in mente un incantesimo per far viaggiare le barche senza conducente -. Si diresse sul lago e chiamò una barca con un incantesimo non-verbale. La ragazza si alzò e cercò di avvicinarsi il più possibile alla fonte di vita e calore, ma lui agitava le braccia facendo degli strani movimenti , quindi fu costretta a rinunciarci per evitare la decapitazione.

- Madame, vuole salire? - Si inchinò e le porse la mano, con alle sue spalle la barca pronta per essere usata. Hermione non potè dire di no a quegli occhi azzurro celeste che facevano contrasto con il nero sullo sfondo.

Mentre saliva la barca traballò, ma non finì in mare grazie a Ron che la stringeva a sè come se fosse un pupazzo e un oggetto delicato. Il ragazzo la fece sedere in modo estremamente dolce e sincero poi si mise al suo fianco riscaldandola un po'.

La barca partì da sola e lentamente fece un lungo giro lungo tutto il perimetro del Lago Nero, andava verso la Laguna delle Sirene, la tana della Piovra Gigante, la riva che dava sul castello e sulla Foresta Proibita. Non era proprio una delle migliori mete turistiche, ma faceva abbastanza paura, quindi per Halloween calzava a pennello.

- Ron -.

- Mh? -

- Non hai freddo? - Hermione sapeva di aver appena fatto una domanda cretina, ma testando la sua stupidità si poteva capire che non si doveva tralasciare niente.

Infatti Ron la guardò inizialmente stupito della domanda e poi esclamò: - AHHH HO FREDDO!! - E cominciò a diventare blu e a battere i denti da un momento all'altro.

- Non ci posso credere! E ho dovuto fartelo notare io! -

(Chi ha visto i primi episodi di One Piece, nell'isola di Chopper, può capire a quale persona io stia facendo riferimento :D )

Si trovavano in mezzo al Lago, in un punto centrale dal quale, per via della nebbia, non si vedeva nessuna sponda nè luce e le acque nerastre gettavano inquietudine e paura ai due ragazzi.

- Forse, è meglio se andiamo Hermione -. Disse Ron spaventato prendendo un remo.

- Aspetta Ron -. La ragazza lo bloccò, staccandosi da lui e mettendosi a guardare il cielo e il lago in modo abbastanza sospetto.

- Cosa c'è Hermione? Se ci dovesse succedere qualcosa qui, ora, a mezzanotte, quando tutti dormono, non riusciranno neanche a trovare i nostri cadaveri domattina! -

- Sta' zitto Ron! Questo punto del Lago, a quest'ora, in questo posto, può essere molto interessante -. Toccò l'acqua, che, ovviamente, era gelida. Tutto intorno a sè era freddo, molto più freddo di quanto avrebbe dovuto esserlo. Il buio intorno a loro, il freddo, l'oscurità quasi paranormale, faceva vorticare nella mente di Hermione strani pensieri. - Ho letto, su qualche libro... -

- Che m'importa di quello che hai letto! Ho paura, sento che c'è qualcuno qui! -

- Stai zitto Ron! In questo posto... Si possono effettuare incantesimi potentissimi, incantesimi antichi che non sono neanche stati segnati su nessun libro ma che sono nascosti e tramandati da famiglie antiche... Si possono creare e sperimentare nuove magie -. Hermione era sconvolta. - Questo posto è un enorme faro magico che attira tutto il potere, non so cosa ci sia qui sotto, ma è pericolosissimo e nessuno lo sa! -

- Hermione ti prego -. Ron era spaventato e abbracciava il remo come se ne valesse della sua vita. -Cerca di non svelare segreti che possono portare alla fine del mondo ai quattro venti -. Spaventato era poco. La sua faccia era completamente blu e tutto il suo corpo tremava.

La temperatura si era abbassata ulteriormente e in quel momento anche Hermione cominciava ad avere paura. Si sentiva osservata, come se lì con loro ci fosse qualcuno che non avrebbe neanche dovuto esistere. Non stavano arrivando i dissennatori vero? Erano quello che succedeva prima del loro arrivo, ma non voleva essere beccata da quegli esseri al di fuori del castello a quell'ora della notte.

- Vieni Hermione -. Ron le circondò il fianco con una mano e si accorse di star tremando in modo decisamente preoccupante. Il ragazzo la fece sedere sulle proprie gambe e l'abbracciò. - Cosa ti è passato per la testa? Stai morendo di freddo -. Era un punto soffice e caldo. La ragazza sia accucciò meglio al petto dell'amico, mentre lui cercava, con una mano, di remare per uscire da quella galleria sovrannaturale in cui erano capitati.

Ogni metro passava in modo interminabile, faceva sempre più freddo e sempre più buio. Si strinsero ancora di più. C'era davvero qualcuno lì, che non avrebbe dovuto esserci. Ron strinse la ragazza come se fosse la cosa più importante di tutte. Erano avvolti in una bolla che li stava isolando dal mondo esterno, man mano la situazione si stabiliva. la temperatura ritornava normale, la nebbia cominciava a sparire e la riva comparve all'orizzonte.

Il ragazzo remava frenetico e arrivò alla riva. Si sentiva come se avesse appena fatto un incubo, le sensazioni di paura e terrore che aveva provato erano ancora dentro di lui. La testa gli girava e sentiva le forze abbandonarlo. Appena toccò la terra prese Hermione in braccio, si era addormentata. Con la sua piccola statura, il suo viso bello e i suoi vaporosi capelli la facevano sembrare una piccola principessa. Ron l'aveva sempre pensato, dal momento in cui l'aveva incontrata sull'Hogwarts Espress il primo anno. Ma non aveva minimamente pensato che potesse nascere qualcosa fra loro due, erano troppo amici.

Eppure, mentre percorreva i corridoi freddi e bui, con la ragazza tra le braccia, Ron aveva capito che qualcosa in quel lago era successa. Aveva capito che qualcosa li aveva segnati entrambi e che quella cosa si sarebbe manifestata per qualche motivo, in qualche giorno.

Portò Hermione nella sua camera e l'adagiò tra le sue coperte. Forse si sarebbe spaventata un po' nel svegliarsi con attorno dei maschi puzzolenti, ma almeno non era al freddo. Lui andò a dormire sulle poltrone della Sala Comune. Era quasi notte fonda, dormì poco, tormentato da terribili pensieri.

























Zalveeeee!!

