I NUOVI EROI- LA LANCIA DI GUNGNIR

di heythereimliah
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** UCCIDO BOB, L'AUTISTA STRABICO DELL'AUTOBUS ***
Capitolo 3: *** EHY BELLO ! TI HO INFILZATO, VUOI ESSERE MIO AMICO ADESSO ? ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***


I NUOVI EROI

LIBRO 1

 

LA LANCIA DI GUNGNIR

 

 

 

 

Introduzione

 

 

 

 

Ognuno di noi, fin da piccolo, ha paura di scoprire qualcosa di sé che non aveva mai notato. Questo particolare se così lo possiamo definire, potrà cambiarci la vita in modo significativo o meno; proprio come per Vitangelo Moscarda in “Uno nessuno e cento mila” l'opera teatrale di Pirandello, il solo fatto di aver notato dopo anni, di aver il naso pendente verso destra, lo ha modificato, trasformando l'uomo burbero che era in un uomo dolce e pieno di fede.

Vi starete chiedendo perché vi dico tutto questo, ebbene ve lo spiegherò.

Immaginate che tutte le divinità norrene siano reali, proprio come quelle Greche, Romane ed Egizie e che anche loro, abbiano avuto numerosi figli.

Ora, prima di entrare nei dettagli, voglio solo avvertirvi che sarà proprio di alcuni di questi semidei che parlerò e della loro prima impresa e che prima di tutto, sarà meglio mettervi al corrente di alcune cose interessanti della mitologia norrena.

 

Come si legge nell'Edda: “ All'inizio dei tempi non c'era la terra, né in alto si vedeva il cielo, non c'erano il mare e le spiaggie , non v'erano piante, né erba, né altre creature viventi. Dovunque si spalancava il Ginnungagap “.

 

Il Ginnungagap è rappresentato come un enorme e sconfinato abisso, un nulla caotico, oscuro e senza forma, controllato da potenti ed incontrollabili energie.

A Nord di esso di trova la “ Regione dei ghiacci eterni “, dominata dal gelo e dalla nebbia, chiamata Nifleheim, la “ Casa della nebbia “. Qui è presente un pozzo le cui acque, ribollendo agitate ad altissime temperature, danno origini agli undici fiumi primordiali (“ Elivagar “), questi fiumi precipitano copiosamente nel vuoto del Ginnungagap.

A Sud si trova Muspellsheim, la terra del fuoco, infatti, lava e ghiaccio si riversavano e scontravano continuamente all'interno del Ginnungagap, formando delle particelle di gelo fuso che diedero vita a due gigantesche creature: Ymir, un gigante androgino grosso quanto la terra, animato da un fuoco potentissimo e la mucca Adhumula , che lo nutriva.

 

Ymir, sostanzialmente era un neonato, le cui uniche occupazioni erano mangiare e dormire. Così, nel sonno, cominciò a sudare : dal sudore del suo braccio sinistro generò due giganti, maschio e femmina, mentre dalle sue gambe generò Thrudhgelmir, un gigante a sei teste, che generò poi Belgermir.

 

Ymir andò avanti a sudare per molto tempo, generando una vera e propria armata di giganti del gelo, anche detti Jotun. Dalle montagne di ghiaccio, da cui la mucca si nutriva, nacque una forma umana: Buri, il primo degli Dèi; egli, solo, creò un figlio chiamato Bor, che si unì poi con la gigantessa Bestla, figlia di uno dei giganti di Ymir.

 

Fu da questa strana unione che si generarono : Odino, Vili e Vè, esseri fortissimi, pieni di intelligenza e bramosi di potere. Uccisero Ymir con un colpo alla testa , il sangue che uscì generò un diluvio che uccise tutti i giganti, tranne Belgermir, che si salvò insieme alla moglie.

