Dietro un amicizia...

di Eva92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 24 Dicembre 1999\2008 ***
Capitolo 2: *** Solo sincerità? ***
Capitolo 3: *** Bucaaaaaaa ***
Capitolo 4: *** dietro la buca ***
Capitolo 5: *** Febbre da cavallo e pazzia... ***



Capitolo 1
*** 24 Dicembre 1999\2008 ***


Nuova pagina 1

24 dicembre 1999

 

-Bec hai visto cosa c’è sopra di noi?- Francesco alzò il dito verso il soffitto, dove un rametto di vischio dondolava appeso malamente al lampadario da mio padre.

-Si, c’è un rametto. Sicuramente papà l’ha messo lì per far arrabbiare la mamma, le fa sempre degli scherzi!- Risi ricordando qualche vecchia sciocchezza pianificata da mio padre.

-No sciocca!- rise della mia ignoranza –è viscio… no vischio… comunque… mamma mi ha detto che se una ragazza e un ragazzo sono sotto uno di questi rametti …- mi guardò concentrato –si devono baciare!- Annuì solennemente, sorpreso e un po’ scandalizzato, come solo un bambino di sette anni può essere.

-Blea!- ci pensai su un attimo.

-Ma noi siamo piccoli… ci dobbiamo baciare lo stesso?- Francesco ci pensò su seriamente, prima di annuire seriamente.

-Si. Magari se non lo facciamo Babbo  Natale non passa!- Quella minaccia faceva sempre colpo.

-Che palle che è Babbo Natale… devo comportarmi bene tutto l’anno, scrivergli la letterina, e pure baciarti! Se non mi porta la fabbrica delle bambole mi incavolo!- strinsi le braccia al petto e sbuffai, sinceramente arrabbiata con quell’omone rosso che non si era mai fatto vedere e che per un motivo o per un altro la sciava con se sempre una scia di delusione, sia perché non mangiava i dolci che gli preparavo, sia perché qualche volta non mi portava il regalo richiesto.

-Sarà veloce! Anche io voglio il Gundam, e se non ci baciamo non ce lo porta.-

-Ok! Però che schifo!- portai le mani dietro la schiena e chiusi gli occhi, rimanendo però guardinga.

-Sei pronta Bec?-

-Si!- sbuffai per la ventesima volta.

Poggiò la sua mano leggera sulla mia spalle, avvicinandosi leggermente.

Non resistetti alla tentazione di tenere gli occhi chiusi e aprì un occhio, nonostante nei film si baciassero sempre a occhi chiusi, vedendo Francesco davanti a me. I suoi capelli biondi erano scompigliati a causa delle corse fatte tutta la sera, e le palpebre chiuse nascondevano i suoi caldi occhi nocciola.

Richiusi subito gli occhi.

Sentì il fiato di Francesco prima di avvertire la leggera pressione delle sue labbra sulle mie. Si staccò subito dopo.

Immediatamente aprì gli occhi e mi pulì le labbra con la manica del mio maglioncino, nonostante non ce ne fosse affatto bisogno.

Dopo aver fatto lo stesso Francesco abbassò gli occhi e mi fece la sua “incredibile” confessione.

-Rebecca… prima di baciarti ho sbirciato, avevo paura di non prendere le labbra…-

-Hai fatto bene!- gli poggiai una mano sulla spalla in segno di consolazione –se no ci toccava baciarci un’altra volta!- tirai fuori la lingua facendo una smorfia disgustata.

 

24 Dicembre 2008

 

Ricordai la scena di 9 anni prima con un dolce sorriso sulla labbra, sollevai allora lo sguardo, su quello stesso lampadario, dove però non c’era nessun rametto di vischio.

Francesco sedeva al mio fianco, dondolandosi su una sedia in resina.

-Se ci cadi rido!- che stupida frase… lui aprì un occhio ridacchiando.

-Ci sono più possibilità che tu cada seduta così immobile, che io dondolandomi!- Richiuse gli occhi annoiato, smettendo però di dondolarsi.

-ma che hai? Di solito sei sorridente, o almeno a Natale potresti esserlo!-

-tecnicamente non è ancora Natale. Clara mi aveva invitato a casa sua a passare la vigilia, sai i suoi non erano in casa…- sorrise malizioso… E io che paragonavo Clara  all’amica di Heidi…. Questa era da paragonare a qualcun altro…

-Di sicuro sarebbe stato più…- si fermò cercando le parole adatte, io lo precedetti preoccupata della sciocchezza che avrebbe detto.

-Interessante?-

-Mmh… se vuoi definirlo interessate… più di una puntata di Voyager sicuramente, e poi…-

-Basta! La tua vita sessuale non è affar mio! E poi non pensavo che la mia, anzi la nostra compagnia ti annoiasse tanto!-

-Che permalosa che sei…lo sai che non è per te, ma dico solo che con Clara mi sarei divertito di più…- se era possibile questa Clara mi stava ancora più sulle palle.

-Bè ovvio… noi siamo accettabili, ma Clara...- feci una pausa annuendo solennemente –Clara è perfetta!-

-Ehi ma non sarai gelosa?- Questa era troppo! Non ero stata gelosa di Gloria, Rosalba, Martina, Ludovica, e dovevo essere gelosa di quest’ultima? Noooooo!

-Visto!? Sei gelosaaaa! Ahahaha- ma che aveva da ridere…

-Lo so il mio fascino…- si interruppe a causa del suono del mio cellulare che era appoggiato nel tavolino affianco a lui.

-Tranquillo è il mio.. Clara nemmeno si ricorda della tua esistenza! Mi passi il telefono?-

 Lo prese e lo aprì con rabbia.

-No ridammelo!- cercai di strapparglielo di mano senza successo, e non feci in tempo a impedirgli di leggere il mittente.

-Luca…- ci pensò su un attimo –Ma è Schioppi!? Perché cacchio messaggi con un idiota come quello?-

-ma se tu dici che è un tipo in gamba!- non che dessi troppo peso alle sue considerazioni sulle persone.-

-Senti questa….- si mise a leggere il messaggio rabbiosamente.

-non posso davvero dire nulla, quest’anno non desidero niente… il perché è semplice! Sono in debito con Dio per avermi fatto conoscere una ragazza incredibile come te! Sei la personificazione della simpatia e della perfezione, e senza di te i miei giorni sarebbero grigi e tetri. Grazie di esistere… ti voglio bene! Buon natale a te e alla tua famiglia bla bla bla… ah non finisce qui… ti mette pure un cuoricino a fine messaggio… che carino!- si passò una mano nei capelli, scompigliando quella massa  bionda, che aveva spettinato a regola d’arte, impiegandoci circa mezz’ora. Mi rese il cellulare osservandomi con la coda dell’occhio.

-Non dovevi leggerlo! Io non ho mai letto i messaggi di Clara!- si piantò davanti a me osservandomi di stucco.