Visto che alla fine ci sono riuscita? :D ecco a voi la piccola scena romantica/paurosa fra i due. Mi dispiace ma niente baci, io odio le ff in cui ci si fidanzano subito, adesso sono soltanto due amici.

Comunque, per chi se lo è chiesto, no, in questa scena non si sono scambiati il corpo. *spoiler* Accadrà durante la festa di Halloween, sempre nello stesso punto e con la Luna piena. C'era davvero una persona che li stava osservando, una presenza sovrannaturale che non avrebbe neanche dovuto esistere, ma si scoprirà più avanti chi è questa persona e sarà lei a fare l'incantesimo.

Non so quando riuscirò a pubblicare il prossimo capitolo (Che sarà l'ultima riunione prima di Halloween + una scena drarry) prima della grande festa e della loro trasformazione.
Spero di avervi incuriositi un po', alla prossima!









 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


No, non sono morta lol







CAPITOLO 6



Il lunedì dopo era l'ultimo incontro e Draco era incazzato proprio come la settimana precedente.
Nell'ultimo anno aveva cominciato ad odiare il suo incarico da prefetto. Non faceva altro che stancarsi e lavorare più di quanto avrebbe voluto per il semplice fatto di dover organizzare una cosa a cui non avrebbe mai voluto andare.
A Draco le feste non gli piacevano, non gli erano mai piaciute. Soprattuto perchè la maggior parte dei festini ai quali aveva assistito consistevano nell'uccisione di un nemico e nella tortura di un suo vecchio compagno che aveva deciso di voltare le spalle al signore oscuro. Quindi il suo progetto per la sera della festa era quelo di stare tutto il tempo sotto le lenzuola con il suo focoso Grifondoro a tenergli compagnia. Esattamente come avevano fatto nell'ultimo mese.
Erano entrambi instancabili, non riuscivano a stare l'uno lontano dall'altro per troppo tempo.

Il sorriso di Draco che si era formato pensando alle tante belle "dormite" con Harry venne distrutto dalla grande porta di legno davanti a sè. Era di nuovo in ritardo e con una faccia da schifo per il fatto che non aveva dormito molto quella sera (non penso che ci sia bisgno di specificare il motivo) e sapeva già che sarebbe stato rimproverato da tutti i presenti nella sala perchè non collaborava mai.
Lui non voleva collaborare, si era addolcito ultimamente, ma con gli altri non riusciva ad aprirsi così tanto. Non nello stesso modo in cui si apriva con Harry.

Entrò nella stanza e si sedette di fianco alla Mezzosangue Zannuta. I suoi pregiudizi ormai erano spariti, ma era difficile abbandonare i vecchi modi di pensare, sopratutto nei confronti di chi ti aveva dato un pugno in faccia.

Hermione non lo notò molto, troppo occupata a guardare Ron che cercava di spiegare ai presenti i dettagli della festa in modo terribilmente impacciato e maldestro.

Draco non la odiava, ma non riusciva a sopportare il modo in cui si isolava. Anche lui ne aveva avuti di problemi, per tutta la sua vita, perchè all'improvviso la Mezzosangue pensava di essere speciale per la perdita dei propri genitori? Lei non era stata l'unica a perdere un familiare in quella guerra, ma nonostante quello era l'unica che non era ancora riuscita a mettersi l'anima in pace.
Sì, lui sapeva cosa le era successo in quelle vacanze. Forse era l'unico, fra i conoscenti della Granger a saperlo, ed era molto difficile sentire quelle tremende vibrazioni negative provenire dalla sua anima ogni istante della sua vita senza poter dire niente. Era terribile e gli prosciugava le energie, anche se il secondo problema era facilmente risolvibile con un piccolo incontro con Harry ;D

-Bene, possiamo iniziare -. Disse Ernie. - Ricapitoliamo, la festa sarà strutturata in questo modo: la musica e i balli saranno di diversi generi, non sarà nè una festa in maschera nè a coppie, la sala e il proprio abbigliamento dovrà ricordare la festa ma allo stesso tempo le decorazioni possono essere cambiate in base alla musica riprodotta. La pista da ballo in mezzo alla Sala grande, dove attualemente c'è il tavolo dei professori ci sarà un palco, con un bar e delle poltroncine rosse sullo sfondo -. Prese un lungo respiro. - Ci saranno due stanze ai alti che verranno suate come sale comfort, una piccola prova di coraggio nella Foresta Oscura e gli studenti minori di 14 anni dovranno essere a letto prima della Mezzanotte -. Detto questo si accasciò sulla sedia alla ricerca di un po' di fiato.

- Io e Hermione avevamo in mente qualcos'altro -. Esclamò la Carota all'improvviso. Draco vide Hermione sgranare gli occhi e guardarlo in modo preoccupato. - Anche un giro romantico in barca non sarebbe male, insomma, per le persone che vogliono venire come coppia -.

- Un giro romantico sul Lago Nero Weasley? - Pansy scoppiò a ridere. - La tua idea di romanticisimo deve essere leggermente arrugginita, cosa ci trovi di romantico nelle acque gelide e buie di un lago in putrefazione? -. Scoppiò a ridere con la sua solita aria da gallina, ma Draco dovette ammettere che aveva ragione.

- Potremmo aggiungere qualcosa, uno spettacolo con le sirene...- Cercò di replicare il rosso.

-Sì, certo, vai te a convincere quelle stronze a fare uno spettacolo per noi!!- Lo riprese in giro la Serpeverde.

Draco questa volta non l'ascoltò. Aveva notato la Granger che si era avvicinata pericolosamente al Weasley. -Ron, non è prudente, lo sai!- Gli sussurrò cercando di non farsi sentire. Draco si incuriosi' parecchio. Di cosa stavano parlando?

- Ma Hermione! Sono state solo delle sensazioni quelle che abbiamo provato, alla fine non è successo niente!- Cercò di convincerla lui. Sensazione? Era successo qualcosa al Lago ai quei due? Draco era veramente interessato a farsi gli affari di gente che gli stava antipatica.

-Non è successo niente?! Non ti ricordi, il freddo, il buio e l'oscurità che c'erano quella notte sul Lago? È stato terribile Ron, eravamo da soli e in mezzo a quelle acque nere con delle strane presenze intorno a noi. Non te lo ricordi? Sembravano nel mirino di un qualche incantesimo oscuro... - Alla parola "incantesimo" Draco si ritrovò completamente rapito. Era successo qualcosa alla Zannuta e alla Carota, qualcosa di molto particolare, e lui avrebbe scoperto cosa.