IL corpo di Ymir fu utilizzato per creare il mondo degli uomini: il gigante cadde del Ginnungagap, ma dalla sua carcassa fuoriuscirono vermi nei quali Odino e i suoi fratelli infusero l'intelligenza e la coscienza. I vermi si trasformarono in nani, abili artigiani abitanti del sottoterra, che crearono molti tesori per gli Dèi.

 

Ora, forse tutto questo sembra una stupida lezione di storia, ma fidatevi che vi sarà tutto molto utile per capire. La gente ne sa fin troppo sui soliti Dèi dell'Olimpo, sui romani o sugli Egizi; gli Dèi norreni sono forti, forse più degli altri, sono astuti e cattivi, hanno importanti valori da rispettare e mantengono sempre la loro parola.

 

Ma torniamo al corpo di Ymir, vi starete chiedendo come abbiano fatto a mutarlo nella Terra.

Il cranio, venne trasformato nella volta celeste, sorretta da quattro nani chiamati come i punti cardinali: Austri, Vestri, Nordhi e Sudhri.

I frammenti infuocati del Muspellsheim si trsformarono nelle stelle, il sole e la luna.

Lo scheletro fu modellato fino a diventare le catene montuose e il sangue, fu utilizzato per creare i mari, fiumi e laghi.

I capelli, servirono per creare le foreste.

I frammenti di cervello crearono le nuvole.

Successivamente la terra venne sollevata dai tre fratelli dagli abissi marini, e alle estremità venne creato il Jutonheim, il luogo in cui sarebbero andati a finire tutti i giganti rimasti.

 

Midhgard, cioè la terra di mezzo, era il territorio degli uomini separato da quello dei giganti con una grossa muraglia creata con le sopracciglia di Ymir.

 

Gli Dèi figli di Bor crearono poi gli uomini utilizzando due alberi che erano stati trasportati dalla corrente su una spiaggia: li intagliarono e modellarono, fino a crearne un uomo e una donna, dopodiché Odino infuse loro l’anima e la vita, Vili l’intelligenza e Vè i sensi. L’uomo fu chiamato Askr, “frassino”, mentre la donna si chiamò Embla, “olmo o vite”, ed andarono ad abitare nel Midhgard: da loro si originò la razza umana.

Un giorno, uno di questi primi abitanti dell’universo, Mundilfari, ebbe due splendidi figli, un maschio e una femmina. Egli diede loro due nomi che riflettessero la loro bellezza: chiamò quindi la bambina Sol, “sole”, e il maschio Mani, “luna”. Gli Dèi però non sopportarono che un comune mortale, guidato dall’orgoglio, si appropriasse dei nomi delle loro creazioni. Presero quindi entrambi e li posarono nel cielo: Sol fu posta a guidare il carro che trasporta il sole, mentre il fratello Mani fu posto alla guida del carro che trasporta la luna, determinandone il sorgere o il calare. Ogni giorno l’imponente carro guidato dalla bellissima Sol si muove da est verso ovest ed è inseguito dal lupo Skoll, il “traditore”, mentre Mani è inseguito dal lupo “Hati”, “odio”o “nemico”. Ogni mese, si dice, Hati riesce a mordere la luna staccandone un pezzo, ma la luna ogni volta riesce ad allontanarsi e a ricrescere.

Si racconta poi di un gigante, uno dei primi che si stabilirono nello Jotunheim, che ebbe una figlia, Nat, “notte”, spaventosa ma bellissima, con la pelle e i capelli color pece. Nat ebbe a sua volta un figlio, Dagr, “giorno”, dal colorito candido e luminoso, con i capelli color del sole. Gli Dèi vollero festeggiare tanta bellezza e regalarono a Nat due cavalli, così veloci che potevano compiere un giro intero della Terra in dodici ore, e un bellissimo carro. Nat ogni giorno compie un giro intorno alla Terra con il suo cavallo, che alla fine della cavalcata lascia pendere dei sottili fili di bava che, adagiandosi sull’erba, formano la rugiada mattutina; non appena Nat ritorna, Dagr sale sull’altro cavallo e cavalca per dodici ore. La criniera del cavallo di Dagr, composta da filamenti sottilissimi color dell’oro, rimanda sulla Terra la luce solare, illuminando e riscaldando tutto il creato.

