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I’m sorry… ho scritto tutto velocemente e non ho voglia, ne il
tempo di rileggerlo.
Il prossimo capitolo sarà dal punto di vista di Frà, durante la
storia ce ne sarà più di uno, per motivi di utilità.
Ringrazio tutti quelli che leggono, recensiscono e che lo mettono
tra i preferiti e i seguiti.
La storia incomincerà dal momento in cui (vedi secondo cap) Frà
chiede scusa a Bec… E vedremo quanto può essere contorta la mente di un ragazzo
geloso…
-Senti
Bec…scusa per la scenata di prima.- la vidi spalancare gli occhi sorpresa, in
effetti mi era costata fatica quella richiesta di scuse, non che lei fosse
diversa da me… a 5 anni mi aveva picchiato con il gonfia palloncini, quel
momento è stato filmato da mia madre, e ogni volta che può me lo fa rivedere, ha
mai chiesto scusa? A 10 anni aveva sabotato la mia bicicletta per non farmi
vincere la gara del quartiere, mi ha riso in faccia… ma la peggiore è stata
quando io al mare la difesi da uno schifoso e lei lo difese pure… e pensare che
avevo rovinato le mie nocche per dargli quel pugno… non mi ha mai chiesto scusa,
e nessuno le ha mai chiesto o ordinato di farlo, perché con il suo faccino
risulta essere sempre la vittima di tutto.
-Come scusa?-
era allibita…
-Mi sto
scusando per aver fatto una scenata senza motivo!- La osservai speranzoso, in
realtà un motivo c’era.
-Bè dai sali…-
si sedette dietro di me allacciandosi, quasi avesse paura della mia guida… come
se io potessi correre con lei dietro, se solo si fosse graffiata suo padre mi
avrebbe bollito, per non parlare del mio probabile ed enorme senso di colpa,
perciò, come quella mattina non accelerai granchè.
Quando
arrivammo davanti a casa sua mi lasciò lentamente la schiena, e togliendosi
malamente il casco.
-Grazie mille…-
sorrise, facendo intravedere i denti bianchi. La osservai per un attimo, non era
cambiata in tutti quegli anni: il suo viso ovale, le sua guance rosa, i suoi
brillanti occhi scuri incorniciati in quelle lunghe ciglia… e lei doveva uscire
con Luca Schioppi?? Ma per FAVOREEEEE.
Rimisi in moto
lo scooter, ancora con il calore della stretta di Bec sulla schiena… davvero una
sensazione…singolare.
Tornai casa
solo per mettere un boccone sotto i denti, papà nemmeno c’era, pare stesse
organizzando un viaggio con alcuni amici.
Saltai di nuovo
sullo scooter accelerando e superando il limite di velocità…di un po’…
Parcheggiai di
fronte ad un campetto un po’ squallido, con la sabbia al posto dell’erba e le
gradinate che avevano ancore il cemento ruvido, tale da bucherellare il sedere
dei poveri tifosi.
Entrai negli
spogliatoi, cercando l’unica persona che in quella storia poteva darmi una mano.
Un ragazzo poco
più basso di me mi salutò con la mano appena mi vide.
-Ehi amico!- mi
sorrise cordiale, osservando attentamente ogni mio dettaglio, che sicuramente
non avrebbe nascosto a nessuno. Ma in fondo era per questo che avevo cercato
lui.
Mario Bignani
era il ragazzo più… pettegolo che conoscessi, amico di tutti e di nessuno,
grande osservatore, poteva rendere il mio piano molto più semplice.
Dopo le varie
domande di rito, cominciammo a chiacchierare del più e del meno.
-Ehi, ma lo
conosci quel tipo della mia classe… Schioppi?- Presentai l’argomento in modo
abbastanza naturale, il primo passo era stato compiuto.
-…Luca?- al mio
cenno del capo continuò raccontando aneddoti divertenti su di lui.
-Già… è proprio
un tipo strambo. Senti ma ti volevo chiedere… un tempo si frequentava con una
tipa…- non ricordavo né il nome, né la classe della biondina che usciva con lui.
-Ah si… Lucia
Ambrosiani…- ci pensò su un attimo. Il suo cervello doveva essere come un
gigantesco archivio, tutte le cartelle (ovvero le persone) catalogate in ordine
alfabetico, e al loro interno c’erano le informazioni con una polaroid pinzata.
-Pare che sia
una ballerina eccellente…-
-Davvero? Forse
ho capito chi è…- no, per niente.
-Stà nella 4°B-
annuì convinto, come se quell’informazione mi fosse tornata in mente sono ora.
-Che danza fa?-
-Classisa, alla
Stella Rossa.-
-Mario sei un
mito!-
La Stella Rossa era il club sportivo più esclusivo
della città, non per le persone benestanti che lo frequentavano, ma perché, chi
lo frequentava doveva avere un talento enorme per la danza, potevo anche essere
la nipote di Onassis, ma se avevi la pancetta potevi tornare tranquillamente a
casa senza nemmeno partecipare alle selezioni.