Le parole della Granger vennero interrotte dalla perfetta dei Corvonero... Che aveva un nome che Draco neanche ricordava. - Beh, Ron ha ragione!-

Pansy sbuffò. - Ma dove sono capitata?-

- Non penso ci sia niente di male, anzi, potremmo abbellirlo in modo tale da farlo sembrare molto più romantico. Stregheremo le barche che faranno un percorso romantico. Potrebbe essere una buona idea -. Replicò cosetta-prefetta-di-Corvonero.

-Però chi vuole prendersi l'incarico? Insomma, io al Lago Nero non ho la minima intenzione di andarci -.

-Sta' calmo Ernie -. Disse Draco. - Ci andremo io, Carota e la Granger. Così avremmo la situazione sotto controllo -. Il biondo si sentì rivolgere uno sguardo impaurito dalla Mezzosangue. Lei aveva paura di qualcosa che era successa al Lago, ecco perché voleva riportare i due su quelle acque. Avrebbe scoperto cosa lì era successo, anche perché aveva un brutto presentimento al riguardo.

Finita la riunione, i due piccioncini furono i primi ad uscire, il che dispiacque molto Draco. Si era molto incuriosito dopo ad aver visto la loro reazione quando si era proposto di aiutarli ai preparativi Lago. Se c'era una cosa che Draco sapeva fare molto bene era leggere le persone, su tutti i punti di vista, nella mente o tramite il linguaggio del corpo, che loro lo volessero o meno.

Fu l'ultimo ad uscire dall'aula allestita, quasi come se fosse caduto in trans pensando a tutte le possibili cose che fossero successe il lunedì prima a quei due. Avevano forse fatto sesso dentro al Lago e la Granger era rimasta incinta? O forse una sirena era stata la sfortunata preda del Weasley?

Qualsiasi ipotesi ridicola formulata lo faceva ghignare e lo incuriosiva sempre più. Non poteva essere una cosa così supida, anzi, aveva già i suoi brutti presentimenti su quello che era successo e sperava fortemente che non fosse così.

Comunque quella sera aveva proprio voglia di incontrare un Potter selvatico e nascondersi con lui a "dormire" nei cespugli. Purtroppo il suo desidero non venne esaudito. Invece di incontrare il suo tipo vide i due prefetti Grifondoro che camminavano per i corridoi del castello mentre discutevano in modo molto animato. Cosa ci fanno due Grifondoro sapientoni in giro oltre il Coprifuoco? A quanto pare non erano così patetici da rispettarlo come Draco sospettava. Forse avevano un bisogno urgente di parlarsi per dirsi il modo più veloce in cui avrebbero potuto bruciare il Malfoy così da non farlo partecipare all'organizzazione dell'evento al Lago.

Li lasciò perdere, aveva un fidanzato da incontrare, non gli amici del suo ragazzo.

Lo trovò sulla riva del Lago, con una coperta addosso e una tovaglia stesa sull'erba bagnata.
Era così bello alla luce della Luna piena a metà, con le guance rosse per il freddo, le labbra dischiuse dalle quali uscivano dei respiri caldi che si confondevano con il freddo circostante. I capelli neri come la pece mossi da un leggere vento e due occhi smeraldo belli nei quali c'era riflessa solo la Luna. Draco si sentì geloso della Luna, perché in quel momento Harry stava prestando attenzione solo a lei.

Si avvicinò di soppiatto, osservando i minimi particolari del suo viso che nessuno notava mai, se non lui. Aveva preparato un piccolo incontro romantico, una coperta calda e impermeabile stesa sul terreno, delle lanterne accese, un piccolo zainetto e un enorme copertone come quelli che si indossano la domenica quando non si ha voglia di uscire dal letto. Ovviamente, lo stava aspettando. Sapeva che avrebbe organizzato qualcosa, non si dicevano niente sui loro incontri, ma sapevano tutto l'uno dell'altro.

Appoggiò una mano sulla sua spalla e immediatamente Harry lo assalì. Lo prese di peso, baciandolo con attenzione e fretta, e lo appoggiò sulla coperta, sotto di lui. Cominciarono a baciarsi lentamente e poi velocemente e poi di nuovo lentamente. Era una ruota continua delle stesse azioni, ma che non stanca mai nessuno dei due. Draco affogò nel profumo intenso di Harry, mentre stringeva la sua camicia e si aggrappava a lui, cercando di prendere un po' di aria.

- Riprendiamo da dove avevamo finito? - Ghignò il moro e per Draco fu difficili dirgli di no. Era così bello, così suo, con i capelli spettinati, le guance rosse e le labbra arrossate...

- Devo parlarti di una cosa -. Rispose schietto. Ovviamente Harry non se l'aspettava, sbuffò, ma poi capì che doveva essere una cosa molto importante. Si sdraiò trascinando Draco sopra di sé e attese. - Harry, è una cosa un po' delicata. Non credo che ti piacerà -. Ed era vero, i suoi presentimenti su quello che era successo al Lago potevano essere veri. Non voleva, non doveva pensare a quelle cose orribili, ma era l'unica cosa che gli venisse in mente. - Si tratta dei tuoi amici, La Mezzosangue e la Carot... -

- Draco -. (-.-)

- Scusa, la Granger e il Weasley. Hanno infranto il Coprifuoco lo scorso lunedì e sono venuti qui al Lago -. Draco aveva ancora un po' di difficoltà a chiamarli in modo civile, non gli stavano neanche simpatici, per niente.

- Hanno infranto il Coprifuoco?- Harry aggrottò un sopracciglio. - Me lo aspettavo più da Ron che da Hermione, adesso hai paura che lei sia stata posseduta da un'energia sovrannaturale che le faccia fare tutte le pazzie possibili? - Rise alla sua stessa domanda. Hermione era sempre stata una studentessa modello ed era strano anche per lui che facesse cose del genere.

Draco sbuffò, appoggiando il viso contro il suo petto e strofinandosi su di lui. Quella situazione non gli piaceva, avrebbe tanto voluto rimanere lì a coccolarsi con Harry invece che parlare di questioni meno... entusiasmanti.

- Dio Draco, sei davvero sicuro che vuoi continuare a parlare? Se ti muovi così rischio di saltarti addosso -. Harry sospirò, facendo ricordare a Draco l'importanza della situazione.