 

 

 

Ed è così, che secondo i Norreni, è stato creato il nostro mondo. Per quanto sembri tutto rosa e fiori, c'è da ricordarsi che non esistono solo creature di luce, ma anche demoni e mostri creati per cacciare e ostacolare gli Dèi e i loro figli.

 

E fidatevi di me, ritrovarsi in un mondo come questo, senza saperne assolutamente nulla non è affatto divertente.

Parola di Byun Baek-hyun.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo di Jule:

Ehy, spero che la storia vi abbia incuriosito e che continuerete a seguirla. Fatemi sapere.

Purtroppo sono costretta, ogni tanto, a fermare un capitolo in modo da chiarire alcune cose sulla mitologia norrena che non tutti conoscono molto bene.

Nel caso abbiate delle domande su quello che avete letto, vi incuriosisce o non sapete qualche cosa, fatemi tutte le domande che volete e sarò disposta a rispondervi.

Inoltre se durante il corso della storia, credete sia necessario farmi delle critiche, saranno ben accette insieme a tutti i vostri consigli che mi porteranno a migliorarla.

Un beso,

Jule xx 

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Capitolo 2
*** UCCIDO BOB, L'AUTISTA STRABICO DELL'AUTOBUS ***


I NUOVI EROI

LA LANCIA DI GUNGNIR

 

LIBRO 1

 

 

CAPITOLO 1

 

UCCIDO BOB, L'AUTISTA STRABICO DELL'AUTOBUS

 

 

 

 

 

 

 

 

Mi chiamo Byun Baek-hyun, ho sedici anni e fino a qualche giorno fa vivevo in un collegio a est di Seoul per ragazzi problematici.

Sono problematico ? Si, penso che questo termine mi calzi veramente a pennello.

La mia vita non è interessante come quella di tutti gli altri ragazzi, o almeno era così prima dello scorso Giugno quando dovetti prendere l'autobus che mi avrebbe portato a “casa”. Vivo in una piccola villetta a due piani esattamente davanti alla Bampo-dong la stazione dei treni situata a Seocho-gu in cui passo tutte le mie estati insieme a mia nonna, una vecchietta piuttosto stramba con una passione per Brad Pitt e i film horror.

Il solo fatto di dover passare con lei un'intera estate, vuol dire prepararsi ad una catena di scherzi e regali come costumi da bagno con la scritta “palpami sono morbido” sul posteriore; l'unica cosa che mi consola è il poter finalmente mangiare una delle sue famose torte di mele.

Il mattino era passato velocemente, mentre preparavo la mia valigia e tentavo di non picchiare Taemin, il mio compagno di stanza, per averci messo dentro due pesci andati a male, presi non so come dalla mensa.

Se vi state chiedendo se Taemin sia mio amico, la risposta è: No, piuttosto mi fidanzo con la prof di matematica, un vecchia signora che indossa solo vestiti a fiori e ha una strana ossessione per le lampade abbronzanti.

Inutile dire che la sua carnagione è simile a quella di un'arancia messa nel forno.

Non ho mai avuto amici, o per lo meno, ne ho avuti pochi che però si stancavano di me o dopo un po', mi pensavano troppo strano per stare con loro.

Non ci ho mai dato troppo peso alla questione, non mi interessava e sinceramente non mi entusiasma neanche adesso l'idea di avere degli affetti che potrebbero pugnalarmi alle spalle da un momento all'altro.

Preferivo di gran lunga chiudermi in stanza a leggere uno di quei libri di mitologia norrena che mi inviava mia nonna ogni mese, con bigliettini del tipo: in futuro mi ringrazierai oppure Brad Pitt è figlio di Odino.

Ho sempre pensato fossero gli scleri di una donna anziana troppo ossessionata dai suoi amatissimi film di Dracula come Dead and loving it, che è in assoluto il suo preferito.