-Staresti paragonando il rapporto che c’è tra me e Clara con quello che c’è tra voi due? Perché state insieme?-

-no…- non ancora…

-E lui ti piace?- mi osservò con occhi indagatori, facendo abbassare il mio sguardo, che domanda stupida, non c’era nemmeno bisogno di rispondere, anche perché non sapevo che dire.

Stavo per mandarlo a quel paese quando il suono della mezzanotte mi interruppe, salvandomi letteralmente.

Mi avvicinai a lui sorridendo e stampandogli il mio solito bacio natalizio.

-Auguri Frà- gli sorrisi e mi diressi verso il gruppo per stampare altri 50 baci a tutti gli amici dei miei e i loro rispettivi figli. Non avevo fatto nemmeno un metro che Francesco mi prese al braccio e mi face tornare indietro.

-Dove scappi?! Non ti ho fatto gli auguri…- mi poggiò una mano al collo e mi fece avvicinare lentamente, fino a sfiorare con le labbra la mia guancia e facendomi rabbrividire, senza però capire il perché.

-Auguri!- sorrise sfoderando i suoi perfetti 32 denti –peccato niente vischio…- possibile che anche lui si ricordasse di quel natale di tanto tempo prima?

Forse non mi aveva mandato un messaggio lunghissimo, ma nessun natale sarebbe stato tela senza di lui.

 

Domanda: secondo voi esiste l’amicizia tra uomo e donna?

Secondo me si… peccato che dietro a quest’amicizia ci sia qualcosa in più…

Al prossimo capitolo con Rebecca e Francesco… ah i nomi non centrano niente con la realtà quindi se qualcuno mi conosce non si faccia strane idee…la storia mi è venuta in mente stanotte che non riuscivo a dormire a causa delle scottature del sole alle spalle!

Allora per Francesco, se proprio volete un’idea (a grandi linee) di com’è cercate su internet Alex pettifer Wild child… allora cercate un immagine di lui con i capelli sparati… e pressappoco ecco Frà…

Ciao alla prossima!

 

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Capitolo 2
*** Solo sincerità? ***


Nuova pagina 1

Tornare a scuola dopo le vacanze di natale era sempre stato per me un trauma, ogni anno più del precedente, era anche naturale che fosse così. Le vacanze di pasqua volavano in un attimo, quelle estive erano anche troppo lunghe, le natalizie erano in assoluto le mie preferite da sempre.

Mentre camminavo, troppo lentamente per l’orario, rileggevo  i messaggi di Luca sul cellulare. La sera prima mi aveva chiesto se mi sarebbe piaciuto uscire con lui, quel sabato. Io naturalmente avevo accettato.

Avevo conosciuto Luca alla festa dei 17 anni di Francesco, pochi mesi prima.

Aveva la capacità di farmi ridere per le stranezze che diceva, forse era un po’ infantile, ma piacevole nel complesso. Certo, esteriormente non era nemmeno paragonabile a Francesco, ma era di certo un ragazzo carino.

Ero quindi felice di aver stretto quell’amicizia, consapevole che sia lui che io ci aspettavamo diventasse qualcosa di più.

Ero immersa in questi pensieri quando uno scooter scuro suonò  e si fermò davanti a me facendomi sobbalzare.

Dapprima non capì chi fosse, poi però ricordai che quel viziato di Francesco aveva ricevuto quel veicolo pericoloso come regalo di compleanno della madre.

I genitori di Francesco avevano divorziato  pochi anni prima lasciando tutti di stucco. Erano una coppia perfetta, o almeno così sembrava… L’unico a non esserne per nulla sorpreso fu Francesco, che prese la notizia con talmente tanta filosofia, da farmi pensare che lo schok lo avesse sconvolto. Realizzai dopo che lui, vivendo con loro, aveva capito che quel sentimento che prima provavano nei confronti l’uno dell’altra era sparito, scemato nel tempo, lasciando un affetto che ancora provavano.

-Ehi Bec… vuoi un passaggio? Sei in ritardo pazzesco!- Guardai l’orologio e mi resi conto che la campanella sarebbe suonata solo tra cinque minuti…

-Cavolo! Si grazie!- mi passò il casco che aveva sotto il sedile e me lo mise in testa con un gesto secco. Portai le mani ai due laccetti, senza capire come legarli, diciamo la verità: alle 8.25 del mattino non avevo le mie facoltà completamente sveglie.

-Dai lascia, faccio io.- mi avvicinai e alzai le testa  mentre lui assicurava i laccetti.

-Fatto! Dai muoviti, se no fai arrivare in ritardo anche me.-

Mi issai dietro di lui, indecisa se tenermi alle spalle o alla vita, optai però per la prima, magari Clara lo aspettava al cortile e si faceva pure strane idee.

Appena poggiai le mani Francesco le prese e se le avvolse nella vita.

-Così sono più sicuro.-

-Ok…- non capì perché, ma mi pentì di non aver scelto la seconda opzione da sola.

Partì velocemente, prendendomi un po’ di sorpresa,  facendomi involontariamente stringere di più a lui, annusai il profumo che aveva addosso riconoscendolo all’istante.

-hai messo il profumo che ti ho regalato!-

-si.. perché ne sei così sorpresa? Non potevo usarlo? O l’hai avvelenato?- lo vidi sorridere leggermente dallo specchietto.

-Ah comunque grazie ancora, è molto buono! Hai buon gusto per questa cose.- si schiarì leggermente la voce e ricominciò a parlare senza lasciarmi il tempo di ringraziarlo.

-Allora… novità?- per un attimo pensai che fosse a conoscenza dei miei programmi per sabato. Poi però pensando alla strana timidezza di Luca lo trovai improbabile, ma non per questo ero intenzionata a dirlo a lui, mi avrebbe fatto la solita scenata da fratello maggiore.

-mmh… niente di particolare. Tu?-

-Nemmeno io…- Solo ora mi accorsi che aveva parcheggiato nel cortile della scuola già da qualche secondo.

Scesi velocemente, e mi feci aiutare di nuovo a togliere il casco. Sganciò quelle due strisce scure e mi risistemò i capelli sorridendo, tutto con quelle sue mani leggere. Avevo sempre invidiato il suo tocco gentile, con quelle mani perfette avrebbe potuto toccare una bolla di sapone senza parla esplodere…

Ridacchiò leggermente.

-che hai da ridere?-

-no niente e che…- mi guardò e ricominciò a ridacchiare… esaurimento nervoso o un uccello mi aveva fatto un ricordino in testa?

-.. e che? Finiscile le frasi! Che vizio del cavolo che hai!- Cominciava chiaramente, poi pian piano abbassava il tono fino a bloccarsi… se questa è la normalità.

-…E che… sei un vero impiastro!- Scoppiò a ridere scappando verso l’entrata

-Ti uccido!- gli dedicai il mio sorriso da assassino e lo minacciai con il casco, mentre qualcuno ci osservava curioso.

Si bloccò solo davanti alla sua classe e aspettando che io lo raggiungessi.