- No tesoro, è serio... - Lo guardò negli occhi. Nei suoi splendidi occhi verdi. - Penso che tu lo sappia... - Deglutii - Che per quella maledizione, quel fardello che ho da quando sono nato, riesco a capire le sensazioni di tutti coloro che mi stanno intorno... - Harry lo strinse forte.
Aveva scoperto, quell'estate, che Draco era stato colpito da una maledizione quand'era piccolo. Non si sapeva chi era stato né il perché, ma quell'incantesimo gli aveva sempre causato dei brutti... Effetti collaterali. A Draco non piaceva parlarne, odiava quella situazione, quel suo passato, quindi se lo menzionava doveva essere qualcosa di veramente importante.

- Tu sai cos'è successo quest'estate a Hermione vero? - Ipotizzò il Grifondoro.

Draco annuì. Ovvio che lo sapeva, lui sentiva tutto, sapeva tutto. E non gli aveva mai detto niente. Harry si sentì all'improvviso vuoto e stanco. Hermione in quei giorni sembrava stesse tornando a stare con loro, ma non sentiva mai veramente la sua presenza. Sembrava come se la sua anima, la vera Hermione, fosse da tutt'altra parte o che, peggio, non ci fosse più. Sapere che Draco aveva scoperto, anche senza volerlo, tutto quello che stava succedendo, lo faceva stare male. Perché non sapeva in che modo aiutare la sua amica e nessuno era intenzionato a dirgli qualcosa.

- Non te l'ho detto perché... Sarà lei a farlo. Spero. Quando forse, le passerà -. Disse Draco.

Il moro lo capì, ma si sentì lo stesso arrabbiato con sé stesso e gli altri. Come poteva Hermione guarire da sola? Senza neanche l'aiuto di un amico, di un parente, di qualcuno che le stesse vicino. Draco non poteva dire alla sua amica che sapeva tutto e che era disposto ad aiutarla, la sua maledizione, queste sue "doti", dovevano rimanere un segreto. - Cos'è successo al Lago, Malfoy? -

Draco si sentì pugnalato al cuore; quando lo chiamava così, voleva dire che era rimasto deluso da lui, che c'era qualcosa che non andava. Ma non aveva il coraggio di rivelargli il segreto di Hermione, non ne aveva mai avuto, di coraggio, per nessun tipo di situazione. Soltanto con la comparsa di Harry aveva trovato un motivo per cui vivere la sua esistenza maledetta. - Non lo so, Harry -. Si strinse nella sua camicia, ma il ragazzo non sembrava propenso nel ricambiare l'abbraccio. - Ma ti prometto, che lo scoprirò -.

- Non farlo -.

- Cosa? -

- Ti ho detto di non farlo. Lascia stare Hermione, scommetto che non è nulla di grave -. Cercò di rassicurarlo con un grandissimo e finto sorriso.

- Scusa Harry, ho voglia di rimanere un po' da solo -. Draco lo implorò e il moro si stupì di quella richiesta.
Non aveva mai chiesto niente di così.. strano. Cominciò a preoccuparsi e a sentire una strana agitazione che non sentiva più dalla morte di Voldemort. Decise di non pensarci, non poteva essere una cosa così grave, nonostante i presentimenti affidabili di Draco. Quindi se ne andò, lasciando il suo ragazzo da solo, in riva al Lago.

Lui intanto pensava. Pensò tutta la notte, alla sua maledizione, al passato della Granger... E al suo futuro. Al futuro di tutti. Sembrava incerto, voci, presenze e presentimenti gli sussurravano cose strane, dicevano che stava per accadere qualcosa di veramente brutto. Ma Draco non voleva badare ai suoi presentimenti, aveva già avuto una vita difficile, perché avrebbe dovuto preoccuparsi?

Eppure non riuscì a far altro se non preoccuparsi ancora di più.
























Ta DANNNN!

Eccolo qua il capitoletto con la scena drarry! Vi è piaciuto? Vi ha incuriosito la maledizione che Draco ha menzionato? Come faceva a sapere sempre tutto? Cosa intendeva quando diceva che era incerto sul futuro dei suoi amici? *mistero*

Il prossimo capitolo è quello di Halloween, dove accadranno tante belle cosine che già leggendo la descrizione della storia vi potete spoilerare! A presto!

P.s: scusate per l'immenso ritardo, ma sto cercando di scrivere bene la storia e ho anche il liceo in mezzo alle scatole... Spero riuscirò ad aggiornare presto. Chiunque voglia darmi dei consigli per la scena della festa può dirmelo!

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Capitolo 7
*** capitolo 7 ***


Indovinate chi è ancora viva?
Comunque questo è il capitolo decisivo e ora che ci sono le vacanze estive aggiornerò più spesso.
Buona lettura.


CAPITOLO 7



Hermione si guardò allo specchio.

Era elegante, odiò ammetterlo. Quel vestito grigio-argento le donava un'aria di innocenza e purezza nella quale non si era mai riconosciuta. Ormai Halloween era arrivato e con lui la festa tanto organizzata e tanto attesa.

Hermione pensò che quella notte fosse perfetta, fredda, buia, delle strane nuvole violacee e inquietanti coprivano il cielo, lasciando intravedere solo una parte della Luna. Tutto ciò creava un'atmosfera inquietante e fantastica, perfetta per la festa di Halloween.

Ginny uscì dal bagno.
- Hermione, sei fantastica! - Urlò tutta felice saltellandole intorno.
- Grazie Ginny, però, non so, non mi ritrovo molto in questo vestito... - Rispose un po' a disagio.
- Giusto! Tu sei un'eroina, ti ritrovi meglio in una tuta da battaglia! - Risero entrambe. - Scherzi a parte, vedrai come cuccherai bene mio fratello questa sera! -
- Ginny! - Hermione la rimproverò. - Lo sai che io e Ron siamo solo grandi amici, insomma, non ce la faccio proprio a pensare a una relazione tra noi due... -
- E quel bacio? Quello durante la battaglia? - Gli occhi di Ginny si erano allargati diventando grandi e curiosi come quelli di una cerbiatta. Hermione sbuffò divertita.

Quel bacio... In effetti non ci aveva mai pensato, non ne aveva avuto di tempo quell'estate. Non sapeva ancora perchè quella sera aveva baciato Ron, proprio come se lo amasse. Aveva sempre provato, per il rosso, un sentimento diverso rispetto a quello che provava per Harry, ma non si era mai chiesta il perchè nè ci aveva mai fatto caso.