Dovetti lavare tre volte la valigia prima di far andare via la puzza dei pesci, ma ero sicuro che una volta riaperta, arrivato a casa, tutti i miei vestiti avrebbero puzzato più di Taemin quando passava una settimana senza farsi la doccia e passava tutto il giorno a giocare con il telefono sdraiato sul letto.

La vita del collegio non mi sarebbe affatto mancata.

Ogni giorno mi svegliavo alle cinque e trenta per riuscire a raggiungere il bagno prima dell'altro e fare una colazione decente alla mensa che consisteva in una tazza di latte dal gusto rancido e una fetta di torta al cioccolato stantia.

Le lezioni iniziavano alle sette e finivano all'ora di punta, il pranzo consisteva in un piatto misero di spaghetti con verdure praticamente crudo e dell'acqua che sapeva di pozzanghera; il resto del pomeriggio si studiava e la sera si era troppo stanchi per alzarsi dal letto e fare un giro.

Di solito studiavo anche di notte.

Non sono un secchione, la mia media rasenta la sufficienza.

La causa maggiore della mia stupidità ? La mia forte dislessia che mi fa venire dubbi pure su come si scrive il mio nome.

Il resto della mattinata lo passai a camminare per la stanza in cerca di qualcosa da fare oltre a leggere, tentare un omicidio e bruciare gli orribili vestiti a fiori della Min, che passeggiava per il cortile interno con un libro di Shakespeare in mano e l'irritante voglia di leggere ad alta voce ogni singola parola. Aveva la voce simile a quella che fanno le unghie sulle copertine dei libri, o come un graffio sulla lavagna.

Avevo già messo via tutti i miei libri, il telefono era scarico e le cuffiette, buttate da qualche parte dentro la valigia.

Due ore di pisolino dopo, mi svegliai con il suono di un clacson che rimbombava tra le pareti di tutto il collegio in modo estremamente irritante.

Capii che era il momento di andare.

Presi la mia valigia, lo zaino e misi in testa il cappello pronto per un'altra estate di reclusione con il rumore dei treni che entrava dalla finestra della mia camera e mi faceva venir voglia di strapparmi via le orecchie.

Scesi tre piani di scale con la stessa velocità di un bradipo appena sveglio e porsi le mie valige all'autista dell'autobus.

Era un uomo molto alto con una folta barba scura e la testa pelata, il naso ero molto lungo e a punta, era vestito come un muratore, con pesanti scarponi anti-infortunistici gialli e marroni ai piedi.

La cosa che mi spaventò di più, furono gli occhi: quello destro ti guardava dritto in fronte quasi capace di metterti in soggezione mentre quello sinistro e spostato completamente al lato dell'occhio.

<< Chissà se ci vede bene >> mi chiesi mentre lo guardavo sistemare le mie cose.

Doveva avermi sentito, perché con l'occhio buono mi diede un'occhiataccia: << Ci vedo benissimo ragazzo, ho dieci decimi >> salì fiero della risposta che mi aveva dato e si sedette al volante, poi mi sollecitò con la mano di sbrigarmi a salire.

Ero spaventato ?

Si. Avevo paura che il suo occhio sinistro lo potesse distrarre dalla strada, magari una bella ragazza che faceva jogging oppure un cantiere nuovo al lavoro.

Mi sedetti il più vicino al posto guida, in modo da poter prendere in mano la situazione se fosse accaduto qualcosa; per una buona oretta rimasi in silenzio, guardando fuori dal finestrino.

<< Hai un buon profumo, lo sai ragazzo ? >> mi sorprese sentirlo rivolgermi parola, ma sicuramente non mi sarei mai aspettato che fosse proprio quella la frase per iniziare la conversazione.

<< Grazie signore, ma non indosso profumo >> tentai di essere il più educato possibile, anche se ero estremamente schifato dal suo occhio sinistro che mi fissava, come se volesse tenermi d'occhio.