-Ehi ti aspetto all’uscita, ti riaccompagno.- non aspettò nemmeno che rispondessi, mi sorrise augurandomi buona giornata e entrò in classe.

Appena arrivai bussai, e entrai pronta a trovare una scusa plausibile per il mio ritardo.

 

Due lunghissime ore dopo (prima ora latino, seconda filosofia!!!!), la campanella ci risvegliò dallo stato catatonico in cui eravamo caduti a causa del chiacchierio della professoressa di filo, che sputacchiava quei poveri diavoli dei primi banchi.

Mi incamminai velocemente (come metà dell’istituto) verso il paninaro, che intanto aveva già finito quasi tutti i panini.

Quando passai davanti alla classe di Francesco, ebbi come un lampo, di lui che parlava animatamente con Luca… la fame giocava brutti scherzi, infatti da quello che avevo capito Francesco non rivolgeva più di tanto la parola a Luca, figurarsi intraprendere una conversazione…

Dopo cinque minuti di spintoni riuscì a prendere un piccolo panino alla mortadella (che tra l’altro nemmeno mi piaceva più di tanto). Non feci nemmeno in tempo ad aprire la confezione che una furia bionda mi trascino fino al bagno dei ragazzi.

-Mi molli?- cercai di liberarmi dalla sua stretta, ma come avevo imparato anni prima, le dita di Francesco potevano essere gentili e leggere, ma allo stesso tempo poco delicate.

-nooo… non nel bagno dei ragazzi!- ecco di chi era la colpa se non avevo ancora trovato un ragazzo…cosa avrebbero pensato tutti mentre entravo nel bagno degli uomini, tra l’altro trascinata da uno squilibrato?

A giudicare dall’espressione doveva aver saputo dei miei programmi per sabato…

Mi mise poco gentilmente con le spalle al muro piantandosi davanti a me.

-solo perché sei più alto di me 17 cm non puoi fare lo sbruffone.- sorrisi cercando di farlo sbollire… senza nessun risultato, cavolo stavolta era serio…

-Novità?- lo disse seriamente, per poi cambiare espressione, sorridendo ebete e guardando in alto, probabilmente imitandomi, anche se io non facevo mai così!

-No niente… devo solo uscire con il ragazzo più coglione che esista al mondo, che probabilmente sabato al cinema ci proverà pesantemente con me come un cane in calore! No a parte questo niente!- ritorno serio aspettando la mia risposta.

-Sai che non sono i cani che vanno in…-

-Rebecca…- il mio nome era strano pronunciato da lui… sembrava più serio…- non me ne frega un cazzo dei cani!- ora aveva seriamente rotto!

-e allora che cavolo vuoi!- gli piantai una mano sul petto provando a spostarlo.

-Cosa voglio? Voglio solamente che tu sia sincera con me! Credevi che non se ne vantasse con tutti?! A quest’ora lo saprà messo istituto!-

-e che male c’è? Io ti ho forse detto qualcosa quando uscivi con… aspetta devo ricordare tutti i nomi… Gloria, Rosalba, Martina, Ludovica… e Clara!- enfatizzai esageratamente l’ultimo nome –mai niente!-

I suoi occhi somigliavano a due fessure scure, e se fossimo stati in un cartone o in un fumetto mi avrebbero incenerita.

-Per te è una questione di sincerità? O è solo una scenata da fratello maggiore?- lo osservai curiosa… davvero era solo sincerità? Perché se era così quella conversazione non aveva ne capo ne coda.

- non è una scenata da fratello maggiore! Non posso semplicemente essere preoccupato per te?- mi guardò ancora arrabbiato, notai che però cominciava a calmarsi

-bene…se sei preoccupato… bè non esserlo, non ce n’è bisogno. Sappi che sabato sera devo uscire con Luca. E questo è tutto!- finalmente ero riuscita a liberarmi, così uscì velocemente dal bagno rossa in viso.

 

 

Le altre tre ore passarono abbastanza lentamente, anche se io avevo altri pensieri per la mente.

Ero estremamente confusa per il comportamento di Francesco, ma soprattutto un po’ indispettita con Luca, a causa della sua lingua lunga non era andato tutto come speravo, ma soprattutto perché avrei scommesso fosse più serio, chissà di come si era vantato davanti a tutti...

La campana della quinta ora mi fece sobbalzare.

Quando uscì in cortile trovai Francesco ad aspettarmi, avevo sospettato che se ne fosse andato senza aspettarmi, in fondo non mi avrebbe sorpreso troppo.

Quando mi avvicinai non riuscì a guardarlo negli occhi, così mi concentrai sul casco che mi aveva passato.

-Senti Bec…scusa per la scenata di prima.- Rimasi allibita… non avevo mai sentito Francesco chiedere scusa, o almeno non sinceramente…  a sei anni mi aveva tirato tutti i suoi dinosauri addosso, lo punirono per due giorni… ma non mi chiese mai scusa, quando a 12 anni mi ha strappato una buona ciocca di capelli piuttosto che chiedermi scuse si era nascosto per tutta la sera, e a 15 aveva picchiato un mio amico della spiaggia perché, sosteneva, che mi guardasse il sedere: mai chiesto scusa.

-Come scusa?-

-Mi sto scusando per aver fatto una scenata senza motivo!- Lo osservai scettica, se c’era una cosa impossibile era che lui si scusasse sinceramente.

-Bè dai sali…- riuscì a legarmi il casco e salì dietro di lui, stavolta allacciandomi alla sua vita senza bisogno che me lo dicesse lui.

 

Davvero Francesco ha fatto quella scenata solo per la sincerità? Eh eh francy… ma chi credi prendere per i fondelli!

Al prossimo capitolo…

ringrazio:

thatsamore:   grazie mille… sniff sniff, sono commossaaaaa!!! Spero che continuerai a leggerla, alla prossima!

 

Beatrix24: visto che carini? Io amici che mi davano bacini sotto il vischio a natale non ne avevo… vabbè… grazie per i complimenti alla prossimaaa!

 

 SweetCherry:  Ma anche io preferisco il natale 2008, anche se nell’altra si sono dati più da fare… che brutto dirlo così… grazie sono contente che ti piaccia il mio modo di scrivere, anche perché nello scrivere ff è la cosa che preoccupa di più! Grazie mille!

 

Grazie a :

alessandradichiara

SweetCherry

lady_free
princessarx

ChasingTheSun

 

per aver messo la mia ff tra i preferiti e seguite!

 

 

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Capitolo 3
*** Bucaaaaaaa ***


Nuova pagina 1

Sabato mattina mi recai a scuola senza la scorta di Francesco, infatti il suo scooter aveva qualche problema con un pezzo…  Così dovetti svegliarmi prima per arrivare ad un orario decente a scuola.

Camminai svogliatamente, fermandomi di tanto in tanto a pensare che… perché diavolo lo scooter di quello là aveva problemi? Lo possedeva da poco più di una settimana… aveva battuto un nuovo record!