Tempo prima Bec
aveva provato a entrarci, fece addirittura le selezioni, riuscendo a finire i
lista d’attesa. Rimase due mesi in attesa della chiamata da parte degli
insegnanti della Stella, chiamata che in effetti non arrivò mai.
Finì davanti
all’entrata del club, aspettando l’uscita delle ragazze, che si allenavano tutti
i giorni dalle 15.30 alle 16.30.
Come previsto
un gruppo di ragazze uscì puntuale dalle porte della scuola, tutte con una tuta
e un borsone rosso.
Molte di loro
mi squadrarono curiose, ma nonostante tra di loro ce ne fosse qualcuna carina,
osservai solo una bionda che si era fermata per legarsi i lacci delle scarpe.
Lucia
Ambrosiani era la prova che la Stella non facesse entrare le ragazze
scegliendole per il viso, o per la simpatia.
Lucia, da
quello che mi aveva detto Mario, aveva il calettare di una vera zitella acida.
Era capace di non capire uno scherzo o una battute nemmeno se la si avvertiva
prima, per ogni nonnulla si metteva a urlare e fare una scenata epica davanti a
tutto l’istituto. Davvero una tipa pesante…
Scesi dallo
scooter e mi avvicinai lentamente, mentre lei era ancora inchinata.
-Lucia?- alzò
lo sguardo sorpresa.
-Francesco
Grifoni?- mi riconobbe subito, doveva avermi visto quando veniva a slinguazzare
il suo ragazzo in classe.
-Esatto… come
và?- le tesi la mano per aiutarla ad alzarsi, ma lei fece come se non l’avesse
vista, alzandosi da sola.
-Bene… che
vuoi?-mamma mia che antipatica…
-Sono venuto a
parlarti del mio amico Luca.- Si giurò di scatto verso la mia
direzione con gli occhi che le brillavano.
C’era una volta
un’isterica biondina, che stava con un cicisbeo… un giorno al bionda trova il
suo amato a pomiciare con una moretta. Pressappoco la storia d’amore fra i due
si poteva riassumere in quelle poche parole.
-Luca?-
-Già…-sospirai
tristemente –vedi… noi siamo molto amici e… ecco…- pausa ad effetto –vorrei che
quello che ti stò per dire rimanga tra di noi… ok?- lei annuì.
-Lui è ancora
follemente innamorato di te! Ogni volta che ti vede gli si illuminano gli occhi,
non fa che parlare di te… sospetto che ti sogni pure la notte…- scossi la testa
rassegnato.
-Stai… stai
scherzando vero?-
-magari! Devi
vederlo con i tuoi occhi… non sembra nemmeno più lui da quando avete rotto!-
Lei si illuminò
di botto, contenta e soddisfatta che quell’idiota soffrisse per la sua mancanza.
Poi però
qualcosa le indurì di nuovo i lineamenti.
-Non sono fatti
miei!- strinse le braccia al petto.
Allora presi un
biglietto preparato a casa, le presi la mano e glielo strinsi nel pugno.
-Ti chiedo di
dare una seconda possibilità ad un ragazzo che sa di aver sbagliato, e che tu
ancora ami!- come facevano certe frasi ad uscire dalla mia bocca???
-Quello è il
suo nuovo numero… chiamalo ok?- la mia voce suonava sinceramente triste e
preoccupata.
-non se lo
merita…-
- Lucia… spero
che tu ci pensa, e che ascolti il tuo cuore…- detto questa le sorrisi e mi
avvicinai al motorino, ma mancava ancora una parte di recita.
-Ah Lucia?-
-Si?-
-sabato voleva
andare al cinema…- mi sorrise grata e io finalmente partì, sicuro di aver
sistemato la situazione. Insomma aveva aiutato due cuori spezzati a rimettersi
insieme… al mia strada verso la beatificazione era sempre più breve!
Sabato sera fui
letteralmente costretto ad andare con lui a cena a casa di Bec da quel dittatore
di mio padre.
Il padre di Bec
e il mio erano amici dall’università, da compagni di corso erano diventati
colleghi, consolidando tanto la loro amicizia da sembrare fratelli, più che
amici.
La madre di Bec
invece era la copia invecchiata della figlia, aveva però i capelli corti , e
vestiva sempre in modo molto elegante. Era una donna perennemente in movimento,
sempre però con un bel sorriso stampato sul viso.
Appena
arrivammo fu lei ad aprirci, stringendomi la guancia tra l’indice e il pollice,
come faceva ormai da 17 anni, dicendo anche che diventavo più bello di giorno in
giorno 8modestamente ero a conoscenza di questo dettaglio senza che lei lo
dicesse, ma mi faceva piacere sentirlo anche da altri).
Ci spinse verso
il soggiorno,dove il signor Falchi leggeva alcuni documenti.
Fabrizio falchi
era una della poche persone che riusciva a mettermi sotto pressione. Aveva gli
stessi identici occhi scuri della figlia, che però riusciva a rendere tanto
penetranti da far venire i brividi a chiunque. Quando vedeva qualcuno lo
analizzava per circa tre secondi e mezzo, per poi sorridere e parlare
amabilmente. Ancora non capivo come mio padre era riuscito a diventare suo
amico.