<< Chiamami Bob, mio caro Baekhyun >> lo disse tranquillamente e quasi mi convinsi di essermi presentato prima di partire e di non aver sentito la sua risposta.

<< Davanti alla Bampo-dong giusto ? >> teneva l'occhio buono fisso sulla strada, ma penso avesse notato che i miei occhi erano sbarrati perché si mise a ridere, un risata alquanto malvagia a parer mio.

<< Come fa a saperlo ? >> la voce mi tremava un pochino e mi accucciai il più vicino possibile al finestrino, calcolando velocemente il tempo che ci avrei messo a prendere il martello di emergenza, rompere il vetro e scappare dalla parte opposta.

<< Io so tutto di te Byun Baek-hyun >> sorrise ancora, sollevando solo un lato della bocca, la sua voce era così profonda che mi penetrò fin sotto la pelle, facendomi rizzare tutti i peli dall'agitazione.

Ok.

Quello era decisamente il momento per effettuare il piano di fuga, escogitato poco prima.

Invece rimasi fermo immobile, guardandolo sconcertato come se mi avesse appena fatto qualche strana proposta illegale del tipo: Mi faccio una canna, coprimi le spalle.

Una situazione del genere mi era capitata, passai una notte intera all'interno di una caserma, in cui tutti mi facevano domande fin troppo contorte per i miei gusti. Me ne andai il mattino dopo con impressa la puzza delle scoregge emanate da quel grassone del mio compagno di cella.

Fortunatamente ci fermammo e sul bus salì un ragazzo un po' più grande di me.

Aveva i capelli biondi, un viso abbastanza duro ma con un'espressione dolce in volto, era abbastanza alto e vestiva come un giocatore di basket.

Bob lo guardò male.

<< Lui è mio >> disse con quello che sembrava un ringhio di rabbia.

Sterzò bruscamente il volante e l'autobus finì su una stradina di campagna, si fermò e poi Bob si alzò in piedi, quasi toccava il soffitto con la testa.

La sua pelle iniziò a diventare verdastra e sul collo crebbero delle branchie abbastanza visibili, anche la barba divenne simile ad un pinna molto floscia.

<< Ma che diamine sta succedendo ! >> scattai in piedi, pronto a scappare, ma l'altro ragazzo mi bloccò la strada con il suo braccio.

<< Ci penso io >> andò incontro al mostro e tirò fuori un pugnale d'argento, iniziò ad attaccarlo su più fronti.

Il biondo era veramente veloce, si attaccava e difendeva con grande maestria mentre Bob dimenava le braccia spasticamente sperando di centrarlo in qualche modo.

Sbraitava cose del tipo: è la mia cena, l'ho visto prima io !

Dopo qualche minuto di stupore iniziare, smisi di ammirare il combattimento quando finalmente un braccio del mostro andò a colpire il ragazzo in pieno petto, scagliandolo sul fondo del veicolo.

<< Oh no >>

Corsi verso lo svenuto tentando di svegliarlo in qualche modo, ma il Bob mi aveva già raggiunto e scagliato dalla parte opposta prendendomi dalla maglietta.

Mi rialzai a fatica massaggiandomi dietro la testa e pregando di essermi svegliato da uno stranissimo sogno.

Non fu così.

<< Baekhyun prendi ! >> il biondo si era svegliato e mi stava lanciando qualcosa di molto piccolo e brillante.

Ma come mai tutti sapevano il mio nome ?

Appena l'oggetto mi arrivò vicino, lo afferrai e notai che era un anello.

<< Che cavolo me ne faccio di un anello ! >> me lo infilai automaticamente al dito e mi ritrovai in mano un piccone, dalle lame trasparenti, come se fossero fatte di vetro oppure…

...cristallo !

Automaticamente sferrai un colpo che non andò a buon fine e finii di nuovo scagliato alla parete dell'autobus.

<< Baekhyun è un orco ! Colpisci l'ascella >>

Orco ?