Quando vidi la scuola mi abbandonai nella solita panchina in cui ci sedevamo io, Eli, e le altre rompi della mia classe.

Io ed Elisa ci conoscevamo de circa 5 anni. Viste da qualcuno potevamo sembrare troppo diverse per stringere amicizia, invece eravamo riuscite perfettamente a coltivarla, diventando inseparabili. Sembravamo il giorno e la notte, lei altissima, bionda, con una perenne e bellissima abbronzatura, in pratica il mio contrario…

Dovevo essere arrivata davvero in anticipo se Francesco non era ancora arrivato.

Poco dopo arrivò Elisa, sconvolta come ogni mattina.

-Ehi Eli!- Si girò, vedendomi solo in quel momento.

-Bec… sei già qua?-

-Si, lo scooter di Frà ha problemi…- Annui distratta. Se la mattina aveva quell’aspetto sconvolto era tutta colpa di un certo ragazzo che vedeva alla fermata ogni mattina. In pratica gli sbavava dietro, poverettoooo.

-Oddiooooo.- Mi ridestai subito dai miei pensieri e guardai la faccia sconvolta di Eli.

-Che hai?- Lei indicò l’entrata dalla quale si vedeva una lunga berlina nera., dalla quale uscì con disinvoltura Francesco.

-Ma che hai? Non vorrai far parte anche tu del Francesco Fan-club????-

-Assolutamente no… ma sarò la creatrice del nuovo fan-club per la macchina di suo padre!-

-Oddio è una Mercedes… uff-

-è una Mercedes- mi fece il verso con una smorfia – ma sai che Mercedes è? È una classe E coupè!-

-…- la guardai come se mi avesse recitato romeo e Giulietta in inglese antico.

-Lasciamo perdere, che sta arrivando il tuo amante segreto.- rise da sola di quella stupida battuta.

-Ciao ragazze.- Arrivò con la sua andatura da “lo so che sono troppo figo, non rompetemi la balle” e ci sorrise di buonumore.

-Ciao Frà.- lo salutai alzando la mano a modo degli indiani –aug!-

Si butto affianco a me sulla panchina.

-Scommetto che hai sentito la mia mancanza stamattina…- Si riavviò i capelli con un gesto involontario, guardandomi negli occhi e sorridendomi.

-Certo! Mi sono dovuta alzare 15 minuti prima… stavo proprio sognando la distruzione del mondo quando ha suonato la sveglia…-

-La distruzione del mondo… ma sognare cose normali è troppo scontato?-

-A volte sogno anche te…-

Si illumino di colpo pavoneggiandosi leggermente e prima che aprisse bocca per sparare qualche cavolata lo bloccai.

-L’ultima volta ricordo che Clara ti aveva rubato lo scooter e tu la inseguivi a piedi, corrivi e le urlavi contro…- risi di gusto al ricordo di quello stupido sogno.

-Tu guardi troppa tv… comunque potresti aver indovinato… le cose tra Clara e me vanno da schifo.- Le orecchie di Eli diventarono sicuramente due parabole, era una vera drogata di pettegolezzi.

-Come mai?- fu lei a chiederlo, facendo  una faccia anche dispiaciuta, allora le mimai con le labbra, senza che naturalmente Fra mi vedesse, “FALSA”, e lei mi fece una linguaccia.

-Dice che non le do spazio… o una cosa del genere…-

-Che è ingrassata?- risi da sola per quella meravigliosa battuta.

 

-Allora mettiti…- Eli rovistò nel mio armadio -… Questa!- tirò fuori una gonnellina grigia, che aveva un modello simile e quella scozzese, ma le pieghe erano più larghe.

-Morirò dal freddo tanto è corta!- in realtà non lo era troppo, infatti la presi e la indossai.

Mi passò poi un maglioncino nero e un paio di stivali dello stesso colore.

-Certo che uscire in inverno non offre mica molte possibilità di abbigliamento…-

Mentre lei continuava a blaterare qualcosa sulla volta che era uscita con un certo Mario, io mi mise un leggero filo di trucco.

-Finito?- Annuì poco convinta.

Scesi le scale insieme al lei e presi il cappotto nero, ricordando solo allora che cosa avevo dimenticato.

Salì le scale facendo i gradini tre atre, e aprì nella mia stanza il portagioie in ebano, trovando finalmente quella collana, la osservò distratta.

Era una catenina in oro bianco, ma era il ciondolo a cui era incredibilmente affezionata: era un anellino di giada, che mi era stato regalato da Francesco alcuni anni prima, in occasione del  compleanno. Appena aveva cercato di mettermelo nel dito, ci eravamo accorti, con grande orrore di Francesco che aveva girato una miriade di negozi, che l’anello era troppo piccolo. Subito lui si era messo a sbraitare che il commesso era un idiota e che non pensava che quello fosse per una bambina di tre anni.

Io dal canto mio avevo tolto la catenina che portavo al collo e avevo infilato l’anello verde, sorridendo soddisfatta del risultato.

Misi la catenina velocemente, sistemando il ciondolo al centro.

Quando scesi le scale trovai Eli con il mio cappotto in mano che sorrideva ironica.

-Esci con Luca, ma indossi l’anello di Francesco eh?-

-Non hai capito una mazza!-

-Se se…-

 

Arrivai al cinema leggermente in anticipo, così ordinai una coca al bar, sedendomi nel bancone, in modo da vedere chiunque arrivasse.

Non era nei miei piani arrivare dieci minuti in anticipo, ma non volevo nemmeno arrivare in ritardo, a parer mio non era un bene che una ragazza non arrivasse in ritardo all’appuntamento, i pensieri che il ragazzo avrebbe pensato non sarebbero stati “oddio… la mia bella non arriva…” ma “è caduta nel cesso quella tonta?”, e quest’ultimo pensiero era quello che mi vorticava nel cervello in quel preciso momento.

Quindici minuti e tre coca cole dopo, sbuffai spazientita per il suo ritardo, in fondo avevamo scelto il cinema più vicino a casa sua, non ci doveva impiegare nemmeno 5 minuti a piedi!

Dopo altri dieci minuti un pensiero si affacciò nella mia mente, tanto fastidiosa quanto sincero: mi aveva dato buca… Quel mammalucco mi aveva dato buca.

Buttai la testa sulle braccia mugugnando rabbiosamente.

Dopo un’altra mezzora pagai le bibite e mi incamminai lentamente a casa.

Appena arrivai notai che nel vialetto c’era la mercedes del padre di Francesco, quasi sicuramente in compagnia del figlioletto… che mi avrebbe preso in giro per il mio mancato appuntamento.

-Sono a casa!- sbattei la porta svogliatamente… avrei potuto dire che stavo male… mmh… no quello là sarebbe salito anche in camera a rompere.