- Non era niente Ginny, solo... Una piccola pazzia -. La rossa la guardò delusa e poi cominciò a sistemarle i capelli. Ovviamente era stata la sua amica che in quei giorni aveva torturato Hermione affinchè trovasse il vestito adatto, da abbinare alle scarpe, da abbinare alle calze, da abbinare ai capelli, da abbinare al trucco, da abbinare al suo corpo, da abbinare alla festa... E da abbinare a centinaia di altre cose alle quali Hermione non si era mai interessata. Alla fine erano riuscite a trovare un abito da sposa-fantasma. Era lungo fino alle caviglie con alcuni strappi in modo tale da dargli un aspetto più trasandato, poi risaliva sul petto sotto forma di fili di tessuto che si incrociavano alla mezza manica. Era molto bello, Hermione dovette ammetterlo, le stava anche bene (perchè lei era una delle quelle persone a cui stava tutto bene) però non lo sentiva molto suo. Era molto bello, Hermione dovette ammetterlo, le stava anche bene (perchè lei era una delle quelle persone a cui stava tutto bene) però non lo sentiva molto suo

- Ecco finito! - Urlò Ginny tutta contenta. Le aveva semplicemente arricciato i capelli ancor di più e aveva raccolto delle ciocche dietro la testa tenendole ferme con un fermaglio fatto apposta per quella sera.
- Ginevra! Ma sei una maga, come riesci a fare tutte queste cose? - Hermione si complimentò, quella ragazza avrebbe dovuto fare la stilista o qualcosa del genere nel mondo babbano, lì sì che avrebbe guadagnato molto.

- No! - All'improvviso Hermione schizzò via dalle braccia della Weasley che cercava di tenerla ferma in tutti i modi possibili, spaventata dall'oggetto che teneva in mano. I TACCHI!
- Ma devi indossarli! Altrimenti non sei completa! -
- Non voglio essere completa con delle vesciche sui piedi grazie tante! - Urlò nascondendosi sotto al letto.
- Vieni fuori! - Ginny la sollevò letteralmente per le gambe e le mise i tacchi, sigillandoli al suo piede con un incantesimo.
- Lasciami! -
- Mi dispiace ora sarai costretta ad indossarli! - La prese in giro Missis-stronzetta-Weasley.
- Mi taglio i piedi! - L'affermazione di Hermione fece solo scoppiare a ridere Ginny ed Hermione approfittò di quella distrazione. Le lanciò un incantesimo non verbale (nonostante tutto, era ancora una delle più brave del suo anno) che si attaccò ai suoi capelli. Essi si colorarono di un bianco cadaverico, adattissimo alla festa.
- Perchè mi stai guardando in questo modo? - Chiese Ginny. Poi si girò allo specchio. - CHE COSA MI HAI FATTOOOOO???!!! - Strepitò toccandosi i capelli in modo disperato. Hermione scoppiò a ridere e la rossa (ormai bianca) le scagliò un altro incantesimo, che le fece ricrescere i denti da castoro.
- Mi dispiace Ginny, conosco già il contro-incantesimo di questa fattura -. Disse Hermione e, dopo due secondi, i suoi denti erano ritornati normali e l'amica era stata immobilizzata. - Non farmi più scherzi del genere, Ginevra Molly Weasley, sono ancora la strega più brillante della mia età -. Si burlò un po' di lei. - E comunque i capelli te li lascio così, ti stanno benissimo per la festa. Ora andiamo, scolorita -.

Ginny la seguì di malvolentieri, mentre uscivano dalla loro stanza, standole alle spalle e pronta ad attaccarla con qualsiasi fattura possibile ed immaginabile, in fin dei conti le migliori amiche servono per farti fare brutte figure.








Una volta scese in Sala Grande Hermione si complimentò con sè stessa. La festa era una f.a.v.o.l.a.
Le decorazioni (fantasmi, scheletri, zucche e chi più ha ne metta) non stavano mai ferme. Ogni mago o strega le modificava a proprio piacimento, animandole o cambiandoli il colore. La ragazza pensò che l'idea di permettere al pubblico di modificare gli addobbi fosse geniale. I divanetti e le poltrone erano già pieni di studenti, che si erano vestiti con fantastici abiti colorati che richiamavano il tema della festa, ma che non li faceva sembrare degli zombie cadaverici. Tutti si divertivano e facevano i complimenti ad Hermione per la fantastica organizzazione.

La ragazza si sentì orgogliosa di sè stessa, ricordandosi di tutto il tempo che aveva impiegato a sistemare la sala e di tutte le volte che aveva provato ad evitare Draco, che non sembrava per niente rassicurante in quei giorni.

Ginny la trascinò nel bel mezzo della pista, facendola ballare e scatenare. Hermione si divertì tantissimo, dopo tutto quel tempo passato a rattristarsi e a preoccuparsi le sembrava una nuova emozione. Le canzoni erano tutte diverse tra loro, seguivano il gusto di ogni persona che aveva il coraggio di fare la fila davanti al dj per proporre la propria canzone preferita. Rimase a ballare con Ginny per un sacco di tempo, confondendosi fra la folla e seguendo la rossa a passi di danza. Alla fine il vestito che aveva scelto era molto comodo per ballare, peccato che non riuscì a vedere Harry o Ron.
- Ginny! - Urlò ad un certo punto. - Sai dov'è finito Ron?! -
La rossa la guardò un po' stordita, forse aveva bevuto qualche bicchiere. - Chi? Mio fratello?! Non so, forse è fuori, forse ti sta cercando -. E le fece l'occhiolino.
Hermione decise di lasciare perdere, non poteva abbandonare Ginny così ubriaca per andare a cercarlo... Anche se avrebbe tanto voluto, con tutto il tempo che avevano impiegato a sistemare tutto, sperava di poter rimediare un ballo dal Weasley. Non fece neanche in tempo a finire di pensarlo che due braccia l'avvolsero da dietro e la trascinarono fuori dalla pista.
- Ron! - Esclamò lei tutta contenta seguendo quella figura.