Ma che diamine.

Assomigliava tanto ad uno di quei livelli dei videogiochi che piacevano tanto a Taemin, nelle sue giornate di sudore e nullafacenza.

Mi alzai in piedi e notai che l'altro ragazzo era saltato in groppa a Bob e gli aveva accecato un occhio con il suo pugnale, capii che mi stava dando modo e tempo di colpirlo.

Così non persi tempo, presi bene lo slancio e infilzai metà della lama nell'ascella dell'orco, il quale si disintegrò, diventando polvere.

<< Sto per svenire >> mi misi una mano in fronte per sentire se avevo la febbre, l'altro ragazzo me la portò via e mi sorrise.

<< Bel lavoro, ora seguimi, ti porto al Campo Midhgard, tua nonna è già stata avvisata e ti saluta, si raccomanda di: mangiare tante patate lesse e trovare un bella zucchina >> arrossii.

<< Aspetta… >> lo fermai.

<< Almeno dimmi il tuo nome >> gli chiesi, mi stavo fidando solo perché ero sicuro che mia nonna avesse detto quelle esatte parole e che quindi conoscesse sia il posto in cui mi stava per portare quel ragazzo, che il ragazzo stesso.

<< Sono Sehun >> mi sorrise ancora una volta e poi riprese a camminare, mentre io dietro di lui, lo seguivo guardando incantato il piccone, che si era ritrasformato in anello e che mi era rimasto sul mio dito. 







ANGOLO DI JULE: 
Spero che questo capitolo vi abbia incuriosito e che continuerete a seguire la storia. 
Sono bene accette tutti i tipi di recensioni, che siano buone o cattive (purchè educate) e ogni genere di consiglio che possa aiutarmi a migliorare. 
Sono disponibile per ogni tipo di chiarimento nel caso qualcosa vi risulti confuso. 
Alla prossima...

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Capitolo 3
*** EHY BELLO ! TI HO INFILZATO, VUOI ESSERE MIO AMICO ADESSO ? ***


I NUOVI EROI

LA LANCIA DI GUNGNIR

 

LIBRO 1

 

 

CAPITOLO 2

 

EHY BELLO ! TI HO INFILZATO,

VUOI ESSERE MIO AMICO ADESSO ?

 

 

La cosa più strana che potesse capitarmi dopo aver visto una vecchietta che pettinava e vestiva una mucca, era sicuramente quella che stava accadendo in quel momento, quando dopo ore di camminata nel bel mezzo di un bosco, il nostro punto di arrivo era un gigantesco burrone.

Sehun si fermò sul ciglio, mise le braccia sui fianchi e poi si girò verso di me sorridendomi.

<< Adesso… salta ! >> indicò le profondità dell'apertura rocciosa di cui non si vedeva la fine.

<< Stai scherzando vero ? >> scosse la testa in segno negativo e poi mi fece ancora cenno di saltare, mi allontanai di qualche passo. L'ultima volta che ero saltato nel vuoto era stata dieci anni fa, quando per scherzo un mio amico mi spinse giù da una scogliera per farmi tuffare, non dimenticherò mai l'acqua che mi entrava di colpo nelle orecchie e nel naso o il viscidume dei pesci che mi giravano attorno come dei piranha alla ricerca della loro cena, per un attimo ricordo che pensai lo fossero davvero.

Guardai l'altro ragazzo negli occhi: era piuttosto rilassato, le sue parole erano ferme, convinte ed amichevoli e poi era l'unico che poteva dirmi qualcosa in più sulla mia nascita.

<< Per Tyr >> Sehun mi prese per un braccio e mi trascinò sul bordo: << O ti butti tu, oppure ti spingo io >>

<< Che ne diresti invece di un churro ? >> tentati conquistarlo con la forza di quel cibo così estremamente buono, insomma a tutti piacciono i churros sono una delle cose più buone al mondo, se una ragazza o ragazzo mi chiedesse di uscire con un churro in mano, direi di sì senza pensarci due volte.