Aprì la porta dell’armadio a muro e ci buttai il cappotto a terra, quando poi richiusi l’anta mi ritrovai la faccia di Francesco a pochi centimetri dalla mia.

Sussultai sorpresa di quella vicinanza, e mio malgrado arrossì leggermente.

-Ehi…- sorrise felice, sfoderando i suoi denti perfetti.

Risposi mugugnando.

-Ma guardala… tutta bella in tiro eh? Ti devo chiamare Signora Schioppi?- rise di gusto della mia battuta, tenendosi la pancia.

-Coglione…-

-Ehi era una battuta…Scommetto che prima di prenderti la mano ha aspettato la fine del film!- quello era troppo, cominciarono a bruciarmi gli occhi di umiliazione.

Lui sicuramente se ne accorse, perché mi osservò attentamente notando solo allora la mia espressione.

-Oddio… cosa ha fatto quel coglione?! Giuro che lo distruggo!- prese il telefono e schiacciò alcuni tasti rabbiosamente.

-Aspetta…- cercai di fermarlo, inutilmente perché cominciò a parlare.

- Piero? Si sono Grifoni… si è per quel favore che mi dovevi… dovresti…-

-NON E’ VENUTO!- si bloccò di colpo osservandomi scettico.

-Chiuse il cellulare e si avvicinò ancora di più, asciugando con il dito il mio zigomo bagnato con quelle sue dita delicate.

Quel gesto inconsciamente mi spinse ad abbracciarlo, da qualcuno dovevo pur cercare conforto. Mi strinse protettivo e mi accarezzò il capo provando a calmarmi.

-Mi dispiace… scusa.- si scusò in modo terribilmente serio, quasi si sentisse in colpa per qualcosa.

 

I’m sorry… ho scritto tutto velocemente e non ho voglia, ne il tempo di rileggerlo.

Il prossimo capitolo sarà dal punto di vista di Frà, durante la storia ce ne sarà più di uno, per motivi di utilità.

Ringrazio tutti quelli che leggono, recensiscono e che lo mettono tra i preferiti e i seguiti.

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Capitolo 4
*** dietro la buca ***


Nuova pagina 1

I’m sorry… ho scritto tutto velocemente e non ho voglia, ne il tempo di rileggerlo.

Il prossimo capitolo sarà dal punto di vista di Frà, durante la storia ce ne sarà più di uno, per motivi di utilità.

Ringrazio tutti quelli che leggono, recensiscono e che lo mettono tra i preferiti e i seguiti.

 

La storia incomincerà dal momento in cui (vedi secondo cap) Frà chiede scusa a Bec… E vedremo quanto può essere contorta la mente di un ragazzo geloso…

 

-Senti Bec…scusa per la scenata di prima.- la vidi spalancare gli occhi sorpresa, in effetti mi era costata fatica quella richiesta di scuse, non che lei fosse diversa da me… a 5 anni mi aveva picchiato con il gonfia palloncini, quel momento è stato filmato da mia madre, e ogni volta che può me lo fa rivedere, ha mai chiesto scusa? A 10 anni aveva sabotato la mia bicicletta per non farmi vincere la gara del quartiere, mi ha riso in faccia… ma la peggiore è stata quando io al mare la difesi da uno schifoso e lei lo difese pure… e pensare che avevo rovinato le mie nocche per dargli quel pugno… non mi ha mai chiesto scusa, e nessuno le ha mai chiesto o ordinato di farlo, perché con il suo faccino risulta essere sempre la vittima di tutto.

-Come scusa?- era allibita… 

-Mi sto scusando per aver fatto una scenata senza motivo!- La osservai speranzoso, in realtà un motivo c’era.

-Bè dai sali…- si sedette dietro di me allacciandosi, quasi avesse paura della mia guida… come se io potessi correre con lei dietro, se solo si fosse graffiata suo padre mi avrebbe bollito, per non parlare del mio probabile ed enorme senso di colpa, perciò, come quella mattina non accelerai granchè.

Quando arrivammo davanti a casa sua mi lasciò lentamente la schiena, e togliendosi malamente il casco.

-Grazie mille…- sorrise, facendo intravedere i denti bianchi. La osservai per un attimo, non era cambiata in tutti quegli anni: il suo viso ovale, le sua guance rosa, i suoi brillanti occhi scuri incorniciati in quelle lunghe ciglia… e lei doveva uscire con Luca Schioppi?? Ma per FAVOREEEEE.

Rimisi in moto lo scooter, ancora con il calore della stretta di Bec sulla schiena… davvero una sensazione…singolare.

Tornai casa solo per mettere un boccone sotto i denti, papà nemmeno c’era, pare stesse organizzando un viaggio con alcuni amici.

Saltai di nuovo sullo scooter accelerando e superando il limite di velocità…di un po’…

Parcheggiai di fronte ad un campetto un po’ squallido, con la sabbia al posto dell’erba e le gradinate che avevano ancore il cemento ruvido, tale da bucherellare il sedere dei poveri tifosi.

Entrai negli spogliatoi, cercando l’unica persona che in quella storia poteva darmi una mano.

Un ragazzo poco più basso di me mi salutò con la mano appena mi vide.

-Ehi amico!- mi sorrise cordiale, osservando attentamente ogni mio dettaglio, che sicuramente non avrebbe nascosto a nessuno. Ma in fondo era per questo che avevo cercato lui.

Mario Bignani era il ragazzo più… pettegolo che conoscessi, amico di tutti e di nessuno, grande osservatore, poteva rendere il mio piano molto più semplice.

Dopo le varie domande di rito, cominciammo a chiacchierare del più  e del meno.

-Ehi, ma lo conosci quel tipo della mia classe… Schioppi?- Presentai l’argomento in modo abbastanza naturale, il primo passo era stato compiuto.

-…Luca?- al mio cenno del capo continuò raccontando aneddoti divertenti su di lui.

-Già… è proprio un tipo strambo. Senti ma ti volevo chiedere… un tempo si frequentava con una tipa…- non ricordavo né il nome, né la classe della biondina che usciva con lui.

-Ah si… Lucia Ambrosiani…- ci pensò su un attimo. Il suo cervello doveva essere come un gigantesco archivio, tutte le cartelle (ovvero le persone) catalogate in ordine alfabetico, e al loro interno c’erano le informazioni con una polaroid pinzata.

-Pare che sia una ballerina eccellente…-

-Davvero? Forse ho capito chi è…- no, per niente.

-Stà nella 4°B- annuì convinto, come se quell’informazione mi fosse tornata in mente sono ora.

-Che danza fa?-

-Classisa, alla Stella Rossa.-

-Mario sei un mito!-

 

La Stella Rossa era il club sportivo più esclusivo della città, non per le persone benestanti che lo frequentavano, ma perché, chi lo frequentava doveva avere un talento enorme per la danza, potevo anche essere la nipote di Onassis, ma se avevi la pancetta potevi tornare tranquillamente a casa senza nemmeno partecipare alle selezioni.