Poi purtroppo dovette rivalutare il modo in cui riconosceva gli amici. Quello non era Ron. Se ne accorse quando quella figura alta e spigolosa dai capelli biondo platino la trascinò in una stanza. Hermione cominciò a preoccuparsi, anche se non ce n'era bisogno. Era il fidanzato di Harry, perchè avrebbe dovuto farle del male? Non doveva saltare a conclusioni affrettate basandosi solo sul fatto... Okay, dovette ricredersi. Quel viso minaccioso non la rassicurava affatto. Per non parlare del fatto che l'aveva praticamente imprigionata contro al muro.
- Che vuoi Malfoy? - Gli chiese subito impedendogli di aprire la bocca.
- Hermione, ti prego, cerca di essere collaborativa -. Disse cercando di non farla scappare. peccato che lei non aveva affatto la voglia di collaborare.
- Perchè dovrei? Mi hai praticamente rapita fingendoti qualcun altro! -
Draco alzò gli occhi al cielo. - Per la precisione sei te che vedi il tuo Ron ovunque, io ho soltanto cercato di attirare la tua attenzione. Ho fatto così perchè è tutto l'anno che scappi da me e visto che quello che ti sto per dire non ti piacerà sono dovuto ricorrere a maniere forzate per farti parlare -.

Hermione non voleva stare lì con lui. Aveva solo quel pensierò in testa, strizzò gli occhi, cercando di pensare a qualsiasi altra cosa. Quella posizione... Quelle minacce, le riportarono subito al momento in cui era stata torturata dalla sua cara zietta... Sapeva che non avrebbe dovuto fidarsi di Malfoy... Era certa che prima o poi avrebbe fatto qualcosa del genere.
- Ti prego voglio solo aiutarti -. E aumentò la stretta su di lei. Hermione si lasciò uscire un gemito. Non voleva piangere davanti a lui, non voleva mostrarsi debole. Non voleva ricordarsi del momento in cui erano morti i suoi genitori. Chissà, magari erano stati uccisi proprio da lui, proprio in quel modo...
- Okay, forse stai esagerando, forse anche io sto esagerando. Ma di certo non ho ucciso io i tuoi genitori -. Draco cercò di dirlo nel tono più calmo possibile, provando a non spaventarla.
Hermione si spaventò. - MI HAI LETTO NELLA TESTA?! - Quell'urlo improvviso colse di sorpresa il Serpeverde, che la lasciò andare. Allora Hermione corse velocemente verso la porta, cercando di scappare, ma Draco la sigillò.
- Okay forse sono partito con il piede sbagliato, non volevo spaventarti -.
- COSÌ MI SPAVENTI ANCORA DI PIÙ. SE QUALCUNO VENISSE A DIRTI UNA COSA DEL GENERE COME LA PRENDERESTI SCUSA?! -
Forse Draco aveva esagerato, ma non aveva mai pensato alle conseguenze che poteva portare ai sentimenti delle altre persone. Se ne accorse solo in quel momento di quanto fosse spaventata, percepì delle vibrazioni che la sua mente emanava nella sua direzione. Lo odiava proprio tanto.
- Prima di tutto, non era mia intenzione leggerti nella mia mente, è una cosa involontaria -.
Hermione rimase sconvolta dalla sua incredibile calma, non poteva sbatterla al muro e un momento dopo dirle che invadere la sua privacy era una involontaria!
- In che senso scusa?! -
- Nel senso che sono "nato" così, possiamo dire. Riesco a sentire le sensazioni e i pensieri di tutti senza volerlo -.
- Non mi pensavo che tu avessi così tanta empatia. Anzi, non ne hai per niente. Sapessi come mi stai facendo sentire! -
- In effetti si sente, Granger, stai calma, o mi farai esplodere la testa -.
- Non mi sembra brutta come idea. E ora fammi uscire! -
- No -.
- Fammi uscire, CAZZO! - Draco le fu ancora addosso e le tappò la bocca con una mano. Lei cercò di dimenarsi e il ragazzo si sentì ancora più pesante per via delle brutte vibrazioni che riceveva.
- Ti prego stai calma, sto cercando di dirti qualcosa di importante, che non dovrai dire a nessuno -.
- Stai calma un cazzo! - urlò lei come risposta.
Allora lui, stufo, la sbattè al muro. - Senti Granger! Non è e non è mai stata mia intenzione leggerti nella mente nè invadere la tua privacy. Ma forse qui sta succedendo qualcosa di brutto, ho bisogno della tua collaborazione -.
- Ancora più brutto della tua presenza Malfoy? - Questa faceva male.
Draco la guardò serio, stringedole le braccia fino a farle male. - Cos'è successo quella sera al lago Hermione? - La ragazza capì subito a cosa si stesse riferendo. Scosse la testa. - Non me lo vuoi dire eh? Non c'è bisogno, so tutto -. Hermione rabbrividì.

All'improvviso la porta si spalancò, c'era Pel di Carota dall'altra parte.
- Ron! - Urlò Hermione liberandosi e correndo verso di lui.
- Che cazzo stavi facendo Malfoy? - Disse il Weasley in tono serio. Draco alzò le mani in segno di innocenza, con il solito ghigno arrogante stampato sul viso. Ron lo prese per il colletto e gli diede un pungo così forte da farlo accasciare a terra.
Il serpeverde riuscì ad alzarsi e prima che i due scappassero urlò: - Siete stati maledetti! Non andate al Lago stanotte! - Ma i due ragazzi non lo ascoltarono.

Riuscirono ad andarsene da quello squilibrato di un Malfoy.

Si sedettero su un muretto davanti al giardino che dava sul Lago Nero, osservando il panorama, completamente soli. Hermione era ancora sconvolta dalla conversazione che aveva avuto con Malfoy, l'intrusione nela sua testa le aveva riportato alla mente orribili episodi che avrebbe preferito non ricordare, anche se la assalivano da tempo nei suoi incubi. Aveva sbagliato a fidarsi nel nuovo ragazzo di Harry, come poteva, il suo migliore amico, dare fiducia ad una persone del genere?!

- Hermione... - Ron la richiamò alla realtà, ancora affaticato dalla corsa. - Cos'è successo, cosa stavate facendo tu e Malfoy da soli in quella stanza? -
Hermione lo guardò. - Non è come sembra... -
- Certo che no, è gay -. Riuscì a strappare un sorriso a Hermione.
- È che in realtà l'ho seguito nel corridoio perchè lui mi ha preso da dietro i fianchi e ho pensato che fossi tu... -

- Allora mi vedi proprio ovunque in questo periodo -. Disse Ron con un sorriso provocante. Hermione rise ancora. Non si era accorta quanto quella sera era quasi... Attraente. Indossava uno smoking elegante e non più il solito copricapo che lo faceva sembrare sua nonna vestita male. La camicia era ben stirata ma Ron l'aveva tirata fuori dai pantaloni dandogli un aspetto più sciatto ma attraente. I capelli ormai erano spettinati e gli occhi brillavano di un blu intenso con all'interno il riflesso della Luna.