<< Al campo ci sono i tutti i churros che vuoi, basta che salti >>

<< Per caso sei un assassino ? >> alzai le sopracciglia mentre lui stringeva ancora il mio polso e mi tirava sempre più vicino alla mia morte.

<< Ascolta, non morirai. Ma se non salti non entrerai nel Valhalla e se non entri nel Valhalla non diventerai un guerriero di Odino e di conseguenza non potrai combattere nel “ Giorno del Giudizio “ e verrai ucciso da uno dei mostri o dei giganti, finendo così in uno dei luoghi più bui e oscuri esistenti per l'eternità >> lo disse con una faccia talmente seria che per poco non saltai.

La decisione che presi fu diversa però: iniziai ad urlare e tentai la fuga, ma lui fu più veloce e mi prese per il cappuccio della felpa.

<< Ascoltami bene, oggi su quell'autobus hai dimostrato di avere coraggio e la tua morte è stata degna delle tue azioni >> mi disse.

<< Io non sono morto >> replicai.

<< Oh, Sì che lo sei ! Morto di trauma cranico dopo aver fatto fuori l'autista e aver sbattuto prepotentemente sul parabrezza del bus >> non sapevo per quale strana ragione, ma gli credevo.

<< E come mai non me lo ricordo ? >>

<< Dopo aver preso la tua anima, eri rimasto svenuto ancora per un po', così ho deciso di lasciarti nell'innocenza del non sapere nulla >> sollevò le spalle come se fosse una cosa da tutti i giorni per lui.

<< Hai preso la mia anima ? >>

<< Roba da tutti i giorni >> come non detto, era davvero una cosa quotidiana.

<< Sono una Valchiria >>

<< Ma sei un maschio >>

<< Ero femmina una volta, ma dopo un'impresa Odino mi concedette un desiderio e io scelsi di diventare maschio senza dovermi sottoporre a iniezioni di ormoni o altro. E devo dire che sono proprio un figurino, Odino ha gusto e la sua laurea in chirurgia ha dato i suoi frutti >> spiegò con una tranquillità che trovai a dir poco disarmante.

<< Odino è laureato ? >>

<< Odino ha molte passioni; ultimamente sta seguendo un corso di scrittura creativa e dimostrare a sua figlia di essere anche lui un grande scrittore >> tirò fuori una bottiglietta d'acqua dal suo cinturone pieno di attrezzi e ne bevve un sorso.

<< Sua figlia… >>

<< J.K. Rowling la conosci ? >> strabuzzai gli occhi e per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva. Immaginai quella donna vestita con una armatura e in mano una lancia a cui erano avvolti dei fulmini, un momento prima di sorrideva dolcemente e due secondi dopo ti minacciava di uccidere tutti i tuoi personaggi preferiti. Come se non lo avesse già fatto.

<< Baekhyun ? >> mi girai verso di lui, ma non feci in tempo a rispondergli dato che caddi nel vuoto del burrone, per un attimo pesai di morire una seconda volta, ma per lo meno questa l'avrei sentita… o ricordata, non sapevo quale delle due opzioni fosse la migliore. Di solito quando senti che la vita ti sta per abbandonare ripensi a tutti i tuoi cari ed ai bei momenti passati con loro oppure rimpiangi alcune delle tue scelte e preghi di andare in paradiso o per lo meno di mangiare un ultimo churro prima di schiantarti e trasformarti in un cumulo di budella in un luogo in cui nessuno ti avrebbe mai cercato.

Sinceramente, il mio unico pensiero durante la caduta fu piuttosto simile a questo: “ AAAAAAAAAAAAAAAAAAAH “

Poi vidi dall'altro un'altra ombra che cadeva velocemente verso di me e riconobbi Sehun, che mi urlò qualcosa del tipo: << Sorridi >>

Pensai fosse fantastico come ultimo gesto, un sorriso prima di morire… ancora.