Tempo prima Bec aveva provato a entrarci, fece addirittura le selezioni, riuscendo a finire i lista d’attesa. Rimase due mesi in attesa della chiamata da parte degli insegnanti della Stella, chiamata che in effetti non arrivò mai.

Finì davanti all’entrata del club, aspettando l’uscita delle ragazze, che si allenavano tutti i giorni dalle 15.30 alle 16.30.

Come previsto un gruppo di ragazze uscì puntuale dalle porte della scuola, tutte con una tuta e un borsone rosso.

Molte di loro mi squadrarono curiose, ma nonostante tra di loro ce ne fosse qualcuna carina, osservai solo una bionda che si era fermata per legarsi i lacci delle scarpe.

Lucia Ambrosiani era la prova che la Stella non facesse entrare le ragazze scegliendole per il viso, o per la simpatia.

Lucia, da quello che mi aveva detto Mario, aveva il calettare di una vera zitella acida. Era capace di non capire uno scherzo o una battute nemmeno se la si avvertiva prima, per ogni nonnulla si metteva a urlare e fare una scenata epica davanti a tutto l’istituto. Davvero una tipa pesante…

Scesi dallo scooter e mi avvicinai lentamente, mentre lei era ancora inchinata.

-Lucia?- alzò lo sguardo sorpresa.

-Francesco Grifoni?- mi riconobbe subito, doveva avermi visto quando veniva a slinguazzare il suo ragazzo in classe.

-Esatto… come và?- le tesi la mano per aiutarla ad alzarsi, ma lei fece come se non l’avesse vista, alzandosi da sola.

-Bene… che vuoi?-mamma mia che antipatica…

-Sono venuto a parlarti del mio amico Luca.- Si giurò di scatto verso la mia direzione con gli occhi che le brillavano.

C’era una volta un’isterica biondina, che stava con un cicisbeo… un giorno al bionda trova il suo amato a pomiciare con una moretta. Pressappoco la storia d’amore fra i due si poteva riassumere in quelle poche parole.

-Luca?-

-Già…-sospirai tristemente –vedi… noi siamo molto amici e… ecco…- pausa ad effetto –vorrei che quello che ti stò per dire rimanga tra di noi… ok?- lei annuì.

-Lui è ancora follemente innamorato di te! Ogni volta che ti vede gli si illuminano gli occhi, non fa che parlare di te… sospetto che ti sogni pure la notte…- scossi la testa rassegnato.

-Stai… stai scherzando vero?-

-magari! Devi vederlo con i tuoi occhi… non sembra nemmeno più lui da quando avete rotto!-

Lei si illuminò di botto, contenta e soddisfatta che quell’idiota soffrisse per la sua mancanza.

Poi però qualcosa le indurì di nuovo i lineamenti.

-Non sono fatti miei!- strinse le braccia al petto.

Allora presi un biglietto preparato a casa, le presi la mano e glielo strinsi nel pugno.

-Ti chiedo di dare una seconda possibilità ad un ragazzo che sa di aver sbagliato, e che tu ancora ami!- come facevano certe frasi ad uscire dalla mia bocca???

-Quello è il suo nuovo numero… chiamalo ok?- la mia voce suonava sinceramente triste e preoccupata.

-non se lo merita…-

- Lucia… spero che tu ci pensa, e che ascolti il tuo cuore…- detto questa le sorrisi e mi avvicinai al motorino, ma mancava ancora una parte  di recita.

-Ah Lucia?-

-Si?-

-sabato voleva andare al cinema…- mi sorrise grata e io finalmente partì, sicuro di aver sistemato la situazione. Insomma aveva aiutato due cuori spezzati a rimettersi insieme… al mia strada verso la beatificazione era sempre più breve!

 

Sabato sera fui letteralmente costretto ad andare con lui a cena a casa di Bec da quel dittatore di mio padre.

Il padre di Bec e il mio erano amici dall’università, da compagni di corso erano diventati colleghi, consolidando tanto la loro amicizia da sembrare fratelli, più che amici.

 

La madre di Bec invece era la copia invecchiata della figlia, aveva però i capelli corti , e vestiva sempre in modo molto elegante. Era una donna perennemente in movimento, sempre però con un bel sorriso stampato sul viso.

Appena arrivammo fu lei ad aprirci, stringendomi la guancia tra l’indice e il pollice, come faceva ormai da 17 anni, dicendo anche che diventavo più bello di giorno in giorno 8modestamente ero a conoscenza di questo dettaglio senza che lei lo dicesse, ma mi faceva piacere sentirlo anche da altri).

Ci spinse verso il soggiorno,dove il signor Falchi leggeva alcuni documenti.

Fabrizio falchi era una della poche persone che riusciva a mettermi sotto pressione. Aveva gli stessi identici occhi scuri della figlia, che però riusciva a rendere tanto penetranti da far venire i brividi a chiunque. Quando vedeva qualcuno lo analizzava per circa tre secondi e mezzo, per poi sorridere e parlare amabilmente. Ancora non capivo come mio padre era riuscito a diventare suo amico.

-Francesco… gianfranco ti ha costretto a seguirlo vero?-

-Non ha dovuto insistere molto…-Feci finta di guardarmi in giro.

-ma… non c’è Bec?- Alla mia domanda Luciana si illuminò di colpo.

Oh bè…. Oggi bec aveva un certo impegniuccio…- si vedeva lontano un miglio che sperava qualcuno le chiedesse di continuare.

-Impegno?- stetti al gioco.

-pare che un certo ragazzo le abbia chiesto di uscire…- Fabrizio alzò la testa di scatto fulminando la moglie.

-E si può sapere perché non mi hai detto nulla?-

-Certo che si può sapere… ti saresti travestito da 007 e l’avresti pedinata fino a dentro il cinema!- alzò la testa sfidandolo apertamente.

-AL CINEMA!!!!! Oddio….- si passò la mano sulla fronte stancamente.

-e si può sapere come fai a  saperlo?- in effetti mi sembrava strano che Bec glielo avesse confidato, era capace di sposarsi senza dire nulla.

-Ecco… “per caso” ho sentito una sua conversazione con Elisa…-

 

Una mezz’ora dopo Bec tornò a casa.

Silenziosamente mi avvicinai all’ingresso, e quando vidi l’ante dell’armadio aperta non resistetti a nascondermi dietro. Quando lei la chiuse di scatto rimasi senza parole. Aveva un po’ di trucco sbavato ai lati degli occhi, le guance e le labbra arrossate, i capelli un po’ spettinati. Era vestita in modo perfetto, con il mio anellino sbagliato come ciondolo.

Qualcosa però guastava quella splendida visione,k nessun sorriso infatti illuminava il suo volto, e me ne dispiacqui.

Poi però ricordai che tutto quello era opera mia…

M insomma che altro dovevo fare? Dovevo lasciarla uscire con quel mammalucco? No! Dovevo solo mettere da parte i sentimenti e pensare razionalmente, avrei trovato io il ragazzo perfetto per lei… qualcuno che la comprendesse, la consolasse, e riuscisse a capire la persona meravigliosa che era.