- Comunque, ti ha fatto del male? - Chiese il ragazzo improvvisamente serio avvicinandosi alla ragazza.
- No, Ron... Non ti preoccupare, non mi ha fatto nulla per fortuna. Diciamo che ha solo detto cose che mi hanno fatto stare male -. Il nuovo carattere molto maturo di Ron piaceva ad Hermione.

Il ragazzo capì che non sarebbe riuscito a farsi dire di più... Hermione un tempo era molto più sensibile ma ora era cambiata ed era diventata più testarda e riservata. Quindi cercò di trovare un metodo per farla confessare, per aiutarla. Guardò le barche, che si muovevano da sole facendo un piccolo giro romantico sul Lago Nero.

- Hermione, facciamo un giro? - e le indicò.
Lei arrossì come i capelli del Weasley, non si aspettava che lui pensasse in modo così romantico. Però accettò, in fin dei conti, era una sua idea, e poi erano solo amici no? Oltretutto, stare con lui le stava migliorando la serata.

Ron l'accompagnò su una piccola barchetta tenendola per mano e adagiandola piano sul piccolo sedile. La barca cominciò a muoversi.

- Come stai ora? -
- Meglio, lontano dalla folla, dalla gente, da Malfoy... -
Ron sorrise. - A proposito, lui non ci aveva detto qualcosa di strano, mentre ce ne andavamo? -
Hermione lo guardò malissimo, in un momento come quello si metteva a parlare di certe cose!- Non ricordo bene in realtà... -

Non andate al Lago...

Quella voce risuonò nella sua testa, impetuosa e improvvisa. - Ah! - Urlò lei stringendosi i capelli tra le mani.
- Hermione! Cos'è successo? Stai Bene?! - Ron le prese le mani e la fissò negli occhi.
- È nella mia testa! Lui è nella mia testa! -

Siete stati maledetti...

- Cosa, chi è nella tua testa? - Ron stava cominciando a preoccuparsi, era stato saggio andare lì? Hermione urlò di nuovo e allora lui la abbracciò preoccupato.
- Draco Malfoy, è nella mia testa. Sta dicendo cose, non capisco! - Cominciò ad urlare, a dire cose senza senso. Ron non sapeva cosa fare, erano nel mezzo del Lago da soli, non sapeva come chiamare aiuto... Allora la prese in braccio e la mise sulle sue gambe, cominciando a coccolarla.
Hermione continuava sentire la voce di Draco malfoy nella sua testa, ma poi capì che lui stava praticando la Legilimanzia, quindi le bastò seguire i consigli che aveva dato a Harry quando durante la guerra aveva dei problemi con Voldemort. Chiuse la mente, svuotò la testa, cominciò a non pensare più a nulla e pian piano le voci nella sua testa svanirono. Vennero sostituite dalle dolci parole di Ron.

Aprì gli occhi e si accorse di essere letteralmente sdraiato sopra di lui e tra le sue braccia. Intanto la barca si era fermata al centro del Lago Nero, perfettamente in mezzo al riflesso della Luna Piena.
- Stai bene? -
Hermione si mise seduta, annuendo. Intanto si guardò intorno. Quel paesaggio era surreale, la barca era ferma, la luce della Luna dritta su di loro, l'acqua immobile e nera come la pece. - Ron, abbiamo fatto bene a non seguire il consiglio di Malfoy e tornare al Lago? - Si riferiva al paesaggio surreale intorno a loro. Anche Ron se n'era accorto e gli ritornò in mente l'episodio di un mese prima, quando si era ritrovati nello stesso punto alla stessa ora, mezzanotte. Draco Malfoy aveva detto che erano stati maledetti, che fosse vero? Forse erano solo preoccupazioni inutili e non doveva pensarci. Anzi, esattamente 28 giorni prima si erano ritrovati lì, perchè la Luna mancava invece quella sera c'era la Luna piena. Questa piccola coincidenza non piacque a Ron, che cominciò a preoccuparsi seriamente.

Venne distratto dalla mano di Hermione che cominciò ad accarezzarlo sulle guance. Rimasero a fissarsi per un tempo che sembrava infinito, lui vedeva il suo riflesso negli occhi di lei e lei si specchiava in quelli di lui. Sembrava che fossero entrati in un'altra dimensione dove tutto era fermo e loro erano gli unici ad essere vivi.

Non sentivano più il rumore del Lago, cominciarono a notare il battito del loro cuore in aumento, mentre si guardavano, immobili. Sembrava che tutto fosse fermo, in attesa, di qualcosa, mentre una strana nebbia era comparsa all'improvviso.

Hermione si alzò si avvicinò ancora di più a Ron, abbracciandolo. Erano entrambi in piedi sulla barca, molto stabile perchè tutto intorno a loro era immobile e le acque del Lago Nero sembravano fatte di cemento. La Grifondoro appoggiò la sua mente sopra quella di Ron, nessuno dei due riuscivaa capire perchè stavano facendo... Quello che stavano facendo, ma non si facevano troppe domande in un momento come quello. Si sentivano attratti a vicenda e i loro visi si avvicinavano sempre di più. Le loro labbra si sfiorarono, esitanti, mentre il paesaggio intorno a loro sembrava li stesse spiando. Hermione chiuse gli occhi, indecisa.

- Cos'è successo ai tuoi genitori Hermione? -

- Sono morti... -

Ron si lanciò sulle sue labbra, baciandola con passione mentre lei pianse lacrime represse e si lasciava condurre dall'abbraccio del ragazzo. Hermione aveva le labbra calde e morbide e Ron stava impazzendo, non capendo più come muoversi, cosa stava facendo, perchè lo stava facendo... Era guidato dall'istinto e dalla passione in quel suo atto di pazzia.
Hermione non capiva perchè stava facendo una cosa del genere, ma stava bene, nelle sue braccia, si sentiva protetta e non si era mai sentita così felice dalla fine della guerra, dall'ultima volta che si erano baciati...
Il silenzio surreale era stato interrotto dai loro respiri profondi e dai battiti del loro cuore che stavano aumentando sempre di più. All'improvviso la barca tremò.

I due ragazzi si staccarono spaventati, giusto in tempo per vedere un'onda travolgerli e trascinarli sott'acqua.

Ormai è troppo tardi...

L'ultima cosa che sentì Hermione prima di svenire fu la voce disperata di Draco ...