Una luce accecante simile ad un flash mi fece chiudere gli occhi e mezzo stordito caddi su qualcosa di estremamente morbido e iniziai a rimbalzare, aprii gli occhi e capii di trovarmi su una molla e che anche Sehun era caduto insieme a me. Rideva come un pazzo e mi incitava a rifarlo insieme a lui perché era sempre troppo divertente, sinceramente non capii tutta quella gioia nel lanciarsi da un dirupo.

Tremante scesi dalla molla e seguito dall'altro mi diressi verso una porta con un cartello al neon viola che citava: “ Souvenir ”

Mi si presentò davanti un piccolo negozietto con oggetti simili a portachiavi a forma di un serpente che si mordeva la coda oppure un orco che brandiva in mano un ascia, una maglietta citava “ Abbasso l'oracolo di Delfi, viva le Norne ! “ oppure “ Zeus chi ? “

<< Ciao Penny, posso vedere la mia foto >> Sehun si diresse verso una cassa, dietro la quale stava un ragazza dai capelli a caschetto bionda e due occhi estremamente azzurri, teneva un molletta per il ciuffo e indossava degli shorts con una maglietta porpora con la scritta “ Il Burrone del divertimento “ e sinceramente non capii cosa ci fosse di divertente. Si, lo so sono ripetitivo, ma davvero la cosa non mi piaceva.

Dietro di lei si illuminarono due schermi.

Sul primo comparve una foto dell'altro ragazzo con i capelli perfettamente scompigliati dal vento della caduta mentre faceva un occhiolino alla fotocamera; sul secondo pannello invece mi vidi con gli occhi sbarrati e la bocca aperta per il mio urlo mascolino ed un rivolo di saliva che usciva da essa.

<< Sono due ori rossi per la foto >> mi disse la ragazza che avevo capito chiamarsi Penny.

<< No grazie, sono venuto meglio di altre, però non mi sembra il caso >>

<< Fai come ti pare >> sollevò le spalle.

Sehun comprò la sua.

Proseguimmo lungo un corridoio illuminato da torce, superammo un McDonald e un KFC mentre il mio “ amico “ mi spiegava la loro avversione verso il Burger King. C'entrava con un certo Mimir e un figlio di Tyr che si facevano concorrenza nel campo dei fast food.

Ad un certo punto arrivammo davanti a delle porte di vetro scorrevole che si aprirono al nostro arrivo.

Davanti a me si presentava un salone gigantesco, immaginatevi l'ampiezza di Seoul, solo sottoterra e con un pavimento a scacchi nero e bianco.

<< Abbiamo ristrutturato ultimamente, Freya ha fatto un posto Vahallater dicendo che sono tornati di moda gli anni novanta, così ci siamo adattati >> mi portò al centro del salone dove stava un grande bancone e la scritta “ reception “ che si illuminava in rosso ad intermittenza.

<< Ehy Bragi, come butta amico ? >> un ragazzo sulla ventina dai capelli rossicci si alzò dalla sedia e fece un strana stretta di mano con l'altro in cui si tagliarono un dito a vicenda.

Sinceramente, non mi scandalizzai più di tanto.

<< Questo è Byun Baek-hyun il nuovo arrivato, la sua stanza è già pronta giusto ? >> il ragazzo annuì, e poi porse una chiave con uno strano simbolo inciso sopra e il numero 123.

<< Benvenuto Baekhyun, sono Bragi il consigliere di Odino e dio della poesia >> non sapendo cosa fare allungai la mano aspettando che lui la stringesse, tutto in segno di cortesia ovviamente.

Bhe, nel Vahalla fare amicizia non funziona così dato che il Dio della poesia mi infilzò con una lancia.

Poi ovviamente morii. 





 

CONTINUA... 



 

Angolo Autrice: 

Ecco il secondo capitolo !
Spero che la storia vi stia piacendo e che magari... prima o poi, qualcuno mi darà una propria opinione. 
Un beso. 

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