Cominciai a scherzare per farla sorridere, cosa che non mi riuscì bene, perché dopo aver ammesso di essere stata piantata in asso scoppiò a piangere. In quel momento la mia espressione doveva essere come quella di una mucca che finiva a New York.

Le poggiai prima una mano sulla spalle, per farla calmare un po’… peccato che le spalle tremassero come colpite da raffiche di vento gelido… e fu allora che il senso di colpa mi spinse a stringerla a me e consolarla, come non avevo il diritto di fare.

Le accarezzai lentamente i capelli morbidi, e solo allora pensai a cosa diavolo avevo combinato… insomma secondo i miei piani lei sarebbe dovuta entrare da quella porta arrabbiata, pronta a distruggere il mondo… e invece ora piangeva.

Poco dopo si staccò delicatamente rivolgendomi uno sguardo carico di ringraziamenti.

-Scusa…- mi asciugò con un fazzoletto le lacrime che aveva lasciato nel mio maglione- lei si scusava per quello? e io per farmi perdonare dal lei dovevo farmi prete?

La riabbraccia d’impulso, con più forza dell’altra volta, non per consolarla ancora, ma per l’egoistico bisogno di sentirla vicina, e illudermi di essere l’amico che lei credeva.

-Se non ci fossi tu Francesco… non saprei come fare…- mi abbracciò anche lei.

A quella frase non seppi proprio come rispondere.

 

Ta Daaaaan… finito! È più lungo del solito, ma ne sono soddisfatta!

Allora nel prossimo capitolo si ritornerà al punto di vista di bec, e vedremo cosa succederà… come si dice: il diavolo fa le pentole ma non i coperchi…

 

 Merry NIcEssus: prima di tutto le mie battute non sono obbrobriose… sono certe persone che non le capiscono! E poi io sono solo una persona che arriva in orario… capito?! Lo sai cara che io sarei voluta venire…. Ma non ho potutolo… Ciao Ciao

 

lalla890: GRAZIEEEEE… un dieci fa sempre piacere! Sono contenta che la storia ti piaccia… sono le recensioni come la tua che mi fanno venir voglia di scrivere!

 

SweetCherry. Questo capitolo ha risposto sicuramente alle tua domande… certo che Frà è davvero subdolo quando ci si mette…

 

Slyla97: si lo so… era fatto al momento.. I’m Sorry… ci sentiamo alla prossima!

 

Ringrazio per aver messo la mia storia tra i preferiti:

 12_melina_09
 alessandradichiara

 blinkina
 
ChasingTheSun
 
Merry NIcEssus
 
Niki_CuLLen_

 pirilla88
 Raffuz
 Slyla97
 SweetCherry

 

e i sette che l’hanno inserita nei preferiti

 delfina

 lady_free

  OOgloOO
 princessarx
 rochariv_90
 Ukyu93

_DreamerSimo_

Grazie a tuuuuuttiiii! Anche a chi legge…

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Capitolo 5
*** Febbre da cavallo e pazzia... ***


Nuova pagina 1

I giorni che seguirono furono veramente orribili, no orribili è un aggettivo troppo limitativo, lunghi rende tutto meglio.

Lunedì mattina Luca si era presentato davanti alla porta della mia classe per scusarsi, dicendo che aveva avuto “problemi familiari”… seeee.

 Il suo cervello grande quanto una prugna seccata e snocciolata non era riuscito a trovare una scusa meno orribile e poco credibile.

Lo stesso giorno, due ore dopo, avevo scoperto quali erano i suoi “problemi familiari” tanto gravi… era seduto sotto un alberello nel cortile, slinguazzando  una biondina dall’aria un po’ idiota.

Ora capivo perché non aveva nemmeno avuto il tempo di mandarmi un sms sabato.. era troppo impegnato... In quel momento desiderai ardentemente che si aprisse un abisso sotto di loro e li inghiottisse, liberandoci della loro inutile presenza.

 

Quel giovedì sia io che Eli correvamo nel parchetto non lontano da casa sua.

Quella di solito era un’attività della domenica, ma per “fortuna” una piccola comunità di topi si era insediata nel nostro istituto, e dopo scioperi e richieste al preside era incominciata la tanto attesa e desiderata disinfestazione.

Eli correva spedita, chiacchierando tranquillamente, mentre io arrancavo dietro di lei, con il fiatone, rispondendo alle sue domande con monosillabi.

-Hai capito?- mi ridestai di colpo alla sua domanda, in realtà non solo non avevo capito, ma non avevo ascoltato nulla di quello che aveva detto.

-Ehm… ripeti un po’ quello che hai detto…- lei mi fulminò con uno sguardo fermandosi di colpo.

-Ho detto che è una cosa positiva il fatto che non vi siate messi assieme, o che non siate nemmeno usciti-

-e potrei conoscere il motivo di questa tua stupida deduzione?- misi le mani sui fianchi, un po’ indispettita per quello che aveva detto. Nonostante ora per luca provassi solo un odio ceco, quello che aveva detto non mi piaceva per nulla, mi ricordava un po’ troppo le parole di Francesco.

-Bè io personalmente non sarei voluta uscire, o avere qualcosa a che fare con una persona che prova qualche attrazione per la sua ex ragazza, insomma sarebbe squallido…- ci pensò su un attimo, prima di annuire soddisfatta del suo pensiero.

-Si ma almeno gli avrei dato io il ben servito… e poi c’è una cosa che non capisco…- mi fermai pensando. Continuai spedita incrociando le braccia al petto.

-… non capisco come abbia fatto a riavvicinarsi così velocemente alla bionda! Insomma venerdì non si considerano e sabato escono assieme?! Un po’ troppo strano, non credi?- lei ci pensò su prima di riaprire bocca.

-bè non si sa mai quando l’amore può sbocciare…- la interruppi guardandola malamente.

-ma di che amore parli??? Due persone così infime non possono provare una cosa del genere!-

-Si vabbè… dicevo… che è meglio che questo sia successo subito, se tutto fosse successo quando… facciamo un ipotesi… voi vi mettevate assieme, saresti stata coinvolta in un triangolo amoroso da soap-opera!- quello che diceva aveva un senso in realtà, ma non mi sollevò per niente il morale.

Ricomincia a correre col morale a terra, e un leggero fastidio al ginocchio, maledissi Luca per tutto, per avermi dato orribilmente buca, per essersi messo con la bionda e per il male al ginocchio!

Mi fermai di nuovo di colpo, con il fiatone e una terribile fitta alla milza, molto probabilmente tutto era provocato indirettamente da Luca…

-Cacchio che caldo..- mi tolsi la felpa rimanendo in maglietta e la annodai ai fianchi, assaporando la freschezza di quel mattino.