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Harry non si era mai divertito così tanto.

La festa in Sala Grande era un delirio, tutti ballavano e si divertivano come se non ci fosse un domani. Il Grifondoro ovviamente aveva seguito l'esempio di tutti e si era scatenato. Soltanto quando era quasi mezzanotte si rese conto che senza il suo Dracuzzo la festa non sarebbe stata completa e cominciò a guardarsi intorno. In effetti, come mai quella sera non l'aveva ancora visto? Draco gli aveva detto che doveva dire una cosa ad una persona prima del ballo ma non si era fatto vedere. Forse gli era successo qualcosa? L'unica cosa certa era che il suo ragazzo non gli dava mai buca ad un appuntamento.

Era troppo ubriaco per pensare in modo sensato, quindi cominciò a vagare per la sala traballante alla ricerca del suo ragazzo. Non trovandolo, uscì dalla festa, preoccupato. Cominciò a cercare in giro negli altri corridoi, vomitando qua e là e preoccupandosi ancora di più, dov'era finito?

Finchè, non vide una sinistra ma familiare luce verde provenire da un'aula vuota. Scattò con in corsa improvvisa, capendo di averlo trovato. Spalancò la porta e trovò il suo ragazzo seduto a terra, con la mandibola sanguinante e appoggiato al muro. Era nella sua solita fase di trance quando eseguiva un particolare incantesimo, la bocca semi aperta che sibilava formule in serpentese e gli occhi che brillavano di una luce verde smeraldo mentre la bacchetta compiva movimenti circolatori.

- Draco! - Urlò Harry precipitandosi sul suo ragazzo, ma lui non si svegliò. Il Grifondoro, preoccupato, seguì i consigli che il suo ragazzo gli aveva dato se mai lo avesse trovato in quelle condizioni.
- Draco... - Sussurrò in modo dolce abbracciandolo. - Cos'è successo? Perchè ti sei allontanato da me? Perchè sei ridotto in queste condizioni? Chi stai spiando? - Lo accarezzò, partendo dalla mandibola sanguinante, su per la sua guancia morbida, si fermò ad osservare quei suoi occhi grigio tempesta che in quel momento erano posseduti dalla maledizione, toccò i suoi capelli biondi e dritti come degli spaghetti, che in quel momento erano sudaticci per il caldo.

Cominciò a coccolarlo, lo prese in braccio, cercando di farlo calmare. Non era la prima volta che lo trovava in quelle condizioni e più volte succedeva più si preoccupava. Harry si accorse che Draco cominciava a respirare in modo pesante. - No, no, Draco ti prego, non di nuovo -. Cominciò a spogliarlo per fare abbassare la temperatura del suo corpo mentre gli parlava dolcemente. - Ritorna alla realtà, su, pensa a me. Pensa al nostro primo appuntamento sul Lago Nero, non ti ricordi? Eri così incazzato con me che mi hai spinto dentro il lago e per poco non affogavo. Pensa a quella volta che siamo andati a Hogsmeade, non volevano abbassarti il prezzo della Burrobirra e tu hai distrutto mezzo locale, te lo ricordi? - Draco cominciò a mugugnare qualcosa, qualche parola. - Ricordati quando siamo andati a casa tua di nascosto, ho bruciato le tende preferite di tua madre per l'agitazione, non ti fa ridere? Ricordati la nostra prima volta, quando... -

A quella frase, Draco si svegliò con sussulto. Harry lo abbracciò e lo strinse a sè come se avesse avuto paura di perderlo. - Il solito pervertito, ritorni in te solo quando pensi al sesso... -

Draco ridacchiò. - Scusami tesoro... È una brutta serata per me -.
- Cos'è successo? - Chiese Harry sollevando il proprio fidanzato dal pavimento e coccolandolo su una sedia. - Chi stavi spiando questa volta? - Ridacchiò. - Sono entrato nella mente della Granger -.
- Cosa? - Harry non voleva crederci, gli aveva chiesto di non farlo eppure perchè non gli aveva ubbidito? Perchè in quel periodo sia Draco e sia Hermione erano diventati più misteriosi? La tensione negli ultimi mesi era aumentata nonostante la morte di Voldemort, aveva trovato l'amore della sua vita ma aveva perso la sua migliore amica. Cosa stava succedendo? C'erano troppe domande a cui non poteva rispondere.
- Harry, sta per succedere qualcosa di brutto a quella coppietta -.
- A Ron ed Hermione? Cosa potrebbe mai capitarli? -
Draco tossì. - Sono andati al Lago, ho detto loro di non farlo, ma non mi hanno ascoltato, sta per succedere, anzi è successo qualcosa di brutto. Dobbiamo andare a controllare... - Si alzò all'improvviso ma cadde, stava troppo male.
- Fermo Draco, vado io, tu stai qui, calmo, e se vuoi, vai in infermeria. Non sforzarti ancora di più, ti prego -. Harry lo soccorse, se era davvero successo qualcosa a loro due, non voleva perdere anche Draco.
- Harry, ti amo -.
- Anch'io tesoro, anche io ti amo. Pèro promettimi che non invaderai più la privacy dei miei amici, ti prego -.
- Quando lo vedrai, capirai perchè l'ho fatto -. E svenì.

Allora Harry, preoccupato per i suoi amici e il suo ragazzo, corse a perdifiato verso il Lago, per poi bloccarsi di colpo. C'erano Ron ed Hermione svenuti sulla spiaggia illuminati da una luce verde e luminosa come un evidenziatore.



Ma la cosa peggiore, era il Marchio Nero brillante nel cielo.












FINEEEEEE

Allora, scusate per l'immenso tempo in cui aggiorno, ma con la scuola il tempo a mia disposizione è sempre stato poco. Adesso che sono iniziate le vacanze (se le posso chiamare vacanze, visto che qui c'è un tempo di merda) prometto che aggiornerò più spesso. Comunque questo è il capitolo decisivo dove sono stati maledetti e nel prossimo si risveglieranno l'uno nel corpo dell'altro. So che la ff sembra molto tirata, visto che sono arrivata al capitolo decisivo dopo mesi, ma volevo scrivere bene tutte condizioni di Hermione e soprattutto di Draco.

A proposito di Draco, c'è scritto che è stato colpito da una maledizione, ma queste cose verranno meglio spiegate più avanti, quanto tutto sarà molto più serio...

Comunque ecco qua il capitolo e spero che vi piaccia.

A prestoooooooo







 

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