-Francesco…
gianfranco ti ha costretto a seguirlo vero?-
-Non ha dovuto
insistere molto…-Feci finta di guardarmi in giro.
-ma… non c’è
Bec?- Alla mia domanda Luciana si illuminò di colpo.
Oh bè…. Oggi
bec aveva un certo impegniuccio…- si vedeva lontano un miglio che sperava
qualcuno le chiedesse di continuare.
-Impegno?-
stetti al gioco.
-pare che un
certo ragazzo le abbia chiesto di uscire…- Fabrizio alzò la testa di scatto
fulminando la moglie.
-E si può
sapere perché non mi hai detto nulla?-
-Certo che si
può sapere… ti saresti travestito da 007 e l’avresti pedinata fino a dentro il
cinema!- alzò la testa sfidandolo apertamente.
-AL CINEMA!!!!!
Oddio….- si passò la mano sulla fronte stancamente.
-e si può
sapere come fai a saperlo?- in effetti mi sembrava strano che Bec glielo avesse
confidato, era capace di sposarsi senza dire nulla.
-Ecco… “per
caso” ho sentito una sua conversazione con Elisa…-
Una mezz’ora
dopo Bec tornò a casa.
Silenziosamente
mi avvicinai all’ingresso, e quando vidi l’ante dell’armadio aperta non
resistetti a nascondermi dietro. Quando lei la chiuse di scatto rimasi senza
parole. Aveva un po’ di trucco sbavato ai lati degli occhi, le guance e le
labbra arrossate, i capelli un po’ spettinati. Era vestita in modo perfetto, con
il mio anellino sbagliato come ciondolo.
Qualcosa però
guastava quella splendida visione,k nessun sorriso infatti illuminava il suo
volto, e me ne dispiacqui.
Poi però
ricordai che tutto quello era opera mia…
M insomma che
altro dovevo fare? Dovevo lasciarla uscire con quel mammalucco? No! Dovevo solo
mettere da parte i sentimenti e pensare razionalmente, avrei trovato io il
ragazzo perfetto per lei… qualcuno che la comprendesse, la consolasse, e
riuscisse a capire la persona meravigliosa che era.
Cominciai a
scherzare per farla sorridere, cosa che non mi riuscì bene, perché dopo aver
ammesso di essere stata piantata in asso scoppiò a piangere. In quel momento la
mia espressione doveva essere come quella di una mucca che finiva a New York.
Le poggiai
prima una mano sulla spalle, per farla calmare un po’… peccato che le spalle
tremassero come colpite da raffiche di vento gelido… e fu allora che il senso di
colpa mi spinse a stringerla a me e consolarla, come non avevo il diritto di
fare.
Le accarezzai
lentamente i capelli morbidi, e solo allora pensai a cosa diavolo avevo
combinato… insomma secondo i miei piani lei sarebbe dovuta entrare da quella
porta arrabbiata, pronta a distruggere il mondo… e invece ora piangeva.
Poco dopo si
staccò delicatamente rivolgendomi uno sguardo carico di ringraziamenti.
-Scusa…- mi
asciugò con un fazzoletto le lacrime che aveva lasciato nel mio maglione- lei si
scusava per quello? e io per farmi perdonare dal lei dovevo farmi prete?
La riabbraccia
d’impulso, con più forza dell’altra volta, non per consolarla ancora, ma per
l’egoistico bisogno di sentirla vicina, e illudermi di essere l’amico che lei
credeva.
-Se non ci
fossi tu Francesco… non saprei come fare…- mi abbracciò anche lei.
A quella frase
non seppi proprio come rispondere.
Ta Daaaaan… finito! È più lungo del solito, ma ne sono soddisfatta!
Allora nel prossimo capitolo si ritornerà al punto di vista di bec,
e vedremo cosa succederà… come si dice: il diavolo fa le pentole ma non i
coperchi…
Merry
NIcEssus: prima di tutto le mie battute non sono obbrobriose… sono
certe persone che non le capiscono! E poi io sono solo una persona che arriva in
orario… capito?! Lo sai cara che io sarei voluta venire…. Ma non ho potutolo…
Ciao Ciao
lalla890: GRAZIEEEEE… un dieci fa sempre
piacere! Sono contenta che la storia ti piaccia… sono le recensioni come la tua
che mi fanno venir voglia di scrivere!
SweetCherry. Questo capitolo ha risposto
sicuramente alle tua domande… certo che Frà è davvero subdolo quando ci si
mette…
Slyla97: si lo so… era fatto al momento..
I’m Sorry… ci sentiamo alla prossima!
Ringrazio per aver messo la mia storia tra i preferiti:
12_melina_09
alessandradichiara
blinkina
ChasingTheSun
Merry
NIcEssus
Niki_CuLLen_
pirilla88
Raffuz
Slyla97
SweetCherry
e i sette che l’hanno inserita nei preferiti
delfina
lady_free
OOgloOO
princessarx
rochariv_90
Ukyu93
_DreamerSimo_
Grazie a tuuuuuttiiii! Anche a chi legge…
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