-Ehi donna intelligente ti verrà un febbrone da cavallo…- Eccola che rompeva…

-come può venirmi una febbre? Al massimo un raffreddore… ma ti sei dimenticata che io sono la ragazza con più anticorpi al mondo? Sono letteralmente un carrarmato!-

-Si… proprio un carrarmato…- Eli mi guardò un po’ contrariata, prima di ricominciare a correre.

-Che ipocondriaca che sei…-

 

Quando tornai a casa trovai il pranzo da riscaldare e un biglietto che mi comunicava che sarei fortunatamente stata sola tutta la sera… me molto fortunata!

Aprì il recipiente analizzando il suo interno. A giudicare dall’intruglio di un colore sconosciuto mamma aveva preparato la minestra.

Lo misi in frigorifero senza calcolarla, e addentai svogliata una mela.

Avvicinai la bocca per la seconda volta alla superficie arancione della mela, ma mi fermai di colpo… avevo uno strano pizzicorio al naso… Oh no!

Non poteva aver ragione quel gufo di Eli, e soprattutto erano passate solo alcune ore da quando avevo preso un po’ di freddo…

Andai spedita verso la credenza, e dal suo interno tirai fuori un termometro al mercurio, e con una smorfia me lo misi sotto l’ascella.

Mi avviai verso la tv, la accesi e mi sdraiai nel divano, cercando qualche programma decente da vedere, la prova del cuoco… il telegiornale… un altro telegiornale… Walker Texas Ranger… Walker Texas Ranger…Walker… mi addormentai così… cercando di ricordare una stupida barzelletta su Chuck Norris che tempo prima mi aveva raccontato Francesco.

 

-Rebecca… Bec svegliati…- quella voce non centrava nulla col sogno che stavo facendo! Era assolutamente estranea, le avrei voluto gridare “NOT DISTURB” ma non riuscivo a capire ne dove fossi ne che ci facesse Francesco.

Aprì gli occhi, infastidita da quell’interruzione e vidi il viso sorridente di Francesco a pochi centimetri dal mio, e mio malgrado arrossì leggermente, probabilmente a causa della febbre.

-Ehi Bella Addormentata, eri consapevole del fatto che la porta era aperta?- non stava scherzando, infatti aveva la sopracciglia leggermente aggrottate.

-Certo…- mi schiarì la gola per sembrare meno addormentata…

-certo…- lascio cadere il discorso, guardandomi interrogativo.

Io intanto avevo tirato fuori il termometro che era finito dentro la maglietta, era addirittura un miracolo il fatto che non si fosse rotto.

38.2

-Fai vedere… dai fai vedereee- si allungò verso la mia mano, che intanto cercava di nascondere il termometro.

-no il mercurio ti farà diventare scemooo- risi istericamente, segno che la febbre si faceva sentire, i miei sintomi infatti combaciavano sempre con quelli di un ubriaco.

Comunque il teppista biondo prese quella stupida cosa e la controllò.

Dopo averlo fatto mi osservò attentamente, notando sicuramente gli occhi lucidi, e si avvicinò, poggiando le labbra alla mia fronte. Quel contatto mi parve fresco e leggero, peccato che durò solo pochi secondi… oddio cosa mi faceva pensare quella febbre.

-Si scotti…- Si alzò di scatto sempre con il sorriso sulle labbra… cioè io avevo la febbre e potevo morire e lui era così sorridente?!

-Dai ti accompagno su a sdraiarti.-

-No.- Gli mostrai un sorriso a trentadue denti.

-E perché no?- era leggermente sorpreso.

-Mamma mi ha detto che non devo assolutamente portare dei ragazzi in camera mia, qualunque sia il motivo, e nemmeno in casa, quindi smamma biondo!- che divertimento! E poi in futuro potevo sempre giustificare il tutto con un “ehi avevo la febbre!”

Rimase interdetto per qualche secondo poi sbuffò contrariato.

-e dai scema, quanto tempo fa te lo ha detto?- ci pensai su un attimo.

-Quando avevo 12 anni…-

-Ecco- mise una mano dietro alla mia schiena e una dietro le ginocchia e mi sollevò di peso mentre io stancamente scalciavo mugugnando.

-ehi stà ferma… sei pure ingrassata dall’ultima volta… fare dieta no?!- quella frase ebbe il potere di zittirmi, non perché mi fossi offesa, ma perché stavo pensando a cosa rispondere.

- è virale o hai preso freddo?-

-Ho ‘influenza suina… sto per morire.- alzai le spalle indifferente.

- Oddio morirò con te… siamo arrivati.- mi poggiò nel letto e fece per asciugarsi qualche goccia (immaginaria) di sudore nella fronte.

- io vado, mi raccomando Quando Luciana torna fatti dare la medicina! Ciao.-

Era sul punto di richiudere la porta quando lo fermai con un grido.

-Che c’è?- cavoli era davvero preoccupato…

-Ehm… - che diavolo mi inventavo… -mi rimbocchi le coperte?-

-Perché non puoi farlo da sola?- ormai avevo fatto trenta potevo fare anche trentuno.

-Di solito me lo rimbocca mamma- cercai di non ridere –e lei mi manca molto… -

-Mamma mia che lagna…- si avvicinò e tolse la coperta, mi fece rotolare e pochi secondi dopo… non so neanche io come, mi ritrovai incastrata perfettamente sotto le coperte.

-ta dan!- sorrise soddisfatto.

-Che bravo… adesso il bacino della buonanotte e siamo a posto.- Sorrisi, ero sicura che a quel punto sarebbe scappato dalla porta, in fondo era anche pericolosa, lo potevo strangolare con un cuscino.

-Ti sei tutta matta- avevo ragio…nooo. Si inchinò verso di me, poggiò una mano sulla guancia sinistra e alla destra diede un leggero bacio. Quando si rialzò lo guardai sorpresa, non me lo sarei aspettata davvero.

-buonanotte- sorrise, in modo strano come se nella sua testa ci fosse una scena comica che solo lui capiva, o lo faceva per qualcos’altro?

Uscì e chiuse la porta dietro di se… poco dopo sentì la chiave che chiudeva la porta.

 

Qualcuno di voi mi ah mandato una lettera minatoria, è per questo che non ho più scritto… o.O  ok basta con le scuse…

Scusate per il ritardo, ma a causa di problemi di internet, scolastici e di blocchi mentali non sono riuscita a scrivere per troppo tempo.

Vorrei scusarmi con tutti.

L’altra volta ho pure cancellato il capitolo e ripostato, quindi di conseguenza anche le vecchie recensioni, e posso solo rispondere alla nuove, scusate anche per questo.

 

Slyla97: ciao… si scusa, come ho già detto sopra il capitolo l’avevo gia postato, quindi molto probabilmente tu avevi anche recensito prima… grazie per le due recensioni, spero che anche il prossimo capitolo ti piaccia!

Shinalia: si è vero è diabolico… però nel senso buono del termine (se ne esiste uno), spero che continuerai a leggere…

 

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